Brompton Cocktail

di Dark_Passion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning of everything ***
Capitolo 2: *** Your eyes ***
Capitolo 3: *** But baby don't cry ***
Capitolo 4: *** I need to talk ***
Capitolo 5: *** Unexpected ***
Capitolo 6: *** Take your shit and... Take it out of this house ***



Capitolo 1
*** The beginning of everything ***


Capitolo 1
 
Emi P.O.V.
Era l’alba, la luce entrava fioca nella stanza illuminando la schiena nuda di quel ragazzo, disteso sul mio letto, feci per alzarmi e andare alla finestra per godermi il panorama, unico vantaggio dell’essere mattinieri  “Buongiorno Bellezza” non lo degnai di uno sguardo, ero troppo presa a guardare fuori il riflesso del sole sul mare “Buongiorno” ieri notte ero andata in giro per locali con la mia coinquilina nonché compagna di vita Lucy, ricordo solo di essermi buttata in pista in una folle danza, poi da lì il buio “Penso che dovresti andare Paul” ero fredda e distaccata, ogni volta dopo una follia di una notte mi sentivo sempre *sporca* o per meglio dire una *sgualdrina* “Mi chiamo John e comunque ieri sera non la pensavi così” ero irritata dalla sua insistenza, mi girai e vidi occhi languidi percorrere il mio corpo “Ho detto che dovresti andartene John” il mio sguardo trapelava disgusto “Ok, ok questo è il mio numero chiamami quando vorrai fare di nuovo un giro sul mio bolide” viscido e porco, presi quel foglietto spiegazzato e appena uscì dalla porta lo buttai nel cestino “Cretino”.
Ripensai alla scorsa notte, cercando invano di ricordarmi cosa fosse successo “Emiiiii!! Allora racconta dov’è mister figone 2011? Com’è stato il sesso ?” Lucy accortasi del ragazzo appena uscito dalla mia stanza, entro e si sedette sul letto; erano solo le sei della mattina e di già non perdeva tempo, sembrava una portinaia impicciona, tutta pimpante e piena di energie, pronta a un po’ di gossip piccante  “ Lucy, buongiorno anche a te … si sto bene non preoccuparti,  un po’ stanca ma tutto sommato bene, che dici? Vorresti sapere se ho fame? Bhe in verità ho un leggero appetito” la biondina iniziò a ridere, cadendo e sbattendo la testa sul parquet, la sua risata era come mille campanelli “Su dai non tenermi sulle spine … ieri sembravate così in sintonia, hai addirittura detto di volerlo sposare!”per poco non mi strozzai con la mia saliva, dovevo essere proprio ubriaca allora “Devo essere sincera? Neanche me lo ricordo, ricordo solo di aver iniziato a ballare come una pazza” gli occhi ghiaccio di Lucy iniziavano a scrutarmi, per capire se era la verità o solo un modo per sviare il discorso “ Sapevo che eri ubriaca, ma non pensavo così tanto; comunque mentre ballavi ti si è avvicinato, avete iniziato a parlare e sembravate divertirvi, poi siamo usciti a prendere una boccata d’aria e li mi hai confessato che pensavi di sposarlo perché era un ragazzo favoloso” accidenti all’ alcol e a i suoi brutti scherzi “Oh mamma …  dovevo essere proprio fuori” ci guardammo per qualche minuto in silenzio assoluto ma subito interrotto dalle nostre risate e dall’abbaiare della piccola Maya (la mia cagnolina, una volpina, la più bella che ci sia :D )  “Va bene Maya, abbiamo capito che ti sei svegliata” dissi con fare scherzoso lanciandogli l’osso che avevo trovato sotto il letto.
Fare la doccia mi era sembrata la cosa più bella del mondo in quel momento, togliermi il nauseante odore di quel John mi fece sentire sollevata, come se la notte scorsa non ci sia mai stata, come se quell’errore non fosse mai stato commesso, perché era solo un errore e niente di più.
 
Zacky P.O.V.
Mi sveglia reduce da una sbronza colossale, una di quelle alla Sevenfold; il sole filtrava dalle persiane semichiuse, ero troppo stanco per alzarmi e iniziare una giornata di lavoro *din-don* , fottuto campanello mai una volta che ti lascia in pace, provai a ignorarlo ma era troppo fastidioso e insistente; scesi le scale e andai ad aprire “Hey!! Vee” Brian era appoggiato allo stipite della porta, aveva un sorriso a trentadue denti “Gates, mi dici cosa sei venuto a fare di prima mattina” in effetti era troppo soleggiato per essere così presto ma non ci feci caso “Amico, sono le due” non pensavo che era così tardi però “Fatti una doccia che puzzi” sempre il solito delicato e dolce Brian, ero troppo rincoglionito per rispondere alla sua provocazione così andai a farmi una doccia fredda che mi aiutasse a risvegliarmi dal mio tepore post-sbronza “Cazzo Vee qui è un casino” l’ordine non era il mio forte “Tu hai Michelle che fa la donnina di casa” dissi ridendo “Con Gena?” le cose con Gena non andavano bene da un po’ di tempo, non facevamo che litigare anche per cose stupide di poco conto, non convivevamo più da cinque mesi “Diciamo che potrebbero andare meglio” almeno per le cose di casa non litigavamo, adesso, “Mi dispiace amico” tutte le donne Sevenfold mi si erano aizzate contro, da come Gena raccontava le cose mi faceva passare per lo stronzo di turno e questo mi mandava il sangue al cervello.
 
Emi P.O.V.
La Warner Bros Record era un edificio enorme e sentire che ne facevo parte solo un po’ mi rendeva felice, ero solo un’apprendista ma ovviamente aspiravo a qualcosa di molto di più, magari come manager, anche se in cuor mio sapevo che le possibilità erano poche “Emi buongiorno, sempre in perfetto orario vedo” Scott Marshall era il mio capo, un uomo che andava per la quarantina molto alto e slanciato e davvero gentile “Ovvio, se voglio scalare la vetta occorre fare piccoli sacrifici come svegliarsi prima” mi fece un sorriso da bonaccione e mi scompiglio in capelli che avevo con tanta curo messo a posto in boccoli “Hey ragazzina sono sicuro che arriverai lontana” il bello è che ci credeva e glielo si leggeva in faccia “Parlando d’altro, oggi mi seguirai sul campo” in che senso? “Non ti occuperai di tutte le cose noiose che hai dovuto fare fin’ora ma mi seguirai mentre faccio il mio vero lavoro, lì dove si crea la musica in quella sala” indicò una delle più attrezzate e grandi sale dell’edificio “Wow” ero rimasta senza parole, una volta ero ci ero entrata per portargli una serie di moduli che gli servivano e li in quel momento ho visto i Three Days Grace in azione, erano stupendi “E con chi dovremmo lavorare? My chemical romance? Blink 182? Green Day?...” non riuscivo a fermarmi di fare nomi così Scott mi tappo la bocca, divertito ma esasperato dalla mia eccitazione “ Avenged Sevenfold” se ne parlava molto negli ultimi tempi, per la morte del loro batterista e per la loro bravura ma non mi ero mai presa la briga di ascoltare qualcosa di loro; non vedevo l’ora “Un avvertimento,  cerca di essere professionale” il suo tono era diventato improvvisamente serio, ci teneva a fare le cose per bene e si vedeva.
 
Zacky P.O.V.
Entrati nella sala d’incisione, mi  sentì come un bambino che era appena tornato a casa, come se quella fosse quella vera “Ragazzi!!! È ora di mettersi al lavoro” Scott era apparso dal nulla, come al suo solito “Siete pronti a roccheggiare?” chiese con tutto lì entusiasmo che aveva “Siiii” anche se ero ancora un po’ acciaccato per ieri ero pronto a darci dentro; mi accorsi che non eravamo soli, dietro a Scott c’era una ragazza, bassina dai grandi occhi verdi, i capelli boccolosi e neri e una siluette da far girare la testa, era vestita in modo informale, un paio di leggings, anfibi, canotta dei misfits, giacca di pelle e un sorriso contagioso “Lei è Emi, è nuova ed è sotto la mia responsabilità, quindi non provate a toccarla” si parò di fronte a lei con fare scherzoso da papà protettivo; tutti si presentarono ma quando toccò a me le parole mi erano morte in bocca, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli occhi così verdi “Lui è Zacky, sai è ancora un po’ rimbambito, non è un tipo mattiniero” la ragazza iniziò a ridere si gusto e infine disse “ma sono le tre?” Brian con fare  di nonchalance gli mise un braccio dietro la spalla “Appunto” e tutti, io compreso ricominciammo a ridere, come una grande famiglia.

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Capitolo 2
*** Your eyes ***


Capitolo 2
Emi P.O.V.
 
Two in my heart have left me a while, I stand alone. 
When they get back, it won't be the same. 
My life, you've always been there. 
Now you're gone and my heads spinning. 
Left the childhood, left the memories, left the good times in the past. 
Moving on your time has run out. 
Wishing the clock would stand still, the world can wait. 
Wasting away once again, once lived as friends.
La voce di Matt Shadows  risuonava nella stanza a massimo volume, così presi in mano il mio migliore amico ,Jack e me ne scolai mezza bottiglia  “Cazzo Emi, cosa sta succedendo?” Lucy era appena entrata in casa quando mi vide completamente stravolta piangere a dirotto.
Ero distrutta, volevo dimenticare quel giorno, volevo solo annegare il mio dolore per farlo tacere una volta per tutte.
 
24 ore prima
“Sentite ragazzi, potremmo provare con una nuova sequenza” Matt Shadows era un leader nato, i suoi occhi bruciavano di passione, intensi studiavano la situazione  “Scott si potrebbe amplificare questo pezzo e portarlo di un’ottava più alto, che ne pensi?” lo sguardo si Scott si posò su Emi, sembrava perplesso “Emi che dici?” per due settimane che aveva lavorato lì era restata nella poltroncina di pelle a guardarlo in azione, nessun parere, nessuna parola, solo guardare, ora che era il suo momento avrebbe voluto farsi valere dando una risposta che lasciasse tutti a bocca aperta  “Secondo me si potrebbe creare un contrasto tra l’accompagnamento e la voce, quindi potrebbe essere vantaggioso come svantaggioso, dipende dall’idea che vuoi trasmettere perché in fondo la musica è trasmettere qualcosa” Scott annuì e ancora pensieroso sul da farsi gli fece l’occhiolino e disse “L’avete sentita … Cosa volete trasmettere?” tutti erano abbastanza interdetti perfino Matt  “Penso che dovremmo proprio farlo, quella melodia con quel riff , vedrai sarà una vera forza” disse Zacky e appoggio il braccio sopra la spalla dell’amico “Ok, facciamolo” concordarono Scott e Matt all’unisono.
La canzone procedeva alla grande *drin drin* cazzo il telefono, non lo avevo chiuso “Scott faccio una pausa” senza dirmi nulla mi fece segno di andare, uscita dall’edificio rispose:
“Pronto?” era tesa, aveva una brutta sensazione
“Lei è la signorina Moore?” era una voce profonda e roca
“Si sono io, chi è lei?”
 “Sono l’agente Del Toro, Adam Moore è suo fratello?”
“Si, perché? È successo qualcosa signore?” quella chiamata non avrebbe portato nulla di buono e lei lo sapeva ancora prima che disse quelle parole
“Mi dispiace, suo fratello è morto questa mattina per overdose” sentiva la terra sgretolarsi sotto i miei piedi, il cielo gli stava crollando addosso, il telefono le era caduto dalle mani, lei stessa stavs cadendo in ginocchio; una porta sbatte violentemente “Emi??!!!” una voce preoccupata arrivava da dietro “Cosa è successo?” era impassibile, delle mani fresche la presero in braccio  e l’ adagiarono su una panchina “Emi?! Cosa è successo?” non capiva perché si preoccupasse tanto “Non è niente” quei magnifici occhi azzurri la guardavano, la studiavano attenti in ogni sua piccola mossa “Non dire cazzate” continuava a guardarla con occhi apprensivi “Lui non c’è più” l’ abbracciò forte da togliergli il fiato, non disse nulla contraccambio l’abbraccio e la lasciò piangere sulle sue spalle “Shhh tranquilla” i singhiozzi gli perforavano lo stomaco “Ci sono io” a quelle parole il cuore ebbe un sussulto.
Zacky continuava ad’abbracciarla e accarezzarla, ogni tocco di quelle mani trasmettevano una dolcezza infinita “Ne vuoi parlare?” si sentiva tranquilla tra la sue braccia, quella solitudine sembrava sparita “Mio fratello è morto” le sue mani s’intrecciarono con le mie “Sai vorrei tanto dirti che tutto andrà bene, che non sentirai più quel dolore che si attanaglia nel petto ma non è così, quasi due anni fa è morto il mio migliore amico, un fratello, siamo cresciuti insieme e poi un giorno non c’era più …”       
“Un giorno prima c’èra e il giorno dopo era sparito, non sarebbe più ritornato” lei gli asciugò le lacrime e lo strinse più forte che poteva, voleva fargli capire che lei c’ero come lui per lei “Grazie” .
Zacky si era offerto di riportarla a casa, visto le sue condizioni “Siamo arrivati” dissi indicando il palazzo rosso scolorito “Riesci a salire le scale?” il dolore le paralizzava il corpo , non voleva rimanere da sola per paura di fare qualche sciocchezza “Zacky dammi due minuti” il ragazzo iniziò ad accarezzargli il braccio, era una ragazza così fragile che aveva paura di romperla, quel tocco era come mettere le dita nella corrente *drin drin* sul display c’era il nome di Gena, non voleva rispondere “È meglio che vada, questa Gena sarà in pensiero per te”i suoi occhi erano gonfi e rossi ma pur sempre la cosa più bella e sincera che avesse mai visto “Buona Notte” gli diede un piccolo bacio a fior di labbra che Emi contraccambiò “Buona Notte Sign. Vengeance” disse in modi scherzoso “Aspetta” prima che potesse chiudere lo sportello il ragazzo la fermò porgendoli un bigliettino “Chiamami promettimelo” lei annuì e scomparse nel buio del palazzo.
 
Zacky P.O.V.
“Dimmi”
“Dove cavolo sei? Ti sei scordato che avevamo un appuntamento?” merda me ne ero completamente dimenticato
 “Io e i ragazzi abbiamo fatto più tardi del previsto, mi dispiace arrivo subito” non le diedi il tempo di rispondere che attaccò e partì a tutta birra.
Dopo circa venti minuti ero arrivato al ristorante dove una Gena irritata mi stava aspettando in un tavolo appartato “Amore, scusa il ritardo ma oggi è stata una giornata difficile” le bionda di fronte a me aveva una sguardo accigliato “Cosa sarebbe successo di più importante che ricuperare il nostro rapporto Zackary?” tipico suo credersi la cosa più importante, come ho fatto a stare per tutto questo tempo con una donna così per tutto questo tempo? “A una ragazza della Warner B. gli è morto il fratello e io mi sono sentito di andarle a parlare, so cosa si prova a perdere un fratello” la faccia le passò da marrone fondotinta a rosso rabbia “Così te la facevi con una dello staff!!!” mi stava urlando in faccia tutti gli insulti che conosceva “Sei uno stronzo traditore, bastardo, pezzo di …” ora basta la mia pazienza aveva un limite “Gena basta! Ora basta! Sei solo una fottuta egoista del cazzo che gl’importa solo della fama e non si rende conto che a volte succedo cose al di sopra di noi … quindi  scendi dal piedistallo e fatti un bagno di umiltà” era rimasta senza parole le lacrime gli colavano il trucco, un tempo quelle lacrime sarebbero servite “Non questa volta Gena … È finita” dopo più di cinque anni che stavamo insieme finalmente sentivo la libertà a portata di mano, non sono uno stronzo come Gena mi descrive, l’ho amata con tutto me stesso, c’era una magia unica tra noi poi però quella magia si è spenta e lei si è rivelata per quello che era *drin drin*  “Johnny?”
“Zacky io e gli altri eravamo preoccupati, dopo le prove sei sparito nel nulla” non avevo salutato nessuno, dopo che l’avevo vista cadere a terra mi ero fiondato da lei e della band era come se mi fossi dimenticato
“Mi sono fermato a parlare con Emi” lo dissi come se fosse una vecchia amica
“Oh capisco” era il più discreto fra tutti, non si sarebbe lasciato uscire una battutina acida così su due piedi
“Comunque, com’è andata con Gena?” avrei preferito non dirlo per telefono
“L’ho lasciata” dissi d’un fiato
“Cosa???!!! Sei pazzo?!!” si da quando avevo incontrato quegl’occhi, non capivo più niente
“ Senti Johnny sai come andavano le cose tra noi … voglio solo un po’ di pace e serenità e lei non me li dava”
“Amico, sono con te, se lei non ti fa star bene vuol dire che non è la donna per te” sapevo che non mi avrebbe voltato le spalle.
Tornato a casa ebbi a malapena la forza di buttarmi sul letto; dal giorno che ha varcato la soglia di quella stanza la mia vita è cambiata. Emi.
 
 
Note dell’autrice:
Non è venuto bene lo so però cercate di essere pazienti con me è la mia prima ff in assoluto quindi… Grazie mille a chi recensisce e a chi legge :D
Baci e abbracci
Dark_Passion <3

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Capitolo 3
*** But baby don't cry ***


 Capitolo 3
 
Ami P.O.V.
 
Gli occhi mi bruciavano da tutte le lacrime che avevo versato, erano come acido, corrodevano la mia pelle “Hey Mimi” Lucy e io eravamo stese sul letto, era come una sorella che cercava di proteggermi con il suo abbraccio affettuoso pure ieri sera che gli avevo detto un centinaio di volte che stavo bene ed era tutto apposto, si era  ostinata a non volermi lasciare sola “Lucy, torna a dormire” troppo stanca per controbattere appoggiò la testa sulla mia schiena e si lasciò cullare tra le braccia di Morfeo *drindrin* senza pensarci mi alzai dal letto e risposi “Pronto?” un pianto isterico come risposta era sufficiente per capire che era mamma “Mamma” ,
“Tesoro, dobbiamo essere forti …” la voce era un sussurro “ … Lui non vorrebbe vederci in questo stato” avevo subito capito che quelle parole erano per incoraggiare se stessa, nessuna madre dovrebbe vedere il proprio figlio morire “Lo so, ce la faremo vedrai, ce la farai sei una delle donne più forti” volevo solo evitare a mia madre quel grande dispiacere “La mamma voleva sentirti, sono preoccupata per te, come stai?” era riuscita a calmarsi e riprendere un pò di forza nella voce “La supererò … ci vorrà tempo ma starò bene” in fondo una bugia per alleviare almeno quella preoccupazione la potevo dire “Ne sono certa” aveva sempre avuto una forte stima di me, ma forse mi sopravvalutava “Ora devo andare, la vita continua no?” altra bugia “Certo, certo vai pure e buona giornata” prima di chiudere sentì mia  madre crollare di nuovo in quel pianto doloroso; dovevo uscire da quella casa il prima possibile.
Feci la doccia più veloce della mia vita, presi una maglietta degli iron maiden, calzoncini corti da ginnastica e all star e in men che non si dica uscii da quella casa che mi opprimeva facendomi ricordare tutta la sofferenza del giorno precedente, correre sembrava il rimedio fuggire il più lontano e non voltarsi indietro e tirare fuori tutto quel dolore dal corpo *drindrin* Scott “Emi?”  mi fermai un attimo in una panchina “Scott, scusa so che dovrei essere …” m’interruppe prima di lasciarmi finire “Hey piccola, tranquilla Zacky mi ha raccontato tutto, prenditi il tempo che ti serve” Zacky da quello che potevo aver capito era molto dolce, disponibile e di sicuro aveva un gran cuore “Sicuro? Se vuoi posso tornare al lavoro da domani” non ne ero certa che sarei stata in grado di lavorare ma avevo bisogno di pensare ad’ altro “Scherzi? Giuro che se ti vedo qui ti pendo a sberle” in quell’anno era diventato come un padre “Grazie, Scott” chiusi il telefono e ripresi a correre, i polmoni dopo di un po’ mi bruciavano peggio di mangiare il fuoco.
 
Zacky P.O.V.
La sveglia non era mai stata così bastarda come quella mattina, non volevo alzarmi dal caldo tepore delle coperte *ding dong* ormai sembrava diventata un’abitudine passare di casa mia ogni mattina, avrei ucciso per altri cinque minuti in quel letto “Vee!!! Ben svegliato dormiglione” era Johnny con al seguito la truppa “Johnny ci ha detto tutto” Matt mi diede una pacca sulle spalle “Tranquilli, sto bene ricordate l’ho lasciata io” in effetti non ero mai stato meglio, mi sentivo un uomo che poteva ricominciare a respirare aria pulita “Sicuro?” Arin era uno che stava sempre sulle sue da quando lo conoscevamo ma quella mattina aveva deciso di venire per darmi il suo supporto “Davvero e poi sapevate benissimo che da un po’ le cose con Gena non andavano bene” si limitarono ad’annuire silenziosamente interrotti solo dalla grande risata di Brian “Si ricomincia a rimorchiare?” sempre il solito, era certo che se non fossi stato fidanzato mi sarei subito portato a letto una grupie ma io non ero fatto così “Oh Brian perché ci vuoi provare con me adesso che sono single?” feci per ammiccare al ragazzone muscoloso davanti a me “Ragazzi siete una comica” disse Johnny “Tornando alle cose serie, dobbiamo andare in sala registrazione” Matt era il più pratico fra tutti e sempre pronto a riportarci alla realtà “Muoviti Vengeance non possiamo portarti li in mutande” nel mio cervello risuonava solo una domanda; l’avrei rivista?.
Eravamo appena entrati in sala registrazione e di Emi non c’era traccia “Hey Scott, che hai?” sembrava teso e abbastanza preoccupato “Emi non si è vista”  il cuore mi sembrava voler uscire dal petto “Sarà semplicemente in ritardo” da quando  la -conoscevo-  Emi era la puntualità fatta in persona “Da quando lavora qui non è mai stata in ritardo” quando l’avevo lasciata aveva la faccia sconvolta e mi si era spezzato il cuore a vederla in quello stato ma dovevo chiarire le cose con Gena “Scott, penso che Emi non verrà” tutti si girarono a guardarmi stupiti “E come mai?” Scott era sospettoso “Il fratello è morto” mi venne in mente la prima volta che pronunciai le tre parole più dolorose che avessi mai detto JIMMY È MORTO, finche non le avessi dette era come se non fosse successo ma poi pronunciandole mi accorsi della realtà, una parte di me era morta con lui “E tu come fai a saperlo” avrei voluto stargli accanto per fargli capire che non era sola, quando mi era successo io non ero solo “Ieri  l’ho trovata di fuori che piangeva e abbiamo parlato” nessuno disse nulla, il pensiero che aleggiava comune nella stanza era solo uno ed’era come gridarlo nel silenzio; JIMMY.
Decidemmo di non provare per oggi, nessuno era dell’umore tanto meno io “Zacky noi andiamo al bar qui vicino, vieni con noi” Matt sembrava preoccupato “No grazie, preferisco tornare a casa”.
 
Emi P.O.V.
Ero fuori casa da troppo tempo, non volevo far preoccupare Lucy più di quanto non lo fosse già “Emi  non hai più cinque anni devi affrontare i problemi, prendili di petto come hai sempre fatto” ero diventata pure matta, non ero mai stata il tipo da parlare da sola “Non sono pronta però”  tra tutti i mille pensieri non mi ero accorta del palo di fronte a me e come mio solito, da sbadata cronica, gli andai incontro “Cazzo che male” sentivo il cuore pulsare sulle tempie e dell’affluire del sangue “Tutto bene?” un ragazzo si era fermato a vedere come stavo, carino da parte sua “Si, non avevo visto questo fottuto palo” il mio sguardo di sfida lo avrebbe fatto raggelare se solo fosse stato animato “Oh sono sicuro che non lo ha fatto apposta a far cadere una così bella ragazza” non avevo capito se lo pensava sul serio o mi prendeva solo in giro “Comunque io sono Liam”  disse porgendomi la mano per aiutarmi ad’alzarmi; Liam era un ragazzo dai grandi occhi azzurri non tendenti al verde come quelli di Zacky –indimenticabili- ma quasi grigi e un grande sorriso smagliante “Io sono Emi, piacere” era alto e muscoloso “Emi sei di qui? Perché hai un accento strano” pure perspicacie “Sono texana” e ne ero fiera “Non ci sono mai stato e pure viaggio molto” fece alzando il piercing al sopracciglio “Wow questo è il massimo che puoi fare?!” sembrava una di quelle scadenti telenovela dove si incontrano lui flirta un po’ e lei cade ai suoi piedi “Ahahaha … Potrei fare di meglio, che ne dici domani a cena?” non ero in vena di frequentare qualcuno e di certo non in questo momento dove la vita mi sembra crollata addosso “ Mi dispiace ma non posso” il suo sorriso si spense, era evidentemente dispiaciuto “Non è cattiveria è solo che non me la sento in questo periodo” se fosse successo in un altro momento avrei anche accettato ma le cose stavano così “Allora diciamo che ci si vede in giro” sorrisi timidamente e mi dileguai lasciandolo lì impalato.
Era mezzogiorno e il mio fabbisogno umano si fece sentire forte e chiaro mentre ero in sul divano “Qualcuno a fame” disse Lucy affacciatasi dalla cucina “Hai un udito da pipistrello te lo hanno mai detto?” avevo bisogno anche di quelle piccole battutine e risate che mi facevano ridere per non cadere nel baratro, mancava poco al caderci dentro; me lo sentivo “No tesoro, lo avrebbero sentito anche in Cina” non mangiavo da ieri e il mio stomaco non se lo era dimenticato “Ok ho un leggero appetito” più che leggero ma non gliela avrei data vinta “Dai oggi preparo un pranzo speciale” lei era la cuoca della casa “Ok, ricordati però di non mettere la cannella questa volta” mi ricordai l’ultima volta che si era scordata che ero allergica alla cannella, mi ero gonfiata come un palloncino “Tranquilla, a proposito cosa hai fatto stamattina che sei partita di fretta e fuga?” non le sfuggiva niente “Avevo bisogno di staccare” da tutto e soprattutto da me stessa “Conosciuto qualcuno?” fece per scherzare, voleva a tutti i costi che mi trovassi una persona che mi stia accanto, che mi ami, che mi comprenda “C’era una ragazzo, Liam ma era solo un ragazzo come tanti” non mi sembrava opportuno iniziare a parlare di ragazzi così sviai il discorso “Cosa cucini di buono?”  mi stavo avvicinando alla cucina trasportata da quel profumo invitante “Vai in camera, te lo ordino così non potrai vedere perché è una sorpresa” odiavo le sorprese “Ok ma se mi avveleni il mio spirito di perseguiterà” ne avevo proprio bisogno, di quelle risate.
La camera era molto più ordinata di come l’avessi lasciata quella mattina, sicuramente c’era lo zampino di Lucy; la mia attenzione venne attirata da un cartoncino rosso con una grossa V, era molto familiare, lo presi tra le mani e me lo passai su tutte le dieci dita, profumava di tabacco Zacky Vengeance 555-0123  (ovviamente non è il suo numero di telefono xD) il cuore era come se mi fece capolino dal petto, il ricordo sfocato di ieri fece spazio a interminabili momenti di dolcezza e comprensione; era come se le potessi sentire ancora le sue carezze sulla mia pelle, come se mi avessero lasciato la cicatrice e le sue lacrime così amare e tristi –Emi non puoi permetterti proprio adesso d’innamorarti- ritornai alla realtà e lo riposai sul comodino; degli occhi azzurri mi fissavano nella mia mente e neanche dopo cinque secondi ripresi il cartoncino.
 
Zacky P.O.V.
La casa era buia e fredda, immutabile come se si fosse fermata alla morte di Jimmy *drin drin* il cellulare lo sentivo vibrare nella tasca posteriore dei jeans,  se fosse stato di nuovo Matt mi sarei impiccato, invece …
 
From +345552736
Vediamoci da Kimberly’s fra venti minuti.
Ti aspetto Emi
 
Presi di fretta e furia le chiavi appena appoggiate sul tavolino e uscii di casa.
 
Note dell’autrice:
Ed ecco l’entrata in scena del misterioso Liam che porterà molti guai a tutti. Ringrazio ovviamente chi legge e recensisce, spero vi piaccia.
Non fate troppo caso agli errori di scrittura ero un po’ di fretta quando l’ho scritto :D
Baci baci
Dark_Passion

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Capitolo 4
*** I need to talk ***


Capitolo 4

Emi P.O.V.
Volevo solo parlare con qualcuno che capisca cosa sto passando “Emi” la voce di Zacky mi fece tornare alla realtà “Ciao” quegl’occhi mi lasciavano sempre spiazzata “Ho letto il tuo messaggio è tutt’ok?” appena si accorse della domanda stupida che aveva fatto mi chiese subito scusa, era impacciato e agitato e lo trovavo assolutamente dolce “Allora?” non dissi nulla gli feci segno di seguirmi, ci sedemmo in un tavolino vicino alla finestra “Ho bisogno di parlare con qualcuno” le lacrime si ostinavano a scendere, non riuscivano a fermarsi mi rigavano il viso e ogni goccia sembrava lasciarmi il segno di quel dolore che portavo, mi prese la mano e me la strinse “E io ho solo bisogno di ascoltare qualcuno” fece per incoraggiarmi “Io e la mia famiglia veniamo dal Texas è un paese così caldo e accogliente che solo la parola ti fa sentire a casa; abitavamo nella periferia della città, mia madre faceva l’hostess e mio padre l’avvocato, io e mio fratello eravamo sempre con la tata e avevamo imparato a farci da scudo a vicenda un giorno poi le cose sono cambiate …” una lacrima silenziosa scese e Zacky senza interrompermi me l’asciugò  “ … Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, io e Adam stavamo giocando quando è arrivata la polizia a casa con a seguito la mamma in lacrime, non aveva il coraggio di dirci niente solo l’agente Robertson ci disse “Vostro padre è andato in un posto migliore” eravamo così piccoli e non pronti per quella notizia piombataci sulle spalle ad un tratto, era un fardello pesante da sopportare troppo per Adam ”  la cameriera arrivò irrompente nella conversazione, era una ragazza dai corti capelli rossi e molteplici piercing facciale “Che cosa volete che vi porti?” aveva una delle voce più squillanti e irritanti che avessi mai sentito, puntava gli occhi su Zacky fissi come un cacciatore sulla preda  “Per me un caffè” dissi attirando l’attenzione “Certo, e per te?” mi sentivo infastidita da come lo guardava “Una birra”  appena si allontanò ripresi “All’inizio non parlava con nessuno, evitava di mangiare e soffriva di veri attacchi di rabbia , poi quando questa situazione sembrava passata scoprì che era come una finzione per coprire il fatto che facesse uso di droghe, alcol era come se cercava di avvelenarsi, come se cercasse in tutti i modi di crearsi una realtà alternativa, senza dolore e senza problemi” la ragazza tornò con il caffè e la birra “Volete altro?” a malapena volevo il caffè “No grazie, ci porti il conto Candy” disse Zacky leggendo il nome sulla targhetta “Bene” i suoi occhi si spostarono su di me, dolci e calorosi mi scaldarono il cuore “So cosa vuol dire entrare nel tunnel della distruzione” avevo letto tante cose su gli avenged, che erano drogati, ubriaconi e sbandati così tante cattiverie che pensavo fossero tutte bugie; forse mi sbagliavo “È facile entrarci ma ogni giorno che passa diventa sempre più difficile uscirci, ci vuole forza d’animo” annuii silenziosamente, per quanto Adam facesse credere il contrario io sapevo che era indifeso e debole, aveva bisogno di aiuto “Fin quando l’ho scoperto ho cercato di aiutarlo a fargli smettere il circolo vizioso ma alla fine non è servito” avevo provato in tutti i modi ma tutti erano falliti miseramente allo stesso modo “Non è colpa tua, è stata una sua scelta” in parte era vero ma sentivo che qualcuno avrebbe dovuto fermarlo “Mia madre è sempre stata cieca, preferiva non vedere e fare finta che andasse tutto bene” tante volte avevo provato a dirglielo e tante volte avevo sentito la stessa risposta “Emi, ma cosa ti vai a inventare?” “Posso farti una domanda?” non volevo essere invadente “Ovvio” il suo sorriso era luminoso “Come hai superato la morte del tuo amico?” il sorriso si spense poco a poco trasformandosi quasi in una smorfia di dolore “Non l’ho superato, è ancora qui…” disse toccandosi il cuore “ … io e gli altri andiamo avanti ma il ricordo bruciante è ancora qui, la morte di una persona cara non si supera ti rimane impressa” quelle parole sapevano di una persona che ne aveva viste tante “Ti rimangono i ricordi e il dolore” non volevo soffrire però “Il dolore?” dissi “Si il dolore è la prova che c’è stato” un sorriso riaffiorò sul viso “Grazie mille” mi affacciai dalla sua parte e gli diedi un bacio sulla guancia “Di cosa?” era confuso “Di questa chiacchierata, avevo bisogno di parlarne” non avevo detto ha nessuno quello che avevo appena detto a Zacky, neanche alla mia migliore amica l’adorabile Lucy “Di niente” ma sentivo di potergli raccontare tutto.
Era quasi sera da quando eravamo entrati in quel bar ed era giunta l’ora di tornare a casa “È tardi, dovrei tornare a casa se non voglio rischiare l’ira della mia coinquilina” Lucy pur essendo la ragazza più dolce che avessi conosciuto era anche una specie di Attila flagello di Dio quando voleva “Penso anch’io” a malincuore ci alzammo dal tavolo e ci salutammo anche se;  non volevo lasciarlo andare.
 
Zacky P.O.V.
Avevo lasciato Emi da qualche minuto e già mi mancava, quella ragazza così piccola dai grandi occhi verdi, stava soffrendo tanto e anche se a volte poteva sembrare forte sapevo bene che non era così *drindrin* Arin “Vee!! Cacchio è tutto il pomeriggio che ti chiamiamo” prima di entrare nel bar aveva chiuso il cellulare “Sono andato a prendermi qualcosa da bere” non aveva neanche toccato la birra da quanto era perso nelle sue parole, nei suoi ricordi che gli erano tanto cari e ne tantomeno lei aveva toccato il  suo caffè “E ci sei stato tutto sto tempo? Dai racconta hai conosciuto una?” la voce di Brian era strafottente come al solito “Sono in vivavoce per caso?” ovvio che lo ero “Si Zee, allora?” Matt era come una comare quando faceva così “Ero con Emi, contenti?” non volevo entrare nei particolari perché per quanto non poteva sembrare, ero molto geloso della mia privacy “La ragazza a cui è morto il fratello?” il silenzio era piombato, sembrava caduta la linea ma sapevo che non era così “Si, aveva bisogno di parlare” la conversazione che avevano appena tenuto mi rimbombava nella testa “Capito, Vieni a cena questa sera? Ci saranno tutti” intervenne Arin “Anche Gena?” non volevo rivederla, non adesso “Si amico” Gena faceva parte della compagnia nonché migliore amica delle DiBenedetto e sapevo benissimo che non sarebbe uscita dalla mia vita tanto presto “Ok vengo” avevo bisogno di una cena in famiglia sevenfold, per non pensare a quanto mi mancassero anche solo quei lunghi capelli neri.
Ero appena arrivato a casa Sanders e neanche messo piede dentro la villa Leana mi piombò addosso abbracciandomi forte “Vee sei arrivato finalmente!!” la ragazza più sorridente e espressiva che avessi mai conosciuto, era entrata nella nostra vita come un uragano; mi ricordo ancora quel giorno:
 
Flashback
L’estate più calda che avessi mai visto “Ragazzi!!” Jimmy cercava di attirare la nostra attenzione “Lei è Leana” una ragazzina, bassa, castana con i riflessi rossi e un sorriso a trentadue denti era spuntata da dietro la schiena di Jimmy “Lee-lee loro sono: Matt, Zacky, Brian e Jhonny” (Lee-lee che soprannome dolcissimo xD) disse indicandoci uno ad uno; era una ragazza davvero carina e piena di energia “Jimmy, ricordi che sono la vostra fan numero uno?” disse ridendo allegramente “Stalker” disse Jimmy tossendo “La stalker ti ha sentito e ti ricorda che stai con lei anche per questo” disse mandandogli un bacetto da lì il nostro caro amico sembrava non averci capito più niente, la prese fra le braccia e la baciò passionalmente “Hey!!! Prendetevi una camera” dissi facendo scollare i due piccioncini “Benvenuta in famiglia!!!” dimmo all’unisono.
Leana era stata accolta calorosamente da tutti, non si poteva non voler bene a una cosetta così “Come vi siete conosciuti?” disse Val appoggiandogli una braccio sulla spalla “Il nostro più che un’incontro è stato uno scontro, abbiamo fatto un tamponamento o per meglio dire lui mi ha tamponato” non ce la facevo a trattenere le risate e neanche Val, immaginandosi la scena “Quando mi sono accorta che era The Rev degli Avenged Sevenfold, svenni quasi” le guardavo a bocca aperta, sembravano amiche da sempre, non mi sarei mai aspettato così tanta confidenza da parte di Val “E Lui?” arrossì e socchiuse gli occhi timidamente “Bhe lui … Voleva a tutti i costi ripagarmi del danno ma non volevo accettare quindi mi invitò a cena” raccontò praticamente ogni piccola cosa che avevano, fatto che si erano detti , sembravano cose così insignificanti ma invece dietro nascondevano tante emozioni “Cazzo, non pensavo che Jimmy fosse così dolce” ci rimase Val quando Leana le disse che un giorno più preciso il giorno dopo una terribile litigata, il Rev si fece trovare fuori da casa sua con un cartello che diceva Perdonami se sono così e con una freccia indicava lui “Si il mio Jim è troppo dolce” fece applaudendo le mani “Che si dice?” apparvero tutti quanti dalla cucina di casa Sanders “Gossip” voltarono lo sguardo verso di me “Ma come Zacky, non ci avevi detto che anche a te piaceva fare gossip” disse Brian “È il mio segreto” feci con fare da femminuccia.
Eravamo completi ora.
 
La cena stava andando bene, nessuno aveva osato fare battutine sulla mia uscita con Emi visto la presenza di Gena “Allora come va il lavoro?” presi l’iniziativa di parlarle, la nostra storia era finita ma questo non voleva dire che non potevamo fare le persone civili “Bene” la sua voce era altezzosa e piena di risentimento “Sono felice per te” volevo davvero essere gentile ma con lei era impossibile, sembrava fare qualsiasi cosa per farsi odiare; ritornai al discorso che intratteneva Leana sulla chirurgia plastica  “Possiamo parlare?” questa volta era stata lei a parlare “Ti va di fumare una sigaretta?” gli porsi il pacchetto “Ok” ci alzammo e senza farci notare uscimmo “Grazie” feci mentre mi accendeva una sigaretta “Zacky vuoi davvero fare così come se niente fosse?” la sua voce si era addolcita “Gena sinceramente tutti e due sappiamo che per quanto possa essere finita la nostra storia, non possiamo semplicemente uscire uno dalla vita dell’altro e lo sai anche tu” annuì pensierosa “Mi hai ferito” mormorava come se avesse paura di dirlo ad alta voce, non avevo intenzione di chiederli scusa si era comportata in modo orribile quel giorno “Ad ogni modo, tregua?” disse porgendomi la mano che strinsi “Tregua” giurai di aver visto un sorriso fiorirgli sul volto.
 
Emi P.O.V.
Raccontare del mio incontro con Zacky a Lucy non era stata una buona idea “Zacky Vengeance?” non le piaceva si vedeva da come si mordeva molestamente il labbro “Non credo sia una buona idea che vi frequentiate, non in questo periodo poi” era solo protettiva nei miei confronti e lo capivo ma non era mia madre
“Tranquilla non era un appuntamento, dovevo parlare con qualcuno che era estraneo alla mia vita che non mi conoscesse e non potesse giudicarmi, in più lui sa benissimo cosa sto passando” mi abbracciò forte e mi sussurrò “Ti piace?” mi sembrava di conoscerlo da sempre e quegl’occhi azzurri  mi facevano sentire a casa, era come se ogni volta che mi guardasse i problemi scomparissero  “Penso di si” mi guardò dritto negli occhi “Non vorrei dirtelo io ma …” cosa avrebbe dovuto dirmi?  “Lui è fidanzato” lo sospettavo, molte volte quando eravamo in sala registrazione, i ragazzi parlavano spesso di una Gena e tutte quelle chiamate che riceveva da parte sua compresa la sera che mi riportò a casa, non poteva essere solo un’amica “Lo so”.
La notte la passai a rigirarmi nelle coperte, cercando di dimenticare il dolore per la perdita di mio fratello, un fratello che non avrei più riavuto indietro, di dimenticare il passato, di dimenticare tutto e soprattutto di dimenticare le sue mani contro le mie, così calde e confortanti, la cosa mi faceva andare di matto e poi che dire di quei due piercing al lato della bocca che agognavo di baciare che desideravo pervadesse il mio corpo.
Non posso innamorarmi.
 
  
Note dell’autrice:
Il prossimo capitolo sarà lungo anche perché tornerà in scena Liam e succederanno tante cose o meglio tanti guai e sempre più confusione per i nostri due personaggi principali.
Premetto che il prossimo capitolo sarà scritto in terza persona per non complicarmi troppo la vita.
Ringrazio chi continua a leggere questa obbrobriosità XD
Baci
Dark_Passion  

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Capitolo 5
*** Unexpected ***


Capitolo 5
 
La piscina era colpita dal sole estivo “Emi ti ricordi la vacanza a Madrid?” disse Lucy stesa sul lettino mentre guardava Emi con i piedi immersi nell’acqua e gli occhi fissi
“Emii” nessuna risposta dalla ragazza
“Cazzo ma dove hai la testa?” si avvicinò e la scosse per le spalle
“Pianeta chiama Emi” si risvegliò da quel sonno apparente
“Cosa?” era completamente persa nel ricordo di ieri, dalle labbra del ragazzo che si muovevano sinuosamente, da quegl’occhi ipnotici che percorrevano la sua pelle facendola incendiare
“Ti ho chiesto se ti ricordi la vacanza a Madrid” se la ricordava eccome, l’ultima vacanza che si era concessa, lei e Lucy si erano divertite tanto
“Si, dovremmo farne un’altra” si giro versò l’amica che la guardava con occhi che brillavano come una bambina felice del suo leccalecca
 “Emii dai, ce la siamo meritata ” non era una cattiva idea visto che la sua mente non solo era oppressa da pensieri poco chiari riguardo a Zacky ma anche da tutto il dolore e la sofferenza per la morte del fratello
 “Ci serve, dobbiamo staccare e quale momento migliore di uno così: hai troppi problemi che hai bisogno almeno per un po’ di dimenticare e poi il lavoro ti ha dato del tempo per riprenderti quindi perché non lo facciamo?!” il suo ragionamento non faceva una piega ma c’era un ma che si ostinava a volergli uscire dalle labbra che ovviamente ricacciò giù con la forza
“Ok, questa volta però che ne dici di andare a Città del Messico?” se doveva fare proprio una vacanza perché non nella città che ha sempre sognato, quella città calorosa che le ricordava il suo amato Texas?
“Bellooo” Lucy stava saltellando come un canguro per poi rimettersi sul lettino a prendere il sole delle quattro; un suono distinto fece sobbalzare Emi *drindrin* , prese il telefono e lesse il messaggio che poco prima gli era arrivato:
 
From Zacky
Sono stato bene ieri, mi ha fatto piacere che ti sia confidata con me.
Ti stavo pensando … Cosa fai?
 
Il cuore di Emi perse un battito, quel ragazzo si ostinava a non voler uscire dalla sua testa.
 
To Zacky
Ti pensavo anch’ io.
Sono in piscina a godermi il sole 
Tu? J
 
Niente di più banale  da dire
 
From Zacky
Ho appena finito con la band di registrare la nuova canzone.
Ora sto andando a prendere un po’ d’aria, magari ti andrebbe di farmi compagnia?
 
Eccome se ne aveva voglia e poi un po’ d’aria non le avrebbe di certo fatto male
 
To Zacky
Volentieri, ci vediamo al pontile fra dieci minuti?
 
Il pontile era il posto più bello, di sera poi quando il sole tramontava era come una magia
“Penso che andrò a fare quattro passi” l’amica si tolse gli occhiali e la squadrò con il suo solito sguardo indagatore “da sola?” Lucy si preoccupava solo, Emi aveva bisogno di certezze in questo momento di una persona stabile che gli avrebbe fatto da pilastro e Zacky non lo era “Vado con Zack” gli piaceva e lo sapeva ma c’era qualcosa di più; quando pronunciava quel nome i suoi occhi s’illuminavano “Stai attenta” Emi aveva capito a cosa si riferiva e il messaggio gli era arrivato forte e chiaro ZACKY NON  È GIUSTO PER TE “Ok e tu non stare troppo al sole” disse mandandogli un  bacetto *drindrin*
 
From Zacky
Io sono già arrivato, ti aspetto al parcheggio
 
Corse in casa s’infilò le scarpe e prese le chiavi dell’auto.
Le note give you my all degli  Eyes set to kill risuonavano nell’ abitacolo quando parcheggiò  l’auto e scese, lo vide appoggiato alla sua BMV “Hey” fece per baciarli la guancia “Allora ti và di fare due passi?” e senza dire nulla Emi lo prese a braccetto e iniziarono a camminare
“Come stai?” si voltò per guardarlo meglio e fargli un timido sorriso
“Domani ci sarà il funerale” Zacky non sapeva cosa dirle “Penso di non andarci” quella ragazza era davvero complicata, non diceva mai quello che si aspettava “Perché?” finalmente era riuscito a spiccicare parola “Tutta quella gente a piangere una persona che neanche conoscevano” quelle persone erano la sua famiglia “Non vuoi dargli il tuo ultimo saluto?” non voleva passare per un’insensibile che non gliene importava nulla “Non vedo perché dovrei dirgli addio visto che è vivo proprio qui” e si indicò il cuore, Zacky sorrise benevolo “Vivrà per sempre nel mio cuore e nessuno mi potrà mai obbligare a dirgli addio” non era ancora pronta a lasciarlo andare e il ragazzo l’aveva capito visto che aveva passato la fase di negazione anche lui “Ma parliamo d’altro, non voglio deprimerti” sempre a pensare al bene degli altri per non concentrarsi su di se “Certo, allora dimmi che hai fatto oltre a prendere il sole?” la ragazza aveva la pelle diafana e quel poco di sole che aveva preso l’aveva resa leggermente rosastra “Io e la mia coinquilina stiamo organizzando una vacanza” quegl’occhi verdi come l’erba brillavano di eccitazione “Dove di bello?” il ragazzo cercava di essere felice per lei ma in cuor suo aveva un brutto presentimento “ Città del Messico” Zacky senza farci caso le mise le mani sulle vita, un gesto spontaneo e dolce “Lucy mi ha convinto a prendermi una pausa da tutto e da tutti” gli serviva, soprattutto lontano da lui che la confondeva e non riusciva a pensare a nient’altro che a quell’odore di tabacco e menta, ne era come intossicata “Saggia la tua amica” Emi senza preavviso prese la mano del ragazzo e lo trascinò correndo in spiaggia “Che fai?” era una ragazza imprevedibile, nella sua sofferenza riusciva a trovare qualcosa di positivo e quel qualcosa era proprio il ragazzo che teneva per mano “Su dai, voglio sentire la sabbia sui piedi” detto questo si tolse le scarpe e le appoggiò su uno scoglio “Zacky non ti succede mai di avere la sensazione che quello che vivi non sia reale? Che sia solo una montatura?” come la relazione con Gena che da un paio di anni a questa parte era solo apparenza “Si” si tolse anche lui le scarpe e la prese per mano “mi sono costruita una vita che non mi appartiene, da sempre sono una brava ragazza, tranne per qualche scappatella, ma non credo che rappresenti la mia vera essenza” c’era tanto di più in quella ragazza che Zacky sarebbe rimasto ad’ascoltarla per ore, solo per capirla almeno un po’ “Emi?” un ragazzo biondo e muscoloso si parò davanti ai ragazzi “Liam!” Emi si ricordava del giovane e del loro bizzarro incontro “Tutto bene la testa?” senza accorgersene Zacky strinse di più la mano della ragazza, come per marcare il territorio, che se ne accorse e contraccambiò la stretta  “Si” arrossì imbarazzata “Ora devo andare ma sarei felice di rivederti” la gelosia crescete nello stomaco del ragazzo al pensiero di Emi e Liam insieme “Certo magari ti lascio il numero” le stava fissando le tette ma lei era troppo ingenua per accorgersene, non voleva che qualcuno si approfittasse di lei soprattutto quel tizio “Grazie” sfiorando i numeri scritti sul suo braccio “Serve portarsi le penne in giro ogni tanto” senza salutare se ne andò correndo “Lui era?” non aveva il diritto di chiedere ma dallo sguardo divertito della ragazza non sembrava dispiacergli quella gelosia lettasi sul suo tono “L’ho conosciuto ieri, mi ha aiutato a rialzarmi dopo aver sbattuto la testa in un palo” rise al pensiero di quella ragazzina che sbadatamente prendeva in pieno un palo, gli scaldava il cuore la sua risata “Tipico di te?” curiosità spuntava dai suoi occhi e dalla suo bocca “Si, sono davvero un’andicappata non faccio altro che cadere e fare figuracce quindi non so quanto ti convenga farti vedere con me” fingendosi paranoica e facendo finta di nascondersi dietro lui “Scema” disse passandogli una mano sui capelli corvini e mossi *drindrin* prese il telefono
 “Scusa Vee devo rispondere” lo aveva chiamato con il soprannome che usavano i suoi amici ma pronunciato da quelle magnifiche carnose labbra lo fecero fremere di desiderio “Mamma? Si ho detto di no…. Non ci vengo punto” stava discutendo con la madre che cercava di convincerla ad andare al funerale
“Ho detto no” e chiuse rabbiosa il telefono
“Problemi?” si avvicinò cauto alla ragazza che gli dava le spalle e gli si parò davanti, gli alzò il mento e vide che piccole lacrime cristalline le rigavano il volto “Lei non capisce” la madre non capiva che non era una stronza che non amava il fratello, lei gli voleva un mondo di bene ma non sopportava veder fingere a tanta gente quel dolore che non provavano e non riusciva a sopportare che gli si avvicinavano augurandole le condoglianze, ipocrisia “Magari un giorno” il ragazzo era ottimista ma non conosceva la madre e non sapeva quanto fosse ostinata a rimanere cieca “Forse”.
Dopo l’accaduto Emi riprese un po’ di buon umore e Zacky fece del suo meglio per tirarla su d’animo “Non ci credo davvero?!!!” il ragazzo gli aveva raccontato che una volta una fan psicopatica si era aggirata, nel backstage, con delle forbici in mano per voler tagliare una ciocca di capelli di Brian “Si, dovevi vedere come correva sembrava avere le mutande a fuoco” disse e così si limitarono a ridere spensierati “Zack sono stata bene” ed era la verità non la solita bugia che diceva per non far preoccupare gli altri “Anche io, diciamo che oltre con la band non mi divertivo da tanto con qualcun altro” erano seduti su una panchina aspettando il tramonto “Neanche con Gena?” Emi aveva azzardato pur non sapendo se Gena fosse davvero la sua ragazza “No” questa volta era lei che stava zitta aspettando che iniziasse a parlare “Stavamo insieme da cinque anni, le cose i primi tempi andavano benissimo io l’amavo e anche lei poi però quando la fama iniziò a prendere il sopravvento sulla mia vita …” il ragazzo era disgustato al pensiero di stare con un persona solo per la fama “Lei era diversa, voleva essere al centro dell’attenzione dei media, era diventata … Non era più la mia Gena quella persona vera, spontanea e dolce di cui mi ero innamorato”si era ripromesso che dopo la morte di Jimmy non avrebbe sprecato la sua vita, così un po’ incantato da quegl’occhi da cerbiatto e un po’ per aver paura di perdersi la vita o per meglio dire la felicità che gli poteva dare aveva deciso che lo scioglimento di loro era imminente e così era stato “L’ho lasciata” Emi non aveva parole ma riusciva a sentire i sentimenti che lottavano dentro di lei, amore, dolore, gelosia “Vee ti meriti una persona fantastica” e detto questo gli accarezzò una guancia “Perché tu sei fantastico” Emi stava attentando all’autocontrollo del ragazzo che fremeva per baciarla “Il tramonto” di colpo indicando il bellissimo cielo color rosa misto al rosso “Dicono che puoi vedere anche l’ultimo raggio” sussurrò all’orecchio della ragazza “Allora teniamo gli occhi aperti” fece ammiccando “Zacky!!!!” non poteva mancare la band a rovinare il tutto, sempre la sua solita sfortuna “Ragazzi che ci fate voi qui?” disse Zacky trucidandoli con lo sguardo “Niente di che passeggiavamo” rispose Matt con fare vago “Si è fatto tardi devo andare” Emi prese le scarpe e si chinò a dare un bacio sulla guancia al ragazzo che sembrava triste “Ci sentiamo” disse sussurrando al suo orecchio “Ci conto” e prese a correre verso il parcheggio, entrando in macchina e sgommando verso la strada che l’avrebbe portata a casa nel luogo dove sicuramente Lucy la stava aspettando impaziente.
Lucy era uscita lasciandogli un bigliettino dicendo che sarebbe andata per qualche giorno dai suoi perché il padre non stava bene e che al suo ritorno gli avrebbe dovuto raccontare tutto “Che casa vuota senza te piccola ninfa” disse sospirando *drindrin* prese il cellulare dalle tasche e con forte dispiacere non vi lesse il nome di Lucy
“Pronto?”
“Emi? Sono Liam il ragazzo del palo” la sua voce era un po’ tesa ma cordiale
“Ciao, dimmi” non voleva quel ragazzo, lei voleva solo Zacky in quel momento che l’abbracciasse e la stringesse a se come quella volta fuori dalla sala di registrazione
“Domani sera cena e non ammetto repliche” era insistente e anche un po’ troppo ossessivo e presuntuoso per i suoi gusti
“Se dicessi di no?” cercava di provocarlo
“Ti verrei a prendere ugualmente” credete subito a quelle parole visto che a prima vista sembrava un tipo determinato e ostinato
“Ok”  magari Emi vuole solo esserti amico
“Ti vengo a prendere alle 8, adesso che ci penso non so dove abiti però” non voleva dare il suo indirizzo a persone appena conosciute
“Northway Apple Drive 18 abito al terzo piano”
“Allora ci vediamo domani dolcezza” dolcezza? Odiava quel soprannome, avrebbe voluto sputargli in faccia.
La notte nessuno dei due ragazzi, ne Zacky ne Emi, riusciva a dormire così presero il cellulare e…
 
From Emi To Zacky
Non riesco a dormire … La notte sembra non voler finir più
 
From Zacky To Emi
Lo so, c’è così tanto da pensare però.
 
From Emi To Zacky
Tipo?
 
From Zacky To Emi
Tra una settimana partiamo in tour e…
 
From Emi To Zacky
E? Non dirmi che non vuoi lasciare la tua amante da sola xD
 
From Zacky To Emi
Esatto xD
 
Voleva essere lei la ragione per cui non voleva partire ma non poteva costringere qualcuno a provare sentimenti che non voleva
 
From Zacky To Emi
Non voglio partire perché non voglio lasciarti sola
 
Il cuore sembrava volergli uscire dal petto e ballare il cancan
 
From Emi To Zacky
Tranquillo con me ci sarà Maya J
 
From Zacky To Emi
Maya??
 
 
From Emi To Zacky 
Maya la mia cagnolina
 
Anche Zacky aveva un cane che trattava come una persona, Ichabod, e questo gli fece scaldare il cuore
 
From Zacky To Emi
Allora un giorno dobbiamo combinare un appuntamento tra Ichabod e Maya
 
Non era solo dolce e sensibile ma anche divertente
 
From Emi To Zacky
Ottima idea
 
From Zacky To Emi
Buona notte Emi e sognami x°D
 
Quello che per lui poteva sembrare una scherzo per lei era la realtà perché non c’era notte che non lo sognava, era cotta e doveva darsi un contegno se non voleva passare per pazza stalker
 
From Emi To Zacky
Notte Signor Vengeance e sognami
 
I suoi vestiti erano impressi del suo odore e liberarsene per stare in boxer e infilarsi nelle coperte era un peccato, la voleva e il suo desiderio bruciava.
La mattinata era passata veloce per tutti e due Emi alle prese con il ripulire la cantina e Zacky con la band a registrare *drindrin* era Lucy
“Bellissima!!!!” neanche il tempo di rispondere che si ritrovò sommersa dalle domande la povera ragazzina bionda
“Come sta tuo padre?Perchè non rispondevi alle chiamate ieri sera?Quando torni? Come stanno tutti? Cos’ha tuo padre è grave?...” neanche respirava
“Stop bambolina” iniziò a gridare l’amica per farsi sentire da Emi
“Papà ha avuto un mancamento così lo hanno portato in ospedale per alcuni controlli, è sano come un pesce solo un po’ affaticato per il lavoro e per il caldo” riprese fiato e cercò di rispondere in maniera esauriente a tutte le domande perché dopo sarebbe stata lei a farle
“Non ti ho risposto perché il telefono era silenzioso e quando mi sono accorta delle chiamate è stato cinque minuti fa” finito sospirò sollevata che il signor Adams stesse bene, così uscì nel terrazzo e si accese una sigaretta tanto per tener i nervi sotto controllo
“Ora tocca a te” il momento fatale per l’indagine della ninfa
“Com’è andata con Zack? “ sapeva che non gli bastava un bene volve una descrizione completa “Bene, siamo andati al pontile e poi a fare una passeggiata sulla spiaggia dove ho incontrato un ragazzo che avevo conosciuto l’altro ieri, poi ci siamo fermati e siamo andati a sederci su una panchina e abbiamo chiacchierato del più e del meno” a Lucy dava fastidio ammetterlo ma in fondo era un bravo ragazzo che magari avrebbe trattato bene la sua migliore amica e non come una botta e via “E riguardo a questione fidanzata?” prese un altro tiro e soffiò fuori “Si sono lasciati” c’era un non so che di vittorioso in quelle parole
“Mmmm… ok” decretò in fine “Ma dimmi di questo ragazzo” questo sembrava interessarla parecchio “Si chiama Liam e stasera abbiamo un appuntamento” non ne era entusiasta perché avrebbe preferito starsene a casa a guardare qualche film strappalacrime e mangiarsi una pizza “Lo dici come se stessi per andare al patibolo, so che ti piace un altro ma da una chance a questo poveretto” in fondo era solo un’uscita d’amici non sarebbe mica andata a sposarlo “Ok ma ora ti devo lasciare, Maya vuole mangiare” la cagnolina quando aveva fame iniziava a scodinzolare e la guardava con occhioni neri e lucidi.
Tra meno di un’ora sarebbe dovuta uscire con Liam aveva una strana sensazione “Maya cosa mi metto?” la cagnolina si era affacciata alla porta e la guardava in mutande e reggiseno guardare l’armadio “Ok capito non devo chiederti nulla” scelse un vestitino di pizzo nero visto il caldo che faceva quella sera e lo abbinò a due ballerine con il fiocchetto rosso come il rossetto e la borsa *ding dong* era troppo presto perché fosse Liam così si precipitò giù dalle scale curiosa di sapere chi la stava cercando “Vee” senza pensarci l’abbracciò felice di vederlo “Wow Emi sei bellissima” lui non era da meno, indossava jeans e anfibi una camicia a quadri bianchi e blu e una giacca di pelle che gli donava assai “Grazie anche tu non sei male” lo spinse dentro e chiuse la porta “Volevo sapere come va” si sedettero nel divano “Bene ma Zacky bastava un messaggio o semplicemente una chiamata” disse con sorriso bonario “Vero ma avevo voglia di vederti” disse osservandola meglio e notare come quei capelli fossero puntati in una coda svolazzante e non sciolti come al solito poi le sue labbra così sensuali incorniciate in un rossetto fuoco che sembravano chiamarlo, quel vestitino di pizzo che diceva strappami e quelle sue gambe fine e lisce che avrebbe voluto accarezzare “Carino da parte tua però ho un appuntamento e quindi …”  ribolliva il sangue pieno di odio e gelosia da parte di Zacky che era sicuro che quel ragazzo avrebbe di certo approfittato di quella dolce ragazzina “Con quello della spiaggia?” il suo tono era duro e serio “Si, è un’uscita d’amici” Emi non sarebbe riuscita a pensare male di nessuno, tanto meno di un viscido come Liam “Stai attenta però quel tipo non mi piace” la stessa sensazione l’aveva avuta lei “Non mi piace” ancora la gelosia, la faceva sentire importante e la divertiva “Facciamo così quando torno a casa t’invio un messaggio per dire che sono sana e salva”  facendo la tipica faccia da boy scout che era troppo buffa per non ridere “Va bene, allora sparisco prima che il cavaliere oscuro venga” e con gesto teatrale si diresse alla porta che sembrava bussare impaziente “Emi?” appena Zacky aprì la porta la richiuse immediatamente lasciando un Liam interdetto sulla soglia “Ma che fai?” disse scoppiando dalle risate per quella scena così deficiente “Mi sono spaventato” fece Zack con aria da cucciolo avvicinandosi alla ragazza che lo accarezzava come con un cagnolino, intanto però la porta non smetteva di bussare “Scusa Liam è che il mio amico è un po’ rincoglionito” fece Emi indicando il ragazzo con il broncio “Fa niente” si guardarono a vicenda in cagnesco e se non fosse stato per Emi lì vicino si sarebbero picchiati “Liam, Zacky. Zacky, Liam” fece delle presentazioni veloci e i due ragazzi si limitarono ad annuire “Dobbiamo andare ora, Zackary è stato un piacere conoscerti” prese la mano di Emi e la trascinò fuori lasciando il chitarrista irritato e con una voglia omicida stampata in faccia.
Il viaggio fino al ristorante era stato silenzioso, lei troppo imbarazzata e lui troppo impegnato a pensare a qualcosa d’interessante da dirgli.
Quel ristorante non gli piaceva, aveva uno stile country e puzzava di birra ma era troppo educata per dirlo “Tu e quel Zacky state insieme?” aveva esordito Liam con un moto di stizza “Siamo solo amici” avrebbe voluto essere più di un’amica ma le cose stavano così “E noi?” si era avvicinato ed era a pochi centimetri dal suo viso
“Noi? Vai piano cowboy non c’è nessun noi visto che ancora non ti conosco” lo aveva frenato lasciandolo a bocca aperta “Ok ok, dimmi qualcosa di te” anche raccontare i suoi fatti non era un’idea esattamente allettante “Lavoro presso la Warner da più di un anno, mi piace disegnare nel tempo libero, adoro i cani e passeggiare sulla spiaggia” sembrava uno di quegli annunci per cuori single “E tu?” avevano una luce sinistra quegl’occhi “Io  adoro i gatti, fare festa, lavoro in un centro estetico, odio tutto quello che non sia tamarro e mi piace la vita” era il suo esatto apposto “Io non sono tamarra” avrebbe avuto un problema in meno se la odiava “Si ma mi piaci” presuntuoso e sicuro fin troppo di se “Fammi capire, secondo te tu mi piaci?” si maledisse per aver accettato di uscire, per avergli dato il numero, per essere così ingenua e non capire che non sempre le persone sono vere “Si, altrimenti non mi avresti dato il tuo numero” i suoi occhi sembravano violarla e la cosa non le piaceva, aveva paura *drindrin* il telefono l’aveva salvata da una possibile situazione pericolosa
“Pronto?” non aveva neanche guardato il display
“Scusa se ti disturbo, ma non sapevo a chi chiamare” non si sarebbe mai sognata di sentire quella voce
“Ronnie?” il cugino rinnegato, quello che aveva messo Adam on tanti casino e quello che pareva aver bisogno di aiuto
“Sono in città e ho bisogno di un posto dove stare” c’era dell’altro ma non glielo avrebbe detto per telefono
“Dove sei?” esasperata era la sua voce
“Davanti casa tua” guardava quel cretino che si stava specchiando su una forchetta e avrebbe fatto di tutto per non essere lì in quel momento
“Dammi venti minuti e sono lì” riattaccò e riportò la sua concentrazione sul biondo che sembrava incuriosito
“Mio cugino è in città e non ha un posto dove andare quindi credo che mi dovrai riportare a casa” disse cercando di sembrare più dispiaciuta possibile
“No dai restiamo ancora un po’” non sembrava voler proprio capire “Devo magari facciamo un’altra volta ma adesso una persona ha bisogno di me e io non nego di certo di dare una mano a un membro della mia famiglia” voleva sembrare convincente, infondo quando erano piccoli Emi, Adam e Ronnie erano praticamente inseparabili come i tre moschettieri uniti da un legame non solo di sangue ma di sintonia pazzesca “Ok, andiamo” prese le chiavi e si avviarono all’auto dove incombette un silenzio dove la tensione si poteva tagliare col coltello.
Davanti casa sua c’era un ragazzo all’incirca della sua età, aveva i capelli mossi e castani, occhi marroni, piercing al naso ed era alto “Ronnie” disse abbracciandolo e non tenendo conto della presenza di Liam “Mimi” gli occhi del ragazzo erano marcati con borse pesanti e violacee, il naso era arrossato e la bocca secca; sapeva benissimo cosa volevano dire quei piccoli insignificanti particolari che sommati insieme dicevano che era in guai seri e che la causa era quella della morte del fratello “Liam puoi andare” gli diede un bacio e senza dire niente si allontanò per poi sgommare e allontanarsi dalla strada “Entriamo” aprì la porta e fece accomodare il cugino che intanto aveva appoggiato le borse all’entrata e si era steso, tremolante sul divano di pelle “Mimi , sono nei guai” la ragazza si sedette accanto a lui e iniziò ad’abbracciarlo come a cullarlo “I tuoi problemi ci saranno anche riescono a resistere fino a domani?” annuì silenziosamente e si lasciò cullare dalle esili braccia di quella ragazza che un tempo gli aveva fatto battere il cuore ma che ora come una sorella premurosa raccoglieva i pezzi di quello che rimaneva di lui “Vado a prenderti una coperta” si alzò e qualche minuto dopo tornò con un piumino e glielo appoggiò sopra al corpo esausto de ragazzo”Grazie”.
Si rigirava sul letto in cerca di pace che sembrava non volergli essere concessa quella notte neanche dalla cagnolina che scodinzolava di fianco a lei sotto le lenzuola “Maya per l’amor del cielo calmati” *drindrin* automaticamente rispose al telefono
“Mmmm” era così stanca
“Ti ho svegliata?” quella voce così premurosa la fece scattare
“Zee, no anzi non riesco a dormire”
“Com’è andato l’appuntamento?” era bello sentirsi messa su un piedistallo da qualcuno per la prima volta nella sua vita
“ Non è neanche iniziato visto che mi ha chiamato mio cugino per chiedermi di ospitarlo” fece una pausa
“Comunque non credo che lo risentirò non sai cosa mi ha detto…” stava per avere una crisi isterica, non sapeva se ridere o piangere così nel dubbio iniziò a far entrambe le cose
“Emi cosa succede?” Maya gli si stese sulle gambe per confortarla
“Niente niente scusa ho avuto un momento di crollo” e si asciugò le lacrime
“Vuoi che vengo lì?” lei lo voleva lì ma sarebbe stato egoista da parte sua anche se ne aveva bisogno
“No ci sentiamo domani”
“Ok Emi, Buona Notte” il suo tono era rimasto dolce fino alla fine
“Notte Zee”.
Un urlo squarciò la notte facendo sobbalzare la ragazza che era appena riuscita a prendere sonno.

 
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Note dell’autrice:
Grazie a chi continua a leggere questo delirio anche se vorrei qualche recensione per sapere cosa ne pensate :D
Cmq la storia si sta facendo più deprimente e complicata di quanto pensavo con l’arrivo di Ronnie (che resterà fino alla fine della ff perché mi piace come personaggio) mentre per quanto riguarda Liam per ora scomparirà ma non dimenticatevelo perché ancora non ha tolto le tende.
Il prossimo capitolo cercherò di parlare di più della band J
Kiss
Dark_Passion

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Capitolo 6
*** Take your shit and... Take it out of this house ***


Capitolo 6
 
Zacky POV
 
Mi stavo innamorando di Emi, anzi mi ero già innamorato di quell’adorabile ragazzina.
Stare con lei mi faceva quasi dimenticare quel dolore che avevo, la morte di Jimmy aveva segnato tutti irreparabilmente.
“Zacky?” non so come ma mi ero ritrovato per l’ennesima volta davanti alla sua porta, era come se fossi una calamita e lei il mio polo d’attrazione.
“Disturbo?”  aveva indosso dei calzoncini, una canottiera tanto trasparente da far vedere il reggiseno e le pantofole ai piedi, “No, no entra” struccata era la cosa più bella che avessi mai visto, il mio cuore sembrava scoppiare in petto. “Allora a cosa devo l’onore della tua visita?” mi guidò in cucina per bere il solito caffè mattutino a cui era abituata, amaro e nero, “Ieri mi sei sembrata sconvolta” non sopportavo di sentirla piangere, il suo era un grido d’aiuto. “Oh si, diciamo che ieri è meglio rimuoverlo” avrei tanto voluto prenderla e farla mia su quel tavolinetto, avrei voluto baciare quelle labbra, così deliziose e invitanti che facevano gola anche ha un cieco. “Se vuoi parlarne …” l’errore era il mio, avevo commesso quel maledetto errore mostrandomi come amico, in fondo però sarebbe stato meschino e scortese da parte mia, approfittare di lei in quello stato di sconforto e tristezza “Sei sempre così gentile con me Vee” ci stavamo guardando occhi negl’occhi, senza veli “Comunque ho un problema più serio dei miei disastrosi appuntamenti” aveva un certo tono d’amarezza le sue parole. “Dimmi” volevo che si confidasse, non volevo che si portasse quel peso da sola. “Ieri è arrivato mio cugino, come ti avevo accennato …” chissà dov’èra ora, magari era proprio lì a due passi e neanche l’avevo notato, non avrei notato nessuno accanto a Emi, neanche Dio in persona.  “Penso che sia nei guai” in precedenza non avevo potuto fare nulla per aiutarla se non starle vicino, lasciare che si sfogasse, ora le cose potevano cambiare, potevo far qualcosa.
“Che genere di guai?” conoscevo Emi abbastanza per capire che, qualunque guaio fosse stato lei non lo avrebbe lasciato solo.
“Non me l’ha detto esplicitamente, però quando era arrivato alla mia porta ho notato un’insolita espressione impaurita …” cercava di riprendere fiato, come se stesse affogando. “La cosa che mi ha messo in allarme però, sono il naso rosso, labbra secche, profonde occhiaie … Ti dice qualcosa?” conoscevo bene quei segni, un tempo ero stato un cocainomane, un emarginato della società che per dimenticare, per sentirsi meglio si buttava sulle droghe. Non avrei fatto passare questo a Emi, non se lo meritava.
“Dov’è ora?” in parte ero incazzato con quel suo cugino per aver riportato tutta quella merda di nuovo nella mia vita, nella sua vita; dall’altra parte però capivo cosa potesse passare, quale sofferenza. “Sul divano” prima di tutto ci sarebbe stata la lotta per farlo uscire dal giro, per fargli accettare che la sua cura miracolosa non era altro che la causa di tutti i suoi problemi. “Vai a svegliarlo, voglio parlargli” con le buone o le cattive, doveva capire, le sue scelte influenzavano anche le persone che gli stavano attorno, come Emi. Facevo questo per lei. “ Sai pensavo che dopo mio fratello, non avrei più dovuto passare situazioni del genere; mai più” la sua voce un sussurro udibile, i problemi non volevano dargli tregua “Ti fidi se ti dico che tutto si risolverà?” volevo che mi credesse, volevo dargli quella speranza che ha me non era stata data; nessuno mi aveva detto quelle parole quando era morto Jimmy, nessuno le avrebbe mai dette perché non si poteva sistemare quel vuoto che aveva lasciato, “Mi fido”.
Si alzò per scomparire dietro la porta bianca della cucina.
Ritornò pochi minuti dopo con un ragazzo, giovane e distrutto. “Ronnie? Lui è Zacky” il suo sguardo era vacuo, spento come la sua voglia di vivere. Mi ricordava il periodo peggiore della mia vita, il più autodistruttivo e sfiancante di tutta la mia vita. “Dobbiamo parlarti” le presi il braccio per farla voltare e fargli segno di andare via. “Ma io voglio rimane” mi stava dicendo all’orecchio, non volevo che sentisse, che sapesse quello che avevo passato; non ero pronto.
La guardai un’altra volta, capì e se ne andò prendendo una sigaretta.
“Devi dirmi qualcosa?” ci eravamo seduti uno di fianco all’altro, lo stavo guardando fisso. “So del tuo problema” strabuzzò gli occhi per poi fare finta di niente e tornare a concentrarsi sulla scatola di corn-flakes appoggiati sulla mensola. “Non ho problemi” tutti i drogati erano bugiardi, io ero stato il primo a mentire a tutti, la mia famiglia e  i miei amici neanche mi riconoscevano più, “Allora spiegami i buchi alle braccia, sei caduto sui chiodi? “ riuscivo a vederli chiaramente, rossi e piccoli puntinavano le braccia del ragazzo.
“Non sono affari tuoi” non era da me scaldarmi tanto ma una scintilla mi si accese dentro. “Non sono affari miei? Notizia dell’ultimo momento: sono affari miei se porti i casini in questa casa, devi capire che le tue azioni hanno una ripercussione sulle persone” continuava  a far finta di niente, le mie parole sembravano rimbalzargli addosso.
“Non hai nessun diritto di dirmi queste cose: uno non sei un mio cazzo di amico ne mio parente, due questa casa non è tua, come Emi” dovevo ricordarmi di mantenere un po’ di controllo, mi dicevo che non era lui che parlava, era il suo alterego che lo faceva diventare così “Emi è mia amica e io aiuto gli amici” lo avrei sempre fatto, soprattutto per Emi che era così dolce e non si meritava tutto quel dolore, non poteva rischiare di perdere anche il cugino. L’avrebbe uccisa la cosa.
“Fatti dire una cosa ragazzo: io ci sono passato, tutto quello che stai vivendo anche io l’ho vissuto. So cosa si prova, conosco quella voglia irrefrenabile, conosco quella sensazione di piacere che ti dà, dolce e invasiva ma conosco anche il dopo, quando non hai abbastanza soldi per altra roba, ti ridurresti a vendere tua madre.
Le notti insonni a pensare a come procurartene altre per solo un’ altro momento d’estasi. Tu non sai quanto ti capisca ma devi smetterla.” Lo avrei costretto con la forza se solo ci avrebbe riprovato, “Mi dispiace” si era piegato con le mani alla testa, stava piangendo “So di far del male alle persone che mi vogliono bene ma non ci riesco” in quel momento aveva bisogno di far uscire le cose che si teneva dentro da troppo tempo.
“Ho venduto la casa, ho lasciato il lavoro e la mia fidanzata, ho distrutto tutto quello che mi circondava. Non mi rimane niente. Addirittura sono andato da uno strozzino per farmi prestare soldi.” Quella cosa mi preoccupò perché sapevo che gli strozzini non erano gente a cui chiedere i soldi se non eri sicuro di potergli ridare; erano fiscali e puntuali alla riscossione del debito. “Quanto gli devi?” continuava a piangere, singhiozzava. “Ventimila” se gli avesse chiesti a Emi sapevo che sarebbe andata in banca rotta pur di aiutare Ronnie. Chi non lo avrebbe fatto per un famigliare, io stesso lo avrei fatto.
“Ti aiuterò ma devi promettermi che te la smetterai; prenderemo tutte le precauzione che servono. Andrai a disintossicarti con effetto immediato” avrei sostenuto tutte le spese di tasca mia, in fondo ventimila dollari in più o in meno non cambiavano il mio tenore di vita.
“Perché lo fai” ora mi stava guardando negl’occhi apparentemente più calmo, “Lo faccio per Emi” accennò un sorriso prima di dire una cosa non tanto ovvia che
“Tu la ami” aveva fatto centro, io l’amavo e avrei fatto di tutto per vederla sorridere. “Lo farai allora?”  nolente o volente lo avrebbe fatto, “Si”.
 
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Note dell’autrice:
Mamma mia sembra di essere stata una via una vita, mi mancava così tanto scrivere su EFP :)
Allora posso dire che questo non è il capitolo che tutti si aspettavano, lo so però volevo scriverlo da tempo.
Il prossimo giuro che entreranno in scena la band. Sarà molto più leggero e meno *depression time* XD
Ringrazio chi continua a leggere sto schifo e chi recensisce.
Lasciate i vostri commenti , sono curiosa di sapere da 1 a 10 quanto ho fatto pena…
Ci si vede al prossimo capitolo ;)
Dark_Passion

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