Pirati dei Caraibi - Treasure and Rum

di vegeta4e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il rum scappa ***
Capitolo 2: *** Oh, mannaggia! Ancora scimmie! ***
Capitolo 3: *** Patti e condizioni ***
Capitolo 4: *** Panico per Sparrow ***
Capitolo 5: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 6: *** Salvata appena in tempo ***
Capitolo 7: *** Queen Anne's Revenge ***
Capitolo 8: *** A bordo dei ricordi passati ***
Capitolo 9: *** Hector Barbossa ***
Capitolo 10: *** Discussioni e problemi ***
Capitolo 11: *** Convincere Hector ***
Capitolo 12: *** Soluzioni e condizioni ***
Capitolo 13: *** Faccia a faccia con gli inglesi ***



Capitolo 1
*** Il rum scappa ***


TREASURE AND RUM

CAP I

La rotta della Perla Nera venne frenata dal fondale marino ormai troppo alto per essere navigato. Le onde bagnavano la sottilissima sabbia e l’acqua cristallina permetteva anche ad un occhio poco attento di ammirare cosa si celava sotto di essa. L’isolotto tanto bramato era finalmente stato raggiunto.

Con un balzo Jack atterrò sul bagnasciuga, inzuppandosi gli stivali sino alla caviglia e facendo ciondolare, con un acuto tintinnio, le cianfrusaglie che spuntavano da sotto il cappello.

Incurante di essersi bagnato, estrasse dalla giacca la sua adorata bussola, la quale non indicava il Nord, bensì ciò che chi la possedeva desiderava di più al mondo.

Con l’indice e il pollice si accarezzò una delle due treccine che, ormai, ornavano il suo pizzetto da anni. Osservò l’ago della sua bussola, poi alzò gli occhi sull’isola, dirigendoli nella medesima direzione. Davanti a lui si estendeva un’insidiosa foresta e, al di là di questa, si ergeva un monte. La sua innata curiosità lo spingeva ad addentrarsi tra la fitta vegetazione: gli sembrava di sentire una vocina sussurrare Si può sapere che aspetti? Magari troviamo un tesoro! -, ma per quanto cercasse di ignorare quella stupida voce, sapeva meglio di chiunque altro che, alla fine, le avrebbe dato ascolto.

<< Ormai è fatta, non me lo porterà via nessuno! >> esclamò correndo ondeggiando dove indicava la bussola.

Percorsi una ventina di metri s'inginocchiò sulla sabbia e, impaziente, cominciò a scavare.

Dopo non molto il suo anello scontrò contro qualcosa di duro, facendo delineare sul viso del Capitano un sorrisino sghembo.

Senza indugiare dissotterrò una bottiglia di vetro verde ricolma di liquido.

<< Mi auguro che sia rum o è la volta buona che butto via la bussola >> borbottò stappando la bottiglia. Bevve un lungo sorso, staccando poi il vetro dalle labbra. Sì, era proprio rum. Sicuro che sotterrate ci fossero altre decine di bottiglie, riprese a scavare, riempiendone un sacco intero.

Era più che soddisfatto. Aveva fatto un rifornimento abbondante di rum che, sperava, sarebbe durato fino alla tappa successiva.

Bene! Ora poteva dirigersi verso Tortuga e recuperare tutta la sua ciurma.

Sì, esatto, Jack Sparrow era attualmente senza marinai.

Anche il primo ufficiale Joshamee Gibbs era rimasto a terra, lasciando che il suo Capitano si avventurasse da solo per i mari, proprio come egli aveva esplicitamente richiesto.

<< Ho fatto bene a partire da solo, se avessi portato con me quei cani rognosi il mio rum sarebbe finito nel giro di tre giorni! >> borbottò trascinando il sacco ricolmo di bottiglie verso la nave. Giunto davanti alla Perla si accorse, però, di essersi dimenticato di lasciare appesa la scaletta per risalire.

Ragionò sulla situazione non poco, non trovando tuttavia una soluzione al problema. Di scatto afferrò il collo di una bottiglia.

<< Vediamo un po’, magari se la lancio atterrerà intatta >> senza pensarci ulteriormente scagliò l’oggetto in aria, ma questo colpì un gabbiano. Il malcapitato volatile precipitò in acqua, mentre la bottiglia si sfracellò sul ponte della Perla Nera, facendo intuire al povero Jack il triste esito. Nel silenzio assoluto e, dopo la tragica fine del pennuto, l’unico rumore che si udì fu quello di vetro infranto.

<< Oh, mannaggia! Ora ho sulla coscienza una bottiglia di rum e uno stupido uccello! >> si portò nuovamente una mano sul mento, quando una folata di vento gli portò via il suo adorato cappello.

<< No! Quello no! >> goffamente iniziò a correre -come se sotto ai piedi avesse dei carboni ardenti- all’inseguimento dell’inseparabile cappello. Mise un piede su una roccia e, datosi lo slancio, saltò. Le sue dita sfiorarono appena la pelle del copricapo, quando questo volò via, spinto da un’altra corrente d’aria.

Imprecando, Jack andò a sbattere contro il tronco di una palma. Cadde rovinosamente all’indietro ma, non soddisfatto, il fato gli fece cadere sul viso una noce di cocco

<< Ah!! Ma che succede oggi?! Sembra quasi che qualcuno stia cercando di contrastarmi Ma chi mai potrebbe essere? >> si mise seduto pensieroso

<< Beh, chiunque sia credo che di motivi ne abbia eccome, dopotutto sono un pirata! Un Capitano pirata! >> rialzatosi si spolverò i vestiti

<< Ma certo! Dev’essere sicuramente quel dannatissimo sacco di pulci! Odio quella scimmia! >> esclamò raccogliendo poi l’amato cappello a pochi metri di distanza. Se lo calzò bene sul capo ricoperto da una bandana rossa, voltandosi poi verso il sacc

<< Il mio rum! Dov’è il mio rum?! >> si guardò intorno allarmato, quando vide il sacco in questione sparire tra gli alberi. Senza pensarci due volte riprese a correre, con la sua classica andatura, per riportare in salvo le bottiglie che con fatica era riuscito a trovare.

 

To be continued

 

Spazio autrice:

Spero che come primo capitolo non sia poi tanto malvagio, è la mia prima fiction su Jack Sparrow, ma da brava fan dei Pirati dei Caraibi, ma specialmente del Capitano Sparrow, ho visto tutti i film^^

Ringrazio anche solo chi legge e se vi fa piacere, lasciate un commento:)

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Capitolo 2
*** Oh, mannaggia! Ancora scimmie! ***


TREASURE AND RUM

CAP II

Addentratosi nella fitta vegetazione Jack estrasse la sua spada e, con l’ausilio di quest’ultima, tagliava gli arbusti che gli intralciavano il cammino. Spostò l’ennesimo cespuglio, quando vide che a trasportare il suo preziosissimo sacco pieno di rum non era un ladro, bensì delle scimmie. Esse, giunte ai piedi di un grande albero, sollevarono il bottino, portandolo sui rami della pianta. Jack le raggiunse.

<< Mannaggia, ancora scimmie! Si può sapere cos’hanno contro di me? O forse dovrei dire che, per qualche ignota e dannatissima ragione, io e questi animaletti abbiamo una predisposizione naturale nel detestarci! >> si accarezzò ancora una volta il pizzetto e, dopo essersi aggiustato il cappello, alzò il viso, incontrando gli occhietti vispi delle scimmiette.

<< Suvvia, simpatici amici, ridatemi il mio amato rum >> sorrise, ma le scimmie non sembravano volerlo accontentare. L’astuto Capitano si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che gli potesse tornare utile, quando poco distante notò un casco di banane. Senza perdere di vista il suo preziosissimo rum, staccò un frutto dall’albero, tornando poi ai piedi della pianta sulla quale quei sacchi di pulci avevano portato il suo tesoro.

<< Da gentiluomo quale sono, ma soprattutto da onesto - si fa per dire - pirata e Capitano, dopo estenuanti ed accurate riflessioni, ho pensato di effettuare uno scambio equo: questo pregiatissimo frutto, per quel sacco! >> tese il braccio destro verso gli arguti nemici, porgendo loro la banana. Una delle scimmiette scese rapidamente dall’albero e si avvicinò alla mano di Jack per annusare l’oggetto del baratto. Appurate le condizioni fece un verso che, il Capitano, lo interpretò come affermativo.

L’animaletto afferrò di scatto il frutto quando un’altra, dalla cima di un ramo, lasciò cadere una bottiglia di rum.

Potendo far affidamento sui suoi prontissimi riflessi, il Capitano Sparrow la prese al volo, salvandola dalla medesima fine, alla quale, poco prima, aveva condannato una di loro.

Sorrise soddisfatto, ora non gli restava che trovare un’altra cinquantina di banane e il gioco era fatto! Si legò l’unica superstite di vetro alla cintura, l’avrebbe difesa con i denti e le unghie se fosse stato necessario.

Fece per tornare dal casco di banane, quando una voce fin troppo familiare lo bloccò.

<< Ho sempre saputo che tu fossi un tipo strano, Jack, ma vederti barattare con delle scimmie… No, questo non l’avevo ancora visto >> il Capitano si voltò lentamente. Conosceva quella voce meglio di chiunque altro.

<< Mia dolce e cara Angelica, non hai altro da fare che spiare l’affascinante e famoso Capitan Jack Sparrow? >> sorrise appoggiandosi al tronco di un albero

<< Sul famoso non ho niente da obiettare… È l’aggettivo affascinante che mi lascia alquanto perplessa… >> sorrise avvicinandosi

<< Ammetto che ero fermamente convinto che tu fossi di tutt’altra opinione, tempo addietro, sbaglio? >> Jack sorrise mostrando dei denti relativamente sani per un pirata, se non che a destra se ne poteva notare uno d’oro.

<< Non cambiare discorso, Jack, sono qui per un motivo ben preciso… Non di certo per prendere un po’ di rum! >>

<< Ehi! Che hai contro il mio rum? Per tua informazione è la cosa che amo di più al mondo! >> puntualizzò il Capitano ondeggiando in avanti. Angelica si avvicinò ulteriormente a Jack sorridendo.

<< Ah, è così eh? Se non ricordo male qualche mese fa, poco prima di abbandonarmi su quell’isola deserta, mi dicesti di amarmi! >>

<< Oh sì, non nego di averlo detto ma… Vedi gioia, c’è una piccola differenza tra te e il rum >> sorrise di rimando alzando un indice

<< Differenza? Jack! È ovvio che tra me e un liquore ci siano differenze! Prima fra tutte: io sono una donna e non uno stupido liquido! >>

<< Prima di tutto mettiamo in chiaro alcuni piccoli punti, tesoro. Numero uno: il suddetto rum non è soltanto uno stupido liquido, il rum è... Il rum è l’essenziale che un pirata deve sempre avere sulla sua nave! È uno dei simboli che rappresenta quelli come me - e come te -. Il rum… il rum è il rum! Comprendi? >>

<< Io non bevo quella brodaglia! >>

<< Ma anche tu sei una pirata, e numero due - nonché differenza principale -: il rum non parla, tu sì >> la superò addentrandosi nella foresta evitando di calpestare ogni cosa di cui non conoscesse la forma. Contrariamente, Angelica lo seguiva senza farsi troppi problemi, quasi come l’uomo della situazione fosse lei.

<< Eppure quel famoso bacio che ti detti quando ero nelle tue spoglie, a Londra, non mi sembra ti sia dispiaciuto! >> puntualizzò lei seguendolo

<< Dettagli! >>

<< Preferiresti baciare una bottiglia? >>

<< Non troverei molte differenze, siete fredde uguali >>

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Salve a tutti!!!^^ se avete letto questo capitolo, significa che nel paesino in cui sono segregata c’è connessione!!! :D me felice XD le mie preghiere sono state ascoltate *_*

Per festeggiare ho deciso di postare un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto :D

Come al solito, ringrazio tutti, lettori e recensori XD un bacio!!^^

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Capitolo 3
*** Patti e condizioni ***


TREASURE AND RUM

CAP III

Jack e Angelica continuarono ad avanzare, addentrandosi sempre di più in quella sinistra foresta. Di colpo il Capitan Sparrow inchiodò il passo, voltandosi verso la compagna di viaggio.

<< Gioia, sono profondamente dispiaciuto per averti abbandonata su quell’isola tempo addietro, ma sono piacevolmente sorpreso di vedere che sei sana e salva. Come hai fatto ad andartene? >> sorrise

<< Dispiaciuto? Smettila, Jack! Nonostante avessi sprecato l’unico colpo di pistola a mia disposizione per tentare di ucciderti, ho comunque trovato una soluzione >>

<< Sì, di questo ne ero sicuro. Quindi? Come hai fatto? >>

<< Come avevi detto tu, quella è una rotta molto trafficata e la ciurma di mio padre è tornata a prendermi >>

<< Ex ciurma! >> sottolineò lui alzando un indice e sfoggiando un sorriso

<< -Ex- per colpa tua! >> ringhiò di rimando Angelica

<< Dolcezza, ti ho già spiegato perché l’ho fatto: tu volevi che l’anima di Barbanera si salvasse e… Ripeto che per qualche anno sei ancora utilizzabile >> sorrise ondeggiando

<< No, ammettilo Jack, mi hai salvata per te… >> ghignò incrociando le braccia al petto

<< Se la memoria non mi inganna, credo di aver già dato un giudizio al riguardo, ma ora dimmi: che ci fai qui? >> domandò abbassandosi ed evitando un ramo

<< Si dice che da queste parti ci sia nascosto un tesoro, ma non sono l’unica a cercarlo, ci sono anche gli inglesi >>

<< Beh, il mio caro collega Hector Barbossa è tornato al suo vecchio impiego, ma stavolta al comando della Queen Anne’s Reven… >> si tappò immediatamente la bocca, ricordando solo ora di aver nominato la nave del defunto Barbanera.

<< Sei affetto da manie suicide, Jack? >> lo fulminò lei

<< Certo che no, mia cara, il mio discorso voleva terminare col dire che le parrucche non donano per niente al vecchio Hector, quindi se, caso mai, avevi in programma di regalargliene una… Lascia stare! >> ridacchiò

<< ¿ Y por qué debería hacer un regalo a ese bastardo? >> urlò in spagnolo. Jack rimase immobile, non avendo capito una parola di ciò che lei aveva strillato.

<< ... Potrei cortesemente avere la traduzione, Miss? >>

<< E perchè dovrei fare un regalo a quel bastardo? >> ripetè con calma, stavolta. Jack fece una smorfia arricciando il naso

<< Non saprei, magari in uno dei tuoi momenti di estrema dolcezza e magnanimità, forse, probabilmente, potrebbe balenarti in mente questa opzione >> sorrise ancora.

Angelica sospirò ignorandolo e, senza indugiare, proseguì il cammino. Il Capitan Sparrow, non avendo nessuna voglia di restare da solo in quel luogo pullulante di scimmie, fu costretto a seguirla.

<< Senti, ti propongo un patto! Io aiuto te a trovare questo... Tesoro! >> gesticolò. Angelica si voltò di scatto, costriningendo Jack a inchiodare.

<< E cosa vorresti in cambio? >> sorrise maliziosa

<< Il mio rum! Sei una donna astuta, sono più che sicuro che con quelle scimmie malefiche non avrai alcun tipo di problema... Dopotutto è merito mio - o dovrei dire colpa?- se la tua arguzia è così... Accentuata, se posso definirla in tal modo >> si lisciò una treccina della barba. Lei scrollò il capo, passando sopra alle parole del Capitano.

<< Ora avrei io una domanda da farti, Jack >>

<< Dimmi tutto, gioia >> Sparrow riprese il cammino, scrollando schifato il piede destro per togliere, dal suo amato stivale, una frasca schifosamente umidiccia e mostrando, al contempo, la lingua. Contrasse il viso in una smorfia di ribrezzo e, dopo essere stato scosso da un brivido, a causa del viscidume, si riprese, seguendo Angelica.

<< Ho notato con piacere che sei giunto qui con la Perla Nera. Come hai fatto a tirarla fuori? Hai rotto la bottiglia? >>

<< Oh, no, certo che no! Se non ricordo male c’entravano delle capre e una clessidra... Ma il mio ruolo era fondamentale! >> ondeggiò

<< ... Delle... Capre? >> domandò perplessa

<< Lascia stare, mia cara, l’importante è che sia riuscito a tirarla fuori, giusto? >>

<< ... Sì, lasciamo perdere. Beh, se rivuoi il tuo adorato rum ti conviene darti una mossa. Devo avere quel tesoro! >> esclamò lei riprendendo la marcia.

<< Coraggio cani rognosi! Si par... >> disse voltandosi indietro

<< ... Oh, mannaggia! Dimentico sempre di non avere ciurma! >> sventolò una mano in aria come per voler cancellare la frase appena pronunciata.

<< Cos’è, Sparrow, i tuoi marinai ti hanno abbandonato? >>

<< Hai omesso un Capitano, se non sbaglio >> sorrise affiancandola e mostrando, per l’ennesima volta, i vari denti d’oro

<< Per esserlo è necessaria una ciurma, che tu non hai >> rise

<< Come siamo pignoli! È una peculiarità dei latino-americani? >>

<< ¡Cállate y sigueme! >> urlò nuovamente. Jack si raddrizzò il cappello seguendola

<< Dal tono decisamente poco amichevole e dal mio infallibile intuito riguardo la natura femminile, intuisco le intenzionalità delle tue intenzioni, Miss. Anche se ammetto che dei sottotitoli mi farebbero intuire meglio le suddette intenzioni >> lei non rispose e rabbiosamente tagliò, con la spada, l’ennesima frasca.

Capendo che quel colpo, con molte probabilità, sarebbe stato suo, Jack sobbalzò facendo una smorfia.

<< Prendi nota, mio caro Jack, quando noti che parla spagnolo significa che è notoriamente arrabbiata, e ciò fa notare la chiarezza, già nota, del concetto! >> borbottò

<< Hai detto qualcosa?! >> sbottò Angelica. Jack sorrise innocentemente

<< Stavo solo facendo dei personalissimi commenti sulle condizioni decisamente poco igieniche di quest’isola dimenticata da Dio, mia cara Angelica >>

La donna non rispose, proseguendo a passo spedito verso i piedi del monte.

 

... To be contiued...

 

Spazio autrice:

Salve a tutti!!^^ Che bello vedere che la storia piace :D spero che anche questo capitolo sia piaciuto!^^

Come al solito ringrazio tutti, lettori e recensori:) grazie mille!!!^^
 

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Capitolo 4
*** Panico per Sparrow ***


TREASURE AND RUM

CAP IV

Jack e Angelica continuarono il loro cammino verso i piedi del maestoso monte quando, improvvisamente, si sentirono dei sinistri rulli di tamburi. Jack sussultò inchiodando. Intorno a loro c’erano solo alberi, rocce, liane e insetti vari. Non capendo da dove venisse questo fastidioso ed insistente suono, si portò una mano all’orecchio destro, iniziando a darsi leggeri colpi, come se fosse andato sott’acqua e sentisse tutto ovattato. Angelica non ci mise molto a notare l’assenza di Sparrow, infatti quando lo vide nelle retrovie, lo ammonì.

<< E ora si può sapere che ti prende?! L’ultimo neurone rimasto si è impigliato nei capelli? >> commentò sarcastica. Jack continuò a colpirsi, infastidito dal continuo tamburellare, decidendosi poi a degnare di risposta la sua interlocutrice.

<< Vedere che nonostante le disavventure l’umorismo non ti manca, non posso non gioire, dolcezza >> disse continuando a colpirsi l’orecchio.

<< Jack… Se sei masochista dimmelo, ci penso io a farti del male >>

<< Masochista? Io?! Pff, no! È che sento da un po’ un fastidiosissimo e molesto rullo di tamburi! >>

<< Lo so, lo sento anche io >> rispose lei incrociando le braccia al petto

<< Oh, davvero? Menomale! Pensavo che fosse qualcosa qui dentro >> si toccò il capo con un indice.

Lei non rispose, troppo scioccata da tanta idiozia, ma il Capitano sembrò non notare la notabile espressione allibita di lei.

<< Beh, come non detto. Su! Riprendiamo il cammino! >> la superò ondeggiando

<< Non ti devi preoccupare, è normale che tu senta tutti i rumori che ti circondano più intensamente. Essendo vuota la tua zucca, rimbomba tutto >> continuò ella seguendolo. Lui non rispose non sapendo cosa dire.

<< Di certo non possono essere scimmie a suonare dei tamburi, saranno degli indigeni, sei sollevato almeno di questo? >> disse voltandosi verso il Capitano.

Jack inchiodò nuovamente il passo, sbiancando.

<< … Hai detto… Indigeni, sì?... >>

<< Siamo su un’isola deserta! Chi vuoi che ci sia? Tuo padre? >> chiese con tono palesemente ironico.

<< Mm? Naah, mio papà non suona così male il tamburello. Ti ricordo che stiamo parlando di Teague Sparrow, comprendi? >> precisò lui.

<< Sì, quello che è. E ora muoviti! >> disse lei, categorica.

<< No, assolutamente! Odio quei trogloditi, hanno già cercato di mangiarmi! Per carità, era per liberare la mia anima divina dall’involucro di carne, ma se permetti, questa divinità vorrebbe ancora gironzolare su questo schifosissimo pianeta, saccheggiare, offendere Re e chicchessia… Ah! E bere rum, ma questo era sottinteso >> sottolineò

<< … Volevano mangiarti? >> domandò perplessa

<< È quello che ho appena detto >> si poggiò le mani sul petto sorridendo

<< E potrei sapere perché? >>

<< Onestamente non ne ho idea, gioia. Ero sbarcato su un’isola e mi sono imbattuto in una tribù di ominidi affamati! Non so perché mi considerarono il loro Dio, ricordo solo che mi salvai per un pelo e che al posto mio, legato ad un tronco per essere arrostito, ci finì un quadrupede >> lei riprese a camminare senza rispondere.

<< Ehi! Dove vai? >> chiese lui

<< A prendere il mio tesoro prima degli inglesi! >>

<< … Non hai un po’ di pietà per il tuo amico Jack? >> sorrise per convincerla

<< L’unico per cui avevo pietà era mio padre! >> sbottò lei continuando ad avanzare. Jack sospirò, evitando una foglia sulla quale c’era, intenta a riposare, una piccola coccinella. Il Capitano mise meglio a fuoco la bestiolina strizzando gli occhi, mostrando poi la lingua in segno di disgusto.

<< Il caro Signor Nera era un uomo dalle mille sfaccettature, sapeva essere malvagio, ma… Ma… Ma anche meno malvagio… >> disse Sparrow ignorando l’insetto e proseguendo. Angelica pestò un piede sul terreno roccioso, crepandolo. Jack deglutì

<< Ehm… Tesoro… Calmati… >> disse sudando freddo. Mise in avanti le mani, sporche ed inanellate, come per placare l’ira della compagna di viaggio, senza riuscirci.

<< ¡Imaginar que bajo mi talón no es tu cabeza!* >> urlò ancora. Jack sospirò grattandosi la fronte coperta dalla bandana rossa

<< Gioia, se vuoi minacciarmi, fallo in una lingua a me comprensibile. Te lo chiedo per favore, tesoro, almeno da darmi la possibilità di salvarmi in ogni evenienza >> allungò una mano per accarezzarle la guancia destra

<< Giù le mani!! O ti mordo! >> senza indugiare, Angelica aprì la bocca, mostrando delle fauci degne di uno squalo. Le richiuse con forza, sperando di intrappolare tra i suoi denti almeno un dito del povero Jack, ma lo scaltro pirata ritirò in fretta la mano, salvandola così da una cruenta fine.

Decisamente sollevato dal pericolo scampato, il Capitano si accarezzò la mano e, senza rendersene conto, arricciò il naso facendo una smorfia scioccata.

 

… To be continued…

*: <>

 

Spazio autrice:

Salve gente!!^^ ecco a voi un altro capitolo. Come sempre mi auguro che sia stato di vostro gradimento e che vi abbia strappato anche solo un sorriso:)

Un grazie a chi legge e recensisce! Ciao!!^^

 

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Capitolo 5
*** Vecchie conoscenze ***


TREASURE AND RUM

CAP V

Capendo che se fosse andato avanti così non ne sarebbe uscito illeso, Jack seguì Angelica tentando di tenere la bocca chiusa il più a lungo possibile. Ormai erano ore che camminavano, ma la figlia di Barbanera manteneva ancora un alto ritmo di marcia, mentre il povero Capitan Sparrow iniziava a perdere colpi. Non di sua volontà, Jack rallentò, rimanendo dietro ad Angelica di un paio di metri.

<< Su, resisti ancora un po’, il tempo di trovare un posto in cui passare la notte e ci fermiamo >> disse lei voltandosi verso il Capitano

<< Questa sì che è una notizia, Milady! >> esclamò riprendendo il cammino, ma fatti due passi, Jack scivolò, cadendo rovinosamente a terra. Il suo viso finì a stretto contatto con il terriccio umido, l’erbetta e gli insetti.

Angelica aprì bocca per dire qualcosa, ma immediatamente il pirata si rialzò da terra, come se non fosse successo nulla. Si passò, oltremodo schifato, le mani sul volto, pulendolo alla meno peggio.

Ondeggiò leggermente, poi, ripreso l’equilibrio, si voltò verso l’amica – se così si poteva definire -.

<< … Tu non hai visto niente di quello che in realtà hai visto, perché essendo insieme avrei dovuto vedere anch’io quello che tu hai visto, ma che non hai visto realmente. Quindi non avendolo visto io, non l’hai visto nemmeno tu. Comprendi? >> Angelica sospirò, superando poi il pirata.

<< Bene! Deduco che porterai il nostro piccolo segreto con te nella tomba >> sorrise seguendola. Fece un passo, quando il suo sguardo cadde nuovamente sul terreno, più precisamente sulla radice sporgente che l’aveva fatto cadere poco prima.

Jack si spostò di un passo, allontanandosi da quel coso infernale. Senza vergogna fece una linguaccia al vegetale e, correndo da fanciulla, seguì Angelica.

Poco dopo si trovarono davanti una grotta abbastanza riparata; ormai era buio, proseguire di notte sarebbe stato come firmare un patto col diavolo, o peggio ancora, con Barbanera. Oh! Barbanera era morto, meglio ancora.

Angelica vi entrò, sedendosi poi su una roccia. Al contrario, Jack si lasciò cadere a terra.

<< Eccoti nel manifestare uno dei tuoi classici atteggiamenti virili! >> disse lei sorridendo. Lui si degnò soltanto di aprire un occhio, dirigendolo verso il viso di lei.

<< Vedo che nemmeno tu sei cambiata in questi anni. Sempre dolce e gentile, degna di un vipera velenosa! >> sorrise appena. Ella, invece di urlare come suo solito, si alzò dal masso su cui era seduta e lo raggiunse lentamente. Arrivata da lui si abbassò e, al contempo, Jack si mise seduto.

<< Ti conviene riposarti, Jack. Domani ci aspetta un lungo cammino >> disse lei fissandolo negli occhi. Il Capitano sorrise

<< Avevo sulla mia lista delle cose da fare il riposo come primo ed unico impegno, gioia >>

<< Lo immaginavo, del resto cosa mai ci si può aspettare da uno come te? >> domandò lei

<< Per uno come me intendi affascinante? >> sorrise lisciandosi una delle due treccioline della barba

<< Veramente no, ero indecisa più che altro tra imbecille e ignorante >> rispose con accento spagnolo

<< … Oh… Beh, poco male! Sogni d’oro, mia cara Angelica >> detto ciò, si tolse il tricorno e lo appoggiò dove ci sarebbe stata la sua testa, poi si sdraiò sul pavimento roccioso e chiuse gli occhi dandole le spalle. La compagna di viaggio fece lo stesso, ma quando Jack stava per entrare definitivamente nel mondo dei sogni, un sonoro colpo alla sua spalla destra lo costrinse ad aprire gli occhi, facendo realizzare al povero Sparrow di non essere più su una montagna di botti di rum, bensì in una squallida, fredda, umida e misera caverna.

<< E ora che c’è?! >> chiese lui sorpreso

<< Ti avverto, Jack… Prova a sfiorarmi e giuro che te faccio pentire de essere nato! >> sibilò lei con l’intonazione del luogo nativo. Il Capitan Sparrow sorrise

<< Dormi serena, dolcezza. Ho altro a cui pensare al posto di sfiorare te >> disse risdraiandosi

<< Ah sì? E cosa sarebbe di tanto importante? >>

<< Sognare il rum!>> rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Lei rimase a fissare la sua schiena con un’espressione mista tra lo scioccato e l’arrabbiato. Non voleva ammettere che non ricevere poi così tante attenzioni da Jack le dava fastidio.

<< Il rum, eh? Bene! Sogna il tuo rum e strozzatici!  >> stizzita si sdraiò anche lei e, imitando il pirata, diede le spalle al Capitano

<< Quanto vorrei che avessi ragione, gioia! Se mi ci strozzassi, vorrebbe dire che lo avrei! >> ella non rispose, optando saggiamente di interrompere quel dialogo insensato. Poco dopo, a causa della stanchezza, i due crollarono sfiniti.

Passarono alcune ore, quando il sonno dei due compagni di viaggio venne interrotto… O almeno per uno di loro. Jack sentì qualcosa strusciarsi contro di lui, precisamente sul fianco, poi sul petto e sul collo.

Era un tocco leggero e delicato, degno della fanciulla più aggraziata.

<< … Mm… Angelica… >> mormorò nel sonno. Credendo di aver convinto la donna a smettere, Jack si girò supino per continuare a dormire. Contrariamente alle sue aspettative, però, quelle piacevoli carezze non terminarono, anzi.

<< Angelica… Tesoro… Domani. Menomale che mi avevi detto… Di non sfiorarti… >> continuò lui. Sentendo che ella non aveva nessuna intenzione di smetterla, il Capitano aprì gli occhi, trovandosi a due centimetri dal viso un orribile serpente.

<< Oh, mannaggia!! >> scattò seduto lanciando via il rettile che, stordito, strisciò via. Sparrow rabbrividì e, rapidamente, si pulì i vestiti nei punti su cui era passato l’animale.

<< Mi sembrava strano, infatti, che fosse lei… Troppo delicata! >> borbottò arricciando il naso. Solo ora, però, notò qualcosa. Lei non c’era. Non era sdraiata affianco a lui e non era nemmeno sveglia a fare chissà cosa.

<< Ehm… Angelica?...... >> la chiamò. Nessuno rispose, nessun rumore succedette il suo richiamo. Solo pochi secondi dopo si udì qualcosa, ma appena Jack si voltò, vide una piccola pietra staccarsi dalla parete della grotta.

Capì di non essere solo. Angelica doveva sicuramente essere stata presa. Senza indugiare mise mano all’elsa della spada che teneva sempre alla cintola e, a piccoli passi, si addentrò nella caverna.

Si guardò intorno con circospezione, l’oscurità l’avvolgeva e l’unico suono che udiva era il rimbombo dei propri passi.

Sentì un fruscio.

Di scatto si voltò, facendo tintinnare le cianfrusaglie appese ai capelli, ma non vide nulla. Non sapendo come muoversi prese la sua bussola.

In quel momento desiderava sapere dove fosse Angelica, confidando ogni speranza nella sua fidata guida. L’ago, dopo aver vorticato più volte su sé stesso, si fermò, indicando la strada che portava sempre più all’interno della cava, proprio la direzione in cui Jack stava andando.

Avanzò di qualche passo, quando da una roccia alle sue spalle sbucò un inglese.

<< E così ci rivediamo, Sparrow! >> disse puntandogli il fucile contro la schiena. Jack fece una smorfia e, lentamente, si voltò.

<< A quanto pare risulta assai complicato associare il sostantivo “Capitan” al mio buon cognome… Nome… A entrambi! >> commentò sarcastico. L’inglese impugnò meglio l’arma

<< Non siete nella posizione adatta da poter sfoggiare le vostre qualità comiche, pirata! >> Jack posò la spada nel fodero e, lentamente, alzò le mani. Strinse la bussola e sul suo volto si delineò un sorriso.

<< … Oh, immagino siate il Commodoro… >> ghignò mostrando i denti d’oro

<< Immaginate bene >> ringhiò

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Rieccomi!^^ come richiesto ho aggiornato più in fretta rispetto alle altre volte :D

Come sempre grazie a chi segue^^ se vi va lasciate un commento:) ciao!!! XD

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Capitolo 6
*** Salvata appena in tempo ***


TREASURE AND RUM

CAP VI

Jack fissò il membro della marina inglese senza, però, mutare il sorriso sul suo volto. Il corsaro non vi badò, continuando a tenerlo sotto tiro con l’arma da fuoco.

<< Non mi potete uccidere, britannico >> disse sorridendo Jack, spezzando il silenzio

<< Questo lo dite voi! >> rispose l’altro senza scomporsi

<< … Beh, sì! Fino a prova contraria ci siamo solo noi due in questa caverna… >> si guardò intorno per verificare che non ci fossero altri uomini

<< … O forse dovrei dire che qui, e in questo preciso istante, ci siamo solo noi! >> sorrise ondeggiando.

Il marinaio al servizio della corona inglese caricò il colpo, pronto a sparare. Egli prese la mira.

<< Sparrow… Ricorderete per sempre questo giorno… Come quello in cui… Eravate quasi scappato… Dalla marina inglese! >>

<< Un momento! Un momento… >> urlò Jack. L’inglese sussultò, non mollando tuttavia il fucile.

<< … Ecco… Non mi è chiara una cosa… Ho sentito dire che voi siete qui per trovare un tesoro… >> agitò le mani inanellate, chiudendo gli occhi con aria di superiorità. L’altro serrò i denti, capendo che anche il pirata era a conoscenza delle ricchezze nascoste sull’isolotto.

<< Potrei dire la medesima cosa di voi! >> rispose acidamente l’altro

<< Io infatti non lo nego… Anche se al momento il mio tesoro è in mano a delle scimmie… >> borbottò l’ultima frase

<< Avete detto… Scimmie? >>

<< Lasciate stare. Quello che voglio dire è che… >> si lisciò la barba e aggrottò le sopracciglia. L’inglese lo fissò incuriosito, quando Jack alzò lo sguardo su di lui.

<< … Prima di giungere alla conclusione, posso farvi una domanda? Perché mettete quelle parrucche?>> indicò i candidi capelli del Commodoro. Egli si infuriò e imbracciò nuovamente l’arma, puntandogliela contro.

<< Mi hai stancato, pirata! >> chiuse un occhio, mirando poi alla fronte del Capitan Sparrow, ma Jack sguainò prontamente la spada e, con precisione, la lanciò verso l’uomo. La lama entrò senza fatica nella gamba del corsaro, facendolo finire a terra dolorante. Jack lo raggiunse ed estrasse la spada.

<< E adesso dimmi che fine ha fatto Angelica, brutto imparruccato! >> sibilò abbassandosi su di lui. L’altro fece una smorfia di dolore, portandosi poi una mano sulla ferita.

<< … Non… Non so di che parli, pirata! >> nel parlare sputò della saliva mista a sangue, che colò dalle labbra fino al mento, raggiungendo infine il collo fasciato dall’elegante colletto della divisa inglese.

<< Falla finita! >> lo sollevò per il bavero della divisa. In quel momento, Jack notò il liquido scorrere sulla pelle del Commodoro e, con aria disgustata, fece una smorfia, mostrando la lingua.

<< … Non dirò nulla… >> ghignò sprezzante. Il viso di Jack si contrasse in un’espressione contrariata, dopodichè mollò l’inglese, lasciandolo cadere a terra.

<< Ti pentirai, e come te anche tutti i tuoi compari, di aver sfidato il Capitan Jack Sparrow >> concluse proseguendo verso l’interno della caverna.

Giunse in uno slargo: anche lì non c’era nessuno. Alzò il capo, notando che sopra di lui c’erano migliaia di stalattiti.

<< Su, uscite fuori! Mi sono stufato di giocare a nascondino, stavo dormendo, io!>> sottolineò l’ultima parola

<< Abbassate la spada Sparrow, o ne pagherà lei le conseguenze>> Jack si voltò di scatto a sinistra, trovandosi davanti un secondo inglese che, stavolta, teneva Angelica davanti a sé, puntandole contro la tempia sinistra la sua pistola.

Decise di fare un’eccezione, non sottolineando, per stavolta, l’omissione del titolo di “Capitano”.

Lei tentava di dimenarsi, ma essendo legata ed imbavagliata, fallì miseramente.

<< Lasciate la fanciulla. Non è da gentiluomini prendersela con una damigella, non vi pare? >> sorrise, ma il marinaio inglese, contrariamente, strinse un braccio intorno al collo di Angelica per non farla scappare.

<< Un pirata che parla di galanteria? Dopo questa posso dire di averle sentite tutte! Adesso datemi la bussola o… La vostra amica farà una brutta fine >> ghignò.

Jack si portò istintivamente una mano alla cintura, alla quale era appesa la sua amata guida.

<< Avrei due condizioni >> disse il pirata alzando un indice

<< Mi dispiace, ma non vi sono concesse! >> ribatté l’altro. Jack scrollò le spalle, indifferente

<< Allora potete dire addio alla mia bussola >> sorrise ondeggiando. Il membro della marina inglese caricò il colpo della pistola.

<< E voi potete dirlo a lei… >> Jack non si scompose

<< Fate pure! >> rise allargando le braccia. Angelica iniziò a dimenarsi furiosamente. Cercò di urlare, ma a causa del bavaglio che le tappava la bocca, uscirono solamente dei suoni insignificanti. Fissò il Capitano Sparrow chiedendogli aiuto con lo sguardo, ma Jack guardò l’inglese.

<< Beh? C’è qualche strana ragione per la quale indugiate nello sparare? >> lo spronò il Capitano. Il corsaro sorrise, ma quando fece per premere il grilletto volse un’ultima occhiata al Capitan Sparrow, come per accertarsi che fosse sicuro. Notò solo ora che il pirata si rigirava un sasso nella mano destra. Decise di non badarci più di tanto, doveva uccidere la donna.

<< Ah, britannico? Sono desolato di dovere interrompere la vostra “esecuzione”, ma… Contrariamente a come pensate, io la conosco la galanteria… E anche più di voi! >> ciò detto fissò un’ultima volta la pietra che aveva in mano, poi la lanciò in aria contro le stalattiti. Esse, già instabili per natura, allo scontro con la pietruzza si staccarono dal soffitto e una di loro colpì in pieno l’inglese sulla schiena.

Angelica, appena libera dalla morsa del marinaio, si scostò appena in tempo, evitando così di essere presa.

Jack le si avvicinò e, posata la spada, si accucciò per liberarla dalle corde. Le sciolse i nodi ai polsi e alle caviglie, passando poi al bavaglio. Nel levare la stoffa dal suo viso, non poté evitare di fissarla negli occhi. Rimasero incantati entrambi per interminabili secondi e lo sguardo di Jack scese dagli occhi di Angelica alla bocca.

Mentre le mani del Capitan Sparrow erano ancora vicine al suo viso, dopo averle tolto il bavaglio, lei si mosse, facendo così che l’indice della sua mano sinistra le sfiorasse la guancia. Lui non si scostò, continuando a fissare il volto di lei.

Senza rendersene conto, Angelica si avvicinò piano al viso di Jack. Lui se ne accorse, ma stupendo principalmente sé stesso, non indietreggiò.

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Ciao!! Ed ecco il nuovo capitolo^^ siete sempre gentilissimi a recensire e mi fa davvero piacere di vedere che Jack e Angelica insieme sono divertenti XD bene, era il mio obiettivo^^

Mi auguro che anche questo vi abbia strappato un sorriso :D

Come sempre grazie a tutti, lettori e recensori!^^ Ciao!! :D

 

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Capitolo 7
*** Queen Anne's Revenge ***


TREASURE AND RUM

CAP VII

Ormai i volti dei due compagni erano pressoché uniti, se non che la giovane Angelica arrestò il capo. Jack sgranò gli occhi, ma non fiatò.

<< Stavi per lasciarmi morire per mano di quell’inglese!!> > sbraitò lei. Jack serrò i denti, deglutendo

<< Ma certo che no, gioia. La mia era tutta una tattica per salvarti dalle sue grinfie! >> sorrise scoprendo il dente d’oro

<< Una tattica che prevedeva una pallottola nella mia testa?! >>

<< Credevo che tu avessi compreso la mia suddetta intenzione che l’inglese non aveva compreso… Comprendi? >> Angelica lasciò che le sue labbra si aprissero, lasciando spazio sul suo viso ad una smorfia allibita.

<< Tu sei tutto matto! >> commentò lei alzandosi. Lui, ancora accucciato, la fissò dal basso, poi scrollò il capo, facendo ciondolare le cianfrusaglie appese alla bandana e ai capelli.

<< Non sei la prima che lo dice. Beh, sarà vero se lo dite in tanti! >> si alzò spolverandosi i vestiti.

Angelica, ancora scossa per la disavventura, si guardava intorno allarmata, sperando con tutta sé stessa che nei dintorni non ci fossero altri inglesi

<< Gioia, lo so che sei spaventata, ma non devi temere di nulla. Ci sono io qui con te! >> sorrise il buon Capitano, affiancandola.

Lei alzò un sopracciglio.

<< Bene, allora! Mi domando cosa mai potrebbe capitarmi, con te come guardia personale. Sarei più al sicuro se fossi circondata da una marmaglia di scimmie! >> Sparrow aggrottò la fronte, mostrando un’aria imbronciata.

<< … Oh, sempre gentile tu, eh? Mi chiedo se tu non sia figlia di Barbanera ed una sirena! >> Angelica si voltò verso di lui, elargendo un sorriso. Gli mise rapidamente le braccia intorno al collo.

<< Intendi dire che sono bella come le sirene? >> sussurrò lei sfiorando quasi i baffetti di Jack con le labbra. Lui deglutì, fissando prima la bocca di lei, poi gli occhi.

<< Pensi che rovinerei questa idilliaca atmosfera se… Dicessi che, in realtà, ti paragonavo a quelle bestie infernali perché sei… Ehm… Cattiva? >> domandò speranzoso.

Angelica serrò rabbiosamente le braccia intorno al collo del malcapitato Capitan Sparrow che, contro il suo volere, si ritrovò spiaccicato contro la donna.

<< Milady, sono lusingatissimo e… Devo ammettere che avete un ottimo odore, ma… Vi sarei estremamente grato se decideste di liberare il mio povero collo dalla vostra morsa letale… >> sussurrò egli senza fiato.

Angelica mollò la presa indispettita e, fissatolo con sguardo omicida, girò i tacchi proseguendo all’interno della cava. Il povero Jack si toccò il collo, come per assicurarsi che fosse ancora intatto e, accertate le condizioni, corse goffamente dietro ad Angelica.

Entrarono in uno stretto corridoio, il percorso del quale era ostacolato da stalagmiti e massi vari. La donna non pareva aver nessuna difficoltà nell’avanzare, mentre il pirata, scartava ogni pietruzza con la massima cautela, quasi che rischiasse di ustionarsi.

Finita la strettoia, si ritrovarono davanti ad un crepaccio.

<< Vicolo cieco! Bene, milady, se non hai nulla in contrario, io tornerei indietro per continuare a dormire >> disse Jack voltandosi per tornare all’ingresso della cava. Angelica lo fermò.

<< Aspetta! È pieno di inglesi qui, chissà quanti ce ne sono nascosti e tu non lo sai! Ci faranno fuori nel sonno! >> tentò di farlo ragionare lei. Il Capitano alzò le spalle.

<< A meno che io non riesca a bere quella maledetta acqua della Fonte della Giovinezza, quel momento, ahimè, arriverà >> mentre pronunciò queste parole, sulla guancia destra del Capitan Sparrow atterrò una gocciolina d’acqua gelata, colata dal soffitto. Jack strabuzzò gli occhi, guardando poi allarmato verso l’alto.

<< Preferiresti morire guardando un inglese, oppure per mano mia? >> domandò nel frattempo lei. Il compare non la degnò di risposta, troppo impegnato a capire da dove piovesse il liquido. Osservava le stalattiti con una curiosità inaudita, quando da una di esse colò una seconda goccia che, birichina, gli finì dritta nell’occhio destro.

<< Per mille bottiglie di rum!! >> esclamò Sparrow portandosi una mano sull’occhio provato. Angelica, che aveva assistito alla scena, restò nuovamente allibita dal comportamento del Capitano, il quale, continuava ad inveire contro il soffitto roccioso. Decise di non badargli e, con cautela, si avvicinò al precipizio, curiosa di scoprire cosa ci fosse. Non appena riconobbe la sagoma che le si presentò d’innanzi, nonostante l’oscurità, le si fermò il cuore e si sentì soffocare. Tutto quello non aveva senso e, al contempo, era impossibile.

<< Jack!! Ven aquì!! >> urlò per richiamare l’attenzione del pirata. Il soggetto in questione smise, per qualche secondo, di inveire contro la grotta, concedendo finalmente la sua presenza ad Angelica.

<< Dimmi tutto, gioia. Cosa c’è di così sconvolgente che ti sconvolge a tal punto? Sei… Sconvolta! >> sorrise lui avvicinandosi

<< Quella! >> indicò la nave davanti a loro. Jack seguì la traiettoria dell’indice, trovandosi poi davanti al naso un’enorme imbarcazione.

<< … Oh!... Sbaglio o quella è la Queen Anne’s Revenge? >> chiese lui portandosi entrambe le mani alla cintura

<< … Non sbagli, Jack. Quella è la nave di mio padre! Ma com’è potuta finire qui!? >> il Capitano si sporse leggermente in avanti per guardare di sotto, notando che sotto la nave scorreva dell’acqua. Risalì con lo sguardo il letto del fiume, vedendo che alla loro sinistra, c’era una piccola – a causa della distanza – apertura che, sicuramente, dava sbocco sul mare.

<< A quanto pare i pretendenti al tuo amato tesoro sono tre, mia dolce Angelica. Il nostro vecchio Hector è peggio delle formiche, è ovunque! >> constatò Jack facendo una smorfia e mostrando così i denti.

<< Le formiche si schiacciano sotto i piedi, Jack. Il tuo amico, purtroppo, è leggermente più insidioso e difficile da togliere de mezzo >> rispose con accento spagnolo.

Jack si voltò nuovamente verso l’ex nave di Barbanera, notando che dalla cabina del Comandante, uscì Barbossa. Prima che l’uomo con la gamba di legno potesse accorgersi della loro presenza, Jack prese Angelica per un braccio, facendola abbassare. Lui la seguì e il rimbombo cadenzato dei passi di Hector Barbossa echeggiava per tutto l’antro.

<< Cosa state aspettando, schifosi scarafaggi?! Uscite da sotto coperta!! Abbiamo un tesoro da trovare, razza di mozzi scansafatiche!! Vi permetterò di riposare non appena le vostre membra cadranno a pezzi, sfinite!! >> urlò sguaiatamente. La piuma sul suo cappello ondeggiò vorticosamente e la barba, lunga e lercia, assecondava i movimenti del suo mento.

Istintivamente Jack ed Angelica si guardarono. Adesso avevano ben due nemici da raggirare, ma forse, se si fossero alleati con Barbossa, gli inglesi non avrebbero avuto molte chance di portare a termine la loro missione e, una volta preso un accordo con Hector, sarebbe bastato soltanto trovare il modo di sbarazzarsi pure lui.

… To be continued…

Spazio autrice:

Rieccomi!^^ Ok ok, lo so, mi volete ammazzare per due motivi...

1) Ho interrotto il capitolo precedente sul più bello

2) Tutti si aspettavano il tanto atteso bacio tra Jack e Angelica e invece niente…. XD

Ma rimedierò, sissignore! Non ci sarebbe gusto se si baciassero solo al VII cap, no? Spero sia stato di vostro gradimento, come sempre un grazie a tutti! :D ciao!!^^

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Capitolo 8
*** A bordo dei ricordi passati ***


TREASURE AND RUM

CAP VIII

Barbossa e i suoi tirapiedi scesero dalla Queen Anne’s Revenge calandosi giù per le cime, seguendo poi il letto del fiume che si addentrava sempre di più nella grotta. Da incoscienti quali erano, non si preoccuparono minimamente di lasciare incustodita la nave, essendo convinti, evidentemente, di essere gli unici ad avventurarsi in quel luogo.

Una volta che l’intera ciurma sparì dal campo visivo di Jack ed Angelica, il Capitan Sparrow si rimise in piedi, osservando dall’alto, e con una smorfia interrogativa sul volto, le acque sulle quali la Queen Anne’s Revenge sostava in attesa di salpare nuovamente.

Jack allargò le braccia per mantenere l’equilibrio, poi si sporse ancora di poco.

<< Jack! Non vorrai saltare! È troppo alto! >> esclamò Angelica. L’uomo rise, arricciando poi il naso.

<< Gioia, sono notevolmente sorpreso di notare che tu mi faccia notare la notevole altezza di questo posto ignoto, ma ti faccio notare che ho fatto amicizia con salti del genere, questo sarebbe il terzo >> ondeggiò. Lei non rispose, spostando poi lo sguardo sulla nave del defunto padre.

<< Fa’ un po’ come te pare, tanto saresti tu quello spiaccicato sulle rocce, lì sotto >> disse con accento spagnolo. Il sorriso sul volto di Jack si spense come una torcia gettata in mare, poi guardò nuovamente giù dal precipizio. Con una smorfia inclinò impercettibilmente l’angolo destro della bocca, facendo così muovere in maniera assai ridicola i baffetti.

<< … A causa di circostanze che, nemmeno volendo potrei cambiare, mi ritrovo costretto a rimandare, ad un tempo futuro indefinito, il mio tuf… Sal… Suicid… Quello che è >> concluse gesticolando confusamente.

Angelica gli si avvicinò, prendendolo poi per un braccio e portandolo di peso verso la parete rocciosa alla loro destra. Lì Jack notò che lungo tutto il muro c’era una sporgenza che, molto dolcemente, scendeva fino a giungere alla sponda del corso d’acqua.

<< Coraggio Jack, piano piano scendi lungo questa strettoia. Una volta arrivato a terra ti dirò io cosa fare! >> disse lei spingendo il compare verso il viottolo che sporgeva sul dirupo.

<< Un momento, gioia! Sei convinta che riuscirai a convincermi a camminare su quel… Coso?! >> esclamò lui strabuzzando gli occhi truccati di nero. Angelica aggrottò le sopracciglia, irritata.

<< Sei tu l’uomo, o sbaglio?! >> rispose lei colpendolo nell’orgoglio. Jack arricciò per l’ennesima volta il naso, fissando la donna con sguardo contrariato.

<< Ma certo che sono io l’uomo… Fino a prova contraria >>

<< E allora comportati da tale. Avresti il coraggio di far scendere una donna indifesa lungo quel precipizio? Che razza di gentiluomo lo permetterebbe mai? Di sicuro non il famosissimo Capitan Jack Sparrow >> fece lei astutamente. Nel dire ciò, sfoggiò una delle sue armi più efficaci: iniziò a sbattere le ciglia civettuola, sottolineando, intelligentemente, il titolo di Capitano.

Jack la guardò disarmato per diversi secondi, poi con la sua classica andatura ondeggiante, superò Angelica, allontanandosi dal burrone.

<< Mia cara Angelica, credi seriamente che un paio di ciglia mi convinceranno a suicidarmi? Nossignore, il Capitan Sparrow ha ancora un sacco di cose da fare e non fare! >>

<< Jack, pensa al rum. Sai bene che se non avrò quel tesoro, le tue adorabili scimmiette si ubriacheranno al posto tuo >> disse lei con nonchalance, mirando stavolta ad una cosa alla quale Jack non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

<< Ah! E va bene! Maledizione, a te e alle scimmie! >> borbottò avvicinandosi al viottolo per nulla rassicurante.

Sparrow mise, incerto, la punta del piede sulla piccola viuzza per verificarne le condizioni e, appurato che probabilmente non sarebbe crollata, con uno scatto si attaccò alla parete mettendo anche l’altro piede sul viottolo, giusto per evitare ripensamenti. Cautamente iniziò ad avanzare, scendendo lentamente verso il letto del fiume.

Angelica lo guardava soddisfatta, Jack era un tipo da convincere senza problemi, se lo si sapeva prendere e lei, decisamente sapeva come.

Con non poche difficoltà, il Capitan Sparrow giunse alla riva del corso d’acqua, avvicinandosi poi alla Queen Anne’s Revenge. Lo scheletro, posto sulla prua della nave, incuteva in Jack un brutto presentimento, ma da buon pirata, il Capitano non vi badò più di tanto.

Dopo aver sorriso nervosamente al teschio, che pareva fissarlo con un ghigno, Jack lo superò correndo ondeggiando, avvicinandosi poi alla cima che Barbossa e la sua ciurma avevano utilizzato per scendere.

Abilmente si arrampicò fino al parapetto della nave, salendo poi a bordo. Dopo essersi raddrizzato il tricorno si voltò trionfante verso Angelica, fissandola con un sorriso e mostrando alcuni denti d’oro. Ella, però, invece di gratificarlo, prese un sasso in mano.

<< Attento!! >> urlò. Jack si voltò, credendo di avere alle spalle chissà quale nemico, mentre Angelica caricò il lancio.

<< Gioia, qui non c’è nessu… >> ma Sparrow non ebbe il tempo di girarsi, che vide viaggiare a gran velocità il sasso verso il proprio viso. Si abbassò appena in tempo, evitando così di rompersi il naso.

<< Ehi! Sei matta?! >> esclamò poi

<< Non era indirizzato a te, Jack. Legalo in fondo ad una cima, poi lanciamela, così ti raggiungo lì sopra >> spiegò. Jack obbedì borbottando, legando il sasso al fondo della cima con la quale era salito. Poi, dopo aver preso la rincorsa, spinse la corda verso il ciglio sul quale Angelica attendeva. Ella afferrò la fune al volo e, saltando, si lanciò nel vuoto, usandola a mo’ di liana.

Jack fece per aprire bocca, ma le parole gli morirono in gola, dato che nel giro di due secondi si ritrovò a gambe all’aria sul ponte, dopo essere stato travolto dal seno di lei.

Rimase stordito a terra per una manciata di secondi, scattando poi in piedi come una molla, ma a causa del movimento brusco, il cappello gli scivolò sugli occhi.

<< Oh, mannaggia. Chi ha spento la luce? >> disse Jack tendendo le braccia in avanti per evitare di andare a sbattere. Angelica gli tolse nervosamente il tricorno, lanciandolo poi a terra. Inondato bruscamente dalla luce, seppur minima, della caverna, Jack strizzò gli occhi.

<< Ehi! Giù le mani dal mio cappello! >> sbottò indignato Sparrow raccogliendo il copricapo. Lo spolverò con cura, mentre la compagna di viaggio si guardava circospetta intorno. Aveva sentito terribilmente la mancanza della sua amata nave.

Senza indugiare, corse su per le scale, entrando poi nella cabina nella quale il padre si chiudeva. Era ancora tutto come lo ricordava lei: la scrivania, le suppellettili, le candele. Osservò tutto nei minimi dettagli, come per imprimere nella sua mente quelle immagini per non scordarle più.

In quel momento Jack la raggiunse ondeggiando

<< Hai trovato qualcosa di interessante, gioia? >> esclamò sorridendo

<< ….. Niente che già conoscessi…… >> rispose lei malinconica. Accarezzò delicatamente il legno decorato della scrivania, sulla quale c’erano, sparse disordinatamente, carte nautiche, fogli, bottiglie e altre cianfrusaglie.

L’attenzione del Capitano venne, però, attirata da un residuo di ragnatela che, spinta dalla brezza entrata dalla porta, fluttuava leggera. Dopo averla schivata con un movimento eccessivo, Jack le soffiò contro allontanandola, mostrando poi la lingua per il ribrezzo.

Decisosi poi ad ignorare ragnatele e simili, afferrò la sua bussola appesa alla cintola. La aprì nella speranza che ella gli indicasse qualcosa o, meglio ancora, la direzione del tesoro, ma contro ogni sua aspettativa, la freccetta rossa disegnata sullo sfondo dell’oggetto si fermò di netto quando incontrò, nel raggio d’azione, Angelica.

Jack alzò un sopracciglio, poi alzò lo sguardo sulla donna che, ancora, si aggirava malinconica. Guardò nuovamente la bussola e ancora lei. Storse le labbra.

<< Gioia? Non è che hai del rum con te? >> disse spuntandole da dietro e palpandola alla ricerca di qualche bottiglia.

<< Non me toccare! >> sbottò lei con accento spagnolo. Gli afferrò di scatto la mano destra e, ruotando il braccio, gli mise il polso in una posizione decisamente poco naturale.

Jack mostrò i denti serrati ed arricciò il naso a causa del dolore.

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Ecco il nuovo cap!^^ Jack continua a manifestare il suo immenso amore per il rum XD spero di avervi strappato almeno un sorriso!:D ciao!!

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Capitolo 9
*** Hector Barbossa ***


TREASURE AND RUM

CAP IX

 

Con una morsa degna di un serpente, Angelica teneva prigioniero il polso di Jack Sparrow.

<< Angelica… Ammetto che se tu decidessi gentilmente di risparmiare il mio polso dalla tua… Ehm… Candida mano… Te ne sarei estremamente grato perché, con il suddetto polso, il caro Jack potrebbe fare ancora delle cose, comprendi? Ad esempio gestire un timone o maneggiare la spada, bere il rum!! … Oppu… >>

<< Va bene, ma ora taci! >> strillò mollandolo. Sparrow si massaggiò l’arto indolenzito, seguendo poi a debita distanza la collega che apriva i vari cassetti della scrivania.

<< Gioia, capisco che tu abbia nostalgia di questo luogo assai… Sgradevole, almeno per me, ma penso che invece di ciondolare qui dentro, dovremmo seguire il vecchio Hector prima che ci soffi sotto i baffi il tuo tesoro e, di conseguenza, il mio rum! >> disse alzando un indice. Lei chiuse l’ultimo cassetto sospirando, dopo tutto non aveva tutti i torti. Con due falcate, ella raggiunse Jack, fermandosi di fronte a lui.

<< Una volta tanto dici qualcosa di sensato e… Per tua informazione, si dice sotto il naso, non sotto i baffi >> detto ciò uscì di cabina, scendendo poi le scale e tornando sul ponte. Jack arricciò il naso

<< Beh, io ho i baffi e posso dire sotto i baffi! >> rispose stizzito. Imitando la compagna, uscì anch’egli dalla cabina dell’ex Capitano Teach e, giunto sul ponte, inchiodò il passo.

<< Un momento! >> d’un tratto si fece pensieroso e, come suo solito, si portò una mano sul mento, accarezzando le treccine e il pizzetto. Angelica si voltò a guardarlo, incuriosita.

<< Noi vogliamo il tesoro e possediamo il mezzo per raggiungerlo… O meglio, io lo possiedo e grazie al possedimento dell’oggetto in questione, che è in mio possesso, anche tu possiedi il suddetto oggetto posseduto >> disse facendo due passi in avanti

<< Dove vuoi arrivare, Jack? >> lui sorrise

<< Ci serve una nave… Giusto, gioia? >>

<< Tu ce l’hai una nave e poi ora non ci servirebbe a nulla, se non te ne fossi accorto, siamo in una caverna >>

<< Una caverna con un fiume, milady. Se non ricordo male questo trabiccolo si muove da solo o… Qualcosa del genere >> gesticolò facendo tintinnare le varie cianfrusaglie.

<< Ricordi bene, ma ci serve la spada di mio padre che ora è in mano a Barbossa >> incrociò le braccia al petto, stizzita.

<< Oh, mannaggia. E non c’è nessun’altro modo per far muovere la suddetta barchetta? Sì, insomma, tuo padre ti avrà passato qualche trucchetto o magia, o…. Quello che è! >>

<< Te l’ho detto, Jack! Ci serve la spa… >> le parole le morirono in bocca, ricordando che nella scrivania del padre, forse, c’era qualcosa che avrebbe potuto aiutarli. Corse nuovamente in cabina facendo un rumore assordante con i tacchi, aprendo poi l’ultimo cassetto.

<< Jack! Vieni qui! >> disse lei con un sorriso sulle labbra. Sparrow corse goffamente le scale di legno rischiando di rompersi l’osso del collo e, recuperato l’equilibrio, raggiunse Angelica dietro la scrivania del Capitano Teach, curioso di vedere cosa mai avesse trovato.

Ella gli mostrò un anello grezzo. Raffigurava lo stesso scheletro che troneggiava a prua, ma stavolta su una base circolare d’argento.

<< E questo dovrebbe aiutarci, di grazia? >> chiese Jack interdetto

<< Questo ha la stessa funzione della spada di mio padre >> rispose porgendoglielo. Il Capitano si avvicinò all’oggetto, fissando il teschio che, seppur in miniatura, ghignava con la stessa malvagità del gemello. Sparrow mostrò i denti, disgustato, poi prese l’anello, infilandoselo all’indice destro.

<< Vediamo se questa bagnarola si muove! >> esclamò entusiasta. Corse ondeggiando fuori dalla cabina, appoggiando entrambe le mani sul parapetto del piccolo terrazzino che dava sul ponte. Angelica, dopo aver chiuso la porta della cabina, scese le scale tornando sul ponte, mentre, con un ghigno, Jack portò di scatto in avanti la mano che portava l’anello di Barbanera.

La Queen Anne’s Revenge venne scossa violentemente. Le cime si mossero da sole, le vele – seppur bucate qua e là - si spiegarono.

A causa dello scossone, Angelica perse l’equilibrio, ma prontamente si tenne al parapetto della nave. Contrariamente, il Capitan Sparrow, a causa del contraccolpo, cadde dal terrazzino, spiaccicandosi sul ponte.

Come se nulla fosse, Jack si rialzò di scatto, seppur dolorante, osservando con lo stesso stupore che ebbe la prima volta, l’imbarcazione avanzare autonomamente. L’altura dalla quale erano arrivati si faceva via via sempre più piccola e lontana, mentre, davanti a loro, si estendeva il buio più nero.

In breve tempo vennero circondati dall’oscurità, alla quale si aggiunse la nebbia che impediva ai due compagni di vedere ad un palmo dal naso.

Caparbiamente, Jack avanzò di qualche passo sulla destra, allargando le braccia per evitare di finire nuovamente a gambe all’aria.

<< Jack? Dove sei? >> la voce di Angelica spezzò il silenzio

<< Qui, gioia, ma dato che non mi vedi, non puoi sapere cosa intendo per qui, quindi conseguentemente di conseguenza i suddetti qui sarebbero inequivocabilmente differenti, senza contare i personali punti di vis… >>

<< Jack!! Cos’hai davanti?! >> lo interruppe lei, esasperata

<< Oh… Il parapetto, gioia. Almeno credo… >> innocentemente allungò una mano per aggrapparsi al legno consumato e sporco, ma contrariamente alle sue aspettative, le sua dita, sporche ed inanellate, andarono ad appoggiarsi su qualcosa di insolitamente morbido e caldo.

<< Oh, non sapevo che il vecchio Hector avesse ricoperto il parapetto con del cotone o… Quello che è! >> giusto per essere sicuro, diede una lieve strizzatina.

<< Sparrow!! Te arranco los manos!! >> un sonoro ceffone echeggiò in tutta la grotta, lasciando sulla guancia sinistra del Capitan Sparrow, un tatuaggio indelebile delle cinque dita della Capitana Teach.

Jack restò immobile con il capo girato verso destra, ancora troppo scioccato per spiccicare parola, ma una volta riacquistata lucidità, si voltò a guardarla.

<< Gran bel rovescio, gioia, ma ad essere sincero me le ricordavo più… Più… Più grosse e morbide >> disse gesticolando e disegnando in aria le ipotetiche forme di Angelica.

<< Sei un pirata muerto!! >> dallo stivale sguainò un pugnale e, mollando il parapetto, si avventò sul povero Sparrow che, colto alla sprovvista, iniziò a correre ondeggiando lungo tutto il ponte rischiando, ad ogni passo, di andare a sbattere. La Queen Anne’s Revenge continuava ad avanzare, mentre i due colleghi si rincorrevano.

<< Tecnicamente e praticamente sono stato un pirata maledetto, ma sinceramente non voglio provare quello morto, sai, non mi ispira... >> disse accelerando.

<< Sparrow!! Ven aqui!! >> urlò inseguendolo. Jack afferrò una cima e, messo un piede sul parapetto, iniziò ad arrampicarsi lungo la fune, sperando di scappare dalla furia della donna. Angelica raggiunse la corda sulla quale Jack saliva e, preso l’altro capo, lo tranciò di netto con il pugnale.

La cima scattò, salendo fin sopra le vele e permettendo a Sparrow di ammirare ciò che li circondava ora che, finalmente, la nebbia si era diradata. Scorse in lontananza dei piccoli puntini, che più da vicino Jack riconobbe come uomini… Ciurma… Un cappello blu… Barba… Barbossa!

La nave raggiunse in breve tempo Hector e i suoi uomini e, cordialmente, Jack staccò una mano dalla fune, allargando il braccio.

<< Ciao, gamba di legno!! >> esclamò sorridendo. Barbossa, già scioccato di suo nel vederlo sulla sua nave, strabuzzò ancora di più gli occhi vedendo il collega salutarlo.

<< Jack!! Brutto scarafaggio, che i mari ti possano ingoiare e i fulmini bruciare! Che diavolaccio ci fai sulla mia nave?! Leva immediatamente le tue sudice mani dalle mie cime!! >> tuonò furibondo.

<< Frena, frena, Hector. Qui l’unica cosa sudicia è la tua barba, non le mie dita! >> rispose offeso guardandosi le mani. In effetti non aveva tutti i torti il vecchio Barbossa. La pelle, che una volta doveva essere di un colore ambrato scuro, a causa del lerciume risultava chiazzata di un marrone decisamente poco naturale.

Jack fece una smorfia contrariata, mostrando la lingua. Odiava avere torto, però aveva più torto Hector, non c’era nulla al mondo più sudicio della sua insignificante barbetta ispida e puzzolente.

Il Capitan Sparrow si sfiorò la fronte con l’indice e il medio, abbozzando un saluto mentre la Queen Anne’s Revenge si lasciava alle spalle un Hector Barbossa furibondo ed una ciurma allibita.

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Ecco il nono capitolo e… Scusate per il ritardo ^^” ho avuto un po’ di contrattempi, ma ora eccomi qua :D spero che vi abbia divertito almeno un pochino^^ grazie come al solito a tutti, recensori e lettori!! :D ciao! :)

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Capitolo 10
*** Discussioni e problemi ***


TREASURE AND RUM

CAP X

 

La Queen Anne’s Revenge continuava ad avanzare velocemente, distanziando sempre più Barbossa e la sua ciurma, quando la chiglia della nave strisciò contro qualcosa. Uno scossone fece tremare le vele e le cime, compresa quella su cui Jack era appeso.

<< La mia nave!! >> ringhiò furiosamente Hector temendo una pessima fine per la sua imbarcazione

<< Oh, mannaggia. Dev’essere una secca >> borbottò il Capitan Sparrow serrando la presa sulla fune. Angelica corse verso il parapetto, guardando poi nella direzione in cui stavano andando.

Il letto del fiume si inclinava leggermente, dando inizio ad una lieve discesa.

<< Jack!! Sicuramente ci sarà una cascata! Dobbiamo scendere! >> urlò lei alzando il viso e cercando il compare con lo sguardo, ma Sparrow sembrò non sentirla nemmeno, preso com’era nell’osservare il corso d’acqua farsi sempre più ripido.

<< Jack!! Mi hai sentita?! >> urlò nuovamente lei leggermente spazientita. Sparrow venne bruscamente destato dai suoi pensieri, volgendo poi lo sguardo su Angelica.

<< Sì, penso sia meglio scendere, gioia >> senza pensarci due volte allentò la presa sulla cima e fluidamente scivolò giù, fino ad appoggiare delicatamente i piedi sul parapetto.

<< Coraggio, inutili cani rognosi!! Abbandonare la nave! Si salvi chi può! Sciò! >> fece per saltare, quando vide con la coda dell’occhio Angelica, la quale lo fissava basita. Jack non si era ancora accorto di aver comandato a vuoto, dato che la “ciurma” a cui si rivolgeva, prevedeva due membri, Sparrow compreso. Di colpo Jack sbarrò gli occhi e, senza voltarsi, urlò nuovamente.

<< Contrordine!! Prima di saltare prendete il rum!! >> scuotendo il capo, la Capitana Teach afferrò una cima, calandosi giù dalla nave. Agilmente atterrò sulla sponda del fiume, guardando poi la Queen Anne’s Revenge accelerare a causa dell’imminente cascata.

Nel frattempo Sparrow, irritato dalla mancata risposta del suo “equipaggio”, mollò la cima, voltandosi verso i “marinai”.

<< Siete diventati sord…. Oh… Mannaggia, non c’è nessuno… >> borbottò mostrando i denti. Dopo aver arricciato il naso, riafferrò la fune e con un balzo saltò giù dalla nave.

Lo scroscio assordante della cascata divenne insopportabile all’udito del Capitan Sparrow che, rimessosi in piedi, si portò entrambe le mani all’altezza del capo per coprire le orecchie, proprio mentre la Queen Anne’s Revenge spariva giù per la cascata.

Mosse un passo in avanti, quando andò a sbattere contro qualcosa… O meglio, qualcuno. Il Capitano alzò il viso, trovandosi davanti al naso un ammasso informe di fili ispidi, rossicci e maleodoranti. Jack fece una smorfia disgustata e, trattenendo a stento un conato, mostrò la lingua e arricciò il naso.

<< Tu, insulso pirata, “Capitano” degno di una scialuppa bucata, che tu sia maledetto per l’eternità, schifoso scarafaggio! Per mille sirene, la mia nave!! >> ringhiò Hector alitando in faccia a Jack. Sparrow trattenne il fiato, diventando improvvisamente pallido. Mentre gli inveiva contro, Barbossa sputacchiò migliaia di goccioline di saliva che, inevitabilmente si depositarono sul viso del Capitano di fronte che, ad ogni impatto umidiccio, faceva smorfie schifate.

<< Hector… Ti sarei estremamente grato se la smettessi di sputacchiarmi in faccia. Ci tengo al mio igiene >> disse Jack pulendosi i residui di sputi con due dita. Barbossa, però, sembrò non sentirlo nemmeno, dato che, con grazia, lo afferrò per il colletto del cappotto marrone strattonandolo verso di sé.

<< Forse non ti rendi conto della situazione in cui sei, Jack. Hai distrutto la mia nave, sei in debito! >> ringhiò ancora. Sparrow mostrò i denti in un sorriso teso, arricciando il naso poi nel vedere gli occhietti semichiusi di Hector.

<< Vedi, caro collega, al momento credo di non poter saldare il debito, o quello che è, perché attualmente sono al verde, comprendi? Non ho monete, né rum… No, anzi, quello ce l’ho… Avevo… Ho avuto… Ebbi… Me l’hanno rubato le scimmie, sì, ma sto per riprenderlo, sissignore! Devo solo aiutare la qui presente Angelica Teach a trovare il tesoro qui celato e il gioco è fatto! Alle scimmie pulciose penserà lei… >> disse agitando le mani inanellate. Hector ringhiò, mostrando i denti

<< A me non interessano le tue stupide faccende con le scimmie, Sparrow, e per tua informazione quel tesoro è mio! >>

<< Eh no, Hector. Se tu avessi ascoltato attentamente quello che ho detto, avresti capito che il suddetto tesoro mi serve per riprendere il suddetto rum! Il ragionamento fila, vero gioia? >> sorrise voltandosi verso Angelica. Ella distese le labbra, mostrando un’espressione ironicamente divertita.

<< E io ti ripeto che il tuo rum può anche bruciare, per quel che mi riguarda!! >> urlò spazientito e agitando furiosamente un pugno. Sparrow indietreggiò di un passo.

<< Oh, mannaggia, è come Elizabeth! >> borbottò scioccato. Fissò, indeciso sul da farsi, prima Angelica, che lo fissava con le braccia conserte, e poi Hector che, invece, sembrava sull’orlo di una crisi isterica.

<< Bene, signori, credo di aver trovato una soluzione a questo problematico problema >> iniziò Sparrow camminando avanti e indietro. La ciurma di Barbossa, che fino a quel momento era stata muta come i pesci dell’Oceano, continuava a fissare lo strambo pirata, curiosi di sapere che diavoleria era balenata nella testa del Capitano.

<< Signori, compari, compagni di viaggio e di avventure… O disavventure, per come la si vuole vedere… >> disse il pirata accarezzandosi il pizzetto. Si voltò di scatto verso la ciurma e i due Capitani con un fluido giro sui tacchi, dopodiché alzò il mento, guardandoli con un espressione cupa e stranamente seria per un tipo come lui.

<< In questa grigia e sinistra caverna non siamo soli, signori. Anche gli inglesi bramano la nostra stessa meta, quindi credo sia saggio unire gli equipa… Il tuo equipaggio con me e Miss. Angelica ed allearci contro quei bell’imbusti. Ci sbarazzeremo di quegli inutili omuncoli, che ne dici, Hector? >> concluse tendendogli la mano. Barbossa fissò prima la mano di Sparrow, poi lui. Jack sorrise falsamente.

<< Stretta di mano con lo sputo? Fra uomini si fa >> Hector fece per portarsi il palmo della mano alle labbra, ma quando fece per aprire la bocca, Jack si pentì di colpo della proposta fatta, ritirando rapidamente la mano.

<< Meglio senza sputo… Anzi, meglio la parola d’onore, Hector, sì? >> sorrise ancora e, senza dare tempo al collega di rispondere, girò ancora sui tacchi, facendo tintinnare le cianfrusaglie appese ai capelli. Barbossa non proferì parola, scosso dal repentino cambiamento di idea del neo-socio. Sparrow allungò il collo per guardare oltre la figura di Hector e, con un buffo movimento dell’indice, contò velocemente i membri della ciurma.

<< Ventidue! Bene compari, salpiamo! Ammainate le vele, levate l’ancora, ce ne andiamo cani rognosi, via, sciò, aria! >> esclamò avanzando e gesticolando confusamente.

<< E su quale nave, di grazia?! >> ringhiò ancora Barbossa facendo riferimento alla Queen Anne’s Revenge. Jack inchiodò il passo, arricciando le labbra con disappunto.

<< … E’ un… Modo di dire, Hector. Mi sorprende constatare che tu non lo conosca >> inventò sul momento restando, tuttavia, di spalle.

<< Modo di dire o no, non siamo ancora giunti alla conclusione del nostro accordo, Jack >> Hector avanzò zoppicando, raggiungendo il collega.

<< Non ti seguo, compare >> rispose Sparrow ondeggiando ed alzando il mento

<< Non girarci intorno, Jack. Una volta tolti di mezzo gli inglesi, ce la giochiamo noi due. Troveremo il tesoro e fino ad allora saremo alleati, ma dopo? Ci sfideremo a duello e chi resterà in vita si prenderà il bottino? >> ghignò Hector. Jack sorrise alzando un indice.

<< Su questa parte del piano sto ancora lavorando… >>

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Ed ecco un nuovo capitolo!^^ spero che la prima discussione tra Hector e Jack sia piaciuta :D

Grazie davvero per i bei complimenti, siete gentilissimi! :) un bacio a tutti, lettori e recensori!

Ciao!! :D

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Capitolo 11
*** Convincere Hector ***


TREASURE AND RUM

CAP XI

 

Messo alle strette da Hector, Jack raggiunse rapidamente Angelica, non sapendo come tenere buono il compare senza una gamba.

<< Senti gioia, date le tue abilissime e naturali capacità corruttive, che forse, probabilmente, sono state… Avviate… Accentuate… Migliorate dal nostro incontro, sì, che ne diresti di convincere il socio dal cappello piumato? >> sussurrò arricciando il naso ed indicando il collega pirata con un cenno del capo. Angelica guardò di sbieco Barbossa che, irritato, avanzava avanti e indietro davanti alla sua ciurma, trattenendo a stento l’istinto omicida verso il Capitan Sparrow.

<< Vedrò cosa posso fare, Jack >> rispose ella fissando l’assassino del padre di sbieco

<< Sei un angelo, gioia. Sapevo che, in realtà, non avresti mai permesso che facessero del male al tuo caro Jack >> le sue labbra si distesero in un sorriso a trentadue denti, facendo ciondolare le treccine della barba.

<< Non fraintendere, Sparrow, lo faccio solo perché mi servi per il tesoro e perché mi voglio vendicare di quella sottospecie di pirata! È un anno che aspetto di reincontrarlo, si è preso tutto quello che avevo! Mio padre e la sua nave! >> si sfogò lei serrando i pugni.

<< Va bene, gioia, come vuoi. L’importante è che ci sbarazziamo di Hector, dopodiché prenderemo il tuo tesoro e il mio rum, sì >> Angelica non rispose, avvicinandosi, con andatura provocante, all’uomo con la gamba di legno.

<< Ho sentito dire che voi siete uno dei pirati più temuti… >> sorrise falsamente

<< Noto con piacere che il vostro informatore, chiunque esso sia, coglie delle voci più che fondate, milady >> rispose Hector sorridendo. Una zaffata di alito, che odorava di rum misto a qualcosa di simile al marcio, investì il viso della Capitana Teach che, prontamente, trattenne il fiato.

<< Sì, notate bene. Sono più che sicura che con voi al nostro fianco, nessuno ci intralcerà il cammino. Un uomo forte e bello come voi suscita una certa soggezione in chiunque gli capiti davanti >> sorrise ancora lei passando, lentamente, l’indice sul cappotto blu di Hector. Jack, al commento della compare, scattò come una molla, raggiungendo i due ondeggiando.

<< No no no, fermi tutti, un momento. Come sarebbe a dire “un uomo forte e bello come voi”?! Gioia, pensavo che i tuoi canoni rispecchiassero il mio tipo di bellezza, non… Non la sua >> guardò schifato Barbossa. Angelica pestò un piede a Sparrow, che per mantenere un minimo di dignità, si impose di non urlare e limitandosi a mostrare i denti.

<< Sto lavorando, estùpido! >> sibilò lei a denti stretti. Jack arricciò le labbra, irritato

<< Fossi in te non andrei a sbandierare questo mestiere >> rispose acidamente, ondeggiando. Ella riprese ad ignorarlo per elogiare, falsamente, il vecchio Hector.

<< Accidentaccio a me e a quando sono andato a Siviglia! >> borbottò Jack girando sui tacchi ed allontanandosi

<< I vostri complimenti mi lusingano, Angelica, ma non sono tanto stupido come il vostro amichetto… A differenza di Sparrow, io so riconoscere i falsi atteggiamenti, e il vostro è spudoratamente di convenienza, milady > soffiò Hector assottigliando lo sguardo

<< Ma come siamo malfidati, voglio solo dire che, se ci aiuterete, avrete una ricompensa che, sono assolutamente certa, verrà apprezzata >> strizzò un occhio ad Hector, mentre Jack, che origliava poco distante, mostrò la lingua in una smorfia disgustata.

<< E questa ricompensa è un di più oltre al bottino? >> ghignò Barbossa, intuendo il discorso della spagnola

<< Mi sembrava sottinteso. Quindi suppongo che, da questo momento, lavoreremo insieme, giusto? >> sorrise nuovamente lei.

<< Giusto, milady >> ghignò ancora l’altro. Nel silenzio si sentì ripetere l’affermazione di Hector e, il diretto interessato, vide Sparrow fargli abilmente il verso.

<< Sparrow! Chiudi quella tua insulsa boccaccia se non vuoi ritrovarti il cranio pieno di piombo! >> gracchiò Hector. Jack, per tutta risposta, gli fece una boccaccia, incrociando poi le braccia al petto e volgendo dall’altro lato il capo. Barbossa alzò una mano, facendo cenno, con due dita, di essere raggiunto da un mozzo. Jack aprì un occhio per spiare le mosse del collega, quando sulla spalla destra del pirata con la gamba di legno, si posò una deliziosa scimmietta che, appena vide Sparrow, mostrò i denti, soffiando. Senza pensarci su due volte, il Capitano afferrò la pistola alla cintura e, mirando alla scimmia, caricò il colpo. Prontamente Hector la prese tra le braccia, salvandola così dalla furia di Sparrow.

<< Posa quella pistola, Jack, te lo dico con le buone >> ringhiò. Jack riposò l’arma, riattaccandola, indispettito, alla cintura.

<< Stupida scimmia! >> borbottò incamminandosi verso l’interno della caverna. Angelica lo seguì a passo spedito, mentre Hector coccolava il piccolo Jack, accomodato sulla sua spalla.

<< Non ti preoccupare, Jack. Quello sporco pirata scherzava, non temere, c’è papà qui con te >> la scimmietta volse uno sguardo verso Sparrow, facendo poi una smorfia soddisfatta, quasi lo prendesse in giro.

<< Su, non abbiamo tempo da perdere! >> sbottò Angelica seguendo Sparrow. Barbossa, richiamato dalla voce della Capitana Teach, ordinò con uno sguardo alla sua ciurma di seguire i due strambi compagni.

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Salve a tutti!^^ scusate il ritardo, ma ho deciso di posticipare la pubblicazione di questo capitolo sapendo che la maggior parte di voi sarebbe stata in vacanza e che quindi, al rientro, avrebbe avuto troppi capitoli arretrati^^

Spero che sia stato di vostro gradimento e che vi abbia strappato un sorriso :D

Come sempre ringrazio lettori e recensori^^ commentate se vi va! Ciao! :D

 

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Capitolo 12
*** Soluzioni e condizioni ***


TREASURE AND RUM

CAP XII

 

I tre Capitani si avventurarono insieme all’interno della caverna quando, ad un certo punto, delle grida attirarono l’attenzione di tutti.

<< Coraggio, uomini del re!! In nome di Sua Maestà Giorgio Augusto II, troviamo questo tesoro! Per il Re e per la Corona!! >> ululò un corsaro, incitando la ciurma. Sparrow si abbassò dietro ad un masso, potendo così spiare le mosse nemiche con la sicurezza di non essere scoperto.

Hector e Angelica lo raggiunsero, seguiti a loro volta dall’equipaggio di Barbossa, i quali non si preoccuparono minimamente di mimetizzarsi con l’ambiente.

<< Per mille fulmini, Sparrow! Che accidentaccio stai facendo?! >> esclamò Hector senza preoccuparsi di abbassare il volume della voce. Jack, irritato da tanta stupidità, si voltò verso il collega, fulminandolo con lo sguardo.

<< Non credi anche tu che abbassare la voce, o meglio ancora, stare zitti, sarebbe alquanto più saggio, anziché gracchiare con la tua insopportabile vociaccia spaccatimpani, sì? >> rispose il Capitano ondeggiando e facendo tintinnare i ciondoli dei capelli. Hector, per tutta risposta, mostrò i denti, o quel che ne rimaneva, in un ghigno orripilante.

<< Non ci possono sentire da qui, siamo troppo distanti, Capitano! >> sottolineò palesemente ironico il titolo di Jack, ma quest’ultimo non colse la provocazione.

<< Ma io non parlo della voce, caro Hector, bensì dell’alito, in vero. Sono più che sicuro che quel tanfo sarebbe in grado di coprire distanze estesamente estese senza difficoltà. Dovrei organizzare una gara con la mia amata Perla, sì. Già me la vedo! I due sfidanti: Alito contro Perla Nera, sai già chi sarebbe il vincitore, Hector, sì? >> sorrise fissandolo. Angelica si mise in mezzo ai due per interrompere quello spettacolo a dir poco penoso.

<< La vogliamo finire o no?! Vi ricordo che abbiamo altro a cui pensare e un tesoro da prendere! >> esclamò la spagnola a denti stretti. Barbossa la guardò ghignando.

<< Bene milady, se siete così impaziente di trovare questo fantomatico tesoro, fateci la grazia di guidarci da esso! >> sbottò spazientito, sputacchiando sta volta anche a lei. Jack rise di gusto

<< Ah! Ha sputato anche a te! >> esclamò indicando Angelica che, oltremodo schifata, si passò sul volto una mano sperando di levare via i residui umidicci.

<< E tu stai zitto! >> urlò lei in direzione di Sparrow. Jack si imbronciò

<< Credevo che tu stessi dalla mia parte! >> fece indignato

<< Io sto dalla parte di colui che mi porta al tesoro! >> rispose stizzita lei

<< Appunto! Dalla mia! Dico, hai visto in che stato è Hector? Ha una gamba e mezza, non ha i denti, perde capelli e… Oh mannaggia, scommetto che hai i tarli nella gamba di legno, Hector, sì? >> ghignò Jack

<< No che non ci sono tarli! >> rispose egli furioso pestando sul pavimento roccioso la gamba sana

<< Basta!! >> intervenì la spagnola cercando di calmare le acque

<< Sì che hai i tarli! >> puntualizzò nuovamente Jack incrociando le braccia

<< Io ti strozzo, schifoso scarafaggio, Capitano da strapazzo distrugginavi!! >> Barbossa gli si avventò contro sperando di mettergli le mani al collo, ma astutamente, Sparrow gli fece uno sgambetto ed il povero pirata finì a terra, faccia a faccia col pavimento.

<< Visto che parli tanto di scarafaggi, Hector, sono sicuro che lì per terra ce ne siano quanti ne vuoi! Guardali bene da vicino e trova le differenze tra me e quei cosi, visto che con l’età, scommetto che sei anche orbo! >> esclamò Sparrow sedendosi a terra e poggiando la schiena alla parete.

<< Se non ci hanno scoperti ora gli inglesi, non lo faranno più. State facendo un rumore infernale! Chiudete quelle fogne, maledizione! >> sibilò Angelica, ammonendo i due pirati.

Hector si tirò su a stento, facendo leva sulla gamba sana e sui gomiti e, una volta in piedi, per poco non ammazzò il collega pirata.

<< Lo giuro sul mio cappello, questa volta sei morto! >> sibilò sputacchiando ancora. Jack indietreggiò facendo una smorfia

<< Cos’è, siete tutti fissati con questo pirata morto?! >> disse scioccato dal fatto che in molti, forse troppi, lo volessero sotto terra

<< Ci sarà un motivo, non credi anche tu? >> intervenne Angelica sorridendo falsamente ed avvicinando il viso a quello del Capitano Sparrow. Egli, per tutta risposta, arricciò il naso.

<< Beh, per superare un genio e prendere di conseguenza il suo posto, con i rispettivi vantaggi - e purtroppo anche svantaggi - non c’è altro modo che eliminarlo, giusto? >> sorrise furbamente Jack

<< Quali parole devono udire le mie orecchie! Tu un genio?! Per mille sirene sdentate! >> rise sguaiatamente Barbossa ridicolizzando il collega. Jack si alzò da terra stizzito facendo tintinnare i ciondoli della bandana e dei capelli.

<< Esattamente esatto! Un genio, dato che il suddetto e sottoscritto genio, ha trovato la soluzione al problema: gli inglesi! >> disse con aria di superiorità

<< E quale sarebbe, per mille fulmini! >> ringhiò Hector diventando di colpo interessato. Angelica, che fino a quel momento era rimasta in disparte, si voltò improvvisamente verso Sparrow, incitandolo, con lo sguardo, a proseguire. Jack sorrise

<< Signori, mi sorprende di vedere le vostre espressioni sorprese! >>

<< Maledizione!! Parla, scarafaggio!! >> urlò letteralmente Barbossa tirando fuori la sua fidata pistola. Alla vista dell’arma, Jack mostrò i palmi delle mani, come a dimostrare di essere indifeso.

<< Come siamo suscettibili, Hector, sì? Va bene, se siete così curiosi vi dirò cos’ho in mente. Credevo sapeste tutti che il modo migliore per sbarazzarsi del nemico è mimetizzarsi con esso >> rivelò il Capitano alzando il mento. Barbossa abbassò la pistola

<< Hai intenzione di seguirli di nascosto, per caso? >> sibilò Hector

<< Ma certo che no! Troppa fatica, seguire e non farsi vedere o sentire, nossignore >> agitò le mani << C’è un modo assai più facile ed efficace, sì! Ho intenzione di fingermi loro alleato, in modo da spiare le loro mosse dall’interno e conseguentemente prevenirle! >> concluse. Notando che nessuno faceva commenti, Jack iniziò a pensare che la sua trovata non fosse poi così tanto geniale. Hector, il quale continuava a fissarlo dubbioso, ripose definitivamente l’arma nella sua custodia.

<< E in che modo ci informerai delle mosse dei tuoi nuovi alleati, con un piccione viaggiatore?! >> disse ironicamente Barbossa

<< Perché, i piccioni viaggiano? Perché nessuno mi informa mai di queste cose?! >> esclamò lui strabuzzando gli occhi

<< È geniale, invece! >> intervenne Angelica, stupendo ancora di più Jack che, sentendosi apprezzato, elargì un sorriso a trentadue denti.

<< Dici davvero, gioia? >> domandò, giusto per esserne sicuro

<< Sì! Non importa come ci informerà, sono sicura che troverà il modo, in fondo è il Capitan Jack Sparrow, o no? >> disse ancora

<< Precisamente! >> sorrise ancora Sparrow. Una mano andò, però, a posarsi sulla vita del Capitano, facendo vistosamente arrossire Jack.

Il pirata abbassò lo sguardo, trovando le dita della spagnola sulla propria cintura. Fece per chiedere spiegazioni, ma ella lo anticipò.

<< La bussola però viene con noi >>

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Ohi, filibustieri! Ecco a voi il nuovo capitolo!!^^ spero sia stato di vostro gradimento :D

Come sempre un grazie a lettori e recensori^^

Commentate se vi va, a presto!! :D

 

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Capitolo 13
*** Faccia a faccia con gli inglesi ***


TREASURE AND RUM

CAP XIII

 

<< Cosa significa la bussola viene con noi?! >> ripeté Jack interdetto

<< Significa quello che ho detto. Tu attua il tuo piano con quei bell’imbusti e noi, intanto, raggiungiamo il tesoro con la tua bussola. Tu tenta di rallentarli, mi sono spiegata? >> spiegò la spagnola

<< Ma… Ma… No!! Negato! Essendo di nome e di fatto la mia bussola, la suddetta viene con me! >> il Capitano si portò una mano alla cintura, afferrando la guida che, in tutti quegli anni, lo aveva accompagnato nelle sue avventure.

<< E noi come ci arriviamo al tesoro, eh?! >> domandò Angelica, spazientita. Sparrow allargò le braccia

<< Improvvisa, gioia! L’hai sempre fatto, per una volta in più non muore nessuno, sì! >> Hector pestò con violenza la gamba di legno, facendo zittire i due litiganti con il colpo sordo dell’impatto.

<< Dovresti ricordare fin troppo bene che, a causa dei tuoi piani improvvisati, siamo finiti legati ad un albero! Prigionieri degli spagnoli! >> ringhiò Barbossa facendo riferimento all’episodio dei calici d’argento.

<< Ricordo anche che, a differenza di qualcuno, io sono riuscito a liberarmi, mentre, sempre questo qualcuno, è rimasto imbambolato legato al tronco, aspettando di essere liberato dai suoi tirapiedi >> precisò Jack guardandosi le unghie. Barbossa sfiorò nuovamente il calcio della propria pistola, come per dire a Sparrow che, da lì a poco, si sarebbe trovato con una probabilità del 99% una pallottola in fronte.

<< Ti hanno mai detto, Hector, che sei un tantino tanto suscettibile, sì? >> disse egli imbronciato. L’altro ghignò

<< Dicono anche che quando perdo la pazienza è preferibile la presenza di Calypso furibonda! >> rispose scoprendo i denti e aprendo, ancora di più, gli occhi azzurri.

Jack sorrise ondeggiando

<< Non andresti lontano conciato in quel modo >> fece beffardo indicando distrattamente la protesi di legno

<< Muoviti, feccia di mare! >> latrò indicando gli inglesi che, nel frattempo, si stavano allontanando. Sparrow arricciò il naso, offeso per essere stato insultato

<< Almeno io non puzzo! >> borbottò il Capitano, indispettito. Sparrow fece per voltarsi e raggiungere così i corsari, quando una mano lo afferrò per la cintura, facendolo voltare rapidamente. Il viso di Angelica si fece di colpo spazio nel campo visivo del Capitan Sparrow, il quale spalancò gli occhi.

<< … Ehm… Ciao, gioia! >> sorrise scoprendo i denti d’oro. La spagnola alzò piano la mano destra, passandola lentamente sulla guancia sinistra di Jack. Egli non disse nulla restando immobile, lasciandosi cullare da quella dolce carezza.

<< Stai attento… Ok? >> sussurrò lei con intonazione spagnola. Sparrow sorrise

<< Ma certo, mia cara Angelica. Il tuo Jack tornerà sano e salvo. Ero sicuro che infondo… Molto infondo, ti preoccupi per me! >> si portò entrambe le mani alla cintura e ondeggiò come suo solito, ma subito si accorse che mancava qualcosa. Il sorriso sul suo viso scomparve e, rapidamente, abbassò lo sguardo sulle mani.

<< La mia bussola! Sei senza cuore, ridammela! >> fece arrabbiato

<< Ti ho detto il motivo per cui mi serve. Piantala e vai dagli inglesi! >> rispose lei, ma il Capitan Sparrow, ignorandola, le si avventò contro, tentando di riprendersi la bussola. Angelica spostò indietro la mano appena in tempo, ma lo slancio di Jack fu troppo forte e i due caddero a terra. La bussola scivolò dalla presa della donna, rotolando via.

<< No! >> urlò Angelica. Jack, che a causa della caduta era sopra di lei, con uno scatto si rimise in piedi, inseguendo ondeggiando la sua guida. Corse ondeggiando dietro all’oggetto, quando uno stivale lo colpì in pieno sulla nuca. Sparrow cadde in avanti e il piede di Angelica - quello con lo stivale - fermò la corsa della bussola.

<< Mannaggia… >> borbottò Jack ancora intontito. La donna raccolse l’oggetto

<< Su! Ora alzati e arrivederci! >> disse raggiungendo Barbossa e gli altri. Jack si rimise in piedi aggiustandosi il tricorno, poi guardò gli altri due Capitani.

<< Non so chi affidare chi a chi! >> borbottò ancora

<< Coraggio scarafaggi! In marcia! >> latrò Hector incamminandosi e seguendo Angelica

<< Ehi! Un momento! E la mia parte di tesoro?! Non mi fido, nossignore se non mi fido! A me spetta il 33%! Mi avete sentito? >> Hector si voltò ghignando

<< Fossi in te, Sparrow, mi augurerei che non siano trentatre pallottole >> disse concludendo poi con una risata sguaiata. Jack deglutì e, rabbrividendo, si incamminò con la sua classica andatura verso gli inglesi.

Angelica si voltò di scatto

<< Ricorda, Jack. Porta a termine il tuo piano o il tuo collo diventerà sottile come quello di una bottiglia… Stritolato dalle mie mani! >> disse per poi ripartire. Jack, a quelle parole, deglutì portandosi una mano all’altezza del pomo d’adamo.

Accortosi che ormai erano ben distanti, iniziò a correre muovendo eccessivamente le braccia.

<< Ehi! Ehiiiii! Mi sentite? Sono il Capita Jack Sparrow! >> urlò non fermando, tuttavia, la sua corsa. Gli inglesi inchiodarono il passo, voltandosi poi verso Sparrow che, rapidamente stava correndo verso di loro. Essi, vedendo il pirata, inforcarono immediatamente i fucili, puntandoli contro Sparrow che, una volta raggiunti i corsari, alzò le mani in segno di resa.

<< Dannato pirata! Avete segnato la tua fine con questo vostro atto folle. Ed io che pensavo che il Commodoro fosse riuscito a sistemarvi >> disse acidamente Grooves. Jack sorrise mostrando i denti d’oro.

<< Quell’imparruccato si è trovato a gambe all’aria prima che potesse dire -A- >> il Tenente Theodore Grooves raggiunse il rivale con due falcate, ringhiando ferocemente

<< Fossi nella vostra pietosa e alquanto meritata situazione, troverei decisamente più saggio chiudere quella fogna che vi ritrovate per bocca, Sparrow >> disse sottolineando il cognome del pirata.

<< Capitan… Sparrow >> precisò egli alzando un indice. Il Tenente rise di gusto, soffocando un atteggiamento che avrebbe stonato con il ruolo da lui ricoperto.

<< Hmhmhm ma certo, perdonate la mia stoltezza Capitan Sparrow. E se posso chiederlo, Capitano di quale nave? >> continuò l’inglese beffardamente

<< Non temete di chiedere di voler chiedere, basta chiedere, sì. Il suddetto sottoscritto è l’unico e indiscutibile Capitano della Perla Nera, ovvero della cosa che è riuscita a conquistarmi il cuore… Dopo il rum… E i tesori… E il mio cappello! Guai a chi mi tocca il cappello, sissignore, potrei uccidere, comprendete? >> sorrise

<< Noto con piacere che nel vostro elenco non sono comprese damigelle. Chi tenterebbe mai di conquistare un simile barbaro? >> Grooves squadrò da capo a piedi il Capitano, assumendo un’aria sempre più schifata man mano che scendeva verso gli stivali.

<< Basta guardarvi in volto… >> iniziò il corsaro. Jack si portò una mano sulla guancia destra, tastandola piano per trovare cosa non andasse

<< … Per non parlare delle mani… >> continuò egli. Sparrow, cercando di mostrare indifferenza, abbassò gli occhi sulle proprie dita, notando che sotto le unghie alloggiava una gran quantità di lerciume. Richiuse lentamente le mani in deboli pugni, come a nascondere la veridicità delle parole del Tenente.

<< Beh, io almeno so distinguere una donna a differenza di voi altri. Scommetto che non ne avete mai vista una. Una bella, almeno, uhmp! >> rispose indispettito il pirata ondeggiando, ma Theodore, esasperato, sfoderò la sua spada con estrema rapidità, fermandola poi a mezzo millimetro dal collo di Jack. Sparrow frenò subito la lingua, fissando poi di sbieco la lama che minacciava la sua incolumità.

<< Parla, Sparrow. Chi ti manda da noi? Cos’è che vuoi? >> sibilò Grooves strisciando piano la spada sulla pelle di Jack.

<< … Circostanze improvvise mi hanno volutamente obbligato a rivolgermi a voi gentiluomini >> fece seriamente Sparrow

<< Che genere di circostanze? >> indagò Theodore senza allontanare la lama dal collo del nemico

<< Parlo di un mostro, Signori. Un mostro che metterebbe in fuga persino il Kraken. Una creatura a tre teste alberga in questa caverna, essa difende il tesoro che molti bramano >> spiegò Jack, ammutolendo i corsari

<< … Kraken?... Non crederai a quella leggenda, spero! Quel mostro non esiste! >> sbottò Grooves

<< Oh, esiste eccome, invece. Ha tentato di uccidermi, ma non ci è riuscito, come potete vedere. Vi propongo un patto: ho deciso di unirmi a voi, compari. Vi aiuterò a trovare il tesoro senza incappare nel mostro, ma… >>

<< … Ma?! >> lo incalzò Grooves

<< … Ma voi la smetterete di darmi la caccia. Niente più mandati di cattura o di morte. Niente più forca. Niente di niente >> il Tenente continuò a fissare il pirata di fronte a lui, mantenendo la spada all’altezza del collo. Sparrow sembrava fin troppo sincero.

Un comportamento simile non l’aveva mai visto nessuno da parte di Jack e da buon Tenente, lui non avrebbe mai messo a repentaglio la vita del suo equipaggio.

<< … Andata >> Theodore ripose la spada nel fodero, tendendo poi la mano al rivale. Jack fissò l’inglese, poi la sua mano. La strinse con furore, saldando così il patto.

 

… To be continued…

 

Spazio autrice:

Scusate il ritardo >.< ma la scuola mi occupa troppo tempo.

Spero che il capitolo sia piaciuto e che abbia strappato almeno un sorriso^^

Come sempre GRAZIE a recensori e lettori!! :D ciao!!

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