Fuoco fatuo

di ferao
(/viewuser.php?uid=33257)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nostalgia ***
Capitolo 2: *** Tre mesi ***
Capitolo 3: *** Buio ***
Capitolo 4: *** Sgualdrina ***
Capitolo 5: *** Cliché ***
Capitolo 6: *** Fuoco fatuo ***



Capitolo 1
*** Nostalgia ***


Indispensabili ed inevitabili Note dell'Autrice:

questa raccolta di sei flash è stata scritta per il "Canon!Pairing Contest" di Taminia, e si è incredibilmente classificata terza. La coppia assegnatami era Percy/Audrey, e ciò farà la gioia dei seguitori della mia longfic (che vi troveranno non pochi spoilers sul futuro dei loro beniamini ^^) e la disperazione di chi non sopporta il terzogenito di Molly e Arthur Weasley. Sono i casi della vita, mi spiace.

Le sei flashfic qui raccolte rappresentano momenti di vita quotidiana dei due personaggi della coppia; troverete quindi vette di romanticismo e abissi di litigiosità, passando per le consuete riflessioni personali dei protagonisti (e non dimentichiamo i camei delle loro figlie Rowlinghiane, Molly e Lucy).
Essendo state tutte scritte sotto l'influenza di varie canzoni (per il tema o semplicemente per l'atmosfera) prima di ogni flash ho riportato il titolo della canzone/musica che ne ha accompagnato la stesura. Inoltre, sotto al titolo di ogni flash è riportato un anno: indica quello in cui, secondo la mia personale cronologia, è ambientata la scena che andate a leggere. (Ci saranno un po' di sfasamenti temporali, quindi non saranno in ordine cronologico.)

La cronologia in questione è molto semplice, ed è direttamente ripresa dalla mia long (che NON DOVETE PER FORZA LEGGERE prima di questa raccolta, anzi, NON lo fate). Percy e Audrey si conoscono nel settembre 1996; la prima figlia, Molly, nasce nel 1998 (sic! E non fate domande!); la seconda, Lucy, nel 2005.
Altri chiarimenti ne darò prima di ogni flash; già vedo che le pupille vi si abbassano e la mano collegata al mouse sposta il cursore, quindi non mi dilungo ancora. Per ora sappiate solo che Nini è il soprannome di Molly jr.
Iniziamo col più fluff del fluff, mi spiace :D
Buona lettura.
















Nostalgia
(2002)

(Modena City Ramblers - La fòla ed la sira)





- Papi?
Si svegliò, sentendo la vocina di Molly che lo chiamava piano.
- Papi?
- Mmh… Arrivo, tesoro...
Percy si alzò dal letto, a fatica, e si avvicinò un po’ incerto alla soglia della camera. Molly era lì, scalza e in piedi, minuscola in quel pigiama che sembrava enorme addosso a lei.
- Che succede, Nini?
- Papi, non riesco a dormire. Ho mal di pancia.
L’uomo si strofinò gli occhi, assonnato. - Hai mangiato troppo?
La piccola scosse la testolina rossa. - No. Credo di avere… nostalgia.
Percy trattenne una risata, sentendo quel parolone difficile pronunciato a stento dalla sua piccina.
Nostalgia. Ma tu pensa.
- E di cosa avresti nostalgia?
Molly ci pensò su, seria, una mano sotto al mento. - Credo… Di te e mamma.
Il padre sorrise, intenerito. Era raro che Molly – suo ritratto in miniatura sotto molti punti di vista – dicesse cose così dolci.
- Senti, - bisbigliò, inginocchiandosi all’altezza della figlia, - che ne dici se adesso andiamo in camera tua e ti faccio compagnia finché non ti addormenti? Così non avrai nostalgia.
Molly fece un gran sorriso e annuì, convinta. Il papà la prese in braccio e la portò nel lettino, dove, a poco a poco, la piccola si addormentò respirando piano.
Senza far rumore, tornò in camera da sua moglie. Appena Percy si appoggiò sul letto Audrey si svegliò.
- Ehi…
- Ehi…
- Ma dov'eri?
- A far addormentare Nini.
- Mmm... ho avuto nostalgia di te...
Percy non poté impedirsi di sorridere di nuovo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tre mesi ***


Altro giro, altro fluff. Stavolta la flash prende direttamente le mosse dalla mia long - che, ripeto, NON serve che leggiate. Tanto si capisce perfettamente lo stesso.
Grazie a tutti!





Tre mesi
(2005)

 

    (Nomadi – Stagioni)
     
 

 

 
Felice?
Sì, si può dire che lo fosse. Audrey era felice della sua vita, anzi: molto felice.
Eppure, solo nove anni prima non avrebbe mai pensato che sarebbe andata così.
Nove anni prima Audrey Bennet non credeva nel matrimonio, non voleva figli e, soprattutto, non sopportava Percy.
Percy. Già.
Come dimenticare?
Quando l’aveva conosciuto, il primo giorno di lavoro, lo aveva detestato. Molto. Lo trovava irritante, antipatico, borioso ed eccessivamente severo.
Dopo due settimane aveva iniziato a provare pena per lui. Aveva intuito che soffriva per qualcosa, e che forse quel suo modo di fare così freddo e scostante non corrispondeva a ciò che Percy era veramente.
Dopo un mese sentiva i crampi allo stomaco per lui: per il suo raro sorriso, per le occhiate timide e un po’ insicure che le lanciava ogni tanto, per le parole scambiate sempre più spesso… per ogni singola cosa che le faceva capire che , il vero Percy era nascosto da qualche parte, sotto strati e strati di inutili sciocchezze e vane chiacchiere.
Dopo due mesi si era rimboccata le maniche, e aveva iniziato, con decisione e una buona dose di testardaggine, a tirar fuori quel buono che sapeva esserci, dentro Percy.
C’era riuscita.
Dopo tre mesi lo aveva baciato. O lui l’aveva baciata, chi se lo ricordava più.
Ad ogni modo, da lì in poi tutto era venuto fuori da sé, con una rapidità impensabile.
Il primo bacio, la prima notte, il primo pranzo con la famiglia di lei, la prima litigata, la prima riappacificazione. Un secondo bacio, più bello e ancora più sincero del primo.
Tutto nel giro di soli tre mesi dal loro primo incontro.
E adesso Audrey Weasley era sposata, aveva una figlia e un secondo bambino era in arrivo; si prevedeva che sarebbe stata un’altra femmina, ma Audrey non disperava di avere finalmente un maschietto.
Proprio lei che, nove anni prima, storceva il naso al solo pensiero di diventare moglie e madre così giovane.
Tutto cambiato, tutto dimenticato per ciò che era accaduto in soli tre mesi.
Tre mesi; una stagione. Dall’autunno all’inverno, dal freddo al caldo.
La stagione era cambiata, Percy era cambiato, Audrey era cambiata.
Possibile? Non era piuttosto… assurdo?
Basta davvero così poco, per cambiare?
Beh… forse non sempre. Forse, a volte, serve più tempo, più coraggio, più fortuna. Per Audrey e Percy, però, era bastato. Eccome se era bastato.
E meno male.
 
Un piccolo calcio, lì nel pancione, riportò Audrey alla realtà. Sorrise a suo marito, felice.
La stagione cambiava, e si preannunciava una meravigliosa primavera.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Buio ***


Buio
(1999)

 
 

(BB King – Stand by me)

 



La notte era troppo profonda, a quell'ora. Quanto era densa l’oscurità, quanto soffocante il buio.
- Percy?
Quel buio lo turbava, lo spaventava. Lo faceva pensare ad un altro buio.
- Sei ancora alla finestra?
Il buio dov'era Fred non aveva stelle. Percy invece poteva guardarle, le stelle; poteva persino contarle.
Poteva sentirsi morire osservando il cielo che suo fratello non era più in grado di vedere.
- Ehi…
- Ehi…
- Tutto bene, Percy?
- Non riesco a dormire.
Audrey si era alzata dal letto e lo aveva raggiunto, incurante del freddo del pavimento.
Gli si era messa a fianco, discreta e dolce com’era sempre stata.
Come sarebbe sempre stata.
- È una notte bellissima, non trovi?
- Già...
Rimasero in silenzio. Non c’era nessun bisogno di parlare, non c’era mai stato.
Percy non aveva mai dovuto spiegare nulla a Audrey; Audrey non aveva mai avuto bisogno di chiedere spiegazioni.
Basta così poco, in fondo, per capirsi.
Basta amarsi.
- Non è stata colpa tua, Percy.
- Lo so. Lo so.
 
 
C'erano momenti in cui a Percy sembrava di sfiorare la morte.
In quei momenti veniva da lui Audrey, e gli stava semplicemente accanto. Riportandogli la vita.


















... Perché noi (io e Percy) non abbiamo ancora superato la morte di Fred.
Eh già.

Grazie,
Fera

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sgualdrina ***


Sgualdrina
(2020)

 
 

(The Ark - Clamour for Glamour)
 

 
 
- No!
- Ma...
- No!
- Percy...
- No! No e no!
- Perce, tua figlia ha quindici anni!
- Appunto! Non uscirà di casa combinata in quel modo, mai e poi mai!
- E perché?
- Perché?! Ma l’hai guardata?! Intanto è vestita alla Babbana…
- Non vedo il problema.
- … E poi… ma diamine! No, Lucy non può andare in giro con quella roba addosso, neanche per sogno.
- Guarda che non è mica indecente!
Percy sgranò gli occhi. Non era... indecente?
- Ah no? Quei… quei cosiddetti vestiti e tutto quel trucco non sarebbero indecenti?
Audrey sospirò. Sempre la solita storia.
- È la moda, Perce...
- Ah sì? Me ne frego della moda! Mia figlia non uscirà di casa conciata da… da sgualdrina!
- Sgualdrina?! - sibilò Audrey, gli occhi ridotti a due fessure.
- Sgualdrina?! - ripeté.
- Beh… Senti, non vorrai mica dirmi che sono abiti normali! - farfugliò il marito. - Ma hai visto quanto è scollata quella maglia? Ma scherziamo?! E quella… quella dovrebbe essere una gonna! Io non… Non voglio più vedere roba del genere in casa mia!
- Per tua informazione, Perce, - ruggì Audrey, inviperita, - questa è anche casa mia; inoltre, quella gonna e quella maglia sono miei: forse non ricordi, ma li avevo indosso il giorno del nostro primo appuntamento. Non mi ero mai accorta del fatto che mi considerassi una sgualdrina, sai?
Percy impallidì: parte di lui iniziò ad intuire che aveva detto qualcosa di completamente sbagliato.
- Beh... ma... ma... ma tu... io… noi… lei… io… cioè… tu…
- Sì? Continua, ti ascolto: voglio proprio vedere come pensi di spiegarmi questa faccenda, caro.
Audrey Weasley non si arrabbiava praticamente mai; quando però lo faceva, tendeva a diventare molto simile a una Banshee inferocita. Percy questo lo sapeva molto, molto bene: si limitò quindi a deglutire, impaurito.
- Okay, senti, pa’, - sbuffò Lucy, dando un’occhiata nervosa all’orologio, - grazie per l’interessamento e per il tentativo, ma sto facendo davvero tardi. Torno dopo cena, va bene? Ciao, ma’!
- Ciao tesoro! - rispose Audrey con un gran sorriso, l’espressione feroce improvvisamente dissolta. - Vedi di tornare presto, altrimenti a tuo padre viene un infarto!
- M-ma… - tentò debolmente Percy, ma Audrey lo fulminò subito con un’occhiataccia minacciosa.
- E tu, - sibilò la donna, - scordati di dividere la camera con me per il prossimo mese, chiaro? Sgualdrina… pfui!
- M-ma… - farfugliò di nuovo Percy. Inutile: Audrey si era già allontanata, indignata come non mai.
Oh, cavolo! Un altro mese sul divano, no!
Quando imparerò a stare zitto, una buona volta?!














Vabbè, questa era una cavolata...
Mentre scrivevo questa raccolta ho sentito la mancanza del Percy "old style", e quale scusa migliore per riesumarlo di una figlia quindicenne vestita in modo "inappropriato"?
Grazie di aver letto (e scusami, Fata, se ho messo in mezzo la Plimpa rompiscatole)
Fera

Ah, dimenticavo: a chiunque, in riferimento a questo capitolo, verrà in mente di definire i personaggi come "pucciosi" o amenità simili, sarà recapitata una scarica di Crucio via mail. Non vi conviene.
Nymphy Lupin, non faccio nomi, ma sai che sto parlando di te.

Di nuovo alla prossima (22 giugno, se tutto va bene),
Fera

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cliché ***


Cliché
(1997)

 
 

(Fabrizio De Andrè – Una storia sbagliata)

 


 
Certe notti Percy si svegliava di colpo, senza un motivo; apriva gli occhi e nel buio intravedeva la sagoma di Audrey addormentata, sdraiata su un fianco.
In quelle notti si sorprendeva di trovarla ancora lì, accanto a sé. Nonostante vivessero insieme, nonostante dormissero assieme da mesi, non riusciva proprio a non stupirsi di quella – meravigliosa – presenza.
La guardava, e subito veniva assalito da un pensiero martellante e pericoloso, uno di quei pensieri che possono nascere solo a notte fonda in una mente appannata:
“Che aspetta ad andarsene?”
Possibile che quella ragazza volesse veramente stare con lui? Cosa aveva, lui, da offrire a una come Audrey?
Cosa c’era, in lui, che Audrey potesse desiderare tanto?
A conti fatti, loro due insieme erano solo un dannato cliché. Il direttore e l'archivista. Il preciso e la disordinata. L'ambizioso e la sconclusionata.
Un maledettissimo, scontatissimo luogo comune; di certo non la storia che ogni donna avrebbe sognato di vivere.
Erano… uno sbaglio. Lui era uno sbaglio, per Audrey.
“Che aspetta ad andarsene?”
Non era giusto che stesse con lui. Lei meritava di meglio. Doveva avere di meglio.
Audrey stava commettendo un errore, un errore enorme. In quei momenti Percy si sentiva tremendamente egoista, perché era felice di stare con Audrey, ma quella felicità non era forse deleteria per lei?
Non le precludeva una felicità maggiore, più completa, con qualcuno che sapesse amarla meglio di quanto ci riuscisse lui? Percy le dava tutto, tutto; ma quanto poteva valere il tutto di uno come lui?
Valeva davvero qualcosa?
“Che aspetti ad andartene?”
Di solito, per una specie di empatia, in quei momenti anche il sonno di Audrey si interrompeva e la ragazza entrava nel dormiveglia. Istintivamente Percy la stringeva a sé; lei si appoggiava alla sua spalla e si riaddormentava, respirando serena.
“Perché sei ancora qui con me?”
Non glielo chiese mai. Respirava il suo odore, e si riaddormentava anche lui.













...per la serie: "Percy e le paturnie mentali".
Eh vabbè, poverino: non è colpa sua, lo disegnano così.
(Da notare la data: sono nel primo periodo della loro relazione... quindi dai, un po' di insicurezza ci può stare.)
Capitolo dedicato a FloxWeasley, perché sì.
Grazie di aver letto, e grazie mille a chi ha commentato/preferito/seguito/ricordato. Ci vediamo domenica con l'ultima flash, la mia preferita.
Un abbraccio
Fera

Uh, cavolo, mi ero scordata! Per chi non segue la long: qui dice "Il direttore e l'archivista" perché, per ragioni sceniche, avevo inventato che Percy, oltre ad essere assistente di Scrimgeour, era pure responsabile degli Archivi Magici del Ministero, dove lavorava Audrey... tutto qua.




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Fuoco fatuo ***


Onestamente, non so se vi piacerà; è un  po' (molto) strana.
A sinistra parla Percy, a destra Audrey. Per il resto, ci vediamo in fondo alla pagina.




Fuoco fatuo 
(Un anno qualsiasi, un momento qualsiasi, di notte; uno di quei momenti che seguono all’amore, tra il sonno e la veglia, in cui due persone abbracciate e confuse dimenticano se stesse e dicono – o forse pensano soltanto – cose qualsiasi)

 


(Giovanni Allevi – Come sei veramente)
 


 

 

Sei un fuoco fatuo.
Nelle leggende, i fuochi fatui non sono solo fiammelle sprigionate da chissà quali gas.
Sono piccole creature luminose che di notte confondono i viandanti sprovveduti.
Questi le scambiano per vere luci e le seguono, perdendo la strada.
 

 

Sei un fuoco fatuo.
A prima vista il fuoco fatuo spaventa; vederlo apparire fra le tombe non è considerato di buon augurio.
Quello che più impressiona, però, è la sua incapacità di sprigionare calore.
Chi si avvicina a un fuoco fatuo si aspetta, forse, del tepore.
Tutto ciò che trova, invece, è il freddo.
 

 

Sei un fuoco fatuo.
Avevo una strada da percorrere. Avevo una meta ben precisa.
Ero pronto ad affrontare il viaggio; ero pronto a sacrificare ogni cosa, e l’avevo fatto.
Poi, dal nulla, sei apparsa.
 

 

Sei un fuoco fatuo.
Quando ti ho conosciuto emanavi gelo, invece che calore.
Ogni tuo pensiero era imprendibile, indecifrabile. Chi si avvicinava a te restava confuso da questo tuo atteggiamento.
Sembrava impossibile che tu potessi davvero essere così freddo, così innaturale.
Sembravi una fiamma, potevi essere una fiamma, ma non c’era calore in te.
 

 

Sei un fuoco fatuo.
Sei apparsa, ed eri come una creatura sconosciuta per un viaggiatore notturno.
Fastidiosa.
Affascinante.
Intrigante.
Disorientante.
Avevo una strada, la seguivo. Poi ti ho vista e mi sono distratto.
Ti ho seguita e mi sono perso.
 

 

Sei un fuoco fatuo.
Eppure non c’è nulla di più affascinante di un fuoco fatuo.
Sarà per la sua natura così insolita; sarà per il fatto che di esso conosciamo tutti i difetti ma nessun pregio.
I tuoi difetti erano sotto gli occhi di tutti, sempre; i tuoi pregi erano sepolti sotto un cumulo di stupidaggini.
Che difetto ha il fuoco fatuo? L’assenza di calore.
Che pregio ha il fuoco fatuo? Il suo essere diverso da qualsiasi altra cosa in natura.
 

 

Sei un fuoco fatuo.
Ho cambiato strada, cercando di inseguirti, di raggiungerti, di prenderti.
Come i viaggiatori delle storie.
Solitamente, però, a questo punto le leggende diventano tristi. I viandanti perdono di vista i fuochi fatui, e quando si guardano indietro non ritrovano più nemmeno la strada che dovevano percorrere.
Si sono smarriti, per sempre.

 
Sei un fuoco fatuo.
Non sei uguale a nessun altro.
Non sei migliore, né peggiore.
Non sei più bravo, più forte; non sei più debole, non sei più cattivo.
Sei come sei. Sei come devi essere.
Sei come sei, e mi completi in ogni parte.
 

 

Stavolta però la storia finisce in modo diverso.
Sai perché?
Perché io non mi sono affatto perso.
Mi sono ritrovato.
Credevo di essere sulla via giusta, invece mi stavo solo smarrendo.
Ti ho seguita, confuso, e sono tornato dove dovevo stare.
Sono tornato quello che dovevo essere.
Mi hai fatto perdere e mi sono ritrovato.
 

 

Sei come sei.
L’unico modo per apprezzarti è accettarti per quello che sei.
Volerti bene a prescindere.
Non pretendere da te quello che non riesci a dare.
Non sei un focolare scoppiettante, non sei un rogo ardente.
Sei un fuoco fatuo.
Non voglio pensare a quello che non sei: ti accetto per quello che sei.
L’ho sempre fatto, da quando ti ho trovato.
Da prima di conoscerti davvero.
 

 

Grazie di avermi fatto smarrire.
 

 

È bello averti trovato.
 

 

Sei il fuoco fatuo.
 

 

Sei il mio fuoco fatuo.
 

 

Sei…














Ed eccoci qui; l'ispirazione per questa mi è venuta da questo: al contest per cui questa raccolta è stata scritta, i partecipanti dovevano scegliere un "pacchetto" che nascondeva una coppia canon; questi pacchetti avevano nomi di animali e creature magiche (Cigno, Drago, Scarafaggio etc.) tutti in qualche modo attinenti con la coppia che nascondevano. Io ho scelto Fuoco Fatuo, e - fortuna delle fortune - la coppia che  nascondeva era proprio Percy/Audrey. Alla mia richiesta sul "perché" questa creatura fosse collegata a loro, la mitica giudicia Taminia ha risposto che non se lo ricordava... quindi ho dovuto inventare qualcosa io.
Spero vi sia piaciuta. A Taminia sì, a quanto ho capito ^^
Anche stavolta, chi dice "puccioso" è morto (tranne Nymphy, che - ormai l'ho capito - non ce la fa proprio a farne a meno).
Grazie a tutti, per aver letto/recensito/preferito/seguito
Un abbraccio
Fera



 
 
 
 
 
 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=730495