Author's
note; di
nuovo ciaaao, è Neme
che vi scrive. Sono tornata! Stavolta con una raccolta!
:applausi registrati:
L'idea
di scrivere proprio non mi veniva, ma ecco che una graziosa donzella
è giunta ad aiutarmi con due parole a caso: vecchia radio. E
boom!
Mi sono subito venute in mente un sacco di cose! Una raccolta di one
shot dei pairing più disparati (spesso ci sarà Grimmjow.
Lui c'è sempre che volete farci...) e dei più
svariati generi,
brevi e non. Inoltre, oltre alla vecchia radio, ci faranno compagnia
delle canzoni. Il titolo della raccolta, infatti, è una
canzone
degli Hellacopters, e tutte le one shot avranno per titolo la canzone
che le accompagna. Ascoltarle mentre leggete può aiutarvi a
entrare
meglio in sintonia con le storie, o almeno lo spero!
Cominciamo
con la prima: una yaoi. Oh mio dio, l'ho scritta davvero! È
la
primissima che scrivo, ma prima davvero, quindi vi prego clemenza. Ho
ancora tanto da imparare! E da fan sfegatata della GrimmIchi
quale sono, non ho potuto fare a meno di aprire la raccolta con loro.
Però, ecco, è la prima yaoi che scrivo,
c'è poco contesto, e non
so... lascio giudicare voi! :rossore imbarazzato:
La
canzone che accompagna la one shot è la seconda opening di
Durarara!!. Amo la canzone in sé, e ho trovato il testo
perfetto.
Buona
lettura! Spero di vedervi anche con le altre storie della raccolta!
E
un grazie specialissimo a Sakurassj
che mi ha dato le paroline magiche! Questa raccolta gliela dedico,
doveroso.
[GrimmIchi]
[One shot] [Slash] [AU]
Complication
Temendo
che un domani abbraccerò l'ansia che si frantumi tutto,
e
guardando solo il domani non avrò delle risposte, lo so.
[
Complication – ROOKiEZ
is Punk'D ]
È
complicato.
Solo
queste due parole gli frullano in testa, mentre osserva il soffitto
celato dal buio della notte senza stelle.
È
complicato, pensa con le labbra socchiuse.
Non
sa come sia arrivato a quella situazione. Senza rendersene conto,
è
rimasto intrappolato in una situazione da cui non può
uscire, non
vuole uscire. Ma pensare di desiderarlo
così tanto lo ferisce
nell'orgoglio.
È
vicino a lui, sta dormendo, ogni tanto mormora qualcosa,
chissà cosa
sta sognando. Sente le sue dita, quelle dita lunghe e artigliate che
gli sfiorano il petto nudo. Quelle dita violente che per fin troppe
volte lo ha toccato troppo in profondità.
Ichigo
non sa perché è rimasto in quella casa a dormire.
Non sa perché è
rimasto nel suo letto, a vedere la sua pelle riflettersi al chiarore
della luna piena. È una notte strana, senza stelle, unico
punto di
riferimento la luna, così limpida ma che, con discrezione,
trapassa
la finestra aperta.
Perché
cedeva così facilmente di fronte a lui? Perché
non riusciva a
sottrarsi più di tanto a quelle mani che con violenza lo
gettavano
sul letto? Non lo sa. Non sa esattamente cosa lo faccia capitolare
fino a quel punto.
Ricorda
fin troppo bene, però, la sua voce roca, che gli ringhia
contro
tutto ciò che gli passa per la testa. Come un ronzio
continua a
frullare nella sua testa, senza permettergli di dormire. Mentre lui
si fa sogni d'oro. Che ingiustizia.
Grimmjow
è crollato quasi subito dopo il lungo rapporto morboso che
hanno
avuto. Il tempo di fumarsi una sigaretta, poi si è rigirato
e ciao,
arrivederci a domani. Già, domani.
Perché
ci sarà un domani. Grimmjow ne è sicuro al cento
per cento, perché
sa che Ichigo non riesce a stare troppo lontano da lui, che lo voglia
o no. E poi adora metterlo alle strette, sapere che solo sfiorarlo lo
fa rabbrividire, sentirlo stringersi, irrigidirsi, imporsi un
autocontrollo che non durerà a molto. Perché
Grimmjow vince sempre.
È
questo che a Ichigo dà fastidio. Perdere ogni volta con lui.
Si alza
dal letto, non riesce proprio a dormire. Va in cucina a prendere da
bere, col caldo che fa opta per un succo di frutta pescato dal fondo
del frigorifero. C'è un silenzio inquietante che non lo
aiuta, come
se Grimmjow neanche ci fosse. Lo spaventa quella calma. Fino a pochi
minuti prima c'era il caos. Lui lo chiama così, Grimmjow lo
definisce con un semplice “sesso”, ma la sostanza
non cambia. È
rumoroso, quasi assordante, lui non ha mai via di scampo e a stento
riesce a trattenere quei sospiri acuti di cui Grimmjow va
letteralmente pazzo. Fa di tutto per farlo urlare, fargli perdere la
voce con le sue spinte violente. E Ichigo non lo sopporta,
perché
non riesce a resistergli. È violento, ma a lui dopotutto...
non
dispiace.
Beve
tutto d'un fiato il succo. Poi si guarda intorno, cercando qualcosa
da fare. All'una di notte non ci sono molti passatempi. C'è
però
una vecchia radio. Avrà circa quindici anni, è
piena di polvere,
Grimmjow ormai non la usa più se non come soprammobile. A
Ichigo è
sempre piaciuta quella vecchia radio, ha sempre desiderato usarla.
Fissa la porta che dà alla camera da letto, dove il ragazzo
con cui
ha fatto sesso sta ancora dormendo e non sembra volersi svegliare.
Solo per cinque minuti, a volume basso, non se ne accorgerà
mai.
La
accende, mette una frequenza qualsiasi e si accomoda sul divanetto
grigio, testimone di innumerevoli amplessi tra i due. Effettivamente,
ovunque giri il capo, Ichigo non ricorda un posto in quella casa dove
non l'abbia fatto. Sul tavolo, sul divano, in bagno prima o dopo la
doccia, sul letto... se Grimmjow aveva voglia, non c'era scusa che
reggeva.
Non
ha mai capito perché sia desiderato così tanto.
Ormai va avanti
così da mesi. Lui non ne voleva proprio sapere all'inizio.
«
Figurati se posso fare certe cose con te!
» si metteva a
gridare.
Ma
Grimmjow non lo ascoltava mai. E alla fine aveva vinto, aveva
ottenuto il suo corpo, e forse il suo cuore.
«
Ma perché dovremmo farlo?! » grida sempre Ichigo
confuso.
«
Perché lo vogliamo, e gli istinti non si possono ignorare a
lungo. »
Dice
sempre così. Come se fosse solo una questione di istinto e
di
voglia. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.
È
complicato. Già è assurdo ritrovarsi
così spesso a casa sua e
ritrovarsi dopo neanche cinque minuti mezzo nudo a farsi toccare
ovunque, ma poi... con Grimmjow! Un uomo, una persona del suo stesso
sesso! E dire che all'inizio neanche si sopportavano, e sinceramente
non si sopportano tutt'ora. Ichigo è sempre riservato, non
vuole
farsi trasportare troppo, sa che è sbagliato, non hanno
senso questo
tipo di relazioni, fanno male sia fisicamente che spiritualmente. Non
c'è futuro in una storia simile. Non ci può
essere, non ci deve
essere. Non con lui, non con Grimmjow.
«
Domani però dobbiamo parlarne seriamente. Non possiamo
andare avanti
così. »
«
Certo, domani. Domani parliamo quanto vuoi. »
Eppure
non accade mai che ne parlino. Grimmjow rimanda sempre a domani. Per
lui vale il detto fantasioso “non fare oggi quello che
potresti
fare domani”, mentre Ichigo è più da
“chi ha tempo non aspetti
tempo”. Ma ora che senso ha il tempo per lui, se in ogni
domani che
lo vede finisce per farci sesso?
È
complicato. Perché ormai il cuore ha seguito il corpo, e si
sente
colmo solo quando il ragazzo dai capelli azzurri entra dentro di lui
con quella violenza disgustosamente piacevole e lo fa urlare. Quando
lo fanno lo chiama fin troppe volte, cerca fin troppe volte i suoi
baci o il suo corpo, troppo spesso inspira a pieni polmoni il suo
profumo acerbo.
Doveva
pensarci prima. Doveva dirlo chiaro e tondo che non voleva
continuare. Ma ormai, anche volendo, non riesce a dirglielo. Per due
semplici ragioni. La prima è che Grimmjow non lo lascerebbe
andare
così facilmente. La seconda è che ormai non
riesce a farne a meno.
Ha bisogno di vederlo e spera continuamente che quel domani arrivi
presto.
Domani
sarà troppo tardi, domani ci sarà sempre
più dentro. E non ci può
fare niente.
Le
canzoni alla radio continuano a fare da sottofondo ai suoi pensieri,
non riuscendo a trovare una soluzione, solo la certezza che domani
sarà sempre più complicato.
Sente
dei movimenti. La figura intera di Grimmjow si staglia davanti ai
suoi occhi, con un enorme sbadiglio.
«
Che stai facendo? » gli chiede stropicciandosi un occhio.
«
Scusa, ti ho svegliato? »
«
No, ho sete. » detto ciò si dirige con passo
sicuro e svelto
davanti al frigorifero e tira fuori lo stesso succo che aveva scelto
Ichigo. Si versa un bicchiere e lo beve con noncuranza, sotto gli
sguardi attenti dell'altro. Gli dà fastidio trovarlo
così bello, lo
manda in bestia sentire i suoi passi così nitidi o il suo
profumo
anche a due metri di distanza. Non lo sopporta, ma non può
farne a
meno.
Lo
vede avvicinarsi, si sente afferrare il mento da quelle dita lunghe e
violente, ancora calde. Lo stringono forte, non vogliono lasciarlo
andare. Non riesce a replicare alcunché, le sue labbra si
sono
scontrate con quelle dell'altro ed è iniziata una guerra. Si
sente
la lingua sanguinare, in fiamme, le labbra intrappolate in un gioco
violento che solo Grimmjow sa condurre. Lui è fatto
così. Più che
baci i suoi sembrano veri e propri attentati. A Ichigo non
dispiacerebbe un po' più di delicatezza, ma chiederla a lui
è
impossibile. Non ne è in grado e, se anche lo facesse, dopo
non lo
riconoscerebbe più.
«
Torna a letto. » gli sussurra Grimmjow. Si dirige da solo in
camera,
lasciandolo nuovamente solo, ma non è preoccupato. Sa che lo
seguirà
fedelmente, anche se ciò lo ferisce nell'orgoglio.
E
infatti Ichigo spegne la vecchia radio che gli ha tenuto per
così
poco compagnia. Gli dispiace spegnerla, gli dispiace non sentire la
musica a quell'ora tarda, ma torna in camera, e vede l'altro
già
sdraiato, intento a guardare la luna piena.
Non
si scompone quando sente il letto muoversi per i movimenti di Ichigo
che di infila nuovamente sotto le coperte. La luna è
così bella, e
affascinante, è una notte perfetta. Come perfetto era stato
quell'ennesimo appuntamento tra loro. Grimmjow è diverso da
lui, non
lo trova sbagliato, né innaturale. Lo trova solo bello e fin
troppo
stimolante, non può farne a meno. Soddisfa l'istinto, e se
l'istinto
gli dice di portarsi a letto quel ragazzo, lo fa. È un
istinto poco
a poco sempre più grande e incontrollabile.
È
complicato, perché non sa bene neanche lui a cosa sia dovuta
quell'attrazione. Ma gli piace.
Si
accende una sigaretta, nel tentativo di riprendere sonno.
Ichigo
lo guarda, abbracciato al cuscino. Non vorrebbe disturbarlo,
così
occupato ad ammirare quel panorama, ma è costretto a farlo.
«
Grimmjow... non ti sembra che stiamo esagerando? »
«
No. » è la risposta secca.
«
Prima o poi dovremmo smettere. »
«
Non chiedere l'impossibile. Non riesci a smettere tu, figurati io.
»
«
Non è... così impossibile... » tuttavia
non è sicuro di quel che
dice. Per niente.
«
Non prendermi per il culo, Ichigo. »
L'altro
sospira. Accenna un sorriso quasi speranzoso. « Ne parliamo
domani?
»
Il
sorriso viene ricambiato. « Certo. Domani parliamo quanto
vuoi. »
Ora
è più tranquillo, Ichigo. Ci sarà un
altro domani.
Sarà
complicato, ma ci sarà.
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