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Ciao
a tutti! Eccomi qui con una nuova storia che è nata dopo
aver visto il film di natalie portman "Black swan" La mia storia
seguirà quella del film solo per i primi capitoli,poi
prenderà vita propria,perchè a me non piace molto
rifare ciò che già esiste... Vi lascio al primo
capitolo e ci sentiamo in fondo :D
SOGNO O SON
DESTA?
<< Gli
incontri più importanti sono già combinati dalle
anime prima ancora che i corpi
si vedano. Generalmente essi avvengono quando arriviamo ad un limite.
Quando
abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente. >>**
DRIIN… DRIIN…
Il
fastidioso rumore della sveglia mi strappò al mio sogno.
Ancora con gli occhi
chiusi,spensi il cellulare e lo lanciai nel divano di fronte al
letto,sperando
che non si sfracellasse contro il muro. Ci si metteva anche la sveglia
a
ricordarmi che il mio sogno sarebbe rimasto tale:io che mi esibivo
davanti ad
un teatro gremito di persone nel ruolo di Odette…
Solo ieri l’insegnante
ci aveva comunicato che quest’anno avremmo portato in scena
‘Il lago dei cigni’,il
mio sogno da sempre,e oggi sarebbero state assegnate ad ognuna di noi
le
parti;la concorrenza era dura e non mi facevo illusioni.
Da sempre la
danza era stata tutto per me;all’età di tre anni i
miei genitori mi portarono
con loro a vedere ‘Lo schiaccianoci’;pensavano che
mi sarei annoiata,come le
figlie dei loro amici,ma io rimasi stregata da quella magia. I
vestiti,le
luci,le ballerine che volteggiavano sulle punte e quasi sembravano
volare. Da
quella sera decisi che anche io sarei diventata una fatina,come
chiamavo io le
ballerine,ma i miei credevano che questo fosse solo il capriccio di una
bambina. Ma io ero decisa ad ottenere quello che volevo,così
per convincerli
decisi di non mangiare più;a quel punto furono costretti ad
accontentarmi e
ancora oggi ridevano se ripensavano alla mia cocciutaggine di bambina.
Lentamente
cominciai i miei esercizi di streching mattutino:allungai bene la
schiena,il
collo e gli arti. Dopo di che mi alzai e andai a fare una bella doccia
calda.
Feci una veloce colazione con latte e cereali:nutriente e leggera,come
ripeteva
sempre Alice. Lei era la mia migliore amica;ci conoscevamo da quindici
anni,quando piccolissime ci incontrammo proprio a scuola di danza: non
fu
proprio ‘amore’ a prima vista,anzi. Avevamo la
stessa età e l’insegnante ci affidò
le parti dei topolini di Cenerentola,quindi cominciammo a litigare e a
cercare
di metterci in mostra per compiacere la maestra;la sera del saggio io
fuipresa dal
panico e iniziai a piangere:non
volevo ballare,avevo paura del pubblico. Alice venne vicino a me e mi
consolò,prendendomi la mano e dicendomi che era successo
anche a lei il suo
primo anno di danza,e che se avessi avuto bisogno,potevo benissimo
copiare da
lei,tanto facevamo le stesse cose. Le sue parole,semplici ma
dirette,come lo
sono solo quelle dei bambini, mi diedero il coraggio di ballare quella
sera,ed
entrambe capimmo di aver trovato una nuova amica:da allora non ci
eravamo più
lasciate.
Velocemente
mi preparai e raggiunsi la scuola di ballo. Nei camerini si avvertiva
la
tensione per quello che tra poco sarebbe stato
annunciato;c’era un
chiacchiericcio nevrotico,parlavamo di tutto e di niente. Dopo
mezz’ora ci
recammo in sala e cominciammo la sessione di
allenamento:pliè,ron de
jambe,pirrouette,salti e diagonali. Nonostante la fatica e il dolore
fisico che
accompagnavano tutti gli esercizi,quello era il momento della giornata
che
preferivo;l’odore del parquet,la musica,il sudore che colava
sulla
schiena,faceva tutto parte del meraviglioso mondo della danza.
La maggior
parte delle persone credono che la danza sia solo costumi belli e
scarpette da
punta,ma dietro si nasconde un mondo duro,dove le amicizie come quella
mia e di
Alice sono più uniche che rare,tutti fanno affidamento solo
su loro stessi e la
competizione è durissima.
Dopo due ore
finalmente l’insegnante staccò la musica e
schiarendosi la voce,cominciò a
parlare: “Come vi è stato detto ieri
quest’anno porteremo in scena Il lago dei
cigni. Allora i quattro cignetti saranno Mary,Virginia,Sandy e Lucy;il
resto
formerà il gruppo dei cigni che faranno da coreografia. Per
quanto riguarda la
protagonista,la scelta è stata ardua ma su consiglio di
tutti,abbiamo scelto
che ad interpretare Odette sarà Isabella Swan e questo
è tutto”
Se questo
era un sogno,per favore non svegliatemi. Ma non credo lo fosse
perché Alice si
scaraventò letteralmente addosso a me,e cademmo entrambe per
terra. “O mio dio
Bella! Hai sentito? Sono così felice per te”
Massaggiandomi la
schiena,ricambiai il suo abbraccio e le lacrime strabordarono dai miei
occhi
“E’ un sogno
che si realizza Alice! È bellissimo,ancora non ci
credo”
“Faresti
bene a crederci. Adesso uscite tutte,devo presentare alla signorina
Swan il suo
principe” la voce autoritaria dell’insegnante ci
interruppe e Alice mi strinse
ancora un attimo,e poi insieme alle altre andò via. Non mi
ero ancora del tutto
ripresa dalla notizia,quando l’insegnante fece un cenno di
accomodarsi a
qualcuno che non vedevo e dalla porta entrò un ragazzo
bellissimo:alto,spalle
larghe,muscoloso al punto giusto,con i capelli rossicci e sbarazzini;ma
quello
che mi colpì di più furono i suoi occhi,verdi e
tremendamente magnetici.
“Questo è
Edward Cullen. Sarà il tuo partner” non
svegliatemi più da questo sogno!
Cercando di evitare che la mano tremasse l’allungai verso di
lui “Piacere io
sono Isabella Swan,ma chiamami pure Bella”
Lui anziché
stringere la mia mano la prese delicatamente fra le sue e
l’avvicinò alla bocca
per farmi un baciamano “Echanté,io sono Edward e
sono molto contento di poter
lavorare con te” e mi sorrise,un sorriso che avrebbe fermato
il cuore di
qualsiasi donna.
**
tratta da
"undici minuti" di Paulo Coelho
Cosa
ve ne pare di questo primo capitolo? forse è un
pò breve,ma io ho il dono della sintesi,ma dal prossimo
saranno un pò più lunghi,promesso. Per postare il
prossio aspetterò una settimana,ma soprattutto che chiuda
del tutto l'altra mia ff "Inno alla bellezza" Per
quanto riguarda la danza ho cercato di attenermi quanto più
possibile al vero,avendola praticata per ben 13 anni...e voi fate
qualche sport? aspetto con ansia di conosccere i vostri pareri,un bacio
;)
Buongiorno
ragazze! state morendo pure voi dal caldo come me??? scusate
se non ho postato martedì,ma oggi ho fatto un esame e quindi
non ho avuto il tempo di riguardare il capitolo :) Vi ringrazio
immensamente per il benvenuto che avete dato a questa
storia:già dal primo capitolo sono arrivate le recensioni e
più di 100 letture,grazie davvero! Vi
lascio il secondo capitolo e ci leggiamo in fondo ;)
ATTRAZIONE
<< Non esiste salvaguardia
contro il senso
naturale dell'attrazione. >>*
“No cazzo
no! Fermate la musica” era già la quinta volta che
Edward bloccava le prove.
Il
motivo:io.
Mi riteneva
poco sensuale nella parte di Odile,il cosi detto cigno nero . Se Odette
era
l’emblema dell’amore puro e spirituale,Odile dovevaessere passionale e
seducente nei suoi
gesti,per accattivarsi le attenzioni del principe Siegfried. E io a
quanto
pareva,non ero adatta per quella parte.
“Sei rigida.
Devi sedurre,e non solo il principe,ma la corte,il pubblico,il mondo
intero.
Nei fouette sei il ragno che tesse la tela,devi stare più
dritta”
Non poteva
contestarmi nulla dal punto di vista della tecnica,anzi a suo dire ero
anche
troppo perfetta,e secondo lui era proprio questa mia perfezione ad
impedirmi di
lasciarmi andare. Il pianista approfittò dello stop per
uscire dalla sala e
andarsi a prendere un caffè e così rimasi da sola
con lui. “Edward io mi sto
impegnando al massimo per questa parte,ma-“
“Non è vero.
Se cercassi solo il cigno bianco tu saresti perfetta,ma non
è così” mi si
avvicinò e si posizionò dietro di me,appoggiando
il suo petto alla mia
schiena,e cominciando a parlarmi all’orecchio “
Devi lasciarti andare
Bella;stai cercando di sedurmi,sii sensuale,sfodera tutta la tua carica
erotica. Nel modo in cui ti muovi adesso non riusciresti ad irretire
neppure un
vecchietto” Mi girai di scatto e feci per mollargli un
ceffone,ma lui fu più
veloce di me e mi bloccò per il polso
“E’ questo che intendo quando dico che
devi lasciarti andare. Mettici il cuore,sorprendi te stessa e
sorprenderai gli
altri” Mi divincolai e quando ci riuscii, gli voltai le
spalle “A domani
Edward” e lo lasciai lì senza aggiungere altro.
Passai
l’intera serata a guardare su internet le variazioni del
cigno nero eseguite
dalle più brave ballerine:Zakarova,Semionova… e
poi cosa mai fatta prima mi
misi davanti lo specchio e cercai di essere sensuale,di lanciare
sguardi che
potessero sembrare maliziosi,ma io e l’eros eravamo due cose
molto diverse. Non
che fossi una sprovveduta,ma le mie relazioni non erano mai state
incentrate
sul sesso o sull’attrazione prettamente fisica. Decisi di
andare a letto e che
il giorno dopo mi sarei impegnata maggiormente,sfruttando
più la mia
intelligenza che il mio corpo.
La mattina
seguente feci una cosa che raramente facevo,mi truccai;nulla di
esagerato,solo
un filo di matita e un po’ di mascara per sottolineare lo
sguardo,raccolsi i
capelli nel solito chignon e fui pronta. Arrivai presto a scuola e
lasciai
libero il pianista:volevo fare le prove da sola con Edward. Cominciai
gli
esercizi di riscaldamento e circa un’ora dopo
arrivò anche lui e si sorprese di
trovarmi già pronta. “Buongiorno Edward. Oggi
proveremo da soli,così potrò
concentrarmi meglio”
“Buongiorno
a te Isabella,se vuoi possiamo cominciare subito sono
pronto.” Velocemente mi
liberai degli scalda muscoli,indossai le scarpette da punta e feci
partire la
musica. Mi misi in posizione,feci un bel respiro e iniziai la
variazione. Per
tutto il tempo non staccai mai lo sguardo da quello di Edward,volevo
provocarlo,fargli capire che stavo mettendo tutta me stessa in questa
variazione
e cercai di muovere in maniera quanto più sensuale possibile
le mie
braccia,cercando di farle diventare davvero le ali di un cigno. Durante
il
passo a due lui accarezzava sensuale le mie gambe e mi sussurrava
“Senti la mia
mano,rispondile.” E così feci andai incontro alla
sua mano.
I suoi occhi
verdi erano due calamite che mi attiravano e non fu difficile
mantenerne il
contatto,anche durante i giri mi fungevano da punto fisso. Terminata la
variazione ero esausta,ma soddisfatta di me stessa;stavolta non avrebbe
potuto
replicare nulla. Senza degnarlo di uno sguardo mi avvicinai al borsone
ed
estrassi la mia bottiglietta d’acqua per berne qualche
sorso;sentii lui
muoversi dietro di me e poi poggiare il suo petto sulla mia
schiena,come aveva
fatto ieri. “Sei stata divina Isabella,hai colto nel pieno il
personaggio” e
dicendo ciò spinse il suo bacino verso il mio sedere,e dalle
calzamaglie potei
benissimo sentire la sua erezione durissima. Rimasi per un attimo senza
fiato:io Isabella Swan,ero riuscita a far eccitare Edward Cullen
semplicemente
ballando?Sentii un
languore diffondersi
nel basso ventre e un calore partire proprio da lì. Cercai
di scostarmi
delicatamente,ma lui non me lo permise,continuando a sfregare la sua
erezione
sui miei glutei “Era questo che intendevo ieri-mi
soffiò all’orecchio- devi
riuscire a far eccitare il pubblico come hai fatto con me
oggi” e cominciò a
solleticarmi il collo con la punta del naso. Contro ogni
previsioni,anziché
scostarmi,poggiai la testa sulla sua spalla,favorendo il suo
sali-scendi. Poi
lui mi prese il volto tra le mani e mi baciò. Non era un
bacio tenero,ma
infuocato e passionale;subito la sua lingua sfiorò le mie
labbra e io le
dischiusi per darle libero accesso. Entrò quasi con forza
dentro la mia bocca e
la esplorò a fondo,prima di intrecciare le nostre
lingue;senza interrompere il
contatto,riuscì a farmi girare di fronte a lui. Senza alcuna
delicatezza mi
sospinse verso la parete,e cominciò ad accarezzarmi le
cosce,e portò una mia
gamba su un suo fianco. Spinse il suo bacino contro il mio e
mormorò ,con la
voce roca e distorta dalla passione “Ti voglio. Qui.
Ora”
*Algernon
Charles Swinburne
Cosa farà adesso Bella? si
concederà o lo mollerà lì visto il
modo in cui l'ha trattata? Volevo precisare che alcuni
dialoghi iniziali sono stati presi dal film "The black swan",da cui la
storia prende ispirazione. Bene,non mi resta che auguravi una buona
settimana,chi è libero dagli studi si vada a rinfrescare a
mare,e ci ritroviamo qui giovedì prossimo,con un nuovo
capitolo. Voi intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questo,un bacio
Paola
Buonpomeriggio
ragazzi! ebbene sì,parlo al maschile perchè ho
scoperto di avere un lettore:Sexbook! sono così contenta che
un ragazzo si sia fatto avanti,se qualcun altro vuole presentarsii,non
abbia paura :) Per
spezzare l'attesa che ci separa dal comic con,ho deciso di
postare il capitolo,e quindi eccomi qui! Avevamo lasciato Bella
indecisa se abbandonarsi alla corte di Edward o meno,cosa
succederà? non vi resta che scoprirlo ;)
SENSE AND SENSIBILITY
<<Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non
scambierebbe con
l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un
occhio
limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta
delle felicità
umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà
quell'attimo>>
**
“Ti voglio.
Qui. Ora”
Famelicamente
mi tolse il maglioncino nero, ed affondò la bocca nel
profondo del mio collo.
Mi abbandonai, in balia del suo desiderio. Potevo sentire le vene
pulsare una
quantità sopraelevata di sangue, dilatarsi, eccitate quanto
me. La sua barba
sfregava lungo le mie clavicole, solleticandole maliziosa. Il suo naso
odorava
ogni poro del mio corpo, creando sospiri che si mescolavano ai miei
gemiti
soffocati. Spingevo la sua testa contro il mio corpo, come se plasmare
il
contorno del suo volto su di me bastasse per farmi ricevere tutto il
piacere
che aveva da offrirmi. Improvvisamente si fermò e mi
guardò, come un lupo
affamato, che si sta godendo la sua preda. I suoi occhi verdi,
contornati da
ciglia lunghe, ne sottolineavano lo sguardo duro, avido, vorace. La
bocca
socchiusa ansimava, facendomi sentire talmente desiderata, da
trasformarmi
improvvisamente nella cattiva ragazza che era sempre restata rinchiusa
dentro
me, e che solo lui aveva avuto modo di far trasparire. La ragione mi
diceva di
fermarmi subito,di allontanarlo,ma la bocca si mosse di sua spontanea
volontà “Prendimi.”
gli sussurrai nell’orecchio, dopo quella breve ma intensa
pausa. Senza farselo
ripetere una seconda volta, mi afferrò i fianchi e mi fece
avvolgere le gambe
attorno al suo bacino, issandomi salda. Fu facile, in quella posizione,
sentire
il suo piacere aumentare contro il mio. Iniziai a baciarlo lungo il
lobo
dell’orecchio, facendolo impazzire. Tenendomi sempre in
braccio a lui,si chinò
fino a ritrovarci entrambi stesi sul parquet,quello stesso parquet che
mi ha
visto tante volte ballare. Abbassatomi il body, tuffò il
volto fra i miei seni
piccoli ma dalla forma gradevolmente piena e consistente. Piccoli baci
si
alternavano a morsi, carezze. Afferrandogli i lati della maglietta,
gliela
tolsi, scoprendo il suo corpo slanciato e scolpito il quanto basta per
sottolinearne in modo lieve i muscoli. Cercai ad occhi chiusi il bordo
della
sua calzamaglia, mentre le sue mani si facevano spazio fra le mie
cosce,
allargandole. Quando mi toccò, il piacere che avevo
contenuto a stento dentro
di me, esplose, inumidendo gli slip ed i leggings che indossavo. Notai
un lieve
sorriso soddisfatto nel suo volto, che lo incentivò a
continuare nel toccarmi
in modo sempre più bramoso, bagnandosi a sua volta le dita.
Dopo avergli abbassato
le calzamaglie, se le tolse in fretta, scoprendo un paio di boxer neri,
all’interno dei quali si nascondeva a stento il suo membro
notevolmente in
erezione. Velocemente Edward ci liberò degli indumenti che
avevamo ancora
addosso e fu dentro di me. I suoi movimenti erano delicati ma allo
stesso tempo
passionali;le spinte improvvisamente si intensificarono e insieme
raggiungemmo
il paradiso.
Edward senza
dire nulla,ma cercando di riprendere fiato,si sdraiò accanto
a me;rimanemmo
così per un po’,in silenzio,aspettando che i
battiti del cuore si calmassero.
Fu lui a spezzare il silenzio “Complimenti Isabella,non ti
facevo così focosa.
Onestamente pensavo mi avresti respinto. Ma non farti strane
idee,quello che è
accaduto è stato puro sesso;fantastico,ma sempre sesso
rimane”
Scattai in
piedi come una molla,afferrai velocemente il body,lo indossai e prima
di
lasciarlo lì,mi voltai verso di lui “Non
preoccuparti,non ho intenzione di
rifare quello che è appena accaduto” e uscii fuori
dalla sala. Mi rifugiai
nella doccia dello spogliatoio,e mi gettai sotto il getto
dell’acqua calda. Più
volte mi strofinai il corpo con il bagnoschiuma per tentare di
eliminare il suo
odore,ma fu tutto inutile. Quando i singhiozzi diventarono talmente
forti da
impedirmi di reggermi sulle mie gambe,mi accasciai
all’interno del box e
lasciai che l’acqua continuasse a scorrere sul mio
corpo,mischiandosi alle
lacrime. Improvvisa la consapevolezza di ciò che avevo
appena fatto si abbatté
su di me,provocandomi nuovi singhiozzi,più profondi e forti.
Mi ero
lasciata traviare da Edward Cullen,mi ero abbandonata a lui,alle sue
moine,che
mi avevano portato a fare sesso con un perfetto sconosciuto.
Fu Alice a
trovarmi ancora immersa nel box della doccia,dopo non so quanto tempo.
Lentamente mi aiutò ad uscire e mi avvolse in un
asciugamano,stringendomi al
suo petto. “Piccolina cosa succede?” mi chiese
seriamente preoccupata,ma i
singhiozzi mi impedivano di parlare;cercai di respirare profondamente e
ci
riuscii un po’,quel tanto che bastava per rispondere alla mia
amica “Io … Edward
… mi sento così sporca” blaterai,non
certa che Alice fosse riuscita a capire
qualcosa.
“O cielo non dirmi che lui ha … ha abusato di
te?” Scossi
energicamente la testa e tentai nuovamente di parlare,anche se avevo la
gola in
fiamme a causa del troppo pianto e la voce roca “N- no
… io … io ero
consenziente Alice,io ho accettato di fare sesso con lui e adesso mi
sento
sporca,mi faccio schifo da sola”
Lei non
disse nulla,si limitò a stringermi ancora più
forte a sé e ad accarezzarmi la
schiena e i capelli. “Adesso ti aiuto a vestirti e torniamo a
casa,ok? Lui è
già andato via,dopo avermi chiamata per dirmi di venirti a
cercare,quindi almeno
per oggi non dovrai più vederlo”
Annuii
incapace di fare altro e lasciai che Alice mi aiutasse a vestirmi,come
se
fossistata una
bambina piccola;nel
mentre riflettei sulle sue parole,e sul fatto che era stato Edward a
cercarla e
dirle di venire negli spogliatoi. Guardando l’orologio notai
che effettivamente
erano passate più di tre ore da quando mi ero chiusa qua
dentro,e lui
probabilmente aveva intuito che mi ero pentita di quello che avevamo
fatto. Al
solo pensiero che l’indomani lo avrei rivisto,la testa
cominciava a girarmi e
lo stomaco mi si contorceva per la vergogna e la rabbia,ma non avrei
mai
permesso che lui distruggesse il mio sogno di ballare da protagonista
nel lago
dei cigni.
Ma allora
non sapevo quanto mi sarei sbagliata.
POV
EDWARD
Arrivato a
casa scaglia la borsa sul pavimento e mi sedetti sul divano,prendendomi
la
testa tra le mani:che cazzo avevo fatto?
Dalla prima
volta che avevo visto Isabella ne ero rimasto affascinato:era una
ragazza
timida,che non faceva nulla per mettersi in mostra,ma nonostante
ciò mi
affascinava da morire;aveva un modo particolare di toccarsi i capelli e
di
mordicchiarsi le labbra quando era in imbarazzo o pensierosa che mi
faceva
eccitare come poche cose erano capaci.
Quella
mattina l’avevo trovata in palestra già pronta per
provare,e mi ero sorpreso
nel constatare che si fosse truccata. Quando attaccò la
musica e iniziò a
provare i passi del cigno nero,notai immediatamente che stava ballando
in modo
diverso,mettendoci l’anima e cercando di sedurmi in ogni
modo. E
dannazione,c’era riuscita. Non avevo resistito e
l’avevo fatta mia,lì,su quel
parquet che ci aveva concesso la possibilità di incontrarci.
Sperai
vivamente che ciò non compromettesse l’alchimia
che almeno sul palco si era
creata.
**
G. D'Annunzio, Il piacere
Ve lo
aspettavate? voglio tanti commenti per questo capitolo,così
la settimana prossima ve ne posto due! A parte gli scherzi io dal 28 al 5 agosto
mancherò e per non farvi perdere un
aggiornamento,ne farò uno domenica e uno
mercoledì,così sarete felici :D Avevo
in mente di dirvi altro,ma non mi ricordo O.O boh,vi saluto,a domenica
Paola ^^
Buonasera
ragazze! visto che sono sveglia per "vedere" Kris al Comic
Con che presenterà il nuovo film in cui è la
protagonista,SWATH,ho deciso di postare ora il
capitolo,perchè domani rischierei di non arrivarci e ve
l'avevo promesso! Vi ringrazio per la risposta positiva allo scorso
capitolo,e sono contenta di conoscere nuovi lettori,spero che nel corso
della storia se ne facciano avanti altri ^^ Colgo
l'occasione per ricordarvi il mio contatto facebook,Paola Efp,se
qualcuno mi volesse aggiungere! Non
vi rubo altro tempo e vi lascio alla lettura :)
IMPREVISTO
<< Well life has a
funny way of sneaking up on you
When you think everything's okay and
everything's going right >>**
Erano
passati due mesi dall’accaduto. Inizialmente fu molto
difficile per me tornare
a lavorare con Edward;era evidente il mio imbarazzo,lui invece sembrava
molto
tranquillo,e dover recitare la parte di due innamorati non fu semplice.
Non ci
parlavamo neppure,o più precisamente io evitavo di parlare
con lui;al contrario
Edward tentava in tutti i modi di comunicare con me e più di
una volta aveva
tentato di avvicinarmi,e forse chiedermi scusa,almeno così
sembrava dal suo
sguardo, ma dopo che gli ebbi mollato un ceffone,aveva definitivamente
desistito.
Adesso le
cose andavano un po’ meglio,ci parlavamo come fanno due
persone che si
conoscono, scambiandoci qualche convenevole e giù di
lì.
Da due
giorni non ero nel pieno delle mie forze e non riuscivo a capire il
perché;secondo Alice era tutto lo stress accumulatosi in
questo periodo
complesso: le prove,l’esperienza con Edward,i pianti e
l’ansia di essere presto la
protagonista del balletto che avevo sempre sognato di interpretare.
Stavo
provando con lui una presa piuttosto complessa,quando la testa
cominciò a girarmi
vorticosamente “Mettimi giù”
sussurrai,con la vista che si appannava sempre
più.
“Non è
ancora il momento” mi rispose Edward tra i denti,continuando
la prova. Ma io
rischiavo di perdere l’equilibrio se non mi avesse messo
giù “Ti prego” riuscii
a dire prima di accattocciarmi su me stessa;se Edward non fosse stato
attento
sarei sicuramente caduta rovinosamente a terra,invece riuscì
a stringermi al
suo petto e poi mi adagiò sul parquet. Di quello che accadde
dopo non ricordavo
nulla.
“Ben svegliata
signorina Swan,come si sente?” Lentamente sbattei le
palpebre,rimanendo
accecata dalla potente luce bianca del neon;dove mi trovavo? Cosa era
successo?
Chi era la donna al mio fianco? Lei leggendo probabilmente la
confusione sul
mio volto,mi sorrise affettuosamente. “Signorina siamo in
ospedale. È stata
portata qui dopo essere svenuta durante le prove di un balletto;nel suo
stato
dovrebbe riguardarsi”
Cominciavo a
ricordare qualcosa di quello che era successo,ma le sue ultime parole
mi
avevano confuso nuovamente “Mi scusi ,ma a quale stato si
riferisce?”
La
dottoressa strabuzzò gli occhi “Lei è
incinta. Sta per entrare nella settima
settimana,scusi il gioco di parole”
Di colpo la
mia mente mi trasportò nuovamente a quel pomeriggio,che
avevo tentato in tutti
i modi di seppellire nei meandri della mia memoria;io nella mia vita
non avevo
mai preso la pillola e quel pomeriggio Edward non aveva indossato
nessuna
protezione ed era venuto dentro di me. Presa dalla voglia di
dimenticare non
avevo completamente collegato ciò che era accaduto,con la
mancanza del
ciclo,pensavo fosse uno dei miei soliti ritardi,accentuato dallo stress
che
avevo vissuto. Possibile che l’errore di una sola volta
potesse causare tutto
ciò?
“Vuole che
faccia entrare la sua amica? È stata tutto il tempo qui
fuori”
Annuii
semplicemente,incapace di collegare il cervello alla bocca per poter
esprimere
alcun suono;non appena la dottoressa aprì la porta,vidi una
chiazza di capelli
neri corrermi incontro e buttarsi letteralmente su di me “O
cielo Bella meno
male che stai bene. Non azzardarti mai più a farmi prendere
uno spavento del
genere! Hai fatto preoccupare tutti,sei caduta come un sacco di patate.
Ma
adesso ci penso io a te,guai se salterai ancora qualche pasto”
“Alice sono
in-… incinta” sussurrai,senza guardarla negli
occhi,mi vergognavo da morire.
Quando però Alice non disse nulla,mi decisi ad alzare lo
sguardo:lei era
attonita,potevo quasi vedere la parola ‘incinta’
che vorticavanella
sua mente. Lentamente sembrò tornare
alla realtà “Bella ne sei sicura?”
“Me lo ha
detto la dottoressa,quella che è appena andata via. Non
credo che lei possa
sbagliarsi”
La mia amica
continuò a guardarmi senza sapere cosa dire,e lentamente i
miei occhi
cominciarono a riempirsi di lacrime;se anche lei,che mi conosceva da
una vita
sembrava stesse giudicandomi con il suo tacere,non osai immaginare cosa
avrebbero pensato gli altri. Sarei sicuramente stata additata dalla
gente del
mio quartiere e all’accademia il pettegolezzo si sarebbe
sparso alla velocità
della luce,e le altre ragazze sarebbero state lì,pronte a
deridermi per la mia
stupidità. Le lacrime,copiose,cominciarono a bagnare le mie
guance e ben presto
si aggiunsero i singhiozzi a scuotermi il petto. Alice, stavolta,
prontamente
afferrò le mia mani tra le sue “Tesoro non
piangere,vedrai che le cose si
aggiusteranno. Cosa hai intenzione di fare?”
“Non ne ho
idea Alice. Prima devo parlarne anche con Edward”
piagnucolai,terrorizzata da
quale sarebbe potuta essere la sua reazione
“Io sono
qui,qualunque cosa deciderai. Sai che non ti giudicherò,non
potrei farlo mai” e
mi abbracciò stretta. Ecco perché consideravo Alice una
sorella.
**"Ironic" Alanis Morissette
Alcuni di
voi avevano già capito che sarebbe accaduto
ciò,ma non immaginatevi che adesso sarà tutto
facile,la storia è solo all'inizio e cisarà tempo
perchè le rose sboccino :) visto che ho un pò di
tempo ringrazio le persone che hanno inserito la storia tra le
preferite,le seguite e le ricordate e un grazie particolare a Sexbook
che mi ha inserito pure tra gli autori preferiti,e poi finora
è l'unico ragazzo che segue la mia storia quindi ha un posto
particolare nel mio cuore di autrice. ok la taglio con queste note
chilometriche e vi ricordo che il prossimo capitolo arriverà
mercoledì,perchè poi me ne vado in vacanza!!!
fatemi sapere cosa ne pensate di questo,un bacio Paola
Buonasera
ragazzi! come vi avevo promesso ecco a voi il capitolo :) ma
dove la trovate un'autrice che rispetta così tanto
le sue promesse??? no vabbè oggi sono particolarmente felice
perchè ho finalemtne concluso gli esami universitari e
adesso mi prendo un periodo di vacanza *__* Vi
ringrazio per la risposta più che positiva che state dando
alla storia,sono contenta che vi piaccia e vi attiri,e soprattutto
gongolo ogni volta che nuovi lettori si fanno avanti, quindi sotto a
chi tocca!!! La
smetto di blaterare e vi lascio al capitolo :)
DECISIONI
<>**
DRIIN appena
il cellulare cominciò ad intonare le prime note del lago dei
cigni,lo staccai
immediatamente. Ero già sveglia dalle cinque del mattino,ma
in fondo quella
notte come avrei potuto dormire bene? Mi alzai facendo attenzione a non
fare
troppo rumore e rischiare di svegliare Alice;si era offerta di passare
la notte
con me per farmi compagnia,nonostante dovesse festeggiare il
‘mesiversario’ con
il suo ragazzo Jasper, non aveva ammesso obiezioni:non mi avrebbe mai
lasciata
sola in una giornata simile. Era per questo che io adoravo
incondizionatamente
la mia ‘sorellina’:era pronta a sacrificare se
stessa pur di farmi stare bene.
Mi diressi in bagno e velocemente mi infilai sotto la doccia,sperando
che
l’acqua calda potesse sciogliere un po’ della
tensione che da due giorni
attanagliava il mio corpo. Cercai di non pensare a nulla mentre
l’acqua calda
mi bagnava le spalle,ma i miei pensieri vagarono proprio al giorno in
cui avevo
comunicato ad Edward di essere incinta:erano passati due giorni,ma a me
sembrava un’eternità
Avevo chiesto ad Edward
di vederci perché
dovevo parlargli di una “cosa” e lui aveva
accettato d’incontrarmi in un bar
vicino la scuola di danza. Arrivai prima di lui e mi sedetti in un
tavolino
appartato;cominciai a torturarmi le mani ed evitai di guardare verso la
porta
quando la sentivo aprirsi:una parte di me,quella più
vigliacca,sperava che lui
non venisse,così da protrarre ancora un po’ quel
momento. Avevo paura,una
fottuta paura:della sua reazione,del futuro,di quello che mi sarebbe
accaduto,di tutto.
Ma poco dopo due piedi si
avvicinarono a me
e sentii la sedia di fronte muoversi. “Ciao Bella,come
stai?” mi chiese gentile
“Ciao
Edward,grazie sto meglio” risposi con
un filo di voce,evitando accuratamente il suo sguardo. Il silenzio
piombò su di
noi e sapevo di dover essere io quella che doveva parlare,ma la parte
codarda
di me prevalse ancora una volta. Alla fine fu Edward a
parlare,nuovamente “Io
prendo un caffè,tu vuoi qualcosa?” scossi
semplicemente la testa. Notai lui
chiamare una cameriera e poco dopo lei fece ritorno con il suo
caffè;lo bevve
in silenzio e poi soffermò lo sguardo su di me:capii che era
giunto il momento.
“Allora Bella
posso sapere perché hai
chiesto di vedermi? C’entra con quello che ti hanno detto
all’ospedale dopo il
tuo svenimento?”
Presi un profondo respiro
e mi decisi a
parlare,senza smettere di torturare le mie mani,che tenevo nascoste
sotto il
tavolino “In effetti sì. Ecco io…
noi… sono incinta!” mi sentii improvvisamente
più leggera,era come se un peso si fosse tolto dal mio
stomaco,e adesso ero
pronta ad affrontare la sua reazione.
“Che
cosa?” disse con una punta di panico
nella voce
“E’
successo quel pomeriggio alla scuola di
danza;ness-“
“Sei certa che
sia mio?” A quella domanda
non ci vidi più,gli mollai un ceffone,presi la borsa e
cercai di andare via,ma
lui fu più veloce e mi afferrò per un
braccio,costringendomi a tornare seduta.
“Scusami,non avrei dovuto dirti quella cosa. Ma adesso cosa
hai intenzione di
fare?” Eccolo il momento tanto temuto,quello delle
decisioni:sperai solo che
lui potesse darmi una mano. Mi morsi un labbro prima di rispondere e
abbassai
lo sguardo “Non ho idea di quello che farò. Sono
giovane,sola,sta per
realizzarsi il mio sogno sin da quando ero
bambina,quindi…” lasciai volutamente
la frase in sospeso per fargli capire che in cuor mio una decisione
l’avevo già
presa,adesso toccava a lui assecondarla o meno. Sperai che lo facesse.
“Ok Bella,facciamo così. Mio padre è un
medico e ti aiuterà a farti avere un appuntamento per
l’interruzione della
gravidanza,ci stai?” Annuii solamente.
Ritornai con
la mente al presente e velocemente uscii dalla doccia e finii di
prepararmi.
Lasciai un biglietto per Alice e poi uscii di casa. C’era un
freddo gelido e mi
strinsi di più nel mio cappotto:era come se il tempo avesse
intuito ciò che di
lì a poco sarebbe successo. Il gelo era anche dentro di
me,perché sapevo di
star facendo qualcosa di sbagliato,che andava contro ciò che
avevo sempre detto
e pensato,ma in quel momento capii che non si può giudicare
una persona o una
situazione se prima non la si è vissuta sulla propria
pelle,e provai pena per
tutte quelle ragazze che si erano ritrovate ad affrontare da sole una
situazione come la mia.
Camminai
a passo svelto per riscaldarmi,ma
anche per mettere fine quanto prima a quello che stavo per fare;ad un
tratto
cominciai a sentire delle voci concitate,ma non riuscivo a capire da
dove
venissero,fino a quando non sbucai nella traversa dove si trovava la
clinica
consigliatami da Edward,specializzata in interruzioni di gravidanza.
Dei manifestanti
proprio lì davanti urlavano “Tutti i bimbi
vogliono venire al modo,tutti i
bimbi vogliono venire al mondo” Abbassai immediatamente gli
occhi,per evitare
di vedere quella gente,in quel momento avrei voluto che una voragine mi
inghiottisse e mi facesse sparire per sempre dalla terra;temevo ci
potesse
essere qualcuno che conoscessi e a quel punto il segreto sarebbe venuto
fuori,inoltre
mi vergognavo di me stessa per quello che stavo facendo, e
così cercai quanto
prima di raggiungere l’ingresso,ma una ragazza mi venne
accanto dicendomi “Il
tuo bambino ha già un cuore formato sai? Può
provare dolore,e ha anche le
unghie”
“Hai detto
le unghie?” esclamai,sinceramente sorpresa per quella cosa,ma
lei non
rispose,si limitò a guardarmi in un modo che mi fece
immediatamente pentire di
essere nata.
Affrettai il passo ed entrai nella struttura,bianca,come tutti gli
ospedali. Mi avvicinai alla reception dove c’era una ragazza
ben vestita
“Buongiorno sono Isabella Swan,ho un appuntamento con il
dottor Cooper”
“Salve
signorina,un attimo che controllo … sì ecco deve
fare un interruzione di
gravidanza giusto?”
Annuii e lei
mi fece un sorriso di circostanza “Ecco a lei,deve riempire
questi moduli,poi
quando il dottore la chiamerà li consegnerà a
lui. Se vuole può accomodarsi lì”
e indicò alle mie spalle una serie di divanetti.
Sussurrandole un grazie presi
i moduli e andai a sedermi. Senza prestarvi particolare attenzione
cominciai a
riempirli meccanicamente,evitando di pensare al perché
dovessi compilare tutte
quelle schede. Ad un tratto sentii lo stomaco gorgogliare e mi
pietrificai;razionalmente sapevo che ciò era dovuto alla
fame,visto che non
avevo potuto fare colazione,ma nella mia testa si formò un
pensiero senza che
potessi fermarlo:e se fosse stato il mio bambino?
Nello stesso
momento dalla porta dello studio medico uscì
un’infermiera che annunciò
“Isabella Swan”
Presi un
respiro profondo,mi alzai e andai incontro al mio destino,che
già era stato
segnato.
POV
EDWARD
Avevo fatto
una cosa vergognosa. Bella era spaventatissima,ed io invece di
consolarla,le
avevo chiesto di abortire. Non contento avevo tirato in mezzo mio
padre,che
odiava ciò. Sarei sembrato il solito ragazzo stronzo che non
è capace di
prendersi le proprie responsabilità,ma solo io sapevo
l’inferno che avevo alle
spalle e mai nessuno si sarebbe permesse di giudicarmi in
famiglia,neppure mio
padre,che comunque mi aveva fatto una bella lavata di capo per la mia
ingenuità,visto che non avevo usato delle protezioni.
Scioccamente pensavo che
Bella prendesse la pillola come tutte le altre ragazze,ma in
effetti,conoscendola per quel poco di tempo che trascorrevamo insieme a
scuola,lei non era come le altre:era ingenua,timida,ma forte e
determinata
nelle sue decisioni,ed era stato proprio questo mix caratteriale ad
attirarmi
tra le sue braccia.
Sapevo
che quello che le avevo chiesto di fare
era vergognoso,ma non potevo rischiare di nuovo;avevo già
sofferto abbastanza,e
se si fosse ripetuto quello che successe allora,stavolta non mi sarei
ripreso.
Se ripensavo a quell’anno,ancora adesso il magone si faceva
sentire nel mio
petto. Ero stato troppo ingenuo,ma adesso non sarebbe successo. Non lo
avrei
più permesso.
**
Lettera a un bambino mai nato,Oriana Fallaci
La scena
della protesta di fronte la clinica è stata presa dal film
Juno,se non lo avete mai visto fatelo! Ho
inserito nuovamente un punto di vista di Edward per farvi capire meglio
la sua reazione: nasconde qualcosa nel suo passato che lo ha fatto
soffrire molto. Con
la scelta di Bella spero di non scatenare la vostra furia,il capitolo
rimane aperto in un certo senso,quindi non sappiamo ancora cosa
succederà,in ogni caso la mia non vuole essere assolutamente
una propaganda nè pro nè contro l'aborto. Detto
ciò vi saluto,vi auguro buone vacanze e ci si becca al mio
rientro;voglio trovare tante belle recensioni altrimenti nel week-end
non posto u.u (scherzo,ma le recensioni mi farebbero molto piacere ^^)
ci leggiamo ad agosto,buone vacanze Paola ;)
Buongiorno
e buona domenica! Eccomi qui dopo una settimana all'insegna del relax:
ci voleva proprio dopo tutti gli esami dati :) Prima
di tutto devo ringraziarvi per la risposta più che positiva
che avete dato alla storia: nonostante il periodo estivo le visite sono
salite,così come le persone che l'hanno inserita tra le
preferite,le seguite e le ricordate,grazie di cuore! Vi
lascio al capitolo,nello scorso avevamo lasciato Bella che andava
incontro al suo destino:dove la porterà? Sorry
se il capitolo è un pò breve,prometto che in
futuro saranno leggermente più lunghi :)
CONSEQUENCES
<> **
Quando l’infermiera
chiamò il mio nome io ero già con un piede fuori
dalla porta.
Anche se da
sola avrei cresciuto il mio bambino,lui non aveva colpe. Mi allontanai
velocemente,quasi correndo,ma sentii lo stesso la ragazza che prima mi
aveva
trucidato con lo sguardo urlare “Dio apprezza questo
miracolo” e sorrisi alle
sue parole. Non potevo uccidere una creatura viva proprio io,che,visti
i miei
studi in medicina poi abbandonati per dedicarmi esclusivamente alla
danza,
sapevo che già dopo ventitre giorni dal concepimento il
cuore di un feto
batteva.
Quando
tornai a casa trovai Alice seduta sul divano a mangiucchiarsi le
unghie;appena
mi vide mi venne incontro,sospingendomi verso la seduta “Ehi
Bella come ti
senti? Hai qualche dolore,fastidio? Vuoi bere o mangiare
qualcosa?” Era
seriamente preoccupata per me e per le mie condizioni di
salute:ringraziai
mentalmente,ancora una volta,l’angelo che mi aveva fatto
incrociare la sua
strada.
“No Alice
sto bene,ma devo dirti una cosa” Mi guardò
curiosa,in attesa che continuassi a
parlare. “Forse mi prenderai per pazza,ma io non ho avuto il
coraggio. Non
posso impedire a questo bambino di venire al mondo,lui non ha colpe.
È arrivato
in un momento sbagliato,ma ciò non significa che io possa
prendermi il diritto
di decidere per la sua vita … Alice stai bene?” Mi
interruppi quando vidi la
mia amica piangere sommessamente. Senza dire una parola mi
abbracciò stretta,e
io feci lo stesso,massaggiandole la schiena e tentando così
di fermare le sue
lacrime. Quando riuscì a calmarsi allentò un
po’ l’abbraccio,quel tanto che le
permettesse di guardarmi negli occhi “Non sai quanto sono
felice Bella! Hai fatto
la scelta giusta … io ho cercato di influenzarti il meno
possibile,appoggiandoti quando avevi deciso di abortire,ma dentro di me
temevo
che una volta preso coscienza dell’atto che avevi commesso te
ne saresti
pentita e avresti vissuto per sempre con il rimorso. Ci saranno tanti
momenti
difficili,ma io e Jasper saremo qui,pronti ad aiutarti e sostenerti
ogni
qualvolta avrai bisogno” Fu il mio turno di piangere e
buttarmi tra le sue
braccia:Alice era veramente un’amica speciale e unica ed ero
fortunata ad
averla incontrata. Io ed Alice ci volevamo bene come due sorelle,anzi
di più,perché
il nostro rapporto era spontaneo,lo avevamo scelto e non ci era stato
imposto
dai vincoli di sangue.
Poco dopo
lentamente sciolse l’abbraccio e mi fece vedere la sua
mano,segnata da una
piccola cicatrice che conoscevo bene “L’avevamo
promesso che ci saremmo sempre
state l’una per l’altra,ricordi?” sorrise
e io annuii felice.
Non avrei
mai potuto dimenticare quel pomeriggio in cui,giocando al parco,Alice
cadde in
avanti e per ripararsi il viso,mise avanti le sue manine,ma
così facendo si
procurò un brutto taglio su una pietra;le lacrime che
seguirono furono molto
copiose,ed io per farla smettere avevo preso la pietra e fatto lo
stesso taglio
sulla mia mano,e cercando di trattenere il dolore e il pianto le avevo
detto
“Guarda,pure io mi sono fatta la bua” e subito
Alice aveva smesso di piangere e
tirando su con il naso aveva sussurrato,con la voce rauca per il pianto
“Facciamo un patto di sangue:noi due saremo amiche per
sempre” e così dicendo
aveva preso la mia mano e l’aveva sfregata contro la
sua,facendo venire a
contatto le parti insanguinate.
I giorni
seguenti non furono per nulla facili;Alice non poteva dedicarmi tante
attenzioni a causa delle prove e poi io le avevo detto che andava tutto
bene,e
quindi poteva tranquillamente passare il week-end libero che aveva con
Jasper.
Ma la verità era ben diversa:mi alzavo tutte le mattine con
la nausea,che non
scompariva almeno fino a sera,quando potevo mangiare qualcosa di
più nutriente
che non fossero semplici biscotti al cioccolato,l’unica cosa
che in piccole
quantità mi evitava di vomitare tutto il giorno. La sera mi
addormentavo
piangendo,consapevole che da sola non sarei mai riuscita a crescere mio
figlio,visto che la borsa di studio, che avevo conquistato con fatica
all’accademia,non avrebbe coperto tutte le spese che avrei
dovuto affrontare. I
miei genitori non avevano preso benissimo la notizia,ma alla fine mi
ritenevano
una persona in grado di assumersi le proprie
responsabilità;il problema è che
in Italia loro non navigavano nell’oro,quindi anche il loro
supporto era minimo
e poi io non volevo pesare sui miei.
Mi stavo per
accoccolare sul divano e cercare qualcosa di interessante alla
tv,quando
suonarono alla porta;di malavoglia mi alzai,e venni colta come sempre
da un
capogiro,presi un profondo respiro per assestarmi e andai ad aprire.
Ciò che mi
si parò davanti fu uno spettacolo che mi mozzò il
fiato:Edward con un cipiglio
omicida mi fissava come se volesse trucidarmi con lo sguardo. Rimasi
imbambolata a fissarlo e lui molto maleducatamente mi
allontanò dalla porta ed
entrò in casa.
“Si può
sapere quali sono le tue intenzioni,Isabella?”
sibilò con una voce fredda,da
far accapponare la pelle.
“Cosa vuoi
dire?” balbettai
“Il dottor
Cooper ha chiamato mio padre dicendogli che non ti sei presentata
all’appuntamento. Hai per caso intenzioni di usare il bambino
per ricattarmi?”
Il primo pensiero che mi venne in mente sentendo le sue parole fu: ma i
medici
non erano tenuti al segreto professionale? Ma poi
riflettei meglio sulle sue parole e prima
che potessi controllarle,a causa degli ormoni impazziti,lacrime di
rabbia mi
riempirono gli occhi e iniziarono a bagnarmi il volto;mi avvicinai a
lui
puntandogli un dito contro,infuriata come mai lo ero stata in vita mia
“MA come
ti permetti di entrare in casa mia senza permesso e di gettarmi addosso
fango?
Se fosse possibile, cancellerei qualsiasi tua traccia da questo
bambino,perché
tu non meriti di essere suo padre. Sei un vile e adesso fuori da casa
mia,se
non vuoi che cominci ad urlare e faccia accorrere i vicini”
Mi guardò
sprezzante e disse “Non ti conviene metterti contro di
me!” e sorrise
mellifluo.
“HO DETTO
FUORI!” urlai e poi aggiunsi “E stai tranquillo che
i tuoi schifosissimi soldi
non ci servono,preferirei morire piuttosto che chiedere aiuto a
te” e mi
avvicinai alla porta aprendola e facendogli segno di uscire. Senza
aggiungere
altro Edward andò via e io gli sbattei la porta alle
spalle,accasciandomi poi a
terra e iniziando a singhiozzare. Non avrei mai creduto che potesse
arrivare a
tanto;avevo capito che era uno che odiava i rapporti stabili,almeno da
come
raccontavano le altre ragazze,anche se a quanto pare l’unica
della scuola che
ci fosse finita a letto ero io,ma arrivare a dirmi quelle cose,aveva
passato
ogni limite. Un conato di vomito mi costrinse ad alzarmi di tutta
fretta e mi
precipitai in bagno,dove vomitai anche l’anima;come se non
bastasse una fitta
lancinante alla pancia mi fece piegare in due dal dolore e subito il
pensiero
corse al mio bambino. Quando il dolore passò,lentamente mi
rimisi in piedi e
decisi di andare in ospedale,dovevo sapere come stesse il mio
pulcino;prudentemente
guidai fino a giungere al nosocomio e appena arrivai mi venne ad
accogliere la
stessa dottoressa che mi aveva soccorso quando ero svenuta.
“La prego mi aiuti”
sussurrai semplicemente,prima che una nuova fitta ancora più
forte mi contorcesse
lo stomaco e la nebbia avvolgesse i miei sensi.
**
Lettera ad un bambino mai nato,Oriana Fallaci
Alla
fine Bella non ha abortito;la sua scelta è dettata dal fatto
che una vita,un bambino,per lei sono più importanti della
sua carriera e anche se per questo dovrà rinunciare al ruolo
che sognava da sempre non vuole sentire ragioni. Sicuramente non
sarà facile fare tutto da sola,ma questa è la
scelta che le è sembrata più giusta,altrimenti
poi avrebbe vissuto per sempre con il rimorso,e non sarebbe mai
riuscita a metterci una pietra sopra... Spero che questa scelta sia
accettata anche da voi,in caso contrario sono pronta a ricevere pure
delle critiche,che se ben costruite fanno pure bene,altrimenti il mio
ego si monterà troppo ;) Bene,il
prossimo aggiornamento arriverà la settimana prossima,o
forse slitterà di qualche giorno visto che la prossima
domenica coincide con il week-end di ferragosto e non so quanti di voi
saranno a casa. Ok la taglio che la nota sta venendo più
lunga del capitolo,un abbraccio Paola.
Buonpomeriggio
gente! Come ve la passate? Siete sopravvisuti al caldo torrido e alle
vacenze o siete ancora tutti in giro? io aggiorno comunque,sperando che
qualcuno leggerà e lascerà un piccolo commento
per farmi sapere cosa ne pensa di questa mia pazzia. Vi
lascio alla lettura e ci leggiamo di sotto :)
PS:
il capitolo è dedicato a Daniel,benvenuto al mondo piccolo,e
alla sua dolce mamma :*
E’
CON TE
“Il
senso è tutto qui amarti e
proteggerti,perché sia migliore il tuo domani
Comunque ci sarò ad
assorbire ogni
livido,a darti forza in un attimo e mi sentirai vicino”**
“Bentornata!
Adesso dimmi:svieni qualunque
persona incontri oppure sono io a farti questo effetto?”
Sbattei ancora un po’
le palpebre per cercare di mettere a fuoco la stanza e incontrai il
sorriso
dolce della dottoressa Rosalie;velocemente la mia mente ripercorse gli
avvenimenti che mi avevano condotta lì e le mie mani corsero
automaticamente al
ventre “Il mio bambino?” chiesi in preda al panico.
“Lui sta
benissimo. Ma tu?” Tirai un sospiro di sollievo sapendo che
il mio pulcino non
aveva corso alcun pericolo “Io sto bene” risposi
poi a Rosalie,ma lei scosse la
testa.
“Non pensare
di cavartela così stavolta Isabella perché non ti
farò andare via finché non mi
dici cosa ti è successo. Sei arrivata qui con la pressione
altissima e i
battiti del cuore notevolmente accelerati” e mi
fissò con un cipiglio serio. E
adesso cosa avrei dovuto dirle? Presi un profondo respiro e optai per
la verità:cominciai
a raccontarle della mia giornata particolarmente stressante e del
litigio avuto
con il padre del bambino e poi i dolori allo stomaco che mi avevano
spinta a
venire in ospedale.
“Probabilmente
quelli erano solo spasmi dovuti al forte nervosismo. Sappi che ho
dovuto darti un
blando sedativo per calmarti e tutto questo stress non fa bene al
feto” mi
ammonì con un sorriso dolce sulle labbra. Poi la sua
espressione tornò seria
“Ma adesso dov’è il tuo
compagno?” A quella domanda mi si bloccò il
respiro in
gola,era ciò che più temevo. Abbassai gli occhi e
risposi con un filo di voce
“Ecco,lui non vuole avere niente a che fare con noi. Il
bambino è solo mio”
Rosalie
non rispose subito,frugò nelle tasche del
camice fino a quando tirò fuori una medaglietta,di quelle
che all’interno potevano
contenere una fotografia,e me la passò “
Quelle
sono Sophia e Vicky,le mie bambine,hanno
quattro anni e crescerle da sola è stato difficilissimo"
“Da sola?”
chiesi spaesata.
Lei annuì
semplicemente e continuò il suo racconto “Vedi
fino a cinque anni fa ero una
persona diversa. Passavo spesso i sabato sera in discoteca e
più di una volta
la mattina mi risvegliavo in stanze a me sconosciute. Quando scoprii di
essere
incinta di circa tre mesi mi prese il panico;feci mentalmente il conto
di
quando avrei potuto restare incinta ma la scelta ricadeva su tre
persone e
nessuna di esse mi sembrava propensa a prendersi cura di una moglie e
di un
bambino così all’improvviso, e poi anche volendo
non sapevo come rintracciarli.
Così mi feci coraggio e ne parlai con i miei genitori;mia
madre non accettò la
mia scelta di tenere il bambino e crescerlo da sola,avrebbe rovinato la
reputazione della mia famiglia,e soprattutto la carriera politica
appena
avviata di mio fratello,sai la mia famiglia è molto in
vista, e mi sbatté
letteralmente fuori di casa. Fortunatamente avevo già questo
lavoro e non fu
difficile trovare un piccolo appartamentino per me e le mie
cucciole;quando
scoprii che aspettavo due gemelle mi terrorizzai,ma pensai che insieme
avremmo
potuto affrontare qualsiasi cosa. Non ti nego che è stata
difficilissima,a
volte ero esausta e avrei voluto mandare tutto a quel paese;ma adesso
le vedo
davanti a me,sorridermi tutti i giorni e farmi le feste quando torno
stanca dal
lavoro e so per certo che rifarei tutto da capo”
“Rosalie
sono bellissime. E complimenti sei stata una donna fortissima,io se non
avessi
avuto Alice sarei già impazzita”
“Non
buttarti giù Bella,vedrai che dentro te troverai la forza
per andare avanti. Sei
una tipa forte,te lo si legge in faccia. E poi ricordati che da ora in
poi non
sarai ma più sola:sarete sempre in due” con un
cenno del capo indicò la mia
pancia e strinse calorosamente le mie mani tra le sue e io le sorrisi
felice,rendendomi
conto che aveva perfettamente ragione:d’ora in poi saremmo
stati sempre io e il
mio piccolino.
“Ma ora che
ci penso tu non hai mai fatto un ecografia,giusto?” Per
risposta scossi la
testa e Rosalie saltò in piedi “Allora tira su la
maglietta che la facciamo
subito” e senza farmelo ripetere due volte feci come mi
disse. Il cuore mi
batteva forte sapendo che di lì a poco avrei visto mio
figlio per la prima
volta. Avevo sempre immaginato quel momento diverso:nella mia mente
c’era il
mio uomo accanto,a stringermi la mano e tenermi compagnia in un momento
tanto
importante. Scossi la testa per cacciare quei pensieri molesti e mi
concentrai
solo sul fatto che tra pochi istanti avrei visto mio figlio. A contatto
con il
gel che Rosalie mi spalmò sulla pancia sobbalzai ma lei mi
sorrise
dolcemente;incredibile quanto fosse forte quella donna,e poi ci
chiamavano il
sesso debole!
La mia
attenzione fu richiamata da Rosalie “Guarda lo schermo
Bella,ci siamo” Osservai
lo schermo e lei mi indicò un puntino più chiaro
rispetto al nero che lo
avvolgeva:lì c’era il mio bambino. Sembrava un
pesciolino,tanto era piccolo.
Rosalie poi girò una manopola e un suono si diffuse
nell’aria (http://www.youtube.com/watch?v=bUQfbSRPAZk&feature=related)
Era
frenetico,veloce,martellante,era il cuoricino di mio figlio. Gli occhi
furono subito
pieni di lacrime,ma io le scacciai prontamente con il dorso della
mano,non
volevo perdermi neanche un momento di quella visita. “Allora
tutti i parametri
sono nella norma e il tuo bambino cresce sano e forte”
“Si sa già
il sesso?” chiesi curiosa
“Potremmo
saperlo esattamente tra qualche settimana,anche perché
questo birbantello al
momento ci sta mostrando solo il suo culetto” e
indicò lo schermo: insieme
scoppiammo a ridere. Dopo mezz’ora Rosalie mi
consegnò i risultati
dell’ecografia e mi diede il suo numero di cellulare:in
quella situazione
assurda avevo guadagnato un’amica preziosa.
Arrivata a
casa riguardai tutte le foto dell’ecografia del mio
piccolino,poi ne presi due
e le fotografai con il cellulare e le inviai ad Alice con un messaggio
Alice e Jasper vi presento ufficialmente il
vostro nipotino ;)
La risposta
della mia amica non si fece attendere molto
Bella
sto piangendo come un stupida,cmq io
e Jasper siamo felicissimi e lui è bellissimo
Sorrisi
contenta,il mio bambino non avrebbe avuto un papà,ma avrebbe
avuto una mamma e
degli zii che lo avrebbero amato tantissimo,più della loro
stessa vita.
** E' con te,Nek
Allora
come vedete è andato tutto bene,non sono così
cattiva da far capitare qualcosa al bimbo o a Bella (forse!) Il sesso
lo scoprirete nel prossimo capitolo,ma voglio sapere cosa
sarà secondo voime poi cosa ne pensate di questa Rosalie
dottoressa? fatemi leggere le vostre opinioni e ci si becca la
settimana prossima,un abbraccio a tutti Paola
Buon
pomeriggio a tutti! Come promesso ad una certa persona sono qui a
postare,altrimenti poi mi picchia :p Allora,siete
tutti in vacanza? o la storia non vi piace molto? lascio passare questa
settimana,ancora di vecanze,ma poi vi voglio più attivi u.u Capitolo
piuttosto importante,entra in scena un nuovo personaggio e succede un
evento semi-imprevisto alla fine,leggendo capirete ;) quindi vi lascio
il capitolo e ci troviamo in fondo.
INCONTRI
I've just seen a face
I can't forget the time or place where we just
met **
Incredibile
come quei mesi fossero volati. Mi sembrava ieri che Rosalie mi aveva
comunicato
che il mio bambino era un maschietto,cosa che avevo sempre
sospettato,durante
la mia seconda ecografia,quando ero da poco entrata al quarto mese e
invece ora
mi ritrovavo ad accarezzare il mio pancione di quasi nove
mesi,all’interno del
quale Matthew si divertiva a stiracchiarsi. Era stranissimo riuscire ad
individuare una sua mano o un suo piedino premere sul mio
ventre,sembrava quasi
un gioco di prestigio,quando sulla mia pancia si vedeva la loro forma.
Fortunatamente
dopo i primi tempi,le nausee erano scomparse e io avevo potuto godere
appieno
del mio stato interessante;una delle cose che più mi piaceva
fare era parlare
con Matthew attraverso il mio pancione:poteva sembrare stupido,ma avevo
letto
che dal secondo trimestre in poi il bambino iniziava a percepire gli
stimoli
provenienti dall’esterno,quindi era normale parlargli e
raccontarli quanto
fossi impaziente di conoscerloe
cosa lo
aspettava una volta venuto fuori,ma non tutto è stato facile
e più di una volta
mi sono ritrovata a piangere tra le braccia di Alice o Rosalie,ma
stringendo i
denti eravamo riusciti ad andare avanti io e il mio piccolino.
Con il loro aiuto
ero anche riuscita ad allestire la cameretta per Matthew;anche se i
primi tempi
avrei tenuto la culla nella mia camera da letto,volevo che avesse una
stanzetta
sua. L’avevamo dipinta di un giallo pallido,attaccando poi
alle pareti degli
orsacchiotti;il soffitto invece era stato dipinto di blu con delle
stelline che
la notte si illuminavano,così se si fosse svegliato non
avrebbe avuto il buio
ad avvolgerlo. Alla parete avevo messo una mia vecchia libreria e
l’avevo
riempita di peluche e macchinine di gomma,con le quali avrebbe potuto
giocare
quando fosse cresciuto un po’.
Oggi le mie
amiche sarebbero venute a cena da me e volevo preparare il budino al
cioccolato
che piaceva tanto a Sophiae
Vicky:erano
dolcissime quelle bambine e adesso che avevano preso a chiamarmi
zia,non avrei
più potuto fare a meno di loro. Mi alzai con un
po’ di fatica dal divano,la
pancia cominciava a pesare parecchio,infatti da un paio di giorni avevo
uno
strano dolore alla parte bassa della schiena;sorrisi istintivamente
ricordando
di quando Rosalie mi disse che il mio pancione era più
grosso del
suo,nonostante lei aspettasse due gemelle. In effetti avevo preso
qualche chilo
in più rispetto ai dieci che mi aveva consigliato la mia
amica,ma non era colpa
mia se Matthew era goloso di cioccolata,e io non avrei mai voluto che
mio
figlio venisse al mondo con una voglia di cacao al centro della fronte.
Mi diressi
in cucina per cominciare a preparare il budino,ma aprendo il frigo mi
accorsi
che mancava l’ingrediente più importante:il latte!
Mi maledii mentalmente per
averlo dimenticato la sera prima,ma fortunatamente il supermercato non
distava
molto da casa,quindi afferrai la borsa e mi preparai ad immergermi
nella calura
estiva,che ormai cominciava a diventare pesante,non prima di fare una
capatina
in bagno:era incredibile la quantità di pipì che
producevo,mi sarei dovuta
inventare un modo per utilizzarla anziché sprecarla
così.
Arrivai al
supermercato con il fiatone,ma almeno lì mi rinfrescai un
po’ per via dell’aria
condizionata. Senza perdere tempo mi avviai al banco frigo alla ricerca
del
latte; quando lo trovai,soddisfatta, feci per girarmi,ma il mio
pancione urtò
contro qualcuno accanto a me di spalle. “Mi scusi”
dissi,ma le parole mi morirono
in gola quando vidi chi c’era al mio fianco.
“Bella” Come
era possibile che fra tutte le persone che avessi potuto incontrare,ci
fosse
proprio Edward fermo davanti a me?
“Ciao” lo
salutai,e feci per andar via,ma lui mi bloccò per un polso.
“Aspetta un
attimo,come stai?” chiese,gentile e quasi preoccupato
“Bene,stiamo
benissimo senza di te” risposi acida,e vidi un velo di
tristezza offuscare i
suoi occhi. Non potevo certo dirgli che quasi tutte le notti mi
ritrovavo a
piangere per lui:capivo che volesse non aver a che fare con me,in fondo
io gli
avevo detto che ero incinta solo per il piccolo,non certo per trovarmi
un
maritoo un
compagno di vita,ma Matthew
era anche figlio suo e non capivo come non gliene fregasse nulla.
Stava per
dire qualcos’altro quando al suo fianco si
avvicinò una ragazza
bellissima:alta,con la pelle chiara,gli occhi azzurri e lunghi capelli
ondulati
con sfumature rosse “Eddy che fine hai fatto? Andiamo? O
scusa ma lei chi è? Vi
conoscete?” aveva parlato ad una tale velocità che
quasi mi era stato
impossibile capire tutte le domande che aveva posto. “Tanya
lei è Isabella.
Bella lei è Tanya” ci presentò Edward e
io per educazione allungai la mia
mano,ma lei rimase a guardarla e disse solo “Piacere,allora
andiamo?” Ma che
fretta aveva? Nessuno le aveva insegnato l’educazione?
All’improvviso Matthew
scalciò più forte e non riuscii a contenere una
smorfia di dolore e mi appoggiai
al banco frigo. “Calma piccolino,ora andiamo a
casa” sussurrai:evidentemente
aveva intuito il mio nervosismo e non gli piaceva più di
tanto che mi agitassi.
Subito Edward si avvicinò “Bella tutto bene? Stai
male?” e mi prese la mano tra
le sue. La ritrassi immediatamente con una smorfia di disgusto
“Lasciami stare,ti
ho già detto che no ho bisogno del tuo aiuto. Ho solo
bisogno di tornare a casa
e stendermi un po’”
“Ti
accompagno io” si offrì
“Scordatelo,posso
farcela benissimo da sola,come ho fatto in questi mesi. Ciao”
e così dicendo mi
allontanai senza aspettare che rispondesse. Perché rivederlo
mi aveva fatto
tanto male,soprattutto quando era comparsa al suo fianco quella donna?
In cuor
mio speravo ancora che si riavvicinasse a noi,ma ormai le mie speranze
dopo
tutto quel tempo erano morte,ed era evidente che lui adesso aveva
un’altra
persona di cui occuparsi;eppure oggi sembrava che guardasse il mio
pancione con
una luce diversa negli occhi,come se avesse voluto sfiorarlo per
accettarsi che
lì dentro realmente crescesse quello che era anche suo
figlio.
Arrivai a
casa con i dolori sempre più forti e a quel punto spaventata
decisi di chiamare
Rosalie. Rispose al secondo squillo “Pronto?”
“Rosalie
sono Bella”
“Tesoro è
successo qualcosa? Non dobbiamo vederci stasera?” mi chiese
titubante
“Sì è
vero,ma vedi ho dei dolori al basso ventre”
“Che tipo di
dolori?” riconobbi subito il suo tono di voce mutato,era
entrata in modalità
dottoressa
“Sono fitte
a intervalli regolari. Circa ogni dieci minutiiiii” la mia
voce alla fine si
alzò di tono perché una nuova fitta mi
colpì.
“Bella stai
calma,credo che tu abbia le contrazioni in corso. Siediti e non
muoverti,ricorda
di respirare come ti hanno insegnato al corso. Vengo a prenderti e
andiamo
subito in ospedale”
“Ma non può
essere Rosalie,mancano ancora tre settimane al termine della
gravidanza”
cominciavo a spaventarmi.
“E’ vero,ma
a volte capita,soprattutto per te che sei una primipara. Non
c’è motivo di
preoccuparsi,stai calma,io arrivo subito” e così
dicendo riagganciò. Mi sedetti
esausta sul divano:possibile che quando le cose sembravano andare per
il
meglio,doveva esserci sempre qualcosa a distruggerle? Cercai di
tranquillizzarmi e di respirare a cagnolino,come mi avevano insegnato
al corso
pre-parto,che naturalmente avevo frequentato sola,tranne qualche volta
che
Jasper si era offerto di accompagnarmi,ma era sempre più
difficile. Finalmente
dopo mezz’ora sentii bussare alla porta ed andai
‘subito’ ad aprire,sostenendo
dal basso il mio pancione dolorante. Solo che non c’era
Rosalie ad attendermi
dietro la porta. E siccome i guai non vengono mai da soli in quel
momento
sentii un liquido caldo e denso scorrermi lungo le gambe,e una pozza si
formò
ai miei piedi:si erano rotte le acque.
**“I’ve
just seen a
face” the beatles
Chi
ci sarà dietro la porta? voglio sapere le vostre ipotesi,su!
Come vedete,o meglio leggete,Bella è ancora molto confusa
dal comportamento di Edward,come credo lo sarete anche voi,ma vi posso
annunciare che non manca molto per scoprire il segreto che lo
avvolge...Bene,vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana,e
potrei ritardare di qualche giorno con il postaggio,ma non potete
lamentarvi perchè stavolta sono stata velocissima
^^
Buon
pomeriggio! State schiattando dal caldo pure voi come me? io non ne
posso più,perchè devo pure studiare e non
è facile quando ci sono 40° gradi e vorresti solo
stare sotto il condizionatore a dormire -.-" comunque finalmente oggi
conosceremo il piccolo Matthew *_* mi sono divertita un mondo a cercare
immagini di bimbi,e devo ringraziare la mitica Cloe per avermi dato una
mano :D Alla
fine del capitolo,più lungo del solito (fatemi i
complimenti)
c'è anche un pov Edward che spero apprezzerete e
sarà accompagnato da una canzone,se vi va ascoltatela nel
frattempo. Ringrazio
infinitamente le cinque anime che hanno scelto di lasciarmi un loro
parere; tutte sospettavate che dietro la porta ci fosse Edward,e invece
avete sbagliato ^^ me orgogliosa per avervi tratto in inganno! correte
a leggere per scoprire chi è! Bene
mi sembra di aver detto tutto,quindi vi lascio alla povera Bella
dolorante ^^
Ps:
il capitolo lo dedico a Francesca (francyforobsten) che per un errore
di lettura ha scoperto la mia storia ;)
LUI
<< Una volta nato non ti dovrai
scoraggiare, dicevi: neanche a soffrire, neanche a morire. Se uno muore
vuol
dire che è nato, che è uscito dal niente, e
niente è peggiore del niente: il
brutto è dover dire di non esserci stato >>**
“Ciao” mi
salutò gentile.
“Scusa posso
sapere cosa ci fai qui?” chiesi ansimante senza salutare,non
me ne fregava
nulla di passare per maleducata. In quel momento avevo altro per la
testa
“Sono venuta
qui perché ho capito che tra te e Edward è
successo qualcosa e vorrei capire se
il tuo pancione c’entra in tutto ciò”
disse semplicemente
“Senti
Tanya” ma le parole mi morirono in gola,quando una fitta
più forte mi costrinse
ad aggrapparmi alla porta per non cadere;subito le braccia della
ragazza mi
sostennero e vidi i suoi occhi sgranarsi e diventare vitrei quando si
accorse
della pozzanghera che si era formata ai miei piedi; lentamente mi
aiutò a
tornare verso il divano. “Vuoi che chiami
qualcuno?” chiese preoccupata e
agitata.
“No,sta per
arrivare una mia amica” e proprio in quel momento suonarono
alla porta,e Tanya
corse ad aprire:finalmente Rosalie era arrivata.
“E tu chi
saresti?” chiese la mia amica
“Rose poi ti
spiego. Andiamo ti prego,si sono rotte le acque” la
interruppi io e subito lei
mi venne incontro e aiutata da Tanya, riuscirono a caricarmi nella
macchina di
Rose,che subito partì alla volta dell’ospedale.
Arrivati lì scoprii con un
certo stupore che Tanya ci aveva seguiti.
Venni
raggiunta dall’ostetrica che ascoltò il battito
cardiaco fetale e mi mise una
fascia sulla pancia per monitorare il piccolo e avere il tracciato.
Poco dopo
arrivò anche una Alice trafelata,che era stata avvertita da
Rosalie “Bella,tesoro,mi
dispiace se sono arrivata solo ora,ma c’era un traffico
tremendo; come stai?”
chiese seriamente preoccupata.
“Sono
spaventata a morte Alice” era inutile fingere con lei,mi
conosceva troppo bene
“Rose mi ha detto che il bambino non corre rischi,anche se
è prematuro di
qualche settimana,ma io ho paura. Tra poco entrerò in sala
parto e temo di non
riuscire a far nascere il bambino. Se non avessi abbastanza forze per
spingere?
Se lui non mi accettasse come madre?” oramai deliravo,forse a
causa del dolore,e
le lacrime scendevano copiose dalle mie guancie:le paure che avevo
cercato di
tenere a bada per quei nove mesi,adesso erano venute a galla
più prepotenti di
prima. Alice mi strinse forte a sé e si sdraiò
accanto a me sul lettino,prese a
massaggiarmi la schiena per farmi calmare “Bella,ascoltami.
Tu sei nata per
fare la mamma:ti ricordi tutte le volte che mi consolavi e mi davi i
giusti
consigli? Io sarei persa senza di te,e vedrai che Matthew ti
amerà da
subito,anzi ti ama già ora. È così
impaziente di vederti che non ha aspettato
neanche i nove mesi per venire al mondo” La sua affermazione
mi fece nascere un
piccolo sorriso. “Vedrai che andrà tutto bene. Ci
sarà Rosalie in sala parto
con te,che ti aiuterà in ogni modo e tu sei forte Bella. Hai
affrontato
tantissimi problemi da sola in questi mesi e non ti sei mai lasciata
abbattere,quindi
ora fatti forza e pensa solo che tra poco conoscerai tuo
figlio” e prese il mio
volto fra le sue mani per asciugarmi le lacrime.
“Ti voglio
bene Alice” sussurrai
“Ti voglio
bene anch’io sorellina” rispose lei,e mi strinse
nuovamente a sé.
Solo quando
mi calmai,notai che in tutto quel tempo Tanya era rimasta nella mia
camera,e
sembrava tesa e nervosa,ma non ebbi tempo di chiederle nulla
perché proprio in
quel momento entrò Rosalie,in tenuta da medico,per
controllare insieme
all’ostetrica a che punto fosse la mia dilatazione e mi disse
che era il
momento di andare. “Così presto?”
esclamai terrorizzata. Avevo letto di
travagli che duravano anche dodici ore,e la cosa mi aveva spaventato
molto,ma
adesso non volevo che giungesse il momento del parto,non ero pronta.
“Bella,tesoro,sono
quattro ore che sei in travaglio,e urli come una forsennata. Se vuoi
aspettare
ancora conviene che ti dai una calmata,ma il piccolino vuole venire
fuori,quindi forza e coraggio si va a conoscerlo” sorrise
raggiante per
rincuorarmi.
Alice
mi abbracciò ancora una volta e poi mi
affidò alla nostra amica in comune,e io tentai di pensare
solo che presto avrei
visto il mio bambino.
Una volta in
sala parto Rosalie mi spiegò bene quello che avrei dovuto
fare,e quando
l’ostetrica annunciò che la dilatazione era
conclusa e poteva già intravedere
la testa,Rosalie afferrò la mia mano e mi disse
“E’ il momento Bella,adesso
spingi con tutte le tue forze non appena senti arrivare la
contrazione” e lo
feci;misi tutta me stessa in quelle spinte,urlando e sforzandomi come
mai avevo
fatto in vita mia. “Oddio fa troppo male Rose,non ci
riesco” ero esausta,ancora
eravamo all’inizio,ma il dolore era tanto che mi impediva di
pensare a
qualsiasi cosa che non fosse quello,e non riuscivo a fare nulla,se non
piangere.
“Bella
forza. Pensa che tra poco vedrai tuo figlio. Lui vuole conoscerti e tu
devi
aiutarlo;smettila di piangere e risparmia le forze,altrimenti dovremmo
continuare
con un cesareo”
“Sono stanca
Rose;io ho paura,non riesco neppure a farlo nascere. Se non riuscissi a
capire
quello che vuole?”
“Isabella Swan ti ordino di calmarti!” non avevo
mai
sentito Rose parlare con una voce tanto autoritaria “Adesso
smettila di piangere
e di pensare a cose inutili. Stringi i denti e fai nascere tuo
figlio,non può
rimanere in questa situazione ancora per molto. Tu sarai
un’ottima madre
Bella;tutte le donne lo sono con i loro figli,quindi spingi e non dire
cazzate”
annuii,stringendo più forte la sua mano,e con un urlo
disumano ricominciai a
spingere. Rosalie accanto a me continuava ad incitarmi,ed io in
risposta urlavo
e spingevo più forte,ma ad un tratto un urlò
superò i miei:era
il
pianto del mio bambino. In quel momento il dolore,la fatica,le
preoccupazioni,tutto passò in secondo piano;il mio bambino
era lì e a giudicare
dal pianto sembrava sano e forte. Lacrime,stavolta di commozione,
bagnarono le
mie guance e quando mi voltai verso Rosalie,alla quale avevano passato
il
bambino perché me lo facesse vedere,notai che anche lei
stava piangendo. “Bella
ti presento Matthew” e così dicendo me lo
posò in grembo,avvolto in una
copertina verde e ancora sporco di sangue e residui placentari.
“Ciao piccolo
mio” fu tutto quello che riuscii a dire mentre lo ammiravo e
delicatamente gli
accarezzavo la testolina,ricoperta da una peluria soffice. Ma troppo
presto le
infermiere me lo tolsero e io mi allarmai ma Rosalie mi
tranquillizzò “Stai
calma Bella,adesso dobbiamo fargli tutti i controlli ordinari e poi lo
laveremo. Appena sarà pulito e profumato te lo
riporteremo,ma ora dormi,hai
bisogno di riposare” e come se avesse pronunciato della
paroline magiche i miei
occhi si chiusero da soli,non prima di aver gettato lo sguardo sul quel
fagottino
verde che veniva posto in una bilancia per la prima pesata.
POV EDWARD
L’incontro
con Bella al supermercato mi aveva scombussolato parecchio;non avevo
più avuto
sue notizie da quella volta che ero andato a casa sua per urlarle
contro,e rivederla
con quel pancione mi aveva fatto un certo effetto. Ero stato un cretino
a non
credere alla sincerità delle sue parole,stavolta sarebbe
andata diversamente,ma
ormai era tardi per tornare indietro. Accesi la radio per distrarmi,ma
non fu
una buona idea,visto la canzone che davano in quel momento.( http://www.youtube.com/watch?v=0Sv9qLTxkbU)
Nella
mia mente flash ripetuti, attimi
vissuti con te.
Ed era
vero,rivedevo nella mia mente il suo dolce sorriso quando parlava con
Alice,o
la sua voglia di riuscire ad essere la migliore a tutti i costi
Ieri,
avrei voluto leggere i tuoi pensieri
scrutarne ogni piccolo
particolare ed
evitare di sbagliare,
Già,se avessi
avuto questa capacità probabilmente adesso l’avrei
accompagnata io a fare la
spesa,e avrei saputo se mio figlio stesse bene o fosse maschietto o
femminuccia,anche
se alla fine non mi sarebbe importato di nulla,lo avrei amato comunque.
Avrei
capito che lei non mentiva.
e
adesso che farai?” Risposi: “io...non so”
Non sapevo
cosa avrei dovuto fare,lei non voleva più vedermi,e non
potevo darle torto,in
fondo l’avevo trattata malissimo,ma volevo conoscere mio
figlio.
Il flusso di
pensieri venne interrotto dal suono del mio cellulare. Eccola Tanya,mi
aveva detto che sarebbe tornata da sola,e invece sicuramente sarei
dovuto
andare a prenderla. “Tanya dimmi” risposi un
po’ scocciato
“Edward la
tua amica del supermercato,Isabella,ha partorito;ma ci sono delle
complicazioni,io non so che fare,sono sola qui” era
agitata,si capiva benissimo
da come si mangiava le parole
“Ma cosa
stai dicendo? Dove siete?” cosa ci faceva lei con Bella?
“All’ospedale.
Dopo l’incontro l’ho seguita fino a casa sua,ma lei
non stava bene,aveva le
doglie. Ha partorito circa un’ora fa,ma da quel poco che ho
potuto capire credo
che il bambino abbia dei problemi”
Non risposi
neppure,come un razzo afferrai le chiavi della macchina e mi fiondai
fuori di
casa: mio figlio aveva bisogno di me.
Mai
ovunque tu sarai, ovunque io sarò
non smetteremo mai
se questo é
amore ... é amore infinito
**Lettera
ad un bambino mai nato,Oriana Fallaci
Cosa ne
pensate del piccolino: non è un amore? Edward finalmente
sembra rinsavire e capire che ha fatto una gran cavolata ad
allontanarsi da suo figlio,chissà adesso Bella come la
prenderà...Inutile dirvi che il prossimo capitolo
sarà particolarmente importante,quindi non perdetevelo!
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che continuano a seguire
la storia,inserirendola tra le preferite,le seguite e le ricordate e
invito chiunque voglia a farsi avanti a dirmi cosa ne pensate. Un
abbraccio a tutti,Paola ;)
Buon
pomeriggio gente! Allora prima di tutto lasciatemi ringraziare le
sette,e dico sette,favolose persone che lo scorso capitolo mi hanno
lasciato una recensione: vi giuro,quando durante la settimana ho visto
crescere il numero delle recensioni il mio cuore rischiava di scoppiare
:D inoltre ringrazio pure tutti coloro che hanno inserito la storia tra
le seguite,le preferite e le ricordate e anche chi segue
silenziosamente. Adesso
passiamo al capitolo: nello scorso siete state tutte entusiaste di aver
conosciuto il piccolo Matthew,e che Edward finalmente si sia dato una
svegliata; ma non pensate che adesso sarà rose e fiori,nel
senso che Bella lo accetterà come padre del bimbo,ma solo
quello: ne dovrà sudare di camicie se vorrà
conquistarla. Bene
vi lascio leggere,ci sentiamo sotto,se sopravvivo ;)
Ps:
un consiglio spassionato,seguite, se vi va, Segreti e inganni di
IsaMarie,ne vale la pena!
HOPE
E poi… e
poi… e poi sarà
come morire… la
notte che, che non passa mai… e poi sarà, e
poi sarà come impazzire, in un
vuoto che abbandona.**
Quando aprii
gli occhi un leggero bagliore entrava dalla finestra della stanza:stava
albeggiando,e io da qualche ora ero mamma; non mi sembrava ancora
vero,credevo
di trovarmi in un sogno,di quelli che quando poi ti svegli rimani
deluso
capendo che era tutta un’illusione.
Mi mossi
cercando di mettermi seduta,ma una fitta al ventre mi fece fermare,non
ero
ancora in forze,però ciò voleva dire che non
stavo immaginando tutto,e un
sorriso spontaneo mi piegò le labbra.
“Ciao,finalmente
sei sveglia. Come stai?” Sobbalzai sentendo la voce di Tanya;
mi voltai verso
la direzione da dove proveniva il suono e la trovai sdraiata in un
divanetto
che si trovava nel fondo della camera. La mia faccia doveva avere
un’espressione piuttosto sorpresa perché lei si
affrettò a chiarire il motivo
della sua presenza lì “Quando sei entrata in sala
parto non me la sono sentita
di lasciare la tua amica da sola,era troppo nervosa e spaventata e
così sono
rimasta a farle compagnia,e poi volevo sapere se sarebbe andato tutto
bene”
“Ah…” fu
l’unica cosa sensata che riuscii a dire,ma poi aggiunsi
“Hai notizie di
Matthew? E’ passata Rosalie?”
“Quindi è un
maschietto! Hai scelto proprio un bel nome. Comunque no,e in caso fosse
passata
non mi avrebbe detto nulla,sai per la privacy e poi io non sono tua
parente.
Quando ti hanno riportato in camera non ha voluto dirmi neppure il nome
del
bimbo”
“Mi
dispiace per come ti hanno trattato. Ma Alice
dov’è?”
“E’ andata a
casa un’oretta fa circa. Aveva bisogno di una doccia e di
cambiarsi e visto che
ancora tu non davi segno di svegliarti ne ha approfittato. Mi ha
chiesto se
potevo rimanere un altro po’ io per evitare di lasciarti
sola,e ho accettato
volentieri”
La mia
confusione aumentava sempre di più: cosa ci faceva
lì la donna del padre di mio
figlio? Le mie elucubrazioni mentali vennero interrotte
dall’aprirsi della
porta e vidi fare capolino la testa di Rosalie: sorrisi
istantaneamente. Lei
vedendomi sveglia entrò nella stanza,facendomi un sorriso
piuttosto
tirato,probabilmente stanca, vista la giornata intensa che avevamo
trascorso.
“Come stai
Bella?”
Sorrisi
ancora di più prima di risponderle “Bene;ho ancora
dei dolori al basso ventre e
mi sento stanca,ma per il resto va benissimo. Quando mi porterete
Matthew?”
ormai ero impaziente,volevo rivedere mio figlio,ma quando feci la mia
richiesta
il volto di Rose si incupì maggiormente e il mio cuore
accelerò i suoi
battiti,come se avesse capito che qualcosa non andava.
“Vedi Bella
c’è stato un problema,spero non mi odierai per
quanto ti dirò … se vuoi ora ti
porto a vedere Matthew,ma deve essere operato d’urgenza; ha
un soffio al
cuore,cioè il suo cuoricino non pompa bene il sangue a causa
di un buchino che
non dovrebbe esserci: era così piccolo che durante le
ecografie non è stato
possibile evidenziarlo,ma con lo sforzo del pianto e la respirazione
autonoma
si è allargato. Dobbiamo operarlo per evitare che vada in
arresto cardiaco. Mi
dispiace Bella,non avrei voluto darti questa notizia,ma non posso fare
altro”
La mia mente
cercava di elaborare le informazioni che Rosalie mi aveva appena
dato,ma erano
troppo dolorose da accettare. Le lacrime cominciarono a scendere
copiose dai
miei occhi e iniziai ad urlare che non era possibile che succedesse
tutto a noi,non
potevo accettare quello che stava accadendo,non avrei resistito a
tanto,ero
stanca e avrei solo voluto poter stringere il mio bambino. Rosalie
cercò di
calmarmi,Tanya era piuttosto spaventata e voleva chiamare gli
infermieri per
tenermi ferma e magari sedarmi,ma la mia amica si oppose,cercando di
farmi
ragionare e poco dopo delle braccia familiari mi avvolsero: era tornata
Alice.
Insieme riuscirono a farmi tornare lucida,e con il loro aiuto riuscii
ad
alzarmi dal letto per poter andare a vedere il mio bambino. Mi fecero
accomodare su una sedia a rotelle e Rosalie iniziò a
spingermi per i corridoi
dell’ospedale; questa sarebbe dovuta essere una passeggiata
gioiosa,con me in
trepidante attesa di arrivare alla nursery,e scorgere tra tutti i bimbi
il mio
piccolino,e invece si era tramutata in un incubo,e quel corridoio
assumeva
sempre più le sembianze di quello percorso dai condannati a
morte prima di
arrivare al patibolo: mi sembrava il mio miglio verde.
Rosalie mi
aveva detto che Matthew si trovava in terapia
intensiva,all’interno di una
incubatrice,quindi prima di farmi entrare nella stanza dovetti
indossare una
cuffia,la mascherina e i guanti,per non rischiare di infettarlo con
qualche
microbo. Rosalie entrò insieme a me e mi
accompagnò alla culletta termica dove
si trovava il mio bambino. Fu un tuffo al cuore vederlo lì
dentro,con gli occhietti
chiusi,i pugnetti stretti,i tubicini al naso e degli elettrodi
attaccati al suo
corpicino che monitoravano il battito cardiaco. Per un attimo ebbi un
mancamento ma mi ripresi subito: non ero pronta a vederlo
così “Ehi tutto
bene?”
“Sì,sì ora
sto bene”e
presi un respiro profondo
per cercare di calmarmi.
“Se
vuoi puoi toccarlo da qui” mi disse Rose,indicando
delle aperture nell’incubatrice. Feci come mi disse,anche se
avevo le mani che
tremavano in maniera incontrollata. Avevo sempre immaginato il primo
contatto
con mio figlio molto diverso da questo: lo avrei stretto al petto,e lui
si
sarebbe attaccato al mio seno,succhiando avidamente il mio latte,poi lo
avrei
cullato per fargli fare il ruttino e rimesso a dormire,senza smettere
di
accarezzarlo mai.
Invece
dovevo accontentarmi di questo per il momento. Quando toccai le sue
manine,lui
parve riconoscermi,perché aprì gli occhi,anche se
per un attimo,rilassò il
pugnetto e strinse il mio dito tra le sue ditine piccole e fragili:
avrei tanto
voluto che quel contatto non avvenisse attraverso i guanti ma non
potevo fare
altro al momento. Il mio cuore si gonfiò di gioia sentendo
come stringeva forte
le sue dita,come a volermi dire ‘mamma io sono forte,non
preoccuparti ’. Venni
raggiunta da un medico specialista,lo stesso che avrebbe operato mio
figlio,che
mi spiegò che l’operazione era rischiosa,ma molti
bambini erano affetti dal
problema di Matthewe
quindi per loro si
trattava di un intervento di routine;inoltre tra tutti i bimbi
lì dentro lui
era uno dei meno gravi e quindi dovevo considerarmi fortunata. Dopo
quelli che
a me parvero pochi secondi,Rosalie mi chiese di uscire,dovevano
preparare il
bambino per l’operazione e non potevano ritardare oltre.
Ricacciando indietro
le lacrime che minacciavano di uscire nuovamente,mi apprestai a
lasciare quella
saletta,lanciando uno sguardo dispiaciuto agli altri bimbi nelle stesse
condizioni di Matthew,e fu in quel momento che lo vidi. Edward mi stava
fissando dal vetro posto su una delle quattro pareti;velocizzai il
passo e uscii
fuori animata da una nuova furia.
“Cosa ci fai
tu qui?” sputai tra i denti.
“Sono venuto
a vedere come sta mio figlio,mi hanno detto che deve essere
operato” mi rispose
con voce addolorata e in quel momento scoppiai.
“TUO FIGLIO?
Ora ti ricordi di avere un figlio???” urlai a pieni polmoni e
prima che avesse
il tempo di rispondermi cominciai a spintonarlo e ad urlargli contro
tutto il
dolore che avevo accumulato in quei nove mesi “Dove eri
quando mi hai chiesto
di abortire? Dove eri quando i primi quattro mesi sono stata malissimo
e c’era
solo Alice con me? Dove eri quando non avevo neanche i soldi per
comprare la
culla e ho dovuto chiederla in prestito a Rose? Dove eri quando ho
fatto le
ecografie per sapere se il bambino stesse bene?” nel
frattempo lui aveva
indietreggiato sotto le mie spinte e si era ritrovato con le spalle al
muro,e
io avevo iniziato a colpirlo con dei pugni sul petto “Dove
cazzo eri oggi
quando tuo figlio è venuto alla luce?Dov’eri poco
fa quando mi hanno detto che
mio figlio deve essere operato d’urgenza? Non ci sei mai
stato. Non ti è mai
importato nulla di noi due,e adesso vattene,non abbiamo bisogno della
tua
pietà” Ma ormai le mie forze erano finite,nel
pronunciare l’ultima frase avevo
quasi sussurrato,e mi lasciai cadere a terra,preda di un dolore troppo
grande
da poter sostenere. Edward senza dire nulla si sedette accanto a me e
mi
strinse al suo petto;non so perché lo feci,molto
probabilmente avevo bisogno di
calore,ma mi appoggiai su di lui,stringendo la sua camicia tra le mani
e
lasciandomi andare al pianto,con i singhiozzi che mi scuotevano il
petto
mozzandomi il respiro in gola,per scacciare almeno in parte quel dolore
così
angosciante. E nel frattempo pregai che l’operazione andasse
bene.
POV EDWARD
Mai la
strada per giungere al pronto soccorso mi sembrò
più lunga. C’era il solito
traffico delle ore di punta,ed era impossibile svincolare. Avevo anche
telefonato in ospedale,per avere delle rassicurazioni,ma nessuno poteva
darmele
visto che io non figuravo come padre del bambino: naturalmente non
potevo
aspettarmi altro. Purtroppo nemmeno mio padre era di turno quel giorno
e non
avevo nessuno a cui chiedere.
Finalmente
riuscii ad arrivare a quel dannato ospedale e parcheggiai nei posti
riservati
ai medici: che mi facessero pure la multa,non mi fregava di nulla in
quel
momento se non di mio figlio. Corsi alla reception e chiesi dove
potessi
trovare Isabella Swan; l’infermiera mi rispose che era stata
portata nel
reparto di ostetricia e avrei potuto trovarla lì. Feci i due
piani di scale di
corsa,saltando i gradini a due a due,quando vidi Tanya
“Dov’è Bella? Come sta
il bambino?”
“Male
Edward,deve essere operato,purtroppo quel poco che avevo captato si
è rivelato
essere giusto. Dovevi vedere Bella come ha reagito alla
notizia,è distrutta
poverina. Adesso la dottoressa l’ha portata al reparto di
terapia intensiva per
vedere il piccolo prima dell’operazione” non
ascoltai nient’altro di quello che
mi disse,fermai il primo medico che vidi e gli chiesi dove si trovasse
il
reparto;fortunatamente era dell’altro lato del corridoio.
Corsi più veloce che
potei,ma non trovai nessuno nel corridoio,poi guardai dalla vetrata che
permetteva di vedere l’anticamera di quello che era il vero e
proprio reparto e
la vidi. Stava asciugandosi gli occhi e togliendosi la cuffia dai
capelli,mentre con lei c’era una dottoressa che la consolava.
Non appena mi
vide i suoi occhi si accesero di una furia tremenda,uscì
fuori dalla stanza e
iniziò a inveirmi contro “Cosa ci fai tu
qui?” sputò tra i denti.
“Sono venuto
a vedere come sta mio figlio,mi hanno detto che deve essere
operato” risposi
con voce addolorata e in quel momento scoppiò.
“TUO FIGLIO?
Ora ti ricordi di avere un figlio???” urlò a pieni
polmoni e io non ebbi né il
coraggio né il tempo di rispondere nulla perché
continuò ad urlarmi contro
“Dove eri quando mi hai chiesto di abortire? Dove eri quando
i primi quattro
mesi sono stata malissimo e c’era solo Alice con me? Dove eri
quando non avevo
neanche i soldi per comprare la culla e ho dovuto chiederla in prestito
a Rose?
Dove eri quando ho fatto le ecografie per sapere se il bambino stesse
bene?”
Mi sentii un
verme in quel momento,non ero degno di stare lì,e
l’unica cosa che potei fare
fu indietreggiare sotto i suoi pugni,anche se non aveva la forza per
fare
ciò,ma facevano tremendamente male dentro come se mi
stessero accoltellando il
cuore.
“Dove cazzo
eri oggi quando tuo figlio è venuto alla
luce?Dov’eri poco fa quando mi hanno
detto che mio figlio deve essere operato d’urgenza? Non ci
sei mai stato. Non
ti è mai importato nulla di noi due,e adesso vattene,non
abbiamo bisogno della
tua pietà” dicendo quelle parole le forze le
vennero meno e si accasciò ai miei
piedi,io l’accompagnai a terra,stringendola poi tra le mie
braccia,e
fortunatamente non mi respinse,aggrappandosi a me come ad uno scoglio e
insieme
aspettammo che nostro figlio uscisse da quella maledetta sala
operatoria.
** E poi, Giorgia.
Inizialmente
il POV Edward non era previsto,ma poi ho deciso di inserirlo per farvi
capire un pò come si sente lui adesso. Non uccidetemi o non
saprete se Matthew uscirà vivo e guarito da quella sala
operatoria.
Scrivere il capitolo è stato più difficile di
quanto immaginassi,e ancora adesso alcuni punti non mi soddisfano
pienamente,ma credo che di meglio non potessi fare,quindi ora tocca a
voi giudicare! Vi do appuntamento alla settimana prossima,un abbraccio
Paola
Buonpomeriggio
gente! Oggi sono stata a mare,per uno degli ultimo bagni,ed
è stato bellissimo,adoro il mare di settembre: poca
confusione,acqua calda e tanto relax *_* Ok
torniamo con i piedi per terra; che dirvi se non grazie?! La storia sta
avendo un successo pazzesco,che non credevo possibile,e vi ringrazio
infinitamente,tutti sensa distinzioni: chi ha inserito la storia tra le
preferite,le seguite,le ricordate,chi la recensisce e chi legge
solamente. GRAZIE! Vi
lascio al capitolo in cui si sapranno le sorti del piccolo Matthew,ma
state tranquille,si conoscerà il ruolo di Tanya e ci
sarà un primo confronto tra Bella ed Edward,che in questo
caso sarà abbastanza pacifico: si trovano pur sempre in
ospedale...ma non temete arriveranno anche quelli più
diretti. Buona lettura
:D
RITORNARE A
RESPIRARE
Quanto tempo che è passato
senza che me
ne accorgessi
quanti giorni sono stati
sono stati quasi eterni**
L’operazione
di Matthew durò esattamente 3 ore,45 minuti e 36 secondi;
tempo che passai a
mangiarmi le unghie e pregando che tutto andasse bene,evitando
accuratamente
Edward,che passeggiava per il corridoio, e lasciandomi avvolgere dai
caldi
abbracci di Alice e Jasper,venuto apposta per starmi vicino. Quando
sentii lo
scatto della porta e vidi Rosalie uscire dalla sala operatoria,scattai
come una
molla dalla sedia rossa in plastica dove ero seduta. Lei mi venne
incontro
sorridente,non disse nulla,mi abbracciò stretta a
sé e pianse sulla mia spalla,ed
io con lei,ma stavolta erano lacrime di gioia: lo avevo capito dal suo
sorriso
che era andato tutto bene e quel pianto serviva ad entrambe per
sciogliere la
tensione accumulata;quando i singhiozzi si fermarono,mi diede il
responso,non
prima però di avermi fatto allontanare da Edward: lei non
sapeva chi fosse “E’
andato tutto bene! Matthew è un campione,vuole vivere e ha
fatto di tutto per
dimostrarcelo. Appena si sveglia potrai vederlo;dovrà stare
ancora in terapia
intensiva per qualche giorno ma ora è fuori
pericolo”
La strinsi
forte a me,e a quell’abbraccio si unirono anche Alice e
Jasper. Mentre tutti
sorridevamo contenti per la notizia appena ricevuta,notai Edward in un
angolino,in disparte,le mani tra i capelli e un leggero sorriso in
volto;sciogliendo l’abbraccio dai miei amici lo raggiunsi.
“Matthew sta
bene,hai sentito. E’ andato tutto bene” gli
dissi,senza riuscire a guardarlo
negli occhi,dopo la sfuriata che gli avevo fatto e il modo pietoso in
cui poi
mi ero accasciata ai suoi piedi,mi vergognavo del mio
comportamento,anche se
razionalmente sapevo che doveva farlo lui. E poi non mi sarei mai
perdonata di
essere crollata in quel modo pietoso davanti a lui,dandogli la
soddisfazione di
vedere tutto il dolore che mi aveva provocato il suo rifiuto per
Matthew.
“Sì sono
contento che finalmente è fuori pericolo. Quando posso
vederlo?”
“Rosalie mi
ha detto che dobbiamo aspettare che si svegli. Se vuoi puoi
riaccompagnare la
tua ragazza a casa e poi tornare qui. È rimasta con me da
ieri,sarà distrutta”
e feci un cenno verso il divanetto dove Tanya era crollata circa due
ore fa.
“La mia
ragazza?!” disse Edward incredulo,e io lo guardai sorpresa
senza capire.
Improvvisamente rise,una risata quasi isterica,dovuta probabilmente al
nervosismo accumulato in quelle ore,poi si ricompose e
chiarì i miei dubbi
“Tanya non è la mia ragazza. È mia
sorella,Bella. Ma in tutto questo tempo non
te lo ha detto?” Presi a scuotere la testa in segno
negativo,ma poi decisi di
rispondere a parole “Quando è venuta a casa mia io
ero in preda al dolore per
le contrazioni;quando siamo arrivate qui l’unica cosa che
facevo era urlare e
piangere spaventata e quando mi sono risvegliata dopo il parto
è arrivata la
notizia di Rosalie. Non abbiamo avuto molto tempo per parlare,ma
ringraziala da
parte mia,ha fatto tanto pur non sapendo nulla di me e
Matthew”
“Sì lei è
fatta così,vorrebbe aiutare tutti. A volte potrebbe sembrare
una ficcanaso,ma
non lo fa con cattiveria. Comunque non ho intenzione di muovermi da
qui,al
massimo chiamo il suo ragazzo e le dico di venirsela a prendere. Voglio
vedere Matthew,non
mi muoverò di qui fino a quando non avrò visto
con i miei occhi come sta” disse
risoluto
“E invece di
sapere come è stato durante i nove mesi di gravidanza non te
ne frega nulla. Non
posso impedirti di vedere tuo figlio” e forse per la prima
volta lui si lasciò
andare ad un sorriso sincero,che si spense quando dalle mie labbra
uscì
“Purtroppo”.
Con la coda
dell’occhio vidi Alice avvicinarsi a noi,e mi voltai verso di
lei “Se vuoi
possiamo riportare noi Tanya a casa. Dobbiamo andare via
perché non è ancora
l’orario di visita e non possiamo rimanere oltre,non ci
costerà nulla
riaccompagnarla,e bada bene lo faccio solo per lei,che è
stata tanto gentile
con Bella:fosse per me ti avrei già spaccato la
faccia” e si strinse al suo
Jasper,minacciando Edward con lo sguardo più cattivo di cui
era capace,mentre
il suo ragazzo,nonché mio caro amico, mi
accarezzò dolcemente il viso
sorridendomi felice.
“Va bene,la
sveglio subito” disse Edward,e mi parve di leggere una nota
di fastidio nella
sua voce. Non fu facile svegliarla,ma alla fine ancora mezza intontita
riuscimmo a farla andare con Alice e Jasper.
A quel punto
Rosalie si avvicinò a noi “E così tu
devi essere l’uomo senza palle che ha
abbandonato la sua donna nel momento del bisogno vero?”
“Sono io.
Lei sarebbe?” Edward era piuttosto nervoso,non si aspettava
che i miei amici
gli si scagliassero contro.
“Io sono la
persona che è stata vicina a Bella e suo figlio tutto questo
tempo. Colei che
l’ha consolata nei momenti più bui,quando lei non
era neppure certa di riuscire
ad andare avanti,colei che le ha tenuto compagnia durante le
ecografie,che le
ha stretto la mano nel momento più importante della sua
vita,la nascita di suo
figlio! Mi dispiace tanto che quel bambino dovrà avere
qualcosa in comune con
lei,perché se sapesse come lo ha trattato,anzi come li ha
trattati,prima che
nascesse, si vergognerebbe di averla come padre. A dimenticavo,sono
Rosalie
Hale e sarò la sua spina nel fianco” dicendo
così mi abbracciò un attimo e poi
corse via a cambiarsi e riposarsi un po’.
Io ed Edward
rimanemmo soli nella mia stanza ad aspettare che qualcuno ci venisse a
chiamare
e ci portasse a vedere Matthew;il silenzio stava cominciando a
diventare
pesante e cercavo un modo per romperlo,ma lui mi prevenne
“Posso farti una
domanda?” chiese titubante.
“Dimmi”
risposi,cercando di non far trasparire la mia curiosità.
“Promettimi
di non arrabbiarti però. Perché hai deciso di non
abortire?”
Presi un
profondo respiro,non mi aspettavo certo una domanda del genere,e poi
risposi
“Sai non so neanche io bene il motivo. Ho sempre desiderato
avere un
figlio,adoro i bambini,ma non così e non così
giovane. Non ti nego che inconsciamente
anche io avevo pensato di abortire,e quando tu me lo hai suggerito,ho
come
preso la palla in balzo; ma poi quel giorno in clinica,ho capito che se
avessi
fatto un cosa del genere,mi sarei sentita spezzata per tutta la
vita,nessun
bambino futuro avrebbe mai potuto prendere il posto di quello a cui
avevo
volontariamente negato la vita. E poi credo che l’abbia amato
da subito,già da
quando Rosalie mi comunicò la notizia.” E senza
pensarci portai una mano sul
mio ventre ormai vuoto.
“Adesso però
tocca a me: cosa ci fa qui? Intendo cosa è successo adesso
per farti cambiare
idea?” ma non ebbe tempo di rispondere perché in
quel momento entrò un
‘infermiere dicendoci che potevamo andare a vedere Matthew;
non me lo feci
ripetere due volte,non mi importava molto delle sue spiegazioni adesso.
Corsi
impaziente verso la sala dove ero stata precedentemente,seguita da
Edward,e
iniziammo ad indossare le protezioni necessarie per poter entrare nella
stanza.
Ma quando fummo lì davanti,con già i camici e le
cuffie addosso,una persona
della sicurezza ci fermò “Lui non può
entrare” disse indicando Edward. Lui
restò di sasso “E chi me lo impedirebbe?”
“Io!” disse
Rosalie affacciandosi “Non hai riconosciuto legalmente il
bambino,non ti sei
mai presentato qui e non hai nessun titolo per vedere Matthew. Se non
ti
dispiace adesso Bella deve vedere suo figlio” e mi
accompagnò dentro,mentre
Edward rimase ad osservarci da dietro il vetro,guardato a vista dal
vigilantes.
“Non sono
certa che quello che ho fatto sia totalmente legale,ma Luke
è un amico e si è
prestato al gioco. Goditi questo momento con tuo figlio da sola,se
vorrai
parlare con quello lì - e indicò Edward
– potrai farlo con l’interfono,prima di
uscire lo accenderò”
“Grazie
Rose,per tutto” le sorrisi felice.
Una volta dentro
vidi il mio piccolino agitarsi nella sua culletta termica e subito
infilai le
mie mani nell’oblò e presi ad accarezzargli il
pancino e lui aprì i suoi
occhietti e parve calmarsi: sentii un calore profondo riempirmi il
cuore.
Guardai verso Edward e lo vidi osservare con preoccupazione Matthew e
l’incubatrice.
“Edward
cos’hai?” Rosalie aveva attivato gli interfono
presenti nella stanza per poter
parlare
“Ho paura
Bella,sembra così fragile. Non si farà
male?” la sua sincerità e la sua
preoccupazione erano disarmanti in quel momento.
Sorrisi per
la sua preoccupazione e lui mi guardò male
“Scusami Edward,ma sei troppo buffo.
Sembra delicato,ma il mio ometto è più forte di
quanto sembri.” Dissi
orgogliosa,osservando il mio piccolo sgambettare nella culla.
Si vedeva
lontano un miglio che Edward avrebbe voluto essere lì con
me,ma in fondo la
‘punizione’ che Rosalie gli aveva inflitto gli
stava bene: non poteva
presentarsi lì e credere che tutto andasse bene dopo che ci
aveva ignorati per
nove mesi.
“Sai la prima
volta anche io avevo paura di fargli male,mi ha spinto Rosalie a
toccarlo” non
so bene perché gli feci quella confessione,forse per farlo sentire un
po’ in colpa. La mia furia
nei suoi confronti non si era per niente calmata,ma in quel momento mi
interessava
solo sapere che il mio bimbo stesse bene,avremmo avuto tempo per
chiarire; però
volevo farlo soffrire un po’,più di quanto non lo
fosse già.
“Davvero?”
“Sì,però
è
stato un attimo. Sai, vederlo con tutti i tubicini attaccati al suo
piccolo
corpicino,senza nessuno con cui poter condividere quel dolore e quelle
ore
d’angoscia è stato bruttissimo. Non vedo
l’ora di poterlo toccare senza questi
guanti,di poterlo stringere a me e allattarlo. L’unica volta
che l’ho tenuto in
braccio è stato quando me lo hanno posato sul petto dopo il
parto,ma almeno io
ho avuto questa opportunità.”
“Avrei tanto
voluto esserci,non mi perdonerò mai per aver perso il suo
primo vagito” e il
suo sguardo divenne cupo,accigliato.
“Non sono
stata io a impedirti di esserci,è stata una tua
scelta,adesso non puoi venire
qui e dire così: cosa ti aspettavi,una mia telefonata per
avvisarti che il
figlio di cui non ti è mai importato nulla stava per
nascere? Sei fortunato
però: Matthew non ricorderà mai quel momento,e se
non farai nessun passo falso
forse eviterò di fargli sapere che suo padre mi aveva
chiesto di ucciderlo: non
voglio che anche lui soffra per causa tua. L’importante
è che tu sia presente da
ora in poi,avrà bisogno di un padre per crescere
bene” ero stata cattiva in
quel momento,ma lui non poteva biasimare nessuno se non lui stesso per
le
scelte che aveva fatto.
“E tu me lo
permetterai,Bella?”
“Se lo
riconoscerai legalmente io purtroppo non potrò impedirti di
vederlo,sei pur
sempre suo padre,ma dovrai stare attento Edward. Fallo
soffrire,illudilo e non
la passerai liscia;non te lo permetterò!” dissi
decisa e lui annuì convinto.
In realtà
dentro me albergava la confusione in quel momento; non capivo il
repentino
cambiamento di Edward nei confronti di suo figlio: temevo che se mi
fossi
abituata alla sua presenza,se avessi cominciato a contare su di lui per
un
aiuto con il bimbo,nel momento in cui lui ci avrebbe voltato nuovamente
le
spalle,cosa che,visto il suo precedente comportamento,sarebbe potuta
benissimo
accadere,io mi sarei trovata ancora più nei guai.
Perché se fino ad ora ero
riuscita ad andare avanti con le mie forze,adesso non ero sicura di
riuscirci.
Matthew prima non aveva bisogno di nulla,viveva attraverso me;
d’ora in poi
invece avrebbe avuto bisogno di tantissime cose,a cominciare dai
vestitini,dai
pannolini,e da un punto di vista economico non avrei mai potuto farcela
da
sola,avrei dovuto trovarmi un lavoro al più presto,i soldi
della borsa di
studio stavano finendo e i risparmi messi da parte non sarebbero stati
eterni.
“Puoi stare
tranquilla,sarò il primo a proteggerlo da chiunque volesse
fargli del male.
Adesso lui è la cosa più importante per me,la
cosa più importante di tutta la
mia vita.” Quelle parole,dette con così tanta
convinzione e serietà,le pronunciò
come se volesse rasserenarmi. Ripresia coccolare il mio bambino,sperando che da oggi avrei
potuto contare
sull’aiuto di suo padre.
**
Vuoto a perdere,Noemi
Cosa
ne pensate? Tanya come vedete è innocua,essendo la sorella
di Edward: la scelta non è casuale,mi ero stufata di leggere
il solito clichè di Edward che tradisce Bella con Tanya o
viceversa... Non è formidabile Rose in questo capitolo? Sono
tutti contro Edward,come voi del resto! non perdetevi il prossimo
capitolo,in cui si svelerà il 'segreto' di Edward e ci
sarà una parte dolcissima tra Bella e Matthew. Grazie ancora
a tutti,alla prossima settimana Paola ;)
Buon pomeriggio gente! Prima di tutto,avete visto
il nuovo traileri di
Breaking dawn? io devo ancora riprendermi,è fantastico e
hanno fatto un
ottimo lavoro con il trucco di Kris:sembra realmente malata durante la
gravidanza O.o per chi se lo fosse perso ecco qui il
link
Tornando al capitolo quasi tutte nello
scorso avete apprezzato il comportamento di Rosalie: sono felice che la
ragazza vi abbia stupite ;)
Quasi nessuno invece aveva pensato all'eventualità che Tanya
fosse la sorella di Edward: mi complimento da sola per la mia trovata
La smetto di blaterare e vi lascio al capitolo in cui finalmente
verremo a conoscenza del segreto di Edward,ci si becca in fondo ;)
PS.
il capitolo è dedicato a Chuck,se lo
merita alla grande dopo aver recuperato tutti i capitoli in un solo
pomeriggio,ma soprattutto per averli recensiti tutti: grazie ancora
CONFESSIONI
Charles: Sa che
avrò sempre cura di lei,
è questo l'importante!
Tyler:
L'importante è questo?! No non
basta! **
Finalmente
dopo due settimane passate in ospedale,oggi avrei riportato a casa
Matthew.
Quelle due settimane
erano state infinite e infernali; ogni sera dover tornare a
casa,sapendo che il
mio bambino sarebbe rimasto da solo in ospedale,mi metteva
un’angoscia addosso
incredibile.
La sera in
cui mi dimisero e dovetti andare via da lì senza mio
figlio,fu straziante; passai
la notte a piangere e se non fosse stato per Alice e Tanya,sarei
rimasta
avvinghiata all’incubatrice,o sarei corsa in ospedale in
piena notte per
assicurarmi che stesse bene. Quella notte la loro presenza fu molto
importante
per me,mi tennero stretta tra le loro braccia per molto tempo,cercando
di
confortarmi in ogni modo possibile,fino a quando non crollai distrutta.
Apprezzai molto quel gesto,soprattutto la bontà di Tanya che
dimostrava nei
miei confronti: si era affezionata tanto a noi in pochissimo tempo e le
ero
grata,in fondo io ero arrabbiata con suo fratello. Edward faceva i
salti
mortali,insieme ad Alice,per venirmi a trovare in ospedale o a casa;
ormai le
prove del balletto erano serrate e per loro era difficile ritagliarsi
un po’ di
tempo,quindi ci vedevamo poco,ma mi erano sempre accanto,anche se la
presenza
di lui mi urtava parecchio ancora. Da
una
settimana poi,mi avevano autorizzato ad allattare il mio
bambino.
La prima
volta era stata una sensazione incredibile; sentire la boccuccia di
Matthew
attaccarsi al mio seno che lo succhiava voglioso,mangiando con
un’espressione
beata, mi rese la donna più felice della terra! Una volta
però mi fece prendere
uno spavento tremendo: succhiava con tanta foga che si
soffocò con il latte,e
io terrorizzata chiamai l’infermiera; lei mi
spiegò che era normale,avevo tanto
latte e il bambino mangiava volentieri,quindi se mi fosse successo
anche a casa
da sola avrei dovuto staccarlo dal seno e appoggiarlo al mio petto
battendogli
un po’ le spalle,proprio come si faceva con le persone adulte.
Anche adesso,
mentre ero seduta in una poltroncina del nido e stavo aspettando
l’arrivo di
Edward,che aveva perfino litigato con l’insegnante di danza
pur di ottenere il
pomeriggio libero,in modo che fosse lui a riaccompagnarci a
casa,guardavo
estasiata il mio pupetto che mangiava tranquillo,con i suoi occhi che
scrutavano dappertutto e la manina appoggiata sul mio seno.
“Ciao! O
scusa se vuoi passo dopo” Edward era appena entrato nel nido
e credei si fosse
imbarazzato nel vedermi allattare il bambino. Pure per me non era
facile farmi
vedere semi nuda,ma in fondo lo stavo facendo per dar da mangiare a mio
figlio,e penso che azione più bella da fare con il proprio
corpo non possa
esistere.
“No
tranquillo,puoi entrare,non c’è nessun problema. E
poi credo tu non abbia mai
visto mangiare Matthew” dissi,conscia del fatto che a lui non
era permesso
entrare in terapia intensiva,tranne negli orari di visita e non era mai
capitato che il bimbo avesse fame. Con Rosalie avevo raggiunto
l’accordo che
quando mi trovavo in luoghi pubblici dell’ospedale lui
avrebbe potuto vedere
Matthew,ma dopo appena due giorni lui si era presentato con un
certificato che
dichiarava la sua paternità e quindi la mia amica non aveva
più potuto
obiettare nulla.
Era un po’
fastidioso vederlo con gli occhi fissi sul mio seno,ma non potevo
tirarmi
indietro: era stato velocissimo a sistemare le questioni legali per
rendere
Matthew suo figlio effettivo,e dal suo avvocato mi era arrivata una
lettera
nella quale mi spiegava che io al suo cliente non potevo negare nulla,a
meno
che ciò non avesse offeso me o comportato dei danni per il
bambino,così strinsi
i denti e continuai ad allattare il mio cucciolo.
“E’ così
rilassato in questo momento… che sensazione si prova ad
allattare? Sono
curioso” faceva spesso domande di questo tipo,non sapevo se
per semplice
curiosità o per velocizzare il mio perdono. In quel caso era
un povero illuso.
“E’ un
qualcosa di indescrivibile; sapere che da te dipende la vita del tuo
bambino,che lui si affida ciecamente a te,senza farsi
problemi,è qualcosa di
meraviglioso. È come quando sei innamorato e vedi la persona
davanti a te: il
cuore ti balza in gola,hai le farfalle nello stomaco,il cervello in
pappa,però
sei felice; adesso devi moltiplicare almeno per mille quella
felicità e saprai
la gioia che ti da allattare il tuo bambino. Non so se mi sono spiegata
bene”
“Perfettamente”
e fece una leggera carezza al piedino di Matthew,che stava iniziando a
scalciare,segno che di lì a poco avrebbe smesso di
succhiare. Dopo che fece il
ruttino,lo passai ad Edward; ancora era spaventato quando lo teneva in
braccio,ma piano piano stava cominciando ad abituarsi. Raccolsi le mie
cose e
ci dirigemmo verso la macchina; mi meravigliai di trovare nei sedili
posteriori
tutta l’attrezzatura per poter portare in giro il
bambino,anzi forse era pure
esagerata tutta quella roba: in fondo non ci sarebbe mai servito un
seggiolino
per fare trekking. “Era il minimo che potessi fare. Ti avevo
detto che lo avrei
protetto da ogni cosa” si giustificò,leggermente
in imbarazzo,grattandosi la
nuca in un gesto che avevo capito facesse quando non si trovava
totalmente a
proprio agio. Ero spiazzata da tutto ciò,si stava giocando
bene le sue carte,ma
ancora non era arrivata la resa dei conti definitiva,per quella avrei
aspettato
di essere a casa.
Giunti a
casa,lo feci accomodare nel piccolo salottino,mentre io mettevo Matthew
nella
sua culla e mi cambiavo. Lo trovai ad osservare un collage di foto che
mi aveva
fatto Alice: era una cornice rettangolare,in cui lei aveva inserito
delle mie
foto nei vari mesi di gravidanza,per ricordare mese per mese i miei
cambiamenti.
“Ehi!” dissi
per attirare la sua attenzione.
“Ehi… Eri
bellissima con il pancione; non che ora non lo sei,ma ti dava una luce
diversa”
Sorrisi
imbarazzata per quelle parole,ma adesso era arrivato il momento di
conoscere il
perché di questo improvviso cambiamento. In fondo in quei
mesi, prima mi aveva
chiesto di abortire,poi mi aveva detto che non voleva sapere
più nulla di noi e
adesso sembrava dispiaciuto di aver perso ciò,voleva essere
presente nella vita
di Matthew.
“Edward come
mai hai cambiato idea su Matthew? Voglio dire,mi fa piacere che tu sia
rinsavito,ma non so spiegarmi il tuo cambiamento”
Mi fissò per
quelle che sembrarono ore e poi sorridendo mi rispose
“Semplice,tu non sei
Carmen”
“Ovvio io
sono Isabella,ma chi sarebbe questa Carmen? E cosa c’entra
con Matthew?”
“Circa otto
anni fa,quando più o meno avevo la tua età,andai
a lavorare in Europa. Lì
conobbi una ballerina,Carmen. Era veramente bellissima: la classica
ragazza
mediterranea,era spagnola,ma con gli occhi azzurri,sembravano pozzi. Ci
frequentavamo da circa sei mesi quando lei scoprì di essere
incinta; io,nonostante
fossi giovane,ero entusiasta all’idea di diventare padre,ma
lei no: voleva
abortire.Riuscii a
farle cambiare
idea,dicendole che mi sarei preso io cura del bambino,anche senza di
lei. Carmen
decise di troncare lì la nostra relazione e mi promise che
avrebbe portato
avanti la gravidanza,ma tutto sarebbe stato a mio spese. Naturalmente
approfittò della cosa,arrivando a ricattarmi quando io mi
lamentavo dicendole
che un vestito Chanel non l’avrebbe certo aiutata nella
gravidanza,ma alla fine
cedevo. Quando arrivò al sesto mese di gravidanza,una sera
mi telefonarono
dall’ospedale…” si interruppe,e distolse
il suo sguardo dal mio; sembrava
essere soprafatto da quel ricordo.
“Edward,se
non te la senti non devi continuare per forza. Ho bisogno di
sapere,è vero,ma
non voglio che tu ti senta costretto: magari aspetta un attimo per
riprenderti
e poi continui”
“No,è giusto
che tu sappia: aspettare non lenirebbe il dolore.
Quella sera
mi chiamarono dall’ospedale avvertendomi che Carmen era in
travaglio. Dopo
circa tre ore,un medico venne da me dicendomi che il bambino era nato
troppo
prematuro,e non era sopravvissuto. Il mondo mi crollò
addosso in quel
momento,ma non sapevo che il peggio doveva ancora arrivare. Mentre mi
avvicinavo alla stanza dove riposava Carmen,notai che la porta era
leggermente
aperta e sentivo delle voci provenire da dentro,tra le quali la sua; mi
accostai ad ascoltare e in quel momento il mio cuore si
spezzò
irrimediabilmente: stava raccontando ai suoi genitori e ad una sua
amica che
aveva preso un prodotto che stimolava le contrazioni
uterine,così che il ‘disturbo’,come
chiamò lei il bambino,non le deformasse ancora di
più il corpo e lei sarebbe
potuta tornare a ballare,giusto in tempo per interpretare la
protagonista di un
balletto. Ecco perché all’inizio ti ho detto
ciò,non volevo soffrire di nuovo
come allora; ma poi ho capito che tu sei diversa,che ami davvero
Matthew e
spero che potremo crescere insieme nostro figlio.”
Sorrise,nonostante gli occhi
lucidi,e io gli strinsi una mano tra le mie,mentre con
l’altra scacciavo una
lacrima che mi era sfuggita al controllo. “Ora posso capire
il tuo
comportamento. Non avrei mai creduto che dietro si celasse una storia
tanto
dolorosa” e gli sorrisi sperando di infondergli un
po’ di calore,ma tornai
subito seria “Ciò però non ti dava
l’autorizzazione di trattarmi,anzi di
trattarci come se fossimo degli appestati. Io non so se tu ti renda
conto della
cattiveria che hai usato nei nostri confronti: per proteggere te stesso
dai
fantasmi del passato,hai rischiato che io uccidessi anche questo tuo
bambino e
stavolta per volere tuo. Mi hai giudicato senza neppure
conoscermi,additandomi
come una perfida macchinatrice”
Il
mio tono di voce era salito di parecchie
ottave,ma non riuscivo a credere che lui mi avesse ritenuto
così meschina da
compiere un gesto come quello: era come se io,dopo quello successo con
James,avessi paura di innamorarmi di nuovo.
Sobbalzammo
entrambi,quando dall’interfono giunse il pianto di
Matthew,che interruppe il
nostro discorso; insieme ci dirigemmo verso la mia camera da letto e io
subito
strinsi tra le braccia il piccolino “Amore della mamma,cosa
c’è? Non puoi avere
fame,non è passata neanche un’ora dalla
poppata”. Appoggiandomelo sulla spalla
capii subito il perché del suo pianto: doveva essere
cambiato. “Ecco perché
piangi,hai fatto la cacca. Ora ci pensa il tuo papà a
cambiarti” e mi voltai
verso Edward che era rimasto a guardarmi a bocca aperta
“Cosa dovrei
fare io?” esclamò agitato.
“Finora non
hai mai cambiato Matthew, quindi mi sembra il momento opportuno per
cominciare”
e gli strizzai l’occhio. Presi tutto l’occorrente e
lo sistemai sul mio
letto,poi vi adagiai il bambino e con un gesto invitai Edward ad
avvicinarsi. Lui
mi guardò sconvolto “Bella veramente è
tardi,io dovrei andare sarà per la
prossima volta” e fece per andarsene.
In quel
momento i miei occhi presero a lanciare scintille di fuoco
“Edward dimmi,vuoi
crescere un bambino o giocare per un po’ con cicciobello?
Vuoi essere presente
nella vita di tuo figlio solo quando ci sarà da
festeggiare,da portarlo al
parco? E quando avrà la febbre,le coliche o
metterà i dentini e non smetterà un
attimo di piangere,cosa ti inventerai per scomparire? Se questo
è ciò che hai
intenzione di fare quella è la porta: stavolta non sarai tu
ad andartene,ma sono
io a cacciarti e per sempre,secondo le richieste che hai fatto al tuo
avvocato
posso farlo benissimo,perché con questo tuo gesto offendi me
e il piccolo”
sputai acida.
Non
rispose: titubante si avvicinò, iniziò a staccare
i bottoncini della tutina e,tenendolo per i piedini,gliela
sollevò quel tanto
da liberare il pannolino;prese un profondo respiro e poi
sganciò anche quello “O
cielo,come fa un bimbo così piccolo a fare
così tanta cacca?!” davanti alla sua faccia
seriamente stupita,non riuscii a
trattenere una risata,e lui si imbronciò ancora di
più. Dopo un buon quarto
d’ora,e qualche aiuto da parte mia,riuscì a
terminare quella impresa titanica e
rimettemmo Matthew nella sua culla,dove sprofondò nuovamente
nel mondo dei
sogni.
“Mi dispiace
per quella lettera” disse poi.
“Era
indispensabile inviarmela? In fondo non ti ho mai vietato di
vederlo,nonostante
avessi potuto farlo benissimo; mi sono sentita umiliata nuovamente da
te”
“E in
ospedale?” chiese provocatorio
“Lì non
potevo fare niente. Non c’era un documento legale a
certificare la tua
paternità e io avevo registrato Matthew a mio nome,avevo le
mani legate. Ma poi
mi sembra che negli spazi pubblici non ti abbia mai impedito di vederlo
o
toccarlo,anche se lo meriti Edward,te lo assicuro”
“E’ stato il
mio avvocato a consigliarmi di fare ciò; avevamo paura che
emettessi qualche
decreto restrittivo nei miei confronti” A quel punto non ci
vidi più e gli
mollai un ceffone: lui rimase attonito,massaggiandosi la guancia
colpita.
“Fuori!” gli dissi a denti stretti per evitare di
svegliare nuovamente il
piccolo.
“Bella,io”
“Edward per
la tua incolumità vai fuori da questa casa,subito”
non riusciva a capire che
ogni sua parola era un’offesa per me?
“Ok,forse è
meglio. Posso venire a trovarvi domani?”
“Porta con
te Tanya,io non voglio vederti,ma non ho intenzione di lasciarti da
solo con
Matthew.” E così dicendo gli sbattei la porta in
faccia.
**
dal film Remember me
La
storia di Matthew che si soffoca con il latte è vera,lo
facevo sempre io,ero una gran mangiona ^^
Il
capitolo non è uscito come lo immaginavo,ma spero che vi
soddisfi...chi immaginava che il passato di Edward fosse tanto
doloroso? Secondo voi Bella ha fatto bene a reagire così?
Non è un'amore Matthew? va bene la smetto con le domande e
attendo le vostre risposte,che sono sempre più numerose e io
non so come ringraziarvi: ogni volta che controllo la storia vedo tutti
i numeri crescere e il cuore mi scoppia dalla gioia; per una che si
sente sempre fuori posto avere il vostro supporto è
meraviglioso.
Vi saluto e vi rinnovo l'appuntamento a mercoledì
prossimo,un abbraccio PaolaPaola Efp
Buonasera a tutti! Scusate per la settimana di ritardo con cui posto,ma il mio pc come sapete mi ha dato dei problemi,ma fortunatamente ieri sono andata dal tecnico a riprendermi il materiale che mi serviva,così posso postare :) il computer,invece,è ancora malaticcio,ahimè….
Dunque non blatero più e vi lascio al tanto atteso capitolo,in cui avremo un confronto tra Bella e i ‘suoceri’,ci vediamo sotto! Scusate per la grafica,che non è uguale agli altri capitoli,ma sto usando l'editor di EFP ^^
RICHIESTE
Life is the most spectacular show on earth **
Un mese dopo
Era arrivato il giorno che più avevo atteso da quando avevo saputo di dover interpretare Odette: il giorno della prima de ‘Il lago dei cigni’.
La prima di uno spettacolo è la cosa più attesa e nello stesso tempo più temuta per un ballerino; nessuno immagina la frenesia e quello che succede dietro le quinte. I controlli per vedere che tutto sia apposto,gente che corre e fa strani esercizi per riscaldarsi,chi si aggiusta i capelli e il trucco,chi cuce le bretelle del proprio costume perché ha dimenticato di farlo,chi smolla le punte.
Io in quei momenti ero totalmente nel panico: sembrava avessi la mente annebbiata,non riuscivo a ricordarmi i passi in sequenza,mi tremavano le gambe,e tanta era l’adrenalina in circolo che non facevo altro che sorridere come un’idiota! Ma poi,puntualmente e fortunatamente,quando mi mettevo in posizione,quando si accendevano le luci,il sipario si apriva e la musica cominciava a diffondersi per la sala,la nebbia si dissolveva e tutto tornava al suo posto,ed io mi lasciavo trascinare dalla musica,che sentivo scorrere nelle mie vene e che mi rapiva in un mondo tutto mio.
Quella sera però,quando si aprì il sipario,una lacrima solitaria lambì il mio viso,ma poi mi voltai a guardare il motivo per cui non ero sul palco,ma seduta in platea,e un sorriso spontaneo nacque sul mio viso: Matthew dormiva beato nel suo baby-pullman e non seppi trattenermi dal fargli una carezza nella mano,sperando che non si svegliasse.
Dopo lo spettacolo,che era andato meravigliosamente bene,Edward aveva insistito per riaccompagnarci a casa,nonostante potessero benissimo farlo Jasper ed Alice. Le cose con lui andavano un po’ meglio,ma i nostri rapporti non erano migliorati di molto: ogni passo avanti che faceva,veniva poi cancellato da qualche sua richiesta assurda o dal modo di pormi determinate questioni sull’educazione del piccolo.
In macchina regnava un silenzio innaturale; lui sembrava nervoso,continuava a stringere il volante della macchina così forte da avere le nocche delle dita bianche. Mi voltai per controllare che Matthew dormisse ancora e decisi di spezzare quel silenzio,che cominciava a diventare pesante “Edward cos’hai? Sembri… nervoso?”
“No,sto bene” sussurrò,quasi più per convincere se stesso che per rispondere a me. Decisi di non insistere oltre e appoggiai la testa al finestrino,guardando le luci della città che sfrecciavano nel buio della notte: quando avrebbe voluto dirmi il motivo del suo mutismo lo avrei ascoltato,ma di certo non sarei stata lì a pregarlo;ad un tratto Edward sospirò profondamente e ammise “In effetti non va tutto bene.”
Attesi che continuasse,ma quando vidi che sembrava in difficoltà,decisi di andargli incontro “Edward cosa c’è che ti turba? Se vuoi parlarmene,io ti ascolto” e sfiorai la sua mano con la mia.
“Grazie Bella. Ecco,vedi,stasera c’erano anche i miei genitori allo spettacolo,oltre Tanya. Come al solito lei non sa tenere la bocca chiusa,e ha detto che eravate presenti anche tu e il bambino. Esme e Carlisle naturalmente sanno tutto di voi,e del bene che voglio a Matthew,ed essendo loro i nonni desidererebbero conoscerlo”
“Anche Carlisle?” chiesi dubbiosa.
“Sì perché?” in questi momenti non riuscivo a comprendere se facesse lo scemo o lo fosse.
“Sbaglio o è stato proprio tuo padre a procurarmi l’appuntamento in clinica per abortire? Cos’è ad un tratto vi siete pentiti tutti?” ribattei acida.
“Smettila di comportarti così. Carlisle lo ha fatto solo perché gliel’avevo chiesto io,lui è pure un obiettore di coscienza”
“Non mi importa chi lui sia. Se sono così tanto interessati a Matthew potevano anche fare una cazzo di telefonata durante i nove mesi della gravidanza,ma invece niente;pure quando è nato non ho mai ricevuto nulla da loro,neppure un biglietto d’auguri. Si vede che la tua voglia di fuggire dai problemi è un fattore genetico” la rabbia si era impossessata di me,ma in quel momento non mi importava di apparire maleducata,avevo bisogno di sfogarmi.
“Perché devi essere sempre così esagerata Bella?”
“Esagerata?!” mi portai le mani ai capelli per evitare di picchiarlo “Ti rendi conto che per nove mesi tutti mi avete ignorata e adesso fate a gara per vedere il bambino?! Se pensi che io lo lasci in mano della tua famiglia per farne l’erede perfetto ti sbagli di grosso: lui è mio figlio” lottavo con tutta me stessa per impedire alle lacrime di non fuoriuscire dai miei occhi: odiavo il mio carattere che mi portava a piangere quando ero troppo nervosa.
“E Tanya perché l’hai accettata?”
“Quella povera ragazza si è presentata a casa mia nel momento in cui stavo per partorire per sapere chi fossi,ma pur non avendo avuto il tempo di parlare mi è rimasta accanto tutto il tempo. E’ una persona squisita,non sapeva nulla di me e Matthew,e per questo l’ho subito accettata: ha fatto molto per noi. L’unico rammarico è che sia tua sorella,ma non si può scegliere la famiglia in cui nascere”
“Allora se è per questo neppure mia madre Esme sapeva nulla. Io e Carlisle siamo stati gli unici a sapere tutto fin dall’inizio”
“Perfetto! Allora dì pure ad Esme e Tanya di venire quando vogliono,anche domani. Ma io non ho intenzione di mettere piede a casa tua. Adesso per favore voglio tornare nella mia di casa,sono stanca” mi girai verso il finestrino e dichiarai terminata la discussione. Arrivati a casa scesi velocemente dall’auto,attesi che salutasse il piccolo,e ci mise più del previsto per farmi incavolare ancora di più,e poi me ne andai dritta in casa senza dirgli una sola parola.
POV EDWARD
Tornai a casa imbufalito nero: nessuno mi aveva mai osato insultare la mia famiglia in quel modo.
“Edward fratellone,complimenti ancora per lo spettacolo. Hai parlato con Isabella della mia idea?” chiese ansiosa mia sorella.
“Ha apprezzato tanto la tua idea,così tanto che neppure vuole venire. Ha detto che se volete potete andare tu e la mamma a trovarla,ma ci possiamo scordare che lei al momento metta piede in questa casa”
“Edward quella ragazza ha sofferto tanto; cosa ti aspettavi,che ci accogliesse a braccia aperte nella sua vita?” mia madre come al solito fu molto diplomatica,e le dava ragione.
“Sentite non ho voglia di litigare pure con voi,me ne vado a letto” e salii in camera mia,dove dormire risultò essere la cosa più complicata al mondo,nonostante tutta la stanchezza accumulata.
Il pomeriggio seguente andammo tutti a casa di Bella; durante il tragitto in macchina non volò una mosca e quando arrivammo la prima a scendere fu Tanya che andò alla porta per avvisare Bella del nostro arrivo: la vidi parlare con lei,ma quando entrammo non c’era traccia di Isabella. Presi Matthew dal passeggino dove lo aveva lasciato sua madre e lo presentai ai miei. Mia madre ne fu subito conquistata e se lo spupazzò per un bel po’,poi mi chiese dove fosse la camera di Bella “E’ di sopra,la prima porta a sinistra,ma non credo sia il caso che tu vada”
“Questo lascialo decidere a me” mi rispose serafica e salì sopra.
POV BELLA
Stavo cercando di leggere un libro per non pensare che sotto ci fosse tutta la famiglia di Edward al completo,perché era venuto pure Carlisle. Quando Tanya aveva suonato, l’avevo ringraziata per essere venuta lei e le avevo detto che per qualsiasi bisogno mi avrebbe potuto portare Matthew in camera. Quando mi resi conto che stavo rileggendo lo stesso rigo per la decima volta senza capire nulla,chiusi il libro di scatto e tentai di mettere un po’ di ordine nella camera,ma venni interrotta da qualcuno che bussò alla porta “Isabella sono Esme,la madre di Edward”
Rimasi pietrificata,non volevo parlare con lei “Ti prego Isabella,giuro che non ti ruberò molto tempo,solo cinque minuti e poi leveremo il disturbo” presi un profondo respiro e aprii la porta “Grazie” sussurrò commossa la donna per poi accomodarsi. Ci sedemmo entrambe sul letto e io iniziai a torturarmi le mani,tenendo lo sguardo incollato al pavimento,aspettando che lei parlasse.
“Isabella io sono venuta qui per porti le mie scuse. La mia famiglia si è comportata in maniera ignobile con te; posso solo immaginare come ti sia sentita “
La interruppi subito “No signora,si sbaglia. Nessuno può immaginare come mi sia sentita. Suo figlio mi ha trattata come la peggior puttana esistente sulla faccia della terra,anzi neppure quello perché non mi ha dato un solo centesimo,ma badi bene io i vostri soldi non li voglio. Lei non può immaginare cosa vuol dire vedere la delusione negli occhi dei propri genitori dopo avergli detto di essere rimasta incinta e che non ci sarebbe stato nessun uomo con me a crescere il bambino: mio padre non mi ha parlato per un mese,l’avevo deluso profondamente.
Lei non ha provato tutto questo quindi per favore eviti di dire che sa cosa ho passato io” conclusi dura.
“Scusami,hai perfettamente ragione,nessuno di noi può immaginarlo. Posso solo dirti che mi dispiace da morire;io ho saputo della tua esistenza e di quella di Matthew solamente il giorno dopo il parto,quando Tanya è stata riaccompagnata a casa dai tuoi amici: povera,appena aprì la porta di casa le mollai un ceffone; non avevo idea di dove fosse stata tutto il giorno e aveva passato la notte fuori senza avvisarmi” un piccolo sorriso mi nacque spontaneo pensando a quella poveretta di Tanya che dopo tutto ciò che aveva passato in ospedale con me si era presa pure la rimproverata dei genitori “Quando lei ci raccontò tutto di te,o comunque quel poco che aveva capito,Carlisle si fece scappare che lui ti conosceva. Immediatamente gli chiesi spiegazioni e dopo il suo racconto mollai a lui un altro ceffone; quel giorno litigammo come mai era accaduto in tanti anni di matrimonio e io non gli parlai per due settimane.”
Rimasi scioccata dal suo racconto: anche lei,come Tanya,era stata tenuta all’oscuro di tutta la mia vicenda. “Io non so veramente cosa dirle. Sicuramente il mio comportamento le sarà sembrato da pazzi,ma io in questo momento non me la sento di perdonare suo figlio,ci vorrà del tempo e non sono certa che riuscirò comunque a farlo. Ma può stare tranquilla,non vi impedirò,né a lui né a voi, di vedere Matthew”
“Io non sono venuta qui a chiederti il perdono per mio figlio. Quella questione riguarda solo voi. Sono qui per chiederti il mio di perdono,perché sono stata una codarda a non farti neppure una telefonata dopo aver saputo tutto o a non venirti a trovare in ospedale,ma avevo paura,semplicemente tanta paura di te e che mi impedissi di vedere il mio nipotino” era veramente commossa e pentita per il suo comportamento e solo una stupida non l’avrebbe capito “La perdono Esme,in fondo tutta questa storia le è piombata addosso da un momento all’altro,e non posso biasimarla più di tanto” inaspettatamente mi strinse tra le sue braccia: all’inizio rimasi rigida,ma poi ricambiai l’abbraccio,in fondo mi mancava tanto mia madre e Esme sembrava incarnare perfettamente questa figura. Quando ci staccammo mi prese per mano e mi indicò la porta con la testa,in una tacita richiesta di accompagnarla sotto: presi un profondo respiro e annuii. Scendemmo mano nella mano,e quando fummo all’ingresso del salone Edward si aprì in un bellissimo sorriso,vedendoci arrivare insieme. Il primo a venirmi incontro fu Carlisle “Isabella è un piacere fare la tua conoscenza. Prima di qualsiasi altra cosa ti chiedo di perdonarci tutti,ma soprattutto me,per il modo meschino con cui ti abbiamo trattato; nonostante la mia età,non più così giovane,mi sono comportato peggio di un bambino e ho capito la gravità delle mie azioni quando mia moglie ha deciso di non rivolgermi più la parola: non lo aveva mai fatto in tutta la nostra vita insieme. Mi sono lasciato trascinare dal timore di quello accaduto tanti anni fa,non capendo che tu sei una persona splendida,si vede subito dal coraggio con cui hai affrontato tutto,e da come è bello Matthew. Dopo l’operazione che ha subito pensavo di trovarlo sciupato,e invece le sue guanciotte rosse sono sintomo della sua buona salute. Complimenti Bella,sei una mamma perfetta”
Quel commento finale mi fece commuovere,sicuramente a causa dei miei ormoni ancora impazziti,ed Esme mi passò un braccio intorno alle spalle stringendomi al suo fianco “Grazie dottor Cullen – dissi con la voce rotta – non avrei mai potuto ricevere complimento migliore. Ma sappia che non mi abbindolerà con i suoi complimenti” precisai.
“Cosa ti avevo detto,papà? Non è facile parlare con lei” disse Edward tra il serio e il giocoso.
“Edward per favore… Isabella noi…io non ho nessuna intenzione di abbindolarti. Vogliamo solo che tu e Matthew stiate bene,e che quello che è accaduto in passato,visto che non si può cancellare,venga messo da parte,per costruire insieme il futuro di questo bambino”
Erano giuste le sue parole,ma al momento io non me la sentivo di perdonarlo,non ero pronta,in fondo io non sapevo nulla di loro “Per quanto riguarda il perdono sappia che Esme e Tanya sono già abbondantemente perdonate,se mai avessero qualcosa da farsi perdonare; invece per lei e suo figlio,forse mi ci vorrà un po’ di tempo,ma sappiate che non vi porterò mai rancore e siete i benvenuti ogni qual volta vogliate vedere il piccolo” e gli sorrisi.
“Grazie Bella,aspetteremo tutto il tempo che vorrai. E chiamami Carlisle” mi ammonì dolcemente
“Ok Carlisle” e passammo il resto del pomeriggio in salotto,a vezzeggiare il piccolo come fossimo una vera famiglia.
** tagline del film “Water for elephants”
Vi è piaciuto il POV alternato? Come vedete le cose cominciano a sistemarsi molto lentamente…e vi anticipo che nel prossimo capitolo vedremo un momento tenero dell’allegra famigliola,qualcosa su cui fondare le basi per un futuro… MA non vi dico altro!!!
Grazie mille per il sostegno che avete continuato a dimostrare a questa storia e spero di ritrovarvi più numerosi di prima :D dovevo dirvi qualcos’altro ma mi sfugge,quindi ci leggiamo la prossima settimana. Un bacio grande,Paola
Buonasera gente! Sono un po’ di fretta perché devo finire di ripassare per un esame,quindi vi ringrazio come sempre per l’affetto che continuate a dimostrare a questa storia,e vi lascio alla lettura. Probabilmente la fine vi scioccherà un po’,ma in fondo mi spiegherò u.u
PS: nik81 la foto di Matthew è tutta tua!!! E nel prossimo capitolo ce ne saranno di più ;)
I DON’T WANNA MISS A THING
Let me go home
I’m just too far from where you are
I wanna come home **
Erano le tre di notte e Matthew piangeva come un disperato; era un’ora che andavamo avanti così e io non riuscivo a capire cosa avesse: ero completamente nel panico. Gli avevo cambiato il pannolino,avevo provato ad attaccarlo al seno ma non ne voleva sapere di smettere.
“Basta Matthew,ti prego calmati” lo imploravo,come se un bambino di tre mesi potesse capirmi. Stavo anche iniziando a spaventarmi seriamente visto che era tutto rosso e sembrava soffocarsi con il suo stesso pianto. Non sapevo se fosse il caso o meno di portarlo in ospedale,magari non era nulla e mi avrebbero preso per una mamma incapace di accudire il proprio bambino. Ma ero arrivata al limite,non sapevo che fare e soprattutto sentirlo piangere in questo modo era straziante;non smettendo un attimo di cullarlo,presi il cellulare e mi decisi a chiamare Edward: mi aveva detto che in caso di bisogno avrei dovuto chiamarlo a qualsiasi ora,e adesso era il momento buono.
“Rispondi,ti prego” dissi,quando il telefono iniziò a squillare,mentre passeggiavo per la camera da letto tenendo Matthew semi disteso tra le mie braccia. Finalmente il segnale che la chiamata era stata presa mi fece tirare un sospiro di sollievo.
“Bella è successo qualcosa? Cielo cosa ha Matthew?” anche attraverso il telefono il pianto di mio figlio era udibile e lui si era subito preoccupato.
“Edward non ne ho idea,è da un’ora abbondante che va avanti così. Si era addormentato tranquillo e poi improvvisamente si è svegliato urlando. Non so più cosa fare” e un singhiozzo mi scappò: volevo urlare in quel momento,il suo pianto era stridulo,come se stesse soffrendo le pene dell’inferno e io ero incapace di capire cosa avesse.
“Bella dammi un quarto d’ora e sono da te. Se non dovesse calmarsi lo portiamo in ospedale da Carlisle,ha il turno di notte”
“Ti aspetto” e riagganciai. Scesi al piano di sotto per aspettare Edward e nel frattempo misi un po’ di musica classica,che solitamente Matthew sembrava apprezzare,ma quella notte non ebbe alcun effetto.
Quando il campanello di casa suonò ringrazia tutti i santi del paradiso per aver permesso ad Edward di arrivare così presto.
“Ho fatto prima che ho potuto” mi disse entrando in casa; gli passai subito il piccolo,sperando che le braccia del padre riuscissero a calmarlo,come spesso era accaduto,ma le mie speranze furono vane. Mi accasciai sconfitta sul divano,portandomi le mani tra i capelli,e lui si sedette accanto a me,accarezzandomi con una mano la schiena. “Bella calmati,vedrai che riusciremo a capire cosa succede a nostro figlio. Adesso vai di sopra,cambiati e lo portiamo in ospedale: Carlilse sarà felice di darci una mano”
Annuii semplicemente perché in quel momento se avessi aperto la bocca sarei scoppiata a piangere. Andai in bagno per sciacquarmi un po’ il viso,e poi mi vestii con le prime cose che trovai. Quando tornai di sotto trovai Edward che parlava concitatamente al cellulare. “Sì papà arriviamo subito,il tempo della strada e siamo da te” quando chiuse si voltò e vedendo il mio aspetto terrorizzato si affrettò a rassicurarmi. “Bella ho avvisato Carlisle del nostro arrivo in modo da avere subito assistenza. Ma dobbiamo sbrigarci,mio padre ha detto che potrebbe diventare cianotico da un momento all’altro visto come piange”
Come se quelle parole mi avessero sbloccato dallo stato di trance in cui ero caduta velocemente afferrai la mia borsa e aprii la porta “Muoviamoci” dissi e in un attimo fummo in macchina. Neanche il movimento della macchina riuscì a tranquillizzare Matthew che era sempre più rosso e adesso stava scalciando come un matto,muovendo le sue gambine più forte che poteva,e accarezzandole notai come fossero innaturalmente rigide. “Edward guarda come scalcia,credo che abbia fastidio da qualche parte”
Edward gettò una rapida occhiata al piccolo,poi tornando a guardare la strada,mi accarezzò una mano “Tranquilla Bella,siamo arrivati ormai.” Ed effettivamente dieci minuti dopo eravamo nello studio di Carlisle. “Dallo a me Bella” mi disse il dottore,predisponendo le sue braccia a mo’ di culla per accogliere il nipotino; feci come mi disse e lui si allontanò adagiando il piccolo sul lettino e iniziando a tastargli l’addome. Io e Edward,in religioso silenzio,ci avvicinammo a loro due per osservare meglio quello che stava facendo Carlisle. In breve i singhiozzi di Matthew iniziarono a scemare e lui parve rilassarsi,riprendendo a respirare in modo più sano,tanto che anche il rossore del viso andò scemando.
“Bravo piccolo,così”gli sussurrava Carlisle,continuando a massaggiargli il pancino e accarezzandogli di tanto in tanti le gambine,che finalmente si muovevano in maniera più rilassata; io e Edward ci guardammo sconvolti quando Matthew sbadigliò e vedemmo le sue palpebre tremolare per poi chiudersi definitivamente abbandonandosi al sonno. Chi lo avesse visto il quel momento avrebbe creduto che quel bambino stesse dormendo beato da tutta la notte e non che avesse appena smesso si piangere come un forsennato. Dopo avergli sistemato intorno dei peluches, che Carlisle teneva nello studio per distrarre i bambini più grandicelli durante le visite,per evitare che cadesse, il padre di Edward si girò verso di noi e ci fece cenno di accomodarci nelle poltroncine davanti la sua scrivania;quando feci per muovermi notai che la mia mano era stretta a quella di Edward. Avvampai per quel gesto intimo che non mi ero neppure accorta di aver compiuto,ma lui mi sorrise e con naturalezza sciolse la presa.
“Tranquilli ragazzi” iniziò Carlisle con un tono di voce basso per non disturbare il sonno del piccolo “Matthew non ha nulla di grave; ha avuto solo un attacco di colichette particolarmente intenso per questo ha pianto così a lungo”
Tirai un sospiro di sollievo e solo in quel momento sentii tutta la tensione sciogliersi e le lacrime fare capolino dai miei occhi. “Bella calma,hai sentito Carlisle,va tutto bene” mi rassicurò ulteriormente Edward. Provando a sorridere,mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e mi raschiai la gola prima di parlare: ero certa che la mia voce uscisse particolarmente gracchiante “Scusate. È solo che è stata una notte difficile,mi sono trovata spiazzata di fronte la sua crisi,non sapevo cosa avesse né tanto meno come avrei dovuto calmarlo. Sono una pessima madre” conclusi abbassando il viso e portandomi le mani tra i capelli.
Sentii il rumore di una sedia che si muoveva e poi trovai il viso di Carlisle a pochi centimetri dal mio,si era accovacciato sulle ginocchia per potermi guardare negli occhi. “Bella tu sei tutto fuorché una pessima madre. Stai crescendo questo bambino da sola,cercando di chiedere aiuto il meno possibile pur sapendo che tutti noi saremmo più che felici di prenderci cura di quel bellissimo bambino. Guardalo Bella: è sereno,
dorme tranquillo adesso e credimi se ti dico che tu hai fatto tutto quello che era possibile.”
Alzai un po’ lo sguardo fino a puntarlo nel suo e lo vidi sorridermi dolcemente,poi guardai verso Edward e anche lui mi guardava sereno. “Va bene,ok mi avete convinta. Ma se si dovesse ripresentare il problema cosa dovrei fare? Perché il solo pensiero di sentirlo nuovamente urlare come ha fatto stanotte mi provoca un dolore tremendo”
Carlisle si alzò e tornò a sedersi alla sua scrivania “Ti prescriverò una soluzione contenente un’essenza di finocchio; se il problema dovesse ripresentarsi intenso come stanotte dovrai somministrargli dieci gocce. Con la stessa pipetta che c’è nel flacone,gliele puoi mettere direttamente sulla lingua: sono fatte proprio per i bambini e per questo tipo di disturbi. Poi è importante pure che tu gli faccia dei massaggi circolari sull’addome,così da favorire l’espulsione dell’aria. Tutto chiaro?” annuii e quando feci per prendere la ricetta che Carlisle mi stava dando,fui preceduta da Edward “Le compro domattina e poi te le porto” mi sorrise gentile.
“Bene,se non c’è altro io andrei,devo fare il mio giro di visite. Voi potete rimanere qui tranquillamente”
“Grazie Carlisle” dissi veramente riconoscente.
“Dovere Bella,e poi voglio che il mio nipotino stia bene” e mi schiacciò l’occhio prima di uscire dalla stanza. Mi alzai,e seguita da Edward,ci avvicinammo al lettino dove Matthew dormiva beato. Delicatamente gli accarezzai la testolina,stando attenta a non svegliarlo. “E’ bellissimo quando dorme” mi sussurrò Edward all’orecchio. Sorrisi “Già è davvero bellissimo,anche se in questi giorni mi sta facendo disperare” ammisi.
“Perché?”
“Da una settimana sto provando a dargli quelle specie di cose collose che chiamano farine,ma l’impresa è più difficile del previsto”
“Non gli piacciono?” mi chiese interessato Edward
“Decisamente no,e in effetti non posso biasimarlo,sembrano cemento fresco pronto per essere usato,e l’odore non è dei migliori. Ma un neonato di tre mesi non dovrebbe comprendere queste cose,ma a quanto pare nostro figlio lo fa,perché più di una volta me le ha sputate in faccia” conclusi borbottando,certa che ora mi avrebbe preso in giro,ma non lo fece,al contrario aveva un’espressione,beata,felice.
“Che c’è?” gli chiesi curiosa.
“Mi piace quando ti riferisci a Matthew come nostro figlio,suona bene” ammise estasiato.
“E’ la verità”
“Sì,ma sapere che stavo per perdere tutto questo per il mio stupido orgoglio e per paura di soffrire ancora,mi fa fremere di rabbia” e nel dire ciò strinse i pugni,evidentemente scosso,e chiuse gli occhi prendendo a respirare molto lentamente.
Agii d’istinto,prendendogli il viso tra le mani “Edward guardami,apri gli occhi e guardami” non continuai a parlare fino a quando lui non fece come gli avevo detto “Quello è il passato,adesso dobbiamo andare avanti tutti e due. Matthew è dietro di te,che dorme tranquillo,certo che il suo papà gli vuole bene e che in futuro potrà contare su di lui ogni volta che ne avrà bisogno. Hai sbagliato e anche tanto in passato,ma questo non deve impedirti di vivere appieno il tuo presente con lui,chiaro?”
“E’ giusto il tuo discorso ma sapere che se non mi fossi comportato da stupido magari adesso vivremmo insieme come una famiglia felice,e io stanotte sarei stato lì con te a cercare di capire cosa avesse nostro figlio,oppure mi sarei preso anche io qualche sputo in faccia mentre gli davo da mangiare. Per il mio comportamento da coglione sto perdendo tutto questo,momenti che non torneranno mai più e che nessuno mi potrà mai restituire,e sapere di non potergli più vivere mi provoca un dolore immenso qui” e si portò una mano al cuore. Quando alzai il viso per tornarlo a guardare negli occhi e rispondergli le parole mi morirono in gola quando vide che il suo volto era rigato dalle lacrime: stava piangendo. Era la prima volta in vita mia che vedevo un uomo piangere,e non un uomo qualsiasi. Edward Cullen,lo stesso che aveva rifiutato me e suo figlio,finalmente aveva capito di aver sbagliato e vederlo lì così indifeso,mi spezzò il cuore. Lo abbracciai,e lui si aggrappò forte a me,singhiozzando: e in quel momento capii che c’era una sola cosa possibile da fare affinché stessimo meglio entrambi,perché non aveva senso crescere un bambino nel rancore,e non avremmo mai potuto insegnargli niente di buono se prima non avessimo superato quella situazione.
“Ti perdono Edward. Ti perdono”
** Home,Michael Buble
Allora,Bella ha perdonato Edward. Vi avviso che ciò non vuol dire che dal prossimo capitolo ci saranno sbaciucchiamenti o momenti teneri tra loro due: per quello,se mai accadrà,c’è tempo. Il perdono di Bella è dovuto ad una riflessione molto chiara: non si può vivere nel rancore. Ecco perché ha accettato di perdonarlo,ma lui deve riconquistare ancora del tutto la sua fiducia. Fatemi sapere cosa ne pensate,cono pronta a ricevere anche delle critiche purché siano costruttive :) un bacio e alla prossima settimana. Paola
Buonasera
fanciulle! Allora sono felicissima che la scelta di Bella non vi sia
sembrata azzardata,e che tutte l'abbiate apprezzata ^^ mi avete tolto
un peso dallo stomaco! Per chi crede che non ci saranno mai momenti
pucciosi vi dico subito che arriveranno,abbiate solo un pò
di pazienza,anzi già qui c'è un assaggino. Il
capitolo doveva arrivare nel pomeriggio,ma poi sono andata al cinema a
vedere Jane Eyre *_* e poi ho letto tutte le recensioni della
fantastica Misa,che nonostante il suo gran bel da fare,ha letto e
recensito tutto: grazie tesoro <3 Il
capitolo va dedicato a lei e passate pure dalla sua bellissima storia
Dopotutto è sempre meglio essere in due (particolare,ma
tanto romantica e poi i protagonisti sono awwwwwwwwww) Ultima
cosa e poi non vi rompo più...Tanti auguri Fio! lei non
saprà mai che le ho fatto gli auguri pure qui,ma l'adoro
troppo e poi è un'autrice bravissima ^^ Bene,vi
lascio al capitolo prima che mi uccidiate ;)
I CULLEN
Ohana significa famiglia e
famiglia vuol
dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato **
Esausta dopo
una giornata di pulizie in casa,mi buttai sul divano,con una coppa di
gelato
nocciola e pistacchio tra le mani,mentre il piccolo giocava sul tappeto
con
vari sonagli e altri giochini musicali; quando si accorse che avevo
qualcosa di
commestibile tra le mani,si sporse con le braccia per essere preso e
aprì la
sua boccuccia per assaggiare il gelato.
“Amore della
mamma vuoi il gelato? Vediamo se ti piace” presi una puntina
di cioccolato con
il cucchiaino,e gliela feci provare: lui prima arricciò le
labbra non
aspettandosi il freddo del gelato,ma poi aprì nuovamente la
bocca per farmi
capire che aveva gradito.
“Ma sei un
golosone!”stavo
per farglielo
assaggiare di nuovo ma il campanello ci distrasse; lo presi in braccio
e andai
ad aprire. “Ciao Edward” ero sorpresa di vederlo.
“Ciao.
Posso? Vi disturbo?”
“No entra
pure,stavamo mangiando il gelato,ne vuoi un po’ anche
tu?” lo feci accomodare e
gli passai Matthew.
“No grazie.
Ma anche lui lo mangia? Non è troppo piccolo?”
“Ha otto
mesi Edward. E poi lo assaggia solamente da me,la parte più
sciolta,è la prima
volta che proviamo. Ma cosa ci fai qui?”
“Domani è il
compleanno di Tanya e vorrebbe che il suo nipotino fosse
presente”
“Ok,
per me non c’è alcun problema.”
“Forse un
problema c’è: ha deciso di invitare anche te a
cena domani sera”
Sulla mia
faccia dovette dipingersi un’espressione terrificante
perché Edward si sporse
verso di me “Bella respira,ti senti bene?”
Feci come mi
disse e sentii i polmoni ringraziarmi e smettere di bruciare: non mi
ero
accorta di aver smesso di respirare “Io non credo sia una
buona idea. Voglio
dire dopo tutti i casini che ci sono stati,i tuoi mi vogliono a casa
loro?” il
tono della mia voce aveva un che di isterico,ma non me ne curai
molto,presa da
un problema ben più grosso.
“Sono
passati sei mesi Bella dal vostro incontro,e le cose tra di voi vanno
benissimo,anche
con Carlisle tutto sommato vi siete chiariti. Ti prometto che
andrà tutto
bene,e in qualunque momento ti sentirai a disagio ti
riporterò subito a casa”
sorrise fiducioso,stringendo caldamente le mie mani fra le sue,per
trasmettermi
un po’ del suo coraggio. Annuii un po’
più tranquilla,e lui si rimise
composto,riprendendo a giocare con il piccolo.
Il giorno
dopo tentai in ogni modo di non pensare a cosa mi avrebbe aspettato nel
pomeriggio,e più o meno ci riuscii. I problemi iniziarono
verso le cinque
quando iniziai a prepararmi per la cena con i genitori di Edward; ero
davanti
all’armadio da circa mezz’ora senza sapere
assolutamente nulla di quello che
avrei potuto indossare. Sobbalzai quando bussarono alla porta,e
voltandomi
trovai Edward con in braccio Matthew che mi guardava con un sorriso
beffardo: era
arrivato in anticipo per vedere se avevo bisogno di una mano con il
piccolo e
in effetti mi faceva comodo che lui si prendesse cura di Matthew,mentre
io mi
preparavo.
“Che vuoi?”
esclamai con un tono di voce più acido di quanto volessi
“Contempli
quell’armadio da non so quanto e non credo che da solo lui
riuscirà a tirare
fuori i vestiti per te. Indossa ciò che ti fa sentire a tuo
agio,Bella; i miei
sono persone semplici,lo sai,e comunque non penso proprio che baderanno
a come
sarai vestita e inoltre non c’è nessun altro a
parte il fidanzato di Tanya,a
cui non importerà come ti vestirai”
Mi passai
una mano fra i capelli frustrata al massimo “Sì
hai ragione,è solo che voglio
fare bella figura e mi mette una certa ansia pensare di andare a casa
tua,non
ci sono mai stata”
“Frena,frena
Bella” adagiò delicatamente Matthew sul letto e mi
venne accanto “Non c’è
bisogno di farti prendere dall’ansia. Esme e Carlisle ti
conoscono già,non c’è
bisogno di farsi queste paranoie. Quindi ora calmati e finisci di
prepararti,senza pensare a dove stiamo andando,ok?” annuii
senza alzare lo
sguardo,vergognandomi un po’ per il mio comportamento
infantile,e lui mi
scompigliò i capelli,prima di prendere il bambino e uscire.
Alla fine scelsi un
vestito color panna,con un cinturino nero alla vita: semplice ma
elegante.
Quando
arrivammo a casa Cullen ad accoglierci fu Tanya: non ebbi neppure il
tempo di
farle gli auguri che mi saltò al collo per quanto era felice
di avermi lì; nel
salone trovammo poi ad attenderci i genitori di Edward. Cercarono di
mettermi
subito a mio agio,e mio figlio venne spupazzato da tutti,e non lo ebbi
tra le
braccia per un po’ di tempo. La cena trascorse in maniera
tranquilla; parlammo
del più e del meno,le domande più frequenti erano
su Matthew e sulla sua
crescita,e io ricevetti nuovamente i complimenti da Carlisle,che da
medico mi
disse che il piccolo aveva un aspetto sano e forte per i suoi otto
mesi,poteva
benissimo sembrare anche più grandicello della sua
età. Dopo la cena e
l’apertura della torta,Edward mi accompagnò in
camera sua per permettermi di
allattare il piccolo,che cominciava a dare segni di stanchezza; mentre
lo
allottavo mi persi a contemplare la quantità infinita di
dischi e libri che
riempivano la sua libreria. Quando Matthew si addormentò,ne
approfittai per
uscire un po’ in balcone e ammirare il giardino della casa
illuminato dalla
luce della luna.
“Ehi”
sobbalzai sentendo una voce alle mie spalle. Evidentemente ero rimasta
più del
dovuto in quella camere visto che Edward era venuto a cercarmi.
“Ehi” risposi
semplicemente.
“Va tutto
bene? Sono venuto a cercarti su richiesta di mia madre,è
pronto il caffè”
“Sì va tutto
bene. Mi sono incantata a guardare il giardino illuminato dalla
luna”
“Andiamo
allora. Prendiamo il caffè e poi ti porto a fare un giro in
giardino! A Matthew
ci baderanno mia madre e Tanya.” E così dicendo lo
seguii in salotto,dove
prendemmo il caffè tutti insieme, e poi fuori casa.
Il giardino
era veramente bellissimo: l’erba era stata tagliata da
poco,ovunque erano state
piantate rose e altra piante meravigliose con fiori colorati,tra le
quali
riconobbi delle buganvillee.
Io ed Edward
camminammo per un po’ in silenzio,assaporando quegli attimi
di pace che non
sempre con Matthew potevo permettermi; l’aria della sera era
più fresca di
quanto pensassi e iniziai a rabbrividire. Mi strinsi le braccia intorno
al
corpo,e poco dopo sentii qualcosa posarsi sulle mie spalle: la giacca
di
Edward.
“Grazie” sussurrai
e lui in tutta risposta alzò semplicemente le spalle e mi
fece l’occhiolino.
“E’ bellissimo questo
giardino”
“Se ne
occupa personalmente Esme; non permette neppure al giardiniere di
avvicinarsi
ai suoi preziosi fiori” ridemmo insieme della sua battuta.
“Si vede
lontano un miglio che i tuoi genitori si amano,nonostante siano passati
tanti
anni dal loro matrimonio. Non ci avevo fatto caso le altre volte,ma
vederli
insieme,a casa loro, fa tutto un altro effetto”
“Si hai
ragione. Sai in tutti questi anni non li ho mai sentiti dirsi una volta
ti amo;
all’inizio,soprattutto da piccolo,credevo non si amassero
davvero,in fondo nei
film o nei libri questa parola ricorre molto spesso,quindi ero certo
che presto
si sarebbero lasciati,magari quando io e Tanya fossimo diventati
adulti. Poi ho
capito che quelle sette lettere per loro non erano così
fondamentali perché
dimostrano il loro amore tutti i giorni: lo fanno in maniera
discreta,senza che
qualcuno intorno a loro possa accorgersene,magari con una carezza o con
una
semplice occhiata.”
“E’
meraviglioso” esclamai,ma improvvisamente un capogiro mi
colse e se non mi
avesse afferrata Edward sarei caduta a terra.
“Bella tutto
bene?” era seriamente preoccupato.
“Sì,era solo
un capogiro,forse è il caso di tornare a casa”
annuì e in breve salutammo
tutti,e ci ritrovammo sulla strada per tornare a casa.
Una volta
arrivati mi aiutò a portare Matthew dentro e poi mi fece una
richiesta curiosa
ma legittima “Posso metterlo io a letto? Vorrei dargli il
bacio della buonanotte,se
non ti dispiace…” Rimasi a fissarlo per un
po’,ma poi mi imposi di rispondergli
“Sì certo,sai già
dov’è la sua culla,quindi fai pure”
Con un
sorriso che solitamente dedicava solo al figlio,mi superò e
cullando dolcemente
Matthew lo portò di sopra; li seguii pure io e preparai sul
letto tutto
l’occorrente per il bambino: pannolino pulito,cremine varie
per il culetto e il
suo pigiamino. Delicatamente Edward poggiò il bambino nel
letto e,stando
attento a non svegliarlo,lo sistemò per la
notte,cambiandogli il
pannolino,oramai non faceva più storie ed era diventato
anche piuttosto
bravo,mettendogli il pigiama e adagiandolo poi nella culla,lasciandogli
un
bacio sulla testolina,ricoperta da un sottile strato di capelli
rossicci.
“La notte
dorme tranquillo o si sveglia?” mi chiese sussurrando.
“Edward
lasciatelo dire ma sei un pessimo osservatore” davanti alla
sua espressione
confusa,mi affrettai a continuare “Non ti sei accorti delle
mie occhiaie?!
Sembro un panda! Praticamente da otto mesi dormo cinque ore per
notte,credo che
il capogiro di stasera sia stato un avviso del mio corpo che sta per
cedere; in
questi giorni poi è anche peggio con i dentini che stanno
spuntando: ha le
gengive gonfie e non fa altro che piangere e sbavare ogni cosa,tipo un
lama” e
risi della mia battuta stupida,ma lui si fece serio e la sua
espressione
divenne quasi malinconica “Mi dispiace,vorrei darti una mano.
Se vuoi qualche
sera posso portarlo da me,cosi ti riposi un po’” mi
stupì parecchio la sua
richiesta.
“Grazie,sei
molto gentile,ma vedi lui quando si sveglia ha fame e vuole solo il mio
latte.”
Mi giustificai così,non mi allettava l’idea di
separarmi da mio figlio per una
notte intera,sapendolo in una casa che non conosceva senza di me:
è vero che ci
sarebbe stato il padre,ma nessuno lo capiva bene quanto me e poi era
abituato a
sentire il suono della mia voce,il contatto delle mie braccia; poteva
sembrare
stupido,ma io pensavo che Matthew capisse benissimo quando fossi io a
tenerlo o
quando lo facesse qualcun altro.
“O bé certo”
e si portò una mano alla nuca,segno che quella conversazione
lo aveva
imbarazzato o comunque non era a suo agio.
“Se vuoi,
qualche volta,puoi restare a dormire qui. Così proverai
l’ebbrezza dell’essere
svegliato in piena notte da urla disperate” dissi,per cercare
di farlo tornare
tranquillo,ma non mi sarei aspettata una reazione simile da parte sua.
Con due
grandi falcate colmò la distanza che ci separava e mi
strinse in un
abbraccio,soffocandomi quasi “Grazie Bella,non sai quanto mi
rendi felice. Posso
rimanere già stasera,così stanotte potrai
riposarti e se dovessi sentirti poco
bene ci sarei io a pensare a te e Matthew”
In effetti
il suo ragionamento non faceva una piega e poi non potevo tirarmi
indietro
proprio ora “Va bene” e non mi lasciò il
tempo di continuare perché la sua
stretta divenne ancora più forte e stavolta seriamente mi
mancò il fiato.
Mentre lui
andò in bagno per sistemarsi,io preparai il divano letto e
portai giù anche una
coperta in più,nel caso potesse sentire freddo.
“Potevi aspettarmi,ti
avrei aiutato” sobbalzai sentendo la sua voce,non mi ero
accorta fosse uscito
dal bagno. “Scusa,non volevo spaventarti”
Sperai di
non arrossire visto che si era presentato in boxer: doveva essere
quello il suo
pigiama “Non fa nulla. Penso che qui ci sia tutto quello di
cui hai bisogno:
asciugamani puliti per domattina e una coperta in più per la
notte. Se dovessi
avere fame o sete la cucina è a tua disposizione”
“Grazie
mille e scusa per il disturbo”
“Nessun
disturbo. Io vado in camera,sono stanca e domani mi aspetta una
giornata
pesante. Ho lasciato l’interfono acceso,così se
Matthew dovesse piangere lo
sentirai anche tu; per qualsiasi cosa,non esitare a chiedere”
“Ok,allora
buonanotte”
“Notte”
sussurrai,senza sapere bene il perché di quel mio tono di
voce,e mi avviai
verso la mia camera,accertandomi che la porta fosse ben chiusa,con il
presentimento che quella notte non avrei dormito poi così
bene. Ma certe idee
da dove mi venivano in mente?
Puntuale
come solo una sveglia può esserlo,il mio cellulare
cominciò a suonare alle
sette; la spensi velocemente per evitare che Matthew si svegliasse e mi
rigirai
un altro po’ nel letto,sentendomi riposata come poche volte
lo ero stata negli
ultimi tempi. Stiracchiandomi un’ultima volta,mi ricordai che
di sotto si
trovava Edward,così balzai in piedi per occupare il bagno
prima che lo facesse
lui. Mi avvicinai alla culla,per verificare che il bimbo dormisse
tranquillo,ma
quando la trovai vuota mi preoccupai; decisi di mantenere la calma,in
fondo
Matthew non sarebbe potuto uscire da solo, e mi precipitai nel
salotto,dove
Edward aveva passato la notte. Provai a chiamarlo ma dalla mia gola
uscì un
suono non meglio identificato dovuto alla voce arrochita dal sonno e
dalla
paura; arrivata lì,un sorriso spontaneo si aprì
sul mio viso,alla vista di
quello che mi si presentava agli occhi: Edward dormiva beatamente e sul
suo
torace era sdraiato Matthew,con i palmi delle manine aperti e
appoggiati al
petto del suo papà e la boccuccia leggermente aperta. Erano
bellissimi.
Senza
fare rumore presi la mia macchina fotografica,sempre a portata di mano
come mi
aveva consigliato Alice,e cominciai a scattare varie foto da tutte le
angolazioni possibili. Forse svegliato dal click della macchina
fotografica,Edward aprì i suoi occhi,che sembravano ancora
più verdi e luminosi
grazie agli spiragli di sole che entravano dalle serrande.
“Buongiorno,scusa
non volevo svegliarti”
“Ciao,non
preoccuparti. Ma posso sapere cosa stavi facendo?”
alzò un sopraciglio con fare
indagatore e io arrossii immediatamente “Stavo semplicemente
scattando alcune
foto a te e Matthew,eravate molo teneri. Spero non ti dispiaccia e poi
non hai
molte foto con lui”
Scosse
vigorosamente la testa,sorridendo estasiato,per poi bloccarsi quando si
ricordò
che Matthew dormiva ancora beatamente sul suo petto.
“Scusa ma
quando lo hai portato di sotto?” all’improvviso mi
ricordai che quella notte
non lo avevo sentito piangere.
“Ha iniziato
a piagnucolare verso le due. Tu ti sei svegliata e ti ho trovato che lo
allattavi; sono rimasto un po’ con voi,fino a quando tu non
ti sei addormentata
mentre lui ancora mangiava,così l’ho preso e
l’ho portato di sotto con me.”
“Oh” fu
l’unica cosa che riuscii a dire,sentendomi una
cretina,così prima che lui
potesse dire altro,gli dissi che sarei andata in bagno a fare la
doccia,e dopo
avrebbe potuto usarlo lui.
Il resto
della giornata trascorse abbastanza tranquillo,con Edward che si
offrì di fare
la spesa e poi cucinammo insieme: o meglio io cucinavo e lui
apparecchiava. Mi
aveva detto di essere bravo ai fornelli,ma non mi fidavo molto. Dopo
pranzo,mentre Matthew faceva il suo riposino,noi ci sistemammo sul
divano in
cerca di qualcosa di interessante in tv.
“Bella posso
chiederti come hai fatto ad andare avanti fino ad ora?”
“Cosa vuoi dire?”
seriamente non riuscivo a capire il senso della sua domanda.
“Intendo
economicamente. È da un po’ che ci penso e non
credo che tu abbia un lavoro”
“Ho ancora
da parte qualche risparmio derivante dalla borsa di studio della scuola
di
danza,qualcosa mi passano i miei e poi durante la gravidanza ho dato
qualche
ripetizione ad alcuni ragazzi. Poi ci sono Alice e Rosalie che tutti i
giorni o
a pranzo o a cena si autoinvitano portando da mangiare. Effettivamente
non è
stato e non sarà semplice e adesso devo mettermi seriamente
a cercare un
lavoro” conclusi affranta,sapendo che in effetti presto io e
mio figlio ci
saremmo trovati con l’acqua alla gola.
“Mi dispiace
tanto Bella; so di avertelo già detto,ma penso che il mio
senso di colpa non
passerà tanto facilmente… comunque ora non devi
preoccuparti,ci penserò io sia
a te che a Matthew”
“Aspetta
Edward. Tu sei il padre di Matthew e
quindi sei liberissimo di comprare ciò che vuoi per lui,ma
io non ho cambiato
idea. Ionon voglio
i tuoi soldi per
me,non voglio essere la tua mantenuta”
“Ma non lo
sarai,ti passerò i soldi necessari perché tu viva
tranquillamente senza
lavorare”
“E come si
chiama questo al tuo paese? Edward io non voglio che la gente pensi che
io sia
la tua mantenuta,o che ti stia sfruttando dopo essermi fatta mettere
incinta.
Sono sempre riuscita a cavarmela da sola,e continuerò anche
adesso a fare così”
“E come
pensi di trovare lavoro? Non hai esperienze,né un titolo di
studi adeguato e
per di più sei mamma: diciamo che questi non sono i
requisiti per farsi
assumere facilmente”
“Qualcosa mi
inventerò,continuerò con le ripetizioni,non so.
Ma una cosa è certa,non userò
un solo centesimo dei tuoi soldi per me,perché non
è giusto e poi io non sono
nessuno per te”
“Non è vero
Bella,tu sei la madre di mio figlio e questa per me è la
cosa più importante.”
E le sue parole mi spiazzarono.
**Lilo e Stitch
Piaciuto?
Edward sta salendo sempre più nelle vostre graduatorie?
Nel prossimo capitolo comparirà un personaggio dal
passato di uno dei due protagonisti,occhio a non perderlo ^^ un bacione
ragazze,credo non ci siamo uomini qui dentro,in caso contrario fatevi
avanti,e ci sentiamo la prossima settimana. Paola :D
Buona
sera ragazze! Sono felicissima perchè con lo scorso capitolo
siamo arrivati al traguardo delle 101 recensioni (coem la carica dei
cagnolini dalmata ^^),e il merito è tutto vostro,che mi
sUpportate e sOpportate in questa mia follia: grazie veramente di cuore
*_* Vi
lascio velocemente al capitolo,felice che il nostro Edward sia sempre
più nelle vostre grazie ;) PS:
una menzione speciale va a IsaMarie,la centunesima a recensire :D
RITORNI
Ricorderò
e comunque e so che non vorrai
Ti chiamerò
perché tanto non risponderai
**
“Matthew fermo
o ti farai male” lo acchiappai prima che
riuscisse ad infilarsi sotto il letto. Aveva da poco compiuto nove mesi
e la
sua crescita era coincisa con la scoperta che adesso mio figlio era in
grado di
gattonare.
La prima volta che lo vidi arrivare in cucina,quando io lo
avevo
lasciato nel tappeto del salotto giusto il tempo di prendere un
bicchiere
d’acqua mi venne un colpo. Subito aiutata da Rosalie ed Alice
avevamo cominciato
ad attaccare gommine su tutti gli spigoli presenti in casa e a togliere
tutto
ciò che di fragile e pericoloso fosse alla portata del mio
bambino. Ma avevo
sottovalutato la sua attrazione per il letto,o meglio per il suo sotto;
più di
una volta lo avevo trovato lì e temevo che potesse farsi
male sbattendo
la testa nella rete del letto o tentasse di mettersi seduto non capendo
che non
ci sarebbe entrato.
Quando lo
acciuffai lui iniziò a frignare e a scalciare per essere
rimesso giù; stava
diventando un bambino abbastanza viziato a causa degli zii e dei
nonni,che gli
facevano passare tutte le marachelle. Era sempre più
complicato stare dietro a
lui e ai suoi bisogni,adesso che era diventato ancora più
vivace; più di una
volta lo avevo beccato intento a scavalcare le sbarre del box o della
culla e
ogni volta era un tuffo al cuore: temevo che un giorno non me ne fossi
accorta
in tempo e sarebbe caduto,facendosi seriamente male. Edward diceva che
dovevo
lasciarlo fare,tutti i bambini lo hanno sempre fatto,ma poi appena gli
vedeva
un graffietto sulla punta del dito,faceva tre ore di storie su quanti
pericoli
ci fossero in una casa per un bambino piccolo e che i nuovi architetti
avrebbero dovuto progettare case più a misura di bambino.
Misi Matthew
nel suo box e in quel momento suonarono alla porta; mi precipitai ad
aprire e
mi ritrovai davanti un Edward notevolmente accigliato,come volevasi
dimostrare.
“Perché sta piangendo?” chiese
preoccupato e senza aggiungere altro mi spinse
da parte per entrare e prese immediatamente suo figlio in braccio,il
quale,come
sempre,smise di frignare all’istante.
“Comunque
ciao. Tranquillo stava piangendo solo perché gli ho impedito
di infilarsi sotto
il letto,ma come puoi vedere basta che arrivi tu e lui diventa il
bambino più
buono del mondo” sbuffai: mio figlio era un cocco di
papà,nonostante da sempre
i figli maschi fossero più affezionati alle mamme,lui era
l’eccezione che
conferma la regola.
“Certo amore
di papà,adesso ci sono io. Prometti che non andrai
più sotto il letto: rischi
di farti la bua” e gli scoccò un bacio sulla
guancia,mentre Matthew iniziò a
ridere divertito per le smorfie che gli faceva il padre,ed io alzavo
gli occhi
al cielo visto che mi toccava combattere con due bambini
anziché uno solo.
Ad un tratto
il mio cellulare prese a squillare e guardando il display mi accorsi
che era un
numero che non avevo salvato nella rubrica
“Pronto?” risposi titubante.
“Ciao Bella”
una voce calda e familiare mi salutò,ma non riuscii a capire
a chi
appartenesse.
“Scusi chi parla?”
“Non mi
riconosci più? Sono James”
“James?!” ero
sconcertata da quella sua rivelazione,incredibile! Erano passati tre
anni
dall’ultima volta che ci eravamovisti e
sentiti e il mio ultimo ricordo di lui non era dei più
felici.
“Già,sono
passati tre anni da quando ci siamo sentiti… sono tornato
ieri dall’Europa e frugando
tra i cassetti per mettere in ordine la casa ho ritrovato tantissimi
ricordi di
noi due e mi sono detto, perché non chiamarla? Ho fatto
male?”
“No assolutamente,
solo che non mi aspettavo proprio di sentirti,mi hai colto di
sorpresa,tutto
qui”
“Senti che
ne dici se domani sera ci vediamo?”
“Ecco James
io non so se è il caso…” uscire con il
mio ex ragazzo non mi sembrava una buona
idea,e poi avevo già avuto tanti casini ci mancava solo lui
a complicare oltre
le cose.
“Facciamo
così – mi interruppe- non mi devi rispondere ora;
io domani passo a prenderti
alle otto,se tu non te la sentirai basta che mi avvisi entro
quell’ora,ok?” era
piuttosto risoluto il ragazzo.
“Va bene,l’indirizzo
è sempre quello”
“Allora
spero di rivederti domani,ciao Bella!”
“Ciao”
chiusi la telefonata e restai a fissare il telefono come un idiota:
quella chiamata mi aveva completamente destabilizzato; non avrei mai
creduto
possibile che dopo il modo in cui mi aveva mollata,si sarebbe rifatto
vivo. A
volte la vita era veramente assurda.
“Chi era?”
la voce di Edward mi risvegliò dal mio stato di trans.
“James,il
mio ex ragazzo” sussurrai, ancora con la testa un
po’ frastornata
“Ah… e cosa
voleva?” ma che interessava a lui?
“Mi ha
chiesto di vederci domani sera”
“E vorrei
sperare che tu non abbia intenzione di andarci” il suo tono
era abbastanza
minaccioso
“Veramente
non ho ancora deciso” risposi piccata per la sua
affermazione: non aveva ancora
capito che lui non poteva e non doveva controllare la mia vita.
“Non vedo il
motivo per cui tu debba andarci. Se vi siete lasciati un motivo ci
sarà
stato,quindi non vedo il perché vi dobbiate
incontrare” rispose con un’aria di
sufficienza che mi mandò in bestia.
“Edward cosa
ti importa a te di quello che faccio? Preoccupati di Matthew,a me ci
penso io!
Con quale diritto vieni a dirmi cosa devo o non devo fare?! Ti devo
qualcosa
per il fatto che mi hai trovato un lavoro?” sbraitai
“Non dire
sciocchezze,tu non mi devi nulla per il lavoro alla
biblioteca”
“Perfetto!
Allora se non ti dispiace adesso vado a lavoro e domani
uscirò con James,quindi
vedi di organizzarti per tenere Matthew” e così
dicendo afferrai la borsa e mi
sbattei la porta di casa alle spalle prima che lui avesse il tempo di
replicare. Per strada cercai di calmarmi e scrissi un messaggio alla
mia
amica,avevo bisogno di un suo consiglio.
Alice,al massimo entro domattina
dobbiamovederci,ho
bisogno del tuo
aiuto!
Come al
solito non dovetti aspettare molto una sua risposta
Tra un’ora sono
in biblioteca da te; ma
cosa succede?
Altrettanto
velocemente le risposi
Tranquilla,ti spiego di
presenza. A dopo ;)
Quell’ora
non passò mai. La signora Coop,la proprietaria della
biblioteca, mi aveva
chiesto di mettere ordine nell’archivio,e così
avevo passato tutto il tempo a
sistemare i nuovi e i vecchi libri presenti,controllando
l’orologio ogni tre
minuti; un cantante diceva ‘Mi domando perché
quando vivi aspettando un giorno
passa lentamente come fosse un anno’: ecco quella era
esattamente la mia
impressione. Finalmente sentii la porta del piccolo studio aprirsi e
farvi
capolino la testa della mia amica. “Alice
finalmente” le corsi incontro e
l’abbracciai; lei ricambiò il mio abbraccio ma si
scostò poco dopo “Allora
signorina vuoi dirmi che sta succedendo?”
“Ecco
vedi,ti ricordi di James,no? Stamattina si è rifatto vivo e
mi ha chiesto di
uscire ed io ho accettato” Improvvisamente vidi un
susseguirsi di emozioni
prendere forma nel volto della mia amica:
sbigottimento,rabbia,incredulità,sorpresa; poi il suo viso
divenne una maschera
impossibile da leggere.
“Tu vuoi
dirmi che hai accettato di uscire con James dopo tutto quello che
è successo?”
mi chiese impassibile,quasi freddamente.
“In realtà
io non volevo accettare; ma poi Edward si è intromesso,ha
detto che non avrei
dovuto vederlo,io non ci ho visto più e così ho
accettato”
“Ha fatto
benissimo Edward a dirti ciò pur non sapendo nulla di quello
che è successo tra
voi; se fossi stata presente anch’io, gli avrei dato man
forte”
Alle sue parole
esplosi proprio come mi era successo con lui “MA COSA VOLETE
TUTTI DA ME?
Questa è la mia vita,MIA! E ne faccio ciò che
voglio. Domani sera io uscirò con
James che a voi piaccia o meno”
“Perfetto,allora
io vado. Non ho più niente da dirti e comunque io lo facevo
solo per il tuo
bene,o devo ricordarti quanto hai sofferto dopo che vi siete
lasciati?”
“Stai
tranquilla me lo ricordo benissimo. Ma adesso le cose sono cambiate:
sono
cresciuta da allora e ho un figlio di cui devo prendermi cura,quindi
non mi
lascerò abbindolare facilmente”
“Fa come
vuoi,ma poi non venire a piangere da me,perché io ti ho
avvertito” e dicendo
ciò andò via,lasciandomi lì
sconcertata e incavolata nera. Ripensare agli anni
passati con James faceva meno male adesso,ma i primi tempi avevo
cercato di
rimuovere ogni suo ricordo,chiedendo ad Alice di ripulire la mia casa
da ogni
sua traccia e piangendo tutte le notti abbracciata a lei; quindi potevo
benissimo capire la sua paura,ma volevo solo che mi desse
un’opportunità: avevo
affrontato difficoltà ben peggiori e ne ero uscita a testa
alta,adesso mi
sentivo pronta a rivederlo, certa che non mi avrebbe più
fatto lo stesso
effetto di tanti anni fa. Mi accasciai sulla poltroncina e mi passai le
mani
tra i capelli,sperando che Alice mi perdonasse in fretta.
POV EDWARD
Tornai a
casa particolarmente depresso,e anziché andare nella mia
dependance,mi sedetti
nel salone dei miei,con la testa tra le mani.
“Edward,figliolo tutto bene?” mi
chiese mio padre accarezzandomi una spalla.
“Sì certo…o
forse no”
“Hai bisogno
di parlare?” mio padre era fatto così,non
insisteva mai per farti
sfogare,aspettava i tuoi tempi,ma alla fine riusciva sempre a tirarti
fuori i
tuoi dubbi.
“Oggi ero da
Bella,e ha ricevuto la chiamata di un suo ex ragazzo; io le ho detto
che non mi
sembrava il caso che uscisse con questo tizio,lei si è
alterata parecchio e
abbiamo finito per avere una discussione. Alla fine lei se ne
è andata
mollandomi lì con Matthew e dicendomi che domani sera lo
terrò io visto che lei
ha questo impegno. Mi spieghi perché deve uscire con un suo
ex che non vede e
non sente da tre anni? E se nel frattempo fosse diventato un criminale?
Cosa ne
sa lei?” conclusi agitato,gesticolando come mai era avvenuto
in vita
mia,neppure quando la professoressa mi interrogava di matematica e me
la facevo
sotto dalla paura.
“Ti piace
vero?” sempre diretto il mio babbo.
Mi passai
una mano tra i capelli imbarazzato,era inutile negarlo
“Sì parecchio,io… credo
di essermi innamorato papà. Non so bene quando è
successo,ma mi ha stregato: è
diverso dall’amore che provavo per Carmen,è
più forte,più maturo” ammisi e mi
sentii meglio dopo la mia confessione: ammetterlo ad alta voce era
servito
anche a fare chiarezza dentro di me.
“E’ lo
stesso amore che ho provato io quando ho incontrato tua madre: in quel
momento
seppi che lei era la donna della mia vita,e feci di tutto per farla
capitolare”
“Ma Bella
non si fiderà mai di me” dissi amaro.
“Non è vero
piccolo” intervenne mia madre,appostata dietro la porta del
salone; si sedette accanto
a me,accarezzandomi i capelli “Anche lei prova qualcosa per
te,si vede dal modo
in cui ti guarda,le brillano gli occhi da un po’ di mesi ogni
volta che
incrocia il tuo sguardo. Forse non vuole ammetterlo neppure a se
stessa,perché
ha paura,ma adesso è tutto nelle tue mani: devi
riconquistare la sua
fiducia,farle capire che di lei ti fidi e lo stesso può fare
lei con te. Inizia
con il non ostacolarla se vuole vedere questo ragazzo,vedrai che le
farà
piacere sapere che tu in un certo senso approvi. Comunque
complimenti per la scelta,Bella è una ragazza veramente
speciale” concluse,e
mio padre annuì convinto delle sue parole.
“Grazie,non
so come farei senza di voi. Vi voglio bene.”
“Anche noi
piccolo” e ci stringemmo in un abbraccio come non accadeva da
tempo.
**Ti
scatterò una foto,Tiziano Ferro
Nota: la frase nel testo a cui pensa
Bella,è presa dalla canzone 'Libero' di Fabrizio Moro
Bene,ecco
a voi che compare un ex fidanzato di Bella,porterà
scompliglio? per saperlo stay tuned e ci sentiamo la prossima
settimana! Non fate caso alla mia pazzia,l'università e le
101 recensioni mi hanno mandato fuori di testa O_O a
mercoledì,Paola
Buon
pomeriggio ragazze! Noto
con piacere che l'entrata in scena di James non vi dispiace poi
molto,se serve a Edward per farlo crescere ^^ e con il passare del
tempo lui sta acquistando sempre più punti nella vostra
scaletta: come sono felice :D Dunqeu
vedremo adesso cosa succederà all'appuntamento tra James e
Bella,e come si comporterà il nostro paparino ;) vi lascio
alla lettura,ma prima guardate che carina questa immagine che mi ha
postato Lover_96 sulla mia bacheca di fb:
non è un amore? Colgo
l'occasione per ricordarvi la mia pagina Fb,mi trovate come Paola Efp,e
se volete aggiungermi ditemi chi siete qui,mi fa piacere parlare con
voi :) La
smetto e vi lascio leggere!
JAMES
Ma quel giorno che mai mi
scorderò
mi hai detto: “non so
più se ti amo o no
...
domani partirò sarà
più facile
dimenticare...
dimenticare...**
La fatidica
sera dell’incontro con James arrivò! Inutile dire
che tentai in ogni modo di
rintracciare la mia amica,ma ogni volta lei mi rifiutava la chiamata;
alla
fine,esasperata, chiamai Jasper,il quale mi disse che stava bene ma che
al
momento era meglio lasciarla in pace e così feci. Poco
diversa era la
situazione con Edward; avevamo scambiato qualche parola per via del
bambino,ma
nulla di più,e quella sera sarebbe dovuto venire da me per
tenere Matthew.
Stavo
finendo di truccarmi,quando lui suonò alla porta; controllai
Matthew che
giocava tranquillo nel suo box e andai ad aprire.
“Ciao” dissi
cordiale,sperando recepisse il messaggio che volevo sotterrare
l’ascia di
guerra.
“Ciao”
rispose semplicemente,e arrossii,quando notai il suo sguardo percorrere
ogni
centimetro del mio corpo fasciato da una abito nero,che metteva in
risalto la mia
pelle chiara. Volendo porre fine a quel momento imbarazzante lo feci
accomodare
e corsi in bagno per finire di prepararmi; ero tanto rossa che il fard
non ci
fu bisogno di metterlo,quasi.
Stavo
prendendo la borsa ed il cappotto quando il campanello suonò
nuovamente; prima
che potessi anche solo muovermi,sentii chiaramente lo scatto della
serratura,segno che l’aveva aperta Edward. Non avendo
intenzione di scatenare
una lite tra i due,decisi di andare subito di là,e come
immaginavo li trovai
che si guardavano in cagnesco e non saprei dire chi dei due avesse un
aspetto
più minaccioso. Mi avvicinai a loro e decisi di rompere
quello strano silenzio
“Ciao! Allora Edward ti presento James. James lui
è Edward” educatamente James
allungò una mano verso Edward,ma lui la guardò
schifato senza stringergliela; per
evitare che le cose peggiorassero più di quanto
già non lo fossero,decisi di
stringere io la mano di James e di uscire immediatamente da quella casa
“Ok,Edward
noi andiamo,ci vediamo più tardi e stai attento a
Matthew” e così dicendo feci
segno al mio accompagnatore di muoversi.
“Va
bene,comunque stanotte pensavo di dormire qui,è
più comodo per me” ribatté
veloce,così che sicuramente James potesse sentirlo.
La richiesta
di Edward mi prese in contro piede,e sicuramente era stata fatta per
provocare
me e il mio accompagnatore,ma accettai, tanto ormai ero abituata ad
averlo per
casa e non volevo assolutamente dargliela vinta “Va bene non
ci sono
problemi,solo dovrai farti tu il letto,oppure aspetti che io torni e lo
facciamo insieme” annuì semplicemente e mi fece un
piccolo sorriso. Gli voltai
le spalle e raggiunsi James che mi aspettava vicino la macchina: mi
accomodai e
partimmo per la nostra serata. Durante il tragitto in macchina parlammo
di cose
futili,tanto per non rimanere in silenzio; non impiegammo molto tempo e
James
parcheggiò in un luogo che ben conoscevo: un tratto del
lungomare in cui si
trovava uno di quei gelatai con il camioncino che facevano un gelato
buonissimo. “Spero che i tuoi gusti siano gli stessi di
allora” disse James ed
io annui contenta. Quando stavamo insieme,almeno una volta a settimana
venivamo
qui per cenare con il gelato,un’abitudine che avevo fin da
piccola. Scesi
velocemente dalla macchina e mi diressi verso la bancarella.
“Cosa desidera
signorina?” mi chiese il gelataio gentile. “Una
brioche pistacchio e nocciola”
erano i miei gusti preferiti. Velocemente il signore me la
preparò e me la
consegnò,mentre prendeva anche l’ordinazione di
James. Quando entrambi
stringemmo tra le mani la nostra cena,ci incamminammo lungo la
battigia,mangiando in silenzio per un po’. Poi James mi pose
la fatidica
domanda che mi aspettavo da quando ci eravamo allontanati da casa
“Scusa Bella
ma posso sapere chi è Edward?” la sua voce tradiva
una certa curiosità,più che
legittima,visto che evidentemente io ed Edward non eravamo una
coppia,avendo io
accettato di uscire con lui. “Vedi James,durante questi
ultimi tre anni sono
successe così tante cose che tu non puoi neanche
immaginarti” e cosi gli
raccontai di Edward,del nostro incontro e di Matthew: inutile dire che
alla
fine del mio racconto la mascella di James toccava praticamente terra e
rischiava di staccarglisi. Gli diedi un po’ di tempo per
assorbire tutta quella
montagna di informazioni e aspettai paziente le sue domande che
stranamente non
arrivarono.
“Non hai
nulla da chiedermi?” ero un tantino stupita dal suo
comportamento.
“Assolutamente
no. Per lo meno,non su Edward. Se doveva succedere qualcosa tra di voi
sarebbe
già successo e invece nulla. Parlami invece di Matthew:
quanto ha adesso?”
“Nove mesi!
Cresce a vista d’occhio e adesso che ha imparato a gattonare
si salvi chi può”
risposi ridendo
“Non deve
essere stato facile crescere un bambino da sola”
constatò
“Sarei una
bugiarda se ti dicessi che sono state tutte rose e fiori.
C’erano dei momenti
in cui credevo,soprattutto i primi mesi,che non sarei mai riuscita a
crescere mio
figlio da sola. Lui la notte piangeva spesso e di conseguenza io non
dormivo ed
il giorno ero sempre più stanca; a volte dormivo solo tre
ore per notte. Non
sarei sopravvissuta senza l’aiuto delle mie amiche,Alice e
Rosalie,e devo
ammetterlo anche di Edward,che ha cercato di essere il più
presente possibile
dopo la sua nascita”
James
sorrise,ma poi divenne serio “Io credo di doverti delle
spiegazioni riguardo
ciò che successe tre anni fa”
sospirò,chiaro segno che era imbarazzato e che
non gli andava di rivangare il passato,main fondo era qualcosa che dovevamo fare,per capire
perché la nostra
relazione fosse improvvisamente naufragata nonostante avessimo parlato
anche di
matrimonio,o meglio lui lo aveva fatto visto che all’epoca io
avevo diciotto
anni. “Io sono stato un cretino Bella! Ho avuto paura.
Pensavo che tu prima o
poi ti saresti stancata di me e avresti anteposto la tua carriera di
ballerina
alla possibilità di costruire una famiglia. La tua carriera
stava prendendo il
‘la’ proprio in quegli anni ed io,sollecitato anche
dai miei genitori che mi
premevano perché mi trovassi un lavoro prestigioso,ho deciso
di mollare la presa.
Pensavo che non sarei mai riuscito ad accettare il fatto che a causa
delle
tournee teatrali non ci saremmo visti per lunghi periodi di tempo e che
il
lavoro ti tenesse lontana da me. Ti ho lasciata solo per paura e non
perché non
ti amassi più. Potrai mai perdonarmi?”
Rimasi
stupefatta per quella confessione; avevo sempre creduto che dietro la
fine
della nostra relazione ci fosse un’altra donna,e invece non
era così: lui aveva
avuto paura. Gli uomini valli a capire!
“Mi stai
dicendo che hai mandato tutto all’aria solo per paura? Ti
costava troppo
parlarne con me? Come vedi non ho mai anteposto la mia carriera alla
possibilità di avere una famiglia!” non sapevo se
essere arrabbiata con lui o
se scoppiare a ridere per la scusa che mi aveva dato.
“Hai ragione,ma
all’epoca non potevo averne la certezza e i miei genitori
credevano che tu non
fossi la persona adatta per me. Mi dispiace di averti fatto
soffrire”
“James tu
non sai quello che mi hai provocato quando di punto in bianco te ne sei
andato.
Con un misero messaggio mi hai fatto sapere che partivi per
l’Europa,che andavi
dall’altra parte dell’oceano perché la
nostra relazione stava diventando
soffocante per te. Tu non sai che io per mesi non ho potuto sentire
pronunciare
il tuo nome,perché le crisi di pianto erano dietro
l’angolo,che Alice ha dovuto
eliminare ogni tua traccia da casa mia per evitare che cadessi nella
depressione più nera. Io ho ricominciato a vivere solo dopo
un anno che tu sei
scomparso” stranamente il mio tono di voce non si era
alterato e nessuna
lacrima aveva fatto capolino dai miei occhi: finalmente riuscivo a
ricordare
tutto senza essere sopraffatta dal dolore.
“Sono stato
uno stronzo,quindi se non vorrai più vedermi
accetterò la tua decisione” era
seriamente dispiaciuto e così decisi di
perdonarlo,guadagnandomi un sorriso
luminosissimo da parte sua. In fondo potevo guadagnare un amico da
tutto quel
casino,e dopo tanti anni non aveva senso portargli rancore.
Senza che me
ne accorgessi la
serata era volata e si
era fatta l’ora di tornare a casa; come se mi avesse letto
nel pensiero James
si alzò dalla panchinae mi tese la mano
che io prontamente afferrai.
“E’
ora di restituire la mamma al suo bambino”
disse ed io sorrisi per la facilità con la quale aveva
accettato tutta la
storia. Mi accompagnò fino alla porta di casa e
lì rimanemmo un po’ imbarazzati.
“Allora
buonanotte” feci io e lui parve ritornare in quel momento con
i piedi per terra
“Notte Bella e spero che possa rifare il bis; mi è
piaciuto molto stare in tua
compagnia” e tornò velocemente in auto,salutandomi
poi con la mano.
Quando aprii
la porta trovai Edward nel suo/mio divano letto che leggeva un libro.
“Ciao,è
andata bene la serata?” mi chiese appena mi vide
“Sì. Finalmente
ci siamo chiariti e io gli ho raccontato tutto quello che mi
è successo negli
ultimi due anni” e indicai con un cenno del capo il box dove
di solito giocava
nostro figlio.
“Allora
siete di nuovo una coppia?” sbaglio o nella sua voce
c’era una sorta di
fastidio?
“No,ancora è
presto per parlare in termini di coppia,diciamo che stiamo tornando a
frequentarci,ecco. Ma dimmi di voi,come è andata la
serata?”
“Matthew è
stato buonissimo; ha mangiato tutta la sua farina di riso e poi insieme
abbiamo
visto i cartoni di topolino. Alle nove e mezza è crollato e
l’ho messo a letto”
gli si illuminavano gli occhi quando parlava del figlio.
Dandogli la
buonanotte mi diressi verso la camera da letto,ma poi tornai
indietro,mi
premeva chiedergli una cosa “Edward scusa,non sei arrabbiato
con me,vero?”
Prima di
rispondermi mi sorrise “Assolutamente no! E poi se tu sei
felice sono felice
anch’io”
Mi aveva
spiazzata la sua risposta “Ok… allora
buonanotte”
“Sogni d’oro
Bella”
POV EDWARD
Dopo che le
diedi la buonanotte mi buttai sul divano a peso morto. Mia madre aveva
detto
che dovevo mostrarmi gentile con lei,e le avevo chiesto come era andata
la
serata,ma vederla così felice aveva risvegliato la mia
gelosia e forse ero
stato un po’ acido nel chiederle se fossero già
tornati una coppia,in fondo si
erano visti solo stasera dopo ben tre anni. Mi aveva colpito molto la
sua
domanda sul fatto se fossi o meno arrabbiato con lei,e il suo sorriso
quando le
avevo risposto di no,mi aveva scaldato il cuore. Probabilmente il suo
timore
era nato dal fatto che quando quel James si è presentato
alla porta,io sono
stato tutto fuorché gentile,ma mi ero sentito seriamente
minacciato: questo
James era un bel tipo,dovevo ammetterlo,e poi sembrava anche
affabile,non aveva
fatto una piega nonostante avesse trovato me ad accoglierlo e per di
più con un
bambino in braccio,chiunque sarebbe scappato a gambe levate immaginando
che io
fossi il compagno di Bella e quello nostro figlio.
Il suo
sorriso mi aveva riportato in mente le parole di mia madre,ma non
volevo
attaccarmi a quella speranza,non ora che nella sua vita era rientrato
questa ragazzo,rischiavo
solamente di ferirmi.
Decisi di
smettere di pensar e di provare a dormire,la mia mente stava elaborando
certi
film degni del premio oscar,o almeno di una nomination tra i cinque
candidati,ma nessuno di questi includeva un lieto fine,almeno per me.
**L'infinito,Raf
Se il
comportamento di Bella vi sembra strano prendetevela con me,io non sono
capace di portare rancore alle persone e perdono facilmente se vedo che
il pentimento è reale... Pure
voi come me e Edward vi fate i filmini mentali prima di dormire? io
sempre -.-" Come
sempre vi ringrazio per l'affetto che dimostrate verso questa
storia,grazie di cuore a chi mi lascia sempre un suo pensiero,a chi ha
inserito la storia in una delle tre liste,e a chi legge
silenziosamente,e rinnovo l'invito per questi ultimi a farsi conoscere
:)
Non
perdetevi il prossimo capitolo,perchè ci sarà un
bel passo avanti da parte di qualcuno... ^^ un bacio,a
mercoledì Paola :D
Buonasera
gente! Vi ho già detto quanto vi adoro?! io sono sempre
più stupita dell'affetto che state dimostrando verso questa
storia,e vi giuro che per una persona quale sono io,che si fa sempre
mille paranoie su quello che fa,il vostro incoraggiamento è
bellissimo!!! Vi
lascio a questo capitolo che mi è piaciuto tanto
scrivere,soprattutto per il pov Edward e per una situazione...ma
capirete leggendo! buona lettura ;)
INASPETTATO
E
il tuo sorriso spegne i tormenti e le domande
A
stare bene, a stare male, a torturarmi, a chiedermi perchè.
**
Andare al
supermercato con Matthew voleva dire prepararsi ad un pomeriggio fatto
di lotte
e pianti per impedire che mio figlio tirasse giù dagli
scaffali tutto quello
che era alla sua portata di mano,oppure si mangiasse il manico del
carrello
credendolo uno dei suoi giocattoli.
Messo
nell’apposito sedile del carrello,mio figlio si divertiva a
guardare tutti
quegli scaffali colorati e facevamo delle lunghe
‘chiacchierate’ quando lui
iniziava ad indicare i vari oggetti per sapere cosa fossero. Era
curioso,voleva
sapere tutto su ciò che lo circondava,ma ancora non aveva
spiccicato una sola
parola di senso compiuto,perché poi era un gran
chiacchierone a modo suo,ma era
bravo a farsi capire con sguardi o gesti. Carlisle mi aveva rassicurato
sul
fatto che i maschietti tendevano a parlare dopo rispetto le
femminucce,infatti
Tanya aveva iniziato a parlare prima di Edward,nonostante lui avesse un
anno e
mezzo e lei otto
mesi,e da allora non si
era più fermata purtroppo per loro.
“Matty lo
prendiamo questo?” afferrai una confezione di biscotti
plasmon e subito mio
figlio annuì felice,allungando le sue manine per afferrare
lo scatolo dei suoi
biscotti preferiti. Gliela diedi,ma quando vidi che tentava di aprirla
la misi
nel carrello “No piccolino,prima bisogna pagarli. Tieni i
tuoi che abbiamo
portato da casa” gli passai un biscotto e lui
iniziò a mordicchiarlo con quei
piccoli incisivi che si ritrovava: sembrava un coniglietto.
“Ciao!”
saltai in aria quando qualcuno mi afferrò per i fianchi; mi
voltai e vidi che
era James.
“Ehy,mi hai
spaventata. Cosa ci fai qui?”
“Ero passato
da casa,ma non ho trovato nessuno,così mi sono detto o sono
al parco o al
supermercato. Ho provato qui e mi è andata bene. Lui
è Matthew,vero?”
“Esatto,e
visto che sei qui allora mi darai una mano con le buste,il carrello si
è
riempito più del previsto” sorrisi ammiccante
indicandogli tutte le varie cose
che avevo preso.
“A sua
disposizione signorina”
Chiacchierando
del più e del meno ci mettemmo in fila alle casse,ma Matthew
iniziò ad
agitarsi, probabilmente stanco di stare seduto lì senza fare
nulla.
“Prendi il
piccolo,alle buste ci penso io” mi propose James,e feci come
mi disse. In
braccio a me il piccolo parve calmarsi un po’ e
iniziò a giocherellare con i
miei capelli.
“Che bella
famiglia che siete” esclamò una vecchietta davanti
a noi,che ci osservava
incantata come se davanti a lei ci fosse stata la sacra famiglia. Prima
che
potessi anche solo dire qualcosa,James mi circondo le spalle con il suo
braccio,addossandomi a lui e ringraziò la signora
“Grazie,ce lo dicono in
tanti” e le sorrise gentile.
Quando
uscimmo dal supermercato,scoppiammo entrambi a ridere,ripensando al
modo in cui
avevamo preso in giro la vecchietta. Caricammo le buste nella sua
macchina e
facemmo ritorno a casa.
“Hai impegni
stasera?” mi chiese,mentre in cucina riordinavo
ciò che avevo comprato.
“No perché?”
“Volevo
invitarti a cena fuori,mi farebbe piacere”
“Mi
spiace,stasera Edward è fuori con amici e non mi piace
portare Matthew in giro
per luoghi affollati”
“Oh,capisco”
ma dai suoi occhi capii che invece ci era rimasta parecchio
male,così decisi di
fargli una contro offerta “Se vuoi puoi rimanere a cena
qui,se per te è lo
stesso”
“Sì
certo,non c’è nessun problema” sorrise
felice e mi diede una mano con la spesa
“A patto che cucino io” propose.
“Se non mi
avveleni non c’è problema”
“Vedrà
signorina che dopo la cena,sarà così meravigliata
dalle mie doti che mi
chiederà di sposarla” risi della sua sicurezza e
gli risposi “Vedremo”
Quando però
James mi cacciò dalla mia cucina,intimandomi che se mi fossi
avvicinata avrei
dovuto scontare una punizione coi fiocchi,cominciai a temere per la mia
salute.
Passai
il tempo a giocare con Matthew,cercando di costruire
delle torri
con i cubi che gli aveva regalato Alice,ma mio figlio appena ne
impilava tre,si
divertiva a dargli una manata per farli cadere e poi iniziava a ridere
come un
matto per la sua bravata. La sua risata era così squillante
e felice che era
impossibile non ridere con lui,e i suoi occhi brillavano felici. Ogni
tanto
ripensavo al gesto che avrei potuto compiere,e un brivido mi correva
lungo la
schiena pensando che ero stata sul punto di uccider ciò che
di più bello la
vita mi avesse regalato; se quel giorno mi fossi fatta vincere dalle
mie paure
non avrei mai visto mio figlio ridere,giocare,crescere e ciò
mi provocava una
stretta dolorosa al cuore. Fui distolta dai miei pensieri dalla porta
della
cucina che veniva aperta,e dal profumino che ne proveniva
“Funghi”
esclamai,annusando l’aria.
“Sei un cane
da tartufi? O lo sei stata nella tuavita precedente?” esclamò
meravigliato James
“Chi lo
sa,può darsi” sorrisi,e prendendo Matthew in
braccio mi diressi in cucina. Non
solo aveva cucinato primo,secondo e pure il dolce,ma aveva
apparecchiato la
tavola in maniera impeccabile,con calici e candele e varie posate come
se
fossimo ad un ristorante.
“Ho voluto
ricreare l’atmosfera di una cena fuori” mi
sussurrò all’orecchio,per non rompere
quell’atmosfera che si era creata.
“E’ tutto
meraviglioso,neppure sapevo di avere tutte queste cose a
casa” ammisi sincera.
Spostandosi dal mio fianco si posizionò dietro una
sedia,facendomi segno di
sedermi; misi Matty nel suo seggiolone,e poi mi accomodai,aspettando
che anche
lui prendesse posto di frontea
me.
“Cosa ha preparato il mio chef?”
“Stasera
signorina avremo pennette alla boscaiola,scaloppine ai funghie per concludere budino al
cioccolato”
Sicuramente
ero rossa come un peperone,quelli erano i miei piatti preferiti
“Come fai a
ricordarli?”
“Io ricordo
tutto di te” disse prendendo la mia mano che era posata sul
tavolo,e quel
contatto mi destabilizzò non poco,mi riportava alla mente
tanti momenti passati.
Iniziammo a
mangiare quelle prelibatezze che aveva preparato e mi stupii quando
notai che
aveva preparato anche la pappa per il piccolo,così
imboccandolo a vicenda la
cena passò. Mentre io era su in camera a far addormentare
Matthew,lui si occupò
di mettere a posto la cucina. Cambiando il piccolo,mi presi un
po’ di tempo per
riflettere su quanto stava accadendo con James; io non avevo mai
pensato di
tornare con lui,almeno non per il momento,ma lui sembrava fare di tutto
per
farmi capitolare.
Quando tornai
di sotto lo trovai nel salone che osservava il collage di foto fatte da
Alice,e
fu come ritrovarsi in un dejà-vu: ripensai a quando in
quello stesso posto si
trovava Edward il giorno che Matthew fece il suo ritorno a casa. Mi
schiarii la
voce per palesare la mia presenza.
“Ehi,ho
preso la bottiglia di vino che era rimasta dalla cena,così
possiamo finirla
comodamente qui sul divano se per te va bene”
Annuii e ci
sedemmo lì,prima in leggero imbarazzo,ma man mano che il
vino faceva effetto,ci
lasciammo andare ai ricordi,ripensando a tutto quello che avevamo
combinato
durante la nostra relazione.
“Oddio ti
ricordi quando rischiammo di far prendere un infarto a tua
nonna?” disse,e io
quasi sputai il vino che avevo in bocca per l’attacco di
risate che mi scosse
“Certo,quando le facemmo credere che ero incinta”
“Rischiammo
grosso quella volta” e scoppiammo nuovamente a ridere. Quellavolta mia nonna si prese
veramente un bello
spavento,le avevamo detto che io ero incinta e i nostri genitori ci
avevano
cacciato da casa,e adesso volevamo fuggire per sposarci a Las Vegas;
rischiò di
sentirsi male per il fatto che la sua piccola nipotina non fosse
più pura e
sarebbe bruciata all’inferno,ma poi si
tranquillizzò quando seppe che non ero
incinta,e penso che credé che fossi anche pura,ma sul quel
punto fortunatamente
non indagò oltre.
“Questa te
la ricordi?” prese dalla tasca una foto,e quando me la
passò rimasi scioccata.
Era una
delle prime foto che
avevamo insieme,scattata in occasione di una gita che avevamo fatto con
un
gruppo di amici.
“Certo che
me lo ricordo,è stato quando siamo andati in gita con la tua
combriccola e mi
sono sentita un pesce fuor d’acqua per tutto il tempo visto
che ero l’unica
ragazza del gruppo” sbuffai ripensando a tutti gli scherzi
che mi avevano
fatto.
“Dai,eri
adorabile però quando ti imbronciavi” mi
sorrise,ma a quel punto era il mio
turno di vendicarmi.
“E quando io
e Alice ti chiudemmo fuori dalla stanza del college nudo?!”
scoppiai a ridere
come una matta a quel ricordo. Io e la mia amica più pazza
di me eravamo andati
a trovarlo al college,lei si era nascosta nell’armadio e io
lo attendevo
all’ingresso della sua camera con solo
l’accappatoio addosso. Quando lui era
entrato gli avevo fatto credere che avevo una voglia matta di fare
l’amore con
lui,e lo avevo fatto spogliare lì nell’ingresso,a
quel punto lo avevo bendato
per rendere il tutto più eccitante,ma invece venne fuori
Alice e insieme
riuscimmo a spingerlo nel corridoio,completamente nudo.
“Brutta
streghetta,per quello non ti ho ancora punito a sufficienza. Mi
saltò
addosso,costringendomi a sdraiarmi sul divano,e prese a farmi il
solletico sui
fianchi: sapeva che quello era il mio punto debole. Iniziai a
contorcermi sotto
di lui,ma continuava a ripetermi che ancora non ne avevo avuto
abbastanza.
“Ti prego
James” ansimai a corto di fiato.
“Dimmi che
ti sei pentita di averlo fatto” mi disse ridendo anche lui e
tentando di farmi
stare buona.
“Sì ti
giuro”
“Non mi
sembri troppo convinta” mi rispose,continuando a torturarmi i
fianchi,ma fummo
interrotti dal suono del campanello,e lui a malincuore dovette
lasciarmi
andare.
Aprii la
porta senza sincerarmi prima di chi ci fosse dietro,ancora sorridendo
come una
stupida,ma il sorriso mi morì sulle labbra quando vidi chi
c’era di fronte a me
“Edward” mormorai atona.
“Ciao,disturbo?
Ho finito presto con gli amici e ho pensato di passarvi a
salutare”
“Bells chi
è?” chiese James dal salotto. Edward sentendo la
sua voce,spinse per aprire
maggiormente la porta,e lo vide semi disteso sul divano,poi prese a
squadrarmi
per bene e vidi la rabbia dipingersi sul suo volto
“Scusate,è evidente che ho
interrotto qualcosa” e così dicendo mi diede le
spalle,raggiungendo velocemente
la macchina,ma io gli corsi dietro “Edward fermati”
riuscii ad afferrargli la
manica del giubbotto e lui fu costretto a fermarsi “Edward
non stavamo facendo
niente di male,ti prego credimi” lo supplicai disperata,non
riuscendo a capire
bene perché stessi tanto male per il fatto che lui non mi
credesse.
“Mi risulta
difficile vedendo come sei ridotta” sputò fra i
denti senza guardarmi. Abbassai
gli occhi su di me e vidi che avevo la camicetta tutta sgualcita e
fuori dai
pantaloni,i gli occhi sicuramente lucidi e brillanti a cause delle
lacrime per
le troppe risate e a giudicare dai ciuffi che mi ricadevano sul volto
la mia
coda era ormai inesistente visto come mi era agitata sul divano,e in
quel
momento capii cosa Edward avesse potuto immaginare. Gli lasciai la
manica e
sussurrai solo “Ti sbagli.”
Lui si
voltò,la furia nei suoi occhi,ma quando scorse bene il mio
viso non so di
preciso cosa vi lesse,ma il suo sguardo si addolcì
“Ok,ti credo”
sussurrò,accarezzandomi il viso dolcemente. Gli presi quella
mano e lo tirai
verso casa “Entra,dai la buonanotte a Matthew” lo
pregai,e lui annuì
seguendomi.
Quando
entrammo,lui non salutò neppure James,ma si diresse subito
di sopra da suo
figlio.
“James,forse
è il caso che vai”
“Sicura? Non
mi va di lasciarti sola con lui dopo il modo in cui ti ha urlato
contro” era
preoccupato,ma anche abbastanza incazzato per il fatto che Edward ci
avesse
interrotti.
“No,tranquillo,non
mi farà del male”
“Se hai
bisogno chiamami a qualsiasi ora”
“Tranquillo,vai”
“Buonanotte
Bella” mi diede un bacio sulla guancia,soffermandosi un
po’ più del dovuto,e
poi sorrise beffardo guardando alle mie spalle,mi voltai e vi trovai
Edward ai
piedi delle scale che ci guardava.
POV
EDWARD
Guardando
l’orologio e vedendo che erano appena le dieci,avevo deciso
di andare da
Bella,visto che erano due giorni che non ci vedevamo e sentivo la
mancanza di
lei e di mio figlio. Come temevo il compleanno di Lucas si era rivelato
il
solito casino organizzato dai miei amici; dopo essere stati in un
locale per
mangiare qualcosa insieme,loro avevano deciso di continuare la serata
in un
night dove li avrebbe aspettati una ballerina pagata apposta per
l’occasione.
Inutile dire che avevo declinato l’invito,non mi andava per
nulla di trovarmi
circondato da ragazze che si strusciavano sul mio corpo.
Quando
avevo pensato di passare a casa di
Bella non mi sarei mai aspettato di trovarla in compagnia. Vederla con
i
capelli scompigliati,i vestiti fuori posto e le gote arrossate mi aveva
fatto
giungere ad una conclusione,che io non avevo speranza con lei. Ma poi
le sua
parole avevano acceso una fiammella in me,e così mi ero
lasciato convincere ad
andare con lei,anche perché i suoi occhi non erano capaci di
mentire. Ero
entrato dentro senza degnare di uno sguardo James,dirigendomi subito da
mio
figlio,che dormiva beatamente. Lo sfiorai appena per evitare di
svegliarlo,e il
mio cuore perse un battito quando sorrise
inconsciamente,chissà cosa stava
sognando. Pensare che quel bellissimo bambino fosse frutto di una notte
di
passione incontrollata che si era scatenata tra me e sua madre,mi
rendeva ogni
volta incredulo.
Tornato di
sotto vidi una scena che mi mandò su tutte le furie: quel
viscido aveva baciato
Bella sulla guancia per poi lanciami uno sguardo sprezzante. Strinsi i
pugni
fino a farmi male per impedirmi di picchiarlo in quel momento. Bella
quando si accorse
della situazione lo salutò e poi mi
raggiunse,mordicchiandosi il labbro
inferiore,facendomi intuire di essere in imbarazzo.
Presi un
respiro profondo per sciogliere la tensione,ma non ci riuscii del tutto
“Forse
è il caso che vada adesso” feci per andarmene,ma
nuovamente la sua mano afferrò
il mio braccio.
“Resta” era
stato solo un sussurro il suo,ma lo avevo udito forte e chiaro come se
lo
avesse urlato. “Perché?” avevo bisogno
di sapere a quel punto.
“Mi fa
piacere e poi non voglio che guidi a quest’ora di notte,sei
troppo nervoso e
stanco” concluse,arrossendo lievemente per quella confessione.
“Ok” risposi
semplicemente.
Sistemammo
il mio divano letto in silenzio,poi prima che ci augurassimo la
buonanotte,
Bella mi disse “Edward ti giuro che non sarebbe successo
nulla con
James,stavamo solo giocando. Non so perché ti sto dicendo
questo,ma non voglio
incomprensioni tra noi” teneva lo sguardo basso,si torturava
le mani e potrei
essere certo che fosse pure arrossita. Con un dito le sollevai
delicatamente il
viso e guardandola in quegli occhi tanto profondi e scuri che mi ci
sarei
potuto perdere dentro,le dissi solo “Grazie” e lei
mi sorrise felice prima di
avviarsi in camera sua.
Quando
fui solo,al buio,le mie paure mi
assalirono di nuovo. Stavo rischiando di perdere la cosa più
importante della
mia vita,senza che io combattessi per averla,ma da quel momento le cose
sarebbero cambiate,non sarei rimasto con le mani in mano a vederla
allontanarsi
da me giorno dopo giorno,avrei fatto di tutto per riconquistarne la
fiducia,stupendola tutte le volte che avrei potuto. E già
l’indomani sarebbe
stato un ottimo punto di partenza.
**La
differenza tra
me e te,Tiziano Ferro
Che
dite si sta iniziando a smuovere la situazione tra i due? nel prossimo
capitolo ci sarà il chiarimento tra Alice e Bella,e una
scena da famiglia coccolosa con un....finale! ma non vi dico cosa ci
sta su quei puntini,lo lascio alla vostra immaginazione ^^ un bacione
ragazze e a mercoledì ;) Paola
Buon
pomeriggio ragazze!!! Come state tutto bene? io sono emozionatissima
perchè manca una sola settimana a BD e quindi ne approfitto
per dirvi che l'aggiornamento la prossima settimana,sarà
martedì o giovedì,perchè penso proprio
che mercoledì saremo tutte impegnate a vedere altro ^^ Come
sempre vi ringrazio per l'enorme supporto che state dando alla
storia,sarò ripetitiva e scocciante,ma è la
verità u.u Un
grazie speciale a Sophie,lei sa il perchè! Buona
lettura care ;)
FRIENDSHIP
AND…
Meglio rischiare sai,che non concedersi
mai!**
POV EDWARD
La mattina
dopo mi alzai di buon’ora, avevo intenzione di stupirla.
Andai in cucina e
verificai che ci fosse tutto l’occorrente per preparare dei
pan-cake. Non li
avevo mai fatti,ma mia madre Esme mi aveva spiegato più
volte la ricetta,e io
l’avevo osservata mentre li preparava in svariate
occasioni,ma la paura di
fallire era tanta. Concentrato com’ero nel tentativo di
girare un frittella non
avevo sentito che Bella era arrivata in cucina. “Non sapevo
fossi un cuoco
provetto” disse e io per lo spavento saltai in aria,facendo
rovesciare il
pan-cake: Bella non si potette trattenere e scoppiò a
ridere,mentre io misi un
broncio degno di un bambino a cui avevano negato un giocattolo.
Cercando di
tornare seria si avvicinò a me “Scusa non volevo
spaventarti,mi perdoni?” e mi
fece il suo miglior sorriso. Io la guardai un altro po’ in
cagnesco,poi
sfoderai un sorriso furbetto “Solo se ti sottoponi come
cavia. È la prima volta
che cucino i pan-cake,quindi ora ti siedi e li assaggi” e
dicendo ciò poggiai
sul tavolo un piatto con delle frittelleche innaffiai con sciroppo d’acero. Sotto il mio
sguardo vigile,Bella si
sedette e prese la forchetta,tagliò un pezzo di frittella e
lentamente la portò
alla bocca: masticò piano,ed emise uno strano mugolio.
“Fanno
schifo,vero?” ero seriamente preoccupato.
Scosse la
testa con vigore “Al contrario,sono buonissime! Tieni
assaggia” e tagliò un
pezzo di pan-cake anche per me,che mi sporsi sul tavolo per farmi
imboccare;
masticai piano e lentamente,come fanno gli assaggiatori,e poi esclamai
“Sono
soddisfatto di me stesso,sto migliorando. Esme sarà contenta
che non rischio
più di morire di fame” e scoppiammo a ridere
entrambi.
Riprendemmo a
mangiare ma fummo interrotti dal suono del suo cellulare; prima di
rispondere
Bella controllò sul display e un sorriso spontaneo
fiorì sulle sue labbra
quando lesse chi era,io invece istintivamente irrigidii la
mascella,temevo
fosse lui.
“Rose!”
esclamò contenta,ed io mi rilassai subito,era da un
po’ che non si sentivano,da
quello che mi aveva detto Bella.
“Tesoro come
stai? E Matthew?” la voce di quella ragazza era tanto
squillante che si sentiva
benissimo anche se non avevo io la cornetta del telefono
all’orecchio.
“Stiamo
benissimo entrambi. E voi donne,come ve la cavate?”
“Benissimo
anche noi e a proposito della mia vita,c’è una
novità!” esclamò contenta
“Davvero?!
Spara” Bella era impaziente di sapere.
“No
signorina,dovrai aspettare stasera. Sei invitata a cena fuori dalla
sottoscritta come ai vecchi tempi,è da troppo che non
facciamo una cosa del
genere!” in effetti aveva ragione,con i bambini e le varie
influenze, gli
impegni di lavoro e altri casini non cenavano insieme da tanto.
“Ehm
Rosalie,vedi io sono uscita già in queste
sere con James,quindi stasera non posso proprio” la sua
risposta mi stupì,non
capivo perché stesse rinunciando ad uscire con la sua amica
“Uffina,davvero?!
Ma io dovevo dirti una cosa importante” Rosalie fece una
vocina tenera,da bimba
piccola,che per poco non mandò Bella in brodo di
giuggiole,perché la vidi
mordersi il labbro per evitare di cedere subito.
“Immagino
Rose,ma” senza farla finire di parlare le strappai il
telefono dalle mani e me
lo accostai all’orecchio “Rosalie,sono Edward. Non
ascoltare quello che dice
Bella,è ancora assonnata. Stasera è libera e
l’accompagnerò io stesso
all’appuntamento”Bella sgranò gli occhi
a quelle parole; ancora sorridente le ripassai il telefono e sentii
dall’altro
lato della cornetta Rosalie che tentava di richiamare la sua attenzione
“Bella
ci sei ancora?”
“Sì sono
qui” balbettò,mentre ancora osservava il sorriso
vittorioso che si era dipinto
sul mio volto.
“Quel
ragazzo è un tesoro,non capisco perché vai ancora
dietro a quel James… comunque
non sono affari miei. A stasera, ci sarà anche Alice
naturalmente”
Alice era
ancora un tasto dolente,sapevo che non era riuscita a parlarle e poi
sperava
che anche la sua amica si decidesse a rompere il silenzio,invece
niente. “Per
me non è un problema” rispose,magari si sarebbero
potute chiarire.
“Perfetto!
Allora di ad Edward che ti aspetto stasera alle venti e trenta di
fronte il
Time out,buona giornata” e così dicendo
chiuse,senza aspettare neanche una sua
risposta.
POV BELLA
Dopo aver
terminato la telefonata lo guardai stupefatta “Edward
perché lo hai fatto?”
“Perché è
giusto chetu esca
con le tue amiche.
Già ti sei privata di tantissime cose in passato e non
voglio che continui a
farlo. Stasera sono libero,quindi Matthew starà con me e
anzi,se per te va
bene, lo porto dai miei,è da un po’ che non lo
vedono. E poi potrebbe essere
l’occasione buona per far pace con Alice,lo vedo che ti manca
tanto parlare con
lei”
“Certo,non
c’è problema,ma credo che con Alice non
sarà una cosa semplice. Siamo entrambe
testarde,ma ti prometto che stasera proverò a farmi
perdonare” gli sorrisi
gentile e lui ricambiò,poi continuammo a mangiare tranquilli.
Come
stabilito con Rose alle venti e trenta Edward mi accompagnò
all’appuntamento e
quando arrivammo vidi che davanti al locale c’era
già Alice. Presa da un
attacco di codardia,mi voltai dietro per controllare Matthew,che
giocava
tranquillo con un sonaglino.
“Non
scendi?” mi disse Edward,accortosi del mio strano
comportamento.
“Sì,volevo solo
assicurarmi che il piccolino stesse bene”
“Bella è
tranquillissimo! Se non vuoi scendere perché
c’è solo Alice puoi dirlo,ma io
credo che prima o poi dovrai affrontarla” in effetti aveva
ragione,così mi
sporsi per dare un bacetto sul nasino a mio figlio,che
ridacchiò felice,e mi
accinsi a scendere.
“Buona
fortuna,e appena finite fammi uno squillo che passo a
prenderti” mi disse prima
che richiudessi lo sportello.
“Va bene e
grazie; voi maschietti divertitevi e fate i bravi” e
così dicendo,guardai Edward
mettere in moto e allontanarsi,poi presi un bel respiro e mi voltai
verso la
mia amica.
“Ciao”
esclamai in imbarazzo
“Ciao
Bella,come va?” era un po’ fredda,ma almeno mi
aveva risposto.
“Tutto bene
e tu?”
“Anche
io,grazie” e calò nuovamente un silenzio teso e
imbarazzato.
“Senti
io…” avevamo parlato insieme e per
questo scoppiammo a ridere.
Poi fu Alice
a prendere la parola “Bella io ti devo chiedere scusa. Quel
giorno in
biblioteca non mi sono comportata da amica; ti ho aggredito senza
lasciarti il
tempo di spiegare,e poi come una bambina piccola,ho evitato le tue
chiamate.
Potrai perdonarmi?”
Era
seriamente preoccupata che io non la perdonassi,ma come avrei fatto
senza la
mia sorellina? Le buttai le braccia al collo e la stritolai in un
abbraccio,che
lei prontamente ricambiò “Anche io ti devo
chiedere scusa,sorellina. Tu hai
detto quelle cose solo per proteggermi,perché temevi che
potessi nuovamente
soffrire come già era accaduto,ed io non ti ho dato ascolto.
Comunque adesso
con James va tutto bene,siamo amici” e così
dicendo ci sorridemmo felici,quando
il rumore dello sportello di una macchina che veniva chiuso con forza
ci fece
sobbalzare. “Allora il mio piano ha funzionato! Lo sapevo che
vi avrei fatto
fare pace” Esclamò tutta gongolante Rosalie,che
prima di venirci incontro si
voltò a salutare il suo accompagnatore e le sue bambine,che
cantavano
allegramente una canzoncina dei cartoni animati.
Io e Alice
ci guardammo un attimo in faccia e poi ci buttammo sulla nostra amica
iniziando
a farle il solletico sui fianchi e sul collo,facendola contorcere tutta
e per
poco non cadde a terra. Quando finimmo di fare le bambine,entrammo
dentro e
ordinammo tre pizze; mentre mangiavamo Alice pose una domanda a Rosalie
“Rose
cara,non credere che mi sia sfuggito: chi era quel bellissimo omaccione
che ti
ha accompagnato?” Non credevo di aver mai visto arrossire
Rosalie,ma proprio
questa sera successe.
“Bè era la
notizia di cui vi dovevo parlare. Vi ricordate quando vi avevo detto di
aver
trovato un baby-sitter per le gemelline? Ecco è Emmett ; ci
stiamo frequentando
da qualche settimana: è dolcissimo,nonostante
l’aspetto da super palestrato,e le
bambine lo adorano. Da subito ho sentito una forza che mi attirava
verso di lui,ho
cercato di resistere,non volevo una storia passeggera,ormai sono bella
grande
per queste cose,ma quando una sera ci siamo ritrovati insieme sul
divano l’attrazione
era così forte che non abbiamo resistito” e il suo
viso diventò fucsia.
“Ma allora è
una cosa seria!” esclamai io e Rosalie annuì,per
poi specificare “Ancora siamo
all’inizio però ci troviamo bene insieme,lui
considera Vicky e Sophia come
figlie sue,dal primo giorno ha sempre portato loro dei piccoli
regalini,quindi
non vedo perché la cosa non debba funzionare e poi non devo
neanche temere la
loro reazione quando sapranno che stiamo insieme,visto che
più di una volta mi
hanno chiesto di sposarlo” Io e Alice ci congratulammo con la
nostra amica,e la
serata volò. Mi lasciarono loro a casa dei genitori di
Edward e io andai subito
nella dependance,che lui occupava quando era lì con il
bambino; quando mi vide
arrivare,aprì subito la porta “Avete fatto
pace?” chiese ancora prima di
salutarmi. Annuii con un sorriso a trentadue denti e lui subito mi
abbracciò
“Ne ero sicuro” sussurrò al mio
orecchio,ma in quel momento notai Matthew che
guardava divertito la tv seduto sul tappeto “Edward cosa ci
fa lui ancora
sveglio?”
Subito lui
mise su un’aria da bimbo colpevole “Non voleva
dormire,così ho sperato che
guardando la tv si addormentasse,ma invece nulla”
Entrai dentro
dando le spalle a Matthew,per evitare di farmi vedere furiosa da lui
“Edward è
mai possibile che…”
“Bella
guarda” mi prese per le spalle e con poca gentilezza mi
voltò verso il punto in
cui si trovava Matthew in piedi… in piedi?!
Lo
guardammo fare qualche
passo incerto verso la tv e poi,puntando il suo ditino verso lo schermo
della
televisione dove in quel momento era inquadrato Mufasa,il padre di
Simba,disse
la sua prima parola “Pa… pa…
papà” e poi ricadde seduto a terra, atterrando sul
sederino e facendo uno strano rumore con il pannolino. Subito ci
avvicinammo a
lui e io lo strinsi tra le braccia,mentre Edward si complimentava con
il suo
campione per aver detto la sua prima parola. Matthew rideva contento di
quelle
feste,e strinse le sue manine intorno al mio collo,aggrappandosi con
tutta la
sua forza; Edward ci venne vicino e ci strinse entrambi a
sè,riempiendo di baci
il braccino del bimbo e poi fece una cosa del tutto inaspettata.
POV EDWARD
Avevo
insistito con Bella perché uscisse quella sera
così da fare pace con Alice;
anche se non lo dava a vedere soffriva parecchio per la mancanza della
sua
amica,non era mai successo che non si parlassero per un periodo
così lungo. Ero
stato tutta la serata nervoso,temendo che non riuscissero a chiarirsi,e
pure
Matthew aveva percepito la mia ansia: era agitato e non voleva saperne
di
dormire.
“Matthew
facciamo la nanna prima che arriva la mamma?” mio figlio mi
guardò con aria
pensierosa,e poi scoppiò a ridere scuotendo velocemente la
testa. Lo misi nella
sua culla,ma non ne volle sapere di stare sdraiato,e quando io tentai
di
coricarlo,lui si mise a piangere sporgendo le braccine per farsi
prendere in
braccio,e io non resistetti alle sue lacrime.
“Piccolino,è
ora di dormire. Facciamo così,mettiamo un po’ di
musica e passeggiamo” misi un
cd di musica classica e iniziai a cullarlo ma Matthew quella sera tutto
voleva
fare tranne che dormire,anzi sembrava intenzionato a chiacchierare con
me; non
smetteva un attimo diguardarmi
blaterando cose senza senso,mentre cercava di afferrarsi i piedi con le
sue
manine.
“Gagago”
esclamò e rise felice,ed io con lui: era incredibile
l’amore che provavo per
quel piccoletto. Quando mi sembrava che non lo avrei mai potuto amare
di
più,lui faceva qualcosa che mi lasciava completamente
esterrefatto. Bella ogni
tanto mi prendeva in giro,dicendo che con mio figlio mi trasformavo
quasi in
una donnina, ma era più forte di me e poi sapevo che anche
per lei era lo
stesso. Avevo sentito dire tantissime volte la frase ‘un
figlio ti cambia la
vita’ ma pensavo fosse riferita più al fatto che
da quel momento in poi le
responsabilità sarebbero aumentate,perché da me
sarebbe dipesa una nuova vita;
invece Matthew mi aveva cambiato la vita perché dal momento
in cui era
nato,ogni mia azione e pensiero erano rivolti a lui. Era una costante
fissa
della mia giornata,e mi aveva insegnato ad essere meno egoista ed
egocentrico,perché lui adesso veniva prima di tutto.
“Va
bene,facciamo così. Adesso guardiamo un po’ di
cartoni in tv e vediamo se
finalmente riusciamo a fare la nanna” lo misi sul grande
tappeto ai piedi del
divano e mi sedetti vicino a lui. Feci partire il dvd de “Il
re leone” e appena
mio figlio vide comparire gli animali cominciò a battere le
sue manine felice: adorava
gli animali,e quello era uno dei suoi cartoni preferiti. Guardando
l’orologio
mi accorsi che era parecchio tardi,e ancora Bella non mi aveva chiamato
per
andarla a prendere; pregai che tutto fosse andato bene con Alice e che
fossero
riuscite a chiarirsi,e pensai che fosse un bene che non avesse ancora
chiamato,mi avrebbe ucciso scoprendo che Matthew era ancora sveglio.
D’un
tratto sentii un rumore di tacchi
provenire dal giardino,sicuramente era lei, e velocemente mi alzai per
aprire
la porta a Bella,e dal sorriso che mi regalò capii che era
andato tutto bene,ma
volendo esserne certo glielo chiesi “Avete fatto
pace?” Leiannuì
con un sorriso a trentadue denti e io
subitol’abbracciai
“Ne ero sicuro”
sussurrai al suo orecchio,ma in quel momento notò Matthew
che rideva guardando
la televisione
“Edward cosa
ci fa lui ancora sveglio?”
“Non voleva
dormire,così ho sperato che guardando la tv si
addormentasse,ma invece nulla”
Entrò dentro
dando le spalle a Matthew“Edward
è mai
possibile che…”
“Bella
guarda” la presi per le spalle e con poca gentilezza la
voltai verso il punto
in cui si trovava Matthew che un po’ tremolante,e reggendosi
appena sulle sue
gambe si era alzato in piedi. Lo guardammo fare qualche passo incerto
verso la
tv e poi,puntando il suo ditino verso lo schermo della televisione dove
in quel
momento era inquadrato Mufasa,il padre di Simba,disse la sua prima
parola “Pa…
pa… papà” Il mio cuore
rischiò di esplodere per la gioia,e rimasi per qualche
tempo imbambolato mentre Bella si precipitava su di lui e lo
abbracciava
felice; mi ripresi in fretta e corsi da loro avvolgendoli tra le mie
braccia,e
non so cosa mi spinse a farlo,forse l’euforia del
momento,forse il profumo
buonissimo che emanava,ma sentii l’impulso di saggiare
nuovamente le labbra di
Bella,e senza pensarci oltre lo feci,sfiorandole con le mie.
**Vuoi
vedere che ti amo,Gianluca Grignani feat L'Aura
Tadan!
come reagirà Bella adesso? Quanto è tenero
Matthew?! *_* mi sono innamorata di questo bambino. Scappo che il libro
di biochimica mi aspetta -.-" Un bacione ragazze,Paola :D
Buonasera
gente! presa come sono da BD e dalle varie premiere mi stavo
dimenticando di aggiornare -.-" Ma
avete visto BD? io amo Bill Condon,finalmente abbiamo avuto un film con
protagonisti Rob,Kris e il loro amore (ogni riferimeto a Eclipse che mi
ha fatto schifo è puramente casuale) voi che impressione
avete avuto? ditemi,voglio sapere tutto u.u Poi
alle premiere di LA e Londra erano tutti e tre bellissimi: Kris ha
fatto pure la foto con la piccola Kenzie *_* Ok,smetto
di tediarvi con questa nota e vi lascio al capitolo,allacciate le
cinture ormai non si gioca più ;)
DICHIARAZIONE
accettami e vedrai
insieme cresceremo
qualche metro in piu'
il cielo toccheremo **
POV
EDWARD
“ Vuoi fare
lo scivolo Matthew? ” indicai il gioco a mio figlio e lui
annuì felice;
lo sistemai sullo scivolo e tenendolo per i fianchi, lo feci scivolare,
mentre
lui urlava felice e batteva le sue manine per invogliarmi a ripetere il
gioco.
Matthew adorava andare al parco e io e Bella lo portavamo ogni volta
che ci era
possibile. Oggi lei aveva preferito rimanere in casa per via del ciclo,
approfittando così dell’assenza del piccolo per
mettere un po’ in ordine, ma in
realtà credevo che fosse ancora imbarazzata per il nostro
bacio dell’altra
sera, io invece ero euforico. Non riuscivo a pentirmi del mio gesto: le
sue
labbra mi avevano attirato come una calamita, alla quale io non avrei
saputo né
avrei voluto resistere.
Dopo un
numero infinito di scivolate, e vari tentativi di afferrare le bolle di
sapone
che un bambino stava facendo vicino a noi, impedendogli che le
scoppiasse con
la bocca, vidi che era ora di dar da mangiare a Matthew.
“ Basta
piccolino, adesso è ora di fare merenda ” lo
sistemai nel passeggino e andai a
sedermi in una panchina; tirai fuori il barattolo con
l’omogeneizzato alla pera
e iniziai ad imboccarlo.
“ Bocca
grande grande che deve atterrare l’aereo ” mio
figlio non era un bambino
capriccioso, ma mi divertivo a giocare con lui per farlo mangiare, e le
sue
risate erano bellissime da ascoltare.
“ Edward, giusto?
”
Sollevai lo
sguardo per vedere a chi appartenesse la voce e mi trovai di fronte
l’ultima
persona che avrei voluto vedere “ Ciao James ”
“ Ciao e
ciao anche a te piccolino ” disse e arruffò i
capelli a Matthew, il quale lo
guardò abbastanza infastidito, e questo fece gonfiare il mio
cuore d’orgoglio: anche
mio figlio aveva capito che quel tipo era poco raccomandabile.
“ Bella
dov’è? ” chiese guardandosi in giro
“ Non c’è,
è
rimasta a casa ”
“ Devi
essere un tipo parecchio noioso se ha preferito rimanere in casa da
sola ” e
rise della sua stupida battuta.
“ Non credo
siano affari tuoi ” sentenziai, pulendo con un bavaglino la
boccuccia di
Matthew e rimettendo a posto le sue cose per andarmene via da
lì.
“ Ma lo
diventeranno presto visto che ho intenzione di chiedere a Bella di
sposarmi ”
non sapevo se la sua frase fosse reale, o detta semplicemente per
provocare, ma
il dolore che sentii al petto fu tremendo: una fitta al cuore che mi
riportò
indietro di anni, al periodo più brutto della mia vita.
“ Bene, auguri.
Adesso devo andare ” gli
dissi senza
guardarlo in faccia e mi allontanai velocemente da lì,
stringendo convulsamente
i manici del passeggino in modo che l’istinto di spaccargli
la faccia non
prendesse il sopravvento. Prima di lasciarmi prendere totalmente dallo
sconforto avrei chiesto a Bella, e sperai vivamente che la sua
dichiarazione
non combaciasse con quella di James.
POV BELLA
Era passata
una settimana da quel bacio, se così potevo chiamarlo, e la
situazione era un
po’ imbarazzante. Ripensare a quanto era successo mi faceva
diventare rossa
come un semaforo…
Il suo sfioramento era
durato pochissimo, se
non lo avessi visto con i miei occhi non avrei potuto essere certa di
averlo
ricevuto. Lui si allontanò lentamente, sperando forse che io
lo fermassi, e poi
abbassò il suo sguardo “ Scusa ”
mormorò e slacciò l’abbraccio.
“ Forse è meglio che vada in bagno ”
poggiai
velocemente Matthew nella sua culla
e
mi fiondai nel bagno, avevo bisogno di riflettere e rimanere da sola.
Quando mi
chiusi dentro poggiai la schiena alla porta e con le dita mi toccai le
labbra: perché
lo aveva fatto? Non capiva che così avrebbe potuto rovinare
tutto? Ma forse era
stata solo l’euforia del momento, in fondo lui non provava
nulla per me, no? Anche
se quel bacio mi aveva riscaldato dentro.
Rimasi nel bagno per più di mezz’ora
e fui grata ad Edward che non mi venne a cercare, evidentemente aveva
capito
che avevo bisogno di restare sola. Quando tornai di là tutte
le luci erano
spente,Matthew dormiva nella culla
ed Edward si era sistemato sul divano letto dove avrei dovuto dormire
io, lasciandomi
così a disposizione il suo letto: era sempre premuroso con
me, ma sperai che
ciò non fosse legato al bacio di prima.
Il
campanello mi riportò alla realtà. Guardai dallo
spioncino e vidi Edward con in
braccio Matthew; erano stati al parco, ma io avevo declinato
l’offerta dicendo
che non mi sentivo bene a causa del ciclo: per la prima volta in vita
mia avevo
ringraziato la mia piaga mensile!
Aprii la
porta sorridente ed esclamai “Bentornati!” e subito
il mio piccolino si sporse
per venirmi in braccio
“ Mamama ”
aveva ancora qualche difficoltà a dire
‘mamma’ in compenso però ormai
‘papà’ lo
diceva benissimo. “ Amore della mamma, vi siete divertiti?
” Matthew iniziò a
gorgheggiare tentando di spiegarmi ciò che avevano fatto con
suo padre, mentre
io mi feci da parte in modo da permettere ad Edward di entrare in
casa.
Quando Matthew
venne distratto dai suoi giochi, Edward mi raccontò come
avevano trascorso il
pomeriggio “ Abbiamo passato l’intero pomeriggio a
fare lo scivolo e le
altalene, non ne voleva sapere di scendere. Se vuoi gli ho fatto
qualche video,
così puoi vederlo mentre tenta di risalire al contrario
sullo scivolo ” e rise
felice a quell’aneddoto; contro ogni logica mi ritrovai ad
osservarlo ridere e
mi stupii di quanto fosse bello.
“ Abbiamo
anche incontrato una persona ” aggiunse poi, diventando
improvvisamente serio.
“ Davvero? E
chi? ” ero curiosa, se fossero state Alice o Rose sicuramente
sarebbero venute
a casa con loro.
“ James ”
ammise fra i denti.
“ James? ”
ero piuttosto perplessa: lui non abitava da queste parti, quindi non
poteva
trovarsi casualmente in quel parco.
“ Già e mi
ha anche detto che la vostra relazione è diventata sempre
più seria, quasi come
qualche anno fa. Mi ha detto che avete anche riparlato di matrimonio.
Non che
siano affari miei ma non mi sembra che tu mi abbia accennato qualcosa
del
genere ” concluse con voce sprezzante
“ Certo che
non ne hai mai sentito parlare perché tutto quello che ha
detto James è falso!
Non ho mai avuto intenzione di riprendere il rapporto con lui,
né tantomeno di
sposarlo. Appena lo vedo giuro che lo uccido, se continua a dire queste
stronzate in giro; gli ho spiegato chiaramente che tra noi due non
potrà
esserci altro che amicizia ma a quanto pare lui non si arrende
” sbraitai.
“ E allora
perché mi ha detto quelle cose? ”
“ Non ne ho
la più pallida idea, forse voleva solo provocarti, ma ti
assicuro che
rimettermi con James è l’ultima cosa che vorrei
fare. Siamo stati bene insieme
ma ormai ne è passata di acqua sotto i ponti e i miei
sentimenti per lui sono
cambiati, e non potranno tornare mai quelli di una volta ”
precisai e notai che
adesso Edward era animato da una strana speranza “ Non mi
stai mentendo, vero?
Tutto quello che dici è la verità? ”
“ Certo, perché
dovrei mentirti? E poi perché vuoi tutte queste spiegazioni
sui miei sentimenti
per James? ” ero sempre più confusa
“ Perché non
voglio che tu soffra ancora. È già successo in
passato con lui, con me e non mi
perdonerei mai se accadesse di nuovo ”
“ Sei
gentile a preoccuparti per me, ma non ne vedo il motivo ”
“ Non l’hai
ancora capito? ” sorrise,ma in modo strano,sembrava un
sorriso malinconico
“ Cosa? ”
cercai di fare quella caduta dalle nuvole, ma avevo capito dove voleva
andare a
parare.
“ Questo ”non aggiunse altro, fece un passo deciso
verso di me, prese il mio volto tra le mani e mi baciò, ma
stavolta in maniera
diversa: era un bacio umido, urgente e passionale, quasi disperato
tanta era la
forza che ci stava mettendo, stringendo più volte il mio
labbro inferiore e disegnando
con la lingua il profilo del mio labbro superiore; io inizialmente
ricambiai il
bacio, presa in contro piede, ma soprattutto perché avevo
sentito nuovamente
l’alchimia che si era creata quella volta nella sala di
danza, ma poi un
campanellino suonò nella mia mente e gli morsi il labbro per
farlo allontanare.
“ Ma che
cavolo? ” si portò le dita al labbro per
assicurarsi che non sanguinasse, mentre
io mi passai una mano tra i capelli, quasi a volerli strappare per far
calmare
il nervoso “ Perché lo hai fatto? ”
chiesi rigida.
“ Bella, non
pensavo fossi così ottusa… io ti amo ”
disse serio, guardandomi negli occhi, e
capii che non mentiva.
“ Come? ”
quasi urlai
“ Sì, ti
amo. Credo di essermi innamorato di te dal primo momento che ti ho
visto in
quella scuola di danza, ecco perché ti desideravo tanto; ecco perché poco
fa me la sono presa tanto per
le parole che mi aveva detto James ”
“ E mi amavi
pure quando mi hai chiesto di abortire e poi quando mi hai detto che di
me e Matthew
non te ne fregava nulla? Mi amavi anche allora? ” mi ero
accalorata parecchio, il
mio proposito di restare calma era andato a farsi benedire, ma non
poteva dirmi
di amarmi anche allora. Le parole che mi aveva detto non potevano
essere quelle
di un uomo innamorato; non mi aspettavo certo che mi chiedesse in
moglie, fortunatamente
i tempi erano cambiati, ma se mi avesse amato realmente mi sarebbe
stato
accanto sin da subito.
Si passò una
mano tra i capelli “ Non mi perdonerai mai davvero per
quello, vero? Comunque
io non ti sto chiedendo di dichiararmi ora il tuo amore, ma lasciati
corteggiare Bella, ti prego. Dammi la possibilità di farti
capire quanto ti
amo, quanto vi amo. Sono pronto a passare le pene
dell’infermo, ma ho bisogno
che tu mi dica che mi dai almeno una possibilità, solo
questo ti chiedo, perché
altrimenti dovrò trovare un modo per dimenticarti ”
Ero combattuta,
non sapevo che fare, mi aveva confessato i suoi sentimenti, mettendosi
completamente a nudo di fronte a me. Il mio cuore mi diceva di fidarmi
di lui, che
lo volevo pure io, ma la mia testa non faceva altro che rimandarmi
quelle
terribili immagini, ma per una volta decisi di fidarmi del mio istinto,
in fondo
quando lo avevo fatto quel giorno di quasi un anno fa mi aveva regalato
la cosa
più bella della mia vita, mio figlio, e così
sospirando risposi “ Sai che io ti
ho perdonato Edward, e che sei un padre perfetto per Matthew: non ti
devi più
scusare per nulla. Adesso io sto cercando di fidarmi di te, ma non
è facile, il
mio cuore mi dice di seguire una strada, ma la mia testa si oppone.
Giocati
bene la tua possibilità, perché poi non ne avrai
altre, e fai in modo che io
segua la strada indicata dal mio cuore ” sentenziai e lui di
tutta risposta
sorrise felice e mi abbracciò stretta.
“ Grazie Bella, grazie davvero ” e stavolta
non mi sottrassi a quell’abbraccio.
**Una su un milione,Alex Britti
Prima
che mi dimentichi la foto di Matthew è una foto vera del
nostro british actor preferito quando era picccino picciò e
non immaginava per nulla il putiferio che si sarebbe scatenato intorno
a lui. Dopo
questa precisazione,spero che il capitolo non vi abbia uccise: Edward
prende il coraggio a due mani e fa la sua dochiarazione,Bella non gli
chiude la porta in faccia,ma anzi gli fa capire che sarà
disponibile,vedremo che succederà. Vi
avviso che prossimamente i capitoli potrebbero arrivare con qualche
giorno di ritardo,cercherò di postarne sempre uno a
settimana,ma l'università e la sessione d'esami di dicembre
incombono come una spada di damocle su di me,e mia madre potrebbe
sequestrami il computer se non studio...quindi abbiate pazienza! Ok
la smetto di blaterare che le note sono quasi più lunghe dei
capitoli,aspetto le vostre risposte con trepidazione,un bacio Paola.
Buonasera
ragazze,dovevo postare stamani ma ormai il tempo mi sfugge e non arrivo
mai a fare quello che dovrei.... vi faccio questa premessa anche per
avvvisarvi che il prossimo capitolo arriverà tra 10-15
giorni: questa settimana e la prossima saranno parecchio incasinate per
me e non potrò dedicare il giusto tempo ai capitoli,che
ormai sono sempre più importanti. Inoltre vi comunico che
siamo agli sogccioli, 4 capitoli più epilogo, quindi non
abbandonatemi proprio ora :) Vi
lascio al capitolo,buona lettura ;)
PRIMI PASSI
Mi
dispiace devo andare via
Questa
volta l'ho promesso a me
Perché ho
voglia di un amore vero
Senza te**
Erano passati due
mesi dalla richiesta di Edward e tutto procedeva tranquillamente, o
quasi.
Oggi era il primo compleanno di Matthew; in quel momento Alice aveva
preso il controllo della mia cucina per preparare tutto
ciò che sarebbe servito per la piccola festicciola. Era
spuntata a casa mia alle sette, trovando me ed Edward ancora
addormentati. Ciò non l’aveva scoraggiata, visto
che ne aveva approfittato per prepararci la colazione.
“
Come va con James? ” Mi chiese a bruciapelo.
Mi
bloccai un attimo alla domanda di Alice; la sua capacità di
passare da un argomento futile, come quante ciliegine dovevano esserci
sulla torta, ad uno serio era sorprendente.
“
Non va. ”, risposi semplicemente, certa che adesso sarebbe
partito il terzo grado.
“
Come sarebbe a dire? ” Infatti, come avevo previsto.
“
L’altra sera siamo usciti di nuovo. Prima abbiamo discusso su
Edward, perché non gli piace molto lui, io gli ho
detto che non è a lui che deve piacere. Poi con Matthew si
comporta benissimo e io non posso allontanarlo essendo suo padre; lui
però continuava a insistere sul fatto che poteva essere
pericoloso averlo sempre in giro per casa, visto il suo precedente
comportamento. Gli ho ribadito di non preoccuparsi ma alla fine ho
lasciato perdere per non litigare. Abbiamo fatto un giro, mi ha portato
a cena fuori in un ristorante molto carino. Ad ogni modo alla fine
della serata mi ha baciata ”, conclusi sospirando alquanto
irritata.
“
Cosa? Come è successo? E tu cosa hai fatto? Ed Edward come
l’ha presa, perché tu la hai detto a lui, no?
” snocciolava domande, una dietro l'altra, tutto d'un fiato.
Mi chiesi come poteva essere possibile avere dei simili polmoni per una
ragazza minuta come lei.
“
Alice, ti prego, prendi fiato o ti viene un infarto
” ridemmo insieme alla mia battuta. Lei impaziente, come
sempre, mi fece segno di riprendere il discorso. Prima di risponderle
chiusi la porta per evitare che Edward potesse sentire. " Stavamo
passeggiando verso la macchina quando James si è fermato: si
è passato una mano tra i capelli, mi si è
avvicinato, e senza darmi il tempo di pensare mi ha baciato.
” Mi girai verso Alice, per osservarne la reazione e la vidi
sgranare gli occhi, con un espressione shoccata sul viso.
“
E tu? ” mi chiese.
“
Sono rimasta immobile, non me l’aspettavo proprio. Lui si
è staccato velocemente e in silenzio abbiamo raggiunto la
macchina. Anche il viaggio di ritorno è avvenuto in un
silenzio imbarazzante. Giunti qui mi ha confessato di aver capito che
per lui io non provavo più nulla, lo ha capito dal bacio; mi
hanno colpito le sue parole, ma non ho potuto far altro che annuire e
dirgli che mi dispiaceva ” rimanemmo per un po’ in
silenzio, ognuna persa nei propri pensieri.
“
E con Edward? ” era incredibile: Alice non riusciva a stare
zitta per più di due minuti.
Sbuffai
passandomi una mano tra i capelli, “ Sono confusa
Alice. Lui si sta comportando meravigliosamente, ma io non so cosa
provo per lui, o meglio, ho paura a lasciarmi andare. Quando mi ha
baciata la seconda volta, nonostante mi avesse colta di sorpresa, non
ho potuto arrabbiarmi, anche se dal morso lui deve avere capito il
contrario, perché il suo bacio era il bacio di cui avevo
bisogno. Ne avevo bisogno così come me lo ha dato. Mai avrei
pensato che la persona che doveva darmelo potesse essere il padre di
mio figlio, che solo qualche mese fa ci aveva rifiutati, non
riconoscendo neppure Matthew. E invece adesso si comporta come un padre
perfetto e tenta di conquistarmi ”
A
volte desideravo farmi avvolgere dal suo corpo. Mi aveva dato quel
bacio perfetto e adesso avevo paura di dimenticarlo. Ma poi mi
ritornava in mente come ci aveva trattati: la durezza del suo sguardo,
le parole dette apposta per ferire, e anche se mi aveva confessato il
motivo del suo comportamento, mi era difficile dimenticare.
Fummo
interrotte proprio da Edward, che bussò per dirmi che era
ora di svegliare il piccolo, così misi da parte i cattivi
pensieri e andammo a svegliare Matthew; era ancora addormentato, con le
manine sotto il cuscino e la boccuccia leggermente aperta: era una
meraviglia.
“
Amore della mamma, sveglia ”, lo chiamai piano, mentre il suo
papà gli accarezzava i capelli ramati. Il piccolo
iniziò a muoversi e a mugolare per non essere svegliato, ma
dopo un po’ di insistenza aprì i suoi stupendi
occhi verdi e ci regalò un sorriso da farci sciogliere il
cuore.
“
Tanti auguri amore della mamma! ” gli dissi, prendendolo in
braccio e scoccandogli due grossi baci sulle sue guanciotte; neanche il
tempo di dirgli altro che Edward, il quale aveva dormito da noi proprio
per poter fare subito gli auguri al bimbo, me lo strappò
dalle mani e lo sollevò in alto, scatenando le risate di
Matthew. Non potei non sorridere a quella scena.
“
Ecco il campione di papà! Buon compleanno piccoletto.
” gli disse sfregando il suo naso contro quello del figlio.
Rimanemmo
per un po’ nella nostra bolla, coccolando nostro figlio che
non smetteva di dire “ Coanno uno ” per dire che
aveva fatto il compleanno e compiva un anno: era stato Edward ad
insegnarglielo, perdendo due pomeriggi interi, ma alla fine
c’era riuscito.
Sorrisi
ripensando a tutto quello che stava facendo pur di conquistarmi: ogni
volta che veniva mi portava un dolce diverso, dai più comuni
ai più strani, facendomi scoprire l’esistenza di
pasticcini che non credevo potessero esistere; mi aveva portato al
cinema all’aperto, quello sul prato, dove non ero mai stata;
aveva preparato deliziose cenette a casa dei suoi con la
complicità di sua sorella Tanya. Era veramente bello vedere
un uomo prodigarsi tanto per farmi capitolare. Dovevo ammettere, che se
avesse continuato così, ci sarebbe riuscito alla grande.
“
Ora la mamma torna di sotto in cucina dalla zia matta, e noi andiamo a
farci la doccia, ok campione? ” disse Edward guardando verso
di me
“
E tu mi lasceresti in balia di Alice? ” ero sconvolta
“
Bè se vuoi venire anche tu sei la benvenuta! ” mi
sussurrò con voce roca e maliziosa all’orecchio:
gli diedi un pugno nella spalla, evitando di fargli capire che mi ero
fatta parecchio male, e senza dirgli nulla andai dalla pazza.
Mi sedetti al tavolo, e stavo per allungare una mano verso della
cioccolata, quando fui colpita da una cucchiaiata. “ Ahi!
” esclamai, massaggiandomela.
“
Ben ti sta! Dice mamma Rocca si guarda ma non si tocca ”
puntualizzò Alice, e io la guardai in cagnesco.
La
festa stava procedendo in maniera perfetta. Non c’erano molti
invitati, ma quei pochi erano amici veri: la famiglia di Edward, Rose
ed Emmett con le bambine, Alice e Jasper, e la signora Coop.
Matthew era tenuto perfettamente sotto controllo da Victoria
e Sophia, che non lo perdevano di vista un secondo. Edward,
invece, da perfetto padrone di casa intratteneva gli ospiti,
specialmente si era trovato in sintonia con Emmett, che a dispetto del
suo fisico massiccio, era veramente un pezzo di pane. Soprattutto con
le figlie di Rose, che a volte lo trattavano come il loro schiavetto,
pretendendo anche che si mettesse in ginocchio e facesse loro da
cavallo.
Senza
neanche accorgemene era arrivato il momento della torta. Mi scambiai
uno sguardo con Edward, che capì subito di dover acciuffare
quella piccola peste di nostro figlio che ormai, anziché
camminare, correva. Mentre io mi diressi in cucina, seguita da Esme e
Tanya, per prendere la torta: era a forma di Spongebob, un cartone che
Matthew adorava. Quando accesi la candelina tutti intonarono il
tradizionale “ Happy birthday ” e tra gli applausi
di tutti Matthew, con un piccolo aiuto da parte delle gemelline, spense
la sua candelina.
Una
delle scene che avrei ricordato per tutta la vita fu quando Matthew,
seduto in braccio ad Edward, che si era distratto un attimo, mise la
sua manina sulla fetta di torta che aveva davanti e poi, sempre
tenendola perfettamente aperta, fece una carezza lungo tutta
la guancia a suo padre e poi scoppiò a ridere come un matto,
trascinando tutti con la sua risata piena, spensierata, allegra, felice.
POV EDWARD
Era
stata una giornata veramente intensa, dalla mattina non ci eravamo
fermati un attimo. Il piccolo Matthew era stato scatenato tutto il
giorno, fin quando, verso le otto di sera, era crollato. Lo guardai
dormire un altro po’e poi scesi di sotto per salutare Bella,
che trovai distesa sul divano dove solitamente dormivo io. Aveva gli
occhi socchiusi e si massaggiava il collo. Senza farmi sentire giunsi
dietro di lei, e sostituii le sue mani con le mie.
“
Rilassati ” le sussurrai all’orecchio.
Lei, dopo un attimo di sorpresa, si rilassò, lasciandosi
sfuggire un sospiro di sollievo.
“
Grazie Edward, ci voleva proprio e poi hai delle mani da fata.
”, ridacchiò.
Le posai un bacio tra i capelli e mi sedetti accanto a lei, notando che
le guance le si erano imporporate: adoravo quando arrossiva, abbassava
gli occhi e si mordeva il labbro inferiore, era un mix di
sensualità e dolcezza che mandava il mio cuore a mille e il
cervello in pappa.
“
Posso chiederti come mai mancava James? ” mi aveva
incuriosito il fatto che non fosse presente, no che ne sentissi la
mancanza, ma la sua assenza aveva acceso le mie speranze.
“
Tra due giorni torna in Europa e, quindi, voleva passare del tempo con
la sua famiglia. Ci siamo chiariti e visto che gli ho detto che noi
potremmo essere solo amici adesso, ha scelto di riprendere il suo
lavoro lì ” concluse.
“
Fantastico ” non riuscii a trattenere la mia esclamazione di
gioia, e lei mi guardò male per un po’, ma poi
sorrise.
“
E’ stata una giornata bellissima, vero? ” decisi di
cambiare argomento.
“
Già… l’unica pecca è che
mancavano i miei genitori ” si rabbuiò un
po’. In effetti ci conoscevamo da due anni ormai, ma non
avevo mai visto i genitori di Bella, almeno non di presenza. Lei ci
aveva presentati tramite webcam poco dopo la nascita di Matthew.
“
Vedrai che verranno a trovarti presto, o al massimo ci andrai tu.
” le dissi per incoraggiarla, ma lei scosse la testa
desolata, abbassando lo sguardo sulle sue mani.
“
Magari fosse facile, io non ho i soldi per andarli a trovare al momento
e, prima che tu me lo dica non ho intenzione di chiedere i soldi a te,
e per i miei è lo stesso. Il ristorante che hanno aperto va
bene, ma non arrivano a mettere da parte tanti soldi per venirmi a
trovare entrambi e nessuno dei due si muove se l’altro non
c’è” La voce le si incrinò
sull'ultima frase e una lacrima le corse lungo il viso che
lei si affrettò a cancellarla.
La
strinsi forte a me e lei non si scostò, poggiando la testa
sul mio petto. Sicuramente avrebbe sentito il mio cuore accelerare i
battiti, come impazzito, ma non mi importava nulla: non la stringevo
tra le mie braccia da tempo immemore e, in quel momento, era
tutto ciò che riuscivo a percepire. Poi mi venne un' idea:
“
Però se venissi pure io con voi, potrei pagare il biglietto
per te e Matthew ”
Mi
beccai una sua manata sul petto, che mi fece ridacchiare e mi beai
quando tornò ad accoccolarsi su di esso.
“
Non te lo permetterei lo stesso. ” sussurrò triste.
“
Vedrai che troverai un modo per vederli presto, in qualche modo farai
” la rassicurai, tornando serio.
“ Grazie Edward. ”
sussurrò alzando lo sguardo sul mio viso, e compì
un gesto che mi lasciò parecchio sorpreso: poggiò
le sue labbra sulle mie, per un bacio dolce e veloce.
Stavo per dire qualcosa, ma lei mi mise un dito sulla bocca e
mormorò:
“ Shh, non dire nulla Edward. ”, per poi stringersi
nuovamente al mio petto. Restammo così su quel divano per un
tempo indefinito, lei persa in non so quali pensieri, e io
che mi arrovellavo il cervello cercando di capire cosa significasse per
lei quel bacio, fino a quando il sonno non ci colse entrambi, ancora
stretti l’uno all’altra.
**Strani
amori,Laura Pausini
Allora,
vi aspettavate la mossa di James? potete pure dimenticarlo, non ci
disturberà più u.u e Bella? finalmente fa un
passo avanti,e che passo!!! Ragazze vi ringrazio infinitamente del
supporto che continuate a dare a me e alla storia, chi silenziosamente
chi facendosi sentire, e di questo ne sono grata. Un bacio,Paola
Buonasera
donne! Come va? io sto sclerando, ma lasciamo perdere... Dunque,
come sapete siamo agli sgoccioli, e mi dispiace davvero farvi aspettare
così tanto per i capitoli, ma spero che passato questo
periodo possa riprendere il mio ritmo ;) Voi
comunque siete meravigliose perchè non mi abbandonate mai,
le vostre recensioni sono sempre bellissime, e vedere tutti quei
numerini che salgono fa salire pure me tre metri sopra il cielo :D Ok,
non vi scoccio oltre e vi lascio leggere questo capitolo,che
stranamente mi è piaciuto da subito quando l'ho scritto....
Buona lettura!
THE
BLACK SWAN
Ed io ti sento amore,
ti sento nel mio cuore,
stai riprendendo il posto che
tu non avevi perso mai,
che non avevi perso mai, **
POV
EDWARD
Mi sembrava impossibile che tutto stesse
filando liscio. Programmavo quella sorpresa da settimane, e finalmente
adesso avrei potuto metterla in pratica. Schiacciai il pulsante di
avvio di chiamata sul mio cellulare e sperai che anche
l’ultimo tassello fosse pronto.
“ Edward! ”, mi rispose una voce squillante
all’altro capo del telefono.
“ Tutto a posto Alice? ” le domandai. Ero
già nervoso e preoccupato che qualcosa andasse storto. Lei
dovette accorgesene perchè si premurò a
tranquillizzarmi.
“ Sì tranquillo," disse esasperata, "siamo tutti
qui seduti nel mio salotto e aspettiamo solo le tue
indicazioni.” La sentii sorridere, anche lei era eccitata
all'idea di far parte delmio piano.
“ Perfetto, non sai che peso mi togli dallo stomaco, temevo
che l’aereo ritardasse o che aveste dei problemi, il
traffico… ” Dissi tutto d'un fiato, lasciando che
l'ansia, che mi aveva attanagliato lo stomaco per tutta la mattina,
uscisse fuori.
“ Edward calmati, respira. È andato tutto bene,
non c’è nulla che andrà storto.
Piuttosto hai avvertito Bella?”
Oddio! Bella! Mi stavo dimenticando della parte più
importante del piano.
“ No, lo faccio subito! ” Dissi agitato.
“ Cosa? E se avessi altri impegni? Muoviti testone!
” Rise per l’epiteto con cui mi aveva definito.
Mi stupiva sempre il modo in cui il mio rapporto con Alice e Rosalie
fosse mutato con il passare del tempo: se prima avrebbero voluto
staccarmi la testa a morsi, per il mio comportamento da imbecille,
adesso erano diventate mie complici nell’opera di conquista
di Bella.
“ Tranquilla, è libera. E in caso contrario le
farò cambiare idea.” Dissi risoluto. In quel
momento mi venne in mente James, e un moto di rabbia mi
investì in pieno, facendomi stringere il telefono nella
mano. Mi dissi che non ci sarebbe stato più nessun James a
ostacolarmi. Bella mi apparteneva e volevo dimostrarglielo in tutti i
modi possibili. Per me non era solo la madre del mio bimbo,
era anche l'amore della mia vita.
“ Mi fido. A stasera, allora. Ciao. ” chiusi la
telefonata con Alice e mi apprestai a chiamare la sua migliore amica,
sperando che questa sorpresa le facesse capire quanto lei era diventata
importante per me.
POV BELLA
Guardavo
estasiata mio figlio che, con un pupazzo in mano,
stava facendo un ‘discorso’, di quelli tipici dei
bimbi di un anno, fatto di gorgoglii e urletti, che ti fanno sorridere
istantaneamente.
Il suono del mio cellulare mi ridestò da quella bolla
personale, e senza neppure vedere chi fosse risposi: “
Pronto? ”
“ Ehi hai da fare stasera? ” La voce allegra del
mio interlocutore mi fece sorride spontaneamente.
“ Buongiorno anche a te Edward. Comunque sì, ho un
appuntamento.” Gli dissi per stuzzicarlo. In
verità non era vero, ma volevo sentire la sua reazione.
Reazione che non si fece attendere.
Infatti la sua voce divenne subito seria e nervosa: “ E
potrei sapere con chi, se non ti dispiace? ”, aveva perso
tutto il suo buon umore.
“ Con un uomo per cui credo di aver perso la testa:
è bello, simpatico e poi i suoi occhi blu sono talmente
profondi che potrei perdermici dentro.. ” finii la mia recita
sospirando, come una persona follemente innamorata.
“ Mi raccomando, quando lo vedi salutamelo. ”,
rispose freddo. Capii, così, di aver fatto centro. Mi chinai
verso Matthew e gli avvicinai il telefono, per far sentire a quel
zuccone con chi parlavo.
“ Amore mio ti saluta papà.. ”, scoppiai
a ridere, mentre mio figlio mi guardava stranito e Edward aveva perso
l’uso della parola.
Quando si riprese mi disse “ Sei proprio spiritosa, sai?
Allora adesso vuoi fare la seria e dirmi se sei libera? Ovviamente
Matthew verrebbe con noi. ” Lo sentii sorridere al solo
nominare il nostro bambino. Era davvero un padre dolcissimo.
“ Sì certo che sono libera ”. Dissi
ovvia.
“ Perfetto, allora passo a prendervi verso le sette, ok?
” Il buon umore gli era tornato.
“ Va bene, ma dove mi porti? Per aver un’idea su
cosa indossare..”, non era vero. Non mi interessava il
vestiario, ero solo maledettamente curiosa.
“ Niente di speciale, va benissimo anche una tuta.”
Una tuta? Mi stupii della sua risposta. Dove diavolo poteva portarmi,
per indossare una tuta?
“ Guarda che metto sul serio la tuta, quindi poi non
lamentarti ”, scherzai.
“ Tranquilla, sei stupenda anche con quella, quindi non
preoccuparti. A stasera. ” e riattaccò senza
lasciarmi il tempo di rispondergli, mentre il mio cuore aumentava la
sua corsa per il complimento appena ricevuto. Mi stupiva sempre quando
mi faceva questi complimenti o mi guardava in un certo modo. Ci sapeva,
decisamente, fare.
Subito dopo aver attaccato con Edward chiamai Alice per raccontarle
quanto era successo, ma la mia amica fu piuttosto veloce nel
liquidarmi, adducendo come scusa che anche lei quella sera
avrebbe avuto un appuntamento con Jasper e, quindi, doveva correre dal
parrucchiere. Rosalie, invece, non potevo chiamarla perché
era a lavoro.
Trascorsi il resto della mattina a giocare con mio figlio, colorando e
facendo le costruzioni.
Nel pomeriggio feci il bagnetto a Matthew, che lo fece a me schizzando
l’acqua dappertutto, e poi ci preparammo per la sera,o meglio
preparai lui; io indossai un panta-collant color vinaccio e
una canotta bianca, legai i capelli in una coda e indossai le mie
adorate converse: in fondo Edward aveva detto che anche in tuta sarei
stata perfetta,e quindi perché non sfruttare
l’occasione?! così almeno per una sera non avrei
sofferto il mal di piedi.
Puntualissimo come sempre, Edward ci venne a prendere, e dopo che si
spupazzò per bene suo figlio fummo pronti per partire.
“ Immagino che non mi dirai mai dove siamo diretti?!
” Chiesi, scettica, alzando un sopracciglio, conoscendo
già la risposta.
“ Immagini bene. " Girandosi verso di me e sorridendomi
sgembo.
" Anzi stavo dimenticando una cosa! ”. Mise la freccia e
accostò, io lo guardai stupita, non capendo cosa volesse
fare, poi tirò fuori dalla tasca dei jeans una benda nera.
“ Cosa hai intenzione di fare con quella? ”, quasi
urlai, sgranando gli occhi.
“ Bella non voglio sentire scuse, devi indossare questa.
” disse, cercando di avvicinarsi a me, io lo scacciai con un
leggero schiaffo sul braccio.
“ Sei matto se pensi che io indosserò una benda.
” precisai, incrociando le braccia al petto. Lui
sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“ Non abbiamo tutta la notte Bella. Forza non fare la
bambina, anche Matthew vuole che la indossi, vero amore di
papà? ”.
Iniziò a fare cenno di sì con la testa verso mio
figlio, il quale, come sempre, diede ascolto al padre e disse
“ Ti, ti, ti ” ridendo felice, anche se non aveva
capito nulla di quello che avevamo detto. A quel punto fui io a
sbuffare e, slacciandomi la cintura di sicurezza, mi voltai dando le
spalle ad Edward in modo che mi potesse bendare.
Il resto del viaggio fu noiosissimo per me, non facevo altro che
lamentarmi, ma non era facile stare in una macchina senza sapere dove
fossimo diretti e senza avere una precisa cognizione del tempo che
passava. Dopo quelle che a me parvero ore, sentii l’auto
rallentare e capii di essere arrivati a destinazione. Portai
le mie mani vicino la benda ma, prima che potessi fare qualsiasi
movimento, Edward mi bloccò con le sue, ebbi un fremito, ma
feci finta di nulla.
“ Non è ancora il momento! Abbi un altro
po’ di pazienza e poi potrai toglierla. ” la voce
calda vicino all'orecchio. Detto ciò scese dalla macchina e
dal rumore capii che aveva preso Matthew dal seggiolino. Ad un tratto
la mia portiera venne aperta e qualcuno mi prese per mano: capii subito
che non era Edward, perché le mani della persona in
questione erano più piccole e con unghie lunghe,
dovevano appartenere ad una donna. Naturalmente alla mia
domanda su chi ci fosse lì con me non ottenni risposta, la
situazione cominciava a scocciarmi. Fui condotta da qualche parte e poi
la persona dietro di me mi sciolse la benda: istintivamente chiusi gli
occhi per non essere accecata e li riaprii piano, ma non vedevo nulla,
era tutto buio e il fatto di non sapere dove fossi mi incuteva un certo
timore. A tentoni cercai l’interruttore e fortunatamente lo
trovai subito, prima che la paura crescesse in me, e accesi la luce: mi
trovavo nel camerino di un teatro, su una sedia vi era una custodia per
vestiti con un bigliettino sopra, sul quale, vergato con una
calligrafia che riconobbi essere quella di Edward. Vi era scritto:
Metti questi e vai sul palco. Il tuo principe ti aspetta.
Con mani tremanti misi la custodia contente il vestito
sull’apposito appendino e feci scorrere la zip: il fiato mi
si bloccò in gola quando ne vidi comparire un
tutù nero che avrei riconosciuto tra mille: era quello che
indossava Odile per la sua variazione, nel terzo atto de Il lago dei
cigni.
Guardandomi intorno notai che nella stanza vi era tutto
l’occorrente che mi sarebbe servito: calze, forcine per i
capelli e le mie scarpette da punta. A quel punto capii che
la ragazza che mi aveva condotto lì fosse stata Alice.
Ancora incredula indossai con cura le calze, mi acconciai i capelli in
una crocchia stretta, misi il vestito e poi presi le scarpette. Calzai
la prima scarpetta, dopo tanto tempo una sensazione di
felicità, mista a malinconia, si impossessò di me
e non riuscii a frenare una lacrima, che lasciai libera di scendere
lungo la mia guancia. Quando fui pronta, mi guardai un attimo allo
specchio, presi un profondo respiro e mi diressi fuori. Ero estasiata,
non riuscivo ancora a capire cosa stesse per accadere, così
feci come mi disse Edward ed andai sul palco. Rimasi schoccata per
l'ennesima volta, quella giornatadove trovai lui vestito da principe
Sigfried.
Mi venne accanto,prendendomi le mani tra le sue e prima che potessi
dire qualsiasi cosa,parlò lui per me.
“ Il teatro non sarà pieno come durante un vero
spettacolo, ma ci sono tutti quelli che contano per te ” ,
così dicendo fece un segnale e si aprì il
sipario: in sala c’era la sua famiglia, Rosalie con Emmett,
Alice con Jasper (la mia amica me l’avrebbe pagata,
perché era evidente che sapeva) e… i miei
genitori?! Mi portai una mano alla bocca per evitare di urlare dalla
felicità e stupita mi voltai verso di lui: da quando ero
lì non avevo detto una sola parola così mi
sforzai di far uscire la voce “ Loro cosa ci fanno qui? Come
sono arrivati? ” sorrise del mio stupore
“ Sono arrivati con l’aereo. Sul perché
sono qui credo sia ovvio: non vedi la tua famiglia da troppo tempo, non
conoscono neanche Matthew e quindi li ho convinti a venire ”
Lacrime di gioia solcarono le mie guance,e prima che potessi
replicare,mi poggiò un dito sulle labbra,e riprese a parlare
“ Non è il momento per far domande. Qui
c’è gente che aspetta impaziente di vederti
ballare,quindi basta piangere ” e così dicendo
prese il mio viso tra le sue mani,e con i pollici spazzò via
le lacrime dalle mia guance,per poi poggiare delicatamente la sua
fronte sulla mia “Pronta? ”
Annui semplicemente,lui mi sorrise,mi prese per mano e mi condusse in
posizione,facendo poi segno a qualcuno di attaccare la musica.
Quando le prime note si librarono nell’aria,la magia che la
musica aveva sempre avuto su di me tornò ad
avvolgermi,così scollegai il cervello e iniziai a lasciarmi
trasportare dalla note,mettendo tutta me stessa in quei passi,dando il
meglio per la mia famiglia.
Non era la prima che mi sarei aspettata,quella che sognavo da una
vita,ma questa era migliore,era speciale,lì
c’erano tutte le persone più importanti della mia
vita,e tutto quello che aveva fatto Edward per me,in tutto quel
tempo,mi aveva dato la conferma che i suoi sentimenti per me fossero
reali,che avrei potuto contare su di lui per sempre e ciò mi
fece sentire come se volassi,tanta era la felicità che
provavo. Quando arrivò il momento dei fouetté per
un attimo mi bloccai: ero fuori allenamento da due anni,e la caviglia
avrebbe potuto non reggermi,ma un sorriso splendido di Edward mi diede
coraggio e così mi misi in posizione e prendendo un profondo
respiro,cominciai. Non staccai un attimo gli occhi da quelli di
Edward,usandolo come punto fisso per non perdere la traiettoria,e
quando oramai ero alla fine,li vidi riempirsi di gioia e farsi lucidi
perché ero riuscita a completare i trentadue giri! E
l’applauso che si levò dalla platea fu
meraviglioso.
Dopo la posa finale,non appena Edward mi mise giù,lo
abbracciai stretto,dimenticandomi che avremmo dovuto ringraziare il
nostro pubblico,cogliendolo di sorpresa; rimanemmo così per
quelle che a me parvero ore,beandomi della sua stretta,e quando lo
allontanai un po’ da me,stringendogli le mani,gli dissi
“ Grazie ” guardandolo dritto negli
occhi,perché in quel momento non trovavo parole adatte a
fargli capire quanto quel gesto mi avesse commosso e sperando che lui
cogliesse tutta la mia felicità per la sua sorpresa dal mio
sguardo.
Fummo però interrotti dai miei genitori che salirono sul
palco e mi strinsero forte a loro.
“ Bambina mia ” sussurrò mia madre che
tratteneva a stento le lacrime,baciandomi il viso e stringendomi a
sé,come me del resto. Poi fu il turno di mio padre,e vederlo
con gli occhi rossi,segno evidente che anche lui non era riuscito a
trattenere le lacrime,mi fece commuovere ancor di più;
quando le sue braccia si strinsero intorno a me,mi sentii di nuovo a
casa,di nuovo la piccola Bella che adorava essere coccolata dal suo
papà.
Quando vidi Alice, finsi di essere arrabbiata con lei per avermi tenuto
nascosto tutto, ma durò solo un attimo,il tempo di gettarle
le braccia al collo.
“ Grazie ” le sussurrai all’orecchio.
“ Non devi ringraziare me, ha fatto tutto Edward, io sono
solo andata a recuperare i tuoi in aeroporto ” la sua
risposta mi stupì, perché a quel punto ero certa
che il viaggio dei miei fosse stato pagato da Edward.
Prima che potessi nuovamente avvicinarmi a lui, i miei genitori mi
reclamarono tutta per loro, e in effetti anche io avevo voglia di stare
in loro compagnia,così rivolsi un’occhiata ad
Edward, che con un sorriso, mi fece capire che avremmo avuto tempo per
parlare.
** La voce del silenzio, Andrea Bocelli
http://www.youtube.com/watch?v=liX1exuIkks&feature=related
Questo è link se qualcuno di voi volesse vedere il pezzo
ballato da Bella: è uno dei momenti più belli de
" Il lago dei cigni ". Se invece siete curiose di vedere solo i
fouettè,e vi giuro che perdere alcuni secondi per vederli ne
vale la pena, andate direttamente al minuto 5
Allora,
alcune di voi avevano chiesto che Edward facesse una sorpresa a Bella
ed eccovi accontentate; in realtà era già tutto
previsto nella mia mente, ma il fatto che alcune di voi me lo abbiano
chiesto nelle recensioni mi fa capire quanto teniate alla storia e che
siete veramente in sintonia con i personaggi ;) Finalmente
tutto sembra filare liscio, vero? Ci
sentiamo come sempre tra due settimane ragazze, bacioni Paola
Capitolo 23 *** I was unconditionally and irrevocably in love with him ***
Salve
ragazze! Come va? Siete già in sintonia con l'atmosfera
nataliazia? Io no, visto che venerdì avrò questo
benedetto esame, ma poi mi godrò le vacanze *_* Ne
approfitto per dirvi che il nuovo capitolo arriverà dopo
capodanno, nel 2012, mi dispiace ma non saprei quando scriverlo
prima....è già un miracolo che stia postando ora. La
smetto di parlare e vi lascio leggere IL capitolo, però
prima permettetemi di ringraziare la mia sorellona Jen: senza di lei il
pov Edward non sarebbe stato così (ora lei mi
ucciderà, ma sono dettagli ^^) Buona
lettura!!!
I WAS
UNCONDITIONALLY AND IRREVOCABLY IN LOVE WITH HIM
<
< And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't
you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need
you by my side .>
>**
POV EDWARD
Seduto sulla spiaggia guardavo la linea dell’orizzonte, il
punto dove il mare si confondeva con il cielo, diventando una cosa
sola, tanto che non si capiva più dove finiva
l'uno e dove incominciava l'altro.
Mi ritrovai a
pensare come era buffo il modo in cui paragonavo questi due elementi,
era lo stesso paragone che facevo nella mia mente quando pensavo a
me e Bella, in un futuro che speravo non fosse solo un
illusione, ma invece mi ero solo illuso. Avevo frainteso tutti i suoi
segnali, i suoi gesti, i suoi sorrisi, i suoi baci. Solo due, di cui
uno datomi da lei di sua spontanea volontà, il
più dolce tra tutti quelli che avevo ricevuto in vita mia,
se si escludevano quelli di mio figlio.
Adesso mi
ritrovavo qui a rimurginare su qualcosa che volevo e che non avrei mai
potuto avere. Come avevo fatto a ridurmi così? Come avevo
fatto a sbagliarmi? Eppure...eppure mi sembrava tutto così
reale e facile. Pensavo di essere ricambiato, avevo creduto persino che
lei avesse respinto James per me, perchè si era resa conto
di provare qualcosa.
Possibile che vedessi solo quello che volevo vedere? Ero stato
così cieco? No, non potevo crederci. Non potevo e non
volevo. Tutto quello che avevo fatto per lei in quelle settimane, non
era servito a farle capire nulla. Forse per questo che non mi aveva
accennato nulla: ne un grazie, una chiamata, un sms, nulla. Ero stato
così stupido da intestardirmi a volerla conquistare! Quando
non c'era nulla da conquistare: lei non mi voleva, ora mi era chiaro.
Solo, non sapeva come dirmelo per non ferirmi.
Il problema era che
non avevo messo in conto il dolore che il mio cuore doveva sopportare,
un'altra volta. Solo che questa volta era molto più forte e
atroce. Mi sentivo opprimere il petto e mi mancava l'aria.
Più provavo a respirare, e più risultava
difficile farlo. Questo, solo perchè non riuscivo a smettere
di pensare. Io volevo solo smettere di soffrire in quel modo, volevo
solo amarla e che si lasciasse amare da me. Perchè doveva
essere così difficile? Oh
basta Edward! La devi smettere di pensarci, rassegnati e vai avanti!
Persino la mia
coscienza cercava di rimettermi in piedi, come se fosse facile.
E’ vero, c’era Matthew. Lui sarebbe stato
sempre un legame indissolubile tra me e lei, e nessuno al
mondo avrebbe potuto portarmi via questa certezza. Ma io volevo un
altro tipo di legame, oltre quello genitoriale. Avrei voluto essere il
suo punto di riferimento. Forse, ero io che volevo essere amato da lei,
allo stesso modo in cui io amavo lei: totalmente e incondizionatamente.
Quando venni a
sapere da Alice che i suoi genitori erano partiti tre giorni prima, ci
rimasi parecchio male perchè, nonostante tutto, lei non si
fece sentire e questo mi spezzò il cuore. Ci avevo messo
tutto me stesso per prepararle quella sorpresa. Avevo fatto di tutto
per falre capire quanto importante lei fosse per me. Ma non
servì a nulla, questa ne era la dimostrazione. Ma
perchè, allora, non riuscivo a rassegnarmi? Una parte di me
era furiosa con lei, ma l'altra parte, quella più grande,
non riusciva ad odiarla ne provare rancore. E da allora
incominciai a farmi un sacco di domande. La prima fra tutte: cosa
farebbe un cuore innamorato e ferito? Si rassegna? Si aggrappa a ogni
più piccola speranza. E' patetico o è,
semplicemente, amore? Quante domande e quante poche risposte. Ma non
esiste razionalità nell'amore, solo istinto, passione e
devozione.
Come un adolescente
innamorato mi resi conto solo in quel momento che il mio dito si era
mosso sulla sabbia tracciando il suo nome racchiuso in un cuore. Lo
osservai sorridendo, ma un’onda riuscì a
raggiungerlo, cancellandolo per metà, e forse era
così che doveva andare: il mio cuore sarebbe rimasto per
sempre spezzato a metà.
POV BELLA
Era trascorsa una settimana abbondante dalla sorpresa che Edward mi
aveva fatto. Durante quel lasso di tempo non eravamo riusciti a
vederci, perché io avevo cercato di passare quanto
più tempo possibile con i miei genitori. Adesso erano
ripartiti, e con lui ci eravamo sentiti solo per telefono, ma nessuno
dei due aveva accennato alla sorpresa.
Mentre guardavo
Matthew pasticciare un foglio, decisi di chiamarlo. Erano due giorni
che non si faceva sentire, quindi mi parve strano. Composi il numero ma
poco dopo mi rispose la segreteria telefonica, mi stupii che avesse il
cellulare spento. Provai a chiamarlo al numero diretto della
dependance, a casa dei suoi, ma anche lì il
telefono squillò a vuoto.
“ Amore
della mamma, andiamo a trovare papà? ”. Ero decisa
a scoprire che fine avesse fatto, quindi presi il bimbo e nel
più breve tempo possibile ci preparammo per uscire; il
tragitto in macchina trascorse abbastanza tranquillamente, con in
sottofondo le canzoncine dei cartoni animati che Matthew cercava di
cantare a modo suo. Arrivati a casa dei suoi, mi diressi alla
dependance con Matty in braccio che scalciava per scendere e correre
nel giardino dei nonni, bussai e mi stupii quando ad aprirmi fu Tanya.
“ Ciao
Tanya, cercavo Edward… ” le dissi, titubante.
Lei mi guardò in un modo strano, che non seppi
decifrare.
“ Oh,
Bella… lui non è in casa al momento. ”
Mi rispose quasi seccata, e tenendo la porta semi-chiusa impedendomi di
guardare dentro.
“ Ho
provato a rintracciarlo al cellulare ma è spento. Sono due
giorni che non lo sento, volevo sapere se sta bene. ”
“ Bene
è una parola grossa… guarda tu stessa.
” E con una mossa repentina spalancò la porta,
permettendomi di vedere l’interno. Ma cos’era quel
casino?
La mia faccia doveva
essere una maschera di stupore, perché Tanya si
affrettò a spiegarmi: “ E’ chiuso qua
dentro da quella sera Bella. Si aspettava qualcosa da te, e invece
niente. Le uniche persone che ha fatto avvicinare sono state il ragazzo
delle pizze e quello del ristorante cinese. Non ha parlato con nessuno
di noi, teneva sempre il cellulare acceso sperando in un tuo messaggio.
Stamattina ha lasciato il telefono spento sul comodino ed è
uscito, ha detto che aveva bisogno di riflettere. ”
Mi sentii morire.
Lui aveva fatto tutto quello per me, ed io non lo avevo neanche
ringraziato come si deve. Dovevo rimediare.
“ Tanya
sai dove può essere andato? ” Chiesi nel panico.
“ No. Ha
detto solamente: ‘non cercatemi, devo riflettere’,
ed è uscito sbattendo la porta di casa. ” Era
desolata, forse più di me.
Io continuavo a
ripetermi: ‘pensa Bella, dove può essere
andato?’ ma non riuscivo a trovare un luogo che mi
dicesse qualcosa. Mi focalizzai sulle parole di sua sorella e in quel
momento mi venne un'idea: se doveva riflettere c’era un solo
posto dove potesse essere.
“ Tanya so
io dove può essere. Puoi tenere Matthew? ", senza
attendere risposta le mollai il bambino in braccio e corsi verso la
macchina, mentre la ragazza urlava “ Fammi sapere se lo
trovi! ”
Cercai di guidare il
più velocemente possibile per raggiungere la spiaggia: una
volta Edward mi aveva detto che quando si sentiva confuso, gli bastava
andare al mare per rasserenarsi e trovare la calma necessaria a
prendere delle decisioni. Parcheggiai alla meno peggio e inizia a
setacciare con lo sguardo il lungo mare. Fortuna che la spiaggia era
semi deserta, così riuscii ad individuarlo subito:
era seduto ed intento, con il dito, a fare dei ghirigori sulla sabbia.
Mi
avvicinai e quando fui abbastanza vicina mi schiarii la voce per
palesargli la mia presenza. Lui si voltò di scatto e rimase
colpito nel vedermi. Ma non accennò a parlare, anzi, si
rigirò in direzione del mare, puntando lo sguardo verso
l'orrizzonte. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto,
finchè non decisi di spezzarlo.
“ Ciao.
” mormorai.
“ Che ci
fai qui? ” mi rispose, la voce fredda e priva di emozioni.
Non era un buon segno.
“ Ho
provato a cercarti al cellulare, ma era spento. Così sono
andata a casa tua e Tanya mi ha spiegato che eri uscito
perché avevi bisogno di riflettere, e ho capito che potessi
essere qui. Sei stato tu a dirmi che il mare ti rilassa. ”
“ Bene e
visto che ho bisogno di rilassarmi e voglio rimanere solo, potresti
gentilmente andartene?! ” rabbrividii, e non per il freddo.
“ Edward
perché fai così? ”
A quel punto
sbottò “ Hai pure il coraggio di chiedermelo? In
tutto questo tempo ci siamo sentiti solo due-tre volte per telefono e
sempre perché chiamavo io. Io non voglio i tuoi
ringraziamenti, non l’ho fatto certo per quello, ma almeno un
sms per sapere se avessi apprezzato il tutto o meno sarebbe stato
gradito. Ma poi ho pensato che eri impegnata con i tuoi, e ci sono
passato sopra, sono anni che non li vedevi ed era giusto che
trascorressi del tempo con loro. Poi vengo a sapere da Alice che sono
partiti tre giorni fa, e nonostante ciò tu non mi hai mai
cercato. Io adesso sono stufo Bella. Sono stanco di combattere.
” e si interruppe, coprendosi il volto con le mani.
Io avevo il viso
abbassato, cercavo in tutti i modi di trattenere le lacrime,
mordicchiandomi il labbro, ma quando vidi dei cerchietti più
scuri sulla sabbia capii di non esserci riuscita.
“ Edward io… mi dispiace. ”
singhiozzai, e lui si voltò furente verso di me.
“ Sai dire
solo questo?! Io ho fatto tutto ciò perché ti
amavo, cazzo. TI AMAVO ” urlò, poi riprese
“ Adesso è tardi. Vattene, voglio restare solo.
”
“
Io… ” tentai, ma lui mi interruppe “ Ho
detto VATTENE! ” e lo feci.
Cominciai a correre
sulla sabbia, ma non era facile con la vista appannata dalle lacrime e
le gambe tremanti e infatti dopo pochi metri inciampai, ma non riuscii
a rialzarmi, troppo scossa dai tremiti. Poco dopo sentii le sue braccia
avvolgermi e tentare di sollevarmi, provai a scacciarlo, facendomi
rigida e scalciando.
“
Lasciami! ” urlai, quando non smise di tenermi.
“ Bella ti
prego. ” ma non lo feci finire, iniziai a tempestarlo di
pugni.
“ Mi hai
fatto male con le tue parole Edward, tanto. Se sono venuta qui
è perché anche io avevo qualcosa da dirti; non mi
sembrava il caso di dirtelo per telefono, per questo non ho mai
accennato a quella sera. Però adesso non ha più
importanza, sei stato chiarissimo. ” E tentai ancora una
volta di divincolarmi.
“ Scusami
Bella, ho esagerato. Parlami ti scongiuro. ” La sua voce
tremava, sembrava sul punto di piangere. Ma non mi feci intenerire, mi
aveva ferita troppo con le sue accuse.
“ Vuoi
sapere cosa volevo dirti, bene! Eccoti accontentato. Io ti
amo, mi sono innamorata di te Edward Cullen. Pensavo non
sarebbe mai successo e invece eccomi qui, a confessarti il mio amore.
Ma adesso non ha alcun senso, e non posso biasimarti, tu hai aspettato
tanto ed io… ” ma non potetti continuare
perché lui si avventò sulle mie labbra.
All’inizio rimasi immobile, spiazzata, ma mi ripresi subito,
e cingendogli il collo, ricambiai il bacio. Era un
bacio passionale, ma anche tanto dolce: c’era
l’urgenza di ritrovarsi dopo tanto tempo, ma anche la voglia
di gustare appieno quell’attimo, perché stavolta
nessuno ci avrebbe diviso. Ci staccammo senza fiato, io cercai di
abbassare lo sguardo imbarazzata, mordendomi il labbro, senza smettere
di sorridere; Edward non me lo permise, mi rialzò lo sguardo
e poggiò la sua fronte sulla mia guardandomi, sorridendo
dolce.
“ Avevi
detto che era troppo tardi. ” sussurrai io, confusa.
“ Ho
mentito! Io ti amo, ti ho sempre amata. ” mi rispose
sorridendo. Lo abbracciai di slancio, facendoci cadere sulla sabbia;
scoppiammo a ridere ed Edward tenendomi stretta a sé,
iniziò a rotolare. Guardandomi intorno vidi i bambini che ci
osservavano meravigliati, mentre le mamme sembravano imbarazzate dal
nostro comportamento, ma in quel frangente non mi importava di nulla.
Quando ci riprendemmo, fissai Edward negli occhi e gli feci la mia
dichiarazione: “ Garantisco che per noi ci saranno tempi
duri. Garantisco che uno di noi o tutti e due alla fine si
stancherà, ma garantisco anche che se non ti
chiederò di essere mio per sempre lo rimpiangerò
per tutta la vita. Perché sento nel mio cuore che sei
l’unico per me. ” Finii commossa.
Lui mi
guardò sbalordito e per un attimo temetti che con le mie
parole mi fossi spinta troppo in là, ma quando lui
accostò le sue labbra alle mie non ebbi più
dubbi. E sempre su di esse sussurrò le parole che
aspettavo da tanto: “ Bella
è quello che voglio pure io, non chiedo altro. Voglio solo
che tu sia il mio presente e il mio futuro, insieme a nostro figlio e
tutti quelli che arriveranno. Non voglio che tu sia il mio sogno ma la
realtà dei miei sogni. ” , poi,
finalmente, fece unire nuovamente le nostre labbra in un
bacio dolce e passionale allo stesso tempo, suggellando,
così, le nostre promesse per il futuro. Era tutto perfetto,
lui era perfetto per me.
Mi
abbracciò stretta a lui, quando le nostre labbra si
separarono, facendomi poggiare sul suo petto e poi mi indicò
l’orizzonte “ E’ questo quello che voglio
creare con te, qualcosa di infinito e unico, senza fine. Io ci voglio
credere in noi. Ci credo, Bella. ” disse, baciandomi
teneramente i capelli.
“ Lo
faremo Edward, lo faremo. Te lo prometto. ”,
rimanemmo così abbracciati ad ammirare il sole che
tramontava, gettando i suoi raggi rossi su di noi, come volesse
illuminare l’amore che finalmente io e Edward avevamo ammesso
di provare l’uno per l’altra.
Al ritorno lasciai
che fosse Edward a guidare la mia auto, per poter godere di quella
nuova situazione. Il viaggio verso casa trascorse tranquillo, con
Edward che teneva le nostre mani intrecciate sul cambio e ogni tanto se
le portava alle labbra per baciare il palmo della mia, io sorridevo
felice e appagata.
Quando arrivammo a
casa sua Tanya ci venne incontro tenendo Matthew per mano, e notai
subito la sua espressione preoccupata. Guardò prima Edward,
poi me e dopo le nostre mani intrecciate, infine di nuovo suo fratello
prima di dirci: “ Abbiamo un problema. ” E prima
che potesse aggiungere altro, alle sue spalle comparve una donna.
Edward si irrigidì subito, sbiancò e credetti che
avesse anche smesso di respirare. Guardò a lungo la donna
per poi balbettare “ Carmen. ” e in quel momento mi
sentii gelare il cuore.
**Everytime we touch, Cascada
La
dichiarazione di Bella è presa dal film " Se scappi ti sposo
"
Dunque non uccidetemi per il finale, altrimenti
poi come fate a sapere quello che succederà nell'ultimo
capitolo? E poi a Natale si è tutti più buoni.
Ragazze vi auguro di passare un felice Natale e un buon inizio anno!
Noi comunque non ci perderemo di vista perchè ho intenzione
di postare due shot che soggiornano da parecchio tempo nel mio pc, e
penso che le posterò tra natale e capodanno, quindi chi
vorrà ogni tanto controlli la mia pagina autore ^^
Vi faccio ancora tantissimi auguri e un grazie immenso per il supporto
continuo che continuate a darmi: siete meravigliose!!!!
Bacioni,Paola
Buongiorno
ragazze! Avrei dovuto aggiornare in serata ma, causa febbre, non vado
all'università e quindi eccomi qui :) Dunque,
l'arrivo inatteso di Carmen ha spiazzato un pò tutte e sono
felice di essere riuscita a sorprendervi. Vi
lascio all'ultimo capitolo, ahimè, ma non preoccupatevi, non
vi libererete di me muahahahhahaah Buona
lettura! :D
TRUTH
<
< La verità è che gli esseri
umani
devono cercare di amarsi, anche se qualche volta gli si spezza il
cuore. Ma
avere il cuore spezzato è un buon segno, significa essersi
messi in gioco
> > **
Quando vidi Carmen di
fronte a me il mio
cuore si bloccò, ma quando vidi che dietro di lei si
nascondeva una bambina, che
avrà avuto circa dieci anni, la terra mi franò
sotto i piedi: quella era mia
figlia. Non sapevo cosa mi avesse dato quella certezza, forse il taglio
degli
occhi così simile al mio, o le mie labbra, o un legame
invisibile che mi legava
a lei, ma l’avevo riconosciuta subito e in quel momento la
rabbia si era
impossessata di me.
“ Cosa ci fai qui? ” Le chiesi con quel tono
di voce che avevo usato solo un’altra volta in vita mia,
quando avevo
erroneamente pensato che la mia Bella potesse prendermi in giro come
aveva
fatto lei, senza rendermi conto che il mio amore era la persona
più buona e
dolce che avessi mai conosciuto e non avrebbe mai fatto male neppure a
una
mosca. Prima
che la situazione degenerasse, Tanya ebbe il buon senso di allontanare
i
bambini, portandoli a giocare da qualche parte. Carmen tentò
di avvicinarsi, non
so con quale intento, ma la bloccai con un gesto della mano, non volevo
che mi
si avvicinasse più del dovuto, e presi per mano Bella,
avviandoci dentro; con
la coda dell’occhio notai che la donna ci seguiva. Feci
sedere Bella accanto a
me, senza mollare mai la sua mano, mentre Carmen si sedette di fronte.
Capii, da come si agitava, che Isabella si
sentisse dannatamente fuori posto in quella situazione, avrebbe
sicuramente tanto
voluto prendere Matthew e tornare a casa, ma io le rivolsi uno sguardo
disperato e capì che avevo bisogno di lei.
Vidi Carmen prendere un profondo respiro, e
torturandosi le mani, iniziò a parlare. “ Edward
io ti devo delle spiegazioni….
Quella sera, in ospedale, non c’ero io su quel lettino, ma
Irina. ” Era
evidente che si stava riferendo alla sera in cui il mondo mi era
crollato
addosso, ma non capii cosa volesse dire, non riuscivo a collegare i
pezzi: cosa
c’entrava sua sorella gemella Irina?
Carmen quindi riprese con le sue spiegazioni,
intuendo dal mio silenzio che non ero riuscito a trarre nessuna
conclusione
dalla sua frase.
“ I miei genitori temevano che io potessi
lasciare la danza per decidere di sposarmi con te, non sapendo che ci
eravamo
lasciati in malo modo, e hanno messo in scena un vero e proprio
teatrino.
Quella sera erano d’accordo con un medico, e fu mia sorella a
fingere di avere
le doglie in anticipo, e poi a pronunciare quelle parole. Io non sapevo
nulla
di ciò, mi avevano mandato da una zia perché non
interferissi con le loro
macchinazioni .” A quel punto un singhiozzo la scosse e fu
costretta ad
interrompersi. Ero sconvolto, respiravo a fatica e la mia mano, stretta
tra
quelle di Bella, tremava visibilmente.
“ Poi cosa è successo? ” Chiesi a
fatica, come
se pronunciare quelle poche parole mi costasse uno sforzo immane.
“ Quando ho partorito i miei mi dissero che
la bambina era nata morta a causa di complicazioni durante il cesareo,
e invece
l’avevano data in adozione ad una famiglia che avevapagato per averla. Ho
scoperto che Bree era
ancora viva quando lei aveva due anni; ho lottato a lungo per riaverla,
e
all’inizio non è stato facile per nessuna delle
due: lei non mi riconosceva
come mamma, e io non sapevo praticamente nulla di lei.”
Ero allibito: quale mente perversa poteva
architettare un piano del genere per separare dei genitori dalla loro
figlioletta?
“ Perché hai atteso tutto questo tempo per
venirmelo a dire Carmen? ” Cercavo di mantenere la calma, ma
era evidente lo
sforzo che stavo compiendo.
“ Ho avuto paura. Poi nel frattempo io mi
sono anche sposata. Laurent mi ha convinto a venire qui; lui conosce
tutta la
storia, e temeva che tu prima o poi saresti potuto venire a conoscenza
di
tutto, e avresti cercato di riprenderti tua figlia. ”
“ La piccola cosa sa di tutta questa storia?
” Dalla voce incrinata che mi uscì si
notò tutto il mio timore per quella
risposta, più di quanto volessi far trapelare.
“ Nulla. Adesso ricorda ben poco dei due
anni trascorsi con la sua precedente famiglia e io evito di ricordarli.
Sa che
Laurent èsuo
padre, visto che quando è
venuta a vivere con me stavamo già insieme, e sa che siamo
venuti a trovare un
vecchio amico della mamma, e che può chiamarlo…
zio. ” Sussurrò le ultime
parole.
A quel punto scattai in piedi “ COSA SAREI
IO?! ” Urlai.
“ Edward è così piccola, cosa avrei
potuto
dirle? Ragiona, avrei semplicemente sconvolto i suoi equilibri senza
avere la
certezza che poi tu l’avresti voluta ancora. Per quanto ne
sapevo potevi essere
chissà dove e chissà con chi, e da quello che
vedo avevo ragione! Rimarremo in
città per cinque giorni, di più non posso. Sei
libero di venirci a trovare
quando vuoi. ” E dicendo così prese le sue cose e
andò via, senza lasciarmi il
tempo di dire altro. Mi accasciai nuovamente sul divano, affondando il
viso
nelle mani, e Bella
provò a consolarmi.
Purtroppo però in quel momento avevo bisogno di restare
solo, per poter
riflettere su tutto quello che era successo, e lei parve capirlo
perché dopo un
po’ mi disse “ Io vado, chiamami in qualunque
momento se avessi bisogno di me.
Io ti aspetterò. ”
Adesso mi
trovavo fuori dall’hotel dove alloggiavano Carmen e la
bambina, avevo bisogno
di fare chiarezza dentro di me. Scacciai con forza una pietra che si
trovava
davanti a me e puntai gli occhi al cielo disperato, chiedendomi
perché lassù
qualcuno si divertisse tanto a giocare con i miei sentimenti: dopo
tutto quello
che avevo passato, dopo tutto il tempo che ci era voluto per
conquistare Bella,
adesso rischiavo di perdere ogni cosa.
Mi feci
coraggio e alla reception chiesi della signora Denali; il consierge mi
indicò
quale fosse la sua camera e ringraziandolo mi avviai agli ascensori.
Giunto
davanti alla porta della suite presi un profondo respiro e poi bussai.
“ Chi è? ” Chiese
la sua voce.
“ Edward. ”
La porta si aprì e Carmen senza dire nulla mi fece entrare.
La piccola appena
mi vide, corse verso di me sorridente, ma era come se stesse cercando
qualcuno.
“ Non c’è
tuo figlio? ” La sua domanda mi aveva spiazzato,
evidentemente Matthew era
riuscita a conquistarla quel pomeriggio che avevano passato insieme.
“ No, mi
dispiace, ci sono solo io. ”
“ Peccato, allora
torno a disegnare. ” E si andò a sedere per terra,
tornando ad impugnare un
pennarello e continuando ciò che stava facendo prima del mio
arrivo.
“ Vieni
Edward, andiamo a parlare fuori.”
Carmen mi guidò nel terrazzo,e ci sedemmo lì. Ci
fu un attimo di silenzio, entrambi
eravamo piuttosto imbarazzati, ma poi lei prese la parola.
“ Posso
sapere cosa ti porta qui? ” Non c’era rabbia nel
suo tono di voce, piuttosto
curiosità.
“ A dirti la
verità non lo so nemmeno io. ”Mi presi la testa
fra le mani, e in quel momento
avrei tanto voluto piangere, ma non sarebbe servito a nulla.
“ Edward ti
giuro che io prima di venire qui ci ho pensato a lungo; sapevo che ci
potesse
essere la possibilità che tu adesso avessi una famiglia
tutta tua, e avrei
rischiato di mandare tutto all’aria, ma non potevo vivere con
questo segreto.
Mi sono detta che se io fossi stata al tuo posto avrei preferito sapere
che mia
figlia fosse viva, anche se non mi avrebbe mai considerato la sua
mamma, e per
lei sarei rimasta un’estranea, ma almeno avrei saputo che
stesse bene e che
cresceva in un mondo pieno d’amore. Laurent ha sempre
considerato Bree sua
figlia, e il destino ha voluto che io e lui non avessimo altri figli,
ma ciò
non avrebbe tolto niente a lei. Lui stravede per Bree, devi vedere come
la
vizia in tutto, è una vera cocca di papà.
” Sorrise ripensando a quei momenti
felici, e inconsciamente lo feci anche io, solo che nei miei pensieri
al posto
di Bree c’era Matthew.
“ Carmen io
non ho idea di come dovrei comportarmi adesso, non so cosa
fare… ”
Lei mi
guardò serenamente, e poi mi prese una mano tra le sue
“ Chiudi gli occhi. ”
“ Cosa? ” Non
capivo il senso della sua richiesta.
“ Fidati di
me, chiudi gli occhi. ”
Feci come mi
disse, anche se ero piuttosto titubante, e attesi la sua prossima
richiesta.
“ Adesso
pensa alla tua vita; rivivi tutto quello che hai fatto: la fatica per
diventare
un bravo ballerino, la felicità che hai provato quando sei
stato preso nella
tua prima compagnia, la gioia quando ti hanno promosso solista.
” E mentre lei
parlava le immagini di quello a cui lei si riferiva scorrevano nella
mia mente,
come in un film.
“ Pensa
adesso alla cosa
più brutta che ti sia
successa. ” E come un fulmine a ciel sereno
l’immagine mia e di Bella
accasciati sul pavimento di quell’ospedale, mentre
attendevamo l’esito
dell’operazione di Matthew, mi si parò di fronte.
“ E infine
pensa al momento più bello della tua vita. ” E
sorrisi quando davanti ai miei
occhi vidi comparire l’immagine di me e Bella che svegliavamo
Matthew la
mattina del suo primo compleanno: era uno di quei momenti in cui mi era
sembrato che noi potessimo essere davvero una famiglia.
“ Adesso
puoi aprire gli occhi. ”
Feci come mi
disse Carmen, e quando la mia vista si abituò nuovamente
alla luce, la guardai:
era ancora lì che mi sorrideva serena.
“ Perché mi
hai fatto fare questa cosa? ” Non riuscivo a capire dove
voleva arrivare.
“ Semplice, dimmi
in quali ricordi siamo venute fuori io o Bree. ”
Il mio
silenzio fu più eloquente di qualsiasi risposta, e sentii le
mie gote andare a
fuoco.
“ Se neppure
il ricordo più brutto ti ha riportato a quella sera vuol
dire che in cuor tuo
la scelta è stata presa. ”
“ Ma come è
possibile? ” Quando avevo sentito quello che pensavo avesse
fatto Carmen alla
bambina che portava in grembo mi ero sentito distrutto, ma a quanto
pare la mia
mente o meglio il mio cuore aveva scelto che il ricordo che
più mi aveva
segnato era stato quando avevo saputo dell’operazione di
Matthew.
“ Edward, io
non dico che allora tu non amassi Bree, ma il tuo amore era
più una voglia di
assumersi le proprie responsabilità credo, e quindi sei
rimasto ferito ma non a
tal punto come l’altro ricordo che la tua mente ha evocato.
Non ti faccio una
colpa di ciò, figurati, ero io la prima che era indecisa
sulla bambina. Spero
che adesso tu abbia le idee più chiare, e non rischiare di
perdere la tua famiglia.
”
“ Grazie
Carmen. ” L’abbracciai calorosamente, era stata una
persona importante della
mia vita, e sarebbe comunque rimasta la madre di mia figlia.
“ Prometto che
verremo presto a trovarvi con Bella e Matthew. ”
“ Ci conto, e
poi faresti felice pure Bree. Da quando ha conosciuto il piccolo non fa
altro
che parlare di lui.”
Quando uscii
dall’albergo di Carmen, ero molto più sereno. Con
un sorriso sul volto mi
diressi verso casa di Bella, dalla mia famiglia.
POV BELLA
Seduta sul
divano avevo Matthew accanto e fingevo di guardare i cartoni con lui;
in realtà
la mia mente volava al pomeriggio di due giorni fa, quando la
verità sulla
storia di Carmen ci aveva colpiti come un fulmine a ciel sereno. Il mio
cuore
doleva al solo pensiero di quello che la famiglia di lei era stata
capace di
fare, a come sua sorella gemella l’avesse pugnalata alle
spalle, e come lei si
dovesse essere sentita quando aveva scoperto che la sua bambina era
viva. In me
era ancora vivido il ricordo di quando Rose mi aveva comunicato che il
mio
bambino doveva essere operato e immaginare che l’operazione
sarebbe potuta
andare male mi terrorizzava ancora ora che lo vedevo crescere sano,
quindi non
riuscivo ad immaginare con quanta forza quella donna era andata avanti
per quei
due anni.
E poi c’era
Edward.
Neanche
immedesimandomi in lui, potevo comprendere cosa avesse provato sentendo quel racconto che
sembrava essere
uscito da un romanzo rosa. Da quel giorno non l’avevo
più sentito. Aveva deciso
di rimanere da solo e io rispettavo la sua scelta, perché lo
amavo, ma il non
sapere nulla mi stava logorando. Ero stata una stupida ad aspettare
così tanto
per decidere di confessargli il mio amore, perché non
avevamo neppure avuto il
tempo di godercelo; proprio quando mi ero decisa ad esternare i miei
sentimenti
qualcuno lassù aveva voluto punirmi, perché era
chiaro che adesso la situazione
tra me e Edward non sarebbe stata più la stessa. Lui avrebbe
sicuramente
seguito Carmen e la figlia in Europa, per cercare di conoscerla meglio,
e io
sarei rimasta qui da sola, a prendermi cura dell’unica cosa
che mi rimaneva del
nostro amore.
Ritornai al
presente quando mio figlio mi accarezzò il viso ed
esclamò “ Acca! ”
Meravigliata
mi toccai le guance e le ritrovai bagnate di lacrime che non mi ero
accorta
neppure di star versando. Lo presi in braccio e lo strinsi forte al mio
petto.
“ Non è
niente piccolino, ora passa tutto alla mamma. ”
Lui in
risposta si accoccolò con il visino contro il mio collo e
iniziò a darmi tanti
bacetti, e ringraziai il cielo che ci fosse almeno lui a tirarmi su. E
per la
prima volta piansi sulla spalla di mio figlio, mentre lui si aggrappava
forte a
me.
Sobbalzammo
entrambi quando suonarono alla porta, e asciugandomi velocemente le
lacrime, misi
nuovamente seduto sul divano Matthew ed andai ad aprire; colui che mi
trovai
davanti mi lasciò di sasso.
“ Dio Bella
cosa è successo? Perché stai piangendo?
” E prima che potessi anche solo
pensare di rispondere mi ritrovai tra le braccia di Edward. Per un
attimo mi
abbandonai contro il suo petto, ispirando forte il suo profumo, per
cercare di
calmarmi, ma poi mi irrigidii e lo allontanai da me, e lui mi
guardò senza
capire il mio gesto.
“ Farà
ancora più male quando te ne andrai. ”
Singhiozzai, prevedendo che il motivo
della sua venuta fosse dirmi che sarebbe partito insieme a Carmen e
Bree.
Il suo
sguardo era ancora più confuso e così mi
affrettai a chiarire le mie parole “ E’
giusto che tu segua Bree, quindi ti chiedo di non avere più
alcun contatto
intimo con me, non riuscirei a farcela. ” E dicendo
così la mia voce si spezzò
e nuove, calde lacrime presero a scorrermi sulle guance, e mi voltai di
spalle,
per evitare che mi vedesse.
Subito le
sue braccia cinsero la mia vita, e fece scontrare la mia schiena con il
suo
petto.
“ Io non
vado da nessuna parte senza di voi. ” Mi sussurrò
all’orecchio, e poi mi fece
voltare verso di lui, stringendomi il viso tra le sue mani e
asciugandomi le
lacrime con i pollici.
“ Edward io
non posso impedirti di conoscere tua figlia, non potrei vivere bene
sapendo che
tu sei rimasto qui per me, perché non sono abbastanza forte
per andare avanti
da sola. Io ti amo e per questo ti lascio libero di andare via, ma ti
prego,
non dimenticarti di Matthew: io posso vivere senza il mio compagno, ma
lui non può
farlo senza il suo papà. ” Lo guardai a lungo
negli occhi e li vidi farsi
lucidi. Prese un respiro profondo, scuotendo leggermente la testa, per
poi
avvicinare la sua fronte alla mia, e senza allontanarsi
iniziò a parlare.
“ Prima di
trarre qualsiasi conclusione lasciami finire di parlare, ok? ”
Feci cenno di
sì con la testa e lui riprese. “ Ho conosciuto
Bree in questi giorni. Oddio
forse dire di conoscere una persona in due giorni è fuori
luogo, ma posso dire
di sapere qualcosa in più su di lei. È una
bambina molto sveglia, adora
disegnare, non le piace il pesce e fa un movimento con le mani, quando
se le
passa tra i capelli, identico al mio. ” Sorrise ripensando a
quel particolare,
mentre il mio cuore si stringeva, ma mi imponevo di rimanere in
silenzio come
gli avevo promesso, per poi continuare con il suo discorso.
“ Ma io non
so nulla di lei, oltre questo, e soprattutto crede che io sia solo un
amico di
sua madre. Non potrò mai considerarla realmente mia figlia
perché lei per prima
non mi vedrà mai come suo padre. Se c’è
una cosa che ho sempre creduto vera è
che i figli sono di chi li cresce, non di chi li mette al mondo. E
anche se non
è stato per causa mia che non ho potuto crescere Bree, non
posso strapparla
adesso dalle braccia di Laurent, che la considera sua figlia. Pensa,
quando
oggi sono andato a trovarle, lei ha chiesto di Matthew, voleva giocare
con lui,
di me non gli importa nulla.
Ho parlato
con Carmen, e le ho detto che se avrà bisogno di qualcosa
potrà chiedere a me, ma
è giusto che continuino a crescerla lei e Laurent, in fondo
la piccola sa che
sono loro i suoi genitori.
Ma amore
mio, ti giuro che mai per un secondo ho pensato di abbandonare te e
Matthew: siete
voi la mia famiglia adesso. ” E avvicinò
lentamente le sue labbra alle mie, per
un bacio carico di dolcezza, mentre il mio cuore accelerava i battiti
per la
consapevolezza che io e Edward non ci saremmo separati. Lo strinsi
forte a me,
portando le mie mani ai suo capelli e facendo in modo che aderisse al
mio
corpo: la paura di perderlo era stata tale che volevo sentirlo presente
il più
possibile in quel momento. Sentivo come se un peso sul mio cuore si
fosse
finalmente dissolto, qualcosa che non sapevo neppure di avere, ma che
adesso
sapevo non esserci più.
Quando
stavamo per approfondire il bacio, però, fummo interrotti da
Matthew, che si
aggrappò alla gamba del padre, pretendendo la sua
attenzione. Edward si staccò
da me, non prima di avermi nuovamente sfiorato le labbra con le sue, e
lo prese
in braccio.
“ Ciao
campione di papà! Vuoi andare al parco con me e mamma?
”
Sorrisi a
quelle parole e vidi gli occhi di mio figlio diventare luminosi come
due stelle.
“ Tì, scila,
scila. ”
“ E che
scivola sia ” dissi, spingendoli fuori e chiudendomi la porta
alle spalle.
**
Mangia, prega, ama. Elizabeth Gilbert
Spero che la decisione presa da Edward non vi
sembri troppo strana, ma io ho provato a mettermi nei suoi panni, e
forse sbagliando, visto che non ho figli, penso che avrei preso la sua
stessa decisione. Per me è un gesto totalmente d'amore
quello che lui compie nei confronti della piccola Bree, lasciandola
serena con la sua famiglia; se avesse rivelato la verità, a
mio avviso avrebbe fatto solo un gesto egoistico, e a pagarne le
conseguenze sarebbe stata la piccola.
Allora, eccoci giunti alla fine... i ringraziamenti e tutto li rimando
all'epilogo, che arriverà la prossima settimana. Spero di
non avervi deluse e che il finale vi piaccia. Un bacione e un grazie
immenso a tutte, Paola.
PS: domani controllate la mia pagina autore, ci sarà una
sorpresa, spero gradita ;)
Buon pomeriggio
ragazze, non vi rubo altro tempo, ci leggiamo sotto. Solo una piccola
cosa: l’epilogo
è ambientato un anno dopo l’ultimo capitolo e
copre più o meno otto mesi della
loro vita.
Un
abbraccio
speciale ad Ale e i miei nipotini, e alla mia sorellona ;)
Una musica
proveniva dall’interno di quella casa sconosciuta: era una
canzone bellissima, dolce.
Con mano
tremante Bella infilò le chiavi nella serratura della porta,
senza sapere cosa
l’avrebbe attesa. Avevatrovato le chiavi quella
mattina sul tavolo
della cucina, con accanto un biglietto in cui vi era scritto
l’indirizzo di
questa abitazione. In un primo momento Bellanon sapeva cosa fare, c’era Matthew che ancora
dormiva e non sapeva a
chi lasciarlo, ma poi il campanello di casa sua suonò e
comparve Tanya, che
naturalmente si offrì di tenere suo nipote: a quel punto fu
chiaro che Edward
aveva combinato qualcosa e il ricordo dell’ultima sorpresa
ricevuta le
accelerònuovamente
il battito del
cuore.
Quando la
porta si aprì rimase sconcertata a fissare il pavimento: un
sentiero di petali
di rosa la conduceva in una stanza della casa. Varcò la
soglia di casa, decisa
a seguire quel sentiero, e quando arrivò in cucina sorrise
nel vedere quello
che campeggiava al centro del tavolo: una tazzina di caffè.
E poi le sue
mani le avvolsero i fianchi e prese a sussurrarle
all’orecchio le parole della
canzone
“ Voglio far
con te, l'amore vero quello che, che non abbiamo fatto mai…
” la fece voltare
verso di lui, e poggiò la propria fronte sulla sua e
guardandola intensamente
negli occhi, continuò “ Quello che adesso so
di poter
fare solo con te… ”
e la baciò: un bacio
lento, dolce, passionale, intenso, come se con quello volesse
comunicarle il
suo amore, le volesse far capire che lui non l’avrebbe
più abbandonata.
Velocemente
il bacio si trasformò, divenne più urgente, le
loro mani corsero ad accarezzare
il corpo dell’altro, si liberarono dei vestiti e si amarono
lì, sul pavimento
della cucina, cullati dalle note di quella bellissima canzone.
Dopo ore
passate a coccolarsi e amarsi, Bella si rese conto che non sapeva di
chi fosse
quella casa.
“ Edward ma
cosa ci facciamo qui? Di chi è la casa? ” Temeva
potessero scoprirli.
Lui sorrise
“ Nostra. ” Decretò, come se fosse la
cosa più semplice da intuire
“ Come
sarebbe a dire? ” Bella era sorpresa, non le aveva detto che
aveva intenzione
di comprare una casa.
Edward le
prese il volto fra le mani e la guardò felice.
“ Nostra.
L’ho comprata perché è qui che voglio
costruire la mia famiglia con te, amore
mio. E’ vero che stavamo benissimo a casa tua, ma volevo fare
qualcosa per noi
e da bravo compagno ho pensato che comprare la casa per la nostra
famiglia
fosse il primo passo per la nostra lunga vita insieme. Devo pur fare
qualcosa
di concreto o sembrerà che in casa sia tu a portare i
pantaloni. ” Scherzò
Edward.
“ Che
stupido che sei. ” Disse Bella scuotendo la testa.
“ Ma tu ami
questo stupido. ” Replicò lui e la
baciò, perdendosi nuovamente nella dolcezza
di quel gesto.
****
Bella si
distese sul fianco dandogli le spalle e Edward subito si
avvicinò. Iniziò a
baciarle il collo, e a lasciar vagare le proprie mani sulle sue gambe.
“ Edward
stasera non mi va. ” Disse, prima che la voglia nascesse in
lei. Da quando
avevano deciso di abitare insieme quella era la prima volta che Bella
rifiutava
di fare l’amore con Edward; immaginava che lui ci sarebbe
rimasto male, ma
aveva altri pensieri per la testa e non sarebbe mai riuscita a
lasciarsi
andare.
“ Dai
tesoro, prometto che facciamo piano, e poi Matthew finora non si
è mai
svegliato. ” Sussurrò Edward al suo orecchio, con
voce roca, ripensando alle
volte in cui avevano rischiato che il loro piccolino li trovasse in
atteggiamenti compromettenti, quando la notte sgattaiolava nel lettone
subito dopo
aver fatto un brutto sogno, e poi lo lambì con la propria
lingua.
“ Edward ho
detto no. ” Disse Bella con voce ferma e lui si
bloccò, quasi non respirava.
L’ansia
cominciò ad attanagliarlo: per quale motivo la sua donna
stava rifiutando di
fare l’amore? Cercò di capire il motivo di tale
atteggiamento, ma non gli venne
in mente nulla, nessunissima cosa alla quale appigliarsi per capire per
quale
motivo lei sembrasse essere arrabbiata con lui.
Bella prese
la sua mano, continuando a restare distesa sul fianco, la
intrecciò alla
propria e la posò sulla sua pancia. A quel gesto Edward
sorrise, non era arrabbiata
con lui, e si rilassò un po’, ma continuava a non
capirla.
E fu in quel
momento che Bella sganciò la sua bomba “ Io e lui
siamo stanchi. ”
Edward si
irrigidì, e stavolta trattenne realmente il respiro: Bella
aveva appena parlato
al plurale e visto che nella stanza oltre loro due non c’era
nessuno, quel lui si riferiva
sicuramente a qualcuno
che era presente, ma non fisicamente. Il suo cuore aveva capito cosa
volesse
dire la sua donna con quella frase, ma il suo cervello stava impiegando
più
tempo del previsto ad elaborare quel concetto. Dopo quelle che a Bella
parvero
ore, e stavano rischiando di trasportarla nell’angoscia
più nera, temendo che
pure stavolta Edward non sarebbe stato contento della gravidanza, in
fondo non
avevano mai accennato all’argomento, avevano parlato di
allargare la famiglia
in futuro, ma non c’era nulla di concreto ancora, lui si
decise a parlare.
“ Cosa vuoi
dire? ”
“ Sono
incinta Edward, aspettiamo un bambino. ”
“ Ne sei
sicura, vero? ” La sua voce vibrava, ma dal suo viso non
traspariva alcuna
emozione e Bella non riusciva a capire se fosse per la paura o
l’emozione, e nascose
il volto nel cuscino. Voleva anche nascondere la delusione e il dolore
che
quella frase le aveva provocato.
“ Sì. So che
non ne abbiamo parlato, che forse è presto, ma è
successo Edward. La colpa non
è di nessuno di noi. ” Tentò di
giustificarsi, ma a quel punto lui la fece voltare
verso di sé e le sollevò il viso, mettendole due
dita sotto il mento. Poggiò
le proprie labbra sulle sue senza dirle
nulla, un bacio a stampo, delicato e appena accennato. Quando si
staccò la
guardò a lungo negli occhi e poi disse le parole che Bella
aveva sperato di
sentire da subito.
“ E’ la
sorpresa più bella che potessi farmi. ”
sussurrò e riprese a baciarla, ma
stavolta lei non lo fermò.
****
Bella era
nello studio del ginecologo per fare la prima ecografia, ma questa
volta non
era sola: a stringerle la mano c’era Edward, nervoso come
poche volta lo avevo
visto, e in braccio a lui il piccolo Matthew che non capiva cosa
stessero
facendo lì. I due genitori non avevano trovato un modo
adatto per dirgli che
presto non sarebbe più stato l’unico bimbo in
casa, e così avevano pensato di
fargli conoscere direttamente il fratellino durante la prima ecografia.
Matthew guardava
tutto con la curiosità tipica dei bambini, ponendo duemila
domande a cui Bella
ed Edward rispondevamo pazienti in attesa che arrivasse il dottore.
Quando
entrò nella stanza Edward per far
calmare il figlio gli disse “ Adesso fai il bravo, se no il
dottore ti fa la
puntura. ” e Matthew si accoccolò sul suo petto,
nascondendo il visino
nell’incavo della spalla del suo papà.
“ Signora
sollevi la maglietta che cominciamo. ” Bella
fece come le disse il medico e quello le
spalmò sulla pancia il gel, per poi poggiarle il sondino e
iniziare
l’ecografia. Edward sapeva che quell’esame non era
per nulla pericoloso, che
non avrebbe causato nessun dolore né a Bella né
tantomeno al bambino, ma non
riusciva proprio a stare tranquillo: aveva il terrore che il medico
potesse
trovare qualcosa che non andasse. Nel giro di pochi istanti sullo
schermo
comparve il loro futuro bambino e anche se ancora non era possibile
identificare nulla, per Edward quella fu una prova tangibile che il
frutto
dell’amore suo e di Bella esistesse davvero.
“ Potete
stare tranquilli è tutto nella norma. La gravidanza procede
bene e le funzioni
vitali sono ottime. L’embrione è di tre settimane,
quindi le consiglio di stare
attenta durante questo periodo, eviti sforzi inutili e stress emotivi e
tra meno
di nove mesi avrà un altro piccolino a cui badare.
” A quelle parole Edward si
rilassò definitivamente.
“ Papà cosa
è quello lì? ” Matthew con la sua
domanda diede ai genitori l’opportunità di
dirgli che presto avrebbe avuto un fratellino o una sorellina con cui
giocare.
Il medico intuì che avrebbero avuto un po’ da
discutere e molto gentilmente li
lasciò soli.
“ Amore
della mamma quello che vedi sul televisore sarà il tuo
fratellino o sorellina. ”
Disse Bella, accarezzando la testolina del figlio.
Gli occhi di
Matthew si spalancarono sorpresi e dopo aver osservato meglio lo
schermo chiese
“ E ora dov’è? ”
“ Nella
pancia della mamma. ” Rispose Edward aiutando Bella a
ripulirsi dal gel.
“ E quando esse?
Io voio giocale con lui. ” Risero felici a quella sua
insistenza, e Bella lo
prese in braccio, stringendoselo forte al petto.
“ Ci vorrà
un pochino tesoro. Adesso è troppo piccolo per uscire,
è come un pesciolino e
ha bisogno di stare al caldo nella pancia della mamma, ma presto poi
potrai
giocarci. ”
“ Va bene.
Ora andiamo a mangiale il gelato? ” E così dicendo
uscirono dallo studio del
dottore e andarono a comprare il gelato che gli avevano promesso.
*****
“ E così la
fata turchina trasformò Pinocchio in un bambino vero, e lui
e il suo papà
vissero per sempre felici e contenti. ” Bella
chiuse il libro di fiabe e guardò Matthew
accoccolato accanto a lei: i suoi occhioni erano ancora aperti e
ciò non era un
buon segno.
“ Ancora. ”
Esclamò felice il bambino, ma Edward si avvicinò
a loro e lo fece sdraiare sul
suo petto.
“ Piccolino
è ora di andare a fare la nanna. È tardi e anche
la mamma è stanca. ”
“ Pelò tu
vieni con me? ” Matthew aveva una paura matta che
dall’armadio potesse uscire
un mostro, e Edward tutte le sere gli faceva compagnia fino a quando
non si
addormentava, anche se ogni tanto si intrufolava nel lettone di mamma e
papà nel
bel mezzo della notte.
“ Certo
amore di papà! Forza saluta la mamma e andiamo. ”
Matthew si
avvicinò a Bella nuovamente e le gettò le
braccia al collo, lasciandole un bacio con lo schiocco sulla guancia e
sussurrando “ Notte mamma. ” Lei gli
arruffò i capelli e lo coccolò un po’,
poi
il piccolo si allontanò da lei e si posizionò
all’altezza del suo ventre, sollevandole
il pigiama in modo da scoprirle la pancia, e con le sue braccine
tentò di
circondare il suo pancione di otto mesi.
“ Buonanotte
sorellina. ” Disse in direzione dell’ombelico e poi
vi lasciò un bacio. Ogni
volta che Matthew parlava con la sua sorellina, a Bella salivano le
lacrime
agli occhi: era dolcissimo suo figlio, e mai una volta era stato geloso
del
nuovo arrivo in casa.
Edward lo
prese in braccio e insieme andarono in camera sua.
Con qualche
difficoltà Bella si alzò dal letto e
andò in bagno per prepararsi per la notte:
fece per la milionesima volta la pipì e poi si
lavò i denti. Tornando in camera
fu avvolta dalle note di “ Buongiorno bell’anima
” e Edward, sdraiato sul letto,
allungò la propria mano verso la sua e
l’aiutò ad accoccolarsi sul suo petto.
Prese ad accarezzarle il pancione, facendo anche calmare la piccolina
che era
abbastanza irrequieta la notte, tanto da non fare dormire la sua mamma
alcune
sere. Bella si mise semi seduta e Edward si abbassò fino a
raggiungere il pancione
“ Ciao piccolina. Come stai? Ti piace questa canzone? Sai, tu
sei nata mentre
io e la tua mamma la ascoltavamo. ” E per tutta risposta la
piccola diede un
calcio proprio dove Edward teneva la mano. Risero felici, sentendo come
la
piccola interagiva già con loro, e poi guardandosi negli
occhi si persero in un
lungo bacio, prima di sdraiarsi e assumere la loro posizione preferita
per
dormire: Bella con la schiena poggiata sul petto di Edward, e lui che
le
cingeva il pancione amorevolmente.
*******
“ Pronta? ”
“ Ti sembro
pronta?! ”
“ Suvvia Bella,
non essere così nervosa. ” Le disse Alice
“ Come fai
tu ad essere tanto calma? ”
“ Cosa vuoi
che sia, è solo un matrimonio. ” Era impazzita la
sua amica, Bella ci poteva
mettere la mano sul fuoco.
“ Come fai a
dire è solo un matrimonio? ”
Alice alzò
gli occhi al cielo prima di risponderle “
Io e Jazz conviviamo già da due anni, è solo una
formalità. E poi sono io
quella che dovrebbe essere nervosa. Sono io la sposa, mica tu.
”
“ Ma tu non sembri
una mongolfiera. ” Obiettò Bella.
Alice sbuffò
“ Infatti non sei una mongolfiera, sei incinta di otto, quasi
nove mesi e io
sono la persona più felice del mondo perché
avrò una nipotina a cui comprare
montagne di vestitini e sto per sposarmi, se ti decidi ad uscire da
questa
stanza. ”
Bella annuì
leggermente più calma, e dopo aver preso un profondo respiro
entrò in chiesa, preceduta
dalle figlie di Rose, bellissime nei loro vestitini, che lanciavano
petali di
rosa lungo il loro cammino, mentre le note di Pachbel iniziarono ad
aleggiare
nell’aria. Sorrise incoraggiante ad un nervosissimo Jasper e
si mise al suo
posto, salutando con la mano un allegrissimo Matthew, che non stava un attimo fermo seduto
in braccio ad
Edward.
Quando entrò
Alice tutti rimasero senza fiato, era radiosa come mai lo era stata.
La cerimonia
si svolse senza intoppi, almeno fino a quando Matthew non
si rifiutò di consegnare al prete le fedi
nuziali; Edward tentò in tutti i modi di toglierle dalle
mani, ma si rischiava
una crisi di pianto in piena regola. Alla fine Emmett riuscì
a corromperlo con
delle caramelle.
Le promesse
di Alice e Jasper furono bellissime e i due sposi non smisero un attimo
di
guardarsi negli occhi, lucidi e splendenti, ma nessuno dei due
versò una lacrima;
in compenso ci pensarono Bella e Rosalie.
Dopo il
ricevimento, che fu impeccabile come aveva previsto la sposa, Bella
passò il
resto della serata a ballare tra le braccia di Edward, o meglio ad
ondeggiare
sul posto, viste le dimensioni del pancione e delle sue caviglie, che
cominciavano ad accusare sintomi di stanchezza.
“ Ti ho già
detto quanto sei bella oggi? ”
Bella
arrossì “ Grazie. ”
“ E’ la pura
verità. ”
Rimasero per
un po’ in silenzio, poi Edward le disse “ Aspetta
un attimo qui. ” E senza che
Bella potesse ribattere, la lasciò in mezzo alla pista.
Edward si
diresse dai neo sposi e chiese loro se avesse potuto mettere in atto la
sua
sorpresa adesso; per loro andava benissimo. Alice lo
abbracciò calorosamente,
per infondergli coraggio, e
gli sussurrò
“ Andrà tutto bene,vedrai. ” Poi fece
segno al dj di abbassare la musica, mentre
Bella, da lontano, guardava quegli strani movimenti senza capire nulla
di
quello che stava per accadere.
Improvvisamente
un faretto la illuminò e lei rimase disorientata, cosa stava
succedendo? Le
note di
“ River
flows in your ”
di Yiruma si diffusero
nella sala, e Bella rimase piacevolmente sconvolta quando fece caso che
era
proprio Edward a suonare la melodia al piano; sapeva che da piccolo i
genitori
lo avevano iscritto al conservatorio perché imparasse a
suonare quello
strumento, ma era la prima volta che lo sentiva suonare ed era
bravissimo. Con
il busto leggermente piegato in avanti, eseguiva il brano a memoria,
senza
bisogno di spartiti, ed a occhi chiusi, aprendoli solo ogni tanto per
rivolgerle uno sguardo carico d’amore. Quando la canzone
finì, il suo compagno
prese a parlare e lei credé di morire dalla
felicità.
“ Amore mio,
credo che questa canzone rappresenti perfettamente quello che io provo
per te.
Hai reso la mia vita speciale, piena e rigogliosa come questa melodia,
donandomi
due creature bellissime. Mi hai aiutato nei momenti più
difficili senza
abbandonarmi mai. Ti sei affidata completamente a me e di questo ti
ringrazio.
Adesso mi manca un’ultima cosa per essere l’uomo
più felice di questa terra: Bella
vuoi diventare mia moglie? ” E in quel momento il piccolo
Matthew si diresse
dalla sua mamma tenendo tra le mani una scatolina in velluto blu
contenente un
piccolo anello di oro bianco.
Bella
riuscì semplicemente ad annuire più
volte, tante erano le lacrime e i singhiozzi che le scuotevano il
petto;
velocemente Edward fu da lei, e Bella incollò febbrilmente
le sue labbra a
quelle di lui. Quando si staccarono, Edward prese l’anello
dallo scatolino e lo
infilò all’anulare di lei, poi prese in braccio
Matthew e si strinsero tutti e
quattro in un abbraccio. La donna, con la fronte poggiata a quella
dell’uomo,
lo guardò a lungo negli occhi, per poi sussurrare
“ Per sempre. ” E poggiare
nuovamente le labbra su quelle del futuro marito.
Non
si curarono delle altre persone presenti
in sala, né degli applausi che partirono: in quel momento
erano solo loro, e la
bellissima famiglia che stavano creando insieme.
GRAZIE!
Grazie a tutti di vero cuore per tutto l’appoggio e le belle
parole che avete
speso per questa storia. Non credevo che potesse mai darmi tante
soddisfazioni
scrivere e invece mi sono dovuta ricredere quando, più di
una volta, le lacrime
hanno avuto il sopravvento leggendo delle recensioni veramente
bellissime: le
porterò sempre con me!
E’
meraviglioso per me vedere come anche voi vi siate affezionate a questa
storia
e quanto vi dispiaccia che sia finita, ma come dice Aleswan tutto
quello che è
bello prima o poi finisce. Spero solo che l’epilogo non vi
abbia deluse e vi
abbia fatto sorridere. So per certo che avreste voluto leggere altro,
soprattutto avreste voluto che il matrimonio fosse con altri sposi al
posto di
Alice e Jasper, ma abbiate fede ;) se fate caso non ho messo la spunta
“ completa
” nella storia…
Ok, non sono
brava a fare discorsi e quindi la finisco qui, non credo ci siano
bisogno di
paroloni per dirvi che in questo momento mi tremano le mani a battere
queste
poche righe per ringraziarvi di tutto l’amore che avete
dimostrato a me e a
questa storia, nata per puro caso dalla visione di un film e cresciuta
poi
nella mia testa.
Un enorme
abbraccio a tutti coloro che sono rimasti con me dall’inizio
alla fine, a chi
si è fatto sentire e a chi è invece rimasto
sempre nell’ombra, siete tantissimi
e citarvi tutti sarebbe impossibile.
Quindi solo
questo…. “ voi siete i migliori fans di sempre!
” :D
Buongiorno
e buon san Valentino a tutte! Pensavate
di ritrovami qui così presto? Avete un'autrice troppo buona
u.u Dunque,
in occasione della festa dell'amore, questo capitolo è
dedicato ai due piccioncini, motivo per cui è ROSSO! Secondo
me non c'è nulla di esagerato, ma io avviso, non si sa mai
c'è qualcuno che non voglia leggerlo. Non
ho altro da dire per cui vi lascio alla lettura, ci si sente sotto :)
SAN VALENTINO
- EXTRA 1
“ I ragazzi che
si amano, si baciano
in piedi contro le porte della notte.
I passanti che passano se li segnano a dito,
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno.
E se qualcosa trema nella notte,
non sono loro ma la loro ombra
per far rabbia ai passanti
per far rabbia, disprezzo, invidia, riso.
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno;
sono altrove, lontano, più lontano della notte.
Più in alto del giorno,
Nella luce accecante del loro primo amore. ” (J. Prevert)
“Sì mamma, le nausee sono passate, già mi erano
sparite al quarto mese,
figurati se ritornano ora che sono al quinto. ”
Paradossalmente avevo vissuto con più
tranquillità la gravidanza di Matthew che
questa: tra i miei genitori ed Edward non sapevo chi fosse
più apprensivo.
" Mamma possiamo risentirci domani? Sono davanti la porta di casa e con
le
buste in mano non riesco ad aprire..." Senza volerlo mi ero data la
zappa
sui piedi da sola dicendo in quel modo, infatti il suo urlo mi trafisse
il
timpano.
" Calmati, certo che Edward mi aiuta. Per esempio adesso sta rimettendo
a
posto casa invece di farlo fare a me, così io mi sono
proposta per fare la
spesa. Ma ti giuro che ho preso solo un pacco di pasta, del prosciutto
e i
succhi di frutta per Matthew: se tornassi con più pacchi
dovrei sorbirmi pure
le lamentele di Edward e non mi conviene. "
Finalmente si era calmata e avevo potuto riagganciare. Quando aprii la
porta di
casa la prima impressione che ebbi fu che non ci fosse nessuno.
" Amore sono a casa. " Urlai per farmi sentire e poco dopo vidi
Edward comparire dalla cucina.
" Ehi piccola, già di ritorno? "
" Sì, non c'era molta confusione. Tu che facevi? "
" Nulla. " Rispose pronto, ma io ebbi l'impressione che mi
nascondesse qualcosa.
" Matthew dov è? " Chiesi, stupita di non vederlo correre
verso di
me.
" È venuto a prenderlo Emmett, stasera dormirà da
loro. Spero che per te
non ci siano problemi. "
" No figurati, ma come mai? "
Edward mi guardò stranito e poi scosse la testa sorridendo.
" Bella sai
che giorno è oggi? "
Feci cenno di no con il capo e lui mi prese il viso tra le mani,
avvicinandolo
al suo e ad un centimetro dalle mie labbra sussurrò " Buon
San Valentino
amore mio. " Per poi far congiungere le nostre bocche.
Ero allibita: tra il piccolo, la scuola di danza che avevamo aperto da
qualche
mese e che aveva avuto un successo che neppure noi ci aspettavamo, la
nuova
gravidanza, il trasloco e tutto il resto avevo completamente perso la
cognizione del tempo.
Le mie labbra si muovevano insieme a quelle di Edward, ma io non ero
lì con la
testa e anche lui se ne accorse, infatti si allontanò di
poco, poggiando la sua
fronte contro la mia e guardandomi con i suoi occhi carichi
d’amore.
“ Piccola cosa c’è? ”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime senza che potessi impedirlo.
" Sono una stupida. Come ho fatto a dimenticarlo? Io non ho nessun
regalo
per te." Mi morsi il labbro per frenare la valle di lacrime che di li a
poco avrebbe sfondato gli argini.
" Ma che dici sciocca? Tu il regalo me lo hai già fatto. Sta
qui, dentro
di te." Con delicatezza sollevo un po' la mia maglia, fino a scoprire
la
mia pancia e poi la racchiuse con le sue mani. Fu difficile stavolta
riuscire a
trattenere le lacrime, colpa dei miei ormoni impazziti, ma Edward si
affretto a
scacciarle con i suoi pollici e poi fece unire nuovamente le nostre
labbra e
stavolta ricambiai appieno il bacio: le nostre lingue si incontrarono a
metà
strada e iniziarono a giocare, avvolgendosi e rincorrendosi nelle
nostre
bocche. Quando l'ossigeno cominciò a mancare fummo corretti
a staccarci, ed
entrambi ci fissammo sorridendo.
" Ora tu vai a farti una doccia e ti rilassi, ed io finisco di
preparare
la cena, ok?" Annuii felice e mentre gli passai accanto, Edward mi
diede
uno schiaffetto sul sedere, scoppiando poi a ridere.
" Tieni le mani a posto." Lo minacciai, facendogli la linguaccia e
scappando in bagno.
Dopo mezz'ora tornai in cucina e mi stupii di trovare la stanza
completamente
al buio tranne che per delle candele poste sul davanzale della finestra
e lungo
il marmo del piano cottura che creavano un'atmosfera davvero dolce. La
tavola
era apparecchiata di tutto punto con al centro due candele accese ma di
lui non
c'era nessuna traccia.
" Edward? " Lo chiamai ma non ebbi risposta da nessuno. Non capivo
dove potesse essere andato, ma la mia attesa non fu lunga, visto che
poco dopo
sentii la porta di casa aprirsi. Lo raggiunsi in salotto ma
praticamente lui
non c'era o meglio non si vedeva: reggeva infatti tra le mani un fascio
di rose
enorme.
" Ma cosa hai combinato? " Gli chiesi stupita.
" Auguri amore mio." Mi porse il fascio di rose e vidi che dal fiocco
pendeva una scatolina swaronsky. La staccai stando attenta a non
rovinare il
fascio, che poggiai sul divano, e mi apprestai a scartarla. Dentro
c'era una
collanina con un ciondolo a forma… di cigno.
“E’… è bellissima Edward.
” Non sapevo cosa dire, mi aveva sinceramente presa
alla sprovvista, anche se ormai avrei dovuto essere abituata alle sue
pazzie, e
questa non era poi tanto esagerata. Gliela porsi e poi mi voltai di
spalle,
sollevando con un mano i capelli dal collo e Edward me
l’agganciò. Presi il
ciondolo tra le mani e tornai ad osservarlo.
“
Mi sembrava adatto a noi, alla nostra storia. È tutto
merito di un cigno se adesso siamo qui, insieme. “ Disse con
gli occhi che gli
brillavano.
Non
potei far altro che annuire, perché aveva ragione: il
balletto che avevo sempre sognato di interpretare si era rivelato una
fonte di
felicità, quasi fosse permeato da un alone di magia.
“
E tu sei il principe che ha spezzato l’incantesimo,
rendendomi la donna più felice del mondo. ” Gli
risposi commossa, per poi
baciarlo. Il bacio crebbe d’intensità mentre le
nostre mani erano impegnate ad
accarezzare i nostri corpi. Quando ci staccammo avevamo entrambi il
fiatone.
“ Sarà meglio andare a mangiare. ”
Sussurrò Edward ancora con il fiato corto.
“ Sì, forse è meglio. ” Gli
risposi e tenendoci per mano tornammo in cucina e
ci gustammo la cena che il mio uomo aveva preparato.
Dopo mangiato Edward mi costrinse ad andare in salotto mentre lui
finiva di
rassettare la cucina.
" Ma..."
" Niente ma. Voglio che tu adesso ti riposi, mi servi in forze dopo.
" Mi fece l'occhiolino e io dovetti diventare bordeaux per la sua
allusione maliziosa.
In effetti ero parecchio stanca, così non insistetti oltre e
andai nel salone,
sdraiandomi sul grande tappeto di fronte al camino: avrei dovuto
ringraziare
Tanya per avermi convinto a comprarlo.
Dovetti essermi addormentata per un po' mentre aspettavo l'arrivo di
Edward perché
ad un tratto sentii qualcosa di umido scorrermi lungo il collo e capii
che
erano le sue labbra che lasciavano una scia di baci umidi. Feci finta
di
continuare a dormire per vedere quanto lui avrebbe resistito.
Cominciò a
soffiare piano vicino all’orecchio, per poi
sfiorarne il lobo con la lingua: non riuscii a trattenere un piccolo
mugolio,
ma mi ripresi subito e Edward dovette credere che fossi ancora
addormentata,
visto che era mia abitudine parlare nel sonno. Con le dita della mano
cominciò
a scorrere la schiena da sopra la maglia e la pelle d’oca
sulle mie braccia
comparve non appena ricominciò il gioco con la lingua
intorno al mio orecchio.
Edward si mosse al mio fianco, sporgendosi per vedere se ero sveglia,
ma io
continuai a tenere gli occhi chiusi, aspettando la sua mossa
successiva, anche
se ormai doveva essersi accorto che non ero addormentata. La sua mano
scese
nuovamente lungo la mia schiena, sempre lentamente, e si
soffermò in quel
centimetro di pelle nudo tra felpa e pantaloni: la pressione della sua
mano fu
maggiore ora e io risposi inclinando il bacino. Edward con il mio gesto
ebbe la
conferma del fatto che fossi sveglia e stavolta con la sua mano
osò di più:
scese ad accarezzare il mio fondo schiena per poi arrivare alla mia
femminilità.
In quel momento rischiai di andare a fuoco e mandai all'aria ogni mio
proposito
di far finta di dormire: girai la testa di scatto e incollai
febbrilmente la
mia bocca alla sua. La lingua di Edward aveva chiesto il permesso di
entrare
nella mia bocca e io la schiusi immediatamente, lasciando che le nostre
lingue
si unissero in una danza magica, mentre la mia mano gli aveva afferrato
la nuca
e lo avevo attirato ancora di più verso di me.
" Allora eri sveglia, bella addormentata. " Mi disse Edward tra un
bacio e l'altro. Risi per come mi aveva chiamata, ma la mia risata ebbe
un
effetto diverso su di lui: le mie vibrazioni si ripercossero su una
parte ben
precisa del suo corpo. Guardandolo intensamente negli occhi afferrai i
lembi
della sua maglietta e gliela tolsi; lui ripeté gli stessi
gesti con la mia,
rimanendo spiazzato quando vide che non portavo il reggiseno.
" Tu mi vuoi far morire."
" Scemo, lo sai che lo odio, quindi perché dovrei metterlo
in casa? "
Edward non aspettò oltre, con un percorso fatto di baci
scese fino ai miei
seni, incominciando a baciarli e a vezzeggiare i capezzoli con la
lingua, fino
a farli diventare turgidi. Io nel frattempo cercai di raggiungere il
bordo dei
suoi jeans, ma non era facile; lui intuendo le mie intenzioni si
liberò degli
indumenti e lo stesso fece con i miei. Si sdraiò su di me,
stando attento a non
pesarmi addosso e mi baciò appassionatamente, poi scese
verso il basso,
soffermandosi sulla mia pancia appena accennata.
" Amore di papà, adesso io e la mamma ci coccoleremo un po'.
Tu vai a fare
la ninna. " Lasciò un tenero bacio proprio sull'ombelico e
poi mi guardò
con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Senza interrompere
il
contatto visivo Edward si portò con la testa tra le mie
gambe e dopo aver
lasciato dei leggeri morsi nel mio interno coscia, si dedicò
alla mia
femminilità. I suoi gesti erano studiati per darmi tutto il
piacere possibile:
partì dall’esterno, accarezzando le mie labbra
intime e soffiando sul mio
clitoride già gonfio e pulsante. Non riuscii a trattenere
dei sospiri piuttosto
profondi elui se
ne compiacque. Si
soffermò poi sul clitoride, sfregandolo con deliberata
lentezza,facendo
fermare il mio respiro per un attimo.
La sua lingua prese il posto della sua mano, mentre le sue dita presero
a penetrarmi
dolcemente: il mio corpo vibrava sotto i suoi tocchi, come le corde di
un'arpa
quando vengono pizzicate dal musicista. Muoveva le sue mani prima
lievemente e
poi accelerando il ritmo, portandomi quasi sull'orlo dell'orgasmo, ma
quando
capiva che stavo per venire, si bloccava.
" Edward. " Gemetti frustrata. Lui mi guardò sorridendomi,
per poi
risalire sul mio corpo, ma senza togliere le mani dalla mia
femminilità.
" Siamo impazienti, piccola? " Si sporse fino a toccare le mie
labbra, ma io fui più veloce e gli morsi leggermente quello
inferiore.
" Me la pagherai questa! " Bisbigliò sulla mia bocca, per
poi tornare
tra le mie gambe.
Istintivamente portai una mano tra i suoi capelli, per spingerlo ancora
di più
verso di me, mentre con l’altra presi a massaggiarmi un seno.
“ Dio Bella, sei perfetta. ” Mugolò lui,
senza smettere di muovere quelle dita
dentro di me. Boccheggiai quando sostituì la lingua alle
dita e non resistetti
più, venendo sulla sua bocca. Edward continuò a
massaggiarmi fino a quando il
mio respiro non tornò normale e poi si sollevò,
accarezzandomi delicatamente il
viso e baciandomi: fu eccitante sentire il mio sapore sulle sue labbra.
“ Adesso tocca a te. ” Gli sorrisi e facendo una
leggera pressione sulle sue
spalle invertii le posizioni, facendolo ritrovare sdraiato sotto di me.
Mi misi
a cavalcioni sul suo torace, iniziando a baciare i suoi pettorali,
sentendolo
fremere sotto di me e stringermi con vigore le cosce quando gli morsi
un
capezzolo. Presi a lasciargli una scia di baci fino ad arrivare alla
sua V che
tanto adoravo: aveva le ossa del bacino leggermente sporgenti, che
mettevano in
risalto il suo fisico scolpito.
“ Qui c’è qualcuno che ha bisogno di
attenzioni. ” Dissi maliziosa, con un tono
di voce che non riconoscevo neppure io. Presi il suo membro pulsante
tra le
mani e iniziai a farle scorrere per tutta la sua lunghezza, osservando
il suo
viso che si beava del piacere che gli stavo donando. Iniziai ad
aumentare un
po’ i movimenti e lo vidi socchiudere gli occhi e aprire
leggermente la bocca,
era l’immagine della lussuria. Sorprendendolo, mi misi la sua
punta in bocca,
giocando con la mia lingua e succhiandolo leggermente.
“ Bella. ” Gemette lui, stringendo il tappeto tra
le mani per trattenersi:
intuivo che avrebbe voluto muovere il bacino, ma non lo avrebbe mai
fatto senza
il mio consenso.
Scesi più a fondo con la bocca e poi tornai su, senza
smettere di muovere la
mia lingua intorno al suo membro; stavo per abbassarmi di nuovo ma le
sue mani
mi costrinsero a sollevarmi. Arrossii immediatamente e stavo quasi per
entrare
nel panico temendo di aver sbagliato, ma prontamente Edward mi
rassicurò,
leggendomi la mente in quella maniera speciale che solo lui sapeva
fare. Mi
baciò dolcemente e accarezzandomi lievemente la guancia mi
disse “ So già che
il tuo cervellino sta pensando che hai sbagliato qualcosa, manon è affatto
così, anzi. Non voglio che
tutto finisca velocemente, voglio sentirti mia tutta la notte.
” Mi fece
distendere nuovamente e poi si sistemò su di me, portando la
punta del suo
membro alla mia entrata e guardandomi intensamente negli occhi: era
incredibile
che mi chiedesse sempre il permesso, come se avessi avuto un motivo per
non
concederglielo. Sorridendogli felice glielo diedi, baciando lievemente
le sue
labbra e guardandolo dritto negli occhi, specchio della passione che
luccicava
nei miei. Con una delicatezza estrema, viste anche le mie condizioni,
Edward mi
penetrò, e centimetro dopo centimetro lo sentii riempirmi e
finalmente fui
completa come non lo ero da tempo.Si
muoveva con un lento entra e esci, amplificando al massimo il nostro
piacere;
iniziaia
mordicchiarlo sul collo mentre
le sue mani si muovevano sulla mia schiena, i suoi pettorali sfregavano
contro
i miei seni, dando un minimo di sollievo ai miei capezzoli inturgiditi.
Andai
incontro ai suoi movimenti con il mio bacino, cingendogli la schiena
con le mie
gambe per sentirlo tutto e Edward iniziò a spingere
più velocemente e più a
fondo.
" Bella. " Gemette, allo stremo delle forze.
" Sono pronta amore mio, insieme. " Ansimai e le sue spinte divennero
più intense, fino a quando entrambi non raggiungemmo il
piacere.
Edward si sdraio al mio fianco e mi attirò su di se,
facendomi sdraiare sul suo
petto. Rimanemmo per un po' in silenzio, mentre lui mi accarezzava i
capelli e
io facevo dei ghirigori sul suo petto.
" Ti amo. " Sussurrai, per non spezzare quella bolla.
" Anche io amore, più della mia stessa vita. "
Edward portò le mani al mio ventre, massangiandolo
delicatamente e facendo
ricoprire di brividi la mia pelle.
" Dovremmo trovare un nome per la nostra pesciolina. " Disse,
disegnando dei cerchi immaginari intorno al mio ombelico.
" C'è tempo e poi deve esserci anche Matthew. " Volevo che
il nostro
piccoletto si sentisse parte di quella scelta, per non scatenare future
gelosie.
" Tu sai che rischiamo che nostra figlia si chiami Shanti? Si
è fissato
con <
il
libro della
giungla >. "
" Che male ci sarebbe? " Portai la mia mano su quella di Edward e mi
rivolsi direttamente a nostra figlia: " Pesciolina ti piacerebbe
chiamarti
Shanti? "
Fu in quel momento che accadde.
Il piedino di nostra figlia colpì con forza il punto in cui
si trovavano
intrecciate le mani mie e di Edward.
" Bella! "
" Edward! " Esclamammo insieme e vederlo con gli occhi lucidi fu il
più bel regalo della serata.
" Si è mossa, nostra figlia si è mossa. Ciao
amore di papà! " Baciò
il punto in cui la bambina aveva colpito e lei si mosse nuovamente,
come a
voler sottolineare che lei era qui con noi.
" Già, e penso lo abbia fatto perché non le piace
molto il nome che
volevamo darle. " Ammisi ridendo.
" Tu volevi darglielo, ma io glielo impedirò, stai
tranquilla piccolina.
" La bambina scalciò un'altra volta, come a voler dare
ragione al suo
papà, e in quel momento capii che Edward aveva
definitivamente perso la testa
per lei!
" Non voglio sapere cosa farai quando sarà nata. " Dissi,
portandomi
le mani tra i capelli per enfatizzare la mia disperazione.
" Sciocca, tu avrai Matthew come spalla, saremo pari. " Si
chinò su
di me e fece congiungere nuovamente le nostre labbra.
" Ti amo. " Sussurrò su di esse.
" Lo so. Ti amo anch'io. " E
poi continuammo a occuparci beati di quella
parte piccola, ma perfetta, della nostra vita.
Avete
riconosciuto l'ultima frase? Spero
che il mio piccolo regalino vi sia piaciuto, era da un pò
che mi frullava in testa questa scena, e poi tante di voi volevano
leggere qualcosa di più 'concreto': porcelline <3 Niente,
mi dileguo e vi do appuntamento prossimamente con un altro extra,
quindi stay tuned! Baci, Paola
Buongiorno
ragazze! Come avevo accennato nell'altra storia eccomi qui a
mettere la parola fine a questa... E' stata dura scrivere quest'ultimo
extra sia per via degli impegni sia perchè non avrei voluto
che arrivasse questo momento, visto le belle soddisfazioni che mi ha
dato la storia, ma tutto ha una fine. Grazie
di vero cuore a tutti coloro che sono arrivati fino alla fine,
non sapete quanto vi abbia amato e quante volte mi sono commossa a
leggere alcune recensioni. Sto
postando oggi perchè è un giorno speciale:
oggi è il complenno di una ragazza meravigliosa, ci siamo
conosciute meglio anche grazie a questa storia e adesso è
diventata una persona veramente importante per me. Quindi... Tanti
auguri sorellona <3
VENTIQUATTRORE
<
< E con le mani amore, per le mani ti
prenderò e
senza dire parole nel mio cuore ti porterò e
non avrò paura se non sarò bella come dici
tu ma
voleremo in cielo in carne ed ossa, non
torneremo più... >
>
“ Stanca Mrs. Cullen? ”
“
Un po’,
Mr. Cullen, ma ne è valsa la pena. ”
“
Ti vado a
preparare un bagno, ok? ” Annuii e Edward, dopo avermi
lasciato un bacio sulla
fronte, si diresse nel bagno della suite che avevamo affittato. Mi
gettai a
peso morto sul letto e osservai il mio anulare sul quale brillava una
fede
d’oro: io e Edward eravamo marito e moglie da qualche ora.
Presi un profondo
respiro e chiusi gli occhi, ripensando al fermento di quella
giornata…
Quando aprii gli occhi
non riconobbi la stanza
in cui ero, ma poi mi ricordai che mi trovavo a casa di Alice: la mia
amica,
insieme a Rose e Tanya, mi aveva costretto a passare la notte prima del
matrimonio da lei, perché era assolutamente disdicevole che
io la passassi con
il mio futuro sposo, come se io e lui già non avessimo fatto
abbastanza danni.
“ Buongiorno.
” La voce di
Alice mi riportò
con i piedi per terra e mi voltai sorridente verso di lei.
“ Buongiorno a
te. I bambini? ”
“ La piccola
è venuta a
prenderla Esme
stamattina presto, invece Matthew è all’asilo.
”
“
Perché non li hai lasciati
qui con noi? ”
“ Scherzi?
Abbiamo così tante
cose da fare e
loro sarebbero solo d’intralcio. Forza muoviti, ti aspetta un
bagno caldo per
rilassare la pelle. ” Alice non mi diede neppure il tempo di
ribattere che mi
aveva già tolto le coperte di dosso e afferrata per la mano,
trascinandomi in
bagno.
“ Posso fare la
pipì in santa
pace o devi
per forza assistere? ” Chiesi leggermente alterata per quel
brusco risveglio.
“ No, scusami,
ti lascio sola.
” Ed uscì
chiudendosi la porta alle spalle. Sbuffai e guardai
l’orologio: mancavano otto
ore al matrimonio ed ero certa che se Alice e le altre avessero
continuato così,
non sarei sopravvissuta. Tirai lo sciacquone e mi spogliai,
immergendomi in
quella vasca ricolma d’acqua calda e schiuma; notai che
accanto al bordo, posto
su una sedia, c’era un lettore mp3: lo feci partire e una
musica rilassante
invase l’aria. Forse per questo avrei dovuto ringraziare le
mie amiche. Mi
godetti quel bagno fino a quando l’acqua non divenne fredda e
le dita presero a
raggrinzirsi e a quel punto capii che era ora di uscire: se Edward mi
avesse
visto mi avrebbe sgridato, esattamente come facevo io con lui quando
rimaneva a
mollo per ore giocando con Matthew e le sue macchinine di gomma. Mi
avvolsi
nell’asciugamano che trovai tiepido visto che era stato
poggiato al termosifone
e stavo per iniziare ad asciugarmi i capelli quando la porta si
spalancò.
“ Ferma, da
questo momento in poi ci
pensiamo noi. ” Con delle valigette in mano fecero il loro
ingresso in bagno
Alice, Rose e Tanya: sembravano le Charlie’s Angels. Mi
fecero accomodare sulla
tazza del water e presero ad armeggiare con i miei capelli. Decisi che
era
meglio non controbattere, così chiusi gli occhi e cercai di
rilassarmi.
“ Perfetto
Bella, rimani ferma
così posso
metterti la crema idratante e i cetrioli sugli occhi. ”
Acconsentii alla
richiesta di Rose, cercando di tenere a mente che loro erano le mie
amiche e
che se facevano ciò era solo perché mi volevano
bene.
Dovetti essermi
addormentata perché mi
svegliai
di soprassalto, con il cuore che batteva a mille e il fiatone, come se
avessi
corso la maratona.
“ Bella, tutto
bene? ”
Sobbalzai sentendo la
voce di Tanya.
“ No,
dov’è Edward?
” Chiesi allarmata.
“ Ha chiamato
poco fa. È nella
depandance a
casa dei miei con Emmett e Jasper, si stanno preparando. Ma stai bene?
” Era
seriamente preoccupata.
“
Sì, credo di essermi
addormentata e ho
avuto un incubo. Ho sognato che Edward scappava dall’altare
perché non era più
sicuro del matrimonio, non era più sicuro di noi.
” Balbettai, passandomi le
mani tra i capelli per tentare di calmarmi.
“ Bella
ascoltami- Tanya mi prese le mani
tra le sue e aspettò che io la guardassi- Edward ti ama. Non
ha alcuna
intenzione di lasciarti lì sull’altare; pensa,
poco fa ha chiamato per
assicurarsi che tu fossi ancora certa di volerlo sposare, temeva
scappassi da
lui. Siete due zucconi, vi amate e non c’è motivo
di dubitare gli uni degli
altri, chiaro? ” Annuii con le lacrime agli occhi per poi
stringere forte
quella che tra qualche ora sarebbe diventata mia cognata a tutti gli
effetti.
Il resto del
pomeriggio lo impiegammo per
finire i preparativi, mentre la mia ansia, che fino a quel momento ero
riuscita
a tenere sotto controllo, iniziò a salire di pari passo con
l’arrivo della
fatidica ora. Riuscii un po’ a calmarmi solo quando i miei
genitori arrivarono
insieme ai miei suoceri e vidi, finalmente, i miei bambini. Rischiai di
scoppiare in lacrime quando fecero il loro ingresso nella stanza:
Matthew
era
bellissimo nel suo completo elegante, con il mio bouquet tra le mani, e
la
piccola Sophie era meravigliosa con la gonnellina a fiori e il
fiocchetto tra i
capelli.
“ Niente
lacrime! ” Mi
urlò contro Alice e
feci di tutto per trattenerle, non volevo passare altre due ore sotto
le sue
mani per avere un trucco perfetto.
“ Sei
bellissima. ”
Mormorò commossa mia
madre e sorrisi quando vidi lei e Esme tamponarsi gli occhi e gli
uomini
distogliere lo sguardo, anche loro con gli occhi rossi e lucidi. Quando
fu ora
di andare tutti gli altri ci precedettero, lasciando soli me e mio
padre.
“ Bambina mia,
sei cresciuta
così in fretta.
Mi sembra ieri che ti tenevo tra le braccia e adesso lo faccio con i
miei
nipotini. Ricordati che io ci sarò sempre per te, non si
è mai troppo grandi
per i propri papà: quando avrai bisogno di un abbraccio o di
qualcuno che ti
sostenga, basta fare un fischio, ok? ”
Annuii “ Ti
voglio bene papà.
” Dissi con la
voce rotta dall’emozione.
“ Anche io
piccola mia, tanto.
”
“ Ricordati che
sarai sempre il primo
uomo
che io abbia mai amato. ” Mi abbracciò stretta a
lui, facendo però attenzione a
non sgualcire il velo o l’abito.
In macchina fui distratta
dai miei piccoli
che intonavano una canzoncina dei cartoni animati: o meglio Matthew
cantava
mentre la piccola Sophie si limitava a ripetere le ultime sillabe.
Quando arrivammo davanti
la chiesa e mio
padre venne ad aprirmi lo sportello, quasi non riuscii a scendere dalla
macchina, tanto le gambe mi tremavano. Mi maledetti mentalmente per
aver scelto
una chiesa con una lunga scalinata, perché non ero sicura di
riuscire a
percorrerla tutta.
“
Andrà tutto bene.
” Mi sussurrò Charlie
all’orecchio.
“ Solo non
lasciarmi cadere. ”
Dissi.
“ Questo mai.
”
A precederci lungo le
scale c’erano Rose
con
Matthew, Tanya con Sophie e poi Alice. Ancorata al braccio di mio
padre, senza
distogliere lo sguardo dai miei piedi per paura d’inciampare,
iniziai quella
scalata; quando mancavano gli ultimi gradini sentii come una forza che
mi
costrinse a sollevare lo sguardo e trovai ad attendermi lo sposo
più bello che
avessi mai visto: Edward aveva un sorriso radioso, capace di illuminare
ogni
cosa, e quando mi vide potei vedere i suoi occhi accendersi ancor di
più. Per
quanto potevano permettermelo il vestito e i tacchi, velocizzai il
passo e
quando mi trovai di fronte a lui capii che quello era il posto esatto
in cui
avrei voluto essere in quel momento. Mio padre in un gesto antico
quanto il
mondo prese la mia mano e la mise su quella di Edward, il quale mi
guardò a
lungo negli occhi per poi sussurrarmi
“ Sei
bellissima. ”
Gli sorrisi felice e
insieme percorremmo la
navata fino all’altare.
La cerimonia mi
sembrò lunghissima e
allo
stesso tempo brevissima, perché nel momento in cui avrei
dovuto pronunciare il
“ Sì, lo voglio. ” non riuscii a trovare
subito la voce, che mi uscì parecchio
spezzata per colpa delle lacrime che stavo reprimendo a fatica, invece
quella
di Edward fu forte e sicura. Quando il
prete pronunciò il fatidico “ Vi dichiaro marito e
moglie. ” Edward si avvicinò
lentamente a me e dopo aver detto praticamente sulle mie labbra
“ Ti amo. ” Le
fece congiungere.
Fu
un bacio
tenero, adorante. Dimenticai la folla, il luogo, il tempo, la ragione.
Ricordavo solo che mi amava, che mi voleva, che ero sua. Lui lo aveva
iniziato
e stava a lui concludere quel bacio, ma io lo strinsi forte, ignorando
le
risatine e i colpi di tosse dei presenti.Mi prese il viso tra le sue mani e dopo aver premuto un
po’ più forte le
sue labbra sulle mie si staccò poggiando la fronte sulla mia.
“
Adesso sei la
signora Cullen a tutti gli effetti. ”
“
Ti amo. ”
Risposi io e poi ci voltammo verso il resto degli invitati che prese
parte alla
nostra felicità con un caloroso applauso.
“
Amore è pronto di là. ” Sobbalzai
sentendo la voce di mio…
marito! Mi faceva strano pensarlo in questi termini, ma ormai avrei
dovuto
considerarlo tale.
“
Scusa, non volevo svegliarti. ” Disse, sedendosi accanto a
me sul letto e accarezzandomi i capelli.
“
Fa nulla. Allora questo bagno? ”
“
Sei stanca. Lo faremo domani. ”
Gli
presi le labbra tra pollice e indice per tappargli la
bocca. “ Amore, stai parlando con una mamma. Sai cosa vuol
dire? Che non
conosco la parola stanchezza, quindi andiamo di là, non ho
intenzione di non
assolvere ai miei doveri coniugali. ” Tolsi la mano e gli
diedi un bacio a
stampo e sentii le sue labbra curvarsi in un sorriso. Senza che me lo
aspettassi mi afferrò in braccio e mi portò in
bagno, dove ad attenderci c’era
una meravigliosa jacuzzi colma d’acqua e di schiuma.
Quando
mi immersi nella vasca un mugolio di piacere mi scappò
dalle labbra e subito sentii i miei muscoli rilassarsi e trarre
beneficio
dall’idromassaggio. Edward si sedette dietro di me e prese a
massaggiarmi le
spalle, contribuendo ulteriormente al mio benessere: mi appoggiai
totalmente al
suo petto e sospirai beata.
“
Sei un po’ più rilassata? ” Mi chiese
Edward, carezzandomi
piano le braccia.
“
Sì, decisamente sì. Invece mi sembra che tu, o
meglio una
parte di te, sia piuttosto tesa. ” Dissi, voltando il viso
verso di lui che arrossì
leggermente.
“
Scusa, è che questa posizione non è molto
conveniente per
me. ” Disse imbarazzato. Risi di quel suo modo di comportarsi
e mi girai
totalmente verso di lui, allacciando le braccia al suo collo e
baciandolo con
foga. Lui rispose al bacio con passione e quando vidi che era
completamente
coinvolto, scivolai con una mano sotto l’acqua, impugnai la
sua erezione e la
feci entrare di colpo dentro di me.
“
Oh cazzo! ” Esclamò lui e io sorrisi: non aveva
mai detto
qualcosa di così volgare mentre facevamo l’amore.
Iniziai ad ondeggiare con il
bacino e subito lui mi venne incontro, afferrandomi i fianchi per
aiutarmi con
i movimenti, mentre con le labbra lambiva i miei seni e io gli
torturavo i
capelli per spingerlo ancora più verso di me e appagare il
bisogno che sentivo
di lui. Era una sensazione meravigliosa farlo in acqua, specialmente
con le
bollicine dell’idromassaggio che ci solleticavano il corpo
ampliando il nostro
piacere. L’orgasmo arrivò improvviso,
travolgendoci insieme e portandoci ad un
passo dal paradiso. Quando uscimmo dalla vasca Edward, premuroso come
sempre,
mi avvolse in un asciugamano e, mano nella mano, andammo in camera,
dove ci
sistemammo velocemente sotto le coperte. Presi il mio posto abituale,
accoccolata al petto di Edward, e lui iniziò ad accarezzarmi
i capelli.
“
Mi sei mancata stanotte, non è stato facile addormentarsi
senza di te. ” Mi confessò
all’improvviso, parlando con la testa immersa tra i
miei capelli.
“
Anche tu. È stato strano ritrovarmi in un lettone tutta
sola, c’era tanto spazio e poi era tutto freddo. ”
E per ribadire il concetto
intrecciai le mie gambe alle sue.
Rimanemmo
per un po’ in silenzio a coccolarci, lui sempre
accarezzandomi i capelli e lasciando di quando in quando un bacio sulla
mia
fronte, mentre io disegnavo ghirigori con l’indice sul suo
petto.
“
Voglio un altro figlio Bella. ” L’affermazione di
Edward mi
prese in contropiede. Sollevai il capo per poterlo osservare negli
occhi.
“
Cosa hai detto? ”
“
Siamo giovani Bella, ci amiamo e poi tre è il numero
perfetto. ” Disse convinto, con una luce che gli brillava
negli occhi che gli
avevo visto solo raramente.
“
Sì, ma Sophie è ancora così piccola,
ha a malapena un anno.
Sei già pronto a ricominciare con pannolini, notti in
bianco, coliche e tutto
il resto? ”
“
Se ci sei tu con me non ho paura di nulla. Insieme possiamo
affrontare tutto Bella. Non dico che dobbiamo farlo stasera o domani,
ma
sarebbe un modo perfetto per coronare il nostro matrimonio. ”
“
Sei cresciuto tanto in questi anni Edward. ” Gli dissi,
scostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte che mi impediva di
vedere bene i
suoi occhi. “ Fino a qualche anno fa eri terrorizzato
dall’idea di avere un
figlio. Poi lentamente lo hai accettato e adesso sei addirittura tu a
chiedermene un altro. Tu non puoi neppure immaginare la
felicità che provo in
questo momento e sì, avremo un altro bambino, non potrei mai
dirti di no e poi
lo voglio anche io. Sarebbe il nostro primo figlio programmato.
” Scoppiammo a
ridere entrambi per la mia uscita, ma era la verità: Matthew
dire che era stato
inaspettato non esprimeva bene il concetto; Sophie anche lei era stata
una
sorpresa, non avevamo mai parlato di avere un altro bambino; questo
sarebbe stato
il primo che avremmo concepito con la consapevolezza di volerlo.
“
Tu e i bambini siete stati la mia forza. Senza di voi non
sarei mai riuscito a spiccare il volo: siete le mie ali. ” Le
sue parole
attecchirono nel mio cuore come la più profonda delle
verità che avessi mai
sentito.