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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1: Un lungo, interminabile, stressante viaggio... *** Capitolo 2: *** Capitolo 2: Terra!! *** Capitolo 3: *** Capitolo 3: Festa da non perdere! *** Capitolo 4: *** Capitolo 4: Serata...piuttosto romantica...! *** Capitolo 5: *** Capitolo 5: Sole, mare e bei ragazzi *** Capitolo 6: *** Capitolo 6: Corse clandestine *** Capitolo 7: *** Capitolo 7: Una scampagnata in compagnia *** Capitolo 8: *** Capitolo 8: The ring - La sfida *** Capitolo 9: *** Capitolo 9: Pelati lessi *** Capitolo 10: *** Capitolo 10: Midnight bathe *** Capitolo 11: *** Capitolo 11: Beach volley *** Capitolo 12: *** Capitolo 12: ...Le giostre! *** Capitolo 13: *** Capitolo 13: L'ultima spiaggia *** Capitolo 14: *** Capitolo 14: Arsenico e vecchi merletti *** Capitolo 15: *** Capitolo 15: Ultimi particolari ***
Non ce la
faceva più a stare costretta in quello spazio incredibilmente stretto,
ormai non si sentiva più neanche le gambe…Eppure le avevano garantito che quei sedili garantivano la massima
comodità in qualsiasi condizione, ma a giudicare dai dolenti crampi che
aveva al sedere erano tutt’altro che ergonomici. E come se non bastasse,
il bambino seduto a pochi centimetri da lei aveva riempito fino all’orlo
il quinto sacchetto per il vomito nell’arco di due ore; ancora si stupiva
che la mamma non l’avesse preso e gettato fuori dal
finestrino. E quel dannatissimo, fottutissimo spiffero di aria condizionata che fuoriusciva dalla bocchetta
superiore e che non accennava a calare le arrivava dritto dritto tra capo e
collo; pazienza, almeno la sua morte sarebbe passata alla storia…Le
pareva di vedere già i titoli: “Diciottenne sfigata muore
decapitata dalla bocchetta difettosa dell’aria condizionata”.
Inutile
dirlo, Chichi detestava i viaggi in aereo con tutto il cuore.
E come al solito si era fatta infinocchiare dalle sue migliori
amiche, che cercavano sempre di coinvolgerla in assurde “avventure a tuo
rischio e pericolo”, come diceva Bulma.
Ma
perché si era lasciata convincere? Le Isole Yoshi
erano così lontani dalla sua calda, accogliente e confortevole
casetta nella Città dell’Ovest…sarebbe bastato un tuffo in
piscina per stare freschi, magari sorseggiando una bibita ghiacciata con tanto
di spicchio di arancia sul bordo del bicchiere e ombrellino di carta colorato
come effetto finale…
E
invece…no!
E tutto questo movimento perché “le vacanze dopo gli
esami di maturità si vivono una volta sola”, continuava a ripetere
C18 da due settimane di seguito. Era talmente euforica per la fine delle lezioni scolastiche…anzi, per la fine delle sue giornate da
liceale, che non aveva fatto altro che pensare alla meta delle vacanze estive,
da trascorrere categoricamente con le compagne di scuola.
Bè,
detto, fatto.
Con il
suo indiscutibile carisma e la sua innata
capacità di persuasione(o soggezione, come si preferiva chiamarla),
aveva trascinato con sé Chichi, Bulma e Lunch, con le quali aveva
stretto un rapporto idilliaco sin dal primo giorno di liceo, a bordo di
quell’aereo di linea che Chichi avrebbe preferito abbattere prima del
decollo. Nessuno fu in grado di dire come ci fosse riuscita,
ogni volta che le veniva rivolta la domanda cambiava rapidamente discorso;
fatto sta che per qualche oscuro quanto improbabile motivo era riuscita a
procurarsi in un colpo solo quattro biglietti niente di meno che per una delle
richiestissime Isole Yoshi a propria scelta.
Ovviamente
le ragazze, che si immaginavano un week-end in
campagna o magari al lago, che era un lusso a cinque stelle per le loro misere
tasche, ne furono entusiaste: spiagge bianche, mare limpido e cristallino,
palme con tanto di noci di cocco, bei ragazzi… E niente in cambio! …Escludendo la promessa di non assillare più C18 con
la faccenda dei biglietti. Ma a parte questo,
cosa avrebbero potuto desiderare di più?
Solo una
di loro non ne era del tutto entusiasta…
“Chichi!
Insomma, vuoi mettere via quella risma di carta?!”
esclamò Bulma, sfilando il libro di letteratura di mano alla ragazza dai
capelli color ebano seduta accanto a lei. Chichi le lanciò
un’occhiata seccata e si riprese il libro con un deciso strattone.
“Ridammelo
subito! Cosa c’è di male?!”
sbraitò riaprendo il grosso libro alla pagina in cui era stata
interrotta.
“Suvvia…animo,
ragazza!!” disse Bulma con un sorriso furbetto.
“Se ancora non te ne fossi accorta, gli esami di
maturità li hai conclusi la settimana scorsa…! Ora puoi anche
dedicarti a letture più impegnative!”
Chichi
sollevò lo sguardo dal libro e squadrò la ragazza dai capelli
azzurri, della stessa tonalità dei suoi occhi, credendo che stesse
parlando seriamente.
“Letture
più impegnative?” chiese sconcertata. “Ma…Cosa
c’è di più impegnativo del testo di filosofia moderna,
secondo te?”
“Bè…”
mormorò Bulma colpendo l’amica sulla testa con un giornale
arrotolato. “Questo, per esempio…”
“Ahia!”
Chichi prese il cilindro, ma prima che potesse spiegarlo C18 si sporse dal
sedile posteriore e lo rubò con mossa felina.
“Oh,
Dio!! LUNCH, GUARDA QUI!!”
esclamò con molta foga la biondina, dando di gomito alla ragazza dai
capelli blu che sonnecchiava nel posto accanto.
“Hmm…Che
c’è?” farfugliò Lunch
stropicciandosi gli occhi, la voce ancora impastata di sonno.
“Guarda
qua…” disse C18 porgendogli il giornale.
“Oh…!
…Bè, che cos’ha di tanto speciale? È
solo un bel fusto coperto da un asciugamano striminzito, non ci trovo
niente di che…”
Questa
era Lunch: timida, dolce e carina, la tipica donnina
di casa, ma provate solo a farla arrabbiare e dovrete vedervela con lei e i
suoi inaspettati cambiamenti di personalità.
“Ma
Lunch, come fairimanere
indifferente di fronte a uno spettacolo come quello?!” esclamò
Bulma scandalizzata. “Chissà quanti dèi simili incontreremo quando arriveremo là!!”
“A
proposito” intervenne Chichi riappropiandosi della rivista. “quanto
manca all’atterraggio? Non ne posso più, ancora un altro conato da
parte di quel bambino e giuro che prendo il paracadute
e mi butto di sotto!”
“Oh,
ormai manca poco, giusto un’altra oretta…” disse C18.
“UN…UN’ORETTA?!” gridò la moretta sull’orlo di una
crisi di nervi. “M-ma sono sette ore che siamo costrette in questi due
metri quadrati di spazio!! Prima
dell’atterraggio io sarò già diventata
claustrofobica”
“Dai,
Chichi, si vive una volta sola!” la consolò Bulma. “E comunque qui non è poi così male…Almeno,
il cibo è passabile! Potrei anche farci un pensierino per la mia
sistemazione futura, lo sai?”
“Se ti riferisci alle carote tritate e a quella disgustosa
pappetta di mele…” replicò Chichi stizzita. Aveva
accuratamente evitato di toccare il vassoio che la hostess
osava chiamare “pranzo”, nutrendosi esclusivamente di cracker
stantii che si era infilata nello zaino prima di partire da casa.
Srotolò
il giornale e lesse i titoli di copertina.
“‘Ragazzi & Intrallazzi, le nuove
tecniche di seduzione per l’estate’ …Sarebbe
questa la lettura più impegnativa?”
“Lo
metti in dubbio?” disse Bulma. “Cos’altro
c’è di utile per una vacanza? Di certo non quei libroni che ti
porti sempre appresso! Non ti viene mai il mal di schiena?”
“Bah…Non
credo che rientri nei miei interessi…” bofonchiò
distrattamente la moretta gettando il giornale in grembo all’amica.
“Ma come siamo lunatiche oggi!” la stuzzicò
Bulma puntandole un dito vicino all’occhio. “Cos’è, forse avresti preferito crogiolarti sul terrazzo
di casa tua? Io sarei già morta di depressione!”
“No,
solo che mi sembra stupido allontanarsi di così tanti chilometri da casa
per le vacanze della maturità!” sbottò Chichi.
“Ma
se non vai alle Isole Yoshi a diciotto anni quando hai
intenzione di andarci?” chiese Lunch vispa. “Sono la moda del
momento!”
“N-non
volevo dire questo…” cercò di spiegarsi Chichi, ma Bulma la
interruppe prontamente.
“E dai, amica mia, sono convinta che una volta arrivate ti
ricrederai! Vedrai, ci divertiremo un sacco
insieme!”
“E chissà che tu non incontri qualcuno…”
aggiunse C18 maliziosa.
Chichi
arrossì e distolse lo sguardo. “Io non ho mai avuto molta fortuna
con i ragazzi, lo sapete benissimo…!” Ricordava perfettamente le
sue passate esperienze: aveva già sperimentato a sue spese che i
ragazzi, quando vogliono, sanno come farti sentire una principessa, ma al
dunque si dimostrano dei veri maiali. E ne era
terribilmente dispiaciuta.
“Oh,
se è per questo neanche noi!” disse Lunch
con un sorrisetto. “Per il momento non ci pensiamo e godiamoci il resto
del viaggio, ok?” Si stiracchiò e poggiò il viso sul palmo
della mano, scrutando affascinata il manto di nuvole bianche fuori
dal finestrino.
“Ben
detto, Lunch!” confermò Bulma.
“L’importante per ora è rilassarci!” Detto questo
aprì Ragazzi & Intralazzi e sprofondò nella lettura
del test Sei un uomo o un babbuino?
Nello
stesso momento, qualche centinaio di metri più sotto, una
elegante nave da crociera infrangeva la delicata distesa azzurrina
dell’oceano, sollevando ondate d’acqua limpida al suo passaggio.
Era
davvero imponente, chiunque sarebbe stato disposto a pagare tutto l’oro
del mondo per salirvi a bordo anche solo per darvi
un’occhiata: c’erano tre piscine all’aperto e due
idromassaggi al chiuso, bar disseminati in ogni angolo del ponte, sale da
gioco, maestosi saloni da ballo dove si svolgevano ogni sera esilaranti feste
di gala o in maschera…
Il
massimo del comfort con poche centinaia di milioni di
dollari.
“…peccato
che noi non possiamo usufruirne!” si lagnò per l’ennesima
volta un ragazzo piccoletto, basso e pelato all’amico alla sua destra.
“È
inutile che continui a ripeterlo, Crilin” disse spazientito Radish
ravviandosi la scura chioma spettinata. “I patti erano chiari, mi sembra…O viaggiamo di frodo o niente vacanze! Anzi,
ringraziami che vi ho fatto salire a bordo senza farci
beccare!”
“Scusa”
mormorò Crilin in soggezione. Quando voleva, il
possente Radish sapeva come spaventarlo. “È solo che non ho mai
viaggiato come un clandestino…E per di più su una nave come questa!!”
“E comunque non manca molto all’arrivo, quindi smettila
di rompere e taci!”
“Aah,
non vedo l’ora, sono cinque giorni che cerco di non vomitare qui
dentro…Non sopporto più di dormire in questo coso!” disse
Nappa –che, al contrario, in quanto a capelli scarseggiava, sistemando il
telone blu che copriva la scialuppa di salvataggio in cui si erano sistemati.
“E
dove cavolo sono andati Vegeta e Kakaroth?!”
sbraitò Radish sollevandone un lembo e distruggendo tutto
l’accurato lavoro di Nappa, che gli sferrò uno scappellotto sulla
nuca.
Anche
Crilin sbirciò sul ponte. “Eccoli là!”
“Deficienti,
così si faranno scoprire!”
A pochi
centimetri di distanza dal nascondiglio improvvisato, poggiati sulla ringhiera
bianca ricoperta di salsedine, vi erano due ragazzi. Uno era alto, robusto, con
una curiosa chioma nera spettinata e un perenne sorriso stampato sulle labbra;
l’altro era leggermente più basso, capelli neri
sparati in alto, imbronciato e seccato.
“Smettila
di fare il sentimentale, Kakaroth!” Il più basso, che poggiava
sulla ringhiera con la schiena, rimproverò l’amico incantato a
scrutare l’orizzonte. “Mi fai venire da vomitare!”
“E
tu smettila di chiamarmi Kakaroth, Vegeta” disse l’altro, pacato. “Preferisco essere chiamato Goku, se non ti
spiace…”
“Scusa,
avevo dimenticato che il tuo sacro nome non si
tocca!” replicò Vegeta incrociando le braccia al petto.
“La
tua ironia non mi fa nemmeno il solletico…Guarda là,
invece!”esclamò Goku indicando l’oceano. “Non sei
incredibilmente colpito da quanto possa essere
sconfinata la superficie della Terra?”
“Qui
di sconfinato ci sono solo le tue ascelle pezzate” ribattè
Vegeta, troppo orgoglioso e annoiato per perdersi in quei disgustosi
salamelecchi. “Senti, io torno là” disse dando le spalle a
Goku. “Non mi interessa se vieni buttato al
mare, anzi, mi farebbero un gran piacere!” Camminando lentamente,
sollevò il telone e vi sparì sotto.
Goku
chiuse gli occhi e godette per qualche secondo dell’aria salmastra che
gli scompigliava i capelli. In effetti, se non avesse
approfittato della decisione che suo fratello e i suoi amici avevano
preso una volta terminati gli esami di maturità, non avrebbe mai potuto lustrarsi
gli occhi con quei luoghi sconosciuti che da sempre bramava di visitare…
Certo che
le Isole Yoshi era stata una scelta così
frettolosa…Solo uno scapestrato come suo fratello avrebbe potuto farsi
venire in mente l’opportunità di viaggiare come clandestini a
bordo della prima nave attraccata che avrebbero trovato! Non avevano abbastanza
soldi per permettersi una sistemazione più
accettabile. Ma, tutto sommato, l’idea non gli era dispiaciuta: amava i
rischi e le sfide, e quella era la situazione
più adatta, soprattutto se eri accompagnato dai tuoi migliori ami…
“KAKAROTH!!
CHE TU SIA DANNATO!!” esclamò Nappa
sbucando fuori all’improvviso dalla scialuppa di salvataggio sotto lo
sguardo orripilato di Crilin. Lo afferrò per la collottola e gli
portò il viso a pochi centimetri. “È LA QUINTA VOLTA CHE FAILA
FEMMINUCCIA!! PIANTALA CON QUESTE SDOLCINATEZZE E TORNA
DENTRO!!”
“Ah…Buongiorno,
Nappa!” esclamò allegramente Goku. Quello era il suo modo di
richiamare l’attenzione e lui ci aveva fatto l’abitudine da
parecchio tempo, ormai. “Sì, ora vengo…”
A
malincuore, Goku lanciò un’ultima occhiata al panorama e si
diresse verso la scialuppa sotto lo sguardo attento di Nappa. Vi si
arrampicarono dentro e spianarono il telone in modo da essere ben coperti.
“Cavolo,
senti che puzza di alcool qua dentro…è
peggio di una topaia!” disse Goku tapapndosi il naso e scansando da un
lato alcune bottiglie di birra vuote.
“Tutto
bene, Goku?” chiese Crilin al suo migliore amico.
“Ma certo!” rispose Goku con un gran sorriso.
“Scusate se sono uscito di nuovo allo scoperto,
ma non riesco a rimanere per tutto il tempo chiuso qua sotto!”
“Uff…Sei
davvero strano, Kakaroth…Avresti potuto prendere da nostro padre, invece
che dalla mamma!” sbuffò Radish rivolto al fratello. Era risaputo
che Radish, il loro genitore, era un uomo severo e austero.
“A proposito, Vegeta…” disse Goku ignorando il
fratello e rivolgendosi al ragazzo taciturno e imbronciato, che era sul punto
di addormentarsi dalla noia. Questi sollevò una palpebra e si
limitò a fissarlo, in attesa di sentire quello
che aveva da dire.
“…La
cosa più sconfinata qui è la fronte di Nappa! Guarda, sembra che
non abbia una fine!”
Nappa si
passò una mano sulla pelata, indignato. “Amico traditore! Quando arriveremo te la vedrai con me!”
“Dai,
incontro a cinque! Appena sbarchiamo da questa villa
mobile!!” propose Radish entusiasta.
Crilin
spalancò gli occhi, contrariato. “E io
che volevo andare in spiaggia…”
Oddio…ce l’ho
fatta!!…Era già qualche giorno che mi frullava per la testolina
questa idea per Dragon Ball…Se non l’avessi buttata giù
sicuramente sarei diventata matta!
Comunque, per il momento cosa ne pensate? So che
questo è più una specie di prologo, ma mi auguro che vi stimoli
la curiosità! E vedrete che i colpi di scena,
gli amori e le situazioni esilaranti non mancheranno di certo!
Aspetto commenti! Per me è molto importante, visto che
questo è il mio primo tentativo su uno dei miei manga/anime preferiti!! Sia che vi piaccia o che vi faccia schifo, COMMENTATE!!
*Per chi non lo sapesse o per chi non se lo ricordasse, Lunch è quella ragazza che ogni volta che starnutisce
si trasforma in una criminale, oltre che cambia il colore dei capelli da blu a
biondi!
“Yaaaawn…Quanto
manca ancora?” disse Bulma annoiata abbassando la rivista che aveva
appena finito di leggere.
C18 fece
spallucce. “Boh…Non capisco, ormai dovremmo
esserci…”
“Fantastico”
esclamò amaramente Chichi. “Adesso magari si scoprirà che
c’è stato un non so quale irrimediabile contrattempo, siamo stati
dirottati verso l’Alaska e dovremo rimanere sedute qua dentro per altre
sette ore mentre ripercorreremo il tragitto giusto per
le Isole Yo…”
>DLIN
DLON…< Gli altoparlanti lanciarono un breve jingle,
segno che qualche messaggio stava per essere annunciato.
“Le
ultime parole famose!” bisbigliò Bulma all’amica. Questa le
lanciò un’occhiataccia fulminante e le fece segno di fare silenzio.
“Attenzione,
signori passeggeri, l’aereo sta per atterrare, vi
preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza. Godetevi
il resto del viaggio!” disse la voce gentile e garbata
dell’hostess.
“Certo,
godetevi il resto del viaggio!” sbottò C18. “E io che non vedo l’ora di slacciarmi questa cinta!
Maledizione, mi sta segando in due!”
“Hai
provato ad allentarla?” le fece notare Lunch
indicando la cinghia che la teneva legata.
“Cos…?
Oh!” esclamò C18 arrossendo furiosamente e catapultandosi sulle
cinghiette, smanettando con agitazione. “Ehm…Grazie, Lunch…” borbottò evitando di guardarla.
Chichi e Bulma soffocarono a stento una risata facendola passare per un sonoro
starnuto: decisamente le figuracce non erano
un’abitudine di C18.
“Oddio,
sarà vero che stiamo per atterrare? Sono a pezzi…”
disse Chichi stiracchiandosi.
“Ma sì, tranquilla! Anzi, mi sembra già di
sentire il vento della discesa che mi scompiglia i capelli…” disse Bulma con sguardo sognante. Chichi la ignorò.
Effettivamente,
tuttavia, l’aereo stava ultimando le procedure per l’atterraggio:
in lontananza si riusciva a sentire il rumore dei motori e dai finestrini si
poteva notare l’abbassamento di quota. Il bambino seduto a pochi
centimetri da Chichi festeggiò l’avvenimento con un conato
piuttosto rumoroso.
“Oh
santo cielo santissimo…Ma pure adesso?!”
pensò tra sé la moretta orripilata, sperando che il marmocchio
non soffrisse anche il “mal di pulmino che ti porta al gate”. Altrimenti
lei sarebbe scesa e si sarebbe fatta il tragitto a piedi.
“Uaaah,
ragazze!! È ora di prepararsi!!”
esclamò Bulma euforica alzando un pugno in aria; parecchie persone si
voltarono a guardarla e ridacchiarono, ma lei non ci fece caso.
Una volta
che il velivolo planò a terra, tutti i
passeggeri scattarono in piedi e si ammassarono davanti al portellone
d’uscita. Alla faccia di godersi il resto del viaggio…
“Un…attimo…di…pazienza!!” Una hostess stava cercando di riportare
l’ordine gesticolando freneticamente con le mani, con l’unico
risultato che la mischia si accalcò ancora più agguerritamente
contro la maniglia.
“Sembra
di essere a casa, eh?” urlò Bulma cercando di farsi udire dalle
amiche al di sopra del rimbombante chiacchiericcio.
“Già!
Non riesco a respirare!” gridò Lunch in
risposta facendo capolino da dietro la schiena di un grosso signore a forma di
otre.
Quando
finalmente le ragazze superarono i portelloni spalancati
si ripararono istintivamente gli occhi dalla luce accecante del sole estivo e
inghiottirono dense boccate di aria calda, che faceva un curioso contrasto con
la loro pelle fresca.
“Accidenti!”
esclamò C18 sistemandosi la borsa a tracolla e sventolandosi il viso con
la mano libera. “Che caldo, sto già
sudando…”
Le
quattro ragazze percorsero velocemente le scalette e poggiarono i piedi
sull’asfalto rovente, sussultando al contatto con i leggeri sandali di
cuoio che calzavano ai piedi. “Addio, stupido pezzo di latta!!” esclamò Chichi volgendo un ultimo sguardo
di rancore e soddisfazione al tanto detestato aereo che le aveva fatte giungere
a destinazione.
“Sì,
caro aeroplanino, ci rivediamo fra due settimane!!”
disse Bulma dando una piccola pacca sull’avambraccio di Chichi.
“Rassegnati,
Chichi…” mormorò dolcemente C18 avvicinandosi alla sua amica
moretta, che aveva spalancato gli occhi scioccata e
consapevole. “…la maledizione dell’aeroplanino non
perdona!”
“Uffa,
al ritorno non riuscirò a resistere nemmeno un minuto!”
sbottò Chichi, pensando con orrore al momento in cui sarebbe stata costretta
a salire a bordo per rientrare nella sua città.
“Hmm…secondo
me rimarrai così folgorata dalla bellezza di
questo posto che ti comprerai un piccolo bungalow personale e ti stabilirai
qui! Che te ne pare dell’idea?” chiese
Bulma con una strizzatina d’occhio.
“Dico che è la più stupida che tu abbia avuto
da due ore a questa parte!” rispose acida Chichi, passando un braccio
intorno alle spalle dell’amica.
“Ragazze,
vogliamo andare?” Lunch le richiamò
appena in tempo: il pulmino che le avrebbe portate nella sede principale
dell’aeroporto stava caricando le ultime persone e aveva appena messo in
moto. Le ragazze accelerarono il passo, leggermente frenate dai pesanti bagagli
a mano che portavano in spalla, e saltarono a bordo proprio
mentre cominciava a muoversi lungo il percorso tracciato.
“Wow,
ma vi rendete conto?!” esclamò C18 carica
di adrenalina. “Siamo davvero nelle maestose e famosissime Isole Yoshi!!”
“E
lontane centinaia e centinaia di chilometri da casa!!”
aggiunse Lunch battendo le mani entusiasta.
“Oh,
ragazze, queste saranno le vacanze più divertenti della nostra vita!!” disse Bulma gettandosi a braccia aperte addosso
alle amiche e racchiudendole tutte in un unico, grosso abbraccio.
“Eccola
qua, sana e salva…!” disse C18 individuando la sua valigia rosa che
scorreva sul nastro trasportatore all’imbocco del gate.
“…E quella dovrebbe essere la tua,
Chichi…” aggiunse indicando un borsone nero e verde brillante che
giaceva inerte a poca distanza.
“Grazie,
C18!” Chichi afferrò la cinghia della borsa e se la caricò
faticosamente sulla spalla. “Ma
dov’è Lunch?”
“È
andata al bar, credo…Ha chiesto a me di prendere la sua valigia”
spiegò la biondina.
“Sì,
infatti è questa” disse Bulma trascinando
a terra la pesante valigia grigia di Lunch; subito dopo si raddrizzò sul
busto e incrociò le braccia picchiettando nervosamente sul pavimento con
il piede sinistro.
“Eccomi
qua!” disse Lunch di ritorno dal punto ristoro; tra le braccia reggeva
quattro lattine di aranciata ghiacciata.
“Presto, prendetele, prima che mi rimangano attaccate alla pelle!”
Chichi
tolse la linguetta dalla sua e tracannò la bevanda tutta d’un fiato. “Aaah, ci voleva! Anche
se in realtà avrei preferito un bagno…”
“Io
invece avrei preferito scannare i montacarichi!” sbraitò Bulma
schiacciando violentemente con una sola mano la sua lattina vuota, lo sguardo
assatanato. “PERCHÉ CAVOLO QUESTO TAPPETO CON LE RUOTE NON MI
RIDÀ LA MIA VALIGIA?! È PIÙ DI UN QUARTO D’ORA CHE LA STO
ASPETTANDO!!”
“Si
dice ‘nastro trasportatore’, Bulma…” balbettò Lunch con una gocciolina sulla testa.
“Sì,
quello che è!!” sbottò la ragazza
scagliando la lattina verso un cestino e centrandolo in pieno. “Guardate,
ormai sono rimaste pochissime valigie da ritirare e della mia non si è
vista neanche la chiusura lampo!!”
Chichi,
C18 e Lunch si scambiarono un’occhiata
preoccupata e comprensiva.
“Ehm…Dai,
aspettiamo ancora qualche minuto…In caso andremo a chiedere informazioni
al banco e vedrai che ti sapranno dare una spiegazione!” propose C18
scandendo e scegliendo accuratamente le parole giuste.
“Umph!”
bofonchiò Bulma gettando il capo all’indietro. “Cinque
minuti, non di più!”
I cinque
minuti prefissati dalla ragazza passarono in fretta, molto in fretta…In
questo breve arco di tempo alcune persone vennero a
ritirare il proprio bagaglio con pigra indifferenza, lanciando occhiate curiose
al gruppetto in attesa.
Allo
scoccare del quinto minuto Bulma fece fuoriuscire irrimediabilmente tutta la
rabbia accumulata in corpo. “Grrr!! MA DOV’È LA MIA VALIGIA,
DANNAZIONEEE!!!”
Le tre
amiche sussultarono: ormai si sapeva cosa succedeva quando
Bulma perdeva la pazienza, e le conseguenze non erano mai state molto
piacevoli…
“Calma,
Bulma, calma!” C18 le si avvicinò
titubante e le poggiò le mani sulle spalle.
“Sì,
calma e sangue freddo!” sibilò Bulma, gli occhi lampeggianti.
“Dai,
andiamo al banco informazioni, vedrai che sapranno dirci sicuramente quello che
vogliamo sapere!” la rassicurò la bionda.
C18
trascinò una furibonda Bulma verso il gabbiotto vicino alla sala
d’attesa, seguita a distanza da Chichi e Lunch, che in realtà sospettavano già da qualche minuto quello che poteva
essere successo.
“B-bè…Noi
aspettiamo qui…” mormorò Chichi sedendosi insieme a Lunch su di una poltroncina rossa. C18 lanciò loro
un’occhiata truce velata di terrore, che sembrava volesse dire:
“Non lasciatemi da sola con questa pazza!!”
Le
sentirono confabulare con l’inserviente, e i loro dubbi fondati vennero colmati dall’assordante esclamazione di Bulma che
seguì di lì a pochi secondi: “SMARRITA?! COME…COME
SAREBBE A DIRE?!”
L’addetto
ai bagagli cercò di placare l’ira crescente della ragazza
divincolandosi freneticamente nella speranza di trovare una giustificazione
convincente. “S-sono desolato, miss
Brief! Sono cose che
succedono…M-ma vedrete che tra qualche giorno la ritroveremo!”
Ma
con scarsi esiti…
“MA
È LA MIA VALIGIA!! DENTRO C’ERANO TUTTI I MIEI VESTITI!!” urlò Bulma sporgendosi all’interno
del gabbiotto di vetro in modo da trovarsi a pochi centimetri di distanza dal
viso dell’uomo terrorizzato, che fece uno zompo indietro.
“E-ehm…”
balbettò l’impiegato nascondendosi dietro il calendario appeso
alla parete. “…Le prometto che f-faremo tutto il possibile e quanto
prima le faremo recapitare il suo bagaglio n-nel suo…ehm…dov’è
che alloggia?”
“In
un bungalow sulla costa sud dell’isola!” esclamò Chichi
prima che Bulma potesse aggredirlo per l’ennesima volta: stava
cominciando a provare pena per quel pover’uomo che stava svolgendo solo
il proprio lavoro.
C18 le
fece un gesto di riconoscenza con la mano.
“Grrr!!
Veda di ritrovarla entro quattro giorni, altrimenti sarà
lei a vedersela con me!” Bulma minacciò l’uomo puntandogli
un dito al petto, i denti digrignati in bella mostra, e fissandolo dritto negli
occhi con sguardo vendicativo e fiammeggiante.
L’addetto
si calcò maggiormente il berretto sopra gli occhi e, dopo aver
deglutito, illuminò il suo viso con un finto sorriso da ebete.
“M-ma
certo, bella signorina! Gliel’ho già
detto, le assicuriamo la massima garanzia!”
“Sentito,
Bulma?” disse C18 dando una pacca sulla spalla dell’amica.
“Ora andiamo, dai, siamo già in ritardo sulla tabella di
marcia!”
Bulma
emise un grugnito nervoso, scoccò un’ultima occhiata infuriata
all’uomo e girò indignata sui tacchi, seguendo Chichi e Lunch fuori dalla porta scorrevole.
“Wow!!” esclamò Lunch intrecciando le dita
affascinata; il paesaggio delle isole Yoshi era finalmente ammirabile in tutto
il suo indiscutibile fascino: bastava dare un’occhiata alle autostrade
del centro principale costeggiate da una lunga fila di palme e cespugli
variopinti per avere una prima, bellissima impressione.
“È…è assolutamente stupendo! Guardate, si
vede anche il mare in lontananza!” disse Chichi
con impeto indicando l’orizzonte blu scintillante sotto la luce del
solleone.
“Che facciamo, chiamo un taxi?” propose C18 sporgendosi
dal marciapiede per scorgere qualche vettura di passaggio.
“Ehi,
ragazze!” le richiamò Lunch scorrendo con
gli occhi una cartina del luogo. Lei era sicuramente la
più previdente e informata del loro gruppo, non mancava mai di
infilare a forza una mappa turistica nello zaino. “Guardate! Qui dice che a pochi chilometri da qui c’è il porto
principale dell’isola, dove ogni due ore vi attraccano diverse navi da
crociera famosissime…Caspita, guarda qua che nomi! Perché
non ci andiamo?”
“Wow!
Sarebbe fantastico!!” confermò Chichi
saltellando sul posto. “Dai, che aspettiamo?”
“Hm…E
come ci andiamo fino là?” chiese Bulma.
“Bè,
non è molta strada, sono solo pochi chilometri… possiamo andare a
piedi!” disse Lunch.
“A
PIEDI?!” esclamò Bulma scandalizzata.
“Ma si muore di caldo e poi sono stanca! Non
potremmo prendere l’autobus o qualsiasi altro mezzo pubblico?”
“Qui
non ci sono fermate del bus, e il taxi costa troppo, ora che ci penso”
disse C18 calma. “Io sono per la passeggiata!”
“Uffa…alla
fine sono sempre io quella che ci rimette!!”
esclamò Bulma indignata.
Era
difficile farsi strada in mezzo a quella grande folla
chiacchiericcia che attendeva con ansia ed emozione l’arrivo della
lussuosa nave da crociera “Dragon Ball Deluxe”, che avrebbe
attraccato a momenti. C’erano gruppi di persone con valigie e bambini a
carico che saltellavano impazienti o che frignavano ininterrottamente, parenti
e amici che aspettavano lo sbarco, o semplicemente ragazzi incuriositi.
“Ragazze,
avete visto quanta gente?” disse Bulma scansandosi da un uomo che stava
per finirle addosso.
“Non
riusciremo mai a trovare un posto in prima fila!” si lamentò C18.
“…A meno che…LUUUUNCH???”
“Sì?
Cosa…Et…eeeet…EET-CHUM!!” Lunch emise un sonoro starnuto non
appena C18 le sventolò delicatamente sotto il naso una delle sue ciocche
di capelli biondi. Chichi e Bulma spalancarono gli occhi, preoccupate.
“Oh,
cavolo!! Lo sapete che quando starnutisco mi prende
una rabbia irrefrenabile!!” esclamò Lunch
arrabbiata. “Uff…ecco, adesso sono nervosa!!
E LEVATI DALLE SCATOLE, TU!!” sbraitò
rivolta ad un giovane uomo in piedi davanti a lei, scaraventandolo da una parte
e facendosi strada in mezzo alla folla. C18, Bulma e Chichi restarono dietro la
sua scia, trovandosi ben presto tra le prime file.
“Che c’è? È servito a
qualcosa, no?” disse C18 facendo spallucce di fronte agli sguardi
di rimprovero delle due amiche.
“E
va bene, ora ci penso io…Povera Lunch…”
mormorò Chichi avvicinandosi all’amica imbestialita, che sembrava
avere tutta l’intenzione di afferrare un bambino particolarmente piccolo
e grassoccio e sbranarselo.
“Ti
senti meglio adesso, Lunch?” le chiese
accarezzandole i capelli con cautela: non avrebbe voluto farsi staccare un
braccio a morsi… “Guarda, siamo in prima fila! Presto vedremo la
nave! Ricordi?…La nave…”
Lunch,
in tutta risposta, grugnì con ferocia.
“Ehm…lo
considero un sì…Dai, adesso fai un bel respiro e goditi l’arrivo!”
disse la moretta allegramente con delle piccole pacche consolatorie sulla
schiena.
Lunch
fece come suggeritole e infatti, subito dopo, si
aprì in un gran sorriso di riconciliazione.
“Aaah,
grazie! Ora mi sento molto meglio!”
“Ehm…Eh
eh…bene!” balbettò Chichi con una
gocciolina sulla testa.
“Eccola,
eccola!!” trillò una bambina bionda con
le treccine accanto alle gambe di Lunch: stava indicando il mare, dove
lentamente si faceva sempre più visibile un grosso transatlantico di
scintillanti colori oro, rosso e bianco.
“Ragazze,
che spettacolo!!” esclamò Bulma tutta
eccitata e con gli occhi che brillavano affascinati.
La folla
indietreggiò di qualche passo mentre la cima
veniva attraccata al molo; piano piano una stretta rampa venne calata a terra e
i primi passeggeri cominciarono a scendere di corsa, facendo una gran fatica a
sorreggere i propri pesantissimi bagagli a mano.
“Guarda
come sgambettano, bimba!” disse Bulma in tono saggio rivolgendosi alla
ragazzina con le trecce, che l’ascoltava
affascinata.
“Non
bloccarle la crescita con le tue panzane, per favore…” la
rimproverò Chichi tirandola indietro.
In quella
la moretta fu distratta dallo sbucare di un curioso gruppo assortito di ragazzi
dal portellone della rampa; dall’aspetto sembravano suoi coetanei, ma i
loro lineamenti erano già da adulti. Il loro aspetto era intrigante e
affascinante, messo ancor più in risalto dai loro occhi glaciali, e
tutti portavano magliette senza maniche strappate che mettevano in bella mostra
i bicipiti rigonfi.
“Tsk…Esibizionisti…”
Sembrava
avessero molta fretta, a giudicare dalla loro andatura frettolosa, ma
soprattutto dalle loro facce terrorizzate…Se non
l’avesse considerato impossibile, se la stavano dando a gambe.
Non
appena poggiarono i piedi sul molo, infatti, attaccarono a correre travolgendo
la folla, con l’eccezione di un ragazzo rimasto indietro che Chichi non
aveva notato immediatamente: alto e slanciato, con una folta chioma pece e
curiosamente spettinata; i suoi grandi occhi scuri emanavano infinita dolcezza,
come quelli di un tenero cucciolo indifeso bisognoso di protezione. Aveva
un’aria spaesata, ma nello stesso tempo si avvertiva la sua infinita
curiosità per quei posti mai visitati prima.
“Muoviti,
femminuccia!!”
Purtroppo
quella contemplazione durò pochi secondi: il misterioso ragazzo
sfrecciò tra la folla richiamato dai suoi amici
e Chichi, che lo aveva seguito con lo sguardo fino a quel momento, lo perse
irrimediabilmente di vista.
Sospirò
leggermente dispiaciuta: era così carino e piacente…
Venne
distolta dalle sue fantasticherie quando Bulma la richiamò a sé
strattonandola per un braccio.
“Cosa stavi guardando, eeh?” le chiese con
un’aria furbetta.
Chichi
arrossì violentemente quando vene accerchiata
dalle sue amiche, che la fissavano avidamente. “M-ma che volete dire?!”
“Andiamo, lo sai! È inutile che fai
la finta tonta…!” esclamò Lunch abbracciandola e
avvicinando il viso al suo.
“Ma…No! E comunque
io…” cercò di spiegarsi Chichi. “…insomma, non
era mica un…”
“…anche perché è venuta voglia anche a
noi!” disse C18.
Chichi
sussultò turbata; forse non aveva capito bene…
“Che cosa?”
“…E brava Chichi! Hai individuato
l’unico carretto dei gelati nel raggio di due chilometri!”
esclamò Bulma allegra.
“…Il
carretto dei…?” balbettò Chichi confusa; si voltò e
all’improvviso le fu tutto chiaro: vicino alla rampa dei passeggeri vi
era un chiosco di dolciumi e bibite fresche assaltato da ragazzini gioiosi e
adulti che cercavano invano di trattenerli.
“Mamma,
voio quello, voio quello!!”
“Mamma,
me ne compri tre? Ti preeeeeego!!”
“Mi
è caduto per terra!!! BUAAAAAAAAAH!!”
“Ehi,
mi dai un cono da quattro gusti?” urlò Bulma al commesso
sovrastando la calca dei marmocchi.
Chichi,
sentendosi stranamente sollevata, si accodò con C18 e Lunch, che
ovviamente non avevano idea di chi fosse quella strana
ragazza dai capelli azzurri che si stava sbafando ogni sorta di ghiacciolo e
bicchieri di tè freddo.
Caspita, è la prima volta che aggiorno così
presto! Forse perché uno dei personaggi principali è il mio
amatissimo Kak…EHM…Goku!!E poi perché mi sento ispirata! Grazie a chi si
è fermato a leggere! In particolare…
Pikkola Rin: Sono contenta che l’idea ti sappia
carina! Ho pensato che avrebbe potuto essere un’ambientazione abbastanza
adeguata, sinceramente mi piace vedere i personaggi di DB sotto la veste di
studenti del liceo! Continua a seguirmi, ci conto!! Un
bacione!!J
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Lyla: Ti ringrazio molto! Davvero quest’anno avrai la
maturità? Aah, io devo aspettare ancora due anni!!
…Meglio!!XD Continua a seguirmi, ne sarei
davvero contentissima!! Per me è importante avere le
opinioni dei lettori, mi aiutano a migliorare! …E chissà
che tu non trovi qualche spunto interessante per le tue vacanze!!J Un bacio!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
LeftEye: EEEEEH??? Mi hai messo tra i
tuoi…? UAAAAAH MA SONO FELICISSIMA!!! Davvero,
è una soddisfazione incredibile saperlo!! Anche perché è
la prima volta che qualcuno inserisce una delle mie storie tra i suoi
preferiti, e mi fa un piacere ed un onore enormi!!
Grazie grazie grazieeee!!! E naturalmente grazie anche
per le tue opinioni, sono contenta che il mio stile ti piaccia! (Purtroppo c’è chi non lo apprezza, tipo il mio
prof deficiente –e non scherzo!!- di italiano…!) Hai ragione, anche
io ho trovato una certa somiglianza con il tuo stile, me ne sono accorta quando
ho letto la tua carinissima “Amori bilingue”! Se non sbaglio
qualche giorno fa ti ho lasciato una
recensioncina…Comunque davvero molto originale e romantica!!
Per quanto riguarda l’ambientazione…Bè, io
penso che scrivere AU su DB sia sempre interessante, così ci sto
provando anch’io! Dopo averne lette tante era ora di passare
all’azione!!J
Spero che mi lascerai altre recensioncine anche nei prossimi
capitoli, per sapere(…o per dire!)cosa ne pensi!!
Un grosso bacio…Tvb!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Kristin: Eh eh!! Non ho potuto farne a meno...Mi dispiace per la loro sorte di
clandestini, ma non sono riuscita a resistere! E poi conoscendo Radish nella
sua ambientazione originale…è un ragazzaccio!!
Solo lui avrebbe potuto coinvolgere i suoi amici a viaggiare in quel modo!!Comunque so contenta che la
storia ti piaccia, e spero che commenterai ancora! A presto!!
Era ormai metà
pomeriggio quando Chichi, C18 e Lunch riuscirono a trascinare via la loro amica
Bulma dal chioschetto dei gelati per apprestarsi a raggiungere finalmente il
loro bungalow.
“Non
ti sei già ingozzata abbastanza?!” la rimproverò Chichi
lanciandogli un’occhiata fulminante.
“Oh,
su! Almeno mi sono rinfrescata un po’!” rispose Bulma con nonchalance
ficcandole in bocca un ghiacciolo all’arancia.
“Ehi,
non offri anche alle altre?” disse C18 afferrando lo stecco del
ghiacciolo che sbucava dalla bocca di Bulma e cominciando a succhiare il gelato
con gusto.
“Ehi!
Antipatica!!” protestò Bulma indignata. “Domani me ne
ricompri un altro!”
“Su,
ragazze, smettetela di litigare” intervenne bonaria la pacifica Lunch.
“E cerchiamo di trovare la strada giusta per raggiungere il campo!”
“Già…come
faremo a trovarlo?” disse preoccupata C18 ripensando solo in quel momento
che non avevano la benchè minima idea di quale fosse la costa sud
dell’isola.
“Uff…Non
potremmo chiedere a qualcuno del posto?” propose Chichi. “Inoltre
tra poco sarà buio e non ho intenzione di dormire
all’addiaccio!” aggiunse rabbrividendo e indicando il bagliore
arancione del tramonto all’orizzonte.
“Non
sarebbe una cattiva idea…Potremmo raggiungere il paese, dubito che
all’aeroporto sapranno dirci quello che vogliamo!” disse Lunch
riflettendo a voce alta.
“Q-questo
vuol dire che dobbiamo camminare ancora?!” esclamò Bulma
scandalizzata.
“Un
pochino, ma sono solo due chilometri, tranquilla!” cercò di
rassicurarla Lunch.
“DUE
CHILOMETRI?! Oooooh…ma quando potrò farmi trasportare in
portantina?!” sbottò Bulma afflosciandosi a terra stremata.
“Strano,
credevo che ormai la riserva energetica dei ghiaccioli ti avesse fatto
effetto!” esclamò acida Chichi afferrandola per un braccio e
sollevandola di peso.
“Solo
in apparenza, amica mia…” mormorò Bulma cadendole addosso e
pestandole un piede.
Fortunatamente
le strade del centro non erano molto frequentate a quell’ora,
evidentemente i ragazzi preferivano la vita notturna. Anche i negozi, notarono
le ragazze, erano per la maggior parte chiusi e riportavano dei cartelli con
gli orari di apertura, tutti intorno alle otto e mezza di sera.
“Com’è
carino questo paese!” esclamò affascinata Lunch guardandosi
intorno e soffermandosi principalmente sui ristoranti all’aperto la cui
vista dava su un lungomare scintillante.
“Sì,
ma avete visto? Non c’è nemmeno un cane in giro!”
notò Bulma scrutando torva le poche persone dall’aria rude che
ciondolavano sui marciapiedi.
“È
normale che i ragazzi preferiscano uscire la sera, no? E poi con questo
caldo…” disse Chichi annuendo saggiamente.
“Bè,
almeno qualcuno a cui chiedere informazioni lo abbiamo trovato!”
esclamò C18 richiamando l’attenzione delle amiche su un uomo di
mezza età fermo ad un angolo della strada.
“Dici?”
Chichi non era molto propensa a fidarsi di quell’individuo: aveva
un’aria assonnata e truce, faceva dondolare un mozzicone di sigaretta tra
le labbra raggrinzite e indossava un impermeabile beige allacciato in vita.
Il
ritratto del perfetto gentleman…
“Dai,
Chichi, sei sempre così sospettosa!” disse Bulma partendo spedita
in direzione dell’uomo, seguita a ruota dalle amiche.
Quando
furono a pochi centimetri da lui, C18 si offrì di parlargli per prima.
“Ehm…mi
scusi…” chiese titubante la biondina. L’uomo voltò il
viso pallido verso di lei e mostrò i denti gialli e spezzati.
“A-hem…Per
caso lei sa da che parte si va per raggiungere il campo turisti a sud
dell’isola?” chiese C18 cercando di non lasciarsi scappare di bocca
un grido di orrore.
L’uomo
la squadrò da capo a piedi con sguardo avido e poi, con il suo miglior
sorriso sciancato, chiese alla ragazza: “Straniere?” Il suo accento
non era sicuramente quello tipico del luogo.
“Sì,
signore” rispose prontamente C18.
Senza
preavviso, l’uomo si portò le mani alla cinta
dell’impermeabile, la slegò e spalancò le braccia. Chichi,
Lunch e Bulma si portarono istintivamente le mani davanti agli occhi e si
voltarono velocemente dall’altra parte.
“OH
DIO, NO!!” urlarono scandalizzate e arrossendo furiosamente.
“Tranquille,
ragazze, non è niente di osceno” le tranquillizzò C18
facendole voltare verso l’uomo: nella zona interna del suo impermeabile
vi erano appesi innumerevoli e costosissimi orologi d’oro di tutte le
misure.
“Voi
interessa, belle signorine? Tutto bello, tutto bello! Prezzo speciale per voi,
signorine!!” sbraitava il mercante di orologi sventolando
l’impermeabile.
“Almeno
è vestito…” mormorò C18 fissando disgustata il suo
abbigliamento, costituito da una canottiera a coste che una volta doveva essere
stata di colore bianco, un paio di jeans verdi e sformati e ai piedi dei
sandali di cuoio.
“Grazie,
ma non ci interessa” intervenne Bulma guardandolo da sotto in su.
“Siamo di fretta!”
“Bella
signorina, vu cumprà una meridiana?! Rarissima, molto bella!!”
insistette il mercante girando intorno alla ragazza, che continuava a mantenere
un’espressione di assoluta indifferenza.
“HO
DETTO DI NO!!” sbottò Bulma facendolo sobbalzare. “E
comportati bene, invece di andare in giro a fregare gli orologi!”
concluse in tono di rimprovero.
L’uomo,
indignato e spaventato dalla minaccia, si coprì con l’impermeabile
e si allontanò di corsa svoltando un angolino buio.
“Brava,
Bulma! Ben fatto!” si complimentò Chichi dandole una pacca sulla
schiena.
“Già…Ma
ora come facciamo a raggiungere la costa?” mormorò C18 sedendosi sul
bordo del marciapiede con aria afflitta.
“È
vero, è un bel problema…” confermò Lunch affiancando
la biondina.
In
quella, in lontananza si udì uno strano e assordante rumore: sembrava il
motore di un automobile d’epoca.
“Ehi”
esclamò Bulma. “Vuoi vedere che sta arrivando qualcuno per
strada?”
La
ragazza si sporse verso la sua destra e scorse due macchie gialle nel buio che
si facevano sempre più evidenti a mano a mano che si avvicinavano.
“Ragazze,
c’è qualcuno! Possiamo chiedere un passaggio!!”
annunciò Bulma con un gran sorriso. Si posizionò sul bordo del
marciapiede sistemandosi i capelli e mostrò il pollice.
“Non
bastava l’aereo…ci mancava abbassarci a fare
l’autostop…” sospirò Chichi rassegnata.
Quando
uno strano furgoncino color verde sporco si fermò in prossimità
del gruppetto esausto, dal finestrino si sporse un aitante ragazzo moro e
sorridente.
“Vi
serve un passaggio, ragazze?” chiese allegramente.
“Oh,
sì!” esclamò Bulma fissandolo affascinata.
“Grazie,
sei molto gentile!” disse Lunch prendendo in mano il bagaglio che aveva
posato a terra.
“Saltate
su, c’è spazio per tutte!” disse il giovane indicando il
retro ampio e spazioso del furgoncino.
Prima che
le ragazze potessero salire a bordo, Bulma le bloccò in fretta
allargando le braccia e guardandole con occhioni supplichevoli.
“Vi
prego…Fatemi salire davanti!!” sussurrò con due lacrimucce
di pietà.
Le sue
amiche sospirarono e spalancarono la portiera dietro. Meglio assecondare Bulma
quando aveva intenzione di rimorchiare qualcuno.
“Allora,
dove vi porto?” chiese il ragazzo una volta che tutte si erano sistemate.
“Al
campo dei bungalow sulla costa sud dell’isola…” disse Bulma
con voce calda,facendosi
più vicina.
Il
ragazzo arrossì furiosamente e sorrise compiaciuto. Mise in moto e
sterzò il volante in una viuzza secondaria.
“Non
ci metteremo molto se passeremo da qui” spiegò paziente.
“Allora, da dove venite?”
“Dalla
Città dell’Ovest…la conosci?” chiese Chichi
sporgendosi dall’apertura che dava nell’abitacolo del guidatore.
“Davvero?
La grande metropoli?!” esclamò il ragazzo incredulo. “Non ci
credo…quanto mi piacerebbe visitarla!”
“Perché
non ci vieni a trovare qualche volta?” intervenne prontamente Bulma
approfittando dell’attimo fissandolo dolcemente.
“Perché
no? Magari!” approvò il ragazzo guardandola a sua volta. “In
caso più tardi mi lasciate il vostro indirizzo!”
“A
proposito…siamo delle cafone!” sbottò Bulma facendo
sobbalzare le sue amiche. “Tu sei stato così gentile da darci un
passaggio e noi non ci siamo nemmeno presentate!”
“Bè,
non è che ci voglia molto…” intervenne C18 annoiata, la
quale si beccò all’istante un’occhiataccia invidiosa da
parte di Bulma. “Io sono C18, mentre loro sono Chichi, Lunch e
Bulma…”
“…E
io sono Yamcha!” concluse il ragazzo indicandosi il petto.
“WOW,
MA HAI UN NOME BELLISSIMO!!!” esclamò Bulma sognante intrecciando
le dita delle mani.
“Ehm…grazie,
anche il tuo!” bofonchiò Yamcha imbarazzato.
Il
viaggio non fu molto lungo, e dopo un quarto d’ora il furgoncino
arrivò a destinazione.
“Non
sappiamo come ringraziarti, ci hai salvato la vita!” disse Bulma
scendendo a malincuore dalla vettura.
“Non
c’è di che, figuratevi!” rispose Yamcha regalando un sorriso
smagliante a Bulma. “Ehi, perché stasera non venite alla festa
sulla spiaggia?” chiese poggiando un gomito sullo sportello chiuso.
“Quale
festa sulla spiaggia?” chiese Lunch incuriosita.
“Sì,
è qua vicino!” spiegò Yamcha. “Si balla, si fa
baldoria…e verso mezzanotte accenderemo un grande falò!
Sarà divertente! Ma se siete stanche…”
“Bè,
in effetti…” mormorò Chichi soffocando uno sbadiglio, ma la
voce di Bulma sovrastò la sua.
“MA
CERTO CHE VENIAMO! NON CE LA
PERDEREMMO PER NIENTE AL MONDO!!” esclamò con
giubilo.
Yamcha
sorrise felice e strizzò un occhio. “Perfetto! Allora ci
incrociamo stasera!”
“A
dopo, Yamcha…” lo salutò Bulma mentre il furgoncino faceva
retromarcia e ciondolava nella direzione opposta.
Non
appena ebbe svoltato l’angolo, Bulma dovette sorbirsi le truci
conseguenze della sua azione avventata.
“Ma
cosa ti è venuto in mente?!” sbraitò Chichi contrariata.
“Io sono stanca morta e tu ci trascini tutte ad una stupida festa sulla
spiaggia?!”
“E
io che volevo rilassarmi…” disse Lunch leggermente innervosita.
“Suvvia,
ragazze! Sarà divertente!” le rassicurò Bulma con un
sorriso di scusa. “È il nostro primo giorno di vacanza,
perché non approfittarne fino in fondo?”
“Uff…Sei
sempre la solita!” esclamò Chichi incrociando le braccia, non
ancora del tutto convinta.
Le
quattro raggiunsero il gabbiotto informazioni del campo e venne indicato loro
il proprio bungalow: una graziosa casetta con due letti a castello, un piccolo
bagno e un accogliente cucinino dalle pareti colorate.
“Com’è
carino!” disse Lunch guardandosi attorno soddisfatta.
“Il
depliant che ho preso all’ingresso parla chiaro!” disse C18
sfogliando la piccola rivista di cartone.
Bulma
entrò velocemente all’interno, diede una rapida occhiata
all’ambiente e poggiò pesantemente il bagaglio a mano su uno dei
due letti.
“Forza,
non c’è un minuto da perdere!” esclamò battendo le
mani. “Prepariamoci subito, così non arriveremo in ritardo alla
festa!”
“Quanta
fretta!” disse Chichi sedendosi ai piedi del lettino. “Io ho
fame!”
“Alla
festa ci sarà sicuramente da mangiare!” disse Bulma trascinando
verso di sé il borsone della moretta.
“Ma
che fai?!” le chiese quest’ultima, scandalizzata.
Bulma la
guardò incredula, sbuffò e riprese a slacciare la chiusura lampo.
“Sai quello che è successo prima? Il mio bagaglio andato perduto,
le scenate…”
Dopo
qualche attimo di spaesamento, Chichi capì al volo…
“Oh,
no! Il mio bikini rosa shocking non te lo presto!” sbottò
riappropiandosi del borsone, trattenuto invano da Bulma.
“Sigh…ma
DOVETE prestarmi qualcosa!” si lagnò la ragazza. “Che figura
ci faccio con Yamcha?!”
“Ti
piace proprio quello sbarbatello, eh?” chiese C18 portandosi una ciocca
di capelli dietro l’orecchio con indifferenza.
“Puoi
dirlo forte…è così CARINO!!” confermò Bulma
con gli occhi sognanti a cuoricino.
“È
proprio andata…” sussurrò Chichi alla biondina ridacchiante.
“Ti
presto io qualcosa, Bulma” disse Lunch passandole la sua valigia.
“Oooooh,
tu sì che sei un’amica!!” esclamò riconoscente
abbracciando il bagaglio che le porgeva. “Non come due tirchie arpie che
conosco…!!” aggiunse rivolta a Chichi e C18.
“Hai
sentito qualcosa, C18?” chiese la moretta fingendo di ignorare Bulma.
“No…solo
una gallina in lontananza!” rispose la bionda dando di gomito
all’amica.
“Allora,
che ve ne sembra?” chiese Nappa allontanandosi di qualche passo per
rimirare il lavoro.
“È
la cosa più orrenda che abbia mai visto” sentenziò Vegeta
con una smorfia disgustata.
“Ma
no, dai…” intervenne Goku avvicinandosi alla tenda da campeggio che
era stata fermata nella sabbia con due paletti malfermi. “…Almeno
è molto più confortevole della scialuppa di salvataggio!”
Nappa
sorrise, leggermente rincuorato, per poi nuovamente incupirsi subito dopo.
“Sì, ma…Tsk! Avremmo potuto frequentare quel corso di scout
della parrocchia, l’anno scorso…”
“Ma
manco per sogno!” sbraitò Radish, che stava picchiettando il
paletto di una seconda tenda nel terreno molliccio e umido.
“Sinceramente…mi ci vedi come frequentatore dei corsi estivi della
chiesa?! Personalmente, cerco di starne alla larga il più
possibile!”
“In
effetti…” mormorò Nappa raggiungendo l’amico e
accucciandosi per aiutarlo.
“E
comunque qui è un bel posto dove alloggiare, no?” riprese Radish
sollevando la testa. “Un campeggio all’aperto, insieme ad altre
centinaia di ragazzi nella nostra stessa situazione, sotto le stelle…Il
posto dei sogni di Kakaroth, no?” concluse con semplicità tirando
fuori la lingua in direzione del fratello.
“Piantala”
ribattè Goku indignato. “Il posto mi sta bene e non sono una
femminuccia!”
“…E
comunque questo posto piace anche a me!” esclamò Crilin
allegramente. “Una vacanza all’insegna
dell’avventura…forte!”
“A
te serve una flebo, altrochè…” disse Nappa afferrando
pigramente un secondo picchetto.
“Basta
con quegli affari” disse Vegeta spazientito imponendo la sua presenza e
facendo sobbalzare gli altri. “Sbrigatevi, tra poco nella spiaggia qui
accanto ci sarà una festa e non voglio perdermela a causa del vostro
sciocco traccheggiare!”
“Wow,
davvero c’è una festa?!” esclamò Crilin entusiasta.
“E
si beve?” aggiunse Radish con gli occhi che brillavano avidi e un rivolo
di bava alla bocca.
“Sicuramente…Quelli
delle isole Yoshi sono tutti un branco di ubriaconi…” disse Vegeta
annuendo coscienzioso.
“Mah…”
mormorò Goku distratto, ma contento di potersi svagare un po’
immergendosi nella vita notturna dell’isola.
Un quarto
d’ora più tardi le ragazze erano vestite, truccate e cariche di
adrenalina…anche se un tantino assonnate.
“Yawn…Spero
che ne valga davvero la pena…” mormorò Chichi chiudendo a
chiave la porta del bungalow.
“Ma
sì, stai tranquilla! Con quelle gambe al vento non puoi che
divertirti!” esclamò Bulma indicandole il petto e strizzando un
occhio furbetta.
Chichi
arrossì e cercò di tirare ancora più giù la
minigonna di jeans che aveva deciso di indossare per la serata, che mostrava le
sue lunghe ed esili gambe dal ginocchio in giù.
“Non
darle retta, stai benissimo!” la rassicurò C18 con un sorriso
incoraggiante.
“Anche
voi!” disse la moretta di rimando osservando con piacere
l’abbigliamento delle sue amiche: C18 indossava un corto prendisole senza
spalline color malva, Lunch una canottiera rosa confetto e un pareo a frange, e
Bulma…il suo bikini rosa shocking e un paio di calzoncini jeans strappati
che le aderivano perfettamente alle cosce sode.
“Si
va!!” esclamò Bulma con un gran sorriso, e tutte e quattro si
avviarono di gran carriera verso il luogo dei festeggiamenti, una spiaggetta
dalla sabbia bianca frequentata dai giovani dell’isola e poco distante
dal loro campo alloggio.
Quando
arrivarono un assordante chiacchiericcio agitato e suoni di risate le avvolse
da capo a piedi: a quanto pare si era già dato il via ai festeggiamenti.
“OH,
MAMMA!!! Avete visto, ragazze?!” esclamò Bulma gettandosi nella
mischia e trascinando con sé le altre.
“È
FANTASTICO!!” urlò Lunch cercando di farsi sentire, ma con scarsi
risultati.
In quella
venne inserita una seconda canzone rock, che venne approvata con un boato
diffuso, e un’allegra voce squillante risuonò nella notte,
enormemente amplificata da un microfono.
“Ok,
ragazzi! Vi state divertendo? Allora beccatevi questa!” urlò un
ragazzo, seguito da uno squittio di giubilo.
“Avete
visto il deejay, ragazze?” chiese Chichi indicando la consolle e gli
amplificatori, che erano abilmente manovrati da un alto e muscoloso ragazzo
pelato, con un curioso tatuaggio sulla fronte che lo faceva apparire come se
avesse avuto un terzo occhio. Accanto a lui, vicino ai suoi polpacci, vi era un
piccoletto dalla pelle spaventosamente bianca e le guance rosate.
“Simpatici,
non è vero?” disse Lunch affascinata.
“Oh
oh…la signorina ha adocchiato il suo principe per la serata!!”
sussurrò C18 dando di gomito a Lunch con un sorrisino complice.
Lunch
arrossì violentemente e diniegò con la testa. “M-ma no! Ho
solo detto che è un ragazzo simpatico, tutto qua!!”
“Sì,
certo, come se non si è visto che avevi gli occhi a forma di
cuoricino!!” disse la biondina afferrandole strettamente un braccio come
una morsa e portandola verso la postazione del deejay.
“No,
no, NO!!!” urlò Lunch cercando di divincolarsi, ma C18 non aveva
intenzione di mollarla.
Le due
sparirono presto inghiottite dalla folla, lasciando sole Bulma e Chichi,
impalate al centro della “pista”.
“Che
facciamo, andiamo a prenderci qualcosa da bere?” propose Chichi.
“Ehm…”
mormorò Bulma imbarazzata. “Veramente avrei altro da
fare…”
“Cosa
vuoi dire?” chiese la moretta spiazzata, non capendo gli intenti
dell’amica.
“Bè…vedi…”
mormorò Bulma guardandosi intorno e soffermandosi su un punto preciso
vicino al lungomare. “Ho appena visto…YAMCHA! SONO QUI!!!”
urlò sventolando una mano per avvertire il ragazzo della sua presenza.
Chichi
fece una smorfia, ma in fondo non era arrabbiata con lei: se preferiva stare
con il suo nuovo amico, lei non avrebbe obiettato.
“Non
preoccuparti, mi faccio un giro” disse all’amica in tono
rassicurante e leggermente seccato.
“Non
ti dispiace, vero Chichi?” chiese Bulma con un piccolo sorriso.
“No,
tranquilla! Divertiti, ci vediamo dopo!” disse Chichi, e lanciatole un
fugace gesto di incoraggiamento si allontanò a passo spedito.
“Accidenti,
che noia…” Dopo il quarto bicchiere di punch, Chichi si decise a
riprendere la sua passeggiata solitaria. Certo, non c’era un
granchè da fare…Oltretutto non conosceva nessun altro, a parte le
sue amiche, e non sapeva proprio dove dirigersi.
Cominciò
a insinuarsi lentamente tra i vari gruppetti di ragazzi, cercando di mostrarsi
il più aperta possibile, ma con la sua aria annoiata non aveva molto
potere attrattivo.
Improvvisamente,
prima che decidesse di voltarsi indietro e tornare al punto di partenza, la sua
attenzione fu catturata da un piccolo gruppo ristretto di giovani sdraiati a
terra. Si fece coraggio e si avvicinò titubante cercando di fare meno
rumore possibile.
“Hm…Se
ne avessi avute altre quarantaquattro ci avresti azzeccato…”
Goku si
alzò in piedi e si diresse verso suo fratello, anch’egli
stramazzato a terra, che reggava saldamente una bottiglia di superalcolico
nella mano.
“Radish…Come
ti senti?”
Il
ragazzo, per tutta risposta , spalancò la bocca ed emise un sonoro rutto
in faccia a Goku, il quale si tirò su di scatto e gli voltò
disgustato la faccia verso un’altra direzione.
“Uff…”
sbuffò il ragazzo sedendosi su di uno scoglio reggendo in mano la sua
bottiglia di birra ancora piena per metà, fissando una goccia
d’acqua che scorreva lenta verso le sue dita.
Almeno
lui era rimasto sobrio…I suoi amici, invece, si erano attaccati alla
prima bottiglia che si erano trovati davanti e ne avevano tracannate una dopo
l’altra tutte d’un fiato; dopo una mezz’ora erano crollati a
terra, ubriachi fradici, e lui aveva dovuto osservarli in silenzio…Ma
almeno si era fatto due risate…
In quella
udì uno scricchiolio alle sue spalle; scattò in piedi,
sospettoso, e si guardò indietro. Una ragazza alta, magra e formosa, con
lunghi e lisci capelli neri, stava ad osservare la scena scandalizzata,
immobile sullo stesso punto della spiaggia. Goku fu subito attirato dal suo
visino semplice, dai suoi occhi grandi e innocenti. Era una ragazza davvero
carina.
“Ehm…Scusa”
borbottò imbarazzato passandosi la mano libera sul collo. “Sai, i
miei amici sono i soliti scapestrati…”
“Oh,
non ti preoccupare…Ci sono abituata” disse la ragazza in tono
dolce. “Quanto hanno bevuto?”
“Hm,
meno del loro solito…Dieci birre a testa…”
“Accidenti!!”
esclamò la moretta colpita. “E tu?”
“Questa
è la terza…Ma non mi va…” disse Goku con indifferenza.
Senza
aspettarselo, la ragazza gli si avvicinò e lo scrutò con occhi
gioiosi, sembravano lanciassero scintille…
“Comunque,
mi chiamo Chichi” mormorò dopo qualche secondo di silenzio.
“Goku…Piacere
mio…” disse il ragazzo stringendole calorosamente la mano che
quella piccola dea gli porgeva.
Ecco a voi il terzo capitolo!! L’avrei pubblicato anche
prima, ma non ho avuto molto tempo per dedicarmici! La scuola impegna
molto…Sigh!! Comunque cosa ve ne pare?
Gil: Wow!! Davvero questa è una delle poche ficcy su
Dragon Ball che ti piacciono?^^ Mi fai arrossire!!^///^ Fa sempre piacere
sentirselo dire!! Grazie per i complimenti per quanto riguarda il mio stile,
spero che non rimarrai delusa dai prossimi capitoli!(Anche perché io
sarei capace di cancellarli e riscriverli!!)E sono anche contenta che ti
piaccia l’ambientazione, visto che ne rientri anche tu!!J W le vacanze del
dopo maturità!! Io devo aspettare altri due anni…Sigh!! Eh
eh…Ho scelto Radish e Nappa perché di solito non compaiono mai
nelle ficcy! Poverini…anche se per poco tempo, anche loro fanno parte del
manga/anime!! E poi sapendo che sono dei ragazzacci, non ho resistito ad
inserirli per dare un ulteriore tocco di comicità! Insomma, ho dato loro
la possibilità di riscattarsi!! Ancora grazie, spero di ritrovarti tra
le recensioni, mi farebbe davvero piacere!! Un bacio!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Kristin: Uaaah, un’altra fan del mio adorato Goku!!! Che
bello!!!J Comunque sono contenta che Bulma “la belva funesta”
ti sia piaciuta! Eh eh…poverina, sono stata un pochino cattiva nel farle
perdere i bagagli!! Ma vedrai che li ritroverà…ma a tempo
debito!!^^ Ti ringrazio ancora, e spero che tu ti sia goduta anche questo
capitolo! Sono imbarazzati entrambi, ormai!!^^
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Lyla: Fammi sapere quando hai intenzione di partire per le
isole Yoshi, così mi aggrego anch’io!!^^ GOKUUUUUU!!!J Bè, era
ovvio che Chichi adocchiasse immediatamente il suo sayan preferito! MA GUARDA I
CASI DELLA VITA, l’ha beccato proprio quando sono andate a fare visita al
porto!!^^ Eh eh!! Mi raccomando, continua a seguire!! Ci saranno sviluppi
mooolto interessanti!! Un bacioneee!!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Pikkola Rin: Bentornata!!! Meno male, un altro capitolo
di tuo gradimento!! Ecco a te il terzo! Cosa te ne sembra? Grazie ancora, bacio
bacio!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
LeftEye: Incredibile, sei nella mia stessa situazione!! Anche
io, dalla seconda elementare al secondo liceo(concluso l’anno scorso!),
ho sempre avuto la media dell’otto in italiano!! Invece ora è
arrivato questo cretino che si è messo a darmi voti bassissimi e pensa
che mi ha dato anche il corso di recupero!! E devo dire che ci sono rimasta un
po’ male, visto che sono anche piuttosto emotiva…Meno male che
posso scrivere liberamente su questo sito, e posso ricevere i giudizi veri,
quelli dei lettori come te! Ancora grazie, sono felice che la storia continui a
piacerti! Ti voglio beneeee!!
Chichi
lasciò la presa quasi immediatamente, vergognandosi da matti; quel
ragazzo era talmente carino, con quel suo viso
così dolce e allegro…Quasi si chiedeva come potesse reggere al
confronto con lui…
Scese un
gran silenzio imbarazzante, durante il quale nessuno dei due parlò, ed
entrambi si limitarono a scrutare le loro dita dei
piedi affondate nella sabbia con crescente interesse.
Chichi si
sentiva bollire la faccia, forse avrebbe dovuto
girarsi e correre via…
“Ma dai, Chichi! Smettila, non fare la coniglia! Dì
uno straccio di cosa intelligente e potrai far partire una conversazione!!” si ritrovò a pensare scuotendo lievemente
la testa. Visto che il ragazzo ancora in piedi davanti a lei non accennava a
spiccicare una qualche parola, prese un bel respiro e…
“Perché tu non ti sei ubriacato come i tuoi
amici?”
Goku
alzò gli occhi, perplesso, fissando la ragazza, la quale si stava
mentalmente insultando in termini molto pesanti.
“Ehm…Bè,
io non sono uno scavezzacollo, preferisco divertirmi in altri modi”
rispose Goku educato e leggermente confuso.
La
ragazza provò un moto di orgoglio per il
ragazzo: in effetti aveva tutta l’aria di un tipo tranquillo e con la
testa a posto…e a lei piacevano molto i tipi tranquilli e con la testa a
posto! Peccato che il suo tono di voce fosse così formale…non
voleva che si trattenesse in quel modo…
“Sei
qui da sola?” chiese improvvisamente Goku facendola trasalire.
“Ehm…io…no,
sono qui con tre amiche…si stanno godendo la festa” spiegò
Chichi arrossendo.
“Non
dev’essere male laggiù, vero?” disse Goku malinconico
indicando la folla chiacchiericcia a pochi chilometri di distanza.
“Andrei a fare quattro salti, ma non posso
lasciare qui questi tre…” e indicò i ragazzi stesi a terra
in tralice, con gli occhi vacui e la bocca spalancata in un sorriso ebete.
Chichi
fissò gli amici del ragazzo con una smorfia disgustata provando
compassione per lui. “Bè…se vuoi…ti posso fare
compagnia! Tanto non ho niente da fare…”
“Grazie,
ma immagino che tu non voglia stare insieme a tre morti e un poveraccio
annoiato…” disse Goku con un sorrisetto.
“Ma dai!” esclamò ridente la ragazza dandogli
una pacca sulla spalla e facendogli sputare in uno spruzzo la birra che si era
appena portato alla bocca. “Che dici?! Mica mi
vergogno! Basta che mi presenti i tuoi amici e io mi sentirò a
casa!”
Goku
sollevò lo sguardo, divertito; poggiò la bottiglia di birra in
mezzo a un cumuletto di sabbia e si pulì
frettolosamente la camicia.
“Oh,
d’accordo! Allora…questo è mio fratello Radish” disse indicando il ragazzo con i capelli lunghi a terra, il
quale aveva le braccia e le gambe spalancate ad angelo e un rivoletto di
liquido giallastro che gli colava dal naso. “Scusa se non ti saluta, ma
è un gran maleducato anche a casa!”
“Non
mi formalizzo” sentenziò la ragazza scavalcandolo e procedendo
oltre.
“Lui
è Nappa” Il fusto pelato stava rivoltato a pancia sotto, con il
sedere sollevato verso il cielo e le braccia lungo i fianchi.
“Hm…speriamo
che faccia aria solo dalla bocca e non da qualche altra parte” disse Chichi analizzando curiosa la scomoda posizione del
ragazzo. Goku fece una risatina e la guidò verso un terzo ragazzo
piccoletto dai capelli neri a punta che sonnecchiava con la schiena contro il
tronco di un albero e le braccia incrociate.
“Vegeta”
esordì semplicemente Goku scrutandolo sospettoso: non riusciva mai a
capire se stesse dormendo o fosse sveglio. “Diciamo
che tra loro tre è quello più normale, anche se tende sempre a
isolarsi…”
“Bene,
felice di conoscervi!” urlò Chichi senza preoccuparsi di
disturbare il loro sonno condizionato.
“Poco
fa era qui anche Crilin, il mio migliore amico” riflettè Goku a
voce alta. “Ma credo sia andato a divertirsi da
un’altra parte…Boh…”
Chichi
annuì con leggera indifferenza; se tutti gli amici di Goku erano in quel
modo, conoscerne ancora un altro non avrebbe fatto differenza.
“Allora…”
mormorò Goku rimettendosi seduto sulla roccia.
“Allora…” ripetè Chichi incrociando le
braccia dietro la schiena e dondolandosi sui talloni.
Di nuovo
calò quel silenzio imbarazzante e insopportabile; in lontananza si
levò un ruggito rabbioso, ma i due non sentirono altro che un
impercettibile ronzio.
La
ragazza tornò a giocherellare con una conchiglietta accanto al suo
alluce destro, seppellendola sotto uno spesso strato di sabbia.
Aveva
perso ogni idea, non sapeva più cosa dire, né che cosa
fare…Non voleva rimanere lì in piedi come una scema!
E poi
la soluzione arrivò da sola…anzi, in compagnia di un’altra
persona.
Proprio
quando la moretta stava per decidere di andare a cercare le sue amiche,
sentì delle risatine acute e rumore di ventosa risucchiata a pochi metri
di distanza; si voltò incuriosita e quello che vide le fece gelare le
ossa: la sua amica Bulma e quel ragazzo, Yamcha, procedevano abbracciati lungo
il bagnasciuga, schizzandosi i polpacci, e sembravano stessero cercando di
battere il record dell’arrampicata a mani nude.
Prima che
l’amica potesse individuarla, Chichi si
voltò frettolosamente verso Goku e lo prese per un braccio.
“MA
TI ANDREBBE DI FARE DUE PASSI?!” chiese con
molta foga e nervosismo.
Il
ragazzo la scrutò incuriosito per qualche secondo, turbato.
“Io…”
“I
TUOI AMICI SONO GRANDI E GROSSI E SE LA CAVERANNO BENISSIMO!”
aggiunse la moretta cominciando a sudare e guardandosi nervosamente indietro.
“TI PREGO SBRIGATI A DECIDERE!!”
Dopo
qualche secondo di indecisione Goku sorrise bonario.
“Ok, hai ragione…Al diavolo, chissenefrega di questi qua!”
Wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Era davvero
piacevole quella sensazione di freschezza all’altezza delle caviglie, era
da tanto tempo che desiderava provarla. Chichi battè
violentemente un piede a terra, sollevando alcune gocce d’acqua che
andarono a ricadere sulla sabbia bianca e fina, inumidendola.
“Questo
mare è fantastico!” commentò la ragazza allegramente.
“Quello della mia città è così sporco e
inquinato…”
“A
proposito, da dove vieni?” chiese Goku curioso, sferrando un calcio
all’aria e provocando alti spruzzi salati.
“Dalla
Città dell’Ovest, e tu?”
“Ah, io da un piccolo villaggio vicino alla Città
dell’Est, figurati!”
“Uffa,
abiti dalla parte opposta del paese!” si lamentò Chichi; non le
sarebbe dispiaciuto scoprire che anche lui viveva a
pochi chilometri da casa sua.
“Sì,
ma quando comincerò l’università stai pur certa che me ne andrò da lì” disse Goku. “I
viaggi intorno al mondo sono la mia passione!”
“Bè,
sei già a buon punto!” gli fece notare la moretta ruotando un
bracco all’intorno. “Queste isole sono parecchio lontane da casa
nostra!”
“Già…”
disse il ragazzo scrutando lo spicchio di luna che si specchiava luminoso
nell’acqua.
“Sai
che anche io tra qualche mese andrò all’università?”
intervenne Chichi. “Infatti questo è il
mio viaggio di dopo maturità!”
“Davvero?”
chiese Goku sorpreso. “Anche il mio!”
“L’avevo
immaginato!” disse Chichi con una risatina. Era molto piacevole parlare
con lui, ora che entrambi si stavano sbloccando.
“Non
vedevo l’ora di finire il liceo…Tutti quei compiti, tutte quelle
stupide regole…La fine degli esami è stato
un sogno, finalmente me ne sarei andato da quello stupido edificio
decrepito…” disse Goku ricordando le due settimane precedenti con
rabbia mista a sollievo.
“Oh,
non me ne parlare!” sbottò Chichi colpendo il palmo della mano
destra con il pugno sinistro. “Perriuscire a ripassare tutto il
programma mi sono dovuta chiudere dentro casa, con le tapparelle perennemente
chiuse, mentre vedevo mio padre uscire con le canne da pesca o andare a
prendere il sole al lago!”
“Bè,
però è finita, no?” disse Goku con un sorriso sbarazzino.
“Amen”
confermò Chichi in tono lugubre.
Entrambi scoppiarono a ridere e rimasero a fissarsi negli occhi per
una piccola frazione di secondo, ma fu sufficiente per riuscire a scorgere una
scintilla di intesa nelle iridi scure dell’altro.
Non
avrebbero voluto interrompere l’attimo, ma entrambi sarebbero
svenuti dall’emozione di lì a poco tempo…forse era il caso
di porre un rimedio…
“Ehm…fai qualche sport, Goku?” chiese Chichi arrossendo.
Bene, aveva collezionato la sua seconda domanda stupida nell’arco di sei minuti. Quanto avrebbe voluto prendersi a pugni
da sola!!
“Oh”
mormorò il moro grattandosi una guancia. “Sì…Io,
Radish, Nappa e Vegeta facciamo parte di una squadra di arti
marziali, ci chiamano ‘I Saiyan’…”
“Arti
marziali? Accipicchia!” esclamò Chichi colpita. “In effetti col tuo fisico non avrei immaginato
altro…”
“Sì,
bè…aiutano molto!” disse Goku tirandosi su una manica della
camicia e mostrando un bicipite gonfio.
“Guarda
che non mi impressioni!” esclamò Chichi
schizzandolo con un po’ d’acqua.
“Non
volevo mica impressionarti!” ribattè il ragazzo prelevando
dell’acqua tra le mani a coppa e gettandola sulle ginocchia della
moretta, che fece un salto in aria.
“Antipatico!”
Di nuovo
si gettarono in una grossa risata allegra; Chichi aveva quasi le lacrime agli
occhi per la felicità. D’altro canto, come si poteva restare
indifferenti alla gaiezza e alla candidezza di quel ragazzo?
Dopo
essersi calmata, la moretta sospirò profondamente e indicò il
“lazzaretto” all’aperto riservato agli amici di Goku.
“Torniamo?”
“Li
lascerei là ad arrangiarsi, ma…d’accordo…”
annuì Goku sospirando rassegnato.
Wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
“BLEUUUUUUUURGH…”
Radish si voltò meccanicamente su un fianco e subì le conseguenze
di tutto l’alcool che aveva ingurgitato.
Raccogliendo
tutto il coraggio che aveva in corpo e pregando il suo stomaco di ferro di non
tradirla proprio in quel momento, Chichi prese la testa del ragazzo tra le mani
e lo sorresse mentre faceva quello che doveva fare.
“Tutto
bene?” chiese Goku alla ragazza mentre lui
cercava di svegliare Nappa sferrandogli dei sonori schiaffoni fischianti sulle
guance.
“Ehm…CERTO,
TRANQUILLO!!” lo rassicurò Chichi mentre
cercava di figurarsi nella mente l’immagine di un prato fiorito e
profumato. Ma era inutile…dopo qualche secondo
sbucava Radish e innaffiava tutte le margherite con del concime verdastro di
sua personale produzione.
“Oh
Kami…Cosa non si fa per far star meglio una
persona…” mormorò sottovoce la moretta deglutendo e
distogliendo lo sguardo.
Sembrava
che il rigetto non avesse una fine, non accennava a diminuire…Che strani
effetti potevano avere dieci bottiglie di birra a testa…
Finalmente,
dopo quindici minuti di conati e altri impressionanti rantolii, il ragazzo si
fermò e voltò il capo verso la ragazza, scrutandola perplesso e
incuriosito.
“Ehm…ciao,
io sono Chichi…Come va?” chiese lentamente sperando che il flusso
fosse davvero finito completamente.
“Rumph…”
borbottò Radish mostrando alla ragazza il suo profilo. Chichi lo
interpretò con un “Ora sto meglio, grazie”.
“Ehi,
Goku!” chiamò a gran voce la moretta. “Tuo fratello si
è ripreso!”
“Ok!
Grazie, Chichi!” rispose Goku con un gran sorriso colpendo il suo
paziente con un ultimo, potentissimo ceffone sugli zigomi.
“Ehi,
così gli fai male!” protestò Chichi scrutando torva il
ragazzo.
“Pfui…Questo
è niente! Vedessi quando uso la borsa
dell’acqua calda!” disse Goku ridendo.
Dopo
quella botta, tuttavia, Nappa aprì lievemente gli occhi e si
portò immediatamente una mano alla testa.
“Ooooh,
che male boia…” si lamentò strizzando le palpebre.
“Cerchio
alla testa, eh?” chiese Goku in tono di rimprovero.
“No,
almeno quattro o cinque…” precisò Nappa sdraiandosi sulla
sabbia e rotolandosi di qua e di là tenendosi le tempie con entrambe le
mani.
Goku
volse lo sguardo a Chichi, che osservava la scena preoccupata, ma allo stesso
tempo divertita.
“Grazie
per il tuo aiuto” disse Goku dolcemente; Chichi arrossì e scosse
la testa. “Ma dai, l’ho fatto volentieri!
Sono una crocerossina nata!”
Il
ragazzo, dopo un piccolo sorrisetto complice, tornò a concentrarsi su
Vegeta, al quale naturalmente stava riservando lo stesso trattamento di Nappa.
Chichi
stava per alzarsi e andare ad aiutarlo, magari con un altro metodo, quando si
sentì chiamare da C18.
“Chichi!
Dove sei? CHICHI!!”
La
moretta scattò in piedi e si voltò indietro: a pochi metri da lei
vi erano la biondina e Lunch che si guardavano
nervosamente intorno.
“Devo
andare” disse frettolosamente a Goku. “Le mie amiche mi stanno
cercando!”
“Oh…”
mormorò Goku spiazzato. “D’accordo…Grazie ancora,
Chichi…”
Chichi
rimase immobile sul posto, riflettendo: non poteva andarsene, glielo doveva
almeno chiedere…
“Che ne dici se un giorno di questi ci rivediamo? Possiamo
stare tutti insieme! Che ne dici?” chiese in un sol
fiato.
Goku la
guardò raggiante. “Ma certo! Quando vuoi, mi farebbe molto piacere chiacchierare di nuovo
con te!” esclamò strizzando un occhio.
Chichi si
sentì le gote calde e si aprì in un gran sorriso allegro.
“Ok…Allora ci vediamo! Ciao!”
E
scappò via sollevando una nuvoletta di sabbia.
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“Ma si
può sapere dove sei stata?!” la
aggredì Bulma furibonda mentre si dirigevano al loro bungalow.
“Accidenti a te, ti abbiamo cercato dappertutto! È colpa della tua
gonna?!”
Chichi si
tirò ancora più giù la mini di jeans e ribattè:
“M-ma no! Io ero…”
“Lascia perdere! Oh, mi hai fatto camminare per tuuuutta la
spiaggia…” disse Bulma come se stesse
recitando in una tragedia.
“Veramente
siamo state io e Lunch ad andarla a cercare” la
corresse C18 scoccandole un’occhiataccia. “Tu non hai fatto altro
che stare appiccicata a Yamcha per tutta la sera!”
Bulma
trasalì e arrossì. “Ma certo!
È così dolce e gentile…Un vero uomo!”
“Insomma
abbiamo fatto conquiste stasera, eh?” si intromise
Chichi approfittando del fatto che le amiche sembrava avessero dimenticato che
fossero arrabbiate con lei.
“Eh
sì! Ma non solo io, non è vero
Lunch?” disse Bulma dando di gomito all’amica, che era diventata
più rossa di un pomodoro maturo.
“Non
è vero! Ho solo fatto amicizia con Tensinhan, ma niente di
più!” farfugliò nel panico.
“Ma chi, il deejay?” chiese la moretta incuriosita.
“Sì,
quello insieme al suo amichetto cadaverico”
confermò C18.
“Povero
Jiaozi…è solo di colorito pallido!” intervenne Lunch scandalizzata.
“A
proposito, Lunch” disse Bulma scrutandola
preoccupata. “Fossi in te starei molto attenta a
quel nanerottolo…Hai visto quanto sono amici quei due? Non vorrei
che…insomma…Capisci?”
“Ma
che vai farfugliando, Bulma!!” esclamò
Chichi furiosa. “Solo perché due ragazzi sono tanto amici non vuol
dire che siano…bè…dell’altra
sponda! Tu e i tuoi stupidi pregiudizi!”
Bulma
fece spallucce ed entrò furtivamente dentro il bungalow, buttandosi sul
letto.
“Yaaaawn…Quanto
sono stanca…Voglio solo dormireee…” mormorò
abbracciando il cuscino e strofinandovi il viso.
Le
ragazze si infilarono le camicie da notte, si lavarono
il viso e si legarono i capelli, pronte per immergersi nel mondo dei sogni.
“Aaah…Non
vedo l’ora di andare in spiaggia, domattina! Col sole sicuramente sarà tutta un’altra cosa!” esclamò
Lunch sognante, pettinandosi la lunga chioma mossa.
“Già!
Sempre che Bulma riesca a svegliarsi ad un’ora
decente!” disse C18 con indifferenza.
“Cosa vorresti insinuare, bella?!” sbraitò Bulma
sospettosa scattando col viso a pochi centimetri da quello della biondina.
“Ti
ricordi quella volta che abbiamo dormito tutte insieme?”
chiese C18 alzando gli occhi al cielo. “Tu ti sei svegliata due ore dopo
di noi e hai avuto anche il coraggio di lamentarti per aver perso la
colazione!”
Bulma
incrociò le braccia, indignata. “Pfui…Ho i miei orari,
IO!”
“Basta
fare tutto questo casino, voglio andare a dormire!” protestò
Chichi portando le mani sul materasso superiore del letto a castello. Bulma le
afferrò un polso strettamente e la guardò con aria assassina.
“Cosa credi di fare, bella?”
“Vado
a sdraiarmi sul mio letto in modo da poter dormire” rispose la moretta
con semplicità.
“Forse
non hai capito bene la situazione…” sibilò Bulma irrigidendo
la presa. “Sarò IO a dormire di sopra!”
“Cos…?”
disse Chichi spiazzata, per poi tornare alla carica un momento dopo. “Ah,
no! Col cavolo, di sopra ci vado io!”
“Io
sono di due mesi più grande di te, quindi ho la
precedenza!” ribattè Bulma cercando di arrampicarsi, ma venendo
prontamente fermata dalla moretta.
“Ma tu hai già strofinato la faccia su
quell’altro cuscino” disse indicando la federa del letto inferiore.
“Io non voglio poggiare la testa su un cuscino che abbia
già un altro odore!”
“E allora faremo a cambio di cuscino!” esclamò
Bulma prendendolo e sferrandolo dritto sul naso dell’amica.
“BASTA!”
sbraitò la moretta; con un gesto fulmineo, spinse Bulma in basso e si
arrampicò di sopra, impossessandosi legittimamente del tesoro conteso.
Bulma
rimase pietrificata ai piedi del letto, incapace di reagire. Lunch le si avvicinò e le passò un braccio dietro le
spalle.
“Dai,
Bulma…Una guerra si vince o si perde, è normale!” disse
dolcemente cercando di soffocare una risatina.
Bulma
sospirò e si adagiò sul letto inferiore, sistemando le lenzuola
alla meglio. “Sigh…Me tapina…”
“Mamma
mia che vista che c’è da quassù!!”
esclamò Chichi sporgendosi di sotto e facendo una pernacchia alla sua
avversaria, la quale la minacciò con una ciabatta.
“Buonanotte”
tagliò corto C18 spegnendo la luce del comodino; subito calò
l’oscurità, ma ciò non impedì alle ragazze di
lasciarsi andare a chiacchiere euforiche ed emozionate.
“La
nostra prima notte alle Isole Yoshi!!”
esclamò Lunch volgendo lo sguardo al soffitto.
“La
nostra prima festa alle Isole Yoshi!” aggiunse C18 gioiosa.
“È
stata una serata fantastica” disse Bulma ripensando ai piacevoli
ed eccitati momenti trascorsi con Yamcha. “Vi ho già detto che domani Yamcha verrà in spiaggia con
noi?”
“Almeno
trenta volte” disse C18 seccata. “A proposito, Chichi, tu che cosa
hai fatto quando ti sei allontanata?”
Chichi
sussultò lievemente con un piccolo rimbalzo e sorrise dolcemente
incrociando le braccia dietro la testa. “Mah, niente di che…Ho fatto l’infermiera…Buonanotte, ragazze!”
La
moretta si voltò su un fianco e non disse nessun’altra parola,
lasciando le amiche avvolte nella curiosità e nel mistero.
“Secondo
me è un po’ tocca…”
commentò Bulma sistemandosi i capelli.
Wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
CONTINUA…
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Eccomi qua!!^^ Scusate se il nuovo capitolo è un pochino
più corto dei precedenti, ma ho preferito fermarmi a questo punto, per
poi partire con un’altra situazione la prossima volta! Stavolta è
entrato in gioco anche il romanticismo…Quanto sono
carini insieme quei due!!
Wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Pikkola
Rin:
Grazie ancora per i complimenti! Non ti preoccupare, presto la coppia
Bulma/Yamcha…scoppierà!^^ Ma per ora non
ti anticipo niente di più…Intanto già nel prossimo capitolo
succederà qualcosa che riguarda proprio Bulma!!
wqwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Lyla: Ciao
carissima!!^^ Come va? Sai, sono contenta che anche lo scorso capitolo
ti abbia fatto ridere, mi rende felice saperlo!!
Questo, invece, è un po’ più sul romantico, ma ho cercato
di aggiungere qualche elemento comico senza rompere l’atmosfera…Non
so se i risultati siano abbastanza decenti, non sono molto preparata in materia
di primi incontri!!^^ Ssssigh!! Ancora grazie per le
tue belle parole! Sei dolcissima!!
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Gil: Bentornata!^^ Sono contenta che il quarto capitolo ti
sia piaciuto!! Grazie mille, mi ha fatto davvero molto
piacere!! Uaaah, un’altra fan di Goku!!! Bene bene…diventiamo sempre più numerose!
Anche per quanto riguarda me il secondo personaggio in ordine di preferenza è il principe! E
proprio lui, tra pochissimo, sarà coinvolto in
qualcosina…Tranquilla, ti posso assicurare che neanche a me va molto a
genio la coppia Bulma/Yamcha!
Eh eh! I saiyan alla parrocchia! Non so nemmeno io come mi sia
venuto in mente, ho solo pensato a una mia amica che
fa scout e che ogni tanto va a fare campeggio! Ma in
realtà credo che loro neanche sappiano cosa sia, una parrocchia! Oh
bè, almeno le tende le hanno piantate!
Spero che anche questo chap ti sia piaciuto e ti abbia fatto
sorridere! Viva i piccioncini!! Ancora mille grazie,
ti voglio bene!!
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Kristin: Ma lo sai che in effetti per
il pezzo della meridiana mi sono ispirata proprio a Hercules? Quel pezzo
è stato troppo ganzo!! “Ehi,
compare…Vuoi comprare una meridiana?”^^ Mi sono fatta certe risate!! Spero di non venire accusata di
plagio!!^^
E dopo il fatidico incontro…l’incontro vero e
proprio!! Come ti è sembrato lo snodo della
vicenda? In ogni caso…quei due insieme sono
carinissimi insieme, non trovi? Io ne sono convinta!!
Grazie grazie grazie ciccia!! Ti aspetto, a presto!!
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LeftEye: Tranquilla, i due si incontreranno
moooolto presto!! Sono fatti per stare insieme, è impossibile che non
succeda qualcosa!! E
Yamcha…Bè…Vedremo!!^^
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Son Giuggy90: Ehi, che sorpresa! Tu sei l’autrice
della carinissima “Le nozze di Goku e Chichi”!!
Wow che bello trovarti qui!! Sono davvero contenta che
la mia storia ti piaccia!! I tuoi complimenti mi hanno
fatto davvero molto piacere!! Questo nuovo capitolo
è praticamente dedicato alla nostra coppia
preferita! Spero che ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi, ci tengo
molto!! Ciao ciao, un bacione grande
grande!! P.s. Mi raccomando, anche tu…aggiorna presto!^^ Non vedo
l’ora di leggere il terzo capitolo!!^^
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Oltre
alla scrittura, la mia altra grande passione è
il disegno…Amo le caricature! Ieri, visto che non avevo niente da fare, ho preso carta e colori e mi sono messa a disegnare la scena
dell’incontro tra Goku e Chichi! Visto che mi sono
ispirata alla mia storia, ho deciso di pubblicare il mio disegno, per
condividerlo con voi!! Spero che vi piaccia…anche se
hanno le teste sproporzionate e i colori del cielo sono osceni!!^^ Mamma mia
che vergogna!! Un bacio a tutti e al prossimo capitolo!!
Ciao ciao!! E ricordate…COMMENTATE!! Dai, che non comporta alcuno sforzo! (Sennò
sarebbe preoccupante!^^’’’’)
Capitolo 5 *** Capitolo 5: Sole, mare e bei ragazzi ***
.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.
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CAPITOLO
5: Sole, mare e bei ragazzi
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“Bulma?”
“…”
“Bulma?”
“…”
“BULMA!!”
“Zzz…Hmm…Ancora
cinque minuti, mamma…” farfugliò la ragazza con la voce
impastata, girandosi su un fianco.
Chichi
sbuffò, stizzita, e riprese a scrollare l’amica con più
impeto. “Insomma! Andiamo, alzati! È ora di andare in
spiaggia!”
Ma Bulma
aveva tutta l’aria di essersi di nuovo addormentata profondamente e non
aveva alcuna intenzione di lasciare il mondo di Morfeo troppo presto.
La
moretta poggiò le mani sui fianchi, seccata. Dannazione, lei e le altre
erano in piedi già da una mezz’ora ed avevano già fatto
colazione! Si stavano preparando per andare in spiaggia, non potevano lasciare
Bulma da sola nel bungalow, sarebbe stata una crudeltà imperdonabile,
sorvolando sul fatto che ne avrebbero subito le conseguenze al rientro…
Ma la
soluzione più logica era lì, a portata di mano.
“Ehm…Oh,
ciao, Yamcha! Accomodati!” urlò Chichi all’uscio, ovviamente
deserto, sperando di attirare l’attenzione di Bulma.
E
infatti…
“YAMCHA?!
DOVE?!” squittì la ragazza dai capelli celesti zompando
improvvisamente in piedi e ravviandosi i capelli, emozionata. “Cavolo,
è già qui?”
“Ben
svegliata, dormigliona!” esclamò Lunch avvicinandosi
all’amica e porgendole una tazza fumante contenente uno strano intruglio
marroncino.
“Buongiorno…”
mormorò Bulma un po’ delusa. “Ma…e Yamcha?”
“Oh…è
appena andato via!” disse Chichi sperando di essere convincente.
“Ma prima che girasse inesorabilmente e irrimediabilmente l’angolo
della strada, ha detto che ci aspetta tutte in spiaggia!”
“Perfetto!
Almeno non mi vedrà così in disordine!” esclamò
Bulma risollevata, sorseggiando il cappuccino schiumoso che Lunch aveva
amorevolmente preparato per lei.
“Torniamo
in quella di ieri sera, vero?” chiese C18 uscendo dal bagno con indosso
il suo bikini azzurro perfettamente coordinato con il colore dei suoi occhi.
“Ma
certo! Se era così bella di notte, figurati ora che è
giorno!” esclamò Chichi, che in realtà, con l’aggettivo
“bello”, si stava riferendo a un altro soggetto.
“Ok,
vado in bagno a prepararmi e arrivo! D’accordo?” disse Bulma
allegra, afferrando al volo un asciugamano che C18 le porgeva e chiudendosi la
porta della stanzetta alle spalle.
Nell’attesa,
anche le altre finirono di prepararsi; indossarono i copricostume e infilarono
le ultime cose nelle borse già strapiene.
“La
protezione 20 la prendo io, va bene?” disse Lunch prendendo il flacone
poggiato sul comodino.
“Te
la puoi anche tenere!” esclamò Chichi, che aveva intenzione di
farsi dei rilassanti bagni di sole per la sua pelle candida.
“Ok,
io dovrei…” cominciò C18, quando un urlo lacerante
proveniente dall’interno del bagno le fece spaventare a morte. Subito si
precipitarono davanti all’uscio chiuso, preoccupatissime.
“BULMA!
CHE COSA SUCCEDE?!” gridò Chichi graffiando letteralmente la porta
con le unghie.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!”
ripetè Bulma in un ululo di disperazione crescente.
“APRI
LA PORTA! CHE
COS’HAI?” urlò C18 cercando di forzare la maniglia, ma era
chiusa a chiave.
“NON
È POSSIBILE…NON È POSSIBILE !!!”
“BULMA!!!”
tuonarono all’unisono le amiche, che ormai avevano cominciato a sudare
freddo. Non riuscivano proprio ad immaginare quali spaventosi orrori stessero
accadendo all’interno di quella piccola stanzetta. Cominciavano a temere
il peggio…
Dopo
qualche secondo di struggente attesa, la maniglia di ottone cominciò ad
abbassarsi lentamente e le tre ragazze si allontanarono di qualche passo,
pronte a scattare in avanti al primo segnale di problema in vista.
Sulla
soglia spalancata, completamente stravolta, c’era Bulma. Aveva i capelli
in disordine, gli occhi sbarrati e arrossati, ma allo stesso tempo erano
assatanati e fiammeggianti. Tra le mani stringeva una piccola saponetta, quasi
volesse spappolarla con le sue forze.
“Mi…mi
sono venute le mie cose…” annunciò con un sibilo
piagnucoloso e pieno di malinconia.
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“Suvvia,
non è poi così male!” esclamò Chichi dando una
piccola pacca sulla spalla di Bulma, che dopo innumerevoli scenate(ovviamente
rivolte alla sua incredibile iella e alla maledizione che la Dea Bendata le aveva
lanciato alla nascita)si era convinta a scendere ugualmente in spiaggia.
Il
panorama era davvero incantevole, niente in confronto alla bellezza della sera
precedente: una distesa immensa di sabbia bianca simile a sottile farina,
costellata di piccole conchiglie e sassi di ogni più svariato colore; lo
sfondo di palme slanciate e cariche di noci di cocco contribuiva ad accrescere
la comune e insostituibile magia delle isole tropicali.
Davanti
ai loro occhi, sconfinata, una distesa di acqua limpida e cristallina,
scintillante e ipnotica sotto i raggi accecanti del solleone; le chiazze chiare
del fondale si alternavano a quelle scure delle zone più profonde, quasi
volessero tendere qualche insidia.
“Oh
mammina…Reggetemi…” mormorò C18, estasiata
dall’immagine che le si presentava.
“Prima,
forse, è il caso di trovarci un posto…Guardate quanta
gente!” notò Bulma sorpresa: in effetti, la lunga spiaggia era
già disseminata da parecchi ombrelloni colorati, i quali ospiti si
stavano godendo l’arietta frizzante o si crogiolavano su di una sdraio.
“Tutta
colpa tua…Avresti potuto svegliarti prima!” si lamentò C18
rivolgendosi a Bulma, che si stava guardando intorno nella speranza di scorgere
Yamcha.
Le
quattro cominciarono a farsi strada fra i bagnanti, anche se era difficile
riuscire ad evitare di scontrarsi con qualche bambino ridacchiante ed
irrequieto o senza pestare qualche asciugamano.
La
ricerca proseguì fino a quando Chichi non intravide un piccolo spiazzo
proprio a metà strada tra il mare e le palme dietrostanti; non era molto
all’ombra, ma sembrava fatto apposta per loro.
“Wow!
Chichi, non ci avevi detto di aver installato dei radar trova-posto-in-spiaggia
prima di partire!” esclamò Bulma ridacchiando e abbracciandola
soddisfatta.
Poggiarono
le borse e il grande ombrellone a terra, sbuffando stanche.
“Bene,
direi che possiamo anche piantare l’ombrellone…” propose
Lunch raccogliendo la stecca di fissaggio.
“Ehm…Chi
di voi ne è capace?” chiese Chichi.
“Ah,
io no di sicuro” disse C18 a braccia conserte. “Mi
dispiace…”
“Ho
l’aria di una che ha studiato il modo migliore per piantare gli
ombrelloni nella sabbia?” chiese Bulma sarcastica, scrutando torva la
stecca in mano a Lunch.
“Oh
cavolo…e ora?” mormorò la moretta preoccupata. Non potevano
starsene lì così esposte, quando ci saranno stati almeno quaranta
gradi all’ombra!
“Ooooooh,
mi si spellerà la pelle!!” si lamentò Bulma coprendosi le
spalle con le mani.
“Bè…chiediamo
a qualcuno…” propose C18 cominciando a cercare qualche buonanima
che avrebbe potuto aiutarle.
“Se
ci fosse Yamcha saprebbe cosa fare…” sospirò Bulma
malinconica.
Chichi si
portò una mano davanti agli occhi in modo da ripararsi dal sole e
proseguire nella ricerca in modo più facile. Ad un certo punto le parve
di intravedere uno svolazzare di capelli neri…Un familiare
svolazzare di capelli neri…
Ma no,
non poteva essere! Tra tutte le spiagge che c’erano, figurati se avrebbe
potuto rivederlo proprio lì! Sì, sicuramente era un miraggio, uno
splendido ma irreale miraggio…
E poi,
quando finalmente era riuscita a convincere anche la sua coscienza, da dietro
uno dei tanti ombrelloni in lontananza sbucò un gruppo di ragazzi,
dall’aria spaccona e burbera.
Tra
questi, con grande gioia della moretta, vi era anche Goku.
Si
sentì le gote vicino al punto di ebollizione, ma il clima caldo non
c’entrava assolutamente niente. Non riusciva a crederci, erano davvero
Goku e i suoi amici…
Chichi si
gettò nella mischia e cominciò a saltellare sul posto e a
sventolare le braccia in aria con un sorriso a trentadue denti.
“GOKUUUUU!!!
SONO QUI!!!” urlò a squarciagola rivolta al gruppetto poco
distante.
“CHI
È GOKU?!” chiesero all’unisono le sue amiche, spiazzate, ma
la moretta le ignorò: era troppo impegnata a contemplare lo sguardo
allegro che il ragazzo le aveva appena rivolto…Si era veramente accorto
della sua presenza!
Piano
piano, facendosi lentamente strada lungo il tratto di spiaggia che li separava,
le si avvicinò, seguito a ruota dai suoi amici, che in verità
avevano un’aria piuttosto seccata.
“Ciao,
Chichi!” esclamò il moro con un sorriso dolce.
“C-ciao,
Goku…” balbettò la moretta portandosi, imbarazzata, una
ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.
“Immagino
che loro siano le tue amiche!” disse Goku sporgendosi dietro il capo
della ragazza e osservando le tre ragazze allibite, ognuna con una buffa
espressione dipinta sul viso.
“Ehm…Sì”
disse Chichi risvegliandosi dai suoi pensieri. “Loro sono Bulma, Lunch e
C18.”
“Piacere!”
disse Goku stringendo la mano a ciascuna di loro, che ricambiarono debolmente
la stretta. Il ragazzo si accorse della loro aria sospettosa e poco fiduciosa.
“Allora,
Kakaroth! Vuoi muoverti o devi ancora prendere il tè coi
biscottini?!” esclamò Nappa spazientito, pestando un piede a terra
e facendo scappare via un bambinetto terrorizzato.
“Arrivo”
disse il ragazzo voltandosi verso di loro e notando i loro sguardi annoiati e
nervosi…tranne quello di Crilin, che scrutava C18 con molto interesse e
sembrava non avesse alcuna intenzione di allontanarsi.
“ASPETTA,
ASPETTA!!” gridò Chichi attirando su di sé
l’attenzione. “Ehm…Non è che potreste montarci
l’ombrellone? Noi non ne siamo capaci…E-e se volete…Potete
dividerlo con noi…visto che voi non lo avete…”
Bulma,
C18 e Lunch spalancarono gli occhi, sconvolte: da quando Chichi prendeva tutte
quelle confidenze con degli estranei?!
“Davvero?!
FOOORTE!” esclamò Radish. “Almeno non dobbiamo scarpinare
fino al banco noleggio!”
“Accettiamo”
tagliò corto Vegeta sedendosi a terra bruscamente.
“Scusate...il
fatto è che non abbiamo tanti soldi!” spiegò Goku in un
sussurro alle ragazze additando mortificato gli amici.
Bulma
afferrò l’amica per una spalla approfittando di un momento di
distrazione dei ragazzi, impegnati ad erigere l’ombrellone, e le
bisbigliò furibonda in un orecchio: “Chichina, credo che tu ti sia
dimenticata di dirci qualcosa…”
“Ehm…Ma
dai! Sarà bello avere un po’ di compagnia maschile…
…E-e poi non volevate conoscere dei bei ragazzi? Guardate cosa vi ho
procurato!!” si affrettò ad aggiungere la moretta notando le
occhiate furiose delle amiche.
“Bè,
in effetti…” mormorò C18 osservando compiaciuta il
fondoschiena di Radish.
“C18,
attenta…Stai sbavando!” la avvertì Bulma con una risatina di
scherno. C18 si pulì la bocca e riprese la sua solita aria impettita.
Una volta
montata l’attrezzatura e sistemati i teloni a terra, tutti, tranne Bulma
e Vegeta, si tolsero magliette e copricostume e corsero in acqua,
“OH,
NON PREOCCUPATEVI PER ME! MI DIVERTIRÒ DA MATTI QUI FUORI TUTTA
SOLA!!” urlò Bulma sarcastica e furibonda dietro le amiche.
“NE
SONO CONVINTA!!” rispose Chichi con una pernacchia rumorosa. Le altre
scoppiarono a ridere e Bulma arrossì, sistemandosi i pantaloncini e
sedendosi su una seggiolina pieghevole.
‘Bè,
almeno non sarò completamente sola…’ pensò la ragazza
lanciando un’occhiata apprensiva a Vegeta, come sempre immobile e
silenzioso, sotto l’ombrellone.
Tanto
valeva provare a fare un po’ di conversazione…
“Ehi!
Allora anche a te non piace fare il bagno?” chiese al ragazzo con un
sorriso finto. In realtà avrebbe voluto urlare la sua sfiga ai quattro
venti.
“No,
non mi va…”
‘Però!
Sei loquace!’ pensò ironica la ragazza con un sorrisetto.
“…Ma
so che tu hai ben altri motivi per non fare il bagno…” aggiunse con
indifferenza Vegeta rivolgendo uno sguardo avido ai suoi pantaloncini
arancioni, includendovi anche le cosce.
“Ma…NO!!”
sbottò Bulma arrossendo e coprendosi le gambe scoperte con un
asciugamano. Vegeta ridacchiò soddisfatto.
Bulma
aggrottò le sopracciglia e fece un gran sospiro rilassante.
‘Caaalma, Bulma, non ti agitare…Era solo una battuta, non
c’è bisogno di surriscaldarsi così…E poi lui ci gode
a farti arrabbiare!! Ah ah!!’ si disse mentalmente, costringendosi a sorridere
e a convincersi che sarebbe andata meglio.
“…Meno
male che sono un maschio” disse improvvisamente Vegeta voltando la testa
da un’altra parte.
Come si
dice, la goccia che fece traboccare il vaso…Bulma era sicura di non
essersi mai avvicinata tanto al punto di ebollizione come in quel momento.
“Grrr…Ascoltami
bene, tu!!” sbraitò furiosa scattando in piedi e puntandogli un
dito vicino al naso, con aria minacciosa. “Quello che ho non sono affari
tuoi, ragione per cui tu sei un maschio e quindi non te ne dovrebbe fregare
niente!! E poi piantala di farmelo notare, perché non sai quanto ci
soffro a vedere le mie amiche che sguazzano spensierate dentro quel brodo
bollente mentre io devo stare qua fuori a convivere con questo flagello!!
SSSIIIIIIIGH!!!”
Vegeta
spalancò gli occhi, sorpreso, e dopo un minuto di imbarazzante silenzio
scoppiò in una grossa risata cavernosa.
“BWAHAHAHAHAH!!
Scusa ma…sei troppo buffa, donna!! Ah ah ah!! È incredibile, in
solo due minuti sei riuscita a mettere insieme una quantità di gaffe
spaventosa!! Ah ah ah!!!”
Bulma
rimase a bocca aperta, scioccata da quella reazione che non si sarebbe mai
aspettata. Dopo qualche istante di indecisione, si costrinse ad unirsi alla
risata, cercando di trovarci qualcosa di buono. Ma quanto poteva essere
difficile?!
“Ehm…Eh
eh…Sì...sono…buffa…” mormorò stizzita con
una gocciolina sulla testa.
In
quella, dall’acqua emersero Chichi, Goku, Radish e Nappa, che corsero ad
avvolgersi nei loro asciugamani morbidi ed asciutti.
“Tutto
bene, Bulmina?” chiese Chichi sedendosi accanto a lei e prendendo una
rivista di parole crociate dalla sua borsa.
“Eh?
Ah sì, tutto bene…” farfugliò Bulma in risposta
lanciando un’occhiata sdegnosa a Vegeta, che si era di nuovo appoggiato
con la schiena all’ombrellone e aveva ripreso a sonnecchiare.
“Aaaah,
che nuotata!!” esclamò burbero Radish, estraendo da una piccola
borsa termica portatile l’ennesima lattina di birra.
“Non
te lo consiglierei…La sbornia di ieri sera non ti è ancora
passata…” lo ammonì il fratello gettando il suo telo da una
parte.
“Non
mi rompere, Kakaroth!” ribattè il moro ignorandolo e togliendo la
linguetta con un colpo secco. Tracannò la bevanda tutta d’un
fiato, come suo solito, e scagliò la lattina lontano, colpendo una
coppietta poco distante, in procinto di scambiarsi un innocente bacetto.
Chichi provò
un impeto di pietà per quei due poveri fidanzatini; erano così
teneri…
Istintivamente,
rivolse un fugace sguardo a Goku, in piedi e pericolosamente vicino a lei. La
moretta spalancò gli occhi e lasciò la mascella libera di
precipitare verso il basso: sembrava risplendesse di luce propria, grazie alle
piccole gocce d’acqua salata scintillanti sotto i raggi del sole che
scorrevano lentamente lungo la sua pelle umida, delineando perfettamente il suo
addome modellato dai tanti esercizi. Era…semplicemente fantastico.
Come
potevano convivere così armoniosamente quel fisico da fusto e quegli
calamitanti occhi neri da cucciolo?
Radish
emise un piccolo suono e Chichi fu destata dai suoi pensieri; fortunatamente
Goku non si era accorto del suo sguardo addosso…
“Oh,
Dio…Non mi sento molto bene…” bofonchiò Radish
accasciandosi da una parte e tenendosi la testa con una mano.
“Te
l’avevo detto, testone!” esclamò Goku spazientito dandogli
uno scappellotto sulla nuca e nascondendolo alla vista degli altri bagnanti;
decisamente, non era uno spettacolo molto piacevole da vedere…
“Bè,
almeno non devo tenergli la testa come ieri sera…” mormorò
Chichi a Bulma, che ovviamente non ci stava capendo niente.
“Poverino!
Si sente male?” chiese Bulma preoccupata, fissando Radish piegato in
avanti e in preda a forti spasmi.
“Oh
no…Vomita per hobby! È fatto così, è un
eccentrico!” intervenne ironicamente in risposta Vegeta, scoccando
un’occhiata all’arrabbiatissima e stizzita Bulma.
“Grrr…Quello
non lo sopporto più!!” sbottò la ragazza rivolgendosi a
Chichi.
“Bene,
sono contenta che abbiate fatto amicizia!” rispose la moretta con un
sorriso poco convinto.
“Ehi,
carina, perché tu non sei venuta a fare il bagno con noi?” chiese
improvvisamente Nappa a Bulma andandosi a sedere proprio tra lei e Chichi.
Bulma
arrossì, turbata dal suo poco senso di deduzione, e balbettò:
“Bè…sai com’è…ho le mie
cose…”
“Oh”
disse Nappa. “Bè…se ti va di farti un tuffo, le tue cose
posso guardartele io…”
Chichi
fece uno sforzo mastodontico per non farsi scappare una grossa risata; Bulma,
d’altro canto, cadde a gambe all’aria e preferì rimanere
zitta di fronte al poco cervello del suo interlocutore.
Goku e
Radish riemersero dal cumuletto di sabbia contaminato e tornarono sotto
l’ombrellone, entrambi stremati.
“Ti
senti meglio?” chiese Chichi apprensiva al ragazzo dai capelli lunghi.
“Eh…Sì…”
biascicò Radish con la voce impastata. Il suo alito puzzava.
“Bene”
disse la moretta prima di tornare a concentrarsi sul suo schema di parole
crociate.
“Ehi,
ieri sera mi hanno detto che mi hai aiutato” disse improvvisamente il
ragazzo impappinato: era chiaro che le conversazioni con le donne non erano il
suo forte.
“Ah…Sì,
in effetti è così” rispose Chichi vagamente, distratta da
una definizione particolarmente complicata.
“Sì,
bè…graaaaaaaaaaazie!” bofonchiò il ragazzo
imbarazzato. Sembrava un bambino che riceveva un regalo particolarmente
appetitoso da una estranea.
“Uhu…”
“Ehm…sei
in difficoltà con quei quadretti bianchi e neri?” chiese Radish
sporgendosi sopra la rivista.
“Eh?
Ah!” esclamò Chichi captando nell’aria la domanda che si
aspettava. Si stava scervellando su quelle sette caselle da quindici minuti!
“Sì, non è che potresti aiutarmi un secondo?”
Radish
annuì, impacciato, e attese che la ragazza lo informasse.
“Allora…Sette
lettere…’Ha l’oro in bocca’…Comincia con M
e…la quarta lettera è T…” disse Chichi contemplando la
piccola scrittura nera.
“Hm…è
orizzontale o verticale?”
“Verticale…”
Radish
prese fiato, in procinto di dire qualcosa, ma subito dopo si afflosciò
su se stesso e schioccò le dita.
“Acc!!”
esclamò deluso strizzando le palpebre.
“Che
c’è?” chiese la moretta spiazzata.
“…Se
era orizzontale la sapevo!!”
Chichi
sgranò gli occhi e decise di riporre immediatamente la rivista nella
borsa; a quanto pare non era il caso di lavorare con la mente sotto quel sole
cocente.
Notando
il brusco calo di divertimento sotto il loro ombrellone, Bulma afferrò
un grosso pallone gonfiabile e esclamò: “Forza, ragazzi! Facciamo
due tiri, vi va?”
Rassicurata
dalle scarse e poco convincenti approvazioni degli altri, tirò il
pallone in aria e lo schiacciò verso Vegeta, il quale, mantenendo gli
occhi chiusi, allungò una mano, lo acchiappò in punta di dita e
sfilò il tappo ermetico, sgonfiandolo e facendo afflosciare la gomma
sulle sue ginocchia.
“EHI!!
MA SEI CRETINO?!” sbottò Bulma raccogliendo il cadavere del
pallone e contemplandolo con le lacrimucce agli angoli degli occhi.
“Sigh…Ci avevo messo taaanto a gonfiarlo…Ma ti rendi conto
che hai disperso il mio stesso fiato per tutta la spiaggia?!”
“Speriamo
che non tramortisca qualcuno, allora…” disse Vegeta con
indifferenza teatrale.
“GRRRRRRRR!!!!”
esclamò Bulma con gli occhi fiammeggianti, stringendo i pugni e cercando
di strangolare il pezzo di gomma.
“Vegeta,
smettila!” lo rimproverò Goku scandalizzato.
Vegeta
non rispose, ma si limitò a sorridere divertito e soddisfatto.
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“Allora,
non ditemi che non vi siete divertite!” esclamò Chichi scrutando
la palla arancione infuocata che lentamente andava a nascondersi dietro
l’orizzonte.
“Sì,
peccato che quel piccoletto –come si chiama? Crilin?- non la smetteva di
starmi addosso!” ribattè C18 un po’ spazientita.
“Ma
dai, in fondo era simpatico!” disse Lunch divertita. “Sarà
basso, pelato, timido, ma era molto simpatico e forzuto! Hai visto come ti ha
staccato su dall’acqua oggi pomeriggio?”
“Per
favore, non ricordarmelo!” sbottò la biondina sentendosi un
brivido lungo la schiena. “Per farlo, mi ha messo le mani sotto al
sedere!”
“Sì,
ma è stato solo per due secondi! E questo non fa di lui un porco!”
disse allegramente Chichi, che al contrario di lei si era goduta il pomeriggio
in compagnia dei ragazzi.
Avevano
pranzato tutti insieme in un chiosco di hot dog vicino alla spiaggia, per poi
rifiondarsi subito in acqua una volta digerito il tutto; si erano divertiti da
matti, e per completare l’effetto finale Goku le aveva regalato una
stella marina che aveva raccolto sul fondale del mare. “UAAH, MA QUANTO
È…DOLCISSIMO!!!”
La
strinse tra le mani ancora una volta, prima di rigettarla in acqua e salutarla
per l’ultima volta.
“Sì,
ma il mio hot dog faceva letteralmente schifo!!” esclamò Bulma
incrociando le braccia.
“In
ogni caso, ho visto che tra te e Vegeta c’è un certo
feeling!” disse C18 dandole un colpetto con il gomito.
“CHI?!
QUEL DEFICIENTE MUTO?! AH!!!” urlò la ragazza battendo i piedi a
terra nervosa, sollevando una nuvoletta di sabbia. “Non ha fatto altro
che stuzzicarmi tutto il pomeriggio! Ah, ma domani ci penserà Yamcha a
dargli una bella lezione!!”
“A
proposito, perché oggi non si è fatto vedere?” chiese
Lunch.
“Avrà
avuto da fare con il suo lavoro da fattorino, povero ciccio!” disse Bulma
sognante. “Ma vedrete che domani verrà da me a bordo del suo
cavallo bianco!!”
“Ci
vuole molta pazienza per trasformare un vecchio catorcio scrostato in un
cavallo bianco” disse Chichi ironica.
Bulma
mise il muso e continuò impettita a camminare verso il bungalow.
“Ok,
stasera restiamo a casa e mi lasciate dormire, così domattina
sarò fresca come una rosa e non avrò problemi a svegliarmi,
d’accordo?”
“Peccato,
volevo uscire in paese…” si lamentò Lunch.
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Una volta
fatta la doccia e riposate, le quattro amiche frugarono nelle credenze della
cucina e ne estrassero alcuni barattoli di mais e piselli.
“Cena
rimediata, a quanto pare…” mormorò tristemente C18, fissando
malinconica le etichette dei prodotti.
“Bè,
se la signorina vuole rimanere a casa…” disse Chichi seccata,
scoccando un’occhiata truce a Bulma, che giaceva inerte sul suo letto.
“Yaaaawn…Sono
così stanca…” si lamentò lei.
Pochi
secondi dopo, tuttavia, qualcuno bussò alla porta. Quando Lunch
andò ad aprire, comparve la figura imponente di Yamcha sulla soglia.
“Eccomi,
Bulma!” esclamò con un gran sorriso. Bulma schizzò in
piedi, miracolosamente riacquistando tutte le forze, e gli corse incontro.
“YAMCHA!!
CHE BELLO RIVEDERTI!!” ululò la ragazza saltellandogli intorno.
“Dai,
preparatevi e andiamo in paese! Offro io la cena per tutte!”
annunciò Yamcha con il suo solito sorriso smagliante e accattivante.
“Ma
certo, come sei generoso! Andiamo, ragazze!” esclamò Bulma
afferrando la borsa e uscendo all’aria aperta a braccetto con il ragazzo.
Chichi,
C18 e Lunch sgranarono gli occhi e sospirarono, rassegnate.
“Come
si dice…non tutto il male vien per nuocere!” disse Lunch prendendo
lo zainetto e accodandosi con gli altri.
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CONTINUA…
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Sono stata due ore di seguito su questo capitolo…muoio di
fame e devo ancora fare i compiti, ma…HO FINITOOOO!!!^^ Dehehehehe!!!^^
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Pikkola Rin: Come si dice…non tutto il male vien
per nuocere!!^^ A volte le “cose che vengono alle ragazze” possono
aiutare…ed eccoti accontentata! Bulma e Veggy si sono finalmente
incontrati! Ti è piaciuto il nuovo capitolo? Spero di non averti deluso!!^^
Ti voglio bene!!!
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Kristin: Ssssigh…Purtroppo non so se i ragazzi come Goku
esistano ancora o se sono solo nostre immaginazioni, ma basandomi sulle mie
conoscenze personali credo che siano una minoranza! Sigh
sigh!!ç__çOh
bè…ci consoliamo con Goku!!^^ Dolcissimo!! Ti amooooo!!^^ Ancora
grazie per le tue tenerissime recensioni, a presto! Ti voglio bene!!
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LeftEye: Ma figurati per la recensione, Lefty! Dovere!^^ Mi
raccomando, aggiorna presto!
Eh eh!! In effetti tenere la testa di uno che vomita non
dev’essere molto piacevole!^^ (Anzi…mi farebbe proprio SCHIFO!!^^)
In ogni caso, la cosa importante è che finalmente il fatidico incontro
è avvenuto! …E tranquilla, abbasso Yamcha!!^^ Ancora mille grazie,
ci sentiamo presto!!^^
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…E un grazie particolare a Sara, alias Kiki87, che
ha letto la storia…e vi assicuro che non ha mancato di commentare!^^
Grazie Sara, ti voglio tanto tanto bene!! Ci sentiamo presto!!^^
Bene, ora devo proprio lasciarvi, è piuttosto tardi ed
è meglio sbrigarmi con le scartoffie di filosofia, se non voglio saltare
le lezioni di danza!!^^
La serata
trascorse piuttosto piacevolmente…soprattutto per Bulma, che non aveva
sprecato neanche un minuto per rimanere appiccicata al braccio destro di Yamcha
che, dal canto suo, sembrava più attratto che mai dalle curve
dell’esuberante ragazza.
Chichi,
Lunch e C18, decise a rimanere in disparte, avevano già notato da tempo
una strana lucina sinistra negli occhi del ragazzo…Per qualche motivo
inspiegabile, non riuscivano a fidarsi di lui, aveva tutta l’aria del
“Dongiovanni Farfallone Uccel di bosco”, come amava chiamarlo affettuosamente
C18. Avevano tentato di parlarne con Bulma, cercare di farle aprire gli occhi
sulla situazione, ma in cambio avevano ricevuto solo risposte indignate e
scandalizzate.
“Cosa?!
Il mio Yamcha sarebbe…? Ma se è il ragazzo più FICO del
mondo!!”
“Ma
dai, cosa mai potrebbe farmi un pezzo di Marcantonio come lui?! Non è
vero, tesoruccio??”
“Che
cosa vuol dire che ci conosciamo solo da due giorni? Mai sentito parlare dei
famosi colpidi fulmine?”
“Sentite,
mi avete stancato con questa storia! Vedete quella granita sul bancone? Ecco,
se non ve la piantate di darmi il tormento ve la ritroverete spiaccicata sulla
testa con tutta la cannuccia!!”
Dopo
l’ennesimo tentativo, le ragazze decisero di farla finita una volta per
tutte. In fondo, era una responsabilità di Bulma…se le piaceva
stare con uno come lui benissimo, loro non avrebbero più interferito
nelle sue scelte!
Si
sedettero su degli sgabellini azzurri sotto il portico del pub e sorseggiarono
le loro bevande osservando torve Bulma e Yamcha che ballavano sfrenatamente al
centro della pista, in compagnia di altre coppiette scatenate, tra i fanali
intermittenti colorati che si infrangevano lungo le pareti della stanzetta.
“Mah…io
continuo a dire che quello non mi piace” ribadì Chichi con una
smorfia. “Solo due minuti fa praticamente ci ha quasi provato anche con
me!”
“Per
me è stato lo stesso!!” esclamò Lunch spalancando gli
occhi. “Mi ha offerto un drink mentre Bulma stava pagando alla cassa, ma
io l’ho rifiutato…puzzava di limone misto ad una quantità
spaventosa di alcool…”
“Che
porco” disse C18. “A me non ha offerto niente!”
“Perché
evidentemente ha capito subito che tipino sei” disse Chichi sghignazzando.
“E
COSA VORRESTI DIRE CON QUESTO?!” sbottò la biondina mostrando un
pugno con sguardo minaccioso.
“Ecco,
appunto…” sospirò la moretta giocherellando con il ghiaccio
rimasto in fondo al suo bicchiere.
“Comunque,
credete che Bulma aprirà gli occhi su di lui?” chiese Lunch
preoccupata.
“Non
lo so…dovrebbe succedere qualcosa di sconvolgente,
conoscendola…” riflettè Chichi aggrottando le sopracciglia.
“Vedremo come andrà domattina, visto che Yamcha verrà con
noi…”
“Bè,
se gli darà un’altra volta il bidone ci sarà qualche
speranza…” disse C18 prelevando un’oliva dalla ciotolina
accanto a loro e ficcandosela in bocca con scaltrezza.
“Forse…Ma
non credo che Yamcha si lascerà sfuggire questa seconda occasione”
mormorò Chichi. “Però magari Goku e gli altri ragazzi
riusciranno a distrarla, chissà…”
“Perché,
vengono anche loro domattina?” chiese C18 orripilata.
“Bè…Sì…ci
siamo dati appuntamento in paese alle dieci e mezza…” disse la
moretta cercando di farle ricordare. “Insomma…c’eri anche tu
quando l’abbiamo deciso insieme!!”
“Cercavo
di autoconvincermi che steste semplicemente scherzando…”
mormorò la biondina scoraggiata. “Il solo pensiero di sentirmi di
nuovo lo sguardo di quel nanetto addosso mi fa sentire male!”
“Di
cosa state parlando?” intervenne Bulma uscendo di pista. Era sudata e le
guance erano tinte di un rosa acceso. “Yamcha…cioè, volevo
dire il mio amorino, è andato a prendere da bere per me e per
voi! Aaaah…Non è gentile???”
Le sue
amiche non aprirono bocca per ribattere e si limitarono a lanciarle uno sguardo
di rimprovero.
“Bè?
Che c’è?” chiese la ragazza turbata.
“Sai,
Bulma, noi…Yaaaaawn…siamo stanchissime…” disse Chichi
stiracchiandosi goffamente. “Perché non chiedi a Yamcha di
portarci a casa, così domattina avrete più tempo per stare insieme?”
Bulma ci
pensò su qualche secondo, poi sorrise. “Ma lo sai che hai ragione,
Chichi?! Così riuscirò a svegliarmi prima e passeremo più
tempo insieme! Ooooh, sei un GENIO!!”
“Bè…modestamente…”
disse la moretta compiaciuta, ignorando le occhiatacce di Lunch e C18.
“Vado
subito a chiamarlo! YAMCHA?!” Bulma girò sui tacchi e corse a
cercarlo.
“Grazie,
Chichi…mi stavo rompendo le scatole stando qui seduta con questa musica
spaccatimpani…” sussurrò Lunch all’amica, alzandosi in
piedi e passandosi una mano tra i capelli folti.
Il
gruppetto, dopo qualche sgomitata, riuscì a farsi strada tra la folla
chiacchiericcia e uscirono dal locale leggermente più storditi e
spettinati di prima.
“Uff…Non
ne potevo più!!” esclamò Chichi buttandosi su una panchina
lì vicino. C18 la imitò e sbuffò sonoramente, annoiata.
“Che
ne dite di andare subito a casa, prima che faccia male seriamente a
qualcuno?” chiese Bulma minacciosa afferrando le braccia delle due amiche
e tirandole in piedi con una forza sovrumana.
Camminarono
lentamente verso il parcheggio privato del locale, dove era posteggiato il
furgoncino sciancato di Yamcha, e vi montarono di malavoglia. In realtà
tutte, tranne Bulma, avrebbero preferito farsi una bella passeggiata per
tornare al loro bungalow piuttosto che rischiare la vita a bordo di quel
macinino instabile. Oltretutto…l’autista era pure mezzo brillo!
“Oooooh…perché
ho aspettato tanto per prendere la patente?!” si lamentò Chichi
parlando a voce bassa, in modo da non farsi sentire da Bulma.
“Allacciate
le cinture, ragazze! Si torna a casa!!” urlò Yamcha sferrando un
pugno al tettuccio sfondato e diffondendo il puzzo insopportabile del suo alito
in tutto l’abitacolo.
“E
questa battuta da dove l’hai presa?” chiese C18 tappandosi il naso
disgustata.
“Bè…di
solito tutti i film di avventura finiscono con questa frase…allora
perché non posso usarla anche io?! AH AH AH
AH AH AH!!!” rispose
il ragazzo sorridendo scioccamente e poggiando le mani sui fianchi.
Bulma si
unì alla risata, ma le altre sospirarono con una gocciolina sulla testa
e si accasciarono l’una sull’altra, perdendo all’istante
tutte le loro forze.
“Groan…Bulma
farà bene a scaricarlo il prima possibile…” ribadì
Lunch con un sorrisino rassegnato.
Yamcha si
decise a mettere in moto solo dopo uno scappellotto di C18 ben assestato(che
ovviamente venne incenerita dall’occhiata truce di Bulma)e schizzò
in strada a tutta velocità.
Le
passeggere vennero sbattute all’indietro all’istante, schiacciate
contro lo schienale del sedile.
“YAMCHA,
NON POTRESTI RALLENTARE?!” gridò Chichi terrorizzata, con
l’unico risultato che il ragazzo ingranò la marcia e premette
ancora di più il piede sull’acceleratore, abbassando parzialmente
i finestrini e facendo entrare una tremenda corrente all’interno.
“YAHUUUUU!!!”
ululò Yamcha all’apice del suo ubriacamento, virando bruscamente
il volante ad ogni curva e rischiando di far cappottare la vettura, con grande
disappunto della ragazze.
“RALLENTA,
TI PREGO!!” urlò C18 in preda al panico, reggendosi sulla maniglia
dello sportello, che si staccò e le rimase in mano.
Yamcha
continuò nella sua corsa spericolata, beccandosi anche parecchi e
pesanti insulti dagli altri automobilisti che provenivano dalla direzione
opposta, che dovettero compiere delle assurde acrobazie e manovre per riuscire
a schivarlo.
“IDIOTA!!
CHI TI HA DATO LA PATENTE,
UN MACACO?!” gridò un ragazzo pelato sull’altra corsia, ma
Yamcha non lo sentì nemmeno, dato che sfrecciò avanti e lo
ignorò completamente.
“Sentite
il brivido dell’avventura, ragazze?” chiese allegro affacciandosi
verso i sedili posteriori in modo da vedere in faccia Chichi, Lunch e C18.
“Anche
troppo…” mormorò Chichi tenendosi ben salda la cintura che
le stringeva il petto.
“Ehm…Yamcha…non
è che potresti andare un pochino più pianino? Mi sta venendo la
nausea…” provò a dire Bulma in un sussurro quasi
impercettibile; infatti Yamcha non la sentì minimamente.
“Sì,
ma soprattutto GUARDA AVANTI!!” urlò C18 voltandogli la testa
verso il parabrezza, risvegliandolo giusto in tempo per riuscire ad evitare una
decappottabile all’ultimo secondo.
“SCIMUNITO!!
GUARDA DOVE VAI, SCREANZATO!!” gridò in rimprovero una ragazza
bionda, la lunga chioma svolazzante al vento, seduta sulla parte superiore del
sedile dell’auto.
“MI
DAI IL TUO NUMERO, BELLEZZA??” urlò in risposta Yamcha, scoppiando
in una grossa risata simile ad un latrato.
Chichi
picchiettò esasperata sulla spalla di Bulma, che osservava la scena tra
l’indignato e il divertito.
“Bulmina?
Adesso cosa hai da dire?” chiese acida la moretta.
L’amica
fece spallucce. “Quella ragazza era uno schianto, era ovvio che volesse
scherzare con lei! E poi io non sono mica gelosa!!” rispose tornando a
poggiarsi sul sedile.
Chichi
spalancò gli occhi, scandalizzata. “Per favore, fa che siano gli
effetti collaterali delle sue cose…Sennò qui tutti rimetteremo
qualcosa, in questa storia!”
La corsa
di Yamcha proseguì per qualche altro minuto, fino a quando non decise di
aprire completamente i finestrini, che lasciarono diffondere
nell’abitacolo la fredda aria della sera.
“CHIUDI
I FINESTRINI, SENTI CHE FREDDO!!” provò a ribadire C18, ma era
tutto inutile.
“Mi
sento gelare” disse Lunch sentendosi solleticare pericolosamente il naso.
“Meglio coprirci, non vorrei
che…Eet…Eeeeeeet…EEET-CHUM!!!”
“OH,
CAVOLO!!” esclamarono all’unisono Chichi, C18 e Bulma, comprendendo
al volo la gravità della situazione.
“OH,
CAVOLO!!” ripetè Lunch fumante di rabbia. “Uffa, mi è
successo di nuovo!! È COLPA DI QUESTA STUPIDA ARIA SE HO STARNUTITO, NON
È VERO?!”
“Ehm…Sì,
Lunch, forse è stata colpa di questa stupida aria, ma adesso cerca di
calmarti, per favore…” la supplicò Chichi carezzandole la
testa nella speranza di riuscire a tranquillizzarla.
“MA
CHI CAVOLO È QUELL’IMBECILLE CHE LASCIA I FINESTRINI
APERTI?!” urlò la ragazza divincolandosi dalle attenzioni della moretta.
“E CHI GUIDA A QUESTA VELOCITÀ?! VOGLIONO FARCI SFRACELLARE
ADDOSSO A UN MURO?!”
“Ma
no, tranquilla!” intervenne Bulma, preoccupata per
l’incolumità del suo Yamcha. “Vedi? È questo ragazzo
qui, Yamcha…Guarda che sguardo rassicurante ha!”
Bulma
indicò il ragazzo dubitando seriamente delle sue ultime parole: il
ragazzo aveva gli occhi fuori dalle orbite per vedere la strada e la lingua
sventolava fuori dalla cavità orale come se fosse stata quella di un
cane.
“Ehm…Vedi??”
disse Bulma con un sorriso falso.
“NO,
NON VEDO!!” ruggì Lunch sporgendosi in avanti e afferrando il
volante. “LEVATI DI MEZZO, SBARBATELLO!!”
Il sedile
di Yamcha venne catapultato all’indietro e Lunch ebbe via libera per
controllare l’andamento dell’autovettura. Premette un piede sul
freno e a poco a poco il furgoncino tornò a procedere normalmente a
velocità costante.
“Fiuuuuuuu…”
Tutte le ragazze si lasciarono andare ad un sonoro sospiro di rilassamento,
tranquillizzate. “Grazie, Lunch, ci hai salvato la vita!”
Yamcha,
dal canto suo, non appena lo schienale lo aveva scaraventato sul pavimento
dell’abitacolo, si era lasciato andare ad una grossa risata ed era
crollato addormentato all’istante.
“Brutto
delinquente” sbottò Chichi strizzandogli violentemente il naso; il
ragazzo emise un grugnito e digrignò brevemente i denti.
“Oooh,
non è tenero?” disse Bulma scrutandolo amorevolmente.
Chichi e
C18 preferirono non ribattere e si godettero il resto del viaggio.
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Quando
finalmente il furgoncino si arrestò davanti al loro bungalow, le ragazze
si precipitarono fuori e caddero in ginocchio sulla terra bagnata,
benedicendola.
Anche
Lunch scese dalla portiera, che richiuse con una violenta sferzata.
“Eccoci a casa!”
“Uff…ti
sei calmata, vero?” chiese Bulma con la dovuta cautela.
“Hmm…sì,
mi sento molto, molto meglio!!” esclamò allegramente in risposta
la ragazza.
Bulma
decise di non svegliare Yamcha, ma gli augurò la buonanotte dopo avergli
lasciato un bigliettino per ricordargli di trovarsi nella piazza del paese, la
mattina dopo, alle dieci e mezza precise.
Chichi
ebbe un impulso quasi irresistibile di correre dal ragazzo e stracciare il
biglietto in mille pezzi. O, al limite, farglielo ingoiare…
Quando
Lunch si richiuse la porta alle spalle, si unì ai rimproveri che le
altre stavano facendo alla povera Bulma, che assorbiva ogni parola senza
scomporsi.
“Sei
una disgraziata!! Hai permesso che guidasse nonostante sapessi benissimo che
fosse ubriaco fradicio!!”
“Quante
storie…Chi non si è sbronzato una volta nella vita?!”
“Avrebbe
potuto succedere qualcosa di pericoloso!!”
“Appunto…Avrebbe
potuto succedere!!”
“Siamo
quasi morte!!”
“A
meno che non siamo dei fantasmi, siamo qui vive e vegete!”
“Quel
macinino scrostato è un pericolo per la sicurezza stradale!!”
“Ma
dai! Non è vero!
“E
invece sì!”
“E
invece no!!”
“Sì!!”
“No!!”
“Sì!!”
“No!!”
“BASTAAAAAAA!!!”
Chichi pose fine al dibattito e si infilò sotto le coperte.
“Domani dobbiamo svegliarci presto, cerchiamo di dormire almeno un paio
d’ore senza litigare!!”
Le altre,
anche se a malincuore, seguirono il consiglio della moretta e poggiarono le
teste sui rispettivi cuscini.
Dopo
qualche minuto di imbarazzante silenzio, Bulma sussurrò: “Comunque
è sempre un bel ragazzo, no?”
La
ragazza schivò per un soffio una ciabatta e ritenne che sarebbe stato
meglio tacere.
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Fortunatamente
la mattina dopo non fu difficile convincere Bulma ad alzarsi, perché
Yamcha in persona, appena svegliatosi, venne a bussare alla loro pota. Questo
bastò perché la ragazza scattasse in piedi come un grillo.
Dopo aver
prestato qualche indumento alla loro amica, le ragazze si recarono in paese.
“Ti
faremo conoscere i nostri nuovi amici, Yamcha! Sono sicura che li troverai
molto simpatici!” disse Lunch.
“Già,
tutti molto simpatici!” confermò Chichi elettrizzata all’idea
di rivedere il suo Goku.
“Tranne
uno…” aggiunse Bulma con una smorfia. “Oh, dovresti vederlo!!
Mi sembra che si chiami Vegeta…ieri non ha fatto altro che prendermi in
giro, è insopportabile!!”
“Non
preoccuparti, Bulma! Se oggi dovesse provarci ci penso io a dargli una bella
lezione!” la rassicurò il moro sfoderando uno dei suoi soliti
sorrisi magnetici. Bulma gli lanciò un’occhiata riconoscente.
Una volta arrivati
nel luogo del rendez-vous, con leggero dispiacere da parte di Chichi
riscontrarono che Goku e gli altri non erano ancora arrivati.
“Tsk!
Non sanno che la puntualità è una delle doti migliori per un gentleman?”
sibilò Yamcha sedendosi su di un muretto e accavallando le gambe. Bulma
gli si affiancò rapidamente e annuì con vigore.
“Questo
non è affatto vero!” sbottò Chichi indignata.
“Probabilmente sono solo un po’ in ritardo, dobbiamo solo aspettare
qualche minuto!”
In
realtà l’attesa durò una buona mezz’ora. Ormai le
ragazze cominciavano a preoccuparsi, con grande soddisfazione di Yamcha.
“Visto?
Che vi avevo detto? Non ci si può fidare dei campagnoli e…”
cominciò, ma prima che potesse concludere un rombo lontano arrivò
alle loro orecchie. C18 aguzzò la vista e scorse alcune grosse moto che
si stavano avvicinando.
“Credo
che siano loro, ma non sono sicura…” sentenziò la biondina
sospettosa.
“Sì,
sono proprio loro! Ma come…?!” confermò Chichi stupita, non
avendo idea che i ragazzi possedessero quegli imponenti monocicli.
Qualche
altro secondo e, finalmente, tre motociclette si arrestarono davanti a loro con
una sonora sgommata. I guidatori si tolsero i caschi: erano Radish, Nappa e
Vegeta.
“Scusate
il ritardo, ragazze! Siamo andati a procurarci qualche soldo per noleggiare
queste bellezze!” spiegò Nappa dando una pacca affettuosa alla sua
vettura.
“Ah…”
mormorarono le ragazze, che non avevano intenzione di sapere come avessero
fatto a impossessarsi di quei soldi.
“Ma…dove
sono Goku e Crilin?” chiese Chichi preoccupata della loro assenza.
“Oh,
per loro abbiamo optato per il sidecar” disse Radish indicando la moto di
Vegeta. Effettivamente, vi era agganciata una piccola navetta dove vi erano
stipati strettamente Goku e Crilin, che la moretta non aveva notato
inizialmente.
“Ciao”
mormorarono imbarazzati cercando di nascondersi a vicenda.
Yamcha li
additò e scoppiò a ridere. “BWAHAHAHAHAH!! Ma
cos’è quell’affare?! È…ridicolo!!”
Radish e
Nappa annuirono e gli diedero una pacca sulla spalla. “Vedo che ci
capisci!! Ah ah!!”
Chichi
lanciò loro uno sguardo sprezzante e si avvicinò ai due
sventurati. “Non ci badate, sono solo dei fessi!…Però ora
che ci penso…come mai non avete una moto come gli altri?” aggiunse
non riuscendo a trattenere una risatina.
“Gli altri hanno voluto a tutti i
costi noleggiare questi bestioni e non siamo riusciti a distoglierli dal loro
intento” spiegò Crilin sentendosi avvampare dalle parti del collo.
“Ma siccome il nostro budget era limitato, non hanno potuto prenderne una
anche per noi, così…” Il ragazzo sospirò scoraggiato.
“Comunque
hanno detto che avremo fatto a turno” aggiunse Goku speranzoso.
Chichi
dubitava fortemente che il fratello o qualcun altro dei suoi amici glielo
avrebbero concesso.
“…Ma
io non ci credo affatto! Pazienza, in fondo questo coso è
riposante!” esclamò il ragazzo rivolgendo a Chichi uno dei suoi
migliori sorrisi. La moretta arrossì compiaciuta e abbassò gli
occhi sbattendo le lunghe ciglia da cerbiatta; fin dal giorno in cui si erano
incontrati per la prima volta aveva cominciato a riflettere sui sentimenti che
provava per lui. Era un ragazzo fantastico…ogni volta che sentiva
pronunciare il suo nome o semplicemente avere la consapevolezza che lui si
trovava a pochi metri da lei le faceva sussultare lo stomaco. Possibile che, a
distanza di mesi, stesse finalmente riuscendo a far riaffiorare il suo amore da
riversare verso qualcun altro?
La voce
squillante di Bulma interruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri e
sobbalzò. “Permettete che vi presenti? Questo è Yamcha,
mentre loro sono Radish, Nappa, Goku, Crilin
e…a-hem…Vegeta…” aggiunse pronunciando l’ultimo nome
con nervosismo crescente. Yamcha strinse la mano a ciascuno di loro, prima di
soffermarsi davanti al tanto odiato Vegeta.
“Piacere”
sibilò Yamcha facendo del suo meglio per stritolargli le falangi della
mano.
“Oh,
no…il piacere è tutto mio…” rispose Vegeta ricambiando
la stretta con maggior “calore”.
“No
no no no…è tutto mio!” ribadì Yamcha aiutandosi con
l’altra mano.
“Ma
assolutamente no…è tutto mio!” esclamò l’altro
imitando il suo gesto e serrando maggiormente le dita robuste intorno al suo
palmo.
“MIO!!”
“Mio…!!”
“MIOOOOOOO!!!”
“Smettetela
di fare i cretini!!” urlò Crilin interrompendo la loro sfida. I
due ragazzi si separarono e si lanciarono un cenno di intesa con il capo. C18
avrebbe giurato di riscontrare una scintilla di elettricità che andava dagli
occhi di Yamcha a quelli di Vegeta.
“Allora,
ce lo facciamo ‘sto giro?” chiese Radish montando in sella alla sua
moto.
“Ma
certo!” esclamò Bulma entusiasta.
“Allora
dai, montate su! Vi portiamo noi, bellezze!” disse Nappa spostando il
sedere in avanti e facendo posto dietro di lui.
“Oh…”
Le ragazze erano un po’ preoccupate per la loro sicurezza…Non
avevano altri caschi con loro! Ma dopotutto era l’unica soluzione, visto
che non avevano intenzione di raggiungere il centro dell’isola a piedi…
Radish si
avvicinò a Chichi, indecisa sul da farsi, e le chiese timidamente:
“Ehm…Chichi…vuoi salire dietro a meeee???”
“Cosa?”
chiese la moretta spiazzata. Avrebbe preferito montare il più vicino
possibile a Goku, ma sembrava proprio che non fosse possibile. Annuì
brevemente e si issò a bordo, non senza difficoltà.
“Mi
raccomando, vai piano, io non ho il casco!” lo ammonì la ragazza
stringendogli le spalle.
Per la
prima volta in tutta la sua vita spericolata, Radish si sentì arrossire
e una strana calura gli pervase il corpo, facendolo sudare agitato.
C18, non
avendo nessuna intenzione di trovarsi a stretto contatto con Crilin,
salì dietro a Nappa, mentre Lunch montò sulla moto di Vegeta,
dato che Bulma aveva deciso di farsi accompagnare con il solito furgoncino di
Yamcha.
“E
poi prendono in giro noi…guarda quella vecchia carretta!!”
esclamò Goku incrociando tristemente le braccia e aggrottando le
sopracciglia incuriosito. “Ma cosa ci troverà Bulma nel voler
andare in giro con quell’affare?”
“Per
una volta devo darti ascolto, Kakaroth…” mormorò Vegeta
scrutando torvo i due piccioncini male assortiti. Goku fece spallucce, non
capendo il doppio senso dell’amico, e si accomodò alla meglio
nello stretto spazio in cui era costretto.
“Si
va!!” esclamò Nappa dando gas alla sua motocicletta.
Fu un
attimo: le vetture schizzarono in avanti a tutta birra, lasciandosi dietro una
lunga scia di smog acre, nella quale arrancava il furgoncino di Yamcha, che
invano urlava “EHI!! ASPETTATEMI!!”
Chichi
rinsaldò la presa sui fianchi del suo guidatore, indecisa se chiudere
gli occhi o se sbarrarli dal terrore.
“Temo
che sarà un lungo pomeriggio…” pensò orripilata
cacciando un urlo lacerante nel momento in cui Radish si alzò in
impennata.
wwwwwwwwwwwww
CONTINUA…
wwwwwwwwwwwww
Eccomi qua!!
Sapete, oggi ho voluto concludere il nuovo chap a tutti i costi! Avevo bisogno
di sfogarmi…Oggi a scuola ci hanno portato le pagelline di metà
quadrimestre e ci sono rimasta male quando sono andata a vedere il voto che mi
ha messo quel dannato prof di italiano…cinque e mezzo…Siiiigh!!
Ç___Ç
wwwwwwwwwwwww
LeftEye: ODDIO, MI SONO ACCORTA SOLO ADESSO CHE MI HAI LASCIATO
UNA RECENSIONE SULLA MIA FICCY “I’M GLAD”!!! MA
GRAZIEEEEEEEEE!!!^^ è stata una vera sorpresa, anche perché era
un sacco di tempo che non ne ricevevo di nuove su quella storia!! E che
coincidenza, pensa che da qualche giorno sto giusto lavorando su una song-fic
proprio su Dragon Ball(i protagonisti non te li sto a dire perché credo
che tu abbia già capito!!^^)! Vedremo quello che verrà
fuori…Comunque, se posso darti un consiglio per le song-fic,
bè…di solito non appena sento il testo di una canzone la mia mente
lo ricollega ad un episodio di un anime o di un libro(come Harry/Ginny in
“I’m glad”)…quindi ecco, di solito mi vengono
spontanee! Prova anche tu…magari scarica qualche testo, sono sicura che
prima o poi troverai quello adatto a te e riuscirai a scrivere qualche nuova
ficcina su quello che ti piace! ^__O
Tornando a QUESTA ficcy…Uff, ti capisco benissimo!!^^
Anche a me è successa la stessa cosa l’estate scorsa, al
mare…che poi il fatto che ti vengano “le tue cose” proprio
quando vorresti fare il bagno è insopportabile!! Ti è piaciuto
l’incontro Yamcha/Vegeta? Comunque tranquilla, nei prossimi capitoli
continuerò a lavorarci su!! Un bacione Perugina, ti voglio tanto
beneeee!!
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Lyla: Bentornata!!! Grazie per le tue belle parole, come
sempre!!^///^ Grazie anche del suggerimento, in effetti non sarebbe affatto una
cattiva idea dare spazio a Crilin e C18…Era già un’ideuzza
che avevo in mente, ma non sapevo se applicarla! Ma con il tuo incoraggiamento
ora ne sono convinta! Ci lavorerò su e cercherò di tirare fuori
qualcosa di divertente!^^ Ammesso a riuscirci…! Davvero i caratteri dei
personaggi sono resi benissimo? Meno male! Sai, ammetto che anche io mi sto
divertendo da matti a delinearli in questo modo, soprattutto Radish che si
ubriaca sempre!^^ Per fortuna Goku non è come lui…Fiuuuuuuuuu!!!
Goku…TI AMOOOOO!!^^ E del nuovo chap che te ne sembra? Povero Veggy,
costretto a fissare rabbioso Yamcha & Bulmina…Ma non per questo si
perderà d’animo!! Spero di ritrovarti tra le recensioni, ogni
volta i tuoi commenti mi fanno troppo contenta!! Ciù ciù ti
voglio tanto bene!!^^
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Kristin: Ciao tesora!!^^ Sì, in effetti Bulma è
stata “leggermente” sfigata! Lo so bene,
purtroppo…Quest’estate mi sono saltata una settimana di bagno in
una bellissima isola greca…Siiiiigh!!^^ E vabè, diciamo che però
mi sono divertita lo stesso!!^^ Visto? Goku non si smentisce mai! Troppo
dolce…Eh eh!! Poverino, stavolta l’ho limitato dentro al
sidecar!!^^ E a te è piaciuto il nuovo capitolo? Spero vivamente di
sì!! Fammi sapere, i conto!! T.v.u.k.d.b!! P.s.: Dovremo andare
alla ricerca di questi nascondigli, perché io non resisto un minuto di
più senza un simil-Goku!!!^^
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Pikkola Rin: Mi dispiace che tu ti sia presa la
febbre!! Sigh sigh…ç__ç Spero che ora tu ti sia ripresa! E
la gita ti è piaciuta? Aaah, io non vedo l’ora di andarci, ma ancora
devo aspettare qualche settimana! Andiamo a Siena…Yuppi!! Bè,
sì, in effetti Vegeta è stato piuttosto s*****o, ma non per
questo lo faremo perder d’animo!! Come ti è sembrato il nuovo
capitolo? Piaciuto? Ti aspetto, grazie, un bacioneeee!! Ti voglio benee!! P.s.:
Spero di riuscire ad aggiornare abbastanza in fretta!
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Bambi88: Ciaooo!! Che bella sorpresa!! Grazie per aver lasciato
una recensione sulla mia storia, sono stata così contenta quando
l’ho trovata!! Sei stata davvero gentile!! Cosa te ne è parso del
nuovo capitolo? Da quel che ho capito leggendo la tua fantastica storia, sei
una fan della coppia Bulma/Veggy, non è vero? ^__O Ecco a te il fatidico
“incontro a triangolo” Vegeta/Bulma/Yamcha!!^^ Piaciuto? Poi
svilupperò la situazione nelle prossime puntate!! Spero che continuerai
a leggere…e se ti va di lasciarmi qualche altro commentino, ne
sarò felicissima!! Un bacione, e grazie ancora!! P.s.: Mi raccomando,
continua ad aggiornare! L’ultimo capitolo mi ha fatto commuovere…
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Mi sono accorta di una cosa …Nello scorso capitolo ho
dimenticato di dire una cosa TROPPO importante…!! Che affronto, rimedio
subito!!
Capitolo 7 *** Capitolo 7: Una scampagnata in compagnia ***
.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.
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CAPITOLO
7: Una scampagnata in compagnia
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“Chi
cavolo ha avuto l’idea cretina di andare a visitare il centro
dell’isola?”
“Veramente
sei stata tu, Chichi…”
“Oh…Ah,
già!!”
il
gruppetto, fortunatamente e incredibilmente, era arrivato incolume a
destinazione. Di una cosa le ragazze erano assolutamente certe…al ritorno
sarebbero tornate a casa sulle loro gambe. O, al limite, con il furgoncino di
Yamcha.
Era stato
terribile, terribile… Chichi, in sella alla moto di Radish, aveva
rischiato più volte di venire scaraventata sull’autostrada a causa
dei frequenti rialzi che il ragazzo adorava compiere su una ruota sola e,
nonostante i suoi continui richiami, non aveva intenzione di smetterla e aveva
continuato imperterrito a prendere di proposito ogni buca che incontrava
sull’asfalto; C18, dietro a quella testa calda di Nappa, non appena
poggiò i piedi per terra si sentì male e fece uno sforzo
sovrumano per non vomitare i fiocchi d’avena della colazione; e Lunch,
invece, fu colta da uno dei suoi starnuti traditori e imbastì una vera e
propria lotta per la supremazia sul manubrio della motocicletta, ma Vegeta non
si lasciò sorprendere, né tanto meno sopraffare da lei, e
riuscì miracolosamente a tenerla buona.
E Goku e
Crilin…bè, loro almeno si erano goduti il viaggio! Anche se per la
maggior parte del tempo dovettero rimanere all’erta per evitare di
beccarsi in pieno viso uno dei calci furenti di Lunch.
“Oh
bè…L’importante è che siamo arrivati sani e salvi a
destinazione!” esclamò Chichi ravviandosi la folta chioma bruna
con una mano.
“Sarebbe
meglio dire vivi e vegeti…”
la corresse C18 deglutendo rumorosamente. “Ma dov’è
Bulma?” chiese subito dopo, notando solo in quel momento che non
c’erano né l’amica né Yamcha.
“Boh…Saranno
rimasti indietro…” ipotizzò Lunch scrutando
l’autostrada che avevano appena finito di percorrere.
“Certo,
con quella vecchia carretta è molto probabile!” esclamò
Goku all’improvviso, provocando uno scoppio di risatine divertite da
parte delle ragazze. I ragazzi, invece, fecero una smorfia di rassegnazione.
“Ma
perché non si sforza nemmeno di essere un po’ più fico?” sussurrò Radish a
Vegeta e Nappa. “E dire che potrebbe prendere il buon esempio così
facilmente...Stando a contatto con me prima o poi uno ci si dovrebbe abituare,
e invece…” Il ragazzo sospirò scoraggiato.
“Lascia
perdere…tutta gloria in più per noi!” disse Nappa contraendo
un bicipite gonfio e mostrandolo ad una ragazzina di passaggio, che si spaventò
da morire e schizzò via.
“Visto?
Il mio fascino fa andare in estasi qualsiasi ragazza!” esclamò
orgoglioso il ragazzo, dando una pacca particolarmente violenta sulla schiena
di Vegeta. Questi si volse verso di lui e gli lanciò un’occhiata
trapassante.
“Mi
hai fatto male, razza di idiota!” ruggì infuriato scagliandogli in
faccia la lattina di soda che teneva in mano.
“P-perdonami,
Vegeta…hai ragione, non avrei dovuto farlo…” si scusò
Nappa in tono supplichevole, massaggiandosi il punto in cui la linguetta di
alluminio lo aveva colpito. Non erano rari quei momenti in cui il fusto
dimostrasse il suo cieco rispetto verso Vegeta, spinto dalla sua soggezione
verso di lui.
“Pfui...Dilettante…”
commentò Radish inforcando un paio di occhiali da sole a mascherina e
scrutando all’intorno. “Ehi, ma per quanto tempo dobbiamo aspettare
ancora? Sono stufo di stare qui impalato!!”
“Non
so che fine abbiano fatto…forse si sono persi per strada…”
mormorò Chichi, che ormai cominciava a preoccuparsi. “Non vorrei
che fosse successo loro qualcosa…”
“Sì,
in effetti sono già trascorsi dieci minuti da quando siamo
arrivati…” confermò C18 controllando l’orologio da
polso.
“Forse
è meglio che qualcuno vada a cercarli…” propose Lunch
portandosi un palmo alla guancia. Automaticamente, sia lei che le due amiche si
voltarono verso il gruppetto dei ragazzi e puntarono gli occhi sui cavalletti
delle loro moto parcheggiate.
“Perché
guardate noi?” chiese Nappa con una gocciolina sulla testa, portandosi le
mani al petto come se fosse stato accusato di qualcosa. “Mica è
colpa nostra se sono rimasti indietro!!”
“Ma
no, noi non volevamo dire che…” cominciò timidamente Chichi,
quando Goku la interruppe tendendo un braccio.
“Che
scemi, non ci arrivate da soli?! Dammi il casco, Radish, li vado a cercare…”
esclamò avvicinandosi al fratello e porgendogli una mano.
“Non
hai i pidocchi, vero?” gli chiese lui, decisamente riluttante a
cederglielo.
“Lascia
stare, Kakaroth, andrò io a cercarli” intervenne a sorpresa Vegeta
agguantando il suo casco e sistemandoselo in testa. Il suo gesto provocò
non pochi strabuzzamenti di occhi: da quando il duro e impassibile Vegeta era
così altruista?
“…tu
rischieresti di perderti…” aggiunse rivolto a Goku.
“Ah,
mi pareva…” disse l’amico con una gocciolina sulla testa.
Vegeta
afferrò il manubrio, tolse il cavalletto e sfrecciò via,
inondando gli altri ragazzi con il fumo nero che usciva dal tubo di scappamento
e riempiendo loro le orecchie con un assordante rombo.
“Coff
coff…Io lo avevo detto che quelle elettriche erano meno
inquinanti!!” mormorò Crilin coprendosi la bocca con le mani a
coppa.
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Nel
frattempo, a qualche chilometro di distanza…
“Secondo
me abbiamo preso in pieno un chiodo” diagnosticò Yamcha dopo aver
setacciato ogni centimetro visibile del pneumatico anteriore, afflosciato
sull’asfalto rovente privo di vitalità.
“Già,
sembrerebbe di sì…” sbuffò Bulma scrutando a sua
volta l’enorme foratura che si era aperta accanto al parafango.
“Per
favore, guarda nel portabagagli, dovrebbe esserci una ruota di
scorta…” chiese il ragazzo a Bulma indicando il retro del
furgoncino. La ragazza spalancò la portiera dell’abitacolo e
analizzò accuratamente i sedili e gli eventuali anfratti.
“Qui
non c’è niente di niente!” esclamò nervosa tornando
da Yamcha, che si stava arrovellando il cervello nella speranza di tappare quel
dannato buco.
“Oh…Davvero?”
disse deluso; improvvisamente una lucina si accese nei suoi occhi e si
voltò ridacchiando verso Bulma. “Ehm...L’ho persa al poker
due giorni fa!!”
“COSA?!”
esclamò la ragazza stringendo i pugni. “E me lo dici solo
adesso?!”
“S-scusa,
non me lo ricordavo proprio!” disse Yamcha cominciando a sudare.
“Ma non avevo più niente da scommettere!!”
“Bè,
almeno non hai puntato le tue mutande!!” sbottò Bulma ironica
assumendo un tono il più irritato possibile.
“Ehm…eh
eh…già…non ho puntato le…le mutande…”
balbettò il moro arrossendo all’istante e cercando di far finta di
niente.
Bulma
sbuffò di nuovo e diede un calcio a un sasso accanto ai suoi piedi.
“Ooooh…ci vorrà molto per ripararla? Ma guarda in che
condizioni siamo…in mezzo alla strada, sotto un sole cocente, con una
ruota a terra e lontani dai nostri amici!! Chissà se si stanno
preoccupando per noi…” sospirò intrecciando le dita delle
mani.
“Ehi,
almeno siamo riusciti a deviare in questa piazzola di sosta prima che il
furgoncino si fermasse del tutto!!” esclamò Yamcha aprendo le
braccia nel vano tentativo di consolarla; in tutta risposta, si beccò
un’occhiataccia. “STAI ZITTO E RIPARA QUELLA STUPIDA GOMMA!!”
Il
ragazzo, intimorito, deglutì e tornò a concentrarsi sul
pneumatico; era ridotto davvero maluccio…
Bulma,
intanto, si sedette sul cofano anteriore piuttosto soddisfatta: a dire la
verità lei se ne intendeva di motori e forature, altrochè! Osava
ammettere di essere una vera esperta. Non per nulla, suo padre era il
proprietario della famosa “Capsule Corporation”, una ditta
specializzata nella costruzione di sofisticate apparecchiature che rendevano
più facile ed agevole la vita dei cittadini. Quindi, volente o no, fin
da piccola era sempre stata a contatto con quel particolare tipo di ambiente, e
conosceva ogni più piccolo ed insignificante “trucco del
mestiere”. Ma quando si trattava di vacanze…bè…lei non
voleva sentir nemmeno parlare di chiavi inglesi o microchip, solo comfort e
relax!
In quella
una decappottabile nera, che riportava diverse striature di colore argentato a
forma di fiamma, sfrecciò sulla strada accanto a loro a velocità
molto elevata; Bulma fece appena in tempo a vedere il gesto del passeggero
accanto al guidatore, che sembrò lanciare qualcosa in loro direzione. Un
secondo dopo una buccia di banana giaceva inerte sulla nuca di Yamcha, che
decise di non farci caso e continuò imperterrito a impiastricciarsi con
il mastice.
“Sigh…Kami,
aiutami tu…” implorò Bulma a bassa voce, alzando gli occhi
al cielo. Avrebbe desiderato così tanto che qualcuno giungesse in loro
aiuto…
Il rumore
lontano di una motocicletta la fece destare dai suoi pensieri; emozionata, si
sporse per vedere meglio: un raggio di sole particolarmente accecante colpiva in
pieno la carrozzeria di quel misterioso veicolo, producendo una notevole
scintilla luminosa che si poteva intravedere anche a molti metri di distanza.
“Non
ci credo…Siamo salvi!! EHI, FERMATI!! SIAMO QUI!!” urlò la
ragazza saltellando sul posto e sventolando le braccia sperando di farsi
notare. Si aprì in un grande sorriso di ringraziamento quando la moto si
fermò accanto a lei con una sgommata rumorosa, ma si spense
all’istante non appena il guidatore si fu sfilato il casco.
“TU?!”
esclamò la ragazza puntando un dito contro Vegeta; questi sbuffò
e si ravviò i capelli in un movimento frettoloso.
“Dai,
sbrigati, monta su…a quest’ora ti si sarà già fuso il
cervello sotto questo sole…” le disse facendole posto dietro il
sellino. Bulma era titubante a montare, ma dopo una rapida occhiata alle sue
spalle rosse e accaldate si lasciò convincere e passò una gamba
dall’altra parte del monociclo.
“Oh,
meno male!! Chi è venuto a…COSA?!” Yamcha, che si era alzato
in piedi per controllare chi fosse, ebbe la stessa reazione di Bulma quando
incrociò lo sguardo di Vegeta.
“Noie
al motore, amico?” gli chiese quest’ultimo aggrottando le
sopracciglia.
“Non
sono affari tuoi” ringhiò Yamcha in risposta, sprezzante;
dopodichè si avvicinò ai due e chiese a Bulma di fargli un
po’ di posto in modo da potersi infilare dietro a lei.
“Ehi,
frena…Se ho capito bene, vorresti salire sulla mia moto, non è
così?” gli chiese Vegeta tranquillamente. Bulma rimase spiazzata e
turbata, non sapeva cosa dire.
“Non
puoi mica lasciarmi qui!!” si lamentò Yamcha acido.
Vegeta
girò l’acceleratore sul manubrio e la moto schizzò in
avanti. “Scusa, non è colpa mia, ma il puzzo di banana rancida
proprio non lo sopporto!!”
E lui e
Bulma si allontanarono a gran velocità, abbandonando Yamcha e il suo
furgoncino, che nel frattempo era crollato ancora di più
sull’asfalto.
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“Oh,
sei sana e salva!!” esclamò Chichi correndo ad abbracciare Bulma
ancor prima che questa fosse scesa completamente dalla moto. Vegeta si tolse il
casco e le diede una spintarella in avanti, mandandola a finire praticamente
con tutto il peso addosso all’amica.
“Ehi,
ma perché mi spingi?!” protestò la ragazza squadrandolo da
capo a piedi. “Che c’è, hai il tachimetro sul
sellino?!”
Vegeta
sbuffò contrariato e alzò le spalle. “Voglio piantare il
cavalletto, mi dici come faccio se rimani seduta sopra?!”
“Oh…”
mormorò Bulma in imbarazzo. “Eh eh…Scusa tanto!! Non ci
avevo pensato!!”
“Ehi,
e Yamcha dov’è?” chiese Lunch all’amica. “Se non
sbaglio era con te…Che fine ha fatto?”
“Per
me si è andato a schiantare contro un cartello stradale” disse C18
incrociando le braccia al petto. “Così la prossima volta impara a
mettersi a guidare quel colino con le ruote!”
La
battuta della biondina suscitò un attacco diffuso di risa, ma nessuno fu
più espansivo di Crilin, che era letteralmente piegato in due. A quella
reazione così esagerata C18 sbuffò esasperata, ma sotto sotto ne
era compiaciuta; non sempre riusciva ad apparire così spiritosa!
“Comunque
ci hai quasi azzeccato…” mugugnò Vegeta abbassando le
palpebre.
“Uff!!”
si lamentò Bulma. “Tranquille, giusto il tempo di mettere un
po’ di mastice a un buchetto e sarà da noi! Sarà questione
di poco, vedrete!”
“Fatto
buon viaggio, Bulma?” chiese Goku avvicinandosi alla ragazza, fermandola
appena in tempo prima che riuscisse a sferrare uno scapaccione al suo
“salvatore”.
“Ho
mangiato un po’ troppi moschini, ma tutto sommato non è andato
male!” rispose lei allegra.
“Cerchi
di rimorchiare, Kakaroth?” gli chiese Radish dandogli una pacca
d’incoraggiamento sulla spalla. “Non preoccuparti, prima o poi
troverai anche tu qualcuna che ti sopporti…All’altro mondo,
forse…”
Nappa
esplose in una risata cavernosa, seguito a ruota dallo stesso Radish; Vegeta si
limitò ad aprirsi in un sorrisetto ironico, mentre Crilin
incrociò le braccia al petto e abbassò le palpebre, riflettendo
su come potesse quella battuta stupida suscitare così tanto
divertimento.
“Non
mi sembra che finora tu abbia avuto più successo di me, con le
ragazze…” sibilò Goku al fratello dopo qualche secondo di
attesa. Radish si irrigidì come un blocco di ghiaccio e si
ammutolì all’istante, limitandosi a grugnire poco elegantemente e
ad arrossire imbarazzato. Chichi sorrise radiosa all’indirizzo di Goku,
che con le mani dietro la schiena dondolava soddisfatto sui talloni,
consapevole di aver toccato un punto molto, mooolto delicato.
“Ma
dai…Posso capire Radish, ma per quanto riguarda te non posso credere che
non hai successo con le ragazze! Chissà quante ti sbavano
dietro…” gli disse furbescamente Bulma, avvicinandosi di soppiatto
e dandogli delicatamente di gomito.
Il
ragazzo assunse una chiara sfumatura di rosso, ma quando rispose aveva un tono
comunque tranquillo. “Bè, è così…Ma forse
è anche per colpa mia, sono un tipo piuttosto solitario…”
“Eh,
ma chissà quante ti sbavano dietro…”
ripetè la ragazza lanciando un’occhiata eloquente a Chichi, che
avvampò vistosamente e spalancò la bocca, lasciandola libera di
cadere verso il basso.
“Uh?
Che vuoi dire?” chiese Goku, incuriosito.
Bulma
schioccò le labbra e strizzò l’occhio. “Voglio dire
che…”
Prima che
potesse proseguire, Chichi la raggiunse come una furia e le schiacciò le
mani sulla bocca. “NON VOLEVA DIRE PROPRIO NIENTE, È LEI CHE
È UNA POVERACCIA CHE DICE COSE SENZA SENSO!!!” esclamò
agitata, cercando di ignorare il sudore freddo e l’adrenalina che le
faceva rivoltare lo stomaco.
Goku,
spiazzato, fece spallucce e raggiunse Crilin che, poco distante da loro, lo
stava chiamando. Con un gesto brusco, Bulma si staccò dal viso le mani
dell’amica, stringendole i polsi con le proprie e allontanandosele
violentemente.
“Ma
che t’è preso?! Per poco mi facevi morire soffocata!”
protestò ansimando.
“Smettila
di fare la scena, non ti ho mica ficcato un bastone giù per la
gola!!” ribattè la moretta furibonda.
“No,
ma stavo pensando di farlo a te tra dieci secondi!” brontolò
l’altra passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
“Ma
cosa ti è saltato in mente di dire quelle cose?!” continuò
Chichi imperterrita, nascondendosi la bocca con una mano in modo da non farsi
sentire dagli altri. Per fortuna ognuno si stava facendo i propri affari e nessuno
badava a loro.
“Bè?
Che ho detto di male? Stavamo semplicemente facendo conversazione!”
rispose innocentemente Bulma con un’alzatina di spalle.
Chichi
sentì il sangue affluirle alle gote per la seconda volta nel giro di
pochi secondi. “Era chiaro come il cucco che ti stavi riferendo a
me!!”
“Chiaro
come il cucco?! Ma che parole usi?” mormorò l’amica cercando
di non scoppiarle a ridere in faccia. In realtà, quella scenata la stava
facendo divertire da matti.
“MA
INSOMMA!!” sbottò l’altra fissandola con sguardo di
ghiaccio. Bulma indietreggiò intimorita, sorpresa da quella reazione.
“E
chi l’ha detto che mi stavo implicitamente riferendo a te? Io non ho
detto niente di compromettente!” si giustificò lei con un
sorrisino.
“No,
ma…” bofonchiò la moretta vagamente turbata; in effetti
forse stava ingrandendo troppo la faccenda…
“…E
allora perché tutta quella scenata?” si intromise C18 fissandola
maliziosa.
“…Quale
scenata?” rispose Chichi cercando di riprendere il controllo.
Chissà, forse facendo finta di niente…
“Oh,
roba da matti!!” sbottò la biondina rivolgendosi a Bulma.
“Prima fa la donnina delicatina
e adesso fa la finta tonta…”
“E
basta!!” esclamò Chichi troncando il discorso.
“E
va bene, visto che non ne vuoi parlare…”
sussurrò Bulma prima di allontanarsi a braccetto con C18. La moretta
prese un volantino dalla tasca dello zaino e si sventolò il viso,
stremata da quella conversazione. Ma cosa le stava succedendo?! Non era mai
andata nel panico per faccende del genere! Che fine aveva fatto la sua
razionalità?
Pochi
secondi dopo Lunch fece capolino da un chiosco di giornali e raggiunse il
gruppetto camminando a passo svelto.
“Scusate
se ci ho messo tanto, ma c’era una fila…” spiegò la
ragazza aprendo la piantina dell’isola e mostrandola agli altri.
“E
brava la nostra Lunch! Sempre previdente come al solito!” si
congratulò Bulma afferrando la cartina e osservandola con attenzione.
“Ehm…chi di voi ci capisce qualcosa?”
“Per
una come te che sa leggere solo le cartine dietro le tovagliette del fast
food…” disse C18 sfilandogliela dalle mani e cercando di
localizzare il punto in cui loro erano ancora fermi. “Allora, direi di
andare a dare un’occhiata alla pineta…vedo che si affaccia
direttamente sul mare…Potrebbe essere bella!” propose piegandola
una volta averla consultata.
“Aggiudicato!”
esclamò Nappa battendo un pugno sull’altro palmo; qualcuno
sobbalzò.
“Ehm…Ok…Allora
andiamo…”
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Fortunatamente
la pineta era abbastanza vicina, per cui i ragazzi non dovettero nemmeno
prendere le motociclette per raggiungerla. Il profumo degli aghi mescolato alla
fresca aria salmastra era deliziosamente inebriante e tutto conferiva un senso
di benessere e pace.
“Che
meraviglia!” esclamò Chichi sognante. “Sentite che
tranquillità, che riposo, che…”
“…che
sonno!!” concluse Nappa sbadigliando sonoramente, imitato un momento dopo
da Radish. “Hai ragione, amico…Che ne dici di andarci a fare una
birretta?”
“Ti
seguo” annuì l’altro, e tutti e due si allontanarono alla
ricerca di un bar che non fosse troppo distante.
“Oh
no, di nuovo…” commentò Chichi scuotendo la testa.
“Lasciali
perdere” le disse Goku affondando le mani nelle tasche.
“Sì,
però…” protestò la ragazza affranta.
“Insomma…in città una cosa del genere non si potrà
mai ammirare!”
“Per
loro è roba da femminucce” spiegò Goku con un’alzata
di spalle. “Figurati se possono abbassarsi a quel livello! Ne andrebbe
della loro reputazione!”
“Bè,
io comunque preferisco respirare un po’ di aria fresca!”
esclamò C18 stiracchiandosi e inspirando profondamente.
“Già…”
mormorò Crilin raggiungendola, sentendosi un po’ ansioso.
“L’odore degli aghi di pino è uno dei miei preferiti!”
“Davvero?
Anche il mio…” ribattè vagamente la biondina senza
prestargli troppa attenzione.
“Ehm…Sì…bè…”
balbettò il ragazzo in imbarazzo. Poteva essere spigliato quanto voleva
con i suoi amici, ma con le donne proprio non ci sapeva fare! E con lei non era
decisamente da meno, purtroppo! Afflitto, decise di allontanarsi e di lasciarla
in pace; forse non lo voleva tra i piedi…
“Ma
che uomo sei, Crilin?! Che uomo sei?!”
si lamentò lui sfogandosi a voce alta accanto a Goku, ovviamente a
debita distanza da C18.
“…Un
uomo senza naso?” disse l’amico divertito, evitando un pugno
dell’altro.
Le
ragazze trovarono un piccolo spiazzo dove vi erano state collocate alcune
altalene, uno scivolo e un girello. Si misero sedute sulle prime e cominciarono
a dondolare stancamente.
“Stiamo
trascorrendo una bella giornata, no?” intervenne Lunch rompendo il
silenzio che era improvvisamente calato.
“Sì,
non c’è male!” confermò Chichi allegramente
strusciando i piedi nella terra sotto di lei.
“Mah…Sono
preoccupata per Yamcha, veramente…” bofonchiò tristemente
Bulma dandosi maggiore spinta.
Le altre
sospirarono e si guardarono negli occhi. “Ehm…Vedrai che sta
benissimo!!” farfugliò la moretta cercando di farla rilassare, ma
non ottenne molti risultati.
“Ma
sì, ne sono sicura anche io!!” esclamò invece Bulma
sferrando un pugno in aria e rischiando di cadere all’indietro
rovinosamente.
“Bè…meno
male che basta così poco a consolarla!” sussurrò Chichi a
Lunch, che rispose con una risatina.
“Io
invece vorrei andar via da qui…” intervenne improvvisamente C18
sferrando un calcio in aria. “Quel nanerottolo mi sta sempre tra i piedi,
non mi lascia in pace un attimo!!”
“Poverino,
ma che t’ha fatto di male?” le chiese Lunch provando un moto di
pietà verso Crilin, che le era sembrato piuttosto abbattuto.
“Che
cosa non mi ha fatto! Oooh…ma
perché non si mette l’anima in pace una buona volta?!” si
lamentò la biondina nervosamente.
“Ma
tu ogni volta lo scoraggi, è ovvio che cerchi almeno di riallacciare i
contatti!” spiegò Bulma, che si vantava di sapere tutto sui ragazzi.
“Sì,
ma…”
In quel
momento tornarono Radish e Nappa con una lattina di birra in una mano e una di
rum fruttato nell’altra.
“Allora,
non siamo stati qui già troppo tempo?!” esclamò Radish; dal
suo tono di voce si capiva subito che era già piuttosto brillo.
“Andiamo da qualche altra parte, mi sono rotto di stare in questo
posto!!”
“Già!!”
gli fece eco Nappa trincando dalla lattina destra e ruttando sonoramente.
Alcuni uccelli schizzarono fuori dalle fronde e sfrecciarono veloci nel cielo,
allontanandosi.
“Ehi,
un po’ di rispetto per la natura!” li rimproverò Lunch
indignata. Si tolse lo zaino di spalla, vi frugò dentro ed estrasse la
cartina per consultarla.
“Dammi
qua!” disse Radish avvicinandosi a lei e strappandogliela di mano
bruscamente. “Adesso ci penso io!”
“Guarda
che sei mezzo ubriaco” gli fece notare il fratello, ma inutilmente.
“Chiudi
quel forno, Kakaroth! Non lo sai che l’alcool ti rende la mente
più vispa?”
“Allora
quel libro di biologia aperto sulla scrivania non era solo una mia
immaginazione…” riflettè Goku affascinato.
“Io
studio solo le cose che mi interessano” ribadì l’altro
scorrendo con gli occhi sul foglio di carta. “Ooooh, quanti bei
colori…e quante belle strade…blu, rosse, verdi…”
Gli altri
cercarono di non mostrare il loro sconforto facendo un enorme sforzo per
trattenersi; stranamente, gli avevano concesso una possibilità.
“Allora
allora allora allora…ECCO!!” ululò improvvisamente Radish
facendo sobbalzare tutti. “Andiamo proprio QUI!! Al circolo di tennis
più prestigioso dell’isola!!”
“Il…il
circolo di tennis?” ripetè Chichi scandalizzata.
“Ma…”
“…Oh,
dai, Chichi!” disse Bulma poggiando una mano sulla spalla. “Anche
quella è un’attrazione del luogo, sarà divertente!”
“Ben
detto, pupa!!” esclamò Nappa facendole l’occhiolino. Quando
fu sicura che il ragazzo non la stesse guardando, la ragazza si tappò il
naso con le dita…Il suo alito era più spaventoso del solito.
“Allora
andiamo!!” Radish si mise in marcia e gli altri lo seguirono rimanendo a
debita distanza.
“Speriamo
bene…”
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“M-ma
io non capisco…dovrebbe essere qui!” Radish consultò la
cartina per la decima volta, ma dell’insegna del circolo non c’era
alcuna traccia.
“Forse
dobbiamo prendere quel sentierino” ipotizzò Lunch indicando un
viottolo alla loro destra.
“Basta
che troviamo una sedia…è mezz’ora che giriamo!!” si
lagnò Bulma massaggiandosi le ginocchia.
Il
gruppetto imboccò il sentiero immerso tra cespi di erba e cespugli che portavano
centinaia di fiori dei colori più svariati, anche se la maggior parte di
essi erano appassiti. Evidentemente non vi era un custode che desse loro
l’acqua quando ne avevano bisogno.
Dopo
alcuni metri interminabili, alle loro orecchie giunse un vociare assordante.
“Ma
che cos’è questo macello?!” esclamò Chichi cercando
di farsi sentire dagli altri.
“Sarà
il campo da tennis!!” Bulma corse avanti emozionata, ma non appena la
stradina sboccò in uno spiazzo rimase paralizzata.
“Che
succede, Bulma?” le chiese Chichi avvicinandosi. Quando si affacciò
per capire cosa avesse suscitato tanto scandalo nell’amica, rimase
anch’essa a bocca aperta: davanti a lei vi era un enorme palco contornato
da cordoni, sopra il quale vi erano dei pugili in procinto di scontrarsi;
intorno a loro un pubblico di ragazzi e uomini molto forzuti che urlavano
contro di loro e tenevano in aria manciate di banconote.
“M-ma
questo…è un ring!!” esclamò Chichi inorridita.
“Ma
dove cavolo ci hai portato, babbuino?!” sbottò Bulma indirizzata a
Radish. Questi controllò meglio la piantina, storse la testa in ogni
direzione e, ripiegandola lentamente e con uno sguardo pietoso, pigolò:
“Ehm…Temo di averla messa a rovescio…”
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Nel
frattempo, a molti chilometri di distanza…
“Guarda,
mamma! Chi è quello?” chiese una bambina con le treccine alla
giovane donna accanto a lei.
La
signora scrutò disgustata il ragazzo che si trascinava con un bastone
sull’asfalto a pochi metri da lei. “Non guardarlo, cara, è
un poveraccio senza casa…”
Il povero
ragazzo, ignorando i commenti della donna, scrutò l’orizzonte con
sguardo assatanato.
“Anf,
anf…Dannato Vegeta…Te la farò pagare, quanto è vero
che mi chiamo Yamcha!!”
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CONTINUA…
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Che bello, sono così contenta che Efp sia di nuovo tra
noi! Mi sono mancate così tanto queste pagine…Siiigh! A parte
questo, scusate per il mio spaventoso ritardo, ma la scuola ultimamente mi ha
preso molto! Comunque spero che il mio aggiornamento sia stato gradito! Ne
approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno commentato l’altra mia
ficcy “Un’ora in più”, o chi si è semplicemente
soffermato a leggerla. Grazie mille!!
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Bambi88: Mamma mia…te
li immagini Vegeta e Goku(abbandoniamo l’idea del sidecar per qualche
secondo!^^) sulla moto?! Oh Dio Mio!! Sbav sbav!!^^ Eh, magari…Ancora
mille grazie, sono contenta che la storia continui a piacerti! E Vegeta e
Bulmina sono fatti l’uno per l’altra!! Povero Yamcha…ah, ma
tanto LA DEVE PAGARE!!^^
Spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto!! Grazie…un bacio
grande grande!!
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LeftEye: Eh eh…!! Ti
confesso che la parte in cui Yamcha e Vegeta si sono stretti la mano è
quella che mi sono più divertita a scrivere! Pensa che a un certo punto
mi sono quasi messa a ridere da sola! Tutto perché sono davvero
PAZZA…Bacio bacio! E non mi stancherò mai di
ripeterlo…Grazie!!
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Pikkola Rin: Eccomi qua!!
Scusa, stavolta ci ho messo un po’ di più ad aggiornare, ma la
scuola mi ha impegnato molto! Sorry!! Comunque spero che il nuovo capitolo ti
abbia consolato!^^ Grazie grazie grazie!! Sei dolcissima come sempre!!^^
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Kay: Ehi, quanti
complimenti!!^^ Mi fai arrossire! ^///^ Graaaaazie per le tue belle parole!!
Spero che i nuovi capitoli continueranno a piacerti!! Un bacio!!^^
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Kristin: Ciao cara! Come
sempre sono estasiata dalla tua recensione! Eh sì…poveri Goku e
Crilin…stavolta li ho limitati dentro al sidecar! Siiiiiigh…Magari
però alla fine un giro in moto lo faccio fare pure a loro, che dici?^^
Ah, per costruire il radar sono d’accordo…così magari la
ricerca potrà proseguire più facilmente! ^_^ Ti voglio bene, a
prestissimo!
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Lyla: Eh eh…fai
bene a non fidarti troppo di Yamcha, te lo posso assicurare!^^ Ah, ma stavolta
sono stata cattivella con lui! Che ne dici del trattamento che gli ho
riservato? E Goku e Crilin dentro al sidecar…bè…magari un
giro in moto glielo farò fare, prima o poi!^^ Grazie ancora, sei
dolcissima!
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VidelB: Ciao!! Che
sorpresa!! Grazie per i complimenti alla mia ficcy! Sono contenta che ti faccia
ridere, anche perché spesso anche io mi sono ritrovata a ridacchiare
mentre scrivevo! Non so, forse immaginandomi le scene che descrivo…sono
pazza, lo so!^^ Comunque spero vivamente che continuerai a seguirmi, ci tengo
molto alla tua opinione! Anche perché da quando ho letto le tue
ficcy…Sei davvero bravissima, scrivi benissimo! Un bacione e grazie
ancora!!
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Bè, che altro dire? Ah, sì! Mi raccomando,
recensite! Ogni volta mi riempite di gioia!!
E poi…ah, certo! Goku…TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!^^
Capitolo 8 *** Capitolo 8: The ring - La sfida ***
Bambi88: Non preoccuparti, anche se nella tua ficcy Kakaroth è
“cattivello”…è pur sempre Gokuccio, in fondo
.:AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM:.
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CAPITOLO 8: The ring – La sfida
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Chichi si
portò una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio, mordendosi
un labbro; era…come dire…turbata…Insomma, da quando una comitiva
di ragazzi riusciva a trovare un ring da lotta libera(o quello che era, di
solito non ci capiva niente…per quanto ne sapeva, poteva anche essere da
pugilato!)in una delle più conosciute isole tropicali del celebre
arcipelago Yoshi e per di più nel bel mezzo di una fitta boscaglia?!
Ma no,
era inconcepibile!!
Non
avrebbe trovato altri termini per descrivere cosa provava…
“…Fantastico!!” sbraitarono all’unisono Radish, Nappa,
Crilin, Goku e Vegeta, già sportisi in avanti tra mille annaspamenti ad
ammirare la vista di cui potevano godere.
“Co…cosa?”
balbettò Lunch spiazzata.
“Non
ci posso credere…e io che pensavo che nessuno facesse a botte in un posto
come questo!!” esclamò Nappa con gli
occhi che brillavano avidi di una strana luce sinistra.
Chichi
sgranò gli occhi, impressionata, poi ricordò quello che le aveva
detto Goku la sera del loro primo incontro; diede una piccola gomitata a Lunch
e, quando fu sicura che tutte le sue amiche la stessero a
sentire, bisbigliò: “Goku me l’aveva detto, tutti
loro fanno parte di una squadra di arti marziali! I ‘Saybaman’, o
qualcosa del genere…”
“Oh,
vuoi dire ‘I Saiyan’?” chiese C18,
lasciando le altre a bocca aperta.
“Sì,
proprio i Saiyan! Non dirmi che li conosci!”
esclamò la moretta poggiandosi un dito sulle labbra, affascinata.
“Bè…c’era
un trafiletto di cinque righe che parlava di loro sul giornale del mese
scorso…” ragionò la biondina portandosi una mano sotto al mento e socchiudendo le palpebre, pensierosa.
“Ah,
ecco…” mormorò Bulma, che non sapeva se considerarlo un
fattore di merito oppure no.
“Allora
saranno sicuramente bravissimi!” disse invece Lunch
battendo le mani allegramente; sembrava molto fiera del loro riconoscimento.
“Chissà, magari vogliono combattere…” ipotizzò
scrutandoli e notando tutta quella loro foga esagerata.
Un attimo
dopo la ragazza si sentì battere sulla spalla e si voltò,
trovandosi faccia a faccia con Nappa.
“Ehi,
vi va bene se ci avviciniamo un po’?” le chiese guardandola a
malapena: il suo sguardo era tutto impegnato a contemplare i cordoni rossi che
delimitavano il quadrato.
“Aaaah…teneri
cordoni di velluto…” bofonchiò con un rivolo di bava alla
bocca e sguardo mistico al cielo.
“Oh…Va
bene, non c’è problema…” rispose timidamente Lunch, incapace di dire di no ad una richiesta così
educata. Si accodò ai ragazzi e li seguì, con dietro le amiche.
“Ma…e
il circolo di tennis?” provò a
intervenire pigolando Bulma, ma nessuno le diede ascolto; a qualcuno non
interessava più, mentre qualcun’altra era troppo sconvolta per
ribattere.
Il gruppo
si fece strada a fatica tra la folla di energumeni,
che ingombravano ogni più piccola superficie libera. Quando finalmente
riuscirono a sbucare davanti al gabbiotto che riportava il regolamento,
tirarono un sospiro di sollievo…Anzi, le ragazze tirarono un sospiro di
sollievo, visto che avevano ricevuto già troppe occhiate maschili poco
rassicuranti, secondo i loro standard.
“Allora…”
cominciò Goku scorrendo con gli occhi il testo appeso ad una parete di
legno. “Qui dice che se si riesce a sconfiggere
la squadra in carica, si può vincere un bel gruzzolo e si verrà
automaticamente proclamati come campioni…Pfui… Sinceramente mi
aspettavo qualcosa di meglio…no?” chiese girandosi verso i suoi
amici; gli ci volle un secondo per far scivolare pesantemente le braccia lungo
i fianchi, deluso e rassegnato: non appena aveva finito di spiegare il
regolamento Nappa, Vegeta e suo fratello erano già corsi sotto il palco,
sgomitando a destra e a manca, cercando di farsi notare dall’arbitro
dell’incontro; solo Crilin era rimasto sul posto, la testa pelata
scintillante inumidita da una gocciolina di sudore.
Chichi
non potè che dargli ragione. Di certo, un incontro di atri
marziali non era quello che si aspettava di vedere durante una vacanza di puro
riposo. Da una parte avrebbe voluto andarsene a costo
di continuare a girovagare per il paese in perfetta solitudine, ma la
curiosità di assistere alle prestazioni dei suoi nuovi amici la
sopraffava dall’altra, costringendola a rimanere.
I suoi
pensieri furono interrotti dalla voce lugubre di Radish, che annunciò
bruscamente: “Dobbiamo prima iscriverci…” Chichi notò
che tra la chioma folta presentava foglie e sottili ramoscelli.
La
comitiva si spostò lungo il perimetro della pianura in cerca di un
modulo d’iscrizione(Nappa impiegò pochi minuti per constatare che
per terra non ce n’era neanche uno)e finalmente, in un punto piuttosto
nascosto e isolato rispetto al luogo del torneo, trovarono una specie di
piccolo banco informazioni. Dietro di esso, con i
piedi nudi e impolverati poggiati sopra il piano di legno, vi era un uomo con
il volto nascosto interamente da una rivista che in copertina riportava la
testata ‘Ragazzi & Intrallazzi,
le nuove tecniche di seduzione perl’estate’.
Quando giunse anche alle iridi di Bulma,
quest’ultima scattò in avanti e indicò agitata il giornale.
“Ragazze!!
Ma questa è la rivista che mi sono portata dietro da casa!! Incredibile…” esclamò entusiasta. I
ragazzi non capivano a cosa stesse alludendo, ma Chichi,
che lo sapeva fin troppo bene, fece spallucce. “E
allora? Sai quanta tiratura ha quel giornale?”
Bulma le
lanciò un’occhiata profondamente indignata. “Vedi, Chichina?
Se tu la smettessi di leggere quei libroni di anatomia
che ti porti sempre appresso, capiresti che tutto questo non è solo un
caso…”
“Hm?”
farfugliò la moretta distrattamente, impegnata a rivolgere un cenno di
noncuranza a Lunch e C18.
“…è
il destino che vuole farci incontrare!!”
completò Bulma in uno sprezzo di energia, saltellando animatamente sul
posto.
“Bè,
un incontro ravvicinato con un paio di piedi non mi sembra il
massimo…” commentò Vegeta tappandosi il naso con una smorfia.
La ragazza gli lanciò un’occhiataccia imbufalita e si sporse in
avanti. “Ehi, tu, ragazzone…”
Le mani
che reggevano la rivista tremarono qualche istante prima
di rivelare il volto di colui al quale appartenevano…
Fu un
attimo.
Chichi,
C18 e Lunch caddero a gambe all’aria con tanto
di gocciolone sulla testa; Radish e Nappa scoppiarono a ridere sguainatamente
picchiando con i pugni a terra e lacrimando; Goku, Vegeta e Crilin si
limitarono a spalancare incredibilmente gli occhi, profondamente scandalizzati;
e Bulma…bè, era rimasta decisamente senza parole quando, al posto
dell’aitante giovanotto che sperava di trovare al di là del
giornale, si era sostituito un vecchio calvo e raggrinzito con due lunghi baffi
bianchi e occhiali da sole inforcati sul naso adunco.
“Posso
fare qualcosa per te, spupazzina?” le chiese il vecchietto spostando
l’attenzione sul suo seno prosperoso. Bulma, ancora troppo scioccata per
parlare, si limitò a far scendere la mascella ancora di più verso
il basso.
L’uomo
sorrise soddisfatto mostrando diversi denti sporgenti, un rivolo di bava gli
colava lungo l’angolo della bocca. “Eh eh, lo so...Delle belle
ragazze come voi non resistono al mio fascino nascosto!”
“CHIUDI
IL BECCO, BRUTTO PORCO!!” C18, particolarmente
suscettibile, scattò in avanti e gli mollò un ceffone in pieno
viso, provocandogli uno sbuffo particolarmente violento. Una volta ripresosi,
il vecchio si raddrizzò gli occhiali sbiechi e si asciugò il
sudore con un fazzoletto di cotone. “Sei in gamba, ragazza…Vuoi
forse tentare la sfida che la nostra associazione ti propone?”
“Ma quale associazione!” sbottò la biondina.
“Questa è tutta una farsa per attirare gente e…”
“…in
premio ci sono un bel po’ di soldini, sai?” le ricordò il
vecchietto scrutando i suoi fianchi; per sua fortuna
le lenti scure celavano il frenetico movimento delle sue iridi.
“C18,
non farti incantare…” le sussurrò Lunch
preoccupata: spesso, quando si trattava di soldi, la sua amica era
piuttosto cedevole.
“…Davvero?”
esclamò invece lei ignorando completamente l’avvertimento di
Lunch, la quale rimase di stucco e fece spallucce, sconsolata.
“E
se vuoi, con una piccola sovrattassa potrai addirittura
ricevere…ehm…lezioni da
me!” aggiunse il vecchio schioccando le dita invitante.
“Credimi, per te farei qualsiasi eccezione,
spupazzina!”
“NON
CHIAMARMI SPUPAZZINA!!” sbraitò la
biondina sferrandogli un secondo, fischiante schiaffo sugli zigomi ancora
arrossati. “Ma non farmi ridere…che genere di lezioni vorresti darmi con quel fisico rachitico?”
“Ehm…lezioni
di…ehm…” balbettò il
vecchietto arrossendo violentemente; uno spruzzo di sangue gli fuoriuscì
bruscamente dalle narici e non fu più in grado di andare avanti. Altro scroscio di risa, seguito da un grugnito seccato da parte
della ragazza.
“Ehi,
18, non credi di esagerare?” la rimproverò Chichi interrompendo
per un secondo i suoi continui tentativi di far rianimare Bulma, ancora sotto
shock.
“Ooooh,
come sei cara, ragazza!” disse il vecchio rivolgendosi alla moretta, la
quale notò con disgusto i due tappi di carta assorbente che aveva
infilato repentinamente nelle due cavità nasali. “Se vuoi posso dare lezioni anche a te, più tardi…!”
“C18,
MENA QUEL PERVERTITO DA PARTE MIA!!”
esclamò Chichi voltandosi di scatto e lanciando all’amica un
chiaro segno di intesa.
“ADESSO
BASTA!!” urlò Crilin frapponendosi fra la
ragazza e il bancone, per quanto glielo permettesse la statura piuttosto
ridotta. “Abbiamo fatto una fatica dannata per trovare il banco
iscrizioni, e allora iscriviamoci senza ricorrere ad assurde litigate!”
“E
tu chi sei, piccoletto?” gli chiese il vecchio
sporgendosi in avanti per poterlo guardare meglio. Crilin arrossì imbarazzato,
per poi sgranare gli occhi agitato; gli puntò
il dito contro ed esclamò: “Ma lei è il celebre maestro
Muten!!”
“CHE
COSA?!” sbraitò in un unico coro il resto
del gruppo, i cui occhi erano improvvisamente rivolti al bancone.
Il
vecchietto rimase molto sorpreso dalle parole del ragazzo e dalle conseguenti
reazioni. “Acc…con questi occhiali ero sicuro di essere
irriconoscibile!!”
“Eeeeeh?!
Questo vecchiaccio pervertito è il famosissimo maestro di arti marziali?!” esclamò C18 scandalizzata,
così come le sue amiche ancora imbambolate.
“Davvero
lei è il maestro Muten?!” chiese Goku
affascinato. “Ero convinto che si fosse ritirato…”
“Bè,
perché, non si vede?!” sbottò
l’altro sputacchiando innervosito, mostrando al suo
“pubblico” la camicia hawaiiana che indossava. “Allora,
c’è qualcuno di voi aitanti ragazzi che vorrebbe iscriversi al
torneo? Firmetta qui, prego…” Porse loro un foglio da compilare e a
turno ognuno di essi inserì la propria firma,
svolazzante o a zampe di gallina.
“Ok,
fanno 25 zeny a testa…”
“MA
È UN FURTO!!” sbraitò Radish
agitando le braccia nell’aria. “Ma se è proprio
indispensabile per poter combattere…” sospirò e tirò fuori dalla tasca un paffuto borsellino; quando lo fece
scattare, dall’interno fuoriuscì velocemente una piccola falena.
“Perfetto!
Mettetevi là in fila, attendete le spiegazioni dell’arbitro e
divertitevi!” disse il maestro Muten sventolando
una mano e portando l’altra agli occhiali. Poi, rivolgendosi a Bulma, che
stava mostrando nuovi segni di risveglio, aggiunse: “Spupazzina, se hai
bisogno di qualcosa chiedi pure!”
“Io
no, ma TU di sicuro hai bisogno di una modernizzata!!”
esclamò la ragazza furibonda coprendosi il petto con entrambe le
braccia, prevenuta dalla precedente esperienza. “Cambiati quegli stupidi
occhiali da sole di trent’anni fa e smettila di leggere riviste
ingannevoli!!”
Detto
questo fece una pernacchia e seguì il gruppetto.
“Ti
sta bene” le sussurrò Chichi quando
furono sicure di trovarsi a debita distanza. “Cerchi di rimorchiare
qualcun altro quando sei già impegnata con Yamcha!!”
“Hai
ragione, ma sai com’è…un gesto istintivo…!”
rispose Bulma stringendosi nella spalle e sorridendo
scioccamente. “A proposito, chissà che fine ha fatto il mio
tesoruccio, non vorrei che gli fosse successo qualcosa! Aveva detto che sarebbe riuscito a riparare il furgoncino in pochi
minuti!”
“Boh…Forse
si è perso…” disse Lunch preoccupata.
“E comunque non credo
che…che…cheeeeee…” La ragazza si portò una mano
davanti alla bocca e sbadigliò sonoramente, con gran sollievo delle
altre che temevano si trattasse di uno starnuto.
Goku,
Vegeta, Crilin, Radish e Nappa salirono in un piccolo
gabbiotto posto dietro al palco, dove incontrarono un giovane uomo che
spiegò loro il regolamento in maniera molto spiccia e diede loro dei
gilet numerati da indossare sopra le magliette.
“Ma che è ‘sta roba?” chiese Vegeta
scrutando torvo la stoffa rossa brillante.
“Altrimenti
il pubblico non capirà di quale squadra fate parte!” rispose
l’addetto continuando a distribuirle in giro.
“Ah,
ma certo…Del resto, il pubblico è talmente stupido, non è
vero?” sbottò Radish cercando di far passare la folta chioma nel
colletto striminzito del gilet, che gli comportava una tremenda fatica.
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Chichi
controllò rapidamente il volantino che teneva in mano: era ancora fresco
di scrittura, infatti le macchie d’inchiostro
scintillavano brillanti sotto la luce del sole parzialmente coperto dalle
fronde. C’erano altri due gruppi in programma prima che scendesse in campo la squadra
‘Saiyon’…Errore di battitura, immaginava…
“Credete
che si faranno tanto male?” chiese alle amiche, che fecero spallucce e
socchiusero le palpebre.
“Se saranno tanto bravi dal non prenderle di santa
ragione…Mi pare che quella squadra Ginew sia davvero forte…”
urlò Bulma nella speranza di farsi sentire dalle altre.
“Tutti
palloni gonfiati” commentò la moretta osservando indignata i
cinque componenti, che si stavano dedicando al
rilascio degli autografi tra il pubblico festoso.
In
quella, da un piccolo altoparlante posto sopra il palco si levò un
annuncio sfrigolante che a malapena riusciva a sovrastare i boati eccitati
della folla, tenendo conto della scarsa qualità sonora.
“Signori
e signorine, ci sarà qualcuno che finalmente riuscirà a
sconfiggere l’imbattibile squadra in carica??
Preparatevi a tre scontri davvero imperdibili, amici…assisteremo ad una
vera e propria pioggia di sangue!!”
Un
brivido freddo percorse le schiene delle ragazze.
“Oh
Kami!!” esclamò Lunch spaventata.
“…Se lo avessi saputo mi sarei portata dietro un ombrello!!”
Il suono
di una sirena si levò nell’aria e la prima squadra di energumeni scese in campo, accolta da grida rozze e
assatanate…
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Non che fosse molto esperta di arti marziali, ma poteva confermare
senza alcun dubbio che i primi due gruppi avevano fatto assolutamente schifo. Erano stati messi K.O. uno per
uno senza alcuna fatica da parte della squadra Ginew, con conseguente scambio
di denaro scommesso da parte degli spettatori più esosi.
La
moretta era sempre più in ansia…Ma perché quei cinque
disgraziati avevano deciso di tentare quella assurda
sfida?! Avrebbero potuto rimanere alla pineta ancora
per un po’ di tempo, per potersi rilassare in santa pace, e invece…
Era davvero preoccupata per l’incolumità di Goku e dei
suoi amici…I loro avversari erano dei veri ossi duri, per loro non sarebbe stato per
niente facile batterli.
Quando
finalmente venne annunciata l’entrata dei
‘Saiyon’, il livello di attenzione salì alle stelle. In effetti apparivano davvero in forma, sembravano
più agguerriti che mai. Anche nello sguardo di Goku, che era sempre
così dolce e rassicurante, notò la moretta, brillava una strana
luce di eccitazione per l’incontro imminente.
Radish,
che si trovava di fianco al fratello in attesa, volse
un’occhiata al pubblico fino ad incrociare il bel visino di Chichi
contratto dall’agitazione; rimase qualche istante imbambolato a fissarla,
fino a che Nappa non gli sferrò una gomitata in mezzo alle costole.
‘Vedrai, fratellino…Ti farò davvero capire chi è che non ha successo con le ragazze…’
pensò furbescamente guardando furioso il ragazzo al suo fianco, la luce
della determinazione scintillante nelle sue iridi scure.
“Ehi,
che belle tutine!!” esclamarono alcuni fusti del pubblico
sventolando dei fazzoletti in gesto di scherno; all’occhiata trapassante
di Vegeta si zittirono sul colpo.
Entrambe
le squadre assunsero la posizione da combattimento, studiandosi a vicenda.
“Jeeth…Tu
attacca il capellone…” sussurrò Ginew, il capitano della
squadra che portava il suo nome, a un ragazzetto dai
lineamenti candidi e lunghi capelli estremamente chiari. “Guldo, ti
lascio quello pelato…Voi fate come vi pare” aggiunse rivolgendosi
ai restanti membri, dei veri e propri ammassi di muscoli. “ALLORA, SONO O
NON SONO COMPRENSIVO?!”
“SI’, CAPO!!” risposero in coro.
“YEAH!!”
L’arbitro
soffiò nel fischietto per richiamare l’attenzione su di sé.
“Vince la squadra che stende per primo gli avversari! Tutti contro tutti, senza esclusione di colpi!”
“Ehi,
come sarebbe a dire ‘Tutti contro tutti’?” chiese
Nappa spiazzato.
“È
un modo di dire, scemo!” ribattè l’arbitro spazientito.
“Non sarai mica tanto deficiente da andare ad attaccare i tuoi compagni
di squadra, no?!”
“Ah…Tutto
chiaro!”
“COMINCIATE!!” urlò l’uomo portandosi alla bocca un
piccolo microfono. All’istante, ciascun ragazzo scattò rapidamente
in avanti e ognuno di essi si gettò a capofitto
in un combattimento corpo a corpo. In pochi secondi Crilin aveva già
steso Guldo con un poderoso pugno all’altezza dello stomaco senza troppe
difficoltà, mentre Vegeta stava avendo alcuni problemi con il pericoloso
Likoom. Purtroppo per lui, lo stava strapazzando per bene, era quasi
impossibile riuscire a difendersi dai suoi attacchi così rapidi. Cadde a
terra per qualche secondo quando fu urtato alla schiena
dal capitano Ginew, colpito violentemente da un calcio ben assestato di Radish.
“Bravi!!” gridarono le ragazze a loro indirizzo. Radish si
voltò compiaciuto e sorrise loro, ma il veloce Butter si
approfittò del suo momento di distrazione per sferrargli una potente
manata sul collo.
“Mi
hai fatto male, imbecille!!” sbottò il
capellone adirato; corse verso di lui e gli restituì il favore, ma con
gli interessi…
Fuori
due.
Goku,
sostituitosi al fratello nello scontro contro il capitano Ginew, riusciva a schivare
bene i suoi colpi con rapidi e agili movimenti in ogni direzione, ma era molto
difficile mandarlo a tappeto con poche mosse. Stava facendo una grande fatica, nonostante sapesse di avere un’ottima
resistenza.
Quando
finalmente riuscì a stenderlo a terra con una possente gomitata, venne raggiunto da Nappa, pronto a sferrargli il colpo di
grazia; una volta messo fuori gioco Ginew non sarebbe stato difficile
sconfiggere i restanti avversari e aggiudicarsi il titolo di campioni. Raccolse ogni forza rimasta, preparò il balzo
e…
“UAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!” un grido lacerante squarciò la cappa
formata dal brusio fastidioso del pubblico; Nappa sollevò repentino la
testa verso il cielo, ma non vide altro che una sagoma nera che si abbatteva
inevitabilmente su di sé…
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“Avete
combattuto molto bene, nonostante tutto!” C18 aprì la valigetta
del pronto soccorso messa a disposizione dal segretario/maestro Muten e ne estrasse flaconi di disinfettante, cerotti e garze.
“Stavamo
per vincere!!” brontolò Nappa
imbronciato. “Se solo questo idiota non mi fosse
crollato addosso…” e indicò Yamcha, disteso sul pavimento
dell’infermeria, mentre Bulma lo sottoponeva alle sue premurose cure.
“Ve
l’ho già spiegato, ho imboccato una scalinata credendo che mi
avrebbe portato all’interno di qualche locale, vista la confusione che si
sentiva, e invece sono caduto di sotto!!”
ripetè il moro in tono di scuse per l’ennesima volta.
“Suvvia,
come poteva sapere che qualche tempo fa, al posto del ring, vi era una piscina
all’aperto?” disse Bulma passandogli amorevolmente un batuffolo di ovatta sotto lo zigomo tagliato.
“Ma
doveva proprio salire in cima al trampolino?!”
sbottò Radish stizzito. “Come diavolo hai
fatto a non capire subito di cosa si trattava?!”
“Scusate…ero
accecato dalla frustrazione…” rispose Yamcha scoccando
un’occhiataccia a Vegeta, che sostenne impassibile il suo sguardo
funesto.
“Non
fate tante storie, avete fatto tutto il
possibile!” esclamò Lunch applicando un cerotto sul naso di
Radish, che in realtà preferiva che fosse una moretta di sua conoscenza
a medicarlo. Invece, con sua grande rabbia, la
crocerossina dei suoi sogni era impegnata a fasciare un avambraccio del
fratello minore, che sopportava bonario le bruciature dell’alcool.
“Goku,
mi hai stupito!” esclamò lei affascinata. “Sei stato davvero
in gamba, non credevo che fossi così forte!
Tenere testa a quello là…”
“Eh
eh…Ti ho sorpreso, vero?” Il ragazzo sorrise
fiero.
Radish
sbuffò geloso e si stappò una lattina di soda al limone con la
mano incolume.
“Bè,
non sarete i campioni…ma almeno stasera vi
aspetta una bella cenetta al ristorante!” esclamò Lunch allegra
spruzzando disinfettante da tutte le parti. Anche se
di poco, dopo quella notizia il morale dei ragazzi si era leggermente
risollevato…
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“Accidenti,
ragazzi, ancora pochi secondi e quei due mi avrebbero mandato in fuori gioco!!” Ginew addentò un boccone di carne arrostita
e lo masticò digrignando duramente le mascelle.
“Dici
davvero, capo?!” esclamò incredulo Butter
sputando un tocco di pesce alla griglia. Qualche altro ospite del ristorantino
sul mare protestò indignato, ma lui non ci badò.
“Non
ci credo, il nostro capo è imbattibile!” ribattè
animatamente Likoom.
“Sigh…Grazie,
ragazzi…” Ginew si asciugò una lacrimuccia di commozione con
il lembo del tovagliolo.
“Sì,
capo, nessuno può rubarti il titolo di campione dell’isola!!” aggiunse Jeeth con la sua solita strafottenza.
“Già...Ma
del resto…SONO O NON SONO IL PIÙ FORTE?!”
sbraitò poggiando le mani sui fianchi.
“YEEEEEEAH!!!”
“STATE
ZITTI, CRETINI!!” Gli altri clienti cominciarono
a tirare loro pezzi di carne e fette di pane, ammutolendoli all’istante.
wwwwwwwwwwwwwwwwwww
CONTINUA…
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Mamma mia!! Non so come sia venuta la
scena del combattimento…so solo che non avevo
assolutamente idee su come farlo svolgere prima dell’entrata in scena di
Yamcha! Per fortuna questa sera ho potuto concludere
il capitolo, approfittando del tempo libero(che purtroppo in questo periodo
scarseggia…)e del computer libero! Spero che vi sia piaciuto!
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Bambi88: Non preoccuparti,
anche se nella tua ficcy Kakaroth è
“cattivello”…è pur sempre Gokuccio, in fondo!^^ Questo
mi basta, credimi! E poi a volte, come nel tuo caso, è piacevole trovare
comportamenti decisamente OOC di personaggi che non ti
aspetteresti mai! Sono novità che ti coinvolgono ancora di più!
Sai, forse hai ragione…al povero Yamcha le sto facendo passare di tutti i
colori!! Vabè, dai, magari prima
o poi riuscirà a riscattarsi!^^ Ancora grazie per tutti i tuoi
complimenti!! Mi fai arrossire!!^///^ Neanche io
vorrei sembrare ripetitiva, ma ogni volta non mi trattengo dal dirti Grazie per
tutte le tue belle parole…Sei davvero dolcissima, come faccio a rimanere
impassibile?^^ Bacioni, amoruccio, ti voglio bene!! A presto!^_^
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Son Giuggy 90: Ciaooo!! Bentornata!! Grazie per la tua recensione, sei veramente
dolcissima!! Aaaaah…Inutile dirlo…Goku
è troppo bello!! Non sa nemmeno quante ragazze gli sbavano dietro!!
E qui…ehm…ne abbiamo un chiarissimo
esempio!^^ *SBAV SBAV SOMMESSO!!* Però se ci pensi purtroppo è
vero che spesso è un tipino piuttosto solitario…Dolcioso!!^^ Stai
tranquilla, stai pur sicura che quel qualcosa di romantico che deve avvenire
tra Gokuccio e Chichi arriverà presto…ma a tempo debito!^^
Comunque ho già un’ideuzza da sfruttare, cercherò di
buttarla giù il più chiaramente (e il più
presto!)possibile! E anche per Crilin e C18 le cose si
aggiusteranno, ovviamente! Ah, grazie mille per la tua recensione su
“Un’ora in più”!!
Sssssigh…Quanto amo quella puntata!!
BWAAAAAAAAAAAAAAH!!!^^
Mamma mia, che coppia di Goku-fanatiche!!^^
Uniche!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Pikkola Rin: Ciao
dolcissima!! Come stai? Spero di essere stata più puntuale con i
tempi, con il nuovo capitolo!^^ Scusa se ultimamente ritardo un pochino, ma
purtroppo siamo alla resa dei conti, ormai…Sembra che i miei professori
si siano coalizzati per assegnarci la maggior
quantità possibile di pagine da studiare!! E poi adesso ci si mettono anche
le prove per il saggio di danza…Ssssssigh!!!
Comunque ti prometto che cercherò di fare il possibile ogni volta! Udite
udite…Yamcha è finalmente risbucato!! Ora
vediamo cosa succederà nel triangolo… Un baciotto enorme, ti
voglio bene!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
VidelB: Eh eh…Non
sei la prima che prova pena per Yamcha!! Forse
l’ho trattato un pochino male, dopotutto…Vabè, dai, vedrai
che si riscatterà!^^ è già qualcosa che sia
risbucato dopo questo “piccolo periodo di assenza”! Sì, in effetti affidare la cartina a due ubriachi non è
stato un vero e proprio colpo di genio, ma si sa…a volte i giovani sono
veramente irresponsabili!!^^ SO RAGAZZI!!^^ Il ring…Forse alla fine era
veramente meglio il circolo di tennis! Anche perché ad essere sincera la
scena del combattimento non mi soddisfa a pieno, ma ho
dovuto inserirla per dare un senso alla vicenda!!^^’’ (Groan…
ù_u NdVidelB) Grazie ancora, my love, spero di risentirti presto!! Ti
voglio bene, un bacione enorme!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
LeftEye: Tesora!! Come stai? Ma sai che non ci avevo
pensato?! Hai ragione! La scena della moto ricorda un tratto di 3Msc! Che stupida…e dire che
l’ho anche letto!^///^ Però almeno…condividiamo il fatto che
Vegeta sulla moto è decisamente più attraente di Step, che
dici?^_O Eh eh!! Credo proprio che sia così…Radish e Nappa, senza
una lattina a portata di mano non sopravviverebbero!!^^
Poveri cicci…
Ah. Ovviamente grazie mille per la tua recensione su
“Un’ora in più”!!^^ Mitica
nelle song-fic? Dai, non esagerare, mi fai arrossire!!^///^
Ti voglio tanto bene!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Kay: Ciao!! Grazie ancora per tutti i tuoi complimenti!! Inutile dire che anche io tifo
per la coppia Bulma/Veggy…Non s’era capito, vero??^^ Comunque, per
soddisfare la tua curiosità, ti dico che ho sedici anni e sono
una…umbricella, direttamente dal Cuore Verde dell’Italia!^^
Bacioni!!
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Liz: Ciao, piacere di
conoscerti!! Grazie per aver lasciato una recensione,
mi ha fatto davvero molto piacere! E sono anche contenta che la mia ficcy ti
piaccia…Sì, in effetti ho fatto un
incredibile miscuglio di personaggi!! Soprattutto ho avuto anche il coraggio di
andare a ripescare Radish e Nappa!^^ Visto che sono comparsi così poche
volte sia nel manga che nell’anime…ho
voluto dare loro una chance per riscattarsi!!^^ Spero che i nuovi capitoli ti
piaceranno…e naturalmente se ti andrà di lasciarmi le tue
impressioni io sarò…al settimo cielo!!*Ale entra in crisi mistica
con gli occhi spiritati e le alucce dietro la
schiena*^^ Grazie ancora, baciotti baciotti!!^^
wwwwwwwwwwwwwwwww
Continuate a recensire, mi raccomando!!
Ancora grazie e…che altro? Goku…TI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!^^
Bacio bacio!!
Alessandra
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
*Vi ricordate della famigerata Squadra Ginew? Compare per la prima volta nella saga di Freezer, ma
lì per fortuna i nostri eroi hanno dato loro una bella lezione!!^^
Pikkola Rin: Concordo…Concordo in pieno…Yamcha è un
vero idiota in tutto e per tutto
.:AFTER
SCHOOL-LEAVING EXAM:.
wwwwwwwwww
CAPITOLO 9:
Pelati lessi
wwwwwwwwwwwwww
Uno, due, quattro, cinque…
Sette.
Sette piatti impilati l’uno sopra all’altro e
pericolosamente in bilico vicino al bordo del tavolo.
Sette
piatti a testa!!
Ma cosa diavolo avevano al posto dello stomaco, quelli
là?! Solo Crilin si era trattenuto e non aveva sentito il bisogno di
ingozzarsi come i suoi amici.
“Ehi,
ma voi non mangiate niente?” chiese Goku, con la bocca ancora impegnata a
sminuzzare gli spaghetti in brodo, alle ragazze.
“Ehm…No,
grazie, stiamo bene così!!”
esclamò Bulma mostrando il piatto pulito: tutte loro avevano preferito
ordinare qualcosa di leggero, come una minuscola fettina di carne o
un’insalatina di frutti di mare.
Un
giovane ragazzo dai capelli biondi e ricci si avvicinò al loro tavolo a
grandi falcate, sorreggendo un vassoio stracolmo di pietanze con un braccio
solo; sicuramente chiunque avrebbe immediatamente notato il suo sguardo
scandalizzato e decisamente seccato; era la prima
volta che aveva così tanto lavoro da sbrigare…
“Dovreste
venire a mangiare qui più spesso” disse Bulma scrutando disgustata
Nappa, che si stava riempiendo la bocca di riso senza nemmeno fermarsi per
inghiottire. “Così quel cameriere così carino potrebbe
sperare in un posto di bodyguard…Come minimo vi butteranno
fuori a calci!!”
Radish
impilò un altro piatto sulla sua colonnina personale e addentò un
pezzo di pane. “Dovrebbero ringraziarci, invece!!”
sbottò con voce impastata.
“Già,
oltretutto che li paghiamo!!” aggiunse Radish
trincando con poca eleganza un bicchiere di vino rosso dal suo calice.
“Li…paghiamo?”
chiese Crilin titubante.
“Hm?
Perché?” chiese Goku incuriosito dalla sua
reazione, interrompendo per pochi secondi il continuo armeggiare con le
bacchette di legno.
“N-no,
niente, ma…credevo che fossimo a…a corto di soldi…”
balbettò il pelato cominciando a sudare freddo.
Radish
scoppiò a ridere. “Ma che dici, tappo?!
Possiamo permetterci qualsiasi cosa noi desideriamo!!
Non è vero, Chichi?”
Chichi
sussultò al richiamo. “Bè…forse, per stare più
sicuri, dovreste controllare quanto abbiamo…”
“Ehm…ok…Vegeta,
sbaglio o prima ti abbiamo affidato il borsellino comune?” chiese il
capellone all’amico a capotavola. Questi sbuffò, ovviamente restio
a lasciare il suo cosciotto, e si frugò in tasca, dalla quale
tirò fuori un portamonete di stoffa decorato con diverse sfere gialle,
ciascuna riportante alcune stelle rosse. Lo lanciò a Nappa, che lo
afferrò al volo.
“Ehi,
che riflessi!” si complimentò Lunch con
un sorriso.
“Eh
eh, grazie!!” rispose l’energumeno
smanettando con la chiusura. Quando questa
scattò, scrutò all’interno della sacchetta con un occhio.
Calò
un silenzio di fremente attesa, interrotto solo dal continuo mastichio che
pervadeva il locale. Una goccia di sudore calò lenta lungo la fronte di
Nappa, che deglutì rumorosamente. Chiuse di colpo il borsellino e si
alzò in piedi.
“OOOH,
MA È TARDISSIMO!! CIELO, MI PERDO LA FINALE IN TV!!” sbraitò con un finto sorriso stampato sulla
faccia e le braccia tremanti. Tutta la clientela maschile si voltò a
guardarlo, cominciando a preoccuparsi.
“Ma non la facevano domani?” chiese Goku grattandosi la
nuca, perplesso.
“OH
NO, È STASERA!! CORRETE, DOBBIAMO SCAPPARE!! S-C-A-P-P-A-R-E, CAPITO?!”
continuò Nappa agitando freneticamente le braccia e ammiccando
nervosamente ai quattro venti.
“Ma che…?”
“OH,
INSOMMA!!” Nappa afferrò Yamcha e Vegeta
per la collottola e li trascinò fuori dal locale, già percorso da
un incredibile traffico: evidentemente le parole di Nappa avevano convinto
parecchi ragazzi, che si stavano accalcando verso l’uscita impazienti di
fiondarsi davanti alla televisione il prima possibile.
“EHI,
DOVE ANDATE?! DOVETE PAGARE IL CONTO!!
EHI, VOI!!” urlò il cameriere ricciolino
alla massa, tirando loro dei piatti e mandandoli ad infrangersi rovinosamente
sulle pareti.
“OH,
MA VATTI A GODERE LA PARTITA,
TESORO!!” sbottò Nappa affrettandosi ad
uscire dal ristorantino, seguito a ruota dai suoi amici e dalle ragazze.
“MA
INSOMMA…” cominciò il biondo, poi diede
un’occhiata all’orologio; fece spallucce di rassegnazione,
si sfilò il grembiule e si chiuse nella stanzetta di servizio, dove un
telecomando stracarico di pulsanti colorati lo stava tranquillamente
aspettando…
wwwwwwwwwwwwwww
“Accidenti,
che corsa!! Perché non l’hai detto prima che non avevate i soldi?!”
sbottò C18 sferrando un pugno sulla nuca scoperta di Nappa.
“Ahio!!” si lamentò lui prendendosi la testa tra le
mani. “Dovevo pur trovare un modo per andarcene da lì senza dare nell’occhio, no?”
“Quando gli altri ragazzi scopriranno che la partita non
è stata anticipata verranno a cercarti e ti gonfieranno di
botte…” disse Chichi seccata.
“Ehi,
io so difendermi, cosa credi?” disse il ragazzo additandosi con il
pollice rivoltato al petto.
“Sì,
sì, va bene…Andiamo, ora?” disse
Vegeta incrociando le braccia al petto e avviandosi a grandi falcate verso le
motociclette parcheggiate poco distanti.
“Perché non ci facciamo un giro per strada prima di
tornare a…ehm…casa?”
propose Goku facendo volare la mente alle loro tende da campeggio piantate in
un angoletto della spiaggia.
“Ehi,
perché no?” annuì Chichi elettrizzata. “È troppo presto per andare a dormire, divertiamoci un
po’!”
“E
brava la nostra Chichina!!” esclamò Bulma
dandole un pizzicotto sul braccio. “Vedo che la vacanza comincia a
coinvolgerti!”
“Montate
su, dai…” tagliò corto Vegeta
lanciando un casco a C18, che lo afferrò con grazia e se lo
infilò in testa.
A turno,
ciascuna ragazza montò dietro uno dei ragazzi,
tranne Chichi, che stava assistendo estasiata ad un interessante litigio che
avrebbe deciso il suo destino…
“E
dai, Radish, fai guidare a me!!” protestò
Goku con impeto, dandogli uno spintone.
“Ma
sei completamente fuori?! Col cavolo che ti lascio
salire sulla mia moto! E se poi ti vai a fracassare contro un albero chi mi
ripaga i danni?!” ribattè il fratello
restituendogli la botta.
Goku
sospirò, estremamente seccato.
“Allora…Primo, la moto
non è tua ma l’hai noleggiata, e secondo, non credo che con te sia
più protetta che con me, visto come guidavi stamattina!! Perciò
chiudi il becco e fammi posto!!”
“Brutto
moccioso, come ti permetti di…?!”
cominciò Radish, ma si interruppe quando Chichi tossicchiò
lievemente.
“Ehm…Sapete
com’è…dovrei salire…” disse piano mostrando il
casco.
Goku e
Radish arrossirono e distolsero lo sguardo; in quel momento, qualunque estraneo
avrebbe capito subito che erano fratelli di sangue.
Dopo
qualche secondo di esitazione, il primogenito si
battè un pugno sul palmo della mano aperto ed esclamò:
“Ecco!! Perché non facciamo scegliere a Chichi, fratellino adorato?”
“Ci
sto!” rispose Goku in tono di sfida. Entrambi si voltarono
verso la moretta, che aveva spalancato gli occhi dal turbamento.
“Oh
no, ragazzi, vi prego, io non voglio intromettermi
nelle vostre faccende e…”
“Scegli”
tagliò corto Radish, pentendosi mentalmente subito dopo per aver usato
quel tono così rigido.
Chichi
deglutì e li squadrò da capo a piedi, evitando di incrociare i
loro sguardi: sarebbe sicuramente diventata bordeaux
dall’imbarazzo.
“Ehm…”
“Ehi,
ci sbrighiamo?! Ci sto facendo la conca, su questo
sellino!!” sbraitò Vegeta lampeggiando in
loro direzione.
Chichi si
morse il labbro inferiore, prese fiato e…
“Goku”
annunciò in un filo di voce.
Radish
rimase di stucco, pietrificandosi da capo a piedi, e spalancò la bocca;
ma no, impossibile, sicuramente aveva capito male…
“Scusa,
che hai detto? Non…non ho sentito bene…”
balbettò perplesso.
“Ho…ho
detto Goku…” rispose la
moretta imbarazzata guardandosi le punte dei piedi. “Anche
lui ha diritto di tenere la moto per un po’, no? Fate a
turno…”
“M-ma
io…”
“Non
prendertela, gradasso, andrà meglio la prossima volta!!”
rise Goku sfilandogli il casco da sotto il braccio e infilandoselo in testa,
cercando di farvi contenere ogni ciuffo di capelli ribelle.
Anche se un po’ pentita, Chichi sorrise divertita
nell’osservare l’espressione di completo sgomento di Radish, che
strusciando i piedi a terra si stava lentamente avviando verso la moto di
Vegeta, scrutando con odio quel piccolo sedile scrostato del sidecar che avrebbe
di lì a poco accolto la sua ingombrante stazza. Non avrebbe voluto dargli quella
“delusione”, ma in fondo se lo meritava:
non era affatto giusto privare il fratello minore di qualche
possibilità, anche se si trattava di un banale giro in moto.
…E
poi, magari, montando dietro a Goku non avrebbe rischiato la vita come nel
viaggio di andata!
“Ehi,
Chichi? Dai, monta su…” le disse il
ragazzo picchiettando sulla piccola zona posteriore del sellino con una mano.
La moretta si sistemò la gonna e fece passare la gamba dall’altra
parte del veicolo, stringendosi saldamente alla maglietta del conducente.
Era
così morbida e plasmabile sotto le sue dita, curiose di esplorare ogni
singola piega che sfiorava…Profumava di menta, un inebriante profumo di menta che le solleticava dolcemente il naso. Trascinata da
un momento di beato coinvolgimento, vi poggiò una guancia, godendo nel
sentirvi, al di sotto, la schiena rigida e leggermente arcuata.
“Andiamo,
allora?!” sbottò Vegeta facendo rombare
il motore e portandosi in prima posizione, davanti a tutti gli altri; attese di
scorgere qualche cenno di assenso riflesso nello specchietto laterale e diede
gas, partendo a velocità sostenuta e inserendosi sulla strada.
“Allora,
come si fa con questo coso…” mormorò Goku concentrato sul
manubrio, mentre tutti gli altri lo superavano a
andavano ad accodarsi alla scia di Vegeta; il fratello gli lanciò
un’occhiataccia di rimprovero, ma lui si limitò a rispondere
facendo schioccare le labbra con indifferenza.
“Ah,
ecco, è così!!” esclamò
poi, girando i manici con forza. La moto scattò in avanti a tutta birra,
e Chichi fu costretta a rinsaldare la stretta per non rotolare
sull’asfalto.
“OH!!” Il ragazzo frenò di colpo e la moto si
inchiodò in avanti con un fischio. “Accidenti, come si fa a
regolare la velocità?!”
“Ehm…Prova
a dosare la forza, la prossima volta…” mormorò la ragazza
sporgendosi in avanti e indicando il manubrio, lanciando un’occhiata
preoccupata ai fanali, ormai lontani, della moto di Nappa.
“Sì,
ma è complicato! Uhm, chissà se così…” Altro
gas, altro schizzo in avanti, che si concluse solo
dopo tre secondi con una poderosa sgommata. “Aspetta, Chichi, forse
adesso…”
Ma
Chichi non lo stava ad ascoltare: l’ultimo sbalzo l’aveva quasi
tramortita, facendole dare una brusca sferzata all’indietro. Aveva come
l’impressione che avrebbero percorso tutta la strada che li separava
dagli altri in quel modo, a tratti…
Non avrebbe mai voluto ammetterlo nemmeno a se stessa, ma sicuramente,
tra i due, nella guida era quasi meglio Radish…
wwwwwwwwwwwwwwwww
“Ehi!
Frena, frena!!” C18 bussò sulla schiena
di Nappa, il quale fu costretto a fermarsi sul ciglio della strada;
lampeggiò brevemente per avvertire gli altri e si voltò verso la
biondina.
“Che c’è?”
“Non
hai visto il cartello?!” disse la ragazza
puntando il dito alla sua destra.
“Quale
cart…? Oh!” Nappa si voltò verso la direzione indicata e
vide un’enorme insegna al neon molto appariscente che riportava la
scritta “Acquafan in the night”; poco più sotto, dello stesso
colore, una freccia puntante su una stradina secondaria.
“Ma
guarda…non l’avevo mica notato!!”
disse Nappa affascinato.
“Ci
andiamo?! Dai, chiediamo anche agli altri!!” esclamò C18 sventolando le gambe.
Il
ragazzo avvampò, abbassò gli occhi e cominciò a puntellare
con i due indici. “Io non…”
Si interruppe
bruscamente quando un gridolino elettrizzato infranse l’atmosfera di
totale e pesante imbarazzo. “Wow!! Vi prego, andiamo!!”
esclamò Crilin sporgendosi in fuori, una volta notata l’insegna.
“Hmf…Siete
proprio dei bambocci…” commentò Vegeta sistemandosi il casco
sulla testa e imboccando la stradina indicata dal cartello.
“Un
attimo, dobbiamo aspettare anche Chichi, Bulma, Goku e Yamcha!!”
disse Lunch picchiettando sulle spalle del ragazzo.
“Tsk…Prima
che arrivino sarà già l’ora di andarsene!” ribattè
Radish senza voltarsi.
“Allora
fammi scendere, li aspetterò qui io” disse la ragazza facendo
forza sulle braccia e poggiando un piede a terra.
“Ma che fai, Lunch? C’è ancora
un po’ di strada da fare!” la avvertì C18 turbata.
Nappa
sgranò gli occhi, stupito dal gesto di Lunch: non avrebbe mai creduto
che una ragazza timida come lei potesse offrirsi di rimanere così, tutta
sola, all’addiaccio, in attesa dei suoi amici.
“Sigh…Che
ragazza piena di spirito d’iniziativa!!”
“Fai
come ti pare” disse Vegeta indifferente; dopo aver respinto con un calcio
Radish, che cercava di issarsi dietro di lui al posto di
Lunch, accese i fanali e procedette tranquillamente sollevando una nuvola di
polvere dietro la quale arrancò anche la motocicletta di Nappa.
“Stai
attenta ai maniaci!!” urlò C18 quando
passò accanto all’amica.
“Tranquilla,
ho un’arma infallibile!!” rispose Lunch
tirando fuori una piuma particolarmente soffice e passandosela con delicatezza
sotto il naso…
wwwwwwwwwwwwwwww
“Io
scommetto su Kakaroth!!” esclamò Radish
dando un pugno a un piccolo tavolino di plastica lì accanto a lui.
“No,
secondo me vince quell’altro!” rispose
Nappa imitando il gesto dell’amico e scrutando ansioso il grande cancello
di accesso all’acquafan, dove si stava tenendo una gara molto
interessante…
La
motocicletta che Goku non aveva ancora imparato a portare nel modo giusto e il
furgoncino miracolosamente aggiustato di Yamcha procedevano
testa a testa, forse perché entrambi procedevano con estrema
lentezza…
“Dai,
Kakaroth, che ce la puoi fare!!” lo
incitò il fratello scoppiando a ridere in sua direzione.
“Mamma
mia, si farà giorno prima che uno dei due
arrivi fino a quaggiù!!” esclamò Nappa lasciandosi andare
ad un sonoro latrato di scherno.
“…O nella migliore delle ipotesi si fermeranno prima di aver
percorso altri due metri…” aggiunse Vegeta, che aveva cominciato ad
appassionarsi alla competizione.
Invece,
con spavento di tutti i presenti, Goku diede una vigorosa virata
all’acceleratore e la moto consumò a velocità supersonica
il poco tratto di strada che li superava dal piccolo parcheggio; per fortuna
l’ultima poderosa frenata evitò che la vettura andasse a
scontrarsi con il muricciolo antistante.
“Uff…Che
divertente!!” esclamò Goku sfilandosi il
casco e sorridendo radioso. “Vero, Chichi?...Chichi?!”
La
ragazza, letteralmente sconvolta dal viaggio appena concluso, era rimasta
incollata con la fronte alla schiena del guidatore, battendo i denti.
“Ehi,
tutto bene?” chiese il ragazzo avvertendo su di sè il suo tremore.
“Ma…Hai freddo?”
“N-non
proprio…” rispose debolmente la moretta rinsaldando la presa sulla
sua maglietta.
“Ehm…Scusa
per il mio modo di guidare, ma questa è stata la mia seconda volta in
tutto!” disse il moro passandosi una mano sulla nuca e ridacchiando
imbarazzato.
“Ma figurati…” rispose lei cercando di non
lasciar trasparire il suo sgomento. A malincuore, e dopo essere stata costretta
da C18, lasciò andare la presa e poggiò i piedi a terra,
sentendosi subito meglio.
Pochi
secondi più tardi, finalmente, giunse anche il
furgoncino di Yamcha, dal quale scesero lui, Bulma e Lunch.
“Finalmente,
credevo che non saremmo mai arrivati!!”
esclamò Bulma scrollando le spalle con aria stufa. “Meno male che
Lunch ci ha aspettato, altrimenti non saprei proprio come avremmo
fatto a trovare questo posto!!”
“Figurati!!” rispose l’amica con un gran sorriso.
“Bè,
direi di andare, altrimenti i posti disponibili finiranno!” disse C18
battendo le mani e richiamando l’attenzione degli altri, che si
ridestarono e la seguirono al banco noleggio.
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Bulma si
sistemò gli inseparabili pantaloncini arancioni e si sedette su una delle sdraio che erano riusciti ad accaparrarsi
all’ultimo momento. Si sentiva così fuori
luogo…Insomma, quel posto era assolutamente fantastico. Centinaia di scivoli di ogni
colore, forma e dimensione confluenti unicamente in una grande vasca al centro
di un enorme parco acquatico disseminato di tavolini, fontane, giochi
d’acqua e decine di luci variopinte che creavano curiose increspature
ondulate rispecchiandosi nell’azzurro dell’acqua.
E lei
non poteva approfittarne.
Non aveva
neanche un po’ di compagnia…Si chiese che razza di
apparato digestivo possedessero quei ragazzi: nel giro di trenta minuti
avevano già smaltito l’intera cena, che a lei sarebbe bastata per
due settimane.
“Sigh…Ma
perché a me?! Perché proprio oggi?!” si lamentò la ragazza asciugandosi una
lacrimuccia di frustrazione a lato delle ciglia. Scrutò corrucciata
Yamcha, che se l’era svignata lasciandola lì da sola come un’emerita idiota
e in quel momento stava tentando di cimentarsi in un triplo salto carpiato dal
trampolino intermedio, cercando di attirare su di sé l’attenzione
di alcune ragazze sedute comodamente a bordo vasca.
“Pfui!
Esibizionista!” commentò Bulma con una smorfia, incrociando le
braccia al petto e distogliendo lo sguardo indispettita.
Sembrava
che anche Chichi, C18 e Lunch si stessero
divertendo…Le ragazze si erano appena lanciate da uno scivolo
particolarmente ingarbugliato, sollevando schizzi all’intorno ed
emettendo gridolini eccitati; Vegeta e Goku, da veri amanti dei rischi, si
erano arrampicati fino al trampolino più alto dell’impianto,
scrutando in basso e calcolando i metri che li avrebbero separati
dall’impatto. Solo Radish, Nappa e Crilin si erano appartati ad un
tavolino poco distante, confabulando sommessamente.
“Mah…non
lo so…e se poi…” balbettò Crilin imbarazzato
giocherellando con la cannuccia del suo bicchiere ormai quasi vuoto.
“E dai, tappo, male che vada ti risponderà
male!” rispose Radish seccato.
“Sì,
tappo! Male che vada…” confermò
Nappa sferrandogli una pacca sulla spalla.
“Sentite,
e se la finissimo con questa storia del tappo?!” sbottò Crilin.
“Ok,
cosa preferisci…Botolo, nano, due soldi di cacio,
piccoletto?” chiese Nappa contando sulle dita della mano.
“…E perché non tracagno, briciola, bassetto, pigmeo,
microbo…” riprese Nappa.
“Sì,
però non…”
“…Non
c’è che l’imbarazzo della scelta!!”
disse Radish spalancando le braccia.
Crilin
fece scendere le spalle, rassegnato, e sospirò. “Tappo mi
piace…”
Sobbalzò
con foga quando C18 e Lunch si issarono fuori dalla
piscina, avvolte da un ampio asciugamano.
“Che nuotata!” esclamò felice Lunch.
“Già,
dopo la scarpinata di stamattina ci voleva proprio! A proposito, sai chi ho visto poco fa?” le chiese la biondina infilandosi
le ciabatte.
“Hm?”
“Quelli
dell’altra sera, il deejay con il suo amichetto, te lo ricordi?
Tensinhan e Jiaozi, mi pare che si chiamino…” disse
C18 ravviandosi i capelli all’indietro con una mano.
“Oh,
davvero?! Tensinhan e Jiaozi sono qui?!” esultò Lunch unendo i palmi delle mani.
“Che bello, vorrei tanto salutarli!”
“Aha…Mi
sa tanto che non mi stavo sbagliando, allora…” sussurrò
l’amica con aria furbetta. “Lo sapevo che un tipo serioso e
corrucciato come lui ti sarebbe andato a genio!”
“Eh?!” sussultò Lunch avvampando vistosamente.
“M-ma no, io…”
“Dai,
non c’è niente di male nell’ammetterlo!” la
rassicurò la biondina. “E poi è un
bel ragazzo, non c’è motivo nel vergognarsi!”
“Ehm…Sì…”
mormorò Lunch poco, se non per niente,
convinta.
“Dai,
andiamo a salutarlo, è laggiù! Lo vedi?”
disse l’amica indicando un punto indistinto a pochi metri da loro.
La prese per un polso(resistendo strenuamente ai suoi tentativi di
liberarsene)e la trascinò letteralmente verso il luogo tanto temuto:
sdraiato beatamente su di una brandina a righe e immerso in una fitta
conversazione con l’inseparabile amico Jiaozi, un abbronzato Tensinhan si
stava decisamente godendo l’atmosfera.
C18 diede
uno spintone a Lunch, la quale sbiancò in volto
e si sbilanciò in avanti; poco mancò che il torace gonfio del
ragazzo attutisse la sua caduta. Destato dal brusco cambiamento d’aria,
il pelato si voltò e scorse il visino della ragazza a pochi centimetri
dal suo.
“Ehiciaocomevalavita??” esordì Lunch rimettendosi velocemente in
piedi e assumendo la bella sfumatura di una mela matura.
“Oh…Ma
tu sei…” mormorò Tensinhan additando la ragazza con una luce
di comprensione negli occhi; Jiaozi imitò il suo gesto, ma il volto
rimase impassibile.
“Ehm…sì,
sono Lunch, quella dell’altra sera…”
balbettò la ragazza trovandosi un po’ in difficoltà. Non
era molto pratica nei dialoghi con l’altro sesso…
“Sì,
mi ricordo di te” confermò il ragazzo mantenendo
un’espressione piuttosto seria.
“E…ehm…ti
ho visto qui e allora ho pensato di…di venire a salutarti!” concluse Lunch in un solo fiato, sentendosi miracolosamente
liberata da un opprimente peso sullo stomaco.
“Ah…grazie…”
mormorò il ragazzo piuttosto disinteressato. “Bè, come
va?”
Lunch
arrossì ancora e sorrise debolmente, un po’ delusa dalla domanda
appena fattale: forse un pizzico in più di vitalità da parte sua
l’avrebbe maggiormente incoraggiata…
“Oh, io be…be…beeeeeeeeee…eet…EET-CHUM!!”
“Hm?”
Tensinhan sussultò alla starnuto della ragazza
e sentì uno strano brivido freddo attraversargli l’intera spina
dorsale.
“OH!!
PORK…!!” esclamò C18, fino a quel
momento rimasta in disparte, non appena si rese conto di quello che era appena
successo. Già tremava nell’immaginarsi le conseguenze…
“COME
SAREBBE A DIRE ‘COME VA’?! INSOMMA, SAI
DIRMI SOLO QUESTO?! VORREI UN PO’ PIÙ DI
CONSIDERAZIONE, SE NON TI DISPIACE!!” Lunch
aggredì Tensinhan afferrandolo alla base del collo e minacciandolo con
un pugno chiuso, lasciandolo pressochè allibito e scioccato.
“Ehm…Hai
ragione, ti chiedo scusa!!” si affrettò a
dire distogliendo lo sguardo carico d’imbarazzo dagli occhi della ragazza
furibonda.
“Ehm…Allora...Vieni
spesso qui oppure…”
Non fece
in tempo a concludere la frase che Lunch lo
afferrò per un avambraccio e lo strattonò in avanti. “OH, È DEL TUTTO INUTILE, NON CE LA
FACCIO A PARLARE IN PIEDI!! PERCIÒ
ADESSO ALZI LE CHIAPPE E VIENI AL NOSTRO TAVOLO, OK?!”
Tensinhan
spalancò la bocca, chiaramente stupito da quel repentino cambiamento di atteggiamento; come aveva fatto quella ragazzina
così timida e impacciata con cui stava interagendo pochissimi secondi
prima ad acquisire tutta quella faccia tosta in un lasso di tempo così
breve?
“Anche
tu, piccoletto, non rimanere indietro!” aggiunse Lunch facendo un cenno di intesa ad uno stralunato Jiaozi, che scattò in
piedi deglutendo spaventato e si accodò al gruppetto trotterellando con
passo malfermo.
“Hmf…Tra
i due non so chi sia quello più inesperto…” commentò
C18 tra sé osservandoli e sbuffando divertita.
wwwwwwwwwwwwwwwwww
“Allora,
amico, che te ne pare delle ragazze?” chiese
Radish a Tensinhan, integratosi subito nel piccolo gruppo raccolto intorno al
tavolino.
“Ehm…Non è che me ne interessi molto, veramente…”
bofonchiò imbronciato.
“Ma dai, fai come Crilin! Sono tre giorni che sbava dietro
alla bionda!!” esclamò Nappa scoppiando a
ridere in faccia all’interessato, che avvampò e gli sferrò
un pugno sulla testa.
“Non
dirlo a voce alta!!” lo rimproverò
paonazzo.
“Uffa,
siete veramente patetici!” commentò Radish passandosi una mano tra
la folta chioma e assumendo un’aria da sotuttoio.
“Bè,
l’atteggiamento di Lunch mi ha colpito…Non
è male, ha carattere!” disse Tensinhan, trascinato dal discorso.
In fondo era ora che cominciasse a guardarsi un po’ intorno…
“Tsk!
Me ne vado, lascio voi zucche pelate da soli, a discutere sui vostri
problemucci da femminucce!” Radish si alzò dal tavolo, issò
i boxer del costume fino all’addome e cercò la esile
figura di Chichi con lo sguardo. “Tanto io ho le idee chiare sull’argomento!”
“Femminucce?!
Ehi, prova a ripeterlo, sbruffone!!”
esclamò Tensinhan rabbioso, punto sull’orgoglio, mostrando i
pugni.
Il
ragazzo scoppiò a ridere e si tuffò nella piscina rannicchiando
le gambe.
“Lascialo perdere, è uno dei suoi standard”
disse Crilin cercando di rassicurare Tensinhan; questi grugnì
contrariato e si rimise bruscamente a sedere sulla sedia di plastica.
“Ehi…Hai
detto che ti piace Lunch, vero?” disse
l’altro cercando di riportare il ragazzo sulla precedente cresta
d’onda, distogliendolo da progetti di vendetta.
“Bè,
sì, in fondo è anche molto carina…!” confermò
lui mostrando uno dei suoi rari sorrisetti mesti.
“Bè,
e come dargli torto?!” esclamò Nappa.
“Anche a me piace molto!!”
Crilin,
Jiaozi e Tensinhan lo fissarono turbati. “Che…che cosa?!”
“Bè,
sì!!” riprese l’altro, sentendosi
beato al centro dell’attenzione. “Che coraggio che ha avuto prima,
quando è voluta rimanere da sola ad aspettare gli altri!!”
“L’avrebbe
fatto chiunque, scemo!!” esclamò Crilin
esasperato.
“Sì,
ma con lei è stato diverso!! Mi ha colpito!!” ribattè Nappa con gli occhi che brillavano.
“Hm…”
bofonchiò Tensinhan dopo quella osservazione
apparentemente priva di senso. “…Perché non ammetti semplicemente
che ti piace il suo aspetto fisico?!”
“Ehm…Oh,
ma quello è ovvio che mi
piaccia!!” rispose l’altro, riuscendo a
trovare delle argomentazioni che potessero risultare convincenti.
“…Ma anche il suo carattere mi
affascina… come quello della bionda, del resto!”
Crilin
sbarrò gli occhi e sputò la soda al limone che stava
sorseggiando, infradiciando il viso di Jiaozi, che per ripicca gli gettò
addosso un bicchiere pieno d’acqua.
“Splut!…Che…che cosa hai detto?!”
“…Che mi piace anche la bionda!” rispose semplicemente
Nappa come se si trattasse della cosa più ovvia del mondo. Allo sguardo
assatanato che ricevette dall’amico, fece spallucce e aggiunse:
“…Che ho detto?”
“LO
SAI QUELLO CHE HAI DETTO!!” sbottò Crilin
con occhi fiammeggianti, stringendo la mano in cui reggeva il bicchiere e
mandandolo in frantumi. “MA COME, DOPO TUTTO
QUELLO CHE VI HO RACCONTATO TU MI ESCI CON QUESTA AFFERMAZIONE?!”
“Non
capisco perché ti scaldi tanto, tappo…”
“BASTA
CON QUESTO TAPPO!!” ululò l’altro
rabbioso, alzando il volto al cielo e attirando l’attenzione di parecchi
bagnanti.
“…Sto
solo dicendo che, se dovesse andarvi male con una
delle due ragazze, ci sarò sempre io come prossimo candidato!”
spiegò Nappa con un gran sorriso a trentadue denti, che ebbe come unico
effetto quello di accrescere ancora di più la collera in Crilin e
Tensinhan.
“Non
possono piacerti due ragazze nello stesso tempo!!”
esclamò Tensinhan scandalizzato. “È immorale! Sei veramente
un pervertito!”
“Dai,
vi prometto che me ne starò buono in un angoletto finchè non
avrete combinato qualcosa, contenti?” li rassicurò il ragazzo ponendo avanti le mani e sbattendo angelicamente
le palpebre.
Crilin
emise un lungo fischio. “Non posso farmi avanti con C18 sentendomi il tuo
fiato pestilenziale sul collo!!”
“Basta,
me ne vado a fare il bagno” Nappa tagliò corto il discorso e si
alzò in piedi diretto alla vasca, ormai
traboccante di ragazzi fin quasi al limite.
“Ehi,
non ho ancora finito con te, palla da biliardo!” sbottò Crilin
tendendo un braccio avanti per fermarlo e richiamarlo, ma senza un esito positivo. Stremato dalle forze e bisognoso
di conforto, voltò lentamente il capo verso Tensinhan, anch’egli
nervoso e accigliato, e mormorò: “Amico, dobbiamo fare qualcosa,
altrimenti accadrà una catastrofe!”
Il
ragazzo sorrise furbescamente e rispose con una buona dose di convinzione:
“Hai ragione!”
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Quello
era sicuramente uno degli scivoli più alti che avesse
mai visto…Guardandolo dal basso, risultava veramente imponente e
quasi…maestoso. E, ad essere
sincera, ne era attratta moltissimo; del resto, aveva
già sperimentato parecchie altre strutture dell’impianto, quindi
perché non lanciarsi anche verso quella nuova elettrizzante sfida?
“Chi
viene con me fino in cima?” chiese Chichi ai suoi amici, impegnati in una
battaglia a suon di spruzzi e schizzi d’acqua.
Yamcha fu
il primo a captare la richiesta della moretta: lasciò il
“combattimento” e si voltò repentinamente alle sue spalle,
ammirando lo scivolo ad occhi spalancati per qualche secondo. “Wow! Che
roba!! Ehi, ragazzi, andiamo su!!”
La
proposta del moro fu accolta da grida di giubilo, e il gruppo nuotò fino
a bordo vasca per poi uscire e dirigersi verso la rispettiva scalinata
d’accesso.
“Dai,
Bulma, vieni anche tu!!” esclamò il
ragazzo raggiungendola e distogliendola da uno schema di parole crociate. Lei
lo guardò stralunata per qualche attimo, confusa.
“Yamcha,
se fosse per me mi sarei fiondata in acqua già da una buona
mezz’oretta, ma lo sai che non posso avvicinarmi!!”
rispose cercando di mantenere un tono calmo.
Yamcha
spalancò gli occhi deluso, ma un momento dopo
vennero inondati da una nitida e luminosa scintilla che non prometteva nulla di
buono. “Suvvia, che ti importa?! Vieni lo
stesso, dai, che non ti succederà nulla!”
Bulma
sospirò, ormai al culmine della sopportazione, e sibilò:
“Yamcha…Non-posso-venire-a-fare-il-bagno.
Chiaro?”
La
ragazza si aspettava che il ragazzo facesse crollare le spalle verso il basso e
lasciasse perdere…Invece, con sua grande
sorpresa, tese le mani avanti e la prese in braccio.
“EHI!
Che cosa hai intenzione di fare?!” sbottò
lei agitando le gambe preoccupata.
“Visto
che con le buone non ti si riesce a convincere, tanto vale che ci pensi io a
risolvere la situazione!” rispose Yamcha dirigendosi verso la piscina.
“NO,
NO, NOOO!! METTIMI SUBITO GIÙ!!
IO…QUESTO È UN ORDINE!!”
urlò Bulma sbarrando gli occhi e cominciando a sudare freddo; cosa
sarebbe accaduto se fosse finita in acqua?! Non osò neanche pensarci. E
invece, con suo grande timore, quella terribile visione
stava per prendere vita…
“YAMCHA!!
LASCIAMI ANDARE, INSOMMA!!” Cominciò a
sferrargli dei colpi sulle braccia, ma il ragazzo sembrava essere diventato
momentaneamente sordo.
“NOOOO!!
AIUTOOOOOOOOO!!!!”
Il tempo
e tutte le persone intorno a lei si fermarono nel momento esatto in cui Yamcha
lasciò la presa, esattamente al di sopra della
superficie increspata dell’acqua…Tutto il suo orgoglio e la sua
reputazione stavano per essere rovinosamente spazzate via, come un fragile
castello di carte incompiuto…
Una forte stretta all’altezza dell’addome la fece rinsavire e
le diede una spinta per socchiudere gli occhi; l’impatto, stranamente,
non era arrivato, solo la punta dei piedi era leggermente inumidita…Ma
per il resto era ancora sospesa in aria e, cosa più importante,
asciutta.
Confusa e
ancora in preda al panico, si voltò per capire chi fosse
stato a salvarla all’ultimo secondo…
“Ve…Vegeta?!” esclamò sconvolta quando
incontrò il suo viso contratto dallo sforzo di sorreggerla.
“Uff…Ehi,
non credi che sia ora di mettersi a dieta, donna?!”
commentò burbero mentre la riportava con i piedi a terra e lasciava
andare la presa sui suoi fianchi.
Bulma
sospirò sollevata e si portò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. “Bè, ecco…Grazie…”
“Pfui!
Non fraintendere, donna” disse il ragazzo chiudendo gli occhi e
incrociando le braccia. “L’ho fatto solo perché dopo non
volevo sentire le tue urla isteriche!”
Un gesto
fugace e tornò a sedersi tranquillamente sul bordo della vasca, come se
non fosse successo nulla.
Bulma, turbata,
lo imitò accomodandosi sulla sua solita sdraio;
anche se le aveva dato quella spiegazione, ciò non le impedì di
sorridere tra sé, sentendosi appagata e…lusingata.
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“Certo
che da qui è veramente alto…” Chichi deglutì e guardò
in basso dalla sua postazione.
“È
solo una tua impressione” disse Goku portandosi una mano alla fronte e
scrutando elettrizzato lo scivolo.
“Allora,
chi va per primo?” chiese C18 impaziente. “Su, non vedo l’ora
di scendere!!”
“Ho
un’idea!” esclamò improvvisamente Goku mettendosi seduto sul
piano di partenza. “Dai, scendiamo tutti a
trenino!”
Chichi
spalancò gli occhi sorpresa e si
accucciò in modo da trovarsi faccia a faccia con il ragazzo.
“…Sei pazzo?!”
“Oh,
no!” rispose lui con un gran sorriso. “Dai, sarà
divertente!” Allungò le mani e trascinò giù Chichi,
facendola posizionare tra l’apertura formatasi
tra le sue gambe divaricate.
“Wow,
sì!!” esclamò entusiasta Nappa
infilandosi dietro a Goku e prendendolo per le spalle; gli altri fecero lo
stesso, così che alla fine avevano costruito una lunga catena
ridacchiante.
“No,
aspetta…” provò a divincolarsi Chichi, ancora in testa alla
fila, ma le sue condizioni non le permettevano di proseguire con le
lamentele…
Poteva
sentire sulla sua pelle fresca il contatto con l’intero petto delineato
di Goku, le sue sporgenze sode e le sue mani
stringerle le spalle. E poco più in
basso…
…Oh,
Kami…
“Oh,
santo, santissimo cielo…” balbettò Chichi diventando
paonazza e fremendo dall’agitazione. Un gridolino eccitato irruppe nelle
sue orecchie, risvegliandola appena dal suo momentaneo stato di trance; un secondo dopo l’aria spumeggiante della
notte e migliaia di goccioline di acqua la travolsero in ogni parte del corpo,
seguendo armoniosamente la sua rapida discesa lungo lo scivolo.
“Yahuuu!!!” urlarono Goku e gli altri ragazzi pressati
strettamente l’uno dietro l’altro. Chichi guardò in avanti:
il manto di stelle si stagliava chiaramente ai suoi occhi e bellissimo si
mostrava in tutto il suo splendore, mentre il suo stomaco si librava in una elaborata capriola.
Con una
luce di spensieratezza nello sguardo, si lasciò andare ad un urlo
liberatorio levando in alto le mani e chiudendo gli occhi, lasciando che la
miriade di sensazioni che le pervadevano ogni singola cellula prendessero il dominio nella sua mente.
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“Sembra
che si stiano divertendo molto, eh?” disse Bulma cercando di attaccar
bottone con Vegeta, almeno per dimostrarle un assaggio della sua gratitudine.
“Hm…”
bofonchiò lui rimanendo impassibile.
“…Spero
di avere la possibilità di fare un tuffo qui, tra qualche giorno, quando
non avrò più i miei…ehm…problemi…”
continuò Bulma, decisa a non demordere.
Vegeta
emise un piccolo sbuffo divertito. “Almeno domani non potrai lamentarti
della tua sorte…”
“Hm?
Che cosa vuoi dire?” chiese la ragazza curiosa.
“Domani
pioverà” rispose lui con semplicità.
Bulma
strabuzzò gli occhi. “Ma che cosa dici?!
C’è un cielo pieno di stelle!”
“Pioverà…”
“Ci
sarà un sole da spaccare le pietre!!”
“…Pioverà…”
“Sarà
talmente caldo che una buona parte del mare si prosciugherà!”
“…Pioverà…”
“Oh,
continua pure a chiacchierare a vanvera!” tagliò corto Bulma
dandogli le spalle, seccata.
Vegeta la
imitò, voltandosi verso la piscina e soffermandosi su Crilin, che
sguazzava intorno a C18 cercando di attirare la sua attenzione lanciandole
alcuni schizzi d’acqua.
“…Pioverà…”
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CONTINUA…
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Eccomi di nuovo qua, reduce da un secondo periodo di struggente
attesa! Anche se devo ammettere che il nuovo black out è arrivato
proprio in un momento, come dire…favorevole… Infatti, a causa di un
intervento chirurgico al polso sinistro, per alcuni giorni non ho potuto
scrivere al computer né fare altre cose che richiedevano uno sforzo, per cui non ho potuto fare altro che metterlo a
riposo…Ma che noia!! Meno male che fra una settimana levo i punti…e
finalmente potrò riprendere il mio solito ritmo! Intanto sono riuscita a
completare anche questo nuovo capitoletto, che ho deciso di incentrare sui
rapporti tra i vari “pelati” della storia, sotto suggerimento di Lyla. Spero che vi sia piaciuto!!
E ora…la mia parte preferita!!^^
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Pikkola Rin:
Concordo…Concordo in pieno…Yamcha è un vero idiota in tutto
e per tutto!! E non solo per il modo in cui lo dipingo
io nella mia ficcy, ma me ne sto autoconvincendo sempre di più da quando hanno ricominciato a trasmettere Dragon Ball in
tv(Dio li benedica, tesori!!^^)! Poraccio, perde sempre…Dehehe!!Comunque stai tranquilla, che il
rapporto tra Bulma e Veggy si sta evolvendo piano piano sempre di più!^^
Cosa te ne è parso del salvataggio eroico in piscina?^_O Anche se il
capitolo non è incentrato su di loro, ho cercato di non lasciarli in
disparte…Spero che ti sia piaciuto!! Un bacione grande
grande, dolcissima!! A presto! Tvtttttb!!
wwwwwwwwwwwww
LeftEye: Uff…Non sai
che sollievo sapere che la scena del combattimento non sia stata così tanto schifida…Non so come abbia fatto il
buon Toriyama a disegnare tutti quei pugni e calci…io ho fatto fatica a
metterne insieme due o tre!^^ Comunque complimenti anche a te in
“L’ultimo Saiyan”, una descrizione molto efficiente! Meno
male che il momento tragico è passato per entrambe!^^ Eh eh…ti è piaciuta l’entrata in scena di
Muten? Sono contenta! Il pervertito incurabile…^^ Anche se forse è
difficile immaginarselo come SEGRETARIO, non so…quel ruolo mi è
sembrato adatto a lui per quel tipo di situazione…^_O
Stavolta, però, ne è
comparso un altro, di pervertito…Nappa!!^^ Hm, però devo ancora
inventarmi un eventuale sviluppo…ti confesso che per ora non ho idee!!^^
Ssssigh…ti capitano mai i momenti di NOT
ISPIRESCION?...Sob…ç__ç
Ah, non ti ho chiesto una cosa…cosa te ne
è parso del salvataggio di Vegetuccio?! Eh, magari accadesse una
cosa simile anche a noi…:-P Anche se questo
significherebbe essere IMPOSSIBILITATE a fare il bagno…D’OH!!XD A
presto, my lova, ci sentiamo prestissimo!! Un baciottolo, ti voglio beneeee!!^^
wwwwwwwwww
Son Giuggy90: Gemellina!! *Dagli spalti si levano striscioni e cori di
“Goooku & Chichi love love love!!!” *
Come stai? Sono contenta che anche lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Eh
sì...sembra che il nostro caro capellone Radish covi un debole per la
nostra Chichina! Ma come dici tu…ovviamente non c’è
paragone! A differenza del fratellone Goku è…come dire…perfetto? Stupendissimamente
stupendo!^^ Uno scontro tra i due? Hm…staremo a vedere,
non è da escludere! Nel frattempo ho dato una lezione al
fratellone…niente moto!!^^ Bwahaha come sono perfida…!! Che te ne è parso del nuovo capitoletto(che tanto
“etto” non è, rispetto ai precedenti!^///^)? Sembra che
Crilin si stia attrezzando per combinare qualcosa con C18…L’happy
ending, comunque, è ancora tutto da decidere!
Cmq fammi sapere le tue impressioni, ci tengo molto!^_O Ah, ho una
”soffiata” interessante esclusivamente per te…Il tanto atteso
MAGIC MOMENT tra i nostri due piccioncini arriverà…tra pochissimo
tempo!! Giusto il tempo di riordinare le idee e
poi…sarò felice di presentartelo!^^ Gokuzzolo adorato!!Un kissolino grande grande, dolcissima!!
Ti voglio tanto bene!
wwwwwwwwwwwwwww
Bambi88: Ciao Roby!! Come stai? Eh eh, il rapporto
fra i due si sta sviluppando sempre di più! Ti è piaciuto il
salvataggio in extremis?^///^ Eh eh…Il caro Veggy sarà anche un
duro, un uomo TUTTO D’UN PEZZO *Parte in sottofondo la musichetta di
Rocky*, ma…guai a toccare la delicata
Bulma!! Eh sì, durante il combattimento se
l’è vista un pochino brutta…Bè,
almeno per una volta Yamcha ha salvato la situazione, che se fosse andata
avanti ancora avrebbe rischiato di diventare ancora più critica! Come
dire…l’entrata TRIONFALE da tipico SACCO DI PATATE!! Ma c’è un motivo per questo…Visto che
ho fatto entrare in scena quegli emeriti IDIOTI della Squadra Ginew, ho cercato di rifarmi al combattimento originale, quello
raffigurato nel manga(Finirò la collezione, finirò la collezione,
finirò la collezione…), in cui purtroppo Veggy ha preso parecchie
mazzate da Likoom!!^^ Comunque rimani sempre il Principe dei Saiyan,
amoruccio!!^^ Spero che anche il nuovo chap ti sia piaciuto, anche se tratta
principalmente di Crilin, Nappa e Tensinhan…Mi raccomando, fammi sapere
il tuo parere! Tengo molto alla tua opinione!^^Baciottolissimi dolciosi,
carissima!! Ti voglio tanto bene!!
wwwwwwwwwwwwww
VidelB: Ciao Barby!! Come va? Che bello essere di nuovo qui!!
Meno male, non sai che sollievo sapere che la scena del combattimento nel
capitolo precedente non sia stata così SCHIFIDA come temevo!!^^ Ehm…sì, in effetti ho cercato da farla il
più breve possibile, visto che altrimenti non avrei saputo proprio quali
“mosse” aggiungere oltre a quelle scritte!! Insomma, per dirla con
una fraes fatta…poche ma buone!!^^ E il Maestro
Muten…bè, rimane sempre il buon vecchio pervertito!!^^ Nappa?
Bè, anche se se l’era vista brutta si
è tirato su…molto velocemente!!XD Con i pensieri rivolti alle due
ragazzuole!!^///^
Ancora mille grazie, e mi raccomando, fammi
sapere come ti è sembrato l’incentramento sulla situazione di
Crilin e Tensinhan! Tengo molto al tuo parere…! Un baciottolone
dolciosissimo, ti voglio bene!!^^
wwwwwwwww
Kay: Eccolo qui,
l’adulatore!^^ Ehi, se continui a farmi così tanti
complimenti finirai col farmi montare la testa(e credimi…non è
tanto facile!XD)!!^^ Ancora mille grazie, sono contenta che il mio stile e la
trama della mia ficcy ti piacciano, non sai che piacere mi faccia ogni volta
saperlo!^///^ Visto? C’è stato un piccolo sviluppo nel rapporto tra
Veggy e Bulmina…Sembra che la ragazzuola si stia un po’ ricredendo
sul suo conto, non trovi?^^ Un baciottolone, a presto!!^_O
Ehi, una cosa…Guarda che quella della doppia frase non te
la perdono mica!!^^
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Sono stupita…Nove pagine di Word!!
È la prima volta che pubblico un capitolo così lungo in questa
ficcy…Spero che la lettura non vi abbia stancato troppo!...^^
Sono così contenta che Efp abbia riaperto, mi è
mancato tantissimo…come voi tutti, del resto!!
Non ce la facevo più a sopportare le crisi d’astinenza!!^^ Bwaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!^^
Chichi,
immersa in un sonno profondo nel suo lettino sopraelevato della struttura a
castello, dilatò il viso in una smorfia, chiaramente infastidita.
Plic…Plic…
“Ecco,
comincia a dare segni di vita!!”
La
moretta voltò repentina la testa dall’altra parte, stringendo a
sé il cuscino e lamentandosi con un mugugno seccato.
Plic…Plic…
“Oh,
insomma!!” sbottò improvvisamente
tirandosi su di scatto e lanciando uno sguardo omicida alle sue amiche,
raggruppate vicino a lei, in bilico su di alcune sedie. “Sono sveglia,
non è necessario che ricorriate alle torture cinesi!!”
E con
un sonoro grugnito volse lo sguardo al soffitto, dove una minuscola apertura
posizionata proprio in corrispondenza del suo cuscino lasciava filtrare
ritmicamente alcune piccole gocce d’acqua piovana.
“P…Piove?!” mormorò Chichi turbata.
“Te
ne sei accorta, finalmente! Credevo che non ci saresti mai arrivata!”
esclamò Bulma ironica prendendola per le spalle e costringendola a
sdraiarsi di nuovo sul letto.
“Ma
che…?!” si dimenò la ragazza
cercando di liberarsi della stretta dell’amica, ma un brivido freddo la
spinse a rinunciare: le gocce d’acqua andavano ad infrangersi
perfettamente sulla sua fronte, inibendole la sensibilità in un punto
ben preciso.
“Pensaci
due volte, prima di dare la colpa a noi!” disse
Bulma sorridendo furbetta e premendole il cuscino sulla faccia.
“Pensa
che ti sei sorbita questa cosiddetta tortura
per mezz’ora, prima che finalmente ti svegliassi!” disse C18
cercando di tappare il buchetto con un fazzoletto di stoffa, ma era talmente
piccolo che non vi passava nemmeno.
“Perché,
non vi pare una tortura, questa?!”
esclamò Chichi piccata massaggiandosi la fronte e digrignando i denti.
Si ravviò i capelli distrattamente e poggiò i piedi sul pavimento
facendo un saltino aggraziato.
“Mi
sa tanto che oggi non potremo andare in spiaggia…” sospirò
C18 scostando le tendine dalla piccola finestra intagliata nella parete di
legno grezzo e scrutando malinconica il paesaggio che le si
presentava: grossi macigni trasparenti precipitavano pesantemente al
suolo, andando a mescolarsi con la terra bagnata e provocando un fragore che
sembrava quasi assordante; la superficie vetrosa della finestra veniva
lentamente delineata da piccole gocce sfuggevoli che, fondendosi con le proprie
gemelle, tracciavano contorti e intricati disegni.
“Però non è giusto!” si lamentò
Bulma raggiungendo la biondina e facendole segno di farle posto. “Qui non
dovrebbe mai piovere, è contro natura!!”
“Che
ti importa?” chiese Chichi all’amica.
“Tanto tu non potresti fare il bagno ugualmente!”
“Chichi,
qui non si tratta di me!!” sbottò Bulma
lanciandole un’occhiataccia. “È una questione di principio! Le isole Yoshi…Un
deserto caldo, ma ricco di oasi! Come
è possibile una cosa così?!”
“Oh,
dai, non fare tanto la schizzinosa” ribattè la moretta accigliata.
“Non è male godersi un panorama diverso, ogni tanto…”
Bulma
sbuffò seccata e incrociò le braccia al petto. “Se
abitassimo qui per tutto l’anno lo capirei,
ma…”
“Insomma,
basta lamentarsi!” esclamò C18 poggiandole una mano sulla bocca e
troncando il discorso. “Non migliori di certo la situazione, se continui
a fare tutti questi capricci!!”
“C18
ha ragione, Bulma” intervenne Lunch, impegnata
nell’impresa di tappare la faglia nel soffitto con alcuni pezzi di nastro
isolante. “Troveremo senz’altro qualcosa da fare anche senza
uscire! Anzi, mi sa che converrà proprio fare quattro passi fino
all’ufficio del responsabile dello stabilimento…Non credo che si
possa fare altro per risolvere questo piccolo problema…”
“Ma io…” bofonchiò lei pensierosa, incerta
sul da farsi.
“Potresti
sempre prendere l’ombrello e andare all’aeroporto per vedere se le
tue valigie sono state ritrovate” suggerì Chichi correndo ad
aiutare Lunch. “Non avevi detto
che saresti ripassata dopo quattro giorni?”
Bulma
riflettè qualche secondo corrucciando la fronte, poi una scintilla le
attraversò gli occhi. “Hai ragione! Che stupida, come ho fatto a
dimenticarmene?!”
“Comodo
farsi prestare la roba dalle amiche, eh?” disse ironica C18.
“Per
una volta che posso indossare nuovi capi d’abbigliamento…”
rispose lei facendo la linguaccia e strizzando un occhio al suo indirizzo.
“Ok, ci andrò oggi pomeriggio stesso! Voglio proprio
vedere…guai a loro se mi risponderanno negativamente!!”
E afferrando
un asciugamano poggiato precedentemente sul materasso
procedette a grandi falcate verso la porta del bagno, chiudendovisi dentro e
fischiettando fiera.
“Accidenti,
sono sicura che mi dispiacerà da morire perdermi la
scenata…” sussurrò Chichi alle due amiche,
scosse da un forte attacco di risatine.
wwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Lunch
guardò sconsolata fuori dalla finestra, dove la
pioggia, che si era trasformata in un vero e proprio temporale, non accennava a
diminuire. Sospirò con fare pensieroso; pensandoci attentamente, anche
se ancora le risultava difficile da ammettere, aveva
davvero voglia di vedere Tensinhan…Quel ragazzo l’aveva colpita sin
dal primo momento in cui l’aveva scorto, anche se continuava testarda a
negare l’evidenza. E non perché fosse
forte e dotato di quella sottile ironia pungente, ma perché appunto
sotto questa scorza si nascondeva un animo buono e…timido! Aveva notato
subito come arrossisse per un nonnulla…quel suo
lato quasi invisibile all’apparenza era veramente adorabile!
Chissà
cosa stava facendo…
“Lunch,
sei tra noi?!” la richiamò Bulma
sventolandole una mano davanti al viso.
La
ragazza trasalì e si portò una mano al petto, arrossendo in
volto. “Oh, scusatemi, ero distratta…Dicevate?”
“No,
stavamo dicendo…è il tuo turno per pescare!” disse C18
porgendole le carte che teneva in mano e invitandola a prelevarne una.
“Eh?
Oh, sì…” mormorò Lunch incerta
e ancora vagamente confusa. Pescò una delle carte della biondina con due
dita e la infilò tra quelle che teneva in mano
lei.
“Oh…”
“Ah,
hai pescato il jolly!! E io
ho chiuso!” annunciò C18 aprendosi in un sorriso di soddisfazione
e lasciando cadere le ultime due carte a terra.
“Oh,
no…” bofonchiò Lunch abbassando le
palpebre e sospirando.
“Che ti prende, Lunch?” le chiese Chichi, preoccupata
per la sua espressione triste. “Cosa ti è successo?” Di
solito era sempre allegra e affabile, non capitava spesso che si incupisse in quel modo.
“Ma è ovvio!”
esclamò Bulma sbattendo le carte sul pavimento e alzandosi in piedi di
scatto. “Si è stufata di giocare all’Uomo Nero! E come
poterla biasimare?!È la
quarta partita, non ne posso più!”
“In
effetti…” confermò C18 stiracchiandosi con aria annoiata.
“Credo
che questo effetto sia dovuto all’assenza dei
ragazzi…Ormai ci eravamo abituate a trascorrere le giornate in loro
compagnia…” disse malinconica Chichi poggiando una mano sulla
spalla di Lunch.
“Puoi
dirlo forte…!” confermò lei debolmente.
“Tranquilla,
Lunch, il tuo Ten sta benissimo!!”
esclamò C18 raggiungendola e sorridendole con fare rassicurante. “Non
temere, lo rivedrai presto!”
Prima che
la ragazza potesse rispondere, l’attenzione fu
catturata da un rumore proveniente dalla porta d’ingresso. Bulma si
alzò dal letto e andò ad aprire, incuriosita.
“Ma
chi…?! …Yamcha?!”
esclamò trovandosi di fronte il ragazzo, coperto da un leggero
impermeabile giallo e impegnato a chiudere un grosso ombrello gocciolante di
colore scuro.
“Ciao,
ragazze! Come state?” esordì entrando nel bungalow e sgrullandosi
le maniche, costellando il pavimento con tante piccole gocce d’acqua.
“Fermo,
stai bagnando tutto!” lo rimproverò Lunch
scaldandosi. Prese uno straccio e cominciò ad asciugare quanta
più umidità possibile.
“Oh,
perdonami, sono zuppo da capo a piedi!” cercò di scusarsi lui
sfilandosi l’impermeabile e gettandolo in un angolo. Di certo non
migliorò la situazione…
“Cosa
ci fai qui?!” chiese Bulma arrabbiata, scrutando
il ragazzo con un cipiglio pericoloso e mantenendo le braccia conserte: era
rimasta piuttosto seccata dal comportamento che aveva avuto la sera prima, e
ancora non aveva smaltito il bollore.
“Bè,
visto che con questo tempo era improbabile che andassimo in paese e tantomeno
in spiaggia, ho pensato di fare una capatina!” rispose lui mostrando un
sorriso smagliante.
“Ooooh,
ma che gentile” ribattè Bulma sarcastica dandogli le spalle.
Yamcha
fece scendere la mascella, sorpreso da quella reazione, e si allungò in
avanti per poter scorgere il viso della ragazza. “Ehi, ma che cosa ti
succede? Io sono venuto apposta per vedere te e tu mi tratti
così?” pigolò con occhioni lucidi
da cucciolo. Quando li incrociò, lo sguardo di
Bulma si raddolcì leggermente e rilassò appena i muscoli delle
braccia.
“Uff…sei
stato molto gentile…” mormorò con un sorrisino.
Yamcha,
se possibile, allargò ancora di più il suo sorriso, socchiudendo
gli occhi con fare seducente. “Eh eh…ma
figurati!”
“…Ma
saresti ancora più gentile se prendessi l’impermeabile che hai
gettato nell’angolo come un cafone” disse Chichi accigliata, “…e lo
portassi nel bagno, così la povera Lunch non dovrà fare per la
seconda volta le pulizie di casa!”
“Ma
lascia perdere, Chichi, non c’è bisogno
di…” cominciò Lunch cercando di sviare la conversazione, ma
Yamcha, con un sonoro sbuffo, si avviò ciondolando verso l’angolo
della stanza e raccolse l’impermeabile. “Hai
ragione, lo porterò in bagno…”
E vi
si chiuse dentro.
“Ben
fatto, Chichi” si congratulò C18 dandole una pacca sulla spalla.
“Quel ragazzo dovrebbe veramente imparare un po’ di buone
maniere!”
“Esattamente”
confermò Bulma fissando inebetita la porta chiusa del gabinetto.
Le
ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo, ognuna immersa nei propri
pensieri, quando una piccola risatina isterica proveniente dal bagno le fece
sussultare.
“Yamcha?
S-sei tu?” chiese Bulma timorosa.
La porta
di legno si spalancò bruscamente e il ragazzo vi fece capolino da
dietro. “Ehe…Certo che siete davvero cattivelle!”
Le
ragazze lo scrutarono con aria confusa e turbata.
“Ca…cattivelle?”
mormorò Chichi passandosi una mano sul collo, non riuscendo a comprendere
cosa volesse dire.
“Sì,
cattivelle!” ribadì il ragazzo agitando
freneticamente un dito in segno di rimprovero. “Ditemelo chiaramente e
senza ricorrere a stupidi mezzucci…Per caso mi trovate grasso?!”
“EEEH?!” esclamarono all’unisono Chichi, Bulma, C18 e
Lunch, fissandolo sbigottite.
“E questo cosa c’entra adesso?!” sbottò C18
dandogli un colpetto sulla nuca.
“Tsk…Non
scherzate, so benissimo che lo pensate!” Yamcha si tirò su la
maglietta e mostrò gli addominali tentando di afferrare la ciccetta che
sporgeva. “Ma non c’è bisogno che facciate
tutto questo per farmi fare più movimento!”
“Yamcha,
ma…MA CHE COSA STAI DICENDO?!”
esclamò Bulma avvicinandosi e poggiandogli una mano sulla fronte.
“È
sicuramente così…”
continuò il moro scostando le sue attenzioni “…altrimenti
non mi avreste fatto fare altra strada
inutilmente!”
“Come
sarebbe a dire?! Sei solamente entrato nel bagno a
poggiare l’impermeabile bagnato! Non saranno neanche tre metri!!” ribattè Chichi esasperata.
“Appunto!
Perché farmi poggiare l’impermeabile nel bagno quando non
cambierebbe assolutamente niente?!”
Le
ragazze, incapaci di ribattere, si limitarono a fissarlo come se fosse stato veramente pazzo.
“Insomma…”
proseguì il ragazzo. “…non mi sembra che qui dentro sia meno
umido dell’angolo! Anzi, è decisamentepeggio!”
“COSA?!” esclamò Lunch preoccupata alzandosi di
scatto e irrompendo come un tornado nel bagno. Quando
vide il suo interno, finalmente comprese ogni singola parola del discorso di
Yamcha; si accasciò a terra scandalizzata, incapace di emettere anche
solo un piccolo fiato.
“Che succede, Lunch? Io…” Chichi la raggiunse, ma
si bloccò di colpo nel momento in cui incrociò il pavimento del
gabinetto. “Oh…Kami…”
Le
mattonelle bianche immacolate apparivano quasi sfocate, dai contorni mal definiti
e oscillanti, a causa della grande quantità
d’acqua che vi gravava sopra; ogni cosa, compresi i sanitari, erano
completamente bagnate da capo a piedi, gocciolanti e luccicanti sotto la luce
del lampadario.
…Tutto
questo per colpa di tanti piccoli, minuscoli buchi che si aprivano esattamente
al centro del soffitto e facevano penetrare gocce di pioggia.
“Ehm…Mi
sa che è davvero il caso di andare a trovare il responsabile dei
bungalow…” sentenziò la moretta schiacciandosi contro il
muro con sguardo scandalizzato.
“S-sì,
forse è meglio…” confermò C18 tenendosi la testa con
una mano.
“…E
comunque io non sono grasso!!” aggiunse Yamcha
indignato.
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“Ecco,
il suo ufficio dovrebbe essere quello” disse Lunch
indicando il bungalow più isolato dello stabilimento.
“Ehm…confesso
che mi fa venire i brividi…” balbettò Chichi stringendosi
nelle spalle e sistemandosi lo scialle che si era portata per ripararsi da
quell’arietta frizzante.
“Dai,
andiamo…” le spronò C18 invitandole ad accoccolarsi
maggiormente sotto il grande ombrello che stavano spartendo in comune.
“Accidenti!
Se solo Bulma non si fosse portata via l’ombrellino pieghevole, a
quest’ora non staremmo di certo qui a prendere tutta quest’acqua!!” sbottò la moretta prendendo l’amica a
braccetto e coordinando il passo.
Il
bungalow appariva come ricoperto da un alone più scuro, un’ombra
indiscreta, che lo rendeva quasi inquietante ai loro occhi; deglutendo
rumorosamente, le tre ragazze bussarono debolmente alla porta d’ingresso.
“Avaaaaaaaaanti…”
rispose una voce melliflua dall’interno; ciò non fece altro che
aumentare la loro paura e soprattutto il loro disagio,
ma non avevano certo intenzione di tornarsene a casa proprio in quel momento!
C18 allungò una mano e abbassò la maniglia molto lentamente.
“Ehm…è
permesso?” esordì con una vocina flebile che non era assolutamente
da lei. L’ambiente era addirittura più oscurato rispetto
all’esterno, forse a causa delle tendine parasole completamente tirate.
“Cosa posso fare per voi, signorine?” esclamò
l’uomo seduto alla scrivania con accento molto duro e rigido, che lo
faceva parlare a scatti.
Lunch
prese coraggio, cercando di ignorare il calore che le stava confluendo alle
gote, e mormorò: “S-salve, signore, siamo…”
“Chiamami
pure Freezer, ragazza!” la interruppe lui aprendosi in sorriso che le
ragazze interpretarono come una presa in giro: sembrava così maligno!
“Ehm…Bè…D’accordo,
signor…Freezer…” riprese Lunch
cercando di rispondere al sorriso, ma l’unica cosa che riuscì ad
ottenere fu una smorfia tremenda. “Allora, stavo dicendo
che noi…”
“Ragazza,
mi è venuta un’idea…che ne dici di lavorare per me? Sai, potresti essere una brava servitrice!” disse Freezer
interrompendola per la seconda volta e sporgendosi sulla scrivania in modo da
trovarsi a pochi centimetri da lei. Lunch
indietreggiò scandalizzata e diniegò fortemente con la testa.
“N-non è il caso, grazie!!”
“E
va bene…ma avrai di che pentirtene!”
ribattè Freezer in tono teatrale facendo combaciare le dita delle mani
davanti al viso.
Poiché Lunch non sapeva più cos’altro dire, tanto era rimasta
scioccata, C18 prese il suo posto. “Senta, Freezer, noi
volevamo chiederle se…”
“…Allora
perché non vieni tu a lavorare per il mio stabilimento? Attirerai un
sacco di clienti!” esclamò il direttore prima
che la nuova interlocutrice potesse concludere il discorso.
“NON
MI INTERROMPA, PER FAVORE!!” tuonò la
biondina mollandogli uno scappellotto sulla fronte, senza rendersi conto di
quello che aveva appena fatto. “Ops…Scusi…”
Freezer
tirò su la testa massaggiandosi il punto colpito e strizzando gli occhi.
“Oh…Mi sto proprio divertendo…! Questa è la prima
volta che qualcuno mi tiene testa…”
“Eh?!” esclamarono le ragazze turbate.
“Forse
è la prima volta…che il mio cuore palpita
così…” continuò lui aggrottando le sopracciglia e
ghignando estasiato. “Dunque, come posso darti
una lezione?”
E a
quel punto arrivò l’illuminazione.
“Ascolti,
Freezer” Chichi si avvicinò al suo orecchio e sussurrò con
sicurezza: “La mia amica ama da matti fare il bagno, ed ora che abbiamo il
gabinetto del nostro bungalow inondato a causa di un buco nel soffitto,
può spassarsela ogni volta che vuole, tutti i giorni!!”
“Oh!
Davvero?!” esclamò Freezer scostandosi e
fissando la moretta con sguardo estasiato. “Bene, bene, bene…Ehi,
per ringraziarti di questa soffiata ti offro di lavorare per me! Che ne dici?”
Chichi si
affrettò ad allontanarsi.
“Hem,
hem” tossicchiò C18 per richiamare l’attenzione sul problema
principale; Freezer si aprì in un ghigno terrificante e puntò gli
occhi violacei sulla biondina.
“Per
ogni cosa che ti dirà, tu fingi di disperarti” le bisbigliò
l’amica moretta all’orecchio prima che Freezer se ne potesse accorgere. C18 alzò le spalle e annuì
debolmente, senza comprenderne il motivo.
“Ehe…ho
trovato un modo per sconfiggerti!!”
sbraitò puntandogli il dito contro. La ragazza non si scompose e rimase in attesa della sentenza, mantenendo le braccia conserte.
“Ti
pulirò il bagno e ti tapperò il buco, così sarai subito
privata del tuo piacere quotidiano!! Bwahahahahahaha!!!” tuonò scoppiando in una risata sadica da
far accapponare la pelle.
C18, come
da accordo, si accasciò a terra e urlò a squarciagola.
“No…no…NOOOOOOOOOO!!”
“IO
SI’ CHE SONO PERFIDO!!AH AH
AH AH AH!!!” Freezer fece un chiaro gesto di trionfo con una mano e
tirò fuori la lingua. “Ti manderò subito gli addetti,
così soffrirai ancora di più!!AH AH AH AH AH AH!!”
“OH
KAMI, COME PUOI ESSERE COSI’ CRUDELE?!” la
ragazza continuò con la sua sceneggiata battendo i pugni sul pavimento e
fingendo di piangere disperatamente.
“Andiamo,
C18, questo individuo non ha nemmeno un briciolo di
cuore…” mormorò tristemente Chichi sollevandola per un
braccio e facendole l’occhiolino di nascosto.
“ZARBON!
DODORIA! VENITE SUBITO QUI, HO UN LAVORO URGENTE DA FARVI SBRIGARE!!” Freezer sparì nel retro del bungalow per
chiamare i proprio assistenti e le ragazze uscirono indisturbate dalla porta
d’ingresso, con un gran sorriso di soddisfazione dipinto sul volto.
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Quando
rincasarono con alle calcagna Zarbon e Dodoria, i due
assistenti del direttore l’uno l’opposto dell’altro(uno bello
e slanciato, l’altro grasso e tozzo), trovarono Bulma e Yamcha di ritorno
dall’aeroporto. Dalla faccia livida dell’amica era chiaro il responso…
“Non
le hanno trovate, eh?” mormorò Chichi con un’alzata di
spalle.
“Non
dite niente, per favore” disse il ragazzo agitando una mano davanti a
sé. “Meglio lasciarla in pace, ha esaurito tutte le sue forze per
la scenata che ha fatto!”
“Aaaaah,
ho capito…” disse Lunch sorridendo bonaria
e sedendosi accanto all’amica nella speranza di consolarla.
“Non
si potrebbe fare qualcosa per distrarla?” chiese C18 indicando ai due
assistenti la porta del bagno. Questi l’aprirono e una piccola cascatella
d’acqua piovana inzuppò le loro caviglie.
“Eh
eh…ti faremo pentire di essere venuta a chiedere aiuto al nostro
direttore!!” sibilò Dodoria sadico,
seguendo il socio nella stanzetta e chiudendovisi dentro con una risata
crudele. C18 non li degnò neanche di uno sguardo di commiserazione.
“Bè,io un’idea ce l’avrei!” annunciò
Chichi con un gran sorriso emozionato. “Perché
non andiamo a trovare Goku e gli altri, visto che fino ad ora sono sempre stati
loro a raggiungere noi? Così almeno staremo un po’ in
compagnia!”
La
proposta fu accolta con diverse reazioni: Lunch battè le
mani molto felice, sperando che ci fosse anche Tensinhan; C18 si
limitò ad alzare le spalle, ma il suo gesto venne immediatamente preso
come un’affermazione; Bulma non proferì parola, ma poiché
la maggioranza era d’accordo la fecero adeguare al volere comune.
“Allora
andiamo!” esclamò la moretta, contenta per il successo della sua
proposta. “So dove alloggiano, Goku me l’ha detto la sera stessa in
cui ci siamo incontrati!”
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“Certo
che affondare nella sabbia fradicia non è molto piacevole!” si
lamentò Bulma tirando fuori un piede dal pantano in cui era appena
incappata.
“Bè,
è esattamente come se fossimo sul bagnasciuga, no?” disse Lunch sistemandosi l’ombrello in spalla.
“Non
proprio, ma…”
“Eccole,
quelle devono essere le loro tende!” esclamò Chichi indicando
alcune piccole strutture a pochi metri da loro; effettivamente, sembravano
proprio tende da campeggio. Una, in particolare, lasciava intravedere le sagome
di cinque persone, a causa della luce gialla e fioca che ne illuminava l’interno.
Il
gruppetto vi si affacciò dentro ed esclamò all’unisono:
“Ehilà!!”
Ma
nessuno dei ragazzi sembrava averli notati né sentiti, troppo impegnati
com’erano a smanettare con una piccola televisione portatile in bianco e
nero.
“No,
girala dall’altra parte!”
“Per
me il problema è la pioggia…”
“Ma siamo sicuri che sia accesa?”
“E
GIRALA!!”
“Premi
qualche pulsante, tanto per vedere se funzionano!”
“No,
potrebbe anche esplodere…”
Indispettita
dal loro comportamento, Chichi si impettì
minacciosa, prese fiato ed urlò potente: “EHILÀ!!”
Il
televisore volò in aria a causa del sussulto che ebbe Nappa al richiamo,
e poco mancò che andasse a schiantarsi sulla sabbia sottostante, se
Yamcha non avesse avuto i riflessi pronti per afferrarlo all’ultimo
secondo.
“Ehi,
ma chi cavolo…?! Chichi?! S-sei tu?”
balbettò Radish a metà fra il perplesso e l’emozionato.
“Ciao
a tutti!” rispose lei sventolando una mano e sorridendo radiosa.
“Visto che oggi non era possibile andare insieme da qualche parte, siamo
venuti a trovarvi!”
“Meno
male, non ce la facevo più a rimanere da solo con questi deficienti!!” esclamò Goku indicandoli e scoppiando a
ridere.
“Che cosa vorresti dire con questo, Kakaroth?”
sbraitò il fratello prendendolo per la maglietta e fissandolo
accigliato.
“Ecco,
appunto…” mormorò l’altro sospirando e invitando gli
amici ad entrare nella tenda.
“Forse
staremo un po’ strettini” disse Crilin facendo posto a C18.
“…ma cercheremo i arrangiarci!”
Yamcha
chiuse l’ombrello, raggiunse gli altri e si accoccolò in un angoletto
rannicchiando le gambe; allungò un braccio in avanti e restituì
la televisione a Nappa.
“Ah,
ecco dov’era!” esclamò lui prendendola e stringendosela al
petto con fare protettivo. “Presto, cerchiamo di farla funzionare, manca
poco al fischio d’inizio!”
“È
vero, accidenti!! Stasera c’è la finale!!” esclamò Yamcha battendo a terra con il
palmo della mano. “Presto, fatemi vedere!”
Il
ragazzo si riappropriò dell’apparecchio e lo esaminò da
ogni angolazione, premendo ogni tasto che gli capitava
sotto le dita. “Ma…ma perché non funziona?!”
“Non
lo sappiamo, è quello che stiamo cercando di capire da più di
un’ora!” ribattè Radish furioso, in procinto di una crisi
isterica.
“Date
qua” disse Bulma semplicemente. Smontò il pannello di controllo,
sistemò alcuni cavi e la restituì al ragazzo, che premette il
pulsante d’accensione dopo qualche secondo di esitazione.
E
subito, magicamente, diverse figurine in movimento comparvero nel piccolo
schermo, rivelandosi al piccolo pubblico nella loro cupa mise in bianco e nero.
“S-sei…sei
veramente un genio…”
balbettò Crilin stralunato, così come i suoi amici che fissavano
sbigottiti la ragazza.
“Sciocchezzuole!”
esclamò lei con una chiara espressione di trionfo in viso, che cercava
di dissimulare sotto una maschera di modestia…senza minimamente
riuscirci.
In quella
uno sfrigolio proveniente dai piccoli altoparlanti richiamò
completamente l’attenzione.
“Amici telespettatori, ecco
finalmente il momento della stretta tra i due capitani, a cui seguirà immediatamente il calcio d’inizio
e…”
“…e
godetevi la partita, ragazzi!!” sbraitò
Radish incrociando le gambe e incollandosi avido allo schermo, subito imitato
dai restanti amici…dello stesso sesso!
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Crilin si
stava letteralmente mangiando le dita dall’ansia, incapace di distogliere
anche solo per un secondo lo sguardo dalla televisione: alla fine dei tempi
supplementari il punteggio era in parità, sicuramente si sarebbe passati
ai rigori.
La
tensione che gravava in quella piccola tenda era quasi
palpabile, tranne che per la zona riservata alle ragazze, che stavano
strenuamente aspettando che la partita finisse e venissero coinvolte in
qualcosa di decisamente più emozionante dello girarsi i pollici.
Lunch, in
particolare, sembrava avere l’imminente bisogno di distrarsi: era rimasta
piuttosto delusa quando Vegeta le aveva detto che
Tensinhan non era venuto per rimanere ad allenarsi con Jiaozi.
“Il numero dieci si sta
concentrando per tirare l’ultimo rigore che segnerà la fine del
match…”
Più
vicini.
“…e
forgerà una delle due squadre del titolo di campione
indiscusso…”
Ancora
più vicini.
“Carica…”
Sempre
più vicini.
“…Tira…!!”
Incollati.
…
Fuzz.
Nero.
Nero sconfinato.
Scese un
silenzio inquietante, rotto solo dai respiri affannosi dei presenti. Nessuno
era in condizione di poter dire anche solo una parola.
Nappa
boccheggiò per qualche secondo, lasciando che il sudore freddo gli
imperlasse indisturbato la fronte; dopo quel terribile attimo di totale trance, afferrò la televisione che giaceva in terra
priva di vita e la stritolò con forza.
“NOOOOOOO!!! PERCHÈ?! PERCHÉ PROPRIO ADESSOOOOOOOOOOOOO?!” tuonò disperato cercando di accenderla, ma
a quanto pareva era proprio fusa completamente.
“OH
KAMI!! RIPRENDITI, TI PREGO!!”
latrò Radish scandalizzato sbattendola a terra nel tentativo di
rianimarla.
“Bravo!
Se avevi intenzione di sfasciarla completamente, ci stai riuscendo benissimo!!” sbottò Bulma togliendola dalle mani e
pulendola dalla sabbia che vi si era depositata sopra. “Accidenti a voi!
Sono già nervosa per conto mio, senza che anche voi vi ci mettiate!
Perciò non fate i cretini e riprendetevi, non è la fine del mondo!!”
“Per
noi sì…” mormorò Nappa intimidito,
stringendosi nelle spalle.
“Accidenti,
questa non ci voleva proprio!” esclamò Goku schioccando le dita.
“Ero così ansioso di conoscere il risultato…!! Maledizione!!”
“Bè,
non sarà difficile saperlo” disse Chichi. “Domani tutti
parleranno della partita, e prima o poi verrà
nominato anche il risultato!”
I ragazzi
si guardarono l’un l’altro, poi
sospirarono. “In fondo hai ragione…aspetteremo domani, e nel
frattempo ci crogioleremo nell’ansia…”
“Su,
fate un bel sorriso!” esclamò Lunch
dolcemente. “Guardate, ha anche smesso di piovere!”
Il
gruppetto si affacciò verso l’esterno; effettivamente, a parte
l’arietta fresca e ancora pervasa dal caratteristico odore della pioggia,
sembrava che il temporale fosse momentaneamente cessato.
“Aaaaaaaah…Aria
fresca! Non ci speravo più, per la giornata!” esclamò Goku
entusiasta chiudendo gli occhi, cullato dalla brezza che gli accarezzava
dolcemente le guance arrossate. Facendo forza sulle braccia, si spinse fuori
strusciando le ginocchia sulla sabbia.
“Dove vai?” chiese Radish scrutando torvo il fratello.
“Voglio
semplicemente sgranchirmi le gambe” rispose lui volgendo lo sguardo alla
distesa cristallina e debolmente scintillante del mare antistante.
“Perché no?” fece eco C18 issandosi fuori a sua
volta, seguita a ruota dalle amiche e da Crilin. Chichi raggiunse
Goku e respirò l’aria salmastra a pieni polmoni, sentendosi
stranamente rilassata e pervasa da un’ondata di benessere mentale. Dopo
qualche minuto di contemplazione, una folata di vento particolarmente freddo la
fece rabbrividire e fu costretta a stringersi nelle spalle per ripararsi.
“Hai freddo?” le chiese Radish cercando di avere un
modo di fare premuroso; la sua voce risultava stranamente acuta e stridula.
“N-no,
non preoccuparti” rispose lei con un piccolo sorriso gentile.
“Solo…credo che i pesci stiano meglio di noi, in questo momento,
per quanto riguarda le temperature!”
“Già”
confermò Vegeta sedendosi ai piedi dell’acero accanto alla tenda.
“È ovvio, di notte la temperatura del mare è sempre più calda di quella della
terraferma.”
Calò
un silenzio carico di riflessioni, che fu rotto da un mugugno d’intesa di
Crilin.
“Ragazze…avete
con voi il costume da bagno?” chiese con espressione furba.
C18,
Lunch e Chichi sgranarono gli occhi. “Cosa?!”
“Io
non mi pronuncio” disse Bulma acida, andando a sedersi a pochi centimetri
di distanza da Vegeta, quanto bastava per appoggiare la schiena al tronco.
“Bè,
io…credo di averne qualcuno nella borsa…Li porto sempre, in caso
servano come ricambio…” disse Lunch
scrutando all’interno della sacca che teneva a tracolla carica di
flaconi, giornali, cartine topografiche, guide dell’isola e foulard.
“Perfetto!
Allora andate a cambiarvi, ci facciamo un tuffo!” esclamò
Goku capendo al volo le intenzioni dell’amico; lui per primo si
sfilò la maglietta e si sistemò i boxer da bagno saltellando sul
posto.
“Ma…non sappiamo se…”
“Forza,
anche Vegeta ha detto che l’acqua è
calda!” disse Crilin imitando Goku.
“…e Vegeta non sbaglia mai”
aggiunse Nappa.
“E va bene…!” esclamò Chichi trascinandosi
le amiche dietro un cespuglio abbastanza distante; meglio stare il più
lontano possibile dalle occhiate indiscrete…
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
“Bè,
insomma…Mica tanto calda…”
commentò C18 poggiando un piede sul bagnasciuga e rabbrividendo al
contatto con l’acqua.
“La
cosa migliore è buttarsi subito dentro!” esclamò Goku
allegro correndo dentro e tuffandosi a pesce, schizzando da tutte le parti e
provocando lamenti diffusi tra le bagnanti.
“Stai
attento, Kakaroth!!” sbraitò Radish
raggiungendolo e sollevando un’ondata ben più alta della
precedente.
“Oh,
bè…a questo punto…” mormorò Chichi rassegnata,
dato che oramai era zuppa da capo a piedi; chiuse gli
occhi e si immerse velocemente, muovendo le gambe nella speranza di
riscaldarsi.
“Fantastico!!” esclamò Nappa cominciando a gettare grandi
quantità d’acqua all’indirizzo di Lunch e C18, fino a che
non esplose una vera e propria battaglia.
Chichi,
che non aveva molta voglia di venire coinvolta nel
loro gioco, si staccò dal gruppetto e cominciò a nuotare con
calma verso una zona più interna, dove l’acqua era più
profonda. Avvertiva su di sé un pesante senso di malinconia, ma non avrebbe saputo spiegarne il motivo; forse era per effetto
della pioggia, del temporale, o semplicemente perché la notte era magica
ed andava goduta come meritava. Più volte si incantò
a fissare affascinata i movimenti quasi invisibili e impercettibili
delle creature marine che abitavano il fondale, debolmente illuminato da uno
spicchio di luna che faceva capolino da dietro una grande massa di nuvole nere
cariche di pioggia; e la luna stessa le ispirava un velo di cupa
contemplazione, nel momento in cui aggirò le sue guardiane e si
rivelò alla notte in tutto il suo timido splendore.
Uno
spostamento d’acqua che giunse alla sua schiena
la fece trasalire e la spinse a voltarsi. Una figura le si
avvicinava di soppiatto, ma con il buio non riusciva a identificarla.
“Chi…chi
è là?” chiese portandosi sulla difensiva.
“Accidenti,
credevo di farti uno scherzo!” In quella
frazione di secondo, la voce di Goku, alle sue orecchie si rivelava più
dolce e ardente che mai.
“Go…Goku…” mormorò lei sentendosi
subito avvampare in corrispondenza delle gote. “Cosa…cosa
ci fai qui?”
“Visto
che non eri là con gli altri, mi sono preoccupato e sono venuto a
cercarti” rispose lui gentilmente. “E poi,
sinceramente, mi ero stancato di combattere con loro! Facciamo quel gioco ogni
volta che facciamo un bagno in mare!”
“Sì,
decisamente alla fine diventa piuttosto
monotono!” rise la moretta spigliata, infondata di coraggio dalle parole
del ragazzo.
Allora si
era davvero preoccupato per lei…
Goku si
avvicinò ancora di più alla ragazza, in modo di poter
identificare i suoi occhi, il suo visino elegantemente
incorniciato da disordinate ciocche bagnate di capelli scuri.
Al suo
gesto Chichi avrebbe voluto scappare via
d’istinto, ma il suo animo opponeva resistenza e la costringeva a restare
immobile, incapace di rompere il legame che i loro sguardi imbarazzati avevano
saldamente instaurato.
“E…e
tu come mai sei qui?” chiese Goku in un solo fiato, quasi sussurrando; le
braccia della ragazza si irrigidirono e la sua pelle
si accapponò, avvertendo su di sé il suo respiro vagamente
irregolare.
Deglutì
silenziosamente e si portò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. “I-io…Non lo so…volevo
stare un po’ da sola…”
“Davvero?”
rispose il moro tra il curioso e il compassionevole. “Oh, allora forse
non volevi che venissi qua…”
A quelle
parole Chichi sussultò spaventata, sentendosi subito agitata: no, non
poteva permettergli di andarsene, era l’unica ragione
per cui la sua malinconia si stava lentamente dissolvendo; quel ragazzo
aveva quel raro potere di infondere allegria e spensieratezza nelle persone,
con quella sue gaiezza e la sua ingenuità che lo rendeva semplicemente amabile.
“No!”
esclamò di colpo. Allungò una mano e la posò titubante sul
suo torace scolpito. “Resta…resta pure…”
Goku si
voltò verso di lei e la percorse con gli occhi,
mostrando un’espressione seria e sprizzante di dolcezza. La moretta, dal canto suo, incapace di proferire anche solo una
parola, fece lo stesso con il suo viso e le sue spalle, soffermandosi infine
sulle sue iridi scure e profonde che non avevano bisogno di un paio di labbra
per esprimere ciò che volevano far percepire. Bastava non
interrompere quel meraviglioso e tanto atteso contatto.
Quando,
all’improvviso, dal nulla, alcune piccole scintille squarciarono il
sottile filo di legame e li spinse a distogliere lo sguardo l’uno
dall’altra, per volgerlo verso il cielo: la luna si era eclissata,
sostituita da grosse nubi nere dalle quali avevano cominciato a precipitare,
una alla volta, tante piccole gocce di pioggia, che aumentavano sempre di
più.
La quiete prima della tempesta era solo un vago ricordo.
“Forse
è meglio tornare indietro” mormorò Goku coprendosi la testa
con una mano.
“S-sì…”
annuì Chichi confusa, turbata da quella nuova sensazione di stupore che
si era andata a sovrapporre a quelle che aveva provato fino a
qualche momento prima.
Maledetta
la pioggia.
I due si
spinsero a riva il più velocemente possibile, dove Lunch
li stava aspettando con un ombrello aperto e due asciugamani in braccio.
“Meno
male che siete usciti” disse in tono sollevato. “Ho come
l’impressione che stia per scoppiare un
temporale ancora peggiore di quello di oggi pomeriggio!”
“Già…”
mormorò Chichi distrattamente, persa nei suoi pensieri. Lanciò
uno sguardo di sottecchi a Goku, avvertendo nel suo petto una calda coperta di
rassicurazione e affetto che la spinse ad affermare, forse per la prima volta
dopo tanto tempo, che fosse importante per qualcuno.
wwwwwwwwwwwwwwwwwwww
“Ma
insomma, donna, vuoi smetterla di sbuffare in continuazione?!”
sbottò Vegeta lanciando uno sguardo piccato a Bulma. “Mi hai
stancato!”
“Oh,
mi scusi tanto, principino”
ringhiò lei rabbiosamente. “Non è colpa mia se quelli
dell’aeroporto di questa stupida isola sono un branco di
incapaci!!”
“Se questo è il motivo di tanta rabbia, allora
dovrò ricordarmi di mandare loro un mazzo di fiori” disse il
ragazzo chiudendo gli occhi e sogghignando divertito.
“Chiudi
il becco!!” sbraitò lei. “E per favore, non ricordarmelo!”
“Ma cosa ti hanno fatto, esattamente? Sai,
mi serve qualche idea per il bigliettino da allegare ai
fiori…” chiese Vegeta guardandola di sottecchi.
“Spiritoso!
Bè, mi hanno perso le valigie…”
borbottò Bulma tristemente. “Mi avevano assicurato che
entro oggi le avrebbero ritrovate, invece non è stato
così…”
“Tsk…!
Secondo me le ritroveranno solo quando arriverà
il momento di andarsene!” esclamò il ragazzo schioccando le dita.
“COSA?!” Bulma lo fissò scandalizzata. “Ma
dai…è impossibile che accada una cosa simile!!
Mi rifiuto di crederci!”
“Ah
sì, eh?” Vegeta puntellò sui gomiti fino a
quando non se la ritrovò faccia a faccia. “Scommettiamo.
Decidi tu cosa.”
Bulma
indietreggiò turbata, spiazzata da quella proposta inaspettata. Scossa
da scariche di adrenalina, i suoi occhi furono
attraversati da una scintilla di determinazione e sogghignò
furbescamente.
“Un
bacio!” sentenziò tendendo una mano in segno di sfida.
“Prepara
il rossetto” Vegeta la strinse fortemente, lasciandole intendere che ormai
era troppo tardi per potersi ritirare.
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
CONTINUA…
wwwwwwwwwwwwwwwwwww
*Ale stappa una bottiglia di champagne e si mette ad ancheggiare
sul tavolino con una sciarpa azzurra al collo* …Anche
se forse le bottiglie da stappare dovrebbero essere molte di più!
Prima di tutto perché finalmente la scuola è finita, via libera
all’estate!!^^ Evviva!! Non ce la facevo
più, davvero! Che liberazione, possiamo finalmente stare tranquilli,
senza dover pensare a interrogazioni da preparare o
commenti da consegnare dopo due giorni!
E secondo, bè…festeggiamo come si deve la prima
vittoria della nazionale italiana nei mondiali!! Un
bel 2-0 contro il Ghana, grandioso! E naturalmente
incrociamo le dita per stasera! FORZA AZZURRI!!!
E ora volate ai vostri ringraziamenti personali!^^
ssssssssssssssssssssssssssssss
Pikkola Rin: Ecco la mia
dolcissima preferita!!Ma
come stai, cara? Per quanto mi riguarda, finalmente posso rilassarmi un
po’ dopo le fatiche della scuola! Allora, cosa te ne pare delle sfida tra Bulma e Veggy?^^ Ora che la ragazzuola si
è impegnata in questo modo(e SENZA RIFLETTERE, aggiungo!), dovrà
fare i salti mortali per vincerla!
A proposito, visto che sono venuta a trovarti tra le recensioni
della tua ficcina? Spero che ti abbia fatto piacere, come tu fai
contenta me ogni volta che arrivi con un nuovo commentino! Mi raccomando,
aspetto il prossimo capitolo, sono curiosa di saperne di più!^__O
Baciottoni alla fragola, tvttttttttttb!!
ssssssssssssss
Bambi88: Roby!! Come stai? Eccomi finalmente tornata con il nuovo capitolino…! Allora, che ne pensi della sfida che
Bulmina ha lanciato a Veggy? Hm, e qui le cose si complicano…! Sai, credo
che tu abbia ragione…Rivedendo i capitoli indietro, ho notato che in effetti ho davvero reso il rapporto tra i due come il
più “piccante”! Ma ci credi che in realtà non me ne rendevo conto nemmeno io? Comunque
sono veramente contenta che tu abbia formulato questa opinione su di loro! Lo
sono particolarmente, anche perché era mio intento quello di non
trascurare nessun personaggio(anche se ormai si sa chi
sono i miei prediletti!^_________^) (ma guarda, non l’aveva capito
nessuno!! Ù____U NdRoby), e spesso ho avuto
quella sensazione mentre scrivevo…Ma constatando che per fortuna ci sono
diverse persone(te compresa!)che apprezzano comunque lo sviluppo della
situazione anche se non sono i personaggi principali, bè…davvero,
non potrei chiedere di meglio!^^ Sigh sigh…sono contentissima!! T___T
Ecco, ora mi è preso un momento di commozione!!
Comunque, immaginarsi Veggy su un cavallo bianco,
magari con tanto di cappello con piuma e spada sguainata…!! AH BE’!! *Sbav sbavissimo*^^ Sì, indubbiamente il perfetto principino da favola!!XD
Ehi, ma davvero anche tu hai avuto una prof di
italiano…difficile(ehm…sai, per non usare un altro termine
che vorrei tanto gridare in faccia al mio professore è meglio ricorrere
a questo!!)?! accidenti…si vede che è il
nostro destino di fanfictionare! *Ale chiama Louis May Alcott e le chiede di
scrivere “Piccole scrittrici crescono” * Ti ringrazio davvero
tantissimo per le tue dolcissime parole di conforto, sei riuscita a farmi
riprendere del tutto da un piccolo periodo di abbacchiamento…*Ale
scruta con fare minaccioso la pagella* Mi hai davvero COMMOZIONATO, e non
scherzo!
Un baciottolo grandissimo alla vaniglia, e a presto! Ti voglio
tanto bene!!
P.S. Grazie per l’interessamento! Finalmente, la settimana
scorsa ho levato il punto e ora, al suo posto, il mio polso sinistro presenta
una STUPENDA CICATRICE che mi dà un’aria così vissuta!!^^
sw
LeftEye: *Ale si prostra
davanti a Vero e la benedice* Ma grazie, carissima, per aver rimarcato i
complimenti! Non un difetto? Hm…io ne dubito parecchio! Non sai quanti ne
trovo ogni volta che rileggo quello che ho scritto!
Vabbè, sorvoliamo che è meglio, sennò mi divago!^^
E un caloroso BUONGIORNO a Veggy!! Eh
sì, ormai sta cominciando a mostrare segni di vita…ehm, di interesse!!^^ E ora ci si mette anche la sfida…!
Cosa te ne è parso? Credo che Bulmina
dovrà fare i salti mortali per riavere le sue
valigie al più presto, ma staremo a vedere!...Sai, ehm…devo ancora
farmi venire in mente qualcosa!! Comunque, se hai
qualche suggerimento o qualcosa che vorresti che succeda, fammelo pure
sapere!(Ah! E adesso vorresti pure il lavoro facilitato?!Ù__U NdLeftEye)
(Ehm…^^”””” NdAle)
E vabbuò…Allora ci sentiamo presto! Che
bello, adesso abbiamo così tante vie per incontrarci!!^^
Tanti baciottoni al cioccolato, my love!! Ti vu bì!!^^
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Son Giuggy90: *Trombette che
suonano e campane a festa* Gemellina!!! Macciao!
È finalmente arrivato un piccolo accenno di Magic
Moment! Piaciuto? Spero di sì!! *Bavetta sul
pavimento che si allarga sempre di più* Ma per il Magic
Moment vero e proprio, purtroppo, bisogna aspettare ancora un pochino! Ma non temere, farò del mio meglio per renderlo il
più magic possibile!
Gokuccio…ma non è adorabile??
Ehm…forse mi sono immedesimata un pochino troppo nella parte di Chichi!^^
Oh bè, ma in fondo…GOKU…TI AMIAMOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Tutto è lecito!
Davvero presto aggiungerai un nuovo capitoletto in “Le
nozze di Goku e Chichi”? *___* Wooooooow!! Non
vedo l’ora di leggerlo!!...Oh, e naturalmente
aspetterò con ansia anche il quarto chap dell’altra ficcy!
…In cambio, spero che tornerò presto con un nuovo aggiornamento!
Anche se ammetto che per ora ho solo un’ideuzza piccola
piccola…dovrò spremermi le meningi fino a spappolarmi!!^^
Baciottolissimi grandi grandi alla
crema, gemellina! Ti voglio tanto bene!!
wwwwwwwwwwwwwwww
GT 18: GT! Che bella
sorpresa, benvenuta!!^^ Grazie mille per i
complimenti, sono contenta che la ficcy ti piaccia!!^^ Eh sì, povero
Crilin…in effetti non è sempre trattato bene, ma devo dire che
è uno dei miei personaggi preferiti…non si arrende mai! E vedrai
che non mollerà di certo la speranza di conquistare la cara C18!!^^ Stai pur certa che l’happy ending non
mancherà di sicuro! Credo che nel prossimo capitolo farò accadere
qualcosa tra loro due…staremo a vedere!
Ah, ecco una cosa che volevo dirti da tempo! Devo davvero farti
tanti complimenti per i tuoi bellissimi disegni! Sai, anche io spesso gironzolo
nel sito di Dragon Ball Arena, e mi sono imbattuta nei
tuoi lavori! Ma sei davvero bravissima!!^^ I disegni,
e anche i fumetti(la storia della patatina è DA OSCAR, cara
mia!XD)…Molto originali! Spero che anche il nuovo capitolo ti sia
piaciuto! Mi raccomando, fammi sapere cosa te ne è
parso, ci tengo davvero molto!^^
Tanti baciotti alla panna, carissima! A presto!
wwwwwwwwwwwwwwwww
Kay: Ecco qui il mio
friulano adulatore preferito!^^ Eh eh! Come si
dice…sfida all’ultimo sangue!! Piaciuto il
dialogo finale? Spero di sì!!
Allora, passiamo alla tua proposta, che credo sia la cosa che ti
preme più di sapere…! Bè…Oddio…Non prendertela,
ma sinceramente non è nelle mie intenzioni
quella di farmi un fidanzato per Internet! Non mi riferisco alla descrizione
del tuo aspetto o cose simili(anche perché sembri molto simpatico e un
ragazzo niente male!), ma semplicemente al fatto che questo tipo di relazioni
non sono propriamente ciò che vorrei, capisci? Ma in ogni caso, sarei davvero felice di approfondire
l’amicizia, se ne hai voglia! Però non voglio che nelle recensioni
si divaghi troppo dall’argomento della ficcy(scusa, ma in queste cose
sono un pochino pignola!), per cui facciamo
così: se hai davvero voglia di conoscermi meglio, il mio account
può aiutarti. Ma spero comunque che continuerai
a recensire la mia storia, ci tengo molto! Ok?
Bacioni, a presto!
wwwwwwwwwwwwwwww
Lyla: Eh sì, era decisamente ora che dessi una possibilità ai pelati
di riscattarsi! Poveracci…anche loro ne hanno il diritto, no?^^ Davvero
ti stai appassionando alla storia fra Goku e Chichi? Aaah, allora spero
vivamente che il nuovo capitolo abbia soddisfatto, anche se non si è andati molto a fondo, la tua passione! Ci tengo
molto! E cosa te ne pare dell’accordo fra Bulma
e Vegeta? Spero che l’abbia reso intrigante quanto
basta!
Ah, se non sbaglio quest’anno hai la maturità,
vero? Un enorme in bocca al lupo, sono sicura che riuscirai benissimo!^__O
Baciottolissimi dolciosi, a presto!
wwwwwwwwwwwwwwww
Noesis: Benvenuta, Noesis!! Grazie mille per la tua recensione, sono veramente
contenta che la mia ficcy ti piaccia!!^^ Evviva!
Allora, come sono andati gli scritti degli esami? Sono sicura che sarai stata grandiosa! Eh, purtroppo ti capisco…la
matematica è veramente una BRUTTA BESTIA…te lo dico io che faccio
il liceo scientifico!! Roba da manicomio! *Ale scruta
torva la pagella* Mi raccomando, voglio assolutamente sapere come
è andata! E in bocca al lupo per gli
orali! Tranquilla, niente di troppo traumatico! …E io, in cambio,
prometto di fare del mio meglio per rendere più approfondito il rapporto
tra Lunch e Ten e fra…Bulma e Veggy!^^ A proposito, cosa te ne è parso della sfida che si sono lanciati? Intrigante quanto basta?^^
Tanti tanti bacioni all’arancia, dolcissima!! Spero di ritrovarti presto tra le recensioni!
wwwwwwwwwwwwwww
Grazie a Kiki87 che mi ha dato l’idea su come sfruttare il
personaggio di Freezer! Grazie mille, Saretta!! Ti
voglio tanto bene!
E ne approfitto per augurare un enorme
in bocca al lupo a lei e a tutti coloro che quest’anno si stanno
preparando ad affrontare questo fatidico esame di maturità!!^^
“Etcì!”
C18 si portò una mano davanti alla bocca e si soffiò il naso con
l’altra, rabbrividendo.
Bulma,
inginocchiata di fianco a lei, le sistemò un panno umido sulle spalle e
le passò una mano sulla fronte. “Accidenti, sembra che il bagno di
ieri notte non sia stato molto salutare, vero?”
“Tu
che cosa ne dici?” ringhiò la biondina con voce tipicamente
nasale. “Sniff…”
Lunch le
si avvicinò portando tra le mani una scodella fumante e gliela porse.
“Stai attenta, è bollente…”
“Che
cos’è?”
“Una
tisana contro l’influenza! Credimi, un vero toccasana!” spiegò Lunch incrociando le dita e
sorridendo con fare materno.
“Dall’odore
non si direbbe…” mormorò Bulma scoccando un’occhiata
disgustata al liquido verdastro contenuto all’interno della ciotola.
“Per
fortuna che io non posso sentirlo, allora” sospirò C18 che, dal
canto suo, non aveva un granchè voglia di ingurgitare quella brodaglia sospetta.
“Dai,
buttala giù tutta d’un fiato!” la incitò Lunch con
allegria.
“Hmf”
sbuffò la ragazza tirando su col naso. “Comunque non è
niente, è solo un banale raffreddore…”
“Cerca
di non attaccarlo a Lunch, allora!” le bisbigliò Bulma nel momento
in cui la diretta interessata era impegnata a prelevare un cucchiaio dal
cassetto della cucina. “Se cominciasse a starnutire a raffica, non
avremmo più un momento di tranquillità!”
Quando la
ragazza tornò a raggomitolarsi accanto alle altre, C18 le lanciò
un’occhiata preoccupata e spaventata. Tornò a scrutare la scodella
con il viso contratto in una smorfia.
“…Devo
proprio?” pigolò stancamente.
“Aha”
confermarono Lunch e Bulma costringendola a portare avanti il proprio viso,
fino a farle scorgere il proprio riflesso nel liquido.
“Non
è che sia un fluido letale, vero? Dal colore sembrerebbe
proprio…” tentò di sfuggire la biondina, ma le altre due
scossero la testa prima che potesse concludere la frase.
C18
deglutì e si umettò le labbra. “…Se muoio avvelenata
sarà tutta colpa tua!”
E
inclinò la scodella verso di sé.
“Ehi,
Chichina, dove sei? Vieni qui, ti stai perdendo uno spettacolo
fantastico!” urlò Bulma rivolta all’amica moretta, con il
busto poggiato sul davanzale della piccola finestra.
Era da
parecchi minuti che rimaneva ad osservare il paesaggio circostante, senza
realmente godere dei colori e dei riverberi creati dai riflessi delle gocce
residue di pioggia che il tiepido sole mattutino plasmava; i suoi pensieri
erano completamente proiettati a ciò che era successo durante la sera
prima. Quel gioco di sguardi con Goku…Quel contatto tanto bramato…E
poi niente di più.
Quando si
erano congedati, lui l’aveva salutata come se non fosse successo nulla:
il solito sorriso radioso e una mano che sventolava nell’aria piovana.
Che l’avesse fatto volutamente a causa della presenza dei rispettivi
amici? Del resto, aveva già notato che spesso si impappinava, cercando
di instaurare una conversazione con un individuo di un altro sesso.
O forse
per lui non era significato niente quell’incontro nell’acqua
marina, al largo, distanti quanto bastava dal resto del gruppo…Ma no, era
impossibile! Lui stesso aveva preso l’iniziativa nel venirle incontro,
non avrebbe potuto calpestare quella piccola farfalla di affetto reciproco.
Una
fugace goccia di pioggia percorse le venature di una foglia d’acero e
precipitò a terra, squarciando in due metà lo scenario antistante
la ragazza, smovendola dal torpore in cui era immersa. Il richiamo di Bulma
fece il resto.
“Insomma,
Chichi, sono ore che sei lì impalata davanti a quella finestra! Cosa
aspetti, il piccione viaggiatore?” Bulma la strattonò per un
braccio e la condusse dalle altre.
“Oh…”
bofonchiò la moretta, che non si era ancora completamente riscossa dal
turbamento precedente. “No, niente…”
Portò
lo sguardo sulla malata di turno. “C18! Cosa…cos’è
quella faccia?!”
L’interpellata
mostrava una tremenda smorfia di disgusto, il naso arricciato e la fronte
aggrottata.
“Cosa
c’è che non va? Non hai neanche potuto sentirne il sapore, col
naso chiuso…” osservò Chichi esaminando la ciotola svuotata,
ancora umida di tisana.
“Era…viscida…” ansimò la
biondina facendo uno sforzo immane nel pronunciare quelle due semplici parole.
“E…e poi c’era dentro qualcosa di strano…una specie di pappetta…”
“…Prugne
a tocchetti!” concluse Lunch aprendosi in un gran sorriso raggiante.
“Bè, è l’ingrediente più importante, oserei
dire!”
C18
ingoiò il vuoto e spalancò gli occhi lucidi. “Prugne a
tocchetti?!”
“Ah…”
sospirarono Bulma e Chichi facendo vagare lo sguardo prima a C18, poi all’erborista
improvvisata.
“Bè…speriamo
che almeno mi faccia effetto, questa robaccia!” concluse la biondina
incrociando le braccia al petto e sollevando la testa al soffitto. “Ma
sia ben chiaro che al mare non rinuncio!”
“Certo
che no! Chissà, magari ti farà bene respirare un po’ di aria
salmastra!” esclamò Lunch portandosi un dito alla guancia con fare
sbarazzino.
“Allora
consiglio di andare, altrimenti troveremo tutto affollato!” propose
Chichi afferrando un costume giallo canarino appoggiato sul letto e chiudendosi
in bagno.
“Ehi,
Chichi, quello è il costume che avevo scelto per me!!” si
lamentò Bulma poggiando l’orecchio sulla porta appena chiusa.
“Punto primo, questo costume è mio e tu me l’hai preso senza
permesso” rispose la moretta dall’altra parte del legno. “E punto secondo, il giallo fa a botte con
i tuoi capelli!”
Alla
seconda osservazione, la ragazza trasalì, punta sull’orgoglio.
“Cosa…? QUESTO NON È AFFATTO VERO! Io sto bene con qualsiasi
colore, non venirmi a dire che…”
“Smettila,
Bulma! Ti presto il mio bikini arancio, d’accordo?” disse Lunch
cominciando a frugare nella sua sacca.
“Hmf…D’accordo,
carissima amica mia!”
pronunciò la ragazza ad alta voce con il chiaro intento di farsi udire
dall’altra amica. “Non come certi mostri che si chiudono dentro il bagno come delle codarde!”
“Aspetta
solo che ti metta le mani addosso e vedrai chi è il vero mostro!” urlò la moretta, la voce soffocata ma
comunque chiara.
“Siamo
assatanate oggi, eh?” sogghignò Bulma picchiettando sulla porta.
“Tranquilla, avremo modo di riappacificarci molto presto! Giusto il tempo
che arrivi Yamcha…”
wwwwwwwwwwwwwww
La sabbia
non aveva ancora completamente assorbito l’acqua ricevuta per tutta la
durata del giorno precedente, ma questo piccolo inconveniente non aveva di
certo bloccato il flusso degli abitudinari frequentatori della spiaggia, che
anzi vi si erano riversati in maggiori quantità sperando di poter recuperare
le ore di sole perdute.
“Accidenti,
quanta gente! Neanche ci si passa!” esclamò con disappunto Bulma
facendosi strada a forza fra i vari ombrelloni piantati nel terreno.
“Sarà
difficile trovare un posticino all’ombra, stamattina…”
osservò Chichi voltando la testa in ogni direzione, schivando un pallone
gonfiabile che le sfrecciò di fronte al viso.
“Forse
i ragazzi sono già qui e ci hanno tenuto il posto!”
ipotizzò C18, che non vedeva l’ora di poggiare tutto ciò
che teneva in mano e rilassarsi sulla brandina: quel raffreddore le stava facendo
venire più spossatezza del previsto.
Alle
parole della biondina, Chichi ebbe un leggero sussulto.
“Bè…Sì, forse è così…Anche se
quasi sicuramente sono ancora nelle loro tende…”
“Già,
in fondo non sono molto lontane da qui” confermò Bulma
raccogliendo una piccola conchiglia che sporgeva parzialmente dalla sabbia e
osservandola con disinteresse.
Il
piccolo gruppo continuò con il suo cammino per qualche altro metro, fino
a che non furono costrette a spostarsi direttamente al margine della spiaggia,
accanto alla staccionata di recinzione.
“E
adesso che si fa?!” domandò Lunch constatando di essersi
praticamente isolate dal resto dei bagnanti.
“Ci
accampiamo qui, è ovvio!” disse C18 gettando a terra la borsa a
tracolla e le sdraio che teneva sotto il braccio destro. “Non ce la
fac…Etcì!”
“Vuoi
un fazzoletto, C18?” chiese automaticamente Lunch imitandola e cominciando
a frugare all’interno della sua sacca, gettando all’aria flaconi di
creme solari, asciugamani, occhiali da sole e libri alla ricerca del pezzo di
stoffa tanto bramato.
“Lascia
perdere, Lunch” La biondina interruppe la sua foga poggiandole una mano
sulla spalla. “Non è niente, non ne ho bisogno. Forse fare due
passi sotto il sole mi farà bene…”
“M-ma
hai intenzione di fare una passeggiata senza
di noi?” le chiese Bulma fingendo un’espressione afflitta e
tradita.
“Certo
che no” rispose prontamente l’altra. “Vado a cercare Crilin,
Goku e gli altri! Voi aspettatemi qui, non ci metterò molto, giusto il
tempo di arrivare al luogo in cui sono accampati.”
“Oh…d’accordo”
sospirò Lunch. “Allora io…io vado a…a prendere un
po’ d’acqua, ok?”
E si
allontanò accanto a C18, prendendo presto la sua direzione opposta e
sparendo alla vista. Chichi e Bulma, rimaste sole e scioccate, si guardarono
l’un l’altra.
“Va…a
prendere l’acqua?!” esclamò la moretta sgranando gli occhi
tanto era turbata.
“M-ma…L’acqua
del mare è salata!!” sbottò Bulma schiaffeggiandosi le
guance con entrambe le mani.
“E-e
oltretutto qui nella borsa abbiamo parecchie bottiglie d’acqua
fresca!” aggiunse Chichi prelevandone una e mostrandola all’amica
con le mani leggermente tremolanti.
Bulma
rimase per qualche attimo in silenzio, immersa nei suoi pensieri, con le
braccia incrociate al petto.
“Forse…Forse
non è andata al bagno, prima di uscire dal bungalow…”
“Sì,
forse…”
wwwwwwwwwwwwwwwww
La sabbia
rovente accoglieva le sue impronte con morbidezza, per poi darle in pasto alla
spuma marina che, ingannandole con una mossa repentina, compensava il
dislivello spianandone la superficie e cancellando ogni residuo antico.
Adorava
quel continuo giocare a rimpiattino tra quei due elementi di natura così
diversa; spesso era bastato rimanere ad osservarli per ritrovare la
tranquillità dopo l’attacco di uno starnuto particolarmente
violento e che, purtroppo, riusciva sempre ad innervosirla…soprattutto a
discapito delle sue amiche!
“Avrebbe
dovuto essere da queste parti…” mormorò fra sé Lunch
ravviandosi la folta chioma scura. Eppure le aveva descritto con precisione il
luogo che utilizzava per i suoi abitudinari allenamenti mattutini, addirittura
le aveva lasciato un piccolo schizzo su di un tovagliolino di carta…Non
molto artistico, ma dalle indicazioni piuttosto chiare.
Uno
spruzzo d’acqua si infranse sugli scogli arenati a riva e, dopo un
piccolo rimbalzo, andò a bagnarle le caviglie, donandole immediatamente
una sensazione di sollievo.
La
ragazza sollevò la testa al cielo terso e privo di nubi, respirando
profondamente.
E poi
l’occhio le cadde sulla persona che stava cercando.
La sua
sagoma possente era resa scura da un curioso gioco di luci ed ombre, ma il suo
profilo pronunciato e i suoi movimenti erano inconfondibili; in equilibrio su
di uno scoglio particolarmente appuntito, stava sferrando calci e pugni a
ripetizione al vento, come se si stesse battendo contro un nemico invisibile.
La sua espressione lasciava intendere il suo alto livello di concentrazione,
che non accennava a diminuire.
“HA!”
Un calcio ben assestato attraversò un’onda che si era appena
sollevata, provocando diversi spruzzi dovuti all’impatto violento.
Lunch
avrebbe desiderato con tutto il cuore rimanere lì ad ammirarlo senza
interferire né proferire una parola, ma poi si ricordò delle sue
amiche che la stavano aspettando. Facendo il più silenziosamente
possibile, si avvicinò di soppiatto alla roccia interessata, si
portò le mani a coppa davanti alla bocca e gridò a squarciagola:
“Tensinhan! Vieni, gli altri ci stanno aspettando!”
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C18 non
ci mise molto tempo a portare a termine la sua missione, e in meno di cinque
minuti era già di ritorno con l’intero gruppo dei ragazzi alle
calcagna, compreso Yamcha, che era andato da loro di buon’ora per
reclamare il proprio costume con i granchi e le stelle marine, prestato a Nappa
pochi giorni prima.
“Buongiorno,
ragazze!” le salutarono allegramente Goku e Crilin con un gran sorriso.
Bulma
rispose al gesto con enfasi, ma Chichi distolse lo sguardo imbarazzatissima; le
sue guance avevano già cominciato a prendere colore non appena aveva
saputo che la loro amica sarebbe andata a chiamarli.
Goku se
ne accorse e la scrutò con fare interrogativo, grattandosi una guancia
con un dito.
“Ora
aspettiamo Lunch e poi possiamo andare a fare il bagno!” esclamò
C18 controllando l’orologio. “Ma chissà dove si è
cacciata…”
“Tutti
tranne me, comunque…” mormorò tristemente Bulma sedendosi su
una brandina colorata. “Sigh…Uffa, ma perché tutte a
meeeeee?!”
“Che
ti prende, donna?” le chiese Vegeta avvicinandosi mostrando un sorrisetto
furbo. “Ancora problemi con la tua settimana
ketchup?”
Bulma
sgranò gli occhi e lasciò precipitare la mascella verso il basso,
avvampando violentemente. “M-ma…ma…BRUTTO CAFONE CHE NON SEI
ALTRO! TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI RIVOLGERTI A UNA SIGNORA COME ME?!”
Vegeta si
riparò abilmente dalla scarica di pugni che la giovane stava abbattendo
su di lui, e intanto sghignazzava crudele senza preoccuparsi dei suoi occhi che
lanciavano lingue di fuoco. “Ma perché, scusa? Io mi preoccupo per
te e tu mi ringrazi in questo modo? Hun…una ragazza non dovrebbe essere
così rozza, lo sai?”
“Eh
già!” confermò Nappa, che aveva assistito all’intera
scena con molto interesse.
La
ragazza proseguì nello sfogare la sua ira finchè, stremata, non
abbassò le braccia e ansimò con affanno.
“È
stata una bella lotta, donna” disse Vegeta passandole un dito sotto il
mento con fare seducente. “Ma io attendo con ansia l’esito della
nostra scommessa, sai?”
“Grrr…SPARISCI!”
latrò Bulma mollandogli uno spintone sul petto e costringendolo ad
indietreggiare; i suoi capelli si erano scompigliati parecchio.
“Ehi,
ecco Lunch e…Tensinhan e Jiaozi!” si sorprese Chichi indicando due
figure lontane che si avvicinavano sempre di più.
“Scusate
il ritardo, ragazzi!” disse Lunch incrociando le mani in grembo.
“Ho fatto un po’ di fatica a trovare…ehm…a trovare l’acqua!” si corresse un
momento prima di pronunciare il nome del ragazzo accanto a lei, arrossendo
lievemente.
“Bè,
infatti non l’hai trovata…” notò Bulma aggrottando le
sopracciglia con una gocciolina di sudore sulla testa.
“Basta,
andiamo a farci un tuffo!” esclamò Radish afferrando Chichi per un
braccio e strattonandola verso il bagnasciuga, ignorando le sue proteste e
incitando gli altri a seguirli.
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Quel
ragazzo era peggio di un mollusco, in quanto a parlantina; come al solito,
stava sonnecchiando sotto l’ombrellone con la schiena poggiata sul
bastone di sostegno e le braccia conserte al petto. Diavolo, quanto la faceva
andare in bestia!
Non ne
poteva più di rimanere lì seduta con le mani in mano, senza far
niente di utile! Mise su un’aria superba e si alzò dalla sdraio,
senza provocare la minima reazione in Vegeta.
“Io
vado a farmi una passeggiata, ci vediamo” informò Bulma con tono
seccato. Diede le spalle al ragazzo e si diresse verso la parte occidentale
dello stabilimento, che lei e le sue amiche non avevano mai esplorato nei
giorni addietro.
“Quanti
cespugli…Chissà quante coppiette ci si sono nascoste in questi
anni!” pensò fra sé la ragazza ridacchiando divertita
nell’osservare le fronde riccamente provviste di ramoscelli e tenere
foglioline verdi.
Fece per
tornare indietro, quando un piccolo sentiero nascosto da una fitta coltre di
frasche attirò la sua attenzione; scostando rami e foglie da davanti gli
occhi, percorse quella stradina quasi invisibile a distanze abbondanti: lei
stessa, infatti, se non si fosse avvicinata probabilmente non l’avrebbe
mai notata. Non era molto lunga e, quando finalmente superò anche
l’ultimo cespuglio ingombrante, si ritrovò nel bel mezzo di uno
spiazzo. Artificiale, senza dubbio: era delimitato per tutto il perimetro da una
staccionata di legno e gli eventuali dossi erano completamente spianati.
“Caspita…”
Bulma era rimasta particolarmente colpita da quella disposizione, ma ciò
che i suoi occhi incrociarono un attimo dopo la fecero rimanere quasi di
stucco, sentendosi percossa da scariche di adrenalina.
Al centro
esatto della radura, sorretto da due pali evidentemente malfermi ma dalle
condizioni accettabili, si ergeva una rete da pallavolo in ottimo stato di
conservazione. La ragazza vi si avvicinò e la esaminò da ogni
angolazione, annuendo con soddisfazione: i filamenti che la tessevano erano formati
da un materiale particolarmente resistente. Passandosi una mano sul mento, si
chiese come mai quel campo improvvisato fosse stato posto in un luogo
così poco agibile e isolato rispetto al resto dello stabilimento…
“Bè,
non ha importanza!” esclamò d’un tratto battendo un pugno
sull’altro palmo. “Anzi, avevo giusto voglia di farmi una
partitina!”
wwwwwwwwwwwwwwwwww
“Venite,
forza! Sono sicura che lo troverete fantastico!” Bulma incitò
Chichi e Lunch dando loro delle leggere pacche sulla schiena.
“E
non spingere!” protestò la moretta sbuffando e lanciandole
un’occhiataccia trapassante. “Per oggi ne ho abbastanza di
strattoni e spintoni!”
“Ti
credo…prima, per poco Radish non ti ha staccato un braccio!”
sussurrò C18 all’amica, che ridacchiò con fare complice:
come poterle darle torto? Decisamente Radish non si comportava con molta
gentilezza per quanto riguardava l’incolumità fisica delle
ragazze…
“Allora,
dov’è questo campo di pallavolo, sempre che esista?!”
sbottò Nappa picchiettando nervosamente sulla spalla di Bulma.
“Sono stufo di camminare, mi stanno andando a fuoco i piedi!!”
protestò sollevandone uno e mostrandone la pianta, che era diventata di
un bel colore rosso gambero.
“Scusa,
ma…perché non ti sei messo le ciabatte?” disse Goku
all’amico indicando le infradito che calzava. Nappa le fissò avido
e si passò una mano sulla pelata umida. “Ma sai che non ci ho
minimamente pensato, Kakaroth?!”
Crilin
cadde a gambe all’aria, senza però rimanere particolarmente
scandalizzato da quella affermazione: ormai era risaputo che una buona parte
dei bicipiti di Nappa altro non erano che materia grigia sottratta impunemente
al cervello.
Radish
affiancò Chichi e Bulma e soffermò lo sguardo su
quest’ultima. “Sono stanco anch’io, veramente! Manca ancora
parecchia strada? Non vedo l’ora di farmi una birra!” E
mostrò alle ragazze un paio di lattine che aveva tenuto strette in
entrambe le mani fino a quel momento.
“Sarei
contento se quelle due birre fossero diventate calde!” sussurrò
Crilin a Goku, che sorrise divertito e gli strizzò un occhio come segno
di intesa.
Con grande
giubilo di Radish e Nappa – e di C18, che ormai da parecchi minuti
provava un impellente desiderio di soffiarsi il naso, Bulma condusse il
gruppetto attraverso il passaggio seminascosto e sbucarono all’interno
della pianura. Nappa emise un sonoro sbuffo e si accasciò a terra,
stremato.
“Pappamolle!”
lo rimproverò Vegeta scoccandogli uno sguardo di puro disgusto. “E
tu saresti un membro di noi Saiyan?!”
A quelle
parole, il pelato scattò in piedi e si spolverò via dal torace la
sabbia in eccesso, vergognandosi terribilmente. “Hai…hai ragione,
Vegeta…scusami…”
A parte
loro due, il resto dei ragazzi era impegnato a fissare la rete da pallavolo - o
meglio, chi occupava il campo, chi
con occhi sconsolati, chi incuriositi, chi assetati di sangue.
“E
questi qua…da dove sono saltati fuori?!” sbottò Bulma
furiosa indicando i cinque ragazzi impegnati in una accanita partita di
pallavolo.
Goku li
osservò attentamente per qualche secondo, dopodichè fece
schioccare le dita e spalancò gli occhi. “Ora ricordo! Quelli sono
i membri della squadra Ginew!”
Gli
sguardi agghiacciati di tutti si posarono sul moro.
“Eeeeeh?!
La…la squadra Ginew?!”
“Quelli
contro cui avete combattuto l’altro giorno?!” esclamò Chichi
spaventata, studiando i cinque giocatori improvvisati, alle prese con un
ridicolo balletto gioioso.
“Bravo,
capo, hai fatto punto!” stava urlando il gigantesco Likoom saltellando
sul posto.
“Sì,
sono il più forte!” esclamò Ginew trionfante sferrando un
pugno in alto e provocando una serie di ovazioni estasiate da parte del resto
del gruppo.
Bulma
sbuffò violentemente esprimendo il suo chiaro disappunto. “Pfui!
Che rompiscatole! Ci hanno sottratto il campo ingiustamente! Insomma, ero qui
fino a cinque minuti fa!”
“Dobbiamo
escogitare un modo per riprendercelo” suggerì Yamcha, che
sentì crescere dentro di sé una voglia irrefrenabile di imporsi
su di loro; amava la competizione, quello era ovvio…
“Lasciate
fare a me!” intervenne Radish che, dal canto suo, più che di una
partita di pallavolo aveva un impellente bisogno di sferrare qualche pugno;
puntò il dito contro Guldo, che data la sua statura non se ne accorse
nemmeno, e sillabò scandendo ogni singola lettera con fare minaccioso:
“Ehi, voi…!”
Al
richiamo improvviso, la squadra Ginew interruppe il loro balletto artistico in
cui si erano appena lanciati e puntarono gli occhi sul capellone.
“E
tu...cosa vuoi?” chiese Ginew assumendo un cipiglio pericoloso nel
momento esatto in cui fece un passo avanti.
“È
ovvio, voglio il campo!” esclamò l’altro portando le mani
sui fianchi.
Ginew e
gli altri membri del gruppo rimasero a fissare il ragazzo, attoniti; poi, con
tanti sbuffi mal soffocati, esplosero in una cavernosa risata sguainata.
“Che
cosa?! Tu vorresti forse farci credere che noi dovremmo sloggiare per lasciare
il posto a uno come te?!”
sghignazzò Jeeth tenendosi la pancia con entrambe le mani, dolorante per
il gran ridere.
Una vena
della tempia di Radish cominciò a pulsare nervosamente e il sangue
confluì alle sue gote, pronte a scoppiare da un momento all’altro;
ma la possente voce che costrinse la squadra Ginew ad interrompere il proprio
attimo di divertimento non fu la sua, bensì quella di Vegeta, che stava
in piedi di fianco all’amico, lo sguardo fermo e glaciale.
“Giochiamocelo”
pronunciò con portamento fiero: i suoi pugni erano chiusi in una stretta
morsa, ma non davano l’impressione di voler sfogare la propria ira
interiore.
Fu in
quel momento che Ginew si rese conto di chi
si trovasse davanti. Si passò un dito sotto il naso e mostrò i
canini appuntiti. “Hun…ora è tutto chiaro…voi siete i
Saiyan, non è così? Quelli che hanno cercato di soffiarci il
titolo di campioni l’altro giorno, non è vero?”
“Ooooh,
capo, che spirito di osservazione!” mormorò Butter affascinato.
“Vedo
che hai una buona memoria” sogghignò Vegeta facendo scrocchiare le
dita delle mani. “Complimenti…per una zucca vuota come te è
un buon traguardo!”
Ginew non
raccolse quell’ultima provocazione, ma si limitò a far combaciare
i polpastrelli davanti al viso, schioccando la lingua. “Una sfida,
eh?” ripetè con sguardo minaccioso. “Perché no?
Accettiamo con piacere!”
“Hm,
interessante!” gioì Goku sfilandosi la maglietta e gettandola a
terra. “Avevo proprio voglia di un bel match!”
Chichi
osservò il ragazzo con morbosa attenzione: ancora quegli occhi
fiammeggianti, quelli che prendevano il posto di quelli neri e profondi da
cucciolo ogni volta che si trovava in procinto di uno scontro…
Gli
stessi che, la sera prima, avevano sfavillato per lei.
“Chichi,
spostati, devono cominciare!” la avvertì Bulma conducendola in disparte
ed interrompendo, per l’ennesima volta, il flusso dei suoi pensieri.
“A meno che tu non voglia cantare l’inno nazionale, ma non credo
sia il caso, francamente…”
“Ehi,
ragazze…non pensate che…insomma…ci stiano mettendo un
po’ troppa passione?” notò C18 guardando le sue amiche con
aria interrogativa. “In fondo è solo una partita di
pallavolo…”
“Io
i ragazzi…proprio non li capisco!” esclamò Bulma esasperata.
“Eh
già…” confermò distrattamente Chichi, pervasa da
un’improvvisa sensazione di serenità interiore.
Le due
squadre, composte ognuna da cinque giocatori(a causa della discordanza numerica
e del fatto che nessuno dell’altro gruppo volesse schierarsi con Ginew,
si era deciso di fare a meno di un giocatore), si schierarono alle due parti
opposte del campo, fissandosi l’un l’altro con astio.
Vegeta e
Ginew si incontrarono faccia a faccia al centro del campo in qualità di
capitani; il primo dei due aggrottò le sopracciglia e si aprì in
un sorriso maligno, sibilando minaccioso: “Campo o palla?”
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“Bè,
dobbiamo ammettere che un applauso se lo meritano proprio!” Lunch sorrise
e cominciò a battere le mani con energia.
“Sì,
è stata una bella partita!” confermò C18. “E in
più, abbiamo conquistato il campo!”
La
squadra Ginew si allontanò dai vincitori, impegnati a festeggiare il
trionfo con pacche sulle schiene e urla di giubilo, con la testa bassa e lo
sguardo da cane bastonato.
“Ce
la pagherete cara!” sibilò Jeeth lanciando loro un’ultima
occhiata fulminante. “Il nostro capo non si arrende mai, è sempre
il più forte e potente di tutti!”
“Sì,
è proprio così!” E, con passo malfermo, i cinque elementi
ciondolarono al di là del sentiero.
Goku
battè le mani e incitò le ragazze a raggiungerli sul campo.
“Stavolta
possiamo giocare senza escludere nessuno!” annunciò strizzando gli
occhi. Le ragazze mostrarono la loro allegria con un gran sorriso a trentadue
denti.
“Cercate
di non esagerare con la forza quando schiacciate, ragazzi” li
ammonì Bulma. “Se dovessi prendermi una pallonata sul mio bel
visino non vi perdonerei mai!”
“Tanto
la differenza non si noterebbe più di tanto!” disse Vegeta
schivando prontamente uno schiaffo volante.
Il gruppo
si divise in due squadre assortite e la partita ebbe il via.
Una
battuta, un’alzata e una schiacciata; un recupero e ancora una
schiacciata. Tutti si stavano divertendo, nessuno escluso.
Chichi si
spostò da un lato con movimenti rapidi e con un palleggio
indirizzò la palla verso Lunch, che attendeva ad un’ala.
“Schiaccia, Lunch!”
“Sì,
io…Et…eet…ET-CHUM!!”
“Ahia…”
bofonchiarono gli altri rendendosi conto del danno.
“ACCIDENTACCIO!
SONO NERVOSA!” sbottò Lunch pestando i piedi e cercando qualcosa
su cui sfogare la propria ira. Quando vide avvicinarsi il pallone, colse
l’occasione al volo: si elevò in aria e le sferrò un
potente schiaffo, mandandola a finire dall’altra parte della rete.
“ATTENTO,
TENSINHAN!”
SBAM.
La palla
lanciata ad una velocità spaventosa aveva preso in pieno il viso di
Tensinhan, tramortendolo violentemente e scaraventandolo a terra.
“Oh
no!” esclamarono all’unisono i ragazzi.
“Oh
Kami, che cosa ho fatto?!” pigolò Lunch spaventata,
improvvisamente calmatasi dopo essersi resa conto del suo gesto. Corse accanto
al ragazzo, che giaceva ancora a terra, e gli sollevò la testa
ricacciando indietro le lacrime. “Accidenti, guarda che cosa ho
combinato! Lo porto subito a medicarsi!”
“Ti
accompagno” si offrì il piccolo Jiaozi aiutandola a caricarsi il
corpo quasi esanime di Ten su di una spalla.
I due
– anzi, i tre, si allontanarono dal campo tra le esclamazioni
scandalizzate di Lunch, che aveva incominciato ad incolparsi pesantemente e a
maledire il suo tendere a diventare nervosa ad ogni starnuto.
“Speriamo
che si riprenda presto” disse Goku preoccupato.
“Stai
tranquilla, Lunch è un’ottima infermiera!” lo rassicurò
Bulma. “Vedessi cosa non ha fatto, stamattina, per far passare il
raffreddore a C18!”
“Puoi
dirlo forte” confermò la biondina. “È una ragazza
molto premurosa, fortunatamente per noi!”
“Allora,
riprendiamo?” propose Radish alzando la palla in aria e mandandola
dall’altra parte, dove venne prontamente ricevuta da Nappa, che la
rimandò al mittente dopo averla passata a C18. Colui che ricevette la
palla fu Crilin, che spiccò un salto in procinto di una schiacciata
diretta proprio verso la biondina.
“Dai,
schiaccia!” cominciò a stuzzicarlo lei, quando uno strano senso di solletico al
naso la sorprese. “Oh no, non adesso!
No…Sniff…Etcì!”
Purtroppo
per lei, Crilin colpì la sfera nel momento esatto in cui lei aveva
abbassato la testa per prendersi il viso tra le mani…
“Schivala,
C18!” urlò Chichi, ma ormai era troppo tardi.
Un tonfo,
un dolore sordo e poi il buio più totale…
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“Mi
dispiace di averti colpito in quel modo…” Lunch prese un batuffolo
di ovatta dalla cassetta del pronto soccorso e la imbevette di disinfettante.
“Sai, anche tu hai visto che a volte mi prendono questi
attacchi…come dire…violenti…”
“Non
preoccuparti, non mi hai fatto molto male” mentì Tensinhan, che in
realtà non era pronto ad un colpo del genere.
“Sarebbe
davvero l’ora di trovare un rimedio a questo mio problema…”
continuò lei passando il batuffolo sul suo naso arrossato e leggermente
spruzzato di sangue.
“Ahi…”
si lamentò lui debolmente afferrando il polso della ragazza come
istintiva reazione al dolore. Quel gesto fece avvampare velocemente entrambi, e
il ragazzo si affrettò a mollare la presa distogliendo lo sguardo.
Lunch,
dal canto suo, finse di cercare qualcosa nella cassetta, ma in realtà il
suo intento era quello di imitare Tensinhan. Staccò i due lembi di un
cerotto e lo applicò sulla pelle appena umettata.
“Ecco
fatto!” esclamò con foga per riprendersi dall’imbarazzo.
“G…grazie…”
bofonchiò il pelato con un sorriso, evitando però accuratamente
di incrociare gli occhi scintillanti della ragazza, orgogliosa di essere stata
d’aiuto.
“Ehi,
Crilin, come sta C18? Sì è ripresa?” chiese Jiaozi, che nel
frattempo aveva preferito rimanere in disparte. Crilin, seduto al capezzale di
un secondo lettino ottenuto da una branda, scosse la testa. “Accidenti,
non avrei dovuto schiacciare con quella potenza!”
“Ma
se ci hai sorpreso tutti! Non credevamo fossi così forte!” disse
Tensinhan guardandolo raggiante.
Crilin
lanciò un’occhiata alla biondina profondamente addormentata che
giaceva sul lettino, soffermandosi su alcuni cerotti che le erano stati applicati
su una guancia; le sfiorò il naso con un dito, sentendosi un verme.
Perfetto, aveva tramortito la ragazza di cui si stava lentamente innamorando
giorno dopo giorno con una forza inaudita che quasi non sapeva di avere. Ma
come essere felici per un aumento di massa muscolare, se posto di fronte al
danno che aveva provocato?
Si
alzò in piedi di scatto e si infilò le mani nelle tasche del
costume a pantaloncino. “Io…io vado a vedere che fine…che
fine hanno fatto gli altri…Quando si risveglia…” e
indicò C18 con un cenno della testa. “…pensateci voi,
ok?”
“D’accordo,
ma…” cominciò Lunch, ma il ragazzo aveva già solcato
la soglia dell’infermeria, sparendo alla vista.
Tensinhan
alzò le spalle e bofonchiò qualcosa di incomprensibile.
Solo due
minuti dopo l’uscita di scena di Crilin, C18 digrignò i denti debolmente
e sollevò le palpebre; si tirò su a sedere portandosi una mano
sulla testa.
“Oh,
ben svegliata!” la salutò Lunch raggiungendola e porgendole un
panno bagnato.
“Oh,
la mia testa…” si lamentò lei fissando l’amica ancora
parzialmente stordita. “Che…che cosa è successo?”
“Oh,
niente di che” rispose l’altra. “Hai preso una pallonata in
faccia e hai perso i sensi a causa dell’azione combinata col raffreddore,
tutto qui!”
“Ah…davvero?”
Lunch
sorrise dolcemente. “Dovresti ringraziare Crilin, quando lo
rivedrai…Ti ha portato fino a qui in spalla e ti ha vegliato per tutto il
tempo in cui sei rimasta svenuta!”
A quelle
parole, la biondina sgranò gli occhi, sorpresa. Davvero quel piccoletto
l’aveva aiutata in quel modo? Questo…questo sì che
l’aveva, in qualche modo, lusingata…
“Ehm…Sì,
vorrà dire che…che quando lo rivedrò…lo
ringrazierò di sicuro…”
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CONTINUA…
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Ragazzi, non so davvero che cosa dire…Sono terribilmente
in ritardo, non so davvero come scusarmi per avervi fatto attendere così
tanto!! E solo che purtroppo ultimamente ho trascorso alcune giornate veramente
frenetiche…Con le ultime lezioni di danza che mi occupavano tutto il
pomeriggio *Lacrime a cascatella pensando che riprenderanno a settembre e
rimarranno sospese per tutta l’estate*, uscite varie con i familiari
fuori città e visite di controllo al polso, davvero non ho avuto il
tempo di concluderlo prima! Quindi non so veramente cosa dire, se non un
gigantesco SCUSATE! Vedere che così tanti di voi attendono trepidanti un
mio aggiornamento mi fa davvero commuovere…Siete fantastici, sul serio!^^
Mi auguro solo che il nuovo capitolo vi abbia soddisfatto…E speriamo che
il prossimo arrivi il più presto possibile!! Altrimenti…rimproveratemi
pure!!^^
wwwwwwwwwwww
Pikkola Rin: Credo proprio che
l’esito della scommessa sia esattamente quello che hai in mente tu!
Vedrai, non ti farò rimanere delusa!!^^ Un bacione alla nocciola,
dolcissima!! Alla prossima!! ^______^
P.S. Aspetto con ansia un nuovo capitolo di “Diario di
un’avventura”! Mi hai fatto rimanere col fiato sospeso, non vedo
l’ora di sapere cosa succederà!!
wwwwwwwwwwwwww
Kay: Ciao friulano!
Davvero non ti saresti immaginato la svolta nel rapporto fra Bulma e Vegeta?
Bè, ti confesso che mi è venuto in mente durante la
stesura…! Sono strana, io…
Ora, veniamo alla tua richiesta. Purtroppo temo proprio di
doverti dare una risposta negativa…Non per cattiveria, ma per due
semplici motivi:
-Faccio già fatica a gestire le storie nel mio account,
perché questo presenta un problema che neanche l’amministratrice
riesce a capire da dove venga: praticamente, ogni volta che aggiorno
l’account mi modifica l’impaginazione e mi elimina gli spazi fra i
vari paragrafi, per cui prima di pubblicare sono costretta a eseguire diverse
modifiche utilizzando diversi programmi per evitare che appaia deformato o cose
simili, e questa operazione mi porta via molto tempo. Se dovessi fare la stessa
cosa con le tue storie, non avrei più un momento libero! Oltre che,
scusa se lo dico, probabilmente finirei con lo stressarmi non poco!^^
-Onestamente, credo che avere un account personale sia molto
più semplice da gestire, comprese le recensioni, l’impaginazione,
il carattere di scrittura e tutto il resto. E poi, avendo un account privato,
non avrai il mio stesso problema! Non preoccuparti se non ti funziona la posta
elettronica, perché non è necessaria per inviare le tue storie.
Comunque, ti ripeto che se hai qualche problema, puoi tranquillamente mandarmi
una mail dove puoi espormi tutti i tuoi dubbi cliccando sulla scritta
“Contatta”. E, come ultima cosa, per favore, non utilizzare la
pagina delle recensioni per dirmi queste cose… Preferisco riservarla esclusivamente
ai commenti, sinceramente parlando!^^ …Hai tutto il diritto di
considerarmi una pignola, perché è proprio così!!
Un bacio!
wwwwwwwwwwwwww
LeftEye: Divino, divino
genio delle battute sulla SUOCERA!!^^ Senza di te la nostra “Settimana
Ketchup” non sarebbe mai apparsa su queste pagine!!^___^ Grazie, grazie, GRAZIE
mille per il consiglio!!! Era…perfetto!
Come ho fatto a non pensarci?
Mi dispiace solo che stavolta Bulma e Vegeta non siano stati in
primo piano, e neanche Gokuccio e Chichi…ma vedrai che si rifaranno
presto!! …E tralasciamo questo capitolo di transizione!!^^ Comunque spero
che ti sia piaciuto!! A prestissimo e tanti baciotti alla…fragola e
limone! …Ti ricorda qualcosa?...E-ehi, no! Dai, metti già
quell’ascia, stavo scherzando! Calmati!! XD
A presto…e ancora complimenti per “Un saiyan a
Parigi”! E' stupenda!! Ti voglio bene, luuuuuv!!
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Lyla: La mia maturanda
preferita!!^^ Inutile dirti quanto il tuo commento precedente mi abbia fatto
piacere! Pensa che mi hai quasi commosso! Sapere di averti fatto stare col
fiato sospeso durante la scena tra Gokuccio *Ale manda bacetti e cosparge il
pavimento di margheritine* e Chichi in mezzo all’acqua è per me
una soddisfazione davvero immensa! Ti ringrazio veramente tantissimo! E non
preoccuparti, presto la tua curiosità verrà soddisfatta,
perché ho già in mente una seconda scena fra i due piccioncini, e
in quanto a romanticismo…Bè, posso solo dirti che ce ne
sarà una buona dose! Eh eh…ti è piaciuto l’accordo
fra Bulma e Vegeta?^^ Sai, ti dirò che mi è venuto su
così, non era nemmeno previsto inizialmente! Lo so, sono parecchio
strana…le idee mi vengono sempre mentre sto scrivendo!! Purtroppo nessuna
delle due coppie si è vista tanto, stavolta…ma torneranno alla
ribalta con i prossimi aggiornamenti, te lo prometto!^^ Grazie ancora per la
tua gentilezza, e a presto, carissima!! Bacionissimi all’albicocca!!
P.S. Sono sicura che i tuoi esami sono andati benissimo!!...E meno
male che sono finiti!^^
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Liz: Bentornata, cara!!
Sono contenta che la mia storia continui a piacerti! Non preoccuparti, presto
il rapporto fra Bulma e Vegeta si andrà delineando…fino al momento
in cui non si deciderà dell’esito della scommessa!!^^
Probabilmente ti farò stare sulle spine ancora per un pochino, ma stai
tranquilla, che presto la tua curiosità verrà soddisfatta!!
Ora, passiamo alla tua richiesta. Purtroppo temo di doverti dare
una risposta negativa, ma non per cattiveria, bensì per due semplici
motivi. Per evitare di fare copia e incolla, guarda la risposta già data
a Kay: lì troverai le mie cause! Naturalmente invito anche te a
contattarmi via mail cliccando sul tasto “Contatta” che è
nel mio account! Sarò felice di darti qualche dritta su come
destreggiarti nella pubblicazione, nella creazione dell’account personale
e tutto il resto! E avrei una richiesta…per favore, non utilizzare la
pagina delle recensioni per dirmi queste cose…Sarà che sono
pignola(ed è VERISSIMO, purtroppo…!), ma preferisco riservarla
esclusivamente ai commenti dei lettori, d’accordo?^^
Un baciottone al pistacchio, a presto!
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Kikkasha: Rancore?! Oh no,
assolutamente! Hai tutto il diritto di esprimere la tua opinione sulla mia
storia, anche se è negativa! Bè, sì…indubbiamente ho
cambiato il carattere di Radish e Nappa, che per la loro natura non si
sognerebbero mai di interessarsi così tanto alle ragazze!!^^ Però
ho pensato che avrei anche potuto fare uno strappo alla regola, visto che
entrambi sono comparsi pochissime volte nella serie. Chissà, magari, se
fossero stati buoni, avrebbero veramente potuto innamorarsi di Chichi *Ale
impugna un’ascia* o di qualcun altro personaggio femminile!^^
Per quanto riguarda il carattere di scrittura…Sì,
uso il linguaggio HTML come vuole il regolamento del sito, e il carattere
è chiamato “Verdana”. Pensa che invece io lo trovo
così ordinato e pulito!^^
In ogni caso grazie mille per aver commentato…Le
recensioni parzialmente negative sono sempre uno stimolo in più per
migliorarsi!!^^ Un bacione grande!!
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Son giuggy90: Gemellina
carissima!! Non sai quanto sono felice del fatto che il magicmoment del capitolo precedente ti sia
piaciuto! Davvero, detto una Gokufanatica(mitico duo!!^^)come te, è una
soddisfazione immensa! Solo tu puoi darmi un giudizio del genere!^^ Grazie
millissimo!! Stavolta i nostri due prediletti non hanno avuto molto spazio, ma
non preoccuparti…presto torneranno alla ribalta!! Intanto, comunque,
entrambi stanno facendo chiarezza sui sentimenti che provano l‘una per
l’altra…e quando arriveranno al VERO Magic Moment daranno sfogo a
tutto il loro affetto reciproco!! Ah, che romantico…*Ale lancia bacetti e
lancia margheritine dappertutto* Perché Chichina era malinconica?
Mah…forse non c’era un motivo preciso…A volte capita che ti
prenda un attacco simile senza una buona causa! Detto da me, poi…Te lo
garantisce una dalla lacrima mooolto facile!!^^ Scusami per il ritardo con cui
sono tornata ad aggiornare, ma prima proprio non ce l’ho fatta!! Sigh
sigh…ho trascurato Gokuccio nostro bello!! *Ale vola nel cielo con un
paio di alucce bianche* Comunque spero che ti sia piaciuto, anche se è
decisamente confusionario!! *Arrossing* Spero di risentirti presto…sono
così contenta che adesso abbiamo anche un’altra via per
comunicare!!^^ Un baciottone enorme al tiramisù, gemellì!! Ti
voglio beneeeeeeee!!!
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Bambi88: Inutile ripeterti
quanto i tuoi commenti mi facciano piacere…e saperti così fedele e
affezionata a questa ficcina mi riempie il cuore di gioia!! Grazie, Roby, sei
davvero un angelo!^^ Eh eh…ti è piaciuto Freezer?X°°°D
Con tutte quelle proposte di lavoro…Non ho potuto fare a meno di
inserirle, non ho davvero resistito!! Non è detto che non ricompaia, in
futuro…Chissà!! È tutto da decidere…ma perché
le idee mi vengono mentre scrivo?! *Ale rimprovera il suo cervellino confusionario*
Mi dispiace che stavolta Bulma e Vegeta siano comparsi poco, così come
Gokuccio e Chichi, ma ho preferito incentrare il capitolo ancora una volta
sulle altre due coppiettine in formazione…oltre che ho tanto
l’impressione di aver scritto un capitolo di transizione…! Comunque
spero che ti sia piaciuto, tengo davvero tanto alla tua opinione! Bulma e
Vegeta alle mani? *Ghigno* Oh, sicuramente non rimarranno immobili senza
reagire!! Ma per questo, purtroppo, bisogna rimandare ai prossimi
capitoli…! Ancora grazie mille, carissima, sei stata gentilissima come
sempre! Un baciottolone…all’amarena!^^ Ti voglio bene!!
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Kristin: *Ale si mette in
testa un cappellino azzurro con la scritta scintillante ‘Go Italy!’*
Dopo gli ucraini, anche i padroni di casa! Ma ti rendi conto?! Siamo in finale,
in finale!!^______^ Oddio…quasi mi viene la pelle d’oca a sentirmi
dire così! Di solito non sono molto interessata al calcio, ma non mi
sono persa una sola partita della nostra nazionale!! Grandissimi, azzurri!!^^
Bentornata, Kristin! Sai che le tue recensioni mi sono mancate, in queste
settimane? Sigh sigh…me commossa! *Ale si asciuga gli occhietti col
fazzolettino di seta ricamato* Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto così tanto!^^ Io stessa mi ci sono affezionata, perché
riguarda i miei due prediletti!!^^ Eh sì…Beata Chichi
veramente…GOKUCCIO MIO!! *Sbav sulla tastiera, che esplode* Presto
approfondirò il loro rapporto di qualche altra tacca, ma ci sarà
da pazientare un pochino…Spero di fartela leggere il più presto
possibile!!^^ Un baciottolone al cocomero, tesoro!! A presto!^^
wwwwwwwwwwwwwww
Pan90: Un’altra
anima pia che si unisce ai recensori…! Piacere di conoscerti, e
ovviamente grazie mille per i tuoi dolcissimi complimenti, carissima!!^^ Sono
davvero contenta che la ficcina ti piaccia, me felice!! Sei una cultrice di
Bulma/Veggy? Oho…ti sei scelta la più intricata e piccantina!^^
Spero vivamente che fino ad ora tu non sia rimasta delusa della piega che ha
preso il loro rapporto, ci tengo molto! In ogni caso stai tranquilla…tutto
verrà deciso dall’esito della scommessa!!^___^ Ancora grazie
tante, Pan, e spero che anche il nuovo capitolo non ti abbia delusa!! Un
baciottolone enorme alla stracciatella!!
wwwwwwwwwwwwwwwww
Nonna Silvana1936: Benvenuta!^^ Sono
davvero contenta che la mia storia ti piaccia, mi fa veramente molto piacere!!
Mi dispiace di averti fatto attendere un po’ con l’aggiornamento,
ma con i vari impegni(che per fortuna adesso non mi prendono più tanto
tempo!)non ho mai avuto l’occasione di concluderlo prima! Comunque spero
che il nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento…e grazie ancora!! Un
bacio!
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Amicamia: Ciao!! Grazie per
la recensione, sono contenta che tu abbia sempre seguito la mia storia, questo
mi fa davvero un sacco piacere! Perdona il mio ritardo spaventoso, ma purtroppo
questi ultimi giorni non mi sono fermata un attimo! Le ultime lezioni di danza
che venivano messe in programma quando meno te l’aspettavi, uscite fuori
città e tutto il resto…Mi rendo conto di essermi protratta
veramente troppo in là con i tempi, scusami ancora!! È stata una
curiosa coincidenza che io abbia aggiornato *Partono le campane a festa e un
coro di “HALLELUIAH!!” * proprio nel giorno in cui tu mi abbia
lasciato una recensione! Spero che l’undicesimo capitolo sia stato di tuo
gradimento! Mi raccomando, continua a farmi sapere le tue opinioni, ne sarei
davvero contenta!^__^ Un bacio al cocco, cara!
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NOTA LEGALE: La frase
pronunciata da Vegeta, “Settimana Ketchup”, non è mia, ma
della simpaticissima LeftEye!!^^ Un ringraziamento specialissimo!!
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Ora vi lascio…Spero che il prossimo capitolo arrivi prima
di questo *Partono pomodori e verdure varie* , e intanto fatemi sapere cosa ne
avete pensato di questo, se vi va!!
Louis89: *Ale si dondola felice sulla sedia girevole* Uaah, che bello
.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.
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CAPITOLO 12: …Le
giostre!!
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Lo
stordimento di Tensinhan e C18 non si era ancora placato abbastanza per tutto
il tempo in cui Lunch rimase lì con loro, per cui il resto del gruppo,
dopo averne discusso, decise di interrompere la partita -alcuni spinti dalla
solidarietà verso i feriti e altri per il fatto che mancavano i
giocatori, e di recarsi nell’infermeria per arrecare un po’ di
conforto e di compagnia. Crilin era piuttosto riluttante ad entrare nella
piccola stanza, ancora in preda ai sensi di colpa, ma Yamcha ve lo
trascinò dentro di peso e non ci fu verso di distoglierlo dal suo
intento.
“Come
ti senti, C18?” chiese Chichi avvicinandosi al lettino dell’amica e
carezzandole amorevolmente la testa.
“Oh,
sono in perfetta forma” rispose la biondina tirando su col naso.
“Comunque
è meglio che tu continui a rimanere a letto ancora un po’, meglio
assicurarsi che tu ti sia ripresa completamente” intervenne Lunch con
fare autoritario strizzando uno straccio in una bacinella colma d’acqua e
posandoglielo sulla fronte, per poi trasferire il tutto sul comodino di
Tensinhan, il quale si era issato a sedere sul bordo della brandina tenendosi
un braccio con l’altra mano.
C18,
scagliando sul pavimento la pezza che l’amica le aveva appena applicato,
diede una gomitata a Bulma e Chichi, poste ognuna ai due lati della sua
brandina, e fece segno loro di avvicinarsi. “Ehi, non credete che la
nostra Lunch si sia presa una cotta per Ten?” bisbigliò mentre
osservavano di nascosto le mosse della diretta interessata, che stava passando
con molta delicatezza un secondo straccio sulle guance accaldate del ragazzo.
“Bè,
inutile dire che sono molto contenta per lei!” esclamò Chichi
scoccandole un’occhiata raggiante e battendo appena le mani.
Nappa,
invece, stava in disparte con Radish senza aprire bocca. Crilin se ne accorse
quasi immediatamente e tirò un sospiro di sollievo: sembrava che
l’interesse per Lunch fosse passato, a giudicare dal trattamento che
riservava a Tensinhan.
“Ehi,
a proposito…ehm…Crilin…”
Una voce che mai si sarebbe sognato di udire in quel momento lo spinse a
voltarsi, facendolo avvampare di colpo quando si ritrovò gli occhi
azzurri di C18 incatenati ai suoi.
“Ehm…S-sì?”
biascicò in imbarazzo giocherellando con le dita delle mani sperando di
sviare al suo sentirsi responsabile per ciò che era accaduto. Cosa
voleva dirgli? Forse fargli una qualche ramanzina…Di solito, quando una
persona si trova in procinto di sfogare la propria rabbia su di un’altra,
utilizza sempre il nome intero della vittima, senza ricorrere ad inutili
nomignoli…
La prima
cosa spontanea che gli arrivò fu quella di sgranare gli occhi dallo
stupore: una mano gli stava lentamente accarezzando la nuca pelata: la sua mano!
“Mi hanno detto che sei stato tu a
portarmi qui” disse la biondina mentre il suo viso si stirava in un
piccolo sorriso malizioso.
Tanta era
la sua agitazione per quel contatto, che per una volta i suoi pensieri andarono
all’incolumità della mano della ragazza: se si fosse bagnata di
sudore, non se lo sarebbe mai perdonato!
“Bè…Grazie
mille, Crilin! Sei stato un vero cavaliere!” continuò la ragazza
interrompendo il suo movimento proprio in cima al capo e concludendolo con una
delicata pacca d’intesa prima di ritrarre l’arto.
Le sue
orecchie fischiavano come una pentola a pressione e una sensazione di immediata
leggerezza si impossessò del petto di Crilin, gli occhi del quale
avevano cominciato a luccicare.
Goku lo
squadrò curioso da capo a piedi con sguardo piuttosto preoccupato.
“Crilin…Sei
sicuro di sentirti bene? Sei tutto rosso…” gli chiese posandogli
una mano sulla spalla.
Prima che
l’amico potesse schiarirsi i pensieri e fare mente locale, qualcuno gli
aveva già infilato un termometro in bocca.
“Ehi,
non ti starà venendo la febbre, vero?!” esclamò spaventata
Lunch poggiandogli una mano sulla fronte.
Crilin si
dimenò dalle sue grinfie e diniegò deciso con la testa.
“No, sto bene, davvero! Io…”
“Guarda,
hai anche gli occhi lucidi!” continuò imperterrita Lunch ignorandolo
completamente. “Questo non è un buon segno, lo sai?!”
“No,
davvero! Io…” cominciò l’altro sputando il termometro,
ma Lunch lo prese per le spalle e lo scaraventò sulla brandina vuota a
fianco di quella della biondina.
“Meglio
che tu ti riposi un po’ insieme agli altri, non vorrei che anche tu ti
ammalassi!” lo ammonì la ragazza rimboccandogli un lenzuolo sotto
le sbarre di metallo.
“Hm,
se fossi in te gli darei una tazza di quella tisana di stamattina…”
sogghignò Bulma scoccando uno sguardo complice a C18, che non
riuscì a reprimere una smorfia di disgusto.
“Qua…quale
tisana?!” bofonchiò preoccupato il ragazzo, ma non ottenne
risposta, se non un’occhiata dolce e allo stesso tempo maligna da parte
dell’infermierina di turno. “Non preoccuparti, te la somministrerò
solo se lo riterrò opportuno!”
“Prepara
il calice da degustazione, allora…” lo avvertì C18,
conoscendo fin troppo bene il modo di fare fin troppo apprensivo
dell’amica.
Cercando
di non scoppiare ridere di fronte all’espressione orripilata del migliore
amico, Goku propose di lasciarsi soli a riposare.
“Sì,
sono d’accordo” annuì Lunch. “Comunque, Tensinhan mi
sembra in buona forma, credo che potremmo benissimo farlo dimettere!”
“Lunch,
questo non è un ospedale…” disse Chichi sospirando con
un’alzata di spalle.
Tensinhan,
ovviamente, fu molto sollevato per il fatto di poter finalmente lasciare quella
stanza. “Aah, sono in perfetta forma!” esclamò facendo
alcuni esercizi di riscaldamento sul posto per sgranchirsi le giunture
indolenzite.
“Ehi,
non vorrete mica lasciarci qui, vero?!” protestò C18 agitando
nervosamente un braccio in aria, mostrando il suo totale disappunto per il
fatto che lei non fosse stata scelta per abbandonare la convalescenza.
“C18,
tu sei raffreddata e in più hai preso una pallonata piuttosto forte
sulla fronte” la rimproverò Lunch agitando freneticamente un dito
e facendo trasalire Crilin nell’altro letto. “Non senti che naso
chiuso?! Il tuo stato di salute è peggiorato, non posso permettere che
tu ti aggrava ulteriormente!”
Ma io non
ho bisogno di…” si dimenò la bionda, per poi accasciarsi sul
cuscino priva di forze. Tutti sgranarono gli occhi, impressionati.
“Bè,
la donna non ha tutti i torti, dopotutto…” commentò Radish
scrutando il corpo sfinito della malata con una mano sotto il mento.
“Su,
C18, non fare tante storie! Vedrai che dopo un buon sonno ti sentirai meglio! e
poi avrai Crilin a farti compagnia!” esclamò incoraggiante Chichi
dandole una piccola pacca sulla spalla sudata. A quelle parole, sia la ragazza
che il ragazzo interessati sbiancarono e balbettarono qualche parola
incomprensibile, per poi lasciare il posto a una vampata di calore che li fece
arrossire violentemente.
“Accidenti,
sembra che stiano proprio male!” esclamò Bulma additandoli
spaventata. “Meglio che ce ne andiamo subito, più dormiranno e
meglio staranno stasera!”
“Hai
ragione, Bulma” confermò Goku osservando l’espressione
rintronata del suo amico pelato. “Andiamo, siamo solo
d’intralcio!”
“No,
aspettate!” cercò di fermarli Crilin, ma tutto ciò che
fuoriuscì dalle sue labbra fu un rantolo stranamente stridulo e
lamentoso.
Nessuno
lo udì: la porta si era appena chiusa alle spalle di Vegeta, lasciando i
due ragazzi completamente soli, in balia dei loro malesseri…
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“Allora,
che gusti vuoi che ci metta?” Un ragazzo molto giovane, dai corti capelli
biondi acaschetto e grandi occhi
verdi, prese in una mano il cono più grande che il locale offriva e uno
scavino di alluminio con l’altra.
“Uhm…”
Goku si grattò il mento mentre studiava attentamente i vari gusti che la
gelateria metteva a disposizione. “…Tutto è possibile?”
Il
gelataio rimase interdetto, fissandolo con stupore crescente.
“Beh…N-non credo che…” balbettò mentre
raccoglieva distrattamente una piccola quantità di pistacchio e la
faceva ricadere nel mucchio. “Di solito non abbiamo richieste così
esose…”
“Oh…”
mormorò Goku un po’ deluso e restio a dover rinunciare alla
maggior parte dei gusti. “Allora scegli tu! Mettici quello che
vuoi!”
“Eh?!”
esclamò il ragazzo facendo vagare lo sguardo dal cliente alle vaschette
contenute nel congelatore. “Ma…ne sei sicuro?”
“Che
domande, certo!” rispose il moro con un gran sorriso. “Mi fido di
te!”
Intanto,
a pochi metri di distanza, il resto del gruppo osservava la scena mentre
assaporavano lentamente il loro gelato.
“Accidenti
a Kakaroth” ringhiò Radish attaccando a mordicchiare il suo cono
interamente ricoperto di cioccolato fuso e noccioline. “Ogni volta
è sempre la stessa storia!”
“Bè,
non mi sembra che voi ci abbiate messo meno tempo di lui…”
osservò Chichi raccogliendo lesta un rivoletto di amarena che scivolava
verso il basso. “Solo per scegliere il formato del cono, ci avete messo
quasi mezz’ora!”
“Perché
secondo te questo sarebbe un cono
grande?!” sbottò furioso Nappa tendendo il braccio che lo teneva
in mano davanti a sé per mostrarlo alla moretta: in confronto a quello
delle ragazze, quelli che avevano scelto i ragazzi erano di tre taglie
più grossi.
“È
inutile…I membri della squadra dei Saiyan sono tutti dei
mangioni…” sospirò Bulma esasperata asciugandosi con
discrezione le labbra su un tovagliolino di carta.
Finalmente,
dopo pochi secondi anche Goku fece la sua apparizione, mostrando fiero un
gelato ornato da parecchi gusti dai colori più vari, che andavano dal
giallo pallido del fiordilatte al marrone scuro del cioccolato. Il tutto era
decorato con una cialda a forma di cuore, infilata in corrispondenza della
fragola.
“Ehi,
perché a te hanno dato anche la cialda, Kakaroth?!” sbottò
Vegeta fissandolo con astio.
“Oh…Non
lo so!!” ribattè lui con un sorriso a trentadue denti.
“Forse mi trovavano simpatico!”
Stupita
dal ringhio di reazione di Vegeta, Bulma lo affiancò e lo
stuzzicò scoccandogli alcune occhiate divertite e maliziose. “Bene,
bene, bene…E così anche il nostro duro dal cuore di granito
è sensibile al gusto della cialda, eh?”
Il
ragazzo aggrottò le sopracciglia e le sue guance assunsero una
tonalità vagamente rosata. “Hun…Sai, donna…Magari se
avessi una cialda potrei spalmarti più facilmente sulle labbra un
po’ di gelato al caffè, non credi? Così sarà molto
più piacevole, per me, l’esito della nostra scommessa…! Sai
com’è, è il mio gusto preferito…”
Yamcha
intervenne in difesa della ragazza prendendo il ragazzo per la collottola.
“Ehi, tu, sbruffone, cosa vorresti dire con questo?!”
Bulma,
ricordandosi che Yamcha era all’oscuro della loro scommessa, lo
invitò a ritrarsi da lui. Era stanca di tutte quelle false dimostrazioni
di affetto verso di lei, non aveva il diritto di difenderla se poi andava a
fare il cascamorto con le altre pupe
che incontrava per strada. Stizzita, riversò la sua rabbia su Vegeta,
sbattendogli in faccia il tovagliolino che lei stessa aveva appena utilizzato
per pulirsi la bocca. Nonostante lo schiaffo fosse stato piuttosto violento, il
Saiyan non battè ciglio.
“Comunque,
non è che mi piaccia molto questa cialda” disse Goku sfilandola
dal gelato e girandosela tra le dita. “Tieni, prendila tu…”
Le fece
compiere una rotazione e la infilò nel primo gelato che gli
capitò sotto gli occhi ignorandone il proprietario, troppo impegnato
com’era a godersi l’effetto che la stracciatella provocava sulle
sue papille gustative.
Chichi
non proferì neanche una parola di ringraziamento, ma si trattenne
dell’addentare quel piccolo cuore
di biscotto fino al momento in cui anche l’ultimo granello di amarena non
sarebbe stato inghiottito.
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La cosa
più ovvia da fare, mentre ci si gusta un gelato in compagnia, è
una passeggiata in paese. Fortunatamente, questo non era molto lontano dalla
spiaggia dove si erano fermati quella mattina, quindi non fu difficile per la
combriccola raggiungerlo con poche falcate.
Furono
stupiti nel trovare una grande agitazione per le strade: ragazzi entusiasti,
bambini gioiosi che correvano da una parte all’altra o saltellavano allegramente
ammirando il palloncino colorato che tenevano saldamente con le dita, luci
variopinte e multiformi che si infrangevano su ogni superficie disponibile e
una serie di caroselli carichi di musica e voci potenti e incoraggianti che
risuonavano nell’aria.
“Ma
che cosa succede?” mormorò curiosa Lunch addentando il suo cono.
“Guardate
là!” esclamò Radish indicando un ammasso di diverse
strutture molto elaborate in lontananza. Spinti dalla curiosità, si
avvicinarono e osservarono l’agglomerato ad occhi spalancati.
“Ragazzi…Ma
questo…questo è un luna park!”
sbraitò Nappa lanciando in aria il residuo del suo cono gelato, che
andò ad atterrare sulla testa di un ragazzo poco distante e
provocandogli un attacco di ira e nervosismo.
La sua
esclamazione generò un diffuso sentimento di turbamento.
“Un…luna park?!”
“Ma
certo! Guardate, ci sono i tappeti elastici, le autoscontro, la casa dei
mostri…” disse il fusto pelato indicandole una per una con
impazienza crescente.
“…Il
carosello dei cavallini a dondolo, il tunnel dell’amore…”
continuò Lunch fissando le giostre con espressione trasognata e
contagiando presto anche le sue amiche.
“…No!
C’è anche il martello con il gong!” aggiunse Radish che
ormai aveva gli occhi fuori dalle orbite.
Tutti
avevano i pensieri proiettati verso la stessa, medesima cosa, tranne Vegeta che
non si era pronunciato e come al solito non lasciava trapelare nemmeno una
traccia dei propri pensieri; fu Goku, dopo qualche secondo, a dare voce
all’idea comune: “Ehi…e se ci facessimo un giro?”
Non ci fu
bisogno di farselo ripeter una seconda volta perché, non appena il moro
ebbe finito di parlare, tutti schizzarono attraverso il cancello d’ingresso
del luna park tra saltelli e varie urla di giubilo.
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“Accidenti,
chissà quanti piedi puzzolenti sono passati su queste reti!” si
lamentò Yamcha disgustato mentre si faceva strada sui materassi che
circondava la zona adibita ai tappetini elastici.
“E
così la collezione aumenta con le tue impronte…Dovresti andarne
fiero!” ribattè Vegeta sferrandogli una poderosa manata sul sedere
e mostrando un sorriso maligno che non prometteva niente di buono.
“Tsk…Appena
torno a casa mi farò una bella pedicure
alla lavanda!” sbuffò l’altro senza raccogliere la sua
provocazione e scostandosi i capelli dalla fronte sudata.
“Accidenti,
che lusso…” mormorò Nappa additando Yamcha in tono di
scherno.
“Ehi,
questo è libero!” li avvertì Radish ponendo fine alle loro
discussioni e indicando loro un tappetino elastico occupato da un bambino
minuscolo, che però schizzò via come un fulmine nel momento
esatto in cui incrociò lo sguardo glaciale del capellone.
“Il
solito burbero…” commentò Goku scuotendo la testa con aria
contrariata.
“Oh,
meno male che l’abbiamo trovato subito!” esclamò Nappa, che
con un piccolo balzo era già sul tappeto, ansioso di fare quattro salti.
Gli altri utenti della struttura, per la maggior parte bambini o poco
più, fissavano il pelato attoniti, indecisi se partire in quarta con una
sonora risata o restarsene in religioso silenzio.
“Aspettami,
scemo!” sbottò Radish raggiungendolo e lanciandosi in decine di
piroette in elevazione ed enormi salti in alto; a differenza dell’amico,
lui fu accolto dagli sguardi stupiti dei genitori che aspettavano
all’esterno del recinto.
Vegeta si
sedette sul bordo del materasso con le braccia intrecciate al petto,
poiché non aveva la minima intenzione di rovinarsi la reputazione in
quel modo così inappropriato…Tralasciando che, ne era sicuro, una
buona parte di essa era appena diventata broda per maiali per il solo fatto di
trovarsi all’interno
dell’attrazione …e aveva pure pagato…!
“Prima
o poi vi farete male…Non che mi dispiaccia, ovviamente…”
sibilò ignorando le proteste esterne dei genitori che, intimoriti dalle
possenti figure degli altri ragazzi, avevano cominciato a sfogare il proprio
disappunto su di lui.
“Sicuramente
è un loro complice!” stava sbraitando una giovane mamma molto
pomposa.
“Per
me è il loro capo!”
esclamò invece un papà sulla cinquantina indicando la schiena del
Saiyan. “È stato lui ad incaricare i suoi amici di venire a
disturbare i bambini!”
“Su,
Vegeta, non fare il musone! Vieni con noi, c’è posto a sufficienza
per tutti!” lo incitò Nappa agitando un braccio con energia, ma
l’altro rimase impassibile. No, era molto meglio continuare a godere dei
lamenti degli adulti, era decisamente più rilassante…
“Vieni
anche tu, Kakaroth, te lo concedo” bofonchiò Radish al fratello,
che aspettava fuori dal tappeto con le gambe incrociate. Questi si alzò
di scatto e scoccò un’occhiata omicida all’altro. “Non
avevo bisogno del tuo permesso…” sibilò minaccioso, cosa che
non era da lui. Un momento dopo, tuttavia, le labbra si stirarono in un gran
sorriso gioioso da bambino. “…Comunque, se proprio insisti,
vengo!”
Poco
mancò che Nappa e Radish caddero a gambe all’aria. Senza pensarci
due volte, Goku rannicchiò le gambe al petto e prese a zompettare
allegramente sulla rete elastica.
“Che
divertente!” esclamò esibendosi in una doppia capriola in avanti e
ricevendo decine di acclamazioni da parte del pubblico formato dai genitori,
soprattutto dalle signore.
“Hai
visto com’è agile quel teppista appena arrivato?” chiese una
donna di mezz’età alla sua vicina.
“Oh
sì…Sarà anche un delinquente che si diverte a cacciare via
i nostri figli, ma ha un sorriso così affascinante!” rispose
l’altra facendo ruotare la borsetta sopra la testa e incitando Goku a
compiere altre acrobazie di quel tipo.
I tre
fusti continuarono nelle loro prestazioni per qualche altro minuto, fino al
momento in cui non vennero distratti dal richiamo di Yamcha: Radish si
scontrò con Nappa, impegnato in una spaccata in elevazione, e ognuno dei
due venne scaraventato in due direzioni diverse.
“Ehi,
ora basta, voglio salire anche io!” si lamentò il moro battendo le
mani per incitarli a fargli un po’ di posto.
“Bè,
che problema c’è?” disse Goku rallentando i suoi movimenti e
provocando un diffuso gemito disperato tra le signore osservatrici.
“Avresti potuto venire su anche prima, c’è così tanto
posto!”
“Da…davvero?”
mormorò Yamcha con i lucciconi agli occhi, poggiando un piede sulla rete
apprestandosi ad unirsi al resto del gruppo.
“Dai,
su, che aspetti?!” Goku gli tese una mano e lo invitò a saltare,
mentre lui stesso riprendeva a darsi alcune spinte con le palme dei piedi per
riacquistare velocità.
“Oooooh,
meno male!!” Un boato si levò dagli spettatori estasiati.
Radish e
Nappa, nel frattempo, si erano appena riscossi dallo scontro e avevano ripreso
a saltare insieme agli altri due.
“Dai,
ragazzi, facciamo una capriola di gruppo!!” propose il pelato con
entusiasmo.
“Ci
sto!” risposero in coro gli altri atleti portandosi in posizione
strategica rispetto agli altri: alla fine, ognuno di essi aveva occupato uno
dei quattro angoli, in modo da non provocare scontri che avrebbero potuto
essere molto dolorosi.
“Non
vi conviene…” li ammonì Vegeta con discrezione sollevando
appena una palpebra.
“Zitto
tu, mollaccione!!” sbraitò un’anziana signora facendo
passare l’estremità di un ombrello in mezzo ad un buco della rete
di recinzione e prendendo a punzecchiare la schiena del ragazzo.
“Uno…”
I ragazzi si diedero più spinta.
“Due…”
Si prepararono ad inarcare la schiena.
“Tre!”
Si sbilanciarono in avanti con foga.
L’impatto,
tuttavia, tardò di molto ad arrivare. Nonostante l’elevazione,
sembrava che il tappeto si trovasse molto lontano rispetto al loro corpo.
“Ma
che cavolo…?!” bofonchiò Radish turbato, ancora curvo su se
stesso.
Un urlo
lacerante si levò dagli spalti, che avevano cominciato ad invocare
disperatamente i nomi dei ragazzi e ad indicarli ad occhi sgranati.
“ATTENTI!!”
“NOOOO!!”
“MA
CHE SUCCEDE?!” gridò Yamcha, che fu il primo a concludere la
piroetta e a stendere le gambe verso il tappeto elastico. Non appena anche gli
altri imitarono il suo movimento, avvertirono chiaramente lo stomaco sottosopra
e l’aria fischiante tra i capelli.
“Oh,
Kami…”
Gli
appigli della rete si staccarono dagli angoli e i ragazzi crollarono a terra,
ammassandosi pesantemente l’uno sopra l’altro.
“Ahio…”
si lamentò Yamcha, che si trovava sotto a tutti ed era costretto a
sopportarne il peso. “LEVATEVI DALLA MIA SCHIENA, IMBECILLI!!”
“Ma…che
cosa è successo?” mormorò Goku disorientato, portandosi una
mano sulla nuca e guardandosi intorno.
Una
risata sadica giunse alle loro orecchie e li spinse a voltarsi verso
l’alto dove, con il busto proteso verso il buco nel quale erano
sprofondati, Vegeta li osservava e li additava.
“Io
l’avevo detto, deficienti!” esclamò incrementando la sua
risata. “È stato divertente, comunque…Siete precipitati
l’uno addosso all’altro come quattro informi sacchi di
patate!”
I quattro
interessati rimasero in silenzio per qualche secondo, attoniti e, soprattutto,
doloranti.
“…Comunque
è stato divertente!” esclamò Goku scoppiando a ridere a sua
volta e sferrando una manata sulla schiena di Nappa, il quale era sdraiato
sotto di lui.
“Che
cos’hai da ridere, cretino!!” sbraitò il fratello cercando
di divincolarsi dal peso degli altri, ma senza un esito positivo.
“Bè,
credo che sia il caso di risalire” disse Vegeta alzandosi in piedi e
spolverandosi i pantaloni. “C’è un pubblico impaziente che
si starà sicuramente preoccupando per voi…perché siete
veramente dei poveri stupidi!”
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“Allora,
vi siete divertiti sui tappeti elastici?” chiese Chichi ai ragazzi, che
le erano appena venuti incontro.
“Bè…diciamo
di sì…” rispose Radish imbarazzato passandosi una mano sul
collo e guardando altrove.
“Noi
siamo andate nella Casa degli Specchi!” esclamò Bulma allegra.
“È stato così eccitante!”
“…Compresa
la testata che hai preso in pieno mentre cercavamo l’uscita!”
aggiunse Jiaozi scoppiandole a ridere in faccia e provocando l’ira
dell’altra.
“In
una Casa degli Specchi succede molto spesso!” ringhiò Bulma punta
sull’orgoglio.
“Bè,
a questo punto io proporrei un giro sulle autoscontro!” disse Tensinhan
indicando con un cenno della testa la pista interessata. In realtà anche
lui avrebbe desiderato farsi qualche salto, ma Lunch glielo aveva espressamente
proibito.
“Sì,
dai!” confermò Chichi emozionata avviandosi verso quella direzione
portandosi dietro Lunch eBulma. I
ragazzi le seguirono a ruota e in pochi minuti avevano già fatto i
biglietti.
“Uhm…I
posti sono molto ristretti…” osservò Lunch esaminando una
macchina elettrica con occhio critico. “Credo che dovremmo amalgamare le
coppie…”
“Cioè…un
maschio e una femmina?” chiese Nappa, ansioso.
“Bè,
sì…Altrimenti sarà difficile entrarvi, voi siete
così grossi…” annuì la ragazza sfiorando il volante
di finta pelle, pregustando il momento in cui l’avrebbe stretto tra le
sue mani. Le piaceva da matti
guidare…
“Per
me va bene” disse Goku accomodandosi all’interno di una navetta.
“Chi viene con me?” chiese poi guardando le ragazze.
Inutile
dirlo, Chichi avrebbe dato volentieri tutta l’anima per poter salire in
macchina al suo fianco, per cui si preparò a presentare la sua candidatura
con molto entusiasmo.
“Ehm…”
Prima che
potesse continuare, però, Radish aveva afferrato Yamcha per i fianchi e
l’aveva velocemente infilato nel posto accanto a Goku in maniera molto
brusca.
“Oh,
ma che peccato!” esclamò
fingendo disperazione. “Il posto accanto a Kakaroth è già
stato occupato da questo qua!”
“Ehi,
io non avevo affatto l’intenzione di…” cominciò Yamcha
fissandolo con astio, ma Radish gli prese la testa sotto un braccio e gli
scoccò un’occhiata trapassante che lo fece zittire all’istante.
“Stai attento, bello, non vorrei che tu passassi per uno dell’altra
sponda…!…Capisci cosa intendo?” continuò a voce alta
per farsi sentire dal resto del gruppo.
“Oh,
ma piantala!” sbottò Bulma dando uno scappellotto al capellone a
mo di rimprovero.
L’espressione
speranzosa di Chichi si incupì molto velocemente; fece scivolare le
braccia lungo i fianchi, delusa, e si morse un labbro.
“Allora…Ehm…Chichi,
perché non vieni con me?” propose Radish sventolandole una mano
davanti al viso e invitandola ad accomodarsi nell’abitacolo della
macchina che lui aveva scelto.
La
moretta alzò le spalle, rimanendo impassibile. “Bè, tanto
non ho altra scelta…”
Si
sistemò la maglietta e fece passare una gamba all’interno del
sedile, con grande soddisfazione del ragazzo. Nel frattempo, Lunch si era
issata a fianco di Tensinhan, mentre Nappa aveva esplicitamente chiesto la
vicinanza di Vegeta; così Bulma fu costretta a ripiegare sulla compagnia
del piccolo Jiaozi, gli occhi del quale godevano di una portentosa vista sul cruscotto.
“Sigh…Cosa
mi tocca fare…” sospirò Bulma poggiando il viso sul palmo
della mano.
Quando un
fischio acuto diede il via libera per la partenza, i guidatori pigiarono i
piedi sull’acceleratore e si lanciarono all’inseguimento reciproco.
“Oh
Kami…” mormorò Chichi, che era stata scaraventata
all’indietro nel momento esatto in cui Radish aveva dato gas alla
vettura. Prima che potesse rimettersi seduta correttamente, la macchina di
Nappa e Vegeta era appena sopraggiunta alle loro spalle e aveva fortemente
cozzato contro la loro.
“AH
AH! CI STIAMO DIVERTENDO DA MATTI, VERO VEGETA?!” sbraitò Nappa
agitando trionfante un pugno in aria.
“Sì,
come no…” rispose Vegeta con tutta la tranquillità e
l’indifferenza possibili.
Intanto,
Bulma aveva sterzato all’improvviso ed era partita a tutta birra verso la
vettura di Goku e Yamcha; per poco il piccolo Jiaozi non venne scaraventato a
terra.
“Aha!
Fregata!” Goku virò all’ultimo secondo schivando Bulma, che
fu costretta a sorbirsi le linguacce di scherno di Yamcha.
“Maledetto…”
sibilò la ragazza dirigendosi nuovamente verso di loro, quando la
macchina di Lunch e Tensinhan si sovrappose alla sua, così che le due si
scontrarono bruscamente.
“Stai
attenta, Bulma!” la rimproverò Lunch lanciandogli
un’occhiataccia: evidentemente aveva appena interrotto un momento
particolarmente intimo fra i due.
“Scusa,
Lunch!” Bulma si rigirò e tornò sui suoi passi.
Nel
frattempo la vettura di Radish e Chichi si era messa all’inseguimento di
quella di Goku e Yamcha: suo fratello avrebbe dovuto pagarla cara per tutte le
seccature che gli aveva provocato nel corso degli anni…
“Radish,
rallenta!” lo supplicò
per l’ennesima volta la moretta, ma lui sembrava animato da un intenso
desiderio di vendetta. Anche Nappa e Vegeta si unirono all’inseguimento,
così che alla fine ogni vettura si scontrò con le altre due.
“AH!
SIAMO TROPPO FORTI! NON È COSÌ, VEGETA?!” Nappa si sporse
in fuori e cominciò a fare diversi gesti non molto educati agli altri
guidatori.
Quando
sopraggiunse la vettura di Bulma e Jiaozi, Vegeta prese la palla al balzo:
diede una spinta a Nappa, che finì a terra, prese in mano il volante e
si lanciò sulla vettura di Bulma.
“Ehi!
Ma che fai?!” protestò lei ravviandosi nervosamente i capelli.
“Avanti,
sali.” disse Vegeta senza tanti preamboli, tendendole una mano.
“Eh?!”
“Preferisci
forse rimanere con quel tappo?!”
Bulma
guardò Jiaozi interdetta, poi guardò Vegeta.
“…Niente
affatto!” esclamò decisa. Strinse la mano del ragazzo e
montò a bordo di fianco a lui. Il ragazzo partì a tutta birra
verso il luogo in cui le altre due macchine si stavano battendo a suon di
sgommate. Deciso a dare un taglio allo scontro, si insinuò fra le due,
così che Yamcha venne espulso fuori dal sedile: sia lui che Goku erano
piuttosto fusti e, di conseguenza, lo spazio ristretto in cui erano incastrati
l’uno accanto all’altro era arrivato al limite
massimo…riflettendosi su Yamcha!
“Aspetta,
Goku, sto per uscire fuori…Io…AAAH!!” Goku non fu in grado di
compiere una sola azione, poiché ormai il suo passeggero era volato
fuori dal piccolo abitacolo e sarebbe stato difficile farvelo rientrare con
poche mosse.
Tutti gli
altri, compreso Vegeta, scoppiarono in una sonora risata sguainata.
“Che
imbecille!” commentò Nappa che, nella sua nuova postazione accanto
a Jiaozi, stava davvero comodissimo in quanto a spazio e, di conseguenza,
perfettamente in vena di comportarsi da smargiasso.
Yamcha,
livido in faccia per l’umiliazione appena subita per colpa di Vegeta,
procedette a grandi falcate verso la vettura di Radish e, con occhi
fiammeggianti, sillabò: “Fammi salire, devo vendicarmi su
quell’idiota!”
Radish
rimase interdetto per qualche secondo, fissandolo accigliato. “Ma che
vuoi da me?! E poi siamo già al completo, trovati un altro posto! Oppure
tornatene da dove sei venuto!”
“Non
riuscirò mai ad entrare lì dentro!” sbottò il moro
indicando con violenza la macchina di Goku, che attendeva con una buffa
espressione dipinta sul viso. “E poi Goku guida peggio di una lumaca, a
me serve qualcuno che sia in grado di sfondare
una macchina!”
Chichi
osservò il posto libero accanto allo spaesato Goku, sentendosi
immediatamente percossa da una piacevole sensazione di tenerezza e benessere. Senza
pensarci due volte, si alzò in piedi lisciandosi le pieghe della
maglietta, ignorò lo sguardo turbato di Radish e si voltò con
decisione verso Yamcha. “Prego, accomodati pure!”
“C…cosa?”
balbettò Yamcha che, conoscendo il tipo, non si aspettava una reazione
così immediata da parte sua. Anche lo stesso Radish, ovviamente, fissava
la ragazza con sgomento e stupore.
“Chichi!
Ma…Che cosa…?” bofonchiò il capellone afferrandole un
polso prima che potesse allontanarsi maggiormente. Chichi si liberò
della presa con un deciso strattone e puntò i suoi occhi in quelli
altrettanto scuri del ragazzo. “Bè, visto che Yamcha non vuole
stare nella stessa macchina di Goku, vuol dire che andrò io con
lui.”
Il suo
tono di voce era calmo e pacato, tuttavia era perfettamente intendibile il
livello di durezza che quelle poche sillabe possedessero. Controllando ogni
singolo gesto, si avviò con cautela verso la vettura di Goku e vi
montò a bordo, lasciando Yamcha, ma soprattutto Radish, in preda allo
sbigottimento più totale.
“Ciao,
Chichi!” la salutò Goku scostandosi leggermente per farle
più posto. “Ci facciamo un giro?”
“E
me lo chiedi?!” rispose lei con un sorriso, felice di aver finalmente
trovato il giusto accompagnatore per la serata. Il ragazzo virò il
volante e si inserì dietro la scia di Nappa e Jiaozi.
‘Bè,
per fortuna che almeno con la macchina se la cava meglio che con la
moto…’ sospirò la moretta tra sé e sé,
sentendosi immediatamente più tranquilla. Niente a che vedere con la
guida di Radish, che era comunque spericolata a prescindere dal tipo di
veicolo!
Yamcha
picchiettò titubante sulla spalla di Radish, distogliendolo vagamente
dai propri pensieri. “Ehi! Dai, metti in moto, dobbiamo farla pagare a
Vegeta!”
“Moto…Pagare…Vegeta…”
ripeteva l’altro a scatti, come un automa, senza neanche sapere il
significato effettivo di quelle parole, che rimbombavano confuse nella sua
testa. Automaticamente, premette il piede sull’acceleratore e virò
in direzione di Bulma e Vegeta, poco distanti.
“Aha!
Dai, siamo vicini! Accelera, accelera, ce l’abbiamo quasi fatta!”
urlava intanto Yamcha sporgendosi in avanti e puntando un dito dritto davanti a
sé.
Quando
mancavano pochi metri all’impatto, il suono di una campanella
riecheggiò per tutta la pista; nello stesso momento, ogni singolo
veicolo cominciò a rallentare progressivamente.
“Oh
no, ti prego, non adesso, non adesso!”
Yamcha stava pregando la macchina come se questi potesse sentirla. Quando ormai
la distanza fra le due era minima, non vi era più la possibilità
di arrecare gravi danni all’altro guidatore…e infatti
l’impatto fu delicatissimo, quasi inesistente data la lentezza di
entrambi i motori.
“No…No…Nooooooo!!!”
ululò Yamcha in preda alla disperazione dimenandosi e battendo i pugni
chiusi sul cruscotto. Prima di scendere dalla propria vettura, Vegeta si
voltò indietro e si soffermò sul contatto fra le due macchine.
“Bravo, la prudenza non è mai troppa!”
L’espressione
di Yamcha, ormai, era diventata quasi irriconoscibile tanto il suo viso era
contratto dalla rabbia. “Brutto…MALEDETTOOOOOOOO!!!”
urlò a squarciagola attirando l’attenzione di tutti i passanti,
che si fermarono e lo additarono scuotendo la testa con fare esasperato.
Dopo
essere scesa dalla sua macchina, Lunch raggiunse Radish, ancora imbambolato sul
piccolo sedile, e lo invitò a lasciare il posto agli altri clienti del
parco giochi. Il ragazzo la scrutò con occhi vacui, dopodichè
voltò la testa da un lato e lasciò cadere in terra una lattina
vuota di birra.
“Io…credo…che
vomiterò…”
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“Suvvia,
domani mattina potrete rifarvi al mare!” disse Bulma picchiettando
lievemente sulla spalla di Yamcha, che non aveva ancora del tutto sbollito la
rabbia sebbene avesse appena ingurgitato una intera lattina di soda al limone.
“Ah,
non vedo l’ora di rifare un bel bagno di sole!” esclamò
Chichi pregustando il momento. “A proposito, Bulma…Domani potrai
farlo anche tu, no? Ormai il tuo problema dovrebbe esserti
passato…”
Bulma
mostrò un enorme sorriso a trentadue denti e battè le mani
emozionata. “Bè…avrebbe dovuto essere una sorpresa,
ma…Ebbene sì! Domani potrò finalmente fare il bagno insieme
a voi!”
“Meno
male! Non vedevi l’ora che arrivasse questo giorno, eh?” disse
Lunch sorridendo felice a sua volta.
“Oh
sì! Ah, domani vi mostrerò tutte le mie doti da sirena!”
Bulma fece schioccare la lingua soddisfatta e lasciò vagare i pensieri
su quale modello di costume si sarebbe fatta prestare dalle sue amiche per
l’occasione.
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CONTINUA…
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Caffè alla mano, tesori miei…Questo, a casa mia, si
chiama capitolo di transizione…Scusatemi se sono riuscita ad annoiarvi,
oggi ero proprio a corto di altre idee! Ho buttato giù il tutto in un
solo giorno…Sono psicologicamente distrutta!! Il fatto è che ho
già abbastanza in mente il prossimo capitolo, ma non potevo inserirlo in
questo, non si sarebbe ben intrecciato con il resto…E allora ho dovuto
ripiegare sull'argomento luna park. Spero comunque di essere riuscita a strapparvi qualche
risata…Meglio lasciare la parola a voi!^^
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Louis89: *Ale si dondola
felice sulla sedia girevole* Uaah, che bello!! Un’altra fan di
Gokuccio/Chichi a rapporto!!^^ Anche io li adoro da morire, sono i miei
preferiti in assoluto!! *Ale fa occhi dolci a Gokuccio* Benvenutissima, cara!!!
Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia!! ^_______^ …Compreso
il magicmoment in mezzo al mare
tra i nostri due piccioncini preferiti! Mi fa davvero piacere che tu
l’abbia apprezzato…spesso ho paura di rendere le scene romantiche
anche troppo sdolcinate…! Comunque non preoccuparti, molto presto ci
sarà un nuovo magic moment ancora più romantico del precedente, e
spero vivamente che ti piacerà!! Ci tengo molto, davvero!! Ancora mille
grazie, e spero che anche il nuovo capitolo, anche se è un po’
(leggasi DECISAMENTE)fuori di testa ti sia piaciuto!!^^ Baciotti baciotti!!
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LeftEye: “Ehi,
baby…Campo o palla?” Io nella mia testolina bacata mi figuro Vegeta
che dice questa battuta un po’ come Dylan di Beverly Hills! Con quella
sua aria da fighetto spaccatutto…XD Comunque mi fa piacere che tu mi dica
che i vari personaggi apparivano simili a quelli dell’anime…per
fortuna! La caratterizzazione dei personaggi è così
difficile…Una faticaccia!! Sei d’accordo? ^__- Anzi che stavolta ho
lasciato in disparte Crilin e C18…Poverini, li ho segregati dentro
l’infermeria!!^___^ Che perfida… Ti è piaciuta la
“settimana ketchup”??XDXDXD Fantastica!! E comunque tranquilla, i
tuoi consigli sono sempre buoni, anche perché tu non scrivi affatto
delle cafonate!! Adoro il tuo stile di scrittura!! *____* Tornando al capitolo,
anche stavolta le coppie in rilievo sono state più che altro le stesse
di quello vecchio, ma non preoccuparti…nel prossimo aggiornamento ci saranno
sviluppi molto interessanti sia per Goku/Chichi che per Bulma/Vegeta!! Ci
sentiamo presto, tanti baciottoni dolciosi, lovissima!!!
wwwwwwwwwwwwww
Pan90: Ciao carissima!!
Anche stavolta c’è stata un po’ più
d’attenzione per le stesse coppie dell’ultima volta, lo
ammetto… *Ale sospira esasperata*, ma ti annuncio con un gran sorriso che
a partire dal prossimo capitolo l’attenzione sarà tutta per
Goku/Chichi e per Bulma/Vegeta! …E l’esito della scommessa, molto
presto sarà noto a tutti!^^ Ancora grazie mille per tutte le tue belle
parole, e a presto!!^^ Baciottoli dolci dolci!!
wwwwwwwwwwwwww
Bambi88: Oh bè, in
effetti, più che una partita di pallavolo, quella dello scorso capitolo
è stata quasi una guerra con tanto di feriti! *Ale si mette una fascetta
a mo di Rambo e un coltello tra i denti* Certo, però, immaginarsi Vegeta
che spicca un salto, tira indietro un braccio pronto a schiacciare mentre il
vento gli scompiglia i capelli…*___* Ehm, ok, basta, sennò
divaghiamo! *Ale schiaffeggia sia se stessa che Roby* Purtroppo anche questa
volta le nostre coppie predilette non si sono viste un granchè, oltre
che tutto il capitolo mi sa decisamente stupidotto, per i miei gusti…Però,
a partire dal prossimo capitolo, Goku/Chichi e Bulma/Vegeta saranno
all’ordine del giorno!! ^____^ Spero che ti piacerà la piega che
prenderanno le varie situazioni, ormai lo sai che per me le tue recensioni sono
sempre un punto di riferimento!! Tantissimi baciottoli…stavolta variegati
alla menta! Ti adorissimo!
wwwwwwwwwwwwwwwww
Amicamia: Ciao cara!!^^ Eh
eh…stavolta sono tornata ad aggiornare prima rispetto allo scorso
capitolo *Ale si fa piccola piccola*! E che dire…grazie ancora per i tuoi
complimenti e spero ti sia piaciuto anche questo, anche se io non ne sono
pienamente soddisfatta, a dirla tutta! Un bacione one, a presto!!
wwwwwwwwwwwwwwww
Lyla: Tesora!! Come
stai?...Eeh, stavolta sono riuscita a postare prima il nuovo capitoletto *Ale
lancia coriandoli e stelle filanti*, anche se a dire la verità io non ne
sono un granchè soddisfatta…A parte per il fatto che ho rinchiuso
quei due poveracci di C18 e Crilin nell’infermeria!^__^ Perché ho
pensato che due tipi come loro, magari avrebbero solo avuto bisogno di rimanere
da soli per un po’, per conoscersi meglio…Tu che ne dici?^^ E anche
per Lunch e Tensinhan le cose si stanno mettendo piuttosto bene! E ora passiamo
all’angolo delle “Coppie Tormentate” (è proprio il
caso di dirlo!^___^)…Allora, ti annuncio finalmente con un gran sorriso a
trentadue denti che nel prossimo capitolo succederà questo QUALCOSA
tanto atteso tra Goku e Chichi! *Partono i cori da stadio* …E spero
vivamente che ti piacerà! Ce la metterò tutta per renderlo
abbastanza romantico…sai, spesso mi preoccupo di rendere queste scene
anche troppo sdolcinate!^^ E così finalmente domani partirai per il
fatidico viaggio del dopo maturità! Sono sicura che ti divertirai
moltissimo! A prestissimo, lova, e…buon viaggio!!^^ Baciottoli
dolciosissimi!!!
wwwwwwwwwwwwwwww
Son giuggy90: From England with
love, ecco la mia gemellina adorata!!^^ Eh eh…devo ancora ringraziarti
per il suggerimento delle macchine scontro! Ci ho modellato
intorno...bè, insomma…alla fine l’importante era che la
nostra Chichina finisse in macchina a fianco del Divino, no? ^_____- …Restando
sull’argomento ragazzi, hai ragione! Neanche Tensinhan sarebbe
malaccio…la pelata mi va pure bene, ma il terzo occhio…! O___O
Sinceramente io ancora non ho capito da dove gli sia sbucato fuori!!^^ Errore
genetico? Mah…Meglio rimanere concentrati sul nostro Saiyan, è
più sicuro e non ci facciamo tutti questi problemi!^___^ E poi
c’è Lunch che si prende cura di Tensinhan…Stavolta li ho
lasciati andare ad un piccolo momento di intimità, anche se non
l’ho descritto…già è piuttosto schifido il capitolo
in sé, figurati!...Comunque, udite udite, ho una notizia per te che
credo ti farà piacere!...Il conto alla rovescia per il secondo tanto
atteso “Magic Moment” si è abbassato a quota MENO UNO!
Ebbene sì…nel prossimo capitolo potremo assistere al puro
romanticismo tra i nostri due piccioncini del cuore!! *Ale saltella di qua e di
là e manda bacetti con la mano* …E spero vivamente che ti
piacerà, ovviamente! Tengo davvero moltissimo al tuo giudizio…e poi,
ogni volta le tue recensioni dolcissime mi fanno sciogliere come un Mottarello
al sole!!^^ Ci sentiamo prestissimo, divertiti in vacanza studio
e…speriamo a presto anche con i nuovi capitoli delle tue storie
and…la NUOVA FICCINA
che io sono ansiosa di leggere!! Tanti kissolini grandi grandi, gemellina!!^^
Ti voglio tanto bene!!!
wwwwwwwwwwwwwwww
Kiby912: Oh sì, quel
termine lo conosco bene…è una delle cose che mi è rimasta
più impressa quando ho visto “Mean Girls” l’anno
scorso!!^^ Davvero carino e spiritoso…e se devo essere sincera sono stata
contenta che alla fine Regina sia stata messa sotto da quel
camion!!X°°°D *Ale sghignazza con molto PERFIDUME* Ma bando alle
ciance…Benvenutissima!! Grazie mille per i tuoi complimenti, sono
contenta che la mia storia ti piaccia e…ti faccia ridere!!^^ Gokuccio(my
love!!)e Chichina hanno avuto il loro primo assaggio di romanticismo, ma ti
assicuro che prestissimo ce ne sarà un altro…ancora più
dolcioso del precedente!! ^____-E tranquilla,
presto anche l’esito della scommessa fra Vegeta e Bulma verrà reso
pubblico…anche se forse molti hanno già capito quale
sarà!!^^ *I lettori annuiscono con un sorrisino* Ti ringrazio ancora,
sei stata davvero dolcissima, e spero che anche il nuovo capitolo ti sia
piaciuto!! Tanti baciotti!!
wwwwwwwwwwwwwwwwww
Liz: Ciao!! Grazie
ancora per i tuoi complimenti!! Non preoccuparti, per me è stato un
piacere darti quelle informazioni, ci mancherebbe! Spero che ti siano state
utili, e sono proprio curiosa di leggere la tua storia!! Spero che riuscirai
presto a pubblicarla…In ogni caso ti ripeto che, se ne hai bisogno, puoi
tranquillamente contattarmi e io sarò pronta a darti una mano! ^____-
Spero che anche il nuovo capitolo ti sia piaciuto(è fuori di testa,
decisamente…come noi!!XD)e a presto, carissima!! Baciottolissimi grandi
grandi!!
wwwwwwwwwwwwwwww
VidelB: Bentornata, Barby!
Meno male, sono contenta che la storia continui ad appassionarti…anche se
ultimamente capitano capitoli come questo… *Ale scuote la testa
esasperata* Comunque stavolta qualche passo in avanti per le varie coppiette
c’è stato… Oddio, ho rinchiuso quei due poveracci di C18 e
Crilin dentro l’infermeria!^^ *Risata perfida* Ci ho riflettuto, e ho
pensato che forse il modo migliore per farli conoscere meglio era lasciarli da
soli…Una soluzione un po’ drastica, però…Scusa,
ultimamente ho sempre la testa da un’altra parte!! ^____^ E ormai anche
Lunch e Tensinhan hanno rotto il ghiaccio, mentre le altre due coppiette tra un
po’ verranno a galla!!^^ E per quanto riguarda la Squadra Ginew…Bè…
chissà, magari prima o poi li faremo di nuovo incontrare con il nostro
gruppetto!! Vedremo, vedremo…^^ Ancora grazie per tutti i tuoi
complimenti incoraggianti, e un enorme in bocca al lupo per i tuoi esami! Tanti
baciottoli, a presto!
wwwwwwwwwwwwwwwww
Chase: Carissima!!
Benvenuta! Ti ringrazio tanto per i tuoi complimenti…Un genio?!...Mi fai
arrossire!^///^ Comunque sono veramente contenta che ti piaccia, davvero!!
^______^ *Ale manda baciotti qua e là* Eh sì, mi sa tanto che
alla fine il povero Radish rimarrà a bocca asciutta…Chichina non
gliela lascio di certo!^^ *Sghignazzing* Anche perché lei e Gokuccio
fanno la mia coppia preferita…Tesori miei!!^^ E per quanto riguarda la
scommessa tra Bulma e Vegeta…Hai detto una cosa assolutamente vera:
Vegeta non sbaglia mai!^^ L’unica cosa in cui la ragazzuola può
veramente sperare è che quelli dell’aeroporto si diano veramente
una mossa nel ricercare le sue valigie…ma temo che sarà
un’impresa mooolto ardua!!^______^ *Ale sorride perfida* Purtroppo questo
nuovo capitolo è stato di transizione *Ale si dà una martellata
in testa*, ma spero che comunque ti sia piaciuto…e spero che continuerai
a seguirmi, ci tengo molto!^^ Tanti baciottoni, cara, e ancora grazie!!
Wwwwwwwwwwwwwww
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
A BAMBI88, CHASE,
LEFTEYE, LOUIS89 e tutti coloro che hanno letto e commentato la
mia ficcy “SCALE A CHIOCCIOLA”: Grazie infinite per le vostre
recensioni, davvero! Come primo tentativo non avrei potuto chiedere di meglio!!
^________^
Wwwwwwwwwwwwwww
Wwwwwwwwwwww
Ehm…siete ancora svegli dopo questo capitolo??^^ …In
ogni caso, vi prometto che a partire dai prossimi aggiornamenti si
entrerà nell’atmosfera più romantica della storia…E
mi raccomando, nel frattempo non dimenticate di recensire per farmi sapere le
vostre opinioni! A presto…speriamo!^^
Le dita
di Bulma lasciarono la loro esile impronta ben definita sul vetro della
finestra riccamente irrorato di condensa; la sezione che dava
sull’esterno, al contrario, accoglieva indisturbata i riverberi dei lampi
in lontananza e si lasciava accarezzare dalle fresche gocce che vi si andavano
casualmente a poggiare.
L’intero
paesaggio era reso ancora più desolante agli occhi della ragazza a causa
della gravosità delle alte nubi cariche di pioggia che oscuravano anche
i più piccoli refoli di sole che si infiltravano tra le fronde degli
alberi.
Il solito
temporale estivo, insomma.
Ma per lei, l’unico nome che gli si
addiceva altri non poteva essere che fardello
universale.
“Io…non
ci posso credere…” piagnucolò assistendo sconsolata e
impotente all’ennesimo scroscione che si era appena riversato al suolo.
“I-impossibile…”
Lunch la
raggiunse con gli occhi luccicanti e le poggiò una mano sulla spalla,
solidale.
“Già,
è un vero peccato che non si possa fare un giro al mare neanche
oggi…ed è anche l’ultimo giorno di permanenza!”
“Oh,
ti prego, non ricordarmelo!” si lamentò Bulma portando la fronte
sul petto dell’amica. “Solo a pensare di non aver potuto avere
anche solo la possibilità di fare un tuffo, mi viene da piangere!”
“Magari
oggi pomeriggio il tempo si rimetterà!” suggerì Lunch
ottimista, ma Bulma troncò ogni speranza sul nascere scuotendo
energicamente la testa.
Chichi,
che aveva seguito l’intero dialogo dall’alto del suo letto a
castello, sbuffò lievemente dando in parte libero sfogo al suo
disappunto: non l’avrebbe mai detto –tantomeno pensato in altre
circostanze, ma in quella occasione configurarsi nella mente il momento in cui
sarebbe salita a bordo dell’aereo che l’avrebbe riaccompagnata a
casa la faceva stare male.
Chiuse il
libro che stava sfogliando e se lo poggiò in grembo, abbassando le
palpebre.
Non
voleva andarsene, ecco tutto. O meglio, non avrebbe voluto separarsi da quei
luoghi di benessere, quell’atmosfera così profumata di
particolari…e quella persona
che tanto l’aveva coinvolta e le aveva gradualmente rimpolpato quella
piccola quantità di fiducia che era rimasta segretamente sopita
nell’angolo più profondo del suo petto.
Goku…le
sarebbe mancato da morire.
“Bè,
mettiamola così…” La voce di Lunch distolse la moretta dal
ritratto del ragazzo. “Potremo fare le valigie in tutta calma, senza
doverci sbrigare inutilmente!”
“Io
non ho neanche quelle!!” sbottò esasperata Bulma prendendosi la
testa fra le mani.
“Oh,
al diavolo, le faremo domattina, c’è tempo!” esclamò
Lunch risoluta sventolando una mano. “Sei d’accordo con me,
C18?” aggiunse poi volgendosi verso la diretta interessata, che sedeva
sul letto con occhi vacui e l’aria di chi si trovasse con la testa
rivolta da tutt’altra parte.
“…C18?!”
la richiamò l’altra, ma lei continuò ad ignorarla.
“C18!!”
“Eh?!”
rispose finalmente –e distrattamente la biondina dopo che Lunch
l’ebbe scrollata per una spalla.
“Stai
bene? Non è che hai ancora il raffreddore, vero?”
C18
sbattè le palpebre, perplessa. “No…sto bene…”
“Accidenti,
questo non è degno di te!” si stupì Bulma raggiungendola e
sedendosi al suo fianco. “È da ieri sera che stai con la testa fra
le nuvole, si può sapere cosa ti prende?!”
“Ma
no, io…” bofonchiò la biondina cercando di trovare una scappatoia
dalle accuse, ma Chichi fu più rapida a sprangarle ogni via
d’uscita possibile.
“Stavi
pensando a Crilin, per caso?” chiese con semplicità.
Seguì
un lungo silenzio terribilmente pesante, carico di imbarazzo da una parte e di
curiosità mista a stupore dall’altra.
“…EEEEEEH?!”
Bulma e Lunch erano quasi sotto shock per la sorpresa. “Ma…è
vero?!”
“Uff…”
mormorò seccata C18 con la lingua impastata. “Non sono cose che vi
riguardano!”
Cercò
di assumere un atteggiamento di superiorità voltando la testa al
soffitto con aria indispettita, ma il tenue color pomodoro delle sue guance non
ingannava nessuno.
“C18!
Non ti sarai forse…?” azzardò Bulma a bocca spalancata,
sempre più avida di scoprire qualcosa di più.
“Allora
è per questo che ieri sera non hai voluto raccontarci niente!”
esclamò Lunch sentendosi felice per l’amica.
La grande
muraglia di orgoglio personale della biondina aveva cominciato a sgretolarsi di
fronte ai continui e pressanti attacchi diretti delle sue
amiche…Avvampando violentemente e avvertendo il sudore freddo che le
colava lungo le tempie, aprì entrambe le mani e le sventolò con
foga davanti a sé.
“N-no,
avete frainteso! Io non ho…”
“Che
cosa è successo ieri sera?!” esclamarono in un’unica voce
Bulma, Chichi e Lunch gettandosi su di lei. “Dicci cosa
avete…”
“…abbiamo
solo parlato!” sibilò
C18 in un solo fiato, incapace di resistere un minuto di più a quella
smania di sapere che solo con le amiche più care puoi tollerare.
Le tre
indagatrici trattennero il respiro fino all’ultimo minuto; sgonfiando la
pancia e il torace impettito, sbuffarono con pesantezza.
“Tutto
qui?” mormorò Bulma, amante delle situazioni piccanti, un
po’ delusa. “Dal tuo comportamento, pensavo che fosse successo chissà
cosa!”
“Bè,
è comunque un passo avanti!” commentò Chichi, sentendosi
più sollevata per il timido Crilin piuttosto che per la spavalda C18.
“Allora
stai cominciando a ricrederti sul suo conto?” chiese Lunch.
La
biondina, dopo una breve pausa di silenzio, abbassò il capo in avanti e
sorrise assertiva. “È…simpatico…” mormorò
alla fine con una tonalità di voce che non sembrava nemmeno la sua.
Finalmente
la tensione presente nella stanza, che era diventata quasi palpabile a causa
della delicatezza della situazione, cominciò a sciogliersi. Le ragazze
non seppero cos’altro dire, ma di una cosa erano assolutamente certe:
erano contente che, per una volta, C18 fosse riuscita ad abbandonare i suoi
pregiudizi, che troppo spesso l’avevano ingannata sul conto di individui
dell’altro sesso.
In fondo
quel raffreddore non aveva avuto altro che giovamento!
Il
ticchettio delle gocce di pioggia sveltì il suo ritmo, mentre una nube
poco distante dal campo dei bungalow liberò un fascio di luce, seguito
da un possente boato. Nello stesso momento qualcuno bussò alla porta
d’ingresso con colpi secchi e distanziati.
“Chi
può essere?” Chichi scese dal letto e allungò una mano per
appoggiarla sulla maniglia.
“Sì?”
chiese prima di abbassarla.
“Servizio
in camera!” rispose sbrigativamente una voce rauca da fuori.
“Cosa?!
Noi non abbiamo ordinato nessun servizio in camera!” sbottò la
moretta spalancando la porta.
Rimase
interdetta quando si ritrovò davanti i faccioni dei due inservienti del
signor Freezer, armati di secchio e scopettone.
“Ah!
Ma voi siete…”
“C’è
per caso qualche nuova perdita, qui?” chiese Dodoria ignorando Chichi e
superandola sull’uscio con diverse falcate, data la scarsa lunghezza
delle sue gambe tozze.
“No,
non direi…” mormorò Lunch lanciando un’occhiata
ansiosa alla falla sul soffitto, ormai tappata, che qualche giorno prima aveva
dato loro diversi problemi.
“Meglio
controllare” disse nervoso Zarbon sbirciando di sottecchi C18, che stava
osservando i due con uno strano cipiglio. “Non vorrei che qualcuno si divertisse troppo,
oggi…”
“Ci
stavo giusto pensando!” rispose C18 rovesciando le mani sui fianchi;
aveva afferrato alla perfezione il motivo della loro visita. “Ordini del
signor Freezer, immagino…”
“Esattamente”
rispose prontamente Dodoria. “Quindi uscite, siete solo
d’intralcio!”
“Oooh,
ma che dispiacere! Anche oggi dovrò rinunciare alla mia piscina privata
di acqua piovana!” recitò C18 fingendosi disperata. “Come
farò?!”
Zarbon e
Dodoria, ovviamente troppo poco svegli per accorgersi dell’inganno, si
guardarono e sghignazzarono soddisfatti.
“Forza,
signorine, non perdete tempo!” esclamò il primo imbracciando lo
scopettone e agitandolo minaccioso. “Aria!”
“Ehi,
bello, come ti permetti di usare quel tono?!” protestò Bulma
puntando il dito contro Zarbon.
“Eh
eh, hai ragione…sono davvero troppo affascinante, infatti amo la
bellezza…” si vantò l’altro passandosi vanesio la mano
tra i capelli.
“Lascia
perdere, Bulma, ignorali!” disse Chichi.
“Ma
scusa, prima ci piombano dentro casa senza preavviso e poi si permettono pure
di fare i gradassi!” sbottò Bulma sgranando gli occhi celesti.
“E poi cosa diavolo stanno farneticando?! Di quale piscina
stanno…”
“Te
lo spieghiamo strada facendo!” troncò Lunch prendendo
l’amica sottobraccio e procedendo di gran carriera verso la porta. Le
altre si accodarono dopo aver preso i loro ombrelli e uscirono sul
pianerottolo.
“Lasciatemi
almeno una pozzanghera, mi raccomando!” disse C18 voltandosi verso i due
inservienti, che dopo aver alzato un pollice al suo indirizzo scoppiarono in un
latrato che, secondo loro, avrebbe dovuto incutere timore.
wwwwwwwwwwwww
Bulma
lasciò cadere la forchetta sul piatto di ceramica e bevve un sorso
d’acqua. “Perché non siamo mai venute a mangiare in questo
localino?”
“Forse
perché abbiamo avuto talmente tanti giri da fare che non ce ne eravamo
nemmeno accorte” disse C18 pulendosi la bocca col tovagliolo.
“Ottimo curry, comunque…”
Chichi
sorrise. “Ci siamo divertite un sacco, vero?”
La sua
osservazione fu accolta da energici movimenti di assenso con la testa.
“A
proposito, Bulma” disse Lunch all’amica, impegnata nel tentativo di
modellare una mollica di pane a forma di papera. “Non sarebbe meglio
passare all’aeroporto a chiedere delle tue valigie? Comincio a
preoccuparmi seriamente per la loro sorte…”
“Uhm…e
se non le avessero ancora rintracciate?” aggiunse Chichi ansiosa.
La
mollica si disintegrò in mille pezzi fra le sue dita tremanti.
Già…e se non le avessero ancora ritrovate?
Un
brivido le attraversò la spina dorsale: sapeva benissimo che cosa
l’avrebbe aspettata nell’eventualità che le valigie fossero
risbucate il giorno successivo…e a dirla tutta, non ne era così
speranzosa.
“Ehm…”
mormorò incerta. Non aveva detto alle amiche del patto stretto con
Vegeta…perché se ne vergognava. E inoltre, ora che si era fossilizzata
così tanto sulla figura di Yamcha, chissà quanto
l’avrebbero presa in giro!
No,
meglio tenersi la cosa per sé, era più sicuro…
“S-sì,
credo che sia meglio dare l’ennesima controllata…”
annuì Bulma volgendo lo sguardo da un’altra parte. L’unica
cosa che riusciva a trasmetterle un briciolo di conforto era la remota
–ma non da escludere opportunità che le valigie le venissero
recapitate in una data successiva a quella della partenza: in fondo, la
scommessa riguardava l’ultimo
giorno di vacanza, non era stato specificato niente di più…
Una volta
che ebbero pagato il conto, le ragazze aprirono i loro ombrelli e si diressero
verso la pensilina dell’autobus più vicina.
“Che
tempaccio…è un miracolo che non ci siamo ancora infangate!”
esclamò Chichi rinsaldando la presa sul proprio ombrello. Mentre
controllavano gli orari dei mezzi, uno strombazzare di clacson molto familiare
giunse da lontano alle loro orecchie e le spinse a voltarsi; un secondo dopo fu
facile individuare il veicolo che lo aveva emesso.
“Oh,
Kami…Non dirmi che…”
“Ehilà,
ragazze! Che coincidenza incontrarvi qui!” esordì Yamcha
affacciandosi dal finestrino del suo furgoncino, miracolosamente rimesso a
nuovo.
“Yamcha!”
esclamò Bulma sorpresa. “Cosa…cosa ci fai qui?!”
“E
come diavolo hai fatto a rimettere in piedi questo catorcio?!” aggiunse
C18 con una smorfia.
“Ho
un amico che mi ha dato una mano con il motore e le gomme” rispose il
moro mostrando il suo sorriso smagliante. “E così ora non dovrei
più avere troppe difficoltà!”
“Oh…”
mormorarono le ragazze all’unisono, poco convinte.
“Coraggio,
saltate su, vi porto a fare un giro!” Yamcha spalancò una portiera
con un calcio ben assestato e le invitò a salire a bordo. Le quattro
amiche si consultarono l’un l’altra con un semplice sguardo
collettivo e fecero spallucce.
“Beh,
meglio di niente…”
wwwwwwwwwwwwwwwwwww
“Un’ora
solo per arrivare all’aeroporto! Di solito i catorci possono arrivare
anche a sessanta chilometri all’ora, vero? Questo fa fatica a farne
dieci!” C18 acuì le sue lamentele sferrando un pugno sul
poggiatesta del sedile anteriore, che si inclinò da un lato.
“Chi
va piano va sano e va lontano!” cinguettò Yamcha raddrizzando il
poggiatesta come se non fosse accaduto niente.
“Ma
stai un po’ zitto, per favore…” berciò a mezza voce la
biondina gettandosi all’indietro fino a quando lo schienale di pelle non
arrestò la sua caduta.
“Ma
quanto ci sta mettendo Bulma?!” sbottò Chichi seccata spannando la
condensa sul finestrino con una mano. “Eppure non ci vuole tanto a
chiedere un’informazione!”
“Avrà
trovato la fila…” ipotizzò Lunch facendo spallucce.
Dopo
un’altra breve attesa, che per le ragazze inscatolate in
quell’ammasso informe di ferraglia parve un’eternità, la
porta scorrevole dell’edificio aeroportuale si spalancò e venne
attraversata da un’avvilitissima Bulma, che procedeva verso il furgoncino
senza neanche curarsi di sistemare perfettamente l’ombrello sopra la
testa.
“Ahi
ahi…A giudicare dalla tua faccia, mi sa che non le hanno ancora
trovate…” mormorò Chichi quando l’amica montò
accanto a lei; questa le lanciò un’occhiataccia fulminante che la
fece zittire all’istante.
Come da
copione, scese un silenzio di solidale compassione, rotto solo dal rumore della
pioggia che batteva sul parabrezza e da qualche occasionale sospiro della
povera Bulma.
“Dai,
io ho un’idea per tirarvi su di morale!” esclamò di colpo
Yamcha battendo forte le mani e facendo trasalire le quattro ragazze.
“Adesso vi porto da Radish e gli altri caproni, così magari
riusciremo a distrarci un po’ dopo questa brutta delusione!”
E senza
attendere una risposta dalla plebe girò la chiave nel quadrante,
ingranò la quarta e si infilò sulla
tangenziale…velocità permettendo.
“Sigh…Sicuro,
mi sentirò senz’altro meglio!” gemette Bulma
silenziosamente, già temendo per il fatidico momento in cui si sarebbe
trovata faccia a faccia con Vegeta.
“Ehm,
caprone sarai tu!” protestò invece Chichi picchiando sul sedile
del moro, convinta che nella cerchia da lui definita vi avesse fatto rientrare
anche il suo Goku.
wwwwwwwwwwwwwww
Torpore…Caldo,
pesante, appiccicoso torpore.
Le
palpebre non erano mai state così difficili da sorreggere…i
muscoli che la manovravano tendevano inesorabilmente a lasciarle andare, farsi
sopraffare dalla noia.
Uno
sbadiglio collettivo diede loro voce comune.
“Ehi…”
bofonchiò Chichi con la lingua impastata di sonno volgendo un distratto
sguardo alla costa. “Ma quanto tempo ci vuole ancora?”
“È
da tre quarti d’ora che siamo braccate qui dentro!” si
lamentò Bulma cercando di allungare le gambe sotto il sedile. “Non
ce la faccio più!”
Yamcha
levò una mano dal volante e la sventolò piano sopra la sua testa.
“Coraggio, ormai non manca molto!”
C18 si
alzò di scatto dal sedile e si sporse nell’abitacolo del guidatore
con molta foga. “Se tu dessi un po’ più di gas a questa
vecchia carretta, sicuramente arriveremo prima!” esclamò seccata
scoccando un’occhiataccia al ragazzo, che evitò accuratamente di
voltarsi verso di lei. Non ottenendo risposta, la biondina allungò un
braccio e gli strinse fortemente la spalla con una mano. “PREMI IL PIEDE
SULL’ACCELERATORE, MALEDIZIONE!”
Yamcha
deglutì rumorosamente mentre piccole gocce di sudore freddo gli
imperlavano la fronte. “S-sì…subito…”
balbettò flebile e impaurito. Pigiò il piede sul pedale
fino a quando il tachimetro non segnò i settanta chilometri orari.
“Wow…non
credevo che ce l’avrebbe fatta per davvero!” disse sorpreso
ammirando compiaciuto il numero indicato dalla lancetta; era chiaro che nemmeno
lui aveva creduto di arrivare a tanto…
“Così
va meglio” annuì C18 incrociando le braccia al petto e
rimettendosi seduta comodamente.
“Accidenti,
il mio amico ha fatto un lavoro più in gamba di quanto pensassi!”
si esaltò Yamcha scoppiando a ridere. “Mi aveva garantito
un’autonomia di quaranta chilometri al massimo! Grande, grandissimo!! Ah
ah ah ah ah…!”
La risata
sguainata del moro fu interrotta da un rumore secco, seguito da un nitrito
isterico.
“Che
cosa succede?” chiese Bulma incuriosita.
Il busto
di Yamcha si voltò lentamente verso l’abitacolo posteriore,
faticando a trascinare con sé anche la testa; quando anch’essa
raggiunse il resto, rivelò un paio di occhi incredibilmente fuori dalle
orbite e i capelli rizzati sulla nuca come tanti spilli.
“…Il
volante, però…è un po’ cedevole…”
pigolò con voce stridula tirando su il braccio tremante e mostrando alle
ragazze l’oggetto in questione.
“Oh,
Kami…” mormorarono loro all’unisono fissando il volante come
ipnotizzate, per poi lasciarsi andare ad uno spaccatimpani “OH,
KAMI!!”
“NIENTE
PANICO, NIENTE PANICO!!” urlò Yamcha smanettando agitato con tutto
ciò che gli capitava sotto mano.
“NON
PEGGIORARE LA SITUAZIONE,
DEFICIENTE!” latrò C18 sferrandogli uno scappellotto sulla nuca.
“FAI QUALCOSA!!”
“S-sì!”
annuì Yamcha asciugandosi una lacrimuccia all’angolo della
palpebra. Afferrò il volante e tentò di risistemarlo al suo
posto.
“NON…NON
SI INFILA!!” gridò dopo alcuni tentativi andati ovviamente a
vuoto.
“MA
SEI SCEMO, PER CASO?!” sbottò Bulma levandoglielo dalle mani con
uno strattone violento.
“È
OVVIO CHE NON SI POSSA RIMETTERE AL SUO POSTO, IMBECILLE!” aggiunse
Chichi scuotendo con energia il sedile del guidatore, provocando diversi
sballottamenti dalle parti dello stomaco del moro.
“Ehm…Perché
non provi a frenare?” propose Lunch con una tranquillità innata;
nemmeno i rischi più pericolosi riuscivano a smontarla…
Fu come
se una lampadina di fosse accesa nel cervello di Yamcha, che schioccò le
dita e si impettì, rinfrancato dalla sicurezza. “…Ma sai che
non ci avevo pensato?!”
“Scemo…”
sibilò Chichi a denti stretti, incapace di trattenere la collera anche
solo un secondo di più.
Yamcha si
apprestò ad ubbidire e…
“NON
FUNZIONA!! NON FUNZIONA!! AAAAAAH, MORIREMO TUTTI!!” ululò
prendendosi la testa fra le mani e scuotendola energicamente per la
disperazione.
“NON
DIRE QUESTE COSE, CAVOLO, MI FAI VENIRE LA PELLE D’OCA!” urlò Bulma
sporgendosi in avanti e prendendolo per la collottola. “È TUTTA
COLPA TUA!!”
“AIUTO!”
gridarono all’unisono Chichi, C18 e Lunch nel momento in cui il
furgoncino slittò fuori dalla corsia e uscì di strada.
“NOOOOOOOOOOO!!”
La vettura
planò a terra dopo una piccola discesa a ridosso dell’asfalto,
venendo catapultata nella spiaggetta adiacente.
“IL
FRENO A MANO, IL FRENO A MANO!!” sbraitò Chichi dando manate sui
finestrini chiusi in preda al panico. In preda al panico, Yamcha afferrò
la leva con entrambe le mani e tirò con tutte le sue forze…
Avvertirono
una spiacevole sensazione di inclinazione rispetto alla strada, mentre uno per
uno venivano scaraventati violentemente addosso alle portiere schiacciandosi a
vicenda; chiusero fortemente gli occhi nel momento in cui le ruote slittarono
bruscamente sulla sabbia bagnata e facevano eseguire al furgoncino un perfetto
testacoda che tracciò con precisione innata una piazza ovale sul terreno
sottostante, provocando un rumore terribilmente stridulo.
Dopo
qualche metro di sbandamento tra dune di terra bagnata e sassi occasionali, si
arenarono in una buca di sabbia traboccante di acqua; un vero e proprio pantano…
Una
nuvoletta di vapore si alzò dal cofano del motore, ma non fu niente in
confronto all’enorme sospiro che venne liberato dai passeggeri, stremati
e in preda a un attacco di pura tachicardia.
“B-brutto…imbecille…”
sibilò Bulma affrettandosi a ruotare la manopola del finestrino e a
cacciarvi fuori la testa per alleviare il suo senso di vertigine.
C18
crollò sfinita sulla spalla di Lunch, mentre Chichi si buttò
sullo schienale del sedile anteriore, facendo però in modo che la testa
desse sull’abitacolo. Nonostante la vista annebbiata, riuscì a
individuare benissimo il motivo per cui erano stati strapazzati in quel
modo…Non aveva ancora recuperato le forze per arrabbiarsi come si deve,
purtroppo…
“Sai,
Yamcha…” mormorò con voce stanca. “Forse…bastava
levare il piede dall’acceleratore…”
Il
ragazzo, stordimento permettendo, fece mente locale su ciò che gli aveva
appena detto la moretta; accorgendosi della pressione che il suo piede
esercitava sul pedale, le sue membra si ghiacciarono.
“Yamcha,
sei…sei un’idiota…”
commentò C18.
“Ehm…Scusate…Ehe!”
balbettò il moro passandosi una mano sul collo cercando di assumere
un’espressione da cucciolo pentito…
“Non
osare ridere…caprone!” muggì ferocemente Chichi facendo un
notevole sforzo per scandire bene –e minacciosamente ogni singola parola.
“Scusate…”
pigolò l’altro facendosi piccolo piccolo.
Ben
presto ricominciò a piovere, ma per loro non fu affatto un
problema…neanche per Bulma, che si lasciava bagnare il capo e le spalle
senza battere ciglio.
“Maledetto…Maledetto…!!”
Un
ticchettio ritmico giunse alle orecchie dei ragazzo come se fosse stato
ovattato, seguito da un richiamo dal tono vagamente preoccupato.
“Ehilà!
Serve aiuto!”
C18
alzò appena la testa e lanciò un’occhiata in direzione del
finestrino da cui proveniva la voce.
“Ehilà,
Crilin…Nappa…” sospirò sollevata. “Ehm…Ci
dareste una mano, per piacere?”
wwwwwwwwwwwwww
“Allora,
visto che oggi è il vostro ultimo giorno qui…” disse Radish
tirando fuori una confezione di sei lattine di birra, “facciamo un
festino in vostro onore!”
“In
realtà vuoi solo trovare una giustificazione per poterti ubriacare fino all’estremo,
vero?” grugnì Crilin scoccando un’occhiataccia seccata
all’amico.
“Beh,
a patto che non ci strapazziamo troppo…” precisò Lunch,
ancora provata dal terribile viaggio appena concluso.
“Ma
certo!” sbraitò Radish prendendo dalla scatola diverse bottiglie
di birra e distribuendole in giro; il resto se le prese lui.
“Ehi,
scroccone!!” protestò indignato Nappa rivendicando il bottino.
“Lasciami
in pace, idiota!!”
“Dammi
quelle bottiglie!!”
“Ogni
sera è la stessa storia…!” disse Goku bevendo di malavoglia
un sorso di nettare dalla sua bottiglia.
“Ehm…Se
volete…Vi posso dare la mia birra…” mormorò
timidamente Lunch allungandola in avanti. “Tanto non credo che la
berrò…”
Gli occhi
di Nappa e Radish si illuminarono. “Da-davvero?!”
“Bè,
sì…”
Entrambi
i ragazzi allungarono avidi le mani in avanti e le posarono contemporaneamente
sui due lati della bottiglia.
“Molla,
bastardo!”
“Vattela
a comprare!”
“Sei
un egoista!”
“Soddisfo
il mio fabbisogno giornaliero!”
“Ci
penso io” intervenne Vegeta sfilando la birra dal groviglio di mani e
trangugiandola in pochi secondi.
“Ehi,
Vegeta!!” esplose il capellone con sguardo omicida, ma mai quanto quello
che gli scoccò l’altro, placandolo all’istante.
“Dovreste
ringraziarmi, invece di accanirvi contro di me!” esclamò Vegeta
rovesciando le mani sui fianchi.
Radish
aprì la bocca per ribattere, ma Nappa glielo impedì con un pugno
sulla nuca. “Smettila, Vegeta ha detto una cosa giusta! Portagli
rispetto, invece di ribellarti!”
“Così
va meglio” annuì Vegeta lanciando via la bottiglia vuota.
Lunch la
raccolse e la osservò con astio, sentendosi in colpa per la scenata che
si era appena conclusa. “Oh, tutto questo per la mia
bi…bi…eeeet…eeeeeeeet….ET-CHUM!!”
“Huh?”
Tutto il gruppetto si voltò verso la ragazza, la quale aveva appena trasformato
una leggera stretta intorno alla sagoma della bottiglia in un vero e proprio
stritolamento.
“Ehi,
voi!! Come avete osato rubarmi la mia birra?!” ringhiò accanendosi
contro Radish con prepotenza.
“M-ma
sei stata tu a darmela! Io non…”
“Me
la pagherete molto cara!!” sbraitò la ragazza staccando da terra
l’intera cassa rimanente di birra e cominciando a prelevare le bottiglie
una per una.
“E-ehi!
Che cosa credi di fare, donna?!” esclamò il capellone preoccupato.
“ZITTO!!”
lo ammonì Lunch cominciando a togliere i tappi dalle canne di vetro e a
trangugiare con poche sorsate l’intero contenuto delle bottiglie.
“Oddio…SI
STA SCOLANDO LA NOSTRA
BIRRA!!” ululò Radish con le mani fra i capelli
ribelli, accasciandosi al suolo in preda alla disperazione.
“BISOGNA
FERMARLA!” gridò Nappa lanciandosi in avanti, bramoso
anch’egli di godere di quel nettare di cui ormai non avrebbe più
potuto fare a meno.
“Lunch,
smettila! Torna in te!” Chichi, Bulma e C18 afferrarono l’amica
sotto le ascelle, mentre essa cercava di dimenarsi dalla stretta con ferocia.
“LASCIATEMI!
La devono pagare per quello che mi hanno fatto questi beoti!!”
ruggì riuscendo a strattonare via un braccio dalla presa instabile di
Bulma.
“Non
credi che l’abbiano già pagata abbastanza?!” esclamò
C18 sfilandole dalle mani l’ultima bottiglia contenuta nella cassa, ma
Lunch se la riprese scoccandole un ardente sguardo di indignazione.
“Tsk…Dilettanti!”
Con un colpo secco, tolse il tappo dalla bottiglia e tracannò la birra
tutta d’un fiato.
“Kami,
che situazione…” sospirò Chichi voltando la testa da
un’altra parte per non assistere a quello spettacolo a suo parere ripugnante.
I gemiti
che seguirono e il rumore inconfondibile di una bottiglia andata in frantumi
confermarono la sua tesi.
Lunch
aveva scagliato l’oggetto sulla testa di Radish, in preda ai postumi
della sbornia a cui, ovviamente, non era affatto abituata. Dopo aver rovesciato
gli occhi all’indietro si preparò a seguire il ragazzo
–rintronato da quella botta che non aveva fatto altro che acuire il
turbamento dovuto all’alcool – sulla sabbia sottostante, se Goku
non l’avesse afferrata all’ultimo secondo e se la fosse issata in
spalla.
“Meglio
portarla in infermeria…” suggerì C18 scrutando esasperata il
viso rosso dell’amica, che si lasciò sfuggire un singhiozzo.
“Sì,
credo sia la cosa migliore da fare…” annuì Goku cercando di
scuotere la ragazza il meno possibile per non provocarle qualche conato in
anticipo.
Chichi
diede un’occhiata preoccupata a Lunch, poi volse lo sguardo al terreno
dove, con le braccia e le gambe aperte ad angelo e un rivoletto di bava
calcificato all’angolo della bocca, stava Radish, gli occhi mezzi aperti.
Nessuno avrebbe potuto dire se stesse dormendo o no…
“Ehm…Forse
è meglio portare anche lui…” mormorò timidamente
indicando il capellone.
“Se
fosse per me, io lo lascerei qui, così impara” sospirò Goku
chiedendo con un cenno a Nappa e Vegeta di tirarlo su; i due, dopo aver
sbuffato seccati, lo afferrarono uno sotto le ascelle e uno per le gambe,
facendo uno sforzo immane per sollevarlo da terra.
“Aspettate,
vi diamo una mano!” esclamò Chichi facendo per avvicinarsi, ma
Goku arrestò il suo cammino.
“Per
favore, ragazze, potreste rimanere qui a controllare la situazione?”
chiese con serietà rivolto a lei e a Bulma. “Non mi fido a lasciare
le tende incustodite…”
La
moretta sbattè le palpebre un paio di volte, poi annuì con
convinzione. “Ok, come vuoi…”
“Grazie”
rispose il moro sorridendo dolcemente. Affiancato da Crilin e da C18, si
portò fuori dalla tenda e cominciò a camminare a passo svelto
verso il piccolo edificio medico; Nappa e Vegeta, in preda agli sproloqui
più colossali, arrancavano dietro la loro scia imprecando tra loro per
quanto potesse essere sconfinata la stupidità di Radish, che non aveva
nemmeno avuto la forza di schivare una misera bottiglia di vetro.
wwwwwwwwwwwwwwww
“Non
capisco cosa vogliano sorvegliare…Insomma, non è che qui ci sia
parecchia roba di valore!” disse Bulma guardandosi intorno per tutto il
perimetro della striminzita tenda.
“Boh…Forse
hanno nascosto qualcosa sotto la sabbia!” rise Chichi prendendone una
manciata e passandosela fra le dita.
“Se
credi che io mi metta a scavare ti sbagli di gr…” cominciò
Bulma, quando un trillo familiare richiamò la sua attenzione.
“…È
il tuo cellulare?” chiese la moretta riconoscendo il ritmo acuto e
movimentato della suoneria dell’amica. Bulma, dopo aver frugato nella
tasca dei pantaloni per qualche secondo, estrasse l’oggetto bramato, il
cui schermo si illuminava a intervalli regolari.
“È
mia madre, mi sta chiamando!” esclamò Bulma alzandosi di scatto.
“Esco qui fuori, ho paura che qui la ricezione sia
instabile…”
“Fai
pure” annuì l’altra accomodandosi a sedere su un
asciugamano.
Bulma
scostò il tessuto e uscì all’aria aperta, ancora profumata
di pioggia. Premette il pulsante di inizio chiamata e si accostò il
cellulare all’orecchio.
“Pronto,
mamma? Ciao, sono… …Mamma? Mi senti?! Non mi hai chiamato da quando
hai… Ehi, mamma! Fammi parlare! Io…Mamma…”
Bulma si
scostò l’apparecchio di dosso e lo scrutò con astio,
sospirando pesantemente.
“Mamma…!
No, mamma, io non sono la commessa della pasticceria del quartiere, sono Bulma! Tua figlia! B-U-L-M-A!”
ringhiò la ragazza seccata, ormai troppo abituata a quel tipo di
stranezze da parte di sua madre…
“Bulma? E cosa ci fai nella pasticceria
del quartiere, tesoro?” cinguettò la signora Brief dall’altra parte.
“IO
NON SONO NELLA PASTICCERIA DEL QUARTIERE, SONO ALLE ISOLE YOSHI!!”
urlò Bulma scrollando il telefonino come se la madre fosse stata una
parte integrante dei suoi circuiti.
“Oh…davvero, cara?
Allora ricordati di portarmi qualche dolcetto tipico del posto, ho così
voglia di assaggiare qualcosa di nuovo!”
“Uff…Hai
chiamato solo per dirmi questo, allora?!”
Mentre
ascoltava gli sproloqui senza senso della madre, Bulma voltò lo sguardo
alla strada che costeggiava la spiaggia, gremita di gente a passeggio armata di
ombrelli colorati e sgargianti.
Ehi, un
momento…Quell’ombrello
aveva qualcosa di familiare…In tutta la durata della sua permanenza aveva
conosciuto solo una persona che possedesse un ombrello di color verde petrolio
come quello…Ma non poteva essere lui, era contro la logica!
Seguì
la linea del manico con gli occhi, fino ad incontrare la mano che lo reggeva.
Era…una ragazza; molto bella, per di più. Stava chiacchierando e ridendo
animatamente con un ragazzo, tenendolo sottobraccio; il ragazzo era alto e
moro, con un bel sorriso e una voce possente e mascolina.
“…”
In preda
a un raptus omicida, Bulma stritolò inconsapevolmente il cellulare tra
le sue mani e ringhiò minacciosa all’indirizzo della coppietta,
gli occhi assatanati di sangue.
“Questa
me la paghi, Yamcha!”
Scavalcò
il muro di recinzione e, a debita distanza, cominciò il suo pedinamento
che, ne era certa, sarebbe andato a buon fine.
“Bulma cara? Pronto? Pronto?!”
wwwwwwwwwwwwww
Chichi
controllò l’orologio che teneva al polso: le undici e mezza. Bulma
era uscita già da un pezzo, chissà dove era andata a
finire…Non sentiva neanche il rimbombo della sua voce.
Undici e
mezza…Quel numero le riaffiorò nella mente come se fosse stato
qualcosa da cui era impossibile sfuggire, una pesante condanna alla prigionia
dell’oblio.
La
partenza del suo aereo, la mattina dopo, era programmata proprio per
quell’ora.
Perfetto…Dodici
ore. Ancora dodici ore di dolcissima presenza.
Un groppo
in gola le troncò di netto il respiro. Lo sapeva, lo sapeva benissimo
che alla fine sarebbe finito tutto…Ciononostante, lo sconforto e la
commozione erano troppo gravosi per poterli ignorare, fare finta di niente di
fronte al loro attacco.
La stessa
sera del giorno successivo non avrebbe più dormito nel suo confortevole
e difettoso lettuccio a castello, bensì nel suo banale, ordinario,
solito baldacchino posto al centro della sua stanza. Niente più spiagge
dalla sabbia bianca e dal mare limpido e pervaso da riverberi, solo strade
trafficate, locali affollati e insegne al neon variopinte immerse nella
confusione cittadina.
Il suo
ennesimo esodo verso la
Città dell’Ovest.
Sospirò
malinconica, una piccola lacrima le delineò armoniosamente la guancia.
Invece lui sarebbe tornato nella Città
dell’Est.
Esattamente
dalla parte opposta, tanto per dirla con semplicità. Chilometri e
chilometri di distanza, l’uno all’altra metà del globo.
Allora
quello…era un addio?
“Non essere sciocca, Chichi,
certo che non è un addio! Potrete sempre sentirvi per telefono, o
scrivervi una lettera di tanto in tanto…”
La voce
della sua coscienza, come in tanti altri casi di estrema difficoltà, era
sempre riuscita a confortarla con parole impregnate di candida saggezza;
ciononostante, sebbene potesse indubbiamente affermare la medesima cosa in
quella situazione, non bastò per farle arrestare il flusso delle
lacrime, che scendevano copiosamente lungo il suo viso, infiltrandosi nelle
pieghe della sua scollatura.
Come
avrebbe fatto a resistere alla lontananza, quando il suo unico desiderio era
quello di avere Goku al suo fianco? Un cavo telefonico intrecciato o un
francobollo dentellato non avrebbero mai potuto colmare il vuoto della sua
presenza…
“Chichi!
Ma sei ancora qui?”
Gli occhi
scintillanti, la ragazza alzò la testa verso colui che l’aveva
chiamata. Per un attimo credette seriamente che si trattasse di una proiezione
dei suoi desideri, un miraggio ingannevole, ma quando la sua mano sfiorò
quella del ragazzo non ebbe dubbi sulla materialità della
visione…L’unica persona a cui aveva rivolto ogni briciolo di mente
fino a quel momento.
“G-Goku,
sei tu…” mormorò con la voce spezzata affrettandosi ad
asciugarsi il viso.
Il
ragazzo si preoccupò non poco nel vedere il bel volto della moretta gonfio
e arrossato, e per di più riccamente bagnato di lacrime.
“Che
cosa ti succede? Stai male?” si informò raggiungendola con uno
scatto rapido sedendosi sull’asciugamano accanto a lei. Le posò
delicatamente una mano sulla spalla, bagnandole leggermente il tessuto della
maglietta di pioggia.
Chichi
sussultò a quel contatto; era così piacevole assaporare quel
calore sulla sua pelle…
“I-Io…No,
non ho niente…” disse cercando di recuperare quel poco di
compostezza che le era rimasta. “È solo che non riesco a smettere
di piangere…Scusami…”
Quasi
come se fosse stato partecipe del turbamento interiore della moretta, Goku
rimase in silenzio, lo sguardo serio e malinconico a fissare i riverberi dei
lampi in lontananza. Solo, le passò il braccio intorno alle spalle, sperando
di trasmetterle, in qualche modo, la sua solidarietà e farle capire che,
se avesse avuto bisogno di aiuto, lui ci sarebbe stato per qualsiasi cosa.
Avrebbe
voluto passare molto più tempo con lei…
Chichi si
lasciò sfuggire un singhiozzo che la fece sussultare leggermente, ma fu
la stessa causa scatenante di un paio di occhi sgranati; come resasi conto di
star compiendo una grossa stupidaggine, si tirò su con la schiena e si
stropicciò gli occhi con forza.
“Non
credo di essere una compagnia molto allegra, stasera…”
mormorò senza togliere le mani dal viso; si sentiva una sciocca, una
bambina sciocca.
Goku
sorrise intenerito. “Non preoccuparti per questo…!”
La
ragazza alzò lo sguardo verso di lui, fino ad incontrare i suoi grandi e
rassicuranti occhi scuri. Sorrise fra le lacrime, strizzando le palpebre con gioia.
“Grazie, Goku…”
Il moro
rinsaldò la sua stretta e la fece accostare ancora di più al suo
petto, poggiando il mento fra i suoi capelli color dell’ebano profumati
di vaniglia; gli piaceva molto l’effetto che quella fragranza provocava ai
suoi organi dell’olfatto.
Il
rimbombo di un tuono li fece trasalire entrambi, spingendoli ad accoccolarsi
maggiormente l’uno contro l’altra.
“Credo
stia per piovere…” sussurrò Chichi, la voce soffocata dalla
pressione sulla maglietta del ragazzo.
“Già,
lo penso anch’io…” confermò Goku scrutando il cielo
grigiastro. Portò lo sguardo alla distesa oceanica di fronte a loro,
estremamente calma di fronte alla minaccia incombente.
Gli
faceva sempre uno strano effetto osservare il mare, una delle forze perpetue
per eccellenza, in quelle condizioni; era un evento che aveva sempre il potere
di ammaliarlo, incantarlo. Forse perché nel suo sperduto peasino sulle
montagne non aveva mai potuto godere di quello spettacolo: aveva conosciuto l’oceano
solo all’età di dodici anni.
“Chichi…”
mormorò stringendole una spalla con la mano. La ragazza sollevò
la testa, assicurandogli di trovarsi all’erta.
“…Hai
voglia di fare il bagno?”
wwwwwwwwwwwwwwww
L’aria
era umida, quasi fredda. A quanto pareva solo a suo avviso, poiché Goku
aveva già cominciato a bagnarsi le braccia e le gambe raccogliendo fra
le mani a coppa grandi quantità di acqua marina.
“Non…non
hai freddo, così?” chiese portandosi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
Goku interruppe
il suo rituale per osservare la ragazza accanto a lui. “Bè, se
devo essere sincero, io…io…AT-CHUM!!”
Chichi si
coprì la bocca con le mani e ridacchiò divertita. “Eh eh!
Salute! Ah ah ah!!”
“Ehi,
cosa ridi?!” esclamò il moro divertito. Portò le mani
nell’acqua e le caricò di acqua fino all’orlo, mentre gli
occhi saettavano furbi dalla superficie alla figura della ragazza.
“Oh,
no! Non vorrai mica…?!” gemette la moretta preoccupata, intuendo
ciò che Goku aveva intenzione di fare. “Non…non ci provare,
o ti faccio bere tutto l’oceano!”
“Ma
davvero?” Sollevò il liquido e fece per prendere la mira.
“No!
NOOO!!” Chichi si riparò il viso con entrambe le braccia mentre
mille zampilli d’acqua si abbattevano su di lei sotto la risata divertita
del Saiyan.
“È
GELATA!!” sbraitò lei sfregandosi le braccia con le mani.
“Non dovevi farlo, adesso me la paghi!”
“Prendimi,
se ci riesci!” la prese il giro Goku correndo verso l’interno del
mare; subito Chichi si lanciò all’inseguimento nonostante
l’attrito che le rallentava la corsa. Con uno scatto fulmineo
spiccò un balzo e gli fu sopra, ma il ragazzo si scostò
all’ultimo momento e la fece finire con la testa sotto l’acqua.
“Vedo
che alla fine anche a te è passato il freddo!” esclamò lui
scoppiando a ridere nell’attimo in cui la ragazza riemerse in superficie,
sputacchiando e tossendo da ogni parte.
“Allora
credo di doverti ringraziare anche stavolta…!” rispose lei
schizzandolo e strizzando l’occhio.
“Non
c’è bisogno” rise Goku sollevato: la moretta sembrava aver
ritrovato il buonumore, che le rendeva sempre il viso particolarmente radioso e
affascinante.
I due si
scambiarono uno sguardo d’intesa e, l’uno a fianco
dell’altra, cominciarono ad esplorare la superficie con diverse e
tranquille bracciate verso la zona più profonda.
Era
davvero bello rimanere da sola con Goku, anche se non veniva scambiata neanche
una parola; bastava il suo viso sorridente.
Come
quella sera di due giorni prima…
Non
l’aveva di certo dimenticata…Anzi, per il flusso dei suoi pensieri
quella era una fissa tappa quotidiana. Era quasi un ritorno al passato, le
analogie erano troppe per venire ignorate.
“E
così domani ripartirai…” mormorò il moro malinconico.
“Già…domani…”
annuì Chichi tristemente.
Un nuovo
fascio di luce e un rombo inquietante; le nubi si erano improvvisamente
ammassate in un unico blocco, occupando ogni frammento di atmosfera
disponibile. Ben presto, una per una, cominciarono a cadere nuove scintille di
pioggia, che planavano in acqua emettendo teneri suoni ovattati, in
contrapposizione con la violenza dello scroscio.
“Oh…”
mormorò Goku tendendo una mano in avanti.
“Accidenti…”
Chichi sollevò la testa al cielo e lasciò che la pioggia le
sciacquasse via il sale dal viso; era una sensazione strana, mai provata fino
ad allora. Stranamente, era…piacevole.
“Credo
sia meglio rientrare” disse il ragazzo apprensivo voltandosi verso la
riva, guadando con le braccia per ristabilire una posizione.
Quella
parola attraversò Chichi come una lama fredda. “Rientrare?!”
No…Non
voleva perdere anche solo un secondo di quella ultima possibilità che le
era stata offerta.
Prima che
fosse troppo lontano da raggiungere, trattenne il moro afferrandolo debolmente
per un polso. “Aspetta…!”
Goku,
turbato, girò il capo all’indietro, verso la ragazza. La prima
cosa che le sue pupille incontrarono furono i suoi occhi: grandi, arrossati,
supplicanti occhi neri e profondi che mai nessuno gli aveva rivolto a quel
modo.
“Resta
con me, ti prego…” Non era un ordine, ma una disperata richiesta.
La
stretta intorno al polso si irrigidì maggiormente, ma stavolta fu Goku
ad esercitarla su di lei; la afferrò e, trascinandola lentamente nella
sua direzione, la fece avvicinare a sé, facendole poggiare la testa sul
torace.
“Goku…”
sussurrò la moretta passando le braccia esili attorno alla sua figura
robusta, muovendole lentamente per generare una specie di carezza. Il ragazzo
imitò il suo gesto, stringendola a sé con forza.
“Goku,
ti prego!”
Il
ticchettio della pioggia si era ormai fatto incessante e percosso, le gocce si
infrangevano sulle loro sagome senza curarsi dell’ingombrante presenza,
ma questo a loro non importava.
Le
lacrime di Chichi, ormai inevitabilmente mescolate al sapore piovano, avevano
ripreso a scorrere in un flusso interminabile, inumidendo di nuovo nettare la
pelle candida.
Un paio
di grandi mani imprigionarono il suo viso e lo portarono in alto, fino a quando
i suoi occhi non vennero incatenati da quelli dell’altro. Goku
cominciò a scostare le scomposte ciocche di capelli scuri dal suo
visino, liberandole la fronte per poterla osservare meglio.
Un nuovo
lampo illuminò le loro figure con violenza; la stessa luce che
assistesse ad un contatto. Un contatto fra due labbra morbide, due labbra in
attesa del loro complemento, due labbra desiderose di esplorare ogni anfratto
dell’altro…
Contatto
fra due labbra innamorate.
wwwwwwwwwwwwww
CONTINUA…
wwwwwwwwwwwwwwww
*Ale posa la paletta e il secchiello* ECCOMI FINALMENTE!!!!
*Suono di campane* Finalmente sono tornata a casa, non ce la facevo più
a rimanere senza un computer sottomano…e soprattutto, senza poter
controllare le fic aggiornate e tutto il resto! A proposito di questo,
scusatemi se ho aggiornato quasi alla fine del mese ma, nonostante abbia
scritto la maggior parte di questo capitolo su un quaderno mentre non
c’ero, ci ho messo più del previsto per portarlo a termine. Sono
state delle giornate particolarmente piene di impegni, sommate alla
mia…ehm…svogliatezza per qualsiasi cosa…E poi, ho voluto
assicurarmi che la scena tra Goku e Chichi venisse fuori abbastanza decentemente!^^
Ecco il magic moment di cui tanto avevoparlato…Anzi, forse avrei dovuto dire SPROLOQUIATO!^^ Spero che vi
sia piaciuto, e che non l’abbia fatto venire fuori troppo sdolcinato…!
^///^ Sigh sigh…la vacanza è finita anche per loro,
purtroppo…!
Ovviamente un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno
letto e commentato il dodicesimo capitolo, ovvero LeftEye, Chase,
Louis89, Lyla, Mau90(grazie
mille anche a te per la recensione in “Scale a chiocciola”!!^///^),
Amicamia, Kiby912, Kay, Bambi88,
Nonna Silvana1936, Kristin, Pikkola Rin, Sere4ruru(benvenuta!).
Grazie di cuore!!^_____________^ Sono contenta che, nonostante la poca
utilità di quel capitolo *Rolling gli occhi all’indietro* vi abbia
strappato quattro risate!^///^
E ora, ragazzi, e soprattutto Bulma/Vegeta
fanatici…preparatevi!! Come andrà a finire ‘sta benedetta
scommessa nel prossimo capitolo?? A voi le offerte!!^______^
Alla prossima, un bacione a tutti!!
Alessandra
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*P.S. Se non ve lo ricordavate…A proposito di Zarbon e
Dodoria, si stavano riferendo a ciò che è successo con Freezer
nel decimo capitolo!
Capitolo 14 *** Capitolo 14: Arsenico e vecchi merletti ***
.: AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM
:.
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CAPITOLO 14: Arsenico e vecchimerletti
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Il
ticchettio incessante della pioggia si riversava con ritmo costante sulla
stoffa lucida dell’ombrello, provocando una specie di rimbombo nelle
orecchie di chi era costretto, suo malgrado, a convivere con quel tamburellare
particolarmente fastidioso.
È
questo il problema irrisolvibile dei temporali estivi: non puoi mai prevedere quando colpiranno.
Che
sia durante una passeggiata sotto le fronde ombrose e profumate di una pineta,
o chiuso in casa immerso nella visione del tuo programma preferito, o pizzicato
nel bel mezzo di una dichiarazione d’amore umida di carezze ed
insicurezze finalmente accantonate in un angolo buio…
No, ogni
sforzo è semplicemente una stupida perdita di tempo: gli sbandati orari
delle precipitazioni non sentono ragioni.
Nemmeno
se si viene arpionati all’improvviso da una
calamitante forza ammaliante e seducente, chiamasi sesso femminile, di fronte alla quale ogni resistenza si cerchi di
imporre è quasi inutile, escludendo solo alcuni rarissimi casi.
Soprattutto
se i capelli della creatura incantatrice si divampano in riflessi dorati e
cangianti.
Ad essere sinceri, quasi non sapeva nemmeno chi fosse, quella ragazza. La
sua memoria non gli tornava granchè utile, in quel momento; tutto
ciò che riusciva a ricordare era interamente ricollegato a un delizioso profumo di lavanda e ad un paio d’occhi
di ghiaccio e grandi, molto grandi.
Non
sapeva esattamente cosa fosse successo in seguito…o come mai il suo
braccio fosse allacciato a quello scarno
dell’altra, e per di più…stavano addirittura passeggiando insieme!
Se
qualcuno gli avesse chiesto di riassumere il giusto corso degli eventi prima di
quella frazione di secondo, di sicuro non sarebbe stato in grado di fornire
alcun tipo di risposta soddisfacente.
Sapeva
solo che la sua cavità orale aveva la stessa consistenza di un deserto
di steppe e un vivace gruppo di farfalle gli volteggiava allegramente nello
stomaco.
La
ragazza portò la mano al di fuori del perimetro dell’ombrello e
trattenne il fiato per un impercettibile attimo, come se fosse in attesa di qualcosa. Quando la
ritirò, si girò verso il ragazzo e stirò le labbra in un
gran sorriso.
“Oh,
meno male, sta smettendo di piovere!” esclamò soddisfatta.
“Non ne potevo più di questa umidità…è
mai possibile che durante l’estate ci si debba sorbire un temporale del
genere?!” Scosse la testa con disapprovazione e si ravviò la folta
chioma bionda con un gesto malizioso. “Tsk…guarda le mie scarpe,
dovrò lavarle non appena sarò tornata a casa!”
Sollevò un piede reggendosi in equilibrio con l’altro e
mostrò al moro la suola interamente ricoperta di fanghiglia melmosa.
“B-bè…q-questi
sono…i difetti della sabbia bagnata!” balbettò Yamcha
ridacchiando stupidamente. In realtà quello non era altro che un
disperato tentativo di mascherare la sua disperata lotta
con un rivolo di bavetta che minacciava di scivolargli lungo il mento se non
avesse chiuso la bocca il tempo.
Yamcha la
fissò come inebetito mentre lei lo riprendeva a braccetto con
un’abile mossa e lo conduceva lungo il tratto di strada successivo.
Quella ragazza emanava un fascino estremamentemaligno. Si chiese come facesse a
sostenere ancora quella situazione…non era da molti reggere il confronto
con una pseudo reginetta di bellezza e mantenere
viva una conversazione per così tanto
tempo!
Mamodestamente parlando…era tutto
merito suo, ovviamente!
D’altro
canto, non si poteva di certo negare che la sua figura esercitasse una sorta di attrazione morbosa
sulle donne che si imbattevano nel privilegio di incrociare il suo
sguardo…
O
perlomeno, con Bulma era stato proprio così!
Era
bastata una semplice suonata di clacson per fare in modo che si accorgesse di
lui, qualche giorno prima…Non poteva certo dire
di essere un tipo privo di risorse!
Certo, se
poi non fosse uscito da non si sa dove
quell’altro individuo…quel…quel tappetto con i capelli a punta…
Vegeta, o
come cavolo si chiamava…!
Alla
prima occasione ne aveva spudoratamente approfittato
per soffiargli la ragazza da sotto il naso, accidenti a lui! Ci si credeva di
essere, una qualche sottospecie di principe venuto a rivendicare il proprio
diritto di possesso?!
Era una
cosa che lo mandava letteralmente in
bestia!
No, di
certo quel tipo sarebbe stato meglio perderlo che trovarlo.
E tra l’altro –ormai il suo
Peter Pan capriccioso era entrato in gioco,
perché sopprimerlo sul più bello?- ...non gli era nemmeno
particolarmente chiaro come avessero fatto, lui e la sua combriccola di
scimmioni idioti e svitati, a stringere amicizia con quelle quattro ragazze
così deliziose e alla mano…e soprattutto dotate di
un’intelligenza media!
Come
potevano due realtà così diverse e distanti venirsi incontro
così tranquillamente?!
Scosse
lievemente la testa e sbirciò di sottecchi la bionda accanto a lui,
impegnata a creare un grosso pallone con la gomma che stava masticando da
qualche minuto.
Non è che stava uscendo con lei…per ripicca?
Non
appena quel pensiero ebbe impregnato la sua calotta cranica con le sue considerazioni, la ragazza portò repentina i suoi
occhi ghiaccio all’interno dei suoi, brillando spensieratamente.
Un
piacevole teporino gli carezzò la nuca e
sciolse tutte le sue preoccupazioni.
Come si poteva pensare una cosa del
genere nei confronti di quella…quella dea?!
Il
palloncino di gomma, che aveva raggiunto le dimensioni di una grossa arancia,
esplose proprio davanti al viso di Yamcha, impiastricciandolo e risvegliandolo
dal torpore in cui era immerso da ormai diverso tempo.
“Eh?!” bofonchiò sussultando e scuotendo la testa
da una parte all’altra.
“Ma che fai, stupidino? Stai sognando ad occhi aperti?” chiocciò la ragazza maliziosa tirandogli via la gomma
dal viso, i filamenti rosati che si estendevano a raggiera intorno al contorno
delle sue narici.
“E-eh?! Ah…m-ma no, figurati!!” si affrettò a correggersi Yamcha arrossendo
e grattandosi la nuca con un braccio. Un momento dopo era scoppiato a ridere
senza un motivo preciso.
“Ah…come
sei buffo, Yamcha!!” ridacchiò lei
portandosi una mano davanti alla bocca e lasciandosi andare ad alcuni sbuffi
divertiti ma. Tuttavia, non molto aggraziati.
I piedi
del moro non poggiavano più a terra, erano sospesi a pochi centimetri
dal suolo, mentre quella risata così argentina
e delicata gli solleticava deliziosamente i padiglioni auricolari.
Deglutì e, aprendosi in un perfetto sorriso ebete, tornò alla sua
espressione originaria come se nulla fosse successo.
“Oh,
Yamcha, presto, guarda là!” trillò all’improvviso
l’altra dando uno strattone al braccio del ragazzo – e poco
mancò che questi cadesse rovinosamente a terra e si giocasse
clamorosamente la reputazione.
“Che…che cosa c’è?” chiese lui
contemplando il suo profilo con ansia crescente.
“Ma
quello laggiù…è un parco giochi!!”
esclamò la bionda indicando il piccolo agglomerato di tendoni colorati e
caroselli colorati a pochi metri di distanza, incastrato in una piccola piazza
recintata.
Yamcha
portò lo sguardo verso ciò che il braccio della ragazza stava
indicando…
“Ah…”
Non gli
ci volle molto a riconoscere quella piccola macchietta recintata sprizzante di
colori sgargianti e risate puerili…
Del
resto, c’era già stato pochissimi giorni
prima.
Insieme a
quegli stupidi scimmioni dal cervello
di gelatina…
Il
ripensare a quello che aveva fatto in loro compagnia
gli faceva ancora venire la nausea! Le mani calde erano un chiaro esempio del
suo ribollimento interiore.
Avrebbe
voluto volentieri fare a meno di mettervi piede un’altra volta, ma la sua
volontà era momentaneamente indebolita, se non
del tutto fuori uso, per colpa di causa di forza gran lunga maggiore…
“Ti
prego, facciamo un salto!! Solo per dare
un’occhiata!!” lo supplicò la ragazza sfoderando
occhi da cerbiatto e sporgendo il labbro inferiore in fuori.
Come
resistere a quella visione celestiale?
“M-Ma certo, piccola!!”
gracchiò in risposta Yamcha, le narici ridotte a due fessure. Dovette
fare violenza su se stesso per non lasciarsi andare ad un grido allupato.
“A-Andiamo pure!”
I due oltrepassarono la piccola entrata delimitata dai due
paletti laterali della staccionata circolare e cominciarono il loro giretto di
perlustrazione; a dire il vero Yamcha conosceva già piuttosto bene le
locazioni di ogni carosello, banchetto del tiro a
segno e autoscontro(il ripensare a quell’episodio
lo faceva ancora tremare di rabbia), ma la ragazza era talmente scalpitante che
non era riuscito a negarle una visita panoramica del posto.
Il moro si era appena immerso in una fervida
contemplazione del brutto muso di Vegeta, che nella sua fantomatica visione
sanguinava copiosamente a causa di un suo precedente pugno ben assestato,
quando l’altra lo strattonò violentemente
per una manica della giacca e lo fissò con occhi luccicanti ed
imploranti. Con il dito indicava un chiosco poco distante dall’aspetto
vagamente inquietante. Stranamente, era sormontato da nuvoloni
più scuri rispetto a quelli che coprivano il resto del cielo notturno.
“Oh, ti prego, andiamo a dare
un’occhiata!! Ho sentito dire che quella
chiaroveggente è così brava!!” cinguettò emozionata
agitando il lembo di stoffa che teneva ancora ben stretto tra le dita sottili.
Yamcha seguì la direzione indicata dal braccio
della bionda: aguzzando la vista, scorse accanto al tendone violaceo un piccolo
cartello conficcato nel terreno che recitava a grandi caratteri gotici “Chiaroveggente Obaba
– Scongiura la morte e ciò che il futuro ha in serbo per te! -
Prezzo doppio se prima di entrare avete mangiato bruschette
all’aglio.”
Un brivido gli attraversò repentino la schiena.
“Ti prego…andiamo a dare
un’occhiata!” lo pregò la ragazza intrecciando le
mani di fronte al viso in atteggiamento di supplica.
Yamcha, completamente spiazzato, la scrutò per
qualche secondo incerto sul da farsi, per poi prorompere in un secco:
“Non se ne parla nemmeno!”
“Cosa?!”
esclamò lei, la fronte improvvisamente corrucciata. “Ma
perché?!”
“Non ho intenzione di stare ad
ascoltare le frottole di qualche ciarlatano…e per di più si deve
anche pagare!”
“Oh, andiamo…non sei
interessato a conoscere il tuo futuro?” bisbigliò
l’altra con un sorrisetto furbo.
Yamcha sembrò riflettere su quella
possibilità. “N-no, non è
possibile prevedere il futuro, qualunque cosa quella presunta maga possa dirmi non avrà mai un fondo di
verità!” protestò, stavolta con una chiara
difficoltà nel nascondere la sua crescente esitazione.
“Hm…” mormorò la ragazza
distogliendo lo sguardo e puntandolo al cielo, “…non
è che invece hai paura?”
“C-CHE COSA?!”
sbottò il moro punto sull’orgoglio. “Credi davvero che uno come me possa avere paura di cose del genere?!”
“Bè, allora perché stai sudando in
quel modo?” domandò l’altra con l’aria più
innocente del mondo. “La verità è che sei talmente codardo
e attaccato alle cose terrene che non hai nemmeno il
coraggio di sapere cosa potrebbe accaderti, sia che le sue previsioni siano
vere o che siano false!”
Touchè.
“ADESSO BASTA!!”
sbraitò il ragazzo sollevando la testa al cielo con uno scatto fulmineo.
Un affronto del genere era decisamente troppo per uno
della sua pasta... “Non è vero! La mia mente non è così attaccata al presente! Ti
dimostrerò che ti sbagli…e soprattutto che non sono un codardo!”
Detto questo, sferzò l’aria con un braccio e
procedette di gran carriera verso il tendone dell’attrazione. La ragazza
trotterellò contenta dietro di lui con un sorriso di soddisfazione
dipinto sulle labbra sottili.
wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww
Raggiunsero l’entrata, costituita semplicemente da
due lembi sovrapposti della grande tenda viola che
copriva l’impalcatura, e la scostarono lentamente per attraversarla.
L’interno era molto buio e non si riusciva a mettere
a fuoco tutto.
“Oh, Kami…”
Yamcha barcollò vistosamente,
storse la bocca e spalancò gli occhi fino all’inverosimile.
Non erano tanto i candelieri dalle forme più
astruse poggiati su tavolini sbilenchi o su pouf impolverati, o la grande quantità di talismani e scacciasogni
che pendevano dalle assi a sostegno della tenda, o quegli strani abbellimenti
che assomigliavano terribilmente a pipistrelli, per giunta vivi…
No, quelle erano tutte nella norma.
La caratteristica più terribile che
i sensi di Yamcha immediatamente captarono non appena ebbe messo piede
in quel covo di spiriti fu senza dubbio una sola, atroce cosa.
Quell’incredibile puzza.
Una puzza insostenibile alla quale il suo naso mai era
stato educato.
Fetore di animale mescolato a
nuvole di zolfo, sentore di cloro amalgamato ad un pizzico di organi in
putrefazione, broccoli bolliti con uno sgradevole accompagnamento di uova
marce.
Era un vero supplizio per l’olfatto del ragazzo, che
fu costretto a portarsi una mano davanti alla faccia sperando di attutire il
suo effetto e trattenere un’imprecazione che gli fremeva in punta di
lingua.
“Che cavolo…?!”
Gettò un’occhiata alla ragazza accanto a lui:
anche lei, notò dalle rughe della sua fronte, era provata da
quell’odore disgustoso, ma allo stesso tempo cercava di assaporarlo come
se sperasse di trovare in esso qualche lato positivo.
Se fosse stata in grado di
suggerirgli una mossa per riuscire a percepire un profumo di gelsomino in
quell’orrendo oceano di fetori, avrebbe eretto un monumento in onore del
suo naso.
“Senti che atmosfera si respira qui
dentro…” gli bisbigliò affascinata.
“Eh eh!” rispose
Yamcha con voce nasale: meno inghiottiva quell’aria, più le sue
vie respiratorie ne avrebbero gioito. “H-Hai berfeddamende
ragione!”
“Posso sapere chi siete voi, giovanotti?”
Un rantolo proveniente dall’altra parte della tenda
li fece sobbalzare.
“Aah! Chi è?!”
balbettò spaventata la bionda avviluppandosi saldamente al braccio del
moro.
“Ah…ahah…”
bofonchiò lui avvampando violentemente, rivoletto di saliva
all’angolo della bocca.
Accidenti, era diventato l’eroe della situazione!!
La fanciulla cercava la sua
protezione…e perdinci, non l’avrebbe delusa!
Deglutì cercando di farsi
coraggio e gridò: “C-Chi ha parlato?! N-Non ho paura di te, fatti
vedere, se ne hai il coraggio!!”
“Ma quale mostro, scellerato d’un
ragazzaccio!” brontolò la voce in
risposta. “Siete voi che dovreste farvi vedere, invece! Non è
carino da parte vostra entrare nel mio tendone senza nemmeno salutare la
proprietaria!”
“Cos…?!”
Yamcha allungò il collo in avanti e nella penombra,
che finalmente cominciava a diradarsi, scorse una vecchia bassa e tozza, dalla
carnagione disgustosamente ingiallita e i lineamenti incorniciati da copiose
rughe, i capelli corti simili a spaghetti nascosti da un orrendo cappello a
punta.
Come se non bastasse, era appollaiata in cima ad una sfera
di cristallo poggiata su un cuscino dai colori incredibilmente sgargianti.
‘Ma in che razza di posto sono
capitato?!’ si ritrovò a pensare disperatamente Yamcha fissando la
vecchia orripilato.
Forse aveva trovato qualcosa peggio della puzza.
“G-Ghi sei du?” boccheggiò sospettoso raccogliendo
tutto il suo autocontrollo per non scappare via a gambe levate.
La veggente sbuffò molto seccata. “Aaaaah…ci risiamo! Sbaglio o ve l’ho chiesto io
pochi secondi fa?!”
Yamcha, allibito, aprì e richiuse la bocca un paio di volte e non rispose. A dire il vero, era la
sua gola che non riusciva ad emettere un suono di alcun
tipo.
“Hmf, ho capito,
sarà meglio che mi faccia avanti io!”
rantolò l’altra accomodandosi sulla superficie ricurva della sfera
di cristallo(Yamcha si stava ancora chiedendo come diavolo facesse a reggersi
in equilibrio). “Certo, però, che…accidenti…saranno
almeno cent’anni che non mi capita una coppia
di giovani così maleducati!”
“Che cos…?!”
esclamò il moro scandalizzato mentre la sua bocca si spalancava dalla
sorpresa; un conato che lo assalì non appena ebbe tolto le mani dal viso
gli impedì di finire la frase.
“…Portati bene, eh?” La vecchia si esibì
in un ghigno compiaciuto e tossicchiò per riportare l’attenzione
sul precedente discorso. “Chiaroveggente Obaba,
per servirvi!” E fece un goffo inchino, che in quanto a rispetto aveva
davvero ben poco.
I due ragazzi ricambiarono il piccolo
inchino imbarazzati(Yamcha lo fece senza togliersi la mano dal naso).
“Piacere di conosc…”
“Cinquanta zeny come
anticipo, poi vedremo quanto sarà il resto!” li interruppe secca Obaba con la sua voce stridula senza nemmeno dare loro il
tempo di terminare con le presentazioni.
Yamcha, dopo un attimo di confusione totale,
strabuzzò gli occhi e si precipitò in avanti. “CINQUANTA
ZENY?! È UN FURTO!!”
sbraitò furioso sferzando l’aria da ogni parte con il braccio
libero.
“Ooooooooooh, santo cielo, questi giovinastri d’oggi!!” brontolò
la veggente fissando il ragazzo con un cipiglio severo. “Ora vorrebbero
anche che fosse tutto gra…” Si interruppe bruscamente così come repentinamente
cambiò la sua espressione. “Eet…eeeet…”
“Hm?” mormorò il moro colto di
sorpresa. Cosa le stava succedendo?
“Eeeeet…”
“Oh, no…”
Quella scena era terribilmente familiare!
“EEEEEET…”
“NOOO!!” Yamcha si
riparò il viso con l’intero braccio.
“EEET-CHUM!!!” La
vecchia proruppe in un sonorissimo starnuto che fece svegliare di soprassalto i
pipistrelli che sonnecchiavano a testa in giù dalla trave, provocando un
fuggi fuggi generale che riversò le proprie
conseguenze addosso al povero, allibito Yamcha.
“AAAAH!!!”
strillò terrorizzato nel momento in cui si ritrovò faccia a
faccia con decine e decine di topi volanti impazziti. “LEVAMELI DI TORNO, VECCHIA!!! AAAAAARGH!!”
Obaba si asciugò il naso con
un fazzoletto lurido e si rimise a posto il cappello sbilenco senza nemmeno
degnare di uno sguardo la vittima prescelta dai suoi animaletti. “Ah,
è colpa di questo – sniff –
tempaccio…non si sa mai quando possa scoppiare
un attacco di reumatismi, con questo clima!”
“AAAARGH!! AIUTO, TOGLIETEMI DI DOSSO QUESTI AFFARI
PUZZOLENTI!!” Yamcha correva come un forsennato
da una parte all’altra dell’antro come se fosse diventato cieco; in
parte era vero, in effetti…un pipistrello aveva spiegato le ali proprio
davanti a suoi occhi, levandogli la vista. Ormai ogni angolo della tenda
portava la sua sagoma.
“Come?” chiese la vecchia con il tono di voce
più naturale del mondo portando finalmente lo sguardo sul malcapitato
giovane. “Ah, sì, scusa…sai com’è, i miei
animaletti sono un po’ suscettibili ai cambiamenti d’aria!”
Fece un gesto circolare con le braccia e automaticamente,
come se fossero stati collegati a dei fili, i pipistrelli si staccarono
immediatamente dalle membra ormai esanimi di Yamcha e, come degli obbedienti
servi, planarono dolcemente al loro posto, avviluppando il proprio corpo
all’interno delle loro estese ali scure e immergendosi nuovamente in un
sonno profondo, le orecchie ancora ben aguzzate all’ascolto.
“Sapete com’è…sempre meglio che i
clienti raccomandino solo gli episodi piacevoli
agli amici!” spiegò Obaba lisciandosi la
veste sulle ginocchia e aspirando una boccata di fumo dalla lunga pipa.
La bionda annuì convinta, sempre più colpita
dal portamento di quella misteriosa anziana signora.
Yamcha, invece, sentiva di odiarla sempre di più.
Era crollato a terra in ginocchio, un fiatone da far
invidia al campione dei cento metri di corsa e un paio di occhi
iniettati di sangue che parevano sul punto di esplodere da un momento
all’altro.
“Ma…le…detta…!!” rantolò furioso
con un fil di voce prima di stramazzare completamente
al suolo privo di forze.
“Allora, cara” disse Obaba
rivolgendosi all’affascinata ragazza che pendeva letteralmente dalle sue
labbra. “Cosa posso fare per voi?”
Con un gridolino eccitato,
l’altra si mise seduta sul pouf
dall’altra parte del basso tavolino su cui si era poggiata la veggente,
si portò fremendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise
al colmo della felicità. “Vogliamo sapere cosa ci riserba il
futuro!”
“Sono qui per questo, fanciulla!”
esclamò la vecchia estraendo dalla manica destra un voluminoso mazzo di
carte e passandosele da una mano all’altra con mosse molto abili.
“Yamcha, cosa stai facendo?!
Non metterti a dormire proprio adesso che sta per
cominciare!” lo rimproverò la ragazza fissando disgustata la
patetica figura che giaceva ancora immobile sul pavimento.
“Eh…tch…”
balbettò Yamcha con labbra tremanti, così come il resto del
corpo. La ragazza sbuffò, lo afferrò per la collottola e lo
issò di peso sul pouf accanto a lei.
“Oh, bentornato tra noi!” lo prese in giro Obaba sventolandogli le carte sotto il muso. “La
prossima volta, però, fammi il favore…scegli
un altro posto per schiacciare il tuo pisolino! Sai, non credo che il pavimento
sia molto pulito…”
“Chiudi il becco, strega!” sibilò il
moro in risposta lanciandole fiamme inceneritrici dagli occhi assatanati.
“La salute del cliente prima di tutto!”
sospirò l’altra con un’alzata di spalle e riprendendo a
mescolare il mazzo con noncuranza come se insulti del genere fossero
all’ordine del giorno.
Approfittando del momento di distrazione
dell’anziana signora, la bionda strattonò Yamcha per il colletto e
lo scrutò con occhi glaciali: “Che figure mi fai
fare!!”
Il ragazzo non ebbe il coraggio di ricambiare lo sguardo:
come minimo sarebbe morto congelato! Si limitò ad annuire forte con la
testa e a sghignazzare in segno di scuse.
Avrebbe fatto meglio a comportarsi bene se non avesse voluto che, una volta usciti da quel posto infernale,
l’ira della dea si riversasse su di lui in tutta la sua furia.
“Dunquedunque…”
tossicchiò la vecchia tirando su col naso. “Da chi vogliamo
cominciare?”
“Da lui, da lui!!”
gongolò la ragazza sferrando una potentissima pacca sulla schiena di
Yamcha, che venne scaraventato in avanti e sbattè
la mascella sul tavolino.
“Come vuoi tu, cara…” disse Obaba scrutandola esasperata. “Io non mi assumo le
responsabilità delle scelte dei clienti…”
“Ehi, cosa vorresti…?!”
proruppe Yamcha piccato, ma la maga aveva già cominciato a disporre le
carte sulla superficie del tavolino e sembrava già profondamente assorta
nella loro contemplazione.
Cominciò Obaba:
“Ora voglio sapere la tua…” Si fermò di colpo nel
momento esatto in cui notò che il ragazzo teneva ancora una mano sul
naso a causa della puzza che impregnava le tende.
“Che c’è, adesso?!
Perché ti sei fermata?!” protestò
lui alacremente, la voce ovattata dalla barriera che aveva eretto lui stesso.
“C’è qualcosa che non va,
nonnina?” chiese preoccupata la ragazza temendo che anche stavolta fosse
colpa di Yamcha.
La vecchia lo osservò per qualche altro secondo,
sorrise beffarda e mormorò: “Ti ci abituerai…”
Prese tra le dita raggrinzite la
lunga pipa e con essa colpì violentemente la mano che Yamcha usava per
difendersi dal fetore.
“AAAAAAAAAAAHI!!!!”
strillò il moro saltellando su un piede solo soffiando sulla mano
ferita, che si stava gonfiando ad una velocità impressionante.
“PERCHÉ L’HAI FATTO?!”
“Quando si prevede il futuro, è necessario
che la veggente goda della completa visione del
cliente!” sbottò Obaba agitando la pipa
sopra la sua testa. “Cosa vuoi che sia un
po’ di cattivo odore!”
“Ca…Cattivo odore?!” bofonchiò Yamcha cercando di ficcarsi
l’intera mano in bocca nel disperato tentativo di trovare un po’ di
sollievo al dolore. “Cattivo odore?!”
“Se proprio non riesci a
sopportarlo, trattieni il fiato…E ZITTO!” berciò la vecchia
rimettendosi seduta con una mossa brusca.
Yamcha,con l’ira che gli
ribolliva nelle vene e il viso rosso di imbarazzo, fu costretto suo malgrado ad
imitarla, continuando a massaggiarsi la mano colpita.
“Stavo dicendo…” riprese Obaba, il tono improvvisamente calmo, “Voglio sapere
il tuo luogo e data di nascita.”
“Devo proprio?” Yamcha fece una smorfia e la
scrutò con diffidenza.
“Insomma, diglielo e basta!” sbottò la
bionda, che ne aveva già abbastanza di quella
situazione.
“Uff…”
sospirò il moro incrociando le braccia al petto. “Se proprio non posso farne a meno…”
Recitò i suoi dati tutto d’un fiato, cercando
di conservare un po’ di ossigeno di riserva.
“Grazie. Visto che non ci voleva poi così tanto?” disse Obaba
sarcastica mentre, per effetto delle nuove coordinate, cambiava ancora una
volta la disposizione delle carte in tavola, dando a ciascuna di esse una
diversa angolazione.
Yamcha sentiva crescere la tensione dentro di lui; e se
gli avesse davvero predetto qualche strano presagio? Sembrava analizzare ogni
figura con grande maestria…
“Sei pronto?” gli chiese
la vecchia con tono solenne.
Il ragazzo deglutì. Avvertiva il sudore freddo che
gli colava lungo le tempie.
Obaba, dopo avergli lanciato
un’ultima occhiata indecifrabile, posò lentamente una mano su una
delle tante carte che aveva disposto sotto i suoi
occhi e la sollevò per mostrare la figura che nascondeva.
Yamcha era paonazzo, sia per l’ansia che per lo sforzo di trattenere quel poco, prezioso fiato
nei polmoni bisognosi di aria pulita.
E perché quella stupida vecchia non si decideva a
parlare?!
Le gettò un’occhiata: stava studiando l’immagine
estratta con grande interesse.
Ma che cosa aveva
di tanto speciale quella carta?! Quell’attesa
stava diventando veramente insopportabile!
Obaba lo guardò da sotto la
visiera del cappello. L’ombra che quest’ultima proiettava sulla sua
fronte, amalgamandosi alle tante rughe che percorrevano in lungo e in largo quella sostanziale porzione di viso, le
conferivano, se possibile, un’aria ancora più misteriosa.
“La torre” sentenziò poi con
espressione grave. “Sai cosa significa, vero?”
“Ehm…” mormorò Yamcha
sentendosi improvvisamente molto, molto stupido, “Veramente non me ne
intendo…”
“Quanta ignoranza nei giovani
d’oggi…” commentò Obaba
scuotendo la testa. “È…un cattivo presagio…qualcosa di
veramente strano sta per accadert…” Di
nuovo cambiò improvvisamente espressione. “Eet…ET-CHUM!!”
Yamcha la guardò male mentre
si soffiava rumorosamente il naso con il solito fazzoletto di stoffa.
“Ehi…non riesci proprio a concludere una
frase senza avvertire il bisogno di soffiarti il naso?!”
“Snort! Oh, scusate, ragazzi,
sembra che stia più male del previsto!” rispose
la vecchia ficcandosi in tasca la pezza in fretta e furia e riprendendo a
scrutare le carte.
Yamcha pensò, al contrario, che quello starnuto non
avesse fatto altro che mandare in mille pezzi l’atmosfera di suspance che la vecchia aveva faticato a costruire fino a
quel momento…Forse quello era l’unico motivo per
cui avrebbe dovuto ringraziarla!
“Hmm…Hollaholla…”
mormorò Obaba assorta passandosi una mano
sotto il mento. Le sue sopracciglia arcuate non presagivano nulla di buono.
“Hai per caso rivali, nemici, sicari che ti danno la caccia?”
Yamcha strabuzzò gli occhi. “Cos…?!” esalò con la gola improvvisamente
inceppata. “Non…non direi proprio!!”
Obaba sollevò il viso dal
tavolino. “Davvero?” Sembrava estremamente
sorpresa. “Eppure, se non mi sbaglio questa carta
non sta ad indicare altro che questo!”
“I-Io non ho sicari
che mi danno la caccia!” si difese indignato il ragazzo cercando di
ignorare il pizzicorino che gli pervadeva
fastidiosamente la nuca.
“Capisco…” Obaba
lo scrutò per qualche altro secondo, sospettosa.
“Forse sarà meglio avere un secondo consulto…”
Approfittando del momento di distrazione della vecchia, che si era chinata verso il pavimento alla
ricerca di qualcosa, Yamcha cominciò a guardarsi furtivamente intorno;
forse qualcuno…lo stava davvero spiando! In effetti
gli sembrava di avvertire qualche remota presenza nascosta, da qualche
parte…tra le ombre della mobilia…tra le pieghe della tenda…
‘Oh, smettila, Yamcha, sei solo
stato suggestionato da questa impostora!’ mormorò tra sé
cercando di farsi forza. Fece una risatina isterica e si riaccomodò alla
meglio sul pouf.
Con sorpresa dei due ragazzi, la veggente si calò
dalla sfera, suo inseparabile punto d’appoggio, e la issò sul
tavolo; sembrava accusasse di molto la fatica.
“Oooh, la mia povera
schiena!!” si lamentò poggiandosi le
manine raggrinzite sui reni.
“Oh, nonnina, mi scusi tanto se non l’abbiamo
aiutata!” si scusò sinceramente la bionda. “Non pensavamo
che fosse così pesante!” Raddrizzò frettolosamente la sfera
di cristallo sul foulard preventivamente spiegato sul tavolino,
sprimacciò il cuscino in cima alla pila che Obaba
aveva eretto a rimpiazzo della sfera e, come ultima cosa, scoccò
un’occhiata lancinante al povero ragazzo che tremava accanto a lei.
“MA INSOMMA!”
urlò furibonda mostrando i pugni. “Questa cara signora ti sta dando preziose informazioni per aiutarti ad affrontare
meglio il tuo futuro e tu la ringrazi in questo modo?!”
Yamcha avvertì di nuovo quella
strana sensazione alla nuca, che riuscì finalmente ad
identificare come terrore allo stato puro. “Ahahahh…hai
ragione…s-scusami, piccola!!”
“Ok…sniff…” riprese la vecchia passando velocemente
la manica della tunica sulla superficie impolverata della sfera.
“Riprendiamo da dove eravamo rimasti,
giovanotti…”
Yamcha osservò in uno stato di trance
la densa coltre di nebbia che occupava totalmente l’interno della sfera
trasparente. Forse non era nemmeno nebbia, quella…a tratti andava a
condensarsi come se fosse stata lo spettro di un qualcosa di solido,
baluginando di una pallida luce lattiginosa, altre volte sembrava come
sciogliersi e miracolosamente innalzarsi verso l’altro
sottoforma di gas, fluttuando pigramente in piccole nuvolette incolori.
Era sicuro che
quello non fosse altro che un elaborato effetto speciale, tuttavia dovette
ammettere che era piuttosto inquietante…Era
davvero realistico, chissà come era riuscita ad ottenerlo…
Deglutì nervosamente e, con l’adrenalina alle
stelle, attese il responso.
La vecchia, con gesto teatrale, distese le braccia al di sopra dell’oggetto incantato e aprì i
palmi delle mani, che cominciarono a disegnare cerchi immaginari
nell’aria sovrastante.
“Hollaholla, appari nella bolla…Hollaholla, appari nella bolla!!”
Era talmente presa nell’atto di recitare quella
strana filastrocca senza senso che Yamcha credettefosse posseduta da qualche spirito dell’aldilà.
“Hollaholla, appari nella bolla!!Hollaholla,
appari nella bolla! Hollaholla,
appari nel…OAAAAAAAAAAH!!!!!!” Obaba strabuzzò le grandi pupille giallastre e si
buttò rapidamente all’indietro con il busto come se qualcosa fosse
appena uscito fuori dalla sfera e l’avesse spaventata a morte, le mani
protese in avanti in preda a un tremore violento e inarrestabile.
Yamcha e la ragazza trasalirono.
“Co…cos’è successo?!”
“Io…Oh, santo
cielo…” rantolò scandalizzata la veggente barcollando
pericolosamente sulla pila di cuscini, troppo sconvolta per guardare ancora
fissa davanti a sè; cacciò fuori dalla
veste il fazzoletto e se lo passò sulla fronte madida di sudore.
“Santo cielo, santo cielo…”
“C-Che cosa succede, vecchia?!”
chiese Yamcha, che era scattato subito in piedi come se qualcosa gli avesse
pizzicato il fondoschiena, con voce incredibilmente instabile e gli occhi
iniettati di sangue. “Che c-cosa ti è preso?!”
“I-Io…UAARGH!” Obaba
cadde all’indietro e atterrò pesantemente con la schiena sul
pavimento, spargendo cuscini da tutte le parti; non sembrò accusare il
colpo, poiché si rialzò immediatamente in piedi come se nulla
fosse e attaccò il viso alla sfera di cristallo, scrutandone
l’interno ad occhi sbarrati. “Ragazzo…i-io…ma tu…Hollaholla…”
Yamcha era sul punto di scoppiare: ormai le sue membra
erano pervase dal terrore e dall’agitazione più totale; prima
quelle stupide predizioni che in un modo o nell’altro si ricollegavano
inscindibilmente al presagio di essere nato sotto la stella della cattiva
sorte, ora quel continuo gracchiare della vecchia che sembrava talmente
scandalizzata da non riuscire più nemmeno ad articolare una frase di senso
compiuto…
Non ce la faceva più a sopportare quella situazione!!
Doveva sapere
cosa aveva visto nella sfera!!
In preda ad un attacco isterico, afferrò la
veggente per la tunica e cominciò a scuoterla da una parte
all’altra senza ritegno.
“VECCHIA!!” le gridò
con gli occhi fuori dalle orbite e le gambe di gelatina. “CHE COSA HAI
VISTO NELLA SFERA?!”
“YAMCHA, LASCIA STARE LA NONNINA!!”
La bionda saltò addosso al ragazzo e cominciò a picchiarlo sulla
schiena con una scarica di pugni.
“Oh, ragazzo…” bofonchiò Obaba con le palpebre socchiuse. Gli sferrò un colpo
di pipa sulla mano(che mollò la presa all’istante)e lo
guardò fisso negli occhi.
“Ragazzo…n-non vorrei dirtelo, ma nella sfera
h-ho visto…” mormorò lentamente con voce funerea, scandendo
accuratamente le parole, mentre osservava di sottecchi il moro che pendeva
dalle sue labbra. “…Ho visto la
morte!!”
wwwwwwwwwwwwww
Il pizzicorino alla nuca si era
improvvisamente dissolto.
In compenso, Yamcha avvertì chiaramente come se una
morsa di cemento gli avesse bloccato la bocca dello stomaco e un enorme blocco
di cemento gli si fosse conficcato in gola e gli avesse
mozzato il respiro. E stavolta non era per
effetto del cattivo odore dell’ambiente.
Aveva…aveva capito
bene?
Aveva proprio detto…morte?!
La testa gli galleggiava come se stesse sognando qualcosa
di particolarmente complesso; senza pensarci, in un gesto automatico
gettò un’occhiata alle mani che aveva poggiato sul pavimento per
sorreggersi una volta caduto in ginocchio: erano
sbiancate.
Palmi fantasmagorici di spettro, li avrebbe definiti la
veggente in quel momento. Del resto, di questi ce n’erano
già tanti nascosti tra quelle pieghe violacee…uno in più
non avrebbe fatto molta differenza.
“M-Ma…”
boccheggiò Yamcha senza fiato. “…c-com’è
possibile?!”
“È raro che la mia sfera sbagli,
ragazzo” disse Obaba, che si era completamente
ripresa dallo shock precedente e ora stava riimpilando
i cuscini. “Sembra proprio che il tuo destino porti ad una sola
strada!”
“M-Ma non può
essere!” esclamò Yamcha issandosi in piedi facendo una fatica
dannata per sorreggersi sulle caviglie molli. “Le ho già detto che non ho nemici mortali!”
“Hmm…” Obaba tornò a studiare la sostanza all’interno
della sfera. “Io non so cosa…ET-CHUM!!”
“TI PARE IL MOMENTO DI STARNUTIRE IN UN MOMENTO COME
QUESTO?!” ululò Yamcha fuori di
sé; aveva una voglia irrefrenabile di mettere in moto le gambe e correre
via senza mai fermarsi, ma per fortuna quel poco di autocontrollo che gli era
rimasto in corpo teneva ancora duro. “DANNAZIONE, FAI QUALCOSA!!”
“Ci sto –sniff-
provando, giovanotto!!” replicò la
veggente indignata. “Quanto scalpitano queste
giovani vittime della cattiva sorte!”
“Sì, come no…” mormorò
nervosamente il moro rimettendosi seduto(nonostante fosse scosso da tic
improvvisi)e incrociando le braccia al petto. La sua attenzione fu catturata da
una piccola macchia giallastra che impiastricciava un angolo della tovaglia.
“Ehi, un momento…”
“Hm?” fece la vecchia distogliendo per un
attimo lo sguardo dalla sua previsione.
“…Non potrebbe essere che questo raffreddore ti impedisca di formulare previsioni corrette?” chiese
Yamcha con gli occhi che gli brillavano; un barlume di speranza si era appena
riacceso nel suo petto, diffondendosi come un piacevole e fluido teporino in tutte le membra e sedando il suo spirito iper agitato.
“Oh…” La veggente sembrò essere
stata improvvisamente illuminata da un’affermazione folgorante e rimase a
pensarci su. “Sai, in effetti forse potresti
avere ragione…Ricordo che circa cinquant’anni
fa avevo avuto un brutto raffreddore come questo…Pensa, ero talmente
malata che la sfera mi predisse l’imminente morte del cliente che mi
sedeva davanti ,e invece in seguito si è scoperto che si trattava solo
di una banale ulcera!”
“Oh…” sospirò il ragazzo
sentendosi immediatamente sollevato. “Quindi non
morì nessuno!”
“Non proprio” rispose la vecchia rigirandosi
la pipa nelle mani. “Il talismano a forma di toro che gli avevo venduto per difendersi dalla malasorte gli cadde sulla
testa!”
Scoppiò in una grossa risata cavernosa, mentre Yamcha
fu scosso da una serie di scariche elettriche lungo la spina dorsale.
“Aspetta!!”
esclamò di colpo Obaba: era stata distratta da
un grumo di nebbia nella sfera di cristallo che attorcigliandosi su se stesso
aveva assunto una nuova forma. “Aspetta un momento…Hollaholla…”
“Hm?”
“Hollaholla…” La vecchia analizzò il gas
con molta attenzione, come se cercasse di penetrarlo con gli occhi.
“Tu…tu…” cominciò con voce spettrale.
“Tu…ti salverai!”
La sfera si illuminò di un
dolce e caldo bagliore. Effetto dei buoni auspici…?
“Cosa?!”
esclamò Yamcha catapultandosi su di essa. “D-Dici davvero?!”
“Sì…sniff!”
confermò la maga. “Non credo di sbagliarmi…la morte ti
sfiorerà pericolosamente, ma tu riuscirai ad evitarla sfoderando il tuo
impassibile coraggio!!”
La velocità con cui il terrore si
impossessa della tua fragile anima è inversamente proporzionale
alla rapidità con cui i suoi effetti vengono neutralizzati da una
sostanziosa dose di orgoglio.
“Ah…” fece il moro incrociando le
braccia al petto: un paio di secondi e tutta la spavalderia che aveva
momentaneamente accantonato in un angolo era stata incredibilmente
ripristinata. “Ma davvero?!”
Yamcha si voltò verso la bionda con un movimento
sinuoso, socchiuse seducentemente le palpebre e sorrise con fare accattivante
al suo indirizzo. “Eh…” Con una mano si ravviò i
capelli all’indietro accompagnandoli con un secco movimento del capo.
“Hai visto, piccola? Non c’è nulla che possa scalfire questo fisicaccio d’acciaio!!” E si battè con un
pugno sul torace.
“Come sono contenta, Yamcha!” cinguettò
la ragazza fissandolo in estasi. Sembrava aver riacquistato di colpo il
rispetto verso di lui; come aveva potuto pensare che non fosse altro che
un misero codardo?!
“Ah, lo dicevo io…” disse l’altro
con tono da uomo di mondo mentre annuiva con
convinzione. “Mai andarsi a fidare dei veggenti…sono solo dei
vecchi ciarlatani con tanta voglia di spaventare i poveracci che incappano
nella loro strada! Praticamente mi è stata
predetta una morte che non mi colpirà mai!! Ah ah ahah!!” Si
portò le mani sui fianchi, buttò la testa all’indietro e
scoppiò in una grossa risata sguainata.
“AH AHAHAH!!”
“Ne sei
proprio sicuro, Yamcha?!”
“Ah ah…ah…”
La sua risata esitò.
Ma che…?
Cosa…?
Cos’era quella strana voce?
Yamcha era certo di non averne mai sentita una più
carica di ira e ardente desiderio di vendetta.
Tutte le peggiori punizioni dei cieli erano perfettamente
implicite in quelle poche parole ringhiate tra i denti.
Scrutòe aguzzò le orecchie.
Ma che diavolo…?!
C-Come mai all’improvviso era
sceso quel silenzio di tomba?! E perchéObaba e la ragazza avevano puntato i loro occhi strabuzzati verso di lui?!
Sembravano così intimorite…
C’entravano forse qualcosa i suoi capelli
spettinati?
No, non poteva essere…
Ma soprattutto…perché
diavolo la sua schiena e le sue spalle stavano tremando in quel modo e le
sue ghiandole stavano producendo litri e litri di sudore freddo che gli colava lento lungo le tempie?!
Non c’era un motivo valido per giustificare una
reazione del genere!
Sembrava quasi che il suo cervello si rifiutasse di
compiere qualsiasi azione vagamente riconducibile al comportamento umano.
Ma che cavolo stava succedendo?!
Ehi, aspetta un momento…
Quella voce…
Quella voce così stranamente familiare…
…non aveva pronunciato il suo nome?!
Sì, era quasi certo di non essersi sbagliato…
Ah…
“Oh, Kami…”
Una vaga immagine gli aveva appena attraversato la mente
come un lampo e l’aveva di colpo illuminato.
“Oh, Kami…”
Avrebbe voluto fuggire, ma le sue gambe si erano istantaneamente paralizzate, bloccandolo sul posto.
Dannazione, non poteva scappare!
“Oh…Kami…Sama…”
Lentamente, molto lentamente, cercando di ignorare il
feroce crampo allo stomaco e i muscoli delle braccia improvvisamente
irrigiditisi, voltò la testa all’indietro; avvertì le
pupille restringersi fino all’impossibile e le labbra si stirarono in un
sorriso da ebete…
“Ehm…ehe…”
L’ultima cosa che i suoi occhi incrociarono prima di
diventare completamente ciechi furono un paio di iridi
cerulee, quelle iridi cerulee…
L’impetuosità di quel violento mare in
tempesta lo travolse come in un naufragio in zattera, facendolo indietreggiare
velocemente e di numerosi passi. Quegli occhi dardeggiavano…erano
talmente impregnati di odio che un solo sguardo
avrebbe potuto incenerire qualsiasi cosa in un istante.
Sì, ormai ne era
certo…l’ira delle dee era veramente impossibile da placare con le poche, inutili armi che si avevano a
disposizione.
I capelli gli si rizzarono sulla nuca; quelli della
statuaria ragazza di fronte a lui ondeggiavano e guizzavano nell’aria
come lingue di fuoco.
“Yaaaaaaamcha!!!!”
sibilò quella, gli occhi di ghiaccio iniettati di sangue e i pugni
talmente stretti da sembrare sul punto di esplodere per l’eccessiva compressione.
“Eh…” boccheggiò Yamcha tremando
da capo a piedi, incapace di distogliere lo sguardo da quella visione da far
accapponare la pelle ad uno scheletro; il suo sorriso cominciava
pericolosamente a vacillare.
“YAAAAAAAMCHA!!!!”
Con una preghiera silenziosa, la povera vittima
interpellata raccolse tutte le sue ultime energie per mantenere vivo quel
frammento di sorriso che non era ancora svanito, prese un bel respiro e…
“B…BULMA!! M-MA CHE PIACEEERE VEDERTI!!”
ululò infine il ragazzo, in preda ad un feroce attacco di isteria,
cominciando a sudare copiosamente. “C-Che cosa ci fai
qui?”
Ce l’aveva messa veramente
tutta per trovare il tono più naturale del mondo…Peccato che non
ottenne altro che una specie di pigolio balbettante, rantolante e zeppo di paura.
Bulma sollevò lentamente una mano, fino a portarla
all’altezza del viso; mosse rapidamente un dito dopo l’altro,
facendoli scrocchiare. Il suono che emisero le sue falangi era più amplificato del
normale.
“Oh no, Yamcha…” sibilò la
ragazza con tono spettrale, socchiudendo le palpebre e sfoderando quel sadico
ghigno che solo le ragazze accecate dalla rabbia riescono ad
sfoderare... “Io non sono
Bulma…”
“C-Che cosa?!”
gracchiò Yamcha ancora più intimorito; aveva come la strana
sensazione che qualche grossa tenaglia invisibile stesse per staccargli le
budella a suon di morsi. “E…”
Deglutì. “…E chi saresti,
allora?”
Bulma sogghignò perfida, l’aura rubina che la circondava si espanse ancora di più.
“…Sono la morte!”
“Come pensavo…
mormoròObaba tirando una boccata dalla
pipa. Si accomodò sulla sua sfera di cristallo prediletta, tirando un
gran sospiro di soddisfazione e pregustando già la meravigliosa scena a
cui avrebbe assistito di lì a poco.
“…Le mie previsioni non sbagliano mai!”
wwwwwwwwwwwwwwww
CONTINUA…
wwwwwwwwwwww
Ehm… *Ale schiva
pomodoro* Salve… *Ale schiva altro pomodoro* …Ehm…per
caso…vi ricordate ancora di me??? ^_____^ E
del…ehm… *Ale schiva scatola di pelati* …MOSTRUOSISSIMO
RITARDO che ho impiegato per pubblicare il quattordicesimo capitolo??
Accidenti, quasi non me ne
rendo conto…sono passati la bellezza di SETTE MESI dal mio ultimo
aggiornamento!! O___O Credo di aver stabilito un nuovo
record di svogliatezza mentale…
Mi vergogno, veramente…!! ^^; Mi scuso tantissimo per avervi fatto penare così tanto prima di potervi FINALMENTE *coughcough di lettori*
presentare questa nuova pagnottella fresca fresca!!
^_^ Ma allo stesso tempo…sono stata felicissima di constatare che
nonostante tutto questo lunghissimo periodo di assenza
avete continuato a seguire la ficcy(ovviamente mi
riferisco alle nuove entry, che sono state tantissime in questi ultimi
mesi!)^///^!Grazie veramente di cuore per esservi fermati a dare
un’occhiata e per aver commentato…questa è stata la prima
volta che una mia storia raggiunge(e supera!! *__*)il traguardo delle 100
recensioni…quando l’ho visto non ci volevo credere!! Mi è sembrato tutto così incredibile…!! Un baciottone enorme a tutti
voi, tesori!! E in particolare ai magici commentatori
del capitolo 13!! ^______^ E voilà la lista
completa!!
Mrs Brown, iaia, Faith15(Fede!! Quanto sono stata contenta di
trovare una tua recensione!!), Kay,
louis89, Chase, migena,
Carol, Moonlight Rage(ebbene sì, Ila…TU sei la
responsabile della NUMERO 100!! *___*), Gil,
bambi88(*___* Co…collega!!Tesora!!!! Compagna di tante chiacchierate!! ^______^ Il tuo sostegno mi è stato così tanto d’aiuto…*commoss*
Un baciotto fortissimo, e KAKASHI ti aspetta
all’altare!!!!), Tata(^///^
Ehm, come si dice…meglio tardi che mai, no?? ^^), Kiby912, Lyla,
Ghai, LeftEye(lova!!!!
*_____*), PikkolaRin(dolcissima!! ^^ Hai visto?? Alla fine ce l’ho fatta!!), Son Giuggy90(*trem labbra* Sigh…gemellina…ce
l’ho fatta…ce l’ho fatta!! *__* Purtroppo i nostri due amorucci non ci sono stavolta…ma
vedrai quando partiremo con uno dei nostri progettucci
di cui abbiamo parlato!! *sfreghino manine*) white_tifa, CamyllaSsj5,
s&a, Liz, alia(^_^
ti ringrazio molto per i complimenti, ma per favore…la prossima volta
basta solo una recensione!! ^^ Come hai
letto il mio computer si era rotto, per cui in casi come questo
c’è bisogno solo di un po’ di pazienza!! ^__-), Nihal, saretta, Prince
Vegeta for president, @ngel,
Monica,ELYAN SSJ
Grazie veramente di cuore, siete tutti fantastici!! ^______^ *commosscommoss*
E ora a voi il parere, ragazzi!!
E’ stato un ritorno alle scene accettabile oppure…era meglio
aspettare un altro po’?? ^///^ *Ale schiva
sacchetto di patate*
Mi raccomando…fatemi sapere, per me è molto
importante!! ^_______^
wwwwwwwwwwwwwwwwwww
Ultime cosette che DEVONO essere dette: la mia gratitudine
più grande va alle mie due adoratissime: la
mia dolcissima sisterKiki87 e la mitica Roby, alias bambi88(a proposito…il
merito del titolo del capitolo è tutto suo!!
*____*)! Cosa posso dire…siete sempre così simpaticissime e
dolcissime!! Cosa avrei fatto senza il vostro sostegno?? *____* Grazie veramente tantissimo!!
Vi voglio tanto tanto bene
e…questo capitolo è dedicato a voi!! ^___^
wwwwwwwwwwwwwww
Bacio bacio a tutti e…spero che
nel prossimo capitolo soddisferò tutte le esigenze dei fan della coppia BULMA/VEGETA!!!!
*__*
Capitolo 15 *** Capitolo 15: Ultimi particolari ***
Wecome To PageBreeze
.:
AFTER SCHOOL-LEAVING EXAM :.
wwwwwwwww
CAPITOLO 15: Ultimi particolari
wwwwwwwwwww
“Sarà
difficile far passare questa roba alla dogana, dice...”
Chichi
prese in mano alcune bottiglie di rum casarecce, le impacchettò in un pezzo di
giornale alla rinfusa e le cacciò con forza all’interno del suo borsone. I vetri
si urtarono l’uno con l’altro, provocando un fracasso che avrebbe fatto
preoccupare chiunque per l'incolumità dei nettari in essi contenuti…ma nel caso
di Chichi una cosa del genere era impossibile da
affermare.
No,
decisamente no.
La
ragazza aveva ben altri pensieri nella mente, figuriamoci se era il momento di
preoccuparsi di quelle due stupide bottiglie di liquore!
“Stai
attenta ai laser del check-in, Chichi” ringhiò la moretta tra sé tirando appena
su col naso. “…non sfugge niente a quelle onde
radioattive!”
Tsk,
radioattive…come se Bulma fosse improvvisamente diventata un’esperta di
fisica.
Afferrò
un paio di felpe variopinte e infilò anch’esse nel borsone, senza badare al modo
in cui le aveva piegate. Dopodichè portò le mani all’estremità della cerniera,
annaspando fino a quando non trovò la linguetta che cercava. Fece per tirarla,
ma si era inceppata in uno dei lembi di stoffa.
“Perché,
perché?!” sibilò furiosa Chichi cercando
di liberare la zip strattonando la linguetta in ogni direzione con una rabbia
pazzesca…cosa che non ebbe alcun effetto che quello di far accrescere il
guasto…e il suo malessere.
“Maledetta…chiuditi!”
sbottò la ragazza, rossa in faccia, afferrando l’altro capo della borsa e
tirando fino allo spasimo; probabilmente la borsa si sarebbe rotta, se in quel
momento non fosse sopraggiunta Bulma alle sue
spalle.
“Ti
consiglio di sbattere un po’ di più quelle bottiglie l’una contro l’altra,
Chichi” mormorò ironica prendendo in mano la linguetta di metallo e liberando la
cerniera con un tocco delicato. “Si romperebbero prima e tu non saresti così
nervosa.”
“Hm?”
Chichi tirò su la testa di scatto, la fronte madida di sudore. I suoi occhi
lampeggiavano.
E
Bulma si pentì all’istante di aver toccato quel tasto
dolente.
“Ne…nervosa?!
Nervosa?!” ringhiò la moretta tra i
denti. “Io…IO NON SONO NERVOSA!”
E
accidenti a quegli inermi pezzi di vetro! Non avevano la minima intenzione di
stare fermi al loro posto. Come se fosse dipeso da lei…Perché diavolo suo padre
non aveva ordinato per posta qualche liquore tipico della zona?! Non sapeva
quanto fosse alto il rischio di essere fermata da qualche guardia aeroportuale?!
Per quanto ne sapeva, avrebbero anche potuto accusarla di contrabbando…E tutto
per esaudire la sua sciocca richiesta!
Che
seccatura.
“Bè,
ora che mi ci fai pensare…” continuò l’altra portandosi un dito sotto il mento e
osservandola attentamente, come se la stesse studiando. “…forse hai preso solo
un po’ troppo di calore sulla testa, tutto qui.”
Ormai
il danno era fatto…tanto valeva continuare ad insistere su quella lunghezza
d’onda. Aveva letto da qualche parte che l’attacco pressante spesso aiuta
l’altra persona a depurarsi dagli spettri negativi infiltratisi nel
corpo…
“PIANTALA!”
Chichi si sporse in avanti, afferrò con forza un cuscino e lo scagliò verso
l’amica con una ferocia inaudita.
“Ahia!”
Bulma incassò il colpo in piena faccia e venne scaraventata all’indietro di
diversi passi.
Forse
avrebbe dovuto scrivere qualche lettera di lamentela all’autore di quel libro…
“Ehi,
che cosa state facendo?” C18 uscì dal bagno, avvolta in uno striminzito
asciugamano di spugna, e raggiunse le due compagne di stanza. “Ho sentito degli
urli…che cosa vi è preso?!”
“Niente
di cui preoccuparsi…” sospirò Bulma lanciando un’occhiata preoccupata a Chichi,
che nel frattempo, con un violento colpo di reni, le aveva di nuovo dato le
spalle e aveva ripreso a trafficare con la sua borsa.
“Hm?”
C18 si sporse verso la moretta, scrutandola curiosa. “Chichi,
cosa…?”
Bulma
la azzittì all’istante con un cenno del capo, intimandole di lasciarla in pace
con un semplice sguardo. La bionda, dopo aver scrutato un’ultima volta la nuca
dell’amica, annuì complice e intrecciò le braccia al
petto.
“Vorrà
dire che sarà lei a parlarci di cosa la tormenta tanto” bisbigliò all’amica
accanto a lei sistemandosi l’asciugamano all’altezza dell’incavatura del
seno.
“Ma
no, vedrai che tra un po’ le passa!” rispose Bulma con un gran sorriso. “È
sempre così, prima o poi sarà di nuovo allegra e sorridente!”
“Hm…”
C18 scosse il capo, non molto convinta delle sue parole. “Vedremo. A proposito…”
La ragazza riprese il suo normale tono di voce e posò gli occhi ammalianti su
Bulma.
“Sì?”
Bulma voltò il capo verso di lei interrompendo il suo meticoloso smantellamento
di una pellicina sul suo dito indice.
Quell’espressione
non l’aveva mai rassicurata molto…odiava avvertire la sua pelle disseminata da
mirini di sguardi indagatori, e quello dell’amica contava per cento.
In
qualche modo poteva intuire il perché del suo viso
sospetto…
“…Si
può sapere dove sei stata ieri sera?!”
Spallucce.
Bulma aspettava quella domanda fin dalla sera prima, rientrando al loro bungalow
quando era ormai notte fonda.
“…”
“Credi
che non ti abbia sentito, ieri sera, quando sei tornata a casa?” continuò la
biondina aggrottando le sopracciglia. Una tempia cominciò a
pulsare.
“Ehm…”
L’altra ragazza ghignò appena, strofinò le mani l’una contro l’altra - le
sentiva ancora prudere discretamente, e distolse lo sguardo spostandolo in
un’altra direzione.
Una
scintilla di malizia fugace e quasi intercettabile; C18 la captò con facilità in
quel tocco di iniquità che guizzò come un lampo nelle iridi
dell’amica.
“I-Io…”
bofonchiò Bulma impacciata, incapace di spiccicare parola; deglutì e lasciò
scorrere qualche secondo di attesa. “…Ero semplicemente uscita a fare una
passegg…!”
“Non
cercare di fregarmi mettendo in piedi la solita storia della nostalgia per il
tuo laboratorio!!” la ammonì severamente C18 puntandole un dito - che agli occhi
di Bulma non era mai sembrato tanto simile ad una scimitarra - al petto.
“Sappiamo benissimo che in vacanza non avresti nemmeno il coraggio di prendere in
mano una chiave inglese!”
“Gulp…”
L’amica dai capelli turchini inghiottì l’aria per la seconda volta e scrutò
preoccupata il viso corrucciato dell’altra, per quanto glielo permettesse
l’inclinazione della sua testa: al gesto secco di C18 aveva avuto l’impulso
irresistibile di gettarla all’indietro. “I-Infatti io…non intendevo di certo
rifilarti una balla!”
“E
allora parla!” Il ghiaccio che trasudava dalle
pupille della bionda neutralizzò all’istante il vapore di quelli
dell’altra.
“Bè…”
Bulma abbassò il capo e gonfiò le guance, indignata. “A dire la
verità…”
“Hm…”
“A
dire la verità…”
“Ebbene?”
“Io…ah…”
“…”
“…Eh…huhuhu…!!”
“Ma
cos…?”
Le
gote della ragazza tornarono gradualmente alle loro dimensioni originarie,
mentre l’aria che contenevano confluiva via dalle labbra socchiuse sottoforma di
risatine isteriche.
C18
squadrò l’amica dalla testa ai piedi ad occhi sgranati. L’atmosfera di tensione
che era riuscita ad instaurare era completamente svanita… “Oh, Kami…E adesso che
ti prende?!”
“Huhuhuhu!!!”
Le sghignazzate nevrotiche si erano fatte quasi incontrollabili; Bulma pressò
una delle mani davanti alla bocca, cercando disperatamente di sopprimerle,
mentre con l’altra circondò la sua pancia.
La
bionda continuò ad osservarla sconvolta, sporgendo il capo in avanti e
portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio una volta scostatala dagli
occhi. Perfino Chichi smise per un secondo di stropicciare i suoi vestiti puliti
nella borsa e si voltò ad assistere alla scena, lievemente turbata dal
comportamento dell’amica.
‘Oh
bè…in fondo è come al solito…’ Fece spallucce e tornò a concentrarsi
meticolosamente sul suo lavoro. Le bottiglie tintinnarono ancora una volta l’una
contro l’altra.
“AH AH
AH AH!!!” Le risate si erano tramutate in veri e propri ragli, mentre dagli
angoli degli occhi della ragazza cominciarono ad affacciarsi due lacrimucce
scintillanti.
“MA
INSOMMA!!” C18 afferrò Bulma per le spalle e la scrollò da una parte all’altra
con veemenza. “CONTROLLATI!”
“Eh
eh…eh…” La ragazza dai capelli turchini riprese quel poco fiato che riuscì a
raccogliere in quel momento e si asciugò le lacrime con una mano tremante. “Eh
eh…”
C18 la
incendiò con uno sguardo; era incredibile come riuscisse a permutare le fattezze
spirituali delle sue iridi a così pochi secondi di distanza l’una dall’altra…
Se un
minuto prima potevano esprimere dolcezza, un minuto dopo potevano esprimere
perfino ira funesta.
“Si
può sapere cosa ti è preso?!” sbottò furiosa, irritata dal comportamento
dell’amica. “Accidenti, ti sei messa a ridere come un ossesso senza motivo! Ma
cos’hai in quella testaccia?!”
“Hun…”
Bulma le scoccò uno sguardo sfavillante carico di arguzia. “Chi ha detto che
abbia riso senza motivo?”
“Eh?”
La bionda aggrottò le sopracciglia, perplessa.
“Eh
eh…” L’altra giovane si portò una ciocca di capelli dietro la nuca con un gesto
teatrale e fece scrocchiare le nocche delle mani. “Diciamo che…ieri sera…ho
voluto togliermi un piccolo sfizio!”
“Un
piccolo…?” C18 mormorò quelle parole quasi fosse caduta in uno stato di
momentanea confusione. “Che cosa vorresti…?”
Nonostante
la sua espressione cianotica, non ottenne alcuna risposta in cambio: con una
risatina di pura perfidia e un’ultima occhiata furbesca, Bulma la congedò con un
distratto gesto della mano chiudendosi in bagno.
“Un piccolo
sfizio…” ripetè tra sé e sé la bionda appoggiando la schiena alla parete.
“Cosa avrà voluto…?!”
Una
fugace immagine piombata di botto al centro del suo ragionamento, tra l’altro di
natura assolutamente sconosciuta e fonte di porpore alle gote, sfrecciò
impertinente tra i suoi neuroni colpendola come un pugno in pieno stomaco.
Deglutì
mentre cominciò a sentire il sudore freddo che le colava lungo le tempie, il
viso sempre più paonazzo.
“Oh, Kami…”
bofonchiò scandalizzata avvertendo chiaramente il tremore alle gambe che la
stava pervadendo. “N-Non avrà voluto mica dire
che…”
Si
staccò dal muro come una furia, si acquattò addosso alla porta del bagno e
cominciò a tempestarla di pugni. “BULMA!! APRI QUESTA PORTA,
BULMA!!”
“C18!
Che cosa ti prende?!” esclamò preoccupata Chichi voltandosi di scatto verso di
lei. “Che cosa succede?!”
“BULMA!!”
La biondina esplose come una furia mentre la diretta interessata faceva capolino
da dietro uno spiraglio d’aria aperto appena. Non potè nemmeno provare a fare
qualche osservazione sul suo stato di nervi, perché la sua aggressione le tolse
qualunque spazio disponibile.
“Bulma…s-sei stata con
Yamcha ieri sera, vero?!” sibilò C18 diventando ancor più rossa in viso e
puntandole nuovamente contro il dito
inquisitore.
Ma
stavolta Bulma non si scompose.
“Hm?”
Osservò l’amica con un cipiglio atipico, le afferrò il polso sollevato a
mezz’aria e lo ricondusse verso il basso. “Come hai fatto a
capirlo?”
Le
complesse diramazioni del sistema nervoso di C18 riassemblarono in un frangente
di secondo tutti i pezzi del puzzle.
Più
contatti forniscono più potenza, è una legge universale…
“S…SCIOCCA!!”
ringhiò la biondina agitando le braccia in ogni direzione; il nodo del suo
asciugamano cominciava a perdere la sua stabilità. “CHE COSA TI È SALTATO IN
MENTE DI…”
“…Avresti
dovuto vedere com’era carino con quell’occhio nero che gli ho fatto!” rise Bulma
con un ghigno sadico.
“…”
La
biondina avvertì chiaramente la propria mascella discendere lentamente verso il
basso; le sue pupille si restrinsero, la pancia si rilassò, il calore confluì
via dai suoi avambracci per addensarsi ancor di più attorno ai suoi
zigomi.
Aveva
la vaga impressione di aver appena perso una buona percentuale della sua
reputazione da donna controllata, dura e razionale.
Razionale…
Bulma
le lanciò un’occhiata divertita e le toccò la fronte con un dito.
“Sì…proprio
sciocca!”
Abbassò
lo sguardo sulla maniglia e richiuse la porta del locale, celando il proprio
viso alla vista delle altre.
“…”
Chichi
si voltò verso C18, ancora immobile e ferma di fronte al legno parzialmente
marcio. L’asciugamano che le cingeva le forme toniche era calato ancor più giù
di quanto già non fosse.
“…Forse
hai portato a termine delle conclusioni un po’ troppo affrettate,
C18…”
L’interpellata
spostò lo sguardo umiliato sulla moretta e la osservò con fare
accondiscendente.
“…Forse
hai ragione tu.”
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“Ehi,
tappo, passami un’altra birra…”
“Ehi…non
credi di averne già bevute abbastanza?!” Crilin staccò dall’involucro della
confezione ciò che gli era stato richiesto, ma esitò a consegnarla al
destinatario.
Il
ragazzo gli lanciò un’occhiata fulminante carica di odio, che fece
istantaneamente riformulare pensiero e sentenza al povero pelato.
“Uff…che
però sia l’ultima!” sospirò quest’ultimo lanciando l’oggetto dalle sue mani a
quelle enormi dell’altro.
“Grrr…taci!
Io bevo quanto mi pare…capito, mammina?” ringhiò l’altro sarcastico
strappando via la linguetta di alluminio e attaccando a tracannare avidamente il
nettare dorato senza lasciarne cadere nemmeno una
goccia.
Vegeta,
interrompendo il suo ciclo di flessioni – rigorosamente il solo dito indice come
base d’appoggio - , lo scrutò con la coda dell’occhio, disgustato. “Tsk…e tu
saresti un Saiyan? Mi fai pena…”
“Lasciatemi
in pace!” sibilò l’interessato scaraventando via la lattina vuota, che andò ad
alimentare la piccola collezione ammucchiata accanto ad una delle loro
tende.
Anche
Nappa, dopo aver passato un asciugamano fresco di lavaggio a Vegeta, prese a
fissare l’amico con sguardo attonito: non riusciva proprio a capire il motivo
per cui si stesse struggendo in quel modo.
“Andiamo,
amico…” Il ragazzo gli si avvicinò con fare circospetto, si inginocchiò di
fianco a lui e gli sferrò una fraterna pacca sulla schiena, facendogli andare di
traverso l’ultimo sorso di birra che teneva ancora in
bocca.
No…non
ne vedeva il motivo, non lo concepiva. Eppure…tirava addirittura su con il
naso!
Ma
perché tormentarsi così…! In fondo non era altro che…
“…una
ragazza, Radish!” esclamò Nappa
fissandolo con astio. “Una semplice ragazza! Da quand’è che sei diventato così
smidollato?!”
“Tsk..”
Radish fece schioccare le labbra e cominciò a stuzzicarsi un dente con l’unghia
dell’indice sinistro.
“Piantala
di fare lo scemo!” sbraitò l’altro mollandogli un ceffone sulla nuca.
“Oltretutto…” Si voltò appena per controllare che il loro capo non li stesse
osservando. “…che figura ci fai di fronte a Vegeta?!”
“Cosa
vuoi che me ne importi?!” ribattè secco il capellone spingendo via Nappa con una
mano e ruttandogli in faccia.
Non
era certo ciò che l’amico si aspettava come premio di
riconoscenza…
“Ehi,
cretino!” Nappa si lanciò come una furia sul possente ragazzo, lo afferrò per la
collottola con entrambe le mani e portò il proprio viso a pochi centimetri di
distanza dal suo.
Radish
avvertiva chiaramente il calore del suo respiro sulla pelle umida di salsedine.
“Ehi…guarda che baciandomi non risolverai niente…”
“AAAAARGH!!”
Nappa perse anche quel minimo baluginio di autocontrollo che gli era rimasto e
cominciò ad imprecare contro l’amico, ruggendo e sputacchiando. “SEI UNO
SMIDOLLATO! PAPPAMOLLA! E TU SARESTI UN DEGNO MEMBRO DEI
SA…”
“Piantala,
Nappa!” Vegeta si alzò dal terreno sabbioso – che ora presentava una consistente
buca in più – e raggiunse i compagni di squadra. “Hai intenzione di gridare come
un ossesso per tutta la mattina?!”
A
quelle parole cariche di rimprovero, Nappa lasciò andare all’istante il bavero
del capellone e mutò repentinamente espressione, spaziando dalla bestia furiosa
allo spaventato agnellino. “Ve-Vegeta, io…”
“Hmf”
Vegeta fece schioccare la lingua e incrociò le braccia al petto. “Hai un alito
di fogna…lo sentivo perfino io a quattro metri di
distanza!”
“Cos…?!”
Nappa avvampò imbarazzato portandosi immediatamente una mano davanti alla
bocca.
“Mi
dai il voltastomaco…” commentò l’altro scuotendo la testa.
“S-Scusa,
Vegeta, corro subito a sciacquarmi!” rantolò il pelato alzandosi in piedi di
scatto e correndo dentro la sua tenda…probabilmente in cerca di un buon
dentifricio.
“Hm…idiota!”
Vegeta prese tra le mani l’asciugamano e prese a strofinarlo energicamente sulla
sua chioma spinosa, inumidendolo di gocce di sudore. “Dannazione, Radish…sei
diventato una femminuccia come quel rammollito di tuo fratello! A proposito”
disse poi voltandosi verso il compagno di squadra. “Si può sapere dov’è
finito?”
“E che
ne so” rispose l’altro con fare mogio e per nulla interessato. “Conoscendolo,
starà ancora battendo la fiacca sotto le coperte…!”
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“E-ETCHUM!”
“Aargh!”
Nappa fece un enorme balzo all’indietro e si portò le mani davanti alla faccia.
“Accidenti, Kakaroth, come osi starnutirmi addosso?!” lo aggredì mollandogli uno
scappellotto di rimprovero sulla nuca.
“Eh?”
Goku si alzò a sedere dal piccolo perimetro che si era scavato a mo di letto,
tirò su col naso e passò un dito sotto di esso. “Non l’ho fatto mica
apposta…”
“Vorrei
ben vedere” ringhiò l’altro riprendendo a frugare all’interno di una scatola
piuttosto consunta. “E dove diavolo è il mio spazzolino?! Non riesco a
trovarlo!!”
Goku
sgranò gli occhi e lo indicò con un dito tremante. “Cos…?! T-Tu…?!
Spazzolino…?!”
Le
spalle di Nappa sussultarono. “Ah ah ah…molto divertente…mi viene così da ridere
che potrei appiccicarti al muro…” sibilò sarcastico lanciandogli
un’occhiataccia.
“Ok,
ok, non ti arrabbiare così!” esclamò Goku indignato portando le mani avanti.
“Era solo un’osservazione…”
“Bè…”
Nappa esitò appena prima di andare avanti nel suo discorso: non voleva ammettere
che si sarebbe lavato i denti solo per esaudire una richiesta di
Vegeta. “…qualche volta è necessario.”
“Aah,
ma certo…” sghignazzò Goku socchiudendo malizioso le palpebre, dando di gomito
alla schiena dell’amico. “…Stai pensando di prepararti al meglio per quando
accompagneremo le ragazze all’aeroporto, vero?”
“DACCI
UN TAGLIO, FEMMINUCCIA!!” sbraitò Nappa tirandogli con forza la scatola in cui
stava cercando, che venne prontamente schivata con un innocente
“Hop!”.
“E
comunque” ringhiò ancora il pelato sferrando un pugno nervoso alla stoffa della
tenda davanti a lui, “chi diavolo ci obbliga ad accompagnarle all’aeroporto?!
Non possono andarci da sole?!”
Goku
scosse la testa. Era proprio un dongiovanni mancato…
“Bè…dovremmo
pur salutarle prima che ripartano, no?” disse Goku stiracchiando energicamente
le braccia sopra la testa. “Non pensi che tra poche ore non…non le vedremo
più?!”
A quel
pensiero socchiuse gli occhi, che si erano velati di una leggera
tristezza.
Ne era
sicuro, le sarebbero mancate…
Gli
veniva estremamente facile, affezionarsi alle persone. Se poi esse si
dimostravano disponibili ed allegre come loro, era praticamente
fatta.
Le
sarebbe mancata anche…bè, anche lei.
Le
sarebbe mancata più di chiunque altro.
Le sue
gote marcate si imporporarono leggermente quando il ricordo della sera trascorsa
insieme gli sfiorò la mente con la discrezione di una lucciola.
Un
piccolo, semplice, intervallo di sfavillante e meravigliosa
luce.
Bè,
dovette riconoscerlo…quel piacevole tepore che lo aveva pervaso quando gli si
era avvicinata in cerca di protezione, i suoi occhi bagnati di lacrime che lo
scrutavano imploranti, il suo sorriso sereno e sincero quando le aveva afferrato
la mano e l’aveva condotta verso il lungomare…
Le sue
labbra morbide e fredde dal leggero retrogusto di
salsedine.
Avrebbe
dato il definitivo addio a tutto questo entro l’arco di poche
ore.
Le
sarebbe mancata molto.
Molto.
“Ehi,
Kakaroth…sei tra noi?” Goku si riscosse improvvisamente dal suo stato di trance
quando i suoi occhi inquadrarono il faccione di Nappa, che lo stava osservando a
distanza molto ridotta dal proprio viso, davanti al quale stava sventolando una
mano.
“Ma
che…?!” fece il ragazzo scostando la mano del compagno di squadra con un gesto
secco. “Lasciami perdere, sto bene!”
“Bella
gratitudine!” esplose Nappa fissandolo con astio. “Uno si fa in quattro per dare
una mano…bah, come se ne avessi voglia!”
Giornataccia,
uh?
In
casi come quello, era meglio vestirsi al più presto e uscire da quella tenda
striminzita – al momento interamente occupata da un gigantesco ebete - per
dedicare totalmente corpo e mente agli allenamenti.
Forse
l’avrebbe aiutato a distrarsi…
…e ad
essere in forma quando sarebbero passati a prendere le ragazze al loro
bungalow.
Non
appena Goku mise piede fuori dal perimetro della tenda, una serie di boati dalle
nature più svariate lo travolse.
Crilin
sorrise al suo indirizzo. “Goku, sei…”
“KAKAROTH!!!”
I ruggiti di Radish e Vegeta sovrastarono abbondantemente la voce del piccolo
pelato, che al loro confronto risultava quella di un pulcino
spennacchiato.
“Non
transigo che si saltino gli allenamenti del mattino” lo ammonì il ragazzo dai
capelli a punta puntandogli contro un dito minaccioso. “E ora fatti le tue
solite flessioni senza discutere!”
“…e
portami un’altra birra!!” aggiunse il fratello capellone strattonandogli il
lembo dei pantaloni.
Goku
strinse i denti, alterato: niente ordini di prima mattina.
“Oh,
suvvia” mormorò tranquillamente passandosi una mano dietro la nuca. “Non ho
bisogno che mi diciate cosa fare…”
E
tirato un calcio ad un piccolo cumulo di sabbia, si sdraiò sulla sabbia ormai
bollente e cominciò ad esibirsi in una serie di piegamenti sulle
braccia.
“Piccolo
insolente” ringhiò Radish stritolando tra le mani la lattina di birra vuota che
teneva. “Suo fratello ha bisogno di ogni attenzione possibile…e lui si comporta
da indifferente! Puah!”
“Smettila
di piagnucolarti addosso, Radish” mormorò Vegeta poggiando la schiena al tronco
di una palma. “Piuttosto, datti anche tu da fare con gli allenamenti: avrei una
certa cosa da fare, più tardi, non posso stare a controllarti tutto il
pomeriggio…”
“Uh?”
fece Radish alzando la testa verso di lui. “E cosa dovresti fare di così
importante, scusa?”
Le
labbra di Vegeta si aprirono in un sorrisetto allusivo. “…Devo solo riscattare
quello che mi spetta.”
wwwwwwwwwwwwwwww
“Chichi,
dai, andiamo…” Bulma scrollò l’amica per una spalla e si avviò verso la porta
del loro bungalow.
“Uff…”
La moretta afferrò le cinghie della sua borsa con entrambe le mani e la
scaraventò violentemente fuori dal perimetro dell’uscio; un tonfo piuttosto
pesante accompagnò il suo gesto. Un terrorizzante rumore di vetri infranti
sopraggiunse alle orecchie attente di Lunch.
“Chichi,
occhio!!” esclamò raddrizzando la borsa, che si era leggermente inclinata da un
lato.
L’interpellata
si limitò a lanciarle uno sguardo di pura indifferenza mentre la raggiungeva
accanto allo stipite dell’ingresso con grandi falcate.
“Hm…”
mormorò Bulma vagamente seccata. “Ancora piuttosto nervosetta,
eh?”
Prima
che Chichi potesse risponderle in qualche modo – dai grugniti agli urlacci, era
preparata a qualsiasi possibilità - , Lunch le diede immediatamente di gomito e
le lanciò un’occhiata di rimprovero che sembrava quasi dire “Abbi un po’ più di
accortezza, per favore…”.
“Dunque…siamo
pronte ad andare?” intervenne C18 sbrigativa sistemandosi la propria borsa a
tracolla. “Non voglio arrivare all’aeroporto all’ultimo
minuto.”
“Io
sono sempre stata pronta a ripartire” grugnì
amaramente Bulma dando un piccolo tocco alla borsa della biondina: chissà
dov’era mai finita la sua…dispersa in chissà quali meandri dell’oceano o del
cielo sconfinato…
Sperava
solo che non fosse stata catapultata in un altro
continente…
“Sei
andata a riportare le chiavi al padrone di casa, C18?” chiese previdente Lunch
all’amica.
“Sì…”
annuì l’altra incrociando le braccia al petto con la fronte corrucciata. “Non
voleva lasciarmi andare, continuava ad offrirmi un posto di lavoro sicuro e di
nessun peso…”
“Quel
testone!” commentò Bulma soffocando una risata.
“Eh
già…” sospirò la malinconica Lunch sorridendo candidamente. Quegli episodi così
strani e nello stesso tempo così…divertenti, sarebbero stati archiviati tra le
pagine della memoria non appena si sarebbero chiuse quella porta alle
spalle.
Si
voltò indietro con una scrollata di spalle.
“Siamo
state bene” disse Bulma dolcemente notando il suo sguardo.
Le
altre annuirono.
Un’ultima
occhiata nostalgica a quel piccolo e buffo bungalow che le aveva ospitate per
una settimana intera e, prese in mano le proprie valigie, si avviarono con calma
verso la stazione degli autobus più vicina.
wwwwwwwwwwwwww
“Lo
sapevo, lo sapevo che sarebbero arrivati in ritardo!!” sbraitò C18 controllando
l’orologio che teneva al polso per l’ennesima volta nel giro di venti minuti.
“Dannazione…l’aereo parte tra quaranta minuti!”
“Ve-Vedrai
che arriveranno presto!” cercò di tranquillizzarla Lunch sventolando le mani in
aria. “N-Non è il caso di agitarsi così, lo siamo già fin troppo!” Gettò
un’occhiata di sottecchi a Chichi, che non ricambiò il suo sguardo. Se ne stava
seduta sul bordo del marciapiede, le braccia esili intorno alle ginocchia
rannicchiate al petto.
Pensierosa.
“Tsk…se
anche stavolta è colpa di quel capellone io…” grugnì la biondina facendo
scrocchiare le nocche delle mani l’una contro l’altra; ricordava fin troppo bene
quella mattina in cui, sotto le indicazioni strampalate di Radish, erano
approdati ad un ring di arti marziali nascosto da un abbondante strato di fronde
boscose.
Tutto
faceva presupporre che anche in quel caso la colpa del loro ritardo generale
fosse sua.
Lunch
raggiunse Chichi, sorpassando una Bulma particolarmente agitata per le sue
valigie – chissà perché, poi…sembrava così ansiosa di entrare immediatamente a
controllare - , e si sedette accanto a lei.
“Ehi…c’è
qualche problema?” le chiese sorridendo dolcemente.
Chichi
alzò lo sguardo su di lei e ricambiò il sorriso – o meglio, si sforzò di sorridere:
le labbra erano tirate in modo quasi innaturale, generando uno strano broncio.
Era
difficile che particolari come quelli sfuggissero alla sensibile Lunch.
“N-No…sono
solo un po’ nervosa, tutto qui.”
“Hm…”
annuì l’altra poco convinta; gli occhi scuri dell’amica apparivano stranamente
lucidi.
“Dico
davvero!” riconfermò Chichi con un cenno del capo. “Non ho niente, è solo il
viaggio di ritorno che mi mette un po’ di ansia…e quelle stupide bottiglie per
mio padre che…”
“Smettila
di sforzarti, Chichi” la interruppe Lunch in un bisbiglio. La moretta sbarrò gli
occhi. “Se sei triste per qualche motivo, non devi far altro che dircelo…saremmo
tutte felici di aiutarti!”
La
ragazza sollevò lo sguardo e, con un ampio movimento del braccio, indicò C18, la
cui vena della tempia pulsava ogni secondo sempre più prepotentemente, e Bulma,
in preda ad un’ansia divorante, che passeggiava instancabilmente da un lato
all’altro della strada, lasciando dietro di sé un polverone di sabbia non
indifferente.
“Ehm…”
mormorò imbarazzata Lunch con una gocciolina sulla testa. “…Oh bè…quando anche
loro saranno un po’ più calme, se ne potrebbe parlare
insieme!”
Chichi
sbuffò appena, divertita nell’osservare i movimenti goffi delle loro amiche…e di
Lunch, la dolce Lunch che le offriva tutta la propria disponibilità nel
tentativo di riuscire ad alleviare il suo malessere.
Avrebbe
voluto parlare – eccome se avrebbe voluto…ma era assolutamente sicura che non
appena avesse provato ad aprire bocca e ad emettere un qualsiasi fiato correlato
all’argomento che l’affliggeva, avrebbe riversato tutto il resto del discorso
sotto forma di grosse lacrime.
Anche
in quel momento si stava impegnando così tanto per trattenerle entro il confine
dell’occhio…
No,
era inutile…anche se provava a chiudere le palpebre, quelle traboccavano
sull’orlo di un buio precipizio.
“Comunque,
Chichi” continuò Lunch dopo una piccola pausa giocherellando con le cinghie
della sua borsa, “Devi promettermi che più tardi faremo una piccola
chiacchie…”
“FINALMENTE!”
ululò C18 allargando le braccia esasperata. “E’ più di mezz’ora che vi
aspettiamo, accidenti a voi!” ringhiò minacciosa marciando a grandi falcate
verso il gruppo dei Saiyan, che era appena sbucato da dietro l’angolo
dell’aeroporto arrancando e ansimando per la grande corsa.
“Eh?!”
Chichi, Lunch e Bulma – che aveva sostituito al passatempo della passeggiata
solitaria quello di rosicchiarsi fin quasi a sangue le unghie delle dita – si
voltarono verso la biondina, che aveva gli occhi fuori dalle orbite tanta era la
rabbia che aveva covato all’interno del suo corpo fino a quel
momento.
Ma un
ingombro tenuto celato per troppo tempo, si sa…
“…prima
o poi sarebbe scoppiata!” annuì ridacchiando Lunch, che si aspettava una
reazione al genere da un momento all’altro. Giusto il tempo che occorreva al
gruppetto dei loro amici di giungere a destinazione.
Chichi
sorrise amaramente: fortunata lei, che era riuscita a scoppiare…
“S-Scusate,
ragazze, è stata colpa mia…” biascicò Radish in imbarazzo passandosi una mano
tra la folta chioma.
“Ci
avrei giurato” sibilò perfida la biondina squadrandolo da capo a piedi con
disgusto. Radish abbassò la testa docilmente.
“Ah
ah! Radish, sei veramente un pappamolle stamattina!” muggì Nappa scoppiando in
un sonoro latrato di scherno e sferrandogli una potente pacca sulla schiena, che
lo scaraventò in avanti.
Caso
volle…che quando il fratello di Goku sollevò la testa per vendicarsi del colpo
subito i suoi occhi ne incrociarono un altro paio…lucidi e tremolanti come
quelli che gli avevano assicurato il soprannome di “femminuccia” da parte dei
suoi amici per tutta la mattinata.
“Eh?!”
mugugnò turbato identificando la figura minuta di Chichi a pochi centimetri dal
suo viso.
La
moretta, invece, non si era scomposta più di tanto: sovrappensiero, distratta
dall’idea del suo imminente incontro con Goku – diavolo, non sapeva proprio come
si sarebbe comportata -, sosteneva senza apparenti problemi lo sguardo
costernato del possente Saiyan, fissandolo con neutralità e
indifferenza.
Come
si dice…lo vedeva senza vederlo veramente.
Radish,
invece, l’aveva vista fin troppo bene.
“WAAAAAAAAH!!”
Il capellone fece un balzo all’indietro di parecchi metri e distese le braccia
davanti a sé come a doversi parare da una furia inferocita.
“Anf…anf…”
I-Il
suo viso era vicino al punto di ebollizione…lo sentiva chiaramente,
dannazione!
Perché…perché la
prima persona con cui aveva avuto un incontro ravvicinato aveva dovuto essere
proprio la ragazza per cui il suo cuore lo stava straziando interiormente e non
gli dava alcuna pace?!
Sussultò
sconvolto.
Accidenti…
Stava
diventando veramente una sottospecie di
femminuccia!
Di
quel passo gli altri avrebbero usato quel ridicolo soprannome per indicare lui…non più
il suo stupido fratellino incapace!
Doveva
fare qualcosa per salvare la sua reputazione in calo…
Mentre
il ragazzo si perdeva in quei convulsi ragionamenti privi di senso, criteri
ordinati e fili logici, gli altri lo stavano squadrando da capo
a piedi ad occhi spalancati; perfino Chichi aveva trasalito al suo urlo
improvviso, fissandolo con uno strano cipiglio di
incomprensione.
“Ehi,
amico…” mormorò Nappa scandalizzato avvicinandosi circospetto all’amico
ansimante piegato su se stesso. “…Ma che accidenti ti è
preso?!”
Vegeta,
invece, non ebbe quel tatto di accorgimento…
“Diavolo
di un capellone, mi hai fatto prendere un colpo!” ruggì incrociando le braccia
al petto e snobbandolo con un veloce gesto del capo. “Non so cosa ti passi per
quella testolina, ma piantala di comportarti in questo modo, sono stato
chiaro?!”
“Anf…anf…”
Radish alzò appena la nuca, aggrottando le sopracciglia.
“…H-HA
RAGIONE VEGETA!!” urlò subito dopo Nappa ritirando immediatamente la mano che
aveva poggiato sulla schiena di Radish. “Sei solo uno
stupido!”
“Eh…”
mugugnò l’altro rizzandosi finalmente sulla schiena. “Scusate…non so cosa mi sia
successo…”
Cercò
di fingere nonchalance sventolando una mano davanti al viso, ma il tentativo non
ebbe l’effetto desiderato.
“Piantala
con quelle mosse…sembri una femminuccia!” disse Vegeta scuotendo la testa
contrariato e fissandolo con astio.
Colpito…e
affondato.
“Sigh…”
Radish si accasciò nuovamente su se stesso e si lasciò scappare una lacrimuccia
di frustrazione.
wwwwwwwwwww
“Sembra
che abbiano risolto” disse Goku voltando il capo all’indietro per osservare il
concludersi della scenetta. Sembrava che suo fratello non avesse ancora smaltito
la sbronza di quella mattina, c’era da aspettarselo…
Chissà
che cosa gli era preso, poi…non era ancora riuscito a venirne a
capo.
“Povero
Radish, però…” mormorò Chichi seguendo lo sguardo del ragazzo verso il gruppetto
in fermento. C18 aveva addirittura preso a malmenare il capellone con una
scarica di violenti pugni sulla schiena!
“Eh
già…” sospirò Goku tornando a concentrare la propria attenzione sulla
ragazza.
“Hm…”
fece lei abbassando lo sguardo. Il piccolo cuoricino che aveva precedentemente
tracciato nella sabbia con un bastoncino era stato deformato dall’impronta di
una scarpa.
Quasi
indistinguibile, ormai.
Come i
contorni delle cose.
Non
aveva più senso perdersi in elaborate congetture e strategie per affrontare la
prova tanto temuta…
La
stava vivendo in quel momento.
Goku
era lì, in piedi davanti a lei…e non sapeva cosa dire.
Credeva
di poter essere abbastanza forte da poter fronteggiare la situazione – lo
sapeva, primao poi sarebbe
accaduto, era inevitabile - , sperava di poter contare sul suo sangue freddo e
sul suo spirito naturalmente agguerrito nel bisogno…
Ma
forse aveva fatto male i suoi calcoli.
Non
riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi!
Ma
anche quel silenzio che si era venuto a creare…
Era
insostenibile. Doveva fare
qualcosa.
“Ehm…”
Diamine,
com’era impacciata…
Accidenti,
accidenti!
Sentiva
lo sguardo di Goku che la fissava con insistenza. Forse stava aspettando che
dicesse qualcosa…
Prese
una ciocca di capelli tra le dita e cominciò ad attorcigliarvela
intorno.
“Io…”
“Chichi!
Goku! Andiamo!”
Il
richiamo di Bulma fece sussultare entrambi…ed entrambi si guardarono, per un
fuggevole istante, dritti negli occhi.
Goku
sorrise dolcemente. In apparenza non lasciava trapelare nemmeno un filo di
inquietudine o rammarico. “Vogliamo andare?”
La
moretta sbattè le palpebre un paio di volte, confusa. Era talmente assorta dalla
sua meticolosa contemplazione di quei due occhi d’ametista che si era
completamente dimenticata che avrebbe dovuto prendere un aereo di lì a pochi
minuti.
Di lì
a pochi minuti…
Sospirò.
Un’ultima
occhiata di sottecchi a Goku…e una scrollata di spalle per scaricare – o almeno,
sperava di scaricare, un pizzico di
quella malinconia.
“Certo.”
wwwwwwwwwwwwwwww
Maledizione…ancora
poco e le si sarebbero aperte tutte le chiusure delle
valigie!
Certo
che ce n’erano di matti in quelle piccole isole per la gente famosa, lì, i vip…
E lei
che era venuta appositamente per una vacanza di tutto relax e
divertimento!
Quella
ragazza l’aveva quasi travolta, con la sua corsa sfrenata…chissà cos’era tutta
quella fretta, poi!
La
donna, corto tailleur di un tenue color pesca e un paio di decolleté talmente
alte che perfino uno stuzzicadenti di frassino avrebbe avuto più stabilità di
lei, si voltò stizzita verso la direzione che quel tornado dai capelli turchini
aveva imboccato.
Perfetto…stava
giusto parlando con uno dei responsabili dietro un gabbiotto di
vetro…
Ah,
desiderava con tutto il cuore che le desse una bella lezione per il suo
comportamento scalmanato!
“’Sti
giovani d’oggi…” commentò acida la donna dirigendosi con calma – colpa
dell’equilibrio precario? – verso le porte scorrevoli
dell’uscita.
Non
fece in tempo a rassettarsi i capelli con una mano che non uno, ma la bellezza
di circa dieci tornadi la investirono nuovamente, scaraventandola con il sedere
sul carrello che un inserviente dell’aeroporto stava spingendo verso il nastro
trasportatore.
“Ma
che modi!” abbaiò furibonda scalciando con le gambe; la sua debole fantasia le
stava proponendo un incontro a tu per tu ravvicinato con ciascuno dei membri di
quel gruppo, in una fantomatica visione di lei che primeggiava di brutto su di
loro armata di quei tacchi a spillo letali.
“Ehm,
signora…posso aiutarla?” L’inserviente – perfetto…giovanissimo, brufoloso e pure
imbranato – del carrello le stava porgendo una mano untuosa con uno sciocco
sorriso da ebete stampato sul viso.
“Hmf…”
sbuffò la donna alzandosi di scatto. “Tenga giù le mani!”
E
sistemandosi la gonna, fin troppo corta per coprire le sue cosce abbondanti,
ancheggiò indispettita verso l’uscita facendo roteare il bagaglio a mano per
aria.
Maledetti
giovinastri…
Intanto
il gruppetto festoso, capeggiato da Lunch, Chichi e C18, inseguiva la ragazza
dai capelli turchini con curiosità mista a preoccupazione.
“Bulma…Bulma!” la
chiamò Chichi raggiungendola al gabbiotto per le informazioni a cui l’amica si
era appena appoggiata con un braccio. “Ma che diavolo ti
prende?!”
La
ragazza le rispose con un’occhiata omicida. “Ma non è ovvio?! Sto cercando di
sapere che fine abbia fatto la mia valigia!”
Scoccò
uno sguardo indagatore a Vegeta, che lo sostenne malizioso fino a quando lei non
dovette distoglierlo dall’imbarazzo.
Cavoli…sembrava
così agguerrito!
“Bè…ok,
ma…non mi sembra il caso di agitarsi tanto!” ribattè la moretta allargando le
braccia. “Se proprio non è stata ancora ritrovata, magari potrebbero spedirtela
direttamente a casa tua!”
“Ma io
la voglio adesso!!” gemette Bulma disperata
avvertendo un groppo in gola. “E poi insomma!” riprese poi voltandosi di scatto
verso il vetro del gabbiotto. “Sarebbe cortesemente qualcuno così gentile da venire qui ad ascoltare
le mie lamentele sì o
no?!”
Allargò
una mano e cominciò a sbatterla furiosamente sul campanello posto sul bancone di
legno.
“Bulma,
smettila…ci stanno guardando tutti!” bofonchiò Lunch supplichevole guardandosi
intorno tra i fumi dell’imbarazzo.
“Ehi,
ma cosa le prende?” chiese sconcertato Nappa a Vegeta. “Sembra quasi
impazzita…”
Vegeta
gli rispose con un ghigno sadico. “Hun…non ne ho la minima
idea!”
Il
suono acuto del campanello continuava a riecheggiare in tutto
l’edificio.
Maledizione…maledizione!
Aveva
desiderato così tanto riavere le proprie valigie per godere del piacere di
indossare i nuovi bikini e i top comprati in occasione di quella vacanza tanto
agognata…e adesso non faceva altro che sperare di non trovarle
lì!
Ma
perché aveva accettato quella stupida
scommessa senza senso?!
“Oh!”
Crilin, che si era appena voltato alla sua sinistra, indicò con un dito la
sagoma di un ragazzo appoggiato ad una colonna portante a pochi metri da loro.
“Quello non è Tensinhan?”
Lunch
sentì mancare un battito.
“E-Eh?”
Quando
i suoi occhi incrociarono la figura possente di Tensinhan – e del piccolo
Jiaozi, nascosto dietro i suoi polpacci – le sue pupille si illuminarono dalla
gioia.
“Ehi…”
C18 non aveva perso un singolo passaggio di quella scenetta commovente(lungi da
lei!). Diede di gomito all’amica rimasta incantata a contemplare l’oggetto del
suo piacere e le fece maliziosa l’occhiolino. “Coraggio…vai a
salutarlo!”
Lunch
la fissò inebetita; sicuramente stava mentalmente accusando l’amica di essere
diventata completamente pazza.
“Bè?
Cosa c’è di male?” le rispose prontamente la biondina interpretando al volo la
sua espressione cianotica. “Dopo avergli fatto da infermiera e aver trascorso
intere giornate da sola con lui, sarete pur diventati un po’ più…intimi…O
forse mi sbaglio?”
Le
guance pallide di Lunch si imporporarono di una bella tonalità
scarlatta.
“Ma
dai, non sto dicendo in quel senso!” ribattè C18 dandole un
colpetto tra le scapole con il palmo della mano. “Non fare la sciocca, vai da
lui e scambiate quattro chiacchiere prima che l’aereo
parta.”
La
ragazza, scrutando accondiscendente l’amica, si ravviò i folti capelli mossi con
una mano e annuì appena con il capo; in fondo C18 aveva ragione…perché
comportarsi in quella maniera così sciocca?!
Sbirciò
con la coda dell’occhio Tensinhan, che a giudicare dal suo sorrisino complice
aveva individuato il loro gruppetto già da un pezzo.
Si
stava solo rendendo ridicola davanti a lui…
Ridicola
e preziosa.
Con
una scrollatina di spalle e uno sguardo più risoluto che mai, Lunch voltò le
spalle alle sue amiche e, a grandi falcate, marciò spedita verso il ragazzo che
la stava aspettando trepidante.
Dall’espressione
gioiosa che egli esibì non appena la ragazza lo raggiunse, non si sarebbe potuta
fare un’analisi più accurata di quella.
C18
sogghignò soddisfatta e tornò a volgere lo sguardo verso il gabbiotto di vetro,
dietro il quale era finalmente comparso qualcuno.
Un
omone basso e tozzo, dalla carnagione leggermente bluastra(‘Bluastra?!’), si
stava facendo strada tra le risme di carta impilate a fianco della porticina
interna al piccolo chiosco delle informazioni.
Certo
che l’aeroporto poteva sceglierseli meglio i propri
dipendenti…
Quello
che era stato loro assegnato portava perfino un paio di piccoli occhiali da
sole!
Occhiali
da sole in aeroporto…in un ambiente chiuso…roba da
matti!
“Anf,
anf…E-Eccomi, scusate, ero impegnato a riordinare un po’ di scartoffie di là in
ufficio!” ansimò l’omone issandosi sulle punte dei piedi – perfino il bancone
era troppo alto per lui. “Sapete com’è, in aeroporto…se non voli di qua e di là
rimani a piedi!”
Bulma,
la mano ancora aperta al di sopra del campanello premuto, fissò inebetita - così
come il resto del gruppetto che stava assistendo alla scena - l’addetto ai
reclami mentre questi si portava entrambe le mani grassocce davanti alla bocca e
cercava di reprimere strenuamente una risata.
“Uh uh
uh…aeroporto…volare…uh uh uh uh!!” borbottò da dietro le lenti scure dei suoi
occhiali.
“M-Ma
che…?!” rantolò Chichi scrutandolo turbata. “…C-Che diavolo gli è
preso?!”
Bulma,
invece, non fu così paziente. Sbattè per l’ennesima volta la mano aperta sul
bancone e si sporse in avanti con il busto. “Hmf! Senti un po’ tu…Kaioh…”
aggiunse in fretta dopo aver lanciato un’occhiata al cartellino che l’uomo aveva
aggrappato alla giacca. “…piantala di fare il buffone e controlla immediatamente
se…”
“Uh
uh…! Ragazza, non dovresti essere così nervosa!” la interruppe Kaioh
asciugandosi le lenti degli occhiali inumidite di lacrime. “Pensa che cosa
succederebbe se non ci fosse più il riso nel mondo…la Cina sarebbe
disabitata!”
Altra
battuta di pessimo gusto, altra esplosione di risate.
“…”
Crilin lo avrebbe volentieri scaraventato contro un muro, ma ciò che aveva
appena detto gli aveva completamente risucchiato via ogni forza che aveva in
corpo.
Solo
Goku e Radish avevano sbuffato leggermente e si erano portati le mani davanti
alla bocca per soffocare le loro piccole sghignazzate.
“…Ehi,
Vegeta…io veramente non l’ho capita!” bisbigliò Nappa all’amico accanto a lui.
Questi gli rispose con uno stizzito pugno sul naso.
“Insomma,
tu!” latrò minacciosa Bulma, la cui rabbia stava raggiungendo livelli
spaventosi. “Vuoi ascoltarmi o no invece di fare la figura del cretino di fronte
a centinaia di persone?!”
“Hi hi
hi hi! Bellissima!” cinguettò l’omone scuotendo allegro il capo da una parte
all’altra. Con una leggera smorfia di disapprovazione, fece arrestare il
movimento ondeggiante delle sue spalle e si schiarì la voce. “Ahem…ditemi pure,
ragazzi…che cosa posso fare per voi?”
Bulma
avvertì chiaramente i fumi della collera sfociarle dalle orecchie.
Calmati,
Bulma…respira, respira profondamente…
“Ehm…signor
Kaioh” sibilò tra i denti in preda a sforzi terribili per cercare di mantenere
il proprio autocontrollo. “Potrebbe cortesemente dirmi se le mie…” Deglutì.
“…valigie sono state ritrovate? Una delle
due è azzurra, con due strisce viola ai
lati…”
Kaioh
scrutò la ragazza che aveva davanti con occhi preoccupati e
quasi…compassionevoli. “Hmf! Io non sopporto le ragazze senza senso
dell’umorismo!” brontolò incrociando le braccia corte di fronte al petto.
“Facciamo così…se riuscirai a farmi ridere con una battuta ti dirò se le tue
valigie sono state ritrovate!”
Qualcosa
scattò tra i neuroni della ragazza dai capelli turchini.
Il
sangue affiorò alle guance abbronzate ribollendo
rumorosamente.
Le
sopracciglia si aggrottarono in un’unica, sottile curva
concava.
Istinto
omicida alle stelle.
“IO TI
AMMAZZO, MALEDETTO INSETTO CON GLI OCCHIALI DA SOLE!!” Bulma si fiondò in avanti
con entrambe le braccia cercando di afferrare l’inserviente per il
collo.
Aveva
un desiderio irresistibile di torcerlo…
“BULMA!
CALMATI, BULMA!” Chichi, C18 e Goku la afferrarono svelti per entrambe le spalle
e la trascinarono indietro impiegandovi una forza
sovrumana.
“TENETEMI!
TENETEMI O NON RISPONDO PIÙ DELLE MIE AZIONI!” berciò Bulma agitando frenetica
le braccia e le gambe in ogni direzione. “PORTATEMI VIA DA DAVANTI QUESTO
IMBECILLE!!”
Kaioh,
che al primo scatto della ragazza era guizzato sotto il bancone, fece capolino
appena e osservò la scena profondamente rammaricato. “No…decisamente non sei
simpatica!”
Vegeta,
le braccia incrociate solennemente al petto, sogghignò sadico. “Bene…vedo che le
mie scommesse mantengono ancora parecchi dei loro effetti
collaterali…”
“BULMA!
Non agitarti così…stavi per darmi un pugno!” si lamentò Chichi scrollandola
violentemente per le spalle. “Torna in te, maledizione!”
“E
lei” aggiunse intimidatoria C18 puntando un dito contro Kaioh. “Non stia lì a
guardare, vada a vedere se ritrova questa benedetta
valigia!”
“Uff…che
signorine scapestrate!” borbottò l’omone sparendo lentamente dietro una seconda
porticina al lato del gabbiotto. “Dunque, azzurra con due strisce
viola…”
La
lucidità, fortunatamente, non aveva del tutto abbandonato Bulma, la quale si
portò una mano alla guancia e focalizzò la propria attenzione sulle parole che
aveva detto C18 pochi secondi prima.
Kaioh…era
andato veramente a controllare…se le sue valigie…
Oh,
maledizione!
Il
groppo in gola si era fatto ancor più insostenibile.
L’omone
riemerse con calma da dietro la porta.
Bulma
deglutì ancora, nonostante la tensione fosse ormai arrivata alle
stelle.
L’ora
della verità.
Era
arrivata.
Tu-tum.
Tu-tum.
Kaioh
portò avanti le braccia, rimaste indietro rispetto al resto del corpo
tozzo.
Tu-tum.
Tu-tum.
Tu-tum.
“…Èper caso questa?”
L’uomo
esibì il trofeo che teneva in mano.
E
Bulma ebbe l’improvviso desiderio di fuggire lontano.
“È…quella…”
pigolò sconfitta abbassando il capo verso il basso.
Aveva
perso…aveva
perso!
Maledizione!
“Hm?”
Vegeta sollevò il viso verso il gabbiotto e incrociò lo sguardo di sgomento
della ragazza.
Sorrise
soddisfatto e si apprestò a raggiungerla.
“Bulma!
Hanno ritrovato le tue valigie!” esclamò allegra Chichi. “Non sei
contenta?”
“Come
una pasqua…” Bulma fissò lugubre l’amica, lasciano quest’ultima piuttosto
perplessa.
“Ehi,
che ti prende?” chiese la moretta squadrandola da diverse angolazioni con un
dito sotto il mento. Era da un po’ che aveva notato quel repentino cambiamento
in lei…dall’agitazione più intensa nell’ansia di riabbracciare i suoi vestiti
allo sconforto più totale quando li aveva finalmente avuti a portata di
mano.
La
ragazza dai capelli turchini fece calare ancor di più le braccia pesanti verso
il basso – la forza di gravità non era mai stata così percepibile - ,
incurvandosi con la schiena come avrebbe fatto un povero sfortunato che
aspettava la sua condanna dall’alto di una qualche entità suprema. Avvertì
appena il tocco alla spalla che la sorprese un attimo
dopo.
Vegeta
la stava praticamente abbracciando da dietro, senza smettere di fissarla
insistentemente(‘Maledetto…prova gusto nel mettermi ancor più a
disagio!’).
“Se
volete scusarci…” mormorò il ragazzo in tono solenne. “…la porto via per un
attimo.”
Goku,
Nappa, Crilin e Radish, così come Chichi e C18, spalancarono gli occhi. Bulma,
invece, li chiuse ancor più di quanto già non fossero. “Che cosa?! E
perché?!”
Vegeta
socchiuse le palpebre e si aprì in un sorrisino malizioso. “…Abbiamo da saldare
un piccolo impegno.”
Le
ragazze fissarono sgomente l’amica coinvolta nella faccenda. “Bulma, ma…è vero
quello che sta dicendo?” le bisbigliò all’orecchio C18 aggrottando le
sopracciglia.
La
diretta interessata spostò lo sguardo su di lei senza prorompere parola. Solo…un
sospiro di rassegnazione.
“Sigh…torno
subito, non preoccupatevi…” gemette cupa seguendo Vegeta in direzione delle
porte scorrevoli dell’uscita sotto lo sguardo attonito del loro gruppo di
amici.
“Ehi…ma
secondo voi cosa sarà successo?” bisbigliò Nappa agli altri, che risposero
facendo spallucce.
Kaioh,
intanto, continuava a canticchiare tra sé mentre sistemava la valigia appena
ritrovata sopra il bancone del gabbiotto. Il cartellino che vi era appeso attirò
la sua attenzione.
“Hm?
Ehi, come avete detto che si chiamava quella ragazza?” chiese ai ragazzi
leggendo ciò che era scritto sul foglietto plastificato.
“Bulma
Brief, perché?” fece C18 incerta.
“Oh…”
Un rivolo di sudore freddo colò lungo la tempia di Kaioh. “E-Ehm…allora temo
che…la sua valigia non sia questa…”
Occhi
estremamente stupiti si spalancarono sugli occhi di tutti i
presenti.
“CHE
COSA?!” berciarono in coro sbattendo le mani sul bancone.
“Ehm…il
suo nome non risulta uguale sulla targhetta di identificazione…” pigolò l’omone
cominciando a sudare copiosamente.
“Hmf…sarò
meglio non dirlo a Bulma, per ora…” suggerì Chichi sventolando una mano come per
distogliere gli altri da quell’idea malsana.
“Sì,
forse sarà meglio…” sospirò C18 rassegnata. “Chissà quali grane potrebbe
piantare se lo dovesse scoprire ora che ha questo umore
nero…”
wwwwwwwwwwwwwww
“Bene,
Mister Simpatia, spero che tu ti sia divertito già abbastanza a sfottermi in
lungo e in largo senza che io potessi ribattere!” berciò Bulma profondamente
adirata contro la schiena di Vegeta, che le camminava davanti mantenendo una
piccola distanza.
Il
ragazzo, sogghignando sotto i baffi senza lasciarsi scorgere, preferì non
sbilanciarsi troppo, si limitò all’essenziale: semplicemente…fece
spallucce.
Calma,
Bulma, calma…
“Maledetto
scimmione maleducato!!” sbottò la ragazza agitando vorticosamente i pugni in
aria come per colpire un obiettivo invisibile. “Ma chi diavolo ti ha mai
insegnato le buone maniere?!”
E
Bulma, in quel momento, fu sicura di aver fatto centro: il moro dai capelli a
punta si voltò di scatto verso di lei e puntò i suoi occhi scuri in quelli
chiari di lei.
Aha!
Dischiuse
le labbra e aggrottò le sopracciglia. “…Che garanzie hai che qualcuno me le
abbia veramente
insegnate?”
Bulma
deglutì, sconfitta per la seconda volta nel giro di pochi
minuti.
“Bè…avresti
dovuto ascoltare di più i consigli dei tuoi genitori” rimarcò lei sbuffando
indispettita e incrociando le braccia al petto.
Che
sguardo cupo…forse ho toccato il tasto sbagliato.
Vegeta
poggiò le mani sui fianchi e scostò distrattamente un sasso con il piede
destro.
Bulma
lo imitò, ma non prima di aver schiuso le labbra in una smorfia di
disappunto.
“Ehi…non
mi hai ancora detto dove stiamo andando!” brontolò voltando la testa verso la
sua destra: era da parecchio tempo che stavano costeggiando quel tratto di
scogliera. Uno scenario quasi inquietante, a dirla tutta…Le rocce cadevano a
picco su una piccola baia sabbiosa poco sottostante, perfettamente parallela
alla strada su cui stavano camminando loro due.
“Hm”
sghignazzò Vegeta scuotendo appena le spalle. “Sono sicuro che non avrai
nienteda
ridire.”
Bulma
spalancò gli occhi, leggermente più preoccupata rispetto a un attimo prima.
“Niente da ridire…riguardo a cosa?!”
chiese stizzita affrettando il passo per portarsi allo stesso livello del
ragazzo. “Maledizione, ti ha dato lezioni l’Uomo Invisibile per essere sempre
così impenetrabile?!”
Prima
che Bulma potesse svoltare a sinistra per arginare l’ostacolo della schiena del
moro, quest’ultimo si fermò di colpo…e Bulma vi sbattè
contro.
“Ahia!
Ma che diavolo fai?!” abbaiò lei massaggiandosi il naso. “Che cosa ti viene in
mente di fermarti così all’im…”
“Ripeti
quello che hai detto” Vegeta si era voltato e la stava fissando dritta negli
occhi chiari.
Tu-tum.
Per un
momento, un solo fuggevole momento, Bulma era rimasta affascinata dal riflesso
delle increspature rocciose che era riuscita a scorgere in quella distesa di
freddo piombo.
Freddo,
eppure così profondo…
Scosse
mentalmente la testa. Che diavolo le saltava in mente?!
Lui è
IL NEMICO, Bulma…mostrati superiore!
“R-Ripetere…cosa?!”
bofonchiò confusamente, presa alla sprovvista.
“Hai
detto veramente…Uomo Invisibile?!” Le
labbra sottili del ragazzo si stirarono in un ghigno satanico e vagamente
divertito.
“…”
Poi
Bulma realizzò.
E
Vegeta si era già portato le mani tra i capelli. Le sue labbra
fremevano.
“E-Era
un esempio!” rantolò la ragazza agitata gesticolando freneticamente con le dita,
avvertendo la zona sotto gli occhi divenire sempre più ardente ogni secondo che
passava. “Un
esempio!”
Ma a
Vegeta quelle giustificazioni non interessavano
minimamente.
Ormai
il danno era bello che fatto!
Quelle
non erano che le conseguenze.
“Ah ah ah ah ah!!”
latrò sguainato tenendosi la pancia con le mani. “Non posso credere che
tu abbia detto una cosa così…così…stupida!!”
“Hmf…” Bulma strinse i denti e strizzò le palpebre per non avvertire il
calore alle gote.
Maledizione, maledizione!
Il
limite della sua sopportazione era già stato superato da un pezzo.
Un bel pezzo…
“L’Uomo Invisibile…una cosa del genere da
parte di una…una della mia età?!” Il moro cominciava a piegarsi su se
stesso per il troppo ridere. “C’è da preoccuparsi…Ah ah ah
ah!!”
“HO
DETTO CHE ERA UN ESEMPIO!!” sbraitò Bulma su tutte le furie mollandogli uno
scapaccione sulla nuca scoperta con tutte le forze che era riuscita a
racimolare.
Vegeta smise all’istante di ridere, si tirò su di scatto e la fulminò con
lo sguardo.
“E
adesso piantala di fare il buffone e facciamola finita con questa stupida
storia!” gridò l’altra scrocchiando le nocche delle mani l’una contro l’altra.
“Ti ricordo che ho un aereo tra meno di un’ora!”
“Ahio…” si lamentò lui indispettito massaggiandosi il punto
colpito.
Sembrava che la sberla ricevuta avesse completamente ripristinato
l’autocontrollo del ragazzo, che si affrettò a voltarle per l’ennesima volta la
schiena con le mani in tasca e a continuare il suo cammino
quasi…solitario.
“Tsk…” Bulma riprese a seguirlo lanciando un’occhiata stizzita alla
schiena che sfilava davanti agli occhi.
Senza
volerlo, l’occhio le cadde sulle due appuntite sporgenze che affioravano appena
sotto il tessuto della maglietta.
Manteneva le scapole ben dritte, a quanto pareva…Frutto dei tanti
allenamenti con la sua squadra, probabilmente.
Sono ben sorrette…deve avere fiori di muscoli là sotto…
Bulma
ebbe una fugace visione non ben identificata dai suoi nervi ottici. Peccato che
il suo subconscio l’avesse catalogata perfettamente.
Tu-tum.
Scosse la testa per la seconda volta, stavolta ancor più
energicamente.
Bulma…vuoi forse perdere la faccia di fronte a questo…questo
CRETINO?!
Dopo
alcuni metri di silenzioso cammino, d’un tratto Vegeta svoltò per una piccola
via secondaria. Ai suoi piedi si sfilava una lunga scalinata impolverata che
conduceva verso la baia che Bulma aveva scorto dall’alto poco prima.
“Siamo arrivati” annunciò il moro prendendo a ridurre la distanza dalla
meta, un gradino dopo l’altro.
“Hm?”
Bulma discese la scala molto più velocemente di lui, sorpassandolo a metà
strada, e corse ad osservare lo scenario che le si parava davanti.
Sabbia bianca tempestata da piccole conchiglie rigate e cespugli di rami
secchi, pochi bagnanti a diversi metri di distanza dediti all’incremento della
propria abbronzatura, alle spalle la grande ed imponente scogliera disseminata
di rocce dalla lucentezza non indifferente – prima non l’aveva notato - . Di
fronte, una distesa praticamente immensa di limpida acqua blu puntellata di
piccole imbarcazioni e pescherecci, che l’occhio non riusciva a scorgere nelle
loro dimensioni effettive.
Un
bel posticino, non c’è che dire.
Ma
Bulma non riusciva proprio ad afferrarne il senso.
“Ma…”
mormorò guardandosi intorno perplessa. “…Tutto qui?”
Si
voltò verso Vegeta, che nel frattempo l’aveva raggiunta a lenti
passi.
“Insomma…” continuò la ragazza sfilandosi le ciabatte e camminando adagio
verso il bagnasciuga. “…Credevo che mi avresti portato in una qualche
sottospecie di foresta disabitata e piena di animali feroci che…”
Tu-tum.
Non
fece nemmeno in tempo a concludere il discorso che una vigorosa pacca, portata
esattamente al centro della schiena, la catapultò in avanti. Bulma cadde carponi
avanti, e solo grazie ai suoi riflessi pronti riuscì a porre le mani contro il
terreno prima che potesse sbattere il muso contro il fondo.
Un
attimo di spaesamento, poi la consapevolezza di ciò che era accaduto.
“Ehi!
Ma che diavolo ti prende?!” urlò indignata scostandosi violentemente una ciocca
di capelli umidi dal viso. “Sei per caso impazz…?”
La
sua parlantina venne interrotta nel momento esatto in cui voltò il capo
all’indietro.
O
meglio…nel momento esatto in cui si rese conto di quanta poca distanza ci fosse
tra il proprio volto e quello di Vegeta.
Senza
neanche rendersene conto, il suo corpo era stato totalmente delimitato dagli
arti del moro; le braccia distese contro il fondo sabbioso la bloccavano
all’altezza del seno, le ginocchia carponi stringevano possentemente contro le
sue.
Tu-tum.
Trappola.
Bulma
sbarrò gli occhi chiari estremamente sorpresa, squadrando la posizione in cui
Vegeta si stava sorreggendo con una sorta di estasi confusionaria che le
impediva di analizzare a fondo la situazione.
E
prima che riuscisse a dire qualcosa, il moro socchiuse le labbra, in procinto di
dire qualcosa.
Stavolta fu lei la più veloce.
Dandosi un’energica spinta sulle braccia, Bulma sfilò il proprio corpo da
quella prigione di carne e affondò ancor di più nella sabbia bagnata.
“Aaaaaah!!” gridò scandalizzata agitando le braccia. L’acqua ormai le
arrivava alla vita. “Che cosa diavolo credi di…?”
Uno
spruzzo salato la centrò in pieno negli occhi, che cominciarono a
bruciare.
Suo
malgrado, Bulma fu costretta a portare le mani chiuse a pugno nei pressi
dell’area dolorante, strofinandovi energicamente contro.
Perfetto, adesso si ricorreva anche a quei sporchi
mezzucci!
“Accidenti a te!” si lamentò la ragazza avvertendo due calde lacrime
sgorgarle agli angoli delle cavità ottiche. “Sei veramente uno
sporco…”
I
raggi del sole che le avevano accarezzato il viso fino a quel momento vennero
improvvisamente neutralizzati da una figura che si sovrappose prepotentemente ad
essi: Bulma potè accorgersi del cambiamento di clima grazie al mutamento di
tonalità che scorse attraverso le palpebre chiuse.
E
prima che potesse riaprirle, un sussurro caldo e mascolino la avvolse tra le sue
spire di pura eccitazione.
“Non
eri forse tu…” Vegeta le sfiorò l’orecchio con il labbro inferiore chinandosi
ancor di più sopra di lei.
“…quella sciocca ragazzina che si lamentava in continuazione…”
Le
braccia sciolte incatenarono e attirarono contro di loro il seno generoso.
“..perché per tutta la durata della vacanza non era riuscita a fare
nemmeno un bagno in mare?”
Le
gambe robuste si intrecciarono alle altre più esili, senza lasciar loro nemmeno
una minima possibilità di divincolarsi.
Tu-tum.
Tu-tum.
Aveva
la pelle d’oca.
Ma
forse non era solo colpa della situazione in cui si trovava…
Quel
caldo respiro che avvertiva sulla propria pelle era
talmente…talmente…
Eccitante?
Finalmente Bulma aprì gli occhi.
Ma
non appena il suo sguardo incrociò quella profondità dedita alla contemplazione
dei propri lineamenti, quelle palpebre socchiuse che sussultavano al minimo
movimento, quella labbra pallide leggermente socchiuse che sfioravano le sue,
ebbe l’impulso di richiuderli di nuovo.
Dischiuse le labbra carnose a sua volta, sentendosi per la prima volta in
tutta quella sventurata mattina completamente inebriata da quel fisico
possente…e da quella personalità sempre così misteriosa.
Tu-tum.
L’acqua si smosse appena contro i loro corpi stretti l’uno contro
l’altro.
…
…Quel
retrogusto salino era ciò di più buono che mai avrebbe potuto
assaggiare.
wwwwwwwwwwwwwwww
Una
voce di donna risuonò come un crepitio metallico nella hall
dell’aeroporto.
Cortese, fin troppo cortese. Da far venire il diabete.
“…”
Chichi ascoltò attentamente il messaggio che stavano comunicando dagli
altoparlanti.
E
subito avvertì una fitta nei pressi del petto.
Strinse ancor più vigorosamente la mano di Goku, poggiando
malinconicamente il capo contro la sua spalla.
“Ehi,
che ti prende?” le chiese il moro abbassandosi leggermente con il busto per
osservarla in volto.
La
ragazza lo guardò a sua volta – era così difficile ignorare il fatto che lo
vedesse sfocato…- e sospirò contro il suo petto.
“…È
il nostro.”
“Oh…sembra che sia ora di avviarci” disse C18 scostandosi da Nappa, con
cui aveva inutilmente cercato di intavolare una conversazione di un certo
livello intellettuale – pretendeva troppo… - e abbassandosi sulle ginocchia per
prendere il mano il proprio borsone.
Le
spalle di Crilin e Radish sussultarono. “Cosa?! Di già?”
“Bè…l’hanno annunciato con un po’ di anticipo, ma sarà meglio trovarci
sul posto qualche minuto prima” rispose seria la biondina.
In
quel momento, Bulma e Vegeta si precipitarono correndo dall’uscita principale
verso di loro.
“Hm?”
C18 si voltò verso di loro. “Eccovi, finalmente! Ma dove siete
stati?!”
“Anf
anf…s-scusate il ritardo…” bofonchiò la ragazza portandosi una ciocca di capelli
dietro l’orecchio. “Colpa mia…”
Vegeta incrociò le braccia al petto e non proferì parola.
“Ma
siete bagnati fradici” notò la biondina squadrandoli da capo a piedi perplessa.
“Che diavolo vi è successo?!”
Il
moro sorrise sotto i baffi.
Bulma
arrossì complice e incrociò le braccia dietro la nuca.
“…Ho
fatto il mio primo bagno!” rispose allegramente esibendosi in una
linguaccia.
C18
spalancò gli occhi per la sorpresa. “Tu sei matta…” sospirò scrollando le
spalle.
Chichi si alzò dal muretto su cui si era seduta insieme a Goku qualche
minuto prima e prese in mano il proprio borsone da viaggio, che aveva
precedentemente poggiato sul pavimento.
“Bè…sarà meglio che mi avvii” mormorò tristemente dondolando sui talloni.
Goku annuì lentamente, si alzò a sua volta e si dette una spolverata ai bermuda
con una mano.
“…”
La moretta volse lo sguardo verso di lui. Avrebbe voluto dirgli tante
cose…
Il
tempo è tiranno.
“Bene, allora…” mormorò Goku cercando di mostrarsi il più allegro
possibile. Se avesse manifestato il suo senso di frustrazione avrebbe concluso
un trattato con le lacrime dovute alla distanza. “…fai buon viaggio.”
“Hm
hm…” Chichi scosse la testa e sorrise appena.
Chissà se…chissà se un giorno lui sarebbe venuto a trovarla nella sua
Città dell’Ovest…
Quanto avrebbe voluto che il suo desiderio si avverasse, prima o
poi…
Poteva solo sperare, ormai.
“Ehm…” Abbassò il capo e prese a giocherellare con le dita.
“Hm?”
Goku la osservò, vagamente perplesso.
Devo salutarlo sorridendo…anche perchè non è detto che non ci
vedremo mai più.
Ma
soprattutto, doveva salutarlo nella maniera adeguata.
La
moretta si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Io…”
Ti prego, digli qualcosa! Digli che ti mancherà, che vorresti
rimanere con lui…
“…Mi
lasceresti il tuo indirizzo? Sai, per mantenerci in contatto…” La ragazza
mormorò l’ultima frase tutta d’un fiato. Le spalle calarono maggiormente verso
il basso.
Goku
rimase confuso per qualche secondo, poi scosse la testa e sorrise bonario. “Ma
certo.”
Dettò
a Chichi i suoi dati e chiese a lei di fornirgli le stesse
informazioni.
Ma
nel mormorare le proprie generalità tra i denti, la moretta avrebbe volentieri
preferito sotterrarsi per lo sgomento.
Poteva venirmi in mente…una cosa PIÙ STUPIDA di
questa?!
Bel
modo di dire ‘addio’ ad una persona così importante per te.
wwwwwwwwwwwwww
“Allora, Crilin, stammi bene” C18 sbattè delicatamente il palmo della
mano sulla nuca pelata del ragazzo e gli sorrise affabile.
“S-Sì, anche tu!” le rispose Crilin dedicandole un sorriso a trentadue
denti tra i fumi dell’imbarazzo.
“Ciao
anche a voi, ragazzi, è stato bello conoscervi” Chichi, Bulma e la biondina
sventolarono una mano all’indirizzo di Radish, Nappa e Vegeta.
Vegeta sollevò due dita in segno di saluto, soffermando il proprio
sguardo su Bulma…che ricambiò con molto piacere.
Radish ricambiò il saluto nonostante avesse voluto volentieri gettarsi al
collo di Chichi e supplicarla di rimanere lì con lui.
Nappa
si aprì in uno dei suoi soliti sorrisi ebeti ed esplose in una potente risata
cavernosa.
Sì…le
separazioni erano sempre tristi.
“Ehi,
Lunch, l’aereo sta per partire!” disse C18 all’amica, che si era appena
avvicinata al resto del gruppetto in compagnia di Tensinhan. “Dai, prendi la tua
borsa e andiamo.”
“Ehm…” Lunch abbassò appena il capo e gesticolò con le dita.
Sembrava profondamente preoccupata per qualcosa.
Tensinhan si accorse immediatamente del suo disagio e le posò solidale
una mano sulla spalla.
“Che
ti prende, Lunch? È successo qualcosa?” le chiese Bulma turbata dalla sua
espressione così innaturalmente malinconica.
La
ragazza rispose timidamente allo sguardo delle amiche. “Bè, a dire il
vero…”
“Hm?”
L’attenzione su di lei era diventata morbosa.
“…Io
avrei deciso di rimanere qui con Tensinhan.”
Le
ragazze rimasero a bocca aperta per lo stupore.
Tensinhan chiuse le palpebre, consapevole di quanto quella scelta
complicata fosse stata discussa ed analizzata più volte nel giro di così pochi
minuti.
Chichi fu la prima a parlare. “Lunch, stai dicendo sul serio?”
Stava
davvero per dire quella fatidica parolina per la seconda volta?
Un
groppo in gola la sorprese e le mozzò il respiro.
Lunch
scrollò le spalle con un sorrisino dolce. Gli occhi si erano improvvisamente
velati. “Sì…non voglio più separarmi da lui. Sarà divertente trascorrere del
tempo insieme, non credete?”
“Divertente…” mormorò Bulma lanciando un’occhiata di sottecchi a Vegeta,
che stava attendendo insieme agli altri ragazzi accanto al portellone
dell’uscita per il loro aereo.
C18,
invece, sospirò. In fondo si sarebbe aspettata una cosa del genere da un momento
all’altro. “Lunch…sei proprio sicura della tua scelta?”
Chichi e Bulma guardarono l’amica, preoccupate.
Giusto un attimo di esitazione, poi Lunch sorrise più allegramente di
prima. “Sì…credo proprio di sì.”
Poggiò la propria mano destra su quella di Tensinhan, stringendola
forte.
C18
sorrise affabile. “Se è questo ciò che vuoi…”
“Scusatemi se ve l’ho detto così all’improvviso” gemette Lunch
intrecciando le dita sotto il mento come se stesse implorando il loro
perdono.
Ma le
sue amiche scossero la testa. “Non preoccuparti..pensa solo ad essere felice!”
le sorrise Bulma accarezzandola sulla testa.
Gli
occhi di Lunch si illuminarono di gioia. “Grazie, ragazze!”
“Ma
promettici che una volta tanto tornerai a trovarci!” disse Chichi posandole una
mano sulla spalla. “Le serate non saranno le stesse senza di te!”
L’altra ricambiò il sorriso della moretta, gli occhi ora lucidi di
lacrime. “Puoi contarci! E mi aspetto lo stesso da parte vostra.”
“Ma
certo!” esclamò Bulma battendo le mani. “Mica possiamo lasciarti sola a
combinare danni!”
E
dopo di lei, tutte loro allargarono le braccia per accogliervi l’amica,
quell’amica sempre così presente e generosa…e così poco prevedibile.
Quella era stata la sorpresa più grande dell’intera giornata, senza
dubbio.
“Ci
mancherai tanto, lo sai?” mormorò Chichi contro i capelli vaporosi dell’amica.
Il naso cominciava a pizzicarle.
“Anche voi” Lunch ricambiò il forte abbraccio.
La
voce metallica femminile sfrigolò ancora una volta per gli altoparlanti dispersi
in vari punti del locale, annunciando l’ultima chiamata per il volo delle
ragazze.
Lunch
si sciolse dall’abbraccio delle sue migliori amiche e sorrise loro.
“Sbrigatevi…il vostro aereo partirà tra poco!”
“Hmf…vorrà dire che mi prenderò il tuo posto accanto al finestrino!”
sghignazzò Bulma sventolando una mano in aria. Tensinhan rispose al suo cenno di
saluto sferrando un pugno in aria.
“Sbrigatevi, altrimenti non faremo in tempo!” C18 prese a correre
velocemente verso il portellone cercando di mantenere il proprio borsone il più
fermo possibile sulla spalla.
I
ragazzi le salutarono ancora una volta con un cenno del capo prima che lei e
Bulma sparissero al di là della porta metallica.
Chichi, invece, si fermò prima che riuscisse ad oltrepassarla.
“Goku…”
Lasciò andare la borsa che teneva a tracolla, che cadde con un pesante
tonfo, e voltò il viso verso il ragazzo che tanto le aveva rallegrato le
giornate in quella settimana…
…E
che tanto l’aveva coccolata nei momenti di sconforto.
Corse
verso di lui a piccoli passi.
“Chichi” cominciò Goku correndo a sua volta verso di lei. “Sbrigati,
o…”
Non
ebbe il tempo di concludere la frase, perché la moretta dei suoi sogni si
arrestò esattamente di fronte a lui e, sollevandosi sulle punte dei piedi a
velocità impercettibile, gli donò un piccolo bacio sulle labbra.
“Stammi bene, Goku” gli mormorò lei sorridendo contro la sua guancia.
Posò i piedi a terra con un piccolo salto e fuggì via per raggiungere le sue
amiche prima che Goku potesse trattenerla.
Sventolò un’ultima volta la mano ai suoi amici(‘Chissà perché Radish ha
quella faccia scioccata…’)e la porta si chiuse con un tonfo alle sue
spalle.
wwwwwwwwww
CONTINUA…
wwwwwww
wwwwwwwwwww
Ah,
l’estate…l’estate…l’estate…
L’estate…
…
Scuole chiuse, piscine
aperte…e cervello in pappa!! Sì, proprio così…l’estate è di una noia mortale!
Ma sapete che vi dico?
Forse è stato proprio grazie a questo che sono riuscita a portare a termine il
nuovo capitolo! Sigh, che triste…mi veniva da piangere mentre descrivevo il
momento dei loro saluti! Spero che nessuno se la sia presa per la decisione di
lasciare Lunch insieme a Tensinhan sull’isola…ho voluto rispettare il rapporto
originale fino in fondo, e se non mi sbaglio loro due ad un certo punto
spariscono dalla circolazione, purtroppo…
Sigh…purtroppo ci stiamo
avvicinando alla fine della storia…T__T *me piange rileggendo i capitoli
indietro* Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne avete pensato di questo! Mi sa
che è quello che molti di voi lettori stava aspettando…^^; *Ale fischietta
cercando di fare l’indifferente* Comunque, mi sono resa conto solo ora che
questo è il capitolo PIU’ LUNGO(e forse anche più problematico! XD)che abbia
scritto finora…anzi, pensate che in realtà lo scorso capitolo avrebbe dovuto
essere il PROLOGO di questo!! Ma allora sarebbe diventato un mattoncino…meglio
dividere in due parti, mi sono detta! XD
A proposito dello scorso
capitolo…mi avete fatto felicissima nel leggere le vostre recensioni e nel
vedere quanto tutti stavate strenuamente aspettando il nuovo
aggiornamento…*commoss* Sigh…io VI ADORO!!
E ora volate ai vostri
ringraziamenti personali! Alè, altro mattoncino nel mattoncino!!
XD
wwwwwwwwwwww
wwwwwwwwww
Bambi88:
Asuka-chan! *__* Mwahaha!! Hai visto? Finalmente ce l’ho fatta!! *smile smile*
Spero tanto che tu sia riuscita a leggerlo entro stasera…questo è il mio
regalino d’incoraggiamento per gli orali di domani! ^_____^ Sono sicura che
andrai alla grande…e ci sarà anche Kaki-kun che farà il tifo per te,
naturalmente! *ç* *Ale sbavuccia un po’ * Quello sciocchino è talmente esagitato
che si è messo a tagliare i cavi del recinto…che jonin degenere!! XDXD Tanti
tanti tanti tanti baciottolini grandissimi…con tanta panna e cioccolato…ti
voglio tanto bene!
wwwwwwwwww
LeftEye: XD
Pensa che non ci credevo nemmeno io!! Io che mi rifaccio viva…dopo tutto questo
tempo…O__O Nello scorso capitolo addirittura mi sentivo come se avessi
pubblicato la storia per la prima volta!! XDXD Che
scema…
XDXD Ti è piaciuto il
capitolo su Yamcha?? XDXDXD Pooovero!! Gli ho fatto fare una figuraccia!! Ma se
lo meritava, così impara a fare il dongiovanni…e poi dovevo levarlo di mezzo per
permettere alla scommessa di svilupparsi per bene! *Mwahahaha* Che cosa te ne è
sembrato? Per te che sei una loro fan…*agit agit*…spero che ti sia piaciuto
l’esito! ^^ Tanti tanti baciottoli!
wwwwwwwwwww
Mrs Brown:
^^; Ehm…ok, non sono passati sette mesi…ma spero che la tiratina di orecchie sia
più leggera visto che ne sono passati solo quattro! XD Perdona il mio
ritardo…*occhi luccicosi* …quando arriva la bella stagione anche il cervello
stacca! XD Oggi pomeriggio l’ho fatto lavorare sodo…anche per la fatidica
scommessa che FINALMENTE si è conclusa!! *gaio e tripudio* Spero che ti sia
piaciuta…la aspettavi con ansia! ^////^ Ah ah, sono contentissima che lo scorso
capitolo ti sia piaciuto! C’era bisogno di togliere di mezzo Yamcha…U__U Mi
dispiace, ma l’ho conciato davvero per le feste…infatti stavolta non si è
nemmeno visto! X°°°D Povero! Ma così Vegeta ha avuto campo libero…meglio così,
no? ^__-
Spero tanto che il nuovo
capitolo ti sia piaciuto! *__* Ci terrei tanto a sapere cosa ne pensi!! Grazie
ancora per tutti i tuoi complimenti, sei dolcissima! ^///^ Tanti tanti
baciottoli alla fragola!
wwwwwwwwwwww
Kiby912:
Kibyyyy!! *__* Ma che bello, sono contentissima che la punizione divina a Yamcha
ti sia piaciuta!! XD Mwahahaha…Bulma è così perfida!! *Ehm, no…veramente sei TU
quella perfida, Ale…^^; * Oddio…hai addirittura PREGATO?! ^///^ *me arrossisce
nel vedere un santino con nome della mia ficcy sopra* Per fortuna…ecco qui il
nuovo capitolo! ^^ …E finalmente con l’esito della scommessa che tanto stavi
aspettando!! *risata malvagia* Spero tanto che ti sia piaciuto!! Un bacio
grandissimo tesora! *__*
wwwwwwwwww
Alia: Alia,
sono contentissima che la mia storia ti entusiasmi così tanto, ma per favore…non
tartassarmi in continuazione chiedendomi di aggiornare, perché scrivere
fanfiction è un passatempo, non un LAVORO…quindi è inutile che tenti di
spronarmi implorandomi di aggiornare, perché ho i miei tempi e, seppur lunghi,
voi che leggete dovreste rispettarli. Scusa la franchezza, ma dopo dieci
recensioni “Ti prego aggiorna” è ora di smetterla, non credi? ^__^ Comunque ecco
qui il nuovo capitolo, con tanto di scommessa che tanto stavi
aspettando!
wwwwwwwwww
Monica: No,
no, non morire ti prego!! *Ale sfrega defibrillatore* … *libera!!* Mi dispiace
di farti struggere così tanto nell’attesa…purtroppo quando voglio so essere
molto…ehm…lenta! ^^; XDXD In realtà Bulma era arrabbiata perché ha beccato
Yamcha a civettare con un’altra ragazza! Con il suo carattere è difficile che
possa concedere perdono per un affronto del genere…*agit agit* Povero…lo tratto
sempre malissimo!! Spero che stavolta mi sia fatta perdonare con questo capitolo
così lungo…che mi auguro ti sia piaciuto! Grazie ancora tantissimo per tutto il
tuo entusiasmo verso la mia ficcy, sei dolcissima!! *__* Tanti
baciotti!
wwwwwwwwwww
SerenaChichi:
Ehm…spero che l’attesa stavolta sia stata meno struggente rispetto quella dello
scorso capitolo! ^^; Lì veramente ho superato ogni standard di permanenza nel
mondo dei ghiri…XD Ahaaaa!! Un’altra fan di Goku e Chichina adorata, eeeeh??
^___^ Magnifico! Siamo sempre più numerose!! *Ale zompetta tutta contenta*
Sigh…purtroppo il loro saluto è stato un po’ triste…ma credi davvero che li
lascerò così a struggersi l’uno per l’altra senza poter fare niente per
accorciare le distanze? ^___- Sono i miei preferiti…meritano un degno lieto
fine! Ma ora basta parlare…ho già detto troppo! XD Grazie mille mille per tutti
i tuoi complimenti, sei dolcissima!! *arross arross* Tanti tanti baciotti alla
pesca!!
wwwwwwwwwww
Pikkola Rin:
Dolcissima!! ^____^ Eheh…sono contenta che torturando Yamcha abbia soddisfatto
le tue aspettative…mwahahaha!! È quello che si merita per essere sempre così
rompiscatole!! E che mi dici…dell’esito della scommessa(finalmente!)tra Bulma e
Vegetino?? ^^ Spero tanto che ti sia piaciuta!! ^^ Tanti tanti baciotti
baciotti!!
wwwwwwwwww
Louis89:
Aww…ecco, ora divento tutta rossa!! ^////^ davvero, sapere che la mia storia sia
così…bella per te mi fa un piacere grandissimo! ^___^ Mi dispiace di aver fatto
passare ancora una volta un po’ troppo tempo rispetto allo scorso
aggiornamento(ma sempre meglio di otto mesi, no? ^__-), ma finalmente…ecco qui
il nuovo capitolo! Spero che ti sia piaciuto!! Grazie ancora per tutti i tuoi
complimenti super dolcissimi, tanti tanti baciottini al
limone!!
wwwwwwww
Nihal91: XD
Ebbene…ecco qui il nuovo capitolo…con tutti i protagonisti al gran completo!! ^^
Anche se era inevitabile soffermarsi su ognuno di loro almeno un pochino…e poi
c’era questo benedettissimo esito della scommessa che ha distrutto la pazienza
di tutti voi! XDXD Sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!
Mwahahah…così Yamcha impara a fare sempre il dongiovanni!! *risata perfidissima*
Grazie ancora tantissimo per tutti i tuoi complimenti, sei dolcissima! ^////^
Tanti tanti baciuzzoli alla cioccolata!
wwwwwwww
Faith15:
Fedeeeeee!!!! ^_______^ Che bello, non sai quanto i tuoi complimenti mi facciano
piacere…mi fai diventare il musino tutto rosso! ^////^ E stavolta, per
sdebitarmi con tutti voi fan di Bulma e Vegeta…finalmente il tanto sospirato
esito della scommessa!! ^^ Spero che ti sia piaciuto…in caso contrario puoi
anche linciarmi un pochino! XDXDXD Tantissimi baciuzzoli alla panna
montata!!
wwwwwwww
Tata: XD Per
riassumere lo scorso capitolo…Bulma ha beccato Yamcha in giro con un’altra
ragazza. Baba ha predetto la morte al ragazzo perché in un modo o nell’altro era
riuscita ad intuire con le sue doti di indovina che Bulma avrebbe lo avrebbe
massacrato di botte!! XDXD Bè, fortunatamente non mi sono spinta fino ad
ottobre, anche se quei quattro mesetti li ho fatti passare(chiedo venia!!
^^;)…ma finalmente ecco qui il nuovo capitolo! Spero tanto che ti sia piaciuto!
^______^
wwwwwwwww
Wolvie91:
*squagl squagl* ^//////^ Grazie mille mille per i tuoi complimenti! Sono
felicissima che la mia storia ti piaccia…per me significa molto, davvero! Mi
dispiace per avervi fatto attendere ancora troppo tempo rispetto agli
aggiornamenti precedenti, ma per fortuna…ecco qui il nuovo capitolo! ^^ Spero
che ti sia piaciuto! Tanti tanti baciottoli
dolcissimi!!
wwwwwwwww
Aras: ^^;
Ehm…sì…frasi tratte da fumetti e riviste in generale quando non so come colmare
gli spazi vuoti della mia immaginazione!! XDXD Che meschina che sono…XDXDXDXD
Grazie mille per tutti i tuoi complimenti, sono contentissima che la storia ti
piaccia! ^^ Ecco qui il nuovo capitolo(finalmente!)fresco fresco!! Tanti tanti
baciotti dolciosi!!
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Sirenis: ^^;
Ehm…lo so, avete tutto il diritto di lamentarvi per il ritardo dei miei
aggiornamenti…ma prima o poi arrivano, e per fortuna oggi è andata bene! XD
Grazie mille per tutti i tuoi
complimenti! Eheh…Goku e Chichi sono i miei preferiti, cerco sempre di rendere
le scene tra i due il più emozionanti possibili! ^^ Mi fa tanto piacere che ti
sia piaciuto il momento del loro bacetto…^////^ Grazie ancora, tanti
bacini!
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Vegy_Kakashi_93: ^////^ Oddio…oddio!! *Ale si sotterra sotto la sedia*
Oddio, ma quanti complimenti!! Nuuu, me non se li merita, davvero!! Sigh, sei
veramente gentilissima…sapere che la mia ficcy ti piaccia così tanto mi rende
felicissima!! T___T In effetti è un tantino complicato portare avanti tanti
personaggi(soprattutto se ognuno ha le proprie pippe mentali a cui badare! XD),
ma credo che per il solo fatto che io ami Dragon Ball la cosa si faccia più
facile e scorrevole anche per me! ^^ E sono anche contentissima che anche tu
sia…*risata malvagia*…SODDISFATTA del trattamento che ho riservato a Yamcha
nello scorso capitolo!! *altra risata malvagia* Ho ho ho!! È la giusta punizione
che si merita…povero! XD Eheh…il tuo nick è molto eloquente(a proposito…potrei
dedurne che sei anche una fan del mitico…*__* …KAKASHI?? *sbav sbav* …io AMO
quel jonin!!), ma…spero che con il nuovo capitolo la mancanza di Veggy si sia
potuta colmare! ^^ Ho cercato di fare tutto il possibile per renderlo il
più…seducente possibile. Spero che questo suo lato del carattere ti sia
piaciuto! XD
Ti ringrazio ancora
moltissimo per tutti i tuoi complimenti dolcissimi…e spero che anche questo
nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento! ^^ Tanti baciottini
grandissimi!
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Liz: ^^ Ecco
qua il nuovo capitolo! So che ci metto sempre un po’ a pubblicarne di nuovi,
ma…la pazienza non è mai troppa, giusto? ^__- Prima o poi arriveranno tutti
quelli in attesa, stai tranquilla! Spero che anhe questo ti sia piaciuto!
Bacio!
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E ora, o voi divini
membri e sostenitori e accaniti fan della coppia Bulma/Vegeta…a voi il giudizio!
Ho passato l’arduo verdetto o…*Ale corre a nascondersi* …farei meglio a
ritirarmi dal fandom di questa coppia?? ^^;
…Ce l’ho messa tutta,
spero che vi sia piaciuto l’esito di questa benedetta scommessa!!
XDXD
Fatemi sapere…VI PREGO!!
*occhioni lacrimosi stile gatto con gli stivali di Shrek
2*