Non pensavo potesse accadere...

di _Ginny197
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter one ***
Capitolo 3: *** chapter two ***
Capitolo 4: *** chapter three ***
Capitolo 5: *** Chapter four ***
Capitolo 6: *** Chapter five ***
Capitolo 7: *** Chapter six ***
Capitolo 8: *** Chapter seven ***
Capitolo 9: *** Chapter eight ***
Capitolo 10: *** Chapter nine ***
Capitolo 11: *** Chapter ten ***
Capitolo 12: *** Chapter eleven ***
Capitolo 13: *** Chapter twelve ***
Capitolo 14: *** Chapter thirteen ***
Capitolo 15: *** Chapter fourteen ***
Capitolo 16: *** Chapter Fifteen ***
Capitolo 17: *** Chapter sixteen ***
Capitolo 18: *** Chapter seventeen ***
Capitolo 19: *** Chapter eighteen ***
Capitolo 20: *** Chapter nineteen ***
Capitolo 21: *** Chapter twenty ***
Capitolo 22: *** chapter twenty-one ***
Capitolo 23: *** Chapter twenty-two ***
Capitolo 24: *** Chapter twenty-three ***
Capitolo 25: *** Chapter twenty-four ***
Capitolo 26: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


NON PENSAVO POTESSE ACCADERE...
 


PROLOGUE
 
Rose
 
Era una tranquilla mattina di metà agosto. Il Sole filtrava attraverso le leggere tende della porta-finestra e mi pizzicava gli occhi.
La sveglia era suonata da alcuni minuti, ma non avevo la forza di alzarmi. Cercai a tentoni il cellulare sul comodino. Lo schermo s’illuminò, erano le undici e mezza.
Non potevo rimanere a letto. Gemetti e controvoglia mi misi seduta.
Con i piedi tastai il pavimento gelato. Le mie infradito dovevano essere lì da qualche parte.
Le trovai e le infilai. Mi stropicciai gli occhi, trascinandomi in bagno. Legai i capelli in una coda improvvisata, mi guardai allo specchio ed eccomi lì: Rose Granger, diciassettenne introversa, dalla mente brillante e, a parere degli altri, molto bella. Dove tutti vedevano questa bellezza, era un mistero. Avvicinai il volto allo specchio, sostenendomi con le mani sul lavandino. Avevo due profonde e livide occhiaie. Dovevo smettere di tornare a casa così tardi. La notte precedente (o forse avrei dovuto dire mattina) ero arrivata alle tre e mezza.
Mi sciacquai il viso un paio di volte con l’acqua ghiacciata, nella speranza di svegliarmi un po’, ma non funzionò.
Ciabattando, entrai in cucina e mi stupii nel vedere mia madre seduta al tavolo con il giornale tra le mani. Poi ricordai, era domenica.
<< Ciao>> sussurrai, prendendo posto di fronte a lei.
<< Ciao>> mi salutò, appoggiando il quotidiano. Poi aggiunse:<< Oddio Rose! Hai un aspetto tremendo! A che ora sei tornata?>>
Non avendo la forza di rispondere a parole, mimai con le dita.
<< Devi smetterla di tornare così tardi…>>
Feci per ribattere, ma lei mi precedette.
<< Sì, lo so, hai diciassette anni e sei maggiorenne. Vuoi qualcosa da mangiare?>>
Negai con il capo. Avevo un fastidiosissimo senso di nausea e se avessi mangiato qualcosa avrei rischiato di vomitare.
Misi a fuoco il giornale che stava leggendo mia madre. La Gazzetta del Profeta. La prima pagina era per la maggior parte occupata dalla foto di due maghi, con le braccia incrociate, che stringevano nella mano destra una bacchetta.
Uno aveva una disordinatissima chioma corvina e una cicatrice sulla fronte, l’altro, più alto del primo, aveva i capelli rossi e una spruzzata di lentiggini sul viso.
“ I due famosi Auror Harry Potter e Ronald Weasley hanno catturato la scorsa notte un gruppo di maghi oscuri. Tutti i dettagli a pagina quattro.”
Mia madre era tesa e si stava mangiando, un dopo l’altro, tutti i biscotti, senza accorgersene.
Con un colpo di bacchetta fece comparire penna e pergamena e cominciò a scrivere.
Avrei potuto mettere la mano sul fuoco che stava scrivendo a Ginny. La famigerata e misteriosa Ginny. Non mi parlava mai di lei, come l’avesse conosciuta, cosa facesse. Sapevo solo che era una strega.
<< Vado a cambiarmi>> annunciai.
Tornai in camera e, dopo essermi fatta una doccia, mi vestii.
Mi stavo infilando la canotta, quando il cellulare vibrò.
“ Oggi incominciano i saldi! Fa’ felice la tua migliore amica :) ”
 
 
Scorpius
 
Ero sdraiato sul letto di Al, con la schiena appoggiata alla testiera, e leggevo un articolo su La Gazzetta del Profeta. Le Holyhead Harpies avevano battuto i Cannoni di Chudley per ottocentosessanta a zero, in meno di quaranta minuti.
Albus camminava avanti e indietro per la stanza, borbottando qualcosa tra sé e sé.  Tra poco ci sarebbe stato un solco nel pavimento.
<< Al, per Merlino, puoi stare fermo?>> esclamai, irritato.
Lui si bloccò e mi guardò con la faccia di uno che ha appena visto un Gorgosprizzo.
<< Scorp, tu non hai idea di quello che sto per dirvi! Se solo sapessi…>> e riprese ad andare avanti e indietro.
Albus aveva convocato tutti i Potter e tutti i Weasley per una riunione di famiglia. E la domanda che mi nasceva spontanea era: che cazzo ci facevo io lì?
Con dei sonori pop e crac comparvero James, Dominique,Victoire, Fred e Ted, mentre Lily, Lucy, Roxanne, Louis e Molly entrarono dalla porta.
La piccola Potter mi sorrise radiosa e si sedette sul letto.
<< Su, Al>> fece James, appoggiandosi con le spalle alla porta << Cosa ci devi dire? Sembrava che stessi per partorire>>
<< Allora>> cominciò Albus << L’altro ieri ho perso delle lettere…>>
<< Quali lettere, Al?>> chiese Molly, maliziosa.
<< Hai la fidanzatina, fratellone?>> Lily le diede man forte, sbattendo velocemente le ciglia.
<< Non importa quali lettere!>> sbottò Albus rosso in viso.
Okay, erano di Cassidy Hamilton.
<< Ho fatto un incantesimo di appello per ritrovarle, ma, non avendo specificato che lettere volessi, mi sono arrivate tutte quelle che c’erano in casa. Tra cui queste>> fece sventolare davanti al volto un plico di buste << Sono di mamma. Da parte di una certa Hermione Granger>>
Un silenzio quasi surreale invase la stanza.
<< Quella Hermione Granger?>> domandò Lily, stupefatta << L’ex di zio Ron?>>
Albus annuì:<< E qui arriva il pezzo forte. Quando Hermione se n’è andata, era incinta>>
<< COSA?!?>> questa volta era stata Dominique ad urlare.
<< Abbiamo una cugina, ragazzi!>> Al sembrava entusiasta.
<< Quindi deve avere più o meno la tua età>> fece James.
<< Sì, ha diciassette anni, si chiama Rose ed abita a Londra con Hermione. Lei le ha fatto da insegnante tutti questi anni, per ciò non è mai venuta ad Hogwarts. Da quel che ho capito, Rose ignora di essere figlia di Ron>>
La faccenda stava prendendo una piega interessante, ma francamente, a me, cosa poteva importare?
<< Questa foto è di aprile. Ragazzi, preparatevi, è una bomba>>
Albus ci passò una foto. Non appena la vidi, spalancai la bocca.
Era, a dir poco, bellissima. Aveva i capelli rossi, gli occhi azzurri e la pelle diafana. Le labbra erano rosse e carnose. Aveva un fisico mozzafiato, con le curve tutte al posto giusto e delle gambe stupende.
Anche James e Ted rimasero a guardarla, senza parole.
<< Ve l’avevo detto>> fece Al << Ora dobbiamo solo trovarla>>
<< La fa facile il signorino. Come facciamo?>>
<< Ci dividiamo e la cerchiamo per Londra. Siamo tanti. Ce la possiamo fare>>
<< Ce la dobbiamo fare>> fece Dominique << Lei deve diventare la mia coinquilina>>
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
È da un po’ di tempo che pensavo a questa storia, ma ho deciso di aspettare la fine della scuola per svilupparla. Anticipo che sarà una Rose/Scorpius, ma vi saranno anche molti momenti Ron/Hermione, sebbene come coppia non mi soddisfi moltissimo. Come potete vedere la storia sarà raccontata da Scorpius e Rose.
Mi raccomando, recensite :)
Al prossimo aggiornamento
Ginny

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Capitolo 2
*** Chapter one ***


 CHAPTER ONE
 
Rose
 
Scesi in strada con la faccia di uno che andava al patibolo.
Con quel messaggio Martah mi aveva appena rovinato la giornata.
Al contrario della mia migliore amica, io odiavo fare compere. Non trovavo divertimento nel passare da un negozio all’altro stringendo tra le mani sacchetti di tutti i colori e dimensioni. Non era una cosa da me. Non era una cosa da Rose.
Aprii la borsa per cercare il cellulare e mi ritrovai con la mia bacchetta tra le mani. La sfiorai con un dito e mi venne in mente quando entrai da Olivander e la scelsi. O meglio, lei scelse me.
Undici pollici e un quarto, quercia, nucleo di petalo di Rosa Nera. L’unica bacchetta ad avere un nucleo del genere. Olivander mi spiegò che procurarsi quei petali era estremamente difficile. La Rosa Nera sbocciava ogni settecento anni e prendeva subito fuoco, eccetto un petalo.
Mi venne improvvisamente voglia di andare a Diagon Alley.
Presi il cellulare e controllai l’ora. Martah sarebbe arrivata a momenti.
<< Rosie!>>
Martah mi venne incontro con un sorriso a trentadue denti. Cercai di ricambiare, ma, al solo pensare “shopping”, sul mio volto si dipinse una smorfia.
<< Ciao Martah>>
<< Pronta per un’intensa giornata di shopping?>>
Ancora quella parola!
Annuii poco convinta e lei mi prese sottobraccio, dirigendosi verso la metropolitana.
Ci sedemmo nei primi due posti liberi che trovammo.
<< A che ora sei tornata a casa, poi?>> mi chiese, abbandonandosi sul sedile.
<< Tre e mezza>> sbadigliai. Non mi ero ancora ripresa del tutto.
<< E hai ballato fino alle?>>
<< Tre meno un quarto, più o meno. Tu te ne sei andata subito!>> l’accusai, puntandole un dito contro.
<< Preferisco dormire che ridurmi così>> e mi indicò.
Bella amica, pensai, sbuffando.
Ad un tratto mi ritrovai faccia a faccia con una ragazza dai lunghi capelli rossi, come i miei. Mi guardava curiosa, con uno strano sorriso stampato sulle labbra.
<< Posso fare qualcosa per te?>> domandai, divertita.
<< Lily! Ma cosa diavolo stai facendo?>> un ragazzo dai disordinatissimi capelli neri, ma molto carino, la prese per un braccio e la trascinò via.
<< Ma è lei, Jamie! Guardala!>> si lamentò quella.
Martah scoppiò a ridere:<< Adoro la metropolitana!>>
Scendemmo, confondendoci tra la gente. La prima tappa era Harrods.
Martah si provò e riprovò un numero indefinito di abiti, ma ne comprò solo due. Anche se c’erano i saldi, era pur sempre Harrods!
Si stava lamentando ancora dei prezzi troppo alti, quando m’accorsi di un gruppetto di ragazzi che guardavano nella nostra direzione. La stessa ragazza della metropolitana bisbigliava qualcosa, indicandomi. Sbuffai, esasperata.
Uscimmo e indossai gli occhiali da sole. Era una bellissima giornata. Perché dovevamo chiuderci in dei negozi, quando avremmo potuto tranquillamente andare a correre al parco?
Entrammo in un altro paio di negozi e lì la mia migliore amica fu decisamente più fortunata.
Stavamo camminando tranquillamente quando ebbi la sensazione di essere seguita. Ed infatti la chioma rossa della “pedinatrice” (come avevo deciso di chiamarla) spuntava tra la folla. Dietro di lei il bel ragazzo della metropolitana e altri due.
Quello si chiamava stolking.
<< Tagliamo per di lì e ci andiamo a comprare un gelato?>> proposi, indicando con il capo un vicolo.
Percorremmo un paio di metri, quando, con un sonoro crac, quattro persone si materializzarono davanti a noi.
<< Ma che cazz…>>
 
Scorpius
 
L’amica di Rose non fece in tempo a finire la frase che Albus l’aveva pietrificata.
<< Merda, Martah!>> esclamò la rossa.
<< Tranquilla, l’ho solo pietrificata>> cercò di tranquillizzarla Al.
<< Lo so, mister La-pietrifico-all’-istante! Ora mi toccherà modificarle la memoria!>>
Rose estrasse elegantemente la bacchetta e la puntò contro Albus, che sbiancò. Aveva sempre detestato i duelli.
Prima che potesse pensare anche un solo incantesimo, però, Lily le corse accanto e urlò:<< Guarda Jamie! È rosso Weasley! È lei, non ci sono dubbi>>
James la guardò, per poi confrontarla con la foto che stringeva tra le mani.
<< Sì, è lei>> acconsentì.
Rose aveva fatto cadere, inerme, il braccio lungo il fianco.
<< Bene, e adesso chi glielo dice?>> fece Al, allontanandosi dalla nuova cugina.
<< Tu, Al, mi sembra logico>> disse Lily << L’idea è stata tua>>
<< Scherzi? Perché non lo fa Jamie? È il più grande>>
<< Proprio perché sono il più grande decido che lo farai tu>>
<< E se lo facesse Lils? Tra ragazze s’intendono meglio!>>
<< No, Al. Lo fai tu!>>
<< Potete evitare di far finta che io non esista?>> sbuffò Rose, incrociando le braccia al petto.
Albus non l’ascoltò e si voltò verso di me, sfoderando gli occhi da cucciolo.
<< Scorp, fallo tu! Ti preeeeeeeego!>> s’inginocchiò congiungendo le mani.
<< Non se ne parla. Io non faccio parte della vostra famiglia. Non so nemmeno come ho fatto ad acconsentire ad una pagliacciata del genere>>
<< Quando avete finito battete un colpo..>> Rose s’appoggiò al muro con le spalle e inarcò un sopracciglio. Era davvero bella. Molto più che in foto. Scossi il capo. Era pur sempre una Weasley!
Mentre i due Potter continuavano a discutere Lily si rivolse a Rose.
<< Senti Rose, non è che possiamo pararne davanti ad una Burrobirra?>>
<< Qui non vendono Burrobirra. Una caffè va bene lo stesso?>>
Lils annuì sorridente.
<< Ma di quella cosa ne facciamo?>> m’intromisi indicando la ragazza ancora pietrificata.
<< Quella si chiama Martah>> fece Rose, scoccandomi un’occhiataccia.
Risposi allo sguardo
<< Scorpius la può riportare indietro. Va bene Scorp?>>
Feci una smorfia da “Se proprio devo” e annuii con il capo.
<< Portala a Piccadilly Circus e falle dimenticare tutta la giornata di oggi. Sbarazzati anche dei sacchetti. Anzi, li prendo io. Se li ritroverà dentro all’armadio. Ha così tanta roba che non se ne accorgerà nemmeno>> Rose prese i sacchetti dalle mani dell’amica e si voltò verso la piccola Potter.
<< Ti mando un gufo, Scorp>> disse Al, battendomi una mano sulla spalla.
Si smaterializzarono.
Sospirai e, toccando con una mano Martah, mi smaterializzai anche io.
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Voilà, ecco a voi il primo capitolo. Lo so, è penoso.
Allora anticipo che la Rosa Nera è una componente fondamentale nella fic.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi ha semplicemente letto.
I ringraziamenti alle recensioni li trovate nella vostra casella di posta.
Grazie mille per aver sprecato un po’ di tempo a leggere questo capitolo.
Un bacio
Ginny

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Capitolo 3
*** chapter two ***


CHAPTER TWO
 
Rose
 
Quando riaprii gli occhi ero a Trafalgar Square.
Sentivo la testa girare e per un secondo la vista mi si annebbiò. Avevo sempre odiato smaterializzarmi, forse per la tremenda paura di rimanere spaccata a metà.
Mi guardai a destra e a sinistra, ma di Albus, Lily e James non c’era traccia. Sbuffai. Se la giornata era incominciata male a causa dello shopping, adesso stava decisamente peggiorando. Avevamo concordato di smaterializzarci a Trafalgar Square, no? Dov’erano finiti?
Li cercai ancora un po’ con lo sguardo, ma non li trovai.
Rassegnata, mi sedetti ai piedi di uno dei grandi leoni che ornavano l’obelisco al centro della piazza, appoggiando il mento sulle mani.
Trafalgar mi era sempre piaciuta. Tutta Londra mi era sempre piaciuta. Così diversa in ogni angolo, strada, pub.
Ricordai quando mia mamma mi portò alla National Gallery per la prima volta. Ero rimasta quaranta minuti davanti ad un quadro enorme, raffigurante un puledro. Non c’era un motivo preciso, forse perché estremamente realistico. Avevo superato il nastro rosso che impediva ai visitatori di avvicinarsi troppo e avevo allungato la mano per toccarlo.
Mi madre aveva dovuto modificare la memoria a due guardie per non dover pagare nessuna sanzione.
<< Rose!>>
Alzai lo sguardo. Lily agitava un mano verso la mia direzione. Finalmente.
Mi corse incontro, seguita dai due fratelli. Albus si grattò la nuca, visibilmente in imbarazzo:<< Scusaci. Non siamo molto pratici di Londra. Abbiamo confuso Trafalgar Square con Buckingham Palace>>
Mi passai una mano sul viso, sperando che il biondino non avesse la stessa conoscenza di Londra di quei tre, altrimenti Martah era spacciata.
<< Venite>> dissi << Andiamo in un bar>>
Attraversammo la piazza e prendemmo la via principale.
<< Quello è il Big Ben, vero?>> mi chiese Lily, indicando il grande orologio.
Annuii:<< Da qua non si vede, ma attaccato vi è il Parlamento>>
<< Cos’è il Parlamento?>>
<< È una specie di Ministero della Magia>>
La vidi sorridere. Nei suoi occhi si poteva scorgere la scintilla della curiosità. Mi soffermai ad osservarla. Aveva i capelli lunghi, liscissimi e rossi come i miei, mentre gli occhi, leggermente a mandorla, erano di un verde incredibile. Sul naso e sulle guance c’erano delle piccolissime lentiggini.
Albus e James ci seguivano, guardandosi in giro. Albus sembrava un bambino dell’asilo. Ogni autobus a due piani che passava, sgranava gli occhi verdi e tirava una gomitata al fratello per farglielo vedere.
James era senza dubbio un bellissimo ragazzo. Dietro quei buffi occhiali rotondi si nascondevano due occhi color del cioccolato e aveva l’abitudine di passarsi una mano tra i capelli corvini, come se volesse scompigliarli più di quello che erano già.
Entrammo in un bar. Salutai la cameriera con un cenno della mano e ci sedemmo ad un tavolino.
<< Ciao Rosie. Cosa porto a te e i tuoi amici?>> sorrise la ragazza, impugnando taccuino e penna.
<< Tre caffè, Ally, grazie. Io è meglio che non prenda niente>>
<< Arrivano>> lanciò un’occhiata a James, e, arrossendo, se ne andò, per poi tornare con i caffè.
<< Allora>> cominciai, sporgendomi leggermente verso Albus che sedeva di fronte a me << Ditemi tutto>>
<< È un po’ difficile da spiegare, Rose. Ma tu ci devi promettere che ascolterai fino in fondo, senza andartene>>
Feci cenno di sì con il capo.
<< Tua madre è Hermione Granger, vero?>>
Strabuzzai gli occhi, sconcertata. Come facevano a sapere chi era mia madre?
<< Sì, ma com…>>
<< Fammi finire>> mi zittì << E sai chi è tuo padre?>>
Io scoppiai a ridere, una risata amara, una risata di scherno. Sì, sapevo chi era mio padre. Un ubriacone.
<< Un alcolizzato>> risposi, accompagnando una smorfia di disgusto << Ha violentato mia madre e lei è rimasta incinta. Io sono…>>
Non finii la frase. Io ero un errore. Qualcosa che non sarebbe mai dovuta accadere. Qualcosa che non faceva parte dei piani. Qualcosa che aveva sconvolto la vita di mia madre e dei miei nonni.
Un errore.
<< Questo te lo ha detto Hermione?>>
<< Sì. Sai non mi era mai importato veramente chi fosse mio padre. Poi sono andata in prima elementare. Una delle prime domande della maestra è stata: “ Che lavoro fanno i vostri genitori?” e tutti rispondevano con un sorriso a trentadue denti. Io dissi soltanto: “Impiegata”. Quella sera tornai a casa e chiesi a mia mamma perché non avevo un papà>> sentivo le lacrime pungermi gli occhi, ma le ricacciai indietro << È strano quanto possa essere così importante sapere da dove veniamo, vero?>>
Lily mi posò una mano sulla spalla e mi sorrise.
<< Noi sappiamo chi è tuo padre>> disse Albus, giocherellando con una bustina di zucchero.
<< Non dire cazzate. Non potete saperlo. Sarà già morto sotto un camion, il bastardo>>
<< Quello che ti ha detto Hermione non è la verità. Tuo padre è…>> esitò qualche secondo << Ron Weasley>>
Quel nome non mi suonava nuovo, per niente. Poi ricordai: era l’Auror. Scoppiai a ridere. La più grande cretinata dell’ultimo secolo.
<< Albus, avete preso un granchio. Io non sono figlia di Ron Weasley. Mia madre non lo conosce nemmeno. Ha chiuso con la magia quando ha finito Hogwarts>>
<< È normale, allora, che spedisca lettere ad una certa Ginny?>> fece James, che fino a quel momento era stato in silenzio.
Il cuore mi saltò in gola. Aveva detto Ginny?
<< Ginny Weasley, per la precisione>> intervenne Lily.
<< E voi c-come la conoscete?>> domandai titubante. Qui c’erano troppe coincidenze.
<< È nostra madre, sorella di Ron e migliore amica di Hermione>> spiegò Albus.
Non ci stavo più capendo niente. Perché mia madre avrebbe dovuto raccontarmi una bugia? Ci eravamo sempre dette tutto.
<< Sentite, avete sbagliato persona. Io sono figlia di un alcolizzato e non di un famoso Auror. Mia madre, sì, scrive ad una certa Ginny, ma non ho la minima idea di quale sia il suo cognome>> mi alzai, prendendo le mie cose << Quindi noi non abbiamo più niente da dirci. È stato un piacere conoscervi>>
<< Avevi detto che saresti rimasta ad ascoltarci fino alla fine!>> urlò Albus, mentre uscivo dal locale. Feci capolino con la testa: << E l’ho fatto. Non c’è altro>>
 
 
Scorpius
 
Avevo passato il pomeriggio seduti sui gradini della statua di Piccadilly Circus, guardando e riguardando delle immagini colorate che scorrevano sopra un palazzo. Dovevano essere quelli che Al chiamava cartelloni pubblicitari, o qualcosa del genere.
In un angolo della piazzetta, appoggiati ad una ringhiera, c’erano alcuni ragazzi con i capelli coloratissimi e tirati su in delle creste, che venivano pagati quando facevano una foto insieme ad un turista. I Babbani erano veramente strani.
Verso le cinque vidi arrivare Albus, Lily e James. Avevano l’aria piuttosto abbattuta.
<< Non la presa bene, eh?>> feci, appena presero posto vicino a me.
<< Non ci ha proprio creduto. Dice che abbiamo sbagliato persona>> spiegò Al, affondando il viso nelle mani.
<< Noi ci abbiamo provato>> disse James, togliendosi gli occhiali, per pulirli in un angolo della maglia.
<< James ha ragione>> convenni, battendo una mano sulla spalla di Albus << L’importante è quello>>
Il mio migliore amico mi sorrise tristemente, mentre Jamie e Lily s’alzavano.
<< Andiamo a casa?>> propose la piccola Potter << Ho voglia di farmi una dormita>>
<< Sì, andiamo a casa>>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Ciao a tutti!
Eccomi qui con il secondo capitolo. Lo ammetto, la lunghezza non è proprio il mio forte.
Sono contenta che abbiate recensito in così tanti. Per me è davvero, davvero importante.
Il clan Potter-Weasley è riuscita, sì, a trovare Rose con facilità, ma è riuscita a perderla in metà del tempo XD
Chissà se Rose crederà a quello che le hanno raccontato… a voi scoprirlo :)
Ringrazio chi l’ha messa nelle seguite/ricordate/preferite e chi ha solamente letto.

I ringraziamenti alle recensioni sono nella vostra casella di posta.

Al prossimo capitolo ;)
Un bacio
Ginny 

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Capitolo 4
*** chapter three ***



A Chià, che mi ha organizzato
la più bella festa a sorpresa
che si possa desiderare.

CHAPTER THREE

Rose

Da quando avevo lasciato il bar avevo un noioso peso all’altezza della stomaco.
Mi capitava di percepirlo quando non facevo la cosa giusta, quando ero consapevole di aver fatto qualche errore, che però cercavo di nascondere. Era quello che i grandi chiamavano senso di colpa.
Oltre al senso di colpa, però, c’era qualcosa’altro. Quei tre mi avevano messo una pulce nell’orecchio. Ogni passo che facevo verso casa, la fiducia in mia madre diminuiva.
E se mi avesse mentito sul serio? Se mio padre fosse veramente Ron Weasley? Se lei scrivesse veramente a Ginny Weasley?
Queste domande mi affollavano la testa, mandandomi in confusione. Arrivata davanti al portone del condominio scossi il capo, come per mandarle via, e cercai nella borsa le chiavi per aprire la porta.
Mia madre non aveva potuto mentirmi. Ci dicevamo sempre tutto, da sempre. Non avevamo fatto nessun accordo, ma ci veniva naturale. Lei si confidava con me, e la stessa cosa facevo io.
Era stata la prima a sapere della mia cotta per Mark Richardson, la prima a cui avevo confessato di aver perso la verginità. Molte sue colleghe di lavoro ci invidiavano. Avrebbero voluto avere anche loro un così bel rapporto madre-figlia. Mi fidavo di lei, ciecamente. Eppure, quando girai la maniglia ed entrai nel nostro piccolo appartamento, la fiducia venne meno.
<< Mamma, sono tornata!>> urlai, facendo cadere la borsa sul divano. Non mi rispose nessuno << Mamma?>>
Entrai in cucina. Piegato sul tavolo c’era un foglio.

Sono andata a fare la spesa :)

Mamma


Fu in quel momento che mi venne un’idea. Entrai di soppiatto in camera sua. Non ci mettevo mai piede, quello era territorio proibito per me. C’era un grosso letto matrimoniale attaccato alla parete, con un comodino affianco. Alle pareti bianche erano appese alcune mie fotografie. Non le avevo mai viste. Le sbirciai una ad una. Le più raffiguravano me, all’asilo, alle elementari, il giorno in cui comprai la mia bacchetta. In certe lei mi teneva in braccio, mi accarezzava la testa. In una più piccola, invece, ero in braccio ad una donna dai lunghi capelli rossi. Strizzai gli occhi, incredula. Assomigliava in modo straordinario a Lily. Aveva la stessa luce negli occhi e lo stesso sorriso dipinto sulle labbra. Per non parlare dei capelli.
Indietreggiai di qualche passo, boccheggiando. Non era possibile. Doveva essere solo una coincidenza. L’ennesima.
Guardai per alcuni istanti il comodino, poi decisi d’aprirlo.
Frugai nel primo cassetto, dove mia madre teneva la biancheria. In fondo, disposte ordinatamente una sull’altra, c’erano delle lettere. Con il cuore in gola, aprii la prima.



Godric’s Hallow, 15 Maggio 2001


Cara Hermione,
lo ammetto: è la quinta volta che riscrivo le stesse parole, ma nove mesi sono lunghi, Herm, lunghissimi. Non so se noti la mia calligrafia. È abbastanza contorta, e sai perché? Perché mi tremano le mani, Herm. Mi tremano da morire. Sto trattenendo a stento le lacrime e non so per quanto resisterò ancora.
Bene, da dove comincio? Appena ho letto che sei diventata mamma mi è scappato un urlo. Harry credeva che stessi avendo un parto prematuro. E sì, Herm. Sono di nuovo in cinta. L’ho scoperto poco dopo che tu te ne sei andata. Sono al settimo cielo, non vedo l’ora. Ma torniamo a te. La piccola è bellissima e Rose come nome è azzeccatissimo. Ha i capelli rossi come quelli di Ron. Non gli ho detto niente, tranquilla, ma sono convinta che tu glielo debba dire. È sua figlia, non puoi negargli questo diritto. Io faccio fatica a mentirgli, come faccio fatica a mentire ad Harry. Herm, manchi a tutti. Ron per primo. Non so per cosa avete litigato e non so perché te ne sei andata, ma questo non mi sembra un buon motivo per scomparire così da un giorno all’altro! Merlino, ci manchi! La nostra vita non è più la stessa senza di te, lo vuoi capire? Per quanto ci sforziamo di far sembrare tutto normale la tua assenza si sente, troppo. Mia madre ha smesso di cucinare, mio padre non si interessa più di diavolerie babbane, Ron non mangia praticamente più e solo Merlino sa quante volte Harry ha dovuto salvargli la vita per delle scemenze. Non riusciva più a pensare un incantesimo. Neanche uno da primo anno ad Hogwarts! Non è bello, per niente. Pensa che pure Jamie chiede di te. E aveva giusto un paio di mesi quando te ne sei andata. L’unica cosa che ti chiedo, Herm, è: torna a casa. Torna da noi. Siamo la tua famiglia e tu sei la nostra. So che ami ancora Ron. Voi due non smetterete mai, mai di amarvi. L’amore è più forte di tutto. Me lo dicevi sempre tu, quando mi disperavo per Harry, ti ricordi? Beh, ora quello che si dispera è mio fratello e anche tu, la mia migliore amica, ne sono sicura. Te lo chiedo per l’ultima volta: metti da parte quel maledetto orgoglio da Grifondoro e chiarisci tutto con Ron. Non state altro che perdendo tempo prezioso. L’amore tra di voi scorre ancora e Rose ne è la dimostrazione. Non negare a quella bambina il diritto di conoscere suo padre, di crescere con lui, di potersi far abbracciare, di poter litigare. Non negarle tutto questo. E non negarlo a Ron.
Ti porto nel cuore, Herm, e spero fermamente di averti fatto cambiare idea. In caso non ci fossi riuscita, non me ne rammarico. Io c’ho provato.
Sappi che per te ci sarò sempre, quindi qualsiasi cosa tu voglia chiedermi, mandami un gufo.

Ti voglio bene.
Un abbraccio.

Ginny

Appena finii di leggere la lettera il mio cuore perse un battito. Con le dita sfiorai più volte quel pezzo di pergamena sperando che fosse tutto frutto della mia immaginazione, ma ogni volta la pelle bruciava, come a contatto con il ghiaccio. E così Albus, Lily e James avevano detto la verità, fin dall’inizio. E Hermione mi aveva mentito. Mentito per diciassette fottutissimi anni!
Una lacrima mi rigò la guancia. E subito ve ne fu un’altra. E un’altra ancora. Piansi, piansi tutte le lacrime che non avevo pianto in diciassette anni di vita.
Stretto da una morsa invisibile, il mio cuore si stava accartocciando su se stesso, come io stavo accartocciando nel palmo della mano quella dannata lettera. Hermione mi aveva mentito, Hermione si era presa gioco di me, Hermione aveva riempito di balle ogni istante della mia misera esistenza.
Presi tra le mani l’abajour di cristallo sul suo comodino e, con tutta la forza che avevo, lo lanciai contro la parete, facendo cadere alcune fotografie. Poi, come una furia, uscii da quella maledetta camera e mi diressi nella mia. Brandendo la bacchetta esclamai un incantesimo e il mio baule iniziò a riempirsi con le mie cose. Mancava un anno alla fine della mia formazione scolastica. Decisi che avrei parlato con il preside di Hogwarts, chiunque egli fosse stato, e gli avrei chiesto di ammettermi al settimo anno, avessi dovuto superare tutti gli esami di questa terra. Avrei passato la fine dell’estate a Diagon Alley e avrei cercato di conoscere mio padre. Il mio vero padre. Da quel momento non ero più Rose Granger. Da quel momento ero Rose e basta.
<< Baule locomotor!>> ordinai, puntando la bacchetta contro il mio bagaglio.
Entrai in cucina e cercai qualcosa dentro al frigo. Era un peccato che con la magia non si potesse creare il cibo. Stavo riempiendo il mio zaino con tutto quello che era rimasto, quando la serratura scattò.
<< Ciao, tesoro! Sono tornata!>> la voce di Hermione rimbombò nell’appartamento. Entrò in cucina con un sorriso degno di uno spot pubblicitario e fece per darmi un bacio sulla guancia, ma io mi scansai e le puntai la bacchetta alla gola.
<< Rosie, ma cosa stai facendo?>>
<< Non provare mai più a chiamarmi così, capito?>> le urlai contro, con tutta la forza che avevo << Mai più! Mi hai mentito, mi hai mentito per diciassette schifosissimi anni!>>
<< Ma cosa stai dicendo?>> balbettò, sgranando gli occhi.
<< Cosa sto dicendo? Dico la verità! Quella che tu, invece, non hai mai detto a me! Io ho un padre, un padre vivo e vegeto che non sa neanche della mia esistenza! Un padre che è stato male quando tu sei sparita nel nulla! Un padre che probabilmente adesso ha un’altra vita, con un’altra donna, con altri figli e che non mi riconoscerà solo perché quella bastarda di mia madre mi ha tenuta nascosta tutti questi fottutissimi anni!>> feci un respiro profondo. Sentivo le lacrime bruciarmi la pelle, ma non vi badai << Dimmi con quale coraggio, con quale coraggio, ti guardi allo specchio alla mattina! Con quale coraggio riesci a guardarmi negli occhi! Rispondimi, Miss Grifondoro, con quale coraggio?>> stavo sputando tutto il veleno che avevo in corpo.
Hermione mi guardava come se avesse appena visto un fantasma:<< C-come lo hai scoperto?>>
<< Si da il caso che io abbia dei cugini, figli di una certa Ginny Weasley. Ti dice niente questo nome, Hermione? Beh, questi cugini pensano che sia giusto che io conosca mio padre e mi sono venuti a cercare. E ora, con permesso, me ne vado. Questa non è più la mia casa, come tu non sei più mia madre>> mi diressi verso la porta ed uscii. L’enorme peso sullo stomaco che avevo fino a qualche ora prima era scomparso. E urlai. Un urlo di liberazione.


Scorpius

Non avevo mai visto Albus con il morale così a terra. Neanche quando perdevamo una partita di Quidditch era così giù. Ma io sapevo che cosa gli serviva: una bella sbronza!
La sera dopo, con somma difficoltà, lo convinsi ad uscire. Aveva sempre la solita faccia da funerale.
<< Su con il morale, amico!>> esclamai, tirandogli una pacca sulla spalla << ‘Sta sera ti faccio divertire!>>
<< Non ne ho molta voglia Scorp, sul serio>> biascicò lui.
<< Ti viene la voglia, stai tranquillo! Ora ce ne andiamo al Paiolo Magico ci facciamo servire un paio di bicchierini dal buon vecchio Tom>> detto questo lo afferrai per un braccio e ci smaterializzammo.
In un battito di ciglia ci ritrovammo davanti alla porta del pub. Entrammo e prendemmo posto al bancone. Il locale era pieno. E io che pensavo che solo due come noi potessero andarsi ad ubriacare il lunedì sera.
<< Buona sera, ragazzi!>> ci salutò Tom con il suo sorriso sdentato. Doveva essere contento che fosse arrivato qualche cliente dell’ultimo momento << Cosa vi posso far portare?>>
<< Scegli tu>> feci io, abbandonandomi sullo sgabello << L’importante è che sia qualcosa di forte. Il signorino qui ha bisogno di tirarsi un po’ su il morale>>
<< CI SONO QUI DUE GIOVANOTTI CHE CHIEDONO QUALCOSA DI FORTE!>> urlò il barista.
<< Arrivo subito!>> rispose la voce di una ragazza. Da quando Tom aveva una cameriera? Notando la mia espressione stupita, il vecchio si mise a spiegare:<< È nuova, l’ho assunta ‘sta mattina>> mi bisbigliò nell’orecchio << Ma fa arrivare clienti a fiotti. È proprio una gran bella ragazza>>
Annuii distrattamente e mi voltai verso Albus. Era il ritratto della depressione. Sembrava addirittura più pallido del solito. Cazzo, era un Serpeverde! La dignità dove l’aveva lasciata?
<< Ecco a voi>> una voce femminile mi risvegliò dai miei pensieri. Alzai lo sguardo e incrociai due splendidi occhi azzurri. Non ci potevo credere. La barista era…
<< ROSE?!>> Albus, prima seduto scomposto sullo sgabello, si sistemò, raddrizzando la schiena.
<< Albus!>> esclamò Rose riconoscendolo << E tu…?>>
<< Scorpius>> l’aiutai. Lei borbottò qualcosa del tipo “Che razza di nome è” e si concentrò di nuovo sul mio amico. Aveva i capelli raccolti in uno chignon e sorrideva.
<< Cosa ci fai qua?>> gli chiese, appoggiandosi al bancone con i gomiti.
<< Potrei farti la stessa domanda io. Come mai lavori al Paiolo Magico?>>
Rose arrossì e distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzata.
<< Ieri pomeriggio, quando sono tornata a casa, ho letto le lettere di Ginny e ho capito che mi avevate detto la verità… mi dispiace di non avervi creduto… davvero…>>
<< Non importa>> la rassicurò Al con un sorriso comprensivo << Ma non ho ancora capito perché sei qui a Diagon Alley>>
<< Me ne sono andata. Ho litigato con Hermione e ho deciso di lasciare Londra. Lavoro qui perché pensavo di iscrivermi all’ultimo anno ad Hogwarts. Mi servono i soldi per comprare tutto il materiale, la divisa eccetera. Non ho mai avuto un mio conto alla Gringott e mi rifiuto di chiedere qualcosa ad Hermione, ma sono al verde e ho bisogno di lavorare>>
<< Ma dove dormi?>>
<< Qui, al Paiolo Magico>>
<< Vieni a casa mia. Sei una Weasley e per te le nostre porte sono sempre aperte>> fece Albus, prendendole una mano.
<< No>> Rose scosse il capo << Grazie Albus, ma no. Non voglio essere di peso per nessuno. Però potresti aiutarmi: come si chiama il preside di Hogwarts?>>
<< Minerva McGranitt. Ma a cosa ti serve?>>
<< Voglio scriverle una lettera dove spiego che vorrei frequentare Hogwarts. Sono disposta ad affrontare tutti gli esami che mi saranno proposti, ma voglio venire. Voglio completare la mia istruzione>>
Io la guardavo, ammirato. In meno di quarantotto ore aveva preso in mano la sua vita e l’aveva rivoltata come un calzino. Mentre parlavano mi concentrai sui suoi occhi. Erano di un azzurro incredibile, come il cielo, con qualche pagliuzza più scura. Le lunghe ciglia nere li valorizzavano ancora di più. Un ciuffo di capelli rossi che era sfuggito allo chignon le solleticava la guancia e lei lo spostò dietro all’orecchio. Rimasi incantato da quel gesto. La sua mano, piccola e pallida, aveva scostato quella ciocca con una grazia incredibile.
<< ROSE! NON PERDERTI IN CHIACCHERE E VAI A SERVIRE QUEL TAVOLO LAGGIU’!>> la voce gracchiante di Tom mi fece rinvenire.
<< Scusate ragazzi, ma il dovere mi chiama. Grazie di tutto. Ciao Al. Ciao …>>
<< Scorpius>> l’aiutai, nuovamente, sbuffando.
<< Giusto>> convenne, annuendo con il capo.
<< Quella ragazza è fantastica>> sospirò Al, bevendo un po’ del suo super alcolico.
<< Già. Proprio una gran bella ragazza>>
Albus mi fulminò con un’occhiataccia:<< Scorp, ti prego non dirmi che stai pensando a quello che penso io>>
<< Dipende da cosa stai pensando>> feci io, con un ghigno.
<< Scorpius! Puoi evitare di pensare al sesso per un secondo? Cazzo, è… è mia cugina!>>
<< E questo mi impedisce di provare interesse per una ragazza?>>
<< Diciamo di sì>>
<< Bella merda>> borbottai, finendo in un sorso il mio bicchierino.
<< Scorp tu sei come un fratello per me>> disse Albus, guardandomi negli occhi << Sei un amico fantastico, ma con le ragazze sei proprio stronzo, lasciatelo dire>>
<< Lo so>> sussurrai tra i denti << Ma quando si rimane scottati, viene difficile comportarsi in un altro modo>>










GINNY’S CORNER

Ciao a tutti!
Scusate per il mio ENORME ritardo, ma sono tornata da tre settimane di vacanza, durante le quali non possedevo un computer. Devo ancora capacitarmi di come sia riuscita a resistere.
Per farmi perdonare questo capitolo è un po’ più lungo degli altri (solo un pochino, però).
Alla fine Rose ha scoperto la verità. Ma perché Hermione le ha raccontato quelle bugie? Sta a voi scoprirlo :) eh già, il nostro Scorp è rimasto scottato. Non è una bella sensazione, per niente, io ne so qualcosa.
Ringrazio di cuore chi ha commentato lo scorso capitolo: grazie, grazie, grazie, grazie!
Non avete idea di quanto mi faccia piacere :D
Ringrazio anche chi l’ha messa tra le seguite/ricordate/preferite e chi ha solamente letto :)Questa è la mia pagina facebbok dove potete seguire tutti gli aggiornamenti -----> http://www.facebook.com/media/set/?set=a.1258337748601.168509.1534367773&closeTheater=1#!/pages/Ginnys-Corner/184580041598675 
Al prossimo capitolo
Un bacione
Ginny :)

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Capitolo 5
*** Chapter four ***



A Ci,
che, anche se si dimentica
di dirmi
certe cose fondamentali,
c'è sempre ed è sempre pronta
a mettere a posto i miei danni
.




CHAPTER FOUR
 
Rose
 
Era più di una settimana che avevo spedito la lettera alla preside McGrannit, ma non avevo ancora ricevuto una risposta. E la cosa mi rendeva nervosa. Molto nervosa. Avevo deciso di chiederle un appuntamento, perché faccia a faccia sarei riuscita meglio a spiegare la mia situazione.
Continuavo a lavorare al Paiolo Magico, nonostante le continue insistenze di Al, che ogni giorno veniva a trovarmi, con qualche nuovo cugino, per convincermi ad andare a vivere da loro, e io ogni volta dovevo rifiutare.
Avevo visto un paio di volte anche l’amico biondo di Albus. Com’è che si chiamava? Ah, sì. Scorpius. Ma che nome era? Insomma, i suoi genitori dovevano averne di fantasia per chiamare il proprio figlio così. Io gli avrei tolto la patria podestà. Dovevo ammettere, però, che non era niente male. Le prime volte che lo avevo incontrato non me ne ero resa conto. Ero troppo presa dal nuovo stile di vita. Ma quando lo vedevo lì, seduto al tavolo, con il capo un po’ chino, mentre sorseggiava la sua Burrobirra, non riuscivo a pensare. Era bello. Bello come un ragazzo doveva essere bello. Il fisico, innanzitutto. Era alto, muscoloso. Le spalle erano larghe e aveva un bella schiena. La postura era sicura, pur non essendo rigida ed ingessata. Non mi erano mai piaciuti i biondi, ma lui doveva essere l’eccezione che confermava la regola. Aveva i capelli morbidi, color del grano e mi sarebbe piaciuto moltissimo affondarvi le mani dentro. Per non parlare degli occhi. Le poche volte che li avevo incrociati ero rimasta senza fiato, come se qualcuno avesse rubato tutto l’ossigeno dalla stanza. Erano… indescrivibili. Verdi, con qualche pagliuzza dorata. Non ne avevo mai visti così in vita mia.
<< Rose? Rose ci sei?>>
Vidi una mano agitarsi davanti alla mia faccia.
<< Ciao, Al >> lo salutai, dopo che ebbi messo a fuoco chi avevo di fronte. Albus mi stava sorridendo radioso con una busta tra le mani.
<< Tieni>> disse, porgendomela << L’ha appena portata un gufo>>
L’afferrai e subito il cuore cominciò a battere più velocemente. Doveva essere della McGrannit. Fai che abbia detto di sì, fai che abbia detto di sì.
 
 
Hogwarts, 29 agosto 2018
 
Cara Rose,
tutto il corpo docenti sarebbe contentissimo di averti qui, ad Hogwarts, per il tuo ultimo anno di studi. Concordo con te e  sono convinta che un appuntamento faccia a faccia sia il modo migliore per concludere questo discorso. Che ne dici di vederci al Paiolo Magico domani alle 16.30?
Un cordiale saluto
 
La preside
Minerva McGrannit
 
Rimasi a fissare quel foglio di pergamena senza emettere un gemito. Aveva scritto veramente così,aveva scritto veramente così?
<< Allora?>> Albus era appoggiato con i gomiti al bancone e mi fissava curioso.
<< Ha accettato!>> esclamai, abbracciandolo entusiasta << Ha accettato! Ha accettato!>>
<< Sono contentissimo per te, Rose. Sul serio>> mi sussurrò, dandomi un bacio sulla guancia.
Io, rossa dall’emozione, cominciai a torturarmi le mani: << Vuole vedermi domani qui per parlare>> dissi con il fiatone. Stentavo a crederci. Come poteva andare tutto così magicamente bene?
<< Ehi, Rosie?>> fece Albus, accarezzandomi una guancia << Cos’hai?>>
I miei occhi cominciarono a riempirsi di lacrime, ma questa volta avrei pianto dalla gioia. Potevo frequentare Hogwarts, avevo un cugino fantastico, una famiglia pronta ad accogliermi e stavo per conoscere mio padre. La vita mi stava sorridendo e io non c’ero abituata.
<< Niente, Al>> lo tranquillizzai, asciugandomi una lacrima << È che non riesco ancora a credere di essere così fortunata>>
Lui mi sorrise:<< Te lo meriti. E, a proposito, tra poco dovrebbero arrivare mio papà e Zio Ron. Pranziamo insieme>>
<< M-mio padre verrà qui?>> domandai, balbettando.
Annuì con un vigoroso cenno del capo. Le gambe cominciarono a tremare. Mio padre. Quelle due parole, insieme, suonavano bene. Mio padre. Non riuscivo ancora a crederci. Mio padre.
<< Ehi, Al!>> urlò un uomo sulla soglia del locale, destandomi dai miei pensieri << Siamo arrivati!>>
<< Ciao, pa’!>> rispose Albus, agitando una mano.
Tom fece entrare il papà di Al e l’uomo che era con lui. Aveva i capelli rossi, come me. Gli occhi azzurri, come me. Un po’ di lentiggini sul naso, come me.
Non credevo ai miei occhi. È un sogno. È un sogno, ma non svegliatemi. Mi diedi un piccolo pizzicotto sul braccio per assicurarmi che fosse la realtà, e quando sentii il formicolio pervadermi la pelle mi resi conto sul serio di quello che stava accadendo. Quello era mio padre.
 
 
Scorpius
 
La cosa che odiavo di più dei pranzi di famiglia era, strano a dirsi, la mia famiglia. Sempre che di famiglia si potesse parlare, sia chiaro. Mio padre, Draco Lucius Malfoy, sedeva a capotavola, mia madre, Astoria Greengrass, alla sua destra, io, Scorpius Hyperion Malfoy, alla sua sinistra. Dall’altra parte del tavolo c’erano nonno Lucius e nonna Narcissa.
<< Dicci, Scorpius>> cominciò mio nonno, portandosi alla bocca il bicchiere di cristallo pieno di vino rosso << Hai già deciso cosa fare dopo Hogwarts?>>
Mi guardava con i suoi occhi grigi al di sopra del boccale e mi criticava. Come sempre.
<< Sì>> risposi tranquillo << Penso di diventare Auror>>
Mio padre, che stava per mangiare un pezzo di carne, si fermò con la forchetta a mezz’aria, mentre a mio nonno andò di traverso un po’ di vino.
<< Come hai detto, scusa?>> chiese, dandosi dei piccoli colpi sul petto con il pugno.
<< Penso di diventare Auror>> scandii, senza togliere gli occhi dal piatto, che in quel momento mi sembrava molto più interessante rispetto alla conversazione.
<< Ha senso dell’umorismo il ragazzo, eh, Draco?>> la buttò sul ridere Lucius, facendo il più finto sorriso della storia della magia.
<< Già>> convenne mio padre, mandandomi un’occhiataccia che non preannunciava niente di buono << Su, Scorpius, dicci le tue vere intenzioni>>
<< Le ho già dette>> feci notare, pulendomi le labbra con il tovagliolo << Ma se vuoi le ribadisco una terza volta: voglio diventare Auror>>
Alzai lo sguardo su mia madre, che mi sorrideva orgogliosa, e le feci l’occhiolino.
<< Ovviamente ha tutto l’anno per cambiare idea>> disse mio padre, più a se stesso che ad altri.
<< Non credo, sai papà. È un idea che mi vaga in testa da un paio d’anni>>
<< Scorpius, ti giuro che…>> cominciò Draco, posando le posate ai lati del piatto.
<< Tesoro, non qui>> sussurrò mia madre, accarezzandogli una mano. La ringraziai mentalmente e mi alzai << Se mi volete scusare ho altro da fare, quindi vi saluto>> e così dicendo, corsi in camera mia.
Chiusi la porta con un incantesimo e mi vi appoggiai. L’avevo già detto che odiavo i pranzi di famiglia?
Presi un libro e mi misi a leggerlo, sdraiato sul mio letto. Era un libro di Difesa contro le Arti Oscure, difficile da trovare nella casa di un Serpeverde. Me lo aveva regalato Albus per Natale l’anno precedente. Anche lui avrebbe voluto diventare Auror, mentre James aspirava ad un posto come cercatore in una squadra di Quidditch. Era bravo, proprio come suo padre. Io non ero tagliato per essere cercatore. Non che non fossi veloce, ma l’ebbrezza nel segnare un punto come cacciatore era insostituibile. Mio padre (come suonavano male quelle due parole insieme) aveva sperato che mi scegliessero come cercatore nella squadra dei Serpeverde, ma io mi ero subito opposto: o cacciatore o niente Quidditch.
Sbirciai qualche incantesimo di difesa, poi richiusi il libro. Non sapevo cosa fare. Oggi non potevo vedermi con Al prima delle tre perché avrebbe pranzato con suo padre, perciò non mi rimaneva altro che darmi alla nullafacenza. Presi una Cioccorana dalla scatola sul comodino e la scartai. Trovai Harry Potter. Lo fissai un secondo, poi scomparve. Chissà com’è essere figli di un Auror? Mi chiesi, mangiando il cioccolatino. Io avevo un bel rapporto con il signor Potter, al contrario di mio padre. La pensavamo allo stesso modo su molte cose. Era un tipo a posto, con la testa sulle spalle e non si faceva pregiudizi su di me solo perché ero un Malfoy. Era un modello a cui ispirarsi.
Scossi la testa e mi chinai sotto il letto, estraendone una grossa scatola di cartone. La posai sul letto e vi soffiai sopra per togliere tutta la polvere, dopodiché l’aprii.
Eccolo lì, il suo fottutissimo orecchino. Lo presi e cominciai a rigirarlo tra le dita. Era tutto quello che mi rimaneva di lei. Uno stupido, insulso orecchino. Era a forma di serpente, con uno smeraldo incastonato nella testa. All’interno vi erano incise le sue iniziali: B. N. Bridget Nott. In assoluto la ragazza più stronza che sia mai esistita nel mondo magico. Aveva un anno più di me ed era inutile negarlo, era bella. Bella da togliere il fiato. Ma era tanto bella quanto stronza. Mi ero innamorato, per la prima volta in vita mia. Avevo pensato a qualcosa di serio, a qualcosa che avesse potuto funzionare. E poi dove l’ho trovata? A letto con un Tassorosso! Per Morgana, un Tassorosso! Continuai a guardare quell’orecchino come se fosse stato maledetto. Ero rimasto scottato. Avevo sofferto. E solo perché le avevo dato fiducia. Mi avvicinai alla finestra e la spalancai. Caricai il braccio, chiusi gli occhi e lo lanciai. Li riaprii giusto in tempo per vederlo cadere nel bosco che circondava il nostro maniero.
Era andata. Ormai Bridget Nott non contava più nulla per me.
 
 
Rose
 
Respira, Rosie, respira. Devi solo andare là, chiedergli l’ordinazione e scriverla sul tuo taccuino. Non è difficile, ce la puoi fare. Inspirai profondamente. Stavo per parlare con mio padre. E non avevo la minima idea sul cosa dire!
Mi mossi verso il tavolo come se fossi stata il pupazzo di un ventriloquo.
<< Salve>> sorrisi, cercando di non arrossire << Cosa vi posso portare?>>
<< A me arrosto con patate>> disse Al, facendomi un sorriso d’incoraggiamento. Che tu sia benedetto, cuginetto!
<< Lo stesso per noi due>> fece Harry Potter, posando il menù sul tavolo.
<< Papà, Zio voglio presentarvi una mia amica>> disse Albus, indicandomi.
Cosa diavolo stava facendo?
<< P-piacere>> balbettai porgendo la mano << Rose. Rose… Williams>>
<< Williams?>> ripeté Ron, stringendomi la mano. Le gambe ripresero a tremare e arrossii fino alla punta delle orecchie << Sei di Londra?>>
Non appena mi lasciò la mano, sentii la pelle bruciare come a contatto con il ghiaccio.
<< Sì, signore. Abitavo in centro>>
<< È un sacco di tempo che non andiamo a Londra, vero Ron? Comunque io sono Harry, Harry Potter>>
<< E io…>>
<< Ronald Weasley>> completai io per lui. Appena mi accorsi di quello che avevo fatto mi coprii la bocca con una mano.
<< Sei famoso Ron!>> scherzò Harry, battendogli una mano sulla spalla.
<< A quanto pare>> rise mio padre.
<< Viene a scuola con te, Al?>>
<< Comincia quest anno. Per ora ha sempre studiato a casa, ma ha deciso di venire ad Hogwarts per l’ultimo anno. Vero, Rose?>> spiegò Albus.
<< Già. Ora torno con le vostre ordinazioni. Ci metto un secondo>> e mi dileguai.
Avevo il cuore che batteva a mille. Si poteva vivere un’emozione così forte? Con una mano sul petto mi diressi in cucina e presi i piatti.
Mio padre aveva parlato con me e non mi aveva respinto. Mio padre aveva riso ad un mio errore. Mio padre era a poco più di dieci metri da me.
Avevo sognato questo giorno in modo del tutto diverso. Lui sarebbe arrivato e io gli sarei corsa incontro urlando “Papà!”. Mi avrebbe preso tra le braccia e sollevata da terra, mentre continuava a ripetere il mio nome. Stupidi sogni di una bambina. Mi ero resa conta che, invece, questo incontro aveva risvegliato in me molte più emozioni. Era il giorno più felice della mia vita.  Sì, era in assoluto il giorno più felice della mia vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER:
Ed ecco qua il nuovo,  parecchio in ritardo, capitolo. Mi dispiace moltissimo di averlo postato così tardi, ma ho avuto serissimi problemi con Internet (l’omino della Telecom ha fatto più danni che altro -.-“ ). Allora, ecco spiegato come mai Scorpius è rimasto scottato. Le delusioni d’amore lasciano il segno e spesso questo non se va via molto facilmente. Rose ha incontrato suo padre. Ho cercato di descrive il momento ma, avendo grazie al cielo tutti e due i genitori presenti nella mia vita, non sono sicura di esserci riuscita molto bene.
Albus è il mio mito. Lo adoro *w* (suppongo si fosse capito XD).
Mi scuso ancora I-N-F-I-N-I-T-A-M-E-N-T-E per il ritardo.
Se volete seguirmi anche su facebook questa è la mia pagina.
Un grazie enorme a chi ha commentato, a chi l’ha messa tra le preferite/ricordate/seguite e anche a chi ha solamente letto :)
 
Al prossimo capitolo
Un bacione
Ginny 

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Capitolo 6
*** Chapter five ***



A Te,
 che mi fai impazzire.
A Te,
che mi fai ridere anche se sono triste.
A Te,
che spero ci sarai sempre.
A Te,
che il solo vederti passare per strada mi fa arrossire.
A Te,
che il solo suono della tua voce mi fa battere il cuore all’impazzata.
A Te,
che mi hai fatto infrangere la mia promessa.
 

 

CHAPTER FIVE
 
Rose
 
Non potevo crederci. Non potevo crederci. Io, Rose, ero sul binario nove e tre quarti e stavo per prendere l’espresso per Hogwarts. Ero, a dir poco, spaesata. Un sacco di ragazzi di tutte le età mi passavano a fianco, chi stringendo tra le braccia una grossa gabbia con dentro gufi o civette, chi spingendo un portabagagli, chi annuendo alle raccomandazioni dei propri genitori. Genitori. Mi sarebbe piaciuto moltissimo rivedere Ron prima di partire. Mi sedetti sul baule, accavallando le gambe. Albus mi aveva lasciato la custodia del suo bagaglio, della sua civetta e della sua scopa ed era scomparso, liquidandomi con un “ Torno subito”.
Molto carino da parte tua, cugino.
<< Rose!>>
Perfetto, adesso sentivo pure la voce di Ron.
<< Rose!>>
Miseriaccia! Quella era veramente la sua voce! Mi alzai di scatto, arrossendo.
<< Oh, salve signor Weasley!>> esclamai.
<< Ti ho notato subito. Le ragazze con i capelli rossi non sono molte>> sorrise.
<< Già… oltre a me c’è solo Lily. Ha visto Albus da qualche parte?>>
<< No, lo stavo giusto cercando. Volevo salutarlo>> esitò un secondo, guardandosi la punta delle scarpe, poi si rivolse di nuovo a me << Ma già che ci sono saluto anche te>>
Mi diede un leggero bacio sulla guancia e mi abbracciò. Non ci potevo credere. Mi stava abbracciando. Le lacrime mi salirono agli occhi. Non pensavo potesse accadere… ero così felice che avrei potuto gridare, così contenta che ogni cellula del mio corpo era in fibrillazione.
<< In bocca al drago>> disse, staccandosi.
<< Crepi…>> ribattei, incredula.
Si allontanò con un cenno della mano, e io rimasi lì, a fissarlo come una stupida.
Dopo qualche minuti mi guardai in torno, nella speranza di veder spuntare la chioma corvina di Albus da qualche parte, ma non lo trovai. Mi volsi a destra. Dominique mi stava raggiungendo, trascinandosi dietro il più grande baule che avessi mai visto in vita mia. Era un armadio a forma di baule, doveva essere assolutamente così. Senza contare la miriade di valigette e beauty che vi erano poggiati sopra, in un equilibrio particolarmente precario.
<< Dominique!>> le andai in contro << Ma perché non usi un incantesimo, scusa?>>
Lei si fermò, le mani sulle ginocchia e il fiatone. Dopo qualche secondo mi sorrise ed inspirò profondamente: << Ciao Rose. Faccio diciassette anni il 31 ottobre. Non sono ancora maggiorenne>>
Sorrisi comprensiva:<< Ci penso io… Bagagli locomotor!>>
Il baule si levò in aria, seguito dal resto dei bagagli, e cominciò a muoversi.
<< Grazie mille, Rosie>> fece Dominique << Posso chiamarti così, vero?>>
<< Certo>>
<< Ma non c’era Albus con te?>>
<< Sì, c’era. Si è alzato dicendo “Torno subito” e non si è più visto>>
<< Tipico di Al>> rise lei << Dai saliamo e occupiamo uno scompartimento. Dopo ti faccio conoscere un po’ di gente interessante>>
Occupammo uno scompartimento e ci sedemmo, poco elegantemente, sui sedili.
Dominique mi era piaciuta subito. Aveva la faccia simpatica. Era veramente bellissima. Capelli biondi, occhi azzurri, fisico mozza-fiato, insomma una gran bella ragazza. Albus mi aveva spiegato che nelle sue vene scorreva sangue di Veela e per questo motivo a scuola Domi era quotata come “la ragazza impossibile”. Tutti i ragazzi le sbavavano dietro e non ce n’era uno che non cadesse ai suoi piedi e le ubbidisse come un cagnolino. In compenso lei non se ne approfittava mai. Non era quel genere di ragazza.
<< Cosa intendevi con “gente interessante”, prima?>> le domandai, aprendo la Gazzetta del Profeta.
<< Intendo dire l’Élite di Hogwarts. I ragazzi più carini di tutta la scuola>> e mi lanciò un’occhiata strapiena di sottintesi.
Arrossii. Per Merlino, farmi conoscere il primo giorno non mi sembrava una grandissima idea.
Dominique notò la mia espressione e scoppiò a ridere:<< Rosie, tranquilla. Non mangiano mica>>
<< Non è per quello. È che non credo di essere adatta ad una cosa del genere…>>
<< Non preoccuparti. Tu per loro vai più che bene>>
In quel momento la porta si spalancò e un agitatissimo Albus si lasciò cadere sui sedili.
<< Finalmente ti ho trovato, Rose. Pensavo di averti perso. Ciao, Domi>> ansimò.
<< Ciao, cugino>> fece la bionda. Poi si rivolse a me:<< Mi dispiace ammetterlo, ma anche lui fa parte del gruppo che ti dicevo prima>> e alzò gli occhi al cielo.
Sorrisi e guardai Albus. Mi faceva morire dal ridere. Era sempre così svagato, con la testa tra le nuvole, senza preoccupazioni. Lo invidiavo.
Ad un tratto arrivò Lily, che, appena mi vide, urlò un “Rose!” spacca-timpani.
<< Ciao, Lily>> la salutammo insieme io, Dom e Albus.
<< Domi, io e Katy possiamo stare nello scompartimento con voi? Devo stare il più lontano possibile da Tommy Norton>>
<< Ma chi, quel Tassorosso brufoloso del tuo anno?>> fece Dominique, invitandola ad entrare.
<< Proprio lui! Vuole chiedermi di andare insieme ad Hogsmeade la prima volta che c’è uscita, ma io ho già detto di sì a Matt Wright e mi dispiacerebbe vederlo depresso per colpa mia>>
<< Matt è decisamente meglio. Permesso accordato. Tanto noi andiamo da un’altra parte, ora. Ci date un occhio ai bauli?>> e le scoccò un bacio sulla guancia.
Lily annuì con il capo e noi ci dirigemmo verso un altro scompartimento.
<< Vedrai, Rose. Tu non immagini neanche lontanamente come possono essere belli i maghi rispetto ai Babbani. Sempre che tu sappia dove cercare…>>
Mia cugina era particolarmente entusiasta.
 
Scorpius
 
Ero sul binario nove e tre quarti in attesa di Albus. Da solo. Mio padre non mi  aveva ancora perdonato per quella, a mio avviso insignificante, discussione avuta a tavola qualche giorno prima e, sebbene mia madre avesse voluto accompagnarmi, l’avevo convinta a rimanere a casa.
<< Scorp!>>
Albus, con un sorriso da far invidia al girocollo di perle di nonna Narcissa, mi venne in contro.
<< Ehi Al>>
<< Tutto solo?>> mi chiese, guardandosi intorno.
<< Sì, ho lasciato il carceriere a casa>>
<< Grande! Cioè… con tutto il rispetto che provo nei confronti di tuo padre, non è proprio un tipo simpatico>>
<< Lo so, Al, lo so. Tranquillo>> feci, dandogli una pacca sulla spalla << Saliamo?>>
Annuì con un cenno del capo. Mi sarei aspettato di vedere Rose con lui, ma evidentemente era già salita sul treno.
Girammo per il treno in cerca di uno scompartimento, quando ad un certo punto incrociammo Nate Zabini.
<< Scorpius, Albus! Ehi, come state?>>
<< Tutto bene, Nate. Tu?>>
<< Non c’è male. Volete unirvi a noi?>>
<< Cero!>> sorrise Al << Tu intanto vai, Scorp. Io vi raggiungo. Cerco Rose>> e così dicendo scomparve per il corridoio.
<< Chi è Rose?>> mi chiese Nate, facendo strada.
<< Un’amica di Al>> mentii. Il mio migliore amico mi aveva espressamente chiesto di non rivelare a nessuno la vera identità di Rose, almeno fino a che le cose non si fossero messe del tutto a posto.
<< Amica in che senso?>> domandò con  malizia.
<< Non nel senso che stai pensando tu >> feci, sorridendo << Lo sai anche tu che è stracotto della Hamilton>>
<< E quindi? Com’è?>>
<< Una gran bella ragazza>> risposi, ripensando al sorriso di Rose.
<< Bene, bene>>
Entrammo in uno scompartimento. Seduti vicino al finestrino c’erano Liam Wright, Michael Ross e Joe Carter, che non appena mi videro cominciarono ad urlare come degli Schiopodi Sparacoda a dieta.
<< Scorp! Finalmente! Ti davamo per disperso!>> fece Liam, con un sorriso.
<< Allora, Capitano!>> cominciò Joe << Quante possibilità abbiamo di vincere il campionato di Quidditch quest anno?>>
<< Parecchie>> risposi, abbandonandomi su un sedile << Ora che non c’è più James, Al è il cercatore migliore. Katrin è un’ottima cacciatrice e poi ci siamo io e te. Ci manca un battitore che faccia compagnia a Liam>>
<< Io pensavo Benjamin Way, quello del quinto anno. L’anno scorso non si era proposto perché eravamo al completo, ma l’ho visto giocare. Sarebbe perfetto>> propose Liam.
<< Mmm… ci penseremo la prossima settimana, ragazzi>> dissi, scartando una Cioccorana.
In quel momento s’aprì la porta dello scompartimento e comparve Cassidy, la mia migliore amica.
<< C-ciao a tutti, ragazzi>> salutò, arrossendo lievemente << Scorp, sai dov’è Albus?>>
<< Arriva tra poco. Vieni dentro>> e picchiettai la mano sul sedile vuoto vicino a me, per invitarla a sedere.
Cassidy, pur essendo una Corvonero, era la mia migliore amica. E tra poco sarebbe stata la ragazza di Al. Era molto timida, ma se avevi bisogno di un consiglio c’era sempre.
<< Ho buttato via l’orecchino di Bridget>> le sussurrai all’orecchio.
Lei sgranò i suoi occhioni viola e mi sorrise:<< Sono fiera di te>>
La porta s’aprì di nuovo, ma questa volta entrarono Albus e Dominique, seguiti da una Rose particolarmente agitata. Si torturava le mani e teneva lo sguardo fisso a terra. Così era più bella del solito. Ero andato un paio di volte al Paiolo Magico da solo, con il solo intento di osservarla. Era sempre così solare, così gentile con tutti che non potevi non rimanerne affascinato.
<< Ciao a tutti ragazzi!>> esclamò Dominique, sedendosi sulle gambe di Nate, che sembrava aspettare quel momento da tutta la vita << Questa è Rose Williams, una nostra cara amica>>
Joe, Liam e Michael la guardarono a bocca spalancata. E Rose, forse più imbarazzata di prima, continuava a non degnare nessuno di uno sguardo. Si sedette vicino ad Albus e gli mormorò qualcosa all’orecchio. Prima che il mio amico potesse rispondere, però, Cassidy s’intromise, porgendo la mano a Rose:<< Piacere, io sono Cassidy Hamilton. Finalmente ti conosco! Al non fa che parlare di te>> e sorrise radiosa. Ci misi qualche secondo a rielaborare cos’era accaduto. Cassidy, quella Cassidy, si era appena presentata a qualcuno. Non ci potevo credere.
<< P-Piacere>> rispose Rose, stringendo la mano che le veniva offerta << Tu sei la ragazza di Al, giusto?>>
Questa volta fu il turno di Cassidy, che arrossì violentemente, mentre Albus, che stava mangiando  una Bollabolente, quasi non si strozzò. Trattenni una risata, quei due si erano proprio trovati.
<< In un certo senso…>> concesse Cass, con un sorriso incerto.
Il viaggio in treno procedette così, con loro due che chiacchieravano del più e del meno come due vecchie amiche, Dominique e Nate che erano scomparsi misteriosamente dopo mezz’ora di viaggio, Albus e Joe che facevano una partita a Scacchi Magici e Liam e Michael, che, come me, non riuscivano a distogliere lo sguardo da Rose. Era la prima volta che guardavo una ragazza per così tanto tempo senza avere un secondo fine. O meglio, il secondo fine lo avevo, ma sembrava esser passato in secondo piano.
 
Rose
 
Scendemmo dal treno e una folata di vento m’investì. Aveva odore di menta piperita e per un secondo mi passò per la testa il ricordo di Martah. Lei adorava la menta piperita. Non l’avevo neanche salutata. Non le avevo spiegato che per un po’ non ci saremmo più riviste. Non le avevo detto niente. Eppure era la mia migliore amica. Quella che c’era sempre stata, quella che aveva capito che, dietro la ragazza forte nella quale mi identificavo, non c’era altro che una bambina, fragile come una farfalla.
<< Rose, ci sei?>>
La voce di Cassidy mi riportò alla realtà. Quella ragazza era stata una scoperta. Mi aveva subito accettato, nonostante non sapesse nulla di me. Albus se l’era scelta proprio bene.
<< Sì, sì. Stavo solo pensando>> la rassicurai, spostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio << Andiamo?>>
<< Sì, vieni>> e mi condusse verso delle carrozze nere, trainate da dei cavalli neri con grosse ali da pipistrello.
<< Cosa sono quei “cosi”?>> domandai, mentre ci avvicinavamo.
<< Oh, riesci a vederli?>> fece Cassidy << Sono i Thestral>>
<< Solo chi ha visto la morte riesce a vederli>> mi spiegò Albus.
<< Visto la morte?>>
<< Sì>> s’intromise Scorpius << Se hai visto morire qualcuno per esempio>>
<< Non mi ricordo di aver mai visto morire qualcuno, anzi, ne sono sicura>> e rimasi a fissare quegli strani animali. Una scossa mi percorse la schiena e la testa mi cominciò a girare. All’improvviso l’immagine di un uomo incappucciato mi attraversò la mente.
<< Pronta, Rosie?>> mi sussurrò Dominique << Tra poco sapremo tutti in che casa finirai>>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER:
Hola gente! Eccomi qui con il quinto capitolo. I nostri eroi sono arrivati ad Hogwarts, dopo un viaggio in treno che ha rivelato delle sorprese un po’ per tutti :)
Ron ha abbracciato Rose e lei ne è rimasta parecchio scossa, ma non pensiate che sia l’unica. Anche Ron sente “qualcosa”. Ma non rivelo niente :D questa è la mia pagina con tutte le news e prossimi aggiornamenti :)
Al prossimo capitolo, cari lettori :D
Un bacione
Ginny 


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Capitolo 7
*** Chapter six ***


Alle mie amiche,
perchè ci sono sempre quando ho bisogno
di un aiuto, un consiglio
o solamente una spalla su cui piangere.


 

CHAPTER SIX
 
Rose
 
Non mi ero mai sentita tanto agitata in vita mia, lo giuro.
Ero insieme a tutti i primini davanti al grosso portone in legno della Sala Grande e tremavo. Tremavo di agitazione. Tremavo d’ansia. Tremavo, tremavo, tremavo.
Continuavo a torturarmi le mani e l’avevo fatto per così tanto tempo che la pelle si era arrossata.
Rose, dannazione, respira e datti un po’ di contegno!
I bambini intorno a me erano rilassati; discutevano sulle varie Case, esprimevano le loro preferenze e raccontavano la storia della loro famiglia.
Albus mi aveva detto che tutti i Weasley erano appartenuti alla Casa di Grifondoro, e anche i suoi fratelli. Lui era l’unico ad essere capitato a Serpeverde, ma ciò non lo aveva turbato, anzi. Era orgoglioso della sua Casa e se ne vantava.
“L’importante è che tu non finisca a Tassorosso” mi aveva detto “Altrimenti ti disconosco!”
Speravo di finire a Grifondoro insieme a tutto il resto della famiglia, ma alla fine mi importava poco. Avevo trovato un gruppo di ragazzi straordinari, ognuno diverso dall’altro, che mi accettavano per quello che ero. Quella era la cosa fondamentale. Il resto non contava.
Ad un tratto la porta si socchiuse e un uomo, che avrà avuto all’incirca l’età di Ron, fece la sua comparsa con un timido sorriso sulle labbra.
<< Allora, siete pronti?>> ci chiese << Tra poco tocca a voi. Una volta dentro chiamerò il vostro nome e voi dovrete andare a sedervi sullo sgabello. Io vi appoggerò sulla testa il Cappello Parlante, che vi smisterà ognuno nella propria Casa>>
Tutti annuirono, mentre io, continuando a torturare le mie povere mani, mi concentravo su ogni singola parola pronunciata dal professore come se fossero la mia unica via di salvezza.
<< Williams?>>
Dovevo entrare e sedermi quando mi avrebbero chiamato. Non era difficile.
<< Williams?>>
<< Sì>> feci, cadendo dalle nuvole.
Lui sorrise:<< La preside ha deciso che tu sarai chiamata più tardi e non insieme a quelli del primo anno. Dovrai stare qui e attendere che ti chiamino. Okay?>>
Il mio cuore sprofondò. Da sola? Non insieme agli altri? Ma così sarei stata sotto gli occhi di tutti! Oh Morgana, cosa avevo fatto di male?
Mi limitai ad annuire con un debole cenno del capo.
Il professore fece segno ai primini di seguirlo in Sala Grande e io rimasi da sola. Mi appoggiai con le spalle al portone e scivolai lentamente verso il pavimento. Mi ritrovai a chiedermi se fosse stata una buona idea. Certo che lo è stato! Hai conosciuto delle persone fantastiche, hai incontrato tuo padre, fece una voce nella mia testa. Strinsi le labbra. Sì, era stata la decisione giusta.
Da dentro alla sala provenivano fischi e urla, alternati a momenti di silenzio. Mi rialzai, spazzolando la divisa con le mani.
<< ROSE WILLIAMS!>>
Impiegai qualche secondo per capire che stavano chiamando proprio me. Chiusi gli occhi, inspirai profondamente e aprii la porta, entrando in Sala Grande.
Tutta la scuola aveva gli occhi puntati su di me, corpo docenti incluso. Visualizzai la McGranitt al centro della tavola, le mani congiunte, le labbra strette in una linea e gli occhi emozionati. Nonostante cercasse di mascherarsi sotto una maschera di severità, gli occhi la tradivano. Avanzai tra i tavoli, concentrandomi sui miei passi per evitare di cadere.
Con la coda dell’occhio notai Albus che si era alzato in piedi sulla panca:<< Quella è una mia amica!>> urlò, facendo scoppiare a ridere l’intera sala.
<< Signor Potter, grazie per averci informato>> lo ammonì la McGranitt, alzandosi in piedi. Poi aggiunse, riferita a me << Benvenuta, Rose>>
<< Grazie>> sussurrai, chinando leggermente il capo.
<< La signorina Williams frequenterà l’ultimo anno. Ha sempre studiato a casa, ma nonostante tutto ha un ottima preparazione così, sia io che il corpo docenti, abbiamo accettato la sua richiesta di entrare all’ultimo anno. Ora, Rose, siediti pure su quello sgabello>>
Mi accomodai e all’improvviso mi sentii diventare piccola piccola. Tutti gli studenti mi stavano gurdando. Volsi il mio sguardo a destra e notai Albus che mi faceva l’occhiolino, mentre, a sinistra, tutta la mia famiglia mi rivolgeva un sorriso d’incoraggiamento.
La preside mi appoggiò sul capo un vecchio cappello tutto consunto e rattoppato, che aveva un grosso strappo simile ad una bocca. Mi stava così largo che mi scivolò sugli occhi. Beh, almeno non vedo tutta quella gente che mi fissa, pensai un po’ sollevata.
<< Mmm… chi abbiamo qui>> borbottò una voce nelle orecchie << Rose Weasley. Perché hai detto di chiamarti Williams, ragazza? Non è il tuo vero cognome>>
<< Non dirlo a nessuno>> mormorai << Per favore>>
<< D’accordo… vediamo un po’… abbiamo intelligenza da vendere qui, proprio come tua madre. Noto anche una nota di orgoglio e ambizione, o sbaglio? No, io non mi sbaglio mai. Però il coraggio c’è, mia cara. Eccome se c’è. Proprio come i tuoi genitori. Erano una bella coppietta. Sapessi quante ne avevano combinate insieme a Harry Potter. Comunque… hai anche un segreto, che ti porti con te  dalla nascita. Un fardello che puoi portare da sola. Unicamente da sola. Sei sicura di potercela fare?>>
<< Ormai sono arrivata qui…>> sospirai.
<< Giusto. Quindi io direi di metterti a… GRIFONDORO!>>
Il tavolo alla mia sinistra esplose in un’ovazione e cominciarono ad applaudire e fischiare.
Mi parve di tornare a respirare solo in quel momento. Con un sorriso raggiunsi i miei compagni di Casa, dove una Dominque super emozionata mi aspettava a braccia aperte.
<< Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo!>> esclamò scoccandomi un bacio sulla guancia.
<< Brava Rosie!>> urlò Lily, gettandomi le braccia al collo.
<< Complimenti!>
<< Benvenuta, Rose!>>
<< Piacere di conoscerti!>>
Tutti i Grifondoro mi porgevano la mano, mi battevano pacche sulla spalla e mi sorridevano gentili.
<< Beh, questa è la tua famiglia>> disse Domi, sedendosi affianco a me << Facci l’abitudine>>
 
Scorpius
 
Le lezioni cominciarono come sempre la mattina del 2 settembre. Avevo dormito poco e male, a causa di un Albus troppo emozionato che mi aveva impedito di chiudere occhio. Con quel sorriso chilometrico continuava a ripetere che era felice per Rose e che non vedeva l’ora di farlo sapere a James.
<< Mi devi un galeone, Al>> feci a colazione, mentre inzuppavo un biscotto nel latte.
Lui smise di parlare e mi guardò con l’espressione di uno che sta guardando un Ippogrifo intento a giocare una partita a Scacchi Magici.
<< Prego?>>
<< Mi devi un galeone. Rose è finita a Grifondoro quindi ho vinto la scommessa. Tu avevi puntato su Corvonero>> spiegai con non curanza.
Lui si batté una mano sulla fronte e mormorò un poco elegante “Porco Merlino e tutti i Maghi che mi odiano”.
<< Posso restituirteli dopo Natale?>> mi chiese, guardandosi alle spalle. Cassidy si era appena seduta al suo tavolo.
<< Dopo Natale?>>
<< Sì, devo fare un regalo a dir poco fantastico a Cass e poi mi sarebbe piaciuto portarla da qualche parte ogni tanto>>
La felicità dei miei due migliori amici o un galeone? Ero parecchio tentato dalla seconda.
<< D’accordo>> gli concessi.
<< Oh Scorp, ti sono debitore!>> esclamò con un sorriso.
<< Certo che lo sei. Mi devi un galeone>>
Controllai l’orario, mentre bevevo un sorso di latte. Le prime due ore di Erbologia con Grifondoro, un’ora buca – adoravo le ore buche – e poi un’ora di Incantesimi con Corvonero.
Mi alzai, lasciando Albus a contemplare Cassidy, e uscii dalla Sala Grande. Dominque e Nate stavano pomiciando con non poco ritegno in corridoio. Scossi la testa. Cosa aveva ripetuto per almeno due anni Nate? “ Io non mi innamoro, non sono il tipo”. Da quanto stava con Domi? Undici mesi? Posizionai meglio la tracolla sulla spalla e mi diressi verso il portone d’ingresso. Notai Rose seduta per terra che consultava quella che appariva una mappa disegnata di fretta su una pergamena tutta stropicciata. La girava in un senso, poi nell’altro, per poi rimetterla esattamente come prima.
<< Serve aiuto?>> domandai chinandomi.
Lei alzò lo sguardo e mi sorrise. Come faceva ad avere quel sorriso? Era disarmante.
<< Ciao… aspetta non dirmelo… Scorpius! Sì, in effetti avrei bisogno di una mano. Dominque mi ha disegnato questa mappa per raggiungere le serre di Erbologia, ma non ci capisco un granché. Mi aveva detto che mi avrebbe accompagnato, ma non volevo privarle del tempo con Nate>> spiegò arrossendo.
Diedi un’occhiata alla cartina. Dominque non era quella che si poteva definire un’artista e, francamente, anche per me che frequentavo Hogwarts da sette anni, mi appariva parecchio contorta.
<< Lascia perdere quel disegno. Vieni ti accompagno, tanto anche io ho Erbologia>>
<< Oh, grazie mille!>> sorrise << Arrivare in ritardo il primo giorno di scuola non era una delle mie massime aspirazioni>>
Fece evanescere la pergamena, raccolse la tracolla e ci avviammo fuori nel parco. Era una bellissima giornata e, a mio avviso, sarebbe stata sprecata se l’avessimo passata al castello.
Raggiungemmo la serra e, in qualche modo, il mio stomaco si contorse quando la vidi salutare due ragazzi della sua Casa.
<< Grazie mille, Scorpius. Non so come avrei fatto senza di te. Ti sono debitrice>>
<< Tranquilla. Dovere>> e feci un piccolo inchino.
Lei scoppiò a ridere e la sua risata fu come un boccata d’aria fresca. Si girò per allontanarsi, lasciando dietro di sé una scia di profumo. Rosa selvatica. Quel odore mi entrò prepotentemente nelle narici, mandandomi in confusione.
<< Ehi, Scorp, stavi facendo il cascamorto con mia cugina?>> fece Albus, comparendomi di fianco.
<< Ma che cascamorto!>> esclamai sulla difensiva << È uno dei tanti modi per portarsi a letto una ragazza>>
Lui mi incenerì con lo sguardo:<< Ne abbiamo già parlato…>>
<< Oh, Al! Non ricominciamo, d’accordo? Non ci posso fare niente! Sono un ragazzo e lei… beh, l’hai vista anche tu>> e allargai le braccia, come per giustificarmi.
<< Sì, ma è mia cugina. Non ci puoi provare con mia cugina>> e sottolineò l’ultima parola con particolare enfasi.
<< Cosa c’entra? È come se io ti chiedessi di non provarci con Cassidy perché è la mia migliore amica>>
Lui divenne rosso. Sapevo di aver toccato un tasto dolente, ma era l’unico modo.
<< Quindi… quindi tu preferiresti che io non frequentassi Cass?>> mormorò, guardando per terra.
Il mio tono s’addolcì:<< Non ho detto questo, Al. Lo sai che non te lo permetterei mai. Mai>> feci una pausa << Non capisco perché, invece, tu pensi questo di me>>
<< Perché so bene come ti comporti con le ragazze e… e non voglio che questo capiti anche a Rose>>
<< Albus, credimi, per la prima volta non ho un secondo fine. Voglio solo conoscerla>>
Mi stupii pure io di quello che stavo dicendo. Eppure era quello che pensavo. Era veramente quello che pensavo.
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Ciao a tutti! Mamma mia, quanto è che non aggiorno? Una vita? Forse di più. Scusate!! Continuo ad avere problemi con il computer e Internet e mi viene difficile postare i nuovi capitoli. Scusate, vi chiedo solo un po’ di pazienza! Sarete contenti di sapere che però il capitolo sette è già pronto e che “Non pensavo potesse accadere…” ha una copertina! Eh già. La settimana scorsa, mentre imprecavo contro il computer perché mi aveva abbandonato senza un minimo di spiegazione. Ho iniziato a disegnare e… ne è uscita la copertina! Presto sarà visibile sulla mia pagina facebook, dove potete trovare news e altro sulle fanfic :D
Chiedo ancora scusa per l’immensissimo ritardo! *ME si prostra davanti a voi*
Grazie mille per le recensioni :D ma grazie anche a chi l’ha messa tra le preferite/ricordate/seguite o a chi ha semplicemente letto. Non so cosa farei senza di voi ^////^
Un bacione
e al prossimo capitolo
la vostra
Ginny 

 

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Capitolo 8
*** Chapter seven ***


Alla mia squadriglia,
che mi ha fatto passare due settimane
ricche di fatica ed emozioni.

 
 
 
CHAPTER SEVEN
 
Rose
 
Se c’era una cosa che avevo imparato nelle prime settimane di permanenza a Hogwarts era che Albus e i suoi amici regnavano indiscussi sulla scuola. Avevo notato che tutte le ragazze sospiravano al loro passaggio e inclinavano il capo per guardargli il sedere. D’altro canto quelli si mettevano in mostra il più possibile. Facevano scherzi ai primini, ascoltavano le lezioni in un modo tutto particolare e avevo visto la maggior parte di loro cambiare ragazza ogni due giorni.
La cosa non avrebbe dovuto stupirmi più di tanto visto che nella mia scuola Babbana accadevano esattamente le stesse cose, ma, chissà perché, mi ero aspettata che a Hogwarts fosse diverso.
Sebbene avessi molti corsi in comune con i Serpeverde, non riuscivo mai a scambiare più di qualche parola con loro, per la mole di compiti che ci avevano assegnato fin dal primo giorno e Albus, che fondamentalmente era la persona che mi interessava di più, cercava di passare più tempo possibile con Cassidy. Io non avevo nulla in contrario, anzi ero contentissima per loro, ma, nonostante conoscessi mio cugino da poco tempo, mi ero affezionata.
<< La prossima settimana c’è la prima uscita ad Hogsmeade>> disse Dominque, mentre, sdraiata a pancia in giù sul letto, sfogliava annoiata un vecchio numero del Cavillo.
<< Qualche ragazzo mi ha chiesto di andarci insieme a lui, ma ho rifiutato. Cos’è Hogsmeade?>>
Mia cugina mi guardò con gli occhi sbarrati:<< Al non te lo ha spiegato?>>
Scossi la testa.
<< Hogsmeade>> cominciò << È il paese qui vicino. Dal terzo anno in poi puoi andarci nei giorni di uscita. A me e Nate piace seguire quelli più piccoli al primo appuntamento. È uno spasso!>>
<< Dici che ho fatto male a rifiutare gli inviti?>>
<< Dipende>> fece lei, pensosa << Chi erano i ragazzi?>>
<< Uno era Michael Ross e gli altri due non mi ricordo neanche come si chiamano. Ma non erano un granché >> e feci una smorfia.
<< È un peccato che tu abbia detto di no a Michael. È così carino>> guardò l’orologio ed esclamò << Cavoli sono in ritardo!>>
<< Per cosa?>>
<< Oggi ci sono i provini della squadra di Quidditch delle Serpi. Ho promesso a Nate che lo sarei andata a vedere. Voleva concorrere per il ruolo di cacciatore. Vieni con me?>>
Annuii con un sorriso. Non avevo mai visto qualcuno giocare a Quidditch. Ero curiosa.
 
Arrivammo al campo da Quidditch e ci sedemmo sugli spalti. Lei mi indicava i vari giocatori, spiegando i loro ruoli. Avevo capito che Al era il cercatore, quello che doveva prendere il Boccino d’Oro; Scorpius e Joe erano i cacciatori, quelli che dovevano segnare con la Bluffa – o forse Pluffa?- ; Liam e un altro facevano i battitori, che proteggevano gli altri giocatori.
Nate agitò la mano, montò sulla scopa e ci raggiunse sugli spalti. Si chinò e baciò dolcemente Dominique sulle labbra.
<< Ciao>> sussurrò lei, con voce roca << Allora, come vanno i provini?>>
<< Hai appena baciato il nuovo cacciatore dei Serpeverde>> sorrise lui.
Domi s’alzò, gettandogli le braccia al collo:<< Merlino quanto sono contenta!>> esclamò.
<< Nate Zabini!>> urlò Scorpius, brandendo la scopa come una mazza da baseball << Hai tre secondi per tornare qua o il tuo ruolo lo do a qualcun altro!>>
Nate alzò elegantemente il dito medio verso il biondo, che scoppiò a ridere.
Seguimmo il resto dei provini, voltando la testa da un capo all’altra del campo. Il timido Sole che prima illuminava il cielo, era stato coperto da grossi nuvoloni neri che non preannunciavano nulla di buono.
<< I cacciatori sono i migliori>> disse Dominique sognante, mentre tornavamo alla Torre di Grifondoro << Loro si che hanno il fisico! Nate l’anno scorso non ha potuto giocare a causa di un incidente, così quest anno ci ha riprovato, visto che Katrin ha abbandonato a causa dei M.A.G.O. Io so cosa ha sotto quella maglietta!>>
Alzai gli occhi al cielo, sorridendo. Proprio in quel momento un grosso gufo nero fece cadere una lettera tra le mie mani. La guardai stupita per qualche secondo, rigirandomela tra le dita.
<< Oh! Ti è arrivata una lettera. Di chi è?>> chiese mia cugina, sporgendosi un po’ verso di me.
<< Non lo so>> risposi, scuotendo leggermente il capo << Tu intanto vai su, io ti raggiungo>>
Lei annuì e si diresse al dormitorio.
Stringendomi le braccia al corpo, camminai lentamente verso il Lago Nero e mi sedetti sulla riva.
Avevo una strana sensazione. Mi pareva di sapere chi avesse scritto quella lettera.
Aprii la busta con mani tremanti.
 
Londra, 15 settembre 2018
 
Cara Rose,
non so dove sei, ma spero che ovunque ti trovi tu stia bene.
Non hai più dato nessun segno e io sono preoccupata, preoccupata da morire. Ti prego…
 
 
Non avevo bisogno di andare oltre per capire di chi si trattasse. Con quale coraggio mi scriveva?
Appallottolai il foglio tra le mani e lo scagliai nel lago, ma un lungo tentacolo emerse dalla superficie dell’acqua prima che si bagnasse e me lo ritirò indietro. Cominciai a piangere. Le lacrime rigavano veloci le mie guance accaldate e il respiro si fece più affannoso. Gemetti, affondando il volto tra le mani e, per la prima volta da quando me ne ero andata di casa, piansi.
 
Scorpius
 
Stavo tornando dai provini. Avevamo rimpiazzato Katrin che mi aveva dato le dimissioni la settimana prima con Nate e Benjamin Way era stata una rivelazione, proprio come aveva detto Liam. Stavo per entrare dal portone principale quando mi accorsi di una ragazza dai capelli rossi seduta sulla riva del Lago Nero. Rose. Il mio cuore accelerò, ma non vi badai. Non le avevo più parlato da quando l’avevo accompagnata ad Erbologia, se non per qualche rapido saluto nei corridoi. Senza pensarci, mi avviai verso di lei. Il vento muoveva i lunghi capelli rossi, che aveva lasciato sciolti. Quando fui abbastanza vicino riconobbi dei singhiozzi.
Mi bloccai, esitante. Una parte di me diceva di lasciala stare, l’altra insisteva per capire cosa le fosse successo.
Inspirai profondamente e mi andai a sedere vicino a lei. Per qualche minuto non si accorse della mia presenza. Continuava a piangere, con il viso nascosto tra le mani. Avrei voluto vedere i suoi occhi. Avrei voluto asciugarle le lacrime con il pollice. Avrei voluto consolarla. Ma non lo feci. Rimasi lì, di fianco a lei, spiandola con la coda dell’occhio. Indossava ancora la divisa scolastica e la gonna era bagnata dalle sue lacrime. Ad un tratto alzò lo sguardo e, non appena mi vide, s’asciugò le lacrime con il dorso della mano, cercando di darsi una sistemata.
<< Da quanto sei qui?>> domandò, con la voce ancora rotta dal pianto.
<< Abbastanza per capire che c’è qualcosa che non va>>
Cominciò a piovere, ma nessuno dei due ci diede peso. Le gocce le bagnavano il volto, confondendosi con le lacrime, che ancora sfuggivano ai suoi bellissimi occhi azzurri.
Lei tirò su con il naso e si spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio:<< Non volevo che mi vedessi in questa condizione>> mormorò, evitando il mio sguardo.
Non potei fare a meno di pensare che fosse bellissima. Gli occhi leggermente arrossati e sfuggenti, i capelli bagnati incollati alla fronte, le guance imporporate da un tenue rossore, le labbra tremanti.
<< Sei bellissima>> sussurrai, accarezzandole una guancia. Quel leggero contatto mi sconvolse e provai l’irrefrenabile desiderio di baciarla.
<< Sei gentile. Albus avrebbe detto che assomiglio ad uno Schiopodo Sparacoda>> e sorrise.
 Ricambiai. Restammo a guardarci in silenzio per qualche secondo, poi sembrò accorgersi della pioggia.
<< È meglio rientrare. Ci prenderemo un malanno>> e si alzò.
La imitai. Lei si spazzolò inutilmente la gonna, raccolse un foglio appallottolato da terra e poi ci dirigemmo verso la scuola. Una volta dentro non ci preoccupammo di asciugarci con un incantesimo.
<< Beh… allora vado. Ci vediamo>> fece, salendo un gradino della scala che conduceva alla Torre dei Grifondoro. Mi avviai per raggiungere i sotterranei.
<< Scorpius!>> la sua voce mi fece fermare.
<< Si?>>
<< Grazie per non avermi chiesto niente>>
Sorrisi:<< Non ne avevo il diritto>>
<< Lo so, ma grazie lo stesso>> e, salutandomi con un timido cenno della mano, risalì la scalinata.
Entrai in Sala Comune ancora grondante. Seduti sul divano vicino al camino Nate e Al stavano facendo una partita a Scacchi Magici.
<< Ciao Scorp, dove sei sta… Ma perché sei tutto bagnato?>> fece Albus, posando gli occhi verdi su di me.
<< Mentre venivo in qua ha cominciato a piovere>> mentii, avvicinandomi al caminetto.
<< Le bacchette servono anche a questo, amico>> intervenne Nate, fissando la scacchiera pensoso << Alfiere in E9. Basta evocare un ombrello o fare un incantesimo di protezione. Lo insegnano al primo anno, sai?>>
Feci finta di non sentire e continuai a fissare le fiamme che danzavano nel camino. Erano rosse come i suoi capelli.
<< Mi vado a fare una doccia>> dissi, andando verso il dormitorio, sicuro che non avrebbe fatto altre domande, troppo presi dalla partita.
 
Quando scendemmo in Sala Grande per la cena, la prima cosa che feci fu cercare Rose al tavolo di Grifondoro, ma non la trovai. Anche Albus lo notò e andò verso Dominique per chiedere spiegazioni, mentre noi ci dirigevamo al nostro tavolo. Prima di tornare da noi, però, si fermò a salutare Cassidy.
<< Rose non si sente molto bene>> disse, lasciandosi cadere su una panca di fronte a me.
<< E cos’ha?>> chiesi, cominciando mangiare.
<< Non si sa. Dominique dice che è solo stanca. Non è abituata ai ritmi di Hogwarts>> e iniziò a cenare anche lui.
<< Pensi che Domi potrebbe passare qualche giorno delle vacanze di Natale da me, quest anno?>> domandò Nate ad Al.
Lui lo fissò incredulo, la forchetta a mezz’aria e la bocca spalancata.
<< Come scusa?>>
<< Ho detto se pensi che Domi potrebbe passare qualche giorno a casa mia a Natale>>
<< V-Vuoi presentarla ai tuoi?>> balbettò.
<< Beh è quasi un anno che stiamo insieme e mi sembra il momento di farlo>>
Albus stava per aggiungere qualcosa, ma Nate lo fermò:<< Se mi stai per chiedere se la amo, sì amo Dominique>>
<< Se riesci a convincere Bill Weasley non ci saranno problemi>> concluse Al, riprendendo a mangiare.
Finimmo di cenare e tornammo nei sotterranei. Mentre gli altri rimasero in Sala Comune a parlare, io andai in camera. Ero stanco, ma non riuscivo a dormire. Restai steso nel letto a fissare il soffitto del baldacchino per due ore prima che le palpebre cominciassero a cedermi e che Morfeo mi prendesse tra le sue braccia. L’ultima cosa a cui pensai fu la lettera appallottolata che Rose stringeva tra le mani.
Rose
 
Non avevo raccontato a nessuno della lettera e, a dire la verità, non l’avevo neanche finita di leggere. L’avevo buttata nel baule, insieme a tutte le cose che non mi servivano.
Il giorno dopo il suo arrivo, nonostante fossi ancora molto stanca, cercai di far sembrare tutto a posto. Albus mi aveva raggiunto subito al tavolo la mattina a colazione, preoccupatissimo.
 << Sei sicura di star bene?>> continuava a domandarmi, posandomi il palmo della mano sulla fronte per sentire la temperatura << Non vuoi che ti porti da Madama Chips?>>
<< No, grazie, Al. Sto bene>>
<< Sicura?>>
<< Al cento per cento>> e sorrisi.
Lui sembrò crederci e cominciò a chiedermi pareri su cosa avrebbe dovuto fare con Cassidy, cosa avrebbe dovuto comprarle, come avrebbe dovuto comportarsi.
<< Resta te stesso. È questo che le piace di te>> risposi, bevendo un ultimo sorso di caffè. Ah, caffeina! << Scusa, ma ora devo andare. Trasfigurazione>> e raccogliendo le mie cose, me ne andai. Appena varcai la porta della Sala Grande, una voce mi fermò:<< Stai meglio oggi?>>
Scorpius era appoggiato alla parete con le spalle, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e qualche ciuffo ribelle che gli ricadeva sulla fronte.
<< Molto meglio, grazie>> poi sussurrai << Non hai detto niente ad Al, vero?>>
Lui scosse il capo e io gli sorrisi grata.
<< Ti sono debitrice>>
<< È già la seconda volta in un mese. Non so quanto ti convenga>> fece, sorridendo anche lui << Che lezione hai ora?>>
<< Trasfigurazione>>
<< Ti accompagno, tanto ormai ci ho fatto l’abitudine>> e s’inchinò, indicandomi la strada << Prima le signore>>
<< Signorina>> lo corressi, ridendo.
<< Prima le signorine>>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Ehi gente :D ho aggiornato! Non ci ho mai messo così poco, vero? Ihihih
Era già pronto, ho un po’ barato xD
Comuuuuuuunque… Scorpius è troppo tenero ^///^
Albus sempre un po’ troppo iper prottettivo, ma a noi piace così :)
Alloraaaa… ringrazio tutti per i commenti (mi hanno fatto veramente tantissimo piacere!), ma anche chi l’ha messa tra le preferite/ricordate/seguite. Grazie grazie grazie!
Per chi vuole seguirmi anche su facebook, questa è la mia pagina :D
Al prossimo aggiornamento :)
Un bacione
Ginny 

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Capitolo 9
*** Chapter eight ***


Alla Pao,
che mette a disposizione casa sua
per una splendida
festa di Halloween.

 
CHAPTER EIGHT
 
Rose
 
Era ormai ottobre e iniziava a far veramente freddo. Dall’inizio del mese Dominique aveva cominciato a smarcare i giorni sul calendario. Ogni mattina, armata di pennarello rosso, apriva l’anta dell’armadio e tracciava una grossa X sul quel giorno.
<< Rororose!>> cinguettò, mia cugina, scuotendomi leggermente << Su, Rose, muoviti! Abbiamo lezione e devo ancora vedermi con Nate>>
<< Ancora cinque minuti…>> borbottai, tirandomi la coperta fin sopra la testa e girandomi su un fianco. La sera prima Albus mi aveva sequestrato, perché, così diceva lui, dovevamo avere un momento Cugino-Cugina. Mi aveva trascinato davanti ad un dipinto raffigurante dei troll in tutù che cercavano imparare la danza classica. Vi aveva camminato davanti tre volte e poi era apparsa una porta. Una volta dentro Al, mentre sprofondava in una poltrona apparsa all’istante, mi aveva spiegato che si trattava della Stanza delle Necessità. Avevamo parlato, parlato e… parlato. Non mi ricordo nemmeno a che ora ero tornata, ma improvvisamente mi sembrava di essere a Londra, quando andavo a ballare. Soltanto che poi la mattina mi svegliavo intorno alle undici e riuscivo a recuperare il sonno “perduto”.
<< ROSE WILLIAMS! HAI ESATTAMENTE TRE SECONDI PER SCENDRE DA LETTO!>> tuonò Dominique, togliendomi la coperta << Uno… due… >>
<< E va bene… scendo… scendo…>> borbottai, mettendomi a sedere.
<< Finalmente>> fece Domi, incrociando le braccia << Questo pomeriggio mi devi aiutare ad organizzare la mia festa di compleanno>>
<< Non posso, Dom>> dissi, vestendomi << Domani ho un compito di Artimanzia e devo studiare. Mi dispiace. Puoi sempre chiedere a Lily>>
Lei con un colpo di bacchetta mi mise a posto i capelli:<< Va beh. Allora chiederò a Lils>>
Sorrisi:<< Su, andiamo a colazione>>
 
Uscii dalla Sala Grande prima di Dominique. Lei aveva raggiunto Nate al tavolo di Serpeverde. Quella mattina era particolarmente euforica.
Posai i libri a terra e mi appoggiai con la schiena appoggiata al muro. Avevo tantissimi volumi quel giorno e mi facevano già male le braccia.
<< Aspettavi qualcuno?>> fece una voce. Alzai lo sguardo. Scorpius era davanti a me, con il solito sorrisetto sulle labbra.
<< Forse>> feci con noncuranza << Qualcuno mi dovrebbe accompagnare a lezione>>
<< E allora muoviamoci>>
Raccolse i miei libri e, mettendomi una mano sulla schiena, mi condusse verso l’aula di Trasfigurazione. Era ormai un appuntamento fisso. Il mercoledì mattina, dopo colazione, mi accompagnava a Trasfigurazione, perché lui aveva un’ora buca.
<< Allora, come è andata ieri?>> mi chiese, mentre salivamo le scale.
<< È andata>> sbadigliai << A parte che Al ieri sera mi ha rapito per un tête-â-tête. Non mi ricordo neanche di esser andata a dormire. Tu?>>
<< Al solito. Quidditch, compiti, Quidditch, Quidditch>>
Sorrisi. Era questo che mi piaceva di Scorpius. Riusciva sempre a farmi sorridere, in un modo o nell’altro.
<< Perché sorridi?>> mormorò, chinandosi verso il mio viso.
Mi sentii avvampare. Forse la vicinanza, forse il sussurro. Il mio cuore accelerò, ma non lo ascoltai.
<< Mi diverti>> risposi semplicemente << Sembri così… libero. Decidi per te stesso. Non ti devi preoccupare di cosa accade dopo…>>
Quella confessione mi fece morire le parole in gola. Ecco cosa vedevo in Scorpius. Tutto ciò che io non avevo. La libertà. Non potevo dire il mio vero cognome. Non potevo dire a mio padre di essere sua figlia. Non ero libera di fare ciò che volevo.
<< Eccoci arrivati>> disse, risvegliandomi dai miei pensieri.
<< Grazie mille>> feci, riprendendomi i miei libri dalle sue braccia.
<< Merlino, Rose, ma a cosa ti servono tutti questi libri?>> esclamò, massaggiandosi gli avambracci.
<< La gente comune lo chiama “studiare”>>
<< Oh, ma io non sono come la gente comune>> e rifece quel suo sorrisetto malizioso. Morgana, ma come faceva ad essere sempre con quel ghigno – dannatamente sexy – dipinto sulle labbra?
<< Sai che questo si chiama peccare di superbia?>>
Lui mi spostò un ciocca di capelli dietro all’orecchio:<< Lo so, ma in quanto capo della squadra di Quidditch posso permettermelo>>
<< Ma lo sai che sei veramente presuntuoso?>> risi, puntandogli un dito nel petto.
Lui fece un passo verso di me, e io fui costretta ad indietreggiare, finendo con le spalle al muro. Si chinò su di me:<< So anche questo>>
Restammo a guardarci negli occhi e io riprovai la sensazione di non riuscire più a respirare. Si staccò tutto d’un tratto e con una mano si grattò la nuca. Sembrava imbarazzato.
<< Beh… io vado. Ci si vede in giro, Rose>>
 
Scorpius
 
Era una situazione… perfetta. Perfetta per un bacio. Perfetta per una parola dolce sussurrata all’orecchio. Perfetta per qualsiasi cosa. E io, ovviamente, ero scappato.
Ero in cortile, la sciarpa a coprirmi fin sotto il naso e le mani nelle tasche dei pantaloni.
Adoravo guardare il Lago Nero durante le ore buche. Stavo da solo, con i miei pensieri.
Rose mi aveva definito libero. Invece ero solo un codardo. Non riuscivo a fare la mia mossa senza pensare a mio padre. Sentivo la sua voce ronzarmi in testa. Allora, Scorpius, un Malfoy non dovrebbe fare questo. Come fai ad essere amico dei Potter? Sei un disonore per tutti noi.
Alzai lo sguardo verso il castello e fu allora che vidi una carrozza dall’aria vagamente familiare. E fu allora che vidi mio padre scendere da quella carrozza! Cosa ci faceva mio padre ad Hogwarts? Quello era mio territorio. Sapeva bene che non doveva metterci piede.
Lo seguii fino a dentro, cercando di non farmi vedere da lui. Stava andando all’ufficio della preside. Cosa ci faceva qui? Ringhiò qualcuno nella mia testa. Mio padre stringeva nella mano sinistra quella che sembrava una copia della Gazzetta del Profeta, nell’altra il suo bastone.
Non si accorse di me, neanche quando entrò nell’ufficio della McGrannit e io rimasi fuori, con l’orecchio appoggiato alla porta.
<< Preside>> salutò mio padre con la sua solita voce strascicata.
<< Oh Draco. Che piacere vederti. Qual buon vento ti porta alla tua vecchia scuola?>>
<< Tempesta, mia cara McGrannit, tempesta>> mio padre fece cadere il quotidiano sulla scrivania (lo dedussi dal rumore) << Ha letto la Gazzetta questa mattina?>>
<< Non ancora. Come mai?>>
<< Prima pagina>> rispose solamente Draco.
Lei rimase in silenzio per un po’ e io me la immaginai a scrutare il giornale al di sotto dei suoi occhiali.
<< Ieri mattina?>> chiese solamente. Dal tono della voce sembrava particolarmente sconvolta.
<< Sì. Di solito non mi immischio in queste cose riguardanti i Babbani>> lo disse con tale disprezzo che mi fece venire il volta-stomaco << Ma al Ministero dicevano che non vi avrebbero informato, quindi ho deciso di farlo io. È opera di Magia Oscura. Anche un bambino lo noterebbe>>
<< Ma attaccare una scuola. A quale scopo?>> fece la McGrannit con voce tremante.
<< Il Ministero presume cercassero qualcuno. Evidentemente, però, non lo hanno trovato>>
<< Qualche ferito?>>
<< No. Niente>>
<< L’importante è che non ci siano morti. Ma come hanno potuto fare una cosa simile?>>
<< Si parla di una setta di Maghi Oscuri. Ma nessuno sa niente con precisione>>
<< Oh Merlino. Questa non ci voleva proprio. Sono passati poco più che vent’anni. Quando finirà?>>
<< Non lo so. Ora mi scusi, ma devo andare>>
Me ne andai a passo svelto, evitando di farmi scoprire. Avevo origliato. E non me ne pentivo.
 
A pranzo non feci altro che spiare il tavolo di Grifondoro. Rideva. Ed era bellissima.
<< Scorpius, guarda qua!>> Albus mi sbatté sul piatto la Gazzetta del Profeta << Hanno attaccato una scuola Babbana>>
<< Lo so>> dissi, cominciando a scorrere velocemente l’articolo.
<< Lo sai?>>
<< Mio padre è venuto a parlarne con la McGrannit questa mattina e io ho… origliato>> spiegai, semplicemente.
<< Al!>>
Rose si avvicinò al tavolo con il giornale tra le mani:<< Hanno attaccato la mia scuola>>
Aveva l’aria preoccupata e gli occhi lucidi.
<< La tua scuola?>>
<< Sì. Io andavo a scuola lì, fino all’anno scorso. Martah si trova ancora là>>
Il Ministero presume cercassero qualcuno. Evidentemente, però, non lo hanno trovato. Le parole di mio padre mi tornarono alla mente, subito. Scossi il capo. Perché avrebbero dovuto cercare proprio lei?
<< Devo tornare a Londra>> mormorò Rose, battendo il pugno sul palmo della mano aperta.
<< Che cosa?!>> esclamammo io e Al all’unisono. Stava scherzando. Doveva scherzare per forza!
<< Devo tornare a Londra. Forse Martah è rimasta ferita. Merlino non l’ho neanche salutata! Devo capire che cosa è successo. La Gazzetta non dice nulla>>
<< Rosie, Rosie calmati>> fece Albus, alzandosi per andare ad abbracciarla << Adesso calmati. Non puoi andare a Londra. Non si può lasciare la scuola eccetto che durante le vacanze di Natale. E dopo quello che è successo la McGrannit non ti darà mai il permesso di tornare in città>>
<< Ma… ma io… devo>>
<< Rose, sul serio. Lo faccio per il tuo bene>>
Lei annuì con il capo, lasciandosi abbracciare. Sentii il cuore farsi pesante. Mi dispiaceva per lei, ma non potevo fare niente per aiutarla. Mi sentivo terribilmente impotente. E tremendamente stupido.
 
Rose
 
L’unica cosa che poteva distrarmi da Martah e ciò che era successo a Londra era studiare. E il compito di Artimanzia del giorno dopo cadeva proprio a fagiolo.
Avevo passato quattro ore china su un libro in biblioteca e la testa mi stava letteralmente scoppiando. Chiusi il volume con forza, per poi pentirmene subito dopo. Il rumore mi rimbombò nella testa e mi sembrò di sentire i timpani esplodere. Rimisi tutte le mie cose nella tracolla e presi il libro per metterlo al suo posto. Mi alzai in punta di piedi e tesi il braccio. Fossi alta un paio di centimetri in più, pensai, mentre, con la lingua stretta tra le labbra, cercavo di allungarmi il più possibile. All’improvviso non sentii più il libro tra le mani e pensai di essere riuscita a metterlo a posto, ma quando, girandomi, andai a sbattere contro qualcuno, capii di non averlo fatto.
Alzai lo sguardo e incrociai gli occhi verdi di Scorpius. Teneva tra le mani il mio libro e mi guardava con quel sorrisetto che aveva sempre dipinto sulle labbra. Ero stata costretta a reclinare leggermente il capo all’indietro per guardarlo bene, perché era molto più alto di me. Almeno una ventina di centimetri.
<< Questo lo prendo io>> disse, passandosi una mano tra i capelli.
<< Tu in biblioteca?>> chiesi divertita, spingendolo un po’ lontano da me. Aveva un buon profumo.
<< Ho un compito di Artimanzia venerdì, ma, visto che domani ho allenamento, studio oggi>> spiegò, appoggiandosi alla scrivania << Non era mia intenzione farlo in biblioteca, ma Albus e gli altri non sono proprio persone “silenziose” e quindi studiare in camera o in Sala Comune risultava un po’ difficile>> e fece un mezzo sorriso.
All’improvviso mi dimenticai del mal di testa, della stanchezza, di Martah e di tutto ciò che era successo a Londra e dissi:<< Se vuoi ti posso aiutare>>
Lui s’illuminò e il suo sorriso si fece ancora più ampio:<< Sul serio?>>
<< Sul serio>>
<< Sul serio sul serio?>>
<< Sul serio sul serio>>
<< Sul serio sul serio sul serio?>>
<< Scorpius, dillo un’altra volta e ritiro quello che ho detto>> risi.
<< Okaaaay>> fece anche lui ridendo, buttando il capo all’indietro. Era davvero bello.
<< Professoressa, sono a sua completa disposizione>>
<< Bene, Malfoy. Vediamo che cosa sa fare>>
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Hola ragazze! Ebbene sì, sono ancora qua! Scusate, scusate, l’immenso ritardo, ma sono andata via due week-end di fila e la scuola assorbe tutte le mie energie.
Grazie mille per tutte le recensioni. Non avete idea del piacere che mi fanno :D
La storia inizia leggermente ad evolversi e nel prossimo capitolo (che ho già scritto :D ) succederà qualcosa (non vi dico se bello o brutto).
Ringrazio soprattutto chi ha recensito, ma anche chi ha messo questa fanfic nelle preferite/ricordate/seguite e chi ha semplicemente letto.
Questa è la mia pagina facebook :D
Un bacione e al prossimo capitolo
Ginny
 

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Capitolo 10
*** Chapter nine ***


Alla Chià,
che cerca, invano, di combinarmi
un appuntamento al buio.
 

 
CHAPTER NINE
 
Rose
 
Nonostante avessi promesso ad Al che non mi sarei intromessa in niente di ciò che riguardasse Londra e l’attacco alla scuola, non ci riuscii. Il mio affetto per Martah era molto più forte e odiavo rimanermene con le mani in mano. Avevo pensato che alla prossima uscita ad Hogsmeade avrei potuto smaterializzarmi, controllare che tutto fosse a posto e ritornare entro l’ora di cena. Nessuno si sarebbe accorto della mia assenza.
<< Con Lily abbiamo deciso>> disse Dominique, mentre raggiungevamo la Torre di Grifondoro << Che la mia festa di compleanno sarà in maschera. Visto che è Halloween tutti dovranno indossare un costume>>
<< Ottima idea>> convenni << A Londra ci deve essere ancora un mio vecchio costume. Era bellissimo>>
<< Da cosa era?>>
<< Da diavolo>> risposi, ripensando al mio vecchio vestito << L’ho indossato l’anno scorso ad una festa>>
<< Sarebbe bellissimo se riuscissimo a vestirci io da angelo e tu da diavolo. Dobbiamo trovare due abiti adatti>>> fece, decisa. Quando Domi si metteva in testa qualcosa era difficile, moooolto difficile, dissuaderla.
<< Rose!>>
Qualcuno mi chiamò e io mi girai. Scorpius stava correndo verso di me. Doveva essere appena tornato dall’allenamento di Quidditch, perché indossava ancora la divisa.
<< Io vado>> mormorò mia cugina << Ti lascio in buone mani>>
Io, in tutta risposta, le feci una linguaccia.
<< Ciao, Scorpius>> lo saluti, appoggiandomi al corrimano.
<< Possiamo parlare?>> mi chiese lui, serio. Non lo avevo mai visto così. Non aveva più il suo bellissimo sorriso e sembrava addirittura preoccupato.
<< Certo>> annuii. Mi afferrò la mano e mi trascinò per il corridoio, fino a che non raggiungemmo uno sgabuzzino delle scope. Era… minuscolo. Ci ritrovammo uno contro l’altra e i nostri visi erano così vicini che i nostri respiri si mischiavano. Arrossii. Mi era venuto improvvisamente caldo e non riuscivo più a sostenere il suo sguardo.
<< Ti posso dire qualcosa sull’attacco a Londra>>
Quella confessione mi ridestò. Alzai gli occhi verso di lui. Non stava mentendo. Me ne sarei accorta. Respirava lentamente e teneva lo sguardo fisso sulle mie labbra.
<< Cosa sai?>>
<< Si tratta di una setta di maghi oscuri e stavano cercando qualcuno>>
<< Qualcuno?>>
<< Sì, ma non lo hanno trovato. Non ci sono feriti o morti e nessuno dei presenti ricorda qualcosa dell’accaduto>>
Sentii il cuore farsi più leggero.
<< Ne sei sicuro?>>
<< Sicurissimo. Ho sentito mio padre parlarne con la McGranitt>> poi aggiunse, dolcemente << Non c’è bisogno che ti preoccupi>>
Dovevo dirgli del mio piano. Insomma, lui mi aveva detto quelle cose e io dovevo “sdebitarmi” essendo sincera.
<< Il prossimo sabato vado a Londra>> dissi, guardandomi i piedi.
<< Cosa?>>
<< Hai capito bene. Devo andare a Londra>> ribadii.
<< Ma allora non hai sentito quello che ti ho detto. Stanno tutti bene>>
<< Lo so, ma non posso stare qui. Martah è la mia migliore amica e non le ho nemmeno detto dove sono andata>>
<< Certo che no! È Babbana!>> esclamò, sgranando gli occhi.
<< Non dirlo come se fosse inferiore!>> ringhiai << Ha il diritto di sapere!>>
<< Non l’ho detto in quel senso!>> urlò lui << Non hai mai pensato che non potrebbe crederti? Rovinerebbe la vostra amicizia!>>
<< Continuare a mentire rovina la nostra amicizia!>> gridai, esasperata << Oh, ma perché ti immischi?>>
<< Sei tu che mi hai immischiato!>>
Rimasi in silenzio. Non volevo ammettere che avesse ragione, ero troppo orgogliosa per farlo e, in quel momento, anche troppo arrabbiata.
<< Bene>> sussurrai a denti stretti.
<< Bene>>
Scivolai di fianco e aprii la porta. Prima di uscire, però, gli dissi con voce priva di ogni emozione:<< In bocca al drago per il compito di domani>>
 
Scorpius
 
<< Ma perché le ragazze sono sempre così irascibili?>> urlai, sedendomi sul letto.
Nate, che si stava infilando i pantaloni, mi guardò stralunato:<< Cosa succede, amico?>>
<< Ho litigato con Rose>>
Lui sembrò cadere dalle nuvole:<< Hai litigato con quella Rose?>>
<< Quante Rose conosci?>>
<< Scorp, ma le vai dietro come un cagnolino! Si è stufata?>> fece lui, ridendo.
<< Non le vado dietro come un cagnolino!>> esclamai sulla difensiva << Cerco solo di aiutarla, ma lei non lo capisce>>
<< È una donna. Sono testarde per natura. Comunque, secondo me, si è stufata>>
<< Nate Zabini, porco Merlino! Non le vado dietro e lei non si è stufata!>>
Lui si infilò la felpa e scese le scale per andare in Sala Comune:<< Continua a ripetertelo!>> gridò.
 
A cena continuai a lanciare occhiate a Rose al tavolo di Grifondoro, ma lei era molto concentrata sul suo piatto e non dava cenno di voler alzare lo sguardo. E la cosa incominciava ad innervosirmi. Insomma, io ero stato carino con lei e le avevo detto tutto ciò che avevo origliato e lei, invece di fare la brava, mi urlava contro. Non so come girasse il mondo, ma quello non mi sembrava il verso giusto. Verso le otto e venti si alzò ed uscì dalla Sala Grande, senza degnare nessuno né di un saluto né di un sorriso.
<< L’hai proprio stufata, amico. È incazzata nera>> mi sussurrò Nate all’orecchio. Lo liquidai con un cenno della mano e mi alzai per andarmene.
Alle undici sarebbe scattato il coprifuoco, quindi io avevo un po’ di tempo per starmene da solo. Salii alla Torre di Astronomia e mi appoggiai al parapetto con i gomiti.
Scorp, ma le vai dietro come un cagnolino! Si è stufata?
Le parole di Nate continuavano a ronzarmi in testa. Okay, Rose mi piaceva e molto. Litigare con lei era l’ultima cosa che avrei voluto, ma era davvero testarda. Testarda come solo una Grifondoro sapeva essere. Sentivo lo stomaco pesante e mi sentivo terribilmente stupido. Soffrivo per aver litigato con una ragazza che non fosse Cassidy. Ci ero cascata di nuovo.
 
Nonostante avessi detto a Rose che non l’avrei aiutata, sapevo che sarebbe andata a Londra comunque, quindi, appena uscimmo dal castello per andare ad Hogsmeade, incominciai a pedinarla, senza farmi vedere. Si guardava intorno, come se fosse sicura che qualcuno la stesse seguendo. Albus la avvicinò abbracciandola da dietro. Si scambiarono qualche parola, poi lui si allontanò, con una vaga traccia di delusione dipinta sul volto.
Rose imboccò una stradina laterale, accelerando il passo quando passò vicino a Lily insieme ad alcune sue amiche. Raggiunse un piccolo belvedere, dal quale si vedeva la Stamberga Strillante. Inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Stava per smaterializzarsi.
<< Rose!>> urlai, correndo verso di lei.
Aprì di scatto gli occhi e mi guardò in maniera furiosa.
<< Cosa diavolo stai cercando di fare?>>
<< Vado a Londra>> sibilò, allontanandosi da me di un passo. Ma perché anche quando era arrabbiata era così dannatamente carina?
<< Oh no, non lo farai>>
<< Sì che lo farò>>
<< No>>
<< Prova a fermarmi>> mi provocò.
<< Rose, non ti conviene…>>
Chiuse gli occhi e, ne ero sicuro, pensò a Londra.
 
Rose
 
Quando riaprii gli occhi ero a Londra. La mia Londra.
<< Porca Morgana>> sussurrò qualcuno al mio fianco. Mi girai. Scorpius era accanto a me, una mano sul mio braccio. Maledetta smaterializzazione congiunta.
<< Cosa ci fai qui?>> ringhiai, staccandomi da lui.
<< Provo a fermarti>>
Sbuffai. Era sempre così testardo? Domanda retorica: sì.
<< Beh non ci sei riuscito. Quindi puoi tornartene tranquillamente a scuola>> feci, incrociando le braccia al petto. Merlino, faceva freddo.
<< Io non me ne vado fino a che non vieni via anche tu>>
Feci finta di non sentire e aprii il portone davanti al quale mi ero smaterializzata, dove abitava Martah, sperando che se ne andasse. Invece, mentre salivo le scale, lo sentii seguirmi e roteai gli occhi. Mi fermai di fronte alla porta di Martah. Feci un respiro profondo,  chiedendomi se fosse giusto quello che stavo facendo, e suonai il campanello.
Dopo qualche secondo la porta si aprì. Martah rimase sulla soglia, una mano sulla maniglia, l’altra a coprire la bocca.
<< Rose?>> sussurrò, incredula.
Io annuii con un leggero cenno del capo, mentre sulle mie labbra si allargava un timido sorriso.
<< Oh-Mio-Dio!>> esclamò, abbracciandomi di slancio.
Sentii le sue lacrime bagnarmi le guance e il collo e non potei fare a meno di scoppiare a piangere anche io. Sapevo che Scorpius ci stava guardando, ma non mi interessava.
Si staccò, continuando a guardarmi come se fossi un miraggio.
<< Oddio… Oddio! Non ci posso credere>> balbettò, tamponandosi il viso con una angolo della maglietta. Poi si voltò verso il biondino dietro di me e aggiunse:<< Questo è il tuo ragazzo?>>
Io e Scorpius ci guardammo imbarazzati, arrossendo vistosamente entrambi.
<< No>> mi affrettai a negare << È solo un… amico>>
Lei alzò un sopracciglio, squadrandoci da capo a piedi:<< Entrate. Starete morendo di freddo>>
Ci scortò in salotto e ci fece accomodare sul divano. Era sempre uguale a come la ricordavo. Era, però, più magra e sotto gli occhi la pelle era più livida e tirata. Lei prese una sedia e la posizionò davanti a me. Prima di sedersi, chiese:<< Volete qualcosa?>>
Sia io che Scorp scuotemmo il capo. Avevo lo stomaco così sottosopra che non avrei potuto mangiare o bere niente senza vomitare.
<< Dove sei stata, Rose? Perché sei scappata di casa? Tua madre è disperata>>>
L’accenno a mia madre, anche se del tutto involontario, mi fece serrare la mascella così tanto da farmi male.
<< Appena lo verrà a sapere>>
<< Martah, no. Lei non deve sapere che sono stata qua>> dissi, con fermezza.
<< Ma Rosie…>> cercò di protestare.
<< No, Martah, no. Ora ti spiegherò tutto>>
 
Quando ce ne andammo, Martah mi abbracciò ancora, dicendomi che mi voleva bene. Le avevo raccontato tutto e lei, sebbene all’inizio fosse un po’ scettica, mi aveva creduto. E cosa più importante mi aveva capito e non mi aveva giudicato. Avevo tralasciato la parte sull’attacco alla scuola, perché lei, come mi aveva già detto Scorpius, non si ricordava nulla.
<< Bene, ora possiamo andare>> fece Scorp.
<< No che non possiamo>> ribattei, girandomi la sciarpa attorno al collo.
<< Rose, siamo già abbastanza in ritardo>>
<< Nessuno ti ha chiesto di accompagnarmi>> gli ricordai, acida.
Lui roteò gli occhi ed emise un leggero sbuffo:<< Dove vuoi andare?>>
<< A casa mia>>
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
Oddio! Eccomi qua! Intanto….. sono stra contentissima di tutte le recensioni! Ragazze, sul serio, volete farmi morire? Sto piangendo!
Passiamo alla nostra storia… beh c’è stato un piccolissimo incidente di percorso tra i nostri due pucciosi piccioncini (mi piace da morire dire pucciosi piccioncini u.u )
Ma vi prometto che si risolverà tutto. Fidatevi della Zia Ginny. Per qualche momento Rose/Ron dovrete pazientare ancora un pochino, ma come vedrete le cose si muoveranno (in qualsiasi campo). Questa è la mia pagina facebook :)
Non mi resta che ringraziarvi ancora, scusarmi con voi per il ritardo e dire “arrivederci al prossimo capitolo” :D
Un bacione
La vostra
Ginny

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Capitolo 11
*** Chapter ten ***


Ai miei compagni di classe,
che la mattina, prima di entrare
a scuola, ascoltano i miei scleri
sulla genesi dei sette nani.

 
CHAPTER TEN
 
Rose
 
Arrivati davanti a casa, esitai. Sapevo che Hermione non c’era, perché a quell’ora lavorava, ma avevo una strana sensazione. Quelle che ti vengono così all’improvviso, senza preavviso. Ti viene la pelle d’oca e ogni movimento intorno a te sembra sospetto.
<< Devo solo prendere una cosa>> feci, chinandomi per alzare lo zerbino. Le chiavi erano lì.
<< Stupida>> mormorai, mentre facevo scattare la serratura. La porta si spalancò lentamente, rivelando uno spettacolo raccapricciante. Il divano era rivoltato, i libri – una volta sugli scaffali – erano sparsi sul pavimento con le pagine stropicciate e spiegazzate. Anche la cucina era in quelle condizioni: i piatti e i bicchieri erano sbeccati o in frantumi, l’acqua strabordava dal lavandino.
Un brivido mi percorse la schiena. Lo stesso brivido che poco prima mi aveva detto che c’era qualcosa che non andava. Sfoderai la bacchetta e la tenni tesa davanti a me mentre avanzavo nel corridoio. Scorpius si affiancò a me, anche lui con la bacchetta levata. Sentirlo vicino a me m’infuse un nuovo coraggio.
Entrai nella mia stanza giusto in tempo per vedere qualcuno smaterializzarsi. La bacchetta mi scivolò dalle dita e rimbalzò a terra un paio di volte. Un suono ovattato e senza personalità.
<< Rose, lo hai visto?>> disse Scorpius, cingendomi la vita con un braccio, come se volesse fermarmi prima di una caduta. E ringraziai Merlino che l’avesse fatto.
<< S-Sì. L’ho visto>>
Respirai profondamente per una decina di secondi e solo quando mi fui ripresa mi resi conto dello stato in cui era quella che una volta era stata la mia camera.
I poster erano strappati, i libri a terra, l’armadio con le ante spalancate e i cassetti aperti, il letto sfatto, con il materasso praticamente sul pavimento.
Scorpius si accorse di aver trattenuto troppo la mano sul mio fianco e la spostò troppo velocemente perché non se ne fosse reso conto.
Mi avvicinai all’armadio e mi alzai sulle punte dei piedi per prendere una scatola, contenente il mio vestito per la festa di Dominique. Appena mi girai, notai un marchio disegnato sul muro. Una rosa stretta tra le spire di un serpente.
La testa cominciò a girarmi e la schiena mi fu percorsa da un brivido. Mi veniva da vomitare.
<< Andiamo, Scorpius. Ti prego, andiamo>>
 
Arrivati ad Hogsmeade mi resi conto di quanto fosse tardi. Il cielo era buio ed era ora di cena. Non saremmo mai potuti tornare ad Hogwarts.
<< Cosa facciamo adesso?>> sussurrai << COSA FACCIAMO ADESSO?!>>
Scorpius scoppiò a ridere. Una risata breve e divertita.
<< MI DICI PERCHE’ RIDI?>> domandai esasperata. Cosa c’era di divertente?
<< Attaccati al braccio>> disse porgendomelo.
 
Riapparimmo in una cantina polverosa, ma piena di ogni ben di Dio.
<< Beh, almeno non moriremo di fame>> osservai, accarezzando con lo sguardo tutto quella roba da mangiare.
<< E chi ha detto che dovremmo morire di fame?>> chiese, spostando alcune scatole.
<< Se non possiamo tornare ad Hogwarts fino alla prossima uscita>> dissi << Cosa facciamo?>>
Lui aprì una botola nel pavimento:<< Prima le signorine>>
<< Cos’è questa roba?>>
<< Bella domanda. Qualcuno lo chiama cunicolo, qualcun altro passaggio segreto. Io lo definisco “via verso la salvezza tra le mura di Hogwarts”>>
<< Davvero?>>
<< Già>>
Scorpius
 
Sembrava che la situazione tra me e Rose stesse lentamente tornando alla normalità. Il nostro litigio era stato come una medicina difficile da mandare giù. Ma piano piano il saporaccio scompariva.
Camminavamo una dietro l’altro, in religioso silenzio. Avevo aperto la Mappa del Malandrino – che Albus mi aveva gentilmente prestato – per controllare che la strada fosse libera. Anche se, a quell’ora, erano tutti in Sala Grande per la cena.
<< Cos’è?>> chiese Rose, con un accenno di timidezza nella voce, affiancandosi a me.
<< La Mappa del Malandrino>> risposi, mostrandogliela << Indica tutte le persone presenti tra le mura di Hogwarts; dove sono, dove vanno>>
<< Davvero? Forte!>> esclamò eccitata. Sbandò leggermente con l’andatura, scontrandomi :<< Scusa>>
<< Tranquilla>>
Avanzammo per una decina minuti, sempre in silenzio. Io la spiavo con la coda dell’occhio e la sorpresi più volte a guardarmi. Sorrisi soddisfatto di me stesso.
 
Una volta nel corridoio della Strega Orba Rose s’appoggiò al muro.
<< Morgana>> sospirò << Ho seriamente pensato che non sarei più tornata>>
<< Beh… io te lo avevo detto che andare non sarebbe stata la cosa migliore>>
Lei mi fulminò con lo sguardo. Okay, dovevo rimediare.
<< Ma ammetto che è andata piuttosto bene>> aggiunsi << A parte…>>
Rose sgranò gli occhi e mimò con le labbra “Ti prego non dirlo”. Non capivo perché non ne volesse parlare. Era come se volesse far finta che non fosse successo. Il problema era che quell’uomo che avevamo visto smaterializzarsi nella sua camera si era davvero smaterializzato nella sua camera e sapevamo entrambi che suo era anche il merito del caos in ogni camera.
Feci per chiudere la Mappa – chiudendo così anche il discorso – quando l’occhio mi cadde sul puntino raffigurante proprio il mio migliore amico. A pochi metri da noi. Insieme a Cassidy.
<< Ti fidi di me?>> chiesi, voltandomi verso Rose.
<< Cosa?>>
<< Ti fidi di me?>> ripetei, chinandomi su di lei.
Annuì poco convinta, tenendo gli occhi incastonati ai miei e appoggiandosi al muro.
<< Scusa>> sussurrai e feci quello che aspettavo dalla prima volta che l’avevo vista. Posai le mie labbra sulle sue e chiusi gli occhi. Dopo qualche secondo la sua bocca prese vita sotto la mia. La sua lingua danzava contro i miei denti, il corpo era pigiato contro il muro e le braccia abbandonate lungo il corpo. Se non dovessi respirare, pensai, continuerei all’infinito. Con una mano le sfiorai il collo. Albus e Cassidy ci superarono, abbassando la voce. Non appena se furono andati, mi staccai, inspirando profondamente. Rose aveva una mano sulla bocca e mi guardava con gli occhi sgranati. Poi…
<< Non farlo mai più!>> esclamò, tirandomi uno schiaffo.
La pelle mi formicolava, bruciava. Non capivo. Perché mi aveva tirato un ceffone? Insomma, l’avevo aiutata!
<< P-Perché?>> balbettai, portandomi una mano al viso.
<< Perché…>> lasciò la frase in sospeso e fece per andarsene. L’agguantai per il polso:<< Perché?>>
Ci guardammo qualche secondo negli occhi, poi lei distolse lo sguardo e io allentai la presa.
<< Grazie di tutto>> sussurrò.
 
 
 
 
 
Rose
 
Corsi su per le scale, fino alla Torre dei Grifondoro. Avevo solo voglia di buttarmi sul letto e piangere. Volevo piangere per quell’uomo che si era smaterializzato in camera mia, per aver coinvolto Scorpius, per aver risposto al suo bacio, per avergli tirato uno schiaffo.
Non ce la facevo più. Mi stesi sul letto. Le lacrime mi rigarono le guance. La pelle mi scottava. Il respiro era più affannoso. Mi sfiorai le labbra con le dita. Sentivo ancora la bocca di Scorpius sulla mia, il suo respiro sul mio viso. Gli avevo detto di non farlo mai più. E lo avevo detto con un tale tono di disprezzo che sembrava pure reale. Invece a me era piaciuto. Eccome se mi era piaciuto. Mi passai una mano sul volto. Non mi sentivo così viva da un sacco di tempo. Quando mi aveva baciato ero andata in fibrillazione. Ogni più piccola parte di me era come impazzita. Sentivo il cuore galopparmi ancora nel petto. Dovevo chiedergli scusa.
 
<< Dove sei stata ieri?>>
Furono queste le prime parole che sentii pronunciare la mattina appena sveglia. Non Buongiorno, Dormito bene? o qualcos’altro. Dove sei stata ieri?
<< ‘Giorno, Domi>> biascicai, la voce ancora impastata dal sonno.
<< Ripeto: Dove sei stata ieri?>> disse, puntandomi un dito contro. Non sembrava affatto contenta.
<< In giro per Hogsmeade>>
<< Da sola?>>
Mentii, annuendo con il capo, mentre andavo in bagno.
<< E come mai non ti ho vista rientrare?>>
<< Cosa ne so, Dom? Siamo un sacco. E non sono venuta a cena perché non mi sentivo molto bene>> spiegai << Ora possiamo andare a fare colazione? Sto morendo di fame>>
Scendemmo in Sala Grande e la prima cosa che feci fu guardare al tavolo di Serpeverde. Scorpius stava guardando, con espressione alquanto corrucciata, la sua tazza di latte. Mi sedetti vicino a Lily e cominciai a mangiucchiare qualcosa controvoglia. Non appena avevo visto Scorpius mi si era chiuso lo stomaco e la fame era sparita. Possibile che mi condizionasse così tanto? Rimasi una decina di secondi a fissare il piatto vuoto, poi capii che, fino a quando non avessi chiarito con il bel biondino, non sarei riuscita a fare niente. Mi alzai, nascosi le mani nelle maniche della felpa e mi avvicinai al tavolo di Serpeverde.
<< Scorpius, possiamo parlare?>> feci, cercando di sembrare il più disinvolta possibile. Sia lui sia Al sia Nate mi guardarono stralunati.
<< Da soli>> enfatizzai.
Si alzò e mi seguì fuori dalla Sala. Stava per dire qualcosa, ma lo fermai con un cenno della mano.
<< Senti, mi dispiace, okay? Non era mia intenzione tirarti uno schiaffo ieri sera, solo che… beh, mi hai preso alla sprovvista. Ti giuro, mi dispiace un sacco e ti sono grata per quello che hai fatto per me. Se non ci fossi stato tu sicuramente sarei ancora ad Hogsmeade a leccarmi le ferite, quindi… grazie>>
Lui mi fissò in silenzio. Dovetti distogliere lo sguardo, ero troppo in soggezione.
<< Scuse accettate>> dichiarò ad un tratto << A patto che tu accetti le mie. Non dovevo baciarti e non è stata di sicuro una delle mie idee migliori>>
<< Posso solo sapere perché lo hai fatto?>>
Scorpius sembrò pensarci un po’ su:<< Avevo visto arrivare Al sulla Mappa del Malandrino e, se ci avesse visto lì, dopo aver saltato la cena, si sarebbe fatto parecchie congetture e alla fine avresti dovuto raccontargli tutto. In più non ha capito che eri tu che stavo baciando, perché altrimenti in dormitorio mi avrebbe conciato per le feste>> e sorrise. Il sorriso più dolce del mondo.
<< Beh, allora grazie>>
<< Amici come prima?>> domandò.
<< Non lo so>> borbottai, pensosa. Lui s’incupì.
<< Stavo scherzando!>> esclamai, tirandogli un leggero pugno sul braccio.
<< Quindi posso contare ancora su di te per le ripetizioni di Aritmanzia?>>
<< Direi di sì>>
Mi abbracciò, sollevandomi da terra e scoppiò a ridere. Cominciai a ridere anche io. Quando mi posò, sentii qualcosa muoversi nel mio stomaco. E questa volta non erano i sensi di colpa.
 
Scorpius
 
Adesso che avevo fatto pace con Rose, la mia vita andava a gonfie vele. Nate era rimasto particolarmente deluso non vedendomi tornare dalla chiacchierata con Rose con un occhio nero, ma la sua concentrazione fu subito attratta da altro. Il sabato successivo sarebbe stato il compleanno di Dominique e lui voleva farle un bel regalo. Insomma, compiva diciassette anni. Diventava maggiorenne.
<< … e poi è un anno e due mesi che stiamo insieme. Deve essere qualcosa di grandioso>>
Io annuii distrattamente. Non era proprio il mio campo quello.
<< Chiedi ad Al>> gli suggerii, mentre andavamo al campo da Quidditch << È suo cugino. Di sicuro saprà darti qualche dritta>>
<< Scorpius, mi stupisce dirlo, sei un genio>>
Così eccoci lì, seduti nel dormitorio, in adorazione di un anello. Un gran bell’anello, non c’è che dire. Ma io avevo altro da fare, tipo: farmi una doccia, radermi, preparami per quella dannata festa in maschera. Ero un ragazzo impegnato.
<< Rimarrà senza fiato>> disse Liam, studiando il gioiello nella scatolina di raso blu. Fece per toccarlo, ma Nate gli schiaffeggiò la mano.
<< Non toccarlo!>> lo sgridò << Ho appena finito di lucidarlo>
<< Merlino, Nate!>> esclamai << Non è mica un anello di fidanzamento>>
Lui si riprese la scatolina e la mise in tasca, rimanendo in silenzio.
<< O per tutti i maghi! Dimmi che non è un anello di fidanzamento!>> lo pregai, alzandomi di scatto, con gli occhi sbarrati. Un simile ciocco da Nate Zabini potevamo pure aspettarcelo.
<< Non è un anello di fidanzamento, Scorp. Cosa vai a pensare! Solo che voglio fare bella figura>>
Mi risedetti, tornando a respirare più tranquillamente.
<< Beh la festa comincia tra un’ora, ragazzi. E non siamo ancora pronti. Sapete che Dominique odia i ritardatari>> ci ricordò Albus.
 
Arrivammo davanti alla Stanza delle Necessità giusto in tempo. Nello stesso momento arrivarono anche Lily e una sua amica, entrambe vestite da vampire.
<< Ciao Lils>> la salutò Al << Rose e Dominique sono già dentro?>>
<< Arrivano tra un po’. Lo sai che Domi odia i ritardatari ma ama farsi aspettare. I miei denti da vampiro sono messi bene?>> e fece un sorrisone.
<< Perfetti>> la rassicurammo.
<< Bene, allora entriamo>>
Non avevo mai visto la Stanza delle Necessità così affollata. I festoni pendevano da ogni parte, negli angoli e sul tavolo delle bevande troneggiavano grandi zucche intagliate e candele.
Tutti gli invitati indossavano un costume. Lorcan Scamandro ( o Lysander?) ci venne incontro. Evidentemente il costume più quotato era il vampiro.
<< Ragazzi, ma voi non siete vestiti da niente>> esclamò, fingendosi offeso.
<< Siamo vestiti da Gorgosprizzi. E visto che sono invisibili, il nostro travestimento non si vede>> risposi. Lui scoppiò a ridere e lo seguimmo a ruota.
Passarono una ventina di minuti, quando la musica si fermò e Lily annunciò:<< Ed ecco a voi la festeggiata, Dominique Weasley!>>
Esplose un applauso e Domi fece la sua comparsa sulla soglia. Indossava un vestito bianco, che le arrivava sopra le ginocchia, degli stivali del medesimo colore e un paio di ali candide. Sopra la sua testa risplendeva un’aureola dorata. Sorrise a tutti, poi si avvicinò a Nate, che la baciò.
<< Sei bellissima>> le sussurrò all’orecchio.
La musica riprese. Non avevo ancora visto Rose. Mi avvicinai al buffet, per prendere qualcosa da bere. C’era di tutto, ma preferii un po’ di Burrobirra.
<< Ne versi un po’ anche a me, per favore?>> chiese qualcuno di fianco a me. Mi girai e rimasi a bocca aperta. Rose indossava un vestitino rosso e degli stivali del medesimo colore, con un paio di calze a rete nere e i guanti di pizzo, anch’essi di quel colore. Aveva un cerchietto con delle corna rosse.
<< E tu saresti una diavoletta?>> chiesi, dopo essermi ripreso, versandole la Burrobirra.
<< Grazie… esattamente! Ti piace il mio costume?>> e fece una piroetta.
<< Bellissima>> le sorrisi.
Lei arrossì un po’ sulle guance:<< Tu non sei vestito da nulla>> esclamò, poi, puntandomi un dito al petto.
<< Sono vestito da Gorgosprizzo>> mi giustificai.
<< Molto originale>> commentò.
Cambiarono canzone. Dovevo invitarla a ballare. Non potevo perdere un’occasione del genere.
<< Rose ti va di ballare?>>
Quelle parole non le avevo pronunciate io. Michael Ross era lì, con un sorriso chilometrico stampato sul viso e le porgeva una mano.
<< Con molto piacere>> sorrise Rose e lui la trascinò sulla pista da ballo.
Li guardai ballare. Lei rideva e lui faceva cadere fin troppo spesso lo sguardo sulla scollatura.
Sentii qualcosa muoversi nel mio stomaco. Ci misi un po’ a capire, ma non c’era altra soluzione. Ero geloso marcio.
 
Rose
 
Michael ballava bene, ma avevo visto di meglio. Dopo duo o tre canzoni, però, non ce la facevo più.
<< Ehi amico, ti dispiace se ti rubo la dama?>> fece Scorpius, comparendo al mio fianco.
<< Non c’è problema>>
Quando se ne fu andata, gli sussurrai:<< E così balli?>>
<< Divinamente>>
<< Ed ecco che torna a fare il modesto>> lo punzecchiai.
<< Io dico solo la verità>>
Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere. Merlino, quanto mi sentivo bene. E Scorpius non mentiva. Ballava dannatamente bene.
<< Ti posso fare una domanda?>> chiesi.
<< Me l’hai già fatta>> rispose lui.
Gli diedi una spintarella:<< Dai, sul serio, posso?>>
<< Certo>>
<< Perché sei venuto a ballare con me?>>
Lui mi rivolse un sorrisone:<< Se ti dicessi che ero geloso mi crederesti?>>
<< No>>
<< Appunto>>
 
 
GINNY’S CORNER
 
ragazze :D eccomi qui con il decimo capitolo! Che velocità, eh?
Come ho già scritto sulla mia pagina facebook da ora in poi gli aggiornamenti avverranno ogni sabato sera (salvo imprevisti, come bivacchi o mie impossibilità fisiche o mentali :D )
Ringrazio TUTTE per le splendide recensioni e per i commenti positivi non meritati. Grazie. Grazie. Grazie.
Mi dispiace di aver deluso tutte coloro che si aspettavano un momento di confronto madre-figlia, ma vi prometto che arriverà :) per fortuna la nostra quasi-coppietta-felice ha fatto pace e avete visto? Si sono baciati *-*
Allora, premetto che la mia migliore amica mi ha insultato per ben due ore di storia, perché dice che questo bacio era uno spreco. Sarà stato pure uno spreco, ma ai piccioncini è piaciuto :)
( Ci, ti voglio bene )
cosa c’è da dire, ancora? Vi aspetto al prossimo capitolo. L’undicesimo *-*
Ancora un grazie enorme a chi ha commentato, a chi ha letto o a chi l’ha messa tra le seguite/ricordate/preferite.
Un bacione
La vostra
Ginny 

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Capitolo 12
*** Chapter eleven ***


Alla mia professoressa di italiano delle medie,
che mi ha insegnato tutto quello che so
e che mi ha fatto diventare la persona che sono.
 

 
CHAPTER ELEVEN
 
Rose
 
Adoravo il venerdì. Durante la mattinata avevamo le mie tre materie preferite – Difesa contro le Arti oscure, Trasfigurazione e Incantesimi – e un’ora buca.
Poi nel pomeriggio io e Scorpius ci trovavamo in biblioteca per le ripetizioni di Aritmanzia. Avevo capito subito che non aveva bisogno di aiuto. Era un ragazzo intelligente e il suo unico problema era la concentrazione. Glielo avevo fatto notare, ma a lui non interessava. Continuava a ripetere che, se a me non creava nessun problema, avrebbe voluto continuare, per evitare di distrarsi.
Io avevo accettato. Dalla festa non riuscivo a pensare ad altro. Scorpius. Scorpius. Scorpius. Mi ero resa conto di pensarci ad Erbologia. Non avevo sentito una sola parola di ciò che il professor Paciock aveva detto e avevo guardato al tavolo di Al, che era seduto tra i suoi due migliori amici.
Dominique mi aveva tirato una gomitata nel fianco e solo allora avevo realizzato: mi piaceva Scorpius Malfoy.
Continuai a pensare a questa cosa anche mentre correvo. Avevo raggiunto il campo da Quidditch per allenarmi un po’. Avevo fatto dello streching e poi corso per un’oretta. Mi sembrava stupido che mi piacesse qualcuno. Insomma, mi era già successo, ma era la prima volta che non avevo con chi parlarne. Di solito Hermione era la prima a saperlo. Mi ascoltava, mi consigliava e alla fine mi abbracciava. Era inutile fare finta di niente. Mi mancava. Ma non l’avevo ancora perdonata. Non ero ancora pronta a farlo. Mi aveva mentito su una cosa troppo, troppo, importante per me.
Mi fermai e cominciai a camminare, facendo dei respiri profondi. Controllai l’orologio. Mancavano due ore e mezza all’appuntamento con Scorpius e sarei riuscita a studiare qualcosa dopo essermi fatta la doccia. Feci comparire un asciugamano e mi tamponai il viso. Sistemai i capelli, alzando lo sguardo e solo quando vidi arrivare sette ragazzi vestiti di verde con le scope sulle spalle, mi accorsi dello stato pietoso in cui mi trovavo.
Raccolsi la borsa, buttandoci dentro le mie cose alla rinfusa:<< Merda. Merda. Merda.>>
Mossi qualche passo verso di loro e iniziò a piovere. Okay. Qualcuno lassù mi voleva male. Albus mi sorrise radioso:<< Rosie!>>
<< Ciao, Al>> ricambiai, poi mi rivolsi agli altri << Ciao, ragazzi>>
La pioggia continuava a cadere, ma nessuno ci dava peso ed ormai ero impresentabile. Mi soffermai ad osservare per qualche secondo di troppo Scorpius. Merlino! Con i capelli bagnati, la maglia scola appiccicata al corpo – che metteva in evidenza i suoi già evidenti addominali – e quel ghigno divertito sulle labbra era irresistibile.
<< Vi allenate?>> chiesi, spostando a fatica lo sguardo dal bel biondino. Domanda retorica e del tutto inutile. Sapevo benissimo che si dovevano allenare – Scorpius me lo aveva detto – ma in qualche modo dovevo cambiare discorso.
<< Sì. Anzi dobbiamo andare. Ci fai perdere tempo prezioso>> e ammiccò. Gli diedi una leggera spintarella, ridendo. Lui mi scoccò un bacio sulla guancia e si allontanò, seguito dal resto della squadra. Scorpius rimase lì, a guardarmi:<< Corri anche con il brutto tempo?>>
<< Vi allenate anche con la pioggia?>>
<< Touchè>> sorrise. Rimanemmo in silenzio, scrutandoci a vicenda. Ad un tratto mi prese la mano, la mise palmo contro palmo con la sua e cominciò a giocherellarci.
<< Ci vediamo dopo>> sussurrò e raggiunse i suoi compagni di squadra.
Io rimasi a guardarlo, mentre si allontanava: l’andatura sicura, la testa china in avanti e la scopa poggiata su una spalla.
 
Scorpius
 
Aveva continuato a piovere per tutto il l’allenamento, ma ci eravamo abituati e, comunque, non avremmo potuto saltarlo, perché la settimana seguente ci sarebbe stata la prima partita del campionato, noi contro Corvonero. Con la scopa sulle spalle mi diressi bagnato fradicio verso gli spogliatoi. Riposi al suo posto la mia Firebolt 4002 e mi feci un a doccia. Nate cantava in falsetto, mentre si insaponava i capelli:<< Hogwarts / Hogwarts / Cara vecchia Hogwarts>>
Uscii dalla doccia con l’asciugamano intorno alla vita e solo in quel momento mi resi conto che Albus era rimasto seduto sulla panca in boxer. Si guardava le mani, assorto.
<< Ehi, tutto bene?>> chiesi, cominciando a frizionarmi i capelli con un asciugamano.
 << Sì>> fece << È che ti devo dire una cosa>>
Sembrava preoccupato e subito mi pervase l’idea che avesse scoperto di me e Rose o, peggio, del fatto che qualcuna la stesse cercando.
<< HobaciatoCassidy!>> esclamò ad un tratto, così velocemente che non afferrai una parola e doveva averlo capito dalla mia espressione, perché ripetè:<< Ho baciato Cassidy>>
Io rimasi in silenzio, stupito da quella confessione. Così dopo sei mesi ce l’aveva fatta!
<< Finalmente!>> esordii infine, sorridendo.
Lui si rilassò, passandosi una mano tra i capelli:<< Meno male. Temevo che mi avresti ucciso>>
<< Per così poco? Era il momento, Al. Altrimenti sarebbe continuata all’infinito>>
<< È solo che… stiamo insieme, ora?>> mi domandò. Lo guardai come se mi avesse appena detto che era andato a farsi un bicchiere con un Ricciocorno Schiattoso ai Tre Manici di Scopa.
<< A me lo chiedi?>>
Lui arrossì, imbarazzato.
<< Glielo hai già chiesto?>> continuai.
<< No, ma…>>
<< Allora devi renderlo ufficiale>> lo interruppi. Lui annuì con un vigoroso cenno del capo, sorridendo radioso. Sarebbe stato fantastico trovare la voce per dire “Io invece ho baciato tua cugina”, ma non vi riuscii. E mentre Al se ne andava a fare la doccia, io mi persi nel ricordo di quel bacio.
 
Arrivai in biblioteca con un leggero anticipo, perché non vedevo l’ora di incontrarla di nuovo. Infatti lei era già lì, seduta al solito tavolo vicino alla finestra, china su un libro. Mi dava la schiena, i lunghi capelli rossi lasciati sciolti sulle spalle. Mi avvicinai di soppiatto e appena fui abbastanza vicino mi accostai all’orecchio:<< Ciao!>>
Lei sobbalzò sulla sedia, soffocando un grido:<< Scorpius Malfoy!>> urlò sottovoce << Fallo un’altra volta e ti prometto che sarà l’ultima volta che vedrai la luce del Sole>> minacciò, guardandomi storto.
<< Non lo farò più, promesso>> giurai.
<< Bene>> sorrise << Comunque, ciao>>
Sorrisi a mia volta.
<< Dunque, sei pronto per due intense ore di Aritmanzia?>>
<< Devo proprio essere sincero?>>
<< Ovviamente no>>
<< Beh, allora sono entusiasta>>
 
Rose chiuse rumorosamente il libro, per poi cominciare a tirare dei leggeri colpi con la fronte sulla copertina:<< Non – ce – la – faccio – più>>
Ogni parola era scandita da una testata.
Mi trattenni dallo scoppiare a ridere per educazione, ma era davvero una scena comica. Stava per ricominciare, ma io la fermai, bloccandole la testa con una mano.
Lei sbadigliò e solo allora mi resi conto del ritardo. Altro che due ore! Ne avevamo fatte quasi tre e mezza. Il fatto era che erano – letteralmente – volate. Quando stavo con Rose il tempo si fermava e tutto restava in secondo piano.
<< Morgana!>> esclamò << È tardissimo! Ma cosa ci è passato per la testa? Uff.. non possiamo neanche andare a cena>> si lamentò, mettendo tutto nella borsa << E io ho fame>>
<< Ti andrebbe un pic-nic alla Torre di Astronomia?>>
 
Rose
 
Sta scherzando, mi dissi, guardandolo scettica con un sopracciglio alzato.
Invece non scherzava affatto. Mi aveva afferrato per mano, trascinandomi per le scale, fino a che non era arrivato davanti ad un quadro raffigurante una ciotola d’argento colma di frutta. Aveva fatto il solletico alla pera, che – dopo essersi contorta ridacchiando – si era trasformata in una maniglia verde. L’aveva afferrata ed eravamo entrati… nelle cucine! Tanti piccoli elfi domestici – tutti graziosamente vestiti con un grembiulino di pizzo – con occhi grandi come palline da tennis ci vennero incontro con vassoi stracolmi di biscotti, pasticcini ed altre leccornie. Alcuni ci avevano offerto della Burrobirra. Fatto sta che eravamo tornati alla Torre di Astronomia con ogni ben di Dio e ce li stavamo gustando seduti su una coperta.
<< Come è andato l’allenamento?>> gli chiesi, mentre con un colpo di bacchetta facevo evanescere tutto, eccetto la coperta.
<< Molto bene>> rispose, con aria soddisfatta << Quest anno saremo noi a vincere il campionato>>
<< Ed ecco che torna a fare il modesto>> scherzai.
<< È la pura verità>> disse, alzando le mani come per giustificarsi.
<< Contro chi giocate la settimana prossima?>>
<< Corvonero. Ma come fai ad essere così ben informata?>>
<< Albus>> mentii. A dire la verità mi ero informata bene su tutto il campionato, soprattutto sulle partite giocate dal Serpeverde, perché ero decisa a non perdermene nemmeno una.
<< Quindi farai il tifo per me?>> domandò, avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Mi sentii avvampare, ma mantenni – o almeno ci provai – un tono di voce controllato:<< Non so. Dimmi qualche motivo per cui dovrei>>
<< Perché sono dannatamente bravo, sofisticato, attraente, affascinante e…>> lasciò in sospeso.
<< E…>> lo incalzai.
<< Lascia perdere>> e si allontanò, distogliendo lo sguardo. Avrei voluto che mi baciasse. Merlino, quanto avrei voluto!
<< Vieni>> continuò, alzandosi e, prendendomi per le mani, mi tirò su << Ti accompagno>>
 
Entrai in dormitorio con un sorriso chilometrico stampato sulla faccia. Mi sentivo così maledettamente bene!
<< Dove sei stata?>> chiese Dominique, alzando gli occhi dalla rivista (Strega Moderna) che stava leggendo.
<< In biblioteca>> mentii, indicando la tracolla << Avevo dei compiti da finire>>
Lei annuì distrattamente e ricominciò a leggere:<< Anche Scorpius non c’era>> aggiunse. Io mi stavo sbottonando la camicia e mi fermai.
<< Mi sono accorta che quando manchi tu, casualmente manca anche lui>>
Disse tutto questo con una certa non-chalance , il che mi ghiacciò il sangue nelle vene.
<< Sarò molto concisa e diretta>> proseguì << Tra voi c’è qualcosa?>>
Il cuore mi salì in gola e sentii le mani tremare. Dovevo essere diventata del colore del copriletto. Bordeaux.
<< No>> risposi. Ed era la verità. Non c’era niente, se non una stupenda amicizia << Passiamo molto tempo insieme. Tutto qui>>
<< Me ne sono resa conto. Rosie, ti prego. Dimmi la verità. Sai che a me puoi dire tutto>> e battè la mano sul materasso, per invitarmi a sedere.
<< Da dove vuoi che cominci?>>
<< Non so. Tipo dove siete stati tutto questo tempo?>>
<< Gli do una mano con Aritmanzia e ogni venerdì ci vediamo per queste “ripetizioni”>> mimai le virgolette con le dita << E oggi abbiamo sforato un pochino. Beh un po’ tanto, a dire la verità. Comunque… era troppo tardi per venire a cena, così mi ha portato sulla Torre di Astronomia e abbiamo fatto una specie di pic-nic>>
<< E oltre al “pic-nic” c’è stato dell’altro?>>
La guardai un po’ senza capire, poi arrossii, afferrando ciò a cui alludeva.
<< ASSOLUTAMENTE NO!>> esclamai << Tra noi non c’è niente, te lo posso giurare>>
<< Ma a te lui piace>>
<< Si vede così tanto?>>
Annuì con il capo e io sospirai. Perfetto. Non potevo avere una cotta, che lo veniva a sapere il mondo intero.
<< Al lo sa?>> domandai.
<< Figurati! Al è già parecchio sbadato di suo e ora non stacca gli occhi da Cassidy per nessun motivo. Non se ne accorgerebbe neanche se tu e Scorpius vi baciaste sotto il suo naso>>
<< Sicura?>>
<< Al centouno per cento>> mi assicurò << Sono contenta che ne abbiamo parlato>>
Sorrisi:<< Anche io>>
<< Pensavi di tenermelo nascosto ancora per molto?>> s’informò.
<< Beh… l’intenzione era quella di non dirlo a nessuno>> confessai. Lei scoppiò a ridere e io la seguii a ruota.
<< Buona notte, Rosie>>
<< Buona notte, Domi>>
 
La mattina dopo mi sentivo decisamente meglio. Avevo un peso in meno sullo stomaco e comunque Dominique non faceva strane allusioni sul bel biondino ogni volta che passava, e per questo le ero grata. Non avevo voglia di studiare, così agguantai i libri che avevo preso in prestito in biblioteca e andai al campo da Quidditch a leggere. Erano tutti libri di Erbologia. Da quando ero tornata da Londra il simbolo della rosa stritolata tra le spire di un serpente era vivido nella mia testa. Ero consapevole del fatto che mi stessero cercando, sarebbe stato stupido cercare di ignorarlo, quindi avevo deciso di fare una ricerca. Avevo cercato un po’ di libri sulle piante e mi ero messa alla ricerca della Rosa Nera, ma, nonostante la mia buona volontà, non avevo trovato un gran che.
La Rosa Nera era estremamente rara e, data la sua poca durata, non vi erano molte notizie sul suo conto. Cominciai a sfogliare parecchi libri, ma l’unico che aveva cominciato a dire qualcosa sulle sue proprietà mancava della pagina che mi interessava.
 
La Rosa Nera, anche chiamata la Rosa del Peccato, fiorisce ogni settecento anni. Tutti i suoi petali prendono fuoco appena si schiudono, eccetto uno. Il petalo di Rosa Nera viene solitamente fatto essiccare, per poi essere frantumato e utilizzato in alcune delle pozioni più potenti. Il petalo viene anche raramente impiegato nella fabbricazione di bacchette. Le bacchette contenenti questo nucleo sono adatte
 
A questo punto la pagina era strappata. Delusa, chiusi con forza il libro e strinsi forte la mano intorno alla mia bacchetta. Chiunque mi stesse cercando, ne ero sicura, voleva impossessarsene.
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Holaaaaaaa! Ho deciso di aggiornare venerdì, perché domani sera sarò impossibilitata (festa di compleanno -.-)
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento :) Rose ormai è cotta a puntino, m li farrò rimanere sulle spine ancora per un po’.. muahahahahaha!
Grazie a tutti per le recensioni :D
Un bacio grande e al prossimo aggiornamento
Ginny 

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Capitolo 13
*** Chapter twelve ***


 A voi,
che mi date la forza di continuare
ad andare avanti.

 

 
CHAPTER TWELEVE
 
Rose
 
Era arrivato il fatidico giorno della sfida tra Corvonero e Serpeverde. Non avevo mai visto una partita di Quidditch in vita mia, escludendo gli allenamenti delle Serpi.
Già dai giorni prima a scuola c’era una certa euforia, ma quella mattina la tensione era palpabile.
Io e Dominique – che era completamente vestita di verde e argento – scendemmo in Sala Grande per la colazione. Le due squadre erano sedute ai rispettivi tavoli con indosso la divisa. Vi era uno strano silenzio, interrotto soltanto dal rumore delle posate contro i piatti, dei bicchieri posati troppo bruscamente sul tavolo.
Scorpius e Nate ci salutarono con un cenno della mano e un mezzo sorriso. Erano tesi anche loro. Si poteva vedere benissimo.
<< Ciao Rosie, ciao Dom>> ci salutò Cassidy, andando verso l’entrata. Noi rispondemmo con un ampio sorriso. In quel momento Albus s’alzò in piedi sulla panca e gridò:<< Posso avere un attimo di attenzione?>>
Scese e raggiunse Cassidy davanti alla porta. S’inginocchiò, le prese le mani tra le sue e disse:<< Se lo faccio davanti a tutta la scuola è perché tengo a te più di ogni altra cosa al mondo>>
Cass arrossì, ma mantenne lo sguardo incastonato a quello di Al:<< Non mi stai chiedendo di sposarti, vero?>>
Lui scoppiò a ridere e a quel punto le lacrime le rigarono le guance.
<< Cassidy Hamilton, vuoi diventare la mia ragazza?>>
<< Si… si e si!>> esclamò.
Albus si alzò e si fece baciare, rispondendo poi con tanto entusiasmo che la sollevò da terra.
La Sala Grande scoppiò in un applauso fragoroso, mentre loro continuavano a baciarsi, sorridendo uno sulle labbra dell’altra.
<< Non aspettarti, però, che io faccia il tifo per Serpeverde oggi>> gli disse, ancora abbracciata a lui e ridendo uscirono dalla Sala mano nella mano.
Nate aveva raggiunto Dominique e anche loro se ne andarono. Io, felicissima per tutto quello che era successo, mi affrettai a fare lo stesso.
<< Scappi già?>> domandò qualcuno alle mie spalle.
Mi girai, sapendo a chi appartenesse quella voce. Scorpius era lì con le labbra incurvate in uno splendido sorriso.
<< Sì, volevo andare a prendermi uno dei posti migliori>>
<< Quindi hai deciso per chi tiferai?>>
<< Non lo so. Ho ancora dei dubbi>> dissi, facendo finta di pensare.
Lui si sciolse la sciarpa da intorno al collo e me la posò sulle spalle:<< In caso decidessi di tifare per me>> e mi scoccò un bacio sulla guancia.
 
Eravamo tutti sugli spalti. Avevo cambiato il colore del mio maglione da nero a verde e affondai il viso nella sciarpa che mi aveva dato Scorpius. Aveva il suo profumo.
Le due squadre scesero in campo. Scorpius volse lo sguardo verso la platea e quando mi vide sorrise. Io ricambiai, indicando la sciarpa.
Dominique mi tirò una gomitata e sorrise maliziosa:<< Come vanno le cose tra voi?>>
<< Al solito… al solito…>>
<< Quella è sua?>>
Ci misi un po’ a comprendere ciò a cui alludeva e arrossii:<< Sì. Me l’ha data prima>>
<< Capisco…>> e tornò a guardare il campo, con uno strana espressione sul viso.
 
Scorpius
 
Claire Jordan, la figlia del leggendario cronista Lee Jordan, commentava esaltata la partita. Era sempre stata una ragazza un po’ particolare e sembrava scrutare tutti dai suoi occhiali dalla montatura quadrata.
<< E Serpeverde, con uno splendido tiro del suo capitano Scorpius Malfoy, aumenta la distanza dai Corvonero. Siamo ottanta a venti, ma se il cacciatore dei Corvi prenderà il Boccino potrebbe chiudere la partita con un trionfo>> urlò Claire nel microfono.
Io lanciai uno sguardo a Al, che volava qualche metro sopra di me. Non si sarebbe mai fatto soffiare il Boccino. Non dopo quello che era accaduto a colazione.
<< Oh oh, il cercatore di Serpeverde, Albus Potter, sembra aver visto qualcosa>> trillò Claire << Ed eccolo che si butta a capofitto! Il cercatore di Corvonero, Marc Colly, lo segue a ruota, ma sarà veloce come la Serpe?>>
Mi voltai a guardare Al, che schizzava veloce verso il Boccino. Mancavano pochissimi centimetri…
<< E Albus prende il Boccino! Serpeverde vince la prima partita della stagione duecentotrenta a venti!>>
Dalla curva verde e argento si levò un grido di gioia. Alzai lo sguardo su Rose, che stava sventolando la sciarpa con un bellissimo sorriso dipinto sul volto. Al alzò il boccino al cielo indicando Cassidy, che arrossì. Nate volò sugli spalti, raggiungendo Dominique e la baciò. Io rimasi lì come uno stupido, a guardare la ragazza per cui, era inutile negarlo, avevo perso la testa.
 
La festa post-partita procedeva tra gli schiamazzi e le risate. Dominique e Nate avevano organizzato tutto nei minimi dettagli. L’unico dettaglio che non avevano curato era Rose. L’avevo praticamente pregata di venire e lei aveva accettato. Potevo considerarlo uno pseudo-appuntamento?
Avevo guardato la porta con così tanta insistenza, che mi stupii del fatto che non si fosse ancora consumata.
<< Merlino, Scorpius, questa è stata in assoluto una delle migliori partite che avete giocato, sul serio>> si congratulò con me Claire, scrutandomi da sotto i suoi occhiali.
<< Grazie, Claire>> sorrisi << E come sempre ottima telecronaca>>
Lei divenne bordeaux:<< Oh grazie! Ora vado a congratularmi con Al. Ci vediamo>>
<< Claire, aspetta. Hai mica visto Rose?>>
<< Williams?>>
<< Esatto>>
<< L’ho vista tornare in Dormitorio, ma non l’ho vista venire in qua>> rispose << Mi dispiace>>
<< Non importa>>
Stavo cominciando ad essere inquieto: e se mi aveva dato buca? Dom mi aveva assicurato che sarebbe arrivata, ma io non l’avevo ancora vista. In compenso Holly Goyle aveva visto me e mi si era letteralmente buttata addosso.
<< Sai che hai proprio giocato bene, Scorpiuccio?>> mi disse, avvicinando la sua orrida faccia da carlino alla mia. E già, sua madre era proprio Pansy – faccia da carlino – Parckinson.
<< So di aver giocato bene, Goyle. Non ho bisogno che me lo dica tu>> ribattei brusco, scostandomi. Lei non si perse d’animo, continuando con le sue moine:<< Se vuoi una di queste sere possiamo fare qualcosa di interessante>>
Lanciai un’occhiata all’entrata e proprio in quel momento comparve Rose. Sorrisi istintivamente e con piacere notai che aveva ancora la mia sciarpa avvolta intorno al collo. Lei mi scorse e fece per sorridere a sua volta, quando le sue labbra si curvarono in una smorfia di delusione mal celata. Fece dietro-front e uscì da dove era appena arrivata.
<< Allora?>> insistette Holly.
<< Avrò da fare una di queste sere>> e me ne andai, scrollandomela di dosso.
Uscii, accompagnato dal gracchiare irritante della Goyle:<< Scorpiuccio!>>
Corsi per i corridoi deciso a trovare Rose a qualunque costo e sperai vivamente che non fosse tornata al suo dormitorio.
Camminai ancora un po’, quando la scorsi appoggiata con i gomiti al balconcino di pietra della finestra. Aveva il respiro affannato e creava delle nuvole di vapore sul vetro.
<< Rosie, senti…>>
<< Non ti devi giustificare, Scorpius, davvero. Solo…>> fece un respiro profondo << La prossima volta non insistere così tanto, se hai di meglio da fare>>
Rimasi colpito da quelle parole. Avevo abbastanza esperienza con le ragazze da capire quando erano gelose, e in quel momento Rose sembrava aver appena detto “Sono gelosa marcia”. Evitai di dirlo, però, per non aggravare la mia situazione.
<< Quello che hai visto… dimenticalo. Holly Goyle ci prova con me dal primo anno, fa così sempre quando è mia presenza. E ti assicuro che è snervante. Io ci tenevo davvero che tu venissi>>
<< Ti avevo detto di non giustificarti…>> mi fece notare.
<< Lo so, ma ero troppo nel torto per non farlo>>
Si voltò, sorridendo.
<< Sono perdonato?>>
<< Direi di sì>> mi concesse. Poi aggiunse << Scorpiuccio, eh?>>
<< Non cominciare>> e scoppiammo a ridere entrambi.
 
Tornai in dormitorio con uno stupidissimo sorriso stampato sulle labbra. Dovevo dire ad Al che ero innamorato di Rose. Forse innamorato era un’esagerazione, ma ci ero veramente vicino.
<< Al, ti devo dire una cosa>> esclamai, non appena lo trovai.
<< Oh, anche io ti devo dire una cosa!>> gridò lui irritato << Sai cosa mi ha appena confessato Michael? Eh, lo sai? Che gli piace Rose! Per le mutande di Merlino! Rose! Mia – cugina! E non gli piace solo un pochino! Gli piace molto al ragazzo! E la sai la cosa più sorprendente di tutte? Eh, la sai? Mi ha chiesto di aiutarlo a sedurla! Ma si è bevuto il cervello?>>
Mi lasciai cadere sul letto. Mi sentivo come una di quelle navi di Battaglia Navale, un gioco Babbano che mi aveva insegnato Albus, con il quale ci divertivamo durante le lezioni. Colpito e affondato.
<< Comunque>> riprese scocciato << Cosa dovevi dirmi?>>
<< Niente…>>
 
Rose
 
Odiavo Holly Goyle. Oh sì, la odiavo con tutta me stessa.
Mi ero concentrata sul suo impegnativo lavoro di ciglia, con il quale cercava di ammaliare Scorpius, con scarsi, anzi oserei dire inesistenti, risultati; sul suo eccessivo ondeggiare dei fianchi, quando passava accanto al bel biondino. Il risultato? Ero dovuta correre in bagno per un imminente principio di nausea.
Non riuscivo a credere che ci fosse qualcuno di così… così… non trovavo le parole.
Sminuzzai in tanti, minuscoli pezzettini l’omelette nel mio piatto, facendo stridere le posate sul piatto.
<< Ehi, Rosie, tutto apposto?>> chiese Dominique, notando l’energia da me impiegata per compiere un gesto così semplice.
<< Oh sì, benissimo. Proprio bene>> feci sarcastica << Lei e quella maledetta faccia da carlino>> mormorai fra i denti.
Dominique scoppiò a ridere:<< Ce l’hai con Holly Goyle?>>
<< Sì, terribilmente>>
<< Cos’ha fatto la povera Miss Faccia da Carlino?>>
<< Ronza intorno a Scorpius, ecco cosa fa>> e allontanai da me il piatto. Mi era passata la fame.
<< Ma se lui neanche la calcola>>
<< Lo so…>>
<< Rose! Indovina!>> esclamò Albus, sedendosi di fronte a me.
<< Cosa devo indovinare?>> chiesi, leggermente scocciata.
<< Verrai a casa mia per le vacanze di Natale!>>
<< Cosa?>>
<< Hai sentito. Verrai a casa mia per le vacanze di Natale. Mamma mi ha appena inviato una lettera>> e mi tese una pergamena.
 
Godric’s Hallow
Caro Al,
certo che Rose può venire per le vacanze di Natale, soprattutto se non ha nessuno con cui passare le feste. Sai che per i tuoi amici le nostre porte sono sempre aperte. Non vedo l’ora di conoscerla.
A proposito di vacanze. Ho parlato con Astoria e mi ha detto che Scorpius verrà da noi il 25.
Non vedo l’ora di rivederti.
Salutami Lily.
Un bacione
 
Mamma
 
<< V-Verrà anche Scorpius?>> balbettai incredula.
<< Certo! È il mio migliore amico. Cerco di salvarlo da quella “famiglia” che si ritrova>>
<< Capisco..>> sussurrai.
<< E soprattutto incontrerai di nuovo Ron. Così gli potrai raccontare tutta la verità>>
La verità. Quelle due parole pronunciate con così tanta naturalezza mi fecero seccare la gola. La verità. Era da quando avevo scoperto di essere figlia di Ron, che avrei voluto gridare al mondo intero che lui era il mio papà. Il solo pensiero mi fece sorridere. Mi alzai e raggiunsi Al dall’altra parte del tavolo.
<< Grazie>> gli sussurrai, abbracciandolo.
 
L’ora di Erbologia finalmente finì. Avevo preso appunti durante tutta la lezione, pensando che così il tempo fosse passato più velocemente. Il fatto era che continuavo a volerne sapere di più sulla mia bacchetta e soprattutto sulla Rosa Nera.
Infilai tutto nella tracolla e mi avvicinai al professor Paciock, che stava mettendo a posto i suoi attrezzi.
<< Professore, potrei farle una domanda?>>
<< Oh Rose. Sì, dimmi tutto>> fece lui, avvicinandosi al banco di lavoro.
<< Volevo chiederle un favore. Lei, essendo un professore di Erbologia, ha molti libri sulle piante, no?>>
<< Certo. Direi tutti quelli in circolazione>> rispose lui con un sorriso.
<< Fantastico!>> esclamai, per poi ricompormi << Quindi se le chiedessi qualche lettura sulla Rosa Nera lei potrebbe consigliarmi qualcosa>>
Il sorriso gli morì sulle labbra, e, per la prima volta da quando avevo messo piede a Hogwarts, lo vidi completamente serio.
<< Come fai a sapere della Rosa Nera, Rose?>>
<< Beh…>> tentennai. Il suo sguardo non mi piaceva per niente << Vede, il nucleo della mia bacchetta contiene proprio un petalo di Rosa Nera e volevo saperne un po’ di più… tutto qui. L’unico libro che avevo trovato, però, manca di una pagina>>
Sembrò rilassarsi un pochino:<< Va bene. credo di poterti dare qualcosa di utile. Questo>> e si chinò sotto il bancone, per poi riemergere con un grosso tomo polveroso tra le mani << È il solo libro che tratta in maniera accurata la Rosa Nera. Puoi riportarmelo quando vuoi>>
<< Grazie mille>> sorrisi e feci per andarmene, quando:<< Rose!>>
<< Sì, professore>>
<< Chiunque si sia messo sulla strada della Rosa Nera ha avuto dei problemi. Ricordatelo>>
Io annuii con serietà e poi uscii dalla serra. Rabbrividii. Faceva veramente freddo.
<< Un altro libro, Rose? Sei insaziabile>> commentò Scorpius, apparendo alle mie spalle divertito << Ti dai all’Erbologia, adesso?>>
<< No, mi serve per capire cosa è successo a Londra>>
Era la prima volta che ritoccavamo quell’argomento. Tutte le volte che lui ci provava, io cambiavo sempre discorso.
<< Sai perché quell’uomo era a casa tua?>> chiese interessato.
<< Non ne sono certa, ma ho una teoria>> e cominciai a sfogliare il libro. Ci dirigemmo, quasi inconsciamente, alla Stanza delle Necessità. Una volta dentro sprofondammo in due poltrone di velluto.
<< La mia bacchetta ha il nucleo formato da un petalo di Rosa Nera>> gli confessai, continuando a sfogliare velocemente le pagine.
<< Non ne ho mai sentito parlare>>
<< È un fiore estremamente raro. La stragrande maggioranza dei maghi ne ignora l’esistenza. Ecco! Ho trovato : La Rosa Nera,>> cominciai a leggere <<anche chiamata la Rosa del Peccato, fiorisce ogni settecento anni. Tutti i suoi petali prendono fuoco appena si schiudono, eccetto uno. Il petalo di Rosa Nera viene solitamente fatto essiccare, per poi essere frantumato e utilizzato in alcune delle pozioni più potenti. Questo era anche nell’altro libro>>
<< Vai avanti>> m’incitò lui.
<< Le bacchette contenenti nucleo di petalo di Rosa Nera, assai rare, sono incredibilmente più potenti delle altre. Sono in grado di far vedere, al possessore, cose impossibili ad altri maghi; di far compiere ai loro Patronus oltre ai soliti “compiti” – quali respingere i Dissennatori e portare messaggi – anche altre funzioni; di far compiere ad altri individui azioni e gesta fortemente desiderate dal possessore della bacchetta e chissà quante altre cose… è orribile>>
Scorpius si avvicinò a me e mi circondò le spalle con un braccio:<< È orribile se in mano alle persone sbagliate>> mi sorrise.
Io cercai di ricambiare, anche se non ero del tutto certa che fosse risultato qualcosa di gradevole.
<< Quindi tu pensi…>> cominciò.
<< … Che chi era in camera mia cercasse la mia bacchetta. Esatto>>
<< È bizzarro. Insomma, perché adesso? Perché non appena uscita da Olivander, o ancora prima che fosse stata venduta?>>
<< Credo>> ipotizzai << che voglia vincermela. È la bacchetta che sceglie il mago, e non viceversa. Se però mi fosse stata vinta, questa sarebbe passata al vincitore>>
Lui annuì, pensoso. Poi disse:<< Dovresti parlarne alla McGrannit>>
<< Oh no!>> negai << Incomincerebbero a fare indagini sul mio conto e alla fine giungerebbero ad Hermione. No, no e no>>
Lui non protestò e tornò a sedersi sulla poltrona.
<< Ho saputo che vai a casa di Al, per Natale>> cambiai argomento, chiudendo il libro e rimettendolo nella borsa.
<< Esatto. Mi salva dalla mia pseudo-famiglia>> spiegò con un sorriso.
<< Non vai d’accordo con i tuoi?>>
<< Diciamo che non vado d’accordo con mio padre. Non la pensiamo allo stesso modo su molte cose. Mentre con mia madre va tutto alla grande. È una donna in gamba, con la mente aperta e non è fissata con la faccenda della “Supremazia Purosangue”>>
<< Le vuoi molto bene>> commentai, con dolcezza.
<< È la mia ancora. Non so cosa farei senza di lei>> confessò, arrossendo. Era terribilmente tenero e il mio stomaco si contorse, respingendo l’istinto di correre ad abbracciarlo.
<< Vengo anche io da Al>> gli dissi.
<< D-Davvero?>> domandò stupito, mentre un sorriso gli nasceva sulle labbra.
<< Sì. Lo ha già detto ai suoi genitori e loro hanno accettato. Sono felicissima>>
<< Anche io sono felice per te>>
 
 
GINNY’S CORNER:
 
Buona sera lettori!
Quanto tempo è che non aggiorno? Una vita più o meno. Mi dispiace, scusate!
Comunque, vi è piaciuto il capitolo? Sono successe un po’ di cose. Cominciate finalmente a capire un po’ di più? Spero di sì. Finalmente Al ha dichiarato il suo amore ai quattro venti (mi sono divertita un sacco a descrivere quel momento, dovevate vedere il film mentale che mi stavo facendo xD). Scorpius e Rose ormai sono cotti a puntino, ma dovrete aspettare ancora un pochinino (quattro capitoli al massimo) perché tutto inizi a quadrare. Invece per chi mi chiede un momento Ron/Rose/Hermione dovrà attendere più poco. Ma non vi annuncio niente… muahahahahahaha!
Sabato sera dovrei riuscire a postare i famosi disegni :D ammettetelo, non aspettate altro xD per vederli questa è la mia pagina facebook.
Siamo arrivati a 100 recensioni! Wowowowowowowow! Cosa è successo? xD
Grazie mille, davvero. Mi sono sentita importante.
Ora vorrei dedicare un po’ di spazio ad una recensione che mi è arrivata e che mi ha fatto molto piacere ricevere:
 
La storia è bella, originale, scritta bene e lunga, senza errori ortografici e grammaticali, ma io ritengo che oltre a scrivere bene una persona debba aldilà di essere pazza o come ti autodefinisci essere educata e con un minimo di quello che si dice.
Per educazione dovresti degnarti di rispondere alle recensioni perlomeno privatamente almeno una volta ogni tanto, io la ritengo una grave mancanza di rispetto per gente che perde minuti preziosi per leggere la tua storia e recensirla.
Questo dirai, non centra nulla con la trama, ma fa sempre parte della storia.
Tutte le persone di cui leggo le storie si degnano di rispondere alle recensioni e c'è poco da offendersi se te lo faccio notare: io ritengo che solo una persona scostumata possa strafregarsene di commenti degli altri.
Se non ti importano le recensioni c'è poco da dire mi raccomando recensite.
Certo, fino ai primi capitoli rispondevi, ma poi non ti fai mai sentire.
Se vuoi imitare Ginny Weasley, sappi che lei risponderebbe a tutti i messaggi, perchè non è una villana.
Comprendo appieno di essere acida, ma per me rispondere ai messaggi è L'ABC quindi, l'educazione viene al primo posto.
Ah, sarebbe anche carino, se non rispondi a tutte le recensioni personalmente perlomeno a fine del capitolo successivo mettere un messaggio privato e personale a tutti e non solo un frettoloso ''Grazie mille a tutti'' molto generico.
Insomma non devi rispondere a migliardi di recensioni, ma solo a pochi messaggi.
Non penso ti faccia piacere se tu perdi tempo a recensire una storia e nessuno  caga di striscio il tuo messaggio (mi scuso per le espressioni molto forti)
Io sarò anche molto più piccola di te e meno dotata, ma io rispondo sempre a tutte le mie recensioni.
Se tu vai nel regolamento è un consiglio che da anche la nostra amministratrice.
Scusa se ci sto su questo punto 3 ore, ma io ritengo una cosa molto importante.
Io penso che dovresti pensare a questa lezioncina che ti sto dando.
Forse sono offensiva e cattiva, ma è la pura verità e mi girano molto le scatole la mancanza di gentilezza.
Saluti
A presto

 
Questa ragazza ha assolutamente ragione e sappiate che io mi sento una grandissima merda, perché non vi rispondo. Vorrei solo spiegarvi. A me fa veramente moltissimo piacere le vostre recensioni – positive o negative che siano – e vorrei dirvi che sono una delle cose che mi rende più felice al mondo. La gioia che provo quanto leggo un commento è indescrivibile. Se non vi rispondo è perché non ho tempo. Vedete che aggiorno una volta ogni morte di Papa e questo perché mi è permesso un uso limitatissimo del computer. Vi prego di perdonarmi se mi avete giudicata maleducata e scorretta.  Vi prego di perdonarmi se vi offeso con il mio mutismo. Vi prego di perdonarmi perché tengo ad ogni singola lettera, ogni singola virgola che scrivete. Vi prego di perdonarmi perché siete la mia forza. E spero che mi capirete. Vorrei farvi sapere che stampo tutte le vostre recensioni e le tengo gelosamente conservate nel mio cassetto e ogni tanto, quando sono triste o depressa, me le rileggo e mi torna il sorriso. Quindi grazie mille per tutto l’appoggio. Spero continuerete a darmelo.
Un bacione
La vostra
Ginny
 

 

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Capitolo 14
*** Chapter thirteen ***



Al nuovo anno,
che per tutti sia ricco
di momenti speciali.


CHAPTER THIRTEEN
 
Rose
 
I fiocchi di neve scendevano leggeri giù dal cielo, danzando gli uni insieme agli altri. Nevicava così fitto che non si riuscivano più a distinguere i profili delle montagne che circondavano Hogwarts. Chiusi il baule con un sospiro. Ero in ansia. Tra poco saremmo partiti e io avrei rivisto Ron. Mi faceva sorridere pensare a Ron come casa. Chissà se sarebbe diventato la mia nuova casa.
Dominique si mise davanti al baule con le mani sui fianchi, pensosa.
<< Non riuscirò mai a farci stare tutto>> borbottò un po’ contrariata.
<< Riducili>> suggerii, sedendomi sul suo letto.
<< Forse hai ragione>> e cominciò a rimpicciolire i suoi vestiti con degli svogliati movimenti della bacchetta. La guardai e mi accorsi subito della differenza: la Dominique che conoscevo non era mai triste, aveva sempre una parola di conforto per tutti e cercava di tirarmi su il morale quando ero a terra. Invece, in quel momento, era il ritratto della tristezza.
<< Domi, c’è qualche problema?>> chiesi, appoggiandomi con i gomiti alle ginocchia.
<< Non c’è niente… è solo che...>> balbettò.
<< Che?>> la incalzai.
<< … Nate mi ha invitato a casa sua per le vacanze di Natale. Vuole presentami ai suoi>>
<< Ma.. ma è meraviglioso!>> esclamai, prendendole le mani. La sua espressione però era sempre triste << Non sei contenta?>>
Dominique sospirò:<< Rosie, c’è una cosa che devi sapere. Tu sei vissuta nel mondo dei Babbani, senza contatti con il nostro mondo e qui le famiglie sono divise in “Purosangue”, “Mezzosangue” e tutte queste cretinate. Noi come famiglia non ne teniamo conto, ma alcune sì e per la maggior parte appartengono alla casa di Serpeverde, come i Malfoy, gli Zabini, i Nott>>
Al nome Malfoy mi venne un nodo alla gola. Anche Scorpius era così?
<< E io, essendo una Weasley, non sarò di certo ben vista dai suoi>>
<< Sai cosa penso io? Che nonostante quello che penseranno i genitori di Nate su di te, lui se ne farà un baffo>> sorrisi, cercando di sollevarla.
<< Speriamo>> mormorò, ricambiando.
L’abbracciai, cercando di trasmetterle tutto il bene che le volevo. Sarebbe andato tutto bene. Doveva andare tutto bene.
<< Grazie>> sussurrò, quando ci staccammo << Ti voglio bene, Rosie>>
<< Anche io, Dom>>
In quel momento un’esaltata Lily fece la sua comparsa, sorridendo come al suo solito:<< Su, ragazze! L’Espresso non aspetta!>>
 
Eravamo seduti in uno scompartimento del treno che ci avrebbe riportati a casa. Dominique e Nate, abbracciati, si erano addormentati, Albus e Cassidy stavano leggendo insieme un libro e io mi ero ritrovata a parlare di Nargilli con Lily, la quale sembrava anche parecchio convinta di quello che diceva! Scorpius rideva tra sé e ogni tanto scuoteva la testa divertito, mentre faceva finta di leggere un articolo sulla Gazzetta del Profeta. Gli lanciai un’occhiataccia piuttosto eloquente e lui sorrise.
Avrei voluto addormentarmi in quelle tenere fossette che gli si formavano mentre sorrideva. Fortunatamente il ragazzo di Lily venne presto a recuperarla.
<< Adoro i discorsi di Lils>> disse Scorp, prendendo il posto della piccola Potter.
<< Io no. Pensa che non ho ancora capito cosa è un Nargillo!>>
<< Lascia perdere. Tanto non esistono>>
Rimanemmo a guardarci negli occhi per una ventina di secondi. Era questo il bello dello stare in compagnia di Scorpius: non si doveva per forza parlare o fare qualcosa. Si poteva stare tranquillamente in silenzio e sentirsi a proprio agio.
Non mi era mai capitato che un ragazzo sapesse farmi stare così bene.
<< Non ti senti di troppo?>> gli chiesi, alludendo alle coppiette che ci stavano attorno.
<< Un po’>>
<< Ti va di…>> azzardai.
<< Andiamo a fare un giro per il corridoio>> e mi afferrò la mano, trascinandomi fuori, mentre il cuore cominciava a battermi all’impazzata. Ero fottutamente innamorata di lui.
 
Scesi dall’espresso con il cuore che mi pulsava nelle orecchie. Ero il ritratto dell’agitazione. Trascinavo il baule il più lentamente possibile, come se volessi ritardare quell’incontro. Tutto il coraggio che avevo avuto fino a qualche secondo prima sembrava essersi disintegrato non appena avevo toccato il pavimento della stazione con il piede.
Albus mi si affiancò:<< Nervosa?>>
<< È da chiedere?>>
Lui sorrise sornione:<< Tranquilla, andrà tutto bene>>
<< Se lo dici tu>> mormorai, spostando una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
Ci avvicinammo ad un gruppo più che consistente di maghi, per lo più dai capelli rossi, che stava chiacchierando.
<< Papà!>> trillò Lily, non appena vide Harry. Lui spalancò le braccia e lei gli corse incontro. Si abbracciarono e lui la sollevò da terra, facendole fare qualche giro.
Sorrisi, restando a guardarli. Mi sarebbe piaciuto fare lo stesso. Dominique abbracciò sua madre e dopo diede un bacio sulla guancia a suo padre. Albus scambiò il cinque con Harry e Ron, per poi presentare loro Cassidy.
<< Tranquilla>> sussurrò Scorpius al mio orecchio << Neanche io correrò incontro ai miei genitori>>
<< I tuoi quindi non vengono?>>
<< Te l’ho detto>> disse, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni << Non vado molto d’accordo con mio papà e non voglio far scomodare mia madre inutilmente. Userò il Nottetempo>>
<< Ti ammiro, Scorpius Malfoy>> e mi alzai sulle punte, scoccandogli un bacio sulla guancia << Ci vediamo domani>>
 
Scorpius
 
Dire che Rose mi aveva spiazzato forse era poco. Mi aveva letteralmente scombussolato. Dopo quel bacio l’avevo guardata allontanarsi. Aveva salutato Ron e lui l’aveva abbracciata. Anche se non sapeva che quella fosse sua figlia, il signor Weasley comunque sentiva un certo legame con lei. Lo si capiva da come la guardava, dal sorriso che gli nasceva spontaneo sulle labbra, dalla luce che illuminava gli occhi azzurri.
Mi sfiorai la guancia. Formicolava ancora per il contatto con le labbra di Rose. Se si fossero poggiate poco più sotto… Scossi il capo. Avevo fatto l’errore già una volta.
Salii sul Nottetempo e mi sedetti su una delle tante sedie che girovagavano per il mezzo. Presi in considerazione l’idea di andare al Paiolo Magico, anziché al maniero, ma cambiai subito idea. Volevo salutare mia madre. Pagai il bigliettaio e scesi di fronte al grande cancello di ferro battuto. Ero a casa, se così potevo chiamarla. Entrai senza far rumore, ma nonostante tutto un elfo domestico era lì pronto a prendermi il baule.
<< No, grazie>> sussurrai << Ci penso io>>
Salii le scale, mettendo i piedi negli angoli giusti dei gradini, per non fare rumore. Entrai in camera mia e con un colpo di bacchetta misi tutto nell’armadio e nei cassetti e con un altro feci il baule per andare da Albus.
<< Scorpius, posso?>>
Mia madre entrò, chiudendosi la porta alle spalle silenziosamente.
<< Ciao, mamma>> sorrisi, abbracciandola.
<< Mi sei mancato>> disse, ricambiando la stretta.
<< Mamma, ti devo dire una cosa>> annunciai, invitandola a sedere.
Ero deciso a raccontarle di Rose. Almeno lei doveva saperlo.
<< Mi… mi sono… innamorato>> balbettai.
Lei mi guardò, sgranando i grandi occhi verdi e spalancando la bocca in una perfetta “O”.
<< Dici sul serio, Scorp? Non come con Bridget?>> domandò, preoccupata.
<< Non mi sono mai sentito così in vita mia>>
 
I pranzi di Natale in casa Malfoy non erano di certo i più allegri. Partendo dal fatto che mio padre ignorava del tutto il significato dello “spirito natalizio”, in casa mia non vi era nemmeno una decorazione. Non pretendevo che addobbassero un enorme albero di Natale come a casa di Al, non ero così stupido da sperare l’impossibile, ma almeno qualche centro-tavola un po’ più natalizio.
Invece rimaneva tutto, perennemente uguale.
Eravamo seduti al lungo tavolo in sala da pranzo e il silenzio era interrotto solamente dal tintinnare delle posate contro i piatti di porcellana.
<< Allora, Scorpius, hai cambiato idea a proposito del tuo futuro?>> chiese ad un tratto mio padre, pulendosi la bocca con il tovagliolo.
<< No>> risposi con tranquillità.
<< Sei un disonore per tutta la famiglia, lo sai?>> fece, mantenendo un tono di voce controllato.
<< Si e sono fiero di esserlo>>
<< Non mi stupisce che Bridget ti abbia lasciato per un Tassorosso. Non vali neanche la metà di uno di quei bambocci>>
La forchetta e il coltello mi caddero dalle mani, finendo rovinosamente sul tavolo.
<< Ripetilo>> sibilai.
<< Non vali neanche la metà di uno di quei bambocci>> ghignò.
Mi alzai in piedi di scatto, brandendo la bacchetta. Mio padre fece altrettanto e la tese verso di me. Mia madre urlò. Un paio di elfi domestici comparvero attirati delle grida.
<< Hai il coraggio di duellare con tuo padre, Scorpius?>>
<< Tu non immagini neanche>>
Cominciammo a girare in cerchio, a grandi passi. Sembravamo due lupi pronti ad attaccare. Un paio di incantesimi guizzarono improvvisamente per la sala. Ero carico di adrenalina fin nelle ossa. Non so quanto durò. Forse qualche minuto, forse ore. Fatto sta che alla fine lanciai uno schiantesimo che lo colpì in pieno. Dopo non ricordai più nulla. Solo che mi ero smaterializzato ed ero arrivato nel salotto dei Potter.
<< Ho appena schiantato mio padre>>
 
Rose
 
Dopo aver pronunciato quella frase, Scorpius era svenuto. E ora dormiva nella stanza di Albus. Io camminavo avanti e indietro per il corridoio aspettando di sentirlo dire “Sto bene”, ma non accadeva.
<< Rose, possiamo parlare?>>
Ginny era appena apparsa dalle scale, le braccia strette al petto e l’espressione seria. Annuii e la seguii, lanciando prima un’occhiata alla porta della stanza dove dormiva Scorpius.
Sapevo che Ginny mi aveva riconosciuta. Appena Albus mi aveva presentata, la pila di piatti che aveva in mano le era scivolata, frantumandosi a terra in mille pezzi. Non li aveva raccolti subito, però. Era rimasta a guardarmi, come pietrificata. E poi mi aveva tenuto d’occhio per tutta la sera.
Entrammo nella camera da letto sua e di Harry e mi fece cenno di accomodarmi sul grande letto matrimoniale.
<< Cosa ci fai qui, Rose?>> chiese solamente.
Io rimasi a fissarla, stringendomi le ginocchia al petto.
<< Voglio conoscere mio padre>> risposi debolmente. Era la verità. Ero lì solo per quel motivo.
<< Chi è tuo padre?>>
Scoppiai a ridere:<< Non trattarmi come se fossi stupida. Ho letto le lettere che vi siete mandate tu e Hermione. E se vuoi saperlo non ce l’ho con te. Sapevo che tu volevi dirglielo a Ron. E ti ringrazio per aver tentato di convincerla a dire la verità>>
<< Rose, io non so se questo sia il momento… adatto per raccontargli tutto>>
<< Perché? È mio padre! Sai da quanto aspetto questo momento? Lo sai? Io a Babbo Natale chiedevo che mi portasse mio padre! Non dei giocattoli come gli altri bambini, ma un genitore! Non mi sembra di chiedere l’impossibile>>
<< Aspetta fino a domani, ti prego>> mi supplicò << Gliene parleremo assieme>>
<< No, lo farò da sola. Non voglio farti litigare né con lui né con Harry>>
Mi abbracciò e la sentii singhiozzare:<< Ti ho vista appena nata e adesso guardati, sei una donna>> e mi accarezzò una guancia, sorridendo.
<< Vai a vedere come sta Scorpius. Io vado a prendergli qualcosa da mangiare>>
 
Entrai nella camera dove Scorpius riposava, cercando di fare il meno rumore possibile. Era buio e non vedevo dove mettevo i piedi, così andai a sbattere con il ginocchio nel letto.
La bacchetta, Rose, l’hanno inventata disse una vocina nella mia testa.
Presi la bacchetta e sussurrai Lumos. Scorpius si era svegliato. Era più pallido del solito e guardava assorto fuori dalla finestra.
<< Come ti senti?>> gli chiesi, sedendomi sul bordo del letto.
<< Un meschino>> rispose << Mi sono smaterializzato appena l’ho visto accasciarsi a terra. Ma io… io non volevo>>
<< Lo so>> dissi, prendendogli la mano << Lo so. Ma sono sicura che sta bene. Perché non gli chiedi scusa?>>
<< Non vorrà mai più vedermi. E non voglio sapere cosa penserà mia madre di me. Ha ragione lui, sono il disonore della famiglia>>
<< Scorpius, non dire così! Sono sicura che un motivo c’è se è successo tutto questo>>
<< Vuoi sapere veramente per cosa abbiamo litigato?>>
<< Voglio sapere tutto di te>>
 
Scorpius
 
Prima di rispondere, rimasi a fissarla. Era questo che amavo di lei. Non mi stava giudicando e non voleva sapere per semplice curiosità, le interessava, glielo potevo leggere negli occhi.
<< Due anni fa stavo con una ragazza. Mi ero innamorato o almeno ci ero molto vicino, non so ancora si prova ad essere innamorati. Fatto sta che poi l’ho trovata a letto con un altro ragazzo>>
<< M-Mi dispiace…>>
<< Non dirlo neanche per scherzo, non è mica colpa tua. Il problema è che ora mio padre continua a rinfacciarmelo. Lo usa come scusa per qualsiasi cosa>>
<< Perché avete litigato?>>
<< Ha detto che sono il disonore della famiglia. Ed evidentemente è così. Solo perché voglio infrangere le regole e fare l’Auror>>
<< Sei fantastico. E non importa quello che dice tuo padre. Ognuno di noi deve essere libero di fare le sue scelte>> disse, accarezzandomi una guancia << Comunque so come ci si sente ad essere trattati così dalla persona che si ama>>
<< Cosa intendi dire?>> chiesi, confuso.
<< Sai mantenere un segreto?>> sussurrò.
Annuii con un cenno del capo:<< Non sei obbligata a dirmelo>>
<< No, ho bisogno di dirlo a qualcuno. E di te mi posso fidare>>
Sorrisi per infonderle un po’ di coraggio e promisi a me stesso che qualsiasi cosa mi avesse raccontato, l’avrei aiutata a superarlo.
<< È successo l’anno scorso. Stavo con un ragazzo. L’avevo conosciuto in discoteca e mi era sembrato subito una persona fantastica. Siamo stati insieme cinque mesi e poi abbiamo fatto… l’amore. Beh almeno io credevo che l’avessimo fatto. Non si è più fatto sentire per una settimana e poi mi ha lasciata. Così. Aveva detto che si era stancato di me>>
Alzò gli occhi al cielo per impedire alle lacrime di rigarle le guance.
<< Non l’avevo mai detto a nessuno, sai?>> continuò << Sei il primo>>
L’abbracciai e lei si lasciò andare contro di me:<< Andrà tutto bene, Scorpius. Andrà tutto bene>>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Ma ciaoooooo! :D
È un passato un po’ dall’ultimo capitolo, ma alla fine eccolo qui :)
Intanto voglio ringraziare per le 12 recensioni ottenute per il capitolo dodici…. Wowowowowowowo! XD
Allora come vedete sono scoppiati un po’ tanti casini, ma vi prometto che i risolverà tutto. All’inizio la litigata tra Scorpius e Draco non doveva esserci, ma alla fine, dopo una recente lite con mia madre (che mi ha lanciato una pantofola, schivata per un pelo xD), ho deciso di inserirla.
Ginny ha riconosciuto subito Rose, ma non è stata crudele e spietata come avevo deciso in precedenza (insomma devo farmi una buona pubblicità xD).
Insomma, nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle. E vi prometto che ci sarà l’attesissimo momento Ron/Rose/Hermione. Are you happy? :)
Questa è la mia pagina facebook :)
Vabbè ho rivelato abbastanza xP
Grazie ancora moltissimo.
Un bacio
La vostra
Ginny

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Capitolo 15
*** Chapter fourteen ***


Al mio Principe Azzurro


CHAPTER FOURTEEN

Rose

Adagiai le posate ai lati del piatto. Non sarei riuscita a mandare giù un altro boccone.
Nonna Molly fece per servirmi l’ennesima porzione del suo favoloso Roast Beef, ma la fermai:<< Signora Weasley, grazie mille, ma sto bene così>>
<< Sul serio, cara? Mi sembri così decrepita>>
<< Mamma, basta>> intervenne Ron << Se avrà un principio di svenimento la soccorreremo noi>> e mi sorrise.
Io ricambiai, mimando poi un “grazie”.
<< Allora, Rose>> cominciò, chinandosi leggermente verso di me << Come ti trovi ad Hogwarts?>>
<< Benissimo. Sono tutti molto gentili con me>> risposi. Il cuore mi batteva fortissimo e avrei giurato di essere arrossita. Le orecchie mi andavano a fuoco.
<< Anche Scorpius?>> domandò divertito, rivolgendo un’occhiata al ragazzo seduto alla mia destra.
<< Signor Weasley, glielo ho detto un sacco di volte: sono una persona per bene>> fece il finto-offeso Scorpius, circondandomi le spalle con un braccio. Sorrisi, voltando la testa verso di lui, che mi fece l’occhiolino.
<< Rose con me è al sicuro>>
<< Allora sono in una botte di ferro>> scherzai.
<< Chi disprezza compra>> disse filosofico, per poi tornare a parlare di Quidditch insieme ad Al.
Scossi la testa, sorridendo.
<< Quali sono le materie che ti piacciono di più, Rose?>>
<< Difesa contro le Arti Oscure, Trasfigurazione e Incantesimi. Sì, sono quelle che preferisco>> risposi dopo averci pensato un pochino << E le sue, quando frequentava Hogwarts?>>
<< Non credo che il Quidditch valga come una di quelle>> ridacchiò << In linea di massima Difesa. Ma dammi pure del tu, non sono poi così vecchio>>
<< Se per lei va bene>> mormorai, emozionata. Lui mi guardò storto.
<< Se per te va bene>> mi corressi velocemente.
Chiacchierammo per il resto del pranzo, fino a quando Lily urlò:<< It’s present tiiiiiiiiiiiiiime!*>>
Ci spostammo in salotto e mi stupii nel vedere che tutti avevano un posto per sedersi. Io stringevo tra le mani il regalo per Ron. Era un album con dentro tutte le mie foto, fin da quando ero nata. Avevo pensato che dopo avergli raccontato la verità, gli avrebbe fatto piacere vederle.
Dopo aver distribuito i vari pacchetti, aprii i miei. Lily mi aveva regalato un diario dove solo il possessore poteva leggere quello che vi era scritto; Dominique una maglia; Albus uno stereo – “Ho visto dei CD nel tuo baule e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere poterli riascoltare dopo tanto tempo” mi aveva detto. I signori Weasley mi avevano regalato un maglione di lana con una R ricamata sopra. Mi erano venute le lacrime agli occhi nel vederlo. Mi ero sentita un po’ più parte della famiglia.
<< Rose ha veramente un bellissimo colore di capelli>> commentò nonna Molly, rivolgendosi a Ginny << Sembra rosso Weasley. Come hai detto che fa di cognome?>>
<< Williams, mamma. Non credo ci possa essere qualche parentela>> e mi scoccò un’occhiata preoccupata. Io la ringraziai mentalmente, trattenendo a stento un sospiro di sollievo.
Mi sedetti accanto a Ron, rigirandomi l’album tra le mani.
<< Ti sono piaciuti i regali?>> mi chiese, facendomi spazio sul divano.
<< Molto. Francamente non me li aspettavo. Soprattutto il maglione>>
<< Oh è tradizione. Appena mamma sa che c’è qualcuno che passa il Natale da lei si mette all’opera. Chiedi a Scorpius. Questo è il quinto che riceve>>
Sorrisi, guardando il biondo indossare orgoglioso il suo maglione verde con la S grigia.
<< Mi piacerebbe avere dei figli. Li vizierei>> fece sognante, passandosi una mano tra i capelli.
Mi si strinse il cuore e in quel momento avrei voluto urlare “sono tua figlia, papà!”.
<< Anche io ti avrei fatto un regalo>> azzardai invece, porgendogli il pacchetto.
Lui lo prese, incuriosito:<< Grazie, Rose. Ma non dovevi…>> e fece per aprirlo. Lo bloccai:<< Prima, però, devi ascoltare quello che ho da dirti. Io sono…>>

Crac

Ci voltammo tutti verso il centro del soggiorno, da dove era provenuto il rumore. E lì, in piedi sul tappeto, c’era Hermione. Si guardò intorno, scrollandosi i vestiti con le mani.
Poi puntò i suoi occhi colmi di lacrime nei miei. Fece un passo, portandosi una mano alle labbra e pronunciò con voce roca:<< Rose>>
Io ero immobile. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Hermione, la mia mamma.
<< Oh Rose!>> urlò e si precipitò verso di me. M’abbracciò, ma io ero così sconvolta che non riuscivo a muovere un muscolo.
<< Rose, la mia piccola Rose>> piangeva << Ti ho cercata ovunque. Tu… tu non hai idea di quanto… di quanto fossi preoccupata. Mi dispiace, amore mio. Mi dispiace. Hai ragione. Avrei dovuto dirti tutto, ma l’ho scritto nella lettera. Hai letto? Ti prego, ti prego, torna a casa>>
Continuava a piangere, abbracciata a me e io non sapevo cosa fare. Mi accorsi di aver cominciato a lacrimare quanto sentii tra le labbra qualcosa di salato.
Ron al mio fianco era, se possibile, ancora più sconvolto di me.
<< H-Hermione?>> mormorò incredulo.
Lei alzò lo sguardo su di lui e rimasero a guardarsi per attimi interminabili.
<< R-Ron…>>
Ron si alzò e indietreggiò:<< È tua figlia, Hermione? Rose è tua figlia?>>
Mia mamma annuì con un leggero cenno del capo.
<< E…. i capelli rossi?>>
L’album gli cadde dalle mani, finendo a terra con un tonfo sordo.
Lei annuì di nuovo e il volto di Ron sbiancò. Sembrava che tutti stessero trattenendo il respiro.
<< MI HAI MENTITO PER DICIASSETTE ANNI!>> gridò all’improvviso, puntandole un dito contro << HO UNA FIGLIA! E TU NON ME LO HAI MAI DETTO! SEI SPARITA PER QUESTO MOTIVO?>>
<< C’è un motivo, Ron. La-Lasciami spiegare!>>
<< NON VOGLIO SENTIRE! COSA SARA’? UN’ALTRA BUGIA? HERMIONE IO TI AMAVO!>>
Hermione si coprì il volto con le mani e cominciò a singhiozzare.
<< T-Ti prego Ron, ascoltami>>
Mi sentii prendere per un braccio e trascinare fuori. Ero come un automa. Non riuscivo ad opporre resistenza. Tutto ciò che percepivo era solo una leggera stretta all’altezza del gomito.
<< Rose…>> sentii sussurrare.
Alzai lo sguardo e incrociai gli occhi verdi di Scorpius, che mi guardavano preoccupati. Mi abbracciò e io ricominciai a piangere tra le sue braccia.
<< Va tutto bene…>> continuava a mormorare << Va tutto bene...>>
<< E ora cosa faccio?>> singhiozzai, aggrappandomi al suo maglione << Di là stanno continuando a litigare ed è tutta colpa mia>>
<< Non è vero, Rosie. Non è vero. Sono cose che devono risolvere tra loro e tu non puoi farci niente>>
Annuii, sfregando il viso sul suo petto.
Mi prese il viso tra le mani e mi asciugò le lacrime con il pollice, per poi darmi un bacio sulla fronte.
<< Non fartene una colpa. Non devi>>

Scorpius

Appena tornammo a casa Potter, Lily sequestrò Rose e la portò in camera, minacciandoci di morte in caso avessimo voluto anche solo darle la buona notte.
Albus sembrava completamente shokkato.
<< È tutta colpa mia se è scoppiato questo casino>> disse, sedendosi sul divano << Se non avessi trovato quelle lettere, ora Rose vivrebbe tranquilla>>
<< Non dire cretinate, Al. Lo sai benissimo che Rose ti sarà grata per tutta la vita>>
Lui mi guardò scettico, poi annuì con il capo e si diresse al piano superiore, per andare a dormire. Io lo seguii a ruota. Erano successe fin troppe cose in quell’ultimo periodo e avevo la netta sensazione che non sarebbe finita lì.

Verso l’una mi alzai da letto. Non riuscivo a dormire, contrariamente ad Al che, abbracciato al suo cuscino, russava profondamente.
Decisi di andare in cucina per un bicchiere di latte. Di solito era il modo migliore per farmi prendere sonno.
Scesi le scale silenziosamente, cercando di non svegliare nessuno.
Quando entrai in cucina, però, rimasi piacevolmente sorpreso.
<< Ciao Scorpius>> mormorò Rose, chiudendo il frigo.
<< Ehi, come mai in piedi?>>
<< Ho aspettato che Lily crollasse. Non riesco a dormire>> spiegò, versandosi un po’ di latte in un bicchiere << Ne vuoi un po’?>>
<< Sì, grazie>>
Mi porse un bicchiere e cominciò a bere dal suo, appiattando con la mano libera una pergamena sul tavolo.
<< Cos’è?>> chiesi, avvicinandomi a lei.
<< La lettera che mi ha scritto mia madre quando mi hai trovata in lacrime sulle rive del Lago Nero. Non l’ho mai letta, ma ha detto che qui c’è spiegato tutto>> sospirò, aggiustando un’orecchia del foglio << Puoi leggermela? Non credo di farcela>>
Sorrisi e annuii.
<< Vieni, andiamo in salotto>>
La presi per mano e la condussi nel soggiorno, dove si raggomitolò vicino a me sul divano. Indossava una maglietta enorme di una qualche band Babbana e un paio di pantaloni della tuta. Anche così era sempre bellissima.
<< Sei pronta?>>
Chiuse gli occhi e fece cenno di sì con il capo.
<< Cara Rose,
non so dove sei, ma spero che ovunque ti trovi tu stia bene.
Non hai più dato nessun segno e io sono preoccupata, preoccupata da morire. Ti prego di rispondermi, perché non so più cosa pensare.
Mi dispiace tantissimo per quello che è successo. Scusami, se puoi.
Hai ragione, avrei dovuto dirti tutto e sono stata veramente stupida a non farlo. Così ho deciso di raccontarti tutto. Forse nascondendomi dietro ad una pergamena sarà più facile.
Tuo padre è Ron Weasley, è vero. L’ho conosciuto insieme a Harry Potter al mio primo anno ad Hogwarts. Erano i miei migliori amici e con loro ho affrontato tutto. Ho lottato al loro fianco contro Voldemort e alla fine è successo quello che è successo. Se mi avessero detto al terzo anno che io mi sarei fidanzata con Ron probabilmente gli sarei scoppiata a ridere in faccia. Invece…
Beh, qui entri in gioco tu. Avevamo deciso di sposarci a Maggio, ma ho scoperto di essere rimasta incinta. Non hai idea di che gioia ho provato quando sono venuta a saperlo. Ero pronta a dirlo a tuo padre, ma poi è successo qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Come ti ho sempre spiegato Divinazione è una materia stupida e lo penso ancora oggi, soprattutto perché, proprio a causa di una profezia, ho dovuto rompere con Ron e lasciare i miei amici.
Ero a Diagon Alley, di ritorno da lavoro. Mi ero preparata un discorso su come dire a Ron che presto sarebbe diventato papà, quando una donna mi comparve davanti.
Ci misi un po’ a riconoscerla, ma poi mi accorsi che si trattava della professoressa Cooman, la mia vecchia insegnante di Divinazione a Hogwarts.
Mi mise una mano sul ventre e pronunciò queste parole­:
Sarà lei, nata di Maggio a dare a noi una nuova speranza. Se la Rosa Nera la troverà allora in grande pericolo sarà”.
E scomparve, così com’era arrivata. Ti starai chiedendo come mai le ho dato ascolto. Beh, avevo visto la Cooman fare predizioni fondate sul il colore del maglione indossato da un suo studente o sul sufflè venuto male, ma mai era stata così seria. Più che seria sembrava in trance. E aveva già fatto una predizione particolarmente importante in passato, così subito la paura si prese possesso di me.
Andai a casa, ma anziché dire a Ron che ero incinta e riferirgli ciò che era accaduto a Diagon Alley cominciai un discorso contorto e, lo ammetto, anche parecchio stupido. Poi la situazione degenerò e litigammo come mai avevamo fatto. Alla fine riunite tutte le mie cose me ne ero andata con il cuore spezzato, lasciandomi alle spalle la mia vecchia vita.
Poi nascesti tu, il 14 Maggio. Decisi che non ti avrei iscritta a Hogwarts, sempre spaventata dalla profezia, ma che ti avrei insegnato io tutto quella che c’era da sapere.
Il giorno del tuo undicesimo compleanno andammo da Olivander a comprare la tua bacchetta. Eri così felice, che per un attimo dimenticai tutto.
Undici pollici e un quarto, quercia. Nucleo di petalo di Rosa Nera.
Quando sentii quel nome il sangue mi si ghiacciò nelle vene e anche la più piccola traccia di dubbio svanì. Eri destinata a qualcosa di più grande di te.
Gli anni passarono e io rimasi sempre all’erta.
So che non mi puoi perdonare, ma almeno cerca di capire il perché di tutto questo.
Io ti voglio infinitivamente bene Rose e tutto quello che ho fatto – giusto o sbagliato che sia – lo ho fatto per proteggerti.
Un abbraccio,
Mamma>>
Finii di leggere e mi sembrò di tornare a respirare. Ora era decisamente tutto più chiaro. Rose vicino a me stava piangendo. L’abbracciai e lei si aggrappò alla mia maglietta.
<< Scorpius, ha fatto tutto questo per me. Ha rinunciato all’amore della sua vita per me. Ha rinunciato ai suoi amici per me. E io l’ho trattata da schifo>>
<< Non sapevi il perché. La tua reazione è stata più che normale>>
<< Non mi perdonerà mai>> singhiozzò.
<< Non è vero. Lei ti ha perdonata non appena sei uscita di casa. Ora aspetta che tu faccia lo stesso con lei>>

Parlammo del più e del meno per un po’ e poi le si addormentò, abbracciata a me. Rimasi a guardarla. Sembrava così rilassata, mentre dormiva. Senza preoccupazioni o altro. Mi alzai cercando di non svegliarla e, dopo averle messo addosso una coperta, andai in camera. Avrei dovuto scusarmi con mio padre, assolutamente.

Rose

La mattina mi svegliai sul divano. Ci misi un po’ ricordare cos’era successo durante la notte e quando mi tornò in mente arrossii.
Scorpius era stato così gentile con me. Avrei dovuto ringraziarlo.
Mi alzai dal divano e mi passai una mano tra i capelli. Dovevo essere in uno stato pietoso. Andai in cucina per posare il bicchiere, ma, quando vidi chi era seduto al tavolo, per poco non mi scivolò dalle mani.
<< Buongiorno, Rose>> disse Ron con un sorriso.
<< Buongiorno, Ron>> mormorai, incredula.
<< Non ti andrebbe di chiamarmi “papà”?>> suggerì, allargando le braccia.
Non vi pensai due volte e corsi ad abbracciarlo, felice come non mai.
<< Buongiorno, papà>>





*l'ho lasciato in inglese perchè secondo me rendeva di più xP

GINNY’S CORNER

Finalmente ce l’ho fatta! *cori da stadio*
Scusate l’IMMENSO ritardo, ma come ho già spiegato su FB non è uno dei miei periodi migliori. Decisamente no.
Comunqueeeeeee il grande momento che aspettavamo tutti è arrivato. Vi è un po’ più chiara tutta la faccenda ora? Spero di sì :D
Tra Ron e Hermione la situazione sarà tesa ancora per un po’, ma alla fine si aggiusterà tutto. Tranquille.
Nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle, soprattutto per il nostro bel biondo, ma non vi anticipo nulla ;)
Grazie mille per la pazienza e le recensioni :) siamo volate a 138 *-*
Ringrazio anche chi ha solo letto o l’ha messa tra preferite/ricordate/seguite. Grazie grazie grazie!
Questa è la mia pagina facebook :)
Grazie ancora e al prossimo capitolo
Un bacio
Ginny

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Capitolo 16
*** Chapter Fifteen ***


A tutti coloro che hanno
 qualche piccolo problema a
 confessare i propri sentimenti.

 
CHAPTER FIFTEEN
 
Rose
 
La mia vita era completamente cambiata. Era bastato quell’abbraccio per farmelo capire.
Avevo stretto Ron forte per fargli capire quanto tutto quello che stava accadendo era importante per me e ora camminavamo per Diagon Alley, parlando come se avessimo vissuto sempre insieme.
Aveva insistito per comprarmi un regalo di Natale.
<< Il mio regalo sei tu>> gli avevo detto, per dissuaderlo << Non volevo altro da una vita>>
Peccato che, come me, fosse particolarmente testardo:<< Ti ho già detto che se avessi avuto dei figli li avrei viziati. Non privarmi di questa possibilità>>
Così, dopo aver passato quasi un’ora e mezza al Ghirigoro, ero uscita da lì con la bellezza di otto libri.
<< Sei sicura che tutto quel leggere non ti frigga il cervello?>> mi chiese, prendendomi dalle braccia alcuni volumi.
<< Assolutamente no>> sorrisi << Leggere è il cibo della mente>>
Lui ricambiò il sorriso:<< Vuoi qualcosa da bere?>>
Annuii con un cenno del capo e ci dirigemmo a “Il Paiolo Magico”.
Tom mi salutò con un sorriso e mi abbracciò.
<< Rose! Come stai?>> esclamò.
<< Bene, grazie. Tu?>>
<< Tiro avanti. Ma non faccio più affari come quando c’eri tu>> ammiccò.
Scoppiai a ridere, e ringraziai per il complimento. Dopodiché io e mio papà – adoravo affiancare quelle due parole – prendemmo posto ad un tavolino e ordinammo due Burrobirre.
Lo guardai sorseggiare la sua, mentre dentro di me si stava combattendo una battaglia. Avevo una domanda che mi tenevo dentro da quando ero venuta a sapere la verità.
<< Papà, ti posso chiedere una cosa?>> gli chiesi, titubante.
<< Certo, Rose. Tutto quello che vuoi>>
<< C’è… c’è mai stata un’altra dopo la mamma?>>
Lui mi fissò senza parlare per attimi che mi parvero secoli. Avevo una tremenda paura che dicesse di sì.
<< No>> rispose alla fine, abbassando lo sguardo << Nessuno potrà mai rimpiazzare tua madre, Rosie. Mai>>
Trattenni un sospiro di sollievo. Da quando Scorpius mi aveva letto la lettera, dentro di me era nata la remotissima possibilità che i miei genitori potessero ritornare insieme.
<< Lei ti ama ancora, sai?>> gli confessai, bevendo un sorso della mia bibita.
<< Non mi sembra che me lo abbia dimostrato. Mi ha nascosto la tua esistenza per diciassette anni…>>
Aveva ragione. Ma anche Hermione aveva avuto i suoi motivi. Per quanto fossi tentata di raccontargli il perché di tutto mi trattenni. Era una cosa che dovevano sbrigare tra di loro.
<< Allora, domani dove andrai a festeggiare il nuovo anno?>> disse ad un tratto per cambiare discorso.
<< Vado insieme a Dominique, Albus e Scorpius a casa di Nate Zabini. Dà una festa per capodanno e Domi mi ha obbligato a seguirla>> spiegai, sorridendo.
<< Non c’è bisogna che ti dica di bere con moderazione, vero?>> domandò, leggermente preoccupato.
<< Tranquillo, sono astemia>>
<< Mi rendi un padre felice>>
Scoppiammo a ridere e solo allora me ne resi conto. Ero felice. Tutto stava girando per il verso giusto e non mi importava se un gruppo di maghi avrebbe cominciato a cercarmi.
Non avrei scambiato quel momento per nulla al mondo.
 
La sera dopo Dominique mi portò a casa sua. Mi innamorai a prima vista di quella villetta a pochi passi dal mare. Era un posto così isolato, immerso nella tranquillità.
La camera di Domi era all’ultimo piano, nella mansarda. Aveva il pavimento in parquet e le pareti dipinte di azzurro. Il letto bianco, a baldacchino, era posizionato contro la parete, dove il soffitto era più alto e le tende, color turchese, si arricciavano a terra.
<< Dom, la tua camera è stupenda!>> esclamai, ammirandola a bocca aperta.
Lei ridacchiò, avvicinandosi all’armadio bianco:<< Devo ancora lavorarci, ma con alcune modifiche diventerà perfetta>>
<< Lo è già perfetta>>
<< Non lo è mai abbastanza>> e spalancò l’armadio, dove erano appesi, divisi per colore, la più grande quantità di vestiti che avessi mai visto.
Mi sporsi all’interno allungando il braccio per toccare il fondo, ma non lo trovai.
<< Incantesimo Estensivo Irriconoscibile?>> chiesi, riemergendo da quel mare di abiti.
Dominique annuì con fierezza:<< Non c’era posto per una cabina armadio, così mi sono attrezzata così. Altrimenti dove li mettevo? Coooooomunque… non perdiamo tempo. Abbiamo…>> controllò l’orologio << Solo quattro ore per farci belle e non ho intenzione di far aspettare troppo Nate, quindi all’opera>>
Prese alcuni vestiti e li posò sul letto, studiandoli con aria critica.
<< Di che colore è il tuo?>> domandò, prendendone uno e appoggiandoselo contro il corpo.
<< Verde. Me lo ha regalato Hermione. Mi è arrivato questa mattina via gufo>> e cominciai a frugare nella borsa << Eccolo>>
Lei lo scrutò e poi si aprì in un enorme sorriso:<< È bellissimo>>
<< Sì, mamma ha sempre avuto buon gusto>>
<< Scommetto che a Scorpius piacerà un sacco>> e ammiccò.
Arrossii un po’ sulle gote:<< Sempre che non ci sia Miss Faccia di Carlino a fargli le fusa>>
<< Non ti preoccupare. Mi occuperò io della povera e dolce Holly>> e ghignò sadica.
<< Stare con Nate ti fa male, lo sai, cugina?>>
 
 
Scorpius
 
Un motivo c’era se io e mio padre non andavamo d’accordo e me ne resi conto soltanto quel 31 dicembre, dopo diciassette anni di convivenza.
Non mi ascoltava.
Ero tornato da lui per chiedergli scusa ed ero sinceramente pentito, ma, dopo avergli fatto il più lungo discorso strappalacrime della mia vita, lui non aveva detto niente. Aveva continuato a leggere l’articolo sul La Gazzetta del Profeta, per poi liquidarmi con un gesto della mano.
Sbuffai, arrotolando le maniche della camicia fino al gomito.
<< Ehi Scorp, non prendertela>> fece Nate, ammirando la sua cresta allo specchio << Prima o poi capirà>>
<< Non mi interessa>> borbottai, passandomi le mani sui jeans << È lui dalla parte del torto ora. Affari suoi>>
Annuì pensoso. Poi qualcuno urlò, dal piano inferiore:<< Ragazzi sono arrivato!>>
 
Fred Weasley era una di quelle persone in grado di andare d’accordo con tutti. Era troppo buono e carismatico per provare rancore o anche antipatia.
<< Ragazzi voi non avete idea di cosa ci sia qui dentro>> ululò indicando la grossa cassa accanto a sé << Lì c’è tutto quello che serve per sballare ad una festa>>
<< Alcolici?>> chiese Nate, speranzoso.
Fred fece una smorfia:<< Musica, il mio caro Nate. Musica! E la sparerò così forte che ti si spaccheranno i vetri delle finestre>>
<< Avevo sperato troppo. Dimenticavo che eri astemio>>
<< Ma drogato di quella cosa che chiama Rock’n’Roll>> gli ricordai io, sorridendo << E comunque alle cose da bere ci ho già pensato io. È tutto in cantina. A Tom non è rimasta nemmeno una bottiglia>>
<< Così si fa, fratello!>> esclamò Nate, per poi andare nel salone con un balletto improvvisato.
<< Mio cugino quando arriva?>> mi chiese Fred, cominciando ad armeggiare con vari cavi e fili.
<< Viene dopo con Cassidy. Sempre che i genitori di lei non lo uccidano>>
<< Uuuuuuuh>> soffiò << Ha deciso di fare le cose in grande il mio cuginetto. Sono orgoglioso di lui>>
<< Già anche io>>
<< E tu? Hai qualcuna per la testa?>> domandò curioso.
<< Sì, ma è tutta un enigma>>
<< Scorpius, le donne sono complicate. Lasciatelo dire da uno che ne sa qualcosa. Comunque…>> guardò l’ora << Sono le dieci e mezza! Fammi lavorare! Altrimenti dovrete accontentarvi del mio assolo di mezzanotte>>
Me ne andai, ridendo.
 
Erano le undici e la villa era già strapiena di gente. Fred era riuscito ad installare il suo impianto stereo e la musica – come aveva promesso – faceva vibrare i vetri delle finestre.
Holly Goyle era arrivata fasciata in un tubino verde-metallizzato che la faceva sembrare un cioccolatino e, inutile dirlo, mi si era fiondata addosso.
Speravo che Rose non avesse il solito tempismo, altrimenti avrei ufficialmente perso tutte le chance che mi erano rimaste.
<< Holly, cara!>> esclamò qualcuno alle nostre spalle << Ma quel vestito ti sta d’in-can-to!>>
Mi girai e vidi Dominique venire verso di noi con un enorme – e falsissimo – sorriso stampato sulle labbra. Era un brava attrice.
<< Vero, Scorpius? Questo è decisamente il tuo colore! Vieni, ti faccio vedere con cosa potresti abbinarlo la prossima volta>> e la trascinò via, senza prima, però, avermi fatto l’occhiolino. Dovevo appuntarmi di ringraziarla.
Albus entrò in quel momento, abbracciato a Cassidy. Doveva aver superato la prova “Futuri Suoceri”, perché sembrava tutto intero.
Dopo di lui fece la sua comparsa Rose e il mio cuore perse un battito. Forse anche più di uno.
Indossava un vestito verde bottiglia lungo fino alle ginocchia e senza spalle. E avanzava sicura sui suoi tacchi – vertiginosamente alti – verso il centro della pista, per salutare Nate.
Mi presi la libertà di osservarla e di bearmi di tutti quei particolari del suo viso che la rendevano così speciale, delle sfumature ramate tra i suoi capelli rossi, dalle pagliuzze blu nei suoi bellissimi occhi azzurri. Era maledettamente bella.
E stava venendo verso di me!
<< Ciao!>>
<< Ehi Rosie, come stai?>> chiesi, cercando di non dare peso al mio cuore, che era accelerato in maniera spropositata.
<< Alla grande! Tu, invece? Hai parlato con tuo padre?>>
<< Oh… sì… beh, è andata esattamente come pensavo>> e sorrisi malinconico.
<< M-Mi dispiace>> mormorò, accarezzandomi il braccio.
<< Non importa. È adulto. Prima o poi capirà>> risposi, mettendomi in bocca le stesse parole di Nate, senza crederci veramente.
<< Posso offrirti da bere qualcosa?>> dissi, per cambiare discorso << Abbiamo Wisky Incendiario…>>
<< Una Burrobirra, grazie. Sono astemia>> fece semplicemente, con un sorriso genuino dipinto sulla bocca.
<< Non ci credo che sei astemia!>> esclamai, fingendomi scandalizzato.
<< E invece sì. E orgogliosa di esserlo>>
Le circondai un fianco con un braccio, per poi scoccarle un bacio sulla testa:<< E brava Rose che fa la ragazza responsabile>>
 
 
Rose
 
<< Ho sistemato la Goyle>> esordì Dominique, affiancandomi.
<< Sistemato?>> ripetei, poco convinta.
<< Sì. L’ho chiusa in cantina>> fece con noncuranza, prendendo un bicchiere di Wisky.
Scoppiai a ridere:<< Non ci credo! Domi, sei la migliore!>>
<< Come sempre>> sorrise lei, poi sussurrò << Con il tuo bel biondino?>>
<< L’ho visto prima, ma poi è sparito insieme a Joe. Non so che fine abbiano fatto>>
<< Oh no! Sei sicura che sia andato via insieme a Joe?>> chiese, leggermente preoccupata.
<< Sì, saranno andati via un quarto d’ora fa>>
<< Anche quest’anno!>> esclamò irritata, per poi afferrarmi per un braccio e trascinarmi in una stanza, che si rivelò essere la cucina.
Al grande tavolo era seduto Scorpius, con a fianco Joe. Avevano davanti almeno una quindicina di bicchieri… vuoti!
<< Ma che diavolo…?>>
<< Sono tutti suoi>> puntualizzò Joe, mentre toglieva dalle mani del biondo un altro bicchiere.
<< Ma dov’è Nate, quando serve?>> esclamò Dominique stizzita.
Scossi la testa e mi avvicinai a Scorpius, che si stava lamentando con l’amico.
<< Vieni>> lo esortai, prendendogli la mano e riportandolo nel salone. La musica sembrò trapanarmi le orecchie.
Lo feci sedere su un divanetto e cercai un contatto visivo con lui, ma i suoi occhi fissavano un punto imprecisato dietro di me.
Poi sembrò uscire da quel mondo tutto suo.
<< Roooose!>> strascicò. Il suo alito puzzava terribilmente d’alcol << Anche tu qui? Quando sei arrivata?>>
Feci per dirgliene quattro, quando si udì un “Buon anno!” seguito dall’inconfondibile suono dei fuochi d’artificio.
Scorpius si alzò in piedi, puntando i pugni al cielo e urlò di gioia. Poi salì sul divantetto, mise le mani a megafono e – con l’inconfondibile voce di un ubriaco – gridò:<< Scuuuusate! Un… un attimo! Devo fare un annuncio! La.. la vedete quella ragazza con i capelli rossi? Sì, lei! Bene… io… io sono innamorato di lei! Ti amo Rose!>>
Il cuore mi saltò in gola. Aveva davvero detto così?
Rimasi a fissarlo immobile, mentre barcollante scendeva dal divano. E poi ricordai: era ubriaco.
<< Io ti ammazzo!>> fece Albus, avventandosi contro Scorpius e strattonandolo per la maglietta.
<< Bravo… da… da una mano a mio… padre>> replicò l’altro apatico.
<< Al, lascialo>> intervenni, afferrandolo per un gomito << È ubriaco. Non sa quello che dice>>
E mentre recitavo quelle parole mi sembrò di sentire il mio cuore creparsi.
<< In vino veritas, Rose. Non te lo ha mai detto nessuno?>> ringhiò Albus, con un’ombra di delusione dipinta sul volto.
<< Al>> sussurrò Cassidy, avvicinandosi << Lascialo stare. Non sta bene, ha ragione Rose>>
Le sorrisi riconoscente, mentre le parole di mio cugino continuavano a ronzarmi per la testa: In vino veritas, Rose. Non te lo ha mai detto nessuno?
Aiutai Scorpius ad alzarsi e poi, dopo avergli fatto mettere il braccio sulle mie spalle, lo portai al piano di sopra.
Un ragazzo e una ragazza si stavano baciando in un angolo del corridoio e non si accorsero nemmeno della nostra presenza.
Entrai nella prima stanza che trovai e – ringraziai Morgana – si trattava di una camera da letto.
Lo feci sedere e io mi misi accanto a lui.
<< Voglio… bere…>>
<< Tu non toccherai un’altra goccia d’alcol fino a che io sarò in vita, chiaro?>> ribattei, brusca.
<< Tu mi odi… Rose. Mio padre mi odia… Albus mi… odia… Cassidy… voglio bere…>> trattenne il respiro e poi si voltò verso di me << Sei… bellissima>>
Gli passai una mano tra i capelli:<< E tu sei un idiota>>
Sorrisi, intenerita. Non riuscivo a rimanere arrabbiata con lui.
Chiuse gli occhi e si lasciò cadere sul letto, per poi addormentarsi.
 
Scorpius
 
Quando la mattina mi svegliai, avevo un tremendo mal di testa.
Tipico del dopo sbornia.
Mi passai una mano su gli occhi e sbadigliai. Mi guardai attorno e mi accorsi di essere nella camera degli ospiti di Nate. E non ero solo.
<< Buongiorno>> fece Albus freddo. Era appoggiato con la schiena alla porta e mi fissava con distacco. Non indossava più gli abiti della festa.
<< Buongiorno>> biascicai.
<< E così sei innamorato di Rose, eh?>> fece, avanzando di un passo.
<< Come hai fatto a scoprirlo?>> chiesi scandalizzato.
<< Oh forse perché ieri l’hai urlato ai quattro venti, mentre eri ubriaco>>
Mi battei una mano sulla fronte, per poi guardarlo colpevole.
<< Non volevo che tu lo venissi a scoprire così>>
<< Beh, ci sei riuscito>> sospirò << Quanto ti piace?>>
<< Tanto… tanto…>> ammisi con un sorriso << Dov’è ora?>>
<< È a casa di Dom>>
<< È arrabbiata con me?>> domandai impaurito. Non potevo aver rovinato tutto. Non di nuovo.
<< No, ma si è preoccupata moltissimo>>
<< Mi dispiace Al. Non l’ho scelto io>>
<< Lo so, lo so. È che… lasciami abituare all’idea, no? Potrei vedere la mia nuova cugina con il mio migliore amico. Tra te e Nate avrò perso dieci anni buoni di vita>> scherzò.
<< Ammettilo che sono meglio di Nate>>
Lui scoppiò a ridere:<< Ti sei già ripreso? Non sentivi dei sintomi post-sbornia?>>
Gli lanciai il cuscino, ma lo schivò.
<< Ti odierò, sappilo>>
<< Me ne farò una ragione>>
 
GINNY’S CORNER:
 
weila gente :D come state?
Eccomi qui con il capitolo nuovo, siete contente, eh?
Avete visto? È successo un po’ di casino, eh? Povero Scorpius! E io che volevo fare una bella scazzottata tra i due amici :) poi ho desistito, perché mi sarebbe un po’ dispiaciuto ;)
Vi ringrazio IMMENSAMENTE per le recensioni :D grazie grazie grazie!
Qui c’è la mia pagina facebook per tutti gli aggiornamenti vari :D
Un bacione e al prossimo capitolo
Ginny

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Capitolo 17
*** Chapter sixteen ***


A mia mamma,
che è la mia prima fan.

 
CHAPTER SIXTEEN
 
Scorpius
 
Tornare ad Hogwarts mi faceva tornare il sorriso. Sempre.
Era l’unico luogo che potevo seriamente chiamare casa, dove mi sentivo apprezzato al cento per cento.
Eravamo tutti seduti in uno scompartimento dell’espresso, intenti a discutere circa un attacco avvenuto a Diagon Alley.
<< Sono gli stessi che hanno colpito a Londra>> constatò Joe, chiudendo il Profeta << Stessa procedura. A Tom sarà venuto un colpo>>
Annuii, ripensando al povero proprietario. Avevano praticamente distrutto Il Paiolo Magico e Tom ne era rimasto miracolosamente illeso, mentre molti clienti erano rimasti feriti.
<< Papà dice che erano in numero maggiore rispetto all’ultima volta. Pensa che stiano reclutando seguaci>> spiegò Albus, passandosi una mano tra i ribelli capelli neri << È difficile gestirli perché non sanno chi o cosa stiano cercando>>
In quel momento Dominique spalancò la porta. Dietro di lei c’era Rose.
<< Al, Cassidy vuole parlarti>> annunciò la bionda, sedendosi di fianco a Nate.
Rose rimase sulla porta, esitante, ma ci salutò con un sorriso:<< Ciao ragazzi>>
Rispondemmo in coro al saluto.
Albus si alzò:<< Vado da Cass. Ci vediamo una volta arrivati. Rosie, tu rimani qui?>>
<< Oh no, no!>> balbettò lei << Devo… fare una cosa>> e si dileguò.
Non appena Albus uscì dallo scompartimento, la seguii. Dovevo parlarle.
Era tornato tutto come prima. Parlavamo, scherzavamo, ma non avevamo ancora chiarito cosa era successo alla festa. E io volevo chiarire.
<< Rose! Aspetta!>>
Rallentò il passo, ma non si fermò e non si girò neppure:<< Devo andare in bagno, Scorpius>>
<< Ti accompagno>>
<< Non ce n’è bisogno>>
<< Insisto>>
Alzò gli occhi al cielo, ma la vidi sorridere leggermente. Camminammo in silenzio fino al bagno. Non sapevo esattamente come affrontare l’argomento.
<< Hai intenzione di entrare anche tu?>> chiese ironica, mettendo una mano sulla maniglia.
<< Perché no?>> sorrisi malizioso.
Aprì la porta, sbuffando e, proprio in quel momento, il treno sbandò, facendoci cadere all’interno.
Merlino, ti sarò debitore in eterno!
Bloccai la porta con il mio corpo, impedendole di passare.
<< Scorpius, spostati>>
<< No, finché non chiariamo>>
Avrei potuto scegliere un posto decisamente migliore, ma al momento ci saremmo dovuti accontentare del bagno.
Incrociò le braccia al petto, mettendo il broncio:<< E che cosa dovremmo chiarire?>>
<< Rose, Rose. Non sei proprio capace a fare l’ingenua>> sussurrai, chinandomi sul suo viso.
Non si spostò di un millimetro e continuò a sostenere il mio sguardo con orgoglio.
<< Eri ubriaco, Scorpius. Non c’è niente da chiarire>>mormorò e giurai di aver colto una vena di amarezza nella sua voce << È tutto okay. Davvero. Poteva andarmi molto peggio: una volta uno, completamente ubriaco, si è inginocchiato e, storpiando con tremenda abilità il mio nome, mi ha chiesto di sposarlo*>>
Dopo qualche secondo scoppiammo a ridere entrambi. Me lo immaginavo proprio questo tipo in tipica posa da proposta di matrimonio.
<< Sono perdonato, quindi?>>
<< Certo! Mi sono solo preoccupata a morte perché eri in condizioni veramente pietose>>
<< Io non sono mai in condizioni pietose>> replicai facendo il finto offeso << Anche da ubriaco sono perfetto>>
Rose sorrise e mi tirò alcuni schiaffetti leggeri sulla guancia:<< Sogna, Scorpius. Sogna>>
 
Scendemmo dall’espresso come se tra di noi non fosse mai successo nulla, ridendo e scherzando. Trascinò a terra il baule, guardandosi attorno come se stesse cercando qualcuno.
<< Chi cerchi?>> le chiesi, aiutandola con il baule.
<< Papà. Grazie, faccio io>>
<< Perché tuo padre è qui?>>
<< Deve parlare con la McGranitt. Oh eccolo!>> e lo salutò, agitando il braccio.
<< Ciao Rose, ciao Scorpius>> ci sorrise il signor Weasley, per poi scoccare un bacio sulla testa alla figlia << Andiamo, Rosie?>>
Lei annuì:<< Ci vediamo dopo, Scorp>>
 
Una volta nel dormitorio mi stesi sul letto, con le braccia larghe e gli occhi.
Avevo chiarito con Rose. Quello era l’importante.
<< Ciao, Scorpius. Sai dov’è Nate?>>
Dominique entrò e si avvicinò. Il materasso si abbassò sotto il suo peso. Si era seduta.
<< Non lo so, Domi>>
<< Cosa stai facendo?>>
<< Penso>>
<< E a cosa pensi?>>
<< A Rose>>
Quelle parole mi sfuggirono dalle labbra con naturalezza. E non mi pentii di averle pronunciate.
Dominique sospirò:<< Ti piace tanto, eh?>>
<< Da impazzire, Dom. da impazzire>> confessai, passandomi una mano sulla faccia << Non glielo dire, però>>
<< Sarò muta come un pesce>> promise << Ma tanto lei già lo sa>>
Ringraziai di essere sdraiato, perché sicuramente sarei caduto.
<< Che cosa?!>>
<< Oh, non ne è cosciente, ma infondo lo sa>>
Tirai un sospiro di sollievo.
<< Perché non le chiedi di uscire?>> suggerì la bionda.
<< Perché potrei distruggere tutto quello che ho costruito. Preferisco esserle amico per tutta la vita che perderla per sempre>>
Dominique sorrise:<< Sei troppo buono, Scorpius. Il Cappello ha sbagliato a metterti in Serpeverde>>
 
 
Rose
 
Era una settimana ormai che la scuola era ricominciata e io ero già sottopressione per i M.A.G.O.
Sarebbero stai i miei primi veri esami e dato che mai affrontato i G.U.F.O. non sapevo cosa aspettarmi.
Ron, dopo che aveva aggiustato qualche formalità a con la McGranitt – che non riusciva a credere che io fossi sua figlia – mi aveva assicurato che, se li aveva superati lui, io sarei andata alla grande.
Io e Scorpius avevamo chiarito e passavamo – se possibile – ancora più tempo insieme.
Eravamo in biblioteca a studiare Aritmanzia, ma lui non ne aveva voglia. Si vedeva lontano un miglio.
<< Scorp, tutto okay?>>
<< Sì>> mentì, incrociando le braccia dietro la testa e abbandonandosi contro lo schienale della sedia.
<< Non dire bugie>> lo rimproverai, dolcemente << Cosa c’è?>>
Lui mi sorrise triste:<< Sono preoccupato?>>
<< Per i M.A.G.O.? Ma non eri tu quello che mi diceva che sono una passeggiata?>>
Scosse il capo:<< Sono preoccupato per te>>
Quelle parole mi fecero contrarre piacevolmente lo stomaco: era preoccupato per me.
<< Hanno colpito Il Paiolo Magico. Quanto pensi che ci metteranno ad arrivare qui?>>
Abbassai lo sguardo sui miei appunti, sentendomi presa in fallo. Aveva ragione. Prima la mia vecchia scuola, poi il mio appartamento e adesso Il Paiolo. Tra poco avrebbero puntato a Hogwarts.
Sospirai:<< Lo so, Scorpius>>
Mi abbracciò, facendomi appoggiare al suo petto.
<< Hai paura?>> sussurrò, accarezzandomi i capelli.
<< Ho paura di non riconoscerli. Non so chi sono. Potrei trovarmeli davanti e non capire. Potrei mettere in pericolo chi è con me>>
<< Io ti starò sempre accanto, Rose, sappilo. Non importa ciò che accadrà>>
Alzai il viso verso di lui e rimasi sconvolta dai suoi occhi. Verdi. Seri. Impassibili. Sinceri.
Feci per ringraziarlo, quando delle urla ruppero il silenzio. Ci staccammo e afferrammo le bacchette. Lui prese dalla tracolla uno strano mantello.
<< E quello?>>
<< Dopo>> tagliò corto lui e mi prese per mano.
 
Il corridoio era un via vai di studenti, che scappavano terrorizzati in tutte le direzioni.
I prefetti e i capiscuola cercavano, invano, di mantenere l’ordine.
<< Rose Weasley!>> cantilenò una voce << Vieni fuori! Lo sappiamo che sei qui! Su, non fare la timida!>>
Non mi ci volle molto per capire chi fossero. Mi avevano trovata. Non avevano proprio perso tempo. Il sangue mi pulsava nelle tempie, mentre sentivo ancora quella voce vagarmi per la testa.
<< Cazzo!>> esclamò Scorpius accanto a me << Dobbiamo muoverci!>>
<< Scorp, devo andare là. Mi stanno chiamando>> sussurrai. Non capivo bene cosa stesse succedendo. Avvertivo che le mie gambe volevano dirigersi verso la battaglia, come se fossero state dei marionette nelle mani di un burattinaio.
<< Cosa dici? Vieni!>> e mi agguantò per un gomito, trascinandomi con sé.
Giungemmo nei sotterranei e ci fermammo davanti ad uno sgabuzzino delle scope.
Mi porseli mantello:<< Indossalo ed entra lì dentro>> ordinò.
<< Cosa? E tu dove vai?>>
<< A dare una mano. Ti prego, mettilo ed entra lì>>
<< Voglio venire anche io! È la mia guerra!>> mi ribellai.
Lui mi prese per le spalle, guardandomi con quegli occhi che avevano un effetto disarmante su di me:<< È te che cercano, Rose. Non ti esporre inutilmente. Avrai tempo anche tu per farti valere>>
Annuii debolmente e presi quell’insolito mantello. Era leggero, fluente, morbido al tocco e di uno strano colore grigio argenteo.
<< È il Mantello dell’Invisibilità>> si affrettò a spiegare, notando probabilmente il mio scetticismo << Fidati di me>>
Annuii ancora, poi lui si girò per andarsene.
Inspirai profondamente. Non volevo che se ne andasse. Aveva giurato che mi sarebbe rimasto sempre accanto.
Lo afferrai per il braccio, facendolo voltare verso di me. Mi guardò stupefatto, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, mi alzai sulle punte e lo baciai.
Un bacio semplicissimo. Un leggero sfiorare di labbra. Un contatto che desideravo da troppo tempo.
Quando ci staccammo sorrise in modo strano. Quasi soddisfatto.
Si allontanò, continuando a guardarmi, la bacchetta stretta in pugno.
 
 
Scorpius
 
Combattevo senza pensare ad altro che alle labbra di Rose sulle mie. Era quella la mia unica certezza in quel momento, il motivo che mi portava a lottare.
Eravamo tutti ragazzi del settimo anno e professori, ma questo non faceva demordere i nostri avversari.
Mi stupii nel vedere che erano tutti molto giovani. Avranno avuto al massimo quattro o cinque anni più di noi. Duellavano a volto scoperto e mi parve di riconoscere alcuni ex studenti di Hogwarts, Serpeverde.
Schiantai il mio avversario, che andò a schiantarsi contro il muro e lanciai un sguardo alla McGranitt. Stava affrontando con facilità due uomini. Dovevo dirle che Rose era al sicuro.
Albus e Cassidy erano in due punti diversi della sala e ogni tanto si lanciavano occhiate preoccupate per accertarsi che l’altro stesse bene.
Mi avvicinai al mio migliore amico, che aveva un taglio sulla guancia, disarmando un altro.
<< Perché mai dovrebbero cercare Rose?>> ansimò, chinandosi per evitare un incantesimo.
<< È una lunga storia>> risposi, mettendomi con la schiena contro la sua.
<< Lo sai?>> domandò shokkato, mentre ci scambiavamo di posto.
<< Te lo spiegherà lei>>
<< Dov’è ora?>>
<< Al sicuro>>
Dominique schiantò un mago che stava per colpire Nate alle spalle, per poi fargli l’occhiolino.
<< Ti amo, Dom!>> urlò lui, per poi riprendere a duellare.
<< Anche io!>> ribatté lei.
Quei due erano incredibili. Anche in una situazione del genere riuscivano a… scossi il capo.
Feci per avvicinarmi alla preside, quando una strega dai lunghi capelli biondi mi piombò davanti. Per poco non mi cadde la bacchetta dalle mani. Bridget. Bridget Nott era lì di fronte a me. Un ghigno dipinto sulle labbra colorate di rosso.
<< Ciao, Scorpius>> fece con voce mielosa << Non mi aspettavi, vero?>>
Non risposi, ma le lanciai uno schiantesimo. Sentivo l’adrenalina invadere ogni cellula del mio corpo. Lei lo parò, fingendosi offesa.
<< Scorpius caro, non te lo ha insegnato Astoria che non si colpisce una ragazza?>>
<< Non provare nemmeno a pronunciare il nome di mia madre>> sibilai.
<< Astoria>> ripetè lei, ghignando.
<< Stupeficium!>> gridai. Lei parò nuovamente, scoppiando a ridere.
<< Crucio!>> ribattè.
<< Protego!>>
Era un continuo urlare di incantesimi. Stavamo girando intorno, come due lupi pronti a balzare uno al collo dell’altro. In quel momento mi ricordava più che mai la prozia Bellatrix.
<< RITIRATA!>> esclamò un uomo da davanti al portone d’ingresso. Lo guardai: era lo stesso che io e Rose avevamo incontrato a Londra.
<< Mi dispiace dover concludere così la nostra piacevole discussione, Scorpius>> cantilenò Bridget << Ma stai tranquillo che ci rivedremo, tesoro>> e corse via.
Fuggirono tutti, mentre noi, invano, cercavamo di fermarli.
<< Scorp, quella era…>> balbettò Cassidy, poggiandomi una mano sulla spalla.
Tremavo dalla rabbia.
<< Sì, era lei>>
Se non l’avevo odiata prima, ora avevo un buon motivo per farlo.
 
Rose era stata convocata insieme al signor Potter e il signor Weasley dalla McGranitt. Ed ormai si trovava nel suo ufficio da più di due ore.
Dominique e Nate stavano aspettando con me davanti alla porta, mentre Cassidy aveva portato Albus in infermeria, per farsi curare la ferita al viso.
Ero il ritratto dell’ansia. Camminavo avanti e indietro per il corridoio, torturandomi le mani e ogni tanto sbuffavo.
<< Signorina Weasley>> disse la preside, comparendo sulla soglia << Porti Rose nel suo dormitorio>>
Dominique annuì e, non appena la rossa uscì, le circondò le spalle con un braccio, conducendola alla Torre di Grifondoro.
Rose aveva pianto. I suoi splendidi occhi azzurri erano arrossati. Volevo uccidere l’artefice di tutto questo. Volevo aiutare la ragazza di cui ero innamorato. Invece ero impotente. Una lacrima mi solcò il viso. E fu solo una delle tante che seguirono.
<< Non puoi fare niente da solo, Scorp>> mormorò Nate, battendomi una mano sulla spalla << Ma ti giuro che prederemo quei bastardi>>
 
 
 
 
*questo fatto è puramente autobiografico. E già, mi hanno fatto una proposta di matrimonio di questo tipo xD
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Tadaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Ecco qui il nuovo capitolo! Sono in anticipo, eh? Mi sorprendo di me stessa :D
Allora, è successo un po’ di casino come sempre. Ma i nostri piccioncini adorati…… *-*
Comunque! Bridget è stato un colpo di scena. A dire la verità fino all’ultimo ero indecisa sul metterla oppure no, ma poi mi sono detta che Scorpius meritava un po’ di vendetta quindi l’ho inserita :D
Vi ringrazio di cuore! Siamo arrivati a 161 recensioni! Stento a crederci pure io :’) sono commossa. Grazie! Grazie! Grazie!
Questa è la mia pagina facebook :)
Vi aspetto al prossimo capitolo
Un bacione
 
Ginny

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Capitolo 18
*** Chapter seventeen ***


A voi,
che aspettavate questo momento
fin dall’inizio.

 
CHAPTER SEVENTEEN
 
Scorpius
 
Erano passate due settimane. Due lunghissime e interminabili settimane.
Avevo cercato di distrarmi dal pensiero di Rose buttandomi a capofitto negli allenamenti e nello studio, ma appena sembrava allontanarsi un poco ecco che faceva di nuovo capolino nella mia mente. Dovevo lasciarla stare. Ero convinto di questo.
Dopo tutto quello che era successo, io ero il suo ultimo problema. Eppure non riuscivo a dimenticare quel bacio. Le sue labbra poggiate così delicatamente sulle mie, il suo profumo, il suo sapore.
Mi ero reso conto di essere fottuto. Dannatamente fottuto.
 
<< Scorpius mi devi fare un favore>> disse Albus, sedendosi accanto a me per colazione.
Io annuii con un impercettibile cenno del capo, continuando a guardare Rose sbocconcellare un pezzo di pane. Mangiava come un pettirosso. Non toccava mai qualcosa in più di quelle semplici fette di pan carrè. Dominique provò ad offrirle della marmellata, ma lei rifiutò con una smorfia. Faceva così da quel maledetto giorno.
<< Sì, Al. Dimmi pure>>
Mi portai il bicchiere colmo di succo di zucca alle labbra.
<< Chiedi a Rose di uscire con te ad Hogsmeade sabato>>
Per poco non mi strozzai, cominciando a tossire.
<< Stai scherzando, vero?>> chiese, fissandolo con gli occhi sbarrati.
<< No, Scorp. Sono serissimo. Ha bisogno di qualcuno che la faccia uscire dal guscio in cui si è chiusa. Ha bisogno di qualcuno che la consoli. Di qualcuno che la faccia sentire importante. Di qualcuno che tenga lei. Ha bisogno di te>>
Rimase immobile, mentre le parole di Al continuavano a ronzarmi nella testa. Ha bisogno di te.
<< Non accetterà mai>> mormorai poi, fissando il bicchiere come se all’improvviso fosse la cosa più importante del mondo.
<< Scorpius non è vero. Accetterà>> sospirò con un mezzo sorriso << Mi ha detto che ti ha baciato>>
Arrossii e mi sentii strano. Come se fossi stato colto in flagrante.
<< Te lo ha detto, eh?>> ridacchiai. Ero nervoso
<< Già. E non sono arrabbiato>>
<< No?>>
<< No>> sorrise << Me lo aspettavo. Mi sono accorto di come ti guarda. Ti prego Scorpius, stalle vicino>>
Annuii serio come non lo ero mai stato in vita mia.
<< Ma prova a farla soffrire e ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi>> minacciò, scherzoso << Alla babbana>>
<< Tremo di paura!>>
 
Ero seduto davanti al ritratto della Signora Grassa da più di un’ora, aspettando che Rose uscisse. Perché, prima o poi, sarebbe uscita!
Ero deciso a rimanere lì, anche se avessi dovuto starci tutta la notte. Mi ero preparato un discorso per chiederle di uscire, curato in tutti i dettagli, ma ero più che sicuro che non appena avessi incrociato i suoi bellissimi occhi me lo sarei dimenticato. Era matematico.
Per ingannare il tempo cominciai a fare qualche semplice incantesimo, per poi evocare il mio patronus. Pensai ad un ricordo felice e non mi stupii quando mi venne alla mente quando avevo fatto pace con Rose. L’avevo sollevata da terra e lei aveva riso felice. E io avevo riso con le.
Un lupo comparve di fronte a me. Mi era sempre piaciuto il mio patronus. Era forte, orgoglioso e autoritario. Ma in quel momento mi guardava con occhi tristi, come se comprendesse appieno il mio stato d’animo. Aveva il capo leggermente piegato verso destro e le orecchie abbassate. Si sedette, mantenendo il contatto visivo. Sembrava leggermi dentro. Ad un tratto il quadro si spostò e il lupo, avendo io perso la concentrazione, si dissolse in uno sbuffo di fumo bianco-argenteo.
Guardai chi era uscito e il mio cuore perse un battito. Rose.
Alzò lo sguardo verso di me e sorrise appena. Era pallida e la pelle sotto gli occhi era tirata, segno del fatto che non dormisse molto.
Teneva tra le braccia un gran numero di volumi e sembrava affaticata.
Senza dire una parola mi alzai e li presi.
<< Non importa, Scorpius. Posso farcela da sola>> protestò debolmente.
Sorrisi dolcemente. La solita, testarda e orgogliosa Rose Weasley.
<< Non voglio che ti si stacchino le braccia, Rosie. E non voglio neanche essere accusato di scarsa cavalleria>>
Rise e il mio cuore si fece più leggero. Merlino, quanto amavo sentirla ridere.
<< Se stai cercando Al, se n’è andato un’ora fa>> disse.
<< Veramente stavo cercando te>>
Avvampò e un “Oh” sorpreso sfuggì dalle sue labbra, mentre si metteva una ciocca di capelli rossi dietro all’orecchio.
<< Stavi cercando me?>> chiese stupita.
<< Esatto. Possiamo parlare?>>
Si guardò intorno, voltando velocemente la testa da un lato all’altro, poi mi afferrò per un braccio e mi trascinò con sé a sedere sugli scale.
Posai i volumi vicino ai miei piedi ed inspirai profondamente per farmi coraggio, mandando a quel paese tutti il discorso che mi ero preparato:<< Rose, vuoi venire con me ad Hogsmeade sabato?>>
Lei sgranò i bei occhi azzurri, rimanendo in silenzio, le labbra schiuse. Passarono secondi, minuti, ore. Non sapevo dirlo. L’unica cosa di cui ero sicuro era che non avevo ancora risposto. E io stavo sempre peggio.
<< Se non vuoi lo capisco, Rose>> cominciai << Dopo tutto quello che è succ…>>
Mi zittì, posando l’indice sulle mie labbra.
<< Non ha idea da quanto speravo di sentirtelo dire>> sussurrò << Quindi sì: voglio venire ad Hogsmeade con te sabato>>
Poi si alzò, raccolse i suoi libri e scese le scale con la grazia di sempre. Al penultimo gradino si fermò:<< Ci vediamo alle tre>> sorrise.
Io annuii con un cenno del capo, ancora incredulo. Mi passai una mano tra i capelli. Sarei andato ad Hogsmeade con Rose Weasley.
 
Rose
 
Quando tornai in dormitorio mi lasciai cadere con un sospiro felice sul letto, affondando il viso nel cuscino.
Dominique mi osservò incuriosita:<< È gioia quella che ti vedo sprizzare da tutti i pori o mi sono presa un abbaglio, Rose?>>
<< Sono la ragazza più felice del mondo in questo momento, Domi. Niente potrebbe scalfire il mio buon umore>> dissi, sorridendo come un ebete.
<< E si può sapere cosa ti rende così allegra?>> chiese, mettendosi le mani sui fianchi in un gesto di scherzoso rimprovero.
Rotolai sulla schiena, stringendo il cuscino tra le braccia e il viso nascosto dietro di esso.
<< ScorpiusmihachiestodiandareconluiadHogsmeadesabato!>> esclamai, soffocando le parole nel guanciale.
<< Eh? Non ho capito, Rose>>
<< Scorpius mi ha chiesto di andare con lui ad Hogsmeade sabato!>> ripetei, sorridendo ancora di più.
Dominique proruppe in un urlo disumano. Si buttò su di me e mi abbracciò, mordendomi affettuosamente una guancia.
<< Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo!>> gridò, stritolandomi << E quando te lo ha chiesto?>>
<< Poco fa. Mi ha intercettato mentre andavo a restituire dei libri in biblioteca>>
<< Merlino! Non hai idea di quanto sia felice per te, Rosie! Hai già deciso cosa metterti?>>
La guardai stralunata:<< Cosa vuoi che mi metta? Un paio di jeans e una felpa. Dominique è gennaio. Fa freddo!>>
Sbuffò contrariata, ma tornò a sorridere:<< Vedrai che andrà tutto bene. Siete fatti l’uno per l’altra>>
 
Sabato arrivò in un baleno e se lunedì, quando avevo accettato la sua richiesta, ero tranquilla quella mattina ero un fascio di nervi.
Mi imposi di rimanere calma, per evitare di fare figuracce inutili ed imbarazzanti. Alle tre meno cinque scesi in sala comune saltando i gradini due a due. Salutai Dominique, che mi augurò buona fortuna e uscii attraverso il buco del ritratto della Signora Grassa.
Volai per i corridoi, temendo di arrivare in ritardo e quando arrivai davanti al portone d’ingresso, lo scorsi appoggiato al muro. Rallentai, per osservarlo bene. Indossava un semplicissimo paio di jeans chiari e una felpa verde. I capelli gli ricadevano scomposti sulla fronte come piacevano tanto a me.
Non appena si accorse di me il suo volto si aprì in un sorriso.
Sembrava passato così tanto tempo da quando mi aveva aiutato con quella mappa – se così si poteva definire – che mi aveva disegnato Dominique. Mi pareva di conoscerlo da sempre.
<< Ciao Scorp>> lo salutai, alzandomi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia.
<< Ciao Rosie>> ricambiò lui, senza smettere di sorridere << Sei bellissima>>
Arrossii e ringraziai ancora una volta Morgana per avermi fatto lasciare i capelli sciolti, distogliendo lo sguardo:<< Grazie. Andiamo?>>
<< Con molto piacere>> rispose e fece un piccolo inchino << Prima le signorine>>
Scoppiai a ridere e lo afferrai per un braccio, trascinandolo con me.
 
<< Vuoi bere qualcosa?>> mi chiese, mentre camminavamo per Hogsmeade, parlando del più e del meno.
<< Perché voi ragazzi chiedete sempre vogliamo qualcosa da bere?>> domandai leggermente esasperata, ma sorridendo.
<< Beh, è galanteria Rose>> rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
<< È monotono>>
<< E cosa dovrei fare per non essere monotono?>> fece divertito.
<< Potresti portarmi da qualche parte>> suggerii, usando un tono volutamente malizioso.
Rise e, circondandomi le spalle con un braccio, mi condusse per una stradina. Mi sembrava terribilmente familiare. E infatti quando giungemmo dove voleva portarmi riconobbi il piccolo bel vedere da dove si scorgeva la Stamberga Strillante.
Rimasi sorpresa. Non pensavo mi portasse proprio lì.
Mi divincolai dal suo braccio e mi andai a sporgere alla staccionata di legno. Inspirai quell’aria così fredda e pungente, chiudendo gli occhi.
<< Perché qui?>>
<< Perché è qui che è cominciato tutto, Rosie. È qui che ho capito ciò che provo per te>>
Mi girai verso di lui, appoggiandomi con la schiena al legno bagnato che mi separava dallo strapiombo. Si era avvicinato di qualche passo.
<< E cosa provi per me?>> mormorai.
<< Prima di dirtelo devo sapere che non fuggirai come è successo quando siamo venuti qui la prima volta>>
<< Non posso fuggire. C’è qualcosa che mi trattiene qui>>
<< E cos’è?>>
<< Sei tu>> confessai.
Lui mi abbracciò la vita e poggiò la sua fronte sulla mia, guardandomi con quegli occhi verdi che mi facevano impazzire.
<< Allora cosa provi per me?>> ritentai, circondandogli il collo con le braccia.
<< Questo>> soffiò e unì le nostre bocche. Le sue labbra si muovevano delicate sulle mie, come se avesse avuto paura di fare qualcosa di sbagliato. Per tutta risposta mi strinsi più a lui, mordicchiandogli il labbro inferiore.
Lo sentii sorridere e mi sollevò da terra, facendomi sedere sulla staccionata. La sua lingua premette leggermente sui miei denti come per chiedere il permesso ad entrare. Schiusi le labbra e la sentii accarezzare la mia con dolcezza. Era un bacio che sapeva di attesa. Che sapeva di scuse. Di rivincita.
Quando ci staccammo, necessitando ossigeno, rimanemmo abbracciati, fissandoci negli occhi.
<< Hai capito?>> domandò, ansimando debolmente.
<< Non credo. Se tu potessi rispiegarmelo…>>
Scoppiò a ridere e mi ribaciò. E fu solo il primo di una lunga serie.
 
Scorpius
 
Tornammo a scuola mano nella mano, mentre il cielo si scuriva piano piano.
Camminare così, sentendo il suo palmo caldo contro il mio, mi sembrava così naturale e giusto.
La accompagnai davanti al ritratto della Signora Grassa.
<< È stato fantastico, Scorpius. Sul serio. Grazie di tutto>> sorrise, alzandosi sulle punte per darmi un bacio. Le misi una mano su un fianco e una sul collo, allungando il contatto.
Quando si staccò era un po’ rossa sulle guance.
<< Ho solo una domanda da farti>> disse, fissando il pavimento e tormentandosi una ciocca di capelli << Cosa siamo ora?>>
<< Non ho alcuna intenzione che i ragazzi pensino che tu sia ancora disponibile, dopo questo pomeriggio, quindi…>> le presi una mano e me la portai sul cuore << Vuoi essere la mia ragazza?>>
Annuì con un cenno del capo e mi saltò addosso, baciandomi di nuovo.
Avevo raggiunto il paradiso.
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Voilà!
eccomi quiiiiii!
Avete visto? Sono stata buona, eh? Spero solo di non aver raggiunto soglie di sdolcinatezza troppo elevate o il mio diabete ne risentirà xD
Grazie mille a tutti per aver letto e commentato lo scorso capitolo :D aspetto le vostre opinioni.
Questa è la mia pagina facebook :D
Un bacione
La vostra
Ginny

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Capitolo 19
*** Chapter eighteen ***


Alla Zia Jo,
che mi ha dato la possibilità
di poter scrivere questa fanfic.

 
CHAPTER EIGHTEEN 
 
Rose
 
Io e Scorpius stavamo insieme soltanto da due settimane, ma nonostante questo mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Non avevamo perso le nostre buone abitudini. Al venerdì continuavo ad andare a vederlo agli allenamenti e dopo a dargli ripetizioni di Aritmanzia, sebbene lui cercasse più e più volte di corrompere la sottoscritta, che ogni tanto lo lasciava fare volentieri.
Ero proprio seduta sugli spalti insieme a Dominique e Cassidy e tenevo lo sguardo fisso su di lui. Stava prendendo il brutto vizio di fare pericolose peripezie con la scopa, giusto per farmi preoccupare. E ci riusciva benissimo. Trattenevo il respiro fino a che non lo rivedevo tornare in una posizione più sicura e “normale”. Come se ci fossero posizioni normali nel Quidditch!
E ovviamente concludeva il tutto con un sorriso strafottente nella mia direzione. Gli uomini
<< Allora>> fece Dominique, sedendosi un po’ più vicino a me << Con Scorpius come va?>>
<< Giusto>> le diede man forte Cassidy, avvicinandosi pure lei << Ti tratta bene il biondo?>>
Ero stretta tra due assetate di gossip. E presto mi avrebbero estorto anche la minima informazione.
<< Benissimo>> risposi, nascondendo il naso nella sciarpa verde-argento che portavo, per nascondere il rossore. Aveva ancora il suo profumo.
<< Rose!>> esclamò mia cugina, facendomi sobbalzare leggermente << Non penserai di cavartela con un “benissimo”, vero?>>
<< Io speravo di sì…>>
<< Noi>> e calcò bene quel noi aiutandosi con un gesto della mano << Vogliamo sapere i dettagli>>
Cassidy annuì convinta.
<< Non ce ne sono di “dettagli”. È tutto esattamente come prima. Con la differenza che ci baciamo>> spiegai, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Domi alzò gli occhi al cielo, in un gesto di rassegnazione.
<< E bacia bene il mio migliore amico?>> intervenne Cassidy. La guardai, arrossendo, se possibile, ancora di più. Ma lei non era la ragazza timida e indifesa?
<< E bacia bene mio cugino?>> ribattei io.
<< Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, Rosie>> replicò sorridente. La preferivo decisamente timida e indifesa. L’influenza di Al le faceva male. Mooolto male.
Sbuffai:<< Sì, bacia bene>>
<< Lo sospettavo>> disse Dominique, mandando un’occhiata veloce a Nate che stava atterrando in quel momento << Hanno finito. Speriamo che non ci mettano un’eternità a fare la doccia, quelle primedonne>>
Scoppiammo a ridere divertite.
<< Chissà cosa ti organizzerà Scorpius per San Valentino>> ipotizzò sognante Cass, mentre ci avvicinavamo agli spogliatoi << E chissà cosa organizzerà Al>>
Io feci una smorfia:<< Speriamo che non pensi a nulla. Odio San Valentino>>
Dominique si voltò verso di me con gli occhi  fuori dalle orbite:<< Stai scherzando, vero? Vero?>>
Scossi il capo. Odiavo San Valentino. E avevo tutte le motivazioni del mondo.
<< Se non vi dispiace, preferirei non parlarne>>
Loro mi guardarono preoccupate, così allungai il passo e le sorpassai.
 
Scorpius uscì dallo spogliatoio con i capelli ancora un po’ bagnati e mi sorrise. Il sorriso più bello del mondo.
<< Dovresti asciugarteli i capelli>> lo ammonii dolcemente, mentre lui mi circondava le spalle con un braccio.
<< Tanto lo so che ti piaccio di più così>> ghignò malizioso.
Era vero. Con i capelli bagnati lo trovavo ancora più bello e non ne sapevo il motivo. Ma non ero decisa a dargliela vinta.
<< Potresti ammalarti>>
Fece spallucce.
<< E se ti ammali, non ti potrei più baciare>> conclusi, sorridendo vittoriosa.
<< Potresti sempre diventare la mia Medimaga personale>> mi sussurrò all’orecchio, per poi darmi un bacio sul collo, poco sotto la mandibola.
<< Potrei>> mormorai io.
Arrivammo davanti al portone principale e cominciai a dirigermi in biblioteca, ma lui mi abbracciò da dietro, facendomi aderire al suo corpo.
Chinai la testa all’indietro, appoggiandola alla sua spalla:<< Scorp, dobbiamo andare. Siamo già in ritardo>>
<< Non avevo intenzione di fare Aritmanzia oggi>> disse, adagiando la sua guancia alla mia.
<< Ma ti devo spiegare l’argomento nuovo>> protestai debolmente.
<< Non morirò per una ripetizione in meno, Rosie>> scherzò << Sul serio. È tanto che non passiamo del tempo insieme>>
<< E ieri pomeriggio, scusa?>>
<< Da soli>> precisò.
Arrossii. Sapevo di essere arrossita. Avevo il viso in fiamme.
<< Hai ragione>> convenni, per poi girarmi e trovarmi ad un centimetro dal suo viso. Sorrisi e lo baciai lentamente. Lui rafforzò la presa sui miei fianchi, mentre una mano scendeva ad infilarsi nella tasca posteriore dei miei jeans.
Ci staccammo, rimanendo però nella stessa posizione.
<< Cosa vuoi fare per San Valentino?>> mi chiese.
Un’ombra mi attraversò gli occhi e chinai lo sguardo:<< Voglio rimanere al casello>>
<< Sul serio? Non ti andrebbe di andare a Hogsmeade?>>
Feci di no con la testa:<< Non mi piace San Valentino, Scorp. È una festa stupida>>
Lui sembrò sollevato:<< Anche io non la sopporto. Ma mi piacerebbe sapere perché a te non piace>>
Rimasi in silenzio. Cerano un sacco di motivi per cui odiavo quella festa. E uno, uno in particolare me la faceva detestare più di altri.
<< Rose, parliamone. Ti serve>>
Tornai a guardarlo e mi persi nei suoi occhi verdi. Dovevo confessarlo a qualcuno e anche lui sapeva che non mi avrebbe fatto altro che bene.
Lo presi per mano e ci sedemmo sulla scalinata che portava al piano superiore.
<< Quando ero all’asilo ci facevano sempre fare un biglietto per San Valentino. Ai bambini per le loro mamme e alle bambine per i loro papà. Ovviamente io lo facevo per Hermione. Arrivavo a casa tutta contenta con quel foglio rosa decorato con i cuoricini rossi e lei lo attaccava al frigo con una calamita. Diceva che ero la sua fidanzata preferita>> sorrisi tristemente a quel pensiero << Appena tornai dal primo giorno di elementari le chiesi perché io non avessi un papà. Quell’anno non le feci più il biglietto di San Valentino. E neppure l’anno dopo. Avevo rinunciato. Io non avrei mai potuto sostituire la sua metà. Neanche se mi fossi impegnata al massimo delle mie forze>>
Mi abbracciò, facendomi appoggiare al suo petto e chiusi gli occhi. Mi sentivo più leggera per certi versi, ma da una parte anche più vulnerabile.
<< Non te ne devi fare una colpa, Rosie. Non ci devi nemmeno pensare. Sei stata una figlia splendida>> e mi baciò la fronte
<< Non ti dispiace se non festeggiamo, vero?>> m’informai con un leggero senso di colpa.
<< Assolutamente no>> rispose lui, sorridendomi << Io odio San Valentino. Mi vengono le carie ai denti solo a pensarci da quanto sia una cosa sdolcinata>>
Risi:<< Ti voglio bene, Scorpius Malfoy>>
 
Scorpius
 
San Valentino arrivò in perfetto orario la mattina del 14 febbraio. Per il castello si respirava un’aria sdolcinata che mi faceva venire la nausea. Odiavo San Valentino e lo odiavo ancora di più sapendo che a Rose portava solo ricordi tristi.
Verso le dieci il castello era vuoto, eccetto gli alunni del primo e del secondo anno. Erano tutti ad Hogsmeade e probabilmente molti a scaldare la sedia da Madama Piediburro.
Raggiunsi Rose sulla Torre di Astronomia. Era appoggiata alla ringhiera con gli avambracci e i capelli che sfuggivano al suo cappello di lana bianca erano mossi dal vento. Mi avvicinai a lei silenziosamente e la presi per i fianchi.
<< Buongiorno bellezza>> la salutai, dandole una bacio sulla guancia.
<< Buongiorno>> rispose lei, poggiandomi l’indice fasciato in guanto – anch’esso di lana bianca – sul naso.
<< Ti ho fatto un regalo>> annunciai, porgendole un pacchetto blu.
Le si illuminarono gli occhi:<< Posso aprirlo?>>
<< Certo, è tuo!>>
Tolse l’involucro, mostrando ciò che conteneva. Una semplice maglietta bianca con una scritta a pennarello rosso sul davanti.
<< Sei speciale..>> lesse in un sussurro, per poi saltarmi letteralmente addosso. Mi cingeva la vita con le gambe e il collo con le braccia.
<< È semplicemente bellissima>> disse, prima di baciarmi con impeto.
Risposi al bacio con altrettanta foga, leccandole il labbro inferiore, per poi cercare la sua lingua e accarezzarla con la mia, mentre le mani correvano sotto il maglione che portava. Sentivo il calore della schiena contro i palmi freddi, che accarezzavano ogni centimetro di pelle.
Lei mi accarezzava i capelli, giocherellando con alcune ciocche sulla nuca. Avrebbero potuto uccidermi in quel momento, che sarei morto felice.
<< Davvero ti piace?>> le chiesi, appoggiando la fronte alla sua, ansimando leggermente.
<< Davvero. Nessuno aveva mai fatto una cosa così carina per me>>
Le diedi un altro bacio e lei sorrise.
<< Abbiamo un’intera giornata davanti a noi, signorina. Cosa vuole fare?>>
<< Prima di tutto voglio sfoggiare la mia maglietta nuova, se permetti>> disse orgogliosa << Poi potremmo monopolizzare le cucine>> propose con una luce malandrina negli occhi.
<< Ottima idea>>
 
Avevamo così passato la mattinata circondati dagli elfi domestici, per poi rintanarci nella Stanza delle Necessità. Stava piovendo a dirotto e noi eravamo sdraiati su un divano di velluto, avvolti in una coperta.
Rose cominciò a sfregarmi la punta del naso con il piede, fasciato in uno simpatico calzino a righe arcobaleno:<< Ho sempre adorato farlo>>
<< Posso sapere perché?>> domandai, afferrandoglielo e cominciando a farle il solletico.
Scoppiò a ridere, contorcendosi. Quando smisi, fece da parte la coperta e si avvicinò a me, sedendosi sulle mie gambe:<< Per quanto lo odi, è stato il più bel San Valentino della mia vita>> sussurrò, dandomi un leggero bacio sulle labbra.
<< Anche il mio>>
Sorrise e guardò l’ora sul suo orologio:<< Forse dovremmo scendere. Gli altri arriveranno a momenti>>
Annuii e prendendola in braccio uscimmo dalla Stanza. La posai a terra e, mano nella mano, ci dirigemmo verso la Sala Grande.
Non appena arrivammo nei pressi del portone di ingresso sentimmo delle risate e spiammo per dare un’occhiata: Dominique e Nate erano rientrati, bagnati fradici, e ridevano come matti. Dom si appoggiò con le spalle al muro e lui la baciò. Si guardarono intensamente negli occhi. Avevo visto tante volte quello sguardo vagare tra loro due. Poi Nate le circondò la vita con un braccio e ne mise uno sotto le gambe e la sollevò di peso. Alla bionda sfuggì un gridolino sorpreso e, ancora ridendo, salirono al piano superiore.
<< Siamo usciti dalla Stanza delle Necessità giusto in tempo>> ghignò maliziosa Rose, prendendomi per mano e portandomi in Sala Grande.
<< Direi di sì>>
 
Rose
 
Presi posto al tavolo di Grifondoro tra Lily e Roxanne con un sorriso sulle labbra.
<< Ciao Rosie>> mi salutò la piccola Potter << Hai visto che c’è papà e zio Ron?>>
<< Dove?>> chiesi interessata.
<< Al tavolo dei professori>> e lo indicò con un cenno del capo << Stanno parlando con la McGranitt>>
Spostai automaticamente lo sguardo verso la preside e mi accorsi che in effetti mio padre e il suo migliore amico sedevano alla lunga tavolata e conversavano. Accanto a lui era seduta una giovane donna sulla trentina dai capelli neri scalati, che in base ai movimenti del capo riflettevano mesh blu. Aveva gli occhi blu intenso e sembrava molto presa dalla discussione.
<< Sai chi è la donna che li ha accompagna?>> domandai ancora  a mia cugina.
<< Jordan McFally. É un'Auror e lavora con loro al Ministero>>
Annuii con il capo e presi un pezzo di pane, senza però smettere di fissarli.
Ad un tratto la McGranitt si alzò in piedi e ci richiamò al silenzio.
<< Come molti di voi avranno notato>> esordì << Questa sera sono presenti anche il Capo Auror Harry Potter e il Vice Capo Auror Ronald Weasley>> un piccolo applauso si disperse nell'aria << In loro compagnia c'è anche la signorina Jordan McFally. Abbiamo convenuto con il Ministro della Magia che, in seguito all'attacco avvenuto un mese fa, voi alunni seguiate un corso di Difesa contro le Arti Oscure in più al pomeriggio, in compagnia degli Auror del Ministero>>
Un mormorio concitato cominciò a spargersi ed io e i miei cugini ci guardammo sorpresi.
<< I nuovi orari vi saranno consegnati domani mattina>> concluse, tornando a sedersi.

Avevo appena finito di cenare e aspettavo insieme a Scorpius mio padre uscire dalla Sala Grande. Gli volevo dire che avevo un ragazzo. dovevo parlarne con qualcuno che non fosse una mia amica.
Scorpius era teso. Gettava occhiate preoccupate alla porta, come se si aspettasse di vedere spuntare una Banshee da un momento all'altro. Sorrisi intenerita e gli presi la mano:<< Andrà tutto bene>>
<< Fai facile a dirlo, tu>> borbottò, ricambiando la mia stretta.
Feci per ribattere quando una voce mi fermò:<< Rosie!>>
<< Ciao papà>>
Ron sorrise a me e a Scorpius. Poi il suo sguardo cadde sulle nostre mani intrecciate. Divenne del colore dei suoi capelli. Probabilmente le orecchie gli stavano andando a fuoco.
<< Vedi papà, io e Scorpius stiamo insieme>> mormorai. Mi aspettavo di vederlo scoppiare da un momento all'altro, invece sospirò soltanto:<< Me lo sarei dovuto aspettare>>
Risi e gli diedi un bacio sulla guancia, per poi mormorargli un "grazie" all'orecchio.
In quel momento Jordan McFally uscì dalla Sala Grande.
<< Ron, io e Harry andiamo. Vieni con noi?>> fece, indicando il portone d'ingresso con il pollice. Non appena notò me e Scorpius, però rimase immobile.
<< Questa è mia figlia Rose, J. Credo di averti accennato di lei>> mi presentò mio padre. La donna mi osservò ancora un po' per poi esclamare:<< La famosa Rose! Non vedevo l'ora di conoscerti! Ron mi ha parlato così tanto di te! É un vero piacere>> e fece un sorriso a quarantotto denti.
Io ricambiai, stringendo la mano che mi porgeva:<< Il piacere è tutto mio>>
Ron guardò l'ora sull'orologio:<< Dobbiamo andare, J. Rose, Scorpius noi ci vediamo mercoledì>> e mi scoccò un bacio sulla guancia.
<< Ciao papà>>
<< Arrivederci signor Weasley>>
Quando si furono allontanati Scorpius mi agguantò per la vita.
<< Ora che ho anche il permesso di tuo padre, potrei anche sposarti>> disse, dandomi un bacio sul collo.
<< Però io dovrei accettare>>
<< Perché, non lo faresti?>>
<< Non lo so>> risposi, pensosa.
Lui mi prese di peso, facendomi girare.
<< Scorpius, fammi scendere!>> strillai, aggrappandomi al suo collo.
<< Devi farti perdonare>>
<< E come, di grazia?>>
Ghignò, avvicinando il suo viso al mio, facendo sfiorare i nostri nasi:<< Vuoi proprio saperlo?>>
Sorrisi maliziosa e lo baciai.
<< Perdonata?>>
<< Mmm... forse>>









GINNY'S CORNER

ma buon pomeriggio miei prodiiiiiiiiiiiiii :D
allora, cosa ve ne pare? sono stata un po' diabetica, vero? già.
comunque... scusate per il ritardo madornale!
questo capitolo è un po' di passaggio, ma ricordatevi di Jordan McFally, perchè più avanti succederà qualcosa (non insistete, perchè non vi spoilero nulla ù.ù)
dal prossimo capitolo la situazione comincerà a riagitarsi un po', eh eh :D
grazie a tutti per le recensioni ** io vi adoooooro!
bene, vi lascio ;)
vi ricordo sempre la mia pagina facebook :D
un bacione
la vostra
Ginny

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Capitolo 20
*** Chapter nineteen ***


CHAPTER NINETEEN
 
Rose
 
Odiavo impicciarmi negli affari degli altri, ma appena avevo visto mio padre sparire dietro il portone d’ingresso insieme a Jordan nella mia testa era scattato un campanello di allarme.
Ron non poteva essersi trovato un'altra. No, no e no!
Però non volevo farmi dei pregiudizi. Insomma, chi ero io per giudicare?
Era una donna simpatica, quella Jordan. Anche mentre ci teneva le lezioni di Difesa era sempre pronta ad aiutare, in caso stessimo sbagliando.
<< Rose, prova a muovere la mano con più decisione. Vedrai che l’incantesimo risulterà più efficace>> disse, passandomi accanto.
Sorrisi, seguendo il suo consiglio, e, in effetti, avevo appena schiantato un ragazzo di Tassorosso.
<< Miseriaccia!>> esclamai, correndo verso di lui, imbarazzatissima.
<< Scusa, scusa, scusa, scusa! Mi dispiace tantissimo! Non volevo!>>
<< Ehi tranquilla, non mi è successo niente>> disse lui, accettando la mano che gli avevo offerto per alzarsi << Comunque, io sono Andrew, Andrew Charter>>
<< Rose Weasley, piacere>>
Mi sorrise e notai che i suoi occhi erano di un blu veramente intenso. Non era niente male. Anche se paragonato a Scorpius era nulla.
<< Frequentiamo lo stesso corso di Incantesimi, giusto?>> mi chiese, muovendo la testa impercettibilmente per spostare un ciuffo di capelli castani dalla fronte.
<< Sì>> annuii, accompagnando alla risposta un cenno del capo.
Ad un tratto sentii qualcosa, o meglio qualcuno, stringermi il fianco.
<< Tutto a posto, Rose?>> domandò Scorpius, scrutando torvo il mio interlocutore. Poi aggiunse a mo’ di saluto:<< Charter>>
<< Malfoy>> rispose lui, ricambiando lo sguardo << Ci si vede in giro, Rosie>>
<< Certo>> e lo guardai allontanarsi.
<< Ti ha chiamataRosie?>> sputò Scorpius, attirandomi di più a sé.
<< Qualcosa non va, Scorp?>>
<< Lo sai chi è quello che hai appena schiantato?>>
<< Andrew Charter, di Tassorosso. Segue un paio di corsi con me>>
<< È quello che ho trovato a letto con Bridget… >> sussurrò.
Mi si mozzò il respiro, mentre sentivo il cuore salirmi in gola. Bridget.
<< Merlino, Scorpius! Non lo sapevo. Mi.. mi dispiace. Quanto sono stupida!>>
Mi posò un dito sulle labbra:<< Volevo solo che lo sapessi, non che ti riempissi di sensi di colpa>>
<< Dovevo schiantarlo con più forza..>> borbottai.
Lui rise e mi diede un bacio sulla tempia.
<< Ti devo dire ancora una cosa. L’altra volta, durante l’attacco, c’era anche lei..>>
<< Che cosa?>>
<< Lo so. Non so cosa sia successo, ma era lì. Ti proteggerò Rosie. Fosse l’ultima cosa che faccio>>
 
La lezione finì. Volevo salutare Ron, prima di andare in biblioteca, ma lui stava parlando con zio Harry e Jordan, quindi decisi di non interromperli. Ad un tratto mio padre la strinse tra le braccia e io sentii la terra cadermi sotto i piedi. Allora c’era veramente qualcosa tra di loro.
Gli passai accanto con gli occhi pieni di lacrime ed uscii dalla stanza. Non appena arrivai in corridoio mi lasciai cadere a terra, con il volto tra le mani. Volevo stare da sola. Volevo piangere. Perché il mio unico sogno si era appena infranto sotto i miei occhi.
<< Rosie, cosa stai facendo?>>
Alzai lo sguardo ed incrociai gli occhi azzurri di mio padre, che si era accovacciato accanto a me.
<< Vattene…>> mormorai, torturando un angolo della gonna << Vattene…>>
<< Rose, ma cosa stai dicendo? Mi dici cosa succede?>> insisté.
<< Fattelo dire dalla tua ragazza!>> urlai, allargando le braccia << Vai da lei! Potevi anche dirmelo, almeno!>>
Mi guardò confuso, piegando la testa verso destra:<< Rose, ma cosa…>>
<< Quella Jordan! Mi stava pure simpatica! Ma non ci credo che tu non abbia pensato di parlarmene! Di chiedermi almeno un parere! Io, però, di Scorpius te l’ho subito detto!>>
Mi fermai, ansimando, mentre le lacrime continuavano a rigarmi le guance.
<< Rose, non hai capito. Io e J non ci frequentiamo>>
<< E allora perché diavolo la stavi abbracciando?!>> sbottai, incrociando le braccia al petto.
<< È successo un casino, Rosie. Stavo per venirtene a parlare. Hanno attaccato ancora>>
Lo guardai con gli occhi sbarrati. Avevano attaccato di nuovo?
<< A Londra, poco fa>> continuò << Gli Auror sono intervenuti, ma uno è rimasto ucciso>>
Mi portai una mano alla bocca, sentendomi colpevole. Era colpa mia. Era colpa mia se era morto. Se non fossi esistita nessuno si sarebbe fatto male.
<< Era il compagno di Jordan>>
Mi rifugiai tra le sue braccia, scoppiando a piangere più forte. Lui mi strinse a sé, accarezzandomi i capelli.
<< Scusami… scusami…>> continuavo a ripetere << Scusami… scusami…>>
<< Shh. Non importa. Ti capisco>>
Sentii dei passi avvicinarsi. Sapevo già di chi si trattasse, ma non volevo guardare. Mi sentivo stupida.
<< Rose>>
Alzai la testa e scoppiai a piangere di nuovo. Jordan era lì, con le braccia strette attorno al corpo e gli occhi pieni di lacrime.
<< Mi dispiace>> mormorò << Non volevo che pensassi…>>
Non la lasciai finire e l’abbracciai di slancio:<< Sono stupida, Jordan. Lascia perdere. Perdonami se puoi. Perdonami>>
 
<< Ci eravamo conosciuti al corso per Auror>> disse Jordan, chiudendo gli occhi. Eravamo sedute in Sala Grande al tavolo dei Grifondoro e la cena era finita da poco << Lui era un aiutante dell’insegnante. Frequentava l’ultimo anno. È stato subito gentile con me. Non appena entrai in aula si presentò: “Sono Lucas Connor. Tu sei Jordan, vero?”. Alla fine della settimana mi aveva chiesto di andare a cena con lui già cinque volte>> sorrise << Alla sesta richiesta ho accettato. È stata la scelta migliore della mia vita. Siamo andati a vivere insieme non appena ebbe finito il corso ed entrò ufficialmente a far parte degli Auror. Tre anni fa abbiamo avuto un bambino. Era quello che mancava nella nostra vita. Eravamo felici. Matt è stata una benedizione>>
Mi porse una foto che ritraeva un bambino di circa tre anni sulle spalle di un uomo che sorrideva felice e ammiccava all’obbiettivo.
<< Mi ha chiesto di sposarlo la settimana scorsa>> confessò, cominciando a piangere << Mi ha detto che ci aveva pensato non appena mi aveva visto entrare in quell’aula, ma voleva avere abbastanza soldi per comprarmi un anello. Gli ho pure dato dello stupido>>
Le presi una mano:<< Mi dispiace, Jordan. Mi dispiace da morire. È tutta colpa mia>>
<< Non dire sciocchezze, Rose. È morto perché credeva in te, anche se non ti conosceva. È morto perché sperava che questa situazione finisse il prima possibile>>
Mi accarezzò una guancia e sorrise:<< Non lasciarti abbattere, Rose. Promettimi solo questo>>
Annuii, cercando di sorridere.
<< Ora vai>> aggiunse << C’è proprio un bel biondo che ti sta aspettando da quando è finita la cena>>
 
 
Scorpius
 
Rose uscì dalla Sala Grande e mi abbracciò.
<< Ehi>> mormorai << Come stai?>>
<< Non lasciarmi, Scorpius. Ti prego, non lasciarmi>>
<< Non lo farò mai, Rosie. Te lo prometto. Vuoi andare nella Stanza delle Necessità?>>
Fece sì con il capo, così mano nella mano ci avviammo all’arazzo di Barnaba il Babbeo. Vi passammo davanti tre volte, per poi entrare.
C’era un letto matrimoniale su un lato, opposto al camino. Intorno alle fiamme scoppiettanti erano disposte alcune poltrone e un divano.
Rose mi condusse al letto e, dopo che ci fummo stesi, si accoccolò sul mio petto.
<< Sai>> cominciò, giocherellando con la mia mano << Jordan mi ha raccontato come si è incontrata con il suo compagno. Hanno un bambino, sai? Si chiama Matt. Ha tre anni. È carinissimo>>
Le diedi un bacio sulla testa e la strinsi di più a me.
<< Sai, mi sarebbe piaciuto avere un fratellino più piccolo>> dissi.
<< Anche io. Soprattutto quando Grattastinchi è morto. Non sapevo più con chi giocare>>
<< Grattastinchi?>> ridacchiai, inarcando un sopracciglio.
<< Non ridere>> mi ammonì, puntandomi un dito nel petto << Era un gatto bellissimo. Aveva il pelo rosso come i miei capelli e le gambe storte, poverino>>
Rise e fui contento di sentirla per un attimo così spensierata.
<< Dormiamo qui?>> sussurrò dopo un po’, guardandomi dal basso << Non voglio restare da sola>>
<< Tutto quello che vuoi, angelo>>
Non so dove mi uscì quel soprannome, ma mai come in quel momento mi sembrò così appropriato.
<< Ti voglio bene, Scorpius. Non dimenticarlo>>
 
La mattina dopo mi svegliai con uno strano peso sul petto. Aprii gli occhi uno dopo l’altro e la prima cosa che vidi fu una macchia rossa. La misi a fuoco e mi resi conto che si trattava di Rose.
<< Finalmente ti sei svegliato>> mormorò divertita, mettendosi all’altezza del mio viso << Sono dovuta rimanere immobile per un’ora>>
<< Hai mangiato pane e simpatia oggi a colazione?>> la presi in giro, accarezzandole il fianco.
<< Non l’ho ancora fatta per colpa tua>> e mi baciò, posizionandosi meglio sopra di me << Come si fa ad essere arrabbiati con te?>> sussurrò, sfregando il naso sulla mia guancia.
<< Non si può. Sono troppo bello, intelligente, attraente, affascinante…>>
<< Modesto>> ridacchiò.
<< Modesto>> confermai << E ho la ragazza migliore del mondo. Insomma, sono perfetto>>
La ribaciai:<< Hai davvero voglia di fare colazione?>>
<< Se devo essere sincera non proprio>>





GINNY'S CORNER

hola gente! :)
lo so, lo so. è più breve degli altri, però l'ho dovuto fare. per prima cosa perchè tutti, ma proprio TUTTI, avete accussato la povera Jordan! insomma, lo sapevo che sarebbe successo xD
coooomunque avete capito la situazione? e Jordan non sarà solo un personaggio così di passaggio, sappiatelo :)
vi rinfgrazio per le recensioni e scusate se non sono riuscita a rispondere, ma non avevo proprio tempo D:
questa è la mia pagina facebook :)
grazie mille ancora a tutti :)
un bacione
Ginny

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Capitolo 21
*** Chapter twenty ***


Alle serate passate in compagnia degli amici,
perché non c’è niente di meglio per tirarsi su il morale.

 
CHAPTER TWENTY
 
Rose
 
Ero sulla Torre di Astronomia con Scorpius quando un gufo nero mi consegnò quella lettera. Le lezioni erano appena terminate e avevamo deciso di passare un po’ di tempo insieme prima che lui andasse ad allenamento.
Osservai la calligrafia elegante sul retro della busta e la riconobbi subito: Hermione.
<< Chi è?>> mi chiese, appoggiando la testa sulla mia spalla e sbirciando la lettera.
<< Mia madre>> risposi vagamente sorpresa. Non mi aspettavo che mi scrivesse.
<< Aprila>> mi esortò con dolcezza.
 

Londra, 3 marzo 2019

 
Cara Rose,
sono la mamma. Mi dispiace di non averti scritto prima, ma mi hanno informato solo oggi di ciò che è successo. Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?
Mi piacerebbe riuscire a vederti te. Ho parlato con la preside McGranitt e ci ha concesso del tempo per questa sera. Ci vediamo alle dieci in Sala Grande?

Ti voglio tanto bene
Un abbraccio
Mamma

 
 
Sorrisi istintivamente. Volevo parlare con Hermione. Mi mancava tantissimo e non desideravo altro un suo abbraccio o una sua parola di conforto in quel momento.
Estrassi dalla tracolla penna e pergamena e con qualche riga veloce e disordinata le risposi. Mi tremavano le mani dalla gioia.
<< Vuoi che ti accompagni?>> mi domandò Scorpius, mentre mano nella mano scendevamo le scale, io diretta in Sala Comune, lui al campo da Quidditch.
<< Sarebbe fantastico>> risposi, stringendomi a lui.
 
Passai il pomeriggio in biblioteca cercando di studiare. Mi risultava parecchio difficile dopo quella lettera. Insomma, ogni cellula del mio corpo era in fibrillazione per l’incontro di quella sera e continuavo a ripetermi cosa avrei potuto fare per riuscire a far venire anche Ron.
<< Ciao, Rosie>>
Alzai lo sguardo dal libro di incantesimi e incrociai un paio di occhi azzurri uguali ai miei.
<< Ciao, papà>> salutai di rimando, mentre un sorriso mi nasceva sulle labbra.
<< Sai è bello sentirsi chiamare così>> disse, spostando una delle sedie intorno al tavolo a cui ero seduta e prendendovi posto << Non so se ci farò mai l’abitudine>>
<< Beh, se lo vuoi sapere anche a me fa un certo effetto>> confessai, spostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Poi un’idea mi balenò nella testa, veloce ed immediata << Papà, mi faresti un favore?>>
<< Tutto quello che vuoi>>
<< Promettimi di non arrabbiarti>>
Mi guardò confuso, però annuì e mi fece cenno di andare avanti.
<< Questa sera avrò un colloquio con la mamma>> feci, senza giri di parole. Ero una persona molto diretta.
Come mi aspettai lo vidi irrigidirsi e serrare la mascella, ma non disse niente. Sembrava quasi che stesse cercando di morsicarsi la lingua di proposito.
<< Speravo potessi venire anche tu. È ora che vi chiariate. Io so perché se n’è andata e ha rotto i ponti con voi, ma non ho il diritto di spiegartelo al posto suo. Ti prego, so che vi farebbe bene>>
Chiuse gli occhi per riflettere. Anche io lo facevo quando dovevo elaborare un pensiero piuttosto complicato. Più lo conoscevo, più mi rendevo conto di quanto fossimo uguali.
<< D’accordo>> sospirò infine, rivolgendomi un mezzo sorriso << Hai ragione, Rosie. Dobbiamo chiarire. Questa situazione è fin troppo infantile e, comunque, ne va della tua incolumità>>
Ricambiai il sorriso, colmandolo di tutta la gratitudine che provavo in quel momento.
<< Sei il papà migliore del mondo>>
 
Scorpius
 
Avevamo appena concluso l’allenamento e, distrutti, ci eravamo rintanati negli spogliatoi per una bella doccia bollente.
Albus era già sotto l’acqua e fischiettava spensierato, mentre Nate cercava qualcosa nell’armadietto.
<< Scorp, hai visto la Gazzetta del Profeta che ho portato qui prima dell’allenamento?>> mi domandò, la testa ancora sepolta tra la roba da lavare.
<< Non l’avevi messa lì dentro?>>
<< Sì, ma non la tro… eccola!>> esclamò, estraendola, per poi lisciarne le pagine un po’ spiegazzate << Vi devo dire una cosa>>
<< Un altro attacco?>> chiese Al, legandosi un asciugamano in vita e avvicinandosi a noi.
Nate scosse il capo, divertito:<< Ho trovato un appartamento>>
<< Davvero?>> esclamò il mio migliore amico << Ma è fantastico! Dove?>>
<< Diagon Alley, poco distante dalla Gringott. Ma non è questa la cosa importante>>
<< Non è importante?>> feci sbalordito << Amico, hai trovato un appartamento! Un appartamento, dico!>>
<< Voglio chiedere a Dom di venire a vivere con me>>
Un silenzio quasi irreale avvolse la stanza, mentre sia io che Al cercavamo di immagazzinare l’informazione. Aveva veramente detto che voleva chiedere a Domi di andare a vivere con lui?
Il primo a riprendersi fu Albus, che si aprì in un sorriso:<< Fallo>>
<< D-Dici sul serio?>> balbettò Nate, guardandolo incredulo. Sapevamo tutti che Al era gelosissimo delle sue cugine e quest’uscita non ce l’aspettavamo proprio.
<< Serissimo. Scommetto che non vedrà l’ora di comandarti a bacchetta>>
Scoppiammo a ridere, poi Nate strappò la pagina del quotidiano con gli annunci, la infilò in tasca e si diresse verso la porta.
<< Zab, ma dove vai?>>
<< A fare la protesta a Domi!>>
<< Ma almeno fatti la doccia!>> lo ripresi.
<< La farò dopo, altrimenti non so se ritroverò il coraggio>> ed uscì, felice come una Pasqua.
 
Nate passò tutta la cena a raccontarci come aveva chiesto a Domi di andare a vivere con lui una volta superati i M.A.G.O., la risposta di lei, la doccia insieme dopo aver festeggiato nelle cucine.
<< Questa sera Rose ha un incontro con sua madre>> informai Albus, durante il pasto.
<< Davvero?>>
<< Sì. Sono contento. Ha bisogno di parlarle>>
<< Già>> convenne, pulendosi le labbra con il tovagliolo << L’accompagni?>>
<< Sì, ma poi torno in dormitorio. Non ha bisogno di me>> sorrisi.
<< Sono veramente felice che Rose abbia scelto te, Scorp>> disse, battendomi una mano sulla spalla.
<< Oh, anche io sono contento che abbia scelto me>> scherzai.
 
Alle dieci spaccate eravamo davanti alla porta della Sala Grande.
<< Pensi di farcela?>> le chiesi, accarezzandole la guancia. Lei trattenne la mia mano per prolungare il contatto, poi chiuse gli occhi e annuì.
<< Sono pronta>>
Le diedi un leggero bacio a stampo e la guardai scomparire oltre il portone.
 
Rose
 
Entrai in Sala Grande con il cuore in gola e gli occhi chiusi. Dovevo rimanere calma. Quando li riaprii il mio sguardo si posò istintivamente al tavolo di Grifondoro. Dovetti trattenere un urlo di gioia. Mia madre era lì seduta con lo sguardo preoccupato e un sorriso dolce dipinto sulle labbra.
Mossi qualche passo, poi, inevitabilmente, cominciai a correre.
Non rallentai e mi lanciai tra le sue braccia, scoppiando a piangere. Con il viso affondato nel suo petto mi liberai di tutti i pesi e le preoccupazioni che mi affliggevano in quel periodo. Sentire le sue braccia avvolgermi, il suo sussurro tranquillizzante nell’orecchio, le dita affusolate e delicate che mi accarezzavano i capelli fu come tornare indietro nel tempo, quando c’eravamo solo io e lei. Come avevo fatto tutti quei mesi senza di lei?
<< Sono qui, Rosie, sono qui>> continuava a ripetere come un mantra. E tutte le volte che lo diceva la sentivo un po’ più vicina.
<< Mi sei mancata, mamma. Mi sei mancata da morire>>
Alzai gli occhi e incontrai quelli marroni di lei, anch’essi colmi di lacrime.
<< Scusa per tutto>> mormorò << Scusa, scusa, scusa>>
<< Scusami tu, mamma. Ho agito d’istinto e ho rovinato tutto>>
<< Sei proprio come tuo padre>>
A quelle parole ricominciai a piangere e la strinsi più forte:<< Ho così tante cose da dirti>>
<< Lo so, piccola. Adesso mi dirai tutto. Ginny non si è sprecata in dettagli>>
Ci sedemmo al tavolo della casa a cui entrambe appartenevamo e cominciammo a parlare.
Volle sapere tutto: cosa avevo fatto dopo che me ne ero andata, come avevo fatto ad entrare ad Hogwarts, come erano i miei cugini, cos’era successo durante l’attacco. E io le raccontai tutto, nei minimi dettagli, perché ogni parola che dicevo era un peso in meno che gravava sulle mie spalle.
<< E ho un ragazzo>> conclusi, mentre un sorriso spontaneo mi dipingeva il viso.
<< Un ragazzo?>> domandò lei curiosa << E chi è?>>
<< Scorpius, l’amico di Al. Ti giuro, mamma, che non mi sentivo così bene con un ragazzo da…>> le parole mi morirono in gola. Hermione sapeva tutto quello che mi era successo con il mio ex, ma non sapeva il perché mi avesse lasciata così.
<< Ho capito, tranquilla. E siete già andati a let…>>
<< No, mamma>> la interruppi, prima che si potesse fare strane congetture << Non è successo nulla>>
<< Era così tanto per chiedere>> sbuffò, fintamente offesa << Almeno è carino?>>
<< Carino? Sarà il ragazzo più bello della scuola. È il ragazzo più bello della scuola! Ma non è questo che conta. Devi vedere come mi tratta… Merlino! Mi sa che sono andata>>
<< Non sei andata, Rosie, sei semplicemente innamor…>>
<< Non dire la parola con la i!>> le ordinai << Lo sai che non la sopporto. Comunque… tra poco arriva papà>>
<< R-Ron?>> balbettò.
Era emozionata. Lo vedevo. Emozionata e terribilmente nervosa.
<< Sì. Ho deciso che dovete chiarire e quale occasione migliore di questa?>>
Proprio in quel momento la porta si spalancò rivelando la figura alta e dinoccolata di mio padre. Rimase sulla soglia qualche secondo, prima di muovere qualche passo verso di noi. Fissava mia madre con un’intensità tale che, se avesse potuto, sarebbe andata a fuoco. Sembravano due ragazzini con una cotta, che faceva il possibile per non darlo a vedere.
Mentre Ron ci raggiungeva feci due calcoli: i miei genitori andavano per i 39 anni quell’anno. Avevano tutto il tempo per ricostruire la famiglia che avevano lasciato “in sospeso”.
<< Ciao, papà>> lo salutai, sorridendo sorniona.
<< Ciao, Rose. Hermione>>
<< Ron>>
Okay, l’inizio non era dei migliori, ma avevano tutta la notte per rendersi conto dell’enorme errore che avevano commesso, no?
<< Mamma, credo che papà debba sapere giusto un paio di cosette>> le dissi, prendendole la mano.
<< Tu non gli hai detto niente?>>
Scossi il capo:<< Devi farlo tu>>
Hermione fece un respiro profondo:<< Da dove vuoi che cominci?>>
<< Dal perché hai tirato fuori la storia assurda che i nostri figli non avrebbero mai dovuto frequentare Hogwarts, quando sapevamo entrambi che nessun luogo è sicuro quanto questa scuola>> rispose lui pronto.
Mamma cominciò a spiegare: l’aver scoperto di essere incinta, la professoressa Cooman, la profezia. Papà ascoltava attento e ogni tanto faceva un cenno con il capo per farle intendere che stava seguendo. Gli raccontò dei primi mesi a Londra, del parto, delle lettere che aveva scritto per raccontargli la verità, ma che poi aveva buttato per mancanza di coraggio. Si torturava spesso le mani o si morsicava il labbro inferiore, segno che era particolarmente nervosa. Ma andava avanti, senza mettere il piede in fallo, senza cedere.
La cosa che mi stupì fu che lui non la interruppe neanche una volta. La ascoltava e basta. Parlavano con gli occhi, me ne accorsi solo dopo un po’. L’azzurro e il marrone si mischiavano, si fondevano in un colloquio privato, dove nessuno dei due riusciva a dominare sull’altro. Era come una battaglia, dove però non vi era e non vi sarebbe stato un vincitore.
Andarono avanti per ore e solo a mezzanotte mi resi conto che si era fatto decisamente troppo tardi. Con un sbadiglio mi alzai:<< Io vado a dormire>> mormorai, dando un bacio sulla guancia prima a Ron e poi a Hermione << Voi continuate a parlare, mi raccomando. Buona notte>>
Una volta in camera mi infilai il pigiama, attenta a non svegliare nessuna delle mie compagne di dormitorio, e mi rifugiai sotto le coperte.
Prima di addormentarmi sorrisi. Avevo ancora una speranza.
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Devo dire che avevo paura di aggiornare. Tanta paura. Insomma, un po’ bisogna avercela quando si sta fermi 30 lunghi giorni.
Bene, sono ritornata e spero che questo capitolo vi abbia soddisfatti.
È stato un parto, lo confesso. Non è stato facile, soprattutto perché il colloquio tra Ron e Hermione è stato visto dal punto di vista (Merlino come suona male: visto dal punto di vista! :P) di Rose, ma io ce l’ho messa tutta.
Anyway… Dominique e Nate andranno a vivere insieme. E già. Avevo intenzione di scrivere questo avvenimento dalla prima volta che avevo pensato a questa fanfic e francamente ho trovato questo momento adatto. E poi non è tenerissimo Nate versione “pseudo-marito preoccupato”? *w*
Scorpius prende sempre di più le fattezze del ragazzo perfetto… in fondo è Scorpius, no? XP
Volevo annunciarvi che il prossimo capitolo probabilmente (spero vivamente di farcela) sarà postato il 18 di giugno, quando questa fanfic compirà un anno. Ebbene sì, sono quasi passati 365 giorni da quando ho pubblicato il prologo *Ginny si soffia il naso, in preda ad un pianto dovuto alla commozione*
Secondo annuncio: questa è la mia pagina facebook dove potete trovare le news e anticipazioni sulle altre storie. Potrete trovare qualcosina anche sul prequel di “Non pensavo potesse accadere…” che ho intenzione di pubblicare  dopo la fine della scuola e s’intitolerà “A volte basta continuare a sognare…”. Siete curiosi, eh? :D
Bene, posso eclissarmi. Ma non prima di aver ringraziato tutte quelle povere anime che seguono questa fanfiction e che lasciano un commento :D grazie grazie grazie!
Un grazie anche a quelle 243 anime pie che l’anno messa tra le seguite, alle 27 tra le ricordate e alle 84 tra le preferite. Mi riempite il cuore di gioia! *Ginny sparge amoreH*
Vi voglio bene
Un bacione e al prossimo capitolo
Ginny

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Capitolo 22
*** chapter twenty-one ***


Agli Emiliani

 
CHAPTER TWENTY-ONE
 
Rose
 
Quando quella mattina scesi in Sala Grande mi ero completamente dimenticata che ci sarebbe stata la partita di Quidditch. Insomma, erano successe così tante cose che avevo dovuto lasciare in secondo piano il calendario sportivo.
Ad ogni modo, la Sala era come suddivisa in due fazioni: da una parte i Grifondoro, festosi e allegri come sempre, consumavano la loro colazione in compagnia di alcuni Serpeverde che si erano uniti al loro tavolo; dall'altra i Tassorosso, più composti e moderati, sorridevano insieme ai Corvonero che li supportavano con qualche pacca sulle spalle o con qualche parola di conforto. Sembrava che tutti avessero dimenticato l'attacco di qualche settimana prima e questo mi sollevava.
Presi posto tra una festosa Dominique - completamente vestita di rosso e oro - e una Lily che si mangiucchiava le unghie in preda ad un attacco di panico.
<< Tutto bene, Lils?>> domandai, afferrando una fetta di pane con una mano e il barattolo della marmellata con l'altra.
<< Potrebbe andare meglio>> mormorò la piccola Potter, guardando il suo piatto con una smorfia disgustata.
<< Ansia pre-partita?>>
<< Chiamala pure ansia pre-prima-partita>>
Sorrisi divertita, mentre osservavo Lily ringhiare contro suo fratello che, invano, cercava di farle ingurgitare qualcosa. Se c'era una persona che mai, mai, mi sarei aspettata soffrire d'ansia, quella era Lily Luna Potter.
Non avevamo trascorso insieme moltissimo tempo, ma, fin dalla prima volta che l'avevo vista sulla metropolitana, mi aveva dato l'impressione di essere una ragazza forte e sempre pronta a mettersi in gioco.
<< Albus Severus Potter!>> tuonò Lils, alzandosi da tavola facendosi forza con le braccia << Non ho intenzione di mangiare nulla, okay? Mi si stanno torcendo le budella dall'ansia, quindi, se permetti, preferire digiunare per questa mattina!>> e detto questo si dileguò, mulinando i bei capelli rossi.
Albus fissò confuso il portone dal quale era appena uscita la sorella, per poi rivolgersi a me:<< Ma ha le sue cose?>>
<< Albie, caro,carissimo Albie>> intervenne Dominique con fare melodrammatico << Non so se tu sia al corrente del fatto che questa è la prima partita che Lily gioca davanti atutta Hogwarts. E, in caso te lo fossi dimenticato, quest'anno è subentrata a tuo fratello James - non ho mai perso un boccino - Potter nel ruolo di cercatore. E' assolutamente normale che si possa, come dire, sentire un po' sottopressione>>
Al , che - ne ero più che sicura - aveva capito poco e niente del discorso di Dom, annuì distrattamente, per poi prendere il piatto di Lily e cominciare a mangiare.
<< A proposito di James>> feci, pulendomi le labbra con il tovagliolo << Come mai a Natale non c'era?>>
<< Lui e Charlie, la sua ragazza, sono andati a vivere insieme all'inizio di settembre, così hanno invitato da loro il padre di lei per il cenone1. Charlie è una cuoca straordinaria>> spiegò Albus, sospirando sognante.
<< Al ha sempre avuto una cotta per Charlie fin dal primo anno>> mi sussurrò Domi all'orecchio, sghignazzando << Povera Cass, dovrà convivere con il fantasma del suo primo amore>>
Ridacchiai, ma smisi subito quando Cassidy venne verso di noi e si sistemò al fianco delsuo ragazzo, che, non appena la vide, sembrò risvegliarsi dal mondo delle fiabe.
<< Sono l'unica Corvonero che fa tifo per voi, ragazzi>> disse, prendendo un cornetto << Grifondoro perde la sua popolarità>>
<< Vedrai quando avremo stracciato i Tassi>> s'infervorò Dominque, aggiustandosi la sciarpa << Tutta Hogwarts ci adorerà>>
Scoppiammo a ridere. Eravamo veramente senza speranza. Gettai un'occhiata alla Sala Grande e mi accorsi che Scorpius non c'era:<< Dov'è Scorp?>>
<< Quando sono uscito stava ancora dormendo. E>> Albus guardò l'orologio << Non mi stupirebbe se fosse ancora a letto. Vallo a svegliare>>
Annuii sorridente, presi un paio di briosches e una tazza di caffèlatte ed uscii dalla Sala Grande. Percorsi i corridoi fino ad arrivare davanti all'entrata della Sala Comune di Serpeverde nei sotterranei e mormorai la parola d'ordine. Facendo attenzione a non farmi vedere sgattaiolai nei dormitori maschili e raggiunsi quelli del settimo anno. Aprii la porta senza far rumore e altrattanto silenziosamente la richiusi una volta dentro.
Scorpius dormiva della grossa, sepolto tra le coperte verdi. Era sdraiato sulla pancia, un braccio piegato sotto il cuscino e l'altro penzolava dal letto a qualche centimetro dal pavimento. I ciuffi biondi gli cadevano sul viso, conferendogli un'aria da angioletto che mai avresti attribuito al ragazzo esuberante e chiassoso che era da sveglio.
Probabilmente sentendosi osservato, sbattè un paio di volte le palpebre, rivelando quei bellissimi occhi verdi che mi facevano letteralmente impazzire.
<< Buongiorno>> esclamai, avvicinandomi e sedendomi sul materasso.
<< Buongiorno>> ricambiò lui con la voce ancora impastata dal sonno, sfregandosi un occhio con il pugno.
<< Indovina cosa ho qui dietro?>>
<< La mia colazione?>> ipotizzò, sporgendosi verso di me per sbirciarmi alle spalle.
<< Esattamente, signor Malfoy:briosches e caffèlatte come lei è solito consumare di prima mattina>> scherzai, porgendoglieli.
Lui sorrise e bevve un lungo sorso, per svegliarsi.
<< Non vai alla partita?>> mi chiese, addentando una briosches.
<< E' tra un'ora e poi speravo di andarci con il mio cavaliere>>
<< Mi sembra giusto>> convenne, avvicinandosi al mio viso << Charter potrebbe avere la malsana idea di provarci con te>>
<< Saprei come difendermi>>
<< Non ho dubbi, ma è sempre meglio ribadire certe proprietà>> e mi baciò, afferrandomi per i fianchi.
Io sorrisi sulle sue labbra, circondandogli il collo con le braccia e accarezzandogli i capelli. Mi morsicò il babbro inferiore per poi passarvi la lingua, che raggiunse la mia.
Mi fece sdraiare sul letto senza interrompere il nostro contatto, posizionandosi sopra di me in modo da non pesarmi addosso.
Dopo quel bacio da apnea, appoggiò la sua fronte alla mia e chiuse gli occhi.
<< Sei dannatamente importante per me>> sussurrò, ansimando leggermente.
<< Riesci a dirmelo ad occhi aperti?>>
Lui li spalancò, incastonandoli nei miei e sorrise:<< Sei dannatamente importante per me>>
<< Anche tu>> ribattei dandogli un rapido bacio a stampo. Rimanemmo un paio di minuti in silenzio, cullati dai nostri respiri, quando continuai:<< Ti rendi conto che la nostra posizione è alquanto... equivoca>> mormorai maliziosamente, facendo scorrere l'indice dal petto alla sua bocca.
E in effetti la posizione era alquanto equivoca. Io ero sdraiata sul suo letto sulla schiena, mentre lui, a torso rigorosamente nudo e con addosso solo i boxer, mi stava sopra a cavalcioni.
Prese il mio dito trai i denti e lo mordicchiò dolcemente, per poi passare a lasciare baci caldi e maledettamente invitanti sulla linea immaginaria che vi era tra il mio lobo e il collo.
Okay, questo ragazzo ci sapeva decisamente fare.
Ricambiai quelle attenzioni con baci ben poco casti che andavano dalla mandibola alla giugulare, mentre le sue mani avanzavano sicure e delicate sotto la mia maglia, accarezzandomi come se fossi di cristallo. Percorsi il suo torace con tocco delicato compiacendomi, non poco, nel vedere i suoi addominali contrarsi di riflesso al mio passaggio. Fece per sfilarmi la maglietta quando un fischio interruppe quel momento perfetto e riportandoci alla realtà.
<< La partita!>> escalmai, battendomi una mano sulla fronte.
 
Scorpius
 
Io e Rose raggiungemmo il campo da Quiddtch ad una velocità sorprendente, occupando i posti che Albus e Dominique ci avevano riservato.
Claire Jordan commentava ogni attimo della partita ansiosa di veder la sua casa segnare.
<< E Grifondoro segna ancora, gente! E tutto merito di Janet Hudson! Si vede che è figlia di Katie Bell, ragazzi! Intanto Lily Potter e Andrew Charter2, rispettivamente cercatrice di Grifondoro e cercatore di Tassorosso, scrutano il campo dalle loro scope alla ricerca del fantastico bagliore dorato>>
Dopo aver urlato un "Vai Lily! Facci sognare!" Albus si rivolse verso di me con sguardo indagatore:<< Com'è che tu e Rosie siete arrivati in ritardo?>>
<< Abbiamo avuto un... contrattempo>> risposi, cercando di non arrossire.
<< Un contrattempo che ti ha lasciato un bel segno rosso sotto la mandibola a quanto pare>> intervenne Cassidy con malizia. Mi sottrassi allo sguardo allo sguardo inquisitore di Albus, riportando il mio sulla partita.
<< Stiamo insieme ormai da quasi tre mesi, Al, è normale>>
<< Non è normale nella sua situazione, Scorp! Ora il sesso deve essere l'ultimo problema di Rose>> sbottò il mio migliore amico.
<< Io e lei...noi non abbiamo fatto sesso!>> esclamai punto sul vivo.
<< Beh, sicuramente non stavate giocando a scacchi>>
Feci per ribattere, quando Cassidy gli accarezzò un braccio e lo costrinse a calmarsi.
Rose mi passò un braccio attorno alla vita e si strinse a me:<< E' una bella partita, vero?>>
<< Già>> risposi, cercando di sembrare tranquillo << Bellissima>>
 
I Grifoni avevano vinto grazie ad una abilissima mossa di Lily e ora festeggiavano nella loro torre come solo i Grifondoro sapevano fare.
Dominique, euforica come non mai, continuava ad elogiare la cugina e a sfottere - con mio totale appoggio - quel "mucchietto di cacca di Doxy" che era Charter; Claire ripeteva parola per parola la cronaca di quei pochi secondi da brivido che avevano preceduto il trionfo; Rose cercava di pronunciare in modo corretto la finta wronsky, scoppiando a ridere ogni volta che sbagliava.
Mi avvicinai alla mia rossa preferita, abbracciandola da dietro.
<< Non riuscirò mai a dirlo bene>> si lamentò sorridendo, baciandomi la guancia.
<< Ci riuscirai. Tu riesci in tutto>>
<< Com'è che hai dormito così tanto oggi, comunque?>>
<< Sono rimasto sveglio fino a tardi. Ho fatto una ricerca>>
<< Di che materia?>>
<< Nessuna materia. La stavo facendo per te>>
Mi guardò grata e confusa allo stesso tempo senza proferir parola, così decisi di continuare a spiegare:<< Ho pensato che nel Reparto Proibito ci fosse qualcosa di interessante circa la Rosa Nera, così ho preso il Mantello dell'Invisibilità di Al e sono andato a controllare. E, in effetti, ho trovato qualcosa>>
Trattenne il respiro, aspettandosi una rivelazione:<< Che cosa?>>
<< E' meglio se lo vedi con i tuoi occhi. Però non ho potuto prelevare il libro. Se vuoi domani sera andiamo>>
Annuì e potei leggere chiaramente in fondo ai suoi occhi una nota d'apprensione.
 
 
Rose
 
Ero curiosa di sapere cosa avesse scoperto Scorpius, ma da una parte ero anche parecchio tesa.
Hermione ormai alloggiava al castello e nel pomeriggio teneva lezioni di approfondimento in materie come Trasfigurazione, Incantesimi e Aritmanzia. Io, ovviamente, seguivo tutti i suoi corsi. Mi era mancato sentire la sua voce mentre spiegava un incantesimo o il movimento della bacchetta.
Spesso Scorpius, Albus o Dominique mi accompagnavano, in base ai loro impegni. Ogni volta che il mio ragazzo era con me, Hermione sorrideva maliziosa nella nostra direzione, facendomi arrossire all’inverosimile.
Papà e zio Harry continuavano a tenere le loro lezioni, ma non erano sempre accompagnati da Jordan come nei primi tempi.
Avevo cominciato ad intrattenere una fitta corrispondenza con l’Auror. Avevo cominciato io queste strane “chiaccherate”, spedendole una lettera di scuse per il mio comportamento. Lei, contrariamente a quanto mi potessi immaginare, non aveva risposto con due righe frettolose e indifferenti, ma con un paio di pagine piene e sentite. Eravamo diventate confidenti. Ogni tanto mi allegava qualche foto di Matt che giocava o cavalcava la sua scopa giocattolo.
Aveva anche mia madre e, scorgendo lo sguardo di Hermione, avevo capito che quella ragazza le piaceva.
Papà sembrava un po’ più sereno dal colloquio con la mamma. Li vedevo parlare normalmente tra loro e sorridere, ma avevo l’impressione che si trattenessero. Maledetta testardaggine!
 
Aspettavo Scorpius davanti al ritratto della Signora Grassa e ogni due minuti controllavo ansiosa l’orologio. Quando lo scorsi cercai di darmi un contegno, mascherando il mio viso con un sorriso, che avrebbe dovuto nascondere la mia impazienza.
Dopo avermi dato un leggero bacio a stampo, ci avvolse nel Mantello e a passo svelto raggiungemmo la biblioteca.
Assicuratici che fosse completamente deserta, scivolammo verso il Reparto Proibito.
Scorpius si scoprì e, facendosi luce con la bacchetta, si diresse sicuro verso uno scaffale, estraendo un volume dalla copertina di pelle nera e l’aria piuttosto inquietante.
Lo aprì e scorrse con cipiglio serio le pagine.
<< Ecco>> disse, porgendomi il libro ed indicadomi un paragrafo scritto a mano, in una calligrafia fitta e sottile.


1 novembre 1304
 

Quando questa mattina ho aperto gli occhi mi sono accorta subito che qualcosa non andava. Il sole non era ancora nato, ma una strana luce illuminava la stanza. Non poteva trattarsi di candele, perché la sera prima mi ero accertata che fossero spente, prima di coricarmi.
Cercai quella fonte luminosa e mi resi conto che si trattava di quella strana pianta che avevo colto il giorno prima. Il gambo assomigliava a quello di una rosa, ma non aveva di fiori.
Stava bruciando un fiore. Le fiamme, di un bizzarro color pervinca, divoravano quei petali. Ad un tratto scomparvero e vidi un unico petalo nero, rimasto intatto, staccarsi e cadere volteggiando sul tavolo. Mi precipitai a prenderlo e rimasi sorpesa nel notare che era completamente fresco e senza segni di deturpazione. Doveva trattarsi di una pianta magica.

 

<< Ma è un… diario?>> sussurrai, confusa.
Lui annuì con un cenno del capo e poi girò una pagina:<< Leggi questo>>

     30 dicembre 1304
     

Ho fatto in modo che il petalo diventasse il nucleo della mia bacchetta. È incredibile quanto sia aumentata la sua forza. Ho imparato un sacco di cose.

Riesco ad interagire con il mio Patronus, innanzitutto. E ora ne so evocare uno anche senza utilizzare la bacchetta. È molto comodo.
Sono andata nel bosco con Amanda ieri, per raccogliere la legna  e ho visto uno strano cavallo nero con le ali da pipistrello. Era così magro che si vedevano le ossa.  Aveva un non so che di inquietante. Amanda non lo ha visto. Dice che probabilmente me lo sono immaginato. Secondo me è solamente invidiosa. Sono sicurissima di averlo visto. Era così nero che non si poteva non notare in mezzo a quella coltre bianca.
 
<< Dici che ne sono capace anche io? Dico di evocare un Patronus senza bacchetta?>> chiesi, leggermente intimorita.
<< Secondo me sì. E poi te l’ho già detto: tu riesci in tutto>>

Sorrisi grata:<< C’è dell’altro?>>
<< Sì>> e mi portò avanti di un ventina di pagine.
 

 

8 agosto 1314
 

Augustus mi ha battuto a duello con l’inganno. Però mi ha battuto. Sapevo che voleva la mia bacchetta, ma non pensavo che sarebbe arrivato a tanto. Nonostante me l’abbia vinta, si è rifiutata di rispondere ai suoi comandi. Così me l’ha restituita.
 

 Mi mostrò ancora un paragrafo, un centinaio di pagine dopo. La grafia era un po’ più contorta.
 

 
29 novembre 1364
 

Sto morendo. Me lo sento, sto morendo.
La mia bacchetta è adagiata sul comodino. Ho capito perché Augustus non riusciva ad usarla, tanti anni fa. Non mi ha ucciso. Non mi ha ucciso. Sono arrivata a questa conclusione la scorsa mattina. Ormai passo tutto il mio tempo in questo letto, attendendo che la morte mi porti via.
Non mi ha ucciso. Quella rosa voleva me, quella mattina di novembre. E vorrà sempre me fino a che qualcuno non mi spezzerà, dimostrandosi degno di Lei.
È una pianta che brama la morte e la distruzione. È una pianta che si nutre del sangue del suo possessore.
Sono sicura che, prima o poi, nascerà qualcuno in grado di soddisfarLa. E quando accadrà diventerà la persona più potente del mondo. O sei di suo gradimento, o per Lei sei meno di uno zero.
 

<< Mi uccideranno>> mormorai a mezzavoce.
 
 
 
 
 
 1 se vi state chiedendo se è uno spoiler del prequel, s', lo è.
 2 quel simpaticone gioca come cercatore, e già :P

 
 
GINNY’S CORNER
 
Ma buon pomeriggio, ragassuoli!
Ed eccoci qui al ventunesimo capitolo :D come avevo annunciato ho aggiornato il 18 giugno. Ed è proprio oggi che la mia fanfic compie un anno!
Questo vuol dire che sono un anno qui a rompervi con i miei sproloqui :D sembra ieri che ho cominciato.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che seguono questa storia da quando è stata messa on-line. Grazie, grazie, GRAZIE!
Ringrazio le 254 anime che l’anno messa tra le seguite, le 28 che l’hanno messa tra le ricordate e le 84 tra le preferite.
E anche chi ha inserito una delle 218 recensioni!
Per quanto riguarda la fine… non ho la minima idea di quanti capitoli manchino. So come finirà, ma non quando.

Questa è la mia pagina facebook.
Procedendo: sabato prossimo partirò per Londra (fino al 7 luglio) senza i miei genitori *-* quindi non ho la minima idea di quando aggiornerò.
Appena tornerò, però, posterò anche il prologo del prequel “A volte basta continuare a sognare…”. Ho deciso così, perché se lo postassi ora rimarrei ferma per troppo tempo.
Anyway! Spero che le vostre vacanze siano cominciate bene e che quadri e pagelle siano stati soddisfacenti. Se tra i lettori c’è qualche frequentatore di università che stringa i denti per gli esami che, solitamente, sono caratteristici di questo periodo.
Per eventuali lettori dell’Emilia Romagna, invece, non posso fare altro che esprimervi tutta la mia solidarietà. Sono dispiaciutissima per quello che è accaduto. Per quello che vale vi sono vicina e so che riuscirete a rialzarvi. Come sempre.
 
Ci vediamo allora al prossimo capitolo e sulle note di Unity degli Shine Down (direttamente da Virgin Radio) vi abbraccio, vi bacio e vi dico ancora una volta GRAZIE!

Un bacione

Ginny 
 

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Capitolo 23
*** Chapter twenty-two ***


CHAPTER TWENTY-TWO
 
Rose
 
Nonostante le continue insistenze di Albus, non avevo raccontato nulla né a Ron né ad Hermione circa il diario che aveva trovato Scorpius. Li avrei soltanto messi in agitazione e non era di certo quella la mia aspirazione.
<< A cosa pensi?>>
Scorpius mi circondò le spalle con un braccio, stringendomi leggermente a sé. Da quella notte in biblioteca era più affettuoso del solito. E, cosa per cui lo ringraziavo immensamente, non mi chiedeva mai se andava tutto bene. Lo capiva da sé.
<< A quanto sono fortunata ad averti vicino a me>> sussurrai, abbandonandomi contro di lui << Non ti ringrazierò mai abbastanza>>
<< Non dire così. Sai che non è vero>> ribatté, dandomi un leggero buffetto sul naso << Mi è venuta un’idea per distrarci un po’>>
<< Davvero? >> chiesi incuriosita << Che cosa?>>
<< Perché non proviamo a vedere se sei veramente in grado di evocare un Patronus senza bacchetta. Può sempre venire utile>>
Annuii con un sorriso e guardai fuori dalla finestra: pioveva. Le gocce si rincorrevano rapide sul vetro, tracciando itinerari impossibili.
<< Andiamo nella Stanza delle Necessità?>>
Lui in risposta mi prese per mano e mi condusse al settimo piano.
 
<< Ci sono riuscita!>> esclamai, gettando le braccia al collo di Scorpius, mentre ridevo come una bambina. Nel frattempo una piccola volpe correva in giro per la stanza, fermandosi ogni tanto ad annusare l’aria. Avevo utilizzato il ricordo più felice che possedevo: quando Ron mi aveva detto di chiamarlo “papà” e poi mi aveva stretto tra le sue braccia.
<< Te l’ho detto che sei in grado di fare qualsiasi cosa>> disse lui, baciandomi il naso.
<< Grazie per aver creduto in me>>
<< Io credo sempre in te>>
Restammo a guardarci negli occhi e io mi persi in quel verde dannatamente invitante. Riusciva a farmi perdere la testa con un solo sguardo.
Dopo una quindicina di secondi, mi avventai, famelica, sulle sue labbra. Non resistevo più. Scorpius, dopo un attimo di disorientamento, rispose al mio bacio, stringendomi i fianchi con le mani aperte. Le sue dita creavano cerchi immaginari al di sopra della stoffa della camicia.
Gli sfilai la felpa con un gesto fluido e lui mi sorrise compiaciuto, mentre cominciava a sbottonarmi la camicetta. Sapevamo entrambi che le parole non sarebbero più servite.
 
La prima cosa che percepii quando mi svegliai fu il respiro di Scorpius su i miei capelli; la seconda il battito regolare del suo cuore proprio sotto il mio orecchio; la terza il suo braccio che mi stringeva a sé. Pensai che non poteva esistere risveglio migliore.
Il mio ragazzo dormiva della grossa, così decisi di rimanere immobile, beandomi del calore che emanava il suo corpo.
Era stato magnifico. Ma non magnifico perché perfetto. Magnifico perché c’era stato lui.
Sorrisi, rendendomi conto che se mi avessero ucciso in quel momento sarei morta felice. Mi accoccolai un po’ più vicina a lui, ma starnutii.
Scorpius mi strinse più forte e sbadigliò sonoramente.
<< Buongiorno>> biascicò con la voce ancora impastata dal sonno << Che ore sono?>>
Gettai un’occhiata alla parete di fronte a me, dove apparve all’istante un orologio:<< Le sei e mezza. Scusa se ti ho svegliato>>
<< Non fa niente. Hai freddo?>> chiese con una leggera preoccupazione.
<< Un pochino>> ammisi. Lui si allontanò un attimo da me, chinandosi un poco sul pavimento, per poi tornare con la sua felpa tra le mani. Mi piaceva un sacco: era vecchia, di un grigio scuro sbiadito e gli stava un po’ larga.
<< Alza le braccia>> ordinò dolcemente. Feci come mi aveva detto e mi aiutò ad indossarla. Era enorme. Vi potevo stare dentro almeno altre due volte. Arricciai le maniche fino al gomito e me la sistemai bene sulle spalle.
<< Grazie>> sussurrai, per poi dargli un bacio a fior di labbra << Questa felpa è, a dir poco, abbondante>>
<< Quindi c’è spazio per le mie mani, lì sotto?>> domandò e, senza aspettare risposta, le sue mani corsero a stringere i miei fianchi.
Restammo in silenzio per un paio di minuti, cullati dai nostri respiri, poi presi la parola.
<< Scorp?>>
<< Mhp?>>
<< È stato magnifico>>
 
Scorpius
 
Io e Rose scendemmo in Sala Grande mano nella mano, come tutte le mattine. Apparentemente non c’era nulla di diverso,  ma un osservatore più attento avrebbe potuto cogliere gli sguardi pieni d’affetto – forse persino amore – che ci lanciavamo con regolarità; i sorrisi timidi, quasi imbarazzati, che ci rivolgevamo; i cenni con le mani, che a prima vista potevano sembrare insignificanti.
Ero felice. Così felice che avrei potuto sfiorare il cielo con un dito senza nemmeno l’aiuto della scopa.
Cominciai a fare colazione, non distogliendo l’attenzione dalla mia ragazza per più di dieci secondi. Mi sembrava più bella del solito. Dannatamente più bella del solito.
La mia splendida visuale fu occupata dalla figura di Albus che prese posto di fronte a me, proprio mentre Dominique raggiungeva Rose al tavolo di Grifondoro.
<< Buondì>> salutò con uno strano sorriso sul volto, afferrando una briosches al cioccolato e dandogli un morso.
<< Buondì>> ricambiai, spostandomi leggermente a destra, per poter continuare a guardare Rose.
<< Io e Cassidy abbiamo fatto l’amore>>
Ci misi qualche secondo ad immagazzinare l’informazione, ma quando il mio cervello riuscì ad elaborarla, mi girai di scatto verso il mio migliore amico.
<< Tu e Cassidy cosa?>>
<< Abbiamo fatto l’amore. Ma ti prego non uccidermi. Era consenziente!>> si giustificò, facendo cadere la briosches nel piatto e alzando le mani.
Cercai di rimanere serio, ma non vi riuscii, scoppiandogli a ridere in faccia.
<< Albie, dovresti vederti! Sei uno spettacolo!>>
Albus divenne di tutti i colori, ma poi cominciò a ridere anche lui.
<< Non mi ammazzerai, quindi?>>
<< No, tranquillo. A quello ci penserà il padre di Cass>> risposi. Dovevo dirglielo anche io. Insomma, se io l’avevo presa bene, anche lui avrebbe dovuto, no? << Al, ora ho una cosa io da dirti. Promettimi che non ti arrabbierai e che non tenterai di lanciarmi un Avada Kedavra>>
<< Lo prometto. Tanto niente potrebbe rovinarmi la giornata>> giurò, con un sorriso serafico.
<< Io e Rose abbiamo fatto l’amore>>
Il sorriso di Albus gli morì sulle labbra. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma prima che lo facesse gli ricordai:<< L’hai giurato>>
<< Hai tolto la verginità a mia cugina>> sussurrò con uno strano tono di voce, un po’ troppo acuto, probabilmente dovuto al fatto che avrebbe voluto urlare e io glielo avevo impedito.
<< Non era vergine>>
<< Questo cambia le cose>> fece, vagamente più tranquillo, passandosi una mano tra i capelli.
Tornai a guardare Rose che aveva assunto una bellissima tonalità rosso fenice, mentre parlava con Dominique.
 
 
Rose
 
<< Com’è stato?>>
Dominque era praticamente appollaiata sul mio braccio, desiderosa di sapere ogni dettaglio della mia notte con Scorpius.
<< Bello. Molto bello>> risposi, addentando un pezzo di pane con la marmellata.
<< E?>> m’incalzò.
<< E cosa?>>
<< Suvvia Rose. Non mi puoi rispondere con un semplice “bello”. Io voglio sapere i dettagli>> sorrise maliziosa << Della mia notte con Nate te li ho raccontati>>
<< Non te l’avevo chiesto, però>> puntualizzai.
Lei mi guardò storta, poi fece spallucce:<< Non importa. Dai dai dai!>>
Sospirai e cominciai a raccontarle, tralasciando i particolari più personali.
 
<< Sai fare un Patronus senza bacchetta, quindi?>> domandò Dominique, con gli occhi sgranati dall meraviglia << Fantastico!  È utilissimo>>
<< Già>> convenni, picchiettandomi la punta della penna sul labbro inferiore.
Eravamo in biblioteca e stavamo svolgendo un tema per Pozioni. Finalmente Dominique aveva smesso di fare domande su “la mia notte infuocata in compagnia di Scorpius il bel tenebroso”, come l’aveva definita lei.
<< Poi devi farmi vedere>> si raccomandò << Comunque, cosa farai per le vacanze di Pasqua?>>
<< Io, mamma e papà verremo alla Tana. Nonna Molly ci ha espressamente vietato di passarla da un’altra parte. Scorpius ci raggiungerà dopo il pranzo>> risposi << Ha anche invitato Jordan e Matt>>
<< Meno male. Mi dispiace così tanto per quella ragazza. Non se lo meritava proprio>>
<< Vero. Matt ora è tutto quello che le rimane. I genitori sono morti in un incidente stradale cinque anni fa>>
<< Che sfortuna. Beh, faremo in modo che si senta a casa>>
 
Mancavano ormai quattro giorni alle vacanze pasquali e i professori continuavano ad aggiungere compiti su compiti. Per non parlare dei test in classe. La preparazione ai M.A.G.O. era veramente devastante.
Io e Scorpius cercavamo di studiare assieme il più possibile, così da sfruttare tutti i momenti liberi che ci rimanevano al meglio.
Nonostante lo studio procedeva tutto a meraviglia e una sera avevo visto Hermione uscire dal castello, dove l’attendeva Ron e si erano diretti ad Hogsmeade. Il professor Paciock mi aveva confessato che uscivano insieme da un paio di settimane.
Per quanto riguardava quel gruppo di pazzi che volevano la mia bacchetta, non vi erano più stati attacchi e tutta la comunità magica si era tranquillizzata. Speravo che non si trattasse solo della calma prima della tempesta.
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Wuallà eccomi con il capitolo 22!
Scusate il ritardo mostruoso (causa vacanze, compiti, ragazze americane in casa) e anche la scarsa lunghezza del capitolo, ma come ha concluso Rose questa è stata la calma prima della tempesta.
I nostri piccioncini hanno fatto l’amore ** che dolciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Anyway, ringrazio tutti quelli che hanno commentato, chi ha letto, chi l’ha inserita tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie grazie grazie!
 
Vorrei linkarvi la storia che sto scrivendo a quattro mani con una mia amica “In Omnia Paratus” sempre sulla nuova generazione.
 vi ricordo la mia pagina facebook :)
Ancora grazie e un bacione
 
Alla prossima!
 
G.

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Capitolo 24
*** Chapter twenty-three ***


Ad Alessia, detta Hagrid,
che oggi compie quindici anni.
Sei e rimarrai la mia Potterhead preferita.

 
CHAPTER TWENTY-THREE
 
Scorpius
 
Eravamo in viaggio da più o meno due ore quando il treno che ci portava a casa per le vacanze pasquali si fermò.
Rose stava dormendo sdraiata sui sedili e aveva la testa appoggiata sulle mie gambe. Sembrava non essersi accorta di nulla.
Chiusi il libro che stavo leggendo, lasciando l’indice in mezzo alle pagine per tenere il segno e mi alzai, cercando di non svegliarla.
Aprii la porta dello scompartimento e feci uscire la testa. Alcuni studenti erano nel corridoio e parlavano tra di loro, chiedendosi cosa stesse succedendo.
<< Deve essere un guasto>> ipotizzò una ragazza di Tassorosso.
Notai alcuni prefetti, tra cui Cassidy, arrivare dalla sala macchine ed incominciare ad impartire ordini a destra e a manca.
<< Rimanete nei vostri scompartimenti e non uscite!>> urlò quello di Grifondoro.
Tutti - forse per il tono che non ammetteva repliche, forse per la preoccupazione – si affrettarono a fare come era stato loro ordinato.
Io, invece, raggiunsi la mia migliore amica, che aveva estratto la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans.
<< Cass, cosa sta succedendo?>> sussurrai, prendendola per un braccio.
<< Ci hanno attaccato, Scorp. Hanno ucciso il macchinista>> rispose lei, guardandosi attorno. Individuò un primino che camminava per i corridoi: << Vai nel tuo scompartimento! Ora!>> gli ringhiò contro.
Lui, spaventato, annuì e corse via.
<< Ma chi ci ha attaccato?>>
<< Indovina>>
Tempo di finire quella parola che due tizi vestiti di nero spuntarono da in fondo al corridoio. Avranno avuto sì e no tre anni più di me. Tenevano le bacchette sguainate tese davanti a loro e avevano un ghigno sadico dipinto sulle labbra.
Cass assottigliò gli occhi a due fessure e pronunciò uno schiantesimo, che i due – per loro immensa sfortuna – non riuscirono a respingere.
Cassidy Hamilton poteva diventare molto pericolosa se veniva fatta arrabbiare.
<< Dov’è Rose?>> mi chiese, mentre recuperava le bacchette dei due ragazzi.
Sbarrai gli occhi. Il libro mi cadde di mano. Rose era da sola nello scompartimento e stava dormendo!
<< Merda!>> esclamai, prendendo la mia bacchetta e cominciando a correre verso dove l’avevo lasciata.
Mentre la raggiungevo, m’imbattei in Al.
<< Sono qui per lei>> mi disse, seguendomi.
<< Lo so>>
Schiantammo altri due assalitori, ma non ci fermammo a recuperare le loro bacchette. Dovevo salvare Rose. La dovevo trovare e dovevo portarla il più lontano possibile.
Trovai lo scompartimento e, come avevo sospettato, c’era qualcuno all’interno.
Potevo vedere dei lampi di luce rossa guizzare da una parte all’altra. Se c’era una cosa pericolosa, quella era combattere in uno spazio così piccolo.
Entrai, svincolandomi dalla stretta di Al, che stava cercando di trattenermi.
<< Scorpius non fare cazzate!>> mi ammonì, tentando di riagguantarmi.
<< Quella è la ragazza che amo!>> replicai io.
Avrei preferito non aver assistito alla scena: Rose ansimante e senza bacchetta era in piedi davanti al finestrino. Un rivolo di sangue le scendeva dal labbro tumefatto. Si appoggiava al vetro di lei, ma teneva lo sguardo orgogliosamente piantato in quello della ragazza che aveva davanti. Bridgette.
Quando questa si accorse della mia presenza scoppiò a ridere divertita.
<< Oh guarda un po’ chi abbiamo qui. L’impavido Scorpius. Non te lo hanno mai detto che il coraggio è una dote da Grifondoro?>>
<< Probabilmente il Cappello Parlante ha sbagliato a smistarlo>> mormorò Rose, sorridendomi leggermente.
Bridgette smise di ridere, facendosi improvvisamente seria. Agguantò Rose, la mia Rose, per un braccio, piantandole le unghie nella carne. Il viso della mia ragazza si trasformò in una smorfia di dolore.
<< Senti, Scorpius, ora io e la tua amichetta dobbiamo andare via. Sai, abbiamo un appuntamento importante a cui non possiamo mancare>> e le sorrise, sadica.
Tornò a rivolgere il suo sguardo su di me e rafforzò la presa sul braccio di Rose. Capii all’istante quello che aveva intenzione di fare.
Allungai la mano verso di lei e sperai di riuscire ad afferrarla in tempo.
 
Rose
 
Aprii gli occhi lentamente. Ero stanchissima: avevo a malapena la forza di tenere la testa diritta.
Mi guardai intorno. Ero in un… sotterraneo? Sì, sembrava proprio un sotterraneo.
Venni scossa da un brivido di freddo, ma, non appena cercai di riscaldarmi le braccia sfregandomele con le mani, mi resi conto che avevo i polsi legati. Portai la mia attenzione alle caviglie, ma anche quelle erano bloccate.
<< R-Rose?>>
Volsi il capo a destra e vidi Scorpius, seduto a qualche metro da me. Era appoggiato alla parete e sembrava essere in condizioni peggiori delle mie.
Il suo bel viso era deturpato da un grosso livido violaceo sull’occhio sinistro, mentre un lungo taglio, che partiva dal sopracciglio, gocciolava ancora sangue.
<< Scorpius!>> esclamai. Cercai di avvicinarmi a lui, strisciando e spingendomi con le gambe.
Ci impiegai almeno un minuto e mezzo e fu il minuto e mezzo più lungo della mia vita. Mi sentivo terribilmente frustrata. Avrei voluto fare più in fretta, raggiungerlo in meno tempo. Volevo assicurarmi che stesse bene. Con un ultimo movimento di bacino gli fui vicino. Tentai di reprimere una smorfia di dolore a causa di un taglio sul fianco.
<< Ma cosa ti hanno fatto?>> gli chiesi, osservando meglio la ferita sulla sua guancia. Il sangue non voleva smettere di uscire.
<< Il livido me lo sono procurato picchiando alla babbana uno di quegli energumeni di guardia alla porta. Il taglio è stato causato da un Sectumsepra preso di striscio>> rispose con un mezzo sorriso.
<< Tu sei pazzo. Come ti  saltato in mente?>>
<< Di fare cosa? Di picchiare i nostri carcerieri o di attaccarmi a te durante la smaterializzazione? Devi ammettere che sta diventando un’abitudine>>
Sorrisi, divertita. Com’era possibile che anche in una situazione del genere riuscisse a farmi ridere?
<< Hai capito dove siamo?>>
<< Sembra un castello e sono sicuro che si trovi in Scozia. Ma non so altro>>
All’improvviso la porta si spalancò con un cigolio. Nel vano illuminato si stagliava una figura slanciata. La riconobbi subito: Bridgette.
<< La nostra ospite si è svegliata, a quanto pare>> disse, venendo verso di noi e battendo le mani. Il suono riecheggiò per il sotterraneo, scemando piano piano.
Era bella. Molto bella. Ma era una bellezza differente da quella di Dominique. Era talmente perfetta da essere glaciale.
Scorpius le rivolse uno sguardo di puro disprezzo:<< A noi non è arrivato nessun invito. Probabilmente avete sbagliato persona>>
La bionda sorrise:<< Caro Scorpius, sul fatto che sia la persona giusta non ci sono dubbi: la bacchetta non mente>> si chinò all’altezza del suo viso, fissandolo negli occhi << Ma mentre lei va a morire, noi possiamo divertirci. Cosa ne dici? Ti ricordi come passavamo il nostro tempo libero, vero?>>
Le sue dita, fasciate in un elegante guanto di raso nero, accarezzarono il suo volto.
Dentro di me la rabbia stava crescendo. Non doveva azzardarsi a toccarlo. Non doveva.
Con nonchalance avvicinò il viso a quello del mio ragazzo e un secondo dopo poggiò quelle carnose labbra dipinte di rosso sulla bocca screpolata di lui.
<< Lascialo stare stronza!>> urlai, dimenandomi << Lascialo!>>
 Se avessi avuto le mani libere, in quel momento si sarebbero trovate intorno a quel collo con tutta l’intenzione di ucciderla.
Non appena si staccarono, Scorp le sputò ai piedi, guardandola truce.                  
Bridgette sorrise soddisfatta, dopodiché mi puntò la bacchetta contro, pronunciando un “levicorpus”. Mi portò al piano superiore, mentre la voce di Scorpius che urlava il mio nome mi rimbombava nelle orecchie.
 
Fui lasciata cadere non  proprio delicatamente al centro di una grande stanza circolare.
Potevo sentire la fredda pietra del pavimento contro i palmi delle mani, su cui cercavo di farmi forza il più possibile. Non volevo mostrarmi debole.
<< Benvenuta>>
Alzai la testa di scatto verso chi aveva appena parlato, ma quel gesto così repentino mi costò una fitta alla nuca.
 Era un uomo sulla trentina, dai capelli neri e gli occhi grigi. Vestiva completamente di nero e sul suo collo poteva scorgersi un tatuaggio. Sembravano essere ritratti dei petali di rosa, ma non riuscivo a distinguere bene.
L’uomo sorrise. Era incredibilmente calmo.
<< Ti chiami Rose, giusto? Proprio un bel nome>> commentò, alzandosi dalla poltrona su cui era seduto. Fui costretta ad abbassare la testa. Non avevo neanche più la forza di sostenere il suo sguardo.
<< Sai, Rose. Ci hai complicato un po’ le cose. Insomma, se tu fossi rimasta a Londra avremmo concluso tutto questo molto prima>>
La sua voce era incredibilmente priva di qualsiasi emozione. Come diavolo faceva una persona a trasudare così tanta indifferenza?
<< Invece sei andata ad Hogwarts. Hogwarts! Tua madre sarà stata proprio contenta. Abbiamo attaccato anche lì, ma quei fastidiosi studenti hanno combattuto. Devono proprio volerti bene, vero?>>
A quelle parole i volti di tutte le persone a cui tenevo di più mi passarono davanti agli occhi: Scorpius, Albus, Dominique, Cassidy, Nate, Lily…
<< Sono una ragazza fortunata…>> risposi flebilmente.
<< Beh, non così tanto. Altrimenti la tua buona stella avrebbe fatto in modo di farti scappare da noi un’altra volta>>
<< Cosa volete da me?>> domandai, esausta. Sapevo già la risposta. Sapevo che avrei dovuto duellare, ma dovevo temporeggiare. Ero troppo stanca. Non sarei resistita nemmeno un paio di minuti.
<< La tua bacchetta, Rose. È molto semplice. Il problema è che per averla dovrò ucciderti>>
Vidi i suoi piedi davanti a me. Si piegò sulle ginocchia, raggiungendo l’altezza del mio viso e mi prese il mento tra due dita, costringendomi a guardarlo. I suoi occhi non erano come quelli di Scorp, che riflettevano ogni sua singola emozione. Erano vuoti. Freddi.
<< Ed è un vero peccato. Sei così bella>> soffiò.
Stavo per ribattere, quando un energumeno grosso quanto un armadio a due ante entrò nella sala, tenendo per la collottola Scorpius, che cercava, inutilmente, di liberarsi.
<< Mi dispiace interromperla, capo. Ma questo qui non la smette di urlare>> spiegò, buttandolo a terra.
Il mio interlocutore si alzò, allontanandosi da me. Guardò il mio ragazzo con aria di sufficienza, poi ordinò: << Dategli la sua bacchetta. Voglio vedere se scalpita tanto anche in duello>>
Mi morsi l’interno guancia per impedirmi di gridare. Non potevano farlo combattere. Non di nuovo.
 
Scorpius
 
Avere la bacchetta tra le mani mi infuse un po’ di forza. Era come ritornare ad usare la mano dopo un periodo di intorpidimento.
Mi alzai, barcollando leggermente. Lanciai uno sguardo preoccupato a Rose, che era stata appoggiata al muro. Era pallidissima e il labbro gonfio sembrava più rosso di quanto probabilmente era in realtà. Teneva a fatica gli occhi aperti, ma sapevo che mi stava guardando.
<< Bene, ragazzino>> disse quello che avevo capito essere il capo << Ora ti batterai contro la mia Bridgette. Non è una tua vecchia conoscenza?>>
In risposta sputai ai suoi piedi, mentre la bionda si levava il mantello e lo faceva cadere sul pavimento con un fruscio. Prima di sguainare la bacchetta, però, si avvicinò all’uomo e lo baciò sulle labbra.
<< Non ti deluderò Cesar >> sussurrò, ammiccando.
Lui le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio:<< Lo so>>
Bridgette si mise davanti a me, in posizione d’attacco.
<< Preparati a soffrire, Malfoy… CRUCIO!>>
La maledizione arrivò come una scarica elettrica. Mi contorsi a terra, cercando di non perdere la presa sulla bacchetta. Sentivo le ossa sfregare le une sulle altre. Le articolazioni sembravano bruciare come a contatto con il fuoco. Digrignai i denti per il dolore, mentre continuavo ad essere scosso dagli spasmi.
Fu il grido disperato di Rose a farmi reagire. Stava soffrendo e probabilmente più di me. Cercai di impormi sulla maledizione, come se volessi respingerla. Tentai di mettermi a carponi e quando vi riuscii lanciai uno schiantesimo. Bridgette lo schivò, ma perse la concentrazione e il suo incantesimo svanì.
Cesar rise, battendo le mani:<< Che determinazione>>
Lo ignorai e passai al contrattacco.
Il nostro duello durò una decina di minuti. Offesa. Difesa. Offesa. Difesa.
Controllai che Rose stesse bene e la vidi che strizzava gli occhi. Le mani erano chiuse in due pugni e le sue labbra formavano delle parole silenziose.
Urlai “protego” senza perderla di vista. Una volpe argentea si materializzò nell’aria, per poi attraversare le mura e scomparire.
Sorrisi, pensando a quanto fosse coraggiosa. Le feci l’occhiolino, prima di accasciarmi a terra sfinito.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Della serie chi non muore si rivede, ecco a voi il capitolo 23!
È stato un parto, sappiatelo!
Come avevo annunciato nello scorso capitolo è arrivata la tempesta. Eeee già.
Spero che tutta questa parte molto combattiva (?) non vi abbia annoiato. Quel geniaccio di Rose, fortunatamente, è riuscita a mandare un Patronus! (è una figata poterlo fare senza bacchetta, non trovate? ù.ù)
Anyway, spero di aver soddisfatto la vostra curiosità.
Manca veramente poco alla fine *Ginny estrae un pacco XXXXXXL di fazzoletti e si soffia il naso in quello che più che un fazzoletto sembra un lenzuolo*
Voi sarete contenti! È quasi un anno e mezzo che vi scartavetro le palle con questa fanfic xD
Ringrazio infinitamente chi ha commentato lo scorso capitolo o anche chi lo ha solamente letto. E ovviamente anche chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Grazie grazie grazie!
Vi ricordo la mia pagina facebook :D
Mo’ vado a prepararmi che ho il compleanno di una Potterhead questa sera e non posso fare tardi!
Un bacione e un abbraccio stritolacostole
 
G.

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Capitolo 25
*** Chapter twenty-four ***


Alla Ci,
che mi da sempre una mano e
mi aiuta sempre a credere in me stessa.
Sei la migliore migliore amica che si possa desiderare.


CHAPTER TWENTY-FOUR
 
Rose
 
L’uomo nerboruto di poco prima e un’ altro della stessa stazza presero Scorpius sotto le ascelle e lo trascinarono nei sotterranei, seguiti da Bridgette. Li vidi scomparire lentamente per le scale. Scalino dopo scalino.
<< Non tutti sono nati per fare gli eroi>> commentò Cesar, alzandosi in piedi ed estraendo dalla manica una lunga bacchetta rossa. Rossa come il sangue. Assomigliava ad un pugnale dalla lama sottile. Un brivido mi percorse la schiena.
<< Posso assicurarti>> mormorai << Che lui è un eroe. Il mio>>
Sorrise:<< L’amore reca illusioni>>
<< L’amore, in questo momento, è la ragione che mi spinge a non rimanere inerme e ad arrendermi. Per Scorpius, per i miei genitori, per la mia famiglia, per i miei amici>>
<< È tutta fatica sprecata, Rose>>
<< Non si può mai sapere>>
Lui prese un’altra bacchetta da una tasca della tunica che indossava. La riconobbi subito: era la mia.
La lanciò ai miei piedi e io lo guardai scettica:<< Se è questa che vuoi potevi tenertela, no?>>
Scosse il capo:<< Prendila, Rose. Ti devo battere a duello>>
Afferrai la bacchetta e una scossa mi risalì il braccio. La fatica, la stanchezza, la spossatezza che avevano gravato su di me fino a qualche istante prima erano improvvisamente scomparse.
Mi passai una mano tra i capelli per levarli da davanti agli occhi e dopodiché mi misi in posizione d’attacco. C’era una strana forza che agiva per me, ma in quel momento ero troppo determinata ad uscire viva da quel duello per provare a capire di che cosa si trattasse.
<< Prima le signore>>
<< Signorina>> lo corressi.
<< Prima le signorine>>
Quelle parole, non pronunciate da Scorpius, non mi sembravano poi tanto belle.
STUPEFICIUM!” pensai nella mia testa, accompagnando la formula con il gesto del polso. Avevo ritenuto fin da subito più saggio usare incantesimi non verbali. Dovevo mantenere un minimo vantaggio.
Cesar parò il colpo con una tranquillità che mi fece gelare il sangue nelle vene. Se avesse usato uno scopino per la polvere, forse, ci avrebbe messo più entusiasmo.
<< Rose, se vuoi sopravvivere devi uccidermi. Io non esiterò a farlo>>
<< La morte non è sempre la scelta giusta. Anzi non lo è mai>>
<< Lo è sempre. E lo è anche in questo caso>> e, così dicendo, mi lanciò un Anatema che uccide.
Schivai il fascio di luce verde scartando a destra. Sentivo il sangue pulsarmi nelle vene ad una velocità impressionante. Il battito mi rimbombava nelle orecchie e mi sembrava di avere il cuore in gola. Scagliò un’altra maledizione, che deviai con un protego.
<< Perché vuoi la mia bacchetta?>> domandai, cercando di guadagnare tempo.
<< Quella è la più potente bacchetta del mondo, Rose. Ancora più potente di quella di Sambuco, se in mano alla persona giusta. Altrimenti si comporta come una comune bacchetta. E, scusa se te lo dico, ma tu non sei quella persona>>
<< Ma lei ha scelto me>> replicai.
<< Sono dettagli. Devo averla, così potrò sottomettere l’intero mondo magico. Se fallisco la mia vita non varrà la pena di continuare. Ma non fallirò, puoi starne certa>>
<< Non te la lascerò mai>>
<< Rose, non farla troppo lunga>> disse, accarezzando con l’indice la sua bacchetta per tutta la sua lunghezza << Fatti uccidere>>
<< Mai>> mormorai, digrignando i denti.
Lo vidi alzare il braccio come se stesse per usare una frusta e capii che questo non sarei riuscita a pararlo. Ad un tratto, però, il muro esplose. Un grande polverone si levò, per poi diradarsi lentamente, rivelando tre figure: due uomini e una donna. Zio Harry, papà e mamma.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, mentre non potevo evitare di sorridere. Erano davvero loro. Furono seguiti da altri Auror con le bacchette sguainate.
<< Arrenditi, Cesar>> ordinò Harry << Non hai vie di scampo>>
Cesar rise. Una risata vuota, forzata.
<< Sai Potter, una via di scampo c’è sempre. Non mi prenderete. Non mi prenderete mai vivo>>
Mi tornò alla mente la discussione avuta pochi attimi prima:
 
<< La morte non è sempre la scelta giusta. Anzi non lo è mai>>
<< Lo è sempre. E lo è anche in questo caso…  Se fallisco la mia vita non varrà la pena di continuare…>>
 
Sapevo benissimo quello che stava per fare.
Alzò la bacchetta, portandosela alla tempia. Chiuse gli occhi e fece un sorriso.
<< Complimenti, Rose>> disse << Sei una strega brillante. Quel Patronus non deve essere stato facile>>
Lo guardai con pietà. Mi sembrava un animale in gabbia che si dimenava per scappare. Non vedeva una terza via di uscita: o la vittoria o la morte. Mi chiesi cosa poteva portare un uomo a compiere un gesto così disperato: il potere aveva tutto questa forza sugli uomini?
<< Avada Kedavra>> sussurrò.
Un istante dopo era steso a terra. Morto.
 
 
Scorpius
 
Sentimmo l’esplosione al piano di sopra. Bridgette sguainò la bacchetta, all’erta.
<< Cesar! Cesar, cosa succede?>> gridò, preoccupata. Non ricevette risposta.
Si guardava attorno come una pantera in cerca del pericolo. Ma era spaventata. Lo capivo dai suoi occhi sgranati e dal respiro pesante.
La porta si spalancò all’improvviso, sbattendo. Jordan comparve sulla soglia e mi guardò con sollievo:<< Scorpius! Meno male che stai bene! Ci avete fatto preoccupare davvero tantissi…>>
Non riuscì a finire la frase. Cadde a terra con gli occhi blu sbarrati, mentre i capelli neri le coprivano il volto.
Dietro di lei Bridgette, armata, tremava, fissando il corpo senza vita di Jordan. La bacchetta le scivolò dalle dita poco dopo, rimbalzando accanto alla vittima con un suono sordo.
Dato che le sfortune arrivano sempre in coppia, Rose entrò nel sotterraneo, ad una velocità impressionante per le sue condizioni.
<< Scorpius! Scorpius, siamo liberi! Siamo…>> ma le parole le morirono in gola. Non appena notò Jordan si fermò, paralizzata.
<< Cosa… cosa è successo?>> chiese, senza distogliere lo sguardo dall’amica <>
Si girò verso Bridgette e ringhiò:<< Sei stata tu, vero? SEI STATA TU, STRONZA!>>
Rose non ci vedeva più dalla rabbia. Potevo vedere ogni sua molecola fremere. Levò la bacchetta e per un attimo temetti che volesse scagliare un Anatema che uccide, ma poi un fascio di luce rossa colpì la bionda, facendola cadere a terra priva di sensi.
Rose corse verso Jordan, s’inginocchiò e le posò il capo sulle gambe, scostandole i capelli dal viso.
<< Jordan… Jordan guardami. Matt ti aspetta a casa, non puoi rimanere qui>> mormorava, mentre alcune lacrime cominciavano a rigarle le guance << Jordan, ti prego. Non fare così. Svegliati. Svegliati…>>
Con quelle poche forze che mi erano rimaste mi avvicinai e le circondai le spalle con un braccio.
<< Chiudile gli occhi, Rosie>> sussurrai, guidando la sua mano << Così sembrerà davvero dormire>>
Lei annuì con il capo e, tremando, serrò le palpebre dell’Auror. Scoppiò a piangere nascondendo il viso nel mio petto.
<< Lei… lei non doveva… non poteva…>> singhiozzò.
Le accarezzai i capelli:<< Hai ragione. Non se lo meritava>>
 
Uscimmo dal San Mungo in giornata. Nessuno dei due aveva riportato ferite gravi o da tenere in osservazione. Un po’ di Dittamo e sarebbe passato tutto.
Ci eravamo riuniti a casa dei signori Weasley. Rose si era chiusa in camera e si rifiutava di mangiare, di bere e di parlare con qualcuno.
<< Scorpius, dovresti andare da lei. A te darà ascolto>> disse Dominique, seduta accanto a me sul divano.
<< Domi ha ragione, Scorp>> intervenne Albus << Va da lei, per favore>>
Incrociai lo sguardo azzurro di Ron Weasley e lo vidi fare un cenno d’assenso. Avevamo già parlato, io e lui. Sapevo che si fidava di me. Ma io? Io mi fidavo di me stesso in quel momento? Per tutto il tempo che era rimasto nel sotterraneo, mentre Cesar sfidava Rose, mi ero chiesto se fossi davvero degno di lei. Non ero riuscito a proteggerla. Aveva fatto tutto da sola. Come poteva continuare a volere una serpe come me?
Mi alzai, sentendomi una dozzina di paia d’occhi addosso, così affrettai il passo e salii al piano di sopra.
Rose riposava in quella che prima era la camera della signora Potter.
<< Rosie, posso entrare?>> domandai, bussando leggermente alla porta.
<< Entra>> fece, con voce roca.
Era rannicchiata sotto le coperte, le spalle alla finestra e lo sguardo fisso su un vecchio poster delle Holyhead Harpies.
<< Vuoi parlarne?>>
<< Non c’è niente da dire, Scorp. È morta. Se n’è andata>> si asciugò velocemente una lacrima e tirò su col naso << Non tornerà più da noi>>
<< Hai ragione, ma vedi… lei continua a vivere nel nostro cuore. Nei nostri ricordi. Non ci lascerà mai>>
<< L’ho trattata così male, la prima volta che ci siamo incontrate. Sono stata una stupida…>>
<< Non fartene una colpa. Chiunque si sarebbe comportato così. E, comunque, ti aveva perdonato. Eravate amiche. Questo è quello che conta davvero>>
Annuì, anche se non era del tutto convinta.
<< E poi se qualcuno è colpevole di ciò che le è successo quello sono io. Non l’ho avvertita che Bridgette era dietro di lei. Avrebbe potuto difendersi…>>
<< Se c’è qualcuno che ha veramente colpa, questo è Cesar. E ti assicuro che ha scontato la sua pena>> mi rassicurò, stringendomi la mano.
<< C’è un’altra cosa>> aggiunsi << Me l’ha riferita tuo padre. È una delle ultime volontà di Jordan>>
I suoi occhi s’accesero d’interesse e si mise seduta, raggomitolandosi le gambe al petto.
<< Jordan aveva cambiato il suo testamento, recentemente. Non aveva proprietà, solo qualche risparmio, ma aveva scritto che, in caso le fosse successo qualcosa, Matt fosse affidato a te. Sempre che tu avessi voluto accettare quest’“incarico”>>
Un sorriso appena accennato le dipinse le labbra.
<< Matt? Devo prendermi cura di Matt?>>
<< Solo se vuoi>>
<< Certo che voglio, Scorp! Stai scherzando? Merlino, è stupendo. Non la deluderò. Non la deluderò!>>
L’abbracciai, accarezzandole i capelli con gesti lenti. Sapevo che questo le avrebbe fatto piacere.
<< Scorpius?>>
<< Sì?>>
<< Mi vuoi aiutare a prendermi cura di Matt?>>
Capii che mi voleva al suo fianco per molto, molto tempo.
 
Rose
 
Scesi al piano inferiore accompagnata da Scorpius, che mi teneva un braccio intorno alla vita, come se temesse che cadessi a terra.
In salotto era riunita la famiglia Weasley al gran completo. E quando dico al gran completo voleva dire che c’erano proprio tutti: zio Bill e zia Fleur con Domi, Louis e Victoire (in compagnia di Teddy, ovviamente); zio George e zia Angelina con Fred II e Roxanne; zio Percy e zia Audry con Molly II e Lucy; zia Ginny e zio Harry con Albus, Lily e James (che teneva per mano una ragazza dai lunghi capelli rossi, probabilmente Charlie Orton); papà e mamma; i nonni e addirittura zio Charlie. E, cosa che mi lasciò piacevolmente sorpresa, i coniugi Malfoy.
Sorrisi, come a scusarmi. Mi sentivo un pochino a disagio con tutte quelle persone che mi guardavano.
Ad un tratto un bambino di circa tre anni con due occhioni blu comparve da dietro al divano.
Rimasi a fissarlo, mentre sentivo le lacrime salire e pizzicarmi gli occhi. Matt.
M’inginocchiai per ritrovarmi alla sua altezza. Mi guardava confuso, ma capivo che si fidava di me. Era come se qualcuno gli stesse dicendo che non si doveva preoccupare.
<< Ciao, Matt>> mormorai << Io sono Rose>>
<< Sei la mia nuova mamma?>>
Mi venne da ridere e sentii la mano di Scorp posarsi sulla mia spalla, come se mi spingesse a confermare:<< Possiamo dire di sì>>
<< Tu conoscevi la mia mamma?>>
<< Sì, Matt. La conoscevo>>
<< E il mio papà?>>
<< Lui no. Ma mi sarebbe piaciuto davvero conoscerlo>>
Sembrò contento della risposta, così si avvicinò a me, tendendo le braccia paffute:<< Posso abbracciarti?>>
<< Tutte le volte che vuoi>>
 
GINNY’S CORNER
 
Buon pomeriggio :D
Allora, sì, sono riuscita a postare il capitolo. Lo avrei fatto molto prima se la mia connessione internet non si fosse magicamente autodistrutta.
Passiamo al capitolo, che merita di sicuro mille e una spiegazioni. È l’ultimo.
Non so come sono riuscita ad arrivare a questo punto, ma ce l’ho fatta. E devo dire che una parte di me è orgogliosa dell’impresa. Insomma, 24 capitoli sono tanti, no?
Come dicevo su facebook, questa storia mi mancherà un sacco. Ma davvero tanto, tanto, tanto.
Mi ha accompagnato per quasi un anno e mezzo. Rose, Scorpius, Dominique, Albus mi mancheranno terribilmente. E mi scuso con loro per avergliene fatte passare di tutti i colori :3
È morta Jordan. Quando ho scritto quella scena piangevo. E allora perché l’hai uccisa? È la domanda più che lecita. Fin da quando avevo pensato alla storia era nei piani che morisse e che raggiungesse Luke. Per quanto riguarda Matt e la sua “adozione” da parte di Rose, non potevo lasciarlo così, senza un appiglio. Dovevo sapere che aveva qualcuno che gli voleva bene e che lo accogliesse. E chi meglio di Rose e Scorpius?
Anyway, c’è ancora l’epilogo (che ho già iniziato a scrivere) quindi non vi abbandono ancora del tutto.
Ricordo Ginny’s Corner Efp, per chi volesse notizie e curiosità, o anche solo tenersi aggiornato :)
Ringrazio e non smetterò mai di farlo chi ha recensito. Ma anche chi ha semplicemente letto o ha messo la storia tra e seguite/ricordate/preferite! grazie grazie grazie grazie grazie GRAZIE!
 
Un abbraccio stritola-costole
 
Ginny

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Capitolo 26
*** Epilogue ***


A voi,
se siete rimasti con Rose davvero fino alla fine.
 

EPILOGUE
 
Rose
 
<< Rose! Muoviti!>>
Infilai le scarpe velocemente, saltellando da un piede all’altro, e afferrai la borsa, raggiungendo Matt nell’ingresso.
Se ne stava in piedi davanti alla porta vestito di nero, i capelli ritti sulla testa con un po’ di gel e un foglio piegato tra le mani.
<< Rosie, siamo in ritardo>> mi rimproverò, prendendomi per mano e trascinandomi fuori di casa.
Abitavamo nell’appartamento di Hermione a Londra. Lei e Ron erano andati a vivere insieme vicino a Ottery St. Chapel e l’aveva lasciato a me e Matt. Stavo imparando ad essere una mamma piano piano.
Jordan era morta da un anno e io e Matt stavamo andando a trovarla al cimitero. Ci recavamo a farle visita due volte al mese, ma quella era una giornata importante.
Aspettammo qualche secondo sul marciapiede, quando un bizzarro autobus viola a tre piani ci comparve davanti per magia.
<< Cimitero di Bunhill Fields, perfavore>> dissi al conducente, pagando, mentre Matt andava a prendere posto su una delle tante sedie vaganti per il mezzo. Non gli piaceva la materializzazione congiunta, perciò utilizzavamo il Nottetempo.
Matt era stranamente silenzioso. Solitamente parlava molto, per ingannare il tempo. Invece se ne stava in silenzio, guardando fuori dal finestrino, assorto.
<< Di che colore erano gli occhi della mamma?>> mi chiese ad un tratto, voltandosi nella mia direzione.
Esitai nel rispondere, non perché non sapessi cosa dirgli, ma perché la domanda mi aveva completamente spiazzata.
<< Blu. Blu proprio come i tuoi>>
<< Come i miei>> sussurrò, sbirciando all’interno del foglio che teneva ancora stretto nelle mani.
<< Perché me lo chiedi, Matty?>> m’informai.
<< Ho paura di star dimenticarmela, Rose. Quando ripenso al suo viso mi appare un’immagine sfocata. Per papà è la stessa cosa. Se mi dimenticassi di loro?>> singhiozzò.
Stava trattenendo le lacrime. Aveva le labbra serrate e l’espressione più triste che io avessi mai  visto in vita mia.
Lo abbracciai di slancio, stringendolo forte a me e gli depositai un bacio sulla testa.
<< Non ti dimenticherai mai, mai, mai di loro, Matt. Te lo prometto>> sussurrai, cullandolo << Sai cosa facciamo appena torniamo a casa? Costruiamo un bell’album con tutte le foto di mamma e papà, così quando avrai dei dubbi potrai andare a riguardarli>>
Annuì con il capo, sfregando la testa sul mio petto e mi circondò la vita con le sue braccine.
<< E ricorda che l’importante è quello che hai nel cuore>>
 
Arrivati davanti alle lapidi di Jordan e Lucas, Matt s’inginocchiò e scoccò un bacio sulle foto di entrambi. Poi spiegò il foglio che si era portato da casa e lo depose con cura di fianco al mazzo di fiori che avevamo comprato dal fioraio fuori dal cimitero.
Rappresentava un bambino sorridente che teneva per mano due donne, una dai capelli neri a baschetto, l’altra dai capelli rossi. Di fianco a loro due figure maschili, una castana e una bionda.
<< Ci puoi lasciare un attimo da soli, Rosie?>> mi chiese Matt, sedendosi a gambe incrociate sull’erba.
<< Certo>> sorrisi, e mi allontanai di qualche metro. Cominciò a parlare, come faceva tutte le volte. Lo vedevo gesticolare e ogni tanto sorridere. Scoppiava a ridere e stava in silenzio, come se stesse ascoltando le risposte dei suoi genitori.
Mi voltai verso l’ingresso del cimitero e scorsi un ragazzo biondo che stava entrando. Mi guardò e sorrise. Io ricambiai e gli feci un timido cenno con la mano.
<< Ehi>> fece quando mi raggiunse, scoccandomi un bacio sulla guancia, proprio all’angolo della bocca.
<< Ehi>> ribattei << Com’è andato l’esame?>>
<< Bene, mi sembra. Insomma, ero abbastanza  tranquillo>> rispose Scorpius, grattandosi la nuca.
Stava studiando per diventare Auror e, sebbene fosse un alunno eccellente, quando si trattava di esami andava un po’ nel panico.
<< Come sta il nostro campione?>> chiese, guardando Matt. Sorrisi al “nostro”. Scorpius era diventato come il nuovo papà di Matty ed era orgogliosissimo di lui. E sembravano davvero padre e figlio. Gli aveva insegnato ad andare sulla scopa, gli raccontava la favola della buona notte, lo andava a prendere a scuola. Spesso la sera ci addormentavamo tutti nel lettone che una volta era stato di Hermione: io da un lato, Scorp dall’altro e Matt in mezzo.
<< Abbastanza bene. Oggi mi ha detto che ha paura di dimenticarsi di Lucas e Jordan. Gli ho promesso che faremo un album con le loro fotografie>>
<< Ottima idea>> commentò << Eccezionale, Rose Weasley>> mi mise un braccio intorno alla vita e mi tirò a sé.
 
<< Scorpiuuuuuuuuuus!>> urlò Matt non appena vide il mio ragazzo. Gli corse incontro e Scorp lo sollevò da terra facendolo girare.
<< Ehi campione! Allora, come stai?>>
<< Alla grande!>> sorrise il bambino, stringendogli le braccia intorno al collo << Tu hai passato l’esame?>>
<< Non lo so ancora, ma speriamo di sì>> lo rimise a terra e Matt ci prese entrambi per mano. Aspettammo un altro Nottetempo e ci dirigemmo a Ottery St. Chapel, a casa dei miei genitori.
C’era una specie di cena di famiglia. Il fatto che partecipasse la famiglia Weasley al gran completo però la faceva diventare una specie di festa, come quella per il Giubileo della Regina o una cosa simile.
Suonammo al campanello e Ron ci aprì. Aveva un sorriso enorme stampato sul viso e un’espressione che poteva significare soltanto “sono-l’-uomo-più-felice-sulla-faccia-della-Terra”. Mi abbracciò, battè una mano sulla schiena a Scorp, poi sollevò Matt e se lo mise sulle spalle.
<< Mione sono arrivati!>> urlò, per poi uscire in giardino con Matty che rideva come un matto.
Mia madre uscì dalla cucina, pulendosi le mani nel grembiule e per un attimo mi ricordò tantissimo nonna Molly. Aveva il naso sporco di farina e anche lei un sorriso meraviglioso dipinto sulle labbra.
<< I nostri ritardatari! Ciao ragazzi. Com’è andata?>>
<< Ciao mamma>> la salutai, togliendomi la giacca e appendendola all’attaccapanni, imitata da Scorpius << Tutto bene. Ti serve una mano in cucina?>>
<< Oh no no. Ho tutto sotto controllo. Com’è andato il tuo esame, Scorpius?>>
<< Credo bene, Hermione. Ma incrociamo le bacchette!>> rispose lui, alzandosi gli occhi al cielo.
<< Sono sicura che hai fatto un figurone. Ora che ci penso sì, Rosie, dovresti darmi una mano. Ti dispiace se te la rubo un attimo, Scorp?>>
<< Nessun problema, vado a salutare gli altri>> e si dileguò, scomparendo per la porta finestra.
Io e mia madre entrammo in cucina, dove sembrava essere appena passato un uragano.
<< Vuoi un po’ di Wiskhy Incendiario?>> mi domandò, aprendo la credenza.
<< Giusto un pochino>>
Me ne versò un po’ in un bicchierino e cominciò a pulire il tavolo.
<< Tu non ne prendi?>> chiesi, dopo aver finito il mio.
<< Oh no. Non posso. Rosie, devo dirti una cosa?>> sospirò, togliendosi il grembiule.
<< Spara>>
<< Io… sono incinta>>
Mi cadde il bicchierino di mano e andò a frantumarsi sul pavimento, nello stesso istante in cui proruppi in un urlo di gioia. L’abbracciai strettissima, ripetendo “non ci credo, non ci credo!”.
<< Di quanti mesi?>> m’informai. Non stavo più nella pelle dalla felicità.
<< Tre mesi. Non mi ero subito preoccupata del ritardo, però poi ho voluto controllare ed eccomi qui>>
Mi feci improvvisamente seria:<< A papà l’hai detto, vero?>>
<< È stato il primo a saperlo>>
L’abbracciai di nuovo, mentre una lacrima mi solcava dispettosa la guancia.
<< E c’è un'altra cosa>> disse, allungando la mano con il palmo rivolto verso il basso.
Un anello di fidanzamento faceva bella mostra di sé sul suo anulare.
<< Vi sposate?>>
Annuì con il capo, sorridendo radiosa:<< A giugno>>
<< Oh Morgana come sono contenta!>> esclamai, saltellando sul posto.
<< Vuoi essere la mia testimone?>>
<< Era da chiedere?>>
 
Scorpius
 
Ero stato abituato ai matrimoni d’alta società, dove a nessuno interessava degli sposi ed era alla celebrazione solo per potersi gustare il pranzo subito dopo.
Il matrimonio dei genitori di Rose, invece, era tutta un’altra storia. La gente prendeva posto sulle sedie disposte in giardino ridendo e parlottando tra loro, continuando a ripetere come fossero contenti che per Hermione e Ron fosse finalmente giunto quel momento.
Io e Matt eravamo seduti ai nostri posti e lui faceva dondolare le gambe nervoso.
<< Dov’è Rose?>> domandò, guardandosi intorno.
<< Sta stando una mano a Hermione a prepararsi>>
<< Ma zia Hermione è grande! Perché ha bisogno di Rosie?>>
<< Ricorda, Matt: le donne sono un mistero>>
Sembrò abbastanza soddisfatto della risposta e ricominciò a dondolare le gambe. Ad un tratto la sua attenzione fu rapita da una bambina dai lunghi capelli fucsia che saltellava allegramente per il prato dando la mano a sua madre. Camille, la figlia di Teddy e Victoire.
<< Scorp, posso andare a giocare con Camille?>> chiese, con gli occhi che brillavano.
<< Certo>> sorrisi e corse verso di lei, intralciando qualche invitato.
<< Chi è quest’uomo super sexy che per una volta ha ascoltato il mio consiglio e non ha messo il papillon?>>
Rose era dietro di me e sorrideva radiosa. Indossava un abitino blu senza maniche che le arrivava alle ginocchia. Era truccata pochissimo ed era bellissima. Come sempre.
<< Sarei super sexy?>> feci, inarcando un sopracciglio.
<< Assolutamente. Te l’ho detto che ti adoro con la camicia>> si chinò e mi stampò un bacio sulle labbra. Cercai di approfondire, ma lei si staccò, ridendo:<< Mi rovini il rossetto>>
<< Tua mamma?>>
<< Sta per arrivare, è con zia Ginny. Sta avendo una specie di attacco di panico>>
<< Tua madre? Dai, è impossibile!>>
<< Te lo giuro. È più sicuro starle alla larga>>
Sorridemmo, ma, non appena suonò la marcia nuziale, Rose corse al suo posto da testimone e io agguantai Matt che stava passando di lì per il colletto e lo feci sedere affianco a me.
 
Mentre Hermione e Ron recitavano il giuramento, tutti gli invitati trattenevano le lacrime dalla gioia, si soffiavano il naso e sorridevano commossi.
Io cercai con lo sguardo Rose e, nello stesso istante, lei cercò il mio. Arrossì, ma non spezzò il nostro “colloquio” e mimò un “ti amo” con le labbra.
Le risposi “anche io” e in quel momento capii che io prossimi s quell’altare saremmo stati noi.
 

THE END
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
GINNY’S CORNER
 
Non ci credo. Non ci voglio credere. È finita. È davvero finita.
Okay, Ginny, respiiiiiiiiiira.
Cosa posso dire del capitolo? Spero vi abbia soddisfatto e che non sia stato troppo mieloso.
Vorrei ringraziarvi tutti, dal primo all’ultimo, per avermi sostenuto e avermi dato coraggio durante questo anno e mezzo di lavoro. Siete stati davvero il miglior gruppo di lettori-sostenitori che uno scrittore potrebbe desiderare.
Ho avuto molti amici che mi hanno dato la forza di andare avanti e che hanno ascoltato ogni mio singolo sproloquio su questa fanfic (e vi posso assicurare che sono stati davvero tanti!).
Spero che la ricorderete, che abbia lasciato qualcosa nel vostro cuore. Se ci sono riuscita, allora posso mettermi l’anima in pace :)
Un grazie particolare va alla nostra regina, J.K.Rowling, perché senza di lei questa fanfic non sarebbe neanche stata concepita.
Un grazie ai personaggi, perché gliene ho fatte davvero passare di tutti i colori.
Un grazie a voi. A voi tutti.
Vi ricordo la mia pagina facebook.
Okay, non sono mai stata brava con questi discorsi, quindi mi eclisserò.
Vi voglio davvero bene! Sul serio!
Un bacio e un abbraccio stritola costole
La vostra
Ginny

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