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Eccomi con un’altra fic a più capitoli! Dato ke tra
poco più di una settimana partirò per una gita in Toscana, mi è venuta in mente
una storia in cui anke Sana,
Akito e tutti i loro amici partono per una gita … chissà cosa combineranno una
settimana tutti insieme?! Daisy J
Capitolo 1.
Sana Kurata. Età:
17 anni. Amore: un biondino karateka che alcune volte
le fa saltare i nervi, ma con il quale ha un profondo rapporto.
Akito Hayama. Età: 17
anni. Amore: una ragazza tutto pepe, grande attrice, che gli ha aperto il cuore ai tempi delle elementari.
Nessuno dei due sa ancora che i propri sentimenti vengono ricambiati, o
meglio, lo sospettano, ma non si sono mai dichiarati apertamente.
Aya Sugita. Età: 17
anni. Amore: il suo tesoruccio, cioccolatino,
pasticcino o … be’, insomma, qualunque dolce vi venga in mente.
Tsuyoshi Sasaki. Età:
17 anni. Amore: una ragazza che gli affibbia come soprannomi ogni dolcetto
possibile.
Stanno insieme dalle elementari, i loro sentimenti sono stati dichiarati
da subito.
Fuka Matsui. Età: 17
anni. Amore: un ragazzo troppo lontano da lei perché
possano avere un rapporto.
Hisae. Età: 17 anni. Amore: è in cerca del
ragazzo che le farà battere il cuore.
Gomi. Età: 17 anni. Amore: sostiene di non esserne
interessato.
Sono tutti amici dei quattro ragazzi.
Tutti quanti
frequentano lo stesso liceo, settima sezione del terzo anno. E
tutti e cinque, stipati insieme ai loro compagni in un
pullman, stanno viaggiando verso la meta della gita scolastica di quest’anno: Nagasaki, un bellissimo porto dell’isola Kyushu,
la più occidentale di quelle del Giappone. I loro bagagli, schiacciati nei vani
del pullman, ospitano tutto ciò che occorre loro per trascorrere un’intera
settimana in quella che i ragazzi chiamano “vacanza”, con profondo orrore dei
professori, che continuano a rinfacciare il fatto che si tratta di un “viaggio
d’istruzione”, ovviamente senza però ottenere l’ascolto degli allievi. Nessuno
di loro pensa infatti alle visite culturali nelle quali saranno trascinati,
quanto piuttosto al divertimento e alla libertà che li aspetta, come dimostra Sana:
“Allora, la prima sera
uscita al pub più vicino all’albergo, poi la seconda un giretto al bowling, la
terza dritte in discoteca …” dice allegra contando sulle dita tutte le serate
che intende organizzare, mentre le amiche che la circondano annuiscono
convinte.
“Ragazze, ci scateneremo!” continua. “E
ovviamente, tornate in albergo, tutte nella camera da quattro a chiacchierare fino
all’alba!”
“Ehi, non ti sembra di
esagerare?” una voce atona la raggiunge alle sue spalle.
“Non ho chiesto il tuo parere, Hayama!” esclama Sana voltandosi verso il suo amico e
facendogli una linguaccia. Akito si stringe nelle spalle
scuotendo la testa e decidendo di lasciar perdere.Inutile discutere
con lei. Poggia il gomito sul bracciolo del suo sedile e appoggiando il mento sul pugno chiuso
guarda fuori dal finestrino dopo aver premuto il tasto play del suo lettore mp3.
Tum tumtum … tatatatatum
… tum tum tum … tatatum … Tum tum ...
“AKITO HAYAMA!!!!!!”
Il ragazzo distoglie lo sguardo dagli alberi che
scorrono ai lati della strada e lo alza nella direzione da cui è arrivato il
suo nome. Trova Sana in piedi di fronte a lui che lo guarda con occhi furenti.
“È a
un’ora che ti chiamo! Vuoi abbassare il volume di
quell’affare?!” gli intima scocciata. “Si sente in tutto il
pullman!”
Akito la guarda per un attimo, senza dire nulla, poi si sfila una cuffietta dall’orecchio
e le chiede: “Cos’hai detto? Non ti ho sentita …”
Sana si arrabbia ancora di più.
“TI HO DETTO DI ABBASSARE IL VOLUME DELLA MUSICA!!!”
“Come sei noiosa!”
esclama lui, girando poi verso il basso la rotellina del volume delle cuffie.
Meglio assecondarla, o potremmo non smettere più di litigare …
Intanto la
professoressa, che ha visto Sana
in piedi, le dice: “Kurata, torna al tuo posto! È
pericoloso stare in piedi sul pullman, potresti cad…”
Improvvisamente, una
ruota del
pullman prende in pieno una buca della strada e il veicolo sobbalza
violentemente. Sana
perde l’equilibrio e in un attimo si ritrova tra le
braccia di Akito, che prontamente l’hanno accolta. La ragazza, rossa come un peperone, cerca di rialzarsi, ma lui la tiene stretta.
“Ehm … Akito … potresti
farmi alzare? …” bisbiglia lei imbarazzata, ma il
ragazzo fa spallucce e dice in tono tranquillo: “E perché? Non
sei comoda? Io sto bene, così …”
Un pugno lo colpisce nello stomaco ed è costretto
a tacere, allentando la presa. Subito Sana si scosta da lui e si rialza.
Prima di tornare al posto, lancia un’occhiata torva ad Akito:
“Stai attento, Hayama, ho imparato alcune mosse di karate anch’io!” lo
minaccia, ancora rossa in viso.
Lui non dice nulla,
agitando una coda da leopardo che gli è magicamente spuntata insieme ad un paio di orecchie maculate. Quando lei si è di nuovo
seduta tra le sue amiche, lui alza ancora un po’ il
volume della musica, stando però attento che non si senta oltre le cuffie, e
ricomincia a guardare fuori dal finestrino, mentre ancora sente il profumo
della ragazza su di sé. Respira quella fragranza,
accontentandosene e sospirando impercettibilmente, mentre la ragazza, senza che
lui se ne accorga, fa lo stesso qualche fila di sedili più avanti.
Il mare, che finora i ragazzi hanno ammirato solo
dai finestrini del pullman, osservandolo
agitarsi in lontananza, ora spumeggia a pochi metri da loro, tra le barche del porto di Nagasaki,
vicino al loro albergo. Scendono tutti insieme dal pullman,
entusiasti, scalmanati, facendo a gara a chi arriva per primo alla porta dell’albergo.
Una volta radunati tutti lì davanti, i professori iniziano a distribuire le
camere:
“Hayama, Sasaki, Gomi … la numero 37.”
Tsuyoshi, seguito da
Akito e l’altro loro amico, avanza verso la professoressa a prende le chiavi della stanza, prima di scomparire sulle scale.
“Kurata, Matsui,
Sugita, Hisae … nella camera da quattro: la numero 33.”
Le quattro ragazze si
danno il cinque esultanti, mentre alcuni lamenti si
sollevano dalle altre compagne, tutte speranzose di essere state assegnate a
quella camera, e ora costrette a vedere il loro gruppetto diviso in stanze più
piccole.
Terminata l’assegnazione delle camere, tutti gli allievi si radunano
nelle proprie per sistemare alla meglio i bagagli, prima di ritrovarsi nella
sala da pranzo.
Nella camera 33 …
“Ragazze, che fortuna!!!!” esulta Sana
buttandosi su uno dei quattro letti.
“Già!Non mi aspettavo dessero a
noi questa stanza!” concorda Aya.
Pregustando già la prospettiva delle lunghe chiacchierate serali di quei
giorni, le quattro amiche iniziano a svuotare le valigie e riempire gli armadi.
Quando la stanza è
perfettamente in ordine, Sana
propone: “Ehi, perché non andiamo a dare un’occhiata alla camera dei ragazzi?”
Tutte acconsentono, e
in un batter d’occhio sono nel corridoio.
“Allora … 34 … 35 … 36 … eccola! La
37! È la loro, giusto?”
Aya fa cenno di sì e Sana picchia velocemente un paio di volte, poi, senza aspettare risposta dall’interno,
apre la porta.
“Ehi, ragazzi! Com’è la vostra cam …?!”
Si zittisce
immediatamente, sgranando gli occhi, mentre le amiche alle sue spalle fanno lo
stesso. Di fronte a loro ci sono Tsuyoshi, Gomi e Akito con addosso solo un paio di boxer, che si stanno cambiando.
Aya arrossisce e si
copre gli occhi con le mani, Fuka e Hisae si voltano
con dei risolini, mentre Sana
rimane imbambolata a guardare Akito. I suoi muscoli, ben delineati, la
incantano, lasciandola a bocca aperta a fissare il
ragazzo.
“Ehi, ma siete pazze?!”
il grido di Gomi la riscuote.
“Ah … scusate, scusate, scusate!!!” esclama Sana, arrossendo, mentre Akito le si
avvicina, ancora a petto nudo.
“Non ti hanno insegnato a bussare?” le dice, tranquillo.
“I -io …” Sana
non riesce a parlare, ancora incantata dal suo fisico perfetto.
“Allora, ti sei imbambolata?!” le chiede lui.“Sono così bello?”
Sana si riprende del tutto e, con il
viso più rosso che mai, gli urla: “Ma figurati!” prima di richiudere la porta
sbattendogliela violentemente in faccia.
Dentro la stanza, Akito
sorride fra sé, mentre gli altri finiscono di
vestirsi.
Quando hanno finito di
pranzare, i professori comunicano che, “con grande gioia dei ragazzi …”, le visite inizieranno subito. Tappa di questo pomeriggio:
il museo di antichità della città.
Svogliati, i ragazzi si preparano ad uscire, radunandosi in gruppetti
davanti all’ingresso.In meno di
venti minuti, tutti si avviano tra le strade di Nagasaki, al seguito dei
professori. L’ultimo gruppo della fila è quello
di Sana, Akito
e i loro amici, e sembra sia in corso un litigio.
“Smettila!” grida Sana in direzione del biondino.
“Ma se stavi a bocca
aperta a boccheggiare come un pesce! Ammettilo, che ti piaccio!” la stuzzica
Akito, riferendosi all’episodio di poco prima, quando erano piombate nella
camera dei ragazzi, ma Sana,
imbarazzata, gli tira un pugno sulla spalla.
“Ti ho detto che non è vero!Hayama, sei davvero odioso!”
Intanto, alcuni passi
alle loro spalle, Aya e Tsuyoshi, tenendosi per mano, osservano i due amici:
“Ma non la smetteranno mai di litigare?!” chiede la giovane, esasperata.
“Secondo me, sono fatti
l’uno per l’altra.” sentenzia il suo ragazzo, subito appoggiato da Fuka:
“Già, litigano tanto, ma in fondo si vogliono davvero bene. Forse anche più che
come due amici …”
“Il
problema è: quando se ne accorgeranno?!” dice Gomi. Camminano ancora per un po’
in silenzio, poi il volto di Hisae si illumina all’improvviso.
“Ci sono!” esclama
entusiasta, e tutti si voltano verso di lei con espressione interrogativa,
tranne Sana e
Akito che si stanno ancora stuzzicando a vicenda qualche metro più avanti.
“Sentite” propone “Perché non cerchiamo di farli mettere insieme?”
“Mmmh … perché no?” dice Fuka “Se ci riuscissimo non dovremmo più
sopportare i loro litigi!”
“Già. E se invece fallissimo … be’, non abbiamo
nulla da perdere! Io ci sto!” acconsente Gomi.
Aya e Tsuyoshi si
guardano per un secondo, poi annuiscono anche loro.
“Bene! Che la sfida abbia inizio! Sana, Hayama … preparatevi!” esulta Hisae.
Ed ecco concluso il primo capitolo! Riusciranno
i cinque amici a far dichiarare i propri sentimenti a Sana e Akito?! Boh … vedremo! X ora, se
volete, recensite, così saprò se volete che continui la storia! Vvtttb Daisy
^_^
Ciao a tutti! Prima di iniziare, ecco una legenda per
chi non conoscesse i nomi giapponesi (sorry, MandyJJ, hai ragione!!J):
Akito = Heric
Aya = Alicya
Tsuyoshi = Terence
Fuka = Funny
Gomi = George
Hisae = Margharet
Capitolo 2.
Il museo di antichità è
il luogo più noioso che abbiano mai visitato i ragazzi. Si aggirano tra le
bacheche come zombie, con lo sguardo perso dietro alle fantasticherie rivolte
all’imminente serata senza i professori, non prestando minimamente attenzione a
questi ultimi e alla guida, che sarebbe più soddisfatta parlando ad uno dei
reperti, ma che imperterrita continua a narrare le vicende legate a quei pezzi
d’antiquariato esposti.
“Ragazzi che noia!”
esclama Akito senza paura di farsi sentire dai professori, sbadigliando
vistosamente.
Sana ha subito in mano il
martelletto rosso e lo picchia sulla testa del giovane.
“Stai attento!” lo
ammonisce. “Devi imparare a seguire le lezioni!”
Akito si lamenta,
massaggiandosi la tempia colpita: “Ma se non stai ascoltando nemmeno tu!”
Sana
rimane per un attimo incapace di ribattere, e Akito sfodera un ghigno di
soddisfazione, irritandola.
“Almeno io faccio
finta! Non come te, che sbadigli in faccia ai professori!”
Akito incassa il colpo,
mentre alle loro spalle Hisae, Fuka, Aya, Tsuyoshi e Gomi si guardano
sconsolati.
“Così non va …”
bisbiglia Fuka, osservandoli litigare per l‘ennesima volta.
“Non la smettono mai!”
“Eh sì … sono proprio
un caso disperato!” sospira Tsuyoshi scuotendo la testa.
“Di cosa state parlando?”
chiedono all’unisono Sana
e Akito voltandosi contemporaneamente verso i loro amici.
“Niente, niente …”
La visita prosegue,
occupando gran parte del
pomeriggio. Quando tornano all’albergo, è ormai già il tramonto. Salgono ognuno
nella propria camera a riposarsi, prima di godersi le ore di libertà che i
professori hanno promesso. Sanapropone alle sue amiche di andare in un
locale.
“Ho cercato su Internet
l’altro giorno e ho visto che ce n’é uno a un isolato da qui. Perché non ci
diamo un’occhiata?”
“Ok, tanto ci hanno
detto che possiamo fare quello che volgiamo fino a mezzanotte, comprese le
uscite nei pub!” acconsente Fuka. Così le ragazze iniziano a prepararsi. Quando
escono, raggiungono i ragazzi che le aspettavano all’ingresso dell’albergo.
Akito, sentendole
arrivare, si volta, pronto a lanciare una battutina sul loro ritardo, ma rimane
a bocca aperta alla vista di Sana: indossa una
corta minigonna nera e un giubbottino di jeans che copre una maglietta
aderente, ed ha un leggero trucco che rende il suo viso ancora più bello. La ragazza gli si
avvicina ancheggiando scherzosa sui tacchi a spillo.
“Allora, chi è che
boccheggia, stavolta?” gli dice con un sorriso posandogli una mano sul mento e
richiudendogli la bocca, prima di porsi alla testa del gruppo insieme alle sue amiche. Lui,
ancora incantato dalla sua bellezza, non riesce a ribattere, e si limita ad
arrossire prima di seguire gli altri.
Giungono in un pub non
molto grande, ma piuttosto carino. Si siedono tutti ad un tavolino ed ordinano
da bere, dopodichè le ragazze iniziano a chiacchierare, mentre i maschi si
lanciano in sfide del
genere “chi riesce a bere più alcolici in tutta la serata”. Il vincitore è
Akito, che con gli occhi lucidi, dopo i cinque bicchieri che si è scolato,
decide di andare in bagno a rinfrescarsi. Pochi secondi dopo, anche Sana si alza dal tavolo
diretta verso il bagno, con l’intenzione di aggiustarsi il trucco.
Allora i loro amici si
guardano per qualche istante.
“Pensate anche voi
quello che penso io?” chiede Hisae, con gli occhi che brillano di una strana
luce.
“Penso di sì, tu cosa
pensi?” dice Gomi.
“Io penso che è la
nostra occasione!”
“Già … chiudiamoli
dentro!” esclamano tutti insieme. Così si alzano e si dirigono tutti verso il
bagno. Cercando di non farsi vedere, si mettono dietro alla porta e guardano
dentro.
Sana è
davanti allo specchio con la matita per gli occhi in mano, mentre affianco a
lei c’è Akito, che si rinfresca il viso.
“Possibile che dovete
fare sempre questi giochi idioti, voi maschi?” sta commentando lei, mentre
cerca di disegnare una linea dritta con la matita al suo occhio sinistro. “Guardati,
sei ubriaco!”
Akito solleva il viso
dalle mani bagnate lanciandole un’occhiataccia.
“Primo: non sono
ubriaco!” esclama. “Secondo: meglio i nostri 'giochi
idioti' che i vostri infiniti e assurdi
pettegolezzi!”
Sana si
infuria: “Sembrate solo dei bambini piccoli!” lo insulta.
“E voi delle
gallinelle!” ribatte lui.
“Che cosa?!” Sana diventa paonazza
dalla rabbia e continua ad insultarlo, mentre lui fa lo stesso.
“Ora basta …” sussurra
Hisae. Dando un cenno d’intesa ai suoi amici, chiude delicatamente la porta e
cercando di fare meno rumore possibile fa scattare la serratura.
“Bene, ora non li
faremo uscire per un bel po’ …” e soddisfatti se ne tornano al tavolo.
Intanto, dentro il
bagno …
“Oca!” grida Akito.
“Serpe!” ribatte Sana.
“Sei solo una bambina
viziata!”
“Ora basta, mi hai
stancata! Io me ne torno di là!” e detto questo, la ragazza va verso la porta
del bagno e fa per aprirla, ma la maniglia non funziona.
“Allora? Non sei
nemmeno capace di aprire una porta?!” la deride lui. Sana
si volta scocciata.
“La vuoi piantare?! È
bloccata! Prova tu, se credi di essere tanto bravo!”
“D’accordo!” risponde
con aria strafottente il ragazzo, e si avvicina alla porta. Poi, senza troppa
gentilezza, spinge Sana
da una parte e prova a girare la maniglia. La porta non si apre. Prova un altro
paio di volte, ma senza esito.
“Allora, genio?”chiede Sana con aria divertita.
“Allora siamo bloccati
qui dentro.” sentenzia lui arrendendosi.
“Mando un messaggio a
Fuka, così dicono ai gestori del
locale di venirci ad aprire.” e dicendo così, la ragazza estrae dalla borsetta
il cellulare.
“No, non ci credo …”
dice guardando il display. Akito la guarda interrogativo.
“Non c’è campo!”
esclama incredula. Il ragazzo tira fuori il proprio telefonino, e si accorge
che Sana ha
ragione.
“Bene, vuol dire che
staremo chiusi qui dentro finché non si accorgeranno che non torniamo! Ed è
colpa tua!”
“Che cosa?! Mia?!” Sana
sgrana gli occhi.
“Chi è che è entrato
per ultimo?!” le dice lui.
“Mica l’ho bloccata io,
la porta, no?! Figurati se volevo stare chiusa qui dentro con te!”
“Lo stesso vale per me!”
“Bene!” esclama lei.
“Bene!” ribatte lui,
dopodichè si danno le spalle.
Tengono il broncio per
un po’, poi Sana non resiste più e decide di parlare.
“Senti, già che siamo
chiusi qui insieme, non mi sembra il caso di stuzzicarci, o non ne usciremo
vivi …” dice, sedendosi per terra vicino ai lavandini. Akito rimane ancora per
un attimo in silenzio, poi anche lui cede e si siede accanto a lei.
“Hai ragione” concorda,
poi un silenzio imbarazzato cade tra di loro.
Ad un certo punto
Akito, colto da un improvviso mal di testa dovuto all‘alcool che ha bevuto, si
porta una mano al viso, premendosela sulla fronte.
“Che hai?”
chiede Sana sporgendosi verso di lui un po’ preoccupata. Akito solleva lo
sguardo, incrociando il suo a pochi centimetri di distanza.
“Niente, un po’ di
mal di testa”
“Io te l’ho
detto che fate dei giochi idioti” commenta lei, ma gli sorride.
“Dai, vieni qua”
aggiunge facendogli cenno di poggiarsi sulle sue gambe. Akito la guarda per un
istante, poi si sdraia e posa la testa sulle sue gambe. Sana inizia ad
accarezzargli i capelli.
“Sai, mi ricorda qualcosa …” gli
dice dopo un po’, continuando a giocare con uno dei suoi ciuffi biondi ribelli.
Il ragazzo non dice nulla, ma chiude gli occhi e rivive quel momento di quasi
sei anni prima, quando Sana aveva finto di essere sua madre al gazebo del
parco. Insieme alla ragazza, ripensa al loro complicato, ma profondo rapporto,
a ciò che hanno passato insieme, al magico legame che li ha sempre uniti,
nonostante quelli che, dopotutto, erano solo falsi litigi, che nascondevano la
loro intesa.
“Perché sei sempre così gentile
con me?” le chiede improvvisamente. “Perché ti prendi sempre cura
di me? Ho un carattere insopportabile. Nessuno si è mai preoccupato di come mi
sento, di ciò che provo,
perché tu sì?” Dopo questo breve sfogo tace per un attimo, attendendo una risposta,
che arriva prontamente:
“Forse perché in te ho visto
solo un ragazzino che aveva bisogno di qualcuno su cui poter contare, qualcuno
con cui potersi confidare. Ho visto in te un ragazzo solo, smarrito, in cerca
di una guida, in cerca di un amico vero … e ho deciso di prendere quel
posto. Tu non hai un carattere insopportabile, semplicemente non sei in grado
di esprimere ciò che provi e hai bisogno di qualcuno che riesca a capirti in
ogni momento, ed è ciò che provo
a fare io, perché … non lo so, semplicemente sento che hai bisogno di qualcuno.”
Akito apre gli occhi e
si alza, fissando il suo sguardo profondo in quello di lei.
“E tu … non
hai bisogno di nessuno?”
Sana
ricambia lo sguardo.
“No … finché
ci sei tu …”
Finalmente è riuscita a
dirglielo. Le è venuto spontaneo, nonostante lo abbia tenuto dentro di sé fino
ad ora. Forse è stato il suo sguardo a catturarla e farle rivelare ciò che
prova.
Continuano a guardarsi
negli occhi, quelli innocenti di lei rapiti da quelli profondi e spavaldi di
lui. Sono vicinissimi, i loro visi quasi si sfiorano. Il ragazzo non può fare a
meno di ripensare a quanto lei sia bella. Sana, intanto, ripensa al fisico
perfetto di lui.
“Sei troppo vicina …”
mormora Akito. “Potrei …” le sue parole si perdono tra i loro respiri, che sembrano fondersi. Le
loro labbra, che quasi si sfiorano, fremono, nel desiderio di incontrarsi.
Akito non riesce più a trattenersi, attratto dal lucidalabbra fruttato di lei.
Sana decide di ascoltare ciò che le suggerisce il cuore e di lasciarsi
catturare dalla bocca dolce di lui. Insieme si avvicinano ancora di più,
eliminando quella già breve distanza che li separava, chiudendo gli occhi e
interrompendo quel legame di sguardi, per crearne uno di labbra. Si scambiano
quel bacio desiderato da entrambi, voluto da sempre, sognato ogni volta. Si
staccano per un istante, guardandosi di nuovo negli occhi.
“Ti avevo avvertita …” le
sussurra il ragazzo. Sana socchiude gli occhi.
“Lo so …”
Ancora non sazi, si
baciano di nuovo, più a lungo. Una mano del ragazzo si posa sul fianco di Sana,
mentre lei porta la sua al viso di lui.
All’improvviso,
però, un rumore li distrae. Entrambi si voltano di scatto verso la porta:
qualcuno si sta avvicinando.
“Devono essere i nostri amici!”
ipotizza Sana. Akito la guarda.
“Che cosa facciamo?” le
chiede, riferendosi a loro due. Sana ci pensa un attimo, poi gli risponde: “Io un’idea ce l’avrei …”
Uno sguardo, e i due si
capiscono immediatamente. Con un cenno d’intesa, si dividono e si
girano dandosi le spalle e assumendo un’aria imbronciata.
Appena in tempo, perché
proprio in quel momento la serratura scatta e la porta si apre.
“Ragazzi! Che fine avevate
fatto?” chiede Hisae con falsa aria innocente. Intanto, dietro di lei, gli
altri guardano con aria interrogativa i due amici che si danno le spalle. Che
non abbia funzionato? iniziano a chiedersi.
Akito si alza di scatto
e si avvia verso la porta.
“Finalmente!”
esclama. “Questa imbranata aveva bloccato la porta!” e fa un gesto stizzito verso
Sana, che si alza a sua volta e gli grida contro:
“Ancora?! Ma la vuoi finire?!
Ti ho detto che non è colpa mia se siamo rimasti chiusi dentro!”
“Certo, come no!”ribatte
lui, trattenendo a stento le risate. “Ora possiamo tornare all’albergo?”
Sana, trattenendosi
anche lei per miracolo, continua la commedia: “Ecco, è meglio, così mi
allontano da te! Non ti sopporto più!” ed esce in fretta dal bagno,
seguita dal ragazzo. I loro amici rimangono per un attimo davanti alla porta, a
bocca aperta.
“Non posso crederci …
ancora che litigano?!” esclama Aya incredula.
“Ragazzi, sono degli ossi duri!”
commenta Tsuyoshi. Con un sospiro, si avviano dietro ai due amici, che intanto
cercano di non guardarsi negli occhi, certi che se lo facessero scoppierebbero
a ridere rivelando lo scherzo che hanno voluto giocare agli altri nascondendo
ciò che è successo.
Sana e Akito si zittiscono immediatamente dopo l’urlo
isterico di Fuka. Sono seduti al tavolino di un bar: un’altra visita si è appena conclusa e gli
insegnanti hanno concesso ai ragazzi una pausa. I sette amici hanno deciso di ordinare qualcosa da bere e così hanno preso
posto in quel bar. Sana
e Akito, dopo due giorni, ancora non hanno svelato la
loro relazione agli amici, divertendosi a vederli impazzire per i loro finti
litigi.
“Ehm … Aya, guarda che
bel monumento! Vieni, andiamo a fare una foto!” dice Hisae d’un
tratto, lanciando un’occhiata d’intesa all’amica.
“Oh … Ah, sì, certo! Tsu, vieni con me, devi tenermi la borsa!”
“Vieni anche tu, Gomi! Torniamo subito”
aggiunge Fuka prendendo per un braccio il ragazzo e
avviandosi insieme agli altri verso il monumento, lasciando Sana e Akito al tavolino a guardarsi stupiti.
“Ragazzi, non so più cosa inventarmi!” esclama Hisae quando sono ormai
abbastanza lontani.
“Hai ragione.Quei due
sono peggio di cane e gatto!” concorda Fuka.
“Forse dovremmo rinunciare …” suggerisce a mezza voce Tsuyoshi.
“Magari abbiamo visto male, non ci sarà mai niente tra loro due.”
azzarda Gomi.L’unica perplessa sembra
Aya.
Intanto, al bar, Sana
e Akito sono rimasti soli.Il
ragazzo ne approfitta subito e si alza avvicinandosi a lei e baciandola con
passione.
“Non vedevo l’ora di farlo!” esclama dopo un po’.
“Anch’io …” dice lei
prima di perdersi di nuovo tra le sue labbra.
“Senti … perché non diciamo la verità agli altri? Non ne posso più di litigare con te!”
“Hai ragione, Aky. È divertente, però vorrei
poterti baciare e abbracciare ogni secondo …”
“Allora è deciso?Appena
tornano, diciamo loro che stiamo insieme.”
“Ok … anzi,
raggiungiamoli!”
Sana si alza e prendendo Akito per mano si avvia verso i
loro amici, che stanno ancora discutendo.
“ … è tutto inutile!” sta dicendo Gomi.
“Quei due mi faranno
impazzire, con i loro battibecchi!” Fuka è ancora isterica.
All’improvviso Aya scorge due figure avanzare verso di loro e le fissa
con aria stupita.
“Ehm … Fuka … ragazzi …”
dice, restando ancora a bocca aperta e indicando oltre le loro spalle. Tutti si
voltano e hanno la stessa reazione nel vedere Sana e Akito avanzare
verso di loro mano nella mano.
“Ehi, raga, richiudete le bocche!” esclama Akito ridendo, mentre la sua
ragazza sorride divertita.Gli altri
ancora non credono ai loro occhi.
“Oddio … si salvi chi può! È la
fine del mondo … Sana e Akito che si
tengono per mano!?” esclama Gomi.
“Chiamate il più vicino manicomio!! Si
vede che non si sentono bene!” dice Hisae. Aya, invece, sorride insieme a
Tsuyoshi: sapevano che erano fatti l’uno per l’altra.
“Veramente noi stiamo
bene!” dice Akito.
“Bene?! Ma se litigavate fino a un
minuto fa!” dice ancora Hisae.
“Be’, vi abbiamo fatto uno scherzetto!” rivela Sana. “In
realtà è da due giorni che stiamo insieme …”
Si scambiano un breve bacio.
“Due giorni?!” esplode Fuka.“E per due giorni avete continuato a litigare per finta?! Ma
vi rendete conto che stavate per farmi venire un
esaurimento?!!!”
Tutti scoppiano a ridere, tranne la povera Fuka, che imbronciata
incrocia le braccia sul petto e li guarda storto.
“Be’, allora almeno
abbiamo vinto la sfida!” conclude Hisae, e almeno quello sembra rincuorare la
loro amica.
Quella sera, il tempo piovigginoso non permette ai ragazzi di uscire, così
si preparano a trascorrere una lunga e noiosa serata in camera. Gomi e Tsuyoshi
si siedono sui loro letti con un mazzo di carte in
mano.
“Ehi, Hayama, che ne dici di una partita a carte?” gli chiedono, ma
Akito nega con la testa.
“Ho già in mente altri
programmi, per stasera.” dice, e in quel momento si sente bussare alla porta.
Lui dà il consenso di entrare, e la porta si apre
mostrando la figura di Sana.
“A-ah … ecco quali sono
i tuoi programmi …” dice Gomi malizioso, facendo arrossire leggermente la
ragazza.
“Già, quindi, se non vi dispiace, ora potete andarvene!” sentenzia
Akito.
“C-come??!” fa Tsuyoshi, ma non fa in tempo a ribattere che Akito lo
spinge verso la porta.
“Hai capito bene!” gli dice.“Questa sera la camera è nostra.Fuori!” e
fa uscire i due compagni di stanza nel corridoio.
“Ma, Hayama, non puoi
sbatterci fuori così …” cerca di dire Tsuyoshi, ma ormai la porta si è già
chiusa alle sue spalle. Lui e Gomi si guardano sconsolati, poi con un sospiro rassegnato si avviano lungo il corridoio.
“Non ci resta che
chiedere ospitalità alle ragazze …”
Intanto Sana si è seduta sul letto di Akito sorridendo.
“Sei proprio cattivo, Hayama …” gli dice in tono provocante.
“Lo pensi davvero, Kurata?” chiede lui, avvicinandosi al letto.
“Mmmh … potresti farmi cambiare idea?”
“Vediamo che si può fare …” risponde, e la bacia dolcemente, coricandola
sul letto sotto di sé.Sana
risponde al bacio, prima lentamente, poi con più passione, facendo correre le mani sui bottoni della camicia del ragazzo, sfilandoli dalle asole,
lasciando nudo il suo petto. Akito le sfila la maglietta, poi l’abbraccia,
continuando a baciarla, prima sulla bocca, poi sul
collo, scendendo lentamente, mentre lei si perde tra le sue braccia.
TOC
TOC
I due si interrompono immediatamente.
TOC
TOC TOC
Qualcuno continua a bussare alla porta. Akito
sbuffa, poi chiede scocciato:
“Chi è?”
Dall’altra parte,
risponde la voce che non avrebbero mai voluto sentire :
è uno dei professori.
“Akito?Posso
entrare? Devo parlare con Tsuyoshi …” la maniglia della
porta si abbassa.
Maledizione!pensa il ragazzo. Poco dopo il
professore compare sulla soglia: ha in mano dei fogli, probabilmente dei
compiti da affidare al rappresentante di classe.
“Sasaki, qui ci sono …” dice, ma si blocca subito.“Akito, dov’è Tsuyoshi?” chiede al ragazzo, che sta
di fronte a lui, da solo, con ancora la camicia sbottonata.
“Credo che sia andato … al … ehm … al bar dell’albergo con Gomi e alcune
delle ragazze! Sì, credo che sia là!”
risponde un po’ impacciato.
“Ah …” dice solo il professore. “Allora vado cercarlo …”
“No!” esclama il ragazzo. “Cioè, può dare a me quei
fogli, glieli consegno io appena lo vedo!” si affretta
ad aggiungere. Il professore lo fissa per un attimo,
scettico.
“Uh … ok. Allora li
lascio qui” e posa i fogli su un comodino, poi fa per
uscire dalla stanza.
“Hayama?” dice
voltandosi all’improvviso. “Come mai non sei con i tuoi
amici?” chiede sospettoso.“E perché hai la camicia
sbottonata, non fa caldo stasera.Cosa stavi facendo?”
Questa volta Akito ha la risposta
pronta.
“Non mi sento molto bene, quindi ho preferito rimanere in camera. Mi stavo cambiando per andare a letto, ho bisogno di riposare un po’.”
Incrocia le dita dietro
la schiena, sperando che il professore abbocchi. Per fortuna è così.
“Be’, allora rimettiti, domani ci aspetta una bella camminata.”
commenta, dopodichè esce e si chiude la porta alle spalle.Akito sospira, riprendendo fiato.
“Se n’è andato!” dice
ad alta voce al silenzio della camera. Poi sente un rumore e si volta verso la porta del bagno. Sana avanza verso di lui furtiva. Anche lei trae un sospiro di sollievo.
“Abbiamo rischiato grosso …” commenta.“Pensa se ci trovava a letto insieme!”
“Già.” dice lui, poi la
abbraccia. “Per fortuna in questi giorni ho imparato a
mentire bene su noi due! Comunque ora se n’è andato, che ne dici di …”
Lei non gli permette di
finire la frase, facendolo tacere con un bacio e
spingendolo di nuovo verso il letto.
La mattina dopo,
qualcuno sveglia i due ragazzi.
“Ehi, Hayama …
svegliati … dai, Akito!”
Il biondino apre gli occhi assonnati e cerca di
mettere a fuoco le figure che gli stanno di fronte. Tsuyoshi e Gomi hanno un’espressione tesa sul volto.
“Finalmente!” esultano. “Ehm … dovresti dire a
Sana di tornare
dalle ragazze … fra poco verranno ad avvisarci che è
ora di scendere …”
Akito, ancora
insonnolito, cerca di recepire il messaggio. Improvvisamente tutto gli è chiaro. Finalmente sveglio del tutto, volta la testa dall’altra
parte e vede il viso rilassato di Sana
dormire beato accanto a lui. Si sofferma per un attimo
a ripensare alla bellezza della ragazza, poi con un delicato bacio e qualche
carezza la sveglia dolcemente.
“Mmmh …” mugola lei, prima di aprire lentamente gli occhi. Dona un bellissimo sorriso al suo ragazzo, poi
la sua espressione cambia subito quando si accorge della presenza degli altri
due.
“Ma che diavolo ci fate qui?!” grida scandalizzata premendosi le coperte
attorno al corpo, imbarazzata.
“Ehm … nel caso non lo sapessi questa è la nostra stanza …” inizia Gomi.“E sono già le sette! Se non vuoi farti
beccare dal prof, è meglio se torni di là”
Sana sgrana gli occhi non appena sente che ore sono.
“Cavoli, già le sette?! Ma se ci siamo
addormentati solo poco fa … ehm … be’, ok, io vado …”
Poi resta per un attimo ferma, guardando Gomi e Tsuyoshi. Quando vede che
non accennano a muoversi, dice, scocciata:
“Allora?! Io devo vestirmi! Andatevene!”
“Non preoccuparti, ci
penso io.” dice Akito. Scende dal letto e spinge i suoi amici verso il bagno.
“State qui dentro e non
muovetevi! Se vi becco che sbirciate non so cosa vi
faccio …” intima minaccioso. I due si chiudono nel bagno con un
sospiro e Sana
si riveste velocemente. Poi, cercando di non fare rumore, apre la porta della camera e guarda nel corridoio: non c’è nessuno.
Rapidamente, esce e corre nella stanza delle sue amiche. Prima di entrare, si volta verso la numero 37: Akito
le sta sorridendo dall’uscio. Gli manda un bacio, poi
sparisce oltre la porta, chiudendosela delicatamente alle spalle.
“Sana!” esclamano le sue
amiche vedendola entrare.
“Allora, abbiamo fatto nottata, eh?” le chiedono. “Ma dicci … tu e Hayama …” fanno dei gesti piuttosto eloquenti che le
fanno capire subito dove vogliono arrivare.
“Alt!” dice lei. “No
comment! Siete peggio dei giornalisti. Be’, allora … 'non lascio dichiarazioni sulla
mia vita privata'!”
“Come?! Non racconti
nulla alle tue migliori amiche?!” esclamano indignate.
“Niente, mi dispiace! Posso solo dirvi che …
è stata una notte magnifica!” e lascia le sue amiche a bocca asciutta, con una
gran voglia di sapere qualcosa di più. Tutte quante iniziano a prepararsi all’uscita
di quella mattina, chiedendosi dove li porteranno i professori questa volta, dopo che hanno promesso
una 'bella sorpresa'.
Eccomi qua! Non è un granchè,
vero? Forse dovrei cestinarla … ho deciso di far nascere la relazione tra Sana e Akito già nel
secondo cap xkè volevo fargliela vivere negli altri, cm ho fatto in qst, ma nn
so se è stata una buona idea … be’, ditemelo voi!
Per i curiosi J: la mia gita in Toscana mi
vedrà far visita a Siena, Lucca, San Galgano, San Giminano e Volterra in soli
tre giorni! Intensa, eh?Purtroppo
non andrò a Firenze (patria di Gingi, o
sbaglio?)
Ciao a tutti! Spero mi venga presto un’ispirazione improvvisa
per migliorare la storia … vvtttb! JJJJJ
Sana arranca su un
sentiero in salita che conduce fuori dal paese, seguendo la fila di professori
e compagni. È ormai più di un’ora che percorrono quella strada, e la ragazza è
sfinita.
“E dai, pigrona! Non
siamo nemmeno a metà strada …” le dice Fuka, piena di energia, superandola.
“Che cosa?! Nemmeno metà?!
Basta, io non riesco a fare un passo di più!” si lamenta l’altra, e si ferma
improvvisamente per riprendere fiato. Akito le si avvicina.
“Dai, andiamo” le dice,
e la prende in braccio. Sana rimane stupita da quel gesto, e ammirata dalla
forza del ragazzo, che non solo non è ancora stanco nonostante la lunga
camminata in salita, ma ha anche le energie per portarla in braccio per un
altro tratto. Si aggrappa al suo collo, felice e innamorata, baciandolo
teneramente sulle labbra in un gesto di affetto e di ringraziamento.
“Basta che non ti ci
abitui” dice lui. Lei gli sorride, poi appoggia la testa sul suo petto, cullata
dal ritmo possente e costante del suo cuore.
Aya li guarda con occhi
sognanti, poi scocca un’occhiata torva a Tsuyoshi, che qualche metro più
indietro arranca sul sentiero con il fiatone. Si ferma ad aspettarlo,
incrociando le braccia sul petto e iniziando a tamburellare il suolo con un
piede, senza smettere di guardarlo seccata.
“Be’, che c’è?” le
chiede il ragazzo con il poco fiato che gli è rimasto quando finalmente la
raggiunge.
“Niente, figuriamoci!
Muoviti!” gli dice solo, sapendo che il suo ragazzo non la porterebbe mai in
braccio, nemmeno se fossero in discesa. Tsuyoshi la guarda interdetto, poi
scuote la testa e riprende a camminare lentamente.
“Dai, mettimi giù.
Ormai mi sono riposata, posso continuare a piedi!” dice Sana dopo un quarto d’ora
al suo ragazzo, ma lui continua a tenerla in braccio.
“E perché? Preferisco
averti tra le mie braccia. Un po’ come questa notte, quando …”
Sana lo colpisce
violentemente con il martelletto, arrossendo.
“Stai zitto, scemo!”
esclama, vedendo che molte delle loro compagne si sono voltate orientando i
padiglioni auricolari verso di loro, pronte a captare qualche dettaglio
piccante.
“Ma se l’hai detto pure
tu che era bellissimo! Credevo ti fosse piaciuto quando …”
Sana inizia a
picchiarlo sul petto e sul collo, cercando di farlo tacere. Continua ad
agitarsi finché Akito non la lascia scendere, poi inizia a rincorrerlo con il
martelletto in mano, mentre lui, ridendo, fugge alla sua ira.
In pochi secondi hanno
superato tutti i loro compagni.
“Vieni qui! Se ti pendo
ti distruggo, Hayama!” urla lei.
“Ma non eri stanca?! E
tanto sono più veloce di te!” le risponde lui. Ha ragione. Nessuno riesce a
batterlo, nella corsa. I muscoli delle sue gambe, sviluppati quanto quelli
delle braccia, lo spingono alla velocità del vento lungo il sentiero, mentre
Sana cerca di stargli dietro.
“Aspettami! Non vale,
Hayama! Non …” Sana si zittisce di colpo, andando a sbattere contro Akito che
si era fermato di colpo, facendo finire entrambi per terra in un groviglio di
braccia e gambe.
“Possibile che sei
sempre la solita? Guarda dove vai!” esclama lui scocciato.
“Sei tu che ti sei
fermato di colpo, che diavolo t’è preso?” ribatte Sana. Akito indica davanti a
loro e la ragazza alza lo sguardo. Ciò che vede la lascia a bocca aperta.
“Uao …!”
Di fronte ai due si estende
un panorama bellissimo: da una parte una parete rocciosa si getta a strapiombo
nel mare, che si agita maestoso decine di metri più in giù. Dall’altra si
snodano alcune colline coperte da una ricca vegetazione. In una piccola valle,
non molto lontana, si scorge un piccolo, ma grazioso villaggio.
“Ma è un posto
bellissimo!” esclama Sana, meravigliata da quel paradiso naturale
incontaminato.
“Sarà … ma sarebbe
questa la sorpresa che dicevano i professori?!” chiede Akito, evidentemente non
soddisfatto.
“In parte, Hayama.” Uno
degli insegnanti li ha raggiunti in quell’istante. Akito si volta a guardarlo
interrogativo.
“Però! Avete fatto in
fretta ad arrivare, eh?” chiede loro il professore, fermandosi per riprendere
fiato mentre gli altri cercano di raggiungerlo. “Comunque sì, era qui che
volevamo portarvi.” continua.
“Ma cos’ha di così
speciale, questo posto?” chiede Akito, ancora scettico.
“È un luogo
leggendario.” spiega l’insegnante. Sana si fa più attenta. Quando anche gli
altri sono arrivati sull’altopiano, il professore inizia a raccontare:(mi sono
totalmente inventata tutto, anke la descrizione del posto …^_^ NdDaisy)
“Si narra che in quel villaggio laggiù vivesse, secoli fa, una bellissima
ragazza. Da piccola si era innamorata di un giovane, che però sembrava non
corrispondere il suo amore. Un giorno, quando la ragazza aveva ormai la vostra
età, dopo anni che non vedeva più il suo amato, le sembrò di scorgerlo in cima
allo strapiombo. Decisa a confessargli i suoi sentimenti, la giovane iniziò a correre
verso la figura che aveva visto, ma purtroppo, questa si rivelò essere solo un’immagine
creata dagli dei del tempo che l’avevano ingannata, e la ragazza, disperata, si
gettò nel mare. Soltanto il giorno dopo, il giovane da lei amato fece ritorno
al villaggio, in cerca della ragazza, poiché si era accorto di provare qualcosa
per lei. Quando apprese la notizia della sua morte, decise di seguirla in quel
gesto folle, e la raggiunse tra le onde del mare, per vivere il loro amore
insieme. Da allora, questo viene chiamato 'Strapiombo
degli Innamorati'.” conclude l’insegnante, e ammira
soddisfatto le ragazze che lo guardano incantate dalla storia.
“Bah, erano solo due
idioti!” commenta Akito sbuffando, e riceve una martellata piuttosto violenta
da Sana:
“Invece erano due
ragazzi come noi! Lei doveva amarlo davvero tanto, se aveva deciso di porre
fine alla sua vita solo perché lui non sembrava ricambiare i suoi sentimenti …”
“Sì, certo …” dice
Akito a bassa voce, in tono ironico. “Comunque lei ci ha portato fin qui solo
per raccontarci questa favoletta?!” chiede stupito al professore.
“No, Hayama, stai
tranquillo …” risponde lui. “La vera sorpresa è che … potete fare quello che
volete fino a stasera!”
Tutti esultano felici.
“Avete tutto il giorno
libero: niente visite forzate, per oggi! Potete dare un’occhiata al villaggio,
dove andremo noi insegnanti, o restare qui tra le colline. Solo, non
allontanatevi oltre questo punto. Per il pranzo c’è una trattoria al villaggio.
Ci ritroviamo qui al tramonto, va bene?”
I ragazzi annuiscono
contenti, poi tutti si disperdono in direzioni diverse. Sana e Akito rimangono
fermi insieme a Fuka, Hisae e Gomi ad aspettare che l’altra coppietta li raggiunga.
Finalmente, dopo alcuni minuti, Aya e Tsuyoshi compaiono sul sentiero. La
ragazza sembra avere un’aria imbronciata, mentre quella del suo ragazzo è
chiaramente stravolta.
“Ce l’avete fatta, alla
fine!” esclama Fuka quando si sono avvicinati.
“Non dirlo a me!” dice
Aya scocciata. “E questo qui che ha la velocità di un bradipo!” e indica il suo
ragazzo. Tsuyoshi, senza fiato, si lascia cadere a terra, sfinito. Tutti si
fanno una risata, tranne il povero ragazzo che non ne ha più le forze e la sua
fidanzata, che è ancora arrabbiata.
“Allora, che facciamo?”
chiede Hisae.
“Io non mi muovo da qui
per almeno un’ora!” dice deciso Tsuyoshi, e si sdraia nell’erba. Aya,
rassegnata, si siede accanto a lui. Lo guarda per un po’ ancora indispettita,
poi però il ragazzo la bacia e i due rimangono a terra abbracciati a scambiarsi
smancerie amorose.
“Ok … li abbiamo persi …”
commenta Fuka, osservando disgustata i due piccioncini. “Be’, io darei un’occhiata
al villaggio! Chi viene con me?”
Subito Hisae dà il suo
consenso, e con lei anche Gomi.
“E voi?” chiedono poi
rivolti a Sana e Akito. I due guardano prima i due ragazzi stesi a terra
avvinghiati tra loro, poi si guardano, poi tornano a guardare i due a terra …
“Ehm, noi …” inizia
Sana. Akito, più spavaldo, dice: “Noi stiamo qui ad abbracciarci e baciarci
meglio di come fanno loro due!”
Sana arrossisce.
“E quasi quasi, io mi
farei anche un pisolino nel prato … sapete, questa notte non abbiamo dormito un
granché …” continua, ma il martelletto di Sana lo interrompe prontamente.
“La vuoi smettere?! Già
che ci sei, fa che rivelare a tutti che stanotte l’abbiamo fatto!!! …” la
ragazza si zittisce, mentre il silenzio cala nel gruppetto. Perfino i due
piccioncini hanno smesso di baciarsi. Dopo qualche secondo, durante i quali Sana
si accorge finalmente di aver parlato troppo, gli altri esplodono:
“CHE COSA?!”
“L’avete fatto?!”
“E tu non ci hai detto niente?!”
“Già!! A noi, le tue migliori amiche!!!”
“Anche tu, Hayama,
potevi raccontarci qualcosa!”
“Be’, meglio tardi che
mai … allora, com’è stato?”
“Sì, dai, raccontate!”
“BASTAAAAAAAA!!!!!!!!!!!”
l’urlo di Sana, rossissima in viso, zittisce tutti all’istante. Guarda Akito,
che ha un’aria divertita.
“TU …” gli punta contro
un indice accusatore.
“IO?!” le fa il verso
lui. “Ma che ho fatto?! Guarda che sei tu che l’hai detto, non io!”
“Sì, ma è colpa tua! Se
avessi tenuto la bocca chiusa fin da subito …”
“Ma che ho detto di
male?! Ho solo fatto osservare che ho sonno e vorrei riposarmi!”
“Certo, come no … e io sono Jennifer Lopez!” esclama Sana con gli occhi al
cielo.
“Be’, il sedere ce l’hai
più bello tu …” osserva il ragazzo. Sana esplode. Gli salta addosso con
violenza, facendolo cadere a terra, e iniziano una piccola lotta. In pochi
secondi, però, Akito ha la meglio, e riesce ad immobilizzarla sotto di sé.
“Allora, cosa hai
intenzione di fare ora?”
Sana lo guarda. Si
perde in quegli occhi profondi e vicinissimi ai suoi che le restituiscono uno
sguardo intenso.
“Pace …” sussurra prima
di baciarlo.
“Ok, ok … ho capito!
Abbiamo perso anche voi …” commenta Fuka. “Be’, allora noi andiamo” dice,
incamminandosi verso il villaggio con Hisae e Gomi, ma ormai le altre due
coppiette non la ascoltano più.
Eccomi di nuovo qua, reduce dalla gita J … ADORO LA TOSCANA
Eccomi di nuovo qua, reduce dalla gita J … ADORO LA TOSCANA!! È davvero stupenda! E tra l’altro, girando per San
Gimignano, e visitando la torre più importante del paese, mi è venuta
ispirazione per qst capitolo … ditemi che ne pensate!
Capitolo 5.
Sana e Akito continuano
a baciarsi. Una mano calda di lui si infila sotto la maglietta di Sana,
accarezzandole i fianchi, la schiena, la pancia, salendo lentamente, mentre i
baci sul collo si fanno sempre più dolci …
“Aspetta” sussurra
Sana. Akito si blocca, riaprendo gli occhi e guardandola intensamente.
“Non mi va, qui …”
spiega lei. Akito fa per protestare, ma Sana lo interrompe posandogli un indice
sulle labbra, poi accenna ad Aya e Tsuyoshi sdraiati pochi metri più in là, che
a differenza di lei non hanno problemi a scambiarsi smancerie in pubblico.
“Andiamo laggiù” dice,
e indica un punto molto più lontano, sul ciglio della scogliera.
“mmmh …” mugola Akito,
baciandola. “Ok …” e la bacia di nuovo. A malincuore si staccano e si rialzano,
poi prendendosi per mano si allontanano dai loro due amici verso quell’angolo
deserto dell’altopiano.
Il ragazzo si siede sul
bordo della scogliera, accogliendo Sana tra le sue gambe. Lei lascia volare lo
sguardo sulle onde del mare, verso l’orizzonte, lasciandosi accarezzare dalla
brezza e cullare dal rumore dei flutti, appoggiata al petto di Akito. Lui le
cinge la vita, appoggiando il mento sulla sua spalla, accanto alla sua guancia.
Sana chiude gli occhi, sentendo il respiro del ragazzo vicino al suo. Lui si
sdraia, attirandola su di sé, e si perdono in teneri baci e dolci carezze.
Mezzora dopo sono ancora abbracciati sul prato. Sana osserva l’altopiano,
soffermandosi sulla figura lontana del villaggio.
“Che ore sono?” chiede.
Akito non le risponde.
“Aky?”
Sana si volta verso di
lui e lo trova addormentato.
Com’è
bello … pensa, vedendo il viso rilassato di lui
illuminato dai raggi del sole e alcuni ciuffi dei suoi capelli biondi
accarezzati dal venticello fresco. Passa dolcemente una mano su una sua
guancia, sorridendo. Poi Akito apre lentamente gli occhi, cercando di abituarli
alla luce accecante del sole sopra di loro.
“Scusa, non volevo
svegliarti” gli dice. Lui le fa un sorriso.
“Tranquilla … che ore
sono?”
“Volevo chiederlo a te!”
Il ragazzo si
stiracchia, poi guarda l’orologio: la mezza.
“Andiamo a mangiare
qualcosa?” propone Sana, e lo stomaco di Akito acconsente prima che possa farlo
lui.
In pochi minuti si
alzano e si avviano verso il villaggio.
Una volta giunti alle
sue porte, varcano un antico arco di pietra e si addentrano tra le stradine
lastricate, in cerca della trattoria cui aveva accennato il professore quella
mattina.
D’un tratto, Sana
scorge cinque figure familiari davanti a loro.
“Hisae! Fuka! Aya!
Gomi! Tsuyoshi!” esclama correndo verso di loro e trascinandosi dietro Akito.
“Ragazzi, siete qui!”
rispondono loro salutandoli.
“Abbiamo una fame …
sapete dov’è la trattoria?” chiede Sana.
“Sì. Ci stavamo giusto andando! Allora pranziamo insieme!”
“Certo!” esulta Sana,
euforica, poi guarda Akito.
“Mm … fanno il sushi?”
chiede lui.
“Immagino di sì”risponde
Fuka.
“Allora ok! Andiamo?!”
Tutti scuotono la
testa, esasperati, poi si avviano insieme verso l’osteria. Si fanno servire ad
un tavolo all’aperto, poi iniziano a gustare ognuno il suo pranzo. Mentre Akito
degusta felice il suo sushi, Sana, tra un boccone e l’altro, dà un’occhiata in
giro, guardando il villaggio. Il suo sguardo si posa su un’alta torre che
domina il paese. Fuka se ne accorge e le spiega:
“Quella è la costruzione più antica e importante del borgo. In cima c’è una
campana, caduta a terra molto tempo fa dopo essere stata colpita da un fulmine,
e si dice che il giorno in cui la ragazza di cui racconta la leggenda, alla
quale ci ha accennato il professore, morì gettandosi dalla scogliera, quella
campana suonò misteriosamente senza che nessuno l’avesse toccata.”
“Già” conferma Aya. “Io
e Tsu ci siamo saliti e il mio cioccolatino mi ha scritto una dedica su quella
campana! Sai, è piena di frasi d’amore …” racconta con occhi sognanti.
Sana continua a
guardare la torre.
“Mi piacerebbe salirci …”
dice, poi si gira verso Akito. Il ragazzo, che ha appena finito la sua porzione
di sushi e che occhieggia quella di Tsuyoshi, sente il suo sguardo e alza gli
occhi, incrociando quelli speranzosi di lei.
“Non starai dicendo sul
serio, vero?!” esclama preoccupato.
“Dai, andiamoci!” lo
prega Sana.
“Piccola, sai benissimo
che odio l’altezza! Soffro maledettamente di vertigini, non ce la farei mai a
salire fin lassù!!”
La ragazza lo guarda
con occhi supplicanti.
“Ti prego, fallo per
me! Puoi farcela, ne sono sicura!”
“Io per niente …” commenta lui, ma Sana continua a guardarlo con aria di
supplica, e dopo qualche istante lui cede, sospirando.
“E va bene, ma se
svengo dovrai portarmi giù in braccio!”
La ragazza sorride, poi
lo bacia ringraziandolo prima di finire di mangiare.
Pochi minuti dopo
stanno camminando verso il centro del villaggio, diretti verso la torre. Un
volta arrivati di fronte ad essa, Akito alza lo sguardo cercandone la cima, e
quasi sviene trovandola solo molti, molti metri più in alto.
“Ehm … sei sicura che
vuoi salirci? …” chiede, timoroso della risposta. Sana gli prende una mano e la
stringe nella sua.
“Dai, ce la farai. Non
devi avere paura, ci sono io.”
Akito deglutì.
“Va bene, se ti
spaventa così tanto non saliamo. Non importa … vieni, torniamo con gli altri.”
Sana, un po’ delusa, fa
per voltarsi, ma inaspettatamente il ragazzo la ferma.
“No … dai, andiamo. Ti
porto su questa dannata torre. So che se ci sei tu posso riuscirci!” dice
improvvisamente più risoluto. Sana lo scruta incredula, poi insieme entrano
nella torre. Iniziano a salire i gradini, sempre tenendosi per mano, quella di
Akito che stringe con forza quella della ragazza. Quando si trovano a circa due
terzi della scalinata, Akito guarda inavvertitamente da una piccola feritoia e
un forte capogiro si impossessa di lui, mentre il suolo, che si trova decine di
metri più in giù, inizia a girare irrealmente. Con il viso pallido, il ragazzo
si appoggia al muro, chiudendo gli occhi per frenare il senso di vertigine.
“Aky?!” esclama Sana
preoccupata e stringendogli la mano. Lui riapre lentamente gli occhi.
“Tranquilla … non è
niente … Andiamo!”
“Sei sicuro?”
“Sì!” negli occhi del ragazzo c’è una luce di determinazione che non ammette
repliche, così ricominciano a salire. Dopo pochi minuti giungono all’ultima,
stretta, scaletta. Sana sale per prima, spuntando sulla cima della torre. Un
vento fresco l’accoglie, scompigliandole i capelli. Si avvicina al muretto,
osservando il magnifico paesaggio che si scorge da quell’altezza. Di fronte a
lei il mare si estende fino all’orizzonte, brillando sotto i raggi del sole di
metà giornata, infrangendo alte onde contro lo Strapiombo degli Innamorati.
Alle sue spalle i prati corrono lungo tutto l’altopiano, con qualche boschetto.
In lontananza, molto più in basso, si può scorgere il porto di Nagasaki, dove
torneranno quella sera, e proprio sotto di lei i tetti delle piccole, antiche
casette del villaggio.
Akito, che una volta
salito sulla cima della torre si è tenuto in disparte nel centro, vicino alla
scaletta, deglutendo prende coraggio e si avvicina a Sana. Lentamente si mette
al suo fianco, poggiando le mani sul muretto, e guarda anche lui il paesaggio.
Sana, sorridendo, lo abbraccia.
“Grazie” gli dice,
dandogli un bacio sulla guancia. Akito ricambia la stretta, trovandovi il
coraggio per restare sulla torre. Restano per un po’ così a guardare l’orizzonte,
poi Sana si volta cercando con lo sguardo la campana di cui avevano parlato i
loro amici. La trova, e vi si avvicina. Accanto ad essa, c’è un cartello.
“Qui è scritta la
leggenda che ci ha raccontato Fuka. Dice anche che siamo a cinquantaquattro
metri d’altezza …”
“Non mi aiuti!!”
esclama Akito impallidendo di nuovo. La ragazza, vedendo che per lui è stato già
abbastanza difficile salire fin lì, lo prende per mano e si avvia verso la
scaletta.
“Dai, torniamo giù.”
Ma Akito la ferma.
“Aspetta. Non siamo
venuti qui solo per farmi morire di vertigini, no? Vieni.”
La attira verso la
campana, piena di scritte di altri ragazzi, e estrae un pennarello dallo
zainetto che ha in spalla. Piegandosi sulla campana posata a terra, accanto
alla frase “Pasticcino mio, ti amo”, inconfondibile segno di Tsuyoshi,
scrive qualcosa, disegnandovi un cuore attorno trafitto dalla freccia di
Cupido. Poi lascia che Sana si avvicini per leggere:
Sana, my
love 4ever …
Akito
Sana, commossa, lo
bacia con passione, sorridendogli felice e innamorata, poi insieme scendono
dalla torre.
Una volta tornati dai
loro amici, iniziano a girare insieme a loro per il villaggio.
“Siete davvero saliti
fino in cima?!” chiede Fuka incredula, fissando a bocca aperta Akito.
“Certo!” esclama lui. “Per
la mia piccola questo e altro!”
“Ti amo, lo sai?” dice
Sana.
“Sì, è per questo che
sono salito con te sulla torre.” e la bacia.
Continuano a visitare
il paese, fermandosi ogni tanto a dare un’occhiata ai negozi. Ad un certo punto
Aya e Tsuyoshi decidono di staccarsi dal gruppo e di tornare nel prato fuori
dal villaggio. Hisae e Gomi fanno lo stesso poco dopo, così rimangono solo
Akito, Sana e Fuka. Le due ragazze, attratte dai negozietti, decidono di
entrare a fare un po’ di spese.
“Guarda che belle cose!”
esclamano quasi all’unisono, e si fiondano all’interno del negozio preso di
mira. Akito, intento a sfuggire all’inevitabilmente annoiante shopping, decide
di rimanere ad aspettarle fuori. Le ragazze fanno spallucce, abbandonandolo
nella via.
“Aky, tu hai dietro il
portafoglio, vero?” gli chiede solo Sana.
“Ehm …” dice lui
titubante “s-sì … perché?!”
“Bene, dammelo! non si
sa mai …” gli ordina lei. Akito, rassegnato, sospira e le porge il portafoglio,
sicuro che gli verrà restituito solo con molti yen in meno, prima di vederla
sparire tra i souvenir insieme a Fuka.
Dopo una mezz’oretta
che aspetta fuori dal negozio, decide di andare nel bar di fronte a prendersi
qualcosa da bere con i soldi che si è tenuto in tasca. Non appena si volta, però,
urta qualcuno e finiscono a terra insieme. Si ritrova con la schiena a terra, e
sopra di lui c’è una ragazza bionda. Un paio di occhi azzurri lo fissano
imbarazzati.
“Ehm … scusami!” dice
la ragazza rialzandosi e lasciando Akito libero di fare lo stesso.
“Non ti avevo visto”
dice ancora.
“Neanch’io, non
preoccuparti” la rassicura lui.
“Ehm … sei nuovo di
qui?” dice allora lei per rompere il ghiaccio.
“Sì, sono in gita con
la mia classe. Sono di Tokyo.”
“Ah. Be’, piacere:
Marika!” e la ragazza gli tende una mano. Akito la stringe, dicendo il proprio
nome. Poi si salutano, ancora un po’ imbarazzati. Mentre la guarda
allontanarsi, Akito non può fare a meno di notare la bellezza della ragazza, ma
i suoi pensieri sono interrotti dal ritorno di Sana e Fuka.
“Eccoci!” esclama Sana,
prima di baciarlo. “Abbiamo fatto presto, no?”
“Ehm … sì …” risponde
lui distogliendo lo sguardo da Marika, che ormai è al fondo della via, poi
circonda la vita della sua ragazza e tornano insieme al prato fuori dal
villaggio.
Ciao, raga! Ho postato di nuovo i capitoli 4 e 5 perché
ho saputo ke c’era un errore e ke nn si riusciva a visualizzarli. Spero ke ora
nn ci siano più problemi.E adesso, ecco
il sesto. Buona lettura e ricordate … vvtttttttttttttttttttttttttb.
Ps. X gingi: t servono ancora i cappy o riesci a
leggerli sul sito? X me è lo stesso!
Capitolo 6.
Al tramonto, tutta la
classe si riunisce all’inizio del
sentiero pronta per tornare all’albergo. Sulla strada del ritorno, Sana mostra
entusiasta ad Akito tutti i suoi acquisti.
“Guarda: qui c’è una
mini riproduzione fedelissima del villaggio, poi questo è un braccialettino
troppo carino, non ho resistito a comprarlo! E qui ci sono le cartoline …”dice
tirando fuori dalla busta un plico di una decina di cartoncini. “Questo è il
porto … qui si intravede il nostro albergo! Poi ovviamente ce n’è una del
villaggio, e una dello Strapiombo degli Innamorati, e …”
Akito non ne può più.
“Allora, quando la
finisci?! Ho capito! Ti sei comprata mezzo negozio!”
Sana gli fa la
linguaccia.
“Sempre il solito! …
maschio! E meno male che ti ho lasciato fuori!” poi si ferma un attimo a
pensare.
“A proposito … come mai
non mi hai fatto una scenata quando sono tornata? Di solito ti lamenti sempre
che perdo troppo tempo!”
“…”
Akito rimane per un
attimo in silenzio.
“N-niente … è che ero
andato nel bar di fronte a bere e non mi sono accorto che era già passato tutto
quel tempo …” mente, imbarazzato.
“Ah …” commenta Sana,
non del tutto convinta, ma poi si concentra subito sugli acquisti di Fuka che
si è avvicinata per mostrarglieli e se ne dimentica. Akito trae un sospiro.
Ma
perché non le ho detto di Marika?! Mah … e poi non so nemmeno chi sia! Lasciamo
perdere, è stato meglio così. pensa, e rimuovendo dalla sua
mente la nuova ragazza si concentra sulla sua, che dopo aver passato in
rassegna le compere dell’amica lo ha abbracciato, proseguendo stretta a lui il
tragitto verso l’albergo.
Un’ora dopo i ragazzi
cenano al ristorante dell’hotel, poi salgono in camera a prepararsi per uscire.
Sana apre il guardaroba
e chiede consiglio alle sue amiche:
“Ragazze, secondo voi cosa è meglio … mini di jeans con i tacchi o jeans e
scarpe da ginnastica? E sopra preferite questa maglietta o quella nera
sbracciata?” e continua a tirare fuori ogni genere di indumento dall’armadio
ammonticchiandoli sul letto. Le amiche guadano la pila di vestiti e sentono un
capogiro:
“Ehm … BOH?! Sei tu che devi scegliere, mica noi!” optano per restarne fuori:
decisamente la scelta sarebbe stata ardua, con tutta quella roba!
Sana sbuffa un “belle
amiche …” e passa in rassegna tutti i suoi abiti. Alla fine decide e si chiude
in bagno per prepararsi. Ne esce solo più di un’ora dopo (il che è già da
considerarsi un record per lei …), tra le lamentele delle sue amiche, che però
si zittiscono all’improvviso nel vederla comparire sulla porta. E lo stesso fa
Akito, che chiedendosi che fine avesse fatto era andato nella sua camera per
vedere a che punto fosse, ed è rimasto a bocca aperta alla sua comparsa. Sana
alla fine ha scelto di indossare una maglietta a maniche corte piuttosto
attillata, bianca e con il disegno di un cuore sul seno con la scritta Love
me, un paio di stretti jeans scuri con un’elegante cintura e ai piedi delle
decoltè con un sottile tacchetto. La sua bellezza è infine risaltata dal
trucco. Tutto è molto semplice, ma il fascino della ragazza è naturale, e Akito
sembra risvegliarsi da una trance quando Sana gli dice che è pronta per uscire.
Le amiche la precedono, raggiungendo gli altri ragazzi che sono arrivati in
quel momento davanti alla porta della camera, e Sana esce dopo di loro.
“Dobbiamo proprio
andare?” chiede Akito prendendola per un polso e tirandola dolcemente verso di
sé prima che lei possa uscire.
“Se ne vanno tutti … le
stanze sono vuote … nessuno a disturbarci … potremmo …” inizia a baciarla sul
collo, ma lei si scansa con un sorriso.
“E dai! Smettila!
Facciamo così: ora usciamo e andiamo al pub a divertirci con i nostri amici,
poi ci inventiamo una scusa e torniamo all’albergo prima di loro, andiamo nella
tua stanza e, magari, …” conclude con un lungo e appassionato bacio sulle
labbra del ragazzo.
“Mmmm … se proprio
insisti …” dice lui, lasciandole il polso e uscendo dalla camera insieme a lei.
Raggiungono i loro amici e si avviano al locale.
Una volta qui, si
siedono tutti allo stesso tavolo e aspettano di ordinare. Mentre scelgono le
bevande, sentono una voce chiamare il nome di Akito. Il ragazzo si guarda
attorno per capire da dove provenga e vede qualche metro più in là una ragazza
bionda che avanza verso di lui.
“Ciao! Non pensavo di
rivederti” dice Marika quando lo ha raggiunto al tavolo. Akito sta per
ribattere, ma Sana lo precede:
“Chi è questa ragazza, Aky?”
Lui si volta verso di
lei. Nella sua voce non c’era nota di gelosia, ma solo di curiosità e voglia di
fare nuove amicizie. Si sente inspiegabilmente sollevato.
“Ehm …” risponde un po’
imbarazzato. “Questa è Marika. Ci siamo incontrati oggi pomeriggio mentre vi
aspettavo fuori dal negozio …”
“Più che altro è stato
uno scontro …!” commenta la nova ragazza, poi stringe la mano a Sana, che gliel’ha
tesa presentandosi. In breve ha fatto conoscenza con tutto il tavolo, e Sana le
dice:
“Perché non ti siedi con noi? Possiamo conoscerci meglio”
La ragazza accetta, e
Sana inizia subito a fare conversazione:
”Allora, com’è che vi siete conosciuti tu e Akito?”
Marika racconta in
breve lo scontro che hanno avuto i due poche ore prima, poi, con espressione
dubbiosa, chiede:
“Ma tu … tu sei Sana … quella Sana?! Voglio dire Sana Kurata? La star
della tv?!”
“Non esageriamo …!”
dice lei in imbarazzo. “Comunque sì, sono io.”
“Uao! Ragazzi, non ci
credo! Io … io che parlo con la grande Sana Kurata?!” esclama improvvisamente
emozionata.
“Ehm … potresti
abbassare la voce?” le chiede Sana “Sai, non vorrei che i giornalisti …”
“Oh, certo! Scusami!”
dice lei, poi inizia a parlare con la ragazza, chiedendole ogni genere di cosa,
soprattutto conferme o smentite su vari pettegolezzi letti su chissà quale
rivista.
Intanto arriva da bere.
Sana mette la cannuccia nel suo bacardi alla fragola e ne beve qualche sorso,
mentre Akito si scola in un solo colpo un bicchierino di gin.
“Ehi, Aky, vuoi
ubriacarti come la prima sera?!” gli dice Sana, osservandolo.
“Uffa! Ti ho già detto
che non ero ubriaco!” sbuffa lui. “Ti sembrava che lo fossi, quando eravamo in
bagno?” aggiunge malizioso.
“Be’, non saprei …
sinceramente un po’ sì!”
“Che cosa?! Senti, non
sei mia madre, quindi non dirmi quanto devo bere!” sbotta lui.
“Bene, però se poi
domani stai male io non ne voglio sapere, eh?” ribatte lei.
Marika osserva i due
che, in realtà, si stanno solo divertendo.
“Andate d’amore e d’accordo,
eh?” commenta.
“Oh, sì …” dicono
insieme. “Come cane e gatto!”
La serata trascorre
tranquilla, mentre i ragazzi continuano ad ordinare bicchieri di alcolici, di
sicuro per mettersi in mostra di fronte alle ragazze. Akito è già al terzo gin,
e i suoi occhi sono lucidi. Marika, intanto, che ha bevuto un caypiroscha (non
so cm si scrive esattamente, sorry ^_^ NdDaisy!), un po’ brilla continua a
scoccare occhiate al ragazzo, pensando che sia davvero carino.
“Fai sport?” gli chiede
ad un tratto. Akito la guarda. In genere non parla con nessuno degli affari
propri, ma l’alcool lo aiuta ad aprirsi e quindi le risponde:
“Sì, faccio karate da quasi sei anni.”
“Si vede, sei ben messo”
commenta lei. “Cintura nera, scommetto.”
“Sì, terzo dan”
Continuano per un po’ a
parlare del karate, poi d’un tratto si sente un cellulare squillare.
“Oh, è il mio!” esclama
Sana. Lo tira
fuori dalla borsetta, dà un’occhiata al display, poi si alza da tavola.
“Scusatemi, è Rei. Vado
a rispondere, torno subito.” dice, e si allontana,
Intanto gli altri
ragazzi continuano a chiacchierare al tavolo. Aya e Tsuyoshi si stanno
baciando, abbracciati su un angolo della panca poggiata al muro della stanza,
mentre Fuka, Hisae e Gomi parlano del più e del meno all’altro capo del tavolo. Marika e Akito stanno
continuando a chiacchierare, mentre un cameriere serve al ragazzo il quarto
bicchiere della serata. Lui lo beve in un sorso, poi torna a guardare la
ragazza da poco conosciuta. Non sa dirsi il perché, ma i suoi occhi azzurri lo
colpiscono, come se li vedesse per la prima volta
in tutta la loro bellezza.
“Sai, ti vedo un po’ ubriaco …” dice lei.
“Anche tu stai bene …”
“Mm … forse hai
ragione.”
“E comunque, non ho
ancora fatto nulla di stupido, quindi credo di essere ancora abbastanza lucido.”
dice Akito. Eppure non è convinto delle sue ultime parole: si sente la testa
piuttosto pesante.
“Però io continuo a
dire che sei ubriaco!” continua lei.
“Allora dovrei fare
qualcosa di stupido …” mormora lui.
“Tipo …?” chiede
Marika, e quasi senza accorgersene si avvicina di più a lui.
“Non so … per esempio …”
anche lui si avvicina di più al viso della ragazza, catturato dal colore dei
suoi occhi. Marika ha appena il tempo di ripensare che sia davvero un bel
ragazzo, che le loro labbra si sfiorano appena. Forse sarebbe diventato
qualcosa di più, se il tonfo sordo di qualcosa che cadeva a terra non li avesse
interrotti … in piedi, di fronte ai due, c’era Sana, un’espressione incredula e
ferita sul viso e il cellulare sfuggitole di mano ai suoi piedi …
È il
grido incredulo di Fuka a riscuotere il ragazzo, che immediatamente si accorge
di ciò che ha fatto. Sposta lo sguardo su quello di Sana, che a qualche metro
da lui sta cercando di convincersi che ciò che vede non è vero.Vi trova stupore, incredulità, dolore, frustrazione, ma
soprattutto rabbia. Un’ira che la ragazza gli riversa addosso silenziosamente,
solo con gli occhi, che lentamente si offuscano di lacrime, prima di chiudersi
e di interrompere il contatto con quelli di lui, lucidi per l’alcool e
consapevoli della sua colpa, dispiaciuti e imploranti perdono. Sana, senza una parola, lasciando sfuggire
dalle labbra solo un singhiozzo, esce di corsa dal
locale. Akito si affretta a seguirla, lasciando Marika
stupita.
“Be’??Che diavolo succede?” chiede
la ragazza bionda agli altri rimasti al tavolo.
“Come, non lo sai?!”
chiede Hisae incredula.
“Che cosa??”
“Sana e
Akito stanno insieme!Tu hai
appena baciato il suo ragazzo!” esclama Fuka arrabbiata.Marika ammutolisce.
“N-non lo sapevo …” mormora.
“Be’, ora lo sai!”
continua Fuka, sempre in tono adirato. “Quindi gira al largo,
bella!Lasciali in pace!” e si alza dal tavolo
prendendo la sua roba e uscendo in cerca dei suoi amici. Gli altri fanno
lo stesso, lasciando la bionda da sola al tavolo del locale. Quando
tutti se ne sono andati, sulle sue labbra compare un
misterioso, leggero sorriso, mentre raccoglie da terra il cellulare di Sana che è passato
inosservato agli altri ragazzi …
“Sana! Sana aspetta!”Akito cerca invano di fermare la ragazza, che qualche metro
più avanti sta correndo lontano da lui. Per fortuna
lui è più veloce, e in poco tempo riesce a raggiungerla e a bloccarla.
“Stammi a sentire, Sana!”
“NO!” gli grida lei. “Marika, eh?! La bella bionda dagli occhi azzurri!! È per
questo che non ti sei lamentato del fatto che sono rimasta per più
di mezz’ora nel negozio, eh?! E non mi avevi detto di averla conosciuta! Perché?! Be’, ormai è ovvio … Stasera potevi rimanere nell’albergo
e invitarla in camera tua invece che uscire insieme a noi! Almeno mi avresti
risparmiato questa bella sorpresa! Ma ovviamente non ti
importava che lo scoprissi, no? Tanto a te cosa
importa dei miei sentimenti?! Ti basta portarmi a letto, come volevi fare anche questa sera, e appena ti dico di no vai a cercarti un’altra
bambolina che ci stia! Sei proprio uguale a tutti gli altri, sei solo un …”
“Smettila, Sana! Ascoltami!”
cerca disperatamente di spiegarle la situazione. “Non è come pensi! Io non …”
“Puoi risparmiarti le tue inutili scuse, Hayama. Tanto abbiamo chiuso! Vai pure a
farti quella là, dato che ci tieni tanto che non ti preoccupi nemmeno che io possa vedervi!”
“Ma, Sana
…” Akito ha la testa che scoppia a causa del gin, ma prova a riordinare le
idee confuse e a parlare alla ragazza. “Guardami: sono ubriaco! Avevi ragione,
non avrei dovuto bere così tanto! Ma è solo per questo che l’ho baciata! E poi non era nemmeno un bacio, ci siamo appena sfiorati!”
“Ah, certo! Appena sfiorati! E se non arrivavo cosa succedeva?! Eh?! Non
me lo sai dire? O non me lo vuoi dire?? Non preoccuparti, tanto
ormai non mi importa più se baci un’altra ragazza! Te l’ho detto, con me hai
chiuso!”
Un bacio però soffoca le sue ultime parole. Non
riuscendo ad esprimersi a parole, Akito si è avvicinato rapidamente a Sana cercando di
trasmettere in quel bacio tutto il suo amore e la sua
sincerità. È un bacio lungo e intenso, al termine del quale fissa in
quelli della ragazza i suoi occhi profondi. Sana ne rimane rapita, come dal bacio, e per un attimo rimane in silenzio.
“Ti prego, credimi.Ero solo
ubriaco. Quella Marika nemmeno la conosco! Io ti amo, Sana.Non ti tradirei mai … ti prego, credimi” ripete.
Le lacrime di rabbia e
delusione si arrestano lentamente e Sana
riacquista parzialmente il controllo di sé.
“Come faccio a essere sicura che non lo rifarai?” mormora.
“Devi solo fidarti di
me. E credere nel mio amore … Ti prego … Non voglio perderti!”
Forse è la tenerezza
delle sue parole, forse è il tono con cui ha
pronunciato l’ultima frase, ma Sana
decide di credergli e si getta tra le sue braccia, pronte ad accoglierla.
“Ti prego, Aky, non farlo mai più!” gli sussurra. “Non potrei stare senza di te!”
“Neanch’io, Sana
…” dice lui mentre le accarezza i capelli. “Neanch’io
…”
Le rivolge un tenero sorriso, poi si prendono per mano e si avviano
verso l’albergo, mentre i loro amici, che li hanno raggiunti, si uniscono a
loro. Quando arrivano, si salutano e ognuno va nella
propria stanza, tranne Sana
e Akito che rimangono in corridoio.
“Allora, vieni da me?”
chiede il ragazzo malizioso baciandola. “Possiamo
scacciare Sasaki e Gomi, le ragazze li faranno entrare nella loro stanza, così
staremo da soli …”
Sana però lo interrompe.
“No, Aky. Stasera no” dice.Il ragazzo la
guarda intensamente.
“Sei ancora arrabbiata?”
le chiede a bassa voce, pronto a farsi perdonare
ancora, ma per fortuna la ragazza scuote la testa.
“No, non è per quello.So
che non volevi ferirmi.Però …”
“Cosa c’è?”
“Non mi sento bene …” gli spiega Sana,
portandosi una mano alla fronte.Akito le si avvicina preoccupato.
“Dev’essere lo stress della serata. Andiamo a prendere un po’ d’acqua …”e fa per prenderla
per mano, ma lei lo ferma.
“No, aspetta … credo
che … sto per svenire …” e mormorato ciò si accascia contro il
ragazzo, che fa appena in tempo a sorreggerla prima che cada a terra. Spaventato, la prende in braccio e la porta nella camera delle
ragazze.
“Arriviamo! Chi è?!” chiede Fuka, andando
alla porta dopo aver sentito bussare energicamente. Quando l’apre, rimane a
bocca aperta nel vedere Akito con in braccio la sua amica priva di sensi.
“Cos’è successo?!” esclama, mentre lo
lascia passare. Lui stende Sana sul suo letto e la copre con una
coperta, rispondendo:
“Non lo so … stavamo
parlando e ad un tratto ha detto di non sentirsi tanto
bene ed è svenuta. Ma probabilmente è solo stressata per l’intensa
serata.”
“Sì, è probabile” conferma Aya, toccando la fronte dell’amica e
constatando che non ha la febbre.“Domani, dopo una bella dormita, starà meglio. Non
preoccuparti, Hayama”
Il ragazzo, rassicurato, posa un bacio sulla
guancia a Sana, che dorme sotto la coperta, e
dopo aver dato la buonanotte alle ragazze e un’ultima occhiata a Sana, torna nella sua
stanza. Gomi e Tsuyoshi, stanchi morti e un po’ brilli, si
sono già addormentati, crollati dal sonno appena si sono buttati sul letto e
ancora vestiti. Akito, ancora più ubriaco di loro, con la testa che
sembra scoppiargli, si sveste e va in bagno a
rinfrescarsi il viso prima di infilarsi tra le calde lenzuola del letto. Lascia scorrere le gocce d’acqua
ghiacciata sulla sua pelle, mentre fissa nello
specchio il riflesso dei suoi occhi che gli restituisce uno sguardo freddo e
penetrante.
Come
ho potuto essere così stupido??si
chiede. Stavo per perdere Sana, la mia Sana!
Non me lo sarei mai perdonato! Frena a stento l’impulso di infrangere con un pugno quell’immagine di se stesso che ha di fronte. Dopo essersi calmato, torna di là. Sta per mettersi a letto,
quando sente la suoneria di un cellulare squillare
soffocata. Si accorge che è il suo, che ha dimenticato
acceso in una tasca dei jeans. Lo estrae e guarda il
display: c’è scritto “Piccola mia :-)”. Con un
sorriso apre la comunicazione.
“Ehi, piccola, ti sei già svegliata?! Perché
non vieni qui …? Ma … Sana
… ora che ci penso, perché usi il cellulare?”
Dall’altro capo c’è un
attimo di silenzio, prima che l’ultima voce che Akito avrebbe mai voluto
sentire risponda:
“Non sono Sana …
Sono io, Akito.”
È una voce di ragazza, calda e provocante.
“Chi sei?!” chiede Akito, pensando di conoscere già la risposta.
“Come, non mi
riconosci?!” risponde la ragazza. “Sono Marika.”
“TU?! Che diavolo ci fai
con il cellulare della mia ragazza?!”
“Ehi, calmati! L’ho solo raccolto dopo che
stasera le è sfuggito di mano … ma se vuoi te lo
restituisco …”
Il suo tono irrita il ragazzo.
“Perché non ci vediamo, domani?” continua.
“Stammi lontana, Marika!Non
so che idea tu ti sia fatta, ma io sto con Sana!” Akito è arrabbiato con la ragazza, e
sente che quella chiamata non promette nulla di buono.
“Mmmh
.. Nella vita si può sempre cambiare idea … comunque ci vediamo domani
pomeriggio alle tre davanti allo stesso locale di stasera, va
bene?”
“Scordatelo! Non voglio più rivederti!” esclama il
ragazzo furioso, ma Marika ribatte.
“E non vuoi più
recuperare il cellulare della tua ragazza?”
Akito si morde il labbro inferiore, nervoso. Ha ragione, non può lasciarle il telefono di Sana, deve andare a riprenderlo!
“E va bene, alle tre. E sappi che dopo non voglio avere più niente a che fare con te!”
Detto questo,
interrompe la chiamata riagganciando e lanciando furiosamente il cellulare sul comodino. Si infila nel
letto, pensando che la fonte dei guai di quel giorno è stata proprio quella
ragazza, e che non ha nessuna voglia di rivederla l’indomani. Si
addormenta dopo un po’, cadendo in un sonno agitato.
La mattina seguente, la
libertà del
giorno prima è solo un ricordo: le visite sono iniziate di nuovo! Altri musei e antichi palazzi tolgono la felicità ai ragazzi, che
si aggirano stravolti tra i vari monumenti o pezzi d’antiquariato. Come se
non bastasse, Sana
ancora non è in perfetta forma.
“Che hai, piccola?” le chiede Akito.“È tutta la mattina che ti vedo strana.”
“È che ho una nausea terribile! E
pensare che ieri non ho bevuto poi così tanto …”
“Già, non come me …” mormora il ragazzo.
“Scusami, Aky, non
volevo dire questo! Dimentichiamoci di questa storia, ok?Non voglio più sentire nominare Marika!” esclama Sana decisa. Akito
abbassa lo sguardo: decisamente non è il caso di dirle
che dovrà incontrarla quel pomeriggio. È meglio recuperare il
cellulare e basta. Continuano le visite, poi per pranzo
tornano all’albergo. Dopo un’oretta, Sana decide di andare in camera.
“Ragazze, non mi sento affatto bene. Ho un
mal di pancia atroce e una nausea da paura … vado a riposarmi un po’” dice alle
amiche.
“Veniamo anche noi, ti teniamo compagnia!” esclamano loro, e insieme
salgono nella loro camera. Intanto Akito controlla l’orologio:
le due e mezza. Tra mezz’ora deve trovarsi al locale.
Decide di uscire e di avviarsi.
Intanto, nella stanza
delle ragazze …
“Mamma mia, che nausea, raga’!” si lamenta Sana buttandosi sul letto.Aya, come la sera prima, le tocca la fronte.
“Eppure non hai la
febbre!” dice. La ragazza sbuffa, poi si rannicchia su se stessa.
“E come se non bastasse
ho pure mal di pancia!”
Improvvisamente Fuka si blocca a bocca aperta.
“Sana …”
inizia.
“Che c’è?” mugugna lei.
“Tu e Akito …?” fa dei
segni eloquenti con la mano.
“Sì, e allora?!” esclama lei diventando rossa fino alla radice dei
capelli.
“Non è che …” azzarda l’amica. Tutti
gli sguardi sono puntati su di lei, che mormora velocemente in un sussurro: “Sei rimasta incinta?!”
Nella stanza cade un silenzio imbarazzato. Poi però Sana scoppia a ridere …
ma è l’unica.
“Ma dai, Fuka!!Mi prendi
in giro?!” esclama Sana.Tutti però sono serissimi.
“E perché? Scusa, hai la nausea, dolori
all’addome, sei stata con Akito pochi giorni fa … fai
due più due!” ribatte lei. Sana
rimane per un attimo interdetta.
“Ma abbiamo preso ogni precauzione!”
Questa volta è Aya ad intervenire: “Non si è mai protetti al cento
per cento, Sana.
Può succedere!”
La ragazza sbianca. E se fosse vero?
“Comunque devi fare un
test, così potrai scoprire la verità!” le dice Hisae.
“E poi, dovresti
parlarne con Akito …” dice Aya.
È vero … Akito! Glielo deve dire.
“Ma se la prendesse male?!” esclama Sana preoccupata.
“Non puoi non dirglielo, Sana! Deve saperlo subito, anche se non fossi davvero incinta! È giusto nei
suoi confronti.” dice con fermezza Fuka.
“Avete ragione …” ammette la ragazza. “È
meglio se lo chiamo …”
Le altre annuiscono, e Sana si alza dal letto e prende la borsetta
cercandovi il cellulare, ma non lo trova. Lo cerca in
tutta la stanza, poi d’un tratto si ricorda:
“Cavolo, l’ho lasciato ieri sera al locale!” esclama. “Forse
il proprietario l’ha trovato. Andiamo a vedere!” propone, e insieme alle
sue amiche esce, diretta al locale.
La ragazza bionda è
seduta al tavolo di un locale e sta sorseggiando un alcolico mentre parla al
cellulare con la sua migliore amica.
“Benissimo! Non sai cos’è
successo …!”
“Riguarda quel tipo
carino che mi avevi detto di aver conosciuto ieri? Quel … come si chiamava? …
Akito?” chiede la voce dall’altra parte del telefono.
“Già, proprio lui”
conferma Marika.
“Racconta, forza!” la
incita l’amica, poi tace in trepidante attesa.
“Allora, tieniti forte …
ci siamo baciati!!!”
Dall’altro capo della
cornetta c’è un attimo di silenzio attonito prima dell’urlo:
“CHE COSA?!! Davvero??”
“Giuro”
“Caspita, che fortuna!
E com’è stato? Ma state insieme, ora?! Dimmi, dimmi, dai! Non fare la misteriosa!”
Cindy è ansiosa di sapere tutto.
“Be’ … siamo stati
interrotti dalla sua ragazza, però …”
“CHE COSA?!” grida l’amica
per la seconda volta. “La sua ragazza? È fidanzato, e vi siete baciati?? Ma sei
impazzita?!”
“Mica è colpa mia! Io
che ne sapevo?!” si giustifica Marika.
“Ma non ti ha respinta?”
chiede Cindy, ancora incredula.
“Ehm … era ubriaco …”
“Ma allora sei impazzita sul serio!!!” esclama l’amica di Marika. “Insomma,
baci un ragazzo già impegnato e per di più approfittando del fatto che è ubriaco?”
“E dai, che vuoi che
sia?” cerca di calmarla la bionda, ma poco dopo è costretta ad allontanare il
cellulare dall’orecchio per non venire assordata da una nuova raffica di
parole:
“Che vuoi che sia?! Ma
non ti rendi conto di quello che hai fatto?? Lo ripeto: sei completamente
impazzita! E la ragazza come l’ha presa?”
“È scappata in lacrime
dal locale” risponde Marika semplicemente.
“Non voglio crederci …”
commenta l’amica, questa volta sottovoce. “Ditemi che non è stata la mia
migliore amica a fare una cosa del genere …”
“Ma quanto la fai
tragica!” esclama la bionda. “E comunque oggi ci rivediamo!”
“Chi?!” chiede Cindy,
sperando in un miracolo che però non avviene.
“Io e Akito,
ovviamente!”
“E si può sapere perché
mai? Non avrà lasciato la sua ragazza per un bacio che ti ha dato da ubriaco??!”
Cindy spera con tutta se stessa che non sia così, e questa volta viene
accontentata.
“Purtroppo no, devo
solo restituirgli il cellulare che la sua ragazza aveva lasciato al locale …”
risponde Marika, e l’amica trae un sospiro. “Ma scommetto che entro stasera la
mollerà!” aggiunge.
“EH????!!” esclama
Cindy.
“Hai capito benissimo!
Io dico che tra poco cambierà idea e vorrà mettersi con me!”
“NO! Marika … No … non
fare cretinate! Per favore! Ti conosco, non …” Cindy cerca di farla rinsavire,
ma viene interrotta dalla bionda, che ha appena visto una figura familiare
fuori dal locale attraverso la finestra.
“Devo andare. Ti
richiamo stasera per raccontarti il mio successo. Ciao!”
“Asp …!” prova a
bloccarla l’amica, ma Marika ha già chiuso la comunicazione e si è già alzata,
diretta verso la porta del locale.
Durante la telefonata,
Akito si stava dirigendo verso il pub. Camminava con le mani nelle tasche dei
jeans, prendendo a calci ogni pietruzza che si trovava sulla sua strada.
Ma
perché ho fatto una cretinata simile? Perché l’ho baciata?! Sarò anche stato
ubriaco fradicio, ma non è una scusa sufficiente! pensa
ancora, tirando un calcio potente ad un altro sassolino e mandandolo a cozzare
contro un’auto parcheggiata. Non dovevo farlo! Sono uno stupido! Ora mi
riprendo quel cellulare e le dico chiaro e tondo di non rompermi più!
Si ferma di colpo
davanti al locale, irritato. Dove diavolo si è cacciata quella Marika?! Sono già
passate da qualche minuto le tre, eppure lei non c’è.
All’improvviso, la
porta del
locale si apre e ne esce la ragazza. Si dirige verso Akito con un sorriso sul
viso e gli si avvicina con passo seducente.
“Ciao” gli sussurra,
poi si avvicina alla sua bocca, ma Akito si scansa velocemente.
“Muoviti! Dammi il
telefono e sparisci!” le intima molto sgarbatamente.
“Ti ho detto di
muoverti a darmi il cellulare della mia ragazza! Dov’è?!”
“Dritto al sodo, eh? Ok
…” dice Marika, poi estrae il cellulare di Sana dalla borsetta e se lo porta al
seno, nascondendolo nella scollatura della maglietta.
“Dammelo!” ruggisce
Akito, furioso.
“È tutto tuo!” mormora
lei, poi gli si avvicina, provocante. “Prendilo …”
Akito la squadra con
rabbia e indignazione.
“Guarda che non è un
problema! Tanto non me ne importa nulla di te, chiaro?!”
“Bene, allora prendi il
telefonino.” gli sussurra ancora lei. Il ragazzo, deciso a porre termine il
prima possibile a quell’incontro, si rassegna e alza la mano, pronto a prendere
il cellulare …
“Uff, ma è così lontano
il locale?!” sbuffa Sana
camminando in testa al gruppo delle sue amiche.
“Manca poco, è dietro a
quell’angolo” le risponde Fuka, indicandole un incrocio qualche metro più
avanti, e la precede.
“Oh, finalmente! Non vedo
l’ora di chiamare Akito, anche se … ho paura che prenda male la cosa …”
“Ma no, dai!” la
rassicura Aya “Vedrai che ti starà accanto. Ti ama davvero!”
“Hai ragione!” esclama Sana risoluta, prima di
andare a sbattere contro Fuka. “Chissà poi dove diavolo si è cacciato Aky! Ehi,
perché ti sei bloccata di colpo?! Che c’è?”
La sua amica, non
appena ha girato l’angolo, si è fermata improvvisamente, fissando un punto
davanti a sé.
“Eh? … n - niente”
esclama con agitazione. “È solo che … ehm … mi sa che abbiamo sbagliato strada!
E già! Il locale è di là, vieni!” e afferra Sana per un polso, cercando di
farla tornare indietro sui loro passi, ma lei punta i piedi a terra e si
libera.
“Ma che dici?! Il pub è
qui, dietro l’angolo! Guarda …” e prima che Fuka riesca a fermarla, si volta,
pronta ad indicarle l’ingresso del locale.
In un attimo, però, il
suo cuore si raggela. La mano che aveva puntato verso il pub si abbandona lungo
il fianco pesantemente, mentre i suoi occhi fissano una scena alla quale non
avrebbero mai voluto assistere.
A pochi metri da lei,
Akito sta portando una mano al petto di una ragazza bionda, che lo sta
guardando negli occhi con uno sguardo celeste seducente, mentre le labbra sono
tese in un sorriso. Quando Sana vede la mano del suo ragazzo infilarsi nella
maglietta di Marika, qualcosa dentro di lei si spezza. E per la seconda volta,
mentre le lacrime di rabbia e di delusione le offuscano la vista, non riesce a
fare altro che fuggire via.
Accade tutto in pochi
secondi. Akito recupera con rabbia il cellulare di Sana, ma un attimo dopo
sente una voce inorridita esclamare: “Che diavolo stai facendo, Hayama??!!”. Si
volta, e vede Hisae fissarlo con gli occhi sgranati, mentre alle sue spalle una
figura dai capelli rossicci sta correndo via, sorda al suo nome pronunciato da
Aya e Fuka. Realizzando quanto è successo, prima di correre all’inseguimento
della sua ragazza … SCIAFF! Lo schiaffo ha colpito in pieno viso Marika, che si
porta tremante una mano alla guancia sinistra. Quando torna a guardare Akito,
viene spaventata dal suo sguardo gelido, minaccioso e carico d’odio, tagliente.
“Non cercarmi mai più,
hai capito! Sei solo una stronza!!(scusate, ma ci voleva proprio!NdDaisy)
Poi si volta e corre
nella direzione in cui ha visto sparire Sana.
Intanto, Fuka guarda
incredula la figura di Marika, che si sta massaggiando la guancia trattenendo a
stentolacrime di frustrazione. Le si
avvicina con passo deciso e …
SCIAFF! Colpisce con
violenza la guancia destra della bionda.
“TU …” esclama con voce
tremante di rabbia. “Mi fai schifo! Ti avevo detto di lasciare in pace Akito!”
Per fortuna, le sue
amiche arrivano in tempo a trattenerla, prima che possa scagliarsi di nuovo
sulla ragazza, che impaurita se ne va.
“Ecco, brava, sparisci!
E stai alla larga da Sana e Akito, chiaro?!” le urla dietro Fuka, furiosa.
Sana continua a
correre, senza sapere dove sia diretta, volendo solamente fuggire. E mentre
corre, piccole gocce scendono dal cielo, unendosi alle sue lacrime, come se
volessero lavare via il dolore che prova in quel momento, ma senza riuscirci …
Come ha potuto Akito farle di nuovo questo? Perché è tornato da quella Marika
dopo averle assicurato che non contava niente per lui?! L’ha ferita ancora più
profondamente, un taglio che le sembra insanabile …
Pioggia
di settembre cade giù
Cambia
dimensione alla città
Nuove
sensazioni e nuove
Riflessioni
nella mente …
Akito vola sulla
strada, cercando Sana ovunque, guardando in ogni direzione nella speranza di
scorgere tra la grigia pioggia il rosso dei suoi capelli. Continua a correre
nella sua scia, cercando di raggiungerla. E intanto si pente di ciò che ha
fatto, di averla fatta soffrire una seconda volta. Poi finalmente la vede, e
accelera, tendendo una mano avanti alla ricerca di quella di lei …
La
storia si ripete, sì lo so
E la
mia mano sfiora quella tua
Trovo
convinzioni nuove perché adesso so …
Le sue dita si
stringono attorno al polso di Sana. Lei sa che è Akito a trattenerla, lo sente,
quasi riconoscesse la sua pelle. Una parte di lei le dice di continuare a
correre, di sfuggirgli e allontanarsi da lui, ma il suo cuore la ferma …
Sei
nella mia vita più che mai
Un
colore nuovo nei giorni miei
In
ogni adesso e in ogni corri via
Dalla
noia e dalla malinconia …
“Piccola, guardami …”
Solo due parole,
pronunciate con dolcezza e tristezza, con supplica e desiderio; due sole parole
che la convincono a voltarsi. E tra il velo di lacrime e le gocce di pioggia
distingue chiaramente i suoi occhi … gli occhi di Akito … quegli occhi profondi
e scuri … quell’abisso infinito … lo specchio della sua anima. Dentro di essi
legge il suo amore, la sua richiesta di perdono, la sua colpevolezza.
Attraverso quei diamanti d’ambra vede la sua sincerità e il suo pentimento, la
sua frustrazione e la sua supplica silenziosa di una difficile comprensione.
Uno sguardo che vale più di mille, inutili parole, e che riesce a rallentare il
flusso di lacrime di Sana, anche se non ad arrestarle del tutto.
Come
un treno in corsa verso me
Tra le
mie emozioni e i mille se
Il tuo
sguardo è una carezza in più
Sai
portare pace ai giorni miei …
Rimangono immobili,
soltanto a guardarsi, le emozioni sciolte dalla pioggia che incessante scende
su di loro. Lentamente, la mano che stringeva il polso di Sana lascia la presa,
ricadendo lungo il fianco del ragazzo. Akito abbassa la testa, nascondendo
dietro al ciuffo biondo e bagnato dei suoi capelli uno sguardo che in quel
momento non riesce a sostenere quello offuscato di lacrime di Sana. Cosciente
della sua colpa, cerca le parole giuste … ma non le trova. E allora infila
semplicemente una mano nella tasca dei jeans e ne estrae un cellulare,
porgendolo a Sana. Lei lo guarda … il suo cellulare … non capisce. La rabbia
continua a ribollire dentro di lei, e ormai accecata non riesce più a
trattenersi, vuole sfogare il suo dolore contro il ragazzo. E così con uno
scatto d’ira dà un colpo violento alla mano che tiene il cellulare, facendolo
cadere lontano, e si lancia contro Akito, picchiando i pugni sul suo petto, gridandogli
tutta la sua sofferenza.
“Perché l’hai fatto?
Perché?! Mi avevi detto che non c’era niente tra voi, che il bacio era stato un
errore!! Sei solo un bugiardo! Uno stupido! Pensavo di aver fatto la cosa
giusta dichiarandoti i miei sentimenti dopo tanti anni, ma mi sbagliavo! Mi
sono sempre sbagliata! Non dovevo innamorarmi di te! Ti odio!!!”
Continua a picchiarlo,
e lui la lascia sfogare, finché non la circonda con le braccia stringendola in
un forte abbraccio, cercando di calmare la sua furia. Lei cerca di
divincolarsi, si dibatte, ma i muscoli del ragazzo non cedono ed è costretta ad
abbandonarsi all’abbraccio. Ricambia con forza la stretta di Akito, che la
tiene contro di sé in un gesto di protezione, mentre sembra che il mondo sia
scomparso, lasciando spazio solo a loro due.
Tutto
va veloce intornoa noi
Ora mi
appartieni ed io lo so
Prima
avevo il cuore spento
Per
amare veramente …
Spostare
l’attenzione su di te
Al
bene elementare che mi dai
Sposo
le tue mani e i tuoi perché
Che
sia per sempre …
E ancora a lungo
rimangono in silenzio,i loro corpi sembrano essere uno solo. La pioggia li
avvolge, leviga le loro emozioni.
Sei
nella mia vita più che mai
Oltre
il muro dei silenzi miei
Un
respiro di serenità
L’alba di una nuova libertà …
“Non ti ho mai tradita,
Sana” le sussurra infine Akito dolcemente, con voce ferma e calda. “Ero andato
solo a riprendermi il tuo cellulare, credimi.”
Lei alza gli occhi
gonfi dalla sua maglietta, sulla quale le lacrime si erano unite alle gocce di
pioggia, e li fissa nei suoi. Legge la sincerità in quegli occhi, ma c’è
qualcosa che vuole impedirle di credergli.
“Non stavi solo
recuperando il mio cellulare!!” singhiozza, ricordando l’episodio a cui ha
assistito.
“Non l’ho voluto io,
Sana!” e cerca di spiegarle ciò che è successo veramente. “Per me quella
ragazza non conta nulla, sei tu quella che amo!!!” conclude.
I suoi occhi sono
determinati, la catturano come hanno sempre fatto in passato …
Quello
che non ho capito mai
Ora è
così chiaro agli occhi miei
Guardami
per sempre come sai
Giura
che rimani come sei …
Se poi
ti perdi negli occhi grandi di un bambino
Non è
impossibile sai amare veramente …
Veramente
…
E Sana si lascia
annegare in quell’oceano di sentimenti che sono gli occhi di Akito, riuscendo
finalmente a capire e perdonare di nuovo, a credere alla sua verità. Un bacio,
salato dalle lacrime e bagnato dalla pioggia, conferma la loro riunione.
Quello
che non ho capito mai
Ora è
così chiaro agli occhi miei
Sai
amore veramente sai
Arrivare
dove nessun altro è stato mai …
Mai.
“Perdonami, piccola”
Sana scuote leggermente
la testa con un sorriso.
“Dimentichiamo! Ora è
tutto come prima. Ti amo.”
“Anch’io”
Un altro bacio. Quasi
non si accorgono che la pioggia è cessata e tra le nuvole sta facendo capolino un
timido sole. La tempesta è passata … nel loro cuore, e attorno a loro. Si
prendono per mano e si avviano verso l’albergo.
Ad un tratto Sana si
ferma.
“Aky … devo dirti una
cosa …”
È seria, e la sua
espressione spaventa il ragazzo.
“È molto importante e …
ho paura …”
“Di cosa? Dimmelo, puoi contare su di me, di qualsiasi cosa si tratti!”
Sana lo guarda negli
occhi, felice per quella rassicurazione. Lo abbraccia, lasciandolo leggermente
sorpreso, e quando si stacca, gli dice solo:
“Vieni con me” e
prendendolo di nuovo per mano lo conduce davanti ad una farmacia a pochi passi
da loro.
“Cos’hai? Non stai
bene?” chiede lui apprensivo, ansioso di sapere quale sia il problema. Sana
cerca la forza di rivelargli ciò che pensa, e tratto un respiro profondo
mormora:
“Non proprio … io …
potrei essere incinta!”
Akito continua a
guardarla negli occhi. Sembra non avere alcuna reazione, anche se si sta
trattenendo a stento dall’urlare: “CHE COSA??!”. Alla fine, dopo aver aperto e
richiuso la bocca un paio di volte, dice solo:
“Tu …? tu …?!”
“E che sei, un telefono
occupato?!” esclama Sana cercando di sdrammatizzare, ma Akito rimane
mortalmente serio.
“Ma ne sei sicura?”
Sana abbassa lo
sguardo.
“No … per questo ti ho
portato qui.” e indica la farmacia. Akito guarda il negozio, poi si volta di
nuovo verso la sua ragazza … e si accorge che sta tremando. Improvvisamente
risoluto la prende per mano, stringendogliela, e dice con voce calda e sicura:
“Non preoccuparti, ci sono io. E ci sarò sempre, comunque sia, d’accordo?” le
alza il mento dolcemente con la mano libera. Sana risponde al sorriso che le
regala lui, poi si fa portare dentro la farmacia, felice di averlo accanto.
Un’ora dopo sono all’albergo,
nella camera delle ragazze. Aya, Hisae, Fuka, Tsuyoshi e Gomi sono tutti seduti
sui letti in attesa, mentre Akito è appoggiato al muro di fronte alla porta
chiusa del bagno. Su un tavolino in un angolo della stanza c’è la scatola
aperta di un test di gravidanza …
Improvvisamente la
porta del bagno si apre lentamente, e spunta la figura di Sana, con in mano un
oggetto bianco, lungo e stretto. Akito si scosta subito dal muro, guardandola
con intensità, come se volesse catturare una risposta alla sua silenziosa
domanda dai suoi occhi, pendendo, come gli altri, dalle sue labbra. Sana prende
fiato e con voce bassa, ma chiara, finalmente rivela:
“È negativo.”
Akito l’abbraccia,
mentre i loro amici traggono sospiri di sollievo.
“Be’, alla fine tutto
si è sistemato!” constata Fuka.
“Già” confermano Sana e Akito
abbracciandosi di nuovo.
“Ora possiamo preparare
i bagagli … domani si torna a casa.” ricorda Aya.
“È vero … uffi!”
esclama Sana, sentendo già il peso dei giorni di scuola sulle spalle.
“Non vorrai rimanere
qui, spero?! Con Marika che si aggira nei dintorni!” sgrana gli occhi Akito.
“Hai ragione … però
questa gita non è stata un totale fallimento, no?” gli dice Sana. Lui la guarda
scettico.
“Forse non staremmo
insieme, se non fossimo venuti qui!”gli spiega.
“Allora possiamo dire
che è stata una … gita galeotta!” dice lui, tra le risate allegre degli altri.
THE END -Daisy
Raga, è finita la ff! Ringrazio tutti quelli che hanno
recensito, xkèl’ottantina di commenti
ricevuti finora mi ha dato l’energia per continuare qst storia fino a questo
ottavo, ultimo capitolo!! Siete stati grandi! E grazie anche a chi ha solo
letto, mi fa molto piacere! Spero ci rivedremo presto con un’altra ff, perché
mi diverto moltissimo a scrivere e mi fa piacere conoscere tutti i vostri
pareri, sia sulle mie idee, sia sul mio stile di scrittura! Aiutatemi a
migliorare, mi raccomando! Be’, ora vi saluto veramente … vvukdb!!!!!!!!!!!
Daisy JJJJJ
Ps. La canzone che ho inserito in qst capitolo, quando
Akito rincorre Sana, è di Laura Pausini (nn so il titolo, ma dovrebbe essere la
nona del cd Resta in ascolto, per chi volesse saperlo!J)