Rebecca Loderds.

di Eli_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** UNO ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** Tre ***
Capitolo 5: *** quattro ***
Capitolo 6: *** cinque ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


PREFAZIONE 
Mi chiamo Rebecca Loderds, ho 16 anni. Vivo ad Atlanta con mia madre. Mio padre è morto in un incidente d’auto quando avevo quattro anni. Non ricordo quasi niente di lui, ero troppo piccola. Mamma dice sempre che era un uomo eccezionale, di quelli che non ne trovi in giro. Era come il principe azzurro delle favole, perfetto in ogni minima cosa.
Sono cresciuta in un piccolo paese dell’Italia settentrionale, vicino a Milano, ma poi ci siamo trasferite qui. Perché? Bè, perché sono un ballerina. Ballo praticamente da quando sono nata, credo di aver imparato a ballare ancor prima di saper camminare. Mamma ha sempre detto che ho una dote naturale. Sento il ritmo in modo formidabile, ho davvero un buon orecchio. Trovo la musica in ogni cosa che faccio, persino respirare, sento il respiro con ritmo. È una cosa pazza, lo so, ma è quello che sento io. 
Ho fatto ogni tipo di danza, dalla Street dance alla Classica , insomma di tutto. A dieci anni ho anche iniziato a praticare balli di coppia come la salsa, il merengue e la baciata. Mi adatto facilmente ad ogni tipo di ballo. 
Bè, mi sono appassionata talmente tanto, ed ero talmente brava che la mia insegnante mi ha procurato un provino. Si, un vero e proprio provino per entrare a far parte della troupe di un nuovo cantante, un ragazzino canadese appena entrato nel mondo dello spettacolo. Lavorai sodo per mesi per superare quel provino. C’erano un sacco di ragazze, tutte molto brave, che attendevano in fila. La giuria era composta dai ballerini del cantante, il manager, la guardia del corpo e la madre. Insomma c’erano tutti meno che lui. Già lo odiavo quel ragazzo. Ma quanto se la tirava?! Lo so che non lo conoscevo, mi pare si chiamasse Justin, Justin Birbrebs o qualcosa del genere. Comunque quando fu il mio turno mi esibì, fui fantastica, mi fecero i complimenti in molti quel giorno. Ma nonostante non mi presero. Aspettai che mi richiamassero per ben due mesi, alla fine scelsero una ragazza bionda e piuttosto formosa, molto bella si, ma io resto del parere che l’abbiano scelta solo per l’aspetto. Non era granché come ballerina. 
Due mesi più tardi mia madre ricevette una telefonata in cui mi chiedevano di entrare nella troup di ballerini di Taylor Swift, si la mitica Taylor, senza fare un provino. Sarei stata già ammessa. Dicevano di avermi vista ai provini di Justin e di aver anche visto i miei video, e come prove erano sufficienti. Dovevo raggiungere il prima possibile Atalanta, e presentarmi agli studi per iniziare le prove. Io e la mamma ne parlammo molto. ‘E se si trattasse di uno scherzo? E se andassimo li e cambiassero idea? E se avessero sbagliato ragazza da contattare? Non si tratta di andare a due chilometri per provare, stiamo parlando dell’ America. Atlanta si trova dall’altra parte del mondo. Non possiamo lasciare qui tutto e partire senza un qualcosa di fattibile al cento per cento.’ Mia madre erano molto indecisa, ma sapeva benissimo che si trattava di me, del mio sogno. Così dopo un tempo indeterminato e continue telefonate, mamma trovò lavoro ad Atlanta e partimmo subito. La prima tappa furono gli studi. Feci conoscenza con tutti i ragazzi e le ragazze. Quel giorno conobbi anche la mitica Taylor, almeno lei si presentò subito, non come quello sbruffone di Birbrebs. 
Con il passare del tempo strinsi forti amicizie con tutti, provavamo quindici ore su ventiquattro, ogni singolo giorno, e almeno una o due volte alla settimana tenevamo un concerto. Praticamente ero più agli studi che a casa

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Capitolo 2
*** UNO ***


UNO
‘ Becky ! Muoviti o farai tardi! La limousine sarà qui a momenti!’ Sono passati quasi quattro anni da quando ci siamo trasferiti qui, ad Atlanta, ormai sono diventata molto famosa, in giro non fanno che parlare di me, di quanto è speciale il mio talento e blabla. Ormai sono diventata di moda. Stasera ci sono gli American Music Award, una delle più importanti serate di sempre per il mondo della musica. ‘ Rebecca! Hai sentito quello che ti ho detto?!’ dice mia madre irrompendo in camera mia e tra i miei pensieri. ‘ Oh tesoro, sei splendida!’ ‘Adoro questo vestito!’ ‘Speravo tanto ti piacesse, ti sta che è una meraviglia!’ Indossavo un abito di seta color porpora lungo fino alle caviglie, senza spalline. Intorno al seno vi era come una specie di fascia ricamata mentre lungo i fianchi ricadeva morbido. Era fantastico, molto semplice. Al vestito avevo abbinato una pochette nera e le scarpe con il tacco anche queste nere. I capelli erano sciolti e un po’ mossi. Ho sempre avuto dei capelli stupendi, lunghi e castano chiaro, anche se secondo i cataloghi delle profumerie sono un biondo cado scuro. Ad ogni modo il trucco era molto fine e sottile, molto naturale. Era venuta una squadra di truccatori ad aiutarmi. Sembravo davvero me stessa quella sera. Era tutto perfetto. Quando uscì di casa c’era una limousine bianca che mi aspettava. ‘ E’ stupenda signorina Loderds’ ‘La ringrazio molto signore’ ‘Oh, mi chiami pure Carlos e mi dia del tu!’ gli sorrisi in segno di acconsentimento mentre mi apriva la portiera. Quando salì in macchina partimmo verso gli Award.
Appena arrivammo l’autista Carlos si fermò davanti al tappeto rosso, scese, mi aprì la portiera e mi aiutò a scendere. I flash delle macchine fotografiche mi accecavano. C’era tantissima gente intorno, e tutti urlavano il mio nome. Mi avvicinai ai fan sulla mia destra e iniziai a fare autografi e fotografie. Poi andai a sinistra e feci lo stesso. Raggiunsi il centro del tappeto e mi avviai verso l’ingresso. Raggiunsi l’area in cui si fanno tutte le foto. Mi misi in posa e salutai i fan dietro le macchine fotografiche. Sorrisi per un po’ e poi mi accostai in parte dove mi aspettava l’intervista. Risposi a un paio di domande, poi andai dietro le quinte dove mi aspettava Taylor. Ormai quella ragazza è diventata letteralmente la mia migliore amica. Io sapevo tutto di lei, e lei tutto di me. Sapevo di potermi fidare. ‘ Tay!’ dissi abbracciandola ‘ Rebby, tesoro, come sei bella!’ ‘ma andiamo, ti sei vista tu?’ indossava un abito lungo blu brillantinato, con una scollatura aperta davvero fantastica. Il trucco era poco evidenziato e i capelli era legati alti in modo un po’ particolare, che poi a fine serata si è sciolta, ma le stavano molto bene in entrambi i modi. ‘ahahah, sei sempre la solita, autostima a mille! Dai, vieni che ti presento un po’ di persone!’ Quella sera conobbi talmente tanta gente che non mi ricordo nemmeno più un nome.

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Capitolo 3
*** 2 ***


DUE
‘ Tay!’ senti la voce acuta di una ragazza chiamare la mia amica. Ci girammo entrambe di scatto.
‘ Selly!!!!’ le due si corsero incontro e si abbracciarono forte
‘ mi sei mancata tanto, come stai?’
‘bene e tu?’
‘bene dai, ho un sacco di cose da raccontarti.. Spero ci abbiano messe vicine di posto, così possiamo chiacchierare tutta sera!’
‘ non vedo l’ora, anch’io devo raccontarti un po’ di cose. A cominciare da quel ragazzo che è entr..’ 
‘hemhem..’ tossicchiai io cercando di attirare l’attenzione. Si erano completamente dimenticate di me.
‘ Oh, scusa cara. Lei è Selena, Selena Gomez e lei è Rebecca Loderds, una mia ballerina, nonché grande amica’ disse rivolta alla ragazza indicandomi.
‘Piacere di conoscerti!’ azzardai io porgendole la mano
‘Piacere tutto mio, sono contenta di conoscerti. Ho sentito tanto parlare di te. Sei nuova giusto? Ti abituerai facilmente a questa vita, non è così male!’ disse sorridendo. In fondo non era male, come lo sembrava
‘Anch’io sono felice, spero diventeremo grandi amiche’
‘lo spero anch’io!’ detto questo scattammo un paio di foto tutte insieme. E scambiammo anche qualche parola. Era divertente passare del tempo con loro. Erano entrambe fantastiche. Già adoravo questa Selena.
Purtroppo ci avevano assegnato i posti lontani, o almeno io ero lontana loro erano sedute vicine a un paio di file più avanti di me. La cosa mi dispiaceva, ma non mi disturbava molto, avrei potuto fare nuove conoscenze, come se per quella sera non ne avessi già fatte abbastanza. 
Salutai le ragazze e presi posto nella mia fila. Mi sedetti in silenzio e controllai il telefono. Due chiamate perse: mamma. Ma cosa voleva?! Non la potevo richiamare, così le mandai un messaggio con scritto che era tutto a posto. 
C’era un brusio pazzesco qui dentro, tutti che parlavano con tutti. Io mi sentivo un po’ in imbarazzo, insomma non conoscevo nessuno. Magari si, conoscevo qualcuno, ma non me li ricordavo. Alcune persone quando passavano di lì mi salutavano o sorridevano, io ricambiavo per cortesia, anche se non avevo la minima idea di chi fossero. Speravo avesse ragione Selena, speravo davvero di ambientarmi in fretta a questa vita. Si, lo so, è da quattro anni che faccio questa vita, ma per quattro anni ho solo ballato e nient’altro. Non sono mai stata così tanto famosa come in quest’ultimo periodo, non ero mai stata invitata a partecipare ad un evento simile, perciò ero un po’ discreta. Ad un tratto sentì una voce superare le altre, quasi urlava. Ma chi cavolo è questo qui? Che modi sono? 

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Volevo ringraziare tutte quelle che hanno letto questi due primi capitoli. Davvero, non vi potete nemmeno immaginare quanto mi faccia piacere. Spero che questo sia di vostro gradimento. Ci vediamo presto, un bacio
Elisa.

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Capitolo 4
*** Tre ***


TRE
 
‘ GENTE, ATTENZIONE! SONO ARRIVATO!’ ma chi ti conosce? Chi ti vuole? Già mi sta antipatico! 
E continuava ad urlare, ma lo fa apposta?! Che nervii. Anche se in effetti era un ragazzo carino. Avrà avuto su per giù la mia età, era di statura abbastanza normale, forse un po’ basso, i capelli erano castano chiari, un po’ più chiari dei miei. Indossava dei pantaloni neri bassi, una maglia attillata nera con una giacca di pelle anch’essa nera e delle scarpe alte del medesimo colore. Si, davvero molto carino, ma lo stesso antipatico. Nessuno sembrava essersi accorto di lui a parte le persone circostanti che si giravano meravigliate. Ma chi è questo qui? Cosa vuolee??
‘PERMESSO, FATEMI PASSARE, DEVO ANDARE A SEDERMI!’ stavo per urlagli contro “guarda che a noi non ce ne può fregare nientee!!” Ma sono stata buona e zitta facendo finta di niente. Ah, e adesso si mette anche a correre?! Ma cosa fa?! Tornatene a casa! 
‘ PERMESSO, PERMESSOO!’ basta! Non lo sopporto più! Ora mi devo distrarre! Controllo sul telefono se mia mamma ha risposto al messaggio. Si. 
“tesoro, sono contenta che ti diverti. Spero che fai tante amicizie, e ricordati di non montart..” non riuscì a leggere il messaggio che fui spinta e mi cadde il telefono dalle mani.
‘Hei! Ma che modi sono questi?!?!’ urlai infuriata
‘scusa non ti avevo visto Baby!’ ma non ci credo! È il ragazzo di prima! Ora lo odio davvero! ‘Ma non urlare o attirerai l’attenzione. Qui non è consentito urlare, c’è scritto all’ingresso!’ è anche sgarbato lui qui! Ma lo stesso carino, visto da più vicino poi..
‘ma se fino a due minuti fa tu urlavi come un pazzo! E non permetterti più di dirmi cosa devo fare! Tu non sei mia mamma!’
‘hei, stai calmina è, ti ho già chiesto scusa’
‘non mi interessa, lasciami in pace e tornatene al tuo posto.’ dissi mentre mi accovacciavo per riprendere il cellulare. ‘bè, sei ancora qui?’ non se ne era andato, restava li in piedi immobile, a fissarmi.
‘ quello è il mio posto, se non mi lasci passare come ci arrivo?’ mi girai nella direzione in cui stava indicando. Era il sedile accanto al mio. Non poteva essere, no. Non avevo nessuna intenzione di avere quell’essere vicino per tutta la sera. Sbuffando mi spostai e lo lasciai passare. Si lasciò cadere di peso. Teneva le gambe aperte e una posizione da re. Quanto lo odiavo! 
‘Perché non ti conosco?’ la sua voce odiosa
‘Perché io non stringo amicizia con le persone maleducate!’
‘oh, mi scusi signorina se sono stato indiscreto con lei, non era di mia volontà. Ne sono molto dispiaciuto’
‘e fai bene ad esserlo!’
‘oh andiamo. Non mi puoi trattare così per tutta la sera!’
‘ehm, si invece! C’è per caso un altro cartello che vieta anche questo?’
‘mi dispiace ok? Mi perdoni?’
‘si, così va meglio!’
‘come ti chiami?’
‘Rebecca..’
‘Piacere di conoscerti Rebs, !’ sorrisi sforzatamente, nemmeno mi conosce e mi da già un soprannome?! Che impertinente! Lo guardai come per dire ‘allora??!’ ma lui non capiva.
‘ Tu sai il mio nome, ma io non so il tuo..’
‘ come? Non sai chi sono?!’
‘bello, sai, non so te, ma io quando conosco una persona nuova c’è uno scambio di nomi reciproco da parte delle due persone..’ ma questo è pirla?!
‘ ma io credevo mi conoscessi.. Insomma.. Tutti sanno chi sono..’
‘anche io credevo mi conoscessi, insomma sono Rebecca Loderds! Chi non mi conosce?’
‘ scusa.. Io.. Bè.. Sono Justin piacere’ gli strinsi la mano che mi aveva posto e sorrisi. ‘allora, Rebs, cosa fai per essere qui?’
‘Ballo!’ risposi con così naturalezza che nemmeno me ne accorsi, mi sembrava una cosa tanto scontata. Tutti sapevano chi ero. Ormai ero famosa anch’io.
‘ davvero?! Wow, anch’io ballo! Cosa di preciso?’
‘ di tutto, io amo la danza in generale, non mi sono specializzata in un solo settore’
‘mi sembra giusto!’
‘tu cosa fai?’
‘ io canto!’
‘Phuahahahahahahah’ questo essere cantava??? Ahahahah 
‘cosa c’è di così divertente?’ sembrava un po’ offeso
‘ no, niente, scusa, solo che non ti ci vedo a cantare, sembri più un attore super viziato’
‘non sono super viziato’
‘infatti non sei un attore’
‘ si ma tu hai dett..’
‘Rebecca?! Rebecca Loderds?!?’ la voce di un uomo dietro di noi fece zittire Justin. Mi girai e lo guardai. 
‘ehm.. Ci conosciamo?’
‘ è un grande onore per me fare la sua conoscenza signorina! ho sentito tanto parlare di lei’ io lo guardavo interrogativa e lui sembrò risvegliarsi ‘oh, mi scusi,non mi sono presentato.Mi chiamo Antonio Desiderio, sono un agente artistico. Sono venuto appositamente dall’ Italia per poterla incontrare.’
‘Piacere mio signor Desiderio’ gli strinsi la mano
‘oh, per piacere mi chiami Antonio!’ sorrisi. Justin stava seguendo tutta la conversazione in disparte.
‘non vedo l’ora di vederla ballare signorina Loderds.Di lei parlano tutti estasiati!’
‘Mi spiace per lei, ma questa sera non mi esibirò, ma sarò allo Star Theater domani sera intorno alle nove. Sarei contenta se assistesse allo spettacolo’
‘ne sarei davvero onorato. Tutti dicono che lei abbia un talento davvero eccezionale, una dote innata. Non le dispiace se porto alcuni miei allievi a vederla?’
‘no, non mi dispiace affatto.’
‘pensare che ha soli sedici anni, ed è già un portento della danza. È sulla bocca di tutti. Persino i ballerini più prestigiosi fanno a gara per poterla vedere.’
‘Lei è davvero troppo gentile Antonio. Grazie davvero’
‘ Grazie a lei, per il suo talento.’ sorrisi dolcemente ‘sarò sicuramente presente domani sera al suo spettacolo, non posso assolutamente mancare.’
‘mi fa piacere, l’aspetterò sicuramente’
‘allora a domani signorina’ disse baciandomi il dorso della mano ‘ è stato un immenso onore, mi creda’
‘lo è stato anche per me, a domani’ annui e se ne andò via. Che tipo strano!

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Grazie a tutti. 

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Capitolo 5
*** quattro ***


QUATTRO
‘ E così, sei un portento della danza?’ disse Justin avvicinandosi dopo che l’uomo se ne fu andato
‘così dicono..’
‘ uff.. perché ti conoscono tutti tranne me?’
‘forse perché sei troppo orgoglioso di te stesso da non notare chi ti sta intorno?’
‘ma se non sbaglio nemmeno tu sai chi sono io’
‘ma io sono un caso eccezionale!’
‘ si, eccezionalmente presuntuosa’
‘hei, non sono affatto presuntuosa!’ dissi dandogli un piccolo colpo con la borsetta
‘ ‘Oh, lei è troppo gentile Antonio!’’ disse imitando la mia voce
‘io non parlò così!’
‘ tu credi..’ cosa?! Mi aveva tolto le parole di bocca, non sapevo che rispondere, e non è una cosa normale. Io ho sempre la risposta pronta, sempre. Ma come aveva fatto?? A quanto pare si accorse di questo e con un sorriso beffardo stampato sul volto si diresse con lo sguardo davanti a lui. 
Lo show iniziò dopo poco. Io e Justin non ci parlammo più se non per commentare ogni tanto le performers degli artisti.
Quando venne il suo turno non mi andava di sentirlo cantare, non per il momento almeno, così colsi l’occasione di andare in bagno e telefonai a mia mamma. Stemmo al telefono per mezzora, le raccontai della serata, di Selena, del tizio strano Antonio e perfino di Justin. Dopo averla salutata e aver sistemato un po’ il trucco, ritornai al mio posto. Justin non c’era, ma non era nemmeno sul palco. Sicuramente si starà cambiando. Al suo posto c’era una donna. Indossava un abito corto blu elettrico, portava i capelli lisci e aveva dei tacchi enormi. La salutai e lei mi ricambiò con un sorriso enorme, bellissimo.
‘Salve, io sono Rebecca Loderds’
‘Piacere cara, io mi chiamo Patricia Malette, ma mi puoi chiamare Pattie, mi chiamano tutti così!’ sorrise ancora. Quella donna aveva un sorriso meraviglioso, così sincero e spontaneo. Davvero bello.
‘Piacere, lo sa che ha un sorriso stupendo Pattie? Mi piace da morire!’
‘ahahah grazie tesoro, come sei carina.’
‘ma prima qui non c’era un certo Justin?’
‘oh, sisi si sta cambiando. Non prendermi per una ruba posti, io sono sua madre!’ e sorrise ancora
‘ mi scusi, non lo sapevo. Non vi somigliate per niente!’ sorrisi 
La serata continuò pacificamente. Justin tornò dopo poco e tutti gli fecero i complimenti. Quando finimmo la cerimonia, il ragazzo aveva vinto quattro premi, tra cui quello più importante “artista dell’anno”. Mi complimentai con lui e lasciai il luogo velocemente. Ero piuttosto stanca e non avevo voglia di fermarmi. Nel tornare alla macchina feci comunque autografi, mi sembrava giusto non deludere i fan. Dopodiché chiamai Carlos per venire a prendermi. Mi disse che dovevo aspettare perché c’era traffico, così restai ancora un po’ con i fan rispondendo anche ad alcune loro domande. 
Erano quasi le tre di notte e Carlos non si faceva ancora sentire. Provai a richiamarlo ma il telefono era staccato. E ora cosa faccio? Mi senti chiamare da dietro. Riconobbi la voce di Justin e mi girai di scatto. Mi stava venendo incontro correndo. 
‘Rebs, ti cerca Taylor.. Non mi avevi detto che la conoscevi..’
‘bè, non me lo hai mai chiesto!’
‘dai, ti porto da lei..’
 
‘Tay, che succede?’
‘Rebby ! Finalmente! Non ti trovavo più . Credevo fossi andata via a piedi! Mi ha chiamato tua madre, ha detto che Carlos non riesce a venire a prenderti a causa del traffico, vieni via con me!’
‘ d’accordo..’
‘ saluto ancora un paio di persone e poi andiamo..’ le sorrisi. Aspettai seduta su un muretto. Attesi un oretta. Se aspettavamo ancora un po’, sarebbe spuntata l’alba ancora prima di tornare a casa..
‘ Rebecca, ancora qui?’ la voce di Justin risuonava nel silenzio
‘ a quanto pare le due persone che doveva salutare Tay non erano due..’
‘ahah lei è sempre così’ disse sedendosi accanto a me
‘ e, non mi hai ancora detto il tuo cognome lo sai?’ sorrisi
‘ davo per scontato che lo conoscessi già!’
‘e invece no’
‘ Bieber, Justin Bieber!’ Justin Bieber? L’ho già sentito da qualche parte.. Ma dove?
‘ecco dai, così adesso posso cercare tutti i tuoi video e diventare anche io una tua super mega fan!’
‘ahahah ne sarei onorato!’
‘e lo credo bene ahahah’ silenzio imbarazzante. ‘sono contenta di averti conosciuto, anche se sei super orgoglioso!’
‘anch’io sono contento di averti conosciuta. Ho appena aggiunto alla mia lista di conoscenti una ballerina presuntuosa, ne vado fiero!’
‘ah.ah. Divertente.’
‘ahahahah dovresti vedere la tua faccia!! Ahahahah’ continuava a ridere, rideva di gusto. Pff..
‘che cos’ha che non va?!’ dissi preoccupata cercando lo specchietto in borsa. Smise di ridere tutto di un colpo. Alzai lo sguardo per vedere cosa succedeva. Mi stava fissando, ancora, come prima. ‘sei perfetta, non hai assolutamente niente che non vada. Stai tranquilla.’ colpo al cuore. Avevo sentito bene?! Aveva detto che ero perfetta? Un ragazzo così carino lo aveva appena detto a me?? Oddio. Non sapevo cosa dire, ancora una volta mi aveva tolto le parole. Ma come faceva? Sorrisi semplicemente, un po’ imbarazzata dalla situazione. Si avvicinò ancora un po’ verso di me, mi prese il mento e lo avvicinò alla sua faccia. Ma cosa fa?! Io lo guardavo incantata anche se ero consapevole di non conoscerlo e tutto il resto. Ma al diavolo tutto quanto lui è stupendo anche se maledettamente stronzo. Lo fissavo, fissavo i suoi occhi. Non avevo notato quanto fossero belli, strano, perché di solito è una delle prime cose che guardo in un ragazzo, ma forse lui è un eccezione alla regola, fino ad ora lo è stato. 
Quando eravamo abbastanza vicini chiuse gli occhi, prese un respiro profondo, come se stesse prendendo coraggio. Riaprì gli occhi ed espirò piano, tenendo le labbra serrate. Sentivo il suo respiro su di me, e questa cosa mi stava facendo impazzire. 

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Capitolo 6
*** cinque ***


CINQUE
‘Posso venire al tuo spettacolo domani sera?’ Cosa?! Cioè tutto questo semplicemente per chiedermi se può venire al mio spettacolo ?? Pff.. I ragazzi..
‘C.. Certo, sarei felice se venissi’ risposi sorridendo, anche lui sorrise. Eravamo ancora vicinissimi. Sentivo il suo sorriso sul mio, una sensazione fantastica. 
‘Ora devo andare..’ lo disse con malinconia, restando ancora attaccato a me. Sosteneva ancora il mio mento con la mano, non lo aveva lasciato un attimo.
‘ già..’ risposi io con altrettanto sentimento. Mi girò il viso verso destra e si avvicinò piano, mi diede un piccolo bacio, leggero, dolce, delicato sulla guancia. Al contatto con le sue labbra ebbi un piccolo brivido. Credo se ne accorse perché sorrise, si dopo il bacio mi sorrise sulla guancia. Fantastico. Chiusi gli occhi per potermi godere meglio quel momento così speciale. Quando lo sentì allontanarsi piano, lì riaprì. Mi lasciò il viso sempre delicatamente e si alzò dal muretto. Lo vidi andarsene.
‘’Justin!’ lo richiamai io. Lui si girò di scatto. Non sapevo perché lo avevo chiamato, volevo solo un ultimo sguardo. 
‘si?’
‘ci sarai domani, promesso vero?’
‘ci sarò sempre per te, promesso’ gli sorrisi e lui ricambiò, poi corse via. 
 
‘Tay, grazie ancora per avermi riaccompagnato a casa ieri sera, ma oggi non posso proprio uscire, mi devo allenare e poi dovrei anche riposare un po’ dato che siamo tornate a casa stamattina alle cinque!’
‘lo so e mi dispiace da morire per l’ora, ma non puoi sempre ballare e basta, al mondo esistono anche altre cose sai?!’ ero al telefono con Taylor da circa un quarto d’ora. Cercava inutilmente di convincermi a uscire con lei questo pomeriggio, sapendo perfettamente che la sera avrei avuto lo spettacolo.
‘non se ne parla proprio Tay, te l’ho già detto.. Devo allenarmi! Possiamo uscire un’ altra volta se vuoi, ma non oggi. Scusa.’
‘ e va bene, ho capito. Ci sentiamo per un’ altra volta. Ciao Rebby’
Si, lo so, si era offesa, ma cosa ci potevo fare io?Assolutamente niente! Sono sicura che le passera presto. Ora però devo andare in sala prove. Misi dei pantaloncini corti e una canottiera bianca in cima. Presi la borsa e chiamai un taxi. In meno di cinque minuti arrivai in palestra. 
‘Tesoro sei in ritardo!’
‘ciao Rose, si lo so, dai iniziamo!’ Rose è la mia insegnante di ballo. Mi aiuta con le coreografie e mi da dei consigli per migliorare e per fare scena. Questa sera avrei iniziato con un monologo classico-moderno, per poi fare entrare il mio ballerino per una salsa di coppia. Sembrava divertente.
Posai a terra la borsa e iniziai a fare un po’ di streccing mentre Rose mi proponeva la sua coreografia. 
Lavorammo per ben sei ore. Ero sfinita. Solitamente ne facevamo di più ma considerando che avevo dormito solo cinque ore e non avevo mangiato praticamente niente, ero stanchissima. Fecimo una piccola pausa. Andai al bar al piano di sotto e comprai due pacchetti di patatine e una bottiglietta d’acqua.
‘Quella roba ti fa male lo sai?’ Quella voce. Non ho dormito ripensando a quella voce. Anche se erano passate solo poche ore mi mancava da morire
‘Justin? Cosa ci fai qui?’
‘mi alleno, sai, anche io faccio palestra, altrimenti non sarei così meraviglioso no?!’
‘ sempre orgoglioso lui ne?!’
‘ e lei sempre presuntuosa?’
‘sempre’ dissi mentre mi sedevo accanto a lui al tavolo. Mi sorrideva. Non avevo notato che il suo sorriso era così bello. Superava in bellezza perfino quello della madre, che era a dir poco meraviglioso. Questo lo era ancora di più, non c’erano parole in grado di descriverlo, era perfetto. Quella bocca un po’ carnosa a forma di cuoricino, con le punte delle labbra rivolte all’insù, increspate in un sorriso dolce e affettuoso che mostrava i denti bianchi perfetti. Da mozzare il fiato. 
‘che c’è?’ mi chiese distraendomi così dai miei pensieri
‘niente perché?’
‘ ti eri incantata a guardarmi..’ ops, figura di merda del giorno: fatta! Feci finta di niente, e iniziai a mangiare le patatine del primo pacchetto.
‘guarda che fanno ingrassare, non lo sai?’
‘ma smettila, sono buone!’ dissi con la bocca piena. Mi guardò stupito. Lo guardai interrogativa ‘mai visto una ragazza mangiare le patatine?’ risi
‘in realtà no, oh almeno magra come te no’
‘non sono magra! Sono normale!’
‘sei anoressica a momenti!’
‘faccio molto movimento e ho un metabolismo veloce!’ 
‘ahahahahah’ e ride, mi piace quando ride, è spontaneo. Splendidamente spontaneo.

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