Erede della luce, erede dell'oscurità

di Sakya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***
Capitolo 3: *** cap.3 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


EREDE DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’

EREDE DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’

 

di Sakya

 

tradotta da furycat

 

Rinuncia: non mi appartiene, e non produce nulla di proficuo...per me. Ho sentito delle voci che J.K.Rowling stia facendo molto bene, ma lei scrive l’originale, forse è per quello...Oh! dimenticavo, tutto (a parte l’idea fuorviata che ha dato origine a questa fic) appartiene a lei.

 

 

Capitolo 01

 

“Quindi, Ministro, come può vedere, il mio cliente sta facendo tutto questo per far concludere questa guerra senza che avvenga spargimento di sangue non necessario. Il mio cliente sente che già troppo si è perso”, disse il rappresentante legale di Draco Malfoy.

“Vedo”, disse Cornelius Fudge, gli occhi che ardono alla prospettiva di una vittoria politica notevole, che poteva esser usata per smorzare l’allegria dei piani di Dumbledore per prendere il ministero e il suo posto per un buon numero d’anni. “Mi dica di nuovo, come accadrà, tutto questo?”

“Bene, è venuta alla nostra attenzione che la vecchia legge Pax Coglinatio è ancora valida, e grazie a lei, in durate di guerra, può esser decisa un’unione tra i due lati avversari, come una forma di tregua, ma permanente, facendo così finire la guerra.”

“Sembra interessante. Spieghi di nuovo la parte sul matrimonio”, disse con un sorriso, Fudge. Questo è grande. Non solo farò cessare la guerra, ma spoglierò anche, Dumbledore del suo eroe-ragazzo in una sola mossa.

“Come da legge, gli eredi di entrambi i lati devono esser collegati in matrimonio. Il sig. Malfoy, è il figlio di Lucius Malfoy, secondo in commando di...Tu-sai-chi; perciò, è considerato l’erede del...esercito avversario. Il sig. Potter, come tutti sanno, è stato addestrato per essere quello a finire questa guerra attraverso battaglia; questo lo fa diventare l’erede del nostro lato. Invocando la Pax Coglinatio lei, come il nostro capo in commando, perciò il nostro re agli occhi della legge, può ordinare al sig. Potter di sposare il sig. Malfoy.

“Molto bene, prosegua.” Sta continuando a migliorare. Non posso aspettare di vedere la faccia di Dumbledore. “Il sig. Potter diverrà ancora più popolare, dovendosi sacrificare di nuovo.

Draco parlò per la prima volta. “Non è detto”, non ancora del tutto convinto che il suo piano stesse andando così bene. “Tutto quello che lei deve fare è far certo che io sarò il dominante della coppia. Non permetterò a Potter di fare nulla di poco saggio. I Malfoy sono molto influenti, ma non ci piace che i nostri consorti conducono una vita troppo pubblica.

Fudge non riuscì a nascondere il suo sorriso. Era perfetto: lui, sarebbe diventato noto come il ministro che fermò la guerra; Dumbledore sarebbe battuto al suo gioco e, i Malfoy, diverrebbero un potente alleato. Dulcis in fundo, Harry Potter girerebbe da una minaccia ad una casalinga. La vita era solo perfetta, alcuni giorni.

E tutto quello che devo fare, è invocare questa legge e far sposare al sig. Malfoy il sig. Potter?”

“No, no, ci sono alcune altre cose che chiaramente andranno fatte”, disse l’avvocato.

“Quali cose?” Chiese Fudge, un poco impensierito; odiava le complicazioni.

“Da quando la legge implica un’unione per la pace, il ministero dovrà accordare il pieno perdono per ogni Mang...Voglio dire, ogni persona associata con l’altro lato.

“Pieno perdono?” Chiese lui.

“Si, vede Ministro, la maggior parte di loro è giunta alla comprensione che il Lord Oscuro sta diventando sempre più alienato, ed è disposto ad abbandonarlo. Alcuni sono anche disposti a lottare sul nostro lato, ma hanno paura delle conseguenze per le loro passate azioni. Un pieno perdono li incoraggerebbe ad abbandonare al più presto, piuttosto che più tardi, il Lord Oscuro; o forse mai, se non hanno alcuna speranza di una vita futura nella società magica.

“Ma ci sarà ancora una guerra; il Lord Oscuro non abbandonerà solo perché così diciamo noi.

“No, ma la maggior parte dei suoi seguaci si uniranno al nostro lato, rendendoci più forti, e portando tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per un attacco ben organizzato. Non sarà una guerra; sarà la battaglia di un esercito forte contro una mezza dozzina di maghi arrabbiati.

“Si.” Fudge ora, poteva vedere come sarebbero risultate grandi le cose per lui. Era perfetto.

“Un’altra cosa”, intervenne Draco.

Cosa?” Chiese Fudge, diffidente; ancora non si fidava pienamente del giovane Malfoy.

“Dovremo tenere tutto segreto.”

E perché?” Chiese il Ministro, restringendo gli occhi.

“Per primo, il Lord Oscuro non sarà molto lieto dei nostri piani, e cercherà di fermarli, magari dichiarando guerra più presto di quello che è progettato.

“Si, vedo. Non possiamo permetterlo.”

“No, rovinerebbe tutto. Noi, stiamo facendo tutto questo per assicurare la pace del mondo magico, e...

E?”

“Bene, non credo che Dumbledore sarebbe troppo accomodato nel non esser coinvolto nel nostro piano; può tentare di costringerci a fare a suo modo o anche fermarci. L’uomo ha l’inganno di essere il solo che può salvare il mondo magico.

“Si, si, potrebbe farlo. Metterebbe in pericolo i nostri piani, se ne fosse a conoscenza...no, resterà un segreto. Si, il nostro piano segreto speciale per terminare la guerra”, disse Fudge, come se fosse stata tutta una sua idea.

Draco Malfoy doveva usare tutti i suoi anni d’addestramento nel celare le emozioni per nascondere il sorriso che veniva sulle sue labbra.

 

 

 

Durante il corso dei seguenti due mesi, una stanza molto discreta alla fine di una sala discreta al Ministero, ricevette la visita di molti membri prominenti della società magica. Membri di famiglie di sangue puro, vennero e andarono da lei, inosservati, mentre piani di battaglia erano sviluppati con l’aiuto dell’ammontare enorme d’informazioni che Fudge stava consegnando agli Auror.

“Non so come riesca a farlo”, disse Snape alla riunione dell’Ordine. “Tutte queste informazioni delle quali Tonks sta parlando, devono venire da qualcuno del cerchio interno di Tu-sai-chi; ma non sono consapevole di un’altra spia, specialmente una del ministero, e con Voldemort che dichiara Draco suo erede, i mangiamorte sembrano più fedeli che mai...Sento che c’è qualcosa che sta seguendo ma, per la prima volta, nessuno ne parla.”

Nonsi sospetta della lealtà di nessuno?” Chiese Dumbledore.

“No, ma non sospettano neppure della mia.

“Speriamo che Fudge non faccia nulla di stupido. Penso che sia meglio se ci teniamo pronti per colpire quando lo farà il ministero.”

“Stanno tenendo i dettagli segreti. Non sarà facile riuscire a scoprire quando avrà luogo l’attacco con un margine decente di tempo. Sarà meglio restare in guardia.”

“Si”, disse Dumbledore, mentre analizzava delle carte di fronte a lui, “quella, probabilmente, è la miglior cosa da fare.”

 

 

Harry passò il giorno seduto al lago, parlando con i suoi amici. Era l’ultimo giorno di scuola del sesto anno. Tutta la sua roba era già impaccata e, come il solito, il pensiero di risalire a casa di sua zia, stava deprimendolo. Se solamente la guerra fosse finita, potrebbe andare al Cunicolo con Ron e Ginny ma Voldemort era particolarmente attivo, in questi ultimi mesi, così nessuna possibilità.

I Gryffindor sfidarono i Ravenclaw per un ultimo gioco di Quidditch, che li tenne occupati per il pomeriggio, ma nessuno stava lagnandosi come si diressero verso le docce. Harry e Ron si diressero verso la sala principale per la loro ultima cena, prima che la scuola fosse ufficialmente finita, sedendosi accanto a Hermione che stava già mangiando. Gli studenti erano intenti a chiacchierare e scambiarsi promesse di tenersi in contatto durante l’estate, quando l’improvviso aprirsi delle porte della sala e l’intero ultimo anno dei Slytherin, marcianti in formazione, entrò nella sala. Stavano portando abiti adatti ad una battaglia.

“Harry”, lo chiamò Hermione, “chiama una riunione del DA. Sta succedendo qualcosa.”

“Dici?” Chiese, sardonicamente Ron, mentre Harry prendeva il galeone fasullo dalla tasca e chiamò la riunione. In pochi minuti, tutti i membri del loro gruppo di difesa, erano tutti seduti alla tavola dei Gryffindor, bisbigliando e tentando di dedurre che cosa stava succedendo. Ron era convinto che i serpenti stessero per congiungere pubblicamente Tu-sai-chi subito dopo cena.

“Non so, Ron”, disse Harry. “Non sarebbe molto furbo, da parte loro, no?”

Al tavolo del personale, Dumbledore e gli insegnanti stavano guardando agli studenti, tentando di dedurre cosa stava succedendo. Il fatto che gli Slytherin più vecchi stessero vestendo in tale maniera, significava che qualcosa di molto serio stava per succedere, e dall’occhiata sul viso di Snape, l’uomo era perso come il resto degli insegnanti. Dumbledore e Snape si scambiarono un’occhiata, e Snape lasciò il tavolo per parlare con i suoi studenti.

“Sig. Malfoy”, disse Snape, a voce bassa; non aveva alcuna illusione circa chi fosse il leader degli studenti di Slytherin. “Posso sapere qual’è il significato di questa sciocca dimostrazione?”

“Buona sera, Professor Snape”, fu la replica di Draco, con un sorriso astuto. “Siamo solo giunti alla conclusione che sia ora di finire questa stupida guerra.”

E come progetta di farlo, se posso chiedere?”

“Bene...” Draco fu interrotto dalle porte che furono, nuovamente, spalancate una seconda volta.

Questa volta era Cornelius Fudge, che marciò dentro, sembrando insopportabilmente lieto di se stesso, seguito da quelli che sembravano tutti gli Auror appartenenti al Ministero. Un numero di reporter e maghi che Harry sapeva con sicurezza esser mangiamorte, seguivano. Harry si alzò, seguito da ogni membro del DA, bacchetta pronta per l’eventuale lotta.

“Sig. Fudge”, lo salutò Dumbledore. “A che cosa devo il piacere della sua visita?”

“Un piacere davvero, Direttore”, Fudge stava quasi ardendo, mentre si avvicinava al tavolo del personale, per poi girarsi verso gli studenti. “Chiamo il sig. Harry Potter per venire di fronte a me.”

Harry si mosse, fino ad esser di fronte all’intera stanza preoccupata. Che intenzioni ha quest’idiota, questa volta?

“Sig. Potter, in questi tempi di guerra, lei è la persona sulle cui spalle posa la responsabilità di sconfiggere il nostro più grande nemico; perciò, devo dirle che sarà considerato il nostro erede sotto i parametri della legge Pax Coglinatio, e l’esorto a fare il sacrificio che finirà una volta e per sempre questa guerra. Accetta la sua responsabilità?”

“Accetto, sig. Ministro, conosco le mie responsabilità, e nessuno deve ricordarmele. Rispose piccato Harry.

Come si permette ques’idiota, di venire qui dopo che ha negato il ritorno di Voldemort, e ‘mi esorti’ a qualsiasi cosa? Uh, perchè Dumbledore ed il resto degli insegnanti sembra che sia stato colpito da un bolide? Uh-oh, in cosa mi sono cacciato, questa volta? Ha detto ‘sacrificio’?

“Ben detto, sig. Potter”, disse Fudge, mentre Dumbledore si alzò, solo per ritrovarsi con una mezza dozzina di bacchette puntate addosso dagli Auror.

“Sig. Fudge, devo protestare, questo è oltraggioso!” Gridò Minerva.

“E’ fatto”, fu la risposta di Fudge, “e come tutti voi sapete, nessuno può più opporsi, una volta che la Pax Coglinatio in stato di guerra viene riconosciuta.” A ciò, Minerva sembrò persa; si rivolse a Dumbledore, che scosse la testa e si sedette di nuovo.

Ora, sono sicuro di aver fatto qualcosa di sbagliato, grandioso. Dov’è Hermione, quando ho bisogno di lei? E che legge è, quella che ha menzionato?

“Il sig. Potter ha accettato il suo ruolo come il nostro erede sotto gli occhi della legge Pax Coglinatio, ed ora devo chiedere: c’è nessuno che, sapendo questo, ha qualcosa da dichiarare?” Chiese al pubblico Fudge. Harry si sentiva come se stesse osservando un dramma—no, prendendovi parte—dove tutti sapevano la loro parte, ma in qualche modo, lui non trovò il copione.

“Io”, disse una voce fin troppo familiare, dietro di Harry. Harry si voltò, in tempo per vedere Lucius Malfoy fare la sua entrata nella sala. Harry tentò di alzare la sua bacchetta, per trovare le braccia bloccate da due Auror. Guardò verso Dumbledore, vedendolo sconfitto.

Sono morto, era l’unica cosa che percorreva la sua mente, mentre il mago biondo si fermò accanto a lui.

“Mio figlio, Draco Malfoy, è l’erede eletto di Lord Voldemort. Harry vide Draco giungere al lato del padre.

Dovrò duellare contro di loro o qualcosa del genere?

Sig.Malfoy, in questi tempi di guerra, lei è riconosciuto come l’erede di...” Fudge tentò, ma non poteva costringersi a pronunciare il nome di Tu-sai-chi. “Il Lord Oscuro, e sotto i parametri della legge Pax Coglinatio, l’esorto a fare il sacrificio necessario per finire una volta per aempre questa guerra. Accetta la sua responsabilità?”

“Si.”

Cosa sta succedendo? Aspetta, io ho risposto ‘si’ quando mi ha fatto la stessa domanda, no? Ed ora, Draco ha detto ‘si’, stando in piedi vicino a me...no, no, no, no, no, coglinatio significa unione, mi sono unito? Lui risponde si...il matrimonio...Merlino, per favore no. Questo non è un matrimonio. No! Non mi sono sposato con Draco Malfoy. Gli occhi di Harry si spalancarono, nel momento in cui cominciò a capire quello che stava succedendo, ma le successive parole di Fudge, gli dissero che ormai era in ritardo per poter fare qualsiasi cosa.

“L’obbligazione è completa. Dove una volta avevamo due lati avversari, ora abbiamo un solo esercito forte. Possano i nostri nemici temere la nostra forza ed i nostri amici conoscano la nostra protezione. Fudge diede una spada a Draco, che si volse al pubblico; alla stessa durata, gli Auror che tenevano Harry, lo fece girare, e Draco avvolse il braccio libero alla vita del moro, attirandolo a se. Harry cercò di lottare, tentando di allontanarsi dal tocco male accolto, ma Draco strinse ancora di più la presa.

“Rilassati, Harry, è quasi finito ormai”, gli disse a bassa voce, facendo rabbrividire Harry quando il caldo alito giunse al suo orecchio. Poi, il biondo continuò. “La pace è quasi alla nostra portata, ma dobbiamo essere forti per renderlo veritiero. Domani marceremo contro il Lord Oscuro, e finiremo una volta per sempre il suo regno del terrore. Draco alzò la spada e l’intera sala eruttò in grida alla sua salute. Anche dei membri del DA stavano gridando, notò Harry.

Qualcuno gli diede un calice e Malfoy ne trovò un altro. Improvvisamente tutti avevano un calice in mano e stavano brindando alla pace e alla battaglia imminente. Harry fu costretto a brindare con tutti, e cominciò a sentirsi molto stordito, mentre ascoltava i brindisi e i complimenti che stavano ricevendo. Non era completamente consapevole, quando Draco iniziò a trasportarlo fuori dalla sala e, in realtà, non gli importava . Non sentì Ron e Hermione lottare per riuscire ad avvicinarsi ed esser allontanato dagli Auror, le loro voci si persero nel chiasso della sala.

Harry e Draco, furono accompagnati alle stanze private di Draco, nelle prigioni sotterranee, da una squadra di Auror, condotta da Fudge, che pose gli anelli cerimoniali alle loro dita poco prima di offrirgli la buona notte e chiudersi la porta dietro.

Harry si sentiva molto confuso; sapeva che qualche cosa non andava, ma non riusciva a capire che cosa. La stanza incominciava a roteare e si sentì contento, quando Draco lo tenne stretto a se, anche se molti allarmi incominciarono a suonare nel suo cervello.

“Non mi sento troppo bene”, disse Harry, lasciando che la testa precipitasse sulla spalla di Draco.

“Va tutto bene, amore, ti tengo io”, la voce di Draco sembrava molto vicino al suo orecchio. “Solo, rilassati e permettimi di prendermi cura di tutto.

Harry sospirò e si permise di lasciarsi andare. Poteva sentire il peso degli abiti che precipitavano dal suo corpo, i bottoni che venivano aperti e la cravatta allentata. Il freddo della sera colpì la sua pelle nuda, ed improvvisamente avvertì la sensazione di volare. Aperti gli occhi, vide il soffitto di fronte a lui.

Questo è così strano, pensò.

Avvertiva il materasso molle sotto di se, e Draco sembrava stare a galla sopra di lui, mormorando cose che non riusciva a capire completamente, in una voce che lo faceva rabbrividire. Avvertì che gli venivano tolte le scarpe, poi i calzini. Avvertì una mano molle che carezzava i suoi piedi e leggeri baci che lo fecero sorridere.

Draco era di nuovo di fronte a Harry, e le sue mani accarezzarono gentilmente le scure ciocche di Harry, allontanandole dal suo viso. Harry notò che i suoi occhiali furono tolti dal viso. Draco s’inclinò più vicino, baciando le sue labbra. Sembrava...bello. Caldo. Sicuro. Harry aprì la bocca, dando a Draco il permesso perchè la sua lingua lo gustasse e lo esplorasse.

L’intero corpo di Harry stava formicolando e chiedeva insistentemente il tocco di Draco sulla pelle. Il suo cervello aveva rinunciato a spedire allarmi ed era rimasto ignorato da tempo, ed ora, Draco era l’unica cosa che esistesse.

“Oh, Dio, Draco. Di più, per favore”, esclamò Harry, inarcandosi sotto il tocco di Draco.

“Tutto quello che desideri, amore, qualsiasi cosa che desideri”, mormorò Draco contro la pelle di Harry, aprendo contemporaneamente la cintura dei pantaloni e la lampo. “Alza i fianchi, amore, permettimi di toglierti questi pantaloni.

Harry era fin troppo felice di obbedire, sentendo i pantaloni e la biancheria intima muoversi lungo le sue gambe per poi cadere a terra. Harry sentì Draco che posava sopra di lui. Le mani del biondo e la bocca, erano ovunque, toccando, baciando, mordendo, leccando, succhiando, ingoiandolo intero, sondando, pompando, tendendo.

Il mondo di Harry, era ridotto ad una macchia dove tutto era Draco. La sua voce riempiva l’orecchio di Harry, bisbigliando su quello che gli stava per fare, ed esortandolo a rispettare ogni suo comando:allarga le gambe, rilassati, di a Draco quello che senti, quello che vuoi che ti faccia...ed il sentimento di essere completo, più vicino a Draco di chiunque altro. Draco che si muove sopra di lui, nelle sue braccia, tenendolo vicino, protetto, caldo, sicuro.

Il mondo di Harry esplose in uno scoppio di brillante luce bianca, e Harry andò alla deriva, addormentandosi nelle braccia di Draco, mentre gli anelli alle loro dita, arsero e si fusero con la loro pelle, legandoli per la vita.

 

 

Draco guardò alla bellezza dai capelli neri che dormiva nelle sue braccia e sorrise. Domani condurrebbe il mondo magico in battaglia contro il Lord Oscuro, consoliderebbe la sua posizione come re supremo di tutti loro, e Harry sarà al suo fianco, come suo marito. Fudge non saprà mai che cosa l’ha colpito; l’uomo, era ancora sotto l’inganno che era lui il responsabile, che sciocco.

Domani, il mondo magico conoscerà il suo nuovo padrone, e ameranno seguirlo, senza mai neppure realizzare perché.

Lunga vita al re!  

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


EREDE DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’

EREDE DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’

 

di Sakya

 

tradotta da furycat

 

Rinuncia: non mi appartiene, e non produce nulla di proficuo...per me. Ho sentito delle voci che J.K.Rowling stia facendo molto bene, ma lei scrive l’originale, forse è per quello...Oh! Dimenticavo, tutto (a parte l’idea fuorviata che ha dato origine a questa fic) appartiene a lei.

 

 

Capitolo 02

 

Harry si svegliò, tentando di ricordare dove si trovasse e come vi era arrivato. Nulla gli venne in mente. Solo si sentiva…bene. Un sorriso apparve sul suo viso, mentre si tendeva nel letto, sentendosi del tutto comodo e rilassato, come non si sentiva da molto tempo. Cosa era accaduto la notte scorsa?

Poteva ricordare la partita, gli scherzi nella doccia, la sala, gli Slytherin che entravano come un esercito…oh! Merlino…Tutto ritornò alla memoria. Fudge, Auror, i reporter, la strana cerimonia…Guardò al suo dito e quasi cadde fuori del letto. Anche senza i suoi occhiali, poteva vedere il nastro d’argento e d’oro.

I suoi occhiali…aveva bisogno dei suoi occhiali.

Harry tentò di ricordare dove erano. Tentò ai lati del letto, ma non trovò nulla. Improvvisamente, qualcuno mise, dolcemente, gli occhiali sul suo viso e si sedette di fronte a Harry, sul letto.

“Grazie,” disse Harry.

“Non era nulla, Harry.”

“Draco Malfoy!”

L’unica cosa che non permise a Harry di saltare dal letto e prendere la porta, era il fatto che solo un sottile lenzuolo stava coprendo il suo corpo molto nudo.

Dove sono i miei vestiti?”

“Sono qui. Sono nuovi; spero che li indosserai. Li ho preparati per battaglia di oggi,” disse Draco, dandogli una grande scatola.

Harry guardò alla scatola, tentando di cercare un qualche senso in tutto ciò che stava succedendo. Finalmente si rassegnò.

Che battaglia? Come sono arrivato qui? E, perché, stiamo portando anelli simili?”

“Siamo venuti qui dopo aver lasciato il banchetto della Pax Coglinatio; la festa era la causa del perché stiamo portando anelli simili ed a causa della battaglia contro Voldemort, che è l’unica persona che non sarà felice di tutto questo.”

“Non hai risposto alla mia domanda, e neppure io, sono felice, Malfoy.

Ok, ti risponderò, Harry. Vedi, in tempo di guerra, e solo in tali situazioni, i maghi possono invocare una vecchia legge, chiamata Pax Coglinatio. E’ qualcosa come l’ultima risorsa. Dato che ci sono così pochi maghi, nessuno trarrebbe profitto dalla morte di centinaia di noi in una guerra. Quindi, per evitare lo spargimento di sangue, un’obbligazione è decisa tra gli eredi d’ambo i lati. Tutti i crimini commessi nella guerra sono perdonati ed i due eserciti avversari, possono unirsi per assicurare la pace.

“Sembra una cosa buona, davvero.”      

“E’ buona, ed è anche il motivo per cui noi siamo sposati.”

Harry battè le palpebre, e poi di nuovo, due volte.

“E’ perché noi siamo cosa?”

“Sposati.”

Harry guardò dalla sua mano a quella di Draco. Sposati. Strinse le coperte contro di se.

Ed io sono nudo perché…”

“Perché noi abbiamo consumato l’obbligazione dopo aver lasciato la festa per la nostra stanza da letto.

La nostra camera…

Gli occhi di Harry si spalancarono, quando iniziò a capire ciò che stava dicendo Draco. Erano sposati e avevano passato insieme la notte su quel letto, nudi su quel letto, completando l’obbligazione…e lui non ricordava nulla. Oh! Merlino, era stato drogato! Quello non era sposarsi. Non si erano sposati. Draco l’aveva stuprato, ecco cos’era. Matrimonio! Gli avrebbe mostrato una seria obbligazione col suo pugno!

Era pronto a staccare la testa a Draco, quando la porta si aprì e Fudge entrò nella stanza con quattro altri  ufficiali del ministero. Tutti sfoggiavano sorrisi sul viso.

“Signori Malfoy. Tutti sono pronti per la battaglia, e siamo venuti a chiedervi di congiungerci.

Harry poteva avvertire la faccia diventare rossa dalla vergogna. Stavano tutti guardandolo, rendendolo molto consapevole di esser nudo. Poteva vedere Dolores Umbridge tra le persone del ministero che sorridevano malignamente a lui, godendo il fatto che fosse incomodo ad esser di fronte a così molti estranei con null’altro che un sottile lenzuolo per coprirsi.

“E come, precisamente, ha deciso di poter esser così informale con me e mio marito, al punto di entrare nella nostra camera da letto, senza bussare?” Fudge impallidì notevolmente, ed i quattro ufficiali dietro, persero istantaneamente i loro sorrisi.

Sig. Malfoy, sono sicuro che anche lei sia d’accordo che l’urgenza della situazione…” Fudge cominciò, balbettando, ma Draco non gli permise di continuare.

“L’urgenza della situazione, non scusa la mancanza di buone maniere, e la sua intrusione nella nostra intimità; e, inoltre, credo che noi abbiamo ancora alcune ore, prima della battaglia. Sono sicuro che poteva risparmiare alcuni minuti per bussare ed aspettare l’invito ad entrare.”

Sig. Malfoy, le giuro non avevo intenzione di…”

“Lei, signore, può scusarsi nella sala; credo che mio marito sia già stato attraverso abbastanza. FUORI!”

Draco costrinse gli intrusi fuori della stanza, lasciando dietro di se un Harry stupito.

Ok, questo era…diverso, pensò Harry. Oh Merlino, ha detto mio marito…perché accadono queste cose? E sempre a me? Non può accadere a qualcun altro, per una volta? Come ho fatto a diventare un marito? Aspetta, combatteremo? Voldemort?

Finalmente da solo, e nuovamente in grado di vedere, Harry saltò fuori del letto. Non aveva passato tutta la sua vita a prepararsi così che poteva perdersi la battaglia. Si affrettò al bagno per una rapida doccia e diventare pronto; una volta fuori dalla doccia, notò che c’era un problema: i vestiti che portava la sera prima, erano spariti.

Bene, il letto è fatto, così si può dedurre che gli elfi domestici ne siano la causa. Non voglio portare qualsiasi cosa che mi possa ricordare di Draco; non c’è modo che io indossi qualcosa che possa ricondurre al Grosso e Sorprendente, furetto dai piedi neri. Non posso credere che mi abbia drogato per portarmi a letto. Dovrei esser più arrabbiato con lui? Penso che dovrei…forse, se potessi ricordare quello che è successo, lo sarei…ora non ho tempo per questo. Ora, ucciderò Voldemort, più tardi mi arrabbierò con Draco. Si, suona come un buon piano. Ora, occupiamoci dei miei abiti…

Harry si sedette sul letto. Sapeva di non esser troppo aderente, ma non riusciva ad essere più logico su questa situazione totalmente assurda. Doveva esser un sogno o qualcosa del genere. Come poteva esser possibile che in meno di—Cosa…12 ore?—si fosse sposato, grazie al Ministero della Magia, a nessun altro che Draco Malfoy, il cui padre era in qualche modo libero, e, apparentemente, abbigliato per una battaglia per cui lui si stava preparando dai sei anni passati?

Non aveva senso!

La scatola che gli aveva dato Draco, era posata sul letto. Sopra c’era scritto il suo nome. Draco aveva detto che era qualcosa per lui, da portare oggi, in battaglia. Non c’era nulla di male a dargli un’occhiata, e decise di aprire la scatola.

Era un’attrezzatura da battaglia. Aveva parti di cuoio forte nei luoghi corretti, e poteva sentire l’incantesimo di protezione che lo circondava. Posò l’abito sul letto, per osservarlo meglio. Era perfetto.

L’abito da indossare sotto, era di cotone—una scelta saggia—cotone bianco, morbido e forte. C’erano spessi calzini di cotone bianco; pantaloni di cuoio nero, come sempre di cuoio nero erano gli stivali; una camicia di cotone con bottoni, sempre bianca, ed una redingote a doppio petto, lunga fino ai ginocchi, tutto in cuoio nero, con un leone ed un serpente incisi sul cuore. Harry, ricordò di aver visto lo stesso simbolo sulle vesti di Malfoy, anche se il disegno dell’attrezzatura, era diverso.

C’erano anche alcuni articoli addizionali, nella scatola: una fondina per bacchette, da legare al braccio; una piccola borsa piena di fiale di pozioni ed un orologio da polso elaborato…con la faccia di Draco su di lui. Ricordò a Harry l’orologio al Cunicolo. Lo porse senza pensarci.

Quando era pronto, rimase in piedi di fronte allo specchio sul muro. L’effetto stava stupendo. Sembrava una miscela tra un gentiluomo del 19° secolo ed un guerriero di un racconto di fantascienza. Assicurando la bacchetta alla fondina, avanzò nell’atrio per scoprire precisamente di quale battaglia tutti stavano parlando.

Harry non aveva mai visto la scuola così piena; l’attimo in cui Harry uscì dalla stanza, due Auror si misero ai suoi lati. Harry sorrise, riconoscendo Tonks e Harold, un altro membro dell’Ordine della Fenice.

Che cosa significa?”

“Siamo la tua scorta personale, Harry. Sei appena stato promosso da Salvatore del Mondo Magico a Salvatore e Re del Mondo Magico…Bene, co-reggente.

“Oh Merlino. Voglio saperne di più?”

“Oh, si.” Disse Tonks, con un grande sorriso. “E’ molto importante; vedi, la notte scorsa, quando Fudge così brillantemente ti ha nominato il nostro erede’, intendendo il lato della luce, chiaramente…”

“Chiaramente,” disse Harry, sentendosi sempre più a disagio.

“In parole povere, ti ha dichiarato il prossimo nella linea per la dominazione del Mondo Magico su una base molto più ferma che un’elezione del ministero…ma, lui, ancora non lo sa, e noi non intendiamo dirglielo. Abbiamo fatto una votazione ieri, e abbiamo deciso di salvare questo pezzo di notizie per un’occasione importante…come il discorso della vittoria…o Natale, qualunque venga prima…” Tonks sospirò, e sembrava un bambino che aspetta un unicorno a lungo promesso.

Harry lottò contro la spinta a ridere; c’erano troppe, molte persone nel viavai degli atri, perché potesse incominciare a richiamare attenzione.

“Bene, non penso che dovrà preoccuparsi ancora per molto, no?” Si guardò attorno, aspettandosi di vedere facce sorridenti, e si preoccupò quando intercettò uno scambio d’occhiate tra i suoi amici. “O forse no…ok, cosa c’è di cui non sono a conoscenza?”

Hmm, vedi Harry, la notte scorsa, quando chiese se chiunque avesse qualsiasi cosa da dire e Malfoy annunciò che Draco era l’erede di Voldemort…”

Perché non fu arrestato? E perché Lucius è libero?”

“E’ tutto a causa della legge invocata da Fudge. E’ una tregua; la madre di tutte le tregue, a voler esser esatti. Lui presentò Draco, ed il marmocchio…voglio dire, il giovane accettò le sue responsabilità sotto quella legge…come avevi fatto tu, e Fudge…bene, lui vi sposò.

“E’ quello che temevo,” disse Harry, non realmente sorpreso. Era già giunto alla stessa conclusione la notte prima; in realtà, l’unico sconvolgimento, era sentirlo affermare da qualcun altro, ad alta voce.

“Bene, si, e da quando i due eredi hanno accettato le loro responsabilità e si sono sposati…e consumato il matrimonio,” aggiunse lei, in un tono molto più basso, ma Harry la sentì lo stesso. Malfoy rimpiangerà amaramente tutto questo, una volta che riesco a mettergli le mani addosso; ma Tonks afferrò nuovamente la sua attenzione quando continuò. “Gli eredi sono ora i governatori legali di tutti i maghi. Fudge, diede via il suo lavoro, quando vi ha sposati…ma non dirglielo…stiamo considerando di vendere all’asta quel diritto, e deve esser fatto in un giorno speciale!” Finì lei, col più brillante sorriso che Harry aveva mai visto sul suo viso, quando giunsero alle porte della sala.

Come entrò nella sala, fu salutato dalla vista più incredibile che potesse pensare: le tavole non erano più divise in case. Infatti, erano divise in una per primo anno, secondo anno, terzo e quarto anno. Quarto anno che guardavano molto acidi, alla vista delle altre tre tavole, ed esponendo una serie di emozioni che andavano da timore reverenziale a timore, con alcuni cipigli in mezzo per buona misura. Comunque, le altre tre tavole erano un’anche più grande sorpresa. Tutti i membri del DA (dal quinto anno in su) era vestito in attrezzature simili alla sua, ed alcuni di loro davvero stavano parlando con gli anni superiori da Slytherin, che ancora stavano portando la stessa uniforme di ieri. Il resto dei più vecchi studenti, era seduto in gruppi mescolati dove case ed anni non sembravano fare alcuna differenza.

C’era un buon numero d’Auror che sedeva insieme agli studenti, e Harry poteva sentirli dare consigli agli studenti su incantesimi e attacchi adatti alle battaglie…non gli piaceva molto il pensiero degli studenti che combattono. I membri del DA potevano difendersi—aveva passato gli ultimi due anni ad assicurarsi di quello—ma gli altri…Harold si accorse della sua espressione.

“Non si preoccupi, Harry. Rimarranno dentro come ultima linea di difesa, che speriamo di non dover usare,” disse Harold al suo orecchio.

Harry accennò col capo e si avviò verso la tavola dove si trovavano i suoi amici quando Tonks lo fermò per un braccio e gli indicò, silenziosamente, che doveva recarsi al tavolo alto, dove si trovavano tutti gli insegnanti, seduti con un Fudge molto ciarliero, il sig. Malfoy e signora e Draco. Lasciò Tonks, per dirigersi da loro, ma divenendo sempre più preoccupato al vedere come ognuno si alzasse per salutarlo.

Hmm…Tonks, perché il sig. Malfoy è fuori d’Azkaban?”

“Draco ha insistito che fosse parte dell’accordo. Accettava la responsabilità se Fudge accordasse a suo padre un pieno perdono. Insieme a qualsiasi mangiamorte che decidesse di congiungere il nostro lato.

“Oh, Merlino. E’ finalmente impazzito, vero?”

“In realtà, no. Anche Dumbledore accettò questo, quando scoprimmo tutta la storia. Chiunque venga al nostro lato, è uno meno eretto al lato del Lord Oscuro.”

Si, saranno al nostro lato, così da poterci colpire da più vicino. Almeno, non falliranno i loro colpi. Fu il pensiero di Harry, quando finalmente arrivarono a destinazione.

Sembrava che ci fosse voluto un’eternità, ad arrivare alla tavola, con l’intera sala che li guardava, e Harry quasi si sentì felice di avere Tonks, in piedi, accanto a una sedia vuota posta a fianco di Draco. Dicendo buona mattina, si sedette, dando il segnale agli altri di imitarli. Fudge sembrava sorpreso, e così ogni altro ufficiale del Ministero che sedeva alle altre tavole. Harry poteva affermare, senza timore di sbagliarsi, che si alzò solo perché ogni altro l’aveva fatto.

“Buona mattina,” disse Draco, sorridendo ed inchinandosi su Harry per bisbigliare nel suo orecchio. “Rilassati, Harry, e quasi fatto, ora.”

Harry strinse gli occhi. “Divertente. Ricordo che hai detto la stessa cosa, la notte scorsa, ma sta ancora continuando.

“Non preoccuparti.” Il sorriso di Draco, divenne anche più brillante, se possibile. “Ti prometto che quello che accadrà, ti piacerà.

Non mi sembra sia così arrabbiato come mi aspettavo. Forse, non avremo un inizio grezzo come temevo; sembra stia accettando la situazione.

Draco volse lo sguardo all’ingresso della sala, osservando l’ingresso di un mago che, frettolosamente, si avvicinò al tavolo alto. S’inclinò di nuovo verso Harry, attirandone l’attenzione sul nuovo venuto, e bisbigliò al suo orecchio. Draco aveva notato che Harry era rimasto colpito dalla sua vicinanza, e come ogni buon Slytherin, decise di usare ogni più piccolo vantaggio per conquistare completamente suo marito.

“Sembra che ci siamo. Pronto per finire, una volta per tutte il regno del terrore?”

Harry guardò il mago avvicinarsi con alcune carte nella sua mano. Avvicinatosi al tavolo alto, ignorando Fudge che si era alzato e aveva steso la mano per ricevere le carte, camminò direttamente verso Draco, bisbigliando al suo orecchio e consegnandogli le carte. Harry avvertì una stretta al petto.

Perché sta parlandogli a bassa voce? Perché Draco permette a quest’uomo di parlargli a bassa voce? Deve sorridere così? Porca miseria, solo stamattina stavamo dividendo il letto. Non gli importa di…oh, Merlino, sono geloso? Questo è pazzesco. E’ il furetto dai piedi neri! E’…oh, Merlino, questo è completamente sbagliato…Cosa mi sta succedendo?

Harry rivolse la sua attenzione al cibo di fronte a lui, tentando il suo meglio per ignorare Draco. Finalmente, osservò Dumbledore, che sedeva accanto a lui, con il solito scintillio negli occhi.

“Buon giorno, signore.”

“Buon giorno, Harry. Come stai?”

“Un po’ sperduto, signore. Cosa sta succedendo? Voglio dire, conosco una parte di questa Pax, ma ancora non capisco, e che cos’è questa battaglia?”

“Bene, per quanto riguarda ‘questa Pax, ho paura, dovrà aspettare un poco. Le notizie degli avvenimenti della notte scorsa sono, apparentemente, già arrivati agli orecchi di Voldemort, che sta marciando verso di noi mentre stiamo parlando. Secondo le informazioni che abbiamo acquisito, i suoi ultimi seguaci rimasti, stanno raggruppandosi nella Foresta Proibita, insieme a Dementor ed alcuni giganti. Sa perfettamente che la sua più buona opportunità, è colpire mentre l’obbligazione è nuova; se vi permetterà di fortificarla, perderà l’opportunità di conquistare il Mondo Magico per sempre.”

Harry guardò, rapidamente, per la stanza. Una battaglia contro maghi fisicamente addestrati, Dementors e giganti, reclamerà molte vite, anche con i recenti rinforzi. Pensò alle possibili scelte e non vide nessun altro modo.

Questa obbligazione, come facciamo a renderla più forte?” Chiese Harry, che già immaginava la probabile risposta.

“Devi accettare il fatto che siamo insieme, Harry,” fu la risposta di Draco.

“Uh?”

“L’obbligazione funziona con l’accettazione dell’unione. Più noi l’accettiamo, più forte diventa. Abbiamo già detto che non fuggiremo dalle nostre responsabilità, la notte scorsa. Questo vuol dire che siamo consapevoli che le vite di tutti in questa sala, e nel resto della comunità magica, è una nostra responsabilità; e che faremo qualunque cosa per proteggerli ed assicurare la pace. Questo assicura una vera alleanza da entrambi i nostri lati; la forza dell’obbligazione dipenderà, non dal nostro senso del dovere, ma dalla nostra buona volontà per essere collegato. Quindi, Harry, sei disposto a fortificare la nostra obbligazione?” Chiese Malfoy, porgendo la mano a Harry, sfidandolo a prenderla.

“Così, io accetto la tua mano e tu sei il nuovo re dei maghi? Che miglioramento sarebbe questo?” Disse Harry, ricordando le parole di Tonks.

“Io non sarò il re, Harry. Noi, saremo. Funzionerà solo se noi due saremo insieme,” fu la risposta di Malfoy. Non spostò la mano.

Harry guardò Dumbledore. “E’ la verità, Harry,” affermò il vecchio mago alla domanda che Harry non aveva formulato.

“Bene, Malfoy,” rispose Harry, accettando la mano di Draco, poteva giurare di aver sentito Draco rilasciare il respiro. “Rendiamo quest’obbligazione forte come possibile.

“Non te ne pentirai, Harry. Lo prometto,” disse Draco, sorridendogli.

Troppo tardi, pensò Harry, ma, come avveniva, poteva sentire una voce nella sua testa che affermava che non si era mai opposto al fatto di esser collegato a Draco, in primo luogo.         

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Capitolo 3
*** cap.3 ***


EREDE DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’

EREDE DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’

 

di Sakya

 

tradotta da furycat

 

Rinuncia: non mi appartiene, e non produce nulla di proficuo...per me. Ho sentito delle voci che J.K.Rowling stia facendo molto bene, ma lei scrive l’originale, forse è per quello...Oh! Dimenticavo, tutto (a parte l’idea fuorviata che ha dato origine a questa fic) appartiene a lei.

 

 

Capitolo 03

 

Colazione fu un affare strano. Sembrava che tutti stessero facendo del loro meglio per comportarsi in maniera normale con quelli che fino a poco prima erano i loro nemici. Harry vide, incredibile, Ron che parlava con Goyle, indicando qualcosa su una mappa. Hermione era con loro, spedendo e ricevendo note dalle altre tavole così come da fuori della sala. Qualche volta, mostrerebbe una delle note a Ron e Goyle, ed i tre discuterebbero qualcosa tra di loro, per poi spedire una replica.

Al tavolo alto, Lucius Malfoy, l’aveva salutato vivamente, per poi ritornare l’attenzione a Lupin e continuare la loro conversazione. Nulla aveva più senso.

E Draco Malfoy, aveva posato la sua mano sulla sua coscia! A questo punto, lui dovrebbe star gridando al biondo dalla cima dei suoi polmoni, ma…non era, precisamente, importunato o incomodo, col fatto che Malfoy stava toccandolo.

Harry sapeva già da molto che preferiva i maghi alle streghe, e non era cieco; aveva sempre pensato che il biondo fosse molto più attraente di lui…ma Draco era un nemico, e perciò fuori limiti. Qunad’è che questo è cambiato?

Oh, si. La notte scorsa.

Il loro matrimonio…Forse, quest’agio era l’obbligazione che agiva su di loro. Certo, Harry aveva provato attrazione per Draco già prima, ma non aveva mai tentato di rendere attiva tale attrazione, ed ora, era seduto alla stessa tavola con Malfoy, e il biondo mago aveva la mano sulla sua coscia, e tutto sembrava corretto. La notte scorsa, certamente aveva cambiato molte cose.

La notte in cui il controllo della sua vita gli era stato sottratto nuovamente, senza un secondo pensiero; la notte quando lo avevano sposato a qualcuno, a Draco Malfoy, e senza che nessuno si infastidisse a chiedergli l’opinione…solo un pegno, ancora una volta.

Draco spostò nel suo posto, guardandolo attentamente.

“Tutto bene, amore?”

“perfettamente,” sbuffò Harry.

Che c’è di sbagliato?” Chiese Draco, aggrottando le sopracciglia.

“Non sono più una persona. Sono una cosa che viene usata e basta!”

Draco si alzò, ancora tenendolo per la mano, e, con un breve cenno agli altri alla tavola, fece alzare Harry.

“Vieni con me, amore, è ora che noi abbiamo una piccola chiacchierata.

Draco guidò Harry fuori della sala e dal principio alla fine indietro alla loro stanza. La presenza di ambedue le sue ‘guardie del corpo’, prevenne alcuna conversazione, così Harry dovette aspettare finché arrivarono alla stanza e la porta fu chiusa dietro di loro.

Ok, che ne dici di darmi un vero chiarimento su ciò che sta succedendo? Perché Fudge ha dato il suo lavoro a noi? Come mai è così calmo circa tutto questo? E perché diavolo tuo padre è fuori d’Azkaban e siede alla stessa tavola di Fudge e Dumbledore? Che diavolo sta succedendo owwhnngf…”

Improvvisamente, Harry fu pigiato contro il muro, e baciato dal biondo Slytherin. Harry poteva sentire l’intero corpo di Draco contro il suo, che era una buona cosa, perché le sue gambe avevano deciso di godersi una vacanza, e non lo sostenevano più.

Draco seguì a baciarlo finché Harry smise di lottare; poi gli permise di durare un poco più a lungo, così che Harry iniziò a rispondere al bacio. Solo poi, si allontanò.

Ok, ti dirò tutto,” disse Draco, prima di baciarlo di nuovo. “Vieni. Siediti con me.”

Draco lo condusse ad un divano, dove si sedettero, ancora abbracciati l’uno con l’altro.

“Alcuni mesi fa, andai all’ufficio di Fudge col mio avvocato e lo convinsi, molto facilmente posso aggiungere, ad invocare la Pax Coglinatio per finire la guerra…”

“Fuori della bontà del tuo cuore, sicuramente,” offrì Harry.

“Oh, Merlo! No,” ridacchiò Draco. “Non vedi? Questo è il nostro ultimo anno a Hogwarts; oggi è davvero il giorno in cui eravamo supposti andarcene. Non saremmo più bambini; saremmo guerrieri, che devono scegliere il lato in una guerra enorme, in cui un gran numero di maghi perderebbe la vita. E non mi piace l’idea di essere un pegno ad un bagno di sangue completamente non necessario, così che un matto, ingannato mezzosangue potesse condurci alla nostra estinzione…oh, si, non ho illusioni sul nostro ‘adorato Lord Oscuro’. E non ho neppure illusioni su Fudge. Probabilmente, è il mago più incompetente che mai posò il suo passo al Ministero. Non ho mai avuto l’intenzione di gettare via la mia vita per difendere uno di loro. Così decisi per questo intelligente piano.”

“Così, sei riuscito ad imbrogliare Fudge nel fabbricarti il re del Mondo Magico, facendo sì che ti dia il modo di diventare un eroe finendo questa guerra. Davvero molto buono. Il pericolo finirà e molte vite si salveranno…e, chiaramente, il matrimonio era solo parte del piano, vero?” Chiese Harry, guardando Draco.

“No, il matrimonio era il mio premio in tutta questa confusione intera. La parte più importante del mio piano, era assicurami che passerò il resto della mia vita con te,” disse lui, prendendo il suo viso tra le proprie mani, avvicinandolo al suo e baciandolo di nuovo, dolcemente. “Non m’importa se tutto va male, finché siamo insieme.

Harry non pensò mai che potesse esser più felice. Harry immaginava Draco da quasi due anni, sapendo sempre che il principe di Slytherin non era raggiungibile. Un sogno fuori della sua portata; ed ora, era qui, sposato, abbracciandolo, baciandolo…

Una forte bussata alla porta li fece separare. Draco affrettò alla porta e l’aprì. Snape era fuori.

“Sono qui. E’ ora.”

 

 

La fu quasi anticlimatica; certo, ci furono perdite, ma erano misericordiosamente poche. L’esercito della Luce superava in numero quello del Lord Oscuro pressoché trenta a uno, e, alla fine, Draco si prese cura dello scudo di difesa, mentre Harry usò una combinazione d’incantesimi per distruggere il corpo di Voldemort e legare la sua anima all’inferno.

Erano stanchi, esauriti magicamente, ma erano vivi. Un atto di valore che loro non potevano capire pienamente, ma di cui erano, in ogni modo, grati.

Ci volle tempo per ordinare i feriti e portarli nell’infermeria, dove sig.ra Pomfrey era pronta a guarirli. I dementor furono distrutti ed i giganti spediti di nuovo alle montagne dove vivevano prima della guerra. Solo che ora, i confini, furono difesi in modo tale che il Mondo Magico saprebbe se qualsiasi cosa stesse succedendo. I resti di Voldemort furono messi in un urna, difesi, e portati via da un gruppo di Indicibili. Dumlbedore li assicurò che l’urna sarebbe posta in un luogo sicuro, anche se non era più necessario. Voldemort non ritornerebbe, questa volta.

Harry non poteva evitare di notare che Fudge era rimasto nella scuola per tutto il tempo,proteggendo i più giovani’, come la mise lui, e non si presentò fino a che inì la battaglia. Lucius Malfoy si assicurò di congratularsi con Fudge sul suo acuto senso del dovere…col marchio di fabbrica dei Malfoy, un sorriso furbo sul viso. A Harry, quasi piacque suo suocero, in quel momento, ma sapeva che ci sarebbe voluto molto tempo e non poco sforzo, per aggiustare le cose tra loro due.

Mentre i medi-maghi e medi-streghe si occupavano di quegli che bisognavano delle loro cure, Fudge decise che il modo di rendersi utile, era cominciare a progettare un grande ballo, da tenersi al Ministero. Un evento per annunciare al mondo intero “La nostra vittoria incredibile”, come disse lui.

Harry riuscì ad evitarlo per quasi tutto il giorno, ma era impossibile farlo a cena, specialmente siccome erano seduti alla stessa tavola. Fudge stava preparando un grande ballo per celebrare la vittoria e la fine del regno del terrore di Voldemort. L’unica cosa importuna, era che stava elencandosi come uno degli eroi di guerra, come se avesse contribuito notevolmente alla battaglia. Aveva disgustato Harry.

Guardandosi attorno, Harry vide Draco. Era davvero notevolmente intimidatorio, ancora vestito da battaglia, e tutti lo stavano rispettando senza un secondo pensiero; la qual cosa, diede a Harry una idea molto cattiva.

“Tonks,” chiamò il goffo Auror, che gli si avvicinò. “Dimmi, ti spiacerebbe dare una mano al sig. Fudge?” Aggiunse con un cattivo sorriso.

“Chiaramente no, mio signore,” rispose Tonks, sorridendo, “che cosa hai in mente?”

“Amerei vedere Draco che fa un annuncio pubblico…qualcosa lungo la linea ‘ora che noi abbiamo vinto, dobbiamo pensare al futuro’, e credo che probabilmente, Fudge avrà delle difficoltà a capirne pienamente il significato.

E tu vuoi che io glielo sillabi chiaramente?” Chiese, con una scintilla di danno nei suoi occhi.

Se non ti spiace…”

“Oh! Grazie, grazie, grazie,” fisse lei, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo come se non ci fosse alcun domani. Harry osservò Draco guardarli, elevando un sopracciglio. Harry gli fece cenno di avvicinarsi. “Ero disposta a commettere un omicidio, se era quello che ci voleva per esser la persona a dirlo a Fudge. Oh! Ciao, cugino.”

Ninphadora.” Accennò Draco col capo alla ragazza.

“Merlino, che cosa ci vuole perché tu mi chiami Tonks?”

Harry decise che era il momento giusto per cambiare argomento.

“Draco, non sarebbe il momento giusto per un discorso sulla nostra vittoria?”

Draco elevò nuovamente un sopracciglio. Merlino, sembra davvero bello, quando a così, pensò Harry. “Tonks qui, ha solo…bene, si offrì volontaria per stare vicino a  Fudge e chiarire alcuni dettagli che è probabile che non abbia ancora afferrato pienamente sullo stato corrente degli affari del Mondo Magico.” Harry si avvicinò a Draco, avvolgendo un braccio alla sua vita. “Per favore? E’ veramente importante per lei…per molte persone, in realtà; stavano considerando l’idea di vendere all’asta tale diritto.

Draco dovette ridere al pensiero di quante persone amerebbero essere chi diceva a Fudge che era fuori del ritratto. L’uomo, certamente, sapeva come cadere dalla grazia di ognuno. E, avere Harry così vicino a lui, era una più che ottima ragione per accettare qualsiasi cosa. Improvvisamente, capì qualcosa che suo padre gli aveva detto una volta circa chi davvero era in controllo al Feudo Malfoy. Draco decise che poteva vivere con tale nozione, decisamente non era un problema.

I tre risalirono al tavolo, andando ai loro luoghi. La sala andò silenziosa, aspettando di vedere perché i due eredi non si erano seduti. Una volta che fu sicuro di avere la piena attenzione, Draco parlò.

“Amici miei, oggi abbiamo realizzato più di una vittoria in un combattimento. Dalle ventiquattrore passate, abbiamo realizzato una vittoria molto importante: una vittoria in pace. In questo giorno abbiamo mostrato al mondo che, non solo la pace è possibile, ma che l’unione è possibile. Abbiamo mostrato che è necessaria. Oggi il Mondo Magico intero stette in piedi insieme, come uno solo, per sconfiggere un nemico comune. Noi abbandonammo le nostre piccole rivalità, pregiudizi e malintesi d’infanzia e quello che il Mondo Magico deve affrontare, non solo i suoi nemici ma anche il suo futuro.”

Mormorii d’apprezzamento si sentirono in tutta la sala, e Draco continuò:

“Questa è la promessa che mio marito e io vi faccio: da ora in poi, la meta del Mondo Magico—la nostra meta—è fare migliore la vita di tutti noi, e più sicura. Più nessun pregiudizio guiderà la nostra mano. Più nessuna volontà di lasciare uno di noi indifeso a causa delle condizioni della sua nascita o una maledizione inflitta su di lui. Da questo giorno, veglieremo sul Mondo Magico.

La sala intera stava consolando, anche Fudge, che si alzò intendendo dire alcune parole. Tonks fu più veloce, e gli strinse la mano entusiasticamente.

Sig. Fudge, non avevo mai capito che lei fosse un simile grande uomo,” lo complimentò.

“Bene…” Fudge iniziò a rispondere, ma Tonks gli tagliò la strada.

“Lasciare il suo ufficio con tale acume. Non tutti sarebbero così modesti. Rinunciare semplicemente al controllo del Mondo Magico così…”

Che cosa?” Fudge era pallido. “Che cosa ha detto? Io non ho fatto nulla di simile!”

“Chiaramente che l’ha atto, Cornelius,” offrì Dumbledore, avanzando più vicino. “Il minuto che lei ha sposato i due giovani gentiluomini.

Che cosa!”

Perché, Cornelius, ha dimenticato? La Pax Coglinatio è molto chiara sull’unione dei due eredi e come condurranno il Mondo Magico nella pace.

Si, lo so, e, ora che siamo in pace, il loro lavoro è fatto. Possono risalire a fare qualunque cosa vogliono della loro vita e lasciare il ministero a noi adulti,” disse Fudge sorridendo, anche se non era realmente così sicuro di se.

“Ho paura che non sia questo il caso.” Radiò Tonks a Fudge. “La loro posizione è un genere di lavoro a vita. Sono qui per restare.”

Ma…ma io sono il ministro.”

“In realtà…non più. Lei diede il controllo a loro al momento in cui nominò Harry il nostro erede e lo sposò all’erede dell’altro lato. Questo è ciò che fa la legge: dissolve i due lati precedenti, nazioni o qualunque cosa, e ne crea uno nuovo sotto le leggi dei due appena sposati. Tonks era accanto all’uomo, piena di gioia; l’occhiata sulla faccia di Fudge era inapprezzabile. “Bene, buona fortuna con la sua vita, e non dimentichi di scrivere. Ho sentito che si trova molto tempo libero, una volta che si va in pensione. Buonasera.”

Fudge, precipitò nuovamente sulla sedia. Al suo lato, Umbridge, era pallida come lui. L’improvvisa conoscenza che qualsiasi opportunità di un futuro politico era ora nelle mani di un Harry Potter che loro si erano assicurati d’importunare per tutti gli anni passati, e suo marito, era un Malfoy, non era un pensiero che rendeva felice.

 

 

La festa proseguì per ore, prima che i due eredi tornassero nuovamente alla loro stanza da letto. Appena la porta si chiuse dietro di loro, volarono nelle braccia dell’altro.

“C’è solo un problema che richiede la tua attenzione,” bisbigliò Harry nell’orecchio di Draco, sbottonando la sua camicia.

“Oh, davvero? E quale sarebbe?” Chiese Draco, mentre sbottonava la camicia di Harry.

“La nostra obbligazione…la nostra prima notte insieme,” disse Harry, facendo le fusa, mentre baciava il collo di suo marito e spingendo via la camicia dalle sue spalle.

“Si?” Riuscì a chiedere Draco, mentre le mani e la bocca di Harry stavano guidandolo matto.

“Non ricordo qualsiasi cosa,” disse Harry, sporgendo le labbra, mentre sfibbiò la propria cintura, allontanandosi un poco da Draco, così che potesse avere una migliore prospettiva di lui.

“Oh, quello è una vergogna. Nessuno dovrebbe non esser capace di ricordare la sua notte di matrimonio…dovrò are in modo di usare tutta la sera per esser sicuro che tu abbia tutti i dettagli. E sorrise alla vista di Harry che si spogliava lentamente dei suoi pantaloni e boxer, tenendo per tutto il tempo, gli occhi su Draco.

“E’ probabile che quello sia un po’ difficile. Vedi, penso che sia probabile che abbia battuto la mia testa durante la battaglia; la mia memoria, ultimamente, è orribile. E’ probabile che mostrarmi solo una volta non sia abbastanza. Harry stava facendo scorrere le mani, lentamente, sul suo corpo, stupito alla concupiscenza che poteva vedere negli occhi di Draco.

“Oh, sicuramente, dovremo ripetere l’intera cosa più di una volta, allora.

“Lo faresti per me?” Chiese Harry, posato sull’enorme letto.

“Qualsiasi cosa per mio marito,” promise Draco, posato su di Harry, ed inclinandosi in già per baciarlo. “Mi assicurerò che tu ricordi tutto.”

 

 

 

 

 

        

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