Let's make a cake

di Mari24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I need your help ***
Capitolo 2: *** Preparing.... ***
Capitolo 3: *** the end... ***



Capitolo 1
*** I need your help ***


Beckett era seduta alla sua scrivania.

Stava finendo di sistemare le ultime cose circa l’arresto che avevano compiuto.

Non era mai capitato che a metà pomeriggio avessero già finito tutto.

Era stato un caso semplice, noioso secondo Castle, che non aveva smesso un attimo di lamentarsi.

Beckett roteava gli occhi ogni due secondi e desiderava ardentemente che lui andasse via o quanto meno che stesse zitto per più di dieci secondi.

Non  riusciva a concentrarsi con lui che parlava quasi fosse una radio dimenticata accesa.

-“…oh ma andiamo! Chi vuoi che ci creda? Cioè quanto sei stupido se cerchi di far ricadere i tuoi sospetti sul tuo vicino di casa quando è palese che il colpevole sei tu!
Cioè quando viene ritrovato il coltello con il quale la vittima è stata uccisa nella tua macchina, è chiaro che i sospetti ricadano su di te e si inizia ad indagare. Chi è così cretino da non buttare l’arma del delitto?! Voglio dire, è da stupidi nasconderla nella macchina. Cosa pensava che non controllassimo? Magari era anche pronto a scappare con il suo fedele coltello.
Potrebbe essere il titolo del mio prossimo romanzo: Heat Knife. Che ne dici, suona bene?! Oppure Heat Husband… no questo potrebbe essere inteso male per Nikki Heat. Ma potrei trovare altri titoli interessanti anche se questo caso è stato di una noia mortale. Mi chiedo ancora perché hai accettato il caso. Tu sei famosa per essere interessata ai casi complicati, l’hai detto tu stessa, rivelano più particolari. E poi quel tizio aveva proprio la faccia del tipico assass…”-

Ma Castle non poté proseguire perché Beckett era arrivata al limite della sopportazione.

Aveva provato a rispondergli inizialmente ma lui aveva continuato.

Poi aveva pensato che ignorandolo si sarebbe stufato di sentire la sua unica voce comporre un monologo, ma lui era andato avanti come un treno. Si era chiesta come faceva Alexis a sopportarlo.

Così in preda ad un istinto omicida nei suoi confronti gli gridò in faccia, interrompendo il suo discorso:

-“CASTLE!!! RIESCI A STARE PER 10 MINUTI IN SILENZIO, SENZA APRIRE LA BOCCA GIUSTO PER FARLE PRENDERE ARIA?????!”-

Castle c’era rimasto malissimo.
Non pensava di dare così fastidio. Era evidente che la detective l’aveva sopportato ma alla fine era esplosa.

Abbassò lo sguardo come quando i bambini vengono sgridati e disse a voce bassa:

-“Ok. Non lo farò più.”- e senza aggiungere altro andò nella sala relax per prendersi un caffè.

A Beckett non sembrava vero, 20 interi minuti senza sentire la voce logorroica dello scrittore, ed era riuscita a compilare tutte le carte a cui stava lavorando.

“Un momento!” pensò, “20 minuti per prendere un caffè sono davvero troppi. Oddio non si sarà mica messo a piangere?” si chiese Beckett, ma ormai il senso di colpa si stava facendo largo nella sua mente.

Forse aveva esagerato, ma cavolo, non era un bambino a cui bisogna spiegargli tutto.

Era stato davvero fastidioso quel giorno e l’unica cosa che Beckett voleva fare era andare a casa e rilassarsi con un buon libro.
Ma prima sentiva il bisogno di scusarsi con lui.

Entrò nella sala relax e lo vide seduto nel divano con il suo cellulare in mano. Sicuramente stava giocando con la sua nuova versione di “Angry Birds”.

-“Ehi ma allora sei qui!”- disse Beckett a voce abbastanza alta.

Castle la guardò ma si girò nuovamente non degnandola neppure di una parola.

Beckett l’aveva notato ma pensò di provarci nuovamente.

-“Vuoi una tazza di caffè?”- gli chiese.                                     

E nuovamente Castle la guardò e con aria offesa riprese a concentrarsi sul suo palmare.

-“Davvero?! Vuoi davvero questo Castle? Perché posso essere davvero cattiva ed elencarti tutte le volte in cui mi dai noia e non ti dico niente solo per non ferire il suo lato sensibile!”- lo stuzzicò Beckett.

-“Ehi, io ci sono rimasto male quando mi hai urlato contro! E per di più di fronte a tutto il distretto! Sono una persona sensibile, io!”- disse e questa volta Beckett vide che stava facendo finta di essere offeso, e la sua espressione cercava di nascondere un sorrisetto beffardo.

-“Eri davvero pesante!”- rispose Kate continuando a sorridere,
-“Ma mi rendo conto di aver esagerato. Ti chiedo scusa!- continuò guardandolo negli occhi.

-“Scusami anche tu. So di essere logorroico alcune volte!”- Beckett arcuò un sopracciglio come se intendesse “solo alcune volte?” e Castle afferrando al volo disse:

-“Ok, la maggior parte delle volte!”-

Entrambi risero e Beckett prendendo il suo caffè disse:

-“Sono contenta che abbiamo chiarito tutto!”-

-“Ah no, detective! Non pensare che sia finita qui! Non bastano delle semplici scuse per farti perdonare!”-

-“Di che cosa stai parlando?”- chiese Beckett sospettosa.

Non solo aveva fatto lei il primo passo, mettendo da parte l’orgoglio, ma non era neppure stata perdonata. Questo era il colmo.

-“Vedi domani è il compleanno di mia madre…”-

-“No Castle!”-

-“Ma non sai neppure cosa ti voglio chiedere! E ricordati che non ti ho perdonata quindi sei costretta almeno ad ascoltarmi!”- disse lo scrittore con un sorriso malvagio stampato in faccia.

-“E chi mi costringe? Tu forse? Beh se non mi hai perdonata pazienza. Puoi anche strappare il contratto che ti lega a questo distretto, così almeno avremmo un po’ più di silenzio!”- rispose cattiva Beckett.

-“Ok, ok. Ti ho perdonata. Ma mi serve il tuo aiuto!”-

-“Ah, adesso hai bisogno del mio aiuto!”- disse sarcastica.

-“Si ho bisogno che mi aiuti con la sua torta di compleanno! Tu mi hai detto che tua madre era una cuoca fantastica, sicuramente ti avrà insegnato a fare le torte!”-

-“Si mi ha insegnato… ma non vedo perché dovrei aiutarti! Non puoi semplicemente comprarla?”-

-“Beh sai, l’anno scorso io gliel’ho comprata e le è piaciuta molto, ma ha apprezzato di più quella che le ha fatto Alexis, perché diceva che veniva dal cuore e non dal mio portafoglio! Anche se quando ha voluto quel gioiello di Bulgari il mio portafoglio l’ha apprezzato senza fare obiezioni!”- rispose Castle, ma quest’ultima frase era rivolta più a sé stesso che a Beckett.

Vedendo che la detective non si decideva continuò:

-“Ti prego! Voglio solo fare una cosa carina per mia madre!”-

Beckett non poteva resistere a quella sua aria da cucciolo bisognoso di affetto.

E poi le faceva piacere fare qualcosa di carino per Martha, le ricordava quando aveva cucinato per sua madre. E in un certo senso le piaceva stare con la famiglia Castle. C’era sempre un clima sereno.

Così alla fine acconsentì:

-“Va bene. Accetto! Ma sia chiaro: mi devi un enorme favore!”-

-“Graziegraziegrazie!!”- disse Castle felicissimo, abbracciando la sua musa in uno dei suoi slanci di affetto.

-“Ti aspetto a casa mia fra due ore! Mi raccomando detective, puntuale!”- e detto questo uscì di corsa dal distretto, per andare a preparare tutto a casa sua.

Beckett sorrise e roteò gli occhi.

La aspettava un pomeriggio pieno di sorprese.





ANGOLO MIO: Ciao gente!!! rieccomi qui!!! come state?

che dire?? anche questa ff è nata nel periodo di Pasqua.. ok volete sapere come? vabbè anche se non vi frega nulla ve lo dico lo stesso: dunque, mia madre voleva fare la colomba pasquale anzichè comprarla.. e non si sa mai perchè devo sempre essere io ad aiutare.. cmq mentre stavo aiutando mi è venuta in mente questa storia e l'ho scritta! in effetti avevo qst idea delle torte già da qnd ho visto un film di Nathan in cui la protagonista cucinava torte!!

anyway... avrà solo 3 capitoli questa ff! quuiiindi ci leggiamo la settimana prossima con il prossimo capitolo.. x chi continuerà ovviamente!!

e come sempre se volete fatemi sapere che ne pensate!! ;)

sbaciottiiii

kateRina24 ;>

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Capitolo 2
*** Preparing.... ***


Due ore dopo Beckett arrivò a Casa di Castle.

Era passata prima da casa sua per farsi una doccia e cambiarsi.
Non voleva preparare una torta con indosso gli abiti da lavoro.

E poi passò anche in nel negozio all’angolo per prendere qualcosa di riserva in caso Castle avesse già fatto danni nelle due ore precedenti, e conoscendo il soggetto, Beckett pensò che probabilmente era un’ottima idea.

Suonò il campanello e ad aprigli non fu Castle ma l’uomo delle nevi.

-“Che ti è successo?!”- chiese Beckett entrando e non riuscendo a trattenere una risata, alla vista di Castle completamente bianco su faccia, maglietta e braccia.

-“Ho starnutito sulla farina!”- rispose offeso contro il suo naso.

-“Sei un disastro Castle!”-.

Beckett rise di cuore dirigendosi verso la cucina e appoggiando la busta che aveva con sé.

Castle pensò che era davvero bello sentirla ridere.
Non capitava spesso, ma ultimamente si era aperta di più con lui.

Lui aveva capito cosa covava segretamente nel suo cuore, ma forse lei non era ancora pronta, e lui aveva deciso di darle il suo spazio, il suo tempo.
Oltretutto stava ancora con Josh, non voleva incasinarle la vita.

Si avvicinò a lei e solo in quel momento notò alcuni dettagli.

Beckett si era cambiata. Indossava una maglietta bianca a mezze maniche e un paio di comodi pantaloni, probabilmente era lo stesso abbigliamento che usava per andare a correre o allenarsi.

Si era legata i capelli in uno chignon, in modo da non averli in faccia mentre cucinava, e ai piedi aveva un paio di comode tennis.
Era vestita semplicemente, solo con un po’ di matita negli occhi e per Castle era la donna più bella di questo mondo.

Lei non era come le altre, non era finta come Gina o come tutte le altre che si avvicinavano a lui solo per i suoi soldi.

Lei era reale e non le interessava il fatto che Castle fosse ricco o no.

Kate non era superficiale e non le interessavano le ore passate nei negozi dedita a uno shopping sfrenato. No, lei era vera e genuina, una donna che aveva vissuto, amato e sofferto.

Sofferto per la perdita di una persona vicina a lei, di un genitore, e tutt’ora aveva questo peso nel cuore, e Castle era sicuro che non l’avrebbe superato fin quando i mandanti dell’assassino di Johanna non sarebbero stati tutti a marcire in galera.

Si era incantato su di lei, assorbito completamente dai suoi pensieri, tanto da non accorgersi neppure che lei lo stava richiamando alla sua attenzione.

-“Oh si scusa Beckett! Stavo pensando!”- rispose Castle con un sorriso.

-“A cosa stavi pensando? Sembrava una cosa molto importante!”-

-“Lo era.”-  rispose lo scrittore piantando i suoi occhi su quelli di Beckett.

Kate, dal canto suo era solita perdersi negli occhi blu di Castle, quindi dalla sua risposta capì che l’argomento dibattuto dei suoi pensieri era lei.

Nessun altro uomo la faceva sentire così.
Non si era mai sentita viva con nessun altro, e malgrado tutti gli sforzi con Josh non andava affatto bene.

Non l’aveva detto a nessuno, ma avevano avuto un brutto litigio e lui era andato via sbattendo la porta.
Non si erano più sentiti e Beckett capì che era stata mollata. Pensò che era davvero il colmo visto che durante il litigio erano passati dal fatto che lui non c’era mai all’argomento Castle.

Non ci poteva fare nulla, e per quanto non volesse ammetterlo, ormai lui faceva parte della sua vita.

Sentendosi a disagio sotto lo sguardo di Castle, Beckett con voce spezzata disse:

-“A-Allora, che torta vuoi fare?”-

-“Una torta grande!”- rispose Castle tutto emozionato.

-“Questa è la risposta che ti darebbe un bambino di 6 anni. Invece l’adulto di 40 cosa vuole fare?!”- disse Beckett inarcando un sopracciglio.

-“Oh, stavo pensando una al cioccolato, ma gliel’ha fatta l’anno scorso Alexis.”-

-“Una alla frutta?”

-“Naaa… conoscendo mia madre la snobberebbe! Però credo che apprezzi quelle con molto liquore!”-

Beckett sorrise a quell’affermazione.

-“E se ne facessimo una semplice, con della crema all’interno unita a delle gocce di cioccolato, e sopra la panna?!”-

-“Comprende anche il liquore questa torta?”-

-“Certo Castle. Sennò viene asciutta!”-

Castle annuì felice e a Beckett ricordò un cagnolino scodinzolante.

Poi prese il suo pc e cercò la ricetta per un buon pan di spagna.

-“Allora qui dice che ci vogliono 6 uova intere. Secondo te intenderanno anche il guscio?!”-

Beckett lo guardò storto. Non sapeva se Castle stesse scherzando oppure no, e lui accortosi del suo sguardo interdetto continuò:

-“Scherzavo, scherzavo!”- disse alzando le mani.

Beckett roteò gli occhi.

-“Concentrati Castle! Questa torta la devi fare tu!”-

-“Pensavo che volessi aiutarmi!”- disse Castle mettendo su il suo solito broncio da bambino offeso.

-“Infatti ti sto aiutando a rimanere concentrato!! Forza inizia a frullare uova e zucchero!”-

Castle si mise all’opera ed eseguì l’ordine di Beckett, mentre lei iniziava a pesare la farina.

Dopo cinque minuti Castle si stava già lamentando:

-“Mi fa male il braccio!”-

-“Castle sei proprio un pappamolla! Lascia stare ci penso io.”- e unendo anche la farina, Beckett iniziò a frullare con Castle al suo fianco.

Si appoggiò al bancone, reggendosi la testa con le mani, e la osservava con occhi dolci.
Era davvero stupenda e Castle non riuscì a non far vagare la sua fantasia. Avere Kate in casa che cucinava per lui o per i loro figli sarebbe stata la cosa più bella in assoluto nella sua vita, oltre ad Alexis, ovvio.

Beckett accortasi del suo sguardo lo interrogò:

-“What Castle?”-

-“Niente. Pensavo che sei molto brava!”-

Beckett sorrise e abbassò lo sguardo e Castle capì che sicuramente stava ricordando i bei momenti vissuti con sua madre. Voleva dirle qualcosa per strapparla da quella tristezza che la stava avvolgendo ma in quel momento Beckett disse:

-“Ok, l’impasto è pronto. Dammi lo stampo così la mettiamo in forno!”-

Castle le passo una terrina di forma tonda e lei dopo averci messo l’impasto la infornò.

-“Ok, ora si prepara la crema e la panna!”-

-“La panna è già pronta! C’è quella spray!”- disse Castle tirando fuori la bomboletta di panna dal frigo e spruzzandosene una quantità esagerata in bocca.

-“No Castle, quella spray non è buona sulle torte. Preferisco farla io!”-

-“Shai fahe a hanna?!”- disse Castle con ancora la panna in bocca e non riuscendo a parlare.

-“Ehm… scusa, non ho afferrato!”-

Castle deglutì sonoramente e rispose:
-“Chiedevo se sai fare la panna?”-

-“Oh.. si mi ha insegnato mia madre, e infatti prima di venire qui ho comprato quella da montare! Bene tanto per il pan di spagna dobbiamo aspettare 40 minuti, quindi ora tu monti la panna e io penso alla crema!”-

-“Va bene!”-

Castle prese la bustina blu con la panna e aggiungendo il latte iniziò a frullare per montarla.

Beckett lo osservava di profilo.

Le piaceva vedere Castle in forma di cuoco. Certo un po’ pasticcione e maldestro, ma era molto dolce che volesse fare qualcosa di speciale per Martha.

Kate era completamente assorta nei suoi pensieri che non si accorse che Castle le si era avvicinato.

-“Ho finito!”- disse sorridendo e avvicinandosi con la ciottola in mano.

-“Bene, fammela assaggiare!”- e detto questo Beckett fece per prendere un ciuffo di panna con il dito, ma Castle la bloccò e con un rapido gesto affondò il suo dito nella panna, anticipando Beckett.

Voleva stuzzicarla.

Avvicinò il suo dito alla bocca di lei, e Beckett non riusciva ad abbassare lo sguardo, ma era incollata ai suoi occhi.

Voleva davvero assaggiare la panna che Castle le stava offrendo.

Ma accettare il suo invito significava cedere a lui e lui era la sua debolezza. Avrebbe poi dovuto fare i conti con se stessa.

Castle era ancora lì piantato di fronte a lei, e poi un luccichio malizioso apparve nei suoi occhi e di scatto si leccò il suo dito lasciando Beckett all’asciutto.

-“Ehi, questo non è valido!”- disse Beckett che prese un ciuffetto di panna e lo mangiò. Era davvero buona.

-“Questo fa molto Nikki Heat!”- disse Castle che trovava Beckett estremamente sexy.

Beckett arcuò un sopracciglio e disse:

-“Vuoi davvero che faccia qualcosa degno di Nikki Heat?!”- rispose in tono malizioso.

Affondò nuovamente il dito nella panna e lo porse a Castle, inarcando un sopracciglio, sfidandolo.

-“Tu giochi sporco, detective!”-







ANGOLO MIO: Ciao gente!! come state? ecco qui il 2o capitolo...

ok vi spiego una cosa: dunque.. quando Castle chiede se servano anche i gusci delle uova per preparare la torta, è vero... cioè.. è successo a me. Dovete sapere che 2 anni fa stavo preparando una torta (io odio cucinare) e nella ricetta c'era scritto 4 uova.. ok per me uova era inteso solo il rosso, qndi ho buttato il bianco. quando mamma si è avvicinata ha visto il danno ha rimediato e io gli ho risp che dovrebbero essere + chiari nelle ricette. la risposta di mio padre è stata questa: "Se ti scrivevano 4uova intere, cosa facevi? ci mettevi anche il guscio?!"... (ovviamente in sardo... Cutuletta se vuoi sapere come si dice te lo scrivo in mp! xD )


e niente, mi era sembrata carina da inserire! xD

ok mi pare di aver detto tutto..mi dimentico sempre qualcosa... xD

ringrazio tutti quelli che stanno leggendo e recensendo quest'altra mia follia! xD  


alla settimana prossima con l'ultimo capitolo!!

sbaciottiii

kateRina24  ;>



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Capitolo 3
*** the end... ***


PREVIOUSLY ON CASTLE:

-“Vuoi davvero che faccia qualcosa degno di Nikki Heat?!”- rispose in tono malizioso.

Affondò nuovamente il dito nella panna e lo porse a Castle, inarcando un sopracciglio, sfidandolo.

-“Tu giochi sporco, detective!”-


AND NOW...


-“Beh, se non ti va…”- e fece per ritirare la mano, ma lui l’afferrò per il polso, avvicinando il dito di Kate alla sua bocca e, sempre mantenendo costantemente il contatto visivo con lei, in un attimo leccò via la panna.

Il contatto delle sue labbra calde e della lingua fece battere all’impazzata il cuore di Beckett e un brivido le corse lungo la schiena.

Chiuse gli occhi voleva assaporare completamente quel momento, imprimerlo nella mente e non cancellarlo più.

Dal canto suo Castle aveva le idee molto chiare, avrebbe voluto assaggiare anche le morbide labbra di Kate, ormai le sognava e desiderava da molto tempo.

Si avvicinò di più a lei, voleva avere con lei quel contatto, non solo fisico ma anche di unione delle anime, quel contatto che non aveva provato con nessun’altra donna.

Lei era quella giusta.

Ma mentre si muoveva verso di lei, fece cadere una frusta che aveva usato per montare la panna e Beckett, risvegliandosi dallo stato di trans, si allontanò velocemente, con le guancia visibilmente rosse, dirigendosi verso la crema che attendeva di essere lavorata.

Castle si avvicinò a lei, e prima che potesse dire qualcosa Beckett disse:

-“Prova tu ad amalgamarla!”- e gli porse la frusta con la terrina.

Castle provò a lavorare la crema ma non gli riusciva bene, in dieci secondi aveva schizzato di crema dappertutto.

-“Castle, piano! Non la devi picchiare!”-

-“Ma non ci riesco!”-

-“Guarda me!”- disse dolcemente e prendendogli la frusta Beckett iniziò ad amalgamare il tutto.

Castle si posizionò dietro di lei, avvolgendola con le sue braccia e posò la sua mano sulla sua, seguendone il movimento.
Ma dopo qualche istante il collo della detective attirò la sua attenzione.

La sua testa aveva smesso di ragionare quando lei gli aveva allungato il dito colmo di panna. E ora era lì a pochissimi centimetri dal suo collo.

Non riusciva a resisterle e in brevissimo tempo le sue labbra furono sul collo di Kate, provocandole scariche elettriche lungo tutto il corpo.

Adorava i baci sul collo, ma lui non si limitò solo al collo, proseguì più giù, lungo la sua clavicola e la spalla, per poi ritornare sul collo e salire fino al lobo dell’orecchio, mordicchiandolo.

Beckett si era fermata.

Quei contatti con la bocca di Castle le facevano provare sensazioni ed emozioni che non aveva mai provato prima.

Non riusciva a controllarsi e nel mentre che girava il viso, Castle avvicinò la sua bocca alla sua guancia, premendo le labbra agli angoli della bocca e lasciando un bacio che durò più del dovuto.

Beckett avrebbe voluto baciarlo, sentire il suo sapore sulle sue labbra. Si voltò verso di lui e le mani di Castle scivolarono sui suoi fianchi attirandola a se.

Beckett continuava a fissarlo negli occhi, tra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta. Si ritrovò a pensare che lui la faceva stare bene.

Lui con il suo modo di essere in questi tre anni, era stato capace di portarla via, di strapparla da quegli incubi che l’attanagliavano, facendola precipitare in un buio sempre più oscuro.
Ma lui era riuscito a portarla via da lì.

Allacciò le sue braccia dietro al suo collo e piano piano si avvicinò a lui.


Il timer del forno suonò facendoli sobbalzare. Il pan di spagna era cotto.

Beckett scivolò via dalle sue braccia, e più bordeaux che mai disse balbettando:

-“I-io controllo… di là… la torta! Tu… continua a lavorare la crema!”-

Si diresse verso il forno e si inchinò per sfornare la torta.

Con Beckett in quella posizione, Castle non riuscì a non far scivolare l’occhio sul suo sedere, e ne era rimasto incantato.

Beckett voltandosi con la torta fra le mani lo beccò in pieno e lo fulminò con lo sguardo.

-“La crema! Ho capito!”- e voltandosi iniziò a lavorarla come le aveva fatto vedere lei.

Insieme tagliarono a metà la torta per poterla farcire con la crema e le gocce di cioccolato.

Beckett prese la panna e poi ebbe un’idea.

Frugò nella spesa che aveva comprato e prese una tavoletta di cioccolato.

-“Che vuoi fare?”- chiese Castle

-“Aspetta e vedrai! Nel mentre continua a guarnire la torta con la panna!”- rispose sorridendo.

Beckett prese un pentolino e mise a sciogliere il cioccolato.

Appena Castle finì di guarnire la torta Beckett prese un cucchiaio e con il manico colmo di cioccolato iniziò attentamente a scrivere sulla torta Buon Compleanno, ma quando dovette scrivere la parola mamma si bloccò.

Non spettava a lei quella parola.

Porse il cucchiaio a Castle che capì al volo.

-“No no! Io non ci riesco!”-

-“Solo i perdenti dicono così Castle. Almeno provaci!”-

Castle mettendo su il broncio si rimboccò le maniche e provò a scrivere.

Il risultato fu un mezzo disastro. La parola mamma era più storta che altro. Ma ormai era fatta e Kate sapeva che Martha avrebbe apprezzato quel gesto, anche se non era perfetto. E in caso non le fosse piaciuto Castle aveva sempre la sua carta di credito per una giornata di shopping folle, per farsi perdonare.

Beckett spostò la torta e la mise al sicuro da qualche scrittore pasticcione.

Quando si voltò lo trovò di nuovo a fissarla.

-“Grazie per avermi aiutato! Non avrei combinato nulla senza di te!”-

-“Figurati. Mi sono divertita! E poi ora ho una tua foto come uomo delle nevi!”- estrasse il cellulare e gli fece vedere la sua foto ricoperto di farina.

-“L’ho scattata quando sono arrivata! Ora posso ricattarti con questa foto!”- rispose con un ghigno stampato in faccia.

-“Oh, questa me la paghi!”-

-“Davvero? Sono molto curiosa!”-

Ma Beckett non aveva visto Castle prendere un po’ di farina e centrarla in piena faccia.

Offesa, Beckett rispose:

-“Vuoi la guerra scrittore dei miei stivali?!”-

-“Non chiedo di meglio!”-

-“Oh, ti farò molto male!”-

-“Non vedo l’ora!”-

Entrambi si guardarono sfidandosi, agguatarono un pugno di farina e iniziarono a rincorrersi per tutta la casa.

Beckett lo colpì nella nuca e mentre cercava di ritornare al sacco della farina Castle le prese la schiena. Corsero per tutta la casa, infarinandola, e lasciando tracce ovunque.

Ad un certo punto non era più Kate ad inseguire, a non seppe come si ritrovò ad essere lei la preda.

La casa si riempiva di risate e urla, e Kate pensò che era da secoli che non si divertiva così.

Entrambi erano ricoperti di farina.
Capelli, faccia, braccia e vestiti erano vittime di quella polverina bianca, persino tutta la casa ormai era un gran putiferio.

Kate stava scappando per l’ennesima volta quando mise il piede in un mucchietto di farina che la fece scivolare.
Castle fu pronto e l’afferrò per il braccio attirandola a sé.

Le risate si spensero di colpo.

Erano di nuovo l’uno nelle braccia dell’altro.

Castle portò indietro un ciuffo di capelli di Beckett. Durante la loro furiosa battaglia si erano spettinati.

Era così bella.

Completamente infarinata, spettinata e in disordine, per Castle era comunque la donna più bella di tutte.

-“C-c’è una cosa che voglio fare, ma ogni volta veniamo interrotti…e per di più esiste Josh.”- le disse in un sussurro.

-“Rick…shh! Josh è andato via!”- e immersi l’uno nell’altro si avvinarono ancora di più.

Castle non poté non nascondere un sorriso.

Avrebbe voluto farle mille domande ma non in quel momento. Quel momento era solo per loro.

-“Detective, sai che sotto i 30 centimetri scatta il bacio!?”-

Beckett sorrise. Sapeva di quella stupida regola, e non aveva nessuna intenzione di infrangerla.

Ormai erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro.
Potevano sentire i loro respiri fondersi, e le loro labbra si sarebbero toccate e assaggiate.

Lo squillo del cellulare di Beckett li interruppe un’altra volta. Beckett sorrise e scosse la testa rassegnata e rispose al telefono.

Castle invece alzò la testa al cielo ed esclamò:

-“Ce l’hai con me?! Dimmelo per favore!! NO perché sembra proprio che tu da lassù ti diverta! Sappi che io non mi diverto per niente!”-

Beckett si avvicinò a lui:

-“Era Ryan. C’è stato un omicidio. Dobbiamo andare!”-

E ancora con lo sguardo alto Castle continuò:

-“Ho capito sai. Tu mi odi!”- e rivolgendosi a Beckett:

-“Va bene. Mi faccio una doccia e poi passiamo al tuo appartamento così potrai cambiarti! Credo che Ryan con  Esposito dovranno aspettare un po’!”-

Fece per girarsi ma Beckett lo bloccò:

-“Credo che aspetteranno in ogni caso.”- e avvicinandosi di più allo scrittore incollò le sue labbra alle sue in un tenero bacio.

Castle non aspettandosi quel bacio restò in un primo momento passivo, ma subito dopo strinse a sé Kate facendo finalmente incontrare le loro lingue unendole in un bacio carico di passione.

Quando il bisogno di ossigeno fu troppo si staccarono e  Castle appoggiò la fronte a quella di Kate.

-“That was amazing!”-

Kate ridacchiò e rispose:

-“Credi che guadagneremo un po’ di tempo se facciamo la doccia insieme?!”-

Castle sorrise malizioso e alzando il suo sguardo verso il cielo disse:

-“Graziegraziegrazie!”-

Prese Kate per mano e la condusse in camera, dove ad attenderli c’era una calda e accogliente doccia che aspettava solo loro.





ANGOLO MIO: Ciao gente!!!! ecco a voi il terzio e ultimo capitolo!!

ehehehe spero che questa ff tortosa vi sia piaciuta! ;>


un grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito, a ki l'ha messa nelle preferite, ricordate e seguite!! ah, non lo faccio mai, ma ringrazio tantissimo anche le 16 persone che mi hano inserita fra i loro autori preferiti! *_* 

ok, so che sicuramente ho dimenticato qualcosa, ma... vi dico ci leggiamo presto!! XD


sbaciotttiii a tutti!

kateRina24  ;>

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