La leggenda dell'amuleto lucente

di NekoShadi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due adolescenti qualunque ***
Capitolo 2: *** Kizuna, la terra delle due lune ***
Capitolo 3: *** Un destino incredibile ***
Capitolo 4: *** I quattro principi ereditari ***
Capitolo 5: *** Uno stressante inizio ***
Capitolo 6: *** Quattro nuovi affascinanti scolari ***
Capitolo 7: *** Un agguato nemico ***
Capitolo 8: *** Il potere delle protettrici ***
Capitolo 9: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 10: *** Un impiego per Keiichi ***
Capitolo 11: *** Convocazione a Kizuna ***
Capitolo 12: *** La verità sul potere ***
Capitolo 13: *** La preoccupazione di Imizu ***
Capitolo 14: *** Shirai e Imizu, o sì o sì ***
Capitolo 15: *** Troppo diverso dal solito ***
Capitolo 16: *** Amuleto di cuori! ***
Capitolo 17: *** Il fulcro del mio destino ***
Capitolo 18: *** La sofferenza di chi è stato obbligato a dimenticare ***



Capitolo 1
*** Due adolescenti qualunque ***


Il titolo originale della storia è Poker Face - la leggenda dell'amuleto lucente non c'entra niente la canzone di Lady Gaga eh XDDD

 Un nuovo giorno stava per cominciare, mancava solo il suono della sveglia per salutare quel 10 settembre, giorno del rientro a scuola dalle vacanze.
Faceva caldo e io ero sdraiata sul letto senza una coperta vestita solo dal leggero pigiama di cotone, con la quale sudavo comunque.
-Driiiiiiiiiiinnnnnn!!- ecco il suono che mi avrebbe rovinato molte mattine per nove mesi.
A malavoglia mi alzai e rendendomi conto del primo giorno di scuola che stava per cominciare tirai un sospiro.
Con molta calma preparai una borsa in cui mettere astuccio e diario, poi mangiai, poi mi misi la divisa del terzo anno. Quella divisa, non so per quale strano motivo mi entusiasmava: forse per il blu brillante della giacchetta, forse per il 3 stampato su un lembo di quella nel punto in cui mi copriva la gonna, forse per la cravattina rossa con decorazioni dorate, forse tutto questo messo insieme mi dava un senso di sicurezza. Di certo non era merito della gonna, che sembrava si accorciasse ogni anno che passava.
Appena furono le 8 uscii di casa; la scuola era a pochi passi e appena m'incamminai fui travolta dalla leggera brezza del mattino, che, almeno un po', mi risollevava il morale.
Dopo aver fatto una curva scorsi Imizu che usciva di casa, con un volto incredibilmente affranto.
Non mi sono presentata accidenti; mi chiamo Noel Nikamura, ho 17 anni e frequento la terza di un liceo. Sono una ragazza piuttosto timida e non amo mettermi in mostra; la mia passione sono i manga e non sono interessata alla moda e ai ragazzi.
Imizu Hiwatari invece è la mia migliore amica; ha la mia stessa età e frequenta la mia stessa scuola, sebbene in una classe diversa.
-Imizuuuu!- lei si girò è mi rispose con tono decisamente seccato: -Noel? Ciao...- -m-ma che ti prende?- -che ti prende? Inizia la scuola, la S-C-U-O-L-A! Ti è chiaro?- io sorpresa: -non vedo dove sia tutta questa tragedia?- lei ancora più seccata mi gridò in faccia: -COME DOV'E' LA TRAGEDIA? Le vacanze Noel, sono finiteeeeeeeee!- -ah.. sì..- -io non posso più andare a caccia di bei ragazzi!!!-
Quella risposta mi lasciò decisamente basita. Non è che con le vacanze se ne sono andate le occasioni di andare al mare, di uscire insieme, di dormire fino a tardi, no; lei non poteva più andare a “caccia” di bei ragazzi!
-Questo non mi sembra un motivo valido; anche a scuola ci sono bei ragazzi!- lei mi guardò con gli occhi da esperta: -Se me ne trovi uno ti pago.-
Da quanto avrete capito, questa è lei; esuberante e solare, sempre a caccia di ragazzi e all'ultimo grido del mondo della moda. Eh già, noi due siamo proprio opposte, ma io le voglio bene lo stesso, perché è stata l'unica a non abbandonarmi quando ne avevo bisogno.
Facemmo una scommessa sul fatto che, di sicuro, quell'anno avrei trovato qualcuno di veramente carino a cui sguinzagliarla per la caccia d'amore; me lo sentivo, dentro di me qualcosa mi diceva che di lì a poco tutto sarebbe cambiato, tutto sarebbe stato diverso, o perlomeno nuovo in parte, così da infrangere quella stramaledetta monotonia quotidiana.

Entrai in classe come se niente fosse, come se i miei pensieri di libertà fossero svaniti in un istante inesorabile.
La mia classe; un'aula molto ampia con 23 banchi, due in più del numero di componenti della 3A, banchi puliti, resi come nuovi durante le vacanze dalle bidelle che avevano lavorato arduamente per levare le piccole dediche che ci facevamo tra compagni durante una stressante ora di lezione.
Le tende riuscivano a coprire a malapena le finestre spalancate da cui quella brezza mattutina che avevo già notato in strada e svolazzavano qua e là facendo entrare anche la luce di quel sole ormai d'autunno.
Ancora non mi sembrava vero; le vacanze erano finite in un lampo, tra compiti, letture di nuovi manga, viaggi e gite con gli amici, insomma, la vita meravigliosa fatta di relax e niente stress.
Invece in quel momento, con quel giorno, con quel luogo iniziava la vera tortura; tuttavia già il fatto di aver visto due banchi nuovi mi incoraggiava. Chissà chi sarebbero stati i nuovi compagni: ragazze o ragazzi? Simpatici o antipatici? Chissà..
Sebbene dopo il trauma adolescenziale di Joes, di cui è meglio non parlarne, in quel momento avevo una strana e nuova voglia di conoscere i due nuovi volti che avrebbero condizionato la mia vita, in bene o in male, e che, forse, avrebbero colorato di vita quel mondo grigio in cui vivevo ormai da 4 lunghi anni.
La prof entrò appena tutti fummo in classe; come era prevedibile e come era già da un anno e mezzo a questa parte, nessuno prese il posto vicino a me. Tutti mi consideravano antipatica e asociale, solo perché stavo chiusa nel guscio della mia solitudine, solitudine che avevo reso il mio stile di vita, dopo che la persona di cui mi fidavo di più al mondo mi aveva tradito e mi aveva fatto sentire una buona a nulla.
Quanto avrei voluto urlare al mondo quella terribile esperienza, urlare quanto mi aveva fatto soffrire, quanto mi sentivo male a ripensarci, ma purtroppo Joes era nella mia stessa scuola, e le voci, si sa, girano, e di sicuro la mia protesta sarebbe giunta anche al suo orecchio.
Tuttavia non mi lamentavo della mia solitudine; meglio soli che mal accompagnati, e di certo nessuno dei miei compagni avrebbe capito il mio comportamento troppo serio e diligente per una ragazza della mia età, per una ragazza che cercava solo di dimenticare. Quell'anno almeno, non da subito, ma da molto presto avrei avuto un compagno o una compagna di banco, uno dei nuovi arrivati, con cui forse, avrei stretto un legame fortissimo, o per lo meno lo speravo.
La giornata corta finì ancora più in fretta del previsto, e per fortuna sia io che Imizu avevamo lo stesso orario di uscita.
-Allora? Chi hai vicino tu?- io la guardai con il mio solito sorriso rassegnato: -nessuno, come al solito.. chi vuoi che si sieda vicino a me..- lei mi fissò seria: -smettila di fare la masochista, qualcuno prima o poi verrà!- -oh beh quello per forza.. sono previsti due nuovi arrivi nella mia classe!- Imizu spalancò gli occhi: -stai dicendo sul serio?! Anche nella mia classe ci saranno due nuovi alunni!!- io poco interessata: -oh beh, che coincidenza!-
Imizu in quel momento stava per elevare la sua anima ad uno stadio superiore; era andata in estasi, letteralmente, come al suo solito: -ma, ma, ma ti immagini?! 4 bei ragazzi, magari principi, venuti da chissà dove per chiedere la mia e la tua mano!!- Io la guardai con uno sguardo come per dire “cosa sta dicendo sa qua?!”: -Ehm.. Imizu.. ma dove ce l'hai tutta questa fantasia?! Vivi troppo nel mondo dei sogni; e poi non è detto che siano tutti ragazzi!!-
Lei mi sorrise dicendo che le sarebbe piaciuto molto, anche se aveva ammesso che era praticamente impossibile.

Dato che la giornata a scuola era finita velocemente, io e Imizu decidemmo di fare un giro per le vie del paese; era mezzogiorno passato, e le strade non pullulavano di gente come al pomeriggio; probabilmente le persone erano rinchiuse a casa o in qualche ristorante a mangiare un succulento pranzo.
Anche io avevo fame. Così ci fermammo in un bar e mangiammo due bei panini ripieni e una coca-cola.
-Ahhhh! Sììì! Mi ci voleva proprio! Squisito, davvero squisito!- disse Imizu, dopo aver mangiato in poco più di un minuto il suo panino super farcito.
-Sembri un cannibale quando mangi così; se ci fossero dei ragazzi cosa penserebbero di te?!- ammonii io con sguardo serio.
-Ahhaha problema che non esiste, visto che non ci sono bei ragazzi nei paraggi, ci sei solo tu!- risposi: -grazie della considerazione!-
Dopo una sonora risata, pagammo e uscimmo dal bar. La strada era deserta.
Camminammo per un po', sembrava di stare nel vecchio west: palline di polvere e fogli che svolazzavano trascinati dal vento erano la nostra unica compagnia.
C'era troppo silenzio, quasi irreale. Imizu, che era abituata a stare in mezzo alla gente, si sfogò: -C'È NESSUNOOOO?!?!??!- io spaventata la sgridai: -cosa urli?!- lei seccata da quel silenzio: -uffa, nessun bel pollastrello in vista! Mi annoio! Diamine, non c'è proprio nessuno! Ness..- le sue parole vennero interrotte da un verso sonoro di un animale che stava davanti a noi era un gatto: -Nyaaaaa!- io la guardai: -Non è vero che non c'è nessuno! C'è questo gattino!- lei fece il muso lungo: -sai cosa m'importa di un gatto puzzolente!-
Una voce da dietro di noi ci fece sobbalzare: -Hei! Come ti permetti befana!-

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Capitolo 2
*** Kizuna, la terra delle due lune ***



Imizu aveva gli occhi infuocati: -Befana.. A CHI?!??!- a momenti mi spaventai più di lei che di colui che aveva pronunciato quelle parole all'improvviso: -Ehehehe! I-Imizu! Calmati!- -MA NEANCHE PER SOGNO!- Con passo pesante si avviò da dove era venuta la voce felina di un ragazzino. -Imizu! Potrebbe essere pericoloso!- Imizu mi guardò malissimo. -Ok, non parlo più!-
In quel momento, dopo aver assistito a una scena incredibile e impossibile, mi pietrificai.
-Razza di puzzone! Dove sei?! Fatti vedere!- Un ragazzino tutto pepe pese da un albero di fronte a lei: -Beh, che vuoi?!- Imizu lo individuò: -Sei tu che mi hai chiamato befana, PER CASO?!- Lui scese dall'albero: -Certo! Tu mi hai detto che sono puzzolente!- Imizu socchiuse gli occhi: -Non l'ho detto a te, ma ad un gatto!- In quel momento non potevo più trattenermi dopo quello che avevo visto: -I-I-I-Imizu.. l-l-l-ui è il g-g-g-g-at-to!!!!- Lei mi guardò delusa: -Ma cosa vai blaterando?- e mentre mi guardava al ragazzo spuntarono la coda e le orecchie da gatto. Imizu si girò verso di lui e i suoi capelli divennero bianchi. -Ha le orecchie e la coda di un gatto... AAAAAAHHHHHHHHHH!-
Era ora che se ne accorgesse! E ci aveva pure parlato!
-C-c-c-c-c-cosa sei??!?! U-u-un alieno?!?!- Imizu, che prima sembrava la temibile guerriera si nascose dietro di me.
-La smetti di offendere befana? Mi chiamo Lio, e sono Lio, punto e basta!-
-C-c-c-c-c-cosa mangi?!??!- Inizialmente pensavo che Imizu fosse rincitrullita, ma poi avevo capito che aveva paura che quel neko boy fosse un cannibale.
-Cosa mangio?- in quel momento i suoi occhi si riempirono di stelline: -pesceee, niente meno che pesceeee trallalà!!- Io lo guardai con due occhi mooolto delusi.
Lio si fece improvvisamente serio: -Bando alle ciance! Ora venite con me!-
Io lo guardai ancora più delusa: -Scusami eh, vieni qui, ci spaventi, sei un gattino inoffensivo che mangia pesce e pretendi che veniamo con te?- Non credevo alle mie orecchie, avevo risposto come fa una ragazza coraggiosa, cosa che non era assolutamente da me.
-N-Noel stai bene? Adesso anche tu mi spaventi!- Imizu mi guardò dal basso verso l'alto.
Lio, vedendo che non gli stavamo dando assolutamente retta, si avvicinò: -Hei voi due! Mi volete ascoltare?!-
Imizu, come al suo solito, cambiò stato d'animo in un istante: -Ma tu, Lio, perché hai le orecchie da gatto?- Lio si sorprese: -Perché è strano? A Kizuna c'è una parte della popolazione che ha le orecchie da gatto!-
Kizuna; quel nome mi evocò ancora quella strana sensazione di novità che avevo già provato quella stessa mattina.
-Ehm come dire.. PORTACI A KIZUNA!!!!- Imizu cominciò a saltellare come una pazzoide in mezzo alla strada deserta.
-Sì giusto.. COSA HAI DETTO?- Mi ci volle un po' per riordinare le idee e per capire che Imizu aveva chiesto a Lio di portarci a Kizuna, che non sapevamo cosa fosse, dove fosse e soprattutto come fosse!
-Perché no? Questa città così vuota mi annoia, andiamo a fare un giro in un posto nuovo no?- Io la rimproverai: -Spero che tu abbia la vaga idea di quello che vuoi fare! Vuoi andare in un mondo sconosciuto?! Stai scherzando??!-
Lio si mise a fissarmi: -Non è sconosciuto! È il mio mondo, stupendo, florido e accogliente! E in ogni caso voi siete le prescelte, quindi dovete venire per forza!-
Io esitai, ma poi fui costretta a seguire Lio poiché Imizu non mi aveva aspettato e come al solito aveva fatto di testa sua.

Finimmo in un tunnel spazio-dimensionale incredibile: era scuro, ma illuminato da bagliori colorati e improvvisi, sembrava di stare in una galleria stradale di notte, solo che le luci non erano solo bianche.
Imizu ammirava i vortici che si formavano dinnanzi a lei: -Wow! Meglio di qualsiasi cosa che ci sia sulla Terra!-
Anche io rimasi stupita davanti a tale maestosità, ma ero spaventata da quello che ci avrebbe atteso dopo.
All'improvviso venimmo investiti da una luce potente che ci costrinse a chiudere gli occhi.
Quando riaprimmo gli occhi vedemmo Lio che si era piazzato davanti a noi, coprendoci la visuale: -Bhe che dire.. benvenute a Kizuna!-
Nel momento in cui si spostò fu come se il tempo per me si fosse fermato qualche istante. Era maestoso, divino, paradisiaco; nono, non esiste parola per descrivere quel paesaggio meraviglioso cui ci trovammo davanti.
C'era una verdissima prateria con cavalli e altri animali che correvano liberi. Ai lati una foresta di abeti altissimi tra i quali si faceva strada un piccolo sentiero.
Lio ci fece contemplare il paesaggio per qualche minuto, poi disse: -Dobbiamo passare di lì.. qualche minuto di camminata e saremo al mio villaggio; lì potrete mangiare, e dormire, domani si va al palazzo di Hikaru!!-
Ci addentrammo nella foresta, tra i cui cespugli e prati giocavano animali di tutti le specie, anche diversi da quelli che c'erano sulla terra.

Dopo circa un quarto d'ora di cammino, finalmente giungemmo al villaggio di Lio.
Era come aveva detto lui. Molta gente aveva la coda e le orecchie da gatto.
-Venite, per di qua!!- Lio indicò una delle casette del villaggio, fatte di legno e tetti di paglia, probabilmente era casa sua.
-Ma benvenute! Vedo che finalmente hai compiuto la tua missione figliolo!- Lio assunse un'aria da saputello: -Certo mamma! Che ti credevi? Che sarei tornato a casa a mani vuote?- La madre sorrise: -Infatti è quello che hai fatto! Ti avevo raccomandato di prendere anche l'acqua del ruscello prima di tornare a casa!-
Lio, sentendosi sminuito dalla madre che aveva fatto notare una sua mancanza decise di andare subito a prendere quello che lei aveva chiesto.
Così uscimmo tutti e tre di casa e ci dirigemmo verso un ruscello lì vicino.
-Liooooo! Heilà!- Una voce dietro di noi chiamava il ragazzo-gatto.
-Miroku! Ciao!- Il ragazzo, anche lui gatto, si avvicinò al nostro gruppo.
-Ma chi sono queste due dolcezze?! Eeeh Lio, Lio! Cosa fai mi tieni il piede in due scarpe?! Haha furbacchione! E io che faccio fatica a trovare una ragazza!-
Lio si mise a ridere: -Ma cosa hai capito?! Sono le prescelte che mi ha mandato a chiamare sua maestà! E poi, tu non hai ragazze?! Ma se sei il sosia di Shirai!-
Miroku si mise a fare strani gesti: -Certo, io sono il più figo del mondo, i cuori sono il mio simbolo, nulla può eguagliare la mia bellezza! Muhahaha!-
Io lo guardai delusa mentre Imizu era già stracotta di quel buffone.
-Hahah lo imiti troppo bene!- Miroku si ricompose: -Questa è tutta arte! Beh dai ci si vede! Ciao Lio! Ciao anche a voi!- Miroku si allontanò facendoci l'occhiolino.
Imizu arrossì completamente in volto: -I-Imizu? Non dirmi che..- -Si Noel, il mio cuore è stato rapito dalle parole di Miroku!-
Lio cominciò a prendere in giro: -Se rimani cotta di Miroku cosa farai davanti al principe di cuori? Il Don Giovanni da strapazzo! Di sicuro tutte e due ne rimarrete estasiate- io mi feci seria: -Se fossi in te non ne sarei così sicuro! Toglimi una curiosità, anche il principe di cuori ha le orecchie e la coda da gatto?-
Lio: -Oh no, no.. loro sono nobili! Queste caratteristiche sono tipiche della gente comune!- io mi sorpresi: -Scusa ma quanti principi ci sono?- lui mi fece cenno con la mano: -Quattro!-
A Imizu vennero gli occhi a stelline: -N-Noel! La mia predizione.. la mia predizione si sta avverando! Sembrava improbabile e invece!- -Hai proprio ragione accidenti! Ma quanti sono in tutto i figli della regina? Ce ne sono altri oltre a quei 4?- Lio si mise a ridere sonoramente: -Ma mica sono figli della regina quelli! Ognuno è il principe ereditario di uno dei quattro regni subordinati tutto qua!- -Quattro regni?!- Lio sbuffò: -Ma vi devo spiegare tutto?!- e io: -Sai com'è è la prima volta che mettiamo piede qui!-
Lio si sedette e cominciò a raccontare: -Ebbene; Kizuna è formata da 5 regioni in cui ci sono 5 regnanti: la principale è la regione di Hikaru, dove vive la regina Cattleya, poi ce ne sono altre quattro: i regni subordinati primari, quelli di Kokoro a sud e di Supedo a nord e i subordinati secondari, quelli di Kuroba a est e Daiyamondo a ovest. Ognuno di questi 4 subordinati ha una famiglia reale che ha un principe ereditario ciascuna, detto asso-
-Incredibile!- mentre io ero meravigliata Imizu partì con una domanda sul suo interesse principale: -Ma noi conosceremo i principi?!- Lio: -Ovvio, sarete nominate Poker Protettrici quindi per forza dovrete conoscerli!-
Si era fatto buio e nel cielo erano comparse due bellissime lune, una bianca e una rossa, che coloravano il cielo tramite un'affascinante luce fioca; menomale che Imizu è impulsiva, altrimenti non avrei mai potuto conoscere tale meraviglia, così vicino, così lontano dalla nostra Terra.

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Capitolo 3
*** Un destino incredibile ***


Passammo la notte in una camera che la madre di Lio aveva preparato apposta per noi. La mattina dopo ci alzammo e dopo un'abbondante colazione ci preparammo per andare al famoso castello di Hikaru.
Lio: -Il castello è a circa un'ora di cammino da qui, ce la fate?- io e Imizu ci guardammo e sbuffammo, perché in fondo un'ora di cammino sarebbe stata davvero faticosa. All'improvviso fuori dalla casa sentimmo come una carrozza che si fermò.
-Lioo!! C'è la carrozza reale che vi aspetta!- Imizu cominciò a esaltarsi: -Mi sento una principessa; anche la carrozza con i cavalli che ci viene a prendere, favoloso!!- io: -Non gasarti troppo Imizu, siamo solo convocate dalla regina!-
Quando uscimmo però una grande sorpresa; a trainare la carrozza di avorio bianco con ornamenti dorati non c'erano dei cavalli, bensì dei bellissimi ed eleganti grifoni.
-Quelli sono dei grifoni! Incredibile!- Erano meravigliosi; il loro corpo era coperto da un manto di piume marroni e dorate lucidissime, la loro testa coperta da piume bianche pulitissime e le loro ali, grandissime, coronate da un armatura dorata. Al becco avevano le briglie con il simbolo di Hikaru.
-Siamo stati mandati dalla regina a prendere messer Lio e le due prescelte che egli ha portato dalla Terra!- Lio fece un inchino: -Siamo tutti presenti, grazie del disturbo!-
Salimmo sulla carrozza; gli interni erano rivestiti di un morbido velluto giallo e le tende erano di seta bianca. Sulla parte davanti alla panca dove eravamo seduti c'era lo stemma di Kizuna: uno scudo diviso in 4 parti che incorniciava gli stemmi dei sottoregni, con al centro il simbolo di Hikaru, l'amuleto lucente.
Ad un cenno del cocchiere i 4 grifoni cominciarono a correre per poi alzarsi in volo. Il paesaggio dall'alto era ancora più sorprendente: distese immense di prati fioriti e di campi coltivati; non c'erano industrie, inquinamento, quel mondo era l'identità di purezza.

Quando vidi il castello che si avvicinava sempre di più, mi sembrava di vivere in un sogno; era una maestosa costruzione di stampo gotico-classicheggiante, di marmo bianco con colonne dai capitelli molto elaborati e con maestose decorazioni statuarie. Ma la cosa più bella era senz'altro l'ingrandimento dell'amuleto, sulla facciata del palazzo (uguale a quello dello stemma), fatto di cristallo giallo sfaccettato che rifletteva la luce del sole trasformandola in un arcobaleno di colori. La carrozza ci lasciò scendere appena superata la cancellata argentata, e noi ci dirigemmo a piedi fino all'entrata.
Due guardie stavano alla guardia del portone dorato: -Chi siete?- Lio fece un altro inchino e poi sopraggiunse anche il cocchiere, che era andato a depositare la carrozza: -Sono stati chiamati da sua maestà la regina Cattleya: sono messer Lio e le due prescelte- una delle guardie: -Bene potete passare-
Quando ci aprirono il portone, fummo travolti da uno splendore ricco e prezioso.
L'interno della sala era pieno di luce: i lampadari di cristallo regalavano un effetto meraviglioso, così come le vetrate colorate. I mobili, di stampo antico erano ben curati, le pareti coperte da arazzi affascinanti e sotto di noi c'era un tappeto rosso che ci portava fino ad una porta più avanti; la sala di ricevimento della regina.
-Chiediamo colloquio alla regina Cattleya; sono messer Lio e ho portato le due prescelte- una guardia bussò alla porta ed entrò. Subito dopo uscì: -Prego, sua maestà la regina Cattleya vi attende-
La sala del ricevimento era altrettanto sfarzosa come quella precedente. Ora la cosa più meravigliosa era la regina: indossava un abito color panna che le arrivava fino ai piedi; a coronarle le spalle un leggerissimo scialle di seta.
I suoi capelli erano perfettamente curati e in testa aveva una bellissima corona tempestata di diamanti.
Lio fece un inchino: -Buongiorno sua maestà, le pongo i miei elogi per la sua grande magnificenza. Le ho portato, come su sua richiesta, le due prescelte nominate dall'indovino- La regina scese la scalinata su cui si erigeva il suo trono e si diresse verso di noi: -Quale splendore! Noel e Imizu, le due prescelte. Ottimo lavoro Lio, ti porgo i miei più vivi ringraziamenti!- Lio arrossì: -Oh non ce n'è bisogno mia signora, comunque sono felice di averle fatto questo favore!-
La regina congedò Lio e fece uscire anche le guardie; ora voleva stare da sola con noi due, per raccontarci la situazione di Kizuna e ciò in cui consisteva la nostra missione.

-Immagino che siate spaesate mie care; prese così all'improvviso dal vostro mondo da Lio, che è un ragazzino un po' maldestro- Guardai la regina, sembrava preoccupata: -Si figuri regina; io e Imizu abbiamo accettato volentieri l'invito di Lio a venire in questo mondo, e siamo rimaste sconcertate dalla bellezza dei paesaggi e del palazzo di sua maestà- la regina parve rincuorata: -Ne sono felice; se vi abbiamo portato qui è per un motivo ben preciso, la stabilità e l'ordine di questo mondo che vi ha tanto affascinato- Imizu cominciò a incuriosirsi: -Cosa minaccia questo equilibrio?- Cattleya sospirò e tornò a sedere sul suo trono pronta a raccontarci la storia, che dal suo viso pareva essere cosa molto grave: -Fino a qualche tempo fa Kizuna è stato un paese florido e pacifico, senza crisi interne o guerre; tra i quattro regni subordinati c'è sempre stata armonia, e i vari principi ereditari si sono trasformati sempre in re validi e benefattori. Tuttavia ultimamente ci è giunta la minaccia di una compagnia intenta a rompere questo equilibrio per impadronirsi dello Shaku Kessho, un'arma dal potere straordinario in grado di interagire con il leggendario amuleto della luce generando così una forza, che se nelle mani sbagliate, potrebbe causare non pochi guai sia a Kizuna che alla vostra terra. Per utilizzare lo Shaku Kessho, inoltre, bisogna radunare gli altri quattro amuleti, che come tradizione, sono in mano ai principi ereditari. Ogni giorno quei quattro rischiano un attacco a tradimento e di perdere la vita se esso succede, oltretutto nessuno di loro è ancora riuscito a entrare in sintonia con il proprio amuleto e con l'elemento che è contenuto in esso. Così ho chiesto all'indovino di trovare una soluzione a tutto ciò ed eccovi qua, le prescelte-
Io e Imizu rimanemmo per un attimo allibite dal racconto, ma poi io reagii: -E quale sarebbe il nostro ruolo?- la regina esitò per un attimo a dirlo, ma poi si convinse: -Voi siete state scelte come Poker Protettrici. In poche parole sarete le guardie del corpo dei principi, che dovrete aiutarli a riscoprire in sé il proprio potere, e guardiane dello Shaku Kessho. Il vostro potere sarà quello del sole e della luna, unito agli elementi dei quattro principi. Ovviamente con questo vostro incarico rischierete anche la vita, per questo motivo non vi obbligo ad accettare- io e Imizu ci guardammo negli occhi, poi riflettemmo per qualche secondo in silenzio.

Quella storia che avevamo appena sentito, sembrava la trama di un libro fantasy, invece era la pura realtà; ora la porta per uscire dalla monotonia quotidiana era lì, a pochi passi da noi. Sapevo che sarebbe stato rischioso, ma non volevo di certo che quel mondo così meraviglioso venisse deturpato da forze malvagie intenzionate solo a impadronirsi del potere; e quei quattro ragazzi? Che fine avrebbero fatto senza il nostro aiuto? Sapevo che Imizu ci teneva a conoscerli, ma di certo, anche se non avremmo accettato, per Cattleya non sarebbe stato un problema presentarglieli. Ma ora dentro di me c'era una sensazione che mi diceva che quello era il mio destino; tormentato o no io dovevo affrontarlo, dovevo affrontarlo per ritrovare la vera Noel che era in me, la vera Noel che ormai era sparita da troppo tempo. Io sì, volevo dimostrare che non ero la secchiona timida e impacciata che tutti vedevano in me, no, dentro di me c'era una determinazione imbattibile, una determinazione che mi avrebbe guidato, una determinazione che quella nobile missione di certo avrebbe aiutato a tirar fuori e a farmi crescere.
Cattleya ruppe il silenzio: -Se volete vi lascio qualche giorno per pensarci, forse dare una risposta adesso è troppo difficile..- -No. Non ce n'è bisogno, io accetto questa missione, accetto di compierla per sua maestà e per il bene di Kizuna!- Imizu prima mi guardò sbalordita e poi si rivolse alla regina: -Se lei accetta, accetto anche io!-
La regina si alzò in piedi e sorrise compiaciuta: -Sono molto contenta della vostra decisione! Vi ringrazio di tutto quello che farete in anticipo!- -Regina, non c'è nulla da ringraziare, noi seguiamo semplicemente la sorte comandata dal destino; l'indovino ci ha prescelte? Noi diventiamo le Poker Protettrici!-
La regina scese di nuovo le scale e si mise dinnanzi a noi: -Alzatevi o prodi combattenti! Adesso io invocherò per voi il sacro pentagono dei cinque elementi che vi conferirà il potere e il titolo di Poker Protettrici-
Io e Imizu ci alzammo, Cattleya volse le mani al cielo, mentre una luce bianca la avvolse: -Pentagono che governi i cinque elementi e che doni il potere ai quattro principi, ora ti invoco affinché tu esaudisca la mia richiesta, volta a mantenere pace e armonia nel mondo che tu hai creato: concedi a queste due ragazze, prescelte dalla profezia dell'indovino, il potere di Poker Protettrici, e conferisci loro la forza e la determinazione per difendere i quattro giovani assi e Kizuna!-
Appena finì l'invocazione sul pavimento intorno a me e Izumi, si accese un bagliore a forma di pentagono, con all'interno i cinque simboli di Kizuna. In seguito intorno a noi ci fu uno spostamento d'aria e fummo travolte da una potente luce.

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Capitolo 4
*** I quattro principi ereditari ***


Appena la luce si spense mi sentivo diversa, più che altro indossavo qualcosa di diverso, e come me, Imizu.
Quando riuscii ad aprire gli occhi contemplai finalmente la mia divisa da protettrice dei semi scuri; era proprio nel mio stile: una giacchetta blu smanicata di velluto brillante terminante con due code (simili a quelle dello smoking che indossavano i prestigiatori sulla terra) e due nastri svolazzanti, sotto di essa un top bianco pailettato all'estremo e un paio di pantaloncini corti azzurrini con un risvolto blu. Ai piedi un paio di stivali indaco chiaro con i risvolti bianchi. Anche la mia pettinatura era cambiata; ora avevo parte dei capelli raccolti da un fermaglio con una picca blu, in più avevo anche gli orecchini: uno a forma di picca e uno a forma di fiore. In seguito a livello della vita avevo un cinturone con tre spille: una più grande al centro a forma di luna e due vicino più piccole sempre rappresentanti una picca e un fiore. Infine ai polsi avevo il risvolto di una manica di camicia. Quel costume era semplicemente favoloso.
Finito di contemplare il mio cominciai a fare la stessa cosa con quello di Imizu, che, invece si mise a guardare me.
Lei aveva un abitino di velluto rosso attillato legato con un laccio dietro al collo, che terminava con una gonna svolazzante; sotto un top e un paio di pantaloncini come i miei. Anche lei con un cinturone in vita con al centro un sole e vicino un cuore e un quadro; ai piedi un paio di tronchetti rosso fiammante. Anche lei con gli orecchini (uno a forma di cuore uno di quadro) e con i capelli raccolti in due codini spettinati che le donavano qualcosa di accattivante.
Infine ai polsi un paio di polsini con rilegature fatte con una cordicella rossa.
Io e Imizu poi ci guardammo intensamente negli occhi senza dire nulla, ma ad un certo non riuscimmo a trattenere l'entusiasmo: -Che bella divisa!!-
Incredibile, lo avevamo detto in contemporanea con la stessa idea del saltello iniziale fino a ricongiungerci mani nelle mani.
-Noel quell'abito blu è semplicemente stupendo!- io ribattei: -Dai Imizu, anche tu non scherzi con quel tubino rosso!-

La regina, dopo aver visto il piccolo siparietto che avevamo fatto sorrise compiaciuta della nostra felicità: -Vedo che le vostre divise vi piacciono! Ne sono felice!- insieme facemmo un inchino di assenso e poi ringraziammo la regina.
-Bene, missione spiegata, poteri consegnati, credo che sia arrivato il momento di presentarvi alle famiglie reali che sono qui tutte presenti oggi per questo grande avvenimento!- La regina batté le mani e a quel rumore vennero aperte le porte da cui entrarono Lio, numerosi inservienti reali, e due soldati con la trombetta in mano, pronti ad annunciare l'arrivo delle 4 grandi famiglie.
Appena gli strumenti suonarono ecco che tutti gli inservienti, Lio e gli stessi soldati si inchinarono.
Io e Imizu ci sentimmo imbarazzate, perché eravamo le uniche sul tappeto rosso, mentre tutti gli altri erano ai bordi e la regina era sul trono.
Dalle due porte laterali della sala, mentre alcuni inservienti posizionavano delle sedie pregiate lungo la stessa parete del trono, entravano uno ad uno i reali, vestiti di preziosi mantelli, di gioielli, di corone che li rendevano stupefacenti.
Imizu mi diede una gomitata: -Ma dove sono i principi? Io vedo solo quel nanetto di quadri!- io restituii il gesto: -E taci! È scortese parlare nell'orecchio, specialmente davanti a dei reali!-
La regina, vista la tensione e l'agitazione che c'era in noi due, ruppe il silenzioso scricchiolio dei gioielli e delle armature durante la camminata dei nobili: -Bene ragazze, prima di tutto ci tenevo a presentarvi le famiglie reali, e in seguito entreranno i quattro principi ereditari-
Per prima avanzò la famiglia di cuori: -Ecco a voi messer George De Hearts, il re di Kokoro, con la consorte Isabel e la figlia secondogenita Miku- i tre fecero un inchino e poi parlò il re: -Il mio omaggio a voi, giovani Poker Protettrici-
Poi fu il turno della famiglia di fiori: -Ecco a voi messer Steven De Clover, il re di Kuroba, con la consorte Sayaka e la figlia secondogenita Verena- anche loro si inchinarono.
In seguito si presentò davanti a noi la famiglia di quadri: -Ecco a voi messer Arumo De Diamonds, il re di Daiyamondo, con la consorte Sarah e il secondogenito il piccolo Yoko- essi fecero come i precedenti.
Infine toccò alla famiglia, se così si può chiamare, di picche: -Ecco a voi messer Shion De Spades, il re di Supedo!- il re si inchinò: -Vi porgo le mie scuse per l'assenza della mia consorte che aveva altri importanti impegni oggi!-
I suoi modi gentili e schietti mi avevano colpito sin da subito; sicuramente il re di picche era una persona molto gradevole.

I reali si andarono a sedere, mentre la regina scese la scalinata; i soldati suonarono di nuovo la trombetta per annunciare l'imminente avvento delle persone che attendavamo di più; i quattro assi, nonché principi ereditari di Kizuna.
-Chiedo udienza e rispetto all'assemblea per l'entrata dei quattro valorosi assi di Kizuna!- la regina pretese silenzio per il loro arrivo.
Evviva, finalmente avremmo conosciuto i quattro ragazzi che erano stati posti fiduciosamente sotto la nostra tutela. Imizu aveva già gli occhi a stelline, vogliosa di cominciare la sua caccia al ragazzo.
Gli inservienti si inchinarono di nuovo e da una delle due porte laterali fecero ingresso i quattro principi ereditari.
Imizu si sciolse letteralmente davanti a quella vista ristoratrice, e io, nonostante non fossi come lei, rimasi comunque sbalordita.
Erano uno più bello dell'altro, vestiti in eleganti abiti da ricevimento con lunghi mantelli di velluto con un passo decisamente reale e una postura perfetta.
Il primo era il principe di cuori. Era un bellissimo ragazzo magro e slanciato con i capelli scuri e gli occhi marroni e con un nome (saputo durante l'imitazione di Miroku al ruscello) che rispecchiava perfettamente quell'aspetto incredibilmente perfetto, Shirai.
Il secondo era il principe di fiori. Anch'egli affascinante ma più raffinato nei modi del primo (lo si capiva solo dalla pettinatura, leggermente vivace nel primo e minuziosamente curata nel secondo); magro, abbastanza alto con i capelli rossi e gli occhi verdi.
Il terzo era il principe di quadri. Egli era leggermente più infantile degli altri nella conformazione fisica (e forse anche nel comportamento); piccolo prototipo di principe azzurro con i capelli biondi e gli occhi azzurri che spiccavano dal viso rosato forse per l'imbarazzo.
L'ultimo era il principe di picche. Bellissimo, di una bellezza che non si può descrivere (del resto anche il padre faceva il suo figurone), bello come il principe di cuori, ma biondo e con gli occhi scuri, tuttavia con un'espressione seria che contrastava con l'accentuato sorriso di Shirai e con quello pallido degli altri due.
Imizu era rimasta pietrificata dal fascino prorompente del principe di cuori e io attratta molto relativamente da quello sfuggente dell'asso di Supedo.
Imizu mi diede di nuovo una gomitata: -Q-q-q-q-q-q-q-uello è il f-f-f-amoso p-p-principe di c-cuori?!- io le risposi da sapientona: -Ovvio non vedi il cuore che ha appeso al collo?- Imizu cominciò a mangiarsi le unghie per trattenere dentro di se tutta la sua incredibile ammirazione; se non fossimo state al cospetto di una regina, ma semplicemente per strada si sarebbe messa a gridare “che figooo!!” davanti a tutti.

La regina invitò i principi a presentarsi a noi ad uno ad uno e così il primo a rompere il ghiaccio fu proprio la fiamma caliente del principe di cuori: -Lieto della vostra conoscenza; io sono ser Shirai De Hearts, l'asso di Kokoro e portatore del fuoco!- egli si avvicinò velocemente a noi e per presentarsi ci prese prima la mano e poi ci diede un bacio sulla guancia. A me era già sembrato troppo invadente e per questo feci una faccia infastidita del suo gesto, mentre Imizu aveva già due cuoricini al posto degli occhi. Lui notò prima l'espressione di lei e le disse: -Menomale che a proteggermi ci pensa una bellezza come te!- che fece perdere la vita a Imizu da tanto il cuore le batteva forte e poi guardò me, facendo quel sorriso da fighetto che mi faceva ancora più scalpore.
Poi fu il turno del principe di fiori: -Buongiorno madamigelle, io sono ser Ayomi De Clover, l'asso di Kuroba e portatore della terra!- come avevo già notato prima egli era una persona molto raffinata e prima fece un inchino con una rosa in bocca e poi ci baciò la mano.
Il principe di quadri fu molto più vivace: -Ciao! Io sono ser Kairi De Diamonds, asso di Daiyamondo e portatore del vento, piacere!- egli si limitò a stringerci la mano sorridendo.
L'ultimo a scendere le scalinate fu il principe di picche. Imizu scalpitava anche per lui, alternando le frecciatine tra lui e Shirai.
L'asso di picche si piazzò davanti a noi, limitandosi a fissarci senza proferire parola, senza pronunciare il suo nome, senza presentarsi.
Passò qualche secondo, e la regina guardò il re di picche per chiedere una soluzione. In quello stesso momento Shion tirò un sospiro e poi si alzò dirigendosi verso di noi.
-Faccio io la sua presentazione; lui è ser Keiichi De Spades, l'asso di picche portatore dell'acqua.. è solo imbarazzato- appena finì la presentazione Keiichi si allontanò da noi, e Shion lo raggiunse dicendogli qualcosa sottovoce, che io sentii bene: -Potresti anche essere più gentile a volte però!-
Più gentile? Ma non era imbarazzato? Quella scusa non mi aveva convinto sin dall'inizio, da quando lui si mise di fronte a noi: l'avevo guardato negli occhi, in quei meravigliosi occhi, che però erano spenti, senza vita.
Finite le presentazioni la regina, mentre anche gli assi andarono a sedersi, venne vicino a noi e pretese l'ascolto di tutti, nobili e inservienti: -Ascoltatemi tutti, figli di Kizuna: le due ragazze qui vicino a me sono coloro che sono state prescelte dalla sacra predizione dell'indovino come Poker Protettrici, coloro che assicureranno l'immunità dei nostri cari quattro assi, che sono così importanti per il futuro, vi prego di accogliere nel nostro mondo queste due giovani che sono state portate qui, a Kizuna, che per loro era praticamente sconosciuta; a voi Noel Nikamura, la protettrice dei semi scuri e Imizu Hiwatari, la protettrice dei semi chiari!-
Tutti ci fecero un inchino. Dovevo ancora capire come facesse Cattleya a conoscere i nostri nomi e cognomi visto che non ce li aveva nemmeno chiesti, tuttavia pensai che fosse stato merito dell'indovino. Ora la cosa che importava di più era quella strana e nuova avventura che stava per cominciare, l'avventura di due ragazze qualunque trasformate nelle protettrici per la pace in un mondo che non era nemmeno il loro.

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Capitolo 5
*** Uno stressante inizio ***


 La regina non ebbe finito lì i suoi annunci. Già, mancava il pezzo forte, e cioè che Shirai, Ayomi, Kairi e Keiichi sarebbero venuti a scuola con noi poiché in quel modo avremmo potuto sorvegliarli meglio.
Ancora non ci potevo credere. La strampalata fantasia di Imizu si era avverata, e ora di sicuro non poteva dire che a scuola non c'erano ragazzi belli con quei quattro fusti che stavano per frequentarla.
-Inoltre ragazze o il piacere di presentarvi Himitsu!- a quel punto una giovane donna, sui 25 anni, si diresse verso di noi.
-Lei vi aiuterà a soddisfare i capricci dei principi, potete immaginarlo quanto sono pretenziosi, sono nobili!- la regina ci scherzò su, ma io non ci trovavo nulla di positivo in ciò.
Così detto riattraversammo il tunnel spazio temporale e ci trovammo davanti ad un appartamento modesto, dove probabilmente dovevano soggiornare gli assi e Himitsu.
Incredibile. Era ancora pomeriggio, mentre a Kizuna era notte fonda. Guardai l'orologio, erano passate solo due ore da quando avevamo incontrato Lio, mentre sembrava fosse passata una giornata intera.
Salutammo Himitsu e gli assi per dirigerci a casa, pur quanto corta fosse stata, quella giornata era stata davvero pesante.

Quando fui sola mi misi a pensare a come sarebbe stato il primo giorno di scuola degli assi, in un posto sconosciuto, in mezzo a gente sconosciuta. Chissà quali tra i quattro sarebbero stati nella mia classe, chissà come avrei legato con loro.. ad un certo punto mi ricordai del banco vuoto vicino a me e di quello davanti a me. I due principi mi sarebbero sicuramente stati appiccicati! Che figurone avrei fatto nella mia classe se vicino a me si fosse piazzato Shirai? Oppure Ayomi, oppure Keiichi?! Certo erano tutti e tre bellissimi ragazzi e di certo lo era anche Kairi, ma a prima vista sembrava troppo infantile.
Infine mi misi a dormire, ma la notte fu breve e la sveglia suonò puntuale l'inizio di una nuova giornata. A quel risveglio pensai che tutto quello che era successo il giorno prima fosse solo frutto della mia talentuosa immaginazione, ma quando vidi il ciondolo che mi aveva dato Cattleya compresi che quella era la pura verità.
Già il ciondolo, era lì che erano concentrati i poteri in grado di trasformarmi nella protettrice dei semi scuri; era banale, un mezzo scudo con mezza luna e con il simbolo di picche e fiori più sotto.
Quello di Imizu era simile al mio, solo che aveva un sole e il simbolo di cuori e quadri.
Quel giorno avevo una strana voglia di andare a scuola, forse perché ero curiosa di vedere l'effetto che 4 nuovi studenti dall'aria principesca (per forza erano dei principi), con un aspetto molto gradevole, avrebbero fatto nella mia classe ma anche nel resto della scuola.
Misi in fretta la divisa, mangiai due biscotti al volo e uscii, verso l'appartamento di Himitsu. Anche Imizu era in anticipo, il che non era assolutamente da lei: -Imizu! Sei davvero tu?! Non ci credo sei in anticipo!- -Haha, spiritosa! Per una volta voglio essere in orario!- io le diedi una gomitata: -Diciamo che vuoi vedere Shirai, dai non nascondermelo!!- Imizu divenne tutta rossa in viso: -Uffa! Perché tu capisci sempre tutto?!- entrambe ci facemmo una sonora risata, poi Imizu si mise a fissarmi: -Tu piuttosto, ho visto che fissavi il fusto biondo, non è così!?- -D-D-Di che cosa stai parlando?!- Imizu fece lo sguardo da sapientona: -Suvvia, va che ho notato che fissavi Keiichi che credi, non sono mica tarda io!- io le risposi seria: -Ma no! Lo sai che non sono come te!!-
Mentre parlavamo il tempo passava veloce, e dalla porta dell'appartamento non era ancora uscito nessuno; mancavano 15 minuti all'inizio delle lezioni.
Imizu cominciò a scocciarsi: -Beh, mi fanno venire qua prima e poi mi fanno aspettare? La puntualità?!- -Si effettivamente non si sentono voci..-
Non feci in tempo a pronunciare la mia frase che Imizu era già andata a suonare. Un sonoro “din don” rimbombò nella casa; ci rispose una voce scocciata che pareva di donna: -Chi è che disturba a quest'ora del mattino?!- Imizu replicò: -Siamo Noel e Imizu, non vorrei sembrare scortese ma la scuola inizia tra 10 minuti!- all'inizio Himitsu non capì, ma poi si raccapezzò: -Tra dieci minuti.. ah ok.. DIECI MINUTI!?!?!?- Imizu, stordita, rispose: -Esatto!-
In quel momento si sentirono grandi rumori nella casa, la voce di Shirai che si mescolava a quella di Kairi e a quella di Himitsu che gridava “giù dal letto!”.
Quasi contemporaneamente la porta d'ingresso si aprì e uscii Keiichi, già in divisa.
-Accidenti sei veloce, come diavolo fai a essere già pronto?!- Imizu sembrava spaventata. Keiichi prima la fissò, poi si diresse verso la scuola, dandole le spalle, e finalmente si degnò di parlare: -Quando si va in ambasceria bisogna sempre informarsi delle abitudini del popolo di destinazione-
Keiichi continuò a camminare. -K-Keiichi, gli altri..- mi interruppe: -ci raggiungeranno..-

L'asso di picche si allontanò ulteriormente e mentre io lo guardavo andarsene, Imizu mi afferrò per un braccio e si avvicinò al mio orecchio: -Tu non ti sarai mica innamorata di uno così?!- Io mi staccai: -Ma cosa dici?! Dai raggiungiamolo, non possiamo lasciare che se ne vada così!- -Ok..-
Keiichi teneva la divisa scolastica in modo diverso dai miei compagni; aveva la giacca aperta, la cravatta non ben annodata e la camicia fuori dai pantaloni e sbottonata che lasciava intravedere il suo amuleto, profondamente nero e splendente, alla luce del sole.
Prima che potessimo avviarci, arrivò anche Ayomi: -Buongiorno ragazze!-
Imizu fu ancora più sbalordita: -Anche tu ti sei preparato in due secondi!?- Ayomi sorrise: -No, mi ha svegliato Keiichi; lui si è informato su tutti gli orari della vostra scuola- Imizu replicò: -Ah bene, qualcosa di gentile lo fa allora!-
l'asso di fiori rispose: -No non dire così Imizu.. lui è solo confuso..- -Ah beh, se lo dici tu!-
Io, Imizu e Ayomi raggiungemmo Keiichi; ormai mancavano solo 5 minuti all'inizio delle lezioni e se Shirai e Kairi avessero atteso ancora un po' di sicuro sarebbero arrivati in ritardo.
Guardavo Keiichi e intanto mi chiedevo perché si comportasse così; perché, ad esempio, aveva svegliato solo Ayomi, quando poteva evitare anche la sgridata di Himitsu agli altri due assi? Non capivo, ma pensai che presto avrei conosciuto qualcosa.
Imizu cominciò una conversazione: -Ayomi, sapete già in che classi siete?- il principe rispose con garbo: -Certo, ce lo hanno comunicato ieri; io e Shirai siamo in 3B, mentre Keiichi e Kairi in 3A!- Imizu cominciò a scalpitare: -Sarò in classe con S-S-Shirai?!?!- io sorrisi. All'improvviso fummo travolti da una ventata improvvisa: -Pistaaaaaaaaaa!- Erano Kairi e Shirai che finalmente ci avevano raggiunto.
-Heilà bellezze! Buongiorno!- Shirai cominciò a fare lo sbruffone.
-Al rapporto nostre protettrici! Hahaha!- Kairi cominciò a saltellare qua e là. Per sciogliere la tensione dissi: -State bene tutti con la divisa!-
Non l'avessi mai fatto; Shirai e Kairi si scambiarono uno sguardo d'intesa e dopo un breve balletto: -Che bella divisa!-
Stessa posa, stesso tono, stesso modo! Avevano imitato lo sfogo di entusiasmo che io e Imizu avevamo fatto il giorno prima quando avevamo visto per la prima volta il nostro costume di battaglia.
Imizu si mise a ridere come una pazza, mentre io volevo sotterrarmi dalla vergogna; ad un certo punto Shirai si fece serio: -Tu! Perché non hai svegliato anche me e Kairi? biondino da strapazzo!- l'asso di cuori puntò il dito in faccia a Keiichi, che non si spostò di un millimetro: -Levati di mezzo, non ho nessuna intenzione di perdere tempo con te!- con una leggera manata spostò il braccio di Shirai e proseguì per la sua strada.
-Hei un momento! Perché tieni la divisa così!?- Shirai aveva la divisa perfettamente a posto, come doveva essere tenuta, ma era invidioso dello stile di Keiichi, e così lo imitò.
La giornata era ancora lunga, ma già si prospettava magnifica; la scuola era vicina e ormai la campanella stava per suonare.

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Capitolo 6
*** Quattro nuovi affascinanti scolari ***


Appena arrivammo dovemmo salutare i 4 assi, perché li avrebbe portati in classe la preside per presentarli. Dopo aver saputo di essere in classe con Shirai, Imizu era raggiante e, per la prima volta nella sua vita, era ansiosa di arrivare in classe.
-Accidenti! Per fortuna che nessuno si è seduto affianco a me!! Avrò la possibilità di avere lui!!- Imizu stava ribollendo di emozione.
-Stai tranquilla; è palese che venga vicino a te, ci deve provare, lo conosci già- io le risposi filosoficamente.
Imizu entrò nella sua classe e io nella mia. Non ci avevo pensato, ma anche vicino a me c'era un banco vuoto; chi si sarebbe seduto? Keiichi o Kairi? Per certi versi preferivo il principe di picche, per altri quello di quadri, tuttavia, indipendentemente da questo, finalmente, dopo due anni di liceo, avrei avuto un compagno di banco.
La campanella suonò e la professoressa di matematica, la signora Ryokosuke, entrò puntuale in classe.
-Buongiorno ragazzi! Vi prego di porgermi un attimo di attenzione- la classe si zittì, pronta ad ascoltare la novità che ci stava per svelare la professoressa.
-Bene, tra poco verrà qui la preside per presentarci due nuovi compagni di classe- nella classe all'improvviso si alzò un brusio di un mescolare di voci di alunni che parlottavano tra di loro per domandarsi chi fossero e come sarebbero stati questi due nuovi membri della 3A; già, io ero l'unica a conoscerli, e questo mi fece sentire soddisfatta, anche se non capivo bene il motivo.
Due minuti dopo l'annuncio ecco che qualcuno bussò alla porta.
-Prego!- tutti si alzarono in piedi e fissarono la porta.
Entrò prima la preside per fare una breve presentazione: -Buongiorno ragazzi, sono qui per presentarvi due nuovi compagni di classe; si chiamano Keiichi Nashita e Kairi Otonoko, provengono entrambi dal nord della nostra penisola. Cercate di fare amicizia con loro! Prego entrate..-
Appena i due entrarono in classe ci fu il silenzio più totale: tutti li fissavano e tutti erano rimasti sbalorditi della grazia con la quale, specialmente Keiichi, avevano fatto ingresso nell'aula. Dopo un attimo di sgomento però, furono le ragazze ad attivarsi per prime, affascinate dalla rara bellezza dell'asso di picche.
In quegli istanti di tensione mi accorsi che avevano cambiato cognome, di certo se si fossero presentati con quelli veri, sarebbero suonati strani e appartenenti a chissà quale popolo e di chissà quale grado di nobiltà. La preside uscì.
A rompere il silenzio fu niente meno che Kairi, che si mise a fare il cretino non appena mi vide: -Noel!! ciaooo! Lei ci conosce già, lei ci conosce già!-
Non l'avesse mai fatto. Tutta la classe si mise a fissarmi e io mi sentii a disagio: -Come diavolo fa quella a conoscere un ragazzo così carino?- -Massì, di certo è un caso strano- -Magari stamattina ha fatto una figuraccia davanti a loro, per forza che la conoscono!- -Ma va, ha fatto scena muta come al suo solito, si fa riconoscere da tutti quella!- Tutti si misero a sparlare di me e io abbassai gli occhi; per fortuna la prof intervenne a zittirli: -Nikamura è vero? Mi fa piacere, almeno non si sentiranno spaesati se conoscono già qualcuno!- io la guardai: -S-si, è vero!- la prof sorrise: -Bene ora potete andare a sedervi; Keiichi, puoi andarti a sedere vicino a Noel, mentre tu, Kairi, vai nell'altro posto vuoto-
L'invidia delle ragazze per il mio vicino di banco si fece subito sentire: -No, uno così bello vicino alla Nikamura è sprecato!- -E che diamine, lo volevo io quel belloccio vicino!-
All'improvviso le loro vocine stridule furono interrotte da un grido collettivo delle ragazze della 3B. Evidentemente Shirai aveva fatto il suo ingresso trionfale e aveva fatto subito breccia nel cuore di tutte.
La lezione incominciò, e io misi il mio libro in mezzo ai banchi per far leggere anche Keiichi.
Lui si mise a fissarmi. Io feci finta di nulla anche se mi sentivo a disagio.
Per fortuna l'intervallo arrivò presto e Keiichi si alzò per uscire dalla classe.
All'improvviso sentii delle grida provenienti dal corridoio; mi sporsi dalla porta per vedere.
-Si, siete tutte delle bellezze serafiche! Mon amour!- Shirai si stava mettendo in mostra e attorno a sé aveva una schiera di ragazze che stravedevano per lui: -Shirai ti amiamo, sei bellissimo!- sembrava che si fossero messe d'accordo; avevano detto la stessa cosa a coretto.
Una ragazza si voltò verso la mia classe e vide gli occhi del principe solitario che guardavano da quella parte e subito attirò l'attenzione delle altre: -Hei ragazze! Guardate quel biondo che figo!- tutte quelle che erano attorno a Shirai si raggrupparono attorno a Keiichi, ma lui non fece nessuna smorfia e con eleganza riuscì a sfuggire a quel branco di pazze.
Lui sì che aveva fascino e grazia e allo stesso tempo quel velo di mistero che traspariva dai suoi occhi lo rendeva ancora più attraente.
Imizu mi raggiunse con un viso affranto. Io mi spaventai: -I-Imizu che hai?!- lei mi guardò: -Sono triste!- poi cominciò a sclerare: -UFFA! Per una volta che trovo qualcuno che amo, tutte le ragazze della classe, che dico, della scuola gli vanno dietro! PERCHE'?! Non è giusto! Non è giusto! Non è giusto!- la rimproverai: -E dai finiscila! Non fare la bambina capricciosa!- si ricompose: -Cosa devo fare dimmelo tu! Sono in classe con il ragazzo più popolare della scuola che cattura tutti i cuori e con quell'altro che va in giro a fare il baciamano!- io mi misi a ridere, poi risposi: -Beh non sei l'unica; io sono in classe con un super energico e con un lunatico che ti fissa e se ne va. Cosa dovrei dire?- entrambe ci mettemmo a ridere, ripensando a quanto fossero diversi i quattro principi tra di loro.
In seguito Imizu mi guardò con la faccia da furbetta: -Dì un po' cara..- mi spaventò: -C-Che succede?- sembrava che stesse imitando Sherlok Holmes: -Ma tu.. sei attratta da Keiichi vero??- io sobbalzai: -Ma ti è dato di volte al cervello!? Sai benissimo che a me i ragazzi non interessano, dovresti esserti abituata a questa situazione ormai!- lei sogghignò: -Si si.. è vero.. ma lui è diverso no? Non è come Shirai o come un ragazzo normale vero? I suoi occhi avvolti nel mistero ti attraggono, non è forse così?- arrossii: -Dai non dire sciocchezze!- lei mi interruppe: -Tu in fondo senti che lui è come te..- io la guardai, lei mi sorrise.
Sì forse era come diceva Imizu, forse ero attratta da quei meravigliosi occhi, di quel colore bellissimo, ma spenti. Non ne capivo il motivo, ma sapevo che di sicuro quello non era il vero comportamento di Keiichi: era troppo freddo, distaccato, impassibile; in fondo aveva anche lui 17 anni, e a 17 anni di persone così non ce ne sono. È vero, ognuno ha i suoi momenti no, ma poi torna a sorridere; lui no. Non avevo mai visto un suo sorriso, non l'avevo mai sentito dire una battuta, preoccuparsi per qualcuno. Beh, in fondo lo conoscevo solamente da un giorno e avrei avuto tutto il tempo per sapere cosa avesse che non andava dentro di lui; io, protettrice dei semi scuri, sentivo che aiutarlo fosse un mio dovere, ma, non conoscendo la situazione, non potevo fare molto.
Per fortuna la giornata scolastica finì più in fretta del previsto e appena usciti ci dirigemmo verso l'appartamento di Himitsu per riportare gli assi a casa dopo il loro primo giorno di scuola; chissà come se l'erano passata, non gli avevamo chiesto nulla. Di sicuro Shirai, Kairi e Ayomi non male visto che avevano fatto numerose nuove conoscenze. E Keiichi? Non mi sembrava che fosse interessato a conoscere nuove persone; aveva vagato per i corridoi senza curarsi delle persone che lo fissavano identificandolo come un nuovo studente; in classe non aveva rivolto la minima parola a me, figuriamoci agli altri.
Dovevo conoscerlo meglio, forse avrei scoperto un lato di lui che a prima vista sembra impossibile che abbia.

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Capitolo 7
*** Un agguato nemico ***


Era già passata una settimana dall'arrivo dei quattro assi nella nostra scuola e nella nostra città.
Shirai si era fatto una fama. Delle ragazze avevano aperto un fan club dedicato a lui che in poco tempo aveva raccolto le iscrizioni di quasi tutte le ragazze della scuola e del quartiere dove abitavano; io ovviamente non mi iscrissi, Shirai era troppo spavaldo per i miei gusti, Imizu invece è un membro che ha già la tessera d'oro.
Kairi era stato assunto come animatore per due pomeriggi alla settimana, perché con la sua vivacità aveva accumulato dietro a sé schiere di bambini giocosi.
Ayomi passava il suo tempo a curare i fiori del giardino e Himitsu aveva affisso per la città dei volantini in cui c'era l'indirizzo della casa dicendo che vi abitasse un esperto di giardinaggio. Era diventato il modo per guadagnarsi da vivere, visto che da Kizuna non arrivava molto.
Keiichi, invece, era l'unico a non aver ancora trovato qualcosa dedicato a sé o a cui dedicarsi nella città. Passava le giornate nella sua stanza a fissare il cielo fuori dalla sua finestra o leggeva.
Ero molto preoccupata per lui. Ok che volesse molti momenti per sé, ma stare in solitudine in questo modo era troppo. È vero, dopo la maledetta storia di Joes anche io mi ero comportata così per molto tempo, vedendo solo il vuoto e la solitudine; tuttavia per merito di Imizu poi sono riuscita ad uscirne, anche se non completamente, tanto è vero che ogni tanto mi capitano giorni di crisi.

Per fortuna i guai non erano ancora arrivati e non avevamo ancora avuto modo di utilizzare i nostri poteri: non sapevamo nemmeno come si facesse ad evocarli.
Io e Imizu, o forse solo io, non abbassavamo comunque la guardia, perché sapevamo che prima o poi sarebbe successo; la Joker Company prima o poi sarebbe entrata in azione.
Forse non erano ancora venuti a conoscenza della nuova collocazione dei quattro assi; di certo Cattleya non ne aveva fatta notizia pubblica, lo sapevano solo i reali, Lio e noi Poker Protettrici.
Nonostante fosse solo la fine di settembre, i primi segni dell'inverno si facevano già sentire; alcuni alberi avevano perso tutte le loro foglie e per terra lungo le stradine di campagna, c'era un meraviglioso tappeto dorato che regalava al paesaggio un non so che di suggestivo.
Mi misi a guardare la televisione. Il canale che mi si presentò davanti, era un canale di moda; probabilmente qualcosa che stava guardando Imizu prima di uscire per andare alla riunione del fan club.
Digitai un numero a caso e mi trovai davanti all'inizio di un'intervista.
«“E' nata una nuova stella” questi erano i titoli che si leggevano solo qualche mese fa sui giornali e ora la giovane Mitsuki Fujisara è già all'apice del successo. Ma ripercorriamo, prima di parlare con la diretta interessata, le tappe della scalata di una Idol così giovane con la sua manager, la signora Ojoushi!»
La telecamera si spostò su una donna: «Oh beh signorina prego, inizio col dire che Mitsuki è stato un centro importante per la nostra agenzia e che mi ha dato modo di ottenere varie promozioni. La sua scalata è iniziata con qualche sfilata di moda, ma il trampolino principale è stata la sua voce»
«Già, infatti è una famosa cantante. Lei ha parlato di promozioni; quindi è diventata una manager di fama dopo che ha iniziato ad occuparsi di Mitsuki? Quanto ha influito questo sulla sua vita privata? E a proposito di questo possiamo farle qualche domanda?»
A quelle ultime due domande gli occhi color mare ghiacciato della manager si fecero seri.
«Di sicuro il mio successo dipende da quello di Mitsuki. Mi fermo qua non ho intenzione di parlare del privato!»
Il giornalista sembrò essersi intimorito: «Allora passiamo oltre. Mitsuki, ora parlo un po' con te; diventare una cantante era il tuo sogno nel cassetto?»
«Per niente; avevo altri progetti in mente, ma.. mio padre.. ha voluto utilizzare le mie doti per rendere più famosa la sua agenzia.»
La manager la interruppe: «Credo sia solo emozione, in realtà ha sempre cercato di dare il massimo per raggiungere questo obbiettivo»

-Noooeel!- Himitsu mi chiamò dall'altra sala. Spensi la tv e andai a vedere cosa voleva. -Ascolta ho finito alcune cose, vai a farmi la spesa per favore?- io imbronciata: -Va bene...-
Presi la lista, i soldi e una borsa. Avrei voluto che qualcuno mi accompagnasse perché la roba era tanta, ma di certo non potevo chiedere a Keiichi.
Il supermercato era poco distante dalla casa, quindi avrei potuto fare in fretta, anche perché poi avrei dovuto filare dritta a casa per fare i compiti.
Mentre camminavo ripensavo all'immagine dell'agente di Mitsuki; l'avevo già vista, ne ero sicura, ma non ricordavo dove. Forse era solo la mia immaginazione.
I suoi occhi azzurri, i suoi capelli biondi curati sin al minimo dettaglio lunghi fino all'altezza delle spalle con la frangia perfetta che copriva le sopracciglia e quel sorriso perfetto mi suggestionavano; donne così perfette c'erano solo nel mondo dello spettacolo.
Mitsuki era tutto il contrario: aveva avuto un'espressione seria per tutta l'intervista e aveva risposto alle domande con gli occhi bassi guardando solo una volta, una sola, nella telecamera; una volta sola, che era bastata per farmi notare quei suoi occhi penetranti, color nocciola, che a volte venivano coperti dal ciuffo, l'unica cosa messa in piega rispetto al resto della capigliatura, un intruglio di riccioli neri che raggiungevano l'altezza della vita.
Mi chiedevo come facesse a essere diventata così famosa. Io non mi interessavo di certo al mondo dello spettacolo, ma avevo la mia informatrice personale, Imizu, che di sicuro avrebbe saputo darmi tutte le risposte che cercavo.
Feci la spesa e uscii in fretta dal supermercato. Il cielo si era oscurato all'improvviso e di lì a poco si sarebbe messo a piovere a dirotto.
-Noel, che ci fai qui?- -Ayomi!- il principe di fiori si avvicinò: -Dammi qualche borsa dai, portare pesi non è adatto ad una ragazza!- io l'ammonii: -Ma neanche per un principe!- Ayomi sorrise gentilmente: -Ti ringrazio per il pensiero, ma qui sulla Terra sono un ragazzo qualunque, e poi mi fa piacere aiutarti!-
Gli diedi due delle quattro borse di spesa e lui, che sembra un ragazzino così esile e fragile, le sollevò senza problema.
-Ho visto Imizu prima! Era finita la riunione e stava tornando a casa in fretta per paura di trovarsi sotto la pioggia!- io feci la sapientona: -Certo! Non deve rovinarsi i capelli!- Ayomi rise.
Beh se Imizu non si è bagnata i capelli, il risultato è che ci siamo bagnati io e Ayomi. Aveva cominciato a piovere a dirotto, e io e l'asso di fiori cominciammo a correre con le borse.
Eravamo quasi arrivati all'appartamento quando dal tetto di esso ci fu un'esplosione e poi un bagliore caldo.
-Che diavolo succede?!- io e Ayomi ci guardammo spaventati e poi corremmo ancora più veloce.
Quando il bagliore cessò di brillare nell'oscurità una stella di luce si alzò nel cielo. Aguzzai la vista: era Imizu, nella sua divisa di protettrice dei semi chiari.
Ayomi rallentò: -Sono loro!-
Subito dopo Imizu in cielo si levò un'altra figura e vicino ad essa una pianta di rovi spinosi che trattenevano qualcuno.
Io mi convinsi: -Non posso stare qui a guardare!- mentre Ayomi era terrorizzato: -Quello è Keiichi!!-
Keiichi, principe di picche, nelle mani del nemico e io lì a guardare a bocca aperta, io, protettrice dei semi scuri.
Lasciai le borse a terra e raccomandai ad Ayomi di nascondersi, ora toccava a me, era il mio dovere, dovevo difendere Keiichi.

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Capitolo 8
*** Il potere delle protettrici ***


Sentivo una strana sensazione: correvo, correvo forte, ma la fatica era praticamente nulla; non succedeva come quando a scuola mi facevano fare la prova di resistenza, nella quale capitava che, dopo aver corso anche solo per un minuto, mi si offuscasse la vista, cosa che mi costringeva a rallentare, perdendo così secondi preziosi per guadagnare un buon voto.
No. In quel momento sentivo una nuova forza, una determinazione molto più grande in me, mentre correvo verso la casa, mentre pensavo ad un modo per compiere il mio dovere e cioè salvare Keiichi dalle grinfie del nemico.
Già, il nemico; visto da dietro sembrava qualcosa di buffo: aveva la calzamaglia con un paio di stivali e dei pantaloncini bombati; sopra una giacca con le spalle a puff e un colletto da cui pendevano dei campanellini da jolly.
Sembrava che avesse lo scopino in testa al posto dei capelli e come ornamento finale, un largo cappello.
A prima vista si poteva paragonare di sicuro ad un pagliaccio del circo, ma nell'uso del suo potere era certamente impeccabile; aveva catturato Keiichi e riusciva tranquillamente a fronteggiare Imizu, il che non era cosa da poco.
Tuttavia pensai che, essendo la prima volta, forse Imizu non aveva ancora avuto modo di scoprire come si usasse il suo potere.
E io? Ora io dovevo entrare in azione, ma ero nella stessa identica situazione della protettrice dei semi chiari: non sapevo minimamente come si evocassero o si usassero i poteri.
In quel momento però la mia mente era riempita da un solo pensiero, una sola grande convinzione: dovevo salvarlo! Insomma era il mio dovere, avevo accettato l'incarico di Poker Protettrice per dimostrare che non sono una buona a nulla, perché non volevo che Kizuna, così imponente, così fantastica, così meravigliosa, venisse distrutta dall'egoismo di chi ha sete di potere, ma soprattutto perché, da quel momento, da quando avevo visto gli occhi freddi del principe di picche, troppo simili ai miei di qualche anno prima, ero motivata a comprendere cosa lo turbasse così tanto.

Feci un balzo altissimo da terra, quasi mi sembrava di volare, veloce ed elegante come l'aquila, il mio animale preferito, e ad un certo punto sembrava che qualcosa mi controllasse, quel qualcosa che mi regalò ancora più forza di quella che già avvertivo nel mio corpo e improvviso, così come l'esplosione di poco prima, la mia voce squarciò il silenzio di una sera silenziosa.
-Protettrice dei semi scuri, trasformazione!- fui avvolta da un raggio di luce fioca, ma stupenda e poco dopo mi ritrovai con lo stesso vestito che avevo avuto modo di contemplare alla corte di Cattleya.
E così come avevo balzato, mi gettai in picchiata verso i rovi spinosi che intrappolavano la libertà di Keiichi, mentre nella mia mano si materializzava un'arma con cui fronteggiare il nemico.
-Eisei Kizuna!- non sapevo da dove mi fossero uscite quelle parole, la cosa certa è che dopo averle dette dallo scettro che stringevo si sprigionò un bagliore fioco e travolgente come quello della mia trasformazione.
Il nemico non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi, che i rovi erano già stati distrutti e Keiichi era salvo tra le mie braccia.
Era svenuto, ma per fortuna non aveva nessuna ferita.
-Noel!- Imizu venne verso di me, ignorando il pagliaccio che gli stava puntando addosso una banale bacchetta da mago.
-Imizu stai bene?- lei mi guardò: -Sisi tutto apposto, tu invece? Come hai fatto ad evocare il potere?- io abbassai la testa confusa: -Non lo so nemmeno io, ho pensato che dovevo salvare Keiichi e mi sono ritrovata una grande forza dentro di me che poi ha sprigionato il potere..-
Il pagliaccio si innervosì: -Hei voi due! Che maleducazione volgere le spalle a qualcuno più importante di voi!- orribile; aveva la erre moscia e utilizzava accenti alla francese. Io mi alzai in piedi, affidando Keiichi a Imizu: -Cosa? Tu più importante di noi? Vuoi mettere a confronto le Poker Protettrici con un pagliaccio?!?!- egli si irritò: -Come ti permetti nanerottola! Tu non sai chi hai davanti; io sono Yoshiro Nagazuki, il mago più famoso del mondo!-
Io e Imizu ci guardammo in faccia: nessuna di noi due conosceva quel nome o ne aveva mai sentito parlare.
-Vedo che indugiate nel vostro stato di ignoranza, va bene! Allora assaggerete il potere della mia magia nera! Kyomou Power!- in pochi istanti fummo avvolte da una nebbia nera che ci tolse il respiro.

Quando aprii gli occhi credetti di aver appena fatto un sogno; mi ritrovai nella mia stanza, la sveglia suonava l'ora di alzarsi e il calendario segnalava il 10 settembre, primo giorno di scuola.
Misi la mia divisa e mi incamminai verso la scuola; mi sentivo vuota, mi mancava qualcosa; avevo la sensazione di aver dimenticato qualcosa di molto, ma molto importante, ma per qualche strana ragione non lo ricordavo.
Ad un certo punto, senza volerlo mi ritrovai davanti ad una via, davanti ad una casa, una casa abbandonata, e quel senso di vuoto diventò più vivo nel mio cuore.
Feci un giro di nascosto all'interno, ma nulla mi aiutava a ricolmare quel vuoto profondo.
Improvvisamente mi ritrovai davanti ad uno specchio; mi guardai con sospetto: ero piccola, forse tredicenne, quando l'avevo indossata non ci avevo fatto caso, ma quella era la divisa di terza media.
Arrivai a scuola, nessuno mi salutava, nessuno si curava della mia esistenza, era come se fossi invisibile.
Un ragazzo si avvicinò a me, massì era proprio lui, Joes Kirazuki: -Nikamura! Ciao!- io lo fissai per qualche secondo poi risposi: -Ciao..-
Quella scena era tanto normale, era tanto quotidiana e ciò non era appartenente al mio mondo; sapevo che la mia normalità era stata stravolta, ma non sapevo da cosa.
La giornata finì e io tornai a casa, feci i miei compiti e studiai per il giorno dopo.
Qualcuno dal soggiorno mi chiamò, era mia madre: -Vai a prendermi un francobollo al bar per favore?- annuii.
Al bar c'era un gruppo di pensionati intenti a giocare a Poker.
Uno si alzò tirando una carta sul tavolo: -Ho vinto io vecchio mio!- un altro dal bruciore della sconfitta gettò il mazzo di carte che aveva in mano.
Alcune arrivarono ai miei piedi, ma io fui attratta da una sola di quelle.
Era come se mi chiamasse, se cercasse di attrarmi a sé.
La presi in mano. Non mi ero mai soffermata a osservare in questo modo una carta da gioco.
Quell'asso, quel seme, nascondeva il segreto di ciò che dovevo ricordare, di ciò che la mia mente aveva irrimediabilmente cancellato o forse messo solo in un angolo remoto della mia memoria.
Una voce nella mia testa ripeteva il mio nome, e io la sentivo sempre più vicina, e l'asso di picche che avevo in mano sembrava trasmettermi finalmente delle pulsazioni che mi portarono al recupero di quel ricordo: quella non era la realtà, quello era tutto falso! Non era vero che nessuno mi salutava alla mattina, c'erano Imizu, la mia migliore amica, e Sakura, una mia vecchia compagna di classe, a farlo; non era vero che Joes fosse così gentile e affettuoso; non era vero che quell'appartamento fosse vuoto; l'eco “NOEL!” nel mio cervello diventava sempre più chiaro e potente. All'improvviso mi ritrovai sola in un grande spazio nero.

Quello doveva essere lo spazio dei miei ricordi felici, già, perché io di ricordi felici non ne avevo, per me erano l'inesistenza, qualcosa di mai raggiunto; e così come nelle proiezioni del mio falso passato, la mia guida fu di nuovo quella voce, quella voce così familiare, così piena di convinzione, che mi sembrava qualcosa di importante e finalmente aprii gli occhi: ora ricordavo, finalmente quel vuoto era svanito: mi ricordai di loro, i 4 principi, di Kizuna, della missione; quella era la mia realtà, e per quanto avrebbe rischiato di essere terribile, era il mio destino, dal quale non potevo sfuggire.
-Finalmente ti sei ripresa!- riconobbi il viso di Keiichi vicino a me e vidi i suoi occhi, forse preoccupati. -Keiichi! Che è successo?- lui mi guardò severamente: -Quel mago ha il potere dell'illusione, ha colpito anche me prima!- io mi allarmai: -Imizu dov'è?- lui indicò un punto vicino a me: -Sembra che stia vivendo qualcosa di felice, ora tu devi pensare a Yoshiro!-
Appena vide che mi alzai in piedi, Yoshiro sussultò: -Come diamine hai fatto a liberarti dalla mia magia!?- io richiamai il mio scettro: -Ci sono volte in cui un'illusionista fallisce col suo trucco!- il mago fece un passo indietro, io mi piazzai a braccia aperte davanti a Keiichi: -Prova solo a torcergli di nuovo un capello e dovrai vedertela col mio potere!- Yoshiro balbettò qualcosa tra sé e sé, poi mi puntò l'indice: -Protettrice dei semi scuri! Questo affronto me lo pagherai caro; per oggi ho raccolto abbastanza informazioni, addio!- il mago fu avvolto da un turbine oscuro e scomparve nel nulla.

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Capitolo 9
*** Nuove sensazioni ***


Ormai era tardi e Himitsu ci propose di restare a cena con i quattro principi, anche perché quello che era successo poco prima sarebbe stato un argomento importante di cui parlare con Shirai e Kairi che non erano presenti al momento dell'assalto di Yoshiro.
-Hanno attaccato?!- Himitsu si preparò per spiegare: -Dunque, quel mago, Yoshiro Nagazuki, ha creato un campo illusorio attorno alla casa, io sbadatamente ho chiesto a Keiichi di andare a controllare cosa ci fosse di strano ed è stato rapito. Per fortuna Imizu è arrivata a casa e ha trattenuto il mago e infine con l'aiuto di Noel, è stato liberato..-
Shirai sembrò preoccupato: -Ci hanno già trovato a quanto pare.. ora dobbiamo per forza alzare la guardia, e lo devono fare soprattutto loro due- ci guardò e poi continuò: -Diamine, non pensavo che avrebbero fatto così in fretta; dopotutto ci siamo mescolati alla gente comune per cercare di passare inosservati..- intervenne Himitsu: -Non è questo Shirai; voi avete gli amuleti e probabilmente il potere racchiuso in essi è stata una traccia indelebile di cui i nemici si sono serviti per scovarci..- Imizu si alzò dal tavolo: -C'è anche un altro problema; finora solo Noel è riuscita a evocare il suo potere, io no; quindi Kairi e Shirai sono più vulnerabili!- Ayomi cercò di calmarla: -Calma Imizu. Non è che non sei riuscita ad evocarli, è solo che ti manca ancora di scoprirli, ma se sei riuscita a trasformarti è già qualcosa- io stetti ad ascoltare, così come faceva Keiichi, e distrattamente mi cadde del cibo sui pantaloni: -Oh caspio! Hehe mi son sporcata!- Kairi si mise a ridere mentre io mi avviavo verso il bagno per ripulirmi.

Chiusi la porta e una volta davanti allo specchio cominciai a fissarmi. Mi ricordai della forza prorompente che mi aveva travolto quando sapevo che era ora che compissi il mio dovere, il dovere di salvare il mio protetto, Keiichi.
Mi ricordai della luce fioca, di quella calda luce, fioca ma potentissima, lieve ma intensa allo stesso tempo che mi aveva avvolto e mi aveva regalato quello scettro blu scintillante. Quello scettro che con l'energia che aveva sprigionato era stato in grado di distruggere i rovi che imprigionavano Keiichi.
-Ma guarda che pasticciona!- mentre mi pulivo sentivo il rumore dei piatti, probabilmente stavano sparecchiando.
Uscii dal bagno in fretta per andare ad aiutare. Sulla scala incrociai Keiichi che stava salendo; non ci feci troppo caso, era già capitato altre volte, ma quella fu diversa: quando ci incrociammo mi sfiorò il braccio con una mano: -Grazie per prima..-
Mi girai di scatto e feci in tempo a vedere i suoi occhi scuri coperti dai capelli biondi; si era voltato verso di me. Riuscii solo a balbettare un “prego” quando egli sparì nella sua stanza.
Era la prima volta che mi sfiorava, la prima in assoluto; non aveva mai toccato né me né Imizu, nemmeno quando doveva presentarsi (cosa che non ha fatto).
Se fosse stato qualcun altro, di certo non mi sarei accorta di questo piccolo dettaglio quasi insignificante.
Mi imbambolai a metà scala ripensando a quell'istante appena vissuto, a quel piccolo gesto che, anche se in modo molto relativo, forse mi aveva avvicinato di più a lui, ripensai a quel ciuffo di capelli biondi che ricopriva il suo sguardo intenso generato da quei meravigliosi occhi nocciola.
All'improvviso una voce mi svegliò: -Beh che stai facendo?!- feci un sobbalzo che mi fece perdere l'equilibrio finendo direttamente tra le braccia di Shirai.
-Heheh Shirai! Nulla, non faccio nulla!- lui sogghignò: -Noel, sei piuttosto furba! Fare finta di cadere per abbracciarmi, notevole! Mi piacciono le ragazze grintose come te!- io arrossii: -Ma che diavolo dici?! Sono scivolata!!- lui rispose: -Sisi, tutte scuse!- arrivai a fine scala, ma per quell'affronto mi alterai: -Non credere di essere il più figo del mondo! Ti ricordo che in questa casa ci sono ben altri 3 principi altrettanto se non più belli di te!- sbattei la porta della cucina dietro di me, lasciando Shirai di stucco sulle scale.

Il giorno dopo la scuola era chiusa per un'assemblea sindacale, e io e Imizu ne approfittammo per andare di nuovo all'appartamento e stare in compagnia dei principi ed essere così pronte ad un nuovo attacco nemico.
Fortunatamente nessuno di loro aveva impegni e non dovevamo fare i salti mortali per non perderli di vista.
Kairi e Shirai stavano guardando un canale sportivo, Ayomi era impegnato ad aiutare Himitsu nelle faccende di casa e Keiichi stava, come al solito, solo nella sua stanza.
La “governante” continuava a richiamare me e Imizu dicendo che non dovevamo lasciare che Ayomi pulisse la casa e che dovevamo farlo noi.
-Noel pulisci qui; Noel fai questo; Imizu prendi la scopa; Noel vai di là-
Risultato? Quella che lavoravo ero solo io perché giustamente Imizu se ne stava beata sul divano in mezzo ai suoi due protetti.
-Hem Hem mi scusi principessina, potrebbe darmi una mano?- lei sbuffò: -Dai Noel non mi va! Non sei costretta nemmeno tu, suvvia!-
Tutto quello sfacchinamento mi dava sui nervi, ma Himitsu aveva ragione, quello non era un lavoro degno di Ayomi, però caspita, esagerava, continuava a chiamarmi.
-Noel!- non mi trattenni più: -Insomma! Che diavolo c'è?! Fai questo, fai l'altro! Non sono fatta di ferro, non sono un robot, cosa devo fare ancora?!?!?-
Himitsu indicò vicino a lei: -Veramente volevo chiederti di accompagnarlo in biblioteca per intervenire in caso di un attacco nemico- spostai leggermente lo sguardo; vicino a lei stava immobile Keiichi con dei libri in mano: -Va bhe, vorrà dire che chiederò a Imizu!- mi accorsi del mio errore: -Nono! Scusa! Ho e-esagerato! Ci p-penso io!!- Himitsu sorrise: -Oh beh perfetto!-

Lungo la strada io e Keiichi non spiccicammo parola: cercavo un qualcosa che potesse dar vita ad un discorso, ma non mi veniva in mente nulla di sensato da proporre a parte “visto che freddo fa?”, e quindi pensai che fosse meglio tacere.
Arrivammo alla biblioteca; non c'era molta gente e quei pochi presenti erano intenti nella lettura del proprio libro. C'era un inusuale silenzio, che poi non era così diverso da quello che avevo appena passato.
Dentro quell'edificio c'erano degli scaffali altissimi pieni zeppi di libri di ogni genere e tempo. Keiichi sembrava sentirsi a suo agio e ripose i libri che aveva riportato in posti ben precisi, quasi volesse evitare di sconvolgere quell'ordine incredibile che c'era.
Io mi fermai ad osservarlo per qualche istante, come facevo spesso: era davvero affascinante e la sua bellezza sfuggente era la cosa che di sicuro lo rendeva più attraente di tanti altri bamboccioni che conoscevo. Esteriormente sembrava la perfezione fatta persona; non aveva un difetto fisico, era elegante e con un'andatura precisa; era alto e slanciato, perfettamente proporzionato e il biondo selvaggio dei suoi capelli contrastava armoniosamente con i suoi occhi scuri; erano proprio quelli il portale più facile da cui una persona attenta e osservatrice come me, poteva cercare di indagare nell'interiorità di una tale imponente perfezione.
Essi trasmettevano un senso di mistero e di vuoto, lo avevo intuito sin da subito; mi facevano un certo dispiacere, ma d'altro canto mi ci rispecchiavo, perché un tempo anche io ero come lui, persa nel vuoto di un'anima stanca, delusa dalla gente, e irrimediabilmente sola. Keiichi non si era ancora aperto molto con noi, eppure io sapevo già di avere molte cose in comune con lui, molte emozioni, e sentivo che continuando a stargli vicino forse avrei riscoperto il vero Keiichi, che di certo non era quello pacato e taciturno, ne ero sicura; chissà, magari era anche lui un Don Giovanni come Shirai, anche se lo ritenevo poco probabile, magari era raffinato come Ayomi, magari pazzo come Kairi, o forse nessuna di queste, forse era un ragazzo semplice senza troppi grilli per la testa, ma con grandi ambizioni come le mie; tutto ciò non potevo saperlo, no, perché quello che avevo davanti a me ora, non era altro che un anima schiava del baratro terribile del vuoto e molto probabilmente della sofferenza.

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Capitolo 10
*** Un impiego per Keiichi ***


Ogni sua mossa mi faceva riflettere, ogni suo sospiro, seppur lieve, mi colmavano il cuore di domande alla quale dovevo trovare una risposta sicura.
Chi era Keiichi in realtà? Cosa gli era successo per diventare così?
Ogni volta che ci pensavo sentivo dentro di me crescere una convinzione forte e incredibile; sapevo cosa si passava avvolti nella sofferenza, sapevo quanto facesse male non rivelare a nessuno la propria condizione, sapevo quanto era difficile vivere circondati da persone che, non capendo il tuo stato, sogghignano prendendoti in giro e sapevo quanto fosse importante trovare uno sfogo, qualcuno con cui aprirsi completamente; per me c'era stata Imizu, che mi aveva tirato fuori dalla depressione con calma e costanza, e per Keiichi? Pareva che nessuno riuscisse a condurlo fuori dal suo buio, e sentivo che quello era un po' il mio compito; dovevo proteggerlo dai nemici e da sé stesso, per non farlo perdere completamente nel silenzio oscuro.
Il ciclo dei miei pensieri fu interrotto da qualcuno che mi passò vicino: -Molto bene! Sei proprio una persona ordinata, ogni volta che vieni a riportare i libri li sistemi sempre tutti!- Keiichi, che era su una scala per sistemare dei libri in alto, guardò giù: -Grazie- l'uomo sorrise: -Ascolta, visto che sei amante della lettura perché non diventi il mio assistente? Anche solo per due o tre volte la settimana, che ne dici?- Keiichi sembrò esserne rimasto sorpreso: -Mi farebbe piacere..- il bibliotecario rispose: -Oh bene, allora sei assunto!-
Mi ci volette un po' per comprendere: il principe di picche aveva finalmente trovato un impiego, come gli altri principi; pensai che questo l'avrebbe aiutato a non perdersi nella sua solitudine, gli ci voleva proprio un po' di distrazione, dopotutto non poteva sempre stare rinchiuso nella sua stanza a guardare fuori dalla finestra.
L'uomo se ne andò e io e Keiichi fummo di nuovo soli in quel corridoio tra due scaffali.
-S-sembra che tu abbia trovato un impiego..- l'asso: -Già..- io mi imbarazzai: -Però il bibliotecario ha veramente ragione, sei d-davvero preciso..- Keiichi mi guardò e poi ritornò a quello che stava facendo.
All'improvviso alcuni libri cominciarono a muoversi e Keiichi cadde dalla scala.
-Keiichi! Ma cosa?!- il principe sparì davanti ai miei occhi e per il corridoio si diffuse una nebbia oscura. La riconoscevo, era quella di Yoshiro.
La vista mi si annebbiò e in seguito intravidi la sagoma di qualcuno; di nuovo come la volta precedente, di nuovo quella visione, era Joes! Ma in quel momento ricordai che quella era solo un'illusione: -Basta!-
La visione scomparve e io mi inginocchiai a terra con i miei orribili ricordi che riaffioravano poco a poco: -Basta basta basta! Smettila Yoshiro! Basta, non voglio ricordare quelle cose orribili di Joes, basta! Non voglio più soffrire!-
Iniziai a piangere, ma la nebbia si dissolse, forse perché ero riuscita a liberarmi dall'illusione.
Keiichi era a terra e quel mago da strapazzo si stava avvicinando a lui: -Dannazione! Come hai fatto a non cadere in preda dell'illusione!- mi alzai in piedi: -Certi trucchetti non funzionano più di una volta!- Keiichi mi guardò: -Noel..- io presi il mio ciondolo: -Protettrice dei semi scuri, trasformazione!-
Yoshiro, accecato dalla luce, indietreggiò, e io mi misi davanti a Keiichi: -Non ti permetterò di fargli ancora del male, no!- stesi la mano e chiusi gli occhi: -Tsuki no Shaku!- il mio scettro si materializzò al mio comando. Lo puntai in faccia al mago: -Questo è un avvertimento! Non ho problemi ad usarlo capito?!- lui rise: -Ti credi forte solo perché sei riuscita a spezzare l'illusione? Ora ti farò vedere di cosa sono capace!- Yoshiro cominciò a gesticolare con la bacchetta, ma io non gli diedi il tempo di fare nulla e gli strappai la sua fonte di magia dalle mani.
-Dannazione!- gli puntai di nuovo lo scettro: -Cosa hai intenzione di fare ora?- Yoshiro sorrise nervosamente e poi senza dire nulla se ne andò.

In quel corridoio, prima perfettamente ordinato, sembrava che fosse passato un tornado: molti dei libri erano a terra.
-Quel mago da strapazzo a messo tutto in disordine!- Keiichi rispose: -Ci penso io a sistemare..- io lo guardai: -Ma ti ci vorrà tutto il pomeriggio! Ti aiuto anche io!- lui si mise a fissarmi: -Mi hai salvato ancora.. grazie..- e io: -Ma è il mio dovere.. non serve che mi ringrazi, davvero!-
Ci rimettemmo a sistemare i libri; io non ero molto esperta e quindi lui mi suggeriva i posti giusti.
Ormai avevamo finito e per la stanchezza misi l'ultimo libro vicino al posto che mi aveva indicato Keiichi, ma non in quello giusto.
-Hai sbagliato, l'hai messo nella posto precedente- io mi accorsi e tesi la mano per prendere il libro e spostarlo, lui ebbe la stessa idea, così ancora una volta ci sfiorammo.
Io arrossii: -S-scusa!- lui mi guardò: -Non fa nulla- io abbassai lo sguardo, ma lui continuò a fissarmi per circa un minuto. Mi misi a guardarlo anche io, continuammo così per altri trenta secondi; era la prima volta che ci soffermavamo ad osservarci così a lungo. Ancora quegli occhi meravigliosi catturarono la mia attenzione.
Non l'avevo mai visto sorridere, nemmeno per sbaglio: la sua serietà era davvero notevole, ma sapevo che anche dentro di lui c'era un lato diverso, come c'era in me.
Salutammo il bibliotecario che comunicò a Keiichi quando desiderava la sua presenza.
Percorremmo la strada per tornare a casa molto lentamente, ma anche in quel momento, non ebbi un discorso valido da proporre; o meglio, non potevo chiedergli una cosa del genere, cioè cosa gli fosse successo, era troppo diretto e in fondo lo conoscevo da quasi un mese, quindi non abbastanza per parlarsi del privato. Era la cosa che desideravo sapere di più perché lui sembrava così simile a me.

All'improvviso si mise a guardarmi di nuovo: io ero immersa nei ricordi di Joes che Yoshiro aveva fatto rifiorire e per quanto cercassi di resistere di nuovo mi cadde una lacrima e mi misi a piangere in silenzio.
Keiichi continuava a fissarmi, ma in quella situazione ero sicura di non riuscire a reggere il suo sguardo freddo.
L'asso di picche fece una cosa che non mi sarei mai aspettata, con la mano mi tolse dalla guancia una lacrima che stava scendendo e poi dopo aver tirato un sospiro mi disse: -Noel.. se posso, cos'erano quegli orribili ricordi che Yoshiro ti ha mostrato?- mi misi a guardarlo; era diverso dal solito, sembrava preoccupato, non aveva il suo sguardo misterioso, ma piuttosto uno sguardo di un ragazzo sensibile, preoccupato per la sorte altrui.
-Beh ecco vedi.. Joes..- una voce mi interruppe: -Hei voi due! Era ora, ma quanto ci avete messo?- guardai Keiichi; in un istante era cambiato, di nuovo la sua espressione pacata e apparentemente priva di sensibilità. Lo avevo intuito da tempo, ma quella ne era la conferma: Keiichi indossava una maschera, una maschera di cui si serviva per essere più forte, irraggiungibile e indifferente, una maschera che lo aiutava a nascondere la sua tristezza, la sua sofferenza, una maschera che lui indossava, ma che in realtà detestava; appena aveva visto che qualcuno era come lui, perché in fondo anche io avevo una maschera, si era lasciato un po' andare, mostrando quello che era davvero.
In quel momento mi convinsi ancora di più che dovevo aiutarlo, mi convinsi che in qualche modo io ero l'unica in grado di aiutarlo, era come una forte sensazione.
Himitsu ormai ci aveva raggiunto e Keiichi con indifferenza raccontò l'inconveniente che ci aveva fatto perdere tempo, e poi anche del suo nuovo impiego alla biblioteca. Himitsu ne sembrò sollevata, forse le dava fastidio che lui stesse in casa.
Io, nonostante i pensieri che mi frullavano in testa ero felice, felice di aver trovato qualcuno che comprendesse il mio dolore, fidandosi almeno un po' di me.
Presto gli avrei raccontato di tutta la storia di Joes, me lo sentivo, e ciò mi avrebbe aiutato a superare quei ricordi, lui mi avrebbe aiutato soprattutto.
Keiichi ed io non eravamo più così lontani per fortuna, e questo è un passo positivo sia per il mio compito di Poker Protettrice, sia per la nostra amicizia.

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Capitolo 11
*** Convocazione a Kizuna ***


 Per fortuna anche quella volta ero riuscita a sventare l'aggressione di Yoshiro, tuttavia sembrava che i nemici attaccassero sempre Keiichi.
-Attaccano sempre lui.. e non ne capisco il motivo!- disse Himitsu.
Ayomi fu diplomatico: -Forse è solo una tattica, vogliono farci pensare questo per poi fare un attacco a sorpresa!- intervenni: -E' possibile; tuttavia se Imizu non riesce a scoprire il potere Kairi e Shirai sono scoperti..- loro sembrava che non prestassero attenzione; io ero la protettrice dei semi scuri e ho protetto a dovere il principe di picche, ma se capitasse un attacco agli assi di cuori o quadri come ce la caveremmo?
Himitsu concluse: -Non lo so.. per ora state attente a tutti e quattro, direi che non è saggio abbassare la guardia, dopotutto hanno appena iniziato ad attaccarci!- io e Imizu annuimmo.
Il giorno dopo Himitsu ci venne a prendere a scuola avvisandoci della nostra convocazione a Kizuna da Cattleya.
-E' successo qualcosa?- lei fu breve: -La regina vuole parlarvi.. tutto qua!-
Quando arrivammo a casa trovammo Lio appollaiato sul divano con una lisca in bocca.
-Lio!- io e Imizu eravamo gioiose di rivedere un amico dopo tanto tempo.
-Hei ragazze! Vostre altezze! Come state?- Imizu rispose: -Tutto bene grazie!- Himitsu intervenne: -Bene li affido tutti a te allora, riportali quando han finito!- Lio si alzò: -Agli ordini! Dai andiamo!-
Attraversammo di nuovo il tunnel spazio-dimensionale e, come la prima volta, ci ritrovammo ad ondeggiare nel vento.
Arrivammo a palazzo e dovemmo aspettare che i principi si vestissero con l'abito regale, dopotutto per l'incontro con Cattleya bisognava prepararsi a modo; per fortuna a me e ad Imizu bastavano 5 parole!
Uscirono dalle stanze con l'abito con la quale li avevamo conosciuti, e nonostante era ormai un bel pezzo che li vedevamo, ogni volta che erano in stile regale emanavano un grande fascino, sempre come la prima volta.
-Accidenti, da quanto non mi vestivo così!- disse Shirai e Ayomi rispose: -Già, e pensare che dovevamo sempre vestirci così qui, che fatica!-
Per me il più affascinante rimaneva comunque Keiichi: la sua carnagione abbastanza scura contrastava con la camicia di seta bianca perfettamente stirata e pulita; la manica di essa era decorata con oro e zaffiri e gli spallini con una doppia freccia dorata.
La camicia era sovrastata da una cintura a livello della vita fatta di tessuto scintillante e i pantaloni perfetti arrivavano ad appoggiarsi dolcemente sulle scarpe nere. Sopra la camicia aveva un mantello blu con delle picche di un gradiente più scuro stampate agli angoli. L'amuleto di picche splendeva su quel meraviglioso abito e dava il tocco finale a quella perfezione.
Io e Imizu ci trasformammo e tutti insieme andammo verso la sala del ricevimento.

Era raggiante come la prima volta; i drappi di tende bianche stagliavano la luce nella stanza come se in essa ci fosse il sole stesso; il pavimento era tirato a lucido e rifletteva quella luminosità regalando un gioco di colori nella grande sala.
-Buongiorno ragazze, buongiorno principi!- Cattleya ci accolse con un dolce sorriso: -Sono grata che abbiate accettato la convocazione di oggi, l'ho organizzata per discutere sui nemici, dopo che mi è giunta la comunicazione dei loro recenti attacchi a Ser Keiichi De Spades non è così?- Io annuii.
-Bene prima di cominciare il nostro discorso accogliamo i quattro re che mi hanno chiesto di poter partecipare per saperne di più e ovviamente per rivedere gli eredi; prego Ser George De Hearts, ser Steven De Clover, ser Arumo De Diamond e ser Shion De Spades!-
-Papiii!- Kairi si precipitò ad abbracciare il re di quadri che lo riprese: -Dai Kairi sembri un bambino così! Che figura ci fai davanti alle protettrici?- lui mise il broncio: -Ma papà è tanto che non mi vedi e mi tratti così?- Arumo sospirò, ma ricambiò l'abbraccio: -Oh Kairi, lo sai bene che mi sei mancato! Sei sempre lo stesso!- io e Imizu guardammo la scena con tenerezza.
Shirai bisbigliò qualcosa a George, che prima rise sotto i baffi e poi fece il finto diplomatico: -Ma figlio! Non si parla sottovoce è maleducazione! Comunque.. chi è?- e Shirai mi indicò cercando di non farsi vedere. Ecco lo sapevo. Se Shirai era un Don Giovanni da strapazzo da qualcuno doveva aver pur preso no? Probabilmente stava parlottando sul fatto che io ero restia al suo corteggiamento e che Imizu invece gli cascava ai piedi ogni volta.
Ayomi si recò da suo padre sempre col suo passo elegante: il mese abbondante passato sulla Terra tra fatica e ragazzi maleducati della scuola, lui non era proprio cambiato, rimaneva sempre il principe raffinato che avevamo conosciuto.
Steven gli sorrise: -Non sei cambiato per fortuna caro Ayomi, però ti vedo più raggiante e questo ti valorizza ancora di più!- l'asso di fiori annuì: -Si padre, la vita sulla Terra mi diverte anche se a volte mi mancano gli sfarzi di palazzo, ma dimmi il mio giardino?- Steven lo guardò negli occhi: -Non ti preoccupare, ci pensa papà a tenerlo rigoglioso come quando lo curi tu! A proposito, sai che anche Verena ha cominciato a coltivarne uno?- Ayomi sembrò soddisfatto: -Cara Verena! Salutamela quando torni a casa!- quando il principe di fiori nominò la sorella Kairi si irrigidì improvvisamente.
Era il turno di Keiichi: egli si diresse verso Shion quasi senza emozioni, senza sorridere, senza una minima smorfia facciale: era sempre pacato e inespressivo.
-Keiichi! Figlio mio! Il palazzo è vuoto senza di te..- Keiichi lo guardò e il re di picche gli mise una mano sulla spalla: -Sembra che tu non ti sia aperto nemmeno un po'..- quando udii quelle parole mi ricordai di quando l'asso di picche si era preoccupato per me; Shion non lo sapeva, oltre a noi due non lo sapeva nessun altro, e non avevo intenzione di raccontare quell'episodio a nessuno, sentivo che dovevo tenerlo segreto perché avevo ancora bisogno di avvicinarmi di più a lui.
Shion sorrise al figlio, che non ricambiò e in seguito tutti i principi si sedettero vicino a noi per l'inizio del discorso. Io ero affianco a Imizu da una parte e dall'altra si accomodò Keiichi; non pensavo che si sarebbe seduto vicino a me, in fondo il tavolo era grande, ma forse io gli ispiravo più fiducia, anche perché non poteva stare vicino al padre che era su uno dei troni in linea con quello della regina.
Una giovane inserviente entrò inchinandosi: -Egli è qui mia regina, lo faccio entrare?- la regina annuì. Chi aspettavamo ancora? Al segnale della regina entrò una strana figura, quasi spaventosa, coperta da un abito blu notte che arrivava fino ai piedi e che copriva anche gli occhi lasciando solo scoperta la bocca. A livello della vita egli portava un cordone dorato e gli orli di quell'abito erano decorati con tessuto d'oro, e formavano delle morbide balze a livello delle ginocchia che aprivano almeno un po' quella tunica lasciando intravedere i pantaloni neri e le scarpe dello stesso colore.
Le maniche erano larghe, come quelle di un Kimono, tali che quando l'individuo portò la mano al petto per l'inchino a Cattleya, lasciassero intravedere le braccia di carnagione abbastanza scura ornate da braccialetti di vari colori.
In mano aveva una sfera di cristallo e da quell'elemento potei facilmente intuire la sua identità, era l'indovino di Kizuna.
Lio il primo giorno ce ne aveva parlato come un vecchio decrepito, l'unico sopravvissuto di quell'età che avesse visto la forza del principe della luce in azione, ma a me più che un vecchio sembrava un giovane; lo avevo capito dalle braccia scure e lisce senza macchie, dal passo elegante e senza acciacchi e dalla voce con cui parlò alla regina: -Al vostro servizio sua altezza!- la regina salutò l'indovino con un inchino: -Benvenuto Auler! Grazie per aver accettato il mio invito a partecipare al nostro discorso!- egli rispose: -Si figuri maestà, informarmi sui problemi di Kizuna, sebbene io possa prevederli, è anche un mio problema!-
Auler ci contemplò per qualche secondo e poi si andò a sedere; a breve la regina avrebbe incominciato la discussione per la quale eravamo state convocate così d'urgenza.

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Capitolo 12
*** La verità sul potere ***


I re assunsero tutti un'espressione seria, nell'attesa di ascoltare le parole della regina Cattleya riguardo a noi protettrici e alla Joker Company.
-Come vi ho anticipato precedentemente, pare che la Joker Company abbia già identificato la nuova collocazione dei principi sulla terra; ciò è molto grave, abbiamo abbassato per un attimo la guardia credendo di essere sicuri della loro collocazione, ma evidentemente abbiamo commesso un errore. Per fortuna abbiamo preso la precauzione di nominare le due Poker Protettrici.-
-Tramite i nostri ambasciatori tuttavia abbiamo saputo che gli attacchi si sono concentrati soprattutto su Keiichi- disse George.
-Esatto. Questo è quello che si è verificato finora; ma non possiamo dare nulla per scontato. Questa potrebbe anche essere una strategia del nemico, per farci concentrare le forze su un solo principe e lasciare gli altri vulnerabili-
-Quello che dice sua maestà è corretto. Non lasciamo campo al nemico, è quello che cercano,- intervenne Auler -tuttavia è strano che si siano concentrati proprio sul principe di picche...-
Shion si alzò: -Non è diverso dagli altri, perché dovrebbe essere strano?-
-Ser Shion.. lei sa benissimo come stanno le cose!- rispose l'indovino.
A quell'affermazione si alzò un vociare tra gli altri re (Steven escluso) e tra Kairi e Shirai che probabilmente non erano informati sui fatti, dal quale Imizu cercava di trarre informazioni utili. Ayomi e Keiichi tacquero e io non mi immischiai sapendo già che c'era in lui qualcosa di diverso.
Shion si sedette sconfitto e l'asso di picche lo guardò con aria preoccupata.
Cattleya spense quel brusio: -Non siamo qui per discutere dei problemi personali di ognuno!-
-Perdoni la mia negligenza regina!- si scusò Auler dalla quale era partito tutto il discorso.
-Scuse accettate. Tornando al discorso precedente, è vero che gli attacchi si sono incentrati su Keiichi, ma per fortuna la Poker Protettrice dei semi scuri è stata all'altezza della situazione sventando per ben due volte l'attacco nemico!-
L'indovino si mise a fissarmi: -Dimmi Noel Nikamura.. tu sei già stata in grado di evocare il tuo potere?-
-Ehm.. sì.. la prima volta non avevo padronanza delle mie azioni, ma la seconda volta sono stata io a evocare lo Tsuki no Shaku..-
-Interessante.. mentre tu Imizu Hiwatari non ne hai ancora avuto il piacere giusto?-
-ehehe.. purtroppo no..-
-Non te ne devi vergognare.. probabilmente hai ancora bisogno di tempo per conoscere i tuoi due protetti ed entrare in sintonia con loro..-
Arumo interpellò l'indovino: -Che significa? Potrebbe spiegarci meglio questa circostanza?-
-Certo! È molto semplice: il potere delle protettrici dipende dalla sintonia che loro hanno con i loro protetti e le ragazze sono in grado di evocarlo a partire dal momento in cui con gli assi si è stabilito anche solo un flebile legame..-
-Continuo a non capire..- disse George incerto.
-In pratica, il potere racchiuso nell'amuleto di una Poker Protettrice è strettamente legato con quello presente nell'amuleto dei due protetti; si tratta di una corrispondenza biunivoca che lega direttamente la fonte di potere dei principi a quella della loro guardiana-
-Questo significa che Noel è in sintonia con Ayomi e con Keiichi giusto?- intervenne Shion.
-Esatto-
Shirai e Kairi si misero a parlottare tra di loro.
-Possibile che Noel capisca quel biondino insignificante?-
-A quanto pare! Però mi sembra incredibile!-
L'indovino li zittì: -Non è necessario che vi sia un rapporto particolare tra i due, basta solamente che abbiano uno o più sentimenti in comune che come può essere amicizia o complicità, può anche essere sofferenza e solitudine!-
Io e Keiichi ci guardammo ma non riuscimmo a sostenere i nostri sguardi a vicenda per più di qualche secondo. Shion si mise ad osservarci attentamente: probabilmente anche lui riteneva strano che io fossi entrata in sintonia con il figlio, che si era presentato a noi già in modo poco gradevole senza spiccicare una singola parola. Ma io sapevo, io avevo capito che quello non era il suo vero carattere e che era spinto a comportarsi così per qualcosa che lo tormentava interiormente.
Con Ayomi avevo familiarizzato subito; nonostante fosse un ragazzo all'antica, stare con lui era sempre un piacere, sia per la sua gentilezza, sia per la sua moderata simpatia. I miei due protetti erano molto diversi da quelli di Imizu; Kairi e Shirai erano spesso complici in carambole e scherzi che si divertivano a fare a me e a lei, e a volte si rendevano proprio antipatici coi loro modi di fare. Una cosa era certa, Imizu aveva familiarizzato con Kairi molto in fretta, forse perché sono entrambi vivaci, ma con Shirai, che in fondo era quello che gli interessava di più, non era mai entrata in un vero e proprio rapporto, nemmeno amichevole. Sembrava invece che Shirai volesse attaccar bottone con me, e per questo me lo ritrovavo sempre fra i piedi. Forse non accettava il fatto che io lo ignoravo, quando invece lui avrebbe voluto essere al centro delle attenzioni di ogni ragazza, e Imizu al contrario gli stava troppo addosso, rendendosi irritante.
-Beh che una protettrice abbia già il potere è positivo no?- intervenne Cattleya.
-Si beh, ma deve sbrigarsi anche l'altra a scoprirli, altrimenti tutto si complicherà per voi..- concluse l'indovino.
-Bene possiamo dire di aver concluso il discorso no? Ci siamo aggiornati e questo era lo scopo!-
Tutti si alzarono e Shion fu il primo a dirigersi verso l'uscita. Imizu si mise a parlare con Kairi, gli altri salutarono i loro padri, e Keiichi andò verso Auler.
Io rimasi immobile per qualche secondo a contemplare l'uscita di scena del re di picche che aveva congedato solo il figlio con un “a presto”; all'improvviso un brivido mi percorse la schiena: i nemici erano lì. Non era la solita sensazione che emanava l'arrivo di Yoshiro, era più piccola, ma più potente. Mi concentrai e in breve capii che qualcosa dalla porta stava per colpire Shion. Senza esitazione raccolsi tutte le mie energie e chiamai il mio scettro; non era un asso, ma lo era stato, e dovevo comunque proteggerlo.
La porta si aprì di scatto e un turbine oscuro si stagliò velocemente nella stanza diretto a Shion. Il re cadde a terra e una debole esplosione abbagliò tutti, seguita dal fumo.
-Papà!!!- Keiichi corse verso la nube di fumo spaventato.
Esso si dissolse velocemente lasciandomi il tempo di intravedere la sagoma di una donna mascherata che fuggiva dal palazzo.
-Fermati!- partii all'inseguimento senza badare alle persone rimaste nella sala.
Troppo tardi, era scomparsa. Tornai indietro per controllare la situazione.
-Papà stai bene?-
-E' tornata..- Shion era terrorizzato, forse aveva visto la donna da vicino.
-Chi? Papà sei ferito? Ascoltami!- Keiichi si stava preoccupando sempre di più.
-Keiichi stai tranquillo! Lei mi ha protetto!- mi indicò.
Keiichi sospirò e sembrò calmarsi. Shion fu raggiunto dagli altri.
-Ser Shion va tutto bene!?- chiese la regina.
-Sisi, per fortuna si! Il merito va a Noel.. ha dissolto quel turbine un istante prima che potesse raggiungermi..-
La regina mi guardò soddisfatta, in seguito Shion si alzò e venne verso di me: -Grazie Noel!-
Io sorrisi e annuii. Nel tragitto di ritorno ai loro regni, ai re fu affidata una scorta, mentre io, Imizu e i principi, fummo accompagnati con una carrozza al ruscello, dove ci attendeva Lio per portarci a casa.
Chi era quella donna, e perché ha attaccato Shion invece dei principi? Perché egli aveva detto “è tornata”, la conosceva? Una cosa era certa; nelle fila nemiche della Joker Company, un altra pedina del loro gioco si era mossa e per quanto fosse stato facile abbattere il suo attacco, sembrava molto più forte di Yoshiro Nagazuki.

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Capitolo 13
*** La preoccupazione di Imizu ***


 
Appena attraversata la porta di casa, ci fu Himitsu ad aspettarci per sapere tutti i dettagli della convocazione della regina; tuttavia eravamo stanchi e non ne volevamo parlare, l'unico che le diede retta fu Shirai che si fermò a discuterne con lei in cucina.
-Allora cosa vi ha detto la regina?-
-Abbiamo parlato degli attacchi frequenti a Keiichi, pensando che sia una strategia per levarci dal vero obbiettivo e del fatto che Imizu non è ancora in grado di evocare il potere..-
Ero passata lì per caso, ma mi fermai per ascoltare cosa avrebbe detto Shirai riguardo la protettrice dei semi chiari. Ormai era palese a tutti che era proprio perché loro due non avevano legato se Imizu non era ancora stata in grado di scoprire il suo potere nascosto.
-Davvero? E avete scoperto il motivo?-
-L'indovino di Kizuna, Auler, ha detto che il potere delle protettrici è particolarmente legato ai due amuleti dei loro protetti e che esse lo riscoprono nel momento in cui hanno un sentimento in comune con entrambi i principi..-
Himitsu aggrottò le ciglia. -Beh ma non mi pare che Imizu non sia socievole, con Kairi è molto amica..-
-Con me no!-
Ci fu un minuto di silenzio, ma poi fu Shirai a riprendere il discorso. -Con me no, perché lei vorrebbe essere più di un'amica, e io non voglio, per lo meno non ora..-
-Come fai a dirlo?-
-Himitsu, io sono il principe di cuori e la mia caratteristica non è solo quella di essere un amante delle donne, bensì io sono in grado di percepire i sentimenti forti, come l'amore, all'interno degli altri..-
-Beh, ma non capisco perché questo debba guastare con il vostro rapporto, insomma lei ti vuole molto bene, e tu non la accetti nemmeno come amica?-
-Non voglio amiche che vogliono cercare di conquistarmi..-
-Questo discorso non ha senso!-
-Si che ne ha! Io sono il principe di cuori! Io amo conquistare, ma non essere conquistato, è una cosa che mi dà sui nervi, capisci?-
-Veramente no..-
-E' più semplice di quanto sembri. Se una persona riesce a conquistarne molte altre, allora vuol dire che è in grado di catturare i cuori, anche solo con un sorriso e la sua reputazione sale; diventa come una cosa irraggiungibile, che conquista ma che nessuno sa conquistare. Se io cedessi alle moine di Imizu o di qualsiasi altra ragazza, la mia reputazione ne risentirebbe!-
Himitsu fece una faccia schifata. -Ti sembrano discorsi da fare? Sei proprio arrogante Shirai, e da te non me lo sarei mai aspettato!-
-Questo è semplicemente quello che penso..-
Avevo ascoltato abbastanza: non solo si rendeva antipatico con i suoi modi, era anche arrogante! Si sentiva il Dio in terra e voleva continuare ad esserlo, rinunciando anche all'amicizia di Imizu.
Lui che criticava Keiichi, doveva proprio tacere, perché il principe di picche per lo meno questi discorsi di reputazione non li fa, anzi, nonostante sa che a molti è antipatico e appare lunatico, continua a comportarsi come vuole, infischiandosene del giudizio altrui.
Non avevo mai sentito parole tanto cattive nei confronti della mia migliore amica, e non potevo certo permettere che Shirai continuasse a pensarla così, da altezzoso, da superiore; il fatto che era un principe non gli consentiva di farlo, doveva rendersi un ragazzo normale, come avevano fatto gli altri tre principi.
Ero nella mia stanza a fare questi ragionamenti quando qualcuno bussò alla porta.
-Noel posso?- era Imizu.
-Certo vieni!-
Aveva un viso preoccupato e un'espressione abbattuta, non l'avevo mai vista conciata così.
-Che hai, sembra che ti sia caduto il mondo addosso!-
Lei si sedette sull'orlo del mio letto affianco a me. -Quello che ha detto Auler mi ha sconcertato. Non pensavo che i nostri poteri dipendessero dal rapporto che abbiamo coi principi. Da quando ci siamo conosciuti ho legato molto con Ayomi, ma soprattutto con Kairi, tanto che lui a volte dice di considerarmi quasi come una sorella. Se i miei protetti fossero loro due non sarebbe per niente un problema. Invece io devo vedermela con Shirai, che sembra quasi che mi stia evitando; che strano il destino, appena mi era apparso davanti agli occhi avevo pensato che lui sarebbe diventato prima un mio grande amico e chissà, poi forse anche qualcosa in più. Non puoi immaginare quanto soffra a vedere che lui si mette a corteggiare tutte le ragazze che incontra e io invece vengo ignorata, quasi come se non esistessi. Di questo passo non so se riuscirò mai a evocare il mio potere..-
Era veramente a terra e, dopo quello che mi aveva detto, odiavo ancora di più Shirai per la dichiarazione di superiorità che aveva fatto a Himitsu.
-Non dire così..-
-Noel, tu hai dovuto vedertela con quel lunatico di Keiichi che sembrava così irraggiungibile e lontano, eppure sei riuscita a conquistare in qualche modo la sua fiducia e quella di Ayomi, che credo sia il migliore dopo Kairi.-
-Non devi ritenere nessuno migliore di nessuno, ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti: prendi Ayomi, lui è stato il primo a socializzare perché ha in sé una grande gentilezza che ci ha subito conquistato; oppure Kairi, che con la sua vivacità riesce sempre a farci ridere. Essi hanno due qualità, è vero, ma hanno anche i loro difetti: Ayomi è troppo all'antica e a volte si rende nauseante, mentre Kairi a volte esagera e fa battute fuori luogo. Proviamo a cercare i lati positivi e negativi anche di Keiichi e Shirai: Keiichi, per quanto ho potuto conoscerne, è una persona riservata, che tende a sopprimere dentro di sé i suoi sentimenti, per questo ha bisogno di tempo per aprirsi e io ho deciso di dargliene tutto quello che necessita: in questo modo non si sente soffocato e piano piano si aprirà, dandomi modo di scoprire le sue qualità. Shirai è in un certo senso il contrario di Keiichi; è solare, è simpatico, ma è anche arrogante e si crede superiore: per questo non ti considera, per lui sei una delle tante e basta e ciò non è giusto!-
-Forse hai ragione tu..-
-Ascolta: io so qualcosa che tu non sai; a Shirai piace conquistare, ma non essere conquistato!-
-Che vuol dire?-
-Vuol dire che tu non devi più corrergli dietro come una forsennata perché lo ami; non devi distruggere questo amore, ma devi dargli filo da torcere e vedrai che anche lui si interesserà a te. Prendi me, io praticamente lo ignoro e per questo motivo molto spesso me lo ritrovo fra i piedi a rompermi le scatole. Lui non riesce in alcun modo a conquistarmi e questo lo irrita, per questo cerca di fare del suo meglio!-
-E allora cosa dovrei fare secondo te?-
-Ignorarlo. Lui si comporta da principe altezzoso? Bene, tu fai la reginetta che si infischia di uno come lui! Prova a non inseguirlo per una volta..-
-Dici che può funzionare?-
-Certo! Credi a me, lui non vuole che tu gli sbavi dietro!-
-Ok allora farò come dici!-
Rivederla sorridere era per me un sollievo; non sopportavo vederla triste per colpa di un arrogante.
Avevo la seria intenzione di aiutarla e stavo già ideando un piano geniale per rendere più facile la finta lontananza di Imizu da quel Don Giovanni da strapazzo; mi sarei servita della grande complicità che c'era tra lei e Kairi; certamente a lui sarebbe piaciuto, visto che ama le cose divertenti, e vedere Shirai impazzire di gelosia, si prospettava certamente qualcosa di molto piacevole.

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Capitolo 14
*** Shirai e Imizu, o sì o sì ***


Avevo pensato proprio a tutto, addirittura al nome dell'operazione “Shirai e Imizu o sì o sì!”. L'unica cosa che restava da fare ora era ingaggiare il principe di quadri e pensare a una ricompensa per lo sforzo.
-Ma dai proprio Kairi?- protestò Imizu.
-Si Kairi. Ascolta, tu e Kairi siete molto uniti, e lo sono anche lui e Shirai, quindi se Shirai vede che tu ti sei legata mooolto particolarmente a Kairi e cominci a ignorare lui, questo lo renderà ancora più geloso!-
Imizu si convinse. -Qual'è il tuo piano?-
-Bene. Allora, 1. quando ti ritrovi Shirai di fronte, devi far finta che non ci sia nessuno; 2. devi stare sempre appiccicata a Kairi e spupazzarlo a volontà dicendogli cose carine, specialmente in presenza di Shirai; 3. se lui ti cerca non cedere subito, snobbalo!-
-Ok! Allora mettiamoci al lavoro!-
-Ehi frena! Prima bisogna interpellare Kairi e chiedere la sua collaborazione-
Corremmo in fretta verso la stanza dell'asso di quadri, convinte che accettasse subito la proposta. Dopotutto era qualcosa di divertente!
-No, scordatevelo!- disse Kairi.
-Eddai Kairi ti prego!- lo pregò Imizu.
-No e poi no! Per nessuna ragione al mondo farei un torto a Shirai-
-Ascolta non si tratta di fargli un torto; la situazione è complicata, insomma hai sentito anche tu cosa ha detto Auler! Imizu deve riuscire ad instaurare un legame con Shirai!- intervenni io.
-Mmm.. non saprei...-
-Ti prego!!-
Kairi si mise a riflettere per un po'. -E va bene!-
-Evviva!- gridò Imizu.
-A patto che..-
Io e Imizu ci mettemmo a fissarlo. -Che??-
-Che mi facciate rifornimento per un mese di budino al cioccolato! È così buono!!-
-Ehehhe! Ok!- accettai io delusa da quella proposta.
Lasciai Imizu e Kairi da soli a chiacchierare sulle strategie da adottare nelle varie situazioni.
Non vedevo l'ora di vedere la faccia di Shirai rimasto di stucco al comportamento di Imizu, sarebbe stato uno spettacolo.
Il giorno dopo arrivammo presto all'appartamento di Himitsu e appena scese Kairi Imizu gli si avvinghiò addosso, dimenticandosi dell'esistenza di Shirai.
-Kaiiiri!! tesoroo!- urlò per farsi sentire.
-Imizuu! Vieni ad abbracciarmi!!-
Kairi e Imizu si abbracciarono a lungo, mentre Shirai fissava attonito la scena, con sguardo interrogativo come per dire “che sta succedendo!?”.
A scuola ogni cambio dell'ora, Imizu veniva nella mia classe e si metteva a parlare con Kairi, ignorando il resto del mondo.
Anche a casa la situazione si faceva difficile per il principe di cuori. I due finti piccioncini passavano ore nella camera di lui, se uscivano erano praticamente appiccicati e andavano ovunque insieme.
Stavo attraversando il corridoio con i panni da portare in bagno da lavare quando qualcuno mi afferrò fortemente trascinandomi in una stanza: era Shirai.
La sua camera era ben addobbata e altezzosa piena di ghiribizzi principeschi a cui lui era abituato: il letto, che era altissimo e all'apparenza sembrava molto morbido, era coperto da una ricca coperta di velluto rosso decorata con motivi e greche dorati; la preziosa scrivania, stranamente ordinata per una persona del genere, era in mogano e dall'aspetto antico; su un lato della parete soggiornava un grande specchio con una cornice d'oro, nel quale il rampollo di Kokoro si ammirava molto spesso; l'ampio armadio, dello stesso legno della scrivania, aveva un anta aperta, dalla quale si potevano scorgere alcuni abiti del principe, tra i quali la divisa scolastica, qualche abito da comune umano e alcuni dei suoi preziosi vestiti di corte, che non aveva voluto lasciare incustoditi a Kizuna; insomma, in quell'ambiente spiccavano i toni del rosso, il suo colore preferito, e dominava un profumo frizzante che donava vivacità e altezzosità a quell'aria, caratteristiche proprie della persona che vi abitava dentro.
-Mi dici che succede?- cominciò lui.
-Che succede a chi?-
-Come a chi! A Imizu, Mi pare ovvio. Sembra che mi stia evitando e che il legame che aveva con Kairi si sia notevolmente rafforzato!-
-Beh allora ci vedi giusto. Senti, lei si sta comportando esattamente come ti comporti tu con lei, snobbandola, ti sembra giusto?-
-Io non la snobbo! Semplicemente non amo che mi stia sempre attorno!-
-Potresti semplicemente dirglielo no? Invece di evitarla! La fai star male e tu questo non lo capisci, inoltre diventa anche un problema per i suoi poteri perché senza un rapporto anche d'amicizia con te non può evocarli!-
-Il fatto è che io non posso dirle una cosa del genere..-
-Perchè?-
-Perché la ferirei.. e io odio ferire le persone, specialmente se si tratta di ragazze!-
-Credimi.. questo tuo comportamento la ferisce più di ogni spiegazione che potresti dare!- detto questo uscii dalla camera e incrociai Imizu che complottava qualcosa tirando in mezzo Ayomi.
-Sta funzionando!!- disse lei eccitata.
-Beh che a lui dia fastidio ormai è palese..-
-Stasera ho in serbo il colpo finale, aspetta e vedrai!-
Quella sera toccava proprio a Shirai preparare la cena; egli scese a malavoglia in cucina e si mise a cucinare alcuni dei suoi manicaretti, cose semplici che aveva imparato da piccolo stando nelle cucine del palazzo.
-E' pronto! Tutti a tavola!- gridò.
Io scesi, scesero tutti tranne Kairi e Imizu; avrei tanto voluto sapere cosa aveva in mente di fare in quel momento.
Ayomi si sedette e imbarazzato si rivolse a Shirai: -Ehm.. scusa Shirai.. beh.. Imizu e Kairi vogliono la cena in camera..-
Shirai sbatté la pentola sul tavolo borbottando un “questo è troppo”, e, senza rispondere nulla al principe di fiori, poiché aveva capito che era stato obbligato a parlare così, prese un vassoio mettendoci sopra due piatti, li riempì, e con una foga incredibile generata dal nervoso, salì pesantemente le scale, quasi a voler farsi sentire.
Aprì la porta e dopo aver indugiato un po' sull'uscio ascoltando le parole di Imizu che da dove eravamo noi non si sentivano, appoggiò lì per terra il vassoio e si strappò il grembiule, andò in camera sua, si mise le scarpe e scese di fretta.
-Io esco!- disse senza dare una spiegazione.
-Shirai! L'educazione! Stiamo mang..- le parole di Himitsu furono interrotte dalla porta che il principe di cuori aveva chiuso con forza.
Finimmo di mangiare nel silenzio più assoluto, poiché di solito erano i due eredi dai semi chiari ad animare pranzo e cena, e in quel momento non c'era nessuno dei due.
Appena ebbi sparecchiato la tavola salii di corsa per andare a chiedere cosa fosse successo ad Imizu.
-Bravo sei venuto a ritirar.. ah sei tu!- disse lei sorpresa pensando che fossi Shirai.
-Che hai combinato? Shirai se ne è andato fuori con la faccia scura dalla rabbia!- la avvisai io.
-Cosa?! Shirai è uscito?!- si allarmò.
-Esatto! Mi vuoi spiegare cosa hai combinato?-
-Ha esagerato.. lo ha trattato come uno schiavetto!- intervenne Kairi.
-Potevi fermarmi se te ne sei accorto no?- ribattè lei.
-E cosa facevo, dicevo che quello che c'è tra noi è tutta una montatura per farlo ingelosire?-
-No però..-
-Cosa gli hai detto esattamente?- ricominciai.
-Gli ho detto che nonostante sia sfrontato almeno la cena in camera è capace di portarmela..-
-Non c'è dubbio che tu abbia esagerato!- la rimproverai.
-Forse hai ragione..-
-Hei aspettate! Se voi due siete qua, vuol dire che Shirai è in giro da solo!- disse allarmato Kairi.
Il principe di quadri aveva ragione, per una stupidata avevamo perso di vista il nostro compito, e cioè quello di proteggere i principi da attacchi nemici.
-Vai e raggiungilo!- dissi a Imizu.
-Noel.. per favore.. vai tu.. adesso non me la sento di affrontarlo!-
Io accettai e andai a prepararmi per uscire, quando dalla sala si udì la voce di Himitsu che pronunciava un “finalmente sei tornato” a qualcuno che aveva aperto la porta, evidentemente Shirai.

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Capitolo 15
*** Troppo diverso dal solito ***


Appena udì quelle parole, Imizu scese di fretta le scale per dargli una spiegazione e scusarsi del suo comportamento.
-Shirai! Menomale sei qui! Scusa per prima.. io..-
-Imizu, dolce Imizu!- disse lui sorridendo e abbracciandola fortemente.
Io guardai la scena sbigottita; o stava recitando, o aveva preso qualcosa di pesante in testa.
Anche Kairi corse verso di lui, perché voleva togliersi il peso delle bugie degli ultimi giorni, ma quando arrivò di fronte all'asso di cuori, questo lo fulminò con lo sguardo.
-Ehi smamma nanerottolo!-
-C-Cosa?!- Kairi rimase agghiacciato dalle parole dell'amico.
-Hai capito benissimo!-
Incredibile. Impensabile. Shirai aveva appena trattato il suo migliore amico, la persona con la quale aveva condiviso la sua infanzia, con la quale aveva stretto di più a Kizuna, come se fosse una nullità, un pezzo di carta straccia, e ciò non gli faceva di certo onore. D'altro canto aveva trattato Imizu come la sua regina, insomma, completamente l'opposto del solito.
Ovviamente la protettrice dei semi chiari ne rimase talmente estasiata che sembrava che stesse quasi in uno stato di trans: volteggiava come una ballerina ubriaca e faceva giravolte su se stessa e lungo una traiettoria immaginaria attorno al principe di cuori. Ok, era completamente andata.
-Imizu! IMIZU!- le gridai.
-Trallallà, Trillallò, Trullallì! Siiii?-
La presi per un braccio e la trascinai nella mia stanza cercando di ignorare gli sguardi stupiti degli altri mentre salivamo.
Una volta nella stanza le diedi uno schiaffo poiché non si svegliava.
-Imizu mi vuoi ascoltare?-
-C'è bisogno di picchiarmi?- rispose lei imbronciata.
-Scusami, ma era necessario, eri in trans!-
-E come dovrei essere dopo che Shirai mi ha trattato da Dea per la prima volta?- si giustificò.
-Appunto di questo volevo parlarti. Non è strano che un ragazzo cambi così dopo essere uscito per una mezz'oretta di casa?-
-Beh sì forse.. però mi fa piacere che mi tratti così, almeno per una volta non sono la zimbella della situazione!-
-Non è questo il problema Imizu, piacerebbe anche a me che ti trattasse così sempre e normalmente, ma in questo caso non è normale, insomma è uscito ed è venuto a casa in pratica con una mentalità opposta alla sua!-
-Ascolta, per stasera passiamoci sopra, magari, che ne so, ha bevuto un po' di fuori e ora si ritrova ad essere così, vedrai che domani torna quello di sempre!-
Annuii, sforzandomi di accettare e di considerare vera l'ipotesi che aveva appena fatto, poi, dopo aver salutato Himitsu e i ragazzi, uscimmo per tornare a casa.
Non riuscivo a non pensare a quello che era appena successo; e se quando era fuori era stato attaccato dai nemici?, in fondo né io né Imizu eravamo con lui a proteggerlo, allora perché, prendendo questa ipotesi come buona, lo avevano lasciato in possesso dell'amuleto di cuori? Averli era il loro obbiettivo e un'occasione d'oro non se la sarebbero lasciata sfuggire così.
Il giorno dopo io e Imizu, come al solito, arrivammo all'appartamento dieci minuti prima che cominciasse la giornata di scuola, e, incredibilmente, Shirai era già lì di fuori ad attenderci, lui, che è il peggior ritardatario che abbia mai conosciuto dopo la mia migliore amica.
-Heilà ragazze!- si avvicinò.
-Ciao Shirai!-
Lungo la strada egli non fece nessuna peripezia con Kairi, che se ne stava in disparte, triste e ancora amareggiato dal comportamento dell'amico. Cercai di andare verso di lui per consolarlo, ma Keiichi mi afferrò per un braccio e mi fece cenno di lasciarlo solo.
-Ma non è giusto che stia così..- dissi.
-Ascolta Noel,- ci allontanammo dagli altri -quello non è Shirai, ne sono sicuro!-
-L'ho pensato anche io, ma tu come fai a dirlo?-
-Insomma Noel, non è più lui! Si comporta quasi come Ayomi e hai visto anche tu quello che ha fatto con Imizu ieri sera, non è per niente normale!-
-Lo so, lo so.. ma cosa può essergli successo?-
-Non lo so, può essere una manovra nemica! Promettimi che farai attenzione!-
-P-Promesso..-
-Ricordati che io ci sarò sempre se avrai bisogno..-
-G-Grazie Keiichi, mi fa piacere, questo.. vale anche per me..-
-Beh tu sei la mia protettrice quindi è ovvio!-
-No Keiichi.. io intendo che ci sarò quando avrai problemi o vorrai parlare anche al di fuori delle questioni di guerra..-
Keiichi mi guardò sorpreso di quello che avevo appena detto; io gli sorrisi, cerando di nascondere l'imbarazzo scaturito dalla presa di coscienza sia della sua dichiarazione sia di quella che avevo fatto io.
Quando arrivammo a scuola, la situazione si fece ancora più grave: tutte le ragazze si radunarono attorno a Shirai per farsi corteggiare esattamente come tutti i giorni.
-No, vi prego ragazze! Il mio cuore è stato intrappolato dagli occhi verdi e dai capelli biondi di una dolce e temeraria fanciulla! Abbandonatemi!-
Tutte inizialmente rimasero sbalordite, ma in seguito i cuoricini che le circondavano si moltiplicarono e con essi anche i gridolini per il principe di cuori.
-Shirai sei troppo bello e affascinante anche quando ti lasci trascinare dalla poesia!- disse una.
-Sei proprio il nostro Romeo!!- un'altra.
Questo era davvero troppo; che Shirai fosse per una volta puntuale ci poteva anche stare, ma che rifiutasse la compagnia delle ragazze che lui stesso aveva corteggiato, e che cercasse di congedarle con parole poetiche era grave, troppo grave.
Imizu era lì a fissare la scena, ma non era appassionata e in trans come il giorno prima, sembrava, come dire, contrariata. Borbottava tra sé e sé. Mi avvicinai.
-Troppo cretino, fai la figura dello zimbello, non capisce, no, evidentemente ha sbattuto la testa, e no eh, io Shirai in questo modo non l'accetto, e no! Io mi sono innamorata di quel Don Giovanni da strapazzo non di Romeo, no, io non l'accetto e non l'accetterò mai e poi mai, no signore!-
-Ehehe! I-Imizu?? Ti senti bene??-
-No Noel, questa scena mi fa venire il rigetto!-
-Allora andiamo via, eh? Che ne dici?-
-Ma certo che sì!-
Ci allontanammo dal fulcro di Shirai, per andare da un'altra parte, Ayomi si aggiunse a noi.
-Ragazze, ma Shirai sta bene?-
-Evidentemente no! Ascoltate, quello non è Shirai! Non riesco ad immaginarmelo a sparare frasi poetiche che il suo cervelletto non può contenere, non è lui, e non potrei accettarlo conciato così!-
-E' semplicemente disgustoso!- aggiunse Imizu.
Ci voltammo per guardarlo, ma l'ammasso di ragazzette innamorate era sparito, lasciando un vuoto nel centro del corridoio.
-E adesso dove diavolo è finito?- disse Ayomi.
Mi guardai un po' in giro e riuscii a scorgere Keiichi che seguiva furtivamente Shirai che si stava dirigendo verso le scale che portavano al terrazzo.
Avvisai gli altri e ci avvicinammo all'asso di picche che affermò che dovevamo seguirlo.
Cercammo di fare più silenzio possibile per non farci sentire da lui che era una rampa più in alto di noi.
Appena arrivammo alla porta del terrazzo, i nostri sospetti furono resi realtà; il falso Shirai stava parlando con Yoshiro, mentre quello vero si stava dimenando accanto a lui per liberarsi delle catene che lo imprigionavano.
-Bene stai facendo un ottimo lavoro; non avrei mai immaginato che fossero così ingenui quei ragazzini, specialmente la protettrice dei semi scuri e quel nanerottolo di picche!- disse Yoshiro.
-Menomale padrone, vedrà che presto gli porterò tutti gli altri amuleti restanti, non si sono nemmeno accorti del cambiamento!-
-Siete due illusi! Di sicuro qualcuno se ne è accorto, pensate davvero che siano così cretini?!- provocò il vero Shirai.
-Patetico ragazzino! Ormai l'erede e l'amuleto di cuori sono nelle mie mani, e di certo i tuoi amici non verranno a prenderti!-
La copia diede l'amuleto di cuori a Yoshiro che glielo aveva affidato per dare meno nell'occhio.
Imizu non riuscì più a trattenersi: -Che non veniamo ad aiutarlo questo lo pensi tu!-
-Diamine! Come avete fatto a capire?!- disse Yoshiro spaventato.
-Non è difficile vedere una diversità improvvisa in un amico!- intervenne Ayomi.
-Specialmente quando è il tuo migliore amico!- aggiunse Kairi.
Guardai Imizu e lei guardò me; ci trasformammo, ma Yoshiro sembrava che non avesse ancora esaurito tutti i suoi assi nella manica.
-Imizu Hiwatari, dimmi, non preferiresti che Shirai fosse così affettuoso come è il mio prototipo con te?-
Il vero Shirai abbassò gli occhi; si sentiva in colpa per il comportamento che teneva con la protettrice dei semi chiari, ma non l'aveva ancora perdonata per averlo trattato da schiavetto la sera prima.
-No Yoshiro, non è giusto che Shirai sia come io voglio che sia! Lui è lui ed è fatto come è fatto e nonostante tutto io lo accetto così come è!-
-Stai facendo un grosso errore cara! Il nuovo Shirai sarebbe gentile ed educato, non sarebbe un Don Giovanni e vorrebbe bene solo a te, cosa vorresti di più?-
-Se Shirai fosse come dici, non sarebbe il mio Shirai, no, non l'accetto; io gli voglio bene esattamente come l'ho conosciuto e non intendo cambiarlo per nessun motivo al mondo! Non voglio avere tra i piedi un babbeo che parla con parole poetiche!-
Gli occhi di Shirai si illuminarono, era rimasto colpito dalle parole di Imizu che lo aveva difeso dai macchinamenti di Yoshiro.
-E va bene!- Yoshiro liberò il vero principe di cuori. -Riprendilo così come è, ma sappi che sarà privo del suo amuleto!-
Appena si liberò Shirai si diresse verso di noi, ma non potevamo accontentarci così; ora dovevamo riprendere il suo amuleto.

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Capitolo 16
*** Amuleto di cuori! ***


-Restituisci ciò che non è tuo Yoshiro!- Imizu era furiosa.
-Perchè? Se no cosa mi fai?!- la derise il mago.
-Altrimenti ti concio io per le feste, razza di pagliaccio!- insultò Shirai.
Il principe di cuori si avvicinò a Imizu che lo spinse indietro.
-Shirai levati di mezzo, sei in pericolo qui!-
-Ascolta, quell'amuleto è mio, è logico che io lotti per riaverlo!-
Vicino a Imizu cominciò a soffiare un vento circolare, lo stesso che mi aveva avvolto la prima volta che avevo evocato il mio scettro.
-Ma che succede? Sento, sento una strana forza dentro di me!-
Shirai tornò vicino a lei: -Che ti serve per combattere?-
-Mi basta la tua fiducia!- lo guardò lei.
Il principe di cuori le toccò una spalla e le sorrise: -Ce l'hai!-
-Ma cosa sta succedendo?- disse Yoshiro.
-Te lo dico io cosa sta succedendo! Finalmente Imizu sta riscoprendo il suo potere!- mi intromisi.
Attorno a lei si era formata un'aura di luce e calore. La sua luce era accecante e generava un dolce tepore, al contrario della mia, fioca e fredda, ma ugualmente potente. All'improvviso le comparve tra le mani un meraviglioso scettro dorato e luccicante, lei lo maneggiò con destrezza puntandolo verso il mago pagliaccio.
-Nichi Kizuna!-
Yoshiro fu avvolto da una potente luce, ma sfortunatamente fu protetto dal suo fantoccio che si mise tra di lui e Imizu.
-Sta volta ho anche io un protettore, che mi è stato gentilmente concesso dal mio capo supremo Shintaro Pokamasu, per voi è la fine!-
-Invece di blaterare cretinate vedi di ridarmi il mio amuleto!- gridò Shirai.
-Illuso!-
-Fallo, altrimenti dovrai vedertela anche con me!- evocai il mio scettro e mi avvicinai alla protettrice dei semi chiari.
-Dannazione! Servant occupati di loro, mentre io me ne vado!- il suo servant cominciò ad attaccarci assiduamente con colpi diretti non lasciandoci nemmeno il tempo di seguire Yoshiro.
Ma Shirai non si diede per vinto e attaccò anche lui direttamente il mago, sull'orlo del terrazzo.
-Vuoi il tuo amuleto? Vai a prendertelo!-
Yoshiro per liberarsi del principe gettò nel vuoto il gioiello di cuori e Shirai fu sorpreso della sua mossa, ma non ci pensò due volte a gettarsi dal terrazzo per salvare il cimelio di famiglia.
-SHIRAI! NOOOOO!- gridò Imizu.
Ci fu un attimo di silenzio; il mago era allibito dalla mossa del principe, io e Imizu eravamo rimaste pietrificate dalla scena, così come gli altri assi rimasti dietro la porta come spettatori di quel combattimento.
Ad un certo punto dal punto dove si era lanciato Shirai arrivò una colonna di luce rossa che esplose espandendo cristalli rossi ovunque.
Poi un grido, che spense il silenzio di quel terrore: -Amuleto di cuori!-
I fasci di luce rossa si moltiplicarono sino a comporre un unico potente e vasto raggio che ci accecò e poi, quando si dissolse nei cristalli di luce, in mezzo ad essi si poté scorgere una figura incandescente, che lentamente espandette il suo calore lasciandoci intravedere chi era; fiero, meraviglioso, maestoso.
-Ma che diavolo!- imprecò Yoshiro.
-Incredibile!- esclamò Keiichi guardandolo volteggiare nell'aria.
Era lui. Incredibile come solo lui sapeva essere, pieno di sorprese e di inganni, anche quella volta ci eravamo cascati, però, quella volta, aveva fatto la cosa giusta.
Imizu era sbalordita dinnanzi a tale splendore, e io non riuscivo a quantificare quanto in quel momento fosse splendido.
Quando appoggiò i suoi piedi sul pavimento del terrazzo, potemmo finalmente ammirarlo. Shirai era riuscito ad evocare il potere di cuori e quel potere gli aveva donato un costume proprio adatto al suo carattere vanitoso ed esibizionista: aveva una felpa smanicata rosso fiammante, che terminava all'interno di una grossa cintura di un colore meno acceso, la quale sorreggeva un paio di pantaloni lunghi bianchi. Le mani erano coperte da un paio di guanti senza dita e dalla cintura uscivano due nastri rossi che arrivavano a livello delle ginocchia.
In testa aveva una benda che gli cingeva la fronte, all'orecchio sinistro uno strano walkie talkie a forma di ala con un piccolo microfono che arrivava fino alla bocca e infine, il tocco d'artista, sopra i capelli sulla destra aveva un grande cuore rosso.
L'amuleto di cuori era collocato a metà del petto e fungeva da blocca cerniera per la felpa.
-Beh che avete da guardare? Lo so che sono bello!- ci svegliò.
-Sempre il solito vanitoso! Ma è così che ti abbiamo conosciuto e così che continuiamo a volerti bene!- disse Imizu.
Lui si avvicinò a lei e dopo averla fissata per qualche secondo le diede un pugno in testa.
-Aia! Ma che ti prende?- protestò lei.
-Così impari a farti abbracciare e a fare le giravolte coi cuoricini agli sconosciuti!-
Lei gli fece la linguaccia e lui rise.
-Dannazione! Anche questa ve la farò pagare cara protettrici! Servant occupati tu di loro!-
-Fermo! Nichi Kizuna!- urlò Imizu tendendo al cielo il suo scettro, che cominciò ad emanare la stessa potente luce della volta precedente.
Troppo tardi, Yoshiro era già scomparso nel nulla, tuttavia il servant non aveva alcuna intenzione di lasciarci andare.
-Bene è ora di testare cosa è in grado di fare il mio gioiellino!- disse Shirai.
Egli si allontanò un po' da Imizu, chiuse gli occhi e aprì le braccia- -Potere del fuoco!-
Attorno a lui cominciò a soffiare un leggero vento fino a quando ai suoi piedi non apparve il mitico pentagono dei cinque elementi; stavolta era diverso da quello che aveva evocato Cattleya, era un pentagono di luce rossa con una stella formata dai collegamenti tra i lati, al quale centro c'era una fiammella e sotto il simbolo di cuori.
Shirai aprì gli occhi di scatto, erano occhi fiammanti, proprio come il suo elemento; tese una mano al cielo e gridò: -Hi no aku!-
Dal palmo della sua mano prima uscì una fiammella, che poi si plasmò, trasformandosi in una luce rossa e infine nell'arma del principe di cuori: ora Shirai aveva in una mano un grande arco rosso circondato da cristalli fiammanti, e nell'altra una freccia anch'essa rossa e fiammante con la punta a forma di cuore.
-Wow, abbiamo qui Cupido in persona!- rise Imizu.
-Simpatica! Beh non hai tutti i torti, io sono il principe di cuori dopotutto!-
Il servant rimase immobile davanti a tale potenza e noi ci dimenticammo addirittura della sua presenza sbalorditi davanti allo splendore di Shirai.
-Bene, ora preparati alla sconfitta inutile servant!- minacciò l'asso di cuori.
-I-io..-
Shirai si preparò a sferrare il suo attacco; tese l'arco, prese la mira e chiuse gli occhi.
Ai suoi piedi i contorni del pentagono si accesero di fiamme che cominciarono a ruotare vorticosamente attorno a lui: -Hoono no kokoro!-
In quel momento lasciò andare la freccia che era perfettamente in traiettoria con il servant; essa divenne incandescente, come quando un meteorite entra a contatto con l'atmosfera terrestre.
Essa colpì perfettamente il servant che scomparve nel nulla.
-Ce l'abbiamo fatta!- esultò Imizu.
-Esatto!- confermò lui.
Finita la battaglia e ritrovato il vero Shirai, tornammo nella scuola per le ultime lezioni, ma appena mettemmo piede nel corridoio, l'asso di cuori fu circondato dalle sue fan.
-Shirai! Vogliamo ancora sentire i tuoi versi poetici!!-
-Poetici?!- egli guardò tutte con sguardo interrogativo. -Se volete un poetico c'è Ayomi!-
-Io?- Ayomi si vide venire incontro la mandria di bufale.
Le ragazze implorarono il principe di affascinarle con qualche verso poetico, anche se lui, pur essendo molto all'antica, non sapeva nulla di poesie o di autori famosi, quindi si inventò qualche parolina complicata messa in croce e fece ugualmente successo.

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Capitolo 17
*** Il fulcro del mio destino ***


I soffi del vento secco e freddo che coronarono quella giornata, lasciavano chiaramente intuire che l'inverno ormai era alle porte, l'inverno che avrebbe portato con sé l'ebrezza del brivido portato dalle basse temperature, e l'incredibile piacere della bianca e soffice neve con la quale avremmo passato divertenti pomeriggi in compagnia giocando e dimenticando gli orribili pensieri e i tristi ricordi di una vita già con un passato, ma anche con un lungo futuro da vivere.
Le vacanze natalizie si stavano avvicinando, e la città si stava già colorando di luci festose e dei tipici addobbi di quel periodo di festa.
A scuola i professori, tra le proteste sonore di tutti, ci stavano imbottendo degli ultimi compiti da fare durante quelle due settimane di riposo. Per fortuna mancavano soltanto due giorni.
-Ma uffa! Così non si possono chiamare vacanze!- si lamentò Imizu all'uscita da scuola.
-Hanno riempito anche voi di compiti?!- le risposi.
-Sì purtroppo!-
-Beh dai considera il lato positivo, mancano solo domani e poi libertà per due settimane! Potrai.. fare la tua caccia al ragazzo no?-
-Per quel che mi importa! Non ho più bisogno di cacciare ora l'impresa più ardua è conquistare, si! Conquistare Shirai!-
Girammo un po' per le vie del paese, inseguendo i principi che erano curiosi di capire cosa stesse succedendo di così particolare, visto che a Kizuna non esistevano le feste, a parte i compleanni dei reali e le celebrazioni dei vari regni.
-E cosa si fa in questa festa?- chiese Shirai.
-Beh, a Natale ci si scambiano i regali, si fa un grande cenone dove ci si può abbuffare a volontà, ma soprattutto si sta insieme!- rispose Imizu.
-Forte! Regali? Uhm.. non sono mai stato bravo a fare regali.. beh adesso che ci penso non ne ho mai fatti!-
-Non hai mai fatto regali? Incredibile!-
Passammo la serata a raccontare tutto sulle varie feste che si tenevano sulla Terra e loro si emozionavano moltissimo ogni volta che i nostri occhi si illuminavano facendo le descrizioni dei vari divertimenti, delle usanze e delle tradizioni di ogni festa.
Quando tornai a casa ero stanca morta e per questo mi affrettai a fare la doccia e a mettermi il pigiama per farmi una lunga e bella dormita per affrontare il giorno dopo l'ultimo giorno di scuola di quell'anno.
Mi addormentai quasi subito, ma quella notte il mio sonno non fu affatto tranquillo; mi svegliai di soprassalto alle due di notte senza un motivo preciso, avevo solo visto per una frazione di secondo l'immagine di Joes che sghignazzava con le altre persone che mi avevano abbandonato dopo aver scoperto il mio sentimento per lui.
Dopo circa mezzora mi riaddormentai; stavolta la visione fu diversa e non così spaventosa come la precedente.
La prima immagine che passò nella mia mente furono tutti i momenti più significativi della mia convivenza con Keiichi: la nomina a protettrice dei semi scuri, la sua “presentazione”, la prima volta in cui ero riuscita ad evocare il potere, la prima volta in cui mi ha sfiorato e la prima per la quale si era preoccupato per il mio flebile stato d'animo.
All'improvviso sparì tutto e mi ritrovai sola in uno spazio nero, forse il vuoto della mia anima, lo stesso che avevo visto nell'illusione di Yoshiro.
Poi una debole luce che mi lasciò intravedere due occhi che mi fissavano; dapprima mi spaventai, poi mi misi a contemplarli assiduamente: una cosa era certa, non li avevo mai visti prima; erano due bellissimi occhi, probabilmente maschili, blu cobalto che mi regalavano un senso di saggezza e profondità, coperti in alcuni punti da ciuffi di capelli corvino.
-C-chi sei?- chiesi sottovoce.
-Questo non ha importanza Noel..-
-Tutto quello che ho visto... è opera tua?- non ne ero sicura, ma quella voce l'avevo già sentita da qualche parte, ma in quel momento non ricordavo dove.
-Sì, ti ho mostrato il tuo passato e il tuo futuro!-
-Che significa?.. non capisco!-
-Il tuo destino è il più grande tra tutti quelli scritti per le ex protettrici dei semi scuri, tu hai un pesante fardello da sopportare, il peso di un silenzio e la sofferenza di un abbandono!-
Gli occhi si chiusero lasciando spazio a una serie di nuove immagini da osservare.
Era una sequenza indefinita di figure che non riuscivo a ricollegare: prima comparve una foto che ritraeva un giovane; era uno scatto abbastanza vecchio e la figura in primo piano era un ragazzo sui sedici anni con i capelli scuri e gli occhi nocciola. Al collo aveva l'amuleto di picche, ma di sicuro non era Keiichi; tuttavia aveva qualcosa di familiare e intuii che poteva essere Shion da giovane.
In seguito apparve un grande edificio, un grattacielo, sede probabilmente di qualcosa di molto importante. Poi un'immagine che avevo messo nei miei ricordi più belli, le due lune di Kizuna che stavano per compiere una specie di eclissi lunare. Infine, pesante come un fardello, l'ostacolo più grande che avevo ora davanti, una carta da gioco: il Jolly.
I due occhi si riaprirono, mentre io ero ancora intenta a ragionare su quello che avevo appena visto, per cercare di ricollegare ogni figura, per cercare di dare un significato plausibile a quella strana visione.
-Non sforzarti a capire ciò che è scritto nel passato e nel destino di una mente persa; per ora ti posso fornire solo questi elementi, ma cercherò di trovarne altri- mi interruppe la voce.
-Quel giovane.. era Shion De Spades giusto?-
-Vedo che il tuo intuito è molto buono!- si sorprese. -Bene, per ora questo è tutto ciò che ti posso raccontare! Ma mi raccomando, non perderti mai d'animo, tu sei l'unica in grado di salvarlo..-
-Salvare chi?-
-Keiichi-
-Da cosa? E cosa c'entra ora Keiichi? Per favore spiegami!-
-Ci sarà un tempo per ogni cosa, per capire ogni cosa; sappi solo una cosa Noel Nikamura: Keiichi è il fulcro della tua missione, è lui.. il fulcro del tuo destino! Non dimenticarlo..-
-D'accordo ma.. la voce del mio destino? continuo a non capire!-
-Te l'ho detto, ci sarà tempo per ogni cosa! Il pentagono ti aiuterà a comprendere molte cose prima o poi; lui sa tutto, anche ciò che menti perverse hanno voluto cancellare, lui scrive il futuro delle protettrici!- scomparve.
Mi svegliai di nuovo, due istanti prima che la sveglia suonasse. Rimasi a letto ancora qualche minuto a pensare al sogno che avevo appena fatto; che strano, tutto quello che mi aveva mostrato quella visione mi confondeva.
E quella voce, quegli occhi, di chi erano? Perché Keiichi era il fulcro del mio destino? C'erano ancora molte cose che volevo, che dovevo capire.
L'ultimo giorno di scuola fu occupato completamente da feste in ogni classe; ognuno nella nostra classe aveva portato qualcosa da mangiare o da bere, e anche i professori non si lasciavano pregare di assaggiare qualcosa.
Imizu si intrufolò nella mia classe, tanto nessuno si sarebbe accorto del cambiamento. -Allora dobbiamo andare a comprare i regali per i principi!-
-Sì..-
-Noel mi stai ascoltando?!- disse lei imbronciata.
-Eh? Si, scusa! Ehehe ho altri pensieri per la testa, beh.. ci possiamo andare domani no?-
-Okok, poi mi devi spiegare che c'è!-
-D'accordo..-
Mi misi a guardare Keiichi; era seduto al suo posto e stava mangiando una fetta di torta, con un'educazione principesca, a differenza degli altri ragazzi della classe (Kairi compreso) che si abbuffavano come dei maiali denutriti.
“Il fulcro del mio destino” ripetei nella mia mente. Volevo capirci di più ed approfondire la conoscenza con lui, anche se dovevo ancora pensare come.

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Capitolo 18
*** La sofferenza di chi è stato obbligato a dimenticare ***


-Oggi Keiichi deve andare alla biblioteca a fare il svolgere il suo impiego saltuario, lo accompagni?- chiese Himitsu.
-Veramente sarei dovuta andare con Imizu a comprare i regali di Natale..-
-Oh beh ci andrai domani.. mancano ancora cinque giorni dopotutto, no?-
-D'accordo..-
Non era che mi desse fastidio accompagnare Keiichi, anzi, però avevo promesso a Imizu di uscire per comprare i regali, quindi ci sarebbe rimasta male, ma il dovere prima di tutto, non potevo certo lasciare il principe di picche senza protezione.
La chiamai e lei senza il minimo rimpianto mi disse che stava per telefonarmi per rinviare la commissione, dato che anche lei aveva appena ricevuto l'incarico di badare a Kairi, che doveva andare ad animare una festa.
Aspettai che Keiichi raccolse tutti i suoi libri per poi dirigerci alla biblioteca; gli era stato chiesto di fare due orette lì per sistemare tutti i volumi sparsi qua e là, prima che essa chiudesse per le vacanze e lui aveva accettato senza problemi.
C'era pochissima gente, probabilmente molti erano partiti oppure non avevano intenzione di passare il loro tempo libero in mezzo ai libri; Keiichi, invece, sembrava che si trovasse a suo agio tra enciclopedie, romanzi e best sellers da riordinare.
Forse quello era solo un pretesto per chiudersi nel suo abituale silenzio; io mi sedetti e mi misi a guardarlo mentre con abilità si muoveva tra i grossi mobili, prendeva la scaletta e senza esitazione inseriva un libro tra altri due.
Stavo quasi per addormentarmi in tutto quel silenzio continuo, quando mi cadde tra le braccia un libro che mi fece sobbalzare.
-Scusa Noel, mi è caduto!- disse Keiichi.
-Non fa nulla, tranquillo!- sorrisi.
Mi alzai per ridare il volume all'asso di picche, quando da esso uscì una foto che svolazzò sotto la sedia. Appoggiai il libro per terra e la recuperai: era una foto di classe, in bianco e nero con alunni vestiti con il modello vecchio della divisa della mia scuola media. Cominciai a sospettare cosa fosse quel grosso volume.
-No, non ci credo!- aprii il libro curiosa.
I miei sospetti erano fondati; quello era un album che racchiudeva tutti gli scatti fatti dai fotografi durante tutta la vita della mia vecchia scuola, da quando era stata inaugurata fino a chissà che data; mi misi a sfogliarlo.
-Che fai?- disse Keiichi.
-Oh scusa! No è che ho scoperto che è un album della mia scuola media e son curiosa di vedere tutte le foto, magari c'è anche la classe di mia madre!- risposi entusiasta.
-Davvero?- il principe scese dalla scala e si mise a guardare quell'album con me.
Anno 1974. L'avevo trovata! La foto di mia madre nella sua classe quando aveva dodici anni.
-Haha guarda! Aveva già la faccia di una che vuole dettar legge! Proprio come ora! Però stava bene con la divisa!-
Lui mi guardò: -Ti assomiglia..- e poi si mise a girare le pagine in fretta: -Dovrebbe esserci anche mio padre..-
-Davvero?!- domandai.
-Si.. ha fatto sulla Terra la terza media e quattro anni delle superiori-
-Wow, in confronto a lui siete arrivati tardi!-
-No, siamo arrivati nello stesso periodo.. solo che lui era più giovane di tre anni degli altri principi; eccolo, anno 1979. La terza media.-
-Ma qui avevano cominciato a fare le foto di gruppo oltre alle canoniche di classe!- dissi sorpresa.
C'erano quattro pagine dedicate a quell'anno. Gli scatti di gruppo erano i migliori: ragazzi che facevano smorfie, ragazze che si mettevano in posa, gruppi mentre saltavano da una panchina, insomma, proprio di tutto.
-Eccolo, Shion Yuryoku- disse. Io guardai la foto, più che foto un ritratto, lo stesso che avevo visto nel mio sogno.
-Siete proprio uguali! L'unica differenza è il fatto che tu sei biondo e lui è moro!-
-Me lo dicono tutti; io sono lo “Shion biondo”.. tuttavia sono uguale a lui solo nell'aspetto fisico..-
Continuammo a sfogliare l'album, arrivando sino all'anno 2007, la mia terza media.
Rivedere quegli scatti fu come un'accoltellata al cuore. Li avevamo fatti prima che succedesse tutta la storia di Joes, infatti ero felice e sorridente, circondata da un mondo di amici nelle foto di gruppo.
Cercai di trattenere le lacrime, ma quando Keiichi arrivò all'ultima pagina di quell'anno il mio cuore non resse lo sconforto e la sofferenza. In quella pagina, l'ultima, quella dedicata alle foto fatte con gli alunni di anni diversi, c'era quel maledetto scatto che avevo cancellato dal mio cuore e che, dopo averlo rivisto, aveva riaperto ferite profonde e infette dentro di me.
-Noel Nikamura 3F e Joes Kirazuki 2G..- lesse Keiichi.
Si voltò verso di me e quando vide che stavo piangendo chiuse immediatamente quella fonte di dolore e lo risistemò al suo posto.
-Maledetto quel giorno.. che razza di ingenua! Ma perché diavolo sto piangendo?- dissi.
Il principe di picche mi mise una mano sulla spalla: -Scusa.. non avrei dovuto leggere quel nome..-
-Non è colpa tua, non preoccuparti, è solo che ogni volta che ricordo quel ragazzo mi succede così, non vorrei, ma succede comunque e non so come dimenticare quel maledetto passato!-
-Non puoi rinnegare il tuo passato.. è parte di te.. purtroppo.. anche se fa male, non rinunciarci, perché nel futuro ti potrebbe insegnare a come affrontare la sofferenza..-
-Come fai a saperlo?-
-Perché non ne sono capace.. e questo perché il mio passato è stato cancellato..-
-C-come?- chiesi sorpresa.
-Qualcuno mi ha cancellato la memoria quando ero ancora quasi un bambino..-
-S-scusami, io..- mi pentii di quello che gli avevo chiesto, perché la sua risposta mi aveva trafitto nello stesso modo in cui faceva il ricordo di Joes. Lui non conosceva il suo passato ed era triste e sofferente. Per quale motivo? Avrei voluto chiederglielo, ma quello che avevo appena sentito mi aveva sconvolto a tal punto da proibirmi di fare altre domande, che avrebbero potuto ferirlo, cosa che non volevo assolutamente che accadesse.
-Non fa nulla.. tanto non ha nemmeno senso che te l'abbia detto.. perché non posso aggiungere altro..-
-Tranquillo, non ho intenzione di farti soffrire, adesso cercherò di scordarmi quella stupida foto.. tu non preoccuparti!-
-Noel.. io.. io non voglio più vederti piangere per quel tipo.. anche se non so cosa ti sia accaduto non importa, per favore non piangere più..-
La sua tenerezza mi stupiva; era come se cercasse di proteggermi dal ricordo di Joes, che spesso riaffiorava nella mia mente generando solo un'immensa sofferenza e un eterno rancore nei suoi confronti, che potevo esprimere solo con le lacrime. Da quando era successo tutto, l'unica a conoscere l'intera verità era Imizu, che finora era stata l'unica a starmi vicino, l'unica che non mi aveva deriso per essere cascata in tutta questa grande presa in giro, l'unica che non mi aveva mai abbandonato. In quel momento, tuttavia, sentivo di dover dire tutto a Keiichi, sentivo che lui mi avrebbe capito, poiché la nostra sofferenza era molto simile, era una cupo miscuglio di odi e amori, la stessa maledetta sensazione di chi ricorda e vuole dimenticare e di chi ha dimenticato e vuole ricordare.
-Non te lo posso promettere Keiichi, non sono io a volere questa reazione, ma è il mio cuore che la genera. Non posso fare a meno di piangere se solo penso a quanto mi ha fatto male..-
-Mi dispiace..-
Mi sedetti e lo guardai negli occhi: probabilmente in quel momento avevamo la stessa espressione di compassione reciproca. I suoi occhi erano bellissimi, più di quanto lo fossero stati fino a quel momento, c'era una flebile luce in essi, una luce nuova, mai vista.
Strinsi i pugni e raccolsi tutte le forze che avevo in me, dovevo raccontaglielo, non lo dicevano le sue parole, ma sapevo che il suo cuore era uguale al mio, pronto a dare tutto per gli altri, rimettendoci sempre per sé stessi.
In fondo anche io volevo sapere cosa gli fosse accaduto, ma sentivo di dovergli concedere ancora un po' di tempo, per ricordare almeno qualcosa di quel passato che gli era stato rubato.

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