Riesci ad immaginare un amore così?

di Nusia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Conta l'aspetto fisico eh?! ***
Capitolo 3: *** My brother ***
Capitolo 4: *** 4- Il party ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


introd Ebbene si: Sono tornata *-*
Come state tesori? vi sono almeno un pò mancata?
Voi da morire quindi ho deciso di tornare con una nuova storia. A dire il vero nel ho tantissime in archivio ma non riesco mai a concluderle: un pò mancanza di tempo, un pò l'ispirazione che va e che viene ma... ora che la scuola è FINITA (me saltella di gioia) posso finalmente dedicarmi a voi e a questa bellissima storia. Inanzittutto vorrei precisare che la trama NON è tutta farina del mio sacco, diciamo che ho visto un film, me ne sono innamorata (sia per il personaggio maschile,sia per la morale della storia) che ho deciso di trascrivere il copione e adattarlo sui nostri Edward e Bella. Ovviamente la storia NON sarà identica al film, forse alcune scene e qualche piccolo dialogo ma per il resto ci penserà la mia mente malata.
Sono così ispirata che ho già fatto la copertina, scritto l'introduzione e il primo capitolo quindi ho deciso di  venirvi a dare qualche spoiler.
LEGGETE, LEGGETE:
Vi posto qui l'introduzione  che non vi rivela assolutamente nulla in effetti xD ma lo sapete, a me piace farmi stare sulle spine. Ci rivediamo tra qualche settimana perché prima di postare il primo capitolo voglio scriverne almeno qualcun altro. Quindi mie care ci vediamo  a metà Giugno o se riesco prima. Un enorme bacio.


Riesci ad immaginare un amore così?


E' una storia, sai, vera più che mai,
solo amici e poi uno dice un "noi", tutto cambia già.
É una realtà che spaventa un po',
una poesia piena di perché e di verità!
Ti sorprenderà come il sole ad est,
quando sale su e spalanca il blu dell'immensità!
Stessa melodia, nuova armonia,
semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà!
Quando sembra che non succeda più,
ti riporta via, come la marea, la felicità!
Ti riporta via, come la marea, la felicità...


Introduzione:
Tutte le favole iniziano con un c’era una volta, tutte ma non questa. Perché? Perché lei è speciale, lei è il presente, la realtà. Una favola che parla d’amore si, di ostacoli, di lieto fine forse, un po’ come tutte le storie che ci raccontavano da piccolini, ma parla anche di forza d’animo e di seconde opportunità. Lei è speciale perché i suoi protagonisti sono speciali, senza di loro sarebbe solo una storiella come un’altra. Senza la loro tenacia, il loro coraggio, la forza di cambiare e la volontà di voler vedere oltre l’apparenza. Si, di andare oltre l’aspetto fisico, di cogliere la sostanza di qualcuno , quella vera, sincera che pochi conoscono.
È una favola  che vuole far capire al mondo che tutti possono cambiare, persino quelli senza speranza perché in fin dei conti una speranza c’è sempre e quella di Edward si chiama Bella.







Nusia

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Capitolo 2
*** Conta l'aspetto fisico eh?! ***


1 Eccomi qui *-*
come promesso ho aggiornato giusto a metà giugno =D A dire il vero avevo intenzione di postare già giovedì ma purtroppo il sito non poteva essere visualizzato quindi ho dovuto attendere. Grazie mille a tutte voi, sono contenta di vedervi così interessate e attive già all'introduzione, quindi spero di non deludere le vostre aspettative. Il primo capitolo è in Pov Edward e alcuni dialoghi sono davvero uguali al film, questo per cercare di farvi entrare nella storia e farvi comprendere il personaggio. Il prossimo sarà un Pov Bella ed è stato inventato di sana pianta dalla sottoscritta, sperando di aver colto al meglio il suo essere. Quindi bando alle ciance, ci leggiamo di sotto ;-)



Riesci ad immaginare un amore così?


E' una storia, sai, vera più che mai, 
solo amici e poi uno dice un "noi", tutto cambia già. 
É una realtà che spaventa un po', 
una poesia piena di perché e di verità! 
Ti sorprenderà come il sole ad est, 
quando sale su e spalanca il blu dell'immensità! 
Stessa melodia, nuova armonia, 
semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà! 
Quando sembra che non succeda più, 
ti riporta via, come la marea, la felicità! 
Ti riporta via, come la marea, la felicità...


• 1 Capitolo

Pov. Edward

“il candidato alla presidenza del comitato scolastico della Buckston High Academy School: Edward Masen”
“Triste ma vero” iniziai “Per caso sei uno sfigato? Sei brutto da far paura? Faccia da cavallo, faccia da maiale, faccia coperta di brufoli? Quando Dio ha distribuito la bellezza eri in bagno? Se è questo che sei… beh meglio che ti rassegni al tuo destino. I belli hanno più possibilità, è così che funziona. ” partì un applauso unico ed io sorrisi, trionfante. La vittoria era praticamente già in tasca.
“Grazie. Vi chiederete cosa centra tutto questo con la presidenza del comitato scolastico, non molto, anzi nulla. Se pensate che io voglia essere eletto per il mio impegno nei confronti dei vostri problemi scolastici e sociale vi sbagliate di grosso. Voglio essere eletto perché da punti, crediti per il college perché del mio futuro, esclusivamente il mio, mi importa. Quindi vi starete domandando perché votare per me?” mi fermai un attimo, come a volerci pensare e lanciai un sguardo fugace alla ragazza che era poco dietro di me. Non ricordavo neanche il suo nome, ma ero sicuro che fosse in quella scuola da un bel po’ di tempo. Non ci avevo mai scambiato mezza parola e mi chiedevo perché visto che era così carina. Le feci l’occhiolino e lei per tutta risposta scosse la testa tornando ai suoi appunti.
“forse perché sono ricco? Popolare? Bello e figlio di un famoso avvocato? E la risposta è CERTO CHE SI” conclusi e giù altri applausi. Avvolte mi chiedevo come la gente potesse amarmi in quel modo, insomma ero arrogante, sfacciato e menefreghista, poi però mi guardavo allo specchio e capivo tutto. Ero senza dubbio un bel vedere. I maschi mi invidiavano per i miei capelli ramati e gli occhi verde smeraldo e mi temevano. Le ragazze pendevano dalle mie labbra con un piccolo sorriso. Avevo la Buckston School ai miei piedi e tra qualche anno anche New York, la mia caotica città. Troppo ambizioso? Se si è belli non si è mai abbastanza ambizioni. La società d’oggi preferisce l’apparenza alla sostanza? Il bel viso al buon cervello? Io ho tutto questo e molto altro.
“Li hai conquistati, incantati. Hai sbaragliato tutti” esultò Emmett raggiungendomi in corridoio e dandomi una forte pacca sulla spalla. Era il mio migliore amico, o almeno così sembrava. Se c’era una cosa che la vita mi aveva insegnato era: “Mai fidarsi di nessuno, tutti ti posso deludere. Persino le persone a te più care.”
“Si, direi che sono stato un grande”
Qualcuno mi passò accanto scostandomi bruscamente e lanciandomi un’occhiataccia. Ma come diavolo si permetteva?
“chi è la streghetta lesbica con il tatuaggio voodoo?”
“Ah ma che te ne importa!”
“lei è Alice Brandon, è in questa scuola da qualche mesetto direi” spiegò Rosalie comparendo al mio fianco.
“è sfacciata, molto”
“sai che ti dico? Abracadabra chi se ne frega della streghetta invidiosa” il solito Emmett!
“Te la faccio dimenticare io” mi sussurrò all’orecchio Rose prima di baciarmi velocemente le labbra e scappare verso la palestra. Evidentemente aveva uno dei suoi soliti allenamenti da cheerleader.
“vedo che con Rose va alla grande” commentò Emmett prendendo dei libri dall’armadietto.
“mh il solito, ma inizio a stancarmi di averla sempre davanti ai piedi. Sono due mesi porca miseria”
“io non capisco. Davvero Ed avvolte sei assurdo!” sbatté forte l’anta di metallo e mi guardo per un attimo furente.
“Ehi sta attento a come ti rivolgi Emm, se sei nervoso non prendertela con il sottoscritto” gli intimai guardandolo male.
“quello che voglio dire è perché ci stai ancora insieme se non te ne frega un bel niente di lei?” ridacchiai per la sua ingenuità. Insomma, ma mi conosceva?
“Beh 1 è una bomba a letto e 2 è la più bella della scuola e si sa: il bello va con la bella e viceversa”
“vaffanculo Ed, te lo dico con il cuore” ribatté allontanandosi di fretta.
“EHI, CHE CAZZO TI PRENDE?” urlai nervoso. Alzò una mano come a mandarmi ulteriormente a quel paese  poi svoltò l’angolo.
“stupido ingrato” borbottai avviandomi verso l’uscita. Grazie al cielo per me quel giorno la scuola terminava lì. Avevo bisogno di un giro in macchina, uno di quelli dove il piede spinge sull’acceleratore con l’intento di aumentare sempre più la velocità. Un giro in macchina dove il freno non esisteva, uno di quelli che somigliava un po’ alla mia schifosa vita.
“Ma che cavolo…?” rimasi senza parole davanti a quello che vidi. Qualcuno, un vero idiota aggiungerei, aveva osato ridicolizzarmi davanti all’intero istituto scrivendo sui miei cartelloni elettorali:  “Non rassegnarti, è uno schifo! E lui un emerito coglione” Chi aveva osato?
“probabilmente sbaglio, ma al presidente del comitato studentesco non dovrebbe importare qualcosa degli studenti?” ed eccola li, poggiata ad una parente a guardarmi soddisfatta con quel viso da racchia lesbica. Dio che voce odiosa! Era ora di entrare in azione.
“forse parli così perché sei solo un' invidiosa sfigata”
“lascia eleggere chi se lo merita” continuò imperterrita. Era cose se le mie parole non la scalfissero per nulla. Si sentiva superiore, povera illusa!
“per esempio?”
“Isabella Swan…” disse indicando la ragazza che poco prima avevo guardato in aula magna. Ecco come si chiamava! “…si presenta come tesoriere solo perché sa che non avrebbe nessuna possibilità di vittoria contro il belloccio impertinente della scuola”
“No, no io veramente…” cercò di intromettersi lei ma venne interrotta da Alice. A quanto pareva la ragazza aveva voglia di popolarità!
“certo, non sei l‘unico ad avere colpe. Tutti gli studenti di questa scuola, se solo aprirebbero gli occhi  e smettessero di pensare alla loro vita sociale, farebbero la scelta migliore per tutti. Ma sono troppo accecati dalla tua abbagliante bellezza” aggiunse ironicamente. Sorrisi beffardo.
“Wow, conta l‘aspetto fisico eh?”
“quello conta per chiunque… ah no, aspetta per chiunque tranne te ovviamente” fece uno strano sorrisetto e poi andò via nei suoi stracci color pece.
“Non giocare con il fuoco Masen” le sentii dire prima che si allontanasse definitivamente.
“Tsé, assurdo!”
Molti dei ragazzi presenti in corridoi si dileguarono, anzi tutti a dire il vero tranne uno.
“complimenti! Davvero un ottima campagna diffamatoria. Peccato che non funzionerà” commentai avvicinandomi ad Isabella.
Alzò gli occhi al cielo come infastidita “Non so di cosa tu stia parlando”
“Siete state brave tu e la tua amica stregaccia a tentare di infangarmi, ma se vuoi la presidenza basta solo cercare di…”
“Io non voglio la presidenza” mi interruppe “No sono amica di Alice e soprattutto non faccio parlare gli altri per me. Se voglio qualcosa la ottengo con le mie forze, a differenza di qualcuno”
“però, che caratterino!”
“e se mi presento come tesoriere e solo perché sto sulla difensiva visto che sono qui grazie ad una borsa di studio, certamente non perché ho paura di te. Auguri per domani, è stato bello conoscerti dopo tre anni finalmente” concluse andando via e lasciando il sottoscritto senza parole per la prima volta nella sua vita. Ma perché quel giorno tutti andavano via senza darmi il tempo di replicare? Tuttavia qualcosa mi diceva che a quella ragazza con gli occhi color del cioccolato fuso non sarei riuscito a trovare nessuna risposta adatta per zittirla.

Il giro in auto fu sicuramente liberatorio. Adoravo correre, la velocità metteva in circolo adrenalina pura ed era bello sentirla scorrere nelle vene insieme al sangue. Certo, sarebbe stato più entusiasmante correre in sella ad una moto, ma mio padre si era ostinato a non comprarla.
“Quegli aggeggi sono pericolosi, figliolo” come se gli importasse davvero qualcosa del suo unico figlio.
Tornato a casa mi feci una lunga doccia calda e mi buttai sul divano a vedere un po’ di football.
“cosa gradisce per cena signorino Masen?”  chiese Esme, la domestica che papà aveva assunto circa 5 anni fa, quando io avevo solo 14 anni. I nostri dialoghi erano sempre stati brevi e tutti riguardanti ciò che io volessi o meno per pranzo, cena e cose di questo tipo. Non conoscevo praticamente niente della donna che abitava in casa mia: la sua vita, il perché facesse questo lavoro e per quale motivo ancora mi sopportasse.
“niente. Preferisco ordinare una pizza”
“ma suo padre…”
“mio padre avrà una delle sue solite cene di lavoro. Adesso vorrei rimanere solo” conclusi tornando alla tv. Erano anni che mi veniva detto che avrei cenato con mio padre e poi puntualmente mi ritrovavo da solo. Da quando aveva vinto una causa importante diventando uno degli avvocati più gettonati di New York, suo figlio non esisteva più. L’ultima volta che ricordo di aver realmente parlato con lui era all’età di 14 anni, quando per avere un po’ di attenzioni mi ero buttato di proposito dalle scale rompendomi una gamba e un braccio. Avevo sbattuto così forte la testa che fui costretto a rimanere in osservazione in ospedale per ben 7 giorno. Ma per quanto potesse sembrare un incubo, quelli furono i giorni più belli degli ultimi 8 anni della mia vita. Mio padre si prese 2 settimane di ferie e passava con me tutto il tempo a sua disposizione. Ricordo che parlammo di tante cose e tra una sfida a scacchi e una partita di football ci divertimmo tanto. Finito il periodo di convalescenza il rapporto tra noi tornò come prima e a quel punto entrò nella nostra vita Esme. I primi tempi cercavo di evitarla il più possibile e se me la ritrovavo davanti facevo di tutto per farla scappare da quella casa, ma lei non si era mai andata a lamentare con mio padre ne rimproverato il sottoscritto. Quando la trattavo male mi sorrideva, scombinava i capelli e ripeteva “secondo me non è così cattivo come vuol far credere” così con il passare degli anni mi ero abituato alla sua presenza e avevo smesso di combinare casini.
“Come stai?” disse mio padre entrando nel salone.
“Non male” risposi, salvo poi vedere l’auricolare nel suo orecchio. Ovviamente non lo aveva chiesto a me. Spensi la tv e lo seguii in cucina.
“sai, ci sono state le elezioni oggi”
“magnifico” rispose “no Tanya, dicevo a mio figlio”
“è andata bene, ho sbaragliato tutti”
“perfetto” farfuglio distratto "ottimo"
“poi ho partecipato ad una rapina, ho ucciso una persona e sono scappato dagli sbirri”
“grande” esultò per poi scuotere la testa e guardarmi male. Oh mio padre mi da attenzione alleluia!
“Ti chiamo dopo Tanya”

“Scusa” disse rivolgendosi a me “Tanya è stata tagliata fuori dal programma, a quanto pare hanno trovato qualcuno più giovane e bella di lei . Si sa, piacciono le persone di bell‘aspetto. Chi dice il contrario o è stupido o brutto” ed ecco chi aveva iniettato nella mia mente il motto: LA BELLEZZA PRIMA DI TUTTO.
“Chi è Tanya?”
“te ne ho parlato”
“No non credo, anche perché l‘ultima volta che noi due abbiamo realmente parlato io avevo ancora 14 anni e sai, ora ne ho 19”
“noi due parliamo in continuazione e… aspetta il cellulare” si interruppe.
“ecco appunto” presi una birra dal frigo e tornai in soggiorno. Tutto inutile.
Poco dopo tornò da me consegnandomi la pizza.
“hanno portato questa. Io vado che sono in ritardo, ti dispiace cenare da solo?” chiese. Ridacchiai senza neanche premurarmi di risponderlo. Adesso capite perché prima definivo la mia vita schifosa?
“Ehm…”
“che c‘è?” chiesi bruscamente alla donna che si sedette al mio fianco.
“niente, volevo vedere un po’ di tv”
“tenga, io vado di sopra” feci per alzarmi ma mi bloccò facendomi rimettere a sedere.
“Oh no! Adoro il football, se non è un problema la vediamo insieme” scrollai le spalle rimettendomi comodo e le offrii un po’ di pizza.
“come sono andate le elezioni?” chiese in modo discreto. Ma per qualche motivo quella donna cercava sempre di conversare con il sottoscritto?
“alla grande, ma tanto a chi importa?” dissi a bassa voce, ma a quanto pare mi sentì.
“beh se può farle piacere a me importa. Infondo la sto vedendo crescere e sta venendo su piuttosto bene e mi creda, non parlo della sua bellezza”
“lo dice sono per essere gentile. Sappiamo benissimo entrambi che non sono un bravo ragazzo e certamente non un modello da seguire” ribattei.
“Si ricorda cosa le dicevo sempre quando combinava disastri vero?” annuii ricordando la frase “secondo me non è così cattivo come vuol far credere”
“ecco allora è inutile che glielo ripeta”
“Certo, peccato che ci creda solo lei. Perciò mi faccia un favore: tenga i suoi pensieri per lei. buonanotte” e questa volta mi alzai per davvero e andai di sopra.
“glielo avrò detto mille volte, mi deve dare del tu” non le risposi, preferii rinchiudermi nella mia stanza e passare il resto della serata su twitter.

-Fanculo. Salve bellissimi  e come sempre niente sfigati tra i miei contatti-

Cambiai il mio stato e subito dopo chiusi il pc buttandomi sul letto. Non avevo voglia di fare un cazzo. Il cellulare vibrò e lessi il messaggio di Emmett.

-Ehi amico sto andando a bere qualcosa con Embry e Quil, vieni?-

Decisi di non rispondere, mi giravano ancora le palle per come mi aveva trattato quella mattina. Mi tolsi veloce la maglietta e decisi che per quella sera potevo anche andare a dormire. Il cellulare vibrò nuovamente. Rosalie:

-Ehi tesoro,ho casa libera vieni?-

Risposi veloce:

-Non ho voglia, a domani-

E quella sera non avevo voglia per davvero. Chiusi gli occhi stanco  e mi lasciai cullare dalle braccia di Morfeo, l’unico posto dove la mia vita sembrava davvero perfetta. Dove l’apparenza si confondeva con la realtà. Dove un paio di occhi color del cioccolato fuso mi tenevano compagnia per la prima volta.

____________________

Allora cosa ne pensate? *-* commentate e fatemi sapere come sempre i vostri pareri *-* ci vediamo tra 10 giorni ragazze =D

p.s. Per chiunque volesse aggiungermi questo è il mio contatto di facebook: Nusia EFP L'ho creato proprio adesso in modo da restare in contatto con voi e aggiornarmi con qualche spoiler =D vi aspetto eh!



Nusia

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Capitolo 3
*** My brother ***


3
Salve a tutte come va? A me bene e dopo due giorni di rabbia acuta xD sono tranquilla u_u per chi non lo sapesse, un'autrice di questo sito, che non starò a dire chi per non darle ulteriore importanza, ha cercato di copiarmi la storia Someday we'll know ma ora è tutto risolto u.u Bene vi avevo promesso che entro oggi avrei postato ed eccomi qui *-* spero che anche questo capitolo vi piaccia, oggi guarderemo più dal profondo la vita di Bella e diciamocela tutta, non se la passa benissimo la ragazza =P



Riesci ad immaginare un amore così?



E' una storia, sai, vera più che mai, 
solo amici e poi uno dice un "noi", tutto cambia già. 
É una realtà che spaventa un po', 
una poesia piena di perché e di verità! 
Ti sorprenderà come il sole ad est, 
quando sale su e spalanca il blu dell'immensità! 
Stessa melodia, nuova armonia, 
semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà! 
Quando sembra che non succeda più, 
ti riporta via, come la marea, la felicità! 
Ti riporta via, come la marea, la felicità...


•   2-Capitolo

Pov. Bella

“Jazz? JAZZ andiamo svegliati”
Erano le 8 ed ero ancora a casa quando invece sarei dovuta essere a scuola. Tra meno di due ore sarebbero iniziate le votazioni e con molta probabilità io, in carica per diventare tesoriere, non sarei stata presente.
“alle 9 ti iniziano i corsi. Jasper Swan in piedi per la miseria” aprì per una manciata di secondi un solo occhio, poi si girò verso il muro dandomi le spalle. Dio se lo odiavo!
“l‘hai voluto tu Jazz” tornai in cucina, presi un secchio d’acqua gelida  e tornai in camera sua. Con tutta l’esasperazione e la rabbia possibile svuotai il contenuto del secchio sul suo letto bagnandolo tutto. Si mise a sedere come una molla e ancora assonnato mi guardò male.
“ma che cazzo…?”
“sono in ritardo Jazz, vaffanculo! Alzati da questo letto, chiama papà che ti cerca da due giorni e va a quel cavolo di college. Ogni mattina la stessa storia” sbraitai afferrando la borsa.
“non c‘era bisogno di svegliarmi in questo modo. Bastava che mi chiamassi” fu come se chissà quale diavolo si fosse impossessato di me,  mi avvicinai  a lui e gli parlai da un centimetro dalle labbra con il dito puntato sul suo petto.
“è mezz‘ora che ti chiamo. MEZZ‘ORA, quindi Jazz quello era davvero l‘unico modo per farti alzare da quel cazzo di letto dove ti vai a buttare ogni sera che torni ubriaco e con chissà quale schifezza che ti circola in corpo. Io non sono la tua balia capito? Dovrebbe essere il contrario cazzo, sei tu il maggiore quindi ti sveglio come mi pare” gli diedi un spintone e mi avvicinai alla porta lasciandolo senza parole.
“e fatti una doccia che puzzi ancora di fumo”
Certe volte mi chiedevo dove fosse finito il vecchio Jasper, dove fosse nascosto il mio fratello maggiore, quello responsabile, con la testa sulle spalle, pieno di sogni e forza di volontà. Dov’era il Jazz che da piccolo mi proteggeva da tutti? Dov’era quel ragazzo che pensava al suo futuro e mi raccomandava di star lontana dai brutti giri? Per quanto ne sapessi era morto da un pezzo. Quasi due anni.
Era successo tutto così velocemente che non avevo fatto in tempo a rendermi conto di star perdendo la persona più importante della mia vita.
Tutto cambiò il giorno in cui decidemmo di trasferirci a New York.

“papà ma non capisci? Sono stata accettata in una delle scuole più prestigiose di New York. La Grande Mela papà capisci? Il mio sogno praticamente da sempre”
“andiamo Bells hai appena 16 anni non puoi andare a vivere da sola diverse miglia da casa. New York si trova dall‘altra parte del mondo rispetto a Forks”
“adesso non fare l‘esagerato Charlie. Non è dall‘altra parte del mondo è solo… molto lontano” intervenne mia madre.
“no, fine della discussione” concluse alzandosi dal tavolo.
“andrò io con lei” disse mio fratello Jasper parlando per la prima volta. Lo guardai con occhi sognanti.
“bene così se ne andrebbero di casa entrambi i miei figli. Grandioso!”
“andiamo papà, sta a sentire: Bells ha ragione, è davvero difficile entrare in una scuola così prestigiosa e lei  ci è riuscita capisci? È l‘occasione della sua vita. Io devo andare al college ed ero indeciso se scegliere quello di New York o Jacksonville. La Grande Mela è un posto magnifico. Veglierò io su di Bella, sai che di me ti puoi fidare”

Quella sera mio padre acconsentii a lasciarmi andare e nel giro di un mese trasferimmo tutte le nostre cose in un quartiere di basso costo di New York. Nonostante i 3 anni di differenza che mi dividevamo da mio fratello, il nostro era sempre stato un rapporto magnifico e infatti vivere da soli, in una grande città, aiutarci a vicenda e darci forza non fu affatto difficile.
Il primo anno andò alla grande: la scuola era eccezionale, i newyorkesi non erano poi così scorbutici, il college di Jasper era il migliore del paese e quando sentivamo la mancanza dei nostri genitori li andavamo a trovare o ci vedevamo per webcam. Mi sembrava di vivere un sogno, poi una sera tutto cambiò.

“ti dispiace restare sola stasera?”
“affatto, avevo intenzione di invitare Kate a casa. Esci?”
“si, ho conosciuto dei ragazzi nuovi al campus oggi. Sono simpatici e mi hanno invitato ad una festa”
“forte!” esclamai “non vedo l‘ora di andare anche io al college”
“beh aspetta altri due anni e ci andrai”
“a che ora torni?”
“non so, ma torno presto promesso”

Tornò alle 6 del giorno dopo. Non chiusi occhio per tutta la sera e il cellulare divenne di fuoco per tutte le volte che provai a chiamarlo. Ricordo ancora lo sguardo vitreo e l’espressione estasiata di quando lo trovai disteso davanti il portoncino d’entrata.

Erano quasi le sei del mattino e di Jasper neanche l’ombra. Se non sarebbe tornato nel giro di un’ora avrei chiamato la polizia. Non avevo dormito per neanche qualche minuto così andai in cucina a farmi una bella tazza di caffè.
“signorina Bella? Isabella?” qualcuno mi chiamava insistentemente battendo i pugni vicino la porta. Corsi ad aprire e mi paralizzai sull’uscio. C’era Jasper a terra, aveva su un espressione estasiata ma non sapevo se fosse in se o meno.
“Jazz” lo chiamai inginocchiandomi davanti a lui.
“stavo andando a fare una delle mie solite passeggiate e l‘ho visto” spiegò Sam, il nostro anziano vicino di casa.
“grazie signor Uley, ha fatto bene a chiamarmi” dissi trascinando mio fratello dentro.
“Ah Isabella, suo fratello aveva questo foglio tra le mani” disse porgendomelo e andando via.
-MI DEVI 50 DOLLARI AMICO-

Quando lo portai dentro l’obbligai a fare un bel bagno caldo e dopo una lunga dormita sembrò stare meglio, ma ovviamente non ricordava assolutamente nulla di quello che era successo. Tutto ciò che seppe dirmi fu “stavo parlando con una ragazza, Mike mi ha dato da bere e dopo… non ricordo più nulla”
Quel giorno, per la prima volta in vita mia, mi sentii sola. Jasper cercò di tranquillizzarmi in tutti i modi possibili, mi disse che non si sarebbe verificato mai più nulla del genere, che non sarebbe più uscito con quei tipi e che i 50 dollari il giorno dopo glieli avrebbe suonati in faccia. “Mi hanno drogato, starò alla larga da loro. Te lo prometto”
Quella fu la prima promessa di mio fratello alla quale non credei. Qualcosa mi diceva che la questione non sarebbe finita li, che quei tipi non avrebbero lasciato in pace mio fratello e che lui, troppo buono, li avrebbe perdonati pensando che fosse stato un malinteso. Accadde esattamente ciò che pensai.
Nell’arco di 3 mesi  Jasper cambiò radicalmente: a casa stava sempre meno, i libri quasi non li toccava più, la sera usciva per tornare il giorno dopo senza neanche avvertirmi. Non sapevo che fare, come comportarmi, insomma avevo 17 anni, come avrei fatto a farmi rispettare da un  ventenne  che aveva tutta l’impressione di star prendendo una brutta strada?

“basta così Jazz, io chiamo papà e gli dico di venire subito qui” disse entrando in salotto e spegnendo la tv che stava guardando.
“e perché mai?”
“ti sei guardato ultimamente allo specchio? Hai gli occhi costantemente contornati da occhiaie, la tua pelle sembra essere diventata più pallida, la tua voce è strana e non hai più la stessa energia di qualche mese fa. Che ti succede?”
“sto benissimo Bells, è che studio troppo è per questo che sembro così stanco” scoppiai in una risata isterica.
“certo è lo studio! STRONZATE JASPER, HO TROVATO QUESTE IN CAMERA TUA” urlai sventolandogli davanti agli occhi una bustina con delle pasticche.
“HAI FRUGATO TRA LA MIA ROBA?”
“CERTO! QUESTO E‘ L‘UNICO MODO PER CAPIRE CHE CAZZO COMBINI ULTIMAMENTE. TI STAI DROGANDO, STAI MANDANDO LA TUA VITA A PUTTANE. PROPRIO TU”
“oh andiamo, stai esagerando. Io non mi sto drogando affatto” negò.
“e queste allora cosa ci facevano in camera tua? Le conservavi per i tuoi nuovi amici? Promettimi che non ne hai ingoiata nemmeno una Jazz. Promettimelo ed io non dirò più nulla” lo sfidai con lo sguardo, attenta più che mai a non far scendere neanche una lacrima , dovevo essere forte per entrambi.
“non posso” sussurrò abbassando gli occhi. Gli lanciai quella schifezza addosso correndo in camera mia.
“TI ODIO!”

Qualche minuto dopo mi venne a scongiurare di non dire niente a papà.
“Ne uscirò Bells, non dirlo a papà, né a mamma io… non voglio deluderli. Si fidano di me, io… ti prego”
Feci come mi disse e quello forse fu lo sbaglio più grande che potessi fare. A distanza di quasi 2 anni Jasper continuavas a ripetermi la stessa frase ed io continuavo a tenergli il gioco. Era sbagliato, tremendamente sbagliato, ma ogni volta che sentivo i miei e le mie orecchie si riempivano del suono della loro voce orgogliosa proprio non riuscivo a far crollare tutte le loro certezze. Jasper ce la stava mettendo tutta, ed io volevo dargli fiducia ancora per un po’ e se nel frattempo sarebbe successo qualcosa di irrimediabile beh… avrei saputo a chi dare la colpa.

____
Entrai a scuola un’ora dopo, giusto in tempo per la votazione  e una strigliata del preside. L’ennesima.
“troppi ritardi signorina Swan, non è mai successo”
“mi scusi signore, non capiterà più glielo prometto” borbottai chinando il capo. Come facevo a spiegargli che non era colpa mia ma di quel coglione di mio fratello? Mi allontanai avvilita, i ritardi non avrebbero giovato al mio voto finale e questo non andava per niente bene. A differenza di molte persone in quella scuola, i soldi non mi piovevano in testa, quindi se volevo entrare in un buon college, dovevo impegnarmi e tanto anche. Presi il cellulare dalla tasca del jeans e risposi a Kate.
“si può sapere che fine avevi fatto? È da stamattina che ti cerco” esordì senza darmi il tempo di salutarla.
“lo so scusa, sono entrata un‘ora dopo. Dove sei?”
“vicino al mio armadietto, tu?”
“appena uscita dalla presidenza. Ti raggiungo” riagganciai e una volta svoltato l’angolo me la ritrovai di fronte.
“cosa ci facevi in presidenza?”
“il preside mi ha mandato a chiamare durante le votazioni. Ha detto che sto facendo troppi ritardi e che non va bene” spiegai velocemente.
“però che gentile eh!”
“beh ha ragione ”
“ma tu gli hai spiegato il motivo?” la guardai scettica.
“e cosa avrei dovuto dirgli? Sa preside ho un fratello drogato che la mattina non ne vuole sapere di andare al college? Andiamo Kate, non posso.”
“devi dirlo ai tuoi Bells, sono mesi che te lo dico”
“lo farò… prima o poi” farfugliai guardando il pavimento. Non ero brava a mentire, proprio no.
“certo, non fai altro che ripeterlo”
“senti, lui ce la farà ok? Jasper è in gamba e insieme riusciremo ad uscire da questo pasticcio senza che i miei sappiano nulla”
“sono quasi due anni Bella, non ce la farà da solo. Ha bisogno di una mano e tu da sola non ce la fai” mi fece notare. Volevo bene a Kate, era come una sorella ormai ed era l’unica che sapeva di tutta questa faccenda. Era stata la mia prima amica a New York, la prima persona che mi ha accolto a braccia aperte.
“cambiamo discorso ok?” la scongiurai “ti prego”
“Eh va bene, ma non farmi dire: Te l‘avevo detto” si arrese sospirando.
“hai votato?” chiesi tornando allegra.
“proprio 5 minuti fa”
“e chi hai votato come tesoriere?” chiesi guardandola minacciosa.
“beh eri l‘unica affidabile”
“Ah! Solo per questo?”
“ovvio, cosa credi?!” scoppiamo a ridere come cretine ed io le diedi uno spintone.
“e sentiamo, chi hai votato come presidente del comitato studentesco?”
“Ma che domande fai? Edward Masen ovviamente” rispose come se la cosa fosse palese.
“c‘erano anche altri candidati eh! D’ altra parte la maggior parte degli studenti avrà votato lui”
“beh io direi tutti”
“no, io non l‘ho votato per esempio.”
“e chi hai votato?”
“Leah, è in gamba sono sicura che farebbe un ottimo lavoro” spiegai fiera di non essermi confusa con la massa.
“peccato che l‘abbia votata solo tu” puntualizzò scrollando le spalle “e lei forse” aggiunse lanciando un' occhiata verso la fine del corridoio. Assottigliai lo sguardo per vedere meglio e sorrisi.
“si, sono sicura che anche Alice avrà votato lei” acconsentii.
“beh potrei aver stupito tutti allora” disse la diretta interessata avvicinandosi a noi. Ops, ci aveva sentite!
“improbabile, visto quello che hai combinato ieri” ribatté Kate riferendosi, quasi sicuramente, alla storia dei cartelloni elettorali.
“si, in effetti sono poco credibile. Avrei votato te se solo ti fossi candidata” ammise rivolgendosi a me.
“Io? No, la presidenza non fa per me” scossi così forte la testa che scoppiarono a ridere. Io come presidente del comitato studentesco? Troppe attenzioni! Al solo pensiero le mie guance si tinsero di rosso.
“non hai bisogno dei crediti per il college? Almeno avremmo avuto un presidente con la testa sulla spalle e con qualcosa nella testa”continuò.
“Edward non è così male. So che ha ottimi voti e poi non penso che sia davvero così… presuntuoso” e lo pensavo per davvero. Per quanto mi riguardava, quel ragazzo non era realmente così, anche lui nascondeva un lato umano.
“scusala, tende a trovare del buono in tutti. È fatta così!” scherzò Kate poggiandomi le mani sulle spalle. Alzai gli occhi al cielo.
“bah, secondo me per lui non ci sono speranze” commentò Alice.
“io scommetto il contrario”
“staremo a vedere” concluse allontanandosi indifferente.
“quella ragazza è strana” affermai guardandola allontanarsi.
“si, ma è simpatica. L'ho conosciuta stamattina in aula magna”
“ok ma adesso andiamo a lezione, mi ci manca solo una nota disciplinare” dissi sentendo la campanella suonare.
“a che ora si sapranno i risultati delle elezioni?”
“Non saprei, Leah ha detto verso mezzogiorno, il tempo che controllano tutto, perché?” chiesi.
“così, sono curiosa”
“e di cosa? Tanto sappiamo perfettamente come andrà a finire”

_____
“Un forte applauso al nuovo presidente del comitato studentesco Edward Masen” partì un applauso generale e qualche ragazza al mio fianco urlò come un’oca strozzata. Dio che esagerazione!
“visto? Il risultato era scontato” dissi a Kate ma lei per tutta risposta lanciò un urlo spacca timpani.
“ma sei idiota?!” ero esterrefatta! Tuttavia dovevo aspettarmelo, Kate era così: si lasciava travolgere.
“grazie” esordì lui prendendo la parola. Ecco che ricominciava a fare il buffone!
“non mi dilungherò molto questa volta, anzi dirò semplicemente una cosa: avevo ragione” ci fissò tutti con quel sorriso sghembo mozzafiato ma al col tempo beffardo “l‘apparenza è tutto e voi me ne avete dato la conferma. GRAZIE!”
Questa volta fui la prima ad applaudire. Aveva ragione da vendere!
“adesso prego di salire sul parlo gli altri vincitori ossia gli assistenti: Emmett McCarthy, Angela Weber, Jessica Standley, Jacob Black e il tesoriere: Isabella Swan”
“cosa?!” chiesi scioccata. Non potevo aver vinto le elezioni! Chi mai mi aveva votata?
“Vai, ha chiamato te” disse Kate dandomi una piccola spinta in avanti. Mi avvicinai a loro leggermente in imbarazzo. Il preside disse ancora qualche parola, poi si dileguò avvertendoci che per quel giorno le lezioni erano terminate. Eravamo liberi.
“beh complimenti” mormorò qualcuno a qualche centimetro dal mio orecchio. Rabbrividii. Mi voltai per vedere chi fosse e sorrisi.
“grazie Jacob, complimenti anche a te”
“ti va di andare a prendere un gelato? Tanto le lezioni sono terminate. Viene anche Kate e Quil” propose col suo solito sorriso.
“Certo perché no”
Jacob era un mio amico, l’avevo conosciuto un anno e mezzo fa ad una festa. Sapevo di piacergli un po’ ma non si era mai fatto avanti e a me andava benissimo così. Era simpatico, carino, divertente, stavo bene con lui ma nulla di più. Gli volevo bene.
“allora ti aspetto in cortile. Prendo un casco anche per te?” chiese pur sapendo la risposta.
“ovviamente” adoravo andare in moto, specie con lui che si divertiva a correre come un matto.
Andai al mio armadietto per posare i libri e mi avviai verso l’uscita. Dio, come vorrei che la mia vita fosse perfetta come quando mi ritrovavo in quelle mura!

_____________________________
Mi raccomando commentato che aspetto sempre ansiosa i vostri pareri *-* io vi risponderò appena avrò 5 minuti =D ci vediamo tra 10 giorni Girls *-*
Se volete contattarmi: Nusia Efp





Nusia

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Capitolo 4
*** 4- Il party ***


3
Buona sera a tutte come state? Ho appena finito di rispondere alle vostre recensioni e ho deciso di postare, anche perché non ero sicura di riuscirci domani. Bene, questo è più che altro un capitolo di passaggio, conosceremo ancora un pò il nostro Edward, ma il capitolo importante, quello che darà il via alla storia, sarà il prossimo *-* Ci leggiamo di sotto, buona lettura ;)



Riesci ad immaginare un amore così?



E' una storia, sai, vera più che mai, 
solo amici e poi uno dice un "noi", tutto cambia già. 
É una realtà che spaventa un po', 
una poesia piena di perché e di verità! 
Ti sorprenderà come il sole ad est, 
quando sale su e spalanca il blu dell'immensità! 
Stessa melodia, nuova armonia, 
semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà! 
Quando sembra che non succeda più, 
ti riporta via, come la marea, la felicità! 
Ti riporta via, come la marea, la felicità...


•  3- Capitolo

Pov. Edward

Poteva la gente essere così scontata e superficiale? Avevo vinto le elezioni, ero il nuovo presidente del comitato studentesco, il che rispondeva senza indugi alla domanda. A volte mi capitava di pensare se la mia filosofia di vita fosse sbagliata, ma bastava guardarmi intorno per capire che era giusta. Signori e Signore la società non è affatto cieca, ci vede benissimo ed è questo che la rende sbagliata e priva di buoni propositi. Se solo essa non riuscisse realmente a vedere, sono sicuro che tutto andrebbe meglio perché si giudicherebbe il cervello anziché l’aspetto estetico. Che mondo di merda! Anch’io avevo votato, avrei potuto dare il voto a me stesso e invece l’avevo dato a Leah. Quella ragazza era in gamba, sapeva come agire e poi era una delle poche persone della scuola che mi teneva testa. Sarebbe stata un ottimo leader. Non mi stavo lamentando, affatto, ero contento di aver vinto perché quello significava solo una cosa: crediti per il college, dico solo che la gente è idiota, tutto qui.
“Ehi dove scappi?” Rose mi afferrò per il polso baciandomi delicatamente le labbra. Mi toccai nervosamente i capelli.
“congratulazioni tesoro”  Se non mi avesse bloccato avrei fatto in tempo a raggiungere Isabella. Volevo congratularmi con lei per la sua nuova carica. Mi piaceva stuzzicare quella ragazza, era… divertente.
“grazie! Ma era scontato che vincessi io”
“ed ecco il nuovo presidente del comitato studentesco” mi scimmiottò Emmett avvicinandosi a noi. Alzai gli occhi al cielo.
“Si, ho vinto. Vi ringrazio per le congratulazioni, ci vediamo tra mezz‘ora alla gelateria in centro, vi pago il gelato, adesso scappo” parlai così velocemente che non ero sicuro avessero capito, ma non m’importava poi molto in effetti.
“EHI, MA DOVE CORRI?” sentii gridare ad Em ma non mi premurai di rispondere.
“Ehi Angela” dissi trovandomela di fronte. Sorrise cordiale.
“Edward congratu…”
“si si anche a te, sai dov‘è la Swan?” chiesi interrompendola.
“l‘ho vista andare verso l‘uscita” mi allontanai senza aggiungere altro sotto il suo sguardo stupito e perplesso.
Arrivato in cortile feci solo in tempo a vederla salire in sella alla moto di Black e partire. Santo cielo, quel tizio mi aveva sempre dato sui nervi!
Mi avviai alla mia macchina sbuffando a più non posso senza sapere se mi dava più fastidio il non essere riuscito a parlarci o il fatto che fosse andava via con quel coglione di Jacob. Avevo parlato con quella ragazza per circa 2 minuti ma era interessante, insomma mi piaceva. Avrei potuto benissimo lasciare Rosalie per lei, bastava solo che mi desse un segno. Infondo chi ragazza non vorrebbe stare con il sottoscritto? Me la sarei portata a letto per qualche settimana,  o mese se fosse stata brava, poi l’avrei scaricata come tutte le altre. Il fatto che mi piacesse non voleva dire che volessi mettere la testa apposto. No, proprio per niente. Infondo anche Rose all’inizio mi interessava, ma come si dice? A lungo andare la gente si stufa della solita routine.

Arrivato in gelateria trovai l’intero corpo studentesco, o quasi, della Buckston School seduto ai soliti tavolini del locale. C’era da aspettarselo: Arturo faceva il miglior gelato di New York, d’ altrove era italiano.
“UN APPLAUSO AL PRESIDENTE” urlò qualcuno tra la folla appena misi piede dentro. Sorrisi smagliate, mi piaceva riceve attenzioni. Qualche ragazza mi fece l’occhiolino, qualcun altro mi sorrise, altri ancora lanciavano qualche urlo. Si, era bello essere popolare! Feci segno di stare in silenzio, avevo un annuncio da fare.
“Domani sera il New Moon aprirà la stagione invernale con un grande party. Vi voglio tutti li alle 20.30 per festeggiare quest‘anno scolastico e il vostro nuovo presidente”
Una bella festa era quello che ci voleva per festeggiare la mia carica.
“Ah ovviamente gli sfigati restano a casa” disse la Standley alzandosi in piedi. Le feci l’occhiolino e lei per poco non svenne. Jessica Standley, la peggior scopata della mia vita. Mi venivano i brividi solo a pensarci.
“Yeahh domani si balla!” esclamò Emmett appena li raggiunsi al tavolo.
“allora Edward ce lo offri o no questo mega gelato?” chiese  Quil porgendomi un bigliettino.
“cos‘è questa, la lista della spesa?”
“le nostre ordinazione Ed. forza offrici questo gelato che hai talmente tanti soldi che ti escono per le orecchie” mi beffeggiò Embry.
“perché voi no vero?”
“mai quanto te pelo di carota” prima o poi avrei ucciso Emmett per quel soprannome.
Senza replicare andai al bancone e attesi il mio turno.
“il solito Ed? O hai deciso di cambiare gusti?” chiese Arturo avvicinandosi.
“Il solito, sono una tradizionalista” scherzai “e poi mi fai quest’ altri” aggiunsi porgendogli il foglietto.
“5 minuti e sono al tavolo campione e complimenti per la nomina di presidente”
“già complimenti, prima non ho avuto modo di farteli” si intromise una voce alle mie spalle. Mi voltai per vedere chi fosse e sorrisi sghembo.
“anche a te mio tesoriere” dissi mentre si accomodò al bancone.
“gr-azie. Non me l‘aspettavo per niente” farfugliò in imbarazzo.
“ehi Bella tesoro, cosa prendi?” cercò impacciata qualcosa dalla tasca e sorrise trionfante quando trovò un piccolo foglietto.
“Allora un mega gelato alla nutella, uno al puffo, vaniglia e panna, un altro a fragola e frutti di bosco e per me…”
“il solito” concluse Arturo facendola ridere. Restai affascinato da quella risata così limpida e solare.
“esatto, pistacchio, stracciatella e qualche scheggia di cioccolata, oggi voglio esagerare”
“anche io adoro il pistacchio” dissi ottenendo la sua attenzione “penso che potrei drogarmi di pistacchio se solo fosse possibile” vidi il suo sorriso sparire all’improvviso e il suo sguardo farsi più cupo. Cos’avevo detto?
“beh sarebbe davvero una droga salutare” farfugliò.
“si e benefica, non come tutte quelle porcherie che circolano in giro” ancora una volta la sua espressione mutò, alzò il capo e mi sorrise teneramente.
“già, hai perfettamente ragione”
“però pistacchio e stracciatella non si può sentire. Insomma non si possono accostare questi due gusti, è…bleah!” scosse la testa scioccata.
“Ehi!” esclamò colpendomi il braccio “sono buonissimi insieme e non offendere i miei gusti” brontolò. Alzai le mani in segno di resa.
“Oh non volevo offenderti!” risi “resta il fatto che sono pessimi insieme”
“EDWARD VIENI” urlò Rose indicandomi il gelato.
“va prima che si sciolga” mi suggerì Bella.
“Io dire prima che me lo rubino” si passò una mano tra i capelli ondulati e ridacchiò spensierata.
“ci si vede a scuola presidente” le strizzai l’occhio e andai via senza aggiungere altro. Forse ci sarebbe stata per davvero.

_____________
“Santo cielo, ho mai detto che odio la matematica?” borbottò Emmett una volta usciti dall’aula.
“almeno una volta al giorno negli ultimi 5 anni amico”
“beh non smetterò mai di ripeterlo è…”
“noiosa?” scosse la testa “difficile?”
“no neanche. La matematica è…”
“complicata? Indecifrabile?”
“immatura” alzai un sopracciglio e lo guardai perplesso.
“è cosa?”
“immatura. Insomma che si risolvesse i proprio problemi da sola, mica ho tempo da perdere io?!” scoppiai a ridere come un deficiente e gli diedi un pugnò sul braccio.
“Sei davvero un coglione Em!”
“Beh si, me lo dicono in molti” concordò ridendo con me. Proprio in quel momento il telefono vibrò nella tasca dei jeans.

- La strega è su tutte le furie perché sei presidente -

“Chi è?”
“Rosalie, ha detto che a quella Alice non le sta bene che sono presidente”
“direi che l‘ha fatto capire in tutti i modi possibili. Ma gli hai mai guardato quel enorme neo che ha vicino alle labbra? È orribile!”
“Mh no, è talmente racchia che non ricordo neanche come sia fatta”
“beh allora dagli un‘occhiata adesso” mi consigliò indicandomela mentre ci passava  a fianco. In quel momento mi venne un’idea pazzesca. Si sarebbe pentita di aver sfidato il sottoscritto.
“aspetta un attimo Em” dissi incamminandomi verso di lei.
“Mi avrebbe fatto piacere se sarebbe salita Leah al mio posto” iniziai facendola voltare verso di me “se può farti sentire meglio, io ho votato per lei” mi guardò di sottecchi ed io non potei non guardare il suo enorme neo. Ah mannaggia ad Emmett!
“stronzata si scrive con la z?”
“non è una stronzata, ho davvero votato per lei”
“mh interessante. Si, davvero interessante ora però se non ti dispiace andrei” continuai a seguirla e misi su la miglior finta faccia dispiaciuta della storia.
“senti forse non due abbiamo cominciato con il piede sbagliato, ma posso rimediare”
“e come sentiamo”
“ho 2 pass per il party che danno stasera al New Moon, ne vuoi uno?” si fermò di colpo mettendo su un’ espressione indecifrabile.
“dov‘è la fregatura Masen?”
“non c‘è la fregatura, te l‘ho detto voglio rimediare”
“praticamente mi stai chiedendo di venire con te al party dell‘anno” chiarì.
“proprio così, allora?”
“e che fa la tua ragazza?” chiese riprendendo a camminare. Ah, ma non poteva star ferma?
“chi, quella barbie super abbronzata? L‘ho mollata ieri” mentii.
“stanco della solita minestra?” domandò.
“beh non proprio”
“quindi ora sei alla ricerca di nuove prede e, fammi indovinare, pensi che io sia tanto tonta da cascarci non è così?”
“ti sbagli io…” mi interruppe con un sospiro.
“Non so a che gioco stai giocando, ma ci sto”
“davvero?” chiesi entusiasta. Il pesciolino aveva abboccato all’amo signori!
“tutti hanno diritto ad una seconda occasione” spiegò “è poi sai bene cosa si dice di me vero?” si, che sei una vecchia strega racchia in astinenza da troppo tempo.
“sono solo dicerie” mi sorrise in modo inquietate e scrollò le spalle.
“soli gli idioti provocano una strega” sussurrò a pochi centimetri dal mio viso “attento a te” aggiunse prima di voltarmi le spalle e andare via.
“CI VEDIAMO STASERA” urlai divertito. Se credeva realmente di essere una strega, aveva una rotella in meno.
“Ok, adesso mi spieghi” disse Emmett sbucando alle mie spalle.
“l‘ho invitata al party di stasera. Tranquillo, ci divertiremo”
“ma sei impazzito Ed? hai invitato quella…quella, insomma l‘hai visto il neo?” era scioccato!
“si, l‘ho visto. Dio  che schifo!”
“ecco, allora perché l‘hai invitata?”
“fidati di me amico, stasera ne vedremo delle belle”
“sarà…”

____________
“ESME? ESME DOVE HAI MESSO LA MIA CAMICIA?” urlai scendendo di corsa le scale. Ero già in ritardo di mezz’ora, non volevo che la strega arrivasse prima di me.
“Non urli signorino, sono qui per la miseria” borbottò entrando in salone con in mano uno di quegli aggeggi per togliere la polvere.
“dov‘è la camicia?”
“beh dipende lei dove l‘ha messa”
“sulla sedia in camera mia, ma il tempo di una doccia è sparita”
“dice quella viola chiaro?” chiese cadendo dalle nuvole.
“Oh complimenti per la memoria! Proprio quella”
“l‘ho riposata in armadio quando sono venuta a spolverare”
“quante volte le ho detto di non entrare in camera mia? La pulisco io”
“beh io non direi proprio” farfugliò sfidandomi. Ok, aveva ragione non potevo replicare.
“e poi perché pulisce a quest‘ora della sera?” domandai irritato.
“potrò fare quello che mi pare quando sono nervosa o no?” ma che aveva? Non l’avevo mai sentita parlare così.
“certo, ma a casa sua”
“se non se ne fosse accorto, io vivo qui da circa  5 anni, quindi per quanto possa fare la governante, la cameriera mi chiami come vuole, questa è anche casa mia”
“Mi sta forse urlando c0ntro?” mi alterai e lei sospirò.
“non sto urlando e lo sa benissimo. Sono solo un po’ alterata, sa mio figlio ed io abbiamo litigato e…” aveva un figlio?
“senta, racconti le sue storie tristi alle sue amiche pulisci cesso” dissi irritato andando a prendere la camicia. Quand’era che vedeva il figlio se stava tutto il santo giorno a casa mia? Ecco un altro genitore alla quale non importa un accidente dei figli. E pensare che sembrava diversa.
“non ce la fa ad offendermi” disse quando tornai di sotto. Non risposi, mi limitai semplicemente a chiudermi la porta alle spalle avviandomi finalmente al party.

“Edward, ma che piacere come stai?”
“alla grande Aro, come sempre. A te?”
Aro, Caius e Marcus i tre proprietari del locale nonché 3 dei più ricchi uomini di New York. Era bello sapere che anche io facevo parte di quella categoria.
“benissimo direi”
“i tuoi fratelli?”
“Oh stanno benone. Caius è impegnato nella costruzione del nuovo locale: Volturi, mentre Marcus sta tenendo d‘occhio una festa all‘ Eclipse”
“Ehi Edward, finalmente sei arrivato!” esclamò Rose comparendo al mio fianco.
“Aro ti presento Rosalie”
“piacere Rosalie e buon divertimento, spero che la serata sia di vostro gradimento”
“come sempre” mi tese la mano ed io la strinsi con piacere “a presto”
“dai Ed andiamo a ballare” mi tirò per un braccio fino a centro pista. C’era un mucchio di gente e molti erano della scuola. Qualcuno mi salutò ed io gli feci un breve cenno con la testa.
“Emmett?” chiesi.
“che t‘importa! Balla con me, dai” Rosalie si avvicinò a me sinuosa e cominciò a muoversi sensualmente. Ancheggiava, si toccava i capelli, mi si strusciava addosso. La bloccai per le spalle.
“che c‘è?”
“dov‘è Emmett?” ripetei facendola sbuffare.
“è al bancone a bere qualcosa con Quil, la Standley, Angela,Ben, Embry… insomma i soliti”
“bene, devo chiedergli una cosa”
“e non puoi farlo dopo?”
“è piuttosto urgente. Scusa Rose” feci per andarmene ma mi fu nuovamente di fianco.
“bene, vengo anch‘io allora” alzai gli occhi al cielo senza aggiungere nulla.
“Amico finalmente! Come mai sei in ritardo? Pensavamo ti fossi perso” disse Emmett buttando giù un bicchiere di vodka a giudicare dall’odore.
“la gente importante si fa attendere” sorrisi sghembo e Angela sbuffò.
“il solito buffone!” esclamò. Le feci l’occhiolino e lei mi mostrò gentilmente il dito medio. Risi. Angela non era mia amica, ma avevamo amici in comune perciò ci ritrovavamo ad uscire insieme il più delle volte. Era simpatica e cosa importante, non mi sbavava dietro come le altre. “spiacente Masen, ma ho già il mio principe azzurro” disse indicando il suo Ben quando Emmett me la presentò.
“è già arrivata?” bisbigliai nell’orecchio di Em e lui negò con il capo.
“senti devi farmi un favore. Devi tenere impegnata Rosalie, almeno fin quando Alice non arriva” mi sorrise smagliante.
“nessun problema amico” mi sembrava fin troppo entusiasta e non ne capivo il motivo . Rosalie avvolte sapeva essere così noiosa.
“Rose, ti va di ballare con il tuo scimmione?” ridemmo tutti. Quel soprannome glielo diede al primo anno, quando per la prima volta se lo trovò d’avanti in tutta la sua grandezza. All’epoca Rose era più minuta e bassina ed Emm era già un bestione di 1.80.
“andiamo a scatenarci” acconsentì afferrandogli il polso.
Sospirai sicuro che Emmett l’avrebbe distratta per qualche ora o almeno il tempo necessario per attuare il mio piano.
Mentre attendevo l’arrivo della racchia decisi di prendermi una vodka alla fragola con un goccio di rum.
“Ehi signorina?” chiamai la barista dietro il bancone “mi farebbe un…” mi bloccai nel bel mezzo della frase.
“Ehi ciao, cosa gradisci?”
Scossi la testa e non risposi.
“cosa ci fai li dietro?”


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Ed Eccoci qui =D, chi mai ci sarà dietro il bancone? Ho deciso di concludere il capitolo così perché altrimenti mi sarei dilungata troppo e avrei dovuto spezzare sul punto più importante. Mi perdonate vero? *-*
Ci leggiamo tra 10 giorni, pronte per il GRANDE capitolo? *-*
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