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di serew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la rovina ***
Capitolo 2: *** il mio inizio... ***
Capitolo 3: *** jazz ***
Capitolo 4: *** Una prova di coraggio! ***
Capitolo 5: *** Inaspettatamente... TU! ***
Capitolo 6: *** Le parole ***



Capitolo 1
*** la rovina ***



"L'unico modo per liberarsi di
una tentazione
è credervi!"
Oscar Wilde




Quando mi hanno letto questa frase la mia vita ha preso una piega diversa, forse perché avevo sempre sperato che il mondo non fosse tutto ciò;
ossia una massa di persona stronze!
Avrei preferito starmene a guardare dalla finestra della mia camera e non uscire mai! Ma ogni volta che mi mettevo in testa di stare reclusa nel mio spazio "vitale",
qualcosa o qualcuno me lo impediva; portandomi fuori a conoscere il mondo con occhi diversi, a sentire pienamente il profumo dei fiori o la brezza scompigliarmi i capelli mi faceva sentire:
VIVA!
Non avrei mai abbandonato per nulla la mia visione del mondo, ma solo per l'unico fatto che ero troppo orgogliosa per ammettere quanta bellezza c'era in torno a me...
Finché non ne fui costretta. Un giorno di sole stavo passeggiando allegra per il cortile di casa mia…
finché non cadi a terra e sbattei la testa.
Tutto sembrava impossibile, ma i dottori mi dissero che avevo una disfunzione.
Raccomandarono a mia madre che non avrei potuto più uscire in giornate assolate…
i miei occhi non riuscivano a sopportare il sole e la mia pelle soffriva facendomi disidratare.
Avrei preferito morire dopo la terribile notizia;
il mio compleanno è in estate e non potevo di certo farlo al chiuso!
Ma mi risi conto che l’avevo sempre fatto così e solo ora che incominciavo a vivere e sentire il pieno controllo di tutto, ciò di cui non mi era mai importato mi scivolò dalle mani.


SPAZIO AUTRICE:

Devo ammettere che all'inizio ho avuto dei problemi con l'inserimento dei codici html... per questo sicuramente 3 persone hanno letto la storia a pezzi -.-" spero sinceramente che non capiti più!
Per il resto a presto!!!! con il sec. capitolo!

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Capitolo 2
*** il mio inizio... ***




Nei giorni che succedettero la scoperta della mia malattia tutto perse forma e colore,
ora ogni paesaggio o profumo non contava più,
poiché era solo un’estesa valle distinta tra il grigio e il nero.
Avevo buttato al vento dei bellissimi giorni d’estate, ormai passati,
a starmene sola in casa; ormai perse le giornate di sole …
avrei tanto preferito essere qualcun altro in quel momento;
una di quelle ragazze perfette, belle e sempre al centro dell’attenzione.
Mi rendo conto che lo ero stata anche io,
ma ero sempre stata così egoista verso gli altri che non avevo mai notato quanto alle persona avrebbe fatto piacere la mia compagnia.
Prima della malattia ero una ragazza carina: alta “giusta”…
con i capelli ondulati rossi,
gli occhi di un verde chiaro favolosi e delle graziose lentiggini vicino al naso,
leggermente pronunciato.
Qualche tempo fa il mio nome avrebbe fatto sorridere una persona, facendole venire voglia di chiedermi:” allora sei proprio una ragazzina felice!”;
ora il solo suono del mio nome,
Serena,
mi faceva sentire male e delle grosse lacrime goffe sarebbero scese poi sul mio volto, rovinato dalla stanchezza.
Avevo un desiderio…



Volevo cambiare tutto!




SPAZIO AUTRICE:
Spero sia piaciuto a tutti!!!!
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** jazz ***




“La vita è un po’ come il jazz: viene meglio quando si improvvisa.”





I miei genitori mi hanno portato in un istituto, dove ci sono parecchi ragazzi che hanno la mia stessa malattia…
Mi hanno detto che qui starò come a casa, e diventerà la mia seconda famiglia se pur più grande;
ora ci voglio veramente sperare visto che nessuno, nemmeno mia madre, ha il coraggio di guardarmi negli occhi e dirmi che si aggiusterà tutto.
Tutti si limitano a discorsi già fatti e programmati senza sbilanciarsi sulle emozioni, o pareri personali, semplicemente magari speranze.
Sembra che a nessuno importi realmente la situazione di un’altra persona.
Nemmeno ai dottori interessa; salvano tutta quella gente la maggior parte delle volte per lo stesso motivo, il denaro!
Anche loro sono diventati falsi.
Sapete come quando vi chiedono di fare davanti a un pubblico un discorso, le tue parole possono cambiare lo stato di quella persona;
e tu ti senti talmente responsabile che l’unica cosa che ti viene in mente è: generalizzare.
Perché se io ho un problema, per farmi stare meglio, devo guardare i fatti degli altri e constatare che:
-1° non mi faccio i cazzi miei
-2° anche la persona che ha il sorriso più bello e te lo pianta davanti agli occhi ha le sue tristezze.
Infatti non conta quanto già stavano schifo alcune persone, basta che noi ci sentiamo in pace!
Un’assurdità da guinness word record!!!
Così passavo le mie giornate davanti alla finestra della mia camera BIANCA e spoglia,
Sperando in un cambiamento radicale.
Magari che fosse tutto un gioco per tenermi occupata, forse per prepararmi una mega festa del compleanno…
Invece nessuno scherzava.
Di conseguenza stava a me cambiare quella giornata, tanto nera dentro di me, quanto bianca all’esterno.
Questa mattina quindi avevo un programma: scendere dal letto, rendermi presentabile (per quanto era possibile), e fare un giro di quel bizzarro ospedale bianco.
Volevo conoscere persone, socializzare, parlare!
Uscii dalla camera e percorsi tutto il corridoio,
fino ad arrivare al bancone della reception; dove c’erano delle infermiere che mi avevano aiutato a vivere un po’ meglio qui;
dopo averle ringraziate…
feci per tornare nella mia spoglia stanza quando una barella mi passo velocemente in fianco.
Mi sporsi in fretta, ero curiosa, e vidi un ragazzo circa di 15 anni proprio come me; lui era bellissimo… la sola cosa triste e brutta era tutto quel sangue che aveva sulle braccia.



SPAZIO AUTRICE:
Un'altra giornata descritta, spero che piaccia!

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Capitolo 4
*** Una prova di coraggio! ***


“Nessuna delle strade è giusta o sbagliata,
basta prendere coraggio e buttarci!”


Avevo voglia di seguire quella barella per capire in che stanza mi avesse portato…
Volevo seguire quel bellissimo ragazzo, essere la prima persona a vederlo quando i suoi occhi si fossero aperti…. Eeem wow!
Stavo fantasticando su un perfetto estraneo, non sapevo nemmeno perché era qui;
Poteva essere tanto triste da non parlarmi… poi mi resi conto che stavo andando senza accorgermi alla recepion.
Uno sguardo preoccupato mi accolse:” Serena, tu non dovresti stare nella tua camera? Cosa è successo?”,
mi resi conto che l’infermiera che mi era tanto simpatica si stava preoccupando di me, e lo dava a vede!
Oh finalmente una persona umana in questo cazzo di istituto bianco!
Mi feci coraggio e, anche se sentivo già le guance arrossarsi sempre di più, feci la sfacciata:” stavo passeggiando tranquilla nel corridoio per tornare in stanza a contemplare il sole dalla finestra…
Bhè quando una barella mi è venuta addosso”.
Vidi lo sguardo attento di Jessica, l’infermiera,
poi mi disse con voce dolce ma curiosa:” eh … quindi? Mi dispiace se ti ha urtato,
ma è arrivato un ragazzo della tua età con due enormi graffi sulle braccia; non si sa ancora a cosa sia dovuto.
L’abbiamo messo nel reparto riservato ai ragazzi… in fondo al corridoio camera numero 7…”
Jessica sembrava aver capito ogni singola cosa, senza nemmeno che io avessi cercato qualche altra scusa per cercare notizie sul ragazzo del mistero; lei era sicuramente un angelo:
i suoi capelli erano lisci e lunghi poco dopo le spalle, di un biondo a dir poco abbagliante, alta da sembrare una modella!
I suoi occhi, verdi scuro, se avesse fatto un concorso contro tutte le infermiere del mondo di certo avrebbe vinto!
:”Grazie mille jessica! Sei il mio angelo,
prometto che non disturbo nessuno!”,
lei sorrise e mi rispose con un lieve cenno di capo:” ne sono sicura. Attenta a non fare strage di cuori! E ricorda di tornare nella 2 entro mezzogiorno che c’è il pranzo e le visite dei familiari”. Mi diressi verso il corridoio eccitata, anche se in realtà non sapevo veramente il perché, però cavoli sembrava così giusto!
Eccola! La 7… bussai alla porta, ma nessuno rispose…
Bussai la seconda volta…

NULLA!
Ero solo una piccola impertinente, era appena arrivato da chissà cosa di terribile che gli aveva provocato quelle terribili ferite e io andavo a importunarlo!
Che scocciatrice!!!
Girai le “pantofole” e incominciai ad avviarmi delusa per il mio comportamento e anche perché in fondo mi aveva rifiutata.
Di scatto la porta ormai alle mie spalle si aprii, un ragazzo con le braccia rossastre e la carnagione pericolosamente bianca disse:” scusami, stavo riposando mi hanno appena portato qui… non sapevo che avrei ricevuto visite”…
Mi girai, non avevo sentito un tono di voce scocciato, ma stanco quasi fino alla morte e questo mi fece salire lungo la schiena dei brividi non da poco!
Era più bello ancora da vicino…: occhi color ambra, capelli in piedi sulla testa marroni chiari, alto molto di più rispetto a me, ma ero pur sempre una ragazza! -Porca roia quanto è bello-(pensai)
Sorrisi, poi dissi:” scusa se ti ho svegliato, volevo vedere solo chi era il ragazzo misterioso…” e poi mi resi conto di aver detto una stronzata!
Lui alzo il braccio e si gratto la nuca sorridendo e rispose:” già chissà che scena ho fatto entrando così su una barella… scusa ma non voglio essere ancora sulla bocca di tutti…”
Cercai di riparare e mi avvicinai gli presi la mano e guarda attenta i due squarci profondi sulle braccia mentre parlavo quasi sovrappensiero:” avrei voluto solamente parlare, sono giorni ormai che mi hanno scaricato qui…
nessuno della mia età e non posso nemmeno godermi il sole se non dietro vetri leggermente oscurati…
non volevo disturbare…. Meglio che vada e qualsiasi cosa ti sia accaduto rimettiti in fretta.”
Stava per parlare, mi stava stringendo leggermente le mani, ma io sciolsi la presa e mi misi a correre lungo il corridoio per poi voltarmi ormai di fronte alla mia stanza e notare che da qui si vedeva la 7.
Il ragazzo scosse la testa e chiuse la stanza dietro di se.


“il coraggio non basta a rendere
il cuore più forte!”

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Capitolo 5
*** Inaspettatamente... TU! ***


“le vere sorprese ci colgono nei momenti meno opportuni!”
 


 

Ero stanca, quella notte non ero riuscita a dormire a causa dell’imbarazzo che si era avventato su di me dopo quell’azzardo, ossia andare a trovare quel ragazzo,
 

di cui nome per me ora mai era solamente un sciocco desiderio.
Infatti avevo passato la nottata a pensare e ripensare a che idea si fosse fatto di me… i miei genitori non mi avevano di certo aiutato, una volta che avevano varcato la soglia della mia stanza mia madre aveva subito chiesto:” hai fatto conoscenza con il bel ragazzo della 7?
Io e tuo padre ci siamo imbattuti in lui, ti saluta!”. Era ovvio che se mi salutava voleva dire che l’avevo conosciuto o almeno, mi ero resa patetica davanti a lui!

Comunque sorrisi feci un cenno di capo, come per dire l’ho conosciuto,
nulla di che… poi aspettai con pazienza che l’orario delle visite fu finito e iniziai a mangiare, il cibo qui non era male! Forse perché questo specie di edificio era privato e quindi tutto ciò che veniva mangiato e digerito era pagato direttamente dai pazienti o dalle famiglie dei sottoscritti.

Non mi lamentavo, finché un torpore non mi fece addormentare.
Questa mattina era molto brutta, pur essendo una fresca giornata il sole non ne voleva sapere di svegliarsi e al suo posto alloggiavano nel cielo, grigiastre, delle nuvole paffute di forme abbastanza strane! Sembravano così soffici, e mi venne voglia di zucchero a velo!
Ero assorta nei miei soffici pensieri di zucchero quando qualcuno busso; scesi dal letto misi le pantofoline rosa e aprii la porta…


LUI!
.........
D’un tratto seppi per certo di essere diventata rossa,
hey io ero ancora in pigiamino!
Però non mi dispiaceva certo vederlo; quando lui constatò che ero ancora in abiti da notte mi chiese:” posso o disturbo?”,
 il mio cuore si sciolse per la sua gentilezza e le sue buone maniere, mi scostai e lo feci entrare.

Mi porse 1 fiore sul comò spoglio, bianco, una orchidea rosa, bellissima! 
Mi chiedevo dove l’avesse presa e perché… poi lui mi porse una mano e mi disse
:” spero che ti piaccia, comunque ieri non ho avuto modo di presentarmi il mio nome è Matteo”;
rimasi a fissare immobile il suo volto, finché non mi schiarii la gola e risposi dolcemente
:” piacere, io mi chiamo Serena”.



 

“ad un tratto un fascio di luce si posò sul fiore e lo illuminò
Capii che lui era speciale!” 

 



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Capitolo 6
*** Le parole ***


“ alcune frasi sono più affilate di una lama”
Oscar Wild


 

 

 
Matteo è un ragazzo aperto ad ogni tipo di dialogo, se c’è da parlare di politica ne parla, se deve accennare alla sua vita privata fa un sorriso e incomincia a citare i momenti più tranquilli e normali dei suoi 15 anni di età…
Io dico così perché per me lui è un pazzo! Ma nel senso buono; come quelle persone che quando si affezionano veramente sarebbero capaci di fare tutto! Ogni genere di situazione è buona per scherzare, senza però ferire i sentimenti dell’individuo che ci sta accanto.

Per questo mi raccontò un po’ del suo paese: delle bizzarre persone che ci vivono e che si inventavano di tutto, dal sindaco fino al contadino, per far sembrare quella fasulla città in una GRANDE metropoli!
Il suo umorismo è come un’allergia ti attacca e ti contagia piano piano e sa di menta come la sua personalità.

Io gli parlai della mia scuola, della mia migliore amica e del suo tradimento; palese ai miei occhi, tuttora nascosto ai suoi… e poi aggiunsi:” alcune persone non si rendono conto di ciò che fanno!”; spiegai brevemente e senza dare motivo che mi importasse come Lucrezia mi aveva pugnalato alle spalle: prima “rubandomi” il posto di organizzatrice delle feste didattiche, in seguito del flirt nascosto che aveva avuto con il mio (ormai ex) ragazzo.
Gli dissi come mi ero accorta che sparivano entrambi all’intervallo e nelle poche pause; e di come li avevo trovati a pomiciare sotto le gradinate della palestra…

Poi mi resi conto che stavo parlando ormai solo io da almeno 2 ore non stop! E chiesi a Matteo:” tu invece Mr. Mistero? Una vita da raccontare ce l’hai?”, lui fece un sorriso e mi incominciò a narrare, proprio come se fosse una storia:” i miei genitori sono… beh come dire, strani. Diciamo che mio padre è la parte angelica della mia famiglia e mia madre la parte maligna! Infatti mio padre si è sempre preoccupato di ciò che mi sarebbe mancato non frequentando la scuola… poiché da generazioni i miei parenti per i loro figli hanno sempre provveduto loro all’andamento scolastico; per questo io studio in casa, ho emmm due professori privati che mi insegnano tutto ciò che mi interessa sapere e anche qualche nozione in più! A volte mi sento un po’ solo, in effetti non è sempre un vantaggio, in seguito poi ci si abitua presto. Di conseguenza puoi ben capire che la mia vita sociale non è così accesa come la tua… e questa è la mia vita!”.


Ero incredula, come poteva essere che un ragazzo come lui non aveva mai assaporato veramente la gioia di una festa, di un ballo… di un costume?!? Allora decisi, dal suo sguardo che pesava anche a lui questa situazione e feci correre…                  
Poi mi resi conto che stavo per dire una di quello boiate assolute! Ma era troppo tardi e chiesi:” cosa ti sei fatto invece per capitare qui, o meglio come?”.

la temperatura della stanza scese pericolosamente sotto i miei occhi e piombò un silenzio imbarazzante.
“ sinceramente? Non sono tenuto a darti spiegazioni, scusami se ora sono sgarbato, ti conosco da poco e tu pretendi di sapere un po’ troppo forse sulla mia vita… ora vado si è fatto tardi. Ci si sente.”
In quell’istante in cui lui si alzò dal mio letto per andarsene e sbattere poi la porta in malo modo formulai un pensiero assurdo nella mia mente:

Aveva qualcosa da nascondere e io avrei sicuramente trovato la pecca nel suo discorso!

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