Le notti della Mantide

di Joannah Mary Grace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


 Le notti della Mantide     



Chapter 1
 


 


-Che succede vecchio mio?- La voce chiara e limpida era rivolta ad un cupo uomo tutto ricurvo nell’ombra.
-Sono un ispettore poco rispettoso della legge, old boy-  Borbottò l’uomo anziano senza alzare gli occhi dal giornale:
-Questa volta mi gioco la pensione. Non dovrei  essere qui a rivelarti queste cose!  Ah..se il soprintendente scoprisse che collabori con me..-   Sospirò e ripiegò il giornale alzando lo sguardo, rassegnato.
-Suvvia, vecchio mio. Ci sono novità riguardo la nostra “mantide”?- Alla luce il viso del ragazzo mostrava tutto il suo naturale splendore. I capelli scuri ricadevano ribelli sulla fronte, gli occhi nocciola brillavano come oro. 
-Un’altra vittima, Frank. E con questa arriviamo a sei. Sei vittime in una settimana. E’ risaputo che uccide solo dopo aver fatto l’amore. Raffinata, non trovi?- Una risata rauca e amara si espanse nell’angusto ufficio.
-Sono tre notti che osservo disperatamente tutte le donne in quel fottuto bar. Si sa solo che ama la lingerie e le piace farlo con una maschera alla Zorro. Anche fantasiosa la nostra donna.-Il giovane si accasciò sciupato sul divanetto direttamente sotto la finestra.
-E qui ti sbagli ragazzaccio. La nostra “mantide” è un uomo. Le vittime sono tre donne e tre uomini.-L’ispettore aggiunse un ghigno malinconico a quel viso così invecchiato.

  
Un’altra notte in quel triste bar. Non lo avrebbe mai scovato. Che colpo scoprire che in realtà è un uomo, eppure se la era già immaginata.. alta, sensuale e con lunghi capelli biondi: la femme fatale. Davvero fatale, pensava. Intorno a lui solo ragazzi abbandonati a loro stessi, a cui la vita aveva riservato solitudine e dolori. Un luogo perfetto dove rapire gente che si lascerebbe  andare con chiunque.

- Sei fantastico! Ti prego continua.-Gridava un uomo stringendo forte il lenzuolo caldo. L’altro non alzava lo sguardo dall’eccitato corpo che si trovava sotto di lui. Continuava a mordere e baciare la pelle dolce e invitante.
-Erano anni che non passavo una notte così- La voce era affrettata, impacciata. L’uomo  accarezzò i capelli rossi del ragazzo occupato a seguire i suoi movimenti del bacino. Poi  gemeva, gemeva e parlava di nuovo.
-E’ incredibile come un ragazzo giovane e affascinante come te abbia deciso di venire a letto con un vecchio uomo vissuto come me .- Gemette di nuovo e inarcò la schiena sudata.
Il giovane alzò appena la testa, e i suoi occhi verdi come lo smeraldo si posarono avidi sulla corpo agitato e sorrise compiaciuto.
L’uomo si chiamava Edmond Ghellegher, 61 anni. Aveva perso la moglie venti anni fa e passava le notti in compagnia dell’alcohol e del fumo. Fu trovato ucciso nella camera dell’albergo dove stava passando il week-end. Testimoni raccontano che quella sera l’uomo non era solo, bensì in compagnia di un ragazzo molto più giovane e sostengono di averlo visto uscire da solo poche ore dopo, distintamente. Era un cliente abituale dell’ambiguo pub “Lifemare”. Le indagini affermano che l’uomo è stato ucciso con una lama a doppio taglio.


Tornò di nuovo a casa distrutto. Non avrebbe riposato neanche questa notte. L’insonnia, pensava Frank, distrugge più dell’alcohol.. ed è anche meno spassoso. Si appoggiò al tavolino e si accese una sigaretta. Ma dove sei Mantide? Si domandò ad alta voce.

 


L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine nella rapida produzione di uova; prova ne sia che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, sovente "risparmia" il maschio. (Wikipedia)

 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Le notti della Mantide


Chapter 2



L’ispettore fu chiamato d’urgenza a correre sotto  l’ennesima tempesta inglese per arrivare in una villa lussuosa, bianca come il latte, che sembrava una stella persa nel buio di quel pomeriggio. 
C’era una gran confusione nel giardino principale.                                                                      
-Chi  ha scoperto il cadavere?- Chiese l’ispettore Bett distogliendo lo sguardo dal corpo esangue di un uomo biondo e robusto.
 Aveva appena preso un antiemetico ma ancora gli faceva una certa impressione.              
-La vicina ha trovato la porta aperta..- Il ragazzino che rispose sembrava impacciato, dai movimenti nevrotici. Sicuramente doveva essere la prima volte che si ritrovava davanti a una scena del crimine. Continuava a fissare come un maniaco i movimenti del detective che si avvicinava, annuendo ritmicamente, come un burattino.                                                                           
Si avvicinò un uomo alto, barbuto e con gli occhiali molto spessi  e mentre mostrava decine di fogli all’ispettore subito spiegò, con la sua voce possente:                                                                        
-Le ferite sono state prodotte dalla stessa lama a doppio taglio dei sei delitti precedenti. Inoltre, ci sono dei chiari segni di un rapporto sessuale. Si tratta di uomo. – Terminò l’ultima frase con una smorfia di disgusto, lasciando il plico con una certa indifferenza e poi accelerò il passo e si diresse verso il corpo, coprendolo con un lenzuolo bianco per la gioia del ragazzino che finalmente pareva calmarsi.                                                                 
-La “Mantide”, di nuovo lui! Ci va a letto e poi li uccide!- Bett si ritrovò a discutere da solo. Alzò gli occhi al cielo. Dentro quella stanza erano tutti molto stressati, lo stress si poteva notare vibrarsi nell’aria, come un’imponente nuvola 
grigia.                                                                                                                                          
Ma così come successe per gli altri sei omicidi, un poliziotto notò nel comodino la tessera per entrare al noto pub per sigle “Lifemare” . Non c’erano dubbi, la Mantide aveva eletto come territorio di caccia quel dannato locale. Quel locale dove il suo amico  Frank da giorni, anzi da notti, osservava quasi con ossessione tutti gli iscritti.
Nessuna impronta digitale. Come sempre. Solo filamenti di seta nera sulle lenzuola. Questa volta l’assassino non aveva utilizzato una maschera, o se l’aveva utilizzata, aveva indossato anche dei guanti di seta nera. 
Un bel tocco d’arte, che sicuramente gli si addiceva.
 


Il citofono suonò e svegliò all’improvviso Frank, addormentatosi  sulla sua poltrona con uno spesso libro rovinato dal tempo sulle ginocchia. Ormai era diventata una guerra fra lui e l’insonnia. Il vero incubo era non poter dormire. Si alzò distrutto, sentì le ossa scrocchiare dal collo alle caviglie. Quel locale poi, sembrava essere stato il colpo di grazia. Ancora con gli occhi socchiusi aprì la porta e con l’altra mano si grattava rabbiosamente la testa.                                                                                               -Siete Frank Iero?- La voce era suadente e calda, che si adattava a quel corpo così perfetto .             -Lui!- Frank aveva un sorriso imbarazzante stampato sul volto sorpreso. Si avvicinò al ragazzo per notare meglio cosa stringeva tra le mani candide.                                                                          
- Allora questa deve essere vostra! L’ho trovata ieri sera su una sedia vicino al bancone.. e visto che abitate vicino al mio negozio..- Spostò con la mano una ciocca di capelli rossi che cadeva sulla fronte e puntò gli occhi verdi su quelli sgranati di Frank.                                                                                                                                                      
- Ma quella è la mia tessera del “Lifemare”! Vi ringrazio molto, deve essermi caduta..Ma..Ma voi andate in quel locale? Non vi ho mai visto- Il cervello di Frank cominciò a mettersi in moto velocemente, collegamento dopo collegamento. Così prese rapidamente l’iniziativa senza aspettare la risposta:                          
-Massì..ora che ci conosciamo.. posso offrirvi qualcosa?- Frank spostava velocemente lo sguardo attento dal viso alle scarpe, come se lo stesse analizzando. Era abbastanza alto, ben piazzato, i capelli tinti e gli occhi verdi come lo smeraldo. Le labbra sembravano morbide ed erano rosse come la porpora. Portava una maglietta bianca molto aderente e un paio di pantaloni classici grigio fumo. Elegante e raffinato.                                
Frank fece accomodare il ragazzo nella sala più grande e preparò il caffè. Era avido di conoscere tutto su di lui, di chiamare l’ispettore Bett e riferirgli ogni cosa. Questa volta ci siamo, pensò.                                                     
-Possiamo darci del tu? Come ti chiami?- Frank cercava di nascondere tutto il suo entusiasmo, agitando velocemente il cucchiaino nella tazzina.                                                                                                                         
 -Mi chiamo Gerard, mi occupo di biancheria intima. Lavoro da “Rich,Mon amour” un negozio di lingerie a un isolato da qui. Non l’avevi mai notato?- Il ragazzo posò la tazzina sul tavolino e poggiò le mani sulle ginocchia in attesa della risposta di Frank, che tutto sommato, pensò, non era poi tanto male.
-Davvero? Scommetto che su di te sta benissimo..  No.. non l’ho notato quel negozio. Io invece sono un indagatore privato. Dell’incubo, tra l’altro.- Frank non poteva crederci. Ne era sicuro. La Mantide adesso era lì, seduto nella sua poltrona.                                                                                                                                                                   
- Indagatore dell’incubo.. certo che è una cosa piuttosto strana..- Posò una mano sul mento, accennando un sorriso malizioso. – Magari anche su di te non starebbe male..- E posò lo sguardo sul torace di Frank che arrossì e tossicchiò appena prima di aggiungere:                                                                    -Questo è un complimento? Beh me lo dirai a cena tra poco.- Aveva una strana voce invitante. Si sorprese da solo.                                                                                                                      -Certo che tu non perdi tempo eh! Mi spiace, ma stasera ho già un appuntamento, ma mi sei simpatico Frank.. ti aggiungo al mio archivio, right?- Un ghigno gli si dipinse sulle labbra.                                                          
Frank lo vide uscire dalla sua casa, lo fissò allontanarsi dalla finestra.                                                                       
-Ma che bel tipo..- sussurrò ad alta voce –Chissà se gli piacciono i guanti di seta nera..-
 

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