Poche parole
prima del capitolo: questo ì l’ultimo che avevo già
pronto..quindi..ora dovrete aspettare un po’ di più per i vari
aggiornamenti.
Mi
dispiace, davvero, ma non so dirvi quando arriverà il prossimo, perché
ho iniziato a lavorare e avrò meno tempo e fantasia ;_; però
aspettatemi eh!! Non mi abbandonate J
-Nina
che cosa stiamo facendo?-
È
la terza volta che Paul mi pone questa domanda. E per la terza volta lo ignoro,
fingendomi interessata al menù delle bibite.
-Nina…mia
dolce collega e amica…Ti rendi conto vero in che situazione assurda ci
hai cacciati?- Insiste Paul. E io insisto a tacere. Prima o poi si
stancherà di parlare giusto? A me succede così!
-Volete
ordinare?-
Alzo
gli occhi verso il cameriere, sollevando appena il mio cappello trilby nero per guardarlo meglio da sopra gli occhiali
scuri.
-Ei,
Charlie.. volentieri…due birre direi!-
Charlie,
il cameriere, esita un momento. Poi si china verso di me, una mano sopra il
tavolino e mi sorride, accondiscendente –Nina… Tu sai sì che
questo pub è forse l’unico nella zona aperto solo a voi personaggi
famosi e amici?-
-Si,
lo so! Per questo siete i miei preferiti!- affermo imperturbabile.
Charlie
annuisce, sempre sorridente –E allora…penso non ci sia bisogno di
tutto…questo!-
Con
un cenno della mano indica il mio cappello, gli occhiali, e la sciarpa stretta
appena sotto le labbra, quel tanto per riuscire a parlare.
Sbatto
le palpebre più volte, fingendomi meravigliata.
–Charlie!
Non capisco di cosa stai parlando! E adesso…avrei tanta voglia di quella
birra! E di noccioline! Tante noccioline!- concludo, eloquente.
Charlie
scuote la testa, rassegnato, e si allontana con l’ordinazione.
Paul
si passa una mano tra i capelli –Posso andare anch’io con Charlie?-
-Zitto
Paul! Mi ferisci! Possibile che tu non voglia passare una serata con me?-
Eccomi
di nuovo pronta a rivoltare la frittata dando la mia colpa all’altro.
-Nina,
ti prego! Charlie ha ragione, questo pub è frequentato solo da persone
famose che non ti salteranno addosso per un autografo!-
-Loro
no, ma c’è comunque qualcuno che mi salterebbe addosso se sapesse
che sono qui!- rispondo, amareggiata, senza rendermi conto di ciò che ho
detto.
Tossisco,
imbarazzata, pronta a cambiare argomento, ma Paul comincia a ridere.
-Ah,
meno male! Credevo, anzi, speravo, fossero coincidenze l’esser andati a
cena nello stesso ristorante dove erano Ian e Kayla, e, subito dopo, esser
corsi in questo pub dove…oh, guarda un po’? Ci sono di nuovo Ian e
Kayla!-
Sento
la mia faccia arrossire mentre, un altro cameriere, ci serve le due birre e una
ciotola di noccioline, che inizio a mangiare velocemente.
-Non
capisco cosa stai dicendo Paul. Dove sono Ian e Kayla? Io non vedo nessuno! Non
bevi la tua birra? È buona sai? L’ho ordinata anche per te proprio
perché so che-
Non
posso continuare, perché Paul ha posato una sua mano sulla mia bocca.
-Nina,
smettila! Si può sapere che stai combinando? Che ci facciamo qui?-
Di
nuovo quella domanda. Respiro profondamente e –shj
midhcd lashcoi andhdwe!-
Paul
mi guarda sconcertato –Cosa?? Oh, scusa Nina!- sorridendo, lascia libera
la mia bocca.
-Non
lo so! Io… quando prima Kayla ha invitato Ian a una serata
insieme…da soli…bè…ho deciso
di seguirli…-
-Questo
l’ho capito…ma perché?
So che provi qualcosa per lui ma-
-NO!!-
esclamo, imbarazzata –Non è assolutamente per quello. Mai. Proprio
per niente. È che….insomma….- freneticamente, rifletto
cercando una scusa.
Una
qualsiasi.
Lancio
un’occhiata alle mie spalle, verso il tavolo occupato da Ian e la sua
amichetta preferita. Stanno ridendo. E io vorrei proprio capire perché
Kayla quando ride sente il bisogno di posare una mano sulla coscia di Ian. Non
è da persone normali! È un tic nervoso,altro che!
Quanto
mi piacerebbe vedere entrare Megan che……
Ed
ecco che mi sembra di sentire l’interruttore della lampadina che ho nel
cervello scattare. – E’ che Megan mi ha confessato che vuole
sposarsi con Ian. E siccome sappiamo tutti dei presunti precedenti di Ian e
Kayla…ho pensato bene di controllare che non vadano oltre il bacio della
buonanotte sulla guancia! Megan è mia amica, è il minimo che possa
fare! –
Ok,
ok, forse la luce di questa lampadina è un po’ fioca…anzi,
direi che è proprio fulminata, ma lì per lì mi è
sembrata una buona risposta..e lo sarebbe stata se il mio interlocutore non
fosse Paul.
E
infatti eccolo lì che sorride come se si trovasse di fronte una povera
scimmia che non riesce a sbucciare una banana.
-
Nina…è un mese che sogni di violentare Ian…-
-Shh abbassa la voce!-
-
…fregandotene di Megan…anzi, la ritieni così un’amica
da convincerla a comprare un vestito bruttissimo!-
-Bè, a lei piaceva!-
-E
ora, mi vuoi far credere, che sei disposta a fare la damigella al loro
matrimonio?-
-Non
lo sai che la damigella è sempre quella che durante il ricevimento
è chiusa in bagno con lo sposo?-
Paul
storce il naso, fissandomi esasperato.
Io
sospiro e nascondo il viso tra le mani.
–E va bene! diciamo che preferisco
combattere contro una sola avversaria anziché due! E siccome Megan
c’è da prima…resta da eliminare Kayla.-
Di
nuovo Paul allunga le mani, questa volta per afferrare le mie, costringendole
ad abbandonare il mio viso.
Il
suo sguardo è divertito –O forse sai che, nonostante tutto, Kayla
potrebbe risultare un osso duro, più di Megan e Ian ha dimostrato di
adorarla…forse più di te!-
-Ma
allora sei uno stronzo!- esclamo, arrabbiata, afferrando veloce due noccioline
per poi tirargliele addosso.
Paul
scoppia a ridere.
-Se
Ian preferisce Kayla è perché lei ha la facoltà di
sbattergliela nel muso dopo dieci secondi che si trovano da soli! Per questo io
sono qui…per assicurarmi che non stiano mai da soli!-
-Oh,
bene, allora siamo al sicuro…. E visto che ti voglio bene, non voglio
smontare questa tua affermazione facendoti notare che…se ne sono andati!.-
-CHE
COSA?-
Di
scatto mi alzo in piedi, voltandomi e con orrore noto che il tavolo prima
occupato da loro due è vuoto, tranne che per quattro boccali di birra prosciugati.
-Se
ne sono andati! E sono ubriachi!-
Paul
continua a ridacchiare, divertito come non mai.
-Bè, Sherlock Holmes, credo che adesso possiamo
pure tornarcene in albergo…anche perché io domani mattina comincio
le riprese presto e vorrei…-
-Non
ci pensare nemmeno!- lo interrompo, come un furia, afferrando la sua mano,
costringendolo ad alzarsi.
-Due
attori ubriachi che devono andare in discoteca, dove vuoi che siano andati?-
Chiedo,
mentre lo trascino verso l’uscita.
-Nina,
ti prego, non puoi-
-Dritti
all’Insomnia!- Con fare teatrale spalanco la porta del locale e indico un
edificio che spicca dietro la via dove ci troviamo noi.
L’Insomnia
, la nostra discoteca preferita. Spaziosa, a tre piani, ogni sera una musica
diversa.
E
la musica che suonerà stasera, sarà quella della vendetta!!
… … …
Va
bene, va bene, scherzavo!
-Nina,
lascia perdere ti prego!-
Sono
sicura che dopo stasera Paul chiederà a Julie di far lasciare Stefan e Elena.
E
ha tutte le ragioni.
Siamo
entrati all’Insomnia da dieci minuti.
La
discoteca è piena come sempre di giovani, soprattutto personaggi famosi,
in cerca di svago.
Io
e Paul ci siamo accomodati sugli sgabelli al bancone, e io ho ordinato due
caipiroska alla fragola (ovviamente, uno è per Paul).
Sto
scrutando la sala ma è troppo affollata, oltre al fatto che Ian e Kayla
potrebbero benissimo trovarsi ai piani di sopra.
-E
poi che ne sai che sono venuti qui? Magari erano stanchi!- Insiste Paul,
urlando nel mio orecchio per sovrastare la musica.
Lo
guardo. La sua espressione è esasperata. Sospiro leggermente e poso la
mia mano sulla sua abbandonata sul bancone.
-Paul… mi dispiace. Hai ragione, è
ridicolo tutto questo.- scivolo giù dallo sgabello.
-Dai,
torniamo in albergo.- concludo, rassegnata.
Mi
sono comportata da sciocca, improvvisandomi detective e trascinando dietro
Paul.
Ho
approfittato del fatto che mi vuole bene e che è l’unico disposto,
oltre a Candice, a seguirmi in queste follie. Ma ora basta.
Afferro
la mia borsa dove ho riposto gli occhiali e la sciarpa, ma Paul è ancora
seduto.
Gli
rivolgo un’occhiata interrogativa e mi sorride. -Ancora dieci minuti?-
Scoppio
a ridere, felice come una bambina e lo abbraccio –Grazie Paul!-
-
Si si, va bene, ora non serve arruffianarsi! -
Mi
allontano sorridendo. –Torrey è
fortunata a stare con te!- esclamo, sincera.
-
No, tu sei fortunata che Torrey non sia gelosa delle
mie amiche-colleghe che mi rapiscono per tutta una serata!- mi corregge.
Beve
un sorso del suo caipiroska, prima di continuare –Quindi? Cosa pensi di
fare ora? Vuoi salire a vedere se li troviamo?-
Rifletto,
guardandomi intorno per riuscire a scorgere due sagome somiglianti a un ragazzo
bellissimo e a una spaventapasseri.
Sto
per dire a Paul che sì, forse è meglio salire, quando li trovo
poco lontani da noi, intenti a ballare, ognuno con un bicchiere in mano.
Li
indico a Paul, che sollevato si volta a guardarli –Almeno ora sappiamo
che non sono chiusi in bagno a sco AHI!- offeso si
massaggia la nuca dove è arrivata la mia manata.
Non
gli rispondo, ma resto a guardare i due che si abbracciano, muovendosi a ritmo
di musica. Sono chiaramente ubriachi. Deve essere per questo che lei è
avvinghiata a lui in quel modo e non viene allontanata. Anzi, le mani di lui la
sorreggono alla vita.
Sento
il cuore battere all’altezza delle orecchie. Quando poi Ian si china
leggermente per sussurrarle qualcosa, distolgo lo sguardo.
-Non
so proprio che cosa pensavo di fare.- sussurro, più a me stessa che a
Paul.
Ma
lui mi sente e mi accarezza il viso. –Nina…Non lasciare che tutto
questo ti distrugga o distrugga la tua amicizia con Ian! loro…sono amici!
Lo sai!-
Sospiro
leggermente e di nuovo alzo gli occhi verso la pista, ma i due sono spariti.
Lancio
un’occhiata a Paul, pronta a chiedergli di tornare in albergo, quando
sento
qualcuno
alle mie spalle esclamare –Nina! Paul! Anche voi qui??-
Un
respiro profondo e mi giro, trovandomi davanti Kayla, gli occhi lucidi dalla
sbornia. No, decisamente non era nei piani farsi beccare.
-Kayla! Wow! Che ci fai qui?- chiedo, di rimando,
ignorando Paul che se la ride alle mie spalle.
-Come
che ci faccio qui? La serata con Ian, ricordi? Che bello che ci siate anche
voi!-
Kayla
Kayla, ma davvero vuoi metterti a recitare davanti a
una tua collega?
Leggo
chiaramente nei suoi occhi che tutti si aspettava tranne me.
-Oh,
già… me ne ero dimenticata! Bè,
io e Paul volevamo farci una bevuta! Vero Paul? - -Si, certo, una bevuta!-
Gli
pianto una gomitata tra le costole. –E dov’è Ian?- chiedo,
fingendomi disinteressata.
Kayla
indica le scale che portano al piano di sopra.
-E’
salito in bagno…dovrebbe tornare tra poco! Appena torna potremmo fare una
bevuta tutti insieme-
Velocemente
afferro nuovamente la borsa, prendo Paul per mano ed esclamo –Oh, mi
piacerebbe, ma è tardi! E Paul domani inizia presto a girare!
Quindi…bè…dobbiamo andare! E non
c’è bisogno che tu dica niente a Ian sai…non vorrei ci
rimanesse male a sapere che non lo abbiamo aspettato! Buona serata eh! Ciao!- e
veloce, mi incammino verso l’uscita, trascinando Paul, che mi sussurra,
ironico –Si può sapere perché quando ero io a dirti che
domani dovevo girare presto non mi davi retta?-
-Perché,
Paul, non so quanto sia conveniente per noi farci beccare qui da Ian mentre è
con Kayla.-
-Quanto sia conveniente per te, vorrai dire!-
Non ribatto e Paul lascia cadere il discorso
mentre, gentilmente, mi apre la porta della discoteca per farmi uscire.
Arrivati
all’albergo, il cellulare di Paul squilla brevemente.
-E’
Torrey! Devo chiamarla…-
Annuisco.
–Allora io vado a letto…Paul?-
-si?-
Mi
avvicino e lo abbraccio, dandogli una bacio sulla guancia
–Grazie…davvero!
E scusami! Per essere una totale rompipalle!-
Mi
sorride, ricambiando l’abbraccio –E’ vero, lo sei…ma
sei anche mia amica! Quindi…segui il mio consiglio, lascia stare tutta
questa storia-
Faccio
per ribattere, ma Paul aggiunge, velocemente –E visto che so che non mi
darai retta, allora sappi che ti starò comunque vicino! Anche
se…per favore…basta spionaggi, ok?-
Gli
sorrido grata, -Non posso prometterlo!-
Paul
sbuffa, divertito, io gli faccio una linguaccia e corro dentro l’albergo.
Mi
sto quasi addormentando mentre aspetto che le porte dell’ascensore si
aprano. Ma delle risate che si avvicinano mi scuotono.
Di
male in peggio.
Ian
e Kayla sono appena entrati nell’albergo, allegri e ubriachi e si stanno
avvicinando a me.
Appena
mi vedono, Kayla sbiascica un ciao. Ian resta in silenzio, osservandomi.
Io
lo ignoro totalmente. Non credo di poter sopportare le sue occhiatacce per
stanotte.
In
quel momento le porte dell’ascensore si aprono. Velocemente entro,
chiedendomi se sia da maleducati ripartire lasciando quei due ubriachi a terra.
Kayla
inciampa e scoppia a ridere, mentre Ian, divertito, l’afferra e
l’aiuta a entrare nell’ascensore.
Senza
fare domande, premo il pulsante corrispondente al terzo piano, dove si trovano
le nostre stanze.
Sto
cercando di ignorare le loro risatine, quanto il fatto che Kayla non ha una
camera in questo albergo.
Quando
finalmente l’ascensore si ferma e le portesi aprono, faccio per uscire,
ma la voce di Ian mi blocca.
-Dobrev, un attimo… Kayla, cara, ti
dispiacerebbe avviarti? Ho una
domanda da fare a lei per le riprese di domani.-
Immagino
che Kayla sia davvero troppo ubriaca per rendersi conto della bugia che le ha
rifilato Ian. infatti scrolla le spalle, afferra la tessera magnetica che Ian
le porge, e si allontana barcollando.
Un
attimo e Ian chiude le sue dita intorno al mio polso e mi tira di nuovo dentro
l’ascensore, lasciano che le porte si chiudano. Poi, preme il pulsante di
stop.
-Som,
che diavolo stai facendo?-
Impassibile,
mi osserva, appoggiato con la schiena alla parete, le mani affondate nelle
tasche dei jeans.
-Dimmi
Dobrev, ti sei divertita stasera?-
Mi
sembra di essere in un film poliziesco dove l’assassino, cioè io,
fin ora convinto di aver nascosto tutte le prove, viene braccato e interrogato
dal poliziotto, cioè Ian.
Deciso
di intraprendere la strada della nonchalance – Si, abbastanza, grazie! Te
invece?- chiedo, sperando che mi eviti la risposta “qui le domande la
faccio io.”
Invece
sorride, furbo. –e cosa hai fatto?-
-Som,
è tardi, vorrei andare a dormire. Se vuoi domani ti impresto il mio
diario segreto così puoi leggere tutto quanto!- sbotto, annoiata e
ironica e faccio per premere il pulsante dell’apertura delle porte.
Ma
di nuovo la mano di Ian mi afferra il polso e, tenendolo stretto, muove un paio
di passi verso di me.
-E
nel tuo diario leggerò anche di come hai costretto il povero Paul ad
accompagnarti mentre spiavi me e Kayla tutta la sera?-
Deglutisco,
costringendomi a non assumere un’espressione colpevole.
-Stai
scherzando vero?-
-Kayla ha detto che eravate in discoteca!-
-Bè, posto il fatto che non ci sarebbe niente di
male nell’andare in discoteca, vorrei farto
notare che Kayla è tanto ubriaca da non distinguere il suo sedere dalla
sua faccia…che in effetti, non è una distinzione facile da fare
nemmeno da sobri!- mi lascio sfuggire. Ma non me ne pento. Se Ian si sente
autorizzato a trattarmi male, io mi autorizzo a offendere lei.
Ma
Ian non sembra poi così sconvolto dalla mia battutina. Si limita a
sorridere.
-Quindi
non eravate te e Paul al ristorante e al pub vero? E se guardo nella tua borsa
non trovo un paio di occhiali e una sciarpa, giusto?-
Non
rispondo. Resto a fissare i suoi occhi azzurri in questo momento così
freddi da farmi male.
-Voglio
solo sapere perché! Che cosa diavolo stai facendo?-
-Non
sono affari tuoi. La mia vita non è affar tuo. E ora lasciami, per
favore.-
Ian
scoppia a ridere –Dobrev, la tua vita è affare mio nel momento in
cui tu le fai incontrare. Sei gelosa?- chiede,all’improvviso, tornando
serio.
Spalanco
gli occhi, il viso arrossisce.
Ma
la bocca resta chiusa.
Ian
si avvicina ancora, chinando il viso verso il mio.
-Prima
il bacio sul set, poi lo spionaggio mal riuscito. Io devo sapere se…tu
provi qualcosa per me.-
L’ha
detto. Le sue labbra hanno pronunciato quelle parole maledette.
E
io non so cosa fare.
Non
so cosa rispondere. Vorrei essere sincera. Sperando magari nella sua
comprensione. Ma so già, ancora prima di aprir bocca, quale sarà
la mia risposta.
Abbasso
il viso. Ian, velocemente, corre ad afferrare il mio mento e lo solleva. I suoi
occhi attendono. Ma in assenza della mia risposta, torna all’attacco. Si
china sul mio orecchio –Devo sapere… se per te le nostre scene
d’amore sono solo finzione.-
Sento
il cuore cominciare ad aumentare il
ritmo.
Le
sue labbra mi sfiorano il collo –Devo sapere- sussurra –Se quando
ti bacio il collo davanti alle telecamere tu sogni che sia reale.- Trattengo
bruscamente il respiro, mentre Ian pone piccoli baci sulla mia pelle tesa.
-Devo
sapere se quando spoglio Katherine, tu vorresti chiedermi di non fermarmi.-
La
sua mano corre sotto la mia canottiera, sollevandola leggermente e accarezzando
la pelle, salendo lentamente, fino a sfiorare la stoffa del reggiseno.
Non
riesco più a concentrami.
Le
sue domande mi spaventano, i suoi baci e le sue carezze mi stanno uccidendo.
-Devo
sapere.- abbandona il mio collo per tornare a guardarmi negli occhi, ma
così vicino che sento il suo respiro sul mio viso –Se il bacio di
oggi era intenzionale o no.-
E
la sua lingua accarezza le mie labbra dischiuse. Piccole fitte di piacere
stanno attraversando il mio stomaco, unendosi ai brividi lungo la schiena.
Chiudo
gli occhi, concentrandomi sulla sua lingua che accarezza le mie labbra, sulla
sua mano ancora sotto la canottiera, sul suo corpo che preme piano sul mio.
-Se
vuoi che continuo, devi dirlo.- sussurra.
Non
c’è altro che desidero oltre che a quel bacio che mi sta offrendo.
Ma
tutta questa situazione mi appare…sbagliata. C’è qualcosa
che non torna, qualcosa nella sua voce, nel suo modo di fare.
-
No!- sussurro.
Ian
mi guarda, quasi stupito. –no?-
-Tu
sei fidanzato. Noi siamo amici.-
Un
attimo di perplessità, e, “finalmente” si allontana dal mio
corpo.
-Vedo
che la pensiamo allo stesso modo. E allora, fammi il piacere, non intrometterti
più nella mia vita!-
Conclude,
di nuovo arrabbiato. Preme un pulsante e, appena le porte si aprono, se ne va.
Lo seguo fuori dall’ascensore e lo guardo mentre bussa piano alla porta
della sua camera. Kayla gli apre. Lui sorride e scivola dentro, chiudendo la
porta alle sue spalle.
Mi
lascio scivolare per terra lungo il muro. Nascondo il visto tra le braccia e
cerco di calmarmi per evitare di scoppiare a piangere. Mi aveva messo alla
prova?
Oppure
…oppure avrebbe voluto che gli chiedessi di continuare?
E,
in quel caso…perché doveva trattarmi così?
Contro
le mie buone intenzioni scoppio a piangere.
E
non mi accorgo del rumore di passi che si avvicina a me.
-Serve
una mano?-
Di nuovo
non posso ringraziarvi come vi meritereste, ma sono tornata ora dalle mie prime
8 ore al bar e sono stanchissima!! Quindi vi scrivo un enorme GRAZIE, sentito e
commosso (si perché giuro che mi emoziono troppo quando leggo le vostre
parole) ! e spero la prossima volta di poter scrivere qualche parola di
più.
Se comunque
avete domande, o consigli o critiche, potete benissimo scrivermi un mp ;)
Al prossimo
aggiornamento, sperando sia veloce!!
Un bacione
Cri