Rainbow.

di Mo in Wonderland
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Red. ***
Capitolo 2: *** Orange. ***
Capitolo 3: *** Yellow. ***
Capitolo 4: *** Green. ***
Capitolo 5: *** Indigo. ***
Capitolo 6: *** Blue. ***
Capitolo 7: *** Violet ***



Capitolo 1
*** Red. ***


Red.
Red.

    “Holmes, la prego, siamo qui da ore e sto gelando. Vuole dirmi chi stiamo aspettando?”
    “Pazienti ancora dieci minuti, Watson, arriverà. Deve arrivare.” Sherlock si morse il labbro inferiore, cercando di reprimere il nervosismo. Aveva teso una trappola perfetta, e quel farabutto non poteva sospettare di nulla. Dovevano solo aspettare e sarebbe arrivato.
    “Holmes, la prego, mi spieghi. Almeno avrò qualcos‘altro a cui pensare, oltre alle mie dita che stanno perdendo sensibilità.” Watson si strinse nelle spalle, si portò le mani alla bocca soffiando piano e strofinando per scaldarle. “Come fa a non avere freddo?”
    “Non ci penso. Ma mi faccia vedere le sue mani, piuttosto.” Holmes si avvicinò e Watson gli tese le mani tremanti. Sherlock passò un indice sulle nocche arrossate e screpolate dal freddo. Accarezzò il dorso con il pollice, poi intrecciò le dita con le sue e mise le mani in tasca, stringendole forte per scaldarle.






[in onore del compleanno di Robert (auguriii *__*), inizio la pubblicazione di Rainbow (ex-Sherlock's Colours, per chi avesse letto l'Epilogo di No More) e mi impegno ufficialmente di pubblicare ogni tre giorni. Potete uccidermi se non lo faccio. Oh, no, è meglio di no. Comunque, come avevo accennato, è una raccolta di sette drabble, di 15o parole ciascuna, ognuna ispirata a un colore dell'arcobaleno. Non sono in ordine cronologico, se le leggesse Doyle probabilmente si rivolterebbe nella tomba, e-- c'è altro da dire? No? Possiamo passare all'angolo lacrimoso in cui ringrazio abbondantemente Ilaria1993, sunnyday5, PepperP, bromance, ladyElric92, BlackCobra, pachelbel90 e ignorance per le magnifiche recensioni che hanno lasciato all'ultimo capitolo di No More. Sono ufficialmente senza parole, grazie. Adesso mi defilo con gioia ^^]

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Capitolo 2
*** Orange. ***


Orange.
Orange.

    Sherlock salì con un salto entrambi gli scalini che portavano alla veranda. “Una passeggiata davvero meravigliosa. Lei si è rilassato, Watson?”
    John alzò gli occhi dal suo taccuino di pelle scura, con un sorriso. “Oh, sì, davvero. Questa vacanza sta facendo molto bene anche a me. Ha notato nulla di interessante?”
    “Può darsi.” Sherlock andò a sedersi sulla panca in legno, alla sinistra di John. “E lei cosa sta scrivendo?” Domanda inutile, era ovvio che stesse scrivendo gli ultimi aggiornamenti del caso Tregennis.
    “Appunti.” John richiuse il taccuino e lo appoggiò sul tavolino alla sua destra insieme alla penna. “Piuttosto, ha visto il meraviglioso tramonto sulla baia?” John indicò il cielo limpido che a occidente andava stemperandosi in un arancio rossiccio, riflettendosi sull‘oceano insolitamente calmo.
    “Sì.” Sherlock incrociò le braccia e, sospirando, appoggiò la tempia alla spalla di John. Lui voltò appena la testa e lo guardò negli occhi, sorridendo.



[perdonatemi, ma oggi ho camminato per cinque ore su e giù per il Carso (non chiedete) e non mi reggo più in piedi. Ci tengo comunque ad aggiornare, perchè lo avevo promesso. Il caso Tregennis è quello de "L'avventura del piede del diavolo", in cui i Nostri trascorrono una tranquilla - si fa per dire - villeggiatura in Cornovaglia. Ora scusatemi, ma corro a letto :P]

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Capitolo 3
*** Yellow. ***


Yellow.
Yellow.

    Seduto a gambe incrociate nel mezzo del salotto, Sherlock pizzicava le corde del suo violino con oziosa noncuranza, troppo immerso nei suoi pensieri per curarsi di qualsiasi cosa accadesse al di fuori della sua mente.
    Alzò appena lo sguardo sulla tappezzeria rovinata del muro davanti. La luce sbiadita della luna che entrava dalla finestra proiettava sul pavimento le ombre lunghe e rettangolari delle valige ammassate vicino alla porta. La sua ultima notte qui.
    Sherlock appoggiò con cura il violino a terra e gattonò fino ad una cassa in pelle - sciolse la fibbia e aprì il coperchio. Dentro, stipati in ogni angolo possibile, tutti i taccuini in cui John aveva annotato minuziosamente i loro casi.
    Ne afferrò uno piuttosto spesso, dalla copertina gialla e ruvida e iniziò a sfogliarlo lentamente, nella penombra della stanza. Ci sarebbe stato tempo, la notte era lunga e John avrebbe dormito almeno altre quattro ore.  

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Capitolo 4
*** Green. ***


Green.
Green.

    Sherlock passò un indice su una costa del velluto, cercando di sgombrare la mente. Era dello stesso verde del muschio che in autunno orna i tronchi degli alberi. Se spostava un lembo della manica alla luce grigiastra del sole che entrava dalla finestra, il tessuto riluceva, come di mille pagliuzze d’oro. Si incantò a guardare quello spettacolo per alcuni minuti, poi lasciò cadere la mano sul bracciolo della sua poltrona.
    L’aveva trovata in fondo all’armadio di John, il giorno dopo che lui l’aveva lasciato solo in quella casa così vuota, e non aveva ancora trovato il coraggio di avvisarlo. Ma non lo avrebbe fatto, o lui si sarebbe portato via anche quella.
    Si strinse il bavero sotto il collo e si infossò nella poltrona, accarezzando piano il velluto consumato sul bordo della manica. John indossava quella stessa giacca, il giorno del loro primo incontro, al laboratorio. Sherlock se lo ricordava.

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Capitolo 5
*** Indigo. ***


Indigo.
Indigo.

    Ogni volta che li guardava, Sherlock trovava un colore diverso. Nelle giornate fredde, quando si accoccolava con lui davanti al fuoco, erano grigi come il fumoso cielo di Londra. Altre volte, nei giorni in cui il sole faceva capolino oltre le ciminiere di periferia, erano verde acqua, come la base dei petali di ninfea. O ancora azzurro cielo, tanto intenso da togliere il respiro, con piccole sfumature blu e giallo dorato.
    Ma c’era un colore quasi sfuggente, che Sherlock non riusciva a definire, una leggera sfumatura lilla, sul bordo esterno dell’iride. E più lo guardava più gli sembrava un normalissimo azzurro, ma c’era qualcosa di diverso, di più forte, in quel colore. Qualcosa che riusciva ad annullare ogni suo pensiero, lasciandolo completamente spiazzato. Lo notava soprattutto quando John lo guardava severo, e allora aveva l’effetto di gelargli il sangue nelle vene.
    
  “I suoi occhi hanno sfumature indaco, lo sa, Watson?”






[ok, sono molto di fretta, e mi dispiace di aver aggiornato con un giorno di ritardo, ma ieri non ho proprio trovato il tempo :/ anyway, questa è in assoluto la mia preferita della raccolta, forse perché è un po' più fluff :D un grazie speciale a BlackCobra e lunatica91 per le meravigliose recensioni ^^]

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Capitolo 6
*** Blue. ***


Blue.
Blue.

    “Se la ricorda, Watson?” Terzo tasto, quinta corda - accordo di do bemolle - scala -
    “Ma certo, Holmes. L’ha suonata per me una sera, durante il caso del maggiore Sholto.” Sherlock annuì - primo tasto, terza corda e secondo tasto, quarta corda. “Questa melodia mi ricorda la mia adorata Mary.” - accordo di fa -  l’indice scivolò dal primo al secondo tasto e il violino emise un rumore stridente.
    “Mi perdoni, Watson, mi ero distratto un attimo.”
    Watson sembrò non farci troppo caso e lo invitò a proseguire con un cenno della testa. “Ma come mai questa nostalgia per i tempi passati, Holmes?”
    “Mi è tornata in mente questo pomeriggio. Curioso, non crede?” Sherlock spostò lo sguardo fuori dalla finestra - la notte era particolarmente limpida e il cielo di un blu acceso, cosparso di stelle. “Si metta sul divano, Watson, forse riuscirò a farle prendere sonno anche questa volta.”








[il caso del maggiore Sholto è quello del racconto "Il segno dei quattro", in cui il nostro Sherlock suona una ninna nanna ad un Watson particolarmente insonne; è lo stesso caso in cui Watson incontra Mary, e nel passo originale Watson stesso ci dice che si addormenta sognandola. Qui invece abbiamo Sherlock *invidioso mode: on*, che fa addormentare Watson per rapirlo :D]

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Capitolo 7
*** Violet ***


Violet.
Violet.

    Sotto il cilindro di vetro, si muovevano, sbattendo furiosamente le ali e cozzando tra di loro. Sherlock le osservò per un paio di minuti, poi prese il violino dal tavolo e iniziò a suonare dei cluster atonali - presero a volare in cerchi concentrici sincronizzati. Lasciò il violino sul tavolo di nuovo e appoggiò la guancia al palmo della mano.
    Gli faceva male, perché gli ricordava la totale mancanza di interesse di John per cose che lui riteneva fondamentali. Lo sapeva, ma non riusciva a trattenersi dal farsi del male ogni volta.
    Si alzò dallo sgabello e raggiunse la mensola sotto la finestra, invasa dalle provette. Sotto un bicchiere, una farfalla dalle enormi ali violette muoveva le antenne e le zampette - una sorpresa gradita nella sua caccia alle mosche.
    Sherlock sollevò il bicchiere e la farfalla uscì dalla finestra con un frullo d’ali - un minuscolo puntino viola all’orizzonte.






[purtroppo questo è la drabble che mi piace meno in assoluto. Forse per la sua totale mancanza di senso. Anyhow, questa è la fine di Rainbow, sempre che qualcuno lì fuori abbia aspettato abbastanza D:]

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