8° Floor

di HachiXHikaru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 1 ***
Capitolo 9: *** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 2 ***
Capitolo 10: *** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 3 ***
Capitolo 11: *** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 4 ***
Capitolo 12: *** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 5 ***
Capitolo 13: *** Sakura Centric-One in a million ***
Capitolo 14: *** Sasuke Centric-The kill ***
Capitolo 15: *** Light Centric-I'll be there for you ***
Capitolo 16: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 1 ***
Capitolo 17: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 2 ***
Capitolo 18: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 3 ***
Capitolo 19: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 4 ***
Capitolo 20: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 5 ***
Capitolo 21: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 6 ***
Capitolo 22: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 7 (parte1) ***
Capitolo 23: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 7 (parte 2) ***
Capitolo 24: *** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 8 ***
Capitolo 25: *** Kilari Centric-Tell me something I don't know ***



Capitolo 1
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 1 ***


Ecco a voi il primo capitolo di questa lunga storia (la fic è composta da tre libri di non ricordo quanti capitoli l'uno...). Spero che sia di vostro gradimento^^ le critiche sono accettate, ma non se ringuardano i paring o "l'uso" dei personaggi dei vari anime/manga. Grazie a tutti ;D.



*
Una ragazza dagli strani capelli rosa confetto scese dal treno seguita da due bambine che le tenevano pezzi della maglietta. Aveva uno zaino in spalla, riempito con vestiti, scarpe, cibo e altro. La ragazza strinse il manico della valigia che portava con sé, era pesante e non sapeva se sarebbe riuscita a portarla fino a casa, alla nuova casa. Per la verità, più che una casa, era un appartamento. Per raggiungerlo dovevano attraversare solo un grande parco. Sbuffò. “Solo”...Guardò le due bambine, ancora appiccicate alla sua maglietta, ormai sporca e bagnata a causa del viaggio, e sorrise, poi cominciò a incamminarsi piano piano verso la nuova abitazione. Mentre camminava cercava di memorizzare i vari negozi e le varie vie, cosa che poteva tornarle utile in futuro. Attraversò il parco, “davvero magnifico” a detta delle sue compagne di viaggio, e si ripromise che ce le avrebbe portate un giorno, se questo era quello che volevano. Posò la valigia in terra e si sedette su una delle panchine, cercando di far riposare la sua povera mano. Le due bambine la fissavano in piedi.
-Sakura-
Alzò la testa verso una delle due, quella con i capelli rosa, però non del suo stesso colore, no, ma più scuri, quasi tendenti al rosso.
-Se sei stanca...-
-...potremmo prendere l'autobus-
Finì l'altra, quella con i capelli azzurri. Non era cosa rara che una finisse le frasi dell'altra, anzi, era strano quando non accadeva. Bè, dopotutto erano gemelle...
-Ma no, non sono stanca!-
Si mise in piedi di scatto e alzò il pugno in aria.
-Anzi, potrei anche gareggiare ai 1000 metri!-
Le due risero.
-Ma se dopo due minuti di corsa...-
-...sei già stanca!-
-Ehi, come vi permettete?-
Cominciò a rincorrerle, ridendo come una bambina, fino a quando decise che era tempo di andare nel nuovo appartamento. Così riprese quella grande valigia, le bambine si riappiccicarono alla sua maglietta e insieme si diressero verso casa. Quando arrivarono le tre ammirarono quel grande palazzo a otto piani, che si ergeva imponente al lato della strada.
-Ma è...-
-...bellissimo!-
La rosa abbozzò un sorriso. In effetti non era male. Entrarono e Sakura chiese le chiavi alla portinaia. Le fece vedere un paio di fogli e, dopo che la donna le ebbe gettato uno sguardo gelido, ricevette la chiave.
-Ottavo piano...-
Disse atona la donna e infine aggiunse, quasi parlasse con se stessa:
-Ce ne mancava un altro come loro...-
La ragazza la guardò, ovviamente non capendo perchè avesse detto ciò, poi si avviò con le bambine verso l'ascensore. Premette il dito sul numero otto e cominciarono a salire. Ottavo piano...era l'offerta più economica che aveva trovato, forse era per quello che si trovava sulla cima del palazzo. Arrivate aprì subito la porta dell'appartamento, che si trovava proprio di fronte all'ascensore, e le gemelle irruppero dentro, cominciando a frugare ovunque. Sorrise nel vederle così...così...spensierate. Posò felicemente la valigia a terra e si tolse lo zaino di dosso. L'appartamento aveva tre stanze, due camere da letto e un bagno. La cucina, la sala da pranzo e il soggiorno, se così si potevano chiamare, erano una stanza sola. In più dalla cucina si poteva accedere a un piccolo balconcino che dava sulla strada. Il tutto non era molto grande, ma era perfetto per il momento. Ora doveva solo aspettare il camion dei traslochi...suonò il campanello. Appunto.
-Fine, Rein io scendo a prendere gli scatoloni-
Sentì un “Va bene” provenire da una delle stanze da letto. Scese e andò ad accogliere l'uomo del trasloco. Aveva già aperto la porta del camion e stava prendendo alcuni scatoloni. Sakura lo raggiunse e gli disse di mettere tutto quel che ci stava nell'ascensore e così fece, infine lei prese un'altra scatola e cominciò il primo di una serie di viaggi su e giù. Durante questo via vai continuo arrivò un ragazzo a bordo di una moto. La parcheggiò sul retro dell'edificio, come suo solito, mise il casco nel cofano e infine si diresse verso l'entrata. Lanciò un'occhiata al camion, pensando che “Ci mancava proprio qualcun altro in questo schifo di posto”. Sbuffò e con le mani in tasca si diresse verso l'ascensore. Proprio in quel momento la rosa aveva appena finito di metterci dentro altre scatole, non credeva di averne così tante, ma fortunatamente ormai erano quasi finite, e stava per risalire, quando il ragazzo bloccò le porte con la mano. Lei sobbalzò, non credeva che dovesse salire qualcun altro. Per fortuna c'era spazio per tutti e due. Lui entrò, senza dire una parola e rimise la mano in tasca. Lo guardò, aveva dei capelli neri che gli arrivavano al collo e dei bellissimi occhi del medesimo colore. Si voltò verso di lei e alzò un sopracciglio.
-Allora?-
-Eh?-
Sospirò. Ci mancava solo questa seccatura.
-Il pulsante...-
-Ah! Giusto! Mi scusi...-
Si mise a guardare quella serie di numeri prima di chiedergli a che piano andava.
-Ottavo-
Pigiò l'otto, poi si voltò sorridente.
-Anche io! Vuol dire che lei è il mio nuovo vicino!-
Le lanciò un'occhiata. Che cosa emozionante. Lei gli protese la mano, cercando di tenere con l'altra la scatola.
-Piacere, io sono Haruno...Haruno Sakura...-
Ma nessuno ricambiò la stretta. Le porte si aprirono e il ragazzo uscì fuori, dirigendosi nell'appartamento a destra dell'ascensore. Lo guardò allontanarsi e sbuffò. Che tipo! E dire che era anche carino...Posò per la terza volta gli scatoloni nel salotto-cucina-sala da pranzo e ritornò giù. Ormai mancava l'ultimo carico. Anche questa volta, mentre stava per risalire, qualcuno bloccò le porte dell'ascensore. Era un ragazzo dai capelli castani lunghi fino al collo e gli occhi marroni. Carino quanto il primo.
-Oh, buona sera-
Le disse cordialmente.
-'Sera...-
Rispose lei in un sussurro.
-A che piano va?-
-Ottavo-
Sorrise.
-Oh, ma che bella coincidenza, anche io. Vuol dire che lei è la mia nuova vicina-
Annuì, abbozzando un sorriso. Sembrava che adesso le parti si fossero scambiate.
-Io sono Yagami...Yagami Light...molto piacere...-
-Haruno Sakura-
-È venuta qui da sola?-
Scosse la testa.
-Sono qui con le mie sorelline...-
Le porte si aprirono e il ragazzo insistette per aiutarla a portare dentro le scatole. Quando ebbero finito lo ringraziò.
-È stato un piacere...ah, e se le servisse qualche cosa venga pure  a chiedermela-
Annuì continuando a ringraziarlo, poi lo vide entrare nell'appartamento a sinistra e anche lei fece lo stesso. Cominciò a sentirsi male al pensiero di dover svuotare tutte quelle scatole.
 
-Fine, questo dove lo metto?-
La gemella dai capelli rossi, se così vogliamo chiamare il colore dei suoi capelli, fece cenno alla gemella di mettere quella foto sul mobile che si trovava in soggiorno. Rein sorrise.
-Già, lì starà benissimo-
E alzandosi sulla punta dei piedi posò l'oggetto sul mobile con scarso successo. Sbuffò e chiamò a gran voce il nome della rosa.
-Cosa c'è adesso?-
Le porse la foto e le chiese di metterla nel posto scelto dalla rossa. L'Haruno obbedì, poi sussultò nel vedere le persone nella foto. Erano lei, le gemelle e...
-Rimettetela in una scatola-
-Ma...-
Ridiede l'oggetto alla bambina dai capelli azzurri.
-Niente ma!-
Poi aggiunse un “Per favore” e la faccenda finì lì. Passarono il resto del tempo a sistemare le altre cose in silenzio, e quando ebbero finito le gemelle andarono nella loro nuova camera a giocare. Sakura, invece, aveva deciso di farsi un caffè. Prese la macchinetta e la preparò, quando, però, ebbe versato il liquido nella tazzina si accorse di non avere portato lo zucchero con sé. Accidenti! E ora? Si ricordò del bel vicino, non quello con i capelli scuri, l'altro, e decise di andargliene a chiedere un po'. Quando però bussò alla porta dello Yagami aprì una ragazza. Aveva dei lunghi capelli biondo scuro e gli occhi azzurri.
-Che vuoi?-
Chiese acida. Sakura forzò una specie di sorrisetto.
-Ya...Yagami è in casa?-
Quella la guardò con aria di sufficienza, prima di rispondere un “Lo chiamo...”, poi lasciò la porta aperta e si allontanò in un'altra stanza. L'Haruno rimase nel corridoio, dato che la vicina così carina e simpatica non l'aveva invitata a entrare. Sbuffò. Certo che per essere la sorella di Yagami, così aveva dedotto la rosa non volendo pensare altro su di lei, era molto diversa dal fratello...così gentile...
-Ehi fermati!-
Si voltò di scatto, un cane di piccola taglia le stava venendo contro, anzi, sembrava puntasse all'appartamento.
-Ehi tu, fermalo!-
Urlò un uomo dai lunghi capelli neri legati in una coda, gli occhi scuri. Sembrava la copia più grande del primo ragazzo che aveva trovato in ascensore...Purtroppo prima che la ragazza potesse prendere l'animale quello era già sgattaiolato dentro l'appartamento, così, per puro istinto, lo seguì cercando di prenderlo, ma, sfortunatamente inciampò sul tappeto del soggiorno e cadde a terra. L'unica cosa positiva era che aveva recuperato il cagnolino...
 
La biondina percorse il piccolo salotto, diretta alla camera del fratello e lasciando l'ospite sulla porta. La sua faccia non le era nuova. Chissà...chissà dove l'aveva già vista. Forse era una delle tante ammiratrici del fratello. Probabile...
-Light-
Lui fece capolino dalla porta.
-Che cosa c'è?-
-Una delle tue tante ammiratrici è alla porta-
Disse seccata.
-Eh? Ma io non aspettavo nessuno oggi...-
Incrociò le braccia e lo guardò male.
-Bè allora dille di non cercarti più, se deve romperti anche in questi giorni! Sai come la penso a riguardo, no?-
Sospirò. Certo che lo sapeva. Glielo ripeteva sempre...
-Bene, e ora tu vai di là e la mandi via!-
-Come sei rude Kilari! È per questo che gli uomini scappano da te!-
-Ehi ma che cavolo...non cambiare discorso fratellone!-
Puntò il dito in direzione della porta.
-Mandala via! Tu hai da fare ora!-
Prima di poter ribattere qualcosa videro il cagnolino dei vicini dirigersi verso la cucina e qualcuno che gli cadeva addosso.
-Preso!-
Esclamò l'Haruno trionfante. L'uomo dai capelli neri la raggiunse sorridente.
-Fortuna che l'hai preso!-
Lei rise, poi alzò la testa. Gli sguardi dei due Yagami erano puntati su di lei. La bionda la guardava irritata e il castano confuso. Era forselei l'ammiratrice?
-Haruno, ma che...-
Si alzò in piedi di scatto con l'esserino peloso in mano.
-Ya...Yagami scu...scusami tanto! È che questo cane...-
L'animale le leccò scodinzolante la faccia.
-Ehi pulce? Che fai?-
-Credo che tu piaccia ad Akamaru-
Disse ridendo l'uomo.
-Ah, e scusi se non mi sono presentato...sono Uchiha Itachi...abito una porta più in là-
Quindi nello stesso appartamento del ragazzo moro...
-Lei è...?-
-Haruno Sakura...molto piacere-
La Yagami sbuffò.
-Allora? Abbiamo finito qui con le presentazioni o vogliamo anche prendere un the nel frattempo?-
Chiese ironica, il fratello la guardò male.
-Kilari non essere scortese!-
-Tsk!-
Poi guardò la nuova vicina.
-Scusa mia sorella Haruno...allora, volevi qualcosa?-
Sakura si ricordò il motivo di quella visita e chiese cordialmente al ragazzo un po' di zucchero, assicurando che glielo avrebbe ricomprato al più presto. Infine lei e l'Uchiha si congedarono da casa Yagami e tornarono nei rispettivi appartamenti.
 
Il moro era seduto sul letto della propria camera, con le spalle poggiate al muro a fissare il soffitto. Quanto odiava quel posto, lo odiava tantissimo, non che lui amasse qualche cosa, sia chiaro, però quelle mura che il fratello ostinava a chiamare “casa” non gli piacevano per niente. Ormai era da un po' che abitavano lì, ma lui non era ancora riuscito ad abituarsi, e, dopotutto, neanche Itachi. Ma almeno riusciva a sforzarsi. Si era anche preso un cane, probabilmente per riempire le giornate vuote e per non avere tempo di pensare. Spostò lo sguardo sulla scrivania che si trovava poggiata al muro di fronte e si soffermò sull'unica foto presente lì sopra. Lui invece aveva anche fin troppo tempo per pensare. E dire che si era anche cercato un lavoro, qualcosa che lo occupasse del tutto, ma niente. Casa sua...voleva soltanto tornare là. O forse, o forse no. Non sapeva neanche lui quello che voleva realmente...ma di sicuro non voleva rimanere in quel posto! Gli mancava qualcosa...già, ma cosa? Neanche lavorare in quella stupida caffetteria era servito a distrarlo. Quanto non sopportava quel posto, come, d'altro canto, tutto il resto. E comunque non aveva molta scelta, o lavorava lì o trovava un altro lavoro, sennò le bollette e tutto il resto chi le pagava? Di sicuro non Itachi...o quello stupido e rognoso cane! Sospirò. Chissà se il fratello era riuscito a trovarsi un impiego, in fondo non poteva provvedere solo lui a tutti e due...a tutti e tre...Sentì la porta che si apriva e il rumore delle zampe di Akamaru, Itachi doveva essere tornato a casa. Si alzò dal letto e uscì dalla camera, facendo attenzione a chiudere la porta, non voleva che quell'animale entrasse nella sua stanza, era già tanto se gli permetteva di salire sul divano! Camminò lungo il piccolo corridoi che lo avrebbe portato direttamente nella cucina-salotto e trovò il fratello accucciato per terra che dava da mangiare al pulcioso essere. Quando lo sentì arrivare gli sorrise.
-Ciao Sas'ke, divertito al lavoro?-
Lui non rispose, come faceva ogni volta che gli poneva la domanda. Sembrava quasi che lo facesse apposta...Il maggiore degli Uchiha si rialzò e il cane si fiondò sulla ciotola. Sasuke fece una smorfia. Chissà che ci trovava in quella poltiglia. Si avviò verso il divano, sperando di poter trovare qualcosa di interessante alla televisione, cosa alquanto improbabile.
-Hai già conosciuto la nuova vicina?-
Pigiò un tasto a caso del telecomando e lo schermo si accese. Cominciò a scorrere i vari canali.
-Intendi quell'essere strambo dai capelli rosa?-
L'uomo, che aveva cominciato a scaldare qualche cosa per la cena, trattenne un risolino.
-Non dire così...è carina...-
-Pedofilo-
-E anche molto gentile...siamo fortunati, credo che potremmo creare un buon rapporto d'amicizia con lei-
Continuò facendo finta che il fratello non avesse detto niente. Il moro, quello coi capelli più corti, strinse il pugno. Amicizia...e chi ne aveva bisogno? Chi aveva bisogno di sentimenti stupidi come quello? Di certo non lui, lui che non voleva provare nulla in modo tale da non poter più soffrire, ma Itachi questo non voleva capirlo...
-Non m'interessa...e poi...-
-Akamaru l'ha trovata molto simpatica, vero piccolino?-
Lo interruppe bruscamente. Sasuke aveva smesso di cercare qualcosa di decente e aveva fermato la sua corsa su un canale musicale, Mtv, forse...si voltò a guardare il fratello. Aveva in braccio il cane e sorrideva. Sembrava sempre tanto felice e...e spensierato. Ma non era felice e spensierato come lo era stato in passato. Quello non era il sorriso di Itachi, era solo il sorriso di qualcuno che vuole cercare di mascherare il suo dolore. Per sua sfortuna, Sasuke, non riusciva a mascherare niente e sfogava tutta la sua frustrazione prendendosela col mondo e delle volte anche col fratello. Perchè? Perchè erano arrivati a quel punto? Se lo chiedeva ogni volta. Se solo lui non...
-A tavola!-
Il ragazzo si alzò, ringraziando mentalmente il fratello, poi scacciò con un'occhiataccia il cane che stava seduto al suo posto e si sedette, dando le spalle alla TV. Cominciò a mangiare tenendo gli occhi bassi, come suo solito. Il fratello di fronte a lui.
-Allora Itachi, trovato qualcosa?-
-No-
Rispose lui con tutta la naturalezza possibile. Il fratellino si trattenne dal lanciare il tavolo per aria.
-Perchè?-
Gli chiese cercando di rimanere calmo.
-Nessuno voleva che Akamaru rimanesse con me-
Una venetta cominciò a pulsare sulla fronte del minore degli Uchiha.
-È ovvio che nessuno voglia tenere con sé quel pidocchio!-
Itachi indicò con le bacchette dritto davanti a sé, più precisamente lo schermo della televisione.
-Ehi guarda fratellino, non trovi che quella ragazzina sia davvero carina?-
Si alzò di scatto dalla sedia.
-Smettila di dire cose stupide e stammi a sentire!-
-Come sei noioso Sas'ke...-
Cominciò ad abbassare lentamente la mano, gli occhi ormai fissavano il tavolo della cucina.
-Pensi sempre al lavoro...lavoro, lavoro, tutto il tempo! Neanche un attimo di pace! Non pensi che ci siano altre cose importanti nella vita?-
Sasuke sospirò. Non voleva ossessionare il fratello e in fondo, molto in fondo, anche lui pensava che forse c'era qualcosa di meglio da poter fare...
-E dimmi, quali sarebbero queste cose?-
Azzardò a chiedergli sperando di poter ricevere una risposta esauriente che...
-Ma naturalmente le giovani Idol!-
...che naturalmente non arrivò.
-Sei solo un pervertito!-
Alzò un sopracciglio.
-Solo perchè penso alle donne? Sai, dovresti trovartene una fratellino...-
Sbuffò. Una donna? Lui non ne aveva bisogno. Stava bene così. Già, stava bene così...
 
Sakura finì di sciacquare anche l'ultimo piatto e lo posò nel mobiletto sopra il lavandino. Sospirò e si sedette sulla sedia della cucina-soggiorno. Si mise a guardare fuori dalla porta-finestra che dava al balconcino. Si potevano scorgere ancora poche luci accese nelle varie case e solo qualche stella in cielo. Le stelle...prima ne poteva vedere tantissime...ne potevano vedere tantissime...Si rialzò dalla sedia e entrò nella camera delle gemelle. Sorrise. Fine e Rein erano accoccolate nei loro letti, erano così tenere. Si avvicinò e spense la luce che si trovava sul piccolo comodino in mezzo a loro. Quelle due si erano scordate di spegnerla...se lo scordavano sempre. Uscì dalla loro camera e socchiuse la porta, poi si riavvicinò alla porta-finestra e la aprì, uscendo nel piccolo balconcino. Il rumore delle macchine si sentiva lieve e una dolce brezza fresca le rinfrescava il viso. Era forse fin troppo caldo per essere soltanto il 10 Aprile. Il 10 Aprile...era già passato così tanto tempo? Non pensava...alzò lo sguardo al cielo e cercò di trattenere le lacrime. Le mancava, le mancava tantissimo. Lo voleva lì con lei, ma la cosa non era possibile...perchè? Respirò profondamente, cercando di calmarsi. Aveva promesso di non piangere più.
-You're making me laugh about the silliest stuff ...-
Ecco, ora aveva cominciato a cantare, a cantare quella canzone. A lui piaceva tantissimo...
-Say that I'm your diamond in the rough, when I'm mad at you, you come with your velvet touch-
In quello stesso momento, un ignaro Uchiha si era avvicinato alla finestra della sua stanza, per poterla chiudere. Quello che gli mancava era proprio un raffreddore! Già si era dovuto sorbire il fratello che continuava a ripetergli di provare a parlare con la nuova vicina, almeno per scusarsi del suo comportamento in ascensore, ma a lui non importava niente.
-Can't believe that I'm so lucky, I have never felt so happy, every time I see that sparkle in your eye...-
Bloccò la mano sulla maniglia. Chi...chi stava cantando?
-They say that good things take time...-
Rimase immobile ad ascoltare quella voce che, a suo parere, era davvero stupenda.
-But really great things happen in a blink of an eye...-
Una cosa non abbiamo detto su Sasuke Uchiha. Lui odiava tutto, però non poteva resistere alla musica. Era una cosa più forte di lui. Anche da piccolo era così. Quando ascoltava la voce di un qualche cantante sembrava che tutti i suo problemi non esistessero e riusciva a lasciarsi andare alla melodia.
-Thought the chances to meet somebody like you were a million to one...-
Ovviamente non tutti i cantanti gli andavano a genio, ma solo quelli che, come diceva lui, cantavano per il solo piacere di farlo e non per il successo e altre stronzate simili. A lui piacevano coloro che riuscivano a cantare col cuore e questa ragazza lo stava facendo.
-I cannot believe it...-
Era la nuova vicina? Probabile. Non aveva mai sentito cantare nessuno in quel posto, non in quel modo almeno.
-You're one in a million...one in a million...-
Provò ad affacciarsi alla finestra, cercando di vederla in volto, dato che oggi non le aveva prestato attenzione, aveva solo notato i capelli, ma non ci riuscì. Questo perchè la rosa, un po' per il freddo e un po' per la stanchezza, e un po' anche a causa delle lacrime, era rientrata nella cucina e si stava dirigendo nella sua camera da letto. Sasuke rimase immobile a fissare il balconcino dell'appartamento accanto continuando a pensare che domani, molto probabilmente, avrebbe seguito il consiglio del fratello.

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Capitolo 2
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 2 ***



*

Sakura prese un biscotto al cioccolato e lo addentò. Com'era buono il cioccolato! Poi finì in un sorso il latte che aveva versato dentro il bicchiere. Prese un foglietto e una penna e scrisse due righe alle gemelle, ovvero che lei doveva uscire a trovare un lavoro e che loro dovevano assolutamente starsene chiuse in casa e non aprire a nessuno, tanto lei aveva le chiavi e se avevano bisogno di qualcosa di chiamarla immediatamente. Che le lasciava il bento nel frigo e tante altre raccomandazioni varie. Lasciò il pezzo di carta sul tavolo, prese la borsetta e prima di uscire si diede un'altra sistemata. Si era vestita e truccata nella speranza di trovare uno straccio di lavoro e magari anche una scuola per Fine e Rein. Chiuse la porta a chiave e si diresse verso l'ascensore. Fortunatamente era già all'ottavo piano. Entrò e premette il piano terra e si poggiò con la schiena.

-Ehi aspetta!-

Sobbalzò. Il vicino moro sgattaiolò dentro l'ascensore. Lei rimase a fissarlo, doveva salutarlo oppure no? Sbuffò. In fondo lui era stato scortese con lei! Si voltò dalla parte opposta senza rivolgergli la parola. L'Uchiha le lanciò un'occhiata. Ma come, stamani non era allegra come ieri? La salutò e lei ricambiò freddamente. Cos'era, le parti si erano invertite? Gli veniva quasi da ridere, peccato, però che lui non ridesse quasi mai.

-Andiamo alla ricerca di lavoro stamani?-

Annuì.

-Senta...Haruno...-

Si voltò a guardarlo.

-Cosa vuole?-

-Mi scuso con lei per ieri-

Disse cercando di sembrare amichevole, lei sorrise.

-Non si preoccupi-

-Sa già cosa cercare?-

Scosse la testa.

-Mi andrebbe bene qualunque cosa, purché non paghino una miseria...-

-Allora credo di avere quello che fa per lei-

Lo guardò interrogativa.

-Dove lavoro io cercano personale...che ne dice di provare?-

Le porte si aprirono. Erano arrivati al piano terra. Il moro si diresse verso la sua vettura e la rosa lo seguiva, forse senza sapere neanche dove stesse andando.

-Quindi potrebbe portarmi laggiù?-

Lui aprì il cofanetto della moto e prese il casco.

-Certo, basta che segua con la sua auto la mia moto-

Lei strinse il pugno.

-M...ma come...non potrei raggiungerlo a piedi? O...o con l'autobus?-

Si infilò il casco.

-È una bella camminata...e non credo ci siano autobus...-

Gli diede le spalle.

-A...allora non se ne fa niente...mi spiace...-

No! Ora che era arrivato tanto vicino no!

-Potrei accompagnarla io-

Lo guardò e rimase in silenzio per un po'. Si diede dello stupido. Come poteva pensare che avrebbe accettato? Non si conoscevano nemmeno! Fece finta di niente e accese la moto.

 

Sasuke parcheggiò al solito posto di fronte al locale, poi scese dalla moto e aspettò che anche l'Haruno scendesse. Ebbene sì, alla fine l'aveva accompagnata lui e il moro per tutto il tragitto non aveva smesso di chiedersi come potesse una ragazzina accettare così leggermente passaggi dagli sconosciuti. Che ragazza frivola...

-E così è questo?-

Chiese Sakura, forse solo a sé stessa dato che nessuno le rispose, guardando la facciata della caffetteria. “L'Eremita dei Rospi”, così si chiamava. Non era tanto male in fondo. Seguì il moro, che la condusse dentro il locale. C'era un grande bancone, tante sedie e tavolini. Bevande di vario genere, una macchina per il caffè e persino una specie di palco dove potersi esibire. Rimase a fissarlo cominciando a fantasticare. Era davvero...bello...poter stare su un palco, con tante luci...la musica...e...

-Haruno-

L'Uchiha la risvegliò dai suoi pensieri.

-Tra poco ti presenterò il capo, per ora aspettami qui-

Lei annuì. Il ragazzo entrò in una porta, situata dietro al bancone e cominciò a chiamare il nome di qualcuno, probabilmente del proprietario del locale. Cominciò a parlare con lui, a introdurgli la ragazza e, infine, i due uscirono da quella stanzina e raggiunsero la rosa, che si mise ad osservare il padrone del locale. Era un uomo abbastanza robusto, sulla quarantina e aveva dei lunghi capelli bianchi. Una fascia che gli copriva la fronte, con su scritto il nome del suo pub, una tunica verde scuro con sopra una specie di mantello rosso e delle...ciabatte? Che uomo strano...

-Haruno, questo qui è Jiraiya-sama...-

Lei fece un inchino. Oddio. E ora come doveva comportarsi? Vide che l'uomo la stava squadrando con una strana espressione. Era un bene o un male?

-Allora Sasuke, come hai detto che si chiama?-

-Haruno Sakura-

Risposero i due ragazzi quasi in coro. Il moro lanciò un'occhiataccia alla vicina, facendole intendere di stare zitta e buona. Jiraiya incrociò le braccia al petto.

-Sakura, eh? Sembri giovane...quanti anni hai?-

Prima di rispondere lanciò un'occhiata al moro.

-Ho...ho diciotto anni...-

L'Uchiha la guardò confuso. Aveva solo diciotto anni? Mah, e comunque non erano affari suoi...

-Hai esperienze? Cioè, hai già fatto altri lavoretti?-

Deglutì, poi titubante rispose:

-Ho lavorato per alcuni mesi in una caffetteria nella mia città...comunque...-

Disse cominciando a frugare nella borsa.

-Comunque ho una specie di curriculum e...-

-Non mi interessa-

Guardò interrogativa l'uomo. Eh? Sasuke sbuffò. Certo che non gli interessava, a lui importava solo che fosse una ragazza giovane...

-E allora cosa...cosa dovrei fare?-

-Aspetta solo un secondo qui, ok?-

Annuì e l'uomo scomparve di nuovo in quella stanzina. A quel punto Sakura iniziò a fissare il ragazzo, cercando di avere spiegazioni, ma sembrava che lui evitasse il suo sguardo. Che ragazzo strano. Quando Jiraiya tornò era tutto sorridente e teneva in mano una busta. Probabilmente dentro doveva esserci qualche vestito. Porse il tutto alla rosa e indicandole la stanzina le disse che poteva cambiarsi lì. Cambiarsi? Perchè, vestita così non andava bene??? Eppure ci aveva messo una vita a decidere cosa mettersi! Entrò dalla porta dietro il bancone e si assicurò di chiuderla bene, poi levò il vestito che si trovava dentro la busta. Rimase di sasso. E...e lei doveva indossare quella cosa?

 

Jiraiya sorrise al ragazzo e gli mise una mano sulla spalla, il moro lo guardò scocciato.

-Ben fatto Sas'ke, ormai avevo perso le speranze di trovare una ragazza disposta a lavorare qui. Ma dimmi, dove l'hai trovata?-

-È la mia vicina-

Rispose secco. L'uomo sussultò.

-Qui...quindi anche lei come te...-

-Non lo so, ma è molto probabile...-

Si voltò verso la porta dello stanzino e sospirò, l'Uchiha guardava da un'altra parte.

-Bè, speriamo che il vestito le stia bene-

 

L'Haruno si guardò nel lungo specchio che era poggiato sulla parete di fronte a lei. Sorrise. Però, non le stava male. Si diede un'altra sistemata ai capelli e finalmente uscì. I due erano sempre in piedi, nello stesso punto di prima. L'uomo voltato verso di lei e il ragazzo girato di spalle, probabilmente con le braccia conserte. Quando la vide il proprietario s'illuminò. Quel vestitino da cameriera le stava d'incanto! Diede una gomitata al moro, costringendolo a girarsi. Quando la rosa vide il suo sguardo puntato verso di lei abbassò gli occhi. Si mise ad osservare il vestito. Un vestitino da cameriera, tutto nero, che le arrivava un po' sotto delle ginocchia. Le maniche erano corte e finivano con una striscia bianca che cingeva il braccio all'altezza del seno. In più aveva dei bottoni, di colore bianco, che finivano all'altezza dei fianchi, ai quali era legato un grembiulino bianco che ricopriva una piccola parte della gonna e che era legato dietro grazie a un fiocco del medesimo colore.

-Allora Sasuke, non è stupenda?-

Il ragazzo fece una smorfia. Era...accettabile. Ma in fondo a lui che interessava? Era solo uno stupido vestitino lolita che era stato conservato con tanta cura da un vecchio maiale! Sbuffò. E poi tutte quelle cerimonie erano alquanto ridicole...

-Bene Sakura-

Le disse amichevolmente Jiraiya.

-Sei assunta-

Lei s'inchinò, non si sa bene quante volte, continuando a ringraziarlo e dicendogli che avrebbe lavorato sodo. Poi sembrò risvegliarsi da qualcosa, e chiese all'uomo quanto tempo avrebbe dovuto lavorare lì e quanto era il compenso. Lui le rispose che iniziavano alle nove del mattino, ma naturalmente lei doveva essere lì un po' prima, e che avrebbero finito alle otto di sera. Ovviamente c'era la pausa pranzo che iniziava intorno all'una e durava un'oretta.

-Quanto alla paga, bè divideremo in tre il guadagno-

La ragazza alzò un sopracciglio.

-Come in tre? Ma...ma non c'è uno stipendio fisso?-

Sasuke scosse la testa, scocciato dall'idea di doverle spiegare tutto.

-Prima del tuo arrivo Haruno...-

Si sentì sollevata nell'udire che l'Uchiha aveva smesso di darle del lei. La faceva sentire vecchia!

-...a mandare avanti questo posto eravamo solo in due. Ce la cavavamo abbastanza bene e il profitto era buono-

La guardò male.

-Speriamo solo che con te tutto questo non diminuisca-

La rosa sbuffò. Ma cosa si lamentava? In fondo era stato lui a portarla lì, e lei aveva accettato un suo passaggio in moto solo perchè...perchè non aveva scelta, ecco! Che antipatico. Jiraiya gli diede una pacca sulla spalla.

-Ma no, ma no! Con la nostra cara Sakura tutto ciò aumenterà, ne sono sicuro-

Lei sorrise, ringraziandolo mentalmente. Certo, lei non avrebbe deluso le sue aspettative!

-Bene caro Sas'ke, ora falle vedere come si fa io vado a sbrigare delle pratiche-

E detto questo lasciò i due ragazzi da soli.

 

Sakura finì di preparare il caffè, così come le aveva spiegato il moro, e lo servì al cliente sorridendo. Quel lavoro le piaceva, non lo trovava affatto noioso. Però...però non poteva fare a meno di sbirciare ogni volta che poteva l'orologio appeso al muro. Le undici e mezza. Prese un bicchiere e cominciò a riempirlo d'acqua. Chissà come stavano le gemelle, non le avevano fatto neppure una telefonata. Stavano ancora dormendo? Non riuscivano a usare il telefono per chiamarla? Avevano per caso aperto a qualcuno disubbidendole? Ma avevano trovato il biglietto che le aveva scritto? Ah! Perchè si doveva preoccupare così tanto?

-Haruno-

Si voltò di scatto verso il ragazzo e abbozzò un sorriso.

-Sì Uchiha, cosa c'è?-

-Stai rovesciando tutto...-

E le indicò davanti a lei. L'acqua ormai stava bagnando il pavimento. Si fermò di colpo cominciando a scusarsi.

-Stà solo più attenta-

Le disse freddamente il moro, poi le diede le spalle e si dedicò ad altro. Bah, che ragazza distratta. Era proprio sicuro di aver sentito cantare lei l'altra sera? Stava cominciando ad avere dei dubbi...sbuffò. Scemenze. Sasuke Uchiha non sbagliava mai. Se diceva che era lei, allora era lei! Guardò il palchetto. Forse doveva solo obbligarla a cantare...ma come? Forse obbligandola a prendere un microfono in mano. Bè, era un metodo un po' brusco, però poteva funzionare...scosse la testa. Lui e i suoi metodi bruschi! Le diede una veloce occhiata. Prima doveva innanzitutto instaurare una specie di dialogo. Rise solo all'idea. Lui che ormai parlava solo col fratello doveva iniziare a dialogare con una sconosciuta? Mah. Si mise ad osservarla distrattamente. Lei stava piegata a terra cercando di rimediare al pasticcio combinato. Era...buffa...Le diede immediatamente le spalle, cominciando a guardare fuori. In quel momento stava passando un ragazzo dall'aria annoiata. L'Uchiha non si soffermava quasi mai a vedere come le persone apparivano all'esterno, ovvero il colore degli occhi, i capelli etc...preferiva soffermarsi, invece, a vedere le loro “emozioni”, i sentimenti che riuscivano a esprimere con lo sguardo. Così fece anche di quel ragazzo dall'aria annoiata. Molto probabilmente aveva intrapreso quella passeggiata al fine di trovare qualcosa che lo stuzzicasse. Il moro vide che il ragazzo aveva voltato lo sguardo verso la finestra, intento a guardare dentro il locale. Dalla sua espressione dedusse che non sarebbe entrato, ma poi qualcosa sembrò catturare la sua attenzione. Nei suoi occhi apparì una specie di luccichio e un sorrisetto malizioso gli si dipinse sul volto. Si avvicinò al vetro e cominciò a guardare dentro con maggior interesse. Incuriosito, Sasuke seguì il suo sguardo e notò che si soffermava sulla rosa, intenta a lavare delle tazzine da caffè e a lanciare occhiate all'orologio. Il moro cominciò ad osservare in silenzio la scena, ora non era più sicuro che il ragazzo non sarebbe entrato. Sakura guardò per l'ennesima volta la lancetta che non voleva decidere a muoversi e sospirò. Basta, aveva deciso. Nella pausa pranzo avrebbe telefonato alle gemelle. Sorrise, finalmente calma e finalmente serena si accorse del ragazzo che la stava fissando. Quando lui vide che l'oggetto che avrebbe messo fine alla sua noia aveva incrociato il suo sguardo le fece l'occhiolino. L'Uchiha trovava tutto ciò maledettamente stupido. Finalmente il ragazzo entrò, e si avvicinò al bancone, più precisamente dove si trovava l'Haruno.

-Buongiorno signore...-

Lui non le rispose. Era intento a fissarla con uno strano sorriso sul volto. Il moro osservava la scena irritato. Tutto ciò era controproducente...

-Desidera qualcosa da bere?-

Chiese la rosa. Ad un certo punto si ritrovò il volto del presunto cliente più vicino.

-Non ti ho mai visto da queste parti...-

-Mi sono trasferita qui da poco-

Disse velocemente la ragazza, voltandosi e cercando qualcos'altro da fare, Sasuke intanto si stava avvicinando ai due.

-Ecco...allora è per questo che prima non ti ho notata...-

Lei non rispose, ma in compenso pregava dentro di sé che il ragazzo la lasciasse in pace. Non era proprio il momento per quelle seccature.

-Potresti darmi il tuo numero, carina?-

-Credo che questo non sia possibile...e ora la pregherei di lasciarmi in pace-

Rise.

-Che caratterino...guarda che non devi fare la timida, sai?-

E detto ciò allungò il braccio verso di lei, ma prontamente qualcuno lo bloccò. Il ragazzo guardò scocciato colui che lo aveva disturbato.

-Ehi tu, che diavolo vuoi?-

-La prego di lasciare in pace la cameriera...-

Lo guardò male.

-E perchè dovrei?-

L'Uchiha strinse la presa.

-Perchè glielo sto chiedendo gentilmente-

E detto ciò lasciò la presa. Il ragazzo avrebbe voluto dirgli qualcosa di più, ma lo sguardo del moro lo bloccò, così, dopo aver lanciato un'occhiataccia al locale se ne andò massaggiandosi il braccio e sbuffando. Sakura sospirò e ringraziò il suo salvatore. Lui non la degnò neanche di uno sguardo e fece per andarsene, poi si bloccò. Aveva trovato un pretesto per rivolgerle la parola, non poteva certo sprecarlo. Si fermò e senza neanche voltarsi le chiese se stava bene. La ragazza sorrise, contenta che qualcuno all'infuori dei clienti le parlasse.

-Certo, grazie a lei Uchiha...-

Lui passò alle domande successive, senza neanche stare a sentire le varie risposte che la ragazza gli dava e sempre dandole le spalle. Si voltò solo quando lei riuscì a fargli una domanda, in un momento di silenzio tra i due.

-Come mai qui tenete un palco?-

Chiese indicandolo con lo sguardo, lui sembrò contento della domanda.

-Deve sapere che la sera questa caffetteria diventa una specie di pub...-

Alla ragazza s'illuminarono gli occhi, lui se ne accorse e continuò, con una specie di sorrisetto sulle labbra e cercando di dare più enfasi alle parole.

-Non vengono molti ragazzi, per la maggior parte adulti...comunque ogni sera su quel palco si esibiscono vari aspiranti cantanti...-

La ragazza sorrise e per un momento, ma solo per un momento sia chiaro, il freddo Uchiha arrossì.

-Deve essere davvero bello...lei Uchiha ha sentito qualcuno cantare?-

Lui annuì e subito pensò che nessuno lo aveva colpito come lei l'altra sera. Ma questo preferì tenerselo per sé.

-Scommetto che dovevano essere davvero bravi-

Lui sbuffò. Quelle nullità che lui aveva sentito, bravi? Tsk. Lei poteva...poteva considerarsi brava...non loro. Però non le disse neanche questo, le disse solo che non erano questo granché. Lei sussurrò un “Ah” e si voltò verso l'orologio. Sussultò. Erano le dodici e mezza. Tra poco avrebbe potuto chiamare Fine e Rein. Chissà se stavano bene...

-Potremmo iniziare prima la pausa pranzo?-

Chiese supplicante al moro. Lui alzò un sopracciglio. Era solo il suo primo giorno e già faceva richieste? Le rispose seccamente di no e si voltò, dandole le spalle e tornando alle sue mansioni, ovvero non fare niente, dato che in quel momento non c'era nessun cliente. Bè, in effetti potevano iniziare prima la pau...scosse la testa. Gli orari di lavoro dovevano essere rispettati. Si voltò leggermente a sbirciare ciò che faceva la rosa. Si teneva la testa con le mani, i gomiti poggiati al bancone e fissava l'orologio. Chissà cosa aveva di così importante da fare. Sbuffò. Comunque a lui non importava. Purtroppo alla ragazza, però, importava fin troppo. In quel momento si stava dando della stupida mentalmente. Come aveva potuto lasciare le gemelle sole a casa? Non lo aveva mai fatto prima! Prima loro rimanevano con...

-Haruno-

Si voltò verso il ragazzo moro. Lui indicò dietro di sé e lei alzò un sopracciglio, non riuscendo a capire.

-Jiraiya ha detto che possiamo iniziare prima la pausa-

I suoi occhi si illuminarono. Poteva...poteva chiamare Fine e Rein! S'inchinò varie volte, continuando a ringraziare l'uomo, che le sorrideva gentilmente. Poi guardò il ragazzo.

-Bene Uchiha, andiamo?-

Alzò un sopracciglio.

-Come?-

Che credeva quella? Che avrebbero pranzato insieme?

-Io non conosco la zona, quindi preferirei che...-

-Avanti Sas'ke! Non vorrai rifiutare di pranzare con questa ragazza?-

Veramente era proprio quello che intendeva fare.

-Avanti, andate! Ah, e questa volta offro io!-

La ragazza ringraziò ancora una volta l'uomo, poi uscì dal locale seguita da uno svogliato Uchiha. Ma chi glielo aveva fatto fare?

 

La bambina dai capelli rossi cadde dal suo letto, perchè la gemella la tirò giù. A terra si massaggiò il sedere dolorante e guardò male la sorella dai capelli azzurri. Che motivo c'era di svegliarla così presto? Erano solo...sbirciò l'ora sulla sveglia...era solo mezzogiorno meno un quarto! Rein le mise davanti agli occhi il foglio che aveva trovato sul tavolo della cucina. Fine la guardò confusa.

-Che ci devo fare io con questo?-

-Aiutami a leggerlo-

La rossa sospirò. Avevano solo sei anni e Sakura si ostinava a scrivere loro dei bigliettini. Va bene, lei aveva insegnato precocemente a leggere alle gemelle, ma loro trovavano lo stesso difficile la cosa! Rein si mise a sedere sul letto e la gemella la imitò, andando vicino a lei, poi la rossa prese con la mano destra un'estremità del foglio, e la gemella l'altra estremità, ma con la sinistra.

-Dunque...-

La piccola Fine alzò un sopracciglio e provò a leggere a voce alta con la sorella.

-Ca....care Fine...-

-...e Rein...io devo cerca...cercarmi un lavoro e voi...-

-...voi dovete stare a...a casa e...-

Le due fermarono la lettura, poi si guardarono negli occhi.

-Fine, non capisco questo punto...-

La rossa ci pensò un po' su. Rimanere...aprire...assolutamente...chiuse...nessuno...entrare.

-Ci sono! Ci ha raccomandato di aprire se sentiamo bussare e non rimanere in casa da sole troppo tempo!-

Rein la guardò dubbiosa.

-Sei sicura...a me pare che...-

-Dai Rein! In fondo i vicini le stanno simpatici, no? Ah e poi...-

-Poi cosa?-

Sorrise alla gemella.

-Dice che il nostro pranzo è nel frigo! Yeah! Buon appetitooo!-

Disse correndo velocemente verso la cucina.

 

I due erano seduti su una panchina poco distante dalla caffetteria. I bento che avevano comprato in un supermercato più in là erano sulle loro gambe, ancora sigillati. Un imbarazzante silenzio regnava tra i due, ma nessuno sembrava preoccuparsene. Sakura pensava alle gemelle con il cellulare in mano e digitando i vari numeri che componevano il suo telefono di casa. Pigiò il tasto verde e mise il cellulare all'orecchio.

-Il numero selezionato non è valido-

Imprecò a bassa voce chiudendo la chiamata. Com'era possi...sgranò gli occhi. Aveva digitato il numero sbagliato. Sospirò. Aveva digitato il suo vecchio numero...

-Accidenti...non riuscirò mai a chiamare Fine e Rein...-

L'Uchiha non le badò, e aprì la scatola del suo pranzo cominciando a mangiare. La rosa gli gettò una veloce occhiata. Com'era freddo quel ragazzo. Cercò di ricomporre il numero giusto, ma anche questa volta le dissero che il numero non era valido. Stava cominciando a perdere la pazienza.

-Uffa...qualcuno lassù non mi sopporta, dato che non riesco a chiamare...-

Anche questa volta Sasuke rimase in silenzio. L'Haruno sbuffò.

-Quindi proprio non mi sopporti tu, eh?-

Lui la guardò freddo.

-Potresti almeno fingere e dire frasi di circostanza, sai?-

Il moro inghiottì il riso che aveva precedentemente preso con le bacchette.

-Da quando in qua non mi da del lei, Haruno?-

Lei sbuffò un'altra volta.

-Mi scusi signor Uchiha, ma vede a me questi convenevoli non sono mai piaciuti-

Inghiottì un altro boccone.

-Non è educata, mia cara...-

Rispose canzonatorio il ragazzo. Sembrava quasi divertirsi...

-Mi prende in giro?-

-Abbassi la voce, per favore-

Lei si alzò, sempre col bento e il telefono in mano.

-Ora me ne vado, così sarà contento...arrivederci-

-L'importante è che sappia come ritornare alla caffetteria-

Si bloccò, poi tornò indietro e si risedette al proprio posto. Accidenti, perchè non aveva controllato la strada? Aprì il proprio bento e cominciò a mangiare, dopo un po' si bloccò, tornando a guardare malinconica lo schermo del telefonino.

-Mi scusi se prima ho perso la pazienza ma vede...-

Lui le lanciò un'occhiata, sempre continuando a mangiare.

-Non ho mai lasciato le gemelle da sole io...io...-

Sospirò, poi cercò di sorridere.

-Forse mi preoccupo troppo...-

-Anche io mi preoccupo sempre per mio fratello-

Lo guardò, stupita che le avesse rivolto gentilmente la parola, ma non sapeva che il ragazzo era più stupito di lei. Come...come mai le diceva queste cose?

-Mi preoccupo da quando eravamo piccoli...-

Sakura gli sorrise dolcemente.

-Tu e Itachi siete molto legati, eh?-

Lui, naturalmente non le rispose. La rosa si poggiò con la schiena alla panchina.

-Però la mia è una preoccupazione un po'...diversa credo...-

Questa volta Sasuke si voltò completamente verso la ragazza. Stranamente in quel momento lei era riuscita a catturare la sua attenzione. Non ci riusciva mai nessuno, neanche Itachi. Lo...lo incuriosiva...già, forse era quello. Era una strana ragazza, che si trovava in un posto che sembrava non appartenerle. Tutti gli inquilini del palazzo erano diversi da lei. Nessuno faceva caso a nessuno e questo andava bene a tutti, ma si sa che gli equilibri esistono anche per essere spezzati e il minore degli Uchiha in fondo, ma molto in fondo, sperava che un giorno qualcuno venisse a spezzare quell'equilibrio, quella incessante monotonia che non riusciva più a sopportare. Forse grazie a quella specie di distrazione avrebbe riempito le sue vuote giornate che sembravano non finire mai. Forse non era un caso che quella ragazza così solare fosse capitata lì, proprio nell'appartamento vicino a lui, in quella strana palazzina. Solo ora il moro si stava cominciando a chiedere come mai una come lei era finita lì, tra gente come loro. Probabilmente non sapeva, o faceva finta di non sapere. Comunque a Sasuke questo importava poco. Gli importava poco se diciotto anni fossero la sua vera età o che strano legame ci fosse con le sue sorelle minori. Già, non gli importava, ma non poteva fare a meno di porsi delle domande.

-Diversa in che senso?-

Sobbalzò e strinse nella mano il telefono, poi lo guardò, abbozzando un sorriso.

-No...niente...non farci caso...-

Rimase in silenzio continuando a fissarla e la cosa imbarazzò molto la rosa. Doveva cercare di cambiare discorso, così cominciò a farfugliare qualcosa al moro su come fosse adorabile il suo cagnolino. Siccome, però, il discorso non lo soddisfaceva rispondeva a monosillabi o si limitava a stare in silenzio. A lui non importava niente di Akamaru, in quel momento, l'unica cosa che riusciva a fare era porsi delle domande sulla nuova arrivata.

 

La rosa salutò Jiraiya e si diresse assieme al moro verso la moto di lui. Ormai l'orario di lavoro era finito, erano le otto e dall'inizio della giornata l'Haruno non aveva fatto altro che pensare alle gemelle. Non era riuscita a chiamarle e la cosa la preoccupava. Guardò la busta che teneva in mano, dentro c'era la sua “uniforme”. Sorrise pensando che probabilmente le bambine l'avrebbero trovata adorabile. Il ragazzo le passò il casco e mise la busta nel bauletto, poi accese la moto e ripartirono verso casa. Arrivati, la ragazza scese velocemente dalla moto e mentre l'Uchiha la parcheggiava nel solito punto andò velocemente verso l'ascensore e lo chiamò. Il ragazzo dovette prendere svogliatamente la busta della vicina di casa e seguirla per non perdere l'ascensore. Non aveva voglia di fare le scale. I due stavano davanti alla porta, aspettando il mezzo che li avrebbe portati all'ottavo piano e, dopo un po' le porte si aprirono. Uscì un ragazzo sulla trentina, lo sguardo perso nel vuoto. La rosa lo salutò cordialmente e quello le passò accanto senza calcolarla minimamente. Sbuffò, lamentandosi col moro dei maleducati che abitavano nel palazzo. Sasuke la guardava confuso. Non aveva ancora capito come andavano le cose laggiù? Finalmente il numero otto si illuminò, le porte si aprirono e Sakura si fiondò immediatamente verso la porta di casa, il ragazzo la seguiva lentamente sempre con la busta in mano. Ad un certo punto si bloccò, vedendo che la ragazza fissava l'entrata di casa sua con gli occhi sgranati. Passò velocemente lo sguardo da lei alla porta, notando che era socchiusa. La rosa corse velocemente verso casa chiamando i nomi delle gemelle e posando ovunque lo sguardo sperando di poterle vedere. Il moro stava sullo stipite della porta guardando la scena annoiato. Quella si preoccupava troppo. Non era possibile che quelle bambine fossero uscite dalla palazzina. Ad un certo punto sentirono un rumore provenire dalle stanze da letto. Sakura si avvicinò, ma proprio in quel momento qualcosa le venne incontro e la sorpassò, passandole sotto le gambe. Sasuke alzò un sopracciglio. Che ci faceva Akamaru lì? Nello stesso momento arrivarono le bambine correndo, forse cercavano di prendere il cagnolino e dietro di loro il moro riuscì a scorgere il fratello.

-Fine, Rein!-

Esclamò felice la ragazza, che, non riuscendo a mantenere l'equilibrio dato che le gemelle le erano arrivate contro cadde col sedere per terra, ma non sembrò preoccuparsene. Era contenta di vedere che stavano bene. Le abbracciò e per poco le due non soffocarono. Il moro guardava tutto ciò disgustato, poi lanciò un'occhiataccia al fratello e lui gli sorrise.

-Ehilà Sas'ke-

-Che ci facevi tu qui Itachi?-

Il maggiore degli Uchiha si mise una mano dietro la testa e cominciò a ridere.

-Sai Sas'ke, ero venuto per chiedere una cosa a Haruno, ma non l'ho trovata in casa-

La rosa guardò interrogativa il ragazzo.

-Già e poi Itachi e Akamaru...-

-...sono rimasti a giocare con noi-

Spiegarono le bambine. Sakura si rialzò e fece un inchino all'Uchiha.

-Allora la ringrazio Uchiha...-

-Chiamami pure Itachi-

Gli sorrise, poi spostò lo sguardo sulle gemelle e mise entrambe le mani sui fianchi.

-Vi avevo raccomandato di non aprire a nessuno-

-Ma...-

-...noi...-

-Non potete aprire a chiunque bussi alla porta!-

Le due abbassarono gli occhi tristemente.

-Ci...-

-...dispiace-

L'Haruno sospirò e infine si rivoltò verso il fratello di Sasuke.

-Bè Uchi...Itachi...grazie-

Lui le sorrise dolcemente.

-È stato un piacere...e poi queste due sono così adorabili!-

Disse posando le mani sulle teste delle gemelle.

-Se ti serve aiuto con loro non esitare a chiamarmi, d'accordo?-

La rosa annuì e ringraziò ancora una volta. Sasuke, che non riusciva a sopportare la scena da bella famigliola felice, fece capire al fratello che se ne sarebbe andato, così Itachi salutò le tre e, con Akamaru in braccio, entrò nel suo appartamento. Dopo che gli Uchiha furono usciti calò un po' di silenzio nell'appartamento. Fine e Rein avevano paura che la rosa fosse arrabbiata con loro, ma in realtà Sakura era arrabbiata con se stessa, perchè le aveva lasciate sole in casa. Fortunatamente il silenzio fu rotto dalla rossa che indicò la busta che Sasuke aveva lasciato sul divano, chiedendo cosa fosse.

 

Dopo che i due fratelli ebbero finito di cenare, il più piccolo tra i due si mise a sedere sul divano e accese la televisione. Lo schermo si accese, e la voce di uno dei nuovi cantanti emergenti si diffuse nella stanza. In quel momento il moro si ricordò che non era riuscito a far cantare l'Haruno. Domani doveva riuscirci, assolutamente. Voleva risentire la sua voce cristallina e provare le stesse emozioni che aveva provato quando l'aveva sentita la sera scorsa. Voleva sentirla e ci sarebbe riuscito. Itachi si sedette vicino a lui tutto sorridente. Il moro non ci badò e continuò a fissare lo schermo.

-Allora Sas'ke...-

Lo guardò distrattamente.

-Cosa intendi fare con Sakura?-

Alzò un sopracciglio. Che si era fumato suo fratello?

-È così adorabile! E anche le sue sorelline lo sono...-

Sbuffò. E con questo?

-Potrebbe essere la ragazza ideale per te Sas'ke! È tutto l'opposto di te-

Disse ridendo.

-Lei è tutto l'opposto dei tizi che abitano questo palazzo, Itachi-

Il maggiore guardò il fratellino. Ora non rideva più.

-Non dovrebbe stare qui-

Sbuffò.

-Invece, proprio perchè è tutto l'opposto, dovrebbe stare qui! Forse lei riuscirà a farti entrare in quella zucca qualche bel pensiero!-

Silenzio. Se con bel pensiero intendeva quelli che aveva lui con le Idol ventenni, allora preferiva continuare a pensare le cose di sempre. Itachi abbassò lo sguardo e Sasuke, stanco di stare lì con lui, si alzò e si diresse in camera.

-Ricordati Sas'ke...-

Si bloccò prima di entrare in camera.

-Ognuno prende le cose a modo suo. C'è chi riesce, o almeno cerca, di mascherarle dietro una maschera o chi semplicemente si chiude in sé stesso come stai facendo tu-

E il ragazzo chiuse la porta sbattendola rumorosamente. Itachi continuò a guardare il pavimento, seduto sul divano e intanto delle lacrime cominciarono a rigargli il volto. Lui voleva solo aiutare suo fratello a uscire dal suo isolamento.

 

-Fine, Rein, è ora di andare a dormire-

-Uffa!-

Brontolarono in coro le due.

-Non lamentatevi e andate in camera-

Sbuffando obbedirono alla rosa che, sospirando, si mise a sedere su una delle sedie della cucina. Guardò fuori dalla finestra. Perchè lui non era lì con loro? Sia alzò e si diresse verso la camera delle gemelle, dopo che loro l'avevano chiamata a gran voce. Si affacciò e trovo le due coricate nei loro lettini. Sorrise.

-Cosa c'è ora?-

-Ci canti...

-...qualcosa?-

Sussultò. Come? Scosse la testa, dicendo loro che dovevano dormire ora, ma Fine e Rein non si arrendevano, così Sakura si mise a sedere al centro della stanza, una mano sul letto di Fine e l'altra su quello di Rein.

-When I am down and, oh my soul, so weary...-
Le due piccole si guardarono e sorrisero.
-When troubles come and my heart burdened be...-
Piano, piano la melodia le catturò interamente e cominciarono a socchiudere gli occhi.
-Then, I am still and wait here in the silence...-
Sakura cantava trattenendo le lacrime. Quella canzone l'avevano scritta insieme per le gemelle.
-Until you come and sit awhile with me-

Guardò le gemelle e sorrise. Si erano addormentate. Si rialzò e si diresse verso il balconcino. Ora che aveva cominciato non riusciva più a smettere.
-You raise me up, so I can stand on mountains...-
A lei piaceva tanto quella canzone, perchè le ricordava i giorni felici trascorsi insieme. Non riusciva, non poteva dimenticarlo e non lo avrebbe mai fatto.
-You raise me up, to walk on stormy seas...-
In quel momento il moro se ne stava poggiato alla parete di camera sua. Gli ci voleva proprio quella specie di discussione con suo fratello. Chiuse gli occhi, sperando di poter risentire la voce melodiosa dell'altra notte. Aveva tenuto la finestra aperta apposta.
-I am strong, when I am on your shoulders...-
Sorrise. E infatti non sbagliava.
-You raise me up: To more than I can be-
Se possibile, quella canzone era anche più bella della precedente. Il moro cominciò a perdersi in ricordi, alcuni dei quali non pensava nemmeno di avere, e una lacrima gli rigò la guancia.
-There is no life - no life without it's hunger, Each restless heart beats so imperfectly...-
Lei stava bene. Quando cantava stava davvero bene. Solo in quel momento poteva sentirsi davvero libera, libera da tutto.
-But when you come and I am filled with wonder, Sometimes, I think I glimpse eternity-
Sasuke scacciò velocemente con la mano quella cosa che gli stava bagnando la guancia. Accidenti, stava piangendo. Non credeva che sarebbe più riuscito a piangere...
-You raise me up: To more than I can be-

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Capitolo 3
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 3 ***


*
Quella mattina la rosa si svegliò prima del solito, ansiosa di cominciare un'altra giornata di lavoro. Si vestì, non curandosi troppo dei suoi abiti, dato che dopo avrebbe dovuto cambiarli con il vestito da cameriera. Fece colazione e finì di prepararsi, prese la borsa con dentro la divisa, chiavi e, dopo aver sbirciato nella camera delle gemelle, uscì di casa, chiudendo dietro di sé la porta. Proprio in quel momento vide la vicina bionda rientrare nel suo appartamento. La salutò cordialmente e quella sbuffò. Mah, che maleducata! Prima che Kilari potesse entrare nel suo appartamento, l'Haruno la bloccò. Lei si voltò verso la nuova vicina, guardandola irritata. Che voleva quella?
-Senti, Yagami...mi sono appena ricordata di non avervi ancora ricomprato lo zucchero così...-
-Così cosa? Guarda che non siamo dei poveracci, non importa che ce lo ricompri-
-Ah, no ma io...io insisto!-
La bionda la strattonò, riuscendo a entrare in casa e chiudere la porta, non prima di averle detto “Lasciaci in pace!”. La rosa guardava stupita la porta. Che ragazza antipatica. In quel momento il moro uscì di casa e fece in tempo a vedere la sua nuova collega di lavoro fare la linguaccia ad una porta chiusa. Quella era tutta matta. Sakura si accorse che il ragazzo la fissava stranito e abbassò lo sguardo imbarazzata. Infine gli augurò il buongiorno e, stranamente, il moro rispose al saluto. I due entrarono nell'ascensore e lui pigiò il tasto del piano terra.
-Tu conosci gli Yagami?-
L'Uchiha rimase in silenzio.
-Sì, insomma...tu e Itachi siete loro amici o no?-
La guardò alzando un sopracciglio.
-No, li conosciamo solo perchè sono i nostri vicini-
-Quindi non sai niente di loro?-
-Perchè ti interessa tanto?-
Lei sobbalzò, poi guardò da un'altra parte imbarazzata.
-Niente...era solo per sapere...-
Le porte dell'ascensore si aprirono e i due si diressero verso la moto del ragazzo in silenzio. Solo quando prese in mano il suo casco la rosa riprese a parlare.
-Perchè la Yagami è così scontrosa? Eppure suo fratello è così...gentile...-
-Se si è fratelli non bisogna per forza essere uguali-
La ragazza s'infilò il casco. Pensando che forse il ragazzo aveva ragione. Però...com'era gentile Yagami...è stato il primo che le ha rivolto gentilmente la parola. Le sue guance s'imporporarono un poco. Le piaceva quando gli altri erano gentili con lei e con le gemelle, ovviamente. Anche lui era sempre stato gentile...
 
-Kilari con chi stavi parlando?-
Chiese il ragazzo castano mentre si versava il caffè nella tazzina.
-Con la svitata dell'appartamento accanto-
Si bloccò. Haruno? E che voleva da sua sorella?
-Cosa voleva?-
-Continuava a insistere per la storia dello zucchero...che idiota...non siamo morti di fame!-
-Era solo gentile, Kilari...e ovviamente tu l'hai trattata male...-
Sbuffò. E con questo?
-Invece tu tratti sempre tutti bene, vero Light? Mi fai schifo...-
Sospirò posando la macchina del caffè sul tavolo.
-Si chiama educazione-
Sorseggiò un po' del caffè, mentre seguiva con lo sguardo la sorella che si dirigeva in camera.
-E ora dove vai, Kilari?-
-Devo fare le prove al pub-
Rispose irritata dalla domanda del fratello. In fondo lei non sprecava il suo tempo come faceva lui.
-Ma sei appena tornata!-
-E allora? Sono anche in ritardo non farmi perdere tempo-
Il ragazzo finì il suo caffè e posò la tazzina nel lavandino, poi notò che la sorella si stava dirigendo verso la porta, ma si bloccò prima di aprirla.
-Hai fatto...quello che ti avevo...-
-Me ne sto occupando, non preoccuparti-
Rispose frettolosamente il ragazzo. La bionda gli lanciò uno sguardo veloce.
-Ah e poi...la questione Haruno...-
Light la guardò, non capendo cosa volesse dire.
-Io quella ragazza...l'ho già vista da qualche parte...-
E se ne andò, chiudendo la porta dietro di sé e lasciando il fratello a fissare l'entrata di casa.
 
La rosa salutò sorridente un altro cliente che usciva dal locale, il moro la osservava impassibile. Non poteva...non poteva fare a meno di guardarla. Quella ragazza così...strana. Mentre la stava osservando, non si accorse di una cliente che gli stava chiedendo un caffè. Quando finalmente la notò si voltò verso di lei, incrociando il suo sguardo, ma senza guardarla veramente. Lei ripeté l'ordine e lui si mise a preparare il caffè. Accidenti, per colpa di quello stupido confetto dalla bella voce si stava distraendo dai suoi doveri. Perchè l'Haruno doveva essere così maledettamente interessante ai suoi occhi? Diede la tazzina alla cliente, che lo ringraziò incantata. La bellezza dell'Uchiha non sfuggiva a nessuno, forse era proprio per quello che le ragazze andavano in quella caffetteria. Probabilmente, se non fosse per il moro, sarebbe popolato solo da uomini. Sakura si mise a osservare il suo bel collega mentre prendeva i soldi alla cliente. L'aveva incantata, come aveva fatto? Si diede della stupida. Era un bel ragazzo, per questo lei era rimasta imbambolata! Però, se lo avesse conosciuto un po' meglio forse non le sarebbe più piaciuto, forse... In fondo era un ragazzo freddo e antipatico. Già, niente in confronto a Yagami. Cominciò a fissare la vetrata davanti a sé. Yagami...che ragazzo dolce e gentile...doveva assolutamente ricomprargli lo zucchero, sennò avrebbe fatto la parte dell'approfittatrice e non voleva. Era stato molto gentile con lei, molto... Sbuffò. Sua sorella invece...ah! Che maleducata! Poteva almeno far finta che la nuova vicina le piacesse, no? Mpf. Però...ora che ci pensava meglio, nessuno a parte Yagami e Itachi l'avevano trattata gentilmente. Per gli altri era come se si fosse aggiunta una seccatura in più. Lanciò un'occhiata al moro. Anche per lui. Sospirò, per poi tornare alla realtà e servire un nuovo cliente. Il moro intanto la stava di nuovo guardando. Cavolo, doveva trovare un modo...doveva! Ma come...
-Tell me something I don't Know...-
I due ragazzi si voltarono entrambi verso il palchetto e l'Uchiha fece una smorfia. Bene, e così oggi lei veniva a cantare? La musica cominciò a espandersi nel locale e i clienti lanciavano delle occhiate verso il palchetto. Sakura guardava tutto ciò incantata.
-Everybody tells me that it's so hard to make it, it's so hard to break in, there's no way to fake it...-
Alla rosa luccicavano gli occhi nel vedere quella ragazza cantare, la quale altri non era se non Kilari. Sasuke sbirciò l'espressione della nuova vicina e sghignazzò soddisfatto.
-Everybody tells me that it's wrong what I'm feeling, I shouldn't believe in the dreams that I'm dreaming...-
L'Haruno trovava tutto quello maledettamente bello. Quanti...quanti ricordi... Il moro invece non capiva il motivo del suo entusiasmo, confondendolo per ammirazione nei confronti della Yagami. A lui lei non piaceva per niente.
-I hear it everyday, I hear it all the time, I'm never gonna amount to much, but they've never gonna change my mind, oh!-
La trovava fastidiosa e senza alcun sentimento. L'esatto opposto della rosa.
-Tell me, tell me, tell me something I don't know, something I don't know, something I don't know...-
La biondina era super concentrata. Anche se quella era soltanto una prova mattutina doveva dare il massimo.
-Tell me, tell me, tell me something I don't know, something I don't know, something I don't know...-
Doveva essere perfetta, sempre. Sakura la ammirava, con una punta di gelosia. Voleva...voleva salirci anche lei sul quel palco, ma ormai che senso avrebbe avuto?
-How many inches a mile, what it takes to make you smile teach ya not to treat me a child, baby...-
La musica, le luci, ma soprattutto la sua voce. Tutto doveva essere assolutamente perfetto, affinché lei avesse successo.
-Tell me, tell me, tell me something I don't know, something I don't know, something I don't know...-
Già tutto doveva essere maledettamente perfetto...
-Tell me, tell me something I don't know...tell me, tell me some...-
Si bloccò di colpo, voltandosi arrabbiata verso colui che dirigeva il suono. Tutti i presenti, a parte il moro, la guardavano confusi. Che diavolo stava facendo?
-Ehi tu, maledetto! Chi ti ha insegnato a lavorare, tua nonna? Non hai sentito che hai sballato di qualche secondo?-
Lui balbettò qualche scusa.
-E che cazzo me ne faccio delle tue scuse, eh? Se questo accadeva in live ero fottuta, maledetto!-
L'Uchiha sbuffò. Sempre la solita storia, quella si lamentava per niente. Com'era fastidiosa...
-Ehi Yagami, non trattarlo così male, in fondo non lo ha fatto di proposito!-
Il ragazzo strabuzzò gli occhi e la bionda guardò fredda la ragazza che aveva appena parlato.
-E tu che vuoi, Haruno?-
Già, lei che voleva? Perchè doveva intromettersi? E perchè cavolo lui non poteva fare a meno di fissarla?
-Vorrei solo che non lo trattassi così male, Yagami...commettere errori può capitare a tutti!-
Sbuffò, per poi voltarsi verso Sasuke.
-Uchiha, vedi di tenere a bada questa cameriera da quattro soldi, o io non verrò mai più a cantare qui!-
Lui ghignò.
-Credi che a me freghi qualcosa?-
Kilari strinse i pugni, per poi uscire dal locale. Quella maledetta...quella maledetta gliel'avrebbe pagata cara. Però...lei era sicura di averla già vista da qualche parte... La rosa seguì con lo sguardo la vicina, per poi tornare alla sua postazione. Scema. Ma che le era preso? In fondo lei non c'entrava niente...già...però lui non avrebbe mai lasciato che qualcuno facesse il prepotente per futili motivi. E così si rimise al lavoro, sempre sotto lo sguardo attento del moro, che non poteva fare a meno di continuare a pensare che forse lei era capitata nel posto sbagliato.
 
La rosa aprì la porta della caffetteria e entrò assieme al moro. Avevano quasi finito la loro pausa pranzo e fortunatamente lei era riuscita a parlare con le gemelle, che erano andate al parco assieme a Itachi e a Akamaru. Sasuke si poggiò al bancone, senza smettere di fissare la ragazza. Non aveva detto una parola su quello che era successo con la sorella di Yagami e la cosa gli sembrava strana. E, la cosa ancora più strana, era che non la vedeva affatto turbata. Haruno...ma cosa avrà mai nella testa? La vide avvicinarsi piano al palchetto. E ora? Che voleva fare? Aveva la testa altrove, probabilmente, e gli occhi le brillavano guardando quel microfono. Il moro la fissò ansioso, pregando che lei lo prendesse in mano e cominciasse a cantare. Voleva, voleva sentirla ancora una volta...ormai era diventata una specie di droga per lui...
-Uchiha...-
Sobbalzò nel sentirle pronunciare il suo nome.
-Uchiha...cosa bisogna fare per venire a cantare qui?-
La guardò, ancora confuso e lei arrossì imbarazzata.
-B...bè ecco...la...la mia è semplice curiosità!-
-La voce...-
Lo guardò alzando un sopracciglio.
-Devi avere la voce...insomma, devi sapere cantare...-
Sussurrò un “Oh” per poi darsi della stupida. Già, quali altre referenze dovevi avere? Mah...
-Tu...hai intenzione di farlo, Haruno?-
Sussultò, per poi voltarsi e sorridergli.
-Chiamami pure Sakura...-
Lui non la ascoltò, ma ripeté la domanda.
-Non...non credo...non sono poi così brava...-
Che bugiarda. Lui l'aveva sentita, e sapeva che non era vero, ma...avrebbe dovuto dirglielo? Forse...forse avrebbe dovuto. Mosse le labbra, intento a pronunciare il nome di lei, ma fu interrotto dalla ragazza che lo esortò a ricominciare a lavorare.
 
L'Uchiha parcheggiò al solito posto e la ragazza scese levandosi il casco, ma, nel passarlo al ragazzo si bloccò. Lui la guardò scocciato. Che aveva adesso?
-Mi sono...dimenticata lo zucchero...-
La guardò, senza riuscire a capire. Zucchero? Per Yagami? Lei, notando il suo sguardo sorrise imbarazzata.
-No, niente...lascia stare...-
Si diressero verso l'ascensore in silenzio. Solo dopo essere entrati la ragazza ricominciò a parlare.
-Dov'è il supermercato più vicino?-
Sbuffò mentalmente. Allora aveva ragione lui...
-A pochi isolati da qui...appena usciti dal palazzo basta svoltare a destra e camminare per qualche minuto...è aperto anche 24 ore su 24...-
Il viso di lei si illuminò e il moro trovo tutto questo alquanto fastidioso. Poi la rosa gli sorrise ancora una volta.
-Grazie Uchiha...-
I loro occhi si incrociarono per qualche secondo, ma poi lui riabbassò lo sguardo. Non riusciva...non riusciva a guardarla...
-Oh, siamo arrivati...-
Disse lei uscendo.
-Spero che le gemelle siano state bene con Itachi...-
Non udì nessuno risposta, ma non le importava poi così tanto. Si avvicinò alla porta e bussò, sperando di trovarle in casa. Bè, in fondo non potevano essere ancora fuori. Vide il ragazzo andare verso il proprio appartamento e lo salutò cordialmente. Lui le lanciò un'occhiata, per poi cercare nelle tasche le sue chiavi di casa. Quando riuscì a prenderle in mano e a infilarle nella toppa della serratura sentì le vocine allegre e gioiose delle due gemelle. Si voltò senza avere un preciso motivo e vide le due piccoline abbracciate alla rosa. Che quadretto tenero. Tutte e tre sorridevano felici. Felici... Fece una smorfia, per poi tornare a guardare la porta. Quando stava per aprirla e entrare venne bloccato dalla voce della gemella coi capelli azzurri.
-Sas'ke-kun aspetta...-
Si voltò, stupito che lo chiamasse.
-Perchè non vieni...-
-...a cena da noi stasera?-
Gli dissero le piccoline. Lui alzò un sopracciglio, per poi spostare lo sguardo sulla rosa che, vedendolo, gli sorrise alzando le spalle.
-Io non credo di...-
Le due lo presero per la maglietta e lo guardarono imploranti.
-Eddai...-
-...Sas'ke-kun-
-Su bambine...se ha detto che non vuole non possiamo costringerlo-
Loro si voltarono verso di lei.
-Ma Itachi-san ha detto...-
-...che avremmo mangiato tutti insieme-
Mentre i due ragazzi guardavano confusi le gemelle, il maggiore degli Uchiha fece capolino dalla porta. Sasuke strabuzzò gli occhi. Indossava un grembiulino da casalinga e aveva in mano un mestolo da cucina. Sospirò. Ma che aveva in testa? L'Haruno lo guardò, inclinando la testa da un lato. Come si era conciato?
-Saku...Haruno, perdonami ma mi sono permesso di preparare la cena per tutti...-
Lo guardò, sorridendogli.
-Tranquillo Itachi...credo che sia anche un modo per conoscerci meglio, no?-
Lui annuì con la testa, senza smettere di sorridere. Già, e così, forse, il suo caro fratellino poteva anche sciogliersi un po'... Sasuke intanto guardava la scena disgustato. Lui non voleva stare con nessuno, l'unica persona che poteva sopportare era il fratello, ma allora perchè diavolo la cosa non gli dispiaceva?
 
Kilari si mise le mani ai fianchi, continuando a fissare i vari vestiti che erano sul suo letto. Doveva mettersi qualcosa di appropriato per il live. Doveva risplendere, doveva essere magnifica. Già, doveva...
-Kilari sei qui?-
Si voltò scocciata verso il fratello.
-Che diavolo vuoi?-
-Vieni a mangiare qualcosa, prima di andartene-
Si mise a rifissare i vestiti.
-Non ne ho bisogno...-
Lui sospirò e tornò in cucina. Possibile che la sorella fosse così cocciuta. Qualcosa doveva mangiare, non poteva solo campare di successo! Sbuffò. Successo che per altro non arrivava...
-Ah, Light...-
La vide uscire dalla camera con indosso un vestito troppo corto per quella stagione.
-Ora tu...-
-Sì, non preoccuparti, ora vado al lavoro-
Le disse sorridente, peccato che lei non sorridesse affatto.
-Fà attenzione...-
Sussurrò. Lui finì di consumare velocemente la sua cena e prese la borsa.
-Stai tranquilla...-
E detto questo aprì la porta, per poi richiudersela alle spalle. Si avvicinò all'ascensore, chiamandolo col bottone e sospirò. Voltò la testa indietro, verso l'appartamento della rosa. Haruno...emanava una strana luce quella ragazza. Qualcosa di lontano a lui, ma allo stesso tempo familiare. Haruno... Spostò lo sguardo sul proprio appartamento. Perchè Kilari non poteva provare a esserle amica? Magari avrebbe imparato qualcosa. Strinse i pugni. Magari avrebbe ricominciato a sorridere. Sorridere...il sorriso della rosa era qualcosa di stupendo. Qualcosa che probabilmente non avrebbe dovuto stare lì. Le porte dell'ascensore si aprirono e lui entrò. Haruno...dove diavolo l'aveva già vista?
 
Le due gemelle portarono contemporaneamente alla bocca il riso che avevano preso con le bacchette. Erano felici di poter stare con i due fratelli Uchiha, li trovavano molto simpatici e in particolar modo il più piccolo dei due. Peccato però, che lui non condividesse con loro il pensiero di “felicità”. Lui voleva solo tornarsene a casa...lanciò un'occhiata alla ragazza che gli stava di fianco. Anzi, lui voleva solo sentirla cantare. Itachi alzò gli occhi dalla sua ciotola, per poi posarli sul fratellino e sghignazzare mentalmente. Ah, Sas'ke, Sas'ke... Sakura, intanto, consumava silenziosamente la sua cena. Non sapeva cosa dire per sciogliere il ghiaccio e sperava nell'aiuto del moro o in quello delle gemelle, ma niente. Alla fine si decise lei a parlare.
-Allora Itachi-san...tu di cosa ti occupi?-
Guardò il volto sorridente della ragazza.
-Bè, ecco io...in realtà...-
-Dorme tutto il giorno e crea solo problemi-
La rosa si voltò verso il moro che aveva parlato e l'altro rise.
-Come sei crudele Sas'ke...-
Sbuffò.
-Dico solo le cose come stanno...al posto di cercare un lavoro perdi il tuo tem...-
Un calcio del fratello non gli permise di finire la frase. Lo guardò interrogativo, mentre l'altro lo fissava grave. Ma che diavolo... Sussultò, voltandosi verso l'Haruno che guardava tristemente la propria ciotola.
-Scusatemi...è colpa mia...-
L'Uchiha maggiore mosse le labbra, per dirle qualcosa che la facesse stare meglio, ma fu preceduto dalla ragazza, che li guardava cercando di sorridere.
-Da domani cercherò una scuola per Fine e Rein, così non dovrai occupartene tu...-
-Ma Sakura!-
Si lamentarono le piccole all'unisono.
-È giusto così bambine...non dobbiamo sfruttare la loro gentilezza-
-Però noi ci divertiamo tanto assieme a Itachi e Akamaru!-
Disse la rossa e l'altra annuì.
-E poi non vogliamo andare a scuola!-
Piagnucolò la bambina dai capelli azzurri. La rosa le guardò. Già, loro preferivano stare in famiglia...però ora lei non poteva assecondare questo desiderio.
-Dai Sakura...per me non è un problema, davvero-
Fissò il volto sorridente del moro.
-Ma almeno permettimi di darti qualcosa...-
Lui rise, rispondendole con un “Vedremo, vedremo...”. Sasuke guardava tutto ciò come straniato dalla scena. Lui...lui stava quasi per scusarsi con la ragazza per averla in qualche modo ferita. Lui...Sasuke Uchiha! Ma che gli stava prendendo?
-...L'assassino Kira ha colpito ancora una volta, questa volta nel distretto...-
Il suono del televisore fece girare i tre. Il moro dai capelli corti fissò lo schermo con volto inespressivo e così fece anche il fratello, la rosa invece cominciò a tremare. Un assassino...che colpiva nella loro stessa città... Guardò le gemelle, ordinando loro di cambiare canale e loro scelsero un canale musicale.
-Chissà chi è...questo Kira...-
Sasuke la guardò alzando un sopracciglio. E a lei che importava? Fissò il suo volto preoccupato. Comunque lui lo sapeva già, o almeno aveva dei sospetti... Itachi si alzò da suo posto. L'aria si era fatta pesante...urgeva cambiare argomento. Cominciò a sparecchiare, seguito poi a ruota dalla ragazza, che insisteva per fare tutto da sola, ma lui si rifiutò gentilmente facendola sedere di nuovo. Rimasero in silenzio per un po', silenzio disturbato solo dal rumore che produceva la televisione.
-Che brava questa Idol-
Commentò l'Uchiha maggiore, lanciando uno sguardo allo schermo. Per tutta risposta il fratellino sbuffò e la rosa annuì, anche se non era molto convinta della cosa. Fine e Rein invece si voltarono contemporaneamente verso il ragazzo.
-Non è niente di che, vero Rein?-
-Giusto Fine...noi conosciamo qualcuno che canta molto meglio-
Sasuke le guardò, sicuro che parlassero di Haruno. Itachi alzò un sopracciglio, chiedendo alle gemelle chi fosse questa “misteriosa persona”. Le due si guardarono, per poi ridere.
-Bè, ma naturalmente è...-
-Fine, Rein, si è fatto tardi, è meglio che andiate a dormire-
Le bloccò la ragazza sotto lo sguardo confuso dei due Uchiha. Le piccoline brontolarono qualcosa, ma poi dovettero ubbidirle. Così dopo aver salutato i due ospiti si fiondarono in camera loro. La rosa le seguì con lo sguardo, e infine si alzò e cominciò ad aiutare Itachi. Sasuke guardava tutto ciò confuso. Perchè le aveva bloccate? Non voleva far sapere a nessuno che lei aveva una voce stupenda? Perchè poi? Continuò a fissarla. Perchè lei doveva interessarlo? Perchè diavolo, tra tutte le ragazze, doveva essere una persona come lei?

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Capitolo 4
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 4 ***


*
Stava poggiato al muro del vicoletto buio, la giacca che gli copriva interamente il viso e la borsa sotto braccio. La pistola stretta nella mano libera. Vedeva passare uno dopo l'altro i vari poliziotti e medici. Sbuffò. Tanto ormai era già morto. Aspettò che si fosse creata un po' di confusione e sgattaiolò via. Corse per vari minuti, per poi fermarsi e guardarsi le spalle. Nessuno nelle vicinanze. Aprì la borsa e estrasse l'accendino, si tolse la giacca, un po' sporca di sangue e le diede fuoco, gettandola in un cassonetto. Fece lo stesso coi pantaloni. Fissò gli indumenti bruciare e sospirò tra sé e sé. E dire che erano relativamente nuovi... Prese un pacchetto di sigarette da una tasca della borsa e l'aprì, prendendone una. La portò alla bocca e l'accese. Aspirò. Ah, questa era la cosa più piacevole di tutta la giornata. Così sì che poteva rilassarsi. Aspettò di finirla, poi la gettò nel cassonetto. Ora doveva semplicemente tornarsene a casa.
 
Erano passati un paio di giorni dall'allegra cena a casa Haruno e, da quel giorno, il moro non l'aveva più sentita cantare. La cosa cominciava ad irritarlo. La vedeva, dalla finestra di camera sua, contemplare le stelle poggiata alla ringhiera del balconcino. La guardava servire allegramente i clienti, senza però poterla sentire cantare. Diavolo, perchè la cosa lo disturbava tanto? Itachi, d'altro canto, vedendo il fratellino tormentarsi in tal modo non faceva nulla, ma sorrideva, contento che si interessasse a qualcuna. Una ragazza così gentile poi! L'Uchiha maggiore, infatti, entrato nell'appartamento della rosa per far da baby-sitter alle gemelle, aveva trovato un giornale sul tavolo della cucina, con alcune richieste di personale in vari uffici, bar o altro. Vendendolo aveva abbozzato un sorriso, pensando che forse la ragazza era sprecata per quello scemo di suo fratello. Fine e Rein stavano cominciando a provare un forte attaccamento per il fratellino di Itachi e le faceva molto piacere che la rosa lo frequentasse. Così erano passati questi due giorni, e l'Haruno ancora non era riuscita a ridare lo zucchero a Yagami... La mattina del terzo giorno la ragazza si ritrovò a fissare la porta del bel vicino dai capelli castani. Avrebbe dovuto bussare? E perchè, poi? Per dirgli che ancora non era riuscita a comprare stò benedetto zucchero? Si avvicinò inconsciamente e protese il dito verso il campanello, ma si bloccò subito. Ripensò alla cena avuta con gli Uchiha. Forse...forse doveva invitare anche Yagami, così, per ringraziarlo della sua gentilezza. Bussò timidamente alla porta, sicura che le avrebbe aperto Light. Al contrario si ritrovò l'adorata sorellina di lui che, stranamente, aveva aperto immediatamente. Quando si ritrovò davanti il volto della rosa sbuffò. Ancora quella lì...
-Che vuoi?-
Chiese acida come sempre. La vicina rimase qualche minuto in silenzio. Doveva dire a Kilari dell'idea che aveva avuto? No, lei...lei preferiva dirla a Light. Già, perchè lui...lui le avrebbe risposto gentilmente. Invece la biondina le avrebbe sicuramente detto no.
-Bè, ecco...cercavo tuo fratello...-
Cercò di sbirciare dentro l'appartamento, sotto lo sguardo scocciato della bionda.
-Per caso è...-
-No, lui lavora!-
Si guardarono. Doveva essere una specie di frecciatina?
-Allora proverò stasera...-
La Yagami sbuffò un “Ecco, brava” ma la rosa aprì di nuovo la bocca, ricordandosi che c'era un'altra cosa che poteva fare in questo caso.
-Potrei lasciarti il mio numero di cellulare...hai...hai mica una penna e un foglietto?-
Suggerì mentre frugava nella sua borsa. Kilari sbuffò, andando a prenderle ciò che le serviva. Tornata glielo porse sgarbatamente.
-Ah, grazie...-
Cominciò a scrivere poggiandosi al muro, la bionda la guardava scocciata. Quando la rosa ebbe finito porse il biglietto e la penna alla Yagami, sempre sorridendo.
-Grazie Yagami...fallo avere a tuo fratello, d'accord...-
-Non sono un'idiota, ho capito!-
E con questo le sbatté la porta in faccia. Sakura fissò arrabbiata davanti a sé. Che maniere! Sbuffò. Basta, ormai non avrebbe più provato a essere gentile con la vicina. Si voltò e raggiunse il moro che la stava aspettando davanti all'ascensore. La Yagami rimase a guardare la porta che ormai aveva chiuso. Haruno...ma dove...dove l'aveva vista? Quella vocina a suo parere insopportabile...dove l'aveva sentita? Si diresse verso la televisione e continuò a guardare lo schermo che aveva acceso in precedenza. Quella ragazzina...le ricordava qualcosa...un qualcosa legato a circa un anno fa. Già, ma cosa?
 
Itachi bussò alla porta dell'appartamento dell'Haruno e sentì i piccoli passi delle gemelle avvicinarsi per aprire.
-Buongiorno bambine-
Le piccole lo abbracciarono, come facevano tutte le mattine. Le due dissero a gran voce il nome del moro, che sorrise. Che ragazzine adorabili! Akamaru, geloso, cominciò a leccare le due sorelline che si misero a ridere. Risate. L'Uchiha adorava sentire qualcuno ridere, forse era per quello che si era attaccato molto alla rosa. Grazie a lei aveva recuperato il buon umore. Guardò sorridente le bambine. E grazie a loro aveva un pretesto per non cercarsi uno di quegli stupidi lavori, anche se aveva sbirciato ciò che Sakura gli aveva lasciato. Sakura...quella ragazza era riuscita ad attirare l'attenzione di Sas'ke. Rise tra sé. Non male come inizio.
-Itachi-san!-
Lo chiamarono di nuovo in coro Fine e Rein; lui le guardò, chiedendo cosa volessero.
-Oggi andiamo di nuovo...-
-...al parco? L'altra volta ci siamo divertite tantissimo!-
Annuì.
-E domani magari possiamo anche andare con Sas'ke e Sakura, che ne dite?-
Le due esultarono e corsero in camera, per levarsi il pigiama e mettere qualcos'altro di più opportuno. Il moro continuava a guardarle sorridente. Chissà quanto sarebbe durata tutta questa allegria...
 
Sasuke non ce la faceva più. Prima o poi sarebbe scoppiato, e a causa di una ragazzina. La fissò. Una ragazzina dalla voce angelica. Sorrideva. E quando non lo faceva? Haruno...perchè? La trovava unica...lui, Sasuke Uchiha! Doveva smetterla di pensarci, doveva trovarsi altro da fare. Ma cosa? Forse doveva semplicemente parlare con lei. Per dirle cosa? Sospirò, smettendo di guardarla. No, bastava solo ignorarla. Si mise a pulire il bancone, e dopo un po' ricominciò a guardare la ragazza con la coda dell'occhio. Strinse il panno nella mano. Maledizione! Ormai le era entrata nel cervello.
-Uchiha...-
Arrossì leggermente al suono della sua voce.
-Cosa ci faccio con questi?-
Le indicò uno scaffale e le disse che poteva metterli lì.
-Grazie, Uchiha-
Sbuffò e i due tornarono alle loro mansioni. Lui non capiva, non capiva come la rosa potesse sempre essere così allegra e solare. Era solo una maschera? Stava nascondendo qualcosa? Sbuffò. E chi non nascondeva qualcosa in quello schifo di posto? Tutti avevano qualcosa da nascondere e nessuno si confidava con nessuno. Ecco come funzionava. Però...però questa volta il moro voleva veramente sapere cosa avesse la ragazza...voleva conoscere la sua storia! Ma per riuscire a farle sputare qualcosa, doveva far in modo che la ragazza si fidasse di lui. Forse, se L'Haruno si fosse fidata di più di lui, sarebbe riuscito a farla cantare...
 
Light se ne stava seduto in biblioteca e sfogliava un enorme libro. Il lavoro ormai lo aveva finito da un pezzo, ma prima di tornare a casa si dilettava a stare in quell'immensa stanza piena di libri. Molte volte la presenza della sorella lo soffocava, quindi aveva bisogno di staccare un po'. E quale posto migliore di una biblioteca? Lì, nessuno poteva parlare e il silenzio regnava sovrano. Che pace. Notò con la coda dell'occhio che una ragazza dai capelli corti e neri si era seduta davanti a lui. Con sé teneva una pila di libri di diverse dimensioni. Il castano tornò alla sua lettura, anche se in realtà fissava solo le lettere sulla pagina. Sbuffò tra sé e sé. E ti pareva! Un'altra ragazzina che si sedeva casualmente nel posto davanti al suo. Tsk! Questo forse era l'unico difetto delle biblioteche. Non si lasciò sfuggire le varie occhiate che la moretta gli lanciava e non poté non sorridere mentalmente. Bè, in fondo anche quelle non erano che piacevoli distrazioni. Uscire di tanto in tanto con le ragazzine che lo adescavano non gli dispiaceva, ma non lo entusiasmava neanche poi così tanto. Anche quello era un modo per staccare. Si alzò lentamente, lasciando di proposito la giacca posata sulla sedia, sicuro che la moretta lo avrebbe raggiunto per riportargliela. Ormai era sempre così che andavano le cose. Rimise a posto il libro e si diresse verso l'uscita.
-Ehm...mi scusi...-
Appunto. Si voltò.
-Ha dimenticato la giacca-
La prese dalle mani della ragazzina, ringraziandola gentilmente e la vide arrossire. Rise tra sé, poi la vide inchinarsi e ridirigersi verso la sua postazione. Bene, ora toccava a lui.
-Vorrei ringraziarla...che ne dice di un caffè?-
Lo guardò sorridente, prese la propria roba e lo seguì fuori dalla biblioteca.
 
-Uchiha, secondo lei faccio bene ad invitare gli Yagami a cena?-
La guardò alzando un sopracciglio. E lui che ne sapeva?
-Cioè...è per ringraziarli della loro gentilezza...o forse...forse sono troppo sfacciata?-
Alzò le spalle.
-Però non credo che...che la Yagami ne sia molto entusiasta...-
Il moro la guardò e lei si mise una mano dietro la testa, cercando di sorridere.
-Mi odia, eh?-
-Quella odia tutti-
La rassicurò l'Uchiha. Sobbalzò. Rassicurò? Ok...stava impazzendo...
-Comunque a me va bene lo stesso...se viene solo Yagami...-
Affermò arrossendo un poco e il moro sbuffò. Ma che diavolo aveva quello di così speciale? Scosse la testa, cercando di non pensare più a niente.
-Oppure...-
La guardò interrogativo.
-Oppure tu potresti accompagnarmi al supermercato subito dopo il lavoro-
-Scordatelo-
Le rispose secco. Lei piagnucolò qualcosa, ma Sasuke non le prestò attenzione. Non era mica il suo autista! La rosa sospirò.
-Fortuna che ho dato a Yagami il mio numero di cellulare...-
Sussultò. Che? Numero di cellulare? Nemmeno a Itachi lo aveva dato! Se lo avesse fatto glielo avrebbe rinfacciato per bene, conosceva suo fratello, era fatto così.
-Bè, Uchiha...torniamo a lavoro?-
-D'accordo...-
-Eh?-
-Posso accompagnarti io se vuoi-
 
Fine e Rein erano sedute al tavolo della cucina del loro appartamento con le matite colorate in mano. Stavano disegnando su vari fogli che avevano trovato rovistando negli scatoloni, il moro si stava facendo un caffè e Akamaru sonnecchiava sul pavimento. Erano tornati da un po' di minuti dalla passeggiata al parco. Prese la caffettiera e versò il liquido nella tazzina che aveva preso precedentemente, poi si mise a sedere di fronte alla ragazzina dai capelli rossi e cominciò a sbirciare i disegni suoi e dalla sorella. La bambina dai capelli azzurri aveva disegnato un prato fiorito, con lei vestita da principessa che teneva per mano un principe dai capelli biondi, intorno vari cuoricini di dimensioni diverse. Sorrise, e passò lo sguardo al disegno di Fine. Aveva disegnato lei e Rein che si tenevano per mano, accanto a loro c'era una ragazza dai capelli rosa; bè ovviamente doveva trattarsi di Sakura, almeno questo è quello che aveva ipotizzato lui. Mentre la rossa stava finendo di colorare una quarta persona all'interno del suo foglio, Itachi le chiese chi stesse disegnando.
-Siamo noi e la mamma...-
Rispose senza alzare gli occhi dal foglio. Il moro alzò un sopracciglio. Mamma? In effetti, loro tre dovevano averla per forza una madre e, ora che ci pensava bene, la rosa non aveva parlato dell'argomento. Strinse i pugni, pensando alla sua famiglia. Bè, forse aveva le sue ragioni...le sue buone ragioni. Continuò a guardare la piccola. Però, non poteva fare a meno di sapere...
-Com'è vostra madre?-
Fine alzò la testa sorridendogli. Adorava parlare di lei. Rein, intanto, guardava la scena in silenzio.
-La nostra mamma è bellissima, è la più bella del mondo! Poi è gentile e dolce e...-
-E perchè voi non siete con lei?-
La interruppe bruscamente il ragazzo. Lei lo guardò interrogativa. Che intendeva?
-Bè ecco...-
-Itachi-san! Akamaru sta per...-
Il moro si alzò di scatto, chiamando il cagnolino che, appena svegliato, cercava un posto dove fare i suoi bisognini, e la sua attenzione era caduta sulla stanza da letto delle gemelle. Mentre l'Uchiha cercava di prenderlo, per portarlo velocemente fuori, la bambina dai capelli azzurri fulminò con lo sguardo la sorella che, capendone il motivo abbassò il visino tristemente. Non era colpa sua se non poteva fare a meno di parlare della mamma. Mamma...perchè stava facendo loro questo?
 
Light e la moretta erano ad una caffetteria non tanto distante dalla biblioteca. Lei parlava, parlava e lui di tanto in tanto annuiva, sorrideva o rispondeva a monosillabi. Più stava con lei, più pensava che fosse un'oca tremenda. Si vestiva quasi come Kilari, che volendo sempre apparire e farsi vedere da chiunque, indossava roba attillata e corta, che lasciava poco spazio all'immaginazione. Aveva un trucco troppo pesante, almeno, così lo giudicava lui, e la vocetta stridula. Che cosa insopportabile. Sorseggiò il suo caffè. Però, se voleva distrarsi doveva sopportare. Che noia... ma perchè gli capitavano sempre le bimbette sceme? Forse perchè le ragazze mature avevano altro da fare, si rispose. Giusto, le ragazze migliori non perdevano il loro tempo ad adescare ragazzi sconosciuti. Annuì mentalmente. Come Haruno... Haruno? Come mai gli era venuta in mente lei? Forse perchè la sorella la trovava insopportabile. Sorrise tra sé. Haruno... rivolse l'attenzione di nuovo alla moretta. Probabilmente lei non gli sarebbe parsa così noiosa e insopportabile...
-Light-kun senti...-
Uhuh...si passava subito dal formale all'informale. Tsk, Haruno non lo avrebbe mai fatto, probabilmente.
-Potresti accompagnarmi a casa?-
Tsk, che sfacciata. Ma tanto lui sapeva il motivo di quella richiesta, come se lei volesse solo un passaggio... Le sorrise.
-Certo...-
Così si alzarono, dirigendosi verso la macchina dello Yagami. La moretta lo prese per mano e lui non obbiettò nulla, pensò solo che, se ci fosse stata l'Haruno al posto di quell'ochetta, lei non avrebbe fatto la ragazzina facile.
 
La rosa uscì velocemente dalla stanzina e passò davanti al moro.
-Allora Uchiha...andiamo?-
Lui sbuffò e dopo che ebbero salutato Jiraiya uscirono diretti verso la moto di lui. Ancora non riusciva a capire come si fosse fatto convincere. Okay...era stato lui ad accettare...ma era perchè doveva andare a comprare qualcosa anche lui! Almeno, questo è quello che continuava a ripetersi. Si misero in sella alla moto e partirono, diretti al supermercato. Sakura aveva constatato di non avere molto con sé, ma era sufficiente. Arrivati, scese velocemente, portando il casco con sé e il moro la seguì stizzito. La rosa voleva fare presto, non voleva stare troppo tempo senza vedere le gemelle, non lo sopportava. Dopo che furono entrati cominciò a guardarsi intorno, cercando ciò che le premeva di più.
-Di là-
Guardò interrogativa l'Uchiha che le indicava una direzione.
-Lo zucchero è di là-
Gli sorrise e lo ringraziò, poi si allontanò e lui la fissò sbuffando. Perchè doveva fargli quell'effetto? Mah... Si mise le mani in tasca e cominciò a girare, senza mai perdere di vista la ragazza. Sasuke affermava a sé stesso che ciò era solo un caso, ma probabilmente neanche lui ci credeva. Prese in mano un barattolo di pomodori, lui li adorava. Magari alla prossima cena con Sak...scosse la testa e rimise il barattolo a posto. Ma da dove gli uscivano tutte quelle scemate oggi? Lei, intanto lo aveva raggiunto e in mano teneva due pacchi di zucchero. Doveva parlarle...magari ora, magari dopo, ma doveva farlo. Lo sentiva. E come prima cosa le avrebbe detto come funzionavano le cose, probabilmente così sarebbe stato più semplice dire tutto il resto. Dopo che ebbero girato un'altra mezz'oretta, la rosa si decise a tornare a casa. Avevano fatto anche fin troppo tardi! Quando i due raggiunsero il palazzo, la ragazza cominciò a pigiare il pulsante dell'ascensore. Se non ci fosse stato il moro probabilmente avrebbe fatto a corsa tutte le scale. Arrivati all'ottavo piano si fiondò al campanello del suo appartamento. Non vedeva l'ora di poter riabbracciare Fine e Rein appena avessero aperto la porta! Ma chi aprì non furono le gemelline e neanche Itachi. La rosa fece cadere la busta della spesa per terra, guardando a occhi sgranati davanti a lei. Lui qui? Sasuke, intanto, guardava interrogativo il ragazzo dai capelli rossi che era sbucato aprendo la porta. E quello? Non fece in tempo a formulare uno dei suoi pensieri che vide Sakura abbracciarlo. Lei tratteneva a stento le lacrime.
-Hika...Hikaru...-
Il rosso ricambiò l'abbraccio, sorridendo.
-Sakura...ti trovo bene...-
L'Uchiha maggiore, intanto cercava di scorgere l'espressione del fratellino, che si tratteneva dallo spalancare la bocca. Entrambi i mori volevano assolutamente sapere chi fosse il ragazzo. Le bambine ruppero quell'imbarazzante silenzio.
-Hika-chan è arrivato poco fa!-
-E ha detto che vorrebbe fermarsi qui per un pò-
Sasuke sobbalzò. Come?
-Rimarrà vero?-
Chiesero imploranti le due e la rosa le sorrise.
-Certo...-
Guardò il ragazzo.
-Se a te non spiace dormire sul divano-
Lui rise.
-Tranquilla Sakura...-
Le bambine esultarono, sotto lo sguardo furente del piccolo Uchiha e quello interrogativo del maggiore. Tutti e due avevano in testa una sola domanda: chi diavolo era quello?

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Capitolo 5
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 5 ***


*
Hikaru Hitachiin era un amico d'infanzia della rosa. Si conoscevano dalle elementari e le loro case non erano né troppo distanti, né troppo lontane tra loro. Aveva i capelli rossi e gli occhi castani ed era infatuato di lei da sempre. La ragazza, però, lo vedeva solo come un caro amico al quale poteva confidare tutto quello che le passasse per la testa. Insomma, per lei era come un fratello maggiore. Al rosso quella situazione non dispiaceva molto, ma neanche entusiasmava anche se, per lui, la cosa più importante era starle vicino e aiutarla in caso di bisogno. Così, dopo aver saputo della partenza della ragazza, si era dato da fare con il lavoro, per far in modo di poter ottenere uno spostamento temporaneo. E fu in questo modo che raggiunse immediatamente la rosa, perchè, dopo quello che era accaduto, non poteva certo lasciarla da sola. Rimase sorpreso, però, quando trovò le gemelle in compagnia di uno...possiamo definirlo uno sconosciuto. Quando i suoi occhi incrociarono quelli dell'Uchiha maggiore, si rimproverò di non aver fatto prima. La cosa positiva era la felicità di Sakura, ovvero, quella apparente felicità. Probabilmente la ragazza non aveva raccontato niente a nessuno e lui non l'avrebbe di certo costretta a farlo. Preferiva essere il suo unico e fidato confidente. Con questi pensieri il ragazzo prese sonno sul divano dell'Haruno la quale aveva insistito per farlo dormire nel suo letto, facendo usare a lei il divano, ma lui aveva gentilmente rifiutato la proposta. Si era già presentato lì senza avvisare, aveva detto alla rosa, che non poteva usufruire anche del suo letto. Quando il rosso si svegliò, sentì distintamente l'odore del caffè appena preparato e si mise a sedere sul divano stiracchiandosi. Voltandosi verso la parte di cucina notò che la ragazza stava preparando la colazione. Sorrise, com'era adorabile. Lei si girò, incrociando il volto sorridente dell'Hitachiin e sorrise a sua volta augurandogli il buongiorno, lui fece altrettanto e si alzò, raggiungendola.
-Hai dormito bene, Hikaru?-
-Certo Sakura...-
Guardò il suo volto sorridente. Sakura...finalmente era riuscita a sorridere ancora. Le mise una mano sulla testa e una a cingerle le spalle e l'abbracciò. Cominciò a carezzarle i capelli. La rosa, intanto, aveva il viso sprofondato nel petto del rosso e rimaneva ferma, chiedendosi il perchè di quel gesto.
-Vedo che voi tre avete riacquistato la serenità...sono contento...-
La serenità? Sorrise tristemente e ricambiò l'abbraccio. Aveva gli occhi lucidi e si tratteneva dal non piangere. Quindi sembravano serene agli occhi degli altri...bè, meglio così.
-Sakura, va tutto bene?-
Chiese lui non sentendo arrivare nessuna risposta dalla ragazza. L'Haruno cercò di annuire, stringendo ancora di più a sé il ragazzo che ormai aveva smesso di sorridere.
-Scusa forse ho detto qualcosa...-
Fece di no con la testa. Non doveva scusarsi, non era colpa sua, era solamente lei che non poteva fare a meno di piangere se ne aveva la possibilità.
-Ti sei ambientata piuttosto bene, Sakura...-
Disse cercando di cambiare discorso. Lei lo guardò, inizialmente un po' confusa, ma poi gli sorrise annuendo.
-I miei vicini sono stati molto gentili con me e le gemelle-
Si staccò da lui e versò il caffè in una tazza che porse all'Hitachiin. Lui cominciò a sorseggiarlo, ripensando al moro che aveva trovato con Fine e Rein.
-Mi hanno aiutato molto...-
Continuò lei; il rosso posò la tazza sul tavolo.
-Bè, ora non dovranno più farlo, perchè ci sono io qui ad aiutarti-
Non voleva che lei avesse a che fare con certa gente. Già, perchè lui lo sapeva, sapeva come erano fatte le persone che abitavano laggiù. Forse la rosa ne era allo scuro, o forse no, non lo sapeva. Però doveva portarla via da lì, lei e le due bambine.
-Sakura senti...io sono venuto qui per riportarvi indietro...-
-Indietro dove, Hikaru?-
-Nella nostra città! Sakura tu non sei obbligata a rimanere in un posto come....come questo!-
Cominciò a tremare. Perchè...perchè le chiedeva questo? È vero, forse quel posto non era il più indicato per delle bambine come Fine e Rein, ma per ora doveva accontentarsi. E poi lei non voleva tornare, anche perchè ormai non aveva più un posto da poter chiamare casa...ormai lei e le gemelle non avevano più...
-Buongiorno!-
Urlarono in coro le gemelle e i due ragazzi risposero sorridendole. Le due si sedettero e cominciarono a mangiare i biscotti al cioccolato che la rosa aveva precedentemente messo sul tavolo, poi l'Haruno porse loro due ciotole di latte caldo e si sedette anche lei, imitata dal rosso che non la smetteva di pensare alla loro situazione attuale. Fissava le tre, che non la smettevano di sorridere. Era contento di vederle felici, soprattutto la rosa. Lei che aveva sofferto più di tutti...lei che aveva rischiato di perdere il suo bellissimo sorriso...
-Ah, Hika-chan, tu ti unisci a noi oggi?-
Chiese la ragazzina dai capelli azzurri; lui alzò un sopracciglio e guardò Sakura.
-Avevate in programma di andare da qualche parte?-
Lei fece no con la testa e chiese spiegazioni alla piccola. Rein si scambiò un'occhiata con Fine.
-Bè Itachi-san aveva proposto...-
-...di fare un pic-nic all'aperto tutti insieme-
Tutti insieme? Intendevano loro e gli Uchiha?
-Sai, vorremmo tanto farti vedere il parco dove ci porta Itachi-san!-
La rossa annuì. L'Haruno ci pensò un po' su, poi lanciò una veloce occhiata all'Hitachiin. Probabilmente uscire all'aperto non era una cattiva idea e poi voleva passare un po' di tempo con le gemelle quando ne aveva la possibilità.
-E va bene, andate a prepararvi che usciamo-
Le due esultarono e cercarono di finire velocemente di fare colazione. Non vedevano l'ora di uscire con i loro cari vicini di casa.
 
Il moro era seduto sul letto, lo sguardo fuori dalla finestra. Cercava  di riuscire a sentire delle voce provenienti dall'appartamento accanto, in modo tale da poter ascoltare i discorsi tra Haruno e...quello lì. Sbuffò. L'altra sera la rosa era riuscita a dileguarsi con un “È un mio amico d'infanzia” ma a lui non era andata giù lo stesso. E perchè poi? Mah. Quell'insetto dai capelli rossi aveva tolto una remota possibilità di far cantare la ragazza. Che nervi! E se c'era l'Hitachiin non poteva neanche parlare con la rosa. Di bene in meglio. Si voltò verso la porta della camera, sentendo la voce del fratello che lo chiamava. Lo vide sorridere e la cosa lo scocciò non poco. Che aveva da ridere? Mah...
-Sas'ke non dirmi che vorresti origliare...-
Sussultò. Beccato in pieno, accidenti.
-Ah, Sakura-chan e Hikaru-kun non potranno avere la loro intimità...ah...poveretti...-
Il moro si ritrovò un cuscino in faccia. Il fratellino avrebbe tanto voluto strozzarlo, ma si trattenne e cercò di ignorarlo, sperando che la finisse di dire scemenze. Sbuffò, che rabbia! Però, quel ragazzo poteva tornargli utile...giusto, in fondo lui sapeva tutto sulla rosa. Ma questo...a cosa gli sarebbe servito? A quale scopo chiedere qualcosa al ragazzo dai capelli rossi? A Hika-chan, come lo chiamavano le gemelle? Il moro si convinse che tutto questo serviva solo a tenerlo occupato, in fondo era da un po' che si stava annoiando, Itachi, invece, vedeva tutto questo sotto un'altra luce. Dopo aver ridato il cuscino al proprietario gli ordinò di sbrigarsi a fare colazione, lavarsi e vestirsi. Il piccolo Uchiha alzò un sopracciglio, senza capire il motivo di tutta quella fretta; in fondo era domenica e lui poteva finalmente rilassarsi o, almeno, fare finta.
-Io e le gemelle avevamo in programma di andare al parco-
Il moretto sospirò, intuendo subito che anche lui e l'Haruno erano compresi nel gruppo e, ora che era spuntato all'improvviso, anche l'amichetto d'infanzia. Che noia... Si alzò dirigendosi di malavoglia in cucina, seguito dal fratello, il quale stava andando a sistemare il bento per quel giorno perchè, come aveva spiegato al moro, non potevano certo rimanere fuori tutto il giorno senza il pranzo dietro. Proprio mentre Sasuke stava cominciando a mangiare, cercando di ignorare le idiozie che diceva il fratello, qualcuno suonò al campanello del loro appartamento; andò ad aprire e si ritrovò davanti la rosa, le gemelle e l'amichetto d'infanzia.
-Ciao Sas'ke-kun!-
Esclamarono le due piccoline abbracciandolo; il ragazzo rimase un po' stupito dal gesto, ma non fece nulla per staccarle. In fondo in quel momento nel suo cervello c'erano solo le immagini della ragazza e del rosso. Erano arrivati, gli stava spiegando l'Haruno, per l'uscita al parco che avevano organizzato le bambine e il moro. Ovviamente Sasuke non aveva la minima voglia di fare niente e cercò, nel modo più cortese che conosceva, di declinare l'invito ma, proprio mentre stava per farlo, pensò che forse quella uscita gli sarebbe stata utile. Se fosse andato al parco con loro avrebbe potuto parlare con Hikaru e magari convincerlo a far cantare di nuovo la ragazza. E, con questi pensieri, il ragazzo andò a prepararsi sotto lo sguardo sorridente del fratello.
 
Il castano stava poggiato alla parete dell'ascensore aspettando che questo arrivasse all'ottavo piano. Si sentiva stanco, anche se non aveva fatto praticamente nulla, aveva passato la notte a casa della ragazza che aveva incontrato in biblioteca e, appena svegliato, se n'era andato lasciandola a dormire. Non le aveva scritto il numero di cellulare e non aveva alcune intenzione di farlo; era sicuro che non l'avrebbe mai più rivista. Le porte si aprirono e lui uscì, diretto verso il suo appartamento quando, sentendo delle voci, non poté fare a meno di girarsi verso l'appartamento dei fratelli Uchiha. Vide che alla porta c'erano l'Haruno e un ragazzo coi capelli rossi. Alzò un sopracciglio e intanto frugava nella borsa alla ricerca delle chiavi di casa. Quel ragazzo non lo aveva mai visto. Non era uno che abitava lì, lo si poteva ben notare, ma allora chi era? Un amico della rosa? Continuò a guardarli. Se lei fosse stata una normale inquilina del palazzo si sarebbe stupito, e non poco, del fatto che avesse un amico, ma Sakura...per lei era possibile. Aprì velocemente ed entrò in casa, Kilari era sdraiata sul divano, aveva la testa poggiata ad un cuscino, gli occhi chiusi e sembrava dormire. Il ragazzo abbozzò un sorrise e le si avvicinò, mettendole una coperta addosso per non farle sentire freddo. Era davvero un angioletto quando dormiva. Si avviò verso la cucina, ora quello che gli serviva era bella tazza di caffè, e scorse sul tavolo un bigliettino. Lo prese in mano e lo lesse. Sembrava quasi un numero di cellulare.
-Finalmente sei tornato Light-
Diede il buongiorno alla sorella che gli rispose sbuffando.
-Ti sembra l'ora di tornare?-
-Non volevo farti preoccupare sorellina...-
Lei lo guardò arrabbiata. Non era preoccupata! Assolutamente no! Non era certo una debole che si preoccupava per quello che facevano gli altri!
-Non dire stronzate!-
Indicò il televisore.
-È solo che...è solo che al telegiornale parlavano di Kira e dicevano che i poliziotti lo avevano visto circolare nella zona vicino a dove sei stato tu! Sono uomini armati quelli!-
Sorrise. E quindi era davvero preoccupata. Le mostrò il foglietto che aveva preso in mano, chiedendole cosa fosse e lei sbuffò un'altra volte affermando che poteva anche buttarlo via. Lo Yagami le richiese cosa fosse.
-Il numero di telefono della svampita-
-Haruno? Come mai me lo ha lasciato?-
Alzò le spalle ribadendo che quella era una svampita. Il castano continuò a fissare i numeri.
-Dovrei chiamarla forse...-
-Fregatene Light...ciò che combina quella lì non deve interessarci, non è affar nostro-
Lui rimase in silenzio. Aveva ragione la bionda, però...però sentiva che non voleva lasciarla stare del tutto. La rosa aveva qualcosa che loro...che lui non aveva...forse era proprio per quello che si sentiva attratto da lei; non attrazione fisica, ma qualcosa di diverso.
-Però...-
Kilari aveva ricominciato a parlare. In fondo c'era qualcosa che non le tornava. Solitamente si ricordava i volti e i nomi delle persone che incontrava, ma allora perchè per quella ragazza era diverso?
-Però conserva quel coso...ho un presentimento e forse quel numero può tornarci utile, capito Light?-
Lui annuì. Tanto lo avrebbe tenuto anche se lei non glielo avesse ordinato.
 
Itachi, Hikaru e Sasuke erano seduti su una panchina del parco vicino al palazzo e osservavano le gemelle e la rosa che stavano in uno spiazzo davanti a loro. C'erano altalene, scivoli e altri giochi, le due piccole erano entusiaste di tutto questo e anche la ragazza. Le tre giocavano insieme al piccolo cagnolino degli Uchiha. Il rosso le guardava pensoso. Lui voleva portarle via, ma, a quanto aveva capito, Sakura non ne aveva la minima intenzione. Sospirò, poggiando la schiena alla panchina, e ora come doveva comportarsi? Il moro, intanto, lanciava occhiate sia al ragazzo accanto a lui sia alle tre. Doveva cominciare a conversare con lui, ma come? Lui non era mai stato molto bravo in queste cose, ma, per sua fortuna, ci pensò il fratello a cominciare a dialogare con l'Hitachiin.
-Allora Hikaru tu sei venuto a trovare Sakura?-
Lui annuì, senza capire il perchè di quella domanda. Il maggiore degli Uchiha continuò a osservare le tre e il cagnolino. Sorrise.
-È bello vedere quelle facce contente...-
Il rosso sorrise a sua volta annuendo.
-Finalmente posso vederla di nuovo sorridere-
Il minore degli Uchiha si voltò verso di lui, chiedendogli cosa volesse dire con quella frase, ma l'Hitachiin rispose che non era niente d'importante. Haruno...cosa stava nascondendo? Si rivoltò a guardarla, tenendo anche d'occhio lo sguardo del ragazzo.
-Haruno è davvero incredibile...è venuta a vivere da sola con le sue sorelle...-
Il rosso sussultò, cercando di non darlo a vedere al ragazzo, ma con scarsi risultati.
-E pensare che ha soli diciotto anni...-
Strinse i pugni e, cercando di mantenere il sangue freddo, rispose che anche lui la pensava così.
-Tu quanti anni hai, Hitachiin?-
-Ventitré-
Rispose secco lui, Itachi lo guardò e il fratellino fece lo stesso. Non aveva senso continuare a parlare con lui, ma non poteva farne a meno. Ora ciò che riguardava la rosa lo interessava più di qualunque altra cosa al mondo. Hikaru cominciò a tormentarsi le dita. Non sopportava quella situazione, voleva andarsene immediatamente. Fortunatamente per lui, prima che Sasuke potesse chiedergli altro, la ragazza si avvicinò ai tre annunciando che le bambine volevano mangiare. Il moro sbuffò mentalmente, proprio ora che stava per sapere qualcosa di più...
 
Il maggiore degli Uchiha salutò le vicine e il rosso, augurando loro la buonanotte, il fratello invece entrò subito in casa lanciando una veloce occhiata all'Haruno. Ora quello che voleva era una doccia calda. Appena i quattro entrarono nell'appartamento della rosa, la ragazza ordinò alle gemelle di andare subito a lavarsi, era già fin troppo tardi e voleva farle andare a dormire. Si era divertita quel giorno, lo aveva trascorso con le bambine e questo l'aveva resa felice. Stare con loro era tutto per lei. Quando Fine e Rein furono entrate nel bagno Hikaru pensò che era il momento di parlare con la sua amica, almeno per sapere come comportarsi una seconda volta in presenza di quel tipo inquietante che era il suo vicino. La chiamò per nome e la vide voltarsi sorridente. Che bella quando sorrideva, e lui non vedeva quel sorriso da troppo tempo...Sakura...
-Oggi ho parlato con il tuo vicino...Uchiha...-
Lo guardò, inclinando leggermente la testa da un lato, senza capire in un primo momento, ma poi realizzò e chiese preoccupata che gli avesse detto.
-Hikaru io non voglio che me le portino via, capisci?-
Si diede del cretino. Perchè...perchè doveva farla piangere? Non fece in tempo a risponderle niente che lei scappò in camera sua. Il rosso la guardò allontanarsi e strinse i pugni, poi si avvicinò alla portafinestra della cucina e cominciò a guardare le stelle che erano in cielo. Diavolo, perchè lui non era lì con loro? Se ci fosse stato, tutto questo non sarebbe accaduto.
 
La rosa strinse a sé il cuscino. Dannazione, perchè doveva accaderle tutto questo? Si appoggiò con la schiena al muro della camera e si voltò verso la finestra, la aprì e si sporse fuori. L'unica cosa che voleva era stare con le gemelle, solo quello, ma tanto qualcuno che glielo avrebbe impedito ci sarebbe sempre stato. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi e cominciò a cantare.
-They say that good things take time...-
In quel modo si sarebbe sicuramente tranquillizzata, ne era certa.
-But really great things happen in a blink of an eye...-
Qualcuno dell'appartamento accanto sobbalzò. Chi...chi stava cantando? E in questo modo così...così...familiare.
-Thought the chances to meet somebody like you were a million to one...-
La bionda era sicura di conoscere questa voce, non poteva certo scordarla, però...però non riusciva ugualmente a capire. Era...Haruno?
-I cannot believe it...-
Haruno...allora aveva ragione lei, quando diceva che le ricordava qualcuno...
-You're one in a million...one in a million...-

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Capitolo 6
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 6 ***


Rigrazio tutti coloro che seguono la fic e che l'hanno messa nei preferiti e nelle seguite ;D

*
Il ragazzo dai capelli rossi continuò a sorseggiare il suo caffè e a mangiucchiare qualche biscotto. Si sentiva un idiota, era arrivato fin laggiù per aiutare Sakura, ma le stava solo creando fastidi. Come prima cosa l'aveva fatta piangere e questo non se lo sarebbe mai perdonato. Se ci fosse stato lui sicuramente non avrebbe mai permesso a nessuno di farla piangere. Sbuffò. Però...però anche lei...perchè aveva paura che le portassero via le gemelle? Non potevano farlo...assolutamente no! Sospirò. Sarebbe tutto più semplice se lei avesse un appoggio, che avesse qualcuno. Non è il tipo di ragazza che può continuare a cavarsela da sola e soprattutto in questa situazione. Peccato, però, che lei non volesse alcun aiuto anche se, senza neanche saperlo, si appoggiava a tutti quelli che incontrava. Strinse i pugni. Come i due Uchiha. Non riusciva a spiegarsi come mai la rosa avesse fatto amicizia con delle persone del genere, e, come se non bastasse, si faceva anche portare al lavoro in moto dal minore dei due. Quella mattina, quando l'aveva trovata sveglia a fare colazione, si era offerto di accompagnarla alla caffetteria con la sua auto, ma lei non aveva voluto. In fondo un po' se lo aspettava. Probabilmente la ragazza non sarebbe mai più salita su nessuna automobile. Guardò il tavolo. E ora cosa avrebbe dovuto fare? Si alzò. Forse per prima cosa doveva trovare una scuola per le bambine, così non sarebbero rimaste a casa troppo tempo...così non sarebbero rimaste con quell'Uchiha...
-Buongiorno Hika-chan...-
Guardò sorridente Rein; aveva lo sguardo ancora intontito dal sonno e con una manina si stava stropicciando un occhio. Gli chiese se Itachi-san era già arrivato e lui scosse la testa per poi andarle a preparare la colazione. Non poteva sopportare che le gemelle si affezionassero a quello là. Mentre stava prendendo qualcosa per la piccola dai capelli azzurri sentì i piccoli passi di Fine e salutò sorridente anche lei. Quando porse loro le tazze con il latte cominciò a sistemare un pochino qua e là e, dopo aver aperto i mobili della cucina, notò che non c'era quasi più niente da mangiare, tranne due pacchi di zucchero che avevano attaccato sopra un biglietto con scritto “Per Yagami”. Sussultò. Yagami chi? In quel momento il campanello suonò e le due bambine si guardarono sorridendo, mentre il rosso era intento a sbuffare. Andò ad aprire alla porta, sicuro di sapere chi era lo scocciatore del mattino.
-Buongiorno a tutti-
Esclamò sorridente il moro, mentre l'Hitachiin lo guardava leggermente arrabbiato. Intanto Akamaru si era intrufolato dentro l'appartamento alla ricerca delle due bambine che si erano alzate dalle loro sedie per raggiungere la porta. Appena il cane le vide cominciò a far loro le feste e le piccole cominciarono a ridere. Hikaru abbozzò un sorriso. Che bello sentirle ridere ancora.
-Ehm...potrei entrare anche io?-
Il rosso lo guardò, cominciando a scusarsi per la sua scortesia e lo fece passare. Itachi aveva intuito di non andare a genio all'amico della rosa, ma faceva finta di nulla; in fondo la sua presenza non doveva preoccupare lui, ma il suo caro fratellino. Però, il moro poteva divertirsi  a estorcergli qualche informazione, perchè a lui interessava davvero sapere qualcosa sulla ragazza, ormai ci si era affezionato.
-Allora noi...-
-...andiamo a cambiarci!-
E sparirono nella loro stanza, i due le guardarono allontanarsi e poi si guardarono. L'Uchiha aveva preso in braccio il cagnolino e gli stava carezzando la testa.
-Non c'era bisogno che tu venissi...ci sono io qui per le gemelle-
Gli sorrise.
-Bè non credo che a loro dispiaccia se siamo tutti e due...in fondo mi adorano-
Strinse i pugni, cercando di non arrabbiarsi.
-Comunque ora dovremmo uscire a fare la spesa...-
Seguì il moro con lo sguardo, si stava dirigendo verso il balconcino, vide che aveva lasciato scendere Akamaru e si era poggiato alla ringhiera. Lo raggiunse.
-Và pure...rimango io qua con Fine e Rein-
S'irrigidì, rispondendo che le avrebbe portate con sé, non voleva che le gemelle stessero con quello là; Sakura sembrava fidarsi, ma lui no. Itachi prese una scatolina dalla tasca.
-Non ti fidi, eh Hika-chan?-
Sussultò. Allora non riusciva a nasconderlo molto bene.
-È perchè io so cosa siete voi-
Tirò fuori dalla scatolina una sigaretta, la mise in bocca e l'accese con un accendino. L'Hitachiin lo guardava in malo modo. Come poteva permettersi di fumare in presenza delle gemelle?
-Sei davvero ostile Hika-chan...siamo essere umani esattamente come te-
-Sì, ma io non ho mai...-
-Siamo pronte!-
Le vocine squillanti delle bambine interruppero la chiacchierata tra i due. La rossa indicò la sigaretta.
-Ah la bacchetta magica di Itachi-san!-
Le due si tapparono il naso con le manine.
-Presto Rein, non dobbiamo sentire il suo odore!-
La bambina dai capelli azzurri annuì e poi sparì in casa con la sorella. L'Hitachiin guardò arrabbiato il ragazzo.
-Come ti sei permesso di fumare in presenza delle gemelle? Sakura lo sa?-
Quello fece finta di non ascoltarlo e spense la sigaretta, gettandola poi giù dal balcone con noncuranza. Infine rientrò nell'appartamento, ricordando al rosso che dovevano andare a fare la spesa.
 
La rosa puliva silenziosamente il bancone, quel giorno non aveva quasi mai aperto bocca e si era comportata in modo piuttosto freddo sia con Hikaru che con Sasuke, ma non poteva farci niente. Pensava che forse avrebbe dovuto chiedere all'Uchiha di non fare caso a quello che gli aveva detto il rosso anche se non è che avessero parlato poi così tanto; però lei non poteva non essere inquieta. Strinse il panno nella mano, fissando il legno davanti a sé. Non sapeva che fare... Era in momenti del genere che aveva bisogno di distrarsi. Lanciò un'occhiata al palchetto. Era in momenti del genere che desiderava non aver smesso di cantare. Forse...forse doveva ricominciare...in fondo alle gemelle faceva piacere e lei...lei non poteva più farne a meno...
-Qualcosa non va?-
Guardò interrogativa il moro che le si era appena avvicinato. Era da quella mattina che era indeciso se chiederle qualcosa o meno, non sapeva se fosse stato meglio starsene buoni in silenzio aspettando che fosse lei la prima ad aprire una conversazione oppure avesse dovuto fare tutto lui. In fondo era preoccupato e non poteva fare niente per scacciare dalla sua mente il volto della ragazza. Lei cercò di sorridergli, rassicurandolo che andava tutto bene, poi spostò di nuovo il suo sguardo verso il palchetto.
-Perchè non vai a cantare?-
Sussultò e lo guardò, senza capire il motivo della domanda; gli disse che non era affatto brava e lo vide sbuffare.
-Almeno provaci-
Inclinò la testa da un lato, chiedendosi come mai lui, Sasuke Uchiha, s'interessasse tanto a una cosa del genere, poi guardò il locale, non c'era quasi nessuno poteva benissimo andare sul palco e prendere in mano il microfono. Però...sua madre avrebbe sicuramente giudicato stupida l'idea di voler ricominciare a cantare. Strinse i pugni. Già, lei glielo ripeteva sempre. Ma lui...lui cosa avrebbe detto? Sicuramente avrebbe insistito finchè lei non avesse fatto tutto il contrario di quello che le diceva la madre. Abbozzò un sorriso. Sarebbe stato felice di questa sua decisione. Si avvicinò al palchetto sotto lo sguardo impaziente del moro. Non poteva credere che stava accadendo davvero. La rosa prese in mano il microfono e si voltò a guardare l'Uchiha, che le fece cenno di sì con la testa. Gli disse con che non avrebbe avuto una base strumentale ad accompagnarla e il ragazzo rispose che non importava e così lei portò il microfono alla bocca cominciando a cantare.
-I can hear my heart bell-
Sasuke abbozzò un sorriso, strano a dirsi, ma non poteva trattenersi.
-Doushitatte iu no...Mune no beru ga naru...- (Cosa aspetti che faccia? La campana del mio cuore suona)
Si sentiva bene in quel momento, il suo cuore sembrava più leggero.
-Ajimar wa ano toki datta...Kimi ga me no mae ni totsuzen...- (Quell'istante è stato l'inizio Improvvisamente ti è apparso davanti)
Non avrebbe mai creduto che quella noiosa ragazzina che aveva incontrato la prima volta nell'ascensore avrebbe potuto attirarlo così tanto.
-Arawareta no wa umareru mae kara kimeraretetandane kitto sou dayo...- (Ti è comparso davanti prima che nascessi e dev'essere stato in quell'istante. È proprio così)
Era davvero fantastica, forse non se ne accorgeva, ma riusciva a scaldargli il cuore, nessuno c'era mai riuscito e non credeva che qualcuno ci riuscisse, soprattutto qualcuno che vivesse in quel maledetto posto.
-Negai ya yabou ya kussou ga shiranai reberu he doa wa tataite-(Desiderio, ambizione e immaginazione stanno battendo la porta del cuore ad un livello sconosciuto)
Strinse i pugni. E proprio perchè lei era così diversa lui doveva assolutamente dirle come funzionava tutto lì, chi erano gli inquilini di quel palazzo, anche se probabilmente lo sapeva già.
-Habataku kagi to mirai wo kureru...-(Ti darò il futuro con una chiave che si muove)
E forse, quando le avrebbe parlato, quel sorriso così luminoso sarebbe sparito dal suo volto.
-I can hear my heart bell...-
Ma lui non poteva fare altrimenti, avrebbe rischiato.
-Tomerarenaiyo...Tenshi ga nara shiteru “daisuki” no aizu dayone...-(Non si fermerà mai...L'angelo suona “Ti amo” come un saluto, vero? )
Perchè, forse, se lui le avesse parlato, se lui le avesse spiegato tutto lei si sarebbe fidata ancora di più.
-Can you hear my heart bell...-
E Sasuke sentiva di volerla sempre più vicina a sé.
-Doushitatte iu no...Kiitekoto na gai...Mune no beru ga naru...-(Cosa aspetti che faccia? È qualcosa che non ho mai sentito prima...Come la campana del mio cuore che suona)
Appena arrivati a casa le avrebbe detto tutto.
-Sore demo mata...kimi wa narunimo shiranai keredo-(Ma ancora una volta...non conosci nulla di tutto ciò)
Ma avrebbe anche dovuto parlarle di lui? Di quello che aveva passato assieme a Itachi? Sentiva di doverlo fare, ma non ne comprendeva il motivo, però giustificava tutto affermando che in questo modo lei avrebbe raccontato la sua di storia. L'Uchiha sapeva che nessuno, e con nessuno intendeva suo fratello, avrebbe mai creduto a una stupida scusa come quella, ma a lui non importava...
 
Hikaru stava riordinando un po' in casa; alla fine erano andati tutti e quattro, no, cinque, c'era anche il cane pulcioso, a fare la spesa e il rosso in questo modo era riuscito a riempire un po' di più la credenza dell'amica, poi avevano pranzato tutti insieme allegramente mangiando quello che il moro si era offerto di preparare e doveva ammettere che non se la cavava tanto male ai fornelli. Adesso le gemelle, sveglie e pimpanti dopo il riposino pomeridiano, stavano giocando nella loro stanza, mentre lui puliva un po' e l'Uchiha leggeva il giornale. Delle volte l'Hitachiin gli lanciava delle occhiate, controllandolo in modo molto indiscreto, ma al moro sembrava non dare fastidio. Anzi, possiamo dire che trovava tutto questo divertente, l'amico di Sakura era proprio uno spasso per lui.
-Come mai stai tutto il giorno a poltrire?-
Chiese il rosso guardandolo male, voleva che sparisse, non lo sopportava.
-Io bado alle gemelle, non poltrisco-
Sbuffò, rispondendogli che ora che era arrivato lui poteva anche non curarsi di venire, ma Itachi lo ignorò. In fondo lui stava bene con le piccole, lo rendevano contento, perchè doveva rinunciare alla loro compagnia? Hikaru lasciò perdere, capendo che continuare non avrebbe portato a niente e si diresse verso le stanze. Tra poco Sakura sarebbe tornata, e lui voleva farle trovare tutto pulito e in ordine, era il suo modo per ringraziarla di tutto. Era il minimo...si soffermò a guardare Fine e Rein che stavano giocando e sorrise, erano davvero adorabili.
-Guarda qua che faccia che avevi Fine!-
Alzò un sopracciglio, ma allora non stavano giocando, che combinavano? Si avvicinò.
-Ahah, ma anche papà non è da meno! Guarda in questa foto con la mamma-
S'irrigidì. Avevano un album di foto tra le mani e lo stavano sfogliando, ma lui aveva capito che Sakura li aveva fatti sparire tutti. La rossa si voltò verso il ragazzo e gli sorrise.
-Hika-chan, vuoi venire anche tu a vedere le foto?-
Le tolse l'album dalle mani e le bambine lo guardarono confuse. Perchè faceva così?
-Questo è meglio se lo metto via io...-
-Ma Hika-chan...-
-Che sta succedendo qui?-
Sussultò al sentire la voce del moro, non lo aveva sentito arrivare. Si voltò lentamente a guardarlo, sempre con il portafoto tra le mani, il ragazzo se ne accorse e chiese cosa fosse.
-Niente che possa interessarti-
-Sono le foto di famiglia-
Dissero in coro le gemelle e Itachi riguardò l'album, curioso di vedere quello che conteneva, ma il rosso strinse a sé il portafoto. Non poteva permettergli di vedere nulla, e sapeva che la rosa sarebbe stata d'accordo con lui.
-Come mai fai così Hikaru?-
Assottigliò il suo sguardo.
-Cosa mi state nascondendo?-
Le bambine si guardarono, capendo in che guaio si erano cacciate. Speravano solo che nessuno lo dicesse alla loro mamma.
-Sono affari di Sakura, non dovrebbero interessarti-
Passò lo sguardo dal rosso, al portafoto, alle gemelle. Avevano stuzzicato la sua curiosità, provò a dire qualcos'altro, ma in quel momento la porta si aprì e la voce della ragazza riempì il salotto.
 
Quando il ragazzo parcheggiò la moto chiamò la rosa per nome. Finalmente la vedeva contenta. Tutti i presenti alla caffetteria le avevano fatto i complimenti per la voce e lei, imbarazzata, li aveva ringraziati un milione di volte. Jiraiya le aveva anche proposto di cantare quella sera, ma lei aveva rifiutato, rispondendogli che non poteva, ma lui l'aveva rassicurata che poteva cantare un'altra sera. Gli aveva risposto che ci avrebbe pensato su, non vedeva l'ora di dirlo alle gemelle. Si voltò a guardare il ragazzo che l'aveva chiamata, felice del fatto che avesse usato “Sakura” e non “Haruno”. Lui la fissò, doveva parlare? Sbuffò mentalmente; certo che doveva! Continuò a guardarla, per poi precederla verso l'ascensore, lei lo seguì senza capire, quando furono dentro finalmente lui si decise a parlare cercando di non guardarla negli occhi.
-Credo che tu sappia chi abita in questo palazzo...che tutte le persone che hanno un appartamento hanno qualcosa da nascondere, che molte volte non si preoccupano neanche di mascherare, mostrando agli altri cosa sono in realtà; io penso tu sappia tutto questo, però tu non lo dai a vedere Sakura...nessuno penserebbe mai che tu abiti in questo maledetto posto, e quindi vorrei chiederti...-
La guardò, aveva lo sguardo basso e stava tremando. Probabilmente non avrebbe mai creduto che qualcuno le chiedesse una cosa del genere.
-Perchè sei venuta qui? La maggior parte delle persone che abitano il palazzo sono dei ragazzini scappati da casa...drogati...alcolisti...chi ha problemi con la legge...-
Le porte dell'ascensore si aprirono.
-Ma ricordo che mi dissero che l'ottavo piano era quello riservato agli assassini...-
La rosa si fiondò velocemente verso la porta di casa. Non capiva...non riusciva a capire perchè lui le stesse dicendo tutto questo.
-Sai Sakura io e mio fratell...-
-Buonasera a tutti!-
Esclamò aprendo la porta. Non voleva...non voleva sentirlo, perchè sennò si sarebbe sentita in debito e il moro lo sapeva, e lei non voleva dirgli niente, non poteva, non ce la faceva...se avesse parlato della sua storia probabilmente sarebbe scoppiata di nuovo a piangere, e non voleva più farlo.

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Capitolo 7
*** Libro Primo-Arrivo-Capitolo 7 ***


 E con questo capitolo si conclude il primo libro ù-ù ... che gran casino, eh? XD Spero di non avervi annoiato fino ad ora^^ ringrazio tutti coloro che seguono e chi ha messo la storia nelle seguite e preferite ;D

*

La rosa aprì gli occhi e controllò lo schermo del cellulare; tra pochi minuti avrebbe suonato la sveglia. Sbuffò e cercò di alzarsi senza svegliare le gemelle che, la sera precedente, si erano intrufolate nel suo letto, probabilmente perchè l'avevano vista un po' giù di morale, e si erano addormentate assieme a lei. Sorrise, carezzando i capelli azzurri di Rein, che era accoccolata al suo braccio. Fortunatamente riuscì a scendere dal letto senza che le due piccoline se ne accorgessero; avevano il sonno pesante, soprattutto la rossa, e, anche quando dormivano tutti e quattro, difficilmente riusciva a svegliarle. Lanciò un'occhiata all'album di foto che era caduto per terra; ieri lo avevano sfogliato tutte insieme, sotto richiesta di Fine e lei non poteva certo rifiutarsi. Le tre si erano addormentate ricordando i bei tempi che avevano passato tutti insieme, tempi che non potranno più ritornare. Dopo essersi passata un braccio sugli occhi per scacciare le lacrime, si preparò e prese la divisa, poi si diresse in cucina e fece una veloce colazione. Ora avrebbe dovuto passare la mattinata assieme al moro e la cosa non le andava tanto giù a causa della discussione che avevano avuto la sera precedente. Non lo aveva più affrontato e non aveva più parlato con lui dopo quell'episodio; infatti, l'Uchiha minore, avendo capito che la ragazza era arrivata al limite, aveva fatto segno al fratello di andare a casa e quest'ultimo, una volta entrato con Sasuke nel proprio appartamento, aveva subito chiesto cosa fosse successo e quello, controvoglia, gli aveva dovuto spiegare della sua chiacchierata con Sakura. Naturalmente Itachi non si era trattenuto dallo sgridare il fratellino per quello che aveva fatto, non aveva mica intenzione di distruggere quella ragazza così fragile? Il moretto gli rispose sbuffando. Prima o poi qualcosa del genere sarebbe successo e lo sapeva anche la rosa. Lei, però, avrebbe preferito continuare a stare in tranquillità ancora per un po'. O magari voleva che qualcun altro le facesse il discorso dell'Uchiha...forse avrebbe preferito che ci fosse stato Yagami...però...anche Sasuke andava bene...lui e suo fratello erano molto più vicini a lei e le gemelle di quanto lo fosse il castano. Guardò il telefonino. E ancora non l'aveva chiamata; cominciava a dubitare che quella simpatica di sua sorella chi avesse dato il suo numero, forse lo aveva buttato. O forse era semplicemente lui a non volerla contattare, in fondo si conoscevano appena. Aprì il mobile della cucina e prese le due confezioni di zucchero, gliele avrebbe portate, così si sarebbe finalmente sentita in pari con loro...con lui...e non gli avrebbe più creato fastidi. Uscì di casa, lanciando prima una veloce occhiata all'appartamento degli Uchiha. Il moro ancora non era uscito di casa. Si diresse verso la porta degli Yagami, ma poi si bloccò. Era mattina presto...e forse stava dormendo...Yagami... Si girò, intenta a riportare a casa lo zucchero, quando una voce la bloccò e le fece guardare la porta dell'appartamento del castano. Vide la biondina che la guardava confusa. La sera prima Light e sua sorella avevano avuto una delle loro tante discussioni, che finivano quasi sempre con il ragazzo che se ne andava via lasciandola da sola e il mattino seguente Kilari lo trovava dormiente sul divano. Quella sera, però, il ragazzo non era tornato e lei, preoccupata di non averlo trovato al suo risveglio, appena aveva sentito il minimo rumore di passi nel corridoio, si era precipitata ad aprire, sicura che fosse il fratello. Si diede dell'idiota quando vide la rosa che la guardava senza capire; cercò di chiudere velocemente la porta, facendo finta di niente, ma l'irritante vocetta dell'Haruno la costrinse a bloccarsi. Le chiese cosa volesse, senza neanche sforzarsi di parere gentile e la vicina indicò le buste dello zucchero; la biondina sospirò esasperata. Che noia che era! Gliele prese molto sgarbatamente di mano e rientrò in casa, dimenticando di sbatterle la porta in faccia e questo diede possibilità alla rosa di sbirciare casa degli Yagami. Non era molto diversa dal suo appartamento, a parte il diverso posizionamento delle stanze. Spostò la sua attenzione verso lo schermo acceso della televisione, stavano parlando dell'assassino Kira.

-...La polizia non è ancora riuscita a scovare il nascondiglio del famigerato Kira...si sospetta che...-

-Possibile che una persona come lui passi così inosservata?-

La biondina la guardò scocciata, perchè diavolo era entrata? Le rispose sgarbatamente che Kira non passava di certo inosservato.

-E allora perchè nessuno è ancora riuscito a catturarlo?-

-Non vuole farsi trovare...è questa la sola risposta...se qualcuno non vuole che si sappia in giro qualcosa sul suo conto è molto difficile che il suo segreto venga fuori, al contrario...-

La guardò e Sakura rabbrividì alla vista di quegli occhi così freddi e crudeli.

-Se vuole farlo sapere, anche in modo indiretto, anche se questa persona non crede di volerlo, gli altri lo scoprono...è un concetto semplice, non credi, Haruno?-

Deglutì. Perchè...perchè si sentiva così a disagio? E come mai le stava dicendo quelle cose? Non bastava Sasuke, adesso doveva mettercisi anche lei? Indicò la porta, cercando di sorriderle, e le fece sapere che doveva andare al lavoro. Kilari rispose che lei non la stava affatto trattenendo e, con gioia, la vide uscire da casa sua. Quando la rosa chiuse la porta dell'appartamento degli Yagami tirò un sospiro di sollievo e si accorse che il moro la stava guardando. Aveva forse anche sentito la conversazione che aveva avuto con la sorella di Light? Rimasero fermi e in silenzio per alcuni minuti, gli occhi scuri del ragazzo puntati contro quelli verdi di lei; infine l'Uchiha le diede le spalle e si diresse verso l'ascensore seguito dalla rosa. Non sapeva cosa dirle...non sapeva come comportarsi...non era portato per questo genere di cose, ma era stato lui a smuovere tutto, quindi non poteva starsene a guardare ora...o sì? Avrebbe dovuto aspettare una reazione della ragazza, o avrebbe dovuto raccontarle del suo passato? Probabilmente in questo momento lei non gli avrebbe rivelato nulla, e come biasimarla? La cosa più semplice era andare dal ragazzo coi capelli rossi e estorcere a lui tutto, ma Sasuke non voleva farlo. Voleva che fosse lei a dirgli tutto, lo voleva davvero. Guardò il suo viso, anche se non sorrideva più come prima lui non poteva fare a meno di fissarla. Chissà quando avrebbe ricominciato a parlargli...

 

Kilari era seduta sul divano e stava mangiando degli stuzzichini mentre guardava la televisione; Light ancora non si era fatto vivo e la cosa la faceva infuriare. Aveva intuito che, molto probabilmente, il castano era andato da una delle sue tante amichette per svagarsi un po'. Sbuffò. Non lo sopportava quando faceva così...trovava il suo comportamento stupido. Strinse i pugni. Non che lei fosse così tanto intelligente... Sussultò appena sentì aprire la porta di casa e incrociò lo sguardo del fratello, che, avendola notata, cercava di far finta di nulla. La bionda lo guardò male, alzandosi in piedi e mettendosi le mani sui fianchi.

-Tu, maledetto!-

Lui le sorrise innocentemente.

-Ah sorellina, sei già sveglia?-

Lo indicò, una venetta cominciò a pulsarle sulla fronte.

-Ma che...razza di cretino! È colpa tua se sono alzata! Dove sei stato, eh? Perchè sei tornato solo ora?-

Chiuse la porta, poi si avviò verso camera sua, ignorando quello che gli stava dicendo la sorella. Delle volte non la sopportava, era grande e vaccinato, aveva venticinque anni, poteva cavarsela da solo. Si sentì prendere per la camicia, e fu costretto a fermarsi.

-Sto parlando con te, Light!-

Sospirò, facendole lasciare gentilmente la presa e le sorrise di nuovo.

-Non devi preoccuparti Kilari, te l'ho già detto...e ora fammi andare a fare una doccia che ne ho proprio bisogno...-

Cominciò a fissargli la schiena in silenzio. Light...perchè doveva essere sempre così gentile? Sia con lei che con gli altri...strinse i pugni. Non lo sopportava, le dava il voltastomaco. Fare finta che andasse tutto bene, quando invece era tutto il contrario. Continuare a donare falsi sorrisi alle persone che aveva intorno...era davvero giusto così? Trattarla gentilmente e prendersi cura di lei anche dopo tutte le cattiverie che gli diceva, perchè non la prendeva semplicemente a sberle? Lo avrebbe preferito che essere trattata così bene. Si asciugò rozzamente una lacrima che stava cominciando a scenderle sul viso e richiamò il ragazzo per nome. Lui si fermò senza neanche voltarsi.

-Ho scoperto delle cose su Haruno...-

La guardò. Haruno?

-Ed è per questo motivo che devi chiamarla, Light-

Alzò un sopracciglio, chiedendole ulteriori spiegazioni. Non riusciva veramente a capire cosa volesse dalla loro nuova vicina di casa.

-Ora so chi è lei in realtà...quindi ho bisogno che tu...-

I loro sguardi s'incrociarono. Lui sospirò, per poi ridarle le spalle.

-Fammi lavare adesso...-

Ed entrò nel bagno, chiudendo la porta dietro di sé.

 

Lanciò un'occhiata veloce al moro, l'ennesima della giornata, poi ritornò a pulire. Non sapeva come comportarsi, cosa dirgli, ma doveva davvero dirgli qualcosa? Si fissò i piedi. Doveva dirgli di...di lei? Del suo passato? Strinse il panno che teneva nella mano. E per quale motivo poi? Lo guardò di nuovo. In fondo non sapeva ancora se poteva fidarsi completamente del ragazzo... Lo vide voltarsi verso di lei e scostò lo sguardo imbarazzata. Che noia, perchè doveva comportarsi come una stupida ragazzina? Non lo era più da un po'... L'Uchiha la guardò confuso. Non riusciva a capire cosa le fosse preso. Va bene...non gli parlava, e questo sapeva perchè, ma non capiva il motivo di tutti quegli sguardi. Arrossì leggermente, molto leggermente. Non poteva dire, però, che gli dessero fastidio. Guardò con la coda dell'occhio l'orologio, tra poco sarebbe cominciata la pausa pranzo. Chissà se la rosa gli avrebbe finalmente parlato...

-Attento!-

Si voltò di scatto, vedendo la ragazza che, scivolando all'indietro, stava per rovesciargli addosso un bicchiere che teneva in mano. L'istinto del ragazzo gli avrebbe consigliato di scansarsi, ma lui non lo fece, pensando a non far finire per terra l'Haruno. L'afferrò, cingendole la schiena con il braccio e le chiese se stava bene. Lei annuì, ancora un po' confusa, poi notò la maglietta bagnata del ragazzo e il bicchiere per terra e cominciò a scusarsi con lui che, invece di starla ad ascoltare, era immobile a fissare il viso della rosa. Erano vicini, molto vicini e la cosa lo faceva sentire strano. Sussultò al suono della voce dell'Haruno che gli chiedeva di lasciarla andare. Obbedì, e cercò di fermare i battiti del cuore, che si erano fatti un po' più veloci.

-Sa...Sasuke sicuro che va tutto bene?-

Gli chiese imbarazzata, non voleva bagnarlo...

-Tranquilla...-

La guardò, contento che avesse ricominciato a parlargli. Co...contento?

-Accidenti...per colpa mia adesso rischi di ammalarti...-

Disse avvicinandosi e prendendogli la maglietta, lui sobbalzò e la scostò gentilmente.

-Lascia stare...credo che Jiraiya abbia un cambio da darmi...-

Sorrise e lui spostò lo sguardo, ora stava cominciando a fargli uno strano effetto. Rimasero in silenzio per un po', finché la ragazza non ricominciò a parlare.

-Sei stato gentile Sasuke, per avermi detto quelle cose, però...-

Alzò un sopracciglio. Gentile?

-Però ora io non so davvero come comportarmi...non vorrei che voi fraintendeste...-

Cercò di sorridere, e lui la guardava notando che gli occhi le stavano diventato lucidi, segno che tra non molto sarebbe scoppiata a piangere e lui voleva davvero che ciò accadesse?

-Cosa hai intenzione di fare con l'offerta di Jiraiya? Hai intenzione di accettare?-

Chiese interrompendola. Probabilmente se ne sarebbe pentito, ma non voleva che piangesse... La rosa cominciò a guardarlo un po' confusa, e dentro di sé lo ringraziò per averla fatta smettere di parlare.

-Bè, in realtà non lo so...-

Si voltò verso il palchetto.

-Vorrei davvero ricominciare, ma così passerò sempre meno tempo con le gemelle...-

E voleva rinunciare solo per quelle bimbette? Perchè era così maledettamente attaccata a quelle due?

-Ma tanto sarà solo la sera...e poi le gemelle potranno venire a vederti...-

Non poteva...non poteva andare tutto al diavolo adesso! Lei rise guardandolo.

-Sembra che tu ci tenga davvero tanto Sasuke...-

-È perchè credo che tu abbia una voce stupenda-

Silenzio. L'Haruno era diventata rossa dall'imbarazzo e il moro, vedendole la faccia, si era voltato, dandosi dello scemo per quello che aveva detto. La rosa gli fissava la schiena. Anche lui le ripeteva sempre quella frase...

-Grazie Sasuke...quindi per te non dovrei sprecare questa occasione, giusto?-

Lui annuì.

-Allora non lo farò...penso che anche alle gemelle andrebbe bene...-

L'Uchiha era...era contento di sentire quelle parole... Era così contento che non poteva più smettere di parlarle.

-È stata tua madre ha insegnarti a cantare?-

Itachi gli aveva detto che, da quanto gli avevano raccontato le gemelle, la loro mamma era una persona dolce e gentile e, a quanto aveva sentito il maggiore degli Uchiha, sembrava uguale alla rosa, probabilmente si somigliavano molto. L'Haruno sbuffò.

-Figurati se quella donna si sprecava ad aiutarmi...è una persona orribile, che non si cura minimamente di sua figlia...-

Sasuke era sbigottito. C...come? Ma stavano davvero parlando della stessa persona? Lei vide il suo sguardo confuso e si zittì. Perchè aveva cominciato a dire quelle cose al ragazzo? Provò a replicare qualcosa, ma il suo cellulare squillò e fu costretta a rispondere. Sobbalzò nell'udire la voce del castano.

-Y...Yagami-kun...-

L'Uchiha alzò un sopracciglio. E lui che voleva adesso? Notò la ragazza arrossire leggermente e la cosa gli diede un po' fastidio.

-N...no, no tranquillo...non mi crei nessun problema...tanto tra poco comincerà la pausa pranzo...sì...sa...sai già dov'è?...Ah...a...allora a tra poco...c...ciao...-

E chiuse il telefono, poi si voltò verso il moro.

-Tra poco arriverà Yagami...-

Sbuffò, voltandosi dall'altra parte. E a lui che gliene importava?

-Ah, comunque Sasuke, ritornando al discorso di prima...-

S'irrigidì.

-Ti basti sapere che io e mia madre non abbiamo proprio niente in comune...e io vado fiera di questo...-

Cominciarono a crearsi mille domande nel cervello del moro. Ora era sicuro di non capirci veramente più niente. Forse Itachi gli aveva raccontato una bugia...scosse la testa. No, lui non lo farebbe mai. Aprì la bocca, per chiedere eventuali spiegazioni a lei, ma poi pensò che non era il caso. Per oggi era abbastanza... Vide che anche lei stava per dire qualcos'altro, ma la bloccò, e le chiese perchè stesse per venire il castano nel modo più naturale possibile. Lei inclinò la testa da un lato, rispondendo che non lo sapeva.

-Come non lo sai?-

-Lui mi ha solo chiesto se potevamo incontrarci...-

Sbuffò.

-Sarà per lo zucchero...-

Sorrise, dicendo che forse aveva ragione lui. Poi pensò che poteva chiedergli se voleva vederla cantare quella sera. Sicuramente ci sarebbero state le gemelle, Hikaru e Itachi...perchè non poteva venire anche lui? Sempre se gli faceva piacere, in fondo, lo aveva già disturbato abbastanza...

 

Qualche minuto dopo la chiamata al cellulare, Light arrivò alla caffetteria e salutò sorridente i due vicini. Uno gli rispose sbuffando e l'altra gli sorrise a sua volta, poi la rosa gli indicò un tavolo libero e si sedettero lì a chiacchierare. Lei gli offrì anche un caffè per il disturbo.

-Sei molto gentile Haruno-

Sussurrò qualcosa, cominciando a torturarsi le mani. Il castano le chiese se poteva ripetere.

-Ho...ho detto che puoi chiamarmi anche Sakura...-

Sorrise, facendole sapere che anche lei poteva chiamarlo per nome.

-Senti Sakura...volevo ringraziarti per lo zucchero che mi hai riportato, non dovevi, davvero...-

Scosse la testa, mettendo le mani sul tavolo.

-Non è niente di che...-

Lui avvicinò la sua mano destra a quella sinistra di lei, che la ritrasse subito. Il ragazzo sorrise tra sé. Ovvio, lei non è come le altre...

-Sei venuto qui solo per ringraziarmi?-

Chiese sentendo che l'aria si era fatta un po' più pesante.

-Bè no...avevo pensato che magari, uno di questi giorni potevamo andare a mangiare qualcosa da bravi vicini...se vuoi posso anche farti fare un giro della città-

Gli sorrise ringraziandolo e dicendogli che non doveva disturbarsi così tanto per lei.

-Ah, Light-kun...questa sera ti andrebbe di venire qui?-

Le chiese per quale motivo e lei lo informò che avrebbe cantato. Sussultò. Ecco allora perchè sua sorella gli aveva ordinato di...

-M...ma se non ti va non importa...-

Le rispose che non c'erano problemi e, prima di andarsene, le chiese l'orario per quella sera.

 

Sasuke guardò scocciato il fratello maggiore, non sopportava che anche lui e il rosso fossero lì a vedere la ragazza cantare. Itachi sorrideva, era contento di poter stare lì con tutti quanti in pace e tranquillità, dato che tra non molto, conoscendo i piani del fratello, tutto questo sarebbe andato in frantumi. Già, perchè tra poco la ragazza avrebbe saputo del loro passato...sospirò cercando di non pensarci e scompigliò i capelli di Fine che, assieme a Rein, non vedeva l'ora di sentir cantare la rosa. Anche i due Yagami erano lì, impazienti come tutti gli altri. Finalmente Jiraya introdusse la ragazza e lei apparve sul palco. Aveva preso dei CD che usava precedentemente come base per la sua voce e loro l'avrebbero accompagnata lì quella sera. Sorridente, con il microfono in mano, rispose ai tanti saluti delle gemelle e cominciò a cantare.

-Sometimes I walk a little faster In the school hallway Just to get next to you...-
Light sussultò al sentire quella voce. Allora era lei...non...non poteva crederci...era quella ragazzina...

-Some days I spend a little extra Time in the morning Just to impress you...-

Hikaru non potè trattenersi dal sorridere. Finalmente la risentiva cantare...quanto aveva aspettato questo momento...

-Guess you don't notice...Guess you don't need this...Sad you're not seein' what you're missin'...-

Itachi lanciò un'occhiata al fratellino, gli occhi gli brillavano. Era contento di poterlo vedere così felice mentre ascoltava la bella voce della ragazza...

-On the outside shyin' away...On the inside dyin' to say ...-

Le gemelle si guardarono, facendosi il segno della vittoria. Era da tanto che cercavano di convincerla...

-I'm unusual...Not so typical...Way too smart to be waiting around ...-

La fissava, non le toglieva gli occhi di dosso. Era...semplicemente magnifica...sarebbe voluto rimanere a sentirla cantare per sempre...

-Tai chi practicing...Snowboard champion...I could fix the flat on your car ...-

Kilari si morse il labbro. Perchè...perchè doveva sentirla per la terza volta? Non la sopportava! Guardò il fratello e sorrise. Bè, ma tanto ora non sarebbe stata più un problema...

-I might even be a rock star ...-

La biondina rise tra sé. La carriera della rosa finiva quella sera, questo era sicuro.

-Sometimes I wish when the phone rings...That it would be you...Saying let's hang out ...-

Sakura era al settimo cielo. Poter cantare la canzone che avevano scritto assieme le dava una gioia immensa...

-Then you confess...That there's something special between us...Why don't we find out ...-

Chissà se lui poteva sentirla...chissà. Avrebbe tanto voluto averlo lì con lei...

-But you don't know me...Guess you don't need me...Sad you're not seein' what you're missin'...-

Notò i continui sguardi del moro. Sasuke...chissà se avrebbero mai continuato il loro “discorso”, inizialmente lei non se la sentiva, ma ora voleva sfogarsi con qualcuno, qualcuno che non fosse il suo amico d'infanzia...

-On the outside shyin' away...On the inside dyin' to say ...-

Però, forse sbagliava...in fondo non conosceva bene il ragazzo e non sapeva come avrebbe reagito...

-I'm unusual...Not so typical...Way too smart to be waiting around ...-

Una cosa, però, era certa. Doveva fargli sapere che stavano fraintendendo, se davvero credevano quello...

-Tai chi practicing...Snowboard champion...I could fix the flat on your car ...I might even be a rock star...-

Sasuke stava ripensando alla discussione avuta con la ragazza...perchè c'erano così tanti punti che non tornavano?

-If you only knew the real me...I might even be a rock star...-

Voleva sapere...sapere cosa avesse fatto la ragazza, forse per sentirsi più vicino, forse per volerla...aiutare...ma perchè si dava così tanta pena per lei? In fondo era come tutti quelli che stavano in quel posto...

-I'm telling you that we are meant to be...Now wouldn't it be nice if you could see...That I really am a rock star...-

Scosse la testa. No, lui non voleva credere che la ragazza fosse come loro...in cuor suo sperava che ci fosse stato uno sbaglio precedente, e non si sarebbe dato pace finchè non l'avrebbe trovato.

-I'm unusual...Not so typical...Way too smart to be waiting around ...-

Il castano era ancora immobile a fissarla...perchè quella voce gli stava invadendo di nuovo il cervello? Non poteva negare che ciò gli dispiacesse, ma...

-Tai chi practicing...Snowboard champion...I could fix the flat on your car ...-

Lei doveva essere morta un anno fa...

-I might even be a rock star ...- 

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Capitolo 8
*** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 1 ***


 Mi scuso per il capitolo troppo corto, ma non potevo farlo diversamente... Ringrazio tutti coloro che seguono^^ in questo libro si spiegheranno mooooolte cose che prima erano state lasciate in sospeso *ride* spero di non deludervi, byebye!


*
La palazzina ad otto piani, la più alta di tutta la città, si distingueva in modo particolare dalle altre, e questo non era dovuto solo al fatto che non chiedeva cifre troppo alte ai suoi coinquilini. È cosa ovvia sapere che le persone hanno i loro problemi, magari non visibili alla luce del sole, ma ben nascosti dai loro proprietari. Ma quando qualcosa di grande, molto grande, viene tenuto segreto non sempre si ha la forza per non cedere e, quando questo succede, questi tipi di persone non vengono più considerate normali o altro, ma semplicemente qualcosa di estraneo a questo mondo perfetto, qualcosa che incute paura e timore a tutti gli altri. Il palazzo in questione si occupa di controllare tutti loro, favorendogli un tetto sopra la testa, principalmente per non farli girovagare senza meta. Quindi, chiunque voglia può comprare o affittare un appartamento, ma in cambio deve raccontare il motivo della sua esclusione dal mondo e da questi dati è facile capire a che tipo appartengano e quindi a che sezione associarli. Talvolta, però, si sono verificati sbagli di collocamento. Rare, rarissime volte, ovviamente, perchè, avendo a che fare con gente del genere non ci si può permettere troppi errori. L' ultimo punto, il più importante di tutti, è il seguente: se, essendo inquilini nel palazzo, capita di avere problemi con la legge, si viene immediatamente cacciati; perchè loro possono far finta di non vedere quello che era accaduto prima, dato che riguarda solo l'individuo, ma coinvolgere i rappresentanti della palazzina, ecco, questo non va bene. Inizialmente l'edificio doveva servire come da ricovero per questi poveracci, e questo stava a significare che ognuno doveva essere seguito giorno dopo giorno per permettere la sua riabilitazione nel mondo esterno, ma, ovviamente, la cosa non durò che poco più di un mese. Da quel momento in poi ognuno pensò per sé, senza doverne tener conto a nessuno e la cosa sembrò andare bene a tutti; certo, i coinquilini dovevano attenersi alle regole, ma non erano costretti a fare altro. C'era qualcuno, però, che, anche se non lo dimostrava apertamente, aveva bisogno di qualcosa di estraneo a tutto ciò e quel qualcosa un giorno arrivò, e cominciò a scombussolare le vite di alcuni inquilini del palazzo....

 

Light entrò in casa e si diresse verso camera sua. Non poteva...non poteva credere che lei fosse viva... Si sedette sul letto e poggiò la schiena al muro, alzando la testa verso il soffitto. L'aveva sentita cantare di nuovo, e questo significava che lui non le aveva fatto niente. Sorrise, e delle lacrime cominciarono a rigargli il volto. Era contento...finalmente dopo tanto tempo era contento...

-Che fai? Piangi?-

Guardò la sorella che era entrata in camera sua e scosse la testa, dicendole che non era niente. Lei strinse il pugno.

-È per Haruno?-

Si asciugò le lacrime, continuando a ripeterle che non era niente.

-Anche io sono rimasta stupita del fatto che fosse ancora viva...quella stronzetta...-

Guardò male il castano.

-Come me lo spieghi, Light? Questo significa che non hai portato a termine il tuo compito e che...-

Si bloccò, rimanendo a fissare il volto del ragazzo. Aveva gli occhi lucidi e la guardava implorante, non voleva che lei continuasse a sgridarlo, non anche quella sera... Gli diede le spalle.

-Lasciamo perdere...quel che è fatto è fatto...-

Fece un passo, come per andarsene e lasciarlo solo e lui non aspettava altro.

-Un'ultima cosa...il tuo compito non cambia...-

Sospirò, lo aveva immaginato, ma quella volta non voleva farlo. Guardò il cassetto che conteneva la sua pistola. Lui non voleva farlo di nuovo, il fatto che la rosa fosse viva gli procurava una grande gioia, e allora perchè doveva distruggere tutto? Solo perchè sua sorella si sentiva minacciata? Sbuffò. Prese una sigaretta e l'accese. Non era certo colpa sua se Haruno era molto più brava di lei... Poggiò la testa al muro, inspirò e poi lasciò uscire il fumo. Fino ad ora non gli era mai importato nulla delle sue vittime, lo avevano addestrato ad uccidere...però con lei...con lei era diverso...la sua voce riusciva a toccargli il cuore, riusciva a far sentire bene anche un essere orribile come lui...

 

Sakura, le bambine e il rosso diedero la buonanotte ai due Uchiha che, stranamente, risposero entrambi, ed entrò nel suo appartamento; l'Hitachiin chiuse dietro di sé la porta e Fine e Rein saltarono al collo della ragazza, che cadde per terra.

-Sei stata bravissima!-

Esclamarono in coro e la rosa ringraziò arrossendo un poco, il ragazzo guardava tutto ciò sorridendo, poi si avvicinò anche lui, aiutandola ad alzarsi.

-Concordo con le gemelle-

Gli sorrise e in seguito ordinò alle piccole di andare a dormire e, quando cominciò ad avviarsi anche lei in camera, il ragazzo la bloccò, chiamandola.

-Senti, Sakura...io dovrei dirti una cosa...-

-Sei ancora convinto di volerci portare via da qui?-

Chiese lei, facendosi scura in viso, lui annuì.

-Mi spiace Hikaru ma la mia risposta è sempre la stessa! Io in quel posto non ci torno! Sto molto meglio qui!-

Gli occhi le cominciarono a diventare lucidi e il rosso sbuffò. Stava cominciando a perdere la pazienza.

-Sakura, ragiona, se qui non ci fossi io o...-

Indicò l'appartamento accanto, era dura ammetterlo, ma i due mori l'avevano aiutata tanto.

-O quelli lì tu e le bambine non sareste sopravvissute un solo giorno-

Strinse i pugni. No, non era vero, non era assolutamente vero!

-Tu hai bisogno di qualcuno accanto a te Sakura, lo sappiamo entrambi. Non ti obbligo a tornare nella nostra città natale, ma di trovare un altro posto, più adeguato di questo-

Scosse la testa.

-Pe...perchè devi dirmi così? Io qui mi ci trovo bene, e anche le gemelle...-

-Le lasci assieme ad un maniaco omicida!-

Gli diede uno schiaffo, come poteva parlare così dei suoi vicini? No...non lo riconosceva più... Il ragazzo si toccò la guancia.

-Allora anche io dovrei farti schifo!-

-Non dire stronzate, Sakura, tu non sei lontanamente paragonabile a loro!-

Le prese le spalle, guardandola negli occhi.

-Tu non hai fatto nulla di male, capito? È stato solo un incidente!-

Scoppiò a piangere e fece sprofondare il suo viso nel petto del ragazzo.

-Io non voglio...andarmene...qui mi trovo bene...ho un lavoro...una casa...le gemelle sono felici...-

Disse tra i singhiozzi, il rosso cominciò ad accarezzarle la testa.

-Renditi conto che non potrai andare avanti così per molto Sakura-

-Io...io ce la farò...troverò anche una scuola per le bambine...così Itachi non dovrà far loro da baby sitter...-

-Come preferisci...ma ricordati quello che ti ho detto-

Annuì e, staccandosi da lui, si diresse nella sua stanza. L'Hitachiin la fissò allontanarsi. Perchè era così testarda? Teneva davvero tanto a rimanere in quel posto con quella gente? Gli Uchiha, e anche gli Yagami, loro erano gli unici che avevano avuto delle interazioni con la rosa, ma lei non poteva sentirsi legata a loro solo per quello. Che li sentisse vicini a lei? Sbuffò. E per quale motivo? Lei era diversa da loro...era questo allora? Era questa diversità? La diversità che c'era tra lei e il minore degli Uchiha? Quel ragazzo si stava pericolosamente avvicinando a lei e, probabilmente, a causa sua, il rosso avrebbe perso il suo ruolo di unico confidente. Uchiha...da una parte non voleva che questo accadesse, ma dall'altra pensava che sarebbe stato meglio per Sakura aprirsi a qualcun altro...

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Capitolo 9
*** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 2 ***


 

*

Il moro si svegliò e si diresse verso la cucina, dove trovò il fratello che faceva colazione. Vedendolo gli sorrise dandogli il buongiorno; lui per tutta risposta sbuffò, andandosi a sedere al suo posto. Itachi cominciò a parlargli, facendo vari commenti sul concerto che aveva fatto la loro cara vicina la sera precedente e Sasuke non potè fare a meno di abbozzare un sorriso. Era stata davvero fantastica...

-E fortuna che oggi è domenica e può riposarsi...-

Sorseggiò il suo caffè e il ragazzo fissò la tazza. Riposo...oggi poteva parlarle quindi...

-Che ne dici se oggi usciamo tutti insieme, Sas'ke? Potremmo andare al parco!-

Lo guardò male, cominciando a bere il suo caffè.

-Scordatelo-

Sorrise malizioso.

-Oh, quindi, preferisci uscire da solo con Sakura? Vuoi avere un appuntamento con lei? Che tenero!-

Si trattenne dallo sputare tutto e arrossì un poco. M...ma che diavolo stava dicendo?

-N...non dire cretinate...-

Lui, solo con Haruno? Arrossì ancora di più. Che idiozia... Il fratello si mise a ridere, alzandosi dalla sedia.

-Bè, comunque và tu a chiederle se vuole uscire con noi...-

Sbuffò, chiedendo perchè avrebbe dovuto farlo.

-Hai forse paura che rifiuti, fratellino?-

Paura lui? Tsk. Finì velocemente di fare colazione, andò a prepararsi e uscì, dirigendosi verso l'appartamento dell'Haruno. Arrivato davanti alla porta non esitò a suonare, fregandosene del fatto che probabilmente stavano ancora tutti dormendo... Finalmente, dopo alcuni minuti di attesa, Hikaru aprì la porta. Il moro lo guardò scocciato e dopo un “Era ora” cercò di entrate nell'appartamento, ma il rosso non si spostava; lo fissava non riuscendo a capire cosa ci facesse lì a quell'ora...

-Sono venuto per parlare con Sakura-

Gli disse capendo i motivi dei suoi sguardi, lo vide sbadigliare.

-Starà dormendo dato che è domenica...-

-Stavo dormendo...-

I due guardarono la rosa che, con ancora indosso il pigiama, era andata a controllare chi fosse l'idiota che li aveva svegliati. Erano solo le dieci e mezza di domenica mattina! Fortuna che le gemelle avevano il sonno pesante...

-Sa...Sakura...allora alla fine questo qui ti ha svegliata...-

Le disse lanciando un'occhiataccia all'Uchiha e quello sbuffò. L'aveva svegliata...e allora? Tanto si sarebbe dovuta alzare comunque...

-Sakura, devo chiederti una cos...-

Gli mise il dito davanti alla bocca per farlo zittire e lo fissò arrabbiata.

-Ti sembra il modo di piombare in casa mia, Sasuke?-

La guardò confuso.

-Potresti almeno dare il buongiorno, dato che hai svegliato sia me che Hikaru!-

Fissò i suoi occhi verdi, per poi voltare lo sguardo e chiederle scusa. La rosa sbuffò, poi gli diede le spalle e andò a preparare il caffè.

-Bè, Hikaru...non lasciarlo lì fuori, fallo entrare...-

Si scostò, obbedendo alla ragazza, e la raggiunse per preparare la colazione; l'Uchiha non sapeva ancora bene come comportarsi. L'aveva fatta arrabbiare? E perchè poi? Fissava la sua schiena accanto a quella dell'Hitachiin. Sakura...lui non voleva svegliarla e vederla di cattivo umore. Si era anche scusato, cosa che faceva raramente anche con il fratello... La rosa gli chiese se voleva del caffè e lui rifiutò gentilmente...ormai non si riconosceva più.

-Allora Uchiha, come mai sei qui a quest'ora?-

Domandò scocciato il rosso. Il moro non lo considerava, guardava fisso la ragazza, in fondo doveva dire a lei il motivo della sua visita e non all'amico rompiscatole. Quando le fece sapere che l'aveva svegliata per chiederle se voleva venire al parco con le gemelle il volto di lei si fece più dolce, contenta della proposta. Non poteva certo sprecare un giorno a dormire invece di stare con le bambine. Rispose all'Uchiha che andava bene, cercando di fare la sostenuta, ma con scarso risultato, il moro rise tra sé.

-Però Sasuke...-

Lo indicò con la mano che teneva in mano il biscotto che stava mangiando.

-Dovrai svegliare tu Fine e Rein-

Le chiese il motivo.

-Bè, è perchè sei così bravo a svegliare le persone-

Rise e si alzò dal suo posto, dirigendosi verso la camera indicatole dalla rosa. Entrato rimase fermò per un po' a guardare le due piccoline dormire beatamente. Anche se non lo ammetteva, le trovava adorabili, forse perchè gli ricordavano un po' Sakura... Si avvicinò alla bambina dai capelli rossi e la chiamò per nome, quella mugugnò qualcosa girandosi dalla parte opposta. Sbuffò e provò con la sorella, ma niente. Provò a mettere una mano sulla spalla di Rein per muoverla un poco e ricominciò a chiamarla, dicendole che era ora di alzarsi e la vide muovere un po' gli occhi. Bene, lei stava per svegliarsi. Tornò da Fine e mise una mano anche sulla sua spalla.

-Fine...alzati per favore...-

-Ancora cinque minuti papà...-

Sussultò. Papà? La chiamò di nuovo e lei si voltò verso di lui, aprendo un poco gli occhi e riuscendo a vedere la figura del ragazzo leggermente sfocata.

-Papà...perchè ti sei colorato i capelli di nero?-

Il ragazzo cominciò a dirle che lui non era suo padre e lei si stropicciò gli occhietti, cercando di vederlo meglio. In quello stesso istante la bambina dai capelli azzurri saltò addosso al moro urlando il suo nome. Sasuke si voltò leggermente verso la piccolina che lo stava abbracciando da dietro e Fine si diede della stupida. Aveva scambiato l'Uchiha per suo padre...

-Buongiorno Sas'ke!-

-C...ciao Rein...-

Gli chiese come mai fosse stato lui a svegliarle.

-Perchè Sasuke e Itachi ci hanno invitato al parco-

Le due gemelle sorrisero alla rosa e si diressero verso di lei per abbracciarla e darle il buongiorno. Il ragazzo rimase immobile a fissare quelle tre. Perchè doveva sempre porsi delle domande con loro...con lei? E quando sarebbe arrivato il giorno delle risposte? Il rosso fissava il soffitto, era poggiato con la schiena al muro. Aveva ascoltato la conversazione tra l'Uchiha e le gemelle e poteva immaginare che lui non avrebbe lasciato stare la faccenda del “papà”. Forse doveva raccontargli lui tutto...scosse la testa. Solo Sakura doveva farlo. La guardò, sorrideva. E doveva farlo al più presto, non poteva certo continuare a tenere questo segreto lei, che era così fragile...

 

L'Haruno e le bambine giocavano a rincorrersi per il parco, sempre osservate dai tre ragazzi. La rosa aveva pensato molto alla faccenda di Sasuke e sentiva di voler sapere cosa lo tormentasse, cosa del suo passato si rimproverava così tanto. Probabilmente anche Yagami era nella stessa situazione. Yagami... Fine e Rein erano leggermente spaventate dal quel ragazzo, mentre andavano molto d'accordo con il moro.

-Sono contenta di poter stare a giocare con tutti voi...-

-Lo stesso vale per me!-

Sorrise alle affermazioni delle gemelle. Erano contente e a lei bastava questo; le aveva viste soffrire troppo a causa sua, anche se Hikaru continuava a ripeterle che non era stata colpa sua, e non voleva che questo accadesse mai più. Anche loro le avevano assicurato che non ce l'avevano con lei, quello che era successo era stato solo un incidente...un orribile incidente...

-Ma tu e Sas'ke...

-...siete fidanzati?-

Alzò un sopracciglio, chiedendole perchè le avessero chiesto una cosa del genere. Le due si guardarono.

-Bè tu hai capelli tipo quelli di Fine...-

-...e lui tipo quelli di Rein-

Sorrise, accarezzando loro la testa.

-Non potete certo basarvi solo su questo-

Rispose.

-Però staremmo molto bene...-

-...tutti e quattro-

S'irrigidì. Tutti e quattro...

-Sakura, andiamo a casa, è quasi ora di cena!-

Annuì al rosso, prese per mano le bambine e si diresse assieme ai tre verso casa. Erano a piedi, e ci voleva un po' per arrivare al palazzo, ma la rosa era stata riluttante a voler usare la macchina. Lei e le gemelle erano davanti, mentre Sasuke e il fratello le seguivano da dietro con l'Hitachiin. Il moro non la smetteva di fissarla e questo irritava leggermente Hikaru, anche se poteva benissimo capire il motivo di quegli sguardi. Improvvisamente un uomo apparve da un vicolo e si avventò verso la borsa della ragazza che, vedendolo non potè fare a meno di spaventarsi. Lasciò le manine di Fine e Rein e cercò di non lasciare la presa della sua borsa, l'Uchiha provò ad andare in suo aiuto, mentre gli altri due si occupavano delle bambine. Quando l'uomo vide il moro tirò fuori un coltellino e lo puntò contro la ragazza, dicendo che se avessero provato a chiamare la polizia le avrebbe tagliato il collo. Sasuke strinse i pugni, non sapendo cosa fare, la rosa stava cominciando a tremare dalla paura. P...perchè doveva succedere tutto questo? Sussultò, sentendo uno sparo e vedendo che del sangue le stava bagnando la maglietta; si lasciò cadere a terra e il ladro le andò addosso, ormai privo di vita. Il moro guardava tutto ciò pietrificato. Chi gli aveva sparato? L'Haruno non la smetteva di tremare e, sentendo il peso del corpo senza vita dell'uomo, cominciò a piangere; Itachi, intanto, aveva avvertito la polizia. Sasuke aiutò la ragazza a rialzarsi e quella sprofondò il suo viso della sua maglietta, senza smettere di piangere; cominciò ad accarezzarle i capelli cercando di tranquillizzarla, poi, mentre Hikaru cercava di riportare a casa le gemelle, la sentì pronunciare il nome di un certo Naruto...

 

Light cercava di trovare un nascondiglio un po' più sicuro del precedente. Stava tornando a casa dopo aver svolto un lavoretto poco pulito per la sorella, quando notò che l'Haruno era stata aggredita da un ladruncolo. Poteva benissimo lasciarla stare, e vederla morire per mano di qualcun altro, di sicuro Kilari ne sarebbe stata più che entusiasta, ma non lo fece. Perchè, dannazione? Perchè aveva sparato a quel ladro? Per salvarla? Ma tanto poi avrebbe dovuto ucciderla lui... Cominciò a piangere, fermandosi e poggiandosi al muretto di un vicolo. Si mise a fissare la pistola. Non voleva che nessuno facesse del male alla rosa...non voleva farle del male nemmeno lui! Perchè sua sorella non riusciva a capirlo? Si lasciò cadere per terra e si strinse nelle ginocchia, continuando a piangere. Lui non avrebbe mai potuto ferirla in alcun modo...

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Capitolo 10
*** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 3 ***


AVVISO: domani partirò per la Sardegna e starò via 2 settimane, fino al 12, non credo di poter avere internet e quindi non so se riuscirò ad aggiornare, mi scuso con tutti voi ç__ç

 

*

Sakura passò un'altra volta lo straccio su uno dei tavoli della caffetteria per poi vedere l'immagine sfocarsi davanti a sé a causa delle lacrime che stavano cominciando a cadere. Le cacciò via col braccio e ricominciò a pulire. Il moro che la stava guardando sospirò, ormai era da un bel po' che andava avanti così. Perchè non gli aveva dato retta e non era rimasta a casa? Che scema. Strinse i pugni ripensando all'inferno che avevano dovuto subire il giorno precedente. La chiacchierata che la rosa aveva dovuto subire con la polizia e la notte passata insonne. Si guardò la mano, quella mano che la ragazza non aveva smesso di stringere mentre parlavano i poliziotti. Per tutta la notte, invece, era rimasta abbracciata a lui piangendo ininterrottamente, si era addormentata solo pochi minuti. Lui era rimasto con lei in silenzio, tranne quando la stavano interrogando, e non le aveva domandato niente a proposito del ragazzo che lei continuava a nominare. Naruto...poteva essere un conoscente, un amico d'infanzia come Hikaru o addirittura un parente...voleva chiederglielo, ma sentiva che non era il momento giusto, forse l'avrebbe fatta stare ancora peggio...

-Sasuke...-

Guardò la rosa che si era avvicinata a lui dall'altra parte del bancone.

-Potresti darmi un bicchiere d'acqua?-

Lui annuì e prese un bicchiere, per riempirlo successivamente d'acqua e porgerlo alla ragazza che lo ringraziò.

-Sei davvero gentile Sasuke...-

La vide abbozzare un sorriso.

-Anche questa volta non mi chiedi nulla, ma rimani in silenzio vicino a me...ti sono grata per questo-

Si mise una mano dietro la testa.

-E anche questa volta io non riesco a darti nessuna spiegazione...potresti mai perdonare questa ragazzina che cerca in tutti i modi di proteggere il suo segreto?-

La guardò negli occhi.

-Non c'è bisogno che dici queste cose, Sakura...e comunque credo arriverà il giorno in cui tu mi dirai tutto, vero? Perchè, sai, le persone non aspettano in eterno...-

Strinse il bicchiere nella mano e abbassò lo sguardo.

-Ti chiedo solo di comprendere...-

Sbuffò.

-Comprendere? E cosa? Pensi davvero che io possa giudicarti?-

Rimase in silenzio non sapendo che dire, poi lui le prese il braccio e si sporse oltre il bancone, avvicinando un poco anche lei.

-Pensi che potrei giudicarti proprio io che ho visto mio fratello uccidere i miei genitori?-

Sussultò cominciando a guardarlo leggermente spaventata. N...non poteva credere che proprio Itachi avesse... Sasuke distolse lo sguardo. Ecco, ora glielo aveva detto. La lasciò e mise le mani in tasca, voltandole le spalle. Sentì che le lacrime volevano cominciare a scendere giù e cercò di scacciarle via. L'ultima cosa che voleva era piangere... La rosa gli fissava la schiena, senza saper cosa dire. Aveva finalmente saputo il segreto che opprimeva il cuore del ragazzo...e ora? Avrebbe dovuto consolarlo? Sentiva di dover fare qualcosa e quindi cercò di aggirare il bancone, per raggiungere il moro, ma proprio quando stava per chiamare il nome di lui, Jiraiya le chiese aiuto in magazzino, così dovette andare.

 

Seguì con lo sguardo l'Uchiha che riordinava dietro il bancone, indecisa se invitarlo a sedere con lei a pranzare o meno. Prima avrebbe voluto abbracciarlo, un gesto spontaneo che le veniva dal cuore, e che in quel momento non avrebbe significato molto. Si alzò dal suo posto e si diresse verso di lui, che, nel sentirla, si voltò guardandola confuso. Trovava strana la reazione avuta dalla rosa, ma in fondo a lui andava meglio così.

-S...senti Sasuke...è vero che quello che mi hai detto ha un certo peso...e non posso dire di non essermi spaventata un po', però...-

Si sforzò di sorridere.

-Io credo davvero che tu e tuo fratello siate delle bravissime persone, quindi non mi interesse cosa avete fatto...m'importa di più cosa fate adesso...-

Il moro scostò lo sguardo leggermente imbarazzato e la ringraziò. Era davvero una persona fantastica...

-Quindi se c'è qualcosa che posso fare per voi...per te in questo momento dimmelo...-

Proprio mentre il ragazzo stava per dirle qualcosa l'Haruno dovette rispondere al cellulare che aveva cominciato a squillare. Guardò lo schermo e sussultò. Ya...Yagami?

-C...ciao Yaga...Light...-

L'Uchiha sbuffò, possibile che quel demente castano li osservasse?

-Certo se vuoi puoi venire anche subito, ma perc...-

Alzò un sopracciglio nel vederla osservare confusa lo schermo e rise tra sé. Le aveva attaccato in faccia?

-Che sia successo qualcosa?-

Chiese la ragazza, forse solo a se stessa. Il ragazzo le era parso strano dalle altre volte, che ci fosse qualcosa che lo preoccupava? Guardò fuori dalla finestra e sospirò. Probabilmente sarebbe arrivato a corsa laggiù...

-Sasuke...tu per caso sai qual è il segreto degli Yagami?-

Rimase in silenzio, indeciso se risponderle o meno. Ovviamente i due fratelli non avevano detto nulla a nessuno, come gli altri inquilini del resto, però si poteva facilmente ipotizzare qualcosa. Strinse i pugni. E poi lui gli aveva sentito quell'odore addosso...quell'odore di sangue che non andrà mai via, quell'odore che aveva anche lui... I due ragazzi rimasero in silenzio fino all'arrivo del castano che, aperta la porta della caffetteria, si era subito fiondato dalla rosa che ancora non riusciva a capire cosa avesse. Il ragazzo la prese per le spalle e le chiese preoccupato come stesse; lei, sorridendogli, rispose che andava tutto bene. Lui l'abbracciò, prendendola di sorpresa e facendola arrossire un po' dall'imbarazzo, Sasuke, invece, si tratteneva dal vomitare. L'Haruno cercò di levarsi gentilmente il ragazzo di dosso e chi chiese spiegazioni sul suo strano comportamento. Lo Yagami lanciò un'occhiataccia al moro e disse alla ragazza che aveva saputo cosa era successo il giorno precedente. La vide irrigidirsi e l'Uchiha lo maledisse mentalmente. E a lui che gliene importava adesso?

-Ho sentito che probabilmente è stato Kira a farlo fuori...è stata una fortuna, non credi? Anche perchè Uchiha non ha fatto niente!-

Il moro sbatté una mano sul tavolo.

-Io ho cercato di fare quello che potevo! Quel pazzoide l'avrebbe fatta fuori se avessi provato a fermarlo!-

Sbuffò, ripetendo che fortunatamente per lei Kira stava girando da quelle parti.

-A te piace davvero, Light?-

Le chiese cosa intendesse e sussultò, vedendole il viso rigato di lacrime.

-A te piace davvero quell'assassino? Una persona senza cuore che va a uccidere gente come se niente fosse...io ho paura di lui, ho paura che possa farmi del male un giorno...ho paura che possa far del male alle gemelle...alle mie piccoline...-

Il castano la guardava in silenzio, non sapendo che fare, il moro, invece, si era avvicinato alla rosa, e stava provando a farla calmare. Light sentiva ancora le parole assassino rimbombargli nel cervello... È vero, non era la prima volta che veniva chiamato così, però sentire proprio quelle parole provenire dalla bocca di Sakura era ancora più doloroso del solito. Lei odiava Kira, si vedeva dal suo sguardo, e di certo nessuno poteva darle torto, nemmeno lui. Sakura...se solo avesse saputo che aveva cercato di ucciderla forse l'avrebbe odiato ancora di più... L'Uchiha seguì con lo sguardo la rosa che si stava dirigendo verso il bagno a rinfrescarsi un po' e, quando la vide sparire dal suo campo ottico, si voltò a guardare male il castano che teneva la testa bassa.

-Sarai contento immagino-

Non rispose, continuava a fissare il pavimento.

-Tu credi davvero che una come lei possa comprendere queste manie omicide?-

Strinse i pugni. Perchè proprio lui doveva fargli la paternale? Lo guardò negli occhi, con lo sguardo più truce che possedeva, ma il moro non si scompose.

-Non ti permetto di parlarmi in questo modo Uchiha...tanto, dato che anche lei è qui non sarà certo l'angelo bianco e puro che immagini tu...-

Un sorriso sadico apparì sul volto del castano, Sasuke avrebbe voluto tanto spaccargli quel bel faccino...

-Anche lei sarà macchiata di sangue come me e te-

-Non dire stronzate!-

Mise le mani in tasca e scostò lo sguardo.

-Pensi che anche io non sia dispiaciuto di questo? Non sei solo tu quello che desidera tanto trovare qualcuno che ti porti in salvo, Uchiha...-

-Non mettermi al tuo stesso livello!-

-Ma devi renderti conto che non può essere nessuno che abita in quel maledetto palazzo...quindi non può essere lei la nostra luce...non può essere lei l'angelo che ci porterà via...-

Diceva il vero? Erano fondate le sue parole? Il moro non voleva darci nessun peso, anche se alcune volte pensava anche lui che Sakura non poteva essere tanto diversa da loro. Sorrise. Però, ogni volta che il viso di lei si illuminava in un sorriso stupendo non poteva non cambiare idea...

 

Silenziosamente i due vicini stavano prendendo l'ascensore per raggiungere l'ottavo piano. E così aveva pianto di nuovo...quanto si odiava. Gli aveva promesso che non lo avrebbe più fatto...lo aveva promesso... Lanciò un'occhiata al vicino e non potè fare a meno di sorridere. Le era stato vicino di nuovo... Gli si avvicinò, lui era appoggiato al muro e aveva le braccia conserte. Guardava dritto davanti a sé ripensando alla chiacchierata con Yagami, quando si accorse della rosa che gli era andata più vicina. Sobbalzò cominciando ad arrossire leggermente. Lei sorrideva e l'Uchiha non fece in tempo a chiederle cosa avesse che lei lo abbracciò ringraziandolo. Inizialmente rimase fermo, immobile. Do...doveva abbracciarla anche lui? Deglutì cominciando a muovere le braccia, ma, proprio in quel momento, le porte dell'ascensore si aprirono. Il rosso che aspettava la ragazza sul pianerottolo li guardò confuso. Cosa si era perso?

-S...sera Hitachiin...-

Sakura si staccò dal moro, per poi salutare sorridente l'amico d'infanzia. Si diresse verso il suo appartamento, aprendo la porta e chiedendo al ragazzo come mai non entrava con lei. Il rosso le rispose che doveva parlare un secondo con Sasuke e, dopo che lei ebbe passato lo sguardo da un ragazzo all'altro, entrò in casa ad abbracciare Fine e Rein. Hikaru si rigirò verso il moro solo dopo che lei ebbe chiuso la porta.

-Senti Uchiha...tu lo sai che io non ti sopporto...-

-La cosa è reciproca-

Sbuffò.

-Però devo ammettere che, sfortunatamente, stai simpatico a Sakura...-

-Arriva al punto, Hitachiin-

Lo guardò male.

-Credo tu voglia sapere perchè lei è qui...-

Cominciò a prestare più interesse alle parole del ragazzo.

-E credo che Sakura non voglia farlo sapere quindi rimango io...-

Perse un battito. E così ora avrebbe saputo del segreto della rosa?

-Ma nemmeno io voglio dirti una cosa del genere, Uchiha-

-E allora mi vuoi solo far perdere tempo?-

Scosse la testa, allungando la mano destra verso di lui.

-No, credo solo che tu debba scoprirlo da solo, io posso solo darti questo...-

Il moro prese l'oggetto che il ragazzo gli aveva porto e si mise ad osservarlo. Era un anello, probabilmente di poco valore. Cominciò a girarlo tra le dita, quando notò che c'era un nome inciso sopra.

-Naruto Uzumaki?-

-Credo che non sia la prima volta che senti questo nome, vero?-

Sussultò ripensando all'aggressione di Sakura e guardò ancora confuso il rosso che, salutandolo, si diresse verso l'appartamento dell'amica.

-Per favore Sasuke...aiutala almeno tu, dato che io non ci sono riuscito...-

E chiuse la porta dietro di sé, lasciando il moro fermo e immobile a fissare l'anello.


 

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Capitolo 11
*** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 4 ***


Yeh! Ho internet xD anche se per poco... ma quanto bata per aggiornare ù-ù baci dalla sardegna a tutti :D bye!

 

*

La bionda sentì sbattere la porta di casa e si fiondò sorridente in soggiorno; finalmente Light era tornato. Gli si avvicinò, sempre con quel sorriso stampato sulla faccia e lo aiutò a togliersi la giacca, senza però accorgersi che il ragazzo aveva qualcosa di strano. Quando lei si allontanò con la giacca tra le mani lui le chiese scusa. La vide voltarsi e guardarlo confusa.

-Mi spiace, ma non ci riesco...-

Kilari rimase ferma a fissarlo per qualche momento, poi si mise a ridere istericamente; lui fissava il pavimento.

-Light, sei troppo divertente, per un attimo ho davvero creduto che tu non la volessi uccidere-

-Infatti è così-

Silenzio, ora lei non rideva più, ma lo guardava trattenendosi dall'arrabbiarsi. Non poteva certo farle una cosa del genere...

-Se ti sentisse tuo padre si rivolterebbe nella tomba...-

Lui continuava a fissarsi i piedi.

-Andiamo Light...da quando sei diventato così rammollito? Da quando ti fai tanti scrupoli a uccidere, eh?-

Non arrivò nessuna risposta e la bionda s'infuriò, lanciandogli addosso la giacca.

-Mi stai forse abbandonando, Light?-

-Sto solo dicendo che non voglio più fare del male a nessuno...specialmente per i tuoi stupidi capricci...-

Delle lacrime cominciarono a rigarle il volto.

-Maledetto...maledetto, maledetto! Bè, sai che ti dico? Non ho più bisogno del tuo aiuto! Me la posso cavare benissimo da sola!-

E se ne andò in camera sbattendo la porta dietro di sé, lasciando il ragazzo a fissarla scomparire. Gli dispiaceva che lei ci stesse così male, ma Kilari sapeva che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. Strinse i pugni arrabbiata, mentre le lacrime continuavano a cadere. Adesso doveva occuparsi lei personalmente del problema Haruno.

 

Sasuke continuava a fissare l'anello che gli aveva dato Hikaru il giorno prima; se lo rigirava tra le mani, aspettandosi, forse, di ricevere delle risposte da quell'oggettino. E mentre faceva questo il nome di Naruto Uzumaki continuava a rimbombargli in testa. Assottigliò lo sguardo. In che modo questo ragazzo era collegato a Sakura e le gemelle? La voce del fratello che gli diceva che stava facendo tardi a lavoro lo interruppe dai suoi pensieri. Sbuffò, alzandosi dalla sedia e mettendosi l'anello in tasca.

-Cosa hai intenzione di fare con quello?-

Il moro guardò Itachi rispondendogli che ancora non lo sapeva bene neanche lui. Non voleva indagare sul passato della ragazza, voleva che fosse lei a dirgli tutto, ma ormai era consapevole che non l'avrebbe fatto di lì a poco, quindi doveva darsi da fare lui, se davvero voleva scoprire qualcosa di lei, e lui lo desiderava intensamente...

-Perchè non provi ad andare all'indirizzo che ti ha dato Hikaru?-

Tirò fuori dalla tasca il foglietto stropicciato che aveva ricevuto dal rosso. Glielo aveva fatto passare sotto la porta quella notte, mentre tutti dormivano. Che gli avesse dato l'indirizzo per la casa di questo Uzumaki? Era abbastanza distante da dove si trovava il loro palazzo, ma in moto non ci voleva che qualche ora. Strinse il foglietto nella mano. Ma ne valeva veramente la pena? L'Uchiha maggiore guardava un po' preoccupato il fratellino, chiedendosi se aveva fatto bene a insistere sulla questione Haruno...lui voleva solamente che Sasuke fosse felice, e credeva che la rosa gliene avrebbe potuto dare la possibilità. Aveva saputo che il moro aveva raccontato alla ragazza del loro passato, ovvero, che gli aveva detto che lui aveva ucciso i suoi genitori. Sapeva che al fratello non andava molto giù raccontare questa versione dei fatti, ma lui glielo aveva chiesto implorante e non aveva potuto rifiutarsi. Sorrise dentro di sé. E poi, a quanto aveva sentito, la rosa non l'aveva presa tanto male; bè, non ci si poteva aspettare qualcosa di tanto diverso da una persona così...

-Vedrò cosa è meglio fare...-

Rispose poi il ragazzo dirigendosi verso la porta e, dopo aver salutato, uscì. Quando fu completamente fuori dall'appartamento guardò alla sua destra e notò che anche la vicina era uscita da casa, probabilmente nello stesso momento. Si mise a fissarla, come faceva tutte le volte che la incontrava, e notò che aveva lo sguardo basso e malinconico. Infatti, alcuni minuti prima, Sakura aveva avuto un'altra discussione con Hikaru sul fatto di rimanere lì oppure no. Non riusciva a capire perchè il ragazzo ci tenesse tanto a portarla via da quel palazzo... Va bene, non si poteva dire che li ci abitavano delle brave persone, però lei non le reputava neanche cattive. Soprattutto gli Uchiha e gli Yagami, come potevano farle del male delle persone che la stavano aiutando senza chiedere niente in cambio? Lei non era mai stata brava a giudicare le persone, però sentiva che con loro non poteva sbagliarsi e voleva farlo capire anche al rosso che, dal canto suo, stava cominciando a provare simpatia per i vicini dell'amica, ma non riusciva ancora a fidarsi del tutto, anche se stava aiutando il moro a scoprire qualcosa di più sulla rosa. All'Hitachiin l'unica cosa che gli stava veramente a cuore era la felicità di Sakura e delle gemelle, ma poteva davvero trovare la felicità in quel posto con quelle persone? Una parte di lui stava cominciando a crederci, ma l'altra era ancora diffidente. L'Haruno alzò lo sguardo e vide il ragazzo; inizialmente rimase in silenzio, ma poi gli sorrise e gli diede il buongiorno. Lui rispose al saluto. Mentre si dirigevano assieme alla moto di lui, la ragazza gli fece sapere che aveva trovato una scuola per le gemelle e che molto probabilmente domani avrebbe fatto tardi al lavoro per accompagnarle a piedi. Sasuke le rispose che Jiraiya le avrebbe anche dato l'intera giornata libera e la vide sorridere contenta. Quando le porse il casco le vide abbassare lo sguardo imbarazzata.

-Senti Sasuke...io volevo chiederti se potevi venire anche tu con noi...-

Perse un battito; lo stava invitando?

-Però, se Jiraiya mi darà tutto il giorno libero non so se lascerà andare anche te...-

L'Uchiha s'infilò il caso e le rispose che dopo gli avrebbero sicuramente parlato; la vide annuire e salirono sulla moto. Per tutto il tratto di strada il ragazzo non potè smettere di sorridere.

 

L'inizio della mattinata lavorativa proseguì tranquillamente, il padrone della caffetteria accettò senza pretesti di dare la giornata libera a entrambi i ragazzi. In fondo ne avrebbe approfittato anche lui per starsene un giorno a casa a riposare. La rosa aveva mille pensieri per la testa e il ragazzo poteva notarlo benissimo dal suo modo di comportarsi. Domani Fine e Rein sarebbero andate a scuola e probabilmente lei era più agitata di loro due; se fosse stato per lei le avrebbe tenute sempre al suo fianco, giocando con loro tutto il giorno, senza separarsi mai, neanche per la scuola o per il lavoro. Un anno fa non avrebbe mai creduto di poter pensare queste cose, forse perchè c'era lui con lei, ma ora...ora le bambine erano tutto quello che le era rimasto. Scosse la testa, cercando di non pensare a tutto quel dolore, non voleva che Uchiha si preoccupasse... Si sentì chiamare e si voltò cercando di sorridere, sperando che il ragazzo non le chiedesse se andava tutto bene. Vide che, leggermente imbarazzato, si metteva una mano dietro la testa. Il moro aveva deciso di fare una cosa, a suo parere abbastanza stupida, e provare per l'ennesima volta a far dire alla ragazza qualcosa di sé...qualcosa di vero possibilmente...

-Senti Sakura...non si può dire che noi ci siamo presentati nel migliore dei modi, giusto? Quindi vorrei che oggi noi ricominciassimo da capo...-

Fece un profondo respiro e le tese la mano; lei lo guardava leggermente spaventata.

-Piacere di conoscerti, io mi chiamo Sasuke Uchiha, ho ventitrè anni e sono il suo vicino di casa e abito assieme a mio fratello Itachi...-

Lei, un po' titubante gli strinse la mano, lui la guardava fisso negli occhi.

-Pi...piacere mio...mi chiamo Sakura Haruno...-

La vide distogliere lo sguardo e cominciare a tremare leggermente. Come mai non gli diceva il resto?

-Su...non è molto difficile...basta che tu mi dica delle tue sorelle e della tua età...-

Perse un battito; già, lo sapeva anche lei, però... Alzò di nuovo lo sguardo, cercando di resistere alla vista di quegli occhi neri. Però non riusciva a mentirgli di nuovo... Proprio quando cominciò a scusarsi con lui, un cliente li interruppe e, fortunatamente per la rosa, il discorso finì lì. Non ce la faceva più...non voleva che Sasuke la facesse cedere...non voleva... L'Uchiha la vide dargli le spalle e, finalmente, prese una decisione: sarebbe andato all'indirizzo che gli aveva dato Hikaru e avrebbe cercato Naruto Uzumaki. Dato che la ragazza non riusciva a dirgli niente, probabilmente questa persona avrebbe potuto dargli le risposte che cercava, sennò... Strinse i pugni. Bè, sennò avrebbe preso a pugni il rosso e gli avrebbe fatto sputare il rospo. Non ce la faceva più a sopportare tutti questi segreti... Così, quando ebbero finito di lavorare e furono tornati alla palazzina lasciò scendere la ragazza chiedendole se poteva far sapere a Itachi che non sarebbe tornato per cena, lui avrebbe capito. Un po' confusa gli rispose che andava bene e, quando gli chiese cosa dovesse fare, il ragazzo rispose che non era nulla di cui preoccuparsi e partì, lasciandola fissare la sua moto che si allontanava.

 

Finalmente l'Uchiha raggiunse l'indirizzo della casa che, a quanto aveva dedotto, apparteneva a Naruto Uzumaki. Guardò per l'ultima volta il foglietto per poi fissare di nuovo l'abitazione; non era tenuta tanto bene, sembrava quasi in rovina e tutte le finestre erano chiuse, non vide neanche una luce accesa. Maledisse l'Hitachiin, che lo avesse preso in giro? Sbuffando suonò al campanello e nessuno rispose. Possibile che stesse già dormendo o che fosse ancora a lavoro? Accidenti...non sopportava aver fatto tutta quella strada inutilmente! La voce di una ragazza che gli chiedeva cosa stesse facendo lo fece voltare indietro. Quando la bionda notò la bellezza del ragazzo gli si avvicinò sorridendo e chiedendogli, con voce più gentile, cosa ci facesse lì.

-Cercavo Naruto Uzumaki-

Rispose semplicemente lui e vide trasformare il sorriso della ragazza. Sembrava essere diventata triste...

-Lui non è più qui...-

Il moro chiese ingenuamente se si fosse trasferito e lei scosse la testa.

-Lui è morto circa un anno fa...-

Sussultò. Morto? Poi vide il suo sguardo farsi più duro.

-Ma credo che farebbe meglio a chiederlo alla persona che l'ha ucciso...a quella svitata!-

Chiese titubante di chi stesse parlando.

-Ma di sua moglie, ovviamente-

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Capitolo 12
*** Libro Secondo-Angeli-Capitolo 5 ***


Finalmente posto l'ultimo chap ç__ç ma non disperate, non finisce mica qui xD poi mettero le torie dei tre peronaggi e infine l'ultimo libro ù-ù. Grazie a tutti^^ 

 

*

Itachi era seduto al tavolo di cucina e faceva colazione fissando la porta di casa. Ieri sera la rosa gli aveva fatto sapere che il fratello non sarebbe tornato per cena e lui aveva facilmente immaginato dove poteva essersi diretto, ma non credeva ci mettesse così tanto. Anche lui era curioso e voleva sapere cosa aveva scoperto, se aveva scoperto qualcosa e forse tutta quell'attesa non era un buon segno, o forse sì? Chissà cosa nascondeva la dolce vicina, chissà se dopo tutto sarebbe potuto rimanere com'era ora, tranquillo... La sera precedente era stato invitato personalmente dalla ragazza a cenare con loro, in fondo non poteva sopportare di lasciarlo solo, e poi le faceva piacere stare in sua compagnia. Sorrise. Era contento che non iniziasse a trattarlo in modo diverso dal solito, non l'avrebbe sopportato. Mentre allungava un biscotto verso Akamaru sentì sbattere la porta di casa; sussultò: il fratello era ritornato. Si voltò lentamente verso di lui, guardandolo curioso e interrogativo e, nel farlo, notò la strana espressione del moro. Aveva gli occhi sbarrati e tremava un poco, ancora gli rimbombavano in testa le parole della ragazza. Incrociò gli occhi del fratello, che, intanto, gli era andato incontro chiedendogli cosa fosse successo. Sasuke cercò di calmarsi e cominciò a raccontare quello che gli aveva riferito la Yamanaka, così aveva detto di chiamarsi la biondina. La ragazza, cominciò a dire l'Uchiha, era un'amica d'infanzia di Sakura e, per varie cose che non gli aveva detto, si erano perse di vista. Le due bambine avevano fatto amicizia con altri due bambini, Naruto Uzumaki e Hikaru; la bionda era rimasta in contatto col primo, mentre la rosa col secondo. Quando, più o meno, tutti e quattro raggiunsero i sedici anni Naruto e Sakura cominciarono a riavvicinarsi, e la cosa fece troncare definitivamente i rapporti tra il ragazzo e la Yamanaka, che erano andati deteriorandosi col tempo; questo fatto permise alla rosa, almeno così affermava la bionda, di sedurre il ragazzo del quale era innamorata da tempo. Così i due si misero insieme e vissero la loro bella storiellina da bravi fidanzatini fino a che quella scostumata, diceva la bionda, non rimase incinta...

-I...incinta...e di chi...-

Itachi sussultò, voltandosi in direzione dell'appartamento accanto, poi riguardò il fratellino.

-Q...quindi la storia delle sorelle...-

Scosse la testa.

-E anche quella dell'età...Sakura ha ventidue anni, quasi ventitrè! Non diciotto come ci aveva detto!-

L'Uchiha maggiore aprì e chiuse la bocca varie volte, per poi dire a Sasuke che poteva continuare a raccontare. Annuì e riprese da dove era rimasto. Sakura diede alla luce due gemelle, tutto questo senza l'appoggio della madre che, giustamente, ripeteva la Yamanaka, l'aveva cacciata di casa. Un giorno i due si sposarono, forse all'età di vent'anni, non ricordava con esattezza, ma questo non fermò le varie voci che si erano già create all'interno del vicinato.

-Ma adesso che fine ha fatto questo Naruto?-

-È morto, Itachi, in un incidente d'auto e la maggior parte delle persone crede che sia stata proprio Sakura a farlo fuori...e ora...-

-E ora lei è vedova con due figlie a carico-

Finì il moro e Sasuke annuì.

-Ma non riesco...non riesco a capire perchè tutti questi segreti...che motivo aveva?-

Strinse i pugni.

-Yamanaka mi ha detto che dopo la morte di Naruto era come impazzita e in molti hanno creduto che volesse far fuori Fine e Rein...-

Itachi fissava il fratello tristemente.

-Chi vorrebbe lasciare delle bambine nelle mani di una pazzoide?-

Chiese Sasuke, senza realmente pensarlo, ma solo esprimendo il parere generale di simpatici ex vicini della rosa. La sfortuna volle, però, che l'Haruno, andata a chiamare i due fratelli Uchiha per ricordare loro che le gemelle avevano il primo giorno di scuola, sentisse quella domanda, solo e unicamente quella, sennò sarebbe stato tutto più semplice e che, travolta dalla paura, fosse rimasta immobile sul pianerottolo a fissare la schiena del moro. Itachi si accorse di lei, notando il colore dei suoi capelli oltre la porta, rimasta socchiusa a causa dell'Uchiha minore, il quale l'aveva sbattuta senza chiuderla del tutto, e pronunciò il suo nome, facendo girare di scatto Sasuke. Il ragazzo sussultò nel vederla in lacrime.

-N...non portatemele via...sono tutto quello che mi è rimasto...-

Provò ad assicurarle che andava tutto bene, ma lei scosse la testa.

-Non potrei più vivere se mi private anche di loro, sono i miei angeli!-

Rimasero a fissarla, senza sapere cosa dire per poterla tranquillizzare, quando il rosso si precipitò da loro preoccupato; il moro gli chiese cosa fosse successo.

-Non le trovo più...-

La rosa sussultò, guardandolo sconvolta.

-Non riesco più a trovare Fine e Rein...pensavo fossero...-

Venne bloccato dall'Haruno che lo aveva preso per le braccia e aveva cominciato a scuoterlo.

-Come hai fatto? Dove le hai lasciate?-

-L...le avevo detto di aspettarmi giù, dato che erano tanto agitate da non poter più rimanere in casa...-

-Hai permesso alle mie bambine di scendere da sole?-

Scostò lo sguardo, non potendo reggere la vista di quegli occhi verdi, e sussurrò un “mi dispiace”, ma la rosa neanche ci badò.

-Dobbiamo ritrovarle, dobbiamo assolutamente ritrovarle!-

Sasuke guardava la scena cercando di pensare a un modo per far calmare la rosa e, cosa più importante, un piano per trovare le bambine, ma il suo ponderare venne interrotto dalla voce dello Yagami che cercava disperatamente la ragazza dai capelli rosa. Non aveva più parlato con la sorella dalla volta precedente e, poco prima, aprendo il cassetto dove teneva la pistola lo aveva trovato vuoto e, collegando questo fatto all'uscita inaspettata della bionda, voleva assicurarsi che l'Haruno stesse bene; vedendola incolume tirò un sospiro di sollievo, ma, dopo aver notato le lacrime, chiese cosa fosse successo e Itachi spiegò l'accaduto.

-Tu sai mica dove possono essere andate, Light?-

Guardò la ragazza che gli aveva fatto la domanda, il tono di voce che aveva usato era un misto tra il disperato e lo speranzoso. Le lacrime che le rigavano il viso rendevano il tutto più drammatico. Doveva dirle che, sicuramente, era stata Kilari a rapire Fine e Rein e che probabilmente poteva anche ucciderle? Guardò un'altra volta la ragazza in lacrime, poi indicò con la testa l'ascensore e disse loro di seguirlo.

 

-Wow, Fine, hai visto che bella macchina che ha?-

La rossa annuì.

-Sì, è stupenda! E va davvero veloce!-

La bionda sbuffò nel sentire quelle vocine seccanti, quelle due mocciosette la irritavano forse più di Sakura. Strinse il volante nelle mani; no, nessuno poteva irritarla di più della rosa.

-Senti Kilari-san...-

-...davvero ti hanno chiesto di portarci a scuola?-

Abbozzò un sorriso.

-Certo...non mi credete?-

Le due bambine si scambiarono un'occhiata.

-No è che...-

-...la mamma ci teneva tanto ad accompagnarci a scuola-

Le guardò attraverso lo specchietto e alzò un sopracciglio.

-Mamma?-

-E...ehm volevo dire Sakura...-

-Già...eheh...-

Non tanto convinta dalla risposta riprese a guardare la strada. Quelle tre non la raccontavano giusta, ma a lei non importava, quello che la premeva al momento era sistemare la cara vicina di casa.

-Ma, Kilari-san, sicura che...-

-...questa è la strada giusta?-

S'irritò.

-La volete finire e star buone? Io guido, quindi io so dov'è la strada, chiaro?-

Disse non tanto gentilmente alle due piccoline che abbassarono lo sguardo, non gli piaceva essere sgridate. Spostò velocemente lo sguardo dalla strada al sedile accanto, dove aveva la borsa con la pistola. Le avrebbe fatte fuori...o avrebbe ricattato Sakura...non sapeva ancora qual'era la cosa migliore da fare, ma intanto, a differenza di quel cretino del fratello, aveva fatto qualcosa. Sentì il telefono squillare e frugò nella borsa per prenderlo. Rispose.

-Che c'è Light?-

Lanciò un'occhiata alle gemelle.

-No...non so di cosa tu stia parlando...-

-Kilari-san non bisogna guidare parlando al telefono!-

-Stà zitta nanetta!-

Sbuffò.

-Vedi di farti i fatti tuoi, Light!-

E riagganciò, lanciando il cellulare sul sedile. Maledizione, ci mancava solo quel seccatore...

 

Fissò lo schermo del telefono; Kilari gli aveva chiuso il telefono in faccia...

-Allora Light, che ha detto?

Chiese il moro e lo Yagami guardò per un attimo la rosa, per poi rispondere al ragazzo che sua sorella era con le gemelle. Sentì l'Haruno tirare una specie di sospiro di sollievo e gli si strinse il cuore, il fatto che le bambine fossero con la bionda non era affatto una cosa positiva e rassicurante, anzi, tutto il contrario.

-Ma perchè tua sorella avrebbe dovuto prendere Fine e Rein?-

Il castano rimase inizialmente in silenzio, era ovvio che glielo avrebbe chiesto, così spiegò i piani omicidi di Kilari a Sakura, che sgranò gli occhi sentendo quelle parole e Hikaru fece lo stesso, solo i fratelli Uchiha non reagirono, o almeno non lo dettero a vedere, in fondo i due mori immaginavano già cosa ci fosse nella mente perversa della Yagami. Quando Light finì di parlare il rosso propose subito di seguire la bionda con la sua macchina, Sasuke lo guardò sbuffando e gli fece notare che loro non sapevano minimamente dove fosse la ragazza, Sakura intanto aveva cominciato a torturarsi le mani angosciata.

-Credo che mia sorella non avesse un piano ben preciso, ma dopo la mia telefonata deve aver pensato ad allontanarsi il più possibile da noi...-

Il minore degli Uchiha passò lo sguardo dalla ragazza al pensoso castano.

-Bè, allora prendiamo la macchina di Hikaru e vediamo di trovarle, non posso attendere qui un minuto di più-

Light annuì, credendo che quella fosse la soluzione migliore e si diressero tutti verso la vettura; lo Yagami si mise al volante, con una certa riluttanza da parte dell'Hitachiin, che si posizionò dietro assieme a Itachi e Akamaru. Sasuke fissò la ragazza che diffidava a entrare nell'auto e la incitò ricevendo come risposta uno sguardo un po' impaurito. Lei odiava le macchine, le odiava dal giorno dell'incidente di Naruto.

-Avanti Sakura, sei stata tu a proporlo, non vorrai tirarti indietro? Ricordati di Fine e Rein!-

Strinse i pugni e si mise nel posto accanto al guidatore che, dopo essersi accertato di avere tutti a bordo, partì a grande velocità. La rosa teneva le mani giunte, sperando che non fosse troppo tardi, e Sasuke la osservava da dietro; era ancora sconvolto per quello che la Yamanaka gli aveva raccontato sulla ragazza e il rapimento delle gemelle calzava proprio a pennello. Dopo tutto quello che aveva sentito e dedotto la cosa che più gli stava a cuore era la felicità della ragazza e avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla. Light, intanto, cercava di immedesimarsi nella sorella, per poterla trovare, doveva farlo per Sakura; girò a qualche incrocio, non rispettò gli stop e, finalmente, ad un semaforo rosso, riconobbe la sua auto e scorgendo dentro la figura della bionda disse: “trovate”. L'Haruno sussultò, cominciando a chiedere insistentemente di indicarle la vettura e, dopo averla vista, ebbe l'impulso di scendere per raggiungere le sue bambine, ma il castano e il moro la bloccarono, uno con le parole e l'altro prendendola per il braccio. Non potevano permettersi di farle correre rischi, Kilari era armata! In questo modo le impedirono di uscire, ma non di aprire il finestrino e sporgersi fuori a chiamare i nomi delle gemelle; in quello stesso momento la bionda, notando dei movimenti nelle auto dietro di sé, controllò cosa stesse succedendo e scorse nello specchietto retrovisore i capelli a chewing-gum della vicina, ma non fu l'unica, anche le bambine la notarono e, credendo che quei movimenti delle braccia fossero dei saluti da parte della ragazza, risposero sorridenti agitando le loro manine.

-Ehi, guarda Kilari-san, Sakura è venuta per portarci a scuola!-

-Perchè non la fai salire con noi?-

Rein annuì alla proposta della gemellina e la bionda le guardò stizzita, premendo poi il tasto dell'acceleratore quando il semaforo divenne verde. Voleva seminarli, e subito.

-Dai, basta che accosti un attimo e...-

-Non so se avete capito, cretinette, ma io non ho alcuna intenzione di far salire in questa macchina vostra sorella...o madre che sia, non m'interessa! Quindi vedete di fare le brave o vi faccio fuori all'istante!-

A quella minaccia le due si abbracciarono tremanti, il tono di voce le aveva spaventate parecchio e anche l'espressione della ragazza aveva fatto quell'effetto. Ora, entrambe speravano che la loro mamma le venisse a salvare.

-Le ho viste, le ho viste! E per fortuna stanno bene...-

Esclamò la rosa rivolta ai quattro ragazzi e Itachi le sorrise amaramente. Light aveva lo sguardo fisso alla sua auto, Kilari stava cercando di seminarli, ma non ci sarebbe mai riuscita, ovvero, lui non glielo avrebbe mai permesso. Quando finalmente la bionda fermò la sua corsa, si ritrovarono in uno spiazzo isolato, in un prato incontaminato affiancato dall'autostrada che stava, però, leggermente rialzata al campo. Appena la Yagami fermò la macchina, uscì velocemente, prendendo la pistola, poi aprì lo sportello dietro e fece uscire a forza le due piccole, ancora terrorizzate; nello stesso momento i quattro uscirono dalla vettura dell'Hitachiin.

-Fine, Rein!-

Le due si voltarono verso la rosa e le andarono incontro.

-Mamma!-

La bionda prese per un braccio una delle fuggitive e strinse la presa; l'Haruno digrignò i denti, mettendo al sicuro dietro di sè l'altra gemella.

-Ridammi Rein, Kilari!-

Rise sadicamente, puntando la pistola alla testa della bambina. Sakura cominciò a piangere, perchè doveva accaderle questo? Prima Naruto...perchè ora anche Rein? Cosa aveva fatto di così brutto per meritarsi tutto questo?

-Tu ce l'hai con me, vero Kilari? Bè, allora uccidi me, ma non prendertela con le gemelle!-

Sasuke e Light la guardarono stupiti, la bionda, invece, non sapeva bene come comportarsi. Non si era mai ritrovata in una situazione simile, di solito il lavoro sporco lo faceva suo fratello...

-N...non dire scemate Haruno...in fondo sono solo delle mocciosette...-

-Sono le mie figlie! E io rischierei la vita per loro!-

Kilari guardò la bambina dai capelli azzurri che teneva come prigioniera e poi la rosa. Rischiare la vita per le sue...figlie...

-Sono la mia famiglia!-

Continuò a urlarle contro la ragazza.

-E io farei di tutto per loro, sono il mio tesoro!-

Perse la pazienza e puntò la pistola tremante contro di lei, si tratteneva dal piangere, lei odiava questo concetto di famiglia...lei odiava la famiglia...

-Se ci tieni tanto a morire ti accontento brutta stronza!-

E premette il grilletto. Quello che successe dopo durò un istante, il castano che voleva andare in aiuto della rosa, ma che si trovava troppo lontano da lei, perchè doveva morire una seconda volta davanti ai suoi occhi? Sakura che guardava fissa la Yagami, senza alcun timore, la sua richiesta egoista stava per avverarsi, tra poco lo avrebbe raggiunto laggiù dove non esiste più il dolore, ma l'Uchiha, scattando velocemente, si parò davanti a lei e questo la fece sobbalzare.

-Sasuke, ma che...-

Il proiettile lo colpì e lui cadde a terra in ginocchio, il sangue aveva cominciato a cadere e a sporcare quell'erba verde; nel vederlo Kilari lasciò la presa su Rein, che riuscì a rifugiarsi da Hikaru. Lei aveva ucciso Sasuke?

-Sasuke!-

Urlò il fratello che, in seguito, sussultò nell'udire la voce del ragazzo che chiedeva cosa stessero tanto ad urlare. L'Haruno allungò un braccio verso di lui, chiedendo spiegazioni e il moro rispose che era stato colpito solamente il suo braccio destro. Sentendo questo, la bionda si riprese e strinse la pistola nella mano.

-Sei sicuro di stare bene?-

Chiese ancora una volta la rosa e lui, alzandosi in piedi e premendo sulla ferita con la mano sinistra rispose che non doveva preoccuparsi, poi guardò la bionda con odio.

-Avresti rischiato di ucciderla! Le pistole non sono un giocattolo, lo sai?-

Lanciò un'occhiata veloce all'Haruno.

-Non devi giocare con la vita delle persone, Kilari!-

Strinse ancora di più la presa sull'arma.

-Vieni a farmi la predica proprio tu, eh Sasuke? Salvi Haruno, facendoti vedere ai suoi occhi come un eroe, ma sei solo uno sporco bugiardo...-

Sussultò, non avrebbe mica... La vide sorridere sadicamente.

-Sei tu l'assassino dei tuoi genitori, vero?-

Sakura lo fissò incredula. Come...come era possibile...a lei aveva detto che era stato Itachi...

-Nascondi la verità dicendo che è stato il tuo adorato fratello a ucciderli e scommetto che lo hai fatto anche col confettino, vero?-

Disse indicando con la testa l'Haruno.

-Kilari, ora smettila!-

L'ammonì il fratello e lei lo guardò con astio.

-Ah, giusto...dimenticavo te, Light...-

Spostò gli occhi verso Sakura.

-Sai chi è in realtà il mio caro fratellino? Kira, il maniaco omicida che tu odi tanto...-

Spostò la testa verso il castano, che abbassò lo sguardo colpevole.

-Light...davvero tu...-

La bionda rise.

-E non è finita qui! Lui ha cercato anche di uccidere te, peccato che la prima volta non sia andato a segno...-

Il cuore della rosa sembrò fermarsi. Quindi...quindi era stato lui a causare quell'incidente stradale...quindi era stato lui a uccidere il suo amato Naruto...era stato lui a privarla del biondo...a farla soffrire così tanto...

-Ovviamente senza il mio comando non avrebbe fatto nulla, sai, è un bimbetto a cui bisogna dare istruzioni...nostro padre lo aveva educato così...-

Guardò sconvolta la ragazza che stava parlando. Allora Light era solo un burattino... Si mise a fissare l'erba cominciando a piangere. Non sapeva più cosa credere o pensare...anche se non c'era molto da credere e pensare! Ecco davanti a lei i fatti, le verità sui due ragazzi che l'avevano tanto colpita e uno di questi le aveva procurato anche tanto dolore. Poteva davvero perdonare questa cosa? Poteva davvero far finta di niente? Poteva davvero affidare le sue figlie a delle persone simili? Forse doveva dar retta a Hikaru e tornare a casa...

-Noi non crediamo che Sasuke sia malvagio...-

-...e neanche Light, anche se ci fa un po' paura...-

-Non possiamo pensare cose negative su persone che ci hanno aiutato tanto!-

Si voltò lentamente verso le gemelle, loro avevano ragione, però... Scosse la testa, il passato è passato, non possiamo rimanere troppo tempo a rimpiangerci. Guardò sicura di sé la bionda e si asciugò le lacrime.

-Fine e Rein hanno ragione...quello che dici tu può essere vero Kilari, però io li ho conosciuti e non penso che loro siano cattive persone, sennò...-

Passò lo sguardo da Light a Sasuke, che la guardavano increduli.

-Sennò non mi avrebbero mai accompagnata fin qui...-

-Come puoi parlare così di persone che in passato hanno ucciso? Come puoi essere così stupida?-

-Il passato è passato Kilari...bisogna guardare al futuro...-

-Ma non puoi perdonare una cosa del genere, non puoi dimenticare il fatto che abbiano ucciso! Una volta che uccidi qualcuno non puoi tornare indietro, sarai marchiato a vita, sarai per sempre un vile assassino!-

Scosse la testa.

-Se qualcuno può cambiare può farlo...almeno io credo questo...-

-Stronzate, stronzate!-

Urlò cominciando a piangere.

-Le tue sono solo stronzate!-

Le ripuntò la pistola contro.

-E ora vediamo di farla finita sul serio, puttanella!-

Ma prontamente Light la bloccò, prendendole le braccia e facendo cadere a terra la pistola, che fu raccolta dall'Uchiha minore.

-Light, cazzo, lasciami! Lasciami maledizione! Fammi uccidere quella stronza!-

-Vorresti davvero uccidere per un motivo futile come il successo?-

Rimase in silenzio, senza saper rispondere e abbassò la testa, continuando a imprecare sottovoce. Le gemelle, intanto, abbracciarono la loro mamma, che fu felice di vederle incolumi. Sasuke rimise la pistola nella borsa della bionda e guardò la rosa. Finalmente tutto era finito.

 

Tornati a casa, il castano chiuse la sorella in casa, deciso a parlare con l'Haruno che, come prima cosa, mise a dormire le gemelle, esauste da quella giornata, il moro, invece, si chiuse nella sua stanza senza salutare nessuno. Itachi rispettò in silenzio questa sua decisione, capendone il motivo e, come aveva pensato lo Yagami, volle parlare con la rosa che, però, era già occupata con Light, così rimase a spiarli in silenzio.

-Sakura tu pensavi davvero quelle cose?-

Rispose senza guardarlo che non poteva dire qualcosa di cui non era realmente consapevole.

-Il fatto è che non penso che tu debba perdonarmi...-

-E cosa dovrei fare Light? Odiarti? Sfortunatamente non è una cosa che mi riesce facile...-

Le chiese il motivo e lei rispose che era la sua gentilezza a impedirglielo.

-Non puoi basarti solo su quello Sakura-

Rispose che lo sapeva.

-In fondo io ho...-

Lo guardò, implorandogli di non continuare la frase e lui si zittì.

-So anche questo, però...Naruto non avrebbe voluto che io provassi odio per nessuno...e poi io credo che di persone realmente malvagie ne esistano poche e tu...tu non sei malvagio Light, sei solo una vittima...-

Rimasero in silenzio per un po', poi lui le fece sapere che doveva andare da sua sorella e si congedò, prima che la ragazza rientrasse nell'appartamento fu fermata da Itachi.

-Itachi...-

-Mi spiace disturbarti Sakura, però devo dirti urgentemente una cosa...-

Gli disse che poteva benissimo parlare.

-Non devo incolpare Sasuke per il fatto che lui non ti abbia detto la verità, però sono stato io a chiedergli di farlo, l'ho indotto io a mentire-

Gli chiese il motivo di questo gesto.

-Credo che fosse come un conforto per me addossarmi la colpa, in fondo non ho potuto mai perdonarmi quello che è successo...-

Lo guardò per un momento prima di rispondergli.

-Ora mi è tutto un po' più chiaro...-

Si guardò intorno chiedendogli dove fosse il fratello e lui gli rispose che era in camera sua.

-Posso andare da lui?-

Accettò felicemente e la fece entrare, rimanendo in salotto; quando lei fece capolino dalla porta chiamando il nome del ragazzo il moro si voltò interrogativo, senza capire il motivo della visita. Gli si avvicinò sedendosi sul letto accanto a lui. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi lei lo abbracciò e lui arrossì a quel contatto.

-Sakura che...-

-Quello che ti ho detto quando mi hai detto quella mezza verità non cambia-

Ripensò alla chiacchierata alla caffetteria.

-A me non interessa cosa avete fatto...m'interessa cosa fate ora...-

Lui ricambiò l'abbraccio ringraziandola, poi sentì che si stringeva più forte a lui.

-Ho avuto tanta paura Sasuke...-

Le carezzò i capelli.

-Ora è finita Sakura, è finita davvero...-

E nessuno avrebbe potuto impedirle di essere felice.

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Capitolo 13
*** Sakura Centric-One in a million ***


 

Sakura Centric - “One in a Million”

 

Naruto Uzumaki era un mio amico d'infanzia e vicino di casa. Era biondo con gli occhi azzurri, solare e terribilmente stupido. Ma non in senso intellettuale, più che altro era stupido perchè faceva cose stupide, e a volte le diceva anche. Però io lo trovavo simpatico, almeno questo era quello che pensavo quando facevamo insieme le elementari. Ripetevo sempre alla mia amica Ino che Naruto era un ragazzo simpatico e carino e lei ogni volta mi punzecchiava, dicendo che ero innamorata di lui. Mpf. Innamorata...che grande parola per una bambina di soli otto anni! Si poteva dire che, forse, mi piaceva un pochino, ma solo un pochino! E comunque a lui non interessavo...lo dimostra il fatto che si fidanzò con Ino. Già, proprio la mia amica. Fortunatamente per me ci perdemmo di vista fino ai tempi del liceo. È vero, era sempre il mio vicino, ma non eravamo più legati come in passato, non ci parlavamo più. Ci salutavamo a malapena. Ovvero, lui mi salutava e io rispondevo solo con piccoli cenni del capo o della mano. Per qualche strana ragione non riuscivo a dimenticarlo. L'unica persona che mi rimase veramente amica fu Hikaru Hitachiin, un altro mio vicino di casa, capelli rossi e occhi castani. Gli volevo bene come un fratello e credo che lui provasse lo stesso per me. Ogni sera, dopo il mio lavoretto part-time mi riaccompagnava a casa. Diceva che le strade non erano sicure per una ragazza della mia età. Sfortunatamente una sera non eseguì il suo solito compito e mi toccò tornare a casa da sola. Avrei chiesto a mia madre di venirmi a prendere con la macchina, se solo non le avessero tolto la patente per guida in stato di ebrezza...un'altra volta. Così, mi toccò tornare da sola.

 

Camminavo a passo svelto per la strada che conduceva a casa mia e tenevo lo sguardo basso. La luce fioca del lampione illuminava la strada. Rabbrividii. Che atmosfera tetra. Non mi era mai sembrata così, quando Hikaru mi accompagnava a casa. Ad un certo punto vidi poggiata al lampione una figura. Continuai a tenere lo sguardo basso per non incrociare i suoi occhi. Dovevo solo far finta di niente. Svoltai a destra e vidi che la testa di quella figura si spostava a ogni mio movimento. Affrettai il passo, ormai ero vicina a casa. Improvvisamente, come succede in quei noti romanzi, qualcuno mi bloccò il braccio e dovetti fermarmi. Accidenti.

-Ehi ragazzina, vorresti venire a fare un giro col sottoscritto?-

Stavo cominciando a tremare e, cercando di scandire bene le parole gli dissi che era anche fin troppo tardi e che dovevo tornare a casa. Mentre lo dicevo, pensavo che forse a lui non gliene poteva importare poi così tanto. Infatti, si mise a ridere e mi strattonò, costringendomi a guardarlo. Sembrava ubriaco, e non lo dico tanto per dire, ormai riesco a riconoscere quasi del tutto quelle facce...

-Forza, non vorrai mica contraddirmi, vero?-

Volevo urlare, ma la voce non usciva. Volevo che qualcuno venisse in mio aiuto. Non mi importava chi fosse, volevo solo che allontanasse questo tipo. Mentre stavo per cominciare a piangere sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Quel tocco era...così familiare...

-Ehi allora eri qui-

Sobbalzai. Quella voce...

-Deve scusarmi...-

Disse rivolto al mio aggressore.

-Ora la mia amica non le darà più fastidio-

Detto questo mi cinse le spalle con un braccio e cominciò a condurmi verso casa. Io lo guardavo confusa. Come mai era venuto lui? Come mai Naruto? Proprio mentre mi perdevo in questi pensieri sentii l'aggressore che inveiva contro il mio salvatore. Quest'ultimo non lo ascoltava nemmeno, aveva uno sguardo duro che non avevo mai visto sul suo volto. Forse era arrabbiato con me...

-Ehi, dico a te! Dove credi di andare?-

Urlò l'altro spazientito e prendendo il braccio libero di Naruto. Lui si voltò di scatto, cercando di far mollare la presa all'uomo che, intanto, stava sferrando un cazzotto al mio vicino, che prontamente mi spinse un po' più in là.

-Non ti permetterò di toccare Sakura-chan, maniaco!-

Sobbalzai. Sa...Sakura-chan? Da quanto tempo non mi chiamava così...o almeno...da quanto tempo non lo sentivo chiamarmi così? Vidi che Naruto era riuscito a schivare il colpo dell'uomo e che gli stava rispondendo con una testata nella pancia. Non lo avevo mai visto così. Rimasi, quasi come incantata, a guardarlo. Sembrava molto sicuro di sé. Strinsi le mani al petto. A quel punto, come in quei noti romanzi, l'eroe della situazione avrebbe dovuto sistemare per bene il maniaco, però, sfortunatamente per Naruto, fu l'aggressore che lo picchiò, e non ci andò neanche leggero. Proprio mentre l'uomo, forse non così tanto ubriaco, scaraventava il biondo a terra, si sentì l'arrivo di una volante della polizia. Probabilmente qualche vicino sentendo strani rumori aveva chiamato aiuto. Mentre uno dei due poliziotti inseguiva il mio aggressore, che era scappato praticamente subito dopo averli intravisti, l'altro soccorreva me e Naruto e, avendo visto le condizioni di quest'ultimo, si affrettò a chiamare un'ambulanza. Io mi abbassai, fino a raggiungere Naruto, che era sdraiato per terra a causa della spinta dell'uomo. Gli misi una mano sotto la testa e gliela alzai un poco. Che stupido che era. Aveva rischiato di farsi molto male! Vidi che muoveva piano le labbra, così avvicinai l'orecchio per riuscire a sentire che diceva. Stava sussurrando il mio nome. Gli risposi che ero lì vicino a lui e sorrise.

-Fortuna che stai be...ne...-

Chiuse gli occhi e in quel momento arrivò l'ambulanza. Volevo seguirlo a tutti i costi. Mi voltai un secondo verso casa. Tanto mia madre non si sarebbe certo accorta che non ero tornata...

 

Ero immobile davanti alla porta della stanza dove avevano portato Naruto, indecisa se entrare o no. Avvicinai lentamente la mano alla maniglia della porta, ma mi bloccai prima di riuscire a toccarla. Che senso aveva entrare? In fondo che potevo dire a Naruto oltre che “Grazie”? Ritirai indietro la mano. Già. Ormai io e Naruto non eravamo che semplici conoscenti. Non c'era più il legame...l'affetto di un tempo.

-Scusi-

Mi voltai di scatto verso l'infermiera che mi aveva rivolto la parola. Non l'avevo sentita arrivare... Le sorrisi gentilmente e dopo aver dato una risposta negativa alla domanda “Lei è una parente di Uzumaki?” mi affrettai a precisare che ero solo la vicina di casa. Lei mi chiese cortesemente se volevo entrare e, dopo un po' di incertezza, aprii ed entrai nella stanza. Diedi un veloce sguardo. I lettini erano tutti, quasi tutti, vuoti. Insomma, nella stanza c'eravamo solo io e Naruto. Accidenti! Notai che era sveglio e guardava fuori dalla finestra vicino al suo lettino. Bene, quindi non mi aveva sentito entrare. Facevo in tempo a usci...

-Sakura-chan che fai alla porta?-

Beccata. Mi avvicinai a lui e mi sedetti velocemente sull'unica sedia vicina al suo lettino. Tenevo lo sguardo basso e lui continuava a guardare fuori.

-Oggi è una bella giornata, vero?-

Rimasi in silenzio. Dovevo ringraziarlo. Solo ringraziarlo e andarmene subito dopo.

-Sakura-chan...-

Alzai piano lo sguardo. Si era finalmente voltato verso di me. Delle bende gli fasciavano la testa e alcune le braccia. Era...stupendo...anche in quel momento. Mi sorrise e io avvampai. Quanto era bello il suo sorriso.

-Sono contento di vedere che stai bene-

Strinsi i pugni. Peccato che io non potessi dire lo stesso di lui. Abbassai di nuovo lo sguardo, incapace di riuscire a guardarlo nei suoi occhi cristallini.

-Perchè Naruto?-

Probabilmente lui mi guardò senza capire il motivo della mia domanda.

-Perchè mi hai soccorso?-

-Preferivi forse che non lo facessi?-

Disse in tono duro. Io gli risposi che in quel modo non si sarebbe fatto del male. Sentii silenzio, poi la sua mano che si posava sulla mia testa. A quel punto lo guardai di nuovo negli occhi. Mi sorrideva dolcemente.

-Ma in quel modo chissà cosa avrebbe fatto a te...-

Rimasi un po' in silenzio a guardarlo, poi mi alzai di scatto e mi inchinai.

-Grazie di tutto Naruto...troverò il modo di sdebitarmi-

Mi disse che non ce n'era bisogno. Cominciai ad allontanarmi, ma lui mi bloccò prendendomi il braccio.

-Dai, rimani un po' con me...non lasciarmi solo...-

-Ho detto all'infermiera di avvisare Iruka...verrà lui a farti compagnia-

Gli dissi quasi freddamente. Lui strinse la presa, così mi voltai a guardarlo. Aveva il viso basso.

-Mio zio non vive più con me-

Sobbalzai e mi sedetti di nuovo. Lo guardai, sperando che continuasse.

-Sai Sakura-chan, non potevo costringerlo a stare con me...-

Mi disse col suo solito sorriso. Io, intanto, ero occupata a sentirmi un mostro. Come...come avevo potuto dirgli quella cosa? Però...io non ne sapevo niente...come quella volta, quando mi scappò un commento non tanto carino sul fatto che i suoi genitori non lo venissero mai a prendere e che non si facessero mai vedere in giro. Solo dopo seppi che erano morti in un incidente.

-Così gli ho detto che poteva tranquillamente cambiare casa e lasciarmi qua da solo-

Rimasi in silenzio a fissarmi le mani.

-Dimmi Sakura-chan, come mai stavi tornando a casa da sola?-

Gli feci sapere che Hikaru quella sera era impegnato studiare. Sentii Naruto sbuffare.

-E così ti ha lasciato da sola! Che idiota...-

-Non prendertela con lui...sono stata io a insistere che rimanesse in casa a studiare...-

-Allora sei tu l'idiota...-

Lo guardai male.

-Come ti permetti, baka?-

Rise.

-Bè, fortuna che ti stavo controllan...-

Si tappò velocemente la bocca. Io sorrisi dentro di me. E così mi osservava...EH?

-Allora sei tu il vero maniaco!-

Scosse la testa.

-Ma no, no! Io ti osservavo semplicemente perchè...ecco...mi spiace che ci siamo persi di vista e...e volevo tornare tuo...amico...-

Sobbalzai. Mi guardò tristemente.

-Ma sembrava che tu non volessi...-

-No, io...-

Alzò un sopracciglio.

-Io vorrei, davvero, però la storia di te e Ino mi blocca in un certo senso-

Ed era vero. Se non mi avvicinavo più a lui era perchè ogni volta rivedevo il volto di quella vipera, che mi sorrideva beffarda. Bell'amica che era stata!

-So che la tua amica ti ha ferito...Hikaru me lo ha fatto sapere-

Strinsi i pugni. Già, ma non era cambiato niente.

-Comunque ormai non importa più, vero?-

Io risposi sì. Che bugiarda che ero. Cercai di sorridergli.

-Allora siamo di nuovo...amici...e niente di più, giusto?-

In quel momento non feci caso al suo sguardo, ma ripensandoci adesso, forse Naruto avrebbe voluto che dicessi qualcosa di diverso.

 

Naruto uscì praticamente il giorno stesso dall'ospedale e io lo riaccompagnai a casa. Ancora mia madre non mi aveva chiamata per sapere dove fossi. Aprì la porta di casa sua e mi invitò a entrare in un primo momento rifiutai, ma quando me lo chiese la seconda volta non riuscii a dirgli di no. Casa sua era in uno stato orribile. Vestiti e scatole di ramen erano sparse ovunque. Sorrisi al pensiero che, ora che abitava solo, Naruto aveva trasformato tutta la casa come, un tempo, era solo la sua camera da letto. Imbarazzato si scusò per il “lieve disordine”. Essendo quasi ora di pranzo diede una veloce controllata al frigo, scoprendo tristemente che era vuoto, così mi propose di andare a pranzare da Ichigaru. Come rifiutare? Mentre stavamo camminando verso il chiosco di ramen preferito da Naruto, lui cominciò a parlare.

-Allora Sakura-chan, come va con la tua carriera di cantante?-

Persi un battito. Ma come...come poteva chiedermi...eppure mi sembrava che lui sapesse che...

-Non diventerò più una cantante Naruto, mi sembrava che tu lo sapessi...-

Lui alzò lo sguardo al cielo.

-Certo, sapevo che avevi detto di voler mollare, però pensavo fosse solo un momento...Tsunade non è riuscita a farti cambiare idea?-

Risposi che mia madre non ci aveva neanche provato e lui mi guardò confuso. Forse si ricordava che quando mio padre abitava ancora con me e la mamma, lei insieme a lui mi incoraggiava. Ma non aveva capito che lo faceva solo perchè c'era papà.

-Lei non ha mai...creduto in me...solo mio padre mi credeva capace di grandi cose-

-E anche io lo credo-

Lo guardai e gli sorrisi.

-È gentile da parte tua...però...-

-Forza, canta-

Sospirai e gli dissi, in modo calmo, che non ne avevo voglia. Lui sbuffò.

-Non ti riconosco più, Sakura-chan! Non sei più quell'adorabile bambina che vedeva il suo futuro nel canto-

-Infatti, ora sono cresciuta...non posso aggrapparmi solo a dei sogni...devo costruirmi un futuro concreto-

-Te lo dice Tsunade?-

Mi chiese duramente. Io annuii. Lei dice sempre che il canto è una cosa stupida. Vidi che stringeva i pugni.

-Cosa vuoi veramente, Sakura-chan?-

Cosa...cosa volevo io? Io volevo cantare, però...però mia madre...

-Se vuoi davvero cantare, bè...fallo!-

Abbassai lo sguardo. Dovevo, dovevo fare quello che mi diceva Naruto? Ma mia madre...lei non si era ancora resa conto che la sua unica figlia mancava ormai da troppo tempo. Alzai la testa, Naruto non mi guardava neanche più.

-They say that good things take time...-

Sbircia il suo sguardo. Stava sorridendo. Sorrisi a mia volta.

-But really great things happen in a blink of an eye...-

Ero...felice. Finalmente, dopo tanto tempo mi sentivo felice...

 

Da quel momento in poi Naruto veniva a prendermi tutti i giorni dopo il lavoro. Era estate, perciò non doveva studiare, o almeno questo è quello che diceva lui. Finalmente stavamo recuperando tutto quello che avevamo perduto in quegli anni. Una sera, dopo il lavoro, decise di fare il giro più lungo per tornare a casa. Diceva che così potevamo passare più tempo insieme. Ero al massimo della felicità. Quando arrivammo al cancello di casa mia gli augurai la buonanotte, ma lui non mi disse niente. Lo guardai, cercando di capire cosa avesse.

-Sai Sakura-chan, adoro stare con te...-

Arrossii.

-A...anche io...-

L'oscurità mi impedì di vedere che arrossiva pure lui.

-Bè, allora buonanotte...-

Quello che successe dopo mi risale alla memoria ogni singolo giorno. Naruto, prima di andarsene, mi baciò a stampo sulle labbra, ma io, desiderosa di qualcosa di più, cercai di prolungare quel semplice bacio. Forse fu così che la mattina dopo mi ritrovai nel suo letto...nuda.

-Buongiorno, Sakura-chan!-

Mi disse sorridente portandomi la colazione a letto. Chiesi imbarazzata cosa fosse successo, lui alzò un sopracciglio e avvicinò il suo volto al mio.

-Come non ricordi?-

Mi baciò a stampo.

-Più o meno è cominciato tutto così...-

Avvampai. Quindi io e Naruto...io e Naruto... Mi coprii completamente con le coperte del suo letto, troppo imbarazzata per riuscire a guardarlo.

-Che c'è Sakura-chan? Forse ti penti di tutto?-

Diamine, no!

-C...certo che no...-

E così, avevo perso la mia verginità all'età di sedici anni con il mio vicino di casa, nonché caro amico, al quale andavo dietro fin dai tempi dell'elementari e che si era messo con la mia amichetta del cuore solo perchè lei era una vipera del cazzo. Però, niente male. Intravidi dal lenzuolo che il ragazzo sorrideva maliziosamente.

-Bene, e ora che avresti intenzione di fare?-

Abbassai il lenzuolo fino all'altezza del mio naso.

-Che intendi?-

Si avvicinò camminando a gattoni sul letto.

-Vuoi andare a fare una passeggiata o preferisci rimanere chiusa in casa per oggi?-

Sorrisi, e per tutta risposta lo baciai.

 

La mia storia con Naruto andava avanti da un po', e mia madre sembrava non accorgersi che mancavo da casa da alcuni giorni. Come sempre del resto. Un giorno Naruto mi disse che voleva parlare con lei. Con riluttanza accettai, però preferii non assistere al loro colloquio. Chissà cosa gli avrebbe detto quella donna. Quando Naruto mi raggiunse nel mio salotto, seguito da mia madre, vidi che aveva un sorriso trionfante sulle labbra. Mia madre mi guardò con sguardo spento e sempre con la bottiglia nella mano destra. Da quando papà se n'era andato aveva affondato i dispiaceri nell'alcool. Naruto mi annunciò che da lì a pochi giorni avrei frequentato un corso di canto. Strabuzzai gli occhi, non riuscivo a credere che mia madre avesse accettato. Volevo abbracciarla, ma mi trattenni dall'andarle incontro. Ogni volta che provavo a toccarla finivo a terra a causa di un suo schiaffo.

-Sakura, sono contenta che ti sia trovata un fidanzato...-

Cominciò a dire atona. Io la guardavo incredula e penso che anche Naruto facesse lo stesso.

-Ormai non ci speravo più, figlia mia-

E andò avanti a tessere lodi sul mio adorato Naruto per un po'.

 

Non potevo davvero chiedere di meglio. Avevo un ragazzo che mi amava e una brillante carriera da cantante, così almeno diceva la mia insegnante. Non male per una ragazza di quasi diciassette anni, no? Un giorno esposi a Naruto i miei pensieri. Eravamo, ovviamente, a casa sua, sdraiati sul suo letto. Io lo stavo abbracciando e lui aveva un braccio dietro la testa e l'altro che mi cingeva le spalle. Ero in paradiso. Quando però gli dissi che non potevo chiedere altro, perchè stavo a posto così, lui sospirò. Gli chiesi il perchè di quel sospiro. Non era forse d'accordo con me?

-Certo che sono d'accordo con te Sakura-chan, però...-

Alzai un sopracciglio.

-Però cosa?-

Lui mi guardò negli occhi. In quel momento pensai di non averlo mai visto così serio.

-Raggiungerò il massimo della felicità solo quando potrò avere un figlio da te-

Un fi...figlio? Smisi di abbracciarlo e indietreggiai. Per poco non cadevo dal letto.

-MA SEI SCEMO???-

Mi guardò interrogativo.

-Perchè scusa tu non vuoi?-

Strabuzzai gli occhi. Ma...ma che si era fumato? Ramen?

-C...certo ma...Naruto, abbiamo solo sedici anni...-

-Quasi diciassette-

Precisò. Sospirai. Che differenza! Si voltò, dandomi le spalle.

-Ho capito Sakura-chan...tu non vuoi avere un figlio da me-

Sobbalzai. Eh? Ma...ma no io...io...

-Certo che sì Naruto, però...forse è meglio aspettare-

Lo sentii sbuffare. Abbassai gli occhi. Accidenti. Non credevo che ci tenesse così tanto. Improvvisamente un pensiero mi tornò alla mente. Ormai erano in ritardo di quasi due settimane.

-Na...Naruto...-

Lui si voltò scocciato, poi alzò un sopracciglio, non capendo il motivo del mio pallore. Mi si avvicinò.

-Cosa succede, Sakura-chan?-

Mi chiese premuroso come sempre.

-Sono in ritardo...-

Mi domandò chi fosse in ritardo.

-I...il ciclo...-

Rimase in silenzio, infine il suo volto s'illuminò e sorrise. Ma che cazzo sorrideva a fare? Mi prese le mani.

-Che bello Sakura-chan! Avremo un figlio-

Lo guardai malissimo.

-Non è detto, baka! Può trattasi di un semplice ritardo-

Si zittì, poi mi fece cenno di aspettare e sparì in bagno. Tornò dopo qualche minuto con una scatolina e me la porse.

-Ecco, prova, così non avremo più dubbi-

Rimasi in silenzio, continuando a chiedermi come mai tenesse in casa un test di gravidanza.

 

-Allora, Sakura-chan, hai fatto?-

Mi urlò da dietro la porta del bagno. Io continuai a fissare l'oggetto che avevo in mano, ovvero quel fottutissimo test! Iniziai a tremare. Avevo, avevo paura, paura della sua risposta. Non volevo ancora avere un figlio, ero troppo piccola! Però...avere un figlio con...con Naruto. Sorrisi pensando a un piccolo Uzumaki che giocava felice per casa. Un figlio...scossi la testa. Certo, tra qualche anno poteva anche andar bene, ma ora, che stava anche iniziando la mia carriera... Naruto intanto continuava a urlare da dietro la porta. Gli chiesi di fare un po' di silenzio e obbedì. Chiusi gli occhi e feci quello che dicevano le istruzioni. Ora bisognava attendere qualche secondo. Chiamai il ragazzo, che irruppe nel bagno e gli chiesi se poteva controllare lui. Io non me la sentivo di vedere. Sbirciò lo schermino e vidi il suo volto rabbuiarsi.

-Allora?-

Cercò di forzare un sorriso.

-Rilassati Sakura-chan...è negativo-

Peccato che in quel momento non sentii le campane a festa. Cosa, cosa mi prendeva? Strappai il testa dalle mani del ragazzo. Non...non poteva essere. Sbiancai, poi guardai male il biondo.

-Naruto...-

-Sì?-

-Guarda che è positivo, non negativo, idiota!-

Il suo viso s'illumino e mi abbracciò. Aveva le lacrime agli occhi.

-Sono...sono davvero contento Sakura-chan-

Non gli risposi nulla, però sorrisi e ricambiai l'abbraccio. Strano a dirlo, ma ero contenta anche io.

 

-Sakura-chan, vuoi che ti accompagni?-

Scossi la testa.

-Non importa Naruto...posso andare da sola da mia madre-

Detto questo uscii di casa. Ormai sapevo di essere incinta da qualche settimana, e ancora non lo avevo detto a mia madre. Avevo paura della sua reazione. Però, quel giorno, imposi a me stessa di doverle parlare. In fondo era mia madre, e aveva detto che Naruto le piaceva...Dopo aver bussato varie volte, inutilmente, aprii la porta con le chiavi. Mi tappai il naso entrando in casa. C'era puzza di fumo, il che non mi faceva tanto bene, data la mia situazione. Mi diressi in cucina, sicura di trovarla lì e infatti non mi sbagliai. Era lì, con la bottiglia sul tavolo e la sigaretta in mano. Mi dava le spalle.

-Mamma...-

Si voltò verso di me e mi rivolse uno sguardo duro. Come sempre del resto.

-Mamma io...devo dirti una cosa...-

-Ti ha già lasciata?-

La guardai interrogativa, poi capii che si riferiva a Naruto.

-No, no...va tutto bene...-

-E allora cosa c'è?-

-Io...io e Naruto aspettiamo un figlio-

Le dissi tutto d'un fiato. Spense la sigaretta sul tavolo della cucina e si alzò. Un brivido mi percorse la schiena. Cercai di rimanere calma. Lei aveva detto che Naruto le piaceva. E poi ero la sua unica figlia, la sua unica figlia...

-Maledetta...io ti ho cresciuta e mi ripaghi così?-

Mi tirò uno schiaffo.

-Mi fai schifo, dopo che ti ho permesso di ricominciare quel tuo stupido hobby, mi ripaghi così?-

-Cantare non è un hobby per me!-

Ricevetti un altro schiaffo.

-E cosa sarebbe scusa? Il tuo futuro? Non dire idiozie...-

Stavo cominciando a piangere.

-Stupida ragazzina...e poi cosa significa “Sono incinta”, eh? Vuoi farti mollare dal tuo fidanzato? L'unico idiota che ti sopporta...sei solo un'ingrata-

E giù un altro schiaffo, che mi scaraventò a terra.

-Smettila, ti prego...farai male a mio figlio...-

-Meglio così! Lascia che muoia! I figli sono soltanto una seccatura!-

Prese la bottiglia, ormai vuota, la ruppe per metà al tavolino e le schegge volarono ovunque, poi si avvicinò puntando verso di me la parte che le era rimasta in mano. Naruto...mi spiace, ma tu non potrai avere un figlio da me...scusami...sono proprio una stupida ragazzina...

-E tu che ci fai qui? Questa è una questione di famiglia-

Aprii gli occhi, per vedere contro chi stava sbraitando mia madre, e vidi Naruto che si era parato davanti a me.

-Non dovrebbe trattare così sua figlia-

-Chi sei tu per venire a farmi la predica?-

Lui si voltò, e mi aiutò ad alzarmi, poi ci dirigemmo verso la porta.

-Ecco bravi, andatevene! Vattene Sakura e non tornare, mi farai un favore!-

Intanto Naruto mi stava conducendo verso casa.

 

Premessa, le mie, anzi le nostre, adorate figlie non mi crearono mai, e sottolineo MAI nessun problema. Erano la cosa migliore che potessimo desiderare. La mia carriera procedeva spedita e mi avevano chiesto di cantare in diversi pub. Il mio nome cominciava ad essere noto ad alcuni e io e Naruto ci eravamo sposati un anno dopo la nascita delle gemelle. Mi sono scordata di dire che, durante tutto questo tempo, Hikaru è stato sempre vicino a tutti e due, e dopo a tutti e quattro. Ci aiutava sempre e a volte faceva da baby sitter alle gemelle. Era davvero bello vivere tutti e quattro in quella casa. Eravamo felici. Davvero. La felicità, però, non dura mai, si sa. Una notte stavo tornando in macchina con Naruto dopo un'audizione, ormai avevamo circa ventidue anni e le gemelle quasi cinque. Avevo paura di non aver fatto una buona figura, ma lui mi stava tranquillizzando, affermando il contrario. Com'era dolce.

-Bè, se è come dici tu allora presto potremo permetterci una casa più grande-

Si mise a ridere.

-Sarebbe il massimo...e così non dovrò neanche faticare a trovare un altro lavoro! Ah, che bello avere una moglie carismatica!-

Mi misi a ridere anche io.

-Chissà se le gemelle sono state brave con Hikaru...-

Ogni volta gli facevano passare le pene dell'inferno, poveraccio.

-Non vedo l'ora di poterle riabbracciare-

Naruto mi sorrise dolcemente.

-Che ne dici se, per questa notte, le facciamo dormire con noi?-

M chiese, sapendo che ero contraria a questo genere di cose.

-Naruto, ormai sono grandi, non dobbiamo più viziarle-

Sospirò.

-Dai, solo per questa volta! Fine e Rein ne saranno entusiaste! Ti pregooo-

Chiese guadandomi con i suo occhi da cucciolo. Sapeva che non potevo resistergli.

-Ok...-

Esultò.

-Tu sei più bambino delle nostre figlie, Uzumaki Naruto-

-Ha parlato la mamma severa-

Ci mettemmo a ridere. Improvvisamente vidi una forte luce davanti a noi. Una macchina ci stava venendo addosso e puntava dritto verso di noi. Naruto girò velocemente il manubrio dell'auto, come se volesse tornare indietro. Ma l'unica cosa che riuscì a fare fu girarsi di lato verso la macchina. Si gettò su di me, come per proteggermi e da lì non ricordo più nulla. Mi risvegliai in un letto d'ospedale e vidi che Hikaru e le gemelle stavano aspettando il mio risveglio. Fine e Rein mi si gettarono al collo.

-Mamma, ti sei svegliata!-

Urlarono all'unisono. Io sorrisi, ma solo per una frazione di secondo. Naruto, dov'era Naruto?

-Hikaru, Naruto dove...-

Lui abbassò lo sguardo e mi rispose che era nell'altra stanza. Senza aspettare che lui finisse di parlare mi fiondai dal mio amato. Dentro di me pregavo che stesse bene. Appena entrai nella stanza vidi un gruppo di medici vicino a un lettino. Mi fermai a fissarli.

-Lei è un'amica del ragazzo?-

Mi chiesero. Io risposi di essere la sua fidanzata, non volevo dirgli di essere la moglie per non sorbirmi inutili domande. Loro mi guardarono tristemente. Io non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Andava tutto troppo velocemente.

-Signorina ci dispiace tanto, ma...-

Mi avvicinai velocemente al letto e scostai i medici, per poter raggiungere Naruto mi bloccai subito dopo guardando il corpo inerme del biondo. Cominciai a piangere. Non...non poteva essere...non poteva... Un grido disperato si diffuse per tutto l'ospedale. In quel momento anche Hikaru cominciò a piangere.

 

Rimasi in una specie di catalessi per non so quanto tempo. Hikaru ormai faceva avanti e indietro da casa sua a casa nostra, senza scordarsi naturalmente di andare al lavoro. Ogni volta che lo sentivo aprire la porta speravo che fosse Naruto. Le gemelle cercavano di tirarmi su in tutti i modi. In quel momento sembravo io la bambina disperata e loro sembravano adulte, forse troppo per delle bambine della loro età. Hikaru entrò nella nostra...nella mia stanza e posò il vassoio con il cibo sul comodino. Mangiavo e bevevo poco, non mi andava affatto di farlo dato che Naruto non poteva più. Io avevo la schiena poggiata sul cucino che toccava la parete, la testa rivolta al soffitto e lo sguardo spento. Insomma, la mia solita posizione dal giorno dell'incidente. Dopo aver posato il mio pranzo, o cena o che so io, ormai avevo perso la concezione del tempo, probabilmente chiamò il mio nome. Senza Naruto tutto mi sembrava inutile e stupido. Avrei tanto voluto raggiungerlo, ma poi c'era sempre qualcosa che mi faceva desistere. Hikaru chiamò ancora il mio nome e quel suono mi arrivò come un eco lontano. Ormai non sembravo più appartenere a questo mondo. C'era solo il mio corpo. Hikaru mi chiamò una terza volta e, probabilmente, si avvicinò anche un poco al letto.

-Io devo andare a lavoro...-

Annuii meccanicamente.

-Fine e Rein sono di là a giocare-

Mi illuminai. Le mie piccole...solo loro riuscivano a risvegliarmi un poco da quello stato di catalessi. Le mie adorabili gemelle... Hikaru sospirò.

-Mangia qualcosa, va bene?-

Non gli risposi e se ne andò senza chiudere la porta. Fine...Rein...avrei tanto voluto andare di là a giocare con loro, ma ora che Naruto non c'era più che senso avrebbe avuto?

-Mamma...-

Mi voltai lentamente verso la porta. Lo sguardo fisso guardava senza vedere. Non riconobbi neanche se quella che parlò fu Fine o Rein.

-Mamma...perchè non vieni di là con noi?-

Rimasi in silenzio. Di là? E perchè? La bambina abbassò lo sguardo, probabilmente stava per piangere...piangere? La mia piccola...

-Rein!-

Lei alzò lo sguardo. Il suo tenero visino era coperto di lacrime. Le feci cenno di avvicinarsi e corse verso di me. Saltò sul letto e si mise di fronte a me. Le accarezzai i lunghi capelli azzurri.

-Non...non piangere...cercate di...di sorridere sempre...anche dopo tutto quello...quello che è successo...-

Come la facevo facile io.

-Allora mamma...sorridi anche tu...-

Sobbalzai e smisi di accarezzarle i capelli, facendo scivolare lentamente la mano su quella della bambina, come se non potessi più controllarla. Perchè mi chiedevano qualcosa di tanto difficile?

-Per favore...-

Strinsi i pugni e cominciai a tremare. In quel momento entrò anche Fine, credo. Si mise a sedere accanto alla sorella. Io non riuscivo a guardarle negli occhi. Sentivo, sentivo che stavo per piangere un'altra volta.

-Rein, potevi dirmelo che venivi dalla mamma!-

-Scusa Fine...volevo solo tirarla su di morale...-

-Bè, potevo aiutarti anche io!-

-Ma la mamma è arrabbiata solo con me...-

Persi un battito. Io...arrabbiata...con lei? No, assolutamente no! Io ero arrabbiata solo con me stessa.

-Ma che dici, Rein? La mamma non ce l'ha con te-

Ecco, brava Fine. Sentii la mia mano bagnarsi. La mia piccola stava...stava piangendo! Ed era tutta colpa mia... Sapevo dello stupido, possiamo chiamarlo problema, o meglio pensiero che si era fatta Rein. Dovete sapere che io ho i capelli di un rosa confetto, eh sì, la natura mi ha fatta così! Fine ha ereditato questo colore, solo che è un po' più scuro, vicino al rosso. Rein, invece, non ha avuto lo stesso biondo di Naruto, ma i capelli azzurri. Credo sia per qualche strano motivo di eredità. Comunque, la piccola era tormentata da questo stupido pensiero, non sapendo che dal padre aveva ereditato qualcosa di meglio dei capelli...

-La mamma è arrabbiata perchè io...io non ho modo di ricordarle papà...io non ho dei bellissimi capelli biondi...io...ho questo colore orrido!-

Sobbalzai. No, non aveva un colore orrido! Aveva dei capelli stupendi...

-Non dire idiozie...-

Mi guardarono stupite, e anche io mi stupii un poco. Presi il volto della piccola Rein in una mano e le sorrisi.

-I tuoi capelli sono stupendi Rein...-

-Ma...ma io non ho nulla di papà...-

Disse singhiozzando.

-Non è vero...-

Mi guardarono interrogative.

-Tu hai i suoi...bellissimi occhi cristallini...-

Le strinsi a me e tutte e tre ci mettemmo a piangere come delle fontane. Grazie a quell'episodio tornai in me, e, facendo mente locale, capii che non potevo rimanere ancora lì. Dovevo cambiare città. Dovevo cambiare vita. Non potevo più sfruttare Hikaru e non potevo contare su mia madre, non che la cosa mi importasse molto. L'importante era rimanere con le mie figlie. Già, ma se mi fossi rivolta a qualche assistente sociale me le...me le avrebbero portate via! Io ero solo una donna disoccupata, con due figlie a carico e, oltretutto, tutti pensavano che fossi diventata pazza dopo la morte di Naruto, le vicine vociferavano che, addirittura, lo avessi ucciso io. Così escogitai un piano. Avremmo fatto finta di essere sorelle e io avrei detto di avere qualche anno in meno, non chiedetemi per quale motivo, poi, dopo aver trovato un lavoro e una casa saremmo potute uscire allo scoperto. Così...così poteva andare bene, no? L'importante è che le gemelle non mi chiamassero mamma... E fu così che lasciai la mia casa, e tutto quello che aveva fatto parte della mia infanzia. Lasciai un biglietto a Hikaru, spiegandogli la situazione, e lo appesi alla porta della mia, ormai vecchia, casa. Partimmo di notte, intenzionate, o almeno io ero intenzionata, a non tornare più. Probabilmente se in quel momento qualcuno mi avesse chiesto se qualcosa della mia vecchia vita mi fosse mancato, se, ormai in un'altra città, avessi rimpianto la mia decisione, avrei risposto di no con un sorriso sulla faccia.

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Capitolo 14
*** Sasuke Centric-The kill ***


 

Sasuke Centric - “The Kill”

 

Gli Uchiha erano un'importante famiglia. Tutti la stimavano e tutti le erano fedeli, o almeno così facevano credere. Naturalmente io ne facevo parte. Ero il secondogenito, Sasuke. Mio fratello maggiore, Itachi, era colui che, a mio parere, doveva prendere il controllo del clan, una volta che mio padre non poteva più farlo. Il mio clan si occupava di cose importanti per il paese, cose che non si potevano sapere troppo in giro. E, appunto per questo motivo, io non sapevo cosa facessero gli Uchiha di tanto importante. Però, devo ammettere che non me ne importava poi così tanto. Bè, in fondo ero solo un bambino e le cose che m'interessavano erano solo giocare e altre stupidaggini varie. Mi ricordo che mio padre Fugaku adorava in modo particolare mio fratello. Probabilmente era perchè doveva succedergli in futuro. Io e mio fratello stavamo spesso insieme a giocare e io adoravo stare con lui. Itachi era, ed è ancora oggi, il mio punto di riferimento. Adoro in modo particolare mio fratello e, anche se io sono il minore tra i due, sento di doverlo proteggere; mio fratello, in fondo, è molto fragile e sensibile, lui mi ha spiegato che la famiglia è la cosa più importante che qualcuno possa avere e io ci credevo. Vorrei crederci ancora oggi. Una cosa che ho imparato è che tutte le persone sono pronte a tradirti, non puoi fidarti di nessuno ed è meglio non affezionarsi troppo a qualcuno se non si vuole soffrire. Questa è la mia teoria. L'unica persona che mi serve è mio fratello, posso fidarmi solo di lui. Mio fratello...lui ha sofferto tanto e anche io del resto, per questo voglio che non soffra mai più. Naturalmente quando ero piccolo non avevo una così oscura visione del mondo, e un po', se ci ripenso ancora oggi, me ne pento. Se avessi capito tutto dal principio Itachi non avrebbe sofferto così tanto.

 

Era un caldo pomeriggio di Maggio, o Giugno, non ricordo esattamente, e io e Itachi eravamo nel boschetto vicino casa nostra ad allenarci a tirare i kunai. Dovevamo centrare perfettamente i vari bersagli. Naturalmente mio fratello era bravissimo, io un po' meno. Era davvero bello vedere mio fratello allenarsi. Aveva un'espressione rilassata sul volto e quando faceva centro, ovvero la maggior parte delle volte, mi guardava sorridendo. Io adoro il sorriso di mio fratello, un sorriso che ora ha perso a causa loro...a causa mia...

-Guarda qua fratellone!-

Lanciai quattro kunai insieme, ma riuscii solo a colpire due bersagli. Sbuffai e mio fratello mi diede una patta sulla testa.

-Bel lavoro Sas'ke-

Lo guardai imbronciato.

-Posso fare di meglio...-

Mi sorrise dolcemente.

-Non sforzarti troppo, fratellino-

-Io voglio diventare bravo come te!-

Fece una smorfia.

-Essere bravi non sempre è bello...-

Lo guardai senza capire. Era da un po' di tempo che Itachi si comportava in modo strano. Innanzitutto aveva cambiato del tutto i rapporti con nostro padre e anche, sì, credo anche con nostra madre. C'era qualcosa di strano nell'aria che non riuscivo a percepire. A quel tempo avevo dodici anni, quindi cominciavo a farmi molte più domande sul mio clan e riuscivo a capire se c'era qualcosa che non andava. Però non sapevo leggere nel pensiero, e se non mi dicevano cosa succedeva non potevo tirare a indovinare. Una cosa mi riusciva fare, e anche piuttosto bene, osservando attentamente qualcuno potevo capire dai gesti o dai modi di fare cosa stava provando in quel momento. Ovvio, non è un super-potere, però io lo trovavo utile. Finito l'allenamento io e Itachi tornammo a casa. Non era mia abitudine passeggiare fino casa, perchè mio fratello mi aveva viziato portandomi sempre in collo. Mi piaceva stare così con mio fratello, mi piaceva tenere la testa poggiata alla sua spalla e cingergli il collo con le braccia. In questo modo arrivammo alla residenza Uchiha. Un simbolo ci distingueva tra tutti, un ventaglio rosso e bianco. Ogni membro del clan ne aveva uno sul retro della propria maglia. Quando ero piccolo mi piaceva stare ore ad osservare lo stemma appeso all'ingresso della casa, mi faceva sentire orgoglioso. Ora lo odio con tutto il mio cuore.

-Bene Sas'ke, siamo arrivati...scendi-

Obbedii a mio fratello e percorsi velocemente il corridoio dirigendomi in cucina. Lì trovai mia madre Mikoto che preparava la cena. Mi accolse con un sorriso. Io corsi ad abbracciare quella sadica donna.

-Ciao mamma-

Sprofondai il mio viso nel suo vestito. Un tempo adoravo il suo profumo, un profumo che molte volte mi capita di sentire ancora leggermente.

-Com'è andato l'allenamento?-

Mi chiese carezzandomi i capelli, io mi staccai da lei cominciandole a raccontare cosa avevamo fatto io e Itachi, lei continuava a guardarmi sorridente, finchè non entrò anche mio fratello in cucina. In quel momento notai qualcosa di strano nell'espressione di mia madre. Era diventata più dura...non so bene come spiegarlo, ma i suoi occhi emanavano uno strano sentimento, probabilmente disprezzo...comunque quella non era affatto un'espressione che si addiceva ad una mamma. Provai a muovere le labbra, per dire qualcosa a mia madre, anche se non ricordo esattamente cosa, ma mio fratello mi bloccò e in un primo momento trovai questa cosa strana, ma poi smisi di pensarci e seguii Itachi nella sala da pranzo; lì trovai mio padre che leggeva il giornale. Lo salutai, ma lui parve non sentirmi, stava guardando mio fratello che cercava di non incrociare i suoi occhi. Dopo poco mia madre arrivò assieme alla cena e cominciammo a mangiare tutti insieme. Quando finalmente Fugaku parve accorgersi anche del suo secondogenito, cominciò a chiedermi come era andato l'allenamento, se avevo fatto progressi e così via. Era da un po' di tempo che mi chiedeva solo quello e non riuscivo a capirne il motivo. Ero contento che si interessasse a me, prima non lo aveva mai fatto, ma c'era qualcosa di strano in questo come nel comportamento di mio fratello e di mia madre. Peccato, però, che ero così felice da non prestare molta attenzione a questa cosa. Cenammo e, apparentemente sembrò una normale serata in famiglia, almeno così la vedevo io, senza accorgermi che tutto questo era solo una bugia.

 

Quello che successe quella notte pensai inizialmente che si trattasse di un sogno, ma ora non ne sono del tutto sicuro. Era notte fonda e io mi ero alzato dal mio letto per raggiungere la cucina, alla ricerca di un bicchiere d'acqua, quando notai una luce accesa in soggiorno. Mi fermai accostandomi al muro; sbirciando dentro vidi che c'erano mio padre e mia madre seduti davanti a mio fratello. Mi chiesi di cosa potessero mai discutere a quell'ora...

-Itachi...-

Cominciò a dire Fugaku guardando duramente Itachi, mia madre faceva lo stesso, tenendo le braccia conserte.

-Può dirmi cosa hai deciso di fare?-

Lui cominciò a tremare, si fissava le mani che teneva sulle ginocchia. Probabilmente non riusciva a sopportare la vista di quegli occhi così crudeli, lui, che era il più fragile di tutti.

-M...mi spiace padre, però...io rimango dell'idea di non poter accettare...-

Alzai un sopracciglio, ma stavano parlando del passaggio di eredità? Perchè non avrebbe dovuto accettare? Era molto più portato di me...

-Vuoi forse dirci che sei un debole, Itachi?-

Guardai incredulo mia madre, da quando utilizzava un tono così duro con i suoi figli? Io non...non la riconoscevo più...

-M...mi dispiace, ma io...non posso farlo...in fondo Sasuke è mio fratello...-

Sussultai sentendo quelle parole e vedendo che delle lacrime avevano cominciato a rigargli il volto. Fratello...inizialmente non riuscivo a capire in cosa consistesse il tuo dolore e forse era per questo motivo che corsi in camera mia a rintanarmi sotto le coperte. Pensavo che tu non volessi accettare il passaggio di eredità per non fare un torto a me, ero così egoista a quei tempi... Pensavo che fosse tutta colpa mia, invece parte era anche di quelle persone che noi chiamavamo padre e madre, ma io ero così stupido da non arrivarci. E quindi me la presi con me stesso, dandoti anche dello stupido per tenere così tanto a me, ma lo stupido ero io... Potrai mai perdonarmi, Itachi? Potrai mai perdonare chi ti ha fatto soffrire così tanto?

 

I giorni seguenti i miei genitori divennero improvvisamente più amorevoli e affettuosi nei miei confronti, soprattutto mio padre, e credo che questo fosse dovuto al fatto che si stavano allontanando pian piano da mio fratello Itachi. Io ancora non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma ero dispiaciuto per mio fratello. Era la persona più importante e non volevo soffrisse, non a causa mia. Lui, ovviamente, era sempre molto gentile e disponibile con me durante gli allenamenti e per tutto il resto. Ora che ci penso, non credo di aver mai visto mio fratello che si comportava in modo sgarbato o distaccato; no...lui era sempre e solo maledettamente gentile. Non riuscivo, e non riesco a capire ancora oggi, il motivo di questo suo comportamento molto diverso dal mio. Sicuramente non lo aveva preso dai nostri genitori...già, loro potevano definirsi tutto fuorchè gentili, anche se con me mio fratello erano riusciti a fingere molto bene. Comunque, i giorni passavano e io mi sentivo sempre più confuso; non capivo nulla, e quella specie di sogno non mi aveva di certo aiutato, e, naturalmente, nessuno mi faceva capire. Però, non avrei mai pensato che, proprio quel maledetto giorno, avrei ottenuto le risposte alle mie tante domande.

 

Mi stavo allenando con Itachi, che mi sembrava più distratto del solito, e riuscii a centrare tre bersagli su quattro. La cosa mi rallegrò molto e mio fratello mi carezzò i capelli sorridendo e complimentandosi con me, poi guardò il cielo e mi disse di tornare a casa, perchè tra non molto, forse, sarebbe scoppiato a piovere. Gli chiesi come mai lui non venisse con me e mi rispose che doveva fare una commissione, così mi avviai a casa da solo. Durante il tragitto mi accorsi di avere ancora uno dei kunai che avevo usato per allenarmi, solitamente li lasciavo al campo, ma quello per qualche strana ragione mi rimase nella tasca. Probabilmente fu una coincidenza fortunata. Quando arrivai a casa entrai dall'ingresso principale e, pensando che non ci fosse nessuno, non salutai facendo sapere a qualcuno che ero tornato. Mi tolsi le scarpe, come solito e mi diressi in cucina, sperando di poter trovare qualcosa di commestibile da mangiare; mentre stavo per aprire la porta socchiusa sentii le voci dei miei genitori. Allora erano in casa; però, diversamente dal solito, non entrai nella stanza correndo incontro a mia madre e abbracciarla, ma rimasi fermo ad origliare la loro conversazione.

-Allora, cosa vogliamo fare con Itachi?-

Era mia madre quella che aveva parlato, aveva le braccia incrociate e stava poggiata alla cucina, mio padre era seduto su una delle sedie, aveva il gomito poggiato sul tavolo e si teneva la testa con una mano.

-Non lo so, Mikoto...non lo so...-

Lei sbuffò scocciata.

-Ricordati che non abbiamo bisogno di uno smidollato! Se fa tanti capricci solo perchè non accetta quello che gli abbiamo chiesto di fare dobbiamo...-

Sospirò.

-Questo lo so anche io Mikoto, ma allora l'eredità? Sei proprio sicura di volerla lasciare nelle mani di Sasuke? È troppo piccolo e stupido...-

Strinsi i pugni, come poteva mio padre parlare così di me? Come poteva mia madre dare dello smidollato a mio fratello? Che razza di genitori erano?

-Credo che quel ragazzino abbia del potenziale...perchè non farlo provare? E se nemmeno lui va bene allora...-

E, con il pollice, si passò da parte a parte del collo. Sussultai. Allora loro...volevano ucciderci?

-Ancora non riesco a capire perchè Itachi non voglia uccidere Sasuke...in fondo è solo uno stupido moccioso-

Persi un colpo. Avevano chiesto a mio fratello, lui, che aveva un animo tanto buono e generoso, di uccidermi? Digrignai i denti. E dopo il suo ovvio rifiuto volevano far fare questo lavoro sporco a me...volevano farmi uccidere mio fratello...il mio adorato fratello... Strinsi il kunai che tenevo in tasca e lo tirai fuori lentamente, lasciandolo nascosto dietro la schiena, e così entrai nella cucina. I miei, sussultando, si voltarono verso di me, probabilmente chiedendosi come mai io fossi lì.

-Sa...Sasuke...-

Disse Mikoto cercando di sorridermi e avvicinandosi a me.

-S...sei tornato presto...-

Si chinò verso di me, prendendomi per le spalle, io rimanevo in silenzio a fissarla.

-Io e tua madre dobbiamo parlarti di una cosa, Sasuke...-

Affermò Fugaku senza neanche alzarsi dalla sedia, mia madre cominciò ad accarezzarmi i capelli e ad annuire.

-Già è una cosa molto importante, e speriamo che tu sia all'altezza del compito che dobbiamo darti...non come quell'idiota di tuo fratello...-

Strinsi più forte il kunai tra le mani e lo conficcai nello stomaco di mia madre che mi guardò confusa e cominciò a mettersi le mani sulla ferita, piegandosi ancora di più.

-Tu...maledetto moccioso...-

Le diedi un calcio, facendola cadere all'indietro e facendole sbattere la testa contro il pavimento, il sangue stava cominciando a sporcare le mattonelle della cucina. Fugaku si alzò dalla sua sedia guardandomi stupito e contento allo stesso tempo. Probabilmente non avrebbe mai creduto che un bambino della mia età potesse fare qualcosa del genere...

-F...figliolo, ma è...straordinario tu...-

Lo guardai con odio. Non stava neanche soccorrendo la donna che aveva sposato...che razza di persone orribili che erano... Gli puntai contro l'arma, intimandolo di non avvicinarsi e lui mi sorrise, mettendo le mani avanti.

-Stà tranquillo Sasuke...io approvo questo tuo comportamento...la tua violenza...-

Sorrise sadicamente, i suoi occhi brillavano di una luce strana.

-La tua violenza potrà tornarci molto utile, figliolo...io e te, senza aver bisogno di quella feccia di tua madre o tuo fratello maggiore-

Lancia il kunai contro di lui che, preso alla sprovvista, non fece in tempo a proteggersi o scansarsi e fu colpito nel cuore. Non credevo che la mia mira fosse così buona. Lo vidi accasciarsi a terra e ripetere il mio nome, prima di cadere a faccia in giù, ormai privo di vita. Io ero sporco di sangue sulla maglietta, sangue di mia madre, avevo qualche goccia anche sulla faccia, ma non ci badai. Rimanevo a fissare quei corpi senza vita e, all'improvviso, delle lacrime cominciarono a rigarmi il volto. In quel frangente sentii mio fratello che rientrava a casa, sentii la sua voce provenire dall'ingresso, si stava scusando per il ritardo e stava avanzando velocemente verso la cucina. Ad un certo punto sentii che si era fermato e che aveva fatto cadere quello che teneva in mano, ovvero delle buste contenenti del cibo. Infatti, seppi qualche ora dopo da mio fratello, lui si stava preparando a scappare da quella casa, con me naturalmente, e per questo motivo stava comprando delle scorte di cibo e sistemando dei vestiti nelle borse. Peccato che io gli rovinai il piano...

-Sasuke...ma cosa...-

Mi voltai lentamente verso di lui, le lacrime continuavano a rigarmi il viso, ma il mio volto non aveva nessuna espressione, era vuoto e spento. Si avvicinò verso di me, piegandosi alla mia altezza e chiedendomi cosa fosse successo mentre mi accarezzava i capelli leggermente sporchi di sangue e mi guardava confuso e spaventato allo stesso tempo; poi notò il kunai e sembrò intuire quello che era successo. Si asciugò velocemente le lacrime che cominciavano a scendere, mi prese per mano e mi condusse in camera, dove mi ordinò di riempire la mia borsa con dei vestiti; l'aveva già cominciata lui quella stessa mattina, ma ancora non era finita. Io obbedii e così, in silenzio, dopo aver preso altro cibo e tutto ciò che poteva servirci, uscimmo di casa diretti alla macchina. Io precedetti mio fratello, che rimase a fissare per un po' l'abitazione e, dopo aver conficcato un kunai nello stemma di famiglia, mi raggiunse. Io guardavo fisso davanti a me, probabilmente senza guardare realmente quello che c'era fuori. Mio fratello mise in moto, e io non mi chiesi minimamente come mai lui sapesse guidare e quando avesse preso la patente, in fondo lui aveva diciassette anni e io dodici...

-Dove stiamo andando, Itachi?-

Riuscii finalmente a dire, ormai eravamo partiti da alcune ore.

-Non lo so-

Rispose semplicemente lui. Mi voltai a guardarlo; fissava davanti a sé e si tratteneva dal piangere. Strinsi i pugni e mi misi a guardare fuori dal finestrino, stava diventando buio e noi non avevamo ancora cenato, non che fosse una mancanza in quel momento, però fu l'unica cosa che riuscii a dire dopo a mio fratello. Lui mi indicò il borsone dietro e poi calò il silenzio, odiavo quei silenzi, i silenzi di Itachi... Quando finalmente ci fermammo in uno spiazzo poco illuminato vidi che mio fratello poggiò la fronte sul volante cominciando a piangere; rimasi fermo e in silenzio, incerto se dirgli qualcosa oppure no, così mi misi nel sedile dietro e chiusi gli occhi, sperando di riuscire ad addormentarmi.

 

I giorni che seguirono non furono dei migliori, io e Itachi ci scambiavamo solo piccole frasi e ancora non riuscivamo a guardarci negli occhi. Passava le notti a piangere e io mi sentivo sempre più impotente. Cominciavo a chiedermi cosa ne sarebbe stato di noi, i soldi sarebbero finiti prima o poi e, forse, qualcuno ci avrebbe cercato, dato che eravamo scomparsi nel nulla e che i nostri genitori erano morti in strane circostanze. E, forse, fu per questo motivo che mio fratello ci fece rimanere nascosti per qualche tempo, forse aspettava che si calmassero le acque e, intanto, piano piano ci allontanavamo dalla nostra città natale. Un giorno, finalmente, mi feci coraggio e parlai con Itachi, lui era assente, come tutti i giorni precedenti...

-Itachi io...-

Si voltò a guardarmi e io mi bloccai nel vedere il suo sguardo spento.

-Itachi io volevo chiederti scusa...-

Inclinò la testa confuso, io strinsi i pugni e cominciai a piangere.

-So che è poco, rispetto a quello che ho fatto, però non ce la faccio più a vederti in questo stato...-

Lui sussultò.

-Il fatto è che è successo tutto all'improvviso, io...io non volevo...non volevo che quei due ti facessero del male!-

Mi abbracciò, stringendomi forte, e io ricambiai la stretta, continuando a piangere e a scusarmi con lui.

-Non devi scusarti Sas'ke, sapevo che prima o poi qualcosa del genere sarebbe successo, solo che...-

Mi strinse ancora di più.

-Solo che non ero preparato...vederti lì, coperto di sangue...forse se ce ne fossimo andati prima tutto questo non sarebbe successo...-

Gli chiesi cosa avesse intenzione di fare da quel momento in poi, e mi rispose che non lo sapeva con precisione, la cosa sicura è che non saremmo mai più ritornati a casa.

 

Passarono alcuni anni e, il 9 giugno, il giorno del ventitreesimo compleanno di mio fratello, io e lui vagavamo ancora senza meta, ormai i soldi dei nostri genitori, che non erano pochi, cominciarono a scarseggiare e non potevamo certamente vedere la macchina, così cominciai a lavorare part time, dato che Itachi non aveva alcuna intenzione di trovarsi un lavoro e io non volevo certo costringerlo, sapevo che ancora non era riuscito a dimenticare quella cosa e probabilmente non ci sarebbe mai riuscito, e lo stesso valeva per me e, a causa di questo, stavo cominciando a chiudermi; in fondo l'unica cosa di cui avevo bisogno era mio fratello e nient'altro. Comunque, il 9 giugno stavo pranzando con mio fratello, prima di tornare a lavorare. Non avevo dato nessun regalo al festeggiato, perchè lui mi aveva espressamente detto che non aveva bisogno di niente, anche se io non riuscivo a credergli. Per tanto tempo ho sperato che qualcuno potesse aiutare Itachi, dato che io non ero la persona adatta, serviva qualcuno di estraneo e, quel giorno, quel qualcuno arrivò. Dopo aver lasciato mio fratello tornai al mio lavoretto; tra pochi giorni avrei smesso di lavorare lì, perchè scadeva il tempo del contratto. Uscito dalla porta sul retro per andare a buttare l'immondizia, trovai accanto ai bidoni un piccolo cagnolino denutrito, che mi guardava affamato, puntando verso il sacchetto che tenevo in mano. Io spostai lo sguardo dall'animale a ciò che tenevo in mano e notai che dei resti di cibo stavano spuntando fuori, dato che il sacchetto non era del tutto integro. Presi quegli avanzi e li lanciai al cagnolino, che cominciò a mangiare voracemente e tornai dentro. Quando finii uscii dalla porta sul retro per tornare dove si trovavano mio fratello e la macchina e non mi accorsi che quel pulcioso mi stava seguendo. Arrivato alla macchina salutai mio fratello, che mi sorrise e poi, interrogativo, indicò il cane chiedendo spiegazioni; io rimasi sorpreso nel vederlo, perchè mi aveva seguito?

-Ehi, tu...-

Gli dissi.

-Tornatene indietro!-

E indicai la strada che avevo appena percorso; quello si accucciò, guardandomi con occhi da cucciolo.

-Non essere troppo cattivo con lui, Sas'ke...-

Guardai mio fratello che si stava avvicinando; che?

-Su, piccolino...se vuoi puoi rimanere qui con noi...-

E lo prese in braccio, alzandolo all'altezza del viso.

-Ehi, Itachi! È un randagio, non sai mica come si potrà compor...-

Il cane gli leccò la faccia e mio fratello si mise a ridere. Rideva...finalmente dopo tanto tempo potevo sentirlo ridere...

-Dai, Sas'ke...-

Si voltò verso di me, sempre con in braccio il cane, e mi guardò supplicante.

-Possiamo tenerlo?-

Rimasi in silenzio per un po'. Oltre a me e a lui, adesso dovevo occuparmi anche di quel...di quell'animale? Sospirai, in fondo potevo contarlo come regalo di compleanno.

-E va bene...-

Esultò, mettendosi a giocare con l'animale e io li fissavo, poi abbozzai un sorriso. Aveva ricominciato a chiamarmi Sas'ke.

 

Quando finì il mio lavoretto part time, dovemmo rimetterci in marcia, io, Itachi e Akamaru, così era stato battezzato il cane sotto decisione di mio fratello, anche se io avrei preferito Pulcioso.

-Dovremmo trovarci un appartamento, Sas'ke-

Affermò mio fratello e io fui d'accordo. In fondo era da un po' che ci pensavo, non potevamo certo continuare a vagare in eterno, no? Gli chiesi se aveva già qualche idea di dove poterci sistemare.

-Sono andato a chiedere per un appartamento che non costasse molto e dove si potessero tenere animali...-

Lanciai un'occhiata a Akamaru, che riposava sul sedile dietro.

-E mi hanno consigliato un posto...adatto a noi...-

Lo guardai senza capire, ma non gli feci domande inutili, in fondo, una volta arrivati, tutti i miei dubbi sarebbero stati risolti. Così arrivammo nella palazzina ad otto piani dove abito adesso e, una volta capito come andavano le cose lì, fu più facile “ambientarmi”, se tutti si facevano gli affari loro, bè...meglio. A quel punto trovai un lavoro alla caffetteria di Jiraiya e, con i soldi ottenuti, riuscii persino a comprarmi una moto. Per il resto, le giornate passavano monotone a me andava bene così, almeno all'inizio, almeno finchè non incontrai quella stramba ragazza dai capelli rosa.

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Capitolo 15
*** Light Centric-I'll be there for you ***


 

Light Centric - “I'll be there for you”

 

Nostro padre, Kuroki Tsukishima, era un uomo ossessionato dal successo. Lui doveva avere successo e di conseguenza anche i suoi figli dovevano averne. Non dico che sia negativo tutto ciò, soprattutto per un politico che possiede il controllo di molti canali televisivi; il suo problema è che non pensava ad altro, forse è per questo motivo che mi madre si suicidò, o forse la uccise proprio lui. Fin da piccoli, infatti, nostro padre ci insegnava che gli elementi inutili andavano eliminati subito, sennò rallentavano tutto il resto. Erano queste le cose che lui ci diceva, a me e a mia sorella Kilari. Io, anche se obbedivo sempre a tutto quello che lui mi ordinava, non fui mai risucchiato dalla sua stupida fissazione. Vorrei dire lo stesso per mia sorella. Dovete sapere che fin dalla nostra nascita, Kuroki assegnò a ognuno un compito; un po' come fanno le formiche, che già da larve sanno se devono diventare operaie o altro. Il mio compito consisteva nella “Eliminazione dei soggetti di disturbo”. In pratica io dovevo occuparmi di uccidere le persone che non servivano a mio padre per la sua scalata al successo e fu così che nacque l'assassino Kira, colui che uccide politici e persone del mondo dello spettacolo. Ovviamente non vado fiero di tutto questo, ma posso dire che a me sia andata meglio che a mia sorella. La mia povera sorellina...quando mio padre cominciò a tormentarla lei aveva solamente dodici anni. Io a quel tempo ne avevo quattordici e avevo capito fin troppo bene come andavano gli affari di famiglia. Nostra madre morì circa in quel periodo. Il giorno prima di andarsene mi pregò di rimanere sempre al fianco di mia sorella, di non lasciarla mai da sola e di non farla diventare come mio padre. Io le dissi che lo avrei fatto, ma non riuscii nell'impresa...

 

A quell'epoca avevo diciotto anni e Kilari ne aveva sedici. Nostro padre le faceva frequentare delle lezioni di canto e di ballo per farla entrare nel mondo delle Idol. Ovviamente, mio padre sperava che lei diventasse molto più di una semplice Idol, lui sperava che lei diventasse una famosa cantante di successo. Io avevo già cominciato il mio lavoro di sterminatore e per la maggior parte del tempo dovevo stare fuori casa o in camera mia a studiare le mosse delle mie vittime. Quando uscivo ero sempre scortato da mio padre. Comunque, a causa di tutto questo, non potevo più stare con mia sorella come facevo da piccolo, quindi capii che lentamente la stavo perdendo. Quel pomeriggio stavo “studiando” nella mia stanza quando, incerto su uno dei vari punti, decisi di andare a chiedere a Kuroki. Uscii di casa, convinto di trovarlo nel suo ufficio, all'agenzia Black Wood, dove aveva deciso di lanciare Kilari come cantante. Arrivato chiesi di lui a uno dei suoi collaboratori e lui mi condusse davanti all'ingresso del suo ufficio, infine s'inchinò e se ne andò. Io mi avvicinai alla porta, intento a bussare, quando mi accorsi che la porta era socchiusa. Mi misi a sbirciare, notando che dentro c'erano lui e Kilari. Lui stava seduto in fondo alla stanza, con le mani conserte e lo sguardo duro, il suo “Death Note” sempre sul tavolo che si trovava davanti a lui; mia sorella stava dalla parte opposta, io le vedevo la schiena.

-Allora Kilari, ho sentito dalla tua maestra di canto che non stai facendo molti progressi-

-Mi spiace...-

-E anche quella di danza dice la stessa cosa-

Lei strinse i pugni.

-Mi...mi dispiace padre...-

Si alzò dalla sedia e sbatté le mani sul tavolo.

-Dimmi che me ne faccio delle tue stupidi scuse, eh?-

Mia sorella stava cominciando a tremare e probabilmente anche a piangere.

-Mi scusi...mi impegnerò di più-

-Smettila di scusarti cretina!-

Strinsi il pugno. Avrei tanto voluto picchiarlo quel bastardo. Sospirò.

-Sai qual è il tuo problema Kilari?-

Vidi mia sorella scuotere lentamente la testa.

-Sei troppo morbida! Ecco cos'è! In questo modo non arriverai mai al successo, lo capisci?-

Kuroki si rimise a sedere.

-Ora và, non farmi perdere altro tempo...dirò alle tue insegnanti di raddoppiare il numero delle ore di lezione-

-M...ma padre...-

Alzò un sopracciglio.

-Che vuoi ancora?-

Chiese acido.

-Se...se mi raddoppia le ore...non potrò più vedere i miei amici e...-

A quel punto mio padre perse la pazienza, le si avvicinò e le tirò uno schiaffo. Mia sorella si portò la mano vicino alla guancia dolorante. Ora stava sicuramente piangendo.

-Razza di stupida, non ti avevo detto che gli amici sono inutili? Per raggiungere il successo devi contare solo su te stesso e non fidarti di nessuno. Ficcatelo in quella specie di zucca, capito?-

Lei annuì. Mio padre le tirò un altro schiaffo.

-E poi smettila di piangere! Con le lacrime non si ottiene niente!-

Si asciugò il viso con un braccio. Lui indicò la porta.

-E ora vattene!-

Annuì, si inchinò e si avvicinò alla porta per uscire. In quel momento io mi allontanai un poco dalla porta. Kilari mi sfrecciò davanti, lo sguardo basso, non rispose neanche al mio saluto e non chiuse la porta. Sentii mio padre sospirare, poi probabilmente mi notò fuori dato che mi chiese di entrare. Quando lo sentii chiamarmi entrai velocemente nell'ufficio, cercando di ricordare il motivo della mia visita.

 

Dopo quell'episodio mia sorella divenne silenziosa e cominciò a distaccarsi dal resto del mondo. Divenne più fredda con me e con il resto del mondo e a mio padre sembrava che tutto questo non dispiacesse; la stava trasformando, proprio come voleva lui. Io svolgevo silenzioso le mie mansioni, come sempre, e certe volte cercavo di trovare un modo per aiutare mia sorella. Io avrei fatto qualunque cosa per lei, io ci sarei sempre stato per lei, e speravo che lei lo capisse. Avrei perfino ucciso per lei, bè...non che non lo facessi di norma... Ancora non ho spiegato cos'era il “Death Note” di mio padre. Naturalmente Kuroki non poteva dirmi leggermente a casa di uccidere un determinato personaggio il giorno tale e in quel determinato modo, qualcuno poteva pur sempre spiarci, no? Quindi studiò un metodo ingegnoso. Comprò un quaderno nero a righe dove scriveva il nome della vittima e tutto il resto. Tutto ciò lo faceva nella mattinata e il più delle volte scriveva più di un nome, per non doverlo tirar fuori troppi giorni di seguito. Poi, la sera dopo cena, lo passava a me che prima di andare a dormire leggevo i nomi e cominciavo a prepararmi, scrivendo tutto su un mio quaderno e la mattina ridavo il “Death Note” a mio padre. Una cosa piuttosto semplice, no? E così funzionava il suo “Death Note”, quaderno della morte. Non credo che mia sorella fosse a conoscenza di quel quaderno o perlomeno della sua funzione. Una sera stavo ritornando da una “missione speciale”; avevo fatto in modo che nessuno mi seguisse, nessuno della polizia; avevo bruciato la mia giacca sporca di sangue in un bidone dell'immondizia. Mentre mi avviavo verso casa lentamente cominciò a piovere. Continuando a camminare mi misi a fissare il cielo. Chissà quando sarebbe finito tutto. La pistola si trovava nella mia borsa da normale studente delle superiori; non ce la facevo più a obbedire a mio padre, non volevo più uccidere nessuno. Aprii la porta di casa e entrai chiudendola subito dopo, mi tolsi le scarpe bagnate e cominciai a sbottonarmi la camicia. Avevo bisogno di una bella doccia. Mentre mi avvicinavo al bagno vidi la luce della stanza di Kilari accesa. Cosa ci faceva ancora in piedi? Bussai alla sua porta e la chiamai, ma nessuno rispose, così mi presi la libertà di aprirla. Mia sorella stava sdraiata sul letto con le cuffie nelle orecchie e dei fogli in mano; muoveva leggermente le labbra. Probabilmente si stava esercitando. Chiusi la porta, deciso a non pensare più a niente e mi abbandonai a una doccia calda.

 

Una mattina mio padre mi convocò nel suo ufficio, così mi misi giacca e cravatta e andai a trovarlo, senza sapere cosa volesse dirmi. Arrivato lo trovai seduto al solito posto e nella sua solita posizione; braccia conserte e sguardo duro. Mi ordinò di chiudere la porta.

-Allora Light, come vanno i tuoi...affari?-

Risposi che andava tutto bene e che ancora non ero stato scoperto. Lui sorrise soddisfatto.

-Ah, e hai saputo degli enormi progressi di tua sorella?-

Scossi il capo. Comunque me n'ero accorto da un po'...

-Però...-

Continuò alzandosi dalla sedia.

-I problemi ci sono ancora-

Rimasi in silenzio, aspettando che continuasse, ma immaginando già dove volesse andare a parare.

-Sai Light, ho parlato a tua sorella del Death Note-

Sussultai un poco, cercando di non darlo a vedere. Come aveva potuto...quel bastardo? Kilari era ancora troppo fragile! O forse...forse l'avevo già persa?

-E in questo modo lei potrà eliminare i soggetti che le danno fastidio...per arrivare più velocemente al successo, hai capito Light?-

Annuii.

-Però...ancora non me la sento di darle un Death Note tutto suo, ma farò in modo che mi riferisca tutto, hai afferrato?-

-Certo padre...-

-Comunque, fai in modo che non prenda l'iniziativa...che non venga lei di sua spontanea volontà a farti strane richieste, chiaro? Preferisco tenerla d'occhio per il momento...-

Detto questo m'inchinai e uscii. Non pensavo che mio padre credesse Kilari tanto scaltra, mi ricordo che lei non era così sveglia, almeno non da piccola. M'incamminai verso casa; forse era vero che la stava facendo diventare come lui...

 

Passarono diversi mesi dalla chiacchierata con mio padre, e mi accorsi che stava cambiando qualcosa dentro mia sorella. Non erano solo gli atteggiamenti che aveva con gli altri e a casa, ma qualcosa di più, qualcosa di peggio. Mio padre la stava facendo risucchiare da quell'enorme buco nero, dove era caduto lui un tempo e dove si trova tutt'ora. Io non sopportavo di vederla così, dentro di me sentivo che dovevo fare qualcosa subito. Già, ma cosa? Cominciai a prendermela con me stesso a causa della mia impotenza. Una mattina trovai mia sorella stranamente silenziosa, non che non lo fosse già, ma più del solito. Qualcosa mi diceva che stava architettando qualcosa, purtroppo non ebbi l'occasione di prestarci troppa attenzione, dato che il mio adorato lavoro mi attendeva. Quella sera, quando mio padre mi passò il “Death Note” un brivido mi percorse lungo la schiena. Forse qualche specie di presentimento, non so. Kuroki mi salutò con la sua solita frase di “Buonanotte” e io mi ritirai nella mia stanza. Stranamente sentivo una gran voglia di aprire il quaderno nero per vedere i nomi delle mie vittime, anzi, a me ne bastava una. Mi sedetti alla scrivania, aprii il “Death Note” e lessi i vari nomi sul foglio; il mio sguardo si soffermò sull'ultima riga, dove vi era una scritta in un carattere che riconobbi subito e che non era di mio padre. Sorrisi e mi preparai a compiere il più bello degli omicidi in quella piovosa notte.

 

Mio padre se ne stava nel suo studio, seduto sulla poltrona rossa davanti al camino spento, un sigaro in una mano e il giornale sulle gambe. Io mi ero posizionato dietro la porta socchiusa con la pistola nella mano destra, impaziente di agire. Da un bel po' di tempo tenevo sempre un proiettile di riserva nel cassetto, sicuro che prima o poi l'avrei usato per ammazzare quello stronzo. Rimasi un po' fermo a osservarlo, a osservare quell'uomo che diceva essere mio padre, quell'essere spregevole che non aveva pietà per nessuno, men che meno per i suoi familiari; quell'uomo che aveva costretto un ragazzino di diciotto anni a uccidere delle persone. Mi ricordo bene la sua espressione quando osai aprire la porta e puntargli la pistola contro, con un sorriso beffardo sulla faccia. Kuroki sembrava vulnerabile in quel momento. Forse non avrebbe mai pensato che suo figlio, ormai ventenne, avesse il coraggio di ucciderlo. La pioggia cadeva forte e le gocce sbattevano sulla finestra davanti a me. Io fissavo mio padre con uno sguardo pieno d'odio. Tremante davanti a me mi pregò di gettare la pistola, forse in cuor suo sperava che io scherzassi. Tsk, quanto si sbagliava. Premetti il grilletto e lui cadde a terra. Io mi sbrigai a gettare la pistola a terra, a fare un po' di disordine nella stanza, lasciare impronte con scarpe bagnate in precedenza e a aprire la finestra...ovvero, era quello che probabilmente avrei dovuto fare, ma non lo feci. Rimasi immobile a fissare il cadavere di mio padre, senza versare neanche una lacrima. Sentii dei passi nel corridoio e non mi preoccupai neanche di scappare. Ero immobile. Sentii una voce dietro di me che chiedeva confusa cosa fosse successo e mi voltai riconoscendone il proprietario.

-Kilari...-

Mia sorella sembrava sconvolta. Occhi sgranati, le mani davanti alla bocca spalancata. Guardava confusa tutto ciò e, probabilmente, si tratteneva dall'urlare. Io la guardavo senza sapere che dire. Io non...non pensavo che lei...mentre cercavo di dire qualcosa un foglietto mi scivolò dalla mano sinistra. Era il pezzo di pagina di quaderno che avevo strappato dal “Death Note”. Kilari abbassò lo sguardo vedendolo e lesse quello che c'era scritto.

KUROKI TSUKISHIMA

DURANTE UNA NOTTE DI PIOGGIA

Kilari mi guardò e delle lacrime cominciarono a rigarle il volto. Cazzo. Che avevo combinato? Ma in fondo...me lo aveva detto lei! Già, quella cosa l'aveva scritta lei! In quel preciso momento arrivò la vecchia cameriera che ci guardò cercando di capire cosa fosse successo, poi lanciò un'occhiata al cadavere e urlò scoppiando il lacrime. Bene, avevo sconvolto anche lei. Chiese preoccupata cosa fosse successo e Kilari le si gettò al collo, io coprii il foglietto pestandolo col piede.

-Nostro padre...è stato...è stato ucciso...-

Disse tra i singhiozzi. Io ero preoccupato. Avrebbe...avrebbe detto che ero stato io? La donna cercò di consolarla e chiese cosa fosse successo.

-Ecco...mio...mio fratello...-

Sussultai. Cazzo...ma almeno avevo messo fine alla vita di quell'essere orribile.

-Mio fratello ha scovato un ladro in casa e...e ha visto che...che voleva far del male a nostro padre...così...così ha preso la pistola e lo ha...lo ha trovato nello studio di papà...però...-

E cominciò a piangere più forte. Come, come? Mia sorella stava mentendo per proteggermi? O forse stava solo proteggendo se stessa?

-Però quell'uomo lo aveva già ucciso...Light ha cercato di colpirlo, ma lui è fuggito...-

La cameriera la guardò confusa. Probabilmente le riusciva difficile prendere per vere le parole di mia sorella e io non potevo darle torto...

-Ma signorina...è sicura di quello che...-

-Ma dai forse della bugiarda? Ricordati che mio padre è appena morto!-

Disse Kilari alzando la voce. Che attrice! La cameriera spaventata si allontanò, andando a chiamare la polizia e io e mia sorella rimanemmo soli. Kilari incrociò il mio sguardo. Io suo occhi brillavano e non piangeva più, non si disperava più.

-Non credevo che lo avessi fatto davvero Light...-

-Nostro padre ha sempre detto che dovevo obbedire ciecamente a quello che era scritto su quel quaderno...-

E dopo avermi sorriso se ne andò nella sua stanza.

 

Per mesi l'omicidio di mio padre fu sulla bocca di tutti, com'era logico pensare. Dopo la sua morte molte persone si sentirono più libere e io e Kilari decidemmo che non era necessario tenere quello stupido canale, così lo vendemmo e il ricavato lo usò tutto mia sorella per le sue lezioni. Cambiammo anche cognome, prendendo quello di nostra madre, Yagami. Stare in quella casa mi soffocava, giorno dopo giorno, rivedevo mio padre ovunque e la cosa non mi piaceva affatto, così dissi a mia sorella di volermi trasferire in un'altra città e lei fu d'accordo. Diceva che per la sua carriera doveva visitare molte città e fare provini ovunque. In questo modo andò avanti la nostra vita, girando nelle piccole città e facendo provini, ovvero, li faceva mia sorella. Ma la tranquillità non dura molto. Una sera, mia sorella e io, che avevamo rispettivamente ventidue e ventiquattro anni, ci trovavamo in una specie di pub e vari cantanti emergenti si stavano esibendo. In particolare mi colpì una ragazzina dagli strani capelli rosa, dalla voce stupenda. Era accompagnata da un ragazzo dai capelli biondi che doveva essere il suo ragazzo. Quella ragazza era allegra e solare e con la sua voce e il suo entusiasmo colpì tutti, in senso positivo. Mia sorella però non accettò questa cosa.

-Quella ragazza ha del talento...-

Io annuii alla sua affermazione.

-Eliminala-

Sobbalzai e la guardai confuso. Co...come?

-Lei è l'ostacolo che mi divide dal successo...eliminala Light-

-M...ma...-

Mi guardò gelida.

-Devo forse scrivertelo sul Death Note?-

Io la fissavo incredulo. Incredibile. Mio padre era morto, eppure lo rivedevo benissimo negli occhi azzurri di Kilari. Perchè...perchè l'aveva fatta diventare così? O forse...forse era colpa mia. Io che avevo eliminato mio padre ero la causa di tutto. Ero io che le avevo fatto intendere che sarei stato al suo servizio, come killer professionista. Era solo...colpa mia...

 

Aspettai la ragazza dalla bella voce in macchina. La vidi salire insieme al biondo su una vettura e partire, probabilmente, verso casa. Io feci un giro diverso, in modo da ritrovarmeli davanti e così fu. Quando li vidi, tutti sorridenti e solari, premetti l'acceleratore, puntando verso quella ragazza, che somigliava a mia sorella. Già...anche mia sorella sorrideva così un tempo... Mi lanciai fuori dalla macchina in corsa e tutto quello che vidi fu le due auto che si scontravano, infine tornai da mia sorella. Da quel momento rimossi dalla mia mente quella ragazza. I suoi capelli, i suoi occhi, il suo viso...tutto. Solo...solo la sua voce rimase impressa nella mia mente. Infine io e Kilari ci trasferimmo di nuovo, ormai quasi al verde, in una palazzina composta da otto piani. E da lì in poi continuò l'inferno per me. Tra omicidi per mia sorella e un'esistenza piena di tormenti, alcune volte speravo che quella ragazza dalla bella voce venisse a salvarmi. Ma lei era morta ormai...

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Capitolo 16
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 1 ***


 

*

Passarono diversi mesi da quell'episodio e il legame che si stava cominciando a creare tra i ragazzi si rafforzò, e forse questo era dovuto anche dal fatto che Hikaru, a causa del lavoro, era ritornato a casa, lasciando l'amica nelle mani dei vicini. Dopo quello che era accaduto sentiva di potersi fidare di loro, Kilari a parte, ovvio, e quindi era partito sereno, assicurando che sarebbe passato durante i giorni di festa a fare un saluto. Itachi, che non aveva ancora trovato un lavoro, si occupava di portare le gemelle a scuola e, alcune volte, era incaricato anche di riprenderle; Light, il quale non smetteva di tener d'occhio la sorella, aveva cominciato a lavorare alla caffetteria assieme alla rosa e all'Uchiha, che per un certo periodo di tempo non poté svolgere alcune mansioni a causa della ferita al braccio. L'Haruno fu molto contenta che qualcuno oltre a lei aiutasse il ragazzo, che continuava a ripetere di non aver bisogno di nessuno, e poi cominciava a provare simpatia per lo Yagami, anche se, ogni volta che incrociava il suo sguardo si ricordava di Naruto e non poteva fare a meno di rattristarsi e abbassare gli occhi; il moro, invece, per qualche strana ragione, non sopportava che qualcun altro passasse tanto tempo con la ragazza e, inoltre, non trovava affatto simpatico il castano, sapendo cosa aveva fatto alla rosa, forse lei poteva perdonarlo, ma lui no; continuava a tenerlo d'occhio, perchè non riusciva ancora a fidarsi del tutto, in fondo quello era un maledetto assassino. Con questi pensieri il più piccolo degli Uchiha guardava storto il castano, che cercava di ignorarlo, ma che non ci riusciva del tutto. Sapeva perchè non era ben visto dal moro e sapeva anche che la rosa non poteva cancellare dalla sua mente quello che era successo e lui era profondamente dispiaciuto di questo. Le voleva bene, e ogni giorno si rimproverava per averle fatto così tanto male, a lei e alle gemelle; fortunatamente, però, questo non le aveva fatto smettere di cantare e questo lo apprezzava molto, perchè lui, come Sasuke, adorava la sua voce, quella voce che era riuscita a toccarlo fino nel profondo, forse era stato anche grazie a questo che era riuscito a dire basta alle stupide pretese della sorella minore. Lo Yagami, comunque, cercava di essere sempre molto educato e gentile con tutti, anche se delle volte gli sarebbe piaciuto poter far fuori quel moro così fastidioso. Quello, infatti, non si limitava solo a guardarlo male per tutto il giorno, ma, molte volte, s'intrometteva nei suoi discorsi con l'Haruno e questo lo faceva particolarmente arrabbiare.

-Guarda, Yagami, che potevi anche risparmiarti di venire e badare alla tua sorellina...-

Sbuffò, ecco che ricominciava.

-Kilari non ha bisogno della badante, e poi ha detto che non farà più del male a Sakura-

Rise.

-Ti riesce davvero facile crederci? Sei solo uno stupido...-

-Pensa quello che ti pare...-

Si scambiarono un'occhiata e il castano sorrise maliziosamente.

-Ma anche Sakura crede che sia giusto lasciarla in pace-

Il moro strinse i pugni, continuando a guardare male il ragazzo seduto accanto a lui. Quanto non lo sopportava...

-Ciò non toglie che potevi tornartene a casa stasera...-

Giusto, che senso aveva che anche lui rimanesse a guardare la ragazza cantare? Già Itachi e le gemelle erano di troppo, per non parlare del gruppetto di persone che si era creato dalle ultime volte... Voleva esserci solo lui a sentirla, lui e nessun altro. Notò che il vicino non la smetteva di sorridergli e la cosa lo irritò ancora di più.

-E fare un dispiacere a Sakura? Non avrei mai potuto, Sas'ke...-

Ecco, ora gli avrebbe dato volentieri un pugno in faccia, ma si trattenne, anche perchè qualcuno lo fece voltare, tirandogli la manica della maglia. Era Fine, appena arrivata assieme alla gemella, Itachi e Akamaru.

-Sas'ke, sai quando dovrebbe cantare la mamma?-

-Bè, tra pochissimo, anzi...-

Sorrise nel vedere la ragazza che saliva sul palco.

-Siete arrivati giusto in tempo...-

Le due piccole si voltarono, sorridendo e salutando con la manina la rosa, che ricambiò contenta il saluto, poi prese in mano il microfono.

-Light-kun! Posso sedermi sulle tue gambe?-

Chiese Rein avvicinandosi a lui che, sorridendole, la prese in braccio e la sistemò sulle sue gambe, poi guardò il moro, sorridendo beffardo; quello guardò la rossa e, dopo essersela messa sulle gambe in modo molto impacciato, guardò lo Yagami, al quale scappò un risolino. Era davvero divertente vedere l'Uchiha comportarsi a quel modo. Il ragazzo sbuffò, continuando a guardarlo male, che aveva da ridere? Mah…

-Ah, Sa…Sas’ke…sto per scivolare…-

Gli fece sapere la bambina cercando in tutti i modi di reggersi alla maglietta dell’Uchiha, che, in modo ancora più impacciato, cercava di non farla cadere; il castano rise ancora di più e Itachi si unì a lui, e neanche lo sguardo della fratello lo fece smettere, era troppo buffo. Quando, finalmente, trovarono una specie di equilibrio, la ragazza cominciò a cantare.

-(My Silky Love) Nijuuyo jikan zutto…-((il mio cuore di seta) Ad ogni ora del giorno…)

Light sorrise, spostando la sua attenzione interamente su di lei e non badando più a quello che faceva il moro.

-(My Silky Love) Kimi no koto omoutabi…-((il mio cuore si seta) ogni qual volta penso a te…)

Anche il moro fece lo stesso, perdendosi completamente; la trovava davvero bellissima. Senza accorgersene strinse a sé la bambina che, stupita del gesto, guardò la sorella gemella, stupita anche lei da quello strano gesto.

-(My Silky Love) Modokashii kono kimochi…-((il mio cuore si seta) questi sentimenti impazienti…)

Cantando, lanciava delle brevi occhiate agli spettatori, soffermandosi sui vicini.

-(My Silky Love) Tada afurekaetteku-((il mio cuore di seta) semplicemente straripano)

Ormai era da un po’ di tempo che, tutti e tre, avevano percepito che c’era qualcosa di diverso nell’aria.

-Suki to ieba kantan nanoni-(Sarebbe più semplice se ti dicessi che ti amo e basta)

Sakura si ripeteva che era tutto dovuto alla gratitudine che provava nei confronti dei ragazzi.

-Kimi ga mae ni kichau to…-(Ma quando tu appari davanti a me…)

Sasuke cercava di fare finta di niente.

-Kyara ga sobie watashi no koto wo jamashiteru-(la mia personalità si risveglia e interferisce)

Il suo animo freddo, che si stava sciogliendo pian piano, assimilava la cosa credendo che si trattasse solo di un momento.

-Itsumo naraba tsuyoki de ikeru…-(Di solito posso farcela con il mio comportamento deciso…)

Light, l’unico che capiva realmente quello che stava accadendo, cercava di studiare la situazione, e vedere in seguito come comportarsi.

-Sonna seikaku nanoni-(questo è semplicemente il modo come sono fatta)

Naruto…chissà cosa avrebbe detto lui sui ragazzi, se fosse stato ancora vivo forse sarebbe diventato molto amico di Sasuke…

-Donna ganbattemitemo kabe wa kuzusenai…-(Ma non importa quanto duramente ci provo, non riesco a rompere il muro che c'è tra di noi)

Sentiva di volergli bene, per lei era davvero una persona importante, un amico importante, almeno così credeva…

-Dasshite hoshii kono kimochi wo-(vorrei che ti rendessi conto dei miei sentimenti)

Itachi lanciò una veloce occhiata al fratello, perché ancora non era riuscito a capirlo?

-Dakara watashi wa itsumo kimi ni… Daisuki da yo to okuru ghise… Saidai no yuuki de!-(Ecco perchè ti fisserò sempre con quello sguardo che dice…“Ti amo”… con tutto il mio coraggio!)

Il suo modo di fissare la rosa era davvero palese a volte, strano che lei non se ne fosse mai accorta.

-Yaburesouna SILK no HEART…-(Il mio cuore fatto di seta sembra che stia per strapparsi…)

Lo Yagami voleva avvicinarsi a lei, e non gli serviva certo il permesso del moro.

-Kimi ni atte kizuita yatto… Ai ni wa bukiyou dattandatte…-(dopo averti conosciuto, ho finalmente capito che sono davvero maldestra quando si parla d'amore…)

Già dalla prima volta che lei aveva cantato davanti a loro, erano rimasti affascinati…

-Wasurekaketa koi no kizuato…-(le cicatrici dell'amore che avevo quasi dimenticato…)

La ragazza non avrebbe mai cambiato le cose, così come erano adesso le andavano bene, anche se il suo amato non era tornato e lei non lo aveva raggiunto.

-Kyuu ni uzukidashitano kyun to…-(hanno iniziato tutte all'improvviso a farmi male…)

Il rosso, andandosene, le aveva consigliato di trovarsi qualcuno, un’altra persona speciale che l’avrebbe aiutata sempre e, senza che lei lo sapesse, lui si riferiva ad una persona in particolare, ma lei non avrebbe mai potuto rimpiazzare il biondo.

-Itsuka wa watashirashiku suki to…-(un giorno, come vorrei normalmente...)

L’Uchiha maggiore pensava di dover fare qualcosa, magari anche aiutato dalle gemelle, perché quei tre dovevano capire cosa stava realmente accadendo loro.

-Iwanakya ima yori yowaku nacchau yo-(devo dirti che ti amo,o altrimenti diventerò ancora più debole)

La bionda strinse le braccia che teneva incrociate al petto, guardando con odio colei che cantava sul palco.

-Quindi è lei, Kilari?-

Annuì alla domanda della ragazza dai capelli rossi che stava vicino a lei, poggiata al muro.

-A me non sembra tanto pericolosa…-

Fulminò la terza ragazza presente.

-Se dico che lo è, vuol dire che lo è, capito Misa?-

Quella lanciò un’occhiata alla rossa, e questa le fece cenno di tacere.

-Fa tanto la carina, ma è solo una finta!-

-Comunque, cosa dovremmo farci noi, scusa?-

Sorrise maliziosamente alla sua domanda.

-È molto semplice, Karin, tu e tua sorella dovete fare quello che fate sempre…-

Le due si guardarono per un momento, non capendo cosa intendesse la Yagami e quella sospirò. Possibile che doveva lavorare con due idiote?

-A causa della vostra “vacanza” tu, Misa, non hai più potuto passare del tempo con mio fratello e Karin con Sasuke, giusto?-

La rossa sbuffò, non c'era bisogno di sentirselo ripetere, le rodeva talmente tanto pensare di dover stare lontana così tanto tempo dal suo “tesoruccio” e lo stesso valeva per Misa che, ogni santo giorno, non faceva altro che lamentarsi parlandole dello Yagami, chiedendole ad alta voce cosa stesse facendo, se avesse un'altra, e così via e, ogni santo, santissimo giorno, la rossa le ripeteva che lei non poteva di certo saperlo, ma quella continuava e questo le faceva venire in mente voglie omicide nei suoi confronti. È vero, era stato grazie a Misa che lei aveva conosciuto Sas'ke-kun e per questo l'aveva già ringraziata abbastanza, ma, per il resto, aveva dovuto fare tutto da sola e, anzi, aveva anche dovuto aiutarla. Va detto che le sorelle Amane, questo era il loro cognome, non erano mai state molto unite. Misa, la maggiore, non aveva mai aiutato la sorellina a fare i compiti o a spazzolarsi i capelli, ma tanto questo non era mai importato tanto a Karin, ognuna pensava per sé e questo andava bene a tutte e due. Una delle rare volte in cui le due collaborarono fu all'inizio durante gli anni delle medie, Karin era al suo primo anno e Misa due anni avanti; la rossa si era invaghita di un suo compagno di classe che l'aveva respinta. La ragazzina in lacrime si rifugiò in un angolino nascosto nel cortile della scuola finchè sua sorella non la trovò e, sapendo cosa fosse successo, l’assicurò che l’avrebbe aiutata lei a conquistare quel ragazzo. Fu in quel momento che si creò una strana alleanza tra le ragazze, si sarebbero aiutate a vicenda nelle faccende che riguardavano ragazzi e questo non rese la vita facile a nessuno, men che meno alle loro “prede”. Si poteva infatti affermare che di perseveranza le due sorelle Amane ne avevano tantissima e questo faceva arrivare allo sfinimento i vari ragazzi che adocchiavano. Questo successe anche ai due inquilini di quello strano palazzo, tutto cominciò quando Light incontrò una sera in un pub Misa e si offrì gentilmente di accompagnarla a casa; lei, felicissima che un così bel ragazzo che, nota bene, aveva appena conosciuto, si dimostrasse tanto “affettuoso” nei suoi confronti si guardò bene dal rifiutare la sua proposta e, com’era prevedibile, i due passarono il resto della serata assieme. Ma, quando il ragazzo tornò a casa, convinto di non rivedere mai più quella biondina con quel fisico stupendo, e venne ripreso dalla sorella per aver portato uno dei suoi tanti divertimenti a casa, si rese conto che magari avvicinare la ragazza non era stata una cosa molto intelligente. La cosa peggiorò quando Misa notò anche il vicino dello Yagami e decise di farlo vedere alla sua adorata sorellina, naturalmente tutto questo all’oscuro del ragazzo moro. Così le due sorelle fecero diventare un inferno la vita dei due ragazzi. Light, al quale inizialmente non dispiaceva usare un pochino la bionda, dovette ricredersi quando quella irruppe in casa sua con una valigia e dicendogli che due fidanzatini dovevano vivere sotto lo stesso tetto; Sasuke, che inizialmente aveva provato a ignorare quella fastidiosissima ragazza dai capelli rossi, in seguito, quando la ragazza si era cominciata a fare più stressante e insistente, provò a farle capire in modo poco garbato che a lui non fregava niente di lei, ma questo non fece altro che far innamorare ancora di più la ragazza. Fortunatamente per i due, le Amane dovettero allontanarsi dalla città, e questo fece sì che la pace tornasse nelle loro vite. Kilari, però, dopo aver subito una sconfitta iniziale nel volersi disfare della rosa, decise di richiedere l’aiuto di quelle due ochette, sperando che, almeno loro, riuscissero a distruggere interiormente la ragazza, in questo modo lei non avrebbe più cantato.

-Bè, sì, ma non capisco come…-

-Quella là intende rubarvi i vostri innamorati! È un’arpia!-

La rossa sussultò, e si voltò di scatto verso il palco a guardare la faccia dell’Haruno, poi le diede di nuovo le spalle, sistemandosi gli occhiali sugli occhi.

-Sicuramente il mio Light-kun non mi lascerà mai per…-

-Dicci cosa dobbiamo fare-

Sorrise maliziosamente, contenta che almeno una delle due avesse compreso, la bionda intanto guardava ancora confusa la sorella. A lei non piaceva prendere ordini dalla Yagami…anche se era la sorellina del suo adorato Light non le era mai stata molto simpatica.

-Domani cominceranno le ferie per quei tre e credo che faranno qualcosa…-

-E quindi?-

-Quindi noi li seguiremo…e voi potrete passare del tempo coi vostri adorati…-

Sorrise sadicamente.

-Insomma farete tutto quello che facevate prima…-

 

Sakura abbracciò le gemelle stringendole a sé più forte che poteva, erano il suo tesoro.

-Sei stata bravissima mamma-

Sorrise alzandosi e prendendo loro le manine.

-Davvero? Grazie-

-Le bambine hanno ragione Sakura, sei stata davvero brava-

Si voltò verso il castano e, sorridendogli un po’ imbarazzata e rossa in viso, lo ringraziò; il moro sbuffò e allungando il passo arrivò per primo alla sua macchina. La aprì, e fece per andare nel posto accanto al guidatore, ma Itachi lo bloccò, dicendogli di andare nel sedile dietro; lui, senza capire, obbedì. Quando lo Yagami si avvicinò alla macchina, l’Uchiha maggiore gli chiese gentilmente se poteva guidare lui verso casa, dato che, con Akamaru in braccio, per lui sarebbe stato un problema; quello, dopo aver lanciato un’occhiata alla ragazza, accettò riluttante e si mise al posto del guidatore, con Itachi nel sedile accanto. Sasuke sussultò e arrossì leggermente quando notò che la rosa si era messa accanto a lui; Rein si strinse vicino alla sua mamma e Fine fece lo stesso con il moro; le braccia dei due ragazzi si toccavano a causa del poco spazio. L’Haruno si voltò imbarazzata verso il vicino.

-S…scusa Sasuke se ti vengo addosso…-

Si voltò verso il finestrino, assicurandole che non era niente; poteva sentire il suo profumo e la cosa non gli dispiaceva affatto. Le loro mani erano così vicine da potersi sfiorare; il castano sbirciò nello specchietto retrovisore e fece una smorfia, per poi lanciare un’occhiata al moro accanto a lui. Possibile che avesse programmato tutto? Quello guardava la strada davanti a sé e carezzava il suo cagnolino; Light assottigliò lo sguardo, chiedendosi cosa stesse ponderando l’uomo, ma venne risvegliato dai suoi pensieri proprio dall’Uchiha.

-Yagami, devi girare a destra!-

Sussultò, girando di scatto il volante; questa mossa improvvisa fece sì che la ragazza seduta sul sedile posteriore finisse addosso al moro, che avvampò. Itachi si fece scappare un sorrisetto e il castano strinse il volante notando, oltre alla scenetta tra i due vicini, anche che la strada presa serviva solo ad allungare il percorso verso casa. Sakura, intanto, rossissima in viso, cercava nel modo più impacciato possibile di rimettersi al proprio posto; a causa della virata si era aggrappata al ragazzo e gli era finita praticamente in braccio. Cercò di alzare la testa, che era premuta contro il petto di lui, e così facendo, notò che la distanza tra i loro volti era minima, per poco i loro nasi non si sfioravano; Sasuke la guardava col cuore che gli batteva davvero forte e cercava di sorreggerla come poteva. Rimasero in silenzio, sotto lo sguardo interrogativo delle bambine, finchè la rosa non gli chiese gentilmente se poteva aiutarla a mettersi seduta sul sedile; lui obbedì e il suo cuore non la poteva smettere di battergli nel petto. Quando finalmente arrivarono al palazzo e raggiunsero i rispettivi appartamenti si diedero la buonanotte e, prima che potessero entrare, Itachi propose di andare al mare il giorno seguente. Fine e Rein esultarono alla proposta e la rosa sorrise nel vederle contente; Sasuke sbuffò, scontento del fatto che anche Yagami fosse invitato; Light accettò, felice di poter passare del tempo con l’Haruno. Dopo aver deciso l’ora dell’appuntamento si congedarono e andarono a dormire, ignari del fatto che Kilari avesse mandato alle sorelle Amane un messaggio per informarle che il giorno successivo sarebbero andate tutte e tre al mare.

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Capitolo 17
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 2 ***


Ringrazio tutti coloro che seguono e chi commenta^^ ... allora... si smuoverà qualcosa? xD per ora Sakura farà solamente un... "bellissimo incontro" buona lettura :D

 

*

Una tranquilla giornata di metà Luglio, la maggior parte dei cittadini ha già iniziato le ferie per poter trascorrere dei riposanti giorni in famiglia, e cosa c’è di più riposante del mare? Così, la mattina, né tanto presto, né troppo tardi, le varie macchine si dirigono verso la costa, che dista solo qualche oretta dalla città. In questo modo, le varie famiglie si affrettavano a raggiungere la spiaggia, cercando di non perdere il posto migliore e anche per placare gli animi agitati dei vari bambini, emozionati per la gita al mare e impazienti di tuffarsi in quelle acque così fresche. Poi arrivava il momento di piantare l’ombrellone e questo offriva momenti di ilarità a causa della goffaggine di colui, o colei, che si era offerto di fare ciò. E, alla vista di tutto questo, la rosa non poteva lasciarsi sfuggire un sorriso nostalgico, ripensando ai discorsi che lei e Naruto facevano, ai progetti di portare le bambine al mare almeno una volta, progetti che, a causa della troppa lontananza dal mare, non erano mai stati realizzati. Si strinse nelle spalle, voltandosi verso le bambine che stavano poco più distanti da lei, intente a costruire un castello di sabbia con Itachi e Akamaru e a schizzarsi con l’acqua marina. L’Haruno, da quando aveva messo piede sulla spiaggia, si era rintanata sotto l’ombra dell’ombrellone e, seduta su uno dei tanti asciugamani con le ginocchia al petto e le braccia attorno alle gambe, era rimasta in silenzio tutto il tempo persa tra i suoi ricordi. L’Uchiha, che sedeva accanto a lei, non sapeva bene se rompere quel silenzio, oppure continuare a lanciarle diverse occhiate senza dire niente; l’aveva trovata leggermente strana a causa di quel suo silenzio, chissà cosa le passava per la mente, pensava forse a Naruto? Sakura…possibile che quel ragazzo possedesse ancora il suo cuore? Possibile che nessuno potesse prendere il suo posto? Si mise a guardare fisso il mare, il leggero vento faceva sì che l’acqua si muovesse un poco, il caldo, però, si percepiva lo stesso, ed era per questo che il castano era stato mandato a comprare qualcosa di fresco da bere; forse era stato tutto un piano dell’Uchiha maggiore per lasciare un po’ da soli i ragazzi seduti sotto l’ombrellone, peccato che nessuno dei due avesse qualcosa da dire, ognuno immerso nei propri pensieri. Il moro lanciò un’altra occhiata alla vicina, chiedendosi ancora una volta perché mai l’Haruno tenesse ancora indosso i vestiti, in fondo, tutti quanti, si erano messi subito in costume appena avevano posato piede sulla sabbia; lei, invece teneva ancora la maglietta e i jeans corti. Che si vergognasse? Non era da biasimare in fin dei conti, una ragazza giovane in compagnia di tre maschi. Sbuffò mentalmente. Che idiozia! In fondo loro non le avrebbero mai fatto nulla di male, e questo doveva saperlo bene anche lei. Ma allora perché…scosse la testa e si mise a rifissare il mare. Ma tanto a lui cosa doveva importare? Coi vestiti o in costume era lo stesso. Guardò ancora una volta lei e le sue guance s’imporporarono un poco. Chissà come doveva essere carina in costume…

-Sasuke…-

Sussultò nel sentirle pronunciare il suo nome.

-Come mai non vai a farti un bagno?-

Chiedendo questo, la ragazza non voleva affatto mandar via l’Uchiha, che poteva intendere la domanda come una richiesta di lasciarla lì da sola coi suoi pensieri; la sua era semplice curiosità e, fortunatamente, il moro lo aveva capito benissimo. Lui stiracchiò le braccia che aveva tenuto conserte per tutto quel tempo e le posò sull’asciugamano, guardando suo fratello che giocava con le gemelle.

-Al momento non ne sento molto il bisogno, e poi…-

Si voltò verso di lei, che lo stava guardando curiosa.

-Non voglio lasciarti qui da sola-

A quel puntò calò di nuovo il silenzio tra i due, che continuavano a fissarsi; non erano vicini come l’altra sera in macchina, però non erano neanche tanto distanti tra loro. A quel punto il moro ebbe uno strano impulso e avvicinò il suo viso a quello della ragazza che arrossì lievemente; quando le labbra dell’Uchiha furono a pochi centimetri di distanza da quelle della rosa, quella voltò la testa dalla parte opposta lasciando leggermente spiazzato il ragazzo che, accortosi solo in quell’istante cosa stava per fare, arrossì abbassando la testa. Ecco che il suo cuore aveva ricominciato a battere forte…

-Io e Naruto non siamo mai stati al mare e di conseguenze neanche le gemelle…-

Alzò lentamente il viso e guardò ancora una volta la ragazza che, guardando davanti a sé, cercava di sorridere; ancora non riusciva a sorridere quando parlava di lui.

-Guarda come sono contente le mie bambine…desideravano davvero tanto venire qui, ma noi sfortunatamente non ce le abbiamo mai portate…-

Notò che i suoi occhi stavano cominciando a diventare lucidi; ancora non riusciva a non piangere quando pensava a lui.

-Sai, Sasuke, per loro voi siete come una famiglia…-

-E per te?-

Lo guardò interrogativa.

-Per te non è la stessa cosa?-

Rimase in silenzio a guardarlo. Per lei? Per lei la famiglia era Naruto…come potevano loro prendere il suo posto? Come poteva permetterlo? La voce del castano interruppe la conversazione dei due vicini; era tornato dalla sua “missione” e teneva in mano una busta con le bevande fresche che aveva comprato al bar della spiaggia. Vedendolo, la rosa sorrise e il moro sbuffò, ma lo Yagami parve non prestare attenzione al ragazzo; porse una bibita all’Haruno che lo ringraziò e le chiese come mai non stava giocando con Fine e Rein.

-Bè io…-

Le guardò per un momento ridere assieme a Itachi e al cagnolino.

-Io preferisco stare qui all’ombra…non sopporto molto il caldo…-

-Allora che ne dici se facciamo un bagno? L’acqua ti rinfrescherà di sicuro-

Le fece sapere sorridendole; lei lo guardò per un momento e poi distolse lo sguardo, rispondendo che non le andava. Si era messa il costume che aveva preso assieme a Naruto ed era lui il primo che voleva vederla con quello addosso, quindi non poteva assecondare le richieste del castano. I ragazzi la fissavano, senza riuscire a indovinare cosa le passasse per la mente e, prima che uno dei due potesse dire qualcos’altro, fu interrotto da una vocina stridula che lo stava chiamando. I due si guardarono per un momento e un brivido gli percorse la schiena; quella vocetta…possibile che…

-Light-kun!-

Urlò di nuovo la ragazza saltando addosso allo Yagami che la fissò, leggermente stupito e spaventato. La rosa guardò interrogativa la scena, chiedendosi chi fosse la ragazzina bionda che aveva cinto il collo del castano con le sue braccia. Sasuke, intanto, si guardava intorno preoccupato; se ce n’era una doveva esserci anche l’altra.

-Mi…Misa ma che…-

-Sei contento di vedermi, vero Light-kun?-

-Bè…bè io…-

La sua attenzione passò anche sul moro e, notando il suo nervosismo, gli rispose che anche la rossa sarebbe arrivata lì a momenti.

-Che fortuna…-

Sussurrò il ragazzo; Sakura, intanto, guardava tutto senza capire niente, ma nessuno sembrava intenzionato a darle spiegazioni.

-Misa! Potevi aspettarci!-

Quella si voltò verso la sorella che si stava avvicinando al gruppetto a passo svelto e si staccò dal ragazzo, che tirò un sospiro di sollievo.

-Scusa sorellina…ma non vedevo il mio adorato da tanto tempo, così…-

Sbuffò, poi spostò tutta la sua attenzione sul moro, che in quel momento desiderava possedere il potere dell’invisibilità, e lo salutò sorridente; quello non la considerò minimamente. Nello stesso momento, si aggiunse a loro anche la sorella dello Yagami che, stranamente, salutò cordiale l’Haruno, che ricambiò ancora più confusa di prima, poi Kilari si voltò verso le due Amane.

-Allora ragazze, che coincidenza trovare i vostri fidanzati proprio qui, eh?-

La rosa perse un battito; fidanzati?

-Non dire cazzate, Yagami!-

Light guardò male la sorella; già, proprio una strana coincidenza. La bionda sorrise nel vedere la faccia della vicina.

-Dal tuo sguardo deduco che non vi hanno ancora presentato…certe volte mio fratello sa essere davvero scortese…-

Indicò per prima la ragazza coi capelli rossi lunghi fino a metà schiena e gli occhiali, probabilmente una coetanea del moro.

-Questa è Karin Amane, mentre lei è sua sorella maggiore, Misa Amane-

Disse parlando di quella coi capelli biondi lunghi fino alle spalle e gli occhi marroni, più o meno avrà avuto la stessa età del castano.

-Pi…piacere, io sono Sakura Haruno…-

E si alzò, ancora leggermente confusa, tendendo loro la mano, ma quelle non la considerarono minimamente, la loro attenzione era tutta rivolta ai due ragazzi che, a stento, riuscivano a sopportarle. L’Amane maggiore si avvinghiò al braccio di Light, chiedendogli se aveva voglia di fare una passeggiata romantica con lei, mentre la sorellina era intenta a parlare con Sasuke, ovvero, lei parlava e lui, quando ne aveva voglia, le rispondeva a monosillabi; Kilari, intanto, cercava di studiare l’espressione della tanto odiata vicina che, non reggendo più la situazione, si diresse verso le gemelle. Il moro la fermò, prendendola per un braccio e chiedendole dove stesse andando.

-Da Fine e Rein-

Rispose secca e, liberatasi dalla stretta del ragazzo, si affrettò a raggiungere le due bambine. Karin, la guardò con odio, come poteva permettersi di rivolgere la parola a Sas’ke-kun? Misa non la considerò neppure, era troppo impegnata a stritolare il suo Light-kun; Kilari sorrise soddisfatta, finalmente qualcosa si stava smuovendo, e i due vicini la fissarono allontanarsi, maledicendo quelle due ochette starnazzanti. Itachi, che aveva osservato da lontano e in silenzio la scena, si sforzò di sorridere vedendo arrivare la ragazza e, intanto, si chiedeva come mai quelle due fossero spuntate così dal nulla; di sicuro non doveva trattarsi di un caso. L’Haruno venne accolta con gioia dalle due gemelline, che le mostrarono orgogliose il loro castello di sabbia; lei gli sorrise, carezzando loro i capelli e quelle, più motivate che mai, continuarono il loro lavoretto con il piccolo Akamaru che, volendole aiutare, aveva cominciato a scavare. Sakura si mise a sedere e, dopo aver lanciato un’occhiata verso il gruppetto dietro di sé e aver incrociato lo sguardo di uno dei due ragazzi, si rivoltò, abbassando la testa e cominciando a guardare la sabbia sotto i suoi piedi. Era in quei momenti che sentiva forte il vuoto che l’Uzumaki le aveva lasciato nel petto.

 

Kilari, entrando nel suo appartamento, salutò sorridente i due vicini, augurando loro la buonanotte, quelli ricambiarono un po’ confusi del gesto; la minore degli Yagami si era offerta di riportare a casa la rosa, le due mocciose e il fratello del moro. In questo modo, aveva detto loro, le due coppiette avrebbero potuto spendere del tempo assieme; e, dato che aveva insistito così tanto, nessuno ebbe il tempo di ribattere. Così, ancora leggermente perplessi, le videro chiudere la porta di casa. Fine e Rein salutarono Itachi sorridenti e la rosa si sforzò di fare lo stesso; nella mente della ragazza ancora tante domande non riuscivano a trovare una risposta e questo la irritava non poco; le provocava una non so quale sensazione fastidiosa e ciò non le piaceva affatto e il maggiore degli Uchiha questo lo sapeva e, molto probabilmente, capiva meglio di lei cosa provasse; sfortunatamente per lei non poteva fare molto al momento, le cose che sarebbero successe nei giorni successivi dipendevano solo dal fratello e dallo Yagami e, forse, anche dalla stessa Sakura; lui poteva solamente rimanere lì a guardare. La ragazza aprì la porta le bambine si fiondarono dentro e, quando lei stette per fare lo stesso, il ragazzo moro la bloccò, chiedendole se stava bene, era tutto quello che poteva fare al momento. Per un momento lo guardò leggermente confusa, poi sforzò un sorriso, assicurandolo che era tutto okay ed entrò velocemente nell’appartamento richiudendo la porta dietro di sé; rimase per un po’ ferma, poggiata con la schiena al legno della porta a fissarsi i piedi. Come mai si sentiva così…così…

-Mamma, sei triste?-

Sussultò, per poi alzare di poco la testa a guardare le sue bambine; sorrise a forza, rispondendo alla rossa che non era affatto triste. Le due si guardarono non molto convinte.

-Non è che sei così…-

-…a causa di quelle due signore?-

Rise, facendo loro sapere che le due Amane erano sue coetanee, quindi non dovevano essere chiamate signore, ma signorine; le gemelle, però, non ci prestarono molta attenzione, preoccupate di più per lo stato della loro mamma. Loro non volevano che ritornasse in quello stato comatoso…

-Quindi non t’importa niente di Sas’ke e…-

-…Light?-

S’irrigidì, ordinando loro di lavarsi i denti e andare a dormire; quelle non poterono non ubbidire, capendo che il motivo di quella richiesta era spinto dal desiderio di non parlare più della faccenda. Quando le due piccoline si furono messe sotto le coperte, la rosa andò a rimboccargliele e a dare loro la buonanotte baciandole la fronte. Appena le loro piccole teste ebbero sfiorato il cuscino chiesero in coro alla madre se poteva cantargli qualcosa, ma quella rifiutò secca, dicendo che si sentiva stanca; mentre le due protestavano le loro palpebre si fecero sempre più pesanti e infine chiusero gli occhi addormentandosi. La ragazza sorrise e uscendo dalla stanza spense la luce, per poi dirigersi verso il balconcino; non aveva per niente sonno, anche se la giornata era stata un tantino pesante. Il problema erano i mille pensieri che le occupavano il cervello e le immagini delle due Amane avvinghiate ai suoi vicini. Sentì sbattere la porta dell’appartamento accanto al suo e ne dedusse che il minore degli Uchiha era tornato a casa. E Light? Che fosse tornato anche lui? Si poggiò alla ringhiera, alzando lo sguardo verso il cielo; sentiva di voler piangere, ma non ne capiva il vero motivo, credendo fosse dovuto al fatto che sentiva la mancanza del biondo. Sospirò, poi sentì uno strano rumore provenire dalla sua destra e si voltò, incrociando lo sguardo del moro. Sussultò, pensando che anche a lui era venuta l’idea di contemplare le stelle. Il ragazzo, invece, era andato alla finestra a controllare che quelle due pazzoidi se ne andassero. Quella maledetta Yagami gli aveva rovinato la giornata portando con sé quelle due idiote; si era dovuto sorbire le stupide lusinghe dell’Amane dai capelli rossi e la vocina stridula della sorella bionda e, per di più, gli era anche toccato tornare a casa assieme a loro, che avevano chiesto in modo insistente ai due ragazzi di uscire quella sera. Il moro rifiutò nel modo più scortese che conosceva e il castano cercò di essere più gentile e, fortunatamente per loro, dopo che le due ebbero fatto incavolare l’Uchiha più del dovuto, furono costrette a rinunciare. Mentre vedeva allontanarsi le due Amane tirò un sospiro di sollievo e pensò a come si poteva essere sentita Sakura quel giorno; non voleva che lei credesse che quella cretina di Karin era la sua ragazza. Nel pensare questo sentì qualcosa provenire dalla sua sinistra e si voltò, incrociando lo sguardo della rosa. Rimasero qualche minuto a guardarsi senza che nessuno dei due dicesse qualche cosa, finchè, nello stesso istante, non deviarono entrambi lo sguardo sempre in silenzio. Alla fine la ragazza si decise a parlare per prima.

-Le vostre ragazze sono davvero…adorabili…-

Il ragazzo non potè evitare di guardarla in malo modo; Karin e Misa…adorabili?

-Sono due idiote…e anche molto insistenti…io e Yagami non le sopportiamo-

Inclinò la testa da un lato, guardandolo ancora più confusa di prima.

-Come puoi parlare così della tua ragazza, Sasuke?-

Sbuffò.

-Amane non è affatto la mia ragazza…e credo che per l’altra e Light sia lo stesso…-

In quel momento la ragazza si sentì come liberata da un peso.

-Da…davvero?-

Annuì, poi la guardò alzando un sopracciglio.

-Ma perché ti interessa tanto?-

-B…bè…è perché non credevo che…sì, insomma…-

Strinse la ringhiera tra le mani.

-Dato che passavate tanto tempo con me e le gemelle non mi era mai passato per la mente che…e…e poi pensavo che me l’avreste detto…-

-Ma tanto noi non abbiamo nessuna fidanzata, quindi puoi stare tranquilla Sakura…-

Già, e probabilmente lui non ne avrebbe mai avuta una; infondo lui non ne aveva bisogno, stava bene come stava assieme alla rosa…

-Ti va di uscire?-

Sobbalzò, spiazzata da quella richiesta; la cosa più strana era che venisse dalla bocca del moro.

-Sì…cioè…dato che Jiraiya ci ha dato quei biglietti per il Luna Park mi chiedevo se tu e le gemelle voleste…-

-Va bene-

Arrossì un poco a quella risposta e nel vedere la faccia sorridente della ragazza.

-Sarà divertente, giusto?-

Le sorrise, leggermente imbarazzato e fece di sì con la testa, poi chiese alla vicina se avesse voglia di cantargli qualcosa; lei in un primo momento non gli rispose, ma dopo gli sorrise di nuovo cominciando a cantare.

-You raise me up, so I can stand on mountains...-
Era bello poter stare lì.

-You raise me up, to walk on stormy seas...-
Mentre lei cantava, lui la guardava sorridendo.

-I am strong, when I am on your shoulders...-
Sarebbe stato bello poter rimanere così per sempre.

-You raise me up: To more than I can be-
Sarebbe stato bello non dover preoccuparsi più di niente.

-There is no life - no life without it's hunger, Each restless heart beats so imperfectly...-
Cos’era ancora questo strano sentimento che gli riempiva il cuore?

-But when you come and I am filled with wonder, Sometimes, I think I glimpse eternity-
Non lo aveva mai percepito prima, ma ora viveva forte dentro di lui.

-You raise me up: To more than I can be-

Ma perchè continuare a pensarci? In fondo lui stava bene e gli andava bene così.


 

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Capitolo 18
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 3 ***


 

*

Prima che i ragazzi cominciassero le ferie, Jiraiya aveva regalato loro dei biglietti per il Luna Park, uno a testa al moro e al castano e tre alla rosa. La ragazza, ricevendoli, aveva subito pensato di andarci durante il periodo di ferie assieme alle gemelle, ma non credeva che il vicino si sarebbe unito a loro; la cosa non le dispiaceva affatto, anzi, era molto contenta della proposta che gli aveva fatto l’Uchiha, quasi quanto lui era contento della sua risposta positiva. Il ragazzo non sapeva, però, che la rosa aveva avuto la brillante idea di invitare anche lo Yagami e che gli aveva mandato un messaggio quella stessa sera, messaggio al quale il castano aveva dato una risposta più che positiva. Così, mentre il moro finiva di prepararsi, sentì la porta della vicina che veniva chiusa e dedusse che era appena uscita di casa; la imitò e, sorridendole, le diede il buongiorno. La cosa comica fu che il ragazzo pronunciò la frase in contemporanea al castano, uscito anche lui nello stesso istante dell’Uchiha. I due si scambiarono uno sguardo poco amichevole, chiedendosi l’uno il perché della presenza dell’altro; l’Haruno sorrise dando loro il buongiorno e, prendendo per mano le bambine, si diresse verso l’ascensore. I ragazzi la seguirono, senza smettere di guardarsi in malo modo.

-Sono davvero contenta di poter passare una giornata assieme a voi-

Affermò la rosa sorridendo e le bambine concordarono; in questo modo i due passarono la loro attenzione alla ragazza, pensando che non dovevano mica rovinarsi questa giornata solo perché c’era una persona di troppo, e, così, uscirono dall’ascensore, diretti al parcheggio. Light aveva proposto di prendere la sua auto, ma, quando videro che il posto che occupava era vuoto, dovettero prendere la vettura degli Uchiha. Sakura e le bambine si misero dietro, il moro al volante e il castano nel sedile accanto; il viaggio non durò molto, e l’Uchiha non dovette faticare neanche poi così tanto per poter trovare un parcheggio nello spiazzo davanti al Luna Park. Le gemelle raggiunsero a corsa l’entrata, seguite dalla rosa che non la smetteva di sorridere e dagli altri due; arrivati ognuno diede il proprio biglietto ed insieme entrarono. Le tre cominciarono a guardarsi intorno tenendo la bocca spalancata a causa dello stupore nel vedere così tante giostre tutte insieme: le montagne russe, la ruota panoramica, la casa degli specchi e quella stregata, l’autoscontro e molte altre. Le due bambine non erano mai state portate in un posto simile, ma la loro mamma non aveva mancato di parlarne; lei e Naruto, infatti, erano stati a quello che si trovava nella loro città, solo che era molto, ma molto più piccolo.

-Allora dove vogliamo andare per cominciare il giro?-

Chiese il moro intento a guardare la cartina che aveva preso dalla biglietteria, la mano sinistra la teneva, mentre l’altra era lasciata ricadere sul fianco destro; le tre si voltarono simultaneamente verso il ragazzo e, alzando il pugno destro, urlarono contemporaneamente:

-Ruota panoramica!-

-Casa stregata!-

-Negozio di dolci!-

I due vicini le guardarono, stupiti di quella stupefacente sincronizzazione; peccato che ognuna avesse detto un nome diverso. L’Haruno si voltò verso la rossa.

-Fine, il negozio di dolci non è una giostra-

Sbuffò.

-Uffa…-

La bambina dai capelli azzurri sorrise.

-Quindi è deciso, andremo alla casa stregata-

Le altre due rabbrividirono.

-M…ma Rein…tesoro…sei troppo piccola per quella…-

E poi lei non voleva andarci.

-Se sono accompagnata da un adulto posso andarci, me lo ha detto papà!-

La ragazza maledisse per un momento il biondo. Lui lo sapeva che lei queste case dell’orrore non poteva minimamente sopportarle e, a dispetto, aveva alimentato l’animo di Rein, che era fin troppo interessata e divertita da queste cose paurose. Il minore degli Uchiha, intanto, guardava la scena in silenzio; certo che Rein ne aveva di fegato, era anche più coraggiosa della madre. Sussultò sentendo che qualcuno gli aveva preso la mano destra e si voltò a guardare chi fosse; nel farlo dovette abbassare lo sguardo.

-Sas’ke, io ho paura, non voglio andare nella casa stregata-

Guardò incredulo l’altra gemella; non riusciva a spiegarsi come mai fosse andata a chiedere aiuto proprio a lui. Rimase a fissarla confuso ancora per un po’, senza sapere bene cosa dirle, finchè il castano non le rispose sorridendo che non era obbligata ad entrare e quella, dopo avergli lanciato un’occhiata, si rimise a guardare gli occhi scuri dell’Uchiha, come per chiedere conferma di quello che aveva detto lo Yagami. Di risposta le sorrise un po’ impacciato e annuì leggermente; sentì che lei gli stringeva di più la mano.

-Quindi ci starai tu a proteggermi? Come faceva il mio papà…-

Sussultò, era la prima volta che sentiva una delle bambine parlare dell’Uzumaki; chissà quanto doveva mancare a loro e a Sakura… Si abbassò alla sua altezza e le scompigliò i capelli, assicurandole che lo avrebbe fatto.

-E ora scegli tu la prima giostra, d’accordo?-

Si rialzò; in questo modo sperava di farla calmare almeno un pochino. Ma, nel pronunciare la domanda, venne udito da Rein, che smise di discutere amorevolmente con la madre per guardare in malo modo il ragazzo.

-Come sarebbe a dire? Avevo già scelto io!-

Si lamentò lei.

-Rein! Non fare la bimbetta capricciosa!-

Lanciò un’occhiata alla rosa e sbuffò; trovava tutto questo maledettamente ingiusto. Il moro che passava gli occhi dalla bambina dai capelli azzurri alla sorella, che si guardava intorno pensando a quale giostra poteva essere la più adatta, credeva di aver combinato un casino avendo fatto arrabbiare una delle gemelle; però, in fondo, lui non sapeva come ci si doveva comportare con delle bambine, non aveva avuto fratelli o sorelle più piccoli di lui e non aveva mai avuto figli. Guardò l’Haruno; chissà come aveva fatto a cavarsela lei in quegli anni, di sicuro non aveva avuto la vita facile, però era riuscita ad arrivare fin lì e in questo la ammirava molto. I loro occhi si incrociarono per qualche secondo e lui arrossì leggermente. L’ammirava molto, ma non era solo ammirazione ciò che provava per lei…

-Voglio andare su quella lì!-

Esclamò alla fine la piccola rossa indicandola col dito; gli altri si voltarono per vedere cosa avesse scelto e quando l’Uchiha posò lo sguardo sulla giostra rabbrividì. Perché proprio quella? L’altra gemella lasciò perdere per un momento la casa stregata e si mise a ammirare la scelta di Fine assieme a lei, poi le due, in contemporanea, chiesero cosa fosse quella giostra.

-Quelle sono le montagne russe-

Rispose loro il castano. La rossa guardò sorridente il vicino che teneva la sua manina, decisa più che mai a salire su quell'attrazione e anche la sorella era della stessa opinione.

-Bene, allora andiamo-

Disse infine Sakura, e cominciarono a camminare diretti alle montagne russe; Fine fece un passo, ma si dovette bloccare subito. Teneva ancora la mano del moro e aveva sentito che lui non accennava a muoversi; lo guardò confusa chiedendogli come mai non camminasse anche lui verso la giostra. Il moro abbassò la testa per guardare la piccola negli occhi e cominciò a farfugliare qualcosa che la rossa non riuscì a capire; gli sorrise e lo strattonò riuscendo a farlo muovere.

-Dai, non rimaniamo indietro!-

L’Uchiha intanto guardava le montagne russe che pian piano si facevano sempre più vicine a lui; perché tra tutte le scelte possibili aveva deciso quella? Arrivati le gemelle salirono per prime, con Rein che si trascinava dietro il povero Yagami; anche se all’inizio la spaventava un poco non poteva negare che era un ragazzo affascinante. Quando la rosa stette per sedersi nel posto dietro il loro notò che Sasuke stava immobile a fissarli; era pallido.

-Va tutto bene?-

-Eh… Ecco io…-

Come poteva dirglielo? Come poteva dirle che aveva paura? La prima e ultima volta in cui era salito sulle montagne russe con il fratello aveva più o meno l’età delle gemelle ed era elettrizzato come loro, si stava davvero divertendo tanto. Peccato che la giostra si bloccò proprio mentre stavano a testa in giù. Dopo quel giorno aveva giurato che non ci sarebbe mai più salito.

-Ecco io non credo sia il caso di salire… Vi… Vi aspetto qui, ok?-

Sakura gli sorrise e lo prese per mano.

-Dai, non c’è niente di cui aver paura, puoi abbracciarti a me se vuoi-

Arrossì e cercò di ribattere, ma la ragazza lo aveva già fatto salire. Erano uno accanto all’altra. Quando partirono si sentirono grida di tante persone diverse, più quelle divertite delle gemelle, che stavano appiccicate alle braccia di Light, una alla sua destra e l’altra alla sinistra. La rosa teneva ancora stretta la mano del ragazzo che involontariamente la strinse e lei gli sorrise. Era tentato di urlare di voler scendere, ma non lo fece. Non pensava più a dove si trovava, ormai sembrava che quella specie di paura gli stesse andando via. E tutto grazie all’Haruno. Lei riusciva a farlo stare bene.

-Sasuke… Dovremmo scendere…-

Lui sbattè le palpebre e si risvegliò completamente dai suoi pensieri, poi si scusò e, lasciando controvoglia la mano della ragazza, rimise i piedi sul terreno e riaprì frettolosamente la mappa del Luna Park per darsi qualcosa da fare. Non voleva dare a vedere che era imbarazzato.

-È stato…-

-…super-divertente!-

Esclamarono entusiaste le gemelle e gli altri tre sorrisero; erano davvero adorabili. Mentre le due bambine continuavano a esaltare le montagne russe la rosa si avvicinò al moro che inizialmente non si accorse di niente. Quando lei prese con una mano un pezzo della mappa sfiorando il ragazzo lui sussultò e la guardò leggermente rosso in viso.

-Bene e ora dove…-

-Casa stregata-

Disse secca la bambina dai capelli azzurri e la madre rabbrividì; sperava se lo fosse dimenticato.

-E non voglio sentire storie, mamma, mi ci devi portare!-

Sospirò e scoraggiata seguì la figlia verso l’entrata della casa stregata; quando si metteva in testa una cosa niente poteva farle cambiare idea. Il castano la seguiva in silenzio con un sorrisino divertito sulla faccia, mentre il moro e l’altra si trovavo un po’ più indietro; il ragazzo poteva percepire che la rossa non era molto a suo agio e teneva stretta la sua mano. Lei non voleva entrarci là dentro!

-Sasuke io non voglio andarci-

-Non sei obbligata, Fine-

Lo guardò e lui sobbalzò rivedendo la ragazza dai capelli rosa in quei bellissimi occhi.

-Da… Davvero?-

Annuì e in quel momento l’Haruno si voltò verso di loro; era leggermente pallida e spaventata, lei odiava quell’attrazione.

-Allora voi ci aspettate all’uscita?-

La gemella rispose di “Sì”, poi Rein trascinò la madre per un braccio.

-Forza mamma, andiamo!-

E i tre entrarono; per tutto il tempo, prima di scomparire nel buio, la rosa aveva lanciato delle occhiate ai due rimasti fuori come se cercasse una specie di aiuto; ah, quanto odiava le case stregate! Quando il moro e la rossa non riuscirono più a scorgere gli altri si guardarono negli occhi, come per chiedersi cosa avrebbero fatto adesso; Fine teneva sempre stretta la mano del ragazzo che era leggermente imbarazzato. Non aveva mai fatto da baby sitter a nessuno. Propose, poi, di dirigersi verso l’uscita della casa ed aspettare lì gli altri; la bambina non rispose niente e cominciarono a camminare. Dopo un po’ uno dei due cominciò a parlare.

-Non capisco cosa ci trovi Rein…-

La guardò, probabilmente si riferiva alla casa stregata.

-Forse le piace avere paura-

Sorrise.

-È proprio come papà… Anzi, forse è più coraggiosa-

Socchiuse gli occhi.

-Io e la mamma invece ci spaventiamo per niente-

Sorrise.

-Non bisogna essere per forza coraggiosi, Fine-

-Lo diceva anche papà-

Sussultò; non aveva mai sentito una delle due bambine parlare così tanto del padre. Nella voce della rossa c’era molta nostalgia e un velo di tristezza, forse era meglio cambiare argomento.

-Come mai Sakura ha accompagnato Rein? Se aveva paura poteva stare con noi-

Invece di stare da sola con quello; la gemella sorrise.

-La mamma è strana, dice che non può lasciare da sola Rein, pensa che prima o poi si spaventi sul serio e non vuole che resti sola-

Rise.

-Peccato che mia sorella non si faccia mai spaventare-

Il ragazzo sorrise.

-È davvero incredibile…-

Fine lo guardò non capendo a chi stesse riferendo.

-Sakura è davvero incredibile-

La bambina strinse la mano del moro.

-Ti piace davvero mia mamma, vero?-

Sussultò arrossendo un poco, ma non le rispose, cercando di guardare altrove.

-Sai, Rein adesso dice di preferire Light, perché lo trova più affascinante-

Le lanciò un’occhiata; ma bene, ora quello faceva anche strage di cuori tra le bambine. Sbuffò. Pedofilo.

-Però a me piaci di più tu, Sas’ke. Se la mamma dovesse mettersi con qualcuno vorrei che fossi tu, me lo prometti?-

E allungò il mignolo della mano destra, quella che non teneva il ragazzo, verso di lui, che la guardava interrogativo. Poi incrociò il suo mignolo sinistro con quello della bambina che non la smetteva di sorridere e alla fine non potè non sorridere anche lui; Fine era davvero molto simile a sua madre. Arrivati all’uscita della casa stregata non trovarono nessuno, così si misero a sedere su una panchina lì vicino; ad un certo punto lo stomaco della bambina brontolò e lei arrossì imbarazzata. L’Uchiha cominciò a guardarsi intorno e notò che lì vicino c’era una gelateria; la indicò chiedendo alla piccola se volesse un gelato. Lei non se lo fece ripetere due volte e lo trascinò dentro con gli occhi luccicanti.

 

Sakura si guardava intorno impaurita e avvinghiata al braccio destro dello Yagami che non poteva certo lamentarsi per quel gesto; avrebbe tanto voluto vedere la faccia del moro. Rein camminava sicura di sé, sperando che ci fosse qualcosa di abbastanza pauroso, ma per ora avevano solo incontrato due fantasmi e la madre si era imbattuta in una ragnatela appesa al soffitto; aveva urlato così forte che probabilmente l’avevano sentita anche dall’altra parte del mondo. La piccola sospirò, vedendosi apparire davanti una specie di zombie, la rosa nascose il viso sulla spalla del ragazzo, stringendosi di più a lui.

-Che noia… Speravo in qualcosa di più-

-L… Light siamo quasi alla fine, vero? Dimmi di sì ti prego!-

E con un occhio cercava di controllare la figlia, mentre teneva l’altro chiuso per non vedere sbucare fuori altre creature spaventose.

-Non saprei Sakura… Non è da molto che siamo entrati…-

Si strinse ancora di più a lui.

-Uffaaaa!-

-Mamma, smettila di fare la bambina, non c’è niente per cui aver paura-

Il castano guardò la piccola dai capelli azzurri; pazzesco, la figlia sgridava la madre.

-Ma… Ma io…-

Light le sorrise.

-Tranquilla, ci sono io se hai paura-

-Gr… Grazie…-

E continuarono a camminare con Rein sempre davanti che li guidava senza aver paura di niente; fortunatamente per l’Haruno, dopo vari spaventi e urli, raggiunsero la fine del percorso e, vedendo la luce esterna, la rosa lasciò il braccio del ragazzo e corse fuori. Fine e Sasuke erano seduti sulla panchina che aveva trovato in precedenza e la rossa, vedendo la madre, la indicò al moro facendogli sapere che erano usciti dalla casa stregata. Sakura si fiondò ad abbracciare la figlia esclamando il suo nome; anche Light e Rein si avvicinarono, lei aveva un’aria annoiata e espresse alla gemella la delusione che l’attrazione le aveva procurato, mentre lui, accortosi che l’Uchiha lo stava guardando, gli sorrise maliziosamente, facendogli sapere che si era perso proprio un bel giro. Il moro sbuffò, immaginandosi quanto quel maledetto Yagami avesse approfittato dello spavento della rosa. Quando finalmente Sakura si staccò dalla figlia si rimisero tutti in piedi e il castano chiese alle gemelle dove volevano andare; quelle si guardarono per poi parlare.

-Dato che la mamma mi ha accompagnata senza lamentarsi, più o meno…-

-…vogliamo che sia lei a decidere dove andare-

Dissero sorridendo e la madre alzò gli occhi al cielo come per pensare, poi sorrise.

-Io vorrei andare sulla ruota panoramica…-

Le due bambine si guardarono e annuirono, poi la presero per mano e seguirono l’Uchiha che le condusse alla giostra; arrivati salirono sulla prima cabina disponibile e si misero a sedere. Light era in mezzo alle due gemelle e il moro vicino alla rosa; la rossa fece l’occhiolino al vicino e gli sorrise mostrandogli il pollice. Il ragazzo arrossì leggermente, poi lanciò un’occhiata alla vicina; stava guardando fuori e ripensava alla prima volta che era salita su una ruota panoramica assieme a Naruto. Quel giorno si erano divertiti davvero molto, una delle più belle giornate che avevano passato assieme. Strinse i pugni; e ora lui non era lì con lei. Sentì che stava per scoppiare a piangere, ma si trattenne, non voleva rovinare la giornata a nessuno. Continuò a fissare fuori, sperando che le passasse e che nessuno notasse i suoi occhi lucidi. La ruota girava pian piano e finalmente arrivarono nel punto più alto. Le gemelle si attaccarono al vetro e cominciarono a indicare allo Yagami i vari edifici che riuscivano a distinguere e le persone che camminavano per strada; Fine e Rein avevano gli occhi sgranati. Sembravano tutti delle formiche. L’Uchiha sorrise nel vederle così contente, poi si rivoltò verso Sakura, chiedendole se avesse visto qualcosa di interessante, ma lei scosse la testa sempre rimanendo voltata. Le si avvicinò mettendole una mano sulla spalla e lei sobbalzò girando di scatto la testa; ancora una volta i loro volti erano vicinissimi.

-Qualcosa non va?-

Le sussurrò notando i suoi occhi lucidi, lei si mise velocemente una mano sugli occhi e disse che non era niente. Sasuke socchiuse gli occhi.

-Se ti serve sfogarti con qualcuno io sono qui-

Lo guardò e il loro occhi si incrociarono; lui arrossì quando poi lei sorrise. Quando scesero il moro e la rosa furono gli ultimi e lei, prima di raggiungere le figlie, gli sussurrò all’orecchio un “Grazie” e lo baciò leggermente sulla guancia destra. Il moro rimase immobile per un po’ tenendosi la mano dove lo avevano sfiorato le labbra della ragazza finchè la sua voce non lo richiamò e raggiunse gli altri. Mentre cercavano un’altra giostra lo Yagami e l’Uchiha rabbrividirono sentendosi chiamare da delle voci fin troppo familiari.

-Light-kun, anche tu qui?-

Chiese l’Amane maggiore attaccandosi al suo braccio, quello sbuffò. Ecco perché quella mattina non aveva trovato la sua auto nel parcheggio, l’aveva presa sua sorella Kilari.

-Ciao a tutti-

Disse quella sorridente avvicinandosi con l’altra amane al seguito.

-Ma che bello, abbiamo avuto tutti la stessa idea!-

-Sono così contento che mi strapperei i capelli…-

Commentò sarcastico il moro guardando male la sorella del castano.

-Simpatico come sempre Uchiha…-

-Tzè-

L’Haruno intanto teneva per mano le figlie e guardava quella sottospecie di scenetta comica; com’è che quelle tre erano spuntate un’altra volta? Li stavano forse pedinando? Strinse le manine delle gemelle, che alzarono gli occhi su di lei; non sapeva bene perché, ma non provava alcuna simpatia per le sorelle Amane. E poi c’era qualcosa di strano in loro che non le piaceva per niente. Kilari, notando che la vicina era leggermente irritata, le sorrise e cominciò a parlare con lei.

-Sai, Sakura-chan…-

La guardò.

-Ho sentito che c’è un concorso canoro in questo Luna Park, dovrebbe cominciare tra poco-

Il suo volto si illuminò.

-E dove…-

La bionda le porse il volantino e lei lo prese immediatamente, lasciando le figlie. Si mise a fissarlo. Che bello, un concorso canoro…

-Parteciperai?-

Alzò la testa.

-E… Ecco io non saprei…-

-Ti vergogni forse?-

Lanciò un’occhiata alle Amane che stavano appolpate ai due vicini; quelle le avevano tolto quasi tutta la voglia. Kilari sorrise maliziosa.

-Forse è meglio così, ti risparmi la figuraccia-

Strinse i pugni e la guardò male.

-Bè, e ora che si fa?-

Chiese rivolta agli altri quattro, fece come se la rosa non fosse presente ignorandola volontariamente e mentre Misa discuteva con la sorella su dove andare l’Haruno si rimise a fissare il volantino che le aveva dato la Yagami. Cosa avrebbe dovuto fare? Lo strinse tra le mani, poi alzò di nuovo la testa e guardò la schiena di Kilari.

-Mi accompagnate al concorso-

Tutti si voltarono a guardarla, chi scocciato e chi sorpreso.

-Almeno se volete…-

I due ragazzi annuirono immediatamente e le Amane sbuffarono; la bionda intanto la guardava irritata. Riusciva sempre a toglierle il buon umore quella. Così, chi controvoglia e chi no, raggiunsero il posto dove doveva svolgersi quella specie di gara; non erano molti i partecipanti e, appena l’Haruno si fu segnata, lasciò le figlie coi vicini e si diresse verso il retro del palco. Molte persone erano andate a vedere, chi per curiosità, chi per assistere a un qualche parente e amico, e a causa di questo le gemelle non riuscivano a vedere molto bene il palco, quindi chiesero all’Uchiha e allo Yagami di prenderle in braccio e mettersele sulle spalle. Il castano accettò subito di buon grado, così poteva anche far staccare Misa dal suo braccio, mentre il moro fu più titubante; non era molto pratico di queste cose. Karin intanto guardava seccata le due bambine; la madre se le portava dietro solo per sfruttare al meglio la generosità dei due ragazzi, almeno la rossa pensava questo. Come aveva detto Kilari, la rosa era insopportabile, probabilmente una delle persone più odiose che avesse mai conosciuto. Aveva sempre quel sorrisetto sulla faccia; strinse i pugni. Avrebbe tanto voluto toglierglielo a suon di pugni. La Yagami teneva le braccia incrociate; accidenti a lei. Per colpa sua ora l’Haruno avrebbe attirato l’attenzione davanti a tutti quegli idioti che erano entrati al Luna Park. Finalmente, dopo tre o quattro persone, la rosa salì sul palco salutando sorridente Fine e Rein che risposero immediatamente rischiando quasi di cadere dalle spalle dei due ragazzi. In quel momento tutta l’attenzione del moro si spostò interamente su Sakura; cominciò a fissarla per non staccarle più gli occhi di dosso. Non avrebbe mai sperato di poterla sentire cantare anche in un posto come quello.

-Saisho de saigo no suki-(mi piace l'amore a prima vista)

Era davvero stupenda la sua voce e gli era piaciuta subito, appena l’aveva sentita.

-Saisho de saigono daisuki-(mi piace davvero tanto l'amore a prima vista)

Si era sentito strano e aveva provato tante emozioni diverse.

-Unmei nante nani mo shirazu ni kime tamita dakara-(anche senza sapere se è questo il mio destino)

Light sorrise, sembrava quasi più splendente quando cantava.

-Kimi ni arigatou (kimi ni arigatou)-(grazie per queste sensazioni, grazie)

Lo sguardo della rosa si posò su uno dei due ragazzi; era grazie a lui se ora cantava di nuovo.

-Konna kanjou ga (konna kimochi ga)-(un sogno dove i miei problemi e i tuoi)

La sua perseveranza le aveva fatto capire che non doveva mollare.

-Jibun no doko kai (yume na ito to ari)-(sono uniti da un solo sguardo, o solo nati)

I loro occhi si incrociarono e lui arrossì un poco, lei però non lo notò e gli sorrise.

-Meguru te danante (umarete danante)-(qualcosa sotto fa tremare e scuotere la Terra)

Il moro si sentiva davvero strano in quel momento.

-Chiyuu wo yu sa furu you na chitei no makuma mitai ne-(metti il tuo cuore ardente vicino al mio)

Non riusciva a fermare i battiti del suo cuore e non riusciva a smettere di guardarla e pensare quanto fosse stupenda.

-Hao to game o samasu kokoro ni hi o tsuke teku-(e inizia a provare un brivido)

Non capiva perché gli facesse quell’effetto, ma era davvero piacevole.

-Negai ga ugokidasu kodou ni dea teku-(per favore, questo lo riempie)

Karin lanciò un’occhiata all’Uchiha, non lo aveva mai visto così… Felice.

-Saisho de saigo no suki-(mi piace l'amore a prima vista)

Si rimise a guardare male l’Haruno. Che fosse a causa sua?

-Saisho de saigono daisuki-(l'amore a prima vista può essere l'ultimo a volte)

Doveva fare qualcosa e alla svelta, non poteva permettere che quella glielo portasse via.

-Unmei nante nani mo shirazu ni kime tamita dakara-(anche senza sapere se è questo il mio

destino)

E avrebbe utilizzato ogni mezzo possibile per toglierla dai piedi. Sorrise; la cosa cominciava davvero a piacerle.

 

La rosa uscì assieme agli altri dall’ascensore dirigendosi verso il proprio appartamento. Non poteva togliersi il sorriso dalla faccia, aveva vinto quella specie di sfida che le aveva lanciato Kilari e, in più, aveva anche vinto il premio in denaro del concorso canoro. Inizialmente fu molto sorpresa nel sapere che aveva vinto qualcosa, non lo aveva letto sul volantino e, a quanto aveva visto dalla faccia della bionda, non lo aveva letto neanche lei. Subito dopo le Amane e la Yagami se ne andarono e lei, dopo essere salita su altre giostre, decise con gli altri che era meglio tornare a casa, in fondo Fine e Rein sembravano essere molto stanche. Appena arrivata davanti alla porta prese le chiavi e la aprì; le gemelle furono le prime a entrare, dopo aver salutato i vicini. Sakura entrò solo dopo aver ringraziato i ragazzi per la bella giornata trascorsa e averli salutati con un cenno della mano; quando chiuse la porta i due si guardarono e dopo un po’ il castano prese la parola.

-Ho paura che mia sorella segua i nostri movimenti-

Sasuke sbuffò; che intuito!

-Che dovremmo fare secondo te, Uchiha?-

-Non saprei… Tanto quelle due non ci lascerebbero in pace comunque… Io direi di ignorarle e basta-

Annui, restando in silenzio, poi vide il moro avviarsi verso il suo appartamento e lo fermò chiamandolo per nome. Quello si voltò scocciato chiedendosi cosa volesse ancora.

-Domani ho intenzione di invitare Sakura a uscire con me-

Sussultò. Non avrebbe mica osato… Il castano sorrise, notando il chiaro disappunto del ragazzo.

-Avevi intenzione di chiederglielo tu, Uchiha?-

No, in effetti non ci aveva pensato, però…

-Sì, quindi vedi di svagarti con una delle tue puttanelle domani-

Sospirò.

-Vedi di non scaldarti tanto…-

I loro occhi si incrociarono.

-Sarà una sfida a chi arriva primo-

Lo guardò male.

-Ci sto-

Ed entrarono nei rispettivi appartamenti. 

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Capitolo 19
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 4 ***



*

Quella mattina Sakura si svegliò prima del solito e dopo aver fatto una veloce colazione si preparò per uscire. Aveva lasciato scritto alle gemelle che si assentava per un po' e che sperava di fare abbastanza presto, ma nel caso avesse tardato per il pranzo di andare da Itachi se questo non gli creava troppo disturbo. Si pettinò velocemente e prese la borsa, controllando che ci fossero soldi a sufficienza. La sera precedente aveva visto sul calendario che il giorno dopo sarebbe stato il 23 luglio e per caso tempo prima era venuta a sapere che quel giorno era il compleanno di uno dei due vicini, così si era ripromessa di comprargli un regalo, dato che lui era sempre stato così gentile con lei e le gemelle. Appena aprì la porta per uscire andò contro un ragazzo che si trovava davanti al suo appartamento. Si scusò e appena alzò lo sguardo sussultò nel vedere uno dei due vicini che le chiedeva di uscire; non credeva che lui sarebbe stato capace di farlo. Dopo alcuni minuti di silenzio gli sorrise, accettando di buon grado l'offerta, in questo modo avrebbe anche potuto chiedergli consiglio su quello che doveva comprare.

 

Sasuke passava da una stanza all'altra senza mai fermarsi; sperava di arrivare prima dello Yagami, non avrebbe sopportato che lui uscisse con la rosa. Mentre si vestiva pensava a come avrebbe reagito la ragazza, sperava tanto che lei accettasse di uscire con lui. Ma soprattutto sperava che dicesse di no al castano, chissà che faccia avrebbe fatto quello che non si sentiva mai dire di no. Passò in cucina, prendendo velocemente qualcosa da mangiare e notò che né suo fratello né quel maledetto cane erano in casa; alzò le spalle. Probabilmente era uscito per fare una passeggiata o magari a cercarsi un lavoro. Uscì di casa e chiuse la porta frettolosamente, per poi fiondarsi davanti all'appartamento dell'Haruno. Rimase per un attimo con la mano alzata a mezz'aria e col cuore che gli batteva più forte del solito. E se lei avesse rifiutato di uscire con lui? E se avesse voluto portare con sé anche Fine e Rein? Lui avrebbe avuto il coraggio di dirle che era un appuntamento solo tra loro due? Probabilmente avrebbe dovuto lasciare perdere... Scosse la testa. Tsk! Sia mai che Sasuke Uchiha lasci perdere. Bussò sicuro alla porta e appena questa si aprì disse tutto d'un fiato ciò che si era ripetuto mille volte mentre si stava preparando, non voleva certo ritrovarsi lì senza sapere bene cosa chiedere alla rosa. Ma proprio mentre stava ripetendo la frase si rese conto che chi aveva aperto non era affatto la vicina e si bloccò, poi guardò male il fratello e una venetta cominciò a pulsargli sulla fronte.

-Itachi, cosa diavolo ci fai tu qui?-

Il moro cercò di aprire la bocca per dire qualcosa, ma la gemella dai capelli azzurri lo interruppe parlando per prima.

-Itachi-san è qui perchè la mamma è uscita con Light-kun-

Sussultò, quindi era arrivato tardi? L'Uchiha maggiore, vedendo l'espressione del fratello, abbassò gli occhi.

-Ho trovato Sakura proprio mentre stava uscendo di casa e con lei c'era Yagami, credo che lei dovesse fare una commissione...-

Sbuffò, ma infondo che poteva aspettarsi? Quel maledetto donnaiolo l'aveva sempre vinta. SEMPRE. Quanto lo odiava. E dire che fino a poco tempo fa non gliene sarebbe importato nulla di chi si voleva portare a letto quello, ma ora era diverso. Ora si parlava di Sakura. Si voltò dando le spalle al fratello e alla domanda di Itachi “Dove stai andando?” rispose scocciato e con un alzata di spalle. Nell'ascensore si poggiò al muro e guardò in alto; usciva per cercare di non pensare, ma forse stando da solo era peggio. Mah, prima stava sempre da solo ed andava tutto bene, perchè ora doveva essere diverso? Il viso sorridente della rosa emerse nei suoi pensieri e lui cercò inutilmente di mandarlo via. Non voleva pensare a niente e specialmente a lei. Uscì dal palazzo e si diresse dove era parcheggiata la moto, si mise il casco e partì. Per dove non lo sapeva di preciso neanche lui. Guidava cercando di allontanarsi il più possibile da quel posto e dopo un po' di strada arrivò nel centro della città. Lasciò la moto e si mise a camminare, tenendo le mani in tasca e lo sguardo basso. Passava lentamente tra le persone sorridenti che stavano lì con le proprie famiglie, gli amici o i fidanzati; sbuffò ripensando ai due vicini e si chiese dove potessero essere in quel momento e cosa stessero facendo. Cosa quello le stesse facendo. Strinse i pugni. Ma tanto lui poteva farci poco, e poi Sakura aveva accettato di uscirsene con lui. Ovvio, probabilmente lo trovava meglio di lui. Che stupido che era stato a illudersi così tanto e anche suo fratello lo aveva aiutato a farlo. Continuò a camminare. Ma cosa ci trovavano poi le donne nello Yagami? Stavano con lui solo perchè era gentile? Sbuffò. Anche lui era gentile, a volte. Forse non lo era spesso, però... Diavolo, con Sakura era stato gentile, no? Eppure lei era uscita con Yagami. Tirò un calciò a un sassolino. E più cercava di non pensarci, più ci pensava. Svoltò l'angolo ed entrò in un negozio, sperando che almeno lì avrebbe smesso di pensare.

 

Itachi era seduto sul divano e stava leggendo un giornale, mentre le gemelle giocavano in camera loro con Akamaru. Mentre sfogliava le varie pagine pensava a dove poteva essere andato il fratello; dai suoi occhi aveva notato che non aveva preso affatto bene la notizia che la rosa era uscita con lo Yagami. Sospirò. Forse avrebbe dovuto dirgli la verità, però...

-Itachi-san-

Si voltò sorridente a guardare la gemella dai capelli rossi, chiedendole cosa volesse. Lei abbassò il visino preoccupata e il moro alzò un sopracciglio non capendo cosa le prendesse.

-Secondo te... Secondo te adesso Sas'ke è arrabbiato con la mamma?-

Aveva gli occhi lucidi, lui le carezzò la testa.

-Ma no Fine, stai tranquilla...-

-Però quando ha sentito che la mamma è uscita con Light...-

-Va bene così, piccolina, e poi immagina che faccia farà quando scoprirà il vero motivo dell'uscita di Sakura-

La rossa ci pensò un po' su, poi sorrise e annuì per poi ritornare dalla sorella. Itachi la guardò allontanarsi e poi si rimise a guardare il giornale sorridendo. E poi era molto meglio che Sas'ke non sapesse tutta la verità, almeno, forse, così avrebbe potuto capire i suoi veri sentimenti nei confronti della vicina dalla bella voce.

 

Sasuke teneva la mano sinistra sulla cuffia, mentre l'altra aveva in mano il CD dei Secondhand Serenade e leggeva i titoli delle canzoni.

-The best thing about tonight's that we're not fighting... Could it be that we have been this way before... I know you don't think that I am trying...I know you're wearing thin down to the core...-
Prima era entrato in quel negozio che vendeva articoli musicali, CD, poster e altri accessori e, mettendosi le cuffie per sentire i CD sperava di liberare la mente.
-But hold your breathe... Because tonight will be the night that I will fall for you... Over again... Don't make me change my mind...-
Eppure il viso della rosa era ancora presente nella sua mente e i vari ricordi dei rari momenti passati da solo con lei lo inondavano come un fiume in piena.

-Or I wont live to see another day... I swear it's true... Because a girl like you is impossible to find... Your impossible to find...-
Maledizione, perchè doveva sentirsi così... Così... Così male?
-This is not what I intended... I always swore to you i'd never fall apart... You always thought that I was stronger... I may of failed... But I have loved you from the start...-
Arrossì e il cuore cominciò a battere più forte. Possibile che lui... Scosse la testa, ancora rosso in viso, e si levò le cuffie.

-Sasuke...-

Sussultò e si voltò verso la persona che aveva appena pronunciato il suo nome; il suo cuore cominciò ad accelerare ancora di più i battiti, ma improvvisamente tornò normale. Il ragazzo guardò male il castano che gli sorrideva beffardo. L'Uchiha strinse i pugni; maledetto bastardo. La rosa, intanto, guardava sorpresa il moro, non credeva affatto di poterlo trovare lì, anzi, non ci sperava proprio.

-S... Sasuke... Che... Che bella sorpresa....-

Disse cercando di sorridere; lui notò l'evidente imbarazzo e sbuffò cominciando a camminare verso l'uscita. Sakura se lo vide sfrecciare accanto senza neanche degnarla di uno sguardo, era arrabbiato con lei? Si voltò gridando il suo nome, ma quello fece finta di non sentirla; la rosa strinse i pugni e lo raggiunse fuori dal negozio, prendendolo per il braccio e bloccandolo. Adesso voleva sapere cosa gli prendeva, non sopportava che qualcuno ce l'avesse con lei senza motivo, ma soprattutto non voleva che lui ce l'avesse con lei. Il moro non si voltò.

-Sasuke posso sapere che cosa ti prende?-

-Non sono affari tuoi-

Il ragazzo sentì che stringeva la presa.

-Invece sì, dato che sembra che tu ce l'abbia con me!-

A quel punto si voltò a guardarla arrabbiato.

-Non dire cazzate, non sono arrabbiato!-

-Oh, bè, dalla tua faccia non sembra proprio!-

Le fece lasciare la presa, tirandosi via il braccio che lei aveva bloccato.

-Lasciami in pace, Sakura e scusa tanto se ho interrotto il vostro appuntamento!-

Alzò un sopracciglio, guardandolo male.

-Ma che dici? Hai preso un po' troppo sole? Io mica ho un appuntamento!-

Sbuffò.

-E allora che ci fai a giro con quello?-

Chiese indicando con la testa il castano, che stava dietro alla ragazza.

-Intendi Light? Mi ha semplicemente accompagnato per comprare il tuo regalo di compleanno!-
Perse un battito e rimase in silenzio a fissare la rosa, che aveva un'espressione alquanto scocciata in viso.

-Ora sarai contento spero!-

Il moro abbassò la testa imbarazzato e sussurrò uno “Scusa”; era stato un completo idiota. Ora però era come se si fosse liberato da un peso opprimente, il suo cuore era più leggero ora che sapeva che i due non stavano uscendo insieme come fidanzati. L'Haruno sospirò, poi fece la linguaccia al ragazzo che aveva davanti.

-Però ora non credere che te lo faccia vedere, dovrai aspettare domani-

Lui annuì e quando lei si voltò sorrise malignamente allo Yagami che lo guardò in malo modo. I tre girarono ancora un po', perchè la rosa volle assolutamente vedere tutti i negozi presenti poi, quando decise che era abbastanza. Informò i ragazzi di voler tornare a casa. Prima di arrivare al palazzo passarono a comprare delle pizze e qualche birra dato che l'Haruno aveva invitato i vicini a cenare da lei. Il moro fu molto entusiasta della cosa, probabilmente anche più delle gemelle che appena sentirono la proposta della madre sorrisero contente; alle due piccoline piaceva davvero tanto stare in compagnia dell'Uchiha maggiore e di Akamaru. Sasuke, comunque, era davvero così contento che per un momento si scordò di voler strozzare il fratello, che sicuramente sapeva tutto dall'inizio e avrebbe potuto risparmiargli tutta quella odiosa passeggiata; solo incrociando i suoi occhi neri venne come risvegliato e cedette un'occhiataccia al povero Itachi che gli rispose sorridendo. La cena proseguì tranquillamente, la rosa, leggermente riluttante, aveva detto al castano che poteva invitare Kilari se voleva, ma la ragazza non era in casa e ciò fece sospirare di sollievo l'Haruno. Le ore passarono veloci e solo quando una delle due gemelline sbadigliò, Sakura si rese conto che per le piccoline era ora di andare a dormire; naturalmente le due protestarono, assicurando la madre che non erano affatto stanche, ma lei era irremovibile. Fine e Rein acconsentirono di andare a letto solo quando Itachi propose di fare lui ciò che di solito faceva la rosa, ovvero mettere loro il pigiama e augurarle la buonanotte; con sé portò anche Light che venne trascinato a forza. Sakura sorrise nel vederle allontanarsi e il moro, rendendosi conto che era rimasto solo con lei, strinse nella mano la sua bottiglia di birra, leggermente imbarazzato. La ragazza gli propose di andare sul terrazzo dato che era più fresco e lui acconsentì immediatamente; lei si poggiò alla ringhiera e lui rimase in piedi a sorseggiare la birra e a guardarla. La luce della luna la rendeva, se possibile, ancora più stupenda. Stettero in silenzio per un po', la rosa guardava fissa davanti a sé e lui guardava fisso lei; ormai non poteva non guardarla. Poi pensò che forse doveva fare o dire qualcosa, quello era uno dei rari momenti che poteva stare solo con lei e per fortuna non c'era un muro che li separava come quando lei stava sul terrazzo e lui alla finestra della propria camera da letto. Ma che dirle? Che forse aveva capito che la amava? Che quando la vedeva assieme a Yagami era invaso da una tremenda gelosia? Avrebbe dovuto dirglielo? Aprì la bocca per pronunciare il suo nome e in quel momento l'orologio scoccò la mezzanotte; questo fece lasciare la ringhiera alla rosa che fece sapere al ragazzo di aspettarla lì per un momento. Annuì e la fissò sparire varcando la porta, poi si voltò verso la strada. E se lei non avesse capito? Se non lo avesse ricambiato? A quel punto lui che avrebbe fatto?

-Sasuke-

Si girò immediatamente verso la ragazza; gli sorrideva porgendogli un pacchetto. La guardò leggermente confuso e questo la fece sospirare.

-È il regalo per il tuo compleanno-

Arrossì; lui non credeva certo di riceverlo in quel momento, in realtà si era anche scordato che lei gliene aveva preso uno. Allungò il pacchetto verso il ragazzo, sorridendogli un'altra volta.

-Buon compleanno... Sas'ke-

Prese il regalo senza riuscire a dirle una parola. Continuava a fissarla e inconsciamente avvicinò il viso verso di lei; voleva davvero baciare quelle bellissime labbra.

-Tu e tuo fratello ci avete sempre aiutato molto-

Si bloccò dato che la rosa aveva cominciato a parlare.

-Però l'unico che mi è stato più vicino sei tu, Sasuke-

Arrossì ancora di più; e così anche lei...

-Se Naruto fosse ancora vivo di sicuro tu saresti il suo migliore amico-

Si irrigidì a quella affermazione e rimase a guardarla confuso e amareggiato; non pensava certo di sentirsi dire una cosa del genere. Lei sorrideva, ma il ragazzo non poteva contraccambiare. Avrebbe voluto urlare, dirle che lui non sarebbe mai potuto essere il migliore amico del biondo perchè era innamorato dell'Haruno quanto lui, se non forse di più. Avrebbe tanto voluto dirglielo, ma le parole non uscivano e dopo poco i tre ragazzi lasciarono l'appartamento per andare a dormire; Sasuke ancora non aveva aperto il suo regalo di compleanno. Si diresse subito nella sua stanza, era di malumore per quello che gli aveva detto la vicina e fortunatamente il fratello si accorse che qualcosa non andava.

-Che è successo, Sas'ke?-

Si voltò a guardarlo mettendosi a sedere sul letto.

-Non è successo niente... E credo che mai succederà-

L'Uchiha maggiore era poggiato allo stipite della porta e teneva le braccia incrociate; inizialmente non capì la frase del ragazzo, ma poi socchiuse gli occhi.

-Come mai ne sei così sicuro?-

Il moro strinse il regalo nella mano.

-Io per Sakura non sono altro che un buon amico-

-Te lo ha detto lei?-

Abbassò gli occhi e scosse la testa; Itachi sospirò.

-Però so che è così...-

-E quindi vorresti continuare a vivere in questo modo?-

Guardò il fratello e fece incrociare i loro occhi neri.

-Smettila di pensare a queste stupidaggini e agisci!-

Abbassò di nuovo gli occhi e si mise a fissare il pacchetto.

-E se non dovesse ricambiare? A quel punto io...-

-Riusciresti davvero a vivere accanto a lei col rimorso di non averci neanche provato?-

Itachi abbozzò un sorriso.

-E poi non penso affatto che lei non provi qualcosa per te...-

Sasuke voltò la testa un'altra volta verso il fratello.

-Itachi...-

Gli diede le spalle, alzando la mano sinistra e augurandogli la buonanotte, poi se ne andò chiudendo la porta alle proprie spalle. Il moro rimase fermo per un po' a fissare il punto dove prima si trovava il fratello maggiore. Itachi aveva ragione, lui doveva almeno provare. Strinse i pugni e a quel punto si ricordò di dover ancora scartare il regalo di compleanno che gli aveva fatto la ragazza. Delicatamente tolse via la carta scoprendo ciò che gli aveva comparto la rosa; rimase per un po' a guardare la copertina del CD e poi non potè fare a meno di sorridere. Lo aprì e prese il suo lettore, mise dentro il disco e si tappò le orecchie con le cuffie, poi scelse una delle canzoni e premette play.

-The best thing about tonight's that we're not fighting... Could it be that we have been this way before... I know you don't think that I am trying...I know you're wearing thin down to the core...-
Incredibile che avesse comparto proprio quello.
-But hold your breathe... Because tonight will be the night that I will fall for you... Over again... Don't make me change my mind...-
Guardò fuori dalla finestra senza smettere di sorridere.

-Or I wont live to see another day... I swear it's true... Because a girl like you is impossible to find... Your impossible to find...-
Una strana sicurezza lo stava inondando e sentiva che appena il sole del giorno fosse sorto in cielo lui avrebbe dato una svolta a quella noiosa vita.
-This is not what I intended... I always swore to you i'd never fall apart... You always thought that I was stronger... I may of failed... But I have loved you from the start...-

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Capitolo 20
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 5 ***


 

*

Sasuke incrociò le braccia sbuffando e guardando male le tre ragazze.

-Io non vado da nessuna parte!-

La rossa cominciò a torturarsi gli occhiali.

-Ma... Ma Sas'ke-kun è per il tuo compleanno...-

-Non me ne frega un cazzo, io...-

-Sasuke-

Guardò l'Haruno che gli aveva messo una mano sulla spalla.

-Le Amane sono state così gentili a organizzare questo pic nic, quindi perchè non accontentarle? Potrà essere divertente, no?-

Lo diceva, ma non lo pensava e questo il moro lo poteva leggere benissimo in quegli occhi verdi. Però sapevano bene tutti quanti che le due Amane non avrebbero certo rinunciato facilmente e l'unica cosa da fare era accettare quello stupido invito. Erano spuntate quella mattina tutte sorridenti, seguite ovviamente dalla giovane Yagami, invitando tutti loro ad un pic nic con la scusa di festeggiare il compleanno dell'Uchiha minore; la cosa strana per tutti era che avessero chiesto di partecipare anche alla ragazza dai capelli rosa e alle sue due figlie. Presero le auto dei due ragazzi per dirigersi a un boschetto lontano da lì. Fine e Rein seguirono Itachi e Akamaru nella macchina dei due mori; Sasuke lanciò allora uno sguardo all'Haruno, come per invitarla a sedersi nel posto vicino al guidatore, ma Karin la precedette generando un enorme fastidio nel ragazzo. Così Sakura finì con i due Yagami e Misa che stette a sedere vicino a lei dato che la sorellina del suo adorato Light-kun si era messa davanti vicino al fratello. Partirono, con il castano che si teneva davanti all'Uchiha che sperava di arrivare prima possibile a destinazione.

-Perchè la mamma non è venuta con noi?-

Sasuke sbuffò.

-Colpa della strega dai capelli rossi-

Sussurrò, ma il fratello lo sentì e fece scappare un risolino.

-Se tenevate davvero a stare con lei potevate seguirla nell'altra auto-

Disse acida l'Amane; lei quella non la sopportava, era troppo unita al suo Sas'ke-kun. Fine abbassò lo sguardo triste e Rein guardò male la rossa.

-Potevi andartene tu e lasciare il posto alla mamma, vecchia signora-

I due fratelli scoppiarono a ridere e Karin strinse i pugni, voltandosi indietro verso le due gemelline.

-Come ti permetti, moscerino?-

La sorellina dai capelli rossi si voltò versa quella dai capelli azzurri.

-Ha ragione Rein, non si dice vecchia signora, ma... Mh...-

Si portò un ditino vicino alla bocca per pensare, poi sorrise.

-Ah già, vecchia signorina!-

Itachi si mise a ridere ancora più forte, mentre l'Amane continuava a guardare furiosa le due; erano odiose quasi quanto la madre. All'improvviso si ricordò di una cosa e sorrise malignamente rimettendosi composta sul sedile.

-Che ragazzine maleducate... Ma in fondo non è del tutto colpa loro...-

Silenzio generale; Sasuke teneva le mani sul volante e guardava fisso davanti a sé, mentre il fratello aveva gli occhi sulla ragazza cercando di intuire dove volesse andare a parare.

-È la madre che...-

-Karin-

Si voltò immediatamente verso colui che stava guidando e sorrise.

-Sì Sas...-

-Finiscila-

Lo fissò per un po' in silenzio, poi sbuffò.

-E perchè dovrei? Sono queste che...-

Le lanciò un'occhiataccia facendola zittire e voltare dalla parte opposta; la rossa si morse un labbro guardando fuori dal finestrino. Tutta colpa di quella maledetta ragazzina dai capelli rosa.

 

Sakura stava seduta in silenzio con lo sguardo basso a causa dell'imbarazzo; si sentiva leggermente fuori luogo e continuava a pensare che se fosse stata con i due Uchiha sarebbe andata diversamente. Kilari aveva le braccia conserte e guardava leggermente scocciata fuori dal finestrino, mentre il fratello pensava a qualche cosa per sciogliere il ghiaccio; la prima a parlare fu però Misa.

-Light, anche se io e mia sorella abbiamo organizzato quest'uscita per festeggiare Sasuke non devi sentirti geloso, io amo solo te!-

La bionda trattenne una forte risata e il ragazzo sospirò.

-Tranquilla Misa, non è che me ne importi poi così tanto...-

-Ma io volevo chiarire la cosa! Lo avresti fatto anche tu al mio posto, vero Sakura?-

Quella alzò un sopracciglio non capendo perchè fosse stata tirata in causa; l'Amane la guardava sperando di poter ricevere una risposta affermativa.

-Bè... E... Ecco io veramente...-

-Avrai avuto anche tu un fidanzato a cui tenevi davvero tanto o sbaglio?-

Sussultò pensando a Naruto e abbassò di nuovo gli occhi.

-Sì, ma non vedo come...-

Misa sorrise e le prese le mani avvicinandosi.

-Ah, davvero, davvero? E com'era? Dai raccontami!-

La Yagami sorrise divertita, mentre il fratello lanciava continue occhiate dietro di sé, la rosa intanto sbatteva confusa le palpebre non capendo come avesse fatto la ragazza a cambiare argomento del discorso passando da Light a Naruto.

-Allora?-

-B... Bè... Lui...-

Sorrise dolcemente.

-Lui era molto gentile e premuroso... C'era sempre nel momento del bisogno e poi...-

-Cavolo, dovevi amarlo davvero tanto!-

Arrossì annuendo imbarazzata.

-Quindi deduco che nessuno possa sostituirsi a lui, no Sakura?-

Rimase in silenzio e immobile; gli occhi castani di Misa erano puntati in quelli verdi dell'Haruno.

-L'amore che ti univa a lui non può essere sostituito da nessun altro, vero?-

-Sì...-

Sorrise.

-Bene, allora possiamo anche diventare amiche!-

-Co... Come?-

-Ora ho capito che non cercherai di rubarmi Light e vale lo stesso per Sasuke dato che mi hai fatto capire che il tuo Naruto è così insostituibile-

Il ragazzo strinse il volante nelle mani e Sakura, liberata dalle mani della bionda, aveva lanciato un'occhiata al castano e poi successivamente aveva cercato di scorgere dietro il volto dell'Uchiha. Misa aveva detto il vero, Naruto non poteva essere sostituito da nessuno. Già, però...

-Ah, siamo arrivati finalmente!-

Esclamò contenta la Amane; parcheggiarono e scesero, cercando un posto tranquillo dove poter sedersi a mangiare. Sasuke si accorse immediatamente che c'era qualcosa che non andava nella ragazza e chiese spiegazioni allo Yagami che gli raccontò dell'allegra chiacchierata che aveva fatto Misa con la rosa; l'Uchiha strinse i pugni furioso.

-Potevi fare qualcosa!-

-E cosa? Cosa avrei potuto dire? In fondo...-

Fece una pausa.

-In fondo quello che hanno detto è vero-

Sbuffò e alterato sbattè la portiera dell'auto mentre l'altro ragazzo raggiungeva gli altri.

-Qualcosa non va, Sasuke?-

Sussultò e si voltò a guardare la rosa che aveva appena parlato.

-Tu piuttosto?-

Abbassò gli occhi.

-Io sto bene...-

-Non mentirmi-

Fece incrociare i loro occhi.

-Ti... Ti manca davvero tanto?-

Chiese imbarazzato della sua stessa domanda e notò che gli occhi di lei stavano diventando lucidi; annuì.

-Ogni giorno e ogni ora della mia vita-

Cercò di sorridere e una lacrima le rigò la guancia.

-Lo amavo davvero tantissimo, era tutto per me-

Il moro rimase in silenzio e si avvicinò a lei, posando le mani sulle sue spalle e guardandola fisso negli occhi. I sentimenti della ragazza erano davvero forti, ma Sasuke voleva farle capire che ora al suo fianco c'era lui e che non l'avrebbe mai abbandonata; che anche se lei aveva amato tanto l'Uzumaki non voleva dire che ora non poteva amare nessun altro. Avrebbe voluto tanto dirglielo e sperare che capisse, ma le gemelle interruppero quella specie di momento chiamando la loro mamma per chiederle quando le avrebbe raggiunte; la rosa sorrise alle piccole.

-Stiamo arrivando...-

Poi si rivolse al ragazzo.

-Come sempre sei molto gentile con me Sasuke e io ti ringrazio... Ora però vediamo di pensare a cose più allegre, non vorrei certo rovinarti il compleanno-

E raggiunse gli altri mentre l'Uchiha la seguiva con lo sguardo; abbozzò un sorriso. Che scema, lei non avrebbe mai potuto rovinargli niente. Cominciarono a pranzare e chiacchierare tra loro e, anche se non tutti erano in buoni rapporti, cercarono di divertirsi comunque; Kilari era perfino più gentile del solito e questo fece insospettire il fratello, che la controllava con lo sguardo. Aveva intuito benissimo che la chiacchierata tra Misa e Sakura non era stata certo dettata dal caso, ma, anzi, aveva uno scopo ben preciso; non capiva soltanto cosa importasse alla sorella cercare di allontanare l'Haruno da lui e il moro. Questa, intanto, ascoltava divertita ciò che dicevano delle figlie, che si erano messe sedute accanto a lei.

-E per il mio compleanno desidero una torta enorme!-

Esclamò Fine.

-Accidenti, enorme quanto?-

Chiese ridendo la rosa e la piccolina allargò le braccia.

-Così!-

-Ah! Maledetta!-

Si voltarono verso l'Amane che le guardava furiosa; quella nanerottola l'aveva bagnata dato che, muovendosi, le aveva lanciato l'acqua che era contenuta nel bicchiere che teneva nella manina.

-Mi hai bagnata tutta!-

-M... Mi dispiace...-

Disse Fine abbassando gli occhi; Karin sbuffò.

-Tanto so che lo hai fatto apposta, anzi, sarà stata un'idea di tua madre per farmi fare brutta figura con Sas'ke-kun!-

Scosse la testa assicurandole che non era vero.

-Siete dei piccoli demoni, voi...-

-Amane!-

Guardò gelida la rosa.

-Smettila di incolparla! Si è anche scusata con te e poi non è che abbia fatto un grosso danno, è solo acqua!-

Ghignò.

-Oh giusto... È la madre che deve essere incolpata per non aver dato la giusta educazione alle sue due figliolette...-

La rosa s'irrigidì, mentre tutti gli altri guardavano la scena in silenzio; Sasuke avrebbe tanto voluto intervenire, ma la piccola Yagami lo stava bloccando.

-Già lei non deve avere avuto una grande educazione, avere delle figlie così presto... Che sconsiderata! Chissà come deve aver deluso la propria madre!-

Sakura strinse i pugni; perchè... Perchè le stava dicendo quelle cose?

-Per non parlare del padre di queste due pesti! Chissà che razza di persona doveva ess...-

-Smettila!-

Guardò compiaciuta l'Haruno, aveva le lacrime agli occhi, la poveretta!

-Puoi offendermi quanto vuoi, Amane, se questo ti procura una qualche soddisfazione...-

Rise.

-Oh, non sai quanto...-

Sussurrò quella.

-Ma non puoi permetterti di offendere le MIE figlie e soprattutto il loro padre! Dopotutto non lo conosci nemmeno-

Giusto, lei non lo conosceva...

-Quindi non parlare di lui in questo modo o non risponderò delle mie azioni-

Sbuffò.

-Sai a me quanto me ne...-

-Ah, visto sorellona?-

Lanciò un'occhiata a Misa che stava sorridendo.

-L'amore di Sakura è così forte! Non credo affatto che voglia crearci problemi!-

La biondina guardò l'Haruno.

-In fondo se lei ha amato questo ragazzo così intensamente può capire bene i nostri sentimenti, non credi?-

Karin mugugnò un “Certo, certo”, mentre la rosa rimaneva immobile e in silenzio a fissare per terra; l'Uchiha invece fissava lei. La ragazza non riusciva a capire come mai quel giorno le due sorelle aveva cominciato a parlarle di Naruto, non credeva di averlo neanche mai nominato in loro presenza. Che fosse... Che fosse stata Kilari? E perchè mai? Bè, inutile pensarci, tanto non sarebbe mai arrivata ad una risposta. Strinse i pugni. Naruto... Parlare di lui in quel modo la stava facendo diventare triste, le ricordava di quanto gli mancava, di quanto si sentisse vuota senza di lui. Voleva abbracciarlo... Baciarlo... Parlare con lui ancora una volta... Vedere il suo bellissimo sorriso e quegli occhi più azzurri del cielo. Sentì che le lacrime stavano per rigarle il volto e si passò una mano sulla faccia, giustificando il fatto con un “Mi è entrato qualcosa negli occhi...”; perchè doveva sentirsi così? Lo odiava, odiava quel sentimento di solitudine; alzò un poco gli occhi per vedere i due vicini e si morse il labbro. E soprattutto lo odiava perchè sentiva che con lui questo sentimento spariva, che quel vuoto veniva riempito; ma lei non voleva che qualcuno sostituisse il biondo. La giornata passò con il moro che non riusciva a staccare gli occhi dall'Haruno, sperando invano di scorgere un qualche sorriso in quel bel volto, le due Amane che sorridevano soddisfatte, la Yagami che, pur avendo sentito un qualcosa di strano dentro di sé quando le sorelle aveva cominciato a parlare dell'Uzumaki, ghignava soddisfatta tra sé, Light e Itachi che cercavano di tenere occupate le due gemelline in qualche modo e la rosa che continuava a rimanere in silenzio e con lo sguardo basso. Quando fu l'ora di tornare a casa il sole stava già tramontando e Fine e Rein sentivano la stanchezza che le aveva procurato la giornata. Si diressero tutti quanti dove erano parcheggiate le macchine dei ragazzi e l'Haruno era ancora in quello stato di semi-depressione, cosa che fece scocciare parecchio il minore dei due fratelli Uchiha; avrebbe tanto voluto prendere a pugni quelle due stronze delle Amane... Alle auto le gemelline si fiondarono dentro quella dei mori con Itachi che le seguì, mettendosi in mezzo a loro; a quel punto Karin si diresse al posto che, secondo lei, le spettava di diritto, ovvero quello vicino a Sas'ke-kun, ma lui la stoppò guardandola gelido. La rossa provò ad aprire la bocca per dire qualcosa e in quel momento le due bambine e Itachi chiamarono la rosa, facendole segno di andare con loro; la ragazza si mosse quasi come un automa e si sedette sempre rimanendo in silenzio. A quel punto il moro diede le spalle all'Amane e salì in auto mentre quella stringeva i pugni e irritata raggiungeva la sorella che era con gli Yagami. Partirono e questa volta chi si teneva davanti era l'Uchiha che, lanciando varie occhiate alla ragazza che aveva il posto accanto al suo e che aveva gli occhi puntati fuori dal finestrino, pensava a cosa dirle senza ferire i suoi sentimenti; voleva farle tornare il sorriso. Light, intanto, cercava di seguire il ragazzo, intuendo che aveva qualcosa per la testa, ma non riuscendo a intuire cosa fosse anche perchè le due adorabili sorelle Amane avevano cominciato a parlare dicendo cose stupide, in particolare Misa, che a lui non interessavano affatto. Sasuke intanto continuava a guidare e dietro Fine e Rein coccolavano Akamaru che sonnecchiava sulle gambe del padrone.

-Sakura...-

Cominciò a dire il moro sperando di vedere i suoi occhi verdi, ma lei non si voltò; strinse le mani sul volante. Continuarono a stare in silenzio e dopo un po' le due gemelle si addormentarono accoccolate al moro che teneva anche lui gli occhi chiusi come per riposare; Sasuke diede un'occhiata dietro, poi guardò la rosa e infine di nuovo la strada. All'improvviso, causando stupore nell'auto che si trovava dietro di sé, girò per una strada diversa che però lo Yagami non riuscì ad imboccare.

-Che diavolo è successo?-

Chiese la rossa quasi urlando e il castano sbuffò.

-Ci ha seminato-

-Ma perch...-

-Evidentemente vuole consolare la povera Sakura-

Disse Kilari tenendo gli occhi sulla strada e la mano destra sotto il mento, il gomito era poggiato al finestrino; Karin aprì la bocca come per esprimere il suo disappunto, ma la Yagami la precedette ghignando.

-Va tutto bene... Non preoccupatevi...-

L'unico ragazzo presente le lanciò un'occhiata senza capire e infine continuò a guidare verso casa, sperando solo che il moro non peggiorasse l'umore dell'Haruno.

 

La ragazza si accorse che avevano deviato solo quando il ragazzo alla guida fece fermare l'auto in uno spiazzo; cominciò a guardarsi intorno, le gemelle e Itachi stavano dormendo assieme al cagnolino. Quando chiese al moro dove i trovassero, e quindi si voltò verso di lui, notò che aveva gli occhi puntati su di lei; arrossì leggermente e si pentì per averlo fatto.

-Sakura, so che quello che ti ha detto Amane ti ha intristito, ma tu cerca di ignorarla...-

Abbassò lo sguardo; perchè continuava a preoccuparsi per lei? Il ragazzo notò il suo disagio.

-Spero di non aver peggiorato la situazione...-

Confessò dispiaciuto e lei sussultò, scuotendo velocemente la testa; come poteva anche solo pensarlo? Lui rimase a fissarla per un po' in silenzio, poi con la mano le alzò il mento, costringendola a guardarlo.

-E allora ti prego, guardami negli occhi-

Nel sedile dietro, il maggiore degli Uchiha aprì l'occhio sinistro cercando di non farsi vedere dal fratello.

-Sakura io... Io...-

Il cuore gli batteva fortissimo e le parole non riuscivano ad uscirgli; non era bravo in questo genere di cose! Lei abbozzò un sorriso.

-Non sei obbligato a dire qualcosa se non te la senti-

Perse un battito. No... Lui DOVEVA dirglielo, oppure sarebbe stato troppo tardi. Deglutì e mise le mani sulle spalle della ragazza che lo guardò confusa.

-Sasuke, ma cos...-

La baciò facendola sussultare e sgranare gli occhi; Itachi sorrise. Le labbra del moro non si premevano contro le sue prepotentemente, ma erano dolci, dolci e gentili come era sempre stato lui... Come era sempre stato Naruto... Sakura alzò le braccia e posò le mani sul petto dell'Uchiha allontanandolo delicatamente; quando le loro labbra avevano smesso di essere una sull'altra lei aveva abbassato il viso in modo da non far vedere al ragazzo le lacrime che le stavano rigando le guance. Sasuke rimase a guardarla per un po' in silenzio, la rosa stava tremando.

-Perchè?-

Il moro avvicinò la sua mano al volto della ragazza, ma lei arretrò sbattendo la schiena contro lo sportello.

-Perchè? Perchè lo hai fatto?-

Dal suono della sua voce il ragazzo poteva capire benissimo che stava piangendo.

-Sakura...-

-Dopo tutto quello che ti ho detto... Anche se sai che ho amato con tutta me stessa Naruto tu...-

Alzò la testa guardandolo negli occhi.

-Lo odi a tal punto? Vuoi davvero fargli del male?-

Strinse i pugni.

-Non sire stronzate Sakura, Naruto ormai è morto! E anche se lo hai amato moltissimo non vuol dire che non puoi provare lo stesso sentimento per...-

Iniziò a scuotere violentemente la testa.

-No, no, no! Smettila, smettila!-

L'Uchiha maggiore socchiuse gli occhi e tappò le orecchie alle bambine per non farle svegliare.

-Mi spiace Sakura, ma non posso smetterla!-

Fece una pausa.

-Io non mi pento di quello che ho fatto, non mi pento di averti baciata perchè io...-

-No... Ti prego... Non...-

Sussurrò la ragazza.

-Io ti amo Sakura-

Il suo cuore cominciò a battere diversamente dal solito e strinse una mano al petto; perchè doveva sentirsi così? Perchè?

-Sakura...-

Sussultò nel sentirgli pronunciare il suo nome.

-Tu cosa provi nei miei confronti?-

Silenzio, poi lei scostò lo sguardo puntando gli occhi fuori dal finestrino e disse qualcosa che Sasuke non riuscì a sentire, così le chiese di ripetere.

-Portami a casa...-

-Va bene, ma prima...-

-Portami a casa ho detto-

L'Uchiha la guardò per un altro po', poi si rigirò verso il volante e mise in moto ricominciando a guidare verso casa. Per tutto il tragitto i ragazzi stettero in silenzio ognuno immerso nei propri pensieri. Sasuke si dava dell'idiota e nello steso tempo non capiva il comportamento della ragazza; lei non aveva detto di amarlo, ma non lo aveva neanche negato, quindi cosa doveva pensare? Sakura guardava fuori dal finestrino con le lacrime che non la smettevano di rigarle il volto; pensava a Naruto, si chiedeva che avrebbe fatto lui al suo posto e come si sarebbe spiegato gli strani sentimenti che la rosa stava provando. Era come un confitto interiore e l'Haruno non sapeva più cosa pensare. Forse doveva semplicemente smettere di pensare...

 

Arrivati al palazzo trovarono lo Yagami che aspettava nel parcheggio con le mani conserte e poggiato alla sua macchina; appena sentì che i vicini erano tornati i voltò di scatto verso di loro. Quando l'Uchiha uscì dall'auto e sbattè la portiera dietro di sé sentì la voce del castano che lo chiamava per nome chiedendogli spiegazioni, ma lui lo ignorò; cercava invece di scorgere la rosa che era uscita anche lei. Itachi chiese a Light aiuto per portare le gemelle a letto e quello andò ad aiutarlo intuendo di non poter ricavare nulla dal moro.

-Sakura-

Non si voltò neanche, ma si mise a camminare nella direzione opposta del portone del palazzo.

-Sakura, dove stai andando?-

-Faccio un giro-

Rispose secca al minore degli Uchiha, poi guardò Itachi.

-Potresti portare le mie bambine nel nostro appartamento?-

Annuì debolmente prendendo le chiavi dell'appartamento della rosa, poi la fissò allontanarsi e così fece anche Light; Sasuke sbuffò avviandosi verso casa.

-Ehi Sasuke... Posso sapere che è successo?-

Chiese ancora una volta lo Yagami; il moro si bloccò e voltò guardandolo gelidamente facendolo finalmente zittire, poi si diresse verso il proprio appartamento sicuro di non poter dormire tranquillamente.

 

Sakura camminava, probabilmente diretta verso il parco, in fondo era l'unica strada che conosceva abbastanza bene; sperava in qualche modo da liberarsi da tutti quei pensieri, ma probabilmente era inutile, quelli continuavano a tormentarla. Poi il ricordo delle dolci labbra di Sasuke le inondava il cuore facendolo sorridere e nello stesso tempo piangere; perchè doveva sentirsi così? Se fosse successo con Light sarebbe andato nello stesso modo? Il volto sorridente del biondo, poi, si contrapponeva a questi sentimenti e pensieri e le lacrime non cessavano di scendere. Erano tutti quanti degli idioti... Sasuke era un idiota, Light era un idiota, Naruto era un idiota e... Strinse i pugni... Anche lei era un'idiota, forse la peggiore di tutti. Continuò a camminare, un passo avanti all'altro, cercando di tenersi sul lato più scuro della strada; in giro non c'era quasi nessuno e per un momento si sentì a disagio. Per colpa di tutti quei pensieri non aveva visto bene la strada che aveva preso; voleva stare sola, ma così era troppo. Ad un certo punto sentì un rumore, come un corpo che cade per terra spinto da qualcosa o qualcuno e successivamente delle voci di ragazzi; si bloccò, rimanendo nascosta dietro un palo a fissare leggermente impaurita la scena: in tutto erano tre ragazzi, due in piedi e uno per terra.

-Allora stronzetto, dacci i tuoi soldi-

Disse uno di quelli in piedi; quello per terra sbuffò.

-Vi ho detto che non ho niente! Che siete, cretini?-

Il terzo ragazzo gli diede un pugno colpendolo in pieno viso, poi lo prese per il colletto della maglia.

-Non dire stronzate, figlio di puttana, fuori i soldi o ti facciamo fuori-

Gli sputò e quello lo lasciò andare mollandogli un altro pugno però questa volta allo stomaco; Sakura lo vide cadere in ginocchio e si strinse al palo. Doveva fare qualcosa per aiutarlo. Si guardò intorno. Doveva aiutarlo, ma lei era sola e lì non c'era nessun altro. Forse poteva chiamare Sasu... Scosse la testa. No, avrebbe fatto da sola.

-Ehi voi! Lasciatelo stare!-

I due si voltarono nella direzione della ragazza senza però riuscire a vedere nessuno.

-E chi sei tu per darci ordini?-

Deglutì spaventata, poi alzò di più la voce cercando di non farla tremare.

-Ho chiamato la polizia e sarà qui tra poco, quindi andatevene subito e non vi succederà niente-

I ragazzi si guardarono senza sapere se credere o meno a quelle parole, ma alla il passaggio di una volante della polizia che faceva un giro di controllo rese vera la bugia creata dalla rosa e i due scapparono via. Lei sospirò ringraziando che fosse andato tutto bene, poi corse verso il ragazzo che si trovava ancora per terra.

-Va tutto bene?-

Lui non rispose.

-Dove ti hanno picchiato? Dove ti fa male?-

Si alzò a fatica tenendosi con la mano destra lo stomaco e cominciò a camminare a fatica.

-Non dovresti sforzarti!-

Disse preoccupata la ragazza facendo qualche passo verso il ragazzo e solo in quel momento lui si voltò. Aveva i capelli poco più scuri di quelli di Rein e gli occhi chiari; Sakura sussultò trovandolo maledettamente familiare a...

-Sto bene-

Disse seccamente prima di cadere in ginocchio a causa delle ferite subite; cavolo gli faceva anche male la testa. La rosa gli si avvicinò e si piegò all'altezza del suo viso.

-Ti ripeto che non dovresti sforzarti...-

Sbuffò e lei abbozzò una specie di sorriso; gli somigliava davvero tanto.

-Se mi dici dov'è casa tua ti ci posso accompagnare-

-Non ho una casa...-

Abbassò gli occhi.

-Ah...-

Lo guardò di nuovo e lo aiutò ad alzarsi stupendolo un poco.

-Allora ti porto a casa mia così potrò medicarti-

Aprì la bocca per dire qualcosa e in quel momento i loro occhi si incrociarono per la prima volta; il ragazzo sussultò nel vedere quel verde così brillante.

-E non voglio sentire scuse ragazzino-

Sbuffò voltandosi dalla parte opposta e lentamente si diressero verso l'appartamento dell'Haruno. Non dissero niente per tutto il tempo e dopo che lei l'ebbe medicato un poco lo fece coricare sul divano e sorridendo gli augurò la buonanotte. Quando si mise a letto la ragazza fu invasa di nuovo da quei pensieri che l'avevano tormentata da prima dell'incontro con quel ragazzino; si coprì il volto con cuscino e chiuse gli occhi cominciando a versare qualche lacrima.

 

Sasuke sentì sbattere la porta della vicina e sussultò mettendosi a sedere sul letto; finalmente era tornata a casa. Aprì la finestra sporgendosi e sperando invano di vedere la ragazza sul terrazzo, ma la luce dell'appartamento della ragazza si spense senza che lui potesse vedere il volto di Sakura. Richiuse la finestra e si fece cadere sul letto cominciando a fissare il soffitto. Domani avrebbe dovuto parlare con Sakura e niente glielo avrebbe impedito.

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Capitolo 21
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 6 ***


 

*

Il nome del ragazzo che Sakura aveva portato con sé nel palazzo era Jin e aveva più o meno diciotto anni. Non aveva nessuno, era solo al mondo. Per quel che ne sapeva lui era sempre stato solo, era cresciuto in un orfanotrofio e lì aveva passato i peggiori anni della sua vita. A causa del suo carattere nessuna famiglia lo aveva adottato e gli altri bambini gli stavano alla larga; nessuno giocava con il piccolo Jin e lui si era sempre ritrovato a dover stare chiuso nella sua stanza. Dopo qualche tempo però, rassegnato dal fatto di dover tenere conto solo di sé, aveva cominciato a uscire nel giardino dell'orfanotrofio; passava le giornate seduto all'ombra di uno degli alberi che si trovavano lì, ignorato da tutti gli altri. Alle volte capitava che qualcuno lo prendesse di mira, offendendolo a parole e ricordandogli che era solo, e Jin, senza rispondere, cominciava a picchiarlo e così finiva in punizione, chiuso da solo in una stanza, ma a lui non importava; in fondo non era tanto diverso dalla sua stanza. Un giorno, quando il ragazzino aveva più o meno quindici anni, cominciò una rissa con un ragazzo un po' più grande che lo spinse per terra tanto violentemente da procurargli una ferita alla gamba. Jin venne portato in infermeria e forse da quel momento cominciò la parte meno amara della sua vita. Da un po' la vecchia infermiera si era ritirata, lasciando posto ad una giovane ragazza praticante; lei si chiamava Maka, aveva gli occhi verdi e i capelli castani raccolti sempre in due code alte. Quando il ragazzino, seduto sul lettino, si voltò verso la nuova infermiera che, tenendo le bende in mano, gli sorrideva, non potè fare a meno di arrossire leggermente e perdersi in quei bellissimi occhi smeraldini. Cominciò a medicarlo e parlare con lui, cosa che non aveva mai fatto nessuno, almeno non in quel modo dolce, gentile e premuroso; cominciò a sentirsi strano, ma poi realizzò che il sorriso della ragazza nei suoi confronti sarebbe durato poco, quando avrebbe scoperto il suo carattere lo avrebbe odiato anche lei. Questo, però, non successe e ciò che lasciò più stupito il ragazzo fu che Maka continuò a parlare con lui anche dopo averlo conosciuto meglio. Gli chiedeva aiuto quando doveva mettere a posto e pranzava e cenava sempre assieme a lui; dentro Jin cominciarono a crescere forti sentimenti per lei. Un giorno, però, pensò che forse la castana aveva fatto amicizia con lui perchè glielo avevano ordinato così si chiuse nella sua stanza e non uscì per tutto il giorno; la sera Maka andò a trovarlo, scusandosi per essere arrivata così tardi e chiedendogli se ci fosse qualcosa che non andava. Lui sbuffò.

-Guarda che puoi anche smettere di fingere, ho capito che lo fai perchè te lo hanno imposto-

Lei lo guardò, rimanendo in silenzio per un po', poi gli diede una patta sulla testa.

-Idiota! Io non farei mai una cosa del genere!-

Si mise una mano sulla parte dolorante e la guardò male.

-Ah no? E allora perchè stai in mia compagnia? Io ho un carattere orribile!-

Alzò le spalle.

-Questo lo so anche io, però non sei affatto una persona orribile anzi tu...-

Gli sorrise facendolo arrossire.

-Tu mi piaci molto come persona, Jin-

Arrossì ancora di più e Maka si mise a ridere, cominciando a prenderlo in giro perchè era imbarazzato. Così, dopo che tutti i dubbi del ragazzino vennero chiariti, i due continuarono a coltivare quel profondo rapporto di amicizia che Jin avrebbe voluto trasformare in qualcos'altro; la castana gli piaceva e ogni giorno l'amore per lei cresceva sempre di più. Passarono diversi anni e ancora il ragazzo non veniva adottato, anche se ciò non gli dispiaceva affatto dato che rimanendo all'orfanotrofio poteva rimanere assieme a Maka. Un giorno, Jin aveva tra i sedici e i diciassette anni, tornò con la castana dopo aver fatto la spesa e per qualche motivo all'orfanotrofio non c'era nessuno; il ragazzo sentì che quello sarebbe stato il momento giusto per dire a Maka che lui l'amava. Posarono le buste sul tavolo della cucina e cominciarono a levarne il contenuto; Jin lanciava veloci occhiate alla ragazza e ogni volta apriva leggermente la bocca come per cominciare a parlare, ma si bloccava. Aveva paura e poi era troppo imbarazzato. Improvvisamente suonò il campanello e la castana andò ad aprire lasciando così modo a Jin di provare a costruire un discorso da farle, ma proprio quando ne trovò uno adatto sentì uno strano rumore e raggiunse la castana. Chiese cosa c'era che non andava e sentì la voce di lei che gli ordinava di scappare; lui però non lo fece e sgranò gli occhi ritrovandosi davanti all'ingresso un uomo incappucciato che puntava la pistola contro Maka. La ragazza lanciò un'occhiata a Jin, rimproverandolo per non averle dato retta mentre intanto lui passava impaurito lo guardo da lei all'uomo che impugnava stretta l'arma.

-Te lo chiedo ancora una volta, dammi tutti i soldi!-

La castana lo guardò in malo modo.

-Siamo un povero orfanotrofio, mica una banca! Hai scelto male dove fare il tuo stupido colpo!-

Si morse il labbro.

-Smettila di farmi incazzare e obbedisci!-

Lo guardò per un po', poi si rivolse a Jin.

-Vai a prendere i soldi che si trovano nella stanza della direttrice-

Lui annuì e corse a fare ciò che gli aveva detto; era spaventato, tremendamente spaventato, e sperava che non succedesse nulla. Lo sperava davvero, con tutto il cuore, ma probabilmente non era abbastanza. Quando tornò con i soldi si avvicinò al rapinatore per darglieli, ma Maka gli urlò contro si scappare e lasciarla lì. A quel punto l'uomo, spiazzato da quello che stava succedendo, sparò un colpo, sperando forse di intimorire così i due ragazzi, e per poco non colpì Jin, così la castana corse verso l'orfano urlandogli ancora di scappare dal retro. Obbedì, ma in quel momento l'uomo sparò un altro colpo che, sfortunatamente, andò a segno; colpì in pieno la castana e questo fece voltare Jin e andarle incontro. Il rapinatore rimase immobile, non sapeva se scappare o meno e, quando sentì le sirene della polizia, optò per andarsene. Jin rimase da solo con l'infermiera che era stesa a terra in mezzo al sangue; lui piangeva, piangeva e non riusciva a fermare le lacrime.

-Maka! Maka ti prego rispondi! Maka!-

Alzò debolmente la testa e lo guardò con quei bellissimi occhi verdi; gli sorrideva. Allungò una mano vero di lui.

-Jin... Sono... Sono contenta che stai bene...-

-Non sforzarti, ora chiamo qualcuno! Andrà tutto bene, andrà tutto bene!-

Sorrise ancora una volta, poi fece ricadere la testa chiudendo lentamente le palpebre, mentre il ragazzo continuava a piangere e chiamarla per nome. I soccorsi arrivarono troppo tardi, la polizia arrivò troppo tardi e questo Jin non lo perdonò mai a nessuno, neanche a se stesso. Rimase in quell'orfanotrofio fino ai suoi diciotto anni sempre solo e chiuso in sé; non parlava con nessuno e non voleva che nessuno gli parlasse. Per tutto il tempo riviveva i bei momenti passati con Maka, rivedeva i suoi sorrisi, sentiva le sue risate e si immergeva in quei bellissimi occhi verdi, occhi che non avrebbe mai pensato di rivedere in nessun altro, almeno finchè quella strana ragazza dai capelli rosa non lo salvò da quei due al parco. Già, forse era solo per quegli occhi che l'aveva seguita senza fare storie e si era fatto curare in silenzio, proprio come tempo prima aveva fatto Maka. Con questi pensieri si era addormentato e aveva sognato il volto felice della castana, cosa che, ormai, non gli riusciva più da tempo. La mattina aprì lentamente le palpebre e sussultò nel notare che due bambine, una dai capelli rossi e l'altra dai capelli azzurri, lo stavano fissando; eppure lui ieri non aveva visto che la rosa. Vedendolo sveglio le gemelle sorrisero e chiamarono la madre, poi ricominciarono a fissarlo.

-Gli somiglia proprio, eh Fine?-

La rossa annuì e Jin le guardò interrogativo non capendo a chi si riferissero le due.

-Ah sei sveglio...-

Lui annuì e provò ad alzarsi sul divano, ma si dovette fermare; gli facevano ancora male le ferite della sera precedente.

-Non sforzarti, non ti sei ancora ripreso... Tieni, mangia ora...-

E gli portò un vassoio con sopra una tazza di latte e dei biscotti; lui sussurrò un “Grazie” e lei gli sorrise, poi tornò a pulire in cucina. Le gemelle intanto continuavano a fissarlo e confabulavano tra loro.

-Come potremmo chiamarlo, Rein? Se gli somiglia tanto...-

-Sì, dovremmo trovare un nome adatto tenendo conto di questo...-

Sbuffò tra sé; come se lui fosse un animale da compagnia. Le due si guardarono sorridenti, poi esclamarono:

-Chibi Sas'ke!-

L'Haruno s'irrigidì nel sentire quel nome, poi guardò le bambine.

-Fine, Rein... Lasciatelo stare e andate a lavarvi-

Obbedirono e la rosa si avvicinò al ragazzo che guardava le bambine confuso.

-Come ti senti? Hai dormito bene?-

Annuì.

-Senti, potrei sapere il tuo nome?-

-Jin...-

-Come mai quei due ieri ti stavano picchiando?-

Alzò le spalle.

-Volevano derubarmi anche se io gli avevo ripetuto di non avere niente...-

Lo guardò rimanendo in silenzio, poi gli sorrise.

-Bè, ora non devi preoccuparti... Sei libero di rimanere qui a riposare quanto vuoi-

Rimase stupito ancora una volta da quella gentilezza.

-Io veramente non...-

Cominciò a dire, ma poi suonò il campanello e Sakura andò ad aprire; Jin intanto fissava i suoi movimenti. Il sorriso della rosa scomparve appena aprì la porta.

-Che... Che vuoi?-

Chiese cercando di rimanere più distaccata possibile; il moro le si avvicinò varcando la soglia e facendola indietreggiare.

-Sakura noi due dobbiamo parlare-

-Io non ho nulla da dirti-

Strinse i pugni.

-Smettila di fare la bimbetta!-

-Non permetterti di urlare con me, Sasuke Uchiha!-

Stette in silenzio per un po', poi notò il ragazzo sul divano e lo indicò leggermente arrabbiato.

-E lui chi sarebbe?-

-Lui è Jin-

Rispose come se fosse stata la cosa più normale del mondo e tenendo le braccia conserte.

-Ah, certo! Come ha fatto a sfuggirmi! Jin!-

Esclamò sarcastico e il ragazzino strinse i pugni; ma che gli prendeva a quello? Sembrava quasi... Geloso...

-Sakura, non lo conosci nemmeno, come puoi portarlo a casa tua come se nulla fosse? Non sai che potrebbe fare a te e alle gemelle-

Le disse in tono più basso prendendola per un braccio e tirandola in disparte, sempre guardando con la coda dell'occhio il ragazzo che stava sul divano.

-Non sono affari tuoi-

Strinse la presa.

-Certo che sono affari miei se per caso...-

Abbassò gli occhi e lei lo guardò interrogativa.

-Se per caso ti succedesse qualcosa non me lo permetterei mai-

Silenzio; il moro fece incrociare i suoi occhi con quelli di lei.

-Sakura io ti...-

Oh no, stava per ripetere quella frase e lei doveva assolutamente fermarlo, oppure...

-Sasuke vattene-

-Ma Sak...-

-Lascia il mio braccio e vattene da qui-

Sentiva che tra poco sarebbe scoppiata a piangere e non voleva che lui la vedesse; Sasuke aprì la bocca per ribattere ancora una volta, ma qualcuno lo fermò.

-Non hai sentito? Devi andartene-

Guardò in malo modo il ragazzino.

-Non sei nessuno per ordinarmi che fare, tu piccolo...-

-Sasuke!-

Si voltò verso la rosa che lo guardava cercando di rimanere impassibile e l'Uchiha sbuffò, andandosene e sbattendo la porta alle spalle. A quel punto la ragazza si mise una mano sul volto, mentre Jin la fissava cercando di capire la situazione; forse era il suo ragazzo? Forse era il padre di quelle due bambine? Tante erano le domande che voleva porre alla rosa, ma sentiva che quello non era il momento più adatto. Improvvisamente le due bambine corsero nella stanza urlando il nome del vicino dai capelli mori, sicure di aver sentito la sua voce; non vedendolo chiesero alla madre dove fosse e lei rispose, senza neanche guardarle negli occhi, che era tornato a casa sua. Le due brontolarono chiedendo spiegazioni, ma lei smise di risponderle; non voleva più parlare di Sasuke.

 

L'Uchiha minore rientrò nell'appartamento sbattendo violentemente la porta e dirigendosi velocemente in camera senza incrociare lo sguardo confuso del fratello che stava leggendo il giornale; non rispose neanche quando gli chiese se ci fosse qualcosa che non andava. Così Itachi si alzò dal divano, sicuro quale fosse il problema, e si diresse dal moro che era seduto sul letto e stringeva il cuscino al petto guardando fuori dalla finestra.

-Sasuke...-

-Sta ospitando un maledetto ragazzino raccattato chissà dove!-

Inclinò la testa da un lato senza capire.

-Passi quel fottutissimo amico d'infanzia con i capelli rossi, ma anche un ragazzino? A me non ha neanche permesso di baciarla e ospita uno stramaledetto ragazzino?-

Itachi sospirò.

-Ora non fare il geloso, Sas...-

-Non sono geloso, cazzo!-

Silenzio, i loro occhi neri erano uno contro l'altro.

-Sasuke ora vedi di calmarti, capito?-

Sbuffò stringendo il cuscino tra le mani.

-E come faccio? Come diavolo faccio a calmarmi? Io...-

Abbassò lo sguardo.

-Io vorrei solo riuscire a capire cosa passa per la testa di Sakura... Voglio capire cosa prova per me e questa attesa mi sta uccidendo!-

Lanciò il cuscino.

-Maledizione, ma perchè dovevo innamorarmi di una persona del genere?-

L'Uchiha maggiore raccolse il cuscino abbozzando un sorriso.

-Bè, si sapeva che lei è molto legata al suo adorato Naruto...-

-Sì, ma così è troppo... Deve capire che può lasciarsi andare ora...-

Alzò la testa e fissò il soffitto.

-In fondo penso che anche Naruto voglia questo-

-Se ne sei così convinto perchè non glielo dici?-

Strinse i pugni.

-Non ci riesco... Non sono bravo con le parole, soprattutto con Sakura...-

Rimasero un po' in silenzio, poi Itachi lanciò il cuscino in faccia al fratello che gli imprecò contro.

-E va bene! Se proprio ci tieni vado a parlarci io-

Lo guardò sgranando gli occhi.

-Itachi...-

E uscì dalla camera del fratellino che in seguito sentì anche aprire e chiudere la porta dell'appartamento; sorrise sdraiandosi sul letto. Itachi era davvero una persona fantastica, non sapeva proprio come avrebbe fatto senza il suo aiuto in tutti quegli anni. Allungò la mano sul comodino e prese il CD che gli aveva regalato Sakura; socchiuse gli occhi, sperando che il fratello potesse aiutare anche la ragazza dai capelli rosa.

 

Sentendo bussare le due piccoline andarono ad aprire la porta e sorrisero nel vedere l'Uchiha e Akamaru; lo abbracciarono esclamando contente il suo nome e lui ricambiò il sorriso salutandole. Sakura li raggiunse alla porta e il moro notò benissimo che aveva gli occhi lucidi; la salutò e lei ricambiò con una specie di sorriso. Jin intanto si chiedeva chi fosse quel ragazzo così simile a quello che aveva parlato precedentemente con la rosa. Il moro salutò sorridente anche lui, chiedendo poi all'Haruno chi fosse e lei gli raccontò della sera precedente, poi l'Uchiha si presentò al ragazzo dai capelli azzurri dicendogli parole cordiali.

-Senti Sakura, perchè oggi non venite con noi al parco? Le gemelle si divertiranno molto...-

S'irrigidì, mentre le bambine esultavano contente della proposta.

-Non... Non credo proprio di poter accettare... Devo occuparmi di Jin e poi sistemare la casa... Davvero Itachi grazie, ma...-

Fine e Rein brontolarono qualcosa deluse dalla risposta della madre, che continuava a scusarsi; Itachi sorrise ancora.

-Non preoccuparti, Sakura...-

-Scusa ancora...-

-Se vuoi, però, posso portare con me Fine e Rein-

La madre guardò le figlie, per sapere una loro risposta e queste sorrisero annuendo.

-Se non ti crea troppo disturbo...-

-Ma no, per me è un piacere-

E così le due gemelline uscirono con Itachi, mentre la rosa e il suo ospite li salutavano; la ragazza rimase per un po' ferma e in silenzio a fissare i tre che si allontanavano e intanto Jin fissava lei, cercando di capire cosa stesse pensando. Quando lei se ne accorse gli sorrise imbarazzata, scusandosi e dicendo che doveva sistemare un po' la casa; il ragazzino, invece, doveva solo riposare. Tenendo occupata la mente l'Haruno sperava di sentirsi un po' meglio, ma era tutto inutile, il volto del moro era sempre vivo nella sua mente e le sue labbra sentivano quelle dell'Uchiha; lo sentivano e lo desideravano.

-Qualcosa non va?-

Sussultò alla domanda e guardò confusa il ragazzino ancora sdraiato sul divano; chissà che espressione doveva aver fatto la rosa mentre pensava tutte quelle cose.

-Ecco io...-

-Non ti obbligo a parlarne-

Gli sorrise, avvicinandosi a lui.

-Non preoccuparti forse... Forse è meglio che ne parli con qualcuno... E... E poi...-

Iniziò a grattarsi la guancia destra.

-Tu hai risposto alle mie domande quindi ora tocca a me-

-Allora potrei sapere il tuo nome, come prima cosa?-

La rosa rimase in silenzio per un po', poi iniziò a darsi della stupida; come aveva fatto a scordarsi una cosa tanto stupida?

-C... Certo! Io mi chiamo Sakura Haruno... Ah, e le bambine che hai visto prima si chiamano Fine e Rein e sono le mie adorabili figlie-

-E il loro padre è quel ragazzo di prima?-

Rimase zitta, spiazzata non poco da quella domanda; come... Come poteva pensarlo? Lei non ci aveva mai fatto caso, ma forse era così che le persone vedevano loro quattro, come una famiglia; peccato per loro che si sbagliassero. Sasuke non sarebbe mai potuto essere il padre delle gemelle, non avrebbe mai potuto sostituire Naruto; almeno così la pensava Sakura, o si autoconvinceva di pensarla così. Jin rimase a fissarla, sicuro di aver centrato in pieno il problema; forse avrebbe dovuto dire qualcosa per rompere il silenzio, ma non voleva farlo. Ormai era troppo vicino a sapere come stavano le cose... La vide abbassare la testa e cominciare a ridere piano, poi i loro occhi si incrociarono e lui sussultò; Maka...

-Ma no, no! Eheh... Lui è solo... Ecco... Come dire...-

Giusto... Come poteva definire l'Uchiha? Infondo lo sentiva più che un conoscente o un semplice vicino... Strinse i pugni. Lo sentiva anche di più di un... Amico?

-Sai Jin... Forse farei meglio a raccontarti tutto dall'inizio, sperando che così tu capisca...-

E gli raccontò della sua vita fino ad ora, dall'incontro con il biondo al bacio del moro...

 

Sasuke fissava il soffitto, con le cuffie nelle orecchie, ascoltando il CD che la ragazza gli aveva regalato e si chiedeva come mai Itachi non gli avesse ancora fatto sapere nulla; ma ci aveva parlato con la rosa? Si mise su un fianco cominciando a guardare la copertina del CD; chissà cosa regalava all'Uzumaki, il giorno del suo compleanno... Strinse i pugni e sbuffò. Possibile dovesse avere un rivale dall'aldilà? In più adesso era spuntato quel moccioso... Si mise di scatto a sedere sul letto aggrottando le sopracciglia; ma lui non avrebbe perso, li avrebbe sconfitti tutti. Rimase per un po' a fissare in basso; o almeno avrebbe cercato di capire cosa voleva Sakura in realtà. Forse avrebbe dovuto provare a parlarle ancora una volta; voltò la testa verso la porta. Però era Itachi quello che doveva parlarci... Sbuffò alzandosi in piedi; ma quell'idiota ancora non si faceva vedere! Uscì dalla stanza e in seguito dall'appartamento, piazzandosi davanti alla porta dell'Haruno, deciso più che che mai; bussò e rimase ad attendere. Dopo qualche minuto la porta si aprì ed esclamò il nome della rosa; peccato per lui che anche la persona all'interno avesse esclamato lo stesso nome. Chi aveva aperto, infatti, era Jin, rimasto solo in casa perchè l'Haruno era uscita velocemente a comprare qualcosa da mangiare accortasi che ciò che aveva non bastava per tutti quanti; nell'uscire, però, aveva scordato le chiavi e quando il ragazzino aveva sentito bussare aveva pensato di ritrovarla lì, imbarazzata per la dimenticanza, per chiedergli delle chiavi. Chi gli apparve davanti fu però il viso imbronciato del moro; aggrottò le sopracciglia.

-Devo parlare con Sakura, moccioso-

Disse sgarbatamente l'Uchiha e Jin sbuffò, facendogli sapere che lei era uscita.

-E si è fidata a... Lasciarti qui da solo?-

Chiese stupito.

-Non sono mica un ladro... E diversamente da te non ho intenzione di molestarla-

Arrossì leggermente, continuando a guardarlo in malo modo.

-Ma... Ma che cazzo...-

-Sakura mi ha raccontato tutto-

Silenzio, entrambi si guardavano in segno di sfida.

-E per questa ragione ho deciso di rimanere qui-

-Tsk, vuoi approfittarti della sua gentilezza?-

-Al contrario...-

Alzò un sopracciglio.

-Farò in modo che al momento opportuno lei se ne vada via da qui assieme a me e le gemelle-

Strinse i pugni; e così anche lui era venuto a rompere come aveva fatto Hikaru?

-E con quale autorità tu...-

-Con quale autorità TU cerchi di sedurla!-

Rimase immobile a fissarlo, assottigliando lo sguardo.

-Io cerco solo di farle capire che...-

-Cosa? Cosa vorresti farle capire? Che la vuoi per te? Che vuoi portartela a letto?-

Lo prese per il colletto della maglietta.

-Senti, stronzetto, non so da dove sbuchi, ma ti stai dando troppe arie... Tu...-

Fece una pausa.

-Tu che ne sai di me? Che ne sai di quello che ho passato? Di quello che sto passando? Tu non sai un bel niente!-

-E tu credi di sapere perfettamente quello che sta passando Sakura?-

Lo lasciò andare, facendolo cadere in terra e guardandolo con occhi pieni di odio e rabbia.

-Non credo che lei abbia parlato con te di queste cose! Ne ha parlato solo con me, me, capisci? Un perfetto sconosciuto!-

Sasuke ora non ci capiva più niente, chiedendosi dove volesse andare a parare.

-Se davvero avesse ricambiato il tuo sentimento non credi che avrebbe parlato con te?-

Si rialzò in piedi a fatica e si poggiò alla porta.

-Se non ha parlato con te vuol dire che ti teme... Lei ha paura di te!-

Scosse la testa.

-No... Quello che dici non ha senso!-

-Pensala come vuoi, ma io...-

I loro occhi s'incrociarono.

-Io sono intenzionato a portarla via da qui... Via da tutti voi... Via da te!-

Rimasero a guardarsi in malo modo per un po', finchè Sasuke, non riuscendo più a reggere la situazione, a causa dei mille pensieri che lo stavano travolgendo, se ne ritornò nel suo appartamento, sbattendo la porta dietro di sé e chiudendosi in camera. Quella sera non cenò e si rifiutò di parlare con il fratello; rimase seduto sul letto a fissare il CD ripensando alle parole di quel ragazzino. Possibile che... Avessero un fondo di verità? Possibile che Sakura avesse paura di lui? Sbattè la testa al muro. In effetti non aveva mai pensato a come si potesse sentire lei in quel momento... L'unica cosa che voleva era farle dimenticare Naruto.

-Idiota...-

Sbattè di nuovo la testa al muro. Lui voleva davvero fare qualcosa di così orribile alla persona che diceva di amare.

-Idiota...-

Sbattè di nuovo la testa; stringendo i pugni talmente forte da farsi uscire il sangue.

-IDIOTA! Sono un perfetto idiota! Se solo... Se solo tu, Naruto, non fossi morto tutto questo non sarebbe mai successo!-

Itachi abbassò gli occhi; si era messo poggiato alla porta della camera del fratellino non sapendo bene che fare e ora lo stava sentendo delirare. Sospirò, mettendosi una mano sul volto; arrivati a questo punto la situazione non poteva che peggiorare ulteriormente.

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Capitolo 22
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 7 (parte1) ***


 

*

Passarono diversi giorni durante i quali Uchiha e Haruno non s'incontrarono; capitava che Light o Itachi andassero a trovare la ragazza dai capelli rosa e le sue figliolette, ma lei e Sasuke non si videro. Jin, dopo essersi ristabilito, cominciò ad aiutare la ragazza, badando alle gemelle quando lei doveva uscire a fare la spesa o facendola lui stesso; insomma, faceva tutto quello che serviva per aiutarla e quando lei ricominciò a lavorare l'aiutò ancora di più, dato che lei passava tutto il giorno alla caffetteria. Ora si faceva portare in macchina da Light, sicura che, dopo quello che era successo con il moro, a lui desse fastidio farla stare dietro di lui sulla sua moto; così Sakura aveva chiesto all'Uchiha maggiore di avvertire il fratello. Sasuke, però, non la prese affatto bene, pensando che, come gli aveva detto Jin, lei lo facesse perchè spaventata da lui, perchè non voleva avere niente a che fare con lui. Per questo motivo non si recò al lavoro, chiedendo a Jiraiya giorni di ferie in più, e rimanendo chiuso tutto il tempo nella sua stanza senza neanche mangiare. Solo dopo che il fratello gli parlò cominciò a smuoversi, anche se quando Itachi gli faceva sapere che la rosa era preoccupata per lui non ci credeva, almeno non del tutto; pensava che se fosse stata davvero preoccupata sarebbe dovuta andare a trovarlo. La ragazza, però, non lo faceva pensando di peggiorare la situazione. In questo modo, tra incomprensioni varie, continuarono a passare i giorni; l'Haruno comprò persino dei biscotti al moro senza, però, lasciargli alcun biglietto, e lui, credendo fossero un trucchetto del fratello maggiore, non li mangiò, ma non li buttò neppure. Li tenne sul comodino vicino al CD che gli aveva regalato la ragazza. Quando il ragazzo tornò al lavoro l'Haruno ne fu molto felice ma, ogni volta che incrociavano i loro occhi, non riusciva a sorridergli e doveva per forza distogliere lo sguardo, sentendo qualcosa dentro che cominciava a smuoversi; per Sasuke era come se gli dicesse che non voleva avere più niente a che fare con lui. Non parlavano più, ma si scambiavano, imbarazzati, frasi corte e si rispondevano con monosillabi; una sera, poi, Sasuke smise di lavorare prima del solito e questo preoccupò la ragazza. Ritornando in macchina con lo Yagami scese prima di arrivare al palazzo, dicendo al castano di voler fare due passi e lui, un po' riluttante, accettò, facendole sapere che per qualunque problema lui era lì per lei. Lo ringraziò sorridendogli e chiuse la portiera, salutandolo con la mano mentre si allontanava; poi fece un lungo respiro e cominciò a passeggiare guardandosi intorno e fissando per poco più di qualche minuto le vetrine dei vari negozi. Camminando pensava a come comportarsi con l'Uchiha; sicuramente non poteva permettersi di lasciare le cose com'erano e doveva sbrigarsi a fare qualcosa. Già, ma cosa? Forse avrebbe dovuto cominciare semplicemente con il parlare con lui; infondo era da un po' che non parlavano veramente e questo le mancava molto. Probabilmente a causa del comportamento che avevano l'uno con l'altro Sasuke stava soffrendo davvero molto, glielo leggeva negli occhi; e anche lei del resto non stava affatto bene. Quindi proprio per mettere fine a tutto questo doveva assolutamente parlare con lui; sorrise nella speranza che almeno in questo modo si sarebbe risolto qualcosa. Si voltò, intenta a tornare a casa da Jin e le bambine, sperando non si fossero preoccupati per la sua assenza, quando le squillò il telefonino; rispose convinta che fossero loro tre, ma si dovette ricredere. Alzò un sopracciglio confusa nel sentire la voce di Jiraiya che, chiamandola per nome, si scusava per l'eventuale disturbo che le stava causando; gli fece sapere di non preoccuparsi e chiese cosa volesse. L'uomo le disse che quella sera gli sarebbe piaciuto farla ricominciare a cantare nel suo locale e lei rimase per un momento spiazzata dalla domanda, ma infine sorrise, accentando e ringraziandolo; quando chiuse la chiamata notò il minore degli Uchiha che stava uscendo da uno dei negozi. Il suo sorriso si allargò e alzò il braccio destro, come per farsi notare dal ragazzo e richiamare la sua attenzione su di lei; mosse anche le labbra, cominciando a pronunciare il suo nome, ma all'improvviso si bloccò rimanendo di sasso. Appena il moro era uscito dal negozio gli era corsa dietro una ragazza dai capelli rossi, che l'Haruno conosceva fin troppo bene, e si era attaccata al braccio del ragazzo, urlando il suo nome e esortandolo ad aspettarla. La rosa fissava a occhi sgranati la scena; e lei che credeva che Sasuke stesse male... Il braccio le ricadde sul fianco e, con lo sguardo basso, i suoi piedi si mossero in direzione dell'appartamento. Aperta la porta non salutò neppure, ma si diresse come uno zombie in camera e chiudendosi lì dentro; sentiva di voler rimanere sola. Appena si sedette sul letto, poggiando la schiena contro il muro, stringendo le ginocchia al petto e fissando il muro davanti a sé con gli occhi spenti, delle lacrime iniziarono a rigarle il volto; era come se si fossero sbloccate solo in quel momento. L'espressione della ragazza era la stessa di quando aveva visto Karin e Sasuke assieme e non accennava affatto a cambiare; l'unica cosa differente erano le lacrime, calde e silenziose che racchiudevano, però, i singhiozzi dell'Haruno. Jin, intanto, dopo averla seguita con lo sguardo, si era avvicinato alla sua stanza ricevendo una porta sbattuta in faccia ed era rimasto lì in silenzio a fissarla; solo dopo poco cominciò a chiamare il nome della ragazza bussando insistentemente.

-Chibi Sas'ke...-

Posò gli occhi sulla gemellina dai capelli azzurri; lei e la sorella lo guardavano leggermente preoccupate. Avevano sentito rientrare la madre, ma non l'avevano vista, e lei non mancava mai di salutarle e abbracciarle quando tornava dal lavoro...

-La mamma si è chiusa in camera?-

Annuì debolmente.

-Così pare...-

-E perchè?-

Abbassò gli occhi, scuotendo la testa.

-Io veramente non...-

Le due si guardarono tristi e il ragazzino notò che tra non molto sarebbero scoppiate a piangere; si morse il labbro sforzandosi di sorridere.

-Pe... Però vedrete che tra poco uscirà... Forse è solo stanca a causa del lavoro...-

Annuirono poco convinte.

-Sì, Fine... Chibi Sas'ke...-

-Sì, Rein... Chibi Sas'ke avrà sicuramente ragione-

Sorrisero e si diressero entrambe in salotto; il ragazzo moro-anche se per la verità i suoi capelli erano più simili al blu-le fissò allontanarsi, poi si voltò di nuovo verso la porta e sussultò sentendo che da dentro la rosa stava parlando. Avvicinò l'orecchio per sentire meglio.

-When you walk away I count the steps that you take... Do you see how much I need you right now?-

Sobbalzò nell'udire che la ragazza stava cantando; non l'aveva mai sentita prima d'ora e non credeva affatto che la sua voce fosse così calda e melodiosa.

-When you're gone the pieces of my heart are missing you...-

Però c'era qualcosa che rovinava tutto, se si poteva dire davvero così, e probabilmente era dovuto al dolore che la ragazza provava in quel momento; forse era dovuto alle lacrime.

-When you're gone the face I came to know is missing too...-

Jin aveva intuito che la persona che stesse cantando la ragazza fosse il suo amato Naruto, ma era davvero così?

-When you're gone the words I need to hear to always get me through the day and make it ok...-

Sì, sicuramente stava pensando a lui mentre cantava queste parole, ma c'era anche dell'altro.

-I miss you...-
Digrignò i denti; e forse tutto quello era causato da quel maledetto Uchiha.

 

Quella sera, poi, quando la ragazza andò alla caffetteria per cantare non lo disse a nessuno. Né alle bambine o a Jin, né allo Yagami e in particolar modo all'Uchiha; non voleva nessuno. Uscì di casa dicendo che voleva fare una passeggiata, avvertendo di non aspettarla in piedi e i tre, dopo essersi guardati, la fissarono uscire abbastanza confusi e preoccupati. Fuori dal palazzo alzò gli occhi, come per scorgere la finestra del moro e vederlo lì, affacciato, che le sorrideva; ma sapeva benissimo che non era possibile. Prima che le lacrime la raggiungessero si sentì chiamare dal castano, che le chiese curioso cosa stesse facendo; lei gli sorrise e, con risposte evasive, gli fece sapere che doveva raggiungere un posto non tanto vicino e lui, come aveva pianificato la rosa, si offrì di accompagnarla. Si fece lasciare leggermente distante dalla caffetteria e, prima di avviarsi, lo guardò allontanarsi poi, sicura di non essere vista, raggiunse la sua meta. Salutò distrattamente Jiraiya ed infine salì sul palco per cantare. L'uomo si accorse subito che qualcosa non andava; la sua voce era davvero bella, non poteva negarlo, ma mancava di sentimento. Era come vuota e spenta, tremendamente diversa da tutte le altre volte e inoltre... Socchiuse gli occhi guardando la stanza. Inoltre Sasuke e gli altri non erano lì con lei... Sospirò, convinto che non sarebbe mai arrivato ad una soluzione da solo, e decise che il giorno seguente avrebbe parlato con i due ragazzi...

 

Durante la pausa pranzo il ragazzo dai capelli neri raggiunse il vicino fuori dal locale e gli chiese scocciato cosa volesse; gli aveva fatto sapere, infatti, che voleva parlare con lui. Il castano gli lanciò un'occhiata, poi prese una sigaretta, la mise in bocca e se l'accese; porse il pacchetto all'Uchiha, che rifiutò sgarbatamente ripetendo la domanda che gli aveva rivolto in precedenza.

-Volevo parlare con te di Sakura...-

Perse un battito, poi abbassò gli occhi.
-Non ho niente da dire al riguardo-

Light allontanò la sigaretta dalla bocca e si mise a guardare completamente il vicino.

-Dal giorno del tuo compleanno vi comportate entrambi in modo strano, si può sapere che è successo?-

Rimase in silenzio, continuando a guardare per terra; di sicuro non doveva delle spiegazioni a lui; il castano sospirò, rimettendosi in bocca la sigaretta.

-Sai, ieri sera sono uscito con lei-

Sussultò, guardandolo male.

-Tranquillo, piccolo Uchiha, non era certo un appuntamento galante... Mi ha semplicemente chiesto di accompagnarla in un posto...-

Lo fissò interrogativo.

-Non ho capito il motivo... Ma era piuttosto strana...-

I loro occhi si incrociarono.

-Devi spiegarmi che diavolo è successo!-

Stette in silenzio per un po'.

-Ecco io... L'ho baciata...-

Gettò la sigaretta a terra, pestandola col piede.

-Tutto qui? Siete peggio di due bambini...-

Sbuffò.

-A te non importa, eh?-

-Non particolarmente... Certo sarebbe stato divertente se l'avessi baciata prima io di te...-

Lo guardò in malo modo.

-Ma se è così che doveva andare allora va bene-

Affermò sorridendogli, ma poi ritornò cupo.

-Però ancora non capisco perchè vi comportiate in questo modo-

A quel punto il moro gli raccontò tutto, del fatto che lei lo aveva rifiutato, tirando in ballo l'Uzumaki e della litigata avuta con il nuovo inquilino della ragazza.

-In effetti ieri mi ha parlato di questo qui... Jin se non ricordo male...-

Sasuke sbuffò.

-Quello è peggio di Hitachiin!-

-Comunque non vedo molte soluzioni... In fondo Sakura è libera di fare cosa vuole, non credi?-

Rimase in silenzio senza neanche guardarlo; quello che diceva era vero, però...

-Ragazzi, vi ho trovato finalmente!-

Si voltarono contemporaneamente verso l'uomo non capendo bene cosa volesse da loro; dopo averli raggiunti rimase in silenzio per un po', con gli occhi bassi, mentre i due vicini si guardavano, ancora confusi. Infine si schiarì la voce cominciando a parlare.

-È forse successo qualcosa?-

Chiese rivolto a entrambi, ma guardando solamente il moro.

-Come mai ci fai questa...-

-Ieri Sakura è venuta a cantare tutta da sola-

Sussultarono, guardandosi nuovamente, per poi puntare gli occhi di nuovo contro l'uomo.

-Come pensavo non ne sapevate nulla-

Light scosse la testa, mentre l'altro stringeva i pugni; tutto questo a causa sua? Ma non aveva il minimo senso!

-E non è finita qui...-

Jiraiya fece sapere ai ragazzi del fatto che la voce di lei era completamente diversa dalle altre volte, che lui l'aveva sentita diversa, e per questo voleva capire cosa fosse successo, sperando che non si trattasse di qualcosa di grave...

-E dire che quando gliel'ho chiesto mi era sembrata entusiasta...-

Commentò alla fine; i due chiesero ulteriori spiegazioni e l'uomo gli fece sapere della telefonata che aveva fatto alla ragazza.

-Deve essere stato dopo che l'ho lasciata in città-

Il moro perse un battito. In città? E possibile che lui non l'avesse vista?

-Quindi qualunque cosa fosse successa è successa in quel frangente...-

Sasuke si mise a pensare senza riuscire a capire come aveva fatto a non incontrare la ragazza, forse perchè quel giorno era particolarmente sovrappensiero, però... Era impossibile che lei non avesse visto lui, infondo mentre si trovava in un negozio Karin gli era saltata addosso esclamando che era contenta di averlo trovato lì per caso, in seguito era uscito e lei lo aveva seguito facendo un casino incredibile. Quindi Sakura doveva averlo...

-Che ti prende adesso?-

Chiese Light preoccupato dall'espressione del moro.

-Penso che... Che Sakura mi abbia visto assieme a Karin...-

Jiraiya alzò un sopracciglio e il castano guardò in malo modo l'Uchiha.

-Ma non riesco a capire come possa...-

Continuò a dire il ragazzo e a quel punto lo Yagami sbottò, dandogli dell'idiota.

-Possibile che non ci arrivi? Si sarà arrabbiata a causa di questo!-

Rimase in silenzio continuando a fissarlo e Light si battè una mano sulla fronte.

-Evidentemente è gelosa di te, ma ancora non lo ha realizzato... Ah, che ragazzina complicata!-

Il moro si indicò.

-E... E perchè sarebbe...-

-Ma sei cretino?-

Fulminò il castano con lo sguardo, ma questo ci badò poco.

-Ah, la gioventù!-

Esclamò sorridente Jiraiya prima di tornare dentro la caffetteria.

-Che situazione assurda... Sembra quasi che qualcuno si diverta a complicare le cose...-

-Ringrazia la tua adorata sorellina per questo-

Sospirò.

-Smettila di prendertela con Kilari... Non tutto è colpa sua...-

-Oh, giusto, la morte di Naruto è causa tua-

Lo fissò dritto negli occhi.

-Sasuke si può sapere che ti prende adesso?-

-Se tu non lo avessi ucciso tutto questo non sarebbe successo-

-Come fai ad esserne sicuro?-

Silenzio.
-Forse tutto questo era scritto nel destino, forse doveva succedere-

-Quello che dici non ha alcun senso Yagami... Sembra quasi che vuoi giustificare il fatto di aver ucciso Naruto!-

Rimase bloccato per un momento, poi sorrise.

-Probabile... Però dovresti ringraziarmi...-

-E per cosa?-

-Se io non lo avessi fatto fuori tu adesso saresti ancora solo come in un cane-

Sbuffò.

-Ti ringrazierò soltanto se riuscirai a toglierlo dai suoi pensieri!-

-Sasuke, Sasuke...-

Cominciò a dire scuotendo la testa.

-Questo devi farlo da solo, non credi?-

Abbassò lo sguardo.

-E non pensare a ciò che Sakura dice di volere, ma a ciò che tu vuoi veramente-

Silenzio, poi il moro abbozzò un sorriso.

-Sai, non credevo affatto di ricevere consigli da te-

Alzò le spalle.

-La vita riserva spesso delle sorprese...-

-Tu come credi che finirà tutto questo?-

-Dipende da voi due...-

Disse voltandosi e scorgendo attraversi il vetro la rosa che aveva ricominciato a lavorare; lei sembrò notarlo e alzò gli occhi verdi. Quando si rese conto che anche Sasuke la stava guardando li riabbassò all'istante, dando le spalle ai due ragazzi. Non riusciva a guardarlo in faccia, non ci riusciva proprio, lo trovava troppo... Doloroso... Alzò la testa, cercando di trattenersi dal piangere. Odiava sentirsi così, lo odiava davvero tanto...

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Capitolo 23
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 7 (parte 2) ***


 

*

Karin si sistemò per bene gli occhiali sul naso, poi sorrise al ragazzo che era uscito dal palazzo; si era piazzata lì quella mattina e non se ne sarebbe andata finchè non l'avesse incontrato. Vedendola lui sbuffò scocciato, chiedendosi cosa mai potesse volere da lui. Tsk, ma cosa mai poteva volere se non rompere le scatole? Le disse secco di sparire perchè doveva andarsene al lavoro e la rossa cominciò, come ogni volta del resto, a brontolare e dire stupide frasi; la ignorò, mettendosi il casco e salendo sulla moto.

-Almeno dammi un bacio per salutarmi, Sas'ke-kun!-

-Dattelo da sola, strega-

In quel momento la rosa e lo Yagami erano arrivati per prendere l'auto di lui e dirigersi al lavoro; nel vedere i due insieme l'Haruno affrettò il passo sotto il ghigno soddisfatto dell'Amane. Non salutò nemmeno, cosa insolita per lei, e chiese a Light di sbrigarsi, dato che stavano facendo tardi; lui, dopo aver lanciato un'occhiata al moro, annuì raggiungendola.

-Che maleducata che è Haruno-

Commentò acida Karin vedendo la macchina che si allontanava, poi la sua attenzione fu catturata di nuovo dall'Uchiha.

-Allora Sas...-

La spinse, facendola cadere a terra.

-Smettila di seccarmi!-

E mise in moto diretto alla caffetteria; la ragazza si alzò, massaggiandosi dolorante il sedere. Poi sistemò di nuovo gli occhiali, sbuffando.

-Bel lavoro, Karin-

Affermò la bionda avvicinandosi a lei.

-Ma se Sasuke...-

Scosse la testa.

-Non preoccuparti di questo... Non hai visto anche tu l'espressione sul volto di quella là?-

Ghignarono.

-E ora tu e tua sorella dovrete prepararvi per l'ultima parte...-

Alzò il sopracciglio.

-Di che si tratta Kilari?-

-Oh, lo scoprirai molto presto...-

 

Sasuke guidò come un pazzo fino alla caffetteria, in modo da poter arrivare prima degli altri due e, fortunatamente per lui, così fu. Spenta la moto scese velocemente, correndo verso l'entrata del locale e aspettò i vicini prendendo fiato; o meglio, aspettò la rosa. Quando se la vide davanti sobbalzò, arrossendo leggermente, ma poi scosse la testa, cercando di riprendersi; la ragazza teneva lo sguardo basso, in modo da non incrociare quegli occhi scuri. Gli passò accanto senza dire una parola e lui la bloccò prendendole il braccio; la sentì irrigidirsi, ma non la lasciò.

-Sakura...-

Deglutì, sperando di riuscire a formulare una frase sensata.

-Prima, io e Karin non...-

Il castano si battè una mano sulla faccia; ma quanto era stupido! Non doveva iniziare così la frase!

-Sasuke, non devi scusarti-

Sussultò nel risentire finalmente quella voce.

-Se tu e Amane state insieme io non...-

-Ma no, no, che vai a pensare?-

A quel punto lo guardò, stupendolo non poco.

-Io non potrei mai stare con lei, perchè...-

Si gratto una guancia con la mano libera.

-Bè, sai... Come... Come ti ho detto io...-

-Basta così-

Si zittì, continuando a guardarla e lei, finalmente, sorrise.

-Ho capito, quindi ora...-

Rise.

-Puoi anche lasciarmi il braccio-

Si scusò, obbedendo immediatamente e lei entrò; poi li esortò a cominciare a lavorare, senza neanche voltarsi verso di loro. Sapeva che se l'avesse fatto avrebbero visto i suoi occhi lucidi e non voleva. Si sentiva felice, ma allo stesso tempo triste; sentiva di aver trovato qualcosa, ma allo stesso tempo di averne persa un'altra...

 

L'Haruno si era offerta di buttare la spazzatura, così era uscita un momento da sola dalla caffetteria per svolgere quel compito. Mentre stava per ritornare indietro fu fermata dalla voce di una ragazza, Misa Amane per la precisione; le sorrise, cercando di sembrare gentile, e le chiese cosa volesse. La biondina le prese le mani, guardandola sorridente e con gli occhi che brillavano.

-Ah, Sakura sono così felice!-

-Che... Che è successo?-

Chiese leggermente curiosa e quella lasciò le sue mani, per poi toccarsi le guance e arrossire chiudendo gli occhi.

-Vedi Light-kun... Lui mi ha chiesto di sposarlo!-

Sussultò, cosa?

-Non ti ha detto niente perchè molto, molto timido e poi... Volevo vedere di persona la tua faccia quando fossi venuta a saperlo!-

Alzò un sopracciglio; in senso buono o cattivo?

-Bè, non mi dici nulla?-

-Eh? Ah, ecco io... Io...-

Sforzò un sorriso.

-Io sono molto... Contenta per te... Eh, eh...-

La abbracciò.

-Lo sapevo, lo sapevo! Ma non devi gioire solo per me, sai? Infatti anche...-

Avvicinò la bocca all'orecchio della rosa.

-Anche Karin si sposerà... E con Sasuke... Questa mattina stavano appunto parlando di questo, e poi qualche giorno fa sono andati a comprare l'anello...-

Perse un battito, rimanendo immobile a fissare davanti a sé; po... Possibile che...

-Ora devo andare, sai... Per il vestito e il resto... Ero solo passata a darti la bella notizia... Ciao, ciao e saluta il mio dolce amorino!-

E com'era arrivata se ne andò, lasciando l'Haruno immobile a fissare il vuoto. E dire che Sasuke quella mattina... Cominciò a dirigersi velocemente verso la caffetteria, cercando di trattenere più che poteva le lacrime che cominciavano a voler uscire fuori; arrivata sorpassò il castano fiondandosi in bagno. Almeno lì poteva piangere senza che nessuno la vedesse... Posò la schiena al muro e le lacrime cominciarono a rigarle il volto. Odiava sentirsi in quel modo... Si fece scivolare alla parete, finchè il suo sedere non toccò il pavimento; le lacrime non la smettevano di scendere. Era come quando aveva visto Karin assieme a Sasuke... No. Era peggio. Tremendamente peggio... Però lei si stava basando solo su quello che gli aveva detto la Amane... No, lei aveva anche visto. E credeva assurdo che le due sapessero che lei aveva visto il moro e la rossa assieme in città... A meno che non la pedinassero, ma... No, non era possibile... Che quello che aveva detto la bionda fosse vero allora? Ma Sasuke le aveva assicurato che... Le aveva detto che la amava... Avvampò, ricordando la serata in macchina e il bacio del ragazzo; si prese la testa tra le mani iniziando a scuoterla sperando di scacciare tutto quanto via. Sobbalzò spaventata sentendo bussare alla porta del bagno e sperava con tutto il cuore che non fosse il moro...

-Sakura, va tutto bene?-

Si sentì leggermente sollevata nell'udire la voce dello Yagami.

-S... Sì... Non... Non preoccuparti...-

Disse cercando di non fargli capire che stava piangendo, ma il castano sentì chiarissimo il tremolio nelle sue parole; si morse il labbro e strinse i pugni. Prima gli era sembrato di vedere Misa allontanarsi contenta e sperava tanto che non avesse incrociato la rosa, ma in quel momento quella sua speranza si spense. Chissà cosa doveva averle detto... L'Haruno si sciacquò il viso con l'acqua fredda, poi si mise a fissare lo specchio davanti a sé, cercando di sorridere, ma gli risultò tremendamente difficile; sospirò, per poi uscire dal bagno e ritrovarsi Light che l'aspettava.

-Sakura cosa...-

Lo fece zittire, mettendogli una mano davanti alla bocca; lui la guardava confuso. La ragazza rimaneva in silenzio, sempre con quei maledetti pensieri in testa, in più adesso se n'erano aggiunti altri ed erano ancora peggio dei primi, a suo parere, perchè escludevano completamente il biondo. Pensava cosa, in quel momento le facesse più male di quello che le aveva detto la Amane; lei per chi soffriva di più? Light o Sasuke? La peggiore reazione l'aveva avuta a causa del moro, però... Però era anche perchè lui le aveva detto tutte quelle cose... E poi fin dall'inizio si era infatuata del castano...

-Light, senti...-

E ora l'unica cosa che poteva fare era accettarsi di quello... Si voltò completamente verso di lui guardandolo negli occhi; lui rimaneva impietrito.

-Tu cosa provi...-

Continuò a dire alzandosi con le punte dei piedi e avvicinando il suo volto a quello del ragazzo.

-Per me?-

Lui socchiuse gli occhi, rimanendo fermo; aspettava che si muovesse lei per capire bene cosa fare.

-Io ti piaccio?-

Sussultò; piacerle? In un certo senso sì, ma... Le loro labbra erano vicine, persino troppo per l'Uchiha che, poco distante, assisteva alla scena; non poteva sentire niente di quello che si dicevano, ma vedeva benissimo cosa stava succedendo. Strinse i pugni; andandosene infuriato e perdendosi la fine di quella scena. L'Haruno si bloccò prima di baciare il ragazzo e, tremante, poggio la fronte sul petto del castano, ricominciando a piangere.

-Light, io non so più che fare...-

Le carezzò i capelli e lei si staccò da lui, asciugandosi le lacrime.

-In questo momento sembro una stupida ragazzina... Una stupida ragazzina che non sa scegliere tra il ragazzo che aveva tanto amato, ma che sa di non poter più abbracciare e...-

Abbassò la testa e lo Yagami non riuscì più a vedere i suoi occhi verdi a causa dei capelli che erano davanti al volto.

-E colui che mi è stato più vicino per tutto questo tempo...-

Allungò il braccio verso di lei, che però riprese a camminare verso il banco della caffetteria; la fissò allontanarsi e per tutto il resto della giornata non la sentì più parlare.

 

A casa la ragazza scambiò poche parole con le gemelle e Jin; quest'ultimo dovette persino ripeterle dieci volte perchè quella sera doveva uscire, ma lei, alla fine, non lo ricordò lo stesso. Mise a dormire le gemelle, che non si addormentarono facilmente, preoccupate dal comportamento della madre; sembrava quasi che stesse tornando allo stato comatoso che l'aveva invasa alla morte dell'Uzumaki, quando aveva perso il più grande amore della sua vita. Nella sua stanza la ragazza non riuscì a chiudere occhio, i pensieri non l'abbandonavano, così decise di prendere una boccata d'aria e, dopo che si accertò che le figlie dormivano, uscì senza una meta precisa. Era tutto simile a quando aveva incontrato Jin. Scosse la testa. No, era molto peggio; si sentiva molto peggio di allora. Continuando a camminare si bloccò improvvisamente, fissando a occhi sgranati ciò che aveva davanti.

-Non è... Possibile...-

Sussurrò, per poi correre incontro a quel chioschetto di ramen dall'aria tremendamente familiare; si abbassò, superando le tendine e, senza dire niente, fissò l'uomo che stava cucinando girato di spalle. Quando questo si girò rimase sorpreso a guardarla, infine le sorrise calorosamente.

-Sakura! Da quanto tempo!-

-T... Teuchi!-

Lo avrebbe abbracciato se non fosse stato per il bancone che li divideva.

-Non pensavo proprio di incontrarti in un posto simile-

Rise.

-Mi sono trasferita qui da un po'...-

-Le gemelle come stanno?-

-Bene... Si divertono molto qui e hanno persino trovato una scuola!-

Sorrise.

-Sono contento... E Naruto?-

Si paralizzò, come se quella domanda le avesse risucchiato tutto; abbassò gli occhi tristemente e raccontò della morte del biondo. Il proprietario del chioschetto di ramen rimase spiazzato, non pensava certo che il suo miglior cliente fosse...

-M... Mi spiace Sakura... Non dovevo...-

Scosse la testa.

-N... Non preoccuparti... Non potevi saperlo...-

-Per farmi perdonare ti offro una ciotola di ramen...-

-Grazie, ma... Non ho fame davvero...-

Calò un silenzio imbarazzante.

-Ah... E... E Ayame dov'è?-

Sorrise, contento che lei avesse trovato qualcosa da dire.

-Eh, la mia bambina ha lasciato il nido! Si è sposata e ora ha intenzione di aprire un ristorante in una città vicina-

-Sono molto contenta per lei... Quindi ora lavori tutto solo?-

Scosse la testa.

-Ho da poco preso un ragazzino che lavora qui part-time... È andato a buttare i rifiuti, ma dovrebbe già essere... Oh, eccolo!-

Si voltò nella direzione indicata dall'uomo e sussultò.

-Jin? Che ci fai tu qui?

Lui la guardò, confuso di trovarla lì, poi sospirò.

-Lavoro... Te lo dico da un po', Sakura...-

Sorrise imbarazzata.

-Ah... Davvero?-

Sbuffò, rispondendo che non importava, poi un'altra voce fece voltare ancora una volta la ragazza; alzò un sopracciglio.

-Itachi? Che ci fai tu qui?-

Sorrise.

-Sono venuto a mangiare dell'ottimo ramen-

E si sedette; lei lo imitò senza comprenderne realmente il motivo. L'uomo iniziò a cucinare aiutato dal ragazzino.

-Sai, sono stato io a consigliare questo lavoretto a Jin... Avevo letto degli annunci e gliene ho parlato...-

Sakura sorrise.

-E dire che dovresti trovartelo tu un lavoro... Se lo sa Sas...-

Ma si bloccò prima di pronunciare il suo nome, facendo voltare il moro; Jin strinse i pugni nel notare che lei stava tornando triste. Ritornò il silenzio, e solo dopo che l'Uchiha ebbe cominciato a mangiare lei riprese a parlare.

-Ho saputo da Amane che lei e Light si sposeranno...-

Prese in bocca degli spaghetti.

-E che tuo fratello sposerà la sorella-

Si bloccò, rischiando di soffocarsi; Jin sbuffò.

-Lo sapevo, quello è solo...-

-E tu credi a queste stronzate?-

Guardò Itachi negli occhi; stava per piangere, lo sentiva benissimo.

-Itachi io...-

-Cosa? Cosa? Sai meglio di me che non è affatto vero!-

-Eppure mi sento così... Male...-

Jin sbattè le mani sul bancone, facendo sussultare tutti dallo spavento.

-Devi lasciarlo perdere, Sakura! Quello se ne vuole solo approfittare!-

Il moro sbuffò, indicando il ragazzino con le bacchette e facendolo zittire.

-Come puoi parlare in questo modo di qualcuno che neanche conosci?-

-Tsk! Non ci vuole molto per capire che vuole da lei!-

Sospirò; quel ragazzino era davvero simile a suo fratello. Lanciò un'occhiata alla rosa; che lei lo avesse preso con sé per quello?

-Comunque Sakura lascialo perdere! Da quando sei entrata in contatto con lui non hai fatto che soffrire!-

-Solo perchè si ostina a non capire i suoi veri sentimenti-

Guardò male l'Uchiha.

-Tu non immischiarti-

-TU non immischiarti-

-Ragazzi...-

Si voltarono contemporaneamente verso di lei.

-Io sto bene... Davvero...-

-Sakura...-

Guardò Teuchi.

-Io non ho capito molto bene la situazione, ma... Naruto ha sempre detto che voleva vederti felice, no?-

Annuì.

-Anche quando non vi frequentavate più e tu stavi sempre con quell'Hikaru... Lui continuava a ripetere che, finchè poteva vederti sorridere, non chiedeva altro...-

Rimase senza parole e Itachi sorrise; Jin abbassò lo sguardo. Rimasero lì un altro po', finche i tre non tornarono all'appartamento; arrivata davanti alla porta, la ragazza salutò con un mezzo sorriso il maggiore degli Uchiha.

-Aspetta un attimo-

Disse lui prima che lei entrasse; lo guardò interrogativa.

-A te che ha dato più fastidio?-

-Come?-

-Pensare di aver perso Light o Sasuke?-

Silenzio; lei lo fissava senza sapere che dire, poi cominciò ad arrossire e a muovere gli occhi in ogni direzione.

-Ecco io... Se Naruto...-

-Smetti di pensare a lui per una volta!-

-Ma io non ci riesco!-

Entrò, chiudendo velocemente la porta, che però fu bloccata dal moro.

-Sakura!-

-Davvero Itachi... Scusa...-

Aveva cominciato a piangere.

-Ma io proprio non ci riesco-

E chiuse, lasciando il ragazzo a fissare davanti a sé.

 

Prima di andare a dormire sul divano il ragazzino sbirciò dentro la stanza della ragazza per vedere come stava e la trovò seduta sul letto a piangere; aprì la porta chiamando la rosa per nome, ma lei non lo guardò neppure. Le si avvicinò, continuando a fissarla; avrebbe voluto fare tutto per lei, non voleva che soffrisse come era successo a Maka. Non voleva perdere anche lei. La abbracciò, stupendola non poco.

-Io ti starò sempre vicino, qualunque cosa succeda-

Ricambiò la stretta.

-Grazie...-

-Mamma...-

Si asciugò velocemente le lacrime, staccandosi dall'abbraccio del ragazzino, per poi sorridere alle due gemelline.

-Vi ho svegliate?-

Ma quelle non risposero, avvicinandosi a lei.

-Mamma noi non vogliamo che tu...-

-Che tu stia male come quando è morto papà-

-Fine... Rein...-

Si gettarono al collo della madre.

-Vogliamo che tu sia felice, mamma!-

Dissero all'unisono.

-Io sono felice con voi...-

-Ma ora per colpa delle amiche di Kilari...-

Carezzò i loro capelli.

-Non pensiamoci adesso... Vediamo di dormire, ok?-

Annuirono, facendole sapere in seguito che avrebbero dormito con lei; Jin sorrise, poi si allontanò augurando loro la buonanotte. La rosa lo bloccò chiamandolo.

-Vuoi dormire qui con noi?-

-Sì, dai Chibi Sas'ke!-

Così stettero tutti e quattro in quel piccolo letto, come una famiglia, e Sakura sognò tante cose, tutto quello che era accaduto fino a quel momento. E poi sognò chi, ormai, le aveva preso il cuore e capì... Capì che era lui che amava veramente...

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Capitolo 24
*** Libro Terzo-Light o Sasuke?-Capitolo 8 ***


 E con questo chap la storia si conclude ç__ç  ma ancora non è finito, infatti manca ancora un chap "extra"^^ grazie a tutti coloro che mi seguono e a chi commenta ;D

*

Il giorno seguente, prima che i due ragazzi tornassero a casa dal lavoro, Jiraiya li avvertì che quella sera avrebbe fatto cantare la ragazza; in questo modo lei non potè permettersi da andare da sola e la seguirono tutti, nessuno escluso. Arrivati alla caffetteria, quando lei si staccò dal gruppetto per prepararsi, il castano potè notare benissimo le due Amane e sua sorella in un punto non tanto illuminato della stanza, che fissavano ghignanti il palchetto; con una gomitata fece voltare anche il piccolo Uchiha, che nel vederle sbuffò. Iniziarono a chiedersi cosa facessero lì, e intanto speravano che quelle due pazze non li notassero; alla fine la rosa salì sul palco, dicendosi che sarebbe andato tutto bene. Prese il microfono in mano e sorrise forzatamente a tutti i presenti; lanciò un'occhiata alle gemelle prima di cominciare a cantare.

-Guess this means you're sorry... You're standing at my door... Guess this means you take back... What you said before...-

Da quando era arrivata al palazzo erano successe tantissime cose, aveva conosciuto tante persone e stretto amicizie.

-Like how much you wanted anyone but me... Said you'd never come back... But here you are again...-

Prima aveva sempre pensato che dopo Naruto non avrebbe amato nessun altro con tutto il cuore, però ad un certo punto aveva cominciato a credere che, forse, poteva amare ancora qualcun altro.

-'Cause we belong together now, yeah... Forever united here somehow, yeah...-

Lo aveva pensato e ne aveva sofferto, ma questo sentimento non spariva.

-You got a piece of me and honestly... My life would suck without you...-

Ormai era diventato troppo importante e sentire di aver perso anche lui la faceva stare ancora peggio.

-Maybe I was stupid for telling you goodbye... Maybe I was wrong for trying to pick a fight...-

Non era mai riuscita ad accettare questo sentimento, fino all'ultimo, e da brava stupida aveva fatto soffrire tutti quanti.

-I know that I've got issues... But you're pretty messed up too... Either way I found out I'm nothing without you...-

Ma non era solo colpa sua, entrambi si erano comportati in quel modo, negando tutto. Eppure in quel modo si erano avvicinati ancora di più, senza neanche saperlo.

-'Cause we belong together now, yeah... Forever united here somehow, yeah...-

Eppure in quel modo si erano avvicinati ancora di più, senza neanche saperlo.

-You got a piece of me and honestly... My life would suck without you...-

E ora nessuno poteva fare a meno dell'altro.

-Being with you is so dysfunctional... I really shouldn't miss you...-

Perchè anche se lei pensava che non fosse giusto nei confronti del biondo...
-But I can't let you go... Oh yeah...-

Non poteva permettersi di perdere anche lui.

-'Cause we belong together now, yeah... Forever united here somehow, yeah...-

Una lacrima le rigò il volto e la voce si fece più debole e spezzata; ora lo stava guardando.

-You got a piece of me and honestly... My life would suck without you...-

All'improvviso i suoi occhi si posarono sulle due sorelle Amane e perse un battito; perchè dovevano esserci anche loro? Perchè?

-'Cause we belong together now, yeah... Forever united here somehow, yeah...-

Lo guardò ancora una volta; sapeva che quello che le aveva detto Misa non era affatto vero, ma faceva male comunque.

-You got a piece of me and honestly...-

Faceva male... Troppo male...

-My life would suck without you...-

Abbandonò il microfono e corso via, in lacrime; non poteva più reggere tutto quello che stava succedendo. Non poteva più farcela. Sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti uscì più veloce che potè dal locale, diretta verso il parco che piaceva tanto alle sue adorabili bambine; al parco dove aveva sorriso con lui. Vedendola sfrecciare via i due vicini si guardarono per un momento, prima di correrle dietro, Fine e Rein si strinsero preoccupate a Jin e Itachi; il primo si morse il labbro, mentre il secondo rimase impassibile, sperando che, in qualche modo, si arrivasse finalmente alla fine della faccenda. Kilari ghignò soddisfatta e non si trattenne dal ridere di gusto; perfetto... Era tutto perfetto! Salì sul palchetto, schiarendosi la voce e prendendo in mano il microfono.

-Dato che la mia... Collega... Non riesce più a sopportare le luci della ribalta, prenderò volentieri il suo posto-

Ed ordinò di accendere la musica.

-Maybe this time, I'll be lucky... Maybe this time he'll stay... Maybe this time, for the first time... Love won't hurry away...-

Ora sperava di sentirsi bene, già, tutti gli ostacoli erano stati eliminati alla fine, no?

-He will hold me fast... I'll be home at last... Not a loser anymore... Like the last time, and the time before...-

Aveva perso troppe volte, ma adesso...

-Everybody loves a winner... So nobody loved me... Lady peaceful, Lady happy... That's what I long to be...-

Avrebbe avuto il successo, questa volta, e non si sarebbe più sentita come prima; già, sarebbe stata finalmente felice.

-All the odds are, they're in my favor... Something's bound to begin... It's gotta happen, hahaha-happen sometime... Maybe this time I'll win!-

Si interruppe, notando che se ne stavano andando via tutti quanti; strinse il microfono nella mano e gridò loro di fermarsi, quelli le lanciarono un'occhiata, poi, sbuffando, risposero che non volevano sentire affatto lei. Si morse il labbro, urlando contro tutti quanti, che cominciarono ad ignorarla; sentiva le lacrime, ma non poteva permettersi di piangere. Vide che anche le due Amane stavano andando via e le raggiunse, fermandole; le sorelle la guardarono scocciate.

-Che vi prende ragazze? Ormai ce l'abbiamo fatta, che...-

-Non dire stronzate, Yagami! Sas'ke-kun e Light sono andati dietro a quella là!-

Le disse poco garbatamente la rossa.

-Ma... Ma ormai è fatta... Quello che volevamo... Non potete abbandonarmi così... Per quello si troverà una soluzione... Noi...-

Misa sbuffò.

-Noi? Non c'è mai stato un “noi”! Io e Karin ti stavamo solo usando per arrivare a Light e Sasuke!-

La bionda rimase un po' in silenzio.

-Ma... Ma...-

-Niente “ma”! Ora faremo da noi... Andiamo Misa!-

E corsero per raggiungere i due ragazzi; Kilari rimase lì, immobile. Eppure lei ci credeva... Credeva che loro tre... Che loro tre fossero amiche... Perchè? Perchè doveva andarle sempre tutto storto? Lei voleva solo essere felice, eppure...

-Kilari-

Guardò le due gemelline; e ora che volevano anche loro?

-Perchè per tutto questo tempo...-

-...hai trattato male la nostra mamma?-

Le guardò male, rispondendo che non dovevano impicciarsi.

-La nostra mamma...-

-...ti ha forse fatto qualcosa di male?-

Ecco, ora le lacrime non potevano più essere fermate... Lei non si era mai soffermata a pensarlo, non l'aveva pensato di nessuno; le era solo stato insegnato che gli ostacoli andavano eliminati...

-No... Ecco lei...-

-Yagami-

Guardò il ragazzino.

-Tu hai distrutto la felicità di una persona senza neanche sapere il vero motivo...-

Scosse lentamente la testa, le lacrime continuavano a scendere.

-No io... Io...-

Sbuffò.

-Inutile starti a sentire... Andiamo a cercare Sakura... Fine, Rein...-

Annuirono e seguirono il ragazzo fuori dalla caffetteria; la bionda rimase a fissarli. Anche lei aveva sempre desiderato avere delle persone simili al proprio fianco, ma non era mai riuscita ad ottenerle... Non era mai riuscita ad ottenere niente... Strinse i pugni. Era davvero una stupida!

-Uchiha!-

Urlò diretta al moro che stava a fissare fuori con le braccia conserte.

-Se entro una mezz'ora non vedi nessuno chiama la polizia-

E anche lei, come tutti gli altri, se ne andò correndo; Itachi la guardò per un po', poi sorrise. Ora sì che le cose cominciavano ad andare per il verso giusto...

 

La rosa stava seduta su una delle tante panchine, quasi al centro dl parco, e fissava per terra, continuando a piangere; non poteva non farlo. Non sopportava affatto sentirsi così...

-Sakura-

Sussultò nel sentire quella voce e si voltò lentamente verso il proprietario, guardandolo confusa. Non credeva l'avesse seguita... Le si avvicinò, sedendosi accanto a lei, che continuava a guardarlo sorpresa e anche contenta che lui fosse lì...

-Perchè sei scappata via in quel modo?-

Abbassò gli occhi.

-Ecco... Vedi, Light... Il fatto è che...-

E strinse le mani.

-Hai finalmente capito di essere innamorata di Sasuke?-

Puntò di scatto gli occhi verdi su di lui, rossa in viso.

-Ma tu... Come...-

Rise.

-Ci erano arrivati tutti, scema-

Abbassò di nuovo la testa, imbarazzata più che mai.

-Io non avrei mai voluto arrivarci...-

-E perchè?-

Lo guardò di nuovo.

-Perchè Naruto...-

-Sakura, lui avrebbe solo voluto vederti felice... E cercando di negare tutti i tuoi sentimenti non fai altro che farlo sentire in colpa... E fai sentire in colpa anche me...-

Rimase in silenzio, aspettando che continuasse.

-Sapere di... Di aver ucciso una persona che ti era così cara mi fa sentire... Mi fa sentire male ogni giorno della mia vita...-

-Light...-

-Ma vederti sorridere, in qualche modo, riesce a farmi stare meglio... E penso che Naruto provi lo stesso...-

Stette zitta per un poco, poi, sempre continuando a piangere, abbozzò un sorriso e guardò in alto.

-Spero tu abbia ragione...-

-Quindi dì a Sasuke cosa provi-

Arrossì.

-Lo vuoi anche tu, no?-

Annuì debolmente, sempre rossa in viso e lui si alzò.

-Bene, allora vado a cercarlo, dovrebbe essere da queste parti anche lui, tu aspetta qui-

-Grazie...-

La guardò; sorrideva.

-Grazie di cuore, Light-

Sorrise anche lui, per poi allontanarsi; non credeva affatto di sentirsi dire quelle parole e soprattutto da lei. Accelerò il passo; no, non se lo aspettava proprio. La rosa lo guardò allontanarsi; ora si sentiva leggermente meglio... Sussultò spaventata sentendo un rumore dietro di sé e si girò di scatto, ma non vide nessuno; si alzò tremante dalla panchina chiedendosi cosa poteva essere stato.

-Sa... Sasuke sei tu?-

Ma nessuno rispose, si sentì solo un altro rumore.

-Sasuke se sei tu smettila, non è affatto divertente!-

Un altro rumore la fece voltare per la seconda volta, ma, prima che potesse dire qualcosa, le venne tappata la bocca e portata lontana da lì, nel punto più nascosto di quel parco.

 

-Ti ha detto davvero così?-

Light sospirò.

-Sì, sì... Ma è meglio se lo senti dire da lei in persona, non credi?-

Il moro arrossì leggermente; così Sakura aveva detto che lui le piaceva... Non pensava sarebbe mai arrivato quel giorno...

-Ecco dovrebbe essere... M... Ma dov'è finita?-

Sasuke passò lo sguardo dalla panchina vuota al castano.

-Sicuro di non aver sbagliato?-

Sbuffò.

-Mi prendi per scemo?-

-E allora che fine ha fatto?-

-E io come faccio a saperlo? Sono andato a cercare te, idiota!-

Strinse i pugni.

-Bè, magari potevi non lasciarla da sola!-

-Ma che ne sapevo che sarebbe scomparsa!-

Silenzio.

-Ora non ci resta che cercarla... E alla svelta!-

Lo Yagami annuì e cominciarono a guardarsi intorno, sperando che lei spuntasse da dietro i cespugli e, sorridente, gli dicesse che era tutto uno scherzo...

 

Venne strattonata per terra con violenza e gemette dal dolore; ancora non aveva capito chi era stato a farle questo.

-Finalmente siamo faccia a faccia, Haruno-

Sussultò sentendo la sua voce e alzò il viso verso di lei, puntando i suoi occhi verdi sugli occhiali della rossa.

-Amane, ma che...-

-Ti sei divertita a prenderci in giro, eh Haruno?-

Guardò anche l'altra sorella, non capendo cosa stesse davvero accadendo.

-Evidentemente è colpa nostra... Siamo state troppo morbide con te...-

La bionda annuì.

-M... Ma perchè... Che... Che vi ho fatt...-

-Oh, non fare la santarellina!-

Esclamò Misa prendendola per i capelli.

-Per tutto il tempo hai voluto rubare Sasuke alla mia adorata sorellina! Strega!-

-I... Io non ho rubato nessuno...-

Karin tirò fuori un coltellino, avvicinandosi alla rosa.

-Smettila di dire stronzate, puttanella-

Misa ghignò, prendendo l'arma dalla mano della sorella.

-Che bei capelli lunghi hai...-

Iniziò a strusciarci sopra la lama del coltello.

-Chissà che succederebbe se venissero accidentalmente tagliati...-

E una ciocca cadde a terra.

-No... Fe... Ferme vi prego...-

Aveva ripreso a piangere e le due sbuffarono.

-Smettila di fare così, o dovrò tagliarti la lingua!-

E fece scivolare la lama sulla guancia dell'Haruno, ferendola.

-Ti dona, sai?-

Disse malignamente la rossa, Misa, intanto, continuò a tagliarle ciocche di capelli rosa; perchè doveva accaderle questo? Era forse una punizione, perchè aveva capito di amare Sasuke? Perchè... Perchè...

-Sakura!-

Le Amane si girarono scocciate e la ragazza sgranò gli occhi; no... Perchè loro erano lì? Jin la fissava immobile, le gemelle gli stringevano le mani guardando spaventate davanti a loro.

-Jin! Portale via! Portale via da qui!-

Urlò disperata; almeno Fine e Rein non dovevano più subire nulla. Era solo lei a dover essere punita per qualcosa...

-Non credete di andarvene così facilmente, voi-

E vennero bloccati da Karin, che puntava contro di loro la sua fidata pistola; Sakura perse un battito. No, non doveva fare un passo falso... Loro erano diverse da Kilari... Loro avrebbero ucciso veramente...

-Amane, fermati! Sono io che vuoi, no? Ammazza me!-

Ghignò.

-Certo... Ma non avere fretta... Prima voglio farti soffrire e gustare la tua espressione agonizzante...-

E Misa tagliò un'altra ciocca di capelli.

 

Kilari correva a perdifiato, sperando che non fosse successo niente; tsk. Lei che sperava che Haruno stesse bene... Le era davvero andato di volta il cervello... Si fermò un secondo a riprendere fiato, cercando di capire dove fossero le due Amane e la ragazza rosa, ed a un certo punto sentì delle grida; si voltò, titubante se continuare a correre in quella direzione oppure no. Sbuffò, dirigendosi a tutta velocità dove aveva sentito le grida e si fermò alcuni metri prima, cercando di non essere notata. Sgranò gli occhi nel vedere che le sorelle avevano catturato Haruno e gli altri tre; si morse il labbro. Merda. Si allontanò, prese il telefonino e cercò di contattare suo fratello più velocemente possibile; lui e Uchiha dovevano andare a salvarla, dovevano salvare quella ragazza dalla bella voce.

-Light! Dove sei?... Bene, non ti muovere, ti raggiungo immediatamente!-

E riattaccò, dirigendosi velocemente dov'era il fratello assieme al moro; i due la guardarono confusi.

-Che succede adesso?-

Prese fiato per un momento, prima di pronunciare il nome della rosa; Sasuke sussultò.

-Che le hai fatto, maledetta?-

-Niente! Io non... Sono le Amane che...-

Sbuffò.

-E come potremmo crederti? Sei sempre stata tu che...-

-Sasuke-

Si bloccò, guardando male lo Yagami che fissava sua sorella negli occhi.

-Cosa hanno fatto Misa e Karin a Sakura?-

-È difficile da spiegare... Dovete venire voi a vedere, per favore! Dovete aiutarla!-

-Chi ci dice che non sia una vostra trappola?-

Chiese il moro continuando a guardarla male; lei abbassò lo sguardo.

-Ecco... Io...-

-Portaci da lei-

Entrambi si voltarono verso Light, guardandolo confusi.

-Voglio crederti... Portaci da lei...-

E riprese a correre seguita dai due vicini.

 

-Eddai, Haruno, smettila di lamentarti... Potrai rivedere il tuo amato tra poco, non sei contenta?-

Misa rise, rimettendo a posto il coltello; ormai i capelli lunghi della ragazza erano solo un ricordo lontano...

-Haha, non credo affatto che ora Sasuke ti voglia più, così! Sei davvero orribile!-

La rossa ghignò.

-Sai sorellina... Forse dovremmo tagliarle anche la gola... In fondo Sasuke era attratto da questa stupida voce...-

Karin alzò le spalle.

-Ma tanto ora creperà... Quindi non ci dovrà più interessare...-

Ghignarono guardandosi negli occhi e Misa strattono l'Haruno, facendola alzare forzatamente; l'Amane minore puntò la pistola verso la rosa.

-Siamo arrivati al capolinea, Haruno-

Chiuse gli occhi, ancora non la smetteva di piangere; sperava che, almeno così, tutte le sue sofferenze avrebbero avuto una fine.

-Va al diavolo, stronza!-

E premette il grilletto, ma non colpì Sakura; no... Colpì la Yagami che si era parata davanti a lei e che ora giaceva per terra. La guardò in malo modo, chiedendosi da dove fosse sbucata fuori e in seguito sentì le voci dei due ragazzi; sussultò spaventata. Non voleva che Sasuke la vedesse... Così... Non voleva che vedesse come era realmente...

-Tu...-

Diede un calcio alla bionda stesa a terra; il sangue bagnava l'erba sotto di lei.

-Tu... Sei stata tu a causare tutto questo! Tu e la puttanella dai capelli rosa!-

Puntò di nuovo la pistola davanti a sé, contro le due ragazze.

-Dovete solo crepare, maledette!-

-Karin!-

Chiese in malo modo alla sorella cosa volesse e quella la prese per un braccio, trascinandola via, e avvertendola che stavano per arrivare gli sbirri; così si misero a correre via da lì, più velocemente che poterono.

-Kilari!-

L'unica cosa che riusciva a vedere era il volto sfocato dell'Haruno; sembrava preoccupata per lei...

-Kilari, resisti!-

Abbozzò un sorriso, per poi sprofondare nelle tenebre.

 

Così alla fine era... Morta? Tsk. Non credeva certo che sarebbe finita a quel modo... E per proteggere Haruno, poi! Ah! Si era proprio bevuta il cervello... Ma forse... Forse doveva andare così... Aveva sempre fatto del male, a tutti, nessuno escluso, ma sperava lo stesso di poter avere qualcuno accanto; i suoi sentimenti erano leggermente contraddittori... Eppure non poteva farci nulla. Era stato suo padre a renderla così, a isolarla da tutto, a renderla triste... Suo padre... Lei non voleva deluderlo, per nessuna ragione al mondo... Gli voleva bene e la spaventava allo stesso tempo; già, i suoi sentimenti erano proprio contraddittori.

-Kilari!-

E ora cos'era quella voce? L'Haruno l'aveva seguita all'inferno?

-Kilari, apri gli occhi!-

Aprirli? Ma allora non era... Morta? Sentiva che qualcuno stava stringendo la sua mano e riconobbe il calore del fratello. Light... Aprì gli occhi, riuscendo a vedere distintamente il volto del fratello che la guardava contento; quell'idiota aveva persino le lacrime agli occhi... L'abbracciò.

-Ah... Light... Mi stai... Soffocando...-

-Sono troppo contento di vedere che stai bene, Kilari...-

Sbuffò, arrossendo leggermente. Poi iniziò a guardarsi intorno, scrutando quella stanza d'ospedale, finchè non posò gli occhi azzurri su quelli verdi della ragazza che le sorrideva; era, anche lei come il castano, vicino al lettino della Yagami, solo dalla parte opposta del ragazzo. Vedendola s'irrigidì; il fratello smise di abbracciarla.

-Fortuna che non ti è successo niente di grave, Kilari...-

Disse la rosa senza smettere di sorriderle; la bionda socchiuse gli occhi. I capelli dell'Haruno erano tremendamente corti, con qualche ciuffetto più lungo dell'altro; di sicuro la professione di parrucchiera non era adatta a Misa... Sulla guancia destra c'era un cerotto, per tappare il taglio che l'Amane le aveva procurato. Abbassò gli occhi.

-Mi dispiace tanto, Haruno...-

Sussultò, nel sentire che le prendeva la mano; Sakura scosse la testa.

-Non scusarti... Anzi, devo ringraziarti se non fosse stato per te non sarei qui a parlarti... Ti devo la vita, grazie...-

Inspiegabilmente, la Yagami cominciò a piangere, poggiando la fronte al petto della rosa, che cominciò a carezzarle i capelli.

-Mi dispiace, Haruno... Per tutto il dolore che ti ho causato...-

Non disse niente, continuando a carezzarle i capelli.

-Sono stata davvero un mostro con te... Con tutti quanti... Eppure tu...-

La guardò negli occhi.

-Tu sei gentile con me, lo sei sempre stata...-

Si grattò la guancia sinistra imbarazzata.

-Sai, non sono capace di provare odio... Me lo ha insegnato una persona a me molto cara...-

Kilari abbozzò un sorriso, alzando le spalle e sospirando.

-Sei davvero un'idiota...-

Rise, poi allungò una mano verso di lei.

-Allora, da oggi in poi saremo amiche?-

Passò lo sguardo stupita dalla mano alla ragazza, poi si voltò, imbarazzata, e sbuffò.

-Figurati se posso essere amica tua...-

Le prese la mano e Light rise.

-Però posso provare se proprio ci tieni...-

Continuarono a chiacchierare allegramente e i due spiegarono alla piccola Yagami che le due Amane erano ancora ricercate dalla polizia, ma che, per il momento, non avrebbero più creato problemi a tutti loro. Insomma, era finito tutto bene, anche se mancava ancora qualcosa... I due fratelli guardarono l'Haruno.

-E tu e Sasuke?-

Avvampò.

-N... N... Non abbiamo ancora avuto modo di parlare...-

Kilari sbuffò.

-E allora perchè perdi tempo qui?-

La guardò per un momento, poi le sorrise e uscì dalla stanza, per poi rientrare subito dopo.

-E... E se...-

-Cretina! Và o ti distruggo!-

E spaventata richiuse velocemente la porta; la bionda sospirò, per poi sorridere. Ma quanto era scema quella...

 

I due Uchiha erano in sala d'attesa, assieme a Jin e le gemelle. Per tutto il tempo la rosa era stata accanto a Light e sua sorella, dicendo che non poteva permettersi di lasciarla sola, così a loro era toccato aspettare lì. Ogni minuto il moro si voltava sperando di vedere l'Haruno comparire dal corridoio...

-Tutto questo è successo per colpa vostra...-

Guardò in malo modo Jin; quel ragazzino era davvero seccante.

-Vedi di chiudere quella fogna, mocciosetto-

Itachi sospirò; non avevano mica intenzione di litigare anche in un ospedale?

-Sas'ke...-

Guardò la gemella dai capelli azzurri.

-Chibi Sas'ke...-

Jin guardò quella dai capelli rossi.

-Smettetela di comportarvi come dei bimbetti!-

Dissero all'unisono, divertendo l'Uchiha maggiore e stupendo gli altri due, che si guardarono interrogativi.

-Tutto è andato...-

-... bene, più o meno-

Fecero una pausa, per poi sorridere.

-Quindi smettetela di litigare-

E si zittirono, cominciando a fissare per terra, finche una voce non li destò dai loro pensieri. Le bambine abbracciarono la madre che ricambiò la stretta; lei, intanto, lanciava brevi occhiate al moro, ma solo Jin e Itachi sembrarono accorgersene.

-Fine, Rein... Che ne dite di andare a prendere qualcosa da bere?-

Scossero la testa.

-Vogliamo stare con la mamma!-

-Ma...-

-Ma Sakura avrà sete, andiamo a prenderle qualcosa-

Disse il ragazzino, stupendo un poco il moro; le gemelline guardarono la rosa, come per chiedere una conferma e lei disse che Jin aveva ragione. Così i quattro si allontanarono, lasciando soli l'Haruno e l'Uchiha. Rimasero in silenzio, entrambi si fissavano imbarazzati i piedi e nessuno dei due sapeva cosa dire.

-I tuoi capelli...-

Alzò gli occhi verso il ragazzo che aveva cominciato a parlare e inconsciamente si toccò alcuni ciuffi rosa; lui le lanciò un'occhiata, rosso in viso.

-Corti... Ti stanno bene... Davvero...-

Abbozzò un sorriso.

-Grazie...-

Poi si avvicinò a lui, prendendogli la mano e stupendolo un poco.

-Sai Sasuke... Per tutto questo tempo sono successe... Tante, tante cose... Eppure tu...-

Gli sorrise cercando di trattenersi dal piangere.

-Tu non mi hai mai abbandonata-

-Sakura...-

Lei poggiò la sua fronte al petto di lui che le cinse le spalle in una specie di abbraccio

-Mi hai fatto capire tanto...-

Alzò la testa e si guardarono negli occhi, poi lei si alzò sulla punta dei piedi.

-Sakura, cosa...-

E lo baciò, facendo unire le loro labbra; Sasuke chiuse gli occhi per assaporare quel momento, incurante del fatto che suo fratello, Jin e le bambine li stessero spiando. Poi la rosa sentì le mani del ragazzo sulle sue spalle; la allontanò un poco da lui.

-Lo vuoi davvero, Sakura?-

-Come?-

Rimase in silenzio per un poco.

-Sei davvero sicura di voler stare con me? Io...-

Lo baciò a stampo.

-Stupido... Ci ho pensato tanto, sai? E alla fine la decisione che ho preso è questa...-

Le sorrise.

-Però se non ti piace, io...-

La zittì, baciandola.

-Non potevo desiderare di meglio, Sakura...-

E ripresero a baciarsi, sotto gli sguardi soddisfatti dei quattro ragazzi e di Light, che era andato a controllare la situazione. Kilari, intanto, guardava fuori dalla finestra della stanza d'ospedale e sorrideva; dopo tanto tempo aveva ripreso a sorridere e doveva tutto a quella stramba ragazza dai capelli rosa. Non sapeva cose le avrebbe riservato il futuro, ma ormai aveva capito di non essere più sola; ormai aveva degli amici e il successo era soltanto un ricordo lontano...

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Capitolo 25
*** Kilari Centric-Tell me something I don't know ***


 

Kilari Centric - “Tell me something I don't know”

 

Io dovevo essere la migliore, perchè io ero la migliore. Questo è uno degli insegnamenti di mio padre, l'unico che vive ancora dentro di me e brucia come una fiamma viva. Io dovevo sempre dare il massimo, non accontentarmi di stupidi, patetici e minuscoli risultati e eliminare le più piccole e insignificanti seccature. Questo serviva a raggiungere il successo. Questo mi ripeteva sempre mio padre, e questo io mi ripeto ogni mattina. Gli altri non contano, sono solo feccia o, preferibilmente, possibili strumenti da poter usare e poi disfarsi. Gli amici sono solo un ostacolo e bisogna disfarsene quanto prima. Disfarsi, disfarsi...cosa semplice a parole, giusto? Bè, ma tanto quello non era il mio compito, ma quello di mio fratello Light. Fratello...lui non riesce a comprendere a pieno tutto questo. Che stupido...e poi sarei io la più piccola tra i due. Lui ha un animo debole, come quello che avevo io da piccola. Credo che Light desideri che io ritorni così “spensierata” e “felice”...tsk! Io sto meglio così, senza seccature tra i piedi. Solo con lui che fa il lavoro sporco al posto mio e nient'altro. In fondo cosa vorrei avere di più? A volte penso che forse dovrei liberarmi anche di mio fratello, che molte volte mi procura più noie che altro, ma il mio lato debole non me lo permette e, anzi, molto spesso si preoccupa per lui, ha paura che mio fratello possa morire e questo non lo sopporto. Devo riuscire a migliorare questo punto. Forse ci riuscirei con l'aiuto del mio adorato paparino, ma lui...ops! È morto, l'ho fatto uccidere io... Ma, in fondo, è stato grazie a lui che l'ho fatto, lui mi ha fatta diventare così e io desidero ringraziarlo. Anche se, pochissime volte, penso che probabilmente vorrei essere qualcun'altra...

 

All'età di sedici anni non ero ancora conscia di cosa voler davvero fare nella vita, così mio padre decise per me, non curante del fatto che mi andasse bene o meno. A quell'epoca frequentavo il liceo e avevo degli amici; mi ero persino presa una cotta per un mio compagno di classe. Insomma, ero una normale sedicenne, che pensava a tutto, tranne a quello che mi insegnò mio padre nel tempo. Io inizialmente ero una debole, sottomessa al volere di Kuroki e così, quando lui mi disse che dovevo cominciare a frequentare delle lezioni di canto e di ballo non mi opposi; pensavo, anzi, che sarebbe stato divertente. Tsk. Niente di tutto quello che era strettamente legato a mio padre era divertente, ma lo imparai solamente col tempo. Un giorno mi convocò nel suo ufficio e io capii immediatamente il motivo...

-Bu... Buonasera padre...-

Dissi timidamente, non riuscendo neanche a guardarlo in faccia; quell'uomo mi aveva sempre spaventato... Non mi rispose, ma mi lanciò un'occhiata veloce e conserte le braccia. Deglutii, preparandomi alla ramanzina che stava per arrivare.

-Allora Kilari, ho sentito dalla tua maestra di canto che non stai facendo molti progressi-

-Mi spiace...-

No, non era vero; in fondo non m'importava nemmeno...

-E anche quella di danza dice la stessa cosa-

Lo vidi stringere i pugni.

-Mi...mi dispiace padre...-

Si alzò dalla sedia e sbatté le mani sul tavolo; io sussultai spaventata. Speravo tanto che non mi picchiasse...

-Dimmi che me ne faccio delle tue stupidi scuse, eh?-

Cominciai a tremare e della lacrime rigarono il mio volto. Ero davvero debole all'epoca...

-Mi scusi...mi impegnerò di più-

-Smettila di scusarti cretina!-

Perchè? Perchè doveva rivolgermi quelle parole così dure? E dire che era mio padre... Lo sentii sospirare.

-Sai qual è il tuo problema Kilari?-

Scossi lentamente la testa.

-Sei troppo morbida! Ecco cos'è! In questo modo non arriverai mai al successo, lo capisci?-

Si rimise a sedere. Aveva ragione... Eccome se ne aveva...

-Ora và, non farmi perdere altro tempo... Dirò alle tue insegnanti di raddoppiare il numero delle ore di lezione-

-M...ma padre...-

Alzò un sopracciglio.

-Che vuoi ancora?-

Chiese acido.

-Se...se mi raddoppia le ore...non potrò più vedere i miei amici e...-

A quel punto mio padre perse la pazienza, mi si avvicinò e mi tirò uno schiaffo. Mi portai la mano vicino alla guancia dolorante e continuai a piangere ancora di più; non sopportavo affatto quando mi picchiava, mi sentivo ancora più debole e il dolore dentro di me cresceva.

-Razza di stupida, non ti avevo detto che gli amici sono inutili? Per raggiungere il successo devi contare solo su te stesso e non fidarti di nessuno. Ficcatelo in quella specie di zucca, capito?-

Annuii. Mio padre mi tirò un altro schiaffo che fece più male del primo.

-E poi smettila di piangere! Con le lacrime non si ottiene niente!-

Mi asciugai il viso con un braccio, poi lo intravidi indicarmi la porta.

-E ora vattene!-

Non avrei desiderato sentirmi dire altro. Annuii, mi inchinai e mi avvicinai alla porta per uscire; sfreccia veloce via da lì e non badai neanche a mio fratello che mi salutava. Così aveva sentito tutto e ovviamente non aveva agito in mia difesa... Ma dopotutto, come disse mio padre, io potevo contare solo su me stessa.

 

Dopodiché cominciai a comportarmi come mio padre voleva mi comportassi e i miei amici si allontanarono da me; tsk. Amici... Non mi cercarono neanche... Inizialmente pensai che fosse a causa di mio padre, ma scacciai subito quel pensiero; lui era l'unico che mi stava aiutando, perchè voleva che avessi successo, che facessi qualcosa di importante. Mi esercitai giorno e notte per migliorare nel canto e ci riuscii, rendendo soddisfatto mio padre; non chiedevo di meglio. Ritornai, un pomeriggio, nell'ufficio di Kuroki, senza sapere esattamente cosa volesse da me; forse voleva farmi i complimenti... Tsk, non era certo quel tipo di persona, mio padre...

-Mi avete chiamata, padre?-

Chiesi sicura di me; non ero più la ragazzina debole dell'ultima volta. Vedendomi ghignò e mio mi sentii confusa.

-Kilari... Ben arrivata... Sai, volevo parlarti di una cosa...-

-Dica pure, padre-

Rimase in silenzio per un po' prima di continuare.

-Tu sai cos'è il Death Note?-

Rimasi di sasso a quella domanda, lui si era fatto estremamente serio. Io ovviamente sapevo cosa fosse, anche se nessuno me ne aveva mai parlato apertamente, lo avevo scoperto non so neanche bene come... Annuii alla sua domanda e facendolo continuare a parlare.

-Ora voglio che anche tu possa usufruirne-

Sentii una piacevole sensazione pervadermi il corpo; io avrei potuto usarlo... Probabilmente sorrisi compiaciuta, dato che mio padre aggiunse:
-Ma per il momento dovrai riferire a me chi ti sta d'intralcio e non agire di testa tua, siamo intesi?-

Dentro di me ghignai.

-Ma certo padre... Si fidi di me...-

E alla fine mi congedai.

 

Col passare dei mesi dentro di me si crearono nuovi sentimenti, molto simili a quelli di mio padre. La storia del “Death Note” mi allettava moltissimo e desiderai averlo tutto per me, sicura che ormai mio padre non mi fosse più utile; ormai aveva fatto la sua parte e ora doveva solo uscire di scena. Pensai a diversi modi per prendere il quaderno e scrivere su di esso e alla fine ci riuscii; passai l'intera giornata con il cuore in gola, sperando che andasse tutto bene e, fortunatamente, così fu. Il mio stupido fratello mi obbedì e uccise Kuroki; non potei crederci neanche quando lo vidi con i miei occhi. Quando lo trovai immobile nella stanza di mio padre rimasi di sasso; e così l'uomo che mi aveva tormentata non esisteva più... Sentii le lacrime rigarmi le guance e mio fratello che mi guardava sconvolto, quando arrivò la vecchia cameriera cominciai la mia recita. Mi gettai al suo collo.

-Nostro padre...è stato...è stato ucciso...-

Dissi tra i singhiozzi. La donna cercò di consolarmi e chiese cosa fosse successo.

-Ecco...mio...mio fratello...-

Sorrisi dentro di me, cercando di pensare cosa frullasse nella mente di Light.

-Mio fratello ha scovato un ladro in casa e...e ha visto che...che voleva far del male a nostro padre...così...così ha preso la pistola e lo ha...lo ha trovato nello studio di papà...però...-

E cominciai a piangere più forte. In questo modo speravo di apparire distrutta, come ogni figlia che si rispetti.

-Però quell'uomo lo aveva già ucciso...Light ha cercato di colpirlo, ma lui è fuggito...-

La cameriera mi guardò confusa. Probabilmente le riusciva difficile prendere per vere le mie parole... Maledetta serva...

-Ma signorina...è sicura di quello che...-

-Mi dai forse della bugiarda? Ricordati che mio padre è appena morto!-

Dissi alzando la voce e dentro di me ringraziai mio padre, che aveva permesso a tutto ciò di succedere. La cameriera spaventata si allontanò, andando a chiamare la polizia e io e mio fratello rimanemmo soli. Incrociai lo sguardo di Light smettendo di piangere.

-Non credevo che lo avessi fatto davvero Light...-

-Nostro padre ha sempre detto che dovevo obbedire ciecamente a quello che era scritto su quel quaderno...-

Sorrisi soddisfatta della risposta e andai a chiudermi in camera; lì cominciai a ridere istericamente e stranamente ricominciai a piangere. E così era morto... Finalmente...

 

Per mesi l'omicidio di mio padre fu sulla bocca di tutti, com'era logico pensare. Dopo la sua morte molte persone si sentirono più libere e io e Light decidemmo che non era necessario tenere quello stupido canale, così lo vendemmo e il ricavato lo usai tutto io per le mie lezioni. Cambiammo anche cognome, prendendo quello di nostra madre, Yagami. Quando mio fratello mi chiese di volersi trasferire fui d'accordo. Per la mia carriera dovevo visitare molte città e fare provini ovunque. In questo modo andò avanti la nostra vita, girando nelle piccole città e facendo provini. Una sera, io e mio fratello, che avevamo rispettivamente ventidue e ventiquattro anni, ci trovavamo in una specie di pub e vari cantanti emergenti si stavano esibendo; tutto ciò era nauseante. Quando sentii la voce di quella maledetta dai capelli rosa non potei più trattenermi, anche mio fratello ne sembrava incantato...

-Quella ragazza ha del talento...-

Annuì alla mia affermazione, facendomi infuriare ancora di più.

-Eliminala-

Mi guardò confuso; che idiota...

-Lei è l'ostacolo che mi divide dal successo...eliminala Light-

-M...ma...-

Lo guardai gelida.

-Devo forse scrivertelo sul Death Note?-

Mi guardava incredulo, ma alla fine dovette obbedirmi e lei morì. Infine io e Light ci trasferimmo di nuovo, ormai quasi al verde, in una palazzina composta da otto piani. Lì speravo di ottenere quello che volevo... Quello che mio padre mi aveva imposto di volere, ma ogni volta sembravo non riuscirci e mi odiavo, mi odiavo con tutta me stessa. Divenne ancora peggio quando lei ritornò nella mia vita; e io che la credevo morta. Cercai di liberarmene, ma anche mio fratello mi volse le spalle, come tutti gli altri e divenni sola; probabilmente era anche per quello che chiesi l'aiuto delle sorelle Amane. In qualche modo speravo che loro fossero mie amiche, che mi considerassero un'amica... Ma dovetti ricredermi anche su di loro. Non c'era nessuno a quel mondo che era dalla mia parte, che mi sostenesse, che mi sorridesse gentilmente; fu solamente lei, la mia peggiore nemica, la persona che volevo soffrisse più di tutti, Haruno... Solo lei per la prima volta mi trattò come avevo sempre voluto che mi trattassero gli altri e, stranamente, ne fui davvero felice...

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