Perchè ci stanno fissando tutti?

di BaliBliss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Un gran numero di facce, sia sul treno che fuori, sembravano voltate verso Harry.

"Perchè stanno fissando tutti?" chiese Albus,
mentre lui e Rose allungavano il collo per guardare gli altri studenti.

James, che era ritornato silenziosamente dal gruppo per dare il saluto finale,
guardò suo padre da dietro la testa di Al.

Sorrise mestamente incontrando lo sguardo di suo padre,
mentre ricordava il suo primo giorno a Hogwarts,
esattamente due anni fa,
e tutto ciò che seguì dopo.



*Da "Harry Potter and the Deathly Hallows, pag. 607."

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


James Potter premette la faccia sul finestrino cercando di mantenere il contatto visivo con i suoi genitori ancora per un po',
ma troppo presto il treno girò l'angolo e si persero di vista.
Sospirando James si girò verso lo scompartimento e guardò i membri della famiglia che erano ancora con lui.
"Quanto tempo..?" cominciò, ma fu subito interrotto da Dominique Weasley.
"Non provare nemmeno a terminare la domanda, James!" lo ammonì,
prima di salutare suo fratello e sua sorella e partire per cercare i suoi amici di scuola.
Qualche attimo dopo che ebbe abbandonato lo scompartimento Louis si alzò dal suo posto e,
prendendo l'uscita di sua sorella come il segnale che anche lui poteva fare lo stesso,
andò a raggiungere le persone che non vedeva dallo scorso Luglio.
Con un arrivederci sussurrato se ne andò anche lui, certamente con meno sfarzo della sorella maggiore.
Ridacchiando, Teddy Lupin tirò la più grande dei fratelli verso di lui e si rivolse a James.
"Allora" disse, "mi sembra di capire che non vedi l'ora di cominciare la scuola!"
A quanto pare, era la cosa sbagliata da dire.
Sia Teddy che Victorie instintivamente si allontanarono dal bambino di fronte a loro,
mentre un fiume di parole cominciò a riversarsi dalla sua bocca per l’eccitazione.
Annuendo perplesso Teddy cercò disperatamente di tenere il passo con ciò che il suo fratellino,
in tutto tranne che nel sangue, stava dicendo.
“.. e spero davvero di essere a Grifondoro, ma papà dice di non sperarci troppo nel caso in cui non fosse così,
e non vedo l’ora di iniziare le lezioni,ma mamma dice che è meglio che non mi comporti come ha fatto papà
o potrebbero non lasciarmi tornare dopo che andrò a casa per Natale, e poi stavo parlando con lo zio Ron
su cosa aspettarsi a Hogwarts,e potrei avere detto che ero preoccupato che potessi perdermi, e poi mi ha parlato di qualcosa,
così me ne sono andato e ho indagato e..." qui James finalmente fece un respiro profondo rabbrividendo, " ...guarda cosa ho rubato dall'ufficio di papà ".
Teddy ebbe abbastanza buonsenso da riscuotersi dal suo torpore e accettare il pezzo di pergamena malconcio che veniva spinto verso di lui.
"Che cos'è?" chiese con cautela.
Aveva avuto abbastanza esperienza con Ron da sapere che era incline a testare i nuovi prodotti scherzo sui giovani nipoti
(sebbene, lo facesse raramente sui propri figli ...).
“È una mappa. È stata scritta da.. " alla tipica maniera “James”, si bloccò e si guardò attorno con eccessiva prudenza
prima di abbassare a voce a un sussurro “.. i Malandrini”.
Teddy, eccitato, guardò James. Come tutti i bambini Weasley – perchè, nonostante diversi cognomi,
ognuno nella loro famiglia era considerato un Weasley – conosceva fin troppo bene i Malandrini e i loro legami con la famiglia.
"Davvero? Come funziona?"
“Beh, vedi…”
_______________________________________________________________________________________________________

Quando i ragazzi furono finalmente stanchi della mappa, il treno si stava avvicinando Hogwarts,
e gli altri studenti stavano iniziando a muoversi su e giù dal treno, ritornando ai loro scompartimenti per indossare le divise.
Mentre Victoire era fuori nel corridoio a parlare con un amico, James approfittò di quel momento per parlare con il suo fidanzato in privato,
per parlargli di ciò che lo aveva preoccupato per tutto il pomeriggio.
Teddy era il suo confidente, il suo consigliere, quello a cui si rivolgeva quando non poteva parlare con uno qualsiasi degli adulti.
“Teddy,” cominciò, giocherellando nervosamente con l’orlo della sua nuova veste.
Era un segno che mostrava quanto fosse nervoso, nonostante tutte le bravate che aveva combinato.
Teddy, essendo stato cresciuto in una famiglia così numerosa, era ben attento ad atteggiamenti come quello
e capì subito che non era tempo di scherzare, o prendere in giro.
“Che c’è James?” domandò, la preoccupazione che gli colorava la voce di solito calma.
“Cosa… ” James si fermò, come se stesse considerando la sua domanda.
“Perché la gente continua a fissarci?”
A fissarmi.
“Ogni volta che passano davanti al nostro scompartimento rallentano, smettono di parlare e guardano.
Voglio dire, sono abituato quando sono fuori con la mamma perchè la gente la riconosce sempre dalle Harpies,
ma ciò non spiega perchè tutti ci stanno fissando adesso… “
James guardò Teddy; chiaramente era decisivo quanto la sua domanda stava per ottenere come risposta.
Teddy deglutì nervosamente. In realtà non era la persona giusta per rispondere a quella domanda.
Ricordava un tempo, sei anni fa, quando era stato esattamente nella stessa posizione.
Si ricordò quello che aveva provato quando aveva finalmente imparato la vera ragione per cui la gente guardava sempre il suo padrino,
perché tutti conoscevano il suo nome.
Per lungo tempo aveva messo in discussione la decisione di Harry di tenere segreta la sua storia ai nuovi arrivati in famiglia,
ma recentemente, dopo molte conversazioni profonde con sua nonna, Bill e Harry stesso
, aveva cominciato ad apprezzare la ragione che c’era dietro quella decisione.
Tenendo all’oscuro i suoi giovani parenti, Harry aveva garantito la minima disgregazione della loro infanzia.
Stava dando loro l’infanzia che lui non aveva mai potuto avere.
Teddy alzò lo sguardo e incontrò gli occhi preoccupati di James. Doveva dirgli qualcosa, qualunque cosa.
Con un eloquenza di cui suo padre sarebbe stato orgoglioso, Teddy se ne uscì con un incomprensibile “um”.
Fortunatamente fu dispensato dal dover dire altro dal fischio acuto che annunciava l'arrivo del treno a Hogsmeade.
E così, non appena i due ragazzi furono spazzati via e separati dalla folla,
uno in direzione delle carrozze trainate dai Thestral e l'altro verso le piccole imbarcazioni, la domanda di James rimase senza risposta,
ma non dimenticata.

La traduttrice si riserva il diritto di piccole modifiche sintattiche in modo da rendere più scorrevole la lettura.
Per qualunque suggerimento o problema, contattatemi I link li trovate sulle NdA di BaliBliss.

Grazie,
Jane.

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


James si sentiva osservato. Lo odiava.
Odiava il modo in cui tutti lo stavano guardando, alcuni provando ad essere delicati,
facendo scivolare via i loro occhi ogni volta che li guardava, altri fissando sfacciatamente e apertamente.
E odiava che lui non ne conosceva il motivo. Come Teddy, James era davvero abile ad interpretare il linguaggio del corpo,
specialmente quello della sua famiglia.
Così sapeva che Teddy aveva evitato la sua domanda di proposito.
Sospettava anche che Teddy sapesse più di quanto avesse intenzione di lasciar intendere.
James decise; si sarebbe avvicinato a lui alla prima occasione.
Incrociando le braccia sul petto, e soffiando frustrato, James si guardò furiosamente intorno
nella stanza in cui erano stati raccolti tutti quelli del primo anno.
Teddy gliel’aveva mostrata prima sulla mappa, quindi sapeva che era una piccola anticamera fuori dalla Sala Grande.
James combatté contro il sorriso che minacciava di rompere l'espressione distaccata, che era già faticosa da mantenere.
Le persone che lo circondavano sarebbero stati i suoi compagni di classe, era essenziale che apparisse calmo,
che sembrasse qualcuno con cui vorresti essere amico, come Teddy.
Ma, stava per essere smistato! James riusciva a malapena a contenere l'entusiasmo ...
“Assomigli proprio a tuo padre.” James guardò il volto della ragazza audace che gli stava davanti.
“Conosci mio padre?” chiese confuso. Sicuramente lui non aveva riconosciuto la ragazza.
“No… ” rispose lei altrettanto confusa, guardando James come se avesse appena parlato arabo.
“Oh..”
La ragazza lo guardò come se stesse per dire qualcos’altro, ma fu interrotta quando il professor Vitious entrò nella stanza,
e iniziò a e cominciò a guidare i bambini più vicino alla porta della Sala Grande.
"James Potter."
Se possible la sala diventò persino più silenziosa di quanto già non fosse, e gli sguardi degli studenti già concentrati su James
crebbero in maniera esponenziale.
Notando questo come un'ulteriore prova, nel suo caso, James sollevò lo sguardo dai suoi piedi.
Adesso che il momento di essere smistato era arrivato, James non si sentiva neanche lontanamente fiducioso com’era prima.
Guardando verso il tavolo dei professori, cercò lo sguardo di Neville Paciock, che sorrise incoraggiante a James,
e fece un cenno allo sgabello accanto al quale il professor Vitious stava in piedi, tenendo il Cappello Parlante.
Facendo un profondo respiro, James si avvicinò allo sgabello e si sedette.
L’ultima cosa che vide prima che il cappello lo gettasse nell’oscurità furono Teddy e Victorie
che gli sorridevano incoraggianti dal tavolo di Grifondoro. "Hmm, mi chiedevo… quando… avrei visto la prossima generazione dei Potter…"
Aspetta, cosa? pensò James, il cappello parla?
"Certo che parlo! In quale altro modo proponi che ti smisti se non posso interogare il conscio e l’incoscio?"
Um… "Adesso, lasciami guardare. Hai la lealtà di tuo padre, ma anche la sua determinazione. Stresti bene a Serpeverde…
Che altro, che altro? C’è una bruciante curiosità, che potrebbe farti finire nei guai però,
quindi forse non Corvonero. Hai una mente acuta, molto simile a tua madre,
ma c'è un senso di malizia nel tuo inconscio – che forse hai preso dai tuoi zii,
ma più probabilmente da tuo nonno – che mi porta a preoccuparmi che non applicherai questa mente negli studi accademici…"

Ci fu una pausa pesante, che favorì solo l’agitazione di James. Non sapeva se spingere il cappello a dargli informazioni su suo padre,
o se farlo sbrigare con la sua decisione.
Alla fine la sua curiosità vinse.
Quindi, quale casa? “Ci sto arrivando. Penso che magari… forse… ma non saresti mai felice lì… “
Cosa, dove? Infelice? Non mettermi da qualche parte dove sarei infelice, per la barba di Merlino!
"Allora, se esprimi I tuoi argomenti in maniera così eloquente, suppongo sia meglio metterti in… Grifondoro!”
James sospirò di sollievo, e tolse il cappello dalla testa.
Saltando giù dallo sgabello fece del suo meglio per ignorare tutte le persone che lo fissavano quando scese per andare ad unirsi ai suoi nuovi compagni di casa.

La traduttrice si riserva il diritto di piccole modifiche sintattiche in modo da rendere più scorrevole la lettura.
Per qualunque suggerimento o problema, contattatemi. i link li trovate sulle NdA di BaliBliss.

Grazie,
Jane.



*Vorrei ringraziare Allice_rosalie_blak, Danesha, fay90, Haley_28, hermione12, leloale, love_music, malandrini _xs, mapitt, rorothejoy, Ryoga
e terryborry per aver messo la storia tra le seguite.
Poi Irezz97 e yamaica per averla messa nelle ricordate.
E infine bulmettina, kogarashi , luna19 e princess_smile per aver messo la storia fra le preferite.

Grazie davvero.
:)

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.. che ne dite di commentare? :D

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Capitolo 4
*** Capitolo tre. ***


James si ritrovò a guardare il resto del primo anno che veniva smistato, con Teddy alla sua sinistra e un ragazzo del primo anno alla sua destra.
Furtivamente studio il ragazzo, che non gli era familiare, e si chiede se sarebbero potuti diventare amici. Il ragazzo aveva circa la stessa età di
James, con la pelle chiara e i capelli di un castano così scuro da sembrare quasi nero. E, notò con sollievo, il ragazzo non lo stava fissando o non
gli stava lanciando sguardi furtivi per niente: invece, realizzò divertito, i ruoi si erano invertiti e lui era quello che stava fissando. Sapendo quanto
lui stesso trovasse fastidiose le attenzioni indesiderate, James si girò di nuovo verso la sala, dove restava un ultimo studente da smistare.

"Emily Whithers."

Non appena la ragazza si fece avanti, la riconobbe come quella che aveva commentato la sua somiglianza col padre e sospirò con sollievo non
appena quando fu smistata molto velocemente a Tassorosso. A giudicare dalla sua faccia, comunque, concluse che non era molto soddisfatta della
sua nuova casa. Una volta che Emily ebbe preso il suo posto e lo sgabello era stato portato via dalla Sala, la professoressa McGranitt si alzò dal
suo posto per indirizzarsi agli studenti. Conoscendo l’entusiasmo della sua famiglia per i discorsi di inizio trimestre di Silente, James rivolse la sua
attenzione alla preside in previsione di quello che sarebbe potuto succedere. Schiarendosi la gola, la preside iniziò a parlare.

"Benvenuti a tutti, specialmente ai nostri nuovi studenti. Ho solo un paio di annunci da fare prima che cominci il banchetto. C’è stato qualche
cambiamento nel personale quest’anno. Sono lieta di dare il benvenuto nel personale alla professoressa Moneypenny, che insegnerà
trasfigurazione. In più, come ex-studentessa, ha accettato la mia offerta di prendere il ruolo di Capocasa per Serpeverde.
A lei i miei migliori auguri per questo nuovo anno
."

Qui fece una pausa e gli studenti lo presero come il segnale per applaudire.
James, ad ogni modo, si ritrovò ad applaudire più forte di molti altri studenti che lo circondavano; naturalmente conosceva già la sottile ostilità
che c’era fra i Serpeverde e le altre case, ma non si era reso conto della realtà di quella ostilità. Senza dargli importanza continuo con il suo
applauso entusiasta, guadagnandosi qualche sopracciglio alzato dagli studenti che gli sedevano vicino.

"Inoltre, sono lieta di annunciare che il professor Paciock, il nostro professore di Erbologia, prenderà il posto di Capocasa per la sua vecchia casa.
Per quelli di voi nuovi nella scuola, e che quindi non conosco il suo feroce patriottismo,
" la McGranitt fu brevemente interrotta dalle risate degli
studenti più anziani e il professor Paciock diventò di una delicata sfumatura di rosa "Sarà il nuovo Capocasa di Grifondoro."

L’applauso questa volta fu decisamente più caldo, e James non poté fare a meno di trovarlo un po’ inopportuno – quel comportamento era molto
contrario al modo in cui era stato cresciuto.

"Oltre a questo c’è poco altro da dire, solo devo ricordare alcune regole. Il bullismo non sarà tollerato, la Foresta Proibita è esattamente questo,
Proibita, e la magia non deve essere usata nei corridoi. Adesso che tutto ciò che d’importante c'era da dire è stato detto, che il banchetto inizi
!" concluse con uno svolazzo.

James che stava per succedere, sapeva che i piatti si sarebbero riempiti magicamente di cibo.
Tutti, specialmente lo zio Ron, aveva provato molto piacere a descriverglielo.
Ma saperlo e vederlo erano, apparentemente, due cose davvero differenti.
E quindi difficilmente poteva essere biasimato quando il mento gli arrivò al petto.
La sua reazione, comunque, fu niente paragonata a quella del ragazzo accanto a cui era seduto.
Emise uno squittio eccitato, e prima che qualcun altro potesse commentare, se ne uscì con il più improbabile dei commenti.

"Come diavolo è potuto succedere?"

Uno scioccato silenzio veniva da quelli vicino a lui, e fu Teddy che alla fine ruppe il silenzio.

"Um, beh, sei in una scuola di magia…"

"Oh, sì… voglio dire, lo so, ma ancora non me ne rendo conto, capite?"

A giudicare dagli sguardi vacui che stava ricevendo, no.. non capivano.

"Non sapevo che esistesse la magia finchè non ho ricevuto la mia lettera – nato-Babbano penso mi abbiano definito. E’ una brutta cosa?" domandò,
e James poté cogliere la paura che si nascondeva nella sua voce.

"Affatto," rispose onestamente.

Sentiva che sarebbe andato d’accordo con quel ragazzo.

"Sono James Potter, a proposito." disse, porgendogli la mano.

Il ragazzo gli strinse la mano entusiasta, in un modo che a James ricordò alquanto forzatamente suo zio George.

"Io sono Matt Foster."

I due ragazzi stavano ancora parlando animatamente quando i residui del dessert finalmente sparirono dai piatti.

"…Non vedo l’ora di vederlo giocare. Sembra molto più eccitante degli sport babbani!"

James gli fece un veloce sorriso, e si girò a guardare torvo verso la gente che lo stava ancora fissando.
Matt seguì il suo sguardo, e diede voce alla domanda che si era nascosta in un angolo della sua testa fin da quando aveva conosciuto James.

"Um, spero non t’importi se te lo chiedo, ma perchè la gente continua a fissarti?"

James si girò verso Matt e fece spallucce.

"Davvero, non lo so. Me lo stavo chiedendo anch’io. La conclusione migliore è che sia a causa di mia madre – è una giocatrice di Quidditch
abbastanza famosa, diventata giornalista per una rubrica. Di certo non è per qualcosa che ho fatto io, e dubito seriamente che possa avere a che fare
con mio padre; è troppo “uomo di famiglia” per aver fatto qualcosa per rendersi così famoso
.”

Guardò Matt e fece spallucce di nuovo. Matt annuì con aria consapevole e bevve un ultimo sorso di succo di zucca prima che entrambi si alzassero
per seguire il prefetto, che li stava chiamando tutti guidarli.

"Primo anno, seguitemi. La Sala Comune è da questa parte. Per favore provate a ricordare il percorso, non voglio passare tutto l’anno a darvi
indicazioni
."

Il gruppo proseguì in silenzio, ognuno troppo sazio e stanco per fare attenzione alla conversazione ora che erano in movimento.
James si divertì guardando lo stupore di Matt ogni volta che incrociavano qualcosa di vagamente magico – sapeva che la mappa che aveva
nascosto significava che non doveva preoccuparsi di ricordarsi le indicazioni proprio adesso.
Alla fine il gruppo arrivò al ritratto che nascondeva l’entrata alla Sala Comune e James sorrise non appena vide Sir Cadogan – di cui suo padre
l’aveva abbondantemente avvertito, borbottando incoerentemente di "ricerca" and "atteggiamenti pomposi" – stare in agguato discretamente
all’angolo della cornice.

"La parola d’ordine di questo trimestre è 'Gillyweed'. Di nuovo, per favore cercate di ricordarlo."

E con questo il ritrattò si aprì in avanti per rivelare la torre che sarebbe stata la casa di James per gli anni a venire.
Arrampicandosi lungo il buco nella stanza rotonda, vide le tende rosse, il fuoco scoppiettante, le poltrone che sembravano comode,
e le delicate decorazioni dorate. Sì, penso fra sé e sé, finalmente capisco perchè tutti amino così tanto la scuola.
Più tardi quella sera, James sorrise fra sé mentre si rannicchiava più in profondità nel suo letto. Nel letto vicino a lui poteva sentire Matt fare la
stessa cosa. Sapendo che l’indomani era domenica, erano stai alzati più a lungo di quanto fosse strettamente necessario per parlare entusiasti
delle cose che avevano visto quel giorno.
Un tranquillo russare emanato da uno dei due letti e nient’altro oltre al profondo respirare del sonno proveniva dagli altri.
James si divertì cercando di indovinare chi stesse facendo quel rumore. Il russare, ragionò, probabilmente arrivava da Daniel Reading.
James aveva trovato che, nonostante il fatto che lo fissasse più fino a non farlo sentire a suo agio, si divertiva molto in compagnia di Daniel.
Il ragazzo, aveva saputo, veniva da un ambiente magico, aveva quantità indecenti di energia ed entusiasmo, ed era un grande fan di vecchi film di fantascienza babbani.
Quindi, quello che dormiva silenziosamente era Michael Fisher, l’altro ragazzo con cui condividevano il dormitorio. Michael era un ragazzo
tranquillo, che diceva solo ciò che era necessario, ma James trovava che sembrava attirare le persone verso di lui – Michael and Daniel
sembravano sulla strada per diventare di certo buoni amici. Nonostante la sua natura tranquilla, loro avevano, infatti, appreso abbastanza su
Michael: come Matt, era un nato-Babbano, ma diversamente da Matt, aveva sempre avuto l’idea dell’esistenza della magia, ergo, il suo libro
preferito era, e sempre sarebbe stato, il Signore degli Anelli. Egli aveva, sotto pressione, ammesso che aveva letto tutto ciò che gli capitava fra le
mani sul mondo magico da quando aveva ricevuto la sua lettera di Hogwarts, e quindi aveva reagito con meno stupore di Matt alle molte
sorprese della scuola. Aveva anche, con grande confusione di James, guardato verso di lui con un senso di riconoscimento quando si erano
conosciuti, ma non aveva - apparentemente – sentito il bisogno di fissarlo nel modo in cui molti altri facevano. James sorrise fra sé mentre faceva
scorrere gli avvenimenti della giornata nella sua testa. Girandosi dall’altra parte, si lasciò scappare una risatina eccitata – che avrebbe negate la
mattina dopo quando Matt avrebbe sollevato la questione– mentre considerava l’anno in arrivo.

La traduttrice si riserva il diritto di piccole modifiche sintattiche in modo da rendere più scorrevole la lettura.
Per qualunque suggerimento o problema, contattatemi. i link li trovate sulle NdA di BaliBliss.

Grazie,
Jane.



*Vorrei ringraziare celebrian, laurarom89, let, soniacristina1989 (che prima l'aveva messa sulle preferite! è_é mi accorgo di tutto io! U___U)
e _doodle per aver messo la storia tra le seguite.
E aaarg e LadyMalfoy98 per averla messafra le preferite.

Grazie davvero.
:)

Mi piacerebbe sempre sapere cosa ne pensate.. esprimetevi nei commenti! :D

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro. ***


Scusatemi per il deplorevole ritardo, ma sono stata colpita da un periodo molto impegnativo.
Fra l'uscita al cinema dell'ultimo film e lavoretti vari, mi sono ritrovata a non aver tradotto nemmeno due righe.
Comunque penso di aver rimediato con la traduzione di questo capitolo lunghissimo e anche spronando la cara BaliBliss a finire la storia, e io stessa l'ho letta tutta.
Non voglio spoilerare, quindi vi dico solo di seguire i prossimi capitoli e di divertirvi con noi.
Jane.

La mattina seguente trovò tutti e quattro i ragazzi  svegli sorprendentemente presto, considerando che era Domenica e quindi non avevano alcun motivo per essere alzati.
Si erano riuniti attorno al tavolo di Grifondoro, ed stavano felicemente facendo in modo di mangiare qualsiasi cosa fosse concepibile. Come c’era da aspettarsi da
qualsiasi gruppo di ragazzi nel Mondo Magico, la conversazione si era spostata inevitabilmente al Quidditch.
 
"... neanche per sogno!" gridò Michael, fissando incredulo i due ragazzi che avevano appena finito di spiegargli la complessità del Quidditch. A quanto pare, non era propenso
a credere a racconti fantastici di picchiate, che avevano scongiurato collisioni quasi fatali a pochi centimetri dal suolo, o terribili ferite ricevute da Bolidi (e Battitori) iper-eccitati.
 
Si girò verso Matt, che era stato sorprendentemente tranquillo, per cercare supporto. Matt si strinse nelle spalle, non ancora sicuro a chi credere dei due.
 
“È tutto vero, te lo prometto!" proclamò James, "Fidati di me, io so tutto di Quidditch. Quasi tutti nella mia famiglia lo hanno giocato."
 
Ora era il turno di Daniel di fissare incredulo James. Daniel, la cui famiglia si era trasferita in America quando era scoppiata la prima guerra ed sera tornata solo dieci anni prima,
non aveva familiarità con le prodezze di Quidditch della famiglia Weasley. Anche se così fosse stato, sarebbe stato incline a non credere a James, in base alla pura improbabilità del
fatto - in America, dove le scuole per maghi erano generalmente molto più grandi di Hogwarts, c'erano solo pochi streghe e maghi abbastanza talentuosi a Quidditch da giocare
per le loro scuole.
Alla fine, cogliendo gli sguardi di incredulità che stava ricevendo, James buttò le braccia in aria, esasperato, e crollò sul tavolo (evitando accuratamente il suo piatto di uova),
con un borbottio invocò: "Perché nessuno mi crede?"
 
"Perché sei un piccolo mascalzone melodrammatico, a volte," fu la risposta divertita di Teddy, il quale, all'insaputa di James, era appena arrivato al tavolo.
 
Ignorando la sguardo assassino inviatogli da James, scivolò sulla panchina tra James e Matt, facendo sibilare James. Per quanto riguardava gli altri ragazzi, si rivolse loro con un
lieve cenno del capo in direzione James per indicare di chi stava parlando.
 
"Allora, perché ha il broncio oggi?"
 
Se si aspettava una risposta, allora si stava sbagliando parecchio. Gli altri sembravano essere stati colpiti da mutismo dopo che uno studente del settimo anno si era rivolto a loro
in maniera così familiare. O forse, erano distratti dai capelli blu elettrico che Teddy aveva deciso di plasmare quel giorno.
Fu  Daniel a vincere il suo silenzio per primo. "Sostiene che tutta la sua famiglia giocasse a Quidditch per la scuola". L'incantesimo fu spezzato, sia Matt che Michael mormorarono
il loro assenso.
 
Teddy alzò un sopracciglio e si voltò verso James. "Stavi dicendo di nuovo bugie, ragazzo?"
 
James si lasciò sfuggire uno sbuffo indignato e prese a calci la caviglia di Teddy sotto il tavolo. "No! Ho detto che la maggior parte della nostra famiglia ha giocato a Quidditch".
 
Teddy rise dell’apparente irritazione di James e sorrise agli altri ragazzi. "Beh, non potrei dirlo più correttamente di così." Cogliendo i loro sguardi dubbiosi, parlò di nuovo. "Venite,
vi faccio vedere".
 
"Dove stiamo andando?" chiese Michael, camminando a fianco di Teddy.
 
Il ragazzo di solito tranquillo si era ritrovato in qualche modo attratto dal ragazzo più grande, nonostante il suo aspetto iniziale. Anche se nessuno dei due ragazzi lo
avrebbe riconosciuto, Teddy trasudava gran parte della calma di suo padre, e ciò avrebbe sempre attirato la gente a lui, mettendoli più a proprio agio in sua presenza.
E così Teddy stava aiutando Michael a venir fuori dal suo guscio, senza dover fare nulla. Nelle settimane a venire sarebbe nata fra i due una comprensione reciproca, una sorta
di parentela. Sebbene non potessero trascorrere il loro tempo libero insieme, Teddy avrebbe tenuto d’occhio Michael come faceva per James, e Michael, a sua volta, si sarebbe
rivolto a Teddy ogni volta che avrebbe avuto bisogno di un consiglio.
 
"Alla sala dei trofei", rispose il ragazzo più grande con un sorriso disinvolto.
 
"Eurgh, perché?" la risposta scontenta arrivò dall’altro lato di Teddy.
 
"Perché, James," rispose Teddy con meticolosa pazienza, "Pensavo ti piacesse quando ti si da ragione". James, non avendo – apparentemente – risposta a tale logica, rimase
in silenzio.
 
"Non sono ancora sicuro del perché abbiamo bisogno di andare alla stanza dei trofei anche se ...?" sottolineò Matt esitando da dietro il trio, dove stava camminando con Daniel,
che aveva cercato di spiegargli perché i ritratti si muovevano, nel miglior modo in cui un mano di undici anni che aveva appena iniziato la sua istruzione potesse fare.
 
"Ho pensato di mostrarvi la Coppa del Quidditch…" aveva iniziato Teddy, prima che James lo interrompesse.
 
"…In modo che io possa provare la preoccupante frequenza con cui i membri della mia famiglia sono su di esso!" finì con un sorriso arrogante che ricordava molto quello di
suo nonno. "Ora, andiamo!"
 
"... E più di recente, l'anno scolastico '96-97, Grifondoro ha vinto la coppa con mamma, papà e lo zio Ron che giocavano. Quindi, cioè, senza contare cugini e tutti gli altri,
mio ​​nonno, mia mamma, mio ​​papà, gli zii Charlie, Fred, George, Ron e la zia Angelina. Perciò, Io sa…"
 
James si voltò da dove avevano guardato le Coppe di Quidditch con uno sguardo di trionfo sulla faccia, solo per trovare un molto divertito Teddy (che già sapeva tutto quello che
James stava dicendo), e un disinteressato Matt (che stava studiando alcuni scudi in un angolo della stanza), e non Michael e Daniel.
 
"Beh", disse Teddy celando a malapena il suo sorriso, "Sembra che tu avessii ragione, dopo tutto."
 
"Dove sono andati?" chiese James, ignorando la risata silenziosa di Teddy.
 
"Si sono annoiati. E sono andati via. Come avrei fatto io, se posso dirlo..."
Arruffando bonariamente i capelli di James, più per dispiacere di James, Teddy uscì saltellando dalla stanza dicendo che aveva "posti dove andare, gente da vedere."
 
"Beh", sbuffò James per la seconda volta quella mattina.
Per quanto riguarda Matt, lo trovò ancora assorto nel suo studio, come James aveva ipotizzato, di alcuni premi scuola piuttosto poco emozionanti.
 
James si voltò di nuovo verso la sezione Quidditch, ed aveva appena cominciato a perdersi nel nomi familiari, quando la voce di Matt ruppe il silenzio.
 
"Ehi, James, qual è primo nome di tuo padre?"
 
"Harry. Perché?" rispose James, senza molto interesse.
 
"E il suo secondo nome inizia per 'J'?" fu  la risposta, che James non mancò di notare che non rispondeva alla sua domanda.
 
"Sì, ma perché?" chiese, l'interesse suscitato.
 
"Vieni a vedere questo".
 
James si affrettò a raggiungere Matt e guardò lo scudo che indicava. Non era prominente, nascosto tra un paio di scudi simili, che, realizzò James, erano sorprendentemente
pochi dato l'intervallo di tempo che sembravano comprendere.
 
Facendosi più vicino, lesse la scritta su di esso.
 
"Premio Speciale per i Servizi per la Scuola
 
Assegnato al sig J. Harry Potter
 
Nell'anno scolastico del 1992-1993".
 
Gli occhi di James si spalancarono per la sorpresa - il padre di certo non aveva mai detto di aver ricevuto un tale riconoscimento mentre era a scuola.
 
"Questo è il tuo papà, non è vero?" chiese Matt.
 
"Sì ..." ora lo scudo accanto aveva attirato l'attenzione di James. "E quello accanto è stato assegnato al suo migliore amico, mio ​​zio Ron. Per qualsiasi cosa l’abbiano
ottenuto, probabilmente lo hanno fatto insieme, dato che nessun altro ne ha uno ..."
 
"Mi chiedo cosa fosse ..." rifletté Matt.
 
"Hmm," James acconsentì distrattamente, mentre faceva dei calcoli mentali, "Erano solo nel secondo anno quando l’hanno avuto."
 
Matt guardò James, le sopracciglia sollevate. Chiaramente era  molto colpito come anche era.
"E tu sei sicuro che non ti abbia mai detto nulla al riguardo?"
 
"No ..."
 
James aveva fatto scorrere la sua conversazione con Matt nella sua mente tutto il giorno. Era certo che suo padre non aveva mai detto nulla di premi speciali, o dell’aver fatto
niente di particolare merito, oltre al Quidditch, mentre era a scuola.
 
Ma, disse che la piccola voce nella parte posteriore della mente James, non hai sempre pensato che ci fosse qualcosa che non stavano dicendo?
 
Per quanto James aveva cercato di ignorarlo, dovette ammettere la verità della questione. Recentemente, si era ritrovato a chiedersi se ci fosse qualcosa che la sua famiglia
sapeva e lui no. C'erano stati strani accenni che aveva cominciato a cogliere solo quando era cresciuto; il modo che le conversazioni si fermavano appena entrava nella stanza,
il modo in cui la sua famiglia sembrava reagire in modo eccessivo al più semplice degli eventi, gli sguardi che si scambiavano quando qualcosa di apparentemente innocuo
veniva menzionato.
 
Ma James non poteva esserne sicuro.
 
Tirandosi fuori dai suoi pensieri, guardò la lettera a cui stava lavorando. Era, dovette ammettere, un po' difficile concentrarsi quando si era seduti in una delle più comode delle
poltrone nella sala comune, con un fuoco scoppiettante davanti a voi e i vostri tre dormitorio compagni impegnati in una partita agli Scacchi Magici , la prima per due di loro.
 
Cari mamma e papà (e Al e Lily)
 
SONO a Hogwarts! E il cappello mi ha messo a Grifondoro! Naturalmente, sapevo che sarebbe successo, quindi non avrei dovuto esserne troppo sorpreso ;)
 
Condivido il dormitorio con altri tre ragazzi: Daniel Reading, che è l'unico oltre a me che sapeva tutto del mondo dei maghi, Michael Fisher (è un po 'tranquillo, ma lui sembra
andare molto d’accordo con Teddy, quindi speriamo che Teddy lo terra d’occhio) e Matt Foster. Mi trovo veramente bene con Matt - penso che diventeremo grandi amici. Come
papà e zio Ron forse...

 
James fece una pausa, e masticò la punta della sua penna (lui, anche se avrebbe potuto provare, semplicemente non riusciva ad abituarsi ad usare una piuma. Comunque,
utilizzare una penna non era più una cosa così insolita nel Mondo Magico, in quanto, dopo la guerra , i rapporti maghi-babbani avevano fatto grandi progressi). Adesso sarebbe
stato il momento opportuno per chiedere dei premi speciali, ma si sentiva in qualche modo esitante. Suo padre non l'aveva detto, e aveva sempre avuto un buon motivo per fare
qualcosa di discutibile ...
 
Invece, James decise di impiegare un modo più indiretto di avvicinarsi all’argomento.
 
Stamattina Teddy ci ha portato fino alla stanza dei trofei, per mostrarci tutta le Coppe delle Case e del Quidditch. Siamo rimasti piuttosto impressionati nel vedere quanto bene la
nostra famiglia fosse rappresentata - nelle liste della squadra di Quidditch, nella lista dei Capiscuola, nelle liste dei Prefetti...

 
Decise di mettere un punto lì - lasciando che ne facessero ciò che volevano. Guardando l'orologio, James fu sorpreso nel vedere che era molto più tardi di quanto avesse previsto,
e, sapendo di doversi alzare  per lezioni l’indomani, risolse di completare la lettera  e mettersi a letto.
 
Comunque, devo andare a letto, così è tutto per ora.
 
A presto, James.
 
Arrotolando la pergamena James sorrise tra sé. Si sentiva bene sapendo che aveva qualcosa da mandare alla sua famiglia, cominciavano già a mancargli più di quanto avesse
previsto, ed era grato di avere già una parte della famiglia a scuola.

La traduttrice si riserva il diritto di piccole modifiche sintattiche in modo da rendere più scorrevole la lettura.
Per qualunque suggerimento o problema, contattatemi. i link li trovate sulle NdA di BaliBliss.

Grazie,
Jane.

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque. ***


Scusatemi di nuovo per il deplorevolissimo (si dice così? boh! xD) ritardo, ma sono in un periodo in cui sono oberata di impegni.
Casa, lavoro, traduzioni, ripetizioni (a gente più grande di me, e questo mi mette di buon umore LOL) e poi c'è la mia famiglia qui e quindi mi dedico a loro e poi, in fondo, è Estate. :D
Comunque rimedio con la traduzione di questo capitolo enormemente enorme che mi è sembrato più un capitolo di passaggio, anche se James continua a vedere che in tutti gente che lo guarda e ci avviciamo un po' al momento clou.
Devo però avvertirvi, per non lasciare vane speranze, che da questo momento credo che aggiornerò più o meno una volta alla settimana. Solo così riuscirò ad essere regolare con gli aggiornamenti e a non ridurmi all'ultimo minuto e alle ore notturne.
Grazie a chi recensisce e - come avete potuto vedere - rispondo sempre alle recensioni per chiarire ogni dubbio. :D
Vi lascio alla storia, su.
Jane.


Il primo giorno del trimestre il cielo era sereno e luminoso, il tempo era sorprendentemente piacevole per quel periodo dell’anno, e James si svegliò con i rumori del mattino a dargli in benvenuto.
Nonostante fosse andato a letto più tardi di quanto si aspettasse, il più giovane dei Potter non riuscì a rimettersi a letto a dormire, così si alzò e si rannicchiò vicino a una delle finestre dei dormitori a guardare l’alba.
Mentre  il cielo finalmente sfumava da un rosa polveroso a un azzurro chiaro, studiò il miscuglio di emozioni che lo avevano tenuto sveglio. Era eccitato naturalmente, ma l’eccitazione era contrastata dai nervi saldi, e la sensazione di disagio che non l’aveva ancora lasciato dal commento di Matt su suo padre, il giorno prima.
 
Bene, decise, non starò meglio a star seduto qui senza fare niente.
 
Trascinandosi via dalla finestra, si vestì silenziosamente per non svegliare gli altri, afferrò la sua borsa e, dopo averci riflettuto un po', la Mappa.
Fu solo quando era già sceso nella Sala Comune che realizzò che non aveva alcuna idea di cosa avrebbe fatto per due ore fino a quando tutti gli altri non si fossero svegliati. Comunque, una volta raggiunta la Sala Comune, fu sorpreso di scoprire che non era il solo sveglio.
 
Una ragazza alta e magra era seduta rannicchiata in uno dei divani accanto al caminetto ormai vuoto. Mentre stava leggendo, James pensava che sarebbe stata notevolmente anonima se non fosse per i capelli. Erano stati tagliati in una specie di caschetto mosso, ed erano, osservò, rossi. Non rosso Weasley, proprio rosso, il tipo di rosso che un incantesimo Cambiacolore non avrebbe mai potuto sperare di replicare. O è  una Metamorfomagus, pensò, o ha molta familiarità con le tinture per capelli Babbane.
Non appena entrò nella stanza vera e propria, il suo piede urtò il bordo di un tavolo e il rumore solitamente silenzioso echeggiò nella stanza come un tuono.
La ragazza guardò sopra il suo libro e, notando il suo arrivo, lo chiuse.
 
“Ciao,” disse a James con un sorriso amichevole. Lui notò distrattamente che il libro sembrava essere una nuova copia de Le Fiabe di Beda il Brado. “Non riuscivi a dormire nemmeno tu?”
James, essendo stato preso alla sprovvista, fece una sorta di grugnito non impegnativo che avrebbe potuto essere preso come affermazione.
Apparentemente così fece la ragazza, perché la sua precedente domanda fu seguita immediatamente da un'altra.
“Volevi  sederti insieme a me?”
"No!" rispose James più forzatamente di quanto richiesto, cogliendo entrambi di sorpresa.
Qualcosa dello sguardo fisso della ragazza lo rendeva nervoso, qualcosa del modo in cui sembrava che stesse esaminando tutto ciò sui cui cadeva il suo sguardo, compreso, in questo caso, lo stesso James. "Cioè, no, grazie stavo andando a.. Ehm.. " gettò i suoi occhi intorno disperatamente, posandoli alla fine su di un pezzo di pergamena abbandonato, che gli ricordava la lettera che aveva scritto, ed era attualmente in qualche parte nella sua borsa in attesa di essere spedita. "Alla Guferia."
Guardando di nuovo la ragazza le offrì un sorriso di scuse, ma lei fece spallucce, per  niente turbata dallo strano comportamento di James, e tornò al suo libro.
Così James, non essendosi lasciato possibilità, fu obbligato a uscire dalla Sala Comune e dirigersi alla Guferia, tutto prima delle sei del mattino.
Mentre iniziava il suo secondo giro di toast, James rifletteva sulla fortunata decisione di portare la Mappa con sé. La Guferia non era stata facile da trovare come aveva previsto, e provare a trovare la strada per la Sala Grande era stato particolarmente difficile per via delle scale che si muovevano con entusiasmo – e confusamente – come prima cosa la mattina.
Comunque, significava che aveva potuto spedire la sua lettera molto prima del previsto. Avrebbe potuto, realizzò, persino ricevere una risposta al più presto l’indomani mattina, se il suo nuovo gufo, Horatio, era veloce come  gli aveva promesso l’uomo all’Emporio del Gufo.
James fu risvegliato dalle sue fantasticherie quando Matt si gettò accanto a lui e afferrò un toast.

“Dov’eri stamattina?” Ci abbiamo messo secoli a trovare la Sala senza di te…” si lamentò non appena Michael e Daniel si sedettero di fronte a loro, profondamente immersi in qualsiasi cosa di cui stessero parlando mentre, seppure in modo sottile, lanciavano a James occhiate furtive.
Ignorando il comportamento degli altri ragazzi, James si rivolse a Matt.
"Mi sono svegliato presto, e non riuscivo a tornare a dormire. Sono sicuro che non è stato così difficile trovare la Sala".
A giudicare dallo sguardo di Matt, lo era. Ma fu esonerato dal dire qualcosa poichè il professor Paciock aveva raggiunto i ragazzi ed era in procinto di distribuire gli orari delle lezioni.
Prendendo quello di James gli fece un gran sorriso, che James ricambiò velocemente fin quando il professore non se ne uscì con un commento appuntito. “Niente guai ancora, James?”
“Naturalmente no, Ne.. ehm.. Professor Paciock!” rispose James, offeso.
"Non sarà a lungo così però, conoscendoti."
James ritornò al suo toast e provò ad accigliarsi rabbiosamente verso di lui ma, conoscendo la validità del commento del professore, non ci riuscì.
Ficcandosi in bocca l’ultimo pezzo, diede uno sguardo verso Matt e stese il suo orario sul tavolo.
“Quindi..” disse, scorrendo col dito la colonna del Lunedì, “..Sembra che stamattina avremo Trasfigurazione con i Serpeverde, dopo Incantesimi con i Tassorosso e dopo, di pomeriggio,  doppia ora di Erbologia di nuovo con I Serpeverde.”

 
"Hmm," rispose Matt, senza alzare lo sguardo. Chiaramente, non era un tipo mattiniero.

James e Matt arrivarono puntuali, se non leggermente in anticipo, per Trasfigurazione. James lo avrebbe  attribuito con felicità alle sue capacità di orientamento ma, in realtà, avevano lasciato presto la colazione per passare a prendere I libri e trovare la strada.
E cosi i ragazzi poterono scegliere un buon banco – al centro, vicino – ma non troppo – al davanti della classe.
Chiacchierarono felicemente mentre il resto della classe si riempiva gradualmente fino a quando stavano aspettando solo la professoressa Moneypenny.
Quando arrivò tutti i Grifondoro del primo anno immediatamente si fecero silenziosi, ma i Serpeverde, aspettandosi forse un qualche trattamento speciale, continuarono a parlare.
Perciò, la professoressa Moneypenny annunciò l’inizio della sua carriera da insegnante con un “Dieci punti in meno a Serpeverde. E saranno di più se continuate a parlare.”
James e Matt si scambiarono un’occhiata, le sopracciglia alzate. James era impressionato; suo padre l’aveva avvertito che alcuni professori potevano essere un po’ prevenuti e, di sicuro, aveva sentito abbastanza sul vecchio Capocasa di Serpeverde di quando i suoi genitori erano stati a scuola.
Scoprirono presto, comunque, che la professoressa Moneypenny non era come Piton e nemmeno come Lumacorno. Sembrava che non avesse favoriti o, almeno, dovevi lavorare sodo per divenatare un favorito.
Era anche un’insegnante pratica. Al contrario della McGranitt, la Moneypenny credeva che il migliori metodo d’insegnamento era un approccio pratico.
E così iniziò immediatamente la lezione mettendo in coppia gli studenti, così che potessero lavorare per trasformare un fiammifero in un ago.
Matt fu felice di scoprire che era stato messo in coppia con Michael e immediatamente girò la sedia facendo balenare un sorriso per il ragazzo tranquillo.
"James Potter, tu sarai in coppia con Ali Tennison."
James alzò lo sguardo non appena fu chiamato, e girò la sedia per vedere con chi era stato messo in coppia, solo per essere soddisfatto da uno sguardo familiare.
Venne fuori che Ali era una strega Nata-Babbana, con un pesante senso dell’umorismo, e più stranezze di quante James avrebbe mai immaginato possibile. Scopri anche che si andava presto oltre il suo insolito modo di guardare il mondo e che, come per Matt, gli piaceva davvero la sua compagnia.
Comunque, non appena uscirono dall’aula di Trasfigurazione, ridendo istericamente per un aneddoto di Ali su uno dei più strani casi di magia fra i minorenni, dovette riconoscere il fatto che nessuno dei due aveva mostrato nessun segno di un prematuro talento in Trasfigurazione. I loro fiammiferi si erano ostinatamente rifiutati di diventare qualcos’altro che non fosse un fiammifero.
Matt, al contrario, era colmo di eccitazione quando lo incontrarono nel corridoio fuori dall’aula.
"Avete visto?" chiese, come se fosse un saluto.
James sorrise di buon cuore e gli diede una pacca sulla schiena. Dopotutto, aveva visto, proprio come tutti gli altri nella classe.  Matt era stato il primo a trasformare il suo fiammifero in un ago passabile, cosa  che la professoressa Moneypenny non si era la sciata sfuggire. Matt sembrava sulla buona strana per diventare l’alunno preferito della professoressa e nel frattempo aveva guadagnato venti punti per Grifondoro.
I tre proseguirono in un silenzio piacevole, dirigendosi in quella che speravano fosse la strada per l’aula di Incantesimi.
Alla fine, Ali fu quella che ruppe il silenzio. "Qualcuno di voi due sa dove stiamo andando?" chiese con un evidente umorismo nella voce. Entrambi i ragazzi si girarono speranzosi verso di lei, ma lei fu veloce a infrangere le loro speranze. "Perché, di sicuro, io non lo so."
 
Ci fu un momento difficile in cui si guardarono l’un l’altro, prima che Matt si rivolgesse a James. "Cosa stavi dicendo prima su un master in orientamento o qualcosa del genere?"
James guardò accigliato il suo amico e si girò verso il corridoio con la vaga speranza che un qualche segno apparisse per guidarli per la loro strada, solo per ritrovarsi faccia a faccia con Teddy.
Teddy alzò un sopracciglio e chiese, alquanto diretto, "Persi?"
Con l’aiuto di Teddy trovarono la strada per Incantesimi giusto in tempo. Quando raggiunsero l’aula furono salutati da un sorridente professor Vitious, che li accompagnò in classe dopo aver ringraziato Teddy per aver mostrato loro la strada.
Guardandosi intorno, scoprirono che i soli posti liberi erano in tavolo vuoto a parte che per una ragazza. Mentre prendevano i loro posti, James si sedette accanto alla ragazza riconoscendola un attimo dopo, troppo tardi.
Lei si girò verso di lui, un largo sorriso a dividerle in due la faccia, e aprì la bocca per dire qualcosa che James era sicuro sarebbe stato altamente imbarazzante, ma, ancora una volta, fu salvato dal professor Vitious. Voltandosi verso il professore, spostandosi  inconsciamente il più lontano possibile da Emily, si appoggiò sulla mano, e cercò di ignorare l’implacabile maniera in cui lo studiava.
Sfortunatamente, il discorso di Vitious finì troppo presto, e mise la classe al lavoro nei loro tavoli a definire e spiegare che cosa avevano capito dello studio di Incantesimi.
Cogliendo al volo l’opportunità, Emily aprì la bocca. "Così, James – ti chiami così, vero?" James semplicemente annuì debolmente, sopraffatto dal suo entusiasmo. "E’ bello aver avuto un altra opportunità per parlare, non pensi? Devo dirlo, sono stata abbastastanza delusa quando non siamo stati messi nelle stessa Casa ma, ehi, cosa possiamo farci?"
James continuò a fissarla con sguardo assente, distogliendo lo sguardo solo quando lei gli diede un colpetto al gomito, e anche allora, guardò semplicemente il suddetto gomito.
Questo, però, era evidentemente troppo da sopportare per Ali e Matt e si lasciarono andare alle risatine che avevano, fino ad allora, represso con successo.
Notandolo, Emily si girò verso di loro. "Non so cosa pensiate sia così divertente", cominciò, "ma stiamo cercando di avere una conversazione seria qui". E si voltò di nuovo verso  James, con quello che sembrava sospettosamente un battito di ciglia.
L’uso del 'noi', però, era evidentemente troppo per Matt da sopportare e si lasciò andare a risate isteriche. Nonostante la risata del suo compagno, Ali riacquistò la sua compostezza, e in una maniera per cui James gli sarebbe stato per sempre grato, si inserì nella conversazione.
"Oh, sono terribilmente dispiaciuta di avervi interrotto…" dichiarò, la voce così piena di sarcasmo che Emily la guardò come se avesse ricevuto uno schiaffo, ".. ma vorrei proprio andare avanti con il lavoro.”

Chiaramente divisa tra pugnalare Ali ed effettivamente dire qualcosa, Emily restò con la bocca aperta e gli occhi semi-chiusi. Perse anche, in qualche modo, l’occhiolino degno di un palcoscenico che Ali balenò a James. Alla fine, Emily chiuse la bocca, e si chinò a sussurrare all'orecchio di James.
"Non ti preoccupare, finiremo questa conversazione più tardi. In privato".

La ragazza aveva già intimidito James, ma l'intenzione dietro le sue parole fece deglutire l’undicenne in preda ad un terrore abietto, e allargò gli occhi in preda al panico guardando Ali.
Ali, tuttavia, cedette nuovamente alle sue crescenti risatine e lasciò James a provvedere a se stesso. 

La traduttrice si riserva il diritto di piccole modifiche sintattiche in modo da rendere più scorrevole la lettura. 
Per qualunque suggerimento o problema, contattatemi. i link li trovate sulle NdA di BaliBliss.

Grazie,
Jane.


(in particolare, in questo capitolo ho liberamente tradotto "ginger" con "rosso weasley" perchè è impossibile rendere in italiano la differenza tra red hair e ginger hair.)

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