L'amore è un demone

di yulinghan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutti tranne me ***
Capitolo 2: *** Strane Sensazioni ***
Capitolo 3: *** Giuda! ***
Capitolo 4: *** Club36 ***



Capitolo 1
*** Tutti tranne me ***




L’amore è un demone
 
 
Capitolo 1
 
Tutti tranne me
 
 
“Ciao mamma! Io vado”
Le urlo mentre esco di corsa da casa quasi inciampando sui gradini della porta. Vedo con la coda dell’occhio, mentre chiudo il cancelletto, la mia migliore amica che mi sta aspettando in sella al motorino e mi guarda battendo l’indice sinistro sul polso opposto.
“Sbrigati!”
Corro da lei, le sorrido e le dico “scusa” prendendo il casco che ha lasciato sul sedile per me. Mi accomodo e lei parte subito mentre ancora devo allacciare quell’antipatico aggeggio in testa che tutti dicono mi dovrebbe salvare la vita. Guardo l’orologio: le otto meno cinque.
“Siamo in tempo Sango!”
Le dico sporgendomi sulla sua spalla. Posso sentire il profumo familiare dello shampoo alla vaniglia che usa da una vita.
“Dovevamo fare colazione al bar!”
Accelera risentita inclinando leggermente il capo di lato per farsi sentire ma senza staccare gli occhi dalla strada.
“Cavolo è vero!”
Ha ragione, le avevo promesso che le avrei offerto una brioche da Jinenji, al bar in piazza che ha i migliori dolci di tutta Meido.
Già, Meido. E’ qui che vivo praticamente da sempre. Tutti i miei avi hanno sempre vissuto qui: mia madre, la madre di mia madre, mio nonno, il mio defunto padre e così via. Un paese, o meglio, una cittadina di appena cinquantamila anime. Ma non è solo questo Meido. Questo luogo perde le sue origini nell’alba dei tempi ed è sempre stato abitato da angeli. Si, proprio loro, quelli buoni (anche se non sempre) e con le ali. Tutti gli angeli hanno le ali, tutti tranne me. Tranne me, tranne Sango che è una semplice umana e tranne gli altri umani con i quali la nostra comunità celeste convive. Non chiedetemi perché, ma questo posto è una specie di quartier generale, un luogo sicuro dove noi angeli (o mezzi angeli nel mio caso –unico-) stiamo da sempre.
“Non fa niente”
Ride Sango e mi riporta alla realtà.
“Cosa?”
Non ho capito davvero cosa ha detto.
“La faremo domani colazione, dormigliona!”
La adoro! Siamo cresciute praticamente insieme e la considero una sorella. Per quanto la faccia arrabbiare non riesce mai a tenermi il broncio più di tanto. La stringo forte alla vita e appoggio la testa sulla sua spalla mentre lei piega il capo e fa sbattere il suo casco contro il mio. Arriviamo così a scuola, sorridenti e felici di essere amiche. Parcheggiamo e ci viene subito incontro Miroku, altro mio migliore amico, nonché fidanzato di Sango e…angelo. Con le ali.
“Ciao Kagome!”
Mi saluta mentre si porta immediatamente davanti alla sua ragazza per regalarle il primo bacio della giornata. Si sorridono dolci. Un po’ li invidio, ma in senso buono. Sono già due anni che stanno insieme anche se la nostra buonissima comunità celeste non vede di buon occhio i rapporti tra angeli e umani, cosa che trovo a dir poco stupida.
“Andiamo”
Sango mi porge la mano e quasi fossimo due deficienti saliamo le scale dondolando le braccia che si tengono unite ridendo e scherzando nei corridoi fino ad arrivare in classe.
Libero Sango per lasciarla qualche secondo alle coccole di Miroku prima che arrivi il professore di storia europea e mi fiondo nel mio banco accanto alle finestre nella penultima fila, poi comincio a svuotare i libri dalla borsa.
“Buongiorno!”
Eccolo, mister popolarità, ma anche mister simpatia. Lo dico con affetto.
“Ciao Bankotsu”, lo guardo interrogativa mentre si accomoda seduto dietro di me, “Come mai tutto questo buonumore?”
Mi guarda con un sorriso furbo tra le labbra mentre tira fuori il diario e un astuccio logoro e scarabocchiato. Poi mi fa con la destra il simbolo della vittoria, con indice e medio alzati.
“Cos’hai vinto?”
Gli domando, da lui ci si può aspettare di tutto. Bankotsu è quello che si può definire l’anima della compagnia, è simpatico, divertente, per nulla presuntuoso anche se con quell’aspetto potrebbe permetterselo alla grande. Eppure socializza con tutti e se può farti un favore lo fa volentieri.
Ah, ovviamente anche lui è un angelo.
“No, Kagome”, scuote lento la testa, poi rafforza il gesto muovendo le due dita della mano, “Due settimane…”
Ok non so proprio di che parla. Roteo gli occhi.
“A cosa?”
Apre il diario e comincia a sfogliarne le pagine. Anche quello è logoro e scarabocchiato come l’astuccio, sembra che Bankotsu sia venuto a scuola per tutta l’estate e siamo solo a metà ottobre e non oso immaginare come quegli oggetti saranno ridotti alla fine della scuola!
“Buongiorno Bankotsu!”
Oddio, no. E’ Kikyo, la ragazza più antipatica della scuola, nonché la più bella. E’ davvero di una bellezza abbagliante ma la sua presunzione è senza pari e per come la vedo io passerebbe sopra le ali di chiunque per raggiungere i suoi obbiettivi. Ho detto ali? Beh, si…lo è anche lei, un angelo.
Mi guarda di sfuggita con superiorità, quasi non fossi degna nemmeno di un’occhiata, poi sorride melliflua a Bankotsu e se ne va al suo banco. La odio.
Osservo il mio amico salutarla: se ripenso a quando si era preso una cotta per lei mi vengono i brividi. Ora sfoglia di nuovo il diario, ha appena trovato la pagina giusta e la volta nella mia direzione mentre punta con l’indice la data di oggi.
“Che giorno è oggi?”
Rido, ignara di dove voglia arrivare.
“Quindici ottobre?”
Dico sarcastica. Annuisce e ripete per l’ennesima volta il gesto della vittoria.
“Due settimane e sarà Halloween!”, poi si fa serio, “Sto organizzano il party dell’anno!”
Mi allungo sul banco e gli do una spinta leggera sulla spalla mentre ride della mia reazione, e lo faccio anch’io, ma devo girarmi definitivamente perché è arrivato il professore ed anche Sango si è appena seduta accanto a me. Ci sorridiamo. Vedo anche Miroku, seduto dall’altra parte dell’aula che mi guarda gonfiando le guance in una smorfia che significa solo “che palle”. Ha ragione.
“Aprite il libro a pagina 97”
Inizia la lezione. Inizia la tortura. Mi ritrovo a pensare a quello che ha detto Bankotsu e al party. Lui è davvero bravo ad organizzare queste cose, gli riescono alla perfezione, sembra nato per farlo.
Prendo il quaderno degli appunti e lo apro su una pagina pulita, segno la data e attendo.
“Professore?”
E adesso che vuole il preside? Non si degna mai di venire nelle nostre classi, presenzia solo alle assemblee e si fa vedere solo per sgridare pubblicamente qualche studente che ha commesso qualche fattaccio. Gli sguardi volano tra noi nella classe, per cercare di capire chi ha fatto cosa, ma nessuno sembra sapere nulla.
“Prego!”
Lo invita il professore poggiando il libro in cattedra e scendendo da questa.
“Ho commesso un errore”, confessa mostrandogli un foglio, “Nella B non ci sono posti, perciò farà parte di questa classe” continua professionale.
“Ma certo”
Annuisce il professore tirandosi gli occhiali sul naso che gli erano scesi per leggere il foglio.
“Entra pure, ragazzo”
Lo invita il preside con un cenno della mano.
E lui entra.
E tutti lo fissano.
E lui senza timore fissa tutti.
Ed io posso anche morire ora.

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Capitolo 2
*** Strane Sensazioni ***


L’amore è un demone
 
 
Cap.2
 
Strane sensazioni
 
 
Rimango imbambolata a fissarlo. Le spalle larghe, la posa eretta e sicura come se nessuno potesse smuoverlo, gli occhi neri come la notte, accesi e attenti come quelli di un rapace. Indossa un giubbotto di pelle nera con quelle che mi sembrano imbottiture all’altezza dei gomiti.
Credo proprio che abbia una moto.
Lo deduco dal casco integrale che tiene sottobraccio.
Nonostante tutta la classe lo stia fissando sembra a suo agio, incurante di tutti i pensieri che sicuramente chiunque sta formulando su di lui. D’improvviso Sango mi chiama dandomi un colpo col ginocchio.
“Ehi, mica male!”
Sussurra a labbra serrate mentre lo indica col pollice, ma io non riesco a risponderle, o meglio annuisco e basta, visto che sento la gola secca, le mani che sudano e qualcosa di strano che non so descrivere.
Lo osservo meglio e noto sotto la giacca di pelle aperta la semplice t-shirt nera che cade morbida sul torace lasciando immaginare il fisico asciutto.
Mi piacciono i suoi jeans, sfilacciati al ginocchio. Ne vorrei un paio così anche io, ma immagino che mi non starebbero così bene quanto a lui.
Sento una risatina , anzi più di una. Sembra che tutte le ragazze della classe siano in estasi. Ok, ok è davvero un bel ragazzo, ma siamo sicure che per farsi notare ci sia bisogno di starnazzare a questo modo?
Mi guardo un secondo attorno e vedo, prima, Kikyo agitarsi sul banco e portarsi i capelli dietro l’orecchio e poi Miroku che stranamente non ha il viso sorridente ma accigliato.
“Bene professore, lo lascio a lei”, i soliti convenevoli del preside, “ E tu ragazzo…spero ti troverai bene!”
Ed ecco il suo solito sorriso di circostanza; si congeda, apre la porta e se ne va a non fare nulla in presidenza.
Al solito.
“Vuoi presentarti?”
Ora è il professore che lo sta invitando a fare ciò che nessuno vorrebbe mai fare, ovvero sputtanarsi il primo giorno che frequenti una nuova scuola, davanti a compagni che non conosci, combattendo con l’istinto irrefrenabile che ti porta sempre a sparare una marea di stupidaggini.
Lo vedo fare un cenno positivo con la testa, poi alza il capo con lo sguardo che sembra incenerirci tutti mentre uno strano luccichio brilla scuro in quelle pozze nere, nere come i suoi capelli che cadono splendenti come lame sottili.
“Ciao, mi chiamo Inuyasha Ayama”
Fa vagare lo sguardo ovunque, forse sbaglio, ma mi è sembrato che si soffermasse su di me un po’ più degli altri.
Ok forse sto esagerando e, beh si lo ammetto, forse questo tizio sarebbe davvero il mio tipo, ma nemmeno lo conosco e già mi sto facendo un film!
“Mi sono trasferito da poco con mio nonno e spero di divertirmi con voi”
E’ il solito clichè, mi aspettavo qualcosa in più.
Sorride sicuro di se, con il peso spostato sulla gamba destra e la mano libera dal casco nella tasca dei jeans. E’ davvero bellissimo.
Non so perché, ma sono sicura che anche se avesse detto delle cretinate nessuno l’avrebbe preso in giro.
Continua a parlare.
“Mi piacciono le feste, le moto..”, solleva il casco e la classe scoppia a ridere, ”…e le ragazze!“
Ora sono sicura, non me lo sono immaginato, mi ha guardato di nuovo.
“Ho detto tutto”, conclude.
Per un attimo mi sono immaginata in una nuova scuola, con nuovi compagni e alle prese con una presentazione. Avrei fatto la figura della scema, invece questo tizio – Inuyasha – è riuscito a fare ciò che nessuno si aspettava e che pochi possono fare. Ovvero non fare la figura dell’idiota in un frangente simile. I miei compagni ridono ancora con lui dandogli il benvenuto. A quanto pare ha conquistato non solo le ragazze. Vedo Kikyo che scarabocchia qualcosa e Miroku sempre serio. Ma che ha?
“Ehi, è forte!”
Arriva da dietro le mie spalle la voce di Bankotsu, mi giro appena verso di lui, sdraiato sul banco.
“A me sembra uno sbruffone”
Faccio la superiore, ma non perdo d’occhio la situazione: il professore gli sta indicando il banco vuoto. Proprio quello dietro a Sango, quindi in pratica dietro a me visto che nella nostra classe i banchi sono uniti due a due.
Ma non potevano posizionarli come in tutte le scuole giapponesi?
“Fossi in te ci farei un pensierino!”
Ecco, ci si mette pure la mia migliore amica che mi guarda sorridendo furba.
“Puoi sederti lì Inuyasha, accanto a quel ragazzo”
La mia vita è sempre stata monotona e piatta qui a Meido. Sognavo da tempo qualcosa che la smuovesse che la rendesse più frizzante e allegra, insomma diversa. Ma non così! Era proprio vero quello che diceva mia nonna: attenta a ciò che desideri nipote mia!
“Grazie professore”
Lo vedo avanzare verso il mio banco, continua a sorridere con il volto da schiaffi. Ormai lo avrò seduto dietro di me fino al prossimo cambio di posto. Ma poi perché mi sto facendo tutte queste paranoie? E’ solo un altro dannatissimo compagno di classe, seppure più figo di tutti i più carini della scuola messi insieme.
E’ solo che…c’è qualcosa che non mi torna.
Ho una strana sensazione sulla pelle, sento una parte di me irrimediabilmente attratta da lui mentre l’altra mi urla disperatamente di stargli alla larga.
Sospiro, ed anche piuttosto forte.
Ma che fa Kikyo?
“Benvenuto, io sono Kikyo”
Gli dice con voce sensuale tendendogli la mano. Si è alzata dal banco per presentarsi ad Inuyasha. Non ci credo!
Ma quanto è odiosa? Lui gliela stringe e la ringrazia ma…Cosa?
Un bigliettino. Perfino lui rimane sorpreso – appena un attimo – di quel gesto audace osservando la scrittura rotonda.
Ora il suo volto dichiara che non è solo sorpreso, ma piacevolmente sorpreso.
Magari è abituato ad essere corteggiato.
Ovviamente.
Miss Simpatia – alias Kikyo – si risiede, sembra soddisfatta del suo tentativo di conquista.
Sono allibita.
Non ha perso un attimo, nemmeno lo ha fatto sedere che gli ha rifilato il suo numero di cellulare.
Sango si volta a guardarmi con gli occhi spalancati, mi sta parlando con lo sguardo e l’unica traduzione possibile di quell’occhiata è: hai visto cos’ha fatto?
Le rispondo scuotendo la testa  e roteando gli occhi.
Nel frattempo Inuyasha è giunto al suo posto e si siede.
“Ehi amico, io sono Bankotsu!”
Sento uno schiocco, probabilmente si sono salutati dandosi la mano in modo un po’ fragoroso.
“Inuyasha”
Lo sento dire a mo di risposta.
“Ciao, io sono Sango!”
Vedo la mia migliore amica mezza voltata e sorridente ad accoglierlo. Ora non posso fare la figura della maleducata, mi tocca salutarlo e guardarlo da vicino.
Uffa, ancora la stessa sensazione.
Prendo un respiro e mi volto ma non riesco a sorridere come gli altri.
“Piacere, io sono Kagome”
Dico atona. Forse un po’ troppo fredda ma chi se ne importa.
Mi guarda, sorride, ed io sento nello stomaco il mare in tempesta mentre mi sento risucchiata dal caldo petrolio dei suoi occhi.
“Piacere di conoscerti, Kagome”
Maledizione.
 
§§§§§§§
 
Finalmente ricreazione.
Allargo per bene le narici e cerco di riempire i polmoni d’aria fresca. Benchè l’inverno sia alle porte oggi si sta davvero bene in giardino.
“Vuoi?”
Sango mi ha messo davanti alla bocca la cannuccia del suo succo di frutta all’arancia. Mi viene da ridere, quando fa così mi sembra di essere alle elementari!
Però accetto volentieri e senza prendere il cartone in mano lascio che lo tenga lei a mezz’aria, mentre io faccio il solo sforzo di allungare il collo verso la cannuccia e sorseggio.
“Grazie”
“Ho fame”
Dichiara la mia migliore amica seduta accanto a me sulla solita panchina; in realtà si sta chiedendo che fine abbia  fatto Jakotsu.
Mi copro dal sole con una mano e serro gli occhi per guardare in direzione del piccolo bar -chiamiamolo così- della scuola.
“Eccolo!”
Per fortuna sta arrivando, ho una certa fame anche io.
Jakotsu è un nostro caro amico ed è lui che gentilmente fa ogni giorno la fila per prendere a tutti la merenda. E’ gay – dichiarato solo a noi – ma in realtà lo sanno tutti, o almeno lo suppongono. E’ il cugino di Bankotsu e manco a dirlo anche lui è un angelo. Le ali? Ma che domande, OVVIAMENTE lui ce le ha!
Tutti gli angeli ce le hanno, tutti tranne me. L’ho già detto, vero?
Mi alzo e gli vado incontro, sembra non farcela a tenere su ancora per molto tutti quei panini e quelle lattine!
“Grazie Kagome!”
Poi una volta poggiato tutto si mette le mani in tasca e consegna a Sango e a me i rispettivi resti.
“Finalmente!”
Sospira Sango agguantando un tramezzino e sistemandosi comoda per mangiarlo.
“Dove sono gli altri?”
Ci chiede Jakotsu guardandosi intorno e aprendo una lattina di Fanta,
Sango, avendo già il boccone in gola, si limita ad indicare un angolo della scuola, quello dove sono i bagni.
“Sono tutti al bagno?” alza un sopracciglio.
“No”, faccio io, “Solo Miroku”
E infatti non faccio in tempo a dirlo che esce e si dirige verso di noi, saluta, scarta il suo panino e si accomoda accanto alla sua ragazza.
Mi piace la ricreazione. E’ un momento rilassante, ci godiamo da mangiare e da bere tutti insieme, ridiamo, scherziamo e alle volte organizziamo il programma della serata. Non che Meido sia un luogo così ricco di locali e vita notturna, per carità! La comunità celeste si è ben guardata dallo sponsorizzare troppo questo luogo e dal farlo divenire meta turistica o quant’altro. Questa è una cittadina normale – sta per noiosa? – dove gli angeli convivono con gli esseri umani in tutta tranquillità senza doversi preoccupare di persone troppo curiose.
Tuttavia, si sono dovuti adattare ai tempi perciò hanno permesso l’apertura di pub, discoteche ed altri posti simil-divertenti.
Sempre meglio di nulla.
“No, dico…”, Jakotsu interrompe il flusso dei miei pensieri, “…vi rendete conto di che fortuna avete?”
“Di che parli?”
Sango ha finito di mangiare, finalmente può parlare.
“Di quel tizio nuovo. Uno strafigo!”
Ho detto che la ricreazione è rilassante? Ritiro ciò che ho detto.
Ma non si può parlare d’altro?
“E’ in classe con voi!”
Sottolinea con i palmi delle mani in su e ci guarda come gli esseri più fortunati del mondo. Poi continua e maledice la sua sezione, la B, quella dove Inuyasha sarebbe dovuto finire.
“A me non piace”
Dichiara Miroku, accigliato come avevo notato in classe. Forse…forse ha avuto una qualche sensazione simile alla mia.
Vedo Jakotsu spalancare la bocca e Sango sorridere.
“Sei invidioso!”, e gli stringe amorevolmente la mano.
“Manco per sogno!”, e si mette a fissare Rin che ci sta raggiungendo.
“Dolce Rin!”
E’ ritornato il solito di sempre. Spalanca le braccia per accoglierla, ma si ritrova scaraventato a terra. Ogni giorno la stessa scena. Lui fa il cascamorto con tutte e Sango gli assesta ogni volta dei colpi niente male.
“Ciao a tutti!”
Ecco Rin, sempre tenera. Lei è una semplice umana, ed è in classe con Jakotsu.
“Ho chiesto alla professoressa Nishida di spiegarmi una cosa che non avevo capito!”
Si giustifica per il ritardo. Ma poi perché? Sorrido, ma subito il sorriso mi muore sulle labbra: Bankotsu ci sta raggiungendo e parla gesticolando mentre l’interlocutore annuisce e risponde.
E’ con Inuyasha.
Eccoli.
Dieci metri.
Cinque.
Tre.
Mi irrigidisco istintivamente.
“Ehi ragazzi!”
Fa Bankotsu per salutare, poi mette una mano sulla spalla del nuovo arrivato, “Lui è Inuyasha!”
Jakotsu è il primo a presentarsi, sembra una fan di un gruppo rock al concerto dei suoi idoli.
Bah. Poi Sango e Rin gli stringono la mano cordialmente, Miroku si limita ad un ciao, senza alzarsi dalla panchina.
Inuyasha sorride a tutti.
Mi guarda.
Tocca a me.
“Già ci siamo presentati”
Gli dico alzando la destra a mo di saluto.
“Kagome”
E china la testa impercettibilmente, un saluto d’altri tempi, capace di stregare chiunque. Ma che dico? Ma chi vuole incantare con quell’atteggiamento alla “Orgoglio e pregiudizio”? Si sente forse Willoby?...Effettivamente però…
“Come mai ti sei trasferito?”
E’ Miroku.
“Mio nonno non sta bene, ha bisogno di un luogo tranquillo per riposare.”
Risponde calmo.
“E perché proprio Meido?”
“Mia madre è nata qui”
“Quindi tuo nonno è tornato nella sua casa natale”
Miroku non lo sta chiedendo, ma affermando.
“No, sono qui con mio nonno paterno. Ma la casa dove abitiamo è quella dove nacque mia madre”
“E i tuoi?”
Ma cos’è un interrogatorio? Va bene essere prudenti, ma credo si stia esagerando. Guardo Miroku incredula, spero capisca.
“Mio padre non so che fine abbia fatto, mentre mia madre è morta.”
Ecco una di quelle risposte che gelano il sangue e bloccano la conversazione o raffica di domande in questo caso.
Rin si è portata una mano a coprire le labbra, Sango ha spalancato gli occhi trattenendo per un attimo il respiro e gli atri sono immobili. Fino ad ora non mi era mai capitata una cosa del genere. Nell’immaginario ristretto di una ragazza come me, cresciuta in una cittadella, una risposta simile poteva essere concepita solo se letta nei romanzi, sentita nei film o a teatro oppure in televisione.
La verità è che non me l’aspettavo…è questa la realtà e questa è vita reale.
“Mi dispiace”
Parlo per prima rompendo il silenzio. Lo faccio istintivamente ma penso con sincerità ciò che ho detto. Lo vedo guardarmi e sorridermi in modo dolce e malinconico, non come ha fatto prima in classe spavaldo e arrogante. Mi sorprendo a fissare le sue labbra incurvate e gli occhi velati di tristezza. E’ davvero, davvero stupendo. Però penso immediatamente alla motivazione che gli ha fatto assumere quell’espressione che mi piace tanto – troppo – e mi vergogno per averlo trovato affascinante in un momento simile.
“Devi scusarmi”
Miroku si è alzato in piedi e gli sta porgendo la mano che lui accetta e stringe.
“Perdona la mia curiosità. Mi chiamo Miroku”
Inuyasha scuote il capo e cacciato il velo cupo dal volto, torna di nuovo sicuro di sé.
“Non preoccuparti Miroku…vorrà dire che una di queste sere mi offrirai una birra”
Ridono.
“Oh, allora la offrirai anche a me!”
C’era da aspettarselo da Bankotsu che ha portato le braccia attorno alle spalle sia di Miroku che di Inuyasha.
Suona la campanella.
Mi alzo svogliata dalla panchina e cammino con passo lento e pesante assieme agli altri mentre si susseguono i soliti commenti su quanto sia bello tornare in classe. Come no. Arrivo ai gradini, uno, due, e accidenti! Sento la punta del piede sbattere e capisco subito di non aver preso bene le misure. Ma come ho fatto? Vedo il marmo farsi sempre più vicino, sto cadendo maledizione!
Chiudo gli occhi in attesa della botta tremenda che mi aspetta e che mi farà uscire un orrendo bernoccolo! D’istinto porto le mani avanti per attutire il colpo che però non arriva. Rimango un secondo così, con le braccia penzoloni verso gli scalini, gli occhi serrati e una gamba all’aria. Qualcuno mi cinge la vita. Una sensazione piacevole, oh più che piacevole ma anche inquietante. Apro gli occhi e mi volto.
Avvampo.
Sento il sangue confluire alle guance e renderle rosse.
Mi fissa.
“Attenta”
La sua voce giunge divertita alle mie orecchie e sento il mio cuore aumentare di un battito la sua corsa.
“Gra-grazie”
Cerco di ricompormi.
Ci mancava, oggi ancora non avevo fatto figuracce, giusto?
Sento Sango e Rin ridere, mi giro di scatto, le fulmino ma non faccio effetto perché continuano imperterrite.
Poi mi rendo conto che la mano di Inuyasha è ancora poggiata sul mio fianco. Sono imbarazzata e credo se ne sia reso conto anche lui dal modo in cui fisso il suo braccio.
“Scusa”
E tronca quel contatto, io mi giro e le nostre mani si sfiorano.
Un brivido freddo mi percorre la schiena mentre il cuore si blocca, prende la rincorsa e fa un tuffo acrobatico. Ghiaccio e fuoco insieme, bianco e nero, luce e tenebra, caldo e freddo, odio e amore, terrore e passione. Provo tutto ed il suo opposto in una manciata di secondi il che mi lascia stordita.
Poi lo vedo allontanarsi come nulla fosse.
Sudo freddo, avverto le gocce di sudore scendere impertinenti lungo il collo ed ho il fiatone.
“Chi sei, Inuyasha Ayama?”
 

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Eccoci alla fine di questo secondo capitolo.
Spero davvero che vi sia piaciuto, anche se ho ricevuto davvero pochi commenti su questa fan ed ho paura che non sia tanto gradita…..ç__ç…magari non è il caso di continuare…
 
Comunque devo ringraziare vivamente:
 
PLUTO: ciao Silvia, grazie mille per la bellissima recensione! Guarda il libro mi è piaciuto tantissimo (si chiama “angel” se volessi comprarlo) e ti assicuro che puoi leggerlo tranquillamente insieme alla fan, visto che mi sono ispirata semplicemente…il finale sarà diverso ed anche le dinamiche, tuttavia ho preso lo scheletro di base e probabilmente adatterò qualche scena. Però stai tranquilla, se lo leggi, non avrai nessun dettaglio della mia fan rivelato in anticip!
Kikyo qui è un po’ odiosa, lo ammetto, ma in tutte le altre fan l’ho fatta buona e soprattutto l’ho sempre messa al suo posto, quindi per una volta ci può stare!
Contenta che ti sia piaciuto il primo capitolo, fammi sapere cosa ne pensi del secondo! Un bacione, alla prossima!!
 
ALYS93: eccoti anche qui dolce alys!!...che piacere leggere i tuoi commenti (temo proprio di essere ripetitiva…sigh)! Comunque ti ringrazio dal profondo per la passione con la quale mi segui! Beh, avevi ragione, il nuovo arrivato è proprio il nostro caro Inuyasha!
Allora ti è piaciuto questo capitolo? Un abbraccio cara!
 
SHIROGANEGIRL: grazie cara per la bella recensione lasciatami!...ti intriga? Ne sono contenta! Bene, aspetto il responso su questo nuovo capitolo! Un bacio

 
 
 

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Capitolo 3
*** Giuda! ***


L’amore è un demone
 
 
Cap.3

 
Giuda!
 
 
 
Sono due ore che tento di risolvere questi assurdi esercizi ma non ci riesco. Bevo un sorso di succo alla pesca e sposto il libro degli esercizi per riprendere quello delle formule. Studio di funzione, intersezione con gli assi, ricerca di massimi, minimi e flessi, grafici, aree….
Basta!
Oggi è sabato e anche se lunedì ho il test di matematica non ho intenzione di trascorrere la giornata così. Continuerò domani.
Mi allontano dalla scrivania facendo scorrere le rotelle della sedia e vado sul piccolo terrazzo della mia camera. Sono le cinque del pomeriggio ed il sole è già basso e rossiccio.
Mi mancano le lunghe e calde giornate estive: i vestiti leggeri, il mare, l’abbronzatura, il fare tardi la sera, le sbronze, dormire fino a tardi e soprattutto niente compiti.
Mi poggio alla ringhiera e fisso la strada, mi piace guardare il fluido scorrere delle macchine e dei motorini dall’alto del mio secondo piano. Nulla a che vedere con Tokyo o Osaka.
Una macchina, un’altra, un’altra ancora, un motorino, una macchina, una moto.
Moto.
Non capisco proprio perché il mio cervello vada a parare sempre li: moto, quindi Inuyasha.
A proposito, non ha perso tempo il ragazzo visto che appena Kikyo gliel’ha chiesto le ha dato un passaggio a casa. Ricordo ancora come ha salutato le sue stupide amiche appena salita in sella e come ha stretto le braccia attorno ai fianchi di Inuyasha.
Che rabbia!
Non so cosa mi dia più fastidio, lei con quell’atteggiamento da donna vissuta o lui che ha ceduto subito alle sue lusinghe.
E’ già trascorsa una settimana da quando si è trasferito e sembra essersi perfettamente integrato. Stamattina Bankotsu mi ha detto che ieri sera sono andati tutti a bere insieme e si sono divertiti molto. Miroku, come promesso qualche giorno fa a ricreazione, ha offerto una birra a tutti i ragazzi.
Vibra il cellulare.
Lo tiro fuori dalla tasca dei pantaloni, è Sango:
 
Bankotsu ha organizzato una
festa a sorpresa ad Inuyasha.
Ieri sera ha saputo che oggi
è il suo compleanno!
Alle nove sono su casa tua,
ci prepariamo insieme! Bacino
 
Chiudo il cellulare facendolo schioccare vivacemente.
Ma che mi prende?
Di solito, anche se tento di non darlo a vedere, adoro i party del mio amico. Cioè, non che non voglia andare, anzi muoio dalla voglia di vedere Inuyasha.
Aspetta, che ho detto?
Mi gratto violentemente la testa e strizzo gli occhi mentre cerco di non immaginare i suoi, che ogni mattina tento di evitare ma che puntualmente mi risucchiano come buchi neri.
Con lui intorno faccio sempre la fine della falena con la luce. E’ dura ammetterlo, sono orgogliosa, ma sarebbe da ipocrita non prenderne atto.
Però alla mia migliore amica ancora non l’ho detto: confessarlo significherebbe ammetterlo.
Ammetterlo, più che a lei, a me stessa.
Vibra il cellulare, di nuovo.
E’ sempre Sango ma stavolta mi sta chiamando.
“Dimmi”
“Perché non rispondi? Hai finito il credito forse?”
Alle volte la mia amica è un po’ paranoica. Bisogna risponderle subito, non immagina neanche che si possa andare in bagno o che si stia dentro la doccia o riposando.
“No, stavo facendo un esercizio di matematica, appena finito ti avrei risposto”
In fondo non è una bugia, piuttosto una mezza verità. Non le mento mai, la considero una sorella ma se le avessi detto che ero in terrazzo a non fare nulla e senza risponderle si sarebbe preoccupata e mi avrebbe riempito di domande alle quali non ho voglia di rispondere.
Alle quali non so come rispondere.
Anzi, lo so perfettamente.
“Allora, va bene se sono da te alle nove?”
“Certo! Ma dimmi, dove andiamo? All’Heaven, forse?”
L’unica discoteca dove mia madre mi manda tranquillamente. Perché? Perché è gestita da angeli, quindi secondo lei è un posto tranquillo.
Per me equivale al non divertimento.
“Scherzi, no! Si va al Club36!” 
Se l’Heaven è l’unica discoteca dove mia madre mi manda il Club36 è senza dubbio l’unico posto dove mi è proibito mettere piede.
“Non avrò mai il permesso”
Il Club36 si trova poco fuori Meido, poco fuori la linea di demarcazione angelica, ovvero dove si può incontrare chiunque: angeli, umani e…demoni. Il nostro opposto. Coloro che hanno scelto il lato oscuro. Coloro coi quali non dovremmo avere nulla a che fare noi giovani angeli.
“Lascia fare a me!”
Mi dice Sango sicurissima.
“Che hai in mente?”
Sorrido.
“Non preoccuparti, tu pensa solo a cosa metterti stasera e fai una bella doccia.”
Di solito riesce sempre a stupirmi, sono curiosa di scoprire cos’ha in mente per stasera.
“Ehi Kagome, posso cenare da te?”
“Si, certo…ma non dovevi venire alle nove?”
“Cambio di programma, ci ho ripensato!”
“Cosa?”
“Avvisa tua madre, sarò li per le otto”
Rientro in camera poggio il cellulare sulla scrivania e mi butto sul letto. Affondo la testa nel cuscino, chiudo gli occhi e penso al nulla. Mi lascio cullare dall’assenza di pensieri e mi rilasso totalmente.
Il viso di Inuyasha mi appare limpido in tutta la sua bellezza. Mi prende per mano e camminiamo insieme, sorridendoci, senza parlare per non rovinare la magia del momento. D’improvviso scoppia un temporale e corriamo a perdifiato verso un riparo. Fradici ci stringiamo l’uno all’altro mentre ridiamo felici. Mi guarda, dolce ed attraente al contempo. Osservo i suoi occhi, gli zigomi, i denti bianchissimi e le sue labbra perfette, morbide ed invitanti e mi ritrovo a fissarle sfacciatamente, implorante che mi baci.
Si china, chiudo gli occhi e attendo impaziente, poi….mi sveglio.
Il cuore batte ancora veloce.
Era un sogno.
Mi siedo e guardo l’ora sulla sveglia poggiata su comodino: le diciotto e trenta. Ho dormito per un’ora e mezza.
Mi ritorna in mente Sango, la mamma da avvisare e la festa di stasera.
Non è giusto, maledizione, mi sono svegliata sul più bello!
Mi alzo e scendo. Sento la mamma trafficare in cucina.
“Ciao Kagome”
Mi avvicino al frigo, lo apro e prendo una bottiglia d’acqua.
“Mamma, Sango mi ha chiesto se può cenare da noi stasera”
Verso l’acqua ne bicchiere e bevo assetata.
“Certo, dille che va bene”
Non posso risponderle che per Sango va già bene.
“Grazie, la avviso subito”
Ripongo la bottiglia in frigo.
“Vado a fare una doccia”
La informo e lei mi sorride gentile. Le voglio bene. Ora si che mi sento in colpa a non dirle dove andrò stasera.
 
§§§§§§§
 
Dopo cena.
Assurdo.
Sango dovrebbe fare l’attrice! Si è presentata a casa mia in tuta, con un viso da cane bastonato, i capelli sconvolti ed ha recitato la parte dell’adolescente ferita per tutta la durata della cena, spiegando a mia madre quanto l’atteggiamento da cascamorto di Miroku la faccia soffrire.
Anche se credo che di fondo ci sia un po’ di vero.
Che poi, per essere più credibile, non le ha raccontato tutto e subito ma ha dosato le parole durante l’arco del tempo.
“Cara, mi dispiace molto”
Lei ovviamente c’è cascata in pieno non accorgendosi minimamente con quanto gusto la mia amica divorava i suoi manicaretti.
Di solito passa l’appetito a chi soffre d’amore, giusto?
La mamma avrà pensato a Sango come ad una di quelle ragazze che quando stanno male si ingozzano. Una di quelle tipe da confezione maxi di gelato e fazzoletti sul divano davanti alla tv. Sicuro!
Poi con voce spenta la mia amica le ha chiesto se potevo fermarmi a dormire da lei, che non se la sentiva di stare sola e che aveva bisogno di distrarsi.
“Ma certo Sango, non c’è problema, tanto più che sei sola a casa”
L’unica verità che le aveva detto: i suoi erano davvero fuori per un matrimonio e sarebbero tornati l’indomani a tarda sera.
Ecco perché mi aveva detto al telefono di scegliere i vestiti per stasera!
Ora siamo in camera mia, sto mettendo nella sacca tutto il necessario per prepararmi e restare da lei stanotte.
“Muoviti Kagome, devo prepararmi anche io!”
Rido, non posso farne a meno.
“Devo farmi ancora la doccia e non so cosa mettere!”
Incalza.
Chiudo la zip della sacca e la metto in spalla, cercando di trattenere una sonora risata.
“Fatto!”
Scendiamo le scale e cala di nuovo sul suo volto l’espressione afflitta di poco prima. Un’attrice di teatro, ecco cos’è!
“Grazie di tutto signora Higurashi”
Fa sulla porta.
“Torna quando vuoi cara, sei la benvenuta!”
Comincio davvero a sentire il peso di questa bugia.
“Ciao mamma”
Le do un bacio sulla guancia.
Giuda!Mi urla la voce della coscienza.
“Mi raccomando Kagome”
Guarda me e poi Sango, quasi a ricordarmi di dover stare accanto alla mia amica. Come no.
Annuisco, chiudiamo la porta, scendiamo le scale ed usciamo calme. Sango prende le chiavi del motorino, le infila e si mette in sella. Posiziona la sacca tra i suoi piedi, aspetta che salga e poi partiamo veloci nella notte.
Il vento fresco, quasi freddo mi fa rabbrividire.
“Non avrò preso vestiti troppo leggeri?”
“Ti presto io una giacca più pesante, e poi lì dentro farà caldissimo!”
Gira a destra, va dritta per un po’.
“Mi sento in colpa con mia madre…”
“Lo so, a dire il vero anche io mentre le raccontavo tutte quelle storie”
Piccola rotatoria, poi a sinistra.
“Dai Kagome, a sedici anni ci è concessa qualche stupidaggine!”
“Dici?”
Ne sono poco convinta.
“Su, cerchiamo solo di divertirci, ai sensi di colpa penseremo domani!”
“Parli bene tu, i tuoi sono fuori!”
E’ sempre la solita. Una ribelle adorabile.
“Si ma mi hanno proibito di uscire dopo le dieci ed ho il coprifuoco a mezzanotte. Quindi siamo sulla stessa barca!”
Ridiamo di gusto.
Poi d’improvviso i pensieri volano al sogno di oggi pomeriggio e ciò mi scuote intensamente.
“Sango?”
“Hm?”
“…credo mi piaccia Ayama”
Ho confessato.
“Ti giuro, nemmeno lo sospettavo”
Ironizza.
“Dai, non prendermi in giro!”
L’abbraccio forte da dietro.
Rallenta.
Inclina la testa all’indietro e mi stringe una mano, guidando solo con l’altra.
“Sai che non lo farei mai!”
Poi continua.
“E’ da quando è arrivato che ti osservo”
“E…”
La sprono.
“Beh sei strana! Diventi taciturna quando è nei paraggi, lo tratti con freddezza ma appena va via i tuoi occhi lo inseguono. E’ tutta la settimana che fai così.”
“E’ questo il punto Sango! E’ solo una settimana!”
“E allora? C’è un arco di tempo prestabilito per innamorarsi?”
Ha ragione. Sospiro e mi godo gli ultimi metri di viaggio accoccolata tra la sua spalla ed il suo collo.
Ormai sono consapevole di cosa provo.
Frena, siamo arrivate. Smontiamo dal nostro piccolo bolide ed entriamo nel portoncino.
“Cosa dovrei fare secondo te?”
Le chiedo imbarazzata.
Mi sorride dolce.
“Mi pare ovvio!”
Dice mentre cerca le chiavi di casa in borsa. Ora alzo un sopracciglio.
“Devi renderti irresistibile!”
Le do una finta spinta ed entriamo in casa.
E’ proprio incorreggibile!
 
 
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
 
 
Ehi ragazze, noto con piacere che sono riuscita a rendere Inuyasha più figo che mai! Wow, mi piace un casino descriverlo così!!
Beh ed ora che succederà al Club36??
Mi spiace per questo capitolo, poco pieno di eventi, ma è un capitolo di transizione e mi serviva per lo sviluppo della storia…
Per farmi perdonare vi do un anticipo del prossimo capitolo!
 
{….}
E’ Sango che corre verso di me, mentre Inuyasha mi tiene stretta. Ho la nausea.
“Che le è successo?”
Sento la voce preoccupata di Miroku. Non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti e la musica è troppo assordante.
………………………………………………….
“Per ora portiamola da me, casa mia è la più vicina”
Oh no, a casa sua…Non posso -non voglio!–…oddio, la testa, che male…
“No, io…Inuyasha…”
Farfuglio.
Poi scompare tutto e cado nel buio più totale.
 
{….}
 
Dai, ditemi che vi ho incuriosito almeno un pochino! ^__^
 
Ringrazio:
 
-Pluto90: Silvia, grazie mille per tutti i complimenti, mi onori! Si tranquilla, il libro lo puoi comprare senza rovinarti la lettura della fan, solo alcune cose sono uguali/simili, ma la trama è un bel po’ diversa! Figo Inuyasha eh?...ahhhh -sospiro- anche io voglio conoscere uno come lui!...ahaha…alla prossima 1bacione
 
-Alys93: tu Alys, cara la mia dolcissima lettrice, sei sempre, sempre stra-ultra-troppo buona con me! Sono contenta ti piaccia tanto anche questa fan e sono felice che ti sia piaciuta la frase di Kagome –anche a me piace molto!-…beh, aspetto di sapere cosa ne pensi di questo capitolo!1bacione
 
-Bea91: benvenuta bea! Nuove lettrici sono sempre ben accette! Sono felice ti piaccia la fan e sono contenta che Inuyasha figo e tenebroso sia di tuo gusto! Non preoccuparti, si scoprirà il motivo dell’assenza delle ali di Kagome! Un bacione
 
-Liliana87: grazie della recensione Liliana, sono felice che una persona che commenta facilmente lo faccia per una mia fan! Fammi sapere  che ne pensi di questo capitolo! 1 bacio
 
-ShiroganeGirl: oh, cara, anche io tornerei al liceo con compagni di scuola così! (oltre Inuyasha amo senza dubbio Miroku e Bankotsu…profondamente diversi, ma tutti fichissimi!)…Grazie per i complimenti sullo stile, sono quelli che fanno sempre più piacere!

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Capitolo 4
*** Club36 ***








L’amore è un demone

 

 

Cap.3

 

 

Club36

 

 

 

Ho freddo con questi shorts e mi fa male la bruciatura sulla tempia destra. Devo smetterla di dare retta a Sango! E’ stata un’idea sua farmi indossare questi pantaloncini, praticamente inesistenti, ed è sempre stata lei a lisciarmi i capelli.

Sei uno schianto!

Mi ha detto davanti la toletta di sua madre. Quando le ho risposto che non mi sentivo a mio agio mi ha praticamente dato della stupida e mi ha proibito tassativamente di cambiarmi. Ora eccomi qui, shorts, camicia bianca super aderente e con una scollatura indecente, per di più con i capelli lisci come seta –anche se ammetto che con questi ha fatto un ottimo lavoro-.

Per fortuna non ha fatto troppe storie quando mi sono impuntata per voler indossare delle semplici e sobrie ballerine nere. Per il trucco, grazie a Dio,  ha lasciato che facessi da sola visto lo scarso tempo che avevamo a disposizione.

Intendiamoci, lei è bravissima in questo, ma i suoi canoni sono decisamente più audaci dei miei. Ho optato per qualcosa di semplice: ho messo in evidenza gli occhi ed ho velato le labbra con un colore rosato. Alla fine però, quando mi sono riflessa nell’enorme specchio, mi sono piaciuta un sacco!

Adesso siamo tutti sul luogo dell’appuntamento, alla fontana in piazza, manca solo...Inuyasha.

Al solo pensarlo mi batte forte il cuore.

“Kagome sei bellissima!”

Mi dice Rin con occhi sinceri.

“Grazie, anche tu”

Ed è vero, con quel vestito morbido fin sulle ginocchia e le scarpe alte sembra pronta per un servizio fotografico di moda in stile country.

“Se arrivavamo prima facevamo in tempo a prendere le brioche da Jinenji per fare colazione”

Si lamenta la mia migliore amica poggiata di schiena sul torace di Miroku che invece è in sella al suo scooter di alta cilindrata.

E’ proprio fissata con quelle brioche!

“Domattina te le porto io!”

La coccola il suo ragazzo dandole un bacio sulla nuca. Sono adorabili insieme e stasera Sango è fantastica con indosso il suo vestito nero a fascia.

Ovviamente abbiamo le giacche sopra gli abiti, con questo freddo sarebbe impensabile non portarle.

“Ehi cugino, dov’è Inuyasha?”

“L’ho appena sentito, a momenti sarà qui”

Risponde Bankotsu guardando l’orologio, poi sentiamo tutti un rombo e ci voltiamo nella sua direzione.

E’ arrivato…

Svolta con grazia in sella al gigante nero che pilota e si ferma accanto a noi.

Mi manca il respiro ora che ho ammesso a me stessa cosa provo.

Tra poco vedrò il suoi occhi.

Tra poco vedrò il suo sorriso sfacciato.

Tra poco lo vedrò.

Inuyasha!

Ma cos…?

Un peso mi schiaccia lo stomaco.

Non è solo.

L’esile figura dietro a lui si sfila il casco ed i capelli corvini cadono leggeri sulla schiena.

“Salve a tutti!”

Ci sorride finta e sfacciata.

Kikyo.

Non è più solo un peso, ma l’effetto di un pugno, quello che sento in pieno stomaco.

Perché? Perché??

Ce l’ho una possibile risposta, ma il solo formularla mi deprime e fa aumentare il battito cardiaco..

D’istinto mi volto a guardare Sango, la supplico con gli occhi di dirmi che è uno scherzo ma l’incurvatura delle sue labbra mi suggerisce solo che le dispiace e che non se lo aspettava minimamente .

“Scusate il ritardo”

Giunge la voce ovattata di Inuyasha che ha solo sollevato la mascherina per scoprire gli occhi.

Perfino la sua voce mi piace, anche se adesso mi irrita al contempo.

Mi giro a guardarlo, ugualmente, come fossi schiava di un incantesimo che oscura qualsiasi altra persona, come se tra me e lui non ci fosse nulla, come se gli altri fossero spariti tutti. I suoi occhi mi inchiodano, mi penetrano e non sento più le gambe.

Poi Kikyo poggia una mano sulla sua spalla.

Magicamente appaiono di nuovo tutti.

Sono delusa e amareggiata, non ho più voglia di divertirmi.

“Finalmente, possiamo andare!”

Dichiara Miroku dando gas.

“Sango?”

Aspetta che salga con lui.

“Ma…”

Lei indica il suo motorino e mi guarda. Starà sicuramente pensando di voler fare il viaggio insieme a me.

“Lo guido io Sango! Rin vieni con me!”

Non voglio coinvolgerla nella mia tristezza, lei deve stare bene, godersi la serata col suo ragazzo e non sarò io a farla preoccupare.

“Ci conviene lasciarne uno, così nessuno di noi tornerà da solo”

Consiglia giustamente Jakotsu. Lui e suo cugino ne sono provvisti ed io e Rin potremmo salire dietro a loro.

Annuisco ed accetto il passaggio da Bankotsu, mentre Rin si accomoda dietro Jakotsu.

Partiamo, piccole lucciole rumorose nella notte.

Mi stringo al mio amico, so che posso farlo senza essere fraintesa.

Fisso la strada scorrere fluida sotto i miei piedi e mi chiedo se abbia fatto bene a mentire a mia madre per una serata che non è nemmeno iniziata e che già mi sta dando la nausea. Ero così felice di vederlo, così ansiosa che arrivasse che non immaginavo minimamente cosa sarebbe successo e non ero pronta ad affrontare una delusione e una rabbia così forti. Mi volto e vedo Kikyo letteralmente avvinghiata alla sua schiena, si sporge e gli dice qualcosa mentre lui risponde voltandosi appena.

E’ meglio ignorarli a questo punto.

Per tutto il viaggio non dico nulla, grata al mio amico per il passaggio e per il suo intuito. Già, Bankotsu ed io ci conosciamo fin da piccoli e riesce sempre a capire quando è il momento di ridere, scherzare, esser seri oppure tacere.

Sicuramente se fossi stata con Jakotsu mi avrebbe rimbambito di domande su Inuyasha.

Eccoci arrivati.

Parcheggiamo e ci dirigiamo all’ingresso del locale. Non sono mai stata al Club36.

Ricordo una discussione tra mia madre e Sota, mio fratello maggiore, che voleva venire in questo posto. La mamma gli disse che un locale il cui nome unisce il sacro -3 il numero della trinità- ed il profano -6 il numero delle tenebre- è immondo e che non è bene avere a che fare con il lato oscuro.

“Seguitemi”

Ci invita Bankotsu che va immediatamente dal buttafuori all’entrata. Si salutano, scambiano due parole e ci fanno entrambi un cenno.

Via libera.

Sango si è subito portata accanto a me senza dire nulla, mi stringe la mano. E’ davvero la migliore amica che si possa desiderare.

Entriamo saltando tutta la fila, ci vengono consegnati dei braccialetti luminosi e ci viene indicato dove andare. La musica assordante inonda la sala, sento i bassi affondare nello stomaco e vedo un tappeto di gente sudata muoversi a ritmo. Uno spettacolo affascinante. Per un attimo dimentico anche Inuyasha.

Ma cosa?...sempre quella sensazione…

Accidenti, basta! Per stasera voglio ignorare tutto.

Ehi, Bankotsu ha pensato proprio a tutto: un angolo della sala è riservato a noi! E per giunta pieno di persone della nostra scuola! Non c’è che dire, è il numero uno per queste cose!

“Yuhuu”

Vedo Rin saltellare allegra, è contagiosa.

“Coraggio Kagome, andiamo a scatenarci”

Mi invita Sango togliendomi la giacca.

“Perché no”

Ma si, ormai sono qui e mi conviene divertirmi. Al diavolo quello stupido di Inuyasha!

Ci mischiamo alla folla  e balliamo contente, ci dimeniamo come pazze e ci divertiamo un mondo.

Ora si è unito a noi anche Jakotsu che, non ne avevo idea, balla divinamente.

“Ragazze è il delirio!”

Urla come un forsennato.

Oh, è bellissimo lasciarsi andare alla musica, lasciarsi trasportare dal ritmo, senza pensieri e senza paure.

Continuiamo così per tantissimo tempo, non so quanto e nemmeno lo voglio sapere.

Ora però sono fradicia di sudore e assetata.

“Ho sete”

Urlo a Sango e Rin per farmi sentire, indicando il bancone.

“Vengo con te”

La mia migliore amica mi prende la mano, c’è il rischio di non ritrovarsi più in questa folla. Ne usciamo finalmente, non senza qualche spinta ma va bene.

“Un vodka lemon”

Fa Sango.

“Un gin lemon”

Faccio io guardandomi intorno, istintivamente lo cerco anche se non so che effetto mi farebbe vederlo mentre bacia quella strega. Ammesso che l’abbia fatto.

“Non pensarci”

“A cosa?”

Minimizzo.

“Non fingere con me, Kagome”

Colpita e affondata. D’altra parte mi conosce meglio di chiunque altro.

“Ho solo voglia di divertirmi stasera”

Mi sorride. Arrivano i cocktail e lasciamo che i bicchieri tintinnino l’uno contro l’altro poi beviamo un lungo sorso.

“Ci siamo già visti?”

E adesso chi è questo? Mi si è avvicinato un tizio alto, occhi azzurrissimi, moro, niente male ma…

“No, non credo proprio”

Gli dico e guardo Sango che sposta compiaciuta gli occhi da me a lui quasi assistesse ad un match di tennis.

“Allora perdonami, io sono Koga”

Indossa una fascia che gli copre le orecchie e gli dona molto. Ora che ci faccio caso non è l’unico al Club36 a portarla, alcuni hanno perfino dei cappelli anche se qui dentro fa davvero caldo.

“Piacere, Kagome”

Dico con naturalezza.

La mia migliore amica scende dallo sgabello per lasciarlo allo sconosciuto, alias Koga.

“Vado a cercare Miroku, in un posto del genere è sempre bene non perderlo di vista!”

“Aspet…”

Ma si è già persa nella folla.

“Allora Kagome…come mai qui?”

Si accomoda davanti a me.

“E’ il compleanno di un…”

Amico? Non l’ho mai considerato tale.

“Beh, di un amico, Inuyasha”

“Inu…yasha?”

Sembra sorpreso, quasi l’avessi colto alla sprovvista.

 “Si chiama così, Inuyasha Ayama”

Si acciglia un secondo.

E’ un nome inusuale, lo capisco, ma da qui a chiederne conferma mi sembra troppo.

“Lo conosci?”

Scuote la testa.

“Mi sono confuso, conosco molte persone”

Gesticola con la mano libera mentre con l’altra si porta la bibita alle labbra.

“Frequenti spesso questo posto?”

Domando.

“Diciamo di si, mi piace”

Ha una bella voce ed è gentile.

Muovo la cannuccia e giocherello col ghiaccio.

“Ne vuoi un altro?”

Punta con l’indice il mio bicchiere.

Sento molto caldo e soprattutto mi sento leggermente euforica: guardo il vetro tra le mani e scopro di aver praticamente scolato tutto.

“Si, volentieri!”

Chi se ne importa, stasera è dedicata al divertimento.

“Aspettami qui”

Mi dice avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio.

Lo vedo andare dall’altra parte del bancone e parlare con confidenza al barman.

Ho la testa leggera e mi sento una meraviglia! La musica è alta ed elettrizzante, inizio a muovermi leggermente a ritmo, sempre stando seduta. Serate del genere alle volte sono un toccasana per l’autostima.

“Ehi bellezza sei sola?”

“Veramente no!”

Rispondo entusiasta, anche un po’ spavalda.

“Ah, davvero?”

Cantilena lo sconosciuto che mi si avvicina troppo. Ok non ho più bisogno di rinforzare l’autostima.

“Già”

Sottolineo. Questo ragazzo è assolutamente insopportabile. Si sta letteralmente attaccando ed ora sono incastrata tra lui ed il bancone.

Porca miseria!

“E con chi saresti?”

Indietreggio la testa, cercando di evitare il suo fiato alcolico. Trattengo il fiato.

“Ehi amico, è con me”

Meno male, è tornato Koga e gli ha messo una mano sulla spalla. L’energumeno si gira adirato ma appena lo vede sgrana gli occhi, si fa improvvisamente calmo e se ne va.

Strano.

“Grazie”

Respiro, finalmente.

“Figurati”

Sorride e mi porge un altro bicchiere. Lo alzo a mo di brindisi e sorseggio con gusto.

“Buono! Cos’è?”

“Ricetta segreta…ho lavorato come barman qui”

Confida.

“Ma dai!”

Bevo ancora, è ottimo questo cocktail.

“Si, si, l’anno scorso ma ora ci vengo per divertirmi”

Che sia anche io uno dei suoi divertimenti? Indago con gli occhi e forse capisce cosa penso.

“E magari incontrare la ragazza giusta”

Si è ripreso al volo. Sorride ancora mostrando i suoi denti perfetti. E’ davvero un bel ragazzo.

“Vieni, spostiamoci di qui”

Prendo un altro lungo sorso, poso il bicchiere e scendo dallo sgabello ma scopro di avere le gambe molto pesanti.

Koga mi sostiene.

Avverto sulla pelle una bruttissima sensazione, molto simile a quella provata con Inuyasha. Ma stasera non ne posso più e la ignoro.

“Devo aver bevuto troppo”

Mi scuso ridendo.

Ma come? Non sono una che beve abitualmente, ma da qui ad essere in tali condizioni dopo appena due bicchieri ce ne passa. Non sono astemia e ho anche mangiato stasera.

“Usciamo a prendere un po’ d’aria”

“Si”

Buon consiglio. Facciamo qualche passo ma ci blocchiamo.

Inuyasha si para davanti a noi.

Il cuore si arresta e riprende la sua corsa come un pazzo. Lo stomaco si attorciglia e sudo freddo. Sono stata una sciocca a pensare di potermi distrarre, a me piace lui e basta.

“Ci penso io”

E mi cinge la vita.

Di nuovo: luce e tenebra, caldo e freddo, passione e terrore: provo tutto ed il suo opposto ma non riesco a far finta di nulla come prima.

“No, Inuyasha”

Non voglio stare con lui, mi spaventa. E poi mi sale una rabbia incontrollabile se ripenso a Kikyo sulla sua moto e al modo in cui parlavano.

“Kagome, ti prego”

Supplica con le parole, ma ordina con il tono della voce.

“Ehi amico, fatti da parte. Non l’hai sentita? Lei è con me”

Dice sicuro Koga. Il tono basso e spavaldo somiglia a quello di Ayama.

“Non credo proprio”
Ribatte Inuyasha incenerendolo con lo sguardo.

“Ragazzi vi prego”

Li supplico, sempre più ovattata. Ma cosa? Improvvisamente la sala ruota un po’ e il pavimento scompare da sotto i miei piedi…oddio sono tra le sue braccia. Tra le braccia di Inuyasha. E’ una sensazione bellissima ed elettrizzante ma sento come il primo giorno che l’ho visto un’inquietudine di fondo, una voglia irrefrenabile di stargli lontana il più possibile.

Sempre le stesse emozioni.

“Lasciami!”

Ma non mi ascolta. Scalcio senza ottenere risultato, mi sembra di avere la forza di una bimba in braccio a suo padre.

Avanziamo nella folla e sento le urla infastidirmi, inizio a non sentire più gli arti e vedo tutto colorato.

“Kagome!”

E’ Sango che corre verso di me, mentre Inuyasha mi tiene stretta. Ho la nausea, non come quando ho visto Kikyo ma peggio.

“Che le è successo?”

Sento la voce preoccupata di Miroku. Non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti e la musica è troppo assordante.

“Credo l’abbiano drogata”

Sentenzia Inuyasha.

Cosa? Non è possibile! Chi? Quando? Come?...

 “Oddio…”

Leggo la disperazione nella voce della mia migliore amica. Scusami Sango, sono una scema.

“Che facciamo?”

Chiede Miroku mentre apro un pò gli occhi ma vedo tutto sfocato.

Riesco solo a guardare colui che mi tiene in braccio, ha lo sguardo attento e sembra sempre pronto ad affrontare ogni situazione. La sua stretta e forte e sicura e sento le sue mani sorreggermi senza sforzo, le sento su di me e vorrei non si staccassero…

Perfino da drogata lo trovo irresistibile.

Magari questa roba in corpo fa scorrere liberi i pensieri…

“Per ora portiamola da me, casa mia è la più vicina”

Oh no, a casa sua…Non posso -non voglio!–…oddio, la testa, che male…

“No, io…Inuyasha…”

Farfuglio.

Poi scompare tutto e cado nel buio più totale.

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

Eccoci alla fine di questo capitolo!!!

Spero vi sia piaciuto e spero che commenterete!!

Stavolta non vi lascio un anticipo, sono indecisa sul da farsi: ovvero non so se iniziare a creare capitoli dal punto di vista di Inuyasha o se lasciare tutta la fan dal punto di vista di Kagome…tanto per la cronaca, voi che ne pensate?...
 

Ora passo ai ringrazi menti:
 

-Pluto90: Cara silvia forse hai ragione, Kagome si fa un po’ troppi problemi/paranoie, ma è cresciuta in una comunità di angeli e sappiamo che questi non sono tanto inclini alle cattive azioni…tuttavia alla fine ci è andata al club 36 e si stava pure divertendo poverina! E invece guarda cos’è successo! Cmq, mi sono divertita un sacco ad immaginare Sango che recitava con la povera mamma di Kagome! Ahahaha!!!...hmmm…per l’happy ending ancora si deve aspettare, non sarà così semplice!! Buahahaah –risata malefica dell’autrice-….scherzo! Sono felice ti piaccia questa fan, fammi sapere che ne pensi anche di questo capitolo! Un bacione

 

-Alys93: aly-chan, gioisco sempre quando mi recensisci!! Si lo so, ormai sono scontata con te, ti dico sempre le stesse cose e ti ringrazio mai abbastanza!...Mi ammiri? Sono sbalorditiva? O_o…ommioddioooo che bellooooooo –saltello come una pazza per la stanza!-

Cough..mi rocompongo. Hai visto cos’è successo a Kagome? Povera!!...Ma Inuyasha che farà??

Ah quasi dimenticavo, ho pubblicao l’ultimo capitolo del demone della lussuria, se mi rimandi la mail –per posta- te lo mando!! Un abbraccio cara al prossimo capitolo e sempre GRAZIE MILLE!!!

 

-Shiroganegirl: ehi cara, sono contenta ti piaccia questa fan, e soprattutto sono felice quando dici che riesco a stuzzicare le lettrici, in fondo è proprio quello che tento di fare! Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo! Un abbraccio, alla prossima e grazie per la bella recensione!

 

-Bea91: ehi bea, hai visto? Kagome non si è ubriacata, l’hanno addirittura drogata!...Sono contenta che ti piaccia la fan, ne sono davvero felicissima!!

Meno male che ti è piaciuto il capitolo di transizione, pensavo fosse un po’ smorto ^//^…beh, aspetto di sapere cosa ne pensi di quest’ultimo! Un abbraccio!

 

-Lady_Mangaka: grazie del commento cara, sono contenta di incuriosirti, dopotutto l’intento alla fine di ogni capitolo è proprio questo! Fammi sapere cosa ne pensi! Alla prossima!






 

 

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