Storia di un'amicizia -parte 2^-

di Margareth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oscuro ***
Capitolo 2: *** l'incontro ***
Capitolo 3: *** Incomprensioni ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Oscuro ***


“Allora…ti sei divertito in questi mesi

“Allora…ti sei divertito in questi mesi?”

“Si”

L’uomo fece un giro intorno alla sedia, lentamente, con gli occhi fissi sul ragazzo, osservando il suo viso appena illuminato dalla luce che trapelava dall’unica, microscopica fessura presente nella stanza buia

“Alla fine da quell’attacco ci abbiamo guadagnato tutti. Tranne forse quella stupida” Il suo volto si distese in un sorriso malvagio, soddisfatto e crudele

“Com’è veder piangere di dolore una sporca traditrice del suo sangue?”

“Non ne ho idea, ho dovuto aspettare. Ho preferito prima conquistare la sua fiducia. Soffrirà molto di più in questo modo”

Ancora un ghigno

“Sei astuto”

Silenzio. Il ragazzo si limitava a sostenere lo sguardo dell’uomo che lo fissava, senza parlare né muoversi

“Avrai tutto il tempo quando tornerai a scuola.”Continuò lui riprendendo a camminare. Il suo mantello nero si confondeva nell’oscurità della stanza, mentre l’anello di smeraldo riluceva sinistro

Lui ti vedrà quando tornerai”

“Perché non prima?”ribatté il ragazzo

“Questo non è un problema tuo. Pensi forse di essere tanto importante?”

“No”

“Bene. Appena entrerai sarai messo alla prova”

“Cosa dovrò fare?”

“Ancora non lo so. Spero uccidere”

Un movimento. Impercettibile, silenzioso, talmente leggero che l’uomo non se ne accorse e riprese a parlare

“La tua vita cambierà, dovrai obbedire al tuo padrone e la tua esistenza apparterrà a lui. Non provare a fare sciocchezze, chiaro?”

“Non ne farò”

“Certo che non ne farai. Altrimenti sai cosa ti succederà”

Avvicinò alla gola del ragazzo la bacchetta, con fare minaccioso, guardandolo dritto negli occhi grigi

“Sei mio figlio ma non posso permetterti di disonorare il mio nome. Qualunque cosa decidesse di fare la farei io. Qualunque cosa. Hai capito?”

“Si”

“Bene”

Ancora silenzio…poi…

“Credi forse di farmi paura?”

“Cosa?”

L’uomo si girò di scatto, i lunghi capelli ondeggiarono nell’ombra. I suoi occhi si fissarono su quelli incredibilmente uguali del ragazzo, sbarrati in uno sguardo d’ira

“Cosa hai DETTO?”

Si avvicinò minaccioso ma lui sostenne il suo sguardo senza mostrare timore

“Non mi fai paura. Tu non sai niente di me. Non sai di cosa sono capace, non ha mai voluto saperlo”

“Vuoi dire che non hai intenzione di inchinarti al tuo signore? Eh? E’ QUESTO CHE VUOI DIRE??” L’uomo lo prese per il bavero, scotendolo con energia ma ancora una volta lui non reagì

“Voglio dire che lo faccio perché lo voglio io e non perché me lo dici tu”

Venne spinto a terra con violenza

“Piccolo stupido. Chi ti credi di essere?”

Nessuna risposta

I due si guardavano. Nei loro occhi brillavano il disprezzo e la rabbia che provavano l’uno nei confronti dell’altro

Il ragazzo si alzò andando a fronteggiare il padre.

“Vedi di non provare mai più a fare l’insolente con me o non sarò così buono come questa volta, chiaro?”

“Sì,  padre

“Bene. Ah, prima che me ne vada…” all’improvviso, senza che potesse evitarlo un pugno colpì violentemente il ragazzo, sotto l’occhio sinistro. Cadde per la forza del colpo e un rivolo di sangue cominciò a sgorgare sulla sua pelle candida.

Vide suo padre uscire dalla stanza buia richiudendo la porta alle sue spalle

“Ripensa a quello che hai detto, Draco”

 

 

Allora…dopo un po’ di tempo ecco l’inizio della seconda parte della storia dei nostri Ginny e Draco..

Che ve ne pare come inizio? E’ un capitolo un po’ strano…comunque se vi piace cercherò di aggiornare entro sabato!!

1 Bacione a tutti!

 

 

Maggy

 

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Capitolo 2
*** l'incontro ***


“Allora siete tutti pronti

“Allora siete tutti pronti?”

La Sign.ra Weasley arrivò in sala seguita dal marito 

Ginny, Harry, Ron ed Hermione erano già vestiti con cappotti pesanti e ognuno di loro teneva il baule con lo stemma di Hogwarts

“Si mamy”rispose la rossa

“Bene, allora possiamo andare”
Caricarono i bagagli su una vecchia auto che il Signor Weasley aveva appena comprato e poco dopo partirono alla volta di King’s Cross.

Ginny prese posto vicino al finestrino e si perse subito nei suoi pensieri guardando il paesaggio che scorreva veloce procurandole una strana sonnolenza

Era il 1 settembre. Ovvero il giorno in cui la scuola riapriva. E in cui lo avrebbe rivisto…

Non era realmente sicura di riuscire a comportarsi come sempre aveva fatto per i precedenti 5 anni, di riuscire a guardarlo con la solita ostilità..

E cosa doveva fare? Parlargli fingendo di odiarlo o evitarlo?

Guardò di sfuggita i suoi amici…

Non aveva ancora trovato il coraggio di dirlo a Harry e Ron e Hermione le aveva consigliato di aspettare fin quando si fosse sentita pronta..ma come faceva? Lei voleva che la situazione si risolvesse nel migliore dei modi e soprattutto nel minor tempo possibile. Voleva che anche Draco partecipasse alle serate che loro 4 passavano sdraiati sotto il vecchio albero in riva al lago.

Ma sarebbe stato davvero possibile? Dopo tutto quello che lui aveva fatto a Harry avrebbero potuto davvero vivere “felici e contenti” ?

Aveva pensato molto a questo durante i pochi giorni in cui erano stati divisi e doveva ammettere che mai avrebbe ritenuto possibile che potesse crearsi una situazione tanto complicata come quella.

Anche se Harry e Ron avessero accettato la sua, per così dire ‘amicizia’ con il biondo Serpeverde c’erano sempre da considerare i suoi genitori.

Avrebbe giurato che se sua madre avesse saputo quello che era successo tra loro durante le vacanze, come minimo le sarebbe venuto un infarto…e Malfoy Senior era da sempre il nemico numero uno di suo padre. E c’era anche da considerare il fatto non sarebbe stato facile nascondersi a scuola, soprattutto da quell’oca giuliva della Parkinson, che passava tutto il suo tempo appiccicata al ‘suo Dracuccio’

Suo…ma chi si credeva di essere?

Sentì la macchina fermarsi e si accorse che erano già arrivati in stazione così, con l’aiuto di Harry, scaricò il baule, aspettò che gli altri facessero lo stesso e poi raggiunsero insieme il binario 9 e tre quarti preceduti dai Signori Weasley

“Mi raccomando state attenti! E tu Harry caro, non cacciarti nei guai, e ricordati di invitare la tua ragazza da noi per Natale!”

“Lo farò Signora, grazie mille”

“Ciao mamma”

“Arrivederci”

“Ciao ragazzi”

Dopo il giro di abbracci i 4 salirono sul treno e iniziarono a cercare uno scompartimento libero, cosa che cominciava a rivelarsi piuttosto ardua. Ad ogni passo Ginny sentiva il cuore battere più velocemente, vittima di una strana agitazione mista ad impazienza .

Il fatto era che voleva vederlo, ma non voleva che lo vedessero gli altri…e non sapeva se sperare di incontrarlo o pregare perché non sbucasse da qualche angolo.

Proprio in quel momento udì delle voci ben conosciute e pochi secondi dopo la porta del vagone si aprì.

“Dai Dracuccio, lascia che ti metta a posto la cravatta, è tutta stropicciata, sai che tuo padre si arrabbierebbe”

La voce che più aveva sperato di non sentire si fece prepotentemente spazio nel treno, raggiungendo le sue orecchie

“E sai che me ne frega”

“Ma cosa dici Dracuccio?!”

“Non chiamarmi in quel modo!”

Pansy Parkinson entrò, subito seguita da Draco, Blaise, Tiger e Goyle, nel suo campo visivo. La ragazza indossava già la divisa ma tutto si poteva pensare tranne che stesse andando a scuola:

i bottoni della camicetta erano per la gran parte slacciati formando una profonda scollatura (da cui Tiger non toglieva gli occhi nemmeno per un secondo ma che non sembrava importare a nessuno degli altri)

e la gonna era stata accorciata di un bel pezzo con un incantesimo e le mutande si intravedevano di sfuggita ogni volta che la ragazza faceva un passo

Quando i suoi occhi incrociarono quelli azzurri e terribilmente spaventati della rossa, il suo viso si distese in un ghigno di disprezzo.

“Guarda Dracuccio” disse rivolgendosi al ragazzo al suo fianco “C’è il quartetto di idioti”

Quando lui si girò e la vide, Ginny fu sicura che per un attimo negli occhi del ragazzo fosse passato un velo di sollievo e felicità…poi tutto tornò come prima e il suo sguardo divenne di nuovo di ghiaccio, proprio come quando l’aveva conosciuto

“Ma bene. Guarda un po’ chi si vede. Lo Sfregiato, Mezzosangue e Lenticchia”

“Non chiamarla in quel modo!”

Ron e Harry stavano per scattare in avanti ma Hermione li fermò

“Non ne vale la pena. Guarda lui con chi va in giro…poverino, mi fa quasi pena”
Ginny osservò la Parkinson e non poté evitare di ridere

“Perché tu pensi di essere tanto meglio Granger?”urlò lei “Con quei capelli sembri uno spaventapasseri!”

Hermione non rispose, si limitò a lanciare uno sguardo di compassione alla ragazza e ad alzare le spalle

 

“Attenta, Granger. Se non vuoi finire male ti conviene abbassare la testa”

 

“Perché, sennò cosa le fai Malfoy?”

Aveva parlato. Era riuscita a dire qualcosa e non era stato nemmeno particolarmente difficile

“Sta’ zitta Weasley. Non sto parlando con te”

 

“E sai che me ne frega?” rispose imitandolo. Ron accanto a lei ridacchiò

 

“Attenta. Anche se non ti ho fatto del male questa estate non vuol dire che non possa fartene adesso.”

 

Il biondo si avvicinò lentamente ma non potè arrivarle molto vicino perché Harry si contrappose tra loro, sfoderando la bacchetta

 

“Non la sfiorare neanche. E’ chiaro?”

 

Draco sembrò riflettere, poi osservò Harry con sguardo di sfida e sputò ai suoi piedi 

 

“Non  ci sarai sempre tu a proteggerla, Potter. E un giorno avrà quello che si merita…tutti voi lo avrete.”

 

Fece un cenno agli altri e li superò. Nel passare di fianco ad Hermione però, la scontrò volontariamente facendole cadere di meno i numerosi libri che stringeva quasi affettuosamente

Inizialmente Ginny ebbe il forte impulso di tiragli un poderoso pugno sul naso, ma poi capì che l’aveva fatto apposta per provocare confusione. Mentre Ron aiutava la sua ragazza e Harry cercava di superare Goyle e raggiungere Draco, lui le passò accanto, apparentemente freddo, sussurrando qualcosa.

Poi sentì la sua mano sfiorarla all’altezza delle anche e poco dopo era sparito nell’altro vagone, seguito dai compagni

 

“La prossima volta che fa una cosa del genere giuro che lo ammazzo!” esclamò Ron dopo essersi alzato con un paio di libri che restituì a Hermione

 

“Te l’ho detto, non ne vale la pena. Lascialo fare, se non reagiamo prima o poi si stuferà”


”Lo pensi davvero?” chiese Harry scettico “ Dopo 6 anni di guerra fredda pensi davvero che si stuferà?”

 Hermione scosse un’altra volta le spalle e raggiunse la porta di uno scompartimento

“Guardate, questo è libero”
 I due raggiunsero l’amica e entrarono così Ginny rimase sola in corridoio.

Infilò una mano in tasca e sentì qualcosa solleticarle la pelle candida. Un foglietto.

Con mani tremanti lo tirò fuori e lo aprì

 

Sarò alle 12  nel vagone merci.

Trova il modo di entrare.

D.

“Ehy Gin che fai lì fuori?”


”Cosa? Oh Ron. Arrivo subito”

Ripiegò in fretta il biglietto e lo rimise in tasca

 

“ Che cos’è?” chiese il fratello, curioso

 

“Oh, niente di importante, controllavo solo di non aver dimenticato niente a casa”

E senza aggiungere altro raggiunse gli amici nello scompartimento

 

 

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Capitolo 3
*** Incomprensioni ***


html xmlns:o="urn:schemas-microsoft-com:office:office" xmlns:w="urn:schemas-microsoft-com:office:word" xmlns="http://www.w3.org/TR/REC-html40"> Ginny guardò l’orologio da polso nuovo che Hermione le aveva regalato quando era tornata a casa pochi giorni prima

Ginny guardò l’orologio da polso nuovo che Hermione le aveva regalato quando era tornata a casa pochi giorni prima. Le 12 meno 15 minuti

Lanciò un’occhiata furtiva all’amica che ricambiò sorridendo

“Hermione mi stai ascoltando?” Esclamò Ron all’improvviso

Lei spostò lo sguardo sul rosso e rispose

“No, dicevi?”

Lui sbuffò mentre  Harry accanto ridacchiava

“Perché non mi stai mai a sentire?”piagnucolò
”Scusami ero soprapensiero”
”Si, certo”

“Dai, scusami, per farmi perdonare andrò a prenderti qualche dolcetto.”sorrise baciandolo sulla fronte “Ginny, mi accompagni?”

La rossa, ancora intenta ad osservare l’orologio, sobbalzò
”Cosa?”
”Mi accompagni a prendere qualcosa da mangiare?”

“Si, certo”

Quando furono finalmente fuori Hermione fece qualche passo poi si girò con le mani sui fianchi guardando Ginny dritta negli occhi
”Allora, che succede? Perché continui a guardare l’orologio?”
La Weasley tirò fuori il bigliettino e lo porse all’amica che lo aprì curiosa. Fingere non sarebbe comunque servito a niente

Dopo qualche secondo la brunetta lo ripiegò e glielo rese. Poi si girò e riprese a camminare.

Ginny la guardò stupita e la raggiunse con una breve corsa.

“Ma come non dici niente? Dove stai andando?”

Hermione si la osservò radiosa “al vagone merci, mi sembra ovvio!”

 

“Bene, e ora come facciamo a entrare?”

Avevano raggiunto il vagone abbastanza velocemente, fermandosi solo a prendere qualche Cioccorana quando avevano incontrato il carrellino, ma in compenso erano ferme da 5 minuti a fissare la porta di legno scuro aspettando di trovare un modo per farla aprire.

“Certo che pure lui, poteva sprecarsi a dirmi come ha fatto a entrare!”

Ma Hermione non la stava minimamente ascoltando. Fissava la superficie che aveva davanti con la fronte aggrottata, gli occhi chiusi e le braccia incrociate. Quasi si potevano vedere gli ingranaggi del cervello che giravano frenetici nella sua testa.

Poi, ad un tratto, esclamò: “Ma certo!!!Che stupida, perché non ci ho pensato subito?”

E in quell’istante la porta si aprì.

 

“Hermione sei una grande!” proruppe Ginny felice abbracciandola “Questi incantesimi non verbali mi piacciono sempre di più!Ma poi mi devi dire come hai fatto!”

 

“Già, ma non urlare o ci scopriranno. Avanti ora entra”

La rossa obbedì. Fece qualche passo all’interno del vagone in cui regnava la più completa oscurità poi si voltò a guardare Hermione ancora ferma sulla porta.

 

“Tu non vieni?”


 “Avrete tante cose da dirvi. Vi lascio soli”

 

“No, tu vieni con me” La Weasley la prese per un braccio e la trascinò con sé dentro al vagone richiudendo la porta alle sue spalle

 

“E ora?” chiese Hermione guardandosi intorno incuriosita. A parte un sacco di bagagli e molta, moltissima polvere sembravano essere le uniche persone a trovarsi li in quel momento

Ginny alzò le spalle “Boh, aveva detto alle 12, sono le 12. 10 dovrebbe già essere qui. In teoria” Mentre pronunciava queste parole qualcosa in fondo alla stanza si mosse e da dietro una montagna di bauli comparve un ragazzo sui 16 anni, alto,biondo, occhi grigi e terribilmente bello.Camminava verso di loro con passo sicuro, per niente ostacolato dall’ondeggiare insistente del treno sui binari. Rivolse alle ragazze un grande sorriso che nemmeno le persone che si ritenevano a lui più vicine potevano sperare di vedere e le raggiunse

 

“E anche in pratica. Ciao Weasley, come stai?”

La rossa rimase per un attimo immobile, i muscoli rigidi mentre guardava il 16enne davanti a lei, ma subito dopo si rilassò saltandogli praticamente addosso

 

“Draco! Non vedevo l’ora di vederti, mi sei mancato!”

 

“Mi sei mancata anche tu” rispose lui stringendola più forte a sè

 

“Lo sai che stavo per ammazzare la Parkinson? Ti conviene tenerla lontano da me a scuola, dico davvero”

“Sei gelosa?” sghignazzò lui “A proposito” disse poi rivolgendosi ad Hermione “Scusami per prima”

 

“Non ti preoccupare, ci sono abituata. Non è la prima volta che lo fai”

 

“Si, bhè” mormorò lui imbarazzato grattandosi dietro la nuca

 

“Ma questa ormai è acqua passata giusto?” Riprese la brunetta sorridendogli e porgendogli la mano “Adesso siamo amici, no?”

 

Ginny rivolse al ragazzo uno sguardo preoccupato.

Cosa avrebbe fatto?

Era il momento della verità: stringendo la mano che  Hermione gli porgeva avrebbe rinnegato 16 anni con suo padre, passati a far soffrire babbani e Mezzosangue per il solo fatto di essere nati da genitori non maghi.

La rossa osservava il viso teso del ragazzo, gli occhi stupiti ma che avevano conservato parte di quell’espressione dura che tanto l’aveva intimorita o fatta arrabbiare gli anni precedenti.

Cercava di leggere sul suo viso le emozioni che provava in quel momento ma nelle iridi color del ghiaccio non riusciva a scorgere altro che indifferenza, proprio come era stato fino a qualche mese prima.

Poi però il ragazzo fece un passo verso l’amica stringendone con calore la mano e sul suo volto comparve un largo sorriso che fece ben presto dimenticare a Ginny l’espressone di poco prima.

 

“Allora..pare proprio che tu abbia fatto perdere la testa a Ginny. Sai, non è mai stata gelosa in vita sua”

 

“Si?”chiese Draco voltandosi a osservare Ginny con un ghigno

 

Lei arrossì “Non ero affatto gelosa” brontolò

“Se lo dici tu”rispose Hermione facendo spallucce

 

“A proposito. Ginny mi ha detto che tu e Lent..ehm..Weasley vi siete finalmente messi insieme”

 

“Si..anzi sarà meglio che torni da lui e Harry…loro pensano che sia andata a prendere qualcosa da mangiare e sono fuori da mezz’ora” detto questo, dopo un veloce saluto, la brunetta scomparve chiudendo la porta alle sue spalle

 

Draco si girò quindi verso la rossa “E così sei gelosa eh?”

 

 “Ti ho già detto che non è vero”


”Quindi potrò farmi tutte le ragazzine del primo anno, per te non è un problema, giusto?”

 

“Certo, fai pure” disse fingendo indifferenza

 

“Ok”un ghigno

 

“Bene”

 

….

 

“E va bene, ok! Ero gelosa! Sei contento ora?”

 

“Contentissimo”  rispose lui raggiungendola.

La prese per i fianchi e la attirò a sé

La rossa lo ignorò continuando a guardare fuori da finestrino con la fronte corrucciata, offesa per essere stata costretta ad ammettere di essere terribilmente gelosa di quell’oca giuliva. Non sapeva se sarebbe riuscita a sopportare la vista del Serpeverde incollato alle labbra di qualche nuova conquista, quell’anno.

Draco le accarezzò il viso dolcemente e lei sospirò al contatto con la sua pelle morbida e liscia; poi il biondo cominciò a percorrere la pelle chiara del collo con piccoli baci ma lei si sforzò di rimanere indifferente anche se dentro di sé era terribilmente felice.

 

“Sembra proprio che tu mi voglia ignorare” disse il ragazzo all’improvviso staccandosi da lei e tornando a guardarla

 

Questo diede ancora più fastidio alla rossa che rispose con disappunto“E’ quello che sto facendo in effetti”

 

“E perché?”

 

Ginny non rispose. Si limitò a continuare a  guardare fuori dal finestrino, imbronciata

 

“Eddai. Sono più di dieci giorni che non mi vedi! Non potresti sforzarti di essere felice?”

 

“No. Sono offesa”

 

E con queste parole si allontanò da lui, voltandogli le spalle.

Draco sospirò e alzò gli occhi al cielo ma non si mosse per raggiungerla

 

“Mi faresti piacere se la smettessi di comportarti come una bambina di 5 anni e tornassi a essere la ragazza di cui mi sono innamorato.”

 

Lei sussultò. Un po’ per il tono serio del Serpeverde, un po’ per la parola da lui pronunciata….innamorato…..l’aveva detto ancora

 

“La sta facendo un po’ troppo lunga, Ginny. Ho insospettito i miei amici per venire qui e poterti incontrare e gradirei essere al meno un minimo considerato.”

 

Ginny si girò finalmente verso di lui e gli lanciò uno sguardo acceso di rabbia

 “Certo, perché pensi che per me invece sia tutto facile, vero? Sto fingendo con i miei fratelli, con la persona che più amo al mondo, con i miei genitori…e sai perché lo faccio? Per poter stare con te!

Tu non hai idea di cosa proverebbero loro nel sapere che voglio bene a Draco Malfoy, quello che ha fatto soffrire Harry, che lo ha insultato per cinque anni, che ha insultato la mia famiglia.

Hai la…hai anche solo la più piccola idea di quanti danni ha causato tuo padre a noi? E ora mi vieni a dire che non ti considero??Lo faccio, eccome se lo faccio….anche troppo forse”

 

E con queste parole uscì dal vagone, lasciando il ragazzo a guardare la porta chiusa

 

 

 

 

Ginny correva lungo il corridoio guardando il pavimento che scorreva rapido sotto i suoi piedi. Gli occhi erano velati dalle lacrime che avevano cominciato a sgorgare sulle sue guance appena la porta

si era chiusa alle sue spalle.

E questa volta non cercò di fermarle. Le lasciò scorrere, libere di percorrere la sua pelle candida  e bollente, per poi volare via con l’aria che le colpiva violentemente il viso.

Perchè aveva reagito così? Perchè gli aveva detto quelle cose orribili?Lei era l’unica persona che su cui poteva contare e lo aveva abbandonato…per quale motivo poi? Aveva ragione lui, si era comportata come una stupida, come una bambina privata del suo giocattolo.

Ma i sentimenti non sono giochi, sono il motore che spinge gli uomini a comportarsi in un determinato modo e lei lo sapeva molto bene.

Quante volte aveva sofferto per un insulto ricevuto o anche solo per un compito andato male?

La verità però era che non riusciva più a sopportare quella situazione. Ogni volta che qualcuno dei suoi famigliari le rivolgeva uno sguardo, un gesto affettuoso, un’attenzione, lei si sentiva in colpa. Terribilmente in colpa perchè gli stava mentendo. Si consolava pensando che  Draco non era come lo avevano conosciuto loro, che era diverso, ma questo non bastava ad attenuare i suoi sensi di colpa soprattutto perchè anche lei aveva dubitato del Serpeverde qualche volta e non riusciva ancora a fidarsi ciecamente di lui.

Era come avere un peso enorme sullo stomaco tutto il giorno. E quel peso la stava schiacciando senza lasciarle una via di fuga.

All’improvviso qualcosa la scontrò violentemente facendole perdere per un momento l’equilibrio e rischiando di farla cadere

“Ehi!!Stai più attenta a dove…..benebenebene…chi abbiamo qui?La piccola Weasley”

Ginny non ebbe bisogno di guardarla in viso per riconoscere la persona che aveva parlato

 “LASCIAMI STARE!”

Pansy Parkinson sussultò, investita dal tono disperato e triste della ragazza.

E non potè fare altro che osservarla correre via singhiozzando, col braccio destro premuto sugli occhi.

 

 

 

 

Fine del capitolo! Un grazie speciale a Ginevra Malfoy e MiaBlack che hanno commentato il secondo capitolo, mi raccomando, ditemi cosa ne pensate di questo!

Un bacione a tutti i lettori!
Maggy

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Quando Draco tornò nello scompartimento il sole era già tramontato

Quando Draco tornò nello scompartimento il  sole era già tramontato.

Entrò senza dire una parola e si sedette sul sedile accanto a Blaise, che giocava a carte con Tiger e Goyle.

Inutile dire che stava vincendo alla grande.

Appena lo vide Pansy lanciò un urlo di gioia e si sedette accanto a lui, abbracciandolo.

“Non sai quanto sono stata in pensiero, Dracuccio!Ma dove ti eri cacciato??Ti ho cercato dappertutto!!”

Effettivamente Draco era rimasto nel vagone almeno per un’ora dopo che Ginny se n’era andata, semplicemente fissando la porta, sperando che tornasse.

Odiava quel suo comportamento. Poteva anche essere migliorato e aver rivisto le sue idee dopo averla conosciuta ma non era da lui sperare che una ragazza tornasse da lui.

Aveva sempre potuto avere tutte le ragazze che voleva, se uno lo lasciava poteva sempre trovarne un’altra e non gli era mai importato se qualcuna di quelle sciocche lo odiava per averla ferita.

Per lui erano solo oggetti da sfruttare e abbandonare.

Ma ora non era più così.

Quando vedeva la Weasley piangere, scossa dai singulti, non riusciva a fare a meno di soffrire anche lui, soprattutto se la sua tristezza era causata da qualche suo comportamento.

Accanto a lui Pansy continuava a parlare, stringendogli il braccio e strusciandoglisi contro.

Cominciava seriamente a irritarlo.

“E lasciami!”

Tiger, Blaise e Goyle si voltarono a guardarlo mentre gli occhi della ragazza si riempivano di lacrime

“Ma….Dracuccio” disse Pansy con voce tremante “Non ti senti bene?”

“Sto benissimo” rispose bruscamente spostandosi un po’ più a destra. Nello stesso momento Goyle si alzò raggiungendolo e sedendosi di fianco a lui, al posto della Serpeverde

“Vediamo di farti ritornare un po’ di buon umore”disse con un sorriso beffardo

“Indovina un po’ chi ha visto Pansy mentre ti cercava?”
”Chi?” chiese, totalmente disinteressato

“Non vuoi provare a indovinare? Avanti non è difficile”

“Dimmelo o togliti dai piedi” rispose brusco

“Quella sciocca carota che piangeva. Anzi, dal racconto di Pansy sembrava proprio disperata”

Draco sussultò e si voltò a guardare il compagno sul cui viso si era formato un ghigno divertito mentre aspettava che il suo capo parlasse.

Avrebbe tanto voluto rompergli quella faccia da idiota che si ritrovava ma si trattenne, ricordando che lui odiava la Weasly.

Per lo meno per quanto ne sapevano quei tre cretini.

“Scommetto che le hai fatto qualcosa”continuò lui sghignazzando vedendo che il biondo non sembrava intenzionato a conversare

Colpito nel segno.

Indubbiamente era colpa sua se la ragazza stava piangendo, anche se Goyle non poteva certo immaginare perché.

Si alzò. Non poteva più sopportare quegli occhi che lo squadravano curiosi in cerca di una ragione che potesse spiegare il suo umore…o se ne andava immediatamente o non sapeva cosa sarebbe successo.

Prese il suo cappotto e uscì dallo scompartimento sbattendo la porta alle sue spalle.

 

 

 

Ginny si guardò allo specchio.

Molto meglio. Decisamente molto meglio.

Era chiusa in bagno da circa un quarto d’ora, il tempo che le ci era voluto per tornare ad essere presentabile.

Quando era entrata e aveva guardato il suo riflesso nella lastra di vetro poco ci mancava perché cacciasse uno di quegli urli che avrebbero messo in allarme tutto il treno.

Il suo viso era rigato dalle lacrime, gli occhi gonfi e rossi.

Sembrava appena uscita da un film dell’orrore.

Così aveva subito preso l’occorrente dalla tasca dei jeans e si era sciacquata la faccia.

Ora poteva dirsi soddisfatta.

Sospirò e mise la mano sulla maniglia, spingendo la porta.

Ed eccola di nuovo nel buio corridoio del treno.

Si incamminò verso lo scompartimento dove l’attendevano sì i suoi amici, ma anche un fratello pronto a farle il lavaggio del cervello per capire dove fosse stata per così tanto tempo.

Almeno sapeva che Hermione sarebbe stata dalla sua parte, pronta ad aiutarla.

E infatti, appena aprì la porta vide suo fratello lanciarle uno sguardo incuriosito

 

“Ehi. Bentornata. Pensavamo ti fossi persa! Dov’eri finita?”

 

“Oh” rispose tranquilla “Ho incontrato un paio di amiche e così ho pensato di passare un po’ di tempo con loro.”

 Decisamente raccontare bugie non era un problema per lei

“Bè, potresti passare un po’ di tempo con noi visto che non ci siamo visti per tutta l’estate”

 

“Oh Ron finiscila!” Hermione lo guardò severa “lasciala in pace, non ha mica due anni. E poi sai che noia stare con il proprio fratello”

 

Ron si voltò di scatto verso la sua ragazza “Ah, si? E così sarebbe una noia stare con me?”

 

“Non intendevo questo. Volevo solo dire che per una sorella non è particolarmente entusiasmante stare appiccicata al fratello maggiore”

 

“Soprattutto se sono io,vero??”

 

“Non l’ho mai detto e neanche pensato!!”

 

Ginny ridacchiò e raggiunse Harry sedendosi di fianco a  lui sul sedile di fianco al finestrino

Appoggiò la testa sulla sua spalla e osservò suo fratello e Hermione discutere animatamente

“Hai visto? Puoi stare via tutto il tempo che vuoi ma tanto quei due non cambiano” Sorrise lui accarezzandole i capelli dolcemente

 

Ginny annuì “Già. Sono sempre gli stessi”

 

“E tu?”

 

“Io cosa?”

 

“Sei strana”

 

“In che senso?”

 

“Nel senso che sembri preoccupata da qualcosa. Non intendo adesso, ma da quando sei tornata”

Ginny si incupì ma cercò di non darlo a vedere

 

“Io sto bene. Sono solo stanca…sai, non è particolarmente rilassante abitare con Malfoy”

 

 

 

Draco camminava senza una meta precisa, percorrendo i vagoni ad uno ad uno.

Era passato un bel po’ da quando era uscito dal suo scompartimento ma non aveva nessuna intenzione di tornarvi, né di incontrare qualcuno.

Semplicemente aveva bisogno di muoversi e impedirsi di pensare.

Stava appunto percorrendo uno dei vagoni meno abitati quando vide Hermione venirgli incontro.

Non lo stava guardando, né pareva interessata a quello che stava facendo, così Draco cercò di ignorarla.

Purtroppo lei non sembrava dello stesso parere

Quando furono uno accanto all’altra, lei lo prese per un braccio e lo trascinò nel primo scompartimento libero e una volta dentro si preoccupò di chiudere tutte le tende

Poi si girò verso di lui incrociando le braccia al petto, con uno sguardo che non lo rassicurava affatto.

“Ascoltami bene Mr.Serpeverde perché non intendo ripetere ciò che sto per dirti. Ho accettato il fatto che la mia migliore amica si sia presa una sbandata per te e ho cercato di dimenticare quello che tu hai fatto passare a me e ai miei amici per ben 5 anni ma non sono disposta a tollerare più neanche uno dei tuoi stupidi comportamenti. Quindi vedi di darti una regolata”

Se fosse stato un giorno come gli altri Draco non avrebbe mai permesso a nessuno di parlargli in quel modo ma non era dell’umore giusto per litigare con un’altra persona, né ne aveva l’intenzione


”Ma cos’ho fatto stavolta?”chiese così, cercando di capire

 

“Di preciso non lo so, ma so che Ginny è tornata dopo più di un’ora e non era felice e raggiante come avrei pensato”

 

“E’ vero, abbiamo litigato, ma neanche io ero molto contento sai?”


”Bè, allora potevi evitare che accadesse!”


Il biondo sospirò “Ok. Ascolta, dispiace anche a me di averla fatta piangere ma-“

 

“Come sarebbe??” Hermione lo guardò furiosa “Ha anche pianto?”

 

Draco si maledisse mentalmente. Evidentemente se si fosse risparmiato quel particolare sarebbe stato molto meglio “Si, ma neanche io sto bene in questo momento, quindi tolgo il disturbo. Prometto che cercherò di rimediare”

 

“Sarà meglio” rispose Hermione osservandolo uscire dallo scompartimento

Odiava ammetterlo ma il Serpeverde le era sembrato davvero sincero e dispiaciuto.

Evidentemente cominciava a vedere in lui un po’ di quello che aveva visto la sua amica quella stessa estate.

Uscì anche lei dallo scompartimento e raggiunse il suo.

Fuori era ormai completamente buio e in lontananza si incominciavano a scorgere il castello e i suoi dintorni.

Sicuramente, pensò Hermione, quello sarebbe stato un anno pieno di scoperte e novità. Sperava solo che fossero positive.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo5 ***


Il treno si fermò con un rumoroso fischio

Il treno si fermò con un rumoroso fischio. Ginny prese il suo baule dal portabagagli e uscì dallo scompartimento, fermandosi per aspettare Hermione che la seguì in corridoio.

Harry e Ron se n’erano andati circa una mezz’oretta prima, per andare a cambiarsi e questo aveva dato l’opportunità ad Hermione di stare un po’ da sola con la sua migliore amica.

Avevano parlato del più e del meno e la brunetta aveva preferito non nominare il Serpeverde.

Ora comunque Ginny sembrava molto più tranquilla, rideva felice e non vedeva l’ora di raggiungere la Sala Comune

 

“Secondo te dove si sono cacciati quei due?”

 

La Weasley si guardava intorno, una mano poggiata sulla fronte a mo’ di visiera e la fronte corrucciata

 

“Io non li vedo da nessuna parte”

 

Hermione le si avvicinò,scrutando anche lei la folla che si accalcava vicino al binario.

Finalmente scorse poco lontano da loro i due ragazzi che aspettavano vicino ad una colonna con i bauli accanto.

 

“Eccoli lì” Esclamò sorridendo e facendo cenno a Ginny di seguirla.

 

Si fecero largo tra la folla e dopo qualche gomitata e qualche spinta raggiunsero finalmente Ron e Harry che le aiutarono a portare i bagagli sulla carrozza.

 

“Allora, siamo di nuovo qui”

Ron si sedette accanto a Hermione che aveva già un libro tra le mani e lo sfogliava incuriosita

Sentendo Ron si girò verso di lui

 

“So che avresti preferito restare a casa per tutta la tua vita a non fare niente ma vedi di impegnarti quest’anno. Anche se sei il mio ragazzo non intendo farti copiar tutti i compiti”

 

Ron la guardò imbronciato “Sei sempre più gentile. E poi io non ho mai detto di non essere felice di tornare a Hogwarts”

 

Hermione lo osservò stupita “Anche se è una scuola?”

 

“Bè, è una scuola ma è pur sempre un po’ come casa mia. E poi..comunque…è il posto dove ti ho conosciuta”

 

Dopo aver pronunciato queste parole il viso e soprattutto le orecchie di Ron si tinsero di un adorabile colore rosso che esprimeva tutto l’imbarazzo per aver pronunciato quella frase di fronte al suo migliore amico e a sua sorella minore.

Harry si girò verso Ginny esattamente nel momento in cui Hermione, con un’espresseione molto più dolce e gentile di pochi istanti prima, si voltava nuovamente verso Ron

Poi senza dire una parola lo abbracciò. “E’ la cosa più carina che tu mi abbia detto Ron” disse felice mentre lui, molto più  rilassato, le accarezzava la schiena.

 

“Perché lo penso” le sussurrò nell’orecchio procurandole un brivido lungo la schiena

 

Ginny guardò Harry sorridendo.

Lui ricambiò con un ghigno

Poco dopo la carrozza si fermò e i quattro amici scesero, dirigendosi subito al dormitorio.

Avevano solo un’ora prima della cena e non volevano sprecarla.

Raggiunsero la torre di Grifondoro abbastanza velocemente e una volta n Sala Comune i ragazzi decisero di trovarsi lì mezz’ora dopo per andare insieme a cena.

Ginny salì in fretta le scale che portavano al dormitorio femminile chiudendosi la porta alle spalle appena fu entrata.

La stanza era ancora vuota, segno che era la prima ad arrivare.

Per la prima volta da quando studiava a Hogwarts poteva scegliere il letto che preferiva.

Scelse quello al centro e vi si sedette, cominciando a svuotare il baule.

Quando Hermione bussò alla sua camera le sembrava fosse passato solo qualche minuto.

Le disse che sarebbe arrivata un po’ più tardi perché doveva finire di raccontare una cosa a Lara, che era arrivata poco prima. Intanto però loro potevano andare avanti, li avrebbe raggiunti direttamente in Sala Grande.

Hermione la guardò sconcertata ma annuì e uscì dalla stanza.

Lara si girò verso Ginny.

Era una ragazza molto carina, alta, magra e di carnagione molto chiara. I capelli biondi, che spesso teneva legati in una coda alta o raccolti sulla nuca, oggi le ricadevano sulle spalle con eleganza e gli occhi azzurri, più chiari di quelli della Weasley la osservavano con curiosità.

Si era trasferita l’anno prima a Hogwarts e aveva subito legato molto con Ginny, fin dal primo giorno.

Pur conoscendola da un solo anno, riusciva a capire cosa le passava per la testa semplicemente osservando i suoi comportamenti.

 

“Mi stavi raccontando qualcosa?” le domandò guardandola con un sopracciglio alzato

“Perché in questo caso, scusa, ma penso mi sia sfuggito qualcosa”

 

Ginny arrossì “No…è che non volevo che mi aspettassero”

 

“Questo credo di averlo capito.” Sorrise la biondina “quello che non mi è chiaro è perché”

 

La Weasley si morse il labbro.Non poteva certo dirle quello che aveva in mente, l’avrebbe di certo presa per matta. Però le di spiaceva mentirle perché il loro rapporto si era sempre basato sulla sincerità e la fiducia reciproca e non voleva che questo cambiasse.

 

“Non posso dirti niente per ora. Mi spiace. Ma ti prometto che appena sarò sicura di quello che sto facendo te ne parlerò” osservò l’amica in attesa di una risposta, che però non arrivò

“Sei arrabbiata?”

 

“Oh, no. Assolutamente, non ti preoccupare” sorrise finalmente lei “Stavo solo pensando che con te non si può mai sapere se ti metterai nei guai o tornerai sana e salva in dormitorio”

 

“Oh, stai tranquilla. Non è niente di pericoloso…Spero”

 

“Ecco, vedi?Vai, allora. Prima che te lo impedisca”

Ginny non se lo fece ripetere due volte.

Si fiondò verso il bagno per darsi una controllatina veloce ai capelli, poi prese la bacchetta dal baule, la mise in tasca e uscì.

La Sala Comune era affollatissima.

Tutti si abbracciavano e si salutavano, raccontandosi ciò che avevano fatto d’estate e quello che invece non avevano potuto fare.

Ginny si fece largo tra la folla per arrivare al passaggio.

Mentre passava alcuni si giravano a guardarla mormorando qualcosa sottovoce, altri le davano affettuose pacche sulle spalle, altri semplicemente la ignoravano.

Lei in ogni caso rispose a tutti con largo sorriso,felice di essere di nuovo  a Hogwarts.

Finalmente riuscì a raggiungere l’uscita e sbucò nel corridoio freddo e umido.

Si guardò intorno. Era deserto.

Cominciò a correre. Voleva raggiungerlo il più presto possibile, per sistemare la situazione.

Quando arrivò nei sotterranei però, davanti alla casa dei Serpeverde, non seppe cosa fare.

Non poteva certo stare lì aspettando che uscisse, cosa avrebbero pensato i suoi compagni vedendo una Grifondoro fuori dalla loro casa?

L’avrebbero derisa, presa in giro pesantemente come lui stesso aveva fatto per molto tempo, avrebbero persino potuto picchiarla. Senza tenere conto del fatto che in ogni caso non potevano certo farsi vedere insieme come due normali amici, e lei lo sapeva fin troppo bene.

Stava pensando a dove potersi nascondere per aspettarlo tranquilla quando sentì il quadro aprirsi alle sue spalle. In preda al panico si guardò in giro in cerca di un qualsiasi oggetto dietro al quale nascondersi ma non trovò niente. Né una statua, né un gargoyle, nemmeno una colonna.

Assolutamente niente.

Decise quindi di scappare e ricominciò a correre, per la terza volta in quella giornata.

 

“Ehi, che diavolo ci fai qui?”

 

Ginny si fermò, girandosi lentamente e riconoscendo con enorme sollievo il viso di Draco. Del suo Draco.

Lui in compenso non era per niente sollevato e la guardava preoccupato. Le si avvicinò prendendola per un braccio e la trascinò dentro a un minuscolo stanzino delle scope che Ginny poco prima non aveva notato, spaventata com’era.

Il ragazzo chiuse la porta con un incantesimo in modo che nessuno da fuori potesse aprire e insonorizzò l’ambiente per essere sicuro che non si sentissero le loro voci.

Poi si girò verso la rossa che lo guardava senza però proferire parola

“Cosa ci fai qui???Sei impazzita?Mi sembrava di averti detto di stare il più lontano possibile dai miei compagni!!Non voglio mai più che tu faccia una cosa del genere, ok? Piuttosto vengo io da te. E’ pericoloso, mi hai capito? Pensa se fosse uscito qualcun altro o se insieme a me ci fossero stati anche gli altri”

Effettivamente a questa eventualità non aveva nemmeno pensato. Non l’aveva neanche sfiorata l’idea che potessero esserci anche Tiger, Goyle e l’oca giuliva. Il solo pensare a lei le faceva venire un gran nervoso

“Scusami, hai ragione. E’ che avevo assolutamente bisogno di parlarti.” Gli disse. Poi abbassò lo sguardo “E anche di vederti”

 

Draco sorrise.

 

“Ascoltami.”riprese lei guardandolo, questa volta, negli occhi “Mi sono comportata male oggi, e mi dispiace. Volevo dirti che in questi giorni mi sei mancato da morire e che non ho intenzione di rovinare tutto litigando..potremo già vederci pochissimo e dovrò sopportare di vederti con tutte quelle ragazzine che ti ronzano intorno perché sei uno dei ragazzi più belli e attraenti della scuola. E sì, sarò gelosa da morire perché ti potranno abbracciare e baciare senza nascondersi. Non voglio più litigare con te. Voglio che i rari momenti che passeremo insieme siano sempre belli”

 

 Il viso di Ginny quando finì di parlare era di un allegro coloro rosso. Draco la osservava, sempre sorridendo.


”Scuse accettate.” Le disse e lei immediatamente si rilassò. Erano vicinissimi, ciò nonostante si trattenne dal desiderio di baciarla. Voleva parlare ancora un po’, sentire la sua voce.

 

“E così sono uno dei ragazzi più belli e attraenti della scuola eh?”

La Weasley arrossì ancora di più “E’ quello che dicono tutte le ragazze. E non far finta di non saperlo”

 

“No, infatti io lo so. Ma voglio sentirlo dire da te”

 

“E va bene. Certo che sei bello. I tuoi capelli biondi sono stupendi, e i tuoi occhi farebbero girare la testa a chiunque. E sei anche molto attraente. Non so per quanto ancora riuscirò a resisterti” sospirò lei. Anche se aveva cercato di pronunciare l’ultima frase con ironia non sapeva se era riuscita a ingannare il Serpeverde che la guardava soddisfatto

“Sicuramente non ora” Draco le si avvicinò, spingendola dolcemente verso il muro. Posò la sua bocca su quella di lei, dolcemente. Le era mancata. Le era mancata tantissimo. Dieci giorni senza averla intorno, senza il suo profumo, senza accarezzarla, abbracciarla, baciarla, gli erano sembrati un’infinità.

Quando si staccarono si allontanò di lei, pur senza averne voglia.

Aveva bisogno di sapere.

Il suo viso si fece più serio e Ginny lo osservò incuriosita

“Che c’è?”

 

“Stamattina hai detto una cosa. Hai detto che stai fingendo con la persona che più ami al mondo. Stavi parlando di Potter, vero?”

 

Ginny sobbalzò. Sperava che non avesse notato quelle parole perché le aveva pronunciate in un momento di rabbia e non le pensava.

Era sicura di non provare per Harry più niente oltre all’amicizia che la legava anche a Hermione.

 

“Draco, io non lo penso. Davvero. Non amo più Harry, da molto tempo.”

 

“Ne sei sicura? Se me lo dici io ti credo. Però sappi che io ti amo e preferisco saperlo se tu sei innamorata di lui.”

 

Il cuore di Ginny accelerò. Distolse lo sguardo da quello di ghiaccio del Serpeverde. Non riusciva a sopportarlo, le metteva troppa agitazione. Ma quello che aveva detto poco prima lo pensava davvero e non voleva che lui credesse che fosse insicura.

Così si girò nuovamente verso di lui e rispose decisa

 

“Non lo amo. E non amo nessun altro. Puoi esserne certo”

 

 Poi si sporse verso di lui e lo baciò di nuovo. Portò le mani sul suo torace e lui la abbracciò.

Era felice e anche lei lo era.

“Ti amo Draco”

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Draco si allontanò all’improvviso, spingendo Ginny contro il muro

Draco si allontanò all’improvviso, spingendo Ginny contro il muro.

La guardò con sguardo indecifrabile, fissandola insistentemente negli occhi.

Quando parlò, la sua voce era ferma e dura.

 

“Che cosa hai detto?”

 

Tra tutte le reazione a cui aveva pensato, Ginny non aveva incluso questa.

Guardò Draco preoccupata. Perché non sembrava affatto contento di quello che aveva sentito?

 

“Che ti amo” Benché fosse agitata riuscì a mantenere una voce tranquilla e sicura.

“Perché, c’è qualcosa che non va? Pensavo ti facesse piacere…”aggiunse poi sorridendo timidamente

 

Il Serpeverde si appoggiò al muro di fronte a lei, passandosi una mano tra i capelli biondi.

 

“Cavolo..certo che ne sono felice”

 

Ginny lo osservò sempre più confusa.

 

“Scusami ma non capisco. Prima dici di amarmi…poi quando ti rispondo che anche io sono innamorata di te mi guardi come se fosse la cosa più brutta che potessi dire…però affermi di esserne contento”

 

“Non era previsto.”

 

“Che cosa scusa?”

 

Finalmente Draco riaprì gli occhi portando il suo sguardo sul viso accaldato della Grifondoro

 

“Non era previsto che ti innamorassi si me.”

 

Ginny spalancò la bocca  “Come hai detto scusa?? Questo non è per niente leale!! Non puoi fare di tutto per conquistarmi e  poi dire che non era previsto..!”

 

“Io non ho fatto di tutto per conquistarti..sei stata tu a farmi perdere la testa per prima!”ribattè lui

 

“Io direi che te l’ho rimessa a posto” rispose la rossa alzando un sopracciglio

 

“Dipende dai punti di vista. Non credo che mio padre sarebbe d’accordo con te”

 

“A me non interessa quello che pensa tuo padre. Mi interessa quello che pensi tu. E potrei quasi giurare che sei d’accordo con me”

 

“Non è di questo che stavamo parlando. Sei consapevole del fatto che hai appena affermato di amare il figlio di un mangiamorte?”

 

Ginny sbuffò

 

“Smettila di parlare di te ‘come il figlio di’. Sei una persona come tutte le altre, hai un tuo cervello e un tuo corpo e sei abbastanza grande per usarli come vuoi. Io non ho detto che amo il figlio di un Mangiamorte. Ho detto che amo Draco Malfoy”

Draco sorrise “Ok. Se ne sei convinta. Anch’io ti amo Ginny Weasley. Però credo che ora sarebbe meglio andare a mangiare. O i tuoi amici s’insospettiranno”

 

“Già. Andiamo allora”

 

“Vai prima tu..Io vengo più tardi…Non possiamo arrivare insieme.”

 

Ginny annuì. Poi aprì la porta lentamente.

Controllò che non ci fosse nessuno, e per fortuna il corridoio era buio ma deserto. Fece per uscire ma Draco la bloccò prendendole il braccio e costringendola a voltarsi

 

“Che c’è?” bisbigliò lei

 

“Non è carino andarsene senza salutare.” E detto questo la baciò delicatamente sulle labbra prima di permetterle di uscire e richiudere la porta

 

 

 

 

Ginny arrivò al tavolo di Grifondoro senza problemi.

Per i corridoi non aveva incontrato nessuno e ora l’unica sua preoccupazione era trovare una scusa plausibile per i suoi amici.

Quando si sedette di fronte a Lara lei le lanciò un’occhiata curiosa ma si trattenne dal chiederle alcun ché sapendo che quando avrebbe potuto le avrebbe parlato di quello che aveva fatto di sua spontanea volontà.

Hermione invece la guardò in modo indecifrabile e subito dopo tornò a concentrarsi sul rosso con sguardo schifato.

Le discussioni dei due su come si stava a tavola erano interminabili e inevitabili.

Harry, di fianco a lei, sbuffò alzando gli occhi al cielo.

 

“Possibile che quei due debbano litigare anche se si amano alla follia?” sospirò stravolto

 

“Non sarebbero Ron e Hermione se non litigassero” rispose lei sorridendo

 

“Già” disse Lara osservando i due, ormai protesi l’uno verso l’altro, urlarsi addosso da una parte all’altra del tavolo “e poi infondo può essere anche divertente. Voglio dire…sono..buffi”

 

“Si, ma anche rumorosi”si lamentò Harry

 

Ma Ginny non li ascoltava più. Draco era appena entrato in Sala Grande seguito a poca distanza da Pansy che lo raggiunse in fretta e gli si attaccò al braccio.Il Serpeverde era del tutto indifferente alla presenza della ragazza, almeno fino a quando lei non gli si mise davanti e lo baciò sulla bocca.

O meglio, si avventò sulla sua bocca. E Draco ricambiò le sue “attenzioni” con tutto l’impegno che avrebbe potuto metterci.

Ginny sentì una stretta allo stomaco ma cercò di ignorarla girandosi verso Harry.

 

“Allora, hai già visto Marion?”

 

Lui la guardò, lieto che qualcosa lo distraesse dal litigio in corso “Veramente no.L’ ho aspettata fuori dal dormitorio per un po’ ma poi Eva mi ha detto che non era in stanza e così sono venuto qui. E’ arrivata poco fa, andrò a salutarla appena finisco”

 

“Ammesso che non lo faccia prima lei.” Disse Ginny.

 

Infatti quando il ragazzo alzò lo sguardo potè notare che una giovane Corvonero si stava avvicinando sorridendo radiosa.

Marion Cameron era una ragazzina del 5 anno molto simpatica e gentile che Ginny aveva conosciuto due anni prima. Bè, avevano sempre frequentato gli stessi corsi ma non si erano mai parlate. Mai prima di dover lavorare insieme. Il professor Vitius aveva assegnato una ricerca e loro erano finite insieme. Marion era simile a Hermione in molte cose: era babbana, figlia unica e amava lo studio della magia. Non solo lo amava, ma era anche una delle più brave studentesse della scuola.

Ginny la trovava molto divertente e di piacevole compagnia e così anche dopo la fine della ricerca avevano continuato a vedersi durante il tempo libero, insieme a Lara o a qualche altra ragazza di Corvonero, come per esempio Luna.

Era stato durante uno di quei pomeriggi, passati all’ombra di qualche albero, che Marion aveva conosciuto Harry.

Lei, la Weasley e Lara stavano facendo i compiti che Piton aveva assegnato loro per il week-end. Proprio in quel momento arrivarono i tre Grifondoro e Ginny presentò la sua nuova amica al ragazzo.

Sul momento non notò niente di particolare ma nei giorni seguenti Marion cominciò a comportarsi in modo strano ogni volta che Harry era nei paraggi.

Cercava di cambiare strada o si zittiva all’improvviso, per non parlare di quando lui si fermava a parlare con loro. Arrossiva e faceva di tutto per non guardarlo.

Ginny non ci mise molto a capire quello che provava la sua amica e così ne parlò con Hermione.

Poi un giorno, senza che né Hermione né la stessa Ginny avessero potuto sospettarlo, Harry tornò in dormitorio dicendo che aveva chiesto a Marion di aiutarlo in biblioteca, con una ricerca e circa tre settimane dopo si erano messi insieme.

La Covonero si fermò respirando affannosamente.

Era una ragazza molto carina anche se non troppo alta.

Aveva capelli neri mossi lunghi fino alle spalle che teneva spesso legati in una coda alta oppure che lisciava con un incantesimo lasciandoli liberi sulle spalle, gli occhi scurissimi incorniciati da una sottile linea di matita nera ed era di carnagione molto chiara.

 

“Ciao Mary!” la salutò Ginny non appena fu davanti a lei.

 

Marion le buttò le braccia al collo quasi senza darle il tempo di alzarsi.

 

“Oh Ginny, sono così contenta che tu stia bene, non sai quanto ero preoccupata!”

 

La rossa sorrise divertita“E’ tutto ok!Davvero, non è stato così terribile come credete”

 

La Corvonero si staccò da lei guardandola dubbiosa “Non è stato così terribile passare due mesi dispersa con Malfoy?”

 

“Bè, basta ignorarlo. E poi mi ha sempre salvato la vita”

 

“Già, e non mi spiego ancora perché l’abbia fatto” intervenne Harry alzandosi e avvicinandosi alle due ragazze “In ogni caso per fortuna non è successo niente”

 

Marion si voltò verso di lui con gli occhi pieni di felicità.

Ogni volta che li vedeva insieme, Ginny non poteva fare a meno di pensare che Harry non avrebbe potuto trovare ragazza migliore. Lui la amava sinceramente e non l’aveva mai visto così tranquillo da quando lo conosceva.

Da parte sua, Marion sapeva stargli accanto con discrezione, sapendo che lui aveva bisogno dei suoi spazi e dei suoi due migliori amici, che erano le persone più importanti.

E stranamente non era gelosa di questo. Diceva che poteva capirlo e che sapeva che nessun sentimento era più importante dell’amicizia e se qualche volta lui rinunciava a week-end romantici e le chiedeva di vedersi in giardino con Ron e Hermione lei non si lamentava mai e anzi sfruttava quelle ore per parlare con Hermione, che considerava una specie di guida.

Harry si chinò per baciarla dolcemente a fior di labbra, mentre lei si avvicinava rifugiandosi nel suo abbraccio.

 

 “Mi sei mancata lo sai?”le disse lui sorridendo

 

“Anche tu”

 

A questo punto Ginny si voltò nuovamente verso Lara, per non turbare la privacy dei due piccioncini.

Suo fratello e Hermione avevano finalmente smesso di litigare anche se si tenevano il broncio, ma lei sapeva che sarebbe durato ben poco. Nessuno dei due avrebbe chiesto scusa, ammettendo di avere torto perché purtroppo erano entrambi talmente orgogliosi che per ammettere di avere sbagliato ma a un certo punto avrebbero fatto finta di niente e avrebbero ricominciato a parlare come prima.

Purtroppo in quel momento arrivò la persona meno opportuna.

Rebecca Housewhite.

Ovviamente non sapeva quello che era successo tra Ron e Hermione dopo il suo bacio, così si sedette accanto a Ron rivolgendogli un grande sorriso.

Hermione divenne di umore se possibile ancor più nero e concentrò tutta la sua attenzione al piatto per evitare di colpire la ragazzina con un incantesimo molto potente.

 

“Ciao Ron. E’ tanto che non ci si vede.” Disse Rebecca sorridendo al ragazzo dolcemente.

 

Ginny sospirò

 

“G-già” rispose Ron in evidente imbarazzo spostandosi un po’ più a destra

 

“Come hai passato la fine delle vacanze?”

 

“Bene grazie”

Rebecca continuò a guardarlo, aspettando che le chiedesse cos’aveva fatto lei, ma poiché lui non sembrava volerle chiedere alcunché continuò “Io sono andata in Italia sai? A Venezia per la precisione, con i miei cugini e i miei zii. E’ una città molto bella, molto romantica direi…”

 

“Si?” grugnì il rosso

 

Hermione aveva alzato lo sguardo dal piatto e ora osservava Ron con aria di sfida, aspettando la sua prossima mossa.

 

“Si. Un giorno ci dovresti andare…se non ci sei già stato. Oppure a Parigi…la chiamano la città degli innamorati..”affermò la ragazzina con aria sognante.

“Grazie del consiglio. Ci andrò penso…se a te va bene, ovviamente” disse lui rivolgendosi a Hermione che lo guardò stupita

Rebecca sembrava confusa

 

“Che ne dici?”continuò lui

 

“B-bè…Parigi…Parigi va bene” Hermione arrossì e guardò Ginny, confusa

 

Per tutta risposta lei fece spallucce.

 

Rebecca lo guardava senza capire “Per la verità se vuoi fare una vacanza con Harry e Hermione è più consigliabile qualcosa tipo Barcellona…o piuttosto Strasburgo se vuoi rimanere verso la Francia. Parigi è più adatta alle coppie”

 

“Allora andrà benissimo per me e Hermione”

 

Finalmente la Grifondoro capì, e arrossì vistosamente. “Oh….tu e lei…io…capisco” e si alzò scappando via con le lacrime agli occhi.

 

Ginny la guardò allontanarsi, poi si rivolse al fratello: “poverina..un po’ mi fa pena”

 

“Bè, prima capisce che non mi interessa, prima può concentrarsi su qualcun altro” poi si rivolse ad Hermione, arrossendo in zona orecchie “Ovviamente non ho i soldi per portarti a Parigi. Però magari, quando tutto sarà finito e avrò messo via qualcosa, un viaggio lo possiamo anche fare”

 

“Solo noi due?” chiese Hermione sempre più stupita

 

“Bè,si..se ti va. Se hai altri impegni ti capisco. Naturalmente vorrai passare un po’ di tempo con la tua famiglia e poi magari preferirai restare a Londra e trovare un lavoro e…” ma la Hermione non gli aveva dato tempo di finire.

 

Lara li guardava teneramente “sono proprio carini” disse sospirando.

 

“Già” Ginny rise divertita e, salutando Harry e Marion si avviò verso la Sala Comune insieme all’amica.

 

Stavano percorrendo un corridoio buio, e Lara le stava raccontando le sue vacanze quando, girando l’angolo, andarono a sbattere contro qualcuno.

La Weasley cadde all’indietro mentre una voce sprezzante che non faticò a riconoscere scoppiava in una risata fredda

 

“Benebenebene Weasley. Sembra che ci si incontri spesso”

 

La Grifondoro alzò lo sguardo, incontrando quello disgustato di Pansy Parkinson.

Accanto a lei c’era n Draco Malfoy affannato e con le labbra un po’ troppo rosse per la sua carnagione chiara.

Lara aiutò l’amica ad alzarsi, poi si rivolse ai Serpeverde.

 

“Continuate a sbaciucchiarvi e lasciateci in pace.”

 

“Stai zitta Mezzosangue. Pensa ai fatti tuoi”

“In ogni caso lo faremo, non è vero Dracuccio?Invece voi fate proprio pena…”e con un ultimo sguardo di disprezzo si allontanò, tenendo per mano il ragazzo che con un movimento brusco si liberò, andando avanti da solo.

 

“Oooooh, quella ragazza mi da sui nervi, non la sopporto!” esclamò Lara non appena furono di nuovo sole

 

“Non dirlo a me” rispose la rossa sbuffando.

 

“E in più si vede lontano un miglio che lui la trova orrenda!”

 

“Già…bè, brutta com’è..sembra un maiale”

 

Entrambe scoppiarono a ridere

 

“Oh Ginny quanto mi sei mancata quest’estate!”

 

Pochi minuti dopo erano in dormitorio.

La rossa disse che era molto stanca per il viaggio e che sarebbe andata subito a dormire.

Appena chiuse gli occhi si addormentò, ripensando alla giornata appena trascorsa, e pensando che dopotutto poteva sopportare di vedere Draco con altre ragazze perché era sicura che a nessuna di loro aveva mai detto “Ti amo” come invece aveva fatto poche ore prima con lei.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La mattina Ginny si svegliò prima del solito

La mattina Ginny si svegliò prima del solito. La luce filtrava attraverso le tende e illuminava fiocamente la stanza. Le altre ragazze, compresa Lara, dormivano ancora profondamente. Non era la prima volta che si svegliava così presto perché spesso, durante l’anno, la sera era talmente stanca per le ore passate a studiare che andava a letto poco dopo aver mangiato. La mattina quindi poteva ripassare per le lezioni del giorno, seduta sul comodo divano della sala comune, a quell’ora assolutamente deserta e tranquilla e a volte si univa a lei anche Hermione, in ansia per qualche compito in classe in cui, puntualmente, risultava poi la migliore. Ma poiché le lezioni non erano ancora iniziate, non aveva niente da fare e così si alzò senza fare rumore e raggiunse il bagno. Si truccò con molta calma, attenta ad ogni particolare, e poi prese la divisa dal baule e si vestì. Trovò un libro che sua madre le aveva comprato la settimana dopo il suo ritorno a casa, ma che ancora non aveva iniziato e lo prese, avviandosi verso le scale.

Si sedette sul divano rosso, appoggiando i piedi sul tavolino.

Aveva iniziato a leggere da poco, quando un rumore alle sue spalle la fece girare, incuriosita, verso le scale che portavano ai dormitori.

Un ragazzo dai capelli neri scompigliati scendeva le scale assonnato, massaggiandosi la fronte su cui spiccava una cicatrice a forma di saetta.

 

“Harry” esclamò sorpresa “che ci fai in piedi a quest’ora? E che hai fatto alla testa?”

 

Harry le restituì uno sguardo sorridente e imbarazzato, e la raggiunse sedendosi sul tavolino di fronte al divano.

 

“Ehm…io..ho sbattuto contro il muro” ammise “Non sono ancora completamente sveglio”

 

Ginny soffocò una risatina divertita “e allora perché non sei nel tuo letto?”

 

“ Pensavo di andare a fare un giro al campo di Quidditch. A settembre il tempo è ancora abbastanza buono, e a quest’ora il campo è sempre libero. Tu invece?”

 

“Ieri sera sono andata a letto presto, così ora sono completamente sveglia.” Mostrò il libro, sulla cui copertina era riprodotto un vecchio quadro che ritraeva un drago “Leggevo. Mamma mi ha comprato questo libro che avevo visto l’anno scorso durante le vacanze di natale.”

 

Harry prese il libro e lo girò, per leggerne la trama. Ginny ne approfittò per osservare il suo bel viso, illuminato dalla luce del sole settembrino che illuminava la Sala Comune. Era davvero bello. Concentrato poi, senza apparenti preoccupazioni, lo era ancora di più. Non si stupì di essere stata così innamorata di lui, dopotutto, a parte l’essere bello quasi quanto il Serpeverde, con lei era sempre stato gentile ed educato.

 

“A proposito” riprese lui “hai già scritto a tua madre?”

 

“No” rispose Ginny “Però potrei farlo adesso. Anzi, se aspetti un secondo scrivo la lettera e esco con te per andare in guferia”

 

Harry sorrise e annuì. Ginny si alzò e salì di corsa le scale del dormitorio, entrò nella sua stanza, prese pergamena, inchiostro e piuma, le infilò di fretta nella borsa nera tracolla e ritornò in Sala Comune.

Harry aveva preso il suo libro e leggeva le prime pagine con vago interesse.

Si sedette al tavolo più  vicino e buttò giù qualche riga per rassicurare sua madre sul fatto che il viaggio era andato tutto bene. Concluse scrivendo che le voleva bene e che anche Ron le mandava i suoi saluti.

“Bene. Ecco fatto.” Si girò verso Harry che alzò lo sguardo dalle pagine del volume spostandolo su di lei.

 

“Perfetto. Salgo a prendere la scopa”

 

Dieci minuti dopo, qualche metro fuori dalla torre di Grifondoro, i due ragazzi si salutarono.

Harry svoltò a sinistra, diretto al campo, mentre Ginny andò a destra, verso la guferia.

Il ragazzo era appena scomparso oltre la curva del corridoio quando qualcuno afferrò con presa salda il braccio di Ginny e la trascinò con forza nel corridoio più vicino.

 

“Ehi!” esclamò la rossa, ma vedendo il viso della persona che le stava davanti, abbandonò l’espressione scocciata e ne assunse una sorpresa ma felice.

Draco Malfoy stava in piedi di fronte a lei, già vestito con la divisa nera pulita su cui era cucito lo stemma della sua casa. I capelli biondi erano spettinati e qualche ciuffo gli ricadeva sul viso pallido illuminato da un sorriso. Com’erano rari, i suo sorrisi, pensò Ginny “e sono sempre dedicati a me!” aggiunse sorridendo a sua volta.

 

“Che ci fai qui?”esclamò abbracciandolo

 

“Ti aspettavo, mi sembra ovvio”

 

“Come facevi a sapere che sarei passata di qua scusa?”

 

“In realtà stavo andando alla torre. Però poi ho sentito la tua voce e quella di Potter e così mi sono fermato qui.”

 

“E perché sei venuto?” chiese lei, sempre sorridendo

 

“Boh, sai…non avevo niente da fare” rispose lui guardandosi intorno nervoso e imbarazzato

 

La rossa rise divertita dalla sua espressione e lo baciò, spingendolo contro il muro.

Draco non se lo aspettava. Rimase per un attimo perplesso, prima di rispondere al bacio, ma poi spostò le mani sulla schiena della ragazza, spingendola contro il proprio corpo.

Rimase ancora più stupito qualche attimo dopo, quando invece che interrompere il contatto, Ginny parve farsi ancora più vicina a lui. Sentì le mani di lei affondare nei suoi capelli. Di certo non era dispiaciuto da questo contatto ma prima di perdere definitivamente il controllo, la allontanò gentilmente, guardandola negli occhi.

 

“Hai deciso di farmi impazzire?” le domandò ansimando leggermente

 

Per tutta risposta lei rise allegramente “Ma dai…in effetti era il mio scopo”

 

“Non ti conviene giocare, sai?” la guardò lui severo

 

“Ok. Scusa” Con un movimento veloce si allontanò da lui, facendogli rimpiangere di non aver tenuto la bocca chiusa.

 

“Dai, andiamo da qualche parte!” uscì dal loro nascondiglio e si guardò intorno, poi si voltò nuovamente verso il ragazzo, che però la guardava serio, senza muovere un passo.

 

“Beh?” Inclinò un po’ la testa verso sinistra. I capelli sciolti le caddero lungo la spalla come una cascata di fuoco “che fai lì impalato?”

 

“Non possiamo andarcene in giro per il castello. Ci potrebbero vedere”

 

“E chi scusa?Non c’è nessuno. Sono le 6.30 del mattino, chi vuoi che sia in giro a quest’ora?”

 

“Per esempio io e te. E Potter anche” rispose scettico, alzando il sopracciglio

 

“Oh Draco, come sei fifone! Avanti, non ti facevo così pauroso…”

Lo guardava con un sorrisino di scherno, divertita. Lo innervosiva da morire.

Eppure non poteva fare a meno di pensare che ci potessero essere altre persone in giro come loro, persino a quell’ora. Persone che non dovevano vederli, non insieme.

Un leggero rumore raggiunse le sue orecchie. Ginny aveva le mani sui fianchi e batteva un piede a terra, impaziente.

 

“Avanti dai! Solo per un quarto d’ora, poi ce ne torneremo in Sala Comune fino all’ora di colazione…”

 

Ma lui ancora non si era mosso

 

Ginny sbuffò: “E va bene. Fai quello che vuoi, io non sto certo qui ad aspettare te. Sei proprio noioso, sarai pure il figlio di un Mangiamorte, ma sei fin troppo prudente.” E detto questo gli diede le spalle infastidita e si incamminò per il corridoio, svoltando poi da dove era arrivata.

 

Draco rimase un attimo a fissare il vuoto, dove prima c’era lei, poi sbuffò a sua volta e la raggiunse.

 

“Ok, ok. Mamma mia come sei permalosa. Me l’hai insegnato tu, sai, a essere prudente e a pensare prima di agire. E’ colpa tua….ti vuoi fermare un attimo??”

 

La rossa aspettò che lui fosse al suo fianco, poi si girò, di nuovo radiosa.

 

“Non speravo fosse così facile convincerti! Ormai non puoi più fare niente per resistermi eh?” Il suo sguardo si spostò di nuovo verso il corridoio, ma il sorriso continuava a resistere sul suo bel viso.

Mai come in quel momento, Draco sentì il forte impulso di trascinarla fino alla sua stanza e fare l’amore con lei. Ma si costrinse a girarsi verso il muro, senza risponderle.

Dopotutto, chi tace acconsente, no?

E lui non trovava alcuna argomentazione per dimostrarle che si stava sbagliando.

 

 

 

 

Marion era ormai sveglia da un po’, quando si decise ad alzarsi.

La sera prima, lei, Harry, Ron e Hermione erano andati a fare un giro nel parco, prima di andare a letto.

Non era poi così stupita dalla notizia che quei due si fossero messi insieme durante l’estate. Anzi, non la sorprendeva affatto. Ginny le aveva parlato spesso del rapporto di amore-odio che era sempre esistito tra di loro e Hermione una sera, in biblioteca, aveva ammesso, diventando più rossa dei capelli di Ron, di provare qualcosa per lui.

Era davvero felice per loro….e per Harry anche. Se non avessero smesso con i loro battibecchi spaccatimpani, Marion temeva davvero che prima o poi lui avrebbe scagliato loro qualche incantesimo potente.

Beh, non che ora avessero smesso completamente di urlarsi addosso, ma almeno i loro litigi non finivano più con un’Hermione che, in lacrime, correva verso il dormitorio e un Ron nervoso e intrattabile.

La ragazzina si vestì e uscì dalla stanza . Era una bella giornata e non faceva ancora freddo, quindi Harry doveva essere sicuramente al campo di Quidditch. E lei non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo sola con lui.

 

 

 

 

 

“Si può sapere dove stiamo andando, scusa?”

 

“Ovunque e da nessuna parte. Semplice no?” gli sorrise, felice.

 

Draco non rispose ma continuò a camminare.

Chissà come, ma il tempo con lei non gli sembrava mai sprecato. Se una qualunque delle migliaia delle ragazze che aveva avuto gli avesse proposto di fare un giro per andare “ovunque e da nessuna parte”, probabilmente avrebbe trovato qualche scusa assurda e l’avrebbe lasciata lì in mezzo al corridoio. O più probabile ancora, non avrebbe trovato nemmeno una scusa.

Il Serpeverde sussultò.

Le loro mani si erano sfiorate. Leggere, lisce. Lisce come la sua pelle chiara. Era stato un attimo, solo un brevissimo momento, ma era bastato per far vagare la sua mente dove non doveva avventurarsi.

Lanciò un’occhiata a Ginny, di sfuggita. Era arrossita leggermente e continuava a guardare fissa davanti a sé, senza però sorridere. Sembrava imbarazzata.

Ed era bellissima….

Ma perché ogni particolare di lei le sembrava così unico?

 

Perché, perché, perché…!

 

E poi successe di nuovo. La mano di Ginny urtò lieve quella di lui, ma al contrario di quanto era accaduto prima, questa volta non si allontanò.

Sentì la mano di lei scivolare nella sua e poi stringerla delicatamente.

Si voltò a guardarla, stupito.

Ma il suo sguardo sembrava trovare molto interessante il corridoio ed era ancora rossa in viso.

Così, sorridendo, strinse la sua mano e intrecciò le dita con le sue.

 

“A quanto pare c’è qualcosa in cui sono più bravo di te” disse soddisfatto, a bassa voce ma in modo che lei lo sentisse.

Si voltò a guardarlo.

“Non sei molto a tuo agio, no?” aggiunse lui

 

“Bè…è che..io e te non siamo mai andati in giro mano nella mano. E così…non sapevo se ti avrebbe fatto piacere” arrossì di nuovo e guardò ostinatamente il pavimento.

 

“Mh, non mi dispiace” Sorrise, ma lei non lo vide.

 

Stettero in silenzio per un po’. Ginny si era girata verso di lui e gli aveva sorriso, di nuovo felice e lui in risposta aveva stretto ancora di più la mano.

Poi all’mprovviso, la ragazza aveva interrotto il contatto con un gesto brusco e si era allontanata da lui.

Era corsa in avanti e poi si era fermata, girandosi verso di lui, con un’espressione furiosa sul volto ancora arrossato.

 

“Malfoy, mi hai veramente stancata, la vuoi finire??!”

 

“Io…veramente..”Draco balbettò, stupito dal repentino cambio di atteggiamento

 

Proprio in quel momento però una ragazza dai lunghi capelli neri e lo sguardo di chi non si aspettava di incontrare qualcuno a quell’ora, sbucò dal primo corridoio a sinistra.

E Draco capì. Cercò di rimediare all’errore e assunse l’espressione più sprezzante che potè e guardò Ginny con odio

“Che hai Weasley? Paura?”

 

Marion, ancora stupita e perplessa spostò lo sguardo da Ginny al Serpeverde, che ora si era avvicinato minaccioso alla rossa.

 

“Cha hai da guardare, Cameron?”

 

Lei non gli rispose, rivolgendosi a Ginny “Ehi, tutto ok?” le chiese gentilmente

 

“Tranquilla” rispose lei continuando a guardare il biondino con sguardo di sufficienza

“E’ solo un pallone gonfiato”

 

A quelle parole Malfoy si avvicinò di più a lei e i loro nasi si sfiorarono. “Attenta Weasley. Quest’estate sono stato generoso con te, fin troppo. Non costringermi a fare quello che avrei dovuto” e con queste parole, dopo aver lanciato uno sguardo scocciato a Marion, si allontanò.

Ginny sembrò rilassarsi e sorrise all’amica.

“Quel ragazzo diventa ogni giorno più odioso”

 

Marion annuì “Già. Che ci fai in giro comunque?”

 

Ginny fece spallucce. “Non riuscivo più a dormire. Volevo prendere un po’ d’aria,ma poi ho incontrato lui.”sbuffò “ e tu stai andando da Harry immagino” sorrise.

 

“Già!”

 

“Beh, dovresti trovarlo al campo di Quidditch. E’ uscito dalla Sala Comune con me”

 

“Stavo andando proprio lì in effetti” le sorrise radiosa. “Che fai, vieni con me?”

 

“Ma no, rilascio da soli. Ora me ne torno in dormitorio”

 

“Ok” Marion le diede un bacio sulla guancia e si allontanò di fretta urlandole un allegro “ci vediamo dopo” prima di scomparire.

Ginny sospirò, più tranquilla.

 

“Appena in tempo”

Draco diede voce ai suoi pensieri, uscendo dal corridoio dove evidente mente era rimasto nascosto e tornando accanto a lei

 

“Già. Per un soffio” si voltò verso di lui “ Beh, dobbiamo essere contenti, no? Poteva andare peggio!”

 

Draco sorrise “com’è che sei sempre di buon umore?”

 

“Mah” Ginny riprese a camminare, la divisa che volteggiava regolare al ritmo dei suoi passi.

“Forse sei tu che mi fai questo effetto”

 

Il serpeverde la raggiunse ma questa volta non le prese la mano.

Però si avvicinò a lei, e le sfiorò l’orecchio con le labbra “E io sono il ragazzo più felice della terra”

Poi si allontanò, diretto ai sotterranei.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


OK, sono secoli che non aggiorno, lo so…perdonatemi! Avevo scordato di avere la ff anche qui su EFP! Ora vi lascio al capitolo, ringraziando quelli che hanno recensito fino ad adesso e anche quelli che hanno soltanto letto ;D

 

 

Marion camminava lentamente nel parco del castello, diretta al campo da Quidditch. Harry svolazzava poco distante dal campo, sopra la foresta. Sperava che la vedesse.
Si sedette sugli spalti e tirò fuori il libro di Cura delle creature magiche, la sua materia preferita.
Non passò molto tempo prima che Harry atterrasse accanto a lei, leggermente sudato e sorridente.

“Ehi! Mattiniera anche tu oggi” si sedette aspettando che mettesse nella borsa il pesante volume, prima di baciarla dolcemente.

, sapevo che saresti stato qui. E mi sono svegliata presto, così sono venuta.”

“Hai fatto bene” le ripose il moro sorridendo.

Si alzarono e iniziarono a camminare verso il loro albero. Marion non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Ginny e Draco. Qualcosa non funzionava. L’aveva capito subito, quando l’amica non aveva accennato nemmeno di sfuggita ai mesi passati con lui quando erano dispersi.
Solo l’anno precedente la rossa era la prima ad insultarlo e lamentarsi di quanto fosse assolutamente antipatico e maleducato e spesso lei e Lara erano state costrette a cambiare velocemente discorso per distrarla ed evitare che si lanciasse verso il Serpeverde con tutta la rabbia e la forza che possedeva.
Perché allora non si era lamentata? Dopotutto tre mesi passati a stretto contatto con li avrebbero dovuto esaurirla. E invece non aveva avuto nulla da raccontare e anzi aveva liquidato l’argomento dicendo solo che non era stato poi così terribile.
Senza dubbio, qualcosa non tornava.
Harry la scosse leggermente “Ehi, tutto bene? Come mai sei così silenziosa?”

Marion sorrise “Non è niente. Però….”Non sapeva se era il caso di dirglielo, ma poiché lui continuava a guardarla, incuriosito, continuò “Prima ho incontrato Ginny e Malfoy. Stavano litigando”

L’espressione di Harry si fece scura “ Siamo a scuola da solo un giorno e già deve rompere?Non gli è bastata un’estate intera?”

“In realtà…ecco io…c’è qualcosa che non mi torna. E’ vero, quando sono arrivata in corridoio loro stavano litigando. Però io non ho sentito alcuna voce. Voglio dire, prima che mettessi piede in corridoio la scuola era assolutamente silenziosa”
Guardò il suo ragazzo, aspettando una risposta che però non arrivò. Lui la guardava attentamente, invitandola ad andare avanti.
“Insomma, non ti sembra strano che abbia così poco da dire su quest’estate? A me e a Lara non ha raccontato niente e nemmeno con voi, da quanto mi hai scritto nelle lettere, si è lasciata andare a parlarne. In più il primo giorno di scuola è in giro alle 7 meno venti. Il castello è deserto a quest’ora.Quante possibilità ci sono che due persone si incontrino?”

“Stai dicendo che lei e Malfoy…insomma che sono diventati..amici? Marion ti rendi conto di quello che stai affermando?” Harry soffocò una risata e la guardò divertito.

La Corvonero sbuffò, offesa “Io non sto affermando proprio un bel niente. Sto solo dicendo che è una strana coincidenza che due persone le cui case si trovano ad una considerevole distanza s’incontrino di mattino presto senza essersi dati appuntamento.”

Ginny doveva andare in guferia a spedire una lettera alla Signora Weasley

Marion alzò un sopracciglio “Erano molto lontani dalla guferia

“Si vede che ha deciso di andare a prendere un po’ d’aria e ha incontrato Malfoy

“E’ quello che ha detto lei…

“Vedi? Non ti preoccupare, è impossibile che un Malfoy e un Weasley possano avere un qualsiasi rapporto che non sia conflittuale.”

Marion fece spallucce. Non era convinta ma a quanto pare il discorso per Harry era chiuso, così lo seguì, fingendosi interessata alle strategie che il moro aveva messo a punto per rendere la ricerca del boccino più semplice e veloce.


“Caspita, questa volta vi siete quasi fatti scoprire…
Hermione e Ginny erano sedute al tavolo di Grifondoro, in Sala Grande.
Era ancora abbastanza presto e quindi non era particolarmente affollata, motivo per il quale le due ragazze avevano deciso che avrebbero avuto modo di parlare più liberamente lì piuttosto che in dormitorio.

“Già” Ginny sbuffò

“E siamo solo al primo giorno. Pensi che Marion sospetti qualcosa?”

La rossa rifletté un momento “Dipende. Tu avresti iniziato a pensare che ci potesse essere una minima possibilità che io e Malfoy smettessimo di odiarci?”
Hermione non rispose, soprapensiero. Dopo qualche istante tornò a guardare l’amica “Decisamente si. Avrei notato il fatto che non parli mai di quest’estate, soprattutto.”

“Ne parlo invece!”

La brunetta sollevò un sopracciglio “Si ma solo con me”

Bè…Ginny si bloccò, mordicchiandosi il labbro inferiore e guardando nervosa la sala. Poi sbuffò “E’ che non so che dire. Sinceramente non so quanto riuscirei a nascondere il fatto che non lo odio più.”

“Mi pare che in treno tu ci sia riuscita benissimo” constatò Hermione sollevando un sopracciglio

“Già ma non hai idea di quanto vorrei spaccare la faccia a quella stupida di Pansy Parkinson ogni volta che cerca di sedurlo in mezzo a tutto il castello!”
Hermione ridacchiò “Non puoi certo aspettarti che smetta di fare quello che ha fatto per anni. E poi purtroppo Draco è un ragazzo molto ricercato dalle ragazzine ed è oggettivamente bello. La concorrenza è tanta. Comunque ti posso capire…io non riesco più sopportare la vista di quell’insulsa giocatrice di Quidditch

“Rebecca?”

“Già. Gira sempre intorno a Ron…solo ieri, prima di cena mentre eravamo ancora in sala comune, gli è passata a fianco una decina di volte”

ma ormai Ron le ha detto le cose come stanno…non penso si farà più vedere così spesso”

Speriamo…

In Sala Grande ormai cominciava ad esserci gente…le tavolate più numerose erano quelle di Tassorosso e Serpeverde, mentre quella dei Grifondoro era ancora abbastanza deserta tranne per qualche ragazzo del terzo anno e, poco distante da loro, qualcuno del quarto.
Hermione dopo un attimo di silenzio riprese a voce più bassa “Hai mai considerato…hai mai pensato di dire tutto a Marion e Lara?”

Ginny che stava osservando distrattamente l’ingresso della Sala, riportò lo sguardo stupito sull’amica “Eh? Sei impazzita per caso?”

, perché scusa? In fondo sono le tue migliori amiche. Secondo me capirebbero.”

Hermione, apprezzo il tentativo di rendermi la vita più facile ma non vedo come potrebbe risultare utile dire a Mary e Lara che sto con Malfoy

“Non si tratta solo di questo. Se Marion sospetta qualcosa cercherà di scoprire che sta succedendo. Ci resterebbe male se scoprisse di voi.”
Ginny rimase in silenzio, pensando. Poi riprese “D’accordo ci rifletterò. Ma ne parliamo un’altra volta perché sta arrivando Ron”
Poco dopo infatti, il ragazzo si sedette con ben poca grazia accanto alla brunetta, che gli sfiorò la guancia con un bacio
“ ‘Giorno Gin, ‘giorno Hermione” disse lui assonnato

“Ciao Ron” rispose la sorella “che è quella faccia?”

“Oh solo la sua espressione da primo giorno di scuola” rispose ridacchiando Harry, appena arrivato dietro di loro.

“Marion?” chiese la rossa quando lui le si sedette accanto

“E’ al tavolo dei Corvonero con Luna. Piuttosto, mi ha detto che vi siete incontrate questa mattina. Con Malfoy
Per poco a Ginny non andò di traverso il succo d’arancia. Hermione si girò verso di loro, quasi nello stesso momento di Ron.
Malfoy?” chiese lui stupito “ Che accidenti vuole quell’idiota?”

“Marion ha detto che stavate litigando” continuò il moro

“Già” rispose Ginny, cercando di risultare più irritata possibile “L’ho incrociato per i corridoi mentre stavo tornando dalla guferia. Pensavo di andare a leggere un po’ in riva al lago ma vederlo mi ha fatto passare la voglia.” Storse il naso, addentando un pezzo di bacon e masticando energicamente.
Hermione sorrise divertita senza farsi vedere. Se la sua unica paura era di non risultare convincente non aveva proprio alcun problema.
“Ma è possibile che debba sempre mettersi in mezzo? Sembra quasi che ci segua apposta per capitarci davanti e farsi una sana litigata” sbuffò il rosso, addentando una forchettata di frittata.
“Soprattutto perché alle 6 e mezza del mattino probabilmente io te e Marion eravamo gli unici ad essere in giro oltre a lui.” Osservò Harry. Per i gusti di Ginny la discussione stava a dir poco degenerando. Cercò un argomento abbastanza interessante per poter sostituire quello attuale ma non le veniva in mente nulla, nonostante di solito riuscisse a sviare qualunque questione scomoda.
“Invece di pensare a Malfoy dovreste preoccuparvi delle materie di quest’anno.” La Weasley si girò verso Hermione, ringraziandola con un sorriso. L’arrivo di Lara contribuì ulteriormente a distrarre i due ragazzi che ben presto furono investiti da una delle classiche ramanzine di Hermione a proposito dello studio che diede tempo a Ginny di finire di mangiare e salutare tutti, prima di avviarsi con Lara verso la Sala Comune. Durante la colazione la McGrannit era passata a distribuire i programmi a tutti gli alunni della sua casa e ora le due ragazze stavano andando a prendere la borsa e i libri che sarebbero serviti. Quella mattina avevano due ore con il professor Vitious, una di Cura delle Creature Magiche e un’altra di Pozioni.
A Ginny non andava a genio di rinchiudersi nei sotterranei già il primo giorno ma pensò che magari avrebbe potuto incontrare Draco in qualche corridoio, visto che per arrivare all’aula doveva passare davanti alla sua Casa e questo la consolò un po’.
Se non altro poi, almeno Cura delle Creature Magiche era all’aperto.
Uff, certo che Pozioni subito il primo giorno è proprio una sfortuna!” Sbuffò Lara dando voce ai suoi pensieri.

Piton ci odia, e io odio lui. Avrebbero fatto più felici due persone con un orario diverso”
Ginny sorrise, rivolta all’amica “Piton odia tutti. A lui non fa alcuna differenza chi occupa la sua aula”

“Hai ragione. Mi domando perché ha deciso di fare il professore se i ragazzi lo disgustano così tanto…

“Temo che tu non sia l’unica persona a chiederselo..”
Le due ragazze arrivarono di fronte alla porta dell’aula di Pozioni, ancora chiusa.
Gran parte dei loro compagni di Grifondoro e Tassorosso, con i quali condividevano l’orario di quella mattina, erano già lì da qualche minuto e parlavano tra di loro raccontandosi tutte le novità dell’estate.
Questo ricordò a Ginny ciò che Hermione le aveva consigliato poco prima.
“Se Marion sospetta qualcosa cercherà di scoprire che sta succedendo. Ci resterebbe male se scoprisse di voi”
Aveva ragione, come sempre. Se Marion avesse capito tutto senza dubbio sarebbe rimasta delusa dal fatto che lei non ne aveva fatto parola con loro, le sue migliori amiche. Si erano sempre confidate ogni cosa, sapendo che le altre non l’avrebbero giudicate. Ma ora era più complicato. Lui era Malfoy, non un ragazzo qualsiasi. Non era come quando Marion si era innamorata di Harry.
Malfoy era…semplicemente Malfoy. Aveva passato anni a insultarlo, a desiderare di prenderlo a pugni per tutto ciò che aveva fatto a Harry, Hermione e a suo fratello. E per quello che Malfoy Senior aveva fatto alla sua famiglia. Senza contare la storia dei Mangiamorte e del Signore Oscuro.
Era troppo complicato e anche se sapeva che per nulla al mondo l’avrebbero allontanata, non riusciva a trovare il coraggio per dirglielo.
Ginny guarda!” Lara la scosse per la manica, indicandole un ragazzo indiano. Alto, coi capelli scuri e gli occhi verdi. Sapeva chi era, un Corvonero dell’ultimo anno, David Lucas. Lara aveva una specie di cotta per lui.
“Non trovi che sia diventato ancora più carino?” chiese lei con aria sognante.
Senza dubbio David era sempre stato molto attraente. La sua pelle scura era liscia e delicata e, a quanto Ginny ricordava, non aveva avuto mai nemmeno un brufolo. I capelli scuri e mossi gli ricadevano sulla fronte sempre spettinati e gli occhi verdi erano insolitamente chiari e sempre allegri. Da quello che si diceva in giro suo padre era un giovane indiano che si era trasferito in Inghilterra ancora molto piccolo insieme alla sua famiglia ed aveva poi sposato una ragazza inglese dalla bellezza abbagliante.
Era stato tutor di Ginny per qualche tempo, quando l’insegnante di Antiche Rune aveva deciso che i disastrosi risultati della Grifondoro andassero in qualche modo migliorati. E così le aveva presentato David, pregandolo, in un momento che si era rivelato piuttosto imbarazzante per la Weasley, di salvarla.
Lui era scoppiato a ridere divertito e aveva promesso che ci avrebbe pensato lui.
E così era stato. In sole tre settimane il rendimento di Ginny era migliorato di parecchio e questo perché David era un insegnante eccezionale; non si arrabbiava mai quando lei sbagliava o era distratta e piuttosto che obbligarla a studiare, quando vedeva che non era giornata, chiudeva i libri e la trascinava a fare un giro all’aperto, dichiarando che avrebbero ripreso più tardi.
Era fantastico perché era sempre allegro, col sorriso sulle labbra ed era gentile ma anche intrigante, il suo sguardo aveva qualcosa di misterioso e sensuale che faceva girare la testa a decine di ragazze della scuola.
“Credi sia possibile che diventi più bello di quanto già è?” rispose, soffocando una risata. “Avanti, andiamo a salutarlo!”
Nonostante le lamentele soffocate di Lara, Ginny riuscì a farsi largo tra la folla di studenti e raggiungere finalmente il Corvonero.
“Ehi Dave!”
Al suono della sua voce, il ragazzo si girò con la consueta espressione felice “Weasley! Mi sembrava di averti visto quaggiù! Prima lezione di Pozioni eh?”

“Eh già, una vera pacchia” scherzò lei “E tu che fai quaggiù?”

“Stavo aspettando un paio di amici per andare a lezione. Incantesimi” rispose mostrando il manuale che teneva in mano.

“Non pensavo avessi amici tra i serpe verde”

“Oh beh, in realtà i miei migliori amici sono due serpe verde. Le nostre famiglie si conoscono da anni, mia madre andava a scuola con i loro genitori. E comunque a volte le persone sono diverse da come appaiono”
“Parole sante” pensò Ginny. Da brava osservatrice non le sfuggì lo sguardo che Dave lanciò a Lara, immobile accanto a lei.

“Oh scusami, che stupida! Lara, la mia migliore amica” disse voltandosi verso di lei, sorridendo allegramente.
David ritornò a guardarla e il suo viso si schiuse in un’espressione gentile e irresistibile.

“Lara, me la ricordo. Ci siamo incontrati alla festa di Natale l’anno scorso, non è così?”
La Grifondoro annuì imbarazzata mentre le sue guancie si tinsero di un simpatico color rosso.

“E’ un piacere rincontrarti” le tese una mano che lei strinse intimidita, guardandolo negli occhi e sorridendo appena.

ragazze, temo che Piton stia arrivando.” osservò poco dopo osservando un punto alle spalle delle Grifondoro. “Direi che la prima lezione dell’anno sta per cominciare. E io sono in ritardo per Incantesimi. Ci si vede in giro ok?”

“Si certo” annuì la rossa

“Ciao Weasley. Lara, piacere di averti rivista” sorrise un’ultima volta e poi scomparve in fondo al corridoio, seguito dai due amici.
“E’ così…

“Ipnotico?”suggerì Ginny

“Si, qualcosa del genere. E bello” rispose l’amica con gli occhi ancora fissi sul punto dive lui era scomparso.
Il resto della mattinata trascorse tranquilla. Con gran disappunto di Ginny non incontrarono Draco nei corridoi nemmeno una volta. In compenso incrociarono ancora David fuori dall’aula di Incantesimi e si fermarono a parlare con Harry, Ron e Hermione qualche minuto prima di Cura delle Creature Magiche.
Quando furono nuovamente seduti in Sala Grande a Ginny sembrava che fosse trascorsa un’intera giornata.
“Finalmente” sospirò stanca sedendosi accanto a Hermione
“Com’è andata con Hagrid?”chiese lei addentando un boccone di pollo bollito con spezie.
“Tutto normale direi. Non sono stata attaccata da alcun mostro.”
“Ottimo.”
“E a voi? Avete fatto qualcosa di interessante?”
Hermione aprì la bocca per rispondere ma Ron la precedette.
“Le solite cose..io mi sono dimenticato il libro in Dormitorio, Harry ha cercato di far mischiare le spezie come ci ha detto la Sprite per creare un unguento, Hermione dopo aver fatto una ramanzina a me e aver corretto Harry circa un milione di volte è ovviamente risultata la migliore della classe. Tutto normale quindi”
Harry sorrise divertito continuando a mangiare mentre Hermione scoccava un’occhiata irritata al suo ragazzo.
Alla fine del pranzo Ginny si diresse sola in Biblioteca. Aveva un’ora libera e mentre Lara aveva preferito uscire a prendere un po’ d’aria lei aveva optato per leggere qualcosa e stare tranquilla.
Si sedette ad uno dei tavoli, con in mano un grosso volume che aprì circa a metà. Provò a concentrarsi ma la mente vagava per conto suo. Doveva trovare un modo per dirlo a tutti. Si sentiva in colpa a tenere nascosto qualcosa di così importante ma, nonostante amasse Draco, di questo ormai era più che certa, non poteva fare a meno di sentirsi un po’ colpevole per tutto quello che lui aveva fatto. E sapeva che gli altri non avrebbero capito. In fondo non avrebbe capito nemmeno lei se fosse stata al posto loro.
“Pensierosa eh?” una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Si girò di scatto. Draco stava in piedi poco distante da lei, appoggiato a uno scaffale, e la guardava con espressione seria.
“C’entro io per caso?”
Ginny superò la sorpresa iniziale e lo osservò sedersi di fronte a lei.
“Tu? E perché mai scusa?”
Il Serpeverde rimase impassibile “Ti costringo a mentire”
Ginny arrossì “Tu non mi costringi a un bel niente. E non sto mentendo a nessuno”

“Avanti, sai cosa intendo. So che quando stai con me pensi anche a tuo fratello e a Potter. Ed è normale, ma nonostante questo vorrei che ci fosse una soluzione.”

“Glielo dirò. Davvero”

“ Non è quello che sto dicendo” sospirò “Ascolta, a me interessa solo che tu sia felice, e non puoi esserlo così”
Ginny aggrottò la fronte “Che cosa vorresti dire scusa? Io sto bene e sono felice quando sto con te, quando mi baci e quando mi abbracci e anche quando mi parli, mi sorridi o semplicemente mi guardi. Perché ti amo, l’hai dimenticato? Ed è tutta colpa tua”
Draco soffocò una risata alla vista del broncio sul viso della ragazza “E quel – E’ tutta colpa tua- cosa significa?”

“Significa che non puoi tirarti indietro perché io ti amo e so che tu ami me e non mi interessa nulla di quello che mi hai detto fino ad ora perché non ti lascerò, scordatelo”

“Ok. Non era mia intenzione lasciarti anche perché sei l’unica persona in questa scuola che mi conosca veramente e stare con te mi rilassa…oltre ad essere divertente ed eccitante, ovviamente”
Ginny arrossì di colpo e gli tirò un calcio sotto il tavolo che lui ignorò assumendo quel suo sorrisetto malizioso.

“Ma comunque, quello che voglio è che tu ti prenda tutto il tempo necessario per trovare un modo di dirlo agli altri. Posso aiutarti se vuoi. Non abbiamo parlato molto da quando siamo qui, e nonostante mi piaccia quello che facciamo, mi piace anche ascoltarti e parlare. Quindi mettiti al lavoro perché io ho intenzione di trovare una soluzione”
Ginny rimase a fissarlo chiedendosi come potesse nascondersi dietro quella maschera fredda e odiosa quando ciò che era in realtà era così meravigliosamente fantastico.
Aveva cominciato a considerare il giorno dell’attacco tra i più belli della sua vita perché gli aveva dato la possibilità di conoscerlo per quello che era e di amarlo come nessun’altra poteva fare perché solo lei poteva amare il suo lato sincero, gentile e dolce.
Si alzò dalla sedia e lo trascinò tra gli scaffali, al sicuro da eventuali sguardi indiscreti nonostante la biblioteca apparisse deserta, e lo baciò, assaporando le sue labbra.

“Grazie” sussurrò al suo orecchio.

“Grazie a te, amore mio” sorrise il Serpeverde, notando quanto strane suonassero quelle parole dette da lui.
Evidentemente l’aveva notato anche Ginny perché se prima era arrossita, ora era decisamente in fiamme.
Non dissero più una parola. Rimasero in biblioteca fino a quando non dovettero tornare nelle aule. La Weasley continuò a leggere, decisamente più rilassata mentre Draco, al tavolo accanto al suo, si dava da fare con i compiti appena assegnati. Proprio come quando erano solo loro due, dispersi nella foresta.

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