Gita galeotta

di Daisy Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Ultimo capitolo! ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Gita galeotta

Gita galeotta

 

Eccomi con un’altra fic a più capitoli! Dato ke tra poco più di una settimana partirò per una gita in Toscana, mi è venuta in mente una storia in cui anke Sana, Akito e tutti i loro amici partono per una gita … chissà cosa combineranno una settimana tutti insieme?! Daisy J

 

Capitolo 1.

 

Sana Kurata. Età: 17 anni. Amore: un biondino karateka che alcune volte le fa saltare i nervi, ma con il quale ha un profondo rapporto.

Akito Hayama. Età: 17 anni. Amore: una ragazza tutto pepe, grande attrice, che gli ha aperto il cuore ai tempi delle elementari.

Nessuno dei due sa ancora che i propri sentimenti vengono ricambiati, o meglio, lo sospettano, ma non si sono mai dichiarati apertamente.

 

Aya Sugita. Età: 17 anni. Amore: il suo tesoruccio, cioccolatino, pasticcino o … be’, insomma, qualunque dolce vi venga in mente.

Tsuyoshi Sasaki. Età: 17 anni. Amore: una ragazza che gli affibbia come soprannomi ogni dolcetto possibile.

Stanno insieme dalle elementari, i loro sentimenti sono stati dichiarati da subito.

 

Fuka Matsui. Età: 17 anni. Amore: un ragazzo troppo lontano da lei perché possano avere un rapporto.

Hisae. Età: 17 anni. Amore: è in cerca del ragazzo che le farà battere il cuore.

Gomi. Età: 17 anni. Amore: sostiene di non esserne interessato.

Sono tutti amici dei quattro ragazzi.

 

Tutti quanti frequentano lo stesso liceo, settima sezione del terzo anno. E tutti e cinque, stipati insieme ai loro compagni in un pullman, stanno viaggiando verso la meta della gita scolastica di quest’anno: Nagasaki, un bellissimo porto dell’isola Kyushu, la più occidentale di quelle del Giappone. I loro bagagli, schiacciati nei vani del pullman, ospitano tutto ciò che occorre loro per trascorrere un’intera settimana in quella che i ragazzi chiamano “vacanza”, con profondo orrore dei professori, che continuano a rinfacciare il fatto che si tratta di un “viaggio d’istruzione”, ovviamente senza però ottenere l’ascolto degli allievi. Nessuno di loro pensa infatti alle visite culturali nelle quali saranno trascinati, quanto piuttosto al divertimento e alla libertà che li aspetta, come dimostra Sana:

“Allora, la prima sera uscita al pub più vicino all’albergo, poi la seconda un giretto al bowling, la terza dritte in discoteca …” dice allegra contando sulle dita tutte le serate che intende organizzare, mentre le amiche che la circondano annuiscono convinte.

“Ragazze, ci scateneremo!” continua. “E ovviamente, tornate in albergo, tutte nella camera da quattro a chiacchierare fino all’alba!”

“Ehi, non ti sembra di esagerare?” una voce atona la raggiunge alle sue spalle.

“Non ho chiesto il tuo parere, Hayama!” esclama Sana voltandosi verso il suo amico e facendogli una linguaccia. Akito si stringe nelle spalle scuotendo la testa e decidendo di lasciar perdere. Inutile discutere con lei. Poggia il gomito sul bracciolo del suo sedile e appoggiando il mento sul pugno chiuso guarda fuori dal finestrino dopo aver premuto il tasto play del suo lettore mp3.

Tum tum  tum … tatatatatum … tum tum tum … tatatum … Tum tum ...

“AKITO HAYAMA!!!!!!”

Il ragazzo distoglie lo sguardo dagli alberi che scorrono ai lati della strada e lo alza nella direzione da cui è arrivato il suo nome. Trova Sana in piedi di fronte a lui che lo guarda con occhi furenti.

“È a un’ora che ti chiamo! Vuoi abbassare il volume di quell’affare?!” gli intima scocciata. “Si sente in tutto il pullman!”

Akito la guarda per un attimo, senza dire nulla, poi si sfila una cuffietta dall’orecchio e le chiede: “Cos’hai detto? Non ti ho sentita …”

Sana si arrabbia ancora di più.

“TI HO DETTO DI ABBASSARE IL VOLUME DELLA MUSICA!!!”

“Come sei noiosa!” esclama lui, girando poi verso il basso la rotellina del volume delle cuffie. Meglio assecondarla, o potremmo non smettere più di litigare …

Intanto la professoressa, che ha visto Sana in piedi, le dice: “Kurata, torna al tuo posto! È pericoloso stare in piedi sul pullman, potresti cad…”

Improvvisamente, una ruota del pullman prende in pieno una buca della strada e il veicolo sobbalza violentemente. Sana perde l’equilibrio e in un attimo si ritrova tra le braccia di Akito, che prontamente l’hanno accolta. La ragazza, rossa come un peperone, cerca di rialzarsi, ma lui la tiene stretta.

“Ehm … Akito … potresti farmi alzare? …” bisbiglia lei imbarazzata, ma il ragazzo fa spallucce e dice in tono tranquillo: “E perché? Non sei comoda? Io sto bene, così …”

Un pugno lo colpisce nello stomaco ed è costretto a tacere, allentando la presa. Subito Sana si scosta da lui e si rialza. Prima di tornare al posto, lancia un’occhiata torva ad Akito:
“Stai attento, Hayama, ho imparato alcune mosse di karate anch’io!” lo minaccia, ancora rossa in viso.

Lui non dice nulla, agitando una coda da leopardo che gli è magicamente spuntata insieme ad un paio di orecchie maculate. Quando lei si è di nuovo seduta tra le sue amiche, lui alza ancora un po’ il volume della musica, stando però attento che non si senta oltre le cuffie, e ricomincia a guardare fuori dal finestrino, mentre ancora sente il profumo della ragazza su di sé. Respira quella fragranza, accontentandosene e sospirando impercettibilmente, mentre la ragazza, senza che lui se ne accorga, fa lo stesso qualche fila di sedili più avanti.

 

Il mare, che finora i ragazzi hanno ammirato solo dai finestrini del pullman, osservandolo agitarsi in lontananza, ora spumeggia a pochi metri da loro, tra le barche del porto di Nagasaki, vicino al loro albergo. Scendono tutti insieme dal pullman, entusiasti, scalmanati, facendo a gara a chi arriva per primo alla porta dell’albergo. Una volta radunati tutti lì davanti, i professori iniziano a distribuire le camere:
“Hayama, Sasaki, Gomi … la numero 37.”

Tsuyoshi, seguito da Akito e l’altro loro amico, avanza verso la professoressa a prende le chiavi della stanza, prima di scomparire sulle scale.

“Kurata, Matsui, Sugita, Hisae … nella camera da quattro: la numero 33.”

Le quattro ragazze si danno il cinque esultanti, mentre alcuni lamenti si sollevano dalle altre compagne, tutte speranzose di essere state assegnate a quella camera, e ora costrette a vedere il loro gruppetto diviso in stanze più piccole.

Terminata l’assegnazione delle camere, tutti gli allievi si radunano nelle proprie per sistemare alla meglio i bagagli, prima di ritrovarsi nella sala da pranzo.

Nella camera 33 …

“Ragazze, che fortuna!!!!” esulta Sana buttandosi su uno dei quattro letti.

“Già! Non mi aspettavo dessero a noi questa stanza!” concorda Aya.

Pregustando già la prospettiva delle lunghe chiacchierate serali di quei giorni, le quattro amiche iniziano a svuotare le valigie e riempire gli armadi.

Quando la stanza è perfettamente in ordine, Sana propone: “Ehi, perché non andiamo a dare un’occhiata alla camera dei ragazzi?”

Tutte acconsentono, e in un batter d’occhio sono nel corridoio.

“Allora … 34 … 35 … 36 … eccola! La 37! È la loro, giusto?”

Aya fa cenno di sì e Sana picchia velocemente un paio di volte, poi, senza aspettare risposta dall’interno, apre la porta.

“Ehi, ragazzi! Com’è la vostra cam …?!

Si zittisce immediatamente, sgranando gli occhi, mentre le amiche alle sue spalle fanno lo stesso. Di fronte a loro ci sono Tsuyoshi, Gomi e Akito con addosso solo un paio di boxer, che si stanno cambiando.

Aya arrossisce e si copre gli occhi con le mani, Fuka e Hisae si voltano con dei risolini, mentre Sana rimane imbambolata a guardare Akito. I suoi muscoli, ben delineati, la incantano, lasciandola a bocca aperta a fissare il ragazzo.

“Ehi, ma siete pazze?!” il grido di Gomi la riscuote.

“Ah … scusate, scusate, scusate!!!” esclama Sana, arrossendo, mentre Akito le si avvicina, ancora a petto nudo.

“Non ti hanno insegnato a bussare?” le dice, tranquillo.

“I -io …” Sana non riesce a parlare, ancora incantata dal suo fisico perfetto.

“Allora, ti sei imbambolata?!” le chiede lui. “Sono così bello?”

Sana si riprende del tutto e, con il viso più rosso che mai, gli urla: “Ma figurati!” prima di richiudere la porta sbattendogliela violentemente in faccia.

Dentro la stanza, Akito sorride fra sé, mentre gli altri finiscono di vestirsi.

 

Quando hanno finito di pranzare, i professori comunicano che, “con grande gioia dei ragazzi …”, le visite inizieranno subito. Tappa di questo pomeriggio: il museo di antichità della città.

Svogliati, i ragazzi si preparano ad uscire, radunandosi in gruppetti davanti all’ingresso. In meno di venti minuti, tutti si avviano tra le strade di Nagasaki, al seguito dei professori. L’ultimo gruppo della fila è quello di Sana, Akito e i loro amici, e sembra sia in corso un litigio.

“Smettila!” grida Sana in direzione del biondino.

“Ma se stavi a bocca aperta a boccheggiare come un pesce! Ammettilo, che ti piaccio!” la stuzzica Akito, riferendosi all’episodio di poco prima, quando erano piombate nella camera dei ragazzi, ma Sana, imbarazzata, gli tira un pugno sulla spalla.

“Ti ho detto che non è vero! Hayama, sei davvero odioso!”

Intanto, alcuni passi alle loro spalle, Aya e Tsuyoshi, tenendosi per mano, osservano i due amici:
“Ma non la smetteranno mai di litigare?!” chiede la giovane, esasperata.

“Secondo me, sono fatti l’uno per l’altra.” sentenzia il suo ragazzo, subito appoggiato da Fuka:
“Già, litigano tanto, ma in fondo si vogliono davvero bene. Forse anche più che come due amici …”

Il problema è: quando se ne accorgeranno?!” dice Gomi. Camminano ancora per un po’ in silenzio, poi il volto di Hisae si illumina all’improvviso.

“Ci sono!” esclama entusiasta, e tutti si voltano verso di lei con espressione interrogativa, tranne Sana e Akito che si stanno ancora stuzzicando a vicenda qualche metro più avanti.

“Sentite” propone “Perché non cerchiamo di farli mettere insieme?”

“Mmmh … perché no?” dice Fuka “Se ci riuscissimo non dovremmo più sopportare i loro litigi!”

“Già. E se invece fallissimo … be’, non abbiamo nulla da perdere! Io ci sto!” acconsente Gomi.

Aya e Tsuyoshi si guardano per un secondo, poi annuiscono anche loro.

“Bene! Che la sfida abbia inizio! Sana, Hayama … preparatevi!” esulta Hisae.

 

Ed ecco concluso il primo capitolo! Riusciranno i cinque amici a far dichiarare i propri sentimenti a Sana e Akito?! Boh … vedremo! X ora, se volete, recensite, così saprò se volete che continui la storia! Vvtttb Daisy ^_^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti! Prima di iniziare, ecco una legenda per chi non conoscesse i nomi giapponesi (sorry, MandyJJ, hai ragione!!J):

Akito = Heric

Aya = Alicya

Tsuyoshi = Terence

Fuka = Funny

Gomi = George

Hisae = Margharet

 

Capitolo 2.

 

Il museo di antichità è il luogo più noioso che abbiano mai visitato i ragazzi. Si aggirano tra le bacheche come zombie, con lo sguardo perso dietro alle fantasticherie rivolte all’imminente serata senza i professori, non prestando minimamente attenzione a questi ultimi e alla guida, che sarebbe più soddisfatta parlando ad uno dei reperti, ma che imperterrita continua a narrare le vicende legate a quei pezzi d’antiquariato esposti.

“Ragazzi che noia!” esclama Akito senza paura di farsi sentire dai professori, sbadigliando vistosamente.

Sana ha subito in mano il martelletto rosso e lo picchia sulla testa del giovane.

“Stai attento!” lo ammonisce. “Devi imparare a seguire le lezioni!”

Akito si lamenta, massaggiandosi la tempia colpita: “Ma se non stai ascoltando nemmeno tu!”

Sana rimane per un attimo incapace di ribattere, e Akito sfodera un ghigno di soddisfazione, irritandola.

“Almeno io faccio finta! Non come te, che sbadigli in faccia ai professori!”

Akito incassa il colpo, mentre alle loro spalle Hisae, Fuka, Aya, Tsuyoshi e Gomi si guardano sconsolati.

“Così non va …” bisbiglia Fuka, osservandoli litigare per l‘ennesima volta. “Non la smettono mai!”

“Eh sì … sono proprio un caso disperato!” sospira Tsuyoshi scuotendo la testa.

“Di cosa state parlando?” chiedono all’unisono Sana e Akito voltandosi contemporaneamente verso i loro amici.

“Niente, niente …”

La visita prosegue, occupando gran parte del pomeriggio. Quando tornano all’albergo, è ormai già il tramonto. Salgono ognuno nella propria camera a riposarsi, prima di godersi le ore di libertà che i professori hanno promesso. Sana  propone alle sue amiche di andare in un locale.

“Ho cercato su Internet l’altro giorno e ho visto che ce n’é uno a un isolato da qui. Perché non ci diamo un’occhiata?”

“Ok, tanto ci hanno detto che possiamo fare quello che volgiamo fino a mezzanotte, comprese le uscite nei pub!” acconsente Fuka. Così le ragazze iniziano a prepararsi. Quando escono, raggiungono i ragazzi che le aspettavano all’ingresso dell’albergo.

Akito, sentendole arrivare, si volta, pronto a lanciare una battutina sul loro ritardo, ma rimane a bocca aperta alla vista di Sana: indossa una corta minigonna nera e un giubbottino di jeans che copre una maglietta aderente, ed ha un leggero trucco che rende il suo viso ancora più bello. La ragazza gli si avvicina ancheggiando scherzosa sui tacchi a spillo.

“Allora, chi è che boccheggia, stavolta?” gli dice con un sorriso posandogli una mano sul mento e richiudendogli la bocca, prima di porsi alla testa del gruppo insieme alle sue amiche. Lui, ancora incantato dalla sua bellezza, non riesce a ribattere, e si limita ad arrossire prima di seguire gli altri.

Giungono in un pub non molto grande, ma piuttosto carino. Si siedono tutti ad un tavolino ed ordinano da bere, dopodichè le ragazze iniziano a chiacchierare, mentre i maschi si lanciano in sfide del genere “chi riesce a bere più alcolici in tutta la serata”. Il vincitore è Akito, che con gli occhi lucidi, dopo i cinque bicchieri che si è scolato, decide di andare in bagno a rinfrescarsi. Pochi secondi dopo, anche Sana si alza dal tavolo diretta verso il bagno, con l’intenzione di aggiustarsi il trucco.

Allora i loro amici si guardano per qualche istante.

“Pensate anche voi quello che penso io?” chiede Hisae, con gli occhi che brillano di una strana luce.

“Penso di sì, tu cosa pensi?” dice Gomi.

“Io penso che è la nostra occasione!”

“Già … chiudiamoli dentro!” esclamano tutti insieme. Così si alzano e si dirigono tutti verso il bagno. Cercando di non farsi vedere, si mettono dietro alla porta e guardano dentro.

Sana è davanti allo specchio con la matita per gli occhi in mano, mentre affianco a lei c’è Akito, che si rinfresca il viso.

“Possibile che dovete fare sempre questi giochi idioti, voi maschi?” sta commentando lei, mentre cerca di disegnare una linea dritta con la matita al suo occhio sinistro. “Guardati, sei ubriaco!”

Akito solleva il viso dalle mani bagnate lanciandole un’occhiataccia.

“Primo: non sono ubriaco!” esclama. “Secondo: meglio i nostri 'giochi idioti' che i vostri infiniti e assurdi pettegolezzi!”

Sana si infuria: “Sembrate solo dei bambini piccoli!” lo insulta.

“E voi delle gallinelle!” ribatte lui.

“Che cosa?!” Sana diventa paonazza dalla rabbia e continua ad insultarlo, mentre lui fa lo stesso.

“Ora basta …” sussurra Hisae. Dando un cenno d’intesa ai suoi amici, chiude delicatamente la porta e cercando di fare meno rumore possibile fa scattare la serratura.

“Bene, ora non li faremo uscire per un bel po’ …” e soddisfatti se ne tornano al tavolo.

Intanto, dentro il bagno …

“Oca!” grida Akito.

“Serpe!” ribatte Sana.

“Sei solo una bambina viziata!”

“Ora basta, mi hai stancata! Io me ne torno di là!” e detto questo, la ragazza va verso la porta del bagno e fa per aprirla, ma la maniglia non funziona.

“Allora? Non sei nemmeno capace di aprire una porta?!” la deride lui. Sana si volta scocciata.

“La vuoi piantare?! È bloccata! Prova tu, se credi di essere tanto bravo!”

“D’accordo!” risponde con aria strafottente il ragazzo, e si avvicina alla porta. Poi, senza troppa gentilezza, spinge Sana da una parte e prova a girare la maniglia. La porta non si apre. Prova un altro paio di volte, ma senza esito.

“Allora, genio?”chiede Sana con aria divertita.

“Allora siamo bloccati qui dentro.” sentenzia lui arrendendosi.

“Mando un messaggio a Fuka, così dicono ai gestori del locale di venirci ad aprire.” e dicendo così, la ragazza estrae dalla borsetta il cellulare.

“No, non ci credo …” dice guardando il display. Akito la guarda interrogativo.

“Non c’è campo!” esclama incredula. Il ragazzo tira fuori il proprio telefonino, e si accorge che Sana ha ragione.

“Bene, vuol dire che staremo chiusi qui dentro finché non si accorgeranno che non torniamo! Ed è colpa tua!”

“Che cosa?! Mia?!” Sana sgrana gli occhi.

“Chi è che è entrato per ultimo?!” le dice lui.

“Mica l’ho bloccata io, la porta, no?! Figurati se volevo stare chiusa qui dentro con te!”

“Lo stesso vale per me!”

“Bene!” esclama lei.

“Bene!” ribatte lui, dopodichè si danno le spalle.

Tengono il broncio per un po’, poi Sana non resiste più e decide di parlare.

“Senti, già che siamo chiusi qui insieme, non mi sembra il caso di stuzzicarci, o non ne usciremo vivi …” dice, sedendosi per terra vicino ai lavandini. Akito rimane ancora per un attimo in silenzio, poi anche lui cede e si siede accanto a lei.

“Hai ragione” concorda, poi un silenzio imbarazzato cade tra di loro.

Ad un certo punto Akito, colto da un improvviso mal di testa dovuto all‘alcool che ha bevuto, si porta una mano al viso, premendosela sulla fronte.

Che hai? chiede Sana sporgendosi verso di lui un po preoccupata. Akito solleva lo sguardo, incrociando il suo a pochi centimetri di distanza.

Niente, un po di mal di testa

Io te lho detto che fate dei giochi idioti commenta lei, ma gli sorride.

Dai, vieni qua aggiunge facendogli cenno di poggiarsi sulle sue gambe. Akito la guarda per un istante, poi si sdraia e posa la testa sulle sue gambe. Sana inizia ad accarezzargli i capelli.

Sai, mi ricorda qualcosa …” gli dice dopo un po’, continuando a giocare con uno dei suoi ciuffi biondi ribelli. Il ragazzo non dice nulla, ma chiude gli occhi e rivive quel momento di quasi sei anni prima, quando Sana aveva finto di essere sua madre al gazebo del parco. Insieme alla ragazza, ripensa al loro complicato, ma profondo rapporto, a ciò che hanno passato insieme, al magico legame che li ha sempre uniti, nonostante quelli che, dopotutto, erano solo falsi litigi, che nascondevano la loro intesa.

Perché sei sempre così gentile con me? le chiede improvvisamente. Perché ti prendi sempre cura di me? Ho un carattere insopportabile. Nessuno si è mai preoccupato di come mi sento, di ciò che provo, perché tu sì? Dopo questo breve sfogo tace per un attimo, attendendo una risposta, che arriva prontamente:

Forse perché in te ho visto solo un ragazzino che aveva bisogno di qualcuno su cui poter contare, qualcuno con cui potersi confidare. Ho visto in te un ragazzo solo, smarrito, in cerca di una guida, in cerca di un amico vero e ho deciso di prendere quel posto. Tu non hai un carattere insopportabile, semplicemente non sei in grado di esprimere ciò che provi e hai bisogno di qualcuno che riesca a capirti in ogni momento, ed è ciò che provo a fare io, perché non lo so, semplicemente sento che hai bisogno di qualcuno.

Akito apre gli occhi e si alza, fissando il suo sguardo profondo in quello di lei.

E tu non hai bisogno di nessuno?

Sana ricambia lo sguardo.

No finché ci sei tu …”

Finalmente è riuscita a dirglielo. Le è venuto spontaneo, nonostante lo abbia tenuto dentro di sé fino ad ora. Forse è stato il suo sguardo a catturarla e farle rivelare ciò che prova.

Continuano a guardarsi negli occhi, quelli innocenti di lei rapiti da quelli profondi e spavaldi di lui. Sono vicinissimi, i loro visi quasi si sfiorano. Il ragazzo non può fare a meno di ripensare a quanto lei sia bella. Sana, intanto, ripensa al fisico perfetto di lui.

Sei troppo vicina …” mormora Akito. Potrei …” le sue parole si perdono tra i loro respiri, che sembrano fondersi. Le loro labbra, che quasi si sfiorano, fremono, nel desiderio di incontrarsi. Akito non riesce più a trattenersi, attratto dal lucidalabbra fruttato di lei. Sana decide di ascoltare ciò che le suggerisce il cuore e di lasciarsi catturare dalla bocca dolce di lui. Insieme si avvicinano ancora di più, eliminando quella già breve distanza che li separava, chiudendo gli occhi e interrompendo quel legame di sguardi, per crearne uno di labbra. Si scambiano quel bacio desiderato da entrambi, voluto da sempre, sognato ogni volta. Si staccano per un istante, guardandosi di nuovo negli occhi.

Ti avevo avvertita …” le sussurra il ragazzo. Sana socchiude gli occhi.

Lo so …”

Ancora non sazi, si baciano di nuovo, più a lungo. Una mano del ragazzo si posa sul fianco di Sana, mentre lei porta la sua al viso di lui.

Allimprovviso, però, un rumore li distrae. Entrambi si voltano di scatto verso la porta: qualcuno si sta avvicinando.

Devono essere i nostri amici! ipotizza Sana. Akito la guarda.

Che cosa facciamo? le chiede, riferendosi a loro due. Sana ci pensa un attimo, poi gli risponde:
Io unidea ce lavrei …”

Uno sguardo, e i due si capiscono immediatamente. Con un cenno dintesa, si dividono e si girano dandosi le spalle e assumendo unaria imbronciata.

Appena in tempo, perché proprio in quel momento la serratura scatta e la porta si apre.

Ragazzi! Che fine avevate fatto? chiede Hisae con falsa aria innocente. Intanto, dietro di lei, gli altri guardano con aria interrogativa i due amici che si danno le spalle. Che non abbia funzionato? iniziano a chiedersi.

Akito si alza di scatto e si avvia verso la porta.

Finalmente! esclama. Questa imbranata aveva bloccato la porta! e fa un gesto stizzito verso Sana, che si alza a sua volta e gli grida contro:

Ancora?! Ma la vuoi finire?! Ti ho detto che non è colpa mia se siamo rimasti chiusi dentro!

Certo, come no!ribatte lui, trattenendo a stento le risate. Ora possiamo tornare all’albergo?

Sana, trattenendosi anche lei per miracolo, continua la commedia: Ecco, è meglio, così mi allontano da te! Non ti sopporto più! ed esce in fretta dal bagno, seguita dal ragazzo. I loro amici rimangono per un attimo davanti alla porta, a bocca aperta.

Non posso crederci ancora che litigano?! esclama Aya incredula.

Ragazzi, sono degli ossi duri! commenta Tsuyoshi. Con un sospiro, si avviano dietro ai due amici, che intanto cercano di non guardarsi negli occhi, certi che se lo facessero scoppierebbero a ridere rivelando lo scherzo che hanno voluto giocare agli altri nascondendo ciò che è successo.

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Capitolo 3.

 

“Seccatrice!”

“Maleducato!”

“Impertinente!”

“Ragazzaccio!”

“INSOMMA, VOLETE SMETTERLA VOI DUE?????!!!!!!!”

Sana e Akito si zittiscono immediatamente dopo l’urlo isterico di Fuka. Sono seduti al tavolino di un bar: un’altra visita si è appena conclusa e gli insegnanti hanno concesso ai ragazzi una pausa. I sette amici hanno deciso di ordinare qualcosa da bere e così hanno preso posto in quel bar. Sana e Akito, dopo due giorni, ancora non hanno svelato la loro relazione agli amici, divertendosi a vederli impazzire per i loro finti litigi.

“Ehm … Aya, guarda che bel monumento! Vieni, andiamo a fare una foto!” dice Hisae d’un tratto, lanciando un’occhiata d’intesa all’amica.

“Oh … Ah, sì, certo! Tsu, vieni con me, devi tenermi la borsa!”

“Vieni anche tu, Gomi! Torniamo subito” aggiunge Fuka prendendo per un braccio il ragazzo e avviandosi insieme agli altri verso il monumento, lasciando Sana e Akito al tavolino a guardarsi stupiti.

“Ragazzi, non so più cosa inventarmi!” esclama Hisae quando sono ormai abbastanza lontani.

“Hai ragione. Quei due sono peggio di cane e gatto!” concorda Fuka.

“Forse dovremmo rinunciare …” suggerisce a mezza voce Tsuyoshi.

“Magari abbiamo visto male, non ci sarà mai niente tra loro due.” azzarda Gomi. L’unica perplessa sembra Aya.

Intanto, al bar, Sana e Akito sono rimasti soli. Il ragazzo ne approfitta subito e si alza avvicinandosi a lei e baciandola con passione.

“Non vedevo l’ora di farlo!” esclama dopo un po’.

“Anch’io …” dice lei prima di perdersi di nuovo tra le sue labbra.

“Senti … perché non diciamo la verità agli altri? Non ne posso più di litigare con te!”

“Hai ragione, Aky. È divertente, però vorrei poterti baciare e abbracciare ogni secondo …”

“Allora è deciso? Appena tornano, diciamo loro che stiamo insieme.”

“Ok … anzi, raggiungiamoli!”

Sana si alza e prendendo Akito per mano si avvia verso i loro amici, che stanno ancora discutendo.

“ … è tutto inutile!” sta dicendo Gomi.

“Quei due mi faranno impazzire, con i loro battibecchi!” Fuka è ancora isterica.

All’improvviso Aya scorge due figure avanzare verso di loro e le fissa con aria stupita.

“Ehm … Fuka … ragazzi …” dice, restando ancora a bocca aperta e indicando oltre le loro spalle. Tutti si voltano e hanno la stessa reazione nel vedere Sana e Akito avanzare verso di loro mano nella mano.

“Ehi, raga, richiudete le bocche!” esclama Akito ridendo, mentre la sua ragazza sorride divertita. Gli altri ancora non credono ai loro occhi.

“Oddio … si salvi chi può! È la fine del mondo … Sana e Akito che si tengono per mano!?” esclama Gomi.

“Chiamate il più vicino manicomio!! Si vede che non si sentono bene!” dice Hisae. Aya, invece, sorride insieme a Tsuyoshi: sapevano che erano fatti l’uno per l’altra.

“Veramente noi stiamo bene!” dice Akito.

“Bene?! Ma se litigavate fino a un minuto fa!” dice ancora Hisae.

“Be’, vi abbiamo fatto uno scherzetto!” rivela Sana. “In realtà è da due giorni che stiamo insieme …”

Si scambiano un breve bacio.

“Due giorni?!” esplode Fuka. “E per due giorni avete continuato a litigare per finta?! Ma vi rendete conto che stavate per farmi venire un esaurimento?!!!”

Tutti scoppiano a ridere, tranne la povera Fuka, che imbronciata incrocia le braccia sul petto e li guarda storto.

“Be’, allora almeno abbiamo vinto la sfida!” conclude Hisae, e almeno quello sembra rincuorare la loro amica.

 

Quella sera, il tempo piovigginoso non permette ai ragazzi di uscire, così si preparano a trascorrere una lunga e noiosa serata in camera. Gomi e Tsuyoshi si siedono sui loro letti con un mazzo di carte in mano.

“Ehi, Hayama, che ne dici di una partita a carte?” gli chiedono, ma Akito nega con la testa.

“Ho già in mente altri programmi, per stasera.” dice, e in quel momento si sente bussare alla porta. Lui dà il consenso di entrare, e la porta si apre mostrando la figura di Sana.

“A-ah … ecco quali sono i tuoi programmi …” dice Gomi malizioso, facendo arrossire leggermente la ragazza.

“Già, quindi, se non vi dispiace, ora potete andarvene!” sentenzia Akito.

“C-come??!” fa Tsuyoshi, ma non fa in tempo a ribattere che Akito lo spinge verso la porta.

“Hai capito bene!” gli dice. “Questa sera la camera è nostra. Fuori!” e fa uscire i due compagni di stanza nel corridoio.

“Ma, Hayama, non puoi sbatterci fuori così …” cerca di dire Tsuyoshi, ma ormai la porta si è già chiusa alle sue spalle. Lui e Gomi si guardano sconsolati, poi con un sospiro rassegnato si avviano lungo il corridoio.

“Non ci resta che chiedere ospitalità alle ragazze …”

Intanto Sana si è seduta sul letto di Akito sorridendo.

“Sei proprio cattivo, Hayama …” gli dice in tono provocante.

“Lo pensi davvero, Kurata?” chiede lui, avvicinandosi al letto.

“Mmmh … potresti farmi cambiare idea?”

“Vediamo che si può fare …” risponde, e la bacia dolcemente, coricandola sul letto sotto di sé. Sana risponde al bacio, prima lentamente, poi con più passione, facendo correre le mani sui bottoni della camicia del ragazzo, sfilandoli dalle asole, lasciando nudo il suo petto. Akito le sfila la maglietta, poi l’abbraccia, continuando a baciarla, prima sulla bocca, poi sul collo, scendendo lentamente, mentre lei si perde tra le sue braccia.

TOC TOC

I due si interrompono immediatamente.

TOC TOC TOC

Qualcuno continua a bussare alla porta. Akito sbuffa, poi chiede scocciato:

“Chi è?”

Dall’altra parte, risponde la voce che non avrebbero mai voluto sentire : è uno dei professori.

“Akito? Posso entrare? Devo parlare con Tsuyoshi …” la maniglia della porta si abbassa.

Maledizione! pensa il ragazzo. Poco dopo il professore compare sulla soglia: ha in mano dei fogli, probabilmente dei compiti da affidare al rappresentante di classe.

“Sasaki, qui ci sono …” dice, ma si blocca subito. “Akito, dov’è Tsuyoshi?” chiede al ragazzo, che sta di fronte a lui, da solo, con ancora la camicia sbottonata.

“Credo che sia andato … al … ehm … al bar dell’albergo con Gomi e alcune delle ragazze! Sì, credo che sia là!” risponde un po’ impacciato.

“Ah …” dice solo il professore. “Allora vado cercarlo …”
“No!” esclama il ragazzo. “Cioè, può dare a me quei fogli, glieli consegno io appena lo vedo!” si affretta ad aggiungere. Il professore lo fissa per un attimo, scettico.

“Uh … ok. Allora li lascio qui” e posa i fogli su un comodino, poi fa per uscire dalla stanza.

“Hayama?” dice voltandosi all’improvviso. “Come mai non sei con i tuoi amici?” chiede sospettoso. “E perché hai la camicia sbottonata, non fa caldo stasera. Cosa stavi facendo?”

Questa volta Akito ha la risposta pronta.

“Non mi sento molto bene, quindi ho preferito rimanere in camera. Mi stavo cambiando per andare a letto, ho bisogno di riposare un po’.”

Incrocia le dita dietro la schiena, sperando che il professore abbocchi. Per fortuna è così.

“Be’, allora rimettiti, domani ci aspetta una bella camminata.” commenta, dopodichè esce e si chiude la porta alle spalle. Akito sospira, riprendendo fiato.

“Se n’è andato!” dice ad alta voce al silenzio della camera. Poi sente un rumore e si volta verso la porta del bagno. Sana avanza verso di lui furtiva. Anche lei trae un sospiro di sollievo.

“Abbiamo rischiato grosso …” commenta. “Pensa se ci trovava a letto insieme!”

“Già.” dice lui, poi la abbraccia. “Per fortuna in questi giorni ho imparato a mentire bene su noi due! Comunque ora se n’è andato, che ne dici di …”

Lei non gli permette di finire la frase, facendolo tacere con un bacio e spingendolo di nuovo verso il letto.

 

La mattina dopo, qualcuno sveglia i due ragazzi.

“Ehi, Hayama … svegliati … dai, Akito!”

Il biondino apre gli occhi assonnati e cerca di mettere a fuoco le figure che gli stanno di fronte. Tsuyoshi e Gomi hanno un’espressione tesa sul volto.

“Finalmente!” esultano. “Ehm … dovresti dire a Sana di tornare dalle ragazze … fra poco verranno ad avvisarci che è ora di scendere …”

Akito, ancora insonnolito, cerca di recepire il messaggio. Improvvisamente tutto gli è chiaro. Finalmente sveglio del tutto, volta la testa dall’altra parte e vede il viso rilassato di Sana dormire beato accanto a lui. Si sofferma per un attimo a ripensare alla bellezza della ragazza, poi con un delicato bacio e qualche carezza la sveglia dolcemente.

“Mmmh …” mugola lei, prima di aprire lentamente gli occhi. Dona un bellissimo sorriso al suo ragazzo, poi la sua espressione cambia subito quando si accorge della presenza degli altri due.

“Ma che diavolo ci fate qui?!” grida scandalizzata premendosi le coperte attorno al corpo, imbarazzata.

“Ehm … nel caso non lo sapessi questa è la nostra stanza …” inizia Gomi. “E sono già le sette! Se non vuoi farti beccare dal prof, è meglio se torni di là”

Sana sgrana gli occhi non appena sente che ore sono.

“Cavoli, già le sette?! Ma se ci siamo addormentati solo poco fa … ehm … be’, ok, io vado …”

Poi resta per un attimo ferma, guardando Gomi e Tsuyoshi. Quando vede che non accennano a muoversi, dice, scocciata:
“Allora?! Io devo vestirmi! Andatevene!”

“Non preoccuparti, ci penso io.” dice Akito. Scende dal letto e spinge i suoi amici verso il bagno.

“State qui dentro e non muovetevi! Se vi becco che sbirciate non so cosa vi faccio …” intima minaccioso. I due si chiudono nel bagno con un sospiro e Sana si riveste velocemente. Poi, cercando di non fare rumore, apre la porta della camera e guarda nel corridoio: non c’è nessuno. Rapidamente, esce e corre nella stanza delle sue amiche. Prima di entrare, si volta verso la numero 37: Akito le sta sorridendo dall’uscio. Gli manda un bacio, poi sparisce oltre la porta, chiudendosela delicatamente alle spalle.

Sana!” esclamano le sue amiche vedendola entrare.

“Allora, abbiamo fatto nottata, eh?” le chiedono. “Ma dicci … tu e Hayama …” fanno dei gesti piuttosto eloquenti che le fanno capire subito dove vogliono arrivare.

“Alt!” dice lei. “No comment! Siete peggio dei giornalisti. Be’, allora … 'non lascio dichiarazioni sulla mia vita privata'!”

“Come?! Non racconti nulla alle tue migliori amiche?!” esclamano indignate.

“Niente, mi dispiace! Posso solo dirvi che … è stata una notte magnifica!” e lascia le sue amiche a bocca asciutta, con una gran voglia di sapere qualcosa di più. Tutte quante iniziano a prepararsi all’uscita di quella mattina, chiedendosi dove li porteranno i professori questa volta, dopo che hanno promesso una 'bella sorpresa'.

 

Eccomi qua! Non è un granchè, vero? Forse dovrei cestinarla … ho deciso di far nascere la relazione tra Sana e Akito già nel secondo cap xkè volevo fargliela vivere negli altri, cm ho fatto in qst, ma nn so se è stata una buona idea … be’, ditemelo voi!

Per i curiosi J: la mia gita in Toscana mi vedrà far visita a Siena, Lucca, San Galgano, San Giminano e Volterra in soli tre giorni! Intensa, eh? Purtroppo non andrò a Firenze (patria di Gingi, o sbaglio?)

Ciao a tutti! Spero mi venga presto un’ispirazione improvvisa per migliorare la storia … vvtttb! JJJJJ

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Capitolo 4.

 

“Uff, non ne posso più!”

Sana arranca su un sentiero in salita che conduce fuori dal paese, seguendo la fila di professori e compagni. È ormai più di un’ora che percorrono quella strada, e la ragazza è sfinita.

“E dai, pigrona! Non siamo nemmeno a metà strada …” le dice Fuka, piena di energia, superandola.

“Che cosa?! Nemmeno metà?! Basta, io non riesco a fare un passo di più!” si lamenta l’altra, e si ferma improvvisamente per riprendere fiato. Akito le si avvicina.

“Dai, andiamo” le dice, e la prende in braccio. Sana rimane stupita da quel gesto, e ammirata dalla forza del ragazzo, che non solo non è ancora stanco nonostante la lunga camminata in salita, ma ha anche le energie per portarla in braccio per un altro tratto. Si aggrappa al suo collo, felice e innamorata, baciandolo teneramente sulle labbra in un gesto di affetto e di ringraziamento.

“Basta che non ti ci abitui” dice lui. Lei gli sorride, poi appoggia la testa sul suo petto, cullata dal ritmo possente e costante del suo cuore.

Aya li guarda con occhi sognanti, poi scocca un’occhiata torva a Tsuyoshi, che qualche metro più indietro arranca sul sentiero con il fiatone. Si ferma ad aspettarlo, incrociando le braccia sul petto e iniziando a tamburellare il suolo con un piede, senza smettere di guardarlo seccata.

“Be’, che c’è?” le chiede il ragazzo con il poco fiato che gli è rimasto quando finalmente la raggiunge.

“Niente, figuriamoci! Muoviti!” gli dice solo, sapendo che il suo ragazzo non la porterebbe mai in braccio, nemmeno se fossero in discesa. Tsuyoshi la guarda interdetto, poi scuote la testa e riprende a camminare lentamente.

“Dai, mettimi giù. Ormai mi sono riposata, posso continuare a piedi!” dice Sana dopo un quarto d’ora al suo ragazzo, ma lui continua a tenerla in braccio.

“E perché? Preferisco averti tra le mie braccia. Un po’ come questa notte, quando …”

Sana lo colpisce violentemente con il martelletto, arrossendo.

“Stai zitto, scemo!” esclama, vedendo che molte delle loro compagne si sono voltate orientando i padiglioni auricolari verso di loro, pronte a captare qualche dettaglio piccante.

“Ma se l’hai detto pure tu che era bellissimo! Credevo ti fosse piaciuto quando …”

Sana inizia a picchiarlo sul petto e sul collo, cercando di farlo tacere. Continua ad agitarsi finché Akito non la lascia scendere, poi inizia a rincorrerlo con il martelletto in mano, mentre lui, ridendo, fugge alla sua ira.

In pochi secondi hanno superato tutti i loro compagni.

“Vieni qui! Se ti pendo ti distruggo, Hayama!” urla lei.

“Ma non eri stanca?! E tanto sono più veloce di te!” le risponde lui. Ha ragione. Nessuno riesce a batterlo, nella corsa. I muscoli delle sue gambe, sviluppati quanto quelli delle braccia, lo spingono alla velocità del vento lungo il sentiero, mentre Sana cerca di stargli dietro.

“Aspettami! Non vale, Hayama! Non …” Sana si zittisce di colpo, andando a sbattere contro Akito che si era fermato di colpo, facendo finire entrambi per terra in un groviglio di braccia e gambe.

“Possibile che sei sempre la solita? Guarda dove vai!” esclama lui scocciato.

“Sei tu che ti sei fermato di colpo, che diavolo t’è preso?” ribatte Sana. Akito indica davanti a loro e la ragazza alza lo sguardo. Ciò che vede la lascia a bocca aperta.

“Uao …!”

Di fronte ai due si estende un panorama bellissimo: da una parte una parete rocciosa si getta a strapiombo nel mare, che si agita maestoso decine di metri più in giù. Dall’altra si snodano alcune colline coperte da una ricca vegetazione. In una piccola valle, non molto lontana, si scorge un piccolo, ma grazioso villaggio.

“Ma è un posto bellissimo!” esclama Sana, meravigliata da quel paradiso naturale incontaminato.

“Sarà … ma sarebbe questa la sorpresa che dicevano i professori?!” chiede Akito, evidentemente non soddisfatto.

“In parte, Hayama.” Uno degli insegnanti li ha raggiunti in quell’istante. Akito si volta a guardarlo interrogativo.

“Però! Avete fatto in fretta ad arrivare, eh?” chiede loro il professore, fermandosi per riprendere fiato mentre gli altri cercano di raggiungerlo. “Comunque sì, era qui che volevamo portarvi.” continua.

“Ma cos’ha di così speciale, questo posto?” chiede Akito, ancora scettico.

“È un luogo leggendario.” spiega l’insegnante. Sana si fa più attenta. Quando anche gli altri sono arrivati sull’altopiano, il professore inizia a raccontare:(mi sono totalmente inventata tutto, anke la descrizione del posto …^_^ NdDaisy)
“Si narra che in quel villaggio laggiù vivesse, secoli fa, una bellissima ragazza. Da piccola si era innamorata di un giovane, che però sembrava non corrispondere il suo amore. Un giorno, quando la ragazza aveva ormai la vostra età, dopo anni che non vedeva più il suo amato, le sembrò di scorgerlo in cima allo strapiombo. Decisa a confessargli i suoi sentimenti, la giovane iniziò a correre verso la figura che aveva visto, ma purtroppo, questa si rivelò essere solo un’immagine creata dagli dei del tempo che l’avevano ingannata, e la ragazza, disperata, si gettò nel mare. Soltanto il giorno dopo, il giovane da lei amato fece ritorno al villaggio, in cerca della ragazza, poiché si era accorto di provare qualcosa per lei. Quando apprese la notizia della sua morte, decise di seguirla in quel gesto folle, e la raggiunse tra le onde del mare, per vivere il loro amore insieme. Da allora, questo viene chiamato 'Strapiombo degli Innamorati'.” conclude l’insegnante, e ammira soddisfatto le ragazze che lo guardano incantate dalla storia.

“Bah, erano solo due idioti!” commenta Akito sbuffando, e riceve una martellata piuttosto violenta da Sana:

“Invece erano due ragazzi come noi! Lei doveva amarlo davvero tanto, se aveva deciso di porre fine alla sua vita solo perché lui non sembrava ricambiare i suoi sentimenti …”

“Sì, certo …” dice Akito a bassa voce, in tono ironico. “Comunque lei ci ha portato fin qui solo per raccontarci questa favoletta?!” chiede stupito al professore.

“No, Hayama, stai tranquillo …” risponde lui. “La vera sorpresa è che … potete fare quello che volete fino a stasera!”

Tutti esultano felici.

“Avete tutto il giorno libero: niente visite forzate, per oggi! Potete dare un’occhiata al villaggio, dove andremo noi insegnanti, o restare qui tra le colline. Solo, non allontanatevi oltre questo punto. Per il pranzo c’è una trattoria al villaggio. Ci ritroviamo qui al tramonto, va bene?”

I ragazzi annuiscono contenti, poi tutti si disperdono in direzioni diverse. Sana e Akito rimangono fermi insieme a Fuka, Hisae e Gomi ad aspettare che l’altra coppietta li raggiunga. Finalmente, dopo alcuni minuti, Aya e Tsuyoshi compaiono sul sentiero. La ragazza sembra avere un’aria imbronciata, mentre quella del suo ragazzo è chiaramente stravolta.

“Ce l’avete fatta, alla fine!” esclama Fuka quando si sono avvicinati.

“Non dirlo a me!” dice Aya scocciata. “E questo qui che ha la velocità di un bradipo!” e indica il suo ragazzo. Tsuyoshi, senza fiato, si lascia cadere a terra, sfinito. Tutti si fanno una risata, tranne il povero ragazzo che non ne ha più le forze e la sua fidanzata, che è ancora arrabbiata.

“Allora, che facciamo?” chiede Hisae.

“Io non mi muovo da qui per almeno un’ora!” dice deciso Tsuyoshi, e si sdraia nell’erba. Aya, rassegnata, si siede accanto a lui. Lo guarda per un po’ ancora indispettita, poi però il ragazzo la bacia e i due rimangono a terra abbracciati a scambiarsi smancerie amorose.

“Ok … li abbiamo persi …” commenta Fuka, osservando disgustata i due piccioncini. “Be’, io darei un’occhiata al villaggio! Chi viene con me?”

Subito Hisae dà il suo consenso, e con lei anche Gomi.

“E voi?” chiedono poi rivolti a Sana e Akito. I due guardano prima i due ragazzi stesi a terra avvinghiati tra loro, poi si guardano, poi tornano a guardare i due a terra …

“Ehm, noi …” inizia Sana. Akito, più spavaldo, dice: “Noi stiamo qui ad abbracciarci e baciarci meglio di come fanno loro due!”

Sana arrossisce.

“E quasi quasi, io mi farei anche un pisolino nel prato … sapete, questa notte non abbiamo dormito un granché …” continua, ma il martelletto di Sana lo interrompe prontamente.

“La vuoi smettere?! Già che ci sei, fa che rivelare a tutti che stanotte l’abbiamo fatto!!! …” la ragazza si zittisce, mentre il silenzio cala nel gruppetto. Perfino i due piccioncini hanno smesso di baciarsi. Dopo qualche secondo, durante i quali Sana si accorge finalmente di aver parlato troppo, gli altri esplodono:
“CHE COSA?!”

“L’avete fatto?!”
“E tu non ci hai detto niente?!”
“Già!! A noi, le tue migliori amiche!!!”

“Anche tu, Hayama, potevi raccontarci qualcosa!”

“Be’, meglio tardi che mai … allora, com’è stato?”

“Sì, dai, raccontate!”

“BASTAAAAAAAA!!!!!!!!!!!” l’urlo di Sana, rossissima in viso, zittisce tutti all’istante. Guarda Akito, che ha un’aria divertita.

“TU …” gli punta contro un indice accusatore.

“IO?!” le fa il verso lui. “Ma che ho fatto?! Guarda che sei tu che l’hai detto, non io!”

“Sì, ma è colpa tua! Se avessi tenuto la bocca chiusa fin da subito …”

“Ma che ho detto di male?! Ho solo fatto osservare che ho sonno e vorrei riposarmi!”
“Certo, come no … e io sono Jennifer Lopez!” esclama Sana con gli occhi al cielo.

“Be’, il sedere ce l’hai più bello tu …” osserva il ragazzo. Sana esplode. Gli salta addosso con violenza, facendolo cadere a terra, e iniziano una piccola lotta. In pochi secondi, però, Akito ha la meglio, e riesce ad immobilizzarla sotto di sé.

“Allora, cosa hai intenzione di fare ora?”

Sana lo guarda. Si perde in quegli occhi profondi e vicinissimi ai suoi che le restituiscono uno sguardo intenso.

“Pace …” sussurra prima di baciarlo.

“Ok, ok … ho capito! Abbiamo perso anche voi …” commenta Fuka. “Be’, allora noi andiamo” dice, incamminandosi verso il villaggio con Hisae e Gomi, ma ormai le altre due coppiette non la ascoltano più.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Eccomi di nuovo qua, reduce dalla gita J … ADORO LA TOSCANA

Eccomi di nuovo qua, reduce dalla gita J … ADORO LA TOSCANA!! È davvero stupenda! E tra l’altro, girando per San Gimignano, e visitando la torre più importante del paese, mi è venuta ispirazione per qst capitolo … ditemi che ne pensate!

 

Capitolo 5.

 

Sana e Akito continuano a baciarsi. Una mano calda di lui si infila sotto la maglietta di Sana, accarezzandole i fianchi, la schiena, la pancia, salendo lentamente, mentre i baci sul collo si fanno sempre più dolci …

“Aspetta” sussurra Sana. Akito si blocca, riaprendo gli occhi e guardandola intensamente.

“Non mi va, qui …” spiega lei. Akito fa per protestare, ma Sana lo interrompe posandogli un indice sulle labbra, poi accenna ad Aya e Tsuyoshi sdraiati pochi metri più in là, che a differenza di lei non hanno problemi a scambiarsi smancerie in pubblico.

“Andiamo laggiù” dice, e indica un punto molto più lontano, sul ciglio della scogliera.

“mmmh …” mugola Akito, baciandola. “Ok …” e la bacia di nuovo. A malincuore si staccano e si rialzano, poi prendendosi per mano si allontanano dai loro due amici verso quell’angolo deserto dell’altopiano.

Il ragazzo si siede sul bordo della scogliera, accogliendo Sana tra le sue gambe. Lei lascia volare lo sguardo sulle onde del mare, verso l’orizzonte, lasciandosi accarezzare dalla brezza e cullare dal rumore dei flutti, appoggiata al petto di Akito. Lui le cinge la vita, appoggiando il mento sulla sua spalla, accanto alla sua guancia. Sana chiude gli occhi, sentendo il respiro del ragazzo vicino al suo. Lui si sdraia, attirandola su di sé, e si perdono in teneri baci e dolci carezze. Mezzora dopo sono ancora abbracciati sul prato. Sana osserva l’altopiano, soffermandosi sulla figura lontana del villaggio.

“Che ore sono?” chiede. Akito non le risponde.

“Aky?”

Sana si volta verso di lui e lo trova addormentato.

Com’è bello … pensa, vedendo il viso rilassato di lui illuminato dai raggi del sole e alcuni ciuffi dei suoi capelli biondi accarezzati dal venticello fresco. Passa dolcemente una mano su una sua guancia, sorridendo. Poi Akito apre lentamente gli occhi, cercando di abituarli alla luce accecante del sole sopra di loro.

“Scusa, non volevo svegliarti” gli dice. Lui le fa un sorriso.

“Tranquilla … che ore sono?”

“Volevo chiederlo a te!”

Il ragazzo si stiracchia, poi guarda l’orologio: la mezza.

“Andiamo a mangiare qualcosa?” propone Sana, e lo stomaco di Akito acconsente prima che possa farlo lui.

In pochi minuti si alzano e si avviano verso il villaggio.

Una volta giunti alle sue porte, varcano un antico arco di pietra e si addentrano tra le stradine lastricate, in cerca della trattoria cui aveva accennato il professore quella mattina.

D’un tratto, Sana scorge cinque figure familiari davanti a loro.

“Hisae! Fuka! Aya! Gomi! Tsuyoshi!” esclama correndo verso di loro e trascinandosi dietro Akito.

“Ragazzi, siete qui!” rispondono loro salutandoli.

“Abbiamo una fame … sapete dov’è la trattoria?” chiede Sana.
“Sì. Ci stavamo giusto andando! Allora pranziamo insieme!”

“Certo!” esulta Sana, euforica, poi guarda Akito.

“Mm … fanno il sushi?” chiede lui.

“Immagino di sì”risponde Fuka.

“Allora ok! Andiamo?!”

Tutti scuotono la testa, esasperati, poi si avviano insieme verso l’osteria. Si fanno servire ad un tavolo all’aperto, poi iniziano a gustare ognuno il suo pranzo. Mentre Akito degusta felice il suo sushi, Sana, tra un boccone e l’altro, dà un’occhiata in giro, guardando il villaggio. Il suo sguardo si posa su un’alta torre che domina il paese. Fuka se ne accorge e le spiega:
“Quella è la costruzione più antica e importante del borgo. In cima c’è una campana, caduta a terra molto tempo fa dopo essere stata colpita da un fulmine, e si dice che il giorno in cui la ragazza di cui racconta la leggenda, alla quale ci ha accennato il professore, morì gettandosi dalla scogliera, quella campana suonò misteriosamente senza che nessuno l’avesse toccata.”

“Già” conferma Aya. “Io e Tsu ci siamo saliti e il mio cioccolatino mi ha scritto una dedica su quella campana! Sai, è piena di frasi d’amore …” racconta con occhi sognanti.

Sana continua a guardare la torre.

“Mi piacerebbe salirci …” dice, poi si gira verso Akito. Il ragazzo, che ha appena finito la sua porzione di sushi e che occhieggia quella di Tsuyoshi, sente il suo sguardo e alza gli occhi, incrociando quelli speranzosi di lei.

“Non starai dicendo sul serio, vero?!” esclama preoccupato.

“Dai, andiamoci!” lo prega Sana.

“Piccola, sai benissimo che odio l’altezza! Soffro maledettamente di vertigini, non ce la farei mai a salire fin lassù!!”

La ragazza lo guarda con occhi supplicanti.

“Ti prego, fallo per me! Puoi farcela, ne sono sicura!”
“Io per niente …” commenta lui, ma Sana continua a guardarlo con aria di supplica, e dopo qualche istante lui cede, sospirando.

“E va bene, ma se svengo dovrai portarmi giù in braccio!”

La ragazza sorride, poi lo bacia ringraziandolo prima di finire di mangiare.

Pochi minuti dopo stanno camminando verso il centro del villaggio, diretti verso la torre. Un volta arrivati di fronte ad essa, Akito alza lo sguardo cercandone la cima, e quasi sviene trovandola solo molti, molti metri più in alto.

“Ehm … sei sicura che vuoi salirci? …” chiede, timoroso della risposta. Sana gli prende una mano e la stringe nella sua.

“Dai, ce la farai. Non devi avere paura, ci sono io.”

Akito deglutì.

“Va bene, se ti spaventa così tanto non saliamo. Non importa … vieni, torniamo con gli altri.”

Sana, un po’ delusa, fa per voltarsi, ma inaspettatamente il ragazzo la ferma.

“No … dai, andiamo. Ti porto su questa dannata torre. So che se ci sei tu posso riuscirci!” dice improvvisamente più risoluto. Sana lo scruta incredula, poi insieme entrano nella torre. Iniziano a salire i gradini, sempre tenendosi per mano, quella di Akito che stringe con forza quella della ragazza. Quando si trovano a circa due terzi della scalinata, Akito guarda inavvertitamente da una piccola feritoia e un forte capogiro si impossessa di lui, mentre il suolo, che si trova decine di metri più in giù, inizia a girare irrealmente. Con il viso pallido, il ragazzo si appoggia al muro, chiudendo gli occhi per frenare il senso di vertigine.

“Aky?!” esclama Sana preoccupata e stringendogli la mano. Lui riapre lentamente gli occhi.

“Tranquilla … non è niente … Andiamo!”

“Sei sicuro?”
“Sì!” negli occhi del ragazzo c’è una luce di determinazione che non ammette repliche, così ricominciano a salire. Dopo pochi minuti giungono all’ultima, stretta, scaletta. Sana sale per prima, spuntando sulla cima della torre. Un vento fresco l’accoglie, scompigliandole i capelli. Si avvicina al muretto, osservando il magnifico paesaggio che si scorge da quell’altezza. Di fronte a lei il mare si estende fino all’orizzonte, brillando sotto i raggi del sole di metà giornata, infrangendo alte onde contro lo Strapiombo degli Innamorati. Alle sue spalle i prati corrono lungo tutto l’altopiano, con qualche boschetto. In lontananza, molto più in basso, si può scorgere il porto di Nagasaki, dove torneranno quella sera, e proprio sotto di lei i tetti delle piccole, antiche casette del villaggio.

Akito, che una volta salito sulla cima della torre si è tenuto in disparte nel centro, vicino alla scaletta, deglutendo prende coraggio e si avvicina a Sana. Lentamente si mette al suo fianco, poggiando le mani sul muretto, e guarda anche lui il paesaggio. Sana, sorridendo, lo abbraccia.

“Grazie” gli dice, dandogli un bacio sulla guancia. Akito ricambia la stretta, trovandovi il coraggio per restare sulla torre. Restano per un po’ così a guardare l’orizzonte, poi Sana si volta cercando con lo sguardo la campana di cui avevano parlato i loro amici. La trova, e vi si avvicina. Accanto ad essa, c’è un cartello.

“Qui è scritta la leggenda che ci ha raccontato Fuka. Dice anche che siamo a cinquantaquattro metri d’altezza …”

“Non mi aiuti!!” esclama Akito impallidendo di nuovo. La ragazza, vedendo che per lui è stato già abbastanza difficile salire fin lì, lo prende per mano e si avvia verso la scaletta.

“Dai, torniamo giù.”

Ma Akito la ferma.

“Aspetta. Non siamo venuti qui solo per farmi morire di vertigini, no? Vieni.”

La attira verso la campana, piena di scritte di altri ragazzi, e estrae un pennarello dallo zainetto che ha in spalla. Piegandosi sulla campana posata a terra, accanto alla frase “Pasticcino mio, ti amo”, inconfondibile segno di Tsuyoshi, scrive qualcosa, disegnandovi un cuore attorno trafitto dalla freccia di Cupido. Poi lascia che Sana si avvicini per leggere:

Sana, my love 4ever …

Akito

Sana, commossa, lo bacia con passione, sorridendogli felice e innamorata, poi insieme scendono dalla torre.

Una volta tornati dai loro amici, iniziano a girare insieme a loro per il villaggio.

“Siete davvero saliti fino in cima?!” chiede Fuka incredula, fissando a bocca aperta Akito.

“Certo!” esclama lui. “Per la mia piccola questo e altro!”

“Ti amo, lo sai?” dice Sana.

“Sì, è per questo che sono salito con te sulla torre.” e la bacia.

Continuano a visitare il paese, fermandosi ogni tanto a dare un’occhiata ai negozi. Ad un certo punto Aya e Tsuyoshi decidono di staccarsi dal gruppo e di tornare nel prato fuori dal villaggio. Hisae e Gomi fanno lo stesso poco dopo, così rimangono solo Akito, Sana e Fuka. Le due ragazze, attratte dai negozietti, decidono di entrare a fare un po’ di spese.

“Guarda che belle cose!” esclamano quasi all’unisono, e si fiondano all’interno del negozio preso di mira. Akito, intento a sfuggire all’inevitabilmente annoiante shopping, decide di rimanere ad aspettarle fuori. Le ragazze fanno spallucce, abbandonandolo nella via.

“Aky, tu hai dietro il portafoglio, vero?” gli chiede solo Sana.

“Ehm …” dice lui titubante “s-sì … perché?!”

“Bene, dammelo! non si sa mai …” gli ordina lei. Akito, rassegnato, sospira e le porge il portafoglio, sicuro che gli verrà restituito solo con molti yen in meno, prima di vederla sparire tra i souvenir insieme a Fuka.

Dopo una mezz’oretta che aspetta fuori dal negozio, decide di andare nel bar di fronte a prendersi qualcosa da bere con i soldi che si è tenuto in tasca. Non appena si volta, però, urta qualcuno e finiscono a terra insieme. Si ritrova con la schiena a terra, e sopra di lui c’è una ragazza bionda. Un paio di occhi azzurri lo fissano imbarazzati.

“Ehm … scusami!” dice la ragazza rialzandosi e lasciando Akito libero di fare lo stesso.

“Non ti avevo visto” dice ancora.

“Neanch’io, non preoccuparti” la rassicura lui.

“Ehm … sei nuovo di qui?” dice allora lei per rompere il ghiaccio.

“Sì, sono in gita con la mia classe. Sono di Tokyo.”

“Ah. Be’, piacere: Marika!” e la ragazza gli tende una mano. Akito la stringe, dicendo il proprio nome. Poi si salutano, ancora un po’ imbarazzati. Mentre la guarda allontanarsi, Akito non può fare a meno di notare la bellezza della ragazza, ma i suoi pensieri sono interrotti dal ritorno di Sana e Fuka.

“Eccoci!” esclama Sana, prima di baciarlo. “Abbiamo fatto presto, no?”

“Ehm … sì …” risponde lui distogliendo lo sguardo da Marika, che ormai è al fondo della via, poi circonda la vita della sua ragazza e tornano insieme al prato fuori dal villaggio.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ciao, raga

Ciao, raga! Ho postato di nuovo i capitoli 4 e 5 perché ho saputo ke c’era un errore e ke nn si riusciva a visualizzarli. Spero ke ora nn ci siano più problemi.  E adesso, ecco il sesto. Buona lettura e ricordate … vvtttttttttttttttttttttttttb.

Ps. X gingi: t servono ancora i cappy o riesci a leggerli sul sito? X me è lo stesso!

 

Capitolo 6.

 

Al tramonto, tutta la classe si riunisce all’inizio del sentiero pronta per tornare all’albergo. Sulla strada del ritorno, Sana mostra entusiasta ad Akito tutti i suoi acquisti.

“Guarda: qui c’è una mini riproduzione fedelissima del villaggio, poi questo è un braccialettino troppo carino, non ho resistito a comprarlo! E qui ci sono le cartoline …”dice tirando fuori dalla busta un plico di una decina di cartoncini. “Questo è il porto … qui si intravede il nostro albergo! Poi ovviamente ce n’è una del villaggio, e una dello Strapiombo degli Innamorati, e …”

Akito non ne può più.

“Allora, quando la finisci?! Ho capito! Ti sei comprata mezzo negozio!”

Sana gli fa la linguaccia.

“Sempre il solito! … maschio! E meno male che ti ho lasciato fuori!” poi si ferma un attimo a pensare.

“A proposito … come mai non mi hai fatto una scenata quando sono tornata? Di solito ti lamenti sempre che perdo troppo tempo!”

“…”

Akito rimane per un attimo in silenzio.

“N-niente … è che ero andato nel bar di fronte a bere e non mi sono accorto che era già passato tutto quel tempo …” mente, imbarazzato.

“Ah …” commenta Sana, non del tutto convinta, ma poi si concentra subito sugli acquisti di Fuka che si è avvicinata per mostrarglieli e se ne dimentica. Akito trae un sospiro.

Ma perché non le ho detto di Marika?! Mah … e poi non so nemmeno chi sia! Lasciamo perdere, è stato meglio così. pensa, e rimuovendo dalla sua mente la nuova ragazza si concentra sulla sua, che dopo aver passato in rassegna le compere dell’amica lo ha abbracciato, proseguendo stretta a lui il tragitto verso l’albergo.

Un’ora dopo i ragazzi cenano al ristorante dell’hotel, poi salgono in camera a prepararsi per uscire.

Sana apre il guardaroba e chiede consiglio alle sue amiche:
“Ragazze, secondo voi cosa è meglio … mini di jeans con i tacchi o jeans e scarpe da ginnastica? E sopra preferite questa maglietta o quella nera sbracciata?” e continua a tirare fuori ogni genere di indumento dall’armadio ammonticchiandoli sul letto. Le amiche guadano la pila di vestiti e sentono un capogiro:
“Ehm … BOH?! Sei tu che devi scegliere, mica noi!” optano per restarne fuori: decisamente la scelta sarebbe stata ardua, con tutta quella roba!

Sana sbuffa un “belle amiche …” e passa in rassegna tutti i suoi abiti. Alla fine decide e si chiude in bagno per prepararsi. Ne esce solo più di un’ora dopo (il che è già da considerarsi un record per lei …), tra le lamentele delle sue amiche, che però si zittiscono all’improvviso nel vederla comparire sulla porta. E lo stesso fa Akito, che chiedendosi che fine avesse fatto era andato nella sua camera per vedere a che punto fosse, ed è rimasto a bocca aperta alla sua comparsa. Sana alla fine ha scelto di indossare una maglietta a maniche corte piuttosto attillata, bianca e con il disegno di un cuore sul seno con la scritta Love me, un paio di stretti jeans scuri con un’elegante cintura e ai piedi delle decoltè con un sottile tacchetto. La sua bellezza è infine risaltata dal trucco. Tutto è molto semplice, ma il fascino della ragazza è naturale, e Akito sembra risvegliarsi da una trance quando Sana gli dice che è pronta per uscire. Le amiche la precedono, raggiungendo gli altri ragazzi che sono arrivati in quel momento davanti alla porta della camera, e Sana esce dopo di loro.

“Dobbiamo proprio andare?” chiede Akito prendendola per un polso e tirandola dolcemente verso di sé prima che lei possa uscire.

“Se ne vanno tutti … le stanze sono vuote … nessuno a disturbarci … potremmo …” inizia a baciarla sul collo, ma lei si scansa con un sorriso.

“E dai! Smettila! Facciamo così: ora usciamo e andiamo al pub a divertirci con i nostri amici, poi ci inventiamo una scusa e torniamo all’albergo prima di loro, andiamo nella tua stanza e, magari, …” conclude con un lungo e appassionato bacio sulle labbra del ragazzo.

“Mmmm … se proprio insisti …” dice lui, lasciandole il polso e uscendo dalla camera insieme a lei. Raggiungono i loro amici e si avviano al locale.

Una volta qui, si siedono tutti allo stesso tavolo e aspettano di ordinare. Mentre scelgono le bevande, sentono una voce chiamare il nome di Akito. Il ragazzo si guarda attorno per capire da dove provenga e vede qualche metro più in là una ragazza bionda che avanza verso di lui.

“Ciao! Non pensavo di rivederti” dice Marika quando lo ha raggiunto al tavolo. Akito sta per ribattere, ma Sana lo precede:
“Chi è questa ragazza, Aky?”

Lui si volta verso di lei. Nella sua voce non c’era nota di gelosia, ma solo di curiosità e voglia di fare nuove amicizie. Si sente inspiegabilmente sollevato.

“Ehm …” risponde un po’ imbarazzato. “Questa è Marika. Ci siamo incontrati oggi pomeriggio mentre vi aspettavo fuori dal negozio …”

“Più che altro è stato uno scontro …!” commenta la nova ragazza, poi stringe la mano a Sana, che gliel’ha tesa presentandosi. In breve ha fatto conoscenza con tutto il tavolo, e Sana le dice:
“Perché non ti siedi con noi? Possiamo conoscerci meglio”

La ragazza accetta, e Sana inizia subito a fare conversazione:
”Allora, com’è che vi siete conosciuti tu e Akito?”

Marika racconta in breve lo scontro che hanno avuto i due poche ore prima, poi, con espressione dubbiosa, chiede:
“Ma tu … tu sei Sana … quella Sana?! Voglio dire Sana Kurata? La star della tv?!”

“Non esageriamo …!” dice lei in imbarazzo. “Comunque sì, sono io.”

“Uao! Ragazzi, non ci credo! Io … io che parlo con la grande Sana Kurata?!” esclama improvvisamente emozionata.

“Ehm … potresti abbassare la voce?” le chiede Sana “Sai, non vorrei che i giornalisti …”

“Oh, certo! Scusami!” dice lei, poi inizia a parlare con la ragazza, chiedendole ogni genere di cosa, soprattutto conferme o smentite su vari pettegolezzi letti su chissà quale rivista.

Intanto arriva da bere. Sana mette la cannuccia nel suo bacardi alla fragola e ne beve qualche sorso, mentre Akito si scola in un solo colpo un bicchierino di gin.

“Ehi, Aky, vuoi ubriacarti come la prima sera?!” gli dice Sana, osservandolo.

“Uffa! Ti ho già detto che non ero ubriaco!” sbuffa lui. “Ti sembrava che lo fossi, quando eravamo in bagno?” aggiunge malizioso.

“Be’, non saprei … sinceramente un po’ sì!”

“Che cosa?! Senti, non sei mia madre, quindi non dirmi quanto devo bere!” sbotta lui.

“Bene, però se poi domani stai male io non ne voglio sapere, eh?” ribatte lei.

Marika osserva i due che, in realtà, si stanno solo divertendo.

“Andate d’amore e d’accordo, eh?” commenta.

“Oh, sì …” dicono insieme. “Come cane e gatto!”

La serata trascorre tranquilla, mentre i ragazzi continuano ad ordinare bicchieri di alcolici, di sicuro per mettersi in mostra di fronte alle ragazze. Akito è già al terzo gin, e i suoi occhi sono lucidi. Marika, intanto, che ha bevuto un caypiroscha (non so cm si scrive esattamente, sorry ^_^ NdDaisy!), un po’ brilla continua a scoccare occhiate al ragazzo, pensando che sia davvero carino.

“Fai sport?” gli chiede ad un tratto. Akito la guarda. In genere non parla con nessuno degli affari propri, ma l’alcool lo aiuta ad aprirsi e quindi le risponde:
“Sì, faccio karate da quasi sei anni.”

“Si vede, sei ben messo” commenta lei. “Cintura nera, scommetto.”
“Sì, terzo dan”

Continuano per un po’ a parlare del karate, poi d’un tratto si sente un cellulare squillare.

“Oh, è il mio!” esclama Sana. Lo tira fuori dalla borsetta, dà un’occhiata al display, poi si alza da tavola.

“Scusatemi, è Rei. Vado a rispondere, torno subito.” dice, e si allontana,

Intanto gli altri ragazzi continuano a chiacchierare al tavolo. Aya e Tsuyoshi si stanno baciando, abbracciati su un angolo della panca poggiata al muro della stanza, mentre Fuka, Hisae e Gomi parlano del più e del meno all’altro capo del tavolo. Marika e Akito stanno continuando a chiacchierare, mentre un cameriere serve al ragazzo il quarto bicchiere della serata. Lui lo beve in un sorso, poi torna a guardare la ragazza da poco conosciuta. Non sa dirsi il perché, ma i suoi occhi azzurri lo colpiscono, come se li vedesse per la prima volta in tutta la loro bellezza.
“Sai, ti vedo un po’ ubriaco …” dice lei.

“Anche tu stai bene …”

“Mm … forse hai ragione.”

“E comunque, non ho ancora fatto nulla di stupido, quindi credo di essere ancora abbastanza lucido.” dice Akito. Eppure non è convinto delle sue ultime parole: si sente la testa piuttosto pesante.

“Però io continuo a dire che sei ubriaco!” continua lei.

“Allora dovrei fare qualcosa di stupido …” mormora lui.

“Tipo …?” chiede Marika, e quasi senza accorgersene si avvicina di più a lui.

“Non so … per esempio …” anche lui si avvicina di più al viso della ragazza, catturato dal colore dei suoi occhi. Marika ha appena il tempo di ripensare che sia davvero un bel ragazzo, che le loro labbra si sfiorano appena. Forse sarebbe diventato qualcosa di più, se il tonfo sordo di qualcosa che cadeva a terra non li avesse interrotti … in piedi, di fronte ai due, c’era Sana, un’espressione incredula e ferita sul viso e il cellulare sfuggitole di mano ai suoi piedi …

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Capitolo 7.

 

“Akito??!”

È il grido incredulo di Fuka a riscuotere il ragazzo, che immediatamente si accorge di ciò che ha fatto. Sposta lo sguardo su quello di Sana, che a qualche metro da lui sta cercando di convincersi che ciò che vede non è vero. Vi trova stupore, incredulità, dolore, frustrazione, ma soprattutto rabbia. Un’ira che la ragazza gli riversa addosso silenziosamente, solo con gli occhi, che lentamente si offuscano di lacrime, prima di chiudersi e di interrompere il contatto con quelli di lui, lucidi per l’alcool e consapevoli della sua colpa, dispiaciuti e imploranti perdono. Sana, senza una parola, lasciando sfuggire dalle labbra solo un singhiozzo, esce di corsa dal locale. Akito si affretta a seguirla, lasciando Marika stupita.

“Be’?? Che diavolo succede?” chiede la ragazza bionda agli altri rimasti al tavolo.

“Come, non lo sai?!” chiede Hisae incredula.

“Che cosa??”

Sana e Akito stanno insieme! Tu hai appena baciato il suo ragazzo!” esclama Fuka arrabbiata. Marika ammutolisce.

“N-non lo sapevo …” mormora.

“Be’, ora lo sai!” continua Fuka, sempre in tono adirato. “Quindi gira al largo, bella! Lasciali in pace!” e si alza dal tavolo prendendo la sua roba e uscendo in cerca dei suoi amici. Gli altri fanno lo stesso, lasciando la bionda da sola al tavolo del locale. Quando tutti se ne sono andati, sulle sue labbra compare un misterioso, leggero sorriso, mentre raccoglie da terra il cellulare di Sana che è passato inosservato agli altri ragazzi …

 

Sana! Sana aspetta!” Akito cerca invano di fermare la ragazza, che qualche metro più avanti sta correndo lontano da lui. Per fortuna lui è più veloce, e in poco tempo riesce a raggiungerla e a bloccarla.

“Stammi a sentire, Sana!”

“NO!” gli grida lei. “Marika, eh?! La bella bionda dagli occhi azzurri!! È per questo che non ti sei lamentato del fatto che sono rimasta per più di mezz’ora nel negozio, eh?! E non mi avevi detto di averla conosciuta! Perché?! Be’, ormai è ovvio … Stasera potevi rimanere nell’albergo e invitarla in camera tua invece che uscire insieme a noi! Almeno mi avresti risparmiato questa bella sorpresa! Ma ovviamente non ti importava che lo scoprissi, no? Tanto a te cosa importa dei miei sentimenti?! Ti basta portarmi a letto, come volevi fare anche questa sera, e appena ti dico di no vai a cercarti un’altra bambolina che ci stia! Sei proprio uguale a tutti gli altri, sei solo un …”

“Smettila, Sana! Ascoltami!” cerca disperatamente di spiegarle la situazione. “Non è come pensi! Io non …”

“Puoi risparmiarti le tue inutili scuse, Hayama. Tanto abbiamo chiuso! Vai pure a farti quella là, dato che ci tieni tanto che non ti preoccupi nemmeno che io possa vedervi!”

“Ma, Sana …” Akito ha la testa che scoppia a causa del gin, ma prova a riordinare le idee confuse e a parlare alla ragazza. “Guardami: sono ubriaco! Avevi ragione, non avrei dovuto bere così tanto! Ma è solo per questo che l’ho baciata! E poi non era nemmeno un bacio, ci siamo appena sfiorati!”

“Ah, certo! Appena sfiorati! E se non arrivavo cosa succedeva?! Eh?! Non me lo sai dire? O non me lo vuoi dire?? Non preoccuparti, tanto ormai non mi importa più se baci un’altra ragazza! Te l’ho detto, con me hai chiuso!”

Un bacio però soffoca le sue ultime parole. Non riuscendo ad esprimersi a parole, Akito si è avvicinato rapidamente a Sana cercando di trasmettere in quel bacio tutto il suo amore e la sua sincerità. È un bacio lungo e intenso, al termine del quale fissa in quelli della ragazza i suoi occhi profondi. Sana ne rimane rapita, come dal bacio, e per un attimo rimane in silenzio.

“Ti prego, credimi. Ero solo ubriaco. Quella Marika nemmeno la conosco! Io ti amo, Sana. Non ti tradirei mai … ti prego, credimi” ripete.

Le lacrime di rabbia e delusione si arrestano lentamente e Sana riacquista parzialmente il controllo di sé.

“Come faccio a essere sicura che non lo rifarai?” mormora.

“Devi solo fidarti di me. E credere nel mio amore … Ti prego … Non voglio perderti!”

Forse è la tenerezza delle sue parole, forse è il tono con cui ha pronunciato l’ultima frase, ma Sana decide di credergli e si getta tra le sue braccia, pronte ad accoglierla.

“Ti prego, Aky, non farlo mai più!” gli sussurra. “Non potrei stare senza di te!”

“Neanch’io, Sana …” dice lui mentre le accarezza i capelli. “Neanch’io …”

Le rivolge un tenero sorriso, poi si prendono per mano e si avviano verso l’albergo, mentre i loro amici, che li hanno raggiunti, si uniscono a loro. Quando arrivano, si salutano e ognuno va nella propria stanza, tranne Sana e Akito che rimangono in corridoio.

“Allora, vieni da me?” chiede il ragazzo malizioso baciandola. “Possiamo scacciare Sasaki e Gomi, le ragazze li faranno entrare nella loro stanza, così staremo da soli …”

Sana però lo interrompe.

“No, Aky. Stasera no” dice. Il ragazzo la guarda intensamente.

“Sei ancora arrabbiata?” le chiede a bassa voce, pronto a farsi perdonare ancora, ma per fortuna la ragazza scuote la testa.

“No, non è per quello. So che non volevi ferirmi. Però …”
“Cosa c’è?”

“Non mi sento bene …” gli spiega Sana, portandosi una mano alla fronte. Akito le si avvicina preoccupato.

“Dev’essere lo stress della serata. Andiamo a prendere un po’ d’acqua …  e fa per prenderla per mano, ma lei lo ferma.

“No, aspetta … credo che … sto per svenire …” e mormorato ciò si accascia contro il ragazzo, che fa appena in tempo a sorreggerla prima che cada a terra. Spaventato, la prende in braccio e la porta nella camera delle ragazze.

“Arriviamo! Chi è?!” chiede Fuka, andando alla porta dopo aver sentito bussare energicamente. Quando l’apre, rimane a bocca aperta nel vedere Akito con in braccio la sua amica priva di sensi.

Cos’è successo?!” esclama, mentre lo lascia passare. Lui stende Sana sul suo letto e la copre con una coperta, rispondendo:

“Non lo so … stavamo parlando e ad un tratto ha detto di non sentirsi tanto bene ed è svenuta. Ma probabilmente è solo stressata per l’intensa serata.”

“Sì, è probabile” conferma Aya, toccando la fronte dell’amica e constatando che non ha la febbre. “Domani, dopo una bella dormita, starà meglio. Non preoccuparti, Hayama”

Il ragazzo, rassicurato, posa un bacio sulla guancia a Sana, che dorme sotto la coperta, e dopo aver dato la buonanotte alle ragazze e un’ultima occhiata a Sana, torna nella sua stanza. Gomi e Tsuyoshi, stanchi morti e un po’ brilli, si sono già addormentati, crollati dal sonno appena si sono buttati sul letto e ancora vestiti. Akito, ancora più ubriaco di loro, con la testa che sembra scoppiargli, si sveste e va in bagno a rinfrescarsi il viso prima di infilarsi tra le calde lenzuola del letto. Lascia scorrere le gocce d’acqua ghiacciata sulla sua pelle, mentre fissa nello specchio il riflesso dei suoi occhi che gli restituisce uno sguardo freddo e penetrante.

Come ho potuto essere così stupido?? si chiede. Stavo per perdere Sana, la mia Sana! Non me lo sarei mai perdonato! Frena a stento l’impulso di infrangere con un pugno quell’immagine di se stesso che ha di fronte. Dopo essersi calmato, torna di là. Sta per mettersi a letto, quando sente la suoneria di un cellulare squillare soffocata. Si accorge che è il suo, che ha dimenticato acceso in una tasca dei jeans. Lo estrae e guarda il display: c’è scritto “Piccola mia :-)”. Con un sorriso apre la comunicazione.

“Ehi, piccola, ti sei già svegliata?! Perché non vieni qui …? Ma … Sana … ora che ci penso, perché usi il cellulare?”

Dall’altro capo c’è un attimo di silenzio, prima che l’ultima voce che Akito avrebbe mai voluto sentire risponda:
“Non sono Sana … Sono io, Akito.”

È una voce di ragazza, calda e provocante.

“Chi sei?!” chiede Akito, pensando di conoscere già la risposta.

“Come, non mi riconosci?!” risponde la ragazza. “Sono Marika.”

“TU?! Che diavolo ci fai con il cellulare della mia ragazza?!”

“Ehi, calmati! L’ho solo raccolto dopo che stasera le è sfuggito di mano … ma se vuoi te lo restituisco …”

Il suo tono irrita il ragazzo.

“Perché non ci vediamo, domani?” continua.

“Stammi lontana, Marika! Non so che idea tu ti sia fatta, ma io sto con Sana!” Akito è arrabbiato con la ragazza, e sente che quella chiamata non promette nulla di buono.

Mmmh .. Nella vita si può sempre cambiare idea … comunque ci vediamo domani pomeriggio alle tre davanti allo stesso locale di stasera, va bene?”
“Scordatelo! Non voglio più rivederti!” esclama il ragazzo furioso, ma Marika ribatte.

“E non vuoi più recuperare il cellulare della tua ragazza?”

Akito si morde il labbro inferiore, nervoso. Ha ragione, non può lasciarle il telefono di Sana, deve andare a riprenderlo!

E va bene, alle tre. E sappi che dopo non voglio avere più niente a che fare con te!”

Detto questo, interrompe la chiamata riagganciando e lanciando furiosamente il cellulare sul comodino. Si infila nel letto, pensando che la fonte dei guai di quel giorno è stata proprio quella ragazza, e che non ha nessuna voglia di rivederla l’indomani. Si addormenta dopo un po’, cadendo in un sonno agitato.

 

La mattina seguente, la libertà del giorno prima è solo un ricordo: le visite sono iniziate di nuovo! Altri musei e antichi palazzi tolgono la felicità ai ragazzi, che si aggirano stravolti tra i vari monumenti o pezzi d’antiquariato. Come se non bastasse, Sana ancora non è in perfetta forma.

“Che hai, piccola?” le chiede Akito. “È tutta la mattina che ti vedo strana.”

“È che ho una nausea terribile! E pensare che ieri non ho bevuto poi così tanto …”
“Già, non come me …” mormora il ragazzo.

“Scusami, Aky, non volevo dire questo! Dimentichiamoci di questa storia, ok? Non voglio più sentire nominare Marika!” esclama Sana decisa. Akito abbassa lo sguardo: decisamente non è il caso di dirle che dovrà incontrarla quel pomeriggio. È meglio recuperare il cellulare e basta. Continuano le visite, poi per pranzo tornano all’albergo. Dopo un’oretta, Sana decide di andare in camera.

“Ragazze, non mi sento affatto bene. Ho un mal di pancia atroce e una nausea da paura … vado a riposarmi un po’” dice alle amiche.

“Veniamo anche noi, ti teniamo compagnia!” esclamano loro, e insieme salgono nella loro camera. Intanto Akito controlla l’orologio: le due e mezza. Tra mezz’ora deve trovarsi al locale. Decide di uscire e di avviarsi.

Intanto, nella stanza delle ragazze …

“Mamma mia, che nausea, raga’!” si lamenta Sana buttandosi sul letto. Aya, come la sera prima, le tocca la fronte.

“Eppure non hai la febbre!” dice. La ragazza sbuffa, poi si rannicchia su se stessa.

“E come se non bastasse ho pure mal di pancia!”

Improvvisamente Fuka si blocca a bocca aperta.

Sana …” inizia.

“Che c’è?” mugugna lei.

“Tu e Akito …?” fa dei segni eloquenti con la mano.

“Sì, e allora?!” esclama lei diventando rossa fino alla radice dei capelli.

“Non è che …” azzarda l’amica. Tutti gli sguardi sono puntati su di lei, che mormora velocemente in un sussurro: “Sei rimasta incinta?!”

Nella stanza cade un silenzio imbarazzato. Poi però Sana scoppia a ridere … ma è l’unica.

“Ma dai, Fuka!! Mi prendi in giro?!” esclama Sana. Tutti però sono serissimi.

“E perché? Scusa, hai la nausea, dolori all’addome, sei stata con Akito pochi giorni fa … fai due più due!” ribatte lei. Sana rimane per un attimo interdetta.

“Ma abbiamo preso ogni precauzione!”

Questa volta è Aya ad intervenire: “Non si è mai protetti al cento per cento, Sana. Può succedere!”

La ragazza sbianca. E se fosse vero?

“Comunque devi fare un test, così potrai scoprire la verità!” le dice Hisae.

“E poi, dovresti parlarne con Akito …” dice Aya.

È vero … Akito! Glielo deve dire.

“Ma se la prendesse male?!” esclama Sana preoccupata.

“Non puoi non dirglielo, Sana! Deve saperlo subito, anche se non fossi davvero incinta! È giusto nei suoi confronti.” dice con fermezza Fuka.

“Avete ragione …” ammette la ragazza. “È meglio se lo chiamo …”

Le altre annuiscono, e Sana si alza dal letto e prende la borsetta cercandovi il cellulare, ma non lo trova. Lo cerca in tutta la stanza, poi d’un tratto si ricorda:
“Cavolo, l’ho lasciato ieri sera al locale!” esclama. “Forse il proprietario l’ha trovato. Andiamo a vedere!” propone, e insieme alle sue amiche esce, diretta al locale.

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Capitolo 8
*** Ultimo capitolo! ***


Capitolo 8

Capitolo 8.

 

“Pronto?”

“Ciao, Cindy!”

“Ah, ciao, Marika! Come va?”

La ragazza bionda è seduta al tavolo di un locale e sta sorseggiando un alcolico mentre parla al cellulare con la sua migliore amica.

“Benissimo! Non sai cos’è successo …!”

“Riguarda quel tipo carino che mi avevi detto di aver conosciuto ieri? Quel … come si chiamava? … Akito?” chiede la voce dall’altra parte del telefono.

“Già, proprio lui” conferma Marika.

“Racconta, forza!” la incita l’amica, poi tace in trepidante attesa.

“Allora, tieniti forte … ci siamo baciati!!!”

Dall’altro capo della cornetta c’è un attimo di silenzio attonito prima dell’urlo:
“CHE COSA?!! Davvero??”

“Giuro”

“Caspita, che fortuna! E com’è stato? Ma state insieme, ora?! Dimmi, dimmi, dai! Non fare la misteriosa!” Cindy è ansiosa di sapere tutto.

“Be’ … siamo stati interrotti dalla sua ragazza, però …”

“CHE COSA?!” grida l’amica per la seconda volta. “La sua ragazza? È fidanzato, e vi siete baciati?? Ma sei impazzita?!”

“Mica è colpa mia! Io che ne sapevo?!” si giustifica Marika.

“Ma non ti ha respinta?” chiede Cindy, ancora incredula.

“Ehm … era ubriaco …”
“Ma allora sei impazzita sul serio!!!” esclama l’amica di Marika. “Insomma, baci un ragazzo già impegnato e per di più approfittando del fatto che è ubriaco?”

“E dai, che vuoi che sia?” cerca di calmarla la bionda, ma poco dopo è costretta ad allontanare il cellulare dall’orecchio per non venire assordata da una nuova raffica di parole:

“Che vuoi che sia?! Ma non ti rendi conto di quello che hai fatto?? Lo ripeto: sei completamente impazzita! E la ragazza come l’ha presa?”

“È scappata in lacrime dal locale” risponde Marika semplicemente.

“Non voglio crederci …” commenta l’amica, questa volta sottovoce. “Ditemi che non è stata la mia migliore amica a fare una cosa del genere …”

“Ma quanto la fai tragica!” esclama la bionda. “E comunque oggi ci rivediamo!”

“Chi?!” chiede Cindy, sperando in un miracolo che però non avviene.

“Io e Akito, ovviamente!”

“E si può sapere perché mai? Non avrà lasciato la sua ragazza per un bacio che ti ha dato da ubriaco??!” Cindy spera con tutta se stessa che non sia così, e questa volta viene accontentata.

“Purtroppo no, devo solo restituirgli il cellulare che la sua ragazza aveva lasciato al locale …” risponde Marika, e l’amica trae un sospiro. “Ma scommetto che entro stasera la mollerà!” aggiunge.

“EH????!!” esclama Cindy.

“Hai capito benissimo! Io dico che tra poco cambierà idea e vorrà mettersi con me!”

“NO! Marika … No … non fare cretinate! Per favore! Ti conosco, non …” Cindy cerca di farla rinsavire, ma viene interrotta dalla bionda, che ha appena visto una figura familiare fuori dal locale attraverso la finestra.

“Devo andare. Ti richiamo stasera per raccontarti il mio successo. Ciao!”

“Asp …!” prova a bloccarla l’amica, ma Marika ha già chiuso la comunicazione e si è già alzata, diretta verso la porta del locale.

 

Durante la telefonata, Akito si stava dirigendo verso il pub. Camminava con le mani nelle tasche dei jeans, prendendo a calci ogni pietruzza che si trovava sulla sua strada.

Ma perché ho fatto una cretinata simile? Perché l’ho baciata?! Sarò anche stato ubriaco fradicio, ma non è una scusa sufficiente! pensa ancora, tirando un calcio potente ad un altro sassolino e mandandolo a cozzare contro un’auto parcheggiata. Non dovevo farlo! Sono uno stupido! Ora mi riprendo quel cellulare e le dico chiaro e tondo di non rompermi più!

Si ferma di colpo davanti al locale, irritato. Dove diavolo si è cacciata quella Marika?! Sono già passate da qualche minuto le tre, eppure lei non c’è.

All’improvviso, la porta del locale si apre e ne esce la ragazza. Si dirige verso Akito con un sorriso sul viso e gli si avvicina con passo seducente.

“Ciao” gli sussurra, poi si avvicina alla sua bocca, ma Akito si scansa velocemente.

“Muoviti! Dammi il telefono e sparisci!” le intima molto sgarbatamente.

“Mmmh, siamo aggressivi, oggi?” constata lei. “Mi piace …”

“Ti ho detto di muoverti a darmi il cellulare della mia ragazza! Dov’è?!”

“Dritto al sodo, eh? Ok …” dice Marika, poi estrae il cellulare di Sana dalla borsetta e se lo porta al seno, nascondendolo nella scollatura della maglietta.

“Dammelo!” ruggisce Akito, furioso.

“È tutto tuo!” mormora lei, poi gli si avvicina, provocante. “Prendilo …”

Akito la squadra con rabbia e indignazione.

“Guarda che non è un problema! Tanto non me ne importa nulla di te, chiaro?!”

“Bene, allora prendi il telefonino.” gli sussurra ancora lei. Il ragazzo, deciso a porre termine il prima possibile a quell’incontro, si rassegna e alza la mano, pronto a prendere il cellulare …

 

“Uff, ma è così lontano il locale?!” sbuffa Sana camminando in testa al gruppo delle sue amiche.

“Manca poco, è dietro a quell’angolo” le risponde Fuka, indicandole un incrocio qualche metro più avanti, e la precede.

“Oh, finalmente! Non vedo l’ora di chiamare Akito, anche se … ho paura che prenda male la cosa …”

“Ma no, dai!” la rassicura Aya “Vedrai che ti starà accanto. Ti ama davvero!”

“Hai ragione!” esclama Sana risoluta, prima di andare a sbattere contro Fuka. “Chissà poi dove diavolo si è cacciato Aky! Ehi, perché ti sei bloccata di colpo?! Che c’è?”

La sua amica, non appena ha girato l’angolo, si è fermata improvvisamente, fissando un punto davanti a sé.

“Eh? … n - niente” esclama con agitazione. “È solo che … ehm … mi sa che abbiamo sbagliato strada! E già! Il locale è di là, vieni!” e afferra Sana per un polso, cercando di farla tornare indietro sui loro passi, ma lei punta i piedi a terra e si libera.

“Ma che dici?! Il pub è qui, dietro l’angolo! Guarda …” e prima che Fuka riesca a fermarla, si volta, pronta ad indicarle l’ingresso del locale.

In un attimo, però, il suo cuore si raggela. La mano che aveva puntato verso il pub si abbandona lungo il fianco pesantemente, mentre i suoi occhi fissano una scena alla quale non avrebbero mai voluto assistere.

A pochi metri da lei, Akito sta portando una mano al petto di una ragazza bionda, che lo sta guardando negli occhi con uno sguardo celeste seducente, mentre le labbra sono tese in un sorriso. Quando Sana vede la mano del suo ragazzo infilarsi nella maglietta di Marika, qualcosa dentro di lei si spezza. E per la seconda volta, mentre le lacrime di rabbia e di delusione le offuscano la vista, non riesce a fare altro che fuggire via.

Accade tutto in pochi secondi. Akito recupera con rabbia il cellulare di Sana, ma un attimo dopo sente una voce inorridita esclamare: “Che diavolo stai facendo, Hayama??!!”. Si volta, e vede Hisae fissarlo con gli occhi sgranati, mentre alle sue spalle una figura dai capelli rossicci sta correndo via, sorda al suo nome pronunciato da Aya e Fuka. Realizzando quanto è successo, prima di correre all’inseguimento della sua ragazza … SCIAFF! Lo schiaffo ha colpito in pieno viso Marika, che si porta tremante una mano alla guancia sinistra. Quando torna a guardare Akito, viene spaventata dal suo sguardo gelido, minaccioso e carico d’odio, tagliente.

“Non cercarmi mai più, hai capito! Sei solo una stronza!!(scusate, ma ci voleva proprio!NdDaisy)

Poi si volta e corre nella direzione in cui ha visto sparire Sana.

Intanto, Fuka guarda incredula la figura di Marika, che si sta massaggiando la guancia trattenendo a stento  lacrime di frustrazione. Le si avvicina con passo deciso e …

SCIAFF! Colpisce con violenza la guancia destra della bionda.

“TU …” esclama con voce tremante di rabbia. “Mi fai schifo! Ti avevo detto di lasciare in pace Akito!”

Per fortuna, le sue amiche arrivano in tempo a trattenerla, prima che possa scagliarsi di nuovo sulla ragazza, che impaurita se ne va.

“Ecco, brava, sparisci! E stai alla larga da Sana e Akito, chiaro?!” le urla dietro Fuka, furiosa.

 

Sana continua a correre, senza sapere dove sia diretta, volendo solamente fuggire. E mentre corre, piccole gocce scendono dal cielo, unendosi alle sue lacrime, come se volessero lavare via il dolore che prova in quel momento, ma senza riuscirci … Come ha potuto Akito farle di nuovo questo? Perché è tornato da quella Marika dopo averle assicurato che non contava niente per lui?! L’ha ferita ancora più profondamente, un taglio che le sembra insanabile …

 

Pioggia di settembre cade giù

Cambia dimensione alla città

Nuove sensazioni e nuove

Riflessioni nella mente …

 

Akito vola sulla strada, cercando Sana ovunque, guardando in ogni direzione nella speranza di scorgere tra la grigia pioggia il rosso dei suoi capelli. Continua a correre nella sua scia, cercando di raggiungerla. E intanto si pente di ciò che ha fatto, di averla fatta soffrire una seconda volta. Poi finalmente la vede, e accelera, tendendo una mano avanti alla ricerca di quella di lei …

 

La storia si ripete, sì lo so

E la mia mano sfiora quella tua

Trovo convinzioni nuove perché adesso so …

 

Le sue dita si stringono attorno al polso di Sana. Lei sa che è Akito a trattenerla, lo sente, quasi riconoscesse la sua pelle. Una parte di lei le dice di continuare a correre, di sfuggirgli e allontanarsi da lui, ma il suo cuore la ferma …

 

Sei nella mia vita più che mai

Un colore nuovo nei giorni miei

In ogni adesso e in ogni corri via

Dalla noia e dalla malinconia …

 

“Piccola, guardami …”

Solo due parole, pronunciate con dolcezza e tristezza, con supplica e desiderio; due sole parole che la convincono a voltarsi. E tra il velo di lacrime e le gocce di pioggia distingue chiaramente i suoi occhi … gli occhi di Akito … quegli occhi profondi e scuri … quell’abisso infinito … lo specchio della sua anima. Dentro di essi legge il suo amore, la sua richiesta di perdono, la sua colpevolezza. Attraverso quei diamanti d’ambra vede la sua sincerità e il suo pentimento, la sua frustrazione e la sua supplica silenziosa di una difficile comprensione. Uno sguardo che vale più di mille, inutili parole, e che riesce a rallentare il flusso di lacrime di Sana, anche se non ad arrestarle del tutto.

 

Come un treno in corsa verso me

Tra le mie emozioni e i mille se

Il tuo sguardo è una carezza in più

Sai portare pace ai giorni miei …

 

Rimangono immobili, soltanto a guardarsi, le emozioni sciolte dalla pioggia che incessante scende su di loro. Lentamente, la mano che stringeva il polso di Sana lascia la presa, ricadendo lungo il fianco del ragazzo. Akito abbassa la testa, nascondendo dietro al ciuffo biondo e bagnato dei suoi capelli uno sguardo che in quel momento non riesce a sostenere quello offuscato di lacrime di Sana. Cosciente della sua colpa, cerca le parole giuste … ma non le trova. E allora infila semplicemente una mano nella tasca dei jeans e ne estrae un cellulare, porgendolo a Sana. Lei lo guarda … il suo cellulare … non capisce. La rabbia continua a ribollire dentro di lei, e ormai accecata non riesce più a trattenersi, vuole sfogare il suo dolore contro il ragazzo. E così con uno scatto d’ira dà un colpo violento alla mano che tiene il cellulare, facendolo cadere lontano, e si lancia contro Akito, picchiando i pugni sul suo petto, gridandogli tutta la sua sofferenza.

“Perché l’hai fatto? Perché?! Mi avevi detto che non c’era niente tra voi, che il bacio era stato un errore!! Sei solo un bugiardo! Uno stupido! Pensavo di aver fatto la cosa giusta dichiarandoti i miei sentimenti dopo tanti anni, ma mi sbagliavo! Mi sono sempre sbagliata! Non dovevo innamorarmi di te! Ti odio!!!”

Continua a picchiarlo, e lui la lascia sfogare, finché non la circonda con le braccia stringendola in un forte abbraccio, cercando di calmare la sua furia. Lei cerca di divincolarsi, si dibatte, ma i muscoli del ragazzo non cedono ed è costretta ad abbandonarsi all’abbraccio. Ricambia con forza la stretta di Akito, che la tiene contro di sé in un gesto di protezione, mentre sembra che il mondo sia scomparso, lasciando spazio solo a loro due.

 

Tutto va veloce intorno  a noi

Ora mi appartieni ed io lo so

Prima avevo il cuore spento

Per amare veramente …

 

Spostare lattenzione su di te

Al bene elementare che mi dai

Sposo le tue mani e i tuoi perché

Che sia per sempre …

 

E ancora a lungo rimangono in silenzio,i loro corpi sembrano essere uno solo. La pioggia li avvolge, leviga le loro emozioni.

 

Sei nella mia vita più che mai

Oltre il muro dei silenzi miei

Un respiro di serenità

Lalba di una nuova libertà …

 

“Non ti ho mai tradita, Sana” le sussurra infine Akito dolcemente, con voce ferma e calda. “Ero andato solo a riprendermi il tuo cellulare, credimi.”

Lei alza gli occhi gonfi dalla sua maglietta, sulla quale le lacrime si erano unite alle gocce di pioggia, e li fissa nei suoi. Legge la sincerità in quegli occhi, ma c’è qualcosa che vuole impedirle di credergli.

“Non stavi solo recuperando il mio cellulare!!” singhiozza, ricordando l’episodio a cui ha assistito.

“Non l’ho voluto io, Sana!” e cerca di spiegarle ciò che è successo veramente. “Per me quella ragazza non conta nulla, sei tu quella che amo!!!” conclude.

I suoi occhi sono determinati, la catturano come hanno sempre fatto in passato …

 

Quello che non ho capito mai

Ora è così chiaro agli occhi miei

Guardami per sempre come sai

Giura che rimani come sei …

Se poi ti perdi negli occhi grandi di un bambino

Non è impossibile sai amare veramente …

Veramente …

 

E Sana si lascia annegare in quell’oceano di sentimenti che sono gli occhi di Akito, riuscendo finalmente a capire e perdonare di nuovo, a credere alla sua verità. Un bacio, salato dalle lacrime e bagnato dalla pioggia, conferma la loro riunione.

 

Quello che non ho capito mai

Ora è così chiaro agli occhi miei

Sai amore veramente sai

Arrivare dove nessun altro è stato mai …

Mai.

 

“Perdonami, piccola”

Sana scuote leggermente la testa con un sorriso.

“Dimentichiamo! Ora è tutto come prima. Ti amo.”

“Anch’io”

Un altro bacio. Quasi non si accorgono che la pioggia è cessata e tra le nuvole sta facendo capolino un timido sole. La tempesta è passata … nel loro cuore, e attorno a loro. Si prendono per mano e si avviano verso l’albergo.

Ad un tratto Sana si ferma.

“Aky … devo dirti una cosa …”

È seria, e la sua espressione spaventa il ragazzo.

“È molto importante e … ho paura …”
“Di cosa? Dimmelo, puoi contare su di me, di qualsiasi cosa si tratti!”

Sana lo guarda negli occhi, felice per quella rassicurazione. Lo abbraccia, lasciandolo leggermente sorpreso, e quando si stacca, gli dice solo:

“Vieni con me” e prendendolo di nuovo per mano lo conduce davanti ad una farmacia a pochi passi da loro.

“Cos’hai? Non stai bene?” chiede lui apprensivo, ansioso di sapere quale sia il problema. Sana cerca la forza di rivelargli ciò che pensa, e tratto un respiro profondo mormora:

“Non proprio … io … potrei essere incinta!”

Akito continua a guardarla negli occhi. Sembra non avere alcuna reazione, anche se si sta trattenendo a stento dall’urlare: “CHE COSA??!”. Alla fine, dopo aver aperto e richiuso la bocca un paio di volte, dice solo:
“Tu …? tu …?!”

“E che sei, un telefono occupato?!” esclama Sana cercando di sdrammatizzare, ma Akito rimane mortalmente serio.

“Ma ne sei sicura?”

Sana abbassa lo sguardo.

“No … per questo ti ho portato qui.” e indica la farmacia. Akito guarda il negozio, poi si volta di nuovo verso la sua ragazza … e si accorge che sta tremando. Improvvisamente risoluto la prende per mano, stringendogliela, e dice con voce calda e sicura:
“Non preoccuparti, ci sono io. E ci sarò sempre, comunque sia, d’accordo?” le alza il mento dolcemente con la mano libera. Sana risponde al sorriso che le regala lui, poi si fa portare dentro la farmacia, felice di averlo accanto.

 

Un’ora dopo sono all’albergo, nella camera delle ragazze. Aya, Hisae, Fuka, Tsuyoshi e Gomi sono tutti seduti sui letti in attesa, mentre Akito è appoggiato al muro di fronte alla porta chiusa del bagno. Su un tavolino in un angolo della stanza c’è la scatola aperta di un test di gravidanza …

Improvvisamente la porta del bagno si apre lentamente, e spunta la figura di Sana, con in mano un oggetto bianco, lungo e stretto. Akito si scosta subito dal muro, guardandola con intensità, come se volesse catturare una risposta alla sua silenziosa domanda dai suoi occhi, pendendo, come gli altri, dalle sue labbra. Sana prende fiato e con voce bassa, ma chiara, finalmente rivela:

“È negativo.”

Akito l’abbraccia, mentre i loro amici traggono sospiri di sollievo.

“Be’, alla fine tutto si è sistemato!” constata Fuka.

“Già” confermano Sana e Akito abbracciandosi di nuovo.

“Ora possiamo preparare i bagagli … domani si torna a casa.” ricorda Aya.

“È vero … uffi!” esclama Sana, sentendo già il peso dei giorni di scuola sulle spalle.

“Non vorrai rimanere qui, spero?! Con Marika che si aggira nei dintorni!” sgrana gli occhi Akito.

“Hai ragione … però questa gita non è stata un totale fallimento, no?” gli dice Sana. Lui la guarda scettico.

“Forse non staremmo insieme, se non fossimo venuti qui!”gli spiega.

“Allora possiamo dire che è stata una … gita galeotta!” dice lui, tra le risate allegre degli altri.

 

THE END - Daisy

 

Raga, è finita la ff! Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, xkè  l’ottantina di commenti ricevuti finora mi ha dato l’energia per continuare qst storia fino a questo ottavo, ultimo capitolo!! Siete stati grandi! E grazie anche a chi ha solo letto, mi fa molto piacere! Spero ci rivedremo presto con un’altra ff, perché mi diverto moltissimo a scrivere e mi fa piacere conoscere tutti i vostri pareri, sia sulle mie idee, sia sul mio stile di scrittura! Aiutatemi a migliorare, mi raccomando! Be’, ora vi saluto veramente … vvukdb!!!!!!!!!!! Daisy JJJJJ

Ps. La canzone che ho inserito in qst capitolo, quando Akito rincorre Sana, è di Laura Pausini (nn so il titolo, ma dovrebbe essere la nona del cd Resta in ascolto, per chi volesse saperlo!J)

 

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