After school-leaving exam

di Aleberyl 90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Un lungo, interminabile, stressante viaggio... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Terra!! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Festa da non perdere! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Serata...piuttosto romantica...! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Sole, mare e bei ragazzi ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Corse clandestine ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Una scampagnata in compagnia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: The ring - La sfida ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Pelati lessi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Midnight bathe ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Beach volley ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: ...Le giostre! ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: L'ultima spiaggia ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Arsenico e vecchi merletti ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Ultimi particolari ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Un lungo, interminabile, stressante viaggio... ***


Non ce la faceva più a stare costretta in quello spazio incredibilmente stretto, ormai non si sentiva più neanche le gambe…Le

.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 1: Un lungo, interminabile, stressante viaggio…

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Non ce la faceva più a stare costretta in quello spazio incredibilmente stretto, ormai non si sentiva più neanche le gambe…Eppure le avevano garantito che quei sedili garantivano la massima comodità in qualsiasi condizione, ma a giudicare dai dolenti crampi che aveva al sedere erano tutt’altro che ergonomici. E come se non bastasse, il bambino seduto a pochi centimetri da lei aveva riempito fino all’orlo il quinto sacchetto per il vomito nell’arco di due ore; ancora si stupiva che la mamma non l’avesse preso e gettato fuori dal finestrino. E quel dannatissimo, fottutissimo spiffero di aria condizionata che fuoriusciva dalla bocchetta superiore e che non accennava a calare le arrivava dritto dritto tra capo e collo; pazienza, almeno la sua morte sarebbe passata alla storia…Le pareva di vedere già i titoli: “Diciottenne sfigata muore decapitata dalla bocchetta difettosa dell’aria condizionata”.

Inutile dirlo, Chichi detestava i viaggi in aereo con tutto il cuore.

E come al solito si era fatta infinocchiare dalle sue migliori amiche, che cercavano sempre di coinvolgerla in assurde “avventure a tuo rischio e pericolo”, come diceva Bulma.

Ma perché si era lasciata convincere? Le Isole Yoshi erano così lontani dalla sua calda, accogliente e confortevole casetta nella Città dell’Ovest…sarebbe bastato un tuffo in piscina per stare freschi, magari sorseggiando una bibita ghiacciata con tanto di spicchio di arancia sul bordo del bicchiere e ombrellino di carta colorato come effetto finale…

E invece…no!

E tutto questo movimento perché “le vacanze dopo gli esami di maturità si vivono una volta sola”, continuava a ripetere C18 da due settimane di seguito. Era talmente euforica per la fine delle lezioni scolastiche…anzi, per la fine delle sue giornate da liceale, che non aveva fatto altro che pensare alla meta delle vacanze estive, da trascorrere categoricamente con le compagne di scuola.

Bè, detto, fatto.

Con il suo indiscutibile carisma e la sua innata capacità di persuasione(o soggezione, come si preferiva chiamarla), aveva trascinato con sé Chichi, Bulma e Lunch, con le quali aveva stretto un rapporto idilliaco sin dal primo giorno di liceo, a bordo di quell’aereo di linea che Chichi avrebbe preferito abbattere prima del decollo. Nessuno fu in grado di dire come ci fosse riuscita, ogni volta che le veniva rivolta la domanda cambiava rapidamente discorso; fatto sta che per qualche oscuro quanto improbabile motivo era riuscita a procurarsi in un colpo solo quattro biglietti niente di meno che per una delle richiestissime Isole Yoshi a propria scelta.

Ovviamente le ragazze, che si immaginavano un week-end in campagna o magari al lago, che era un lusso a cinque stelle per le loro misere tasche, ne furono entusiaste: spiagge bianche, mare limpido e cristallino, palme con tanto di noci di cocco, bei ragazzi… E niente in cambio! …Escludendo la promessa di non assillare più C18 con la faccenda dei biglietti. Ma a parte questo, cosa avrebbero potuto desiderare di più?

Solo una di loro non ne era del tutto entusiasta…

“Chichi! Insomma, vuoi mettere via quella risma di carta?!” esclamò Bulma, sfilando il libro di letteratura di mano alla ragazza dai capelli color ebano seduta accanto a lei. Chichi le lanciò un’occhiata seccata e si riprese il libro con un deciso strattone.

“Ridammelo subito! Cosa c’è di male?!” sbraitò riaprendo il grosso libro alla pagina in cui era stata interrotta.

“Suvvia…animo, ragazza!!” disse Bulma con un sorriso furbetto. “Se ancora non te ne fossi accorta, gli esami di maturità li hai conclusi la settimana scorsa…! Ora puoi anche dedicarti a letture più impegnative!”

Chichi sollevò lo sguardo dal libro e squadrò la ragazza dai capelli azzurri, della stessa tonalità dei suoi occhi, credendo che stesse parlando seriamente.

“Letture più impegnative?” chiese sconcertata. “Ma…Cosa c’è di più impegnativo del testo di filosofia moderna, secondo te?”

“Bè…” mormorò Bulma colpendo l’amica sulla testa con un giornale arrotolato. “Questo, per esempio…”

“Ahia!” Chichi prese il cilindro, ma prima che potesse spiegarlo C18 si sporse dal sedile posteriore e lo rubò con mossa felina.

“Oh, Dio!! LUNCH, GUARDA QUI!!” esclamò con molta foga la biondina, dando di gomito alla ragazza dai capelli blu che sonnecchiava nel posto accanto.

“Hmm…Che c’è?” farfugliò Lunch stropicciandosi gli occhi, la voce ancora impastata di sonno.

“Guarda qua…” disse C18 porgendogli il giornale.

“Oh…! …Bè, che cos’ha di tanto speciale? È solo un bel fusto coperto da un asciugamano striminzito, non ci trovo niente di che…”

Questa era Lunch: timida, dolce e carina, la tipica donnina di casa, ma provate solo a farla arrabbiare e dovrete vedervela con lei e i suoi inaspettati cambiamenti di personalità.

“Ma Lunch, come fai rimanere indifferente di fronte a uno spettacolo come quello?!” esclamò Bulma scandalizzata. “Chissà quanti dèi simili incontreremo quando arriveremo là!!”

“A proposito” intervenne Chichi riappropiandosi della rivista. “quanto manca all’atterraggio? Non ne posso più, ancora un altro conato da parte di quel bambino e giuro che prendo il paracadute e mi butto di sotto!”

“Oh, ormai manca poco, giusto un’altra oretta…” disse C18.

“UN…UN’ORETTA?!” gridò la moretta sull’orlo di una crisi di nervi. “M-ma sono sette ore che siamo costrette in questi due metri quadrati di spazio!! Prima dell’atterraggio io sarò già diventata claustrofobica”

“Dai, Chichi, si vive una volta sola!” la consolò Bulma. “E comunque qui non è poi così male…Almeno, il cibo è passabile! Potrei anche farci un pensierino per la mia sistemazione futura, lo sai?”

Se ti riferisci alle carote tritate e a quella disgustosa pappetta di mele…” replicò Chichi stizzita. Aveva accuratamente evitato di toccare il vassoio che la hostess osava chiamare “pranzo”, nutrendosi esclusivamente di cracker stantii che si era infilata nello zaino prima di partire da casa.

Srotolò il giornale e lesse i titoli di copertina.

Ragazzi & Intrallazzi, le nuove tecniche di seduzione per l’estate’Sarebbe questa la lettura più impegnativa?”

“Lo metti in dubbio?” disse Bulma. “Cos’altro c’è di utile per una vacanza? Di certo non quei libroni che ti porti sempre appresso! Non ti viene mai il mal di schiena?”

“Bah…Non credo che rientri nei miei interessi…” bofonchiò distrattamente la moretta gettando il giornale in grembo all’amica.

Ma come siamo lunatiche oggi!” la stuzzicò Bulma puntandole un dito vicino all’occhio. “Cos’è, forse avresti preferito crogiolarti sul terrazzo di casa tua? Io sarei già morta di depressione!”

“No, solo che mi sembra stupido allontanarsi di così tanti chilometri da casa per le vacanze della maturità!” sbottò Chichi.

“Ma se non vai alle Isole Yoshi a diciotto anni quando hai intenzione di andarci?” chiese Lunch vispa. “Sono la moda del momento!”

“N-non volevo dire questo…” cercò di spiegarsi Chichi, ma Bulma la interruppe prontamente.

E dai, amica mia, sono convinta che una volta arrivate ti ricrederai! Vedrai, ci divertiremo un sacco insieme!”

E chissà che tu non incontri qualcuno…” aggiunse C18 maliziosa.

Chichi arrossì e distolse lo sguardo. “Io non ho mai avuto molta fortuna con i ragazzi, lo sapete benissimo…!” Ricordava perfettamente le sue passate esperienze: aveva già sperimentato a sue spese che i ragazzi, quando vogliono, sanno come farti sentire una principessa, ma al dunque si dimostrano dei veri maiali. E ne era terribilmente dispiaciuta.

“Oh, se è per questo neanche noi!” disse Lunch con un sorrisetto. “Per il momento non ci pensiamo e godiamoci il resto del viaggio, ok?” Si stiracchiò e poggiò il viso sul palmo della mano, scrutando affascinata il manto di nuvole bianche fuori dal finestrino.

“Ben detto, Lunch!” confermò Bulma. “L’importante per ora è rilassarci!” Detto questo aprì Ragazzi & Intralazzi e sprofondò nella lettura del test Sei un uomo o un babbuino?

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Nello stesso momento, qualche centinaio di metri più sotto, una elegante nave da crociera infrangeva la delicata distesa azzurrina dell’oceano, sollevando ondate d’acqua limpida al suo passaggio.

Era davvero imponente, chiunque sarebbe stato disposto a pagare tutto l’oro del mondo per salirvi a bordo anche solo per darvi un’occhiata: c’erano tre piscine all’aperto e due idromassaggi al chiuso, bar disseminati in ogni angolo del ponte, sale da gioco, maestosi saloni da ballo dove si svolgevano ogni sera esilaranti feste di gala o in maschera…

Il massimo del comfort con poche centinaia di milioni di dollari.

“…peccato che noi non possiamo usufruirne!” si lagnò per l’ennesima volta un ragazzo piccoletto, basso e pelato all’amico alla sua destra.

“È inutile che continui a ripeterlo, Crilin” disse spazientito Radish ravviandosi la scura chioma spettinata. “I patti erano chiari, mi sembra…O viaggiamo di frodo o niente vacanze! Anzi, ringraziami che vi ho fatto salire a bordo senza farci beccare!”

“Scusa” mormorò Crilin in soggezione. Quando voleva, il possente Radish sapeva come spaventarlo. “È solo che non ho mai viaggiato come un clandestino…E per di più su una nave come questa!!

“E comunque non manca molto all’arrivo, quindi smettila di rompere e taci!”

“Aah, non vedo l’ora, sono cinque giorni che cerco di non vomitare qui dentro…Non sopporto più di dormire in questo coso!” disse Nappa –che, al contrario, in quanto a capelli scarseggiava, sistemando il telone blu che copriva la scialuppa di salvataggio in cui si erano sistemati.

“E dove cavolo sono andati Vegeta e Kakaroth?!” sbraitò Radish sollevandone un lembo e distruggendo tutto l’accurato lavoro di Nappa, che gli sferrò uno scappellotto sulla nuca.

Anche Crilin sbirciò sul ponte. “Eccoli là!”

“Deficienti, così si faranno scoprire!”

A pochi centimetri di distanza dal nascondiglio improvvisato, poggiati sulla ringhiera bianca ricoperta di salsedine, vi erano due ragazzi. Uno era alto, robusto, con una curiosa chioma nera spettinata e un perenne sorriso stampato sulle labbra; l’altro era leggermente più basso, capelli neri sparati in alto, imbronciato e seccato.

“Smettila di fare il sentimentale, Kakaroth!” Il più basso, che poggiava sulla ringhiera con la schiena, rimproverò l’amico incantato a scrutare l’orizzonte. “Mi fai venire da vomitare!”

“E tu smettila di chiamarmi Kakaroth, Vegeta” disse l’altro, pacato. “Preferisco essere chiamato Goku, se non ti spiace…”

“Scusa, avevo dimenticato che il tuo sacro nome non si tocca!” replicò Vegeta incrociando le braccia al petto.

“La tua ironia non mi fa nemmeno il solletico…Guarda là, invece!”esclamò Goku indicando l’oceano. “Non sei incredibilmente colpito da quanto possa essere sconfinata la superficie della Terra?”

“Qui di sconfinato ci sono solo le tue ascelle pezzate” ribattè Vegeta, troppo orgoglioso e annoiato per perdersi in quei disgustosi salamelecchi. “Senti, io torno là” disse dando le spalle a Goku. “Non mi interessa se vieni buttato al mare, anzi, mi farebbero un gran piacere!” Camminando lentamente, sollevò il telone e vi sparì sotto.

Goku chiuse gli occhi e godette per qualche secondo dell’aria salmastra che gli scompigliava i capelli. In effetti, se non avesse approfittato della decisione che suo fratello e i suoi amici avevano preso una volta terminati gli esami di maturità, non avrebbe mai potuto lustrarsi gli occhi con quei luoghi sconosciuti che da sempre bramava di visitare…

Certo che le Isole Yoshi era stata una scelta così frettolosa…Solo uno scapestrato come suo fratello avrebbe potuto farsi venire in mente l’opportunità di viaggiare come clandestini a bordo della prima nave attraccata che avrebbero trovato! Non avevano abbastanza soldi per permettersi una sistemazione più accettabile. Ma, tutto sommato, l’idea non gli era dispiaciuta: amava i rischi e le sfide, e quella era la situazione più adatta, soprattutto se eri accompagnato dai tuoi migliori ami…

“KAKAROTH!! CHE TU SIA DANNATO!!” esclamò Nappa sbucando fuori all’improvviso dalla scialuppa di salvataggio sotto lo sguardo orripilato di Crilin. Lo afferrò per la collottola e gli portò il viso a pochi centimetri. “È LA QUINTA VOLTA CHE FAI LA FEMMINUCCIA!! PIANTALA CON QUESTE SDOLCINATEZZE E TORNA DENTRO!!

“Ah…Buongiorno, Nappa!” esclamò allegramente Goku. Quello era il suo modo di richiamare l’attenzione e lui ci aveva fatto l’abitudine da parecchio tempo, ormai. “Sì, ora vengo…”

A malincuore, Goku lanciò un’ultima occhiata al panorama e si diresse verso la scialuppa sotto lo sguardo attento di Nappa. Vi si arrampicarono dentro e spianarono il telone in modo da essere ben coperti.

“Cavolo, senti che puzza di alcool qua dentro…è peggio di una topaia!” disse Goku tapapndosi il naso e scansando da un lato alcune bottiglie di birra vuote.

“Tutto bene, Goku?” chiese Crilin al suo migliore amico.

Ma certo!” rispose Goku con un gran sorriso. “Scusate se sono uscito di nuovo allo scoperto, ma non riesco a rimanere per tutto il tempo chiuso qua sotto!”

“Uff…Sei davvero strano, Kakaroth…Avresti potuto prendere da nostro padre, invece che dalla mamma!” sbuffò Radish rivolto al fratello. Era risaputo che Radish, il loro genitore, era un uomo severo e austero.

A proposito, Vegeta…” disse Goku ignorando il fratello e rivolgendosi al ragazzo taciturno e imbronciato, che era sul punto di addormentarsi dalla noia. Questi sollevò una palpebra e si limitò a fissarlo, in attesa di sentire quello che aveva da dire.

“…La cosa più sconfinata qui è la fronte di Nappa! Guarda, sembra che non abbia una fine!”

Nappa si passò una mano sulla pelata, indignato. “Amico traditore! Quando arriveremo te la vedrai con me!”

“Dai, incontro a cinque! Appena sbarchiamo da questa villa mobile!!” propose Radish entusiasta.

Crilin spalancò gli occhi, contrariato. “E io che volevo andare in spiaggia…”

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CONTINUA…

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Oddio…ce l’ho fatta!!…Era già qualche giorno che mi frullava per la testolina questa idea per Dragon Ball…Se non l’avessi buttata giù sicuramente sarei diventata matta!

Comunque, per il momento cosa ne pensate? So che questo è più una specie di prologo, ma mi auguro che vi stimoli la curiosità! E vedrete che i colpi di scena, gli amori e le situazioni esilaranti non mancheranno di certo!

Aspetto commenti! Per me è molto importante, visto che questo è il mio primo tentativo su uno dei miei manga/anime preferiti!! Sia che vi piaccia o che vi faccia schifo, COMMENTATE!!

Un bacio,

Alessandra

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*Per chi non lo sapesse o per chi non se lo ricordasse, Lunch è quella ragazza che ogni volta che starnutisce si trasforma in una criminale, oltre che cambia il colore dei capelli da blu a biondi!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Terra!! ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 2: Terra!!

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“Yaaaawn…Quanto manca ancora?” disse Bulma annoiata abbassando la rivista che aveva appena finito di leggere.

C18 fece spallucce. “Boh…Non capisco, ormai dovremmo esserci…”

“Fantastico” esclamò amaramente Chichi. “Adesso magari si scoprirà che c’è stato un non so quale irrimediabile contrattempo, siamo stati dirottati verso l’Alaska e dovremo rimanere sedute qua dentro per altre sette ore mentre ripercorreremo il tragitto giusto per le Isole Yo…”

>DLIN DLON…< Gli altoparlanti lanciarono un breve jingle, segno che qualche messaggio stava per essere annunciato.

“Le ultime parole famose!” bisbigliò Bulma all’amica. Questa le lanciò un’occhiataccia fulminante e le fece segno di fare silenzio.

“Attenzione, signori passeggeri, l’aereo sta per atterrare, vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza. Godetevi il resto del viaggio!” disse la voce gentile e garbata dell’hostess.

“Certo, godetevi il resto del viaggio!” sbottò C18. “E io che non vedo l’ora di slacciarmi questa cinta! Maledizione, mi sta segando in due!”

“Hai provato ad allentarla?” le fece notare Lunch indicando la cinghia che la teneva legata.

“Cos…? Oh!” esclamò C18 arrossendo furiosamente e catapultandosi sulle cinghiette, smanettando con agitazione. “Ehm…Grazie, Lunch…” borbottò evitando di guardarla. Chichi e Bulma soffocarono a stento una risata facendola passare per un sonoro starnuto: decisamente le figuracce non erano un’abitudine di C18.

“Oddio, sarà vero che stiamo per atterrare? Sono a pezzi…” disse Chichi stiracchiandosi.

Ma sì, tranquilla! Anzi, mi sembra già di sentire il vento della discesa che mi scompiglia i capelli…” disse Bulma con sguardo sognante. Chichi la ignorò.

Effettivamente, tuttavia, l’aereo stava ultimando le procedure per l’atterraggio: in lontananza si riusciva a sentire il rumore dei motori e dai finestrini si poteva notare l’abbassamento di quota. Il bambino seduto a pochi centimetri da Chichi festeggiò l’avvenimento con un conato piuttosto rumoroso.

“Oh santo cielo santissimo…Ma pure adesso?!” pensò tra sé la moretta orripilata, sperando che il marmocchio non soffrisse anche il “mal di pulmino che ti porta al gate”. Altrimenti lei sarebbe scesa e si sarebbe fatta il tragitto a piedi.

“Uaaah, ragazze!! È ora di prepararsi!!” esclamò Bulma euforica alzando un pugno in aria; parecchie persone si voltarono a guardarla e ridacchiarono, ma lei non ci fece caso.

Una volta che il velivolo planò a terra, tutti i passeggeri scattarono in piedi e si ammassarono davanti al portellone d’uscita. Alla faccia di godersi il resto del viaggio…

“Un…attimo…di…pazienza!!” Una hostess stava cercando di riportare l’ordine gesticolando freneticamente con le mani, con l’unico risultato che la mischia si accalcò ancora più agguerritamente contro la maniglia.

“Sembra di essere a casa, eh?” urlò Bulma cercando di farsi udire dalle amiche al di sopra del rimbombante chiacchiericcio.

“Già! Non riesco a respirare!” gridò Lunch in risposta facendo capolino da dietro la schiena di un grosso signore a forma di otre.

Quando finalmente le ragazze superarono i portelloni spalancati si ripararono istintivamente gli occhi dalla luce accecante del sole estivo e inghiottirono dense boccate di aria calda, che faceva un curioso contrasto con la loro pelle fresca.

“Accidenti!” esclamò C18 sistemandosi la borsa a tracolla e sventolandosi il viso con la mano libera. “Che caldo, sto già sudando…”

Le quattro ragazze percorsero velocemente le scalette e poggiarono i piedi sull’asfalto rovente, sussultando al contatto con i leggeri sandali di cuoio che calzavano ai piedi. “Addio, stupido pezzo di latta!!” esclamò Chichi volgendo un ultimo sguardo di rancore e soddisfazione al tanto detestato aereo che le aveva fatte giungere a destinazione.

“Sì, caro aeroplanino, ci rivediamo fra due settimane!!” disse Bulma dando una piccola pacca sull’avambraccio di Chichi.

“Rassegnati, Chichi…” mormorò dolcemente C18 avvicinandosi alla sua amica moretta, che aveva spalancato gli occhi scioccata e consapevole. “…la maledizione dell’aeroplanino non perdona!”

“Uffa, al ritorno non riuscirò a resistere nemmeno un minuto!” sbottò Chichi, pensando con orrore al momento in cui sarebbe stata costretta a salire a bordo per rientrare nella sua città.

“Hmm…secondo me rimarrai così folgorata dalla bellezza di questo posto che ti comprerai un piccolo bungalow personale e ti stabilirai qui! Che te ne pare dell’idea?” chiese Bulma con una strizzatina d’occhio.

Dico che è la più stupida che tu abbia avuto da due ore a questa parte!” rispose acida Chichi, passando un braccio intorno alle spalle dell’amica.

“Ragazze, vogliamo andare?” Lunch le richiamò appena in tempo: il pulmino che le avrebbe portate nella sede principale dell’aeroporto stava caricando le ultime persone e aveva appena messo in moto. Le ragazze accelerarono il passo, leggermente frenate dai pesanti bagagli a mano che portavano in spalla, e saltarono a bordo proprio mentre cominciava a muoversi lungo il percorso tracciato.

“Wow, ma vi rendete conto?!” esclamò C18 carica di adrenalina. “Siamo davvero nelle maestose e famosissime Isole Yoshi!!

“E lontane centinaia e centinaia di chilometri da casa!!” aggiunse Lunch battendo le mani entusiasta.

“Oh, ragazze, queste saranno le vacanze più divertenti della nostra vita!!” disse Bulma gettandosi a braccia aperte addosso alle amiche e racchiudendole tutte in un unico, grosso abbraccio.

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“Eccola qua, sana e salva…!” disse C18 individuando la sua valigia rosa che scorreva sul nastro trasportatore all’imbocco del gate. “…E quella dovrebbe essere la tua, Chichi…” aggiunse indicando un borsone nero e verde brillante che giaceva inerte a poca distanza.

“Grazie, C18!” Chichi afferrò la cinghia della borsa e se la caricò faticosamente sulla spalla. “Ma dov’è Lunch?”

“È andata al bar, credo…Ha chiesto a me di prendere la sua valigia” spiegò la biondina.

“Sì, infatti è questa” disse Bulma trascinando a terra la pesante valigia grigia di Lunch; subito dopo si raddrizzò sul busto e incrociò le braccia picchiettando nervosamente sul pavimento con il piede sinistro.

“Eccomi qua!” disse Lunch di ritorno dal punto ristoro; tra le braccia reggeva quattro lattine di aranciata ghiacciata. “Presto, prendetele, prima che mi rimangano attaccate alla pelle!”

Chichi tolse la linguetta dalla sua e tracannò la bevanda tutta d’un fiato. “Aaah, ci voleva! Anche se in realtà avrei preferito un bagno…”

“Io invece avrei preferito scannare i montacarichi!” sbraitò Bulma schiacciando violentemente con una sola mano la sua lattina vuota, lo sguardo assatanato. “PERCHÉ CAVOLO QUESTO TAPPETO CON LE RUOTE NON MI RIDÀ LA MIA VALIGIA?! È PIÙ DI UN QUARTO D’ORA CHE LA STO ASPETTANDO!!”

“Si dice ‘nastro trasportatore’, Bulma…” balbettò Lunch con una gocciolina sulla testa.

“Sì, quello che è!!” sbottò la ragazza scagliando la lattina verso un cestino e centrandolo in pieno. “Guardate, ormai sono rimaste pochissime valigie da ritirare e della mia non si è vista neanche la chiusura lampo!!

Chichi, C18 e Lunch si scambiarono un’occhiata preoccupata e comprensiva.

“Ehm…Dai, aspettiamo ancora qualche minuto…In caso andremo a chiedere informazioni al banco e vedrai che ti sapranno dare una spiegazione!” propose C18 scandendo e scegliendo accuratamente le parole giuste.

“Umph!” bofonchiò Bulma gettando il capo all’indietro. “Cinque minuti, non di più!”

I cinque minuti prefissati dalla ragazza passarono in fretta, molto in fretta…In questo breve arco di tempo alcune persone vennero a ritirare il proprio bagaglio con pigra indifferenza, lanciando occhiate curiose al gruppetto in attesa.

Allo scoccare del quinto minuto Bulma fece fuoriuscire irrimediabilmente tutta la rabbia accumulata in corpo. “Grrr!! MA DOV’È LA MIA VALIGIA, DANNAZIONEEE!!!

Le tre amiche sussultarono: ormai si sapeva cosa succedeva quando Bulma perdeva la pazienza, e le conseguenze non erano mai state molto piacevoli…

“Calma, Bulma, calma!” C18 le si avvicinò titubante e le poggiò le mani sulle spalle.

“Sì, calma e sangue freddo!” sibilò Bulma, gli occhi lampeggianti.

“Dai, andiamo al banco informazioni, vedrai che sapranno dirci sicuramente quello che vogliamo sapere!” la rassicurò la bionda.

C18 trascinò una furibonda Bulma verso il gabbiotto vicino alla sala d’attesa, seguita a distanza da Chichi e Lunch, che in realtà sospettavano già da qualche minuto quello che poteva essere successo.

“B-bè…Noi aspettiamo qui…” mormorò Chichi sedendosi insieme a Lunch su di una poltroncina rossa. C18 lanciò loro un’occhiata truce velata di terrore, che sembrava volesse dire: “Non lasciatemi da sola con questa pazza!!

Le sentirono confabulare con l’inserviente, e i loro dubbi fondati vennero colmati dall’assordante esclamazione di Bulma che seguì di lì a pochi secondi: “SMARRITA?! COME…COME SAREBBE A DIRE?!

L’addetto ai bagagli cercò di placare l’ira crescente della ragazza divincolandosi freneticamente nella speranza di trovare una giustificazione convincente. “S-sono desolato, miss Brief! Sono cose che succedono…M-ma vedrete che tra qualche giorno la ritroveremo!”

Ma con scarsi esiti…

“MA È LA MIA VALIGIA!! DENTRO C’ERANO TUTTI I MIEI VESTITI!!” urlò Bulma sporgendosi all’interno del gabbiotto di vetro in modo da trovarsi a pochi centimetri di distanza dal viso dell’uomo terrorizzato, che fece uno zompo indietro.

“E-ehm…” balbettò l’impiegato nascondendosi dietro il calendario appeso alla parete. “…Le prometto che f-faremo tutto il possibile e quanto prima le faremo recapitare il suo bagaglio n-nel suo…ehm…dov’è che alloggia?”

“In un bungalow sulla costa sud dell’isola!” esclamò Chichi prima che Bulma potesse aggredirlo per l’ennesima volta: stava cominciando a provare pena per quel pover’uomo che stava svolgendo solo il proprio lavoro.

C18 le fece un gesto di riconoscenza con la mano.

“Grrr!! Veda di ritrovarla entro quattro giorni, altrimenti sarà lei a vedersela con me!” Bulma minacciò l’uomo puntandogli un dito al petto, i denti digrignati in bella mostra, e fissandolo dritto negli occhi con sguardo vendicativo e fiammeggiante.

L’addetto si calcò maggiormente il berretto sopra gli occhi e, dopo aver deglutito, illuminò il suo viso con un finto sorriso da ebete.

“M-ma certo, bella signorina! Gliel’ho già detto, le assicuriamo la massima garanzia!”

“Sentito, Bulma?” disse C18 dando una pacca sulla spalla dell’amica. “Ora andiamo, dai, siamo già in ritardo sulla tabella di marcia!”

Bulma emise un grugnito nervoso, scoccò un’ultima occhiata infuriata all’uomo e girò indignata sui tacchi, seguendo Chichi e Lunch fuori dalla porta scorrevole.

“Wow!!” esclamò Lunch intrecciando le dita affascinata; il paesaggio delle isole Yoshi era finalmente ammirabile in tutto il suo indiscutibile fascino: bastava dare un’occhiata alle autostrade del centro principale costeggiate da una lunga fila di palme e cespugli variopinti per avere una prima, bellissima impressione.

È…è assolutamente stupendo! Guardate, si vede anche il mare in lontananza!” disse Chichi con impeto indicando l’orizzonte blu scintillante sotto la luce del solleone.

Che facciamo, chiamo un taxi?” propose C18 sporgendosi dal marciapiede per scorgere qualche vettura di passaggio.

“Ehi, ragazze!” le richiamò Lunch scorrendo con gli occhi una cartina del luogo. Lei era sicuramente la più previdente e informata del loro gruppo, non mancava mai di infilare a forza una mappa turistica nello zaino. “Guardate! Qui dice che a pochi chilometri da qui c’è il porto principale dell’isola, dove ogni due ore vi attraccano diverse navi da crociera famosissime…Caspita, guarda qua che nomi! Perché non ci andiamo?”

“Wow! Sarebbe fantastico!!” confermò Chichi saltellando sul posto. “Dai, che aspettiamo?”

“Hm…E come ci andiamo fino là?” chiese Bulma.

“Bè, non è molta strada, sono solo pochi chilometri… possiamo andare a piedi!” disse Lunch.

“A PIEDI?!” esclamò Bulma scandalizzata. “Ma si muore di caldo e poi sono stanca! Non potremmo prendere l’autobus o qualsiasi altro mezzo pubblico?”

“Qui non ci sono fermate del bus, e il taxi costa troppo, ora che ci penso” disse C18 calma. “Io sono per la passeggiata!”

“Uffa…alla fine sono sempre io quella che ci rimette!!” esclamò Bulma indignata.

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Era difficile farsi strada in mezzo a quella grande folla chiacchiericcia che attendeva con ansia ed emozione l’arrivo della lussuosa nave da crociera “Dragon Ball Deluxe”, che avrebbe attraccato a momenti. C’erano gruppi di persone con valigie e bambini a carico che saltellavano impazienti o che frignavano ininterrottamente, parenti e amici che aspettavano lo sbarco, o semplicemente ragazzi incuriositi.

“Ragazze, avete visto quanta gente?” disse Bulma scansandosi da un uomo che stava per finirle addosso.

“Non riusciremo mai a trovare un posto in prima fila!” si lamentò C18. “…A meno che…LUUUUNCH???”

“Sì? Cosa…Et…eeeet…EET-CHUM!!” Lunch emise un sonoro starnuto non appena C18 le sventolò delicatamente sotto il naso una delle sue ciocche di capelli biondi. Chichi e Bulma spalancarono gli occhi, preoccupate.

“Oh, cavolo!! Lo sapete che quando starnutisco mi prende una rabbia irrefrenabile!!” esclamò Lunch arrabbiata. “Uff…ecco, adesso sono nervosa!! E LEVATI DALLE SCATOLE, TU!!” sbraitò rivolta ad un giovane uomo in piedi davanti a lei, scaraventandolo da una parte e facendosi strada in mezzo alla folla. C18, Bulma e Chichi restarono dietro la sua scia, trovandosi ben presto tra le prime file.

Che c’è? È servito a qualcosa, no?” disse C18 facendo spallucce di fronte agli sguardi di rimprovero delle due amiche.

“E va bene, ora ci penso io…Povera Lunch…” mormorò Chichi avvicinandosi all’amica imbestialita, che sembrava avere tutta l’intenzione di afferrare un bambino particolarmente piccolo e grassoccio e sbranarselo.

“Ti senti meglio adesso, Lunch?” le chiese accarezzandole i capelli con cautela: non avrebbe voluto farsi staccare un braccio a morsi… “Guarda, siamo in prima fila! Presto vedremo la nave! Ricordi?…La nave…”

Lunch, in tutta risposta, grugnì con ferocia.

“Ehm…lo considero un sì…Dai, adesso fai un bel respiro e goditi l’arrivo!” disse la moretta allegramente con delle piccole pacche consolatorie sulla schiena.

Lunch fece come suggeritole e infatti, subito dopo, si aprì in un gran sorriso di riconciliazione.

“Aaah, grazie! Ora mi sento molto meglio!”

“Ehm…Eh eh…bene!” balbettò Chichi con una gocciolina sulla testa.

“Eccola, eccola!!” trillò una bambina bionda con le treccine accanto alle gambe di Lunch: stava indicando il mare, dove lentamente si faceva sempre più visibile un grosso transatlantico di scintillanti colori oro, rosso e bianco.

“Ragazze, che spettacolo!!” esclamò Bulma tutta eccitata e con gli occhi che brillavano affascinati.

La folla indietreggiò di qualche passo mentre la cima veniva attraccata al molo; piano piano una stretta rampa venne calata a terra e i primi passeggeri cominciarono a scendere di corsa, facendo una gran fatica a sorreggere i propri pesantissimi bagagli a mano.

“Guarda come sgambettano, bimba!” disse Bulma in tono saggio rivolgendosi alla ragazzina con le trecce, che l’ascoltava affascinata.

“Non bloccarle la crescita con le tue panzane, per favore…” la rimproverò Chichi tirandola indietro.

In quella la moretta fu distratta dallo sbucare di un curioso gruppo assortito di ragazzi dal portellone della rampa; dall’aspetto sembravano suoi coetanei, ma i loro lineamenti erano già da adulti. Il loro aspetto era intrigante e affascinante, messo ancor più in risalto dai loro occhi glaciali, e tutti portavano magliette senza maniche strappate che mettevano in bella mostra i bicipiti rigonfi.

“Tsk…Esibizionisti…”

Sembrava avessero molta fretta, a giudicare dalla loro andatura frettolosa, ma soprattutto dalle loro facce terrorizzate…Se non l’avesse considerato impossibile, se la stavano dando a gambe.

Non appena poggiarono i piedi sul molo, infatti, attaccarono a correre travolgendo la folla, con l’eccezione di un ragazzo rimasto indietro che Chichi non aveva notato immediatamente: alto e slanciato, con una folta chioma pece e curiosamente spettinata; i suoi grandi occhi scuri emanavano infinita dolcezza, come quelli di un tenero cucciolo indifeso bisognoso di protezione. Aveva un’aria spaesata, ma nello stesso tempo si avvertiva la sua infinita curiosità per quei posti mai visitati prima.

“Muoviti, femminuccia!!

Purtroppo quella contemplazione durò pochi secondi: il misterioso ragazzo sfrecciò tra la folla richiamato dai suoi amici e Chichi, che lo aveva seguito con lo sguardo fino a quel momento, lo perse irrimediabilmente di vista.

Sospirò leggermente dispiaciuta: era così carino e piacente…

Venne distolta dalle sue fantasticherie quando Bulma la richiamò a sé strattonandola per un braccio.

Cosa stavi guardando, eeh?” le chiese con un’aria furbetta.

Chichi arrossì violentemente quando vene accerchiata dalle sue amiche, che la fissavano avidamente. “M-ma che volete dire?!

Andiamo, lo sai! È inutile che fai la finta tonta…!” esclamò Lunch abbracciandola e avvicinando il viso al suo.

Ma…No! E comunque io…” cercò di spiegarsi Chichi. “…insomma, non era mica un…”

“…anche perché è venuta voglia anche a noi!” disse C18.

Chichi sussultò turbata; forse non aveva capito bene…

Che cosa?”

“…E brava Chichi! Hai individuato l’unico carretto dei gelati nel raggio di due chilometri!” esclamò Bulma allegra.

“…Il carretto dei…?” balbettò Chichi confusa; si voltò e all’improvviso le fu tutto chiaro: vicino alla rampa dei passeggeri vi era un chiosco di dolciumi e bibite fresche assaltato da ragazzini gioiosi e adulti che cercavano invano di trattenerli.

“Mamma, voio quello, voio quello!!

“Mamma, me ne compri tre? Ti preeeeeego!!

“Mi è caduto per terra!!! BUAAAAAAAAAH!!”

“Ehi, mi dai un cono da quattro gusti?” urlò Bulma al commesso sovrastando la calca dei marmocchi.

Chichi, sentendosi stranamente sollevata, si accodò con C18 e Lunch, che ovviamente non avevano idea di chi fosse quella strana ragazza dai capelli azzurri che si stava sbafando ogni sorta di ghiacciolo e bicchieri di tè freddo.

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CONTINUA…

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Caspita, è la prima volta che aggiorno così presto! Forse perché uno dei personaggi principali è il mio amatissimo Kak…EHM…Goku!! E poi perché mi sento ispirata! Grazie a chi si è fermato a leggere! In particolare…

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Pikkola Rin: Sono contenta che l’idea ti sappia carina! Ho pensato che avrebbe potuto essere un’ambientazione abbastanza adeguata, sinceramente mi piace vedere i personaggi di DB sotto la veste di studenti del liceo! Continua a seguirmi, ci conto!! Un bacione!!J

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Lyla: Ti ringrazio molto! Davvero quest’anno avrai la maturità? Aah, io devo aspettare ancora due anni!! …Meglio!!XD Continua a seguirmi, ne sarei davvero contentissima!! Per me è importante avere le opinioni dei lettori, mi aiutano a migliorare! …E chissà che tu non trovi qualche spunto interessante per le tue vacanze!!J Un bacio!

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LeftEye: EEEEEH??? Mi hai messo tra i tuoi…? UAAAAAH MA SONO FELICISSIMA!!! Davvero, è una soddisfazione incredibile saperlo!! Anche perché è la prima volta che qualcuno inserisce una delle mie storie tra i suoi preferiti, e mi fa un piacere ed un onore enormi!! Grazie grazie grazieeee!!! E naturalmente grazie anche per le tue opinioni, sono contenta che il mio stile ti piaccia! (Purtroppo c’è chi non lo apprezza, tipo il mio prof deficiente –e non scherzo!!- di italiano…!) Hai ragione, anche io ho trovato una certa somiglianza con il tuo stile, me ne sono accorta quando ho letto la tua carinissima “Amori bilingue”! Se non sbaglio qualche giorno fa ti ho lasciato una recensioncina…Comunque davvero molto originale e romantica!!

Per quanto riguarda l’ambientazione…Bè, io penso che scrivere AU su DB sia sempre interessante, così ci sto provando anch’io! Dopo averne lette tante era ora di passare all’azione!!J

Spero che mi lascerai altre recensioncine anche nei prossimi capitoli, per sapere(…o per dire!)cosa ne pensi!! Un grosso bacio…Tvb!!

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Kristin: Eh eh!! Non ho potuto farne a meno...Mi dispiace per la loro sorte di clandestini, ma non sono riuscita a resistere! E poi conoscendo Radish nella sua ambientazione originale…è un ragazzaccio!! Solo lui avrebbe potuto coinvolgere i suoi amici a viaggiare in quel modo!! Comunque so contenta che la storia ti piaccia, e spero che commenterai ancora! A presto!!

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E come ultima noticina…GOKU TI AMOOOOO!! …O l’avevo già detto??J

Al prossimo capitolo!…Mi raccomando, commentate!!

Alessandra

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Festa da non perdere! ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 3: Festa da non perdere!

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Era ormai metà pomeriggio quando Chichi, C18 e Lunch riuscirono a trascinare via la loro amica Bulma dal chioschetto dei gelati per apprestarsi a raggiungere finalmente il loro bungalow.

“Non ti sei già ingozzata abbastanza?!” la rimproverò Chichi lanciandogli un’occhiata fulminante.

“Oh, su! Almeno mi sono rinfrescata un po’!” rispose Bulma con nonchalance ficcandole in bocca un ghiacciolo all’arancia.

“Ehi, non offri anche alle altre?” disse C18 afferrando lo stecco del ghiacciolo che sbucava dalla bocca di Bulma e cominciando a succhiare il gelato con gusto.

“Ehi! Antipatica!!” protestò Bulma indignata. “Domani me ne ricompri un altro!”

“Su, ragazze, smettetela di litigare” intervenne bonaria la pacifica Lunch. “E cerchiamo di trovare la strada giusta per raggiungere il campo!”

“Già…come faremo a trovarlo?” disse preoccupata C18 ripensando solo in quel momento che non avevano la benchè minima idea di quale fosse la costa sud dell’isola.

“Uff…Non potremmo chiedere a qualcuno del posto?” propose Chichi. “Inoltre tra poco sarà buio e non ho intenzione di dormire all’addiaccio!” aggiunse rabbrividendo e indicando il bagliore arancione del tramonto all’orizzonte.

“Non sarebbe una cattiva idea…Potremmo raggiungere il paese, dubito che all’aeroporto sapranno dirci quello che vogliamo!” disse Lunch riflettendo a voce alta.

“Q-questo vuol dire che dobbiamo camminare ancora?!” esclamò Bulma scandalizzata.

“Un pochino, ma sono solo due chilometri, tranquilla!” cercò di rassicurarla Lunch.

“DUE CHILOMETRI?! Oooooh…ma quando potrò farmi trasportare in portantina?!” sbottò Bulma afflosciandosi a terra stremata.

“Strano, credevo che ormai la riserva energetica dei ghiaccioli ti avesse fatto effetto!” esclamò acida Chichi afferrandola per un braccio e sollevandola di peso.

“Solo in apparenza, amica mia…” mormorò Bulma cadendole addosso e pestandole un piede.

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Fortunatamente le strade del centro non erano molto frequentate a quell’ora, evidentemente i ragazzi preferivano la vita notturna. Anche i negozi, notarono le ragazze, erano per la maggior parte chiusi e riportavano dei cartelli con gli orari di apertura, tutti intorno alle otto e mezza di sera.

“Com’è carino questo paese!” esclamò affascinata Lunch guardandosi intorno e soffermandosi principalmente sui ristoranti all’aperto la cui vista dava su un lungomare scintillante.

“Sì, ma avete visto? Non c’è nemmeno un cane in giro!” notò Bulma scrutando torva le poche persone dall’aria rude che ciondolavano sui marciapiedi.

“È normale che i ragazzi preferiscano uscire la sera, no? E poi con questo caldo…” disse Chichi annuendo saggiamente.

“Bè, almeno qualcuno a cui chiedere informazioni lo abbiamo trovato!” esclamò C18 richiamando l’attenzione delle amiche su un uomo di mezza età fermo ad un angolo della strada.

“Dici?” Chichi non era molto propensa a fidarsi di quell’individuo: aveva un’aria assonnata e truce, faceva dondolare un mozzicone di sigaretta tra le labbra raggrinzite e indossava un impermeabile beige allacciato in vita.

Il ritratto del perfetto gentleman…

“Dai, Chichi, sei sempre così sospettosa!” disse Bulma partendo spedita in direzione dell’uomo, seguita a ruota dalle amiche.

Quando furono a pochi centimetri da lui, C18 si offrì di parlargli per prima.

“Ehm…mi scusi…” chiese titubante la biondina. L’uomo voltò il viso pallido verso di lei e mostrò i denti gialli e spezzati.

“A-hem…Per caso lei sa da che parte si va per raggiungere il campo turisti a sud dell’isola?” chiese C18 cercando di non lasciarsi scappare di bocca un grido di orrore.

L’uomo la squadrò da capo a piedi con sguardo avido e poi, con il suo miglior sorriso sciancato, chiese alla ragazza: “Straniere?” Il suo accento non era sicuramente quello tipico del luogo.

“Sì, signore” rispose prontamente C18.

Senza preavviso, l’uomo si portò le mani alla cinta dell’impermeabile, la slegò e spalancò le braccia. Chichi, Lunch e Bulma si portarono istintivamente le mani davanti agli occhi e si voltarono velocemente dall’altra parte.

“OH DIO, NO!!” urlarono scandalizzate e arrossendo furiosamente.

“Tranquille, ragazze, non è niente di osceno” le tranquillizzò C18 facendole voltare verso l’uomo: nella zona interna del suo impermeabile vi erano appesi innumerevoli e costosissimi orologi d’oro di tutte le misure.

“Voi interessa, belle signorine? Tutto bello, tutto bello! Prezzo speciale per voi, signorine!!” sbraitava il mercante di orologi sventolando l’impermeabile.

“Almeno è vestito…” mormorò C18 fissando disgustata il suo abbigliamento, costituito da una canottiera a coste che una volta doveva essere stata di colore bianco, un paio di jeans verdi e sformati e ai piedi dei sandali di cuoio.

“Grazie, ma non ci interessa” intervenne Bulma guardandolo da sotto in su. “Siamo di fretta!”

“Bella signorina, vu cumprà una meridiana?! Rarissima, molto bella!!” insistette il mercante girando intorno alla ragazza, che continuava a mantenere un’espressione di assoluta indifferenza.

“HO DETTO DI NO!!” sbottò Bulma facendolo sobbalzare. “E comportati bene, invece di andare in giro a fregare gli orologi!” concluse in tono di rimprovero.

L’uomo, indignato e spaventato dalla minaccia, si coprì con l’impermeabile e si allontanò di corsa svoltando un angolino buio.

“Brava, Bulma! Ben fatto!” si complimentò Chichi dandole una pacca sulla schiena.

“Già…Ma ora come facciamo a raggiungere la costa?” mormorò C18 sedendosi sul bordo del marciapiede con aria afflitta.

“È vero, è un bel problema…” confermò Lunch affiancando la biondina.

In quella, in lontananza si udì uno strano e assordante rumore: sembrava il motore di un automobile d’epoca.

“Ehi” esclamò Bulma. “Vuoi vedere che sta arrivando qualcuno per strada?”

La ragazza si sporse verso la sua destra e scorse due macchie gialle nel buio che si facevano sempre più evidenti a mano a mano che si avvicinavano.

“Ragazze, c’è qualcuno! Possiamo chiedere un passaggio!!” annunciò Bulma con un gran sorriso. Si posizionò sul bordo del marciapiede sistemandosi i capelli e mostrò il pollice.

“Non bastava l’aereo…ci mancava abbassarci a fare l’autostop…” sospirò Chichi rassegnata.

Quando uno strano furgoncino color verde sporco si fermò in prossimità del gruppetto esausto, dal finestrino si sporse un aitante ragazzo moro e sorridente.

“Vi serve un passaggio, ragazze?” chiese allegramente.

“Oh, sì!” esclamò Bulma fissandolo affascinata.

“Grazie, sei molto gentile!” disse Lunch prendendo in mano il bagaglio che aveva posato a terra.

“Saltate su, c’è spazio per tutte!” disse il giovane indicando il retro ampio e spazioso del furgoncino.

Prima che le ragazze potessero salire a bordo, Bulma le bloccò in fretta allargando le braccia e guardandole con occhioni supplichevoli.

“Vi prego…Fatemi salire davanti!!” sussurrò con due lacrimucce di pietà.

Le sue amiche sospirarono e spalancarono la portiera dietro. Meglio assecondare Bulma quando aveva intenzione di rimorchiare qualcuno.

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“Allora, dove vi porto?” chiese il ragazzo una volta che tutte si erano sistemate.

“Al campo dei bungalow sulla costa sud dell’isola…” disse Bulma con voce calda, facendosi più vicina.

Il ragazzo arrossì furiosamente e sorrise compiaciuto. Mise in moto e sterzò il volante in una viuzza secondaria.

“Non ci metteremo molto se passeremo da qui” spiegò paziente. “Allora, da dove venite?”

“Dalla Città dell’Ovest…la conosci?” chiese Chichi sporgendosi dall’apertura che dava nell’abitacolo del guidatore.

“Davvero? La grande metropoli?!” esclamò il ragazzo incredulo. “Non ci credo…quanto mi piacerebbe visitarla!”

“Perché non ci vieni a trovare qualche volta?” intervenne prontamente Bulma approfittando dell’attimo fissandolo dolcemente.

“Perché no? Magari!” approvò il ragazzo guardandola a sua volta. “In caso più tardi mi lasciate il vostro indirizzo!”

“A proposito…siamo delle cafone!” sbottò Bulma facendo sobbalzare le sue amiche. “Tu sei stato così gentile da darci un passaggio e noi non ci siamo nemmeno presentate!”

“Bè, non è che ci voglia molto…” intervenne C18 annoiata, la quale si beccò all’istante un’occhiataccia invidiosa da parte di Bulma. “Io sono C18, mentre loro sono Chichi, Lunch e Bulma…”

“…E io sono Yamcha!” concluse il ragazzo indicandosi il petto.

“WOW, MA HAI UN NOME BELLISSIMO!!!” esclamò Bulma sognante intrecciando le dita delle mani.

“Ehm…grazie, anche il tuo!” bofonchiò Yamcha imbarazzato.

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Il viaggio non fu molto lungo, e dopo un quarto d’ora il furgoncino arrivò a destinazione.

“Non sappiamo come ringraziarti, ci hai salvato la vita!” disse Bulma scendendo a malincuore dalla vettura.

“Non c’è di che, figuratevi!” rispose Yamcha regalando un sorriso smagliante a Bulma. “Ehi, perché stasera non venite alla festa sulla spiaggia?” chiese poggiando un gomito sullo sportello chiuso.

“Quale festa sulla spiaggia?” chiese Lunch incuriosita.

“Sì, è qua vicino!” spiegò Yamcha. “Si balla, si fa baldoria…e verso mezzanotte accenderemo un grande falò! Sarà divertente! Ma se siete stanche…”

“Bè, in effetti…” mormorò Chichi soffocando uno sbadiglio, ma la voce di Bulma sovrastò la sua.

“MA CERTO CHE VENIAMO! NON CE LA PERDEREMMO PER NIENTE AL MONDO!!” esclamò con giubilo.

Yamcha sorrise felice e strizzò un occhio. “Perfetto! Allora ci incrociamo stasera!”

“A dopo, Yamcha…” lo salutò Bulma mentre il furgoncino faceva retromarcia e ciondolava nella direzione opposta.

Non appena ebbe svoltato l’angolo, Bulma dovette sorbirsi le truci conseguenze della sua azione avventata.

“Ma cosa ti è venuto in mente?!” sbraitò Chichi contrariata. “Io sono stanca morta e tu ci trascini tutte ad una stupida festa sulla spiaggia?!”

“E io che volevo rilassarmi…” disse Lunch leggermente innervosita.

“Suvvia, ragazze! Sarà divertente!” le rassicurò Bulma con un sorriso di scusa. “È il nostro primo giorno di vacanza, perché non approfittarne fino in fondo?”

“Uff…Sei sempre la solita!” esclamò Chichi incrociando le braccia, non ancora del tutto convinta.

Le quattro raggiunsero il gabbiotto informazioni del campo e venne indicato loro il proprio bungalow: una graziosa casetta con due letti a castello, un piccolo bagno e un accogliente cucinino dalle pareti colorate.

“Com’è carino!” disse Lunch guardandosi attorno soddisfatta.

“Il depliant che ho preso all’ingresso parla chiaro!” disse C18 sfogliando la piccola rivista di cartone.

Bulma entrò velocemente all’interno, diede una rapida occhiata all’ambiente e poggiò pesantemente il bagaglio a mano su uno dei due letti.

“Forza, non c’è un minuto da perdere!” esclamò battendo le mani. “Prepariamoci subito, così non arriveremo in ritardo alla festa!”

“Quanta fretta!” disse Chichi sedendosi ai piedi del lettino. “Io ho fame!”

“Alla festa ci sarà sicuramente da mangiare!” disse Bulma trascinando verso di sé il borsone della moretta.

“Ma che fai?!” le chiese quest’ultima, scandalizzata.

Bulma la guardò incredula, sbuffò e riprese a slacciare la chiusura lampo. “Sai quello che è successo prima? Il mio bagaglio andato perduto, le scenate…”

Dopo qualche attimo di spaesamento, Chichi capì al volo…

“Oh, no! Il mio bikini rosa shocking non te lo presto!” sbottò riappropiandosi del borsone, trattenuto invano da Bulma.

“Sigh…ma DOVETE prestarmi qualcosa!” si lagnò la ragazza. “Che figura ci faccio con Yamcha?!”

“Ti piace proprio quello sbarbatello, eh?” chiese C18 portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio con indifferenza.

“Puoi dirlo forte…è così CARINO!!” confermò Bulma con gli occhi sognanti a cuoricino.

“È proprio andata…” sussurrò Chichi alla biondina ridacchiante.

“Ti presto io qualcosa, Bulma” disse Lunch passandole la sua valigia.

“Oooooh, tu sì che sei un’amica!!” esclamò riconoscente abbracciando il bagaglio che le porgeva. “Non come due tirchie arpie che conosco…!!” aggiunse rivolta a Chichi e C18.

“Hai sentito qualcosa, C18?” chiese la moretta fingendo di ignorare Bulma.

“No…solo una gallina in lontananza!” rispose la bionda dando di gomito all’amica.

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“Allora, che ve ne sembra?” chiese Nappa allontanandosi di qualche passo per rimirare il lavoro.

“È la cosa più orrenda che abbia mai visto” sentenziò Vegeta con una smorfia disgustata.

“Ma no, dai…” intervenne Goku avvicinandosi alla tenda da campeggio che era stata fermata nella sabbia con due paletti malfermi. “…Almeno è molto più confortevole della scialuppa di salvataggio!”

Nappa sorrise, leggermente rincuorato, per poi nuovamente incupirsi subito dopo. “Sì, ma…Tsk! Avremmo potuto frequentare quel corso di scout della parrocchia, l’anno scorso…”

“Ma manco per sogno!” sbraitò Radish, che stava picchiettando il paletto di una seconda tenda nel terreno molliccio e umido. “Sinceramente…mi ci vedi come frequentatore dei corsi estivi della chiesa?! Personalmente, cerco di starne alla larga il più possibile!”

“In effetti…” mormorò Nappa raggiungendo l’amico e accucciandosi per aiutarlo.

“E comunque qui è un bel posto dove alloggiare, no?” riprese Radish sollevando la testa. “Un campeggio all’aperto, insieme ad altre centinaia di ragazzi nella nostra stessa situazione, sotto le stelle…Il posto dei sogni di Kakaroth, no?” concluse con semplicità tirando fuori la lingua in direzione del fratello.

“Piantala” ribattè Goku indignato. “Il posto mi sta bene e non sono una femminuccia!”

“…E comunque questo posto piace anche a me!” esclamò Crilin allegramente. “Una vacanza all’insegna dell’avventura…forte!”

“A te serve una flebo, altrochè…” disse Nappa afferrando pigramente un secondo picchetto.

“Basta con quegli affari” disse Vegeta spazientito imponendo la sua presenza e facendo sobbalzare gli altri. “Sbrigatevi, tra poco nella spiaggia qui accanto ci sarà una festa e non voglio perdermela a causa del vostro sciocco traccheggiare!”

“Wow, davvero c’è una festa?!” esclamò Crilin entusiasta.

“E si beve?” aggiunse Radish con gli occhi che brillavano avidi e un rivolo di bava alla bocca.

“Sicuramente…Quelli delle isole Yoshi sono tutti un branco di ubriaconi…” disse Vegeta annuendo coscienzioso.

“Mah…” mormorò Goku distratto, ma contento di potersi svagare un po’ immergendosi nella vita notturna dell’isola.

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Un quarto d’ora più tardi le ragazze erano vestite, truccate e cariche di adrenalina…anche se un tantino assonnate.

“Yawn…Spero che ne valga davvero la pena…” mormorò Chichi chiudendo a chiave la porta del bungalow.

“Ma sì, stai tranquilla! Con quelle gambe al vento non puoi che divertirti!” esclamò Bulma indicandole il petto e strizzando un occhio furbetta.

Chichi arrossì e cercò di tirare ancora più giù la minigonna di jeans che aveva deciso di indossare per la serata, che mostrava le sue lunghe ed esili gambe dal ginocchio in giù.

“Non darle retta, stai benissimo!” la rassicurò C18 con un sorriso incoraggiante.

“Anche voi!” disse la moretta di rimando osservando con piacere l’abbigliamento delle sue amiche: C18 indossava un corto prendisole senza spalline color malva, Lunch una canottiera rosa confetto e un pareo a frange, e Bulma…il suo bikini rosa shocking e un paio di calzoncini jeans strappati che le aderivano perfettamente alle cosce sode.

“Si va!!” esclamò Bulma con un gran sorriso, e tutte e quattro si avviarono di gran carriera verso il luogo dei festeggiamenti, una spiaggetta dalla sabbia bianca frequentata dai giovani dell’isola e poco distante dal loro campo alloggio.

Quando arrivarono un assordante chiacchiericcio agitato e suoni di risate le avvolse da capo a piedi: a quanto pare si era già dato il via ai festeggiamenti.

“OH, MAMMA!!! Avete visto, ragazze?!” esclamò Bulma gettandosi nella mischia e trascinando con sé le altre.

“È FANTASTICO!!” urlò Lunch cercando di farsi sentire, ma con scarsi risultati.

In quella venne inserita una seconda canzone rock, che venne approvata con un boato diffuso, e un’allegra voce squillante risuonò nella notte, enormemente amplificata da un microfono.

“Ok, ragazzi! Vi state divertendo? Allora beccatevi questa!” urlò un ragazzo, seguito da uno squittio di giubilo.

“Avete visto il deejay, ragazze?” chiese Chichi indicando la consolle e gli amplificatori, che erano abilmente manovrati da un alto e muscoloso ragazzo pelato, con un curioso tatuaggio sulla fronte che lo faceva apparire come se avesse avuto un terzo occhio. Accanto a lui, vicino ai suoi polpacci, vi era un piccoletto dalla pelle spaventosamente bianca e le guance rosate.

“Simpatici, non è vero?” disse Lunch affascinata.

“Oh oh…la signorina ha adocchiato il suo principe per la serata!!” sussurrò C18 dando di gomito a Lunch con un sorrisino complice.

Lunch arrossì violentemente e diniegò con la testa. “M-ma no! Ho solo detto che è un ragazzo simpatico, tutto qua!!”

“Sì, certo, come se non si è visto che avevi gli occhi a forma di cuoricino!!” disse la biondina afferrandole strettamente un braccio come una morsa e portandola verso la postazione del deejay.

“No, no, NO!!!” urlò Lunch cercando di divincolarsi, ma C18 non aveva intenzione di mollarla.

Le due sparirono presto inghiottite dalla folla, lasciando sole Bulma e Chichi, impalate al centro della “pista”.

“Che facciamo, andiamo a prenderci qualcosa da bere?” propose Chichi.

“Ehm…” mormorò Bulma imbarazzata. “Veramente avrei altro da fare…”

“Cosa vuoi dire?” chiese la moretta spiazzata, non capendo gli intenti dell’amica.

“Bè…vedi…” mormorò Bulma guardandosi intorno e soffermandosi su un punto preciso vicino al lungomare. “Ho appena visto…YAMCHA! SONO QUI!!!” urlò sventolando una mano per avvertire il ragazzo della sua presenza.

Chichi fece una smorfia, ma in fondo non era arrabbiata con lei: se preferiva stare con il suo nuovo amico, lei non avrebbe obiettato.

“Non preoccuparti, mi faccio un giro” disse all’amica in tono rassicurante e leggermente seccato.

“Non ti dispiace, vero Chichi?” chiese Bulma con un piccolo sorriso.

“No, tranquilla! Divertiti, ci vediamo dopo!” disse Chichi, e lanciatole un fugace gesto di incoraggiamento si allontanò a passo spedito.

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“Accidenti, che noia…” Dopo il quarto bicchiere di punch, Chichi si decise a riprendere la sua passeggiata solitaria. Certo, non c’era un granchè da fare…Oltretutto non conosceva nessun altro, a parte le sue amiche, e non sapeva proprio dove dirigersi.

Cominciò a insinuarsi lentamente tra i vari gruppetti di ragazzi, cercando di mostrarsi il più aperta possibile, ma con la sua aria annoiata non aveva molto potere attrattivo.

Improvvisamente, prima che decidesse di voltarsi indietro e tornare al punto di partenza, la sua attenzione fu catturata da un piccolo gruppo ristretto di giovani sdraiati a terra. Si fece coraggio e si avvicinò titubante cercando di fare meno rumore possibile.

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“Nappa…quante dita vedi?”

“Rumph…Quarantasette…”

“Hm…Se ne avessi avute altre quarantaquattro ci avresti azzeccato…”

Goku si alzò in piedi e si diresse verso suo fratello, anch’egli stramazzato a terra, che reggava saldamente una bottiglia di superalcolico nella mano.

“Radish…Come ti senti?”

Il ragazzo, per tutta risposta , spalancò la bocca ed emise un sonoro rutto in faccia a Goku, il quale si tirò su di scatto e gli voltò disgustato la faccia verso un’altra direzione.

“Uff…” sbuffò il ragazzo sedendosi su di uno scoglio reggendo in mano la sua bottiglia di birra ancora piena per metà, fissando una goccia d’acqua che scorreva lenta verso le sue dita.

Almeno lui era rimasto sobrio…I suoi amici, invece, si erano attaccati alla prima bottiglia che si erano trovati davanti e ne avevano tracannate una dopo l’altra tutte d’un fiato; dopo una mezz’ora erano crollati a terra, ubriachi fradici, e lui aveva dovuto osservarli in silenzio…Ma almeno si era fatto due risate…

In quella udì uno scricchiolio alle sue spalle; scattò in piedi, sospettoso, e si guardò indietro. Una ragazza alta, magra e formosa, con lunghi e lisci capelli neri, stava ad osservare la scena scandalizzata, immobile sullo stesso punto della spiaggia. Goku fu subito attirato dal suo visino semplice, dai suoi occhi grandi e innocenti. Era una ragazza davvero carina.

“Ehm…Scusa” borbottò imbarazzato passandosi la mano libera sul collo. “Sai, i miei amici sono i soliti scapestrati…”

“Oh, non ti preoccupare…Ci sono abituata” disse la ragazza in tono dolce. “Quanto hanno bevuto?”

“Hm, meno del loro solito…Dieci birre a testa…”

“Accidenti!!” esclamò la moretta colpita. “E tu?”

“Questa è la terza…Ma non mi va…” disse Goku con indifferenza.

Senza aspettarselo, la ragazza gli si avvicinò e lo scrutò con occhi gioiosi, sembravano lanciassero scintille…

“Comunque, mi chiamo Chichi” mormorò dopo qualche secondo di silenzio.

“Goku…Piacere mio…” disse il ragazzo stringendole calorosamente la mano che quella piccola dea gli porgeva.

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CONTINUA…

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Ecco a voi il terzo capitolo!! L’avrei pubblicato anche prima, ma non ho avuto molto tempo per dedicarmici! La scuola impegna molto…Sigh!! Comunque cosa ve ne pare?

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Gil: Wow!! Davvero questa è una delle poche ficcy su Dragon Ball che ti piacciono?^^ Mi fai arrossire!!^///^ Fa sempre piacere sentirselo dire!! Grazie per i complimenti per quanto riguarda il mio stile, spero che non rimarrai delusa dai prossimi capitoli!(Anche perché io sarei capace di cancellarli e riscriverli!!)E sono anche contenta che ti piaccia l’ambientazione, visto che ne rientri anche tu!!J W le vacanze del dopo maturità!! Io devo aspettare altri due anni…Sigh!! Eh eh…Ho scelto Radish e Nappa perché di solito non compaiono mai nelle ficcy! Poverini…anche se per poco tempo, anche loro fanno parte del manga/anime!! E poi sapendo che sono dei ragazzacci, non ho resistito ad inserirli per dare un ulteriore tocco di comicità! Insomma, ho dato loro la possibilità di riscattarsi!! Ancora grazie, spero di ritrovarti tra le recensioni, mi farebbe davvero piacere!! Un bacio!!

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Kristin: Uaaah, un’altra fan del mio adorato Goku!!! Che bello!!!J Comunque sono contenta che Bulma “la belva funesta” ti sia piaciuta! Eh eh…poverina, sono stata un pochino cattiva nel farle perdere i bagagli!! Ma vedrai che li ritroverà…ma a tempo debito!!^^ Ti ringrazio ancora, e spero che tu ti sia goduta anche questo capitolo! Sono imbarazzati entrambi, ormai!!^^

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Lyla: Fammi sapere quando hai intenzione di partire per le isole Yoshi, così mi aggrego anch’io!!^^ GOKUUUUUU!!!J Bè, era ovvio che Chichi adocchiasse immediatamente il suo sayan preferito! MA GUARDA I CASI DELLA VITA, l’ha beccato proprio quando sono andate a fare visita al porto!!^^ Eh eh!! Mi raccomando, continua a seguire!! Ci saranno sviluppi mooolto interessanti!! Un bacioneee!!!

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Pikkola Rin: Bentornata!!! Meno male, un altro capitolo di tuo gradimento!! Ecco a te il terzo! Cosa te ne sembra? Grazie ancora, bacio bacio!!

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LeftEye: Incredibile, sei nella mia stessa situazione!! Anche io, dalla seconda elementare al secondo liceo(concluso l’anno scorso!), ho sempre avuto la media dell’otto in italiano!! Invece ora è arrivato questo cretino che si è messo a darmi voti bassissimi e pensa che mi ha dato anche il corso di recupero!! E devo dire che ci sono rimasta un po’ male, visto che sono anche piuttosto emotiva…Meno male che posso scrivere liberamente su questo sito, e posso ricevere i giudizi veri, quelli dei lettori come te! Ancora grazie, sono felice che la storia continui a piacerti! Ti voglio beneeee!!

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Goku, lo so che sono monotona, ma io…io…TI AMOOOOOOOOOOO!!!J

Alla prossima!! Mi raccomando, commentino!! Dai che non vi costa niente e in più mi fate contenta!!

Alessandra!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Serata...piuttosto romantica...! ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 4: Serata…piuttosto romantica…!

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Chichi lasciò la presa quasi immediatamente, vergognandosi da matti; quel ragazzo era talmente carino, con quel suo viso così dolce e allegro…Quasi si chiedeva come potesse reggere al confronto con lui…

Scese un gran silenzio imbarazzante, durante il quale nessuno dei due parlò, ed entrambi si limitarono a scrutare le loro dita dei piedi affondate nella sabbia con crescente interesse.

Chichi si sentiva bollire la faccia, forse avrebbe dovuto girarsi e correre via…

Ma dai, Chichi! Smettila, non fare la coniglia! Dì uno straccio di cosa intelligente e potrai far partire una conversazione!!” si ritrovò a pensare scuotendo lievemente la testa. Visto che il ragazzo ancora in piedi davanti a lei non accennava a spiccicare una qualche parola, prese un bel respiro e…

Perché tu non ti sei ubriacato come i tuoi amici?”

Goku alzò gli occhi, perplesso, fissando la ragazza, la quale si stava mentalmente insultando in termini molto pesanti.

“Ehm…Bè, io non sono uno scavezzacollo, preferisco divertirmi in altri modi” rispose Goku educato e leggermente confuso.

La ragazza provò un moto di orgoglio per il ragazzo: in effetti aveva tutta l’aria di un tipo tranquillo e con la testa a posto…e a lei piacevano molto i tipi tranquilli e con la testa a posto! Peccato che il suo tono di voce fosse così formale…non voleva che si trattenesse in quel modo…

“Sei qui da sola?” chiese improvvisamente Goku facendola trasalire.

“Ehm…io…no, sono qui con tre amiche…si stanno godendo la festa” spiegò Chichi arrossendo.

“Non dev’essere male laggiù, vero?” disse Goku malinconico indicando la folla chiacchiericcia a pochi chilometri di distanza. “Andrei a fare quattro salti, ma non posso lasciare qui questi tre…” e indicò i ragazzi stesi a terra in tralice, con gli occhi vacui e la bocca spalancata in un sorriso ebete.

Chichi fissò gli amici del ragazzo con una smorfia disgustata provando compassione per lui. “Bè…se vuoi…ti posso fare compagnia! Tanto non ho niente da fare…”

“Grazie, ma immagino che tu non voglia stare insieme a tre morti e un poveraccio annoiato…” disse Goku con un sorrisetto.

Ma dai!” esclamò ridente la ragazza dandogli una pacca sulla spalla e facendogli sputare in uno spruzzo la birra che si era appena portato alla bocca. “Che dici?! Mica mi vergogno! Basta che mi presenti i tuoi amici e io mi sentirò a casa!”

Goku sollevò lo sguardo, divertito; poggiò la bottiglia di birra in mezzo a un cumuletto di sabbia e si pulì frettolosamente la camicia.

“Oh, d’accordo! Allora…questo è mio fratello Radish” disse indicando il ragazzo con i capelli lunghi a terra, il quale aveva le braccia e le gambe spalancate ad angelo e un rivoletto di liquido giallastro che gli colava dal naso. “Scusa se non ti saluta, ma è un gran maleducato anche a casa!”

“Non mi formalizzo” sentenziò la ragazza scavalcandolo e procedendo oltre.

“Lui è Nappa” Il fusto pelato stava rivoltato a pancia sotto, con il sedere sollevato verso il cielo e le braccia lungo i fianchi.

“Hm…speriamo che faccia aria solo dalla bocca e non da qualche altra parte” disse Chichi analizzando curiosa la scomoda posizione del ragazzo. Goku fece una risatina e la guidò verso un terzo ragazzo piccoletto dai capelli neri a punta che sonnecchiava con la schiena contro il tronco di un albero e le braccia incrociate.

“Vegeta” esordì semplicemente Goku scrutandolo sospettoso: non riusciva mai a capire se stesse dormendo o fosse sveglio. “Diciamo che tra loro tre è quello più normale, anche se tende sempre a isolarsi…”

“Bene, felice di conoscervi!” urlò Chichi senza preoccuparsi di disturbare il loro sonno condizionato.

“Poco fa era qui anche Crilin, il mio migliore amico” riflettè Goku a voce alta. “Ma credo sia andato a divertirsi da un’altra parte…Boh…”

Chichi annuì con leggera indifferenza; se tutti gli amici di Goku erano in quel modo, conoscerne ancora un altro non avrebbe fatto differenza.

“Allora…” mormorò Goku rimettendosi seduto sulla roccia.

“Allora…” ripetè Chichi incrociando le braccia dietro la schiena e dondolandosi sui talloni.

Di nuovo calò quel silenzio imbarazzante e insopportabile; in lontananza si levò un ruggito rabbioso, ma i due non sentirono altro che un impercettibile ronzio.

La ragazza tornò a giocherellare con una conchiglietta accanto al suo alluce destro, seppellendola sotto uno spesso strato di sabbia.

Aveva perso ogni idea, non sapeva più cosa dire, né che cosa fare…Non voleva rimanere lì in piedi come una scema!

E poi la soluzione arrivò da sola…anzi, in compagnia di un’altra persona.

Proprio quando la moretta stava per decidere di andare a cercare le sue amiche, sentì delle risatine acute e rumore di ventosa risucchiata a pochi metri di distanza; si voltò incuriosita e quello che vide le fece gelare le ossa: la sua amica Bulma e quel ragazzo, Yamcha, procedevano abbracciati lungo il bagnasciuga, schizzandosi i polpacci, e sembravano stessero cercando di battere il record dell’arrampicata a mani nude.

Prima che l’amica potesse individuarla, Chichi si voltò frettolosamente verso Goku e lo prese per un braccio.

“MA TI ANDREBBE DI FARE DUE PASSI?!” chiese con molta foga e nervosismo.

Il ragazzo la scrutò incuriosito per qualche secondo, turbato.

“Io…”

“I TUOI AMICI SONO GRANDI E GROSSI E SE LA CAVERANNO BENISSIMO!” aggiunse la moretta cominciando a sudare e guardandosi nervosamente indietro. “TI PREGO SBRIGATI A DECIDERE!!

Dopo qualche secondo di indecisione Goku sorrise bonario. “Ok, hai ragione…Al diavolo, chissenefrega di questi qua!”

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Era davvero piacevole quella sensazione di freschezza all’altezza delle caviglie, era da tanto tempo che desiderava provarla. Chichi battè violentemente un piede a terra, sollevando alcune gocce d’acqua che andarono a ricadere sulla sabbia bianca e fina, inumidendola.

“Questo mare è fantastico!” commentò la ragazza allegramente. “Quello della mia città è così sporco e inquinato…”

“A proposito, da dove vieni?” chiese Goku curioso, sferrando un calcio all’aria e provocando alti spruzzi salati.

“Dalla Città dell’Ovest, e tu?”

“Ah, io da un piccolo villaggio vicino alla Città dell’Est, figurati!”

“Uffa, abiti dalla parte opposta del paese!” si lamentò Chichi; non le sarebbe dispiaciuto scoprire che anche lui viveva a pochi chilometri da casa sua.

“Sì, ma quando comincerò l’università stai pur certa che me ne andrò da lì” disse Goku. “I viaggi intorno al mondo sono la mia passione!”

“Bè, sei già a buon punto!” gli fece notare la moretta ruotando un bracco all’intorno. “Queste isole sono parecchio lontane da casa nostra!”

“Già…” disse il ragazzo scrutando lo spicchio di luna che si specchiava luminoso nell’acqua.

“Sai che anche io tra qualche mese andrò all’università?” intervenne Chichi. “Infatti questo è il mio viaggio di dopo maturità!”

“Davvero?” chiese Goku sorpreso. “Anche il mio!”

“L’avevo immaginato!” disse Chichi con una risatina. Era molto piacevole parlare con lui, ora che entrambi si stavano sbloccando.

“Non vedevo l’ora di finire il liceo…Tutti quei compiti, tutte quelle stupide regole…La fine degli esami è stato un sogno, finalmente me ne sarei andato da quello stupido edificio decrepito…” disse Goku ricordando le due settimane precedenti con rabbia mista a sollievo.

“Oh, non me ne parlare!” sbottò Chichi colpendo il palmo della mano destra con il pugno sinistro. “Per riuscire a ripassare tutto il programma mi sono dovuta chiudere dentro casa, con le tapparelle perennemente chiuse, mentre vedevo mio padre uscire con le canne da pesca o andare a prendere il sole al lago!”

“Bè, però è finita, no?” disse Goku con un sorriso sbarazzino.

“Amen” confermò Chichi in tono lugubre.

Entrambi scoppiarono a ridere e rimasero a fissarsi negli occhi per una piccola frazione di secondo, ma fu sufficiente per riuscire a scorgere una scintilla di intesa nelle iridi scure dell’altro.

Non avrebbero voluto interrompere l’attimo, ma entrambi sarebbero svenuti dall’emozione di lì a poco tempo…forse era il caso di porre un rimedio…

“Ehm…fai qualche sport, Goku?” chiese Chichi arrossendo. Bene, aveva collezionato la sua seconda domanda stupida nell’arco di sei minuti. Quanto avrebbe voluto prendersi a pugni da sola!!

“Oh” mormorò il moro grattandosi una guancia. “Sì…Io, Radish, Nappa e Vegeta facciamo parte di una squadra di arti marziali, ci chiamano ‘I Saiyan’…”

“Arti marziali? Accipicchia!” esclamò Chichi colpita. “In effetti col tuo fisico non avrei immaginato altro…”

“Sì, bè…aiutano molto!” disse Goku tirandosi su una manica della camicia e mostrando un bicipite gonfio.

“Guarda che non mi impressioni!” esclamò Chichi schizzandolo con un po’ d’acqua.

“Non volevo mica impressionarti!” ribattè il ragazzo prelevando dell’acqua tra le mani a coppa e gettandola sulle ginocchia della moretta, che fece un salto in aria.

“Antipatico!”

Di nuovo si gettarono in una grossa risata allegra; Chichi aveva quasi le lacrime agli occhi per la felicità. D’altro canto, come si poteva restare indifferenti alla gaiezza e alla candidezza di quel ragazzo?

Dopo essersi calmata, la moretta sospirò profondamente e indicò il “lazzaretto” all’aperto riservato agli amici di Goku.

“Torniamo?”

“Li lascerei là ad arrangiarsi, ma…d’accordo…” annuì Goku sospirando rassegnato.

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“BLEUUUUUUUURGH…” Radish si voltò meccanicamente su un fianco e subì le conseguenze di tutto l’alcool che aveva ingurgitato.

Raccogliendo tutto il coraggio che aveva in corpo e pregando il suo stomaco di ferro di non tradirla proprio in quel momento, Chichi prese la testa del ragazzo tra le mani e lo sorresse mentre faceva quello che doveva fare.

“Tutto bene?” chiese Goku alla ragazza mentre lui cercava di svegliare Nappa sferrandogli dei sonori schiaffoni fischianti sulle guance.

“Ehm…CERTO, TRANQUILLO!!” lo rassicurò Chichi mentre cercava di figurarsi nella mente l’immagine di un prato fiorito e profumato. Ma era inutile…dopo qualche secondo sbucava Radish e innaffiava tutte le margherite con del concime verdastro di sua personale produzione.

“Oh Kami…Cosa non si fa per far star meglio una persona…” mormorò sottovoce la moretta deglutendo e distogliendo lo sguardo.

Sembrava che il rigetto non avesse una fine, non accennava a diminuire…Che strani effetti potevano avere dieci bottiglie di birra a testa…

Finalmente, dopo quindici minuti di conati e altri impressionanti rantolii, il ragazzo si fermò e voltò il capo verso la ragazza, scrutandola perplesso e incuriosito.

“Ehm…ciao, io sono Chichi…Come va?” chiese lentamente sperando che il flusso fosse davvero finito completamente.

“Rumph…” borbottò Radish mostrando alla ragazza il suo profilo. Chichi lo interpretò con un “Ora sto meglio, grazie”.

“Ehi, Goku!” chiamò a gran voce la moretta. “Tuo fratello si è ripreso!”

“Ok! Grazie, Chichi!” rispose Goku con un gran sorriso colpendo il suo paziente con un ultimo, potentissimo ceffone sugli zigomi.

“Ehi, così gli fai male!” protestò Chichi scrutando torva il ragazzo.

“Pfui…Questo è niente! Vedessi quando uso la borsa dell’acqua calda!” disse Goku ridendo.

Dopo quella botta, tuttavia, Nappa aprì lievemente gli occhi e si portò immediatamente una mano alla testa.

“Ooooh, che male boia…” si lamentò strizzando le palpebre.

“Cerchio alla testa, eh?” chiese Goku in tono di rimprovero.

“No, almeno quattro o cinque…” precisò Nappa sdraiandosi sulla sabbia e rotolandosi di qua e di là tenendosi le tempie con entrambe le mani.

Goku volse lo sguardo a Chichi, che osservava la scena preoccupata, ma allo stesso tempo divertita.

“Grazie per il tuo aiuto” disse Goku dolcemente; Chichi arrossì e scosse la testa. “Ma dai, l’ho fatto volentieri! Sono una crocerossina nata!”

Il ragazzo, dopo un piccolo sorrisetto complice, tornò a concentrarsi su Vegeta, al quale naturalmente stava riservando lo stesso trattamento di Nappa.

Chichi stava per alzarsi e andare ad aiutarlo, magari con un altro metodo, quando si sentì chiamare da C18.

“Chichi! Dove sei? CHICHI!!”

La moretta scattò in piedi e si voltò indietro: a pochi metri da lei vi erano la biondina e Lunch che si guardavano nervosamente intorno.

“Devo andare” disse frettolosamente a Goku. “Le mie amiche mi stanno cercando!”

“Oh…” mormorò Goku spiazzato. “D’accordo…Grazie ancora, Chichi…”

Chichi rimase immobile sul posto, riflettendo: non poteva andarsene, glielo doveva almeno chiedere…

Che ne dici se un giorno di questi ci rivediamo? Possiamo stare tutti insieme! Che ne dici?” chiese in un sol fiato.

Goku la guardò raggiante. “Ma certo! Quando vuoi, mi farebbe molto piacere chiacchierare di nuovo con te!” esclamò strizzando un occhio.

Chichi si sentì le gote calde e si aprì in un gran sorriso allegro. “Ok…Allora ci vediamo! Ciao!”

E scappò via sollevando una nuvoletta di sabbia.

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“Ma si può sapere dove sei stata?!” la aggredì Bulma furibonda mentre si dirigevano al loro bungalow. “Accidenti a te, ti abbiamo cercato dappertutto! È colpa della tua gonna?!

Chichi si tirò ancora più giù la mini di jeans e ribattè: “M-ma no! Io ero…”

Lascia perdere! Oh, mi hai fatto camminare per tuuuutta la spiaggia…” disse Bulma come se stesse recitando in una tragedia.

“Veramente siamo state io e Lunch ad andarla a cercare” la corresse C18 scoccandole un’occhiataccia. “Tu non hai fatto altro che stare appiccicata a Yamcha per tutta la sera!”

Bulma trasalì e arrossì. “Ma certo! È così dolce e gentile…Un vero uomo!”

“Insomma abbiamo fatto conquiste stasera, eh?” si intromise Chichi approfittando del fatto che le amiche sembrava avessero dimenticato che fossero arrabbiate con lei.

“Eh sì! Ma non solo io, non è vero Lunch?” disse Bulma dando di gomito all’amica, che era diventata più rossa di un pomodoro maturo.

“Non è vero! Ho solo fatto amicizia con Tensinhan, ma niente di più!” farfugliò nel panico.

Ma chi, il deejay?” chiese la moretta incuriosita.

“Sì, quello insieme al suo amichetto cadaverico” confermò C18.

“Povero Jiaozi…è solo di colorito pallido!” intervenne Lunch scandalizzata.

“A proposito, Lunch” disse Bulma scrutandola preoccupata. “Fossi in te starei molto attenta a quel nanerottolo…Hai visto quanto sono amici quei due? Non vorrei che…insomma…Capisci?”

“Ma che vai farfugliando, Bulma!!” esclamò Chichi furiosa. “Solo perché due ragazzi sono tanto amici non vuol dire che siano…bè…dell’altra sponda! Tu e i tuoi stupidi pregiudizi!”

Bulma fece spallucce ed entrò furtivamente dentro il bungalow, buttandosi sul letto.

“Yaaaawn…Quanto sono stanca…Voglio solo dormireee…” mormorò abbracciando il cuscino e strofinandovi il viso.

Le ragazze si infilarono le camicie da notte, si lavarono il viso e si legarono i capelli, pronte per immergersi nel mondo dei sogni.

“Aaah…Non vedo l’ora di andare in spiaggia, domattina! Col sole sicuramente sarà tutta un’altra cosa!” esclamò Lunch sognante, pettinandosi la lunga chioma mossa.

“Già! Sempre che Bulma riesca a svegliarsi ad un’ora decente!” disse C18 con indifferenza.

Cosa vorresti insinuare, bella?!” sbraitò Bulma sospettosa scattando col viso a pochi centimetri da quello della biondina.

“Ti ricordi quella volta che abbiamo dormito tutte insieme?” chiese C18 alzando gli occhi al cielo. “Tu ti sei svegliata due ore dopo di noi e hai avuto anche il coraggio di lamentarti per aver perso la colazione!”

Bulma incrociò le braccia, indignata. “Pfui…Ho i miei orari, IO!”

“Basta fare tutto questo casino, voglio andare a dormire!” protestò Chichi portando le mani sul materasso superiore del letto a castello. Bulma le afferrò un polso strettamente e la guardò con aria assassina. “Cosa credi di fare, bella?”

“Vado a sdraiarmi sul mio letto in modo da poter dormire” rispose la moretta con semplicità.

“Forse non hai capito bene la situazione…” sibilò Bulma irrigidendo la presa. “Sarò IO a dormire di sopra!”

“Cos…?” disse Chichi spiazzata, per poi tornare alla carica un momento dopo. “Ah, no! Col cavolo, di sopra ci vado io!”

“Io sono di due mesi più grande di te, quindi ho la precedenza!” ribattè Bulma cercando di arrampicarsi, ma venendo prontamente fermata dalla moretta.

Ma tu hai già strofinato la faccia su quell’altro cuscino” disse indicando la federa del letto inferiore. “Io non voglio poggiare la testa su un cuscino che abbia già un altro odore!”

E allora faremo a cambio di cuscino!” esclamò Bulma prendendolo e sferrandolo dritto sul naso dell’amica.

“BASTA!” sbraitò la moretta; con un gesto fulmineo, spinse Bulma in basso e si arrampicò di sopra, impossessandosi legittimamente del tesoro conteso.

Bulma rimase pietrificata ai piedi del letto, incapace di reagire. Lunch le si avvicinò e le passò un braccio dietro le spalle.

“Dai, Bulma…Una guerra si vince o si perde, è normale!” disse dolcemente cercando di soffocare una risatina.

Bulma sospirò e si adagiò sul letto inferiore, sistemando le lenzuola alla meglio. “Sigh…Me tapina…”

“Mamma mia che vista che c’è da quassù!!” esclamò Chichi sporgendosi di sotto e facendo una pernacchia alla sua avversaria, la quale la minacciò con una ciabatta.

“Buonanotte” tagliò corto C18 spegnendo la luce del comodino; subito calò l’oscurità, ma ciò non impedì alle ragazze di lasciarsi andare a chiacchiere euforiche ed emozionate.

“La nostra prima notte alle Isole Yoshi!!” esclamò Lunch volgendo lo sguardo al soffitto.

“La nostra prima festa alle Isole Yoshi!” aggiunse C18 gioiosa.

“È stata una serata fantastica” disse Bulma ripensando ai piacevoli ed eccitati momenti trascorsi con Yamcha. “Vi ho già detto che domani Yamcha verrà in spiaggia con noi?”

“Almeno trenta volte” disse C18 seccata. “A proposito, Chichi, tu che cosa hai fatto quando ti sei allontanata?”

Chichi sussultò lievemente con un piccolo rimbalzo e sorrise dolcemente incrociando le braccia dietro la testa. “Mah, niente di che…Ho fatto l’infermiera…Buonanotte, ragazze!”

La moretta si voltò su un fianco e non disse nessun’altra parola, lasciando le amiche avvolte nella curiosità e nel mistero.

“Secondo me è un po’ tocca…” commentò Bulma sistemandosi i capelli.

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CONTINUA…

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Eccomi qua!!^^ Scusate se il nuovo capitolo è un pochino più corto dei precedenti, ma ho preferito fermarmi a questo punto, per poi partire con un’altra situazione la prossima volta! Stavolta è entrato in gioco anche il romanticismo…Quanto sono carini insieme quei due!!

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Pikkola Rin: Grazie ancora per i complimenti! Non ti preoccupare, presto la coppia Bulma/Yamcha…scoppierà!^^ Ma per ora non ti anticipo niente di più…Intanto già nel prossimo capitolo succederà qualcosa che riguarda proprio Bulma!!

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Lyla: Ciao carissima!!^^ Come va? Sai, sono contenta che anche lo scorso capitolo ti abbia fatto ridere, mi rende felice saperlo!! Questo, invece, è un po’ più sul romantico, ma ho cercato di aggiungere qualche elemento comico senza rompere l’atmosfera…Non so se i risultati siano abbastanza decenti, non sono molto preparata in materia di primi incontri!!^^ Ssssigh!! Ancora grazie per le tue belle parole! Sei dolcissima!!

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Gil: Bentornata!^^ Sono contenta che il quarto capitolo ti sia piaciuto!! Grazie mille, mi ha fatto davvero molto piacere!! Uaaah, un’altra fan di Goku!!! Bene bene…diventiamo sempre più numerose! Anche per quanto riguarda me il secondo personaggio in ordine di preferenza è il principe! E proprio lui, tra pochissimo, sarà coinvolto in qualcosina…Tranquilla, ti posso assicurare che neanche a me va molto a genio la coppia Bulma/Yamcha!

Eh eh! I saiyan alla parrocchia! Non so nemmeno io come mi sia venuto in mente, ho solo pensato a una mia amica che fa scout e che ogni tanto va a fare campeggio! Ma in realtà credo che loro neanche sappiano cosa sia, una parrocchia! Oh bè, almeno le tende le hanno piantate!

Spero che anche questo chap ti sia piaciuto e ti abbia fatto sorridere! Viva i piccioncini!! Ancora mille grazie, ti voglio bene!!

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Kristin: Ma lo sai che in effetti per il pezzo della meridiana mi sono ispirata proprio a Hercules? Quel pezzo è stato troppo ganzo!! “Ehi, compare…Vuoi comprare una meridiana?”^^ Mi sono fatta certe risate!! Spero di non venire accusata di plagio!!^^

E dopo il fatidico incontro…l’incontro vero e proprio!! Come ti è sembrato lo snodo della vicenda? In ogni caso…quei due insieme sono carinissimi insieme, non trovi? Io ne sono convinta!! Grazie grazie grazie ciccia!! Ti aspetto, a presto!!

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LeftEye: Tranquilla, i due si incontreranno moooolto presto!! Sono fatti per stare insieme, è impossibile che non succeda qualcosa!! E Yamcha…Bè…Vedremo!!^^

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Son Giuggy90: Ehi, che sorpresa! Tu sei l’autrice della carinissima “Le nozze di Goku e Chichi”!! Wow che bello trovarti qui!! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia!! I tuoi complimenti mi hanno fatto davvero molto piacere!! Questo nuovo capitolo è praticamente dedicato alla nostra coppia preferita! Spero che ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi, ci tengo molto!! Ciao ciao, un bacione grande grande!! P.s. Mi raccomando, anche tu…aggiorna presto!^^ Non vedo l’ora di leggere il terzo capitolo!!^^

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Oltre alla scrittura, la mia altra grande passione è il disegno…Amo le caricature! Ieri, visto che non avevo niente da fare, ho preso carta e colori e mi sono messa a disegnare la scena dell’incontro tra Goku e Chichi! Visto che mi sono ispirata alla mia storia, ho deciso di pubblicare il mio disegno, per condividerlo con voi!! Spero che vi piaccia…anche se hanno le teste sproporzionate e i colori del cielo sono osceni!!^^ Mamma mia che vergogna!! Un bacio a tutti e al prossimo capitolo!! Ciao ciao!! E ricordate…COMMENTATE!! Dai, che non comporta alcuno sforzo! (Sennò sarebbe preoccupante!^^’’’’)

Alessandra

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Sole, mare e bei ragazzi ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 5: Sole, mare e bei ragazzi

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“Bulma?”

“…”

“Bulma?”

“…”

“BULMA!!”

“Zzz…Hmm…Ancora cinque minuti, mamma…” farfugliò la ragazza con la voce impastata, girandosi su un fianco.

Chichi sbuffò, stizzita, e riprese a scrollare l’amica con più impeto. “Insomma! Andiamo, alzati! È ora di andare in spiaggia!”

Ma Bulma aveva tutta l’aria di essersi di nuovo addormentata profondamente e non aveva alcuna intenzione di lasciare il mondo di Morfeo troppo presto.

La moretta poggiò le mani sui fianchi, seccata. Dannazione, lei e le altre erano in piedi già da una mezz’ora ed avevano già fatto colazione! Si stavano preparando per andare in spiaggia, non potevano lasciare Bulma da sola nel bungalow, sarebbe stata una crudeltà imperdonabile, sorvolando sul fatto che ne avrebbero subito le conseguenze al rientro…

Ma la soluzione più logica era lì, a portata di mano.

“Ehm…Oh, ciao, Yamcha! Accomodati!” urlò Chichi all’uscio, ovviamente deserto, sperando di attirare l’attenzione di Bulma.

E infatti…

“YAMCHA?! DOVE?!” squittì la ragazza dai capelli celesti zompando improvvisamente in piedi e ravviandosi i capelli, emozionata. “Cavolo, è già qui?”

“Ben svegliata, dormigliona!” esclamò Lunch avvicinandosi all’amica e porgendole una tazza fumante contenente uno strano intruglio marroncino.

“Buongiorno…” mormorò Bulma un po’ delusa. “Ma…e Yamcha?”

“Oh…è appena andato via!” disse Chichi sperando di essere convincente. “Ma prima che girasse inesorabilmente e irrimediabilmente l’angolo della strada, ha detto che ci aspetta tutte in spiaggia!”

“Perfetto! Almeno non mi vedrà così in disordine!” esclamò Bulma risollevata, sorseggiando il cappuccino schiumoso che Lunch aveva amorevolmente preparato per lei.

“Torniamo in quella di ieri sera, vero?” chiese C18 uscendo dal bagno con indosso il suo bikini azzurro perfettamente coordinato con il colore dei suoi occhi.

“Ma certo! Se era così bella di notte, figurati ora che è giorno!” esclamò Chichi, che in realtà, con l’aggettivo “bello”, si stava riferendo a un altro soggetto.

“Ok, vado in bagno a prepararmi e arrivo! D’accordo?” disse Bulma allegra, afferrando al volo un asciugamano che C18 le porgeva e chiudendosi la porta della stanzetta alle spalle.

Nell’attesa, anche le altre finirono di prepararsi; indossarono i copricostume e infilarono le ultime cose nelle borse già strapiene.

“La protezione 20 la prendo io, va bene?” disse Lunch prendendo il flacone poggiato sul comodino.

“Te la puoi anche tenere!” esclamò Chichi, che aveva intenzione di farsi dei rilassanti bagni di sole per la sua pelle candida.

“Ok, io dovrei…” cominciò C18, quando un urlo lacerante proveniente dall’interno del bagno le fece spaventare a morte. Subito si precipitarono davanti all’uscio chiuso, preoccupatissime.

“BULMA! CHE COSA SUCCEDE?!” gridò Chichi graffiando letteralmente la porta con le unghie.

“NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!” ripetè Bulma in un ululo di disperazione crescente.

“APRI LA PORTA! CHE COS’HAI?” urlò C18 cercando di forzare la maniglia, ma era chiusa a chiave.

“NON È POSSIBILE…NON È POSSIBILE !!!”

“BULMA!!!” tuonarono all’unisono le amiche, che ormai avevano cominciato a sudare freddo. Non riuscivano proprio ad immaginare quali spaventosi orrori stessero accadendo all’interno di quella piccola stanzetta. Cominciavano a temere il peggio…

Dopo qualche secondo di struggente attesa, la maniglia di ottone cominciò ad abbassarsi lentamente e le tre ragazze si allontanarono di qualche passo, pronte a scattare in avanti al primo segnale di problema in vista.

Sulla soglia spalancata, completamente stravolta, c’era Bulma. Aveva i capelli in disordine, gli occhi sbarrati e arrossati, ma allo stesso tempo erano assatanati e fiammeggianti. Tra le mani stringeva una piccola saponetta, quasi volesse spappolarla con le sue forze.

“Mi…mi sono venute le mie cose…” annunciò con un sibilo piagnucoloso e pieno di malinconia.

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“Suvvia, non è poi così male!” esclamò Chichi dando una piccola pacca sulla spalla di Bulma, che dopo innumerevoli scenate(ovviamente rivolte alla sua incredibile iella e alla maledizione che la Dea Bendata le aveva lanciato alla nascita)si era convinta a scendere ugualmente in spiaggia.

Il panorama era davvero incantevole, niente in confronto alla bellezza della sera precedente: una distesa immensa di sabbia bianca simile a sottile farina, costellata di piccole conchiglie e sassi di ogni più svariato colore; lo sfondo di palme slanciate e cariche di noci di cocco contribuiva ad accrescere la comune e insostituibile magia delle isole tropicali.

Davanti ai loro occhi, sconfinata, una distesa di acqua limpida e cristallina, scintillante e ipnotica sotto i raggi accecanti del solleone; le chiazze chiare del fondale si alternavano a quelle scure delle zone più profonde, quasi volessero tendere qualche insidia.

“Oh mammina…Reggetemi…” mormorò C18, estasiata dall’immagine che le si presentava.

“Prima, forse, è il caso di trovarci un posto…Guardate quanta gente!” notò Bulma sorpresa: in effetti, la lunga spiaggia era già disseminata da parecchi ombrelloni colorati, i quali ospiti si stavano godendo l’arietta frizzante o si crogiolavano su di una sdraio.

“Tutta colpa tua…Avresti potuto svegliarti prima!” si lamentò C18 rivolgendosi a Bulma, che si stava guardando intorno nella speranza di scorgere Yamcha.

Le quattro cominciarono a farsi strada fra i bagnanti, anche se era difficile riuscire ad evitare di scontrarsi con qualche bambino ridacchiante ed irrequieto o senza pestare qualche asciugamano.

La ricerca proseguì fino a quando Chichi non intravide un piccolo spiazzo proprio a metà strada tra il mare e le palme dietrostanti; non era molto all’ombra, ma sembrava fatto apposta per loro.

“Wow! Chichi, non ci avevi detto di aver installato dei radar trova-posto-in-spiaggia prima di partire!” esclamò Bulma ridacchiando e abbracciandola soddisfatta.

Poggiarono le borse e il grande ombrellone a terra, sbuffando stanche.

“Bene, direi che possiamo anche piantare l’ombrellone…” propose Lunch raccogliendo la stecca di fissaggio.

“Ehm…Chi di voi ne è capace?” chiese Chichi.

“Ah, io no di sicuro” disse C18 a braccia conserte. “Mi dispiace…”

“Ho l’aria di una che ha studiato il modo migliore per piantare gli ombrelloni nella sabbia?” chiese Bulma sarcastica, scrutando torva la stecca in mano a Lunch.

“Oh cavolo…e ora?” mormorò la moretta preoccupata. Non potevano starsene lì così esposte, quando ci saranno stati almeno quaranta gradi all’ombra!

“Ooooooh, mi si spellerà la pelle!!” si lamentò Bulma coprendosi le spalle con le mani.

“Bè…chiediamo a qualcuno…” propose C18 cominciando a cercare qualche buonanima che avrebbe potuto aiutarle.

“Se ci fosse Yamcha saprebbe cosa fare…” sospirò Bulma malinconica.

Chichi si portò una mano davanti agli occhi in modo da ripararsi dal sole e proseguire nella ricerca in modo più facile. Ad un certo punto le parve di intravedere uno svolazzare di capelli neri…Un familiare svolazzare di capelli neri…

Ma no, non poteva essere! Tra tutte le spiagge che c’erano, figurati se avrebbe potuto rivederlo proprio lì! Sì, sicuramente era un miraggio, uno splendido ma irreale miraggio…

E poi, quando finalmente era riuscita a convincere anche la sua coscienza, da dietro uno dei tanti ombrelloni in lontananza sbucò un gruppo di ragazzi, dall’aria spaccona e burbera.

Tra questi, con grande gioia della moretta, vi era anche Goku.

Si sentì le gote vicino al punto di ebollizione, ma il clima caldo non c’entrava assolutamente niente. Non riusciva a crederci, erano davvero Goku e i suoi amici…

Chichi si gettò nella mischia e cominciò a saltellare sul posto e a sventolare le braccia in aria con un sorriso a trentadue denti.

“GOKUUUUU!!! SONO QUI!!!” urlò a squarciagola rivolta al gruppetto poco distante.

“CHI È GOKU?!” chiesero all’unisono le sue amiche, spiazzate, ma la moretta le ignorò: era troppo impegnata a contemplare lo sguardo allegro che il ragazzo le aveva appena rivolto…Si era veramente accorto della sua presenza!

Piano piano, facendosi lentamente strada lungo il tratto di spiaggia che li separava, le si avvicinò, seguito a ruota dai suoi amici, che in verità avevano un’aria piuttosto seccata.

“Ciao, Chichi!” esclamò il moro con un sorriso dolce.

“C-ciao, Goku…” balbettò la moretta portandosi, imbarazzata, una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.

“Immagino che loro siano le tue amiche!” disse Goku sporgendosi dietro il capo della ragazza e osservando le tre ragazze allibite, ognuna con una buffa espressione dipinta sul viso.

“Ehm…Sì” disse Chichi risvegliandosi dai suoi pensieri. “Loro sono Bulma, Lunch e C18.”

“Piacere!” disse Goku stringendo la mano a ciascuna di loro, che ricambiarono debolmente la stretta. Il ragazzo si accorse della loro aria sospettosa e poco fiduciosa.

“Allora, Kakaroth! Vuoi muoverti o devi ancora prendere il tè coi biscottini?!” esclamò Nappa spazientito, pestando un piede a terra e facendo scappare via un bambinetto terrorizzato.

“Arrivo” disse il ragazzo voltandosi verso di loro e notando i loro sguardi annoiati e nervosi…tranne quello di Crilin, che scrutava C18 con molto interesse e sembrava non avesse alcuna intenzione di allontanarsi.

“ASPETTA, ASPETTA!!” gridò Chichi attirando su di sé l’attenzione. “Ehm…Non è che potreste montarci l’ombrellone? Noi non ne siamo capaci…E-e se volete…Potete dividerlo con noi…visto che voi non lo avete…”

Bulma, C18 e Lunch spalancarono gli occhi, sconvolte: da quando Chichi prendeva tutte quelle confidenze con degli estranei?!

“Davvero?! FOOORTE!” esclamò Radish. “Almeno non dobbiamo scarpinare fino al banco noleggio!”

“Accettiamo” tagliò corto Vegeta sedendosi a terra bruscamente.

“Scusate...il fatto è che non abbiamo tanti soldi!” spiegò Goku in un sussurro alle ragazze additando mortificato gli amici.

Bulma afferrò l’amica per una spalla approfittando di un momento di distrazione dei ragazzi, impegnati ad erigere l’ombrellone, e le bisbigliò furibonda in un orecchio: “Chichina, credo che tu ti sia dimenticata di dirci qualcosa…”

“Ehm…Ma dai! Sarà bello avere un po’ di compagnia maschile… …E-e poi non volevate conoscere dei bei ragazzi? Guardate cosa vi ho procurato!!” si affrettò ad aggiungere la moretta notando le occhiate furiose delle amiche.

“Bè, in effetti…” mormorò C18 osservando compiaciuta il fondoschiena di Radish.

“C18, attenta…Stai sbavando!” la avvertì Bulma con una risatina di scherno. C18 si pulì la bocca e riprese la sua solita aria impettita.

Una volta montata l’attrezzatura e sistemati i teloni a terra, tutti, tranne Bulma e Vegeta, si tolsero magliette e copricostume e corsero in acqua,

“OH, NON PREOCCUPATEVI PER ME! MI DIVERTIRÒ DA MATTI QUI FUORI TUTTA SOLA!!” urlò Bulma sarcastica e furibonda dietro le amiche.

“NE SONO CONVINTA!!” rispose Chichi con una pernacchia rumorosa. Le altre scoppiarono a ridere e Bulma arrossì, sistemandosi i pantaloncini e sedendosi su una seggiolina pieghevole.

‘Bè, almeno non sarò completamente sola…’ pensò la ragazza lanciando un’occhiata apprensiva a Vegeta, come sempre immobile e silenzioso, sotto l’ombrellone.

Tanto valeva provare a fare un po’ di conversazione…

“Ehi! Allora anche a te non piace fare il bagno?” chiese al ragazzo con un sorriso finto. In realtà avrebbe voluto urlare la sua sfiga ai quattro venti.

“No, non mi va…”

‘Però! Sei loquace!’ pensò ironica la ragazza con un sorrisetto.

“…Ma so che tu hai ben altri motivi per non fare il bagno…” aggiunse con indifferenza Vegeta rivolgendo uno sguardo avido ai suoi pantaloncini arancioni, includendovi anche le cosce.

“Ma…NO!!” sbottò Bulma arrossendo e coprendosi le gambe scoperte con un asciugamano. Vegeta ridacchiò soddisfatto.

Bulma aggrottò le sopracciglia e fece un gran sospiro rilassante. ‘Caaalma, Bulma, non ti agitare…Era solo una battuta, non c’è bisogno di surriscaldarsi così…E poi lui ci gode a farti arrabbiare!! Ah ah!!’ si disse mentalmente, costringendosi a sorridere e a convincersi che sarebbe andata meglio.

“…Meno male che sono un maschio” disse improvvisamente Vegeta voltando la testa da un’altra parte.

Come si dice, la goccia che fece traboccare il vaso…Bulma era sicura di non essersi mai avvicinata tanto al punto di ebollizione come in quel momento.

“Grrr…Ascoltami bene, tu!!” sbraitò furiosa scattando in piedi e puntandogli un dito vicino al naso, con aria minacciosa. “Quello che ho non sono affari tuoi, ragione per cui tu sei un maschio e quindi non te ne dovrebbe fregare niente!! E poi piantala di farmelo notare, perché non sai quanto ci soffro a vedere le mie amiche che sguazzano spensierate dentro quel brodo bollente mentre io devo stare qua fuori a convivere con questo flagello!! SSSIIIIIIIGH!!!”

Vegeta spalancò gli occhi, sorpreso, e dopo un minuto di imbarazzante silenzio scoppiò in una grossa risata cavernosa.

“BWAHAHAHAHAH!! Scusa ma…sei troppo buffa, donna!! Ah ah ah!! È incredibile, in solo due minuti sei riuscita a mettere insieme una quantità di gaffe spaventosa!! Ah ah ah!!!”

Bulma rimase a bocca aperta, scioccata da quella reazione che non si sarebbe mai aspettata. Dopo qualche istante di indecisione, si costrinse ad unirsi alla risata, cercando di trovarci qualcosa di buono. Ma quanto poteva essere difficile?!

“Ehm…Eh eh…Sì...sono…buffa…” mormorò stizzita con una gocciolina sulla testa.

In quella, dall’acqua emersero Chichi, Goku, Radish e Nappa, che corsero ad avvolgersi nei loro asciugamani morbidi ed asciutti.

“Tutto bene, Bulmina?” chiese Chichi sedendosi accanto a lei e prendendo una rivista di parole crociate dalla sua borsa.

“Eh? Ah sì, tutto bene…” farfugliò Bulma in risposta lanciando un’occhiata sdegnosa a Vegeta, che si era di nuovo appoggiato con la schiena all’ombrellone e aveva ripreso a sonnecchiare.

“Aaaah, che nuotata!!” esclamò burbero Radish, estraendo da una piccola borsa termica portatile l’ennesima lattina di birra.

“Non te lo consiglierei…La sbornia di ieri sera non ti è ancora passata…” lo ammonì il fratello gettando il suo telo da una parte.

“Non mi rompere, Kakaroth!” ribattè il moro ignorandolo e togliendo la linguetta con un colpo secco. Tracannò la bevanda tutta d’un fiato, come suo solito, e scagliò la lattina lontano, colpendo una coppietta poco distante, in procinto di scambiarsi un innocente bacetto.

Chichi provò un impeto di pietà per quei due poveri fidanzatini; erano così teneri…

Istintivamente, rivolse un fugace sguardo a Goku, in piedi e pericolosamente vicino a lei. La moretta spalancò gli occhi e lasciò la mascella libera di precipitare verso il basso: sembrava risplendesse di luce propria, grazie alle piccole gocce d’acqua salata scintillanti sotto i raggi del sole che scorrevano lentamente lungo la sua pelle umida, delineando perfettamente il suo addome modellato dai tanti esercizi. Era…semplicemente fantastico.

Come potevano convivere così armoniosamente quel fisico da fusto e quegli calamitanti occhi neri da cucciolo?

Radish emise un piccolo suono e Chichi fu destata dai suoi pensieri; fortunatamente Goku non si era accorto del suo sguardo addosso…

“Oh, Dio…Non mi sento molto bene…” bofonchiò Radish accasciandosi da una parte e tenendosi la testa con una mano.

“Te l’avevo detto, testone!” esclamò Goku spazientito dandogli uno scappellotto sulla nuca e nascondendolo alla vista degli altri bagnanti; decisamente, non era uno spettacolo molto piacevole da vedere…

“Bè, almeno non devo tenergli la testa come ieri sera…” mormorò Chichi a Bulma, che ovviamente non ci stava capendo niente.

“Poverino! Si sente male?” chiese Bulma preoccupata, fissando Radish piegato in avanti e in preda a forti spasmi.

“Oh no…Vomita per hobby! È fatto così, è un eccentrico!” intervenne ironicamente in risposta Vegeta, scoccando un’occhiata all’arrabbiatissima e stizzita Bulma.

“Grrr…Quello non lo sopporto più!!” sbottò la ragazza rivolgendosi a Chichi.

“Bene, sono contenta che abbiate fatto amicizia!” rispose la moretta con un sorriso poco convinto.

“Ehi, carina, perché tu non sei venuta a fare il bagno con noi?” chiese improvvisamente Nappa a Bulma andandosi a sedere proprio tra lei e Chichi.

Bulma arrossì, turbata dal suo poco senso di deduzione, e balbettò: “Bè…sai com’è…ho le mie cose…”

“Oh” disse Nappa. “Bè…se ti va di farti un tuffo, le tue cose posso guardartele io…”

Chichi fece uno sforzo mastodontico per non farsi scappare una grossa risata; Bulma, d’altro canto, cadde a gambe all’aria e preferì rimanere zitta di fronte al poco cervello del suo interlocutore.

Goku e Radish riemersero dal cumuletto di sabbia contaminato e tornarono sotto l’ombrellone, entrambi stremati.

“Ti senti meglio?” chiese Chichi apprensiva al ragazzo dai capelli lunghi.

“Eh…Sì…” biascicò Radish con la voce impastata. Il suo alito puzzava.

“Bene” disse la moretta prima di tornare a concentrarsi sul suo schema di parole crociate.

“Ehi, ieri sera mi hanno detto che mi hai aiutato” disse improvvisamente il ragazzo impappinato: era chiaro che le conversazioni con le donne non erano il suo forte.

“Ah…Sì, in effetti è così” rispose Chichi vagamente, distratta da una definizione particolarmente complicata.

“Sì, bè…graaaaaaaaaaazie!” bofonchiò il ragazzo imbarazzato. Sembrava un bambino che riceveva un regalo particolarmente appetitoso da una estranea.

“Uhu…”

“Ehm…sei in difficoltà con quei quadretti bianchi e neri?” chiese Radish sporgendosi sopra la rivista.

“Eh? Ah!” esclamò Chichi captando nell’aria la domanda che si aspettava. Si stava scervellando su quelle sette caselle da quindici minuti! “Sì, non è che potresti aiutarmi un secondo?”

Radish annuì, impacciato, e attese che la ragazza lo informasse.

“Allora…Sette lettere…’Ha l’oro in bocca’…Comincia con M e…la quarta lettera è T…” disse Chichi contemplando la piccola scrittura nera.

“Hm…è orizzontale o verticale?”

“Verticale…”

Radish prese fiato, in procinto di dire qualcosa, ma subito dopo si afflosciò su se stesso e schioccò le dita.

“Acc!!” esclamò deluso strizzando le palpebre.

“Che c’è?” chiese la moretta spiazzata.

“…Se era orizzontale la sapevo!!”

Chichi sgranò gli occhi e decise di riporre immediatamente la rivista nella borsa; a quanto pare non era il caso di lavorare con la mente sotto quel sole cocente.

Notando il brusco calo di divertimento sotto il loro ombrellone, Bulma afferrò un grosso pallone gonfiabile e esclamò: “Forza, ragazzi! Facciamo due tiri, vi va?”

Rassicurata dalle scarse e poco convincenti approvazioni degli altri, tirò il pallone in aria e lo schiacciò verso Vegeta, il quale, mantenendo gli occhi chiusi, allungò una mano, lo acchiappò in punta di dita e sfilò il tappo ermetico, sgonfiandolo e facendo afflosciare la gomma sulle sue ginocchia.

“EHI!! MA SEI CRETINO?!” sbottò Bulma raccogliendo il cadavere del pallone e contemplandolo con le lacrimucce agli angoli degli occhi. “Sigh…Ci avevo messo taaanto a gonfiarlo…Ma ti rendi conto che hai disperso il mio stesso fiato per tutta la spiaggia?!”

“Speriamo che non tramortisca qualcuno, allora…” disse Vegeta con indifferenza teatrale.

“GRRRRRRRR!!!!” esclamò Bulma con gli occhi fiammeggianti, stringendo i pugni e cercando di strangolare il pezzo di gomma.

“Vegeta, smettila!” lo rimproverò Goku scandalizzato.

Vegeta non rispose, ma si limitò a sorridere divertito e soddisfatto.

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“Allora, non ditemi che non vi siete divertite!” esclamò Chichi scrutando la palla arancione infuocata che lentamente andava a nascondersi dietro l’orizzonte.

“Sì, peccato che quel piccoletto –come si chiama? Crilin?- non la smetteva di starmi addosso!” ribattè C18 un po’ spazientita.

“Ma dai, in fondo era simpatico!” disse Lunch divertita. “Sarà basso, pelato, timido, ma era molto simpatico e forzuto! Hai visto come ti ha staccato su dall’acqua oggi pomeriggio?”

“Per favore, non ricordarmelo!” sbottò la biondina sentendosi un brivido lungo la schiena. “Per farlo, mi ha messo le mani sotto al sedere!”

“Sì, ma è stato solo per due secondi! E questo non fa di lui un porco!” disse allegramente Chichi, che al contrario di lei si era goduta il pomeriggio in compagnia dei ragazzi.

Avevano pranzato tutti insieme in un chiosco di hot dog vicino alla spiaggia, per poi rifiondarsi subito in acqua una volta digerito il tutto; si erano divertiti da matti, e per completare l’effetto finale Goku le aveva regalato una stella marina che aveva raccolto sul fondale del mare. “UAAH, MA QUANTO È…DOLCISSIMO!!!”

La strinse tra le mani ancora una volta, prima di rigettarla in acqua e salutarla per l’ultima volta.

“Sì, ma il mio hot dog faceva letteralmente schifo!!” esclamò Bulma incrociando le braccia.

“In ogni caso, ho visto che tra te e Vegeta c’è un certo feeling!” disse C18 dandole un colpetto con il gomito.

“CHI?! QUEL DEFICIENTE MUTO?! AH!!!” urlò la ragazza battendo i piedi a terra nervosa, sollevando una nuvoletta di sabbia. “Non ha fatto altro che stuzzicarmi tutto il pomeriggio! Ah, ma domani ci penserà Yamcha a dargli una bella lezione!!”

“A proposito, perché oggi non si è fatto vedere?” chiese Lunch.

“Avrà avuto da fare con il suo lavoro da fattorino, povero ciccio!” disse Bulma sognante. “Ma vedrete che domani verrà da me a bordo del suo cavallo bianco!!”

“Ci vuole molta pazienza per trasformare un vecchio catorcio scrostato in un cavallo bianco” disse Chichi ironica.

Bulma mise il muso e continuò impettita a camminare verso il bungalow.

“Ok, stasera restiamo a casa e mi lasciate dormire, così domattina sarò fresca come una rosa e non avrò problemi a svegliarmi, d’accordo?”

“Peccato, volevo uscire in paese…” si lamentò Lunch.

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Una volta fatta la doccia e riposate, le quattro amiche frugarono nelle credenze della cucina e ne estrassero alcuni barattoli di mais e piselli.

“Cena rimediata, a quanto pare…” mormorò tristemente C18, fissando malinconica le etichette dei prodotti.

“Bè, se la signorina vuole rimanere a casa…” disse Chichi seccata, scoccando un’occhiata truce a Bulma, che giaceva inerte sul suo letto.

“Yaaaawn…Sono così stanca…” si lamentò lei.

Pochi secondi dopo, tuttavia, qualcuno bussò alla porta. Quando Lunch andò ad aprire, comparve la figura imponente di Yamcha sulla soglia.

“Eccomi, Bulma!” esclamò con un gran sorriso. Bulma schizzò in piedi, miracolosamente riacquistando tutte le forze, e gli corse incontro.

“YAMCHA!! CHE BELLO RIVEDERTI!!” ululò la ragazza saltellandogli intorno.

“Dai, preparatevi e andiamo in paese! Offro io la cena per tutte!” annunciò Yamcha con il suo solito sorriso smagliante e accattivante.

“Ma certo, come sei generoso! Andiamo, ragazze!” esclamò Bulma afferrando la borsa e uscendo all’aria aperta a braccetto con il ragazzo.

Chichi, C18 e Lunch sgranarono gli occhi e sospirarono, rassegnate.

“Come si dice…non tutto il male vien per nuocere!” disse Lunch prendendo lo zainetto e accodandosi con gli altri.

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CONTINUA…

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Sono stata due ore di seguito su questo capitolo…muoio di fame e devo ancora fare i compiti, ma…HO FINITOOOO!!!^^ Dehehehehe!!!^^

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Pikkola Rin: Come si dice…non tutto il male vien per nuocere!!^^ A volte le “cose che vengono alle ragazze” possono aiutare…ed eccoti accontentata! Bulma e Veggy si sono finalmente incontrati! Ti è piaciuto il nuovo capitolo? Spero di non averti deluso!!^^ Ti voglio bene!!!

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Kristin: Ssssigh…Purtroppo non so se i ragazzi come Goku esistano ancora o se sono solo nostre immaginazioni, ma basandomi sulle mie conoscenze personali credo che siano una minoranza! Sigh sigh!!ç__ç Oh bè…ci consoliamo con Goku!!^^ Dolcissimo!! Ti amooooo!!^^ Ancora grazie per le tue tenerissime recensioni, a presto! Ti voglio bene!!

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LeftEye: Ma figurati per la recensione, Lefty! Dovere!^^ Mi raccomando, aggiorna presto!

Eh eh!! In effetti tenere la testa di uno che vomita non dev’essere molto piacevole!^^ (Anzi…mi farebbe proprio SCHIFO!!^^) In ogni caso, la cosa importante è che finalmente il fatidico incontro è avvenuto! …E tranquilla, abbasso Yamcha!!^^ Ancora mille grazie, ci sentiamo presto!!^^

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…E un grazie particolare a Sara, alias Kiki87, che ha letto la storia…e vi assicuro che non ha mancato di commentare!^^ Grazie Sara, ti voglio tanto tanto bene!! Ci sentiamo presto!!^^

Bene, ora devo proprio lasciarvi, è piuttosto tardi ed è meglio sbrigarmi con le scartoffie di filosofia, se non voglio saltare le lezioni di danza!!^^

Lascio a voi i commenti! RECENSITE!!

Bacio bacio, grazie e a presto!!

Alessandra

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Corse clandestine ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 6: Corse clandestine

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La serata trascorse piuttosto piacevolmente…soprattutto per Bulma, che non aveva sprecato neanche un minuto per rimanere appiccicata al braccio destro di Yamcha che, dal canto suo, sembrava più attratto che mai dalle curve dell’esuberante ragazza.

Chichi, Lunch e C18, decise a rimanere in disparte, avevano già notato da tempo una strana lucina sinistra negli occhi del ragazzo…Per qualche motivo inspiegabile, non riuscivano a fidarsi di lui, aveva tutta l’aria del “Dongiovanni Farfallone Uccel di bosco”, come amava chiamarlo affettuosamente C18. Avevano tentato di parlarne con Bulma, cercare di farle aprire gli occhi sulla situazione, ma in cambio avevano ricevuto solo risposte indignate e scandalizzate.

“Cosa?! Il mio Yamcha sarebbe…? Ma se è il ragazzo più FICO del mondo!!”

“Ma dai, cosa mai potrebbe farmi un pezzo di Marcantonio come lui?! Non è vero, tesoruccio??”

“Che cosa vuol dire che ci conosciamo solo da due giorni? Mai sentito parlare dei famosi colpi di fulmine?”

“Sentite, mi avete stancato con questa storia! Vedete quella granita sul bancone? Ecco, se non ve la piantate di darmi il tormento ve la ritroverete spiaccicata sulla testa con tutta la cannuccia!!”

Dopo l’ennesimo tentativo, le ragazze decisero di farla finita una volta per tutte. In fondo, era una responsabilità di Bulma…se le piaceva stare con uno come lui benissimo, loro non avrebbero più interferito nelle sue scelte!

Si sedettero su degli sgabellini azzurri sotto il portico del pub e sorseggiarono le loro bevande osservando torve Bulma e Yamcha che ballavano sfrenatamente al centro della pista, in compagnia di altre coppiette scatenate, tra i fanali intermittenti colorati che si infrangevano lungo le pareti della stanzetta.

“Mah…io continuo a dire che quello non mi piace” ribadì Chichi con una smorfia. “Solo due minuti fa praticamente ci ha quasi provato anche con me!”

“Per me è stato lo stesso!!” esclamò Lunch spalancando gli occhi. “Mi ha offerto un drink mentre Bulma stava pagando alla cassa, ma io l’ho rifiutato…puzzava di limone misto ad una quantità spaventosa di alcool…”

“Che porco” disse C18. “A me non ha offerto niente!”

“Perché evidentemente ha capito subito che tipino sei” disse Chichi sghignazzando.

“E COSA VORRESTI DIRE CON QUESTO?!” sbottò la biondina mostrando un pugno con sguardo minaccioso.

“Ecco, appunto…” sospirò la moretta giocherellando con il ghiaccio rimasto in fondo al suo bicchiere.

“Comunque, credete che Bulma aprirà gli occhi su di lui?” chiese Lunch preoccupata.

“Non lo so…dovrebbe succedere qualcosa di sconvolgente, conoscendola…” riflettè Chichi aggrottando le sopracciglia. “Vedremo come andrà domattina, visto che Yamcha verrà con noi…”

“Bè, se gli darà un’altra volta il bidone ci sarà qualche speranza…” disse C18 prelevando un’oliva dalla ciotolina accanto a loro e ficcandosela in bocca con scaltrezza.

“Forse…Ma non credo che Yamcha si lascerà sfuggire questa seconda occasione” mormorò Chichi. “Però magari Goku e gli altri ragazzi riusciranno a distrarla, chissà…”

“Perché, vengono anche loro domattina?” chiese C18 orripilata.

“Bè…Sì…ci siamo dati appuntamento in paese alle dieci e mezza…” disse la moretta cercando di farle ricordare. “Insomma…c’eri anche tu quando l’abbiamo deciso insieme!!”

“Cercavo di autoconvincermi che steste semplicemente scherzando…” mormorò la biondina scoraggiata. “Il solo pensiero di sentirmi di nuovo lo sguardo di quel nanetto addosso mi fa sentire male!”

“Di cosa state parlando?” intervenne Bulma uscendo di pista. Era sudata e le guance erano tinte di un rosa acceso. “Yamcha…cioè, volevo dire il mio amorino, è andato a prendere da bere per me e per voi! Aaaah…Non è gentile???”

Le sue amiche non aprirono bocca per ribattere e si limitarono a lanciarle uno sguardo di rimprovero.

“Bè? Che c’è?” chiese la ragazza turbata.

“Sai, Bulma, noi…Yaaaaawn…siamo stanchissime…” disse Chichi stiracchiandosi goffamente. “Perché non chiedi a Yamcha di portarci a casa, così domattina avrete più tempo per stare insieme?”

Bulma ci pensò su qualche secondo, poi sorrise. “Ma lo sai che hai ragione, Chichi?! Così riuscirò a svegliarmi prima e passeremo più tempo insieme! Ooooh, sei un GENIO!!”

“Bè…modestamente…” disse la moretta compiaciuta, ignorando le occhiatacce di Lunch e C18.

“Vado subito a chiamarlo! YAMCHA?!” Bulma girò sui tacchi e corse a cercarlo.

“Grazie, Chichi…mi stavo rompendo le scatole stando qui seduta con questa musica spaccatimpani…” sussurrò Lunch all’amica, alzandosi in piedi e passandosi una mano tra i capelli folti.

Il gruppetto, dopo qualche sgomitata, riuscì a farsi strada tra la folla chiacchiericcia e uscirono dal locale leggermente più storditi e spettinati di prima.

“Uff…Non ne potevo più!!” esclamò Chichi buttandosi su una panchina lì vicino. C18 la imitò e sbuffò sonoramente, annoiata.

“Che ne dite di andare subito a casa, prima che faccia male seriamente a qualcuno?” chiese Bulma minacciosa afferrando le braccia delle due amiche e tirandole in piedi con una forza sovrumana.

Camminarono lentamente verso il parcheggio privato del locale, dove era posteggiato il furgoncino sciancato di Yamcha, e vi montarono di malavoglia. In realtà tutte, tranne Bulma, avrebbero preferito farsi una bella passeggiata per tornare al loro bungalow piuttosto che rischiare la vita a bordo di quel macinino instabile. Oltretutto…l’autista era pure mezzo brillo!

“Oooooh…perché ho aspettato tanto per prendere la patente?!” si lamentò Chichi parlando a voce bassa, in modo da non farsi sentire da Bulma.

“Allacciate le cinture, ragazze! Si torna a casa!!” urlò Yamcha sferrando un pugno al tettuccio sfondato e diffondendo il puzzo insopportabile del suo alito in tutto l’abitacolo.

“E questa battuta da dove l’hai presa?” chiese C18 tappandosi il naso disgustata.

“Bè…di solito tutti i film di avventura finiscono con questa frase…allora perché non posso usarla anche io?! AH AH AH AH AH AH!!!” rispose il ragazzo sorridendo scioccamente e poggiando le mani sui fianchi.

Bulma si unì alla risata, ma le altre sospirarono con una gocciolina sulla testa e si accasciarono l’una sull’altra, perdendo all’istante tutte le loro forze.

“Groan…Bulma farà bene a scaricarlo il prima possibile…” ribadì Lunch con un sorrisino rassegnato.

Yamcha si decise a mettere in moto solo dopo uno scappellotto di C18 ben assestato(che ovviamente venne incenerita dall’occhiata truce di Bulma)e schizzò in strada a tutta velocità.

Le passeggere vennero sbattute all’indietro all’istante, schiacciate contro lo schienale del sedile.

“YAMCHA, NON POTRESTI RALLENTARE?!” gridò Chichi terrorizzata, con l’unico risultato che il ragazzo ingranò la marcia e premette ancora di più il piede sull’acceleratore, abbassando parzialmente i finestrini e facendo entrare una tremenda corrente all’interno.

“YAHUUUUU!!!” ululò Yamcha all’apice del suo ubriacamento, virando bruscamente il volante ad ogni curva e rischiando di far cappottare la vettura, con grande disappunto della ragazze.

“RALLENTA, TI PREGO!!” urlò C18 in preda al panico, reggendosi sulla maniglia dello sportello, che si staccò e le rimase in mano.

Yamcha continuò nella sua corsa spericolata, beccandosi anche parecchi e pesanti insulti dagli altri automobilisti che provenivano dalla direzione opposta, che dovettero compiere delle assurde acrobazie e manovre per riuscire a schivarlo.

“IDIOTA!! CHI TI HA DATO LA PATENTE, UN MACACO?!” gridò un ragazzo pelato sull’altra corsia, ma Yamcha non lo sentì nemmeno, dato che sfrecciò avanti e lo ignorò completamente.

“Sentite il brivido dell’avventura, ragazze?” chiese allegro affacciandosi verso i sedili posteriori in modo da vedere in faccia Chichi, Lunch e C18.

“Anche troppo…” mormorò Chichi tenendosi ben salda la cintura che le stringeva il petto.

“Ehm…Yamcha…non è che potresti andare un pochino più pianino? Mi sta venendo la nausea…” provò a dire Bulma in un sussurro quasi impercettibile; infatti Yamcha non la sentì minimamente.

“Sì, ma soprattutto GUARDA AVANTI!!” urlò C18 voltandogli la testa verso il parabrezza, risvegliandolo giusto in tempo per riuscire ad evitare una decappottabile all’ultimo secondo.

“SCIMUNITO!! GUARDA DOVE VAI, SCREANZATO!!” gridò in rimprovero una ragazza bionda, la lunga chioma svolazzante al vento, seduta sulla parte superiore del sedile dell’auto.

“MI DAI IL TUO NUMERO, BELLEZZA??” urlò in risposta Yamcha, scoppiando in una grossa risata simile ad un latrato.

Chichi picchiettò esasperata sulla spalla di Bulma, che osservava la scena tra l’indignato e il divertito.

“Bulmina? Adesso cosa hai da dire?” chiese acida la moretta.

L’amica fece spallucce. “Quella ragazza era uno schianto, era ovvio che volesse scherzare con lei! E poi io non sono mica gelosa!!” rispose tornando a poggiarsi sul sedile.

Chichi spalancò gli occhi, scandalizzata. “Per favore, fa che siano gli effetti collaterali delle sue cose…Sennò qui tutti rimetteremo qualcosa, in questa storia!”

La corsa di Yamcha proseguì per qualche altro minuto, fino a quando non decise di aprire completamente i finestrini, che lasciarono diffondere nell’abitacolo la fredda aria della sera.

“CHIUDI I FINESTRINI, SENTI CHE FREDDO!!” provò a ribadire C18, ma era tutto inutile.

“Mi sento gelare” disse Lunch sentendosi solleticare pericolosamente il naso. “Meglio coprirci, non vorrei che…Eet…Eeeeeeet…EEET-CHUM!!!”

“OH, CAVOLO!!” esclamarono all’unisono Chichi, C18 e Bulma, comprendendo al volo la gravità della situazione.

“OH, CAVOLO!!” ripetè Lunch fumante di rabbia. “Uffa, mi è successo di nuovo!! È COLPA DI QUESTA STUPIDA ARIA SE HO STARNUTITO, NON È VERO?!”

“Ehm…Sì, Lunch, forse è stata colpa di questa stupida aria, ma adesso cerca di calmarti, per favore…” la supplicò Chichi carezzandole la testa nella speranza di riuscire a tranquillizzarla.

“MA CHI CAVOLO È QUELL’IMBECILLE CHE LASCIA I FINESTRINI APERTI?!” urlò la ragazza divincolandosi dalle attenzioni della moretta. “E CHI GUIDA A QUESTA VELOCITÀ?! VOGLIONO FARCI SFRACELLARE ADDOSSO A UN MURO?!”

“Ma no, tranquilla!” intervenne Bulma, preoccupata per l’incolumità del suo Yamcha. “Vedi? È questo ragazzo qui, Yamcha…Guarda che sguardo rassicurante ha!”

Bulma indicò il ragazzo dubitando seriamente delle sue ultime parole: il ragazzo aveva gli occhi fuori dalle orbite per vedere la strada e la lingua sventolava fuori dalla cavità orale come se fosse stata quella di un cane.

“Ehm…Vedi??” disse Bulma con un sorriso falso.

“NO, NON VEDO!!” ruggì Lunch sporgendosi in avanti e afferrando il volante. “LEVATI DI MEZZO, SBARBATELLO!!”

Il sedile di Yamcha venne catapultato all’indietro e Lunch ebbe via libera per controllare l’andamento dell’autovettura. Premette un piede sul freno e a poco a poco il furgoncino tornò a procedere normalmente a velocità costante.

“Fiuuuuuuu…” Tutte le ragazze si lasciarono andare ad un sonoro sospiro di rilassamento, tranquillizzate. “Grazie, Lunch, ci hai salvato la vita!”

Yamcha, dal canto suo, non appena lo schienale lo aveva scaraventato sul pavimento dell’abitacolo, si era lasciato andare ad una grossa risata ed era crollato addormentato all’istante.

“Brutto delinquente” sbottò Chichi strizzandogli violentemente il naso; il ragazzo emise un grugnito e digrignò brevemente i denti.

“Oooh, non è tenero?” disse Bulma scrutandolo amorevolmente.

Chichi e C18 preferirono non ribattere e si godettero il resto del viaggio.

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Quando finalmente il furgoncino si arrestò davanti al loro bungalow, le ragazze si precipitarono fuori e caddero in ginocchio sulla terra bagnata, benedicendola.

Anche Lunch scese dalla portiera, che richiuse con una violenta sferzata. “Eccoci a casa!”

“Uff…ti sei calmata, vero?” chiese Bulma con la dovuta cautela.

“Hmm…sì, mi sento molto, molto meglio!!” esclamò allegramente in risposta la ragazza.

Bulma decise di non svegliare Yamcha, ma gli augurò la buonanotte dopo avergli lasciato un bigliettino per ricordargli di trovarsi nella piazza del paese, la mattina dopo, alle dieci e mezza precise.

Chichi ebbe un impulso quasi irresistibile di correre dal ragazzo e stracciare il biglietto in mille pezzi. O, al limite, farglielo ingoiare…

Quando Lunch si richiuse la porta alle spalle, si unì ai rimproveri che le altre stavano facendo alla povera Bulma, che assorbiva ogni parola senza scomporsi.

“Sei una disgraziata!! Hai permesso che guidasse nonostante sapessi benissimo che fosse ubriaco fradicio!!”

“Quante storie…Chi non si è sbronzato una volta nella vita?!”

“Avrebbe potuto succedere qualcosa di pericoloso!!”

“Appunto…Avrebbe potuto succedere!!”

“Siamo quasi morte!!”

“A meno che non siamo dei fantasmi, siamo qui vive e vegete!”

“Quel macinino scrostato è un pericolo per la sicurezza stradale!!”

“Ma dai! Non è vero!

“E invece sì!”

“E invece no!!”

“Sì!!”

“No!!”

“Sì!!”

“No!!”

“BASTAAAAAAA!!!” Chichi pose fine al dibattito e si infilò sotto le coperte. “Domani dobbiamo svegliarci presto, cerchiamo di dormire almeno un paio d’ore senza litigare!!”

Le altre, anche se a malincuore, seguirono il consiglio della moretta e poggiarono le teste sui rispettivi cuscini.

Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, Bulma sussurrò: “Comunque è sempre un bel ragazzo, no?”

La ragazza schivò per un soffio una ciabatta e ritenne che sarebbe stato meglio tacere.

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Fortunatamente la mattina dopo non fu difficile convincere Bulma ad alzarsi, perché Yamcha in persona, appena svegliatosi, venne a bussare alla loro pota. Questo bastò perché la ragazza scattasse in piedi come un grillo.

Dopo aver prestato qualche indumento alla loro amica, le ragazze si recarono in paese.

“Ti faremo conoscere i nostri nuovi amici, Yamcha! Sono sicura che li troverai molto simpatici!” disse Lunch.

“Già, tutti molto simpatici!” confermò Chichi elettrizzata all’idea di rivedere il suo Goku.

“Tranne uno…” aggiunse Bulma con una smorfia. “Oh, dovresti vederlo!! Mi sembra che si chiami Vegeta…ieri non ha fatto altro che prendermi in giro, è insopportabile!!”

“Non preoccuparti, Bulma! Se oggi dovesse provarci ci penso io a dargli una bella lezione!” la rassicurò il moro sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi magnetici. Bulma gli lanciò un’occhiata riconoscente.

Una volta arrivati nel luogo del rendez-vous, con leggero dispiacere da parte di Chichi riscontrarono che Goku e gli altri non erano ancora arrivati.

“Tsk! Non sanno che la puntualità è una delle doti migliori per un gentleman?” sibilò Yamcha sedendosi su di un muretto e accavallando le gambe. Bulma gli si affiancò rapidamente e annuì con vigore.

“Questo non è affatto vero!” sbottò Chichi indignata. “Probabilmente sono solo un po’ in ritardo, dobbiamo solo aspettare qualche minuto!”

In realtà l’attesa durò una buona mezz’ora. Ormai le ragazze cominciavano a preoccuparsi, con grande soddisfazione di Yamcha.

“Visto? Che vi avevo detto? Non ci si può fidare dei campagnoli e…” cominciò, ma prima che potesse concludere un rombo lontano arrivò alle loro orecchie. C18 aguzzò la vista e scorse alcune grosse moto che si stavano avvicinando.

“Credo che siano loro, ma non sono sicura…” sentenziò la biondina sospettosa.

“Sì, sono proprio loro! Ma come…?!” confermò Chichi stupita, non avendo idea che i ragazzi possedessero quegli imponenti monocicli.

Qualche altro secondo e, finalmente, tre motociclette si arrestarono davanti a loro con una sonora sgommata. I guidatori si tolsero i caschi: erano Radish, Nappa e Vegeta.

“Scusate il ritardo, ragazze! Siamo andati a procurarci qualche soldo per noleggiare queste bellezze!” spiegò Nappa dando una pacca affettuosa alla sua vettura.

“Ah…” mormorarono le ragazze, che non avevano intenzione di sapere come avessero fatto a impossessarsi di quei soldi.

“Ma…dove sono Goku e Crilin?” chiese Chichi preoccupata della loro assenza.

“Oh, per loro abbiamo optato per il sidecar” disse Radish indicando la moto di Vegeta. Effettivamente, vi era agganciata una piccola navetta dove vi erano stipati strettamente Goku e Crilin, che la moretta non aveva notato inizialmente.

“Ciao” mormorarono imbarazzati cercando di nascondersi a vicenda.

Yamcha li additò e scoppiò a ridere. “BWAHAHAHAHAH!! Ma cos’è quell’affare?! È…ridicolo!!”

Radish e Nappa annuirono e gli diedero una pacca sulla spalla. “Vedo che ci capisci!! Ah ah!!”

Chichi lanciò loro uno sguardo sprezzante e si avvicinò ai due sventurati. “Non ci badate, sono solo dei fessi!…Però ora che ci penso…come mai non avete una moto come gli altri?” aggiunse non riuscendo a trattenere una risatina.

“Gli altri hanno voluto a tutti i costi noleggiare questi bestioni e non siamo riusciti a distoglierli dal loro intento” spiegò Crilin sentendosi avvampare dalle parti del collo. “Ma siccome il nostro budget era limitato, non hanno potuto prenderne una anche per noi, così…” Il ragazzo sospirò scoraggiato.

“Comunque hanno detto che avremo fatto a turno” aggiunse Goku speranzoso.

Chichi dubitava fortemente che il fratello o qualcun altro dei suoi amici glielo avrebbero concesso.

“…Ma io non ci credo affatto! Pazienza, in fondo questo coso è riposante!” esclamò il ragazzo rivolgendo a Chichi uno dei suoi migliori sorrisi. La moretta arrossì compiaciuta e abbassò gli occhi sbattendo le lunghe ciglia da cerbiatta; fin dal giorno in cui si erano incontrati per la prima volta aveva cominciato a riflettere sui sentimenti che provava per lui. Era un ragazzo fantastico…ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome o semplicemente avere la consapevolezza che lui si trovava a pochi metri da lei le faceva sussultare lo stomaco. Possibile che, a distanza di mesi, stesse finalmente riuscendo a far riaffiorare il suo amore da riversare verso qualcun altro?

La voce squillante di Bulma interruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri e sobbalzò. “Permettete che vi presenti? Questo è Yamcha, mentre loro sono Radish, Nappa, Goku, Crilin e…a-hem…Vegeta…” aggiunse pronunciando l’ultimo nome con nervosismo crescente. Yamcha strinse la mano a ciascuno di loro, prima di soffermarsi davanti al tanto odiato Vegeta.

“Piacere” sibilò Yamcha facendo del suo meglio per stritolargli le falangi della mano.

“Oh, no…il piacere è tutto mio…” rispose Vegeta ricambiando la stretta con maggior “calore”.

“No no no no…è tutto mio!” ribadì Yamcha aiutandosi con l’altra mano.

“Ma assolutamente no…è tutto mio!” esclamò l’altro imitando il suo gesto e serrando maggiormente le dita robuste intorno al suo palmo.

“MIO!!”

“Mio…!!”

“MIOOOOOOO!!!”

“Smettetela di fare i cretini!!” urlò Crilin interrompendo la loro sfida. I due ragazzi si separarono e si lanciarono un cenno di intesa con il capo. C18 avrebbe giurato di riscontrare una scintilla di elettricità che andava dagli occhi di Yamcha a quelli di Vegeta.

“Allora, ce lo facciamo ‘sto giro?” chiese Radish montando in sella alla sua moto.

“Ma certo!” esclamò Bulma entusiasta.

“Allora dai, montate su! Vi portiamo noi, bellezze!” disse Nappa spostando il sedere in avanti e facendo posto dietro di lui.

“Oh…” Le ragazze erano un po’ preoccupate per la loro sicurezza…Non avevano altri caschi con loro! Ma dopotutto era l’unica soluzione, visto che non avevano intenzione di raggiungere il centro dell’isola a piedi…

Radish si avvicinò a Chichi, indecisa sul da farsi, e le chiese timidamente: “Ehm…Chichi…vuoi salire dietro a meeee???”

“Cosa?” chiese la moretta spiazzata. Avrebbe preferito montare il più vicino possibile a Goku, ma sembrava proprio che non fosse possibile. Annuì brevemente e si issò a bordo, non senza difficoltà.

“Mi raccomando, vai piano, io non ho il casco!” lo ammonì la ragazza stringendogli le spalle.

Per la prima volta in tutta la sua vita spericolata, Radish si sentì arrossire e una strana calura gli pervase il corpo, facendolo sudare agitato.

C18, non avendo nessuna intenzione di trovarsi a stretto contatto con Crilin, salì dietro a Nappa, mentre Lunch montò sulla moto di Vegeta, dato che Bulma aveva deciso di farsi accompagnare con il solito furgoncino di Yamcha.

“E poi prendono in giro noi…guarda quella vecchia carretta!!” esclamò Goku incrociando tristemente le braccia e aggrottando le sopracciglia incuriosito. “Ma cosa ci troverà Bulma nel voler andare in giro con quell’affare?”

“Per una volta devo darti ascolto, Kakaroth…” mormorò Vegeta scrutando torvo i due piccioncini male assortiti. Goku fece spallucce, non capendo il doppio senso dell’amico, e si accomodò alla meglio nello stretto spazio in cui era costretto.

“Si va!!” esclamò Nappa dando gas alla sua motocicletta.

Fu un attimo: le vetture schizzarono in avanti a tutta birra, lasciandosi dietro una lunga scia di smog acre, nella quale arrancava il furgoncino di Yamcha, che invano urlava “EHI!! ASPETTATEMI!!”

Chichi rinsaldò la presa sui fianchi del suo guidatore, indecisa se chiudere gli occhi o se sbarrarli dal terrore.

“Temo che sarà un lungo pomeriggio…” pensò orripilata cacciando un urlo lacerante nel momento in cui Radish si alzò in impennata.

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CONTINUA…

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Eccomi qua!! Sapete, oggi ho voluto concludere il nuovo chap a tutti i costi! Avevo bisogno di sfogarmi…Oggi a scuola ci hanno portato le pagelline di metà quadrimestre e ci sono rimasta male quando sono andata a vedere il voto che mi ha messo quel dannato prof di italiano…cinque e mezzo…Siiiigh!! Ç___Ç

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LeftEye: ODDIO, MI SONO ACCORTA SOLO ADESSO CHE MI HAI LASCIATO UNA RECENSIONE SULLA MIA FICCY “I’M GLAD”!!! MA GRAZIEEEEEEEEE!!!^^ è stata una vera sorpresa, anche perché era un sacco di tempo che non ne ricevevo di nuove su quella storia!! E che coincidenza, pensa che da qualche giorno sto giusto lavorando su una song-fic proprio su Dragon Ball(i protagonisti non te li sto a dire perché credo che tu abbia già capito!!^^)! Vedremo quello che verrà fuori…Comunque, se posso darti un consiglio per le song-fic, bè…di solito non appena sento il testo di una canzone la mia mente lo ricollega ad un episodio di un anime o di un libro(come Harry/Ginny in “I’m glad”)…quindi ecco, di solito mi vengono spontanee! Prova anche tu…magari scarica qualche testo, sono sicura che prima o poi troverai quello adatto a te e riuscirai a scrivere qualche nuova ficcina su quello che ti piace! ^__O

Tornando a QUESTA ficcy…Uff, ti capisco benissimo!!^^ Anche a me è successa la stessa cosa l’estate scorsa, al mare…che poi il fatto che ti vengano “le tue cose” proprio quando vorresti fare il bagno è insopportabile!! Ti è piaciuto l’incontro Yamcha/Vegeta? Comunque tranquilla, nei prossimi capitoli continuerò a lavorarci su!! Un bacione Perugina, ti voglio tanto beneeee!!

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Lyla: Bentornata!!! Grazie per le tue belle parole, come sempre!!^///^ Grazie anche del suggerimento, in effetti non sarebbe affatto una cattiva idea dare spazio a Crilin e C18…Era già un’ideuzza che avevo in mente, ma non sapevo se applicarla! Ma con il tuo incoraggiamento ora ne sono convinta! Ci lavorerò su e cercherò di tirare fuori qualcosa di divertente!^^ Ammesso a riuscirci…! Davvero i caratteri dei personaggi sono resi benissimo? Meno male! Sai, ammetto che anche io mi sto divertendo da matti a delinearli in questo modo, soprattutto Radish che si ubriaca sempre!^^ Per fortuna Goku non è come lui…Fiuuuuuuuuu!!! Goku…TI AMOOOOO!!^^ E del nuovo chap che te ne sembra? Povero Veggy, costretto a fissare rabbioso Yamcha & Bulmina…Ma non per questo si perderà d’animo!! Spero di ritrovarti tra le recensioni, ogni volta i tuoi commenti mi fanno troppo contenta!! Ciù ciù ti voglio tanto bene!!^^

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Kristin: Ciao tesora!!^^ Sì, in effetti Bulma è stata “leggermente” sfigata! Lo so bene, purtroppo…Quest’estate mi sono saltata una settimana di bagno in una bellissima isola greca…Siiiiigh!!^^ E vabè, diciamo che però mi sono divertita lo stesso!!^^ Visto? Goku non si smentisce mai! Troppo dolce…Eh eh!! Poverino, stavolta l’ho limitato dentro al sidecar!!^^ E a te è piaciuto il nuovo capitolo? Spero vivamente di sì!! Fammi sapere, i conto!! T.v.u.k.d.b!! P.s.: Dovremo andare alla ricerca di questi nascondigli, perché io non resisto un minuto di più senza un simil-Goku!!!^^

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Pikkola Rin: Mi dispiace che tu ti sia presa la febbre!! Sigh sigh…ç__ç Spero che ora tu ti sia ripresa! E la gita ti è piaciuta? Aaah, io non vedo l’ora di andarci, ma ancora devo aspettare qualche settimana! Andiamo a Siena…Yuppi!! Bè, sì, in effetti Vegeta è stato piuttosto s*****o, ma non per questo lo faremo perder d’animo!! Come ti è sembrato il nuovo capitolo? Piaciuto? Ti aspetto, grazie, un bacioneeee!! Ti voglio benee!! P.s.: Spero di riuscire ad aggiornare abbastanza in fretta!

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Bambi88: Ciaooo!! Che bella sorpresa!! Grazie per aver lasciato una recensione sulla mia storia, sono stata così contenta quando l’ho trovata!! Sei stata davvero gentile!! Cosa te ne è parso del nuovo capitolo? Da quel che ho capito leggendo la tua fantastica storia, sei una fan della coppia Bulma/Veggy, non è vero? ^__O Ecco a te il fatidico “incontro a triangolo” Vegeta/Bulma/Yamcha!!^^ Piaciuto? Poi svilupperò la situazione nelle prossime puntate!! Spero che continuerai a leggere…e se ti va di lasciarmi qualche altro commentino, ne sarò felicissima!! Un bacione, e grazie ancora!! P.s.: Mi raccomando, continua ad aggiornare! L’ultimo capitolo mi ha fatto commuovere…

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Mi sono accorta di una cosa …Nello scorso capitolo ho dimenticato di dire una cosa TROPPO importante…!! Che affronto, rimedio subito!!

GOKU…TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!^^

Alla prossima!! RECENSITE!! Dai che non costa niente!!

Alessandra

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Una scampagnata in compagnia ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 7: Una scampagnata in compagnia

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“Chi cavolo ha avuto l’idea cretina di andare a visitare il centro dell’isola?”

“Veramente sei stata tu, Chichi…”

“Oh…Ah, già!!”

il gruppetto, fortunatamente e incredibilmente, era arrivato incolume a destinazione. Di una cosa le ragazze erano assolutamente certe…al ritorno sarebbero tornate a casa sulle loro gambe. O, al limite, con il furgoncino di Yamcha.

Era stato terribile, terribile… Chichi, in sella alla moto di Radish, aveva rischiato più volte di venire scaraventata sull’autostrada a causa dei frequenti rialzi che il ragazzo adorava compiere su una ruota sola e, nonostante i suoi continui richiami, non aveva intenzione di smetterla e aveva continuato imperterrito a prendere di proposito ogni buca che incontrava sull’asfalto; C18, dietro a quella testa calda di Nappa, non appena poggiò i piedi per terra si sentì male e fece uno sforzo sovrumano per non vomitare i fiocchi d’avena della colazione; e Lunch, invece, fu colta da uno dei suoi starnuti traditori e imbastì una vera e propria lotta per la supremazia sul manubrio della motocicletta, ma Vegeta non si lasciò sorprendere, né tanto meno sopraffare da lei, e riuscì miracolosamente a tenerla buona.

E Goku e Crilin…bè, loro almeno si erano goduti il viaggio! Anche se per la maggior parte del tempo dovettero rimanere all’erta per evitare di beccarsi in pieno viso uno dei calci furenti di Lunch.

“Oh bè…L’importante è che siamo arrivati sani e salvi a destinazione!” esclamò Chichi ravviandosi la folta chioma bruna con una mano.

“Sarebbe meglio dire vivi e vegeti…” la corresse C18 deglutendo rumorosamente. “Ma dov’è Bulma?” chiese subito dopo, notando solo in quel momento che non c’erano né l’amica né Yamcha.

“Boh…Saranno rimasti indietro…” ipotizzò Lunch scrutando l’autostrada che avevano appena finito di percorrere.

“Certo, con quella vecchia carretta è molto probabile!” esclamò Goku all’improvviso, provocando uno scoppio di risatine divertite da parte delle ragazze. I ragazzi, invece, fecero una smorfia di rassegnazione.

“Ma perché non si sforza nemmeno di essere un po’ più fico?” sussurrò Radish a Vegeta e Nappa. “E dire che potrebbe prendere il buon esempio così facilmente...Stando a contatto con me prima o poi uno ci si dovrebbe abituare, e invece…” Il ragazzo sospirò scoraggiato.

“Lascia perdere…tutta gloria in più per noi!” disse Nappa contraendo un bicipite gonfio e mostrandolo ad una ragazzina di passaggio, che si spaventò da morire e schizzò via.

“Visto? Il mio fascino fa andare in estasi qualsiasi ragazza!” esclamò orgoglioso il ragazzo, dando una pacca particolarmente violenta sulla schiena di Vegeta. Questi si volse verso di lui e gli lanciò un’occhiata trapassante.

“Mi hai fatto male, razza di idiota!” ruggì infuriato scagliandogli in faccia la lattina di soda che teneva in mano.

“P-perdonami, Vegeta…hai ragione, non avrei dovuto farlo…” si scusò Nappa in tono supplichevole, massaggiandosi il punto in cui la linguetta di alluminio lo aveva colpito. Non erano rari quei momenti in cui il fusto dimostrasse il suo cieco rispetto verso Vegeta, spinto dalla sua soggezione verso di lui.

“Pfui...Dilettante…” commentò Radish inforcando un paio di occhiali da sole a mascherina e scrutando all’intorno. “Ehi, ma per quanto tempo dobbiamo aspettare ancora? Sono stufo di stare qui impalato!!”

“Non so che fine abbiano fatto…forse si sono persi per strada…” mormorò Chichi, che ormai cominciava a preoccuparsi. “Non vorrei che fosse successo loro qualcosa…”

“Sì, in effetti sono già trascorsi dieci minuti da quando siamo arrivati…” confermò C18 controllando l’orologio da polso.

“Forse è meglio che qualcuno vada a cercarli…” propose Lunch portandosi un palmo alla guancia. Automaticamente, sia lei che le due amiche si voltarono verso il gruppetto dei ragazzi e puntarono gli occhi sui cavalletti delle loro moto parcheggiate.

“Perché guardate noi?” chiese Nappa con una gocciolina sulla testa, portandosi le mani al petto come se fosse stato accusato di qualcosa. “Mica è colpa nostra se sono rimasti indietro!!”

“Ma no, noi non volevamo dire che…” cominciò timidamente Chichi, quando Goku la interruppe tendendo un braccio.

“Che scemi, non ci arrivate da soli?! Dammi il casco, Radish, li vado a cercare…” esclamò avvicinandosi al fratello e porgendogli una mano.

“Non hai i pidocchi, vero?” gli chiese lui, decisamente riluttante a cederglielo.

“Lascia stare, Kakaroth, andrò io a cercarli” intervenne a sorpresa Vegeta agguantando il suo casco e sistemandoselo in testa. Il suo gesto provocò non pochi strabuzzamenti di occhi: da quando il duro e impassibile Vegeta era così altruista?

“…tu rischieresti di perderti…” aggiunse rivolto a Goku.

“Ah, mi pareva…” disse l’amico con una gocciolina sulla testa.

Vegeta afferrò il manubrio, tolse il cavalletto e sfrecciò via, inondando gli altri ragazzi con il fumo nero che usciva dal tubo di scappamento e riempiendo loro le orecchie con un assordante rombo.

“Coff coff…Io lo avevo detto che quelle elettriche erano meno inquinanti!!” mormorò Crilin coprendosi la bocca con le mani a coppa.

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Nel frattempo, a qualche chilometro di distanza…

“Secondo me abbiamo preso in pieno un chiodo” diagnosticò Yamcha dopo aver setacciato ogni centimetro visibile del pneumatico anteriore, afflosciato sull’asfalto rovente privo di vitalità.

“Già, sembrerebbe di sì…” sbuffò Bulma scrutando a sua volta l’enorme foratura che si era aperta accanto al parafango.

“Per favore, guarda nel portabagagli, dovrebbe esserci una ruota di scorta…” chiese il ragazzo a Bulma indicando il retro del furgoncino. La ragazza spalancò la portiera dell’abitacolo e analizzò accuratamente i sedili e gli eventuali anfratti.

“Qui non c’è niente di niente!” esclamò nervosa tornando da Yamcha, che si stava arrovellando il cervello nella speranza di tappare quel dannato buco.

“Oh…Davvero?” disse deluso; improvvisamente una lucina si accese nei suoi occhi e si voltò ridacchiando verso Bulma. “Ehm...L’ho persa al poker due giorni fa!!”

“COSA?!” esclamò la ragazza stringendo i pugni. “E me lo dici solo adesso?!”

“S-scusa, non me lo ricordavo proprio!” disse Yamcha cominciando a sudare. “Ma non avevo più niente da scommettere!!”

“Bè, almeno non hai puntato le tue mutande!!” sbottò Bulma ironica assumendo un tono il più irritato possibile.

“Ehm…eh eh…già…non ho puntato le…le mutande…” balbettò il moro arrossendo all’istante e cercando di far finta di niente.

Bulma sbuffò di nuovo e diede un calcio a un sasso accanto ai suoi piedi. “Ooooh…ci vorrà molto per ripararla? Ma guarda in che condizioni siamo…in mezzo alla strada, sotto un sole cocente, con una ruota a terra e lontani dai nostri amici!! Chissà se si stanno preoccupando per noi…” sospirò intrecciando le dita delle mani.

“Ehi, almeno siamo riusciti a deviare in questa piazzola di sosta prima che il furgoncino si fermasse del tutto!!” esclamò Yamcha aprendo le braccia nel vano tentativo di consolarla; in tutta risposta, si beccò un’occhiataccia. “STAI ZITTO E RIPARA QUELLA STUPIDA GOMMA!!”

Il ragazzo, intimorito, deglutì e tornò a concentrarsi sul pneumatico; era ridotto davvero maluccio…

Bulma, intanto, si sedette sul cofano anteriore piuttosto soddisfatta: a dire la verità lei se ne intendeva di motori e forature, altrochè! Osava ammettere di essere una vera esperta. Non per nulla, suo padre era il proprietario della famosa “Capsule Corporation”, una ditta specializzata nella costruzione di sofisticate apparecchiature che rendevano più facile ed agevole la vita dei cittadini. Quindi, volente o no, fin da piccola era sempre stata a contatto con quel particolare tipo di ambiente, e conosceva ogni più piccolo ed insignificante “trucco del mestiere”. Ma quando si trattava di vacanze…bè…lei non voleva sentir nemmeno parlare di chiavi inglesi o microchip, solo comfort e relax!

In quella una decappottabile nera, che riportava diverse striature di colore argentato a forma di fiamma, sfrecciò sulla strada accanto a loro a velocità molto elevata; Bulma fece appena in tempo a vedere il gesto del passeggero accanto al guidatore, che sembrò lanciare qualcosa in loro direzione. Un secondo dopo una buccia di banana giaceva inerte sulla nuca di Yamcha, che decise di non farci caso e continuò imperterrito a impiastricciarsi con il mastice.

“Sigh…Kami, aiutami tu…” implorò Bulma a bassa voce, alzando gli occhi al cielo. Avrebbe desiderato così tanto che qualcuno giungesse in loro aiuto…

Il rumore lontano di una motocicletta la fece destare dai suoi pensieri; emozionata, si sporse per vedere meglio: un raggio di sole particolarmente accecante colpiva in pieno la carrozzeria di quel misterioso veicolo, producendo una notevole scintilla luminosa che si poteva intravedere anche a molti metri di distanza.

“Non ci credo…Siamo salvi!! EHI, FERMATI!! SIAMO QUI!!” urlò la ragazza saltellando sul posto e sventolando le braccia sperando di farsi notare. Si aprì in un grande sorriso di ringraziamento quando la moto si fermò accanto a lei con una sgommata rumorosa, ma si spense all’istante non appena il guidatore si fu sfilato il casco.

“TU?!” esclamò la ragazza puntando un dito contro Vegeta; questi sbuffò e si ravviò i capelli in un movimento frettoloso.

“Dai, sbrigati, monta su…a quest’ora ti si sarà già fuso il cervello sotto questo sole…” le disse facendole posto dietro il sellino. Bulma era titubante a montare, ma dopo una rapida occhiata alle sue spalle rosse e accaldate si lasciò convincere e passò una gamba dall’altra parte del monociclo.

“Oh, meno male!! Chi è venuto a…COSA?!” Yamcha, che si era alzato in piedi per controllare chi fosse, ebbe la stessa reazione di Bulma quando incrociò lo sguardo di Vegeta.

“Noie al motore, amico?” gli chiese quest’ultimo aggrottando le sopracciglia.

“Non sono affari tuoi” ringhiò Yamcha in risposta, sprezzante; dopodichè si avvicinò ai due e chiese a Bulma di fargli un po’ di posto in modo da potersi infilare dietro a lei.

“Ehi, frena…Se ho capito bene, vorresti salire sulla mia moto, non è così?” gli chiese Vegeta tranquillamente. Bulma rimase spiazzata e turbata, non sapeva cosa dire.

“Non puoi mica lasciarmi qui!!” si lamentò Yamcha acido.

Vegeta girò l’acceleratore sul manubrio e la moto schizzò in avanti. “Scusa, non è colpa mia, ma il puzzo di banana rancida proprio non lo sopporto!!”

E lui e Bulma si allontanarono a gran velocità, abbandonando Yamcha e il suo furgoncino, che nel frattempo era crollato ancora di più sull’asfalto.

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“Oh, sei sana e salva!!” esclamò Chichi correndo ad abbracciare Bulma ancor prima che questa fosse scesa completamente dalla moto. Vegeta si tolse il casco e le diede una spintarella in avanti, mandandola a finire praticamente con tutto il peso addosso all’amica.

“Ehi, ma perché mi spingi?!” protestò la ragazza squadrandolo da capo a piedi. “Che c’è, hai il tachimetro sul sellino?!”

Vegeta sbuffò contrariato e alzò le spalle. “Voglio piantare il cavalletto, mi dici come faccio se rimani seduta sopra?!”

“Oh…” mormorò Bulma in imbarazzo. “Eh eh…Scusa tanto!! Non ci avevo pensato!!”

“Ehi, e Yamcha dov’è?” chiese Lunch all’amica. “Se non sbaglio era con te…Che fine ha fatto?”

“Per me si è andato a schiantare contro un cartello stradale” disse C18 incrociando le braccia al petto. “Così la prossima volta impara a mettersi a guidare quel colino con le ruote!”

La battuta della biondina suscitò un attacco diffuso di risa, ma nessuno fu più espansivo di Crilin, che era letteralmente piegato in due. A quella reazione così esagerata C18 sbuffò esasperata, ma sotto sotto ne era compiaciuta; non sempre riusciva ad apparire così spiritosa!

“Comunque ci hai quasi azzeccato…” mugugnò Vegeta abbassando le palpebre.

“Uff!!” si lamentò Bulma. “Tranquille, giusto il tempo di mettere un po’ di mastice a un buchetto e sarà da noi! Sarà questione di poco, vedrete!”

“Fatto buon viaggio, Bulma?” chiese Goku avvicinandosi alla ragazza, fermandola appena in tempo prima che riuscisse a sferrare uno scapaccione al suo “salvatore”.

“Ho mangiato un po’ troppi moschini, ma tutto sommato non è andato male!” rispose lei allegra.

“Cerchi di rimorchiare, Kakaroth?” gli chiese Radish dandogli una pacca d’incoraggiamento sulla spalla. “Non preoccuparti, prima o poi troverai anche tu qualcuna che ti sopporti…All’altro mondo, forse…”

Nappa esplose in una risata cavernosa, seguito a ruota dallo stesso Radish; Vegeta si limitò ad aprirsi in un sorrisetto ironico, mentre Crilin incrociò le braccia al petto e abbassò le palpebre, riflettendo su come potesse quella battuta stupida suscitare così tanto divertimento.

“Non mi sembra che finora tu abbia avuto più successo di me, con le ragazze…” sibilò Goku al fratello dopo qualche secondo di attesa. Radish si irrigidì come un blocco di ghiaccio e si ammutolì all’istante, limitandosi a grugnire poco elegantemente e ad arrossire imbarazzato. Chichi sorrise radiosa all’indirizzo di Goku, che con le mani dietro la schiena dondolava soddisfatto sui talloni, consapevole di aver toccato un punto molto, mooolto delicato.

“Ma dai…Posso capire Radish, ma per quanto riguarda te non posso credere che non hai successo con le ragazze! Chissà quante ti sbavano dietro…” gli disse furbescamente Bulma, avvicinandosi di soppiatto e dandogli delicatamente di gomito.

Il ragazzo assunse una chiara sfumatura di rosso, ma quando rispose aveva un tono comunque tranquillo. “Bè, è così…Ma forse è anche per colpa mia, sono un tipo piuttosto solitario…”

“Eh, ma chissà quante ti sbavano dietro…” ripetè la ragazza lanciando un’occhiata eloquente a Chichi, che avvampò vistosamente e spalancò la bocca, lasciandola libera di cadere verso il basso.

“Uh? Che vuoi dire?” chiese Goku, incuriosito.

Bulma schioccò le labbra e strizzò l’occhio. “Voglio dire che…”

Prima che potesse proseguire, Chichi la raggiunse come una furia e le schiacciò le mani sulla bocca. “NON VOLEVA DIRE PROPRIO NIENTE, È LEI CHE È UNA POVERACCIA CHE DICE COSE SENZA SENSO!!!” esclamò agitata, cercando di ignorare il sudore freddo e l’adrenalina che le faceva rivoltare lo stomaco.

Goku, spiazzato, fece spallucce e raggiunse Crilin che, poco distante da loro, lo stava chiamando. Con un gesto brusco, Bulma si staccò dal viso le mani dell’amica, stringendole i polsi con le proprie e allontanandosele violentemente.

“Ma che t’è preso?! Per poco mi facevi morire soffocata!” protestò ansimando.

“Smettila di fare la scena, non ti ho mica ficcato un bastone giù per la gola!!” ribattè la moretta furibonda.

“No, ma stavo pensando di farlo a te tra dieci secondi!” brontolò l’altra passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

“Ma cosa ti è saltato in mente di dire quelle cose?!” continuò Chichi imperterrita, nascondendosi la bocca con una mano in modo da non farsi sentire dagli altri. Per fortuna ognuno si stava facendo i propri affari e nessuno badava a loro.

“Bè? Che ho detto di male? Stavamo semplicemente facendo conversazione!” rispose innocentemente Bulma con un’alzatina di spalle.

Chichi sentì il sangue affluirle alle gote per la seconda volta nel giro di pochi secondi. “Era chiaro come il cucco che ti stavi riferendo a me!!”

“Chiaro come il cucco?! Ma che parole usi?” mormorò l’amica cercando di non scoppiarle a ridere in faccia. In realtà, quella scenata la stava facendo divertire da matti.

“MA INSOMMA!!” sbottò l’altra fissandola con sguardo di ghiaccio. Bulma indietreggiò intimorita, sorpresa da quella reazione.

“E chi l’ha detto che mi stavo implicitamente riferendo a te? Io non ho detto niente di compromettente!” si giustificò lei con un sorrisino.

“No, ma…” bofonchiò la moretta vagamente turbata; in effetti forse stava ingrandendo troppo la faccenda…

“…E allora perché tutta quella scenata?” si intromise C18 fissandola maliziosa.

“…Quale scenata?” rispose Chichi cercando di riprendere il controllo. Chissà, forse facendo finta di niente…

“Oh, roba da matti!!” sbottò la biondina rivolgendosi a Bulma. “Prima fa la donnina delicatina e adesso fa la finta tonta…”

“E basta!!” esclamò Chichi troncando il discorso.

“E va bene, visto che non ne vuoi parlare…” sussurrò Bulma prima di allontanarsi a braccetto con C18. La moretta prese un volantino dalla tasca dello zaino e si sventolò il viso, stremata da quella conversazione. Ma cosa le stava succedendo?! Non era mai andata nel panico per faccende del genere! Che fine aveva fatto la sua razionalità?

Pochi secondi dopo Lunch fece capolino da un chiosco di giornali e raggiunse il gruppetto camminando a passo svelto.

“Scusate se ci ho messo tanto, ma c’era una fila…” spiegò la ragazza aprendo la piantina dell’isola e mostrandola agli altri.

“E brava la nostra Lunch! Sempre previdente come al solito!” si congratulò Bulma afferrando la cartina e osservandola con attenzione. “Ehm…chi di voi ci capisce qualcosa?”

“Per una come te che sa leggere solo le cartine dietro le tovagliette del fast food…” disse C18 sfilandogliela dalle mani e cercando di localizzare il punto in cui loro erano ancora fermi. “Allora, direi di andare a dare un’occhiata alla pineta…vedo che si affaccia direttamente sul mare…Potrebbe essere bella!” propose piegandola una volta averla consultata.

“Aggiudicato!” esclamò Nappa battendo un pugno sull’altro palmo; qualcuno sobbalzò.

“Ehm…Ok…Allora andiamo…”

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Fortunatamente la pineta era abbastanza vicina, per cui i ragazzi non dovettero nemmeno prendere le motociclette per raggiungerla. Il profumo degli aghi mescolato alla fresca aria salmastra era deliziosamente inebriante e tutto conferiva un senso di benessere e pace.

“Che meraviglia!” esclamò Chichi sognante. “Sentite che tranquillità, che riposo, che…”

“…che sonno!!” concluse Nappa sbadigliando sonoramente, imitato un momento dopo da Radish. “Hai ragione, amico…Che ne dici di andarci a fare una birretta?”

“Ti seguo” annuì l’altro, e tutti e due si allontanarono alla ricerca di un bar che non fosse troppo distante.

“Oh no, di nuovo…” commentò Chichi scuotendo la testa.

“Lasciali perdere” le disse Goku affondando le mani nelle tasche.

“Sì, però…” protestò la ragazza affranta. “Insomma…in città una cosa del genere non si potrà mai ammirare!”

“Per loro è roba da femminucce” spiegò Goku con un’alzata di spalle. “Figurati se possono abbassarsi a quel livello! Ne andrebbe della loro reputazione!”

“Bè, io comunque preferisco respirare un po’ di aria fresca!” esclamò C18 stiracchiandosi e inspirando profondamente.

“Già…” mormorò Crilin raggiungendola, sentendosi un po’ ansioso. “L’odore degli aghi di pino è uno dei miei preferiti!”

“Davvero? Anche il mio…” ribattè vagamente la biondina senza prestargli troppa attenzione.

“Ehm…Sì…bè…” balbettò il ragazzo in imbarazzo. Poteva essere spigliato quanto voleva con i suoi amici, ma con le donne proprio non ci sapeva fare! E con lei non era decisamente da meno, purtroppo! Afflitto, decise di allontanarsi e di lasciarla in pace; forse non lo voleva tra i piedi…

“Ma che uomo sei, Crilin?! Che uomo sei?!” si lamentò lui sfogandosi a voce alta accanto a Goku, ovviamente a debita distanza da C18.

“…Un uomo senza naso?” disse l’amico divertito, evitando un pugno dell’altro.

Le ragazze trovarono un piccolo spiazzo dove vi erano state collocate alcune altalene, uno scivolo e un girello. Si misero sedute sulle prime e cominciarono a dondolare stancamente.

“Stiamo trascorrendo una bella giornata, no?” intervenne Lunch rompendo il silenzio che era improvvisamente calato.

“Sì, non c’è male!” confermò Chichi allegramente strusciando i piedi nella terra sotto di lei.

“Mah…Sono preoccupata per Yamcha, veramente…” bofonchiò tristemente Bulma dandosi maggiore spinta.

Le altre sospirarono e si guardarono negli occhi. “Ehm…Vedrai che sta benissimo!!” farfugliò la moretta cercando di farla rilassare, ma non ottenne molti risultati.

“Ma sì, ne sono sicura anche io!!” esclamò invece Bulma sferrando un pugno in aria e rischiando di cadere all’indietro rovinosamente.

“Bè…meno male che basta così poco a consolarla!” sussurrò Chichi a Lunch, che rispose con una risatina.

“Io invece vorrei andar via da qui…” intervenne improvvisamente C18 sferrando un calcio in aria. “Quel nanerottolo mi sta sempre tra i piedi, non mi lascia in pace un attimo!!”

“Poverino, ma che t’ha fatto di male?” le chiese Lunch provando un moto di pietà verso Crilin, che le era sembrato piuttosto abbattuto.

“Che cosa non mi ha fatto! Oooh…ma perché non si mette l’anima in pace una buona volta?!” si lamentò la biondina nervosamente.

“Ma tu ogni volta lo scoraggi, è ovvio che cerchi almeno di riallacciare i contatti!” spiegò Bulma, che si vantava di sapere tutto sui ragazzi.

“Sì, ma…”

In quel momento tornarono Radish e Nappa con una lattina di birra in una mano e una di rum fruttato nell’altra.

“Allora, non siamo stati qui già troppo tempo?!” esclamò Radish; dal suo tono di voce si capiva subito che era già piuttosto brillo. “Andiamo da qualche altra parte, mi sono rotto di stare in questo posto!!”

“Già!!” gli fece eco Nappa trincando dalla lattina destra e ruttando sonoramente. Alcuni uccelli schizzarono fuori dalle fronde e sfrecciarono veloci nel cielo, allontanandosi.

“Ehi, un po’ di rispetto per la natura!” li rimproverò Lunch indignata. Si tolse lo zaino di spalla, vi frugò dentro ed estrasse la cartina per consultarla.

“Dammi qua!” disse Radish avvicinandosi a lei e strappandogliela di mano bruscamente. “Adesso ci penso io!”

“Guarda che sei mezzo ubriaco” gli fece notare il fratello, ma inutilmente.

“Chiudi quel forno, Kakaroth! Non lo sai che l’alcool ti rende la mente più vispa?”

“Allora quel libro di biologia aperto sulla scrivania non era solo una mia immaginazione…” riflettè Goku affascinato.

“Io studio solo le cose che mi interessano” ribadì l’altro scorrendo con gli occhi sul foglio di carta. “Ooooh, quanti bei colori…e quante belle strade…blu, rosse, verdi…”

Gli altri cercarono di non mostrare il loro sconforto facendo un enorme sforzo per trattenersi; stranamente, gli avevano concesso una possibilità.

“Allora allora allora allora…ECCO!!” ululò improvvisamente Radish facendo sobbalzare tutti. “Andiamo proprio QUI!! Al circolo di tennis più prestigioso dell’isola!!”

“Il…il circolo di tennis?” ripetè Chichi scandalizzata. “Ma…”

“…Oh, dai, Chichi!” disse Bulma poggiando una mano sulla spalla. “Anche quella è un’attrazione del luogo, sarà divertente!”

“Ben detto, pupa!!” esclamò Nappa facendole l’occhiolino. Quando fu sicura che il ragazzo non la stesse guardando, la ragazza si tappò il naso con le dita…Il suo alito era più spaventoso del solito.

“Allora andiamo!!” Radish si mise in marcia e gli altri lo seguirono rimanendo a debita distanza.

“Speriamo bene…”

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“M-ma io non capisco…dovrebbe essere qui!” Radish consultò la cartina per la decima volta, ma dell’insegna del circolo non c’era alcuna traccia.

“Forse dobbiamo prendere quel sentierino” ipotizzò Lunch indicando un viottolo alla loro destra.

“Basta che troviamo una sedia…è mezz’ora che giriamo!!” si lagnò Bulma massaggiandosi le ginocchia.

Il gruppetto imboccò il sentiero immerso tra cespi di erba e cespugli che portavano centinaia di fiori dei colori più svariati, anche se la maggior parte di essi erano appassiti. Evidentemente non vi era un custode che desse loro l’acqua quando ne avevano bisogno.

Dopo alcuni metri interminabili, alle loro orecchie giunse un vociare assordante.

“Ma che cos’è questo macello?!” esclamò Chichi cercando di farsi sentire dagli altri.

“Sarà il campo da tennis!!” Bulma corse avanti emozionata, ma non appena la stradina sboccò in uno spiazzo rimase paralizzata.

“Che succede, Bulma?” le chiese Chichi avvicinandosi. Quando si affacciò per capire cosa avesse suscitato tanto scandalo nell’amica, rimase anch’essa a bocca aperta: davanti a lei vi era un enorme palco contornato da cordoni, sopra il quale vi erano dei pugili in procinto di scontrarsi; intorno a loro un pubblico di ragazzi e uomini molto forzuti che urlavano contro di loro e tenevano in aria manciate di banconote.

“M-ma questo…è un ring!!” esclamò Chichi inorridita.

“Ma dove cavolo ci hai portato, babbuino?!” sbottò Bulma indirizzata a Radish. Questi controllò meglio la piantina, storse la testa in ogni direzione e, ripiegandola lentamente e con uno sguardo pietoso, pigolò: “Ehm…Temo di averla messa a rovescio…”

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Nel frattempo, a molti chilometri di distanza…

“Guarda, mamma! Chi è quello?” chiese una bambina con le treccine alla giovane donna accanto a lei.

La signora scrutò disgustata il ragazzo che si trascinava con un bastone sull’asfalto a pochi metri da lei. “Non guardarlo, cara, è un poveraccio senza casa…”

Il povero ragazzo, ignorando i commenti della donna, scrutò l’orizzonte con sguardo assatanato.

“Anf, anf…Dannato Vegeta…Te la farò pagare, quanto è vero che mi chiamo Yamcha!!”

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CONTINUA…

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Che bello, sono così contenta che Efp sia di nuovo tra noi! Mi sono mancate così tanto queste pagine…Siiigh! A parte questo, scusate per il mio spaventoso ritardo, ma la scuola ultimamente mi ha preso molto! Comunque spero che il mio aggiornamento sia stato gradito! Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno commentato l’altra mia ficcy “Un’ora in più”, o chi si è semplicemente soffermato a leggerla. Grazie mille!!

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Bambi88: Mamma mia…te li immagini Vegeta e Goku(abbandoniamo l’idea del sidecar per qualche secondo!^^) sulla moto?! Oh Dio Mio!! Sbav sbav!!^^ Eh, magari…Ancora mille grazie, sono contenta che la storia continui a piacerti! E Vegeta e Bulmina sono fatti l’uno per l’altra!! Povero Yamcha…ah, ma tanto LA DEVE PAGARE!!^^ Spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto!! Grazie…un bacio grande grande!!

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LeftEye: Eh eh…!! Ti confesso che la parte in cui Yamcha e Vegeta si sono stretti la mano è quella che mi sono più divertita a scrivere! Pensa che a un certo punto mi sono quasi messa a ridere da sola! Tutto perché sono davvero PAZZA…Bacio bacio! E non mi stancherò mai di ripeterlo…Grazie!!

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Pikkola Rin: Eccomi qua!! Scusa, stavolta ci ho messo un po’ di più ad aggiornare, ma la scuola mi ha impegnato molto! Sorry!! Comunque spero che il nuovo capitolo ti abbia consolato!^^ Grazie grazie grazie!! Sei dolcissima come sempre!!^^

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Kay: Ehi, quanti complimenti!!^^ Mi fai arrossire! ^///^ Graaaaazie per le tue belle parole!! Spero che i nuovi capitoli continueranno a piacerti!! Un bacio!!^^

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Kristin: Ciao cara! Come sempre sono estasiata dalla tua recensione! Eh sì…poveri Goku e Crilin…stavolta li ho limitati dentro al sidecar! Siiiiiigh…Magari però alla fine un giro in moto lo faccio fare pure a loro, che dici?^^ Ah, per costruire il radar sono d’accordo…così magari la ricerca potrà proseguire più facilmente! ^_^ Ti voglio bene, a prestissimo!

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Lyla: Eh eh…fai bene a non fidarti troppo di Yamcha, te lo posso assicurare!^^ Ah, ma stavolta sono stata cattivella con lui! Che ne dici del trattamento che gli ho riservato? E Goku e Crilin dentro al sidecar…bè…magari un giro in moto glielo farò fare, prima o poi!^^ Grazie ancora, sei dolcissima!

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VidelB: Ciao!! Che sorpresa!! Grazie per i complimenti alla mia ficcy! Sono contenta che ti faccia ridere, anche perché spesso anche io mi sono ritrovata a ridacchiare mentre scrivevo! Non so, forse immaginandomi le scene che descrivo…sono pazza, lo so!^^ Comunque spero vivamente che continuerai a seguirmi, ci tengo molto alla tua opinione! Anche perché da quando ho letto le tue ficcy…Sei davvero bravissima, scrivi benissimo! Un bacione e grazie ancora!!

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Bè, che altro dire? Ah, sì! Mi raccomando, recensite! Ogni volta mi riempite di gioia!!

E poi…ah, certo! Goku…TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!^^

Bacio bacio!!

Alessandra

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: The ring - La sfida ***


Bambi88: Non preoccuparti, anche se nella tua ficcy Kakaroth è “cattivello”…è pur sempre Gokuccio, in fondo

.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 8: The ring – La sfida

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Chichi si portò una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio, mordendosi un labbro; era…come dire…turbata…Insomma, da quando una comitiva di ragazzi riusciva a trovare un ring da lotta libera(o quello che era, di solito non ci capiva niente…per quanto ne sapeva, poteva anche essere da pugilato!)in una delle più conosciute isole tropicali del celebre arcipelago Yoshi e per di più nel bel mezzo di una fitta boscaglia?!

Ma no, era inconcepibile!!

Non avrebbe trovato altri termini per descrivere cosa provava…

“…Fantastico!!” sbraitarono all’unisono Radish, Nappa, Crilin, Goku e Vegeta, già sportisi in avanti tra mille annaspamenti ad ammirare la vista di cui potevano godere.

“Co…cosa?” balbettò Lunch spiazzata.

“Non ci posso credere…e io che pensavo che nessuno facesse a botte in un posto come questo!!” esclamò Nappa con gli occhi che brillavano avidi di una strana luce sinistra.

Chichi sgranò gli occhi, impressionata, poi ricordò quello che le aveva detto Goku la sera del loro primo incontro; diede una piccola gomitata a Lunch e, quando fu sicura che tutte le sue amiche la stessero a sentire, bisbigliò: “Goku me l’aveva detto, tutti loro fanno parte di una squadra di arti marziali! I ‘Saybaman’, o qualcosa del genere…”

“Oh, vuoi dire I Saiyan’?” chiese C18, lasciando le altre a bocca aperta.

“Sì, proprio i Saiyan! Non dirmi che li conosci!” esclamò la moretta poggiandosi un dito sulle labbra, affascinata.

“Bè…c’era un trafiletto di cinque righe che parlava di loro sul giornale del mese scorso…” ragionò la biondina portandosi una mano sotto al mento e socchiudendo le palpebre, pensierosa.

“Ah, ecco…” mormorò Bulma, che non sapeva se considerarlo un fattore di merito oppure no.

“Allora saranno sicuramente bravissimi!” disse invece Lunch battendo le mani allegramente; sembrava molto fiera del loro riconoscimento. “Chissà, magari vogliono combattere…” ipotizzò scrutandoli e notando tutta quella loro foga esagerata.

Un attimo dopo la ragazza si sentì battere sulla spalla e si voltò, trovandosi faccia a faccia con Nappa.

“Ehi, vi va bene se ci avviciniamo un po’?” le chiese guardandola a malapena: il suo sguardo era tutto impegnato a contemplare i cordoni rossi che delimitavano il quadrato.

“Aaaah…teneri cordoni di velluto…” bofonchiò con un rivolo di bava alla bocca e sguardo mistico al cielo.

“Oh…Va bene, non c’è problema…” rispose timidamente Lunch, incapace di dire di no ad una richiesta così educata. Si accodò ai ragazzi e li seguì, con dietro le amiche.

“Ma…e il circolo di tennis?” provò a intervenire pigolando Bulma, ma nessuno le diede ascolto; a qualcuno non interessava più, mentre qualcun’altra era troppo sconvolta per ribattere.

Il gruppo si fece strada a fatica tra la folla di energumeni, che ingombravano ogni più piccola superficie libera. Quando finalmente riuscirono a sbucare davanti al gabbiotto che riportava il regolamento, tirarono un sospiro di sollievo…Anzi, le ragazze tirarono un sospiro di sollievo, visto che avevano ricevuto già troppe occhiate maschili poco rassicuranti, secondo i loro standard.

“Allora…” cominciò Goku scorrendo con gli occhi il testo appeso ad una parete di legno. “Qui dice che se si riesce a sconfiggere la squadra in carica, si può vincere un bel gruzzolo e si verrà automaticamente proclamati come campioni…Pfui… Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio…no?” chiese girandosi verso i suoi amici; gli ci volle un secondo per far scivolare pesantemente le braccia lungo i fianchi, deluso e rassegnato: non appena aveva finito di spiegare il regolamento Nappa, Vegeta e suo fratello erano già corsi sotto il palco, sgomitando a destra e a manca, cercando di farsi notare dall’arbitro dell’incontro; solo Crilin era rimasto sul posto, la testa pelata scintillante inumidita da una gocciolina di sudore.

“Non dovevi dirlo…” rimproverò stancamente l’amico.

Chichi non potè che dargli ragione. Di certo, un incontro di atri marziali non era quello che si aspettava di vedere durante una vacanza di puro riposo. Da una parte avrebbe voluto andarsene a costo di continuare a girovagare per il paese in perfetta solitudine, ma la curiosità di assistere alle prestazioni dei suoi nuovi amici la sopraffava dall’altra, costringendola a rimanere.

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce lugubre di Radish, che annunciò bruscamente: “Dobbiamo prima iscriverci…” Chichi notò che tra la chioma folta presentava foglie e sottili ramoscelli.

La comitiva si spostò lungo il perimetro della pianura in cerca di un modulo d’iscrizione(Nappa impiegò pochi minuti per constatare che per terra non ce n’era neanche uno)e finalmente, in un punto piuttosto nascosto e isolato rispetto al luogo del torneo, trovarono una specie di piccolo banco informazioni. Dietro di esso, con i piedi nudi e impolverati poggiati sopra il piano di legno, vi era un uomo con il volto nascosto interamente da una rivista che in copertina riportava la testata ‘Ragazzi & Intrallazzi, le nuove tecniche di seduzione per l’estate’. Quando giunse anche alle iridi di Bulma, quest’ultima scattò in avanti e indicò agitata il giornale.

“Ragazze!! Ma questa è la rivista che mi sono portata dietro da casa!! Incredibile…” esclamò entusiasta. I ragazzi non capivano a cosa stesse alludendo, ma Chichi, che lo sapeva fin troppo bene, fece spallucce. “E allora? Sai quanta tiratura ha quel giornale?”

Bulma le lanciò un’occhiata profondamente indignata. “Vedi, Chichina? Se tu la smettessi di leggere quei libroni di anatomia che ti porti sempre appresso, capiresti che tutto questo non è solo un caso…”

“Hm?” farfugliò la moretta distrattamente, impegnata a rivolgere un cenno di noncuranza a Lunch e C18.

“…è il destino che vuole farci incontrare!!” completò Bulma in uno sprezzo di energia, saltellando animatamente sul posto.

“Bè, un incontro ravvicinato con un paio di piedi non mi sembra il massimo…” commentò Vegeta tappandosi il naso con una smorfia. La ragazza gli lanciò un’occhiataccia imbufalita e si sporse in avanti. “Ehi, tu, ragazzone…”

Le mani che reggevano la rivista tremarono qualche istante prima di rivelare il volto di colui al quale appartenevano…

Fu un attimo.

Chichi, C18 e Lunch caddero a gambe all’aria con tanto di gocciolone sulla testa; Radish e Nappa scoppiarono a ridere sguainatamente picchiando con i pugni a terra e lacrimando; Goku, Vegeta e Crilin si limitarono a spalancare incredibilmente gli occhi, profondamente scandalizzati; e Bulma…bè, era rimasta decisamente senza parole quando, al posto dell’aitante giovanotto che sperava di trovare al di là del giornale, si era sostituito un vecchio calvo e raggrinzito con due lunghi baffi bianchi e occhiali da sole inforcati sul naso adunco.

“Posso fare qualcosa per te, spupazzina?” le chiese il vecchietto spostando l’attenzione sul suo seno prosperoso. Bulma, ancora troppo scioccata per parlare, si limitò a far scendere la mascella ancora di più verso il basso.

L’uomo sorrise soddisfatto mostrando diversi denti sporgenti, un rivolo di bava gli colava lungo l’angolo della bocca. “Eh eh, lo so...Delle belle ragazze come voi non resistono al mio fascino nascosto!”

“CHIUDI IL BECCO, BRUTTO PORCO!!” C18, particolarmente suscettibile, scattò in avanti e gli mollò un ceffone in pieno viso, provocandogli uno sbuffo particolarmente violento. Una volta ripresosi, il vecchio si raddrizzò gli occhiali sbiechi e si asciugò il sudore con un fazzoletto di cotone. “Sei in gamba, ragazza…Vuoi forse tentare la sfida che la nostra associazione ti propone?”

Ma quale associazione!” sbottò la biondina. “Questa è tutta una farsa per attirare gente e…”

“…in premio ci sono un bel po’ di soldini, sai?” le ricordò il vecchietto scrutando i suoi fianchi; per sua fortuna le lenti scure celavano il frenetico movimento delle sue iridi.

“C18, non farti incantare…” le sussurrò Lunch preoccupata: spesso, quando si trattava di soldi, la sua amica era piuttosto cedevole.

“…Davvero?” esclamò invece lei ignorando completamente l’avvertimento di Lunch, la quale rimase di stucco e fece spallucce, sconsolata.

“E se vuoi, con una piccola sovrattassa potrai addirittura ricevere…ehm…lezioni da me!” aggiunse il vecchio schioccando le dita invitante. “Credimi, per te farei qualsiasi eccezione, spupazzina!”

“NON CHIAMARMI SPUPAZZINA!!” sbraitò la biondina sferrandogli un secondo, fischiante schiaffo sugli zigomi ancora arrossati. “Ma non farmi ridere…che genere di lezioni vorresti darmi con quel fisico rachitico?”

“Ehm…lezioni di…ehm…” balbettò il vecchietto arrossendo violentemente; uno spruzzo di sangue gli fuoriuscì bruscamente dalle narici e non fu più in grado di andare avanti. Altro scroscio di risa, seguito da un grugnito seccato da parte della ragazza.

“Ehi, 18, non credi di esagerare?” la rimproverò Chichi interrompendo per un secondo i suoi continui tentativi di far rianimare Bulma, ancora sotto shock.

“Ooooh, come sei cara, ragazza!” disse il vecchio rivolgendosi alla moretta, la quale notò con disgusto i due tappi di carta assorbente che aveva infilato repentinamente nelle due cavità nasali. “Se vuoi posso dare lezioni anche a te, più tardi…!”

“C18, MENA QUEL PERVERTITO DA PARTE MIA!!” esclamò Chichi voltandosi di scatto e lanciando all’amica un chiaro segno di intesa.

“ADESSO BASTA!!” urlò Crilin frapponendosi fra la ragazza e il bancone, per quanto glielo permettesse la statura piuttosto ridotta. “Abbiamo fatto una fatica dannata per trovare il banco iscrizioni, e allora iscriviamoci senza ricorrere ad assurde litigate!”

“E tu chi sei, piccoletto?” gli chiese il vecchio sporgendosi in avanti per poterlo guardare meglio. Crilin arrossì imbarazzato, per poi sgranare gli occhi agitato; gli puntò il dito contro ed esclamò: “Ma lei è il celebre maestro Muten!!”

“CHE COSA?!” sbraitò in un unico coro il resto del gruppo, i cui occhi erano improvvisamente rivolti al bancone.

Il vecchietto rimase molto sorpreso dalle parole del ragazzo e dalle conseguenti reazioni. “Acc…con questi occhiali ero sicuro di essere irriconoscibile!!”

“Eeeeeh?! Questo vecchiaccio pervertito è il famosissimo maestro di arti marziali?!” esclamò C18 scandalizzata, così come le sue amiche ancora imbambolate.

“Davvero lei è il maestro Muten?!” chiese Goku affascinato. “Ero convinto che si fosse ritirato…”

“Bè, perché, non si vede?!” sbottò l’altro sputacchiando innervosito, mostrando al suo “pubblico” la camicia hawaiiana che indossava. “Allora, c’è qualcuno di voi aitanti ragazzi che vorrebbe iscriversi al torneo? Firmetta qui, prego…” Porse loro un foglio da compilare e a turno ognuno di essi inserì la propria firma, svolazzante o a zampe di gallina.

“Ok, fanno 25 zeny a testa…”

“MA È UN FURTO!!” sbraitò Radish agitando le braccia nell’aria. “Ma se è proprio indispensabile per poter combattere…” sospirò e tirò fuori dalla tasca un paffuto borsellino; quando lo fece scattare, dall’interno fuoriuscì velocemente una piccola falena.

“Perfetto! Mettetevi là in fila, attendete le spiegazioni dell’arbitro e divertitevi!” disse il maestro Muten sventolando una mano e portando l’altra agli occhiali. Poi, rivolgendosi a Bulma, che stava mostrando nuovi segni di risveglio, aggiunse: “Spupazzina, se hai bisogno di qualcosa chiedi pure!”

“Io no, ma TU di sicuro hai bisogno di una modernizzata!!” esclamò la ragazza furibonda coprendosi il petto con entrambe le braccia, prevenuta dalla precedente esperienza. “Cambiati quegli stupidi occhiali da sole di trent’anni fa e smettila di leggere riviste ingannevoli!!

Detto questo fece una pernacchia e seguì il gruppetto.

“Ti sta bene” le sussurrò Chichi quando furono sicure di trovarsi a debita distanza. “Cerchi di rimorchiare qualcun altro quando sei già impegnata con Yamcha!!

“Hai ragione, ma sai com’è…un gesto istintivo…!” rispose Bulma stringendosi nella spalle e sorridendo scioccamente. “A proposito, chissà che fine ha fatto il mio tesoruccio, non vorrei che gli fosse successo qualcosa! Aveva detto che sarebbe riuscito a riparare il furgoncino in pochi minuti!”

“Boh…Forse si è perso…” disse Lunch preoccupata. “E comunque non credo che…che…cheeeeee…” La ragazza si portò una mano davanti alla bocca e sbadigliò sonoramente, con gran sollievo delle altre che temevano si trattasse di uno starnuto.

Goku, Vegeta, Crilin, Radish e Nappa salirono in un piccolo gabbiotto posto dietro al palco, dove incontrarono un giovane uomo che spiegò loro il regolamento in maniera molto spiccia e diede loro dei gilet numerati da indossare sopra le magliette.

Ma che è ‘sta roba?” chiese Vegeta scrutando torvo la stoffa rossa brillante.

“Altrimenti il pubblico non capirà di quale squadra fate parte!” rispose l’addetto continuando a distribuirle in giro.

“Ah, ma certo…Del resto, il pubblico è talmente stupido, non è vero?” sbottò Radish cercando di far passare la folta chioma nel colletto striminzito del gilet, che gli comportava una tremenda fatica.

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Chichi controllò rapidamente il volantino che teneva in mano: era ancora fresco di scrittura, infatti le macchie d’inchiostro scintillavano brillanti sotto la luce del sole parzialmente coperto dalle fronde. C’erano altri due gruppi in programma prima che scendesse in campo la squadra ‘Saiyon’…Errore di battitura, immaginava…

“Credete che si faranno tanto male?” chiese alle amiche, che fecero spallucce e socchiusero le palpebre.

Se saranno tanto bravi dal non prenderle di santa ragione…Mi pare che quella squadra Ginew sia davvero forte…” urlò Bulma nella speranza di farsi sentire dalle altre.

“Tutti palloni gonfiati” commentò la moretta osservando indignata i cinque componenti, che si stavano dedicando al rilascio degli autografi tra il pubblico festoso.

In quella, da un piccolo altoparlante posto sopra il palco si levò un annuncio sfrigolante che a malapena riusciva a sovrastare i boati eccitati della folla, tenendo conto della scarsa qualità sonora.

“Signori e signorine, ci sarà qualcuno che finalmente riuscirà a sconfiggere l’imbattibile squadra in carica?? Preparatevi a tre scontri davvero imperdibili, amici…assisteremo ad una vera e propria pioggia di sangue!!

Un brivido freddo percorse le schiene delle ragazze.

“Oh Kami!!” esclamò Lunch spaventata. “…Se lo avessi saputo mi sarei portata dietro un ombrello!!

Il suono di una sirena si levò nell’aria e la prima squadra di energumeni scese in campo, accolta da grida rozze e assatanate…

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Non che fosse molto esperta di arti marziali, ma poteva confermare senza alcun dubbio che i primi due gruppi avevano fatto assolutamente schifo. Erano stati messi K.O. uno per uno senza alcuna fatica da parte della squadra Ginew, con conseguente scambio di denaro scommesso da parte degli spettatori più esosi.

La moretta era sempre più in ansia…Ma perché quei cinque disgraziati avevano deciso di tentare quella assurda sfida?! Avrebbero potuto rimanere alla pineta ancora per un po’ di tempo, per potersi rilassare in santa pace, e invece…

Era davvero preoccupata per l’incolumità di Goku e dei suoi amici…I loro avversari erano dei veri ossi duri, per loro non sarebbe stato per niente facile batterli.

Quando finalmente venne annunciata l’entrata dei ‘Saiyon’, il livello di attenzione salì alle stelle. In effetti apparivano davvero in forma, sembravano più agguerriti che mai. Anche nello sguardo di Goku, che era sempre così dolce e rassicurante, notò la moretta, brillava una strana luce di eccitazione per l’incontro imminente.

Radish, che si trovava di fianco al fratello in attesa, volse un’occhiata al pubblico fino ad incrociare il bel visino di Chichi contratto dall’agitazione; rimase qualche istante imbambolato a fissarla, fino a che Nappa non gli sferrò una gomitata in mezzo alle costole.

‘Vedrai, fratellino…Ti farò davvero capire chi è che non ha successo con le ragazze…’ pensò furbescamente guardando furioso il ragazzo al suo fianco, la luce della determinazione scintillante nelle sue iridi scure.

“Ehi, che belle tutine!!” esclamarono alcuni fusti del pubblico sventolando dei fazzoletti in gesto di scherno; all’occhiata trapassante di Vegeta si zittirono sul colpo.

Entrambe le squadre assunsero la posizione da combattimento, studiandosi a vicenda.

“Jeeth…Tu attacca il capellone…” sussurrò Ginew, il capitano della squadra che portava il suo nome, a un ragazzetto dai lineamenti candidi e lunghi capelli estremamente chiari. “Guldo, ti lascio quello pelato…Voi fate come vi pare” aggiunse rivolgendosi ai restanti membri, dei veri e propri ammassi di muscoli. “ALLORA, SONO O NON SONO COMPRENSIVO?!

SI’, CAPO!!” risposero in coro. “YEAH!!”

L’arbitro soffiò nel fischietto per richiamare l’attenzione su di sé. “Vince la squadra che stende per primo gli avversari! Tutti contro tutti, senza esclusione di colpi!”

“Ehi, come sarebbe a dire ‘Tutti contro tutti’?” chiese Nappa spiazzato.

“È un modo di dire, scemo!” ribattè l’arbitro spazientito. “Non sarai mica tanto deficiente da andare ad attaccare i tuoi compagni di squadra, no?!

“Ah…Tutto chiaro!”

“COMINCIATE!!” urlò l’uomo portandosi alla bocca un piccolo microfono. All’istante, ciascun ragazzo scattò rapidamente in avanti e ognuno di essi si gettò a capofitto in un combattimento corpo a corpo. In pochi secondi Crilin aveva già steso Guldo con un poderoso pugno all’altezza dello stomaco senza troppe difficoltà, mentre Vegeta stava avendo alcuni problemi con il pericoloso Likoom. Purtroppo per lui, lo stava strapazzando per bene, era quasi impossibile riuscire a difendersi dai suoi attacchi così rapidi. Cadde a terra per qualche secondo quando fu urtato alla schiena dal capitano Ginew, colpito violentemente da un calcio ben assestato di Radish.

“Bravi!!” gridarono le ragazze a loro indirizzo. Radish si voltò compiaciuto e sorrise loro, ma il veloce Butter si approfittò del suo momento di distrazione per sferrargli una potente manata sul collo.

“Mi hai fatto male, imbecille!!” sbottò il capellone adirato; corse verso di lui e gli restituì il favore, ma con gli interessi…

Fuori due.

Goku, sostituitosi al fratello nello scontro contro il capitano Ginew, riusciva a schivare bene i suoi colpi con rapidi e agili movimenti in ogni direzione, ma era molto difficile mandarlo a tappeto con poche mosse. Stava facendo una grande fatica, nonostante sapesse di avere un’ottima resistenza.

Quando finalmente riuscì a stenderlo a terra con una possente gomitata, venne raggiunto da Nappa, pronto a sferrargli il colpo di grazia; una volta messo fuori gioco Ginew non sarebbe stato difficile sconfiggere i restanti avversari e aggiudicarsi il titolo di campioni. Raccolse ogni forza rimasta, preparò il balzo e…

“UAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!” un grido lacerante squarciò la cappa formata dal brusio fastidioso del pubblico; Nappa sollevò repentino la testa verso il cielo, ma non vide altro che una sagoma nera che si abbatteva inevitabilmente su di sé…

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“Avete combattuto molto bene, nonostante tutto!” C18 aprì la valigetta del pronto soccorso messa a disposizione dal segretario/maestro Muten e ne estrasse flaconi di disinfettante, cerotti e garze.

“Stavamo per vincere!!” brontolò Nappa imbronciato. “Se solo questo idiota non mi fosse crollato addosso…” e indicò Yamcha, disteso sul pavimento dell’infermeria, mentre Bulma lo sottoponeva alle sue premurose cure.

“Ve l’ho già spiegato, ho imboccato una scalinata credendo che mi avrebbe portato all’interno di qualche locale, vista la confusione che si sentiva, e invece sono caduto di sotto!!” ripetè il moro in tono di scuse per l’ennesima volta.

“Suvvia, come poteva sapere che qualche tempo fa, al posto del ring, vi era una piscina all’aperto?” disse Bulma passandogli amorevolmente un batuffolo di ovatta sotto lo zigomo tagliato.

“Ma doveva proprio salire in cima al trampolino?!” sbottò Radish stizzito. “Come diavolo hai fatto a non capire subito di cosa si trattava?!”

“Scusate…ero accecato dalla frustrazione…” rispose Yamcha scoccando un’occhiataccia a Vegeta, che sostenne impassibile il suo sguardo funesto.

“Non fate tante storie, avete fatto tutto il possibile!” esclamò Lunch applicando un cerotto sul naso di Radish, che in realtà preferiva che fosse una moretta di sua conoscenza a medicarlo. Invece, con sua grande rabbia, la crocerossina dei suoi sogni era impegnata a fasciare un avambraccio del fratello minore, che sopportava bonario le bruciature dell’alcool.

“Goku, mi hai stupito!” esclamò lei affascinata. “Sei stato davvero in gamba, non credevo che fossi così forte! Tenere testa a quello là…”

“Eh eh…Ti ho sorpreso, vero?” Il ragazzo sorrise fiero.

Radish sbuffò geloso e si stappò una lattina di soda al limone con la mano incolume.

“Bè, non sarete i campioni…ma almeno stasera vi aspetta una bella cenetta al ristorante!” esclamò Lunch allegra spruzzando disinfettante da tutte le parti. Anche se di poco, dopo quella notizia il morale dei ragazzi si era leggermente risollevato…

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“Accidenti, ragazzi, ancora pochi secondi e quei due mi avrebbero mandato in fuori gioco!!” Ginew addentò un boccone di carne arrostita e lo masticò digrignando duramente le mascelle.

“Dici davvero, capo?!” esclamò incredulo Butter sputando un tocco di pesce alla griglia. Qualche altro ospite del ristorantino sul mare protestò indignato, ma lui non ci badò.

“Non ci credo, il nostro capo è imbattibile!” ribattè animatamente Likoom.

“Sigh…Grazie, ragazzi…” Ginew si asciugò una lacrimuccia di commozione con il lembo del tovagliolo.

“Sì, capo, nessuno può rubarti il titolo di campione dell’isola!!” aggiunse Jeeth con la sua solita strafottenza.

“Già...Ma del resto…SONO O NON SONO IL PIÙ FORTE?!” sbraitò poggiando le mani sui fianchi.

“YEEEEEEAH!!!”

“STATE ZITTI, CRETINI!!” Gli altri clienti cominciarono a tirare loro pezzi di carne e fette di pane, ammutolendoli all’istante.

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CONTINUA…

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Mamma mia!! Non so come sia venuta la scena del combattimento…so solo che non avevo assolutamente idee su come farlo svolgere prima dell’entrata in scena di Yamcha! Per fortuna questa sera ho potuto concludere il capitolo, approfittando del tempo libero(che purtroppo in questo periodo scarseggia…)e del computer libero! Spero che vi sia piaciuto!

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Bambi88: Non preoccuparti, anche se nella tua ficcy Kakaroth è “cattivello”…è pur sempre Gokuccio, in fondo!^^ Questo mi basta, credimi! E poi a volte, come nel tuo caso, è piacevole trovare comportamenti decisamente OOC di personaggi che non ti aspetteresti mai! Sono novità che ti coinvolgono ancora di più! Sai, forse hai ragione…al povero Yamcha le sto facendo passare di tutti i colori!! Vabè, dai, magari prima o poi riuscirà a riscattarsi!^^ Ancora grazie per tutti i tuoi complimenti!! Mi fai arrossire!!^///^ Neanche io vorrei sembrare ripetitiva, ma ogni volta non mi trattengo dal dirti Grazie per tutte le tue belle parole…Sei davvero dolcissima, come faccio a rimanere impassibile?^^ Bacioni, amoruccio, ti voglio bene!! A presto!^_^

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Son Giuggy 90: Ciaooo!! Bentornata!! Grazie per la tua recensione, sei veramente dolcissima!! Aaaaah…Inutile dirlo…Goku è troppo bello!! Non sa nemmeno quante ragazze gli sbavano dietro!! E qui…ehm…ne abbiamo un chiarissimo esempio!^^ *SBAV SBAV SOMMESSO!!* Però se ci pensi purtroppo è vero che spesso è un tipino piuttosto solitario…Dolcioso!!^^ Stai tranquilla, stai pur sicura che quel qualcosa di romantico che deve avvenire tra Gokuccio e Chichi arriverà presto…ma a tempo debito!^^ Comunque ho già un’ideuzza da sfruttare, cercherò di buttarla giù il più chiaramente (e il più presto!)possibile! E anche per Crilin e C18 le cose si aggiusteranno, ovviamente! Ah, grazie mille per la tua recensione su “Un’ora in più”!! Sssssigh…Quanto amo quella puntata!! BWAAAAAAAAAAAAAAH!!!^^

Mamma mia, che coppia di Goku-fanatiche!!^^ Uniche!!

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Pikkola Rin: Ciao dolcissima!! Come stai? Spero di essere stata più puntuale con i tempi, con il nuovo capitolo!^^ Scusa se ultimamente ritardo un pochino, ma purtroppo siamo alla resa dei conti, ormai…Sembra che i miei professori si siano coalizzati per assegnarci la maggior quantità possibile di pagine da studiare!! E poi adesso ci si mettono anche le prove per il saggio di danza…Ssssssigh!!! Comunque ti prometto che cercherò di fare il possibile ogni volta! Udite udite…Yamcha è finalmente risbucato!! Ora vediamo cosa succederà nel triangolo… Un baciotto enorme, ti voglio bene!!

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VidelB: Eh eh…Non sei la prima che prova pena per Yamcha!! Forse l’ho trattato un pochino male, dopotutto…Vabè, dai, vedrai che si riscatterà!^^ è già qualcosa che sia risbucato dopo questo “piccolo periodo di assenza”! Sì, in effetti affidare la cartina a due ubriachi non è stato un vero e proprio colpo di genio, ma si sa…a volte i giovani sono veramente irresponsabili!!^^ SO RAGAZZI!!^^ Il ring…Forse alla fine era veramente meglio il circolo di tennis! Anche perché ad essere sincera la scena del combattimento non mi soddisfa a pieno, ma ho dovuto inserirla per dare un senso alla vicenda!!^^’’ (Groan… ù_u NdVidelB) Grazie ancora, my love, spero di risentirti presto!! Ti voglio bene, un bacione enorme!!

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LeftEye: Tesora!! Come stai? Ma sai che non ci avevo pensato?! Hai ragione! La scena della moto ricorda un tratto di 3Msc! Che stupida…e dire che l’ho anche letto!^///^ Però almeno…condividiamo il fatto che Vegeta sulla moto è decisamente più attraente di Step, che dici?^_O Eh eh!! Credo proprio che sia così…Radish e Nappa, senza una lattina a portata di mano non sopravviverebbero!!^^ Poveri cicci…

Ah. Ovviamente grazie mille per la tua recensione su “Un’ora in più”!!^^ Mitica nelle song-fic? Dai, non esagerare, mi fai arrossire!!^///^ Ti voglio tanto bene!!

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Kay: Ciao!! Grazie ancora per tutti i tuoi complimenti!! Inutile dire che anche io tifo per la coppia Bulma/Veggy…Non s’era capito, vero??^^ Comunque, per soddisfare la tua curiosità, ti dico che ho sedici anni e sono una…umbricella, direttamente dal Cuore Verde dell’Italia!^^ Bacioni!!

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Liz: Ciao, piacere di conoscerti!! Grazie per aver lasciato una recensione, mi ha fatto davvero molto piacere! E sono anche contenta che la mia ficcy ti piaccia…Sì, in effetti ho fatto un incredibile miscuglio di personaggi!! Soprattutto ho avuto anche il coraggio di andare a ripescare Radish e Nappa!^^ Visto che sono comparsi così poche volte sia nel manga che nell’anime…ho voluto dare loro una chance per riscattarsi!!^^ Spero che i nuovi capitoli ti piaceranno…e naturalmente se ti andrà di lasciarmi le tue impressioni io sarò…al settimo cielo!!*Ale entra in crisi mistica con gli occhi spiritati e le alucce dietro la schiena*^^ Grazie ancora, baciotti baciotti!!^^

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Continuate a recensire, mi raccomando!! Ancora grazie e…che altro? Goku…TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!^^

Bacio bacio!!

Alessandra

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*Vi ricordate della famigerata Squadra Ginew? Compare per la prima volta nella saga di Freezer, ma lì per fortuna i nostri eroi hanno dato loro una bella lezione!!^^

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Pelati lessi ***


Pikkola Rin: Concordo…Concordo in pieno…Yamcha è un vero idiota in tutto e per tutto

.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 9: Pelati lessi

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Uno, due, quattro, cinque…

Sette.

Sette piatti impilati l’uno sopra all’altro e pericolosamente in bilico vicino al bordo del tavolo.

Sette piatti a testa!! Ma cosa diavolo avevano al posto dello stomaco, quelli là?! Solo Crilin si era trattenuto e non aveva sentito il bisogno di ingozzarsi come i suoi amici.

“Ehi, ma voi non mangiate niente?” chiese Goku, con la bocca ancora impegnata a sminuzzare gli spaghetti in brodo, alle ragazze.

“Ehm…No, grazie, stiamo bene così!!” esclamò Bulma mostrando il piatto pulito: tutte loro avevano preferito ordinare qualcosa di leggero, come una minuscola fettina di carne o un’insalatina di frutti di mare.

Un giovane ragazzo dai capelli biondi e ricci si avvicinò al loro tavolo a grandi falcate, sorreggendo un vassoio stracolmo di pietanze con un braccio solo; sicuramente chiunque avrebbe immediatamente notato il suo sguardo scandalizzato e decisamente seccato; era la prima volta che aveva così tanto lavoro da sbrigare…

“Dovreste venire a mangiare qui più spesso” disse Bulma scrutando disgustata Nappa, che si stava riempiendo la bocca di riso senza nemmeno fermarsi per inghiottire. “Così quel cameriere così carino potrebbe sperare in un posto di bodyguard…Come minimo vi butteranno fuori a calci!!”

Radish impilò un altro piatto sulla sua colonnina personale e addentò un pezzo di pane. “Dovrebbero ringraziarci, invece!!” sbottò con voce impastata.

“Già, oltretutto che li paghiamo!!” aggiunse Radish trincando con poca eleganza un bicchiere di vino rosso dal suo calice.

“Li…paghiamo?” chiese Crilin titubante.

“Hm? Perché?” chiese Goku incuriosito dalla sua reazione, interrompendo per pochi secondi il continuo armeggiare con le bacchette di legno.

“N-no, niente, ma…credevo che fossimo a…a corto di soldi…” balbettò il pelato cominciando a sudare freddo.

Radish scoppiò a ridere. “Ma che dici, tappo?! Possiamo permetterci qualsiasi cosa noi desideriamo!! Non è vero, Chichi?”

Chichi sussultò al richiamo. “Bè…forse, per stare più sicuri, dovreste controllare quanto abbiamo…”

“Ehm…ok…Vegeta, sbaglio o prima ti abbiamo affidato il borsellino comune?” chiese il capellone all’amico a capotavola. Questi sbuffò, ovviamente restio a lasciare il suo cosciotto, e si frugò in tasca, dalla quale tirò fuori un portamonete di stoffa decorato con diverse sfere gialle, ciascuna riportante alcune stelle rosse. Lo lanciò a Nappa, che lo afferrò al volo.

“Ehi, che riflessi!” si complimentò Lunch con un sorriso.

“Eh eh, grazie!!” rispose l’energumeno smanettando con la chiusura. Quando questa scattò, scrutò all’interno della sacchetta con un occhio.

Calò un silenzio di fremente attesa, interrotto solo dal continuo mastichio che pervadeva il locale. Una goccia di sudore calò lenta lungo la fronte di Nappa, che deglutì rumorosamente. Chiuse di colpo il borsellino e si alzò in piedi.

“OOOH, MA È TARDISSIMO!! CIELO, MI PERDO LA FINALE IN TV!!” sbraitò con un finto sorriso stampato sulla faccia e le braccia tremanti. Tutta la clientela maschile si voltò a guardarlo, cominciando a preoccuparsi.

Ma non la facevano domani?” chiese Goku grattandosi la nuca, perplesso.

“OH NO, È STASERA!! CORRETE, DOBBIAMO SCAPPARE!! S-C-A-P-P-A-R-E, CAPITO?!” continuò Nappa agitando freneticamente le braccia e ammiccando nervosamente ai quattro venti.

Ma che…?”

“OH, INSOMMA!!” Nappa afferrò Yamcha e Vegeta per la collottola e li trascinò fuori dal locale, già percorso da un incredibile traffico: evidentemente le parole di Nappa avevano convinto parecchi ragazzi, che si stavano accalcando verso l’uscita impazienti di fiondarsi davanti alla televisione il prima possibile.

“EHI, DOVE ANDATE?! DOVETE PAGARE IL CONTO!! EHI, VOI!!” urlò il cameriere ricciolino alla massa, tirando loro dei piatti e mandandoli ad infrangersi rovinosamente sulle pareti.

“OH, MA VATTI A GODERE LA PARTITA, TESORO!!” sbottò Nappa affrettandosi ad uscire dal ristorantino, seguito a ruota dai suoi amici e dalle ragazze.

“MA INSOMMA…” cominciò il biondo, poi diede un’occhiata all’orologio; fece spallucce di rassegnazione, si sfilò il grembiule e si chiuse nella stanzetta di servizio, dove un telecomando stracarico di pulsanti colorati lo stava tranquillamente aspettando…

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“Accidenti, che corsa!! Perché non l’hai detto prima che non avevate i soldi?!” sbottò C18 sferrando un pugno sulla nuca scoperta di Nappa.

“Ahio!!” si lamentò lui prendendosi la testa tra le mani. “Dovevo pur trovare un modo per andarcene da lì senza dare nell’occhio, no?”

Quando gli altri ragazzi scopriranno che la partita non è stata anticipata verranno a cercarti e ti gonfieranno di botte…” disse Chichi seccata.

“Ehi, io so difendermi, cosa credi?” disse il ragazzo additandosi con il pollice rivoltato al petto.

“Sì, sì, va bene…Andiamo, ora?” disse Vegeta incrociando le braccia al petto e avviandosi a grandi falcate verso le motociclette parcheggiate poco distanti.

Perché non ci facciamo un giro per strada prima di tornare a…ehm…casa?” propose Goku facendo volare la mente alle loro tende da campeggio piantate in un angoletto della spiaggia.

“Ehi, perché no?” annuì Chichi elettrizzata. “È troppo presto per andare a dormire, divertiamoci un po’!”

“E brava la nostra Chichina!!” esclamò Bulma dandole un pizzicotto sul braccio. “Vedo che la vacanza comincia a coinvolgerti!”

“Montate su, dai…” tagliò corto Vegeta lanciando un casco a C18, che lo afferrò con grazia e se lo infilò in testa.

A turno, ciascuna ragazza montò dietro uno dei ragazzi, tranne Chichi, che stava assistendo estasiata ad un interessante litigio che avrebbe deciso il suo destino…

“E dai, Radish, fai guidare a me!!” protestò Goku con impeto, dandogli uno spintone.

“Ma sei completamente fuori?! Col cavolo che ti lascio salire sulla mia moto! E se poi ti vai a fracassare contro un albero chi mi ripaga i danni?!” ribattè il fratello restituendogli la botta.

Goku sospirò, estremamente seccato. “Allora…Primo, la moto non è tua ma l’hai noleggiata, e secondo, non credo che con te sia più protetta che con me, visto come guidavi stamattina!! Perciò chiudi il becco e fammi posto!!

“Brutto moccioso, come ti permetti di…?!” cominciò Radish, ma si interruppe quando Chichi tossicchiò lievemente.

“Ehm…Sapete com’è…dovrei salire…” disse piano mostrando il casco.

Goku e Radish arrossirono e distolsero lo sguardo; in quel momento, qualunque estraneo avrebbe capito subito che erano fratelli di sangue.

Dopo qualche secondo di esitazione, il primogenito si battè un pugno sul palmo della mano aperto ed esclamò: “Ecco!! Perché non facciamo scegliere a Chichi, fratellino adorato?”

“Ci sto!” rispose Goku in tono di sfida. Entrambi si voltarono verso la moretta, che aveva spalancato gli occhi dal turbamento.

“Oh no, ragazzi, vi prego, io non voglio intromettermi nelle vostre faccende e…”

“Scegli” tagliò corto Radish, pentendosi mentalmente subito dopo per aver usato quel tono così rigido.

Chichi deglutì e li squadrò da capo a piedi, evitando di incrociare i loro sguardi: sarebbe sicuramente diventata bordeaux dall’imbarazzo.

“Ehm…”

“Ehi, ci sbrighiamo?! Ci sto facendo la conca, su questo sellino!!” sbraitò Vegeta lampeggiando in loro direzione.

Chichi si morse il labbro inferiore, prese fiato e…

“Goku” annunciò in un filo di voce.

Radish rimase di stucco, pietrificandosi da capo a piedi, e spalancò la bocca; ma no, impossibile, sicuramente aveva capito male

“Scusa, che hai detto? Non…non ho sentito bene…” balbettò perplesso.

“Ho…ho detto Goku…” rispose la moretta imbarazzata guardandosi le punte dei piedi. “Anche lui ha diritto di tenere la moto per un po’, no? Fate a turno…”

“M-ma io…”

“Non prendertela, gradasso, andrà meglio la prossima volta!!” rise Goku sfilandogli il casco da sotto il braccio e infilandoselo in testa, cercando di farvi contenere ogni ciuffo di capelli ribelle.

Anche se un po’ pentita, Chichi sorrise divertita nell’osservare l’espressione di completo sgomento di Radish, che strusciando i piedi a terra si stava lentamente avviando verso la moto di Vegeta, scrutando con odio quel piccolo sedile scrostato del sidecar che avrebbe di lì a poco accolto la sua ingombrante stazza. Non avrebbe voluto dargli quella “delusione”, ma in fondo se lo meritava: non era affatto giusto privare il fratello minore di qualche possibilità, anche se si trattava di un banale giro in moto.

…E poi, magari, montando dietro a Goku non avrebbe rischiato la vita come nel viaggio di andata!

“Ehi, Chichi? Dai, monta su…” le disse il ragazzo picchiettando sulla piccola zona posteriore del sellino con una mano. La moretta si sistemò la gonna e fece passare la gamba dall’altra parte del veicolo, stringendosi saldamente alla maglietta del conducente.

Era così morbida e plasmabile sotto le sue dita, curiose di esplorare ogni singola piega che sfiorava…Profumava di menta, un inebriante profumo di menta che le solleticava dolcemente il naso. Trascinata da un momento di beato coinvolgimento, vi poggiò una guancia, godendo nel sentirvi, al di sotto, la schiena rigida e leggermente arcuata.

“Andiamo, allora?!” sbottò Vegeta facendo rombare il motore e portandosi in prima posizione, davanti a tutti gli altri; attese di scorgere qualche cenno di assenso riflesso nello specchietto laterale e diede gas, partendo a velocità sostenuta e inserendosi sulla strada.

“Allora, come si fa con questo coso…” mormorò Goku concentrato sul manubrio, mentre tutti gli altri lo superavano a andavano ad accodarsi alla scia di Vegeta; il fratello gli lanciò un’occhiataccia di rimprovero, ma lui si limitò a rispondere facendo schioccare le labbra con indifferenza.

“Ah, ecco, è così!!” esclamò poi, girando i manici con forza. La moto scattò in avanti a tutta birra, e Chichi fu costretta a rinsaldare la stretta per non rotolare sull’asfalto.

“OH!!” Il ragazzo frenò di colpo e la moto si inchiodò in avanti con un fischio. “Accidenti, come si fa a regolare la velocità?!

“Ehm…Prova a dosare la forza, la prossima volta…” mormorò la ragazza sporgendosi in avanti e indicando il manubrio, lanciando un’occhiata preoccupata ai fanali, ormai lontani, della moto di Nappa.

“Sì, ma è complicato! Uhm, chissà se così…” Altro gas, altro schizzo in avanti, che si concluse solo dopo tre secondi con una poderosa sgommata. “Aspetta, Chichi, forse adesso…”

Ma Chichi non lo stava ad ascoltare: l’ultimo sbalzo l’aveva quasi tramortita, facendole dare una brusca sferzata all’indietro. Aveva come l’impressione che avrebbero percorso tutta la strada che li separava dagli altri in quel modo, a tratti…

Non avrebbe mai voluto ammetterlo nemmeno a se stessa, ma sicuramente, tra i due, nella guida era quasi meglio Radish…

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“Ehi! Frena, frena!!” C18 bussò sulla schiena di Nappa, il quale fu costretto a fermarsi sul ciglio della strada; lampeggiò brevemente per avvertire gli altri e si voltò verso la biondina.

Che c’è?”

“Non hai visto il cartello?!” disse la ragazza puntando il dito alla sua destra.

“Quale cart…? Oh!” Nappa si voltò verso la direzione indicata e vide un’enorme insegna al neon molto appariscente che riportava la scritta “Acquafan in the night”; poco più sotto, dello stesso colore, una freccia puntante su una stradina secondaria.

“Ma guarda…non l’avevo mica notato!!” disse Nappa affascinato.

“Ci andiamo?! Dai, chiediamo anche agli altri!!” esclamò C18 sventolando le gambe.

Il ragazzo avvampò, abbassò gli occhi e cominciò a puntellare con i due indici. “Io non…”

Si interruppe bruscamente quando un gridolino elettrizzato infranse l’atmosfera di totale e pesante imbarazzo. “Wow!! Vi prego, andiamo!!” esclamò Crilin sporgendosi in fuori, una volta notata l’insegna.

“Hmf…Siete proprio dei bambocci…” commentò Vegeta sistemandosi il casco sulla testa e imboccando la stradina indicata dal cartello.

“Un attimo, dobbiamo aspettare anche Chichi, Bulma, Goku e Yamcha!!” disse Lunch picchiettando sulle spalle del ragazzo.

“Tsk…Prima che arrivino sarà già l’ora di andarsene!” ribattè Radish senza voltarsi.

“Allora fammi scendere, li aspetterò qui io” disse la ragazza facendo forza sulle braccia e poggiando un piede a terra.

Ma che fai, Lunch? C’è ancora un po’ di strada da fare!” la avvertì C18 turbata.

Nappa sgranò gli occhi, stupito dal gesto di Lunch: non avrebbe mai creduto che una ragazza timida come lei potesse offrirsi di rimanere così, tutta sola, all’addiaccio, in attesa dei suoi amici.

“Sigh…Che ragazza piena di spirito d’iniziativa!!

“Fai come ti pare” disse Vegeta indifferente; dopo aver respinto con un calcio Radish, che cercava di issarsi dietro di lui al posto di Lunch, accese i fanali e procedette tranquillamente sollevando una nuvola di polvere dietro la quale arrancò anche la motocicletta di Nappa.

“Stai attenta ai maniaci!!” urlò C18 quando passò accanto all’amica.

“Tranquilla, ho un’arma infallibile!!” rispose Lunch tirando fuori una piuma particolarmente soffice e passandosela con delicatezza sotto il naso…

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“Io scommetto su Kakaroth!!” esclamò Radish dando un pugno a un piccolo tavolino di plastica lì accanto a lui.

“No, secondo me vince quell’altro!” rispose Nappa imitando il gesto dell’amico e scrutando ansioso il grande cancello di accesso all’acquafan, dove si stava tenendo una gara molto interessante…

La motocicletta che Goku non aveva ancora imparato a portare nel modo giusto e il furgoncino miracolosamente aggiustato di Yamcha procedevano testa a testa, forse perché entrambi procedevano con estrema lentezza…

“Dai, Kakaroth, che ce la puoi fare!!” lo incitò il fratello scoppiando a ridere in sua direzione.

“Mamma mia, si farà giorno prima che uno dei due arrivi fino a quaggiù!!” esclamò Nappa lasciandosi andare ad un sonoro latrato di scherno.

“…O nella migliore delle ipotesi si fermeranno prima di aver percorso altri due metri…” aggiunse Vegeta, che aveva cominciato ad appassionarsi alla competizione.

Invece, con spavento di tutti i presenti, Goku diede una vigorosa virata all’acceleratore e la moto consumò a velocità supersonica il poco tratto di strada che li superava dal piccolo parcheggio; per fortuna l’ultima poderosa frenata evitò che la vettura andasse a scontrarsi con il muricciolo antistante.

“Uff…Che divertente!!” esclamò Goku sfilandosi il casco e sorridendo radioso. “Vero, Chichi?...Chichi?!”

La ragazza, letteralmente sconvolta dal viaggio appena concluso, era rimasta incollata con la fronte alla schiena del guidatore, battendo i denti.

“Ehi, tutto bene?” chiese il ragazzo avvertendo su di sè il suo tremore. “Ma…Hai freddo?”

“N-non proprio…” rispose debolmente la moretta rinsaldando la presa sulla sua maglietta.

“Ehm…Scusa per il mio modo di guidare, ma questa è stata la mia seconda volta in tutto!” disse il moro passandosi una mano sulla nuca e ridacchiando imbarazzato.

Ma figurati…” rispose lei cercando di non lasciar trasparire il suo sgomento. A malincuore, e dopo essere stata costretta da C18, lasciò andare la presa e poggiò i piedi a terra, sentendosi subito meglio.

Pochi secondi più tardi, finalmente, giunse anche il furgoncino di Yamcha, dal quale scesero lui, Bulma e Lunch.

“Finalmente, credevo che non saremmo mai arrivati!!” esclamò Bulma scrollando le spalle con aria stufa. “Meno male che Lunch ci ha aspettato, altrimenti non saprei proprio come avremmo fatto a trovare questo posto!!”

“Figurati!!” rispose l’amica con un gran sorriso.

“Bè, direi di andare, altrimenti i posti disponibili finiranno!” disse C18 battendo le mani e richiamando l’attenzione degli altri, che si ridestarono e la seguirono al banco noleggio.

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Bulma si sistemò gli inseparabili pantaloncini arancioni e si sedette su una delle sdraio che erano riusciti ad accaparrarsi all’ultimo momento. Si sentiva così fuori luogo…Insomma, quel posto era assolutamente fantastico. Centinaia di scivoli di ogni colore, forma e dimensione confluenti unicamente in una grande vasca al centro di un enorme parco acquatico disseminato di tavolini, fontane, giochi d’acqua e decine di luci variopinte che creavano curiose increspature ondulate rispecchiandosi nell’azzurro dell’acqua.

E lei non poteva approfittarne.

Non aveva neanche un po’ di compagnia…Si chiese che razza di apparato digestivo possedessero quei ragazzi: nel giro di trenta minuti avevano già smaltito l’intera cena, che a lei sarebbe bastata per due settimane.

“Sigh…Ma perché a me?! Perché proprio oggi?!” si lamentò la ragazza asciugandosi una lacrimuccia di frustrazione a lato delle ciglia. Scrutò corrucciata Yamcha, che se l’era svignata lasciandola lì da sola come un’emerita idiota e in quel momento stava tentando di cimentarsi in un triplo salto carpiato dal trampolino intermedio, cercando di attirare su di sé l’attenzione di alcune ragazze sedute comodamente a bordo vasca.

“Pfui! Esibizionista!” commentò Bulma con una smorfia, incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo indispettita.

Sembrava che anche Chichi, C18 e Lunch si stessero divertendo…Le ragazze si erano appena lanciate da uno scivolo particolarmente ingarbugliato, sollevando schizzi all’intorno ed emettendo gridolini eccitati; Vegeta e Goku, da veri amanti dei rischi, si erano arrampicati fino al trampolino più alto dell’impianto, scrutando in basso e calcolando i metri che li avrebbero separati dall’impatto. Solo Radish, Nappa e Crilin si erano appartati ad un tavolino poco distante, confabulando sommessamente.

“Mah…non lo so…e se poi…” balbettò Crilin imbarazzato giocherellando con la cannuccia del suo bicchiere ormai quasi vuoto.

E dai, tappo, male che vada ti risponderà male!” rispose Radish seccato.

“Sì, tappo! Male che vada…” confermò Nappa sferrandogli una pacca sulla spalla.

“Sentite, e se la finissimo con questa storia del tappo?!” sbottò Crilin.

“Ok, cosa preferisci…Botolo, nano, due soldi di cacio, piccoletto?” chiese Nappa contando sulle dita della mano.

Ma io…”

“…Oppure lillipuziano, omiciattolo, centimetrino?” aggiunse Radish.

“No, io volevo dire che…”

“…E perché non tracagno, briciola, bassetto, pigmeo, microbo…” riprese Nappa.

“Sì, però non…”

“…Non c’è che l’imbarazzo della scelta!!” disse Radish spalancando le braccia.

Crilin fece scendere le spalle, rassegnato, e sospirò. “Tappo mi piace…”

Sobbalzò con foga quando C18 e Lunch si issarono fuori dalla piscina, avvolte da un ampio asciugamano.

Che nuotata!” esclamò felice Lunch.

“Già, dopo la scarpinata di stamattina ci voleva proprio! A proposito, sai chi ho visto poco fa?” le chiese la biondina infilandosi le ciabatte.

“Hm?”

“Quelli dell’altra sera, il deejay con il suo amichetto, te lo ricordi? Tensinhan e Jiaozi, mi pare che si chiamino…” disse C18 ravviandosi i capelli all’indietro con una mano.

“Oh, davvero?! Tensinhan e Jiaozi sono qui?!” esultò Lunch unendo i palmi delle mani. “Che bello, vorrei tanto salutarli!”

“Aha…Mi sa tanto che non mi stavo sbagliando, allora…” sussurrò l’amica con aria furbetta. “Lo sapevo che un tipo serioso e corrucciato come lui ti sarebbe andato a genio!”

“Eh?!” sussultò Lunch avvampando vistosamente. “M-ma no, io…”

“Dai, non c’è niente di male nell’ammetterlo!” la rassicurò la biondina. “E poi è un bel ragazzo, non c’è motivo nel vergognarsi!”

“Ehm…Sì…” mormorò Lunch poco, se non per niente, convinta.

“Dai, andiamo a salutarlo, è laggiù! Lo vedi?” disse l’amica indicando un punto indistinto a pochi metri da loro. La prese per un polso(resistendo strenuamente ai suoi tentativi di liberarsene)e la trascinò letteralmente verso il luogo tanto temuto: sdraiato beatamente su di una brandina a righe e immerso in una fitta conversazione con l’inseparabile amico Jiaozi, un abbronzato Tensinhan si stava decisamente godendo l’atmosfera.

C18 diede uno spintone a Lunch, la quale sbiancò in volto e si sbilanciò in avanti; poco mancò che il torace gonfio del ragazzo attutisse la sua caduta. Destato dal brusco cambiamento d’aria, il pelato si voltò e scorse il visino della ragazza a pochi centimetri dal suo.

“Ehiciaocomevalavita??” esordì Lunch rimettendosi velocemente in piedi e assumendo la bella sfumatura di una mela matura.

“Oh…Ma tu sei…” mormorò Tensinhan additando la ragazza con una luce di comprensione negli occhi; Jiaozi imitò il suo gesto, ma il volto rimase impassibile.

“Ehm…sì, sono Lunch, quella dell’altra sera…” balbettò la ragazza trovandosi un po’ in difficoltà. Non era molto pratica nei dialoghi con l’altro sesso…

“Sì, mi ricordo di te” confermò il ragazzo mantenendo un’espressione piuttosto seria.

“E…ehm…ti ho visto qui e allora ho pensato di…di venire a salutarti!” concluse Lunch in un solo fiato, sentendosi miracolosamente liberata da un opprimente peso sullo stomaco.

“Ah…grazie…” mormorò il ragazzo piuttosto disinteressato. “Bè, come va?”

Lunch arrossì ancora e sorrise debolmente, un po’ delusa dalla domanda appena fattale: forse un pizzico in più di vitalità da parte sua l’avrebbe maggiormente incoraggiata…

“Oh, io be…be…beeeeeeeeee…eet…EET-CHUM!!”

“Hm?” Tensinhan sussultò alla starnuto della ragazza e sentì uno strano brivido freddo attraversargli l’intera spina dorsale.

“OH!! PORK…!!” esclamò C18, fino a quel momento rimasta in disparte, non appena si rese conto di quello che era appena successo. Già tremava nell’immaginarsi le conseguenze…

“COME SAREBBE A DIRE ‘COME VA’?! INSOMMA, SAI DIRMI SOLO QUESTO?! VORREI UN PO’ PIÙ DI CONSIDERAZIONE, SE NON TI DISPIACE!!” Lunch aggredì Tensinhan afferrandolo alla base del collo e minacciandolo con un pugno chiuso, lasciandolo pressochè allibito e scioccato.

“Ehm…Hai ragione, ti chiedo scusa!!” si affrettò a dire distogliendo lo sguardo carico d’imbarazzo dagli occhi della ragazza furibonda.

“Ehm…Allora...Vieni spesso qui oppure…”

Non fece in tempo a concludere la frase che Lunch lo afferrò per un avambraccio e lo strattonò in avanti. “OH, È DEL TUTTO INUTILE, NON CE LA FACCIO A PARLARE IN PIEDI!! PERCIÒ ADESSO ALZI LE CHIAPPE E VIENI AL NOSTRO TAVOLO, OK?!

Tensinhan spalancò la bocca, chiaramente stupito da quel repentino cambiamento di atteggiamento; come aveva fatto quella ragazzina così timida e impacciata con cui stava interagendo pochissimi secondi prima ad acquisire tutta quella faccia tosta in un lasso di tempo così breve?

“Anche tu, piccoletto, non rimanere indietro!” aggiunse Lunch facendo un cenno di intesa ad uno stralunato Jiaozi, che scattò in piedi deglutendo spaventato e si accodò al gruppetto trotterellando con passo malfermo.

“Hmf…Tra i due non so chi sia quello più inesperto…” commentò C18 tra sé osservandoli e sbuffando divertita.

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“Allora, amico, che te ne pare delle ragazze?” chiese Radish a Tensinhan, integratosi subito nel piccolo gruppo raccolto intorno al tavolino.

“Ehm…Non è che me ne interessi molto, veramente…” bofonchiò imbronciato.

Ma dai, fai come Crilin! Sono tre giorni che sbava dietro alla bionda!!” esclamò Nappa scoppiando a ridere in faccia all’interessato, che avvampò e gli sferrò un pugno sulla testa.

“Non dirlo a voce alta!!” lo rimproverò paonazzo.

“Uffa, siete veramente patetici!” commentò Radish passandosi una mano tra la folta chioma e assumendo un’aria da sotuttoio.

“Bè, l’atteggiamento di Lunch mi ha colpito…Non è male, ha carattere!” disse Tensinhan, trascinato dal discorso. In fondo era ora che cominciasse a guardarsi un po’ intorno…

“Tsk! Me ne vado, lascio voi zucche pelate da soli, a discutere sui vostri problemucci da femminucce!” Radish si alzò dal tavolo, issò i boxer del costume fino all’addome e cercò la esile figura di Chichi con lo sguardo. “Tanto io ho le idee chiare sull’argomento!”

“Femminucce?! Ehi, prova a ripeterlo, sbruffone!!” esclamò Tensinhan rabbioso, punto sull’orgoglio, mostrando i pugni.

Il ragazzo scoppiò a ridere e si tuffò nella piscina rannicchiando le gambe.

Lascialo perdere, è uno dei suoi standard” disse Crilin cercando di rassicurare Tensinhan; questi grugnì contrariato e si rimise bruscamente a sedere sulla sedia di plastica.

“Ehi…Hai detto che ti piace Lunch, vero?” disse l’altro cercando di riportare il ragazzo sulla precedente cresta d’onda, distogliendolo da progetti di vendetta.

“Bè, sì, in fondo è anche molto carina…!” confermò lui mostrando uno dei suoi rari sorrisetti mesti.

“Bè, e come dargli torto?!” esclamò Nappa. “Anche a me piace molto!!

Crilin, Jiaozi e Tensinhan lo fissarono turbati. “Che…che cosa?!

“Bè, sì!!” riprese l’altro, sentendosi beato al centro dell’attenzione. “Che coraggio che ha avuto prima, quando è voluta rimanere da sola ad aspettare gli altri!!

“L’avrebbe fatto chiunque, scemo!!” esclamò Crilin esasperato.

“Sì, ma con lei è stato diverso!! Mi ha colpito!!” ribattè Nappa con gli occhi che brillavano.

“Hm…” bofonchiò Tensinhan dopo quella osservazione apparentemente priva di senso. “…Perché non ammetti semplicemente che ti piace il suo aspetto fisico?!

“Ehm…Oh, ma quello è ovvio che mi piaccia!!” rispose l’altro, riuscendo a trovare delle argomentazioni che potessero risultare convincenti. “…Ma anche il suo carattere mi affascina… come quello della bionda, del resto!”

Crilin sbarrò gli occhi e sputò la soda al limone che stava sorseggiando, infradiciando il viso di Jiaozi, che per ripicca gli gettò addosso un bicchiere pieno d’acqua. “Splut!…Che…che cosa hai detto?!

“…Che mi piace anche la bionda!” rispose semplicemente Nappa come se si trattasse della cosa più ovvia del mondo. Allo sguardo assatanato che ricevette dall’amico, fece spallucce e aggiunse: “…Che ho detto?”

“LO SAI QUELLO CHE HAI DETTO!!” sbottò Crilin con occhi fiammeggianti, stringendo la mano in cui reggeva il bicchiere e mandandolo in frantumi. “MA COME, DOPO TUTTO QUELLO CHE VI HO RACCONTATO TU MI ESCI CON QUESTA AFFERMAZIONE?!”

“Non capisco perché ti scaldi tanto, tappo…”

“BASTA CON QUESTO TAPPO!!” ululò l’altro rabbioso, alzando il volto al cielo e attirando l’attenzione di parecchi bagnanti.

“…Sto solo dicendo che, se dovesse andarvi male con una delle due ragazze, ci sarò sempre io come prossimo candidato!” spiegò Nappa con un gran sorriso a trentadue denti, che ebbe come unico effetto quello di accrescere ancora di più la collera in Crilin e Tensinhan.

“Non possono piacerti due ragazze nello stesso tempo!!” esclamò Tensinhan scandalizzato. “È immorale! Sei veramente un pervertito!”

“Dai, vi prometto che me ne starò buono in un angoletto finchè non avrete combinato qualcosa, contenti?” li rassicurò il ragazzo ponendo avanti le mani e sbattendo angelicamente le palpebre.

Crilin emise un lungo fischio. “Non posso farmi avanti con C18 sentendomi il tuo fiato pestilenziale sul collo!!

“Basta, me ne vado a fare il bagno” Nappa tagliò corto il discorso e si alzò in piedi diretto alla vasca, ormai traboccante di ragazzi fin quasi al limite.

“Ehi, non ho ancora finito con te, palla da biliardo!” sbottò Crilin tendendo un braccio avanti per fermarlo e richiamarlo, ma senza un esito positivo. Stremato dalle forze e bisognoso di conforto, voltò lentamente il capo verso Tensinhan, anch’egli nervoso e accigliato, e mormorò: “Amico, dobbiamo fare qualcosa, altrimenti accadrà una catastrofe!”

Il ragazzo sorrise furbescamente e rispose con una buona dose di convinzione: “Hai ragione!”

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Quello era sicuramente uno degli scivoli più alti che avesse mai visto…Guardandolo dal basso, risultava veramente imponente e quasi…maestoso. E, ad essere sincera, ne era attratta moltissimo; del resto, aveva già sperimentato parecchie altre strutture dell’impianto, quindi perché non lanciarsi anche verso quella nuova elettrizzante sfida?

“Chi viene con me fino in cima?” chiese Chichi ai suoi amici, impegnati in una battaglia a suon di spruzzi e schizzi d’acqua.

Yamcha fu il primo a captare la richiesta della moretta: lasciò il “combattimento” e si voltò repentinamente alle sue spalle, ammirando lo scivolo ad occhi spalancati per qualche secondo. “Wow! Che roba!! Ehi, ragazzi, andiamo su!!

La proposta del moro fu accolta da grida di giubilo, e il gruppo nuotò fino a bordo vasca per poi uscire e dirigersi verso la rispettiva scalinata d’accesso.

“Dai, Bulma, vieni anche tu!!” esclamò il ragazzo raggiungendola e distogliendola da uno schema di parole crociate. Lei lo guardò stralunata per qualche attimo, confusa.

“Yamcha, se fosse per me mi sarei fiondata in acqua già da una buona mezz’oretta, ma lo sai che non posso avvicinarmi!!” rispose cercando di mantenere un tono calmo.

Yamcha spalancò gli occhi deluso, ma un momento dopo vennero inondati da una nitida e luminosa scintilla che non prometteva nulla di buono. “Suvvia, che ti importa?! Vieni lo stesso, dai, che non ti succederà nulla!”

Bulma sospirò, ormai al culmine della sopportazione, e sibilò: “Yamcha…Non-posso-venire-a-fare-il-bagno. Chiaro?”

La ragazza si aspettava che il ragazzo facesse crollare le spalle verso il basso e lasciasse perdere…Invece, con sua grande sorpresa, tese le mani avanti e la prese in braccio.

“EHI! Che cosa hai intenzione di fare?!” sbottò lei agitando le gambe preoccupata.

“Visto che con le buone non ti si riesce a convincere, tanto vale che ci pensi io a risolvere la situazione!” rispose Yamcha dirigendosi verso la piscina.

“NO, NO, NOOO!! METTIMI SUBITO GIÙ!! IO…QUESTO È UN ORDINE!!” urlò Bulma sbarrando gli occhi e cominciando a sudare freddo; cosa sarebbe accaduto se fosse finita in acqua?! Non osò neanche pensarci. E invece, con suo grande timore, quella terribile visione stava per prendere vita…

“YAMCHA!! LASCIAMI ANDARE, INSOMMA!!” Cominciò a sferrargli dei colpi sulle braccia, ma il ragazzo sembrava essere diventato momentaneamente sordo.

“NOOOO!! AIUTOOOOOOOOO!!!!”

Il tempo e tutte le persone intorno a lei si fermarono nel momento esatto in cui Yamcha lasciò la presa, esattamente al di sopra della superficie increspata dell’acqua…Tutto il suo orgoglio e la sua reputazione stavano per essere rovinosamente spazzate via, come un fragile castello di carte incompiuto…

Una forte stretta all’altezza dell’addome la fece rinsavire e le diede una spinta per socchiudere gli occhi; l’impatto, stranamente, non era arrivato, solo la punta dei piedi era leggermente inumidita…Ma per il resto era ancora sospesa in aria e, cosa più importante, asciutta.

Confusa e ancora in preda al panico, si voltò per capire chi fosse stato a salvarla all’ultimo secondo…

Ve…Vegeta?!” esclamò sconvolta quando incontrò il suo viso contratto dallo sforzo di sorreggerla.

“Uff…Ehi, non credi che sia ora di mettersi a dieta, donna?!” commentò burbero mentre la riportava con i piedi a terra e lasciava andare la presa sui suoi fianchi.

Bulma sospirò sollevata e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Bè, ecco…Grazie…”

“Pfui! Non fraintendere, donna” disse il ragazzo chiudendo gli occhi e incrociando le braccia. “L’ho fatto solo perché dopo non volevo sentire le tue urla isteriche!”

Un gesto fugace e tornò a sedersi tranquillamente sul bordo della vasca, come se non fosse successo nulla.

Bulma, turbata, lo imitò accomodandosi sulla sua solita sdraio; anche se le aveva dato quella spiegazione, ciò non le impedì di sorridere tra sé, sentendosi appagata e…lusingata.

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“Certo che da qui è veramente alto…” Chichi deglutì e guardò in basso dalla sua postazione.

“È solo una tua impressione” disse Goku portandosi una mano alla fronte e scrutando elettrizzato lo scivolo.

“Allora, chi va per primo?” chiese C18 impaziente. “Su, non vedo l’ora di scendere!!

“Ho un’idea!” esclamò improvvisamente Goku mettendosi seduto sul piano di partenza. “Dai, scendiamo tutti a trenino!”

Chichi spalancò gli occhi sorpresa e si accucciò in modo da trovarsi faccia a faccia con il ragazzo. “…Sei pazzo?!

“Oh, no!” rispose lui con un gran sorriso. “Dai, sarà divertente!” Allungò le mani e trascinò giù Chichi, facendola posizionare tra l’apertura formatasi tra le sue gambe divaricate.

“Wow, sì!!” esclamò entusiasta Nappa infilandosi dietro a Goku e prendendolo per le spalle; gli altri fecero lo stesso, così che alla fine avevano costruito una lunga catena ridacchiante.

“No, aspetta…” provò a divincolarsi Chichi, ancora in testa alla fila, ma le sue condizioni non le permettevano di proseguire con le lamentele…

Poteva sentire sulla sua pelle fresca il contatto con l’intero petto delineato di Goku, le sue sporgenze sode e le sue mani stringerle le spalle. E poco più in basso…

…Oh, Kami…

“Oh, santo, santissimo cielo…” balbettò Chichi diventando paonazza e fremendo dall’agitazione. Un gridolino eccitato irruppe nelle sue orecchie, risvegliandola appena dal suo momentaneo stato di trance; un secondo dopo l’aria spumeggiante della notte e migliaia di goccioline di acqua la travolsero in ogni parte del corpo, seguendo armoniosamente la sua rapida discesa lungo lo scivolo.

“Yahuuu!!!” urlarono Goku e gli altri ragazzi pressati strettamente l’uno dietro l’altro. Chichi guardò in avanti: il manto di stelle si stagliava chiaramente ai suoi occhi e bellissimo si mostrava in tutto il suo splendore, mentre il suo stomaco si librava in una elaborata capriola.

Con una luce di spensieratezza nello sguardo, si lasciò andare ad un urlo liberatorio levando in alto le mani e chiudendo gli occhi, lasciando che la miriade di sensazioni che le pervadevano ogni singola cellula prendessero il dominio nella sua mente.

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“Sembra che si stiano divertendo molto, eh?” disse Bulma cercando di attaccar bottone con Vegeta, almeno per dimostrarle un assaggio della sua gratitudine.

“Hm…” bofonchiò lui rimanendo impassibile.

“…Spero di avere la possibilità di fare un tuffo qui, tra qualche giorno, quando non avrò più i miei…ehm…problemi…” continuò Bulma, decisa a non demordere.

Vegeta emise un piccolo sbuffo divertito. “Almeno domani non potrai lamentarti della tua sorte…”

“Hm? Che cosa vuoi dire?” chiese la ragazza curiosa.

“Domani pioverà” rispose lui con semplicità.

Bulma strabuzzò gli occhi. “Ma che cosa dici?! C’è un cielo pieno di stelle!”

“Pioverà…”

“Ci sarà un sole da spaccare le pietre!!

“…Pioverà…”

“Sarà talmente caldo che una buona parte del mare si prosciugherà!”

“…Pioverà…”

“Oh, continua pure a chiacchierare a vanvera!” tagliò corto Bulma dandogli le spalle, seccata.

Vegeta la imitò, voltandosi verso la piscina e soffermandosi su Crilin, che sguazzava intorno a C18 cercando di attirare la sua attenzione lanciandole alcuni schizzi d’acqua.

“…Pioverà…”

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CONTINUA…

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Eccomi di nuovo qua, reduce da un secondo periodo di struggente attesa! Anche se devo ammettere che il nuovo black out è arrivato proprio in un momento, come dire…favorevole… Infatti, a causa di un intervento chirurgico al polso sinistro, per alcuni giorni non ho potuto scrivere al computer né fare altre cose che richiedevano uno sforzo, per cui non ho potuto fare altro che metterlo a riposo…Ma che noia!! Meno male che fra una settimana levo i punti…e finalmente potrò riprendere il mio solito ritmo! Intanto sono riuscita a completare anche questo nuovo capitoletto, che ho deciso di incentrare sui rapporti tra i vari “pelati” della storia, sotto suggerimento di Lyla. Spero che vi sia piaciuto!!

E ora…la mia parte preferita!!^^

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Pikkola Rin: Concordo…Concordo in pieno…Yamcha è un vero idiota in tutto e per tutto!! E non solo per il modo in cui lo dipingo io nella mia ficcy, ma me ne sto autoconvincendo sempre di più da quando hanno ricominciato a trasmettere Dragon Ball in tv(Dio li benedica, tesori!!^^)! Poraccio, perde sempre…Dehehe!! Comunque stai tranquilla, che il rapporto tra Bulma e Veggy si sta evolvendo piano piano sempre di più!^^ Cosa te ne è parso del salvataggio eroico in piscina?^_O Anche se il capitolo non è incentrato su di loro, ho cercato di non lasciarli in disparte…Spero che ti sia piaciuto!! Un bacione grande grande, dolcissima!! A presto! Tvtttttb!!

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LeftEye: Uff…Non sai che sollievo sapere che la scena del combattimento non sia stata così tanto schifida…Non so come abbia fatto il buon Toriyama a disegnare tutti quei pugni e calci…io ho fatto fatica a metterne insieme due o tre!^^ Comunque complimenti anche a te in “L’ultimo Saiyan”, una descrizione molto efficiente! Meno male che il momento tragico è passato per entrambe!^^ Eh eh…ti è piaciuta l’entrata in scena di Muten? Sono contenta! Il pervertito incurabile…^^ Anche se forse è difficile immaginarselo come SEGRETARIO, non so…quel ruolo mi è sembrato adatto a lui per quel tipo di situazione…^_O

Stavolta, però, ne è comparso un altro, di pervertito…Nappa!!^^ Hm, però devo ancora inventarmi un eventuale sviluppo…ti confesso che per ora non ho idee!!^^ Ssssigh…ti capitano mai i momenti di NOT ISPIRESCION?...Sob…ç__ç

Ah, non ti ho chiesto una cosa…cosa te ne è parso del salvataggio di Vegetuccio?! Eh, magari accadesse una cosa simile anche a noi…:-P Anche se questo significherebbe essere IMPOSSIBILITATE a fare il bagno…D’OH!!XD A presto, my lova, ci sentiamo prestissimo!! Un baciottolo, ti voglio beneeee!!^^

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Son Giuggy90: Gemellina!! *Dagli spalti si levano striscioni e cori di “Goooku & Chichi love love love!!!” * Come stai? Sono contenta che anche lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Eh sì...sembra che il nostro caro capellone Radish covi un debole per la nostra Chichina! Ma come dici tu…ovviamente non c’è paragone! A differenza del fratellone Goku è…come dire…perfetto? Stupendissimamente stupendo!^^ Uno scontro tra i due? Hm…staremo a vedere, non è da escludere! Nel frattempo ho dato una lezione al fratellone…niente moto!!^^ Bwahaha come sono perfida…!! Che te ne è parso del nuovo capitoletto(che tanto “etto” non è, rispetto ai precedenti!^///^)? Sembra che Crilin si stia attrezzando per combinare qualcosa con C18…L’happy ending, comunque, è ancora tutto da decidere! Cmq fammi sapere le tue impressioni, ci tengo molto!^_O Ah, ho una ”soffiata” interessante esclusivamente per te…Il tanto atteso MAGIC MOMENT tra i nostri due piccioncini arriverà…tra pochissimo tempo!! Giusto il tempo di riordinare le idee e poi…sarò felice di presentartelo!^^ Gokuzzolo adorato!! Un kissolino grande grande, dolcissima!! Ti voglio tanto bene!

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Bambi88: Ciao Roby!! Come stai? Eh eh, il rapporto fra i due si sta sviluppando sempre di più! Ti è piaciuto il salvataggio in extremis?^///^ Eh eh…Il caro Veggy sarà anche un duro, un uomo TUTTO D’UN PEZZO *Parte in sottofondo la musichetta di Rocky*, ma…guai a toccare la delicata Bulma!! Eh sì, durante il combattimento se l’è vista un pochino brutta…Bè, almeno per una volta Yamcha ha salvato la situazione, che se fosse andata avanti ancora avrebbe rischiato di diventare ancora più critica! Come dire…l’entrata TRIONFALE da tipico SACCO DI PATATE!! Ma c’è un motivo per questo…Visto che ho fatto entrare in scena quegli emeriti IDIOTI della Squadra Ginew, ho cercato di rifarmi al combattimento originale, quello raffigurato nel manga(Finirò la collezione, finirò la collezione, finirò la collezione…), in cui purtroppo Veggy ha preso parecchie mazzate da Likoom!!^^ Comunque rimani sempre il Principe dei Saiyan, amoruccio!!^^ Spero che anche il nuovo chap ti sia piaciuto, anche se tratta principalmente di Crilin, Nappa e Tensinhan…Mi raccomando, fammi sapere il tuo parere! Tengo molto alla tua opinione!^^ Baciottolissimi dolciosi, carissima!! Ti voglio tanto bene!!

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VidelB: Ciao Barby!! Come va? Che bello essere di nuovo qui!! Meno male, non sai che sollievo sapere che la scena del combattimento nel capitolo precedente non sia stata così SCHIFIDA come temevo!!^^ Ehm…sì, in effetti ho cercato da farla il più breve possibile, visto che altrimenti non avrei saputo proprio quali “mosse” aggiungere oltre a quelle scritte!! Insomma, per dirla con una fraes fatta…poche ma buone!!^^ E il Maestro Muten…bè, rimane sempre il buon vecchio pervertito!!^^ Nappa? Bè, anche se se l’era vista brutta si è tirato su…molto velocemente!!XD Con i pensieri rivolti alle due ragazzuole!!^///^

Ancora mille grazie, e mi raccomando, fammi sapere come ti è sembrato l’incentramento sulla situazione di Crilin e Tensinhan! Tengo molto al tuo parere…! Un baciottolone dolciosissimo, ti voglio bene!!^^

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Kay: Eccolo qui, l’adulatore!^^ Ehi, se continui a farmi così tanti complimenti finirai col farmi montare la testa(e credimi…non è tanto facile!XD)!!^^ Ancora mille grazie, sono contenta che il mio stile e la trama della mia ficcy ti piacciano, non sai che piacere mi faccia ogni volta saperlo!^///^ Visto? C’è stato un piccolo sviluppo nel rapporto tra Veggy e Bulmina…Sembra che la ragazzuola si stia un po’ ricredendo sul suo conto, non trovi?^^ Un baciottolone, a presto!!^_O

Ehi, una cosa…Guarda che quella della doppia frase non te la perdono mica!!^^

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Sono stupita…Nove pagine di Word!! È la prima volta che pubblico un capitolo così lungo in questa ficcy…Spero che la lettura non vi abbia stancato troppo!...^^

Sono così contenta che Efp abbia riaperto, mi è mancato tantissimo…come voi tutti, del resto!! Non ce la facevo più a sopportare le crisi d’astinenza!!^^ Bwaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!^^

Bacio bacio grandissimo!!

Alessandra

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Midnight bathe ***


.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.

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CAPITOLO 10: Midnight bathe

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Plic…Plic…

Dite che dovremmo svegliarla?”

Plic…Plic…

“No, lasciamola dormire ancora un po’!”

Plic…Plic…

“Sempre che ci riesca…”

Plic…Plic…

“Incredibile…Ma come fa?!

Plic…Plic…

Chichi, immersa in un sonno profondo nel suo lettino sopraelevato della struttura a castello, dilatò il viso in una smorfia, chiaramente infastidita.

Plic…Plic…

“Ecco, comincia a dare segni di vita!!

La moretta voltò repentina la testa dall’altra parte, stringendo a sé il cuscino e lamentandosi con un mugugno seccato.

Plic…Plic…

“Oh, insomma!!” sbottò improvvisamente tirandosi su di scatto e lanciando uno sguardo omicida alle sue amiche, raggruppate vicino a lei, in bilico su di alcune sedie. “Sono sveglia, non è necessario che ricorriate alle torture cinesi!!

E con un sonoro grugnito volse lo sguardo al soffitto, dove una minuscola apertura posizionata proprio in corrispondenza del suo cuscino lasciava filtrare ritmicamente alcune piccole gocce d’acqua piovana.

“P…Piove?!” mormorò Chichi turbata.

“Te ne sei accorta, finalmente! Credevo che non ci saresti mai arrivata!” esclamò Bulma ironica prendendola per le spalle e costringendola a sdraiarsi di nuovo sul letto.

“Ma che…?!” si dimenò la ragazza cercando di liberarsi della stretta dell’amica, ma un brivido freddo la spinse a rinunciare: le gocce d’acqua andavano ad infrangersi perfettamente sulla sua fronte, inibendole la sensibilità in un punto ben preciso.

“Pensaci due volte, prima di dare la colpa a noi!” disse Bulma sorridendo furbetta e premendole il cuscino sulla faccia.

“Pensa che ti sei sorbita questa cosiddetta tortura per mezz’ora, prima che finalmente ti svegliassi!” disse C18 cercando di tappare il buchetto con un fazzoletto di stoffa, ma era talmente piccolo che non vi passava nemmeno.

“Perché, non vi pare una tortura, questa?!” esclamò Chichi piccata massaggiandosi la fronte e digrignando i denti. Si ravviò i capelli distrattamente e poggiò i piedi sul pavimento facendo un saltino aggraziato.

“Mi sa tanto che oggi non potremo andare in spiaggia…” sospirò C18 scostando le tendine dalla piccola finestra intagliata nella parete di legno grezzo e scrutando malinconica il paesaggio che le si presentava: grossi macigni trasparenti precipitavano pesantemente al suolo, andando a mescolarsi con la terra bagnata e provocando un fragore che sembrava quasi assordante; la superficie vetrosa della finestra veniva lentamente delineata da piccole gocce sfuggevoli che, fondendosi con le proprie gemelle, tracciavano contorti e intricati disegni.

Però non è giusto!” si lamentò Bulma raggiungendo la biondina e facendole segno di farle posto. “Qui non dovrebbe mai piovere, è contro natura!!

“Che ti importa?” chiese Chichi all’amica. “Tanto tu non potresti fare il bagno ugualmente!”

“Chichi, qui non si tratta di me!!” sbottò Bulma lanciandole un’occhiataccia. “È una questione di principio! Le isole Yoshi…Un deserto caldo, ma ricco di oasi! Come è possibile una cosa così?!”

“Oh, dai, non fare tanto la schizzinosa” ribattè la moretta accigliata. “Non è male godersi un panorama diverso, ogni tanto…”

Bulma sbuffò seccata e incrociò le braccia al petto. “Se abitassimo qui per tutto l’anno lo capirei, ma…”

“Insomma, basta lamentarsi!” esclamò C18 poggiandole una mano sulla bocca e troncando il discorso. “Non migliori di certo la situazione, se continui a fare tutti questi capricci!!

“C18 ha ragione, Bulma” intervenne Lunch, impegnata nell’impresa di tappare la faglia nel soffitto con alcuni pezzi di nastro isolante. “Troveremo senz’altro qualcosa da fare anche senza uscire! Anzi, mi sa che converrà proprio fare quattro passi fino all’ufficio del responsabile dello stabilimento…Non credo che si possa fare altro per risolvere questo piccolo problema…”

Ma io…” bofonchiò lei pensierosa, incerta sul da farsi.

“Potresti sempre prendere l’ombrello e andare all’aeroporto per vedere se le tue valigie sono state ritrovate” suggerì Chichi correndo ad aiutare Lunch. “Non avevi detto che saresti ripassata dopo quattro giorni?”

Bulma riflettè qualche secondo corrucciando la fronte, poi una scintilla le attraversò gli occhi. “Hai ragione! Che stupida, come ho fatto a dimenticarmene?!

“Comodo farsi prestare la roba dalle amiche, eh?” disse ironica C18.

“Per una volta che posso indossare nuovi capi d’abbigliamento…” rispose lei facendo la linguaccia e strizzando un occhio al suo indirizzo. “Ok, ci andrò oggi pomeriggio stesso! Voglio proprio vedere…guai a loro se mi risponderanno negativamente!!

E afferrando un asciugamano poggiato precedentemente sul materasso procedette a grandi falcate verso la porta del bagno, chiudendovisi dentro e fischiettando fiera.

“Accidenti, sono sicura che mi dispiacerà da morire perdermi la scenata…” sussurrò Chichi alle due amiche, scosse da un forte attacco di risatine.

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Lunch guardò sconsolata fuori dalla finestra, dove la pioggia, che si era trasformata in un vero e proprio temporale, non accennava a diminuire. Sospirò con fare pensieroso; pensandoci attentamente, anche se ancora le risultava difficile da ammettere, aveva davvero voglia di vedere Tensinhan…Quel ragazzo l’aveva colpita sin dal primo momento in cui l’aveva scorto, anche se continuava testarda a negare l’evidenza. E non perché fosse forte e dotato di quella sottile ironia pungente, ma perché appunto sotto questa scorza si nascondeva un animo buono e…timido! Aveva notato subito come arrossisse per un nonnulla…quel suo lato quasi invisibile all’apparenza era veramente adorabile!

Chissà cosa stava facendo…

“Lunch, sei tra noi?!” la richiamò Bulma sventolandole una mano davanti al viso.

La ragazza trasalì e si portò una mano al petto, arrossendo in volto. “Oh, scusatemi, ero distratta…Dicevate?”

“No, stavamo dicendo…è il tuo turno per pescare!” disse C18 porgendole le carte che teneva in mano e invitandola a prelevarne una.

“Eh? Oh, sì…” mormorò Lunch incerta e ancora vagamente confusa. Pescò una delle carte della biondina con due dita e la infilò tra quelle che teneva in mano lei.

“Oh…”

“Ah, hai pescato il jolly!! E io ho chiuso!” annunciò C18 aprendosi in un sorriso di soddisfazione e lasciando cadere le ultime due carte a terra.

“Oh, no…” bofonchiò Lunch abbassando le palpebre e sospirando.

Che ti prende, Lunch?” le chiese Chichi, preoccupata per la sua espressione triste. “Cosa ti è successo?” Di solito era sempre allegra e affabile, non capitava spesso che si incupisse in quel modo.

Ma è ovvio!” esclamò Bulma sbattendo le carte sul pavimento e alzandosi in piedi di scatto. “Si è stufata di giocare all’Uomo Nero! E come poterla biasimare?! È la quarta partita, non ne posso più!”

“In effetti…” confermò C18 stiracchiandosi con aria annoiata.

“Credo che questo effetto sia dovuto all’assenza dei ragazzi…Ormai ci eravamo abituate a trascorrere le giornate in loro compagnia…” disse malinconica Chichi poggiando una mano sulla spalla di Lunch.

“Puoi dirlo forte…!” confermò lei debolmente.

“Tranquilla, Lunch, il tuo Ten sta benissimo!!” esclamò C18 raggiungendola e sorridendole con fare rassicurante. “Non temere, lo rivedrai presto!”

Prima che la ragazza potesse rispondere, l’attenzione fu catturata da un rumore proveniente dalla porta d’ingresso. Bulma si alzò dal letto e andò ad aprire, incuriosita.

“Ma chi…?! …Yamcha?!” esclamò trovandosi di fronte il ragazzo, coperto da un leggero impermeabile giallo e impegnato a chiudere un grosso ombrello gocciolante di colore scuro.

“Ciao, ragazze! Come state?” esordì entrando nel bungalow e sgrullandosi le maniche, costellando il pavimento con tante piccole gocce d’acqua.

“Fermo, stai bagnando tutto!” lo rimproverò Lunch scaldandosi. Prese uno straccio e cominciò ad asciugare quanta più umidità possibile.

“Oh, perdonami, sono zuppo da capo a piedi!” cercò di scusarsi lui sfilandosi l’impermeabile e gettandolo in un angolo. Di certo non migliorò la situazione…

“Cosa ci fai qui?!” chiese Bulma arrabbiata, scrutando il ragazzo con un cipiglio pericoloso e mantenendo le braccia conserte: era rimasta piuttosto seccata dal comportamento che aveva avuto la sera prima, e ancora non aveva smaltito il bollore.

“Bè, visto che con questo tempo era improbabile che andassimo in paese e tantomeno in spiaggia, ho pensato di fare una capatina!” rispose lui mostrando un sorriso smagliante.

“Ooooh, ma che gentile” ribattè Bulma sarcastica dandogli le spalle.

Yamcha fece scendere la mascella, sorpreso da quella reazione, e si allungò in avanti per poter scorgere il viso della ragazza. “Ehi, ma che cosa ti succede? Io sono venuto apposta per vedere te e tu mi tratti così?” pigolò con occhioni lucidi da cucciolo. Quando li incrociò, lo sguardo di Bulma si raddolcì leggermente e rilassò appena i muscoli delle braccia.

“Uff…sei stato molto gentile…” mormorò con un sorrisino.

Yamcha, se possibile, allargò ancora di più il suo sorriso, socchiudendo gli occhi con fare seducente. “Eh eh…ma figurati!”

“…Ma saresti ancora più gentile se prendessi l’impermeabile che hai gettato nell’angolo come un cafone” disse Chichi accigliata, “…e lo portassi nel bagno, così la povera Lunch non dovrà fare per la seconda volta le pulizie di casa!”

“Ma lascia perdere, Chichi, non c’è bisogno di…” cominciò Lunch cercando di sviare la conversazione, ma Yamcha, con un sonoro sbuffo, si avviò ciondolando verso l’angolo della stanza e raccolse l’impermeabile. “Hai ragione, lo porterò in bagno…”

E vi si chiuse dentro.

“Ben fatto, Chichi” si congratulò C18 dandole una pacca sulla spalla. “Quel ragazzo dovrebbe veramente imparare un po’ di buone maniere!”

“Esattamente” confermò Bulma fissando inebetita la porta chiusa del gabinetto.

Le ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo, ognuna immersa nei propri pensieri, quando una piccola risatina isterica proveniente dal bagno le fece sussultare.

“Yamcha? S-sei tu?” chiese Bulma timorosa.

La porta di legno si spalancò bruscamente e il ragazzo vi fece capolino da dietro. “Ehe…Certo che siete davvero cattivelle!”

Le ragazze lo scrutarono con aria confusa e turbata.

“Ca…cattivelle?” mormorò Chichi passandosi una mano sul collo, non riuscendo a comprendere cosa volesse dire.

“Sì, cattivelle!” ribadì il ragazzo agitando freneticamente un dito in segno di rimprovero. “Ditemelo chiaramente e senza ricorrere a stupidi mezzucci…Per caso mi trovate grasso?!

“EEEH?!” esclamarono all’unisono Chichi, Bulma, C18 e Lunch, fissandolo sbigottite.

“E questo cosa c’entra adesso?!” sbottò C18 dandogli un colpetto sulla nuca.

“Tsk…Non scherzate, so benissimo che lo pensate!” Yamcha si tirò su la maglietta e mostrò gli addominali tentando di afferrare la ciccetta che sporgeva. “Ma non c’è bisogno che facciate tutto questo per farmi fare più movimento!”

“Yamcha, ma…MA CHE COSA STAI DICENDO?!” esclamò Bulma avvicinandosi e poggiandogli una mano sulla fronte.

“È sicuramente così…” continuò il moro scostando le sue attenzioni “…altrimenti non mi avreste fatto fare altra strada inutilmente!”

“Come sarebbe a dire?! Sei solamente entrato nel bagno a poggiare l’impermeabile bagnato! Non saranno neanche tre metri!!” ribattè Chichi esasperata.

“Appunto! Perché farmi poggiare l’impermeabile nel bagno quando non cambierebbe assolutamente niente?!

Le ragazze, incapaci di ribattere, si limitarono a fissarlo come se fosse stato veramente pazzo.

“Insomma…” proseguì il ragazzo. “…non mi sembra che qui dentro sia meno umido dell’angolo! Anzi, è decisamente peggio!”

“COSA?!” esclamò Lunch preoccupata alzandosi di scatto e irrompendo come un tornado nel bagno. Quando vide il suo interno, finalmente comprese ogni singola parola del discorso di Yamcha; si accasciò a terra scandalizzata, incapace di emettere anche solo un piccolo fiato.

Che succede, Lunch? Io…” Chichi la raggiunse, ma si bloccò di colpo nel momento in cui incrociò il pavimento del gabinetto. “Oh…Kami…”

Le mattonelle bianche immacolate apparivano quasi sfocate, dai contorni mal definiti e oscillanti, a causa della grande quantità d’acqua che vi gravava sopra; ogni cosa, compresi i sanitari, erano completamente bagnate da capo a piedi, gocciolanti e luccicanti sotto la luce del lampadario.

…Tutto questo per colpa di tanti piccoli, minuscoli buchi che si aprivano esattamente al centro del soffitto e facevano penetrare gocce di pioggia.

“Ehm…Mi sa che è davvero il caso di andare a trovare il responsabile dei bungalow…” sentenziò la moretta schiacciandosi contro il muro con sguardo scandalizzato.

“S-sì, forse è meglio…” confermò C18 tenendosi la testa con una mano.

“…E comunque io non sono grasso!!” aggiunse Yamcha indignato.

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“Ecco, il suo ufficio dovrebbe essere quello” disse Lunch indicando il bungalow più isolato dello stabilimento.

“Ehm…confesso che mi fa venire i brividi…” balbettò Chichi stringendosi nelle spalle e sistemandosi lo scialle che si era portata per ripararsi da quell’arietta frizzante.

“Dai, andiamo…” le spronò C18 invitandole ad accoccolarsi maggiormente sotto il grande ombrello che stavano spartendo in comune.

“Accidenti! Se solo Bulma non si fosse portata via l’ombrellino pieghevole, a quest’ora non staremmo di certo qui a prendere tutta quest’acqua!!” sbottò la moretta prendendo l’amica a braccetto e coordinando il passo.

Il bungalow appariva come ricoperto da un alone più scuro, un’ombra indiscreta, che lo rendeva quasi inquietante ai loro occhi; deglutendo rumorosamente, le tre ragazze bussarono debolmente alla porta d’ingresso.

“Avaaaaaaaaanti…” rispose una voce melliflua dall’interno; ciò non fece altro che aumentare la loro paura e soprattutto il loro disagio, ma non avevano certo intenzione di tornarsene a casa proprio in quel momento! C18 allungò una mano e abbassò la maniglia molto lentamente.

“Ehm…è permesso?” esordì con una vocina flebile che non era assolutamente da lei. L’ambiente era addirittura più oscurato rispetto all’esterno, forse a causa delle tendine parasole completamente tirate.

Cosa posso fare per voi, signorine?” esclamò l’uomo seduto alla scrivania con accento molto duro e rigido, che lo faceva parlare a scatti.

Lunch prese coraggio, cercando di ignorare il calore che le stava confluendo alle gote, e mormorò: “S-salve, signore, siamo…”

“Chiamami pure Freezer, ragazza!” la interruppe lui aprendosi in sorriso che le ragazze interpretarono come una presa in giro: sembrava così maligno!

“Ehm…Bè…D’accordo, signor…Freezer…” riprese Lunch cercando di rispondere al sorriso, ma l’unica cosa che riuscì ad ottenere fu una smorfia tremenda. “Allora, stavo dicendo che noi…”

“Ragazza, mi è venuta un’idea…che ne dici di lavorare per me? Sai, potresti essere una brava servitrice!” disse Freezer interrompendola per la seconda volta e sporgendosi sulla scrivania in modo da trovarsi a pochi centimetri da lei. Lunch indietreggiò scandalizzata e diniegò fortemente con la testa. “N-non è il caso, grazie!!

“E va bene…ma avrai di che pentirtene!” ribattè Freezer in tono teatrale facendo combaciare le dita delle mani davanti al viso.

Poiché Lunch non sapeva più cos’altro dire, tanto era rimasta scioccata, C18 prese il suo posto. “Senta, Freezer, noi volevamo chiederle se…”

“…Allora perché non vieni tu a lavorare per il mio stabilimento? Attirerai un sacco di clienti!” esclamò il direttore prima che la nuova interlocutrice potesse concludere il discorso.

“NON MI INTERROMPA, PER FAVORE!!” tuonò la biondina mollandogli uno scappellotto sulla fronte, senza rendersi conto di quello che aveva appena fatto. “Ops…Scusi…”

Freezer tirò su la testa massaggiandosi il punto colpito e strizzando gli occhi. “Oh…Mi sto proprio divertendo…! Questa è la prima volta che qualcuno mi tiene testa…”

“Eh?!” esclamarono le ragazze turbate.

“Forse è la prima volta…che il mio cuore palpita così…” continuò lui aggrottando le sopracciglia e ghignando estasiato. “Dunque, come posso darti una lezione?”

E a quel punto arrivò l’illuminazione.

“Ascolti, Freezer” Chichi si avvicinò al suo orecchio e sussurrò con sicurezza: “La mia amica ama da matti fare il bagno, ed ora che abbiamo il gabinetto del nostro bungalow inondato a causa di un buco nel soffitto, può spassarsela ogni volta che vuole, tutti i giorni!!

“Oh! Davvero?!” esclamò Freezer scostandosi e fissando la moretta con sguardo estasiato. “Bene, bene, bene…Ehi, per ringraziarti di questa soffiata ti offro di lavorare per me! Che ne dici?”

Chichi si affrettò ad allontanarsi.

“Hem, hem” tossicchiò C18 per richiamare l’attenzione sul problema principale; Freezer si aprì in un ghigno terrificante e puntò gli occhi violacei sulla biondina.

“Per ogni cosa che ti dirà, tu fingi di disperarti” le bisbigliò l’amica moretta all’orecchio prima che Freezer se ne potesse accorgere. C18 alzò le spalle e annuì debolmente, senza comprenderne il motivo.

“Ehe…ho trovato un modo per sconfiggerti!!” sbraitò puntandogli il dito contro. La ragazza non si scompose e rimase in attesa della sentenza, mantenendo le braccia conserte.

“Ti pulirò il bagno e ti tapperò il buco, così sarai subito privata del tuo piacere quotidiano!! Bwahahahahahaha!!!” tuonò scoppiando in una risata sadica da far accapponare la pelle.

C18, come da accordo, si accasciò a terra e urlò a squarciagola. “No…no…NOOOOOOOOOO!!

“IO SI’ CHE SONO PERFIDO!! AH AH AH AH AH!!!” Freezer fece un chiaro gesto di trionfo con una mano e tirò fuori la lingua. “Ti manderò subito gli addetti, così soffrirai ancora di più!! AH AH AH AH AH AH!!”

“OH KAMI, COME PUOI ESSERE COSI’ CRUDELE?!” la ragazza continuò con la sua sceneggiata battendo i pugni sul pavimento e fingendo di piangere disperatamente.

“Andiamo, C18, questo individuo non ha nemmeno un briciolo di cuore…” mormorò tristemente Chichi sollevandola per un braccio e facendole l’occhiolino di nascosto.

“ZARBON! DODORIA! VENITE SUBITO QUI, HO UN LAVORO URGENTE DA FARVI SBRIGARE!!” Freezer sparì nel retro del bungalow per chiamare i proprio assistenti e le ragazze uscirono indisturbate dalla porta d’ingresso, con un gran sorriso di soddisfazione dipinto sul volto.

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Quando rincasarono con alle calcagna Zarbon e Dodoria, i due assistenti del direttore l’uno l’opposto dell’altro(uno bello e slanciato, l’altro grasso e tozzo), trovarono Bulma e Yamcha di ritorno dall’aeroporto. Dalla faccia livida dell’amica era chiaro il responso

“Non le hanno trovate, eh?” mormorò Chichi con un’alzata di spalle.

“Non dite niente, per favore” disse il ragazzo agitando una mano davanti a sé. “Meglio lasciarla in pace, ha esaurito tutte le sue forze per la scenata che ha fatto!”

“Aaaaah, ho capito…” disse Lunch sorridendo bonaria e sedendosi accanto all’amica nella speranza di consolarla.

“Non si potrebbe fare qualcosa per distrarla?” chiese C18 indicando ai due assistenti la porta del bagno. Questi l’aprirono e una piccola cascatella d’acqua piovana inzuppò le loro caviglie.

“Eh eh…ti faremo pentire di essere venuta a chiedere aiuto al nostro direttore!!” sibilò Dodoria sadico, seguendo il socio nella stanzetta e chiudendovisi dentro con una risata crudele. C18 non li degnò neanche di uno sguardo di commiserazione.

“Bè,io un’idea ce l’avrei!” annunciò Chichi con un gran sorriso emozionato. “Perché non andiamo a trovare Goku e gli altri, visto che fino ad ora sono sempre stati loro a raggiungere noi? Così almeno staremo un po’ in compagnia!”

La proposta fu accolta con diverse reazioni: Lunch battè le mani molto felice, sperando che ci fosse anche Tensinhan; C18 si limitò ad alzare le spalle, ma il suo gesto venne immediatamente preso come un’affermazione; Bulma non proferì parola, ma poiché la maggioranza era d’accordo la fecero adeguare al volere comune.

“Allora andiamo!” esclamò la moretta, contenta per il successo della sua proposta. “So dove alloggiano, Goku me l’ha detto la sera stessa in cui ci siamo incontrati!”

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“Certo che affondare nella sabbia fradicia non è molto piacevole!” si lamentò Bulma tirando fuori un piede dal pantano in cui era appena incappata.

“Bè, è esattamente come se fossimo sul bagnasciuga, no?” disse Lunch sistemandosi l’ombrello in spalla.

“Non proprio, ma…”

“Eccole, quelle devono essere le loro tende!” esclamò Chichi indicando alcune piccole strutture a pochi metri da loro; effettivamente, sembravano proprio tende da campeggio. Una, in particolare, lasciava intravedere le sagome di cinque persone, a causa della luce gialla e fioca che ne illuminava l’interno.

Il gruppetto vi si affacciò dentro ed esclamò all’unisono: “Ehilà!!

Ma nessuno dei ragazzi sembrava averli notati né sentiti, troppo impegnati com’erano a smanettare con una piccola televisione portatile in bianco e nero.

“No, girala dall’altra parte!”

“Per me il problema è la pioggia…”

Ma siamo sicuri che sia accesa?”

“E GIRALA!!

“Premi qualche pulsante, tanto per vedere se funzionano!”

“No, potrebbe anche esplodere…”

Indispettita dal loro comportamento, Chichi si impettì minacciosa, prese fiato ed urlò potente: “EHILÀ!!”

Il televisore volò in aria a causa del sussulto che ebbe Nappa al richiamo, e poco mancò che andasse a schiantarsi sulla sabbia sottostante, se Yamcha non avesse avuto i riflessi pronti per afferrarlo all’ultimo secondo.

“Ehi, ma chi cavolo…?! Chichi?! S-sei tu?” balbettò Radish a metà fra il perplesso e l’emozionato.

“Ciao a tutti!” rispose lei sventolando una mano e sorridendo radiosa. “Visto che oggi non era possibile andare insieme da qualche parte, siamo venuti a trovarvi!”

“Meno male, non ce la facevo più a rimanere da solo con questi deficienti!!” esclamò Goku indicandoli e scoppiando a ridere.

Che cosa vorresti dire con questo, Kakaroth?” sbraitò il fratello prendendolo per la maglietta e fissandolo accigliato.

“Ecco, appunto…” mormorò l’altro sospirando e invitando gli amici ad entrare nella tenda.

“Forse staremo un po’ strettini” disse Crilin facendo posto a C18. “…ma cercheremo i arrangiarci!”

Yamcha chiuse l’ombrello, raggiunse gli altri e si accoccolò in un angoletto rannicchiando le gambe; allungò un braccio in avanti e restituì la televisione a Nappa.

“Ah, ecco dov’era!” esclamò lui prendendola e stringendosela al petto con fare protettivo. “Presto, cerchiamo di farla funzionare, manca poco al fischio d’inizio!”

“È vero, accidenti!! Stasera c’è la finale!!” esclamò Yamcha battendo a terra con il palmo della mano. “Presto, fatemi vedere!”

Il ragazzo si riappropriò dell’apparecchio e lo esaminò da ogni angolazione, premendo ogni tasto che gli capitava sotto le dita. “Ma…ma perché non funziona?!

“Non lo sappiamo, è quello che stiamo cercando di capire da più di un’ora!” ribattè Radish furioso, in procinto di una crisi isterica.

“Date qua” disse Bulma semplicemente. Smontò il pannello di controllo, sistemò alcuni cavi e la restituì al ragazzo, che premette il pulsante d’accensione dopo qualche secondo di esitazione.

E subito, magicamente, diverse figurine in movimento comparvero nel piccolo schermo, rivelandosi al piccolo pubblico nella loro cupa mise in bianco e nero.

“S-sei…sei veramente un genio…” balbettò Crilin stralunato, così come i suoi amici che fissavano sbigottiti la ragazza.

“Sciocchezzuole!” esclamò lei con una chiara espressione di trionfo in viso, che cercava di dissimulare sotto una maschera di modestia…senza minimamente riuscirci.

In quella uno sfrigolio proveniente dai piccoli altoparlanti richiamò completamente l’attenzione.

“Amici telespettatori, ecco finalmente il momento della stretta tra i due capitani, a cui seguirà immediatamente il calcio d’inizio e…”

“…e godetevi la partita, ragazzi!!” sbraitò Radish incrociando le gambe e incollandosi avido allo schermo, subito imitato dai restanti amici…dello stesso sesso!

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Crilin si stava letteralmente mangiando le dita dall’ansia, incapace di distogliere anche solo per un secondo lo sguardo dalla televisione: alla fine dei tempi supplementari il punteggio era in parità, sicuramente si sarebbe passati ai rigori.

La tensione che gravava in quella piccola tenda era quasi palpabile, tranne che per la zona riservata alle ragazze, che stavano strenuamente aspettando che la partita finisse e venissero coinvolte in qualcosa di decisamente più emozionante dello girarsi i pollici.

Lunch, in particolare, sembrava avere l’imminente bisogno di distrarsi: era rimasta piuttosto delusa quando Vegeta le aveva detto che Tensinhan non era venuto per rimanere ad allenarsi con Jiaozi.

“Il numero dieci si sta concentrando per tirare l’ultimo rigore che segnerà la fine del match…”

Più vicini.

“…e forgerà una delle due squadre del titolo di campione indiscusso…”

Ancora più vicini.

“Carica…”

Sempre più vicini.

“…Tira…!!”

Incollati.

Fuzz.

Nero. Nero sconfinato.

Scese un silenzio inquietante, rotto solo dai respiri affannosi dei presenti. Nessuno era in condizione di poter dire anche solo una parola.

Nappa boccheggiò per qualche secondo, lasciando che il sudore freddo gli imperlasse indisturbato la fronte; dopo quel terribile attimo di totale trance, afferrò la televisione che giaceva in terra priva di vita e la stritolò con forza.

“NOOOOOOO!!! PERCHÈ?! PERCHÉ PROPRIO ADESSOOOOOOOOOOOOO?!” tuonò disperato cercando di accenderla, ma a quanto pareva era proprio fusa completamente.

“OH KAMI!! RIPRENDITI, TI PREGO!!” latrò Radish scandalizzato sbattendola a terra nel tentativo di rianimarla.

“Bravo! Se avevi intenzione di sfasciarla completamente, ci stai riuscendo benissimo!!” sbottò Bulma togliendola dalle mani e pulendola dalla sabbia che vi si era depositata sopra. “Accidenti a voi! Sono già nervosa per conto mio, senza che anche voi vi ci mettiate! Perciò non fate i cretini e riprendetevi, non è la fine del mondo!!

“Per noi sì…” mormorò Nappa intimidito, stringendosi nelle spalle.

“Accidenti, questa non ci voleva proprio!” esclamò Goku schioccando le dita. “Ero così ansioso di conoscere il risultato…!! Maledizione!!”

“Bè, non sarà difficile saperlo” disse Chichi. “Domani tutti parleranno della partita, e prima o poi verrà nominato anche il risultato!”

I ragazzi si guardarono l’un l’altro, poi sospirarono. “In fondo hai ragione…aspetteremo domani, e nel frattempo ci crogioleremo nell’ansia…”

“Su, fate un bel sorriso!” esclamò Lunch dolcemente. “Guardate, ha anche smesso di piovere!”

Il gruppetto si affacciò verso l’esterno; effettivamente, a parte l’arietta fresca e ancora pervasa dal caratteristico odore della pioggia, sembrava che il temporale fosse momentaneamente cessato.

“Aaaaaaaah…Aria fresca! Non ci speravo più, per la giornata!” esclamò Goku entusiasta chiudendo gli occhi, cullato dalla brezza che gli accarezzava dolcemente le guance arrossate. Facendo forza sulle braccia, si spinse fuori strusciando le ginocchia sulla sabbia.

Dove vai?” chiese Radish scrutando torvo il fratello.

“Voglio semplicemente sgranchirmi le gambe” rispose lui volgendo lo sguardo alla distesa cristallina e debolmente scintillante del mare antistante.

Perché no?” fece eco C18 issandosi fuori a sua volta, seguita a ruota dalle amiche e da Crilin. Chichi raggiunse Goku e respirò l’aria salmastra a pieni polmoni, sentendosi stranamente rilassata e pervasa da un’ondata di benessere mentale. Dopo qualche minuto di contemplazione, una folata di vento particolarmente freddo la fece rabbrividire e fu costretta a stringersi nelle spalle per ripararsi.

Hai freddo?” le chiese Radish cercando di avere un modo di fare premuroso; la sua voce risultava stranamente acuta e stridula.

“N-no, non preoccuparti” rispose lei con un piccolo sorriso gentile. “Solo…credo che i pesci stiano meglio di noi, in questo momento, per quanto riguarda le temperature!”

“Già” confermò Vegeta sedendosi ai piedi dell’acero accanto alla tenda. “È ovvio, di notte la temperatura del mare è sempre più calda di quella della terraferma.

Calò un silenzio carico di riflessioni, che fu rotto da un mugugno d’intesa di Crilin.

“Ragazze…avete con voi il costume da bagno?” chiese con espressione furba.

C18, Lunch e Chichi sgranarono gli occhi. “Cosa?!”

“Io non mi pronuncio” disse Bulma acida, andando a sedersi a pochi centimetri di distanza da Vegeta, quanto bastava per appoggiare la schiena al tronco.

“Bè, io…credo di averne qualcuno nella borsa…Li porto sempre, in caso servano come ricambio…” disse Lunch scrutando all’interno della sacca che teneva a tracolla carica di flaconi, giornali, cartine topografiche, guide dell’isola e foulard.

“Perfetto! Allora andate a cambiarvi, ci facciamo un tuffo!” esclamò Goku capendo al volo le intenzioni dell’amico; lui per primo si sfilò la maglietta e si sistemò i boxer da bagno saltellando sul posto.

Ma…non sappiamo se…”

“Forza, anche Vegeta ha detto che l’acqua è calda!” disse Crilin imitando Goku.

“…e Vegeta non sbaglia mai” aggiunse Nappa.

E va bene…!” esclamò Chichi trascinandosi le amiche dietro un cespuglio abbastanza distante; meglio stare il più lontano possibile dalle occhiate indiscrete…

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“Bè, insomma…Mica tanto calda…” commentò C18 poggiando un piede sul bagnasciuga e rabbrividendo al contatto con l’acqua.

“La cosa migliore è buttarsi subito dentro!” esclamò Goku allegro correndo dentro e tuffandosi a pesce, schizzando da tutte le parti e provocando lamenti diffusi tra le bagnanti.

“Stai attento, Kakaroth!!” sbraitò Radish raggiungendolo e sollevando un’ondata ben più alta della precedente.

“Oh, bè…a questo punto…” mormorò Chichi rassegnata, dato che oramai era zuppa da capo a piedi; chiuse gli occhi e si immerse velocemente, muovendo le gambe nella speranza di riscaldarsi.

“Fantastico!!” esclamò Nappa cominciando a gettare grandi quantità d’acqua all’indirizzo di Lunch e C18, fino a che non esplose una vera e propria battaglia.

Chichi, che non aveva molta voglia di venire coinvolta nel loro gioco, si staccò dal gruppetto e cominciò a nuotare con calma verso una zona più interna, dove l’acqua era più profonda. Avvertiva su di sé un pesante senso di malinconia, ma non avrebbe saputo spiegarne il motivo; forse era per effetto della pioggia, del temporale, o semplicemente perché la notte era magica ed andava goduta come meritava. Più volte si incantò a fissare affascinata i movimenti quasi invisibili e impercettibili delle creature marine che abitavano il fondale, debolmente illuminato da uno spicchio di luna che faceva capolino da dietro una grande massa di nuvole nere cariche di pioggia; e la luna stessa le ispirava un velo di cupa contemplazione, nel momento in cui aggirò le sue guardiane e si rivelò alla notte in tutto il suo timido splendore.

Uno spostamento d’acqua che giunse alla sua schiena la fece trasalire e la spinse a voltarsi. Una figura le si avvicinava di soppiatto, ma con il buio non riusciva a identificarla.

“Chi…chi è là?” chiese portandosi sulla difensiva.

“Accidenti, credevo di farti uno scherzo!” In quella frazione di secondo, la voce di Goku, alle sue orecchie si rivelava più dolce e ardente che mai.

Go…Goku…” mormorò lei sentendosi subito avvampare in corrispondenza delle gote. “Cosa…cosa ci fai qui?”

“Visto che non eri là con gli altri, mi sono preoccupato e sono venuto a cercarti” rispose lui gentilmente. “E poi, sinceramente, mi ero stancato di combattere con loro! Facciamo quel gioco ogni volta che facciamo un bagno in mare!”

“Sì, decisamente alla fine diventa piuttosto monotono!” rise la moretta spigliata, infondata di coraggio dalle parole del ragazzo.

Allora si era davvero preoccupato per lei…

Goku si avvicinò ancora di più alla ragazza, in modo di poter identificare i suoi occhi, il suo visino elegantemente incorniciato da disordinate ciocche bagnate di capelli scuri.

Al suo gesto Chichi avrebbe voluto scappare via d’istinto, ma il suo animo opponeva resistenza e la costringeva a restare immobile, incapace di rompere il legame che i loro sguardi imbarazzati avevano saldamente instaurato.

“E…e tu come mai sei qui?” chiese Goku in un solo fiato, quasi sussurrando; le braccia della ragazza si irrigidirono e la sua pelle si accapponò, avvertendo su di sé il suo respiro vagamente irregolare.

Deglutì silenziosamente e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “I-io…Non lo so…volevo stare un po’ da sola…”

“Davvero?” rispose il moro tra il curioso e il compassionevole. “Oh, allora forse non volevi che venissi qua…”

A quelle parole Chichi sussultò spaventata, sentendosi subito agitata: no, non poteva permettergli di andarsene, era l’unica ragione per cui la sua malinconia si stava lentamente dissolvendo; quel ragazzo aveva quel raro potere di infondere allegria e spensieratezza nelle persone, con quella sue gaiezza e la sua ingenuità che lo rendeva semplicemente amabile.

“No!” esclamò di colpo. Allungò una mano e la posò titubante sul suo torace scolpito. “Resta…resta pure…”

Goku si voltò verso di lei e la percorse con gli occhi, mostrando un’espressione seria e sprizzante di dolcezza. La moretta, dal canto suo, incapace di proferire anche solo una parola, fece lo stesso con il suo viso e le sue spalle, soffermandosi infine sulle sue iridi scure e profonde che non avevano bisogno di un paio di labbra per esprimere ciò che volevano far percepire. Bastava non interrompere quel meraviglioso e tanto atteso contatto.

Quando, all’improvviso, dal nulla, alcune piccole scintille squarciarono il sottile filo di legame e li spinse a distogliere lo sguardo l’uno dall’altra, per volgerlo verso il cielo: la luna si era eclissata, sostituita da grosse nubi nere dalle quali avevano cominciato a precipitare, una alla volta, tante piccole gocce di pioggia, che aumentavano sempre di più.

La quiete prima della tempesta era solo un vago ricordo.

“Forse è meglio tornare indietro” mormorò Goku coprendosi la testa con una mano.

“S-sì…” annuì Chichi confusa, turbata da quella nuova sensazione di stupore che si era andata a sovrapporre a quelle che aveva provato fino a qualche momento prima.

Maledetta la pioggia.

I due si spinsero a riva il più velocemente possibile, dove Lunch li stava aspettando con un ombrello aperto e due asciugamani in braccio.

“Meno male che siete usciti” disse in tono sollevato. “Ho come l’impressione che stia per scoppiare un temporale ancora peggiore di quello di oggi pomeriggio!”

“Già…” mormorò Chichi distrattamente, persa nei suoi pensieri. Lanciò uno sguardo di sottecchi a Goku, avvertendo nel suo petto una calda coperta di rassicurazione e affetto che la spinse ad affermare, forse per la prima volta dopo tanto tempo, che fosse importante per qualcuno.

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“Ma insomma, donna, vuoi smetterla di sbuffare in continuazione?!” sbottò Vegeta lanciando uno sguardo piccato a Bulma. “Mi hai stancato!”

“Oh, mi scusi tanto, principino” ringhiò lei rabbiosamente. “Non è colpa mia se quelli dell’aeroporto di questa stupida isola sono un branco di incapaci!!”

Se questo è il motivo di tanta rabbia, allora dovrò ricordarmi di mandare loro un mazzo di fiori” disse il ragazzo chiudendo gli occhi e sogghignando divertito.

“Chiudi il becco!!” sbraitò lei. “E per favore, non ricordarmelo!”

Ma cosa ti hanno fatto, esattamente? Sai, mi serve qualche idea per il bigliettino da allegare ai fiori…” chiese Vegeta guardandola di sottecchi.

“Spiritoso! Bè, mi hanno perso le valigie…” borbottò Bulma tristemente. “Mi avevano assicurato che entro oggi le avrebbero ritrovate, invece non è stato così…”

“Tsk…! Secondo me le ritroveranno solo quando arriverà il momento di andarsene!” esclamò il ragazzo schioccando le dita.

“COSA?!” Bulma lo fissò scandalizzata. “Ma dai…è impossibile che accada una cosa simile!! Mi rifiuto di crederci!”

“Ah sì, eh?” Vegeta puntellò sui gomiti fino a quando non se la ritrovò faccia a faccia. “Scommettiamo. Decidi tu cosa.”

Bulma indietreggiò turbata, spiazzata da quella proposta inaspettata. Scossa da scariche di adrenalina, i suoi occhi furono attraversati da una scintilla di determinazione e sogghignò furbescamente.

“Un bacio!” sentenziò tendendo una mano in segno di sfida.

“Prepara il rossetto” Vegeta la strinse fortemente, lasciandole intendere che ormai era troppo tardi per potersi ritirare.

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CONTINUA…

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*Ale stappa una bottiglia di champagne e si mette ad ancheggiare sul tavolino con una sciarpa azzurra al collo* …Anche se forse le bottiglie da stappare dovrebbero essere molte di più! Prima di tutto perché finalmente la scuola è finita, via libera all’estate!!^^ Evviva!! Non ce la facevo più, davvero! Che liberazione, possiamo finalmente stare tranquilli, senza dover pensare a interrogazioni da preparare o commenti da consegnare dopo due giorni!

E secondo, bè…festeggiamo come si deve la prima vittoria della nazionale italiana nei mondiali!! Un bel 2-0 contro il Ghana, grandioso! E naturalmente incrociamo le dita per stasera! FORZA AZZURRI!!!

E ora volate ai vostri ringraziamenti personali!^^

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Pikkola Rin: Ecco la mia dolcissima preferita!! Ma come stai, cara? Per quanto mi riguarda, finalmente posso rilassarmi un po’ dopo le fatiche della scuola! Allora, cosa te ne pare delle sfida tra Bulma e Veggy?^^ Ora che la ragazzuola si è impegnata in questo modo(e SENZA RIFLETTERE, aggiungo!), dovrà fare i salti mortali per vincerla!

A proposito, visto che sono venuta a trovarti tra le recensioni della tua ficcina? Spero che ti abbia fatto piacere, come tu fai contenta me ogni volta che arrivi con un nuovo commentino! Mi raccomando, aspetto il prossimo capitolo, sono curiosa di saperne di più!^__O Baciottoni alla fragola, tvttttttttttb!!

ssssssssssssss

Bambi88: Roby!! Come stai? Eccomi finalmente tornata con il nuovo capitolino…! Allora, che ne pensi della sfida che Bulmina ha lanciato a Veggy? Hm, e qui le cose si complicano…! Sai, credo che tu abbia ragione…Rivedendo i capitoli indietro, ho notato che in effetti ho davvero reso il rapporto tra i due come il più “piccante”! Ma ci credi che in realtà non me ne rendevo conto nemmeno io? Comunque sono veramente contenta che tu abbia formulato questa opinione su di loro! Lo sono particolarmente, anche perché era mio intento quello di non trascurare nessun personaggio(anche se ormai si sa chi sono i miei prediletti!^_________^) (ma guarda, non l’aveva capito nessuno!! Ù____U NdRoby), e spesso ho avuto quella sensazione mentre scrivevo…Ma constatando che per fortuna ci sono diverse persone(te compresa!)che apprezzano comunque lo sviluppo della situazione anche se non sono i personaggi principali, bè…davvero, non potrei chiedere di meglio!^^ Sigh sigh…sono contentissima!! T___T Ecco, ora mi è preso un momento di commozione!!

Comunque, immaginarsi Veggy su un cavallo bianco, magari con tanto di cappello con piuma e spada sguainata…!! AH BE’!! *Sbav sbavissimo*^^ Sì, indubbiamente il perfetto principino da favola!!XD

Ehi, ma davvero anche tu hai avuto una prof di italiano…difficile(ehm…sai, per non usare un altro termine che vorrei tanto gridare in faccia al mio professore è meglio ricorrere a questo!!)?! accidenti…si vede che è il nostro destino di fanfictionare! *Ale chiama Louis May Alcott e le chiede di scrivere “Piccole scrittrici crescono” * Ti ringrazio davvero tantissimo per le tue dolcissime parole di conforto, sei riuscita a farmi riprendere del tutto da un piccolo periodo di abbacchiamento…*Ale scruta con fare minaccioso la pagella* Mi hai davvero COMMOZIONATO, e non scherzo!

Un baciottolo grandissimo alla vaniglia, e a presto! Ti voglio tanto bene!!

P.S. Grazie per l’interessamento! Finalmente, la settimana scorsa ho levato il punto e ora, al suo posto, il mio polso sinistro presenta una STUPENDA CICATRICE che mi dà un’aria così vissuta!!^^

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LeftEye: *Ale si prostra davanti a Vero e la benedice* Ma grazie, carissima, per aver rimarcato i complimenti! Non un difetto? Hm…io ne dubito parecchio! Non sai quanti ne trovo ogni volta che rileggo quello che ho scritto! Vabbè, sorvoliamo che è meglio, sennò mi divago!^^

E un caloroso BUONGIORNO a Veggy!! Eh sì, ormai sta cominciando a mostrare segni di vita…ehm, di interesse!!^^ E ora ci si mette anche la sfida…! Cosa te ne è parso? Credo che Bulmina dovrà fare i salti mortali per riavere le sue valigie al più presto, ma staremo a vedere!...Sai, ehm…devo ancora farmi venire in mente qualcosa!! Comunque, se hai qualche suggerimento o qualcosa che vorresti che succeda, fammelo pure sapere!(Ah! E adesso vorresti pure il lavoro facilitato?! Ù__U NdLeftEye) (Ehm…^^”””” NdAle)

E vabbuò…Allora ci sentiamo presto! Che bello, adesso abbiamo così tante vie per incontrarci!!^^ Tanti baciottoni al cioccolato, my love!! Ti vu bì!!^^

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Son Giuggy90: *Trombette che suonano e campane a festa* Gemellina!!! Macciao! È finalmente arrivato un piccolo accenno di Magic Moment! Piaciuto? Spero di sì!! *Bavetta sul pavimento che si allarga sempre di più* Ma per il Magic Moment vero e proprio, purtroppo, bisogna aspettare ancora un pochino! Ma non temere, farò del mio meglio per renderlo il più magic possibile! Gokuccio…ma non è adorabile?? Ehm…forse mi sono immedesimata un pochino troppo nella parte di Chichi!^^ Oh bè, ma in fondo…GOKU…TI AMIAMOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Tutto è lecito!

Davvero presto aggiungerai un nuovo capitoletto in “Le nozze di Goku e Chichi”? *___* Wooooooow!! Non vedo l’ora di leggerlo!!...Oh, e naturalmente aspetterò con ansia anche il quarto chap dell’altra ficcy! …In cambio, spero che tornerò presto con un nuovo aggiornamento! Anche se ammetto che per ora ho solo un’ideuzza piccola piccola…dovrò spremermi le meningi fino a spappolarmi!!^^

Baciottolissimi grandi grandi alla crema, gemellina! Ti voglio tanto bene!!

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GT 18: GT! Che bella sorpresa, benvenuta!!^^ Grazie mille per i complimenti, sono contenta che la ficcy ti piaccia!!^^ Eh sì, povero Crilin…in effetti non è sempre trattato bene, ma devo dire che è uno dei miei personaggi preferiti…non si arrende mai! E vedrai che non mollerà di certo la speranza di conquistare la cara C18!!^^ Stai pur certa che l’happy ending non mancherà di sicuro! Credo che nel prossimo capitolo farò accadere qualcosa tra loro due…staremo a vedere!

Ah, ecco una cosa che volevo dirti da tempo! Devo davvero farti tanti complimenti per i tuoi bellissimi disegni! Sai, anche io spesso gironzolo nel sito di Dragon Ball Arena, e mi sono imbattuta nei tuoi lavori! Ma sei davvero bravissima!!^^ I disegni, e anche i fumetti(la storia della patatina è DA OSCAR, cara mia!XD)…Molto originali! Spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto! Mi raccomando, fammi sapere cosa te ne è parso, ci tengo davvero molto!^^

Tanti baciotti alla panna, carissima! A presto!

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Kay: Ecco qui il mio friulano adulatore preferito!^^ Eh eh! Come si dice…sfida all’ultimo sangue!! Piaciuto il dialogo finale? Spero di sì!!

Allora, passiamo alla tua proposta, che credo sia la cosa che ti preme più di sapere…! Bè…Oddio…Non prendertela, ma sinceramente non è nelle mie intenzioni quella di farmi un fidanzato per Internet! Non mi riferisco alla descrizione del tuo aspetto o cose simili(anche perché sembri molto simpatico e un ragazzo niente male!), ma semplicemente al fatto che questo tipo di relazioni non sono propriamente ciò che vorrei, capisci? Ma in ogni caso, sarei davvero felice di approfondire l’amicizia, se ne hai voglia! Però non voglio che nelle recensioni si divaghi troppo dall’argomento della ficcy(scusa, ma in queste cose sono un pochino pignola!), per cui facciamo così: se hai davvero voglia di conoscermi meglio, il mio account può aiutarti. Ma spero comunque che continuerai a recensire la mia storia, ci tengo molto! Ok?

Bacioni, a presto!

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Lyla: Eh sì, era decisamente ora che dessi una possibilità ai pelati di riscattarsi! Poveracci…anche loro ne hanno il diritto, no?^^ Davvero ti stai appassionando alla storia fra Goku e Chichi? Aaah, allora spero vivamente che il nuovo capitolo abbia soddisfatto, anche se non si è andati molto a fondo, la tua passione! Ci tengo molto! E cosa te ne pare dell’accordo fra Bulma e Vegeta? Spero che l’abbia reso intrigante quanto basta!

Ah, se non sbaglio quest’anno hai la maturità, vero? Un enorme in bocca al lupo, sono sicura che riuscirai benissimo!^__O

Baciottolissimi dolciosi, a presto!

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Noesis: Benvenuta, Noesis!! Grazie mille per la tua recensione, sono veramente contenta che la mia ficcy ti piaccia!!^^ Evviva! Allora, come sono andati gli scritti degli esami? Sono sicura che sarai stata grandiosa! Eh, purtroppo ti capisco…la matematica è veramente una BRUTTA BESTIA…te lo dico io che faccio il liceo scientifico!! Roba da manicomio! *Ale scruta torva la pagella* Mi raccomando, voglio assolutamente sapere come è andata! E in bocca al lupo per gli orali! Tranquilla, niente di troppo traumatico! …E io, in cambio, prometto di fare del mio meglio per rendere più approfondito il rapporto tra Lunch e Ten e fra…Bulma e Veggy!^^ A proposito, cosa te ne è parso della sfida che si sono lanciati? Intrigante quanto basta?^^

Tanti tanti bacioni all’arancia, dolcissima!! Spero di ritrovarti presto tra le recensioni!

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Grazie a Kiki87 che mi ha dato l’idea su come sfruttare il personaggio di Freezer! Grazie mille, Saretta!! Ti voglio tanto bene!

E ne approfitto per augurare un enorme in bocca al lupo a lei e a tutti coloro che quest’anno si stanno preparando ad affrontare questo fatidico esame di maturità!!^^

Bacio bacio!!

Alessandra

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Beach volley ***


.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.

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CAPITOLO 11: Beach volley

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“Etcì!” C18 si portò una mano davanti alla bocca e si soffiò il naso con l’altra, rabbrividendo.

Bulma, inginocchiata di fianco a lei, le sistemò un panno umido sulle spalle e le passò una mano sulla fronte. “Accidenti, sembra che il bagno di ieri notte non sia stato molto salutare, vero?”

“Tu che cosa ne dici?” ringhiò la biondina con voce tipicamente nasale. “Sniff…”

Lunch le si avvicinò portando tra le mani una scodella fumante e gliela porse. “Stai attenta, è bollente…”

“Che cos’è?”

“Una tisana contro l’influenza! Credimi, un vero toccasana!” spiegò Lunch incrociando le dita e sorridendo con fare materno.

“Dall’odore non si direbbe…” mormorò Bulma scoccando un’occhiata disgustata al liquido verdastro contenuto all’interno della ciotola.

“Per fortuna che io non posso sentirlo, allora” sospirò C18 che, dal canto suo, non aveva un granchè voglia di ingurgitare quella brodaglia sospetta.

“Dai, buttala giù tutta d’un fiato!” la incitò Lunch con allegria.

“Hmf” sbuffò la ragazza tirando su col naso. “Comunque non è niente, è solo un banale raffreddore…”

“Cerca di non attaccarlo a Lunch, allora!” le bisbigliò Bulma nel momento in cui la diretta interessata era impegnata a prelevare un cucchiaio dal cassetto della cucina. “Se cominciasse a starnutire a raffica, non avremmo più un momento di tranquillità!”

Quando la ragazza tornò a raggomitolarsi accanto alle altre, C18 le lanciò un’occhiata preoccupata e spaventata. Tornò a scrutare la scodella con il viso contratto in una smorfia.

“…Devo proprio?” pigolò stancamente.

“Aha” confermarono Lunch e Bulma costringendola a portare avanti il proprio viso, fino a farle scorgere il proprio riflesso nel liquido.

“Non è che sia un fluido letale, vero? Dal colore sembrerebbe proprio…” tentò di sfuggire la biondina, ma le altre due scossero la testa prima che potesse concludere la frase.

C18 deglutì e si umettò le labbra. “…Se muoio avvelenata sarà tutta colpa tua!”

E inclinò la scodella verso di sé.

“Ehi, Chichina, dove sei? Vieni qui, ti stai perdendo uno spettacolo fantastico!” urlò Bulma rivolta all’amica moretta, con il busto poggiato sul davanzale della piccola finestra.

Era da parecchi minuti che rimaneva ad osservare il paesaggio circostante, senza realmente godere dei colori e dei riverberi creati dai riflessi delle gocce residue di pioggia che il tiepido sole mattutino plasmava; i suoi pensieri erano completamente proiettati a ciò che era successo durante la sera prima. Quel gioco di sguardi con Goku…Quel contatto tanto bramato…E poi niente di più.

Quando si erano congedati, lui l’aveva salutata come se non fosse successo nulla: il solito sorriso radioso e una mano che sventolava nell’aria piovana. Che l’avesse fatto volutamente a causa della presenza dei rispettivi amici? Del resto, aveva già notato che spesso si impappinava, cercando di instaurare una conversazione con un individuo di un altro sesso.

O forse per lui non era significato niente quell’incontro nell’acqua marina, al largo, distanti quanto bastava dal resto del gruppo…Ma no, era impossibile! Lui stesso aveva preso l’iniziativa nel venirle incontro, non avrebbe potuto calpestare quella piccola farfalla di affetto reciproco.

Una fugace goccia di pioggia percorse le venature di una foglia d’acero e precipitò a terra, squarciando in due metà lo scenario antistante la ragazza, smovendola dal torpore in cui era immersa. Il richiamo di Bulma fece il resto.

“Insomma, Chichi, sono ore che sei lì impalata davanti a quella finestra! Cosa aspetti, il piccione viaggiatore?” Bulma la strattonò per un braccio e la condusse dalle altre.

“Oh…” bofonchiò la moretta, che non si era ancora completamente riscossa dal turbamento precedente. “No, niente…”

Portò lo sguardo sulla malata di turno. “C18! Cosa…cos’è quella faccia?!”

L’interpellata mostrava una tremenda smorfia di disgusto, il naso arricciato e la fronte aggrottata.

“Cosa c’è che non va? Non hai neanche potuto sentirne il sapore, col naso chiuso…” osservò Chichi esaminando la ciotola svuotata, ancora umida di tisana.

“Era…viscida…” ansimò la biondina facendo uno sforzo immane nel pronunciare quelle due semplici parole. “E…e poi c’era dentro qualcosa di strano…una specie di pappetta…”

“…Prugne a tocchetti!” concluse Lunch aprendosi in un gran sorriso raggiante. “Bè, è l’ingrediente più importante, oserei dire!”

C18 ingoiò il vuoto e spalancò gli occhi lucidi. “Prugne a tocchetti?!”

“Ah…” sospirarono Bulma e Chichi facendo vagare lo sguardo prima a C18, poi all’erborista improvvisata.

“Bè…speriamo che almeno mi faccia effetto, questa robaccia!” concluse la biondina incrociando le braccia al petto e sollevando la testa al soffitto. “Ma sia ben chiaro che al mare non rinuncio!”

“Certo che no! Chissà, magari ti farà bene respirare un po’ di aria salmastra!” esclamò Lunch portandosi un dito alla guancia con fare sbarazzino.

“Allora consiglio di andare, altrimenti troveremo tutto affollato!” propose Chichi afferrando un costume giallo canarino appoggiato sul letto e chiudendosi in bagno.

“Ehi, Chichi, quello è il costume che avevo scelto per me!!” si lamentò Bulma poggiando l’orecchio sulla porta appena chiusa.

Punto primo, questo costume è mio e tu me l’hai preso senza permesso” rispose la moretta dall’altra parte del legno. “E punto secondo, il giallo fa a botte con i tuoi capelli!”

Alla seconda osservazione, la ragazza trasalì, punta sull’orgoglio. “Cosa…? QUESTO NON È AFFATTO VERO! Io sto bene con qualsiasi colore, non venirmi a dire che…”

“Smettila, Bulma! Ti presto il mio bikini arancio, d’accordo?” disse Lunch cominciando a frugare nella sua sacca.

“Hmf…D’accordo, carissima amica mia!” pronunciò la ragazza ad alta voce con il chiaro intento di farsi udire dall’altra amica. “Non come certi mostri che si chiudono dentro il bagno come delle codarde!”

“Aspetta solo che ti metta le mani addosso e vedrai chi è il vero mostro!” urlò la moretta, la voce soffocata ma comunque chiara.

“Siamo assatanate oggi, eh?” sogghignò Bulma picchiettando sulla porta. “Tranquilla, avremo modo di riappacificarci molto presto! Giusto il tempo che arrivi Yamcha…”

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La sabbia non aveva ancora completamente assorbito l’acqua ricevuta per tutta la durata del giorno precedente, ma questo piccolo inconveniente non aveva di certo bloccato il flusso degli abitudinari frequentatori della spiaggia, che anzi vi si erano riversati in maggiori quantità sperando di poter recuperare le ore di sole perdute.

“Accidenti, quanta gente! Neanche ci si passa!” esclamò con disappunto Bulma facendosi strada a forza fra i vari ombrelloni piantati nel terreno.

“Sarà difficile trovare un posticino all’ombra, stamattina…” osservò Chichi voltando la testa in ogni direzione, schivando un pallone gonfiabile che le sfrecciò di fronte al viso.

“Forse i ragazzi sono già qui e ci hanno tenuto il posto!” ipotizzò C18, che non vedeva l’ora di poggiare tutto ciò che teneva in mano e rilassarsi sulla brandina: quel raffreddore le stava facendo venire più spossatezza del previsto.

Alle parole della biondina, Chichi ebbe un leggero sussulto. “Bè…Sì, forse è così…Anche se quasi sicuramente sono ancora nelle loro tende…”

“Già, in fondo non sono molto lontane da qui” confermò Bulma raccogliendo una piccola conchiglia che sporgeva parzialmente dalla sabbia e osservandola con disinteresse.

Il piccolo gruppo continuò con il suo cammino per qualche altro metro, fino a che non furono costrette a spostarsi direttamente al margine della spiaggia, accanto alla staccionata di recinzione.

“E adesso che si fa?!” domandò Lunch constatando di essersi praticamente isolate dal resto dei bagnanti.

“Ci accampiamo qui, è ovvio!” disse C18 gettando a terra la borsa a tracolla e le sdraio che teneva sotto il braccio destro. “Non ce la fac…Etcì!”

“Vuoi un fazzoletto, C18?” chiese automaticamente Lunch imitandola e cominciando a frugare all’interno della sua sacca, gettando all’aria flaconi di creme solari, asciugamani, occhiali da sole e libri alla ricerca del pezzo di stoffa tanto bramato.

“Lascia perdere, Lunch” La biondina interruppe la sua foga poggiandole una mano sulla spalla. “Non è niente, non ne ho bisogno. Forse fare due passi sotto il sole mi farà bene…”

“M-ma hai intenzione di fare una passeggiata senza di noi?” le chiese Bulma fingendo un’espressione afflitta e tradita.

“Certo che no” rispose prontamente l’altra. “Vado a cercare Crilin, Goku e gli altri! Voi aspettatemi qui, non ci metterò molto, giusto il tempo di arrivare al luogo in cui sono accampati.”

“Oh…d’accordo” sospirò Lunch. “Allora io…io vado a…a prendere un po’ d’acqua, ok?”

E si allontanò accanto a C18, prendendo presto la sua direzione opposta e sparendo alla vista. Chichi e Bulma, rimaste sole e scioccate, si guardarono l’un l’altra.

“Va…a prendere l’acqua?!” esclamò la moretta sgranando gli occhi tanto era turbata.

“M-ma…L’acqua del mare è salata!!” sbottò Bulma schiaffeggiandosi le guance con entrambe le mani.

“E-e oltretutto qui nella borsa abbiamo parecchie bottiglie d’acqua fresca!” aggiunse Chichi prelevandone una e mostrandola all’amica con le mani leggermente tremolanti.

Bulma rimase per qualche attimo in silenzio, immersa nei suoi pensieri, con le braccia incrociate al petto.

“Forse…Forse non è andata al bagno, prima di uscire dal bungalow…”

“Sì, forse…”

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La sabbia rovente accoglieva le sue impronte con morbidezza, per poi darle in pasto alla spuma marina che, ingannandole con una mossa repentina, compensava il dislivello spianandone la superficie e cancellando ogni residuo antico.

Adorava quel continuo giocare a rimpiattino tra quei due elementi di natura così diversa; spesso era bastato rimanere ad osservarli per ritrovare la tranquillità dopo l’attacco di uno starnuto particolarmente violento e che, purtroppo, riusciva sempre ad innervosirla…soprattutto a discapito delle sue amiche!

“Avrebbe dovuto essere da queste parti…” mormorò fra sé Lunch ravviandosi la folta chioma scura. Eppure le aveva descritto con precisione il luogo che utilizzava per i suoi abitudinari allenamenti mattutini, addirittura le aveva lasciato un piccolo schizzo su di un tovagliolino di carta…Non molto artistico, ma dalle indicazioni piuttosto chiare.

Uno spruzzo d’acqua si infranse sugli scogli arenati a riva e, dopo un piccolo rimbalzo, andò a bagnarle le caviglie, donandole immediatamente una sensazione di sollievo.

La ragazza sollevò la testa al cielo terso e privo di nubi, respirando profondamente.

E poi l’occhio le cadde sulla persona che stava cercando.

La sua sagoma possente era resa scura da un curioso gioco di luci ed ombre, ma il suo profilo pronunciato e i suoi movimenti erano inconfondibili; in equilibrio su di uno scoglio particolarmente appuntito, stava sferrando calci e pugni a ripetizione al vento, come se si stesse battendo contro un nemico invisibile. La sua espressione lasciava intendere il suo alto livello di concentrazione, che non accennava a diminuire.

“HA!” Un calcio ben assestato attraversò un’onda che si era appena sollevata, provocando diversi spruzzi dovuti all’impatto violento.

Lunch avrebbe desiderato con tutto il cuore rimanere lì ad ammirarlo senza interferire né proferire una parola, ma poi si ricordò delle sue amiche che la stavano aspettando. Facendo il più silenziosamente possibile, si avvicinò di soppiatto alla roccia interessata, si portò le mani a coppa davanti alla bocca e gridò a squarciagola: “Tensinhan! Vieni, gli altri ci stanno aspettando!”

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C18 non ci mise molto tempo a portare a termine la sua missione, e in meno di cinque minuti era già di ritorno con l’intero gruppo dei ragazzi alle calcagna, compreso Yamcha, che era andato da loro di buon’ora per reclamare il proprio costume con i granchi e le stelle marine, prestato a Nappa pochi giorni prima.

“Buongiorno, ragazze!” le salutarono allegramente Goku e Crilin con un gran sorriso.

Bulma rispose al gesto con enfasi, ma Chichi distolse lo sguardo imbarazzatissima; le sue guance avevano già cominciato a prendere colore non appena aveva saputo che la loro amica sarebbe andata a chiamarli.

Goku se ne accorse e la scrutò con fare interrogativo, grattandosi una guancia con un dito.

“Ora aspettiamo Lunch e poi possiamo andare a fare il bagno!” esclamò C18 controllando l’orologio. “Ma chissà dove si è cacciata…”

“Tutti tranne me, comunque…” mormorò tristemente Bulma sedendosi su una brandina colorata. “Sigh…Uffa, ma perché tutte a meeeeee?!”

“Che ti prende, donna?” le chiese Vegeta avvicinandosi mostrando un sorrisetto furbo. “Ancora problemi con la tua settimana ketchup?”

Bulma sgranò gli occhi e lasciò precipitare la mascella verso il basso, avvampando violentemente. “M-ma…ma…BRUTTO CAFONE CHE NON SEI ALTRO! TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI RIVOLGERTI A UNA SIGNORA COME ME?!”

Vegeta si riparò abilmente dalla scarica di pugni che la giovane stava abbattendo su di lui, e intanto sghignazzava crudele senza preoccuparsi dei suoi occhi che lanciavano lingue di fuoco. “Ma perché, scusa? Io mi preoccupo per te e tu mi ringrazi in questo modo? Hun…una ragazza non dovrebbe essere così rozza, lo sai?”

“Eh già!” confermò Nappa, che aveva assistito all’intera scena con molto interesse.

La ragazza proseguì nello sfogare la sua ira finchè, stremata, non abbassò le braccia e ansimò con affanno.

“È stata una bella lotta, donna” disse Vegeta passandole un dito sotto il mento con fare seducente. “Ma io attendo con ansia l’esito della nostra scommessa, sai?”

“Grrr…SPARISCI!” latrò Bulma mollandogli uno spintone sul petto e costringendolo ad indietreggiare; i suoi capelli si erano scompigliati parecchio.

“Ehi, ecco Lunch e…Tensinhan e Jiaozi!” si sorprese Chichi indicando due figure lontane che si avvicinavano sempre di più.

“Scusate il ritardo, ragazzi!” disse Lunch incrociando le mani in grembo. “Ho fatto un po’ di fatica a trovare…ehm…a trovare l’acqua!” si corresse un momento prima di pronunciare il nome del ragazzo accanto a lei, arrossendo lievemente.

“Bè, infatti non l’hai trovata…” notò Bulma aggrottando le sopracciglia con una gocciolina di sudore sulla testa.

“Basta, andiamo a farci un tuffo!” esclamò Radish afferrando Chichi per un braccio e strattonandola verso il bagnasciuga, ignorando le sue proteste e incitando gli altri a seguirli.

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Quel ragazzo era peggio di un mollusco, in quanto a parlantina; come al solito, stava sonnecchiando sotto l’ombrellone con la schiena poggiata sul bastone di sostegno e le braccia conserte al petto. Diavolo, quanto la faceva andare in bestia!

Non ne poteva più di rimanere lì seduta con le mani in mano, senza far niente di utile! Mise su un’aria superba e si alzò dalla sdraio, senza provocare la minima reazione in Vegeta.

“Io vado a farmi una passeggiata, ci vediamo” informò Bulma con tono seccato. Diede le spalle al ragazzo e si diresse verso la parte occidentale dello stabilimento, che lei e le sue amiche non avevano mai esplorato nei giorni addietro.

“Quanti cespugli…Chissà quante coppiette ci si sono nascoste in questi anni!” pensò fra sé la ragazza ridacchiando divertita nell’osservare le fronde riccamente provviste di ramoscelli e tenere foglioline verdi.

Fece per tornare indietro, quando un piccolo sentiero nascosto da una fitta coltre di frasche attirò la sua attenzione; scostando rami e foglie da davanti gli occhi, percorse quella stradina quasi invisibile a distanze abbondanti: lei stessa, infatti, se non si fosse avvicinata probabilmente non l’avrebbe mai notata. Non era molto lunga e, quando finalmente superò anche l’ultimo cespuglio ingombrante, si ritrovò nel bel mezzo di uno spiazzo. Artificiale, senza dubbio: era delimitato per tutto il perimetro da una staccionata di legno e gli eventuali dossi erano completamente spianati.

“Caspita…” Bulma era rimasta particolarmente colpita da quella disposizione, ma ciò che i suoi occhi incrociarono un attimo dopo la fecero rimanere quasi di stucco, sentendosi percossa da scariche di adrenalina.

Al centro esatto della radura, sorretto da due pali evidentemente malfermi ma dalle condizioni accettabili, si ergeva una rete da pallavolo in ottimo stato di conservazione. La ragazza vi si avvicinò e la esaminò da ogni angolazione, annuendo con soddisfazione: i filamenti che la tessevano erano formati da un materiale particolarmente resistente. Passandosi una mano sul mento, si chiese come mai quel campo improvvisato fosse stato posto in un luogo così poco agibile e isolato rispetto al resto dello stabilimento…

“Bè, non ha importanza!” esclamò d’un tratto battendo un pugno sull’altro palmo. “Anzi, avevo giusto voglia di farmi una partitina!”

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“Venite, forza! Sono sicura che lo troverete fantastico!” Bulma incitò Chichi e Lunch dando loro delle leggere pacche sulla schiena.

“E non spingere!” protestò la moretta sbuffando e lanciandole un’occhiataccia trapassante. “Per oggi ne ho abbastanza di strattoni e spintoni!”

“Ti credo…prima, per poco Radish non ti ha staccato un braccio!” sussurrò C18 all’amica, che ridacchiò con fare complice: come poterle darle torto? Decisamente Radish non si comportava con molta gentilezza per quanto riguardava l’incolumità fisica delle ragazze…

“Allora, dov’è questo campo di pallavolo, sempre che esista?!” sbottò Nappa picchiettando nervosamente sulla spalla di Bulma. “Sono stufo di camminare, mi stanno andando a fuoco i piedi!!” protestò sollevandone uno e mostrandone la pianta, che era diventata di un bel colore rosso gambero.

“Scusa, ma…perché non ti sei messo le ciabatte?” disse Goku all’amico indicando le infradito che calzava. Nappa le fissò avido e si passò una mano sulla pelata umida. “Ma sai che non ci ho minimamente pensato, Kakaroth?!”

Crilin cadde a gambe all’aria, senza però rimanere particolarmente scandalizzato da quella affermazione: ormai era risaputo che una buona parte dei bicipiti di Nappa altro non erano che materia grigia sottratta impunemente al cervello.

Radish affiancò Chichi e Bulma e soffermò lo sguardo su quest’ultima. “Sono stanco anch’io, veramente! Manca ancora parecchia strada? Non vedo l’ora di farmi una birra!” E mostrò alle ragazze un paio di lattine che aveva tenuto strette in entrambe le mani fino a quel momento.

“Sarei contento se quelle due birre fossero diventate calde!” sussurrò Crilin a Goku, che sorrise divertito e gli strizzò un occhio come segno di intesa.

Con grande giubilo di Radish e Nappa – e di C18, che ormai da parecchi minuti provava un impellente desiderio di soffiarsi il naso, Bulma condusse il gruppetto attraverso il passaggio seminascosto e sbucarono all’interno della pianura. Nappa emise un sonoro sbuffo e si accasciò a terra, stremato.

“Pappamolle!” lo rimproverò Vegeta scoccandogli uno sguardo di puro disgusto. “E tu saresti un membro di noi Saiyan?!”

A quelle parole, il pelato scattò in piedi e si spolverò via dal torace la sabbia in eccesso, vergognandosi terribilmente. “Hai…hai ragione, Vegeta…scusami…”

A parte loro due, il resto dei ragazzi era impegnato a fissare la rete da pallavolo - o meglio, chi occupava il campo, chi con occhi sconsolati, chi incuriositi, chi assetati di sangue.

“E questi qua…da dove sono saltati fuori?!” sbottò Bulma furiosa indicando i cinque ragazzi impegnati in una accanita partita di pallavolo.

Goku li osservò attentamente per qualche secondo, dopodichè fece schioccare le dita e spalancò gli occhi. “Ora ricordo! Quelli sono i membri della squadra Ginew!”

Gli sguardi agghiacciati di tutti si posarono sul moro.

“Eeeeeh?! La…la squadra Ginew?!”

“Quelli contro cui avete combattuto l’altro giorno?!” esclamò Chichi spaventata, studiando i cinque giocatori improvvisati, alle prese con un ridicolo balletto gioioso.

“Bravo, capo, hai fatto punto!” stava urlando il gigantesco Likoom saltellando sul posto.

“Sì, sono il più forte!” esclamò Ginew trionfante sferrando un pugno in alto e provocando una serie di ovazioni estasiate da parte del resto del gruppo.

Bulma sbuffò violentemente esprimendo il suo chiaro disappunto. “Pfui! Che rompiscatole! Ci hanno sottratto il campo ingiustamente! Insomma, ero qui fino a cinque minuti fa!”

“Dobbiamo escogitare un modo per riprendercelo” suggerì Yamcha, che sentì crescere dentro di sé una voglia irrefrenabile di imporsi su di loro; amava la competizione, quello era ovvio…

“Lasciate fare a me!” intervenne Radish che, dal canto suo, più che di una partita di pallavolo aveva un impellente bisogno di sferrare qualche pugno; puntò il dito contro Guldo, che data la sua statura non se ne accorse nemmeno, e sillabò scandendo ogni singola lettera con fare minaccioso: “Ehi, voi…!”

Al richiamo improvviso, la squadra Ginew interruppe il loro balletto artistico in cui si erano appena lanciati e puntarono gli occhi sul capellone.

“E tu...cosa vuoi?” chiese Ginew assumendo un cipiglio pericoloso nel momento esatto in cui fece un passo avanti.

“È ovvio, voglio il campo!” esclamò l’altro portando le mani sui fianchi.

Ginew e gli altri membri del gruppo rimasero a fissare il ragazzo, attoniti; poi, con tanti sbuffi mal soffocati, esplosero in una cavernosa risata sguainata.

“Che cosa?! Tu vorresti forse farci credere che noi dovremmo sloggiare per lasciare il posto a uno come te?!” sghignazzò Jeeth tenendosi la pancia con entrambe le mani, dolorante per il gran ridere.

Una vena della tempia di Radish cominciò a pulsare nervosamente e il sangue confluì alle sue gote, pronte a scoppiare da un momento all’altro; ma la possente voce che costrinse la squadra Ginew ad interrompere il proprio attimo di divertimento non fu la sua, bensì quella di Vegeta, che stava in piedi di fianco all’amico, lo sguardo fermo e glaciale.

“Giochiamocelo” pronunciò con portamento fiero: i suoi pugni erano chiusi in una stretta morsa, ma non davano l’impressione di voler sfogare la propria ira interiore.

Fu in quel momento che Ginew si rese conto di chi si trovasse davanti. Si passò un dito sotto il naso e mostrò i canini appuntiti. “Hun…ora è tutto chiaro…voi siete i Saiyan, non è così? Quelli che hanno cercato di soffiarci il titolo di campioni l’altro giorno, non è vero?”

“Ooooh, capo, che spirito di osservazione!” mormorò Butter affascinato.

“Vedo che hai una buona memoria” sogghignò Vegeta facendo scrocchiare le dita delle mani. “Complimenti…per una zucca vuota come te è un buon traguardo!”

Ginew non raccolse quell’ultima provocazione, ma si limitò a far combaciare i polpastrelli davanti al viso, schioccando la lingua. “Una sfida, eh?” ripetè con sguardo minaccioso. “Perché no? Accettiamo con piacere!”

“Hm, interessante!” gioì Goku sfilandosi la maglietta e gettandola a terra. “Avevo proprio voglia di un bel match!”

Chichi osservò il ragazzo con morbosa attenzione: ancora quegli occhi fiammeggianti, quelli che prendevano il posto di quelli neri e profondi da cucciolo ogni volta che si trovava in procinto di uno scontro…

Gli stessi che, la sera prima, avevano sfavillato per lei.

“Chichi, spostati, devono cominciare!” la avvertì Bulma conducendola in disparte ed interrompendo, per l’ennesima volta, il flusso dei suoi pensieri. “A meno che tu non voglia cantare l’inno nazionale, ma non credo sia il caso, francamente…”

“Ehi, ragazze…non pensate che…insomma…ci stiano mettendo un po’ troppa passione?” notò C18 guardando le sue amiche con aria interrogativa. “In fondo è solo una partita di pallavolo…”

“Io i ragazzi…proprio non li capisco!” esclamò Bulma esasperata.

“Eh già…” confermò distrattamente Chichi, pervasa da un’improvvisa sensazione di serenità interiore.

Le due squadre, composte ognuna da cinque giocatori(a causa della discordanza numerica e del fatto che nessuno dell’altro gruppo volesse schierarsi con Ginew, si era deciso di fare a meno di un giocatore), si schierarono alle due parti opposte del campo, fissandosi l’un l’altro con astio.

Vegeta e Ginew si incontrarono faccia a faccia al centro del campo in qualità di capitani; il primo dei due aggrottò le sopracciglia e si aprì in un sorriso maligno, sibilando minaccioso: “Campo o palla?”

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“Bè, dobbiamo ammettere che un applauso se lo meritano proprio!” Lunch sorrise e cominciò a battere le mani con energia.

“Sì, è stata una bella partita!” confermò C18. “E in più, abbiamo conquistato il campo!”

La squadra Ginew si allontanò dai vincitori, impegnati a festeggiare il trionfo con pacche sulle schiene e urla di giubilo, con la testa bassa e lo sguardo da cane bastonato.

“Ce la pagherete cara!” sibilò Jeeth lanciando loro un’ultima occhiata fulminante. “Il nostro capo non si arrende mai, è sempre il più forte e potente di tutti!”

“Sì, è proprio così!” E, con passo malfermo, i cinque elementi ciondolarono al di là del sentiero.

Goku battè le mani e incitò le ragazze a raggiungerli sul campo.

“Stavolta possiamo giocare senza escludere nessuno!” annunciò strizzando gli occhi. Le ragazze mostrarono la loro allegria con un gran sorriso a trentadue denti.

“Cercate di non esagerare con la forza quando schiacciate, ragazzi” li ammonì Bulma. “Se dovessi prendermi una pallonata sul mio bel visino non vi perdonerei mai!”

“Tanto la differenza non si noterebbe più di tanto!” disse Vegeta schivando prontamente uno schiaffo volante.

Il gruppo si divise in due squadre assortite e la partita ebbe il via.

Una battuta, un’alzata e una schiacciata; un recupero e ancora una schiacciata. Tutti si stavano divertendo, nessuno escluso.

Chichi si spostò da un lato con movimenti rapidi e con un palleggio indirizzò la palla verso Lunch, che attendeva ad un’ala. “Schiaccia, Lunch!”

“Sì, io…Et…eet…ET-CHUM!!”

“Ahia…” bofonchiarono gli altri rendendosi conto del danno.

“ACCIDENTACCIO! SONO NERVOSA!” sbottò Lunch pestando i piedi e cercando qualcosa su cui sfogare la propria ira. Quando vide avvicinarsi il pallone, colse l’occasione al volo: si elevò in aria e le sferrò un potente schiaffo, mandandola a finire dall’altra parte della rete.

“ATTENTO, TENSINHAN!”

SBAM.

La palla lanciata ad una velocità spaventosa aveva preso in pieno il viso di Tensinhan, tramortendolo violentemente e scaraventandolo a terra.

“Oh no!” esclamarono all’unisono i ragazzi.

“Oh Kami, che cosa ho fatto?!” pigolò Lunch spaventata, improvvisamente calmatasi dopo essersi resa conto del suo gesto. Corse accanto al ragazzo, che giaceva ancora a terra, e gli sollevò la testa ricacciando indietro le lacrime. “Accidenti, guarda che cosa ho combinato! Lo porto subito a medicarsi!”

“Ti accompagno” si offrì il piccolo Jiaozi aiutandola a caricarsi il corpo quasi esanime di Ten su di una spalla.

I due – anzi, i tre, si allontanarono dal campo tra le esclamazioni scandalizzate di Lunch, che aveva incominciato ad incolparsi pesantemente e a maledire il suo tendere a diventare nervosa ad ogni starnuto.

“Speriamo che si riprenda presto” disse Goku preoccupato.

“Stai tranquilla, Lunch è un’ottima infermiera!” lo rassicurò Bulma. “Vedessi cosa non ha fatto, stamattina, per far passare il raffreddore a C18!”

“Puoi dirlo forte” confermò la biondina. “È una ragazza molto premurosa, fortunatamente per noi!”

“Allora, riprendiamo?” propose Radish alzando la palla in aria e mandandola dall’altra parte, dove venne prontamente ricevuta da Nappa, che la rimandò al mittente dopo averla passata a C18. Colui che ricevette la palla fu Crilin, che spiccò un salto in procinto di una schiacciata diretta proprio verso la biondina.

“Dai, schiaccia!” cominciò a stuzzicarlo lei, quando uno strano senso di solletico al naso la sorprese. “Oh no, non adesso! No…Sniff…Etcì!”

Purtroppo per lei, Crilin colpì la sfera nel momento esatto in cui lei aveva abbassato la testa per prendersi il viso tra le mani…

“Schivala, C18!” urlò Chichi, ma ormai era troppo tardi.

Un tonfo, un dolore sordo e poi il buio più totale…

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“Mi dispiace di averti colpito in quel modo…” Lunch prese un batuffolo di ovatta dalla cassetta del pronto soccorso e la imbevette di disinfettante. “Sai, anche tu hai visto che a volte mi prendono questi attacchi…come dire…violenti…”

“Non preoccuparti, non mi hai fatto molto male” mentì Tensinhan, che in realtà non era pronto ad un colpo del genere.

“Sarebbe davvero l’ora di trovare un rimedio a questo mio problema…” continuò lei passando il batuffolo sul suo naso arrossato e leggermente spruzzato di sangue.

“Ahi…” si lamentò lui debolmente afferrando il polso della ragazza come istintiva reazione al dolore. Quel gesto fece avvampare velocemente entrambi, e il ragazzo si affrettò a mollare la presa distogliendo lo sguardo.

Lunch, dal canto suo, finse di cercare qualcosa nella cassetta, ma in realtà il suo intento era quello di imitare Tensinhan. Staccò i due lembi di un cerotto e lo applicò sulla pelle appena umettata.

“Ecco fatto!” esclamò con foga per riprendersi dall’imbarazzo.

“G…grazie…” bofonchiò il pelato con un sorriso, evitando però accuratamente di incrociare gli occhi scintillanti della ragazza, orgogliosa di essere stata d’aiuto.

“Ehi, Crilin, come sta C18? Sì è ripresa?” chiese Jiaozi, che nel frattempo aveva preferito rimanere in disparte. Crilin, seduto al capezzale di un secondo lettino ottenuto da una branda, scosse la testa. “Accidenti, non avrei dovuto schiacciare con quella potenza!”

“Ma se ci hai sorpreso tutti! Non credevamo fossi così forte!” disse Tensinhan guardandolo raggiante.

Crilin lanciò un’occhiata alla biondina profondamente addormentata che giaceva sul lettino, soffermandosi su alcuni cerotti che le erano stati applicati su una guancia; le sfiorò il naso con un dito, sentendosi un verme. Perfetto, aveva tramortito la ragazza di cui si stava lentamente innamorando giorno dopo giorno con una forza inaudita che quasi non sapeva di avere. Ma come essere felici per un aumento di massa muscolare, se posto di fronte al danno che aveva provocato?

Si alzò in piedi di scatto e si infilò le mani nelle tasche del costume a pantaloncino. “Io…io vado a vedere che fine…che fine hanno fatto gli altri…Quando si risveglia…” e indicò C18 con un cenno della testa. “…pensateci voi, ok?”

“D’accordo, ma…” cominciò Lunch, ma il ragazzo aveva già solcato la soglia dell’infermeria, sparendo alla vista.

Tensinhan alzò le spalle e bofonchiò qualcosa di incomprensibile.

Solo due minuti dopo l’uscita di scena di Crilin, C18 digrignò i denti debolmente e sollevò le palpebre; si tirò su a sedere portandosi una mano sulla testa.

“Oh, ben svegliata!” la salutò Lunch raggiungendola e porgendole un panno bagnato.

“Oh, la mia testa…” si lamentò lei fissando l’amica ancora parzialmente stordita. “Che…che cosa è successo?”

“Oh, niente di che” rispose l’altra. “Hai preso una pallonata in faccia e hai perso i sensi a causa dell’azione combinata col raffreddore, tutto qui!”

“Ah…davvero?”

Lunch sorrise dolcemente. “Dovresti ringraziare Crilin, quando lo rivedrai…Ti ha portato fino a qui in spalla e ti ha vegliato per tutto il tempo in cui sei rimasta svenuta!”

A quelle parole, la biondina sgranò gli occhi, sorpresa. Davvero quel piccoletto l’aveva aiutata in quel modo? Questo…questo sì che l’aveva, in qualche modo, lusingata…

“Ehm…Sì, vorrà dire che…che quando lo rivedrò…lo ringrazierò di sicuro…”

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CONTINUA…

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Ragazzi, non so davvero che cosa dire…Sono terribilmente in ritardo, non so davvero come scusarmi per avervi fatto attendere così tanto!! E solo che purtroppo ultimamente ho trascorso alcune giornate veramente frenetiche…Con le ultime lezioni di danza che mi occupavano tutto il pomeriggio *Lacrime a cascatella pensando che riprenderanno a settembre e rimarranno sospese per tutta l’estate*, uscite varie con i familiari fuori città e visite di controllo al polso, davvero non ho avuto il tempo di concluderlo prima! Quindi non so veramente cosa dire, se non un gigantesco SCUSATE! Vedere che così tanti di voi attendono trepidanti un mio aggiornamento mi fa davvero commuovere…Siete fantastici, sul serio!^^ Mi auguro solo che il nuovo capitolo vi abbia soddisfatto…E speriamo che il prossimo arrivi il più presto possibile!! Altrimenti…rimproveratemi pure!!^^

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Pikkola Rin: Credo proprio che l’esito della scommessa sia esattamente quello che hai in mente tu! Vedrai, non ti farò rimanere delusa!!^^ Un bacione alla nocciola, dolcissima!! Alla prossima!! ^______^

P.S. Aspetto con ansia un nuovo capitolo di “Diario di un’avventura”! Mi hai fatto rimanere col fiato sospeso, non vedo l’ora di sapere cosa succederà!!

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Kay: Ciao friulano! Davvero non ti saresti immaginato la svolta nel rapporto fra Bulma e Vegeta? Bè, ti confesso che mi è venuto in mente durante la stesura…! Sono strana, io…

Ora, veniamo alla tua richiesta. Purtroppo temo proprio di doverti dare una risposta negativa…Non per cattiveria, ma per due semplici motivi:

- Faccio già fatica a gestire le storie nel mio account, perché questo presenta un problema che neanche l’amministratrice riesce a capire da dove venga: praticamente, ogni volta che aggiorno l’account mi modifica l’impaginazione e mi elimina gli spazi fra i vari paragrafi, per cui prima di pubblicare sono costretta a eseguire diverse modifiche utilizzando diversi programmi per evitare che appaia deformato o cose simili, e questa operazione mi porta via molto tempo. Se dovessi fare la stessa cosa con le tue storie, non avrei più un momento libero! Oltre che, scusa se lo dico, probabilmente finirei con lo stressarmi non poco!^^

- Onestamente, credo che avere un account personale sia molto più semplice da gestire, comprese le recensioni, l’impaginazione, il carattere di scrittura e tutto il resto. E poi, avendo un account privato, non avrai il mio stesso problema! Non preoccuparti se non ti funziona la posta elettronica, perché non è necessaria per inviare le tue storie. Comunque, ti ripeto che se hai qualche problema, puoi tranquillamente mandarmi una mail dove puoi espormi tutti i tuoi dubbi cliccando sulla scritta “Contatta”. E, come ultima cosa, per favore, non utilizzare la pagina delle recensioni per dirmi queste cose… Preferisco riservarla esclusivamente ai commenti, sinceramente parlando!^^ …Hai tutto il diritto di considerarmi una pignola, perché è proprio così!!

Un bacio!

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LeftEye: Divino, divino genio delle battute sulla SUOCERA!!^^ Senza di te la nostra “Settimana Ketchup” non sarebbe mai apparsa su queste pagine!!^___^ Grazie, grazie, GRAZIE mille per il consiglio!!! Era…perfetto! Come ho fatto a non pensarci?

Mi dispiace solo che stavolta Bulma e Vegeta non siano stati in primo piano, e neanche Gokuccio e Chichi…ma vedrai che si rifaranno presto!! …E tralasciamo questo capitolo di transizione!!^^ Comunque spero che ti sia piaciuto!! A prestissimo e tanti baciotti alla…fragola e limone! …Ti ricorda qualcosa?...E-ehi, no! Dai, metti già quell’ascia, stavo scherzando! Calmati!! XD

A presto…e ancora complimenti per “Un saiyan a Parigi”! E' stupenda!! Ti voglio bene, luuuuuv!!

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Lyla: La mia maturanda preferita!!^^ Inutile dirti quanto il tuo commento precedente mi abbia fatto piacere! Pensa che mi hai quasi commosso! Sapere di averti fatto stare col fiato sospeso durante la scena tra Gokuccio *Ale manda bacetti e cosparge il pavimento di margheritine* e Chichi in mezzo all’acqua è per me una soddisfazione davvero immensa! Ti ringrazio veramente tantissimo! E non preoccuparti, presto la tua curiosità verrà soddisfatta, perché ho già in mente una seconda scena fra i due piccioncini, e in quanto a romanticismo…Bè, posso solo dirti che ce ne sarà una buona dose! Eh eh…ti è piaciuto l’accordo fra Bulma e Vegeta?^^ Sai, ti dirò che mi è venuto su così, non era nemmeno previsto inizialmente! Lo so, sono parecchio strana…le idee mi vengono sempre mentre sto scrivendo!! Purtroppo nessuna delle due coppie si è vista tanto, stavolta…ma torneranno alla ribalta con i prossimi aggiornamenti, te lo prometto!^^ Grazie ancora per la tua gentilezza, e a presto, carissima!! Bacionissimi all’albicocca!!

P.S. Sono sicura che i tuoi esami sono andati benissimo!!...E meno male che sono finiti!^^

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Liz: Bentornata, cara!! Sono contenta che la mia storia continui a piacerti! Non preoccuparti, presto il rapporto fra Bulma e Vegeta si andrà delineando…fino al momento in cui non si deciderà dell’esito della scommessa!!^^ Probabilmente ti farò stare sulle spine ancora per un pochino, ma stai tranquilla, che presto la tua curiosità verrà soddisfatta!!

Ora, passiamo alla tua richiesta. Purtroppo temo di doverti dare una risposta negativa, ma non per cattiveria, bensì per due semplici motivi. Per evitare di fare copia e incolla, guarda la risposta già data a Kay: lì troverai le mie cause! Naturalmente invito anche te a contattarmi via mail cliccando sul tasto “Contatta” che è nel mio account! Sarò felice di darti qualche dritta su come destreggiarti nella pubblicazione, nella creazione dell’account personale e tutto il resto! E avrei una richiesta…per favore, non utilizzare la pagina delle recensioni per dirmi queste cose…Sarà che sono pignola(ed è VERISSIMO, purtroppo…!), ma preferisco riservarla esclusivamente ai commenti dei lettori, d’accordo?^^

Un baciottone al pistacchio, a presto!

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Kikkasha: Rancore?! Oh no, assolutamente! Hai tutto il diritto di esprimere la tua opinione sulla mia storia, anche se è negativa! Bè, sì…indubbiamente ho cambiato il carattere di Radish e Nappa, che per la loro natura non si sognerebbero mai di interessarsi così tanto alle ragazze!!^^ Però ho pensato che avrei anche potuto fare uno strappo alla regola, visto che entrambi sono comparsi pochissime volte nella serie. Chissà, magari, se fossero stati buoni, avrebbero veramente potuto innamorarsi di Chichi *Ale impugna un’ascia* o di qualcun altro personaggio femminile!^^

Per quanto riguarda il carattere di scrittura…Sì, uso il linguaggio HTML come vuole il regolamento del sito, e il carattere è chiamato “Verdana”. Pensa che invece io lo trovo così ordinato e pulito!^^

In ogni caso grazie mille per aver commentato…Le recensioni parzialmente negative sono sempre uno stimolo in più per migliorarsi!!^^ Un bacione grande!!

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Son giuggy90: Gemellina carissima!! Non sai quanto sono felice del fatto che il magic moment del capitolo precedente ti sia piaciuto! Davvero, detto una Gokufanatica(mitico duo!!^^)come te, è una soddisfazione immensa! Solo tu puoi darmi un giudizio del genere!^^ Grazie millissimo!! Stavolta i nostri due prediletti non hanno avuto molto spazio, ma non preoccuparti…presto torneranno alla ribalta!! Intanto, comunque, entrambi stanno facendo chiarezza sui sentimenti che provano l‘una per l’altra…e quando arriveranno al VERO Magic Moment daranno sfogo a tutto il loro affetto reciproco!! Ah, che romantico…*Ale lancia bacetti e lancia margheritine dappertutto* Perché Chichina era malinconica? Mah…forse non c’era un motivo preciso…A volte capita che ti prenda un attacco simile senza una buona causa! Detto da me, poi…Te lo garantisce una dalla lacrima mooolto facile!!^^ Scusami per il ritardo con cui sono tornata ad aggiornare, ma prima proprio non ce l’ho fatta!! Sigh sigh…ho trascurato Gokuccio nostro bello!! *Ale vola nel cielo con un paio di alucce bianche* Comunque spero che ti sia piaciuto, anche se è decisamente confusionario!! *Arrossing* Spero di risentirti presto…sono così contenta che adesso abbiamo anche un’altra via per comunicare!!^^ Un baciottone enorme al tiramisù, gemellì!! Ti voglio beneeeeeeee!!!

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Bambi88: Inutile ripeterti quanto i tuoi commenti mi facciano piacere…e saperti così fedele e affezionata a questa ficcina mi riempie il cuore di gioia!! Grazie, Roby, sei davvero un angelo!^^ Eh eh…ti è piaciuto Freezer?X°°°D Con tutte quelle proposte di lavoro…Non ho potuto fare a meno di inserirle, non ho davvero resistito!! Non è detto che non ricompaia, in futuro…Chissà!! È tutto da decidere…ma perché le idee mi vengono mentre scrivo?! *Ale rimprovera il suo cervellino confusionario* Mi dispiace che stavolta Bulma e Vegeta siano comparsi poco, così come Gokuccio e Chichi, ma ho preferito incentrare il capitolo ancora una volta sulle altre due coppiettine in formazione…oltre che ho tanto l’impressione di aver scritto un capitolo di transizione…! Comunque spero che ti sia piaciuto, tengo davvero tanto alla tua opinione! Bulma e Vegeta alle mani? *Ghigno* Oh, sicuramente non rimarranno immobili senza reagire!! Ma per questo, purtroppo, bisogna rimandare ai prossimi capitoli…! Ancora grazie mille, carissima, sei stata gentilissima come sempre! Un baciottolone…all’amarena!^^ Ti voglio bene!!

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Kristin: *Ale si mette in testa un cappellino azzurro con la scritta scintillante ‘Go Italy!’* Dopo gli ucraini, anche i padroni di casa! Ma ti rendi conto?! Siamo in finale, in finale!!^______^ Oddio…quasi mi viene la pelle d’oca a sentirmi dire così! Di solito non sono molto interessata al calcio, ma non mi sono persa una sola partita della nostra nazionale!! Grandissimi, azzurri!!^^ Bentornata, Kristin! Sai che le tue recensioni mi sono mancate, in queste settimane? Sigh sigh…me commossa! *Ale si asciuga gli occhietti col fazzolettino di seta ricamato* Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto!^^ Io stessa mi ci sono affezionata, perché riguarda i miei due prediletti!!^^ Eh sì…Beata Chichi veramente…GOKUCCIO MIO!! *Sbav sulla tastiera, che esplode* Presto approfondirò il loro rapporto di qualche altra tacca, ma ci sarà da pazientare un pochino…Spero di fartela leggere il più presto possibile!!^^ Un baciottolone al cocomero, tesoro!! A presto!^^

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Pan90: Un’altra anima pia che si unisce ai recensori…! Piacere di conoscerti, e ovviamente grazie mille per i tuoi dolcissimi complimenti, carissima!!^^ Sono davvero contenta che la ficcina ti piaccia, me felice!! Sei una cultrice di Bulma/Veggy? Oho…ti sei scelta la più intricata e piccantina!^^ Spero vivamente che fino ad ora tu non sia rimasta delusa della piega che ha preso il loro rapporto, ci tengo molto! In ogni caso stai tranquilla…tutto verrà deciso dall’esito della scommessa!!^___^ Ancora grazie tante, Pan, e spero che anche il nuovo capitolo non ti abbia delusa!! Un baciottolone enorme alla stracciatella!!

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Nonna Silvana1936: Benvenuta!^^ Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia, mi fa veramente molto piacere!! Mi dispiace di averti fatto attendere un po’ con l’aggiornamento, ma con i vari impegni(che per fortuna adesso non mi prendono più tanto tempo!)non ho mai avuto l’occasione di concluderlo prima! Comunque spero che il nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento…e grazie ancora!! Un bacio!

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Amicamia: Ciao!! Grazie per la recensione, sono contenta che tu abbia sempre seguito la mia storia, questo mi fa davvero un sacco piacere! Perdona il mio ritardo spaventoso, ma purtroppo questi ultimi giorni non mi sono fermata un attimo! Le ultime lezioni di danza che venivano messe in programma quando meno te l’aspettavi, uscite fuori città e tutto il resto…Mi rendo conto di essermi protratta veramente troppo in là con i tempi, scusami ancora!! È stata una curiosa coincidenza che io abbia aggiornato *Partono le campane a festa e un coro di “HALLELUIAH!!” * proprio nel giorno in cui tu mi abbia lasciato una recensione! Spero che l’undicesimo capitolo sia stato di tuo gradimento! Mi raccomando, continua a farmi sapere le tue opinioni, ne sarei davvero contenta!^__^ Un bacio al cocco, cara!

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NOTA LEGALE: La frase pronunciata da Vegeta, “Settimana Ketchup”, non è mia, ma della simpaticissima LeftEye!!^^ Un ringraziamento specialissimo!!

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Ora vi lascio…Spero che il prossimo capitolo arrivi prima di questo *Partono pomodori e verdure varie* , e intanto fatemi sapere cosa ne avete pensato di questo, se vi va!!

Bacio bacio a tutti!!

Alessandra

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: ...Le giostre! ***


Louis89: *Ale si dondola felice sulla sedia girevole* Uaah, che bello

.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.

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CAPITOLO 12: …Le giostre!!

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Lo stordimento di Tensinhan e C18 non si era ancora placato abbastanza per tutto il tempo in cui Lunch rimase lì con loro, per cui il resto del gruppo, dopo averne discusso, decise di interrompere la partita -alcuni spinti dalla solidarietà verso i feriti e altri per il fatto che mancavano i giocatori, e di recarsi nell’infermeria per arrecare un po’ di conforto e di compagnia. Crilin era piuttosto riluttante ad entrare nella piccola stanza, ancora in preda ai sensi di colpa, ma Yamcha ve lo trascinò dentro di peso e non ci fu verso di distoglierlo dal suo intento.

“Come ti senti, C18?” chiese Chichi avvicinandosi al lettino dell’amica e carezzandole amorevolmente la testa.

“Oh, sono in perfetta forma” rispose la biondina tirando su col naso.

“Comunque è meglio che tu continui a rimanere a letto ancora un po’, meglio assicurarsi che tu ti sia ripresa completamente” intervenne Lunch con fare autoritario strizzando uno straccio in una bacinella colma d’acqua e posandoglielo sulla fronte, per poi trasferire il tutto sul comodino di Tensinhan, il quale si era issato a sedere sul bordo della brandina tenendosi un braccio con l’altra mano.

C18, scagliando sul pavimento la pezza che l’amica le aveva appena applicato, diede una gomitata a Bulma e Chichi, poste ognuna ai due lati della sua brandina, e fece segno loro di avvicinarsi. “Ehi, non credete che la nostra Lunch si sia presa una cotta per Ten?” bisbigliò mentre osservavano di nascosto le mosse della diretta interessata, che stava passando con molta delicatezza un secondo straccio sulle guance accaldate del ragazzo.

“Bè, inutile dire che sono molto contenta per lei!” esclamò Chichi scoccandole un’occhiata raggiante e battendo appena le mani.

Nappa, invece, stava in disparte con Radish senza aprire bocca. Crilin se ne accorse quasi immediatamente e tirò un sospiro di sollievo: sembrava che l’interesse per Lunch fosse passato, a giudicare dal trattamento che riservava a Tensinhan.

“Ehi, a proposito…ehm…Crilin…” Una voce che mai si sarebbe sognato di udire in quel momento lo spinse a voltarsi, facendolo avvampare di colpo quando si ritrovò gli occhi azzurri di C18 incatenati ai suoi.

“Ehm…S-sì?” biascicò in imbarazzo giocherellando con le dita delle mani sperando di sviare al suo sentirsi responsabile per ciò che era accaduto. Cosa voleva dirgli? Forse fargli una qualche ramanzina…Di solito, quando una persona si trova in procinto di sfogare la propria rabbia su di un’altra, utilizza sempre il nome intero della vittima, senza ricorrere ad inutili nomignoli…

La prima cosa spontanea che gli arrivò fu quella di sgranare gli occhi dallo stupore: una mano gli stava lentamente accarezzando la nuca pelata: la sua mano!

“Mi hanno detto che sei stato tu a portarmi qui” disse la biondina mentre il suo viso si stirava in un piccolo sorriso malizioso.

Tanta era la sua agitazione per quel contatto, che per una volta i suoi pensieri andarono all’incolumità della mano della ragazza: se si fosse bagnata di sudore, non se lo sarebbe mai perdonato!

“Bè…Grazie mille, Crilin! Sei stato un vero cavaliere!” continuò la ragazza interrompendo il suo movimento proprio in cima al capo e concludendolo con una delicata pacca d’intesa prima di ritrarre l’arto.

Le sue orecchie fischiavano come una pentola a pressione e una sensazione di immediata leggerezza si impossessò del petto di Crilin, gli occhi del quale avevano cominciato a luccicare.

Goku lo squadrò curioso da capo a piedi con sguardo piuttosto preoccupato.

“Crilin…Sei sicuro di sentirti bene? Sei tutto rosso…” gli chiese posandogli una mano sulla spalla.

Prima che l’amico potesse schiarirsi i pensieri e fare mente locale, qualcuno gli aveva già infilato un termometro in bocca.

“Ehi, non ti starà venendo la febbre, vero?!” esclamò spaventata Lunch poggiandogli una mano sulla fronte.

Crilin si dimenò dalle sue grinfie e diniegò deciso con la testa. “No, sto bene, davvero! Io…”

“Guarda, hai anche gli occhi lucidi!” continuò imperterrita Lunch ignorandolo completamente. “Questo non è un buon segno, lo sai?!”

“No, davvero! Io…” cominciò l’altro sputando il termometro, ma Lunch lo prese per le spalle e lo scaraventò sulla brandina vuota a fianco di quella della biondina.

“Meglio che tu ti riposi un po’ insieme agli altri, non vorrei che anche tu ti ammalassi!” lo ammonì la ragazza rimboccandogli un lenzuolo sotto le sbarre di metallo.

“Hm, se fossi in te gli darei una tazza di quella tisana di stamattina…” sogghignò Bulma scoccando uno sguardo complice a C18, che non riuscì a reprimere una smorfia di disgusto.

“Qua…quale tisana?!” bofonchiò preoccupato il ragazzo, ma non ottenne risposta, se non un’occhiata dolce e allo stesso tempo maligna da parte dell’infermierina di turno. “Non preoccuparti, te la somministrerò solo se lo riterrò opportuno!”

“Prepara il calice da degustazione, allora…” lo avvertì C18, conoscendo fin troppo bene il modo di fare fin troppo apprensivo dell’amica.

Cercando di non scoppiare ridere di fronte all’espressione orripilata del migliore amico, Goku propose di lasciarsi soli a riposare.

“Sì, sono d’accordo” annuì Lunch. “Comunque, Tensinhan mi sembra in buona forma, credo che potremmo benissimo farlo dimettere!”

“Lunch, questo non è un ospedale…” disse Chichi sospirando con un’alzata di spalle.

Tensinhan, ovviamente, fu molto sollevato per il fatto di poter finalmente lasciare quella stanza. “Aah, sono in perfetta forma!” esclamò facendo alcuni esercizi di riscaldamento sul posto per sgranchirsi le giunture indolenzite.

“Ehi, non vorrete mica lasciarci qui, vero?!” protestò C18 agitando nervosamente un braccio in aria, mostrando il suo totale disappunto per il fatto che lei non fosse stata scelta per abbandonare la convalescenza.

“C18, tu sei raffreddata e in più hai preso una pallonata piuttosto forte sulla fronte” la rimproverò Lunch agitando freneticamente un dito e facendo trasalire Crilin nell’altro letto. “Non senti che naso chiuso?! Il tuo stato di salute è peggiorato, non posso permettere che tu ti aggrava ulteriormente!”

Ma io non ho bisogno di…” si dimenò la bionda, per poi accasciarsi sul cuscino priva di forze. Tutti sgranarono gli occhi, impressionati.

“Bè, la donna non ha tutti i torti, dopotutto…” commentò Radish scrutando il corpo sfinito della malata con una mano sotto il mento.

“Su, C18, non fare tante storie! Vedrai che dopo un buon sonno ti sentirai meglio! e poi avrai Crilin a farti compagnia!” esclamò incoraggiante Chichi dandole una piccola pacca sulla spalla sudata. A quelle parole, sia la ragazza che il ragazzo interessati sbiancarono e balbettarono qualche parola incomprensibile, per poi lasciare il posto a una vampata di calore che li fece arrossire violentemente.

“Accidenti, sembra che stiano proprio male!” esclamò Bulma additandoli spaventata. “Meglio che ce ne andiamo subito, più dormiranno e meglio staranno stasera!”

“Hai ragione, Bulma” confermò Goku osservando l’espressione rintronata del suo amico pelato. “Andiamo, siamo solo d’intralcio!”

“No, aspettate!” cercò di fermarli Crilin, ma tutto ciò che fuoriuscì dalle sue labbra fu un rantolo stranamente stridulo e lamentoso.

Nessuno lo udì: la porta si era appena chiusa alle spalle di Vegeta, lasciando i due ragazzi completamente soli, in balia dei loro malesseri…

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“Allora, che gusti vuoi che ci metta?” Un ragazzo molto giovane, dai corti capelli biondi a caschetto e grandi occhi verdi, prese in una mano il cono più grande che il locale offriva e uno scavino di alluminio con l’altra.

“Uhm…” Goku si grattò il mento mentre studiava attentamente i vari gusti che la gelateria metteva a disposizione. “…Tutto è possibile?”

Il gelataio rimase interdetto, fissandolo con stupore crescente. “Beh…N-non credo che…” balbettò mentre raccoglieva distrattamente una piccola quantità di pistacchio e la faceva ricadere nel mucchio. “Di solito non abbiamo richieste così esose…”

“Oh…” mormorò Goku un po’ deluso e restio a dover rinunciare alla maggior parte dei gusti. “Allora scegli tu! Mettici quello che vuoi!”

“Eh?!” esclamò il ragazzo facendo vagare lo sguardo dal cliente alle vaschette contenute nel congelatore. “Ma…ne sei sicuro?”

“Che domande, certo!” rispose il moro con un gran sorriso. “Mi fido di te!”

Intanto, a pochi metri di distanza, il resto del gruppo osservava la scena mentre assaporavano lentamente il loro gelato.

“Accidenti a Kakaroth” ringhiò Radish attaccando a mordicchiare il suo cono interamente ricoperto di cioccolato fuso e noccioline. “Ogni volta è sempre la stessa storia!”

“Bè, non mi sembra che voi ci abbiate messo meno tempo di lui…” osservò Chichi raccogliendo lesta un rivoletto di amarena che scivolava verso il basso. “Solo per scegliere il formato del cono, ci avete messo quasi mezz’ora!”

“Perché secondo te questo sarebbe un cono grande?!” sbottò furioso Nappa tendendo il braccio che lo teneva in mano davanti a sé per mostrarlo alla moretta: in confronto a quello delle ragazze, quelli che avevano scelto i ragazzi erano di tre taglie più grossi.

“È inutile…I membri della squadra dei Saiyan sono tutti dei mangioni…” sospirò Bulma esasperata asciugandosi con discrezione le labbra su un tovagliolino di carta.

Finalmente, dopo pochi secondi anche Goku fece la sua apparizione, mostrando fiero un gelato ornato da parecchi gusti dai colori più vari, che andavano dal giallo pallido del fiordilatte al marrone scuro del cioccolato. Il tutto era decorato con una cialda a forma di cuore, infilata in corrispondenza della fragola.

“Ehi, perché a te hanno dato anche la cialda, Kakaroth?!” sbottò Vegeta fissandolo con astio.

“Oh…Non lo so!!” ribattè lui con un sorriso a trentadue denti. “Forse mi trovavano simpatico!”

Stupita dal ringhio di reazione di Vegeta, Bulma lo affiancò e lo stuzzicò scoccandogli alcune occhiate divertite e maliziose. “Bene, bene, bene…E così anche il nostro duro dal cuore di granito è sensibile al gusto della cialda, eh?”

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e le sue guance assunsero una tonalità vagamente rosata. “Hun…Sai, donna…Magari se avessi una cialda potrei spalmarti più facilmente sulle labbra un po’ di gelato al caffè, non credi? Così sarà molto più piacevole, per me, l’esito della nostra scommessa…! Sai com’è, è il mio gusto preferito…”

Yamcha intervenne in difesa della ragazza prendendo il ragazzo per la collottola. “Ehi, tu, sbruffone, cosa vorresti dire con questo?!”

Bulma, ricordandosi che Yamcha era all’oscuro della loro scommessa, lo invitò a ritrarsi da lui. Era stanca di tutte quelle false dimostrazioni di affetto verso di lei, non aveva il diritto di difenderla se poi andava a fare il cascamorto con le altre pupe che incontrava per strada. Stizzita, riversò la sua rabbia su Vegeta, sbattendogli in faccia il tovagliolino che lei stessa aveva appena utilizzato per pulirsi la bocca. Nonostante lo schiaffo fosse stato piuttosto violento, il Saiyan non battè ciglio.

“Comunque, non è che mi piaccia molto questa cialda” disse Goku sfilandola dal gelato e girandosela tra le dita. “Tieni, prendila tu…”

Le fece compiere una rotazione e la infilò nel primo gelato che gli capitò sotto gli occhi ignorandone il proprietario, troppo impegnato com’era a godersi l’effetto che la stracciatella provocava sulle sue papille gustative.

Chichi non proferì neanche una parola di ringraziamento, ma si trattenne dell’addentare quel piccolo cuore di biscotto fino al momento in cui anche l’ultimo granello di amarena non sarebbe stato inghiottito.

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La cosa più ovvia da fare, mentre ci si gusta un gelato in compagnia, è una passeggiata in paese. Fortunatamente, questo non era molto lontano dalla spiaggia dove si erano fermati quella mattina, quindi non fu difficile per la combriccola raggiungerlo con poche falcate.

Furono stupiti nel trovare una grande agitazione per le strade: ragazzi entusiasti, bambini gioiosi che correvano da una parte all’altra o saltellavano allegramente ammirando il palloncino colorato che tenevano saldamente con le dita, luci variopinte e multiformi che si infrangevano su ogni superficie disponibile e una serie di caroselli carichi di musica e voci potenti e incoraggianti che risuonavano nell’aria.

“Ma che cosa succede?” mormorò curiosa Lunch addentando il suo cono.

“Guardate là!” esclamò Radish indicando un ammasso di diverse strutture molto elaborate in lontananza. Spinti dalla curiosità, si avvicinarono e osservarono l’agglomerato ad occhi spalancati.

“Ragazzi…Ma questo…questo è un luna park!” sbraitò Nappa lanciando in aria il residuo del suo cono gelato, che andò ad atterrare sulla testa di un ragazzo poco distante e provocandogli un attacco di ira e nervosismo.

La sua esclamazione generò un diffuso sentimento di turbamento. “Un…luna park?!”

“Ma certo! Guardate, ci sono i tappeti elastici, le autoscontro, la casa dei mostri…” disse il fusto pelato indicandole una per una con impazienza crescente.

“…Il carosello dei cavallini a dondolo, il tunnel dell’amore…” continuò Lunch fissando le giostre con espressione trasognata e contagiando presto anche le sue amiche.

“…No! C’è anche il martello con il gong!” aggiunse Radish che ormai aveva gli occhi fuori dalle orbite.

Tutti avevano i pensieri proiettati verso la stessa, medesima cosa, tranne Vegeta che non si era pronunciato e come al solito non lasciava trapelare nemmeno una traccia dei propri pensieri; fu Goku, dopo qualche secondo, a dare voce all’idea comune: “Ehi…e se ci facessimo un giro?”

Non ci fu bisogno di farselo ripeter una seconda volta perché, non appena il moro ebbe finito di parlare, tutti schizzarono attraverso il cancello d’ingresso del luna park tra saltelli e varie urla di giubilo.

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“Accidenti, chissà quanti piedi puzzolenti sono passati su queste reti!” si lamentò Yamcha disgustato mentre si faceva strada sui materassi che circondava la zona adibita ai tappetini elastici.

“E così la collezione aumenta con le tue impronte…Dovresti andarne fiero!” ribattè Vegeta sferrandogli una poderosa manata sul sedere e mostrando un sorriso maligno che non prometteva niente di buono.

“Tsk…Appena torno a casa mi farò una bella pedicure alla lavanda!” sbuffò l’altro senza raccogliere la sua provocazione e scostandosi i capelli dalla fronte sudata.

“Accidenti, che lusso…” mormorò Nappa additando Yamcha in tono di scherno.

“Ehi, questo è libero!” li avvertì Radish ponendo fine alle loro discussioni e indicando loro un tappetino elastico occupato da un bambino minuscolo, che però schizzò via come un fulmine nel momento esatto in cui incrociò lo sguardo glaciale del capellone.

“Il solito burbero…” commentò Goku scuotendo la testa con aria contrariata.

“Oh, meno male che l’abbiamo trovato subito!” esclamò Nappa, che con un piccolo balzo era già sul tappeto, ansioso di fare quattro salti. Gli altri utenti della struttura, per la maggior parte bambini o poco più, fissavano il pelato attoniti, indecisi se partire in quarta con una sonora risata o restarsene in religioso silenzio.

“Aspettami, scemo!” sbottò Radish raggiungendolo e lanciandosi in decine di piroette in elevazione ed enormi salti in alto; a differenza dell’amico, lui fu accolto dagli sguardi stupiti dei genitori che aspettavano all’esterno del recinto.

Vegeta si sedette sul bordo del materasso con le braccia intrecciate al petto, poiché non aveva la minima intenzione di rovinarsi la reputazione in quel modo così inappropriato…Tralasciando che, ne era sicuro, una buona parte di essa era appena diventata broda per maiali per il solo fatto di trovarsi all’interno dell’attrazione …e aveva pure pagato…!

“Prima o poi vi farete male…Non che mi dispiaccia, ovviamente…” sibilò ignorando le proteste esterne dei genitori che, intimoriti dalle possenti figure degli altri ragazzi, avevano cominciato a sfogare il proprio disappunto su di lui.

“Sicuramente è un loro complice!” stava sbraitando una giovane mamma molto pomposa.

“Per me è il loro capo!” esclamò invece un papà sulla cinquantina indicando la schiena del Saiyan. “È stato lui ad incaricare i suoi amici di venire a disturbare i bambini!”

“Su, Vegeta, non fare il musone! Vieni con noi, c’è posto a sufficienza per tutti!” lo incitò Nappa agitando un braccio con energia, ma l’altro rimase impassibile. No, era molto meglio continuare a godere dei lamenti degli adulti, era decisamente più rilassante…

“Vieni anche tu, Kakaroth, te lo concedo” bofonchiò Radish al fratello, che aspettava fuori dal tappeto con le gambe incrociate. Questi si alzò di scatto e scoccò un’occhiata omicida all’altro. “Non avevo bisogno del tuo permesso…” sibilò minaccioso, cosa che non era da lui. Un momento dopo, tuttavia, le labbra si stirarono in un gran sorriso gioioso da bambino. “…Comunque, se proprio insisti, vengo!”

Poco mancò che Nappa e Radish caddero a gambe all’aria. Senza pensarci due volte, Goku rannicchiò le gambe al petto e prese a zompettare allegramente sulla rete elastica.

“Che divertente!” esclamò esibendosi in una doppia capriola in avanti e ricevendo decine di acclamazioni da parte del pubblico formato dai genitori, soprattutto dalle signore.

“Hai visto com’è agile quel teppista appena arrivato?” chiese una donna di mezz’età alla sua vicina.

“Oh sì…Sarà anche un delinquente che si diverte a cacciare via i nostri figli, ma ha un sorriso così affascinante!” rispose l’altra facendo ruotare la borsetta sopra la testa e incitando Goku a compiere altre acrobazie di quel tipo.

I tre fusti continuarono nelle loro prestazioni per qualche altro minuto, fino al momento in cui non vennero distratti dal richiamo di Yamcha: Radish si scontrò con Nappa, impegnato in una spaccata in elevazione, e ognuno dei due venne scaraventato in due direzioni diverse.

“Ehi, ora basta, voglio salire anche io!” si lamentò il moro battendo le mani per incitarli a fargli un po’ di posto.

“Bè, che problema c’è?” disse Goku rallentando i suoi movimenti e provocando un diffuso gemito disperato tra le signore osservatrici. “Avresti potuto venire su anche prima, c’è così tanto posto!”

“Da…davvero?” mormorò Yamcha con i lucciconi agli occhi, poggiando un piede sulla rete apprestandosi ad unirsi al resto del gruppo.

“Dai, su, che aspetti?!” Goku gli tese una mano e lo invitò a saltare, mentre lui stesso riprendeva a darsi alcune spinte con le palme dei piedi per riacquistare velocità.

“Oooooh, meno male!!” Un boato si levò dagli spettatori estasiati.

Radish e Nappa, nel frattempo, si erano appena riscossi dallo scontro e avevano ripreso a saltare insieme agli altri due.

“Dai, ragazzi, facciamo una capriola di gruppo!!” propose il pelato con entusiasmo.

“Ci sto!” risposero in coro gli altri atleti portandosi in posizione strategica rispetto agli altri: alla fine, ognuno di essi aveva occupato uno dei quattro angoli, in modo da non provocare scontri che avrebbero potuto essere molto dolorosi.

“Non vi conviene…” li ammonì Vegeta con discrezione sollevando appena una palpebra.

“Zitto tu, mollaccione!!” sbraitò un’anziana signora facendo passare l’estremità di un ombrello in mezzo ad un buco della rete di recinzione e prendendo a punzecchiare la schiena del ragazzo.

“Uno…” I ragazzi si diedero più spinta.

“Due…” Si prepararono ad inarcare la schiena.

“Tre!” Si sbilanciarono in avanti con foga.

L’impatto, tuttavia, tardò di molto ad arrivare. Nonostante l’elevazione, sembrava che il tappeto si trovasse molto lontano rispetto al loro corpo.

“Ma che cavolo…?!” bofonchiò Radish turbato, ancora curvo su se stesso.

Un urlo lacerante si levò dagli spalti, che avevano cominciato ad invocare disperatamente i nomi dei ragazzi e ad indicarli ad occhi sgranati.

“ATTENTI!!”

“NOOOO!!”

“MA CHE SUCCEDE?!” gridò Yamcha, che fu il primo a concludere la piroetta e a stendere le gambe verso il tappeto elastico. Non appena anche gli altri imitarono il suo movimento, avvertirono chiaramente lo stomaco sottosopra e l’aria fischiante tra i capelli.

“Oh, Kami…”

Gli appigli della rete si staccarono dagli angoli e i ragazzi crollarono a terra, ammassandosi pesantemente l’uno sopra l’altro.

“Ahio…” si lamentò Yamcha, che si trovava sotto a tutti ed era costretto a sopportarne il peso. “LEVATEVI DALLA MIA SCHIENA, IMBECILLI!!”

“Ma…che cosa è successo?” mormorò Goku disorientato, portandosi una mano sulla nuca e guardandosi intorno.

Una risata sadica giunse alle loro orecchie e li spinse a voltarsi verso l’alto dove, con il busto proteso verso il buco nel quale erano sprofondati, Vegeta li osservava e li additava.

“Io l’avevo detto, deficienti!” esclamò incrementando la sua risata. “È stato divertente, comunque…Siete precipitati l’uno addosso all’altro come quattro informi sacchi di patate!”

I quattro interessati rimasero in silenzio per qualche secondo, attoniti e, soprattutto, doloranti.

“…Comunque è stato divertente!” esclamò Goku scoppiando a ridere a sua volta e sferrando una manata sulla schiena di Nappa, il quale era sdraiato sotto di lui.

“Che cos’hai da ridere, cretino!!” sbraitò il fratello cercando di divincolarsi dal peso degli altri, ma senza un esito positivo.

“Bè, credo che sia il caso di risalire” disse Vegeta alzandosi in piedi e spolverandosi i pantaloni. “C’è un pubblico impaziente che si starà sicuramente preoccupando per voi…perché siete veramente dei poveri stupidi!”

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“Allora, vi siete divertiti sui tappeti elastici?” chiese Chichi ai ragazzi, che le erano appena venuti incontro.

“Bè…diciamo di sì…” rispose Radish imbarazzato passandosi una mano sul collo e guardando altrove.

“Noi siamo andate nella Casa degli Specchi!” esclamò Bulma allegra. “È stato così eccitante!”

“…Compresa la testata che hai preso in pieno mentre cercavamo l’uscita!” aggiunse Jiaozi scoppiandole a ridere in faccia e provocando l’ira dell’altra.

“In una Casa degli Specchi succede molto spesso!” ringhiò Bulma punta sull’orgoglio.

“Bè, a questo punto io proporrei un giro sulle autoscontro!” disse Tensinhan indicando con un cenno della testa la pista interessata. In realtà anche lui avrebbe desiderato farsi qualche salto, ma Lunch glielo aveva espressamente proibito.

“Sì, dai!” confermò Chichi emozionata avviandosi verso quella direzione portandosi dietro Lunch e Bulma. I ragazzi le seguirono a ruota e in pochi minuti avevano già fatto i biglietti.

“Uhm…I posti sono molto ristretti…” osservò Lunch esaminando una macchina elettrica con occhio critico. “Credo che dovremmo amalgamare le coppie…”

“Cioè…un maschio e una femmina?” chiese Nappa, ansioso.

“Bè, sì…Altrimenti sarà difficile entrarvi, voi siete così grossi…” annuì la ragazza sfiorando il volante di finta pelle, pregustando il momento in cui l’avrebbe stretto tra le sue mani. Le piaceva da matti guidare…

“Per me va bene” disse Goku accomodandosi all’interno di una navetta. “Chi viene con me?” chiese poi guardando le ragazze.

Inutile dirlo, Chichi avrebbe dato volentieri tutta l’anima per poter salire in macchina al suo fianco, per cui si preparò a presentare la sua candidatura con molto entusiasmo.

“Ehm…”

Prima che potesse continuare, però, Radish aveva afferrato Yamcha per i fianchi e l’aveva velocemente infilato nel posto accanto a Goku in maniera molto brusca.

“Oh, ma che peccato!” esclamò fingendo disperazione. “Il posto accanto a Kakaroth è già stato occupato da questo qua!”

“Ehi, io non avevo affatto l’intenzione di…” cominciò Yamcha fissandolo con astio, ma Radish gli prese la testa sotto un braccio e gli scoccò un’occhiata trapassante che lo fece zittire all’istante. “Stai attento, bello, non vorrei che tu passassi per uno dell’altra sponda…!…Capisci cosa intendo?” continuò a voce alta per farsi sentire dal resto del gruppo.

“Oh, ma piantala!” sbottò Bulma dando uno scappellotto al capellone a mo di rimprovero.

L’espressione speranzosa di Chichi si incupì molto velocemente; fece scivolare le braccia lungo i fianchi, delusa, e si morse un labbro.

“Allora…Ehm…Chichi, perché non vieni con me?” propose Radish sventolandole una mano davanti al viso e invitandola ad accomodarsi nell’abitacolo della macchina che lui aveva scelto.

La moretta alzò le spalle, rimanendo impassibile. “Bè, tanto non ho altra scelta…”

Si sistemò la maglietta e fece passare una gamba all’interno del sedile, con grande soddisfazione del ragazzo. Nel frattempo, Lunch si era issata a fianco di Tensinhan, mentre Nappa aveva esplicitamente chiesto la vicinanza di Vegeta; così Bulma fu costretta a ripiegare sulla compagnia del piccolo Jiaozi, gli occhi del quale godevano di una portentosa vista sul cruscotto.

“Sigh…Cosa mi tocca fare…” sospirò Bulma poggiando il viso sul palmo della mano.

Quando un fischio acuto diede il via libera per la partenza, i guidatori pigiarono i piedi sull’acceleratore e si lanciarono all’inseguimento reciproco.

“Oh Kami…” mormorò Chichi, che era stata scaraventata all’indietro nel momento esatto in cui Radish aveva dato gas alla vettura. Prima che potesse rimettersi seduta correttamente, la macchina di Nappa e Vegeta era appena sopraggiunta alle loro spalle e aveva fortemente cozzato contro la loro.

“AH AH! CI STIAMO DIVERTENDO DA MATTI, VERO VEGETA?!” sbraitò Nappa agitando trionfante un pugno in aria.

“Sì, come no…” rispose Vegeta con tutta la tranquillità e l’indifferenza possibili.

Intanto, Bulma aveva sterzato all’improvviso ed era partita a tutta birra verso la vettura di Goku e Yamcha; per poco il piccolo Jiaozi non venne scaraventato a terra.

“Aha! Fregata!” Goku virò all’ultimo secondo schivando Bulma, che fu costretta a sorbirsi le linguacce di scherno di Yamcha.

“Maledetto…” sibilò la ragazza dirigendosi nuovamente verso di loro, quando la macchina di Lunch e Tensinhan si sovrappose alla sua, così che le due si scontrarono bruscamente.

“Stai attenta, Bulma!” la rimproverò Lunch lanciandogli un’occhiataccia: evidentemente aveva appena interrotto un momento particolarmente intimo fra i due.

“Scusa, Lunch!” Bulma si rigirò e tornò sui suoi passi.

Nel frattempo la vettura di Radish e Chichi si era messa all’inseguimento di quella di Goku e Yamcha: suo fratello avrebbe dovuto pagarla cara per tutte le seccature che gli aveva provocato nel corso degli anni…

“Radish, rallenta!” lo supplicò per l’ennesima volta la moretta, ma lui sembrava animato da un intenso desiderio di vendetta. Anche Nappa e Vegeta si unirono all’inseguimento, così che alla fine ogni vettura si scontrò con le altre due.

“AH! SIAMO TROPPO FORTI! NON È COSÌ, VEGETA?!” Nappa si sporse in fuori e cominciò a fare diversi gesti non molto educati agli altri guidatori.

Quando sopraggiunse la vettura di Bulma e Jiaozi, Vegeta prese la palla al balzo: diede una spinta a Nappa, che finì a terra, prese in mano il volante e si lanciò sulla vettura di Bulma.

“Ehi! Ma che fai?!” protestò lei ravviandosi nervosamente i capelli.

“Avanti, sali.” disse Vegeta senza tanti preamboli, tendendole una mano.

“Eh?!”

“Preferisci forse rimanere con quel tappo?!”

Bulma guardò Jiaozi interdetta, poi guardò Vegeta.

“…Niente affatto!” esclamò decisa. Strinse la mano del ragazzo e montò a bordo di fianco a lui. Il ragazzo partì a tutta birra verso il luogo in cui le altre due macchine si stavano battendo a suon di sgommate. Deciso a dare un taglio allo scontro, si insinuò fra le due, così che Yamcha venne espulso fuori dal sedile: sia lui che Goku erano piuttosto fusti e, di conseguenza, lo spazio ristretto in cui erano incastrati l’uno accanto all’altro era arrivato al limite massimo…riflettendosi su Yamcha!

“Aspetta, Goku, sto per uscire fuori…Io…AAAH!!” Goku non fu in grado di compiere una sola azione, poiché ormai il suo passeggero era volato fuori dal piccolo abitacolo e sarebbe stato difficile farvelo rientrare con poche mosse.

Tutti gli altri, compreso Vegeta, scoppiarono in una sonora risata sguainata.

“Che imbecille!” commentò Nappa che, nella sua nuova postazione accanto a Jiaozi, stava davvero comodissimo in quanto a spazio e, di conseguenza, perfettamente in vena di comportarsi da smargiasso.

Yamcha, livido in faccia per l’umiliazione appena subita per colpa di Vegeta, procedette a grandi falcate verso la vettura di Radish e, con occhi fiammeggianti, sillabò: “Fammi salire, devo vendicarmi su quell’idiota!”

Radish rimase interdetto per qualche secondo, fissandolo accigliato. “Ma che vuoi da me?! E poi siamo già al completo, trovati un altro posto! Oppure tornatene da dove sei venuto!”

“Non riuscirò mai ad entrare lì dentro!” sbottò il moro indicando con violenza la macchina di Goku, che attendeva con una buffa espressione dipinta sul viso. “E poi Goku guida peggio di una lumaca, a me serve qualcuno che sia in grado di sfondare una macchina!”

Chichi osservò il posto libero accanto allo spaesato Goku, sentendosi immediatamente percossa da una piacevole sensazione di tenerezza e benessere. Senza pensarci due volte, si alzò in piedi lisciandosi le pieghe della maglietta, ignorò lo sguardo turbato di Radish e si voltò con decisione verso Yamcha. “Prego, accomodati pure!”

“C…cosa?” balbettò Yamcha che, conoscendo il tipo, non si aspettava una reazione così immediata da parte sua. Anche lo stesso Radish, ovviamente, fissava la ragazza con sgomento e stupore.

“Chichi! Ma…Che cosa…?” bofonchiò il capellone afferrandole un polso prima che potesse allontanarsi maggiormente. Chichi si liberò della presa con un deciso strattone e puntò i suoi occhi in quelli altrettanto scuri del ragazzo. “Bè, visto che Yamcha non vuole stare nella stessa macchina di Goku, vuol dire che andrò io con lui.”

Il suo tono di voce era calmo e pacato, tuttavia era perfettamente intendibile il livello di durezza che quelle poche sillabe possedessero. Controllando ogni singolo gesto, si avviò con cautela verso la vettura di Goku e vi montò a bordo, lasciando Yamcha, ma soprattutto Radish, in preda allo sbigottimento più totale.

“Ciao, Chichi!” la salutò Goku scostandosi leggermente per farle più posto. “Ci facciamo un giro?”

“E me lo chiedi?!” rispose lei con un sorriso, felice di aver finalmente trovato il giusto accompagnatore per la serata. Il ragazzo virò il volante e si inserì dietro la scia di Nappa e Jiaozi.

‘Bè, per fortuna che almeno con la macchina se la cava meglio che con la moto…’ sospirò la moretta tra sé e sé, sentendosi immediatamente più tranquilla. Niente a che vedere con la guida di Radish, che era comunque spericolata a prescindere dal tipo di veicolo!

Yamcha picchiettò titubante sulla spalla di Radish, distogliendolo vagamente dai propri pensieri. “Ehi! Dai, metti in moto, dobbiamo farla pagare a Vegeta!”

“Moto…Pagare…Vegeta…” ripeteva l’altro a scatti, come un automa, senza neanche sapere il significato effettivo di quelle parole, che rimbombavano confuse nella sua testa. Automaticamente, premette il piede sull’acceleratore e virò in direzione di Bulma e Vegeta, poco distanti.

“Aha! Dai, siamo vicini! Accelera, accelera, ce l’abbiamo quasi fatta!” urlava intanto Yamcha sporgendosi in avanti e puntando un dito dritto davanti a sé.

Quando mancavano pochi metri all’impatto, il suono di una campanella riecheggiò per tutta la pista; nello stesso momento, ogni singolo veicolo cominciò a rallentare progressivamente.

“Oh no, ti prego, non adesso, non adesso!” Yamcha stava pregando la macchina come se questi potesse sentirla. Quando ormai la distanza fra le due era minima, non vi era più la possibilità di arrecare gravi danni all’altro guidatore…e infatti l’impatto fu delicatissimo, quasi inesistente data la lentezza di entrambi i motori.

“No…No…Nooooooo!!!” ululò Yamcha in preda alla disperazione dimenandosi e battendo i pugni chiusi sul cruscotto. Prima di scendere dalla propria vettura, Vegeta si voltò indietro e si soffermò sul contatto fra le due macchine. “Bravo, la prudenza non è mai troppa!”

L’espressione di Yamcha, ormai, era diventata quasi irriconoscibile tanto il suo viso era contratto dalla rabbia. “Brutto…MALEDETTOOOOOOOO!!!” urlò a squarciagola attirando l’attenzione di tutti i passanti, che si fermarono e lo additarono scuotendo la testa con fare esasperato.

Dopo essere scesa dalla sua macchina, Lunch raggiunse Radish, ancora imbambolato sul piccolo sedile, e lo invitò a lasciare il posto agli altri clienti del parco giochi. Il ragazzo la scrutò con occhi vacui, dopodichè voltò la testa da un lato e lasciò cadere in terra una lattina vuota di birra.

“Io…credo…che vomiterò…”

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“Suvvia, domani mattina potrete rifarvi al mare!” disse Bulma picchiettando lievemente sulla spalla di Yamcha, che non aveva ancora del tutto sbollito la rabbia sebbene avesse appena ingurgitato una intera lattina di soda al limone.

“Ah, non vedo l’ora di rifare un bel bagno di sole!” esclamò Chichi pregustando il momento. “A proposito, Bulma…Domani potrai farlo anche tu, no? Ormai il tuo problema dovrebbe esserti passato…”

Bulma mostrò un enorme sorriso a trentadue denti e battè le mani emozionata. “Bè…avrebbe dovuto essere una sorpresa, ma…Ebbene sì! Domani potrò finalmente fare il bagno insieme a voi!”

“Meno male! Non vedevi l’ora che arrivasse questo giorno, eh?” disse Lunch sorridendo felice a sua volta.

“Oh sì! Ah, domani vi mostrerò tutte le mie doti da sirena!” Bulma fece schioccare la lingua soddisfatta e lasciò vagare i pensieri su quale modello di costume si sarebbe fatta prestare dalle sue amiche per l’occasione.

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CONTINUA…

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Caffè alla mano, tesori miei…Questo, a casa mia, si chiama capitolo di transizione…Scusatemi se sono riuscita ad annoiarvi, oggi ero proprio a corto di altre idee! Ho buttato giù il tutto in un solo giorno…Sono psicologicamente distrutta!! Il fatto è che ho già abbastanza in mente il prossimo capitolo, ma non potevo inserirlo in questo, non si sarebbe ben intrecciato con il resto…E allora ho dovuto ripiegare sull'argomento luna park. Spero comunque di essere riuscita a strapparvi qualche risata…Meglio lasciare la parola a voi!^^

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Louis89: *Ale si dondola felice sulla sedia girevole* Uaah, che bello!! Un’altra fan di Gokuccio/Chichi a rapporto!!^^ Anche io li adoro da morire, sono i miei preferiti in assoluto!! *Ale fa occhi dolci a Gokuccio* Benvenutissima, cara!!! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia!! ^_______^ …Compreso il magic moment in mezzo al mare tra i nostri due piccioncini preferiti! Mi fa davvero piacere che tu l’abbia apprezzato…spesso ho paura di rendere le scene romantiche anche troppo sdolcinate…! Comunque non preoccuparti, molto presto ci sarà un nuovo magic moment ancora più romantico del precedente, e spero vivamente che ti piacerà!! Ci tengo molto, davvero!! Ancora mille grazie, e spero che anche il nuovo capitolo, anche se è un po’ (leggasi DECISAMENTE)fuori di testa ti sia piaciuto!!^^ Baciotti baciotti!!

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LeftEye: “Ehi, baby…Campo o palla?” Io nella mia testolina bacata mi figuro Vegeta che dice questa battuta un po’ come Dylan di Beverly Hills! Con quella sua aria da fighetto spaccatutto…XD Comunque mi fa piacere che tu mi dica che i vari personaggi apparivano simili a quelli dell’anime…per fortuna! La caratterizzazione dei personaggi è così difficile…Una faticaccia!! Sei d’accordo? ^__- Anzi che stavolta ho lasciato in disparte Crilin e C18…Poverini, li ho segregati dentro l’infermeria!!^___^ Che perfida… Ti è piaciuta la “settimana ketchup”??XDXDXD Fantastica!! E comunque tranquilla, i tuoi consigli sono sempre buoni, anche perché tu non scrivi affatto delle cafonate!! Adoro il tuo stile di scrittura!! *____* Tornando al capitolo, anche stavolta le coppie in rilievo sono state più che altro le stesse di quello vecchio, ma non preoccuparti…nel prossimo aggiornamento ci saranno sviluppi molto interessanti sia per Goku/Chichi che per Bulma/Vegeta!! Ci sentiamo presto, tanti baciottoni dolciosi, lovissima!!!

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Pan90: Ciao carissima!! Anche stavolta c’è stata un po’ più d’attenzione per le stesse coppie dell’ultima volta, lo ammetto… *Ale sospira esasperata*, ma ti annuncio con un gran sorriso che a partire dal prossimo capitolo l’attenzione sarà tutta per Goku/Chichi e per Bulma/Vegeta! …E l’esito della scommessa, molto presto sarà noto a tutti!^^ Ancora grazie mille per tutte le tue belle parole, e a presto!!^^ Baciottoli dolci dolci!!

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Bambi88: Oh bè, in effetti, più che una partita di pallavolo, quella dello scorso capitolo è stata quasi una guerra con tanto di feriti! *Ale si mette una fascetta a mo di Rambo e un coltello tra i denti* Certo, però, immaginarsi Vegeta che spicca un salto, tira indietro un braccio pronto a schiacciare mentre il vento gli scompiglia i capelli…*___* Ehm, ok, basta, sennò divaghiamo! *Ale schiaffeggia sia se stessa che Roby* Purtroppo anche questa volta le nostre coppie predilette non si sono viste un granchè, oltre che tutto il capitolo mi sa decisamente stupidotto, per i miei gusti…Però, a partire dal prossimo capitolo, Goku/Chichi e Bulma/Vegeta saranno all’ordine del giorno!! ^____^ Spero che ti piacerà la piega che prenderanno le varie situazioni, ormai lo sai che per me le tue recensioni sono sempre un punto di riferimento!! Tantissimi baciottoli…stavolta variegati alla menta! Ti adorissimo!

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Amicamia: Ciao cara!!^^ Eh eh…stavolta sono tornata ad aggiornare prima rispetto allo scorso capitolo *Ale si fa piccola piccola*! E che dire…grazie ancora per i tuoi complimenti e spero ti sia piaciuto anche questo, anche se io non ne sono pienamente soddisfatta, a dirla tutta! Un bacione one, a presto!!

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Lyla: Tesora!! Come stai?...Eeh, stavolta sono riuscita a postare prima il nuovo capitoletto *Ale lancia coriandoli e stelle filanti*, anche se a dire la verità io non ne sono un granchè soddisfatta…A parte per il fatto che ho rinchiuso quei due poveracci di C18 e Crilin nell’infermeria!^__^ Perché ho pensato che due tipi come loro, magari avrebbero solo avuto bisogno di rimanere da soli per un po’, per conoscersi meglio…Tu che ne dici?^^ E anche per Lunch e Tensinhan le cose si stanno mettendo piuttosto bene! E ora passiamo all’angolo delle “Coppie Tormentate” (è proprio il caso di dirlo!^___^)…Allora, ti annuncio finalmente con un gran sorriso a trentadue denti che nel prossimo capitolo succederà questo QUALCOSA tanto atteso tra Goku e Chichi! *Partono i cori da stadio* …E spero vivamente che ti piacerà! Ce la metterò tutta per renderlo abbastanza romantico…sai, spesso mi preoccupo di rendere queste scene anche troppo sdolcinate!^^ E così finalmente domani partirai per il fatidico viaggio del dopo maturità! Sono sicura che ti divertirai moltissimo! A prestissimo, lova, e…buon viaggio!!^^ Baciottoli dolciosissimi!!!

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Son giuggy90: From England with love, ecco la mia gemellina adorata!!^^ Eh eh…devo ancora ringraziarti per il suggerimento delle macchine scontro! Ci ho modellato intorno...bè, insomma…alla fine l’importante era che la nostra Chichina finisse in macchina a fianco del Divino, no? ^_____- …Restando sull’argomento ragazzi, hai ragione! Neanche Tensinhan sarebbe malaccio…la pelata mi va pure bene, ma il terzo occhio…! O___O Sinceramente io ancora non ho capito da dove gli sia sbucato fuori!!^^ Errore genetico? Mah…Meglio rimanere concentrati sul nostro Saiyan, è più sicuro e non ci facciamo tutti questi problemi!^___^ E poi c’è Lunch che si prende cura di Tensinhan…Stavolta li ho lasciati andare ad un piccolo momento di intimità, anche se non l’ho descritto…già è piuttosto schifido il capitolo in sé, figurati!...Comunque, udite udite, ho una notizia per te che credo ti farà piacere!...Il conto alla rovescia per il secondo tanto atteso “Magic Moment” si è abbassato a quota MENO UNO! Ebbene sì…nel prossimo capitolo potremo assistere al puro romanticismo tra i nostri due piccioncini del cuore!! *Ale saltella di qua e di là e manda bacetti con la mano* …E spero vivamente che ti piacerà, ovviamente! Tengo davvero moltissimo al tuo giudizio…e poi, ogni volta le tue recensioni dolcissime mi fanno sciogliere come un Mottarello al sole!!^^ Ci sentiamo prestissimo, divertiti in vacanza studio e…speriamo a presto anche con i nuovi capitoli delle tue storie and…la NUOVA FICCINA che io sono ansiosa di leggere!! Tanti kissolini grandi grandi, gemellina!!^^ Ti voglio tanto bene!!!

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Kiby912: Oh sì, quel termine lo conosco bene…è una delle cose che mi è rimasta più impressa quando ho visto “Mean Girls” l’anno scorso!!^^ Davvero carino e spiritoso…e se devo essere sincera sono stata contenta che alla fine Regina sia stata messa sotto da quel camion!!X°°°D *Ale sghignazza con molto PERFIDUME* Ma bando alle ciance…Benvenutissima!! Grazie mille per i tuoi complimenti, sono contenta che la mia storia ti piaccia e…ti faccia ridere!!^^ Gokuccio(my love!!)e Chichina hanno avuto il loro primo assaggio di romanticismo, ma ti assicuro che prestissimo ce ne sarà un altro…ancora più dolcioso del precedente!! ^____- E tranquilla, presto anche l’esito della scommessa fra Vegeta e Bulma verrà reso pubblico…anche se forse molti hanno già capito quale sarà!!^^ *I lettori annuiscono con un sorrisino* Ti ringrazio ancora, sei stata davvero dolcissima, e spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto!! Tanti baciotti!!

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Liz: Ciao!! Grazie ancora per i tuoi complimenti!! Non preoccuparti, per me è stato un piacere darti quelle informazioni, ci mancherebbe! Spero che ti siano state utili, e sono proprio curiosa di leggere la tua storia!! Spero che riuscirai presto a pubblicarla…In ogni caso ti ripeto che, se ne hai bisogno, puoi tranquillamente contattarmi e io sarò pronta a darti una mano! ^____- Spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto(è fuori di testa, decisamente…come noi!!XD)e a presto, carissima!! Baciottolissimi grandi grandi!!

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VidelB: Bentornata, Barby! Meno male, sono contenta che la storia continui ad appassionarti…anche se ultimamente capitano capitoli come questo… *Ale scuote la testa esasperata* Comunque stavolta qualche passo in avanti per le varie coppiette c’è stato… Oddio, ho rinchiuso quei due poveracci di C18 e Crilin dentro l’infermeria!^^ *Risata perfida* Ci ho riflettuto, e ho pensato che forse il modo migliore per farli conoscere meglio era lasciarli da soli…Una soluzione un po’ drastica, però…Scusa, ultimamente ho sempre la testa da un’altra parte!! ^____^ E ormai anche Lunch e Tensinhan hanno rotto il ghiaccio, mentre le altre due coppiette tra un po’ verranno a galla!!^^ E per quanto riguarda la Squadra Ginew…Bè… chissà, magari prima o poi li faremo di nuovo incontrare con il nostro gruppetto!! Vedremo, vedremo…^^ Ancora grazie per tutti i tuoi complimenti incoraggianti, e un enorme in bocca al lupo per i tuoi esami! Tanti baciottoli, a presto!

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Chase: Carissima!! Benvenuta! Ti ringrazio tanto per i tuoi complimenti…Un genio?!...Mi fai arrossire!^///^ Comunque sono veramente contenta che ti piaccia, davvero!! ^______^ *Ale manda baciotti qua e là* Eh sì, mi sa tanto che alla fine il povero Radish rimarrà a bocca asciutta…Chichina non gliela lascio di certo!^^ *Sghignazzing* Anche perché lei e Gokuccio fanno la mia coppia preferita…Tesori miei!!^^ E per quanto riguarda la scommessa tra Bulma e Vegeta…Hai detto una cosa assolutamente vera: Vegeta non sbaglia mai!^^ L’unica cosa in cui la ragazzuola può veramente sperare è che quelli dell’aeroporto si diano veramente una mossa nel ricercare le sue valigie…ma temo che sarà un’impresa mooolto ardua!!^______^ *Ale sorride perfida* Purtroppo questo nuovo capitolo è stato di transizione *Ale si dà una martellata in testa*, ma spero che comunque ti sia piaciuto…e spero che continuerai a seguirmi, ci tengo molto!^^ Tanti baciottoni, cara, e ancora grazie!!

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A BAMBI88, CHASE, LEFTEYE, LOUIS89 e tutti coloro che hanno letto e commentato la mia ficcy “SCALE A CHIOCCIOLA”: Grazie infinite per le vostre recensioni, davvero! Come primo tentativo non avrei potuto chiedere di meglio!! ^________^

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Ehm…siete ancora svegli dopo questo capitolo??^^ …In ogni caso, vi prometto che a partire dai prossimi aggiornamenti si entrerà nell’atmosfera più romantica della storia…E mi raccomando, nel frattempo non dimenticate di recensire per farmi sapere le vostre opinioni! A presto…speriamo!^^

Bacio bacio!

Alessandra

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: L'ultima spiaggia ***


.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.

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CAPITOLO 13: L’ultima spiaggia

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Ditemi…che…non…è…vero…”

Le dita di Bulma lasciarono la loro esile impronta ben definita sul vetro della finestra riccamente irrorato di condensa; la sezione che dava sull’esterno, al contrario, accoglieva indisturbata i riverberi dei lampi in lontananza e si lasciava accarezzare dalle fresche gocce che vi si andavano casualmente a poggiare.

L’intero paesaggio era reso ancora più desolante agli occhi della ragazza a causa della gravosità delle alte nubi cariche di pioggia che oscuravano anche i più piccoli refoli di sole che si infiltravano tra le fronde degli alberi.

Il solito temporale estivo, insomma.

Ma per lei, l’unico nome che gli si addiceva altri non poteva essere che fardello universale.

“Io…non ci posso credere…” piagnucolò assistendo sconsolata e impotente all’ennesimo scroscione che si era appena riversato al suolo. “I-impossibile…”

Lunch la raggiunse con gli occhi luccicanti e le poggiò una mano sulla spalla, solidale.

“Già, è un vero peccato che non si possa fare un giro al mare neanche oggi…ed è anche l’ultimo giorno di permanenza!”

“Oh, ti prego, non ricordarmelo!” si lamentò Bulma portando la fronte sul petto dell’amica. “Solo a pensare di non aver potuto avere anche solo la possibilità di fare un tuffo, mi viene da piangere!”

“Magari oggi pomeriggio il tempo si rimetterà!” suggerì Lunch ottimista, ma Bulma troncò ogni speranza sul nascere scuotendo energicamente la testa.

Chichi, che aveva seguito l’intero dialogo dall’alto del suo letto a castello, sbuffò lievemente dando in parte libero sfogo al suo disappunto: non l’avrebbe mai detto –tantomeno pensato in altre circostanze, ma in quella occasione configurarsi nella mente il momento in cui sarebbe salita a bordo dell’aereo che l’avrebbe riaccompagnata a casa la faceva stare male.

Chiuse il libro che stava sfogliando e se lo poggiò in grembo, abbassando le palpebre.

Non voleva andarsene, ecco tutto. O meglio, non avrebbe voluto separarsi da quei luoghi di benessere, quell’atmosfera così profumata di particolari…e quella persona che tanto l’aveva coinvolta e le aveva gradualmente rimpolpato quella piccola quantità di fiducia che era rimasta segretamente sopita nell’angolo più profondo del suo petto.

Goku…le sarebbe mancato da morire.

“Bè, mettiamola così…” La voce di Lunch distolse la moretta dal ritratto del ragazzo. “Potremo fare le valigie in tutta calma, senza doverci sbrigare inutilmente!”

“Io non ho neanche quelle!!” sbottò esasperata Bulma prendendosi la testa fra le mani.

“Oh, al diavolo, le faremo domattina, c’è tempo!” esclamò Lunch risoluta sventolando una mano. “Sei d’accordo con me, C18?” aggiunse poi volgendosi verso la diretta interessata, che sedeva sul letto con occhi vacui e l’aria di chi si trovasse con la testa rivolta da tutt’altra parte.

“…C18?!” la richiamò l’altra, ma lei continuò ad ignorarla.

“C18!!”

“Eh?!” rispose finalmente –e distrattamente la biondina dopo che Lunch l’ebbe scrollata per una spalla.

“Stai bene? Non è che hai ancora il raffreddore, vero?”

C18 sbattè le palpebre, perplessa. “No…sto bene…”

“Accidenti, questo non è degno di te!” si stupì Bulma raggiungendola e sedendosi al suo fianco. “È da ieri sera che stai con la testa fra le nuvole, si può sapere cosa ti prende?!”

“Ma no, io…” bofonchiò la biondina cercando di trovare una scappatoia dalle accuse, ma Chichi fu più rapida a sprangarle ogni via d’uscita possibile.

“Stavi pensando a Crilin, per caso?” chiese con semplicità.

Seguì un lungo silenzio terribilmente pesante, carico di imbarazzo da una parte e di curiosità mista a stupore dall’altra.

“…EEEEEEH?!” Bulma e Lunch erano quasi sotto shock per la sorpresa. “Ma…è vero?!”

“Uff…” mormorò seccata C18 con la lingua impastata. “Non sono cose che vi riguardano!”

Cercò di assumere un atteggiamento di superiorità voltando la testa al soffitto con aria indispettita, ma il tenue color pomodoro delle sue guance non ingannava nessuno.

“C18! Non ti sarai forse…?” azzardò Bulma a bocca spalancata, sempre più avida di scoprire qualcosa di più.

“Allora è per questo che ieri sera non hai voluto raccontarci niente!” esclamò Lunch sentendosi felice per l’amica.

La grande muraglia di orgoglio personale della biondina aveva cominciato a sgretolarsi di fronte ai continui e pressanti attacchi diretti delle sue amiche…Avvampando violentemente e avvertendo il sudore freddo che le colava lungo le tempie, aprì entrambe le mani e le sventolò con foga davanti a sé.

“N-no, avete frainteso! Io non ho…”

“Che cosa è successo ieri sera?!” esclamarono in un’unica voce Bulma, Chichi e Lunch gettandosi su di lei. “Dicci cosa avete…”

“…abbiamo solo parlato!” sibilò C18 in un solo fiato, incapace di resistere un minuto di più a quella smania di sapere che solo con le amiche più care puoi tollerare.

Le tre indagatrici trattennero il respiro fino all’ultimo minuto; sgonfiando la pancia e il torace impettito, sbuffarono con pesantezza.

“Tutto qui?” mormorò Bulma, amante delle situazioni piccanti, un po’ delusa. “Dal tuo comportamento, pensavo che fosse successo chissà cosa!”

“Bè, è comunque un passo avanti!” commentò Chichi, sentendosi più sollevata per il timido Crilin piuttosto che per la spavalda C18.

“Allora stai cominciando a ricrederti sul suo conto?” chiese Lunch.

La biondina, dopo una breve pausa di silenzio, abbassò il capo in avanti e sorrise assertiva. “È…simpatico…” mormorò alla fine con una tonalità di voce che non sembrava nemmeno la sua.

Finalmente la tensione presente nella stanza, che era diventata quasi palpabile a causa della delicatezza della situazione, cominciò a sciogliersi. Le ragazze non seppero cos’altro dire, ma di una cosa erano assolutamente certe: erano contente che, per una volta, C18 fosse riuscita ad abbandonare i suoi pregiudizi, che troppo spesso l’avevano ingannata sul conto di individui dell’altro sesso.

In fondo quel raffreddore non aveva avuto altro che giovamento!

Il ticchettio delle gocce di pioggia sveltì il suo ritmo, mentre una nube poco distante dal campo dei bungalow liberò un fascio di luce, seguito da un possente boato. Nello stesso momento qualcuno bussò alla porta d’ingresso con colpi secchi e distanziati.

“Chi può essere?” Chichi scese dal letto e allungò una mano per appoggiarla sulla maniglia.

“Sì?” chiese prima di abbassarla.

“Servizio in camera!” rispose sbrigativamente una voce rauca da fuori.

“Cosa?! Noi non abbiamo ordinato nessun servizio in camera!” sbottò la moretta spalancando la porta.

Rimase interdetta quando si ritrovò davanti i faccioni dei due inservienti del signor Freezer, armati di secchio e scopettone.

“Ah! Ma voi siete…”

“C’è per caso qualche nuova perdita, qui?” chiese Dodoria ignorando Chichi e superandola sull’uscio con diverse falcate, data la scarsa lunghezza delle sue gambe tozze.

“No, non direi…” mormorò Lunch lanciando un’occhiata ansiosa alla falla sul soffitto, ormai tappata, che qualche giorno prima aveva dato loro diversi problemi.

“Meglio controllare” disse nervoso Zarbon sbirciando di sottecchi C18, che stava osservando i due con uno strano cipiglio. “Non vorrei che qualcuno si divertisse troppo, oggi…”

“Ci stavo giusto pensando!” rispose C18 rovesciando le mani sui fianchi; aveva afferrato alla perfezione il motivo della loro visita. “Ordini del signor Freezer, immagino…”

“Esattamente” rispose prontamente Dodoria. “Quindi uscite, siete solo d’intralcio!”

“Oooh, ma che dispiacere! Anche oggi dovrò rinunciare alla mia piscina privata di acqua piovana!” recitò C18 fingendosi disperata. “Come farò?!”

Zarbon e Dodoria, ovviamente troppo poco svegli per accorgersi dell’inganno, si guardarono e sghignazzarono soddisfatti.

“Forza, signorine, non perdete tempo!” esclamò il primo imbracciando lo scopettone e agitandolo minaccioso. “Aria!”

“Ehi, bello, come ti permetti di usare quel tono?!” protestò Bulma puntando il dito contro Zarbon.

“Eh eh, hai ragione…sono davvero troppo affascinante, infatti amo la bellezza…” si vantò l’altro passandosi vanesio la mano tra i capelli.

“Lascia perdere, Bulma, ignorali!” disse Chichi.

“Ma scusa, prima ci piombano dentro casa senza preavviso e poi si permettono pure di fare i gradassi!” sbottò Bulma sgranando gli occhi celesti. “E poi cosa diavolo stanno farneticando?! Di quale piscina stanno…”

“Te lo spieghiamo strada facendo!” troncò Lunch prendendo l’amica sottobraccio e procedendo di gran carriera verso la porta. Le altre si accodarono dopo aver preso i loro ombrelli e uscirono sul pianerottolo.

“Lasciatemi almeno una pozzanghera, mi raccomando!” disse C18 voltandosi verso i due inservienti, che dopo aver alzato un pollice al suo indirizzo scoppiarono in un latrato che, secondo loro, avrebbe dovuto incutere timore.

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Bulma lasciò cadere la forchetta sul piatto di ceramica e bevve un sorso d’acqua. “Perché non siamo mai venute a mangiare in questo localino?”

“Forse perché abbiamo avuto talmente tanti giri da fare che non ce ne eravamo nemmeno accorte” disse C18 pulendosi la bocca col tovagliolo. “Ottimo curry, comunque…”

Chichi sorrise. “Ci siamo divertite un sacco, vero?”

La sua osservazione fu accolta da energici movimenti di assenso con la testa.

“A proposito, Bulma” disse Lunch all’amica, impegnata nel tentativo di modellare una mollica di pane a forma di papera. “Non sarebbe meglio passare all’aeroporto a chiedere delle tue valigie? Comincio a preoccuparmi seriamente per la loro sorte…”

“Uhm…e se non le avessero ancora rintracciate?” aggiunse Chichi ansiosa.

La mollica si disintegrò in mille pezzi fra le sue dita tremanti. Già…e se non le avessero ancora ritrovate?

Un brivido le attraversò la spina dorsale: sapeva benissimo che cosa l’avrebbe aspettata nell’eventualità che le valigie fossero risbucate il giorno successivo…e a dirla tutta, non ne era così speranzosa.

“Ehm…” mormorò incerta. Non aveva detto alle amiche del patto stretto con Vegeta…perché se ne vergognava. E inoltre, ora che si era fossilizzata così tanto sulla figura di Yamcha, chissà quanto l’avrebbero presa in giro!

No, meglio tenersi la cosa per sé, era più sicuro…

“S-sì, credo che sia meglio dare l’ennesima controllata…” annuì Bulma volgendo lo sguardo da un’altra parte. L’unica cosa che riusciva a trasmetterle un briciolo di conforto era la remota –ma non da escludere opportunità che le valigie le venissero recapitate in una data successiva a quella della partenza: in fondo, la scommessa riguardava l’ultimo giorno di vacanza, non era stato specificato niente di più…

Una volta che ebbero pagato il conto, le ragazze aprirono i loro ombrelli e si diressero verso la pensilina dell’autobus più vicina.

“Che tempaccio…è un miracolo che non ci siamo ancora infangate!” esclamò Chichi rinsaldando la presa sul proprio ombrello. Mentre controllavano gli orari dei mezzi, uno strombazzare di clacson molto familiare giunse da lontano alle loro orecchie e le spinse a voltarsi; un secondo dopo fu facile individuare il veicolo che lo aveva emesso.

“Oh, Kami…Non dirmi che…”

“Ehilà, ragazze! Che coincidenza incontrarvi qui!” esordì Yamcha affacciandosi dal finestrino del suo furgoncino, miracolosamente rimesso a nuovo.

“Yamcha!” esclamò Bulma sorpresa. “Cosa…cosa ci fai qui?!”

“E come diavolo hai fatto a rimettere in piedi questo catorcio?!” aggiunse C18 con una smorfia.

“Ho un amico che mi ha dato una mano con il motore e le gomme” rispose il moro mostrando il suo sorriso smagliante. “E così ora non dovrei più avere troppe difficoltà!”

“Oh…” mormorarono le ragazze all’unisono, poco convinte.

“Coraggio, saltate su, vi porto a fare un giro!” Yamcha spalancò una portiera con un calcio ben assestato e le invitò a salire a bordo. Le quattro amiche si consultarono l’un l’altra con un semplice sguardo collettivo e fecero spallucce.

“Beh, meglio di niente…”

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“Un’ora solo per arrivare all’aeroporto! Di solito i catorci possono arrivare anche a sessanta chilometri all’ora, vero? Questo fa fatica a farne dieci!” C18 acuì le sue lamentele sferrando un pugno sul poggiatesta del sedile anteriore, che si inclinò da un lato.

“Chi va piano va sano e va lontano!” cinguettò Yamcha raddrizzando il poggiatesta come se non fosse accaduto niente.

“Ma stai un po’ zitto, per favore…” berciò a mezza voce la biondina gettandosi all’indietro fino a quando lo schienale di pelle non arrestò la sua caduta.

“Ma quanto ci sta mettendo Bulma?!” sbottò Chichi seccata spannando la condensa sul finestrino con una mano. “Eppure non ci vuole tanto a chiedere un’informazione!”

“Avrà trovato la fila…” ipotizzò Lunch facendo spallucce.

Dopo un’altra breve attesa, che per le ragazze inscatolate in quell’ammasso informe di ferraglia parve un’eternità, la porta scorrevole dell’edificio aeroportuale si spalancò e venne attraversata da un’avvilitissima Bulma, che procedeva verso il furgoncino senza neanche curarsi di sistemare perfettamente l’ombrello sopra la testa.

“Ahi ahi…A giudicare dalla tua faccia, mi sa che non le hanno ancora trovate…” mormorò Chichi quando l’amica montò accanto a lei; questa le lanciò un’occhiataccia fulminante che la fece zittire all’istante.

Come da copione, scese un silenzio di solidale compassione, rotto solo dal rumore della pioggia che batteva sul parabrezza e da qualche occasionale sospiro della povera Bulma.

“Dai, io ho un’idea per tirarvi su di morale!” esclamò di colpo Yamcha battendo forte le mani e facendo trasalire le quattro ragazze. “Adesso vi porto da Radish e gli altri caproni, così magari riusciremo a distrarci un po’ dopo questa brutta delusione!”

E senza attendere una risposta dalla plebe girò la chiave nel quadrante, ingranò la quarta e si infilò sulla tangenziale…velocità permettendo.

“Sigh…Sicuro, mi sentirò senz’altro meglio!” gemette Bulma silenziosamente, già temendo per il fatidico momento in cui si sarebbe trovata faccia a faccia con Vegeta.

“Ehm, caprone sarai tu!” protestò invece Chichi picchiando sul sedile del moro, convinta che nella cerchia da lui definita vi avesse fatto rientrare anche il suo Goku.

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Torpore…Caldo, pesante, appiccicoso torpore.

Le palpebre non erano mai state così difficili da sorreggere…i muscoli che la manovravano tendevano inesorabilmente a lasciarle andare, farsi sopraffare dalla noia.

Uno sbadiglio collettivo diede loro voce comune.

“Ehi…” bofonchiò Chichi con la lingua impastata di sonno volgendo un distratto sguardo alla costa. “Ma quanto tempo ci vuole ancora?”

“È da tre quarti d’ora che siamo braccate qui dentro!” si lamentò Bulma cercando di allungare le gambe sotto il sedile. “Non ce la faccio più!”

Yamcha levò una mano dal volante e la sventolò piano sopra la sua testa. “Coraggio, ormai non manca molto!”

C18 si alzò di scatto dal sedile e si sporse nell’abitacolo del guidatore con molta foga. “Se tu dessi un po’ più di gas a questa vecchia carretta, sicuramente arriveremo prima!” esclamò seccata scoccando un’occhiataccia al ragazzo, che evitò accuratamente di voltarsi verso di lei. Non ottenendo risposta, la biondina allungò un braccio e gli strinse fortemente la spalla con una mano. “PREMI IL PIEDE SULL’ACCELERATORE, MALEDIZIONE!”

Yamcha deglutì rumorosamente mentre piccole gocce di sudore freddo gli imperlavano la fronte. “S-sì…subito…” balbettò flebile e impaurito. Pigiò il piede sul pedale fino a quando il tachimetro non segnò i settanta chilometri orari.

“Wow…non credevo che ce l’avrebbe fatta per davvero!” disse sorpreso ammirando compiaciuto il numero indicato dalla lancetta; era chiaro che nemmeno lui aveva creduto di arrivare a tanto…

“Così va meglio” annuì C18 incrociando le braccia al petto e rimettendosi seduta comodamente.

“Accidenti, il mio amico ha fatto un lavoro più in gamba di quanto pensassi!” si esaltò Yamcha scoppiando a ridere. “Mi aveva garantito un’autonomia di quaranta chilometri al massimo! Grande, grandissimo!! Ah ah ah ah ah…!”

La risata sguainata del moro fu interrotta da un rumore secco, seguito da un nitrito isterico.

“Che cosa succede?” chiese Bulma incuriosita.

Il busto di Yamcha si voltò lentamente verso l’abitacolo posteriore, faticando a trascinare con sé anche la testa; quando anch’essa raggiunse il resto, rivelò un paio di occhi incredibilmente fuori dalle orbite e i capelli rizzati sulla nuca come tanti spilli.

“…Il volante, però…è un po’ cedevole…” pigolò con voce stridula tirando su il braccio tremante e mostrando alle ragazze l’oggetto in questione.

“Oh, Kami…” mormorarono loro all’unisono fissando il volante come ipnotizzate, per poi lasciarsi andare ad uno spaccatimpani “OH, KAMI!!”

“NIENTE PANICO, NIENTE PANICO!!” urlò Yamcha smanettando agitato con tutto ciò che gli capitava sotto mano.

“NON PEGGIORARE LA SITUAZIONE, DEFICIENTE!” latrò C18 sferrandogli uno scappellotto sulla nuca. “FAI QUALCOSA!!”

“S-sì!” annuì Yamcha asciugandosi una lacrimuccia all’angolo della palpebra. Afferrò il volante e tentò di risistemarlo al suo posto.

“NON…NON SI INFILA!!” gridò dopo alcuni tentativi andati ovviamente a vuoto.

“MA SEI SCEMO, PER CASO?!” sbottò Bulma levandoglielo dalle mani con uno strattone violento.

“È OVVIO CHE NON SI POSSA RIMETTERE AL SUO POSTO, IMBECILLE!” aggiunse Chichi scuotendo con energia il sedile del guidatore, provocando diversi sballottamenti dalle parti dello stomaco del moro.

“Ehm…Perché non provi a frenare?” propose Lunch con una tranquillità innata; nemmeno i rischi più pericolosi riuscivano a smontarla…

Fu come se una lampadina di fosse accesa nel cervello di Yamcha, che schioccò le dita e si impettì, rinfrancato dalla sicurezza. “…Ma sai che non ci avevo pensato?!”

“Scemo…” sibilò Chichi a denti stretti, incapace di trattenere la collera anche solo un secondo di più.

Yamcha si apprestò ad ubbidire e…

“NON FUNZIONA!! NON FUNZIONA!! AAAAAAH, MORIREMO TUTTI!!” ululò prendendosi la testa fra le mani e scuotendola energicamente per la disperazione.

“NON DIRE QUESTE COSE, CAVOLO, MI FAI VENIRE LA PELLE D’OCA!” urlò Bulma sporgendosi in avanti e prendendolo per la collottola. “È TUTTA COLPA TUA!!”

“AIUTO!” gridarono all’unisono Chichi, C18 e Lunch nel momento in cui il furgoncino slittò fuori dalla corsia e uscì di strada.

“NOOOOOOOOOOO!!”

La vettura planò a terra dopo una piccola discesa a ridosso dell’asfalto, venendo catapultata nella spiaggetta adiacente.

“IL FRENO A MANO, IL FRENO A MANO!!” sbraitò Chichi dando manate sui finestrini chiusi in preda al panico. In preda al panico, Yamcha afferrò la leva con entrambe le mani e tirò con tutte le sue forze…

Avvertirono una spiacevole sensazione di inclinazione rispetto alla strada, mentre uno per uno venivano scaraventati violentemente addosso alle portiere schiacciandosi a vicenda; chiusero fortemente gli occhi nel momento in cui le ruote slittarono bruscamente sulla sabbia bagnata e facevano eseguire al furgoncino un perfetto testacoda che tracciò con precisione innata una piazza ovale sul terreno sottostante, provocando un rumore terribilmente stridulo.

Dopo qualche metro di sbandamento tra dune di terra bagnata e sassi occasionali, si arenarono in una buca di sabbia traboccante di acqua; un vero e proprio pantano

Una nuvoletta di vapore si alzò dal cofano del motore, ma non fu niente in confronto all’enorme sospiro che venne liberato dai passeggeri, stremati e in preda a un attacco di pura tachicardia.

“B-brutto…imbecille…” sibilò Bulma affrettandosi a ruotare la manopola del finestrino e a cacciarvi fuori la testa per alleviare il suo senso di vertigine.

C18 crollò sfinita sulla spalla di Lunch, mentre Chichi si buttò sullo schienale del sedile anteriore, facendo però in modo che la testa desse sull’abitacolo. Nonostante la vista annebbiata, riuscì a individuare benissimo il motivo per cui erano stati strapazzati in quel modo…Non aveva ancora recuperato le forze per arrabbiarsi come si deve, purtroppo…

“Sai, Yamcha…” mormorò con voce stanca. “Forse…bastava levare il piede dall’acceleratore…”

Il ragazzo, stordimento permettendo, fece mente locale su ciò che gli aveva appena detto la moretta; accorgendosi della pressione che il suo piede esercitava sul pedale, le sue membra si ghiacciarono.

“Yamcha, sei…sei un’idiota…” commentò C18.

“Ehm…Scusate…Ehe!” balbettò il moro passandosi una mano sul collo cercando di assumere un’espressione da cucciolo pentito…

“Non osare ridere…caprone!” muggì ferocemente Chichi facendo un notevole sforzo per scandire bene –e minacciosamente ogni singola parola.

“Scusate…” pigolò l’altro facendosi piccolo piccolo.

Ben presto ricominciò a piovere, ma per loro non fu affatto un problema…neanche per Bulma, che si lasciava bagnare il capo e le spalle senza battere ciglio.

“Maledetto…Maledetto…!!”

Un ticchettio ritmico giunse alle orecchie dei ragazzo come se fosse stato ovattato, seguito da un richiamo dal tono vagamente preoccupato.

“Ehilà! Serve aiuto!”

C18 alzò appena la testa e lanciò un’occhiata in direzione del finestrino da cui proveniva la voce.

“Ehilà, Crilin…Nappa…” sospirò sollevata. “Ehm…Ci dareste una mano, per piacere?”

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“Allora, visto che oggi è il vostro ultimo giorno qui…” disse Radish tirando fuori una confezione di sei lattine di birra, “facciamo un festino in vostro onore!”

“In realtà vuoi solo trovare una giustificazione per poterti ubriacare fino all’estremo, vero?” grugnì Crilin scoccando un’occhiataccia seccata all’amico.

“Beh, a patto che non ci strapazziamo troppo…” precisò Lunch, ancora provata dal terribile viaggio appena concluso.

“Ma certo!” sbraitò Radish prendendo dalla scatola diverse bottiglie di birra e distribuendole in giro; il resto se le prese lui.

“Ehi, scroccone!!” protestò indignato Nappa rivendicando il bottino.

“Lasciami in pace, idiota!!”

“Dammi quelle bottiglie!!”

“Ogni sera è la stessa storia…!” disse Goku bevendo di malavoglia un sorso di nettare dalla sua bottiglia.

“Ehm…Se volete…Vi posso dare la mia birra…” mormorò timidamente Lunch allungandola in avanti. “Tanto non credo che la berrò…”

Gli occhi di Nappa e Radish si illuminarono. “Da-davvero?!”

“Bè, sì…”

Entrambi i ragazzi allungarono avidi le mani in avanti e le posarono contemporaneamente sui due lati della bottiglia.

“Molla, bastardo!”

“Vattela a comprare!”

“Sei un egoista!”

“Soddisfo il mio fabbisogno giornaliero!”

“Ci penso io” intervenne Vegeta sfilando la birra dal groviglio di mani e trangugiandola in pochi secondi.

“Ehi, Vegeta!!” esplose il capellone con sguardo omicida, ma mai quanto quello che gli scoccò l’altro, placandolo all’istante.

“Dovreste ringraziarmi, invece di accanirvi contro di me!” esclamò Vegeta rovesciando le mani sui fianchi.

Radish aprì la bocca per ribattere, ma Nappa glielo impedì con un pugno sulla nuca. “Smettila, Vegeta ha detto una cosa giusta! Portagli rispetto, invece di ribellarti!”

“Così va meglio” annuì Vegeta lanciando via la bottiglia vuota.

Lunch la raccolse e la osservò con astio, sentendosi in colpa per la scenata che si era appena conclusa. “Oh, tutto questo per la mia bi…bi…eeeet…eeeeeeeet….ET-CHUM!!”

“Huh?” Tutto il gruppetto si voltò verso la ragazza, la quale aveva appena trasformato una leggera stretta intorno alla sagoma della bottiglia in un vero e proprio stritolamento.

“Ehi, voi!! Come avete osato rubarmi la mia birra?!” ringhiò accanendosi contro Radish con prepotenza.

“M-ma sei stata tu a darmela! Io non…”

“Me la pagherete molto cara!!” sbraitò la ragazza staccando da terra l’intera cassa rimanente di birra e cominciando a prelevare le bottiglie una per una.

“E-ehi! Che cosa credi di fare, donna?!” esclamò il capellone preoccupato.

“ZITTO!!” lo ammonì Lunch cominciando a togliere i tappi dalle canne di vetro e a trangugiare con poche sorsate l’intero contenuto delle bottiglie.

“Oddio…SI STA SCOLANDO LA NOSTRA BIRRA!!” ululò Radish con le mani fra i capelli ribelli, accasciandosi al suolo in preda alla disperazione.

“BISOGNA FERMARLA!” gridò Nappa lanciandosi in avanti, bramoso anch’egli di godere di quel nettare di cui ormai non avrebbe più potuto fare a meno.

“Lunch, smettila! Torna in te!” Chichi, Bulma e C18 afferrarono l’amica sotto le ascelle, mentre essa cercava di dimenarsi dalla stretta con ferocia.

“LASCIATEMI! La devono pagare per quello che mi hanno fatto questi beoti!!” ruggì riuscendo a strattonare via un braccio dalla presa instabile di Bulma.

“Non credi che l’abbiano già pagata abbastanza?!” esclamò C18 sfilandole dalle mani l’ultima bottiglia contenuta nella cassa, ma Lunch se la riprese scoccandole un ardente sguardo di indignazione.

“Tsk…Dilettanti!” Con un colpo secco, tolse il tappo dalla bottiglia e tracannò la birra tutta d’un fiato.

“Kami, che situazione…” sospirò Chichi voltando la testa da un’altra parte per non assistere a quello spettacolo a suo parere ripugnante.

I gemiti che seguirono e il rumore inconfondibile di una bottiglia andata in frantumi confermarono la sua tesi.

Lunch aveva scagliato l’oggetto sulla testa di Radish, in preda ai postumi della sbornia a cui, ovviamente, non era affatto abituata. Dopo aver rovesciato gli occhi all’indietro si preparò a seguire il ragazzo –rintronato da quella botta che non aveva fatto altro che acuire il turbamento dovuto all’alcool – sulla sabbia sottostante, se Goku non l’avesse afferrata all’ultimo secondo e se la fosse issata in spalla.

“Meglio portarla in infermeria…” suggerì C18 scrutando esasperata il viso rosso dell’amica, che si lasciò sfuggire un singhiozzo.

“Sì, credo sia la cosa migliore da fare…” annuì Goku cercando di scuotere la ragazza il meno possibile per non provocarle qualche conato in anticipo.

Chichi diede un’occhiata preoccupata a Lunch, poi volse lo sguardo al terreno dove, con le braccia e le gambe aperte ad angelo e un rivoletto di bava calcificato all’angolo della bocca, stava Radish, gli occhi mezzi aperti. Nessuno avrebbe potuto dire se stesse dormendo o no…

“Ehm…Forse è meglio portare anche lui…” mormorò timidamente indicando il capellone.

“Se fosse per me, io lo lascerei qui, così impara” sospirò Goku chiedendo con un cenno a Nappa e Vegeta di tirarlo su; i due, dopo aver sbuffato seccati, lo afferrarono uno sotto le ascelle e uno per le gambe, facendo uno sforzo immane per sollevarlo da terra.

“Aspettate, vi diamo una mano!” esclamò Chichi facendo per avvicinarsi, ma Goku arrestò il suo cammino.

“Per favore, ragazze, potreste rimanere qui a controllare la situazione?” chiese con serietà rivolto a lei e a Bulma. “Non mi fido a lasciare le tende incustodite…”

La moretta sbattè le palpebre un paio di volte, poi annuì con convinzione. “Ok, come vuoi…”

“Grazie” rispose il moro sorridendo dolcemente. Affiancato da Crilin e da C18, si portò fuori dalla tenda e cominciò a camminare a passo svelto verso il piccolo edificio medico; Nappa e Vegeta, in preda agli sproloqui più colossali, arrancavano dietro la loro scia imprecando tra loro per quanto potesse essere sconfinata la stupidità di Radish, che non aveva nemmeno avuto la forza di schivare una misera bottiglia di vetro.

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“Non capisco cosa vogliano sorvegliare…Insomma, non è che qui ci sia parecchia roba di valore!” disse Bulma guardandosi intorno per tutto il perimetro della striminzita tenda.

“Boh…Forse hanno nascosto qualcosa sotto la sabbia!” rise Chichi prendendone una manciata e passandosela fra le dita.

“Se credi che io mi metta a scavare ti sbagli di gr…” cominciò Bulma, quando un trillo familiare richiamò la sua attenzione.

“…È il tuo cellulare?” chiese la moretta riconoscendo il ritmo acuto e movimentato della suoneria dell’amica. Bulma, dopo aver frugato nella tasca dei pantaloni per qualche secondo, estrasse l’oggetto bramato, il cui schermo si illuminava a intervalli regolari.

“È mia madre, mi sta chiamando!” esclamò Bulma alzandosi di scatto. “Esco qui fuori, ho paura che qui la ricezione sia instabile…”

“Fai pure” annuì l’altra accomodandosi a sedere su un asciugamano.

Bulma scostò il tessuto e uscì all’aria aperta, ancora profumata di pioggia. Premette il pulsante di inizio chiamata e si accostò il cellulare all’orecchio.

“Pronto, mamma? Ciao, sono… …Mamma? Mi senti?! Non mi hai chiamato da quando hai… Ehi, mamma! Fammi parlare! Io…Mamma…”

Bulma si scostò l’apparecchio di dosso e lo scrutò con astio, sospirando pesantemente.

“Mamma…! No, mamma, io non sono la commessa della pasticceria del quartiere, sono Bulma! Tua figlia! B-U-L-M-A!” ringhiò la ragazza seccata, ormai troppo abituata a quel tipo di stranezze da parte di sua madre…

“Bulma? E cosa ci fai nella pasticceria del quartiere, tesoro?” cinguettò la signora Brief dall’altra parte.

“IO NON SONO NELLA PASTICCERIA DEL QUARTIERE, SONO ALLE ISOLE YOSHI!!” urlò Bulma scrollando il telefonino come se la madre fosse stata una parte integrante dei suoi circuiti.

“Oh…davvero, cara? Allora ricordati di portarmi qualche dolcetto tipico del posto, ho così voglia di assaggiare qualcosa di nuovo!”

“Uff…Hai chiamato solo per dirmi questo, allora?!”

Mentre ascoltava gli sproloqui senza senso della madre, Bulma voltò lo sguardo alla strada che costeggiava la spiaggia, gremita di gente a passeggio armata di ombrelli colorati e sgargianti.

Ehi, un momento…Quell’ombrello aveva qualcosa di familiare…In tutta la durata della sua permanenza aveva conosciuto solo una persona che possedesse un ombrello di color verde petrolio come quello…Ma non poteva essere lui, era contro la logica!

Seguì la linea del manico con gli occhi, fino ad incontrare la mano che lo reggeva. Era…una ragazza; molto bella, per di più. Stava chiacchierando e ridendo animatamente con un ragazzo, tenendolo sottobraccio; il ragazzo era alto e moro, con un bel sorriso e una voce possente e mascolina.

“…”

In preda a un raptus omicida, Bulma stritolò inconsapevolmente il cellulare tra le sue mani e ringhiò minacciosa all’indirizzo della coppietta, gli occhi assatanati di sangue.

“Questa me la paghi, Yamcha!”

Scavalcò il muro di recinzione e, a debita distanza, cominciò il suo pedinamento che, ne era certa, sarebbe andato a buon fine.

“Bulma cara? Pronto? Pronto?!”

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Chichi controllò l’orologio che teneva al polso: le undici e mezza. Bulma era uscita già da un pezzo, chissà dove era andata a finire…Non sentiva neanche il rimbombo della sua voce.

Undici e mezza…Quel numero le riaffiorò nella mente come se fosse stato qualcosa da cui era impossibile sfuggire, una pesante condanna alla prigionia dell’oblio.

La partenza del suo aereo, la mattina dopo, era programmata proprio per quell’ora.

Perfetto…Dodici ore. Ancora dodici ore di dolcissima presenza.

Un groppo in gola le troncò di netto il respiro. Lo sapeva, lo sapeva benissimo che alla fine sarebbe finito tutto…Ciononostante, lo sconforto e la commozione erano troppo gravosi per poterli ignorare, fare finta di niente di fronte al loro attacco.

La stessa sera del giorno successivo non avrebbe più dormito nel suo confortevole e difettoso lettuccio a castello, bensì nel suo banale, ordinario, solito baldacchino posto al centro della sua stanza. Niente più spiagge dalla sabbia bianca e dal mare limpido e pervaso da riverberi, solo strade trafficate, locali affollati e insegne al neon variopinte immerse nella confusione cittadina.

Il suo ennesimo esodo verso la Città dell’Ovest.

Sospirò malinconica, una piccola lacrima le delineò armoniosamente la guancia.

Invece lui sarebbe tornato nella Città dell’Est.

Esattamente dalla parte opposta, tanto per dirla con semplicità. Chilometri e chilometri di distanza, l’uno all’altra metà del globo.

Allora quello…era un addio?

“Non essere sciocca, Chichi, certo che non è un addio! Potrete sempre sentirvi per telefono, o scrivervi una lettera di tanto in tanto…”

La voce della sua coscienza, come in tanti altri casi di estrema difficoltà, era sempre riuscita a confortarla con parole impregnate di candida saggezza; ciononostante, sebbene potesse indubbiamente affermare la medesima cosa in quella situazione, non bastò per farle arrestare il flusso delle lacrime, che scendevano copiosamente lungo il suo viso, infiltrandosi nelle pieghe della sua scollatura.

Come avrebbe fatto a resistere alla lontananza, quando il suo unico desiderio era quello di avere Goku al suo fianco? Un cavo telefonico intrecciato o un francobollo dentellato non avrebbero mai potuto colmare il vuoto della sua presenza…

“Chichi! Ma sei ancora qui?”

Gli occhi scintillanti, la ragazza alzò la testa verso colui che l’aveva chiamata. Per un attimo credette seriamente che si trattasse di una proiezione dei suoi desideri, un miraggio ingannevole, ma quando la sua mano sfiorò quella del ragazzo non ebbe dubbi sulla materialità della visione…L’unica persona a cui aveva rivolto ogni briciolo di mente fino a quel momento.

“G-Goku, sei tu…” mormorò con la voce spezzata affrettandosi ad asciugarsi il viso.

Il ragazzo si preoccupò non poco nel vedere il bel volto della moretta gonfio e arrossato, e per di più riccamente bagnato di lacrime.

“Che cosa ti succede? Stai male?” si informò raggiungendola con uno scatto rapido sedendosi sull’asciugamano accanto a lei. Le posò delicatamente una mano sulla spalla, bagnandole leggermente il tessuto della maglietta di pioggia.

Chichi sussultò a quel contatto; era così piacevole assaporare quel calore sulla sua pelle…

“I-Io…No, non ho niente…” disse cercando di recuperare quel poco di compostezza che le era rimasta. “È solo che non riesco a smettere di piangere…Scusami…”

Quasi come se fosse stato partecipe del turbamento interiore della moretta, Goku rimase in silenzio, lo sguardo serio e malinconico a fissare i riverberi dei lampi in lontananza. Solo, le passò il braccio intorno alle spalle, sperando di trasmetterle, in qualche modo, la sua solidarietà e farle capire che, se avesse avuto bisogno di aiuto, lui ci sarebbe stato per qualsiasi cosa.

Avrebbe voluto passare molto più tempo con lei…

Chichi si lasciò sfuggire un singhiozzo che la fece sussultare leggermente, ma fu la stessa causa scatenante di un paio di occhi sgranati; come resasi conto di star compiendo una grossa stupidaggine, si tirò su con la schiena e si stropicciò gli occhi con forza.

“Non credo di essere una compagnia molto allegra, stasera…” mormorò senza togliere le mani dal viso; si sentiva una sciocca, una bambina sciocca.

Goku sorrise intenerito. “Non preoccuparti per questo…!”

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, fino ad incontrare i suoi grandi e rassicuranti occhi scuri. Sorrise fra le lacrime, strizzando le palpebre con gioia. “Grazie, Goku…”

Il moro rinsaldò la sua stretta e la fece accostare ancora di più al suo petto, poggiando il mento fra i suoi capelli color dell’ebano profumati di vaniglia; gli piaceva molto l’effetto che quella fragranza provocava ai suoi organi dell’olfatto.

Il rimbombo di un tuono li fece trasalire entrambi, spingendoli ad accoccolarsi maggiormente l’uno contro l’altra.

“Credo stia per piovere…” sussurrò Chichi, la voce soffocata dalla pressione sulla maglietta del ragazzo.

“Già, lo penso anch’io…” confermò Goku scrutando il cielo grigiastro. Portò lo sguardo alla distesa oceanica di fronte a loro, estremamente calma di fronte alla minaccia incombente.

Gli faceva sempre uno strano effetto osservare il mare, una delle forze perpetue per eccellenza, in quelle condizioni; era un evento che aveva sempre il potere di ammaliarlo, incantarlo. Forse perché nel suo sperduto peasino sulle montagne non aveva mai potuto godere di quello spettacolo: aveva conosciuto l’oceano solo all’età di dodici anni.

“Chichi…” mormorò stringendole una spalla con la mano. La ragazza sollevò la testa, assicurandogli di trovarsi all’erta.

“…Hai voglia di fare il bagno?”

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L’aria era umida, quasi fredda. A quanto pareva solo a suo avviso, poiché Goku aveva già cominciato a bagnarsi le braccia e le gambe raccogliendo fra le mani a coppa grandi quantità di acqua marina.

“Non…non hai freddo, così?” chiese portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Goku interruppe il suo rituale per osservare la ragazza accanto a lui. “Bè, se devo essere sincero, io…io…AT-CHUM!!”

Chichi si coprì la bocca con le mani e ridacchiò divertita. “Eh eh! Salute! Ah ah ah!!”

“Ehi, cosa ridi?!” esclamò il moro divertito. Portò le mani nell’acqua e le caricò di acqua fino all’orlo, mentre gli occhi saettavano furbi dalla superficie alla figura della ragazza.

“Oh, no! Non vorrai mica…?!” gemette la moretta preoccupata, intuendo ciò che Goku aveva intenzione di fare. “Non…non ci provare, o ti faccio bere tutto l’oceano!”

“Ma davvero?” Sollevò il liquido e fece per prendere la mira.

“No! NOOO!!” Chichi si riparò il viso con entrambe le braccia mentre mille zampilli d’acqua si abbattevano su di lei sotto la risata divertita del Saiyan.

“È GELATA!!” sbraitò lei sfregandosi le braccia con le mani. “Non dovevi farlo, adesso me la paghi!”

“Prendimi, se ci riesci!” la prese il giro Goku correndo verso l’interno del mare; subito Chichi si lanciò all’inseguimento nonostante l’attrito che le rallentava la corsa. Con uno scatto fulmineo spiccò un balzo e gli fu sopra, ma il ragazzo si scostò all’ultimo momento e la fece finire con la testa sotto l’acqua.

“Vedo che alla fine anche a te è passato il freddo!” esclamò lui scoppiando a ridere nell’attimo in cui la ragazza riemerse in superficie, sputacchiando e tossendo da ogni parte.

“Allora credo di doverti ringraziare anche stavolta…!” rispose lei schizzandolo e strizzando l’occhio.

“Non c’è bisogno” rise Goku sollevato: la moretta sembrava aver ritrovato il buonumore, che le rendeva sempre il viso particolarmente radioso e affascinante.

I due si scambiarono uno sguardo d’intesa e, l’uno a fianco dell’altra, cominciarono ad esplorare la superficie con diverse e tranquille bracciate verso la zona più profonda.

Era davvero bello rimanere da sola con Goku, anche se non veniva scambiata neanche una parola; bastava il suo viso sorridente.

Come quella sera di due giorni prima…

Non l’aveva di certo dimenticata…Anzi, per il flusso dei suoi pensieri quella era una fissa tappa quotidiana. Era quasi un ritorno al passato, le analogie erano troppe per venire ignorate.

“E così domani ripartirai…” mormorò il moro malinconico.

“Già…domani…” annuì Chichi tristemente.

Un nuovo fascio di luce e un rombo inquietante; le nubi si erano improvvisamente ammassate in un unico blocco, occupando ogni frammento di atmosfera disponibile. Ben presto, una per una, cominciarono a cadere nuove scintille di pioggia, che planavano in acqua emettendo teneri suoni ovattati, in contrapposizione con la violenza dello scroscio.

“Oh…” mormorò Goku tendendo una mano in avanti.

“Accidenti…” Chichi sollevò la testa al cielo e lasciò che la pioggia le sciacquasse via il sale dal viso; era una sensazione strana, mai provata fino ad allora. Stranamente, era…piacevole.

“Credo sia meglio rientrare” disse il ragazzo apprensivo voltandosi verso la riva, guadando con le braccia per ristabilire una posizione.

Quella parola attraversò Chichi come una lama fredda. “Rientrare?!”

No…Non voleva perdere anche solo un secondo di quella ultima possibilità che le era stata offerta.

Prima che fosse troppo lontano da raggiungere, trattenne il moro afferrandolo debolmente per un polso. “Aspetta…!”

Goku, turbato, girò il capo all’indietro, verso la ragazza. La prima cosa che le sue pupille incontrarono furono i suoi occhi: grandi, arrossati, supplicanti occhi neri e profondi che mai nessuno gli aveva rivolto a quel modo.

“Resta con me, ti prego…” Non era un ordine, ma una disperata richiesta.

La stretta intorno al polso si irrigidì maggiormente, ma stavolta fu Goku ad esercitarla su di lei; la afferrò e, trascinandola lentamente nella sua direzione, la fece avvicinare a sé, facendole poggiare la testa sul torace.

“Goku…” sussurrò la moretta passando le braccia esili attorno alla sua figura robusta, muovendole lentamente per generare una specie di carezza. Il ragazzo imitò il suo gesto, stringendola a sé con forza.

“Goku, ti prego!”

Il ticchettio della pioggia si era ormai fatto incessante e percosso, le gocce si infrangevano sulle loro sagome senza curarsi dell’ingombrante presenza, ma questo a loro non importava.

Le lacrime di Chichi, ormai inevitabilmente mescolate al sapore piovano, avevano ripreso a scorrere in un flusso interminabile, inumidendo di nuovo nettare la pelle candida.

Un paio di grandi mani imprigionarono il suo viso e lo portarono in alto, fino a quando i suoi occhi non vennero incatenati da quelli dell’altro. Goku cominciò a scostare le scomposte ciocche di capelli scuri dal suo visino, liberandole la fronte per poterla osservare meglio.

Un nuovo lampo illuminò le loro figure con violenza; la stessa luce che assistesse ad un contatto. Un contatto fra due labbra morbide, due labbra in attesa del loro complemento, due labbra desiderose di esplorare ogni anfratto dell’altro…

Contatto fra due labbra innamorate.

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CONTINUA…

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*Ale posa la paletta e il secchiello* ECCOMI FINALMENTE!!!! *Suono di campane* Finalmente sono tornata a casa, non ce la facevo più a rimanere senza un computer sottomano…e soprattutto, senza poter controllare le fic aggiornate e tutto il resto! A proposito di questo, scusatemi se ho aggiornato quasi alla fine del mese ma, nonostante abbia scritto la maggior parte di questo capitolo su un quaderno mentre non c’ero, ci ho messo più del previsto per portarlo a termine. Sono state delle giornate particolarmente piene di impegni, sommate alla mia…ehm…svogliatezza per qualsiasi cosa…E poi, ho voluto assicurarmi che la scena tra Goku e Chichi venisse fuori abbastanza decentemente!^^ Ecco il magic moment di cui tanto avevo parlato…Anzi, forse avrei dovuto dire SPROLOQUIATO!^^ Spero che vi sia piaciuto, e che non l’abbia fatto venire fuori troppo sdolcinato…! ^///^ Sigh sigh…la vacanza è finita anche per loro, purtroppo…!

Ovviamente un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno letto e commentato il dodicesimo capitolo, ovvero LeftEye, Chase, Louis89, Lyla, Mau90(grazie mille anche a te per la recensione in “Scale a chiocciola”!!^///^), Amicamia, Kiby912, Kay, Bambi88, Nonna Silvana1936, Kristin, Pikkola Rin, Sere4ruru(benvenuta!). Grazie di cuore!!^_____________^ Sono contenta che, nonostante la poca utilità di quel capitolo *Rolling gli occhi all’indietro* vi abbia strappato quattro risate!^///^

E ora, ragazzi, e soprattutto Bulma/Vegeta fanatici…preparatevi!! Come andrà a finire ‘sta benedetta scommessa nel prossimo capitolo?? A voi le offerte!!^______^

Alla prossima, un bacione a tutti!!

Alessandra

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*P.S. Se non ve lo ricordavate…A proposito di Zarbon e Dodoria, si stavano riferendo a ciò che è successo con Freezer nel decimo capitolo!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Arsenico e vecchi merletti ***


.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.

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CAPITOLO 14: Arsenico e vecchi merletti

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Il ticchettio incessante della pioggia si riversava con ritmo costante sulla stoffa lucida dell’ombrello, provocando una specie di rimbombo nelle orecchie di chi era costretto, suo malgrado, a convivere con quel tamburellare particolarmente fastidioso.

È questo il problema irrisolvibile dei temporali estivi: non puoi mai prevedere quando colpiranno.

Che sia durante una passeggiata sotto le fronde ombrose e profumate di una pineta, o chiuso in casa immerso nella visione del tuo programma preferito, o pizzicato nel bel mezzo di una dichiarazione d’amore umida di carezze ed insicurezze finalmente accantonate in un angolo buio…

No, ogni sforzo è semplicemente una stupida perdita di tempo: gli sbandati orari delle precipitazioni non sentono ragioni.

Nemmeno se si viene arpionati all’improvviso da una calamitante forza ammaliante e seducente, chiamasi sesso femminile, di fronte alla quale ogni resistenza si cerchi di imporre è quasi inutile, escludendo solo alcuni rarissimi casi.

Soprattutto se i capelli della creatura incantatrice si divampano in riflessi dorati e cangianti.

Ad essere sinceri, quasi non sapeva nemmeno chi fosse, quella ragazza. La sua memoria non gli tornava granchè utile, in quel momento; tutto ciò che riusciva a ricordare era interamente ricollegato a un delizioso profumo di lavanda e ad un paio d’occhi di ghiaccio e grandi, molto grandi.

Non sapeva esattamente cosa fosse successo in seguito…o come mai il suo braccio fosse allacciato a quello scarno dell’altra, e per di più…stavano addirittura passeggiando insieme!

Se qualcuno gli avesse chiesto di riassumere il giusto corso degli eventi prima di quella frazione di secondo, di sicuro non sarebbe stato in grado di fornire alcun tipo di risposta soddisfacente.

Sapeva solo che la sua cavità orale aveva la stessa consistenza di un deserto di steppe e un vivace gruppo di farfalle gli volteggiava allegramente nello stomaco.

La ragazza portò la mano al di fuori del perimetro dell’ombrello e trattenne il fiato per un impercettibile attimo, come se fosse in attesa di qualcosa. Quando la ritirò, si girò verso il ragazzo e stirò le labbra in un gran sorriso.

“Oh, meno male, sta smettendo di piovere!” esclamò soddisfatta. “Non ne potevo più di questa umidità…è mai possibile che durante l’estate ci si debba sorbire un temporale del genere?!” Scosse la testa con disapprovazione e si ravviò la folta chioma bionda con un gesto malizioso. “Tsk…guarda le mie scarpe, dovrò lavarle non appena sarò tornata a casa!” Sollevò un piede reggendosi in equilibrio con l’altro e mostrò al moro la suola interamente ricoperta di fanghiglia melmosa.

“B-bè…q-questi sono…i difetti della sabbia bagnata!” balbettò Yamcha ridacchiando stupidamente. In realtà quello non era altro che un disperato tentativo di mascherare la sua disperata lotta con un rivolo di bavetta che minacciava di scivolargli lungo il mento se non avesse chiuso la bocca il tempo.

“Già…che vuoi farci!” sospirò l’altra facendo l’occhiolino.

Yamcha la fissò come inebetito mentre lei lo riprendeva a braccetto con un’abile mossa e lo conduceva lungo il tratto di strada successivo. Quella ragazza emanava un fascino estremamente maligno. Si chiese come facesse a sostenere ancora quella situazione…non era da molti reggere il confronto con una pseudo reginetta di bellezza e mantenere viva una conversazione per così tanto tempo!

Ma modestamente parlando…era tutto merito suo, ovviamente!

D’altro canto, non si poteva di certo negare che la sua figura esercitasse una sorta di attrazione morbosa sulle donne che si imbattevano nel privilegio di incrociare il suo sguardo…

O perlomeno, con Bulma era stato proprio così!

Era bastata una semplice suonata di clacson per fare in modo che si accorgesse di lui, qualche giorno prima…Non poteva certo dire di essere un tipo privo di risorse!

Certo, se poi non fosse uscito da non si sa dove quell’altro individuo…quel…quel tappetto con i capelli a punta…

Vegeta, o come cavolo si chiamava…!

Alla prima occasione ne aveva spudoratamente approfittato per soffiargli la ragazza da sotto il naso, accidenti a lui! Ci si credeva di essere, una qualche sottospecie di principe venuto a rivendicare il proprio diritto di possesso?!

Era una cosa che lo mandava letteralmente in bestia!

No, di certo quel tipo sarebbe stato meglio perderlo che trovarlo.

E tra l’altro –ormai il suo Peter Pan capriccioso era entrato in gioco, perché sopprimerlo sul più bello?- ...non gli era nemmeno particolarmente chiaro come avessero fatto, lui e la sua combriccola di scimmioni idioti e svitati, a stringere amicizia con quelle quattro ragazze così deliziose e alla mano…e soprattutto dotate di un’intelligenza media!

Come potevano due realtà così diverse e distanti venirsi incontro così tranquillamente?!

Scosse lievemente la testa e sbirciò di sottecchi la bionda accanto a lui, impegnata a creare un grosso pallone con la gomma che stava masticando da qualche minuto.

Non è che stava uscendo con lei…per ripicca?

Non appena quel pensiero ebbe impregnato la sua calotta cranica con le sue considerazioni, la ragazza portò repentina i suoi occhi ghiaccio all’interno dei suoi, brillando spensieratamente.

Un piacevole teporino gli carezzò la nuca e sciolse tutte le sue preoccupazioni.

Come si poteva pensare una cosa del genere nei confronti di quella…quella dea?!

Il palloncino di gomma, che aveva raggiunto le dimensioni di una grossa arancia, esplose proprio davanti al viso di Yamcha, impiastricciandolo e risvegliandolo dal torpore in cui era immerso da ormai diverso tempo.

“Eh?!” bofonchiò sussultando e scuotendo la testa da una parte all’altra.

Ma che fai, stupidino? Stai sognando ad occhi aperti?” chiocciò la ragazza maliziosa tirandogli via la gomma dal viso, i filamenti rosati che si estendevano a raggiera intorno al contorno delle sue narici.

E-eh?! Ah…m-ma no, figurati!!” si affrettò a correggersi Yamcha arrossendo e grattandosi la nuca con un braccio. Un momento dopo era scoppiato a ridere senza un motivo preciso.

“Ah…come sei buffo, Yamcha!!” ridacchiò lei portandosi una mano davanti alla bocca e lasciandosi andare ad alcuni sbuffi divertiti ma. Tuttavia, non molto aggraziati.

I piedi del moro non poggiavano più a terra, erano sospesi a pochi centimetri dal suolo, mentre quella risata così argentina e delicata gli solleticava deliziosamente i padiglioni auricolari. Deglutì e, aprendosi in un perfetto sorriso ebete, tornò alla sua espressione originaria come se nulla fosse successo.

“Oh, Yamcha, presto, guarda là!” trillò all’improvviso l’altra dando uno strattone al braccio del ragazzo – e poco mancò che questi cadesse rovinosamente a terra e si giocasse clamorosamente la reputazione.

Che…che cosa c’è?” chiese lui contemplando il suo profilo con ansia crescente.

“Ma quello laggiù…è un parco giochi!!” esclamò la bionda indicando il piccolo agglomerato di tendoni colorati e caroselli colorati a pochi metri di distanza, incastrato in una piccola piazza recintata.

Yamcha portò lo sguardo verso ciò che il braccio della ragazza stava indicando…

“Ah…”

Non gli ci volle molto a riconoscere quella piccola macchietta recintata sprizzante di colori sgargianti e risate puerili…

Del resto, c’era già stato pochissimi giorni prima.

Insieme a quegli stupidi scimmioni dal cervello di gelatina…

Il ripensare a quello che aveva fatto in loro compagnia gli faceva ancora venire la nausea! Le mani calde erano un chiaro esempio del suo ribollimento interiore.

Avrebbe voluto volentieri fare a meno di mettervi piede un’altra volta, ma la sua volontà era momentaneamente indebolita, se non del tutto fuori uso, per colpa di causa di forza gran lunga maggiore…

“Ti prego, facciamo un salto!! Solo per dare un’occhiata!!” lo supplicò la ragazza sfoderando occhi da cerbiatto e sporgendo il labbro inferiore in fuori.

Come resistere a quella visione celestiale?

M-Ma certo, piccola!!” gracchiò in risposta Yamcha, le narici ridotte a due fessure. Dovette fare violenza su se stesso per non lasciarsi andare ad un grido allupato. “A-Andiamo pure!”

I due oltrepassarono la piccola entrata delimitata dai due paletti laterali della staccionata circolare e cominciarono il loro giretto di perlustrazione; a dire il vero Yamcha conosceva già piuttosto bene le locazioni di ogni carosello, banchetto del tiro a segno e autoscontro(il ripensare a quell’episodio lo faceva ancora tremare di rabbia), ma la ragazza era talmente scalpitante che non era riuscito a negarle una visita panoramica del posto.

Il moro si era appena immerso in una fervida contemplazione del brutto muso di Vegeta, che nella sua fantomatica visione sanguinava copiosamente a causa di un suo precedente pugno ben assestato, quando l’altra lo strattonò violentemente per una manica della giacca e lo fissò con occhi luccicanti ed imploranti. Con il dito indicava un chiosco poco distante dall’aspetto vagamente inquietante. Stranamente, era sormontato da nuvoloni più scuri rispetto a quelli che coprivano il resto del cielo notturno.

“Oh, ti prego, andiamo a dare un’occhiata!! Ho sentito dire che quella chiaroveggente è così brava!!” cinguettò emozionata agitando il lembo di stoffa che teneva ancora ben stretto tra le dita sottili.

Yamcha seguì la direzione indicata dal braccio della bionda: aguzzando la vista, scorse accanto al tendone violaceo un piccolo cartello conficcato nel terreno che recitava a grandi caratteri gotici “Chiaroveggente Obaba – Scongiura la morte e ciò che il futuro ha in serbo per te! - Prezzo doppio se prima di entrare avete mangiato bruschette all’aglio.”

Un brivido gli attraversò repentino la schiena.

“Ti prego…andiamo a dare un’occhiata!” lo pregò la ragazza intrecciando le mani di fronte al viso in atteggiamento di supplica.

Yamcha, completamente spiazzato, la scrutò per qualche secondo incerto sul da farsi, per poi prorompere in un secco: “Non se ne parla nemmeno!”

“Cosa?!” esclamò lei, la fronte improvvisamente corrucciata. “Ma perché?!

“Non ho intenzione di stare ad ascoltare le frottole di qualche ciarlatano…e per di più si deve anche pagare!”

“Oh, andiamo…non sei interessato a conoscere il tuo futuro?” bisbigliò l’altra con un sorrisetto furbo.

Yamcha sembrò riflettere su quella possibilità. “N-no, non è possibile prevedere il futuro, qualunque cosa quella presunta maga possa dirmi non avrà mai un fondo di verità!” protestò, stavolta con una chiara difficoltà nel nascondere la sua crescente esitazione.

“Hm…” mormorò la ragazza distogliendo lo sguardo e puntandolo al cielo, “…non è che invece hai paura?”

“C-CHE COSA?!” sbottò il moro punto sull’orgoglio. “Credi davvero che uno come me possa avere paura di cose del genere?!”

“Bè, allora perché stai sudando in quel modo?” domandò l’altra con l’aria più innocente del mondo. “La verità è che sei talmente codardo e attaccato alle cose terrene che non hai nemmeno il coraggio di sapere cosa potrebbe accaderti, sia che le sue previsioni siano vere o che siano false!”

Touchè.

“ADESSO BASTA!!” sbraitò il ragazzo sollevando la testa al cielo con uno scatto fulmineo. Un affronto del genere era decisamente troppo per uno della sua pasta... “Non è vero! La mia mente non è così attaccata al presente! Ti dimostrerò che ti sbagli…e soprattutto che non sono un codardo!”

Detto questo, sferzò l’aria con un braccio e procedette di gran carriera verso il tendone dell’attrazione. La ragazza trotterellò contenta dietro di lui con un sorriso di soddisfazione dipinto sulle labbra sottili.

wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww

Raggiunsero l’entrata, costituita semplicemente da due lembi sovrapposti della grande tenda viola che copriva l’impalcatura, e la scostarono lentamente per attraversarla.

L’interno era molto buio e non si riusciva a mettere a fuoco tutto.

“Oh, Kami

Yamcha barcollò vistosamente, storse la bocca e spalancò gli occhi fino all’inverosimile.

Non erano tanto i candelieri dalle forme più astruse poggiati su tavolini sbilenchi o su pouf impolverati, o la grande quantità di talismani e scacciasogni che pendevano dalle assi a sostegno della tenda, o quegli strani abbellimenti che assomigliavano terribilmente a pipistrelli, per giunta vivi…

No, quelle erano tutte nella norma.

La caratteristica più terribile che i sensi di Yamcha immediatamente captarono non appena ebbe messo piede in quel covo di spiriti fu senza dubbio una sola, atroce cosa.

Quell’incredibile puzza.

Una puzza insostenibile alla quale il suo naso mai era stato educato.

Fetore di animale mescolato a nuvole di zolfo, sentore di cloro amalgamato ad un pizzico di organi in putrefazione, broccoli bolliti con uno sgradevole accompagnamento di uova marce.

Era un vero supplizio per l’olfatto del ragazzo, che fu costretto a portarsi una mano davanti alla faccia sperando di attutire il suo effetto e trattenere un’imprecazione che gli fremeva in punta di lingua.

“Che cavolo…?!

Gettò un’occhiata alla ragazza accanto a lui: anche lei, notò dalle rughe della sua fronte, era provata da quell’odore disgustoso, ma allo stesso tempo cercava di assaporarlo come se sperasse di trovare in esso qualche lato positivo.

Se fosse stata in grado di suggerirgli una mossa per riuscire a percepire un profumo di gelsomino in quell’orrendo oceano di fetori, avrebbe eretto un monumento in onore del suo naso.

“Senti che atmosfera si respira qui dentro…” gli bisbigliò affascinata.

“Eh eh!” rispose Yamcha con voce nasale: meno inghiottiva quell’aria, più le sue vie respiratorie ne avrebbero gioito. “H-Hai berfeddamende ragione!”

“Posso sapere chi siete voi, giovanotti?”

Un rantolo proveniente dall’altra parte della tenda li fece sobbalzare.

“Aah! Chi è?!” balbettò spaventata la bionda avviluppandosi saldamente al braccio del moro.

“Ah…ahah…” bofonchiò lui avvampando violentemente, rivoletto di saliva all’angolo della bocca.

Accidenti, era diventato l’eroe della situazione!!

La fanciulla cercava la sua protezione…e perdinci, non l’avrebbe delusa!

Deglutì cercando di farsi coraggio e gridò: “C-Chi ha parlato?! N-Non ho paura di te, fatti vedere, se ne hai il coraggio!!

“Ma quale mostro, scellerato d’un ragazzaccio!” brontolò la voce in risposta. “Siete voi che dovreste farvi vedere, invece! Non è carino da parte vostra entrare nel mio tendone senza nemmeno salutare la proprietaria!”

“Cos…?!”

Yamcha allungò il collo in avanti e nella penombra, che finalmente cominciava a diradarsi, scorse una vecchia bassa e tozza, dalla carnagione disgustosamente ingiallita e i lineamenti incorniciati da copiose rughe, i capelli corti simili a spaghetti nascosti da un orrendo cappello a punta.

Come se non bastasse, era appollaiata in cima ad una sfera di cristallo poggiata su un cuscino dai colori incredibilmente sgargianti.

‘Ma in che razza di posto sono capitato?!’ si ritrovò a pensare disperatamente Yamcha fissando la vecchia orripilato.

Forse aveva trovato qualcosa peggio della puzza.

G-Ghi sei du?” boccheggiò sospettoso raccogliendo tutto il suo autocontrollo per non scappare via a gambe levate.

La veggente sbuffò molto seccata. “Aaaaah…ci risiamo! Sbaglio o ve l’ho chiesto io pochi secondi fa?!

Yamcha, allibito, aprì e richiuse la bocca un paio di volte e non rispose. A dire il vero, era la sua gola che non riusciva ad emettere un suono di alcun tipo.

Hmf, ho capito, sarà meglio che mi faccia avanti io!” rantolò l’altra accomodandosi sulla superficie ricurva della sfera di cristallo(Yamcha si stava ancora chiedendo come diavolo facesse a reggersi in equilibrio). “Certo, però, che…accidenti…saranno almeno cent’anni che non mi capita una coppia di giovani così maleducati!”

“Che cos…?!” esclamò il moro scandalizzato mentre la sua bocca si spalancava dalla sorpresa; un conato che lo assalì non appena ebbe tolto le mani dal viso gli impedì di finire la frase.

“…Portati bene, eh?” La vecchia si esibì in un ghigno compiaciuto e tossicchiò per riportare l’attenzione sul precedente discorso. “Chiaroveggente Obaba, per servirvi!” E fece un goffo inchino, che in quanto a rispetto aveva davvero ben poco.

I due ragazzi ricambiarono il piccolo inchino imbarazzati(Yamcha lo fece senza togliersi la mano dal naso). “Piacere di conosc…”

“Cinquanta zeny come anticipo, poi vedremo quanto sarà il resto!” li interruppe secca Obaba con la sua voce stridula senza nemmeno dare loro il tempo di terminare con le presentazioni.

Yamcha, dopo un attimo di confusione totale, strabuzzò gli occhi e si precipitò in avanti. “CINQUANTA ZENY?! È UN FURTO!!” sbraitò furioso sferzando l’aria da ogni parte con il braccio libero.

Ooooooooooh, santo cielo, questi giovinastri d’oggi!!” brontolò la veggente fissando il ragazzo con un cipiglio severo. “Ora vorrebbero anche che fosse tutto gra…” Si interruppe bruscamente così come repentinamente cambiò la sua espressione. “Eeteeeet…”

“Hm?” mormorò il moro colto di sorpresa. Cosa le stava succedendo?

Eeeeet…”

“Oh, no…”

Quella scena era terribilmente familiare!

“EEEEEET…”

“NOOO!!” Yamcha si riparò il viso con l’intero braccio.

“EEET-CHUM!!!” La vecchia proruppe in un sonorissimo starnuto che fece svegliare di soprassalto i pipistrelli che sonnecchiavano a testa in giù dalla trave, provocando un fuggi fuggi generale che riversò le proprie conseguenze addosso al povero, allibito Yamcha.

“AAAAH!!!” strillò terrorizzato nel momento in cui si ritrovò faccia a faccia con decine e decine di topi volanti impazziti. “LEVAMELI DI TORNO, VECCHIA!!! AAAAAARGH!!”

Obaba si asciugò il naso con un fazzoletto lurido e si rimise a posto il cappello sbilenco senza nemmeno degnare di uno sguardo la vittima prescelta dai suoi animaletti. “Ah, è colpa di questo – sniff – tempaccio…non si sa mai quando possa scoppiare un attacco di reumatismi, con questo clima!”

“AAAARGH!! AIUTO, TOGLIETEMI DI DOSSO QUESTI AFFARI PUZZOLENTI!!” Yamcha correva come un forsennato da una parte all’altra dell’antro come se fosse diventato cieco; in parte era vero, in effetti…un pipistrello aveva spiegato le ali proprio davanti a suoi occhi, levandogli la vista. Ormai ogni angolo della tenda portava la sua sagoma.

“Come?” chiese la vecchia con il tono di voce più naturale del mondo portando finalmente lo sguardo sul malcapitato giovane. “Ah, sì, scusa…sai com’è, i miei animaletti sono un po’ suscettibili ai cambiamenti d’aria!”

Fece un gesto circolare con le braccia e automaticamente, come se fossero stati collegati a dei fili, i pipistrelli si staccarono immediatamente dalle membra ormai esanimi di Yamcha e, come degli obbedienti servi, planarono dolcemente al loro posto, avviluppando il proprio corpo all’interno delle loro estese ali scure e immergendosi nuovamente in un sonno profondo, le orecchie ancora ben aguzzate all’ascolto.

“Sapete com’è…sempre meglio che i clienti raccomandino solo gli episodi piacevoli agli amici!” spiegò Obaba lisciandosi la veste sulle ginocchia e aspirando una boccata di fumo dalla lunga pipa.

La bionda annuì convinta, sempre più colpita dal portamento di quella misteriosa anziana signora.

Yamcha, invece, sentiva di odiarla sempre di più.

Era crollato a terra in ginocchio, un fiatone da far invidia al campione dei cento metri di corsa e un paio di occhi iniettati di sangue che parevano sul punto di esplodere da un momento all’altro.

Ma…le…detta!!” rantolò furioso con un fil di voce prima di stramazzare completamente al suolo privo di forze.

“Allora, cara” disse Obaba rivolgendosi all’affascinata ragazza che pendeva letteralmente dalle sue labbra. “Cosa posso fare per voi?”

Con un gridolino eccitato, l’altra si mise seduta sul pouf dall’altra parte del basso tavolino su cui si era poggiata la veggente, si portò fremendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise al colmo della felicità. “Vogliamo sapere cosa ci riserba il futuro!”

“Sono qui per questo, fanciulla!” esclamò la vecchia estraendo dalla manica destra un voluminoso mazzo di carte e passandosele da una mano all’altra con mosse molto abili.

“Yamcha, cosa stai facendo?! Non metterti a dormire proprio adesso che sta per cominciare!” lo rimproverò la ragazza fissando disgustata la patetica figura che giaceva ancora immobile sul pavimento.

“Eh…tch…” balbettò Yamcha con labbra tremanti, così come il resto del corpo. La ragazza sbuffò, lo afferrò per la collottola e lo issò di peso sul pouf accanto a lei.

“Oh, bentornato tra noi!” lo prese in giro Obaba sventolandogli le carte sotto il muso. “La prossima volta, però, fammi il favore…scegli un altro posto per schiacciare il tuo pisolino! Sai, non credo che il pavimento sia molto pulito…”

“Chiudi il becco, strega!” sibilò il moro in risposta lanciandole fiamme inceneritrici dagli occhi assatanati.

“La salute del cliente prima di tutto!” sospirò l’altra con un’alzata di spalle e riprendendo a mescolare il mazzo con noncuranza come se insulti del genere fossero all’ordine del giorno.

Approfittando del momento di distrazione dell’anziana signora, la bionda strattonò Yamcha per il colletto e lo scrutò con occhi glaciali: “Che figure mi fai fare!!”

Il ragazzo non ebbe il coraggio di ricambiare lo sguardo: come minimo sarebbe morto congelato! Si limitò ad annuire forte con la testa e a sghignazzare in segno di scuse.

Avrebbe fatto meglio a comportarsi bene se non avesse voluto che, una volta usciti da quel posto infernale, l’ira della dea si riversasse su di lui in tutta la sua furia.

Dunque dunque…” tossicchiò la vecchia tirando su col naso. “Da chi vogliamo cominciare?”

“Da lui, da lui!!” gongolò la ragazza sferrando una potentissima pacca sulla schiena di Yamcha, che venne scaraventato in avanti e sbattè la mascella sul tavolino.

“Come vuoi tu, cara…” disse Obaba scrutandola esasperata. “Io non mi assumo le responsabilità delle scelte dei clienti…”

“Ehi, cosa vorresti…?!” proruppe Yamcha piccato, ma la maga aveva già cominciato a disporre le carte sulla superficie del tavolino e sembrava già profondamente assorta nella loro contemplazione.

Cominciò Obaba: “Ora voglio sapere la tua…” Si fermò di colpo nel momento esatto in cui notò che il ragazzo teneva ancora una mano sul naso a causa della puzza che impregnava le tende.

“Che c’è, adesso?! Perché ti sei fermata?!” protestò lui alacremente, la voce ovattata dalla barriera che aveva eretto lui stesso.

“C’è qualcosa che non va, nonnina?” chiese preoccupata la ragazza temendo che anche stavolta fosse colpa di Yamcha.

La vecchia lo osservò per qualche altro secondo, sorrise beffarda e mormorò: “Ti ci abituerai…”

Prese tra le dita raggrinzite la lunga pipa e con essa colpì violentemente la mano che Yamcha usava per difendersi dal fetore.

“AAAAAAAAAAAHI!!!!” strillò il moro saltellando su un piede solo soffiando sulla mano ferita, che si stava gonfiando ad una velocità impressionante. “PERCHÉ L’HAI FATTO?!

“Quando si prevede il futuro, è necessario che la veggente goda della completa visione del cliente!” sbottò Obaba agitando la pipa sopra la sua testa. “Cosa vuoi che sia un po’ di cattivo odore!”

Ca…Cattivo odore?!” bofonchiò Yamcha cercando di ficcarsi l’intera mano in bocca nel disperato tentativo di trovare un po’ di sollievo al dolore. “Cattivo odore?!

Se proprio non riesci a sopportarlo, trattieni il fiato…E ZITTO!” berciò la vecchia rimettendosi seduta con una mossa brusca.

Yamcha,con l’ira che gli ribolliva nelle vene e il viso rosso di imbarazzo, fu costretto suo malgrado ad imitarla, continuando a massaggiarsi la mano colpita.

“Stavo dicendo…” riprese Obaba, il tono improvvisamente calmo, “Voglio sapere il tuo luogo e data di nascita.

“Devo proprio?” Yamcha fece una smorfia e la scrutò con diffidenza.

“Insomma, diglielo e basta!” sbottò la bionda, che ne aveva già abbastanza di quella situazione.

Uff…” sospirò il moro incrociando le braccia al petto. “Se proprio non posso farne a meno…”

Recitò i suoi dati tutto d’un fiato, cercando di conservare un po’ di ossigeno di riserva.

“Grazie. Visto che non ci voleva poi così tanto?” disse Obaba sarcastica mentre, per effetto delle nuove coordinate, cambiava ancora una volta la disposizione delle carte in tavola, dando a ciascuna di esse una diversa angolazione.

Yamcha sentiva crescere la tensione dentro di lui; e se gli avesse davvero predetto qualche strano presagio? Sembrava analizzare ogni figura con grande maestria…

“Sei pronto?” gli chiese la vecchia con tono solenne.

Il ragazzo deglutì. Avvertiva il sudore freddo che gli colava lungo le tempie.

Obaba, dopo avergli lanciato un’ultima occhiata indecifrabile, posò lentamente una mano su una delle tante carte che aveva disposto sotto i suoi occhi e la sollevò per mostrare la figura che nascondeva.

Yamcha era paonazzo, sia per l’ansia che per lo sforzo di trattenere quel poco, prezioso fiato nei polmoni bisognosi di aria pulita.

E perché quella stupida vecchia non si decideva a parlare?!

Le gettò un’occhiata: stava studiando l’immagine estratta con grande interesse.

Ma che cosa aveva di tanto speciale quella carta?! Quell’attesa stava diventando veramente insopportabile!

Obaba lo guardò da sotto la visiera del cappello. L’ombra che quest’ultima proiettava sulla sua fronte, amalgamandosi alle tante rughe che percorrevano in lungo e in largo quella sostanziale porzione di viso, le conferivano, se possibile, un’aria ancora più misteriosa.

“La torre” sentenziò poi con espressione grave. “Sai cosa significa, vero?”

“Ehm…” mormorò Yamcha sentendosi improvvisamente molto, molto stupido, “Veramente non me ne intendo…”

“Quanta ignoranza nei giovani d’oggi…” commentò Obaba scuotendo la testa. “È…un cattivo presagio…qualcosa di veramente strano sta per accadert…” Di nuovo cambiò improvvisamente espressione. “Eet…ET-CHUM!!

Yamcha la guardò male mentre si soffiava rumorosamente il naso con il solito fazzoletto di stoffa. “Ehi…non riesci proprio a concludere una frase senza avvertire il bisogno di soffiarti il naso?!”

Snort! Oh, scusate, ragazzi, sembra che stia più male del previsto!” rispose la vecchia ficcandosi in tasca la pezza in fretta e furia e riprendendo a scrutare le carte.

Yamcha pensò, al contrario, che quello starnuto non avesse fatto altro che mandare in mille pezzi l’atmosfera di suspance che la vecchia aveva faticato a costruire fino a quel momento…Forse quello era l’unico motivo per cui avrebbe dovuto ringraziarla!

HmmHolla holla…” mormorò Obaba assorta passandosi una mano sotto il mento. Le sue sopracciglia arcuate non presagivano nulla di buono. “Hai per caso rivali, nemici, sicari che ti danno la caccia?”

Yamcha strabuzzò gli occhi. “Cos…?!” esalò con la gola improvvisamente inceppata. “Non…non direi proprio!!

Obaba sollevò il viso dal tavolino. “Davvero?” Sembrava estremamente sorpresa. “Eppure, se non mi sbaglio questa carta non sta ad indicare altro che questo!”

“I-Io non ho sicari che mi danno la caccia!” si difese indignato il ragazzo cercando di ignorare il pizzicorino che gli pervadeva fastidiosamente la nuca.

“Capisco…” Obaba lo scrutò per qualche altro secondo, sospettosa. “Forse sarà meglio avere un secondo consulto…”

Approfittando del momento di distrazione della vecchia, che si era chinata verso il pavimento alla ricerca di qualcosa, Yamcha cominciò a guardarsi furtivamente intorno; forse qualcuno…lo stava davvero spiando! In effetti gli sembrava di avvertire qualche remota presenza nascosta, da qualche parte…tra le ombre della mobilia…tra le pieghe della tenda…

‘Oh, smettila, Yamcha, sei solo stato suggestionato da questa impostora!’ mormorò tra sé cercando di farsi forza. Fece una risatina isterica e si riaccomodò alla meglio sul pouf.

Con sorpresa dei due ragazzi, la veggente si calò dalla sfera, suo inseparabile punto d’appoggio, e la issò sul tavolo; sembrava accusasse di molto la fatica.

Oooh, la mia povera schiena!!” si lamentò poggiandosi le manine raggrinzite sui reni.

“Oh, nonnina, mi scusi tanto se non l’abbiamo aiutata!” si scusò sinceramente la bionda. “Non pensavamo che fosse così pesante!” Raddrizzò frettolosamente la sfera di cristallo sul foulard preventivamente spiegato sul tavolino, sprimacciò il cuscino in cima alla pila che Obaba aveva eretto a rimpiazzo della sfera e, come ultima cosa, scoccò un’occhiata lancinante al povero ragazzo che tremava accanto a lei.

MA INSOMMA!” urlò furibonda mostrando i pugni. “Questa cara signora ti sta dando preziose informazioni per aiutarti ad affrontare meglio il tuo futuro e tu la ringrazi in questo modo?!”

Yamcha avvertì di nuovo quella strana sensazione alla nuca, che riuscì finalmente ad identificare come terrore allo stato puro. “Ahahahh…hai ragione…s-scusami, piccola!!

Oksniff…” riprese la vecchia passando velocemente la manica della tunica sulla superficie impolverata della sfera. “Riprendiamo da dove eravamo rimasti, giovanotti…”

Yamcha osservò in uno stato di trance la densa coltre di nebbia che occupava totalmente l’interno della sfera trasparente. Forse non era nemmeno nebbia, quella…a tratti andava a condensarsi come se fosse stata lo spettro di un qualcosa di solido, baluginando di una pallida luce lattiginosa, altre volte sembrava come sciogliersi e miracolosamente innalzarsi verso l’altro sottoforma di gas, fluttuando pigramente in piccole nuvolette incolori.

Era sicuro che quello non fosse altro che un elaborato effetto speciale, tuttavia dovette ammettere che era piuttosto inquietante…Era davvero realistico, chissà come era riuscita ad ottenerlo…

Deglutì nervosamente e, con l’adrenalina alle stelle, attese il responso.

La vecchia, con gesto teatrale, distese le braccia al di sopra dell’oggetto incantato e aprì i palmi delle mani, che cominciarono a disegnare cerchi immaginari nell’aria sovrastante.

Holla holla, appari nella bolla…Holla holla, appari nella bolla!!

Era talmente presa nell’atto di recitare quella strana filastrocca senza senso che Yamcha credette fosse posseduta da qualche spirito dell’aldilà.

Holla holla, appari nella bolla!! Holla holla, appari nella bolla! Holla holla, appari nel…OAAAAAAAAAAH!!!!!!Obaba strabuzzò le grandi pupille giallastre e si buttò rapidamente all’indietro con il busto come se qualcosa fosse appena uscito fuori dalla sfera e l’avesse spaventata a morte, le mani protese in avanti in preda a un tremore violento e inarrestabile.

Yamcha e la ragazza trasalirono. “Co…cos’è successo?!”

“Io…Oh, santo cielo…” rantolò scandalizzata la veggente barcollando pericolosamente sulla pila di cuscini, troppo sconvolta per guardare ancora fissa davanti a ; cacciò fuori dalla veste il fazzoletto e se lo passò sulla fronte madida di sudore. “Santo cielo, santo cielo…”

“C-Che cosa succede, vecchia?!” chiese Yamcha, che era scattato subito in piedi come se qualcosa gli avesse pizzicato il fondoschiena, con voce incredibilmente instabile e gli occhi iniettati di sangue. “Che c-cosa ti è preso?!

“I-Io…UAARGH!” Obaba cadde all’indietro e atterrò pesantemente con la schiena sul pavimento, spargendo cuscini da tutte le parti; non sembrò accusare il colpo, poiché si rialzò immediatamente in piedi come se nulla fosse e attaccò il viso alla sfera di cristallo, scrutandone l’interno ad occhi sbarrati. “Ragazzo…i-io…ma tu…Holla holla…”

Yamcha era sul punto di scoppiare: ormai le sue membra erano pervase dal terrore e dall’agitazione più totale; prima quelle stupide predizioni che in un modo o nell’altro si ricollegavano inscindibilmente al presagio di essere nato sotto la stella della cattiva sorte, ora quel continuo gracchiare della vecchia che sembrava talmente scandalizzata da non riuscire più nemmeno ad articolare una frase di senso compiuto…

Non ce la faceva più a sopportare quella situazione!!

Doveva sapere cosa aveva visto nella sfera!!

In preda ad un attacco isterico, afferrò la veggente per la tunica e cominciò a scuoterla da una parte all’altra senza ritegno.

“VECCHIA!!” le gridò con gli occhi fuori dalle orbite e le gambe di gelatina. “CHE COSA HAI VISTO NELLA SFERA?!

“YAMCHA, LASCIA STARE LA NONNINA!!” La bionda saltò addosso al ragazzo e cominciò a picchiarlo sulla schiena con una scarica di pugni.

“Oh, ragazzo…” bofonchiò Obaba con le palpebre socchiuse. Gli sferrò un colpo di pipa sulla mano(che mollò la presa all’istante)e lo guardò fisso negli occhi.

“Ragazzo…n-non vorrei dirtelo, ma nella sfera h-ho visto…” mormorò lentamente con voce funerea, scandendo accuratamente le parole, mentre osservava di sottecchi il moro che pendeva dalle sue labbra. “…Ho visto la morte!!

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Il pizzicorino alla nuca si era improvvisamente dissolto.

In compenso, Yamcha avvertì chiaramente come se una morsa di cemento gli avesse bloccato la bocca dello stomaco e un enorme blocco di cemento gli si fosse conficcato in gola e gli avesse mozzato il respiro. E stavolta non era per effetto del cattivo odore dell’ambiente.

Aveva…aveva capito bene?

Aveva proprio detto…morte?!

La testa gli galleggiava come se stesse sognando qualcosa di particolarmente complesso; senza pensarci, in un gesto automatico gettò un’occhiata alle mani che aveva poggiato sul pavimento per sorreggersi una volta caduto in ginocchio: erano sbiancate.

Palmi fantasmagorici di spettro, li avrebbe definiti la veggente in quel momento. Del resto, di questi ce n’erano già tanti nascosti tra quelle pieghe violacee…uno in più non avrebbe fatto molta differenza.

M-Ma…” boccheggiò Yamcha senza fiato. “…c-com’è possibile?!

“È raro che la mia sfera sbagli, ragazzo” disse Obaba, che si era completamente ripresa dallo shock precedente e ora stava riimpilando i cuscini. “Sembra proprio che il tuo destino porti ad una sola strada!”

M-Ma non può essere!” esclamò Yamcha issandosi in piedi facendo una fatica dannata per sorreggersi sulle caviglie molli. “Le ho già detto che non ho nemici mortali!”

Hmm…” Obaba tornò a studiare la sostanza all’interno della sfera. “Io non so cosa…ET-CHUM!!

“TI PARE IL MOMENTO DI STARNUTIRE IN UN MOMENTO COME QUESTO?!” ululò Yamcha fuori di sé; aveva una voglia irrefrenabile di mettere in moto le gambe e correre via senza mai fermarsi, ma per fortuna quel poco di autocontrollo che gli era rimasto in corpo teneva ancora duro. “DANNAZIONE, FAI QUALCOSA!!

“Ci sto –sniff- provando, giovanotto!!” replicò la veggente indignata. “Quanto scalpitano queste giovani vittime della cattiva sorte!”

“Sì, come no…” mormorò nervosamente il moro rimettendosi seduto(nonostante fosse scosso da tic improvvisi)e incrociando le braccia al petto. La sua attenzione fu catturata da una piccola macchia giallastra che impiastricciava un angolo della tovaglia. “Ehi, un momento…”

“Hm?” fece la vecchia distogliendo per un attimo lo sguardo dalla sua previsione.

“…Non potrebbe essere che questo raffreddore ti impedisca di formulare previsioni corrette?” chiese Yamcha con gli occhi che gli brillavano; un barlume di speranza si era appena riacceso nel suo petto, diffondendosi come un piacevole e fluido teporino in tutte le membra e sedando il suo spirito iper agitato.

“Oh…” La veggente sembrò essere stata improvvisamente illuminata da un’affermazione folgorante e rimase a pensarci su. “Sai, in effetti forse potresti avere ragione…Ricordo che circa cinquant’anni fa avevo avuto un brutto raffreddore come questo…Pensa, ero talmente malata che la sfera mi predisse l’imminente morte del cliente che mi sedeva davanti ,e invece in seguito si è scoperto che si trattava solo di una banale ulcera!”

“Oh…” sospirò il ragazzo sentendosi immediatamente sollevato. “Quindi non morì nessuno!”

“Non proprio” rispose la vecchia rigirandosi la pipa nelle mani. “Il talismano a forma di toro che gli avevo venduto per difendersi dalla malasorte gli cadde sulla testa!”

Scoppiò in una grossa risata cavernosa, mentre Yamcha fu scosso da una serie di scariche elettriche lungo la spina dorsale.

“Aspetta!!” esclamò di colpo Obaba: era stata distratta da un grumo di nebbia nella sfera di cristallo che attorcigliandosi su se stesso aveva assunto una nuova forma. “Aspetta un momento…Holla holla…”

“Hm?”

Holla holla…” La vecchia analizzò il gas con molta attenzione, come se cercasse di penetrarlo con gli occhi. “Tu…tu…” cominciò con voce spettrale. “Tu…ti salverai!”

La sfera si illuminò di un dolce e caldo bagliore. Effetto dei buoni auspici…?

“Cosa?!” esclamò Yamcha catapultandosi su di essa. “D-Dici davvero?!

“Sì…sniff!” confermò la maga. “Non credo di sbagliarmi…la morte ti sfiorerà pericolosamente, ma tu riuscirai ad evitarla sfoderando il tuo impassibile coraggio!!

La velocità con cui il terrore si impossessa della tua fragile anima è inversamente proporzionale alla rapidità con cui i suoi effetti vengono neutralizzati da una sostanziosa dose di orgoglio.

“Ah…” fece il moro incrociando le braccia al petto: un paio di secondi e tutta la spavalderia che aveva momentaneamente accantonato in un angolo era stata incredibilmente ripristinata. “Ma davvero?!

Yamcha si voltò verso la bionda con un movimento sinuoso, socchiuse seducentemente le palpebre e sorrise con fare accattivante al suo indirizzo. “Eh…” Con una mano si ravviò i capelli all’indietro accompagnandoli con un secco movimento del capo. “Hai visto, piccola? Non c’è nulla che possa scalfire questo fisicaccio d’acciaio!!” E si battè con un pugno sul torace.

“Come sono contenta, Yamcha!” cinguettò la ragazza fissandolo in estasi. Sembrava aver riacquistato di colpo il rispetto verso di lui; come aveva potuto pensare che non fosse altro che un misero codardo?!

“Ah, lo dicevo io…” disse l’altro con tono da uomo di mondo mentre annuiva con convinzione. “Mai andarsi a fidare dei veggenti…sono solo dei vecchi ciarlatani con tanta voglia di spaventare i poveracci che incappano nella loro strada! Praticamente mi è stata predetta una morte che non mi colpirà mai!! Ah ah ah ah!!” Si portò le mani sui fianchi, buttò la testa all’indietro e scoppiò in una grossa risata sguainata.

AH AH AH AH!!”

Ne sei proprio sicuro, Yamcha?!

“Ah ah…ah…”

La sua risata esitò.

Ma che…?

Cosa…?

Cos’era quella strana voce?

Yamcha era certo di non averne mai sentita una più carica di ira e ardente desiderio di vendetta.

Tutte le peggiori punizioni dei cieli erano perfettamente implicite in quelle poche parole ringhiate tra i denti.

Scrutò e aguzzò le orecchie.

Ma che diavolo…?!

C-Come mai all’improvviso era sceso quel silenzio di tomba?! E perché Obaba e la ragazza avevano puntato i loro occhi strabuzzati verso di lui?! Sembravano così intimorite…

C’entravano forse qualcosa i suoi capelli spettinati?

No, non poteva essere…

Ma soprattutto…perché diavolo la sua schiena e le sue spalle stavano tremando in quel modo e le sue ghiandole stavano producendo litri e litri di sudore freddo che gli colava lento lungo le tempie?!

Non c’era un motivo valido per giustificare una reazione del genere!

Sembrava quasi che il suo cervello si rifiutasse di compiere qualsiasi azione vagamente riconducibile al comportamento umano.

Ma che cavolo stava succedendo?!

Ehi, aspetta un momento…

Quella voce…

Quella voce così stranamente familiare

…non aveva pronunciato il suo nome?!

Sì, era quasi certo di non essersi sbagliato…

Ah…

“Oh, Kami…”

Una vaga immagine gli aveva appena attraversato la mente come un lampo e l’aveva di colpo illuminato.

Oh, Kami…”

Avrebbe voluto fuggire, ma le sue gambe si erano istantaneamente paralizzate, bloccandolo sul posto.

Dannazione, non poteva scappare!

Oh…KamiSama

Lentamente, molto lentamente, cercando di ignorare il feroce crampo allo stomaco e i muscoli delle braccia improvvisamente irrigiditisi, voltò la testa all’indietro; avvertì le pupille restringersi fino all’impossibile e le labbra si stirarono in un sorriso da ebete…

“Ehm…ehe…”

L’ultima cosa che i suoi occhi incrociarono prima di diventare completamente ciechi furono un paio di iridi cerulee, quelle iridi cerulee…

Riconoscimento. Contatto. Attacco. Scontro. Difesa pressoché inutile.

L’impetuosità di quel violento mare in tempesta lo travolse come in un naufragio in zattera, facendolo indietreggiare velocemente e di numerosi passi. Quegli occhi dardeggiavano…erano talmente impregnati di odio che un solo sguardo avrebbe potuto incenerire qualsiasi cosa in un istante.

Sì, ormai ne era certo…l’ira delle dee era veramente impossibile da placare con le poche, inutili armi che si avevano a disposizione.

I capelli gli si rizzarono sulla nuca; quelli della statuaria ragazza di fronte a lui ondeggiavano e guizzavano nell’aria come lingue di fuoco.

Yaaaaaaamcha!!!!” sibilò quella, gli occhi di ghiaccio iniettati di sangue e i pugni talmente stretti da sembrare sul punto di esplodere per l’eccessiva compressione.

“Eh…” boccheggiò Yamcha tremando da capo a piedi, incapace di distogliere lo sguardo da quella visione da far accapponare la pelle ad uno scheletro; il suo sorriso cominciava pericolosamente a vacillare.

“YAAAAAAAMCHA!!!!”

Con una preghiera silenziosa, la povera vittima interpellata raccolse tutte le sue ultime energie per mantenere vivo quel frammento di sorriso che non era ancora svanito, prese un bel respiro e…

“B…BULMA!! M-MA CHE PIACEEERE VEDERTI!!” ululò infine il ragazzo, in preda ad un feroce attacco di isteria, cominciando a sudare copiosamente. “C-Che cosa ci fai qui?”

Ce l’aveva messa veramente tutta per trovare il tono più naturale del mondo…Peccato che non ottenne altro che una specie di pigolio balbettante, rantolante e zeppo di paura.

Bulma sollevò lentamente una mano, fino a portarla all’altezza del viso; mosse rapidamente un dito dopo l’altro, facendoli scrocchiare. Il suono che emisero le sue falangi era più amplificato del normale.

“Oh no, Yamcha…” sibilò la ragazza con tono spettrale, socchiudendo le palpebre e sfoderando quel sadico ghigno che solo le ragazze accecate dalla rabbia riescono ad sfoderare... “Io non sono Bulma…”

“C-Che cosa?!” gracchiò Yamcha ancora più intimorito; aveva come la strana sensazione che qualche grossa tenaglia invisibile stesse per staccargli le budella a suon di morsi. “E…” Deglutì. “…E chi saresti, allora?”

Bulma sogghignò perfida, l’aura rubina che la circondava si espanse ancora di più. “…Sono la morte!”

“Come pensavo… mormorò Obaba tirando una boccata dalla pipa. Si accomodò sulla sua sfera di cristallo prediletta, tirando un gran sospiro di soddisfazione e pregustando già la meravigliosa scena a cui avrebbe assistito di lì a poco.

“…Le mie previsioni non sbagliano mai!”

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CONTINUA…

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Ehm… *Ale schiva pomodoro* Salve… *Ale schiva altro pomodoro* …Ehm…per caso…vi ricordate ancora di me??? ^_____^ E del…ehm… *Ale schiva scatola di pelati* …MOSTRUOSISSIMO RITARDO che ho impiegato per pubblicare il quattordicesimo capitolo??

Accidenti, quasi non me ne rendo conto…sono passati la bellezza di SETTE MESI dal mio ultimo aggiornamento!! O___O Credo di aver stabilito un nuovo record di svogliatezza mentale…

Mi vergogno, veramente…!! ^^; Mi scuso tantissimo per avervi fatto penare così tanto prima di potervi FINALMENTE *cough cough di lettori* presentare questa nuova pagnottella fresca fresca!! ^_^ Ma allo stesso tempo…sono stata felicissima di constatare che nonostante tutto questo lunghissimo periodo di assenza avete continuato a seguire la ficcy(ovviamente mi riferisco alle nuove entry, che sono state tantissime in questi ultimi mesi!)^///^!Grazie veramente di cuore per esservi fermati a dare un’occhiata e per aver commentato…questa è stata la prima volta che una mia storia raggiunge(e supera!! *__*)il traguardo delle 100 recensioni…quando l’ho visto non ci volevo credere!! Mi è sembrato tutto così incredibile…!! Un baciottone enorme a tutti voi, tesori!! E in particolare ai magici commentatori del capitolo 13!! ^______^ E voilà la lista completa!!

Mrs Brown, iaia, Faith15(Fede!! Quanto sono stata contenta di trovare una tua recensione!!), Kay, louis89, Chase, migena, Carol, Moonlight Rage(ebbene sì, Ila…TU sei la responsabile della NUMERO 100!! *___*), Gil, bambi88(*___* Co…collega!! Tesora!!!! Compagna di tante chiacchierate!! ^______^ Il tuo sostegno mi è stato così tanto d’aiuto…*commoss* Un baciotto fortissimo, e KAKASHI ti aspetta all’altare!!!!), Tata(^///^ Ehm, come si dice…meglio tardi che mai, no?? ^^), Kiby912, Lyla, Ghai, LeftEye(lova!!!! *_____*), Pikkola Rin(dolcissima!! ^^ Hai visto?? Alla fine ce l’ho fatta!!), Son Giuggy90(*trem labbra* Sighgemellina…ce l’ho fatta…ce l’ho fatta!! *__* Purtroppo i nostri due amorucci non ci sono stavolta…ma vedrai quando partiremo con uno dei nostri progettucci di cui abbiamo parlato!! *sfreghino manine*) white_tifa, CamyllaSsj5, s&a, Liz, alia(^_^ ti ringrazio molto per i complimenti, ma per favore…la prossima volta basta solo una recensione!! ^^ Come hai letto il mio computer si era rotto, per cui in casi come questo c’è bisogno solo di un po’ di pazienza!! ^__-), Nihal, saretta, Prince Vegeta for president, @ngel, Monica, ELYAN SSJ

Grazie veramente di cuore, siete tutti fantastici!! ^______^ *commoss commoss*

E ora a voi il parere, ragazzi!! E’ stato un ritorno alle scene accettabile oppure…era meglio aspettare un altro po’?? ^///^ *Ale schiva sacchetto di patate*

Mi raccomando…fatemi sapere, per me è molto importante!! ^_______^

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Ultime cosette che DEVONO essere dette: la mia gratitudine più grande va alle mie due adoratissime: la mia dolcissima sister Kiki87 e la mitica Roby, alias bambi88(a proposito…il merito del titolo del capitolo è tutto suo!! *____*)! Cosa posso dire…siete sempre così simpaticissime e dolcissime!! Cosa avrei fatto senza il vostro sostegno?? *____* Grazie veramente tantissimo!! Vi voglio tanto tanto bene e…questo capitolo è dedicato a voi!! ^___^

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Bacio bacio a tutti e…spero che nel prossimo capitolo soddisferò tutte le esigenze dei fan della coppia BULMA/VEGETA!!!! *__*

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Alessandra

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Ultimi particolari ***


Wecome To PageBreeze

.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.

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CAPITOLO 15: Ultimi particolari

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“Sarà difficile far passare questa roba alla dogana, dice...”

Chichi prese in mano alcune bottiglie di rum casarecce, le impacchettò in un pezzo di giornale alla rinfusa e le cacciò con forza all’interno del suo borsone. I vetri si urtarono l’uno con l’altro, provocando un fracasso che avrebbe fatto preoccupare chiunque per l'incolumità dei nettari in essi contenuti…ma nel caso di Chichi una cosa del genere era impossibile da affermare.

No, decisamente no.

La ragazza aveva ben altri pensieri nella mente, figuriamoci se era il momento di preoccuparsi di quelle due stupide bottiglie di liquore!

“Stai attenta ai laser del check-in, Chichi” ringhiò la moretta tra sé tirando appena su col naso. “…non sfugge niente a quelle onde radioattive!”

Tsk, radioattive…come se Bulma fosse improvvisamente diventata un’esperta di fisica.

Afferrò un paio di felpe variopinte e infilò anch’esse nel borsone, senza badare al modo in cui le aveva piegate. Dopodichè portò le mani all’estremità della cerniera, annaspando fino a quando non trovò la linguetta che cercava. Fece per tirarla, ma si era inceppata in uno dei lembi di stoffa.

“Perché, perché?!” sibilò furiosa Chichi cercando di liberare la zip strattonando la linguetta in ogni direzione con una rabbia pazzesca…cosa che non ebbe alcun effetto che quello di far accrescere il guasto…e il suo malessere.

“Maledetta…chiuditi!” sbottò la ragazza, rossa in faccia, afferrando l’altro capo della borsa e tirando fino allo spasimo; probabilmente la borsa si sarebbe rotta, se in quel momento non fosse sopraggiunta Bulma alle sue spalle.

“Ti consiglio di sbattere un po’ di più quelle bottiglie l’una contro l’altra, Chichi” mormorò ironica prendendo in mano la linguetta di metallo e liberando la cerniera con un tocco delicato. “Si romperebbero prima e tu non saresti così nervosa.”

“Hm?” Chichi tirò su la testa di scatto, la fronte madida di sudore. I suoi occhi lampeggiavano.

E Bulma si pentì all’istante di aver toccato quel tasto dolente.

“Ne…nervosa?! Nervosa?!” ringhiò la moretta tra i denti. “Io…IO NON SONO NERVOSA!”

E accidenti a quegli inermi pezzi di vetro! Non avevano la minima intenzione di stare fermi al loro posto. Come se fosse dipeso da lei…Perché diavolo suo padre non aveva ordinato per posta qualche liquore tipico della zona?! Non sapeva quanto fosse alto il rischio di essere fermata da qualche guardia aeroportuale?! Per quanto ne sapeva, avrebbero anche potuto accusarla di contrabbando…E tutto per esaudire la sua sciocca richiesta!

Che seccatura.

“Bè, ora che mi ci fai pensare…” continuò l’altra portandosi un dito sotto il mento e osservandola attentamente, come se la stesse studiando. “…forse hai preso solo un po’ troppo di calore sulla testa, tutto qui.”

Ormai il danno era fatto…tanto valeva continuare ad insistere su quella lunghezza d’onda. Aveva letto da qualche parte che l’attacco pressante spesso aiuta l’altra persona a depurarsi dagli spettri negativi infiltratisi nel corpo…

“PIANTALA!” Chichi si sporse in avanti, afferrò con forza un cuscino e lo scagliò verso l’amica con una ferocia inaudita.

“Ahia!” Bulma incassò il colpo in piena faccia e venne scaraventata all’indietro di diversi passi.

Forse avrebbe dovuto scrivere qualche lettera di lamentela all’autore di quel libro…

“Ehi, che cosa state facendo?” C18 uscì dal bagno, avvolta in uno striminzito asciugamano di spugna, e raggiunse le due compagne di stanza. “Ho sentito degli urli…che cosa vi è preso?!”

“Niente di cui preoccuparsi…” sospirò Bulma lanciando un’occhiata preoccupata a Chichi, che nel frattempo, con un violento colpo di reni, le aveva di nuovo dato le spalle e aveva ripreso a trafficare con la sua borsa.

“Hm?” C18 si sporse verso la moretta, scrutandola curiosa. “Chichi, cosa…?”

Bulma la azzittì all’istante con un cenno del capo, intimandole di lasciarla in pace con un semplice sguardo. La bionda, dopo aver scrutato un’ultima volta la nuca dell’amica, annuì complice e intrecciò le braccia al petto.

“Vorrà dire che sarà lei a parlarci di cosa la tormenta tanto” bisbigliò all’amica accanto a lei sistemandosi l’asciugamano all’altezza dell’incavatura del seno.

“Ma no, vedrai che tra un po’ le passa!” rispose Bulma con un gran sorriso. “È sempre così, prima o poi sarà di nuovo allegra e sorridente!”

“Hm…” C18 scosse il capo, non molto convinta delle sue parole. “Vedremo. A proposito…” La ragazza riprese il suo normale tono di voce e posò gli occhi ammalianti su Bulma.

“Sì?” Bulma voltò il capo verso di lei interrompendo il suo meticoloso smantellamento di una pellicina sul suo dito indice.

Quell’espressione non l’aveva mai rassicurata molto…odiava avvertire la sua pelle disseminata da mirini di sguardi indagatori, e quello dell’amica contava per cento.

In qualche modo poteva intuire il perché del suo viso sospetto…

“…Si può sapere dove sei stata ieri sera?!”

Spallucce. Bulma aspettava quella domanda fin dalla sera prima, rientrando al loro bungalow quando era ormai notte fonda.

“…”

“Credi che non ti abbia sentito, ieri sera, quando sei tornata a casa?” continuò la biondina aggrottando le sopracciglia. Una tempia cominciò a pulsare.

“Ehm…” L’altra ragazza ghignò appena, strofinò le mani l’una contro l’altra - le sentiva ancora prudere discretamente, e distolse lo sguardo spostandolo in un’altra direzione.

Una scintilla di malizia fugace e quasi intercettabile; C18 la captò con facilità in quel tocco di iniquità che guizzò come un lampo nelle iridi dell’amica.

“I-Io…” bofonchiò Bulma impacciata, incapace di spiccicare parola; deglutì e lasciò scorrere qualche secondo di attesa. “…Ero semplicemente uscita a fare una passegg…!”

“Non cercare di fregarmi mettendo in piedi la solita storia della nostalgia per il tuo laboratorio!!” la ammonì severamente C18 puntandole un dito - che agli occhi di Bulma non era mai sembrato tanto simile ad una scimitarra - al petto. “Sappiamo benissimo che in vacanza non avresti nemmeno il coraggio di prendere in mano una chiave inglese!”

“Gulp…” L’amica dai capelli turchini inghiottì l’aria per la seconda volta e scrutò preoccupata il viso corrucciato dell’altra, per quanto glielo permettesse l’inclinazione della sua testa: al gesto secco di C18 aveva avuto l’impulso irresistibile di gettarla all’indietro. “I-Infatti io…non intendevo di certo rifilarti una balla!”

“E allora parla!” Il ghiaccio che trasudava dalle pupille della bionda neutralizzò all’istante il vapore di quelli dell’altra.

“Bè…” Bulma abbassò il capo e gonfiò le guance, indignata. “A dire la verità…”

“Hm…”

“A dire la verità…”

“Ebbene?”

“Io…ah…”

“…”

“…Eh…huhuhu…!!”

“Ma cos…?”

Le gote della ragazza tornarono gradualmente alle loro dimensioni originarie, mentre l’aria che contenevano confluiva via dalle labbra socchiuse sottoforma di risatine isteriche.

C18 squadrò l’amica dalla testa ai piedi ad occhi sgranati. L’atmosfera di tensione che era riuscita ad instaurare era completamente svanita… “Oh, Kami…E adesso che ti prende?!”

“Huhuhuhu!!!” Le sghignazzate nevrotiche si erano fatte quasi incontrollabili; Bulma pressò una delle mani davanti alla bocca, cercando disperatamente di sopprimerle, mentre con l’altra circondò la sua pancia.

La bionda continuò ad osservarla sconvolta, sporgendo il capo in avanti e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio una volta scostatala dagli occhi. Perfino Chichi smise per un secondo di stropicciare i suoi vestiti puliti nella borsa e si voltò ad assistere alla scena, lievemente turbata dal comportamento dell’amica.

‘Oh bè…in fondo è come al solito…’ Fece spallucce e tornò a concentrarsi meticolosamente sul suo lavoro. Le bottiglie tintinnarono ancora una volta l’una contro l’altra.

“AH AH AH AH!!!” Le risate si erano tramutate in veri e propri ragli, mentre dagli angoli degli occhi della ragazza cominciarono ad affacciarsi due lacrimucce scintillanti.

“MA INSOMMA!!” C18 afferrò Bulma per le spalle e la scrollò da una parte all’altra con veemenza. “CONTROLLATI!”

“Eh eh…eh…” La ragazza dai capelli turchini riprese quel poco fiato che riuscì a raccogliere in quel momento e si asciugò le lacrime con una mano tremante. “Eh eh…”

C18 la incendiò con uno sguardo; era incredibile come riuscisse a permutare le fattezze spirituali delle sue iridi a così pochi secondi di distanza l’una dall’altra…

Se un minuto prima potevano esprimere dolcezza, un minuto dopo potevano esprimere perfino ira funesta.

“Si può sapere cosa ti è preso?!” sbottò furiosa, irritata dal comportamento dell’amica. “Accidenti, ti sei messa a ridere come un ossesso senza motivo! Ma cos’hai in quella testaccia?!”

“Hun…” Bulma le scoccò uno sguardo sfavillante carico di arguzia. “Chi ha detto che abbia riso senza motivo?”

“Eh?” La bionda aggrottò le sopracciglia, perplessa.

“Eh eh…” L’altra giovane si portò una ciocca di capelli dietro la nuca con un gesto teatrale e fece scrocchiare le nocche delle mani. “Diciamo che…ieri sera…ho voluto togliermi un piccolo sfizio!”

“Un piccolo…?” C18 mormorò quelle parole quasi fosse caduta in uno stato di momentanea confusione. “Che cosa vorresti…?”

Nonostante la sua espressione cianotica, non ottenne alcuna risposta in cambio: con una risatina di pura perfidia e un’ultima occhiata furbesca, Bulma la congedò con un distratto gesto della mano chiudendosi in bagno.

Un piccolo sfizio…” ripetè tra sé e sé la bionda appoggiando la schiena alla parete. “Cosa avrà voluto…?!”

Una fugace immagine piombata di botto al centro del suo ragionamento, tra l’altro di natura assolutamente sconosciuta e fonte di porpore alle gote, sfrecciò impertinente tra i suoi neuroni colpendola come un pugno in pieno stomaco.

Deglutì mentre cominciò a sentire il sudore freddo che le colava lungo le tempie, il viso sempre più paonazzo.

Oh, Kami…” bofonchiò scandalizzata avvertendo chiaramente il tremore alle gambe che la stava pervadendo. “N-Non avrà voluto mica dire che…”

Si staccò dal muro come una furia, si acquattò addosso alla porta del bagno e cominciò a tempestarla di pugni. “BULMA!! APRI QUESTA PORTA, BULMA!!”

“C18! Che cosa ti prende?!” esclamò preoccupata Chichi voltandosi di scatto verso di lei. “Che cosa succede?!”

“BULMA!!” La biondina esplose come una furia mentre la diretta interessata faceva capolino da dietro uno spiraglio d’aria aperto appena. Non potè nemmeno provare a fare qualche osservazione sul suo stato di nervi, perché la sua aggressione le tolse qualunque spazio disponibile.

“Bulma…s-sei stata con Yamcha ieri sera, vero?!” sibilò C18 diventando ancor più rossa in viso e puntandole nuovamente contro il dito inquisitore.

Ma stavolta Bulma non si scompose.

“Hm?” Osservò l’amica con un cipiglio atipico, le afferrò il polso sollevato a mezz’aria e lo ricondusse verso il basso. “Come hai fatto a capirlo?”

Le complesse diramazioni del sistema nervoso di C18 riassemblarono in un frangente di secondo tutti i pezzi del puzzle.

Più contatti forniscono più potenza, è una legge universale…

“S…SCIOCCA!!” ringhiò la biondina agitando le braccia in ogni direzione; il nodo del suo asciugamano cominciava a perdere la sua stabilità. “CHE COSA TI È SALTATO IN MENTE DI…”

“…Avresti dovuto vedere com’era carino con quell’occhio nero che gli ho fatto!” rise Bulma con un ghigno sadico.

“…”

La biondina avvertì chiaramente la propria mascella discendere lentamente verso il basso; le sue pupille si restrinsero, la pancia si rilassò, il calore confluì via dai suoi avambracci per addensarsi ancor di più attorno ai suoi zigomi.

Aveva la vaga impressione di aver appena perso una buona percentuale della sua reputazione da donna controllata, dura e razionale.

Razionale

Bulma le lanciò un’occhiata divertita e le toccò la fronte con un dito.

“Sì…proprio sciocca!”

Abbassò lo sguardo sulla maniglia e richiuse la porta del locale, celando il proprio viso alla vista delle altre.

“…”

Chichi si voltò verso C18, ancora immobile e ferma di fronte al legno parzialmente marcio. L’asciugamano che le cingeva le forme toniche era calato ancor più giù di quanto già non fosse.

“…Forse hai portato a termine delle conclusioni un po’ troppo affrettate, C18…”

L’interpellata spostò lo sguardo umiliato sulla moretta e la osservò con fare accondiscendente.

“…Forse hai ragione tu.”

wwwwwwwwwwwwwww

“Ehi, tappo, passami un’altra birra…”

“Ehi…non credi di averne già bevute abbastanza?!” Crilin staccò dall’involucro della confezione ciò che gli era stato richiesto, ma esitò a consegnarla al destinatario.

Il ragazzo gli lanciò un’occhiata fulminante carica di odio, che fece istantaneamente riformulare pensiero e sentenza al povero pelato.

“Uff…che però sia l’ultima!” sospirò quest’ultimo lanciando l’oggetto dalle sue mani a quelle enormi dell’altro.

“Grrr…taci! Io bevo quanto mi pare…capito, mammina?” ringhiò l’altro sarcastico strappando via la linguetta di alluminio e attaccando a tracannare avidamente il nettare dorato senza lasciarne cadere nemmeno una goccia.

Vegeta, interrompendo il suo ciclo di flessioni – rigorosamente il solo dito indice come base d’appoggio - , lo scrutò con la coda dell’occhio, disgustato. “Tsk…e tu saresti un Saiyan? Mi fai pena…”

“Lasciatemi in pace!” sibilò l’interessato scaraventando via la lattina vuota, che andò ad alimentare la piccola collezione ammucchiata accanto ad una delle loro tende.

Anche Nappa, dopo aver passato un asciugamano fresco di lavaggio a Vegeta, prese a fissare l’amico con sguardo attonito: non riusciva proprio a capire il motivo per cui si stesse struggendo in quel modo.

“Andiamo, amico…” Il ragazzo gli si avvicinò con fare circospetto, si inginocchiò di fianco a lui e gli sferrò una fraterna pacca sulla schiena, facendogli andare di traverso l’ultimo sorso di birra che teneva ancora in bocca.

No…non ne vedeva il motivo, non lo concepiva. Eppure…tirava addirittura su con il naso!

Ma perché tormentarsi così…! In fondo non era altro che…

“…una ragazza, Radish!” esclamò Nappa fissandolo con astio. “Una semplice ragazza! Da quand’è che sei diventato così smidollato?!”

“Tsk..” Radish fece schioccare le labbra e cominciò a stuzzicarsi un dente con l’unghia dell’indice sinistro.

“Piantala di fare lo scemo!” sbraitò l’altro mollandogli un ceffone sulla nuca. “Oltretutto…” Si voltò appena per controllare che il loro capo non li stesse osservando. “…che figura ci fai di fronte a Vegeta?!”

“Cosa vuoi che me ne importi?!” ribattè secco il capellone spingendo via Nappa con una mano e ruttandogli in faccia.

Non era certo ciò che l’amico si aspettava come premio di riconoscenza…

“Ehi, cretino!” Nappa si lanciò come una furia sul possente ragazzo, lo afferrò per la collottola con entrambe le mani e portò il proprio viso a pochi centimetri di distanza dal suo.

Radish avvertiva chiaramente il calore del suo respiro sulla pelle umida di salsedine. “Ehi…guarda che baciandomi non risolverai niente…”

“AAAAARGH!!” Nappa perse anche quel minimo baluginio di autocontrollo che gli era rimasto e cominciò ad imprecare contro l’amico, ruggendo e sputacchiando. “SEI UNO SMIDOLLATO! PAPPAMOLLA! E TU SARESTI UN DEGNO MEMBRO DEI SA…”

“Piantala, Nappa!” Vegeta si alzò dal terreno sabbioso – che ora presentava una consistente buca in più – e raggiunse i compagni di squadra. “Hai intenzione di gridare come un ossesso per tutta la mattina?!”

A quelle parole cariche di rimprovero, Nappa lasciò andare all’istante il bavero del capellone e mutò repentinamente espressione, spaziando dalla bestia furiosa allo spaventato agnellino. “Ve-Vegeta, io…”

“Hmf” Vegeta fece schioccare la lingua e incrociò le braccia al petto. “Hai un alito di fogna…lo sentivo perfino io a quattro metri di distanza!”

“Cos…?!” Nappa avvampò imbarazzato portandosi immediatamente una mano davanti alla bocca.

“Mi dai il voltastomaco…” commentò l’altro scuotendo la testa.

“S-Scusa, Vegeta, corro subito a sciacquarmi!” rantolò il pelato alzandosi in piedi di scatto e correndo dentro la sua tenda…probabilmente in cerca di un buon dentifricio.

“Hm…idiota!” Vegeta prese tra le mani l’asciugamano e prese a strofinarlo energicamente sulla sua chioma spinosa, inumidendolo di gocce di sudore. “Dannazione, Radish…sei diventato una femminuccia come quel rammollito di tuo fratello! A proposito” disse poi voltandosi verso il compagno di squadra. “Si può sapere dov’è finito?”

“E che ne so” rispose l’altro con fare mogio e per nulla interessato. “Conoscendolo, starà ancora battendo la fiacca sotto le coperte…!”

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“E-ETCHUM!”

“Aargh!” Nappa fece un enorme balzo all’indietro e si portò le mani davanti alla faccia. “Accidenti, Kakaroth, come osi starnutirmi addosso?!” lo aggredì mollandogli uno scappellotto di rimprovero sulla nuca.

“Eh?” Goku si alzò a sedere dal piccolo perimetro che si era scavato a mo di letto, tirò su col naso e passò un dito sotto di esso. “Non l’ho fatto mica apposta…”

“Vorrei ben vedere” ringhiò l’altro riprendendo a frugare all’interno di una scatola piuttosto consunta. “E dove diavolo è il mio spazzolino?! Non riesco a trovarlo!!”

Goku sgranò gli occhi e lo indicò con un dito tremante. “Cos…?! T-Tu…?! Spazzolino…?!”

Le spalle di Nappa sussultarono. “Ah ah ah…molto divertente…mi viene così da ridere che potrei appiccicarti al muro…” sibilò sarcastico lanciandogli un’occhiataccia.

“Ok, ok, non ti arrabbiare così!” esclamò Goku indignato portando le mani avanti. “Era solo un’osservazione…”

“Bè…” Nappa esitò appena prima di andare avanti nel suo discorso: non voleva ammettere che si sarebbe lavato i denti solo per esaudire una richiesta di Vegeta. “…qualche volta è necessario.”

“Aah, ma certo…” sghignazzò Goku socchiudendo malizioso le palpebre, dando di gomito alla schiena dell’amico. “…Stai pensando di prepararti al meglio per quando accompagneremo le ragazze all’aeroporto, vero?”

“DACCI UN TAGLIO, FEMMINUCCIA!!” sbraitò Nappa tirandogli con forza la scatola in cui stava cercando, che venne prontamente schivata con un innocente “Hop!”.

“E comunque” ringhiò ancora il pelato sferrando un pugno nervoso alla stoffa della tenda davanti a lui, “chi diavolo ci obbliga ad accompagnarle all’aeroporto?! Non possono andarci da sole?!”

Goku scosse la testa. Era proprio un dongiovanni mancato…

“Bè…dovremmo pur salutarle prima che ripartano, no?” disse Goku stiracchiando energicamente le braccia sopra la testa. “Non pensi che tra poche ore non…non le vedremo più?!”

A quel pensiero socchiuse gli occhi, che si erano velati di una leggera tristezza.

Ne era sicuro, le sarebbero mancate…

Gli veniva estremamente facile, affezionarsi alle persone. Se poi esse si dimostravano disponibili ed allegre come loro, era praticamente fatta.

Le sarebbe mancata anche…bè, anche lei.

Le sarebbe mancata più di chiunque altro.

Le sue gote marcate si imporporarono leggermente quando il ricordo della sera trascorsa insieme gli sfiorò la mente con la discrezione di una lucciola.

Un piccolo, semplice, intervallo di sfavillante e meravigliosa luce.

Bè, dovette riconoscerlo…quel piacevole tepore che lo aveva pervaso quando gli si era avvicinata in cerca di protezione, i suoi occhi bagnati di lacrime che lo scrutavano imploranti, il suo sorriso sereno e sincero quando le aveva afferrato la mano e l’aveva condotta verso il lungomare…

Le sue labbra morbide e fredde dal leggero retrogusto di salsedine.

Avrebbe dato il definitivo addio a tutto questo entro l’arco di poche ore.

Le sarebbe mancata molto.

Molto.

“Ehi, Kakaroth…sei tra noi?” Goku si riscosse improvvisamente dal suo stato di trance quando i suoi occhi inquadrarono il faccione di Nappa, che lo stava osservando a distanza molto ridotta dal proprio viso, davanti al quale stava sventolando una mano.

“Ma che…?!” fece il ragazzo scostando la mano del compagno di squadra con un gesto secco. “Lasciami perdere, sto bene!”

“Bella gratitudine!” esplose Nappa fissandolo con astio. “Uno si fa in quattro per dare una mano…bah, come se ne avessi voglia!”

Giornataccia, uh?

In casi come quello, era meglio vestirsi al più presto e uscire da quella tenda striminzita – al momento interamente occupata da un gigantesco ebete - per dedicare totalmente corpo e mente agli allenamenti.

Forse l’avrebbe aiutato a distrarsi…

…e ad essere in forma quando sarebbero passati a prendere le ragazze al loro bungalow.

Non appena Goku mise piede fuori dal perimetro della tenda, una serie di boati dalle nature più svariate lo travolse.

Crilin sorrise al suo indirizzo. “Goku, sei…”

“KAKAROTH!!!” I ruggiti di Radish e Vegeta sovrastarono abbondantemente la voce del piccolo pelato, che al loro confronto risultava quella di un pulcino spennacchiato.

“Non transigo che si saltino gli allenamenti del mattino” lo ammonì il ragazzo dai capelli a punta puntandogli contro un dito minaccioso. “E ora fatti le tue solite flessioni senza discutere!”

“…e portami un’altra birra!!” aggiunse il fratello capellone strattonandogli il lembo dei pantaloni.

Goku strinse i denti, alterato: niente ordini di prima mattina.

“Oh, suvvia” mormorò tranquillamente passandosi una mano dietro la nuca. “Non ho bisogno che mi diciate cosa fare…”

E tirato un calcio ad un piccolo cumulo di sabbia, si sdraiò sulla sabbia ormai bollente e cominciò ad esibirsi in una serie di piegamenti sulle braccia.

“Piccolo insolente” ringhiò Radish stritolando tra le mani la lattina di birra vuota che teneva. “Suo fratello ha bisogno di ogni attenzione possibile…e lui si comporta da indifferente! Puah!”

“Smettila di piagnucolarti addosso, Radish” mormorò Vegeta poggiando la schiena al tronco di una palma. “Piuttosto, datti anche tu da fare con gli allenamenti: avrei una certa cosa da fare, più tardi, non posso stare a controllarti tutto il pomeriggio…”

“Uh?” fece Radish alzando la testa verso di lui. “E cosa dovresti fare di così importante, scusa?”

Le labbra di Vegeta si aprirono in un sorrisetto allusivo. “…Devo solo riscattare quello che mi spetta.”

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“Chichi, dai, andiamo…” Bulma scrollò l’amica per una spalla e si avviò verso la porta del loro bungalow.

“Uff…” La moretta afferrò le cinghie della sua borsa con entrambe le mani e la scaraventò violentemente fuori dal perimetro dell’uscio; un tonfo piuttosto pesante accompagnò il suo gesto. Un terrorizzante rumore di vetri infranti sopraggiunse alle orecchie attente di Lunch.

“Chichi, occhio!!” esclamò raddrizzando la borsa, che si era leggermente inclinata da un lato.

L’interpellata si limitò a lanciarle uno sguardo di pura indifferenza mentre la raggiungeva accanto allo stipite dell’ingresso con grandi falcate.

“Hm…” mormorò Bulma vagamente seccata. “Ancora piuttosto nervosetta, eh?”

Prima che Chichi potesse risponderle in qualche modo – dai grugniti agli urlacci, era preparata a qualsiasi possibilità - , Lunch le diede immediatamente di gomito e le lanciò un’occhiata di rimprovero che sembrava quasi dire “Abbi un po’ più di accortezza, per favore…”.

“Dunque…siamo pronte ad andare?” intervenne C18 sbrigativa sistemandosi la propria borsa a tracolla. “Non voglio arrivare all’aeroporto all’ultimo minuto.”

“Io sono sempre stata pronta a ripartire” grugnì amaramente Bulma dando un piccolo tocco alla borsa della biondina: chissà dov’era mai finita la sua…dispersa in chissà quali meandri dell’oceano o del cielo sconfinato…

Sperava solo che non fosse stata catapultata in un altro continente…

“Sei andata a riportare le chiavi al padrone di casa, C18?” chiese previdente Lunch all’amica.

“Sì…” annuì l’altra incrociando le braccia al petto con la fronte corrucciata. “Non voleva lasciarmi andare, continuava ad offrirmi un posto di lavoro sicuro e di nessun peso…”

“Quel testone!” commentò Bulma soffocando una risata.

“Eh già…” sospirò la malinconica Lunch sorridendo candidamente. Quegli episodi così strani e nello stesso tempo così…divertenti, sarebbero stati archiviati tra le pagine della memoria non appena si sarebbero chiuse quella porta alle spalle.

Si voltò indietro con una scrollata di spalle.

“Siamo state bene” disse Bulma dolcemente notando il suo sguardo.

Le altre annuirono.

Un’ultima occhiata nostalgica a quel piccolo e buffo bungalow che le aveva ospitate per una settimana intera e, prese in mano le proprie valigie, si avviarono con calma verso la stazione degli autobus più vicina.

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“Lo sapevo, lo sapevo che sarebbero arrivati in ritardo!!” sbraitò C18 controllando l’orologio che teneva al polso per l’ennesima volta nel giro di venti minuti. “Dannazione…l’aereo parte tra quaranta minuti!”

“Ve-Vedrai che arriveranno presto!” cercò di tranquillizzarla Lunch sventolando le mani in aria. “N-Non è il caso di agitarsi così, lo siamo già fin troppo!” Gettò un’occhiata di sottecchi a Chichi, che non ricambiò il suo sguardo. Se ne stava seduta sul bordo del marciapiede, le braccia esili intorno alle ginocchia rannicchiate al petto.

Pensierosa.

“Tsk…se anche stavolta è colpa di quel capellone io…” grugnì la biondina facendo scrocchiare le nocche delle mani l’una contro l’altra; ricordava fin troppo bene quella mattina in cui, sotto le indicazioni strampalate di Radish, erano approdati ad un ring di arti marziali nascosto da un abbondante strato di fronde boscose.

Tutto faceva presupporre che anche in quel caso la colpa del loro ritardo generale fosse sua.

Lunch raggiunse Chichi, sorpassando una Bulma particolarmente agitata per le sue valigie – chissà perché, poi…sembrava così ansiosa di entrare immediatamente a controllare - , e si sedette accanto a lei.

“Ehi…c’è qualche problema?” le chiese sorridendo dolcemente.

Chichi alzò lo sguardo su di lei e ricambiò il sorriso – o meglio, si sforzò di sorridere: le labbra erano tirate in modo quasi innaturale, generando uno strano broncio.

Era difficile che particolari come quelli sfuggissero alla sensibile Lunch.

“N-No…sono solo un po’ nervosa, tutto qui.”

“Hm…” annuì l’altra poco convinta; gli occhi scuri dell’amica apparivano stranamente lucidi.

“Dico davvero!” riconfermò Chichi con un cenno del capo. “Non ho niente, è solo il viaggio di ritorno che mi mette un po’ di ansia…e quelle stupide bottiglie per mio padre che…”

“Smettila di sforzarti, Chichi” la interruppe Lunch in un bisbiglio. La moretta sbarrò gli occhi. “Se sei triste per qualche motivo, non devi far altro che dircelo…saremmo tutte felici di aiutarti!”

La ragazza sollevò lo sguardo e, con un ampio movimento del braccio, indicò C18, la cui vena della tempia pulsava ogni secondo sempre più prepotentemente, e Bulma, in preda ad un’ansia divorante, che passeggiava instancabilmente da un lato all’altro della strada, lasciando dietro di sé un polverone di sabbia non indifferente.

“Ehm…” mormorò imbarazzata Lunch con una gocciolina sulla testa. “…Oh bè…quando anche loro saranno un po’ più calme, se ne potrebbe parlare insieme!”

Chichi sbuffò appena, divertita nell’osservare i movimenti goffi delle loro amiche…e di Lunch, la dolce Lunch che le offriva tutta la propria disponibilità nel tentativo di riuscire ad alleviare il suo malessere.

Avrebbe voluto parlare – eccome se avrebbe voluto…ma era assolutamente sicura che non appena avesse provato ad aprire bocca e ad emettere un qualsiasi fiato correlato all’argomento che l’affliggeva, avrebbe riversato tutto il resto del discorso sotto forma di grosse lacrime.

Anche in quel momento si stava impegnando così tanto per trattenerle entro il confine dell’occhio…

No, era inutile…anche se provava a chiudere le palpebre, quelle traboccavano sull’orlo di un buio precipizio.

“Comunque, Chichi” continuò Lunch dopo una piccola pausa giocherellando con le cinghie della sua borsa, “Devi promettermi che più tardi faremo una piccola chiacchie…”

“FINALMENTE!” ululò C18 allargando le braccia esasperata. “E’ più di mezz’ora che vi aspettiamo, accidenti a voi!” ringhiò minacciosa marciando a grandi falcate verso il gruppo dei Saiyan, che era appena sbucato da dietro l’angolo dell’aeroporto arrancando e ansimando per la grande corsa.

“Eh?!” Chichi, Lunch e Bulma – che aveva sostituito al passatempo della passeggiata solitaria quello di rosicchiarsi fin quasi a sangue le unghie delle dita – si voltarono verso la biondina, che aveva gli occhi fuori dalle orbite tanta era la rabbia che aveva covato all’interno del suo corpo fino a quel momento.

Ma un ingombro tenuto celato per troppo tempo, si sa…

“…prima o poi sarebbe scoppiata!” annuì ridacchiando Lunch, che si aspettava una reazione al genere da un momento all’altro. Giusto il tempo che occorreva al gruppetto dei loro amici di giungere a destinazione.

Chichi sorrise amaramente: fortunata lei, che era riuscita a scoppiare

“S-Scusate, ragazze, è stata colpa mia…” biascicò Radish in imbarazzo passandosi una mano tra la folta chioma.

“Ci avrei giurato” sibilò perfida la biondina squadrandolo da capo a piedi con disgusto. Radish abbassò la testa docilmente.

“Ah ah! Radish, sei veramente un pappamolle stamattina!” muggì Nappa scoppiando in un sonoro latrato di scherno e sferrandogli una potente pacca sulla schiena, che lo scaraventò in avanti.

Caso volle…che quando il fratello di Goku sollevò la testa per vendicarsi del colpo subito i suoi occhi ne incrociarono un altro paio…lucidi e tremolanti come quelli che gli avevano assicurato il soprannome di “femminuccia” da parte dei suoi amici per tutta la mattinata.

“Eh?!” mugugnò turbato identificando la figura minuta di Chichi a pochi centimetri dal suo viso.

La moretta, invece, non si era scomposta più di tanto: sovrappensiero, distratta dall’idea del suo imminente incontro con Goku – diavolo, non sapeva proprio come si sarebbe comportata -, sosteneva senza apparenti problemi lo sguardo costernato del possente Saiyan, fissandolo con neutralità e indifferenza.

Come si dice…lo vedeva senza vederlo veramente.

Radish, invece, l’aveva vista fin troppo bene.

“WAAAAAAAAH!!” Il capellone fece un balzo all’indietro di parecchi metri e distese le braccia davanti a sé come a doversi parare da una furia inferocita.

“Anf…anf…”

I-Il suo viso era vicino al punto di ebollizione…lo sentiva chiaramente, dannazione!

Perché…perché la prima persona con cui aveva avuto un incontro ravvicinato aveva dovuto essere proprio la ragazza per cui il suo cuore lo stava straziando interiormente e non gli dava alcuna pace?!

Sussultò sconvolto.

Accidenti…

Stava diventando veramente una sottospecie di femminuccia!

Di quel passo gli altri avrebbero usato quel ridicolo soprannome per indicare lui…non più il suo stupido fratellino incapace!

Doveva fare qualcosa per salvare la sua reputazione in calo…

Mentre il ragazzo si perdeva in quei convulsi ragionamenti privi di senso, criteri ordinati e fili logici, gli altri lo stavano squadrando da capo a piedi ad occhi spalancati; perfino Chichi aveva trasalito al suo urlo improvviso, fissandolo con uno strano cipiglio di incomprensione.

“Ehi, amico…” mormorò Nappa scandalizzato avvicinandosi circospetto all’amico ansimante piegato su se stesso. “…Ma che accidenti ti è preso?!”

Vegeta, invece, non ebbe quel tatto di accorgimento…

“Diavolo di un capellone, mi hai fatto prendere un colpo!” ruggì incrociando le braccia al petto e snobbandolo con un veloce gesto del capo. “Non so cosa ti passi per quella testolina, ma piantala di comportarti in questo modo, sono stato chiaro?!”

“Anf…anf…” Radish alzò appena la nuca, aggrottando le sopracciglia.

“…H-HA RAGIONE VEGETA!!” urlò subito dopo Nappa ritirando immediatamente la mano che aveva poggiato sulla schiena di Radish. “Sei solo uno stupido!”

“Eh…” mugugnò l’altro rizzandosi finalmente sulla schiena. “Scusate…non so cosa mi sia successo…”

Cercò di fingere nonchalance sventolando una mano davanti al viso, ma il tentativo non ebbe l’effetto desiderato.

“Piantala con quelle mosse…sembri una femminuccia!” disse Vegeta scuotendo la testa contrariato e fissandolo con astio.

Colpito…e affondato.

“Sigh…” Radish si accasciò nuovamente su se stesso e si lasciò scappare una lacrimuccia di frustrazione.

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“Sembra che abbiano risolto” disse Goku voltando il capo all’indietro per osservare il concludersi della scenetta. Sembrava che suo fratello non avesse ancora smaltito la sbronza di quella mattina, c’era da aspettarselo…

Chissà che cosa gli era preso, poi…non era ancora riuscito a venirne a capo.

“Povero Radish, però…” mormorò Chichi seguendo lo sguardo del ragazzo verso il gruppetto in fermento. C18 aveva addirittura preso a malmenare il capellone con una scarica di violenti pugni sulla schiena!

“Eh già…” sospirò Goku tornando a concentrare la propria attenzione sulla ragazza.

“Hm…” fece lei abbassando lo sguardo. Il piccolo cuoricino che aveva precedentemente tracciato nella sabbia con un bastoncino era stato deformato dall’impronta di una scarpa.

Quasi indistinguibile, ormai.

Come i contorni delle cose.

Non aveva più senso perdersi in elaborate congetture e strategie per affrontare la prova tanto temuta…

La stava vivendo in quel momento.

Goku era lì, in piedi davanti a lei…e non sapeva cosa dire.

Credeva di poter essere abbastanza forte da poter fronteggiare la situazione – lo sapeva, prima o poi sarebbe accaduto, era inevitabile - , sperava di poter contare sul suo sangue freddo e sul suo spirito naturalmente agguerrito nel bisogno…

Ma forse aveva fatto male i suoi calcoli.

Non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi!

Ma anche quel silenzio che si era venuto a creare…

Era insostenibile. Doveva fare qualcosa.

“Ehm…”

Diamine, com’era impacciata…

Accidenti, accidenti!

Sentiva lo sguardo di Goku che la fissava con insistenza. Forse stava aspettando che dicesse qualcosa…

Prese una ciocca di capelli tra le dita e cominciò ad attorcigliarvela intorno.

“Io…”

“Chichi! Goku! Andiamo!”

Il richiamo di Bulma fece sussultare entrambi…ed entrambi si guardarono, per un fuggevole istante, dritti negli occhi.

Goku sorrise dolcemente. In apparenza non lasciava trapelare nemmeno un filo di inquietudine o rammarico. “Vogliamo andare?”

La moretta sbattè le palpebre un paio di volte, confusa. Era talmente assorta dalla sua meticolosa contemplazione di quei due occhi d’ametista che si era completamente dimenticata che avrebbe dovuto prendere un aereo di lì a pochi minuti.

Di lì a pochi minuti…

Sospirò.

Un’ultima occhiata di sottecchi a Goku…e una scrollata di spalle per scaricare – o almeno, sperava di scaricare, un pizzico di quella malinconia.

“Certo.”

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Maledizione…ancora poco e le si sarebbero aperte tutte le chiusure delle valigie!

Certo che ce n’erano di matti in quelle piccole isole per la gente famosa, lì, i vip

E lei che era venuta appositamente per una vacanza di tutto relax e divertimento!

Quella ragazza l’aveva quasi travolta, con la sua corsa sfrenata…chissà cos’era tutta quella fretta, poi!

La donna, corto tailleur di un tenue color pesca e un paio di decolleté talmente alte che perfino uno stuzzicadenti di frassino avrebbe avuto più stabilità di lei, si voltò stizzita verso la direzione che quel tornado dai capelli turchini aveva imboccato.

Perfetto…stava giusto parlando con uno dei responsabili dietro un gabbiotto di vetro…

Ah, desiderava con tutto il cuore che le desse una bella lezione per il suo comportamento scalmanato!

“’Sti giovani d’oggi…” commentò acida la donna dirigendosi con calma – colpa dell’equilibrio precario? – verso le porte scorrevoli dell’uscita.

Non fece in tempo a rassettarsi i capelli con una mano che non uno, ma la bellezza di circa dieci tornadi la investirono nuovamente, scaraventandola con il sedere sul carrello che un inserviente dell’aeroporto stava spingendo verso il nastro trasportatore.

“Ma che modi!” abbaiò furibonda scalciando con le gambe; la sua debole fantasia le stava proponendo un incontro a tu per tu ravvicinato con ciascuno dei membri di quel gruppo, in una fantomatica visione di lei che primeggiava di brutto su di loro armata di quei tacchi a spillo letali.

“Ehm, signora…posso aiutarla?” L’inserviente – perfetto…giovanissimo, brufoloso e pure imbranato – del carrello le stava porgendo una mano untuosa con uno sciocco sorriso da ebete stampato sul viso.

“Hmf…” sbuffò la donna alzandosi di scatto. “Tenga giù le mani!”

E sistemandosi la gonna, fin troppo corta per coprire le sue cosce abbondanti, ancheggiò indispettita verso l’uscita facendo roteare il bagaglio a mano per aria.

Maledetti giovinastri…

Intanto il gruppetto festoso, capeggiato da Lunch, Chichi e C18, inseguiva la ragazza dai capelli turchini con curiosità mista a preoccupazione.

“Bulma…Bulma!” la chiamò Chichi raggiungendola al gabbiotto per le informazioni a cui l’amica si era appena appoggiata con un braccio. “Ma che diavolo ti prende?!”

La ragazza le rispose con un’occhiata omicida. “Ma non è ovvio?! Sto cercando di sapere che fine abbia fatto la mia valigia!”

Scoccò uno sguardo indagatore a Vegeta, che lo sostenne malizioso fino a quando lei non dovette distoglierlo dall’imbarazzo.

Cavoli…sembrava così agguerrito!

“Bè…ok, ma…non mi sembra il caso di agitarsi tanto!” ribattè la moretta allargando le braccia. “Se proprio non è stata ancora ritrovata, magari potrebbero spedirtela direttamente a casa tua!”

“Ma io la voglio adesso!!” gemette Bulma disperata avvertendo un groppo in gola. “E poi insomma!” riprese poi voltandosi di scatto verso il vetro del gabbiotto. “Sarebbe cortesemente qualcuno così gentile da venire qui ad ascoltare le mie lamentele sì o no?!”

Allargò una mano e cominciò a sbatterla furiosamente sul campanello posto sul bancone di legno.

“Bulma, smettila…ci stanno guardando tutti!” bofonchiò Lunch supplichevole guardandosi intorno tra i fumi dell’imbarazzo.

“Ehi, ma cosa le prende?” chiese sconcertato Nappa a Vegeta. “Sembra quasi impazzita…”

Vegeta gli rispose con un ghigno sadico. “Hun…non ne ho la minima idea!”

Il suono acuto del campanello continuava a riecheggiare in tutto l’edificio.

Maledizione…maledizione!

Aveva desiderato così tanto riavere le proprie valigie per godere del piacere di indossare i nuovi bikini e i top comprati in occasione di quella vacanza tanto agognata…e adesso non faceva altro che sperare di non trovarle lì!

Ma perché aveva accettato quella stupida scommessa senza senso?!

Colpa dell’orgoglio! Oh, maledetto orgoglio femminile!

“Oh!” Crilin, che si era appena voltato alla sua sinistra, indicò con un dito la sagoma di un ragazzo appoggiato ad una colonna portante a pochi metri da loro. “Quello non è Tensinhan?”

Lunch sentì mancare un battito.

“E-Eh?”

Quando i suoi occhi incrociarono la figura possente di Tensinhan – e del piccolo Jiaozi, nascosto dietro i suoi polpacci – le sue pupille si illuminarono dalla gioia.

“Ehi…” C18 non aveva perso un singolo passaggio di quella scenetta commovente(lungi da lei!). Diede di gomito all’amica rimasta incantata a contemplare l’oggetto del suo piacere e le fece maliziosa l’occhiolino. “Coraggio…vai a salutarlo!”

Lunch la fissò inebetita; sicuramente stava mentalmente accusando l’amica di essere diventata completamente pazza.

“Bè? Cosa c’è di male?” le rispose prontamente la biondina interpretando al volo la sua espressione cianotica. “Dopo avergli fatto da infermiera e aver trascorso intere giornate da sola con lui, sarete pur diventati un po’ più…intimi…O forse mi sbaglio?”

Le guance pallide di Lunch si imporporarono di una bella tonalità scarlatta.

“Ma dai, non sto dicendo in quel senso!” ribattè C18 dandole un colpetto tra le scapole con il palmo della mano. “Non fare la sciocca, vai da lui e scambiate quattro chiacchiere prima che l’aereo parta.”

La ragazza, scrutando accondiscendente l’amica, si ravviò i folti capelli mossi con una mano e annuì appena con il capo; in fondo C18 aveva ragione…perché comportarsi in quella maniera così sciocca?!

Sbirciò con la coda dell’occhio Tensinhan, che a giudicare dal suo sorrisino complice aveva individuato il loro gruppetto già da un pezzo.

Si stava solo rendendo ridicola davanti a lui…

Ridicola e preziosa.

Con una scrollatina di spalle e uno sguardo più risoluto che mai, Lunch voltò le spalle alle sue amiche e, a grandi falcate, marciò spedita verso il ragazzo che la stava aspettando trepidante.

Dall’espressione gioiosa che egli esibì non appena la ragazza lo raggiunse, non si sarebbe potuta fare un’analisi più accurata di quella.

C18 sogghignò soddisfatta e tornò a volgere lo sguardo verso il gabbiotto di vetro, dietro il quale era finalmente comparso qualcuno.

Un omone basso e tozzo, dalla carnagione leggermente bluastra(‘Bluastra?!’), si stava facendo strada tra le risme di carta impilate a fianco della porticina interna al piccolo chiosco delle informazioni.

Certo che l’aeroporto poteva sceglierseli meglio i propri dipendenti…

Quello che era stato loro assegnato portava perfino un paio di piccoli occhiali da sole!

Occhiali da sole in aeroporto…in un ambiente chiuso…roba da matti!

“Anf, anf…E-Eccomi, scusate, ero impegnato a riordinare un po’ di scartoffie di là in ufficio!” ansimò l’omone issandosi sulle punte dei piedi – perfino il bancone era troppo alto per lui. “Sapete com’è, in aeroporto…se non voli di qua e di là rimani a piedi!”

Bulma, la mano ancora aperta al di sopra del campanello premuto, fissò inebetita - così come il resto del gruppetto che stava assistendo alla scena - l’addetto ai reclami mentre questi si portava entrambe le mani grassocce davanti alla bocca e cercava di reprimere strenuamente una risata.

“Uh uh uh…aeroporto…volare…uh uh uh uh!!” borbottò da dietro le lenti scure dei suoi occhiali.

“M-Ma che…?!” rantolò Chichi scrutandolo turbata. “…C-Che diavolo gli è preso?!”

Bulma, invece, non fu così paziente. Sbattè per l’ennesima volta la mano aperta sul bancone e si sporse in avanti con il busto. “Hmf! Senti un po’ tu…Kaioh…” aggiunse in fretta dopo aver lanciato un’occhiata al cartellino che l’uomo aveva aggrappato alla giacca. “…piantala di fare il buffone e controlla immediatamente se…”

“Uh uh…! Ragazza, non dovresti essere così nervosa!” la interruppe Kaioh asciugandosi le lenti degli occhiali inumidite di lacrime. “Pensa che cosa succederebbe se non ci fosse più il riso nel mondo…la Cina sarebbe disabitata!”

Altra battuta di pessimo gusto, altra esplosione di risate.

“…” Crilin lo avrebbe volentieri scaraventato contro un muro, ma ciò che aveva appena detto gli aveva completamente risucchiato via ogni forza che aveva in corpo.

Solo Goku e Radish avevano sbuffato leggermente e si erano portati le mani davanti alla bocca per soffocare le loro piccole sghignazzate.

“…Ehi, Vegeta…io veramente non l’ho capita!” bisbigliò Nappa all’amico accanto a lui. Questi gli rispose con uno stizzito pugno sul naso.

“Insomma, tu!” latrò minacciosa Bulma, la cui rabbia stava raggiungendo livelli spaventosi. “Vuoi ascoltarmi o no invece di fare la figura del cretino di fronte a centinaia di persone?!”

“Hi hi hi hi! Bellissima!” cinguettò l’omone scuotendo allegro il capo da una parte all’altra. Con una leggera smorfia di disapprovazione, fece arrestare il movimento ondeggiante delle sue spalle e si schiarì la voce. “Ahem…ditemi pure, ragazzi…che cosa posso fare per voi?”

Bulma avvertì chiaramente i fumi della collera sfociarle dalle orecchie.

Calmati, Bulma…respira, respira profondamente…

“Ehm…signor Kaioh” sibilò tra i denti in preda a sforzi terribili per cercare di mantenere il proprio autocontrollo. “Potrebbe cortesemente dirmi se le mie…” Deglutì. “…valigie sono state ritrovate? Una delle due è azzurra, con due strisce viola ai lati…”

Kaioh scrutò la ragazza che aveva davanti con occhi preoccupati e quasi…compassionevoli. “Hmf! Io non sopporto le ragazze senza senso dell’umorismo!” brontolò incrociando le braccia corte di fronte al petto. “Facciamo così…se riuscirai a farmi ridere con una battuta ti dirò se le tue valigie sono state ritrovate!”

Qualcosa scattò tra i neuroni della ragazza dai capelli turchini.

Il sangue affiorò alle guance abbronzate ribollendo rumorosamente.

Le sopracciglia si aggrottarono in un’unica, sottile curva concava.

Istinto omicida alle stelle.

“IO TI AMMAZZO, MALEDETTO INSETTO CON GLI OCCHIALI DA SOLE!!” Bulma si fiondò in avanti con entrambe le braccia cercando di afferrare l’inserviente per il collo.

Aveva un desiderio irresistibile di torcerlo

“BULMA! CALMATI, BULMA!” Chichi, C18 e Goku la afferrarono svelti per entrambe le spalle e la trascinarono indietro impiegandovi una forza sovrumana.

“TENETEMI! TENETEMI O NON RISPONDO PIÙ DELLE MIE AZIONI!” berciò Bulma agitando frenetica le braccia e le gambe in ogni direzione. “PORTATEMI VIA DA DAVANTI QUESTO IMBECILLE!!”

Kaioh, che al primo scatto della ragazza era guizzato sotto il bancone, fece capolino appena e osservò la scena profondamente rammaricato. “No…decisamente non sei simpatica!”

Vegeta, le braccia incrociate solennemente al petto, sogghignò sadico. “Bene…vedo che le mie scommesse mantengono ancora parecchi dei loro effetti collaterali…”

“BULMA! Non agitarti così…stavi per darmi un pugno!” si lamentò Chichi scrollandola violentemente per le spalle. “Torna in te, maledizione!”

“E lei” aggiunse intimidatoria C18 puntando un dito contro Kaioh. “Non stia lì a guardare, vada a vedere se ritrova questa benedetta valigia!”

“Uff…che signorine scapestrate!” borbottò l’omone sparendo lentamente dietro una seconda porticina al lato del gabbiotto. “Dunque, azzurra con due strisce viola…”

La lucidità, fortunatamente, non aveva del tutto abbandonato Bulma, la quale si portò una mano alla guancia e focalizzò la propria attenzione sulle parole che aveva detto C18 pochi secondi prima.

Kaioh…era andato veramente a controllare…se le sue valigie…

Oh, maledizione!

Il groppo in gola si era fatto ancor più insostenibile.

L’omone riemerse con calma da dietro la porta.

Bulma deglutì ancora, nonostante la tensione fosse ormai arrivata alle stelle.

L’ora della verità.

Era arrivata.

Tu-tum.

Tu-tum.

Kaioh portò avanti le braccia, rimaste indietro rispetto al resto del corpo tozzo.

Tu-tum.

Tu-tum.

Tu-tum.

“…È per caso questa?”

L’uomo esibì il trofeo che teneva in mano.

E Bulma ebbe l’improvviso desiderio di fuggire lontano.

“È…quella…” pigolò sconfitta abbassando il capo verso il basso.

Aveva perso…aveva perso!

Maledizione!

“Hm?” Vegeta sollevò il viso verso il gabbiotto e incrociò lo sguardo di sgomento della ragazza.

Sorrise soddisfatto e si apprestò a raggiungerla.

“Bulma! Hanno ritrovato le tue valigie!” esclamò allegra Chichi. “Non sei contenta?”

“Come una pasqua…” Bulma fissò lugubre l’amica, lasciano quest’ultima piuttosto perplessa.

“Ehi, che ti prende?” chiese la moretta squadrandola da diverse angolazioni con un dito sotto il mento. Era da un po’ che aveva notato quel repentino cambiamento in lei…dall’agitazione più intensa nell’ansia di riabbracciare i suoi vestiti allo sconforto più totale quando li aveva finalmente avuti a portata di mano.

La ragazza dai capelli turchini fece calare ancor di più le braccia pesanti verso il basso – la forza di gravità non era mai stata così percepibile - , incurvandosi con la schiena come avrebbe fatto un povero sfortunato che aspettava la sua condanna dall’alto di una qualche entità suprema. Avvertì appena il tocco alla spalla che la sorprese un attimo dopo.

Vegeta la stava praticamente abbracciando da dietro, senza smettere di fissarla insistentemente(‘Maledetto…prova gusto nel mettermi ancor più a disagio!’).

“Se volete scusarci…” mormorò il ragazzo in tono solenne. “…la porto via per un attimo.”

Goku, Nappa, Crilin e Radish, così come Chichi e C18, spalancarono gli occhi. Bulma, invece, li chiuse ancor più di quanto già non fossero. “Che cosa?! E perché?!”

Vegeta socchiuse le palpebre e si aprì in un sorrisino malizioso. “…Abbiamo da saldare un piccolo impegno.”

Le ragazze fissarono sgomente l’amica coinvolta nella faccenda. “Bulma, ma…è vero quello che sta dicendo?” le bisbigliò all’orecchio C18 aggrottando le sopracciglia.

La diretta interessata spostò lo sguardo su di lei senza prorompere parola. Solo…un sospiro di rassegnazione.

“Sigh…torno subito, non preoccupatevi…” gemette cupa seguendo Vegeta in direzione delle porte scorrevoli dell’uscita sotto lo sguardo attonito del loro gruppo di amici.

“Ehi…ma secondo voi cosa sarà successo?” bisbigliò Nappa agli altri, che risposero facendo spallucce.

Kaioh, intanto, continuava a canticchiare tra sé mentre sistemava la valigia appena ritrovata sopra il bancone del gabbiotto. Il cartellino che vi era appeso attirò la sua attenzione.

“Hm? Ehi, come avete detto che si chiamava quella ragazza?” chiese ai ragazzi leggendo ciò che era scritto sul foglietto plastificato.

“Bulma Brief, perché?” fece C18 incerta.

“Oh…” Un rivolo di sudore freddo colò lungo la tempia di Kaioh. “E-Ehm…allora temo che…la sua valigia non sia questa…”

Occhi estremamente stupiti si spalancarono sugli occhi di tutti i presenti.

“CHE COSA?!” berciarono in coro sbattendo le mani sul bancone.

“Ehm…il suo nome non risulta uguale sulla targhetta di identificazione…” pigolò l’omone cominciando a sudare copiosamente.

“Hmf…sarò meglio non dirlo a Bulma, per ora…” suggerì Chichi sventolando una mano come per distogliere gli altri da quell’idea malsana.

“Sì, forse sarà meglio…” sospirò C18 rassegnata. “Chissà quali grane potrebbe piantare se lo dovesse scoprire ora che ha questo umore nero…”

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“Bene, Mister Simpatia, spero che tu ti sia divertito già abbastanza a sfottermi in lungo e in largo senza che io potessi ribattere!” berciò Bulma profondamente adirata contro la schiena di Vegeta, che le camminava davanti mantenendo una piccola distanza.

Il ragazzo, sogghignando sotto i baffi senza lasciarsi scorgere, preferì non sbilanciarsi troppo, si limitò all’essenziale: semplicemente…fece spallucce.

Calma, Bulma, calma…

“Maledetto scimmione maleducato!!” sbottò la ragazza agitando vorticosamente i pugni in aria come per colpire un obiettivo invisibile. “Ma chi diavolo ti ha mai insegnato le buone maniere?!”

E Bulma, in quel momento, fu sicura di aver fatto centro: il moro dai capelli a punta si voltò di scatto verso di lei e puntò i suoi occhi scuri in quelli chiari di lei.

Aha!

Dischiuse le labbra e aggrottò le sopracciglia. “…Che garanzie hai che qualcuno me le abbia veramente insegnate?”

Bulma deglutì, sconfitta per la seconda volta nel giro di pochi minuti.

“Bè…avresti dovuto ascoltare di più i consigli dei tuoi genitori” rimarcò lei sbuffando indispettita e incrociando le braccia al petto.

Che sguardo cupo…forse ho toccato il tasto sbagliato.

Vegeta poggiò le mani sui fianchi e scostò distrattamente un sasso con il piede destro.

Bulma lo imitò, ma non prima di aver schiuso le labbra in una smorfia di disappunto.

“Ehi…non mi hai ancora detto dove stiamo andando!” brontolò voltando la testa verso la sua destra: era da parecchio tempo che stavano costeggiando quel tratto di scogliera. Uno scenario quasi inquietante, a dirla tutta…Le rocce cadevano a picco su una piccola baia sabbiosa poco sottostante, perfettamente parallela alla strada su cui stavano camminando loro due.

“Hm” sghignazzò Vegeta scuotendo appena le spalle. “Sono sicuro che non avrai niente da ridire.”

Bulma spalancò gli occhi, leggermente più preoccupata rispetto a un attimo prima. “Niente da ridire…riguardo a cosa?!” chiese stizzita affrettando il passo per portarsi allo stesso livello del ragazzo. “Maledizione, ti ha dato lezioni l’Uomo Invisibile per essere sempre così impenetrabile?!”

Prima che Bulma potesse svoltare a sinistra per arginare l’ostacolo della schiena del moro, quest’ultimo si fermò di colpo…e Bulma vi sbattè contro.

“Ahia! Ma che diavolo fai?!” abbaiò lei massaggiandosi il naso. “Che cosa ti viene in mente di fermarti così all’im…”

“Ripeti quello che hai detto” Vegeta si era voltato e la stava fissando dritta negli occhi chiari.

Tu-tum.

Per un momento, un solo fuggevole momento, Bulma era rimasta affascinata dal riflesso delle increspature rocciose che era riuscita a scorgere in quella distesa di freddo piombo.

Freddo, eppure così profondo…

Scosse mentalmente la testa. Che diavolo le saltava in mente?!

Lui è IL NEMICO, Bulma…mostrati superiore!

“R-Ripetere…cosa?!” bofonchiò confusamente, presa alla sprovvista.

“Hai detto veramente…Uomo Invisibile?!” Le labbra sottili del ragazzo si stirarono in un ghigno satanico e vagamente divertito.

“…”

Poi Bulma realizzò.

E Vegeta si era già portato le mani tra i capelli. Le sue labbra fremevano.

“E-Era un esempio!” rantolò la ragazza agitata gesticolando freneticamente con le dita, avvertendo la zona sotto gli occhi divenire sempre più ardente ogni secondo che passava. “Un esempio!”

Ma a Vegeta quelle giustificazioni non interessavano minimamente.

Ormai il danno era bello che fatto!

Quelle non erano che le conseguenze.

“Ah ah ah ah ah!!” latrò sguainato tenendosi la pancia con le mani. “Non posso credere che tu abbia detto una cosa così…così…stupida!!”

“Hmf…” Bulma strinse i denti e strizzò le palpebre per non avvertire il calore alle gote.

Maledizione, maledizione!

Il limite della sua sopportazione era già stato superato da un pezzo.

Un bel pezzo…

L’Uomo Invisibile…una cosa del genere da parte di una…una della mia età?!” Il moro cominciava a piegarsi su se stesso per il troppo ridere. “C’è da preoccuparsi…Ah ah ah ah!!”

“HO DETTO CHE ERA UN ESEMPIO!!” sbraitò Bulma su tutte le furie mollandogli uno scapaccione sulla nuca scoperta con tutte le forze che era riuscita a racimolare.

Vegeta smise all’istante di ridere, si tirò su di scatto e la fulminò con lo sguardo.

“E adesso piantala di fare il buffone e facciamola finita con questa stupida storia!” gridò l’altra scrocchiando le nocche delle mani l’una contro l’altra. “Ti ricordo che ho un aereo tra meno di un’ora!”

“Ahio…” si lamentò lui indispettito massaggiandosi il punto colpito.

Sembrava che la sberla ricevuta avesse completamente ripristinato l’autocontrollo del ragazzo, che si affrettò a voltarle per l’ennesima volta la schiena con le mani in tasca e a continuare il suo cammino quasi…solitario.

“Tsk…” Bulma riprese a seguirlo lanciando un’occhiata stizzita alla schiena che sfilava davanti agli occhi.

Senza volerlo, l’occhio le cadde sulle due appuntite sporgenze che affioravano appena sotto il tessuto della maglietta.

Manteneva le scapole ben dritte, a quanto pareva…Frutto dei tanti allenamenti con la sua squadra, probabilmente.

Sono ben sorrette…deve avere fiori di muscoli là sotto…

Bulma ebbe una fugace visione non ben identificata dai suoi nervi ottici. Peccato che il suo subconscio l’avesse catalogata perfettamente.

Tu-tum.

Scosse la testa per la seconda volta, stavolta ancor più energicamente.

Bulma…vuoi forse perdere la faccia di fronte a questo…questo CRETINO?!

Dopo alcuni metri di silenzioso cammino, d’un tratto Vegeta svoltò per una piccola via secondaria. Ai suoi piedi si sfilava una lunga scalinata impolverata che conduceva verso la baia che Bulma aveva scorto dall’alto poco prima.

“Siamo arrivati” annunciò il moro prendendo a ridurre la distanza dalla meta, un gradino dopo l’altro.

“Hm?” Bulma discese la scala molto più velocemente di lui, sorpassandolo a metà strada, e corse ad osservare lo scenario che le si parava davanti.

Sabbia bianca tempestata da piccole conchiglie rigate e cespugli di rami secchi, pochi bagnanti a diversi metri di distanza dediti all’incremento della propria abbronzatura, alle spalle la grande ed imponente scogliera disseminata di rocce dalla lucentezza non indifferente – prima non l’aveva notato - . Di fronte, una distesa praticamente immensa di limpida acqua blu puntellata di piccole imbarcazioni e pescherecci, che l’occhio non riusciva a scorgere nelle loro dimensioni effettive.

Un bel posticino, non c’è che dire.

Ma Bulma non riusciva proprio ad afferrarne il senso.

“Ma…” mormorò guardandosi intorno perplessa. “…Tutto qui?”

Si voltò verso Vegeta, che nel frattempo l’aveva raggiunta a lenti passi.

“Insomma…” continuò la ragazza sfilandosi le ciabatte e camminando adagio verso il bagnasciuga. “…Credevo che mi avresti portato in una qualche sottospecie di foresta disabitata e piena di animali feroci che…”

Tu-tum.

Non fece nemmeno in tempo a concludere il discorso che una vigorosa pacca, portata esattamente al centro della schiena, la catapultò in avanti. Bulma cadde carponi avanti, e solo grazie ai suoi riflessi pronti riuscì a porre le mani contro il terreno prima che potesse sbattere il muso contro il fondo.

Un attimo di spaesamento, poi la consapevolezza di ciò che era accaduto.

“Ehi! Ma che diavolo ti prende?!” urlò indignata scostandosi violentemente una ciocca di capelli umidi dal viso. “Sei per caso impazz…?”

La sua parlantina venne interrotta nel momento esatto in cui voltò il capo all’indietro.

O meglio…nel momento esatto in cui si rese conto di quanta poca distanza ci fosse tra il proprio volto e quello di Vegeta.

Senza neanche rendersene conto, il suo corpo era stato totalmente delimitato dagli arti del moro; le braccia distese contro il fondo sabbioso la bloccavano all’altezza del seno, le ginocchia carponi stringevano possentemente contro le sue.

Tu-tum.

Trappola.

Bulma sbarrò gli occhi chiari estremamente sorpresa, squadrando la posizione in cui Vegeta si stava sorreggendo con una sorta di estasi confusionaria che le impediva di analizzare a fondo la situazione.

E prima che riuscisse a dire qualcosa, il moro socchiuse le labbra, in procinto di dire qualcosa.

Stavolta fu lei la più veloce.

Dandosi un’energica spinta sulle braccia, Bulma sfilò il proprio corpo da quella prigione di carne e affondò ancor di più nella sabbia bagnata.

“Aaaaaah!!” gridò scandalizzata agitando le braccia. L’acqua ormai le arrivava alla vita. “Che cosa diavolo credi di…?”

Uno spruzzo salato la centrò in pieno negli occhi, che cominciarono a bruciare.

Suo malgrado, Bulma fu costretta a portare le mani chiuse a pugno nei pressi dell’area dolorante, strofinandovi energicamente contro.

Perfetto, adesso si ricorreva anche a quei sporchi mezzucci!

“Accidenti a te!” si lamentò la ragazza avvertendo due calde lacrime sgorgarle agli angoli delle cavità ottiche. “Sei veramente uno sporco…”

I raggi del sole che le avevano accarezzato il viso fino a quel momento vennero improvvisamente neutralizzati da una figura che si sovrappose prepotentemente ad essi: Bulma potè accorgersi del cambiamento di clima grazie al mutamento di tonalità che scorse attraverso le palpebre chiuse.

E prima che potesse riaprirle, un sussurro caldo e mascolino la avvolse tra le sue spire di pura eccitazione.

“Non eri forse tu…” Vegeta le sfiorò l’orecchio con il labbro inferiore chinandosi ancor di più sopra di lei.

“…quella sciocca ragazzina che si lamentava in continuazione…”

Le braccia sciolte incatenarono e attirarono contro di loro il seno generoso.

“..perché per tutta la durata della vacanza non era riuscita a fare nemmeno un bagno in mare?”

Le gambe robuste si intrecciarono alle altre più esili, senza lasciar loro nemmeno una minima possibilità di divincolarsi.

Tu-tum.

Tu-tum.

Aveva la pelle d’oca.

Ma forse non era solo colpa della situazione in cui si trovava…

Quel caldo respiro che avvertiva sulla propria pelle era talmente…talmente…

Eccitante?

Finalmente Bulma aprì gli occhi.

Ma non appena il suo sguardo incrociò quella profondità dedita alla contemplazione dei propri lineamenti, quelle palpebre socchiuse che sussultavano al minimo movimento, quella labbra pallide leggermente socchiuse che sfioravano le sue, ebbe l’impulso di richiuderli di nuovo.

Dischiuse le labbra carnose a sua volta, sentendosi per la prima volta in tutta quella sventurata mattina completamente inebriata da quel fisico possente…e da quella personalità sempre così misteriosa.

Tu-tum.

L’acqua si smosse appena contro i loro corpi stretti l’uno contro l’altro.

…Quel retrogusto salino era ciò di più buono che mai avrebbe potuto assaggiare.

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Una voce di donna risuonò come un crepitio metallico nella hall dell’aeroporto.

Cortese, fin troppo cortese. Da far venire il diabete.

“…” Chichi ascoltò attentamente il messaggio che stavano comunicando dagli altoparlanti.

E subito avvertì una fitta nei pressi del petto.

Strinse ancor più vigorosamente la mano di Goku, poggiando malinconicamente il capo contro la sua spalla.

“Ehi, che ti prende?” le chiese il moro abbassandosi leggermente con il busto per osservarla in volto.

La ragazza lo guardò a sua volta – era così difficile ignorare il fatto che lo vedesse sfocato…- e sospirò contro il suo petto.

“…È il nostro.”

“Oh…sembra che sia ora di avviarci” disse C18 scostandosi da Nappa, con cui aveva inutilmente cercato di intavolare una conversazione di un certo livello intellettuale – pretendeva troppo… - e abbassandosi sulle ginocchia per prendere il mano il proprio borsone.

Le spalle di Crilin e Radish sussultarono. “Cosa?! Di già?”

“Bè…l’hanno annunciato con un po’ di anticipo, ma sarà meglio trovarci sul posto qualche minuto prima” rispose seria la biondina.

In quel momento, Bulma e Vegeta si precipitarono correndo dall’uscita principale verso di loro.

“Hm?” C18 si voltò verso di loro. “Eccovi, finalmente! Ma dove siete stati?!”

“Anf anf…s-scusate il ritardo…” bofonchiò la ragazza portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Colpa mia…”

Vegeta incrociò le braccia al petto e non proferì parola.

“Ma siete bagnati fradici” notò la biondina squadrandoli da capo a piedi perplessa. “Che diavolo vi è successo?!”

Il moro sorrise sotto i baffi.

Bulma arrossì complice e incrociò le braccia dietro la nuca.

“…Ho fatto il mio primo bagno!” rispose allegramente esibendosi in una linguaccia.

C18 spalancò gli occhi per la sorpresa. “Tu sei matta…” sospirò scrollando le spalle.

Chichi si alzò dal muretto su cui si era seduta insieme a Goku qualche minuto prima e prese in mano il proprio borsone da viaggio, che aveva precedentemente poggiato sul pavimento.

“Bè…sarà meglio che mi avvii” mormorò tristemente dondolando sui talloni. Goku annuì lentamente, si alzò a sua volta e si dette una spolverata ai bermuda con una mano.

“…” La moretta volse lo sguardo verso di lui. Avrebbe voluto dirgli tante cose…

Il tempo è tiranno.

“Bene, allora…” mormorò Goku cercando di mostrarsi il più allegro possibile. Se avesse manifestato il suo senso di frustrazione avrebbe concluso un trattato con le lacrime dovute alla distanza. “…fai buon viaggio.”

“Hm hm…” Chichi scosse la testa e sorrise appena.

Chissà se…chissà se un giorno lui sarebbe venuto a trovarla nella sua Città dell’Ovest…

Quanto avrebbe voluto che il suo desiderio si avverasse, prima o poi…

Poteva solo sperare, ormai.

“Ehm…” Abbassò il capo e prese a giocherellare con le dita.

“Hm?” Goku la osservò, vagamente perplesso.

Devo salutarlo sorridendo…anche perchè non è detto che non ci vedremo mai più.

Ma soprattutto, doveva salutarlo nella maniera adeguata.

La moretta si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Io…”

Ti prego, digli qualcosa! Digli che ti mancherà, che vorresti rimanere con lui…

“…Mi lasceresti il tuo indirizzo? Sai, per mantenerci in contatto…” La ragazza mormorò l’ultima frase tutta d’un fiato. Le spalle calarono maggiormente verso il basso.

Goku rimase confuso per qualche secondo, poi scosse la testa e sorrise bonario. “Ma certo.”

Dettò a Chichi i suoi dati e chiese a lei di fornirgli le stesse informazioni.

Ma nel mormorare le proprie generalità tra i denti, la moretta avrebbe volentieri preferito sotterrarsi per lo sgomento.

Poteva venirmi in mente…una cosa PIÙ STUPIDA di questa?!

Bel modo di dire ‘addio’ ad una persona così importante per te.

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“Allora, Crilin, stammi bene” C18 sbattè delicatamente il palmo della mano sulla nuca pelata del ragazzo e gli sorrise affabile.

“S-Sì, anche tu!” le rispose Crilin dedicandole un sorriso a trentadue denti tra i fumi dell’imbarazzo.

“Ciao anche a voi, ragazzi, è stato bello conoscervi” Chichi, Bulma e la biondina sventolarono una mano all’indirizzo di Radish, Nappa e Vegeta.

Vegeta sollevò due dita in segno di saluto, soffermando il proprio sguardo su Bulma…che ricambiò con molto piacere.

Radish ricambiò il saluto nonostante avesse voluto volentieri gettarsi al collo di Chichi e supplicarla di rimanere lì con lui.

Nappa si aprì in uno dei suoi soliti sorrisi ebeti ed esplose in una potente risata cavernosa.

Sì…le separazioni erano sempre tristi.

“Ehi, Lunch, l’aereo sta per partire!” disse C18 all’amica, che si era appena avvicinata al resto del gruppetto in compagnia di Tensinhan. “Dai, prendi la tua borsa e andiamo.”

“Ehm…” Lunch abbassò appena il capo e gesticolò con le dita.

Sembrava profondamente preoccupata per qualcosa.

Tensinhan si accorse immediatamente del suo disagio e le posò solidale una mano sulla spalla.

“Che ti prende, Lunch? È successo qualcosa?” le chiese Bulma turbata dalla sua espressione così innaturalmente malinconica.

La ragazza rispose timidamente allo sguardo delle amiche. “Bè, a dire il vero…”

“Hm?” L’attenzione su di lei era diventata morbosa.

“…Io avrei deciso di rimanere qui con Tensinhan.”

Le ragazze rimasero a bocca aperta per lo stupore.

Tensinhan chiuse le palpebre, consapevole di quanto quella scelta complicata fosse stata discussa ed analizzata più volte nel giro di così pochi minuti.

Chichi fu la prima a parlare. “Lunch, stai dicendo sul serio?”

Stava davvero per dire quella fatidica parolina per la seconda volta?

Un groppo in gola la sorprese e le mozzò il respiro.

Lunch scrollò le spalle con un sorrisino dolce. Gli occhi si erano improvvisamente velati. “Sì…non voglio più separarmi da lui. Sarà divertente trascorrere del tempo insieme, non credete?”

“Divertente…” mormorò Bulma lanciando un’occhiata di sottecchi a Vegeta, che stava attendendo insieme agli altri ragazzi accanto al portellone dell’uscita per il loro aereo.

C18, invece, sospirò. In fondo si sarebbe aspettata una cosa del genere da un momento all’altro. “Lunch…sei proprio sicura della tua scelta?”

Chichi e Bulma guardarono l’amica, preoccupate.

Giusto un attimo di esitazione, poi Lunch sorrise più allegramente di prima. “Sì…credo proprio di sì.”

Poggiò la propria mano destra su quella di Tensinhan, stringendola forte.

C18 sorrise affabile. “Se è questo ciò che vuoi…”

“Scusatemi se ve l’ho detto così all’improvviso” gemette Lunch intrecciando le dita sotto il mento come se stesse implorando il loro perdono.

Ma le sue amiche scossero la testa. “Non preoccuparti..pensa solo ad essere felice!” le sorrise Bulma accarezzandola sulla testa.

Gli occhi di Lunch si illuminarono di gioia. “Grazie, ragazze!”

“Ma promettici che una volta tanto tornerai a trovarci!” disse Chichi posandole una mano sulla spalla. “Le serate non saranno le stesse senza di te!”

L’altra ricambiò il sorriso della moretta, gli occhi ora lucidi di lacrime. “Puoi contarci! E mi aspetto lo stesso da parte vostra.”

“Ma certo!” esclamò Bulma battendo le mani. “Mica possiamo lasciarti sola a combinare danni!”

E dopo di lei, tutte loro allargarono le braccia per accogliervi l’amica, quell’amica sempre così presente e generosa…e così poco prevedibile.

Quella era stata la sorpresa più grande dell’intera giornata, senza dubbio.

“Ci mancherai tanto, lo sai?” mormorò Chichi contro i capelli vaporosi dell’amica. Il naso cominciava a pizzicarle.

“Anche voi” Lunch ricambiò il forte abbraccio.

La voce metallica femminile sfrigolò ancora una volta per gli altoparlanti dispersi in vari punti del locale, annunciando l’ultima chiamata per il volo delle ragazze.

Lunch si sciolse dall’abbraccio delle sue migliori amiche e sorrise loro. “Sbrigatevi…il vostro aereo partirà tra poco!”

“Hmf…vorrà dire che mi prenderò il tuo posto accanto al finestrino!” sghignazzò Bulma sventolando una mano in aria. Tensinhan rispose al suo cenno di saluto sferrando un pugno in aria.

“Sbrigatevi, altrimenti non faremo in tempo!” C18 prese a correre velocemente verso il portellone cercando di mantenere il proprio borsone il più fermo possibile sulla spalla.

I ragazzi le salutarono ancora una volta con un cenno del capo prima che lei e Bulma sparissero al di là della porta metallica.

Chichi, invece, si fermò prima che riuscisse ad oltrepassarla.

“Goku…”

Lasciò andare la borsa che teneva a tracolla, che cadde con un pesante tonfo, e voltò il viso verso il ragazzo che tanto le aveva rallegrato le giornate in quella settimana…

…E che tanto l’aveva coccolata nei momenti di sconforto.

Corse verso di lui a piccoli passi.

“Chichi” cominciò Goku correndo a sua volta verso di lei. “Sbrigati, o…”

Non ebbe il tempo di concludere la frase, perché la moretta dei suoi sogni si arrestò esattamente di fronte a lui e, sollevandosi sulle punte dei piedi a velocità impercettibile, gli donò un piccolo bacio sulle labbra.

“Stammi bene, Goku” gli mormorò lei sorridendo contro la sua guancia. Posò i piedi a terra con un piccolo salto e fuggì via per raggiungere le sue amiche prima che Goku potesse trattenerla.

Sventolò un’ultima volta la mano ai suoi amici(‘Chissà perché Radish ha quella faccia scioccata…’)e la porta si chiuse con un tonfo alle sue spalle.

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CONTINUA…

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Ah, l’estate…l’estate…l’estate…

L’estate…

Scuole chiuse, piscine aperte…e cervello in pappa!! Sì, proprio così…l’estate è di una noia mortale!

Ma sapete che vi dico? Forse è stato proprio grazie a questo che sono riuscita a portare a termine il nuovo capitolo! Sigh, che triste…mi veniva da piangere mentre descrivevo il momento dei loro saluti! Spero che nessuno se la sia presa per la decisione di lasciare Lunch insieme a Tensinhan sull’isola…ho voluto rispettare il rapporto originale fino in fondo, e se non mi sbaglio loro due ad un certo punto spariscono dalla circolazione, purtroppo…

Sigh…purtroppo ci stiamo avvicinando alla fine della storia…T__T *me piange rileggendo i capitoli indietro* Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne avete pensato di questo! Mi sa che è quello che molti di voi lettori stava aspettando…^^; *Ale fischietta cercando di fare l’indifferente* Comunque, mi sono resa conto solo ora che questo è il capitolo PIU’ LUNGO(e forse anche più problematico! XD)che abbia scritto finora…anzi, pensate che in realtà lo scorso capitolo avrebbe dovuto essere il PROLOGO di questo!! Ma allora sarebbe diventato un mattoncino…meglio dividere in due parti, mi sono detta! XD

A proposito dello scorso capitolo…mi avete fatto felicissima nel leggere le vostre recensioni e nel vedere quanto tutti stavate strenuamente aspettando il nuovo aggiornamento…*commoss* Sigh…io VI ADORO!!

E ora volate ai vostri ringraziamenti personali! Alè, altro mattoncino nel mattoncino!! XD

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Bambi88: Asuka-chan! *__* Mwahaha!! Hai visto? Finalmente ce l’ho fatta!! *smile smile* Spero tanto che tu sia riuscita a leggerlo entro stasera…questo è il mio regalino d’incoraggiamento per gli orali di domani! ^_____^ Sono sicura che andrai alla grande…e ci sarà anche Kaki-kun che farà il tifo per te, naturalmente! *ç* *Ale sbavuccia un po’ * Quello sciocchino è talmente esagitato che si è messo a tagliare i cavi del recinto…che jonin degenere!! XDXD Tanti tanti tanti tanti baciottolini grandissimi…con tanta panna e cioccolato…ti voglio tanto bene!

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LeftEye: XD Pensa che non ci credevo nemmeno io!! Io che mi rifaccio viva…dopo tutto questo tempo…O__O Nello scorso capitolo addirittura mi sentivo come se avessi pubblicato la storia per la prima volta!! XDXD Che scema…

XDXD Ti è piaciuto il capitolo su Yamcha?? XDXDXD Pooovero!! Gli ho fatto fare una figuraccia!! Ma se lo meritava, così impara a fare il dongiovanni…e poi dovevo levarlo di mezzo per permettere alla scommessa di svilupparsi per bene! *Mwahahaha* Che cosa te ne è sembrato? Per te che sei una loro fan…*agit agit*…spero che ti sia piaciuto l’esito! ^^ Tanti tanti baciottoli!

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Mrs Brown: ^^; Ehm…ok, non sono passati sette mesi…ma spero che la tiratina di orecchie sia più leggera visto che ne sono passati solo quattro! XD Perdona il mio ritardo…*occhi luccicosi* …quando arriva la bella stagione anche il cervello stacca! XD Oggi pomeriggio l’ho fatto lavorare sodo…anche per la fatidica scommessa che FINALMENTE si è conclusa!! *gaio e tripudio* Spero che ti sia piaciuta…la aspettavi con ansia! ^////^ Ah ah, sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! C’era bisogno di togliere di mezzo Yamcha…U__U Mi dispiace, ma l’ho conciato davvero per le feste…infatti stavolta non si è nemmeno visto! X°°°D Povero! Ma così Vegeta ha avuto campo libero…meglio così, no? ^__-

Spero tanto che il nuovo capitolo ti sia piaciuto! *__* Ci terrei tanto a sapere cosa ne pensi!! Grazie ancora per tutti i tuoi complimenti, sei dolcissima! ^///^ Tanti tanti baciottoli alla fragola!

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Kiby912: Kibyyyy!! *__* Ma che bello, sono contentissima che la punizione divina a Yamcha ti sia piaciuta!! XD Mwahahaha…Bulma è così perfida!! *Ehm, no…veramente sei TU quella perfida, Ale…^^; * Oddio…hai addirittura PREGATO?! ^///^ *me arrossisce nel vedere un santino con nome della mia ficcy sopra* Per fortuna…ecco qui il nuovo capitolo! ^^ …E finalmente con l’esito della scommessa che tanto stavi aspettando!! *risata malvagia* Spero tanto che ti sia piaciuto!! Un bacio grandissimo tesora! *__*

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Alia: Alia, sono contentissima che la mia storia ti entusiasmi così tanto, ma per favore…non tartassarmi in continuazione chiedendomi di aggiornare, perché scrivere fanfiction è un passatempo, non un LAVORO…quindi è inutile che tenti di spronarmi implorandomi di aggiornare, perché ho i miei tempi e, seppur lunghi, voi che leggete dovreste rispettarli. Scusa la franchezza, ma dopo dieci recensioni “Ti prego aggiorna” è ora di smetterla, non credi? ^__^ Comunque ecco qui il nuovo capitolo, con tanto di scommessa che tanto stavi aspettando!

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Monica: No, no, non morire ti prego!! *Ale sfrega defibrillatore* … *libera!!* Mi dispiace di farti struggere così tanto nell’attesa…purtroppo quando voglio so essere molto…ehm…lenta! ^^; XDXD In realtà Bulma era arrabbiata perché ha beccato Yamcha a civettare con un’altra ragazza! Con il suo carattere è difficile che possa concedere perdono per un affronto del genere…*agit agit* Povero…lo tratto sempre malissimo!! Spero che stavolta mi sia fatta perdonare con questo capitolo così lungo…che mi auguro ti sia piaciuto! Grazie ancora tantissimo per tutto il tuo entusiasmo verso la mia ficcy, sei dolcissima!! *__* Tanti baciotti!

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SerenaChichi: Ehm…spero che l’attesa stavolta sia stata meno struggente rispetto quella dello scorso capitolo! ^^; Lì veramente ho superato ogni standard di permanenza nel mondo dei ghiri…XD Ahaaaa!! Un’altra fan di Goku e Chichina adorata, eeeeh?? ^___^ Magnifico! Siamo sempre più numerose!! *Ale zompetta tutta contenta* Sigh…purtroppo il loro saluto è stato un po’ triste…ma credi davvero che li lascerò così a struggersi l’uno per l’altra senza poter fare niente per accorciare le distanze? ^___- Sono i miei preferiti…meritano un degno lieto fine! Ma ora basta parlare…ho già detto troppo! XD Grazie mille mille per tutti i tuoi complimenti, sei dolcissima!! *arross arross* Tanti tanti baciotti alla pesca!!

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Pikkola Rin: Dolcissima!! ^____^ Eheh…sono contenta che torturando Yamcha abbia soddisfatto le tue aspettative…mwahahaha!! È quello che si merita per essere sempre così rompiscatole!! E che mi dici…dell’esito della scommessa(finalmente!)tra Bulma e Vegetino?? ^^ Spero tanto che ti sia piaciuta!! ^^ Tanti tanti baciotti baciotti!!

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Louis89: Aww…ecco, ora divento tutta rossa!! ^////^ davvero, sapere che la mia storia sia così…bella per te mi fa un piacere grandissimo! ^___^ Mi dispiace di aver fatto passare ancora una volta un po’ troppo tempo rispetto allo scorso aggiornamento(ma sempre meglio di otto mesi, no? ^__-), ma finalmente…ecco qui il nuovo capitolo! Spero che ti sia piaciuto!! Grazie ancora per tutti i tuoi complimenti super dolcissimi, tanti tanti baciottini al limone!!

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Nihal91: XD Ebbene…ecco qui il nuovo capitolo…con tutti i protagonisti al gran completo!! ^^ Anche se era inevitabile soffermarsi su ognuno di loro almeno un pochino…e poi c’era questo benedettissimo esito della scommessa che ha distrutto la pazienza di tutti voi! XDXD Sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Mwahahah…così Yamcha impara a fare sempre il dongiovanni!! *risata perfidissima* Grazie ancora tantissimo per tutti i tuoi complimenti, sei dolcissima! ^////^ Tanti tanti baciuzzoli alla cioccolata!

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Faith15: Fedeeeeee!!!! ^_______^ Che bello, non sai quanto i tuoi complimenti mi facciano piacere…mi fai diventare il musino tutto rosso! ^////^ E stavolta, per sdebitarmi con tutti voi fan di Bulma e Vegeta…finalmente il tanto sospirato esito della scommessa!! ^^ Spero che ti sia piaciuto…in caso contrario puoi anche linciarmi un pochino! XDXDXD Tantissimi baciuzzoli alla panna montata!!

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Tata: XD Per riassumere lo scorso capitolo…Bulma ha beccato Yamcha in giro con un’altra ragazza. Baba ha predetto la morte al ragazzo perché in un modo o nell’altro era riuscita ad intuire con le sue doti di indovina che Bulma avrebbe lo avrebbe massacrato di botte!! XDXD Bè, fortunatamente non mi sono spinta fino ad ottobre, anche se quei quattro mesetti li ho fatti passare(chiedo venia!! ^^;)…ma finalmente ecco qui il nuovo capitolo! Spero tanto che ti sia piaciuto! ^______^

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Wolvie91: *squagl squagl* ^//////^ Grazie mille mille per i tuoi complimenti! Sono felicissima che la mia storia ti piaccia…per me significa molto, davvero! Mi dispiace per avervi fatto attendere ancora troppo tempo rispetto agli aggiornamenti precedenti, ma per fortuna…ecco qui il nuovo capitolo! ^^ Spero che ti sia piaciuto! Tanti tanti baciottoli dolcissimi!!

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Aras: ^^; Ehm…sì…frasi tratte da fumetti e riviste in generale quando non so come colmare gli spazi vuoti della mia immaginazione!! XDXD Che meschina che sono…XDXDXDXD Grazie mille per tutti i tuoi complimenti, sono contentissima che la storia ti piaccia! ^^ Ecco qui il nuovo capitolo(finalmente!)fresco fresco!! Tanti tanti baciotti dolciosi!!

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Sirenis: ^^; Ehm…lo so, avete tutto il diritto di lamentarvi per il ritardo dei miei aggiornamenti…ma prima o poi arrivano, e per fortuna oggi è andata bene! XD Grazie mille per tutti i tuoi complimenti! Eheh…Goku e Chichi sono i miei preferiti, cerco sempre di rendere le scene tra i due il più emozionanti possibili! ^^ Mi fa tanto piacere che ti sia piaciuto il momento del loro bacetto…^////^ Grazie ancora, tanti bacini!

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Vegy_Kakashi_93: ^////^ Oddio…oddio!! *Ale si sotterra sotto la sedia* Oddio, ma quanti complimenti!! Nuuu, me non se li merita, davvero!! Sigh, sei veramente gentilissima…sapere che la mia ficcy ti piaccia così tanto mi rende felicissima!! T___T In effetti è un tantino complicato portare avanti tanti personaggi(soprattutto se ognuno ha le proprie pippe mentali a cui badare! XD), ma credo che per il solo fatto che io ami Dragon Ball la cosa si faccia più facile e scorrevole anche per me! ^^ E sono anche contentissima che anche tu sia…*risata malvagia*…SODDISFATTA del trattamento che ho riservato a Yamcha nello scorso capitolo!! *altra risata malvagia* Ho ho ho!! È la giusta punizione che si merita…povero! XD Eheh…il tuo nick è molto eloquente(a proposito…potrei dedurne che sei anche una fan del mitico…*__* …KAKASHI?? *sbav sbav* …io AMO quel jonin!!), ma…spero che con il nuovo capitolo la mancanza di Veggy si sia potuta colmare! ^^ Ho cercato di fare tutto il possibile per renderlo il più…seducente possibile. Spero che questo suo lato del carattere ti sia piaciuto! XD

Ti ringrazio ancora moltissimo per tutti i tuoi complimenti dolcissimi…e spero che anche questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento! ^^ Tanti baciottini grandissimi!

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Liz: ^^ Ecco qua il nuovo capitolo! So che ci metto sempre un po’ a pubblicarne di nuovi, ma…la pazienza non è mai troppa, giusto? ^__- Prima o poi arriveranno tutti quelli in attesa, stai tranquilla! Spero che anhe questo ti sia piaciuto! Bacio!

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E ora, o voi divini membri e sostenitori e accaniti fan della coppia Bulma/Vegeta…a voi il giudizio! Ho passato l’arduo verdetto o…*Ale corre a nascondersi* …farei meglio a ritirarmi dal fandom di questa coppia?? ^^;

…Ce l’ho messa tutta, spero che vi sia piaciuto l’esito di questa benedetta scommessa!! XDXD

Fatemi sapere…VI PREGO!! *occhioni lacrimosi stile gatto con gli stivali di Shrek 2*

Bacio bacio a tutti…e buone vacanze!!

Alessandra

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