A strange Marauders' story

di Loony Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Treno ***
Capitolo 2: *** Evans e Mocciosus ***
Capitolo 3: *** Il terzo ***
Capitolo 4: *** L'ultimo e il primo ***
Capitolo 5: *** Primo giorno ***
Capitolo 6: *** Odio e pericolo ***
Capitolo 7: *** Interrogatorio (più o meno) ***
Capitolo 8: *** Luna ***
Capitolo 9: *** Lupo ***
Capitolo 10: *** Idee ***
Capitolo 11: *** Test e torture varie ***
Capitolo 12: *** Dialogo fra tre persone più una ***
Capitolo 13: *** Povero Pet! (scherzo) ***
Capitolo 14: *** Lord Voldemort ***
Capitolo 15: *** Sfida accettata ***
Capitolo 16: *** Fratelli ***
Capitolo 17: *** Tempi duri e Malandrini ***
Capitolo 18: *** La calma spezzata ***
Capitolo 19: *** Fratelli e Tartufi ***
Capitolo 20: *** Cani, Gufi e Specchi ***
Capitolo 21: *** Che gli scherzi ricomincino! (ok ho preso da Hunger Games) ***
Capitolo 22: *** Cervo ***
Capitolo 23: *** Speciale Marmellata ***
Capitolo 24: *** La talpa ***
Capitolo 25: *** Voldemort è con me ***
Capitolo 26: *** Convivenze ***
Capitolo 27: *** Pasqua a casa Potter ***
Capitolo 28: *** La mamma (parte 1) ***
Capitolo 29: *** La mamma (parte 2) ***
Capitolo 30: *** Ricordi di neve ***
Capitolo 31: *** Una coda è per sempre ***
Capitolo 32: *** Luna Piena ***
Capitolo 33: *** Sfoghi ***
Capitolo 34: *** La grande cretinata di Sirius ***



Capitolo 1
*** Treno ***


- E mi raccomando Sirius, non parlare con gli Sporcosangue, bada che Narcissa ci avviserà se succede.- questa era mia madre che mi ripete ciò che mi sta dicendo da quando sono nato.
- Sì madre.- questo sono io che rispondo esasperato alla vecchia megera razzista.
- Ricorda che tua cugina ti aspetta a Serpeverde, e anche noi.- questo invece era mio padre in uno dei suoi rari momenti di attenzione per me.
Salve, mi chiamo Sirius Black, della nobile e antichissima, nonché razzista e snob, casata dei Black, e odio esserlo.
Fin dal giorno della mia nascita sono stato educato all’odio contro i Babbani e i Nati Babbani, mi hanno insegnato che essi hanno rubato la magia ad altre persone e mi hanno ripetuto fino allo stremo che i Purosangue sono superiori a tutto e tutti; così facendo credo cercassero di farmi diventare uguale a loro in tutto e per tutto, come mio fratello Regulus d’altra parte, peccato che con me abbia avuto l’effetto contrario: non sopporto nessuno di loro e gli unici parenti che riconosco di avere sono Regulus e mia cugina Andromeda che l’estate scorsa è scappata con il Nato Babbano Ted Tonks.
Ah dimenticavo, io non disprezzo per niente i Babbani, anzi!
- Sirius hai capito? Sali sul treno ora!- mi dice mia madre, la cara Walburga.
Obbedisco e salgo, ma solo perché me li voglio levare di torno.
- Sirius! Vieni qui! Puoi stare nello scompartimento con me e i miei amici.- esclama Narcissa che, lo so per certo, mi accoglie nel suo gruppo solo perché glielo ha ordinato zio Cygnus, se fosse epr lei sarei rimasto a Grimmauld Place per tutta la vita.
- No grazie, Cissy, sto da solo.-
Lei annuisce e se ne va sollevata: come avrebbe potuto spiegare al sua amatissimo Lucius che suo cugino non era cresciuto con lo stampino come lei?
Mi avvio alla disperata ricerca di uno scompartimento vuoto e miracolosamente lo trovo, uno spazio tutto mio da non dover dividere con nessuno, dove non dovrò stare a sentire i rimproveri o le “perle di saggezza” dei miei parenti!
Solo che questa insperata libertà non dura a lungo: dopo circa dieci minuti di gioia, entra un ragazzino con dei capelli neri sparati in tutte le direzioni, fanno quasi paura!
- Ciao!- esclama- E’ libero? Be’, direi di sì.- conclude senza neanche sentire la mia risposta.
- Veramente sono tutti occupati.- rispondo io secco.
- Tutti? Ma quanti amici hai? No, non ci credo: vuoi solo mandarmi via ma non mi schiodo.-
E’ pazzo o cosa? Risponde da solo alle sue domande! Santo cielo; quasi, quasi preferivo stare con Narcissa.
Bleah! Cosa mi fa pensare?!
- Io sono James Potter comunque, e tu?-
Aspetto che si risponda ancora da solo, ma visto che non proferisce parola(questo è un miracolo) decido di accontentarlo: - Sirius Black.-
- Black? Mia madre è tua parente. Si chiama Dorea.- risponde il pazzo.
- Sì, la conosco: è la zia di mia madre.-
- In che casa vuoi andare?-
E questo che diavolo centra?- Non ne ho idea.- rispondo, sincero perché non ho la minima intenzione di diventare una serpe.
- Niente Serpeverde eh! Chi è amico del grande James Potter non può esserlo.-.
- E da quando sarei tuo amico?-
- Da adesso, è chiaro.- risponde James con un sorriso complice che, per qualche strano motivo, ricambio.
E’ questo essere amici?

Angolo autrice
Non uccidetemi, vi prego!
Volevo solo tentare di fare una storia sui miei adorati malandrini!
Se avete abbastanza pietà da recensire, vi prego fatelo!


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Capitolo 2
*** Evans e Mocciosus ***


Io e Sirius stiamo ancora ridendo della scenetta di poco fa.
- Ooooh, andiamo via Sev: questi due non ci capiscono.- dice Sir melodrammatico imitando la voce della rossa.
- Ma certo, tutto per te mio tesoro!- ribatto io, dopo di che scoppiamo a ridere.
- Mocciosus! Come ti è venuto?- chiedo a Sirius.
- Dal profondo del mio cuore.- risponde lui.
Dopo di che continuiamo a ridere per almeno cinque minuti; poi mi viene in mente una cosa: -Sirius, davvero tutta la tua famiglia è stata a Serpeverde?-
- Ti piace rovinare tutto?-
- Esatto.-
- Comunque, sì. E sono quasi sicuro che ci finirò anch’io.-
- Ti ho detto di no: tu verrai con me a Grifondoro.-
- Cosa te lo fa dire?-
Prima che io possa rispondere, nello scompartimento si riaffaccia la rossa, non avevo notato quanto fossero belli i suoi occhi: -Ho dimenticato qui la mia borsa.- dice con aria stizzita, è evidente che non avrebbe mai voluto tornare qui.
- Tieni pomodorina.- dice Sir con un sorriso.
- Divertente. Ti vengono al momento?- chiede lei- Comunque mi chiamo Lily Evans; imparatelo.-
- Certo Evans, tieni.- le dice Sirius con un sorrisetto.
- Senti- dico io- puoi dire al tuo amico che ha lasciato dell’olio qui.-
- Olio?-
- Quello che è colato dai suoi capelli.-
Lei non risponde e se ne va con aria altezzosa, appena è uscita scoppiamo a ridere.
- Olio! Ahahah mitico Jamie!- ride il mio amico, al sua risata somiglia ad un latrato.
Poi decide di ritornare serio e, come solo un idiota sa fare, rincara la dose:- Senti, cosa facciamo se io vado a Serpeverde? Non alzare gli occhi al cielo James! Seriamente: sei il primo amico che io abbia mai avuto e se finisco tra le serpi?-
Ma quanto è cretino?! - Sirius Black…- comincio.
- Veramente sarei Sirius Orion Black: mi hanno dato il nome di mio padre.- precisa lui.
- Grazie di aver ammazzato il discorso.-
- Di nulla.-
- Comunque, Sirius Orion Black tu la devi smettere, chiaro? Tu sarai un Grifondoro punto e basta. Se no non saresti il mio migliore amico.-
- Ci conosciamo da tre ore James, come faccio ad essere già il tuo migliore amico?-
- Lo sei, è ovvio.-
Sirius alza gli occhi al cielo, ma cos’ha? E’ ovvio che sia il mio migliore amico: altrimenti come potrei capirlo al primo sguardo?
Non è colpa se lui è ignorante e io sono un genio mandato in terra per istruirlo.
- Comunque, dove si era seduto Mocciosus?- chiedo inaspettatamente.
- Lì, perché?-
- Per isolarlo: potrebbe essere radioattivo.- spiego.
Dopo di che ci mettiamo a ridere così tanto che comincia a farmi male la pancia; ovviamente a rovinare tutto rientra la rossa, ops: la Evans: -Scusate, ma il mio amico e molto seccato con voi.-
- Che sei, la sua gregaria?- chiede Sir.
- Lui non voleva che venissi, ma io sono arrabbiata con voi e sono abituata a dire le cose in faccia.- ribatte lei.
- O forse volevi ancora bearti della nostra vista…- la provoco io.
Lei mi guarda ancora con quei suoi occhi incantevoli animati da una luce bellicosa e la fetta di torta che aveva in mano mi sbatte in faccia; poi si allontana.
- Ahahah, James! Sei bellissimo!- ride Sirius mentre io cerco di ripulirmi la faccia.
- Buona però, è alla crema.-
- Fa assaggiare.-
Decisamente, questa torta è molto meglio degli zuccotti di zucca, senza togliere nulla alla signora del carrello, chiaro.
Guardo un attimo fuori dal finestrino e la vedo: -Guarda Sirius! Hogwarts!-
Ci incantiamo ad ammirare il castello che risplende di mille luci.
- Come sarà lì dentro?- chiede Sirius sognante.
- Fantastico.- rispondo.
E lo credo davvero.

Angolo autrice
Come avrete capito, la narrazione dei capitoli sono divisi tra Sirius e James.
Volevo avvisarvi che non dirò nulla sullo smistamento dei Malendrini, ma se volete leggerli tutti anche quelli di Piton e Lily, andate qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=645658&i=1 per Lily
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=656730&i=1 per Piton
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=658300&i=1 per Sirius
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=659967&i=1 per James
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=660777&i=1 per Remus
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=663060&i=1 per Peter.
Vorrei anche ringraziare UzKaNt, NickiSun, Milka e DetectiveMary per le loro meravigliose recensioni.
Irishgirl.

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Capitolo 3
*** Il terzo ***


- Primo anno! Da questa parte!- sta dicendo un Prefetto in questo momento, li trovo davvero noiosi e spero di non avere mai un amico Prefetto.
Io e James ci avviamo dietro a lui lamentandoci della sventura che ci è toccata ad avere la Evans come Grifondoro, ovviamente sapendo che lei è davanti a noi e può sentirci benissimo.
All’improvviso sentiamo una risatina e ci giriamo a vedere un ragazzino biondo con tante cicatrici di cui non ricordo il nome, ma a quanto pare James sì, infatti chiede: -Remus Lupin?-
- Sì.- risponde lui sorpreso.- Come lo sai?- chiede.
- Ho ascoltato lo Simstamento.- ora che mi ricordo, in effetti James era un po’ distratto mentre quel ragazzo veniva smistato.
- Oh, scusate…- cerca di allontanarsi Remus ma io lo fermo: -Dove vai? Stavamo parlando con te!-
- Stavo.- precisa James e io lo guardo male.
- Vuoi continuare a fare il pignolo o vogliamo finire?- chiedo sarcastico.
- Colpa mia se tu sbagli?- mi rimbecca lui.
- Non sono io che sbaglio, sei tu che precisi.-
- Preciso perché tu sbagli.-
- Io non sbaglio pignolo.-
- Tu sbagli idiota.-
Mentre stiamo parlando Remus continua a sghignazzare interrompendoci e contagiandoci con la sua risata che suona eccessivamente allegra per la sua aria scarna e triste.
- Oh, oh , oh. Siete, siete magnifici, spiritosissimi.-
- Grazie Remus- risponde James- ma temo che abbiamo perduto gli altri.-
Ci guardiamo intorno e constatiamo che, solo per questa volta, James ha ragione e il gruppo di Grifondoro è andato avanti e noi siamo fermi in un corridoio sconosciuto la prima notte della nostra vita ad Hogwarts; mi viene da ripensare alle parole di mia madre: “Non combinare guai e stai sempre con Cissy, non vogliamo lettere.” E ho una voglia tremenda di infrangere ogni regola presente in questo castello.
Ovviamente, James sta pensando la stessa cosa perché chiede a Remus: -Tu la ricordi la parola d’ordine?-
- Sì, è Kneazle perché?-
- Perché dovrai tenerlo a mente per tutta la serata dato che noi non andremo alla torre di Grifondoro, non subito almeno.- risponde lui mentre io ghigno e annuisco allo stesso tempo.
- State scherzando vero?!- chiede Remus scandalizzato.
- Tu non venire se vuoi, dopotutto ci conosciamo da un quarto d’ora.- ribatto io.
- Io non…oh, al diavolo.- si arrende Remus.
- Dunque, mio padre mi ha detto che ci dovrebbe essere un vecchio Magonò che fa il guardiano e ha una gatta che è come una figlia. La rapiamo?- propone James.
- Certamente: non mi sono mai piaciuti i gatti.- asserisco io.
E lo penso davvero, li trovo irritanti: graffiano, soffiano, lasciano peli in giro…li odio.
- Ma è illegale!- protesta Remus.
- Ti direi di andare, ma sei l’unico che sa la parola d’ordine e quindi devi rimanere con noi.- gli risponde James.
Remus sospira e si rassegna a seguirci nella nostra ricerca della gatta che continua per quelle che ci sembrano tre ore durante le quali Remus cade cinque volte, James sveglia diciassette quadri e manda un certo Sir Cadogan a cercare una fantomatica Idra ingannandolo, e io urto continuamente le armature.
Ovviamente stiamo facendo apposta; io e James almeno.
- Remus, i tuoi piedi sono fatti di carne o di burro?- chiedo esasperato dopo l’ennesima caduta.
- E’, è che non sono abituato ad infrangere le regole: a casa mi hanno insegnato a rispettare sempre tutto e tutti.-
- A casa mia mi hanno insegnato che tutti i Babbani sono malvagi.- commento io.
- Mia madre è Babbana.- risponde Remus e io mi scuso subito mentre James aggiunge per sdrammatizzare: -A casa mia, invece, hanno provato ad insegnarmi qualcosa ma hanno rinunciato quasi subito.-
L’effetto è immediato: io e Remus ci mettiamo a sghignazzare rumorosamente attirando le attenzioni dell’ambito animale che si presenta soffiando e fissandoci con i suoi malvagi occhi gialli.
Istintivamente mi avvio verso la gatta ma quel guastafeste di Lupin mi prende per un braccio e mi trascina via tenendo James dall’altra parte e, vedendo come lo guardiamo, si affretta a spiegare: -Ho sentito dei rumori, forse era Gazza. Non voglio finire in punizione la prima notte: do già troppi dispiaceri ai miei per fargli arrivare una lettera la stessa sera in cui sono partito; al massimo tra cinque mesi.-
- Cinque?- osserva James- Allora dovremo essere bravissimi e silenziosi per non farci beccare. Fortuna che ho il mio mantello.-
- Quale mantello?- chiede Remus sospettoso.
- Un mantello dell’invisibilità…- rivela James causando reazioni diverse: io sono entusiasta mentre Remus è leggermente scandalizzato, quel ragazzo ha seri problemi.
Intanto siamo riusciti a sgattaiolare fino all’entrata della Torre senza essere scoperti, l’unico problema è riuscire a svegliare la Signora Grassa che sbadigliando, ci dice: -Vi sembra l’ora di rientrare per dei primini? Sono le due di notte, è tardi e domani vi dovrete svegliare presto.-
- Kneazle.- dice Remus.
- Sul serio, ragazzi, è tardissimo e non siete abituati ad alzarvi presto, farete tardi a lezione.- continua lei imperterrita.
- Kneazle.- ripeto io, stufo della ramanzina.
- Qui le regole sono più severe di quelle che…- dice lei, ma James non ne può più e dice rabbioso: -Senta signora, se non vuole che facciamo tardi a lezione ci faccia entrare senza storie! Kneazle!-
La donna borbotta qualcosa come: “Maleducati” e “Cent’anni fa gli studenti non osavano neanche…”.
Entriamo in Sala Comune e ci sediamo sui pouf che sono meravigliosamente morbidi dopo una giornata passata sui sedili duri del treno, sulle panche della Sala Grande e a correre per il castello; ma non posso dire che sia stata una giornata sprecata: ho trovato un fratello e un amico in sole quindici ore.
- Allora Rem, è stata così terribile la serata?- chiedo sbadigliando.
- B-be’, è stata…strana e…- comincia lui.
- E piantala! Si capisce che ti sei divertito. Non fare il guastafeste.- lo interrompe James guadagnandosi tutta la mia ammirazione.
- Andiamo a dormire? Ho un po’ di sonno.- sbadiglio.
- Noooooo. È troppo presto.- protesta James ma la maggioranza vince e riusciamo a trascinarlo in camera dove troviamo un ragazzino grasso che dorme ma ci penseremo domani.
Chissà come farò a svegliarmi…

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Capitolo 4
*** L'ultimo e il primo ***


- Sirius…-
Russa.
- Sirius!-
Continua a russare.
- Sirius, se non ti svegli ora giuro che ti butto un secchio d’acqua in faccai!-
Io ridacchio facendo segno al ragazzino grassoccio di ieri sera che si è appena svegliato di tacere; lui annuisce e si siede sul letto a guardare la scena con me.
È quanto di più comico abbia visto in vita mia: io e Remus ci siamo svegliati incredibilmente in orario, ma Sirius non ha dato segno di vita fino ad adesso.
In questo momento, Remus sta cercando di svegliare il mio migliore amico che, in risposta, continua a russare sonoramente; ho fatto in tempo ad andare a lavarmi e vestirmi mentre Rem cercava inutilmente di svegliarlo.
- SIRIUS!- urla il mio amico ormai spazientito.
- Posso?- chiede l’altro ragazzo.
Remus annuisce infastidito e il ragazzo agisce: toglie il cuscino a Sirius e gli dà uno schiaffetto vicino alla bocca; incredibilmente, il bello addormentato si sveglia di botto mugugnando e va di filata in bagno.
Remus boccheggia e balbetta rivolto al ragazzino: -M-ma c-come…-
- Con mio cugino funzionava.- dice lui- Comunque io sono Peter Minus.-
- James Potter, - rispondo io, - quello che è andato in bagno è Sirius Black e il mezzo pesce si chiama Remus Lupin. Ti abbiamo svegliato?-
- No, tranquilli. Sono contento che ci siate anche voi: temevo di dover dormire da solo.- sorride Peter.
Sirius esce, o meglio si trascina, fuori dal bagno, e comincia a vestirsi.
Remus si spazientisce, prende qualcosa dal suo baule e va in bagno; poi esce e reggendo quello che si scopre essere un secchio, getta l’acqua dentro ad esso in faccia a Sir che si sveglia improvvisamente e si rende conto di essere ad Hogwarts con noi.
- James, Remus, tizio.- saluta.
- Peter.- precisa lui.
- Peter.- ribatte Sir.
- Aaaah! Sirius copriti per carità!- esclamo io perché, a quanto pare, il caro Black ha deciso che tutti debbano venire a conoscenza di ogni parte del suo corpo.
Lo mando in bagno a calci, poi Peter fa la domanda più ovvia del mondo: -Ma, esattamente, dove eravate ieri sera?-
- A portare il nostro messaggio.- rispondo io convinto mentre Remus arrossisce e diventa di una tonalità più rossa di un pomodoro.
- Come?- chiede Peter confuso.
- Capirai…- dico misterioso.
- Sì, capirà se arriviamo in tempo per la colazione.- ribatte Remus, guastafeste.
Trasciniamo Sirius fuori dalla porta e scopriamo che siamo i primi grazie alla Signora Grassa che, stupita, ci dice: - Ma come avete fatto? È prestissimo!-
- Siamo ragazzi dalle mille sorprese.- rispondo io.
Ci avviamo verso la Sala Grande, io e Sirius con un ghigno enorme e Rem con gli occhi bassi, non capisco perché si vergogni: ciò che abbiamo fatto è pura arte!
Avvicinandosi alla stanza, vediamo una piccola folla di Corvonero e Serpeverde che spingono per avvicinarsi ad un punto vicino alla parete; intuendone la causa, io e Sir ci guardiamo con un’espressione maligna.
- Io me ne vado…- dice Remus cercando di svignarsela ma viene trattenuto da Sirius tra le occhiate confuse di Peter.
- Sinceramente Rem, tu hai dei seri problemi.- gli dice.
- Non sai quanti Sirius…- mormora Rem, ma prima che io possa chiedere qualsiasi cosa, una ragazza fa un urletto e la folla si dirada consentendo anche al nostro nuovo acquisto di vedere il frutto della nostra genialità.
Mrs. Purr è appesa al muro per la coda grazie ad una fune, è totalmente dipinta di giallo, rosa e verde; ha in testa un cappello da giullare che tintinna ogni volta che si muove e sotto ha scritto in vernice rossa: "We are here, you are damned! ", la nostra firma.
- S-siete stati voi?- bisbiglia Peter.
- Come ti sembra?- chiede Sirius.
- Geniale!-
Io e il mio migliore amico, ci guardiamo con un ghigno malefico stampato in faccia.
- Gli direte che siete stati voi?- chiede Peter cogliendoci di sorpresa; in effetti non ci abbiamo pensato: ci facciamo scoprire o no?
Se dicessimo tutto, ci metterebbero in punizione; cosa che, se fosse per me e Sirius, non sarebbe un problema, ma Remus ha promesso ai suoi che non avrebbero ricevuto lettere e i miei genitori mi hanno detto che se avessi osato combinare guai non sarei mai più uscito di casa fino ai diciassette anni e avrei ricevuto un’istruzione privata.
Non lo posso permettere: se io non ci fossi più, Sirius sarebbe costretto a rimanere solo con Remus che, ne sono sicuro, lo trasformerebbe in un super secchione, e non potrei insegnare a Peter la nobile arte del combina guai!
D’altro canto, se non diremo a nessuno che siamo stati noi, come faremo a raccogliere gloria e punizioni?
Non so proprio decidermi, quindi mi rivolgo a Remus che ho deciso di eleggere a mia coscienza.
- Mmm, secondo me dovremmo lasciar stare, alemno per ora. Ti prometto che fra cinque mesi potremo farci riconoscere.- consiglia lui.
Io e Sir ci guardiamo dubbiosi: cinque mesi? Cosa si fa per un amico…
- Va beh, andiamo. Stanotte vieni anche tu, vero Pet?- dice Sirius.
- Che vuol dire stanotte?- chiede Rem scandalizzato, ha decisamente dei seri problemi.
- Vuol dire che stanotte si replica, chiaro?- spiego io facendo sbiancare il mio amico.
La Sala Grande è quasi vuota: siamo effettivamente tra i primi.
A poco, a poco, i ragazzi affluiscono e una ragazza bionda coi riccioli si mette davanti a npoi fissando Sirius con aria adorante.
Per nostra sfortuna, la Evans arriva poco dopo e si siede vicino all’altra guardandoci irritata: - Mary? Possiamo spostarci?- chiede sottovoce alla sua amica.
Evidentemente, lei non è d’accordo perché la guarda male e sussurra qualcosa alle orecchie dell’altra che arrossisce e mi guarda, io la fisso a mia volta perdendomi in quegli occhi di smeraldo; dopo un po’, lei si volta verso la sua amica e le dice furente: -Neanche per sogno Mary! Mai e poi mai!-
- Che, vuoi finire con Severus?- ribatte la bionda.
- Sarebbe mille volte meglio.- borbotta lei in risposta.
- Stai scherzando!- dice Mary a occhi sgranati- Preferisci mister Olio?-
La Evans la guarda con gli occhi socchiusi, ma prima che possa dire alcunché, io preciso: -Mocciosus.-
- Come?- chiede Mary spostando l’attenzione su di me.
- Il suo amico, si chiama Mocciosus.- spiego.
- Già, James ha ragione: rende più l’idea.- si intromette Sirius; Remus e Peter sono rimasti in silenzio a guardarci, il primo vergognoso e il secondo adorante,
La bionda scoppia in una risatina da oca mentre la Evans si alza e se ne va dopo aver mangiato solo un po’ di bacon.
- Ma che le hai chiesto?- chiedo alla bionda che ci mette un attimo a distogliere l’attenzione da me e Sirius e mi risponde: -Oh, niente d’importante…-
Dopo qualche minuto, Remus, o coscienza vedete voi, ci annuncia che è ora di andare a lezione e passando accanto al tavolo di Serpeverde noto la Evans che parla con il suo amico: ma cosa ci trova in Mocciosus?

Angolo autrice
Il titolo sta per l’ultimo Malandrino e il primo scherzo o giorno, è a libera interpretazione.
La frase sta per: “Noi siamo qui, voi siete dannati.” Perché con loro in giro non avranno un attimo di pace.

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Capitolo 5
*** Primo giorno ***


- Prima ora: Storia della Magia; poi Incantesimi; a seguire Trasfigurazione; poi grazie al cielo pranzo; dopo pranzo due ore di Pozioni e per finire una di Difesa contro le Arti Oscure.- legge Remus.
- Perfetto: l’ora migliore non c’è…oh quanto amo volare… - sospira James.
- Quale ora, Volo?- chiede Peter impaurito- Io soffro di vertigini.- ammette vergognoso.
- Io adoro volare, sono assolutamente il migliore.- si intromette James.
- Certo, sta tranquillo…- mormoro io beccandomi uno schiaffo sulla nuca.
Arriviamo nell’aula di Storia della Magia e noto che l’insegnante è un fantasma, ciò potrebbe rivelarsi interessante.
Quando arriviamo ai banchi, io e James ci sediamo vicini automaticamente lasciando gli altri due in piedi a guardarci: -Siete davvero…- mormora Remus; ma si arrende e, scuotendo la testa, si siede dietro di noi accanto a Peter.
Siamo gli ultimi ed è una fortuna che il professore non ci abbia detto nulla, ma quando inizia a parlare, sospetto che non gli interessi proprio di noi: parla con una voce che fa dormire meglio di un sonnifero e mi chiedo come facciano Remus e altri tre studenti a tenere la testa alzata; Peter ha la testa che ciondola sul banco mentre James dorme già della grossa.
Per quanto riguarda me, sto combattendo contro me stesso per non crollare dalla sedia e non cominciare a russare davanti alla classe e non posso sopportarlo: devo cominciare a crearmi una reputazione; di casinista s’intende.
- Sir…- mi chiama James.
- Cosaaaaa?- sbadiglio io.
- Quanto manca?-
- Remus quanto manca?-
Lui guarda il suo orologio e dice: - Venti minuti. Interessante vero?-
Io e James ci guardiamo e appuriamo per l’ennesima volta che il nostro amico ha problemi molto gravi.
Finalmente la lezione finisce e il fantasma se ne va senza darci alcun compito per fortuna.
Saluto una di Corvonero che prima ha cercato di abbordarmi e mi allontano, sono un mito: ho solo undici anni!
Il professore di Incantesimi si rivela essere un nanetto di nome Vitious che ci insegna uno strano incantesimo di levitazione: Wingardium Leviosa.
Remus c’è riuscito subito, preceduto solo dalla Evans che si sta dimostrando essere più secchiona di lui; James, incredibilmente, c’è riuscito abbastanza presto mentre io e Peter stiamo ancora cercando di far muovere le piume davanti a noi.
- Per te come hanno fatto?- mi chiede Peter.
Io mi limito ad alzare le spalle e sto zitto.
Finalmente finisce anche quest’ora e ci avviciniamo sempre di più al pranzo; ora tocca a Trasfigurazione tenuta dalla professoressa McGranitt, donna inquietante che sa trasformarsi in gatto accendendo in me la curiosità verso gli Animagus.
Comincia insegnandoci un incantesimo di base per trasformare le tazzine da caffè in passeri, o almeno per farci provare: dico io, come si fa il primo giorno di scuola a trasformare una cosa inanimata in un passero?
- Complimenti signor Potter, il miglior risultato della classe.- commenta la professoressa attirando la mia attenzione e quella di Remus che è di nuovo di fianco a me: la tazza di James ha le piume e le ali.
Perfino la Evans è stupita e James se ne accorge, infatti le indirizza un ghigno malefico mentre due ragazze di Tassorosso, che è la casa con cui siamo in coppia questa lezione.
- Ma come?- chiede Remus sbigottito.
James continua a sogghignare con aria strafottente e dice l’incantesimo rivolto alla tazzina di Remus a cui spuntano immediatamente le piume che spariscono poco dopo.
Lupin continua a scuotere la testa, da quello che ho capito di James, però, non è né studioso, né molto zelante quando si tratta di scuola, perciò posso capire lo sbigottimento di Remus.
- Ha un talento naturale.- commenta Minnie.
- Grazie professoressa. Mia madre dice che è l’unica cosa che so far bene, oltre a combinare guai e volare, è cambiare le cose.- rivela James.
La professoressa gli rivolge uno sguardo sospettoso e chiede: - Conosce il gatto del signor Gazza? Mrs. Purr?-
- Ne ho sentito parlare.-
- E sa per caso come mai è stata appesa davanti alla porta della Sala Grande?-
- Dovrei?-
- Non lo so, me lo dica lei.- questa professoressa è un fenomeno, dovremo stare attenti.
- Non amo i gatti ma non farei una cosa del genere.- anche James non è male, mente con una naturalezza incredibile; lo stimo incredibilmente in questo momento ma lui non lo saprà mai.
- Interessante. Deciderò di crederle anche perché non amo molto i non amanti di gatti.- risponde Minnie con un sorriso agghiacciante.
Torna ad esaminare i lavori degli altri alunni che, però, sono molto distratti dalla conversazione appena avvenuta e lei deve richiamarli per avere la loro attenzione.
James da un veloce sguardo per tutta la classe soffermandosi sulla Evans, me e Peter; poi torna a guardare la tazza di Remus la quale ha semplicemente cambiato colore.
- L’ha detto davvero tua madre quello?- chiede Peter timidamente.
- Certo. Credi che avrei osato mentire ad un professore?- chiede James con un’indignazione così falsa che per poco noi tre non ci mettiamo a ridere.
Alla fine dell’ora, durante la quale solo James, Remus e la Evans, che ha trasformato il manico in una minuscola codina.
Ci avviamo verso la Sala Grande con me che sfrego il pugno sulla testa di James per punirlo per essere stato secchione e lui acconsente; purtroppo, constatiamo che la gatta è stata liberata e il custode, un uomo gobbo e arcigno che abbiamo intravisto l’altra notte, fissa tutti gli studenti con aria truce.
Quando gli passiamo davanti, lui si avvicina a Remus e gli consegna una pergamena, lui impallidisce e comincia a leggere rilassandosi ad ogni parola.
- Mia madre. Ha deciso di scrivermi dopo la colazione ma si è dimenticata che io non ho un gufo, quindi, a quanto pare, ha deciso di farmi arrivare le lettere tramite Silente. Valla a capire…- ma con la voce piena di affetto che ha, l’ultima affermazione perde qualsiasi senso di minima offesa.
- Uao. Interessante.- commenta Peter con l’attenzione rivolta totalmente al cibo che c’è sulla tavola; devo dire che lo capisco.
Arriviamo al tavolo e io mi tuffo sul pasticcio di rognone, mentre Peter preferisce il roast beef, James si riempie di cornish pasty e Remus ci guarda schifato prendendo con molta calma, patate arrosto e pollo.
- Emus ce pobbemi hi?- chiede Peter sputando pezzi di roast beef ad uno schifato Remus.
- Molto delicato.- commenta una ragazza con i capelli neri passando davanti a noi.
- Parole sante Dorcas.- commenta Mary McDonald passando davanti a noi.
- Mary.- saluta James – La tua amica Evans?-
- Che ti importa? Comunque Lily è con Severus.- dice evidentemente infastidita, a quanto pare non approva molto quest’amicizia.
James annuisce pensieroso, come suo migliore amico, trovo che questo suo interessamento per una ragazza è un po’ anomalo e insano.
- Peter, andiamo. Ti assicuro che la cena arriverà presto.- sta dicendo Remus cercando di convincere il nostro grasso amico a lasciare i dolci del pranzo.
Lui lo guarda con uno sguardo dubbioso ma si arrende quando Remus annuisce e James lo trascina via con il mio aiuto.
Durante le successive due ore di pozioni, la Evans ha la sua rivincita su James: il professor Lumacorno, che a mio dire sembra un tricheco, non fa che lodare la pozione della rossa da tutta l’ora.
- Oh signorina, questa è la miglior pozione Pepata che abbia mai visto! Qual è il suo nome?-
- Lily Evans.- risponde lei timidamente; al suo fianco, Mocciosus la guarda con quello che credo sia orgoglio.
- Evans? È per caso la figlia del celebre Carter Evans, il produttore delle Comet?-
- Veramente sono, cioè, i miei genitori sono Babbani.- ammette lei scatenando le risate dei Serpeverde e l’irritazione di Mocciosus, James la fissa immobile.
Il resto dell’ora passa in un lampo con Lumacorno che continua a lodare la Evans per le sue straordinarie doti, nate pur con le sue modeste origini; bastardo razzista.
Di Difesa non mi rendo neanche conto, occupato come sono ad evitare che James faccia qualcosa di incredibilmente stupido, cosa che vista la sua faccia, è molto probabile.
- Jamie? Ci sei?- gli chiedo quando siamo in Sala Comune solo io e lui perché Peter si è attardato a cena con Rem che gli tiene compagnia.
- Sì, sì. Pensavo.- non gli dico niente perché, da buon amico, capisco che non mi voglia dire nulla e lo rispetto.
Nel silenzio della Sala Comune, popolata solo da studenti che fanno i compiti, cosa che, fortunatamente, a noi non hanno dato, prendo la lettera la cui intestazione è:
Hogwarts.
Sirius Orion Black.
Sala Comune di Grifondoro.
Da Walburga e Orion Black.



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Capitolo 6
*** Odio e pericolo ***


Sirius,
io e tua madre siamo molto delusi dalla tua condotta: nessun Black avrebbe mai osato finire in quella casa rinnegata.
Perfino tua cugina Andromeda, che abbiamo cancellato dall’arazzo a proposito, era andata nella nobile casa di Serpeverde.
Vogliamo pensare che quello che è accaduto, sia stato uno sbaglio del Cappello Parlante e per questo manderemo una lettera al professor Silente per pregarlo di mandarti nella casa giusta per un Black.
Se hai qualcosa da dirci, per scusarti magari, mandaci indietro questo gufo con una lettera chiara e concisa preferibilmente, perché non abbiamo molto tempo.
Tuo fratello Regulus ci chiede di mandarti un saluto; Bella ti raccomanda di non dare confidenza né ai Sanguesporco, né a quelli della tua casa e manda un saluto a Cissy.
Orion Black

Queste parole ci vengono lette con tono sprezzante da un Sirius irato e nervoso; in effetti, suo padre non si è neanche degnato di firmare “papà” o al massimo “tuo padre”.
Ha messo pure il cognome, come se Sir non sapesse chi sono i tuoi genitori!
- Sirius…- prova a dire Remus.
- Rem.- lo fermo io: l’espressione di Sirius la dice lunga su come la pensi.
Sirius sospira e dice: - Che ne dite? Cosa gli scrivo?-
- Beh, questo è complicato.- dico io.
- Qualcosa devo dirgli.-
- Forse potremmo scrivere ciascuno qualcosa.- propone Peter.
In effetti è una buona idea, ma perché l’ha avuta lui e non io? Questo è inconcepibile.
Comunque acconsentiamo tutti e cominciamo a scrivere.
- No James! Non copiare!- protesta Remus.
- Uh come sei pignolo!- protesto io, e torno a scrivere.
Alla fine, i risultati sono i seguenti:
Remus; Cari genitori,
la vostra lettera mi ha molto turbato e mi sembra orribile che voi pensiate queste cose di me.
Vi prego inoltre di capire che le decisioni del Cappello Parlante non sono sindacabili.
Quindi vi consiglio di non disturbare il professor Silente che sicuramente, non farebbe nulla; dite a Regulus che ricambio i suoi saluti.
Sirius

Voto: 3 - - (Sirius ha detto che non stava scrivendo al Ministro della Magia)
Peter; Mamma, papà,
perché mi dite queste cose? Io vorrei solo essere accettato da voi e che mi voleste bene.
Voi siete le mie figure di riferimento e vorrei solo ricevere un po’ di sostegno; ovviamente, se per voi è un problema, lascio stare.
Vostro figlio Sirius.

Voto: 1- - - (Sirius l’ha buttato quando ha letto “mamma e papà”)
Io; Genitori,
quello di cui mi accusate è leggermente idiota.
Se siete così cretini da pensare che mi importi di ciò che pensate di me, sono io che mi vergogno di essere vostro figlio.
Ora, saluto Regulus e, soprattutto, Andromeda perché ha avuto la presenza di spirito di rinnegare la famiglia degenere che siete.
Cordialmente (più o meno) Sirius.

Voto: 6 – (a Sirius piaceva ma ha detto che non aveva voglia di farsi cruciare a Natale)
- Ok, grazie per avermi fatto ridere ma il problema rimane.- dice Sirius dopo che abbiamo finito di leggere.
- Tranquillo,- consiglia Remus – dopo una buona dormita, tutto sarà più chiaro.-
Guardo l’orologio e constato che, in effetti, è abbastanza tardi e se non stiamo facendo qualche scherzo, è tutto tempo sprecato.
È incredibile come voglia bene a questi ragazzi pur conoscendoli da a malapena due giorni, Sirius poi è quasi un fratello.
Oddio: mi sto trasformando in una quindicenne in crisi! Li odio.
Un rumore mi sveglia nel cuore della notte e vedo Sirius che scrive grazie alla luce di una candela; mi avvicino e lui mi dice: - Leggi e dimmi.-
Genitori,
non voglio il vostro giudizio o, tantomeno, la vostra approvazione: io faccio le mie scelte.
Grifondoro è una casa magnifica ed è la mia.
Sapete meglio di me che il Cappello non sbaglia mai e non osate mandare una lettera a Silly perché tanto non farebbe nulla, al contrario di voi lui è intelligente.
Cruciatemi se volete, non mi importa.
Vi chiedo solo di lasciar stare Andromeda e di non raccontare nulla di cattivo su di me a Regulus, mio fratello non se lo merita.
Sirius.

- Bellissima.- è la mia sentenza.
- Grazie, ne sono orgoglioso.- risponde lui sorridendo.
- Sei sicuro si stare bene?- gli chiedo un po’ preoccupato dalla sua espressione.
Lui mi guarda e ride sommessamente: - Sembri una madre preoccupata Jamie!- esclama.
- Ehi! Al massimo un fratello!- protesto io.
- Ok. Mi sta bene.-
Annuisco e torno a dormire perché sto per crollare, dopotutto sono le quattro di notte; mi sdraio sul letto e crollo senza neanche vedere se Sirius va a letto o da qualche altra parte.
Il mattino dopo, scopro che Sirius è andato a spedire la lettera nottetempo ed ora è totalmente rilassato; a colazione, il professor Silente si alza e dice: - Ragazzi, ieri abbiamo assistito ad un scherzo spet…- si interrompe vedendo l’espressione della McGranitt- cioè, notevole. Vorrei che i fautori, o il fautore, del danno fatto a Mrs. Purr, la gatta del signor Gazza, si presenti alla professoressa McGranitt entro questo pomeriggio; in caso contrario, parleremo con chiunque presenti la minima caratteristica sospetta. Buon appetito e assaggiate il bacon: oggi è eccezionale!- aggiunge.
O è un genio, o la persona più pazza che conosca; prima che possa decidere, Remus mi anticipa e mormora: - È l’uomo più saggio che il mondo avrà mai.-
- Perché?- chiede Peter curioso.
- Gli devo moltissimo.- risponde.
- Davvero?- chiedo io.
- Sì.- dice e sembra che stia per aggiungere qualcosa , poi si rende conto che lo stiamo ascoltando e tace.
Uscendo dalla Sala Grande, Remus chiede un po’ preoccupato: - Che facciamo? Lo diciamo?-
- Dipende: - dico io - se accetti che i tuoi ricevano una lettera prima dei cinque mesi concordati okay, per me è la stessa cosa.-
- Prima avrei detto di dirlo, ma dopo la lettera che gli ho spedito se ricevessero una lettera a Natale non si limiterebbero a cruciarmi.- dice Sirius.
- Quindi alla fine l’hai spedita.- conclude Peter e Sir annuisce in risposta – Comunque io preferirei di no: non tornerei dalle vacanze. Non tutto intero perlomeno…- mormora poi Minus.
- Perciò no. - concludo io.
- Già. Se Minnie chiede qualcosa, noi non abbiamo fatto nulla chiaro?- aggiunge Sir.
Ci stringiamo le mani tutti e quattro contemporaneamente.
- Che ne dite? Per i patti usiamo questa stretta?- propone Remus.
- Cosa siamo, una setta?- dico io.
- Beh, più o meno.- ammette Rem – Ma ora andiamo in classe prima che la McGranitt…
- Minnie.- lo correggo io.
- Minnie – sospira lui – s’insospettisca.- conclude.
Seguiamo il consiglio di Remus e andiamo in classe; abbiamo ancora Trasfigurazione, quindi Minnie che continua a fissare noi quattro, specialmente me e Sir, il quale continua a farmelo notare, ridacchiando.
Dopo cena, Silly ci manda una missiva in cui chiede a me e Sir di andare nel suo studio tra un’ora; Remus continua a dire che se prendono noi, vuole venire anche lui mentre Peter non dice nulla.
Alla fine riusciamo a calmarlo accettando ciò che dice, però quando usciamo Sirius mi chiede: - Io non metterò in mezzo né Remus, né Peter. E tu?-
- Neanche io, scherzi?- rispondo io scandalizzato: come può pensare che metterò in mezzo degli amici.
- Potter, Black;- ci dice la voce di Minnie – seguitemi.-

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Capitolo 7
*** Interrogatorio (più o meno) ***


- Salve signor Black.-
- Professor Silente.- rispondo io leggermente a disagio perché l’espressione di quest’uomo è tutt’altro che sospettosa o arrabbiata: il preside sembra addirittura…divertito!
- Come sta?- chiede lui sorridente.
- Ehm, bene…-
- La stessa risposta del signor Potter. Mi sembra che vi vogliate molto bene, sbaglio?-
- Beh, è mio amico.-
- Già.-
- Posso farle una domanda?- chiedo intimorito.
- Certamente.-
- È normale che faccia commenti sui miei amici o succede in tutti gli interrogatori?- ok, ora sono sfacciato.
Lui ridacchia aumentando il mio già incredibilmente alto nervosismo: - In realtà è una mia abitudine.- confessa.
- Oh. –
- Ora, lei e il signor Potter centrate qualcosa con lo scherzo arrecato a Mrs. Purr?-
- James cosa le ha detto?-
- Che, nella remota possibilità che sia stato lui, l’avrebbe fatto sicuramente da solo. Un soggetto…interessante.- commenta il preside.
Quell’idiota…si era detto che avremmo lasciato fuori solo Remus e Peter.
- L’avete deciso insieme? Che si prendesse la colpa solo lui?- chiede il preside curioso ma, in qualche modo, dolce.
- A parte il fatto che non abbiamo fatto nulla,- puntualizzo- comunque, se avessimo qualche
colpa, James avrebbe deciso da solo. Io non mi tiro indietro.-
- Sei un vero Grifondoro.- commenta Silly facendomi sussultare: prima di venire qui, non avrei mai pensato che il mio nome potesse essere associato a parole come amico o, addirittura, Grifondoro.
- Lei è un Black molto raro. Purtroppo ho potuto avere come studenti solo altri tre Black simili a lei: Cedrella, Alphard e sua cugina Andromeda. Tutti studenti che ho molto ammirato per la loro forza di volontà; sono certo che lei li onorerà.- mi dice facendomi ammutolire: conosceva zio Alphard? Il mio mitico zio? Quest’uomo è un grande.
- Ehm, grazie.- rispondo perché non so proprio cosa dire; ma non dovrebbe chiedermi qualcosa riguardo alla gatta?
- Allora, tornando al tema iniziale: perché lei, il signor Potter e, suppongo qualcun altro, avete giocato quel brutto tiro a Mrs. Purr?-
- Perché crede che siamo stati noi?-
- Perché né lei, né il suo amico avete negato di averlo fatto.- risponde e la sua genialità mi colpisce in pieno – E’ anche mia modesta opinione che non l’abbiate fatto da soli. Trovo però ammirevole il fatto che non vogliate coinvolgere anche chi vi ha aiutato.-
- Questo vuol dire che avremo una punizione o che ci lascerà andare?- chiedo d’impulso, salvo rendermi poi conto di aver appena confessato.
Silente mi fa un sorriso che dice: “Tranquillo: ti puoi fidare.”; il che mi terrorizza perché non ho mai ricevuto un sorriso del genere: quante scoperte si fanno in tre giorni!
- Significa che per questa volta chiuderò un occhio: era uno scherzo notevole per dei primini. Avvisi anche il signor Potter.- mi dice.
Io esco e, probabilmente, ho un’espressione preoccupante perché James mi guarda terrorizzato.
- Il verdetto?- chiede impaurito.
- Liberi!- esclamo io ed esulto insieme a Jamie; veniamo però interrotti da Minnie che ci porta rigidamente in Sala Comune; sono solo le dieci.
Quando torniamo in camera scopriamo con piacere che Remus ha fatto anche i nostri compiti.
- Ehi, grazie Rem. - dice James sorpreso.
- Figuratevi. Vi hanno fatto qualcosa?- risponde lui preoccupato: ecco, se Jamie è un fratello lui potrebbe fare la madre ansiosa.
- Assolutamente nulla. Silente ha tutta la mia stima.- dichiara James e io mi associo.
- Però, siete stati fortunati.- commenta Peter.
- Prego, abili e furbi.- lo correggo io.
- Certo, come vuoi.- dice Remus e si butta sul letto; io vado in bagno ma dalla porta aperta riesco a sentire la discussione tra Peter e James.
- Come è stato?-
- Forte: ha continuato a farmi domande sulla mia vita ma senza essere invadente.-
- Ti ha chiesto altro?-
- Perché non mi piacessero i gatti; ho risposto che non capivo cosa ci potesse essere di bello in masse di pelo che girano per casa e ti inondano il divano di peli o ti graffiano. Mi ha consigliato di non dire queste mie “considerazioni” a Minnie.-
- Perché?-
- L’hai visto o no quel gatto a Trasfigurazione?-
- No.-
- Ah già che eri in ritardo! Quella donna è un’Animagus.-
- Sì?-
Peter deve avere un’espressione un po’ spaesata perché Jamie sospira e spiega: - Una persona che si sa trasformare in un animale.-
- Oooh.- dice Pet – Senti, ma quanto ci sta Sirius in bagno?-
- E che ne so? Magari ha qualche problema.- e si mettono a ridere.
Allora faccio una cosa che ho imparato in questi tre giorni e che mi sono ripromesso di non fare mai.
- Remy,- dico uscendo – ti hanno preso il cioccolato.-
Vedo le facce dei due insinuatori diventare pallide di terrore e quella di Remus affiorare da sotto le coperte con un’espressione furente.
Improvvisamente James e Peter si trovano bersagliati da una marea di cuscini che Rem ha trovato chissà dove e che ora alza grazie all’incantesimo di levitazione; è incredibile come abbia imparato ad usarlo in così poco tempo, oppure è la rabbia: Bellatrix mi ha detto che la rabbia amplifica la potenza, ma Dromeda afferma che fa perdere il controllo della bacchetta; dato che della prima non mi fido molto, ho sempre tenuto fede alle parole della mia cuginetta preferita.
Certo, se Remus sapesse che la barretta di cioccolato alle nocciole gliel’ho fregata io, sarei morto ma fortunatamente non lo sa nessuno.
- No! R-remus non si-siamo stati nnnoi!- ansima James da sotto la cascata di piume – E’ stato Sirius!-
Gelo; come ha fatto quel cretino a scoprirlo? Oh mamma! Ecco dov’era quello stupido mantello!
Prima che quel mangia-cioccolato mi uccida, recupero un resto di Cioccorana nel mio cassetto e glielo lancio addosso.
Lui si placa un po’ e torna nel suo letto sgranocchiando il dolce; mi guardo intorno e vedo che gli altri due si sono infilati sotto le coperte, ci vado anch’io e mi addormento.
È passata circa una settimana e James e Peter sono, apparentemente, tranquilli, una notte però, vengo svegliato da un rumore vicino al mio letto circa alle quattro ma intorno a me non c’è nessuno; riesco a sentire solo un ridacchiare sommesso e torno a dormire.
Il mattino dopo, Remus non deve fare lo spettacolino di ogni mattina per svegliarmi, perché ci pensa una risata sghignazzante, la risata di Jamie.
Apro gli occhi e noto una scena, dal mio punto di vista, raccapricciante: James sghignazza rumorosamente, Peter ridacchia timidamente e Remus scuote la testa ma la cosa inquietante è che tutti e tre guardano me!
Mi alzo e li fisso, poi seguo il loro sguardo e noto che sia il mio pigiama, sia il baldacchino del mio letto, sono dipinti di argento e verde; in particolare sul mio pigiama c’è il disegno di un’enorme serpente.
Provo un terribile istinto omicida sedato solo dal pensiero che sono un po’ troppo giovane per finire ad Azkaban, però nulla mi vieta di vendicarmi leggermente per cui prendo il punto debole di James;
quindi dico semplicemente: - Carino Jamie, ma il verde è un po’ sbiadito e il logo di Serpeverde è troppo lungo.-
E la risata cessa bruscamente perché James detesta essere chiamato Jamie, ma soprattutto odia che qualcosa che ha fatto venga sminuito.
Gli tendo la mano e dico: - Patta?-
- Patta.- acconsente lui.
- E Peter?- chiede Remus ricevendo un grazie silenzioso dal nostro grassoccio amico.
- Già, scusami Pet. Per te…ce l’ho!- esclamo e prendo del formaggio che sta nel mio cassetto da circa tre giorni e glielo lancio.
Lui lo divora e mi guarda adorante.
- Ragazzi – comincia Remus – che ore sono?-
- Le…- risponde Peter e poi caccia un urlo – Maledizione, siamo in ritardassimo! Non c’è più tempo per la colazione dobbiamo filare!-
- Oh merda! Sbrighiamoci!- esclamo io.
Corriamo a lezione e, mentre James si prodiga in una lunga spiegazione al professore per il nostro ritardo che fa ridere tutta la classe, Remus arrossisce guardandosi i piedi e, suppongo, pregando di sparire all’istante e Peter guarda Jamie ammirato; realizzo di aver trovato degli amici e penso che a pranzo Narcissa troverà una sorpresina nella sua zuppa…

Angolo autrice
Ehilà! Non parlo molto eh? Comunque sono qui per chiedervi se Silly mi è uscito bene o un po’ OOC… (risposte sincere per favore)
Inoltre vi avviso che questo è l’ultimo capitolo del primo anno; ne faccio sette per ogni anno, quindi, se non ho sbagliato i calcoli e questo e possibilissimo, dovrebbero venirmi fuori 49 capitoli.
Un numero accettabile no?
Un bacio.
Irish
P.S.
Sirius mi ha detto di avvisarvi che Cissy non mangerà più zuppa per il resto della sua vita dopo lo scherzetto che gli hanno combinato ( James proprone di fare santi gli Elfi Domestici) e ringrazia UzKaNt per essere una sua fan sfegatata.

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Capitolo 8
*** Luna ***


- James sbrigati! Facciamo tardi!- urla il mio migliore amico riferendosi alle selezioni di Quidditch che abbiamo sognato per tutto l’anno scorso.
Io mi congedo da una Tassorosso molto carina e mi avvio verso il campo di fianco a Sirius; quando arriviamo, sono appena cominciate le selezioni per i Cacciatori, che a noi non interessano minimamente: Sirius vuole fare il Battitore, e io diventerò il Cercatore.
- Quanto ci vuole?- mi lamento io dato che dopo i Cacciatori sono passati ai Portieri.
- Boh. Comunque è interessante…- commenta Sirius guardando intensamente la nuova Cacciatrice di Grifondoro.
- Già…-
Ci interrompiamo sentendo il Capitano, un certo Logan Baston, che dice: - Ora tocca ai Battitori, vi ricordo che ne stiamo cercando uno solo perché l’altro c’e l’abbiamo già.- dice accennando ad una ragazza robusta di fianco a lui.
- Sei pronto?- chiedo a Sirius: ora anche lui come me ha una sola possibilità.
- Quando mai non lo sono stato?- risponde lui ostentando la sicurezza che non ha.
- Beh, - dico per calmare la tensione – quando Lumacorno ti ha chiesto l’effetto della pozione Polisucco, quando Gazza ti ha beccato a febbraio del primo anno, quando Peter ti ha chiesto di suggerirgli durante gli esami dell’anno scorso,…-
- Ok Jamie. Hai reso l’idea.- mi interrompe lui e si defila prima che gli possa fare qualcosa per aver usato quello stupidissimo soprannome.
Sir è davvero bravo e infatti supera gli altri e diventa il nuovo Battitore facendo un piccolo gesto diretto all’odiato Matthew Brown, suo nemico da anni.
Ora tocca a me.
Il Capitano fa partire una pallina che è stata stregata per essere veloce e sfuggente almeno quanto il Boccino e tutti i Cercatori partono.
Aah, adoro l’aria sul viso e la sensazione di poter avere vertigini senza averle veramente.
Mentre alcuni si fermano e si guardano intorno e altri si muovono lentamente per il campo, io mi allontano velocemente e faccio tre giri veloci prima di vedere il luccichio bianco della pallina che sfreccia accanto a un aspirante Cacciatore.
Mi tuffo verso la palla e lei sfreccia verso l’alto un attimo prima che la prenda, scatto in su un secondo prima di schiantarmi contro il suolo e portare con me il ragazzo, l’unico problema è che ora anche gli altri l’hanno visto e gli sono alle calcagna; mi tengo alla larga dalla folla e faccio il giro largo.
La pallina è lì davanti a me, tendo la mano e stringo le dita attorno a lei immaginando di toccare il metallo freddo e gratificante del Boccino d’oro; da sotto sento l’urlo di gioia di Sirius e gli applausi degli altri.
Scendo e Baston mi stringe la mano congratulandosi con me per l’entrata in squadra; poi comunica a tutto il resto dei ragazzi i giorni e gli orari degli allenamenti, poi ci lascia andare.
- Siamo in squadra!- annuncio entrando in Sala Comune dove ci sono solo Remus, Peter e la Evans che si limita a darci un’occhiata irritata di sfuggita per poi tornare alla sua pergamena che suppongo sia il tema di Pozioni.
- Bravi! Ora finite i compiti.- ribatte Remus.
- Uffa Remus! Se l’anno scorso siamo riusciti a passare gli esami studiando con il nostro metodo, un motivo ci sarà!- si lamenta Sirius e io aggiungo: - Già. E poi avevi promesso che oggi ci avresti fatto i compiti!-
- Ehm, già…non posso stasera mi spiace.- mi risponde lui esitante.
- Ma che diavolo fai ogni mese?- si ribella Sirius.
- V-veramente mia nonna si sente male e mamma mi ha chiesto di andare ad assisterla.-
Annuisco e faccio segno a Peter e Sirius di tacere perché se Rem dice il vero, sua nonna deve aver trovato una magia per resuscitare dato che una è morta tre mesi fa e l’altra l’anno scorso.
- Adesso devo andare, finite il tema.-
- Ma non sappiamo neanche da dove cominciare!- protesto io – Lo sai che una volta alla settimana non studiamo perché ci aiuti tu!-
Remus fa una smorfia, poi si guarda intorno e chiede: - Lily, li potresti aiutare tu?-
La Evans alza lo sguardo e lo fissa ostile e sorpresa, credo che sia anche l’espressione mia e di Sir, mentre Peter che ha un disperato bisogno di aiuto in Pozioni la guarda speranzoso.
- Che vai blaterando Rem?!- chiedo io scandalizzato, credo sia la prima volta che io, Sir e la Evans siamo d’accordo su qualcosa.
- Beh, Lily – oh mio Dio la chiama Lily!- sì James, la chiamo Lily,- ma mi legge nel pensiero?- Esatto,- continua lui imperterrito- dicevo che Lily è molto più brava di me in quella materia no?- aggiunge rivolgendosi alla rossa.
Lei lo guarda con astio e dice: - Se proprio devo farlo, solo Minus.-
Peter è salvo e sta per impazzire dalla gioia, però questo non va bene perché se sbaglio anche questo compito, Luma mi manda a fare ripetizioni e io non ho la minima intenzione di passare i pomeriggi su un calderone caldo e puzzolente.
- Ma Evans carissima! Come puoi nella tua infinita bontà lasciare me e Sirius soli alla deriva!-
- Mmm…direi che posso.- risponde lei – Minus, sbrigati. Non ti farò copiare e stasera ho un impegno con Mary ed Emmeline.-
- Ok.-
Visto che la rossa sta andandosene con Peter al seguito, gioco la mia ultima carta: - Senti Evans, se io e Sirius non prendiamo almeno una O in quel tema Lumacorno ci manderà a fare ripetizioni, e l’unica abbastanza brava da darci ripetizioni sei tu. Vuoi davvero passare i pomeriggi chiusa in una stanza con noi due?-
Lei si blocca neanche le avessero rifilato un Petrificus e si volta con una luce omicida negli occhi.
- Sbrighiamoci.-
Io e Sir ci guardiamo esultanti: ripetizioni evitate.
Purtroppo, la Evans è un’insegnante molto meno paziente di Remus ed è una vera tortura il suo aiuto, credo che l’unico che sta bene sia Peter perché la ragazza con lui è molto dolce: a quanto pare a capito che ha qualche problemino a concentrarsi.
- Io e Pet abbiamo finito. Ci vediamo in camera Jamie!- annuncia Sirius andando di sicuro nelle cucine e lasciandomi solo con la mia seconda acerrima nemica (il primo è ovviamente Mocciosus).
- Allora, Potter, ehm…vogliamo finire?- mi chiede la Evans dopo qualche minuto.
- Certo. Che diavolo di effetto ha la Pozione Singhiozzante?-
- Ragiona: il suo nome ti dovrebbe dare un indizio.- mi suggerisce lei.
- C’entra col singhiozzo?- provo.
- Esatto, ora: visto che le pozioni in genere hanno un effetto che coincide con la volontà di chi le fa, che effetto avrà?-
- Lo fa…passare?-
- Oh! Bravo. Ora finisci il tema e in fretta perché ho solo cinque minuti.-
Scrivo velocemente e sistemo tutto, mentre me ne sto andando, mi giro e, con un misto di repulsione e imbarazzo, le dico: - Ehm, Evans…grazie per l’aiuto.-
Lei mi guarda interdetta e borbotta un “di nulla” per poi filarsela dalle sue amiche; andandosene mi urta il braccio che comincia improvvisamente a formicolare, è una sensazione abbastanza piacevole.
Vado nella Sala Grande che è piena di gente, ma non vedo nessuna testa riccia scura o liscia e bionda quindi immagino che Sirius e Peter siano in camera.
- Alleluia James! La Evans ti ha torchiato?-. mi accoglie Sirius.
- Zitto sono malinconico.- gli rispondo e in effetti è vero: non riesco a togliermi di testa la Evans e la sensazione sul braccio non scompare.
- Secondo voi dove è andato veramente Rem?- chiede Peter.
- Boh.- gli risponde Sirius – secondo te?- chiede rivolto a me.
- E io che ne so? Avete notato che scompare ogni mese?-
- Certo che sì. È proprio di questo che stiamo parlando se non l’hai notato.- mi dice Sirius.
- Sì? Scusate. La luna è proprio piena oggi vero?- osservo, ma che diavolo mi succede?
- Certo Jamie, come il mese scor- Sirius si interrompe di colpo e chiede: - Ragazzi, quando c’è stata la luna piena il mese scorso.-
- E io che ne so? Pet, tu hai un calendario lunare?- rispondo io, che ha in mente Sirius?
- Certo.- risponde Peter e lo tira fuori dal cassetto del suo comodino.
Sirius controlla velocemente quando c’è stata la luna piena a settembre, poi afferra la pagina dell’anno scorso e continua a sfogliarla.
Lo vedo sbiancare lentamente e, un po’ preoccupato, gli chiedo: - Sir, che succede?- poi mi arriva un’illuminazione e prendo il calendario; il mio sospetto viene confermato.
- Remus sparisce ad ogni luna piena.- dico dopo qualche istante.
Sirius mi guarda e conferma il mio sospetto: - E’ un lupo mannaro.-

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Capitolo 9
*** Lupo ***


È passata una settimana da quando abbiamo scoperto il “problema” di Remus e ancora non gliene abbiamo parlato; anche perché stiamo ancora cercando di studiare il problema e capire se è tutto vero.
Per questo ci stiamo anche affidando alla mia prodigiosa memoria.
- 5 settembre, 4 ottobre, 1 o 2 novembre…-
- 2.- si intromette James
- 2, 2 dicembre…gennaio?-
- Mi pare il 30.-
- Giusto, poi era bisestile quindi…29 febbraio, 29 marzo, 28 aprile, 28 maggio e poi…26 giugno!- esclamo trionfante.
- Perfetto!- esclama il mio migliore amico.
Ma a giudicare dalla faccia di Peter, lui trova essere un Lupo Mannaro tutt’altro che perfetto.
Probabilmente anche Jamie la pensa così, perché si affretta a spiegare: - Peter calmati. Non sono entusiasta del fatto che Rem sia…cioè, abbia un problema, ma è nostro amico. È questo che importa.-
Peter è ancora dubbioso, ma credo che anche lui sia rimasto colpito dall’energia di James; fino ad ora non avevo ancora capito quanto lui tenesse alla nostra amicizia.
- Cosa facciamo?- chiedo.
- Glielo, glielo dobbiamo dire?- chiede Peter esitante; non capisco: non avrà mica paura di Remus!
- Ovvio! Al massimo ci prenderà in giro per il resto dell’anno. - dice James cercando inutilmente di sdrammatizzare.
Con tempismo perfetto, Remus entra in camera e ci guarda stranito: - Cosa sono quelle facce?-
- Ehm, Remus…ti dobbiamo parlare.- esordisco io.
- Ditemi.-
- Ci sediamo? Ci sediamo.- propongo io.
- Ragazzi che succede?- chiede Rem un po’ preoccupato.
- James ti spiegherà tutto.- non oso guardarlo dopo questa affermazione perché non so se ha creato quell’incantesimo di cui mi stava parlando, quello che uccide con un solo sguardo.
Comunque, lui prende un respiro profondo e cominciò: -. Allora, noi abbiamo fatto una ricerca…non fare quella faccia Rem se no, non riesco a continuare.-
Remus si toglie dal viso quell’espressione sbigottita che ha assunto alla parola “ricerca” e gli fa segno di continuare.
- Dunque, ehm…noi abbiamo notato che sparisci una volta al mese e…-
- Sì, ma c-c’è sempre un motivo!- lo interrompe Remus che, noto soltanto ora, è diventato pallidissimo.
- Rem, se quello che ci racconti ogni volta è vero, tua nonna dovrebbe essere già morta e risorta; ora fammi continuare.- la voce di James è carica di calma glaciale ma gli tremano le mani – Tu sparisci sempre ogni volta che c’è la luna piena.- a queste parole, Remus ha cominciato a stringere convulsamente il materasso sul quale è seduto, e la sua pelle sembra fatta di neve.
- Quindi, e se sto per dire una cretinata puoi metterti a ridere e prenderci in giro per tutto l’anno e oltre; ma se ciò che ti sto per chiedere è vero, ti prego di dirmi la verità, ci sei?-
Remus annuisce lentamente e James continua.
- Remus…- qui si interrompe e mi lancia uno sguardo supplichevole che viene però smorzato dalla mia occhiata terrorizzata – Rem…tu sei per caso un…L-Lupo Mannaro?-
Silenzio. Nessuno si muove, l’unico che fa un movimento è Remus che prima apre la bocca come per dire qualcosa, poi la richiude, annuisce e se ne va.
Credo che Peter stia per avere un infarto, mentre io sono qui che boccheggio perché non posso pensare che il tranquillo e pacato Remus, una volta al mese si trasformi in un mostro che obbedisce solo all’istinto.
- Dov’è andato?- la domanda di James mi giunge lontana, come se fosse a migliaia di chilometri lontano da me invece che seduto sul letto a destra del mio.
- Non lo so. – rispondo.
- Lo cerchiamo?-
- Ovvio.-
Lasciamo Peter disteso sul suo letto a boccheggiare; non c’è tempo per gli isterismi, dobbiamo trovare Remus.
- Tu cerca nella Sala Grande e nelle aule del primo piano, io vado al secondo e al terzo. Non può essere andato lontano.-
- D’accordo ma, Jamie?-
- Sì?-
- Perché se ne è andato?-
- Perché mi sono dimenticato di spiegare il fatto che, nonostante il suo problemino, siamo comunque i suoi amici. Mi sono dimenticato di puntualizzarlo e lui ha ovviamente pensato che lo stessimo scaricando o odiando per questo.-
- Quel cretino. Certo che lo vogliamo ammazzare, ma perché non ce l’ha detto!- borbotto io.
James annuisce con una smorfia di disappunto e scuote la testa come se il fatto che Remus abbia equivocato sia una cosa inconcepibile.
Andiamo al setaccio di tutto il castello senza trovare nulla, e ci rincontriamo nella Sala d’Ingresso dopo tre ore, ringraziamo il cielo che sia la domenica di Hogsmeade.
- Ma cosa ci manca?! Sono andato perfino nel centro della Foresta Proibita!- mi lamento.
- Un giorno mi spiegherai come si fa a tornare vivi da là dentro. Comunque, cosa ci manca?- chiede James ansioso.
Ad un certo punto, gli arriva un’illuminazione e si catapulta su per le scale con me al seguito.
Saliamo tantissimo finché non arriviamo alla Guferia; James apre la porta lentamente e mi fa segno di fare piano, il motivo lo capisco quando entro: Remus è in un angolo che mette una lettera alla zampa di un gufo.
- Che fai?- gli chiede James.
Lui sussulta e lo fissa con rabbia, tristezza e paura.
- Dico ai miei che devo tornare a casa.-
- Perché? Manca più di un mese alle vacanze di Natale.- ribatte Jamie con l’aria innocente che è la sua specialità.
- Come, non salti di gioia?-
- Perché dovrei?-
- Be’, il mostro se ne va. -
- Davvero? Hanno finalmente espulso Mocciosus?- giuro che sto per scoppiare a ridere.
- Non scherzare James.-
- Ma come, se non è lui chi è?-
- Sono io, ovvio. Non dovrete più temere che il mostro vi azzanni mentre dormite.-
- Ci deve essere uno sbaglio Rem, tu non sei un mostro.-
Ok, credo che il lupo che c’è in Remus stia tirando fuori gli artigli.
- Non fare il cretino.-
- Ok allora ti dirò che in effetti sono arrabbiato.-
Remus spalanca la bocca con il dolore negli occhi perché credo che sperasse che, in qualche modo, l’avessimo accettato. Ma cos’ha nella testa?
- Per l’amor del cielo, ascolta prima di pensare!- esclamo io perché sono stufo della sua mancanza di fiducia.
- Esatto!- concorda James – Noi siamo arrabbiati Rem, ma perché non ce l’hai detto! Noi siamo i tuoi amici e tu ti dovresti fidare! Che c’importa del tuo…ehm…piccolo problema peloso?!-
Giuro che lo abbraccerei se non avessi la mia virilità, ma credo che Rem l’abbia persa totalmente perché si avvicina a James e lo stringe ignorando il fatto che il nostro amico sia totalmente rigido e a disagio.
- Remus calmati.- dice Jamie esitante allontanandolo piano.
- G-Grazie io…voi siete i migliori amici del mondo, non ci posso credere…vi farò tutti i compiti che vorrete!-
- Remus stai tranquillo per favore!- lo implora James – Va bene tutto ma perché questa euforia?-
- “Piccolo problema peloso” James!- risponde Remus.
Jamie lo guarda stranito ma io credo di aver capito: suppongo che l’essere un Lupo Mannaro sia sempre stato un problema per Rem, e lo capisco, un peso insormontabile.
Ed ora Jamie l’ha sminuito con un nomignolo che fa sembrare che Remus abbia qualche problema con un animale domestico; credo che sarà sempre grato a James per questo.
- Ehi, se ti piace lo chiameremo sempre così. – propongo io.
- E Peter?- chiede Remus con un sorriso enorme stampato in faccia.
Alzo le spalle e dico: - E’ Peter…-
Remus annuisce e andiamo in dormitorio; ci vuole un po’ ma Rem riesce a calmarlo con la sua maniera di far star bene le persone.
Dopo che Rem è sceso in Sala Comune per prendere un libro, noi diciamo a Peter ciò che ci ha promesso il nostro amico peloso nella Guferia e sono entusiasta di vedere il ghigno che compare sulla sua faccia.
Totalmente identico al nostro.

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Capitolo 10
*** Idee ***


- Ragazzi, oggi parleremo dei Lupi Mannari.- annuncia la professoressa Mapple, la nuova insegnante di Difesa.
Scambio un sorrisetto con Sirius alla mia destra e insieme guardiamo Rem che è seduto davanti a noi vicino a Peter.
- Dunque, i Lupi Mannari si trasformano nelle notti di luna piena…- non presto la minima attenzione alla donna che sta spiegando ciò che so già da almeno quattro mesi.
Quindi guardo un po’ in giro superando subito i Grifondoro e cercando qualche vittima tra i Serpeverde che condividono la lezione con noi.
Mi fermo sulla mia preda preferita: Mocciosus che, come al solito, è accanto alla sua guardia del corpo.
Di entrambi riesco a vedere solo il retro della testa e, dato che osservare per un’ora i capelli unti di Mocciosus non è la mia massima aspirazione, mi decido per il male minore.
Bah, certo che i capelli della Evans sono proprio rosso pomodoro; quasi, quasi ci condirei la pasta.
Prima però dovrei metterci un po’ di “Olio extravergine made in Mocciosus” chiaro.
- Ora, se incontrate un Lupo Mannaro e siete senza bacchetta vi conviene correre. A meno che non siate animali chiaro.- continua la professoressa con un sorriso.
- Come scusi?- chiedo mentre un’idea mi sorge in mente.
La classe mi guarda incredula, specialmente la professoressa: ovviamente sono stupiti dalla mia improvvisa attenzione.
- Beh, i morsi dei Lupi Mannari non hanno effetto sugli animali signor Potter.- mi risponde la professoressa perplessa.
- Ma un mago come può fare?- insisto.
- O scappa, o usa un incantesimo. Nel caso non possa fare nessuna delle sue cose, gli auguro solamente di essere un Animagus.- conclude ancora un po’ scioccata.
Quando l’ora finisce Remus, Peter e Sirius mi si avvicinano scioccati ma io li liquido con un “vi spiego dopo” e andiamo a Storia della Magia.
Ruf continua a parlare con la sua adorabile voce, quindi ho tutto il tempo di parlare con Peter che è di fianco a me: durante le lezioni, facciamo a rotazione per sederci.
- C-Cosa?- sussurra lui – Ma sei impazzito?-
- Senti Pet…- mi interrompo vedendo che Rem si è girato verso di noi, curioso.
Faccio segno a Peter di stare zitto e lo fisso a mia volta.
- Tutto bene?- sussurra.
- Certo. Ma ora torna a scrivere. Non possiamo certo usare gli appunti di Sirius!- lo ammonisco.
Lui mi guarda divertito e poi si volta verso Sirius che sembra in coma. Da dietro gli rifilo un calcio per farlo svegliare e lui sobbalza esclamando: - Cosa?! Che c’è?-
Credo che sia la prima volta che Ruf interrompe una spiegazione.
Alza lo sguardo verso Sirius e chiede: - Tutto bene signor…-
- Black.-
- Sì. Tutto bene signor Preck?- chiede di nuovo.
- Certamente. – risponde Sirius mollandomi un calcio sulle ginocchia che fingo di non aver sentito. Per puro rispetto al professore ovviamente.
Appena lui e Rem si girino a fissarmi, il primo con uno sguardo assassino, il secondo incuriosito.
Prima che possa dire qualunque cosa, suona la campanella del pranzo e ci avviamo verso la Sala Grande ma io mi fermo un attimo.
- Andate avanti. Ho una cosa da fare.- dico ai miei amici.
- Ok. Ti tengo il pasticcio al sicuro da Peter.- mi assicura Sirius.
- Grazie.-
Guardo chi è rimasto e avvisto la mia preda.
- Ehi Evans!- esclamo rivolto alla ragazza china sulla sua borsa.
Ricevo due occhiatacce identiche da lei e dal suo amichetto che, mi rendo conto adesso, odio ancora di più.
- Che vuoi Potter?- mi chiede quel maledetto fabbricatore d’olio ambulante.
- Non dicevo a te Mocciosus.- lo aggredisco. Di che s’impiccia?
- Senti sottorazza di…- comincia lui.
- Severus.- lo ammonisce la Evans. – Che vuoi Potter? – aggiunge acida rivolta a me.
- Ho bisogno di un favore. In cambio non ti farò scherzi per un mese. - propongo.
Lei mi fissa attentamente e poi si volta verso Mocciosus.
- Continua.- acconsente.
- È semplicissimo: devi solo tenere occupato Remus durante il pomeriggio. Tanto non abbiamo lezioni.-
- E come dovrei fare scusa?-
- Che ne so! Fate i compiti! Discutete della lezione! Fai quello che vuoi basta che lo tieni lontano dalla biblioteca.- esclamo.
Lei e il suo amichetto mi fissano scettici, poi lei chiede: - E ci lascerai in pace?- sorride maligna dopo aver capito il mio gioco: ora mi tocca lasciar stare anche Mocciosus. Questa ragazza è un genio.
- Sì, ci stai?-
- Va bene. Da quando…-
- Dopo pranzo.-
- Va bene.- acconsente e si avvia verso la Sala Grande con il suo cagnolino fedele al seguito.
Io mi accodo di fianco alla Evans guardando in cagnesco Mocciosus che ricambia.
La situazione è un po’strana: è come se la Evans fosse “scortata” da noi due e non mi sento molto a mio agio.
Vorrei almeno che Mocciosus non ci fosse. Io e la Evans da soli… bleah! Ma che mi fa pensare?!
Arrivo in Sala Grande per primo dato che ad un certo punto ho deciso di aumentare il passo e faccio un cenno d’intesa alla Evans quando si avvicina.
- Remus, posso parlarti un momento?- gli chiede sedendosi accanto a lui.
- Certo Lily. Dimmi.- risponde lui sorridendo.
Mentre la Evans lo tiene occupato, io attiro l’attenzione di Sirius e Peter e gli sussurro: - Dopo pranzo seguitemi in fretta. Remus non deve vederci.-
Loro sono un po’perplessi ma annuiscono. La mia grandiosa idea sta prendendo forma!
- James, cosa facciamo qui?- mi chiede Sir smarrito e un po’preoccupato.
- Ho un’idea e per farla funzionare ci servono i libri.- spiego.
Lui e Peter mi guardano in un modo inquietante. Posso capirli: non ero mai entrato di mia spontanea volontà in biblioteca.
- Cosa sarebbe questa idea?- chiede Sir.
- Un modo per aiutare Remus. Vedete, oggi ho casualmente ascoltato una cosa interessante sui Lupi Mannari…-
- E già da lì si capiva che eri uscito di testa.- commenta il mio “migliore amico” ma non gli presto attenzione, non la merita.
- E ho scoperto che i nostri cari lupacchiotti non fanno nulla agli animali. O agli Animagus…- mi interrompo sperando che abbiano capito.
C’è qualche attimo di silenzio in cui mi domando perché spreco il mio tempo con loro. Con la mia genialità eccelsa potrei fare molto di più.
Ad un certo punto la faccia di Sirius si illumina di consapevolezza e mi chiede con un sorriso canzonatorio: - Ehm, Jamie…ci stai dicendo che dovremmo diventare Animagus?-

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Capitolo 11
*** Test e torture varie ***


Dunque, ricapitoliamo: prima James si ferma in classe dopo la lezione e tarda a pranzo, poi si presenta appiccicato alla Evans, per fortuna almeno guarda ancora in cagnesco Mocciosus, dopo ci sussurra di seguirlo senza farci vedere da Remus; infine, ci porta in Biblioteca e ci dice che dobbiamo diventare Animagus. Ora sono leggermente confuso.
- E perché dovremmo farlo scusa?- chiedo.
Sfodera il suo maledetto sorriso da: “io so cose che voi non sapete” e dice: - Ovviamente voi non avrete ascoltato a Difesa.- dice.
- E da quando Difesa è diventata una materia in cui ascoltare?- chiedo io annoiato.
- Da oggi perché, caro mio, si parlava dei Lupi Mannari.- dice.
- E spiegami perché dovrei ascoltare qualcuno che sa cose in teoria quando ho una fonte più sicura che dorme in camera mia.-
- Perché ho scoperto che possiamo aiutare Remus.- dichiara con un sorriso soddisfatto. – Potremo stargli accanto nelle notti di luna piena.-
- Tu sei uscito di testa.- gli dico convinto e Peter accanto a me annuisce.
James alza gli occhi al cielo, poi però si avvicina con aria da cospiratore e dice: - I Lupi Mannari non sono pericolosi per gli animali.-
Sgrano gli occhi e annuisco pacatamente perché per quanto quest’idea sia geniale, non bisogna alimentare il suo ego.
Incredibilmente, Peter fa un’obiezione e dice: - M-Ma James, non sarà…pericoloso?-
- Certo che lo sarà! – risponde James – Ma è per Remus e questo dovrebbe bastare.- aggiunge poi.
Io e Pete ci guardiamo un po’ scettici.
- Oh dai ragazzi! Cosa abbiamo detto quando abbiamo saputo del problema di Remus?!-
- Che saremmo rimasti suoi amici?- provo.
- Oltre a quello?-
- Che non gliene avremmo parlato?-
- Peter, questo te lo sei appena inventato.- dico io
Peter alza le spalle e James continua: - Abbiamo promesso che l’avremmo aiutato! Aiutato capite?! E anche questo è aiutare! L’avete visto quando torna dopo la luna piena! È pieno di cicatrici perché non può fare altro che farsi del male! Dobbiamo aiutarlo…-
Io e Peter siamo silenziosi. Io
James sembra soddisfatto, almeno così starà buono. Poi cominciamo a discutere.
- Ci servirebbe una stanza. Perché Rem non ci può scoprire.-
- Quella che abbiamo usato il mese scorso, come la chiamavano gli Elfi?-
- La…Stanza delle Necessità.-
- Giusto. Allora andiamo lì?-
- Prima dobbiamo capire come si fa a diventare Animagus Jamie.-
- Ah è vero. Ci sono dei libri?-
- Cerchiamoli!-
Ci mettiamo alla ricerca di ogni libro esistente sull’argomento ignorando le occhiate stupefatte della Pince e di qualsiasi studente passi.
Alla fine io ne ho tre, James sette e Peter cinque. I miei però sono molto più grandi quindi sono stato più bravo.
- Ne leggiamo cinque a testa’- propone Peter.
Io e James lo guardiamo come se fosse completamente ammattito ma poi ammettiamo che in fondo è una buona idea.
- Trovato!- esclamo dopo circa un’ora.
- Cosa?-
- Come capire che animale diventeremo!-
- Bravo Sir! Come si fa?-
- C’è un test…-
Tre ore dopo
- Allora James ci vogliamo decidere? Qual è il tuo colore preferito?- chiedo stremato.
- Rosso! No, verde. Aspetta, rosso!-
- James…- dico minaccioso.
- Ok, ok. Allora…rosso. –
- Come ieri? Va bene. Piatto preferito…pudding vero?-
- Giusto mami. –
- Idiota. Oh, abbiamo finito. Dunque, tu dovresti essere un…cervo!-
La faccia delusa di James mi fa venire le convulsioni per trattenere le risate. Si aspettava tutto tranne che un erbivoro.
- Bene, ora tocca a te Sir. -
Cinque ore dopo
- Maledizione Sirius! A che familiare sei più affezionato?!- mi chiede James spazientito.
- Ehm…il mio amico immaginario?- provo io.
- Sirius!-
- Ok, ok. Suppongo si possa dire che la parente che sopporto di più è…Andromeda certo!-
- Chi è Andromeda?- chiede Peter confuso.
- Sua cugina.- risponde James impegnato a fare i conti.
- Allora? Cosa sono?- chiedo curioso.
James sta per dirmelo quando sentiamo la voce di Remus che apre la porta e sussurra: - Ragazzi? Siete qua?-
Peter e James ficcano tutti i libri e i fogli sotto il Mantello dell’Invisibilità. Io, cercando di mantenere un tono tranquillo, rispondo: - Sì, Rem. Tu perché sei qui?-
- Perché è scattato il coprifuoco idioti! Venite via!-
- Arriviamo.-
Decidiamo in fretta di lasciare lì tutto il materiale e sgattaioliamo fuori. Diamo il Mantello a Remus, a cui siamo debitori, e Peter che inciampa dappertutto.
Io e Jamie rimaniamo indietro perché dobbiamo andare un po’ più lenti per non farci sentire.
- James.- sussurro.
- Che vuoi?-
- Che animale sono?-
- Te lo dico domani.- risponde lui.
Siamo quasi riusciti a sgattaiolare alla Torre, quando la maledetta gatta di Gazza ci appare davanti.
- Ma porc…- dice James.
- Posso realizzare il sogno di ogni studente? Ma sì. – mormoro senza aspettare la risposta di Jamie; che però si legge nei suoi occhi quando mi fissa annuendo. Non per nulla è il mio migliore amico.
Tiro un calcio alla maledetta che finisce dall’altra parte del corridoio.
- Bravo!- esclama James – Lucine.- aggiunge rivolto alla Signora Grassa, che però scuote la testa.
- La parola d’ordine è cambiata a mezzanotte. Ma per voi faccio un’eccezione.-
- Davvero? Come mai?-
- Quel gattaccio continua a farsi le unghie sulla mia tela. Se avessi le gambe l’avrei già mandato a schiantarsi addosso alla Piovra Gigante.-
Improvvisamente provo immensa stima per la Signora Grassa. Poi però sentiamo dei passi che si avvicinano, preghiamo la donna di farci entrare e sgattaioliamo dentro in fretta.
- Sirius. Sirius. Sirius!- una voce mi chiama.
- Chi? Cosa? Quando? Che animale sono?- confabulo io.
- Be’, secondo me assomigli a un elefante ma Peter dice che sembri più un cammello.- la voce di James è lontana e confusa.
Lentamente, realizzo di essere in camera e che è sabato. Remus mi guarda a braccia conserte.
- Dai, è sabato! Potevi lasciarmi dormire!- mi lamento.
- Certo che è sabato, ma è mezzogiorno e si va a pranzo ora.- spiega Rem.
- Ah già.-
Mi alzo e cominci a svestirmi, poi ricevo il consueto cuscino da James e filo in bagno.
Da lì sento gli altri che parlano. Remus sembra sospettoso.
- Allora Rem. – questo è James – Come è andata la mattinata?-
- Come voi, o meglio tu, avevate programmato.-
- Che intendi?- chiede Peter, probabilmente sta facendo la sua solita faccia da ebete.
- Non ti sei divertito con Mocciosus e Lily?-
Da quando la chiama Lily? – Da quando la chiami Lily?- dico uscendo dal bagno.
- No. Io ho detto Evans.- obietta James con una faccia stupita.
- Non è vero.- dico io, gli altri due annuiscono.
- Sì. -
- No. –
- Sì. –
- No. –
- Be’, non me ne sono accorto!-
Si sente bussare alla porta. Va James. Appare la Evans che lo guarda disgustata.
- Remus, questi sono tuoi?- dice evitando di guardare Jamie che sembra dispiaciuto.
- Sì, grazie.- lui prende i suoi appunti dalle mani della ragazza.
Entra in bagno e ne approfitto per chiedere: - James, che diavolo ti succede?! Da quando chiami la Evans per nome?!-
- Da mai. Lascia stare. Vuoi sapere che animale sei?-
- Sì!-
- Peter lo sa. – dice ghignando.
- Già.-
- E oggi, mentre dormivi, noi siamo andati nella Stanza e…-
- Ragazzi. – dice Rem affacciandosi – Avete visto la saponetta?-
- È nel ripiano alto.- rispondo. Lui rientra e James continua: - Abbiamo fatto qualche calcolo e si è scoperto che Peter è un topo!-
- C’è un topo?-
- No Remus, torna dentro.-
- Io cosa sono?!-insisto.
I due bastardi si guardano e James dice: - Che pensi Pet? Glielo diciamo?-
- Non so James. Proprio non lo so. –
- Ditemelo! Ora!-
- Tutto bene ragazzi?- chiede Remus uscendo dal bagno pronto.
- Ops, c’è Remus. Dobbiamo andare.- annuncia James ghignando.
Maledetto!

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Capitolo 12
*** Dialogo fra tre persone più una ***


James
Remus
Lily
Sirius

- James.-
- Mm?-
- Dove sono Sirius e Peter?-
- Boh. -
- Tu lo sai. -
- No. –
- Dire che non sai dov’è Sirius, è come dire che la McGranitt ha sorriso.-
- Io l’ho vista sorridere.-
- Come no. E Piton si è lavato i capelli.-
- Wow, Rem. Hai fatto una battuta.-
- Mi state contagiando.-
- E siamo solo al secondo anno. –
- Dimmelo Jamie.-
- No. Non ho nulla da dire.-
- Non è vero.-
- Ovviamente.-
- Dai!-
- No. Perdonami ma sono più amico di Sirius.-
- Tranquillo, lo so. -
- Bene. Mi passi quella Cioccorana?-
- Prima dimmi che state combinando da cinque mesi. -
- Mi pare un po’debole.-
- Dammi un momento…-
- Ecco perché preferisco Sir. -
- Imbecille!-
- La dura verità…-
- Ci sono! Se non me lo dici, dico a Lily che ti piace.-
- La Evans non mi piace per niente!-
- Aha. E la Sprite ha comprato un cappello nuovo.-
- Ehi , oggi sei scatenato.-
- Jamie…-
- Non te lo dico Rem. -
- Come vuoi. Lily?-
- Ciao Remus. Potter.-
- Evans. Come mai così sgarbata?-
- Levati quel ghigno dalla faccia razza di idiota.-
- Senti…-
- James, calmati.-
- Sì. -
- Che c’è?-
- Scusa. Ti devo dire una cosa. -
- Cosa?-
- Nulla! Ok, Rem. Te lo dirò. -
- Alleluia! Scusami Lily. -
- Eh, no. Adesso mi dici che succede.-
- Io, Sirius e Peter stiamo facendo una cosa e Remus vuole saperlo.-
- Cosa?-
- Tu non c’entri.-
- E allora perché mi avete chiamato?-
- Non ti deve importare.-
- Non parlavo con te Potter.-
- Non essere maleducata.-
- Remus?-
- Niente Lily, non fa nulla.-
- Ma adesso sono curiosa!-
- Allora rimani qui. James mi sta per spiegare cosa combinano.-
- Ok. –
- Lei no!-
- Guarda che glielo dico.-
- Sei proprio una serpe.-
- Vuoi dirlo o no?-
- Ok, ok. Sai che fra tre giorni fai tredici anni?-
- Dunque? Fra poco è anche il tuo di compleanno.-
- Ma è più vicino il tuo.-
- Va bene, continua.-
- Silenzio Evans. Ti stiamo…organizzando una festa ecco! Non guardatemi così. –
- Mi pare un po’ debole.-
- Non mi copiare Rem. Questo è ciò che ho da dire.-
- Come vuoi. Lily, James ti…mmm!-
- Perché gli hai tappato la bocca?-
- Per non fargli dire scemenze.-
- Remus non dice scemenze.-
- Tu non lo senti quando parla di notte.-
- Lo stai a sentire?-
- Ho il sonno leggero.-
- Lascialo! Sta diventando blu.-
- Ops. Scusa.-
- T-Tu…sei fu-fuori di testa.-
- Perdonami. Però dicevo la verità.-
- Va bene, va bene. Ma ci crederò quando lo vedrò.-
- Ti prometto che fra due giorni ci sarà una festa enorme in Sala Comune chiaro? Ho perfino convinto Minnie. Ci sarà tutta Grifondoro lo prometto.-
- Hai convinto la McGranitt? E come hai fatto?-
- Oh, guarda! C’è Sirius. Sir!-
- Che c’è? Che ci facevi seduto là con la Evans e Rem?-
- Dopo. Adesso dobbiamo organizzare una festa. E convincere la McGranitt. Altrimenti siamo morti.-

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Capitolo 13
*** Povero Pet! (scherzo) ***


- Non posso credere che ci siamo riusciti!- sussurro.
- Siamo grandi Sir! Una festa da oscar in meno di un giorno!- risponde James a bassa voce perché Remus e Peter non sapevano nulla di tutto questo.
La festa per Rem era andata benissimo nonostante le costanti lamentele della Evans secondo cui il volume della musica era troppo alto.
Il momento più bello era stato quando Minnie era arrivata perché aveva sentito la musica; ma non aveva trovato nulla.
Da quando avevano cominciato a cercare di diventare Animagus, i mei sensi canini si erano molto affinati e nonostante il fracasso ero riuscito a sentire i passi della professoressa che si avvicinavano.
A zittire la Evans che non avrebbe voluto fare altro che farli scoprire, ci aveva pensato James placcandola e tenendole la mano sulla bocca.
Quando poi erano ritornati tutti nei dormitori Remus aveva cominciato a ringraziarci senza fermarsi e lo aveva fatto fino a che non era crollato sul suo letto addormentandosi all’istante.
- Se gli diciamo che non avevamo nessuna intenzione di fare una festa fino a ieri sera credi che la pianterebbe di ringraziarci?- dico.
- Credo di sì; però poi dovremmo spiegargli che cosa abbiamo fatto per mesi senza dirglielo.-
- Vero Jamie. Ma da adesso in poi? Non possiamo dirgli che stiamo organizzando quella per Peter. È a gennaio dell’anno prossimo.-
- E il tuo dove lo metti Sir?-
- Credi davvero che i miei carissimi genitori mi darebbero il permesso di ospitare a casa un Mezzosangue e voi due? Walburga odia tua madre e Peter fa parte di una famiglia filoBabbana. No Jam, non sarebbe possibile.-
- Già. Quand’è che te ne vai di casa e vieni da me a fare il fratello a tempo pieno?-
- Mah, vedrò cosa posso fare.-
Remus sussulta nel sonno e io e James ci zittiamo; ma lui si gira verso il muro e continua a dormire.
- Dormiamo Jam?-
- Cosa?! Sirius Orion Black, ti stai forse rammollendo?!- scatta James cogliendomi di sorpresa. – Ora tu ti alzerai e andremo nelle cucine perché oggi a causa di questa festa non abbiamo pranzato.-
- Per questa volta, ma solo questa, hai ragione.-
Sgattaioliamo fuori dalla stanza senza farci sentire ma Peter ha il sonno leggero e ci sente.
- Volevate andare alle cucine senza di me?! Io vi uccido!- la cosa buffa è che Pet riesce ad urlare a bassa voce e adesso ci sta facendo un’enorme sfuriata.
- Va bene Peter scusa. Vieni con noi.- sussurra Jam per calmarlo. L’unica cosa che fa veramente incazzare Peter è che gli venga negata la possibilità di andare nelle cucine. Quel ragazzo mangia più di un drago a digiuno.
Ci avviciniamo alla porta quando sento un odore strano. È come un concentrato di ciò che odio di più e ho la grandissima tentazione di distruggere quell’odore maledetto.
Per cui esco da sotto il Mantello e la vedo: Mrs. Purr.
Quel maledetto gattaccio mi guarda con i suoi occhi da scheletro e soffia. Io le ringhio contro e la inseguo.
Prima che mi possa allontanare, qualcuno mi afferra da dietro e mi trascina via. James e Peter mi scaraventano sul divano della Sala Comune.
- Maledetto cagnaccio! Che ti è preso?- mi aggredisce James.
- E che ne so?! Saranno istinti canini!-
- Meglio se andiamo a dormire eh?-
Stranamente la mattina dopo mi sveglio in orario anche se è sabato e potrei stare a letto. Nel dormitorio c’è solo Remus che sonnecchia ancora.
Mi alzo e mi vesti in silenzio.
- Cosa sta facendo Pet?- chiedo entrando nella Stanza delle Necessità e vedendo il mio amico chino su un libro.
- Cerca di capire come è fatto esattamente un topo. – mi risponde James.
- Che intendi?-
- Vuole essere ben documentato.-
- E tu?-
- Io mi sto concentrando su come si diventa un cervo.-
- Già, un cervo. Un piccolo animale erbivoro che combatte solo per il territorio…-
James mi guarda incazzato: so benissimo che il suo smisurato ego avrebbe preferito essere un animale nobile e combattivo, come un grifone e che essere un cervo lo rende furioso.
E io adoro stuzzicare James.
- Zitto pulcioso.-
- Il cane è un animale nobilissimo, soprattutto gli esemplari come il sottoscritto che hanno un notevole anche se orrendo pedigree.-
- Cretino.-
Jam si allontana e si mette stranamente a gattoni. Chiude gli occhi e si concentra. Che occasione…
- No! Fermo Sirius non farlo!-
Troppo tardi: ormai l’immagine di James Potter a gattoni è immortalata per i posteri.
- Ti odio Sirius!-
- Non puoi, sono tuo fratello.-
- Ragazzi possiamo continuare?- chiede Peter.
- Scusa Pet. -
Ci rimettiamo al lavoro.
- Tanto per essere chiari, tu distruggerai quella foto vero?- mi chiede Jam.
- Scherzi?!-
- Come vuoi. Peter, mostragli la foto che hai fatto tu. -
Ora, premettiamo che James è incredibilmente narcisista e alimentare il suo ego è un pericolo per tutti (io e la Evans in questo siamo d’accordo).
Tutta Hogwarts è a conoscenza di ciò e, a parte qualche ragazzina e alle partite di Quidditch, nessuno gli fa mai troppi complimenti.
Il problema è che di questo Peter non se ne rende conto.
Si comporta come farebbe un Elfo Domestico ma pare che non gli dispiaccia.
Così tira fuori dalla tasca LA foto: me e Mrs. Purr che ci squadriamo.
- Come la mettiamo ora?- dice Jam.
- Diciamo che mi sto chiedendo chi sia il cane tra me e Peter…-
Io e James scoppiamo a ridere mentre Peter arrossisce, offeso.
- Dai Pet, scusaci.-
- Bah, a volte mi chiedo perché mi avete accettato.- dice lui.
- Come potremmo fare senza il nostro topolino fedele scusa?- ribatto io.
Usciamo dalla stanza sghignazzando e svegliamo almeno una decina di dipinti. All’improvviso, Dorcas Meadwoes ci appare davanti e dice: - James, Sirius, Brian Johnson mi ha mandato a portarvi questo messaggio: brutte teste di Troll gli allenamenti sono cominciati un quarto d’ora fa! Se non vi sbrigate vi sostituisco!-
Io e James ci precipitiamo verso il campo di Quidditch.
- Se voi due idioti non foste così bravi a giocare vi avrei sbattuti fuori già da un pezzo!- sbraita Brian.
- Per quello, e perché ieri l’abbiamo invitato alla festa.- sussurro a Jam che annuisce convinto.
Durante l’allenamento, Marcus Spinnet ci manda addosso un’enorme quantità di Bolidi (sotto richiesta di Brian suppongo); ma io e Jam li schiviamo tutti. Siamo proprio i migliori.
- Ci riuscirai la prossima volta Spinnet.- gli dico mentre usciamo dagli spogliatoi.
- Hai visto la faccia di Johnson quando ho preso il Boccino dopo tre secondi?-
- Minuti Jam, minuti.-


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Capitolo 14
*** Lord Voldemort ***


A UzKant, per le sue recensioni.
 




- Sei davvero insopportabile!-
- Questa è nuova.-
- Odioso allo stato puro!-
- Ti aggiungi Evans?-
- Sei troppo insopportabile per non odiarti Potter!-
- Ma che carina.-
Io, la Evans e Mocciosus stiamo litigando da almeno un’ora. Ovviamente, io sono da solo contro loro due.
Il motivo è davvero stupido, lo ammetto, ma è davvero divertente fare innervosire Mocciosus. Semplicemente, Remus è in Infermeria dopo uno dei suoi “attacchi” mensili; la Evans lo vuole andare a trovare, e io non ho alcun problema; ma purtroppo vuole entrare anche Mocciosus e questo io e Sirius non lo possiamo accettare.
- Tienili fuori Jam, Remus è quasi pronto.- mi sussurra Sir
- Ok. -
La Evans mi guarda con occhi pieni di odio, così dico: - E va bene. Puoi entrare, ma tu…- aggiungo rivolto a Mocciosus. – tu resti fuori.-
- Ma…- comincia lei.
- O questo, o niente.- rispondo.
- Vai Lily. – dice Mocciosus.
Lei esita, poi però entra. Io e il suo amichetto rimaniamo fuori a squadrarci con odio puro. Perché io lo odio più di ogni altra cosa; e per lui è lo stesso.
Non riesco a capire come possa la Evans sopportarlo, lo trovo semplicemente disgustoso.
- La pianti Mocciosus?- gli chiedo ad un certo punto con disprezzo.
- Di fare che?-
- Di fissarmi. Sei irritante.-
- Non guardo te, guardo la porta.-
- Aspetti che la tua fidanzatina esca?- lo stuzzico.
- Lily non è la mia…ragazza.- dice esitando.
Questo è interessante, a quanto pare Mocciosus ha una cotta per la Evans…questo è davvero, davvero interessante.
- E così ti piace la Evans…-
- Cosa?! Non sai di che parli!- ribatte lui.
- Stai solo confermando la mia teoria Piton.-
- Tanto che ti cambia il fatto che mi piaccia o no?-
- Vorrei sapere se ho un nuovo modo di umiliarti.-
- Quando capirai che sei solo un pallone gonfiato?-
- Quando me lo dirà qualcuno che non siate tu o la tua amata.-
- PIANTALA POTTER!-
- Perché ti disturba così tanto?-
- Non sono affari tuoi.-
- Bah,sei patetico.- commento.
Mocciosus comincia a ringhiare e mette mano alla bacchetta, ma io sono più veloce.
- Monstrum!- esclamo e Mocciosus viene ricoperto da piccoli spiritelli. Amo la Fattura Orcovolante…
- Razza di bastardo! Te la faccio vedere io!- urla e mi scaglia addosso uno Schiantesimo che evito per un pelo.
- Ma sei fuori?! Exulcero!-
Lui schiva la Fattura Pungente e urla: - Furnunculus!-
Schivo anche questa e gli rispondo con la Fattura Gambemolli che purtroppo non va a segno.
- Spostati James, non riesco a passare.- mormora Remus che sta uscendo dalla porta dietro di me.
- Che state facendo?!- esclama la Evans uscendo di corsa.
Mocciosus esita e io ne approfitto per scagliargli contro l’Incantesimo delle Corde.
- POTTER!- urla la Evans.
- Vai James!- esulta Sirius.
- Ma siete tutti impazziti!- grida Madama Chips uscendo dall’Infermeria. – Potter, Piton rimanete lì, chiamo subito i vostri Direttori!-
Oh, no! Un altro incontro con Minnie! È il terzo questa settimana! (E siamo solo a martedì)

*

- Potter, giuro che in tutti gli anni che insegno…-
- Pochi suppongo.-
- Non tentare di lusingarmi!- dice, ma so che io e Sir la facciamo divertire tantissimo. – Spiegami perché hai aggredito il signor Piton.-
- Mocciosus dice? Voleva andare in Infermeria.-
- E dunque?-
- Beh, Remus stava per uscire e fargli vedere per prima cosa l’enorme naso di Piton non mi pareva bello.-
Minnie si siede e si mette le mani tra i capelli.
- Non so se piangere o cacciarti dal mio ufficio.- mormora infine.
- La seconda signora. Non sopporterei di vederla piangere.-
La McGranitt sospira e mi guarda seria come non l’ho mai vista.
- Potter, hai mai sentito parlare di Lord Voldemort?-
Chi? Ah, già. – Quel pazzo che ammazza i Babbani? Sì, perché?-
- Lui…è molto più potente di quello che puoi immaginare. Anche il Preside è preoccupato e mi ha chiesto di aiutarlo a prendere delle misure di sicurezza.-
- Davvero? Il professor Silente è preoccupato?- che strano. Sono qui da due anni e tutte le volte che l’ho visto (e sono state tante) non ho mai visto un’ombra di preoccupazione sul suo volto. Solo un diverti mento saggio.
- Esatto. Sembra strano vero?-
- In effetti…ma questo che c’entra?-
- Il punto è che sono già abbastanza occupata senza che tu o Black vi mettiate nei guai. Ti assicuro che non ho mai avuto tanto da fare con voi due che con qualsiasi altro studente.-
- Davvero? Sono lusingato.-
- Ne sono lieta Potter. Ma ti devo chiedere di provare a finire meno nei guai. Te ne prego.-
- Non posso prometterlo. Inoltre non credo che, anche volendo, riuscirei a frenare Sirius.-
- Lo capisco. Ti chiedo soltanto di combinare meno guai. -
- Non so professoressa…-
- Ascoltami Potter, tu e Black non siete solo combina guai, ma siete anche fra gli studenti più brillanti che abbia conosciuto. Se vi impegnaste solo un po’ di più, sono sicura che prendereste sempre Eccezionale.-
- Beh, ehm, grazie.-
- Con questo voglio solo spiegarti che sareste benissimo in grado di smettere di fare scherzi se solo voleste.-
- Mi scusi per la sfrontatezza, ma le dico subito che noi non abbiamo alcuna intenzione di smettere.-
La donna mi guarda con un misto di rassegnazione, interesse e divertimento.
- Tutto bene professoressa?- le chiedo un po’ preoccupato.
- Tu che opinione hai con i Nati Babbani?- gli chiese di punto in bianco.
- Non ho nulla contro di loro.-
- E la signorina Evans? Non hai un buon rapporto con lei mi pare. -
- È l’unico caso. La madre di Remus è Babbana, e Peter è Nato Babbano.- replico.
- Capisco. Vai pure Potter.-
- Davvero? Niente, niente punizione?- ma che sto dicendo?!
- No. Ti chiedo solo di pensare a Lord Voldemort.Va bene? Ah, e non ti voglio più vedere qui.-
- Tranquilla prof.: non tornerò più nel suo ufficio.-
- È un modo come un altro per dirmi che continuerai a fare scherzi ma cercherai di non farti più scoprire?-
- Più o meno.-
Lei scuote la testa con un vago sorriso sul volto. Mi avvicino all’uscita ma, subito prima di varcare la soglia, mi giro e le dico: - Non mi dimenticherò di Voldemort signora. Glielo prometto.-

Angolo autrice
E così finiamo il secondo anno. Ci è voluto un po’ ma ce l’abbiamo fatta. Conto di cominciare subito il terzo e mi aspetto taaaaaante recensioni (occhioni da cucciolo)

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Capitolo 15
*** Sfida accettata ***


- Che gli prende?- mi chiede Remus vedendo che lo sguardo di Jam cerca qualcosa lungo il treno.
- Chi cerca?- aggiunge Peter.
- Non. Chiedete. Vi prego.- li imploro.
- Seriamente, Sirius, che cos’ha?- replica Remus. Ha volte sembra proprio una mamma iperprotettiva.
- Tutto questo potrà essere spiegato in una sola parola, non appena una certa persona salirà su questo treno. Vale a dire…ora!-
- EEEEEEEVVVVAAAAANSSSS!- esclama James per sommo stupore di Remus e Peter e il mio sommo fastidio; quest’anno ho convinto i miei a lasciarmi andare in vacanza da James, costringendomi però a tornare per Natale. Non l’avessi mai fatto!
- M-Ma che…- mormora Peter con una faccia da Avvincino lesso pari solo a quella della Evans.
- Si dà il caso che l’amico qui si sia reso conto che trova la Evans molto carina. E vuole conquistarla.-
- Fare cosa? Non ce la farà mai. – replica Peter.
James lo sente e si volta lentamente verso di lui che impallidisce lentamente. – Sfida accettata.- dice (puro Barney Stinson! XD n.d.I)
- Che, che cosa c’è?- chiede la Evans intimorita avvicinandosi con il produttore universale di olio alle sue spalle che guarda James con odio. Oltre al naso, bisognerebbe amputargli anche quegli stupidi pozzi neri.
- Scappa se ci tieni alla tua salute mentale. E alla mia.- le sussurro dandole una spinta. Lei accoglie il suggerimento e scappa via commettendo l’errore di toccare il petto di Jam per farsi spazio. Lui la guarda in un modo così ambiguo da farla esitare e arrossisce. Giurerei che sta per succedere qualcosa, qualcosa di imbarazzante, almeno per noi. Per fortuna (o per sfiga, chi lo sa?) Mocciosus si intromette e trascina la Evans lontano.
Siamo nello scompartimento. Remus sgranocchi cioccolata = è molto nervoso. Peter mangia formaggio = o le caratteristiche da topo cominciano a farsi sentire, o ha paura. Io trattengo James = oh, andiamo! C’è bisogno di spiegarlo?. Jam, ehm, ringhia.
Ok, so cosa state pensando: non ero io il cane? La spiegazione però è semplice. Ringhia contro Mocciosus.
- Jam, calma. Sei ridicolo.-
- Ridicolo?! Io?! È quell’ulivo ambulante l’idiota! Ma come osa?!-
- Fare che James? Lily non è la tua ragazza, lo sai. E poi credevo che non ti piacesse, che la trovassi semplicemente bella.- replica Remus calmandosi. Il cioccolato fa miracoli con lui.
- Certo che non mi piace Remmy, ma è la mia sfida chiaro?! Lei è mia.- ok. Ora so che il mio fratellino acquisito è decisamente impazzito.
- Ma la sfida contro chi è?- chiede Peter innocentemente. A volte ha dei lampi di genio quel ragazzo.
Jam lo guarda, interdetto, e si mette a sedere, riflettendo.
- Credo…contro di me. Insomma, voglio vedere fino a dove riesco a spingermi.- dice infine.
- È assurdo James, lo sai vero?- obietta Remus.
- Accetto scommesse.- dice Jam semplicemente.
La frase magica. Speculare sulle idee stupide di Jam è la cosa che abbiamo più fatto in tre anni di scuola.
- Io punto tre galeoni su: si mettono insieme al settimo anno e Mocciosus se ne va. – dice Peter che vuole mantenersi nelle grazie del suo idolo.
- Non credo che Lily abbandonerà Severus, ma magari potrebbe cambiare idea su di te. Due galeoni.- aggiunge Remus.
- Ragazzi, seriamente.- dice Jam con voce sarcastica. In effetti si stanno trattenendo.
- Ah, ok. Allora…non si metterà mai con te, credo che piuttosto preferirebbe la Piovra Gigante. Sempre tre galeoni.-
- A questo punto direi che si metterà con Severus. Quattro galeoni.-
- Grazie amici miei.- commenta Jam. – E tu?- aggiunge guardandomi.
- Lui ha capito che è meglio tacere.- commenta una voce glaciale la cui padrona avevo fortunatamente notato.
Così posso godere delle facce imbarazzate degli altri e ridacchiare tra me.
- Oh, ciao Evans, come mai qui?- chiede Jam rosso come non mai.
- Non credo di doverti alcuna spiegazione, piuttosto ti devo cinque fatture. Ah, Minus ha ragione: molto meglio la Piovra Gigante e ci aggiungerei anche qualche Lupo Mannaro. – Remus sta diventando bianco come una statua. -Arrivederci. – conclude la Evans. – Ah, Black, mi complimento per la straordinaria intelligenza.-
- Grazie Evans.- dico.
Esce con il fumo che le viene fuori dalle orecchie.
- Ahahahaha!-
- Ma sei scemo?! Perché non ce l’hai detto?!- sbraita Remus.
- Era troppo divertente!-ansimo.
- Ma io ti ammazzo!-esclama Jam saltandomi addosso.
- Fermi!-
- Buono Jam!-
- Non lo chiamare così Sirius! Non gli piace!-
- Io lo chiamo solo così!-
- Ti uccido Orion!-
- Non mi chiamare così sottorazza di marmellata!*- esclamo furioso: lui sa quanto odi essere chiamato col mio secondo nome. Orion è troppo…Black.
- Volete qualcosa dal carrello cari?- ci interrompe la strega del carrello.
- Cinque Cioccorana per favore. – chiede Remus ignorandoci bellamente insieme a Peter che chiede una ventina di dolci, tra cui otto Cioccorane e tre pacchetti di Gelatine Tuttigusti +1
- Ma sei un maiale.- commenta Jam smettendo di picchiarmi.
- Ci dà anche due Zuccotti di Zucca e quattro Cioccorane? Ci mancano Agrippa e Merlino.- aggiungo; la strega annuisce e poi se ne va sorridente. Chissà come si chiama.
Remus guarda me e Jam che tranquillamente ci scambiamo le figurine, ancora niente Agrippa maledizione!
So cosa sta pensando. So che non capirà mai come facciamo io e Jam a riappacificarci sempre così in fretta, senza discorsi o altro. Non potrà mai capirlo.
Il fatto è che lui non è solo mio amico, il mio migliore amico. È mio fratello, e non solo. Voglio dire, io voglio bene a Regulus, sul serio.
Ma Jam è il fratello che ho scelto. Non mi è stato imposto e non sono costretto a volergli bene per tutta la vita; anche se credo che sarà mio amico per sempre.
- Ragazzi, posso chiedervi una cosa?- ci chiede Remus all’improvviso.
- Coa?- risponde Jam con la bocca piena di Zuccotto.
- Perché Sirius ti chiama Jam?-
Io e lui ci guardiamo per un secondo e poi scoppiamo a ridere.
- Storia…storia lunga Remus. – dico ingoiando.
- Così lunga che ci metteremmo così tanto tempo che il tuo problemino tornerebbe almeno cinque volte.- aggiunge Jam.
- Non puoi dire semplicemente cinque mesi?- lo implora Remus mentre io e Peter ridiamo a crepapelle.
- Ma che dici?! Toglierebbe tutto il gusto!- replica il mio fratellino.
- Eccoci!- dice qualcuno in corridoio riferendosi al nostro carissimo castello.
Sbaglio o la Sala d’Ingresso è più grande? Sarà un’impressione.
- Signor Potter.- saluta Minnie. – Si ricorda di ciò che le ho detto l’anno scorso?-
- Su di lui? Certo signora. Ho sentito che sta diventando sempre più pericoloso.- risponde Jam serio. Molto serio.
- Ne ha parlato con qualcuno?-
- No. Però vorrei chiederle se posso dirlo a Sirius e agli altri.-
- Non saprei.- commenta Minnie guardandoci perplessa.
- Sono le persone di cui mi fido di più al mondo professoressa. La prego.-
La McGranitt ci guarda ancora per qualche attimo mentre Jam ignora tranquillamente le nostre facce stranite.
- D’accordo. Ma solo a loro.- acconsente infine allontanandosi verso i primini.
Jam ci promette di spiegarci dopo il banchetto.


*

 

- Cosa?!-
- S-Silente dice questo?-
- Già. Fa paura vero?-
- Io lo sapevo già.-
Un silenzio tombale segue la mia risposta.
- Cosa?- dice infine Remus.
- Insomma, lo sospettavo. I miei genitori continuano a parlare di un tizio che giustizia i Babbani, e Bellatrix si è unita ad una strana setta che credo sia quella. Insomma, quello che hai detto lo conferma; e il fatto che i Black lo considerino degno di ammirazione lo rende pericoloso.- spiego.
E per la prima volta da quando siamo in questa scuola, nella nostra stanza scende il silenzio più totale.

Angolo autrice
Salve! Benvenute nel terzo anno dei nostri adorati Malandrini. Come vedete lo zio Voldy comincia a farsi notare.
Attendo recensioni con tutto il mio cuore.


* Jam vuol dire  marmellata.

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Capitolo 16
*** Fratelli ***


- C’è qualcosa che non va Minus?- chiede Minnie sconcertata come il resto della classe.
- No, prof. Peter ha solo fatto una domanda.- ribatte Sirius perché ovviamente il nostro topolino non sa ribattere.
- Oh, mi perdoni, non mi era mai capitato.-
- Si figuri, ma la avviso che è successo anche l’anno scorso.-
- Ho avuto io l’onore.- aggiungo.
- Me ne compiaccio. Ora andiamo avanti…-
- Ehi! Non ha risposto alla domanda di Peter!- esclama Sirius.
Ahi. Non doveva. Minerva si gira lentamente verso di lui con uno sguardo glaciale, ma Sir rimane calmissimo.
- Scusi?-
- Non gli ha risposto professoressa.- ripete Sir sfoderando il sorriso che attira le ragazze, sa benissimo che Minnie lo adora. Beato lui, ma dopotutto io sono il cocco di Vitious.
- Potrebbe ripeterla?- chiede Minerva.
- Ci parlerebbe degli Animagus?- chiede Peter in uno slancio di coraggio.
La McGranitt sospira, ribattendo che non è l’argomento della lezione, ma ormai Sirius è lanciato e insiste; così Minnie si arrende e comincia a spiegare.
Remus, seduto davanti a me e Sir, si volta lanciandoci un’occhiata incuriosita; al che poggio di scatto la piuma sul banco, per fortuna non mi ha visto.
Appena Rem si gira, noto che Sirius al mio fianco sta facendo dei gesti all’altro capo della stanza, vedi la mia Evans.
Quando la lezione è finita, gli chiedo che stesse facendo.
- Le ho chiesto di scrivermi degli appunti. Lei ha la capacità di farlo.-
- E ha accettato?!- ribatto stupito.
- Le ho promesso una cosuccia…- rivela titubante. No, non avrà osato… - La devi lasciare in pace per tre settimane.- io lo uccido. – Di seguito.-
Ok, ora lo so. Sirius Black è un cane morto!
- E perché dovrei accettare?- spero per lui che non sia stato così cretino da impedirmi di provarci con la Evans per quasi tutto dicembre, non può aver fatto QUEL giuramento.
- Perché…le fatto il giura-giuramento.-
Mo’ lo strozzo! Lo uccido! Lo trucido e lo crucio a ripetizione!
Il nostro giura-giuramento, che abbiamo creato alla metà del primo anno, consiste nel giurare una cosa che abbiamo stipulato al primo anno, diverso per ciascuno di noi.
Per Peter è non mangiare dolci per tre mesi.
Per Remus è correre per la scuola svegliando tutti i quadri dopo mezzanotte per due settimane.
Per me trattare bene Mocciosus per due mesi.
Ma per Sirius…per Sirius è epico: chiedere ai suoi genitori di venire a Hogwarts e abbracciarli entrambi davanti a tutta la scuola. Non vedo l’ora…
- Aspetta Jam! Dopotutto questa è pur sempre il periodo del Vischio Vagante!- esclama Sirius bloccando al mia mano che sta volando verso la bacchetta.
Il Vischio Vagante, dovrebbero farlo diventare un istituzione. Praticamente, ogni anno subito prima di Natale, appare questo strano vischio che gira per il castello e quando due ragazzi finiscono per sbaglio sotto di lui, o si baciano, o rimangono intrappolati in una specie di Sortilegio Scudo finché Silente in persona non arriva a liberarli. E a volte non lo fa.
- Allora spera per la tua salute che il Vischio capiti sopra me e la Evans.-
- Povera Lily in quel caso. A proposito, ho saputo che il Vischio è già in giro. - si intromette Remus arrivando di corsa dalla lezione di Incantesimi. Oh, forse mi sono dimenticato di dirvi che io e Sir abbiamo deciso di comune accordo di saltare la lezione di Incantesimi; tanto siamo così bravi che non ne abbiamo alcun bisogno.
- Perfetto! Sirius caro, so come puoi farti perdonare.- sogghigno.
- Che ha fatto?- chiede Peter.
- Ehm, ha fatto lo scemo. Ora non posso corteggiare…-
- Infastidire.-
- Ho detto corteggiare Sirius. Comunque, non posso neanche sfiorare la Evans a causa sua.- finisco.
- Ah, perché prima la toccavi?- chiede Sirius. A volte vorrei pestarlo, poi però mi ricordo che purtroppo è il mio fratellino adottivo e sono costretto a trattenermi.
- Sirius, ti consiglio di smetterla prima che James ti picchi.- lo avverte Peter. Per una volta ha ragione, molto saggio.
All’improvviso, si sente un urlo dal corridoio e Mary McDonald entra di corsa ridendo così tanto che è piegata in due.
- Lily…il Vischio…lei…vittima….ahahahahahah!- ansima scoppiando di nuovo a ridere.
La Evans entra quasi subito, seguita dall’inconfondibile Vischio. A quanto pare, ha scelto la sua prima vittima.
Tutti i maschi Grifondoro single si alzano simultaneamente (i miei amici a parte, chiaro). Infatti la Evans non è esattamente indifferente al pubblico maschile di Hogwarts.
Tutti si accalcano intorno a lei. Idioti: la Evans è troppo veloce per farsi prendere.
- Sì…POTTER!-
- Ciao. - sogghigno. Vuole evidentemente entrare nel dormitorio femminile, ma io le blocco la strada.
- Black aveva detto che non mi avresti infastidito per tre settimane.- mi fa notare.
- Certo, e non lo farò. - rispondo con calma. – Ma se hai notato, io ero seduto qui da prima.- Non sto mentendo: ormai ho preso l’abitudine di sedermi sempre nella poltrona che dà sul dormitorio delle ragazze. Ormai non me ne rendo neanche conto.
- Va bene, ma ora spostati.- dice secca.
- Io lo farei Evans. – bugia colossale. – Ma credo che lui- aggiungo indicando il Vischio. – non sia d’accordo.-
Lei si volta di scatto e nota che ho ragione: il mio caro Vischio è diventato rosso, segno che ha scelto le sue due vittime. Lo adoro.
La Evans sbianca tremando di rabbia, poi si volta verso di me mentre tutta la Sala Comune è ammutolita aspettando lo svolgersi degli eventi.
- Oh Lily…- mormora Mary.
- Vai Jam…- sussurra Sir.
- Va bene Potter.- dice infine.
- C-Come?-
- Ho detto: va bene. Ma prima…spiegherai a tutti perché diavolo Black ti chiama Jam. - dice secca.
Tutti si aprono in un grido: - GRANDE LILY!-
È da quando Sir mi chiama così, che tutti continuano a chiederci perché il mio migliore amico mi chiami “marmellata”, ma noi non abbiamo mai voluto rivelarlo. Oh, badate: non abbiamo mai fatto il giura-giuramento su questo, è una cosa da fare tra tutti e quattro, ma è comunque umiliante. Per entrambi.
- Jam, se ci provi giuro che…- questo è Sirius, mamma se è incazzato.
- Ehm, è successo che…- comincio. Poi vedo lo sguardo del mio migliore ami- no! Di mio FRATELLO. Sirius è mio fratello.
Non lo tradirò. Però la Evans ha degli occhi così belli…
Ehi! Ho un’idea.
- E se lo spiegassi solo a te? Dopotutto non è una cosa che riguarda solo me. - le faccio notare.
- Va bene.- acconsente mentre tutti i Grifoni presenti soffrono intensamente.
Le sussurro la nostra storia nell’orecchio e la sento cominciare a scuotersi lentamente e silenziosamente dalle risate.
- AHAHAHAHAHAH! NON CI POSSO CREDERE!- esclama infine contorcendosi dal ridere mentre io e Sir diventiamo rossi quasi quanto i suoi capelli.
- Io ho f-fatto la mia parte.- dico dopo un po’. – Ora tocca a te. –
- Ah, già.-
Fa un respiro profondo e chiude gli occhi. Mi si avvicina in fretta e mi stampa un bacio veloce e a stampo sulle labbra. Il Vischio si accontenta e sparisce.
- Addio.- decreta la Evans e se ne va seguita dalla McDonald e da Dorcas Meadowes.
- Vai James!- Remus.
- Sei un mito Jamie!- Peter.
- Grandissimo!- Frank Paciock.
- Non ci posso credere…- Carl Spinnett.
- Lily aspetta!- Alice Walk.
Fisso Sirius. Mi fissa. Annuisce. Va tutto bene. Ho fatto la scelta giusta. È mio fratello. Sono suo fratello. Per sempre.

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Capitolo 17
*** Tempi duri e Malandrini ***


A Discolady, perché questo è anche il suo capitolo
 



- Sei sicuro? Avevi promesso.- tenta Remus.
- La Evans. Mocciosus è libero.- replica Jam.
- Sì, ma ti ucciderà! Sai che è innamorato di lei!-
- Certo che lo so. Il punto è che, come ti ho già detto Rem, la Evans è mia!-
- Ma James…-
- Tranquillo. C’è Sir che mi frena. -
- Sirius?-
- Te lo prometto Rem. -
Jam finalmente si allontana da noi andando verso Mocciosus. Ha un’idea malvagia come poche.
Allora, tutta la parte maschile di Hogwarts sa benissimo che Mocciosus è innamorato della sua amichetta. La metà femminile invece lo sospettava ma stranamente non si impiccia. Forse perché Jam è molto persuasivo…
Comunque, il piano di Jam è essenzialmente semplice: ricordate il bacio sotto il Vischio Vagante? Bene. Il ragazzo vuole dirlo a Mocciosus.
Sì, so cosa state pensando: non è banale? Piton lo schianterà e basta.
Eeeh magari fosse così!
Il punto è che ha deciso di farlo mentre la Evans è presente.
Dice che vuole vedere se negherà o dirà la verità. Ergo, è morto e sepolto.
- Ciao. - dice con aria furba.
- Che vuoi Potter?- lo aggredisce la Evans.
- Tranquilla: oggi mi dedico al tuo amico.-
- Come?- si intromette l’ulivo.
- Dovrei confidarti una cosa…-
- Che?-
- Forse te l’ha già detto la ragazza qui, gliel’hai detto?-
- Cosa?-
- Come non ricordi? La settimana scorsa…-
- Non osare Potter!- ehi, la ragazza ha capito al volo.
Oh, se vi state chiedendo dove siamo noialtri, osserviamo la scena da dietro una colonna, sotto suggerimento di Peter che è prudente all’inverosimile. A volte mi chiedo che ci faccia a Grifondoro.
- Su carissima, che vuoi che sia? Allora Mocciosus, ti va di sentire un segreto?-
- Quale segreto?-
- Sev non è importante…-
- Allora che problema c’è se me lo dice?-
- Rem. - sussurro al mio amico di fianco a me.
- Cosa?-
- Tu che sei suo amico, sai se la Evans sta con Mocciosus?-
- No, no. È che lui è protettivo con lei, quindi Lily pensa che sia meglio non lo sappia.-
- Ah. –
- Ragazzi, Jamie gliel’ha detto!- bisbiglia Peter eccitato.
Ciò si può evincere dal fatto che Mocciosus è appena saltato addosso a Jam e lo sta picchiando a sangue.
Corriamo a separarli ma è più difficile del solito dato che nessuno dei due ha la minima voglia di smettere di tentare di uccidersi.
- IO TI AMMAZZO PERVERTITO!- urla Mocciosus.
- PROVACI, PROVACI! TI FACCIO VEDERE IO SOTTORAZZA DI ULIVO AMBULANTE!-
- COME OSI INSULTARMI?!-
- LO POTREI FARE TUTTE LE ORE DEL GIORNO!-
Mi chiedo come mai non arrivi nessuno con questo baccano.
- Lily, Lily!- Alice arriva di corsa con le guance arrossate e i due litiganti si fermano un secondo notando le lacrime che sgorgano dai suoi occhi.
- Alice tutto bene?- chiede preoccupato Frank, il suo fidanzato mentre l’altra corre dalla Evans e comincia ad urlare: - Mary! Devi venire da Mary!-
- Cosa?! Perché?! Che è successo Alice?!- replica la Evans mentre tutti ascoltano impietriti. Tra i singhiozzi si possono distinguere delle parole agghiaccianti.
- I genitori di Mary…un attentato…la Gazzetta del profeta…uccisi…-
- Alice spiegati ti prego!- esclama la Evans con voce tremante.
- S-Sulla Gazzetta c-c’era scritto che…che Jack e E-Elizabeth Mac…Mac Donald sono stati uc-uccisi da una s-setta. C-Credo che si chiamino…Mangiamorte. I-Il loro capo è un uomo che…che si chiama, si chiama…-
- Lord Voldemort?- mi intrometto esitante. Tutti mi fissano.
- S-Sì. Come lo…?-
- Lasciamo perdere. Andiamo da Mary. - interviene la Evans tremando e tendendo la mano a Alice che la prende e la porta dove, probabilmente, c’è Mary.
Rimaniamo tutti fermi per qualche momento. Poi poggio la mano sulla spalla di Jam che sta ancora guardando la direzione in cui sono sparite le due e dico: - Andiamo.-
Lui annuisce e mi segue insieme a Remus e Peter nel silenzio generale.
- Ragazzi, come finirà?- chiede Peter impaurito.
- Non lo so. - rispondo.
- Io ho paura. Credete che non si fermerà?- continua.
- Non lo so. - ripeto.
- E se uccidesse i genitori di qualcuno di noi? I genitori di Mary erano Babbani, forse mira a loro che ne dite?-
- PIANTALA PETER! NON LO SAPPIAMO! E TI RICORDO CHE ANCHE LA MADRE DI REMUS È BABBANA SE NON LO SAI!- urlo.
La tensione è palpabile, manca solo la cosiddetta goccia per far traboccare il vaso.
Jam corre fuori dalla porta senza una parola. Remus prende del cioccolato e lo divide con noi.
Peter si scusa ma in fondo lo capisco: lui ha i nonni Babbani. E poi chi dice che Voldemort miri solo a loro? Non sappiamo neanche chi sia precisamente.
A cena, Mary non c’è.
- È andata a casa per i funerali dei suoi e per stare con suo fratello Michael, ha otto anni e quel giorno era dal nonno.- ci informa Alice ancora con la faccia rossa per il pianto, appiccicata a Frank. – Lily l’ha accompagnata. Ieri ha cercato di buttarsi dalla finestra. È…disperata.-
- J-James dov’è? –
- Non lo sappiamo.- risponde Remus.
- Ah. -
La Sala Grande è silenziosa, tutti sanno di Mary McDonald e di Lord Voldemort. Tutti sanno che i Babbani sono in pericolo. Tutti sanno tutto, tranne cosa fare. Perfino Silente è silenzioso.
Ci alziamo in silenzio e andiamo silenziosamente in camera, io e Peter perché Remus è rimasto a cercare di consolare Alice. James è lì.
Ci guarda serio e improvvisamente sulla testa gli spuntano delle grandi corna ramificate.
- Ma che…- mormoro.
- Ero, ero triste ecco. Avevo bisogno di concentrarmi su qualcosa e ho scelto di concentrarmi su Remus. Non mi sono trasformato in un cervo ma è pur sempre un progresso.-
- Be’, già. Sai come farle sparire?- chiede Peter.
Lui annuisce e le corna scompaiono.
- Complimenti Jam.-
- Grazie, come sta Mary?-
- È andata a casa sua per stare con il fratellino di otto anni, ai funerali dei suoi.- dice Peter. – La Ev… Lily è andata con lei.- aggiunge ripensandoci.
- Sono stato un coglione vero?- chiede Jam all’improvviso.
- Tu non sapevi ciò che era successo a Mary, Jam. – lo rassicuro io.
- Sì, ma…-
- Non è colpa tua. Smettila.-
Sospiriamo all’unisono.
- Noi lo combatteremo.- esordisco.
- Chi? Voldemort?- chiede Remus entrando.
- Sì. Lo promettete?- insiste Jam.
- Ovvio.- risponde Remus.
- V-Va bene.- balbetta Peter.
- Sir?-
Io li guardo e mi accorgo improvvisamente che il nostro gruppo non ha un nome.
- Sì. Voldemort dovrà vedersela con i Malandrini!- esclamo. Sono un genio.
- Con chi scusa?- chiede Jam che ovviamente da idiota che è non comprende il mio genio.
- Con noi no? Abbiamo bisogno di un nome e questo è il più adatto.-
Jam fa un’espressione strana, ma Remus e Peter sono consenzienti e dato che la maggioranza vince…

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Capitolo 18
*** La calma spezzata ***


Sono passati tre giorni da quando i genitori di Mary se ne sono andati. Lei non è più la stessa, è come se si fosse spenta. La Evans ha detto che l’amica pensa di andare a studiare da privatista, però non credo che glielo permetterà: se rimanesse sola farebbe qualcosa di grave. Ne sono sicuro.
La scuola è oppressa da un’atmosfera pesante, ogni minimo turbamento potrebbe spezzare la tesissima calma che c’è ora.
Perfino noi abbiamo smesso di fare scherzi, sarebbe “totalmente inappropriato” come ha detto Remus.
- Ora cosa abbiamo?- mormora Peter.
- Trasfigurazione.- risponde Sir.
- Che gioia. La professoressa è depressa da quando i genitori di Mary se ne sono andati. La madre era sua cugina.- commento io.
- Su ragazzi. Andiamo.- ci incita Remus con calma.
Entriamo nell’aula che condividiamo con i Serpeverde e ci sediamo. Per la prima volta siamo in orario: Peter non aveva proprio la forza di affrontare un rimprovero dalla professoressa.
La McGranitt entra in classe con la stessa espressione che potrebbe avere un fantasma infuriato. Non ho mai assistito ad uno spettacolo del genere: la professoressa sta parlando come fa un morente, solo che lei è viva e vegeta e, inoltre, molto arrabbiata.
Non riconosco più la donna seria e impassibile che mi ha messo in punizione per tre anni.
La classe è tesa, sembra che ognuno non veda l’ora di schizzare via dalla sedia, ma non in maniera positiva come al solito.
I Serpeverde sono con i Serpeverde e i Grifondoro con i Grifondoro. Anche l’abituale eccezione composta dalla Evans e da Mocciosus si è sfaldata.
Lui è seduto con Avery mentre la ragazza è accanto ad una pallida Alice. Ragazzi, andiamo davvero male.
Guardo Remus, seduto accanto a me, e mi fa capire che anche per lui questa è una delle lezioni più lunghe e sofferte della storia.
Sirius, alla nostra destra insieme a Peter, trema di rabbia e si guarda intorno, come cercando una vittima. La cosa mi preoccupa alquanto.
Lo fisso per tutto il tempo ma lui non se ne accorge dato che il suo sguardo continua a vagare tra Mocciosus, Avery e Mulciber.
Oddio. Ora ho davvero paura.
- Un po’ di attenzione ragazzi!- esclama la professoressa.
- E perché mai?- replica la Evans calmissima.
- Scusi?-
- Perché dovremmo prestarle attenzione? Neanche lei lo sta facendo. A inizio lezione parlava di Trasfigurazione animale, e ora parla degli ingredienti delle Api Frizzole. A che gioco sta giocando?- non ho mai ammirato nessuno quanto la rossa che sta due banchi davanti a me e fronteggia la McGranitt con tutta la calma di cui un essere umano dispone.
- Ritiri quello che ha detto, signorina Evans, o sarò costretta a metterla in punizione e non lo vorrei fare.-
- Non ne avrebbe motivo: ci ha sempre detto di lottare per le nostre idee, ed è mia opinione che una donna che soffre farebbe meglio a staccare un po’ e sfogarsi.- sia benedetta questa ragazza !
- E come mai non lo ha detto a inizio lezione?-
- Non è mia abitudine fare domande personali ai professori, a meno di non venire interpellata chiaro.-
- In punizione Evans. E che non accada più che lei o qualsiasi altro studente osiate mancarmi di rispetto. D’accordo?-
- Non sono d’accordo.- ribatte Sirius. Ahia.
- Non si intrometta Black.- ringhia la McGranitt.
- Mi scusi ma ho un pensiero fisso che mi tormenta da giorni, e la Evans mi ha dato la spinta giusta.-
- A questo punto dica pure…- sospira la McGranitt arrendendosi.
- Chi ha ucciso i signori McDonald?-
Silenzio. Non può aver detto ciò che ha detto. Sirius Black non è un idiota così idiota.
La classe lo guarda sbalordita e lui sta per parlare di nuovo quando una voce dal fondo della classe interviene: - Chi li ha uccisi? Risponda alla domanda di Sirius.- ordina Mary con voce ferma.
- Sono stati i seguaci dell’Oscuro Signore.- afferma Julius Yaxley senza esitazioni.
- E chi sarebbe?- chiede ingenuamente Alice.
- Un mago potente e spietato che uccide i Babbani senza un vero motivo. Un pazzo con dei pazzi al seguito.- risponde Sirius rabbioso. La professoressa non lo contraddice.
- Sul giornale ho letto anche il nome Black.- replicò Avery con un sogghigno.
- Non è apparso sulla Gazzetta Avery.- ribatto io. - Non l’avrai letto sul Quotidiano del Mangiamorte di tuo padre per caso?-
- Modera i termini Potter!-
- Che c’è, ti vergogni di ciò che diventerai in futuro Mulciber?-
Ahia, Sirius l’ha sparata grossa. Il ragazzo salta in piedi e gli indirizza una fattura. La McGranitt la para e tenta di fermarli ma ormai è tari. L’equilibrio è spezzato, la bomba è esplosa e continua a scoppiare.
A Mulciber infatti si aggiunge Avery e mi aggiungo anch’io per aiutare il mio amico, ma presto devo cambiare avversario perché Mocciosus mi reclama e al mio posto arriva Alice. La ragazza è brava ma non abbastanza e Remus e Frank corrono in suo aiuto.
Ma la vera sorpresa è lei. Lily Evans schiva con grazia tutti i colpi indirizzatele da Yaxley e risponde con la calma che all’altro, accecato dalla furia, manca.
- Basta!- tuona una voce potente. Silente è arrivato e per la prima volta in vita mia lo vedo arrabbiato. - C’è già abbastanza violenza nel mondo senza che voi ne aggiungiate dell’altra. Le bacchette vi saranno confiscate per una settimana e sperate che non vi trovi ad azzuffarvi alla Babbana!-
Detto questo se ne va, ma prima appella le nostre bacchette lasciandoci completamente basiti.
La giornata passa in fretta e a cena Silente si alza e comincia a fare uno dei discorsi che mi hanno commosso di più.
- Tanti anni fa in questo castello viveva un ragazzo il cui nome era Tom Riddle. Era un ragazzo come tanti ma con la pericolosa combinazione di ambizione e grande carisma. La sua casa era Serpeverde ma questo non significa nulla. Tom Riddle uscì da questa scuola con il massimo dei voti eppure scelse di fare un lavoro umile: commesso. Ma attenzione: quel ragazzo era più furbo di quanto si potesse pensare. Il suo lavoro gli permise di studiare e procurarsi oggetti oscuri che gli conferirono molta, troppa conoscenza. Questa strada lo portò ad acquisire più potere di quanto è concesso ad un normale essere umano. Ora questo ragazzo si fa chiamare Lord Voldemort è temo che fra poco tempo sarà temuto al punto tale che nessuno riuscirà più a dire il suo nome.
Dobbiamo cercare di evitare che ciò accada, e questo comporta anche non fare il suo gioco. Oggi ho avuto il dispiacere di vedere dei ragazzi ingaggiare una piccola battaglia in classe, e questo mi ha dimostrato che il seme del male che Lord Voldemort sta seminando comincia ad attecchire. E questo non deve accadere. Voi siete il futuro del mondo. Ognuno di voi è responsabile del futuro di ognuno di noi. Guardate colui che sta alla vostra destra. Lui o lei dipende da voi, ricordatelo.-
Dopodiché si sedette e tutti ricominciarono a mangiare sussurrando a bassa voce. Seguendo il consiglio del preside mi volto e alla mia destra naturalmente c’è Sirius.
Lui si accorge del mio sguardo e mi sorride, poi mi indica la sua destra. Accanto a lui siede la bella Alice. Frank lo ucciderà. Colui che invece deve vegliare su di me è Peter, sono messo bene.
È strano però…con la fine di quella calma innaturale sono tornato me stesso.
Ho di nuovo voglia di scherzare, di litigare con Mocciosus, di provarci con la Evans. Solo che mi rendo conto che dovrò aspettare per un po’.
Però posso almeno ricominciare a scherzare con i miei amici, possiamo tornare ad aiutare Remus.
- Sir, Pet, domani si ricomincia?- gli sussurro mentre Remus è impegnato in una conversazione con Arun Patil.
- Con la sorpresa?- chiede Peter intimorito; io annuisco.
- Pensavo che avremmo ripreso questa sera. - mugugna Sirius con un’espressione abbattuta.
- Pazienta, caro il mio pulcioso. Pensa piuttosto a come evitare la furia di Frank. Non credo che sarà contento di sapere che sei responsabile della sua ragazza…-
- Arg! La mia vita è in pericolo!-
Scoppio a ridere seguito da lui e poi dagli altri. Veniamo però interrotti dall’arrivo dei dolci. Mm…bignè al rum. I miei preferiti.
Sirius predilige la liquirizia, Peter le Api Frizzole e Remus le Cioccorane, e qualsiasi altro tipo di cioccolato chiaro.
Mia madre mi dice sempre che le persone si capiscono dai dolci. Ad esempio, il fatto che la Evans sceglie la torta alla melassa significa che non ha il minimo senso del gusto.
- Adesso che facciamo?- chiede Peter.
- Andiamo a letto. Abbiamo già combinato abbastanza casini per oggi.- ordina Remus.- E poi domani c’è la luna piena e vorrei riposarmi per bene.- aggiunge sottovoce con un’espressione che più triste non si può.
- D’accordo ma lo facciamo solo perché sei tu, ok?- dico io.
- Uffa, frenate sempre la mia creatività.- sbuffa Sirius guadagnandosi uno spintone da parte mia. Con Remus in questi casi non bisogna scherzare.
Tutto sembra avere un nuovo volto, anche la Sala Comune. Faccio per parlare con la Evans ma lei mi interrompe con rabbia e mi prega: - Non stasera, non oggi ti scongiuro.- dopodiché sale in camera abbracciando Mary che, da tanto tempo a questa parte, ha sul viso un’ombra di sorriso.
Alice e Frank invece civettano sul divano; sono così disgustosi che mi sta venendo la carie.
- Ehi Frankie! Hai sentito il discorso del nostro adorato preside?- esclamo e lui annuisce guardandomi perplesso.
- Dunque?-
- Indovina chi ha il compito di vegliare sulla piccola Alice?- gli dico facendo un cenno in direzione di Sirius che, ne sono certo anche se non lo sto guardando, sta cerc ando di uccidermi con lo sguardo.
- Cosa?! Black io ti ammazzo!- esclama Frank alzandosi e cominciando a rincorrerlo fra le nostre risate.
Che bello che tutto sia tornato come prima…poi però penso a Voldemort e l’allegria svanisce di colpo sostituita dalla rabbia.
“Ti vincerò, lo giuro.” è il mio pensiero. E intendo farlo.

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Capitolo 19
*** Fratelli e Tartufi ***


- JAMES POTTER! GIURO CHE STAVOLTA ME LA PAGHI!- urla Remus rosso di rabbia.
Il ragazzo corre in fretta fuori dalla stanza e vola giù dalle scale finendo addosso ad Alice che stava salendo da Frank.
Peter ed io corriamo a vedere lo spettacolo di Remus che uccide Jam; tutto perché il secondo ha trovato la scorta di cioccolata del primo sotto il letto e ne aveva mangiata la metà.
Remus l’ha scoperto e non ha preso la cosa molto bene; infatti, ora sta inseguendo Jam per tutta la Sala Comune.
- FERMATI!- urla Remus.
- Osserva Pet: questo spettacolo non capita tutti i giorni.- sussurro al mio amico.
- Dici? In effetti…- sogghigna lui. In questi momenti capisco perché è nostro amico: anche lui ha un lato maligno.
Lo spettacolo è fantastico, ma ovviamente lei arriva a rovinare tutto.
- FERMATEVI SUBITO!- urla la stramaledetta ragazza conosciuta come Evans.- Silente ha detto che non vuole conflitti!-
- Suvvia Evans era solo un piccolo litigio tra amici. Non essere così rigida.- dico io mettendole una mano sulla spalla.
Lei la toglie bruscamente e sibila: - Tieni le mani a posto, Black.-
- Oh scusa se ho attentato alla tua persona così pura con un gesto così audace! Come potrò mai farmi perdonare?!- esclamo con teatralità mentre Peter e James sghignazzano e Remus fa un sorriso divertito.
- Smettila! E voi due fate pace!-
- Certo, mammina, ma prima spiegami: perché dovremmo dare ascolto a te?- chiedo.
- Perché, al contrario vostro, io non ho una fedina penale più nera dell’inchiostro.-
- Hai ragione, siamo proprio dei criminali incalliti. Ma non credo che tu abbia la minima autorità per dirci qualcosa.-
- Pfui, come se non sapessi che se avessi l’autorità di cui parli, vi divertirebbe ancora di più infastidirmi.-
- Sei un po’ presuntuosa. Non trovi?- sibilo irritato.
- Scusa?!-
- Sirius sta dicendo che, contrariamente a quello che pensi, non pensiamo tutto il giorno a come infastidirti. Abbiamo anche altro da fare.- spiega Jam comparendo al mio fianco.
La Evans ci squadra con quello che sembra uno sguardo di odio più puro, lo so perché di solito mia madre mi guarda così.
- Hai finito? Possiamo ricominciare?- chiedo.
- Dimmi Black, cosa ti fa credere che mi stia per arrendere?-
- Uhm…il fatto che hai del buonsenso e quindi dovresti capire che non ti ascolteremo mai, credo.-
- Tranquillo, so benissimo che non ti convincerò mai Black. Peccato che non si possa dire lo stesso del tuo amichetto là dietro.- fa la ragazza con un sorriso maligno indicando Jam. Ahi. - Infatti se io, ad esempio, gli promettessi, che so, un’uscita, sono certa che farebbe ciò che voglio…-
Furba però! Mi giro e vedo Jam pallido che guarda me, Remus, Peter e la Evans. È in evidente stato di confusione.
- Jam…- lo ammonisco.
- James?- chiede Remus più calmo.
- Io…io…Rem, tu sei ancora arrabbiato con me?- e questo che cosa c’entra?!
- No, perché?-
- Perfetto. Perciò possiamo anche andarcene no?- sorride Jam. Però, non è mica stupido.
Lasciamo la Evans a sbollire in Sala Comune mentre noi usciamo sghignazzando.
- Ahahah! Pensavo che ci avresti tradito James!- ride Peter.
- Buono Pet! Come puoi pensare una cosa del genere?!- protesta Jam.
- S-Scusa…-
- Oh, è impallidito il piccino!- esclamo e scoppiamo a ridere di nuovo.
Poi Jam porge una barretta di cioccolato alle nocciole a Remus in segno di pace. Lui lo accetta e poi guarda il cielo con un sospiro.
- Allora…sei pronto per stanotte?- chiede debolmente Peter.
- Come potrei? Ogni volta sembra che faccia più male.- geme Remus.
- Tranquillo Remus. Ti aiuteremo. Te lo prometto.- dice James mettendogli una mano sulla spalla. Il lupetto sorride e riprende a scherzare. È come una mamma apprensiva: quando vede che stiamo male cerca sempre di tirarci su di morale. In questo lui e Jam si assomigliano.
E poi succede. Dovevo saperlo: quando sto bene sia con me stesso, sia con il mondo, accade qualcosa che rovina tutto.
E, infatti, chi non svolta l’angolo se non Regulus, il mio adorato fratellino? Ogni volta che lo guardo, mi chiedo come mia madre abbia potuto chiamarlo “giovane re”. È pallido, magro e appuntito; non ha nulla di un re.
I ragazzi si zittiscono e mi guardano. Perché diavolo lo fanno?! Preferirei che facessero un casino immane piuttosto che stare qui a subire lo sguardo accusatorio di mio fratello nel silenzio più totale.
Ovviamente ciò non basta: a quanto pare, Regulus ha appena deciso che sono degno di parlare con lui.
- Sirius. Dobbiamo parlare.- esordisce.
- Dimmi Regulus.- replico.
- Da soli.-
- Perché?-
- È una cosa di famiglia.- dice alludendo ai Malandrini.
- Perfetto, allora puoi parlare.- sibilo. Ho detto mille volte a Regulus che i Malandrini sono la mia seconda famiglia.
- Lui non è tuo fratello.- replica indicando Jam. È sempre stato geloso di lui.
- Giusto, hai ragione Reg. Loro sono i miei fratelli.-
- Ehm, Sir…è meglio che ce ne andiamo.- replica Remus. Non dico nulla, quindi lui spinge Jam e Peter lontani. Non so se questa è una cosa buona ho no.
 Io e Regulus ci squadriamo in silenzio per qualche istante, poi lui sospira e dice: - La mamma soffre molto Sirius. Passi che sei a Grifondoro, questo non si può cambiare e credo che tu ne sia felice, ma tu la tratti male Sirius.-
- Io la tratto male?! Io?! Oh, certo! La tua preziosissima mamma non ha alcuna colpa!-
- Sei tu che ti sei sempre ribellato alle regole dei Black! Perché poi?! Non l’ho mai capito!- sbraita Regulus.
- Perché? Credimi, anche tu non le condivideresti se avessi visto tuo padre torturare fino alla fine una ragazzina per il solo fatto che fosse una Babbana e gli avesse chiesto l’elemosina!-
- Certo! I Babbani non sono degni di noi!-
- E questo vale la morte di una bambina?! Non credevo che ti avessero plagiato fino a questo punto!-
- Plagiato? Tu non sai cosa stai dicendo Sirius!-
- Perché, tu sì? Non hai idea di cosa sia veramente il Lato Oscuro, Regulus! Non voglio che ti succeda qualcosa!-
- Io so quello che faccio Sirius, tu non sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare!-
- Sono tuo fratello maggiore, Reg!-
- No, non totalmente.- replica lui e se ne va.
Credetemi, io voglio davvero bene a Regulus: è il mio fratellino, mi sento responsabile verso di lui. È l’unico della famiglia che salverei, insieme a Andromeda e a zio Alphard. Adoro Reg, e ho il terrore che gli succeda qualcosa di male.
Sono perso in questi pensieri quando una piccola Corvonero arriva di corsa, non mi vede e mi viene addosso.
Cadiamo entrambi, poi mi rialzo e le tendo la mano. Lei però mi fissa sbalordita e comincia a ridacchiare.
- Cosa? Che c’è?- chiedo.
- Il…il tuo naso…- dice ridendo.
Io mi tasto il naso, agitato, e sento qualcosa che non va. C’è qualcosa che non è al suo posto. La ragazza mi porge lo specchio che ha in borsa e quello che vedo è semplicemente…orribile!
Lascio la ragazza e volo in infermeria, sfortuna vuole che lì ci siano anche gli altri perché Remus si è sistemato per l’imminente notte.
- Sir? Che ti è successo?!- mi accoglie Jam scosso dalle risate.
- Nulla che ti riguarda.- borbotto andando da Madama Chips.
- Dai fa vedere!- mi prega.
- Lasciami in pace quattr’occhi!-
- Se rivuole il naso di prima, Black, è meglio che lei stia fermo!- esclama Madama Chips. Io la accontenterei ma quello stramaledetto occhialuto continua a cercare di vedere il mio povero naso!
- Smettila Jam!-
- Ahahahahah! È fantastico!- esclama quell’idiota vedendolo.- Sembra…un tartufo!- esclama.
Finalmente Madama Chips riesce a fermarmi e sistemarmi il naso, che torna al suo splendore originario.
Purtroppo, Jam non dimentica.
- Allora andiamo. Remus, puoi salutare Jam, Pet e…Tartufo!-
IO LO AMMAZZO!

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Capitolo 20
*** Cani, Gufi e Specchi ***


Entro in Sala Comune.
- James! Dov’eri finito?- mi chiede Remus. Lo ignoro.
-  Peter, hai visto Sirius?- chiedo.
- No, perché?-
- Non so, è da stamattina che è scomparso.-
- Non è che ha solo bigiato?- ribatte Remus alzando pigramente gli occhi dal libro di Incantesimi.
- Nah, me l’avrebbe detto.- replico.
Gli altri due sono costretti ad ammettere che è vero. Sono leggermente preoccupato, poco però.
- Com’è che non sei preoccupato, mamma Remus?- lo prendo in giro.
- Perché non è ancora esploso niente, la McGranitt non è venuta a vedere se eri coinvolto anche tu, e Severus non ha minacciato vendetta.-
- Giusto.-
- Perché non ne approfitti per fare Trasfigurazione? Sei in un ritardo mostruoso e…va bene, lascia stare.- aggiunge vedendo la mia espressione.
Mi butto sulla poltrona della Sala Comune, e comincio a leggere il catalogo delle nuove scope. La Nimbus 1000 non è male, ma la mia vecchia Tornado 13 è sempre la migliore, quantunque ne dica Sirius.
Entra la Evans, oggi ha i capelli raccolti in uno chignon che le lascia il collo scoperto, è proprio un bel bocconcino…
- Ehi, Evans! Hai mica visto Sirius?- le urlo.
- No, per fortuna.- replica fredda.
- Scusa?-
- No, non l’ho visto.-
- Per fortuna?!- ribatto rabbioso.
- Esatto. Non so se l’hai notato, ma non mi state esattamente simpatici.-
- Mi sono sempre chiesto il perché…-
- Be’, per quanto riguarda te, non sopporto che tu sia uno sbruffone, egoista ed egocentrico; il tuo amichetto invece è un donnaiolo sbruffone almeno quanto te. -
- Non è bello parlare male di chi non c’è. -
- Mi hai fatto una domanda ed io ho risposto!-
- Sì, ma…-
- Che mi sono perso?- si intromette Sir entrando.
Ci voltiamo e la Evans lo guarda con disgusto. È tutto completamente ricoperto di fango, solo gli occhi erano sopravvissuti al massacro; nonostante questo, ha un’aria molto felice.
- Che hai fatto Black? Ti sei rotolato nel terreno?- chiede Charles Bickleby.
- Esatto, perché?-
Rimaniamo spiazzati dalla risposta, ma lui sembra non accorgersene e ripete: - Allora, cosa mi sono perso?-
- Ah, il solito. Io e la Evans stavamo dibattendo.-
- Allora non mi sono perso nulla.-
- Bravo. Adesso vai di sopra a lavarti.- aggiunge Remus da brava mamma.
- Uffa, e va bene. Jam, Peter, potete venire con me?-
- In doccia?- chiedo con un ghigno.
- No, cretino, in camera.-
- È una cosa a tre?-
- Smettila Jam!-
Salgo sghignazzando, poi però lascio andare avanti Peter e mi volto lanciando un bacio volante alla Evans che arrossisce e viene assalita dalle mie adorabili fan.
- Allora, che vuoi Tartufo?-
- Primo: smettila di chiamarmi così, secondo: aspettate un attimo e vedrete.-
Io e Peter ci scambiamo un’occhiata esasperata e aspettiamo venti minuti buoni. Finalmente Sir esce dal bagno, nudo, ha solo le mutande.
- Mi tenti Black…- sogghigno.
- Zitto cretino. Ora guarda.-
Sotto i nostri occhi, il suo corpo si copre completamente di pelo, le sue orecchie diventano a punta, la faccia si allunga e i piedi e le mani si allungano e spuntano gli artigli.
Davanti ai nostri occhi appare un grande cane nero, solo che il suo sedere è ancora umano e torna a essere Sir in meno di un minuto.
- Allora?- chiede sorridente, senza ottenere risposta. Peter ha gli occhi sbarrati e si tiene una mano stretta sul petto, come se stesse avendo un attacco di cuore. Io invece mi limito a fissarlo.
- Quando ci sei riuscito?- dico infine.
- Stamattina non avevo niente da fare, quindi…-
- E le lezioni?- obietta Peter. Sir lo ignora e riprende.
- Quindi, dicevo, sono andato nella Stanza delle Necessità e mi sono messo a esercitarmi. Alla fine non ci ho capito molto, ma ho desiderato uno specchio e quando mi sono visto ho notato qualche cambiamento.-
- Direi.-
- Geloso Jam?-
- Cosa?!- replico interdetto.
- Sei rosso. Sei invidioso.- lo ucciderei a volte.
- Ma per favore!-
- Ragazzi?- dice Remus entrando e diventando subito rosso. Ah, è per Sirius!- Cos’ho interrotto?- aggiunge scosso dalle risate.
- Vuoi fare una cosa a quattro?- replico alzando le sopracciglia. Vedere Remus che si imbarazza è lo spettacolo più divertente che il mondo mi abbia concesso.
- James!- ribatte più rosso dei capelli della Evans
- Cosa? Hai chiesto, e ho risposto.- ribatto beccandomi un ceffone dal lupacchiotto. In fondo me lo merito.
Io e Sir continuiamo a sparare battute a doppio senso che fanno sbellicare Peter, ma lui ride per qualunque cosa diciamo, e causano anche il rossore e le frasi balbettanti di Remus.
Ecco, questa è la mia serata tipo, ridere con i miei amici, saltare la cena per poi sgattaiolare nelle cucine con Sirius!
- Perché finiamo sempre così?- mi chiede.
- A prendere il cibo da quegli adorabili elfi? Perché è divertente.-
- No, perché siamo costretti a stringerci sotto il tuo mantello quasi ogni notte?-
- Non sono abbastanza sexy?-
- Mi dispiace di dover deludere le tue aspettative ma io bazzico sull’altra sponda.-
- Razza di cretino, bazzico con te ogni giorno! Vuoi andarci da solo?-
- Scherzi? È divertente in due.-
- Bravo cagnolino!- esclamo strofinandogli la testa.
- Zitto e vai.-
Entriamo nelle cucine e quei meravigliosi Elfi ci accolgono con dei sorrisi radiosi, anche se li abbiamo svegliati.
- Ecco, pasticcini e pollo per il signore!- esclama il mio elfo preferito: Twyn.
- Grazie! Domani vi manderemo altri amici affamati.- promette Sirius suscitando tanti gridolini eccitati. È così facile farli felici!
- Sono fantastici. No, Jam?- mi chiede Sir. Io annuisco energicamente.
La strada è sgombra, anche se a Sir era parso di vedere un’ombra strana. Siamo quasi arrivati al piano superiore, quello della torre, quando inciampo in qualcosa che, ci scommetto, è stato messo lì da Pix. Fatto sta che cado e mi porto dietro il mantello e Sir mi afferra un secondo prima che rotoli giù dalle scale.
- Studenti in corridoio! Hai fatto bene ad avvisarmi tesorino!- sento urlare Gazza. Ci affrettiamo a nascondere le provviste in un’armatura e cerchiamo di scappare ma il custode arriva in meno di due secondi. Certo che quando ghigna è più brutto del solito.
- Allora, Gazza, mi vuole spiegare perché mi ha tirato giù dal letto a mezzanotte?- chiede un’irritata McGranitt. È strana in vestaglia.
- Potter e Black erano in giro per i corridoi professoressa!-
- Dunque? Poteva dargli la solita punizione e via.- replica freddamente Minnie.
- Erano andati a rubare dalle cucine! Ho trovato del cibo in un’armatura. -
La professoressa inarca le sopracciglia e ci fissa gelida.
- Non vi bastano i pasti di Hogwarts?-
- Veramente…-
- Silenzio Black. Ho saputo inoltre che avete saltato le lezioni questa mattina. Posso chiedere il perché?-
- Noi…avevamo da fare.- rispondo.
- Avevate da fare? E questo è più importante della vostra istruzione magica?-
- Certe cose sì. - ribatte Sir.
- Bene. Allora, Black, potresti darmi la definizione di Avvincino?- ribatte lei.
- È una domanda trabocchetto?-
- No, è la creatura che i vostri compagni hanno studiato oggi a Difesa contro le Arti Oscure.-
- Ah. –
- Dunque…Potter, domani sera pulirai la Guferia, senza magia. Oh, sì, non fare quella faccia. Tu, Black, pulirai l’Infermeria. Anche i vasi da notte. Ora li porti a letto Gazza.-
- Odio quando ci danno punizioni separate.- borbotto quando siamo in Sala Comune.
- Cioè da sempre?- ribatte Sir.
- Già, sarebbero più divertenti in due.-
- Hai ragione. Bisognerebbe trovare un modo per comunicare fra di noi.-
- Magari…-
- Ragazzi, siete voi?- chiede la voce assonnata di Remus quando entriamo in stanza.
- Sì, Gazza ci ha beccato.-
- Va beh, ci rifaremo domani a colazione.- risponde lui.
- Peter come l’ha presa?- chiede Sir.
- Gli ho dato un po’ di cioccolato e siamo andati a dormire.
- Complimenti Rem. -
Lui sorride e si rimette a dormire. Presto anche io e Sir ci infiliamo sotto le coperte.
- Sai Jam? Ci ho pensato e credo che zio Alphard mi abbia regalato qualcosa che potrebbe servirci.- mi dice la mattina dopo rovistando nel baule.
- Sarebbe?- chiedo mettendomi la divisa.
- Questi.- risponde con un ghigno tirando fuori dal baule due specchietti quadrati dall’aria sudicia.
- E a che servono?-
- Tu tienitelo in tasca, al resto penso io. -
- Come vuoi.- replico dubbioso.
Peter, stranamente, a colazione mangia normalmente, cosa che mi fa preoccupare finché Rem non mi spiega che gli ha dato una delle sue Barrette Supersazianti che usa quando si deve trasformare in Lupo Mannaro per non avere fame dopo.
Per il resto, la giornata trascorre tranquillamente e ho la mia rivincita a Trasfigurazione, materia in cui sono il migliore quando ho voglia, trasfigurando il mio riccio in un puntaspilli ancora prima della Evans. Guadagno anche qualche punto.
- Potter, vieni con me. Black, con Gazza.- ci annuncia la McGranitt subito dopo cena. Saluto i ragazzi e la seguo.
Dopo un’ora mi sto chiedendo quando diavolo mangiano i gufi per produrre una quantità di escrementi simile.
All’improvviso, sento una voce che mi chiama. Mi guardo intorno ma non c’è nessuno. Riprendo a pulire, ma sento di nuovo qualcuno che mi chiama.
- Ma che diav…- comincio, ma poi capisco che la voce viene dalla mia tasca. Lentamente, tiro fuori lo specchio e quasi urlo quando vedo che nello specchio non è riflessa la mia faccia, ma quella di Sirius Black.

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Capitolo 21
*** Che gli scherzi ricomincino! (ok ho preso da Hunger Games) ***


-         M-ma tu…- balbetta Jam.
-         Calmati.-
-         Tu…io…-
-         Jam, calmati.-
-         Che ci fai nello specchio?!- sta per gridare lo scemo.
-         Non sono nello specchio, deficiente. Sono in Infermeria e sto pulendo i vasi da notte.-
-         Allora perché ti vedo?-
-         Perché questi sono specchi gemelli. Me li ha regalati zio Alphard a Natale.-
-         E me li fai vedere oggi?!- esclama. In effetti…
-         Scusa, mi sono dimenticato.-
-         Ma ti rendi conto che è utilissimo?! Potremo divertirci anche in punizione!- ma dai?
-         Per questo te l’ho dato. - gli faccio notare.- Aspetta, mi sa che sta arrivando Gazza. Ti evoco dopo.-
-         Aspetta, se devo chiamare io?-
-         Basta che dici il mio nome, no? Ciao genio.- a volte mi stupisco dell’ottusità di Jam.
A proposito, devo ricordarmi di dire a Remus perché lo chiamo così: è da tre mesi che ci assilla.
-         Black, con chi parlava?- chiede Madama Chips entrando.
-         Con nessuno, perché?-
-         Mi era sembrato…fa nulla, sarà stata un’impressione. Hai finito?-
-         Quasi. Mi manca solo il pavimento. Sa, questa è la prima volta che lavo una stanza ma non è un’esperienza così brutta: qui il clima è molto accogliente.-
Lei sorride e mi congeda, dicendo che finirà lei ignorando le mie insistenze.
Mamma mia com’è facile circuire le donne, nessuna resiste al mio fascino.
-         Finito?- mi chiede Remus quando entro in Sala Comune.
-         Sì. Jam?-
-         Ancora disperso.- dice Peter, intento al tema di Astronomia.
-         Bah. - dico solamente gettandomi su una poltrona.
-         Hai fatto Astronomia, Sirius?- mi chiede mamma Remus.
-         Nah. La copio da te. -
-         Perché dovrei fartela copiare?-
-         Per lo stesso motivo per cui mi fai copiare tutto credo.- replico stancamente. Tre ore in Infermeria riescono a sfiancare persino Sirius Black.
Remus alza gli occhi al cielo e mi passa il foglio con tutto il tema fatto.
-         Grazie Remmy. La prossima volta che io e Jam andiamo a Hogsmeade ti porto dieci Cioccorane.-
-         Ragazzi state attenti. Piton ha scoperto uno dei vostri passaggi segreti e l’ha detto a Lumacorno.-
-         Maledetto Mocciosus! Quale?- perché quello stupido produttore di olio deve immischiarsi in tutto?!  Maledetto il giorno in cui l’abbiamo incontrato!
-         L’ha sentito Peter.- mi dice.
-         Quello sotto il terzo letto dell’Infermeria.-
-         No! Era il migliore!-
Questa me la paga! Perché diavolo quello stupido doveva prenderci in antipatia? Stupido Jam che si è andato a innamorare della sua fidanzatina!
Giuro che Mocciosus me la pagherà molto, molto cara! Presto il mio lato Black uscirà allo scoperto, e sappiate che Cassius Black è stato un noto assassino di Babbani. Ne uccideva come minimo dieci alla volta.
Non lo ucciderò, no. Ci vuole un castigo molto più severo: è da troppo tempo che ci sfida e deve capire che non può fare il figo con noi in giro.
Vado in camera ad architettare il mio geniale piano, che comprende saltare il pranzo ma non fa niente, per un giorno non morirò, non mi chiamo Peter Minus io.
Ho saputo solo in seguito cos’è successo mentre ero fuori, in che modo hanno funzionato i miei sistemi per far uscire Mocciosus e buona parte degli studenti dalla scuola.
Secondo le mie fonti (Jam) è successo questo: prima di tutto, i Serpeverde si sono trovati al tavolo dei vermi che hanno fatto scappare a gambe levate le ragazze a parte qualcuna. Tutta la Sala Grande si è messa a ridere ma gli insegnanti sono accorsi e hanno sistemato tutto, Jam mi ha detto che la McGranitt ha guardato lui e gli altri con sospetto.
Secondo il mio piano, poi, il portone d’ingresso si è illuminato e molti studenti sono usciti a vedere cosa accadeva, scoppiando subito a ridere. I Malandrini sono arrivati dopo seguendo le mie istruzioni. Ho saputo che Peter ha avuto un colpo di genio sfruttando Jam: ha fatto in modo, nessuno sa come e lui non lo vuole dire, che il ragazzo cadesse addosso alla Evans mentre usciva dalla Sala Grande. A quella vista Mocciosus si è leggermente incazzato e ha tirato fuori la bacchetta ma Jam è corso fuori e lui l’ha seguito, per poi bloccarsi davanti al mio capolavoro.
Ah, se ve lo state chiedendo, ho semplicemente messo un cartellone con su un’enorme shampoo verde e Piton; a fianco c’è scritto: “Uniteli è forse, ma forse, otterrete dei capelli. Non si garantisce il risultato”.
Mocciosus sta letteralmente ringhiando e intanto sillaba silenziosamente ogni parola. Credo voglia uccidermi.
Si volta verso di me e sfodera la bacchetta.
-         No Piton!- esclamo sfoderando la mia.
-         Tu…- sibila.
-         Io cosa?-
-         Sei stato tu!-
-         E chi lo dice scusa?-
-         Eri qui!-
-         Veramente sono stato con Madama Chips fino a dieci minuti fa, poi sono venuto qua con lei perché abbiamo visto qualcosa di strano. Controlla se vuoi.-
-         Lo farò di certo dopo averti sfregiato per tutta la vita!-
-         Tu provaci!-
-         Severus!- ci interrompe la Evans, severa. Mi guarda per un millesimo di secondo, poi dice a Mocciosus: - Prima di fargli qualunque cosa esamina le prove. Non puoi essere sempre così violento.-
Sembra esasperata. Non mi dire che sta cominciando a capire chi è il suo innamorato? Proposito…
-         Ehi Evans!- esclamo mentre Mocciosus è già sparito per cercare Madama Chips.
-         Sì?-
-         Tu stai con Mocciosus?-
-         No, perché?- mi sembra sincera: la sua espressione è sconcertata.
-         Niente, niente.-
Arriva Jam ridendo e credo che stia per dire qualcosa di compromettente ma vede la Evans e per fortuna si ferma: posso sopportare solo un certo numero di punizioni la settimana e l’ultima era la settima in cinque giorni.
-         Ehilà Evans! Mi dispiace di essermene dovuto andare così presto dalla comoda posizione di prima ma avevo da fare.-
-         Figurati. La prossima volta porto della marmellata di lamponi, così sarai molto più sexy, Jam. - replica lei ghignando prima di andare a raggiungere Mocciosus. Se non fosse una mezza-Prefetta-filo-serpe, sarebbe un’ottima Malandrina.
-         È brava, però.- ammetto.
-         Già. Vedi che è fantastica?-
-         Non esageriamo Jam, e poi è anche colpa tua. Mi chiedo ancora come tu abbia potuto essere così stupido da dirglielo.-
Lui mi dà un leggero pugno sul braccio e, accennando al cartellone, dice: - Comunque bel lavoro Black. L’alibi è a posto?-
-         Certo. Madama Chips mi adora sempre di più.-
-         Bravo davvero. Remus mi ha chiesto di nuovo il perché del soprannome.-
-         Glielo diciamo?-
-         Ma sì, se lo sa la Evans è giusto che lo sappia anche lui.-
Torniamo nel castello perché i professori non ammettono una pausa neanche per uno scherzo spettacolare come questo.
Parlo del soprannome a Rem durante Pozioni e lui ride così tanto che rovescia il suo decotto sul pavimento beccandosi una S da Lumacorno.
-         Accidenti scusa Rem! È la prima della tua vita!- dico uscendo.
-         Figurati Sirius. Una risata vale ogni cosa!-
Lo guardo e mi rendo conto che essere un licantropo, l’ha fatto crescere prima del tempo; ha avuto una vita davvero dura, Remus, eppure riesce a essere così…candido.
Jam attira la mia attenzione verso un gruppo misto di Corvonero e Serpeverde che stanno passando. Quando vedo una testa mora, capisco perché me l’ha indicato. Regulus mi supera senza neanche guardarmi, i nostri rapporti si sono ridotti a questo? Lo stesso bambino che mi chiedeva perché non poteva giocare con il bambino che abitava di fianco a noi ora è diventato il piccolo sosia di Orion Black?
Non ho ancora fallito. Mio fratello non cadrà nelle loro mani, lo tirerò fuori anche contro la sua volontà se sarà possibile.
Regulus è stato il mio unico appiglio in quella casa. Non me lo porteranno via.
 
 
Angolo autrice
Ok, so che sono stata sdolcinata in una maniera tale da far sembrare il povero Sirius una quindicenne innamorata, abbiate pazienza!
Luna promette che dal prossimo capitolo (inizio 4 anno), ci saranno solo scherzi e occasionali intrusioni di Voldemort. Mi perdonate?

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Capitolo 22
*** Cervo ***


Siamo a novembre del quarto anno, Voldemort miete sempre più vittime, ma mio padre mi ha ordinato di divertirmi. Le sue esatte parole sono state: “Io sono un Auror e vedo il terrore negli occhi della gente ogni giorno. Vorrei evitare di vederlo anche quando torno a casa. Fai l’adolescente finché puoi Jam.” Esatto: lo stupido soprannome che mi ha dato Sirius è arrivato anche alla mia famiglia. I miei si sono sbellicati quando hanno saputo la storia e da allora mi chiamano solo così. Forse dovrei smettere di rispondergli.
Comunque, ho seguito il consiglio di papà e cerco di godermi l’anno. Tanto per dire, Avery si è trovato a testa in giù in un gabinetto e Mocciosus…beh, vi basti sapere che devo a Pix un grande favore. Molto grande.
-         Aah! Adoro questo posto!- esclamo dopo aver ingoiato almeno dieci fette di roast beef. Peter annuisce con convinzione, la bocca piena di pasticcio di rognone.
-         Marmellata Jam?- mi chiede Sir poiché siamo passati ai dolci.
-         Spero che nell’Oltretomba tu sia perseguitato da marmellate mannare, sai Sirius?-
-         Grazie.-
Al mio fianco Remus sta scrivendo qualcosa che solo io e i Malandrini sappiamo, essere l’elenco delle notti di luna piena fino a dicembre. La prossima è proprio oggi.
-         Ah, James.- mi chiama Peter quando ha ingoiato il boccone.
-         Sì?-
-         Tu e Sirius mi fate un favore?-
-         Certo Pet, siamo i tuoi amici no?- s’intromette Sir. - Che c’è?-
-         Avete presente Mulciber? L’anno scorso, quando già eravate andati via, mi ha fatto una fattura che mi ha costretto a stare a letto per tutta l’estate.-
-         Per questo non ci hai scritto?- chiede Remus.
-         Già, mamma non me l’ha permesso. Sapete che papà non usa più i suoi poteri, quindi non ha potuto curarmi.-
-         Dunque?-
-         Come faccio a vendicarmi?-
-         Wow, non avevo mai visto questo Peter “Malandrino”- commento prendendo una fetta di torta al cioccolato e facendolo sorridere.
-         Possiamo pensarci stasera. Ogni momento è buono per indispettire le serpi, no Jam?-
-         Ragazzi, credo che non dovreste farlo. Non è giusto. Ricordate quello che ha detto la professoressa McGranitt. - ci ammonisce Remus prima di tornare alla sua lista.
-         E poi stasera non possiamo Sir. Ti ricordi?- chiedo alludendo al nostro piccolo impegno nella Stanza delle Necessità.
-         Ah, già. Facciamo domani sera. -
Remus ci guarda confusi mentre Peter capisce. Comunque, continuiamo a mangiare in silenzio.
-         Come hai fatto a svegliare il quadro dell’orchestra Peter? Non potevi andare addosso a quello del muro?!- esclamo furioso correndo verso la Torre e cercando in contemporanea di tenere sotto il Mantello Peter e Sir che gli tampona il naso sanguinante perché è andato a sbattere contro una parete inciampando davanti alla Stanza.
-         Scusate…-
-         Per il compleanno ti regaliamo degli occhiali.- sibila Sirius.
-         Fermi!- intimo vedendo una figura che sale le scale. Ok, siamo oltre il coprifuoco solo di cinque minuti ma, con i nostri trascorsi, temo che non avranno pietà.
Appaiono la figura da tricheco di Lumacorno seguita da quelle più magre di Mocciosus e della Evans.
-         Allora non ci volete proprio pensare?- sta chiedendo Lumacone.
-         No grazie professore. La sua offerta mi lusinga ma preferisco rimanere con i miei compagni.- risponde la Evans sorridendo.
-         Sono d’accordo con Lily. - aggiunge Mocciosus. Lecchino…
-         Ma ragazzi, passare avanti di un anno nella mia materia è un’opportunità favolosa. Siete proprio sicuri di voler rimanere al quarto anno?-
-         Io non mi sento pronta, tu Severus?-
-         Nemmeno io. Vorrei consolidare le basi prima di passare a un livello superiore.-
Per favore! È ovvio che voglia rimanere vicino alla sua adorata Evans! Che individuo infido.
-         Adesso devo andare alla Torre di Grifondoro. Arrivederci!- saluta la Evans salendo le scale. I due la salutano e poi cominciano a camminare. Sir mi spinge per seguirla, ma sono curioso di sentire cosa si dicono quei due.
-         Jam!- mi sussurra.
-         Voglio sentire!-
Alza gli occhi al cielo e sospira: - Peter ed io saliamo, tu seguili ma prendi il Mantello.-
-         Sei fuori? Prendetelo voi: siete in due e a Pet scende sangue!- protesto. Poi, mi allontano prima che possa dire qualunque cosa.
Li seguo di soppiatto: dopotutto origliavo anche senza il mantello prima che papà me lo regalasse. Cerco di avvicinarmi e sento qualche brandello di conversazione.
-         Sai Severus, credo che il tuo rifiuto sia condizionato più da Lily che dalla tua volontà.- dice Lumacorno.
Mocciosus blatera qualcosa d’insensato e Lumacorno riprende: - Andiamo, tutta la scuola è a conoscenza della tua infatuazione per la signorina Evans ed io ne sono molto felice! Siete i miei pupilli, lo sai. Se vi metteste insieme, avreste tutta la mia approvazione. -
-         Be’, professore, la ringrazio ma…-
-         Tranquillo, non interferirò in alcun modo. Volevo solo spronarti a parlare di questo con lei. A mio modesto parere, non ti rifiuterà.-
Mocciosus cammina a testa bassa, poi dice: - Be’, mi piacerebbe molto.-
Mi allontano all’istante, schiumante di rabbia: è ovvio che sceglierà lui! La Evans mi odia e lui è il suo migliore amico!
La rabbia che sento in corpo è così grande che vorrei urlare ma il mio buon senso/Remus mi suggerisce di lasciar perdere, quindi esco nel parco.
-         Perché? Dimmelo!- esclamo rivolto al Platano Picchiatore che, insonnolito, agita appena i rami.
-         James Potter? Cosa ci fai qua fuori a quest’ora?- chiede una voce dietro di me. mi volto e vedo il custode.
-         Tanta rabbia, Hagrid.- rispondo.
-         Va bene ma ti consiglio di allontanarti.  Il Platano non ama essere svegliato.-
Mi alzo e lo seguo verso la sua capanna di legno. Strano, è raro che ascolti un adulto.
-         Mi denuncerai?-
-         Nah, ti porto solo alla torre.-
-         Grazie Hagrid, ma non me la sento.-
-         Perché?-
-         Ho delle questioni irrisolte.-
-         Cioè?-
-         Cose. -
-         Roba d’amore?-
-         Circa. Insomma…-
-         Ho sentito che ci hai una cotta per Lily. -
-         Ti hanno mai detto che sei un gran pettegolo?-
-         No, è che sapere cosa succede mi fa sentire come se fossi ancora uno studente.-
-         Perché ti hanno espulso Hagrid?-
-         Non mi piace che ci si parli James.-
-         Ok, come vuoi.- dico.
Rimaniamo un po’ lì a guardare le stelle, poi Hagrid dice: - Senti, James, è meglio che torni alla torre.-
-         Te l’ho già detto io…-
-         Domani Remus torna e non è che ci vuoi dare altre preoccupazioni eh?-
-         Tu sai che io lo so?-
-         Immaginavo, non è che fra amici come voi ci sono tanti segreti, mi sono detto.-
-         Comunque hai ragione. Meglio che torno. Lasciami solo dieci minuti, ok?-
Hagrid ci pensa un po’ su, poi annuisce e torna nella capanna. Io mi avvicino di nuovo al Platano e guardo la luna piena. Remus è entrato nel tunnel poche ore fa, e ora probabilmente è lì che si graffia da solo perché non ha nessuno con cui sfogarsi. Domani, come al solito, tornerà in Infermeria sanguinante e svenuto, noi lo andremo a trovare e lui tenterà di farci stare meglio mentre Mocciosus starà lì a spiare.
Esatto: a quell’idiota oleoso sono venuti dei sospetti e temo che sia quasi arrivato a scoprire la verità su Rem. Se la scoprisse, non ci penserebbe due volte a dirlo a tutta la scuola e Remus sarebbe additato come “mostro”. È una cosa che dobbiamo impedire, anche se non so ancora bene come farlo.
La mia fantasia si scatena e vedo Remus fuori dal portone di Hogwarts con delle valigie mentre tutti (compresi gli insegnanti) lo indicano e urlano “Mostro!”. In prima fila c’è Mocciosus e, al suo fianco, la Evans. Ad un certo punto lui la prende e la bacia.
Il sangue mi sale al cervello e capisco l’errore che abbiamo commesso fino ad ora mentre tentavamo di diventare Animagus: non abbiamo mai capito veramente quanto potrà far bene a Remus questa cosa. Cioè, l’idea di base è quella di aiutarlo ma non ci siamo mai concentrati su questo.
La rabbia mi fa considerare tutto questo e m’infurio ancora di più. Sento qualcosa che esce dalla mia testa: le corna. La mia pelle si ricopre di peli e così anche i vestiti. Le mani e i piedi diventano zoccoli e il mio viso si allunga mentre i miei occhiali scompaiono.
E finalmente posso sfogare la mia rabbia correndo per tutto il parco, il cervo è con me.
 
Angolo autrice
*Esce vestita con elmo e armatura*
Ok, sono pronta per gli insulti. Insomma, più di un mese senza una riga e poi scrivo questo orribile capitoletto T_T
Ho cercato di farmi perdonare con il cervo, ha funzionato?
Luna

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Capitolo 23
*** Speciale Marmellata ***


Sono tempi bui questi. Molto bui. James ha avuto la malaugurata fortuna di riuscire a diventare un cervo a comando per quanto vuole e, appena sparisce Remus, non fa altro che vantarsene. Ovviamente Peter non mi è d’aiuto quando tento di farlo stare zitto.
-         Piantala Jam!- esclamo al limite della sopportazione di fronte all’ennesimo slancio di vanità di colui che sfortunatamente è il mio migliore amico.
-         Scusa Sir. - dice. Credo di essere l’unica persona che lo fa scusare. Neanche Dorea ci riesce.
-         Come sta zia Dorea?- chiedo vedendo che Jam ha una lettera da casa.
-         Bene, ti saluta e t’invita per Natale.-
-         Dille che verrei ma i miei mi vogliono a casa per una noiosa festa con persone noiose.-
-         Ok. -
-         Giuro che un giorno scappo.- mormoro.
-         Te l’ho detto: quando lo farai vieni da me. Mamma ha sempre voluto un altro figlio.- replica Jam.
-         Ti ruberei il posto: sono più grande di te. -
-         Lo so vecchiaccio che non sei altro, ma posso correre il rischio.-
-         Ho anche più fascino. Inoltre non ho nulla a che fare con le marmellate.-
-         Insomma volete raccontarmi questa storia o no?!- ci interrompe Peter.- Sono anni che andate avanti ma io non so niente! Perfino la Evans sa cos’è successo!-
Lo guardo stupito da questo slancio di coraggio, però devo ammettere che in fondo ha ragione.
-         Posso Jam?-
-         Vai, tanto orami…-
-         Dunque, è cominciato tutto alla fine del secondo anno…
 
- James che stai facendo?- chiedo vedendo che si guarda intorno come se non sapesse da che parte andare.
- Cerco le cucine.-
-         Lo sai dove sono, Jamie. L’abbiamo scoperto l’anno scorso.- replico.
-         Sì ma devo trovare un passaggio alternativo.-
-         Perché?-
-         Perché quella maledetta Evans ha scoperto che lo sappiamo e l’ha detto alla McGranitt che ha ordinato agli Elfi di non fare entrare nessuno tranne gli insegnanti dalla porta principale. Quindi devo trovare un’altra entrata perché non ho intenzione di rinunciare al mio spuntino di mezzanotte.- spiega.
-         Allora ti aiuto.-
Cominciamo a cercare con attenzione perché prima di tutto a me a mezzanotte viene fame, poi perché se Peter scopre che non può più mangiare quando vuole, si uccide e non ho voglia di trovarmi un alibi.
Setacciamo il corridoio delle cucine per un’ora tipo, poi per nostra sfortuna la Sprite, probabilmente diretta alla sala comune dei Tassorosso, appare nel corridoio e siamo costretti ad appiattirci contro il muro e ringraziamo il cielo che è tutta presa da una strana pianta.
James mi fa segno di aspettare e la segue piano, piano.
-         Che hai fatto?- gli chiedo quando torna.
-         Ho scoperto come si fa a entrare dai Tassorosso!- esclama fiero e, per questa volta, ha ragione: nessuno è mai riuscito a entrarci e quelli che ci hanno provato sono stati tutti cosparsi di aceto.
-         Mitico Jamie! Ora vediamo di trovare anche l’entrata per le cucine.- dico dandogli il cinque.
Dopo un’altra ora siamo costretti ad ammettere che dovremo sorbirci la crisi isterica di Peter finché la cosa più comica e umiliante che possa desiderare si avvera: James si appoggia al muro che rivela un passaggio segreto che si apre. Il ragazzo se ne accorge troppo tardi e ci cade dentro.
Entro anch’io con più attenzione e comincio a sghignazzare all’impazzata: James è finito dritto, dritto dentro un calderone pieno di marmellata d’arancia e ora è lì che cerca di uscirne ma rimane sempre più invischiato mentre gli Elfi Domestici sono in preda al panico.
A liberarlo ci pensa la Sprite che è accorsa sentendo le mie risate e le urla degli Elfi. Dicevo, lo tira fuori, poi si arrabbia come un toro e comincia a minacciarci varie cose finché non si accorge che io sono troppo impegnato a ridere e James a trattenersi dal picchiarmi per ascoltarla, quindi ci porta dal preside.
 
-         Ahahahahahah!- esclama Peter contorcendosi dalle risate mentre Jam si trattiene dal pestare anche lui.
-         Poi, quando siamo tornati in camera, Jam ha scoperto di averne un po’ anche nelle mutande.- aggiungo.
-         Perché non ce ne siamo accorti?-
-         Era il giorno di Hogsmeade e noi eravamo rimasti al castello.- spiego.
-         Ah! Grazie per avermelo detto, non ho mai sentito qualcosa di più divertente.
-         È stato il giorno più divertente della mia vita. - confermo ghignando.
-         Però da quel giorno non ho più foruncoli.- osserva Jam.
-         Potremmo proporla come crema di bellezza.
-         Ci sta!-
Mentre io e Jam discutiamo di questa idea, penso che sono riuscito a distrarre Jam dal cervo. Il mio diabolico piano ha funzionato!
 
Angolo autrice
Allora, questo capitolo è cortiiiiiiissssimooooooo ma dopotutto è uno dei due speciali, solo che questo vale nei sette capitoli del quarto anno ok?
Ciao e mangiate la marmellata che fa bene alla pelle, mi raccomando!

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Capitolo 24
*** La talpa ***


-         Dovete sapere che è facile diventare un Animagus, elementare direi. Il trucco sta nel…-
-         Essere un deficiente egocentrico, geloso di una ragazza che probabilmente lo odierà per tutta la vita?- replica Sirius.
-         Mi spieghi perché sono tuo amico, Sir?- chiedo.
-         Perché hai bisogno di qualcuno che limiti il tuo ego, Jam. -
-         Non sono presuntuoso, semplicemente dico le cose come stanno.-
-         Come credi che stiano. Perché non mi sembra che tu sia Adone, come hai detto a quella povera ragazzina del secondo anno. -
-         Parla quello che ha dichiarato di essere la reincarnazione di Eros. -
-         Direi che quella lezione di mitologia ci ha rovinato.- commenta.
-         Non noi, le povere studentesse di Hogwarts.- replico facendolo ridere.
-         Povere dici? Dove avevi lasciato gli occhiali talpa che non sei altro?-
-         Cervo, Sir!- lo correggo.
-         Non…-
-         BASTA! Sto cercando di diventare uno stupido ratto se non vi spiace!- esclama Peter. Da quand’è che si ribella?
Io e Sir ci zittiamo subito e cominciamo gli esercizi. Peter è stranamente teso da qualche giorno. A quanto pare, Voldemort è stato avvistato vicino alla città dove vive, e credo tema per i suoi.
-         Ehi Pet, tutto bene?- gli chiedo.
-         No. La nonna vuole vedere Hogwarts.- annuncia pallidissimo.
-         E allora? Basta un incantesimo di memoria ed è fatta.- replica Sirius.
-         Mamma non vuole. Quando l’ho detto al preside e Vitious è andato lì per eseguirlo gliel’ha impedito, lei non ama molto la magia.- spiega con un’espressione infelice guardandoci disperato.- Silente l’ha anche chiamata per telefono ma…-
-         Cos’è un feletono?- chiedo.
-         Te lo spiego dopo James. Comunque, Silente l’ha chiamata spiegandole che le visite personali non sono concesse ma lei ha reagito male e ha minacciato di denunciare la scuola. Così Silente mi ha chiamato e ha fatto parlare anche me, ma non sono riuscito a convincerla e lui mi ha consigliato di dirle tutto. I miei sono d’accordo e mi hanno detto che lo dovrò fare quest’estate, hanno detto alla nonna che se aspetta un po’ potrà sapere tutto. Ho paura, ragazzi, mia nonna mi ha sempre trattato come un re e crede che io sia in una scuola per ragazzi geni. Che cosa penserà quando le dirò che sono entrato qui perché ho veramente doti fuori dal comune ma che sono uno dei peggiori studenti?-
-         Glielo devi dire per forza? Che sei uno dei peggiori, intendo.- chiede Sir.
-         I miei non vogliono che le menta.-
-         Be’, mettiamola così: hai comunque qualcosa in più della maggior parte dei ragazzi. Se tua nonna ti adora, penserà che se frequentassi una scuola Babbana saresti il primo della classe. Il più sarà spiegarle tutto.- dico.
-         Ah, grazie James.- dice un po’ rincuorato.
-         Allora, cos’è questo feletono?- chiede Sirius cercando di alleggerire l’atmosfera.
Dopo un’ora Peter ci sta ancora spiegando di che si tratta e, quando ci sediamo al tavolo, anche Remus si aggiunge cercando di aiutarlo, ma l’unico progresso che fanno insieme è farci capire che si chiama telefono.
-         Lily aiuto!- esclama alla fine Remus quando la rossa si alza da tavola. Lei lo guarda interrogativa.- Aiuteresti me e Peter a spiegare a questi due testoni che cos’è un telefono?-
-         Che gli importa?-
-         Ho avuto la malaugurata idea di nominarlo.- spiega Peter.
-         Parlate come parlereste a due bambini delle elementari e funzionerà. Auguri con tua nonna Peter. Ora devo andare, Charles aspetta.- aggiunge indicando Charles Dunst che si sta alzando. Maledetta, perfida Evans.
-         Stasera le succede qualcosa di brutto.- mormoro quando si è allontanata dando il cinque a Sirius.
Il mattino dopo
-         POTTER, BLACK! IO VI UCCIDO! VI UCCIDO! VI UCCIDOOOOO! - un urlo squarcia la quiete della Sala Comune alle sei del mattino. Chi è che si sveglia così presto?  Ah già, lo scherzo.
Tiro un cuscino a Sirius che fa un grugnito e si gira dall’altra parte. Remus tira fuori la testa da sotto le coperte con aria confusa e Peter cade dal letto.
Quando mi sono appena riuscito a sedere, la porta si spalanca facendo spaventare a morte Peter.
-         Chi?! Cosa?! Chi è?!- esclama tirandosi debolmente su e poi lanciando un grido. In effetti la Evans con i capelli spettinati e quell’espressione furente ha fatto venire un colpo anche a me.
-         VOI DUE SIETE MORTI!- urla di nuovo, facendo svegliare definitivamente anche Remus e Sirius.
-         Che diavolo vuoi a quest’ora?- chiedo.
-         Lo so che siete stati voi! È il vostro stile!-
-         E taci che svegli tutti!- protesta Sir, insonnolito.
-         Prima voi levate quella cosa dal muro, poi tornate a dormire!-
-         Quale cosa Evans?- le chiedo.
-         Quel…coso!-
Ovviamente sappiamo di cosa sta parlando, ma fingiamo di esserne all’oscuro. Sembra strano? Fa tutto parte di un nostro diabolico piano.
-         Quale coso?- ripeto.
-         VOI LO SAPETE!-
Alla porta si affacciano dei ragazzi con facce assonnate e confuse.
- Che cavolo succede?- chiede Frank Paciock.
- Giusto. Che succede signorina Evans?- chiede una voce glaciale. Gli studenti si spostano per far passare Minnie che fissa la Evans con uno sguardo infuriato.
La ragazza boccheggia con aria terrorizzata e impallidisce. Io nascondo un ghigno.
-         Signorina Evans, come le viene in mente di svegliare tutto il dormitorio? Qual è il problema?- chiede.
-         Professoressa, Potter e Black hanno inciso una cosa molto imbarazzante in Sala Comune.- spiega lei a bassa voce.
-         Potter, Black, rovinare i muri della scuola e proibito!- esclama la McGranitt.
-         E perché saremmo stati noi, scusi?- la interrompe Sirius inarcando un sopracciglio. Minnie sembra sorpresa.
-         Hai delle prove Evans?- chiedo.
-         Be’…no. -
-         Dunque…-
-         Potrei vedere quell’incisione signorina?- chiede Minnie.
Lei arrossisce violentemente ma annuisce e scende seguita da tutto il dormitorio maschile noi compresi, anche se Remus sbadiglia ancora notevolmente.
In mezzo alla Sala Comune, in modo che si possa vedere appena scesi dalle scale, sta un enorme cuore rosso trafitto da una freccia con scritto dentro “Lily Evans + Charles Dunst”.
Osservo il cuore pensando che Sirius è davvero bravo a incidere finché Remus non mi dà una gomitata e vedo che tutti stanno ridacchiando mentre gli occhi della Evans sono lucidi. Ops.
Minnie si affretta a cancellare tutto e ordina a tutti di consegnarle le bacchette che poi esamina.
Quando arriva a quella di Sirius rabbrividisco leggermente ma la passa tranquillamente come tutte le altre e così accade alla mia e a quella di Remus che, tra parentesi, ha inventato un incantesimo meraviglioso che riesce a modificare l’ultimo incantesimo fatto da una bacchetta con uno innocuo, compreso quello fatto dalla bacchetta che compie il suddetto incantesimo.
Non ha ancora un nome e non credo che Remus abbia intenzione di farlo conoscere a qualcuno oltre a noi perché potrebbe essere considerato leggermente illegale.
- Andate a vestirvi, tanto, ormai, siete svegli.- ci intima la McGranitt cacciandoci in dormitorio.
Quando scendiamo, è tutto in ordine e alcune ragazze stanno facendo congetture sul perché la Evans abbia urlato così tanto, mentre quelle più informate spettegolano sulla presunta storia tra lei e Dunst.
-         Quando ci sono i prossimi allenamenti?- chiede Sir.
-         Domani, Sir. Quella che viene qua è Christina Berry?- chiedo alludendo a una delle ragazze più carine del quinto anno.
-         Già.- risponde Sirius.
-         Ciao ragazzi.- saluta lei.- James, ti andrebbe di venire a Hogsmeade questo weekend?-
-         Certamente.- rispondo sorridendo. Lei annuisce compiaciuta e se ne va. - Sono sempre più bravo.- commento.
-         Andiamo, rubacuori.- dice Remus. Alzandomi gli do uno schiaffetto sulla nuca e lo faccio ridere di gusto.
-         Ragazzi, ragazzi!- esclama Peter venendo verso di noi mentre siamo in corridoio.
-         Parla nostra piccola spia. - lo incita Sirius. Recentemente abbiamo scoperto che Peter è fantastico quando si tratta di passare inosservati, quindi è diventato la nostra spia di fiducia.
-         Notizia buona o cattiva?- chiede Peter.
-         Prima buona poi cattiva.-
-         Quella buona è che Minnie non sospetta assolutamente di noi.- dice.
-         Ottimo.- annuisce Sirius fermandosi per non travolgere un primino che sta girando l’angolo.
-         Quella cattiva è che la Evans è convinta del contrario e vuole a tutti i costi provare che siamo stati noi. Ha una spia che agisce da un po’, ma non so chi sia.-
-         Lo so io, lo so. - borbotta Sirius dopo averci pensato un attimo. Quindi se ne va e ignora Remus che gli ricorda che molto probabilmente oggi la McGranitt ci esaminerà uno a uno.
Come previsto, la McGranitt lo fa davvero e l’unica speranza di Sirius di arrivare in tempo e rappresentata dalla sedia vuota accanto a me in ultima fila nel banco più vicino alla porta, quello che Minnie di solito controlla per ultimo.
Infatti, parte dal primo banco, quello di Mary e la Evans per intenderci, e inizia a far fare loro noiosi esercizi di Trasfigurazione che potrei fare a occhi chiusi, se volessi essere un secchione certo.
Verso metà della lezione Minnie è ancora lontana dal mio banco e poiché senza Sirius mi annoio, attacco bottone con Frank che sta nel banco alla mia destra, Remus e Peter sono troppo presi a ripassare.
-         E io ti dico che saranno i Bats a vincere quest’anno. - dice Frank. Parlavamo di Quidditch e ho scoperto che è fan dei pipistrelli.
-         Fammi il favore! Saranno i Falcons a primeggiare al campionato, non c’è storia.- replico.
-         Dai Jamie, non puoi dire sul serio! Guarda le statistiche!- ribatte. Poi si accorge che Minnie finalmente è quasi arrivata e si zittisce.
-         Venti punti in meno a Grifondoro signor Black.- annuncia la prof gelida guardando la porta. Mi volto e noto che Sirius è appena comparso, sembra che abbia corso.
-         Scusi.- dice prima di sedersi accanto a me.
-         Che hai fatto?- chiedo. Lui mi fa segno “dopo” perché deve riprendere fiato e perché Minnie è arrivata a Remus e Peter.
Al nostro lupetto assegna una bella “O” mentre a Peter una “A”, il che è molto per lui. Mi ha confidato che si sta impegnando seriamente per mostrare dei voti decenti a sua nonna.
Quando arriva da noi, ha uno sguardo leggermente alterato. Poiché tengo molto alla salute mentale della professoressa (e ai punti della mia casa), mi metto d’impegno e guadagno una “E” più dieci meritatissimi punti per Grifondoro. Lo stesso fa Sirius, ma lui prende solo cinque punti. Con Remus dopo a Incantesimi ne becchiamo altri dieci e il danno è sistemato.
-         Si può sapere, dove sei stato?- gli chiedo mentre ci dirigiamo a Incantesimi.
-         Ho smascherato la talpa.- annuncia.
-         Chi era?- chiede Peter emozionato.
-         Uno che c’era in classe. Sono solo andato a cercare prove della colpevolezza. Stasera vedrete il colpevole smascherarsi da solo.-
-         C’è anche una punizione in ballo?- chiedo.
-         Solo l’umiliazione pubblica. A quanto ho scoperto, è un mercenario che lavora un po’ per tutti. Un vero traditore.- spiega.
Incantesimi. Erbologia. Storia della Magia. Cura delle Creature Magiche. Cena. Sala Comune.
È la prima volta che Sirius non mi rende partecipe dei suoi piani e devo dire che è una cosa abbastanza snervante. Giuro che, se faremo di nuovo qualcosa senza Remus e Peter e dovrò nasconderglielo, non gli farò capire che sta per succedere qualcosa. Odio chi lancia la pietra e ritira la mano (antico proverbio cinese).
Ci sediamo tranquillamente in Sala Comune e aspettiamo.
-         Ragazzi, la nostra spia è proprio la migliore di Hogwarts.- esclama a un certo punto Sirius in modo da farsi sentire da noi e da un gruppo limitato di persone lì intorno.
-         Hai ragione.- dico dandogli corda.
-         Già. Scopre cose che nessun altro potrebbe sapere.- aggiunge Remus.
-         Di che parlate?- chiede Herbert Vane intromettendosi.
-         Del nostro “informatore”.- risponde Sirius.- Non c’è nessuno migliore di lui.-
-         Davvero?-
-         Sì. Sa perfino il nome e cognome di ogni studente della scuola.-
-         È impossibile.-
-         No, ogni anno va nell’ufficio del Preside e s’impara a memoria tutta la lista.-
-         Nah. - replica lui sconcertato. La cosa è sospetta.
-         Ti dico di sì. È proprio il migliore.-
-         Non credo.-
-         Perché, tu sai chi è stato a far saltare in aria i bagni del terzo piano?- replico.
-         Ma è totalmente impossibile che l’abbia scoperto!-
-         Invece l’ha fatto.- dice Sir. In effetti, Peter l’ha scoperto per davvero.
-         Ah sì? E lui sa i segreti piccanti?- chiede Vane alzando la voce e attirando l’attenzione di un po’  di persone.
-         Tipo?- chiedo.
-         La relazione di Dorcas Meadowes con Stephen Jordan!- risponde lui trionfante. Peccato che Dorcas sia presente.
-         E tu come l’avresti saputo?- chiede gelida. Vane impallidisce.
-         Dorcas, vuoi vedere una cosa?- chiede Sirius tirando fuori dei fogli. Lei annuisce e Sir glieli passa.
Comincia a leggerli e la sua faccia si fa sempre più sconcertata man mano che legge. Quando guarda Sirius, i suoi occhi sono così infuriati che fa quasi paura.
-         Sono tuoi?- chiede.
-         No. Suoi.- replica indicando Vane.
-         Complimenti. Ehi Grifondoro, a quanto pare qui c’è una spia che sa perfino che taglia di mutande portiamo!- esclama rivolta agli altri. Tutti si avvicinano e Dorcas spiega la storia.
Vi basti sapere che Vane sarà costretto a nascondersi per almeno due mesi, dopodiché forse non lo picchieranno a morte ma abbastanza da tenerlo in vita e farlo soffrire intensamente.

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Capitolo 25
*** Voldemort è con me ***


- Ehi, Remus, mi passi lo straccio?- chiedo.
-         Tieni.- mi dice lui.
Ci rimettiamo a spolverare i banchi dell’aula di Pozioni perché Lumacorno si è ricordato di avere un impegno e noi abbiamo commesso l’errore di uscire per ultimi, così ci ha beccato subito.
Così, mentre Jam e Pet sono nella Stanza a esercitarsi, io sono bloccato qui con Remus che sembra abbastanza nervoso.
Dapprima lo lascio in pace, però poi, proprio mentre sto bevendo un ristoratore succo di zucca, se ne esce con la frase più scioccante che un esemplare di Remus possa pronunciare: - Ho chiesto a Dorcas di uscire.- annuncia facendomi sputare tutto il succo sul bancone che poi dovrò pulire, maledizione!
Aspetta, Rem, il piccolo e ingenuo Remus, ha chiesto a Dorcas Meadowes, una delle ragazze più corteggiate alla scuola, ed ex sia mia che di Jam, di uscire?!
-         E lei?- chiedo pulendo il succo.
-         Mi ha detto di sì. - risponde arrossendo.
-         Be’, grande Rem! Qual è il problema scusa?- gli chiedo ricordandomi del suo nervosismo.
-         Lo sai che io non…insomma, è il mio primo appuntamento!- sbotta. Giusto. Remus ha dei sentimenti umani, non è come me e Jam, Dorcas gli piace.
-         Scusa Rem, hai ragione. Ma non capisco perché sei venuto a chiederlo a me: sai che non ho mai avuto una storia seria con una e, se chiedi a Jam, partirà con un monologo su quanto sia difficile ottenere un appuntamento dalla Evans salvo ricordarsi dopo un’ora che tu sei lì e ammettere che anche lui ha la mia stessa esperienza. Non parliamo di Peter poi…-
-         Sì ma io volevo solo avere un consiglio su cosa fare.-
Alzo le spalle.
-         A costo di sembrare banale: sii te stesso. Se vuoi che ti dia un consiglio d’accordo, ma sarà alla Sirius e, visto com’è finita tra me e lei, sarà meglio evitare.-
-         Fa niente, grazie.- risponde gentile come sempre.
Finiamo di pulire e andiamo in Sala Grande poiché, grazie a Lumacorno, abbiamo saltato Erbologia.
Ci sediamo al tavolo ed è strano stare in Sala Grande quando tre quarti della scuola sta uscendo adesso da lezione. Strano per Remus, cioè. Io e Jam abbiamo bigiato così tante volte che ormai ho perso il conto.
Piano, piano arrivano tutti ma non vedo né Jam, né Peter. Arriva solo Alice, agitatissima.
-         Sirius! Remus! Finalmente vi trovo!- esclama.- Dovete venire subito!-
-         Cos’è successo?- chiede Rem preoccupato.
-         James, suo padre è…scomparso. Silente vi vuole nel suo ufficio!- esclama.
Io e Remus scattiamo in piedi e la seguiamo. Il passo di Alice è troppo lento, vorrei tanto superarla e correre ma così facendo non sentirei il resoconto di ciò che è successo.
Charlus Potter è un mito per me, l’uomo che avrei voluto fosse mio padre. Mi tratta sempre come un figlio e se gli succedesse qualcosa io…
-         Dopo la lezione, la McGranitt ha fermato James e gli ha detto che c’era stato un problema a casa sua. Ha concesso a Peter e Frank di andare con loro per aiutare James. Sono stata chiamata quando stavo per andare a cena perché venissi a chiamare voi. Non l’ha presa molto bene, credo che abbia rovesciato la scrivania della professoressa.- spiega Alice in tono concitato.
-         Dorea?- chiedo.- Sua madre.- preciso irritato vedendo che Alice non capisce.
-         È nello studio di Silente con loro credo.- risponde lei.
Finalmente arriviamo davanti al gargoyle.
-         Mentine.- dice Alice e subito la statua si muove rivelando la scala.
Scendo prima di loro e mi precipito nell’ufficio. La prima persona che trovo è la McGranitt.
-         Benvenuti. James è di là. - ci accoglie indicando la porta dell’ufficio del preside.
-         Sirius! Remus!- esclama Dorea vedendoci arrivare. Ci abbraccia e posso sentire le sue guance umide, segno che ha appena pianto.
-         Come sta, signora Potter?- chiede Remus.
-         Sono stata meglio.- risponde lei con un sorriso che svanisce non appena si sente un rumore soffocato provenire da uno stanzino e ne esce Peter con un livido sulla guancia.
-         Ciao. - ci saluta.- Signora Potter, James la vuole.- mormora.
Dorea si alza ma io la trattengo e dico: - Sta tirando pugni e calci a casaccio?-
-         S-Sì. - risponde Peter.
-         Allora è meglio che vada io. -
Peter annuisce e la McGranitt fa apparire dell’unguento per lui e un bicchiere di Whisky Incendiario per Dorea e la fa appoggiare sulla panca di prima.
Io vado alla porta dello stanzino e apro. È buio pesto e sento delle voci.
-         James, tua madre è di là. Potresti…- dice la voce di Frank.
-         Niente! Sono totalmente inutile!- replica Jam con una voce irata.
-         Frank! Vieni qui!- dico capendo che si sta avvicinando un occhio nero per Paciock.
Si sentono dei passi e qualcuno che non posso vedere.
-         Che vuoi fare?- mi chiede Frank.
-         Lo so io. Vai fuori ora e chiedi alla McGranitt se può fare in modo di accendere la luce. -
-         D’accordo.-
-         Ah, Frank.- lo chiamo prima che esca. - Dov’è Silente?-
-         Non ne ho idea. Quando la McGranitt ci ha portati qui non c’era.-
-         Ok. -
Frank esce e dopo qualche secondo appare una luce sul soffitto e vedo Jam dall’altra parte della stanza che mi guarda in cagnesco.
Mi avvicino ma lui mi guarda in modo ancora peggiore, cosa che mi fa fermare.
Guardo per terra e vedo una stecca di legno che identifico come la bacchetta di Jam; la prendo e me la rigiro un po’ tra le mani prima di lanciargliela.
Jam la prende al volo e mi fissa perplesso; tiro fuori la mia e gliela punto contro.
-         Ti va un duello, Jam?- gli chiedo.
-         Come?- replica lui confuso.
-         Tu hai bisogno di sfogarti e preferisco sinceramente il duello magico che quello alla Babbana.-
Mi squadra ancora un po’, poi alza la bacchetta e si mette in posizione di guardia, lo imito. Farà bene a entrambi sfogarsi un po’.
-         Expelliarmus!- esclamo. Jam devia l’incantesimo: - Tarantallegra!- replica.
-         Niente da fare Jam!- replico.- Levicorpus!- e questa volta lo prendo in pieno.
Jam si ritrova appeso per la caviglia a testa in giù reggendosi gli occhiali.
-         Lumos!- esclama abbagliandomi. Quando la mia vista torna normale, vedo che Jam si è liberato e si punta la bacchetta addosso: - Geminio.- mormora. Quasi subito appaiono altri sei Jam che mi fissano con sguardo freddo.
-         Carino.- commento prima di scagliare un incanto pungente che fa esplodere tutte le copie di Jam, tranne quello vero.
-         Come cavolo…-
-         Se non riuscissi a distinguere che sei, che amico sarei?- ribatto alzando le spalle.
-         Ah. -
Continuiamo così per un po’ finché non capisco che è abbastanza per entrambi, quindi uso un incanto che ho imparato a casa.
-         Scusa Jam. Farà male a entrambi. Elettro.- dico preparandomi al dolore e cercando di rendere la scossa più lieve possibile.
L’elettricità ci fa tremare e cadere a terra. So come fare in modo che questo incantesimo sia quasi innocuo, quindi si limita a farci rimanere a terra per qualche momento.
-         Sirius…- mormora.
-         Vuoi andare da tua madre?- gli chiedo.
-         E se fosse morto?- sussurra guardandomi spaventato e con le lacrime agli occhi.
-         Chi? Charlus Potter? Ma fammi il favore! Entro una settimana lo rimanderanno a casa. Chi può sopportare i suoi aneddoti sugli Auror più di sette giorni.- replico cercando di farlo sorridere. Funziona: Jam mi guarda e fa un sorriso stiracchiato. Gli tendo la mano, lui la afferra e si alza mettendomi un braccio attorno alle spalle: si è fatto male alla gamba e zoppica leggermente. Non l’avevo notato.
-         Su, andiamo.- dico.- Devi chiedere scusa a Pet e rassicurare Dorea.- gli dico.
-         Sei un bravo fratellino Sir. -
-         Dopotutto siamo parenti anche se alla lontana.-
-         Già. Ah, Sir?-
-         Dimmi.-
-         Dov’è Silente?-
-         Aveva un impegno, signor Potter.- dice la McGranitt entrata in quel momento, sorridente.- Ora venite con me. Le prometto che ritroveremo suo padre.-
-         Come?-
-         Grazie a un gruppo di persone molto volenterose diciamo.- dice lei ancora sorridendo. Deve essere un record.
-         Gli Auror?- chiedo.
-         Molto di più.-

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Capitolo 26
*** Convivenze ***


-         James! Vieni presto!- mi chiama Alice dalle scale. Mi alzo lentamente dal letto. Da un mese, cioè da quando quei bastardi hanno preso mio padre, faccio tutto con calma. È come se volessi tardare il più a lungo possibile il momento in cui scoprirò che papà è perso per sempre. Questo ha implicato una notevole calma nei corridoi di Hogwarts e il patetico tentativo di alcuni ragazzi di prendere il posto dei Malandrini come combina guai ufficiali della scuola.
Però, e questo è preoccupante, la cosa non m’importa più di molto. Vivo in uno stato di apatia che nessuno riesce a scuotere, neanche Sirius. È una cosa inquietante, non sorrido neanche più.
Comunque, esco dalla stanza in cui ero chiuso da un’ora a leggere (ormai mi faccio paura da solo) per andare da quella pazza svitata dilo Alice Prewett prossimamente in Paciock.
-         Cosa vuoi?- le chiedo. La pazza sembra offesa.
-         Ehi! Tratti così le persone che ti vogliono solo aiutare?- replica lei mettendosi le mani sui fianchi.
-         Le persone no, i pazzi sì. -
-         Sai James, mi chiedo da sempre come Frank possa esserti amico.-
-         E io mi chiedo come possa essere il tuo ragazzo. Sei sicura di non aver usato l’Imperius su di lui vero?-
-         Ti ho già detto di no. Ora vuoi seguirmi sì o no?-
-         Se ti dicessi di no?-
-         Direi che finiresti schiantato contro la parete.-
Alzo le mani in segno di resa e la seguo.
-         Comunque hai usato l’Imperio.- mormoro.
-         Taci Potter!- replica lei facendomi ghignare. Forte, la pazza è riuscita dove molti hanno fallito.
Scendiamo in Sala Comune in cui ci sono solo Dorcas e la Evans e alcuni pivelli del primo e secondo anno. La prima alza lo sguardo sorridendo, la seconda continua a leggere, i ragazzini escono tutti perché l’autrice ha bisogno che lo facciano. Ha forse parlato con quella pazza di Alice? *Non rompere e continua a raccontare, Jam! N.d.L.* Va bene, va bene.
Dicevamo? Ah, sì.
-         Potrei sapere che cosa devo fare con voi tre?- chiedo.
-         Due.- replica la Evans.
-         Non rompere Lily. Lo fai e basta.- ribatte Alice.
-         Perché dovrei?-
-         Perché l’autrice ha deciso così. -
-         Che, siete la stessa persona?!- esclamo.
-         Potrebbe essere.- ammette Alice con un’espressione solenne.
-         Siamo rovinati.- sospiro.
-         Possiamo continuare? Non ho tutto il pomeriggio.- s’intromette Dorcas.
-         Scusa Dorcas. Allora, abbiamo pensato, visto quanto stai male, di tirarti un po’su. -
-         E come pensate di fare?-
-         Be’, ci abbiamo pensato un po’ su e alla fine Lily ha tirato fuori un’idea niente male.- spiega Mary voltandosi verso l’amica.
-         Ehi! Questo non era nei patti!- esclama la Evans voltandosi furiosa.
-         E dai Lil!-
-         No!-
-         Ok, io ho avuto l’idea. - ammette Dorcas.
-         Quest’idea sarebbe?-
-         Sarebbe che tu uscirai con Lily sabato prossimo!- annuncia Dorcas con un sorriso enorme mentre la Evans arrossisce e Alice alza gli occhi al cielo, come se la bionda avesse sbagliato la battuta.
-         E me lo dovevate dire in tre? Comunque vi ringrazio, ma preferisco di no. - le loro bocche si spalancano talmente che un Ippogrifo potrebbe comodamente infilarci la testa.
Le loro espressioni sono esilaranti ma, educato e depresso come sono, non comincio a ridere. Alice mi studia intensamente, Dorcas sembra scioccata e la Evans ha un’espressione per metà sollevata, per metà irritata.
-         C’è altro?- chiedo.
-         Oh, sì. - dice Alice con il suo modo di lasciar correre tutto e far finta che non sia accaduto niente.- Lily ti vorrebbe insultare. Può farlo o ferirà i tuoi sentimenti?-
-         Alice!- protesta la Evans.
-         Prego. Tanto sono abituato.- replico.
-         Lasciatemi fuori!- esclama la Evans arrossendo di rabbia.
Sbuffo e me ne vado lasciandole ai loro problemi esistenziali che non ho assolutamente voglia di approfondire.
Torno tranquillamente in camera mia, pronto a continuare le mie letture che consistono nei cinque volumi della storia del Quidditch, ma davanti alla porta della mia stanza c’è Mary con un’espressione altamente infelice.
-         Sirius non c’è. - le dico cercando di superarla.
-         Stavo cercando te in realtà.- replica.
-         Sì? Be’, sono qui.- rispondo spazientito. Perché le persone non si fanno semplicemente gli affari loro?
-         Ascoltami James, è importante. Vorrei parlarti di tuo padre.-
Non so perché le apro la porta, o perché la faccio sedere sul letto mentre io mi accomodo sulla sedia. Forse è per il pensiero di ciò che è successo ai suoi genitori, o forse per la sua espressione. Ma molto più probabilmente è perché è stata la prima a dirmi in faccia la parola “padre” che da un mese i miei amici cercano accuratamente di evitare con il risultato che creano frasi senza senso che mi fanno solo irritare; ma, apprezzando lo sforzo, non dico niente. Volevo sentire proprio da tanto pronunciare quella parola.
-         James, non so esattamente come ti senti, ma so come forse ti sentirai. Sai che cosa è successo ai miei genitori e ti auguro con tutto il cuore che non accada anche a tuo padre.- dice.
-         Forse è già successo, Mary. -
-         No. Mi sono messa a studiare tutte le tattiche e i movimenti di V-V-V…- sembra incapace di pronunciare il suo nome. - Insomma, tu sai chi intendo. Lui non avrebbe aspettato tanto a ucciderlo. Avrebbe dichiarato la sua morte in un modo o nell’altro.-
-         E chi ti dice che non tenga le sue vittime nascoste da qualche parte e non ne faccia vedere solo una parte?- replico più velenoso di quanto vorrei essere.
-         Ne ho parlato con il professor Silente. Voglio combatterlo e iniziare a farlo il più presto possibile. Per questo mi sto documentando. È vanitoso, James, superbo. È un bullo, e i bulli non nascondono ciò che fanno. Tuo padre non è morto credimi.-
La fisso. La odio e la amo al tempo stesso perché mi ha dato una speranza. Io non volevo una speranza: se c’è prima c’è una speranza, la delusione è anche peggiore.
Ma Mary lo sa, Mary mi capisce perché mi guarda intensamente prima di dire: - Lo so che tutto quello che vorresti è stare in pace a crogiolarti nel dolore ma credimi: so per esperienza che la cura migliore, anche se è la più faticosa, è quella di parlare con qualcuno. Con chiunque, basta che lo fai.-
-         Hai ragione, scusami se…-
-         No! Non ci provare. È snervante essere considerati diversi; prima tutti mi accollavano i loro problemi, ora è come se fossi di porcellana. Io non lo sono, voglio solo essere trattata come prima. Quindi azzardati di nuovo a scusarti con me per una cosa così stupida, Potter, e ti arriverà una maledizione che segnerà per sempre il tuo bel faccino.- mi avvisa guardandomi male, ma si avverte una punta di divertimento che accolgo e faccio arrivare alle mie labbra che si stendono in un puro ghigno malandrino.
-         Ci sto.- dico tendendole la mano. Lei la stringe e mi sorride, i riccioli biondi che splendono alla luce del sole mi fanno improvvisamente ricordare l’enorme cazzata che ho combinato al piano di sotto.
-         Mary?- chiedo.
-         Sì?-
-         Risulterei insensibile se mi preoccupassi di una cosa che ho fatto un secondo fa e che non c’entra per niente con mio padre?-
-         No, solo umano. Cos’hai fatto?-
-         Temo di aver rifiutato un appuntamento con Lily Evans.-
Devo avere un’espressione comica perché Mary scoppia a ridere e si riescono a distinguere solo parole come “tu”, “per quattro anni”, “chissà Lily!”.
Quando riesce a riprendersi, l’unica cosa che dice è: - Quando tutto sarà finito te la farà pagare.-
-         Argh! Tremo di paura.- dico ironico.
-         Ricordi quella settimana in cui Frank è andato in giro con i capelli per metà rossi e per metà rosa shocking?-
-         Sì…-
-         È stata lei. È entrata nei dormitori maschili quando Frank era con Allie e ha modificato un pochino il suo shampoo. Sai che la ragazza è un genio di Pozioni.-
-         Oh Merlino! La stimo improvvisamente! Perché l’ha fatto?-
Mary si lancia in una contorta spiegazione che mi fa capire quanto sia cretino Frank con un’allegria che non mostrava da molto tempo.
Siamo due giocatori che si tengono stretti alla stessa scopa, ma io ho possibilità di vittoria, lei no. Quindi credo che si stia godendo la mia compagnia finché può. Mi dispiace dire che spero che questa convivenza termini al più presto.
Il mio desiderio si avvera solo una settimana dopo, quando la McGranitt mi chiama nel suo ufficio. I miei amici non hanno mie notizie fino alla mattina dopo, quando un gufo porta una lettera che reca saluti dai tre Potter al completo.

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Capitolo 27
*** Pasqua a casa Potter ***


-         Allora?- chiedo a Remus.
-         Ai miei va bene.- risponde lui sorridendo.- Tu Peter?-
-         Non c’è problema. Dopotutto devo vuotare il sacco con la nonna in estate, per Pasqua mi mandano dai Potter senza problemi.- risponde il mio fortunato amico.
-         Perfetto, lo scrivo a James. Ti aggiungo?- mi chiede Remus.
-         E che ne so? Mia madre ha detto che ci sta pensando.- dico imitando il tono di Walburga.
-         Tradotto?-
-         Non lo so. Lei odia farmi felice, ma dopotutto Dorea è una Black, quindi non sarei in cattiva compagnia, anche se ha sposato un Potter. Loro sono filo-Babbani. - spiego vedendo le espressioni interrogative sui volti dei miei amici.
-         Dai Sirius, comunque lo vedrai dopo le vacanze.- tenta di consolarmi Peter.
-         È da settimane che non lo vedo! Ho bisogno di prenderlo in giro per i suoi evidenti problemi!- replico.
-         Non puoi semplicemente ammettere che ti manca?- replica Remus. Ignoro il suo commento inappropriato e torno a guardare la finestra aspettando il gufo di risposta dei miei.
Mentre attendiamo che quell’uccellaccio arrivi, vi spiegherò cos’è successo in queste settimane.
Dunque, Jam è rimasto a casa con i genitori e in questo periodo, ha seguito lezioni a casa, dimostrando di essere intelligente in fondo. Intanto ha assistito suo padre che si sta ancora riprendendo.
Si è scoperto che Voldemort aveva catturato Charlus per avere informazioni sugli Auror poiché lui è il capo dell’Ufficio Auror. Dopo essere stato inutilmente cercato dai suoi dipendenti per un mese, è stato trovato da un gruppo di persone capitanate da Silente. A quanto pare, non era sorvegliato da Voldemort in persona, quindi è stato più facile liberarlo.
Ora, come ho detto, è a casa e James ci ha invitato a passare le vacanze di Pasqua da lui.
-         Quello non è il gufo dei tuoi?- chiede Peter. Guardo fuori dalla finestra e vedo il gufo nero con l’aria sofferente conosciuto in casa Black con il nome di Ascalafo.
Gli apro la finestra, ma non c’è verso che quel maledetto uccellaccio si faccia prendere la busta da me o dai miei amici. Mia madre l’ha addestrato bene.
Alla fine andiamo a chiamare Frank e finalmente Ascalafo gli cede la busta e se ne va.
-         Grazie Frank.- gli dico prendendo la lettera.
-         Figurati. Come mai l’ha data solo a me?- risponde lui.
-         Perché sei Purosangue, Frankie.- spiego aprendo la lettera.
-         Ah, ok.  Io parto adesso, salutatemi James.-
-         Ciao. - diciamo in coro mentre Frank esce.
Leggo la lettera:
 
Sirius,
Considerato lo stato di sangue del tuo amico e la sua parentela con i Black, io e tua madre abbiamo deciso di accordarti il permesso di passare da lui le vacanze pasquali.
Porta i nostri saluti a Regulus.
Orion Black
 
Per la prima volta in vita mia, urlo di gioia dopo aver letto una lettera dei miei genitori. Peter sorride e Remus mi dà il cinque; poi cominciamo a preparare i bagagli.
Due ore dopo siamo nella Stanza della Polvere Volante e diciamo: - Casa Potter.- a turno.
Io sono il primo ad arrivare e quando mi rialzo, ho la singolare visione di Dorea Potter in vestaglia. Quando arrivano anche Remus e Peter ci si avvicina e ci stringe tutti e tre insieme.
-         Benvenuti! Sono così contenta che vi abbiano dato il permesso di venire da noi! Charlus ci teneva tanto a festeggiare con tutta la famiglia!- ci dice contenta come non l’ho mai vista. Remus e Peter arrossiscono: è la prima volta che Dorea li include esplicitamente nella famiglia. Io invece, che sono abituato ai baci di Dorea e sono spesso chiamato “figliolo” da Charlus, mi limito a sorridere a mia volta e a chiedere: - Come va?-
-         Bene, bene. Mio fratello Pollux mi ha prestato il suo Elfo Domestico che si occupa di tutto. Non so come faremo quando glielo dovremo restituire. Per questo sono in vestaglia: per un po’ non mi devo occupare della casa. - spiega guardandosi in giro con approvazione. - Comunque, i miei ragazzi vi aspettano. Remus, James vuole che tu veda i suoi compiti. Ha detto: “Così vede che ho un cervello”. E ha anche detto che ti sta concedendo una vacanza, ma quando torna a scuola, non ha intenzione di lavorare.- dice con uno sguardo rassegnato identico a quello di Remus.
Alla fine alza le spalle e ci guida nella stanza adiacente. La casa dei Potter è grande e luminosa. Fino ad ora, sono stato l’unico dei Malandrini che non fanno Potter di cognome a vederla, perché di solito preferiamo andare da Remus quando ci incontriamo. Lì l’atmosfera è calda e casalinga, e poi sua madre fa una torta di limone deliziosa.
Tornando a casa Potter, la sala dove siamo entrati è quella della Polvere Volante, lo stesso nome di quella di Hogwarts.
È abbastanza piccola per gli standard di questa casa, ma è grande come il soggiorno di ogni casa normale (e qui i Potter non entrano quasi mai).
Usciamo ed entriamo nell’ingresso, che è grande due volte la sala di prima. Già qui Remus e Peter si guardano intorno meravigliati, ma quando entriamo in soggiorno, spalancano letteralmente la bocca.
È grande come due aule di Hogwarts, e forse qualcosa di più. Le pareti sono tutte in marmo bianco e ha due finestre enormi. In fondo alla sala c’è un grande camino che però è usato esclusivamente per il fuoco.
Jam ci ha confidato che i suoi hanno fatto costruire una casa così grande perché desideravano tanti figli da formare due squadre di Quidditch. Purtroppo, sono riusciti ad avere soltanto lui, ma si sono rassegnati. Per questo, mi ha detto, sono così bene accolto da loro.
I suoi volevano un altro figlio e lui desiderava un fratello. Quando mi ha incontrato tutti e tre hanno esaudito i loro desideri. Quando me l’ha detto, sono arrossito tanto che mi ha preso in giro per mesi.
- Ragazzi! Ben arrivati!- esclama Charlus seduto su un divanetto con un libro a fianco. È invecchiato molto da quando l’ho visto a Natale. Probabilmente la prigionia ha contribuito.
- Salve, signor Potter.- dice timidamente Peter.
-         Suvvia ragazzo, chiamami Charlus e dammi del tu! Sei amico di mio figlio! E vale anche per te Remus.- replica l’uomo scherzosamente serio.
-         Ok. - dicono loro in coro, ancora intimiditi. In effetti, Charlus può mettere un po’ in soggezione.
-         Ciao Charlus.- saluto.
-         Ehilà Sirius! Come si sta a scuola senza James?- mi chiede strizzandomi l’occhio.
-         È tutto molto calmo direi.- rispondo.
-         Già, quasi noioso.- concorda Remus. Peter annuisce.
-         Come, cosa?! Razza di lavativi!- esclama la voce di Jam dietro di noi. Ci voltiamo e ci appare la visione di Jam con i capelli più spettinati del solito, occhiali nuovi e una maglietta con lo stemma di Grifondoro.
-         Perdonaci James.- si scusa Remus con un sorriso divertito.
Lui ci si avvicina scuotendo la testa con aria severa, poi scompiglia i capelli di Peter, strizza l’occhio a Remus e mi dà un pugno sulla spalla.
-         Eccovi finalmente! Ce ne avete messo di tempo a venire.- commenta tutto gasato.- Vi porto nelle vostre camere. D’accordo ma’?- chiede a Dorea.
-         Certo. Ci vediamo a cena. - acconsente la donna accomodandosi accanto al marito.
Salutiamo e seguiamo Jam su per le scale. Remus e Peter guardano a occhi sgranati la sala in cui arriviamo quando terminiamo di salire.
Il pianerottolo ha un soffitto molto alto e il corridoio è lungo e spazioso. Ai lati si aprono due corridoi che portano a varie stanze e al bagno. Di fronte il pianerottolo si allarga e ci sono sei porte. Quella al centro, che salta subito all’occhio, è quella dei signori Potter. Quella di Jam è in fondo al corridoio a destra perché vuole starsene un po’ in privato. Le stanze di fianco a quella dei Potter sono tutte vuote. Come ho già detto, gli è stato concesso solo Jam.
Ci guida nel corridoio a destra. Ci sono cinque stanze, di cui una è un bagno.
-         Scegliete.- ci annuncia l’occhialuto indicando le porte. Peter apre la prima che trova. Per un istante abbiamo la visione di una semplice stanza quadrata con le pareti bianche, poi muta e si trasforma in una stanza color panna, letto color caramello e tutto ciò che Pet potrebbe desiderare.
-         Cos’è successo?- chiede Peter guardandosi intorno meravigliato.
-         Le stanze di casa mia cambiano in base ai gusti del proprietario.- spiega Jam. - La mia è cambiata quando sono tornato da Hogwarts il anno, e ogni estate aggiunge qualcosa di nuovo.-
-         Tipo una gigantografia della Evans?- chiedo.
-         Zitto botolo. Rem?- replica Jam.
-         Poi mi spieghi perché continui a dargli soprannomi canini.- dice Remus aprendo la stanza che è di un bell’azzurro tenue. A Rem piacciono i colori calmi.
-         Carina Rem. Ora manchi tu, pulcioso.- mi dice il mio carissimo amico indicandomi una porta.
Io la apro. La stanza per un momento è bianca e spoglia. L’attimo dopo si riempie di tappezzeria color rosso e oro, mobili di mogano e una porta di legno scuro sulla parete sinistra.
La apro e scopro che porta alla stanza di Jam.
-         Ma che cagnolino affettuoso!- esclama lui grattandomi la testa. Sia maledetta l’estate in cui è diventato più alto di me.
-         Zitto idiota.-
-         Be’, io vado a disfare i bagagli.- annuncia Remus.
-         Anch’io. - dice Peter.
-         Lasciate stare, ci pensa Dolly.- replica Jam. Ha appena terminato la frase quando appare un’Elfa con due grandi occhi azzurri e un sorriso smagliante. Sembra tenera e dolce, il contrario di quel parassita di Kreacher.
-         Il padroncino ha chiamato Dolly?- chiede.
-         Sì, puoi sistemare i bagagli dei miei amici?-
-         Certo, Dolly lo farà con piacere padroncino.- risponde l’Elfa smaterializzandosi.
Appena se n’è andata Jam ci fa segno di seguirlo e ci fa scendere le scale, quando siamo arrivati al piano terra va verso una porta, la apre e rivela un’altra scala.
La scendiamo e ci ritroviamo in una stanza spoglia e cupa con delle casse qua e là.
-         Questa è per martedì Rem. – spiega.- Ho detto alla mamma che ci serviva una stanza insonorizzata per ogni evenienza e ieri ho portato queste casse, così ti puoi sfogare. Ho anche preparato dei medicinali e la mattina, prima che i miei si sveglino, scendiamo qui e ti medichiamo per bene.- poiché lo guardiamo tutti stupiti, lui aggiunge: - Ehi, non potevo certo dire ai miei del tuo piccolo problema peloso! È un segreto dei Malandrini quello!-
Io e Peter lo guardiamo senza parole, lui per l’ammirazione, io perché non credevo che potesse architettare tutto questo da solo e per Remus.
Rem riesce a balbettare un “grazie” con la voce commossa, allora Jam sorride ed esclama: - Su ragazzi! Non fate quelle facce!-
Visto il clima imbarazzante che si è creato, scuoto la testa e chiedo: - C’è altro?-
-         Sì ma tu l’hai già visto.- risponde Jam.
-         Allora lo fai vedere a noi?- propone Peter.
-         Certo! Venite con me. -
Passiamo il resto del pomeriggio nella Stanza delle Meraviglie di casa Potter, come l’ha chiamata Jam quando era piccolo.
Sarà una settimana davvero divertente.

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Capitolo 28
*** La mamma (parte 1) ***


-         Voi avete mai studiato per un esame?- chiede Remus.
-         Jam?- mi chiama Sir.
-         Eh?-
-         Abbiamo mai studiato per un esame?-
-         Non mi pare. - rispondo.
Pasqua è passata da un pezzo e subito dopo le vacanze siamo tornati a scuola. Quando la Evans e Mocciosus mi hanno visto, hanno avuto strane reazioni. Cioè, l’olivo mi ha normalmente guardato con un odio più puro dell’olio che si potrebbe ricavare dai suoi capelli, ma lei mi ha fissato con astio certo, ma anche una vaga aria di sollievo. A volte non capisco proprio le ragazze.
Ma il momento più memorabile è stata la prima lezione di Trasfigurazione!
“Potter, sei di nuovo con noi vedo.” ha detto Minnie.
“Come potevo lasciarla qui da sola? Si sarebbe annoiata!”
“Hai ragione, il mio terapista sentiva la mia mancanza.”
Dopo questa fantastica uscita, si è messa a far lezione prima che tutta la classe potesse riprendersi dalla sorpresa e cominciare a ridere. Non ho parole per esprimere la stima che nutro per questa donna.
Comunque, il tempo è passato e ora siamo a giugno e domani cominceranno quei dannati esami. Bisognerebbe trovare il modo per saltarli, altro che!
-         Ma come fate?!- geme Peter sepolto sotto una massa di fogli.
-         Siamo dei geni. - risponde Sir con tono solenne mentre io lo guardo con gli occhi spalancati, come se avessi una visione.
-         Uffa, siete sempre più avanti di me! Anche ieri, nella Stanza delle Necessità…-
Lo fulminiamo con lo sguardo ma malauguratamente Rem ha, per ovvi motivi, un udito molto sviluppato e alza gli occhi dal libro con lo sguardo di un lupo che ha catturato la sua preda.
-         Quindi eravate là!- esclama trionfante.
-         Sì, sai, ieri ci volevamo divertire un po’ e, poiché tu hai sempre tanto da studiare e non volevamo disturbarti, abbiamo pensato di usare la stanza.- dice Sir. Il tono è quello giusto ma la scusa è debole.
-         Certo, perché voi mi avreste lasciato studiare in pace invece di trascinarmi a fare qualche cazzata giusto?-
-         Certo che noi teniamo alla tua media Remus. Altrimenti da chi copieremmo?- replico cercando di reggere il gioco a Sir.
-         Siete stati lì! È lì che andate ogni volta! Finalmente!- esclama alzandosi trionfante dal letto sul quale stava studiando.
Nella mia mente si formano varie scuse per giustificare la nostra permanenza nella stanza e, cosa ancora più importante, la sua esclusione. Ma, se io e Sir siamo i più intelligenti, Remus è il Malandrino più intuitivo.
-         Remus…- mormora Peter.
-         Allora che combinate?- esclama Rem.
-         Senti noi…- comincia Sir ma non aggiunge altro.
-         Voi cosa?- posso vedere il riflesso del lupo negli occhi di Remus, cosa che accade quando è davvero infuriato.
-         Non possiamo dirti cosa stiamo facendo.- concludo. Si era deciso che, come per il suo piccolo problema peloso, avrei parlato io se Rem avesse scoperto qualcosa.
-         Perché no?- replica lui, calmo.
-         Lo saprai Rem, ma non ora. Non siamo ancora pronti.-
-         Pronti per cosa?- sibila lui.
-         Non te lo posso dire.- ripeto cercando di non guardarlo in faccia. Remus ha la capacità di far cedere chiunque solo guardandolo negli occhi.- Se te lo dicessi, ci impediresti di continuare.-
-         È qualcosa di pericoloso?- oh, no! Ora fa la mammina preoccupata.
-         Non moriremo, né metteremo in pericolo l’intera comunità magica se è questo che intendi.- lo rassicuro.- Ma non è una cosa da sbandierare ai quattro venti e…-
Il mio discorso viene improvvisamente interrotto dall’entrata di Frank che sembra essere stato calpestato da un Ippogrifo.
Entra in camera nostra incurante delle nostre occhiate sbigottite e si lascia cadere sul letto di Peter lasciandoci sopra una macchia marrone di fango con gran disgusto del proprietario.
Si guarda un po’ intorno con un’espressione meditabonda, poi sospira e ci guarda con un’espressione molto infelice.
-         Ehi. - dice.
-         Ehm…ehi?- replica Sir, perplesso
-         Indovinate?-
-         Cosa?-
-         Ci siamo lasciati.- dice tutto d’un fiato.
-         Come?- chiede Remus sbigottito come tutti noi.
-         Io e Alice non stiamo più insieme.- spiega Frank con uno sguardo strano e inquietante.
-         Perché?- chiedo dopo un momento di silenzio.
-         Avevamo…interessi diversi.-
-         Non avete mai litigato.-
-         Ora sì. -
-         Perché?-
-         Perché sì!- Frank si sta scaldando e vedendo il suo sguardo credo di capire il motivo della rottura.
-         Non è che è arrivato il giorno del giudizio, eh Frankie?- chiedo. Lui si volta verso di me e annuisce.- Quindi Alice non ha superato il test? Wow, ed io che credevo che l’avrebbe adorata.- aggiungo con una punta di divertimento.
-         Non l’ha fatto.- replica lui mestamente.
-         E perché sei sporco di fango?- chiedo.
-         Questo? Oh, niente d’importante.- dice lui alzando le spalle.- Comunque, mi servirebbe una mano. -
-         Ah no! Non ho la minima intenzione di rivedere quella donna! Senza offesa ma è davvero terrificante.-
-         Lo so! Lei e Alice si sono odiate al primo sguardo!-
-         E allora come faccio ad aiutarti scusa?!-
-         Tu sei il suo figlioccio…-
-         Non me lo ricordare!-
-         Lei ti vuole bene! Forse riesci a farle cambiare idea!-
-         Non ti è passato per la testa che forse dovresti essere tu a parlarle e a farle capire che ami Alice?-
-         Scherzi? Se glielo dicessi, farebbe in modo che non riveda mai più Alice!-
-         Ribellati!-
-         A lei?-
-         Sì!-
Dopo quest’affermazione c’è un momento di silenzio di cui Rem approfitta per tossicchiare e farci voltare verso lui e gli altri Malandrini che ci stanno fissando come se fossimo due pazzi da ricovero.
-         Cosa c’è?- chiedo.
Loro si scambiano una rapida occhiata e in coro esclamano: - Di cosa state parlando?!-
Ah, già. Loro non conoscono la storia.
-         Stiamo parlando del fatto che mia madre è venuta a trovarmi, ha incontrato Alice e ha scoperto che la detesta e dunque m’impedisce di stare con lei.- spiega Frank. Sirius lo guarda sconvolto e poi scoppia a ridere.
-         Guardate che la cosa è seria.- dico tra i latrati di Sir. - Avete mai visto sua madre?-
Per risposta alla mia domanda, si sente bussare alla porta e subito entra una donna con una crocchia di capelli castani, il viso severo, una grossa borsa rossa e un gigantesco cappello da strega con sopra un avvoltoio impagliato. Agusta Paciock.

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Capitolo 29
*** La mamma (parte 2) ***


ATTENZIONE: questo è un capitolo extra continuo del precedente, quindi è dal punto di vista di James ed è un extra del quarto anno. Il prossimo sarà sul quinto.
 
Augusta Paciock è una delle più grandi amiche di mia madre, nonché il mio incubo d’infanzia. Ogni volta che veniva a casa mia trovava sempre un mio difetto che il suo bambino non aveva. Fortunatamente, ho capito presto che Frank si vergognava del suo atteggiamento e siamo rimasti amici. Migliori amici in realtà, finché non ho incontrato i Malandrini.
Comunque, quando siamo venuti a Hogwarts, sia io sia Frank ci siamo fatti i nostri gruppi e non ci siamo frequentati molto (anche perché Alice mi terrorizza), solo nell’ultimo anno ci siamo riavvicinati.
Purtroppo mi ero dimenticato del fatto che essere molto amico di Frank, equivale a poter incontrare Augusta Paciock in ogni momento.
-         Frank! Perché mi hai lasciato da sola nell’ingresso?- chiede imperiosa.
-         Ehm…dovevo dire ai ragazzi che non potevo uscire con loro.- risponde lui con un sorriso tirato, poi si volta a lanciarci un’occhiata come a dire “reggetemi il gioco”.
-         Davvero? D’accordo allora. Ma presentameli già che siamo qui.-
-         Ok. Allora, James lo conosci,-comincia. Io saluto rigidamente.- Lui è Remus Lupin, Peter Minus e Sirius Black.-
-         Black? Mio padre ha perso un braccio per colpa di tuo nonno.- dice fredda.
-         Be’, io non sono mio nonno.- replica lui con un sorriso più falso di un’indicazione di Pix.
-         Lo spero.-
Perfetto, si preannuncia una bella discussione. Solo una persona testarda e senza nulla da perdere potrebbe tenere testa ad Augusta Paciock, e Sirius è l’incarnazione di queste due caratteristiche.
Purtroppo il sospirato confronto è interrotto da Frank che ha fiutato il pericolo e si affretta a dire: - Allora, mamma, quanto conti di rimanere?-
-         Il tempo necessario per assicurarmi che non frequenti brutta gente, come quella ragazza.-
Sotto la facciata del “bravo figlio che ascolta la mamma”, posso vedere tutta l’irritazione di Frank. Nonostante sia una pazza con strani istinti, a lui Alice piace davvero.
-         Si chiama Alice.- la corregge, cercando di mantenere un tono distaccato.
-         Comunque sia, è una ragazza strana e di certo non è alla tua altezza.- guardò Sir e noto che anche lui sta cercando di non ridere alla vista della faccia paonazza di Frank.
-         Ma mamma…-
-         Niente ma. - replica lei duramente.
-         V-Va bene. Allora, secondo te, con chi dovrei stare?-
-         Be’, Dorcas Meadowes mi sembra una ragazza molto a modo. - Remus la guarda in modo strano, lui ha una cotta per Dorcas.- Ma anche quella rossa…Lily Evans ecco. Mi piace molto.-
“Che? La Evans? Ma neanche per sogno! La Evans è solo mia!” Penso preso da una strana rabbia.
Gelosia? Dice la mia coscienza/Remus, ma la ignoro.
-         Vuole che la vada a chiamare?- chiedo candidamente. Tutti si voltano verso di me, i ragazzi con gli occhi sgranati, Augusta compiaciuta.
-         Certo James. Molte grazie.-
Mi alzo sorridendo più falso del sorriso falso di Sir più falso delle'indicazione, e scendo ignorando le espressioni dei miei amici. Non ho tempo di pensare a loro, devo seguire il mio istinto/Sirius.
Scendo in Sala Comune ma non trovo chi sto cercando, quindi torno sulle scale del dormitorio maschile e chiamo il mio Elfo Domestico preferito, Jacky.
-         Padron James.- mi saluta.
-         Ciao Jacky. Senti, non è che mi puoi portare nel dormitorio delle ragazze?-
Lui annuisce, gli sto abbastanza simpatico, e mi prende il braccio; subito dopo mi sento come se fossi schiacciato in un tubo e poi siamo nel corridoio femminile.
-         Grazie.- dico a Jacky.
-         Jacky è sempre a disposizione di padron James!- dice lui tutto allegro, poi fa un inchino e se ne va.
Io vado verso il dormitorio del quarto anno e busso. Ad aprirmi è Mary che mi guarda stupefatta, probabilmente chiedendosi come sono riuscito ad arrivare lì.
-         James cosa…?-
-         C’è Alice?- chiedo interrompendola.
-         Sì ma…-
Non la ascolto ed entro trovando Alice che gira infuriata per la stanza seguita con gli occhi dalla Evans, da Dorcas e da Marlene McKinnon, una che sta in camera con loro.
Quando mi vede Alice sibila irata: - È in camera tua?-
Io annuisco e dico: - Meglio che vieni subito. Sta tirando giù una lista di possibili fidanzate.-
-         Sul mio cadavere!- esclama lei uscendo come una furia.
La seguo a ruota, anche perché voglio scivolare sulle scale.
-         Aspetta, fai entrare prima me. Ho detto che avrei portato la Evans.- le consiglio.
-         Che c’entra Lily ora?-
-         Te lo spiego dopo.-
Busso alla porta ed entro con un sorriso più falso del mio sorriso falso più falso del sorriso falso di Sir più falso dell'indicazione.
-         Scusate? Ho portato la ragazza per Frank.- dico.
-         Perfetto.- dice la signora Paciock.
-         Entra.-
Mi scosto e faccio entrare Alice che si mette davanti alla signora Paciock con aria di sfida. I Malandrini vengono vicino a me per avere una visuale migliore.
-         Tu cosa…- sussurra la signora Paciock irata.
-         No! Prima non mi ha lasciato parlare, ma ora mi ascolta! Punto primo: io non la sopporto. Punto secondo: lei non sopporta me.
-         Ma questo non c’entra con suo figlio, chiaro? Frank può stare con chi cavolo vuole e lei non si deve intromettere!-
-         Permetti che vorrei avere una nuora che mi vada a genio!-
-         Una nuora?! Per l’amor del cielo, abbiamo quattordici anni! Non so neanche se staremo ancora insieme l’anno prossimo! Non ascoltarmi amore, sto scherzando.- aggiunge in fretta rivolta a Frank.- Ma se Frank vuole stare con me, lei non ha il diritto di intromettersi!-
-         Chi sei tu per dirmelo?!-
-         Una persona cui non piace essere giudicata con una sola occhiata!-
-         Quell’occhiata si sta rivelando incredibilmente corretta direi.-
-         A lei non andrò bene ma a Frank sì. Com’è possibile che non capisca che suo figlio ha una volontà?-
-         Come osi!-
-         Non sto osando niente! Sto solo dicendo quello che penso. Non so se qualcuno le abbia mai detto qualcosa che andasse contro ciò che lei voleva, ma c’è sempre una prima volta e non credo che sia un male. Frank ha una testa e sa usarla. Spetta a lui decidere.- termina. In questo momento sto amando quella ragazza. Insomma, sa domare il mio incubo infantile!
La signora Paciock la fissa con un’espressione indecifrabile, poi si volta verso il figlio e dice con voce glaciale: - Dunque, Frank. Vuoi seguire i miei consigli o rimanere il fidanzato di questa ragazza?-
C’è un momento di tensione. Frank guarda in basso tenendosi una mano sotto il mento. Pensante.
Poi finalmente alza la testa e con un sorriso più falso del mio sorriso più falso del mio sorriso più falso del sorriso di Sir più falso dell'indicazione, dice: - Si chiama Alice, mamma.-

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Capitolo 30
*** Ricordi di neve ***


-         SEI UNA VERGOGNA! OGNI TUO PASSO È UN DISONORE PER LA NOSTRA FAMIGLIA!- le urla di mia madre si propagano per tutta il binario. Non sono ancora salito in treno, e lei ne ha approfittato per farmi la predica pre-scuola come ogni anno, io le ho risposto male e ha cominciato. Mio padre e Regulus ci guardano, uno indifferente, l’altro non lo so.
Mentre Walburga continua la sua tirata, il mio pensiero corre al motivo di ogni sfuriata che mi è stata fatta, il giorno in cui ho scoperto di odiare ogni idea della mia famiglia.
 
La neve cadeva lentamente. Poche volte avevo visto nevicare a Grimmauld Place, così pregai mia madre di farmi uscire a giocare.
-         Va bene, ma non da solo, chiedi alle tue cugine di accompagnarti. E non dare confidenza ai Babbani.- rispose lei con l’ultimo sorriso che le avrei visto fare per me.
-         Grazie.- dissi. Lei mi abbracciò e mi diede un bacio umido sulla guancia. Io uscii e mi diressi al numero quattordici di Grimmauld Place, anche quello nascosto grazie alla magia.
-         Ciao Sirius, cosa c’è?- mi accolse mia zia Druella con un gran sorriso; essendo il primo maschio, ero il futuro erede dei Black e quindi tutti mi coccolavano. Non sarebbe stato così ancora per molto.
-         Mamma mi ha detto che se voglio giocare fuori devo essere accompagnato da Bella, Meda o Cissy.- risposi.
-         Ah, d’accordo. Vieni, andiamo a chiederglielo.-
Mi condusse nel salotto della loro casa, dove le mie cugine stavano ascoltando zio Cygnus che leggeva una vecchia legge allora non ancora abrogata che diceva che era lecito fare qualcosa di orrendo (ora non ricordo cosa fosse) ai Babbani che scoprivano per caso la magia. Non era ancora il tempo degli Incantesimi di Memoria.
Le personalità delle mie cugine erano già ben delineate: Bellatrix ascoltava rapita, Andromeda con uno sguardo un po’ incerto e Narcissa era distratta.
Quando entrammo, zio Cygnus si fermò e chiese, infastidito per essere stato interrotto: - Sì?-
-         Walburga chiede se qualcuna di voi può accompagnare Sirius a giocare fuori.-
-         Fuori tra i Babbani? No grazie.- rispose Bellatrix guardandomi male.
-         Va bene, Narcissa?-
-         Non ne ho voglia, mamma.- rispose lei distratta come al solito. Zia Druella non le disse nulla: nessuno sgridava mai Narcissa.
-         Andromeda?- chiese all’ultima rimasta. Lei guardò prima il padre, poi me. alla fine disse: - Per me va bene. Vado a prendere il cappotto.-
Uscendo dalla stanza passò accanto a noi e mi accarezzò la testa con un sorriso dolce: mi aveva sempre preferito a tutti, compresa la sua famiglia.
-         Mamma mia, che freddo che fa. - commentò quando fummo usciti.
-         Sbrigati Dromeda! Voglio andare al parco!- esclamai correndo.
-         Arrivo, arrivo!- rispose mia cugina correndomi dietro.
Quando arrivammo, il parco era deserto, fatta eccezione per una donna che scriveva concentrata. Andromeda mi portò in un angolo lontano da lei, lanciandole un’occhiata preoccupata che io non compresi. Non riuscivo ancora a capire chi era un mago e chi no.
Ci mettemmo a giocare a palle di neve e solo dopo un’oretta circa ci accorgemmo che la donna si era spostata e si era seduta sulla panchina vicino a noi fissandoci.
-         Ciao. - ci salutò vedendo che la stavamo guardando.
-         Ciao. - risposi io. Andromeda rimase lì, ferma e zitta.
-         Vi state divertendo?-
-         Sì, mi piace la neve. -
-         Ho visto quanto ti divertivi.- disse lei con un sorriso.- Sai, io disegno per lavoro.-
-         Disegni?-
-         Sì, ho disegnato anche voi due. Vi va di vedere il mio disegno?-
Io annuii e mi avvicinai, ignorando lo sguardo ammonitore di Andromeda.
Ricordo che quel disegno era davvero bellissimo. C’ero io che tiravo una palla di neve a Dromeda mentre lei cercava di proteggersi mettendosi le braccia incrociate davanti al viso.
Rimasi incantato davanti a quel disegno, perfetto anche se fatto frettolosamente.
-         Vieni a vedere Meda!- esclamai voltandomi verso mia cugina. Lei rimase ferma, ma poi si convinse e venne lentamente verso di noi.
-         È molto…bello.- mormorò. La donna glielo porse e lei lo prese, fissandolo incantata.
-         Grazie, cara. Voi siete di queste parti?-
-         Sì. - risposi io.
-         Davvero? Non vi ho mai visto in giro. -
-         Noi non usciamo spesso.-
-         Oh, capisco. Siete fratelli?-
-         Cugini.-
-         E abitate qui a Grimmauld Place?-
-         Sì, al numero…- ma prima che potessi aggiungere altro, Andromeda mi tappò la bocca e rispose: - Undici. Abitiamo al numero undici; ci siamo appena trasferiti.-
-         Oh, e…- tentò di dire la donna.
-         E ora è meglio che andiamo. Si è fatto tardi. Grazie per il disegno.- la interruppe mia cugina porgendole il foglio. La donna lo rifiutò.
-         No, tienilo tu. Dopotutto ci siete voi due sopra.-
Meda guardò il disegno, lei e poi me. Infine sorrise salutò la donna prima di trascinarmi via.
-         Non dire a tua madre o alla mia chi abbiamo incontrato, ok?- mi disse mentre rientravamo nella piazzetta.
-         Perché?-
-         Non l’hai capito Sirius? Quella donna era una Babbana. Se i nostri genitori scoprono che abbiamo parlato con lei ci mettono in punizione a vita. - spiegò. Per la prima volta notai una punta di tristezza nella sua voce e tacqui.
Rimasi zitto anche quando rientrai in casa e mi chiusi subito in camera, pensando. Andromeda mi aveva affidato il disegno, conscia che in casa sua correva molti più pericoli a causa delle costanti intrusioni in camera sua delle sorelle. Da me sarebbe stato molto più al sicuro.
Mi sdraiai sul letto e mi misi a pensare come una creatura sudicia come un Babbano potesse aver creato quella meraviglia e all’improvviso mi venne in mente che quella signora era stata gentile con me, non avevo neanche capito che non era una strega. Allora, perché doveva essere diversa da noi?
Quella sera feci questa domanda a mio padre e ne nacque una litigata tremenda che diede vita poi a tutte quelle che seguirono.
Così mi resi conto che i Babbani erano uguali a me e cominciò la faida con la mia famiglia.
 
Mentre ricordo tutte queste cose, sono salito sul treno e sto cercando i miei amici. Un grosso baccano e Diana Flow che spia qualcuno dal corridoio mi indicano lo scompartimento giusto.
E infatti…
- Sirius! Remus è diventato Prefetto!-

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Capitolo 31
*** Una coda è per sempre ***


-         Peter, ti rendi conto che sei un idiota totale?- chiede Sir fissando esasperato il nostro amico mentre io leggo beatamente un articolo sui Ballycastle Bats.
Breve riepilogo: siamo a novembre e una settimana fa, Sirius è riuscito a trasformarsi in un enorme cane nero che mi ha steso con una testata quando l’ho visto per la prima volta.
Ora stiamo cercando di fare in modo che anche Peter riesca a concentrarsi e a dimostrare di essere abbastanza mago da trasformarsi in uno stupido topo.
-         E dai Pet, ormai veniamo qua solo per te!- esclamo alzando gli occhi dal giornale.
-         Mi dispiace! Non ci riesco!- esclama lui.
Io alzo gli occhi al cielo e Sirius sbuffa spazientito.
-         Allora,- dico- ragioniamo. Come è fatto un topo, Pet?-
-         Be’, coda, zampe, muso…-
-         Ah. E nel mezzo cos’ha? Aria?-
-         P-Pancia. -
-         La schiena è un optional Peter?-
-         Be’ sì. Anche quella.-
-         Benissimo. Ora immagina di trasformarti in un topo. -
-         E come faccio scusa?-
-         Immagina te stesso.-
-         Ok. -
-         Ora pensa a un topo. -
-         Sì. -
-         E adesso pensa a entrambi. Come fai a passare da umano a topo?-
-         Non so la risposta.-
-         È una domanda retorica Peter!-
Ormai Sir si sta spanciando dalle risate ed io ho una mezza idea di seguirlo. E un’altra mezza di fare qualcosa di male a Peter.
Okay, è ora di passare alle maniere forti, altrimenti rimarremo qui tutto il giorno, ed io devo fare delle cose importanti, come chiedere alla Evans di uscire, tormentare Mocciosus e tutto il resto.
-         Su Peter, un po’ di coraggio.- lo incita Sirius. Non è molto convincente poiché è ancora scosso dalle sue risate/latrati. In effetti, posso capire perché si è trasformato in un cane.
Peter sospira cercando d’ignorarci e di concentrarsi e per un improvviso slancio di pietà, faccio apparire davanti a lui l’immagine di un topo per aiutarlo.
-         Che ore sono, Jam?- mi chiede Sir.
-         Quasi ora di pranzo, direi. Quali lezioni abbiamo saltato oggi?- replico.
-         Erbologia, Incantesimi, Cura. - elenca lui.
-         Nessun problema. Nelle prime due il G.U.F.O. lo prendiamo di sicuro, in Cura possiamo Confondere Kettleburn.-
-         C’è qualcuno che ci odia più di Kettleburn?-
-         Lumacorno forse. In fondo distraiamo i suoi due cocchi.-
-         Giusto.-
-         Ragazzi, non ci riesco!-
Ci giriamo verso Peter che ci guarda con un’aria di tremenda sconfitta. Sbuffo e guardo Sirius che negli occhi ha il cosiddetto “sguardo alla Black”.
-         Perdonami Pet, ma vorrei uscire da qui. Dunque…- mormora un incantesimo che non sento bene e Peter all’improvviso comincia a tastare l’aria intorno a sé, spaventato. Poi Sir cerca qualcosa in tasca e tira fuori un panino che probabilmente ha fregato a colazione per qualche oscuro motivo.
-         Che succede?- chiedo vedendo che Peter si dimena.
-         Non riesco a uscire!- esclama e capisco che Sir in qualche modo ha chiuso Peter in una prigione invisibile.
Quando poggia il panino davanti a lui, capisco il suo piano.
-         Allora, Pet, è quasi ora di pranzo. Ti ho lasciato un buco per uscire grande quanto un topo. Avrai il panino quando ti trasformerai.-
Peter prende freneticamente la bacchetta ma non riesce a scalfire il muro invisibile che ha attorno. Alla fine si arrende e comincia a concentrarsi tanto che la faccia gli diventa più rossa di un pomodoro.
-         Allora, che scusa abbiamo inventato per tenere a bada Remus?- chiede Sir sedendosi su una poltrona apparsa improvvisamente.
-         Nessuna. Dorcas l’ha invitato a uscire.- rispondo.
-         Dorcas l’ha invitato a uscire? Quanto è messo male quel lupo?-
-         Abbi pazienza con lui. È giovane e inesperto.-
Sirius alza gli occhi al cielo e mi prende il giornale dal bracciolo su cui l’ho appoggiato. Io mi volto a guardare Peter che si sforza sempre di più. Mi alzo e mi accovaccio davanti alla “gabbia”.
-         Peter.- chiamo.
-         Eh?- mi risponde.
-         Tu stai pensando a un topo o a te?-
-         A un topo. -
-         Ah. E tu dove sei finito?-
-         In che senso?-
-         Peter, tu e il topo siete la stessa cosa. Tu sei il topo. Non devi separarti da lui.- spiego.
Peter apre gli occhi e mi fissa sconfitto: - Ma voi come avete fatto?-
-         Io ero incavolato.- dico.
-         Ero stufo di sentirlo vantarsi della sua trasformazione.- borbotta Sir da dietro il giornale.
-         Sono sempre nei tuoi pensieri, eh?- dico.
-         Certo, sei la mia ossessione. - replica lui tranquillo.
-         Lo so, lo so. Comunque, Peter, devi collegare il topo a te stesso, altrimenti non ce la faremo mai.-
Lui annuisce e torna a strizzare gli occhi concentrandosi. Arriva l’ora di pranzo, io e Sir ci stiamo preparando per uscire e rimandare l’esercitazione a dopo pranzo.
Sir fa sparire la gabbia ma Peter non si muove, anzi, si rannicchia sempre di più.
-         Tutto bene?- gli chiede Sirius.
-         N-Non molto.- balbetta Peter.
-         Che succede?- chiedo io.
-         Be’, ci s-sono riuscito credo.-
-         Ma se sei ancora umano.-
Lui sospira, poi si alza lentamente in piedi e si gira rivelando una grossa, lunga e liscia coda di ratto.
-         Ehm, wow! Sei sulla buona strada!- esclamo.
-         Già, che c’è che non va?- aggiunge Sirius.
-         Come si toglie?- chiese Peter con un filo di voce.
Comincio a boccheggiare per lo shock perché io non ho la minima idea di come si tolga quella roba, e a quanto posso intuire dal suo pallore, neanche Sirius.
-         Ok. Calma. Ci sarà un modo, no?- dico dopo un po’.
-         E dov’è?- replica Peter disperato.
-         Non lo so!- esclamo. Stiamo andando veramente in crisi quando Sirius dice le parole magiche: - Abbiamo bisogno di una maledetta soluzione!-
Detto fatto: tra le mani gli appare all’improvviso un grosso libro blu. Lui lo guarda e s’illumina: - Ragazzi, questo è un libro completo sugli Animagus! Amo questa stanza!-
-         Forza cerca!- lo incito.
-         Sì, sì. - sfoglia velocemente le pagine fino ad arrivare a un capitolo intitolato: Errori comuni durante le trasformazioni. Sotto c’è un paragrafo: Parti del corpo alterate.
-         Proviamo con questo?- chiede Peter.
Sir annuisce e comincia a leggere a bassa voce il paragrafo.
-         Allora?- chiedo quando ha finito.
-         Credo…che ce la possiamo fare.- risponde lui.
 

**
 

-         Finalmente dove…che diavolo vi è successo?!- esclama Remus quando entriamo in Sala Grande, totalmente ricoperti di bende. Abbiamo avuto qualche problema a levare la coda a Peter, quindi appena usciti siamo andati da Madama Chips e siamo arrivati appena in tempo per mangiare qualcosa.
-         Niente domande per favore.- mormora Sirius prendendo delle cosce di pollo. Peter ne ha già divorata una.
-         Perché le bende?- dice Remus ignorandolo.
-         Ferite strane, ok?- ribatto io.
-         Ma…-
-         Senti Rem, fai il bravo. Ti spiegheremo…-
-         A oco. - dice Peter con la bocca piena.
-         Eh?-
-         Tra poco.- ripete dopo aver ingoiato.
-         Poco?- chiede Sirius.
-         Sì, poco.- conferma Peter sorridendo.
Speriamo…

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Capitolo 32
*** Luna Piena ***


-         Sirius, posso sapere come mai tre volte la settimana rimango solo con uno di voi?- chiede Remus muovendo pigramente la bacchetta per ravvivare il fuoco della Sala Comune.
-         Non so, forse perché siamo amici e possiamo stare tranquillamente nella stessa stanza?- replico.
-         Sì, ma, Sirius, succede con cadenza regolare. È come se mi faceste da balie: James il lunedì, Peter il mercoledì e tu il venerdì. Sta diventando abbastanza inquietante come cosa. - risponde.
-         Non fare lo scemo! Insomma, è un caso no?-
-         Sì, quanto era un caso che mia nonna fosse morta e risorta, giusto?- replica lui alludendo alle scuse che accampava quando non sapevamo ancora del suo, per dirlo con le parole di Jam, piccolo problema peloso.
-         Remus, non stiamo facendo niente! Semplicemente, capita così. -
-         Non è vero e tu lo sai. Non sono stupido Sirius. Sputa il rospo.-
Non dico niente e lo fisso con le sopracciglia inarcate. So benissimo che non è stupido e questo a volte tende a creare qualche problema, non si può mai mentirgli: scopre subito tutto.
Capito che non ho intenzione di rispondere, Remus diventa rosso di rabbia e mi fissa con occhi infuriati. La Luna Piena è fra poche ore e comincia a risentire degli effetti della luna imminente: irritabilità e rabbia.
-         Scusa, Remus, puoi venire un momento?- lo chiama Dorcas.
Lui decide di andare da lei, grazie cotte adolescenziali, ed io ne approfitto per tirare fuori il mio specchio comunicante.
-         James!- chiamo piano per non farmi notare. Nel vetro vedo solo nero.
-         Un attimo.- risponde la sua voce ovattata mentre lo scenario cambia rapidamente: evidentemente, lo sta tirando fuori dalla tasca.- Eccomi! Che c’è? Remus non è con te?- chiede confuso cercando di guardare oltre la mia faccia.
-         No. - rispondo girando lo specchio per fargli vedere.- A che punto siete?- aggiungo.
-         Oh, Peter si è appena trasformato in un topo gigante e…aspetta, adesso ti aiuto!- aggiunge rivolto a Pet suppongo.- Scusa, è un po’ spa…d’accordo, ti aiuto ora! Humana retro.- mormora muovendo la bacchetta. Si sente il sospiro sollevato di Peter.- Ora cerca di diventare più piccolo. Comunque, cosa succede?-
-         Rem si sta davvero stufando.-
-         E io che ci posso fare scusa? Le mie corna le ho già.- replica lui.
-         Corna? Quali corna?- s’intromette Remus tornando.
-         Ehm…mi piacciono le corna.- spiega James spostandosi verso un punto in cui non si può vedere dove si trova.
-         Le corna?!- replica Remus.
-         Sì, sono così…grandi! Specie quelle dei cervi.- dice Jam. Io rimango in silenzio a osservarli, è uno spettacolo impagabile.
-         Sicuro che non intendi dire che ti piace fare le corna?- chiede Rem senza un’ombra di malizia.
-         Non intendevo questo.- replica Jam arrossendo di botto.
-         Quindi, fammi capire, ti piacciono le corna dei cervi?-
-         Ehm…sì…sai, somigliano tanto a dei rami…-
-         E a te piacciono i rami?-
-         Sì, sai io sono molto…ramoso.-
-         Tu sei ramoso?- ripete Remus sempre più confuso. Ok, non ce la faccio più.
-         Sssì, io sono molto…ramoso.- ripete lui. Si sente un tonfo e Jam si volta bruscamente lasciando intravedere un fagotto di abiti.- Scusate devo andare.- dice prima di chiudere la comunicazione.
Remus si volta verso di me e noto uno strano luccichio nei suoi occhi prima che mi dica: - James non si è reso conto del fatto che ha un soprannome nuovo vero?-
Un ghigno si delinea sulla mia faccia prima che io risponda: - No, Ramoso non se n’è accorto.-
 

*

 
-         Peter, razza d’idiota, dove ti sei andato a cacciare?- esclamo camminando a gattoni sul pavimento della Stanza delle Necessità.
Riassunto: dopo che io e Rem abbiamo trovato un soprannome fantastico per James, sono riuscito ad andarmene con una scusa e sono andato a vedere cosa cavolo fosse successo.
È saltato fuori che il ragazzo è riuscito a trasformarsi in un topo, solo che si è nascosto da qualche parte e non riusciamo a trovarlo.
-         Ma se ti trasformassi in un cane?- propone Jam.
-         E a che pro?- replico.
-         Potresti usare il fiuto.-
-         Certo, se ne fossi capace.-
-         Comincia a provarci pulcioso.-
-         Va bene, ma lo faccio solo perché sei tu, Ramoso.-
Mi trasformo prima che possa dire qualcosa sul suo nuovo nomignolo e cominciò ad annusare, anche se mi fa sentire abbastanza stupido.
Però non è male. Insomma, sento praticamente tutti gli odori presenti in questa stanza, e soprattutto so da dove provengono.
Mi diverto ad annusare le varie cose presenti nella stanza, finché Jam non mi richiama all’ordine con un secco “Tartufo!”. Dunque cominciò a cercare Peter e all’improvviso sento un rumore di piccoli passettini e un odore di qualcosa che ancora non ho annusato.
Mi tuffo sotto il mobiletto su cui abbiamo appoggiato i libri che ci servono e tiro fuori Peter tenendogli la coda tra i denti.
Poi lo porgo a Jam che dice: - Bravo cagnolino! Vuoi un dolcetto?-
Mi ritrasformo, sputo Peter sulla mia mano e replico: - Dei dolcetti mi andrebbero, non è che tu abbia un gran sapore, sai Pet?- aggiungo rivolto al topo che si sta contorcendo spaventato.- Se prometti di stare fermo, ti metto giù.-
Fa uno squittio che interpreto come un assenso e lo appoggio a terra.
-         Ora, Peter, immaginati. Ma immaginati bene.- lo avverte Jam.
Peter squittisce di nuovo e mi pare che si accovacci. Passa un minuto e siamo nelle stesse posizioni di prima.
Due minuti. Tre minuti. Un quarto d’ora.
-         Ora basta!- esclama Jam prima di diventare un cervo e mettere le sue corna a un millimetro dal muso di Peter.
-         Suppongo che quello che Ramoso intende dire sia “sbrigati o finisci infilzato”. Non è una bella fine.- spiego.- Specie se al cervo si unisce un cane rabbioso…-
Peter squittisce di nuovo ma in maniera più acuta e comincia a contrarsi finché non s’ingrandisce e finalmente torna a essere una persona.
- Bene, ora ritrasformati e poi torna di nuovo umano. La minaccia delle corna è sempre valida.- dico.
Lui esegue e riesce a tornare umano in meno tempo questa volta.
-         Perfetto!- esclama Ramoso senza più corna.- Ora direi che siamo pronti! Fra quanto sorge la luna?-
-         Jam, sei pazzo? Vuoi che andiamo ora?- replico.
-         E tu vuoi aspettare un altro mese?- risponde lui.- Tu che ne pensi Pet?- aggiunge.
-         Io…va bene.- cede.
-         Magnifico! Remus avrà una sorpresa stasera!-
 

*

 
Madama Chips lo porta al Platano Picchiatore, poi fa levitare un ramo fino a un punto del tronco e l’albero si ferma all’improvviso. Remus entra e lei toglie il ramo prima di tornare al castello.
-         Hai visto dov’era, Peter?- chiedo al topo di fianco a me. Quello squittisce e corre sotto i rami: è abbastanza piccolo da non essere colpito.
I rami si fermano ed io e Jam ci togliamo il Mantello di dosso prima di addentrarci ed entrare nel tronco del Platano.
La galleria è bassa ma riusciamo comunque a passare e troviamo delle scale. Peter è sempre davanti a noi ma fa passare Jam che apre la botola e sale. Io lo seguo e Pet viene dopo di me.
-         C-Che ci fate voi qui?!- urla Remus nudo e rannicchiato contro una parete. Ci fissa allibito e terrorizzato.
-         Tranquillo, Rem, va tutto bene.- dice Jam.
-         Bene?! Voi siete pazzi! Uscite prima che…- ma s’interrompe per emettere un grido di dolore mentre il lupo si libera.
Io e Jam ci guardiamo e ci trasformiamo insieme.
Il lupo alza la testa e comincia a fiutare i nuovi odori presenti nella stanza, poi si gira verso di noi. Fa per assalirci ma James riesce a tenerlo a distanza grazie alle corna.
I due si fissano e succede qualcosa di strano, è come se il lupo riuscisse a capire che James non è un vero animale, come se sapesse chi è in realtà.
Alla fine emette un lungo ululato ed io lo imito mentre Peter squittisce e James bramisce.
E il resto è storia.

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Capitolo 33
*** Sfoghi ***


-         Oh, che carino! È tuo questo cane James?-
-         È di mio zio, ma a volte me lo presta. Adoro tenerlo.-
-         Come sei dolce! Ami anche gli animali!- esclama la Grifondoro del quarto anno che con un’amica sta osservando il grande cane nero che ora si è disteso a pancia in giù per farsi coccolare nella Sala Comune.
Peter ridacchia e Remus alza gli occhi al cielo; io, invece, mantengo un contegno da maestro e rispondo: - Sì, è tra le mie qualità. Volete accarezzarlo?-
Loro annuiscono radiose e si mettono a coccolare quel pulcioso di Sirius.
-         Come si chiama?- esclama Sheryl, una delle due.
-         Tartufo.-
-         Perché?-
-         Ha il naso a tartufo.-
-         In effetti, è vero.-
Facciamo questa scenetta molto spesso da quando abbiamo fatto la “sorpresa” a Remus, cioè da circa tre settimane. Lui dice che stiamo abusando delle nostre nuove conoscenze e che rischiamo seriamente di essere scoperti, ma tanto so benissimo che anche lui si diverte: abbiamo già cominciato a pianificare cosa fare per la prossima luna.
-         Sei davvero dolce a tenere questo cane, anche se non è tuo!- esclama una delle due.- E senti…ti va se un giorno passiamo l’intervallo insieme, James?-
-         Dopodomani va bene?-
-         Oh sì! Certo!-
-         Conterò i minuti.- dico baciandole la mano e facendola diventare tutta rossa.
Poi le due si allontanano e Peter può finalmente sfogare tutte le sue risate e Remus può sbuffare sonoramente. Il cane si allontana verso le scale e poco dopo Sirius torna fra noi.
-         Questa cosa è impari.- esclama buttandosi sul divano accanto a Peter che si sta lentamente riprendendo.
-         Perché?- chiedo sedendomi sul pavimento.
-         Tu ci guadagni centinaia di ragazze, mentre io? Non posso mica andare in giro con un cervo!-
-         Ma se ti fai sempre coccolare!-
-         Da cane idiota.-
-         E allora dovresti rimanere cane. -
-         Perché?-
-         Perché sei meglio da cane. -
-         Spiacente James.-
-         Ma perché?-
-         Alla coda potrei anche abituarmi, ma le pulci uccidono.-
Scoppiamo tutti e tre in una risata che attira l’attenzione di molti ragazzi presenti tra cui la Evans che credo stia studiando insieme a quella pazza di Alice.
Seccata, si alza e ci raggiunge.
-         Volete fare meno confusione? Non so voi, ma io vorrei passare i G.U.F.O. - esclama stizzita.
-         Come desideri dolcezza.- replico.
-         Grazie.- risponde lei cercando d’ignorare l’appellativo.
-         Sempre che- aggiungo facendole drizzare le orecchie.- tu accetti di uscire con me domani.-
-         Potter.- si sta trattenendo, lo so. - Non hai appena fissato un appuntamento con quella ragazza?-
-         Per dopodomani. Domani mi sono tenuto libero per te. - replico con un sorriso. Possibile che non capisca che ho sempre tempo per lei.
-         Tu sei…- sibila, poi stringe i pugni e respira profondamente prima di aggiungere: - Potter, non sai quanto vorrei esprimere ciò che penso, ma mi è stato insegnato a essere educata, quindi credo che mi limiterò a girare i tacchi con tutto il mio disprezzo.-
-         Su Evans! Cosa ti costa essere gentile con me?- chiedo. Non c’è pericolo che qualcuno si intrometta, sono tutti abituati alle nostre continue dispute.
-         E a te cosa costa essere meno…meno…-
-         Meno?- chiedo con aria di sfida.
-         Vuoi davvero che lo dica?-
-         Ormai sono abituato.- replico incrociando le braccia.
-         Sei un maiale arrogante e presuntuoso, ecco cosa sei! Non ti vergogni nell’illudere povere ragazze prima di gettarle via come stracci vecchi e al contempo tenti, in modo alquanto patetico a parer mio, di farmi credere di essere l’unica che t’interessa! E, come se non bastasse, tormenti quelli che non ti stanno simpatici solo per sentirti potente e ammirato! Cresci Potter, cresci una buona volta e allora forse potrò tentare di guardarti senza provare il disgusto che sento tutt’ora.-
Mi sbagliavo. Si sono tutti voltati a sentire e ora mi stanno guardando per vedere che reazione e sentire come le rispondere. La rabbia mi divora: come osa darmi lezioni di comportamento? Come se lei non avesse dei difetti! Ho voglia di farle sentire tutti i commenti che le rivolgono, uno per uno ma, non potendo, mi limito a prendere un bel respiro prima di sibilare: - Mi stai dunque dicendo che sono solo un borioso.-
Lei annuisce.
-         Se tu o io avessimo voglia di godere della reciproca compagnia, potremmo sederci e, credimi, potrei smontare ogni tuo punto. Fatto sta che tu non mi sopporti e che io non riuscirei a sopportare la tua presenza per oggi. Quindi vediamo di stare il più lontano possibile, sì?-
-         Non chiedo altro.- replica lei.
-         Benissimo. Ah, Evans, prima di ritornare alla carica, impara a guardare anche te stessa. Non sono l’unico presuntuoso qui.-
Lei mi lancia un’occhiata di fuoco prima di voltarsi e andare da Alice come una furia.
-         Te la sei giocata, Jam. - commenta Sir quando mi siedo di nuovo.
-         Nah,- replico.- non ancora.-

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Capitolo 34
*** La grande cretinata di Sirius ***


- Quanto manca?
- Forza Mocciosus, non avrai paura?-
- Non osare Black! Portami solo dove devi.-
- Ma certo. Non vogliamo che qualcuno dica che sei codardo, giusto?-
 
- RAZZA DI IDIOTA! COME TI VIENE IN MENTE DI PORTARE PITON, PITON, DA REMUS?! SEI FORSE USCITO DI TESTA?!- James è furioso. Se mi picchiasse a morte, lo capirei.
 
- Il Platano Picchiatore? Cielo, Black, so che siete dei totali imbecilli ma fino a questo punto?-
 
Era stato quello a farmi acquistare la sicurezza per continuare quello che stavo facendo. Si credeva tanto forte e intelligente? Benissimo: avrebbe imparato la lezione.
 
- Come diavolo hai fatto a fermarlo?-
- Oh, Mocciosus non sa qualcosa?-
- Non fare tanto lo spiritoso.-
 
Ogni passo aumentava la mia sicurezza. Volevo che quel malnato ragazzino la smettesse di fare tanto il borioso e di tormentare Remus con le sue domande. Troppo curioso, troppo presuntuoso.
Che razza di cretino sono stato.
 
- Che cosa sono questi versi?-
- Hai paura?-
- Era una domanda.-
- Be’, vieni avanti e lo scoprirai.-
 
E l’aveva fatto. Non si poteva dire che fosse un codardo. Si era affacciato alla botola e…
 
- CHE DIAVOLO CI FAI QUI?! ESCI SUBITO!-
- Cos’è quello?!-
- ESCI IMMEDIATAMENTE! PETER PENSA A REMUS!-
 
James era uscito di testa. Aveva preso Mocciosus per la collottola e l’aveva trascinato fuori mentre lui guardava terrorizzato Remus. E mi aveva visto.
 
- Sei stato tu?!-
- COS’ERA QUELLO?!-
- Adesso ti porto via, zitto! Tu vieni con me!-
 
Eravamo andati nello studio di Silente, James aveva spiegato tutto e il preside ci aveva messo fuori dalla porta. Siamo ancora qui e lui urla da allora.
- COSA VOLEVI, FARE IL FIGO? STIAMO PARLANDO DEL SEGRETO DI REMUS, NON DEL TUO! GIÀ CI HA MESSO ANNI A DIRLO A NOI, ADESSO LO SA ANCHE LUI!-
- James…-
- Tu sei un cretino senza un minimo di cervello! Da quando lo conosciamo, Remus ci ha chiesto una sola cosa, una! Di mantenere questo segreto e tu lo sbandieri a Piton per divertirti?!-
- Non l’ho fatto per…-
- Sì invece! Non hai il senso del limite! Cazzo Sirius!-
- Non l’ho…-
- Ammettilo almeno! Dannazione Sirius, cosa credi, che se ne starà fermo e buono?! Remus non avrà un secondo di pace! E se andasse a dirlo in giro?!-
- Le posso assicurare, signor Potter, che ciò non accadrà.- s’intromette una voce pacata.- Il signor Piton mi ha assicurato che non tradirà il segreto del signor Lupin.-
James guarda prima il preside, poi Piton, indeciso. Infine, risolve di fidarsi di Silente e sospira rivolgendomi un’occhiata irata.
- Ora è meglio che torniate ai vostri dormitori. Lei no signor Black.-
Mentre James e Piton se ne vanno, io seguo il preside nel suo studio.
- Posso sapere cosa pensava di fare?- chiede quando ci siamo seduti.
- Continuava ad assillarci. Chiedeva cosa faceva Remus ogni mese. - dico.
- E lei ha pensato di mostrarglielo?-
- Sì cioè, no. Insomma, all’inizio ci siamo inventati delle scuse ma lui continuava a insistere.-
- Capisco.- cosa vuol dire “capisco”? Che cosa capisce?!
- Capisce?-
- Capisco perché ha fatto ciò che ha fatto, ma ancora non riesco a comprendere perché non ha compiuto il semplice atto di parlarne con me. Lei o i suoi amici.-
- Be’, signore, io non credevo…-
- Che avrei apprezzato che sapeste del problema del signor Lupin. Un timore comprensibile ma infondato. Quando ammisi Remus Lupin a questa scuola, uno dei miei più grandi obiettivi era di aiutarlo a trovare amici cui confidare il suo segreto. Sono quindi stato felice di sapere che si era fidato di voi a tal punto. Sì, me l’ha detto.- aggiunge vedendo la mia espressione sorpresa.
- Mi dispiace, signore.- mormoro.
- No, signor Black, temo di poter affermare che non le dispiace per niente. Lei non crede di aver fatto qualcosa di grave. Pensa di aver semplicemente sgonfiato la boria di un suo compagno che le sta antipatico.-
Io alzo le spalle e lui continua: - Posso chiederle semplicemente di pensare a quello che le ha detto il signor Potter? Mi riferisco al fatto che questo segreto non era suo, era del signor Lupin. Come pensa che la prenderà?-
Già m’immagino la scena: Remus sgrana gli occhi, stringe a pugno le mani e comincia a tremare. Poi, pallido più del solito, deglutisce e annuisce facendo un sorriso stentato, come a dire “Non preoccuparti, non fa niente”. Lui non si arrabbia quasi mai, non perché abbia un carattere debole. Credo sia perché ritiene di infuriarsi già abbastanza quando diventa un lupo.
Se lo guardi bene, però, capisci che in realtà sta trattenendo le imprecazioni dentro di sé e tenta di non odiarti.
Rabbrividisco: - C’è qualcosa che posso fare, signore?- chiedo.
- Credo che dovrebbe scusarsi con il signor Piton per cominciare. Poi anche con il signor Lupin. Confido che il signor Potter non lascerà che dimentichi l’accaduto e considero tutto ciò una punizione ardua da sopportare. Come preside, però, ci si aspetta che la punisca materialmente e perciò dovrà aiutare Gazza a spolverare il corridoio del quarto piano.-
- Quello dove girano i Doxy?-
- Esatto.-
- Bene, signore.-
- Può andare.-
- Sì, signore.-
Mi alzo ed esco. Supero i gargoyle di guardia e attraverso il corridoio silenzioso, arrivo alle scale e scendo in fretta prima che cambino. La McGranitt mi aspetta all’ingresso del primo piano.
- Domani, subito dopo la mia lezione, lei verrà con me nell’ufficio del professor Lumacorno e si scuserà con il signor Piton.- annuncia appena mi vede.- Tutto chiaro?-
- Sì. -
- Benissimo. Ora vada nel suo dormitorio.-
La supero e salgo al volo su una scala che sta andando nella direzione giusta, ben presto mi ritrovo davanti al quadro della Signora Grassa che mi lancia un’occhiataccia quando la sveglio.
- Animus regis.- dico ignorando il suo borbottio. Per stanotte ne ho abbastanza di rimproveri.
La stanza è vuota. Peter è rimasto con Remus e probabilmente James l’ha raggiunto, appena è stato sicuro di non essere visto. Chiaro.
Mi siedo sul letto sapendo che non riuscirò a dormire. Ormai non riesco ad addormentarmi con la luna piena, è abitudine.
Mi appoggio alla testiera del letto e sospiro massaggiandomi la testa che mi duole improvvisamente. James non lo dirà a Remus, vorrà che lo faccia io. Devo farlo io. Silente e James hanno ragione: ho rivelato un segreto che non era mio e dovrò affrontarne le conseguenze. Che lo voglia o no.

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