Elizabeth

di _Elizabeth_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 10: *** Nono capitolo ***
Capitolo 11: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 16: *** Quindicesimo capitolo ***
Capitolo 17: *** Sedicesimo Capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciassettesimo capitolo ***
Capitolo 19: *** Diciottesimo capitolo ***
Capitolo 20: *** Diciannovesimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                                                                                                                                                                               PROLOGO


   
 
Elizabeth Erika Johnson è una ragazza  americana di 26 anni E' abbastanza alta,ha gli occhi azzurri e i  capelli biondi lunghi e ondulati. Ha la carnagione molto molto chiara ed è magra(normale,non magrissima). E' nata e cresciuta a Los Angeles. Ha due sorelle più grandi: Eleanor e Hannah.

 Eleanor( nome completo: Eleanor Alexandra) all'inizio della storia ha 30 anni. E' una ragazza molto dolce e lei ed Elizabeth si assomigliano moltissimo(l'unica differenza sta nei capelli:quelli di Eleanor sono lunghi biondi e ricci). E' laureata in Scienze dell' Educazione e insegna in una scuola elementare nel centro di New York,città dove vive insieme al marito James( architetto d'interni newyorkese) e alle loro due figlie,Isabel e Emma,rispettivamente di sei e due anni.

 Hannah(nome completo,Hannah Daisy) all'inizio della storia ha 26 anni. E' alta,magra e ha i capelli neri e lunghi e gli occhi azzurri. E' laureata in Storia dell' Arte. Lei ed Elizabeth sono da sempre legate  da un rapporto conflittuale: sembra che Hannah non le voglia bene ma in realtà gliene vuole moltissimo.   E' sposata da un paio d' anni con Andrew,unico grande amore della sua vita.  Dopo il matrimonio vanno a vivere in Canada,a Toronto,città natale dello stesso Andrew. 
Torniamo a Elizabeth.
 
Elizabeth fin da quand'era piccolissima ha sempre avuto un grande,grandissimo sogno nel cassetto:diventare medico. Per questo ha sempre cercato di studiare e di  fare del suo meglio a scuola.  E' dolce,modesta,gentile e non perde quasi mai la pazienza. Inoltre,è più testarda di un mulo: se  vuole fare o avere qualcosa,deve realizzare per forza il suo obiettivo,ad OGNI costo. E' una ragazza molto molto insicura,ha molto poca autostima e crede che il suo sia un sogno destinato a stare chiuso in un cassetto a riempirsi di polvere per sempre. Nonostante tutti questi brutti pensieri che ha,riesce a entrare ad Harvard e a laurearsi a pieni voti e lode in Medicina. Poi inizia a lavorare in un ospedale di Los Angeles,dove riesce a specializzarsi in Ematologia,branca della medicina che le era sempre piaciuta...fin da quando era piccola. Adora il suo lavoro e le sue nipoti. Vuole molto bene alle sue sorelle e va pazza per i dolci e per il cioccolato. Mentre  sta lavorando a Londra,ha un incidente d'auto. Dopo poche ore dall'accaduto entra in coma e ci resta per qualche mese. Durante questo brutto periodo è assistita dalle sue sorelle e dalla dott.ssa Emma Lewis,sua compagna di scuola delle medie che  quando avevano tredici anni la prendeva in giro molto spesso per il suo essere molto secchiona. Quando Elizabeth si sveglia,Emma si scusa per tutto quello che le ha fatto passare anni prima e le due diventano molto amiche. Amiche del cuore. Inoltre,Elizabeth,fin da quando era in prima superiore ha anche un'altra grande amica,la dott.ssa Ellen Baker. Ellen  ed Elizabeth sono amiche fin da quando avevano 14 anni e sono state compagne di scuola,compagne di università  e compagne d'avventura durante gli anni di specializzazione in Ematologia.
 Nel corso della storia Ellen e Emma aiuteranno molto Elizabeth. Come? Leggete e lo scoprirete! 

RINGRAZIAMENTI

  Devo assolutamente ringraziare la mia amica Fly. Se non fosse stato per lei,io non avrei mai trovato il coraggio di pubblicare questa storia. Non ho parole per ringraziarla. Non le ho in questo momento,non le avevo quando,ieri notte,ho pubblicato la storia...non le avrò neanche domani o fra una settimana o un anno. La verità è che le parole adatte per ringraziarla non esistono. Non esiste una parola che esprime quanto lei abbia fatto per me,quante volte mi abbia dato dei consigli su quello che scrivevo,quante volte mi abbia detto di non abbattermi,quante volte mi abbia detto tre semplici parole che mi hanno rincuorato tantissimo,ovvero "Ce la farai". Non trovo le parole per ringraziarla per tutto questo e quindi le dico solo: grazie mille,Fly. Grazie davvero per tutto.                                                                                                                                                                                                                                        Liz

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Capitolo 2
*** Primo capitolo ***


CHAPTER ONE     

   Un pomeriggio d’autunno Isabel(che da pochi mesi frequentava la prima elementare) era nella sua cameretta e stava litigando con i compiti di matematica:erano proprio difficili da fare!
-Mamma- chiamò- Per favore,puoi venire ad aiutarmi con i compiti?
-Certo,tesoro-rispose Eleanor- Fammi vedere cosa non riesci a risolvere-prese una sedia e si sedette accanto alla figlia- Cercherò di spiegartelo.
-Grazie mamma.
-Di niente,piccola- sorrise- Fra un po’ devo andare a prendere Emma all’asilo e mi chiedevo se…
-Posso venire con te? Per favore…dai,mamma…voglio venire con te…
- Certo che puoi venire con me. Ti stavo chiedendo proprio questo prima che tu mi interrompessi.
-Che bello! Non vedo l’ora di finire questi brutti esercizi. Così poi potremo uscire.
Dopo qualche minuto Isabel si alzò per andare a prendere il libro di matematica e cadde a terra come un sacco di patate.
-Tesoro- Eleanor la  prese in braccio e la fece stendere sul letto- Ti sei fatta male?
Isabel si mise a piangere
-Non piangere-disse Eleanor,abbracciandola forte- Non è successo niente di grave. Hai battuto la testa?
-No- Isabel non riusciva a smettere di singhiozzare- Perché sono caduta a terra,mamma?
-Non lo so. Ti sembrava che tutto stesse girando?
-No .-indicò delle macchie scure che aveva sulla pancia- Cosa sono queste macchie?
-Oddio- Eleanor si mise una mano sulla bocca e baciò Isabel sulla fronte- Cerca di dormire un po’,vedrai che ti farà stare meglio
La mattina seguente Eleanor portò Isabel dal pediatra per un controllo. Finita la visita,il dottore mandò la bambina a giocare nella stanza accanto e poi disse:
-Signora Harris,dovrei parlarle un secondo-le indicò una sedia-  Può sedersi,se vuole
Eleanor si sedette e domandò:
-Di che si tratta? Isabel ha qualcosa che non va?
-Vede,quei lividi che ha Isabel possono essere segno di problemi di coagulazione e lo svenimento può indicare un’anemia.
-E  cosa posso fare?
-Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista. Le dirà cosa fare  e prescriverà a Isabel le cure e le analisi più adatte.
-Quindi lei mi consiglia di parlare con un ematologo,ho capito bene?
-Proprio così. Non si preoccupi,conosco una persona bravissima in questo campo.
-Sta parlando della dottoressa Johnson? Elizabeth?
-Sì,mi riferivo proprio a lei. Stia tranquilla,è una ragazza molto in gamba. Saprà aiutare Isabel .
-Lo so. La conosco molto bene.-si alzò dalla sedia e prese la borsa-Le chiederò un parere al più presto.                          

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Capitolo 3
*** Secondo capitolo ***


CHAPTER TWO

Qualche ora più tardi,Eleanor e Isabel si trovavano all’ospedale dove lavorava Elizabeth.
-Perché siamo qui,mamma?-chiese la bambina
-Dobbiamo parlare con una persona. Aspettami qui-la fece sedere su una sedia in sala d’aspetto- Torno subito.
-Va bene,mamma.
Eleanor si avvicinò ad un’infermiera e le disse:
-Dovrei parlare urgentemente con la dottoressa  Johnson.
- Certo- le rispose l’infermiera- adesso mi metto in contatto con lei.
Pochi secondi dopo Elizabeth apparve accanto all’infermiera e  le chiese:
- Deborah, cosa succede? Perché mi hai chiamata?
-Quella ragazza-indicò Eleanor- vuole  parlarti urgentemente
Elizabeth impallidì lievemente e si avvicinò a Eleanor e a Isabel.
-Ciao,che bello vedervi!-esclamò- E’ da ieri sera che non ci vediamo,cominciavo a sentire la vostra mancanza.  Dov’è Emma? Perché non l’avete portata con voi?
-E’ a casa insieme a James.-rispose Eleanor- Hai un minuto? Dovrei parlarti.
- Dov’è la persona che dobbiamo incontrare,mamma?-chiese Isabel
- E’ qui di fronte a  noi.
-Eleanor,che succede?-Elizabeth era preoccupata- Perché vuoi parlarmi? Mi devo spaventare?
-Ho bisogno del tuo aiuto. Devo chiederti alcune cose.  C’è un posto dove possiamo parlare tranquillamente?
-Certo. Andiamo in sala visita  1. Seguitemi.
Arrivarono in una stanza spaziosa e luminosa. Elizabeth  chiuse la porta e tirò giù le tende.
-Qui non ci disturberà nessuno.-disse- Sedetevi dove volete.
-Grazie- Eleanor si sedette su una sedia e Isabel fece lo stesso-Devo parlarti di una cosa.
-Con chi devi parlare?  Con  Elizabeth o con la dottoressa  Johnson?
-Devo chiedere un parere alla dottoressa Johnson.
-Ok.-si rivolse alla bambina- Isabel,ti va di giocare un po’ mentre io e la mamma parliamo?
-Sì,che bello! Ho proprio voglia di giocare!
-Bene. -la prese per mano e la condusse fuori dalla porta- Ti porto da una mia amica che conosce tanti giochi divertenti.
 Elizabeth affidò Isabel a Emma e poi tornò da Eleanor.
-Allora,cos’è che devi dirmi?-le chiese- Ti ascolto,parla pure.
Eleanor fece un respiro profondo e poi cominciò a parlare:
-Ieri pomeriggio Isabel non è stata bene.  Si  è alzata dalla sedia ed è svenuta improvvisamente,senza motivo. Non è inciampata,non si è colpita da nessuna parte,non ha avuto le vertigini. E’ svenuta,è caduta a terra senza nessun motivo. Poi,mi sono accorta che ha dei lividi spaventosi sulla pancia. Stamattina ne ho parlato con il pediatra e lui mi ha detto di rivolgermi a te. Ti prego,Betty, dimmi che non devo preoccuparmi.
-E’ancora presto per dirlo,purtroppo-anche Elizabeth stava iniziando a preoccuparsi- Devo visitarla e farle fare alcune analisi per capire che problema ha.-sospirò- -Hai notato se in questi ultimi giorni aveva il polso accelerato o se era pallida,per caso?
-Non ci ho fatto caso.
-Non fa niente. Adesso la visito e tutto sarà più chiaro.
In quel momento entrarono Isabel e Emma.
-Te l’ho riportata qui sana e salva-disse quest’ultima- Di là c’è una paziente con una  forma di leucemia mieloide. Quando hai un attimo di tempo puoi venire a darle un’occhiata,per favore?
-Certo.  Appena finisco qui le darò una controllata. Grazie mille,a dopo.
-Grazie a te. Ci vediamo dopo. Ciao Eleanor,ciao Isabel.-e se ne andò
-Ti sei divertita con Emma?-chiese Elizabeth alla nipotina- A che cosa avete giocato?
-Mi sono divertita moltissimo. Abbiamo giocato al computer.
-Che bello! Dev’essere stato molto divertente.
-Sì, è proprio vero.
-Adesso dobbiamo fare un altro giochino,noi due insieme.
-E come si gioca?
-Tu sei la principessa che vive nel castello e io sono una fata gentile che ti regala le caramelle e i cioccolatini.
-E cosa devo fare?
-Per avere  i dolcetti più buoni che ho devi fare quello che ti chiederò di fare e dirmi dove senti male. Allora,ci stai?
-Sì,voglio provare.
-Per prima cosa devi toglierti,jeans,maglietta e scarpine e salire su questo lettino che è qui vicino a me.
Isabel si spogliò e Elizabeth la aiutò a stendersi sul lettino.
-Bene- disse,controllando le condizioni di cuore e  polmoni con l’aiuto di uno stetoscopio-Ora spalanca bene la bocca-le osservò la gola e poi le sentì il polso- Adesso devi dirmi  se ti faccio male quando ti tocco.-le toccò i lividi che aveva sulla pancia- Ti  fa male?
-No,neanche  un po’..
-Sei sicura?
-Sì,zia.
-Va bene-le misurò la febbre e le controllò le ghiandole. – Adesso,per favore,segui questa lucina.-le controllò  i  riflessi oculari-Abbiamo finito. Sei stata bravissima.
 Dopo aver aiutato Isabel a vestirsi,Eleanor chiese a Elizabeth:
-Allora,come sta?
- I lividi possono essere provocati da problemi di coagulazione e probabilmente la debolezza e il polso accelerato sono sintomi di un’anemia.  Per il resto,è tutto a posto.
-Devi prelevarle un campione di sangue?
-Sì,devo farle un  emocromo completo per capire cosa provoca i suoi problemi. Posso?
-Certo. Puoi farlo anche adesso.
Elizabeth la prese in parola e  prelevò del sangue a Isabel.
-Lo analizzo  e ti faccio sapere qualcosa al più presto.-disse- Intanto cerca di fare in modo che Isabel assuma molto ferro con l’alimentazione.
-Devo farle mangiare molta carne?
-Non moltissima. Abbastanza. E, poi,il ferro non è contenuto solo nella carne. C’è molto ferro anche nei legumi e nelle verdure a foglia verde.
-Va bene.- prese la borsa e aiutò Isabel a infilarsi il cappottino- Grazie mille,Betty.
-Di niente.
 Elizabeth si avvicinò alla scrivania che era nella stanza e frugò in un cassetto. Poi si avvicinò a Isabel.
- Non me ne sono dimenticata,stai tranquilla.-le fece l’occhiolino- Le fatine gentili non dimenticano mai le loro promesse. –le diede un sacchetto pieno di cioccolatini- Ecco qui i cioccolatini che ti avevo promesso. Sei stata bravissima,prima. Te li sei proprio meritati.
-Grazie zia-prese il sacchetto che Elizabeth le porgeva- Ma da dove li hai presi?
-Come tutte le fatine gentili,anche io ho una scorta segreta di cioccolato. Li ho presi da lì. Sono contenta che ti piacciano.
-Mi piacciono tanto.-abbracciò Elizabeth – Sei la fatina più dolce di tutte e io ti voglio proprio tanto bene.
- Oh,tesoro mio.-le accarezzò i capelli- Anch’io ti voglio bene. Ti voglio davvero tanto bene,piccola.

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Capitolo 4
*** Terzo capitolo ***


CHAPTER THREE
 

 Due ore più tardi,la famiglia Harris era riunita in soggiorno per la cena. Stranamente, quella sera Isabel (che, di solito, faceva sparire tutto ciò che aveva nel piatto in pochi minuti)non toccò cibo. Giocherellò per un po’ con la sua porzione di patate arrosto e poi allontanò il piatto. Eleanor si accorse subito di questo suo strano comportamento.
-Tesoro…-le chiese- Perché non vuoi mangiare?  Non ti piace? Vuoi che ti prepari qualcos’altro?
- Non ho molta fame,mamma.
- Ti fa male il pancino? O hai mangiato tutti i cioccolatini che ti ha regalato la zia e allora non hai più fame?
- Mi fa male la testa e mi sento tanto stanca. Voglio fare la nanna. Mi porti nel mio lettino?
Eleanor si alzò dalla sedia e si avvicinò a Isabel.
 -Vieni qui,piccola.-la prese in braccio- Adesso ti porto nel lettone e poi ti canto la tua ninna-nanna preferita. Così farai tanta nanna e  la bua se ne andrà via subito.
Alcuni minuti più tardi Isabel era  sdraiata sul gigantesco letto matrimoniale dei genitori,sepolta dal piumone e da un mucchio di altre coperte.
-Hai freddo?- Eleanor le rimboccò le coperte- Vuoi un’altra coperta?
-No,mamma. Sto bene così.
-Buonanotte,tesoro.
Eleanor le diede un bacio sulla fronte e si accorse che era più calda del normale. Prese il termometro  e misurò la  temperatura a Isabel. Non si era sbagliata: la bambina aveva 38 e mezzo di febbre. Impallidì leggermente e le accarezzò i capelli.
- Cosa succede,mamma?
- Niente,tesoro mio –provò a sorriderle- Resta qui e cerca di dormire,ok? Io devo andare a dire una cosa a papà. Poi torno qui e ti abbraccio forte forte.
Eleanor uscì dalla stanza. James le corse incontro.
- Eleanor…cosa sta succedendo? C’è qualcosa che non va con Isabel?
- Isabel ha la febbre alta.- sospirò,preoccupata- Non so cosa fare. Potrei darle del Tylenol,ma non so se le farà bene o meno. Non mi sembra un raffreddore come gli altri
- Ok,non agitarti. – prese il cellulare-Adesso chiamo il pediatra.  Non è niente,stai tranquilla. E’ solo un po’ di influenza.
- No. – gli tolse il cellulare dalle mani- Non chiamare il pediatra.
-Perché?
- Per favore,vai a fare compagnia a Isabel. Io intanto chiamo Elizabeth.  Credo che lei possa aiutarci più di quanto può fare il pediatra.
-Credi che la febbre e l’anemia possano essere collegate?
- Non lo so…non lo so. So solo che in questo momento voglio fidarmi solo di Elizabeth.
- Sono d’accordo con te.
Eleanor  chiamò Elizabeth e le descrisse dettagliatamente i sintomi che aveva Isabel.
- Cosa devo fare? Dimmelo tu.
- Dovete portarla qui in ospedale.
-Oh,mio Dio…
- Ma non spaventarti…- Elizabeth si morse la lingua e desiderò di potersi rimangiare le parole che le erano appena scappate di bocca- Voglio solo ricoverare Isabel per un paio di giorni...per fare alcuni controlli.
- Credi che sia qualcosa di molto grave? Ti prego…ti prego Betty,dimmi la verità.
- Non credo che sia molto grave. Sarà sicuramente una semplice anemia. Analizzo subito il campione di sangue che le ho prelevato questo pomeriggio. Sono appena uscita dalla sala prelievi,ci sono state complicazioni con un esame…e non ho avuto un attimo libero. Altrimenti l’avrei fatto prima.
-Grazie mille,Betty.-sospirò - Arriviamo tra qualche minuto.
 

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Capitolo 5
*** Quarto capitolo ***


CHAPTER FOUR
 

 Elizabeth analizzò il sangue e scoprì che la diagnosi era giusta: Isabel aveva una malattia ematologica.
-Non è vero –pensò - non può essere. Ho sbagliato a fare le analisi.
E le fece altre cinque volte,ma non ci fu niente da fare:il risultato era sempre lo stesso. Uscì dal laboratorio e cercò Emma. La trovò in sala medicazioni e le chiese:
-Per favore,puoi venire un attimo in laboratorio?  Mi serve il tuo aiuto.
- Certo- la seguì- Che ti succede? Sembra che tu stia per scoppiare in lacrime.
-Spero di non farlo.
-Cosa ti serve?
-Per favore,devi analizzare questo sangue. L’ho già analizzato sei volte ma devo aver sbagliato qualcosa. Non può essere. Non a lei- Elizabeth scoppiò in lacrime e Emma la abbracciò.
-Non preoccuparti. Adesso ti aiuto. Perché piangi?
-Te lo dico dopo. Ora occupati di quelle analisi,per favore.
 Così,anche Emma analizzò quel sangue. Il risultato fu uguale a quello che aveva ottenuto Elizabeth.
-C’è una pancitopenia.- disse- Non avevi sbagliato niente.
-Non può essere.- Elizabeth si mise a piangere di nuovo- Non a lei…
- Calmati- le disse Emma abbracciandola ancora una volta- Di chi è questo sangue?
-E’ di Isabel Harris.
Emma impallidì e strinse Elizabeth più forte.
- Non piangere.-le disse- dobbiamo fare altri esami per confermare la diagnosi.
-Sì- Elizabeth si asciugò le lacrime- Servono una biopsia e un ago aspirato del midollo.
-Vuoi che vada a parlare con loro?
- No. Posso farlo io. Non preoccuparti per me,non pensarci più. Continua a fare quello che stavi facendo.
-Sicura? Vuoi che venga con te?
- No.
-Ho capito. Andiamo. Ti accompagno.
-Non c’è bisogno che mi accompagni.
-Oh,sì,invece. Questo caso  è molto importante per entrambe. Come sai,io tengo a Isabel quanto ci tieni tu e le voglio molto bene. Quindi,vengo con te.
-Ok…e…grazie mille.
-Di niente.

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Capitolo 6
*** Quinto capitolo ***


CHAPTER FIVE
 

Presero l’ascensore e si diressero al reparto Pediatria. Quando arrivarono nella stanza di Isabel videro che la bambina era profondamente addormentata e che Eleanor,seduta accanto a lei,le stringeva forte la manina.
-Ciao- disse Elizabeth – Da quant’è che dorme così?
-Da…da circa un quarto d’ora. Vuoi che la svegli?
-No,lasciala riposare.
-Ha la mano che scotta.. Devo preoccuparmi?
-No - intervenne Emma - Adesso le controllo la temperatura.
- Dov’è James?-chiese Elizabeth - Dobbiamo parlarvi.
-Sono qui- James entrò nella stanza e porse a Eleanor il caffè che aveva in mano- Volete un caffè ?
-No,grazie- Elizabeth si sedette vicino a  Eleanor e accarezzò Isabel sui capelli mentre Emma le rilevava la temperatura- Dobbiamo dirvi alcune cose.
-Parlate pure-disse James – Vi ascoltiamo.
-Dobbiamo sottoporre Isabel ad alcuni esami…e uno di voi due deve firmare il consenso…
-Non c’è nessun problema-si rivolse a Eleanor- Non è vero,tesoro?-Eleanor annuì- Ditemi dove devo firmare.
-Che esami sono?-chiese Eleanor- Sentirà dolore?
-Sarà anestetizzata. Dormirà e non sentirà nulla.
-E di che esami si tratta?
-Una biopsia e un ago aspirato del midollo osseo. In altre parole,un esame citologico e un esame istologico. Dobbiamo prelevare  un  campione di tessuto midollare e un pezzetto di midollo.
-Allora,ha una malattia.-Eleanor iniziò a singhiozzare.-Avevi ragione,come sempre.
-Non ne siamo sicure-intervenne Emma- Questi esami ci diranno se abbiamo ragione. Non piangere.
- E gli esami del sangue?-chiese James - C’è qualcosa che non va?
- Dall’emocromo risulta che Isabel ha una pancitopenia.
-Cosa vuol dire?
-Vuol dire che c’è una penuria delle cellule del sangue. Il midollo osseo di Isabel non produce abbastanza sangue-spiegò Elizabeth - Crediamo che sia per questo che ha questi sintomi. E’piena di lividi perché  ci sono problemi di coagulazione,ha il polso accelerato ed è pallida perché non ha abbastanza globuli rossi e  ha la febbre perché il suo sistema immunitario è debole a causa della leucopenia.  Ma non siamo sicure che lei abbia una malattia che coinvolge il midollo osseo. Dobbiamo fare quegli esami per saperlo.
-Ok.-disse Eleanor- Betty,dimmi dove devo firmare.
Emma le porse i moduli e Eleanor li firmò.
-Va bene- Emma sorrise debolmente- Ora che avete acconsentito,possiamo procedere.
- Quando le farete quelle analisi?-chiese Eleanor
-Domani mattina presto.
-E chi…insomma…chi gliele farà?
Elizabeth continuò ad accarezzare i capelli a Isabel per qualche secondo e poi disse:
- Ci penserà la dottoressa Miller. Non preoccupatevi,è bravissima. Isabel è in mani sicure.
Quando finì di parlare,si sentì una strana musichetta. ,
- Cos’è questa musica?-domandò James
-E’ il mio cercapersone- Elizabeth lo prese e lo spense- Vado a vedere cosa succede. Scusatemi. Torno subito.- e uscì dalla stanza

Spazio autrice: Prima di tutto devo ringraziare ancora una volta Fly per avermi fatto trovare il coraggio di pubblicare questa sottospecie di storia a cui,come credo che lei sappia,tengo tantissimo. Poi,devo ringraziare anche chi sta leggendo la storia e chiunque sarà tanto gentile da lasciare una recensione,che sarà sempre gradita.                     Liz

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Capitolo 7
*** Sesto capitolo ***



 

SPAZIO AUTRICE:  Ecco qui un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia e che sia abbastanza lungo. Ringrazio ancora una volta Fly,senza di lei non sarei mai riuscita a pubblicare questa storia. Poi devo assolutamente dire  "grazie,grazie grazie e ancora grazie" a tutte le persone che sono state tanto gentili da leggere la storia e da lasciare una o più recensioni,che mi ha fatto davvero tanto piacere leggere. Ringrazio chi ha inserito la storia nelle seguite e tutti coloro che la stanno leggendo. Spero che questo capitolo vi piacerà e che riuscirete a capire  ciò che io ho cercato di trasmettere nel capitolo riguardo al carattere di Elizabeth. Infatti in questo capitolo voglio solo  trasmettere l'idea che Elizabeth è molto insicura, non ha molta fiducia in se stessa e vuole solo il meglio per Isabel. Niente altro,nessun'altra strana idea. Inoltre Elizabeth ha un carattere molto fragile,per questo motivo si commuove e piange spesso. Spero che riuscirete a capire quello che  ho cercato di trasmettere con questo capitolo,spero di averlo scritto bene. Grazie ancora a tutti voi.                                          Liz
 

CHAPTER SIX

 Elizabeth tornò  da loro pochi minuti dopo. Era pallida in viso. Quando la vide,Eleanor si preoccupò.
-Che succede? Sei pallidissima. Ti senti bene?
Emma la fece sedere su una sedia e le fece bere un po’ d’acqua.
-Che succede?-le chiese
-Mi ha appena chiamato la dottoressa Miller.-spiegò Elizabeth - Ha detto che domani non può fare gli esami a Isabel. Ho contattato altri due specialisti bravissimi,ma anche loro sono impegnati. E dobbiamo fare quelle analisi al più presto. Non so più a chi rivolgermi. Sono disperata,loro tre erano i più bravi che conosco. Però…forse…Emma potrebbe farlo.
-Elizabeth,io non posso- ribatté Emma- Non sono specializzata in questo campo. Sono un’endocrinologa. Ho fatto questi esami pochissime volte. Potrei sbagliare…e….causare problemi a Isabel. Mi dispiace tantissimo,ma non posso.
-Oh, mio Dio!-esclamò Elizabeth - E adesso come faccio? Non so a chi chiedere…tutti gli specialisti più bravi che conosco non possono aiutarci. Che brutta situazione…
-Conosco una persona che fa al caso nostro.-intervenne Eleanor
-Ah,sì? E chi è?
-Tu
-Ma stai scherzando? Cioè…tu… tu…sei disposta ad affidare Isabel a me? Io…non posso. Ho paura di fare pasticci e di compromettere le sue condizioni. Non me la sento.
-Eleanor ha ragione.-intervenne Emma- Elizabeth,tu sei un’ematologa e…
-…e faccio schifo nel mio lavoro. In questo ospedale ci sono persone molto più brave di me.
-…e –continuò Emma,ignorando il commento di Elizabeth - fai questi esami quasi tutti i giorni. Sei perfetta. Non ci serve la Miller. Non ci serve un professore della Hopkins. Ci serve una brava ematologa. Ci serve la dottoressa Johnson. Ci servi tu,Elizabeth.  Questa bimba ha bisogno di te.
-Io non sono all’altezza. Non sono in grado. Non sono abbastanza brava. Isabel merita di meglio. Ha bisogno di qualcuno migliore di me.
-Su,Elizabeth. Non fare la bambina. Smettila di buttarti a terra. Tu sei  una ragazza molto in gamba,tu sei in grado di curare Isabel.
- Betty,ti prego-disse Eleanor- Ti prego,te lo chiedo per favore,abbi fiducia in te stessa. Ti prego,falle quelle analisi. Cerca di curarla. Ti prego. Cerca di capire che anche tu sei qualcuno,che anche tu sei in gamba come quelle persone che hai contattato. Ti prego.
-Ma…
Eleanor la ignorò e continuò a parlare:
- Domani mattina lei sarà spaventata. Sarà terrorizzata. Domani mattina, mentre le preleveranno un pezzo di midollo,lei  dormirà. Ma, anche se dormirà,sarà terrorizzata ugualmente.  Io e James non potremo entrare,noi non potremo stringerle la mano. Vorrei che domani lei non fosse spaventata,vorrei che lei non fosse chiusa in una stanza piena di estranei. Vorrei che domani,in quella stanza,insieme a lei,ci fosse una persona della famiglia. E chi può confortarla meglio di te? Lei ti adora,e tu lo sai. Ti prego,aiutala. Te lo chiedo per favore.
-Io…io.. ho paura. Non posso farlo. Non sono abbastanza brava- Elizabeth scoppiò in lacrime- Se sbaglio qualcosa e lei peggiora…io…mi dispiace…non posso. Contatterò la Miller e la supplicherò di venire domani.
- Ma,tesoro mio- Eleanor la abbracciò stretta- Tu non devi aver paura di niente. Non accadrà nulla. Andrà tutto bene. Devi avere fiducia in te stessa. Sai un sacco di cose. Sei molto brava e preparata. Hai molta esperienza. Non devi piangere. Calmati.
-Tieni- Emma le porse una tazza piena di camomilla- Bevi. Ti farà bene.
-No,grazie- e continuò a singhiozzare
- Se non la bevi,sarò costretta a farti un’iniezione di diazepam. Su,provaci. Almeno metà.
Elizabeth  bevve l’infuso in meno di due secondi.
-Grazie mille. Ora mi sento un po’ meglio.
-Aiuterai Isabel?
-Ehm…io…
- Betty,per favore. Ti prego…
Mentre parlavano,Isabel si svegliò.
-Mamma…-disse
Eleanor si avvicinò alla figlia
-Sono qui vicino a te,tesoro. Sono qui.
- Isabel - disse Emma- domani ti devono fare un paio di controlli.
-E me li fai tu?
-Non posso farteli io. Io non sono molto brava con quel tipo di controlli.
-E cosa devono controllarmi?
-Devono dare un’occhiatina a una sostanza che ha il compito di creare il tuo sangue.
-E mi fanno male?
 -Non sentirai niente. Ti faranno fare la nanna e non sentirai proprio niente. Te lo prometto.
-E chi mi fa questi controlli?
-Ancora non lo so.
- Hai detto che mi devono controllare il sangue?
-Sì,più o meno.
-E,allora, non può farlo la zia Betty? Lei conosce bene questo tipo di cose.
-Non lo so. –sospirò- Prova a chiederglielo tu.
Elizabeth arrossì e fulminò Emma con lo sguardo. Come avrebbe fatto a dire alla bimba che non si sentiva abbastanza preparata per sottoporla ai controlli,che credeva di non essere in grado di aiutarla,di non essere abbastanza brava? Elizabeth voleva molto bene a Isabel. La bimba,inoltre, la considerava come una seconda mamma, come una sorella maggiore,come una specie di modello da seguire e le diceva sempre che un giorno avrebbe voluto essere come lei.
-Zia Betty...- cominciò Isabel -puoi  farmi tu quei controlli,per favore?
Elizabeth le diede un bacino sulla fronte,fece un respiro profondo e disse:
-Beh…Isabel…io non sono molto brava…ci sono tante persone più brave di me…loro possono curarti meglio di quanto so fare io.
-Per me tu sai curarmi benissimo. Allora,mi fai quei controlli,per favore? Dai,per favore. Se me li fai,io…ehm…ti farò mangiare tutte le mie caramelle gommose.
Dopo queste parole,Elizabeth capì che non poteva più tirarsi indietro,che doveva avere un po' di fiducia in se stessa e che non doveva permettere alle sue insicurezze di fermarla. Elizabeth,finalmente, capì che tutti avevano fiducia in lei,anche(e soprattutto)la stessa Isabel,che in quel momento le stava sorridendo e,a modo suo,stava cercando di farle capire che si fidava di lei,di lei e di nessun altro. - Tesoro mio…- balbettò Elizabeth,commossa dalle parole della nipotina-…oh,piccola mia…
-Zia Betty,perché piangi? Non volevo farti piangere. Scusami tanto.
-No,tesoro. Non devi scusarti. Non mi hai fatto niente.-la abbracciò- Ti voglio un sacco di bene. Ti voglio davvero un mondo di bene.
-Anch’io te ne voglio tantissimo, zia.
-Cerca di dormire.-si asciugò le lacrime e le diede un bacio sulla guancia- Domani ti dovrò sottoporre a quei controlli. Ma adesso non pensarci. Riposati.
-Allora,vuoi dire che domani i controlli me li fai tu?
-Certo,Izzie. Te li farò io. Cerca di fare la nanna, adesso. Domani devi essere in forze.
Eleanor le cantò una ninna-nanna e la bambina si addormentò all’istante.

 

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Capitolo 8
*** Settimo capitolo ***


CHAPTER SEVEN

Quando Isabel si svegliò era mattina presto. Eleanor le teneva la mano sinistra e  James le stringeva  la destra.
-Mamma…-disse
-Buongiorno, tesoro- Eleanor le diede un bacio sulla guancia- Hai dormito bene?
-Sì. E tu?
-Abbastanza bene.
- Dov’è Emma?
-  A casa. Insieme alla zia Brooke.
-Hai chiamato la zia Hannah?
-Sì.  Ha detto che fra un po’ viene a trovarci.
-Quando mi devono fare quei controlli?
-Tra pochi minuti- Emma entrò nella stanza- Adesso ti porto in sala prelievi. Non preoccuparti,fra un po’ sarà tutto finito.
- Dov’è la zia Betty? Me li fa lei i controlli,vero?
-Sì. E’ già di là ad aspettarci. Saluta mamma e papà.
-Li rivedrò presto?
-Prestissimo. Quando ti sveglierai sarai qui con loro. Te lo prometto. 
Isabel,rincuorata,salutò Eleanor e James e si fece portare in sala prelievi senza fare storie.
Raggiunsero la sala prelievi pochi minuti più tardi. Elizabeth era già lì ad aspettarle. Era nervosa,molto nervosa. Nonostante questo, quando vide Isabel le sorrise da sotto la mascherina bianca che portava.
-Ti ho portato la nostra principessina- Emma entrò nella sala,si scambiò un'occhiata con Elizabeth e le sorrise- Sono sicura che la tratterai benissimo.-le fece l'occhiolino- Ora devo andare.-si avvicinò alla porta- Ci vediamo più tardi.
- A più tardi,Emma - disse Elizabeth- Grazie mille per aver portato qui Isabel.
- Non devi ringraziarmi. Ci vediamo più tardi,Liz. Ciao Isabel.-sorrise ancora una volta e poi si chiuse la porta alle spalle.
 Elizabeth fece un respiro profondo  e poi si avvicinò al lettino sul quale era distesa Isabel.
-Buongiorno,Izzie- si tolse la mascherina e le diede un bacio sulla guancia. Poi se la infilò di nuovo- Come stai? Hai freddo?
-Ho paura.
- Tesoro mio,non devi averne. Non c’è niente di cui spaventarsi.- le prese la manina e gliela strinse forte- Adesso ti farò dormire per un po’,e quando ti sveglierai sarà tutto finito.
Isabel guardò Elizabeth, con un'espressione spaventata. Riusciva a vederle solo gli occhi,occhi azzurri identici ai suoi e a quelli di Eleanor. Poteva vederle soltanto gli occhi. Infatti,ovviamente,in quel momento Elizabeth portava una mascherina che le copriva il naso e la bocca. Inoltre,portava una cuffietta in testa. Era la sua cuffietta preferita, una cuffietta rosa pastello con alcuni fiori di ciliegio disegnati di qua e di là. Le piaceva molto e le aveva sempre portato fortuna,fin dall'inizio della sua ancora breve carriera.
- Zia...-cominciò Isabel
- Sì?  C'è qualche problema,piccolina? Hai bisogno di qualcosa?
-Perché sei vestita in modo  così strano? Assomigli ai personaggi di Grey’s Anatomy.
-Davvero? Grazie per il complimento. - Elizabeth arrossii lievemente per pochi secondi -Sono vestita così perché devo farti quei controlli. Quando finiamo di controllarti,ritorno ad essere la zia di sempre.
- Non spaventarti. Sai tante cose,e ,per me,sei la più brava dottoressa del mondo.
-Grazie,tesoro. Stai tranquilla,non ho più tanta paura.-prese una mascherina e la infilò a Isabel - Ora,devi fare un bel respiro per favore.
-Dottoressa...- disse l’anestesista che era lì presente, alcuni minuti più tardi- La bambina  è pronta-le tolse la mascherina -E’ anestetizzata. Può cominciare.
-Ok.  Per favore,aiutatemi a farle cambiare posizione.-  girarono Isabel a pancia in giù in pochi minuti-  Facciamo prima l’ago aspirato,e poi la biopsia.
Elizabeth prese l’ago e prelevò del tessuto midollare dalla cresta iliaca di Isabel
- Mandate subito questo tessuto in laboratorio. –si rivolse a una sua collega che era nella stanza- Stella,puoi pensarci tu,per favore?
-Certo,Elizabeth - Stella prese il campione da analizzare- Lo porto subito- e si allontanò
-Grazie mille.- Elizabeth mise a posto l’ago e prese una strana siringa con la quale prelevò un altro po’ di midollo osseo.
-  Qualcuno porti ad analizzare anche questo,per favore-e affidò il campione a un altro suo collega,che si diresse al laboratorio veloce come un fulmine- E anche la biopsia è fatta. Dobbiamo suturare la ferita,adesso.

SPAZIO AUTRICE: Ecco qui un nuovo capitolo. Spero che non vi abbia annoiati troppo. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che stanno leggendo questa sottospecie di storia e tutti coloro che sono tanto gentili da recensirla e farmi sapere cosa ne pensano. :)      Liz

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Capitolo 9
*** Ottavo capitolo ***


CHAPTER    EIGHT
 

Quando Isabel si svegliò era nella sua stanza insieme a Eleanor e a James,proprio come le avevano promesso. Era di nuovo nella sua stanza,una stanza dalle pareti rosa  con alcuni fiori colorati dipinti sul soffitto.
- Isabel - disse James,appena si fu accorto che la bimba era sveglia - Come ti senti?
-Bene,papà.
-Vuoi qualcosa da mangiare?
-Non ho molta fame.
Eleanor le diede una bacio sulla fronte.
-Senti dolore da qualche parte,tesoro?
-Non mi fa male niente. Mi hanno controllato il sangue?
-Sì,ti hanno fatto quei controlli. Adesso stanno osservando quella sostanza che ti hanno prelevato.-sorrise- La zia Betty ha detto che sei stata bravissima in quella sala.
In quel momento,Hannah entrò nella stanza e corse ad abbracciare Isabel.
-Scusate se sono arrivata solo adesso-disse,quando l’abbracciò si sciolse- ma ci sono stati problemi con l’aereo.
-Non preoccuparti-disse Eleanor,abbracciandola- Grazie per essere venuta.
- Non mi devi ringraziare,lo sai. E’ mio dovere essere presente e aiutarvi-porse a Isabel una busta colorata- Aprila. Credo che ti piacerà.
Isabel aprì la busta e rimase a bocca aperta per la contentezza.
-Wow!-esclamò- Un orsetto di peluche  come Teddy! Mi piacciono tanto gli orsetti di peluche. Grazie mille,zia.
-Di niente.
- Dov’è lo zio Andrew?
-Arriva domani mattina. Oggi non è potuto venire,è molto impegnato con il lavoro.-sospirò- A proposito di lavoro,che fine ha fatto Elizabeth? Non l’ho ancora salutata.
-Sta facendo una visita-e Emma entrò nella stanza- Ha detto che fra un po’viene qui da voi.
-Ciao Emma- disse Hannah- come stai?
-Bene. E tu?
-Benissimo. Dai,fatti abbracciare. Sei una di famiglia ormai.
-Se proprio insisti…-replicò Emma,fingendo un'aria scocciata.
Il volto di Hannah si oscurò
  Emma rise.
-Sto scherzando,sciocchina!- esclamò, abbracciandola.
 Mezz’ora più tardi Elizabeth finì la visita e andò a trovare la nipotina. Appena entrò nella stanza,corse a salutare Hannah.
-Quando sei arrivata?-le chiese
-Circa mezz’ora fa. Come sta Isabel?
-Stiamo ancora aspettando i risultati degli esami. Spero che non sia niente di grave.-il  suo cercapersone suonò e lei lo spense-  Gli esami sono pronti. Vado a ritirarli. Torno fra un attimo.
Quando Elizabeth lesse i risultati delle analisi,impallidì. Eleanor se ne accorse e chiese:
-Perché sei diventata bianca? Dobbiamo preoccuparci?
Elizabeth fece leggere il foglio a Emma  e  entrambe si scambiarono uno sguardo preoccupato.
-Che succede?-chiese James- E’ una cosa grave?
Elizabeth e Emma continuarono a scambiarsi occhiate preoccupate. Non risposero.
-Su, parlate-le implorò Eleanor- Diteci cosa c’è che non va.
Elizabeth vinse la paura e spiegò:
- I risultati delle analisi dicono che Isabel ha un’anemia aplastica. In pratica è uguale alla pancitopenia.Il suo midollo osseo non riesce a produrre sangue.
-E’ una malattia genetica? – domandò Eleanor- Sono stata io a trasmettergliela?
-Non è una malattia genetica,tu non c’entri. Non è colpa tua.
-E come…come si cura?
-Con il trapianto di midollo osseo. Inizio subito a cercare un donatore nel registro.
- Perché devi cercare un donatore? Io e James non siamo compatibili?
-E’improbabile. Siete compatibili solo a metà. Comunque è meglio che vi faccia fare delle analisi per verificare se c’ è compatibilità,o meno.-porse loro due moduli- Dovete firmare il consenso ai test.-andò vicino alla porta- Rifletteteci un po’ su mentre io vado a prendere il sangue per la trasfusione.
In poco tempo,Elizabeth trasfuse a Isabel due unità di 0 negativo e le somministrò dell’eritropoietina in modo da incrementare la produzione di globuli rossi.
Quindici minuti più tardi andò a parlare con Eleanor. La vide subito.  Era seduta su una delle poltroncine azzurre presenti nella sala d’aspetto dell’ospedale e aveva un caffè tra le mani.
-Ciao- le disse-Hai bisogno di qualcosa?
- No,grazie-le porse i moduli di consenso alle analisi- Abbiamo firmato. Potete procedere quando volete.
-Va bene.-prese una sedia e si sedette di fronte alla sorella- Dov’è James?
-E’ andato a vedere come vanno le cose a casa. Credo che tornerà fra poco.
- E  Hannah?
-Fuori a telefonare. Qui dentro non prende. Dov’è Isabel? Come sta? Posso vederla?
-Isabel è  di là insieme a Emma. Le ho trasfuso due unità di sangue intero,i valori dovrebbero salire.
-Ma allora perché serve il trapianto? Non si possono usare le trasfusioni?
-Il trapianto è la soluzione più logica e duratura. Se non lo facciamo, Isabel avrà bisogno di trasfusioni di sangue settimanali,di iniezioni di fattori di crescita. E dovrà stare lontana dal mondo esterno perché le sue difese immunitarie saranno ridotte al minimo e quindi,il contatto con un qualsiasi germe potrà causarle un’infezione.
-Ma…ma lei non sentirà dolore quando le darete il nuovo midollo,vero?
-E’ vero. Il midollo del donatore verrà impiantato nel corpo di Isabel tramite una flebo e,se tutto va bene,lei guarirà completamente.
-Posso vederla?
-Certo.

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Capitolo 10
*** Nono capitolo ***


CHAPTER NINE
 

Il giorno dopo Elizabeth sottopose Eleanor e James a un prelievo di sangue in modo da verificare se erano donatori compatibili.
-Bene-disse,quando finì col prelievo-  Faccio portare subito questi campioni in laboratorio. Dovremmo avere i risultati fra un paio d’ore.  Comunque quando saranno pronti mi avviseranno.
-E…e cosa succede se noi due non siamo compatibili?-chiese Eleanor
-Dovrò cercare un donatore nel registro.-sorrise ancora una volta,cercando di rincuorare la sorella- Adesso non ci pensare. Aspettiamo l’esito delle analisi.
-Possiamo tornare da lei?
-Certo Venite con me.
 
In un attimo si fece sera. Elizabeth stava facendo una sutura al pronto soccorso quando il suo cercapersone  suonò. Le analisi finalmente erano pronte. Elizabeth sorrise.
- Bene,signorina Williams- disse alla sua paziente,mettendole un cerotto sulla sutura- Ora la sua mano è a posto.
- Grazie dottoressa.
-Non deve ringraziarmi- si alzò dalla sedia su cui era seduta- Stia ben attenta a non sporcare o bagnare la medicazione per un paio di giorni. E poi torni qui fra una settimana e le toglieremo i punti.
Elizabeth congedò la paziente e si tolse i guanti. Poi scese in laboratorio per ritirare le analisi. Una volta che i tecnici gliele ebbero consegnate,andò a trovare Isabel,sperando che i test dessero risponte positive.

-Allora,cosa dicono quei fogli?-chiese Eleanor- Siamo compatibili o no?
-Li sto aprendo,un attimo- li aprì e li lesse.
-Allora?
-Purtroppo non c’è compatibilità. Inizio a cercare un donatore.  
E così,Elizabeth iniziò la ricerca. Era mezzanotte e ancora non aveva trovato quello che cercava.
-Hey,come va?-disse Emma entrando nella stanza- Trovato qualcosa?
-Purtroppo- sbadigliò- ancora no.
-Tieni-le porse un  caffè - Ti tirerà un po’ su.
-Grazie mille- lo prese e ne bevve un sorso- Se non ci fossi tu non so come farei.
-Oh,smettila di farneticare.
-Come sta Isabel?
-Sono appena passata a trovarla. Sta dormendo come un angioletto,almeno lei.
-Perché? Eleanor e James non stanno dormendo?
- Sono stanchissimi ma non vogliono chiudere occhio. 
- Devo convincerli ad andare a riposare. Hanno avuto una giornata pesante e si sono sottoposti a vari esami. Hanno bisogno di dormire per qualche ora.
-A dire la verità,secondo me,anche tu ne hai bisogno.
-Non preoccuparti per me. Sono abituata. E’ da quando avevo tredici anni che mi metto a letto a quest’ora.
- E che cosa facevi a tredici anni fino all’una di notte?
- I compiti. E nonostante studiassi come una matta prendevo sempre voti più bassi di quelli di Matthew e Jane. - sospirò- Comunque non fa niente,il passato è passato. Ho realizzato il mio sogno ed è questo quello che conta.
-Sì,mi ricordo che studiavi sempre anche durante l’intervallo. Ti chiamavano…
-“Betty la secchiona”. Sì,me lo ricordo. Essere chiamata in quel modo mi faceva…
Ma non fece in tempo a finire la frase perché i loro cercapersone suonarono.

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Capitolo 11
*** Decimo capitolo ***


CHAPTER TEN
 

SPAZIO AUTRICE:  Ringrazio ancora una volta tutti coloro che stanno leggendo questa sottospecie di storia e coloro che sono tanto gentili da lasciare qualche recensione. Grazie mille!:) Detto questo: buona lettura! Spero che vi piacerà,almeno un po'. ;).             Liz


-E’ Deborah - disse Emma- Era con Isabel.
Elizabeth sbiancò e non si mosse.
-Su,vedrai che non sarà nulla di grave. Forza,andiamo a vedere di cosa hanno bisogno.
Così si diressero al reparto Pediatria ed entrarono nella stanza di Isabel.
 L’infermiera corse loro incontro  e disse,con voce agitata: 
-Ha una forte emorragia al naso e al braccio. Non so come abbia fatto  a ferirsi. Sta perdendo molto sangue.
-Può anche essere un fatto che non dipende da Isabel. Può essersi graffiata senza volere.-Elizabeth sospirò- e nelle sue condizioni anche un graffio piccolissimo può diventare una cosa grave.-si avvicinò al letto della bambina-Quando ha cominciato a sanguinare?
-Circa cinque minuti fa.
Solo in quel momento,Elizabeth si guardò intorno e vide che Eleanor era seduta in un angolo della stanza e singhiozzava forte,mentre James cercava di consolarla. Allora le si avvicinò  e le disse,col tono più dolce che riuscì a trovare:
-Mi dispiace tantissimo,ma è meglio se uscite di qui. Non vi preoccupate, so cosa fare. Quando  avremo finito,vi avviserò-si rivolse all’infermiera- Deborah - le disse- Per favore,portali nella stanza del medico di guardia. Hanno bisogno di dormire.  Ah,e,per favore,cerca di fare in modo di far mangiare loro qualcosa.
-Certo,dottoressa.- l’infermiera uscì dalla stanza.
-Seguite Deborah - continuò Elizabeth guidandoli fuori dalla porta- E state tranquilli. Isabel è in buone mani.
Quando Eleanor e James se ne furono andati,Emma e Elizabeth presero in mano la situazione. Elizabeth si avvicinò a Isabel,che era spaventatissima e stava piangendo.
-Zia Betty… -chiese- che cosa mi sta succedendo? Dove sono mamma e papà?
-Adesso tornano. –Elizabeth cercò di sorriderle e le  prese la manina-Non preoccuparti,non ti sta succedendo niente di grave. Fra un attimo sarà tutto finito.
- Elizabeth - intervenne Emma- non sarebbe meglio addormentarla prima di intervenire ?
-Sì. E’una buona idea.
- Zia…-singhiozzò Isabel,spaventata- Cosa sta succedendo? Ho tanta paura…
- Tesoro mio…stai tranquilla,non è niente.-le diede un bacio sulla guancia- Adesso ti facciamo fare la nanna,ok? Non aver paura. Non è niente,piccola mia. Va tutto…va tutto bene,tesoro.
-Dici davvero?
-Certo che dico davvero.-le fece l’occhiolino- Non aver paura. Sei pronta per fare la nanna?
-Mi prometti che quando mi sveglierò non avrò più la bua forte?
-Te lo prometto,piccola.- le sorrise- Ora sei pronta per fare un sonnellino?
-Mi…mi abbracci? Ho…ho paura…
-Non devi spaventarti, piccolina. Non è niente.-la strinse forte a sé per alcuni secondi- Va tutto bene. Adesso mentre tu fai la nanna,io sistemo tutto usando i miei superpoteri.
-Lo prometti?
-Lo prometto.-le baciò la fronte- Ora però devi fare la nanna,Izzie. Altrimenti io non posso usare i poteri magici delle fatine gentili.
-Perché?
- Perché…mmm.. perché i bambini non possono stare svegli mentre le fatine gentili usano i loro poteri magici…altrimenti le fatine perdono i superpoteri e non li riacquistano mai più.
-Allora voglio fare la nanna subito- la bimba prese la mano a Elizabeth e poi la guardò negli occhi,con un’espressione fin troppo seria per la sua età- Non voglio che perdi i tuoi poteri. *
-Se fai un sonnellino,non li perderò- le fece l’occhiolino- Sei pronta?
-Sì,zia.
- Bene.-si rivolse a un’infermiera - Somministrate una dose pediatrica di Midazolam e una di etomidate.
 Le infermiere le somministrarono le medicine che Elizabeth aveva appena citato e Isabel si addormentò dopo pochi secondi dalla somministrazione.
-Bene -Elizabeth si infilò un paio di guanti e Emma fece lo stesso- Ci servono…direi…due unità di 0 negativo.
- E molte garze e bende- aggiunse Emma 
  In pochi minuti le infermiere portarono loro quello che avevano chiesto. Emma fece la trasfusione  e Elizabeth cercò di fermare l’ emorragia facendo pressione sulle ferite con le garze.
-Ho finito con  la trasfusione- Emma si avvicinò a Elizabeth – Ti serve aiuto?
-Sì,per favore,aiutami  con queste ferite- Elizabeth buttò nel cestino l’ennesima garza insanguinata- Maledizione!-esclamò- Non si ferma,sta risputando fuori tutto il sangue che le stiamo dando con la trasfusione.-prese un’altra garza e continuò a premere sulla ferita.- Ci serve un’altra sacca di 0 negativo.
- Vado subito a prendertela- Emma cercò di tranquillizzare Elizabeth – Ce la possiamo fare. Possiamo fermare l’emorragia.
-Lo spero-continuando a premere sul graffio,baciò la bimba sulla fronte- Scotta.
-Le rilevo la temperatura- Emma le misurò la febbre- Dovremo lavorare più in fretta nelle ricerche.
-Perché?
-Ha 40 di febbre. Vado a prendere il sangue e poi le somministro gli antipiretici. Sta’ tranquilla.
Pochi minuti dopo Emma rientrò nella stanza portando quello che le serviva.
-Vorrei aiutarti-disse Elizabeth - ma non posso spostare le mani.
-Non ti preoccupare. Adesso le somministro il Tylenol e la temperatura si abbasserà. Stai tranquilla,Liz. Andrà tutto bene
 Emma   fece a Isabel una flebo di antipiretici 
- Le ho attaccato la flebo. Ti posso aiutare con qualcos’altro?
- Puoi cercare di fermare l’epistassi,per piacere?- buttò nel cestino un’ altra  garza usata-Devo suturare questo taglio. Non c’è altra soluzione.
-L’epistassi va un po’ meglio. Vuoi che mi occupi io  di quella sutura?
-No-  sorrise- Sto bene. Posso farlo io-prese un kit per le suture e cominciò a ricucire la ferita- Un attimo e ho finito.
-Bene- le somministrò una flebo di antipiretici- Dovrebbero far scendere la temperatura.
-Grazie dell’aiuto. Va a riposare un po’.
-Tu ne hai bisogno più di me.
-Devo continuare la ricerca- sospirò- anche se vorrei restare qui con Isabel.
*errore volontario

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Capitolo 12
*** Undicesimo capitolo ***


CHAPTER ELEVEN


 

In quel momento,entrò l’infermiera.
- Dottoressa- chiese a Elizabeth- devo far venire i genitori della piccola?
-Stanno dormendo?-chiese Emma
-Sì. Li chiamo?
-Non chiamarli,lasciali dormire.
-Sì,dottoressa-e uscì dalla stanza.
-Ma Isabel non può restare qui da sola-obiettò Elizabeth - Tu devi andare a riposare e io devo continuare la ricerca.
-No,ti sbagli-sorrise- non sono stanca. Non ho bisogno di dormire. Quindi,adesso io vado a continuare la ricerca,mentre tu resti qui con Isabel.
-Ti ringrazio molto,ma io in questo momento sono il suo medico. E,in quanto suo medico,devo fare di tutto perché lei stia meglio.
-Sono d’accordo. Ma,oltre ad essere suo medico,sei anche sua zia-sorrise- e adesso devi comportarti come tale.
-Ma non posso stare qui a non far niente. Significherebbe non prendermi cura di lei.
- Ti stai sbagliando di nuovo. Standole vicino la aiuteresti. E molto.-si diresse verso la porta-Resta qui con lei. Sta’tranquilla,penso io a tutto il resto-uscì dalla stanza.
Elizabeth prese una sedia e si sedette accanto al letto di Isabel. Le prese la manina e gliela strinse forte,poi le diede un bacio sulla fronte.
-Gli antipiretici non stanno funzionando-pensò guardando la flebo ormai piena a metà- se fra mezz’ora non ci sarà nessun cambiamento,dovrò darle qualcosa di più forte.
In quel momento, Isabel si svegliò e si guardò intorno,con aria confusa.
-Ciao, tesoro-le disse Elizabeth- Hai dormito bene?
-Sì.-si guardò intorno di nuovo con aria ancora più confusa- Cosa mi è successo? Ho la bua molto forte?
-No,non avere paura-sorrise- Stai molto meglio di prima adesso.
-Dove sono mamma e papà?
-Sono di là a fare la nanna.
- E cos’è questa strana cosa che ho sul braccio?-indicò la sutura che Elizabeth le aveva fatto qualche minuto prima- Fa paura
-Non è niente di cui spaventarsi-si alzò dalla sedia e prese un cerotto colorato da una scatola lì vicino- E’ carino questo cerotto,non è vero?
-Sì,è bellissimo. Ci sono tutti i colori dell’arcobaleno.
-Sono contenta che ti piaccia.-lo mise sulla sutura- Adesso ti fa paura?
-No,neanche un po’. Dov’è la mamma?
- Te l’ho detto,è di là con papà a fare la nanna.
Isabel guardò di nuovo Elizabeth con un'espressione spaventata e ancora più confusa rispetto alle precedenti.
-Ma sto più male di prima?
-No,stai tranquilla.-le sorrise di nuovo- Stai molto meglio.
-Zia Betty,perché mi stai dicendo bugie?
-Bugie? Tesoro,non ti sto mentendo. E’ la verità. Stai davvero molto meglio.
-Non è vero! Sei cattiva e bugiarda!
- Izzie,tesoro,ma perché non mi credi? Non ti sto mentendo,dico davvero.
-No,invece! Mi stai raccontando bugie!
-E cosa ti fa pensare che io ti stia dicendo bugie?
-So che mi stai dicendo bugie perché…
-Perché?
-Perché sei qui insieme a me,e quando sei insieme a me,vuol dire che ho la bua molto forte.
-No,tesoro-le accarezzò i capelli- Credimi,ti stai sbagliando. Sono qui con te perché voglio farti compagnia. E’solo per questo motivo,credimi. Stai molto meglio.
-E...e...allora perché hai addosso il camice bianco?
-Perché non ho ancora potuto…aspettami qui. Torno fra due secondi.
Quando Elizabeth rientrò nella stanza indossava gli abiti con i quali era arrivata la mattina. Il camice bianco e la divisa blu scuro che aveva indossato fino a qualche minuto prima erano spariti,per lasciare posto ad un abbigliamento meno serio e un po' più elegante. In quel momento,infatti, Elizabeth portava una camicia bianca molto semplice, che si intravedeva appena da sotto un maglioncino lilla a maniche lunghe con uno scollo a V, e un paio di jeans neri,anche essi molto semplici. Inoltre, aveva lasciato nello spogliatoio anche le sue sneakers bianche e rosa per sostituirle con un paio di lunghi stivali neri in finta pelle e con poco tacco,dei quali si riusciva a vedere solo l'ultima parte,in quanto erano coperti dai jeans. L'unica cosa che Elizabeth non aveva cambiato era la pettinatura: i suoi lunghi capelli biondi erano raccolti nella stessa ordinata coda di cavallo legata da un elastico viola,nello stesso modo in cui li portava sempre quando lavorava.
-Va meglio adesso?-chiese,avvicinandosi a Isabel- Ora mi credi?
- Mi fai meno paura così.- la bimba sorrise- E’ vero che non stai lavorando adesso?
-Sì,tesoro.-le si avvicinò- Adesso non sono la dottoressa Johnson. Adesso sono solo la zia Betty.
-Quando potrò uscire da qui?
-Fra un po’-le rimboccò le coperte e le diede un bacio sulla fronte- Ma adesso non pensarci. Cerca di dormire un altro po’.
-Non ci riesco.
-Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?
-Voglio la ninna-nanna.
-Va bene.-si diresse verso la porta- Vado a chiamare la mamma.
-No,non la chiamare. Non puoi cantarla tu?
-La conosco a memoria,ma non sono molto brava.
-Non fa niente. Dai,per favore,provaci.
Elizabeth,allora,fece un respiro profondo e iniziò a cantare la canzone,facendo addormentare la bimba in poco tempo. Le prese di nuovo la mano e gliela strinse più forte che poteva.
-Non lasciarmi,tesoro mio- le accarezzò i capelli ancora una volta- Non lasciarmi mai.
Pochi minuti più tardi,Emma entrò nella stanza.
-Hey,come va?-le chiese- Come sta?
-Gli antipiretici non stanno funzionando-si alzò dalla sedia- Devo darle qualcosa di più potente.
- Sta’ ferma lì. Lo faccio io. –le cambiò la flebo- In questo momento tu non stai lavorando,quindi non puoi occuparti né delle flebo né di qualsiasi altra cosa di quel genere.
- Devo stare qui a non far niente e a guardarla peggiorare,ho capito.-sospirò- A cosa serve essersi ammazzata di lavoro per raggiungere un obiettivo,se quando lo hai raggiunto e sei in grado di aiutare le persone,non puoi salvare la vita a chi ami?-alzò un po’ la voce- A cosa serve? Dimmelo!
Emma prese un’altra sedia e si sedette vicino a Elizabeth.
- Calmati. Scusami,non volevo farti arrabbiare.
-Non fa niente- Elizabeth era sul punto di piangere- Mi è passato tutto. E’ solo che… non sono arrabbiata con te. Izzie sta malissimo e io non sto facendo niente per aiutarla,ma che razza di persona sono? Cosa ho che non va?
- Questa cura la farà stare meglio. - Emma guardò Elizabeth dritto negli occhi- Tu come stai?
-Sto bene.
-Sei proprio sicura?
Elizabeth scoppiò in lacrime.
-Lo sapevo- Emma la abbracciò- Su,sfogati pure quanto vuoi.
Elizabeth continuò a singhiozzare per più di dieci minuti,poi Emma le chiese:
-Che è successo? Ti hanno detto qualcosa?
-Prima…prima Isabel…
-Cosa ha fatto?
- Lei…lei…mi ha detto che le…che le faccio paura e…e poi mi ha chiamato cattiva e bugiarda e mi ha detto che quando sono con lei,sono lì perché le sue condizioni sono molto gravi- singhiozzò ancora più forte- Non voglio che lei mi veda come una persona cattiva…come una persona della quale avere paura…o…o-continuò a piangere- come una persona che non le vuole bene. Io…io gliene voglio moltissimo…ma lei mi vede come una specie di mostro che le vuole fare del male. Non…non voglio che lei mi veda così.- e continuò a singhiozzare forte.
- Elizabeth - Emma stava cercando di consolarla- sono sicura che Isabel ha detto queste cose solo perché era stanca e spaventata. So che non le pensa veramente. So che si scuserà e so che ti vuole un bene dell’anima. Credimi.-sciolse l’abbraccio- Stai un po’ meglio adesso?
-Sì. Grazie dell’aiuto
-Di niente- si avvicinò alla porta- Vado a continuare la ricerca. Se hai bisogno di me sono di sotto.
-Vuoi che continui io?
-Il tuo posto è qui.-uscì dalla stanza
Pochi minuti dopo Isabel si svegliò una terza volta.
-Zia Betty - disse- Che ti succede? Perché piangi?
- Non sto piangendo,tesoro.
-Invece sì.
Elizabeth si asciugò le lacrime.
-Adesso non sto piangendo più. Non ti preoccupare per me. Sto bene.
- Mi dispiace per quelle brutte cose che ti ho detto prima. Non dicevo per davvero. Non ti volevo fare piangere.
-Lo so,tesoro. Non ti devi scusare.
-Ti voglio tanto bene,zia. Te ne voglio proprio tanto tanto.
-Anch’io te ne voglio,Izzie. Te ne voglio tantissimo.
-Zia,puoi farmi un favore?
-Certo,piccola mia. Cosa ti serve?
- Voglio che vai a fare la nanna. Lo so che sei tanto stanca. Vai a dormire un po’,resta l’infermiera qui con me.
-Grazie per il consiglio-le accarezzò i capelli per l’ennesima volta.- Ma non sono stanca. Non ti voglio lasciare qui da sola.
-Dai,per favore,vai a fare un sonnellino. Sono triste se vedo che sei stanca. Non pensare a me. Sto tanto bene qui.
-Non posso lasciarti da sola. Starei male se lo facessi.
-Secondo me puoi riposarti senza lasciarmi da sola-sorrise- Sali sul mio lettino,stenditi accanto a me. Dai,vieni,ti faccio posto.
-Sei testarda come la tua mamma e come tua zia- Elizabeth sorrise e si sdraiò accanto alla nipotina- Anche loro non si arrendono mai.
-Come quale zia?
-Come tutte e due- Elizabeth abbracciò Isabel e lei fece lo stesso- Ora cerchiamo di dormire.
E dopo qualche minuto si addormentarono. Così,una abbracciata all’altra.

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Capitolo 13
*** Dodicesimo capitolo ***


CHAPTER TWELVE
 

Quando,la mattina dopo,Elizabeth si svegliò,vide che Isabel non era accanto a lei. Si spaventò e chiese a un’infermiera che era lì vicino:
-Lorraine,dov’è Isabel?
-L’hanno portata in sala operatoria  un’ora fa.
 -In sala operatoria?!-Elizabeth era preoccupatissima e cominciò a sudare freddo- E perché? Perché non mi avete svegliata?
-Aveva un’ emorragia interna. Stanno cercando di fermarla.
-In quale sala la stanno operando?
-La due.
Senza farselo dire due volte,Elizabeth si cambiò e si precipitò verso le sale operatorie.
 Quando cercò di entrare nella sala dove stavano operando Isabel,Emma le corse incontro
- Elizabeth – disse- mi dispiace tantissimo,credimi.  Non posso farti entrare.
-E per quale motivo?
-Sei troppo coinvolta.
- Devo entrare. C’è mia nipote lì dentro.
-E’ proprio per questo che non puoi entrare.
-Ma…ma tu stai assistendo soltanto. Chi la sta operando?
-La dottoressa Brenner. E Charlotte sta assistendo insieme a me.
-Charlotte?  E chi l’ha chiamata?
Improvvisamente una donna bellissima dall’aria molto distinta,apparve accanto a Elizabeth. Si trattava della dottoressa Charlotte Miller,ovvero il primario di Ematologia dell’ospedale.
-Ciao Elizabeth - disse- Sono venuta perché i genitori della bambina mi hanno chiesto di occuparmi di questo caso. Credono che tu ti stia stancando troppo.
- Ma…
-Dottoressa Miller - una specializzanda le si rivolse con aria spaventata- il cuore della bambina è in arresto.
Charlotte  si avvicinò a Isabel mentre Elizabeth osservava la scena senza riuscire a muoversi,pietrificata dalla paura.
-Datemi le piastre-ordinò- Ok. Carica a 200-grazie all’azione delle piastre cariche e il petto di Isabel si alzò e poi ricadde- Nessun battito. Carica a 260!
Elizabeth,intanto,stava singhiozzando in un angolo,proprio come stava facendo Eleanor la notte prima. Emma si avvicinò e le disse:
-Mi dispiace ma non puoi rimanere. Esci subito di qui,per piacere.-la accompagnò fuori dalla porta- Ti terrò informata,promesso- e si chiuse la porta alle spalle.
Elizabeth rimase ferma lì,in piedi nel corridoio delle sale operatorie,per cinque minuti buoni.  Dopo qualche altro minuto si diresse al reparto nel quale lei lavorava, e continuò a cercare un donatore compatibile con Isabel.
-Ma come diavolo ho fatto a non accorgermene…-pensava mentre cercava- Avrei dovuto capire che aveva un’emorragia interna. Se l’avessi capito prima,forse adesso lei non si troverebbe sotto i ferri- non riuscì più a trattenersi e cominciò a singhiozzare,inzuppando di lacrime tutti i documenti- Perché non me ne sono accorta…
Un’ora dopo, la ricerca non aveva dato nessun esito. Elizabeth,improvvisamente, ricordò che c’era un’altra cosa di cui si era dimenticata,una cosa che forse avrebbe potuto cambiare la situazione in meglio.

Spazio autrice: So che è un capitolo corto, ma spero che vi piacerà,almeno un po'. Ho scelto di postarne uno così corto per cercare di suscitare la vostra curiosità e spero di esserci riuscita. Ringrazio infinatamente tutti coloro che stanno leggendo la mia storia e tutti coloro che sono tanto gentire da lasciare una recensione. Grazie ancora.           Liz

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Capitolo 14
*** Tredicesimo capitolo ***


CHAPTER THIRTEEN

 

Sorrise. Si alzò dalla sedia e chiamò Emma dicendole che si trattava di un’emergenza. Poi andò in sala prelievi e prese un laccio emostatico e una siringa.  Li appoggiò su un tavolino che era nella stanza e si sedette sul lettino,aspettando che Emma la raggiungesse.
Quando arrivò chiese:
-Elizabeth,che succede? Stai male? Qual è l’emergenza?
- Come sta Isabel?
-Il cuore ha ripreso a battere e la dottoressa Brenner è riuscita a fermare l’emorragia. Stanno finendo di suturare le incisioni. Fra un po’ la riportano in camera.
-Oh,grazie al Cielo- tirò un sospiro di sollievo- Grazie al Cielo.
-Per fortuna è finito tutto bene. Qual è l’emergenza?
- Mi serve un piccolo favore. Non posso farlo da sola.
-Che favore? Chiedi pure.
Elizabeth si scoprì un braccio.
-Ho bisogno di un emocromo.
- A che ti serve?- Emma si stava cominciando a preoccupare- Stai male? Dove ti fa male? Chi ti ha chiesto di fare quest’esame?
-Hey,stai calma- Elizabeth le fece bere un po’ d’acqua- Non sto male. Voglio solo fare questo controllo,è tutto qui.
-Meno male.-legò il laccio emostatico intorno al braccio di Elizabeth - Sei pronta?
- Sì
-Ok- cercò la vena giusta e,una volta che l’ebbe trovata,vi introdusse l’ago,prelevò un campione di sangue e lo mise in una provetta- Lo porto subito in laboratorio. Appena avrò finito di medicarti,ovviamente-le slegò il laccio emostatico  e le mise dell’ovatta e un cerotto sulla ferita- Come va?
-Benissimo.  Ti ho chiesto di farmi questo prelievo solo perché volevo fare un controllo- sorrise- Sto benissimo,credimi. Torna da Isabel. Ci penso io a portare il campione in laboratorio.
-Va bene. Quando le analisi saranno pronte,ti avviseranno.
- Emma…
-Sì?
- Grazie mille. Per il prelievo e per tutto il resto. Non ce la farei a sopportare tutto questo se tu mi stessi accanto. Sei una ragazza speciale e io sono fortunatissima ad averti come amica.
- Non mi devi ringraziare,lo sai. Anche tu sei speciale per me e io farei questo e altro per la mia migliore amica-si abbracciarono- Torno da Isabel. Ci pensi tu a quella provetta?
-Sì,te l’ho già detto. Ci penso io.
Elizabeth aspettò che  Emma fosse uscita dalla stanza e poi andò a continuare la ricerca,sperando che le analisi  rendessero possibile fare quello che aveva in mente. Continuò a cercare per un intero pomeriggio. Verso le dieci di sera,il suo cercapersone suonò:le analisi erano pronte. Lei lasciò tutto come stava,prese le ultime analisi di Isabel e corse a ritirarle. Ritirò la busta,fece un paio di respiri profondi,contò fino a tre e poi la aprì. Lesse il foglio e poi lo confrontò con le analisi della nipotina.  Finito il confronto, corse a casa e prenotò un volo per Los Angeles che partiva la mattina seguente. Poi preparò le valigie mettendoci dentro  le prime cose che le capitavano sotto mano e una bustina trasparente con dentro una copia di tutte le analisi( sia le sue che quelle di Isabel). Una volta sistemata questa faccenda, tornò in ospedale. Si diresse verso la stanza di Isabel e,dopo aver aspettato qualche minuto sulla porta,vi entrò,in punta di piedi.  Si accorse che,stranamente, Isabel era sola,come lei sperava che fosse. Stava dormendo come un angioletto.
-Eleanor  e James adesso stanno parlando con Charlotte,ci scommetto-pensò- Per fortuna non sono qui. Non sono in grado di affrontarli,in questo momento mi staranno odiando.-un paio di lacrime le velarono gli occhi e lei non fece  nulla per impedire loro di scenderle lungo le guance. Aveva bisogno di scoppiare in un bel pianto, credeva che solo così si sarebbe sentita meglio. Prese la mano a Isabel e gliela strinse per l’ennesima volta.
- Mi dispiace tantissimo per quello che hai dovuto sopportare,tesoro mio. Mi dispiace davvero tanto. E’ stata tutta colpa mia.-le disse,continuando a singhiozzare- Ma adesso ti sta curando una dottoressa più brava di me che non commetterà i miei stessi errori-continuò a singhiozzare- Però anch’io ti posso dare un piccolo aiuto. Sei molto coraggiosa, piccola mia. Per favore,cerca di tenere duro per un altro po’ di tempo. Se tutto va bene,fra qualche giorno starai molto meglio.-la abbracciò forte,facendo molta attenzione a non svegliarla- Ti voglio un sacco di bene,Izzie - la baciò sulla guancia,con molta delicatezza- E te ne vorrò sempre,non dimenticarlo mai.-  le sussurrò,dirigendosi verso la porta- Ci rivedremo presto,tesoro. Te lo prometto.-e uscì dalla stanza.

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Capitolo 15
*** Quattordicesimo capitolo ***


CHAPTER FOURTEEN

 

Angolo Autrice: Sono tornata con un nuovo capitolo e spero che vi piacerà,almeno un po'. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che stanno leggendo questa storia e tutti coloro che sono tanto gentili da lasciarmi recensioni che a me fa davvero un immenso piacere leggere. Grazie,grazie e ancora grazie a tutti voi. Beh..buona lettura!:)          Liz
 

La mattina seguente,verso le otto,Elizabeth arrivò a Los Angeles. Chiamò un taxi e si fece accompagnare al St. Henry’s General Hospital,ovvero l’ospedale dove lavorava prima di trasferirsi a New York.  Quando entrò e si guardò intorno,le tornarono in mente un sacco di ricordi del periodo di tempo nel quale aveva lavorato lì. Dopo essere rimasta ferma per un po’immersa nei ricordi, fermò un’ infermiera.
- Mi scusi- le chiese- Dovrei parlare con la dottoressa Baker.
-Certo. Ha un appuntamento?
-No,ma sono una sua vecchia amica. Lavoravamo insieme qualche anno fa. Ho bisogno di parlarle urgentemente.
-Mi dispiace signorina,ma senza appuntamento la dottoressa non può riceverla.
-Ok. Come devo fare a prendere un appuntamento?- replicò Elizabeth,con voce calma- Mi dica pure. La ascolto.
L’infermiera prese un block-notes e una penna.
-Bene. Mi dia nome,cognome e numero di telefono.
-Mi chiamo Elizabeth Johnson.
-Come ha detto che…- l’infermiera alzò gli occhi dal foglio,stupefatta- Dottoressa Johnson! E’ proprio lei,o la memoria mi sta giocando qualche brutto scherzo?
-La sua memoria funziona benissimo-sorrise- Sono proprio io.
-La metto subito in contatto con la dottoressa Baker. Intanto lei può…
-…aspettare in sala d’attesa?-provò Elizabeth
-Sì- la accompagnò in sala d’aspetto e la fece accomodare su una  delle poltroncine presenti nella stanza-  Ho già chiamato la dottoressa Baker al cercapersone. Dovrebbe arrivare a momenti.
-La ringrazio molto.
E l’infermiera aveva ragione. Infatti pochi minuti più tardi una giovane dottoressa coetanea di Elizabeth attraversò la sala d’attesa e si fermò vicino a quest’ultima.
-  Liz!-esclamò-  Oh,che bello vederti!
-Ciao Ellen.-sorrise- E’ da un sacco di tempo che non ci vediamo. Ti posso abbracciare?
-E lo chiedi anche? Ma certo che puoi!-e si abbracciarono- Come stai?
-Abbastanza bene. Tu?
-Anch’io sto abbastanza bene…beh non posso lamentarmi.-fece un gran sorriso - Ti devo dare una bella notizia.
- Una bella notizia?- Elizabeth sorrise,a sua volta- Dì pure,sono curiosa.
- Da qualche mese a questa parte dirigo il…
-Il...?
-Il reparto di Ematologia.
-Davvero?-Elizabeth sorrise nuovamente,sorpresa dalla notizia- Wow,che bella notizia! Bravissima,sono fiera di te-la abbracciò nuovamente- Bravissima,davvero.
-Quel posto secondo me doveva essere tuo,non mio.
-Non dire sciocchezze. Altrimenti ti faccio finire al pronto soccorso.
-Non vedo dove sia il problema nel fare un turno in pronto soccorso.
-Come paziente,non come medico.
-Meno divertente-sorrise- Comunque…hey,la figliol prodiga è tornata! Dobbiamo festeggiare!
- Mi dispiace Ellen,ma non sono venuta qui per lavorare. Sono venuta sin qui perché ho bisogno del tuo aiuto.
-Un consulto?
-Non proprio. E’ una cosa un po’ più complicata da spiegare.
Ellen impallidì e prese una mano a Elizabeth.
-Cos’hai? Stai male? Non farmi preoccupare.
-No,sto benissimo. Stai tranquilla-  sorrise per l’ennesima volta,tentando di tranquillizzare l’amica- Ti devo parlare di una cosa…di un mio progetto che per me significa molto.
- Va bene. Vieni con me- la guidò fuori dalla sala d’attesa -Così ne approfitti per vedere il mio nuovo ufficio.
 

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Capitolo 16
*** Quindicesimo capitolo ***


CHAPTER FIFTEEN
 

Arrivarono all’ufficio di Ellen dopo pochi minuti di cammino.
-Siediti pure dove vuoi- Ellen prese posto dietro la scrivania e Elizabeth si sedette di fronte alla collega- Allora,di che si tratta? Parla pure.
Elizabeth tirò fuori dalla borsa le analisi che erano nella bustina e le porse a Ellen,che le lesse con molta attenzione.
-Sono compatibili- decretò alla fine della lettura- La compatibilità è completa. Sei volte su sei.
-Sì.Per fortuna è completa.-sospirò- Temevo che non ci fosse compatibilità o che fosse solo parziale,come accade la maggior parte delle volte quando si tratta di persone  non strettamente legate al paziente.
-Che succede? Come posso aiutarti?- nella voce di Ellen si riusciva a percepire chiaramente una nota di preoccupazione - Che cos’ha Isabel?
-Pochi giorni fa ho diagnosticato a Isabel un’anemia aplastica. Mia sorella e mio cognato sono compatibili solo a metà,come sospettavo. Sto cercando un donatore nel registro da giorni,ma non ho ancora trovato niente. E lei ha bisogno del trapianto al più presto.-sospirò e una lacrima argentea le rigò la guancia- Sta peggiorando,sempre di più. Ieri ha avuto una grave emorragia interna,preceduta da febbre altissima ,nonostante gli antipiretici.C’è la possibilità che Emma sia del tutto compatibile con lei,ma ha solo due anni. E’ meglio che lo faccia io.
-Se Emma è compatibile possono provare con il sangue placentare.
-Ci avevo pensato anch’io all’inizio. Ma non so se Eleanor ha conservato il cordone ombelicale. E poi,anche se si potesse fare,non voglio assolutamente che Emma si sottoponga né ad un emocromo e né a nessun altro esame che serva per vedere se c’è compatibilità. Ha solo due anni,è troppo piccola per sopportare queste cose. Resterebbe traumatizzata. Non voglio che lei lo faccia. Non voglio rovinarle l’infanzia.  Non voglio farla soffrire. Non voglio farle soffrire più,né  lei,né Isabel.
-Ma Elizabeth…- Ellen tentò di dissuaderla- Quello che vuoi fare è un vero e proprio intervento chirurgico. Ti farà male per giorni,dovrai stare sotto antidolorifici. Ci possono essere complicazioni durante la procedura.
-Lo so. Lo so, Ellen. So che è doloroso. Lo faccio spesso,sono un’ematologa,proprio come te.-esitò per qualche secondo- Beh...magari,non sarò  brava quanto te o Charlotte,ma sono comunque un’ematologa. Conosco bene questa procedura,la eseguo molto spesso sui miei pazienti, so come si fa e so quali controindicazioni e quali rischi comporta. Non preoccuparti per me -sorrise- So benissimo a cosa vado incontro.
-Sei sicura di volerlo fare?
-Sono sicurissima. Però mi serve il tuo aiuto.
- Sei sempre testarda come un mulo,eh?  Da quando ci siamo conosciute dodici anni fa…se vuoi fare una cosa nessuno riesce a dissuaderti.-sorrise- Non devi neanche chiedere. Ci penserò io. Andrà tutto benissimo.
-Grazie mille,Ellen. –sorrise- Non so come farò a ringraziarti per tutto questo.
- Oh, Liz – sospirò,esasperata- Quante volte ti ho detto che non devi ringraziarmi?
- Almeno due miliardi.- arrossì- Scusa...io non volevo..mi dispiace...
 -  Non fa niente,Liz. Ma ti prego,non scusarti con me. Sai che non mi arrabbio mai con te. Ti voglio troppo bene per arrabbiarmi.
- Anch’io ti voglio un sacco di bene,Ellen.- sorrise- Lo sai questo..vero?
- Ma certo che lo so,cara. –le prese la mano e la accompagnò fuori dalla porta-   Fra un po’guardo sull’agenda per vedere quando ho un attimo libero. Cercherò di aiutarti il prima possibile,promesso- sorrise e Elizabeth si tranquillizzò molto -Ora però ti accompagno a riempire i moduli per il ricovero,poi ti porto nella tua camera e ti aiuto a sistemare le tue cose. Su,vieni con me. 
 

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Capitolo 17
*** Sedicesimo Capitolo ***


 CHAPTER SIXTEEN
 

 Alcune ore più tardi Elizabeth era passata da medico a paziente. Infatti  si trovava nella stanza più bella del reparto dove aveva lavorato  e dove si era divertita per tanto tempo. Era stesa sul letto e guardava la tv:gli episodi della quinta serie di Grey’s Anatomy,la sua serie preferita. Stavano mandando in onda la puntata nella quale Derek,a causa di un aneurisma operato troppo in fretta e di varie complicazioni,perde una sua paziente. Elizabeth non poté fare a meno di scoppiare in lacrime. Spense la tv e si alzò dal letto. Si sedette al tavolo che era nella stanza e cominciò a scrivere una lettera mentre le lacrime bagnavano il foglio. Quando finì di scrivere,mise la lettera in una busta e la nascose in borsa. Poi tornò a letto e cercò di dormire.
-Lei stava per morire-pensò,piangendo- Lei stava per morire e io non me ne sono accorta. Mentre lei soffriva io dormivo. Se non fosse stato per Charlotte e per Emma lei sarebbe morta.-sospirò- In questo modo non commetterò più errori e non farò male a nessuno.-si girò dall’altra parte e si addormentò.
- Elizabeth - le sussurrò Ellen qualche ora più tardi- Per favore,svegliati.
- Ellen – Elizabeth si svegliò- Che ci fai qui? Non pensare a me…occupati dei tuoi pazienti. Loro sono più importanti di me.
- Tu sei una mia paziente.
- Io sono…cioè io ero un medico. Ma ora…ora …
-Ora sei una paziente. E spero di non aver sentito “io ero”.-le tirò un cuscino- Comunque ho un po’ di tempo domani mattina presto. Ti va bene?
-Va benissimo-sorrise- Non si tirano cuscini in faccia ai pazienti.
- Ai pazienti no,ma agli amici sì.
Elizabeth sorrise e le ricambiò la cuscinata
- Grazie mille Ellen,davvero. Ti voglio bene.
- Anch’io te ne voglio,Liz. –Ellen sorrise- Faresti meglio a dormire un altro po’. Tiro giù le tende. -si alzò e le tirò giù- Credo che qui ci sia tutto quello di cui puoi avere bisogno. Se ti serve qualcosa fammi chiamare.
-Grazie Ellen.
-Di nulla-e uscì
Elizabeth chiuse gli occhi e si riaddormentò. Quando si svegliò,Ellen era accanto a sé.
-Che ore sono?-le chiese
-Le cinque di mattina. Dormi un altro po’.   Mancano ancora tre lunghe ore all’intervento.
-Non devi restare qui con me per forza.
-Non sto rimanendo per forza. Sto rimanendo perché tu sei una mia paziente. E perché sei una mia amica.
-Ci sono le infermiere a tenermi d’occhio. E so suonare il campanello.  Vai a dormire un po’. Lo vedo che sei stanca.
-Sei tu che devi dormire,Liz.
-Sdraiati su quel letto- Elizabeth indicò un letto vuoto accanto al suo- e riposati un po’. Se non dormi,fra qualche ora non avrai la forza per lavorare. E io ho bisogno…e Isabel ha bisogno del tuo aiuto. Ti prego,Ellen.
-Hai vinto-replicò Ellen,sdraiandosi sul letto- Sogni d’oro.
-Anche a te.

ANGOLO AUTRICE: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che leggono e recensiscono questa storia. Grazie ancora a tutti voi. Liz

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Capitolo 18
*** Diciassettesimo capitolo ***


Angolo Autrice:  Ed eccomi qui!:). Sono tornata con un nuovo capitolo,che spero vi piacerà almeno un po'. Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate,in quanto tengo molto a questa parte. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno la pazienza e il coraggio necessari per leggere questa storia: sia coloro che sono tanto gentili da lasciare una recensione,sia coloro che preferiscono essere "lettori silenziosi". Grazie ancora a tutti voi. Spero tanto che vi piacerà. Beh... ora non mi resta che augurarvi buona lettura!:)    Liz

 

CHAPTER SEVENTEEN
 

La sala prelievi dell’ospedale era grande e luminosa,proprio come Elizabeth la ricordava. In quel momento lei era sdraiata sul lettino che era nella sala,lo stesso lettino sul quale si erano sdraiati i numerosi pazienti che lei aveva sottoposto al prelievo di midollo qualche anno prima.
-Sei pronta?-le domandò Ellen,avvicinandosi
-Ellen...
-Sì? Ti prego..se vuoi ringraziarmi,non dirlo neanche. Risparmia le energie.- sorrise da sotto la mascherina- Non è niente di speciale. Sei una delle mie più care amiche,ti voglio un bene immenso e...e ti sto solo dando una mano come tu hai fatto con me tantissime volte.
-Anch’io ti voglio bene- sorrise,a sua volta-  Mi sono accorta solo adesso...
-Di cosa,cara?
-La tua cuffietta...quella che porti adesso...
Ellen portava una cuffietta bianca e argento con alcuni ghirigori di brillantini argentati sparsi da una parte e dall’altra,un po’ dappertutto.
-E’ la mia cuffietta preferita.
-Te l’ho regalata io qualche giorno prima della discussione delle nostre tesi di laurea...ricordi?
-Certo che me lo ricordo.- le fece l’occhiolino- E io te ne ho regalata un’altra nella stessa occasione...era rosa e sopra erano disegnati dei fiori di ciliegio...
-E’ la mia cuffietta preferita. Mi piace moltissimo. E poi  mi ricorda te e il tuo motto: sorridere almeno una volta al giorno.-le prese la mano- Andrà tutto bene,vero? Funzionerà,giusto?
Ellen sorrise nuovamente,regalando a Elizabeth uno dei suoi larghissimi sorrisi. Uno dei suoi sorrisi super magici,uno di quei sorrisi che,secondo Elizabeth,facevano luce anche nel buio più nero e riuscivano a sciogliere anche gli iceberg...e,soprattutto, a tirarle su il morale,persino quando quest’ultimo si trovava sotto le suole delle scarpe.
-Andrà tutto alla perfezione,Liz...
Ellen,a quel punto,strinse forte la mano a Elizabeth. Questo gesto non era affatto nuovo per  lei. Infatti,Ellen aveva fatto lo stesso identico gesto per Elizabeth un’infinità di volte negli anni precedenti in quanto la stessa Elizabeth l’aveva pregata di stringerle forte la mano un attimo prima che i professori le consegnassero i compiti corretti o un attimo prima di dare un’occhiata ai quadri nei quali erano scritti i voti dei suoi esami.  Ellen aveva capito subito che quel semplice gesto dava ad Elizabeth grande conforto e la tranquillizzava molto,quindi,da vera amica, non aveva mai esitato a farlo... ogni singola volta che lei gliel’aveva chiesto.
-...andrà tutto benissimo. Stai tranquilla. Sei in buone mani,penso a tutto io.
-Grazie,Ellen. Grazie davvero.
Ellen si mise la testa tra le mani.
-E’ inutile....-disse- E’tutto inutile...non cambi mai...
-Oh...mi dispia..ops!  -le tremava la voce-  Sei...Sei arrabbiata con me?
Ellen guardò Elizabeth dritto negli occhi e le rivolse l’ennesimo sorriso.
-Stavo scherzando!-le strinse più forte la mano- Tranquilla.
-Grazie al Cielo.
-Liz...
-Dimmi.
-Se sei pronta,possiamo iniziare.
-Oh...oh,sì. -sorrise- Sono prontissima.
Una dottoressa si avvicinò al tavolo operatorio.
-Ciao Elizabeth- le sorrise da sotto la mascherina- Adesso ti farò dormire per un po’...va bene?
 - Ciao Martha - sorrise a sua volta- In effetti ho proprio voglia di fare un sonnellino. Quale anestetico stai usando?
-Il Propofol. –prese una mascherina e la infilò a Elizabeth – Respira nella maschera per favore.
Elizabeth guardò Ellen per l’ennesima volta,pur avendo gli occhi semichiusi a causa dell’anestesia.
Ellen le strinse la mano ancora più forte.
-Andrà tutto bene,Liz.-le sussurrò- Andrà tutto bene.
Alcuni minuti più tardi,Martha le tolse la maschera.
-Sta dormendo.- disse- Ellen,ora tocca a te.
 Solo nel momento in cui vide che Elizabeth era anestetizzata e stava dormendo beatamente,Ellen le lasciò la mano e prese un lunghissimo ago da un vassoio.
-Grazie Martha - si avvicinò al tavolo operatorio – Per favore,mi serve un po’ d’aiuto per mettere la paziente in posizione prona.
Riuscirono a far cambiare posizione a Elizabeth in poco tempo.
-Bene- Ellen disinfettò con del Betadine l’area sulla quale doveva intervenire- Possiamo iniziare .– riprese l’ago e cominciò a prelevare cellule ematopoietiche dalla cresta iliaca di Elizabeth fino a quando una sacca non ne fu piena- Fatto. Ora dobbiamo solo medicare la ferita. Vycril 2-0,per favore.

Quando Elizabeth si svegliò era nella sua stanza. Ellen era accanto a sé.
- Ellen…-disse
- Ciao  Liz - sorrise- Ben svegliata.
- Com’è andata?
-Benissimo. Ti ho prelevato con successo una sacca di midollo osseo.-le attaccò una flebo- Antidolorifici.
- Sì. Credo che quando l’effetto dell’anestesia sarà svanito,non potrò  proprio farne a meno.
-E’ normale- sorrise- Lo sai meglio di me.

- Liz... - Ellen entrò nella stanza- Come va?
- Non mi posso lamentare.
-Non dire sciocchezze.- si sedette sul letto di Elizabeth e le accarezzò i capelli - Lo vedo che stai soffrendo.
- Non...- chiuse gli occhi e fece un respiro profondo-... non sto soffrendo.
-Sì... e io  allora sono Jennifer Lopez!- si avvicinò alla flebo di Elizabeth e ne regolò il flusso- Ti aumento la morfina.
-Grazie. Credo che mi farà stare meglio.
-Di niente.
- Dov’è la sacca del midollo?
-Su un aereo per New York. Dovrebbe arrivare a destinazione fra un paio d’ore.
-Spero che funzioni.- sospirò- Spero con tutto il cuore che Izzie stia meglio.
-Isabel starà meglio prestissimo. E’ fortunata ad avere una zia come te.
-Sì. Forse hai ragione.- e sospirò nuovamente.


 

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Capitolo 19
*** Diciottesimo capitolo ***


Angolo Autrice: Ed eccomi qui con un nuovo capitolo:). Ringrazio ancora una volta tutti coloro che leggono questa storia e  che lasciano delle recensioni che mi fa molto piacere leggere. Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite o nelle seguite:) Beh..spero che questo capitolo vi piacerà...buona lettura:)   Liz
 

CHAPTER EIGHTEEN
 

Intanto a New York,Isabel era stazionaria. Eleanor e James stavano parlando con Charlotte,mentre Emma e Hannah stavano facendo compagnia alla bimba.
-Dottoressa... -le chiese Eleanor- lei e la dottoressa  Lewis avete trovato un donatore compatibile?
-Purtroppo ancora no. Isabel ha una sorella più piccola,non è vero?
-Sì.Perché lo vuole sapere?
-Potrebbe essere del tutto compatibile. Quanti anni ha?
-Due. Come si fa a scoprire se è compatibile?
-Con le analisi del sangue. Dovrei farle un prelievo.
-E poi?
-E poi prelevarle un po’ di midollo osseo.
-Prelievo di midollo?
 Eleanor scoppiò in lacrime e James,preoccupato quanto lei, le mise un braccio intorno alle spalle,nella speranza di consolarla.
- Ma ha solo due anni…ha soltanto due anni…è troppo piccola…
Stia tranquilla.-intervenne Charlotte con un tono che a suo parere era rassicurante- Se la bambina è compatibile, c’è un’altra soluzione.
 Eleanor  riemerse lentamente dall’abbraccio in cui James la teneva stretta. Aveva il viso rigato dalle  lacrime ma nei suoi occhi si poteva vedere un’espressione diversa...una luce di speranza che fino a pochi minuti prima non c’era.
-E qual è?-domandò
-Il sangue placentare. Possiamo prelevare sangue dal cordone ombelicale di Emma. L’avete conservato?
-Non lo so. Ci sono state delle complicazioni quando è nata la bambina e...
-Chi vi ha seguite?
-La dottoressa Montgomery.
-Ah,Laura*.- prese il suo cercapersone e la chiamò- Adesso lo chiediamo a lei.
 Pochi minuti dopo,Laura entrò nella stanza.
-Charlotte...- esordì,con un debole sorriso-  Di cosa hai bisogno? Perchè mi hai chiamata?
-Volevo sapere se avevi conservato il cordone ombelicale della figlia della signora Harris.
- Di Emma? Sì,l’ho conservato. E’di là,in un criocongelatore.
-Bene. Ora dovete solo portare qui la bimba appena possibile per il prelievo di sangue.

-Mamma...- disse Emma- Perché siamo qui?
-Tesoro- le diede un bacio sulla fronte-non preoccuparti. La dottoressa deve solo farti una punturina piccolissima.
-E mi fa male?
-No,piccola-Charlotte le si avvicinò- Non fa male. Ti prometto che sentirai solo un pizzico,niente di più.-le sorrise- Io mi chiamo Charlotte,e tu?
Emma non rispose.
-Su,piccola...-intervenne James- Rispondi alla dottoressa.
Emma rimase in silenzio per qualche altro minuto e poi si decise a parlare:
- Emma.
-Lo sapevo già.
-E chi te l’ha detto?
-La zia Elizabeth.-le sorrise nuovamente e poi si rivolse a Eleanor- Signora Harris,se vuole prendere in braccio la bambina,può benissimo farlo.
-Certo.
Eleanor si sedette sul lettino e prese Emma tra le braccia.
-Mamma...
-Sì,piccolina?
-Ho paura.-la sua voce si trasformò in un sussurro e un paio di lacrime argentee le velarono gli occhioni azzurri- E poi la dottoressa mi fa male.
-Non è vero che ti farà male. Ti ha già promesso che sentirai solo un pizzicotto, e così sarà.
-Questa dottoressa è cattiva. Fra un po’ viene e mi fa venire la bua. I dottori sono cattivi.
-Non è vero. La dottoressa non è cattiva,tesoro.-provò a sorridere- E poi i dottori mandano via la bua. Non fanno male ai bimbi.
-Non voglio quella dottoressa. E’ cattiva. Mi fa venire la bua. I  dottori sono cattivi.
-Tesoro...- la strinse forte a sé e le diede un bacio sulla fronte- I dottori non sono cattivi. Pensa alla zia Betty,per esempio. Lei è una dottoressa e non è cattiva con te,giusto?
-Giusto.
-Questa dottoressa è un’amica della zia Betty.- le sorrise di nuovo- Non ti farà male.
In quel momento,il cercapersone di Charlotte suonò.
-Scusate- disse, controllandolo- Torno fra un attimo-e uscì.
 Charlotte uscì fuori dalla stanza e la dottoressa Lewis le corse incontro.
- Emma, che succede?
-Ferma tutto e seguimi. Abbiamo il midollo  giusto per Isabel.
- E chi gliel’ha donato?
- Viene da Los Angeles. Non si sa chi sia il donatore. Mi hanno detto che vuole restare anonimo.
-Ok. Dobbiamo sottoporre la bambina alla panirradiazione.  Forza,portiamola subito in radiologia. Non c’è un secondo da perdere.
-Tu vai in Pediatria. Avviso Eleanor e ti raggiungo tra un paio di minuti.

Intanto Isabel era nella sua stanza insieme ad Hannah,che le stava raccontando una fiaba,cercando di distrarla e di tenerla allegra.
-E Cenerentola e il principe vissero per sempre felici e contenti. Fine.- terminò Hannah-  Ti è piaciuta la storia,tesoro?
-Era molto bella.-Isabel cambiò discorso-Zia,ti posso  chiedere una cosa?
-Sì,piccola. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi.
- Dov’è la zia Betty? E’ da due giorni che non la vedo.
- Non so proprio dove sia. Anch’io non la vedo dall’altra sera.
-Forse se ne andata via perché  quando l’altro giorno mi hanno addormentata perché avevo la bua ,non ho voluto che la dottoressa la svegliasse. Ma io volevo solo farla dormire un po’,mi sembrava tanto stanca. Forse adesso è arrabbiata con me e non mi vuole parlare più- Isabel cominciò a piangere.
-No,tesoro.-le asciugò le lacrime- Non dire così. La zia Betty non è così cattiva. Lei ti vuole tanto bene e non si arrabbierebbe mai con te. Forse è dovuta partire per un impegno di lavoro imprevisto e non ha avuto il tempo di dircelo. Stai tranquilla-prese il cellulare dalla borsa- Adesso le telefoniamo.
Hannah telefonò a Elizabeth,ma non ebbe risposta:infatti il cellulare della sorella risultava spento.
In quel momento,Charlotte entrò nella stanza.
-Dottoressa,che succede?-le chiese Hannah
-Dobbiamo portare Isabel in radiologia per procedere con la panirradiazione. Abbiamo trovato il midollo compatibile.
-Davvero?-un’espressione di sorpresa e gioia le si dipinse in volto- E chi è stato a donarglielo?
-Non lo so. Il donatore ha espresso il desiderio di restare anonimo,e noi non possiamo interferire con la sua decisione.
Hannah sospirò e poi si rivolse di nuovo a Charlotte.
-E cosa le farete in radiologia?
-La sottoporremo alla panirradiazione,ovvero le distruggeremo il midollo osseo malato per poi sostituirlo con quello sano.
-Radiazioni?-intervenne Hannah,con una nota di preoccupazione nella voce- E’proprio necessario? Sentirà dolore?
-Non sentirà nessun  dolore. E,purtroppo, è proprio necessario. Se non la sottoponiamo a questo trattamento,il midollo  malato attaccherà quello sano,e ,quindi,ci sarà la possibilità che lei muoia per una crisi di rigetto. Dobbiamo farlo per forza. E il prima possibile.
-Avete avvisato i suoi genitori?
-Ci sta pensando la dottoressa Lewis in questo preciso momento. Stia tranquilla- il suo cercapersone suonò- E’ la dottoressa Lewis. Ci sta aspettando di  sotto.-fece sedere Isabel su una sedia a rotelle e cominciò a portarla fuori dalla stanza-Ora dobbiamo proprio andare.-e  accompagnò la bambina in radiologia.
-Cosa mi dovete fare?-Isabel era spaventata- Voglio la zia Betty.
Emma la aiutò ad alzarsi dalla sedia
- Devi solo  sdraiarti su quello strano lettino-glielo indicò-…e stare più ferma che puoi. Non avere paura. Io e la dottoressa siamo lì dietro. Se ti serve qualcosa  basta dirlo
- Ho paura…e voglio la zia Betty.- guardò Emma negli occhi- Sai dov’è?
-Non devi spaventarti,tesoro mio-  Emma le sorrise- Non so dov’è la zia Betty. Ma,mentre tu sei qui a fare l’esame,io le telefono. -le fece l’occhiolino -Promesso.
Charlotte si avvicinò alla bimba,la prese in braccio e la fece sdraiare sul lettino. Poi raggiunse Emma,per iniziare con le radiazioni.
-Allora,Isabel -disse- Sei pronta?
-Sì.
-Cominciamo,allora. Cerca di stare quanto più ferma puoi. Non spaventarti se senti dei rumori strani,è tutto normale.  
-Va bene.
Poco dopo,Emma telefonò ad Elizabeth,ma neanche lei ebbe risposta: il cellulare di Elizabeth risultava ancora spento. Cominciò a preoccuparsi:non aveva sue notizie da ben due giorni. Non la vedeva più girare per l’ospedale con  le cartelle in mano,o prendersi un caffè per cercare di restare sveglia,da più di quarantotto ore. Sembrava sparita nel nulla. Le lasciò un messaggio in segreteria e la pregò di richiamarla.
-Ti prego Liz,non farmi preoccupare. Dimmi dove sei finita. Dimmi come stai-pensò-  Ti prego,fatti sentire.-e tornò da Isabel.

* E'  la traduzione inglese del nome italiano "Laura", quindi non si legge come si scrive.
Ci tenevo a precisarlo;)

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Capitolo 20
*** Diciannovesimo capitolo ***


CHAPTER NINETEEN
 

Elizabeth,ancora stesa a letto con una flebo di morfina attaccata al braccio, accese il cellulare. Trovò due chiamate perse.
-Eleanor non mi ha telefonato-sospirò- Forse non si è neanche accorta che me ne sono andata.-due lacrime le bagnarono gli occhi- Ora loro mi odiano. Non posso rispondere,non posso proprio.-e spense di nuovo il cellulare.
Ellen entrò nella stanza.
-Come va il dolore?
-Molto meglio,grazie.
-Stanno sottoponendo Isabel alla panirradiazione.
-Le daranno il nuovo midollo fra qualche ora. Speriamo che vada tutto bene
-Andrà tutto benissimo. Isabel tornerà presto come prima.
-Lo spero tanto.

Due ore dopo la seduta di radiazioni finì e Charlotte e Emma portarono Isabel in una camera sterile.
-La panirradiazione è andata bene-Charlotte stava parlando con Eleanor e James - Fra qualche minuto le daremo il nuovo midollo per via endovenosa.
-E quando sapremo se il trapianto è riuscito?-domandò Eleanor
-Ci vorrà un po’ di tempo. Fra minimo una quindicina di giorni.
-Cioè…cioè - Eleanor era sconvolta- lei vuole dirmi che la devo vedere soffrire così per altre due settimane? Non… non posso sopportarlo.
-Mi dispiace signora Harris - le si avvicinò e cercò di confortarla- ma è così. Non c’è un modo per velocizzare il processo. Non si preoccupi,sono sicura che la bambina ce la farà.
-Lo spero,dottoressa. Lo spero davvero con tutto il cuore.
-Venite dentro con me.-prese la sacca del midollo da somministrare a Isabel – Isabel vorrà avervi vicino.
Quando entrarono nella stanza,Isabel era profondamente addormentata, e Emma  stava dando un’occhiata alla sua cartella.
-Come sta la nostra principessina?-le chiese Charlotte
-Si è appena addormentata.-sorrise- E’ pronta per stare meglio. Puoi trapiantarle il midollo nuovo.
-Ok.-attaccò la sacca all’apposito sostegno e il miracoloso liquido in essa contenuto  cominciò a scorrere nei tubi ai quali era collegata Isabel – Dobbiamo solo aspettare che tutto il midollo venga trapiantato.
 
Erano le dieci di mattina. Il sole splendeva e illuminava le stanze del reparto di Pediatria. Isabel era in quella che,ormai da più di tre settimane, era diventata la sua camera,seduta sul letto.
-Mamma…-chiese
-Tesoro- le rispose Eleanor avvicinandosi- cosa c’è?
- Cosa mi deve fare la dottoressa tra qualche minuto?
- Niente di cui spaventarsi-le sorrise-  Deve solo vedere se ti è passata la bua.
-E come fa a vedere?
- Con una punturina piccola piccola-e Charlotte entrò nella stanza portando con sé l’occorrente per il prelievo- Non preoccuparti- si avvicinò alla bambina e le scoprì un braccino- Non farà male. Te lo prometto.
-Dici davvero?
-Sì. Dico davvero.
-Puoi cominciare,allora-sorrise- Non ho tanta paura.
-Sei proprio una brava bambina-le lego il laccio emostatico intorno al braccio e iniziò a prelevarle un po’ di sangue,che mise in una provetta-E sei anche molto coraggiosa.
-Me l’ha già fatto la zia Betty quest’esame. Quindi non ho più paura.
-Abbiamo quasi finito-le medicò la ferita e le slegò il laccio emostatico- Finito. Sei stata bravissima.-si avvicinò a Eleanor- Signora Harris - le disse- fra un paio d’ore saranno pronte le analisi. Vi terrò informati,appena saprò qualcosa ve lo dirò.
-La ringrazio.
Appena la dottoressa se ne fu andata,Isabel chiese a Eleanor:
-Mamma,ma dov’è la zia Hannah?
-A casa con Emma. Vuoi che la chiami?
-No,volevo solo saperlo.
-Hai bisogno di qualcosa?
-Voglio che mi prometti che se ti faccio una domanda non ti arrabbi e mi dici la verità.
-Certo tesoro. Te lo prometto- sorrise-. Puoi chiedermi tutto quello che vuoi.
- Dov’è la zia Betty? E’ da un sacco di tempo che non la vedo.
-Non lo so,tesoro.
-Non devi arrabbiarti con lei. Non è stata colpa sua se sono stata con la bua forte forte. Le ho detto io di fare la nanna. E ho anche detto alla dottoressa di non svegliarla quando mi hanno addormentata.  Non arrabbiarti con lei. Sai che mi vuole tanto bene.
-Stai tranquilla-sorrise- Non sono arrabbiata con lei.
-E allora perché l’hai mandata via e mi hai fatto curare da quell’altra dottoressa? Perché non ti sei neanche accorta che non  lavora qui da tanti giorni?
- Tesoro -la accarezzò sui capelli- io non l’ho mandata via. E non sono arrabbiata con lei. E’ solo che io e papà abbiamo preferito che ti curasse la dottoressa Miller. Lo so che sei stata tu a dire alle infermiere di non svegliarla,l’ho sentito con le mie orecchie. Lo so che tu le vuoi tanto bene,anche io gliene voglio tantissimo. Anzi,adesso le telefoniamo.
Ma anche Eleanor,come Hannah e Emma prima di lei,non ebbe risposta se non la voce registrata che diceva che il cellulare di Elizabeth era spento.
-Non risponde.  Probabilmente è in riunione da qualche parte- Eleanor baciò Isabel sulla fronte- Non preoccuparti,proviamo a chiamarla più tardi. Promesso.

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