A Kate...

di 1rebeccam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fine ***
Capitolo 2: *** L'inizio della fine... ***
Capitolo 3: *** Crisi d'astinenza ***
Capitolo 4: *** Delusione e Rimpianto ***
Capitolo 5: *** A KATE... ***
Capitolo 6: *** Un Soffio Sul Cuore ***



Capitolo 1
*** La Fine ***




Sono tornata!
No, non è una minaccia... tranquilli.
Anche perchè qui niente "psicopatici".
Questa storia ha preso spunto da una strambataggine (esiste questa parola?) di Lucia, così se qualcosa non và rivolgetevi a lei, anche se lei non ne sa niente!
Lucia questa è dedicata a te... anche se il titolo è







A Kate...
*
La Fine
*
1° Capitolo

 





 

 …Sono seduto nel mio studio da giorni a guardare il monitor.
Non perché non abbia l’ispirazione,
ma perché una volta messa per iscritto,
nero su bianco,
la parola fine calerà il sipario tra noi due 
e la consapevolezza di averti persa per sempre
mi distruggerà…

 

 
  



I tre sospetti sono stati individuati in un magazzino abbandonato sulla 72ma strada.
Il silenzio all’interno è irreale se si pensa che è pieno di poliziotti armati.
Si sente solo lo scroscio della pioggia incessante fuori, nella notte buia e gelida.
I tre non hanno niente da perdere e sono pericolosi, sicuramente più di altri perché hanno dato ad intendere, con le dodici vittime che si sono lasciati dietro, che per loro la vita non è importante e la morte solo divertimento.

Per l’ennesima volta lei gli ribadisce di restare in macchina.
Ma il silenzio che proviene dall’interno lo innervosisce.
E’ preoccupato… e spaventato.
Se le succedesse qualcosa e lui non le fosse vicino per proteggerla?
Come ogni volta disobbedisce agli ordini, scende dalla macchina e si addentra nel silenzio del magazzino.
All’improvviso gli spari. Le pallottole arrivano da ogni parte e non ha il tempo di capire se sia fuoco amico o nemico.
Ma che importanza ha? Con quel buio non si può capire chi spara e a chi, a meno che non sei un vero poliziotto e sei addestrato a questo.
Ma lui non lo è…
Corre all’impazzata e mentre i proiettili fischiano accanto alle orecchie, si ritrova nel cortile del magazzino.
La pioggia gli impedisce di vedere, ma sente le voci e altri spari.
Poi il silenzio!
Si rialza e cerca di capire che succede.
L’unica luce arriva dalla luna e dai lampi che preannunciano lo squarciarsi del cielo in un orribile tuono.
Mentre la pioggia continua imperterrita e incessante, finalmente la vede, è lì davanti a lui. Bagnata fradicia, ma salva!
Sospira e abbozza un sorriso.
“NNNOOOOO” urla lei… e gli si para davanti.
Lo sparo risuona nelle sue orecchie, la sorregge e lo sparo risuona nel suo cuore.
Lei si accascia tra le sue braccia e lui la adagia a terra.
La pioggia fa scorrere il sangue lontano da loro, come a lavare l’orrore che sta provando.
Lei lo guarda con una dolcezza indescrivibile e sorride.
“Non ti avevo detto di restare in macchina?”
Le sue lacrime si mischiano con le gocce di pioggia che gli sferzano il viso.
Attorno a lui qualcuno sta urlando di chiamare un’ambulanza.
“Perdonami, mi dispiace… io… io… oh cielo! Non lasciarmi ti prego!”
Lei continua a sorridere e solleva la mano sul suo viso.
“Sei stato una ventata di freschezza nella mia vita. Ti ho amato per questo…”
Il tocco delle sue dita si spezza, reclina la testa verso il suo petto e lui la stringe forte, come se quella stretta potesse riportarla indietro, potesse infonderle ancora aria per respirare.
Ma ormai è tardi. Non può tornare indietro.
Stavolta… non si torna indietro!
Gli ha dimostrato il suo amore salvandogli la vita… e lui dovrà continuare a vivere, perché questa è la natura delle cose… ma la sua esistenza sarà vuota, senza sapore, senza respiro… senza vita!

 

 
 

* F I N E *
 


 

Al Detective Katherine Beckett,
 mia musa ispiratrice,
donna bellissima e affascinante,
poliziotto in gamba.
Con affetto, gratitudine e dedizione
Richard Edgar Castle.

 
 


 

“Mi hai chiesto di ucciderla.
Senza nessun sentimento mi hai chiesto di farla morire.
- Liberati di lei come una grande eroina - hai detto.
Ed io l’ho fatto.
L’ho uccisa Kate.
Nikki Heat è morta!”
 


 

Otto giorni prima… 



 

Angolo di Rebecca:

Castle ha ucciso l'eroina dei suoi libri. Perchè?
Glielo ha chiesto Kate. Perchè?
Mettere la parola fine ad una cosa mai cominciata?
Vi aspetto al prossimo capitolo

 

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Capitolo 2
*** L'inizio della fine... ***




…Ecco. L’ho fatto. 
In meno di dieci minuti ho finito il capitolo.
E avevo ragione…
Ora sono un uomo distrutto!

 




A Kate...
*
L'inizio della Fine...
*
2° Capitolo
 






Otto giorni prima…  
 

-Resta in macchina.-
- Ok. -
Scende dall’auto, chiude lo sportello e si appoggia al finestrino.
-Resta in macchina.-
- Ok, si… resto in macchina. -
Si avvia, ma torna subito indietro e sempre dal finestrino ribadisce  -Resta in macchina.-
-Ho capito, non sono mica stupido!-
-Non saprei. Da quando ti conosco pare che il significato di alcune parole ti sia sconosciuto, sembri duro di comprendonio!-
- Spiritosa!!!-
-Non sono spiritosa, sono serissima… resta…-
- …in macchina. Si mammina!-
Sorride e si avvia verso il magazzino.
I suoi uomini sono già pronti per l’irruzione.
-Al mio tre!-
Pistola in pugno.
-Uno… due… guarda verso l’auto, i loro occhi si incontrano e i suoi stanno ancora ribadendo, resta in macchina, lui annuisce… tre!-
Esposito butta giù la porta e dopo un attimo sono tutti dentro inghiottiti dal buio.
Nei 6 minuti successivi il silenzio è totale, comincia a piovere e l’unico rumore è quello della pioggia sull’asfalto.
Lui nizia ad avere l’ansia. Si muove di continuo sul sedile e non riesce a capire come ci possa essere tanto silenzio. La paura comincia ad attanagliarlo.
Da un po’ pensa che se dovesse succederle qualcosa lui morirebbe, certo non nel senso letterale del termine, ma dentro, in fondo al cuore non vivrebbe più! 
Scende e incurante della pioggia guarda verso le finestre del magazzino.
Ancora silenzio.
Resta in macchina…
Guarda verso la porta.
Resta in macchina…
E decide di entrare.
All’interno  viene avvolto dal buio e immediatamente il silenzio è rotto dagli spari.
I proiettili gli passano vicino fischiando, sente urlare, ma non distingue le voci.
Si butta a terra e comincia a strisciare con le mani sopra testa, non riesce a vedere niente.
No  sa dire quanto tempo è passato, ma finalmente gli spari cessano e il luogo ripiomba nel silenzio.
Si alza e nel buio cerca di capire dove sono i suoi amici.
Dov’è lei.
Si ritrova davanti ad un cortile. Va fuori, la pioggia continua a cadere incessante e sembra che non ci sia nessuno.
Sta per rientrare quando sente qualcosa di freddo attaccarsi alla nuca.
Il cuore si blocca, il click sordo e metallico della pistola che viene caricata gli rimbomba dentro l’orecchio.
Chiude gli occhi… lo sparo!
Sussulta.
Dopo un attimo si rende conto di avere ripreso a respirare. Si tocca la nuca… è vivo!
Ai suoi piedi uno dei sospetti lo sta fissando con gli occhi sbarrati e senza vita.
Dietro di lui Beckett con la pistola ancora puntata.
-Stai bene?- gli chiede con voce stranamente monotona.
-Si… sto… bene!-
Risponde lui poco convinto mentre si massaggia ancora dietro l’orecchio.
-Gli altri li abbiamo presi. Rientriamo.-
In auto lei non dice una parola, meglio così perché è ancora spaventato a morte per quello che stava per succedere e gli serve un po’ di tempo per sopportare la  paternale.
Perché stavolta la sfuriata sarà tremenda… e meritata!
Al distretto però continua il silenzio.
Lei scrive il rapporto senza guardarlo un solo istante. Certo è strano che non dica niente, dovrebbe essere furiosa invece sembra un blocco di marmo.
Lo scrittore decide che è meglio rompere il ghiaccio.
-Grazie Beckett, senza di te ora sarei morto!-
Senza alzare lo sguardo dai fogli su cui scrive risponde con tono secco.
- -Hai ragione Castle, ora saresti morto.-
Ryan ed Esposito li osservano stupiti, anche loro si aspettavano fuoco e fiamme da Beckett e il fatto che si mostri calma... non calma... la parola giusta è indifferenza,  per quello che è successo, li spiazza.
-Beckett, mi dispiace. Ti chiedo scusa. Io volevo…-
-Tu volevi… cosa?-
Con la stessa voce monotona alza finalmente gli occhi su di lui.
-Io ero spaventato per t... mhhh… per voi e… io… io…-
Lei continua a fissarlo. Per la prima volta i suoi occhi sono inespressivi come la sua voce, tanto che Castle non riesce a continuare, si blocca con una marea di cose da dire, ma impossibili da esternare; non con quell’espressione sconosciuta sul viso di Kate.
Lei si alza e si avvicina, sempre con calma.
-Tu, tu… TU Castle non sei l’unico intorno a cui gira l’universo. TU Castle non sei un poliziotto. TU Castle da oggi hai chiuso!-
-Non capisco!-
Sussurra e lei risponde con lo stesso sussurro.
-Prendi tutto quello che c’è di tuo in questa stanza, lascia il passi all’entrata e non farti più vedere. La tua collaborazione al 12° termina qui, ADESSO!-
Lui non riesce a risponderle. Se gli avesse urlato contro, se si fosse arrabbiata avrebbe saputo cosa dire e dopo un paio di minuti ci avrebbero riso sopra, ma il suo sguardo, il gelo che gli butta contro con gli occhi lo lasciano senza fiato.
-Beckett, ascolta…-
--No. Ascolta tu Castle. Io non ti permetterò di farti ammazzare,  non tanto per te visto che non ti importa, ma Alexis non se lo merita. Io non ti permetterò di mettere ancora in pericolo la vita dei miei uomini. Lo so tu vuoi aiutarci, proteggerci. Ma non sei un poliziotto. Non sei addestrato per questo. Un giubbotto antiproiettile con la dicitura scrittore non ti rende poliziotto e soprattutto non ti rende invulnerabile! Non ti cambi in una cabina telefonica e diventi un super eroe immortale. Tu sei pericoloso Castle per te e per gli altri e io ne ho piene le tasche. Ho dovuto uccidere un uomo stasera, d’accordo era un assassino, ma gli avrei messo le manette se solo tu…
f - o - s - s - i      r - i - m - a - s - t - o      i n      m - a - c - c - h - i - n -a!-

Le sillabe scandite lentamente continuano ad essere un gelido sussurro e ancora lui non riesce a proferire parola.
-Se il problema è la fine del tuo ultimo libro, inventerai sicuramente un’idea geniale, e se non dovesse arrivarti te la do io una dritta. Uccidila!-
Lui sgrana gli occhi e apre la bocca ma la voce continua a non uscire, Esposito e Ryan restano di sasso.
-Ammazzala Castle. Falla morire come una grande eroina. Liberati di lei e cambia ispirazione. Vedrai sarà il tuo miglior best seller… Non tornare Castle, non sto scherzando. Se ti vedo vicino al distretto ti faccio arrestare!-
Gli passa accanto e si dirige verso l’ascensore. Quando le porte si chiudono Ryan cerca di dire qualcosa, ma si ferma guardando Castle.
La sua, è la faccia di chi è stato colpito da un migliaio di schegge di ghiaccio e non riesce a respirare.

 
Nei tre giorni seguenti la chiama diverse volte, ma lei rifiuta le telefonate.
Decide di aspettarla un’ultima volta sotto casa, a un paio di metri dal portone.
Il vento gli spruzza in faccia la pioggerellina che cade incessante ormai da giorni.
Appena Kate si accorge di lui entra nel pianerottolo e chiude il portone lasciandolo fuori, senza una parola o un cenno.
Rick rimane lì per un paio di minuti, stretto nel suo cappotto non abbastanza pesante da scaldare il gelo che ha addosso.
Un gelo che non proviene dall’inverno, dalla pioggia o dal vento.
No, quello che ha dentro l’anima è un gelo che arriva dal cuore della donna che ama.
Avrebbe voluto che lo odiasse, l’odio almeno è un sentimento, invece l’indifferenza che gli butta addosso è una pugnalata dritta al cuore. 
Quel portone in faccia lo ha annientato.
Kate ha girato la chiave nel lucchetto e a questo punto non avrebbe aperto mai più. Non a lui.
Per i cinque giorni successivi, silenzio…



Continua...



Angolo di Rebecca:

Il perchè della richiesta di Beckett è stato svelato, ma questo non rende le cose più facili.
Anzi la situazione è ormai definita, soprattutto per lei.
Ed è proprio la sua indifferenza che ferisce Rick.
Non le parole dette, ma il modo in cui sono state dette, senza nessun sentimento.
E' davvero l'inizio dell fine?

Grazie ancora per l'attenzione e l'affetto che rivolgete all'autrice matta di queste storie.
Al prossimo!

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Capitolo 3
*** Crisi d'astinenza ***


…Sono seduto nel mio studio da giorni a guardare il monitor...

 

 




A Kate...
*
Crisi d'Astinenza
*
3° Capitolo




 

 

Alexis scende la scala di corsa con l’intenzione di sparare al cellulare che squilla di continuo ormai da mezz’ora.
Quella musichetta orribile e fastidiosa che suo padre ha messo come suoneria la sta tormentando e le formule di chimica si disintegrano dentro al suo cervello.
Due giorni prima suo padre è rientrato e senza dire una parola si è chiuso nello studio e non ne è più uscito.
Quando lei e sua nonna hanno cercato di sapere il perché di quel comportamento e soprattutto perché non solo non usciva, ma non andava al distretto, non rispondeva al telefono e non mangiava, lui ha fatto spallucce dicendo solo che aveva un libro da finire e non voleva essere disturbato.
Trova il telefono e decide di graziarlo per il momento, così bussa allo studio del padre, ma come al solito non riceve risposta.
Apre la porta e lo trova nella stessa posizione di due ore prima, e del giorno prima, e dei due giorni precedenti. Sospira!
-Papà, ci sono 6 chiamate perse e sta ancora squillando.-
Gli porge il telefono ed esce, ma rimane ad origliare. Sa che non è carino ma è preoccupata per lui.
-Ehi Ryan, come state. Scusa non ho sentito il telefono ero preso dalla scrittura!-
Bugiardo, non ha ancora scritto nulla!
Pensa Alexis scuotendo la testa.
-Qui tutto bene fratello. Ci chiedevamo se più tardi ti va di bere qualcosa insieme!- silenzio…
-Castle, ci sei ancora?-
-Si, si sono qui… non prendetela a male, è che sono davvero incasinato…magari un’altra volta… non sarei di compagnia stasera!-
-Vorremmo essere noi di compagnia per te, ma non fa niente, se hai bisogno di noi basta fare uno squillo!-
-Grazie ragazzi, davvero!-
Alexis si sporge a guardare dalla porta e rieccolo, con lo sguardo perso davanti al computer e la stessa espressione di prima.
-Papà perché non mi accompagni a fare un giro, così stacco un po’ da quelle formule chimiche che oggi fanno a botte con i miei neuroni.
Ci prendiamo un gelato che dici?-
Nessuna risposta. Lui è lì fisicamente, ma la sua mente è da tutt’altra parte, e anche il suo cuore… e non sa come aiutarlo.
Le balena un’idea che potrebbe provocargli una reazione, pericolosa per lei, ma per scuoterlo può anche sacrificarsi.
Si morde le labbra.
-Papà sai ieri sera ho fatto sesso con Ashley.-
-Mhhhmhhh… davvero? E vi siete divertiti?-
La sua faccia è sempre fissa sul computer invece quella di Alexis è… beh un po’ basita!
-Sssssi è…  stato fantastico, bellissimo!-
-Mhhmmhhh… e dove?-
-Dove? Tu vuoi sapere dove? BEH, QUI SUL DIVANO DEL TUO STUDIO!-
Comincia a sentirsi irritata dal suo comportamento, da giorni si comporta così e lei vuole solo che le parli,  parlarle gli ha sempre fatto bene.
-Mmmh… mi fa piacere!-
-Ti… fa… piacere!? Ah, lasciamo stare papà, il libro di chimica emana più calore di te in questo momento!-
Sta per uscire, ma il Rick la riprende, senza però spostare lo sguardo.
-Oh Alexis, lo sai che se fosse vero Ashley avrebbe bisogno di un paio di gambe nuove e tu di un buon dentista?-
-Credevo che gli alieni ti tenessero ipnotizzato dentro a quello schermo bianco!-
-Non tanto da non sentire la frase 'abbiamo fatto sesso'  dalla bocca innocente, spero ancora per i prossimi 30 anni, di mia figlia!-
Lei sorride, lo abbraccia alle spalle  e gli stampa un bacione sulla guancia.
-30 anni mi sembrano troppi papà, dovremmo trovare un compromesso.-
 
  

 

…Ammazzala Castle.
 Falla morire come una grande eroina. 
Liberati di lei e cambia ispirazione…

 
 

Sono passati un paio di giorni.
Kate ha spostato la sedia vuota di fianco alla sua scrivania, pensando che cambiarle posto avrebbe reso la sua assenza più sopportabile. Niente di più stupido!
Quando è entrata Ryan e Esposito confabulavano tra loro chiedendosi se telefonare o no e alla sua vista hanno smesso, fingendo di occuparsi di qualcosa.
Questo l’ha mandata in bestia, e quella sedia vuota?
Ogni volta che ci posa lo sguardo sembra che le dica stupida, stupida e ancora stupida…
La manda in escandescenza, insomma farsi dare della stupida da una sedia non è il massimo per un detective, ed è arrabbiata come se la colpa fosse di qualcun altro e non sua.
Sbatte i fascicoli che ha in mano con forza sulla scrivania facendo sobbalzare i colleghi.
-Mettiamo in chiaro una cosa. Castle non collabora più con il 12°. Questo non vuol dire che se volete chiamarlo, o andare a spasso con lui, o bere una birra con lui, o a parlare di cretinate con lui fuori da qui, vi sia proibito. E’ il rapporto che è finito con lui, l’amicizia non c’entra niente. Sono stata chiara?-
Ryan ed Esposito rispondono si solo con la testa e lei riprende i fascicoli e si rifugia in tutta fretta in archivio sbattendo la porta.
I due si guardano esterrefatti.
-Rapporto?! Quale rapporto?-
Esposito fa spallucce.
-Non lo so amico, non voglio saperlo e non voglio neanche scommetterci sopra. Ci tengo alla pelle e lei in questo momento riesce ad incenerire con gli occhi… e anche da una buona distanza!-
Dentro l’archivio, poggia i fascicoli sul tavolo e cerca la scatola con lo stesso codice. Li mette dentro e sospira.
Anche questo caso è chiuso! Questo triangolo amoroso finito in tragedia, Castle lo avrebbe definito ovviamente ridicolo e avrebbe dato sfogo alla sua paranormale fantasia, per trovare un alieno verde o magari blu scintillante che voleva portarsi via la vittima per clonarla o qualcosa del genere.
Si ritrova per un attimo a sorridere, e per quell’attimo il cuore di Kate recupera un paio di battiti.
Poi indossa di nuovo la maschera Beckett, ripone la scatola e torna alla sua scrivania. Ma una volta seduta, la sedia vuota, non solo continua a darle della stupida, ma si permette perfino di farle le linguacce. Si alza di scatto.
Ryan ed Esposito sussultano e la guardano come se potesse estrarre la pistola all’improvviso contro le prime persone che ha davanti.
Deglutiscono, perché in effetti loro sono le prime e ultime persone che ha davanti al momento e la loro espressione deve essere veramente di terrore, perché lei per un attimo corruccia la fronte guardandoli strano, poi torna alla sua rabbia ed esplode…
-Se non c’è niente d’importante per oggi io torno a casa, sono stanca. A domani!-
-Brrrr, che freddo che lascia ogni volta che si muove!-
 Ryan rabbrividisce, dopo essersi assicurato che è davvero andata via “Ti ricordi mai che sia andata a casa presto solo perché è stanca?-
-Sai che ti dico fratello? La mamma comincia a soffrire di crisi d’astinenza… da Papà!-



Continua...


Angolo di Rebecca:

Eccomi con un nuovo capitolo.
Mi scuso se si distacca un pò dalla serietà del resto della storia,
ma ho pensato che servisse un capitolo di passaggio
per smorzare il gelo che vi è arrivato addosso nel capitolo precedente...
La drammaticità del momento che stanno vivendo, ma sempre nella linea spassosa di Castle.
Spero vi piaccia comunque.

Ciao e grazie della vostra attenzione
.

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Capitolo 4
*** Delusione e Rimpianto ***


                                                                           
   …Non perché non abbia l’ispirazione…


 


 

A Kate...
*
Delusione e Rimpianto
*
4° Capitolo
 




 

Un paio di giorni dopo la situazione non è cambiata…
 -Papà! Sono le 4 del mattino, sei ancora seduto lì… e non hai neanche cenato!-
 Lui le fa un sorriso, ma resta in silenzio. La ragazza si avvicina e si siede sulla scrivania.
 -Papà insomma che succede?-
 -Devo solo consegnare il malloppo e sono in ritardo.-
 -Finora non ho voluto insistere, ma non esci di casa da non so quanti giorni. Non vai più al distretto, stai chiuso qui dentro a scrivere e lo posso capire, è il tuo lavoro. Però non sei tu! Sono preoccupata per te. Che succede papà?-
 Mentre gli parla guarda di sfuggita il monitor e sgrana gli occhi.
 -Nikki Heat è… morta!? Papà, ma cosa…-
 Lui le appoggia la mano sul viso.
 -Tranquilla, è tutto a posto tesoro. Ho solo terminato l’ultimo libro su Nikki Heat. Da domani si cambia personaggio.-
-Ma, papà…-
-Torna a dormire Alexis. Tra qualche ora hai scuola, io finisco di stampare e vado a letto. Ti prometto che da domani riprendo a mangiare, a uscire e a tormentarti con i miei manicaretti e i miei messaggini!-
Le dà un bacio sulla fronte e lei si allontana.
Quando arriva alla porta si gira a guardarlo. Ha di nuovo lo sguardo perso sullo schermo davanti a lui e la sua espressione è di dolore.
E’ successo qualcosa tra lui e Kate. Uccidere Nikki Heat significa non avere più bisogno di lei… Ma lui ne ha bisogno… come l’aria!
-Papà…-
-Si principessa?-
-Io adoro i tuoi manicaretti!-
-Bugiarda! Li fai masticare al tovagliolo e poi gli dai il colpo di grazia gettandolo nella pattumiera!-
Lei arrossisce.
-Ti voglio bene papà.-
-E io sono fortunato!-
Sta per andare via, ma lui la richiama.
-Alexis vieni un momento.-
La ragazza si fionda immediatamente sulle sue ginocchia.
-Stai per farmi una delle tue discussioni serie sulla vita… che poi non sono mai tanto serie?-
Sorride, ma mentre lui la guarda pensa che non lo ha mai visto così serio e deluso in vita sua. Si perché l’espressione che ha è proprio delusione.
-Alexis voglio che mi prometti una cosa.-
-Mhh… dipende!-
-No, questo devi prometterlo e basta, senza compromessi.-
E’ così serio che Alexis comincia ad essere preoccupata davvero. Annuisce in silenzio.
-Promettimi di non avere mai paura dei tuoi sentimenti. Non avere mai paura di quello che hai nel cuore anche se ti dovesse portare a sbagliare o a soffrire,  perché tanto soffriresti lo stesso. Gli sbagli ti fanno crescere ed è giusto farli. Come è giusto buttarsi a capofitto in tutto quello che credi adatto  per te. E non permettere a niente e a nessuno di decidere diversamente, neanche a tuo padre, ma soprattutto non permetterlo a quella brutta bestia che si chiama paura!-
La guarda con gli occhi lucidi e un sorriso dolcissimo e lei gli butta le braccia al collo.
Doveva immaginare che c’entravano i sentimenti che lui e Kate non hanno mai rivelato e ora sembra tutto finito ancora prima di cominciare.
Dentro quell’abbraccio lo sente tremare e per la prima volta ha paura di doverlo guardare in faccia e scoprire che sta piangendo.
Non lo sopporterebbe, non suo padre, non quel grande uomo che con un sorriso e tante parole l’ha fatta crescere felice e senza scossoni esistenziali.
Ora è tra le sue braccia così fragile e lei non ha idea di come aiutarlo e ci prova come fa lui, con una battuta.
-Lo sai che con quello che hai appena detto ti sei buttato la zappa sui piedi?-
Finalmente ride di cuore.
-Ti adoro bambina mia, e se penso che un giorno uno qualunque prenderà il mio posto nel tuo cuore io…-
-Papà, nessuno prenderà mai il tuo posto nel mio cuore, ti siederà solo accanto!-
-Ancora peggio! Sarò stretto in un luogo angusto con uno sconosciuto. Buona notte angelo mio.-
-Buona notte papà.-
 

 


 

… Mi hai chiesto di ucciderla. 
Senza nessun sentimento mi hai chiesto di farla morire. 
Ed io l’ho fatto. 
Nikki Heat è morta!...

 


 

Quel pomeriggio tornando a casa,  Kate trova davanti alla porta una busta di carta imbottita di colore giallo con su la scritta DETECTIVE BECKETT.
La scrittura è di Castle, la prende, la guarda attentamente e poi la butta nel cestino.
Non lo ha più visto né sentito da una settimana.
Da quando, dopo averlo guardato con tutta l’indifferenza che i suoi corsi di recitazione al liceo le hanno insegnato, lo ha chiuso fuori da casa sua, al freddo e sotto la pioggia, mentre agonizzava davanti ai suoi occhi.
Si siede sul divano, i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli.
Ripensa a quella sera. A quello che ha provato quando lo ha visto con una pistola puntata alla nuca. Le si era fermato il cuore. Poteva morire.
Stringe gli occhi e scuote la testa per scacciare via quell’immagine.
Lui è troppo spericolato, sembra non capire il pericolo e non obbedisce mai agli ordini.
Si è messo in testa di volerla proteggere, ma il poliziotto è lei, lei è quella armata, lei sa proteggersi da sola e sempre lei non può più permettere che si cacci nei guai, sempre in pericolo.
Sembra non capire la differenza tra gioco e realtà.
Realtà?
Ma qual'è poi la realtà?
Nemmeno lei la capisce più. L’ha cacciato via per proteggerlo? 
Sicuramente!
Ma la realtà è che l’ha cacciato via perché non può più sopportare la sua presenza.
I suoi occhi, i suoi sorrisi, le sue battute, il modo in cui la guarda quando crede che lei non se ne accorga, le smorfie che fa quando diventa un bambino a cui hanno fatto un grande torto, il suo tono dolce quando parla di Alexis e la risata divertita e ironica quando si riferisce alla madre…
Sono come spilli che si conficcano nella parte più vulnerabile di lei. Il cuore!
La realtà è che lo ama… ma non va bene, tutta la storia non va bene.
Quello che ha fatto è giusto per Rick, per lei e per tutti.
Basta con i colpi al cuore quando entra in ufficio.
Basta con la confusione quando ti guarda.
Basta con la paura che gli possa capitare qualcosa.
Sono il bianco e il nero.
Lei un poliziotto e lui un uomo brillante,
lei solitaria e lui mondano.
Lei cresciuta troppo in fretta e lui bambino per sempre.
Non c’entrano niente l’uno con l’altra.
E’ giusto così.
Ognuno per la sua strada.
Guarda la busta dentro al cestino dei rifiuti e le lacrime le rigano il viso senza che lei avesse avuto intenzione di piangere.
Questo fanno i sentimenti, rendono deboli e lei non se lo può permettere!
Ma non può fare a meno di prenderla e aprirla.
Sa già cos’è.
Da quando lui non si è più fatto né vedere né sentire, ha capito che era riuscita nel suo intento.
Sbatterlo fuori definitivamente dalla sua vita.
Lo ha trattato con freddezza, con cattiveria, lo ha umiliato e quando gli ha detto gelidamente di uccidere Nikki Heat, gli ha praticamente detto di sopprimere lei nella sua vita.
Gli ha detto che ne aveva le tasche piene e avrebbe voluto sprofondare in un buco nero per non guardarlo negli occhi in quel momento.
Me era l’unico modo.
Solo con il totale rifiuto e il disprezzo, lui si sarebbe convinto a non tornare!
Si distende sul divano mordendosi il pollice tra i denti e comincia a leggere…
L’ultimo capitolo del nuovo libro: la morte di Nikki Heat per i fans…
Chiude gli occhi e respira a fondo.
La sua morte nella vita di Castle… con tanto di dedica finale!
Fredda, inespressiva,  impersonale, professionale …
 

 

 Al Detective Katherine Beckett,
 mia musa ispiratrice,
 donna bellissima e affascinante,
 poliziotto in gamba.
Con affetto, gratitudine e dedizione. 
 

Richard Edgar Castle.
 



Con affetto, gratitudine e dedizione...
Una dedica fatta a una qualunque, non solo inespressiva, impersonale e professionale, ma gelida!
Di cosa si stupisce. 
E' quello che desiderava. 
Perchè allora si sente trafiggere anche lei da quelle migliaia di schegge di ghiaccio che ha tirato a Rick qualche giorno prima!

 
Mentre continua a piangere si accorge del foglio di colore azzurro chiaro fuori dalla copertina, ripiegato in quattro.
Su uno dei lati c’è la scritta
                  A Kate…
Lo apre con le mani che le tremano…


Continua...



Angolo di Rebecca:

Possibile che questi due vogliano davvero vivere di rimpianti?
Questo capitolo ha ripreso la piega triste dell'inizio,
ma ora non c'è più la rabbia, solo la delusione e il rimpianto.
Spero vi abbia emozionato pure questo.

Al prossimo e come sempre grazie della vostra attenzione.

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Capitolo 5
*** A KATE... ***


Mentre continua a piangere
si accorge del foglio di colore azzurro chiaro fuori dalla copertina,
 ripiegato in quattro.
Su uno dei lati c’è la scritta
                  A Kate…
Lo apre con le mani che le tremano…

 
Non è stampato al computer.
Ha l’aria di una di quelle vecchie lettere di una volta scritte a mano...
Dove la bella grafia dell’uomo che te la dedicava, ti faceva capire il suo cuore ancora prima di leggerle …

 
 
 
A Kate...
*
A Kate...
*
5° Capitolo



…Sono seduto nel mio studio da giorni a guardare il monitor.
Non perché non sappia cosa scrivere, ma perché una volta messa nero su bianco la parola fine, calerà il sipario tra noi due e la consapevolezza di averti persa per sempre mi distruggerà …
Mi hai chiesto di ucciderla.
Senza nessun sentimento mi hai chiesto di farla morire.
'Liberati di lei come una grande eroina', hai detto.
Ed io l’ho fatto.
L’ho uccisa Kate.
Nikki Heat è morta!
In meno di dieci minuti ho finito il capitolo.
E avevo ragione.
Ora sono un uomo distrutto…
Hai voluto che la uccidessi ed io l’ho fatto.
Hai voluto che mi liberassi di te ed io l’ho fatto.
Tu ti sei voluta liberare di me, perché è più facile.
Tutto come tu hai voluto!
E questo con quale geniale intenzione? Uccidere metaforicamente anche te nel mio cuore?
Questo no Kate… questo non ti riuscirà!
Puoi dare ordini all’involucro e al suo cervello, ma non al cuore.
Non puoi impedirmi di pensare a te, non mi puoi impedire di amarti.
Si, perché io ti amo.
E non ti permetterò di chiudermi fuori senza avertelo finalmente detto.
Certo devo farlo attraverso un foglio pieno di parole, perché l’altro giorno non hai avuto il coraggio di guardarmi in faccia e farmi entrare a casa tua.
Ma non importa.
Carta e penna sono il mio pane quotidiano e sarai costretta a leggere.
Per carità, puoi anche strapparlo questo foglio, ma non lo farai.
Non puoi!
Perché puoi tenere lontani i sentimenti dal tuo involucro e anche dal tuo cervello, ma non dal tuo cuore.
Per questo ti mancherà il coraggio di strapparlo!
Ci ho provato Kate.
Ho provato a fingere, a reprimere i sentimenti, ma non sono bravo come te.
Tu sei brava a pensare una cosa col cuore e tradurla diversamente nei fatti.
Tu sei brava a chiuderti dietro la tua paura.
Perché tu hai paura Kate, non solo di amare.
Hai paura di essere amata.
Il pensiero che qualcuno possa amarti senza remore e sopra ogni altra cosa al mondo, ti blocca.
Perché chi ti ama in un modo o nell’altro ti abbandona!
E allora reprimi i sentimenti e mandi tutto e tutti al diavolo… è più semplice così!
Ma neanche tu puoi impedirti di pensare a me, non puoi impedirti di amarmi.
Si, perché tu mi ami Kate.
Sono presuntuoso?
No!
Solo realista…
Ma come ho già detto tu sei brava, perciò continuerai a tenerlo per te, a mentire a te stessa e a farti del male.
In passato hai sofferto Kate, questo lo so.
Ma ora sei tu che ti fai del male e fai male anche a chi ti ama.
Le poche volte che hai aperto il cuore a quello che provi sei stata felice, poi la paura gira di nuovo la chiave e il lucchetto è serrato.
Dici di continuo che non ti conosco.
Invece ti conosco tanto da dirti che quando vedrai la busta davanti alla porta avrai voglia di gettarla nel cestino dei rifiuti, e forse lo farai, per non scalfire la tua corazza con la debolezza.
Ma poi non potrai fare a meno di riprenderla e leggere ogni cosa.
Il tuo cervello deve metabolizzare il fatto che ho ucciso Nikki e insieme a lei anche Rook!
E non potrai fare a meno di leggere questa lettera.
Perché?
Perché mi ami!
Perché stai soffrendo, come me!
Perché è più facile … ma non indolore!
Sono qui indeciso se scrivere o no l’ultimo capitolo per non punirmi da solo e all’improvviso mi arrivano le note e le parole di Far Away...
La sta ascoltando Alexis.
E’ stata come un’illuminazione.
'Così lontana...'
Niente di più vero!
Esattamente quello che sei sempre stata e che sarai sempre.
'Così lontana!'
Non fai caso esattamente alle parole di una canzone, finchè non ti provocano un vuoto allo stomaco.
Questa è una dichiarazione d’amore nel senso letterale del termine.
Dentro c’è ogni tipo di sentimento.
Amore, passione, solitudine, dolore, pentimento, e…

"In ginocchio, chiederò un’ultima possibilità
Giusto un’altra opportunità, giusto un altro respiro
Perché tu sai che ti amo 
Ti ho amato tutto il tempo 
E mi manchi,  così lontana, così a lungo.
Sogno che sarai con me e non andrai via 
Smetto di respirare se non ti rivedo ancora una volta
Con te, resisterei all’inferno
Per stringere la tua mano darei tutto 
Darei ogni cosa, e non rinuncerò 
Perché tu lo sai, tu sai che io volevo stare con te
Io ho bisogno di dirti  che ti amo, che ti ho amato tutto il tempo 
E ti perdono per essere stata lontano così a lungo. 
E con te stretta a me, riprendo a respirare,
senza che mi lasci andare più via."
 
…e speranza…
 
Quando sei innamorato le canzoni hanno tutte lo stesso significato, ma solo se l’essere innamorati ti da gioia, euforia, felicità, appagamento e pienezza del tuo essere.
In caso contrario stranamente una canzone può provocare reazioni e sentimenti diversi.
Alexis sorride beata con gli occhi chiusi ad assaporare quelle parole che la fanno sentire ancora più innamorata, come se fossero state scritte apposta per lei.
'Così lontana, sogno che tornerai e con te vicino riprendo a respirare...'

Speranza…
 
Per me invece è stato come strapparmi dall’anima l’ultimo respiro che ancora tenevo stretto per te.
Hai sbattuto il portone. Per me niente speranza!
In quel momento mi sono finalmente messo a scrivere ed ho ucciso Nikki Heat.
Quello che è successo nel magazzino non c’entra niente.
Il pericolo non sono gli assassini a cui diamo la caccia, il vero pericolo sono i sussulti che senti nel cuore quando mi vedi.
Perciò avevi bisogno di una scusa per trovare il coraggio di strapparmi via dalla tua vita.
Ed io lo accetto.
Io non ti cercherò più Kate, perché questo è quello che vuoi tu.
Però non lo condivido.
Non aspettarti che la morte di Nikki Heat possa far morire te nel mio cuore.
Tu sarai sempre nel mio cuore Kate. VIVA!
Avrei voluto avere il coraggio di dirtelo guardandoti negli occhi, ma io ho avuto paura al contrario.
Ho avuto così paura di fare qualcosa di stupido e di perderti che alla fine ti ho persa comunque…
Beh, ho detto una cosa grossa, perché per perderti, saresti dovuta essere mia!
Domani alle 10.00 Gina scoprirà la morte della mia eroina e allora vorrà uccidermi.
Ma non importa, io sono già morto, perché da domani la tua paura non avrà ucciso solo te…
Io continuerò la mia vita Kate, è inevitabile.
Troverò un mio equilibrio, sarò tranquillo, sereno, scriverò altri best sellers, farò vita mondana e soddisferò i miei istinti animali con tutte le donne che cadranno ai miei piedi, questo è Richard Castle, un burlone sciupa femmine senza sentimenti, sempre con il sorriso sulle labbra… ma con la morte nel cuore… niente speranza… niente felicità.
Perché?
Perché dopo avere tanto esplorato e infine scoperto l’altra parte del tuo mondo, non puoi illuderti che ne esista un’altra perfetta!
L’incastro di due tessere è  uno solo e non puoi sistemare gli angoli con le forbicine per farle incastrare a forza.
Ma la cosa che più mi fa rabbia è che tutto questo, nonostante sia tu a volerlo, non renderà felice nemmeno te, Kate.
Resterai chiusa nell’equilibrio che ti sei inventata, sarai tranquilla, serena, dedita al lavoro, e forse qualcuno che al momento credi perfetto per te soddisferà le tue voglie.
Ma il tuo cuore sarà vuoto, ti mancherà sempre il sale che rende viva la vita.
Perciò  non sarai felice.
Non fraintendermi Kate, non ti sto giudicando e lungi da me darti la colpa di ogni cosa.
Io ho sbagliato più di te, avrei dovuto tenerti stretta letteralmente e non solo nei miei pensieri.
Avrei dovuto baciarti e amarti con i fatti a costo di farti arrabbiare, almeno avresti reagito.
In un modo o nell’altro l’avresti fatto anche solo per cacciarmi via urlando e guardandomi negli occhi.
Senza scuse, senza sotterfugi, senza silenzi.
Così sarebbe stato giusto!
Il silenzio, le parole pensate e mai dette, le carezze immaginate e mai provate, i baci assaporati e mai gustati …
Tutto  questo ci porterà solo rimpianto e rassegnazione.
Domani la tua paura avrà fatto due vittime.
TU ed IO!
Tu ed io… due parole che in un mondo perfetto potevano diventare una.
        “NOI!”
Ma noi non viviamo in un mondo perfetto.
Tu ed Io non viviamo in un mondo perfetto.
 
Naturalmente questa dedica non sarà mai pubblicata.
Questa non è per il detective Beckett.
Non è per la musa pubblica.
Non è da parte dello scrittore brillante.
Questa è solo per te.
Solo per l’anima inquieta di Kate,
Per la bambina indifesa che nascondi insistentemente.
Da parte di un uomo orgoglioso di essere ancora un bambino, pronto ad incassare il colpo, ma non per questo sicuro che ci riuscirà.
 
                                                                                                    Dal mio cuore a Kate…
                                                                                                   Ti amo e sarà per sempre
                                                                                                    anche se lontano da te.
                                                                                                 Richard Alexander Rodgers!
Angolo di Rebecca:
 
Ciao a tutte.
Ecco la dedica, o lettera o chiamatela come vi pare.
Ci sono tutti i sentimenti di Rick…
Amore, rabbia, rimpianto, dolcezza e delusione…
Almeno questo avevo intenzione che venisse fuori
E spero di esserci riuscita.
Spero che non sia caduta troppo nel melenso o sia troppo lunga
…ma Rick aveva un mucchio di cose da dire.

 
Al prossimo

 
Far Away - Nickelbeck http://www.youtube.com/watch?v=YJsaf-ptTTY

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Capitolo 6
*** Un Soffio Sul Cuore ***


 


...Questa è solo per te.
Solo per l’anima inquieta di Kate,
Per la bambina indifesa che nascondi insistentemente.
Da parte di un uomo orgoglioso di essere ancora un bambino...






A Kate...
*
Un Soffio sul Cuore
*
6° Capitolo


 


9.55 del mattino.
Castle è davanti al portone dell’ufficio di Gina. 
I suoi occhi esprimono la stanchezza delle notti insonni davanti ad un foglio virtuale bianco. Ma ormai quel foglio è stato riempito di parole. Parole che una volta scritte e soprattutto lette non lo riporteranno mai più indietro, ma finalmente lo faranno riposare… E ne ha un immenso bisogno!
Lui è fortunato, ha Alexis. Lei è la sua unica ragione di vita, senza di lei davvero sarebbe troppo difficile.
Sospira, si ritrova a pensare a Kate e prova una stretta al cuore sapendo che lei invece è sola. Certo, ha suo padre e la 'famiglia del 12°' ma non è la stessa cosa.
Avere un figlio da amare e che ti ama è una ragione per continuare ad andare avanti anche quando non ne hai voglia.
Lui ce l’avrebbe fatta grazie ad Alexis… ma Kate? Abbassa lo sguardo e scuote la testa.
Ormai non è più affar mio!
Guarda il campanello come se volesse mordergli il dito. Sotto il braccio ha una pesante busta gialla… troppo pesante!
Decide che il campanello non è carnivoro e che il suo dito non è in pericolo, si accinge a suonare.
Sente qualcosa che gli sfiora le dita, si volta di scatto e il tocco si rivela essere una mano che stringe la sua.
Due occhioni arrossati per il pianto lo stanno fissando e lui li guarda meravigliato.
-Ti rubo solo un minuto!-
Non l’ha mai vista così fragile, come un piccolo cristallo in bilico sopra un tavolo, che può infrangersi solo con un soffio.
Avrebbe voluto dirle che gli ha già rubato il cuore e che può prendersi anche due minuti, due ore, il resto della vita, invece si impone di restare  in silenzio, ma non può fare a meno di sorriderle e, a quel sorriso spontaneo, gli occhi di lei ricominciano a piovere lacrime.
Le stringe la mano, pentendosene subito dopo, rendendosi conto di aver fatto un gesto istintivo dettato ancora una volta dal cuore e non dal cervello. Niente di più sbagliato per lui. Un gesto che a questo punto lo avrebbe annientato… s’irrigidisce e torna a guardare il campanello.
Kate capisce la sua reazione, abbassa la testa e gli parla con un filo di voce.
-La bambina indifesa che nascondo dentro l’anima vuole tornare libera, ma non sa come fare!-
Quelle parole non passano per le orecchie, ma sono un soffio sul cuore.
Non ce la fa. Non riesce a non stare male per lei.
Le stringe la mano ancora più forte, e torna guardarla.
Piccola, spettinata, con gli abiti in disordine e il naso troppo rosso… questo è al momento Katherine Beckett.
-Ti sbagli, è già libera. Stamattina è uscita di casa con gli occhi rossi e i capelli in disordine per correre qui accanto a me… e mi sta tenendo la mano!-
A quel punto Kate si fa coraggio e lo guarda.
Credeva di trovarlo arrabbiato e che non avrebbe nemmeno voluto percepire la sua vicinanza, invece sorride.
Le sta sorridendo, con quei suoi meravigliosi occhi azzurri, che ogni volta che li  guarda,  ci si perde e si ritrova in un oceano sconfinato a respirare ossigeno puro e l’unica cosa che vuole adesso è dirglielo. Dirgli che vuole perdersi nell’immensità con lui.
-Mi prometti che se ti ordino di restare in macchina tu ci resti?-
-Hai l’aria di una che ha fatto la lotta libera con le lacrime per ore e ha perso, e dopo una nottataccia così, vuoi che ti prometta solo questo?-
Si asciuga le lacrime con un gesto risoluto, come per cacciarle via per sempre.
-Voglio che mi prometti che non mi permetterai mai più di avere paura e di farmi  male per questo.-
-Te lo prometto.-
-Voglio che mi prometti che non mi permetterai mai di allontanarmi da te.-
-Te lo prometto.-
-Voglio che mi prometti che non mi permetterai mai di non essere felice.-
-Te lo prometto.-
-Voglio che mi prometti che mi proteggerai sempre da me stessa.-
-Te lo prometto.-
-E voglio che mi prometti…-
-…Si, lo so, di restare in macchina…-
Ridono e lei si aggrappa al suo cappotto.
-Perdonami Rick!-
-Devi chiedere perdono solo a te stessa Kate, non a me… e a nessun altro!-
Le solleva il viso tra le mani.
-Dillo Kate, ti prego. Ora finalmente dillo!-
-Ti amo Rick,  ti amo da stare male, ti amo da averne paura… ma non ne avrò se tu mi aiuterai!-
Il calore delle mani sul viso e il  sorriso di lui rispondono ad ogni suo dubbio e lei gli mette le braccia sotto al cappotto cingendogli la vita e lo bacia, lì in mezzo alla strada, davanti a chiunque.
Quando si staccano Rick la stringe forte a sé e le sussurra all’orecchio.
-Anch’io ho paura Kate, ma…-
-…Ti amo e voglio provarci!- finisce lei la frase, come sempre.
Sorridono e restano occhi negli occhi per qualche minuto, senza sentire il rombo delle auto per strada o il chiacchiericcio  della gente che passa accanto a loro.
-Mi accompagni al distretto?-
-Sono stato reintegrato?-
-Nella mia vita per sempre, al distretto solo se ti và!-
-E non ti importa che ci vedano arrivare insieme dopo tutto questo tempo?-
-Voglio solo che vieni con me.-
-Chiamo un taxi.-
-Andiamo a piedi, così l’aria fresca mi dà una sistemata al viso, devo sembrare  uno zombie!-
Lui le sistema i capelli e l'accarezza.
-Sei uno zombie bellissimo!-
-Se voleva essere un complimento, non ci hai preso molto Castle!-
Intreccia le dita della mano alle sue.
-Andiamo, o faremo tardi!-
Si avviano continuando a guardarsi negli occhi.
-Addio trillo carnivoro, per oggi non avrai in sacrificio il mio povero dito!-
Lei lo guarda con una smorfia.
-Trillo… carnivoro!?-
-Il campanello. Prima quando stavo per suonare ha mostrato le zanne… voleva mordermi!- 
-Non riesci proprio ad essere serio, vero?-
-Ohhhh. Vedrai quanto sarò serio quando chiederò a tuo padre la tua mano!-
-La mia mano? A mio padre?-
-E’ un uomo all’antica e io voglio fare le cose per bene!-
-Mi stai facendo una proposta di matrimonio, Castle?-
-No. Non prima di avere parlato con tuo padre!-
-Ma che dici?  Lascia almeno che mi abitui al fatto che ti ho appena detto che ti amo!-
-Niente da fare.  Basta con le perdite di tempo. Da ora in poi via… incontro alla felicità! Bisogna battere il ferro finchè è caldo, prima che tu cambi idea un’altra volta!-
-Non cambierò idea!-
-Mmmhhh… non si può mai sapere!-
-Ok! E se mio padre non fosse d’accordo?-
Lui si blocca di colpo.
-Forse era meglio il trillo carnivoro!-
Le dà un fugace bacio sulla fronte e sorride.
-Sai una cosa? Credo che tuo padre mi adorerà!-
Anche lei sorride e continuano a camminare tenendosi per mano come due adolescenti, felici di quel tocco leggero che riscalda il cuore.
-E chi ti dice che io voglio sposarti…-
-Lo farai. Lo farai!-
-Si… credo anch’io che lo farò!- sussurra lei quasi tra sé e sé.
-Come? Cosa hai detto?-
-Niente. Stavo solo pensando che forse mio padre ti adorerà davvero.-
-E Nikki Heat?-
Lei gli strappa la busta dalle mani e la getta nel cesto dei rifiuti.
-Sai che se qualcuno dovesse leggere quel manoscritto io sarei uno scrittore finito?-
Le dice girando su se stesso a guardare il suo capolavoro tra i rifiuti in mezzo alla strada.
Lei lo strattona contro il muro e lo bacia, non in maniera fugace, ma appassionatamente e teneramente…
-E’ importante?- gli chiede staccandosi dalle sue labbra.
-Per niente-
Continuano a baciarsi mentre camminano abbracciati e senza accorgersene si ritrovano davanti al distretto.
Cercano di darsi un contegno, entrano, salutano e poi si prendono per mano e ridendo corrono dentro l’ascensore, mentre gli agenti all’entrata li guardano stupiti.
E lì riprendono a baciarsi.
-Sai che se ci vedono così quando si aprono le porte, ci sarà un’ovazione tipica da stadio, con l’aggiunta di wohw wohw wohw, accompagnato da un movimento in aria del pugno in segno di vittoria?-
Rick la spinge contro la parete e la bacia ancora.
Le porte dell’ascensore si aprono e dopo un attimo…
Yuuhhuuuuuu…whow wohw wohw.
Si staccano e vedono i pugni dei colleghi roteare in aria.
Lui la guarda e risponde alla domanda di prima.
-E’ importante?-
-Per niente!-
-Ehi Esposito, mamma e papà hanno fatto pace.-
-Finalmente! Mamma era in crisi di astinenza da papà. Ha provato a disintossicarsi standogli lontana, ma non ha funzionato.-
-Già, e ora non solo mamma ha dipendenza da papà…-
-…ma anche papà ha dipendenza da mamma!-
-Sono contento, cominciavo a sentire il peso di chi ci avrebbe preso in affidamento dopo il divorzio!-
-…E se ci avessero separati? Oh non voglio pensarci, non lo avrei sopportato!-
 Il capitano Montgomery si schiarisce la gola.
-Beh… non avete niente da fare? Tutti al lavoro. Mmhh… anche voi due!-
Beckett si avvicina alla sedia di Castle per rimetterla a posto.
Si ferma un attimo a guardarla.
-Kate, tutto bene?-
Lei annuisce e sorride continuando a guardare la sedia che non solo sta esultando roteando in aria uno dei braccioli, ma le fa pure l’occhiolino!
Castle si siede soddisfatto del posto ritrovato e lei gli sussurra all’orecchio.
-Qui sono sempre Beckett!-
-Perfetto, perché io sono innamorato anche di lei!-
I bambini li guardano con un’espressione disgustata dipinta sulla faccia.
-Ohhh, adesso basta però. Va bene la dipendenza, ma così avremo bisogno di una quantità industriale di insulina!!!-




* F I N E *



 

Angolo di Rebecca:

Sembra strano ma anche  questa FF è arrivta alla fine.
Strano per me che non avevo idea che avrei cominciato a scrivere su Castle,
e non sapevo neanche se avrei continuato.
Ma voi siete stati così ospitali, che non me ne sono più andata...
e la mia fantasia ha ripreso a volare...

Perciò ringrazio ancora tutti per aver seguito Castle e Beckett
anche in questa avventura in cui il protagonista non è stato uno psicopatico,
ma solo il sentimento in tutte le sue forme.

Grazie ancora e se vi và alla prossima storia.

A presto
       Rebecca.

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