Polvere incantata

di hinata 92
(/viewuser.php?uid=56474)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una missione senza nome! Un'arma ignara cammina per la città? ***
Capitolo 2: *** Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma? ***
Capitolo 3: *** Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro sono destinati o è solo un caso? ***
Capitolo 4: *** I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino? ***
Capitolo 5: *** Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty, Ragnarok e Chrona? ***
Capitolo 6: *** La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain? ***
Capitolo 7: *** Minaccia color cremisi! Nuovi avversari per Lucy e Simon? ***
Capitolo 8: *** Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso? ***
Capitolo 9: *** La caverna delle illusioni! Organizziamo la festa di compleanno di Lord Shinigami? ***
Capitolo 10: *** Grandi ritorni! C'è un kishin sotto il letto di Kid? ***
Capitolo 11: *** La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale? ***
Capitolo 12: *** Discesa nell'incubo! Ma perchè non scrivi in modo chiaro? ***
Capitolo 13: *** Faccia a faccia con il demone! Due parole che pesano come macigni? ***
Capitolo 14: *** Lotta silenziosa! Perchè non accetti il nostro aiuto? ***
Capitolo 15: *** Decisioni difficili! Ricordi tuoi o sogni miei? ***
Capitolo 16: *** Una folle promessa! Perchè lo fai? ***
Capitolo 17: *** L'infallibile sguardo di Maka! Ma perchè non cambiamo indirizzo? ***
Capitolo 18: *** Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino? ***
Capitolo 19: *** L'ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita? ***
Capitolo 20: *** Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi? ***
Capitolo 21: *** Di generazione in generazione! Apriamo la seconda busta? ***
Capitolo 22: *** Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta questa gente lo si può ancora definire deserto? ***
Capitolo 23: *** Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce? ***
Capitolo 24: *** Ansia più o meno celata! Indovina o veggente? ***
Capitolo 25: *** Stavolta so come devo comportarmi! Siamo vittima di nobili fregature? ***
Capitolo 26: *** Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni disgrazia? ***
Capitolo 27: *** Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa di Simon? ***
Capitolo 28: *** L'ultima goccia di follia! Un destino peggiore della morte? ***
Capitolo 29: *** Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una storia? ***
Capitolo 30: *** Capitolo extra: Dietro le quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa in più? ***



Capitolo 1
*** Una missione senza nome! Un'arma ignara cammina per la città? ***


Una missione senza nome

Una missione senza nome! Un’arma ignara cammina per la città?

 

« Tutto questo è veramente troppo poco figo! »

« Soul, cos’hai da lamentarti? Salvare una damigella in difficoltà non è abbastanza figo? »

Soul sbuffò: « Non è la missione a preoccuparmi… »

Maka gli sorrise:« E allora cosa c’è che non va? Non è da te lamentarti in questo modo!»

Soul esplose:« È che non mi va di andarci con questi due!!! Cos’è, Shinigami crede che da soli non possiamo farcela? »

Tsubaki sorrise imbarazzata, mentre Black Star gridò:« Tranquilli!! Con me in squadra il successo è assicurato!! »

Soul sospirò:« Come no, l’abbiamo in cassaforte… »

I due ragazzi cercarono di accapigliarsi, nonostante l’impegno di Tsubaki nel dividerli. Maka invece non ci fece molto caso; ripensava ancora al colloquio avuto con Shinigami e alla strana missione che era stata loro affidata.

 

 

 

« Cosa? Niente uova di Kishin??? E che razza di missione è??? »

« Una missione speciale! Potremmo chiamarla “Salva la principessa” o “Reclutamento nuovi studenti”… o hai idee migliori? »

« Lord Shinigami, non credo che fosse quello il problema… »

« Lo so, Maka, lo so… ma, Soul, devi capire che nella vita non c’è solo da dare la caccia ai demoni! Non vuoi dare una mano a una tua collega arma in difficoltà? »

« Ma se è un’arma, cosa ci fa in una città umana che non sa nemmeno dell’esistenza della Shibusen? È in missione? Continuo a non capire… »

Shinigami si voltò verso lo specchio e fece un elegante cenno con la mano. Il riflesso nel vetro tremò fino a cambiare aspetto e a mostrare una cittadina tranquilla, senza la minima traccia di Kishin. Per le strade camminava molta gente, ma la visuale si soffermò su un gruppo di ragazze in particolare.

« Il nostro obiettivo è lì in mezzo? Mi sembrano tutte troppo giovani per essersi già diplomate alla Shibusen! »

« Soul, posso chiederti una cosa? »

Il ragazzo lo guardò perplesso, ma annuì.

« A quanti anni hai scoperto di essere un’arma? Quando ti sei trasformato in falce per la prima volta? »

Soul ci pensò un po’ su:« Non ricordo di preciso, ma dovevo essere piccolo… »

« E perché lo hai fatto? »

« Come perché? Vedevo i miei familiari che lo facevano e ci ho provato anch’io! »

« E se non ci fosse stata nessuna arma intorno a te? »

Un silenzio imbarazzato scese nella stanza. Si potevano udire distintamente i respiri dei due ragazzi.

« Facciamo un gioco, Soul: immagina di essere cresciuto in una famiglia di normali esseri umani, che nulla sanno di noi e dei Kishin. Una famiglia felice, che vive in un ambiente sicuro, ma che non immagina nemmeno lontanamente le tue possibilità. Se nessuno ti avesse detto che eri un’arma, se nessuno ti avesse mostrato come trasformarti, ci avresti mai provato? »

« Io… io non lo so… forse se mi fossi trovato in pericolo… o se avessi dovuto difendere qualcuno… »

Shinigami sbatté le mani soddisfatto:« È questo il punto! Voi armi avete l’esigenza innata di proteggere qualcuno! È la vostra natura, non potete non farlo! Anche la ragazza che vi ho chiesto di rintracciare ha questo istinto e più passa il tempo, più questo diventa forte… e pericoloso! »

Maka chiese:« Cosa c’è di pericoloso nel voler proteggere qualcuno? »

Shinigami sospirò:« Implica il dover stare vicino a chi si vuole proteggere… solo che lei, inconsapevolmente, sta mettendo in pericolo chi le sta vicino invece di curarsene! »

Il rettore della scuola si voltò verso i ragazzi e li fissò dritto negli occhi:« Puoi anche non sapere qual è la tua vera natura, puoi ignorarla, fingere che non esista… ma non puoi ingannare la lunghezza d’onda della tua anima… e i Kishin! »

 

 

 

Un brusco rumore distrasse Maka dai suoi pensieri: i due ragazzi si stavano picchiando mentre un’imbarazzata Tsubaki tentava invano di dividerli. Poco dopo Black Star, con un visibile bernoccolo in testa provocato da un repentino e inevitabile Maka Chop, ricapitolò:« Vediamo se ho capito bene: c’è una ragazza che vive in una città di esseri umani che non sa di essere un’arma e che sta per essere attaccata da un uovo di Kishin… »

Tsubaki finì la frase del compagno:« …e il nostro compito è quello di proteggerla e di portarla alla Shibusen! »

Soul, massaggiandosi il bernoccolo provocato dalla sua maestra d’armi, si chiese:« Ok, ma io ancora non capisco che c’entriate voi due… »

« Ovvio! Con le mie innate capacità sistemerò l’uovo di Kishin in un secondo mentre vi occuperete della ragazza! »

« Veramente ho sentito da Lord Shinigami che contava sul buon cuore di Tsubaki per avvicinarla… »

« E allora io cosa ci faccio qui? »

Maka fece l’occhiolino: « Probabilmente Lord Shinigami avrà pensato che lasciarti da solo alla Shibusen ad allenarti avrebbe portato alla distruzione della scuola… »

Tutti risero, tranne ovviamente Black Star, mentre varcavano l’ingresso del paese dove si trovava il loro obiettivo.

 

4242564

Il riflesso nel vetro tremò fino ad assumere l’aspetto familiare della maschera di Shinigami:« Ehi ragazzi!!! Vedo che siete arrivati a destinazione! E in perfetto orario, che bravi! »

Maka imbarazzata cominciò a chiedere:« Avremmo solo un piccolo problema… »

Soul s’intromise:« Non ci ha detto il nome della ragazza, né il suo aspetto né nessun’altra caratteristica!!! Come la riconosciamo??? »

« Potreste controllare la lunghezza d’onda della sua anima, ma sembra che oggi siate fortunati… è proprio dietro di voi!!! »

Il gruppo si girò con le bocche aperte dallo stupore, mentre Shinigami salutava e chiudeva la comunicazione. Alle loro spalle una ragazza era china a medicare un bambino dal ginocchio sbucciato.

 

« Quante volte ti ho detto di non fare evoluzioni con lo skate? È pericoloso… »

« Ma devo allenarmi!!! Devo battere il campione mondiale di skateboard! Un giorno ci riuscirò, vedrai! »

« E chi sarebbe questo talento? »

« So solo che si chiama Death The Kid… spero un giorno di poterlo incontrare… »

La ragazza sorrise:« Che razza di nome! Ti prometto comunque che se dovessi incrociarlo gli chiederò l’autografo! »

« Promesso? »

« Promesso! »

« Giurin giurello? »

« Giurin giurello! Ma ora fila a casa, che il tuo ginocchio è quasi come nuovo! »

« Grazie! A presto, Lucy! »

Lucy lo salutò con la mano, mentre i suoi occhi verde smeraldo lo seguivano un po’ ansiosi nelle sue acrobazie con lo skate. Aveva i capelli neri, di una tonalità che si avvicinava all’ebano, legati in una lunga treccia che le ricadeva sulle spalle. A vederla non le si poteva dare più di undici anni, soprattutto nel vederla lì, immobile: aveva tutta l’aria di una bambina piccola e indifesa; solo lo sguardo, adulto e consapevole, sembrava tradire la sua adolescenza.

 

« Ok, l’abbiamo trovata. E adesso? »

Black Star esclamò:« Come sarebbe:” e adesso”? La prendiamo e la portiamo alla Shibusen, ovvio! »

Soul esclamò:« E come conti di fare? La vuoi rapire? Oppure la vuoi avvicinare e dirle:”Ciao, scusa, ma devi venire con noi perché c’è un mostro che ti vuole uccidere”?»

« Io pensavo alla seconda… »

« Cretino, se le dicessi così come minimo ti manda al manicomio… »

« E se provassimo a farle delle avances? Col mio fascino di sicuro cadrà ai miei piedi in men che non si dica e ascolterà tutto quello che abbiamo da dirle… dopo tutto sono o no una divinità? »

« E questa volta chiama qualcuno e ti fa arrestare per molestie! E, fra parentesi, no, non sei una divinità! »

Black Star alzò un pugno:« Prova a ripeterlo se hai il coraggio! »

Soul trasformò il suo braccio in una lama:« Tutte le volte che vuoi! »

Maka intervenne:« Volete un altro Maka Chop tutti e due? Siamo in missione, ve lo ricordate? »

« Non ti intromettere, è una questione che non ti riguarda! »

 

« Scusa, ti è caduto questo… è tuo, vero? »

« Oh, grazie! Stavo curando quel bambino e non me ne sono accorta! »

Lucy prese il portapenne dalle mani della sua interlocutrice, che le rispose:« Figurati! Sono qui solo di passaggio… mi chiamo Tsubaki, e tu? »

« Io sono Lucy, piacere di conoscerti! Sei qui da sola? »

« Oh no, sono qui con alcuni amici… »

La ragazza indicò il trio alle loro spalle, che stava ammirando la scena con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati, in una posizione decisamente poco adatta per una presentazione. Nel tempo in cui loro avevano discusso, Tsubaki aveva già fatto tutto!!!

Lucy salutò da lontano e chiese:« Strano, se ne vede poca di gente di passaggio da queste parti… cosa dovete fare? Se non sono troppo invadente… »

« Stavamo cercando te, Lucy… »

La ragazza si voltò verso Maka e balbettò:« M-me? E perché? Io non vi conosco! »

« È vero, nemmeno noi ti conosciamo, ma sappiamo una cosa su di te che crediamo sia giusto che conosca anche tu… »

Lucy indietreggiò spaventata. Quei discorsi così strani la spaventavano, ma ancora di più era un’altra la sensazione che la opprimeva. Da qualche parte nel suo cuore lo sapeva, se quei strani ragazzi avessero finito il loro discorso niente sarebbe stato più come prima.

« Hai mai sentito parlare prima della Shibusen? O di Shinigami? O dei Kishin? »

All’ultima parola gli occhi di Lucy si sbarrarono. Ricordi quasi dimenticati le tornarono alla mente, come una pugnalata nel petto.

« Sono i mostri… quelli che hanno ucciso i miei genitori… »

Il gruppo si zittì. Non si aspettavano questa risposta.

 

« Non ricordo quasi nulla, avevo due anni… ma dopo aver ucciso i miei quel…quel demone continuava a cercarmi… non mi trovava ma sapeva che ero lì… continuava a cercarmi e non mi trovava… alla fine se ne andò, ma non riesco a togliermi dalla mente il suo sguardo… e le sue ultime parole… »

Lucy stette in silenzio per qualche secondo, come a cercare il coraggio per ripetere la frase.

« Tornerò, piccola arma, tornerò… quando la tua anima sarà abbastanza forte per trovarti… e sarai mia! SARAI MIA!!!! »

 

Una lacrima, una sola, scese dagli occhi di Lucy, che riprese il controllo su di sé:« E allora? Cosa volete da me? »

Maka, cercando di essere il più delicata possibile, continuò il suo discorso:« Hai ragione, i kishin sono dei mostri… ma noi veniamo da una scuola speciale, dove ci insegnano a combatterli e a sconfiggerli… per evitare che quello che è successo a te capiti a molta altra gente! »

Lucy la guardò perplessa:« Non ne ho mai sentito parlare… »

Tsubaki le sorrise:« È una scuola per persone speciali, molto speciali; come noi… e come te! »

« Me? »

Soul intervenne:« Alla Shibusen ci sono due tipi di alunni: i maestri, ragazzi che imparano a combattere facendo squadra con altri dotati di poteri… »

Lucy l’interruppe:« Poteri? Quali poteri? »

Soul sorrise e a un cenno di Maka si trasformò in falce. Lucy gridò.

« È… DIVENTATO UNA LAMA!!! »

Anche Tsubaki si trasformò, causando quasi un infarto alla malcapitata. Lucy ansimava rumorosamente, la sorpresa le faceva mancare il fiato.

« Perché… perché mi state dicendo tutto questo? »

« Potresti farlo anche tu, se solo lo volessi. »

Lucy scosse la testa:« NO! Non è vero! Mi state prendendo in giro! »

Tsubaki sospirò: la reazione era prevedibile. Tornò in forma umana per cercare di rassicurarla, ma Lucy indietreggiò.

 

Improvvisamente Black Star avanzò verso di lei e la prese per il bavero:« Secondo te ci stiamo inventando tutto? Allora rispondi a questo: le persone come Tsubaki e Soul vengono chiamate armi… ricordi come ti ha chiamato quel kishin quella notte? L’hai detto tu poco fa… »

Lucy sbarrò gli occhi. Per tanti anni si era chiesta cosa significassero quelle parole e ora… ora che forse aveva una risposta…

« Senti, finiremo di discuterne dopo! Adesso è meglio allontanarsi, perché dovrebbe arrivare fra poco… »

 

Un boato interruppe le parole di Soul. Al fondo della via, ora coperta dalla polvere, una imponente figura in controluce si stagliava sullo sfondo.

Soul imprecò:« Cacchio, è in anticipo! Perché non prendono mai appuntamento questi kishin? »

Il demone ridacchiò con voce stridula:« Dove sei? Dove sei? Te l’avevo promesso, sono tornato a prenderti! E adesso sei mia. SEI MIA!!!! »

Lucy cadde a terra, con il volto sconvolto dal terrore. Tsubaki si chinò su di lei per soccorrerla e lo udì. Poco più di un sussurro, ma lo udì.

 

« È lui. Stavolta mi ha trovata. »

 

 

Soul:« Cacchio, questa non ci voleva! Proprio adesso che l’avevamo quasi convinta!»

Maka:« Non importa,ora dobbiamo solo combattere… a proposito, non doveva esserci anche Kid con noi oggi? »

Soul:« Doveva, ma poi mentre usciva di casa ha notato che le piastrelle dell’ingresso non erano perfettamente simmetriche ed è entrato in un’altra delle sue crisi depressive… Liz e Patty stanno ancora cercando di tirarlo su dal pavimento… »

Maka:« Allora dovremo arrangiarci da soli! »

Black Star:« Non preoccupatevi! Ci penserà la vostra divinità a salvarvi! »

Soul:« … »

Maka:« … non ti basta un Maka Chop a capitolo? Devi proprio andarteli a cercare??? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 2 capitolo: Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma?

 

Maka:« Ti mieterò l’anima! »

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!!! È la mia prima fic su soul eater e vi avverto anche che sarà mooolto lunga… devo recuperare un anno di astinenza dalla scrittura! Per chi già mi conosce come autrice forse si sarà stupito della mia lunga assenza ma dovevo affrontare la maturità e ho preferito concentrarmi solo su quello… tranquilli però, perché ho intenzione di recuperare alla grande con questa e con altre storie! Spero di vedere presto i vostri commenti!!!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma? ***


Chiudiamo i conti con il passato

Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma?

 

« È lui. Stavolta mi ha trovata. »

 

Tsubaki trasalì:« È quello di cui parlavi prima? Quello che… »

« Quello che uccise i miei genitori. E ora è venuto a finire l’opera. »

Black Star gridò Tsubaki, cosa fai ? Vieni qui, abbiamo da fare! »

La ragazza sospirò:« Abbi pazienza, devo andare. Tu resta qui e ti prometto che non correrai alcun pericolo, ok? »

 

Lucy rimase immobile, respirando appena, mentre gli altri si preparavano a combattere. Soul si trasformò in una falce, mentre Tsubaki divenne una coppia di lame legata da una catena. Non riusciva ad alzare di nuovo lo sguardo sul mostro, non ne aveva bisogno, lo ricordava benissimo: un uomo dallo sguardo sbarrato di belva feroce e dalla risata da pazzo, con i capelli bianchi e vestito solo con un paio di pantaloni rosso mattone. Ma erano i denti a farle paura: zanne da lupo spuntavano dalla sua bocca, mentre un rivolo di saliva scendeva a terra.

 

Maka gli corse incontro brandendo Soul. L’uovo di kishin era magro e agile e schivava i suoi colpi quasi stesse danzando. Black Star andò a darle a manforte urlando, ma venne scaraventato via come fosse un fuscello. Il ragazzo si rimise in piedi e si precipitò nuovamente contro l’avversario, ma questo, improvvisamente, ruotò la testa di 180 gradi e cercò di morderlo. Tsubaki divenne prontamente una bomba fumogena e Black Star riuscì a schivare il colpo.

 

« Lucy? Lucy? Dove… sei? »

 

Il bambino che prima era stato curato da Lucy era tornato indietro e ora si trovava proprio di fronte all’uovo di kishin. Maka si accorse dell’imminente pericolo e con un balzo riuscì ad afferrare l’ultimo arrivato e a spingerlo indietro.

 

« COSA CI FAI ANCORA QUI? VA’ VIA!!! È PERICOLOSO! »

Lucy gridò, con tutta la voce che aveva in corpo. Adorava quel bambino, adorava tutti i bambini. Loro l’avevano salvata quando anche la sua famiglia adottiva l’aveva abbandonata, quando si era diffusa la voce che lei era maledetta perchè un mostro la perseguitava. Non avrebbe mai potuto dimenticare la piccola folla del paese che le veniva incontro per dirle che non era rimasta sola. Tutti  i bambini del villaggio con cui aveva sempre giocato le dissero che l’avrebbero adottata loro. Era sempre stata loro grata della generosità di quella povera gente e di tutti quei piccoli birbanti, che gliene combinavano di tutti i colori. No, non poteva essere lei a distruggere tutto: era per lei che quel mostro era giunto lì e non se ne sarebbe andato prima di aver divorato chiunque fosse presente in quel villaggio.

Lei li voleva proteggere, ma non era in grado di fare altro che stare seduta a terra a piangere.

 

Black Star fece un volo che lo mandò a sbattere contro un muro, facendogli perdere i sensi insieme a Tsubaki. Maka riuscì ad allontanare il bambino, ma quell’attimo di distrazione fu fatale: l’uovo di kishin le si avventò addosso e lei istintivamente si parò con Soul. I denti del demone affondarono nella lama della falce e pochi istanti dopo Soul era a terra, nuovamente in forma umana. La vecchia ferita del combattimento contro Chrona si era riaperta e sanguinava copiosamente. Maka gridò con la sua arma. Non poteva più muoversi, tantomeno combattere.

Maka credeva che fosse finita, ma mentre il kishin si avvicinava sempre di più, una voce familiare gridò:« EHI!!! CREDI CHE SIA COSI’ SEMPLICE BATTERE UNA DIVINITA’? FATTI SOTTO, LICANTROPO MAL RIUSCITO!!! »

 

Maka non se ne accorse, ma qualcuno dietro di lei prese Soul e lo trascinò faticosamente in un angolo, al riparo. Nonostante la forte emorragia, il ragazzo riuscì a vedere la sua salvatrice:« Lucy? »

« Sssshh, stai fermo, cerco di curarti! Ho solo i cerotti per i bambini e l’acqua ossigenata, però… »

« Allora andiamo bene! Uffa, questa situazione è veramente troppo poco figa!!! »

« Perdonami, è colpa mia… »

« Tu non c’entri niente, Lucy! »

« Lui è qui per me. »

« Lui viene per chiunque abbia un’anima abbastanza forte per nutrirlo. »

« Voi non potete fare nulla per combatterlo? »

« Black Star e Tsubaki sì, ma Maka non può fare nulla senza un’arma… »

 

« Ci sono ancora io… »

 

Soul la guardò stupita, ma Lucy continuò:« Lei ha protetto quel bambino, quindi le devo un favore… avete detto che sono un’arma no? Come faccio a trasformarmi? »

« Non…non so spiegartelo così, in due parole… è una cosa d’istinto! »

« Il mio istinto non funziona, sennò a quest’ora mi sarei già trasformata… mi devi aiutare, Soul! »

« Non sappiamo nemmeno in che cosa ti puoi trasformare! »

« Cosa le servirebbe? Con cosa si trova meglio? »

« Lei è una maestra della falce, ma… »

Lucy si alzò in piedi. Sentiva il sangue ribollirle sotto la pelle.

« Avanti Soul, spiegami come fai a diventare una falce! »

Il ragazzo sospirò scuotendo il capo:« Se proprio ne sei convinta… chiudi gli occhi! »

Lucy ubbidì.

« Per diventare una falce… devi rendere il braccio sottile e affilato… »

La ragazza allungò lateralmente il braccio destro, che lentamente tremolò e iniziò ad assumere un’altra forma.

« Di più, di più… ancora un po’…così, brava, ci sei quasi… »

 

 

Black Star attaccò ancora. La catena di Tsubaki si avvolse attorno al braccio del mostro e il ragazzo lo tirò a sé per rifilargli un bel pugno in faccia. Sull’occhio dell’uovo del kishin apparve un livido mentre Black Star commentò:« Ho sbagliato mira, volevo fargli saltare qualche dente… »

 

 

« Ok, adesso respira profondamente e tieni il corpo rigido…ancora, ancora… devi pensare di essere un bastone… »

 

 

Il kishin barcollò e Maka ne approfittò per fargli uno sgambetto. Il demone effettivamente cadde, ma dal pavimento si trovò in una posizione privilegiata per poter afferrare una gamba di Black Star e trascinarlo con lui. Il ragazzo si ribellò, Tsubaki tentò di cambiare forma ma il mostro strinse il manico di una delle lame così forte che la ragazza si sentì soffocare e fu quasi su punto di svenire. Maka guardava inerme: la sua forza fisica non poteva competere con quella del kishin e senza Soul…

 

 

« MAKA, PRENDILA!!! »

La ragazza si voltò di scatto. Soul, da coricato, le aveva lanciato qualcosa che lei afferrò senza neanche guardare cosa fosse. Solo quando l’ebbe salda fra le dita gettò uno sguardo: era una falce completamente di metallo, color argento, con una gemma rossa, forse un rubino, a unire la lama al manico. Il disegno della lama era fine ed elegante, decisamente diverso da quello di Soul.

« Ma cosa… »

« Scusa se ti ho causato tutti questi guai… »

« LUCY????? »

« Già, ne discutiamo dopo, ora dobbiamo sconfiggerlo prima che si mangi l’intero villaggio! »

« Ma tu non hai mai… »

« Basta che mi tenga rigida ed affilata, no? Al resto puoi pensarci tu, sei o non sei maestra della falce? »

Soul le sorrise e Maka, dopo un attimo di esitazione, si gettò all’attacco.

 

Black star cercava disperatamente di strappare Tsubaki dalle mani del kishin, ma il mostro non mollava la presa e la ragazza era la vittima inerme di un tira e molla mortale. Maka, con un movimento fulmineo, graffiò la mano del demone premettendo a Black Star di riprendersi Tsubaki.

« Tsubaki, stai bene? »

La ragazza era tornata in forma umana e respirava affannosamente:« S-sì, ho…ho…ho solo bisogno di riprendere fiato, stai…stai tranquillo! »

Black Star guardò l’avversario con furore:« Maledetto…me la pagherai! »

Maka intanto combatteva con il demone. Lucy ce la stava mettendo tutta, ma la maestra d’armi avvertiva chiaramente fra le sue mani il suo leggero tremore. Era terrorizzata e c’era il forte rischio che tornasse in forma umana da un momento all’altro. Bisognava finire in fretta lo scontro, prima che i nervi di Lucy cedessero definitivamente.

Black Star assestò un forte pugno alla tempia del kishin, facendolo barcollare. Maka si stupì: non l’aveva sentito arrivare!

Tsubaki, da dove si trovava, sussurrò:« Prima regola dell’assassino… celati nell’oscurità… bravo, Black Star! »

Soul gridò:« Ora! È il momento! »

Maka strinse il manico di Lucy con più forza e le sussurrò:« Non lasciarmi adesso! »

« Non lo farò… »

 

La scena si svolse come al rallentatore: Maka si avvicinò brandendo Lucy, che era concentratissima nell’estremo tentativo di non tremare. Il kishin se ne accorse, si voltò verso di loro e per un attimo Maka temette di non farcela…

 

« EHI, BRUTTO MOSTRO!!! TI SEI DIMENTICATO DI ME? »

 

Soul aveva tirato un sasso sulla testa del kishin e lo minacciava nonostante la copiosa perdita di sangue dal petto. Il mostro si voltò verso di lui e gli sorrise in modo sadico.

 

Il sorriso gli rimase anche quando Maka gli mozzò la testa. In pochi secondi il suo corpo scomparve e rimase solo l’anima, rossa come il sangue, ad aspettare.

« È… è… finita! È finita! »

Lucy tornò umana e si accasciò a terra senza forze. Sentiva solo il battito del suo cuore impazzito che le riempiva le orecchie e la mente. Ci mise molto tempo a realizzare che il suo incubo si era concluso. Era libera dal mostro che l’aveva tormentata per anni. Per sempre.

 

Maka corse da Soul, preoccupata per la sua salute. Tsubaki invece si avvicinò a Lucy e le mise una mano sulla spalla:« È finita. »

 

« Non è vero. »

Lucy si voltò verso Black Star.

« Quell’uovo di kishin non è ancora scomparso. La sua anima è ancora lì, la vedi? È rossa come il sangue di tutte le persone che ha ucciso… e potrebbe ancora tornare! »

Lucy gridò:« NO! Non è possibile! Cosa… cosa possiamo fare? »

Soul, un po’ barcollante, si avvicinò all’amico. Aveva capito cosa intendeva fare:« C’è solo un modo per eliminare definitivamente l’anima di un uovo di kishin, Lucy… »

Soul la guardò fissa negli occhi, con tutta la serietà di cui era capace:« … la devi mangiare, Lucy! »

« C-cosa? »

« 99 anime di  uova di kishin e quella di una strega: questo è l’obiettivo di un’arma che studia alla Shibusen. Se riesce a mangiarle tutte può diventare l’arma del sommo Shinigami e avere l’occasione di proteggere le persone dai veri kishin… e credimi, quello di oggi non era nulla in confronto! »

Lucy protestò:« Io… io non posso! Sono un essere umano, non posso mangiare le anime! »

Black Star le rispose:« Prima di un essere umano sei un’arma, Lucy, e questo rientra nei tuoi doveri! »

« Io non ho alcun dovere! Non sono un’allieva di questa scuola! Se… se lo facessi… se lo facessi… »

« Vorrebbe dire accettare il tuo destino di arma, Lucy, è vero, ma questo non significa che non sarai più un essere umano! Le armi non sono mostri! Guarda Soul e Tsubaki! »

Lucy si voltò verso Maka e le obiettò:« Ma se sono armi anche loro, perché non la mangiano? »

Soul rispose:« L’hai ucciso tu, è tua di diritto! »

« Non voglio farlo! »

« Bene! Maka, Black Star, Tsubaki, andiamocene, qui abbiamo finito! Se la nostra amica preferisce vivere una vita perseguitata da quel mostro e mettere in pericolo chi la circonda è libera di farlo! »

Tsubaki protestò:« Ma Soul… »

Black Star la ignorò:« Ognuno è libero di fare ciò che vuole… anche di vivere nella paura. Ma è la paura che fa nascere i kishin… »

« Io non sono un kishin. »

« Rischi di diventarlo se ti lasci sopraffare dalla paura e desideri avere sempre più potere per non sentirla… »

« Io non desidero il potere. »

« Per ora. »

 

Né Maka né Tsubaki erano intervenute nella discussione. Non riuscivano a trovare il modo di bloccare il fiume di parole dei loro compagni, tuttavia quando smisero di discutere e fecero per andarsene non aggiunsero nulla. Ogni parola, ogni gesto sembrava quasi di troppo: un discorso del genere non sembrava nemmeno fatto per essere pronunciato da due tipi come loro, abituati a prendere le cose poco sul serio.

Non sapendo cosa fare, Maka inseguì Soul cercando di riportarlo indietro.

 

Un rumore li fece fermare tutti. Era un suono che ogni allievo della Shibusen conosceva bene: il rumore di un’anima inghiottita da un’arma.

Tutti si voltarono. Lucy era in piedi, con le mani tremanti ma lo sguardo determinato. Dell’anima del kishin nessuna traccia.

« Spero che siate soddisfatti. Ora mi considereranno davvero un mostro… e avranno ragione! »

 

« … non è vero, Lucy, per me non sei un mostro! »

« Neanche per me! »

« Né per me! »

« Né per me! »

« Né per me! »

 

Lucy guardò meravigliata tutti i bambini del villaggio.

« Abbiamo visto tutto! »

« Il mostro era lui, non tu! »

« Tu non sei cattiva, Lucy! »

La ragazza trattenne a malapena le lacrime:« R-r-ragazzi… vi voglio bene! A tutti quanti! »

Tutti i bambini le corsero incontro e l’abbracciarono.

Tsubaki le si avvicinò:« Hai visto? Loro ti vogliono bene e possono accettarti per quello che sei… adesso devi imparare a farlo anche tu! »

Maka disse:« Anche se quel kishin ora non c’è più, c’è ancora il rischio che altri vengano per la tua anima. Sarebbe meglio per te venire con noi alla Shibusen, per addestrarti e imparare a difendere te e gli altri… dopo potrai tornare qui! »

« Ma voi come farete? »

Il bambino che si era sbucciato il ginocchio rispose:« Non ti preoccupare, al villaggio ci pensiamo noi! »

Tutti gli altri si unirono:« Sì, sì, vai con le persone come te, noi non ci offendiamo! Possiamo anche cavarcela da soli per un po’… »

Lucy li guardò stupita: fino a poco prima si erano sempre comportati come se da soli non potessero fare nulla!

Soul commentò:« Tutti i bambini prima o poi crescono… è ora che lo faccia anche tu! »

 

Con un’immensa malinconia nel cuore ma anche con una grande speranza, Lucy raccolse le sue cose e si avviò dietro ai suoi nuovi amici mentre tutto il villaggio la salutava da lontano. Sì, lo sentiva anche lei, era la cosa giusta da fare.

 

Ma molto, molto tempo sarebbe passato prima del suo ritorno al villaggio… se ci sarebbe mai tornata

 

 

Lucy:« Uao! E così questa sarebbe la Shibusen? È enorme! »

Maka:« Già, effettivamente Death City è molto più grande del tuo villaggio… »

Lucy:« Ma quanta gente strana che gira in questa città… »

Maka:« Sì, in effetti… »

Lucy:« AH!!! QUELLA GATTA SI E’ APPENA TRASFORMATA IN UNA DONNA!!! »

Maka:« Ehm… sì, si chiama Blaire, è una strega… ma è innocua, tranquilla! »

Lucy:« AAAHHH!!! LI’ C’E’ UN PUFFO!!! »

Maka:« No, non è un puffo… è il professor Sid, è blu solo perché è uno zombie! »

Lucy:« Z-zombie? Fate anche esperimenti sugli esseri umani? »

Maka:« Ma no, stai tranquilla… »

Lucy:« AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!! C’E’ UN ALTRO ZOMBIE CHE M’INSEGUE!!! »

Maka:« No, Lucy, torna qua, non scappare!!! »

???:« Veramente io volevo solo controllare i documenti per la sua iscrizione… è lei quella nuova, no? »

Maka:« Sì, però… professor Stain, per il futuro, eviti queste entrate a effetto! Non tutti sono abituati alla sua vite! »

Stain:« Soggetto interessante questa Lucy… devo proprio cercare di vivisezionarla! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 3 capitolo: Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro sono destinati o è solo un caso?

 

Maka:« Vi mieterò… scusate un attimo! Lucy, torna qua, ti prego! Professore, metta giù quel bisturi, così non la incoraggia!!! »

 

 

Ciao a tutti!!! Sono molto contenta che questa storia stia piacendo a molte persone! Questo non è che l’inizio, dal prossimo capitolo le cose inizieranno a farsi più interessanti con l’ingresso di un altro personaggio fondamentale… chi?  Lo scoprirete leggendo! Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e che hanno messo la storia fra i preferiti, i seguiti e i ricordati. Continuerò a rispondere a chiunque mi metterà un commento e spero ovviamente che aumentino i lettori. A presto

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro sono destinati o è solo un caso? ***


Nuovi incontri

Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro sono destinati o è solo un caso?

 

« Allora, vediamo un po’… ma dove ho messo gli esami? Forse… ecco qua! Lucy Gin, 15 anni, gruppo AB… tutto giusto fin qua? »

Lucy annuì, mentre Maka esclamò:« Lucy! Hai veramente 15 anni??? Pensavo ne avessi 10 o 11! »

La ragazza sorrise:« Ne ho sempre dimostrati di meno… »

Il professor Stain sospirò:« Vuoi sapere i risultati ora o preferisci che mandi fuori gli altri? »

Lucy si voltò verso Maka, Soul, Black Star e Tsubaki, poi rispose:« No, può dire tranquillamente! »

« Come ti ho spiegato, ho voluto fare un’analisi del DNA per stabilire in cosa ti puoi trasformare… ma il risultato mi ha lasciato un po’ perplesso! »

Soul intervenne:« Perché? È una falce come me, no? »

« Non solo! »

Tutti guardarono l’insegnante con aria perplessa e lui continuò:« Sembra che Lucy abbia più di una trasformazione. Di per sé non è una cosa poi così strana, anche Tsubaki lo può fare, però… »

« Però? »

« Le trasformazioni di Lucy sembrano… assemblate a casaccio! »

« ??? »

« Provo a spiegarmi meglio: per quanto sia una cosa abbastanza rara, un’arma può avere più di una trasformazione… ma prendiamo ad esempio Tsubaki: tutte le sue armi sono legate al mondo dei ninja, mentre le tue non sembrano avere alcuna connessione fra loro… »

« E allora? La smetta di lasciarci sulle spine! Quali sono? »

Stain riprese il foglio con le analisi:« Falce, arco, fioretto, boomerang… »

Lucy guardò molto perplessa l’insegnante. Davvero poteva diventare tutta quella roba? Gli altri cercarono di congratularsi, ma Stain li interruppe:« Veramente i misteri non sono finiti! »

Riottenuta l’attenzione del gruppo, continuò:« Dalle analisi risulta che Lucy ha cinque possibili trasformazioni… »

Il silenzio calò sul gruppo, fino a quando Black Star non esclamò:« E allora? Non vedo dove sia il problema! Falce, arco, fioretto, boomerang… ??? »

Il ragazzo ripeté il conto aiutandosi con le dita:« Falce, arco, fioretto, boomerang… mi sbaglio o ne manca una? »

Stain sospirò:« Promosso almeno in matematica, Black Star! Il problema è proprio questo, ragazzi: ho controllato più volte gli esami, ma il risultato è sempre lo stesso! Non ho mai visto un’arma con quel codice genetico… in parole povere, non ho la più pallida idea di quale sia l’ultima trasformazione di Lucy! »

 

 

Con tutti questi strani discorsi per la testa, Lucy entrò alla Shibusen per il suo primo giorno di scuola. Aveva le idee ancora più confuse di quando era arrivata: era andata lì per scoprire qualcosa di più su se stessa, ma sembrava che neanche gli insegnanti sapessero che pesci prendere…

Un gridolino la fece sobbalzare. Una ragazzina vestita con una camicia rossa e un paio di pantaloni a pinocchietto azzurri la fissava con curiosità:« E tu chi sei? »

Lucy la guardò perplessa, ma Maka intervenì:« Patty! Ciao, come stai? Lei è Lucy, la ragazza che siamo andati a prendere l’altro giorno… »

 

« Patty! Dove ti sei andata a cacciare? »

 

Patty agitò il braccio:« Liz!!! Sorellona, vieni! »

Un’altra ragazza, più alta ma vestita allo stesso modo della prima, si avvicinò accompagnata da un altro ragazzo vestito di nero.

Maka sorrise ai nuovi arrivati:« Ciao Liz! Tutto bene? Kid, hai risolto la crisi dell’ingresso? »

Il ragazzo annuì:« Ho chiamato immediatamente il piastrellista… ora il mio ingresso è perfettamente simmetrico come doveva essere! »

Soul si affrettò a fare le presentazioni:« Loro sono le sorelle Tompson, lei è Liz e l’altra è Patty… »

Liz sorrise:« Ehi, ciao! Come va? »

« Lui invece è il figlio di Lord Shinigami… ti ricordi chi è, vero? »

« Sì, il tizio vestito di nero con la maschera strana che parla come se avesse davanti dei bambini di due anni… »

Soul fece una faccia sconvolta:« Seee… è lui… anche se ti consiglio di non descriverlo così davanti ad altri! »

Il ragazzo vestito di nero porse educatamente la mano:« Piacere, sono Death the Kid, ma chiamami semplicemente Kid… »

« Death… Death the Kid? Dove ho già sentito questo nome? Ah, già! »

Lucy tirò fuori dalla borsa un taccuino e una penna:« Tu devi essere il campione di skateboard! Per favore, puoi farmi un autografo per un bambino del mio villaggio? È un tuo fan… »

Soul esclamò:« Ma come, non conoscono la Shibusen e conoscono Kid? E da quando sei campione di skateboard? »

Il ragazzo si mise le mani fra i capelli:« Non me lo ricordare! Ho partecipato a quel torneo quando avevo cinque anni… è ancora un incubo, se ci penso! »

Maka lo guardò sbigottita:« Cinque anni? Sei diventato campione mondiale a cinque anni??? »

Kid continuò imperterrito:« La pista su cui mi fecero esibire era totalmente asimmetrica… e il trofeo? Pendeva a sinistra di ben 3mm!!! L’ho nascosto in cantina per dimenticare… »

Lucy lo guardò non sapendo bene se doveva scusarsi o no, ma tutti gli altri la presero e la trascinarono in classe rassicurandola. Era già suonata la campanella di inizio lezione.

 

 

Tsubaki sorrise a Lucy mentre si sedeva al suo fianco. Era una scuola strana, sì, ma almeno l’ingresso dei nuovi studenti era stato uguale a quello di un istituto normale. Maka si era affrettata a farle conoscere un altro ragazzo dall’aria molto timida di nome Chrona che l’aveva accolta con molta educazione e Lucy tirò un sospiro di sollievo: nessuno l’aveva guardata male ed era una cosa che non le capitava da molti anni fuori dal suo villaggio.

 

Il professor Stain si alzo dalla sedia da ufficio a rotelle:« Bene ragazzi, oggi facciamo un’esercitazione pratica… siete pregati di uscire in cortile accompagnati dalla vostra arma o maestro… »

Tutti si alzarono e si avviarono verso l’uscita, ma Lucy, una volta raggiunta la porta, si fermò. Non aveva un maestro.

Come se le avesse letto nel pensiero, il professore le disse:« Lucy, per oggi puoi allenarti con quel ragazzo laggiù… si chiama Simon Onpu, e attualmente è l’unico maestro della Shibusen senza un’arma. Non è detto che dobbiate per forza continuare insieme, se non vi troverete potrete aspettare entrambi dei nuovi ingressi, ma almeno per oggi dovrete collaborare! »

 

Fu allora che lo notò. Scese le scale lentamente dall’ultima fila di posti in alto, dove occupava una sedia d’angolo. Era un ragazzo abbastanza alto e molto magro, con i capelli biondi e il viso pallido, su cui risaltava un paio di occhi in un blu intenso, di una tonalità che alla ragazza ricordò il cielo del suo villaggio dopo un temporale. Aveva l’aria di uno che non sorrideva da molto tempo, ma non perché non volesse. Semplicemente non sembrava aver trovato ancora un buon motivo per farlo.

 

Lucy gli sorrise e gli porse la mano:« Piacere, mi chiamo Lucy e sono… »

Simon ignorò la mano della ragazza:« Sei quella nuova, no? Visto che la mia presentazione l’ha già fatta il professore, ometterò inutili preamboli. In cosa ti puoi trasformare? »

« I-in una falce, per ora… a quanto pare ho altre trasformazioni, ma per il momento non so come… »

« Se non sai come fare, è inutile parlarne. »

Completamente spiazzata, Lucy annuì e lo seguì all’esterno.

 

Tutti le coppie, o i trii, erano già in posizione da combattimento, con le armi già trasformate. Rendendosi conto di essere in ritardo, Lucy tentò di diventare una falce, ma aveva un problema: la trasformazione non le veniva ancora spontanea, ogni volta aveva bisogno di ripassare mentalmente il discorso che le aveva fatto Soul la prima volta. Dopo un minuto abbondante, finalmente Lucy riuscì a diventare una falce e si aspettò che Simon la prendesse, ma il ragazzo la ignorò completamente e lei cadde a terra.

« Ehi! Non mi hai vista? »

Simon continuò a guardare il cielo ignorandola.

« Mi senti o sei sordo? »

Il ragazzo finalmente abbassò lo sguardo verso di lei:« Ti conviene andartene ora, finché non  hai ancora deluso nessuno. »

Dalla sorpresa Lucy riprese forma umana senza quasi neanche rendersene conto. Ora era coricata a terra che guardava il suo interlocutore con la faccia più sconvolta che fu in grado di fare.

« Se sei qui solo per far piacere a qualcuno, ti conviene andartene ora: un’arma che non sa trasformarsi è inutile… così come un maestro senz’anima! »

Simon si allontanò da lei:« Ehi, prof! Io esco, tanto sono maggiorenne e posso farlo! »

E senza aggiungere altro uscì dal cortile della Shibusen.

 

Lucy rimase coricata a terra fino a quando Maka non le porse la mano e l’aiutò ad alzarsi:« Non pensare a quello che ti ha detto, Simon è sempre stato un po’… strano! »

Lucy si rialzò e seguì l’amica. Durante tutta quella discussione era suonata la campanella di fine lezione.

Soul, Black Star, Tsubaki, Kid, Liz, Patty e Chrona si unirono a loro.

Maka continuò:« Quel ragazzo non ha mai dato troppa confidenza a nessuno, nemmeno alle feste o alle occasioni informali. »

Soul annuì:« Sembrava un po’ più affabile i primi giorni di scuola, ma poi si è sempre più chiuso in sé stesso… soprattutto da quando si è reso conto di non riuscire a sincronizzare la sua anima con nessuna arma! »

« È allora che gli è venuta quell’assurda idea di non avere un’anima. »

Lucy rifletté: in effetti poco prima aveva avuto l’impressione che il ragazzo parlasse più a se stesso che non a lei.

« Ed è vero che non ha un’anima? »

Maka sbottò:« Certo che ce l’ha!!! Io posso vederle, e ti assicuro che Simon ha un’anima come tutti gli altri! »

Kid aggiunse:« L’unica cosa che sono riuscito a capire è che lui non aveva la minima intenzione di iscriversi alla Shibusen, sono i suoi genitori che glielo hanno imposto… ma non ha mai capito dove volesse andare! Comunque sia, Simon non si è mai impegnato molto qui, si vede che della scuola non gliene frega niente… »

Lucy rimase in silenzio per qualche secondo, poi aggiunse:« Comunque sia, almeno su una cosa ha ragione! »

Tutti la fissarono interdetti.

« Un’arma che non si sa trasformare serve a poco. »

 

 

Simon passeggiava senza meta per le strade di Death City. Si era reso conto di aver esagerato con la matricola, ma non sarebbe tornato a scusarsi. In fondo era stato un po’ duro, ma le aveva detto la verità, e la verità è sempre una buona cosa rispetto a una bugia detta anche a fin di bene.

Il ciuffo biondo continuava a finirgli sugli occhi mentre si lasciava guidare dal vento e dal dolce suono che faceva con le foglie degli alberi. In poco tempo si ritrovò in un parco giochi di periferia. Non andava mai da quelle parti, a malapena sapeva come tornare indietro.

 

« Ok, forza, ricominciamo! Falce, umana, falce, umana, falce… »

Simon si sporse dal tronco di un albero e la vide: la ragazzina che quella mattina aveva maltrattato era in uno spiazzo e si stava trasformando ripetutamente in falce per poi tornare alla sua forma umana.

« … umana, falce, umana… ops! »

Per errore, nel tentativo di tornare al suo solito aspetto, Lucy non riuscì a coordinare bene i suoi sforzi: le gambe e il corpo rimasero a forma di bastone, mentre la falce ritornò a essere le braccia e le testa della ragazza. Il risultato fu che, visto il precario equilibrio, Lucy tirò un nasata sul cemento e gridò dal dolore.

Simon si sbatté una mano sulla fronte: mai vista una ragazza più imbranata!

 

Lucy si strofinò il naso, poi, recuperando interamente la sua forma umana, si alzò e si andò a sedere su un muretto. Da lì poteva ammirare tutta Death City dall’alto: com’era grande rispetto al suo piccolo villaggio! Le salì un piccolo groppo alla gola nel ricordare tutte i visi familiari che non poteva più vedere… o forse sì?

Lucy tirò fuori dalla tasca una fotografia di gruppo scattata a un compleanno e osservò tutti i bambini soffermandosi su ogni volto. Quanto le mancavano?

Lucy sorrise: sapeva che non potevano sentirla, però

 

Simon continuò ad osservare quella strana ragazza. Non capiva cosa stesse facendo.

Improvvisamente un suono si diffuse nell’aria, prima appena percettibile, poi, piano che acquistava sicurezza, sempre più forte:

 

« Vola, vola,

fino all’aurora,

sempre più alto nel cielo…

vola ancora,

nel tuo mistero,

piccola stella,

mio pensiero… »

 

Simon sbarrò gli occhi. Era la voce più bella che lui avesse mai sentito. Riusciva perfettamente a comunicare tutta la sua malinconia anche se era solo una filastrocca da bambini…

 

« Sì, Simon, è solo una filastrocca per bambini… ma a volte comunicano di più queste canzoncine che certi grandi brani di musica classica! »

 

Simon scosse la testa: perché gli era tornato in mente quell’episodio? Della persona che gli aveva rovinato la vita, poi…

Il ragazzo si allontanò in silenzio, senza che Lucy si accorgesse nemmeno della sua presenza. Ma Simon proprio non riusciva a togliersi quella filastrocca dalla mente…

 

 

Lucy era sempre lì. Era passato un giorno, ma la ragazza non si era ancora arresa e continuava il suo allenamento. Finalmente era riuscita a passare rapidamente dalla sua forma umana a quella di falce ed era molto soddisfatta. Era arrivato il momento di provare qualcosa di più.

« Bene, e adesso… proviamo a diventare un arco! »

Lucy si concentrò e tentò la trasformazione. Il risultato, però, fu alquanto deludente: la ragazza riuscì solo a diventare una falce piegata come se fosse un arco.

« AHI, AHI, AHI, AHI!!! LA MIA SCHIENA!!! »

Lucy ritornò immediatamente normale e riprese fiato. No, forse aveva preteso un po’ troppo al secondo giorno di allenamenti. Era meglio fermarsi un po’ e riposare.

Lucy si risedette sul muretto, come il giorno precedente. Non aveva con sé la foto, ma c’era ancora lo stesso venticello leggero. Era fortemente tentata di ricominciare a cantare, sembrava quasi che il vento portasse con sé la melodia…

 

No, non era un’impressione! C’era veramente quella melodia nell’aria!

Lucy si voltò. Simon era dietro di lei.

 

Il ragazzo teneva gli occhi chiusi, rapito dalla melodia che le sue stesse dita stavano producendo. Ripensava a molti anni prima, quando sua zia, chiromante famosa per non sbagliare mai una predizione, disse ai suoi genitori che lo aveva visto iscritto alla Shibusen; aggiunse poi che in quel luogo le era sembrato molto felice. I suoi da allora non avevano mai smesso di tentare di convincerlo a entrare in quell’istituto, ignorando le sue vere aspirazioni. Già da piccolo Simon era affascinato dalla musica, seppure non avesse ancora un vero e proprio strumento. Fu proprio la zia a regalargli quello che teneva fra le mani. Non avrebbe mai dimenticato la loro discussione.

 

« Che cos’è, zia? »

« Uno strumento che ti renderà felice, Simon… è quello che produce il suono che ti piace tanto! »

« Davvero??? Grazie, grazie mille, zia! Ma come si usa? »

« Oh, questo è ancora un po’ grande per te… vedi? Il tuo braccio è ancora piccolino! Ma presto crescerai e vedrai che ti andrà bene! »

« Zia, mi insegni a suonare? »

« Come vuoi, piccolo mio! Adesso mi metto al pianoforte e ti faccio vedere… »

« … zia, questa non è la musica che sento di solito! »

« Lo so. »

« Questa è la ninnananna che mi canta la mamma! »

« Oh, l’hai riconosciuta! Hai un ottimo orecchio musicale, Simon! »

« Perché non mi insegni la musica dei dischi, zia? »

« Perché quella è musica da grandi! »

« E io sono un bambino, la conosco la storia… quindi mi insegnerai solo questa filastrocca per bambini? »

« Sì, Simon, è solo una filastrocca per bambini… ma a volte comunicano di più queste canzoncine che certi grandi brani di musica classica! »

 

 

Simon sorrise al ricordo. Chissà se sua zia aveva previsto quel giorno e non gli avesse dato gli strumenti per affrontare tutto questo. Probabilmente non lo avrebbe mai saputo, ma in fondo non era così importante.

 

Lucy lo guardò ammirata per un po’, poi, finalmente, trovò il coraggio per unirsi alla melodia:

 

« Vola, vola,

fino all’aurora,

sempre più alto nel cielo…

vola ancora,

nel tuo mistero,

piccola stella,

mio pensiero… »

 

 

Maka si ritrovò a passare da quelle parti per puro caso e li vide: una ragazza dall’aspetto di bambina che cantava una ninnananna accompagnata al violino da un ragazzo biondo che sorrideva come mai aveva fatto prima d’ora. E, soprattutto, poté osservare la migliore sincronizzazione di anime che avesse mai visto.

 

 

Lucy:« Uao! Hai visto, Simon? È la nostra prima anticipazione insieme! »

Simon:« Già… »

Lucy:« Allora, nel prossimo episodio accadrà di tutto, però ci hanno detto che non possiamo spoilerare niente… ma allora che razza di anticipazione è? »

Simon:« Potremo dire almeno che i protagonisti del prossimo capitolo siamo noi due? »

Lucy:« Non lo so! »

Simon:« Allora è un’anticipazione inutile! »

 

Soul Eater, Povere incantata, 4 capitolo: I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino?

 

Lucy:« Simon, sai cosa devi dire adesso? »

Simon:« Certo! »

Lucy:« E allora vai! »

Simon:« Ti suonerò l’anima! »

Lucy:« Ehm… ci sei quasi! »

 

 

Ciao a tutti!!! Allora, spero proprio che l’ingresso di Simon vi sia piaciuto… e non preoccupatevi se ora è un po’ antipatico, già dal prossimo capitolo migliorerà molto il suo carattere! XD

Vi voglio svelare un segreto: i cognomi dei miei personaggi non sono dati a caso! Provate ad andare su un traduttore e traducete i nomi dal giapponese all’italiano… hanno molto a che fare con le caratteristiche del personaggio!

Detto questo, ci tengo a ringraziare tutti coloro che seguono la storia e che la mettono fra le preferite, le seguite e le ricordate, in particolare Cami_e_Mati, Jan Itor 19 e Sakurax16 che hanno recensito lo scorso capitolo!

Spero di vedere presto altri commenti!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino? ***


I duri allenamenti di Lucy e Simon

I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino?

 

 

Maka e Black Star entrarono nella stanza dove Lucy e Simon si stavano allenando.

Maka si fermò sulla porta: com’era cambiato Simon nel giro di un mese e mezzo!

Ora il ragazzo sorrideva sempre ed era diventato molto affabile con tutti. Non c’era dubbio che la presenza di Lucy avesse fatto miracoli!

Black Star salutò gridando i due ragazzi, che interruppero immediatamente le loro attività. Lucy notò che Maka era rimasta in disparte e la invitò ad avvicinarsi.

Black Star chiese:« Allora, come vanno i vostri allenamenti? È da un mese che state chiusi qui dentro! »

Simon sorrise:« Direi che possiamo essere abbastanza soddisfatti! Che dici, Lucy, diamo loro una dimostrazione? »

Lucy annuì e divenne una falce. Simon la prese al volo, la fece volteggiare per un po’, poi la lanciò in aria. La falce si accorciò, cambiò forma e riatterò nelle mani del ragazzo sotto forma di un fioretto dall’impugnatura d’argento con decorazioni floreali in rilievo. Simon tirò qualche colpo, poi passò l’arma nella mano sinistra e la piccola spada si allungò e si curvò diventando un arco di legno, alle cui estremità erano presenti due decorazioni in metallo. Simon si mise in posizione e dal nulla apparve una freccia viola che il ragazzo scoccò senza alcuna difficoltà. Infine l’arco venne lanciato in aria e Lucy tornò nella sua forma umana.

Maka applaudì:« Complimenti, siete diventati bravissimi! »

Black Star esibì il suo pollice alzato:« Ottima esibizione! Non ancora all’altezza delle mie, però! »

« Sarei curioso di sapere come fate a far comparire dal nulla le frecce dell’arco. »

 

Lucy trasalì, poi vide Kid sulla porta e si calmò.

Simon lo salutò con un cenno e rispose:« Quando Lucy è un arco, riusciamo a sincronizzare le anime… è la mia anima a creare le frecce, con il suo aiuto! »

Kid annuì, mentre Maka chiese:« Scusate, ma Lucy non poteva diventare anche un boomerang? »

Lucy arrossì e iniziò a balbettare qualcosa; Simon, dopo averla fissata per un po’, sorrise e rispose per lei:« Sì, in effetti c’è anche quella modalità, ma abbiamo ancora qualche difficoltà ad usarla… »

Lucy lo corresse:« Ho ancora difficoltà! Tu non c’entri nulla! »

Black Star li guardò con curiosità:« Qual è il problema? »

Simon porse una mano a Lucy:« Una dimostrazione val più di mille parole… te la senti Lucy? Poi ti aiuto, promesso! »

Lucy sospirò, poi divenne un boomerang di legno, con delle bellissime decorazioni colorate, ma con affilati bordi d’acciaio.

« Pronta? »

« …mica tanto! »

« Se non te la senti proprio, lasciamo perdere… »

« Mi sa che poi mi prendono in giro! »

Maka sorrise:« Stai tranquilla, non potrà essere peggio di quando Black Star usò per la prima volta Tsubaki in modalità lama incantata! »

Black Star alzò le spalle:« Solo un imprevisto nella mia esibizione… »

Lucy sospirò e Simon la lanciò.

Il boomerang ruotò fendendo l’aria con un sibilo.

 

« … cinque, sei, sette, otto… »

Kid chiese a Simon:« Cosa stai contando? »

« I secondi prima che… prima di questo! »

Il boomerang rallentò improvvisamente la sua rotazione, fino quasi a fermarsi e a iniziare a ruotare in direzione opposta. Lucy tornò improvvisamente umana: il suo colorito era pericolosamente verdognolo e barcollava vistosamente. Simon fu immediatamente al suo fianco per sorreggerla, mentre la ragazza balbettava:« N-non ce la faccio… ho… ho la nausea… »

Black Star, Maka e Kid li guardarono perplessi e Simon la giustificò:« A forza di girare a Lucy viene la nausea… è impossibile usare questa modalità in battaglia al momento, c’è il rischio che rimetta in faccia ai kishin! »

Maka fece una smorfia:« … forse è  peggio di Black Star… »

Simon la fulminò con lo sguardo e per scusarsi Maka si offrì di accompagnare Lucy in bagno, mentre Kid si avvicinò a Simon:« Ancora nessuna traccia di quello? »

Simon scosse la testa:« Se parli della misteriosa quinta trasformazione di Lucy, non è mai comparsa durante il nostro allenamento. »

Black Star si avvicinò:« Non preoccuparti! Se non è saltata fuori fin’ora, è perché comparirà solo al culmine del vostro show! »

Simon osservò Lucy uscire dal bagno ancora sorretta da Maka:« Spero che tu abbia ragione, Black Star… »

 

 

 

« Simon Onpu e Lucy Gin sono pregati di presentarsi alla camera della morte al cospetto del Sommo Shinigami. Ripeto: Simon Onpu e Lucy Gin… » 

 

Lucy guardò Simon perplessa:« Noi? »

« A quanto pare… te la senti? »

« Sì, stai tranquillo, sono a posto! »

« Allora andiamo! »

 

I due ragazzi entrarono un po’ intimoriti nella camera della morte. Lucy era stato lì dentro solo quando l’avevano portata il suo primo giorno di scuola; anche Simon era stato lì solo un paio di volte, una delle quali qualche mese prima, quando Lord Shinigami gli aveva chiesto se avrebbe voluto cambiare scuola. Mai avrebbe pensato di tornare in compagnia di un’arma!

 

« Benvenuti! Sono contento di vedervi… posso offrirvi un tè? »

Lucy annuì, ma Simon tagliò corto:« Grazie, ma è meglio che ci dica subito cosa vuole da noi! »

Lucy gli tirò una gomitata:« Simon! Non essere così diretto! È il preside dopotutto! »

« Dì la verità, golosona: tu puntavi ai pasticcini… »

« In effetti anche a quelli… »

I due ragazzi ridacchiarono e Lord Shinigami si accomodò sul cuscino posto a uno dei lati del piccolino tavolino alla giapponese dove il tè era già stato servito. Quando anche Lucy e Simon si sedettero, il preside iniziò a versare il tè nelle tazze:« Sono molto felice di vedervi così affiatati, confesso che avevo un po’ di timore per voi due, ma ora sono più tranquillo… vi andrebbe di fare una missione fuori da Death City? »

Simon sputò il tè che aveva appena bevuto:« COSA? »

« Mi hanno detto che vi siete allenati molto e che siete diventati bravi! »

« Sì, ma una missione così, su due piedi… non ne abbiamo mai fatte! »

Lucy intervenne con un biscotto in bocca:« E poi io non so ancora trasformarmi bene! Il boomerang mi viene da schifo e c’è ancora la questione della mia quinta trasformazione… »

Shinigami alzò le mani:« Sì, sì, conosco tutte queste storie, ma a me non interessa! Allora, ve la sentite o no? »

Simon fissò Lucy con uno sguardo complice:« Certo che sì! »

 

 

 

Lucy inciampò in una radice sporgente dal terreno sterrato finendo dritta coricata per terra. Simon sospirò mentre si guardava intorno: l’atmosfera non era delle migliori. All’apparenza era tutto abbandonato da un bel po’: le case erano in rovina e l’ambiente era arido e secco. Un perfetta atmosfera da villaggio abbandonato nel deserto, peccato che si trovassero in uno spiazzo all’interno di una specie di foresta amazzonica! Tutto era florido intorno a loro, tranne in quello spiazzo.

Simon commentò:« Sembra una piccola succursale del Sahara! »

Lucy si avvicinò a lui:« E così qui ci sarebbe un uovo di kishin? »

« Secondo Lord Shinigami sì! Sembra che sia l’unica spiegazione per un fenomeno così strano… tu noti qualcosa? »

Lucy scosse la testa.

« Comunque, se per caso riuscissimo a catturarlo, almeno questa volta hai intenzione di… »

« No. »

« Lucy… »

« Ti ho detto di no! »

« Non puoi andare avanti così! Credevo che ne avessimo già parlato: una volta preso l’uovo di kishin, tu devi… »

« Non ho intenzione di farlo. »

« L’hai già fatto una volta! »

« … »

« Credevo che ti fosse bastato il discorso di Soul e Black Star: un’arma finisce il suo dovere quando mangia l’anima delle uova di kishin che recupera insieme al suo maestro d’armi… se non lo fai crei problemi anche a me, lo capisci? »

 

« … Simon… »

« Insomma, ormai dovresti aver accettato di essere un’arma! Lo sai che tu… »

 

 

« SIMON, ATTENTO!!! »

 

 

Accadde tutto in un istante, ma sembrò avvenire al rallentatore.

 

Simon si voltò e vide l’uovo di kishin: era alto e muscoloso, ma non gli fu possibile vederlo in viso. Il volto era coperto da un enorme artiglio che aveva al posto della mano sinistra; l’arma era alzata, pronta a trafiggerlo in due. Era talmente preso dalla discussione con Lucy che non si era nemmeno accorto della sua presenza. Il ragazzo non riuscì a muoversi né a urlare. A dirla tutta, non gli era possibile neppure respirare. Con gli occhi sbarrati del terrore, Simon vide il demone abbassare il suo artiglio e, in un ultimo, disperato istinto di difesa, chiuse gli occhi per attendere il colpo.

 

Non arrivò mai.

 

Simon, con un enorme sforzo di volontà, riaprì gli occhi.

Se ne pentì subito.

 

Le lacrime iniziarono subito a scorrergli sulle guance senza che potesse controllarle.

Sì, Maka glielo aveva detto come si era sentita quando Soul era stato trafitto al posto suo da Chrona, ma quel racconto non era niente, niente, in confronto a quello che stava provando.

 

Lucy era di fronte a lui.

Con un artiglio nel petto.

Aveva voluto guardare il nemico negli occhi prima di essere colpita. Aveva affrontato l’avversario come solo lei poteva fare, con le mani tremanti e lo sguardo fermo. Non aveva avuto il tempo di trasformarsi in nulla; non era riuscita nemmeno a pensare qualcosa. Semplicemente si era lanciata verso il suo maestro d’armi.

 

Le ginocchia di Lucy cedettero sotto gli occhi sbarrati di Simon. Il ragazzo si aspettò grida, pianti e un mare di sangue, così come gli aveva detto Maka.

Non ci fu niente di tutto questo.

 

In un silenzio irreale, il corpo di Lucy iniziò lentamente a sgretolarsi in infiniti granelli di polvere d’argento, che si dispersero nell’aria al primo colpo di vento. In pochi secondi non c’era più traccia della ragazza.

 

Simon rimase immobile, senza respirare.

Maka non gli aveva parlato di tutto questo. Forse era un’abilità specifica di quell’uovo di kishin. Forse era così che morivano le armi. Quello che era certo era che Lucy non c’era più.

 

Lucy, la piccola arma testona e imbranata.

Lucy, la ragazzina dolce e golosona.

Lucy, che amava tanto i bambini.

Lucy, l’unica dolce voce degna di accompagnare il suo violino.

Lucy, con il corpo da bambina e lo sguardo da adulta.

Lucy, colei che gli aveva ridato il sorriso.

 

 

« L-Lucy LUCYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! »

 

 

Simon fissò il volto del kishin con tutto il suo odio. Non gli importava se il suo volto era ancora rigato dalle lacrime. Voleva solo vendicare la morte della sua arma.

Non aveva nulla per attaccare l’uovo di kishin, se non l’unica cosa che Lucy gli aveva detto di non portare e che lui, da bravo testone, aveva portato lo stesso…

 

Simon si alzò e corse urlando verso l’uovo di kishin brandendo con entrambe le mani il suo amato violino. L’uovo lo colpì con il gomito scaraventandolo a terra, mentre lo strumento volava lontano, probabilmente rotto. Ora il demone incombeva sul ragazzo, con l’artiglio alzato, pronto a trafiggere anche lui.

Simon chiuse gli occhi. Non gli importava più niente. Era stato un maestro d’armi inutile, era giusto che avesse una morte inutile…

 

Il kishin ridacchiò con voce stridula:« Hihihihi… ti uccido, ora ti uccido! »

Simon non rispose. Entro pochi secondi l’uovo di kishin lo avrebbe ucciso e poi si sarebbe mangiato la sua anima…

A proposito, dov’era finita l’anima di Lucy? Non l’aveva vista quando il suo corpo si era sgretolato…

 

« Hihihi… ti uccido, ti uccido, ti uccido, ti uccyaawn! »

 

Benché terrorizzato, Simon non poté non aprire un occhio: da quando nel bel mezzo di un omicidio un uovo di kishin si lasciava sfuggire uno sbadiglio?

Il ragazzo osservò perplesso il demone: altro che sbadiglio, l’uovo di kishin si stava strofinando gli occhi e sembrava proprio non riuscire a stare sveglio in nessun modo!

Prima che potesse pensare qualsiasi cosa, il mostro si accasciò alla sua destra. Solo allora Simon trovò il coraggio di muoversi e di rimettersi in piedi. La curiosità vinse sulla paura e si avvicinò all’uovo di kishin.

 

Stava russando!!!

 

Simon si grattò la testa: era semplicemente assurdo!

 

 

 

 

Un venticello leggero sfiorò il viso del ragazzo.

Simon riconobbe quella brezza: era la stessa che un paio di mesi prima lo aveva condotto da Lucy in quel parco di periferia…

Il ragazzo si voltò. Aveva una sensazione dolce e strana allo stesso tempo.

 

Lo notò allora.

I granelli di polvere argentata in cui si era dissolto il corpo di Lucy non erano scomparsi, ma avevano continuato a galleggiare nell’aria intorno a lui.

Alle sue spalle quella polvere d’argento aveva iniziato a riunirsi, guidata dal vento, per ricompattarsi fino a formare una figura familiare…

 

 

« L…Lucy­? »

 

 

Simon fissò attonito la sua arma.

Lucy era di nuovo di fronte a lui, senza neanche una ferita. Si fissava con curiosità le mani e si toccava il viso, come per essere sicura di essere nuovamente tutta intera.

 

« Lucy… sei tu, vero? »

« S-sì… certo che sono io! »

« Sei viva? »

« Direi di sì! Sono solida, quindi non sono un fantasma… e non sono neanche blu come il professor Sid! »

 

Simon le gettò le braccia al collo.

« Pensavo di averti persa… ma come è possibile? »

« Di preciso non lo so… quando quello mi ha colpito, non ho sentito dolore! Un secondo prima ero lì e un attimo dopo…stavo volteggiando nell’aria! Poi quando ho visto che l’uovo cercava di colpirti di nuovo, ho cercato di bloccarlo e quello è caduto così… »

« Non so, ma ora approfittiamo del fatto che quello stia dormendo e finiamo il lavoro! Un’altra occasione così non ci ricapita più! »

Lucy annuì e divenne una falce.

 

Non appena il kishin venne ucciso, tutta la natura intorno rifiorì e Simon rimase incantato a guardare lo sbocciare dei fiori e il rinvigorimento delle piante.

Lucy intanto si avvicinò all’anima dell’uovo di kishin e la inghiottì senza alcuna protesta, poi, sorridendo al suo maestro che la guardava stupito, disse:« Direi che per oggi ti ho già fatto preoccupare abbastanza! E poi è colpa mia se è successo tutto questo, se ti avessi dato ascolto fin dall’inizio non avremmo avuto quella discussione e ti saresti potuto accorgere dell’attacco! »

« Lucy… non dire così, è stata solo colpa mia… »

La ragazza lo ignorò e si avvicinò a un piccolo muretto. Dopo essersi chinata e aver raccolto qualcosa da terra, si voltò verso Simon esibendo il sorriso più radioso che il ragazzo le avesse mai visto:« A proposito, questo è tuo! Non chiedermi come, ma prima in qualche modo sono riuscita ad attutirne la caduta ed è ancora tutto intero… però la prossima volta ascoltami ed evita di portare il violino in battaglia! »

Simon sbarrò gli occhi, poi scosse la testa e scoppiò a ridere:« Non smetterai mai di sorprendermi, Lucy! »

 

 

« Allora, professor Stain? È riuscito a capirci qualcosa? »

Stain fece girare la sua sedia per poter guardare in faccia i due ragazzi. Il più agitato era indubbiamente Simon, mentre Lucy se ne stava un po’ in disparte, quasi come se il discorso non la riguardasse.

Il professore fece fare un paio di giri alla sua vite:« Incrociando il vostro racconto con i dati raccolti in biblioteca, forse finalmente sono riuscito a capirci qualcosa… »

Stain fece segno ai ragazzi di sedersi e, non appena anche lui si fu accomodato, iniziò a parlare.

 

« Lucy, non avevo mai visto il tuo codice genetico perché il tuo potere si riteneva estinto da secoli… ma solo in questo modo si spiegano le varie trasformazioni assemblate a casaccio! »

L’insegnante si accese una sigaretta:« Secoli fa c’era un clan molto famoso, i Majikkudasuto, una potente famiglia di armi dotata di una capacità segreta di loro completa esclusiva… gli appartenenti a questo clan erano in grado di trasformare il loro corpo in polvere! »

« COSA? Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere! Tutte le trasformazioni che conosco mantengono comunque una forma solida e unitaria! »

« Calmati, Simon! Se non l’abbiamo mai insegnato alla Shibusen è perché lo ritenevamo quasi una leggenda… comunque, all’interno di questo clan erano presenti due famiglie ben distinte: la prima era in grado di trasformarsi in una nuvola di veleno… »

« Addirittura? »

Stain sorrise al primo intervento della diretta interessata:« Sì, e infatti erano i più richiesti dai maestri d’armi dell’epoca, soprattutto nobili, perché praticamente a loro non era richiesto alcuno sforzo nei combattimenti… »

Simon incrociò le braccia:« Comodo così! E avevano pure il coraggio di farsi chiamare maestri d’armi? »

« Presto sorsero delle incomprensioni con la seconda famiglia del clan, che invece poteva diventare soltanto… »

 

Stain fissò dritta negli occhi Lucy:« … una nuvola di sonnifero! »

 

I due ragazzi sbarrarono gli occhi.

« Ma certo! Sonnifero! Ecco perché il kishin mi ha sbadigliato in faccia quando stava per uccidermi… sei tu che l’hai addormentato, Lucy! »

« Allora non era una mia impressione… ho veramente volato! E se posso dividermi si spiega come sia riuscita a salvare il tuo violino e ad addormentare l’uovo di kishin quasi contemporaneamente… »

Stain annuì:« Ogni granello di polvere può agire in modo autonomo dagli altri… e basta che uno solo venga respirato per far addormentare chiunque! »

Lucy sorrise e Simon gridò:« È fantastico! È un potere magnifico! »

La ragazza annuì, poi chiese:« Perché questo spiegherebbe le altre mie trasformazioni? »

« Semplice: i membri della prima famiglia erano avvantaggiati, perché a loro bastava un colpo solo per annientare gli avversari, mentre alla seconda serviva un modo per dare il colpo di grazia ai loro obiettivi. Per questo motivo devono aver tentato una serie di incroci con altre famiglie di armi per ottenere varie trasformazioni… »

Simon annuì e chiese:« Perché il clan Majikkudasuto si estinse? »

« Una faida interna. Sembra che si siano sterminati a vicenda. L’unica notizia che sono riuscito a trovare è che i testimoni parlarono di un enorme nuvola rossa e d’argento… ma a quanto pare dei sopravvissuti ci devono essere stati, altrimenti tu non saresti qui, Lucy! »

 

I due ragazzi ringraziarono il professore e uscirono dal laboratorio sorridendo e chiacchierando fra loro. Stain aspettò che chiudessero la porta, poi tirò un ultima boccata e spense il mozzicone di sigaretta.

« Non appena si spargerà la notizia un potere come quello farà gola a molti… prevedo molte difficoltà per quella ragazzina… »

 

 

Maka:« Ehi, Soul, in questo capitolo ci hanno un po’ ignorati… »

Soul:« Almeno tu sei comparsa all’inizio! Io neanche quello! È tutto troppo poco figo »

Maka:« Dai, nel prossimo capitolo avremo più spazio tutti e due… »

Soul:« Lo spero, quei due stanno monopolizzando un po’ troppo la scena! »

Simon:« Ehi, scusate, Lucy è passata di qui? L’ho persa di vista! »

Soul:« Ma è proprio come il prezzemolo! »

Maka:« No, Simon, qui non c’è, prova in biblioteca… Maka Chop! »

Soul:« AHI!!! »

Maka:« E abbi un po’ di pazienza! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 5 capitolo: Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty, Ragnarok e Chrona?

 

Maka:« Vi mieterò l’anima! »

Soul:« Ehi, ma non ti sembra che manchi qualcuno in questo elenco? »

 

 

 

Ciao a tutti! Mi dispiace per il ritardo, speravo di riuscire a pubblicarlo prima ma ho avuto degli imprevisti…

Allora, qualcuno di voi ha provato il mio giochino della volta scorsa? Per i pigri posso dire a questo punto che le soluzioni erano Nota musicale per Simon e Argento per Lucy… e mi raccomando: provate questa volta a tradurre il nome del clan! Ci sarà una piccola sorpresa…

Approfitto per ringraziare Cami_e_Mati, _Irene_Adler_ (finalmente!), Ianitor 19 e Sakurax16 per aver recensito lo scorso capitolo!

Vi aspetto per il prossimo capitolo! Una nuova avventura comincerà per i nostri amici… all’apparenza può sembrare un filler, ma più avanti tutti i nodi torneranno al pettine…

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty, Ragnarok e Chrona? ***


Doppia missione incrociata

Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty, Ragnarok e Chrona?

 

 

Lucy correva per i corridoi della Shibusen. Era decisamente in ritardo per la lezione e sapeva bene cosa sarebbe successo se non fosse riuscita ad entrare nell’aula prima del professor Stain…

La ragazza scosse la testa: non aveva alcuna intenzione di fare un’altra vivisezione!!! Ma come poteva fare tre piani di scale in meno di un minuto?

A meno che

 

Soul si stirò prima di sedersi al suo posto:« Chi abbiamo ora? »

Simon gli rispose:« Stain. »

« Simon, a proposito, Lucy dov’è finita? »

« Non lo so, ma non mi stupirei se non avesse sentito la sveglia… »

« Ah, ok, allora… LUCY!!! QUANDO DIAVOLO SEI ARRIVATA??? »

La ragazza arrossì:« Scusate, ero in ritardo e allora ho usato un metodo d’emergenza… »

Soul la squadrò dal basso:« E sarebbe? »

Simon ridacchiò, avendo già intuito la risposta, mentre la campanella in lontananza suonava il suo funereo suono.

« Ehm… ho volato dalla finestra del pian terreno a questa! »

Soul sospirò:« Già, dimenticavo il tuo nuovo potere… ma non te la tirare troppo, è poco figo! »

Lucy arrossì ancora di più mentre si sedeva. Stain stava già entrando.

 

 

Black Star sbuffò:« È troppo tempo che non ci assegnano una missione… una divinità come me non deve stare in pausa troppo a lungo! »

Tsubaki sorrise e si rivolse a Maka:« Sentite, che ne dite se stasera facciamo una cenetta? Non abbiamo ancora festeggiato il nuovo potere di Lucy! »

Ragnarok comparve all’improvviso:« Solo se cucini tu! E in abbondanza! »

Chrona ribatté:« Ma io non so come comportarmi in queste situazioni… »

« Semplice: porti un mazzo di fiori, fai gli auguri e se non basta ammazzi qualcuno… basta solo che mi lasci mangiare! »

Tutti sembravano entusiasti dell’idea di Tsubaki, però

 

« Gli alunni Maka Albarn, Death the Kid e Lucy Gin sono attesi immediatamente nella camera della morte. Ripeto: gli alunni Maka Albarn »

 

Tsubaki sospirò:« Penso proprio che la festa sia rimandata, vero? In bocca al lupo! »

 

 

Shinigami si voltò saltellando verso i suoi ospiti:« Benvenuti a tutti… ehi, ma quanti siete? »

Soul rispose:« Come sarebbe “quanti siete” ? È lei che ci ha fatto chiamare! »

Il preside fissò uno per uno per uno il gruppetto di ragazzi di fronte a lui. Nella stanza erano presenti Maka, Soul, Kid, Liz, Patty, Simon e Lucy.

« Veramente io ho chiamato solo Maka, Kid e Lucy… »

Simon ribatté:« Se è per una missione siamo necessari anche noi, l’abbiamo dato per sottointeso… »

Kid rispose:« Ve lo dicevo che era strano avessero chiamato due maestri e un’arma… se volevano chiamare le squadre complete avrebbero detto tutti i nomi o tutti i maestri… »

Patty diede una gomitata a Liz:« Mi sa che non ci vogliono, sorellona… »

« Meglio, oggi volevo rifarmi le sopraciglia… »

Shinigami sospirò e si sedette:« D’accordo, allora spiego meglio la situazione… »

I sette ragazzi si sedettero per terra o sugli scalini.

« Questa è una specialissima missione di spionaggio e ho bisogno di un gruppo altamente selezionato… »

Soul commentò:« Questo sì che sembra adatto a un figo come me… »

« Veramente tu non parteciperai, Soul, mi dispiace… »

Ignorando il ragazzo che era rimasto di sale e che sembrava non respirasse neppure, Shinigami continuò:« Come dovreste sapere se aveste studiato geografia… »

Maka intervenne:« La inizieremo il prossimo quadrimestre… »

« Per quello ho usato il condizionale! Dicevo, nelle lezioni di geografia vi verrà spiegato che tutto il mondo è sotto la mia giurisdizione, tranne un piccolo principato… »

Maka esclamò:« Davvero? »

Shinigami annuì:« E già! C’è il piccolo principato di Nisty, grande circa due volte Death City, che ha ottenuto una speciale proroga già dai tempi di mio padre… »

Simon lo guardò stupito:« Lei… lei ha un padre??? »

« Sì, perché? C’è qualcosa di strano? Anche tu ce l’hai, no? »

« S-sì, ma… »

Kid gli mise una mano sulla spalla:« Problemi con mio nonno??? »

Simon scosse la testa:« M-ma no, figurati… »

In effetti avevano ragione: se Kid era il figlio di Lord Shinigami, anche quest’ultimo doveva aver avuto un padre!

Il preside continuò:« Comunque sia, in questo regno la mia figura e quella della Shibusen sono bandite e considerate fuorilegge, così in quel principato sono riuniti i peggiori criminali del mondo… »

Maka intervenne:« Vuole mandarci a risolvere la situazione? »

« Eh? Naaa, troppi casini burocratici e diplomatici! No, il problema è solo che c’è un uovo di Kishin in procinto di trasformarsi totalmente che si è andato a rifugiare proprio in quel territorio! Io non posso muovermi di qui, come ben sapete, e nessun professore della Shibusen può entrare, in quanto ricercati… »

Kid rifletté ad alta voce:« Quindi l’unica soluzione è inviare degli studenti, in quanto non ancora identificati… »

Soul protestò:« E allora perché io non posso andare? »

« Semplice: nessuna arma può entrare nel principato di Nisty! »

Tutti lo guardarono perplessi e Shinigami si spiegò:« Tutte le armi, in quanto collegate alla Shibusen, sono bandite… per impedire loro l’ingresso, ai confini del principato sono stati impiantati dei metal detector in grado di rivelare se la persona che sta entrando è un’arma o meno… »

 

« Ehm… padre… »

« Sì? Che c’è, Kid? »

« Capivamo anche senza i disegnini illustrativi… »

« Davvero? »

 

Patty scoppiò a ridere nel vedere un omino molto simile a quelli disegnati sulle uscite di emergenza che passava sotto una specie di arco e che nel disegno successivo aveva un enorme X rossa disegnata sopra.

 

« A me sembravano carini! »

« No, padre, non sono carini… SONO TOTALMENTE ASSIMETRICI!!! »

« Oh, uffa, mai una volta che apprezzi i miei disegni… e va bene, se proprio non ti piacciono disegnali come pare a te! »

 

Kid si strofinò le mani prima di prendere il pennarello del padre, mentre Maka intervenne:« Scusi, ma cosa succede se trovano un’arma? »

« Semplice, la uccidono! Hai capito perché non puoi andare, Soul? »

Il ragazzo annuì e Shinigami continuò:« Per molto tempo mi sono spremuto le meningi per trovare un modo per infiltrare un’arma nel principato, ma finalmente mi si è presentata un’occasione… »

Il preside si alzò, si avvicinò a Lucy e le prese le mani:« Me lo faresti questo piccolo favore? Se non hai impegni in questi giorni… »

« I-io? »

Maka esclamò:« Ma certo! Se Lucy si trasforma in polvere può evitare il controllo! In effetti è l’unica abbastanza piccola per poter passare senza farsi notare… »

Shinigami tirò fuori due bandierine con la scritta winnere iniziò a sventolarle:« Risposta esatta! E inoltre ho deciso che l’accompagneranno tu, Maka, che con la tua capacità di vedere le anime potresti risultare utile, e Kid, che può combattere anche senza armi con i suoi poteri di Shinigami… »

Tutti si voltarono verso il ragazzo che era ancora intento nei suoi disegnini simmetrici e non aveva sentito una parola dell’ultima parte del discorso.

Shinigami sospirò:« , poi glielo spiegherete! »

Soul chiese:« Ma Kid non corre rischi? Dopotutto è anche lui uno Shinigami… »

Il preside alzò le spalle:« Quelli del principato di Nisty sanno bene che io non mi posso muovere da qui e non ci sono controlli anti-shinigami all’ingresso… anzi, non credo nemmeno che sappiano che ho un figlio! »

 

« Ok, è tutto chiaro, ma non ho capito perché io non posso venire! Io sono un maestro d’armi, anzi, sono il  maestro d’armi di Lucy! Capisco che si possa trovare bene anche con Maka, ma non comprendo perché anch’io sono stato escluso dalla missione! »

Shinigami si voltò verso Simon:« Inizialmente avevo pensato di inviare anche te, Chrona e Black Star, ma Ragnarok è incorporato direttamente nel sangue di Chrona e quindi non avrebbero mai passato il controllo… per quanto riguarda Black Star, la sua forza sarebbe stata utilissima, ma sfortunatamente quel ragazzo non ha il carattere per una missione come questa che richiede la massima segretezza… »

« Ok, ma io? »

« Il professor Sid si è opposto, perché a quanto pare devi recuperare due verifiche andate male e ha programmato i compiti di recupero proprio domani e dopodomani… »

« COSA? E quando pensava di dirmelo? Devo ristudiare tutto in un pomeriggio! E poi questa missione è più importante di una verifica! »

« Capisco, ma Sid è stato irremovibile! Sai, quando era vivo era fatto così… »

« Ma lei è il preside! Poteva opporsi! »

« , gli ho già chiesto di fare degli straordinari, almeno un favore glielo devo… comunque un lato positivo c’è! »

Simon si mise le mani nei capelli:« Mi illumini, perché io proprio non lo vedo! »

« Non sarai da solo a fare il recupero, c’è anche Black Star che è andato male… »

Simon si allontanò per prendere a testate un muro, Kid finalmente alzò la testa dal foglio mostrando orgoglioso ai presenti il disegno con gli omini tutti perfettamente simmetrici.

Shinigami sospirò:« Che dire? Buona fortuna a tutti! »

Maka e Lucy ringraziarono in coro, mentre Simon aggiunse:« Ne avrò bisogno… »

 

 

 

Simon osservò dalla finestra Lucy allontanarsi dal villaggio. A quanto poteva vedere stava chiacchierando amabilmente con Maka, mentre Kid se stava un po’ per i fatti suoi.

Per un attimo il ragazzo fu preso da un forte senso di vuoto, ma subito scosse la testa e si rimise sul libro: aveva un intero programma da ripassare!

 

« Black Star!!! L’hai sentito il professor Sid, domani hai il recupero, dovresti studiare qualcosa… se vuoi ti aiuto! »

Il ragazzo ridacchiò:« Una divinità come me non ha bisogno di studiare, Tsubaki! Ovviamente si attende l’illuminazione divina durante il compito! »

« Non mi sembra che l’altra volta abbia funzionato così bene… e poi potresti aiutare l’illuminazione se almeno aprissi il libro! Dai, portalo qui che ti aiuto a ripassare! »

« Se solo lo trovassi… »

La camera di Black Star era nel disastro più totale: i (pochi) libri di scuola erano dispersi per la stanza mescolati a un gran numero di attrezzi da palestra e a migliaia di autografi e gigantografie dello stesso Black Star.

Mentre il ragazzo buttava ancora più all’aria gli oggetti nella stanza, un soprammobile familiare rotolò a terra e si fermò a pochi centimetri dal suo piede senza che Black Star se ne accorgesse.

« Ooook, l’ho trovat… UAAAHHH!!! »

« Black Star! Ma cosa… »

« Tirami fuori, tirami fuori, TIRAMI FUORI!!! »

Tsubaki rimase per un istante immobile sulla porta. Il suo maestro d’armi aveva infilato un’intera gamba dentro all’anfora speciale che il professor Stain gli aveva dato per imparare a controllare la lama incantata; per evitare di venire completamente risucchiato, il ragazzo aveva afferrato la maniglia della finestra aperta e si teneva stretto con tutte le sue forze.

« MUOVITI!!! QUESTA COSA E’ PEGGIO DI UN ASPIRAPOLVERE!!! »

Tsubaki afferrò l’anfora e iniziò a tirare, ma non riuscì a smuoverla neanche di un centimetro:« Non… non riesco a togliertela… mi ci vorrebbe… ci vorrebbe… CHRONA!!! »

Il ragazzo dai capelli rosa si voltò verso la finestra di Black Star e Tsubaki gli sorrise:« Scusa, so che stai passeggiando tranquillamente per strada, ma ho bisogno di una mano! Non so cosa fare… »

« Ma io… io non so come comportarmi con la gente incastrata nei vasi… »

 Ragnarok intervenne:« Prima di tutto direi di entrare in casa, da qui non puoi fare nulla, cretino! »

Chrona annuì e scavalcò la finestra:« P-permesso… »

Tsubaki sorrise:« Prego, avanti… »

« LA VOLETE PIANTARE CON TUTTE QUESTE SMANCERIE??? NON VEDETE CHE C’E’ UNA DIVINITA’ INCASTRATA??? »

Tsubaki arrossì Oh, scusa, Black Star! »

Chrona si fermò:« E adesso cosa dovrei fare? »

« IDIOTA!!! »

« AHI!!! Ragnarok, perché mi hai picchiato? »

« Perché è l’unico modo per attirare la tua attenzione! Prendi il vaso e tiralo verso di te, mentre io afferro l’altro idiota qui… »

« Idiota a chi? Io sono il grande Black Star! »

« Sta’ zitto stella cadente e lascia fare ai professionisti! »

Ragnarok afferrò i polsi di Black Star e iniziò a tirare, ma in due riuscirono solo a impedire che il malcapitato affondasse ancora di più nell’anfora.

Tsubaki rimase ferma per un po’, poi prese la giacca:« Vado a chiamare il professor Stain, lui di sicuro saprà cosa fare! »

Black Star alzò i pollici, ma Ragnarok la fermò:« Ragazzina! »

« Sì? »

« Mettiamo subito le cose in chiaro: non lo faccio né per te né per lui, ma solo perché dopo potrò obbligarti a cucinare per me, chiaro? »

Tsubaki sorrise:« Appena usciremo da questo pasticcio avrai solo da dirmi cosa vuoi che ti preparo! »

E uscì dalla porta lasciando il curioso trio in quella assurda posizione.

 

 

 

Kid si fermò di colpo:« Vedete quell’arco laggiù? È il metal detector di cui parlava mio padre e segna anche il confine del principato di Nisty »

Maka sorrise:« Allora ci siamo! Presto, Lucy, trasformati subito! »

Kid la fermò:« Ricordati bene questo, Lucy: una volta trasformata non dovrai mai, per nessuna ragione, tornare umana o cambiare forma fino a quando non ci sarà da combattere! Pensi di farcela? »

Lucy annuì e si disperse nell’aria. Kid aggiunse:« E se devi parlarci fallo sottovoce al nostro orecchio! »

Maka respirò profondamente prima di avviarsi al metal detector. Una guardia alta e con la più grossa pancia che la ragazza avesse mai visto la fermò.

« Nome? »

« Maka Alb… »

Si morse la lingua. Dopotutto era la figlia della falce della morte e il suo cognome avrebbe potuto tradirla.

« …Maka Albina ! »

La guardia annuì:« Il ragazzo sta con te? E tu come ti chiami? »

« Deat… »

Pur sotto forma di polvere, Lucy riuscì a rendersi abbastanza solida da incastrare un gomito direttamente nelle costole di Kid.

Maka completò per lui:« Deaterio Evans, detto Kid! Vero, Kid? »

Il ragazzo riuscì a malapena a balbettare qualcosa di incomprensibile all’orecchio umano, mentre la guardia ridacchiò:« Che razza di nome! I tuoi erano ubriachi quando te l’hanno dato? »

Kid fulminò Maka con lo sguardo mentre finalmente riprendeva a respirare:« Non lo so, ma inizio a dubitarne… »

La guardia alzò le spalle:« Bene, ultime formalità: giurate di non avere nulla a che fare con la Shibusen? »

Entrambi i ragazzi si guardarono negli occhi:« Lo giuriamo! »

L’uomo non notò le dita incrociate dietro la schiena:« Bene, allora passate pure! »

Maka e Kid passarono sotto il metal detector senza alcun problema e si allontanarono velocemente dal confine.

 

« Lucy? Lucy, ci sei? »

Non ottenendo risposta, Maka iniziò a preoccuparsi:« Lucy? Lucy? »

Kid intervenne:« Forse è stata presa… »

« Non credo, avremmo dovuto sentire almeno un allarme… »

« Eccomi, eccomi! Non preoccupatevi per me! »

« Lucy! Ma dov’eri finita? »

« L’unico modo per non passare sotto il metal detector era infilarsi in una minuscola fessura fra l’arco e il soffitto… solo che ci vuole un po’ di tempo, può passare solo poca polvere per volta! »

Maka batté le mani:« Bene, direi che ci siamo tutti! »

Kid annuì:« Allora inizia ufficialmente la missione! Tutti pronti? »

Lucy rispose:« Andiamo! »

 

 

 

Simon:« Lucy? Lucy? Mi senti? »

Lucy:« Sì, scusa, ma qui non c’è molto campo per il cellulare! »

Simon:« E allora? Come va? »

Lucy:« Bene, siamo dentro! E tu con lo studio? »

Simon:« Lasciamo perdere! Aspetta un attimo, mi suonano alla porta… e tu che ci fai qui? »

Tsubaki:« Hai visto il professor Stain? È urgente, non riesco a trovarlo… l’ho cercato dappertutto! »

Simon:« No, non l’ho visto… perché? »

Tsubaki:« Perché Black Star ha bisogno di aiuto! »

Simon:« Bene, allora chiamo anche gli altri! Più siamo, prima lo troviamo… tanto non riesco a studiare! Solo un attimo… Lucy, ti devo lasciare! »

Lucy:« Aspetta che ti salutano anche gli altri! »

 

Soul Eater, Polvere Incantata, 6 capitolo: La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain?

 

Maka:« Vi mieterò l’anima! »

Kid:« Se avete finito, posso riavere indietro il mio cellulare? »

 

 

 

Ciao a tutti! Questo aggiornamento è arrivato un po’ tardi ma con questo caldo mi si era fuso il cervello… prima che iniziassi a scrivere di neve, ghiaccio e kishin vestiti di rosso a bordo di una slitta trainata da renne con un sacco pieno di anime sulle spalle ho preferito attendere un abbassamento della colonnina di mercurio!

Comunque per chi fosse stato troppo pigro per partecipare al mio giochino dell’altra volta, posso dire che traducendo il nome del clan di Lucy si ottiene… il titolo di questa storia! ^.^

Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo, tutti quelli che hanno messo la storia fra preferite, seguite e ricordate e in particolare Black Nana, Cami_e_Mati, Jan Itor 19 per aver commentato lo scorso capitolo. Un ringraziamento speciale a  verdiana500 e Zoe Malfoy, le ultime arrivate, che hanno avuto la pazienza di recensire tutti i capitoli! E, anche se non se lo meriterebbe, un grazie anche a quella pigrona di Sakurax16 che mi ha commentato a voce! XD scherzo ovviamente, Sakura! Sono contenta anche così!

Vi aspetto tutti al prossimo capitolo!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92  

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain? ***


La demoniaca pallina della roulette

La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain?

 

« Kid… »

« Che c’è, Lucy? »

« Non ti sembra che qui l’atmosfera sia un po’… come dire… movimentata? »

« A me non sembra, perché? »

« Sarà una mia impressione… »

 

Mentre Lucy diceva l’ultima frase, Maka si abbassò per schivare una bottiglia rotta che un gruppo di ubriaconi aveva lanciato dalla loro parte mentre erano impegnati in una rissa.

Kid ignorò completamente la scena e si rivolse a Maka:« Vedi qualche anima sospetta? »

« È una parola! Nessuna di queste anime è esattamente “innocente”! »

« Vuoi dire che sono tutti delle uova di kishin? »

« Potenzialmente sì! Comunque nessuno di quelli che ci circonda sembra in uno stadio così avanzato come il nostro obiettivo… »

 

« F-fermi! Cosa fate? No, NO! »

Una porta si aprì di scatto e un uomo venne letteralmente lanciato fuori, finendo ai piedi di Kid.

L’uomo si rialzò con aria terrorizzata e prese Kid per il bavero per tenersi in piedi:« State attenti! Quell’uomo è un demonio, UN DEMONIO! »

E prima che chiunque potesse aggiungere qualcosa, la persona iniziò a correre e sparì alla vista.

Kid sorrise:« Qualcosa mi dice che siamo sulla strada giusta… qualcuna di voi sa giocare d’azzardo? »

E indicò col pollice un enorme edificio dall’aria molto più elegante di quelli che lo circondavano, illuminato da molte luci colorate. La scritta casinò non lasciava spazio a dubbi sulle attività all’interno del locale.

« Io no! »

« Io nemmeno! »

« Mi sa che è arrivato il momento di imparare, allora! »

 

 

 

« Ma come diavolo ha fatto quel cretino a ficcarsi in una situazione come questa? »

« Non lo so, ma ormai dovresti conoscere Black Star! Purtroppo non tutte le sue azioni sono fighe… »

Simon annuì sospirando. Era più di mezz’ora che girava per Death City in compagnia di Soul alla disperata ricerca del professor Stain senza alcun risultato.

« Se penso a tutta la roba da studiare che mi aspetta a casa… »

« Non pensarci e aiutami a ricapitolare! »

« Non era a scuola né al suo laboratorio… »

« … non era nella camera della morte… »

« Farebbe sempre parte della scuola… »

Soul alzò le spalle:« Proviamo al supermercato? »

« Perché? »

« Credo che anche lui mangi! »

« In effetti… »

 

« EHI!!! »

 

Soul alzò lo sguardo e salutò con la mano:« Liz! Patty! Trovato niente? »

Patty esibì un enorme sacchetto:« Sì, un mucchio di pennarelli colorati! »

Simon sospirò:« Qualcosa di più attinente al problema “Black Star”? »

Liz scosse la testa:« No, non era nei negozi di cosmetici né in quelli di abbigliamento femminile… »

« Ma avete cercato Stain o fatto shopping??? »

« Tanto nei posti più ovvi avrete sicuramente già guardato voi… »

Soul si sbatté una mano sulla fronte ripetendosi mentalmente che picchiare una donna, seppure tanto idiota, era molto poco figo.

 

« Ragazzi!!! »

Tsubaki corse verso di loro senza fiato:« L’avete trovato? »

Tutti scossero la testa e la ragazza sospirò:« L’ho cercato ovunque, persino dal ferramenta… »

Soul alzò un sopracciglio:« Dal ferramenta? »

Tsubaki sorrise:« Perché, non potrebbe capitargli di arrugginire la sua vite? O magari poteva essere andato a comprarne una di riserva! »

Simon trattenne a stento le risate immaginando il professor Stain al mattino davanti a un cassetto pieno di enormi viti impegnato a sceglierne una intonata con il camice.

Soul sospirò:« Vabbè, meglio continuare a cercare! »

Tsubaki subito propose:« Io andrò dall’arrotino! Magari è andato a far affilare i coltelli per le vivisezioni! »

Liz aggiunse:« Noi proveremo in quel bel negozio di scarpe laggiù… »

Non appena le ragazze si furono allontanate, Soul guardò Simon:« E noi dove andiamo? Tanto ormai un posto vale l’altro… »

Simon sospirò:« Ma dove diavolo è andato a cacciarsi quel pazzo di un prof? »

 

 

 

Kid entrò nel casinò ostentando la massima tranquillità; Maka, invece, aveva un aria evidentemente più nervosa del suo accompagnatore. Fortunatamente però nessuno poteva guardare l’espressione sul volto di Lucy, ancora sottoforma di polvere: divisa fra lo stupore e il terrore che le metteva quel posto, a malapena riusciva a mantenere la concentrazione per non disperdere i granelli del suo corpo a casaccio.

L’ambiente era senza dubbio di classe, ma la gente riunita all’interno sembrava essere una via di mezzo fra gli appartenenti a una famiglia mafiosa italo-americana degli anni venti e degli spietati giocatori d’azzardo professionisti. Una miscela da mettere i brividi a chiunque, tranne a Kid, che tutta la tranquillità del mondo si avvicinò al tavolo della roulette e puntò una moneta sul numero otto.

Maka si avvicinò al ragazzo e gli sussurrò all’orecchio:« Ma che fai? »

« Tento di mescolarmi a loro per arrivare al nostro obiettivo. Prima o poi si farà vivo! »

« E io che faccio? »

« Tieni gli occhi aperti! Hai capito cosa intendo, vero? »

Maka annuì e si guardò intorno. Già da un po’ aveva una brutta sensazione.

 

« Signori e signore, avete puntato tutti? Bene, les jeux sont faits ! »

E la pallina iniziò a girare.

 

 

 

Ragnarok strinse ancora di più i polsi a Black Star con stizza:« Dove diavolo è finita la mia merenda… cioè, quella ragazzina? Non possiamo stare così in eterno! »

Black Star iniziò a spazientirsi:« Guarda un po’ se una divinità come il sottoscritto deve essere salvato proprio da uno di nome Ragnarok!!! » [Nota: nella mitologia celtica Ragnarok è il nome dato alla fine del mondo e letteralmente significa “Il giorno della morte degli dei”…]

« Ma guarda te! Uno lo salva e questo si lamenta pure! Se preferisci mollo la presa! »

« P-per favore, non litigate… non so come comportarmi in questi casi! »

« Non ti ci mettere anche tu, Chrona! O stasera ti riempio le ciabatte di maionese! »

« No, la maionese no! »

Black Star sospirò:« Qualcuno venga a soccorrere colui che trascenderà gli dei… »

« Se non ti risucchia prima questo vaso maledetto! »

« Vieni qua che ti strozzo, piccola chiazza di bitume! »

« E come fai, se le tua mani le tengo io? »

Il ragazzo divenne rosso come un pomodoro:« IO SONO IL GRANDE BLACK STAR E VEDRAI COME TI CONCIO NON APPENA SARO’ USCITO DI QUI!!! »

 

 

 

« Otto! Vince ancora quel ragazzino vestito di nero! »

« Kid! Ma come diavolo fai a vincere sempre? E sempre con lo stesso numero! È matematicamente impossibile! »

« La simmetria ripaga sempre… »

Kid aveva accumulato di fronte a sé un discreto gruzzoletto, guadagnandosi l’ammirazione di Maka e Lucy e le antipatie del resto del tavolo in un colpo solo.

 

« Bene, bene, bene… la partita sta andando bene! Che ne direste di aumentare un po’ la posta in palio? »

 

Tutto il tavolo si voltò verso l’uomo che conduceva il gioco. Fino a quel momento l’individuo dall’aria molto anonima si era limitato a ripetere “les jeux sont faits “ e a far girare la pallina sulla roulette. Era la prima volta che prendeva la parola.

Maka sollevò lo sguardo verso di lui e rabbrividì. La sua mano si strinse sulla spalla di Kid.

 

« Potremmo scommettere… le vostre anime! »

 

I giocatori al tavolo guardarono l’uomo con aria stupita prima di venire aggredite.

Kid gridò:« Lucy! Addormenta tutti quelli che riesci! »

« Subito! »

In un paio di secondi tutti gli avventori del locale caddero riversi a terra o con le teste appoggiate sui tavoli. Solo il kishin rimase in piedi, seppure con aria un po’ più intontita.

Lucy disse:« Non capisco! Non riesco ad addormentarlo! »

Maka rispose:« Probabilmente il suo alto grado di follia lo tiene sveglio più degli altri! Continua a insistere, Lucy! »

« Hihihihihi!!! Poveri piccoli sciocchi, pensate che se non mi sono addormentato finora con un gioco così noioso come la roulette cederò adesso per un po’ di sonnifero? Siete proprio stupidi: la ruota gira, gira e segna il numero… gira, gira e segna il numero… il numero della vostra tomba! »

Kid lo colpì alla nuca con una ginocchiata nel tempo di un respiro:« Meglio tornare alle tattiche tradizionali… »

Maka annuì e Lucy si trasformò in falce.

« Hihihihi!!! Un’arma! E cosa ci fa qui un’arma? Qui siamo nel principato di Nisty, le armi sono vietate… potrei farvi arrestare… »

Maka lo guardò dritto negli occhi:« A quello ci penseremo dopo, adesso l’importante è eliminarti qui e ora! »

« Hihihihi!!! Le carte sono in tavola, ora… les jeux sont faits!  »

E attaccò.

 

 

 

Simon e Soul non sapevano davvero più dove guardare. Avevano provato ovunque, in ogni angolo di Death City.

Simon propose:« Potrebbe essere uscito dalla città, a questo punto… »

Soul non rispose, troppo occupato a riflettere. In effetti non gli veniva più in mente nulla. Accidenti a Black Star! Era il suo miglior amico, ma ne combinava sempre qualcuna! Ci provava gusto a far preoccupare lui, tutti gli amici e soprattutto Tsubaki?

Già, Tsubaki ci aveva messo ancora più impegno di loro nel cercare Stain. L’ultima volta l’avevano vista in farmacia, nella speranza che il professore fosse entrato per fare scorta di filo da sutura. Di Liz e Patty, invece, nessuna traccia; ma in fondo non era poi una gran perdita.

Ma dove diavolo poteva essere andato Franken Stain?

 

« Ehi! Se non vuoi le mie attenzioni, perché sei venuto qua? »

« Blair ha ragione, amico mio! Ti ho portato qui per divertirti! Lo so che sei depresso perché l’ultima vivisezione ti è andata male! »

Un sospiro si udì dalla porta:« E io ti avevo anche detto che questo non era un buon metodo per tirarmi su il morale, Spirit! »

« Cosa c’è di meglio di una bella donna per tirare su il morale? »

« Sei ubriaco! »

 

« PROFESSOR STAIN!!! »

Stain alzò lo sguardo un po’ stupito. Dalla porta del locale frequentato spesso da Spirit erano entrati come delle furie Soul e Simon.

« Ragazzi, cosa ci fate qui? Questo è un locale per adulti! »

Simon esclamò:« Cosa ci fa lei qui dentro? L’abbiamo cercata ovunque, ma mai avremmo immaginato… »

Il professore sospirò:« Sinceramente neanch’io! Ma questo stupido qua ha insistito tanto… »

Spirit protestò:« Ehi, stupido a chi? »

« Torna a dormire, vecchio mio, o ti inverto di nuovo gli alluci! »

Messa a tacere la falce della morte, Soul intervenne:« Prof, abbiamo bisogno di lei! C’è un’emergenza con Black Star! »

« E quando mai! Quel ragazzo è  un’emergenza! Comunque arrivo subito, sarà di sicuro più gratificante che rimanere qui con questo ubriaco! »

E il gruppo uscì lasciando Spirit alla sua dolce compagnia. Soul ringraziò che Maka fosse in missione e non avesse visto quello spettacolo poco gratificante.

Chissà come se la cavava la sua maestra d’armi

 

 

 

Maka era impegnata a schivare gli attacchi di un uovo di kishin impazzito. Lucy era un’ottima arma, senza alcun dubbio, ma non era la sua. Per fortuna l’abilità impressionante di Kid con le arti marziali lasciava il demone abbastanza occupato.

Maka tentò un affondo senza successo; mentre veniva sbalzata all’indietro Lucy divenne un arco e le gridò:« Ora! Colpiscilo! »

« Non ho mai usato arco e frecce! »

« Mi sa che dovevamo fare esercizio… »

« E ora? »

Kid, dall’altra parte della stanza, urlò:« Qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare, muovetevi a farla!!! Non è facile tenerlo impegnato! »

Lucy sospirò:« Anche se so che me ne pentirò… proviamo così! »

E divenne un boomerang.

Maka la prese preoccupata:« Sei sicura di farcela? »

« No, ma per te è troppo pericoloso avvicinarti e questo è più semplice da usare di un arco! È compito di un’arma proteggere il proprio maestro o no? E poi se ti succedesse qualcosa Soul non me lo perdonerebbe mai! »

Maka sorrise:« Sicura? »

« Muoviti prima che cambi idea! »

Maka annuì e la lanciò con precisione millimetrica verso il collo dell’avversario. La testa volò via, ma ancora si fece in tempo a udire l’ultima battuta dell’uovo di kishin:« Bravi, ma ora come farete a uscire vivi di qui con un’arma? Les jeux sont faits, e nonostante tutto ho vinto io... »

Maka e Kid non ebbero il tempo di rifletterci troppo: Lucy tornò in forma umana barcollando come se si fosse trovata sul ponte di una barca in tempesta e i due dovettero sorreggerla.

Lucy balbettò:« A-a-a-allora, l-l-l’ho preso? »

Maka sorrise:« Centro perfetto! Simon sarà fiero di te! »

Kid aggiunse:« Ora non ti resta che mangiare la sua anima… »

« Aspetta un attimo che mi passi la nausea! »

« Fai con comodo. Non ho mai visto un’arma rimettere un’anima, ma è uno spettacolo di cui faccio volentieri a meno… »

 

« Attenzione! È stata avvistata un’arma! »

« Dobbiamo trovarla subito! »

 

Lucy sussultò:« Accidenti, mi hanno scoperta! »

Kid non si scompose:« Non ancora. Ormai la missione è compiuta, quindi non ci resta che tornare a casa… »

Lucy e Kid si avviarono verso l’uscita, ma Maka li fermò:« Lucy? »

« Sì? »

« Non dimentichi qualcosa? »

E indicò col dito l’anima rossa ancora fluttuante.

« Ops! »

E dopo averla ingoiata si trasformò in polvere e seguì i compagni.

 

Maka iniziò a sentirsi più tranquilla solo quando vide il metal detector sul confine.

« Ehi voi! »

I due ragazzi sussultarono e si girarono al rallentatore.

« Non è che avete visto un’arma, per caso? »

La guardia dall’enorme pancione che avevano incontrato all’ingresso li guardava dall’alto al basso, ma solo con curiosità e senza nutrire alcun sospetto.

« Chi, noi? Nooo, ma si figuri! Quando mai? »

« Ehi, tu sei quel tizio dal nome strano! Allora, ti sei trovato bene? »

Kid rispose:« Un soggiorno indimenticabile! Ora mi scusi, ma siamo un po’ di fretta… »

« Prego, prego! Spero di rivedervi presto! »

Maka sussurrò:« Se, come no… »

 

« Siamo fuori? »

« Direi di sì. »

« Posso tornare umana? »

« Non vedo perché no! »

« Finalmente! »

Lucy ricomparve dal nulla accanto ai due ragazzi:« Fiù, non ci crederete, ma è stancante stare tutto quel tempo sotto forma di polvere! Richiede una grande concentrazione e dopo un po’ ti viene l’emicrania… »

« EHI, MA QUELLA E’ UN’ARMA! FERMI, FERMI!!! TORNATE INDIETRO!!! »

Maka sorrise:« Mi sa che la guardia si è accorta di noi! »

Kid commentò:« Un po’ tardi, però! Direi che è ora di tornare a casa! »

E i tre ragazzi si allontanarono lasciando la guardia alle loro spalle a sbraitare.

 

 

 

Simon corse per le strade del villaggio. Aveva il fiato corto e le gambe gli facevano quasi male dallo sforzo, ma non gliene importava. Solo quando fu all’ingresso di Death City si fermò e riprese fiato.

 

« … Simon? »

« Ciao, Lucy! Bentornata! »

« Simon!!! »

 

Lucy corse verso il suo maestro, ma lui la raggiunse prima.

« Allora, com’è andata? »

« Bene! Missione compiuta e anima recuperata! »

« Non avevo dubbi! »

« E tu? »

« Oh, Black Star mi ha tenuto un po’ occupato… »

« Sta bene? »

« Ora sì, è tutto risolto, tranquilla! »

« E Tsubaki? »

Simon sorrise:« Credo che ora sia impegnata a cucinare per un esercito… »

« ??? »

Simon scoppiò a ridere:« Te lo spiegherò più tardi! Ora andiamo a casa. »

Lucy annuì e senza preavviso abbracciò il suo maestro, che, anche se un po’ stupito, la lasciò fare.

 

Aveva imparato molte cose da questa missione.

Aveva capito che non tutti i kishin sono degli assassini senza cervello come quelli che aveva incontrato fino a quel momento; ce n’erano di furbi calcolatori e questi erano molto più pericolosi.

Aveva capito i suoi limiti come arma.

Aveva capito che non bisognava mai sfidare uno shinigami in un gioco d’azzardo.

Ma, soprattutto, aveva capito che, nonostante con Maka si fosse trovata bene, non voleva più fare altre missioni senza Simon.

 

 

 

Lucy:« Allora, Simon? Ti hanno dato i risultati del compito di recupero? »

Simon:« Sì, l’ho superato! »

Lucy:« Grande! »

Black Star:« Mai quanto il sottoscritto! »

Simon:« Sei riuscito a studiare nonostante tutto quello che è successo? Bravo! Quanto hai preso? »

Black Star:« Il massimo!!! 10!!! Degno di colui che supererà gli dei!!! »

Simon Ehm… »

Lucy Black Star? »

Black Star:« Che c’è? »

Lucy:« La valutazione è su scala 100, non 10… »

Black Star:« E allora? »

Simon:« Traducendo il voto, è come se avessi preso 1… »

Black Star:« … »

Lucy:« … »

Simon:« … »

Black Star:« … credo che Tsubaki non sarà contenta della notizia… »

Simon:« Mi sa di no… »

 

Soul Eater, Polvere Incantata, 7 capitolo: Minaccia color cremisi! Nuovi avversari per Lucy e Simon?

 

Lucy:« Dov’è andata Maka? Tocca a lei? »

Simon:« L’ho appena vista entrare in bagno… »

Lucy:« E ora? »

Black Star:« Nonostante tutto, io sarò colui che trascenderà gli dei! »

Lucy:« Teniamo questa come frase di chiusura? »

Simon:« Per questa volta sì! »

Black Star:« Yahoooo!!! »

 

 

Ciao a tutti! Abbiate pazienza, ma sono un po’ presa con un imminente esame d’ammissione all’università, motivo per cui non sono più riuscita ad aggiornare…

Prima di tutto voglio ringraziare Mati (anche se hai cambiato nick) per avermi suggerito il nome del principato; dopodiché aggiungo tutti quelli che hanno inserito la storia fra le preferite, le seguite, le ricordate e, ovviamente, tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo:  Zoe Malfoy, _Irene_Adler_, Sakurax16, Jan Itor 19, Mangestu Chan (ossia Cami e Mati).

Spero che con questo capitolo vi siate divertiti, perché nel prossimo, finalmente, introduciamo un nuovo personaggio di cui ho già accennato qualcosa nella presentazione…

A presto!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Minaccia color cremisi! Nuovi avversari per Lucy e Simon? ***


Minaccia color cremisi

Minaccia color cremisi! Nuovi avversari per Lucy e Simon?

 

 

« Permesso? Si può? Ci avrebbero mandato a chiamare… »

« Ma c’è qualcuno qui dentro? »

« E perché è così buio? »

« Qualcuno accenda una luce! Se inciampiamo non sarà per nulla figo… »

« Ad avercela, una luce… »

 

« BUH!!! »

« AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! »

 

Tutti i ragazzi caddero a terra dallo spavento tranne uno.

« Padre, non credi che il giochino della torcia sotto il volto sia un po’ vecchio? »

Shinigami accese la luce:« Vecchio, ma funziona sempre! Visto come si sono spaventati? Scusate, è che mi si è fulminata la lampadina e siete entrati mentre la stavo cambiando… non ho resistito alla tentazione! »

Simon si guardò intorno:« Scusate, dov’è Lucy? »

Soul rispose:« Prima c’era… non è stata lei ad aprire la porta? »

Maka, Kid, Black Star, Tsubaki e Liz si guardarono intorno. 

Patty improvvisamente esclamò:« Tana per Lucy! »

La ragazza finalmente uscì da dietro lo specchio di Shinigami con una mano sul petto:« Mi scusi, ma mi ha fatto prendere un colpo! D’istinto stavo per addormentarla! »

Simon sorrise: non vedendola per un attimo si era spaventato anche lui.

Shinigami sbatté le mani:« Bene, se ci siamo tutti potrei dirvi il motivo per cui vi ho fatto chiamare! »

Tutti si accomodarono per terra e il preside iniziò a spiegare:« Ci è giunta notizia di una serie di inspiegabili morti nelle vicinanze… parlo di interi villaggi massacrati nel giro di qualche minuto! »

Maka esclamò:« COSA? Ma è impossibile! C’è un vero kishin all’opera? »

« L’avevo pensato anch’io, ma poi è arrivata qui a Death City una testimone di uno di questi eventi che ha riferito una cosa molto interessante… »

Lucy ebbe un brivido lungo la schiena. Quasi un presentimento.

 

« L’ultimo villaggio, pochi secondi prima di venire annientato, è stato circondato da una nuvola… una nuvola di polvere color cremisi… »

 

« COSA??? »

« Polvere, ha detto? Proprio come… »

Tutti si voltarono verso Lucy.

Simon si sbatté la mano sulla fronte:« Ma certo! Dev’essere uno di quella famiglia del tuo clan, quella che usava il veleno! »

Kid rifletté ad alta voce:« Questo spiega come sia stato possibile uccidere interi villaggi in pochi secondi… »

Shinigami annuì:« Proprio per questo voi siete gli unici a poterlo fermare! Se continua così a breve sarà un kishin completo e questo non possiamo permetterlo! »

« Yahoooooooo!!! Cosa stiamo aspettando, allora? »

Lucy, però, non condivideva l’entusiasmo di Black Star. Simon le mise una mano sulla spalla e le sorrise:« Io sono con te. Non pensare a cose eccezionali come dover sistemare i conti con il tuo clan o cose simili… andiamo solo ad affrontare un kishin, ok? »

Lucy sorrise un po’ timidamente. Forse prendendola così avrebbe potuto farcela.

 

 

 

« No, invece no! Non ce la faccio! »

« Sì che ce la fai! Devi solo avere fiducia nelle tue capacità! »

« E come diavolo faccio ad affrontare questo? Hai delle belle pretese da me, Simon! »

In effetti il maestro d’armi non sapeva come incoraggiare la sua compagna. Di fronte a loro si trovava quello che aveva tutta l’aria di essere un esercito di uova di kishin, il cui capo si ergeva su una piccola collinetta. Il tutto circondato da un vortice di polvere color cremisi pronto a uccidere chiunque si fosse avvicinato.

Maka mise una mano sulla spalla di Lucy:« Non siete soli… vi ricordate che ci siamo anche noi? »

Soul sorrise:« Metterci da parte è davvero molto poco figo da parte vostra… »

Lucy sospirò. Sarebbe bastato?

 

« Blaze? Sono loro? »

« Sì, Kevin, sono proprio loro… sono allievi della Shibusen! »

« Quindi è tutta colpa loro… »

Blaze sorrise, ma il suo era un sorriso diabolico. Il ragazzo dai capelli bianchi e spettinati e dagli occhi viola elettrico osservava dall’alto tutti i suoi fidi seguaci e il suo più fedele sostenitore:« Sì, Kevin, ti ho già spiegato quello che fanno… »

« In questo caso non avrò pietà! »

Blaze sorrise:« Vai e sistemali, Kevin… come solo tu sai fare! »

 

 

Liz gridò:« Attenzione! Il veleno si avvicina! »

Lucy non ci pensò due volte. Prima che chiunque potesse dirle qualcosa, face un salto e in aria si trasformò in polvere.

 

« Blaze, io… io non capisco! Sono bloccato! C’è qualcuno che sta fermando ogni granello di veleno! »

« COSA??? Impossibile! »

« Cosa facciamo? »

« Tu non mollare, agli altri ci penso io… non scordare che lottiamo per la giustizia… »

 

 

« Simon? »

« Sì, Soul? »

« Non ti sembra ti aver già visto questa scena? »

Un centinaio di uova di kishin stavano correndo verso il gruppetto con intenzioni ben poco amichevoli.

« Ti dirò la verità, in questo momento la scena mi sfugge… »

Soul ridacchiò:« Ci manca solo che il capo si metta a gridare: “Questa… è…” »

« QUESTO… È… BLACK STAR!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! »

Soul osservò perplesso l’amico dai capelli azzurri gettarsi verso i nemici:« Io veramente pensavo più al film 300… »

Simon scosse la testa:« Lasciamo perdere Sparta e andiamo anche noi, o Kid e Black Star ci lasciano indietro! »

Maka gli sorrise, afferrò al volo Soul diventato falce e iniziò a correre verso gli avversari.

 

« Lucy? »

Simon alzò lo sguardo al cielo. Sopra la sua testa un’enorme nuvola argento e cremisi si muoveva come in un vortice. Decisamente sembrava una battaglia ardua, ma non riusciva a capire chi stesse vincendo.

« E io che faccio senza arma? »

 

Lucy guardò in basso la situazione, ma solo per un secondo. Il suo avversario non le lasciava molto tempo per distrarsi. Era un vero faccia a faccia. Ogni granello del suo corpo era impegnato a trattenere quelli del nemico per impedirgli di avvicinarsi ai suoi compagni.

« Lasciami andare! »

« Manco morta! »

« Guarda che ti prendo in parola… »

« E come fai a farmi respirare il veleno se ora non ho polmoni? »

« Com’è possibile? »

« Io sono come te… »

Di comune accordo, i due avversari ripresero forma umana, uno di fronte all’altro.

Lucy rimase un po’ sorpresa, così come il ragazzo che le stava di fronte. Entrambi si erano immaginati molto diversi.

Il ragazzo aveva folti capelli rossi molto scompigliati e un paio di occhi verde smeraldo che fissavano con curiosità gli occhi neri di Lucy e i suoi capelli scuri. Il ragazzo era più alto di Lucy solo di un paio di centimetri e sembrava non preoccuparsi del vento freddo che si era alzato da poco nonostante indossasse una maglietta a maniche corte rossa come i suoi capelli.

 

« Credevo di essere il solo a poter diventare polvere. »

« Sinceramente anch’io! »

Lucy si lasciò sfuggire un piccolo sorriso. Non sapeva perché, ma proprio non riusciva ad odiare la persona che aveva di fronte. Richiamo di sangue? No, era qualcosa di diverso, di più semplice e familiare…

« Cos’hai da sorridere? Con tutto quello che fate non c’è nulla da sorridere! »

« Cosa intendi dire? »

« Blaze mi ha detto tutto. So quello che fate! »

« Combattiamo i kishin, ecco quello che facciamo! »

« Non è vero, non è vero!!! Quella è una copertura, io lo so cosa fate… »

Lucy alzò le mani in segno di resa:« Se ci sono altre attività alla Shibusen, io ne sono all’oscuro! »

« Balle!!! Voi uccidete la gente! »

« Come? Quello non lo fate voi? »

« Ti sbagli, noi la salviamo! »

 

 

Kid sparava all’impazzata sull’esercito di uova di kishin. I bersagli non mancavano di certo, bisognava solo fare attenzione a non colpire per errore gli alleati, come un certo Black Star che schizzava da una parte all’altra del campo di battaglia.

Kid gridò a Maka:« Sembra tutto inutile! Più ne ammazziamo, più ne saltano fuori! »

« Già, non siamo ancora riusciti ad avvicinarci al capo… »

Soul intervenne nella discussione:« Scusate, dov’è finito Simon? »

 

 

 

Una busta scivolò fra le mani del ragazzo dalla cassetta della posta. La scrittura familiare lo colpì subito. Era passato molto tempo dall’ultima sua lettera.

La aprì con decisione, ma ebbe un attimo di tentennamento prima di leggerla. Ogni volta che lei gli scriveva significava una cosa sola.

Guai in vista

.

“Caro Simon, nipotino mio, come stai?

 

So che hai passato tanto tempo a maledirmi, ma so anche che ora hai capito perché ho insistito tanto affinché i tuoi ti iscrivessero alla Shibusen.

È bella la tua compagna? Sono un’indovina, è vero, ma vorrei tanto vedere una sua foto, magari insieme a te…

 

Tuttavia oggi non ti voglio parlare di questo. Voglio dirti qualcosa in più sul mio regalo. So che ce l’hai ancora, quel violino, e voglio che tu capisca bene una cosa:

 

quello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.

 

Ti starai chiedendo quali altri usi può avere un violino. Ti rispondo subito: infiniti, dipendono solo dalla tua fantasia e dalla tua determinazione.

Sappi che ho fatto fare quel violino appositamente per te. E non avere paura, non si romperà a meno che tu non lo voglia, e non serve essere indovina per sapere che questo momento non arriverà mai. Mi basta essere tua zia e saper guardare nel tuo cuore.

 

Buona fortuna per tutto!

La tua zietta”

 

 

« C’è posta per me? »

Simon trasalì:« Ah, Lucy! Non ti avevo sentita scendere! No, no tranquilla! »

« Ti vedo un po’ agitato, ti hanno scritto qualche brutta notizia? »

« Ma no, figurati! È solo… pubblicità! »

In fondo non aveva mentito: la lettera della zia sembrava proprio una pubblicità del suo violino!

Lucy lo fissò per qualche secondo:« Ok… allora metti via quella “pubblicità” e andiamo! Lord Shinigami ci ha fatto chiamare e sembrava anche piuttosto urgente… »

 

 

 

Simon ora era lì, sul campo di battaglia e stringeva quella lettera al petto. Non poteva fare nulla senza Lucy e non poteva neanche aiutarla. Sapeva che se si fosse avvicinato il suo avversario avrebbe tentato di ucciderlo e a quel punto la reazione di Lucy poteva essere imprevedibile.

Il ragazzo sospirò. Era di nuovo inutile, come al suo solito. Ma dopotutto, senz’arma, cosa poteva fare?

 

QQuello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.

 

Lo sapeva, aveva di nuovo disubbidito a Lucy. La custodia del violino era lì, a pochi centimetri da lui. Quante volte gli aveva ripetuto di non portarlo! E invece eccolo, di nuovo.

 

 

L’urlo di Lucy lo risvegliò dai suoi pensieri. Stava succedendo qualcosa, doveva intervenire!

 

QQuello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.

 

Prima di rendersene conto, Simon aveva già tirato fuori dalla custodia il suo violino. Ma cosa poteva fare solo con quello?

 

Un ragazzo vestito di rosso gli sfrecciò affianco prima che lui potesse fermarlo. Ancora frastornato, vide Lucy inseguirlo:« Aspetta! Non ti ho mentito! »

Simon la prese per un braccio:« Cosa stai facendo? »

« Lui non è un kishin, è stato ingannato! »

« Cosa stai dicendo? »

« Non è cattivo! »

« Come puoi dirlo? »

Lucy si liberò dalla sua presa e continuò a inseguire il ragazzo gridando:« Guarda i suoi occhi, Simon, e capirai! »

« … guardare… i suoi occhi? »

 

 

Simon:« Scusa, posso chiederti una cosa? »

Soul:« Dimmi… »

Simon:« Davanti a noi c’è un esercito di uova di kishin… »

Soul:« Lo vedo, non sono mica cieco! »

Simon:« … e noi stiamo qua, fermi, a chiacchierare di film? »

Soul:« Vedi, Simon, c’è una cosa che non hai ancora capito… li vedi quei due? »

Simon:« Kid e Black Star, e allora? »

Soul:« Osservali ancora un po’ e capirai che il nostro intervento non è necessario… »

Simon:« ??? »

Kid:« Oooh! Quest’orda di kishin è perfettamente simmetrica! 1307 guerrieri a destra, 1307 a sinistra e il capo al centro… »

Black Star:« Yahooo! Vediamo di darci dentro, Tsubaki! »

Kid:« Ma cosa… quell’idiota ha ammazzato due kishin a destra!!! Liz, Patty, dobbiamo assolutamente sistemarne altrettanti a sinistra! »

Liz:« Come vuoi, Kid… »

Kid:« Finalmente l’ordine è ristabilito! Ma cosa? Di nuovo? Patty… »

Patty:« Agli ordini, Kid! »

Soul:« Come vedi, se ora intervenissimo, rischieremmo solo di ricevere anche noi qualche pallottola da Kid… »

Simon:« Ah… »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 8 capitolo: Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso?

 

Maka:« Vi mieterò l’anima! »

Simon:« Mi stavo chiedendo che fine avessi fatto! »

Maka:« In questo capitolo sono stata un po’ ignorata… »

Kid:« BLACK STAR!!! PIANTALA DI ROMPERE LA MIA PERFETTA SIMMETRIA!!! »

Maka:« Appunto… »

 

 

 

Ciao! Ma quanto sono contenta! Finalmente è entrato in scena un personaggio che aspettavo da un po’! Lo so, in questo capitolo vi ho lasciato con molte domande e ben poche risposte, ma nel prossimo verranno risolti quasi tutti i dubbi!

Da qui in poi ptrei avere difficoltà ad aggiornare regolarmente a causa dell’inizio dell’università (era ora!), tuttavia ce la metterò tutta, soprattutto ora che ho iniziato anche un’altra storia su Katekyo Hitman Reborn! Tranquilli, alternerò i capitoli senza confondermi e comunque è una storia corta (almeno quella!)!

Come al solito ringrazio tutti, chi legge, chi ha messo la storia in qualche categoria e in particolare Zoe Malfoy, Sakurax16, Jan Itor 19 e Zawa Chan per le recensioni!

Vi aspetto tutti al prossimo capitolo!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso? ***


Il mondo sottosopra

Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso?

 

 

« … guardare… i suoi occhi? »

 

Simon non aveva capito cosa volesse dire Lucy. Perché sosteneva che il suo avversario non fosse un kishin con tanta sicurezza? Non aveva lo sguardo di Maka, almeno che lui sapesse!

Mentre pensava a tutto questo, Lucy afferrò per un polso il fuggitivo e lo obbligò a voltarsi verso di lei e verso Simon. Era troppo lontano per sentire le loro parole con il frastuono della battaglia, ma non abbastanza per non potergli osservare gli occhi.

 

Cosa c’era di strano?

Sì, quelle pupille erano di uno straordinario color verde smeraldo, quasi magnetico.

Simon scosse la testa. Questo avrebbe attirato l’attenzione di una persona comune, non quella di Lucy!

Se davvero voleva capire cosa aveva attirato l’attenzione della sua arma, doveva mettersi nei suoi panni.

 

Simon chiuse gli occhi, respirò profondamente pensando a Lucy e li riaprì fissando intensamente quegli occhi misteriosi.

 

E, finalmente, capì.

 

 

 

« Non è vero, non è vero!!! Stai mentendo!!! Tu vuoi solo confondermi! »

Lucy scosse la testa:« Non sono io che ti sto mentendo e tu lo sai. Avevi già dei dubbi, altrimenti non saresti ancora qui ad ascoltarmi! »

Il ragazzo si tappò le orecchie:« No! È che… »

Lucy sospirò. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

« Se non mi vuoi ascoltare, allora guarda! »

Con gesto fulmineo, la ragazza trasformò il suo braccio sinistro in una lama e tranciò senza preavviso un uovo di kishin che stava correndo vicino a loro con un’anima di una vittima ancora in mano.

Senza fare una piega, prese in una mano l’anima del demone appena ucciso e quella della sua ultima vittima nell’altra e fissò il ragazzo con tutta la serietà di cui era capace.

 

« Guardale: questa è l’anima di uno dei tuoi compagni e questa è quella che stava per mangiarsi. Fissale con attenzione e dimmi: che sensazione provi? »

Gli occhi color smeraldo del ragazzo si persero fra la fiammella rossa e quella azzurra. La risposta era tutta lì.

 

 

 

« Fiù, sembra che quegli impiccioni della Shibusen non mi abbiano beccato… ma non posso andare avanti così! Mi serve un’arma… »

« E tu chi sei? »

Il ragazzo si voltò di scatto, poi tirò un sospiro di sollievo. Era solo un bambino con i capelli rossi.

« Oh, ciao! Ti sei perso, piccolo? »

« Non sono piccolo, ho 8 anni! E poi dovrei chiedertelo io, sei nel giardino di casa mia! »

Otto anni? Il ragazzo gliene avrebbe dati sì e no cinque! Ma non ebbe il tempo di sottilizzare.

« Sei tu che hai ucciso quella gente? Non ti avvicinare ai miei genitori o ti uccido! »

Il ragazzo dai capelli bianchi ridacchiò, divertito dalle minacce di quello scricciolo:« Davvero? E come? »

Non ebbe il tempo di finire di parlare che le braccia del bambino scoppiarono in una polverina rossa. Un uccello che ebbe la sfortuna di volare nel posto sbagliato al momento sbagliato cadde a terra stecchito. Il ragazzo arretrò intimorito: era stato lui?

« Tu sei… un’arma? »

Il bambino lo fissò con aria minacciosa:« Sì, e allora? Se non te ne vai ti faccio fare la fine di quell’uccello! »

Il ragazzo sorrise:« Credo che ci sia un equivoco! Permettimi di presentarmi: io sono Blaze »

« Bene, Blaze, ora puoi anche uscire dal mio giardino! »

« Ma io non faccio del male, puoi credermi! Li vedi quelli laggiù? Sono loro quelli cattivi, io mi sto solo nascondendo da loro! »

« Chi sarebbero? »

« Vengono da una scuola cattiva che si trova molto, molto lontana da qui… loro vogliono uccidere le persone e portare via le loro anime! »

« E perché? »

« Per diventare molto potenti! Io infatti mi sto nascondendo da loro perché mi hanno preso di mira! »

« E perché proprio te? »

« Perché posso impedire loro di rubare le anime. »

Blaze si avvicinò all’uccello morto e fra le sue mani apparve una fiammella azzurra.

« Vedi? Questa è la sua anima! C’è solo un modo per impedire che finisca nelle loro mani! »

Il ragazzo inghiottì l’anima dell’animale, lasciando sconvolto il bambino dai capelli rossi.

« Io sono una persona particolare: posso prendere le anime degli altri e tenerle dentro di me per nasconderle a quelli della Shibusen… quando tutti loro saranno sconfitti, le tirerò fuori e continueranno a vivere tranquilli per sempre! »

« Quindi tu sei buono? »

Blaze sorrise:« Ma certo! Non mi hai ancora detto come ti chiami, bambino… »

« … Kevin… ma non sono un bambino! »

« Certo, certo, scusami! Me l’hai dimostrato prima! A proposito, ti andrebbe di aiutarmi? Con i tuoi poteri potremo fare grandi cose! »

« Davvero? »

« Certo! Anzi, se posso entrare un attimo, lo chiedo ai tuoi genitori! »

Il bambino annuì e aprì la porta.

Poco dopo Blaze uscì con aria soddisfatta.

« Allora? »

Il ragazzo osservò Kevin con tenerezza:« Tutto a posto! I tuoi sono d’accordo che tu venga con me, anzi, mi hanno detto di partire subito! »

« Allora li saluto e vengo… »

« NO! Loro… sono già con noi! »

Kevin lo fissò con aria interrogativa, poi provò a guardarsi intorno:« Io non li vedo. »

« Sono dentro di me. Mi hanno chiesto di prendere le loro anime in modo che quelli della Shibusen non li prendessero prima del tuo ritorno a casa… appena avremo finito libererò anche loro! »

« Promesso? »

« Hai la mia parola! »

Kevin rientrò per prendere il necessario per partire e Blaze sorrise. Il suo sorriso, però, era ben diverso da quelli che aveva sfoggiato in presenza del bambino.

« Una piccola arma potente pronta da plasmare a mio piacimento… proprio quello che mi ci voleva! È ingenuo quanto basta da spiegargli come funziona il mondo… a modo mio! E per quanto riguarda i suoi genitori… erano proprio un ottimo pasto! Sono un passo più vicino per diventare un vero kishin… »

« Sono pronto! »

« Bene, allora andiamo! Sono sicuro che questo è l’inizio di una lunga e proficua amicizia… »

 

 

 

 

« Allora? »

La voce della ragazzina riportò Kevin al presente. Non aveva mai avuto occasione di osservare con calma e così da vicino un’anima umana, per di più di due tipi così diversi fra loro. Blaze gli diceva sempre che non era compito suo mangiare le anime per metterle al sicuro: quello era il dovere del maestro d’arma! Lui, come arma, doveva solo disfarsi della Shibusen e, solo se necessario, costringere le anime a uscire dal corpo il tempo sufficiente per metterle al sicuro dentro Blaze e i suoi compari. Ogni volta provavano a convincere le persone che loro le volevano solo aiutare, ma spesso erano costretti a usare le maniere forti. Una volta che il pericolo sarebbe passato e le anime della gente sarebbero tornate al loro posto era sicuro che lo avrebbero perdonato. O almeno così gli ripeteva spesso Blaze.

 

Eppure…

 

 

La vista di quella fiammella azzurra, molto simile a quella dell’uccello di tanti anni prima, gli faceva salire le lacrime agli occhi, lacrime di malinconia e di tristezza per quello che avrebbe potuto essere e che ora, sicuramente, non sarebbe stato mai più. Kevin stava osservando una vita spezzata e fu solo in quel momento, il primo momento in cui finalmente poté osservare un’anima da vicino e per più di un paio di secondi, che se ne rese conto. Quante di quelle fiammelle aveva visto sparire nelle bocche degli amici di Blaze?

Già, uno di quelli la cui anima fluttuava nelle mani di quella ragazzina. Non aveva mai visto un’anima come quella, rossa… rossa come la polvere in cui si poteva trasformare. Niente lacrime per questa, solo un’immensa sensazione di ansia, paura e terrore a chiudere la bocca dello stomaco.

Era così l’anima di Blaze?

Era così la sua anima?

 

« Sai perché io e te possiamo diventare polvere e gli altri no? »

Kevin alzò lo sguardo, sorpreso. Chissà perché, non riusciva a non fidarsi di quella ragazzina, a non pendere dalle sue labbra. Forse perché era la più simile a lui che avesse mai incontrato, forse perché gli diceva esattamente quello che voleva sentirsi dire.

« No… per favore, raccontamelo… »

 

 

 

Era già da un po’ che Lucy parlava con quel ragazzo dai capelli rossi. Simon era sempre troppo lontano per sentire il discorso, tuttavia, nonostante la calma apparente, non osava avvicinarsi. Temeva di rompere l’equilibrio faticosamente creato dalla sua partner ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Aveva troppa paura che da un momento all’altro quello strano ragazzino le saltasse addosso per farle del male.

E in quel caso cosa avrebbe fatto lui, con solo un violino in mano?

 

L’ansia lo stava rodendo al punto da fare ciò che un violinista non si sognerebbe mai, giocherellare con le corde del suo amato strumento. Appena se ne rese conto, allontanò la mano con stizza dal suo piccolo tesoro.

Che gli era saltato in mente? Avrebbe potuto scordarlo, avrebbe potuto spezzarne le corde!

Già, le corde…

 

Erano sempre state così elastiche ?

 

 

 

« Questo è tutto quello che so. Mi credi? »

« Io… io… non lo so! È tutto così confuso, non so più a chi credere! »

 

 

 

« Capo! L’arma sta fraternizzando col nemico! »

« Cosa? »

Blaze spostò con un violento spintone l’uovo di kishin che lo aveva informato e guardò con attenzione la scena, seppur da lontano. Avrebbe dovuto immaginare che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Ma per fortuna ora non aveva più bisogno di lui:« Uccidetelo, non abbiamo bisogno di un traditore! »

 

 

 

« Ehi, ma che fanno? Non sono amici tuoi, quelli? »

Un nutrito numero di uova di kishin si avvicinò a Lucy e Kevin con aria poco innocente.

Kevin si schierò davanti alla ragazza:« Ehi! Che state facendo? Sono dalla vostra parte, ricordate? Di lei mi occupo io! »

« Hihihihi!!! Invece saremo noi ad occuparci di te! Il capo ci ha autorizzato; dovresti sapere che non ama i traditori! »

Kevin impallidì:« Blaze? Blaze ha ordinato di… »

 

 

QQuello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.

 

 

« GIÚ LA TESTA!!! »

 

Un paio di grosse pietre abbatterono le uova di kishin in avvicinamento.

Lucy si voltò:« Simon, ma cosa… SIMON!!! CHE DIAVOLO STAI FACENDO COL TUO VIOLINO??? »

Il suo maestro d’armi aveva teso le corde del violino al massimo e stava usando lo strumento come fosse una gigantesca fionda:« Te lo spiego dopo! Ora occupati di quelli davanti a te! »

Lucy annuì e si preparò a combattere, ma Kevin la bloccò con un braccio.

« No. Questa è una faccenda che devo risolvere da solo. Ora vedo la verità. »

E il ragazzo si dissolse in un vortice rosso uccidendo tutti gli avversari e lasciando Lucy intatta e stupita.

 

 

 

« Ti aspettavo. A quanto pare l’effetto sorpresa non ha funzionato. »

Kevin si ricompose alle spalle del ragazzo albino:« Blaze… da quando hai iniziato a prendermi in giro? »

Blaze scoppiò a ridere:« Ma da subito, piccolo ingenuo! Anzi, mi chiedevo se e quando avresti mai capito la verità! Se mi fai questa domanda, però, significa che sei proprio uno stupido! »

« Quindi tutte quelle persone… e i miei genitori… te li sei mangiati e basta? »

Blaze sorrise, con il sorriso tipico di uno contagiato dalla follia:« Già! Un ottimo spuntino, ma se non ti ho mai proposto di unirti ai lauti banchetti che tu ci procuravi, è perché in fondo ho sempre saputo che eri troppo buono per diventare un kishin! Kevin, Kevin, Kevin… tu sei rimasto quel bambino infreddolito che voleva mostrarsi più grande di quello che era! »

Kevin abbassò lo sguardo.

 

 

 

Soul gridò a Maka:« Ehi, la nuvola è scomparsa da un po’ e il capo mi sembra distratto… approfittiamone e prendiamoci le loro anime! »

« FERMI!!! »

Simon corse verso di loro a perdifiato agitando il violino:« Non… non uccidete il ragazzo coi capelli rossi! Non è un kishin! »

Maka lo guardò stupita:« Come puoi dirlo? »

« Non l’ho detto io, ma Lucy… »

Soul tornò umano e, mettendosi le mani in tasca, fissò Simon dritto negli occhi:« Va bene avere fiducia nella propria arma, ma tu esageri! E, sentiamo, lei da cosa l’avrebbe capito? »

Simon arrossì violentemente:« , mi ha detto di guardarlo negli occhi… all’inizio non l’avevo capito neanche io, ma poi... ho cercato di mettermi nei suoi panni! »

Soul lo guardò di storto:« Del kishin? »

Simon scosse la testa:« Ma no! In quelli di Lucy! Ho dovuto darle ragione, non ha lo sguardo di un uovo di kishin… invece ne ha un altro che una come lei non poteva non riconoscere… »

Maka e Soul si guardarono ancora più perplessi.

« Quel ragazzo… ha gli stessi occhi di un bambino spaventato! »

 

 

 

« Hai ragione, sono rimasto uguale ad allora. »

Blaze guardò Kevin sorpreso. Non si aspettava una risposta del genere.

Tuttavia si riprese subito:« Già, sei uno che fa il duro, ma in realtà sei un fifone! Lo dimostra ciò che nascondi da anni nella manica sinistra della tua felpa… »

Kevin sorrise allargando le braccia e mostrando la maglia rossa a maniche corte:« Peccato che ora non la indossi! E poi non vedo la connessione fra quello ed essere dei codardi… il codardo sei tu che mi hai nascosto la verità per tutto questo tempo! »

Blaze infilò le mani in tasca:« E ora che vuoi fare? »

Il vento era diventato più forte, scompigliando i capelli rossi di Kevin:« Quello che non ho concluso tanti anni fa… »

Gli occhi viola di Blaze si persero in quelli verde smeraldo del ragazzo:« Ricordi il nostro primo incontro? Ricordi la prima cosa che ti dissi? »

Le braccia di Kevin si dispersero nel vento:« Sei andato ben oltre il mio giardino, Blaze… hai invaso la mia famiglia, la mia felicità e il mio cuore! »

Blaze sbarrò gli occhi:« No… no! Tu non avrai il coraggio! »

Kevin sorrise:« L’avevo allora, non vedo perché non dovrei averlo adesso! L’hai detto tu, io non sono cambiato da allora! »

Il ragazzo dai capelli bianchi si mise a ridacchiare come un pazzo:« No, no… io sono tuo amico, non ricordi? »

Gli occhi di Kevin, più freddi del ghiaccio, fissarono quelli folli di Blaze per l’ultima volta:« Mai allevare una serpe in seno, Blaze… può sempre decidere di avvelenarti! »

 

Lucy raggiunse Simon giusto in tempo per vedere un vortice rosso avvolgere il capo dei kishin.

Poco dopo a terra era rimasto solo un cadavere dai capelli bianchi, che quasi subito divenne una fiammella rossa. A quella vista tutte le uova di kishin, spaventate, si dispersero, mentre un ragazzo afferrava quell’anima dello stesso colore dei suoi capelli.

« Addio, Blaze! Come ti ho detto, oggi non ho con me la mia felpa, quindi non aspettarti un requiem… tu non meriti neanche una lacrima di compassione! »

E, seppure con il cuore a pezzi, inghiottì quell’anima maledetta.

 

 

 

 

Kevin aspettava con ansia. Sapeva di meritare la prigione, se non la pena capitale per quello che aveva fatto. Seppure in buona fede, aveva ucciso migliaia di persone.

Eppure lei era lì con lui ad attendere. Non aveva  idea come facesse a guardarlo così, come se fosse una persona normale.

« La pianti? »

Lucy lo guardò perplessa:« Di fare cosa? »

« Di starmi addosso! Non sei mia madre! »

La ragazza si sedette affianco a lui nel corridoio della Shibusen:« Non mi sembrava carino lasciarti qui da solo! »

« Cosa vuoi? »

« Solo esserti amica! »

« Poco fa ho mangiato il mio unico amico… »

Lucy sorrise:« Vorrà dire che correrò il rischio! »

Nonostante la situazione, Kevin non riuscì a trattenere una risata:« Certo che tu sei proprio un tipo strano! »

« Grazie, lo prendo come un complimento! »

Il sorriso di Kevin s’incrinò all’improvviso:« Come fai a trattarmi così? Io sono un assassino! Il sangue delle mie vittime mi scorre in corpo, tinge i miei capelli… persino la polvere in cui posso trasformarmi è rossa! »

Lucy si alzò in piedi, si scrollò la polvere dalla gonna, fece un paio di passi e prese un fiore dalla fioriera posta sul davanzale della finestra sopra le loro teste:« Mica solo il sangue è rosso! Anche le rose lo sono! »

Kevin sbarrò gli occhi afferrando con un gesto automatico la rosa che la ragazza gli aveva porto. No, decisamente a questo non aveva mai pensato.

Dalle sue labbra uscì in un sussurro un verso quasi dimenticato:« Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore soave… »

Lucy, che non aveva sentito una parola, continuò imperterrita:« E non solo! Ci sono anche le fragole, le ciliegie, le mele, i rapanelli, i pennoni della Shibusen, il semaforo… , quello solo dopo aver fatto la luce gialla e quella verde, a pensarci bene! »

Kevin lo guardò con la faccia più sconvolta che avesse in repertorio per poi scoppiare a ridere a crepapelle. E già, quella era la ragazza più strana e sincera che avesse mai incontrato!

 

Un colpo di tosse imbarazzato interruppe il momento di ilarità.

Lucy si voltò:« Allora? Cos’ha detto Lord Shinigami, Simon? »

Il ragazzo biondo sospirò profondamente:« È stata una discussione molto lunga, ma alla fine ci siamo chiariti… »

Kevin non aveva capito una parola del loro discorso, ma Simon gli si avvicinò con aria seria e il ragazzo lo fissò con aria minacciosa.

« Se vuoi, puoi entrare a far parte della nostra squadra. »

« Eh? »

Kevin guardò con aria sconvolta la mano che Simon gli stava tendendo.

« Hai capito bene: se vuoi, puoi entrare alla Shibusen! »

« Ma come? Niente condanna? »

Simon scosse la testa:« Lord Shinigami ha tenuto conto del fatto che sei stato ingannato e ti ha affidato a me per fare… diciamo un corso di riabilitazione! Dopotutto, sono pur sempre l’unico maestro d’armi della Shibusen specializzato in armi che si trasformano in polvere! »

Kevin, frastornato, non reagì nemmeno all’abbraccio di Lucy:« Sul serio? »

Simon annuì, ma si fece subito serio:« C’è una condizione, però: non dovrai mai usare il veleno finché sarai qui se non in casi di vera emergenza! »

Lucy protestò:« Cosa? E come farà a fare l’arma? »

« Il professor Stain ha analizzato quella fialetta di sangue che ti hanno estratto prima e ha scoperto che tu hai un’altra trasformazione oltre al veleno… lo sapevi? »

Kevin annuì e diventò un disco dai bordi molto affilati. [Nota:avete presente il disco di Xena? XD]

Subito Kevin ritornò normale:« Non lo mai usato molto, a Blaze non piaceva… »

Simon allungò di nuovo la mano:« Bene, allora benvenuto nella squadra… a proposito, io non so ancora il tuo nome! »

Kevin passò lo sguardo da Simon a Lucy, poi sorrise e afferrò la mano del violinista:« Mi chiamo Kevin Akai e sono molto felice di essere nella vostra squadra! »

 

 

 

Lucy:« E così era tua zia quella che ti aveva scritto? »

Simon:« Già! Anzi, mi ha mandato un’altra lettera! »

Lucy:« Cosa dice? »

Simon:« Che il mio violino è stato incantato da una strega in modo che in caso d’emergenza possa diventare un’arma senza rompersi né scordarsi! »

Lucy:« Comodo! »

Simon:« Già, vista la tendenza della mia arma “ufficiale” a muoversi da sola! »

Lucy:« Ehm… scusa, ma perché siamo tornati qui? I kishin se ne sono andati! »

Simon:« Per farlo capire anche a quello stupido! »

Lucy:« ??? »

Simon:« Eccolo là! Per far tornare a casa Kid è bastata una figurina dei Pokemon di Pikachu…»

Lucy:« Ma Pikachu non è perfettamente simmetrico! Dipende da dove mette la coda! »

Simon:« E infatti ho dovuto cancellarla con bianchetto! E per non farlo notare ho dovuto bianchettare anche tutto lo sfondo! Comunque con lui sarà molto più difficile… »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 9 capitolo: La caverna delle illusioni! Organizziamo la festa di compleanno di Shinigami?

 

Black Star:« EHI!!! LA GRANDE DIVINITA’ È QUI! DOVE VI SIETE CACCIATE, SCHIFOSE UOVA DI KISHIN??? DOVRESTE ESSERE TUTTE QUI A INCHINARVI AL MIO COSPETTO!!! »

Tsubaki:« Black Star… credo che sia inutile cercare dietro ai cespugli, mi sa che qui siamo rimasti solo più noi! »

Black Star:« Yahooo!!! »

 

 

-Extra-

 

Kid, l’autrice e il capitolo supremo

 

Autrice:« Bene, sono molto felice di essere arrivata fin qui con i capitoli e… »

Kid Coff, coff… »

Autrice Oh, ciao, Kid! Dimmi, ti serve qualcosa? »

Kid:« Dobbiamo parlare. »

Autrice:« Ok, non c’è bisogno di fare quell’aria minacciosa! »

Kid:« Sai che capitolo è questo? »

Autrice:« Sì, è “Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso?” »

Kid:« Non parlavo di questo. »

Autrice:« Allora è il capitolo in cui Kevin finalmente entra alla Shibusen! »

Kid:« No, non ci siamo ancora. »

Autrice:« Allora è… oh, oh!!! »

Kid:« Ci sei arrivata, finalmente! »

Autrice:« Kid, aspetta, fammi spiegare… »

Kid:« Non c’è nulla da spiegare! Questo è L’OTTAVO CAPITOLO! L’OTTAVO!!!  E IO NON COMPAIO NEANCHE UNA VOLTA!!! »

Autrice:« Non è vero, sei nell’anticipazione! »

Kid:« Solo nominato! »

Autrice:« La verità è che… sai che sono una frana in matematica, no? E che la prof non voleva quasi ammettermi alla maturità per i miei voti pessimi… ecco, la verità è che… ho perso il conto dei capitoli!!!  Ero convinta che il prossimo fosse l’ottavo e avevo preparato un pezzo tutto per te! Me ne sono accorta solo quando stavo per pubblicare il capitolo! »

Kid:« Allora significa che continuerai la storia fino al prossimo capitolo supremo… »

Autrice:« Il diciottesimo? »

Kid:« No, l’ottantottesimo! »

Autrice:« Eh? Ma sei pazzo? Non ho tutta questa fantasia! E poi credo che i lettori si stuferanno prima… »

Kid:« … »

Autrice:« Allora? Tutto a posto? »

Kid:« Posa del peccato… »

Autrice:« No, fermo! Non spararmi!!! AIUTO!!! »

 

 

Ok, scherzi a parte… sappiate che è vero che ho sbagliato il conto dei capitoli!

Cmq sia, spero che Kevin vi piaccia come personaggio! Nel prossimo capitolo impareremo a conoscerlo meglio e scopriremo ancora qualcosa su Lucy e Simon, ma poi… allacciate le cinture di sicurezza, perché la trama inizierà a complicarsi per davvero!

Ma ancora a proposito di questo capitolo… doppio quiz! Qual è la traduzione del cognome di Kevin? È semplicissimo, dai… e visto che era troppo semplice, ho nascosto nel brano una citazione di un famosissimo brano… chi risponde a entrambe le domande nel commento vince una curiosità sulla creazione della storia!

Come al solito, ringrazio tutti quelli che seguono e leggono la storia e che hanno avuto la bontà di inserirla nelle seguite, preferite o ricordate, in particolare ringrazio Black Nana, Jan Itor 19, Zawa Chan e Sakurax16 per le recensioni!

Vi aspetto tutti al prossimo capitolo!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La caverna delle illusioni! Organizziamo la festa di compleanno di Lord Shinigami? ***


La caverna delle illusioni

La caverna delle illusioni! Organizziamo la festa di compleanno di Shinigami?

 

 

Black Star spalancò la bocca in un gigantesco sbadiglio, degno di un’aspirante divinità, in grado di mostrare tutti i denti e anche le tonsille.

Soul guardò l’ora impaziente:« Non si può andare avanti così! »

Tsubaki sorrise:« Si tratta di avere solo un po’ di pazienza… dopotutto, sapete anche voi com’è fatto, no? »

Chrona iniziò ad agitarsi:« Io non so come comportarmi in questi casi… »

Finalmente Kid aprì la porta:« Buonasera a tutti! »

Kevin lo fulminò con lo sguardo:« Buonasera un corno! Sai da quant’è che ti aspettiamo? Mi avevano avvertito della tua mania di simmetria, ma tu esageri! »

« Perché? »

« Non è normale uscire di casa alle 18.00 in punto anche se c’è gente che ti aspetta da mezz’ora perché è uno dei rari momenti in cui l’orologio ha le lancette in posizione perfettamente simmetrica!!! »

« La simmetria viene prima di tutto e di tutti! »

Kevin strinse i pugni:« Trattenetemi o lo avveleno! »

Simon prese l’arma per un braccio, mentre Lucy scoppiò a ridere sonoramente insieme a Maka e Soul. Erano già due mesi che Kevin frequentava la Shibusen e sembrava essersi totalmente integrato nell’ambiente. Era un tipo particolare, Kevin: a volte ingenuo, altre irascibile per un nonnulla e, quando la situazione lo richiedeva, capace di diventare freddo come il ghiaccio. Spesso aveva un atteggiamento aggressivo, ma ormai tutti avevano capito che serviva solo per nascondere timidezza o imbarazzo.

Nei mesi precedenti Lucy e Simon avevano notato come Kevin amasse molto la letteratura europea. Alcune volte lo avevano sorpreso a ripetere a memoria citazioni di varie opere anche nel bel mezzo di un discorso. Sospettavano anche che il ragazzo s’intendesse di musica, ma di questo non ne avevano mai avuto le prove.

 

Black Star esclamò:« Allora, che facevi solo soletto in casa, Kid? »

« Cercava un’idea per un regalo di compleanno per il padre! Vero, Kid? »

« Patty! »

« Che c’è? È vero! Kid è un tenerone, Kid è un tenerone! »

Il colorito del volto di Kid passò rapidamente da un pallido quasi cadaverico a un rosso rubino e, alzando un pugno per aria, inseguì la sua arma gridando.

Soul esclamò:« Ma davvero? Lord Shinigami festeggia il compleanno? »

Simon alzò le spalle:« Dopo la figuraccia con il nonno di Kid, io non dico più nulla… »

Tsubaki ridacchiò:« Sarebbe divertente se fosse il 2 novembre… »

Kid interruppe per un attimo il suo inseguimento di Patty:« Brava, come hai fatto a indovinare? »

Chi più, chi meno, tutti i presenti si sbatterono una mano sulla fronte.

« E alla fine hai trovato un regalo, Kid? »

Lo shinigami si voltò verso Simon:« No, non ho trovato nulla di abbastanza simmetrico… »

Maka sbatté le mani:« Che ne dite di una bella festa? »

Ragnarok intervenne:« Solo se cucina la pupa… cioè, quella ragazza che accompagna la stella cadente! »

Tsubaki sorrise, leggermente imbarazzata:« Per me va bene! »

Kid fissò il gruppo perplesso:« E cosa ci sarebbe di simmetrico in una festa? »

Tutti si guardarono in cerca dell’illuminazione divina per non deludere l’amico.

« Ehm… la faremo iniziare alle otto in punto! »

« Allora va bene! »

Soul e Simon cercarono di abbracciare Lucy senza farsi notare.

Maka esclamò:« Bene, allora dividiamoci i compiti! »

Tsubaki alzò la mano:« Io cucino! »

Ragnarok si unì:« Io assaggio! »

Chrona chiese:« E io? Non so come comportarmi in questi casi! »

La Camelia sorrise:« Mi aiuti in cucina! »

Liz intervenne:« Io mi occupo dell’abbigliamento degli invitati! »

Patty, già armata di pennarelli:« Io faccio le decorazioni! »

« Le luci lasciatele al sottoscritto!!! Garantisco un’illuminazione divina!!! »

Kid sorrise:« Io attirerò mio padre e preparerò il biglietto d’auguri! »

Kevin chiese:« Il più simmetrico possibile? »

« Ovviamente! »

« Io e Soul apparecchiamo i tavoli! »

« Perché proprio noi, Maka? È poco figo »

Maka tirò fuori la sua amata enciclopedia:« Problemi, Soul? »

Lucy e Kevin ridacchiarono, mentre Simon propose:« Noi ci occupiamo della musica, vero ragazzi? »

La ragazza sorrise:« Ok, farò qualche vocalizzo di riscaldamento… e tu, Kevin? »

Il ragazzo non ebbe il tempo di rispondere, perché Spirit comparve dal nulla:« Oh, proprio voi cercavo! Simon, Lucy, Kevin, Lord Shinigami vi stava cercando per una missione! »

Lucy sospirò:« Proprio ora? E va bene, andiamo! Cercheremo di tornare in tempo per la festa! Aspettateci! »

Spirit li guardò di storto:« Festa? Quale festa? »

Simon iniziò a seguire le sue armi che già si erano avviate:« Spiegateglielo voi! Noi dobbiamo andare! A dopo! »

Maka gridò:« Non lasciatevi sfuggire nulla con Lord Shinigami!!! »

 

 

Kevin si guardò intorno:« È questo il posto? »

Simon annuì serio, ma Lucy ridacchiò apparentemente senza motivo.

Kevin la guardò di storto:« Che c’è? »

« Pensavo che questa è la nostra prima missione tutti e tre insieme! »

« A pensarci bene, è vero! »

Kevin alzò le spalle ed entrò nella caverna davanti a loro. Lucy e Simon si lanciarono uno sguardo d’intesa e sorrisero: Kevin era fatto così, non si sarebbe mai fatto vedere in volto in un momento d’imbarazzo!

 

Lucy esclamò:« È buio qui dentro! »

« Hai paura? »

« No. »

Kevin non rispose. In effetti l’unica luce lì dentro era quella della torcetta attaccata alle chiavi di Simon:« Allora, ricapitoliamo: all’interno di questa caverna dovrebbe esserci un uovo di kishin che sta causando parecchi problemi alla gente qui intorno. »

Kevin intervenne:« È vero che una donna ha cercato di uccidere il marito con l’accetta? E poi ha detto di averlo scambiato per un leone? »

Simon sollevò un sopracciglio:« Doveva essere davvero brutto! »

Kevin rise, ma Lucy non reagì.

 

Simon si avvicinò alla ragazza e le mise una mano sulla spalla:« Ehi, tutto bene, Lucy? »

« R-ragazzi… RAGAZZI!!! »

Kevin esclamò:« Ma cosa… »

Lucy corse con le braccia spalancate e le lacrime agli occhi. Contemporaneamente dal fondo della caverna vennero sparate alcune dozzine di bombe.

 

« LUCY, QUELLI NON SONO I TUOI BAMBINI!!! KEVIN!!! »

 

Il ragazzo, ubbidiente al suo maestro, si trasformò in disco. Simon l’afferrò al volo e, con estrema precisione, tagliò a metà tutte le bombe della prima fila. Kevin, dopo aver preso il controllo della traiettoria, si occupò delle altre. Risolto il problema, il ragazzo ritornò umano atterrando in ginocchio in una posa che se Soul fosse stato presente avrebbe definito figa.

I due ragazzi si voltarono verso Lucy, aspettandosi frasi di riconoscenza.

 

« R-ragazzi… »

Kevin passò una mano sui suoi capelli:« Tranquilla, basta un grazie! Non c’è bisogno di piangere… »

« Questo da voi non me lo sarei mai aspettato. »

Kevin rimase col braccio a metà asta:« Eh? »

Lucy alzò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime e di odio:« Voi avete osato uccidere i miei bambini… e io non vi perdono! »

Kevin e Simon si guardarono perplessi, almeno fino a quando la ragazza non trasformò un braccio in sonnifero e l’altro in una lama. A quel punto i due ragazzi mutarono il loro sguardo in uno di terrore.

« Lucy!!! Quelle erano bombe, non i tuoi bambini!!! »

« Ma che diavolo le prende? »

Simon iniziò a scappare seguito dalla sua compagna di squadra urlando a squarciagola:« Non lo so! Non lo so! NON LO SO!!! »

Kevin lo seguì a ruota:« Tanto gentile e tanto onesta  pare »

« Non è il momento, Kevin! »

« Scusa, Simon! »

« Ragioniamo, per quanto possibile mentre siamo inseguiti… »

« Secondo me l’uovo di kishin crea illusioni. »

Simon si voltò verso Kevin e, notando il suo volto serio e impassibile, tirò un sospiro di sollievo. Era grato alla lunaticità del ragazzo, che gli permetteva in pochi secondi di passare da uno stato di assoluto panico a uno di freddezza e lucidità a dir poco perfette!

Kevin, impassibile mentre correva, con la stessa tranquillità che avrebbe potuto avere durante un compito in classe comodamente seduto a un banco, senza neanche un po’ di fiatone, riprese il filo del ragionamento:« Lucy ha scambiato delle bombe per i bambini del suo villaggio, che adora. Dato che erano completamente diverse da una figura umana e che continua a credere in questa rassomiglianza anche dopo l’eliminazione delle stesse, la follia deve averla colpita. Se prendiamo in esame anche il caso della signora su cui prima scherzavamo, il probabile obbiettivo del kishin dev’essere quello di costringerci ad eliminarci fra di noi e risparmiargli il lavoro… »

Simon respirava a fatica mentre ormai correva da diversi minuti inoltrandosi sempre più nella grotta:« Ok, fin qui tutto chiaro! Il problema ora è: come la svegliamo dall’ipnosi senza farle del male? »

« L’ideale sarebbe addormentarla, ma per questa opzione è lei ad avere il coltello dalla parte del manico… a questo punto o le diamo una botta in testa… »

Simon si voltò e osservò il volto infuriato di Lucy:« Non credo sia fattibile, ci taglierebbe la testa prima! Ora come ora non ascolta ragioni! »

« … o le causiamo uno shock abbastanza forte da risvegliarla! »

Simon rifletté in silenzio per qualche secondo:« Ok, forse a questo posso pensarci io! »

Il ragazzo, sempre correndo, afferrò in qualche modo qualcosa che teneva nello zaino sulle spalle.

Kevin sorrise:« Ma tu non lo lasci mai quel violino? »

« Mai! Serve sempre! »

 

Simon si fermò, fronteggiando la sua nuova avversaria. Cercò di essere serio come Kevin, ma proprio non riusciva ad avere il suo sangue freddo: il suo volto tradiva tutta l’ansia che provava in quel momento.

« Lucy! Ragiona: potremmo mai noi fare qualcosa del genere? »

Lucy lo guardò con odio puro:« Lo avete appena fatto!!! »

Simon scosse la testa:« No, noi non siamo così, è l’uovo di kishin che ti sta ingannando! »

« Balle! I miei ragazzi… i miei bambini… »

« Ascolta, Lucy! Ascolta e ricorda chi hai davvero davanti… »

Una melodia dolce e familiare si diffuse nella grotta, amplificata dall’eco. Sì, solo ora che aveva fra le mani il suo adorato strumento Simon poteva mantenere il sangue freddo e non avere più paura, per di più cullato da quella bella melodia che portava con sé tanti ricordi dolci e amari.

« Ricorda, Lucy, ricorda… »

 

Fu un flash. La melodia che aveva accompagnato alcuni bei momenti con i bambini del suo villaggio, la sua malinconia nei primi giorni alla Shibusen e poi il suo incontro con lui

 

« Vola, vola,

fino all’aurora,

sempre più alto nel cielo…

vola ancora,

nel tuo mistero,

piccola stella,

mio pensiero… »

 

 

Le parole uscirono da sole dalla bocca. Come aveva potuto dubitare di Simon?

Solo mentre cantava riuscì a ragionare a mente lucida. Era ovvio che fosse una trappola del kishin! Come ci sarebbero arrivati lì dentro i suoi bambini?

 

« R-ragazzi… RAGAZZI!!! »

Lucy cadde in ginocchio, piangendo a dirotto come una bimba piccola:« Come… come ho potuto pensare di uccidervi? »

Simon smise di suonare e sorrise tirando un sospiro di sollievo. Ce l’aveva fatta!

Il ragazzo biondo si avvicinò a Lucy:« Tranquilla, non è colpa tua… »

Kevin non si avvicinò, ma la guardò con aria dura:« Ehi, per quanto hai intenzione di stare lì a piangerti addosso? Abbiamo una missione da finire e una festa a cui partecipare, ricordi? »

Lucy alzò lo sguardo e vide il sorriso un po’ beffardo di Kevin. Anche lei sorrise e si asciugò le lacrime con la manica della maglia:« Ok, tutto a posto! Andiamo! »

Kevin la guardò: così la voleva! Fiera e sicura come l’aveva conosciuta!

 

 

 

« Ma quant’è lunga questa grotta? »

« Forse è meno grande di quanto appare… non dimentichiamo che il nostro nemico può creare illusioni! »

Lucy annuì:« Giusta osservazione, Kevin! Tu che pensi, Simon? Simon? Simon? »

Le due armi si guardarono attorno alla ricerca del loro maestro.

 

Il ragazzo biondo aveva gli occhi azzurri persi nel vuoto, apparentemente fissando un enorme burrone a pochi passi dai suoi piedi.

« Simon? »

« MAMMA!!! »

Lucy lo guardò di storto:« Eh? »

Simon corse verso il burrone a braccia aperte:« Mamma! Mamma sono io, Emanuel! »

Lucy lo guardò ancora più perplessa:« Eh? Ma da quando? »

Kevin, con più spirito d’iniziativa della ragazza, afferrò il compagno prima che cadesse nel baratro:« Non lo so, ma di sicuro mi è impazzito anche lui! »

« Mamma!! Mamma! Kevin, lasciami, voglio abbracciare mia madre prima che… »

« Prima di cosa? Simon, qui non c’è nessuno oltre noi! »

Il violinista improvvisamente impallidì, si liberò dalla presa di Kevin e fece un profondo inchino:« Padre… mi perdoni! Non avevo notato la sua presenza! »

Lucy osservò incuriosita lo strano comportamento di Simon. Era ovvio che era sotto l’effetto di un’illusione, tuttavia…

Simon parlò, tenendo sempre la testa bassa:« Sì, padre, tengo alto l’onore del casato… certo, ovunque mi venga a trovare non le darò mai disonore… no, certo! Ora posso salutare mia madre, con il vostro permesso? »

Kevin lo scosse:« Ehi, stai parlando al vento! Qui non ci sono né tuo padre, né tua madre! E poi, che razza di modo è di rivolgersi a un genitore? Neanche con Lord Shinigami sei tanto ossequioso! »

Simon improvvisamente cambiò espressione e gridò, con tutta la voce che aveva in corpo:« NON PUÓ CHIEDERMELO!!! MAMMA, MAMMA!! NON PORTARMI VIA LA MIA MAMMA!!! MAMMA! »

« SIMON!!! NON FARLO!!! »

« PRESO!!! PIANTALA DI BUTTARTI NEL BURRONE, CRETINO! »

« MAMMA! SONO EMANUEL, MAMMA! »

 

Kevin tirò uno schiaffo con tutta la sua forza sulla guancia del ragazzo che teneva fra le braccia.

« Tu sei Simon. Simon!  Piantala con questa storia! Non vedi quanto mi stai facendo preoccupare? Quanto stai facendo piangere Lucy? Dov’è tua madre? Dov’è tuo padre? Dove? Dove? »

Simon strinse gli occhi con tutte le sue forze e li riaprì. Di fronte a lui solo il buio della gola che si apriva sotto i suoi piedi.

« Ma cosa… »

« Simon! »

Lucy li abbracciò entrambi. Sia Simon che Kevin arrossirono, ma nessuno dei due mollò la presa. Rimasero tutti e tre lì, sul bordo del baratro, abbracciati, fino a quando Lucy non smise di piangere e il fiatone di Simon non si acquietò.

Solo allora la ragazza si staccò:« Ho capito, oggi devo proprio finire tutte le scorte di fazzoletti! Non ho mai pianto tanto come oggi! »

Kevin sospirò:« Ogni tanto fa bene! Ora andiamo! »

 

 

« Simon Emanuel Onpu. »

 

 

Kevin e Lucy si voltarono. Il loro compagno era rimasto fermo sul posto.

« È il mio nome completo. Mio padre mi faceva sempre salutare così, quando ero più piccolo… »

Simon incrociò le gambe e fece un profondo inchino, ripetendo a memoria parole che si era sforzato di dimenticare:« Sono il discendente della nobile casata degli Onpu, Simon Emanuel. Lieto di fare la vostra conoscenza, nobili ospiti della nostra modesta dimora! »

Lucy lo guardò perplessa:« C-che significa? »

Kevin lo guardò serio:« Sei un nobile, dunque. »

Simon sorrise tristemente:« Per mia sfortuna… perché credi che non mi abbiano mai espulso dalla Shibusen prima che t’incontrassi, Lucy, nonostante i miei pessimi voti? »

« E perché non me l’hai mai detto? »

« Inizialmente perché non volevo che mi trattassi in modo diverso! E poi perché non lo ritenevo più necessario… io sono Simon, il maestro d’armi specializzato in armi che si trasformano in polvere, il violinista. Nulla di più. »

« E perché continuavi a chiamarti con il secondo nome? »

« Kevin! Quando ne vorrà parlare, lo farà, non sforziamolo! »

Simon scosse la testa:« No, parlerò! Io conosco le vostre storie, ma voi sapete ben poco della mia… e sono sempre stato contrario ai privilegi! »

Il violinista si sedette su un sasso:« Sono stato educato fin da piccolo con la rigida educazione riservata ai nobili, nella speranza di mio padre che diventassi un buon uomo politico… tuttavia a me non interessava! Io volevo solo studiare musica e diventare un famoso violinista! Mia madre… mia madre si occupava poco di me, ma non perché non volesse… mia madre era pazza! Ogni tanto aveva attimi di violenza e distruggeva tutto quello che trovava nella stanza! Prima stavo rivivendo un episodio di quand’ero più piccolo, quando mio padre minacciò di prendere mia madre e portarla in manicomio! Mia mamma, che mi riconosceva come suo figlio solo quando mi chiamava Emanuel…Ma la situazione migliorò con la nascita di mia sorella! Quasi in contemporanea i medici trovarono le medicine adatte a mia madre e mia zia predisse che Rachel sarebbe stata la donna che avrebbe risollevato le sorti del mio casato! Anche se mio padre avrebbe ovviamente preferito che lo facessi io, come primogenito e maschio…nonostante tutto ora la situazione con la mia famiglia… diciamo che è accettabile! »

 

Kevin sospirò:« E io che immaginavo chissà che cosa! Sai quanta gente litiga con i genitori? E fanno pace senza gettarsi giù dai burroni! »

Sia Lucy che Simon risero.

« Propongo un patto: niente più segreti fra noi, ok? Altrimenti come facciamo a essere una buona squadra? »

« Giusto! »

« Sono d’accordo! »

Simon s’alzò:« E ora andiamo! Abbiamo fatto aspettare fin troppo il nostro uovo di kishin! »

 

 

Finalmente, nel buio della grotta, apparve il kishin.

Sia Lucy che Simon si portarono le mani alla nuca. Il demone tentava nuovamente di prendere il controllo delle loro menti. Kevin invece rimase in piedi, con occhi di ghiaccio, guardando il mostro che aveva davanti con tutto il disprezzo possibile.

« Non hai il coraggio di sporcarti le mani neanche ora? Perché mi guardi così? È inutile che cerchi debolezze nel mio cuore, non ne troverai! E neanche nei loro, ora… »

Il ragazzo si avvicinò all’uovo di kishin camminando con tutta la tranquillità del mondo, con le mani infilate nelle tasche nella sua felpa nera.

« Sai perché nel mio cuore non c’è più oscurità, ora? »

Kevin sussurrò l’ultima frase direttamente all’orecchio del kishin:« L’ultima me la sono mangiata qualche mese fa… proprio come farò con te! »

E, aspettando che Simon si riprendesse, si trasformò in disco e, dopo lo splendido lancio del suo maestro d’armi, tranciò in due l’uovo,  mangiandosi poi la sua anima.

 

 

 

 

Soul si aggirò fra i tavoli::« Vediamo di ricapitolare tutto… cibo? »

Tsubaki si mise sull’attenti:« Pronto sui tavoli! »

« Decorazioni? »

Patty sbucò fuori da sotto un tavolo con ancora le forbici in mano:« Eccole, Soul! »

« Luci? »

Una risata invase la sala:« Il mitico Black Star ha sistemato tutto come si conviene a una divinità! »

Soul lo fulminò con lo sguardo:« Black Star… ti ricordi per chi abbiamo organizzato questa festa? »

« Sì… »

« Ti ricordi chi è il figlio della persona per cui abbiamo organizzato la festa? »

« Kid! »

« E allora, se lo sai… sai cosa ci fa se il numero delle luci non è simmetrico? Spiegami perché hai messo quell’enorme faro luminoso intermittente sopra il tavolo! »

Black Star sorrise e si atteggiò:« Ma è ovvio! Serve per evidenziare la presenza del sottoscritto a tavola! »

Soul sospirò:« Liz, Patty… potete pensarci voi? Se Kid ha una delle sue crisi isteriche prima della festa non sarà per nulla figo… »

Patty rise:« Subito, Soul! »

Un colpo di pistola annunciò la triste fine del faro e Chrona si sbrigò a pulire i vetri dal pavimento, con sgomento del povero Black Star.

La falce cercò di fare finta di niente e di darsi un contegno:« Grazie a tutti… la musica? »

Un silenzio poco rassicurante si diffuse per la stanza.

Il ragazzo tossicchiò:« Ho detto… la musica? »

Silenzio di tomba.

« Che fine hanno fatto quei tre? »

Maka rispose:« E io che ne so? »

« Dovevano occuparsi della musica… e ora? Una festa senza musica non è per nulla figa! »

« Soul… ti prego… »

« Eh? Non se ne parla nemmeno! Neanche sotto la minaccia dei tuoi Maka-Chop! »

Maka lo supplicò:« Ti prego! Sono le 19.56 minuti… sai cosa ci farà Kid se non iniziamo alle 20.00 precise? »

Soul deglutì:« Temo di saperlo…e va bene! Ma solo perché ci tengo a tornare a casa tutto intero! »

La ragazza sorrise e scostò una tenda:« Grazie Soul! Lo sapevo che potevamo contare su di te! »

Il ragazzo fissò prima esterrefatto, poi furioso il bellissimo pianoforte dietro la tenda:« Tu… tu lo sapevi che sarebbe finita così, vero? Maledetta vipera piatta come una tavola… »

Liz interruppe Maka prima che potesse affondare un Maka Chop completo:« Presto, ai vostri posti! Arrivano! »

 

Alle 19.59 e 56 secondi dei passi familiari si fermarono di fronte alla porta chiusa.

« Ehi, Kid! Si può sapere dove mi stai portando? »

« Fidati di me, padre! Ecco, siamo arrivati! Apri gli occhi! »

 

Le luci si accesero.

« BUON COMPLEANNO, LORD SHINIGAMI!!! »

« Oh… questa non me l’aspettavo! Era da tanto che non mi facevano una festa a sorpresa… »

Kid fissò un po’ di storto il padre:« Sei sicuro di esserti sorpreso? Il tuo tono di voce non era molto… sconvolto! »

Il preside si grattò la testa imbarazzato:« Ehm… a essere sinceri ho sentito Black Star gridare come un pazzo nel corridoio qualcosa come: “Una grande divinità come me non può mancare alla festa a sorpresa di un’altra divinità come Lord Shinigami!” … »

Il ragazzo tirato in ballo ricevette nel giro di qualche secondo una decina di sguardi infuriati e un Maka Chop in testa.

 

Soul sospirò:« Non si può proprio fare nulla senza che nessuno lo scopra da queste parti, eh? E va bene, godiamoci lo stesso questa festa! »

Spirit e Stain entrarono in quel momento con una bottiglia in mano:« Ehi, c’è posto anche per noi? »

Il ragazzo dai capelli albini sorrise e si sedette al pianoforte. Quando quei tre sarebbero tornati dalla missione gliene avrebbe dette quattro!

 

 

« Cavoli, hanno già iniziato! »

Simon sbirciò da dietro la tenda:« No, non ci credo! Soul sta suonando! Come diavolo hanno fatto a convincerlo? »

Lucy lo trascinò per una manica:« Non lo so, ma ci conviene sbrigarci! Ci vediamo dopo, Kevin! »

Il ragazzo dai capelli rossi rimase fermo sul posto per un po’.

 

Niente più segreti…

 

« Aspettate, vengo anch’io! »

E infilò la mano destra nella manica sinistra della sua adorata felpa nera.

 

 

Nel bel mezzo della melodia suonata dal pianista intervenne un violino dal suono molto familiare. Pochi secondi dopo una voce dolce e angelica si unì alla musica.

Soul si voltò:« Finalmente! Era ora, ragaz »

Non riuscì a finire la frase dalla sorpresa. Gli sguardi di tutti erano concentrati, più che sui nuovi arrivati, su Kevin e il suo flauto traverso, che suonava con grande maestria.

Dopo un attimo di stupore, Lucy e Simon si fecero l’occhiolino: avevano ragione, al loro nuovo compagno la musica piaceva eccome!

 

 

 

Stain si avvicinò al preside:« Come va? »

Shinigami si voltò:« Direi bene! Il cibo è ottimo, la musica è molto bella… una delle migliori feste degli ultimi anni! »

« Non parlavo di questo… »

Il preside sospirò:« Lo so, lo so… neanche al mio compleanno posso avere un po’ di pace, eh? »

Il professore continuò:« Ultimamente ci sono stati veramente troppi casi di uova di kishin sul punto di risvegliarsi completamente… c’è solo una spiegazione: lui si sta risvegliando… »

Shinigami sospirò:« Già, proprio come temevo… tuttavia, c’è tempo per questi discorsi! Godiamoci questa pace, per stasera! »

Stain fissò tristemente il bicchiere che teneva in mano e i suoi ragazzi che sembravano divertirsi:« Già… temo che sarà l’ultima, almeno per un bel po’… »

 

 

 

 

Shinigami:« Prima mi hai detto:”Lui si sta risvegliando”… ma lui lui? »

Stain:« Sì, lui! »

Shinigami:« Ma lui lui o l’altro lui? »

Stain:« Lui lui! »

Shinigami:« Ah, lui… ma proprio lui? »

Stain:« Oh, uffa! Questo! La vede la fotografia? »

Shinigami:« Aaaaahhh… »

 

Soul Eater, Polvere Incantata, 10 capitolo: Grandi ritorni! C’è un kishin sotto il letto di Kid?

 

Shinigami:« Ma è lui o suo fratello gemello? »

Stain:« Non ha fratelli gemelli! »

Shinigami:« … »

Stain:« … »

Shinigami:« Sicuro? »

Stain:« Torniamo a goderci la festa, ne riparliamo domani! »

 

 

 

-Extra-

 

Kid, Shinigami, l’autrice e il compleanno maledetto

 

Autrice:« Kid? Kid? Kid, dove sei? Mi scusi, Lord Shinigami… »

Shinigami:« Sìììììììììììììììì? »

Autrice:« Ha visto Kid? Dovevo dargli questo… »

Shinigami:« Visto il pacchetto che hai in mano, credo di aver intuito le tue intenzioni… e ti consiglio vivamente di lasciare perdere! »

Autrice:« Perché? Non era stato lei a dirmi che tutti gli Shinigami nascono per tradizione il due di novembre? Quindi oggi dovrebbe essere anche il compleanno di Kid, a rigor di logica… »

Shinigami:« Ma tu conosci mio figlio… »

Autrice:« Non si preoccupi, ho fatto attenzione! Il regalo è perfettamente simmetrico! »

Shinigami:« Ma la data di nascita no!!! »

Autrice:« Eh? »

Shinigami:« Kid non mi ha mai perdonato di averlo fatto nascere il due novembre, per cui lui festeggia il compleanno esclusivamente l’otto agosto! E cerca di uccidere chiunque tenti di festeggiarlo in una diversa data… »

Autrice:« Ah… »

Kid:« Ehi, mi stavi cercando? »

Autrice:« Ma chi, io? Ma no, figurati! »

Kid:« Sicura? Eppure mi era sembrato… »

Autrice:« Ti sarai sbagliato! »

Kid:« Sarà… »

Shinigami:« Ottima prontezza di riflessi nel nascondere il regalo dietro la schiena! »

Autrice:« Dice che è meglio che lo conservo fino al prossimo otto agosto? »

Shinigami:« Forse è meglio… »

Autrice:« Meno male che non gli avevo preso la torta… »

 

 

Ciao a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Non ho resistito alla tentazione di un altro extra su Kid, ma adesso la pianto, promesso! Approfitto per ringraziare Sakurax16, Ianitor19 e Zawa chan per aver commentato, sperando che prima o poi tornino anche gli altri commentatori!

E dal prossimo capitolo… cinture allacciate: entriamo nel vivo della trama… vi aspetto!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Grandi ritorni! C'è un kishin sotto il letto di Kid? ***


Grandi ritorni

Grandi ritorni! C’è un kishin sotto il letto di Kid?

 

 

Otto del mattino: puntualmente Maka, Soul, Kid, Liz, Patty, Chrona, Simon, Lucy, Kevin attendevano davanti alla porta della Camera della Morte.

C’erano tutti, tutti tranne…

 

« SALUTATE IL SOLE CHE ILLUMINA LE VOSTRE TRISTI E BUIE VITE, MISERI MORTALI!!! »

 

Soul non lo guardò nemmeno:« Ciao, Black Star! »

Kid lo fulminò:« Mai puntuale, eh? »

Kevin lo riprese:« Nemmeno tu lo eri, un paio di giorni fa… »

Tsubaki interruppe tutte le discussioni:« Scusate, avevamo dimenticato di chiudere a chiave la porta di casa e siamo tornati indietro… »

Black Star tirò una gomitata alla sua arma:« Le avevo detto di non preoccuparsi! Nessuno oserebbe mai rubare a casa di una divinità! »

Simon alzò le mani in segno di resa:« Ok, sia come sia, ora ci siamo proprio tutti! Andiamo? Lord Shinigami ci sta aspettando! »

 

Il preside si salutò allegramente e li fece accomodare, tuttavia l’atmosfera si fece subito seria, segno che c’era decisamente qualcosa che non andava.

« Ragazzi, voi sapete perché io non posso allontanarmi da Death City? »

Maka alzò puntualmente la mano:« Perché dopo tanti anni passati a controllare Ashura, il primo kishin, la sua anima si è ancorata al terreno e non può  più spostarsi. »

« Sì… e no! »

Maka impallidì. Era tanto tempo che non sbagliava una risposta, e per di più di questa era sicurissima! Ricordava che era stato il professor Sid a dirglielo!

Anche Kid intervenne:« Che significa, padre? Non è così? »

Shinigami si voltò di schiena:« La verità è che ci sono altri kishin sotto Death City e la mia anima deve contenerli tutti… »

« COSA??? »

L’urlo di sorpresa fu generale e condiviso.

« Che significa? »

« Perché non ci è stato mai detto? »

« Death City è un immenso carcere per kishin? »

« Nascondere le cose è molto poco figo! »

« Io non so come comportarmi in questi casi… »

Shinigami alzò entrambe le mani per richiedere nuovamente il silenzio:« Calmatevi tutti! Non era il caso si allarmare la gente inutilmente, visto che sono tutti ben custoditi, come lo era Ashura… »

Soul ridacchiò:« Siamo a posto, allora! »

Maka intervenne:« Sono tutti sotto la Shibusen? »

Shinigami tirò fuori un fazzoletto e iniziò ad asciugarsi il sudore, visibilmente imbarazzato:« Ehm… ad essere sinceri no! Sono un po’ dispersi per tutta la città, compresa la mia casa! »

Kid incrociò le braccia:« Adesso non mi dirai che ce n’è uno anche sotto il mio letto… »

« Uhm… ad essere sinceri, sì! »

Kid si mise le mani nei capelli, disperato:« Allora… allora non era una mia idea: c’erano davvero due occhi che mi spiavano di notte! E tutti mi dicevano che ero troppo grande per credere al mostro sotto al letto… PADRE! Come hai potuto? »

Lord Shinigami era sempre più imbarazzato:« Ehm… però è il kishin numero otto! »

Kid si riprese all’improvviso:« Allora va bene! »

Kevin sospirò:« Basta davvero poco per convincerti, eh? E poi dicono a me che sono lunatico… tuttavia, Lord Shinigami… »

Il ragazzo divenne serio e si voltò verso il preside:« … se oggi si è deciso a parlarne le possibilità sono tre: o ha bevuto, ma mi sembra abbastanza sobrio, o ha perso una scommessa, oppure è successo qualcosa di così grave da costringerla a rivelarci questo suo segreto! »

Shinigami non rispose, ma Kevin continuò a fissarlo dritto nei buchi della maschera, alla ricerca della verità:« Come immaginavo, è l’ultima opzione! Allora, si può sapere cos’è successo? »

 

Il preside si arrese:« Hai ragione, Kevin, è così! La verità è che, dopo tanti anni, il secondo kishin sta cercando di liberarsi dalla sua prigionia… »

« COSA??? »

« C’è un secondo kishin? »

Kid sbuffò:« Ma state attenti? Se prima ha detto che l’ottavo è sotto il mio letto… »

Nessuno ebbe più il coraggio di ribattere e Lord Shinigami poté riprendere:« Kid ha ragione: è vero che Ashura è il primo kishin, ma in fondo nessuno ha mai detto che fosse l’unico… »

Soul lo interruppe:« E ora vorrebbe il nostro aiuto per tenerlo prigioniero, giusto? Allora, chi sta cercando di liberarlo? »

« Questa è la cosa strana: nessuno! Il kishin sta sciogliendo da solo il sigillo che gli avevo imposto! »

Kid esclamò:« Cosa??? E chi sarebbe quest’essere così potente da sciogliere da solo un tuo sigillo, padre? »

Shinigami sospirò:« Vorrei davvero poterti rispondere, figliolo, ma la verità è che non lo so nemmeno io! Me lo trovai di fronte all’improvviso molto tempo fa, poco dopo l’apparizione di Ashura, senza sapere di lui nemmeno il nome… era strano, a volte il suo comportamento era totalmente folle, in altri momenti sembrava recuperare un minimo di lucidità, ma non faceva altro che ripetere frasi sconnesse e senza alcun senso… l’unica cosa sicura era la sua incredibile potenza! »

 

Maka alzò la mano:« Potrei fermarlo come ho fatto con Ashura, usando l’onda antidemone… »

Il preside scosse la testa:« No, Maka, non funzionerebbe… »

« E perché? »

Lord Shinigami andò proprio di fronte al voltò di Maka:« Tu che puoi vedere le anime, ragazza mia, rispondi a questa domanda: le anime degli uomini sono tutte uguali? »

La ragazza ricambiò lo sguardo penetrante del preside con uno molto perplesso:« N-no… ovviamente no! »

« E allora come puoi pensare che le follie siano tutte uguali? Esistono tante follie quante sono le anime degli uomini, e anche se la tua onda antidemone funzionava a meraviglia con Ashura, non è detto che funzioni altrettanto bene con questo kishin senza nome… anzi, sono quasi sicuro che non funzionerebbe! »

Simon intervenne:« E perché? »

« La follia di Ashura era… come dire… più subdola! Colpiva piano piano, senza che il soggetto se ne accorgesse, e quando iniziava a rendersene conto, ormai era troppo tardi! Ricordate il professor Stain? »

Il gruppo, tranne Lucy, Kevin e Chrona (che continuava a giocherellare nervosamente con l’orlo dell’abito), annuì.

« Il secondo kishin colpisce all’improvviso, la sua follia ti assale senza preavviso e, spesso, nel giro di qualche minuto sei sotto il suo controllo! Tuttavia, mentre il potere di Ashura continuava a persistere anche quando si era molto lontani da lui, quello di questo kishin necessita di un contatto ravvicinato… ma la sua velocità di spostamento e la capacità di propagare la follia anche da un individuo contagiato a uno sano lo rendono un temibile avversario! È per questo che ho bisogno di tutti voi! »

Black Star esultò:« Conti pure sul sottoscritto, collega divinità! Mi dica solo dov’è e vado a sistemarlo! »

 

Shinigami cercò di raffreddare i bollenti spiriti del ragazzo:« Calma, calma! Prima dovrete sottoporvi tutti a un esame creato dal professor Stain! »

Un coro rispose:« UN ESAME??? »

Simon aggiunse:« No, di nuovo da studiare??? »

Shinigami intervenne subito:« Non è un esame scolastico, tranquilli… diciamo che è una sorta di visita medica! Ma ne riparleremo domani! Adesso tornate pure a casa! »

Il gruppo uscì dalla Camera della Morte e si separò sconvolto, senza aggiungere una parola. Mai avute tante notizie sconvolgenti in una volta sola!

 

 

 

Kevin e Lucy camminavano lentamente per la strada, le loro bocche chiuse in un silenzio imbarazzato. Simon era andato a fare la spesa e si erano ritrovati soli.

« Cosa ne pensi di tutta questa storia? »

Lucy guardò Kevin e sospirò:« Non lo so! Io non so nulla di questo Ashura, né tantomeno di questo nuovo kishin! Sembra pericoloso! »

« Hai paura? »

« No. Se ci sarà da combattere non mi tirerò indietro. Non posso permettere che la follia giunga al mio villaggio! »

Kevin sorrise: e quando mai non pensava ai suoi bambini?

 

 

« Scusate, mi sarei persa… mi potreste indicare la strada per la Shibusen? Avrei appuntamento con Lord Shinigami… »

I due ragazzi si voltarono. Chi aveva appena parlato era una donna giovane, bionda, con una benda su un occhio.

Lucy sorrise e ripose educatamente:« Certo! Guardi, in fondo alla strada gira a destra e poi di nuovo a destra! Non può sbagliare! »

« Grazie! »

La donna si avviò, ma invece che andare nella direzione indicata girò a sinistra.

Lucy la rincorse:« A DESTRA, SIGNORINA, A DESTRA!!! QUELLA È LA SINISTRA!!! »

La donna uscì fuori dal vicolo:« Ah, davvero? Mi sembrava strano che non ci fosse una via dove girare, dopo! »

Kevin le raggiunse di corsa:« Per forza, quella è una strada sbarrata! Senta, forse è meglio se l’accompagniamo… »

« Ma non vorrei disturbavi, ragazzi… »

Lucy fece spallucce:« Nessun disturbo, signorina! »

 

Lucy continuò a fare conversazione con la nuova arrivata, mentre Kevin non le staccava gli occhi di dosso. Si osservava intorno non con aria da nuova arrivata, ma con atteggiamento nostalgico, riconoscendo via via le strade e i negozi.

« Signora, lei è già stata a Death City? »

La donna si voltò un po’ nervosamente:« Signorina, prego! Comunque sì, sono andata via solo per qualche mese! »

Lucy intervenne:« Che combinazione, anche noi siamo arrivati qui solo da qualche mese! Sarà per quello che non l’abbiamo mai vista! A proposito, io mi chiamo Lucy! »

« Kevin. »

La donna sorrise:« Molto piacere, ragazzi, io sono… »

 

 

« PROFESSORESSA MARIE!!! »

 

 

La donna si voltò. Dietro il trio c’era Simon, con ancora tutte le borse della spesa in braccio.

Marie allargò le braccia:« Simon!!! Ma che bello vederti! Come stai? »

Kevin e Lucy si guardarono perplessi mentre allievo e maestra si abbracciavano.

 

« Allora, Simon, sei sempre solo soletto? »

Simon guardò alternativamente l’insegnante e i compagni, per poi scoppiare a ridere:« No, professoressa, anzi, le due persone che sono con lei… sono le mie armi! »

Marie rimase piacevolmente sorpresa:« Uao, da zero a due in pochi mesi! Visto, bastava che me ne andassi… ma ora scusami, devo davvero andare da Lord Shinigami, mi sta aspettando da un po’! »

« Certo, certo… arrivederci! »

La donna salutò e si allontanò.

 

« Simon? »

« Sì, Kevin? »

« Cosa c’è fra te e quella svampita? »

« In che senso? »

« Io non saluto una “semplice prof” con un abbraccio… dai, confessa! »

Simon arrossì:« Ma confessare cosa? Cosa vai a pensare? »

Kevin tirò una gomitata all’amico e Simon iniziò a inseguirlo brandendo la baguette appena comprata.

Lucy sorrise e li seguì camminando. La scena era comica, ma qualcosa non la faceva stare tranquilla.

Il discorso di Shinigami le aveva fatto capire che dal quel momento niente sarebbe stato più come prima…

 

 

Shinigami Sid? »

Sid , Lord Shinigami? »

Shinigami:« Hai notizie di Marie? Doveva essere qui più di due ore fa… »

Sid:« No, ma conoscendola la sto già facendo cercare! »

Stain:« Si può? Ho trovato la dispersa! »

Shinigami:« Ottimo… e dov’è? »

Stain:« Qui… ma dipende: la voleva intera o le va bene a pezzi? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 11 capitolo: La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale?

                                                                               

Shinigami:« … »

Sid:« … »

Marie:« Franken, te l’avevo detto che non faceva ridere! »

Stain:« Non hanno senso dell’umorismo… »

 

 

Ciao a tutti!!! Come si dice… anno nuovo, saga nuova! Capitolo più corto, ma non mi sembrava il caso di mettere troppa carne al fuoco, spero mi perdonerete per questo! Finalmente iniziamo anche a parlare dei cattivi (mica sono tutti carini e gentili a questo mondo… purtroppo!) e a partire da qui la storia inizierà a essere più seria… ma non troppo! Infatti già il prossimo capitolo sarà tutto da ridere, perché probabilmente sarà l’unico della storia un po’ OOC… come perché? Per farvi ridere di più, ovvio!

Nell’attesa, ringrazio Sakurax16 (la mia collaudatrice ufficiale di gag, in particolare per le anticipazioni), Zawa chan e Ian Itor 19, il trio dei fedelissimi, come ormai li ho soprannominati… ma tutti gli altri dove sono finiti? Nella pancia di un kishin? Mah…

Sperando di passare un altro anno in vostra compagnia, allego i miei auguri di un BUON 2012!!!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale? ***


La camera della follia

La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale?

 

 

Da lontano l’orologio suonava le dieci del mattino e tutti, stavolta davvero tutti, aspettavano di fronte alla porta dello studio di Stain. Una curiosa sensazione di dejà vu prese Lucy: poco più di un giorno prima erano nella stessa situazione, ignari di quello che accadeva da tempo sotto i loro piedi…

Nessuno parlava, tutti erano preoccupati da quello che il professore avrebbe fatto fare loro…

Kevin sbottò:« Mamma mia, che tensione! E calmatevi un po’, non credo ci vivisezionerà! »

Simon rispose:« Conoscendolo, mai dire mai… »

« No, per stavolta Lord Shinigami non mi ha dato il permesso… »

 

« AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! »

 

Il professor Stain li guardò perplesso:« Che c’è? Ho solo aperto la porta! Avete un po’ i nervi a fior di pelle? »

Soul sbottò:« Ma, faccia lei, dobbiamo sottoporci a un esame medico fatto da lei e dal quale dipende lo scontro con un nuovo kishin… »

L’insegnante sospirò:« Tranquilli, nessun bisturi, ve lo prometto! Ora potete entrare? Abbiamo comunque molto da lavorare… »

Il gruppo varcò la soglia, seppure un po’ titubante. All’interno dell’ufficio li attendavano Lord Shinigami, che li salutò con la manona, Marie, che li accolse con un grosso sorrisone, e Spirit, che una volta tanto non saltò addosso alla figlia. Brutto segno, soprattutto se si aggiungeva anche che parte della stanza era separata dal resto da quello che aveva tutta l’aria di essere un vetro antisfondamento.

 

Kid puntò subito al sodo:« Allora, cosa dobbiamo fare? »

Lord Shinigami si schiarì la voce:« Il professor Stain ha creato una cosa che potrebbe esserci molto utile per affrontare la nuova minaccia… una camera della follia! »

« Camera della follia??? »

Stain intervenì con i dettagli tecnici:« Serve per poter misurare la vostra resistenza alla follia del nuovo kishin… è in grado di produrre delle onde che assomigliano a quelle emesse dal demone e che possono sconvolgervi abbastanza da poter fare delle misurazioni… »

« Che genere di misurazioni? »

Spirit agitò un foglio in aria:« Abbiamo creato una scala composta da 5 livelli, ognuno del quale, a seconda del tempo in cui resisterete all’esperimento senza mostrare “insoliti comportamenti”, indica di quanto potrete avvicinarvi al kishin senza venire contagiati dalla follia! »

Marie iniziò a distribuire a tutti dei fogli scarabocchiati:

 

Livello 1: meno di un minuto di resistenza = 600 m

Livello 2: da uno a tre minuti = 400 m

Livello 3: da tre a cinque minuti = 200 m

Livello 4: da cinque a dieci minuti = 100 m

Livello 5: oltre i dieci minuti = nessun limite di vicinanza

 

Black Star esclamò:« Ovviamente il sottoscritto sarà di livello 5! È scontato! »

Stain intervenne immediatamente:« Veramente il livello 5 è puramente ipotetico! È praticamente impossibile che, senza alcun allenamento, possiate resistere così tanto all’influenza della follia! Anche Lord Shinigami, che era già un livello 4 naturale, ha dovuto allenarsi tanto per poter arrivare al livello 5! »

Spirit rincarò la dose:« Abbiamo bisogno di voi puramente come supporto esterno, in questa missione. Quindi vedete di non strafare… mi sono spiegato, Black Star? »

Il sorriso ebete e il pollice alzato confermarono ai presenti che il ragazzo non aveva capito.

Stain riprese la sua spiegazione:« Bene, quando chiameremo la vostra squadra, entrerete in quella stanza e lì dovrete semplicemente aspettare. Noi osserveremo le vostre reazioni e vi assegneremo il vostro livello, che dovrete tenere ben presente in qualunque situazione vi verrete a trovare, chiaro? Bene, Soul, Maka, iniziate a entrare! Gli altri aspettino fuori nel corridoio. »

 

 

 

 

« Da dentro il vetro è a specchio… figo! »

« Mica tanto, Soul! Loro possono vedere noi, ma noi non possiamo vedere loro! »

« L’avevo capito, Maka, non sono mica stupido! »

« Non lo darei per scontato… »

 

Stain, con un cronometro in mano, non perdeva di vista i due ragazzi:« Fin qui mi sembra tutto a posto… »

Spirit gridò:« VAI MAKA!!! »

« Spirit, metti via quelle bandierine col nome di tua figlia, non le servono a nulla… aspetta un attimo! »

« Che c’è? »

« Tu che la conosci meglio, le viene spesso quella risatina isterica? »

Spirit guardò male lo scienziato:« Risatina isterica??? »

 

« Ehm… Maka… tutto ok? »

Soul iniziava a essere seriamente preoccupato per la sua maestra d’armi. Era già passato un minuto da quando aveva cominciato a ridacchiare in modo strano senza respirare ed era già paonazza.

« Maka? »

La ragazza smise di ridere all’improvviso e divenne seria. Poi fece una pernacchia in faccia alla sua arma e riprese a ridere continuando a fare boccacce.

 

« No, decisamente questo non è normale… ho sempre voluto vederla meno seria, ma così… non è un buon segno, vero Stain? »

« No, Lord Shinigami, significa che è già preda della follia… probabilmente l’avere a che fare con il sangue nero ha indebolito le sue difese… le assegnerei quindi un bel livello 2! »

Spirit mordeva un fazzoletto borbottando il nome della figlia.

Shinigami continuò la discussione:« Ma anche Soul ha il sangue nero, anzi, è a lui che circola in corpo! Maka subisce la sua influenza solo quando sincronizzano le anime! »

« È proprio per questo che Soul reagisce meglio: è abituato ad essere sempre sotto un’influenza minima di follia! Però neanche lui può resistere a lungo… »

Il professore indicò il vetro.

 

Soul stava evidentemente cercando di sfondare un muro della stanza con spallate, pugni e calci, senza un apparente motivo.

« Hihihihihihi… che fai? »

Soul la ignorò, preso dal suo lavoro.

« Hihihihihihi… vuoi una mano? »

Senza rispondere, Soul divenne una falce. Maka l’afferrò e, senza smettere di ridere, cercò di usare il compagno come se fosse un piccone.

 

Shinigami sospirò:« Guardiamo il lato positivo: anche sotto effetto della follia, hanno un ottimo lavoro di squadra! »

Stain, impassibile, scrisse sul taccuino:« Soul Eater, livello 3… ok, calmiamoli, tiriamoli fuori di lì e facciamo entrare i prossimi… »

 

 

 

 

 

« ECCOMI, MONDO!!! »

« Black Star, calmati… »

« Non ti preoccupare, Tsubaki, si tratta solo di avere 10 minuti di pazienza e dimostrare di essere di livello 5, così potrò superare tutte le divinità! »

La ragazza sospirò. Inutile spiegargli le cose, evidentemente certi concetti gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro… sempre ammesso che centrassero il padiglione auricolare!

Il ragazzo iniziò a fare flessioni con una mano sola, mentre l’arma, in un angolo, aspettava pazientemente.

 

Marie fissò il vetro preoccupata:« E se anche Black Star iniziasse a sfondare il muro? Con la sua forza fisica potrebbe anche farcela… »

Stain trasse una profonda boccata dalla sigaretta che aveva in mano:« Ne dubito, ognuno reagisce in modo diverso alla follia… di solito in modo opposto al proprio carattere, ma non è detto… Spirit, smettila di sbavare il vetro! Che… OH CAVOLO!!! »

 

« Black Star… »

Il ragazzo guardò la sua arma con il volto rosso come un pomodoro:« Tsubaki… che ti prende? Non… non hai mai fatto così! Piantala di… di spogliarti!!! »

« Ma ho caldo… è un caldo strano… perché non mi controlli la febbre, Black Star? Ho i brividi… fammi scaldare col tuo corpo… »

Il ragazzo balzò dall’altra parte della stanza con il respiro mozzo:« No… NO!!! Una divinità come me non può subire tentazioni!!! Tsubaki, piantala!!! »

 

Lord Shinigami aveva calmato i bollenti spiriti della falce della morte con un preciso Shinigami Chop.

Stain, cercando di mostrare indifferenza alle belle forme dell’allieva, ma con il volto completamente rosso, scriveva sul taccuino:« Tsubaki Nakatsukasa, livello 2… andrà a fare compagnia a Maka! »

Marie commentò:« Però Black Star sembra resistere… »

Spirit resuscitò all’improvviso:« Ma per favore! Sta per saltarle addosso da un momento all’altro! »

La donna lo guardò di storto:« Parlavo della follia… »

Shinigami, con nonchalance, diede un altro Shinigami Chop alla sua arma e chiese:« Da quanto tempo è dentro? »

Stain controllò il cronometro:« Circa… otto minuti! Potrebbe davvero… »

Marie indicò il vetro:« Purtroppo no! Guardate! »

Black Star si era rifugiato in angolo della stanza. Non sembrava neanche lui.

Spirit scoppiò a ridere:« Sembra… sembra Chrona con i capelli blu!!! »

Infatti il ragazzo sembrava preda di una crisi depressiva. In tutto questo, Tsubaki non la smetteva di cercare di sedurlo.

Stain annotò tutto:« Ok, Black Star è di livello 4… avanti i prossimi, non voglio assistere a una scena erotica sadomaso! »

 

 

 

 

 

Stain, con aria indifferente, annotava dati sul taccuino:« Abbastanza prevedibile… dopotutto per è stato sul punto di diventare un kishin… »

Shinigami annuì:« Ma credo comunque che sia un record… quanto ci ha messo? »

« 13 secondi… »

Spirit commentò:« Con questo tempo, potremmo creare un livello personalizzato… che ne dite di “ livello 0,5”? »

Marie, osservando Chrona parlare con l’aria convinto di vedere sua madre e Ragnarok che cercava di pettinare e togliere la polvere dall’abito del suo maestro d’armi, protestò:« Fate quello che volete, ma tirateli fuori di lì! »

Stain annuì:« Sì, tanto i dati ci sono tutti… avanti i prossimi! »

 

 

 

 

 

 

Kid entrò nella stanza con Liz e Patty, che si posizionarono subito in modo simmetrico per non irritare il compagno.

Liz tirò fuori una boccetta di smalto:« Ma quanto ci vorrà? »

Kid sospirò:« Non lo so… »

Patty ignorava tutti e due e con un pennarello giallo disegnava soli e giraffe sul muro bianco alle loro spalle.

 

Lord Shinigami scosse la testa:« Non so cosa potrebbe accadere se Kid usasse i suoi poteri di Shinigami mentre è sotto l’effetto della follia… »

Stain cercò di tranquillizzare il preside:« Non è detto che li usi, dopotutto ha visto anche lei che molte delle reazioni non sono assolutamente violente… ricorda Black Star? »

Marie intervenne:« Oppure basta guardare Patty… »

 

« Sorellina… scusa, cos’hai detto? »

« La formula dell’anidride carbonica è CO², mentre quella dell’acqua è H²O… scusami, Elizabeth, ma mi sembra giusto approfittare del tempo che dobbiamo passare qui dentro per ripassare… »

Kid scoppiò a ridere:« Sembra la caricatura di Maka! »

 

Spirit alzò un pugno:« Non è vero, mia figlia non è così!!! »

Stain scarabocchiò sul suo solito taccuino:« Ah no? E come sarebbe? »

« , è… è… è meno… insomma, chiaro, no? »

« Chiarissimo, Spirit! Adesso scusa, ma a quanto pare devo occuparmi di Liz… »

« Perché, che sta facendo? »

 

Kid fissò un po’ perplesso la sua arma:« Ehm… no, ora non ho un aspirapolvere… perché mi fai questa richiesta? »

Liz si mise in una posa molto alla Black Star:« Perché Patty ha ragione, non posso starmene con le mani in mano! Quindi ho deciso cosa farò nella mia vita! »

« Cioè? »

« La ghost buster!!! »

Kid la guardò sconvolto, per poi scoppiarle a ridere in faccia.

Patty si voltò:« Per favore, Death The Kid, potesti gentilmente fare un po’ più di silenzio? Non riesco a ripassare decentemente… »

 

Marie sorrise:« Dai, dopotutto con le due sorelle è andata bene… »

Stain aggiornò i suoi appunti:« Patricia Thompson, livello 2; Elizabeth Thompson, livello 3… »

Shinigami non staccava gli occhi dal figlio:« Sembra che Kid stia reagendo bene, almeno per ora… »

Spirit uscì dalla per cercare una bottiglia d’acqua e tornò qualche minuto dopo.

« Che mi sono perso? »

Stain indicò il vetro:« Ammira con i tuoi occhi! »

 

Kid aveva preso il pennarello giallo di Patty e stava riempiendo la parete di scarabocchi.

 

« Cosa scrive? »

Shinigami scoppiò a ridere:« E io che mi preoccupavo tanto! Sta scrivendo ovunque il numero 3! Kid di solito lo odia perché è “totalmente asimmetrico”!!! »

Spirit sospirò:« Meno male, distruzione della Shibusen rimandata! Quanto ha fatto? »

Stain sorrise:« Un tempo degno di lui… 8 minuti, 8 secondi e 88 decimi! »

« Livello 4, dunque! »

Shinigami annuì:« Degno di suo padre! Direi che è il momento di far entrare l’ultima squadra… »

 

 

 

 

 

« Graffiti? Cosa ci fanno qui? Prima non c’erano, vero Simon? »

« Non me li ricordo… e tu, Kevin? »

« No, nemmeno io… e poi, perché tutti gialli??? »

Lucy ridacchiò:« Bene, e ora che facciamo? »

Simon allargò le braccia, mentre Kevin allungò una mano:« Che ne dite di questo? Tanto per aspettare… »

Gli altri due annuirono.

 

Spirit guardò il vetro perplesso:« Che fanno? »

Marie sorrise:« Direi che giocano a carta, sasso e forbici! »

Shinigami si girò verso Stain:« Ti sei ricordato, vero? »

« Certo! A Kevin ho dato quella collana speciale che blocca i suoi poteri per qualche minuto… se Lucy dovesse trasformarsi in preda alla follia e addormentare tutti, non sarebbe un grosso problema, ma se dovesse farlo Kevin… mi ritroverei con due nuove cavie da vivisezionare! E ho promesso loro che oggi non avrei toccato il bisturi! »

 

« Sasso, carta, forbici! Sasso, carta, forbici! »

I tre ragazzi continuarono così per un po’ di tempo.

« Sasso, carta, forbici! »

Lucy fissò le loro mani: lei aveva messo carta, Simon sasso e Kevin forbici.

« Patta! »

Simon si preparò a ricominciare, ma Kevin non si mosse.

« Kevin? »

« No, non è patta… »

Lucy protestò:« Ma sì che è patta! Abbiamo fatto tutti i simboli! »

« No, io ho messo le forbici e tu la carta, perciò… »

Il volto di Kevin si aprì in un sorriso folle:« ti devo tagliare la mano! »

Lucy lo guardò stupita:« Eh? »

Simon urlò:« Attenta! La follia l’ha colpito! »

Kevin si guardò le mani:« Perché non riesco a tagliarti la mano? Ah, già, la collana… ma così non posso finire il gioco… »

Il ragazzo prese la catena che teneva un grosso rubino romboidale sul suo petto e iniziò a tirare, senza successo.

« Non si toglie… mi aiuti? »

« Sì, certo… bisogna finire il gioco… »

« Grazie, Blaze »

Lucy fissò inorridita Simon andare verso Kevin e aiutarlo a tirare la catena.

« Simon, sei impazzito? Perché lo aiuti? E, Kevin, quello non è Blaze! è Simon, Simon! Capite quello vi dico? »

Entrambi i ragazzi sembravano non ascoltarla e Lucy vide in entrambi lo stesso sguardo folle.

« R-ragazzi… smettetela, dai… iniziate a farmi paura! Lo scherzo è bello finché dura poco… per favore! »

Simon e Kevin si voltarono verso di lei e cercarono di aggredirla.

« No! No! Smettetela, vi prego… basta, BASTA!!! »

I due ragazzi caddero a terra addormentati e Lucy si appoggiò al muro con il fiatone. Non avrebbe voluto, ma non aveva avuto scelta. Almeno così non avrebbero fatto del male né a lei né a loro stessi. Ora non le restava che aspettare.

 

Marie commentò:« Sembrava una scena da film horror… ho avuto davvero paura per lei! »

Stain annuì:« Lucy ha fatto la cosa migliore… quindi, sia Simon Onpu che Kevin Akai sono di livello 3… »

 

Lucy si sedette in un angolino e attese guardando i volti dei suoi compagni profondamente addormentati. Sembravano angioletti, di certo non due persone che avevano appena cercato di ucciderla! Chissà se si sarebbero ricordati qualcosa una volta usciti di lì?

La ragazza sospirò: quanto tempo ancora doveva aspettare? Non aveva l’orologio, ma l’impressione era quella di essere seduta lì da molto, molto tempo.

« Ehi! Lì fuori! Chiunque ci sia, devo rimanere qui ancora per tanto? »

 

« Non. Ci. Credo. »

« Eppure il cronometro non sbaglia! »

« E allora che si fa? »

Stain prese il block notes:« Si segna, ovviamente! Lucy Gin: tempo di attesa superiore ai quindici minuti. Livello assegnato… »

Spirit guardò la ragazzina dentro la stanza come se stesse fissando un fantasma:« Livello 5 naturale… è impossibile! »

Shinigami scosse la testa:« Niente è impossibile, Spirit… inizio a credere che questa ragazzina non sia giunta qui per caso! Potrebbe essere molto utile in questa battaglia! »

 

« Ehiiii! C’è qualcuno? Mi sentite? »

 

Stain accese una sigaretta:« Lucy Gin… l’avevo detto che era un soggetto di studio molto interessante! »

 

 

Soul:« Uffa, che giornata stressante! Non ricordo nemmeno tutto quello che è successo! Ho ancora i nervi a fior di pelle… meno male che ora sono a casa e qui è tutto tranquillo! »

Maka:« AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!! »

Soul:« Oh, accidenti! MAKA!!! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 12 capitolo: Discesa nell’incubo! Perché non scrivi in modo chiaro?

 

Soul:« MAKA!!! »

Maka:« … Soul… COME OSI ENTRARE NELLA CAMERA DI UNA SIGNORA SENZA NEANCHE BUSSARE??? »

Soul:« Maka, non tirarmi addosso tutta l’enciclopedia!!! Come facevo a sapere che ti stavi facendo la ceretta alle gambe??? »

Maka:« TORNA QUI O TI MIETERÓ L’ANIMA!!! E STAVOLTA NON È IL MOTTO DELLA SERIE!!! »

 

 

Ciao! Eccomi qua con un nuovo capitolo! Abbiate un po’ di pazienza, ma sono un po’ presa con gli esami universitari… spero davvero che questo capitolo vi abbia fatto ridere, perché i prossimi saranno un  po’ seri…

Approfitto come al solito per ringraziare Sakurax16, Jan Itor 19 (eheh, stavolta l’ho scritto giusto!) e Zawa chan per le recensioni!

Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, per esigenze universitarie e anche perché avrei in mente un’altra storia da pubblicare in un fandom completamente diverso… ci riuscirò? Mistero…

Grazie a tutti!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Discesa nell'incubo! Ma perchè non scrivi in modo chiaro? ***


Discesa nell’incubo

Discesa nell’incubo! Perché non scrivi in modo chiaro?

 

 

« E…e… etchù!!! »

Kevin starnutì così forte che fece sobbalzare tutti i presenti.

« Scusate, non l’ho fatto apposta… fa freddo stamattina! A proposito, qualcuno ha un fazzoletto? »

Tutti si guardarono nelle tasche, fino a quando Liz sbuffò e tirò fuori un bel fazzoletto bianco di stoffa:« Tieni! Ma la prossima volta portatelo! »

Kevin arrossì leggermente:« Grazie… »

« Perché sei tutto rosso? Hai anche la febbre? Se non te la senti è meglio che torni indietro… »

« No, no sto benissimo, è solo il freddo… »

« Avete finito di conversazione, lì dietro? Siamo arrivati… »

 

Un anonimo cancello di metallo arrugginito. No, decisamente tutti si erano aspettati qualcosa di più grandioso per rinchiudere un kishin. L’unica cosa che differenziava quella porta da quella di una cantina qualsiasi era un lucchetto marchiato con la maschera di Shinigami. Una maschera molto meno rassicurante di quella che conoscevano Lucy e Kevin, però. Simon spiegò loro che era il vecchio simbolo del preside, che poi aveva cambiato perché spaventava i bambini e Lucy non faticò a crederlo, visto che aveva i brividi anche lei.

Era il freddo, come continuava a ripetere Kevin, il disegno sul lucchetto o… qualcos’altro?

 

Stain prese la parola:« Allora, adesso inizia ufficialmente l’operazione. Vi rispiego qual è il vostro compito, nel caso qualcuno non avesse capito… »

Gli sguardi si concentrarono su Black Star, ma il ragazzo non ci fece caso.

« Voi dovete agire unicamente come supporto esterno: il vostro compito è quello di bloccare qualunque persona non autorizzata cerchi di entrare… o di uscire… »

All’ultima, rassicurante frase, qualcuno deglutì rumorosamente.

Spirit intervenne:« Vi ricordate tutti il vostro livello? »

Il gruppo annuì e Stain prese il suo fido block notes:« Livello 1? »

Chrona alzò la mano.

« Tu devi rimanere fuori da questa porta. Ricordati: non fare entrare nessuno e non superare questo cancello per nessun motivo! »

Chrona annuì e salutò con la mano mentre tutto il gruppo, lentamente, iniziava a scendere nel sotterraneo. Lucy si voltò, alla ricerca dell’ultimo raggio di sole prima del buio della prigione, ma Spirit, inesorabile, aveva chiuso la porta.

 

Meno 10.

 

 

« Livello 2? »

Maka e Tsubaki alzarono la mano, mentre Liz afferrò il polso della sorella e glielo sollevò insieme a tutto il braccio.

« Benissimo! La vostra zona va dalla porta a queste colonne. Stesse raccomandazioni di prima: non superatele! »

Le tre ragazze annuirono e salutarono il resto del gruppo.

 

Meno 7.

 

 

« Livello 3? »

Soul, Liz, Simon e Kevin alzarono le mani.

« Perfetto! La vostra zona è leggermente più complicata… »

Simon sospirò:« E ti pareva… », ricevendo immediatamente una gomitata dalla sua arma.

Spirit spiegò:« Per rendere più complicato l’accesso alla prigione del secondo kishin è stato creato questo bivio. Fate attenzione, la strada a destra in realtà è una trappola, cercate di non finirci dentro! »

Soul commentò:« Sarebbe molto poco figo… »

Spirit lo ignorò:« Dovete tuttavia presidiare entrambe le gallerie, per non creare sospetti. Siete abbastanza da potervi dividere. Anche per voi vale la stessa regola: alla fine del corridoio di sinistra ci sono altre due colonne. Cosa dovete ricordare? »

Kevin ironizzò:« Mi faccia indovinare… non oltrepassarle? »

« Bravi! Ci vediamo dopo! »

Tutti salutarono, ma Kevin e Simon gridarono:« In bocca al lupo, Lucy! »

La risposta di rito giunse lieve come un sussurro.

 

Meno 3.

 

 

« Livello 4? »

Kid alzò la mano con naturale compostezza. Black Star non si mosse.

Spirit sbuffò:« Facciamo ancora gli offesi? Come devo dirtelo, in aramaico? NON – SEI – DI – LIVELLO - 5!!! »

Il ragazzo incrociò le braccia:« Una divinità come me non può essere nient’altro. »

La falce della morte si trattenne a fatica dallo strozzare il suo allievo.

Sid, che fino ad allora non aveva parlato, intervenne:« Scusa, temo ci sia stato un equivoco… certo che sei di livello 5! »

Stain, Spirit, Marie e Lord Shinigami lo guardarono di storto, ma lui continuò imperterrito:« Ecco, il tuo limite va da questa linea alla porta! »

Black Star lo guardò dubbioso:« Ma la linea l’ha disegnata ora sul terreno con il piede… »

« Finora non avevamo mai avuto un livello 5… »

Il ragazzo, soddisfatto, oltrepassò la linea. Sid fece l’occhiolino e Stain aprì la porta.

Black Star protestò:« Ehi! Dove andate? Questo non è il livello massimo? »

Kid sospirò:« Non l’hai ancora capito? Ti hanno fregato! »

Black Star improvvisamente realizzò l’imbroglio e cercò di fermarli, ma Marie chiuse la porta.

« Maledetti! NON SI IMBROGLIA COSÌ UNA DIVINITÁ!!! »

Dall’altra parte della porta, Lucy ridacchiò, ma il sorriso si spense subito non appena si guardò intorno.

 

Meno 1.

 

Era rimasta sola.

 

 

 

Kevin continuò a starnutire. Stava seriamente ipotizzando che non si trattasse più solo di raffreddore. Che avesse un allergia? Chissà, forse era il profumo della ragazza che gli avevano affibbiato…

L’estrazione a sorte lo aveva assegnato a Liz, a guardia del tunnel trappola. Kevin sbuffò: non sapeva né cosa dire né cosa fare. Guardò la ragazza e la vide tremare.

« Hai freddo? »

Liz scosse la testa.

Kevin si morse le labbra.

« Hai paura? »

« Sì, sì, SÌ!!! »

Liz iniziò a gridare e abbracciò l’unica persona nelle vicinanze:« È troppo buio, non ci sono né Patty né Kid e c’è un mostro alla fine del corridoio! Come faccio a non avere paura??? »

Kevin arrossì completamente. Se Liz l’avesse visto in faccia non avrebbe potuto distinguerne il volto dai capelli. Non si aspettava una reazione del genere. O forse sì?

In fondo non era la stessa domanda che aveva rivolto a Lucy un milione di volte?

E lei non gli aveva sempre risposto di no? E allora perché continuava a chiederglielo? Continuava a farsi ingannare dall’aspetto innocente e timido della ragazza? O forse avrebbe voluto che l’abbracciasse in quel modo? Sì, in fondo lui aveva sempre avuto questa tendenza a voler fare l’eroe, l’eroe che salva la fanciulla indifesa… ma se aspettava Lucy, faceva prima a prenotarsi un posto a una casa di riposo per anziani!

Benché sapesse bene di essere un grande egoista, Kevin sorrise e abbracciò a sua volta Liz. Non aveva più così tanto freddo…

 

 

Simon camminava per il corridoio avanti e indietro, senza sosta. Lo zaino che indossava gli stava segando le spalle, ma non aveva intenzione di posarlo. Sentiva il chiacchiericcio delle ragazze del livello prima del suo, sentiva Black Star lamentarsi con Kid di come l’avevano imbrogliato e immaginava Chrona fuori dalla porta ad aspettare, solo soletto. Come lo era Lucy.

Il ragazzo continuò a mettere e togliere la mano dalla tasca, in modo quasi convulso. Il foglio piegato in malo modo lì dentro bruciava quasi come se fosse stato incandescente. Ma non era la carta a bruciare. Erano i suoi sensi di colpa.

No, non se l’era sentita di dire agli altri che aveva ricevuto un’altra lettera quella mattina. Benché l’avesse riletta solo tre volte, ne aveva imparato a memoria il testo e lo recitò di nuovo, sottovoce:

 

“Caro nipotino mio, come stai?

 

So che stai per partire per un importantissima missione, perciò non ti farò perdere tempo prezioso. Tuttavia c’è un’avvertenza che devo proprio farti:

 

stai attento alla persona che fra di voi è più dotata, perché oggi perderà la sua integrità.

Per sempre.

 

Sappi che ti sono sempre vicina. Sempre!

 

Ti voglio bene.

 

La tua zietta”

 

 

Da quando era cominciata la missione, se l’era ripetuta almeno un centinaio di volte alla ricerca di un significato, ma non l’aveva trovato. Cosa significava “essere più dotati”? Dotati in cosa? E in che senso avrebbe perso la sua integrità?

Simon scosse la testa. Non capiva. Non capiva come al solito. Ma perché sua zia, se diceva di volerlo aiutare, non scriveva mai in modo chiaro? Perché le sue lettere si capivano sempre quando era già troppo tardi?

 

« Ehi! Va tutto bene? Cos’hai? »

Simon sobbalzò. Era solo Soul.

« Ti ricordo che sorvegliamo questo tunnel insieme! Se hai qualche problema dillo! »

Simon non trovò il coraggio di rispondere; si limitò a guardare il fondo del tunnel.

Soul non aggiunse più nulla. Conosceva l’amico abbastanza bene da capire che era troppo preoccupato per la sua arma per dargli retta. Se e quando avesse voluto parlare lo avrebbe fatto senza ulteriori insistenze.

Dovevano solo aspettare.

 

 

 

Lord Shinigami iniziò il riepilogo:« Spirit, sei pronto? »

« Mi trasformo subito a un suo ordine! »

« Sid, Stain, pronti a darmi assistenza durante l’operazione? »

I due insegnanti annuirono.

« Marie, Lucy, ricordate cosa dovete fare? »

La donna bionda sorrise e si mise sull’attenti:« Certo! Sorveglieremo la porta per impedire al Kishin di uscire! »

Lucy guardò il preside con occhi sbarrati. Non aveva abbastanza voce per rispondere.

Shinigami le fissò:« Mi raccomando ancora: se non ve lo diciamo noi non agite di vostra iniziativa! »

Lucy deglutì rumorosamente.

Marie le sorrise, cercando di essere il più rassicurante possibile:« Pronta? »

« Non lo sarò mai! »

« Allora è meglio iniziare! Prima cominciamo, prima finiamo! »

Lucy annuì, ma senza mai staccare gli occhi dall’anfora di fronte a lei. Era di terracotta, ma aveva molte crepe da un lato. Sul tappo era impresso il vecchio simbolo di Shinigami.

Non sapeva dire il motivo, ma solo a guardarla il cuore le si metteva a battere all’impazzata. Non era follia, solo paura, la più pura e semplice. La più forte che avesse mai provato. L’istinto le diceva di scappare, perché se avessero aperto quel vaso qualcosa sarebbe cambiato per sempre.

Un suono familiare le giunse da dietro la porta. Non era sufficiente per farle passare completamente la paura, ma un pochino sembrava rassicurarla.

 

Shinigami si scrocchiò le dita:« Si aprano le danze! »

E tolse il tappo.

 

Chrona:« A-a-altolà! Non si può passare! »

Postino:« Ma ho una raccomandata per Lord Shinigami, mi hanno detto che è qui! »

Chrona:« M-m-mi hanno detto di non far p-p-passare nessuno! »

Postino:« Sì, ma io a chi la consegno la raccomandata? Senti, non farmi perdere tempo, ragazzino, che io devo lavorare… »

Chrona:« Io… io non so come comportarmi in questo caso! »

???:« Ma possibile che debba sempre pensare a tutto io? »

Postino:« Chi ha parlato? »

« BUH!!! »

Postino:« AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 13 capitolo: Faccia a faccia con il demone! Due parole che pesano come macigni?

 

Ragnarok:« Ma possibile che non riesci ad allontanare nemmeno un postino senza la mia apparizione??? E tu saresti un maestro d’armi? Ma non farmi ridere! Sei patetico! E stasera sappi che ti riempio il letto di cactus! »

Chrona:« No, no, ti prego, i cactus no! »

 

Ciao a tutti!!! Spero che ghiaccio e neve non raffreddino i vostri entusiasmi per questa storia!

Approfitto dello spazio per dare due avvisi:

-          nel prossimo capitolo, oltre a tutti i casini narrati, introdurrò una piccola novità. È solo un esperimento, al primo commento  negativo sparisce e non ricomparirà più!

-          finalmente, dopo la bellezza di dodici capitoli… ho trovato il finale della storia!!! Non ci speravo più!

Sperando che la notizia che questa fanfiction non emulerà più “la storia infinita” vi spinga a non abbandonarmi a metà strada, approfitto come sempre per ringraziare il trio dei fedelissimi: Sakurax16, Jan Itor 19 e Zawa Chan!

Al prossimo capitolo!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Faccia a faccia con il demone! Due parole che pesano come macigni? ***


Faccia a faccia con il demone

Faccia a faccia con il demone! Due parole che pesano come macigni?

 

 

Simon non aveva mai smesso di guardare il fondo del tunnel. Aspettava. Cosa, di preciso, non lo sapeva neanche lui.

Soul gli mise una mano sulla spalla e il ragazzo, finalmente, parlò:« Lei è laggiù, faccia a faccia con il kishin. »

« Lo so, ma stai tranquillo! Con lei ci sono quattro insegnanti e Lord Shinigami! Probabilmente in questo momento è nel posto più sicuro qui sotto! »

Simon scosse la testa:« Sì, ma non ci siamo noi con lei! Non ci sono io! E poi hanno ancora il coraggio di dirmi che non devo sentirmi inutile! »

Simon si tolse lo zaino dalle spalle e iniziò a rovistarci dentro.

Soul sospirò:« E ora cosa hai intenzione di fare? »

« L’unica cosa che posso fare per lei: incoraggiarla! Sperando che le arrivi… »

E, dopo aver preso il suo fidato violino, iniziò a suonare.

 

 

 

La prima cosa che Lucy pensò fu un a un immenso sturalavandini. Il rumore uscito da quell’anfora era tremendamente simile a quello. La ragazza chiuse gli occhi, cercando di isolarsi dal quello che la circondava. Il battito del suo cuore copriva persino il lieve suono del violino di Simon che sentiva provenire da dietro la porta. L’avrebbe voluto al suo fianco, in quel momento. Anzi, avrebbe voluto lui alla sua destra e Kevin alla sua sinistra! Ma non c’erano. C’era solo quell’orrendo rumore di risucchio. E il demone che lo provocava.

Lucy aprì gli occhi.

Lord Shinigami, con il suo spesso mantello nero, lo copriva in parte, ma non del tutto. Si vedeva quel tanto che bastava per farle venire gli incubi.

 

Quasi sospeso in aria, c’era un uomo che di umano aveva poco. Sembrava più un fantasma: alto, scheletrico, col volto scavato, il naso aquilino e i capelli brizzolati e molto scompigliati, aveva la pelle candida, apparentemente splendente di luce propria. I vestiti erano disordinati e completamente stropicciati: una camicia bianca era infilata solo per metà in paio di pantaloni color rosso mattone. Un uomo disordinato e sciatto, almeno all’apparenza, ma erano gli occhi a far paura. Cangianti, come la sua personalità: passavano ininterrottamente dal marrone scuro al rosso brace, dalla normalità alla follia.

 

« Libero, libero, LIBERO!!! Ah, quant’è dolce il profumo della libertà! »

« Ciao, Kishin! »

Il demone si rivolse verso il preside:« Lord Shinigami! Che piacere vederti! »

« Non fingere sentimenti che non hai! »

« E tu non fingere di conoscermi! Non sai nulla di me! Nulla!!! »

Lucy sussultò. Per dire l’ultima parola in faccia a Shinigami aveva attraversato la stanza in meno di un secondo!

Shinigami non distolse lo sguardo:« E allora dimmi chi sei! »

« Io… io… »

Gli occhi di brace di spensero all’improvviso, il viso del demone si rilassò:« Io sono l’arma che non ferisce… io sono l’arma che non uccide… »

« Ripeti sempre questa frase! Cosa significa? »

« Io sono l’arma che non ferisce… io sono l’arma che non uccide… »

Lucy non sapeva come comportarsi. Non sapeva cosa pensare. A malapena riusciva a respirare.

« Io… io sono… IO SONO LIBERO!!! »

Gli occhi del demone tornarono rossi, il volto fu di nuovo quello di un folle.

Shinigami afferrò Spirit:« Ancora per poco, te l’assicuro! »

 

 

 

« Ehi! Guarda che la porta che devi sorvegliare è dall’altra parte! »

Simon sussultò. Kevin gli si era avvicinato con aria un po’ preoccupata, ma non gli rispose.

« Allora? Si può sapere cos’hai? Soul mi ha detto che non parli! »

Simon non ripose ancora.

« Tu non sei il tipo da preoccuparti per nulla. Ti sei sempre fidato di Lucy… e allora stavolta cosa c’è che non va? »

Simon non si voltò, ma allungò una busta all’amico.

« Leggi e capirai. »

 

 

 

Una lotta incredibile. C’erano altre definizioni per una battaglia così, fra Lord Shinigami e un vero Kishin? Se c’erano, a Lucy non vennero in mente. Si rese immediatamente conto che la lotta era a un altro livello rispetto a quello a cui era abituata. Faticava anche solo a seguirli con lo sguardo!

Anche i professori facevano fatica a capire come essere di aiuto al preside. Come gli era stato ordinato, Stain teneva ben ferma una nuova anfora, dove sarebbe stato rinchiuso nuovamente il demone. Sid, in teoria, avrebbe dovuto distrarlo quel tanto che bastava a Shinigami per toccare il Kishin e trascinarlo verso la sua nuova prigione. Ma il demone non stava fermo un attimo, sfruttando pienamente la sua incredibile velocità.

Che fare?

 

 

« Perché? Perché non l’hai detto prima? »

« Eravamo tutti troppo tesi! Avrebbe aiutato? »

Kevin dovette a malincuore dare ragione all’amico:« Ok, ma ora cerchiamo di capire a chi si può riferire la lettera! »

Simon elencò ad alta voce tutto quello che aveva pensato fino ad ora:« Dipende a quale dote si riferisce! Se parliamo di prestanza fisica, per esempio, di sicuro il più dotato è Black Star! Se invece parla d’intelligenza, allora forse parla di Maka, oppure… »

 

 

Lucy si morse un labbro.

Forse c’era qualcosa che poteva fare…

Un urlo femminile attraversò la stanza:« LUCY! NO, STAI FERMA, TORNA QUI!!! »

Shinigami non ci badò, troppo preso da quell’assurda caccia al topo. Se solo il Kishin fosse stato un attimo fermo, o per lo meno avesse rallentato…

 

Fu allora che accadde. Gli occhi del demone si spensero per un attimo, le sue braccia e le sue gambe divennero più lente, quasi come se fosse stato immerso in acqua, o se qualcuno avesse premuto il tasto del rallenty… opera di qualche collega divinità?

Shinigami non ci rifletté molto. Non ce n’era il tempo, se voleva rinchiudere il demone quello era il momento giusto!

Sid gridò:« FERMO, LORD SHINIGAMI!!! »

Ma era troppo tardi.

 

 

 

Un urlo si diffuse per i corridoi del sotterraneo. Un urlo straziante, disperato. Un urlo femminile. Un urlo che due persone conoscevano bene.

 

« LUCY!!! »

 

Simon e Kevin, in barba a ogni prudenza, iniziarono a correre verso la porta. Kid e Black Star cercarono di fermarli, ma invano. Simon spalancò la porta.

 

« Oh… mi… mi dispiace, io… io non me ne sono reso conto… »

« Ho provato a fermarla, Lord Shinigami… »

« Sì, Sid, ho sentito la tua voce, ma ero troppo concentrato per capire appieno cosa mi stessi dicendo. È tutta colpa mia… »

« No, sono stata io! Non sono riuscita a fermarla… »

« Calmati, Marie! »

 

Simon e Kevin guardarono nella sala. Videro una nuova anfora sigillata, affianco a una vecchia e incrinata buttata a terra. Videro il preside impacciato, indeciso sul da farsi. Videro la professoressa Marie piangere sulla spalla del professor Stain senza smettere un attimo di rimproverarsi. E videro Lucy.

 

stai attento alla persona che fra di voi è più dotata, perché oggi perderà la sua integrità.

 

Come avevano potuto non pensarci? Era ovvio che la lettera si riferisse a lei. Dopotutto, fra di loro era l’unica di livello 5! Era la più dotata per la missione che dovevano affrontare! Kevin rimase immobile, come una statua, troppo sconvolto per muoversi, forse anche per respirare. Simon iniziò a piangere, in silenzio.

Lucy aveva lo sguardo perso nel vuoto.

 

Shinigami scosse la testa:« Io le avevo detto di non fare di testa sua… ha voluto aiutarci, deve aver cercato di addormentare il Kishin… »

Simon scosse la testa. Come le era saltato per la mente? A volte non le riusciva nemmeno con le uova!

Stain continuò:« A quanto pare una parte della sua polvere… del suo corpodev’essere stata sigillata insieme al demone… prima di riuscire a richiamarla completamente a sé! »

Simon e Kevin non sentirono più nulla della loro discussione. Non avevano occhi che per Lucy sospesa a mezz’aria, per la sua faccia straziata, per le sue gambe che non c’erano più, sostituite da una leggera nuvola di polvere argentata.

 

E a quel punto le ultime due parole della lettera pesarono sulla coscienza dei due ragazzi come macigni.

 

Per sempre.

 

 

Liz:« Ciao ragazze! Tutto a posto dalle vostre parti? »

Tsubaki:« Sì, tutto ok! »

Maka:« Tranquilla! »

Liz:« Mia sorella vi sta dando problemi? »

Maka:« Assolutamente no, anzi, sembra quasi di non averla… Patty! Patty, vieni, c’è Liz! Patty! Patty? Oh oh »

Liz:« Sorellina!!! Lo sapevo, ti hanno rapito i fantasmi che ci sono qua dentro!!! »

Maka:« Ma no, dai, non credo… »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 14 capitolo: Lotta silenziosa! Perché non accetti il nostro aiuto?

 

Tsubaki:« Patty! »

Liz:« Sorellina! Dov’eri finita? »

Patty:« Sono qua, sorellona! Visto che bello? »

Maka:« Uao… sapevo che ti piaceva disegnare… però… un graffito completamente giallo qui dentro… »

Tsubaki:« E di queste dimensioni, poi! Come hai fatto a dipingere anche il soffitto? »

Patty:« Eheheh… »

Soul:« Liz!!! Torna qua! Già mi hanno mollato Simon e Kevin, ora sparisci anche tu??? Uffa, tutto questo è troppo poco figo… »

 

 

Ciao a tutti! Ok, so cosa state pensando, ma tranquilli: la storia non è finita, anzi, il bello arriva proprio ora… abbiate fede e pazienza e vedrete che le cose non sono proprio come sembrano!

Bene, quindi cambio totalmente discorso e vi parlo della novità: il link! Cosa mi è passato per la testa? Ve lo spiego subito.

Prima di tutto: non ho intenzione di fare un tema del capitolo! Ovvero, la musica non sarà presente in ogni capitolo, solo quando un personaggio suona… e sceglierò sempre un brano appartenente a una soundtrack di qualche telefilm o anime! Il pezzo, se possibile, sarà suonato solo dallo strumento in questione (cioè pianoforte per Soul, violino per Simon e flauto per Kevin), dove non fosse possibile, però, vi dovrete accontentare dell’orchestra completa. Lo scopo dell’iniziativa è solo quella di farvi conoscere i brani che immagino stiano suonando i personaggi… alla prima critica, però, come già annunciato, sparisce tutto! Questo è solo un arricchimento e non è indispensabile ai fini della trama!

Ringrazio quindi come al solito il trio dei fedelissimi (Sakurax16, Zawa Chan, Jan Itor 19) a cui si aggiunge Rose Broken, che ringrazio in modo particolare per essersi letta tutta la storia in un pomeriggio!

Vi aspetto al prossimo capitolo!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Lotta silenziosa! Perchè non accetti il nostro aiuto? ***


Lotta silenziosa

Lotta silenziosa! Perché non accetti il nostro aiuto?

 

 

Simon sorrise, ma la sua era decisamente più una smorfia, per quanto si sforzasse:« Allora io vado… se ti serve qualcosa chiamami, ok? »

Lucy annuì e gli fece un cenno di saluto. Simon chiuse la porta e a quel punto anche quella lieve ombra di sorriso scomparve.

 

« Allora? Com’è? »

Simon sospirò:« Come vuoi che sia? È da quando siamo usciti da quel maledetto sotterraneo che Lucy non parla! »

L’amico gli mise una mano sulla spalla:« La sua situazione non è facile da accettare… devi darle tempo! Mettere fretta a una signora è poco figo »

Simon sorrise all’occhiolino di Soul:« Grazie… »

I due ragazzi s’incamminarono senza parlare. Il violinista seguiva l’amico automaticamente, senza neanche sapere dove lo stesse portando.

« E Kevin? »

« Lui è ancora più chiuso di Lucy! Ultimamente sta passando le giornate a correre. »

« Capisco… »

Soul e Simon entrarono nella Shibusen. Simon, preso dai suoi pensieri, non ci fece neanche caso.

 

« Perché? PERCHÉ? »

Simon aveva sbattuto un pugno contro al muro.

« Perché non accetta il nostro aiuto? Non parla, sta tutto il giorno a guardare il panorama fuori dalla finestra! Perché non si sfoga? Perché? Perché? Perché a lei? »

Le lacrime scorrevano sul suo volto, mentre continuava a picchiare il muro:« E poi mi dicono che non devo sentirmi inutile… »

Soul bloccò l’ennesimo pugno contro il muro. Simon si voltò a guardarlo e l’amico gli sorrise.

« Questo non è il modo giusto per sfogarti. »

Simon lo guardò perplesso e Soul lo condusse in un aula, dove evidentemente aveva intenzione di portarlo fin dall’inizio.

L’aula di musica.

Il pianoforte era pronto all’uso, il violino di Simon era appoggiato su una sedia. A quanto pareva Soul l’aveva preso di nascosto. Il ragazzo non disse una parola, si sedette e iniziò a suonare. Lasciò che fossero le note musicali a parlare per lui.

Simon lo fissò perplesso per un po’, poi prese il violino e si unì alla melodia.

Sì, era questo il modo giusto con cui poteva sfogare il suo dolore.

 

 

Lucy li osservò allontanarsi. Era contenta che Simon non stesse da solo in quel momento difficile. Soprattutto ora che la causa del suo dolore era lei.

Abbassò lo sguardo dove pochi giorni prima avrebbe visto le sue gambe. Non le era andata poi così male, dopotutto: poteva ancora muoversi tranquillamente da sola trasformandosi per metà in polvere e svolazzando di qua e di là. No, non era quello il problema.

I problemi erano altri.

 

Prima di tutto, era menomata anche nelle altre trasformazioni. Ci aveva provato, ma quando cercava di diventare un fioretto le usciva una lama senza impugnatura, il boomerang era tagliato a metà, l’arco era senza filo. Per non parlare della falce, che ora assomigliava più a un falcetto!

Insomma, il suo valore come arma era dimezzato. Sì, aveva ancora il sonnifero. Sì, sapeva che a Simon e Kevin non sarebbe importato. Sì, sapeva che lavorando insieme avrebbero trovato nuovi modi di essere una squadra.

Ma non era quello il vero problema.

 

Lucy si mise le mani sulle tempie. Eccolo, stava tornando! Non l’aveva detto a nessuno, nemmeno a Lord Shinigami. Era un suo  problema. Lei aveva scelto di aiutarli e lei si sarebbe sobbarcata le conseguenze della sua scelta.

 

 

Chi sei?

 

Lo sai chi sono.

 

Speravo di sbagliarmi.

 

Questa è la tua più grande debolezza, sciocca ragazzina! Speri l’impossibile! Speri di riuscire a resistere a me da sola!

 

 

Era dal giorno in cui il Kishin era stato rinchiuso che, di tanto in tanto, sentiva la sua voce nella sua testa. La tormentava di continuo, senza lasciarle un attimo di pace. Era per questo che quando Simon o Kevin le parlavano lei non rispondeva. Era difficile stare dietro a due conversazioni in contemporanea e temeva di lasciarsi sfuggire la verità. Non voleva coinvolgerli in una nuova battaglia.

Quella era la sua lotta.

La sua lotta mentale.

La sua lotta silenziosa.

 

 

Cosa vuoi da me?

 

Quello che mi hai tolto… LA LIBERTÁ!

 

Quella te la sei tolta da solo!

 

Oh no, sciocca ragazzina, quella me l’hai tolta tu! Se non fosse stato per te a quest’ora sarei libero!

 

Ne sei sicuro?

 

 

Lucy sapeva che se ne avesse parlato a Lord Shinigami lui sarebbe corso ad aprire nuovamente l’anfora. Gliel’aveva già proposto, ma lei aveva rifiutato.

Avrebbe sempre rifiutato quell’opzione.

Non avrebbe mai rischiato di mettere in pericolo Lord Shinigami, Simon, Kevin, i suoi amici, la Shibusen, Death City, i suoi bambini, il suo villaggio, il mondo… solo per lei. Solo per una piccola stupida bambina come lei! Non lo poteva permettere, non lo avrebbe permesso per nessun motivo.

A costo di convivere a vita con un mostro nel cervello.

Non aveva paura. Aveva meno paura di quello che della sola idea di condannare il mondo a causa sua.

 

 

Pensi di essere un’eroina? Pensi di salvare il mondo da sola? Povera piccola sciocca!

 

Te lo richiedo: chi sei?

 

Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide.

 

Ok, ma avrai anche un nome!

 

Non lo saprai mai dalle mie labbra.

 

Cosa vuoi da me?

 

La libertà che mi hai tolto nell’unico modo in cui me la puoi dare.

 

Come?

 

 

Una risata percosse ogni neurone del cervello di Lucy.

 

 

Io e te ora condividiamo la stessa mente. Io so quello che pensi, quello che provi… vedo quello che vedi tu, sento quello che senti tu…

 

E allora?

 

Questo assomiglia già alla libertà. È la cosa più simile alla libertà che abbia provato da quando sono chiuso qui! Da qui a essere libero manca solo un passo…

 

 

Lucy deglutì.

 

 

Tu diventerai me.

 

Stai scherzando, vero? Come puoi pensare una cosa simile? Cosa significa?

 

Posso vedere il mondo attraverso il filtro della tua anima. Ma se questo filtro venisse a mancare…

 

Vuoi togliermi l’anima?

 

No, no, piccola ragazzina, mia piccola sciocca Lucy! C’è un metodo molto più facile per fare tutto questo… ti va di diventare un kishin?

 

È una battuta? Ti aspetti davvero che ti risponda di sì?

 

Sarebbe inutile nasconderti le mie intenzioni, io so tutto quello che pensi e anche per te è lo stesso… tanto vale giocare a carte scoperte!

 

Non sarò mai un kishin. Mai.

 

Mai dire mai, mia cara! Non ho mai pensato che avresti accettato di tua volontà, sento la tua testardaggine…

 

E allora rinuncia!

 

ma sento anche la tua paura! E si da il caso che sia un testardo anch’io! Posso intervenire nei tuoi pensieri sempre, ventiquattro ore su ventiquattro. Quanto pensi che ci voglia perché tu inizia a pensare come me?

 

Questo mai!

 

Va bene, Lucy. Continua a credere nell’impossibile, se ciò ti rende felice. Io non ho fretta, ho tutto il tempo di questo mondo. Ma tu?

 

 

Lucy si strinse le tempie. La voce del Kishin sovrastava i suoi pensieri, li rendeva flebili… per quanto sarebbe riuscita a resistere?

 

« Lucy? »

« Kevin! Entra! »

« Stai bene? Sei pallida… »

« Non… non è nulla, dimmi! »

Kevin la fissò, poco convinto dalla negazione della ragazza:« Volevo solo sapere se volevi qualcosa di particolare per cena. »

« Oh, non ti preoccupare, qualsiasi cosa andrà bene! »

Kevin continuò a fissarla perplesso, con quegli occhi verde smeraldo che sembravano poterle scrutare l’anima:« Va bene… allora ti chiamo quand’è pronto, ok? »

Lucy annuì mentre il compagno chiudeva la porta. Sospettava qualcosa, lo sapeva, lo sentiva. Per un attimo pensò di inseguirlo e di dirgli tutto, ma poi scoppiò a piangere in silenzio per paura di farsi sentire.

 

 

Sembra proprio che il nostro sarà un gioco divertente… almeno per me!

 

 

 

Kevin:« Dunque… cosa posso preparare per cena? »

Simon:« Ciao! Scusa il ritardo… cosa fai? »

Kevin:« Preparo la cena! »

Simon:« Ah… sicuro? »

Kevin:« Certo! Ho il libro di cucina questa volta! Non starai ancora pensando all’altra volta, vero? Un errore capita a tutti… »

Simon:« No, un attimo, mettiamo le cose in chiaro! Scambiare il sale con il pepe è un errore! Bruciare tutto è un errore! Prendere funghi avvelenati è un errore! Mettere nella pentola delle viti perché avevi finito i chiodi di garofano non è un errore! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 15 capitolo: Decisioni difficili! Ricordi tuoi o sogni miei?

 

Kevin:« Allora, “aggiungere il tabasco…” accidenti, l’ho finito! Chissà se trovo qualcosa per sostituirlo… forse potrebbe andare bene il tabacco… »

Simon:« Oh oh… Lucy!!! Ti prego, vieni a salvarmi! »

 

Ciao a tutti! Scusate l’enorme ritardo, ma ho un problema chiamato università… chi è del giro capirà cosa significhi!

La situazione nella storia continua a complicarsi e lo farà ancora almeno per un paio di capitoli… ma quando mai io ho fatto qualcosa di semplice? XD

Come vedete, anche in questo capitolo c’è un intermezzo musicale. Spero vi piaccia!

Allora, ringraziamo come sempre il quartetto (Evvai! Aumentano!) di recensori composto da Jan Itor 19, Rose Broken, Zawa Chan e Sakurax16!

Sperando di rivedervi tutti al prossimo capitolo, vi saluto come solo io so fare!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Decisioni difficili! Ricordi tuoi o sogni miei? ***


Decisioni difficili

Decisioni difficili! Ricordi tuoi o sogni miei?

 

 

Lucy si svegliò di soprassalto. Di nuovo. Era normale, ormai, lo stava lentamente diventando. Erano almeno tre settimane che quella storia andava avanti.

Sempre lo stesso sogno. Sempre la stessa storia.

 

 

Buio.

La luce arriva improvvisa e Lucy si ritrova ad aggirarsi in pigiama in quella che sembra una dimora aristocratica d’altri tempi. È lussuosa, ricca, la mette in soggezione. Non sa che fare, non sa come ci sia arrivata.

Un rumore la fa nascondere dietro una tenda di velluto rosso, ricamata d’oro. Qualcuno ha bussato alla porta.

« Avanti! »

Un uomo entra. È vestito in modo non elegante, ma si vede che si è impegnato per non fare troppa brutta figura. Lucy non riesce a vederne il volto. Non le rimane impresso nella mente, come se fosse avvolto dalla nebbia.

« Vieni, vieni pure! »

L’uomo si avvicina con timidezza tenendo nervosamente in mano un cilindro a una scrivania dove è seduto un uomo. Lucy non riesce a vedere l’uomo seduto, le da le spalle.

« Ti stavo aspettando! Allora, sei disposto a diventare la mia arma, a quanto ho capito! »

L’uomo risponde con voce timida:« Se va bene a voi, vossignoria… l’hanno informata, vero? »

« Di cosa? »

L’uomo sospira. Evidentemente quello che sta per dire gli costa molta fatica.

« Io.. io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »

« Lo so! Non è il caso di farne un dramma! Ti assicuro che mi sono informato e sei perfetto per il compito che voglio affidarti! Benvenuto nella mia squadra… scusa, come ti chiami già? »

L’uomo sorride e afferra la mano che l’interlocutore gli sta porgendo.

Lucy vede la bocca muoversi, ma non ode un suono.

 

Buio. Di nuovo.

Stavolta Lucy non vede, sente solo le voci. Sono le stesse di prima, solo molto più concitate. Stanno urlando.

« TU LO SAPEVI!!! LO SAPEVI!!! »

« CERTO CHE LO SAPEVO! ALTRIMENTI PERCHÉ AVREI DOVUTO SERVIRMI DI UNA NULLITÁ COME TE? »

« TU NON CERCAVI ME! CERCAVI UNA CAVIA! UNA VALEVA L’ALTRA, GIUSTO? »

« HAI FIRMATO UN REGOLARE CONTRATTO! »

« NON PER QUESTO! NON PER ESSERE VITTIMA DEI TUOI ASSURDI ESPERIMENTI! »

« VOLEVI IL POTERE, NO? IL POTERE PER NON ESSERE PIÚ MESSO DA PARTE DALLA TUA FAMIGLIA! ECCO, IO TE LO DONATO! »

« E A CHE PREZZO? SONO DIVENTATO CIÓ CHE VOLEVO COMBATTERE! MI HAI RESO UN KISHIN! UN KISHIN! UNO VERO! GUARDA QUELLO CHE MI HAI FATTO FARE! GUARDA! NON HO PIÚ UNA FAMIGLIA DA CUI ESSERE MESSO DA PARTE ADESSO! »

« Esperimento perfettamente riuscito… »

Segue una pausa di qualche secondo. A Lucy pare un’eternità.

« Bene, allora. Il tuo esperimento ti annuncia una cosa… ti troverò, ovunque tu sia, e mi vendicherò di ciò che mi hai fatto con i poteri che tu stesso mi hai dato! »

L’uomo ride:« Ti sbagli! Sei un Kishin, ora… e tu sai che fine fanno i Kishin, vero? »

Lucy deglutisce rumorosamente.

« Shinigami sarà qui fra poco. L’ho chiamato io. Preparati a essere rinchiuso per l’eternità! »

La ragazza vorrebbe intervenire, ma si sente portare via. Ode solo più una voce.

« Nessun sigillo potrà fermare la mia vendetta! Mi senti? Mi senti? Ti troverò, dovessi impiegarci secoli! Io ti troverò e la pagherai! La pagherai!!! »

 

 

La ragazza si riprese dal brusco risveglio lentamente. Volò fino al bagno e si sciacquò il viso, nella speranza di eliminare anche i brutti pensieri. Quel sogno la lasciava sempre perplessa: pur facendolo ormai ogni notte, sembrava quasi che i volti e le voci diventassero sempre più confusi, di volta in volta.

Quasi come se fosse un nastro registrato che ad ogni utilizzo andasse deteriorandosi…

 

 

Buongiorno! Come va?

 

Buongiorno! Da quando facciamo i gentili di prima mattina?

 

Da quando siamo soli soletti. Io, te e il mondo!

 

 

Kishin non mentiva. Simon e Kevin erano dovuti andare a scuola per un esercitazione. Lei era stata esentata per malattia. Se malattia fosse stata la parola giusta per definire la sua condizione.

 

Ma tu sogni?

 

La domanda improvvisa prese di sorpresa il demone. Per la prima volta non rispose.

 

Fai mai dei sogni? O degli incubi?

 

Uno solo. Tutte le notti. Da tutta l’eternità. E lo farò per sempre.

 

Cosa sogni? Anch’io ho un sogno ricorrente…

 

Un attimo, aveva detto sogno ricorrente? Un dubbio attraversò la mente di Lucy. Possibile che…

 

E perché ne parli con me?

 

Ho qualcun altro con cui parlarne? L’hai detto, oggi siamo io e te.

 

Io, te e il mondo.

 

Cosa cambia?

 

Cambia, cambia. Cambia tutto!

 

Lucy s’infilò la maglia e, per come poteva, una gonnellina. I pantaloni erano decisamente inutili, imbarazzanti, da quando era senza gambe.

 

Sono stufo di questa stanza. Voglio uscire.

 

Stai fresco. Io da qui non mi muovo!

 

Anche tu non vedi l’ora di sgranchirti un po’ le gambe là fuori…

 

Ah sì? , notizia dell’ultima ora: io le gambe non le ho più! Niente gambe, niente sgranchita!

 

… e stai iniziando a fidarti di me.

 

Di te? E quando mai?

 

E allora perché prima mi hai chiesto dei miei sogni?

 

Mai sentito parlare di curiosità femminile?

 

Pensi di avere sempre la risposta pronta, eh? Va bene, preparati, usciamo!

 

No.

 

Ho detto USCIAMO!!!

 

N-no

 

 

Lucy si strinse le tempie. Come temeva, il Kishin stava lentamente sovrastando i suoi pensieri. Finora se l’era sempre cavata perché sul più bello Simon o Kevin la distraevano quel tanto che le bastava per riprendere il controllo. Ma quel giorno era sola.

Lei, il Kishin, il mondo.

E le parole di lusinga del suo demone personale iniziavano ad attirarla in una trappola fatale.

 

Tu non vuoi passare la tua vita rinchiusa in queste quattro mura. Dopotutto, sono io quello imprigionato, non tu… perché dovresti condividere la mia stessa pena?

 

Per tenere… rinchiuso te!

 

Sciocchina! Io non sono più rinchiuso da quel giorno… quanto tempo è passato dal nostro primo incontro?

 

Tre settimane e quattro giorni…

 

Lo vedi? Stai tenendo il conto dei giorni come una carcerata. Ma tu non sei una carcerata! Questa prigione te la stai imponendo da sola…

 

Non ti farò vedere nulla del mondo esterno!

 

Vedere? E chi ha mai parlato di vedere? Il mondo ti chiama, Lucy, ci sta chiamando… e per farlo ha molti modi!

 

Io… io… non capisco…

 

Tu non sei una prigioniera, Lucy! Tu sei libera come l’aria, letteralmente! Apri la finestra, ragazza!

 

Lucy obbedì, senza pensare più nulla. Non ci riusciva più. Era dolce la voce che lentamente si sostituiva ai suoi pensieri. Era comodo e piacevole abbandonarsi a lei…

 

Chiudi gli occhi. Non ne hai bisogno, per oggi.

 

La ragazza abbassò lentamente le palpebre. La voce del Kishin la cullava in un mondo quasi di sogno.

 

Le senti le voci per strada?

 

Lucy annuì.

 

Ignorale. Per oggi non ti serviranno neanche le orecchie. Isolati dal mondo, ragazza mia, nelle tue orecchie ora c’è solo la mia voce…

 

Non fu difficile eseguire questo comando. Lucy era già in quello stato.

 

Lo senti il vento sulla pelle? Ti sta chiamando… seguilo, Lucy! Tu ne hai il potere… segui il vento, segui il profumo del mondo! Hai tanto da imparare da lui, oggi…

 

E, prima ancora che il Kishin completasse la frase, Lucy divenne polvere e spiccò il volo.

 

Sì, dovette ammetterlo, l’aria fresca le era mancata! Solo in quel momento, mentre si lasciava cullare dal vento, si sentiva felice. Ma era lei a esserlo o il Kishin? Non avrebbe saputo dirlo, stava diventando difficile distinguere le emozioni, oltre che i pensieri.

 

Sì, così, Lucy, così… liberati del corpo e lascia che sia la tua anima a volare libera… lascia sia il tuo naso a guidarti, oggi, al posto degli occhi…

 

Sì, era una sensazione unica. Quanti profumi aveva Death City! i più vari, da quelli del mercato a quelli dei libri di scuola. Ormai Lucy iniziava persino ad orientarsi un po’. Era sicura di stare sorvolando la Shibusen, dove c’erano Simon, Kevin, e tutti gli altri, oltre che i professori e Lord Shinigami…

All’ultimo nome la polvere di Lucy ebbe quasi un moto di stizza.

Lord Shinigami.

Un nome che per qualche oscuro motivo non riusciva a sopportare, quel giorno. Cos’era quella sensazione di calore che le infiammava il petto? Rabbia, forse? Sì, era rabbia, una furia che l’agitava senza apparente logica, un inspiegabile desiderio di vendetta mai provato prima…

 

Esatto, Lucy, vendetta… è questa la parola chiave

 

Vendicarsi di Lord Shinigami? Era davvero questo quello che voleva? Quello che lei voleva?

 

Non è importante chi lo voglia, ora.

Il problema è che non si può fare… Lord Shinigami è troppo forte…

 

Era la verità. E allora?

 

Lasciamo perdere la vendetta, ora. Abbiamo bisogno di più potere per attuarla…

 

E come potevano trovarlo?

 

Sei fortunata, Lucy! Io ti farò da guida, io so dove trovare il potere che cerchi… il potere che cerchiamo…

Segui il profumo, quel dolce profumo di agrumi che senti nell’aria… lo senti, Lucy? Ti chiama… ci sta chiamando… ed è maleducazione fare aspettare!

 

Lucy lo seguì, schiava di emozioni e sensazioni non sue, ma di cui non riusciva a liberarsi. Non poteva liberarsi. Non voleva.

 

Ecco, siamo arrivati alla fonte del profumo. Alla fonte del potere. Lo senti, Lucy, il dolce richiamo? È ovattato, vero? Non è forte e limpido come te lo aspettavi… ma un motivo c’è! Un motivo c’è sempre. È rinchiuso in una prigione, proprio come eravamo noi prima… e tu non vuoi che qualcuno provi la nostra solitudine, vero?

Spacca quella prigione, Lucy!

Libera il potere che ne è rinchiuso e fallo tuo!

Fallo nostro!

 

Lucy annuì. La polvere argentata iniziò ad addensarsi, assumendo quasi la forma di una lama ricurva, di una falce…

 

Quasi.

 

Perché un imprevisto rovinò i piani del Kishin, a un passo dal suo obiettivo.

Un’allegra risata dal suono cristallino.

Lucy aprì gli occhi, mentre nella sua mente il demone imprecava per il suo stupido errore.

Lucy vide il suo braccio alzato, pronto a colpire mortalmente.

Vide la sua vittima.

Un bambino dai capelli biondi, della stessa età di quelli del suo villaggio.

 

La ragazza scappò via volando, senza dire nulla, senza pensare nulla, fino a quando non rientrò dalla finestra della sua camera riassumendo forma umana e buttandosi sul letto in lacrime.

 

Cosa aveva fatto?

Cosa stava per fare?

 

Stavi per ottenere il potere, Lucy. Ti sei solo fermata un attimo prima…

 

Un attimo prima di diventare un’assassina! Stavi per farmi uccidere un bambino, Kishin! Un bambino!

 

Oh, io non ti ho obbligato a fare nulla, mia dolce, piccola, sciocca Lucy. Stavi per fare tutto tu!

 

Sei tu che mi stavi controllando, Kishin!

 

Sicura?

Anche Soul e Black Star ti avevano messa in guardia la prima volta che vi siete incontrati, ricordi?

 

Era un’altra storia.

 

La storia è sempre la stessa, Lucy.

C’è la paura.

C’è il potere.

E ci sono i Kishin.

E basta poco per diventare uno di loro, basta davvero poco… basta cedere una volta alla tentazione di assaggiare un’anima umana! Poi la fame che ti assale è irrefrenabile, non importa quanti sensi di colpa potrai avere… non ti potrai più fermare.

 

Lucy ebbe un dubbio. Parlava a lei o a se stesso?

 

Oggi sei stata a un passo dal soddisfare la tua fame di potere. Tutti abbiamo fame di potere, per i motivi più disparati… tu vuoi proteggere i tuoi bambini, no? E farlo richiederà potere!

Io posso insegnarti come fare…

 

Allora era questo che intendevi quando mi hai detto di volermi rendere come te…

 

Esatto.

Basterà che ti guidi per assaggiare la prima anima, poi sarà la fame a guidarti. È un processo molto più rapido di quanto immagini… ci vuole poco a passare da uovo a Kishin… e tu ci metteresti ancora meno!

 

Quanti… quanti giorni impiegherei?

 

Giorni?

Ore, vorrai dire!

La fame di un uovo di kishin è impellente, ma ora le nostre emozioni sono collegate… tu proveresti una fame raddoppiata, la mia e la tua. E non sai a quali azioni può spingerti la fame, quella vera…

Saresti una magnifica Kishin. E già io sarei libero così, condividendo le tue emozioni! Se poi tu vorrai, con il potere acquisito potrai anche liberarmi dall’anfora… io ti guiderei volentieri nella tua ricerca di potere… sono sicuro che saresti un demone potente, Lucy, hai già dei grandi poteri, più di quelli che avevo io alla tua età! Saresti potente, Lucy, forse di più di me, forse più di Ashura

 

STAI ZITTO!!! SEI UN PAZZO!!!

 

No, io do solo voce alla follia…

 

Lucy scoppiò a piangere e il Kishin decise di smettere. Aveva già fatto abbastanza per quel giorno. Di sicuro da quel momento in poi Lucy avrebbe avuto paura di lui, forse abbastanza da cercare il potere per farlo stare zitto, per non tormentarla più. E sarebbe stata sua.

 

« Lucy? Tutto bene? »

« VAI VIA, KEVIN! VAI VIA! SONO UN MOSTRO! UN MOSTRO! »

 

Kevin non poteva capire cosa stava succedendo nella mente di Lucy, ma sospettava ci fosse più di quanto la ragazza non dicesse. Finse di andarsene, ma in realtà stette tutto il tempo ad osservarla mentre piangeva.

 

E prese una difficile decisione.

 

Sid:« Allora, come andiamo? »

Simon:« Come vuole che vada? Ha mandato tutti a casa tranne noi! »

Sid:« Voi avete preso un’insufficienza nell’ultimo compito in classe. Di nuovo. »

Simon:« No, no, no, di nuovo no! Un altro compito a sorpresa no! Non si ricorda com’è finita l’altra volta? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 16 capitolo: Una folle promessa! Perché lo fai?

 

Black Star:« Yuhuuu!!! Di nuovo insieme, Simon! »

Simon:« Non ricordarmelo… e stai lontano dalle anfore, stavolta! »

 

 

Ciao a tutti! Allora, approfittando del mio nuovo, pessimo orario universitario che mi porta anche buchi di otto ore fra una lezione e l’altra, approfitto del portatile per portare avanti le mie storie! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto… intanto ne approfitto per ringraziare Jan Itor 19, Rose Broken e Sakurax16 per i graditi commenti!

Un’avvertenza… non perdetevi assolutamente il prossimo capitolo, è fondamentale per lo sviluppo della trama! A presto!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

 

P.s. Buona Pasqua a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Una folle promessa! Perchè lo fai? ***


Una folle promessa

Una folle promessa! Perché lo fai?

 

 

Lucy dormiva, stanca dalle troppe lacrime versate sul cuscino. Era stanca, troppo stanca, di lottare… ormai solo la sua proverbiale testardaggine le impediva di mollare, di lasciarsi cullare dalle dolci parole del suo personale diavolo tentatore.

 

Mia piccola, sciocca Lucy… è arrivato il momento di salutarci! Grazie per quello che hai fatto per me!

 

Lucy si svegliò di soprassalto.

 

Cosa? Ti arrendi?

 

No, sto per raggiungere comunque il tuo scopo grazie a te…

 

Io non sono un kishin!

 

No, ma la tua esistenza mi donerà la libertà presto, molto presto…

 

Lucy, ancora con gli occhi chiusi, sentì chiaramente la voce del demone parlare con qualcuno.

 

 

« Salve, ragazzo! Cosa ti porta qui, nella mia umile dimora? Se così si può definire una prigione, ovviamente… »

« Rivoglio le gambe di Lucy. Ora. »

 

 

La ragazza si sedette sconvolta sul letto.

« Kevin? »

Quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque.

 

 

« Io non le tengo prigioniere, non di mia volontà, per lo meno. Sono con me, rinchiuse in quest’anfora maledetta che mi è impossibile aprire. »

« Cosa posso fare? »

« Tu sei fuori. Tu puoi rompere il sigillo. »

« E liberarti. »

« E riavere le gambe della tua compagna… forse anche il suo sorriso… »

 

 

Cos’era saltato in mente a Kevin?

Lucy se lo chiese mentre buttava in aria le coperte e saltava giù dal letto.

Chi gli aveva chiesto nulla?

Pazzo, pazzo, pazzo, pazzo!!!

La ragazza si buttò dalla finestra trasformandosi in polvere. Doveva volare più veloce del vento fino dalla parte opposta della città, per impedire a quel folle il suo gesto disperato.

 

 

« Perché? »

« Perché cosa? »

« Perché lo fai? »

« Ci dev’essere un motivo? »

« Gli uomini sono sempre mossi da un motivo… ma forse l’ho capito… di solito il motivo che porta a fare queste scelte è sempre uno solo… »

« E sentiamo, mio psicanalista, quale sarebbe questo motivo? »

 

 

Lucy sentì il demone sorridere.

 

 

« Tu la ami, vero? »

 

 

Lucy si bloccò a mezz’aria.

Non aveva mai pensato a quell’opzione.

Davvero Kevin… e stava per liberare un mostro… per lei?

 

 

Kevin guardò l’anfora con quel suo sguardo impassibile.

Era giunto il momento di rivelare ciò che da poco tempo aveva capito.

 

 

Lucy sentì il cuore battere all’impazzata in attesa di quella risposta. Sospesa in aria, nel vento, il tempo sembrava davvero essersi fermato.

Cosa avrebbe dovuto fare se la sua risposta fosse davvero stata…

 

 

« No. »

 

 

Eh?

Il cuore di Lucy perse un battito. Forse più che se la risposta fosse stata affermativa.

 

 

« Oh, ma davvero? »

Kevin annuì:« Per un po’ l’ho anche creduto, ma ora ho capito davvero… Lucy è la persona che mi ha aperto gli occhi sui madornali errori che stavo facendo. Ciò che mi lega a lei è una profonda amicizia… e un’eterna riconoscenza! »

Già, la persona che faceva battere il suo cuore era un’altra, ora l’aveva capito…

Il ragazzo si mise una mano sul cuore, gridando una promessa fatta a se stesso tempo prima ma mai dichiarata ad alta voce:« Lei mi ha liberato da un Kishin, ora farò lo stesso per lei! »

 

 

Pazzo, pazzo, pazzo!

Lucy avrebbe saputo che Kevin era dalla sua parte anche senza quel folle gesto d’amicizia! Cosa pensava di poter fare? Lei aveva potuto affrontarlo faccia a faccia perché era di livello 5, ma Kevin no! Non appena il Kishin fosse uscito dall’anfora, il ragazzo sarebbe stato sotto il suo controllo… uno coi poteri di Kevin, poi…

 

 

Kevin non era uno sprovveduto. Sapeva di avere una miriade di difetti, ma era uno che rifletteva tantissimo prima da fare qualsiasi cosa. Conosceva i rischi. Sapeva di essere solo di livello di 3, ma contava sulla sua prontezza di riflessi. Aveva tre o quattro minuti al massimo, forse meno, per trasformarsi in veleno e ucciderlo. O almeno rallentarlo. Era rischioso, ma era la sua unica possibilità.

 

 

Lucy entrò finalmente nei sotterranei dov’era rinchiuso il secondo Kishin. Volò sicura e decisa, senza mai sbagliare strada in quel piccolo labirinto.

Non avrebbe mai potuto scordare la strada per l’inferno.

 

 

Kevin prese l’anfora, afferrò il tappo con il simbolo di Shinigami.

Deglutì.

« Occhio per occhio, dente per dente… kishin per kishin! »

 

 

Libero!

 

 

« NO! KEVIN, NON FARLO! »

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucy gridò con tutta la voce che aveva in corpo mentre ritornava in forma umana.

Era sfinita dalla stanchezza per il volo e dall’ansia. Le sue ginocchia non ressero e Lucy si ritrovò seduta sul pavimento. Tre brividi attraversarono il suo corpo: uno di stanchezza, uno per il pavimento freddo che faceva venire la pelle d’oca alle sue ritrovate gambe, uno per il tappo con la maschera di Lord Shinigami che Kevin stringeva nella mano destra.

 

Troppo tardi.

 

In mezzo ai due ragazzini una figura si stava lentamente ricomponendo.

« Sono libero!!! LIBERO!!! »

 

Kevin buttò via l’anfora, Lucy chiuse la porta. Ormai il danno era fatto e potevano solo trattenerlo. La ragazza sperò solo che il preside avesse messo qualche allarme a difesa dell’anfora. Forse già sapeva. Forse stava correndo da loro. Bastava solo avere un po’ di pazienza.

 

« Grazie a entrambi, miei sciocchi ragazzini! Ora potrò servirmi di voi per portare a termine ciò che devo… »

 

Kevin sbarrò gli occhi. Se avesse usato la pazzia in quel momento, lui sarebbe stato in suo potere. E non aveva neanche la collana per bloccare i poteri…

Lucy invece lo fissò perplessa. C’era qualcosa di diverso nel Kishin. Qualcosa che stonava con i ricordi del loro primo incontro. Ma cosa?

 

Il Kishin si avvicinò a Kevin.

Il ragazzo deglutì rumorosamente, prima di urlare:« Scappa, Lucy! Prima che io ti uccida col veleno, scappa! »

Kevin chiuse gli occhi, Lucy fece altrettanto. Non riusciva ad abbandonarlo lì dopo tutto quello che aveva fatto per lei…

 

« Ma cosa… »

 

Lucy aprì gli occhi.

 

« Cosa… »

 

Anche Kevin lo fece. Il Kishin si stava fissando le mani.

 

« COSA MI AVETE FATTO??? »

 

Kevin venne sollevato di peso dalla collottola dal demone furioso. No, furioso non era la parola esatta. Era terrorizzato e confuso.

 

« DOVE L’AVETE MESSA??? »

« Ma cosa? Cosa? »

« LA MIA FOLLIA!!! DOV’È??? »

« Eh? »

 

Lucy finalmente capì cosa non le quadrava: gli occhi!

Non cambiavano più colore e infatti il Kishin aveva già un aspetto più… umano?

 

« Non capisco! In che senso ti avremmo preso la follia? »

« La follia è la fonte di tutti i miei poteri! Prima l’avevo e adesso non ce l’ho più, perciò siete stati voi! »

« Ma ragiona! Come avremmo fatto? Neanche Lord Shinigami ha questo potere! »

« Non lo so e non m’interessa! So solo che la rivoglio indietro! Senza non sono nulla, senza non posso… »

« … vendicarti? »

Lucy s’intromise nel dialogo fra il Kishin e Kevin.

« Tu vuoi vendicarti di chi ti ha reso così, vero? »

Il Kishin abbassò Kevin:« E tu come… »

« Chi sei, Kishin? Chi eri prima di diventare il demone? »

« Io… io… io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »

Kevin fissò stupito il dialogo fra i due. Sembravano conoscersi da tempo. Sembrava quasi che la dolcezza di Lucy calmasse quell’anima inquieta.

« Non ricordi il tuo nome, vero? »

Il Kishin non ripose, punto sul vivo. Era vero, su di sé ricordava solo quella frase.

« Mi hai detto che fai lo stesso incubo ogni notte. Da quando è cominciata questa storia capita anche a me, lo stesso ogni notte… ogni volta un uomo timido che incontra un nobile che gli chiede di diventare la sua arma… »

« PIANTALA!!! COSA NE VUOI SAPERE TU??? »

« Abbiamo condiviso pensieri ed emozioni per tre settimane, Kishin… forse qualcosa capisco… capisco il tuo dolore perché l’ho sentito! Il dolore di essere stati traditi dalla persona di cui ti fidavi di più ed essere stato costretto a fare la cosa più orribile del mondo… »

« Dunque è vero, tu sai… saprai anche che i miei ricordi sono incompleti, vero? »

Lucy annuì, mentre Kevin la fissava perplesso. Non capiva dove voleva andare a parare.

« Non so dove sia finita la tua follia, ma so che quella non è la tua vera anima… e tu vuoi solo il suo potere per poter ritrovare te stesso e chi ti ha reso così! »

Lucy respirò profondamente.

 

« Facciamo un patto, allora! »

 

Kevin la guardò sconvolto, il Kishin stupito. Nessuno dei due si sarebbe aspettato questo da lei.

« Facciamo un patto, Kishin: tu non farai del male a nessuno e io m’impegno a fare tutto ciò che è in mio potere per aiutarti a ritrovare chi ti ha trasformato in Kishin… se fallirò e Lord Shinigami ti imprigionerà di nuovo, io mi farò rinchiudere in parte con te, come questa volta, e continuerai il tuo piano da dove l’avevi lasciato: diventerò un Kishin e ti verrò a liberare! Allora, ci stai? »

Kevin era abituato a rimanere impassibile, ma questo era troppo anche per lui.

Lucy strinse i pugni tremanti. Era rischioso, ne era consapevole, ma era l’unica cosa che le fosse venuta in mente per calmare il demone e guadagnare tempo. Tanto era certa che lui non avrebbe mai…

 

« Ci sto. »

 

Eh?

Anche Lucy assunse la stessa espressione sconvolta di Kevin.

« Non ho nulla da perderci, visto che già non ho niente! Ci sto, piccola sciocca ragazzina sognatrice… prova a donare anche a me un sogno in cui sperare! »

 

 

Sid:« Allora, ho qui i risultati dei vostri test di recupero… »

Simon:« Incrociamo le dita! »

Sid:« Black Star… hai preso 7! »

Black Star:« Evvai! »

Simon:« Ti ricordo sempre che il voto è in centesimi, non in decimi… »

Sid:« No, stavolta per semplificare la vita anche alle divinità, ho calcolato il voto in decimi… »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 17 capitolo: L’infallibile sguardo di Maka! Ma perché non cambiamo indirizzo?

 

Black Star:« Yuuuhuuu!!! »

Simon:« Ok… e io? »

Sid:« Otto e mezzo… l’avevo fatto molto semplice questo compito! »

Simon:« Fiù, meno male… »

 

 

Ciao a tutti! Sì, lo so, non aggiorno da un po’, ma tra università e scuola guida vi assicuro che è difficile trovare il tempo di mettermi alla tastiera…

Comunque…

Ce l’ho fatta!!! Non credevo davvero di riuscire a pubblicare questo capitolo! L’avevo in mente dal primo capitolo! Da qui in poi la storia prenderà una piega un po’ diversa… ma spero vi appassioni lo stesso, come e più di prima! Io ce la metterò tutta per renderla al meglio!

E ora passo ai soliti ringraziamenti per Sakurax16, Rose Broken e Jan Itor 19 per gli stupendi commenti! Spero di sentirvi così entusiaste anche questa volta e spero di ritrovare anche un po’ di commentatori che sembrano essersi per strada…

A presto (spero!)!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** L'infallibile sguardo di Maka! Ma perchè non cambiamo indirizzo? ***


L’infallibile sguardo di Maka

L’infallibile sguardo di Maka! Ma perché non cambiamo indirizzo?

 

 

Non era facile mettere Kevin in imbarazzo, eppure il suo interlocutore ci stava riuscendo benissimo. Non riusciva a trovare il coraggio di alzare gli occhi dalla punta delle sue scarpe. Aveva delle bellissime scarpe, ma in quel momento non gli importava molto.

« Ti rendi conto di cosa hai combinato, Kevin? »

Nessuna risposta, il che fece innervosire ancora di più chi stava parlando.

« Almeno potevi dirmi cosa si saltava per la testa, no? Potevamo parlarne, discuterne, trovare una soluzione… »

« Avevo paura che tu mi dicessi di no… »

« Credi che a me facesse piacere vedere Lucy in quello stato? Anch’io avrei fatto qualsiasi cosa per ridarle le gambe! Se avessi saputo il tuo piano, non mi sarei opposto, anzi! Ti ricordo che faccio parte anch’io della squadra! »

« Scusami, Simon… »

Il violinista era nervosissimo, e continuò a sfogarsi sulla sua arma: « Quello che non mi va giù è che hai voluto fare tutto di nascosto! Hai persino approfittato del fatto che il professor Sid mi avesse trattenuto per il compito di recupero! »

« Quello è stato un caso… »

Simon sospirò, e Kevin riuscì a rilassarsi un pochino vedendo il colorito dell’amico farsi meno paonazzo.

« Va bene, Kevin, finiamola qui! Volevo solo che capissi che avrei voluto partecipare anch’io… so che anch’io sono solo di livello 3, ma forse sarebbe stato più sicuro se avessi aperto io l’anfora… io non ho poteri, sono solo un’inutile violinista…con me il Kishin non avrebbe potuto fare nulla di particolare, mentre con i tuoi poteri… »

Kevin abbracciò l’amico: « Siamo stati fortunati, hai ragione! Non ti nasconderò più nulla, te lo prometto! »

Simon sorrise ricambiando l’abbraccio. Poi sentì Kevin ridacchiare.

« Che c’è? »

« Nulla, pensavo solo che tua zia, una volta tanto, si è sbagliata! Ricordi? Stai attento alla persona che fra di voi è più dotata, perché oggi perderà la sua integrità. Per sempre.Lucy ha di nuovo le gambe, è tutto a posto! »

Simon sospirò:« Già… ma è strano, sarebbe la prima volta… »

 

Una volta riappacificatesi, i ragazzi continuavano la loro estenuante attesa. Erano quasi due ore che Lord Shinigami era a colloquio con Lucy e il Kishin per chiarire la situazione. Il preside era giunto poco dopo l’apertura dell’anfora, e la ragazza aveva dovuto faticare non poco per fargli comprendere la particolare situazione.

Finalmente la porta si aprì e la ragazza, il Kishin e Lord Shinigami uscirono. Per quanto sembrasse già più tranquillo, il preside non perdeva d’occhio il demone e Lucy non riusciva a nascondere l’ansia.

« Sei stata sconsiderata, Lucy, ma sono d’accordo… un patto è un patto, noi alla Shibusen cerchiamo d’insegnarvi a mantenere le promesse e obbligarti a non rispettarlo sarebbe ingiusto e scorretto da parte nostra… ma devo porre alcune limitazioni! »

Il Kishin iniziò ad agitarsi, ma Lord Shinigami mise subito le cose in chiaro:« Lucy ha promesso di aiutarti a ritrovare la tua memoria e chi stai cercando, ma nel vostro patto non c’è nulla che impedisca a noi della Shibusen di supportarla! Inoltre dovrò chiederti di sopportare la sorveglianza di una delle mie migliori collaboratrici… si chiama Marie ed è molto brava nel tenere sotto controllo la follia! »

« Crede che non sia in grado di rispettare i patti? E poi gliel’ho già detto, non ho più neanche una goccia di follia! »

« Già, questo è strano! Ora sembri essere una persona normale… »

« No, quello non lo sarò mai più… »

 

Simon e Kevin osservarono la scena, indecisi se intervenire o meno.

« Tranquilli… voi dovete solo occuparvi di Lucy, ok? Al Kishin ci pensiamo noi! »

« Professor Stain! »

Lo studioso attraversò i corridoi tirando lunghe boccate dalla sua sigaretta. Era nervoso, inutile negarlo. Aveva finito le analisi sul sangue del Kishin e i risultati non lo avevano illuminato quanto avrebbe voluto.

Lord Shinigami lo salutò allegramente:« Novità? »

« Il nostro misterioso Kishin non ha nessuna malattia particolare, ha un’età media di 60-70 anni… »

« Però! Se li porta bene! »

Kevin ricevette immediatamente un calcione da Simon.

« … ma di più non sono in grado di dire! Anche se ora non sembra più avere la follia, i suoi effetti continueranno a persistere sul suo fisico ancora per un bel po’… per ora il suo DNA è molto mutevole, sembra quasi che ogni volta che lo analizzi i suoi geni prendano la scossa! Tuttavia sono sicuro che fra un po’ di tempo otterrò risultati migliori, è solo necessario che il suo corpo di disintossichi un po’ dalla follia che ha avuto dentro di sé per almeno… da quanti anni sei un Kishin? »

Il demone scosse la testa:« Non ricordo. »

Shinigami intervenne:« Lo rinchiusi in quell’anfora circa trent’anni fa… »

Lucy s’incupì. Sarebbe riuscita a ritrovare la persona che il Kishin stava cercando dopo più di trent’anni? Sarebbe stata ancora viva?

« Sì, sono sicuro che è vivo… »

« Già qualcosa! »

I due trasalirono e si guardarono negli occhi.

« Cosa… »

« Kishin! Riesci ancora a entrare nella mia testa? »

Il Kishin si mostrò spaventatissimo:« No! No, te l’assicuro! È come se… se avessi sentito più o meno cosa stavi pensando! Ma non riesco assolutamente a parlarti nella testa come prima! »

Stain li osservò interessato:« A quanto pare voi due siete ancora legati, anche se non più allo stesso modo di prima… qualcosa è cambiato, senza alcun dubbio. Resta ancora da capire cosa… »

 

« LUCY!!! »

La ragazza si voltò. Maka stava correndo verso di lei.

« Maka! »

« Lucy! Allora è vero, le tue gambe… »

« Maka? Cos’hai? »

 

La ragazza si era bloccata di colpo. Era improvvisamente sbiancata e con occhi sbarrati faceva correre il suo sguardo alternativamente da Lucy al Kishin senza dire una parola.

« Maka? »

Simon le si avvicinò.

« Le loro anime… »

Anche Kevin si unì al compagno:« Cosa? Cosa vuoi dire? Cosa vedi? »

La ragazza scosse la testa:« Non ho mai visto nulla del genere… Lucy, sei… sei ancora tu? »

Lucy le si avvicinò perplessa:« Certo che sono ancora io! Non mi vedi? »

Stain iniziò a intuire qualcosa:« C’è un’anomalia nelle loro anime, vero? Quale? »

Maka cercò la definizione migliore per un fenomeno che neanche lei sapeva come spiegare:« È quasi come se… se ne fossero scambiate un pezzo! »

Il Kishin e Lucy si guardarono.

« In che senso? »

« L’anima di Lucy dovrebbe essere completamente azzurra e quella di quest’uomo, che deduco essere il famoso Kishin, completamente rossa. Eppure, proprio al centro della fiammella che identifica le loro anime, c’è una piccola zona isolata del colore opposto… »

Simon sbottò:« Non ha senso! Vuoi dire che Lucy è in parte un kishin, adesso? »

« E invece adesso la situazione inizia ad avere una sua logica… »

Tutti si voltarono verso Stain, pendendo dalle sue labbra.

« Premetto che tutto ciò che sto per dire è solo una mia ipotesi un po’ strampalata… tuttavia è l’unica che sono in grado di fare, soprattutto perché una situazione come questa non ha precedenti. Siete rimasti rinchiusi nell’anfora per tre settimane, giusto? »

Lucy e il Kishin annuirono all’unisono.

« E, se lei mi conferma, Lord Shinigami, quell’anfora e quel sigillo sono stati studiati per rinchiudere una persona sola… »

Anche Shinigami annuì. Nessuno osava parlare per non interrompere il fine ragionamento dello scienziato. Kevin era certo che se avesse potuto vedere nella sua testa avrebbe visto certamente gli ingranaggi girare alla massima velocità come nei cartoni animati. Calcolando gli strampalati esperimenti sulla vivisezione di Stain, non se la sentì neppure di escludere il curioso pensiero.

« Credo che ci sia stata una somma di eventi imprevisti. Il sigillo deve aver influito in modo molto originale sulle loro anime… probabilmente, essendo stato studiato per contenere una sola persone, quando se ne è trovate due, deve aver cercato di semplificarsi il lavoro “unendo” i due pezzi di anime separate… »

« Quindi è vero! Ora sono in parte un kishin? »

« Non esattamente, Lucy! Diciamo solo che ospiti un pezzettino della sua anima, come lui custodisce parte della tua… molto probabilmente abbiamo capito dove è finita la follia del nostro amico, ma non so dire quale parte della tua anima sia capitata a lui! »

Kevin intervenne:« Mettiamo che sia vero… Lucy rischia di essere preda della follia? »

Stain esultò:« No! E qui entra in scena la parte più assurda della mia teoria! Lei non rischia nulla… è di livello 5, ricordi? Significa che quel particolare tipo di follia a lei non farà alcun effetto… non solo! La sua anima scherma anche gli influssi verso l’esterno impedendo a noi di venirne sopraffatti! Sembra quasi che l’anima di Lucy sia un perfetto contenitore della follia del Kishin! »

« E ora? Che devo fare? »

Stain le sorrise:« Nulla, ragazza mia. Non rischi nulla e a noi non accadrà nulla di male. Tuttavia non posso fare niente per restituire a ognuno il pezzo della propria anima. »

Anche il Kishin intervenne:« E quindi noi siamo legati per sempre? »

Stain annuì:« Anche se non so di preciso come… »

 

Simon sorrise tristemente:« Hai visto, Kevin? Mia zia ci ha azzeccato anche stavolta! »

« Perché? »

« Lucy ha perso la sua integrità… ma quella dell’anima non quella del corpo! E, come ha detto Stain, la perdita è definitiva… »

Kevin sospirò. Avrebbe voluto sinceramente dire qualche parolina all’ingombrante parente del suo amico.

 

Lord Shinigami intervenne:« Per quanto strampalata, è l’unica teoria che abbiamo. Quindi… oh, Marie, eccoti! »

L’insegnante bionda salutò con educazione. Il Preside osservò con attenzione le reazioni del Kishin. Era rimasto totalmente indifferente alla presenza di una Falce della Morte. Se avesse avuto ancora la follia, avrebbe dovuto quantomeno agitarsi. Forse non stava mentendo. Forse era vero che tutta la sua follia ora era custodita nell’anima di Lucy. Sperò che Stain avesse ragione e che alla ragazza non accedesse nulla di male.

« Bene, allora noi andiamo! »

Marie provò gentilmente ad accompagnare il Kishin, ma lui non si mosse. Alle sue spalle Lucy stava già avviandosi con Simon e Kevin, ma improvvisamente tornò indietro e sorprendendo tutti, abbracciò il demone.

« Tranquillo! L’hai sentito il professor Stain? Non sei da solo, una parte di me sarà sempre con te… e lo stesso vale per te! »

« Io… di te mi fido, ma di loro… »

« Non devi avere paura, non ti rinchiuderanno a tradimento! Manterranno i patti, non rischieranno che io diventi un Kishin! Adesso sono un po’ spaventati, ma presto capiranno che non sei cattivo! Io l’ho già capito! »

« Mi parli come se fossi un bambino piccolo… »

« Non sai nulla di questo mondo, dopo essere stato rinchiuso per trent’anni… »

« E va bene, Lucy. Se mi assicuri che mi posso fidare, ci proverò! »

« Grazie mille! Ti verrò a trovare presto! »

« Ci conto. »

 

 

Kevin camminava verso casa, respirando profondamente l’aria della sera. Aveva voluto che Simon e Lucy passassero un po’ di tempo da soli. I compagni avevano protestato un po’, ma quando Kevin li aveva rassicurati che avrebbe messo un po’ in ordine la casa e soprattutto, che non avrebbe cucinato lui ma avrebbe ordinato una cena d’asporto, avevano ceduto.

Il ragazzo sospirò. Quanto ci avrebbero messo a capire di essere fatti l’uno per l’altra? Persino lui l’aveva capito! Era certo, però, che non avrebbero colto l’occasione neppure questa volta. Pazienza, di tanto avrebbe continuato ad offrir loro gli spazi e, prima o poi, chissà…

Kevin sospirò ancora. Era stata una giornata pesante. Era tentato di suonare il campanello di Liz e raccontarle tutta la storia, ma era certo che a lei non sarebbe importato.

 

Peccato, perché il ragazzo non sapeva che invece Liz l’avrebbe ascoltato volentieri; come non sapeva che in quell’istante il Kishin guardava il panorama da una finestra della casa di Marie senza neanche rendersi conto di essere rivolto esattamente nella direzione in cui si trovava Lucy.

 

Kevin non sapeva nulla di tutto questo ma continuava a camminare verso casa. Quando la raggiunse, notò che era arrivata posta.

Sbuffando, aprì la buca delle lettere e nelle sue mani scivolarono una pubblicità, una bolletta e… una grossa busta gialla indirizzata a Simon dalla calligrafia fin troppo familiare.

« Oh no! Di nuovo! Ma perché non cambiamo indirizzo? »

Kevin aveva trovato un nuovo motivo per sospirare per l’ennesima volta mentre entrava  in casa e posava la posta sul tavolo. Tutta, tranne la busta della zia di Simon.

« Per oggi ne abbiamo avuto abbastanza… ci penseremo domani! »

La nascose in camera e attese il ritorno dei compagni e l’arrivo delle pizze.

 

 

Simon:« Allora, Lucy, come stai? »

Lucy:« Molto meglio, grazie! E tu? »

Simon:« Anch’io! Ho solo la sensazione di aver dimenticato qualcosa… »

Lucy:« Proprio non ricordi cosa? »

Simon:« Assolutamente no! »

Lucy:« Mentre ci pensi posso chiederti una cosa? »

Simon:« Spara! »

Lucy:« Stasera mi suoni qualcosa? »

Simon:« IL VIOLINO!!! L’HO LASCIATO IN CLASSE!!! »

Lucy:« Cosa? Sicuro? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 17 capitolo: Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino?

 

Black Star:« Simon! La sottoscritta divinità, nella sua benevolenza, ti ha riportato il tuo violino! Al volo!!! »

Simon:« Black Star! Non lanciarlo! »

 

 

Ciao a tutti! Spero che questo capitolo non vi abbia deluso… sono un po’ presa da vari esami, ma ce la sto mettendo tutta per non farvi aspettare troppo!

Come al solito ringrazio per i commenti Sakurax16, Mitsune, Jan Itor 19, Rose Broken.

A presto!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino? ***


Una ragazza sperduta nel deserto

Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino?

 

« Ciao! Vado da Maka per le ripetizioni di quello che mi sono persa mentre ero a casa! Ci vediamo dopo! »

« Sì, tranquilla! Ciao, Lucy! »

La ragazza chiuse la porta e si allontanò correndo versa la casa dell’amica, senza notare che i suoi compagni la stavano osservando di nascosto dalla tenda socchiusa della finestra.

« Via libera? »

« Sembra proprio di sì! »

« Ok, tira fuori la busta, Kevin! »

Simon sospirò. No, non le piaceva fare le cose di nascosto, ma voleva che Lucy avesse un periodo di relax dopo la brutta esperienza con Kishin, e la lettera di sua zia non era certamente un buon modo per cominciare!

« Eccola, Simon! »

« Grazie! »

Il violinista strappò malamente la busta gialla, rovesciando sul tavolo una lettera e due buste più piccole bianche. Su una era scritto a penna un grosso 1, sull’altra un 2.

Simon alzò un sopracciglio. Era una cosa strana, sua zia non gli aveva mai mandato nulla del genere!

Prese il foglio piegato in due, lo aprì, ma non ebbe il coraggio di leggerlo subito. Per un secondo chiuse gli occhi. Qualsiasi cosa ci fosse scritta, avrebbe sconvolto la sua vita, la loro vita. Di nuovo. Era pronto a tutto questo?

« Se non la leggi, lo rimpiangerai più avanti… coraggio, ci sono io con te! Qualsiasi cosa ci sia, la affronteremo insieme, te l’ho promesso! »

« Grazie, Kevin… »

Un profondo sospiro e Simon aprì gli occhi.

 

 

“Carissimo nipotino mio, come stai?

So che questa mia strana busta non ti sarà gradita, ma devo davvero dirti queste cose… ti faccio però una promessa: questa sarà l’ultima volta che interverrò nella tua vita con queste lettere.

 

 

Kevin interruppe l’amico che stava leggendo ad alta voce:« Era anche ora! Mai visto dei parenti più ingombranti dei tuoi, Simon! »

Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo, ma per tutta risposta l’amico aggiunse:« Negalo, se ci riesci! Tua zia arriva sempre nel momento meno opportuno con queste lettere! Ma hai un’idea di quanto guadagnino le poste con tutto quello che lei spende di francobolli? »

Simon scosse la testa sospirando e continuò la lettura.

 

 

“Oltre a questo foglio, nella busta hai trovato anche altre due buste più piccole, che ho appositamente numerato. Ti chiedo di leggere la prima, e di aprire la seconda solo quando avrai compreso il significato della precedente. Ho dovuto mandartele insieme perché temevo che la posta non riuscisse a recapitarvele in tempo utile…

 

Ti voglio bene, Simon, ora più che mai. Sono sicura che quando capirai appieno il significato delle mie ultime due lettere, comprenderai anche che tutto quello che ho fatto l’ho fatto per te e per il tuo futuro! Non scordare mai la mie parole, nipotino mio, non dimenticare il tempo trascorso insieme e troverai le risposte che ti serviranno!

 

A presto!

 

La tua zietta”

 

 

Simon rabbrividì alle ultime parole. Non gli piacevano, sembravano quasi un addio, nonostante il più rassicurante “a presto” al fondo della lettera.

Cosa doveva succedere di così importante da farle scrivere quelle parole?

Guardò Kevin in cerca di una risposta.

« Senti, se non andiamo fino in fondo, tanto valeva non cominciare neppure… e quindi ti chiedo… »

Kevin prese le due buste bianche.

« … signor concorrente, per la domanda da un milione di uova di kishin, vuole la busta uno o la due? »

« Ma piantala, scemo! »

Simon rise strappando dalle mani dell’amico la busta con il numero uno segnato a penna. Sapeva che Kevin ce la stava mettendo davvero tutta per tirarlo su di morale.

« Allora? Che c’è scritto? »

« Le solite frasi incomprensibili… però stavolta si è impegnata, sembra quasi una poesia! , in fondo lei di professione fa la scrittrice… »

« E sentiamo questo poema, avanti! »

 

 

“Una ragazza sperduta nel deserto,

cammina da sola, nel cuore un tormento,

nascosto agli amici la sua meta ha,

che da uno scomodo rimorso la libererà.

Sempre verso ovest la raminga cammina

verso un castello che pian piano si avvicina,

ignara si consegna a un ingrato destino,

regalerà la sua anima a un oscuro secondino.

Curiosa la prigione dove viene custodita,

il prezzo da pagare per la memoria smarrita

di chi demone è stato e or non è più,

e la ragazza attende, prigioniera laggiù.

Strambi i sonni di chi l’attende e spera,

strani sogni lo tormentano a partire da una sera,

non capirà se è fantasia o verità

fino a quando il precluso vedere potrà.

Il verde, Simon, sarà il segnale,

verde e non rosso, e potrai andare,

quando un finto ritorno verrà completato

inizierà il viaggio per chi fino ad allora avrà sperato.

Apri la seconda busta, comincia l’avventura

che coinvolgerà tutti, senza alcuna paura.”

 

 

I due ragazzi si fissarono perplessi.

« Quanto hai capito? »

« A una prima lettura, poco o niente, proviamo a rileggerla con calma… »

Per un paio di minuti calò il silenzio.

« Oh oh… »

« Cosa c’è, Kevin? Hai capito qualcosa? »

« Forse… e quello che ho capito non mi piace! »

Il ragazzo dai capelli rossi indicò una riga.

« Hai letto qui? “il prezzo da pagare per la memoria smarrita di chi demone è stato e or non è più”… »

« Il Kishin, giusto? »

« Esatto. E chi, fra le ragazze che conosciamo, ha più interesse a ritrovare la memoria del Kishin? »

« No… non dirmelo… »

Simon tirò un calcio al tavolo:« Di nuovo Lucy! Di nuovo! Ma perché? Perché sempre lei? »

Kevin sospirò:« C’è un’altra frase che me lo conferma: “nascosto agli amici la sua meta ha, che da uno scomodo rimorso la libererà.”  »

« Hai ragione, sarebbe proprio da lei partire senza dirci nulla… ma io non lascerò che accada! »

Simon s’intascò la lettera:« Per ora Lucy non sa dove andare a cercare… e per quanto mi riguarda, non leggerà mai questa lettera! Forse così non si caccerà ancora nei guai… »

Kevin lo guardò preoccupato:« Sei sicuro che sia una buona idea? Anche l’altra volta hai provato a nasconderci la lettera di tua zia e non ha funzionato… »

« È l’unica cosa che posso fare per proteggerla. »

Kevin alzò le spalle:« La lettera è tua, Simon… io non dirò nulla, ma stai attento! »

« Lo farò. E ora andiamo a recuperare la nostra Lucy, prima che Maka la faccia impazzire con tutti i compiti arretrati! »

 

« Ehilà, ragazzi! »

« Ciao Lucy! Come va lo studio? »

Kevin e Simon guardarono un po’ preoccupati l’enorme quantità di libri sulla scrivania di Maka.

« Oh, meglio di quanto mi aspettassi! Lucy se la cava molto bene con lo studio, a differenza di qualcun altro… »

Simon arrossì appena, mentre Tsubaki entrava nella stanza con una bottiglia d’acqua e tre bicchieri.

« Oh, ciao ragazzi! Aspettate, vado a prendere altri due bicchieri… »

Kevin scosse la testa:« Tranquilla, ce ne stavamo andando… Lucy, vieni con noi a prendere un gelato? »

« Subito, con questo caldo ci vuole proprio! E poi direi che per oggi ho fatto abbastanza! »

« Andate pure, vi raggiungo fra poco. Volevo chiedere a Maka una cosa per la verifica di Stain di mercoledì prossimo… »

Kevin fissò Simon con aria seria, ma Lucy lo trascinò fuori senza sospettare nulla.

 

« Qual è il problema, Simon? E non mi dire la verifica, perché ti conosco abbastanza bene da sapere che non te ne importa nulla, come al solito! »

Il ragazzo sospirò:« Volevo sapere come vi sembrava Lucy… »

Tsubaki sorrise:« Allegra e solare come al solito! »

« Non era… nervosa? Magari per il Kishin? »

Maka scosse la testa:« Non ne ha mai accennato. »

« Capisco… »

« C’è qualcosa che dovremmo sapere? La tua anima è inquieta… »

Simon sorrise tristemente. Non si sarebbe mai abituato alla capacità di Maka di vedere le anime! Senza dire una parola, tirò fuori la lettera dalla tasca e la mostrò alle ragazze.

 

 

« Ti va una tazza di tè? »

« Eh? Ah, sì! La ringrazio, signorina Marie! »

« Ti ho già detto di chiamarmi solo Marie, Kishin… e puoi darmi anche del tu! Per te devo essere solo una ragazzina… »

« Già… »

L’ex demone si sedette sul divano a sorseggiare la sua bevanda.

« Veramente buono, sign… Marie! Era davvero tanto che non bevevo un buon tè! »

Marie sorrise:« Mi fa piacere! »

L’uomo guardò la tazza:« Tu non hai paura di me? »

« Dovrei? »

« Non lo so… per decenni è stato il mio compito, quello di spaventare la gente, ma ora… ora non so più niente di chi sono, o di chi dovrei essere! Di Kishin mi è rimasto solo il nome… »

« Potremmo togliere anche quello. Perché non ti dai un altro nome, in attesa di ricordare il tuo? »

« No. Non si può cancellare il passato. Se mi trattate tutti così bene rischio di scordare ciò che ho fatto… non è giusto nei confronti delle persone a cui ho fatto del male! Kishin… un nome che è un marchio indelebile della mia anima rosso sangue… »

« Le persone possono cambiare. »

« Forse… ma l’unica che ho cercato di cambiare, alla fine, sta cambiando me! »

« Parli di Lucy? »

Il Kishin annuì:« Volevo renderla come me, e invece è lei che mi sta rendendo diverso… ma in cosa? Cosa sto diventando? »

Marie sorrise:« Forse non stai cambiando. Forse stai tornando a essere ciò che eri prima di avere la follia! »

Il Kishin non rispose, finendo di bere il suo tè.

« Sorride. »

« Eh? »

« Lucy sorride… non so cosa stia facendo, ma sento che è felice. »

Non lo avrebbe mai ammesso, ma la sensazione gli dava un grosso senso di pace. Senza rendersene conto, si ritrovò a pregare che il sorriso sul volto di Lucy non sparisse mai.

 

 

Lucy si voltò.

« Che c’è? »

« Niente… credo… »

Kevin fissò l’amica con aria perplessa. Lei gli sorrise.

« Credo che qualcuno stia pensando a me… un pensiero bello… »

E, senza spiegare, iniziò a correre rischiando di sbrodolarsi con il suo cono al limone e fragola. Kevin sospirò, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a comprendere veramente quella ragazza e le corse dietro. Lui il suo cono al cioccolato e stracciatella l’aveva già finito da un pezzo.

 

 

« Brutta faccenda… »

Tsubaki non parlò. Lasciò fare tutto a Maka.

Simon sbottò:« Se Lucy leggesse questa lettera, correrebbe immediatamente nel deserto! Ha troppo a cuore questa faccenda del Kishin, e non le importerebbe nulla delle conseguenze… ma a me sì! E per questo non la leggerà! Anzi, per favore, non ditele nulla… meglio che vada, prima che sospetti qualcosa! »

Tsubaki lo salutò con la mano e aspettò di rimanere sola con Maka per parlare della faccenda.

« Cosa ne pensi? »

La ragazza sospirò, giocherellando con i capelli biondi:« A volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio lasciare Lucy al suo villaggio…  se non sarebbe stato più giusto lasciarla lì, dopo averla salvata, senza insistere perché venisse alla Shibusen! Forse, se non fosse venuta qui, non avrebbe tanti casini, ora… »

« Se non fosse venuta qui, Simon sarebbe ancora depresso e Kevin continuerebbe ad uccidere la gente! È vero, ha avuto molte difficoltà, ma ha anche avuto delle belle esperienze qui! »

« Sarà, ma io a volte mi sento in colpa nei suoi confronti… »

Le due ragazze si lasciarono così, senza più tornare sull’argomento.

Quando rimase da sola, Maka recuperò dal cassetto della sua scrivania la cartolina con l’immagine del deserto che sua madre le aveva spedito tempo prima. Il suo sguardo si perse fra le dune mosse dal vento e il pensiero tornò inevitabilmente alla strana poesia della zia di Simon. Un peso nel cuore e nell’anima tornava a soffocarla da un po’, quando pensava alle disavventure dell’amica. Un senso di colpa forse ingiustificato, ma comunque molto opprimente.

Una ragazza sperduta nel deserto…

« In fondo, non ha mai fatto il nome di Lucy… »

 

 

Kevin detestava di essere svegliato mentre dormiva. Soprattutto perché soffriva d’insonnia e aveva il sonno leggerissimo. Ormai erano famosi in tutto il quartiere, se non nell’intera Death City, i suoi grandiosi lanci della sveglia dalla finestra. Gli avevano detto che il suo record era di quindici metri, ma il ragazzo non aveva mai verificato. Sapeva solo che almeno una volta ogni due mesi l’orologiaio lo vedeva varcare la soglia del suo negozio.

Si chiedeva quindi chi fosse il coraggioso, o lo stolto, dipendeva dai punti di vista, che osava cercare di sfondare la porta di casa alle cinque del mattino bussando come un disperato.

Anche Simon si affacciò un po’ assonnato dalla porta della sua camera, ma gli bastò incrociare lo sguardo furioso dell’amico per svegliarsi del tutto. Lucy dormiva ancora. Non bastavano le cannonate per svegliarla, di solito, ma aprì gli occhi comunque quando sentì la voce di Kevin gridare come un pazzo:« ALLORA? SPERO CHE TU ABBIA UN OTTIMO MOTIVO PER VENIRE A ROMPERE LE SCATOLE A QUEST’ORA DEL MATTINO! SAPPI CHE HO UCCISO PER MOLTO MENO!!! »

Solo allora guardò in faccia il suo disturbatore. Aveva una faccia sconvolta, forse aveva persino pianto, o era sul punto di farlo. E calcolando chi era, doveva essere una cosa davvero seria.

« Cosa… cos’è successo? »

Non sentendo più nulla e temendo le brutali reazioni dell’amico appena svegliato, anche Simon si affacciò alla porta di casa.

« Soul… »

Il ragazzo porse un foglio ai due ragazzi.

 

“Scusami, Soul, ma non voglio che Lucy soffra ancora per una scelta che io le ho praticamente imposto tempo fa. Dì a Simon e Kevin di non preoccuparsi, starò attenta! Ci vediamo presto!”

 

Simon e Kevin si guardarono negli occhi sconvolti. No, una cosa del genere non se la sarebbero mai aspettata. Allora era proprio vero, il destino non si poteva riscrivere in alcun modo?

Gli occhi cremisi di Soul scrutarono senza pietà i due ragazzi in pigiama:« Allora? Cosa cavolo avete detto a Maka per farla scappare di casa senza dirmi niente e lasciando un biglietto del genere? »

 

Kishin:« Cos’è questo? »

Marie:« Un frullatore! »

Kishin:« Un che? »

Marie:« Serve per tritare i cibi… guarda! »

Kishin:« Incredibile… ai miei tempi queste cose non c’erano mica! »

Marie:« Quindi deduco che tu non sappia nemmeno cosa sia una lavastoviglie o una lavatrice… »

Kishin:« Eh? Parli di quella roba che girava in bagno facendo tanto rumore? »

Marie:« Probabilmente sei arrivato durante la centrifuga, comunque sì… »

Kishin:« Ah, tranquilla! L’animale feroce che c’era dentro l’ho sistemato io! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 18 capitolo: L’ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?

 

Marie:« LA MIA LAVATRICE!!! PERCHÉ HAI TRITURATO I MIEI ABITI??? »

Kishin:« Le donne… le salvi dagli animali feroci e si lamentano! »

Marie:« Io e te dobbiamo fare una luuunga chiacchierata sulla moderna tecnologia… »

 

 

 

Ciao a tutti!!! Spero che questa nuova svolta non vi abbia deluso! La trama ormai è avviata e le sorprese non sono ancora finite… vedrete, vedrete!

Approfitto dello spazio per ringraziare Jan Itor 19, Sakurax16, Mitzune_chan, Baby Liar (ex Rose Broken!), Zawa chan (dai, due capitoli che ti rimetti in pari! Ops, ora sono tre però… ma ce la farai comunque!) e un ringraziamento stramegaultrafantastico a TokorothX3 che, oltre a essersi rimessa in pari con i capitoli, ha anche fatto un magnifico disegno del mio trio di scalmanati e l’ha allegato all’ultimo commento! Grazie ancora, non sai quanto mi hai reso felice!

 

Bene, direi di chiudere qui! Vi aspetto al prossimo capitolo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** L'ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita? ***


L’ombra nera nel deserto dorato

L’ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?

 

Maka aveva caldo, nonostante avesse saggiamente deciso di lasciare a casa la divisa della Shibusen e partire con abiti leggeri. Continuava a guardare la bussola che aveva portato con sé e a camminare sempre verso ovest, così come aveva suggerito la lettera. L’unico problema era che non sapeva per quanto avrebbe dovuto camminare…

Non le importava, anche se dovette ammettere di essere un po’ stanca. Rimpiangeva la moto di Soul.

Già, Soul… l’aveva abbandonato senza dire una parola… ma lui era forte, se la sarebbe cavata per qualche giorno senza di lei! Non rischiava, sapeva cosa l’aspettava e non avrebbe corso rischi.

Ora doveva aiutare Lucy a cambiare il suo destino…

 

 

 

Un tavolo.

Una lettera.

Due imputati.

Un giudice.

 

Gli imputati guardavano imbarazzati chi il tavolo, chi direttamente il pavimento. Uno dei due giocherellava con un ciuffo di capelli rossi, l’altro tamburellava la gamba ritmicamente, seguendo il ritmo di una melodia.

Il giudice li fissava furiosa.

« COME AVETE OSATO DECIDERE DELLA MIA VITA SENZA NEMMENO CONSULTARMI??? »

« Calmati, Lucy, noi volevamo solo… »

« Solo cosa? Condannare Maka al posto mio? »

« Nessuno ha mai pensato questo, ci mancherebbe altro! Non immaginavamo assolutamente che Maka scappasse! Volevo solo proteggerti… »

Lucy si voltò furiosa verso Kevin:« E tu? Non potevi dirmelo? »

Simon rispose per lui:« Ha provato a convincermi a dirtelo… »

Lucy lo guardò con le lacrime agli occhi:« E tu non potevi ascoltarlo??? Io… io ti od… »

« Basta così. Piantiamola di litigare. Lucy, sei sconvolta in questo momento, ma non dire cose di cui ti potresti pentire. Tanto abbiamo sbagliato tutti e tre. »

« Cosa intendi dire, Kevin? »

Il ragazzo dai capelli rossi li fissò tutti e due serissimo:« Tutti e tre abbiamo tradito il patto. Ricordate? Quello che abbiamo fatto nella caverna, prima del compleanno di Lord Shinigami… »

Simon sussurrò:« Niente più segreti… »

Kevin continuò imperterrito:« E invece li abbiamo tenuti ben stretti, tutti e tre. Prima Simon, nascondendo la lettera che prevedeva l’incidente nella prigione del Kishin, poi Lucy, nascondendoci il suo legame mentale col demone, e infine io, celando l’ultima lettera… »

Lucy si asciugò una lacrima:« Ma l’abbiamo fatto per proteggere chi ci stava a cuore, no? »

Il volto serio di Kevin si sciolse in un sorriso triste:« Già. Credo che il nostro problema sia proprio questo… non avevamo capito che per proteggerci l’un l’altro non serve nascondere i problemi, ma affrontarli insieme! »

Simon mise una mano sul tavolo:« Io vi propongo di rinnovare il nostro patto. Ancora una volta. Ma questa volta sul serio! »

Kevin aggiunse la mano su quella dell’amico:« Niente più segreti. »

Lucy fece lo stesso:« Niente più segreti. »

Simon annuì:« Niente più segreti. E ora andiamo, abbiamo un’amica da recuperare! »

 

 

 

Maka continuava a lasciare le sue orme sulla sabbia. Il sudore le colava sugli occhi facendoli bruciare. Era sfinita. Forse aveva fatto una sciocchezza colossale. Forse era ancora in tempo per tornare indietro, ma non aveva più forze. Il suo corpo procedeva meccanicamente un passo dopo l’altro, sempre verso ovest. Sempre verso la sua condanna.

Un’ombra passò davanti ai suoi occhi. Un’ombra nera sui riflessi dorati della sabbia.

Maka alzò gli occhi e vide un castello nero in mezzo alle dune.

« Ok, inizio ad avere le allucinazioni… »

Nonostante questo continuò ad avanzare, fino a che le sue mani non toccarono i freddi mattoni della costruzione.

« Ma… è vero! Non è un’allucinazione! E allora perché fino a poco fa non l’ho notato? »

Un’altra cosa le diede i brividi. Perché i mattoni erano gelati, nonostante intorno a lei ci fossero più di quarantacinque gradi?

Ci avrebbe pensato dopo. Ora aveva bisogno di un riparo all’ombra e di acqua…

Le palpebre le si fecero improvvisamente pesanti e tutto cadde nel buio.

 

 

Maka riaprì gli occhi lentamente. Vide altri colori oltre al giallo della sabbia e al nero del castello, ma impiegò un bel po’ per rendersi conto di essere coricata su un divanetto in una stanza riccamente decorata.

« Cosa… dove… »

« Siete nella mia umile magione, signorina Maka! Il caldo può fare brutti scherzi, soprattutto nel deserto! »

La ragazza annuì e cercò di mettersi seduta, ma la testa le girava e dovette ricoricarsi ancora per un po’. L’uomo intanto versò un bicchiere di acqua fresca in un bicchiere di cristallo finemente decorato e glielo porse.

« È una fortuna che siate capitata qui, così ho potuto soccorrervi immediatamente… »

Maka bevve un lungo sorso, poi chiese con voce impastata:« Grazie, ma lei chi è? »

Finalmente la ragazza riuscì a guardarlo un po’ più nitidamente. Era un uomo sulla quarantina, dai capelli neri tirati all’indietro con la brillantina legati in un piccolo codino e vestito con abiti decisamente fuori moda. Ma da quando un uomo metteva una camicia con pizzi e merletti sotto una giacca verde coi ricami dorati??? Sembrava uscito da un film in costume sul Settecento!

« Oh, solo un gentiluomo che ha deciso di costruirsi una dimora lontano dalla confusione delle città… vi sentite meglio? »

Maka era ancora intontita. La sua testa sembrava ragionare al rallentatore. Qualcosa non quadrava, ma non riusciva ad avere una visione d’insieme. Ragionò che dopotutto i colpi di caldo potevano fare anche quest’effetto. Tuttavia l’uomo la incuriosiva. Non solo la foggia dei suoi abiti, ma anche il modo di parlare le sapeva di antico. Cos’era a non quadrarle? Ah, già, per rivolgersi a lei stava usando il voi… un modo molto desueto di parlare…

« Il suo castello è apparso all’improvviso… »

« Un effetto ottico curioso, causato dalla rarefazione delle correnti d’aria. Bisogna avvicinarsi parecchio per notarlo. »

« Capisco… »

Non era vero, Maka non capiva. Iniziava a ricordare i dettagli. Come diavolo spiegava allora i mattoni freddi?

« Volete ancora un po’ d’acqua, signorina Maka? »

La ragazza scosse la testa e l’uomo andò a sedersi dietro una grossa e antica scrivania. Lentamente Maka si mise seduta. Il mondo non girava più e la confusione che le attanagliava il cervello si stava lentamente diradando. L’uomo, invece, prese in mano un cubo di Rubik poggiato sulla scrivania e iniziò a giocherellarci, apparentemente senza prestarci attenzione e mantenendo fisso il suo sguardo su Maka.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

La ragazza osservò i movimenti delle dita dell’uomo come ipnotizzata. Era rapidissimo, muoveva le tessere senza nemmeno guardare il cubo e nonostante questo sembrava seguire esattamente la combinazione.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

No, il rumore non le piaceva. Era il normale ticchettio di un cubo di Rubik quando veniva mosso, ma nella sua testa rimbombava, ricordandole molto di più il ticchettio di un orologio. Di un conto alla rovescia.

« Il suo cubo ha dei colori un po’ strani… »

Era vero. Tutti i cubi di Rubik che Maka aveva visto fino ad allora avevano colori molto sgargianti e allegri, ma quello no.

Nero, bianco, argento, rosso cremisi, blu scuro, verde chiaro… un verde familiare… le cui tessere si stavano avvicinando sempre di più…

« Avete ragione, signorina Maka, ma vedete, questo non è un cubo normale… »

Solo in quel momento Maka si rese conto di un particolare.

« Come sa il mio nome? »

Gli occhi grigi dell’uomo si strinsero a una fessura, mentre il suo volto abbronzato si allargava in un sadico sorriso:« Studio da parecchio voi della Shibusen, signorina Maka Albarn… e per rispondere alla sua domanda precedente, per risolvere questo cubo non serve seguire logiche matematiche… basta capire l’anima della persona prescelta… »

Maka si voltò e iniziò a correre. La lettera l’aveva avvertita, ma lei non le aveva dato ascolto. Sciocca, sciocca, sciocca!

 

“Sempre verso ovest la raminga cammina

verso un castello che pian piano si avvicina,

ignara si consegna a un ingrato destino,

regalerà la sua anima a un oscuro secondino.”

 

L’uomo la seguì camminando e continuando ad armeggiare il suo rompicapo.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

« Vedete, signorina Maka, questo non è un normale cubo di Rubik. Questa è la mia arma, un’arma molto, molto speciale… le basta toccare una persona e assegnarle un colore, poi entro in scena io. Ovviamente devo completare il gioco perché il piano funzioni correttamente… »

Maka correva disperatamente, ma le porte erano chiuse e spesso inciampava nei lunghi tappeti rossi che ornavano i pavimenti. Sapeva che era dietro di lei.

« Così le ho chiesto di toccare delle persone con capacità particolari… nero per Lord Shinigami, bianco per suo figlio Death The Kid, argento per Lucy Gin, rosso cremisi per Kevin Akai, blu scuro per il Secondo Kishin e verde… »

La ragazza sbatté contro l’ennesima porta chiusa e iniziò a tirarle dei pugni, poi si voltò. L’uomo era dietro di lei. Era in trappola.

« … verde come i vostri occhi, Maka Albarn, i vostri occhi molto speciali! »

L’ultima tessera andò a posto. Il lato verde era completato.

« E ora la vostra anima è di mia proprietà, signorina Maka! »

 

 

Soul:« Maka! Dove sei? »

Spirit:« La mia bambina!!! È scappata!!! »

Tsubaki:« Su, coraggio! La ritroveremo! »

Black Star:« Esatto! Si fidi di una divinità!!! »

Spirit:« La mia Maka!!! Perché te ne sei andata? Il tuo papà è forse stato cattivo con te? »

Soul:« Non credo che il motivo sia quello… »

Spirit:« MAKA!!! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 20 capitolo: Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi?

 

Soul:« Ma perché non si dà al teatro? Con le scene melodrammatiche è perfetto! »

Tsubaki:« Signor Spirit, vuole un fazzoletto? »

Soul:« Tutto questo è ancora meno figo… »

Black Star YAHOOOO!!! »

Soul Appunto. »

 

 

Ciao a tutti! Due capitoli in meno di una settimana! Vedete di non farci l’abitudine, però, perché è un caso più unico che raro! E per di più ora si alternerà con una storia su Katekyo Hitman Reborn che ho promesso da mesi a un’amica (Sakurax16, sei autorizzata ad esultare… ma che te lo dico a fare? Tanto non leggi mai la nota qui sotto… XD)

Ringrazio come al solito TokorothX3, Mitzune_chan, Jan Itor 19 e Sakurax16 per le recensioni entusiastiche!

Vi lascio, mi aspetta un “bel” libro di diritto da studiare per l’esame di giovedì… sì, sì, arrivo, non piangere (il libro è sensibile, scusatelo, se lo abbandono piange!).

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi? ***


Non fidarti di me

Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi?

 

Lucy sospirò, un po’ preoccupata. Non solo per Maka, che era scomparsa da quattro giorni.

No, c’era un altro problema, che però non riguardava esattamente lei. Stranamente, da due giorni a questa parte il Kishin era molto nervoso. Sembrava quasi avere sviluppato improvvisamente una fobia per gli orologi, anzi, per essere più precisi, del ticchettio degli orologi. Lucy sentiva la sua ansia e la sua agitazione, soprattutto perché non sapeva spiegarsi neanche lui il motivo di tanta preoccupazione. La ragazza non capiva molto più di lui, ma di una cosa era certa: con quella sensazione non riusciva a prendere sonno!

« Che ironia… io, che sono un sonnifero vivente, non posso dormire… »

Già, se ci fosse stato Kevin, le avrebbe detto così, ormai lo conosceva bene.

Stufa, s’alzò, prese la sveglia e le tolse le pile. Nella stanza calò il silenzio più totale.

« Buonanotte, Kishin! Più di questo non posso fare… »

Tornò a letto e il Kishin, come se avesse sentito le sue parole, lentamente s’appisolò e Lucy con lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Soul…

Soul…

Mi senti? Soul!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il ragazzo aprì gli occhi, confuso. Era tutto buio intorno a lui. Anzi, buio non era la parola esatta. Era nero, più della notte, più del fondo dell’oceano. Galleggiava nel buio come se si trovasse in una macchia di colore. Una sensazione che a Soul era familiare.

« Il… il sangue nero? »

Eppure no. Non era come quella volta che Maka aveva deciso di cedere alla follia per affrontare Chrona. Non ne era risucchiato, non c’era nessun demone rosso a tormentarlo, non c’era niente di niente, anzi, era quasi rassicurante rimanere lì, a nuotare nel buio…

 

Soul…

 

Giusto! La voce che lo stava chiamando! Era lei ad averlo portato lì, ne era certo! E ora che poteva ascoltarla con più attenzione, non aveva dubbi su chi appartenesse.

« Maka? »

Il ragazzo si voltò più volte, ma non vide nessuno.

 

Pensa a me… immaginami e apparirò affianco a te…

 

Pensare a Maka?

Soul chiuse gli occhi e la rivide, con i capelli biondi legati e la divisa di scuola, mentre si voltava e gli sorrideva.

Aprì gli occhi. Lei era lì, così come l’aveva immaginata. Ma era vera.

« Maka! »

« Soul! Non hai idea di quanto sia felice di vederti! »

Soul non riuscì a spiaccicare parola, ma avrebbe davvero voluto dirle che per lui era lo stesso. Dannazione, la sua reazione non era per niente figa!

« Ti stai chiedendo dove siamo, vero? »

Soul annuì, ancora un po’ troppo emozionato per parlare.

« Siamo in un angolino dei tuoi sogni. »

« Quindi… sto sognando? »

« Il tuo corpo sta dormendo, in questo momento, ma questo discorso è reale. Io sono reale! Lo capisci? Lo vedi? »

Soul la guardò preoccupata. Non l’aveva mai vista così agitata.

« E come è possibile? »

« Il sangue nero, Soul… ci lega e ci legherà sempre, temo! Ma una volta tanto potrà esserci utile… »

Era solo il sangue nero a permettere quell’incredibile discorso? Davvero? Solo quello?

« Cosa ti è successo, Maka? Dove sei? »

« Sono prigioniera, Soul, proprio come la zia di Simon aveva predetto. »

« Ho letto la lettera, ma non aveva molto senso… »

« Uscendo da Death City e continuando a dirigersi verso ovest si giunge in un deserto. Continuando in quella direzione per un paio di giorni a piedi, all’improvviso si vede spuntare un castello di pietre nere e fredde come il ghiaccio… lo si può vedere solo quando si è già in trappola! »

« In trappola? Ma cosa… »

« C’è un uomo che si veste e parla in modo desueto, ma che ha a disposizione un’arma potentissima… so che ti sembrerà assurdo, ma la mia anima ora è prigioniera di un cubo di Rubik! »

« Eh? »

Forse era veramente un sogno. Forse l’ansia di quei giorni stava avendo seri effetti collaterali sulla sua psiche. Di sicuro come minimo aveva capito male.

« E non si vuole fermare a me! Vuole anche Lucy, Kevin, il Kishin, Kid e Lord Shinigami! »

Soul iniziò a grattarsi la testa:« Ammettiamo per un attimo che tutta questa storia sia vera… cosa se ne fa di tutte queste persone? E perché proprio loro? »

« La donna… l’arma che si trasforma in cubo di Rubik può possedere i corpi a cui ruba l’anima… e con essi anche i loro poteri! Te lo immagini cosa succederebbe se una persona senza alcuno scrupolo potesse usufruire liberamente del sonnifero di Lucy? O, ancora peggio, del veleno di Kevin? E con i poteri di shinigami di Kid o di suo padre… »

Soul realizzò velocemente:« … si potrebbe conquistare il mondo! »

« E ringrazia che non hanno ancora scoperto che il Kishin ha perso la follia e tutti i suoi poteri! »

« Ma come ha fatto? »

« Se ho capito bene, ha posseduto prima un insetto e tramite quello ha toccato chi gli interessava… sfiorando la persona offre al suo padrone la possibilità di completare il cubo e imprigionare l’anima dei prescelti! »

Soul la guardò:« E allora perché proprio tu? »

Maka sorrise tristemente:« I miei occhi, Soul… »

Già, i suoi occhi verdi, gli occhi che avevano il potere di vedere le anime… e di stregare il suo cuore…

Soul scosse la testa. Non era il momento di simili pensieri!

Maka riprese:« È già un miracolo che riesca a parlare con te! »

« Tranquilla, adesso prendo la moto e vengo a liberarti… »

« NO! È pericoloso! »

« Non è per niente figo che un’arma lasci il suo maestro in una situazione del genere! »

« C’è un’altra cosa che possiamo fare… ma ho bisogno di te! »

Il cuore di Soul iniziò a battere forte. Era l’ansia o

« Ora come ora posso fare ben poco, ma una cosa sì! Posso togliere loro quello che cercavano in me! »

« Come? »

Maka lo zittì, chiuse gli occhi e appoggiò sulle sue palpebre chiuse il dito indice e medio della mano destra.

« Chiudi gli occhi, Soul. »

Il ragazzo, seppur perplesso, si ritrovò ad ubbidire all’inaspettato comando.

Maka ripeté lo stesso gesto sugli occhi di Soul, che sentì le pupille bruciargli leggermente al leggero tocco della sua maestra d’armi.

« Cosa mi hai fatto, Maka? »

« Una cosina che mi ha insegnato mia mamma, oltre alla Caccia alle Streghe…lo scoprirai presto, non ho più molto tempo! Ma in questo modo al tuo risveglio capirai che questo non è un semplice sogno… un’ultima cosa! »

Soul deglutì. Aveva una brutta sensazione.

« Non fidarti di me, qualsiasi cosa ti dica o ti faccia d’ora in poi! »

« Eh? »

L’immagine di Maka iniziò a tremolare:« Non dimenticare, Soul… non fidarti di me! Ricorda, Soul… »

« MAKA!!! »

Il ragazzo cercò inutilmente di afferrarla.

 

Ricorda…

Ricorda…

 

 

 

 

 

Soul si svegliò di soprassalto.

Si ritrovò seduto sul letto, completamente sudato e col fiatone. Non ricordava praticamente nulla del sogno, ma aveva gli occhi che gli bruciavano.

« Sono proprio ridotto male se mi metto a piangere nel sonno… »

 

 

Erano le nove del mattino quando Soul uscì di casa. Era arrabbiato con Lord Shinigami perché il giorno prima aveva vietato a lui e a tutti gli altri di uscire da Death City per cercare Maka. Avevano già esplorato ogni centimetro quadrato della città senza risultati e proprio non era da lui rimanere lì senza fare nulla!

Nervoso, Soul continuava a passarsi la mano fra i capelli. C’era un’altra cosa che lo rendeva inquieto: una voce che sembrava rimbombargli nel cervello…

 

Ricorda…

 

Ma cos’è che doveva ricordare?

 

« YAHOOOOOOOOO!!! SALUTATE LA VOSTRA DIVINITÁ, MISERI MORTALI! IL SOLE CHE ILLUMINA LE VOSTRE TRISTI VITE È QUI! »

« Ciao, Black Star… »

« Ehi, Soul! Come va? »

Il ragazzo sospirò:« Come vuoi che… »

Soul si strofinò gli occhi. Forse era davvero un po’ stanco, per un attimo gli era sembrato che…

Black Star gli si avvicinò:« Tutto bene, amico? »

Soul lo guardò di sfuggita per poi scappare senza dire una parola.

 

 

 

Il ragazzo dai capelli albini si rifugiò in un vicolo cieco stringendo gli occhi con tutte le sue forze. Appoggiò la schiena al muro e cercò di respirare profondamente per calmarsi.

Non poteva aver visto ciò che aveva visto. Era assolutamente impossibile!

Eppure…

 

Lentamente, Soul riaprì gli occhi e sbirciò la gente che passava. A un’occhiata superficiale sembrava tutto normale, ma non appena concentrava lo sguardo su un passante… eccolo, di nuovo!

Soul rimase con la bocca spalancata a osservare meravigliato le leggerissime fiammelle azzurre nel petto dei passanti, proprio come era accaduto poco prima con Black Star.

« Vedo… vedo le anime come… »

Maka!

Un flash nella sua mente e il sogno ritornò chiaro e nitido nei suoi ricordi.

Era vero, dunque, era tutto vero! Maka gli aveva ceduto la sua vista per togliere ai suoi aguzzini l’unico vantaggio che l’anima della ragazza poteva dare loro. Pazzesco… eppure era l’unica spiegazione possibile.

Il ragazzo continuò a guardarsi intorno come se vedesse Death City per la prima volta.

« Maka… dunque è così che vedi il mondo… posso vedere il mondo con i tuoi occhi… »

« Soul! »

« AH! »

Il ragazzo sobbalzò. D’accordo, era una reazione molto poco adatta a un figo come lui, ma stava vivendo decisamente troppe emozioni tutte insieme!

« S-Simon! Sei tu? Mi hai fatto prendere un colpo… »

Il violinista lo guardò molto preoccupato sistemandoci la visiera del cappellino bianco che indossava:« Black Star mi ha detto che sei scappato via dopo averlo incontrato… lui sostiene che sia a causa della sua magnificenza, ma credo che i motivi siano ben altri! Cos’hai? »

Soul lo guardò con occhi sbarrati. Cosa doveva dirgli? Gli avrebbe creduto o, molto più probabilmente, lo avrebbe preso per pazzo?

Per di più, continuando a guardarlo, ora poteva vedere anche la sua anima, azzurra, fluttuante, che si muoveva in modo armonico nell’aria… osservandola con più attenzione, però, poté notare che la punta tremava leggermente.

Era preoccupato?

Per lui?

Il tremore aumentò. Soul non sapeva spiegare come, ma sentiva istintivamente che ora Simon non era più preoccupato. Era spaventato.

« Soul… da quando i tuoi occhi sono verdi??? »

« Eh? Davvero? »

Il ragazzo si specchiò nel vetro di una finestra. Il volto era il suo, così come i capelli albini e l’aria un po’ strafottente, ma gli occhi erano indubbiamente quelli di

« … Maka… Soul, tu… hai gli occhi di Maka? »

Soul si voltò verso l’amico.

Sì, gli avrebbe creduto, dopotutto…

 

 

 

Lucy ringraziò che né Simon né Kevin fossero in casa. Non sapeva quale avrebbe potuto essere la loro reazione se avessero visto un Kishin tranquillamente seduto sul loro divano.

« Grazie. »

« Per cosa? »

« Per aver zittito il tuo orologio, stanotte… »

Lucy sorrise:« Figurati! Per così poco… »

« Non so perché mi succede. »

« Capita a tutti di avere delle fobie immotivate, non è così strano… »

I due si guardarono negli occhi. Sapevano entrambi che invece era molto strano, non tanto la fobia in sé, ma il fatto che si fosse presentata all’improvviso, senza un motivo apparente che potesse scatenarla.

« Piuttosto… ti sei accorta di quell’altra cosa, vero? »

Lucy annuì. Prese un fazzoletto dalla tasca, si bendò e iniziò a girare su se stessa fino a perdere l’orientamento. Poi, senza alcuna esitazione, si voltò verso il Kishin e gli puntò l’indice.

« Dovunque siamo, a qualsiasi distanza e in qualsiasi situazione, sappiamo esattamente in che direzione si trova l’altro… »

« Ma non la distanza. »

Lucy si sbendò:« Perché? Tu sei sul divano, no? »

La ragazza si guardò intorno e dovette rendersi conto che invece il demone era davanti alla cucina:« Ho provato a spostarmi senza fare rumore e tu non te ne sei accorta… hai capito lo stesso dove mi trovavo, ma non che ero più lontano di prima. E credo che a me succeda le stessa cosa… il pezzo di anima dell’altro richiama l’originale… »

« Sia come sia, la situazione non cambia! »

Il Kishin sorrise:« E invece saperlo potrebbe venirci utile, un giorno o l’altro… »

Lucy lo guardò di storto:« Perché? »

Il demone la guardò con tenerezza:« Fai un lavoro pericoloso, ragazzina, non dimenticarlo mai… ma adesso basta con questi discorsi! Piuttosto, spiegami cos’è quest’aggeggio, così smetto di fare brutte figure con Marie! »

La ragazza sospirò osservando l’uomo girare tutto intorno all’elettrodomestico:« Quello è un televisore, Kishin… »

 

 

 

« Capisco… è incredibile, eppure… »

Soul si sentì un po’ più leggero. Era bello avere un amico con cui confidarsi!

Simon gli indicò di nuovo gli occhi:« Adesso però sono tornati del tuo solito colore! Forse diventano verdi solo se ti concentri su una persona per vederle l’anima… »

Soul si specchiò nuovamente nel vetro e il riflesso gli restituì lo sguardo curioso dei suoi occhi rossi.

Il violinista lo guardò ancora per un po’, poi esclamò:« Ho capito! Ecco cosa intendeva la zia! »

« Eh? »

« Ricordi? “Il verde, Simon, sarà il segnale, verde e non rosso e potrai andare”… parlava dei tuoi occhi, Soul! »

Il ragazzo lo guardò di storto:« Cos’è, tua zia mi ha preso per un semaforo? Sappi che non è per nulla figo! E poi… andare dove? »

« Questo non lo so, ma dopotutto la lettera non è finita… comunque tu per ora prendi questo! Meglio che per ora la gente non sappia di questa tua nuova capacità! »

Soul prese con delicatezza il capellino bianco di Simon:« Sì, hai ragione… anche se forse andrebbero meglio un paio di lenti a contatto oppure degli occhiali da sole scuri! »

« Abbi pazienza, per ora ho solo questo e… »

Soul non ebbe quasi il tempo d’indossarlo che i due ragazzi alzarono lo sguardo e notarono che qualcosa si stava muovendo nell’aria, una leggera polverina che si addensò formando la figura di

« Kevin! Santo cielo, ma sai che è pericolosissimo volare sotto forma di veleno??? Potevi ucciderci per sbaglio! »

« Già, ed essere uccisi da un amico non sarebbe per nulla figo! Ma Lord Shinigami non te l’aveva vietato? »

Il ragazzo dai capelli rossi si appoggiò sulle sue stesse ginocchia per riprendere fiato:« Scusate, ma volando vi avrei raggiunti prima… Soul devi venire con me! Subito! »

« Ok, basta che mi guidi a piedi! »

I tre ragazzi iniziarono a correre. Kevin era troppo agitato per accorgersi che Soul non alzava lo sguardo dal terreno e che Simon non lo perdeva d’occhio neanche un secondo.

 

Kevin li trascinò fino alle porte di Death City. Lì una persona li attendeva.

« Soul! Simon! Kevin vi ha trovati! »

Simon sorrise, ma Soul no, anche se non aveva atteso altro per quattro giorni.

« Bentornata, Maka! »

Soul, senza farsi notare, si piantò le unghie nel palmo della mano. Quanto avrebbe voluto crederci, anche solo far finta di crederci! Ma non poteva. Proprio non poteva.

« Ciao, Maka… »

Quelle due parole gli costarono più fatica di tutta quella corsa.

Avrebbe voluto chiudere gli occhi e fingere di non vedere.

Ma vedeva.

« Soul! Ti sono mancata? »

Sì, Maka gli era mancata, e gli mancava ancora.

Perché la persona di fronte a lui, con quell’anima rosso sangue, di sicuro non era la sua maestra d’armi.

 

 

Soul:« Sai, ora che ho gli occhi di Maka, finalmente ho capito una cosa importante… »

Simon:« Cosa? »

Soul:« Maka… è… »

Simon:« Sì? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 21 capitolo: Di generazione in generazione! Apriamo la seconda busta?

 

Soul:« …È MIOPE!!! Sono anni che le dico di andare da un oculista, ma lei dice sempre: ”È solo una tua fissa, Soul, io non ho bisogno degli occhiali!”! Maledetta vanità femminile, è così poco figa… »

Simon:« … ok… glielo diremo quando torna, va bene… »

Soul:« E ora che ho un super potere, mi tocca anche fallato! Tutto questo è molto poco figo… »

 

 

Ciao a tutti! Ho finito la sessione di esami di giugno, mi è andata straordinariamente bene (27 e 28) e in questa settimana di riposo che ho deciso di prendermi festeggio pubblicando un nuovo capitolo, di cui sinceramente vado molto fiera! A me è piaciuto molto… poi ora ricevo una marea di commenti che mi dicono che faceva schifo, ma pazienza!

Come al solito ringrazio Jan Itor 19 (nella speranza che questo capitolo ti abbia chiarito un po’ le idee!), Sakurax16, Tokorothx3 (continuano a farti i complimenti per il disegno!), Mitzune_chan e Blue Rock, che si è recuperata il capitolo che si era persa!

Spero di poter presto aggiornare e che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Di generazione in generazione! Apriamo la seconda busta? ***


Di generazione in generazione

Di generazione in generazione! Apriamo la seconda busta?

 

« Soul! Io vado a fare la doccia! »

« Sì, fai pure! »

Il ragazzo aspettò che la porta si richiuse prima di fare un profondo sospiro. Erano due giorni che conviveva con quella falsa Maka e nessuno sembrava sospettare nulla. Nulla da dire, la sua sosia era una buona attrice, eppure…

 

La ragazza chiuse la porta del bagno, con una smorfia di disgusto. Non ne poteva più del corpo di quella mocciosa! Piccola, piatta come una tavola e per di più una studentessa seria e secchiona, esattamente il contrario del suo carattere! Eppure era necessario che continuasse a fingere di essere lei, per capire che fine avesse fatto lo straordinario potere della ragazzina.

Per un attimo pensò al ragazzino nell’altra stanza. Carino, anche se molto più piccolo di lei. Pensò di giocare con lui sfruttando le sue attuali sembianze, ma sapeva anche che il suo maestro si sarebbe infuriato a morte se avesse scoperto che aveva mandato all’aria la copertura solo per un suo capriccio. E questo non poteva permetterlo.

 

Soul non stava più nella pelle. Come poteva stare con lei e fare finta di nulla se gli occhi della vera Maka gli ricordavano ogni istante la verità? Certo, le lenti a contatto rosse che gli aveva procurato Simon funzionavano egregiamente e l’impostore non si era accorto di nulla, almeno a giudicare dalla relativa tranquillità della sua anima. Ma per quanto i nervi del ragazzo avrebbero retto quel gioco di spie?

 

« Devo uscire, Soul! Vado da Tsubaki per recuperare i compiti e le lezioni dei giorni in cui sono stata assente! »

« Divertiti! Io devo fare un po’ di manutenzione alla moto… »

« Allora ciao! »

« Ciao… »

 

Soul non aveva mentito: poco dopo si era davvero messo a trafficare attorno alla sua amata motocicletta, ma sempre con la testa al pensiero che lo tormentava da giorni.

 

« Posso parlarti? »

Soul alzò la testa e rimase un po’ sorpreso nel vedere Spirit con aria molto seria che lo fissava.

« Non qui, però. Meglio dentro. »

Soul annuì e, dopo essersi pulito le mani, seguì il padre della sua maestra d’armi all’interno.

Vista la calda giornata, il ragazzo prese due bicchieri di acqua gelata offrendone uno al suo ospite. Si chiedeva come facesse a stare con la giacca, mentre lui era in canottiera. Non aveva neanche una goccia di sudore. Niente da dire, almeno sull’aspetto elegante il padre di Maka era davvero figo. Ma solo su quello!

« Sei solo, vero? »

« Sì, Maka non c’è… »

« Quella non è Maka. »

Per un pelo il bicchiere che Soul stava stringendo fra le mani non finì in frantumi.

« Cosa… »

« Quella non è Maka. »

Soul si sedette sul divano, con il cuore a diecimila e un grosso peso che gli si toglieva dallo stomaco:« Allora non sono pazzo! Sarebbe stato davvero poco figo diventare matto a questa età! Ma tu come hai fatto ad accorgertene? »

Spirit sorrise:« È vero, io e mia figlia non andiamo d’accordo, litighiamo un giorno sì e l’altro anche, ma è sempre la mia bambina! La sua sosia è fisicamente perfetta, ma sembra non conoscerla molto bene… si limita soltanto a comportarsi come una tranquilla ragazzina amante dello studio! E noi sappiamo bene che Maka non è così… »

Soul si passò una mano nei capelli:« Già… non credevo proprio che un giorno mi sarebbero mancati i suoi Maka-chop! Da quando è tornata non me ne ha tirato neanche uno… »

« E quando ho provato a invitarla a passare la domenica con me ha accettato subito, persino con un sorriso smagliante in volto! »

Soul rabbrividì:« Un incubo… »

Spirit sorrise un po’ tristemente:« Appunto. E tu invece? »

« Io cosa? »

« Non vorrai farmi credere di esserti accorto che quella non è Maka solo perché non ti ha tirato nessuna enciclopedia in testa! »

Soul lo guardò con un po’ di esitazione, poi annuì e si tolse le lenti a contatto, rivelando i limpidi occhi verdi della ragazza scomparsa.

Spirit non si stupì, non fece una piega:« Lo immaginavo… anche se ai miei tempi non c’erano quelle cose da mettersi sugli occhi! »

« Non… non credo di aver capito… »

La falce della Morte ridacchiò:« Immagino… fammi indovinare: Maka ti è apparsa in sogno, ti ha appoggiato le dita sugli occhi e al tuo risveglio hai scoperto di vedere le anime come lei! »

Soul fece una faccia sconvolta:« E tu come… »

« Perché sua madre, tanti anni fa, lo fece a me. »

« Pazzesco… »

« Ritieniti onorato, Soul: quel procedimento si può fare solo una volta nella vita e solo in caso di grave pericolo! Se Maka ha deciso di condividere i suoi occhi con te deve davvero fidarsi molto… »

Soul fece un sorriso un po’ strafottente:« È normale, sono la sua arma! Se così non fosse, saremmo una coppia di arma e maestro davvero poco figa! »

Spirit lo guardò, come se Soul non avesse colto il vero significato delle sue parole:« Anni fa la mia ex moglie partì da sola per andare a trovare i suoi genitori, che abitavano lontano da qui. Durante il viaggio venne catturata da dei briganti e successivamente rivenduta a delle uova di Kishin dalle intenzioni… non proprio amichevoli, ecco. Al rifiuto della madre di Maka di far loro da schiava, minacciarono di cavarle gli occhi. Pensava scherzassero, poi videro che ad altre ragazze l’avevano fatto davvero. Prima di mangiarsi le loro anime, ovviamente! »

Soul deglutì. Peggio di un film horror.

Spirit continuò:« Allora apparve in sogno anche a me, donandomi i suoi occhi perché il suo dono non andasse perduto. Mi disse di non venire a salvarla, che era troppo pericoloso. I suoi occhi erano il suo regalo d’addio. »

« E poi? »

« Non l’ascoltai. Ero giovane e innamorato. Un folle, a ripensarci ora! Scappai da Death City con un grosso paio di occhiali da sole per cercarla. Poco dopo mi raggiunsero Stain e Marie per fermarmi, ma poi li convinsi a venire con me. Con il loro aiuto, la raggiunsi e la salvai. Con quelle uova di kishin arrivai proprio alle famose 99 anime necessarie per diventare falce della Morte. »

Soul non commentò. Aveva capito perché i genitori di Maka si erano innamorati e sposati. Quale donna avrebbe resistito a un principe azzurro corso al suo salvataggio? Ed ecco anche spiegato perché Spirit non si fosse mai allontanato da Death City, nonostante la figlia lo odiasse. Non voleva che per andarlo a trovare subisse lo stesso destino di sua madre. A pensarci, forse era per questo che le aveva sempre impedito di raggiungere sua madre da sola, senza di lui. Non era gelosia. Non era per impedire alla ex moglie di parlar male di lui. Era per proteggerla durante il viaggio.

Ma il racconto gli aveva dato un'altra cosa su cui riflettere. Le parole di Maka erano le stesse che aveva pronunciato sua madre. Un caso? Destino? Oppure la ragazza conosceva l’episodio?

Si sarebbe continuato così, di generazione in generazione? Forse anche i figli di Maka, un giorno, si sarebbero ritrovati di fronte a lui con un bicchiere d’acqua in mano, mentre raccontava loro quell’assurda vicenda!

« Vai da lei. »

« Eh? »

« Maka assomiglia tanto a sua madre. Ti avrà chiesto di non andare, ma la vuoi sapere una cosa? Nonostante il divorzio, nonostante tutti gli errori della mia vita… quel salvataggio è l’unica cosa di cui non mi sia mai pentito! Perché mi ha dato la cosa più bella della mia vita… la mia bambina… »

Soul arrossì leggermente. Non si sarebbe mai aspettato di sentire da Spirit delle frasi di quel genere!

« Allora, andrai? »

« Eh? Sì, certo! »

Spirit annuì:« Ora che tutti credono che Maka sia tornata, il divieto di Lord Shinigami di uscire da Death City è caduto. Potrai andartene tranquillamente e io coprirò la tua fuga per qualche ora. E cercherò anche d’impedire alla falsa Maka d’inseguirti. »

« Grazie. »

« Mi sembra il minimo! Verrei anch’io, ma il ruolo di falce della Morte m’impedisce di allontanarmi da Lord Shinigami e molto probabilmente sarò più utile qui a farti da copertura. E poi non ho più l’età per correre a salvare principesse! »

« Capisco… ah, Spirit? »

« Sì? »

Soul gli fece l’occhiolino:« Riusciresti a coprire la fuga di altre tre persone? »

 

 

« Tienti forte! »

« Certo! »

La moto di Soul rombò e partì a razzo, mentre Simon, con un po’ di fatica, cercava di mantenere l’equilibrio necessario a non sfracellarsi al suolo. Sopra di loro Lucy e Kevin, trasformati in polvere, li seguivano volando e cercando di non farsi notare troppo dalle guardie all’ingresso di Death City. Soul sgommò prima che quest’ultime cercassero di fermarlo per chiedergli spiegazioni. Simon, che odiava la velocità, iniziò a pregare in tutte le lingue che le sue mani riuscissero a non mollare la presa sulla vita dell’amico. Sapeva che la moto era il modo più veloce per raggiungere Maka, ma proprio non sopportava quegli aggeggi spaccatimpani!

« Ok, ora può bastare. Mi fermo! »

La moto rallentò fino a fermarsi, mentre Lucy e Kevin riprendevano forma umana e Simon scendeva dalla moto baciando il ritrovato terreno.

Soul, finalmente libero dalle lenti rosse, li squadrò uno a uno con gli occhi verdi smeraldo:« Ok, vi ho chiesto di venire perché so che avevate tutti e tre dei sensi di colpa nei confronti di Maka e perché se l’aveste scoperto dopo probabilmente mi avreste ucciso in modo poco figo per non avervi avvertito. Però ora devo chiedervelo: siete sicuri di voler venire? È una missione non autorizzata, molto pericolosa, che probabilmente inciderà parecchio sul voto di condotta alla Shibusen… se volete tornare indietro siete ancora in tempo per farlo! »

Simon scoppiò a ridere:« Soul! Ma quando mai mi è importato qualcosa dei miei voti a scuola? »

Lucy rincarò da dose:« Ma ti pare che potrei lasciare un’amica in difficoltà, per di più visto che si è cacciata nei guai per proteggere me? E poi devo scoprire la verità sul Kishin per mantenere la mia promessa! »

Kevin concluse:« Per quanto mi riguarda, come diresti tu, sarebbe poco figo per un uomo lasciare una dolce donzella in difficoltà! »

Soul lo guardò di storto:« Quando mai Maka è stata una “dolce donzella”? »

« Chi ha parlato di Maka? Io pensavo a Lucy, che tanto si metterà di sicuro nei guai! »

« Ehi! »

Tutti scoppiarono a ridere.

« Ok, ricapitoliamo: chi ha la bussola? »

Lucy alzò la mano:« Io! E l’ovest è… da quella parte! »

Soul sorrise:« Bene, cosa aspettiamo? »

Simon sventolò una busta:« Aspettiamo questa, Soul! Credo che sia giunto il momento di leggere la seconda lettera di mia zia! »

Tutti annuirono e il ragazzo aprì la busta.

 

“Eccovi riuniti nel deserto dorato,

pronti a salvare chi è stato catturato.

A ovest, sì, dovrete andare,

ma a un certo punto vi dovrete fermare.

Un oscuro muro diroccato è la vostra meta,

una rovina che nasconde una botola segreta.

È fresca la via sotterranea che vi raccomando,

ma trappole e ostacoli vi andranno rallentando,

mentre una giostra vi aiuterà l’uno l’altro a capire,

altre persone vi proveranno a inseguire.

Cade in trappola il gruppo salvatore,

ma guidato da un nome e dall’onore

il protagonista della vicenda arriverà

per guardare in faccia chi rovinato l’ha.

Nei bivi, nei dubbi, qualcuno la via saprà,

chi la vista segreta custodire dovrà;

la direzione indicata è quella corretta

fidatevi di chi non ricorda di averla detta.

Mille altre cosa avranno da venire,

ma non è il caso che le stiate a sentire,

perché quando il passato,

Simon, mio nipote adorato,

avrai ricordato,

il mio compito sarà infin terminato.”

 

« Allora? Chi si offre per la parafrasi? Accettiamo volontari! »

Kevin rispose:« So qual è il muro diroccato. »

Tutti lo guardarono sconvolti:« Da questa parte, a circa un giorno di cammino. Ma volando e con la moto faremo molto prima! »

Soul salì a cavalcioni della moto:« Bene, allora cosa aspettiamo? »

Simon lo seguì, allacciandosi distrattamente il casco. Il tono della lettera non gli era piaciuto e quel poco che aveva capito gli aveva fatto sorgere un milione di domande. Ma non aveva altra scelta che andare avanti, insieme agli altri.

 

Maka:« Ciao papà! Hai visto Soul? »

Spirit:« È andato dal meccanico per la sua moto… sembra avesse un problema al carburatore… »

Maka:« Capisco… »

Spirit:« Ok, allora vado! »

Maka:« Va bene! Ci vediamo domenica, allora! Non vedo l’ora! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 22 capitolo: Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta questa gente lo si può ancora definire deserto?

 

Spirit:« Non so se commuovermi o disperarmi per l’ultima frase… oh, il cellulare! Pronto? »

Lord Shinigami:« Spirit! Hai visto per caso Lucy o Simon o Kevin? »

Spirit:« Ok, devo disperarmi! »

 

 

Ciao a tutti! Capitolo un po’ più breve, ma che io ritengo abbastanza intenso. È l’introduzione a una nuova grande avventura, ve l’assicuro!

Ma ora basta, passiamo ai ringraziamenti per i commenti a Jan Itor 19, Mitsune_chan, Tokorothx3 e Sakurax16.

Dovete scusarmi, ma sono un po’ presa dagli ultimi due esami che devo dare… pedagogia speciale e matematica! So che sono un po’ lenta con gli aggiornamenti, ma vi assicuro che non mi dimentico di voi!

Alla prossima!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta questa gente lo si può ancora definire deserto? ***


Ricordi che salvano e tormentano

Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta questa gente lo si può ancora definire deserto?

 

Il gruppo continuò ad avanzare verso ovest fino al calar della notte. La temperatura si abbassò di botto e tutti furono d’accordo a fermarsi.

Simon scese dalla moto con le gambe tremanti giurando a se stesso che alla fine di quella storia non sarebbe mai e poi mai più salito a bordo di una motocicletta. Soul sorrise nel vedere la faccia sconvolta dell’amico, mentre Lucy e Kevin riprendevano forma umana.

La ragazza si asciugò il sudore dalla fronte:« Fiù! Era dalla missione al Principato di Nisty che non rimanevo trasformata così a lungo in sonnifero! »

Kevin la guardò sorpresa:« Sei stata al Principato di Nisty? Credevo che nessuna arma ci potesse entrare! »

Lucy sorrise. E già, a quei tempi Kevin non era ancora entrato nella squadra! Mentre montavano le tende, la ragazza raccontò volentieri al compagno quella vecchia avventura, mentre Soul si avvicinò a Simon.

« Stai ancora pensando a quella lettera? »

Il violinista annuì:« Ci sono molte cose che mi danno da pensare, Soul… prima fra tutte il fatto che mia zia ha annunciato che questa sarà l’ultima! E per ben due volte mi ha detto che devo ricordare qualcosa… ma cosa? »

« A me preoccupa il fatto che debba essere io a guidarvi! »

« Eh? »

Soul prese dalla tasca dell’amico la lettera e rilesse ad alta voce il punto a cui si riferiva:« “Nei bivi, nei dubbi, qualcuno la via saprà, chi la vista segreta custodire dovrà; la direzione indicata è quella corretta fidatevi di chi non ricorda di averla detta.”  »

Poi sorrise:« Sono io quello che custodisce la vista segreta, no? E dopo una dichiarazione del genere, sarebbe poco figo da parte mia sbagliare strada! Anche se non capisco in che senso non dovrei ricordare le indicazioni… »

« Non capisco nemmeno chi sia il protagonista della vicenda… tu? Maka? Lucy? »

Soul sorrise:« So solo che mentre stiamo qui a spaccarci la testa, Lucy e Kevin hanno già preparato la cena! »

Simon si voltò, sorpreso nel vedere già tutto pronto. L’amico di sempre gli mise un braccio attorno al collo:« Andiamo! »

 

 

Dopo la cena tutti insieme, il gruppo si divise di nuovo in due coppie. A dirla tutta, in realtà Simon aveva iniziato a mostrare a Lucy le costellazioni e Soul e Kevin si erano allontanati cercando di non farsi notare.

« Lasciamo pure i piccioncini da soli… tanto sono in un mondo tutto loro, non si accorgeranno neppure della nostra assenza! »

« Già, chissà quando si renderanno conto di essere una gran bella coppia… »

I due ragazzi si stesero sulla sabbia.

Kevin sospirò tirando su la zip della sua adorata felpa nera e Soul ne approfittò per domandargli una cosa che si era chiesto per tutto il giorno:« Come fai a sapere dov’è la rovina che stiamo cercando? »

Il ragazzo dai capelli rossi chiuse gli occhi, quasi come se volesse far finta di essersi addormentato e ignorare la domanda.

« Sono già stato in questo deserto. »

Soul stava per chiedergli quando, ma Kevin lo anticipò:« Con Blaze. E non è stato un viaggio di piacere, come puoi immaginare… »

La falce si zittì immediatamente. Con la coda dell’occhio poteva vedere bene l’anima di Kevin agitarsi.

« La rocca abbandonata era il punto di ritrovo per tutte le uova di Kishin che lo seguivano. Io ero sempre al suo fianco, non mi lasciava mai da solo, per non farmi comprendere come stavano veramente le cose, probabilmente… ecco, vedi quella palma laggiù, in lontananza? È tutto quello che rimane di una fiorente oasi dove vivevano dei beduini con le loro famiglie. Li ho uccisi tutti io, su ordine di Blaze. O almeno credo, i miei ricordi sono un po’ confusi, ero piccolo… ma ricordo la gente che correva! Le loro urla di terrore mi tiene sveglio ogni notte… insieme alle grida di tutte le persone che ho ucciso con il mio veleno… sto cercando di redimermi, credo, ma ho il terrore che le mie vittime una notte mi vengano a prendere per farmi patire le loro sofferenze! Avrebbero solo ragione… »

Soul non sapeva bene cosa rispondere. Conosceva la storia di Kevin e sapeva che certi rimorsi non vanno mai via tanto facilmente.

« Cosa mi rende diverso da un kishin? Ho ucciso come loro! »

« L’anima, Kevin… »

« Eh? »

Soul sorrise, allo stesso modo in cui l’avrebbe fatto Maka se si fosse trovata nei suoi panni:« La tua anima è azzurra e pura, Kevin! Io la vedo… è pura come quella di un bambino! Un bambino forse un po’ ingenuo che è stato ingannato… non sei un kishin, togliti dalla testa questo pensiero! Ti fidi di me? Non ingannerei mai un amico, non sarebbe per nulla figo! »

Kevin sorrise e infilò la mano nella manica:« Grazie, Soul, mi togli un peso dal cuore… »

E, ispirato dalla malinconia e dalla luna piena, iniziò a suonare il suo flauto.

Soul lo ascoltò volentieri fino a che i suoi occhi riuscirono a rimanere aperti, poi cadde addormentato insieme a Simon e Lucy. Kevin suonò ancora per un pochino con gli occhi sempre fissi a quella palma che testimoniava il suo incubo. Infine s’addormentò anche lui, per una notte, almeno una, libero da vecchi rimorsi.

 

 

« Simon, alzati… »

« Uhm? Che c’è? La colazione è pronta? »

Soul lo scosse più forte:« No, in compenso ci stanno per essere serviti guai a volontà… ti piacciono i buffet? »

Simon spalancò gli occhi di scatto e guardò oltre la duna.

« Brutta situazione… »

« Per nulla figa… »

Un gruppo molto numeroso, di almeno una cinquantina di uova di kishin, si stava avvicinando con intenzioni poco amichevoli, ovviamente.

« Non è normale… forse qualcuno li sta manovrando… »

Kevin iniziò a sudare freddo. Se non si fosse mangiato lui stesso l’anima di Blaze, avrebbe giurato che ci fosse lui dietro a tutto questo. Lo stile era il suo. Per un attimo pensò di essere tornato indietro nel tempo. Sì, forse, alzando lo sguardo, avrebbe rivisto se stesso bambino, con gli occhi spenti e tristi e al suo fianco l’incubo che non lo avrebbe mai abbandonato del tutto… Blaze…

No, doveva reagire! Nessun viaggio nel tempo, niente Blaze, niente di niente! Era solo il presente. E lui doveva fare qualcosa.

Simon aveva già impugnato Soul. Si erano messi d’accordo fin dall’inizio che in caso di combattimento, essendo un’anomala squadra di tre armi e un maestro, il violinista avrebbe usato lui perché delle tre armi era quello meno abituato ad agire da solo. Non avrebbe avuto particolari problemi, era abituato ad usare una falce con Lucy.

« Lucy, facciamolo! »

La ragazzo guardò Kevin stupita:« Ma Lord Shinigami ce l’ha proibito! »

Il ragazzo sbuffò:« Siamo fuori dalla Shibusen, Lucy! Quando la pianterai di essere così ligia alle regole? E poi aveva detto “salvo casi di emergenza”… questa non lo è? »

Lucy lo guardò un po’ dubbiosa, poi annuì.

Simon disse a Soul di ritornare normale e di allontanarsi da loro di almeno una ventina di passi.

« Anzi, a ripensarci, forse è una cinquantina è meglio… »

« Addirittura? Che hanno intenzione di fare? »

« Sincronizzano le anime… ed è meglio essere lontani quando lo fanno! »

Soul lo guardò di storto:« Ma di solito la sincronizzazione di anime non si fa fra maestro e arma? »

Simon sorrise:« Essendo in tre abbiamo deciso di provare tutte le possibili combinazioni, e ti assicuro che sono uscite cose interessanti, anche se a dir la verità non le abbiamo mai usate in battaglia… soprattutto per il divieto di Lord Shinigami di usare il veleno di Kevin! »

Soul guardò Lucy e Kevin con aria un po’ preoccupata. Si erano messi l’uno di fronte all’altra, stringendosi entrambe le mani. Lucy era un po’ pallida.

Simon si morse un labbro:« Hanno chiamato la loro tecnica “Turbine dell’oblio”… »

« Un nome molto figo, non c’è che dire! In cosa consiste? »

« Ora vedrai! »

I due ragazzi iniziarono a girare su loro stessi trasformandosi lentamente in polvere e creando una tromba d’aria che luccicava d’argento e porpora. Affascinante quanto letale.

« Sto iniziando a farmene un’idea… »

Simon aggiunse:« Nulla sfugge a quella tromba d’aria. Se hai fortuna t’addormenti, altrimenti muori. Hai il 50% di possibilità. »

« Figo… »

I demoni caddero, uno dopo l’altro, sotto lo sguardo allibito del ragazzo. Alcuni erano morti, altri solo addormentati. Soul lo capiva subito dalle loro anime. Quando il turbine lentamente scemò, sia Lucy che Kevin tornarono umani, più o meno nella stessa posizione in cui erano partiti. Più o meno, perché Lucy aveva il suo solito problema e Kevin dovette acchiapparla al volo per impedirle di cadere a terra barcollando.

« Non… non mi piace girare in tondo… »

Simon sorrise teneramente. Si voltò verso Soul per sentire un suo parere, ma vide che il ragazzo era perso all’orizzonte.

« Ce n’è ancora uno… vedo la sua anima luccicare… lassù, arrampicato su quella palma! »

Kevin si voltò di scatto:« Cosa? »

Era vero: c’era ancora un uovo di kishin che per salvarsi dalla strage si era arrampicato. Kevin strinse i pugni.

« Non lì. »

« Kevin! Dove vai? »

Inutile, il ragazzo non ascoltava più nessuno. Aveva solo in mente quella pianta e le urla che aveva sentito ai suoi piedi tanti anni prima. Lucy cercò di raggiungerlo, ma non aveva ancora recuperato sufficiente equilibrio per volare velocemente come lui e fu costretta a ritornare con i piedi per terra.

« TU. TOGLI LE TUE SUDICIE MANI DA QUELLA PALMA! »

Il demone sorrise:« Altrimenti? È solo una pianta, no? »

Kevin lo avvelenò senza aggiungere altro e inghiottendo rapidamente la sua anima. Respirò profondamente più volte a occhi chiusi prima di calmarsi. Poi appoggiò una mano sul tronco.

« Sì, lo so, sei solo una pianta… ma mi sembra di avere un debito nei tuoi confronti… ti ho tolto la felicità, tanti anni fa, per colpa di un demone; ti ho tolto chi si prendeva cura di te… non posso più fare nulla per loro, purtroppo, ma non sopportavo l’idea che altre uova di kishin ti venissero a importunare ulteriormente! »

Kevin si diede dello stupido: stava parlando con una palma! Poi, però, notò qualcosa vicino al tronco… e lentamente i frammenti dei suoi ricordi d’infanzia iniziarono ad andare a posto…

 

« KEVIN!!! »

Soul e Simon si stavano avvicinando con la moto, mentre Lucy lo raggiunse in volo, dopo essersi finalmente ripresa.

Non appena Soul mise i piedi a terra, Kevin lo afferrò per le spalle scuotendolo:« Avevi ragione!!! Avevi ragione tu!!! Non li ho uccisi io!!! »

Soul non afferrò subito il discorso, mentre Simon e Lucy, ignari del discorso, non capivano cosa potesse essere successo di tanto importante al loro compagno da fargli perdere il suo leggendario sangue freddo.

« Ricordavo male! Non era qui che c’era l’oasi! Questa era la nostra base, quella mia e di Blaze! Sì, vennero dei beduini, sì, vennero uccisi, ma non da me! Fu Blaze a farlo, perché non rivelassero la nostra copertura! D’accordo, ho ucciso altra gente, ma questi… almeno questi… »

Soul sorrise, Lucy lo abbracciò dolcemente mentre Simon gli diede una pacca sulla spalla. Almeno uno dei pesi del cuore di Kevin era stato tolto.

Il ragazzo dagli occhi rossi rifletté:« Un attimo: ma se questa era la vostra base… »

Kevin sorrise:« Esatto, Soul! Benvenuti alla rocca nera! È questa quella stavamo cercando, no? »

Già, in effetti dietro la palma c’era un muro diroccato di pietre nere, fredde come il ghiaccio. Analizzandola con più calma, Simon trovò una botola coperta da assi di legno tarlato e polveroso che vennero via facilmente.

« Ci siamo! »

« Maka, stiamo arrivando! »

Il gruppo iniziò a scendere nel sottosuolo senza esitazioni. Solo Kevin si fermò un istante a guardare quella palma che per tanti anni aveva tormentato i suoi incubi e custodito i suoi segreti.

« Grazie… »

E, trattenendo il fiato come se s’immergesse in acqua, si buttò nell’oscurità del sottosuolo.

 

 

« Allora, sicura che la direzione sia quella giusta? »

« VE L’ASSICURO IO, FIDATEVI DI UNA DIVINITÁ! SONO DA QUELLA PARTE! »

« Veramente l’ovest è dalla parte opposta… »

« Tsubaki, vuoi davvero che una divinità come me vada nella direzione del tramonto? L’alba è più adatta a una figura come la mia! »

Tsubaki sorrise come al solito al suo maestro, anche se la bussola che aveva in mano gli indicava la direzione opposta. Solo Liz sembrava darle un po’ retta, mentre Patty cercava di consolare Kid perché le dune non erano simmetriche.

« Con tutta questa gente, tutto sembra fuorché un deserto! Ci vuole ancora molto? Sono già stufa di questo panorama… e di voi! »

Kid sembrò risollevarsi dal suo stato depressivo:« Siamo appena partiti! »

Osservò ancora una volta quella criniera di capelli biondi perfettamente simmetrica, tenuta a posto da quel grosso cerchietto rosso. Giusto la simmetricità dei capelli impediva al ragazzo di saltarle addosso. E le parole di suo padre.

 

 

 

« Ragazzi, abbiamo un’emergenza! »

Kid guardò un po’ sorpreso suo padre che, una volta tanto, aveva un tono di voce quasi serio. Doveva essere successo qualcosa di veramente grave per convocare lui, Liz, Patty, Black Star e Tsubaki così all’improvviso.

« Nulla che una divinità non possa risolvere! »

« Bene, perché il tuo migliore amico è scomparso! »

Tutti risposero in coro:« COSA? »

Lord Shinigami continuò, elencando sulle dita dei suoi guantoni gli sperduti:« E con lui anche Lucy, Simon e Kevin… avete idea di dove possano essere? »

I ragazzi si guardarono perplessi. In quel momento Maka entrò senza bussare spalancando le porte. Solo allora Tsubaki notò l’assenza dell’onnipresente Spirit affianco di Lord Shinigami.

« Lord Shinigami! La prego, mi faccia andare a cercare Soul! »

Il preside le fece segnò di no col dito:« No, no, no, no, mia cara Maka! Non sarebbe giusto! Ho impedito a lui di inseguirti, devo fare lo stesso anche con te! »

Maka protestò per un po’, quasi con le lacrime agli occhi, poi girò i tacchi e se ne andò, apparentemente offesa.

Black Star diede una gomitata a Kid:« Non hai visto nulla di strano? »

« La reazione di Maka, dici? Un po’ troppo melodrammatica per essere da lei, forse… »

Il ragazzo scosse la testa:« Parlavo dello sguardo omicida che ha rivolto al mio collega divinità… non è da Maka, lei ha un profondo rispetto per gli dei come il sottoscritto… »

« Sicuro di quel che dici? »

Black Star alzò il pollice:« Sono un assassino, conosco certi sguardi… »

Lord Shinigami riprese come se nulla fosse successo:« Voglio che andiate a cercarli! »

« Agli ordini! »

« Il professor Stain mi ha detto di dirvi che il Kishin, che è in grado di sentire in che direzione si trova Lucy, consiglia di dirigersi verso ovest… sempre che non si siano divisi, ovviamente! »

Tsubaki iniziò a riflettere. Ovest? Dove aveva già sentito questa cosa?

« Ah, ancora una cosa! Vi accompagnerà un’altra persona… »

 

 

 

Già, era così che era entrata in scena quella mocciosetta bionda dai grandi occhi azzurri e dall’aria perennemente arrabbiata e aggressiva. Kid non sopportava che volesse comandare lei e il modo con cui guardava tutti dall’alto verso in basso, nonostante fosse più piccola di loro. Non le piaceva neppure il fatto che non fosse né una maestra né un’arma, ma una semplicissima civile, armata di due normalissime pistole alla cintura e di due grossi fucili con puntatore legati alle spalle in modo assolutamente non simmetrico.

Ma doveva avere pazienza e sopportare, come tutti gli altri. E proteggerla, come gli aveva chiesto di nascosto il padre.

Perché, oltre che una maledetta testarda cocciuta, lei era…

 

 

 

Simon accese un cerino. Era molto buio e umido, lì sotto. Quasi non si credeva che si trovassero davvero sotto il deserto! Eppure la sabbia c’era, a giudicare dagli occhi che bruciavano. Doveva essergliene entrata un po’…

« Andiamo? »

Soul lo incoraggiò e lui lo seguì, con addosso un brutto presentimento.

 

 

Black Star:« Salutate la vostra divinità, abitanti di Death City! Sto per lasciare per un po’ le vostre oscure vite per un’importante missione! Ma tornerò, statene certi! »

Commerciante 1:« E chi ti vuole? Per me te ne puoi andare benissimo! Buona giornata! »

Black Star:« Insolente! Ti accorgerai della mia assenza quando il sole non sorgerà più! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 23 capitolo: Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce?

 

Commerciante 2:« Piuttosto, prima di partire, paga i tuoi debiti, ragazzo! Mi devi un bel po’ di soldi! »

Black Star:« Non ti basta la pubblicità che faccio venendo a comprare da te? »

Commerciante 2:« Assolutamente no! »

Black Star:« Ok… Tsubaki, uscita di scena in stile ninja! »

Commerciante 2:« Maledetto! Credi di cavartela solo con il fumogeno? Torna qui! »

Black Star:« Che ti avevo detto, Tsubaki? Death City sente già la mia mancanza! »

Tsubaki:« Vero! Ma ne riparliamo quando avremo smesso di correre… »

 

 

 

Ciao a tutti! Nonostante gli ultimi esami all’università, sono ancora riuscita ad aggiornare, sono fiera di me.

Prima di tutto… con questo capitolo è un anno che vi tengo in sospeso con questa storia! Incredibile ma vero! Facciamo quasi il compleanno insieme! XD

Altra cosa: so che il video con la canzone di questo capitolo non c’entra nulla con la storia, ma non ho trovato la canzone in altro modo, chiedo scusa!

Detto questo ringrazio Tokorothx3, Sakurax16, Jan Itor 19 e Blue Rock per le recensioni, e un ringraziamento speciale anche a Red Flames, che ha cominciato a leggere la storia lasciando delle stupende recensioni! Ok, prima che legga questo ringraziamento ci vorrà un po’, visto che è al secondo capitolo, ma faccio il tifo per lui!

Bene, a questo punto vi saluto e vi aspetto tutti al prossimo capitolo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce? ***


Una compagna di viaggio molto acida

Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce?

 

Soul, Simon, Kevin e Lucy camminavano lentamente, anche a causa della poca illuminazione. Per fare un po’ di luce avevano infatti solo qualche fiammifero e la torcetta delle chiavi di Simon. Non avevano parlato molto, per paura di perdersi qualche trappola. La zia, dopotutto, era stata molto chiara su questo punto.

« Simon, stai bene? »

Lucy si era avvicinata un po’ preoccupata al suo maestro d’armi.

Simon le sorrise:« Tutto a posto, tranquilla! Perché me lo chiedi? »

« Mi sembri un po’ pallido… e continui a sfregarti gli occhi! »

« Davvero? Non me ne sono neanche reso conto… »

« Attento! »

Kevin afferrò Simon giusto in tempo.

« Un… burrone? In un tunnel? »

« Guarda meglio: sotto ci sono delle lance! Ancora un passo e saresti stato un puntaspilli! »

Soul guardò la trappola perplesso:« Ma è una cantina o una castello medievale? »

Lucy sorrise:« Forse è la cantina di un castello medioevale! »

Kevin sospirò:« Meglio tenere gli occhi ben aperti… e questo vale soprattutto per te, Soul! Avvertici se vedi anime sospette! »

Il ragazzo annuì e il silenzio calò nuovamente sul gruppo.

 

Continuarono così per almeno un paio d’ore, prima che Simon rompesse il silenzio:« Ma che razza di posto è? Abbiamo schivato tre corridoi con le frecce che partivano dai muri, le torce che tentavano di carbonizzarti se ci passavi davanti, almeno sette precipizi… »

Kevin lo corresse noncurante:« Dimentichi i due corridoi con il soffitto che si abbassava ad ogni passo! »

« Ecco, appunto! »

Lucy continuò:« Chiunque abbia costruito questo posto, ci tiene alla sua sicurezza! Dubito che in queste cantine ci tenga le marmellate… »

Soul continuò ad avanzare appoggiandosi al muro:« Questo punto è particolarmente buio… e non è figo… »

Kevin notò solo allora che l’ultimo mattone su cui si era appoggiato Soul era rientrato nel muro e lì era rimasto. Provò ad avvertire i compagni, ma prima che potesse fare qualcosa, il pavimento si alzò isolando Soul da tutti gli altri.

« Ragazzi! »

Dal punto di vista di Soul i suoi compagni di viaggio erano rimasti intrappolati in una semi sfera gigantesca uscita dal pavimento che iniziò quasi immediatamente a ruotare su se stessa a forte velocità. Le urla terrorizzate di Lucy e Simon fecero rizzare i candidi capelli del ragazzo in modo decisamente non appropriato al suo stile figo. Non sapendo come fermare quella giostra infernale, Soul iniziò a tastare la parete nella speranza di trovare qualche interruttore nascosto. Dopo circa un minuto la giostra rallentò fino a fermarsi, anche se Soul non capì se fosse stato merito suo o se il meccanismo avesse agito in maniera indipendente dalle sue azioni. Lentamente e sollevando un bel po’ di polvere, le pareti si abbassarono lasciando sul pavimento i tre ragazzi molto scombussolati.

Soul si avvicinò di corsa:« State bene? »

Simon lo guardò sorridendo in modo ebete e ondeggiando paurosamente:« Se con “bene” intendi come se fossimo appena usciti da una vecchia lavatrice dopo la centrifuga con l’ammorbidente, allora sì, sto bene! »

Kevin respirò profondamente per un minuto, poi, con un po’ di difficoltà, appoggiandosi alla parete, si tirò in piedi. Rimase a ondeggiare ancora qualche secondo, poi sembrò recuperare il pieno controllo di sé.

« Fiù! Pensavo peggio! Dopotutto era anche divertente! »

Simon lo fulminò:« Parla per te! Io sto ancora aspettando che il mondo si fermi per scendere dalla giostra! »

Kevin rise:« Ma cosa vuoi che sia dopo tutte le trappole che abbiamo visto! Questa era l’unica che non mi sembrava potenzialmente mortale! L’unica persona per cui poteva essere letale era… »

I tre ragazzi sbiancarono. In effetti, non avevano ancora sentito la sua voce, da quando era finita…

Simon si rimise in piedi di colpo, barcollando un po’ per lo sforzo:« Ehm… Lucy? »

Nessuna risposta.

« Lucy? Ci sei? Sei ancora viva? »

I ragazzi si guardarono seriamente spaventati. Se Lucy stava male a girare su se stessa anche solo quando si trasformava in boomerang, chissà dopo un’esperienza del genere…

Dopo qualche secondo videro la ragazza uscire da dietro l’angolo, con la faccia peggiore che le avessero mai visto. Si trascinava con le braccia contro il muro, aveva la faccia pallida e tirata come un lenzuolo e una faccia da zombie che non aveva nulla da invidiare al professor Sid.

« Se ci tenete al pranzo che avete mangiato, non girate quell’angolo, ve lo consiglio. »

I tre ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.

Simon sorrise:« Insomma stiamo tutti bene! »

Lucy gli piantò un’occhiataccia

Il ragazzo si corresse:« , più o meno! »

« Siete sicuri di stare bene? Le vostre anime… mi sembrano un po’ diverse da prima! »

Soul li osservò tutti e tre attentamente con gli occhi di Maka.

« In che senso “diverse”? »

« Se lo sapessi, Kevin, ve lo direi! Vedo le anime solo da qualche giorno! »

Simon provò a calmare gli animi:« Forse è solo perché siamo ancora un po’ scombussolati… ehi, dov’è Lucy? »

Kevin indicò la direzione:« Ha di nuovo girato l’angolo correndo come una pazza con una mano sulla bocca… fossi in te non approfondirei! »

Di comune accordo, decisero di fermarsi fino a quando Lucy non si fosse ripresa del tutto. Simon e Kevin sembravano relativamente tranquilli, ma Soul non riuscì proprio a staccar loro gli occhi da dosso.

 

 

« Facciamo una pausa? »

« Oh, grazie al cielo! Non me potevo più! ormai ho la sabbia dappertutto: nelle scarpe, nei capelli… Patty, mi ascolti? »

Tsubaki sorrise:« Veramente ho visto tua sorella allontanarsi con secchiello e paletta… credo abbia deciso di approfittare di tutta questa sabbia! »

« E Kid? »

« L’ha seguita sbraitando qualcosa sul fatto che doveva fare castelli simmetrici… patetico! »

Liz si trattenne per un pelo dal rispondere malamente all’acido commento dell’ultima arrivata. Peccato che quest’ultima avesse appena cominciato.

« Per non parlare del pazzo coi capelli blu che è scappato con loro sostenendo che dovevano dedicargli il castello, in quanto divinità! Siete veramente assurdi, voi della Shibusen, oltre che delle pappamolle! Io avrei potuto continuare a camminare ancora per un bel po’… »

Liz iniziò ad alterarsi:« Ehi! »

« Ehm… calmiamoci tutti, ok? Siamo solo un po’ nervosetti perché siamo preoccupati per le persone scomparse… che ne dite di una tazza di tè? »

La ragazza dai capelli biondi e ricci la guardò un po’ di storto, poi si sedette su un sasso:« E va bene! Sempre meglio che discutere con voi… »

Tsubaki tirò un sospiro di sollievo. Almeno per ora Liz e la nuova arrivata non sarebbero arrivate alle mani. Ringraziò il cielo per l’assenza di Black Star, che probabilmente l’avrebbe già picchiata prima e prese la bottiglia di tè dallo zaino.

Non vedeva l’ora che quella gita nel deserto arrivasse a una conclusione.

 

 

Dopo circa venti minuti di camminata, Soul fermò i compagni.

« Vedo delle anime, in fondo al corridoio… e sono rosse… »

« Uova di kishin, eh? Con tutte queste trappole mancavano proprio solo loro! Tutti pronti, ragazzi? »

Lucy e Kevin annuirono al loro maestro d’armi. Soul si trasformò e Simon lo prese al volo, ma fu immediatamente costretto a lasciarlo andare.

« Ahi! Soul, scotti! »

« No, sei tu a scottare! »

« Ma cosa… le nostre anime non sono più sincronizzate? »

« Impossibile! Non abbiamo mai avuto problemi finora e sarebbe davvero poco figo averli in questo momento! »

« Ti è mai capitato con Maka? »

« Sì, una volta… ma avevamo litigato, non è il nostro caso! E allora cosa… »

« L’hai detto tu prima, Soul. Le nostre anime hanno subito qualche cambiamento da quando siamo cascati in quella trappola, giusto? »

Entrambi si voltarono verso Kevin, che continuò imperterrito:« Mi sembrava strano che quella giostra si limitasse a farci sballottare un po’ senza farci nulla… »

Lucy lo interruppe:« Parla per te, che se ci ripenso mi torna la nausea… »

Soul si morse un labbro:« E allora che si fa? Quelli stanno per arrivare… »

Simon sfoderò l’immancabile violino dallo zaino:« Ognuno combatta come può! Io ho sempre questo! »

Soul sorrise e trasformò il suo braccio destro in una lama:« E io posso sempre fare così, anche se non è il massimo! »

Anche Simon sorrise:« Bene! Lucy, vai e addormentane un po’! »

« Agli ordini! »

Non appena la ragazza si alzò in volo, i tre ragazzi sbiancarono.

« LUCY!!! TORNA INDIETRO!!! »

Ubbidiente, la ragazza si fermò:« Che c’è? »

Kevin era rimasto senza parole, Simon balbettava frasi sconnesse e solo Soul riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto.

« Ma hai visto di che colore è la tua polvere? »

« Argento, di che colore dovrebbe essere? »

« Guarda meglio, Lucy, guarda meglio… »

La ragazza tornò in forma umana, lasciando solo un braccio trasformato in polvere. Dopo un attimo di perplessità, Soul poté vedere la sua anima in preda al terrore.

« È… è… è… è ROSSA!!! Oh cavolo, è rossa! È veleno! Ma come… cosa… »

Simon cercò di riprendere il controllo su se stesso:« Kevin! Trasformati anche tu! »

Il ragazzo annuì, ma rimase immobile.

« Kevin, hai sentito? Trasformati, per favore! »

« Ho sentito benissimo, ma non ci riesco, Simon! »

« Cosa? Cosa significa che non ci riesci? »

Il ragazzo non rispose. Era quantomeno imbarazzante, da quanto si ricordava si era sempre trasformato, anche quando c’erano ancora i suoi genitori. Eppure una capacità che gli era naturale almeno quanto respirare sembrava essere scomparsa, come se non fosse mai esistita…

Lucy era entrata in panico:« E adesso che faccio? Non voglio uccidervi per errore! E le uova di kishin stanno arrivando! »

Kevin cercò di fare l’indifferente:« Io non ho problemi, quelli li combatto anche a mani nude! »

Simon sospirò:« Insomma, ognuno faccia come può, poi ne riparliamo, ok? »

Tutti annuirono e si lanciarono all’attacco.

Soul cercò di tagliarne più che poteva, Lucy aspettava che la circondassero per esplodere in un turbinio di veleno il più possibile controllato e limitato, Kevin tramortiva chi gli capitasse sotto tiro con pugni e calci, aiutato da Simon che tirava il violino in testa a chiunque si avvicinasse.

Solo quando il gruppetto fu sistemato i ragazzi poterono tirare un sospiro di sollievo e concentrarsi sul problema.

Simon scoppiò in un monologo di sfogo:« Oh, insomma basta, non se ne può più! E Maka, e il deserto, e le trappole, e la giostra, e ora che mi ritrovo con tre armi e non posso più usarne neanche una! Ma mi spiegate a cosa serve uno come me? »

« Ehm… Simon? »

« No, Lucy, non mi ripetere la storiella che non devo sentirmi inutile e… »

« Simon! »

« Che c’è? »

Solo allora il ragazzo notò le facce allibite dei compagni.

« Guarda… il tuo braccio… »

Il ragazzo si voltò e piantò un urlo che risuonò a lungo nei corridoi bui del sotterraneo.

« Toglietemelo, toglietemelo, toglietemelo, toglietemelo!!! »

« Non agitarlo, rischi ancora di farti male! E non possiamo togliertelo, è il tuo braccio! »

« Amputatemelo, allora! »

« Non dire sciocchezze, Simon! Poi come faresti a suonare il violino? »

« E COME FACCIO A SUONARLO CON UNA FALCE AL POSTO DEL BRACCIO, LUCY??? »

Kevin sospirò:« Ormai direi che è tutto chiaro, perlomeno… non so bene come, ma quella specie di giostra ci ha scambiato i poteri, direi! »

« Eh? »

Kevin si sedette per terra:« Lucy ha i miei, Simon ha i suoi e io devo aver preso le capacità di trasformazione di Simon, ovvero niente! »

Simon si guardò le mani con occhi sbarrati:« Io… io avrei i poteri di Lucy? Posso trasformarmi in tutta quella roba? »

Soul gli diede una manata sulla spalla:« Figo, da zero a cinque! E questo spiega perché non riuscivi a usarmi… sei un’arma come me, ora! »

« Io non voglio rimanere così! »

I ragazzi si voltarono verso Lucy.

« Senza offesa, Kevin, ma i tuoi poteri non fanno per me! Non mi sento tranquilla a usare il veleno per paura di uccidervi per errore… e il tuo disco? La sai la mia reazione quando giro su me stessa! »

Kevin sorrise:« E chi ha parlato di rimanere così? Anch’io rivoglio i miei poteri, non posso combattere sempre a calci e pugni! »

Simon rincarò la dose:« Ti pare che potrei tenermi i tuoi poteri? Rischierei di tagliare le corde del violino ogni volta che tentassi di suonarlo! »

Soul ridacchiò:« Quella è solo questione di abitudine! Ti assicuro che non ho mai tagliato i tasti di nessun pianoforte in vita mia! »

« Dì quello che vuoi, ma io sono un maestro, non un’arma! E voglio tornare ad esserlo! »

Kevin sospirò:« Bene, allora la via è una sola… »

Lucy sbiancò:« No, non dirmelo… »

« Pronti a un altro giro sulla giostrina? »

 

« Allora, Soul? L’hai trovato questo pulsante? »

« No! Accidenti, è poco figo da parte mia lasciarvi fermi lì e… oh, oh! »

Simon chiuse gli occhi per impedirsi di scoppiare a urlare:« Oh, oh ? Cosa significa quel “oh, oh”? »

« Significa che stanno arrivando altre uova, ragazzi… molto poco figo… »

« Cosa? »

« Soul, muoviti! »

« Ci sto provando, ci sto provando! »

Lucy era quasi in lacrime dalla disperazione, Simon era sull’orlo di una crisi isterica e Kevin cercava di spremersi il cervello per ricordarsi quale fosse quel mattoncino.

 

« La seconda da sinistra è la mattonella, se cercate l’interruttore è proprio quella. »

 

Eh?

Ma chi…

 

« Soul! »

Il ragazzo era in palla e le urla isteriche di Lucy non lo aiutavano.

Kevin gridò:« LA SECONDA DA SINISTRA, SOUL! »

Il ragazzo ubbidì e il meccanismo infernale si mise in moto. Le uova di kishin si allontanarono per paura di venire coinvolte e Soul poté tirare un sospiro di sollievo.

Il giro finì abbastanza in fretta. Simon e Kevin si rimisero a barcollare sul posto, mentre Lucy si rifugiò nello stesso angolino di prima. Soul aspettò che si riprendessero un po’ prima di chiedergli com’era andata.

Simon deglutì:« Fallo tu, Kevin, che io non so neanche come si fa… e se stavolta ho il tuo veleno è la volta che moriamo tutti qua! »

Kevin sospirò e chiuse gli occhi. Un attimo dopo al suo posto c’era un familiare cerchio affilato.

« Sì!!! Oh, grazie al cielo! E tu, Lucy? »

La ragazza non si era ancora ripresa abbastanza da poter uscire dal suo angolino, ma mostrò al suo maestro un braccio trasformato in lama e Simon poté tirare un sospiro di sollievo.

Soul sorrise:« Facciamo la prova del nove? »

Si trasformò in un lampo e Simon lo prese al volo, facendolo volteggiare per qualche secondo. Tutto a posto, per fortuna!

Il ragazzo biondo sorrise:« Sì, è tutto come prima, meno male! »

Soul tornò umano e si rivolse a Kevin:« Come hai fatto a capire qual’era il mattone giusto? »

« Veramente non l’ho indovinato io, mi sono limitato a ripetere quello che aveva detto quella voce… »

« Voce? Quale voce? »

« Massì, prima! Simon, tu l’hai sentita, vero? Eri di fianco a me! »

« Veramente non ho sentito nulla! »

« Davvero? »

Kevin sospirò. Inutile chiederlo a Lucy, in quel momento era così agitata che non si sarebbe accorta neanche di un tir in procinto di investirla. Possibile che l’avesse sentita solo lui? Delle indicazioni così precise, dette in un modo così strano e familiare… e quel tono di voce a pensarci bene non gli era del tutto nuovo…

 

« Ma allora di chi era quella voce? »

 

 

Simon:« Ehi, Lucy! Tutto ok, ti sei ripresa? »

Lucy:« Sì, tutto a posto! Allora dimmi, com’è essere un’arma? »

Simon:« Terrorizzante, se non sei psicologicamente preparato! Credo di aver capito come ti sentivi tu all’inizio! »

Lucy:« Ah, bene, allora non ero pazza! »

Kevin:« Senti, piuttosto, sei sicuro di essere a posto?  »

Simon:« Perché? »

Soul:« Il tuo braccio non si sta trasformando in polvere rossa? »

Simon:« COSA??? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 24 capitolo: Ansia più o meno celata! Indovina o veggente?

 

Kevin:« Ahahahah!!! Ci sei cascato! Dovresti vedere la tua faccia! »

Simon:« Soul! Kevin! Ma vi sembrano scherzi da fare??? »

Soul:« Scusa, ma la tua faccia di prima era così figa che… ahahahah!!! »

Kevin:« Ahahahah!!! »

Simon:« Guarda un po’ che razza di amici mi sono andato a scegliere… imbecilli… »

Soul & Kevin:« Ehi! »

Simon:« Scherzavo io, stavolta! E le vostre facce non erano da meno! »

Lucy:« Uno più scemo dell’altro… »

 

 

 

Ciao a tutti! A dirla tutta sono stata molto indecisa se mettere o no questo episodio, che non ha vere e proprie attinenze con il resto della storia, ma poi mi sono detta: “Perché no?” XD

Sono molto felice del seguito che questa storia sta avendo, ma devo darvi una notizia un po’ triste… ci stiamo avvicinando sempre più al count down! Non so dirvi con precisione il numero dei capitoli, ma meno di una decina di sicuro! Però vi sto preparando una sorpresina…

 

A questo punto i canonici ringraziamenti a Torokothx3, Jan Itor 19, Mitzune_Chan e Sakurax16 per le recensioni!

 

Vi aspetto al prossimo capitolo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Ansia più o meno celata! Indovina o veggente? ***


Ansia più o meno celata

Ansia più o meno celata! Indovina o veggente?

 

Tsubaki si guardò intorno, lieta di poter riposare un po’ gli occhi da tutto quel giallo della sabbia che rendeva Patty tanto felice, ma che invece a lei iniziava a stufare. Di notte la sabbia non era più dorata, ma grigia, di un grigio perla riposante… quasi d’argento, sotto la luce della luna.

Argento come la polvere di Lucy…

… se solo avesse intuito prima cosa poteva passare per la sua testa… e per quella di Maka…

 

Anche Liz rifletteva, nel suo sacco a pelo. Pensava a Kevin, a quel ragazzo dai capelli ribelli almeno quanto il suo carattere, chiedendosi cosa poteva averlo spinto in quel mare di sabbia. Era preoccupata per lui, anche se non se ne spiegava il motivo, visto che sicuramente era più che in grado di badare a se stesso. Spostò il suo sguardo verso la sorella, che dormiva beatamente abbracciando una giraffa di peluche, poi s’appisolò anche lei.

 

Mentre Black Star sognava un tempio in suo onore e Kid parlottava nel sonno frasi sconnesse riguardanti la simmetria, solo una persona non era nel proprio sacco a pelo a dormire, una ragazza dai biondi capelli ricci che fissava la luna piena con la testa piena di pensieri.

Non gli piaceva la compagnia che le avevano affibbiato, assolutamente no. Uno più pazzo dell’altro, poco ma sicuro! Ma come faceva lui a sopportarli? D’accordo, lei non era mai riuscita a capire cosa esattamente gli passasse per la testa, ed era quasi sicura che per lui fosse lo stesso nei suoi confronti, ma a tutto c’era un limite!

Sospirò. Era preoccupata, niente da fare. Per quanto si sforzasse di fare finta di nulla, non riusciva ad attenuare l’ansia nei suoi confronti, anche se lei le aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene.

Sarà, ma allora perché aveva tanto insistito perché si recasse alla Shibusen a dare manforte a quegli scemi che l’accompagnavano?

Sarebbe riuscita a nascondere a loro, ma soprattutto a lui, l’ansia che l’opprimeva sotto il suo proverbiale brutto caratteraccio?

Perché di una cosa era certa: non si sarebbe mai abbassata ai loro livelli, fosse cascato il mondo!

 

 

 

« Grazie, Marie. »

L’insegnante non rispose, mentre posava sul tavolo la tazza di tè con la testa evidentemente da un’altra parte, e questo fece preoccupare non poco il Kishin, ormai avvezzo alla sua gentilezza e cortesia.

« Va tutto bene? »

La donna si sedette di fronte a lui:« Andrebbe bene se Soul, Simon, Kevin e Lucy fossero qui… »

« Capisco… »

« Tu li senti, vero? »

« Posso sentire solo Lucy, degli altri non so nulla… dopotutto, io l’arma che non ferisce… »

« … e non uccide, lo so! Comunque è già qualcosa! Cosa puoi dirmi su di lei? »

Il Kishin chiuse gli occhi, indicando una direzione.

« Si trova da quella parte, ma non so dirti a che distanza. »

Marie lo incalzò:« E poi? Come sta? »

« Fisicamente direi bene, forse ha un filo di nausea… sembra un pochino spaventata, ma anche molto eccitata dall’avventura che sta vivendo. E, anche se credo che non lo ammetterebbe mai, anche un po’ felice! »

« Come mai? »

« Dopo la brutta esperienza che le ho fatto fare temeva di non poter andare più in missione con Simon e Kevin… »

Marie continuò:« E dove sono? Cosa stanno facendo? »

Il Kishin sorrise comprensivo:« Marie, non sono un… come si chiama? Ah, sì! Un televisore! Adesso pretendi un po’ troppo, questo è il massimo che posso fare! »

La donna arrossì:« Capisco… scusami, è che sono un po’ in ansia per loro! Dopotutto sono i miei allievi! »

 

Il Kishin non rispose, ma da qualche tempo aveva cominciato a capire cosa provava Marie per i suoi allievi. Aveva iniziato a provare preoccupazione per Lucy non appena si erano staccati, un sensazione nuova e allo stesso tempo antica. Aveva pensato che fosse perché la ragazza custodiva un pezzo della sua anima e si era ripetuto fino alla nausea che un demone come lui poteva pensare solo egoisticamente a se stesso. Ma allora perché da qualche tempo iniziava a provare… simpatia anche per altre persone? Marie, prima di tutto, che si prendeva cura di lui, e poi anche Simon, Kevin, gli altri ragazzi della Shibusen e i bambini che giocavano in strada. Negli ultimi giorni si era sorpreso a desiderare di scendere in strada a giocare con loro, ma poi si era sempre fermato. A lui certe cose non erano concesse, non potevano essere concesse, anche se tutti erano molto buoni con lui.

Era un demone, non poteva, non doveva dimenticarlo mai. Mai.

 

Marie non si accorse delle riflessioni del Kishin e continuò come se nulla fosse:« Forse sarò anche una mammina troppo apprensiva… ma vorrei tanto sapere cosa li ha spinti a partire così, senza dire nulla a nessuno! »

Il Kishin rispose sovrappensiero:« Penso sia stato per una lettera della zia di Simon… »

« E sarebbero corsi tutti insieme a farle visita? »

« Eh? »

Dopo un attimo di perplessità, il demone scoppiò a ridere.

« Ma no! La zia di Simon è un indovina, almeno a quanto mi ha detto Lucy! Deve aver scritto loro qualcosa d’importante, visto che mi ha detto che non sbaglia mai… »

« Un’indovina? Una veggente, vorrai dire! »

Il Kishin la guardò perplesso:« E che differenza c’è? »

Marie s’illuminò:« C’è una differenza fondamentale! Come fai a non capire? Gli indovini sono per la maggior parte dei ciarlatani, che imbrogliano la gente con i tarocchi o cose simili, ma i veggenti no! Capisco i ragazzi, che non l’hanno ancora studiato, ma tu sei abbastanza adulto per… aspetta! Quanti anni fa ti hanno rinchiuso nell’anfora? »

« Circa una trentina, perché? »

Marie sorrise:« Ok, allora ha un senso, gli studi su questo argomento sono stati approfonditi e conclusi circa una ventina di anni fa… sai cosa sono le streghe, vero? »

Il Kishin sospirò rassegnato, sicuro che la professoressa volesse iniziargli una lezioncina:« Sono vecchio, ma non decrepito! Certo che so cosa sono le streghe, c’erano anche ai miei tempi! »

« E sai che la figlia di una strega diventa strega a sua volta, vero? »

L’uomo annuì.

« E se invece nasce un figlio maschio? Come Chrona? »

« Non ne ho la più pallida idea! Non mi sono mai interessato alla progenie stregonesca! Non che io ricordi, perlomeno! E perché, Chrona è un maschio? »

Marie ridacchiò:« Ma certo! »

Il Kishin fece finta di nulla. A lui non sembrava poi così scontato, non era proprio riuscito a identificare il sesso di quel… ragazzo, a quel punto. Ma decise di dissimulare il proprio imbarazzo.

« Ed è figlio di una strega? »

« Mai sentito parlare di una certa Medusa? »

Il Kishin scosse la testa:« No, ma non importa! Dicevi, a riguardo dei figli maschi delle streghe? »

« Non ereditano alcun potere, ma la magia rimane silente nei loro geni e la trasmettono i loro figli. Se entro tre generazioni non nasce una femmina, però, la magia s’indebolisce al punto che può manifestarsi anche in forme molto più blande e non necessariamente distruttive come invece i poteri di tutte le streghe… e può essere ereditata anche dai maschi! »

« Non sono sicuro di aver capito… »

« Ti faccio un esempio. Un amico di mio padre, per esempio, aveva come trisnonna una strega. Né il suo bisnonno, né il nonno, né il padre avevano manifestato alcun potere magico, invece lui scoprì casualmente di avere la capacità di teletrasportarsi. »

« Uao! Comodo! »

« Già! Sbatteva per terra i piedi tre volte e si rimaterializzava dove voleva! Figurati, si era messo a consegnare pizze a domicilio con il motto “pizze come appena uscite dal forno”… e in effetti era vero! »

Il Kishin scoppiò a ridere:« Complimenti per il senso degli affari! »

« Funzionò a meraviglia fino a quando la sua figlia minore non compì quindici anni. Un giorno lui sbatté i piedi per terra e non accadde nulla. Rimase un po’ sconvolto, poi scoprì che la figlia era riuscita a marinare la scuola e a rimaterializzarsi direttamente a casa! »

« Eh? »

« Già! Sembra che quando questi misteriosi poteri si trasmettono alla generazione successiva, la precedente li perda completamente. Uno solo in famiglia può averli, e la trasmissione è completamente casuale… ho sentito di famiglie che hanno trasmesso le loro capacità anche fra cugini di quinto grado! »

« Penso di aver capito, ma cosa c’entra tutto questo discorso con la zia di Simon? »

« Uno dei poteri più ambiti e prestigiosi è proprio quello della preveggenza… che io sappia esistono solo quattro veggenti in tutto il mondo! Non sapevo che uno di questi fosse parente di Simon… »

Il Kishin rifletté ad alta voce:« Quindi qualche bisnonna di Simon era una strega, se ho ben capito… »

« Probabilmente sì, a questo punto, anche se non so di quante generazioni sia necessario risalire per trovarla, potrebbe essere anche molto, molto antica. Quel che so è che ogni veggente ha un proprio modo di predire il futuro, diverso da tutti gli altri perché deriva dai poteri originari della strega in questione… »

Marie si alzò e prese le tazzine del tè, portandole in cucina per lavarle:« Certo però che in quella squadra hanno delle famiglie davvero particolari! »

Il Kishin si risollevò dai suoi pensieri:« Perché? C’è qualcosa che non va con le famiglie di Lucy e Kevin? »

Marie entrò in cucina e parlò al Kishin da lì, dandogli le spalle:« Come, non lo sai? Appartengono entrambi a un clan dato per estinto in circostanze misteriose, forse per una faida interna… non hai notato che entrambi si possono trasformare in polvere? Non è una cosa molto comune! Aspetta, com’è che si chiamava già? Mi pare fosse… Majikkudasuto, forse… se non ricordo male significa Polvere Incantata… comunque, erano due famiglie che si potevano trasformare una in sonnifero come Lucy e l’altra in veleno come Kevin! Poi però… scusa, ho lasciato lì i cucchiaini per lo zucchero? Kishin? Kishin? »

Non ottenendo risposta, Marie si asciugò le mani bagnate dal detersivo per i piatti e tornò in salotto, trovandolo vuoto.

« Ma cosa… Kishin, dove sei? »

La donna andò nel panico. Lord Shinigami gliel’aveva affidato e lei se l’era perso così?

Un soffio di vento freddo proveniente dalla finestra aperta la fece rabbrividire. Strano, non era chiusa, prima?

Forse era vero, era troppo svampita. Poco prima di chiuderla, infatti, avrebbe giurato di aver sentito una parola nell’aria, poco più che un sussurro.

 

Grazie …

 

 

 

Kevin sbadigliò rumorosamente. Avevano faticato a trovare un punto tranquillo in cui concedersi qualche ora di sonno. Gli altri erano riusciti ad addormentarsi, ma lui, che soffriva già d’insonnia normalmente, all’idea che qualcuno li potesse attaccare nel sonno era rimasto con gli occhi sbarrati per tutto il tempo.

Soul, Simon e Lucy, invece, erano abbastanza pimpanti.

« Ma perché non mi hai detto che non riuscivi a dormire? Ci avrei pensato io, no? »

« Meglio tenere il tuo sonnifero per esigenze più utili, Lucy… »

« La tua salute è un’esigenza utile, Kevin! »

Il ragazzo sospirò. Erano entrambi due testoni, era probabile che la discussione andasse avanti all’infinito se qualcuno non ci dava un taglio prima.

Simon e Soul continuavano a discutere di musica. Soul, però, non smetteva di guardarsi intorno con gli occhi di Maka, mentre Simon non faceva altro che sfregarsi gli occhi.

Lucy stava ancora rimproverando Kevin, quando una piastrella su cui aveva appena appoggiato il piede affondò leggermente e rimase lì.

« Oh oh… »

Tutto il gruppo si voltò. Una fiammata si levò dalle torce, alimentata da un filo di benzina rasente alle pareti e iniziò ad avanzare verso di loro.

« AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! »

I ragazzi iniziarono a correre disperati. Le fiamme si avvicinavano più velocemente di quanto riuscissero a scappare.

« Lucy, fra le tue trasformazioni non hai un idrante? »

« No, Soul! »

« Non voglio diventare una patata arrosto, è poco figo! »

Continuarono a correre e urlare ancora per un po’, almeno fino a quando non intravidero un bivio al fondo del corridoio.

« Oh no! Oh no! Oh no! E ora??? »

« Non lo so! »

Kevin cercò di mantenere il suo proverbiale sangue freddo e trovare una soluzione. I tunnel erano uguali, nessun segno di trappole o trucchi. Cinquanta per cento di probabilità di salvezza. O forse era solo un trucco e i tunnel si sarebbero ricongiunti poco dopo senza problemi. O magari erano entrambi una trappola. Non aveva indizi per appurarlo, anche se l’adrenalina l’aveva svegliato del tutto.

 

« A sinistra morte immediata… »

 

Eh?

Di nuovo?

Kevin voleva capire di chi fosse quella voce, quel sussurro, ma la fiammata alle sue spalle gli fece cambiare idea.

« TUTTI A DESTRA!!! »

Senza approfondire, tutti ubbidirono all’urlo di Kevin.

La fiammata si spense e tutti tirarono un sospiro di sollievo, mentre riprendevano fiato.

 

« A sinistra morte immediata, a destra la trappola è attivata. »

 

Kevin si voltò e questa volta vide chi li aveva guidati fino ad allora.

« Cosa… »

Non ebbe tempo di aggiungere altro o di avvertire i suoi compagni. Il pavimento sotto di loro si spalancò e tutti precipitarono nel buio.

Nella caduta attraversarono una nuvoletta di gas, che rese le palpebre di tutti molto pesanti.

Lucy commentò con voce impastata:« Sonnifero… »

Soul e Simon crollarono immediatamente, seguiti dalla ragazza. Kevin provò a resistere ancora un po’, ma la notte insonne non aiutò l’impresa.

Proprio ora che…

 

Buio.

 

 

Liz:« Ancora un giorno di cammino e ci siamo! »

???:« Finalmente! Siete proprio delle lumache, io ci sarei arrivata nella metà del tempo, senza di voi a rallentarmi… »

Black Star:« Tu! Osi accusare la sottoscritta divinità di rallentare il gruppo? »

???:« Tu più di tutti gli altri messi insieme! »

Black Star:« COSA??? VIENI QUA CHE LA SOTTOSCRITTA LUCE DIVINA T’INSEGNA DUE COSINE… »

Tsubaki:« Calmati! Ricordati chi è! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 25 capitolo: Stavolta so come devo comportarmi! Siamo vittime di nobili fregature?

 

Kid:« Una volta tanto sono d’accordo con Black Star… ti darei anch’io una simmetrica lezione, se solo tu non fossi… »

???:« Ma intanto lo sono, e quindi hai le mani legate, divinità dei miei stivali! »

Kid & Black Star:« LA UCCIDO!!! »

Liz:« Kid, calmati… sai chi è! Patty, dammi una mano a fermarlo! »

Patty:« Eheheh! »

Tsubaki:« Chissà se riusciremo a raggiungere gli altri o se qualcuno dovrà salvare noi… »

 

 

Ciao a tutti!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Abbiate pazienza, probabilmente sarà uno degli ultimi così corto, nei prossimi verranno scoperte tante di quelle cose che vi stuferete di leggere! Perciò non perdeteveli!

 

Ringrazio come sempre Tokorothx3, Mitzune_chan, Jan Itor 19 e Sakurax16 per le recensioni!

 

Cercherò di aggiornare il prima possibile, impegni estivi permettendo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Stavolta so come devo comportarmi! Siamo vittima di nobili fregature? ***


Stavolta so come devo comportarmi

Stavolta so come devo comportarmi! Siamo vittime di nobili fregature?

 

Una, due volte. Kevin continuava a sbattere le palpebre senza mettere a fuoco i pensieri.

 

C’era una caduta… Simon… Soul… un sonnifero… ma non Lucy… cosa…

 

Morfeo cercò di riprenderselo fra le sue accoglienti braccia, ma improvvisamente Kevin spalancò gli occhi, con ogni tassello dei suoi ricordi al suo posto.

Si guardò intorno. Era in una cella, una prigione dall’aria medievale. Aveva le braccia e le mani legate da qualcosa di metallico.

« Fantastico, pure i ceppi, ora… »

Vicino ai suoi piedi c’erano i suoi compagni ancora addormentati. Con un piccolo sforzo Kevin si avvicinò a Soul e Simon e cominciò a tirar loro piccoli calci per svegliarli.

« No, Blair, piantala, è poco figo fare le fusa a quest’ora… »

« Non so che ora sia, ma di sicuro quello che ti sto facendo non sono fusa, Soul… »

« Maka? Hai mal di gola? »

« Svegliati, cretino! Se ero Maka ti avrei già fatto un Maka-chop, non credi? »

Soul aprì un occhio.

« Cosa… »

« Ben svegliato! Il sole è alto, gli uccellini cinguettano, siamo rinchiusi in una prigione con dei ceppi alle braccia… preferisci tè o cappuccino per colazione? »

Soul spalancò gli occhi, afferrando il vero significato della parole dell’amico.

« Kevin! »

« Alleluia! Ma quanto sonnifero ti sei sniffato per ridurti così? »

Soul si mise a sedere:« Siamo legati! Aspetta, ora mi trasformo in falce e… »

« È inutile, Soul! Non credi che altrimenti l’avrei fatto anch’io? Guarda un po’ cosa ci hanno messo al collo… »

Soul abbassò lo sguardo e vide una grossa collana con quello che sembrava un rubino dalla forma romboidale.

« Cos’è? »

« Una collana che serve per bloccare i poteri delle armi, me l’hanno messa anche alla Shibusen durante l’esperimento per i livelli… e guardati un po’ intorno! »

Soul vide solo la prigione in cui erano rinchiusi e Simon e Lucy ancora addormentati.

Kevin continuò:« L’abbiamo solo io, te e Lucy, Simon no… perciò significa che sanno chi siamo! Altrimenti per sicurezza l’avrebbero messa anche a lui, non credi? »

« Situazione poco figa… »

« Già… »

Kevin iniziò a tirare calci anche a Simon.

« Lucy… già ora di colazione? »

Il ragazzo dai capelli rossi sospirò levando gli occhi al cielo:« E due! Buongiorno, Simon, il sole è alto, gli uccellini cinguettano, siamo rinchiusi in una prigione con dei ceppi alle braccia… preferisci tè o cappuccino per colazione? »

« COSA??? »

Simon scattò a sedere.

Soul ridacchiò e Kevin commentò:« Giuro che se anche Lucy mi fa questa scenata questa battuta la registro, sono un po’ stufo di ripeterla… »

Simon si svegliò del tutto:« Ma come diavolo ci siamo finiti in questa situazione? »

« Dopo una caduta poco figa in seguito ad una ancor meno figa fuga da un muro di fiamme. »

Simon rispose:« Le fiamme me le ricordo, ma la caduta no… forse ho sbattuto la testa, me la sento un po’ pesante… »

« È l’effetto del sonnifero. »

« Sonnifero? Quale sonnifero? »

Soul lo guardò sorpreso:« Non ricordi nemmeno la nuvola di sonnifero mentre eravamo in caduta libera? »

Simon lo guardò come gli avesse detto che li avevano rapiti gli alieni:« No… dovrei? »

Kevin lo fissò negli occhi con l’aria più seria che Simon gli avesse mai visto:« Non importa, Simon, ma ora ascoltami bene: come usciamo da qui? »

« E io che ne so? »

« Ha ragione, Kevin! Perché lo chiedi proprio a lui? »

« Perché è stato lui, Soul, a darci le indicazioni che ci hanno salvato finora… »

Soul e Simon gridarono in coro:« COSA??? »

Kevin fissò il compagno con aria serissima:« Il mattone per attivare nuovamente la trappola, il tunnel giusto da imboccare… quando eravamo più in difficoltà c’era sempre una voce a guidarci, una voce alla quale sembrava che prestassi attenzione solo io… Lucy era sempre troppo agitata, Soul troppo lontano… ma tu, Simon? »

« Io non so proprio di cosa stai parlando! »

« Non sai… o non ricordi? »

Simon continuò a guardarlo sempre più confuso.

« Soul, ricordi tutto di quello che è avvenuto finora? »

« Certo, sarebbe poco figo da parte mia non farlo! »

« E anch’io… tu, Simon, sei l’unico ad aver scordato dei pezzi… e ricordi la lettera di tua zia? “Nei bivi, nei dubbi, qualcuno la via saprà, chi la vista segreta custodire dovrà; la direzione indicata è quella corretta fidatevi di chi non ricorda di averla detta.” »

« Ma io non ho viste segrete! »

Kevin stava per aggiungere qualcosa, quando dei passi nel corridoio annunciarono l’arrivo di qualcuno e si zittì.

Quattro uomini aprirono la porta.

« Il padrone vi vuole. »

Soul sussurrò:« Uova di kishin, tutti e quattro… »

Kevin gli rispose:« Direi che è il momento della resa dei conti… »

Uno degli uomini tirò un calcio a Lucy:« E questa, dorme ancora? »

Kevin si morse un labbro. Preso dal discorso con Simon si era dimenticato di svegliarla!

Simon si alzò faticosamente in piedi:« Lasciala stare! »

L’uomo la caricò sulle spalle come un sacco di patate:« Altrimenti che mi fai, legato così? »

« Brutto… »

Kevin intervenì:« Non è il caso di scaldarsi così! Se ci lasci un minuto per svegliarla, ti seguirà con le sue gambe come tutti noi… così ti risparmierai la fatica! »

L’uomo annuì:« Sta bene, ma in fretta! »

Gettò nuovamente a terra Lucy. Simon stava di nuovo per dire qualcosa, ma Kevin lo bloccò.

« Svegliala nel modo più delicato possibile. E soprattutto stai calmo. »

Simon lo guardò sorpreso. Di solito trattava in quel modo gente molto impulsiva, tipo Black Star, per intendersi, ma con lui non si era mai comportato così. Cos’era cambiato? Che c’entrasse il discorso che stavano facendo fino a poco prima?

Non aveva il tempo di appurarlo, purtroppo, quindi si limitò a svegliare Lucy.

« Cosa… »

« Lucy, mettiti subito in piedi, per favore. Siamo stati catturati e il loro capo ci vuole vedere, a quanto pare… »

« Cosa? »

« Quello che ti ho detto. E siamo anche legati e nessuno di voi può trasformarsi. »

« Diretto e sintetico come sempre, Simon! C’è ancora qualcosa che dovrei sapere? »

Simon la guardò, indeciso se riferirle o no il discorso di poco prima, ma le occhiatacce dei loro carcerieri lo convinsero di no.

« Buongiorno, Lucy! Mi ero dimenticato di augurartelo! »

La ragazza sorrise un po’ tristemente e si apprestò a seguire il gruppo nello stretto e umido corridoio fuori dalla loro cella.

 

 

« Benvenuti, miei cari ospiti! »

Soul, Simon, Lucy e Kevin entrarono in una sala riccamente decorata. Tappeti rossi, dello stesso colore del divanetto alla loro sinistra, guidavano a un’enorme scrivania riccamente decorata e piena di curiosi oggetti dall’aria antica, mentre le gigantesche finestre che mostravano il panorama desertico illuminavano abbondantemente un arazzo posto dietro il ricco tavolo, la sontuosa poltrona, le sedie imbottite color porpora e un grosso pianoforte a coda bianco sulla loro destra.

A Soul non sfuggì l’unico oggetto colorato e apparentemente fuori luogo sulla scrivania.

Un cubo di Rubik.

Proprio come aveva detto Maka.

Kevin ironizzò:« Il trattamento non era proprio da hotel a cinque stelle… »

Simon aggiunse:« Già, poco degno di un Lord quale è lei… »

Soul, Lucy e Kevin si voltarono verso di lui stupiti:« Lo conosci? »

« Assolutamente no, ma posso ricavare qualche dato su di lui dallo stemma alle sue spalle… mi è toccato studiare qualcosa di araldica, prima di entrare alla Shibusen… »

Il Lord applaudì:« Degno di un Onpu quale è lei, Simon… e dunque, mi dica, cosa può dedurre dal mio stemma? »

Simon si morse un labbro. Sapeva già un po’ troppe cose su di lui e la cosa non gli piaceva, ma cercò di fare buon viso a cattivo gioco rispolverando quelle conoscenze che aveva cercato disperatamente di dimenticare. Come gli diceva spesso la zia, impara l’arte e mettila da parte.

« Dunque, dalla forma dello stemma lei è un Lord, la sua famiglia ha questo titolo da… quindici generazioni, e… »

Il volto di Simon sbiancò, mentre il Lord sorrise malignamente.

« Te ne sei accorto, dunque… »

« Un intoccabile… »

Soul si preoccupò:« Cosa significa, Simon? »

« Fa parte della feccia dei nobili, i cosiddetti “rinnegati”… »

Kevin lo incalzò:« Spiegati meglio, noi non capiamo niente di famiglie nobiliari! »

« I titoli nobiliari di solito sono stati assegnati da Lord Shinigami o dai suoi predecessori, come quello della famiglia Onpu… ma alcuni hanno deciso di allontanarsi e di allearsi con il Principato di Nisty… te lo ricordi quel Principato, Lucy? »

La ragazza annuì e Simon continuò.

« Per di più alcuni di questi “nuovi nobili” hanno il titolo di intoccabili, come lui… e questo è un guaio! »

« Perché? »

« Basta una loro denuncia al Principato e ti ritrovi contro tutti i peggiori mascalzoni di Nisty… in teoria, se li sfiori senza la loro autorizzazione puoi già considerarti sulla lista dei ricercati del Principato… »

Lucy deglutì. Se li ricordava bene i “pacifici” abitanti di Nisty!

Il cervello di Kevin iniziò a lavorare a velocità doppia. Come potevano fermarlo senza poteri e senza nemmeno poterlo toccare?

Il Lord sorrise:« Bene, direi che ha fatto i compiti a casa, Simon! Mi permetto di tralasciare il titolo nobiliare perché so che a lei non fa piacere, se non sbaglio… »

Soul commentò:« Ci conosce bene, direi… »

Il Lord si versò un bicchiere di brandy:« Già, proprio così… Soul Eater Evans, appartenente a una famosa famiglia di musicisti benestanti… avete dei modi di fare da nobili, ma siete solo degli arricchiti, ed è una cosa che non sopporto molto… »

« Neanche a me piace come si comportano i miei… »

L’uomo iniziò a sorseggiarlo con calma:« Lo so, non dichiari mai il cognome della tua famiglia… sei un plebeo che sa tenere la testa a posto, chinando il capo a chi lo è veramente… lo apprezzo, sai? »

Non era vero, Soul non stava tenendo la testa bassa per rispetto. Senza le lenti a contatto rosse, temeva che il loro avversario scoprisse dove erano finiti i verdi occhi di Maka. Per il momento, dunque, gli andava bene così e non reagì.

Il Lord ripose le sue attenzioni agli ultimi due rimasti:« E poi ci siete voi, Kevin Akai e Lucy Gin, gli ultimi esponenti dei Majikkudasuto! Famiglia molto interessante, la vostra, l’ho studiata a lungo… »

Lucy intervenne:« Studiata? »

« Già, io sono uno scienziato… nonostante qualche collega, come il vostro professor Stain, mi definisca un po’… pazzo! Ma non so quanto valore abbia detto da uno come lui, non credete? Durante l’ascesa dell’ultimo kishin, se non sbaglio è stato contagiato dalla follia almeno due volte… povero, debole sciocco, cosa pensa di scoprire dissezionando tutti quei cadaveri? Sono i vivi a poter dare le risposte sulle domande ultime dell’universo! »

A nessuno dei ragazzi piaceva quel discorso, proprio per niente.

L’uomo si sedette alla scrivania, facendo segno ai ragazzi di sedersi per terra, sul tappeto vicino alla finestra di sinistra. Ubbidirono, anche perché era lui ad avere il coltello dalla parte del manico.

Con la coda dell’occhio Kevin notò che i loro bagagli erano stati ammucchiati nello stesso angolo e con una gomitata lo fece notare anche a Simon.

Il maestro d’armi gli sussurrò all’orecchio:« Riesci ad avvicinarmi il mio violino senza farti notare? »

« Simon! Ma ti pare il momento di… »

« Fidati di me! »

Kevin lo fissò a lungo, poi annuì e cercò di fare quanto Simon gli aveva chiesto.

« Bene, ragazzi, ora vi mostrerò i risultati del mio ultimo studio… Lucy Gin! Alzati e vieni qui di fronte a me! »

La ragazza esitò, ma tutti e tre i ragazzi annuirono e lei ubbidì.

« Brava ragazza… e ora vedrai cosa significa essere un vero scienziato! »

Il Lord afferrò il suo cubo e Soul trasalì. Quali erano i nomi che gli aveva detto Maka?

Il Kishin, Lord Shinigami, Kid, Kevin e… Lucy!

L’uomo non staccò gli occhi dalla ragazza e iniziò ad armeggiare con il cubo ad una velocità incredibile.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

Lucy deglutì. Quel rumore le stava mettendo l’ansia. Anche perché più li guardava, più si rendeva conto che quell’uomo e quel posto avevano per lei un’aria leggermente familiare, anche se non ben definita… dove poteva averlo visto? Non sapeva rispondersi, ma era sicura che non si trattasse di un ricordo particolarmente piacevole.

Il Lord sembrava soddisfatto, come se avesse il mondo in pugno, ma dopo più di due minuti che armeggiava con quel gioco, iniziò a sudare e ad agitarsi.

« Ma cosa… »

 

 

 

Un ombra scura si aggirava agitata per le strade di Death City.

« Piantala di piagnucolare e sii uomo una volta tanto! Sei troppo una femminuccia, già quei capelli ingannano, se non migliori un po’ nessuno crederà che sei un maschio! »

« Ma… io… non so come comportarmi, in questi casi, Ragnarok! »

« Tu non sai mai come comportarti, Chrona! O migliori o ti metto un alveare nell’accappatoio la prossima volta che esci dalla doccia! »

« No, l’alveare no! Non… so come comportarmi con le api! »

I due girarono l’angolo senza smettere di discutere, senza accorgersi quindi di una persona su cui andarono a sbattere, buttandola a terra.

« MA BRUTTO DEFICIENTE, GUARDA DOVE METTI I PIEDI, SACCO DI… »

Chrona guardò sconvolto Maka mentre lo insultava abbastanza pesantemente. Lei alzò lo sguardo e si zittì.

« Ops, scusa… Chrona! »

« M…Maka? S…stai bene? »

La ragazza si rialzò velocemente:« Sì, sì, non mi sono fatta nulla, assolutamente nulla! »

Chrona arrossì:« N… non parlavo di… della caduta… »

« Ah… ah, , sì, scusa, ma sono un po’ nervosa per la scomparsa di Soul e degli altri, sai com’è… e quello stupido di Lord Shinigami non mi lascia andare a cercarli, che idiota… »

Il ragazzo dai capelli rosa strinse gli occhi a fessura:« Maka? »

« Sì? »

Chrona continuò a fissarla. Stese un braccio e allargò la mano.

« Ragnarok! »

« Cosa? Finalmente, hai deciso di comportarti da uomo? Le donne si prendono con la forza, bravo! Non vedevo l’ora di combattere! »

La spada nera si materializzò nella sua mano.

« N…no, Ragnarok, cosa dici? »

« E allora perché… »

Chrona lo ignorò e rivolse la sua attenzione alla ragazza:« Tu non sei Maka. »

La ragazza rimase sorpresa per un attimo, poi sorrise in un modo in cui la vera Maka non aveva mai osato, nemmeno sotto l’effetto del sangue nero:« Ma che bravo bambino! Ci sei arrivato da solo o ha dovuto suggerirtelo la macchietta che hai in spalla? »

Ragnarok protestò:« Ehi, la mocciosa mi sta insultando! Diamole una lezione, Chrona! »

La ragazza sorrise:« Alt! Anche se hai scoperto che io non sono la vera Maka, c’è una cosa che non sai… questo è  il corpo di Maka! Diciamo che gliel’ho preso in prestito… sai cosa significa? Che qualunque ferita le infliggerai le rimarrà anche se e quando tornerà… sei sempre dello stesso parere, ragazzino? »

La falsa Maka avanzò verso di lui, sempre più vicina, con aria suadente e afferrandogli il mento con un modo di fare da vera seduttrice affermata:« Non sai come comportarti, vero? Come sempre, del resto… e se invece lasciassi fare a me? »

Si sarebbe aspettata che quel ragazzino pallido e molle come una mozzarella arrossisse, si divincolasse, iniziasse a fare scenate imbarazzate… e invece rimase a guardarla, indifferente.

« S… sbagli! »

La ragazza lo guardò sorpresa.

« Stavolta so come comportarmi. »

Con un abile movimento di polso, Chrona le ferì la mano che gli teneva il mento, liberandosi dalla presa. La ragazza si ritrasse, sorpresa dalla mossa e dal fatto che Chrona non avesse più balbettato.

« AHI! Ma cosa… sei sordo? Non hai sentito quel che ho detto, ragazzino? »

Il ragazzo la guardò con aria seria, la spada orizzontale, pronta a colpire.

« Smettila di chiamarmi ragazzino. Io sono Chrona, lo spadaccino demoniaco… e ti colpirò per impedirti di fuggire. Se fosse qui Maka mi avrebbe detto di non farmi scrupoli… »

Ragnarok esultò:« Così ti voglio, Chrona! Facciamola nera! »

La falsa Maka si riprese dalla sorpresa:« Come vuoi… ma ti pentirai di aver scelto di combattere! Sono un’arma e sono molto più esperta di te… »

Il corpo di Maka si ricoprì di tasselli colorati. Sotto ognuno era celata una trappola mortale, ma Chrona non ne fu per nulla impressionato. Quando era quasi diventato un kishin ne aveva viste di tutti i colori che una stranezza in più non lo colpì più di tanto. Doveva combattere e tanto gli bastava.

« Ragnarok… grida! »

Un strillo insopportabile si diffuse per le strade di Death City, intontendo l’avversaria e attirando l’attenzione della gente e dei professori della Shibusen, compreso uno che, con aria sconvolta, in quel momento si stava stropicciando gli occhi dall’incredulità più e più volte  per quello che stava vedendo nel suo fedele microscopio mentre analizzava il sangue del Kishin.

Fra non molto tutti sarebbero accorsi e avrebbero visto la verità, Chrona lo sapeva bene. Doveva solo trattenerla fino ad allora.

« E ora cominciamo la battaglia… »

 

 

« Cosa… perché ragazzina? Perché mi resisti? »

Lucy guardò il Lord perplessa. Lei non stava facendo assolutamente nulla!

« Guardandoti dovrei poter completare la faccia del cubo della tua anima senza alcuna difficoltà… e allora perché ogni volta che sto quasi per completare la parte d’argento intervengono dei tasselli del secondo Kishin? Sembra quasi che un pezzo della tua anima non sia qui… »

Kevin e Simon si guardarono. Senza saperlo il misterioso Lord aveva azzeccato la soluzione del mistero. Teoricamente il Kishin custodiva ancora un frammento dell’anima di Lucy, come lei ne custodiva un pezzo della sua… impossibile capirlo, senza gli occhi di Maka! E Soul, saggiamente, continuava a tenere gli occhi bassi.

Il Lord sbuffò:« E come se non bastasse, la mia arma sembra essere troppo impegnata per rispondere ai miei richiami… »

Lucy ringraziò silenziosamente chiunque stesse creando quel fortuito diversivo.

« Non ha importanza, il tempo non mi manca… Simon! Ho sentito parlare delle sue abilità di violinista… perché non viene a darmi una dimostrazione? »

Kevin e Simon impallidirono. Il ragazzo dai capelli rossi era quasi riuscito a prendere il violino, se in quel momento Simon si fosse alzato avrebbe mandato all’aria il piano!

« Meglio di no, signore. Simon è agitato in questo momento e se gli tremano le mani rischia di steccare. Se permette suonerò io per lei, approfittando del bel pianoforte che vedo in questa magnifica sala… »

Il Lord rise:« Ma come, proprio tu? Soul Eater Evans, che non suona nemmeno sotto tortura, che mi offre spontaneamente una melodia? »

Soul sorrise:« So essere ragionevole, se la situazione lo richiede… e ho maggiore sangue freddo del mio amico… »

« Va bene, allora! Liberatelo, tanto con la collana al collo non potrà fare brutti scherzi! »

Un uovo di kishin lo liberò e Soul, massaggiandosi i polsi, si alzò in piedi avvicinandosi al pianoforte. Non aveva capito cosa avessero in mente Simon e Kevin, ma se era di un diversivo che avevano bisogno, gliel’avrebbe dato!

Dopo essersi stirato un po’, il ragazzo dai capelli albini si sedette al piano. Ora che dava le spalle al Lord non era più necessario che tenesse gli occhi bassi, ma per essere sicuro chiuse gli occhi. Non ne aveva bisogno per suonare.

Mentre sia il Lord che Lucy si lasciavano rapire dalla melodia, Kevin riuscì con un piccolo calcio ad avvicinare a Simon il suo violino. Il musicista riuscì a far scattare la custodia e a prendere qualcosa al suo interno. Pregò che l’incantesimo non fosse stato fatto solo allo strumento in sé, ma anche all’archetto. Lo strinse forte e chiuse gli occhi, in una muta preghiera.

 

Affilato, per favore, diventa affilato

 

Simon provò a segare lentamente il ceppo e vide che funzionava. Ringraziando la zia per il magnifico dono che tanti anni prima gli aveva fatto, si mise all’opera per liberare sia lui che l’amico.

Kevin si accorse di quello che Simon stava combinando e gioì del colpo di genio del compagno:« Bravo Simon! »

Simon gli rispose con lo stesso sussurro appena udibile dall’orecchio umano:« Grazie! »

« C’è una cosa che prima dovevo dirti… penso che sia importante… »

Simon continuò a segare senza rispondere.

« Sai perché sono tanto sicuro che sia stato tu a suggerirci cosa fare? »

Il violinista scosse la testa.

« Perché prima di cadere in trappola, quando ti ho visto parlare… avevi qualcosa di strano, non sembravi neanche in te, eri quasi in trance! »

« Cosa intendi dire? »

« Ho visto il colore dei tuoi occhi, Simon. Erano d’oro… »

« Cosa? »

Kevin si morse un labbro. Dalla sorpresa Simon aveva lasciato cadere  per terra l’archetto, che ora aveva lo stesso peso e consistenza di un seghetto di ferro. Il ragazzo dai capelli rossi ringraziò il cielo per la presenza dello spesso tappeto rosso che ne aveva attutito la caduta senza far rumore.

Simon riprese immediatamente l’archetto e ricominciò il suo lavoro:« Ne sei sicuro, Kevin? Davvero sicuro? Al mille per mille? »

« Ma che diamine! Certo che ne sono sicuro, Simon! Altrimenti non te lo starei qui a dire! Perché, tu sai cosa significa? »

« Forse, non ne sono sicuro… »

Invece Simon sapeva che poteva significare solo una cosa, per quanto assurda, per quanto gli sembrasse praticamente impossibile. E, se aveva ragione, forse la lettera della zia assumeva tutto un altro significato…

A quel punto era fondamentale, vitale, che ricordasse le esatte parole di quel momento…

 

Un tonfo lo distrasse dai suoi pensieri, ma non dal suo lavoro.

Un uovo di kishin di guardia era stramazzato al suolo e dopo di lui, uno alla volta, tutti gli altri. Non erano morti, ne era sicuro, perché poteva udire distintamente il più vicino a lui russare. Simon alzò istintivamente lo sguardo verso Lucy, ma notò subito che era ancora ferma in piedi, davanti alla scrivania, con il rubino al collo.

Se non era stata lei, allora chi…

 

Il Lord s’alzò in piedi:« Chi osa… »

Una finestra si spalancò e, lentamente, come tante altre volte Kevin, Simon e Soul avevano visto, una polvere argentea si ricompattò fino a formare una figura umana. L’ultima figura umana che si sarebbero mai aspettati di vedere.

 

 

« Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »

 

 

Falsa Maka:« Ti pentirai di non esserti arreso a me quando me hai avuto la possibilità! »

Chrona:« Mi spiace, ma sei troppo colorata per i miei gusti… »

Ragnarok:« E troppo piatta per i miei! »

Chrona:« R…Ragnarok! C…cosa dici? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 26 capitolo: Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni disgrazia?

 

Chrona:« S… se dici certe… poi… poi non so più come comportarmi… »

Falsa Maka:« Patetico… non ti fai mettere sotto da me, ma basta una parola della tua arma per ridurti a un docile agnellino? »

Spirit:« Chrona, cosa succede? OH CAVOLO, MAKA!!! Te ne hanno fatte davvero di tutti i colori!!! »

Falsa Maka:« … dopo una battuta del genere mi chiedo davvero come abbiano fatto idioti come questi a diventare professori alla Shibusen… »

 

 

 

Ciao a tutti! Considerate questo lungo capitolo come un regalino di Ferragosto, sono in montagna con una chiavetta internet e vi assicuro che avere la connessione per un tempo abbastanza lungo da poterlo pubblicare è un piccolo miracolo!

Se accettate un consiglio, non prendete come oro colato tutto quello che potete aver visto accennato in questo capitolo, e non perdetevi il prossimo. Se qui avete solo dei sospetti, nel prossimo avrete risposte, finalmente, a gran parte delle domande. Perché, sì, ci stiamo avviando alla conclusione. Quattro capitoli e questa lunga storia si sarà conclusa. Ma ho ancora una sorpresa in serbo per voi, non temete!

 

Devo dunque ringraziare chi mi ha commentato lo scorso capitolo, ovvero fenris, un nuovo recensore (benvenutissimo ancora!), Mitzune_chan, Tokorothx3, Jan Itor 19 e Sakurax16.

 

Avviso anche, chi fosse interessato, che comincerò ad alternare a questa storia un crossover fra due fumetti italiani Disney, PKNA (PaperiniK New Adventure) e MMMM (Mickey Mouse Mistery Magazine). Una nuova pazzia, lo so…

 

Che altro dire? Buon Ferragosto a tutti!!!

A presto!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni disgrazia? ***


Il nome ritrovato

Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni disgrazia?

 

« Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »

 

Tutti guardarono sconvolti il Kishin apparso improvvisamente.

Il Kishin continuò, fissando negli occhi il Lord:« Te lo ricordi ancora… Sarktos? »

Dopo qualche secondo di evidente sorpresa, il nobile di Nisty si riprese, con un finto sorriso di cortesia:« Certo, piuttosto mi sorprende che te lo possa ricordare tu, James… »

Lucy e tutti gli studenti presenti trattennero il fiato.

Si conoscevano? E il nome del Kishin era dunque…

« Non mi sono mai scordato di te, scienziato maledetto, topo di fogna con un titolo nobiliare… »

Sarktos si accomodò, sistemandosi i capelli neri legati in una coda:« Ehi, ehi, ehi! Cosa sono questi paroloni? Una volta ti rivolgevi a me dandomi del voi… »

« Una volta non mi avevi ancora fatto quello che poi mi hai combinato… »

Il nobile sorrise mellifluo:« Sei tu che ti sei offerto di diventare la mia arma… »

Lucy sbarrò gli occhi. Ecco dove aveva visto quella stanza, ecco perché dopotutto quell’uomo gli era familiare!

« Esatto, Lucy, era lui l’uomo che stavo cercando, quello che hai visto nei tuoi sogni… sei stata brava, hai mantenuto la parola, mi hai restituito un nome… e la possibilità di vendicarmi… »

Sarktos lo interruppe:« Vendicarti? Tu? Un Kishin? »

James sbatté i pugni sulla scrivania:« SEI TU CHE MI HAI RESO UN KISHIN!!! PER I TUOI FOLLI ESPERIMENTI SULLA VITA E SULLA MORTE!!! PER TE NON SONO STATO ALTRO CHE UN TOPOLINO DA LABORATORIO!!! »

Il Lord si esibì in una piccola sfilata:« Sì, è vero… ma hai visto i risultati? Dimmi sinceramente, me li daresti i miei novantotto anni? »

Lucy, Simon, Kevin e Soul si guardarono sconvolti. Com’era possibile che quel Sarktos fosse davvero quasi centenario? Sì e no gli avrebbero dato una trentina d’anni!

« Non me ne importa nulla… »

« Ma anche tu ne hai beneficiato! Guardati, sembri un quarantenne un po’ stempiato, e invece dovresti avere… quasi settant’anni, se non sbaglio! »

Il Kishin strinse gli occhi a fessura:« Non me ne importa niente. Non me n'è mai importato nulla di queste cose… io volevo solo un po’ di rispetto da parte della mio clan… e un lavoro per mantenere la mia famiglia! Nulla di più. tu invece hai deciso di dedicare la tua esistenza alla ricerca della vita eterna e dell’eterna giovinezza… »

« Esatto. Un novello Nicolas Flamel, se così mi si può definire… e i più vicini a questo magnifico risultato sono proprio i kishin! Guardate Ashura! Aveva almeno un paio di secoli e non li mostrava assolutamente! Così ho deciso di provare a creare passo passo un kishin, analizzarlo in tutte le sue fasi di crescita per capire il loro segreto… e tu sei la mia creazione, James! Hai aiutato il migliore scienziato del mondo a realizzare il sogno dell’umanità, non ne sei orgoglioso? »

Il Kishin si piantò le unghie nel pugno:« Orgoglioso? ORGOGLIOSO??? Pensi che possa essere orgoglioso di essermi lasciato imbrogliare da uno stupidissimo paio di occhialini con le lenti colorate??? »

« I trucchi semplici sono sempre i migliori! Con quelli hai creduto di stare mangiando un anima rossa, da uovo di kishin… e invece era azzurra! E la fame ha fatto il resto… »

Lucy si morse un labbro. Finalmente aveva capito cosa intendesse il Kishin quando aveva provato a traviare anche lei, sui rimorsi e sulla fame irrefrenabile, nonostante i sensi di colpa

Sarktos continuò:« E quando la follia ti ha reso cieco, ho voluto fare semplicemente la prova del nove… »

« Prova del nove? PROVA DEL NOVE??? »

Il Kishin lo afferrò per il bavero della giacca.

« Uccidere tutto il tuo clan ti sembra la prova del nove? »

Sarktos sorrise:« Sì. »

Con una forza insospettabile, si liberò dalla presa, si risedette e continuò a parlare.

« Ma dopotutto, qual’era il problema? Me l’hai detto tu stesso che non sopportavi i tuoi familiari, perché tutti, anche quelli della famiglia Gin, avevano trovato il modo di poter uccidere i loro avversari, tramite varie combinazioni genetiche… eri rimasto solo tu, il povero, piccolo James, a essere un purosangue, senza nessun’altra possibilità oltre quell’inutile sonnifero… hai sposato un’arma con varie trasformazioni per dare a tuo figlio i poteri che tu non avevi, ma fino a quando non sarebbe stato abbastanza grande per poter dare la caccia ai kishin dovevi essere tu a mantenere la famiglia. Però a causa  dei tuoi poteri limitati nessuno ti voleva… nessuno tranne me! Dovresti essermi grato, per questo! »

Il Kishin lo fissò con uno sguardo di puro odio:« Avresti dovuto darmi di che far vivere la mia famiglia… e invece qual è stato il risultato? »

Sarktos si alzò in piedi, esaltato:« Il risultato è stato una grandiosa battaglia! Forse non lo sai, ma è riportata sui libri di storia! Certo, dicono che è stata una faida interna, in un certo senso hanno anche ragione, però… ragazzi, che spettacolo! Bisognava esserci, le parole non bastano per descrivere quel magnifico turbinio d’argento e rosso che irradiava il cielo…  »

« … senza che nessuno sospettasse che in mezzo a tutto quell’inferno c’era un uomo senza più coscienza di sé, annientato dalla follia dei kishin e da quella maledetta droga che tu mi davi di nascosto, che uccideva tutto il suo clan, da solo… »

« Droga? Definisci così la mia follia sintetica? Quello è un capolavoro di chimica e… »

James sbatté di nuovo un pugno sul tavolo:« QUELLA ROBA MI HA FATTO UCCIDERE LA DONNA CHE AMAVO CON LE MIE STESSE MANI!!! MI HA FATTO PROVARE PIACERE NEL FARLO… e disperazione, una volta tornato in me… degli altri non so cosa ne abbia fatto, le sensazioni e i ricordi sono troppo confusi… in quel genocidio dev’esserci stato anche mio figlio… »

Sarktos sospirò:« Eri meno folle di quanto pensi, James… »

« Cosa intendi dire? »

« Che non hai compiuto il tuo dovere fino in fondo. Sei il solito ingenuo di sempre… ragiona, stupido, o non vorrai dirmi che non conosci i cognomi di questi due mocciosi? »

Il Kishin si fermò, assorto nei suoi pensieri. Da quando aveva recuperato la memoria non ci aveva ancora pensato… in effetti, quando aveva cercato di corrompere Lucy, lei si era trasformata in…

Accecato dalla follia, convinto che si trattasse solo di ricordi di vecchie sensazioni, non ci aveva quasi fatto caso, l’aveva guidata in modo naturale, con le parole giuste… come se…

Si voltò verso la ragazza che lo fissava allibita.

« Esatto, James… hai lasciato che tuo figlio e il suo amico potessero scappare… se non l’avessi ancora capito, ti presento Kevin, il figlio di Roger Akai, il migliore amico di tuo figlio, e Lucy Gin… tua nipote! »

 

James guardò la ragazza come se la vedesse per la prima volta. Ora che la guardava meglio, con nuovo sguardo, non più accecato dalla follia, dalla confusione, o dal timore, sapendo esattamente cosa cercare, poteva rivedere in lei gli occhi della sua adorata moglie, il sorriso sincero del suo bambino e quei capelli neri, tanto simili ai suoi…

 

« Quindi io… sarei nonno? »

Tutti i ragazzi si scambiarono sguardi allibiti dalle miriadi di rivelazioni che stavano ricevendo tutte in una volta, ma Sarktos rispose alla domanda del Kishin prima che Lucy potesse dire qualsiasi cosa:« Non ho mai perso di vista i superstiti dei Majikkudasuto… se t’interessa, il tuo adorato figliolo si è sposato felicemente con una bella signorina che poteva trasformarsi in una falce e in un boomerang, e dopo tre anni di matrimonio hanno avuto una bella bambina. Nello stesso anno anche Roger Akai e la sua mogliettina che si trasformava in disco hanno avuto un figlio… penso che da piccolissimi vi siate anche incontrati, voi due, le vostre famiglie erano in stretto contatto… »

Kevin e Lucy si guardarono:« Davvero? »

« Già, ma i discendenti dei Majikkudasuto stavano diventando davvero troppo potenti di generazione in generazione… e così ho pensato bene di concludere il lavoro che questo imbranato aveva lasciato in sospeso… »

Lucy impiegò parecchi secondi a capire il vero significato di quelle parole.

« Hai mandato tu quell’uovo di kishin a uccidere i miei genitori!!!! E hai cercato di uccidere anche me!!! È colpa tua se nessuno mi ha mai voluta, se sono rimasta orfana così piccola, se per anni ho avuto paura di uscire di casa, di rivedere quel mostro… »

Il volto di James assunse un colorito sempre più paonazzo per la furia che agitava ogni battito del suo cuore:« NON SOLO ME, DUNQUE!!! HAI CONTINUATO A GIOCARE CON LA MIA FAMIGLIA ANCHE IN MIA ASSENZA!!! »

Sarktos sorrise:« Che ci vuoi fare, siete così interessanti voi Majikkudasuto, così ingenui… »

Il Kishin sibilò, livido di rabbia:« E poi il demone sarei io… »

Kevin sussurrò:« E quindi anche Blaze… »

« Uno dei miei adepti più giovani. Non sapeva nulla di chi stava uccidendo, ubbidiva solo ai miei ordini… i tuoi genitori sapevano di correre dei rischi, per questo motivo hanno preferito non adottare Lucy, anche se avrebbero voluto. Hanno pensato che forse sarebbe stata più al sicuro da persone completamente estranee a questa storia… hanno pensato di lasciare anche te, Kevin, ma ti volevano troppo bene e non ce l’hanno fatta. Questa è stata la loro condanna… e quando mi disse che aveva portato con sé un bambino dai poteri particolari, ho pensato che forse non era una cattiva soluzione averti dalla mia parte. Se solo ti fossi mostrato più collaborativo, a quest’ora saresti anche tu uno dei miei sottoposti… »

Parole ascoltate e accantonate tornarono ad affacciarsi alle mente del ragazzo, nuovamente vivide, con un nuovo significato.

« I beduini… anni fa, qui vicino… ora ricordo, ora comprendo… non vennero uccisi perché ci avevano visto, ma perché avevano visto qualcos’altro che non avrebbero dovuto vedere! Blaze parlò della “dimora del suo Lord Protettore”, l’avevo scordato perché non l’avevo capito… ma ora tutto ha un senso! Eri tu il suo Lord Protettore! Quei poveracci avevano visto questo castello nero! »

« Ottima deduzione, Kevin, degna del figlio di un genio matematico qual’era Roger! Oh, se solo avessi potuto portarlo dalla mia parte, quante cose avremmo potuto fare… morire così giovane, senza avere diritto neanche a un riconoscimento scientifico per il suo valore… un peccato, un vero peccato, l’ho sempre detto! Ma era un testardo idealista, era inutile proporgli le mie idee, avrebbe sicuramente rifiutato! »

Lo sguardo di Kevin si fece gelido:« Condannato senza processo, senza possibilità di appello o di difesa… »

 

Kevin rimase sconvolto da quelle rivelazioni, nonostante il suo volto rimase apparentemente impassibile, come sempre. Davvero suo padre era un matematico così famoso? Strano, perché lui in matematica era una frana… quante cose non conosceva di lui… si ripromise di fare una ricerca sui suoi genitori alla fine di quella storia.

Nel frattempo, Simon chiuse gli occhi. Non sapeva se Kevin fosse a conoscenza del mestiere del padre, ma evidentemente la sua logica sprezzante e razionale doveva averla ereditata dal genitore. Non importa cosa udiva, non poteva lasciarsi distrarre. Sentiva già i manicotti cedere.

 

Sarktos riprese:« Spesso i genitori sono una palla al piede, dovresti essermi grato per averti dato la possibilità di fare tutte quelle esperienze, di girare il mondo… »

« Maledetto… l’unica esperienza che mi hai fatto fare è stata quella di assassino! Ma sai cosa ti dico? Quasi quasi la metto in pratica e ti uccido… »

« E come? Quella collana ti blocca ogni potere, ricordatelo! »

Soul si alzò in piedi, gettando la collana all’interno del pianoforte bianco:« Ma non i miei! »

Il Kishin si scrocchiò le dita:« E neanche i miei… non avrò più i poteri della follia, ma mi sono rimasti quelli originali… e se io non posso ucciderti, credo che Soul sarà ben lieto di farlo per me! »

Con una mossa fulminea e inaspettata, Sarktos agguantò letteralmente Lucy e le puntò un tagliacarte alla gola. Il cuore della ragazza iniziò a battere all’impazzata. Quello non scherzava, poco ma sicuro. Lucy cercò di controllare a fatica il suo respiro fattosi improvvisamente affannoso per l’ansia. Se si muoveva troppo l’affilata lama sarebbe penetrata nella sua candida pelle. Sentiva il contatto con il coltello freddo e represse a fatica un brivido.

« Una mossa sospetta e la sgozzo. Niente trucchetti con la polvere, li conosco benissimo! »

Lucy deglutì rumorosamente, con un gusto acido in bocca che le dava la nausea. Ma perché doveva sempre essere lei la principessina da salvare, in un modo o nell’altro? Pregò silenziosamente che nessuno dei presenti facesse mosse impulsive, non per lei, ma, nel caso qualcosa fosse andato storto, per non far soffrire Simon, Kevin e… sì, anche il Kishin. Ancora era difficile pensare a lui come James, figuriamoci come nonno! Un passo per volta. La prima cosa da fare era mostrare una calma che non possedeva, sperando che gli altri ci cascassero.

Nessuno ci cascò. La conoscevano troppo bene e sapevano che era praticamente in preda al panico.

« Stallo. »

Tutti, tranne Lucy, si voltarono verso Kevin, ancora seduto a terra e legato con le mani dietro la schiena.

« Tu non lascerai andare Lucy e noi non ti lasceremo uscire di qui. Non puoi chiedere aiuto in nessun modo, proprio come noi e anche se qualcuno uscisse da questo castello non potrebbe andare da nessuna parte, in questo deserto… per cui o salta fuori un colpo di scena o siamo tutti bloccati qui. Bel fermo immagine. »

Il cervello di Kevin aveva ingranato la quinta mentre parlava per prendere tempo. Doveva pensare, ragionare a tutte le possibili opzioni di azione. Ma finora quasi tutte quelle aveva immaginato avevano un’alta probabilità di finire con l’uccisione di Lucy.

 

Cosa poteva fare per…

 

« Non posso lasciare Lucy in quella situazione. Scusami, tento il tutto per tutto! »

« Cosa? No, non farlo, liberami, prima! »

 

Simon si alzò in piedi, libero. Nelle mani stringeva il violino e l’archetto.

« Il colpo di scena sono io. Liberala. »

Sarktos sorrise:« Altrimenti cosa mi fa, piccolo nobile inutile? »

Il ragazzo sostenne il suo sguardo, mentre le dita che stringevano l’archetto s’intrecciarono in una muta preghiera di buona sorte. Stava per tentare la scommessa più grossa della sua vita.

« Le mostro il mio potere. »

 

 

Sid:« Si può? »

Lord Shinigami:« Prego, entra pure! Novità? »

Sid:« Sono qui per inoltrare formale protesta al preside della scuola di addestramento per armi e maestri d’armi Shibusen. »

Lord Shinigami:« Ehi, che formalità! Qual è il problema? »

Sid:« Quei due mi sono sfuggiti. Di nuovo. »

 

Soul Eater, Polvere Incantata, 27 capitolo: Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa di Simon?

 

Lord Shinigami:« Posso accettare la critica per Simon Onpu, ma Black Star non è scappato dall’ennesimo compito di recupero, l’ho mandato in missione io! »

Sid:« Per me si è fatto mandare solo per evitare di studiare. »

Lord Shinigami:« Siamo così sospettosi? »

Sid:« In vita ero fatto così! »

Lord Shinigami:« Ho capito, ma… ehi, ma questo non è l’urlo di Ragnarok? »

Sid:« Non cerchi di cambiare argomento! Mi ha rubato uno studente prima di un compito! »

Lord Shinigami:« Ma se Black Star torna indietro con Simon Onpu potrai prendere due piccioni con una fava! »

Sid:« E se non torna affatto? »

Lord Shinigami:« Uffa… e meno male che sono il preside… quelle scuole in cui il capo comanda e gli altri ubbidiscono senza fiatare esistono solo nei film, purtroppo… »

 

 

Ce l’ho fatta!!! Sono riuscita a pubblicare questo capitolo che avevo in mente da mesi! Sto saltellando per la stanza come una scema! Dite la verità, ci siete rimasti lì, eh? Vi prego, stavolta più che mai ho bisogno di sapere cosa ne pensate!

 

Il capitolo, a dirla tutta, è pronto da una settimana, ma la chiavetta ha deciso di andare in black out… ma adesso sono tornata a casa con il mio vecchio e fidato modem, quindi non ci saranno più problemi! Approfitto anche per dire, a chi fosse interessato (Jan Itor 19, ce l’ho soprattutto con te!), che ho pubblicato anche il primo capitolo del crossover fra PKNA e MMMM, dal titolo Anderville: terra di eroi e detective ! spero di fare anche lì un buon lavoro!

 

Ringrazio quindi Jan Itor 19, Mitzune_chan, Sakurax16 e Blue Rock per i commenti e Tokorothx3 per… una sorpresa che vedrete fra un po’!

 

E attenzione, le sorprese non sono mica finite! Nel prossimo capitolo ne vedremo ugualmente di belle! Una per tutte? Forse si capirà chi è la misteriosa ragazzina bionda… e per qualcuno del gruppo sarà una grossa sorpresa!

 

Alla prossima!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa di Simon? ***


Un utile souvenir simmetrico

Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa di Simon?

 

Sarktos lo guardò perplesso:« Potere? Quale potere? Lei non è un’arma! »

« Davvero? E io invece ho un potere così straordinario da poterla annientare senza nemmeno sfiorarla! »

Lucy lo guardò chiedendosi se il suo maestro fosse improvvisamente impazzito o se stesse tentando il più grosso bluff della storia.

Il Kishin inclinò la testa senza capire, mentre Kevin e Soul si scambiarono un’occhiata perplessa. Che c’entrasse il discorso di prima?

Sarktos ridacchiò:« Nessuno nella famiglia Onpu ha mai avuto particolari poteri! »

Simon iniziò a sudare vistosamente:« Ha allargato la sua ricerca ai parenti acquisiti? »

« Ovvio… »

Il Lord sbiancò, ricordandosi delle antiche storie.

« Non è possibile… la sorella di tua madre… la sorella di tua madre è la Veggente di Reims! Non vorrai mica dire che tu… »

Simon iniziò ad agitarsi anche se continuava a ripetersi mentalmente di restare calmo e impassibile. Non era sicuro neanche lui di quello che stava dicendo, ma l’importante era che ci credesse il Lord. Solo che quei giochini riuscivano molto meglio a Kevin che non a lui!

Sarktos si accorse della sua ansia:« Le probabilità che tu abbia ereditato quel potere sono una su un miliardo! Lo sai, vero, che la preveggenza si può tramandare anche a parenti lontanissimi? »

Sì, Simon se lo ricordava, ma decise di aggrapparsi al racconto di Kevin con tutte le sue speranze.

« Allora perché non proviamo? »

Il silenzio calò sulla sala. Nessuno osò più emettere un solo fiato. Simon arrossì, rendendosi conto che tutti attendevano una suo gesto, un movimento, un qualcosa per mostrare la sua millantata preveggenza.

Peccato che neanche lui sapesse cosa fare…

 

Aveva bisogno solo di un ricordo… di quel ricordo… quello di cui tanto la zia si era raccomandata…

 

 

 

La donna sbatte gli occhi più volte, con la mente confusa e annebbiata. In lontananza si sente la sua nipotina piangere, com’è giusto che faccia un neonato di pochi mesi, ma Simon non ci fa caso. È più preoccupato per la sua zietta preferita. Anche perché l’unica che ha.

« Simon… cosa c’è? »

Il bambino la sta guardando preoccupato con i suoi grandi occhi blu, leggermente coperti da un ciuffetto biondo. Non è timido, non ha paura di dire quello che pensa, non gli importa assolutamente di avere solo cinque anni. E non è stupido.

« Tu stai male? »

La donna sorride:« Assolutamente no, perché me lo chiedi? »

« Perché sei strana. Prima parlavi strano e avevi gli occhi strani… »

La zia sospira:« Penso di aver capito. Per favore, puoi ripetermi cosa ho detto di così strano? »

« Ma l’hai detto tu… »

« Lo so, ma ti chiedo di ripetermelo ancora, per favore… »

Simon ci pensa un po’ su:« Hai parlato di tamburi, di manto nero, di lampade che si accendono all’improvviso… »

La donna si sbatte una mano sulla fronte:« Oh santa pazienza! Ti spaventato così tanto per una sciocchezza simile? Non ricordo cosa ho detto, ma ormai ho imparato a conoscere il mio stile di composizione, quando sono in trance… »

Simon la guarda perplesso:« Cosa sono i tranci? »

La donna ride e lo prende in braccio, avvicinandosi alla finestra:« Credo che sia ora di fare un discorsetto, io e te! Guarda fuori… cosa vedi? »

« Niente, è buio! »

« Non sembra una coperta scura? »

Il bambino annuisce senza capire.

La zia continua:« Il manto è una coperta. Prima parlavo del cielo. E ora aspetta! »

« Cosa? »

Un lampo squarcia il cielo.

« Ecco la lampada che si accende all’improvviso… ed ecco… »

Il tuono si udì in lontananza.

« … i tamburi! Hai capito? »

Il bambino la guarda perplesso:« E c’era bisogno di dirlo in modo così strano? »

La zia scoppia a ridere:« Hai ragione, piccolo mio! Infatti di solito lo faccio solo per cose importanti… »

« Fai cosa? Parli strano? »

La zia scuote la testa e posa delicatamente il bimbo sul divano, mentre si siede al suo fianco. Sta cercando le parole più semplici per spiegare un fenomeno che è tutto fuor che semplice.

« Vedi, Simon, io… io sono un’indovina! »

« Che cos’è un’indovina? »

« È una persona che vede cose che devono ancora succedere prima che queste accadano. »

« Come il fulmine di prima? »

La donna sorride:« Esatto, bravissimo! Ci sono poche persone che sono capaci di farlo e io sono una di queste! »

Simon annuisce senza commentare. Sta cercando di capire bene.

La zia continua:« Ogni indovino ha un suo modo di predire il futuro… io ne ho addirittura due! »

Gli occhi di Simon s’illuminano di pura curiosità infantile:« Davvero? Fammi vedere! »

La donna sorride. Di solito non fa esibizioni della sua abilità, ma per il suo nipotino è disposta a fare un’eccezione. Si alza e prende carta, una penna d’oca dall’aria antica e un calamaio.

« Il potere di vedere il futuro si manifesta quando utilizzo il mio talento in modo consapevole. »

« Che cos’è un Ta Lento? Qualcosa che va molto piano? »

La zia ride dell’ingenuità del suo nipotino:« È una cosa che sai fare molto bene, e che ti viene facile anche se nessuno te la spiega. Ognuno di noi ne ha almeno uno. »

« Anche io? »

« Anche tu, lo scoprirai presto! »

Simon ci pensa su:« Tirare peluche a mia sorella quando piange è un talento? »

La donna si trattiene per un pelo dallo scoppiare a ridere, anche se la cosa non sfugge al bimbo:« No, e gradirei che non lo facessi più! Quand’eri piccolo come lei piangevi anche tu, e forse anche più di lei! »

Simon sbuffa:« Ma rompe… »

La zia finge d’ignorare il commento e continua la spiegazione:« Il mio talento è quello della scrittura. Sono molto brava a scrivere. Guarda cosa succede se inizio a scrivere una qualsiasi cosa concentrandomi su una cosa che voglio sapere… »

La donna prende la penna e inizia a scrivere. Subito i suoi occhi diventano color dell’oro, mentre la mano corre veloce sul foglio. Non sembra vedere assolutamente cosa sta scrivendo, perché il suo sguardo è perso nel vuoto. Simon non le stacca gli occhi di dosso, meravigliato. Trattiene persino il respiro fino a quando la zia non posa la penna e i suoi occhi tornano normali.

« Ecco fatto! Vuoi sapere cosa ho visto? »

Simon annuisce.

« Fra pochi secondi tua sorella inizierà di nuovo a piangere, tuo padre chiamerà tua mamma e lei dallo spavento farà cadere un vaso di fiori rompendolo. »

Il bambino la guarda perplessa, ma non fa in tempo a dire qualcosa che sente l’acuto richiamo dell’ultimogenita della famiglia Onpu risuonare nei corridoi.

Quasi contemporaneamente la voce profonda e possente del capofamiglia si unisce a quella della figlia:« DONNA! TUA FIGLIA PIANGE! DI NUOVO!!! »

Un secondo dopo si sente un vaso andare in frantumi.

« SAREBBE ANCHE TUA FIGLIA… comunque va bene… »

Il bambino guarda la zia sconvolto. Poi fa la domanda più semplice e scontata di questo mondo:« Perché non li hai avvertiti? Il vaso sarebbe ancora intero… »

« Non posso cambiare quel che vedo… come non posso decidere a chi passare il mio potere né quando! Potrebbe capitare anche a qualche parente lontanissimo che nemmeno conosco, e potrebbe succedere fra cinque minuti come fra trent’anni. So solo che quando accadrà io non vedrò più nel futuro e qualcun altro sì. »

Il bambino continua a guardarla concentratissimo. Quel discorso è abbastanza complesso per lui.

« Però prima è stato diverso! Avevi sempre gli occhi strani, ma non scrivevi e parlavi… »

« Quello è il secondo modo che ho per vedere il futuro. È indipendente dalla mia volontà, non posso decidere come e quando farlo e soprattutto non ricordo nulla di quel che dico. »

« Davvero? »

« Già. Di solito accade per avvertire chi mi circonda di cose veramente importanti, questioni di vita o di morte o eventi imprevedibili, che non andrei mai a indagare per conto mio… strano quindi che prima abbia predetto solo il temporale… »

La donna fissa il bambino da capo a piedi, quasi lo stesse analizzando a raggi x.

« A meno che… non fosse necessario che TU lo vedessi… e che ne parlassimo… aspetta un po’! »

La donna riprende carta e penna e ricomincia a predire il futuro. Simon continua a fissarla, non più preoccupato, solo incuriosito. Quando la zia smette di scrivere sembra sconvolta. Guarda ancora il suo nipotino, ma è quasi come se non lo vedesse. Anzi, è come se stesse vedendo qualcun altro, dietro di lui. O almeno è quella l’impressione che dà a Simon, che addirittura si volta per controllare che non ci sia nessuno alle sue spalle.

« Zia? Cos’hai visto? »

La donna sorride, divertita da un curioso scherzo del destino che sembra poter capire solo lei. Si avvicina e lo bacia sulla fronte.

« Non dimenticare mai questa discussione, mio piccolo Simon! Un giorno ti servirà, e quel giorno io sarò libera… »

« Io… io non capisco… »

« Un giorno capirai. »

Simon sbuffa e incrocia le braccia, un po’ offeso. Odia quelle frasi. Come se ora fosse troppo stupido per capire! Ci sono troppe cose che gli adulti dicono capirsi solo una volta diventati grandi… ma cos’è, a una certa età ti danno un libretto d’istruzioni come quello di montaggio dei giocattoli su come funziona la vita?

La donna si alza dal divano e fa per andarsene. Poi si ferma e si volta ancora verso il bambino.

« Ah, volevi sapere cosa ho visto prima? Ho visto cosa ti regalerò per il tuo compleanno… »

Il viso di Simon s’illuminò di nuovo:« Davvero? »

La zia sorride dolcemente:« Sì, e sarà un regalo bellissimo… »

 

 

 

Eccolo, il regalo della zia, lo stringeva in quel momento fra le mani. Lo aveva stretto da sempre. L’unico oggetto che non aveva mai abbandonato in nessuna delle sue avventure.

Il suo violino. Il suo violino incantato. Ma era lo strumento a essere stregato… o il suo musicista?

Un dubbio lo assalì. E se quel giorno di tredici anni prima sua zia avesse visto proprio quell’istante?

Non c’era che un modo per scoprirlo.

 

Sotto gli occhi stupiti di tutti, Simon si preparò a suonare il violino.

Lucy e Kevin lo guardarono sconvolti e gridarono insieme, quasi d’abitudine:« Simon!!! Ti sembra il momento??? »

Il violinista si morse un labbro:« Credetemi, mai come ora è stato il momento giusto! »

Sì, se Simon aveva un talento che si potesse definire tale, oltre all’innata capacità di sminuirsi per un nonnulla, era la musica.

Strinse l’archetto con tutte le sue forze.

 

Ti prego… se è vero… se è vero che sono io il successore di mia zia… il prossimo Veggente… fammi vedere cosa possiamo fare per uscire da questa situazione!

 

Sospirò, chiuse gli occhi e iniziò a suonare.

Non appena le prime note si diffusero nell’aria, gli occhi di Simon si schiusero contro la sua volontà.

Lucy guardò sconvolta le pupille dorate del suo maestro:« Simon… ma cosa… »

Kevin e Soul si scambiarono uno sguardo d’intesa, mentre Sarktos sbiancò di colpo:« No… non è possibile… una possibilità su un milione… è assurdo… »

 

In tutto questo, guidato da preoccupazioni più o meno inconsce, Simon, per la prima volta consapevolmente, vide.

 

Vide Black Star e Kid attraversare il deserto. Dietro di loro alcune figure che scambiò per Tsubaki, Liz e Patty. Non notò che c’erano quattro ragazze e non tre.

Vide Chrona che distraeva la falsa Maka.

Vide tutti gli insegnanti che accorrevano verso di lui.

Vide Lord Shinigami e il professor Sid discutere di un compito che, a quanto pare, aveva saltato.

Vide sua zia sospirare, lieta che il suo compito fosse concluso, finalmente libera da un nome, quello di Veggente, più grande di lei.

E vide, soprattutto, ciò che sarebbe accaduto di lì a un paio di minuti nella stanza dove si trovavano.

 

Quando tornò in sé, impiegò qualche secondo a rendersi conto di quello che aveva fatto. La melodia e la sua conseguente predizione non erano durate più di un minuto e mezzo, ma a lui erano sembrate ore.

Lucy sentì che Sarktos rabbrividiva mentre Simon gli rivolgeva un sorriso pieno di soddisfazione.

« È finita e abbiamo vinto. »

« Cosa intendi… »

 

Prima che Sarktos concludesse la frase, un minuscolo oggetto bianco scivolò da una grata di areazione di rame sopra la scrivania colpendo il cubo di Rubik abbandonato sul tavolo. L’oggetto tremò, si mosse, s’illuminò e pochi secondi dopo una donna magra, con la pelle bianca come porcellana e dei capelli verde scuro legati in una lunga coda di cavallo si materializzò sulla scrivania, inginocchiata.

Sarktos sbiancò:« Pamela? »

« Mio Lord… non capisco… poco fa ero a Death City, nel corpo di quella Saka »

Soul ringhiò:« Maka… MAKA!!! L’AVETE PRESA E NEANCHE SAPETE IL SUO NOME??? »

Simon raccolse l’oggetto misterioso da terra, lo guardò con soddisfazione e poi, senza preavviso, scattò verso la sua compagna. Sapeva di non correre alcun rischio.

Contemporaneamente la grata di areazione saltò e una familiare figura dai capelli blu armata di due falcetti uniti da una catena saltò nel centro esatto della sala urlando come un pazzo, come solo lui sapeva fare.

« LA VOSTRA SOMMA DIVINITÁ BLACK STAR È QUI!!! PROSTATEVI AI MIEI PIEDI E RESTITUITEMI I MIEI AMICI O FINIRETE VITTIME DELLA MIA FURIA!!! »

Sconvolto e confuso, il Lord non si accorse nemmeno che Simon sfilava delicatamente Lucy dalla sua presa mortale e la portava al sicuro dall’altra parte della sala.

Kid scese a sua volta dalla grata brandendo Liz e Patty:« Black Star! C’ero davanti io, non era il caso di calpestarmi per passare per primo!!! »

Lucy guardò la scena sconvolta:« Ma come… »

Simon sorrise:« Kid è riuscito a riportare quella Pamela alla sua forma originaria grazie a un piccolo souvenir di una vecchia missione… »

Il violinista le mostrò l’oggetto che aveva raccolto poco prima. Era una piccola pallina bianca. Lucy la guardò perplessa e Simon aggiunse un indizio.

« … una vecchia missione che avete affrontato insieme… »

Lucy continuò a osservarla senza capire. Simon le sussurrò all’orecchio.

« Les jeux sont faits... »

La ragazza sbarrò gli occhi:« L’uovo di Kishin al Principato di Nisty! Questa è la pallina della roulette!!! »

Il violinista annuì:« Kid l’ha presa senza dirvi nulla. Non solo perché è simmetrica, sia chiaro, ma anche perché era intrisa della follia di quel demone. A lui non può fare nulla perché è uno Shinigami, ma a contatto con un’onda diversa dalla sua e a quella del suo padrone, la follia del cubo di Rubik è andata per un attimo fuori controllo, quanto bastava a farla tornare normale e a lasciare libera la nostra Maka… tranquilla, ora è a Death City, nel suo corpo, sana e salva! »

Lucy lo guardò ammirata:« Ma tu… come fai a sapere tutte queste cose? »

Il ragazzo arrossì e abbassò lo sguardo, trovando un improvviso interesse per il tappeto:« Diciamo che forse potrei… avere anch’io il potere di mia zia e vedere nel futuro? »

« COSA??? E da quando? »

Simon sorrise imbarazzato:« Da… adesso, direi! »

Lucy lo guardò, non sapendo più cosa dire. In tutta la confusione, Soul aveva liberato Kevin, mentre Black Star, con le sue esagerate esibizioni, non perdeva d’occhio il Lord e la sua arma.

Kid guardò stupito il Kishin:« E lui che ci fa qui? »

Lucy intervenne subito, ignorando Simon che la stava liberando dai ceppi e dalla collana blocca-poteri:« Ehi! Mio nonno non c’entra nulla, chiaro? »

Il piccolo Shinigami la guardò sconvolto:« Tuo nonno??? »

Kevin troncò la discussione:« Di questo ne parliamo dopo, ok? Abbiamo altro a cui pensare, ora! »

 

Simon ridacchiò soddisfatto. Era andato tutto come lui aveva visto. Era fantastico, era tutto vero: era un Veggente! Non poteva ancora crederci!

Ma c’era una cosa che non aveva previsto…

 

« SIMON. EMANUEL. ONPU. »

 

La schiena di Simon s’irrigidì di scatto, quasi come se il ragazzo si fosse messo sull’attenti.

C’erano solo due persone al mondo in grado di chiamarlo con il suo nome completo con quel tono di comando. Una era suo padre, mentre l’altra…

Il violinista si girò a scatti, deglutendo rumorosamente e ricominciando a sudare copiosamente. Lei non l’aveva proprio vista, prima. E piuttosto che incontrarla faccia a faccia in quella situazione, con quel tono di voce così furioso, preferiva riaffrontare il Lord disarmato.

 

« R…R…Rachel? »

 

Una ragazzina di tredici anni saltò giù dallo stessa grata da cui erano scesi Black Star e Kid poco prima. I capelli biondi e ricci erano ordinatissimi come sempre, tenuti fermi dal suo immancabile cerchietto rosso, ma il suo volto tirato e gli occhi blu a dir poco fiammeggianti tradivano tutta la sua furia.

Sarktos rimase colpito dalla sua apparizione:« Oh oh, ma chi abbiamo qui? »

La ragazzina prese un fucile dalla spalla e lo puntò senza esitazione contro il petto del Lord:« Modera i termini, feccia nobiliare! Non sono così docile come quella mozzarella di Simon! »

Kevin guardò il compagno di squadra:« La conosci? »

Il violinista annuì senza distogliere lo sguardo preoccupato dall’ultima arrivata:« Oh sì… e molto bene… »

La ragazza rispose per Simon senza distogliere lo sguardo da Sarktos:« Io sono l’ultima discendente della mia antica e rinomata casata; Rachel Elizabeth, del nobile ducato degli Onpu. E sono qui per tirare fuori dai guai mio fratello. Come sempre. »

 

 

Kevin:« Quella… quella sarebbe… »

Simon:« Già. Vi presento la mia docile, tranquilla, dolce e, soprattutto, innocua sorellina! »

Kevin:« Ma che razza di famiglia hai? »

Simon:« Me lo chiedo anch’io, tutti i giorni… »

Kevin:« E così adesso so il tuo titolo nobiliare, che non mi avevi mai voluto dire! »

Simon:« Perché, era così importante? »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 27 capitolo: L’ultima goccia di follia! Un destino peggiore della morte?

 

Kevin:« E invece conta, conta, mio caro conte! »

Simon:« Veramente sarei duca… »

Kevin:« Ah-ah! Allora vedi che t’importa? »

Simon:« Io… io ti strozzo! Pure l’occhiolino mi fai? »

Rachel:« Voi due là dietro! O la piantate o vi sparo a entrambi! E guardate che non scherzo! »

Simon:« Non esagera! Meglio smetterla per davvero! »

Kevin:« … siete proprio sicuri di essere fratello e sorella, voi due? »

Simon:« Purtroppo… »

Rachel:« Allora? »

Simon & Kevin:« Sissignora! »

Rachel:« Molto meglio… »

 

 

E finalmente si è scoperto anche chi è la misteriosa biondina! Ha un bel caratterino, vero? Non è stata tirata fuori dal cappello a cilindro, controllate pure: capitolo 9, poco più di metà, dove Simon confessa la sua nobiltà… nome e caratteristiche corrispondono, è proprio lei! ;-)

E sì, ho tirato fuori un po’ di vecchie cose, ma ormai tutti i nodi stanno venendo al pettine…

Dunque, devo come al solito ringraziare Jan Itor 19, Tokorothx3, Mitzune_chan e Sakurax16 per le magnifiche recensioni!

E nel prossimo capitolo, il penultimo, ci sarà lo scontro del secolo: James vs Sarktos! Non date nulla per scontato, ormai dovreste averlo imparato, perché nulla in questa storia lo è! E io sto continuando a lavorare alla sorpresina… avrete la pazienza di attendere il gran finale? Spero proprio di sì, dopo 27 capitoli!

A presto!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** L'ultima goccia di follia! Un destino peggiore della morte? ***


L’ultima goccia di follia

L’ultima goccia di follia! Un destino peggiore della morte?

 

Lucy guardò i due biondi con aria sconvolta:« Tua… tua… sorella? »

Kid alzò gli occhi al cielo:« Già! Ti prego, Simon, riprenditela che noi non la sopportiamo più! Avremmo voluto strozzarla già durante il viaggio, ma non potevamo perché è nobile… e perché è tua parente! »

Simon annuì rassegnato:« Immagino, conoscendola… »

Rachel gli rifilò un’occhiataccia:« Senti, non farmi pentire di essere venuta fin qua! Fosse per me ti avrei già lasciato nel tuo brodo, ma la zia ha insistito tanto… »

Simon sospirò. Gli sembrava strano che sua sorella fosse venuta fin lì di sua spontanea volontà!

La ragazza gli fece l’occhiolino:« Allora, fratellone, com’è vedere nel futuro? »

Simon divenne tutto rosso:« Ma allora… tu… TU LO SAPEVI! »

« E altrimenti perché credi che sarei venuta? Speravo di essere io l’erede, ma tant’è… io ti salvo e poi tu, per riconoscenza, mi dirai le domande del prossimo compito di storia! Siamo d’accordo? »

Il ragazzo sembrò bollire dal nervoso:« Ma brutta approfittatrice… »

Lucy sorrise. A quanto pare il non avere voglia di studiare era un difetto di famiglia!

 

Rachel era invece molto soddisfatta. Fin da piccola aveva dovuto reggere il confronto con l’ingombrante fratello, tanto talentuoso per la musica, l’idolo della loro madre. E Simon di qua, Simon di là, Simon tanto bravo a suonare il violino, tanto bravo per essere entrato alla Shibusen… a sua madre sembrava non importare il numero impressionante di bocciature del ragazzo, era sempre il migliore. E a lei, che aveva avuto la sfortuna di nascere per seconda e per di più femmina, era toccato tirarsi su le maniche per avere un po’ di riconoscimento da lei e da un mondo, quello nobiliare, con idee ancora un po’ arretrate e maschiliste sul ruolo della donna nella società. La determinazione non le mancava, aveva ereditato il dolce caratterino paterno. Proprio suo padre, invece, non aveva mai avuto dubbi su di lei e l’aveva sempre incoraggiata, spesso a spese del primogenito. Se c’era un difetto che il duca di Onpu non poteva assolutamente perdonare era la debolezza, e suo figlio sembrava ai suoi occhi esserne la personificazione. Aveva più o meno consapevolmente eletto Rachel come figlia prediletta, in famiglia lo sapevano bene. La cosa l’aveva resa felice all’inizio, anche perché dalle previsioni della zia sapeva che sarebbe diventata una grande donna di affari e l’idea le piaceva, ma da quel momento erano cominciati i problemi per Simon. Il duca di Onpu non aveva gradito sapere dalla Veggente di Reims che Simon non era destinato ad occuparsi degli affari di famiglia e aveva cominciato a tormentarlo sempre di più. E a quel punto nell’animo di Rachel era avvenuto un piccolo grande cambiamento. Non provava più gelosia nei confronti del fratello maggiore, solo un forte senso di colpa nei suoi confronti. Il suo inarrestabile e naturale arrivismo aveva rovinato la vita di Simon, se ne rendeva conto. Era a causa sua che il ragazzo aveva cominciato a sentirsi sempre più inutile.

Perciò quando la zia, qualche giorno prima, le aveva confidato che sarebbe stato Simon a ereditare la sua preveggenza, non ne era stata invidiosa come aveva inizialmente creduto, ma felice per lui. Sì, era vero, la preveggenza avrebbe potuto esserle utile nel mondo della finanza, ma aveva sufficienti doti per cavarsela anche senza. Invece per suo fratello poteva essere la molla per avere nuovamente un po’ di fiducia in sé.

Voleva molto bene a suo fratello e aveva una sconfinata fiducia in lui e nelle sue capacità, anche se il suo orgoglio non gliel’avrebbe mai fatto ammettere. E Simon lo sapeva bene, ma non gliel’avrebbe mai fatto notare o pesare… altrimenti lei l’avrebbe picchiato, poco ma sicuro!

 

« Ne hai ancora un po’? »

« Una fiala. »

« Dammela. »

« Ma, mio Lord… »

« Dammela, ho detto! »

Pamela riuscì a passare di nascosto un oggetto a Sarktos.

« Mi spiace per il piccolo Veggente, ma il colpo di scena lo farò io… »

« Fermo! »

Soul cercò di balzare addosso al Lord.

« Insolente! Non ricordi? Io sono un Intoccabile! »

« Ma lei no! »

Il ragazzo atterrò Pamela sperando di riuscire a far cadere anche l’oggetto che gli aveva passato, ma Sarktos lo tenne stretto fra le sue mani. Era una siringa dal contenuto rossastro.

James la riconobbe immediatamente:« No! Fermiamolo! Se se la inietta… »

Kevin prese il primo oggetto che gli capitò sottomano e lo lanciò verso il Lord con l’intento di fargliela cadere di mano.

« Ehi! La custodia del mio violino! »

« Scusa, Simon, te ne compro una nuova, promesso! »

La siringa cadde sul tappeto, ma Lucy notò con orrore che il suo contenuto era drasticamente diminuito.

« Attenti, se l’è iniettata! »

Il Kishin si morse un labbro e si schierò di fronte alla nipote:« Troppo tardi. Scappate, ora! Lo tratterrò io! »

Kid gli gridò:« Non se ne parla nemmeno! Cosa fa quella roba, Kishin? »

« La sua anima… per tutte le uova di kishin di questo mondo! Non è per niente figo… »

Kevin si voltò verso il compagno dai capelli albini:« Soul! Cosa stai vedendo? »

Black Star guardò con gli occhi sbarrati il suo migliore amico:« Ma non è Maka quella che… »

Lucy tagliò corto:« Vi spieghiamo tutto dopo! »

Soul guardava il Lord con il volto improvvisamente pallido. Aveva paura, una maledetta e schifosa paura che gli chiudeva la gola, impedendogli di respirare, di parlare e che non lo rendeva per nulla figo. Ma doveva reagire. Per tutti loro e per Maka.

La voce che uscì dalle sue labbra era più rauca del solito:« La sua anima… sembra impazzita! Continua a cambiare forma e a passare dal blu al rosso… al viola! »

Tsubaki, ancora trasformata, intervenne:« Ma viola non è… il colore dell’anima delle streghe? »

Black Star ci rimase di sasso:« Oh, per me stesso medesimo e illuminato… »

« Mio Lord! Si fermi! »

Kid bloccò il cubo di Rubik con un abile forbiciata alle gambe e la stese a terra:« Ok, adesso tu ci dici cosa sta succedendo! »

Pamela lo guardò agitata e confusa, incapace di mettere insieme una frase di senso compiuto.

« Quella che si è appena iniettato è follia sintetica di sua invenzione. »

Tutti si voltarono verso il Kishin.

« È per questo che vi ho detto di scappare. So cosa può provocare, tanti anni fa l’ha usata su di me per accelerare il processo per farmi diventare… il mostro che poi sono diventato! È a causa di quella roba che ho perso il controllo quando ho sterminato il mio clan… »

Pamela intervenne:« Con un dosaggio minimo si può mantenere il corpo giovane e in salute. Mi aveva detto che se fossi stata in un caso di emergenza assoluta avrei potuto iniettarmi l’intera fiala per aumentare i miei poteri, per quanto fosse un processo molto pericoloso e che rischiava di trasformarmi in un vero kishin… ma aveva anche detto che lui non avrebbe mai e poi mai potuto usarne così tanta! »

« E perché mai? »

« Perché lui… è il figlio di una strega! Una strega i cui poteri erano legati ai lupi! Non sapeva quali effetti potesse avere su di lui avendo anche dei geni di strega… e non ha mai trovato una cavia con le sue stesse caratteristiche! Se fosse riuscito a conquistare Death City avrebbe voluto prendere il figlio di Medusa come test per i suoi esperimenti… »

James guardò Sarktos con occhi nuovi:« Padre nobile, madre strega… forse è per questo che sono passati dalla parte del Principato di Nisty… forse non cercava nemmeno la giovinezza eterna, voleva ottenere i poteri di sua madre che ai maschi sono negati! È sempre stato affascinato dal potere… »

Kevin lo fece tornare alla realtà:« Come e perché sia accaduto ci interessa relativamente! Dobbiamo bloccarlo prima che sia troppo tardi! Mi piacerebbe portarlo da Lord Shinigami e dargli la condanna che si merita, ma… »

Il ragazzo si trasformò in veleno.

« … non posso lasciare che diventi un kishin! Ha già ucciso troppa gente come essere umano, chissà cosa combinerebbe come demone! »

La mortale nuvola rossa avvolse il Lord, che sbraitava e urlava come una bestia feroce in gabbia, mentre gli occhi diventavano rossi di sangue e follia e il corpo iniziava una strana mutazione.

Tutti attesero speranzosi, ma Lucy iniziò a mordersi le labbra e Simon impugnò il violino.

« Non… non funziona? Di solito a quest’ora dovrebbe aver già fatto effetto… »

Lucy iniziò a respirare affannosamente dall’ansia:« A volte… a volte il mio sonnifero non funzionava se il livello di follia era troppo alto… forse… forse stavolta è troppo anche per Kevin… »

Il ragazzo dai capelli rossi ritornò in forma umana:« Niente da fare! Non mi è mai capitato prima! Ma è anche il primo kishin con follia artificiale che incontro… »

Black Star si buttò a capofitto verso Sarktos brandendo Tsubaki sotto forma di lama incantata:« IO NON MI ARRENDO, DEMONE ARTIFICIALE!!! »

Kid impugnò Liz e Patty:« PROVIAMOCI TUTTI INSIEME! ORA! »

Tutti gli allievi della Shibusen si lanciarono all’attacco: oltre a Kid e Black Star, Soul trasformò il suo braccio in lama, Simon impugnò prontamente Lucy sotto forma di fioretto lanciando contemporaneamente Kevin in versione disco e anche Rachel estrasse entrambi i suoi fucili.

Il corpo di Sarktos, insensibile ai loro colpi, subiva intanto una metamorfosi che lo rendeva sempre più simile a quello di un lupo mannaro.

 

In tutto questo, Pamela guardava la scena allibita, mentre il Kishin si teneva da parte.

Un sussurro praticamente inudibile uscì dalle sue labbra:« Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »

Cosa poteva fare lui, se nemmeno quei ragazzini giovani, dotati e pieni di energia non riuscivano a scalfire quell’incubo vivente? Eppure, guardando l’ultima arrivata, che senza essere nemmeno un’alunna della Shibusen tentava con tutte le sue armi di fermarlo, si vergognò della sua inutilità.

Stava lasciando Lucy in prima linea, mentre lui se ne stava in disparte a guardare. Ma che razza di nonno era? Non era ancora così decrepito! Doveva essere lui a difenderla! Ma cosa poteva fare lui, che era inutile già in gioventù?

Lo sguardo gli cadde su un oggetto abbandonato sul pavimento.

Era un suicidio, una grossissima e folle scommessa…

… ma quante ne avevano già fatte quei ragazzi da quando erano stati coinvolti volenti o nolenti in quella storia?

James sorrise un po’ tristemente. Non poteva certo essere da meno.

 

« Non funziona! Non funziona! Non si taglia, i proiettili rimbalzano… nemmeno la sincronizzazione delle anime non ha effetto! Che facciamo? »

Kid sbatté un pugno contro al muro. Come shinigami non poteva certo permettersi di lasciare che un kishin chimicamente modificato si aggirasse per il mondo per la sua incapacità di fermarlo! Se non l’avesse bloccato in quel momento ne avrebbe avuto il rimorso per tutta la vita, poco ma sicuro.

Tutte le armi tornarono in forma umana col fiatone. Non ne potevano più. Solo Black Star e Rachel continuavano imperterriti ad attaccare.

Simon riprese il violino per vedere cosa sarebbe successo a Sarktos, ma un rumore lo fece voltare.

Alle sue spalle c’era James. Dalle sue mani tremanti era appena caduta a terra la siringa di Sarktos, ora completamente vuota.

Il violinista lo guardò sconvolto, chiedendosi per un attimo se avesse già iniziato a suonare e quella non fosse altro che una visione del futuro, ma dovette rendersi conto di avere ancora lo strumento e l’archetto nella stessa mano. Era il presente.

« James… cos’hai fatto? »

Lucy si voltò. Gli occhi del nonno stavano di nuovo tornando rossi.

« No… no, no, NO!!! »

La ragazza abbracciò l’uomo con tutte le sue forse, come a trattenere la follia dentro alla propria anima, al sicuro da lui e dal mondo.

James ricambiò la stretta:« Non c’era altro modo… oltre a Lord Shinigami, che non è qui e non potrà mai arrivare, solo un Kishin può affrontare ad armi pari un altro Kishin! Per di più uno come Sarktos! Non è per questo che sono venuto fin qui? »

Lucy alzò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime:« Sì… ma… rischi di perdere di nuovo il controllo e allora… »

« La dose di follia che mi sono iniettato è molto inferiore a quella dell’ultima volta e allora ero molto più giovane e ingenuo di quanto lo sia ora… ti assicuro che trent’anni fa non sarei riuscito a fare questa discussione con te sotto l’effetto della follia come sto facendo in questo momento! Stai tranquilla, piccola mia… non ti lascerò proprio ora che ci siamo ritrovati! Non sprecherò questa seconda occasione! »

Il Kishin accarezzò dolcemente i capelli neri della ragazza, poi si sciolse dal suo abbraccio e s’incamminò lentamente e senza paura verso la sua nemesi. Nei confronti di Sarktos provava solo odio… e sì, anche un pizzico di pena, per quanto gli scocciasse ammetterlo.

Solo quando fu molto vicino accelerò improvvisamente e spinse via Black Star e Rachel, che stavano ancora combattendo.

« Scusatemi, ma è una cosa fra me e lui. »

Simon prese al volo sua sorella prima che si facesse male e Kevin fece lo stesso con Black Star. I due si ribellarono un po’, ma poi rimasero incantati e terrorizzati dalla scena davanti ai loro occhi.

 

L’essere che un tempo aveva avuto il nome di Sarktos aveva completato la sua metamorfosi mostruosa e non aveva davvero più nulla che lo potesse ricollegare al Lord geniale e diabolico che era stato fino a poco prima.

Il suo corpo era quello di un enorme lupo muscoloso, che si ergeva sulle zampe posteriori. La sua postura era leggermente curva, ma se avesse raddrizzato la schiena sarebbe stato alto due metri e mezzo almeno. Il suo pelo era lungo e rigido, di un curioso colore a metà fra il grigio e il viola metallico e ricopriva completamente il suo corpo. Le unghie di quelle che erano state mani e piedi erano artigli ricurvi in grado di fendere anche le superfici più resistenti, ed erano così lunghi che avevano squarciato le scarpe, che comunque erano ormai troppo piccole per lui, come la camicia e la giacca. Si erano salvati solo un po’ i pantaloni, anche se la lunga, pelosa e possente coda aveva comunque dovuto farsi spazio. Era abbastanza lunga da poter avvolgere un adulto e abbastanza forte da stritolarlo in pochi secondi peggio di un boa constrictor. Il volto era quello di un lupo, ma dotato di una doppia fila di zanne affilate come quelle degli squali e soprattutto di un paio di spaventosi occhi color rosso sangue, che risplendevano nel buio come due lanterne pur essendo completamente ciechi.

I pensieri, i ragionamenti, le intuizioni che l’avevano reso celebre come scienziato non esistevano più, così come qualunque sentimento che potesse essere considerato lontanamente umano. La follia aveva cancellato la sua mente ogni ricordo del passato, ogni vaga reminescenza di essere stato un tempo umano. La creatura nasceva in quel momento, senza nome, senza pensieri, incapace di parlare, guidata solo da quella follia che caratterizzava ogni kishin, forse persino amplificata. Voleva solo uccidere, dilaniare, distruggere qualsiasi cosa avvertisse essere vivo intorno a lui. Ormai incapace di provare dolore, le uniche sensazioni in grado di avvertire dal suo corpo erano una fame disperata di carne, sangue e anime di qualsiasi genere e un’energia incontenibile, che premeva dall’interno del suo corpo per uscire, in un modo o nell’altro, per farlo sentire veramente vivo e esistente nel mondo.

La sensazione di poter esplodere da un momento all’altro.

Stupenda e letale.

Per se stesso e per mondo.

 

In forma diversa e sicuramente ridotta, James intuiva cosa provasse il suo nemico di sempre. La sensazione di poter fare qualsiasi cosa, l’energia quasi incontenibile, il desiderio irresistibile di distruggere quello che lo disturbava li aveva provati anche lui trent’anni prima, quando gli era stata iniettata contro la sua volontà quella follia sintetica. Sarktos quella volta l’aveva legato a un lettino con l’aiuto di alcuni scagnozzi che non aveva mai visto prima d’allora e gli aveva infilato l’ago sotto la pelle ignorando le sue grida di dolore e disperazione. Ma non aveva subito premuto lo stantuffo. Prima gli aveva sorriso e gli aveva sussurrato alcune parole all’orecchio.

« Addio, James… sii un buon kishin! E con buon kishin intendo un mostro distruttore, ovviamente! »

In quel momento in corpo aveva solo una scintilla di follia, non abbastanza per fargli perdere il controllo, soprattutto dopo trent’anni di allenamento con una dose a pieno regime. Ma forse poteva bastare.

 

 

La creatura che un tempo aveva avuto il nome di Sarktos sollevò la testa verso l’alto e iniziò ad annusare l’aria. Non aveva più il dono della vista, in compenso l’udito, ma soprattutto l’olfatto si erano sviluppati in modo innaturale. Poteva persino sentire l'odore delle anime e distinguerne i vari tipi. Avvertiva molte più informazioni in quello stato che se avesse potuto usare anche gli occhi, che avrebbero potuto ingannarlo. Invece così era certo di cosa lo circondasse.

 

Sentiva l’odore di nove ragazzini intrisi di paura. Un odore che lo mandava in estasi, quasi come fosse una droga. La loro anima era azzurra e candida.

Un’anima era solo leggermente macchiata di follia. Era una donna ed era ancora più terrorizzata dei bambini.

Due anime erano strane, ora lo avvertiva chiaramente. Una era azzurra, ma un frammento era invece rosso e intriso di pura follia, una follia tanto simile alla sua, che lo richiamava a sé con una forza irresistibile. L’altra, al contrario, era rossa e conteneva un frammento di una azzurra e pura. Ma proprio quest’ultima aveva aumentato il suo potere in pochi minuti. Ed era decisamente più interessante delle altre. Decise di prendersi quella per prima, per provare le sue nuove capacità. Tanto entro poco anche tutte le altre sarebbero state sue. Quelle nella stanza e tutte quelle esistenti.

 

Con un rivolo di bava che gli colava dalla bocca ricadendo a terra, il lupo emise il verso più terrorizzante che i presenti avessero mai potuto immaginare. Non era un ringhio, né un ululato, né qualsiasi altra cosa che avessero mai udito prima. Non era paragonabile a nulla di esistente fino a quel momento. I capelli si rizzarono sulle loro teste e ognuno fu preda dell’irrefrenabile istinto di fuggire.

L’unico che rimase impassibile fu James.

Il lupo scattò verso di lui cercando di tagliarlo in due con gli artigli, ma l’uomo schivò l’attacco con la ritrovata velocità che lo aveva caratterizzato quand’era un vero Kishin. Il lupo ringhiò insoddisfatto e ritentò, con gli artigli, con le zanne, con la coda, ma inutilmente. Il Kishin era troppo veloce per lui, che continuava a balzare da una parte all’altra della stanza con una velocità tale da sembrare quasi che si teletrasportasse. Teneva le braccia conserte e attendeva il momento giusto. La pazienza non gli mancava, dopotutto aveva aspettato trent’anni quel momento. Anche se non se l’era immaginato proprio così.

Il lupo graffiò il vuoto ancora e ancora, in un gioco che lo innervosiva ma a cui non poteva fare a meno di giocare. Sembrava una folle danza infernale, infinita ma mai noiosa perché potenzialmente mortale.

« Non so se tu sia ancora in grado di comprendere le mie parole, Sarktos, ma voglio dirtele lo stesso, perché me le sono tenute dentro per trent’anni. »

Il lupo continuò ad attaccarlo ignorandolo completamente, ma James continuò.

« Ho pensato a lungo che non appena ti avessi visto ti avrei ucciso senza pensarci due volte. E invece non ci ho pensato solo due, ma anche tre e quattro! E sai cosa ho capito? Sarebbe troppo facile ucciderti usando la tua stessa follia… e sarebbe troppo comodo per te! Per tutto quello che hai fatto la morte sarebbe solo un modo per liberare il mondo dalla tua presenza… utile, ma non sarebbe sufficiente per placare la mia sete di vendetta! Una morte, anche se fosse la tua, non può ricompensare la fine di un intero clan… e allora sai cosa ho pensato per te? Una fine magnifica, degna di te… un destino ben peggiore della morte! »

L’ultimo colpo non venne schivato, ma gli artigli attraversarono il corpo del Kishin, che iniziò a disgregarsi in polvere argentata.

« Dopotutto… io sono l’arma che non ferisce né uccide, giusto? »

Una nuvola argentata avvolse il lupo come un anello di contenimento. La belva tentò inutilmente di sfondarlo, ma più ci provava, più l’anello si stringeva vorticando su se stesso e alzandosi sempre più d’altezza. Era quasi una tromba d’aria.

« Guarda, non ti sto nemmeno toccando! Eppure non puoi sfuggirmi… »

Gli attacchi del lupo diminuirono d’intensità.

« Sto usando ogni goccia di follia per potenziare la mia polvere, quella che tu hai sempre disprezzato! Sì, dormirai, Sarktos, un sonno profondo e buio come la morte… anzi, peggiore, molto peggiore! Perché già che dopo la tua metamorfosi è diventato tanto difficile ucciderti, posso fare qualcosa di meglio! »

Il lupo si fermò, mentre i suoi occhi lentamente cominciarono a chiudersi.

« Ascolta la mia ninnananna infernale, Sarktos… sentila fino alla fine, fino all’ultima nota! Non perderti neanche per un secondo il suono della mia voce che ti porta in un sonno popolato da incubi infernali… perché è a questo che ti condanno, caro il mio Lord! Un sonno senza fine, con i peggiori incubi che la tua mente malata saprà creare… e non ho dubbi che farà un buon lavoro, più di quello che potrei mai inventare io! Non un attimo di pace, non una sosta dal tuo inferno personale, non importa quanto i tuoi sogni potranno essere terrorizzanti, non potrai mai trovare sollievo nel risveglio! QUESTA È LA MIA SENTENZA, QUESTA È LA TUA CONDANNA!!! »

Il lupo crollò a terra senza un suono, mentre altrettanto silenziosamente James si rimaterializzava. Fissò il lupo con disprezzo.

« Ora potrai rovinare solo e soltanto la tua esistenza. »

 

 

Maka:« Sono io, sono la vera Maka Albarn! Cosa devo fare per dimostrarlo? »

Spirit:« Non m’inganni, strega! Conosco fin troppo bene mia figlia! »

Chrona:« T-tu prima hai… hai cercato di… s… s… »

Ragnarok:« E dillo, pappamolla! Ha cercato di sedurti! E se vi fidate della mia parola, ci stava anche riuscendo alla grande! »

Chrona:« Ragnarok!!! Cosa dici??? »

Ragnarok:« Sono il tuo sangue, so cosa ti passa per la testa! E per gli ormoni! »

Spirit:« Appunto! E la mia bambina non farebbe mai nulla del genere! »

Stain:« Comunque sia, qui bisogna fare esami approfonditi… Dna, prove comportamentali, test di riflessi, vivisezione… »

Maka:« Ok, ho capito… »

 

Soul Eater, Polvere incantata, capitolo 29: Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una storia?

 

Maka:« … per dimostrare la mia identità ho un metodo infallibile ed efficace… »

Stain:« Quale? »

Chrona:« P…perché sorride in quel modo? Non… non so come… »

Maka:« MAKA CHOP X4!!! »

Stain:« Cough, cough! Non me l’aspettavo, mi sono inghiottito la sigaretta!!! Cough, cough! »

Ragnarok:« Ahia! La senza tette colpisce duro! »

Chrona:« Q… quella è… »

Spirit:« Confermo. Mia figlia è l’unica in grado di tirare fuori quattro volumi della Treccani a quella velocità e di colpire con così tanta precisione e con così poca pietà… »

Maka:« Che vi avevo detto? »

Spirit:« LA MIA MAAAKAAA!!! AHI!!! »

Maka:« Se volevi un bis bastava chiedere. »

Ragnarok:« È Maka. »

Chrona:« G-già! »

Stain:« Bentornata, ragazza! »

Maka:« Grazie! »

Spirit:« E al tuo papà non dici nulla? »

Maka:« Mantieni la distanza di sicurezza o ti becchi un terzo bernoccolo! »

Spirit:« Quasi quasi mi manca già l’altra… »

 

 

 

Voi non lo sapete, ma io sono quasi con i fazzoletti i mano. Perché? Perché, come ho sempre fatto dall’inizio di questa storia, scrivo sempre un capitolo in più di quello che pubblico per poter scrivere il titolo esatto nelle anticipazioni, visto il mio viziaccio di cambiarlo in continuazione… e quindi, visto che sto pubblicando il penultimo capitolo… HO APPENA FINITO DI SCRIVERE L’ULTIMO!!! Non credevo davvero che avrei mai concluso questa storia, e questo lo devo a tutti voi che mi avete seguito fino a qui… ehi, ma che sto facendo? I piagnistei al prossimo capitolo, ora non è ancora il momento dei fazzolettini! Via la scatola e i goccioloni dal naso e vediamo di fare le cose come si deve!

 

Come sempre devo ringraziare Sakurax16 e Jan Itor 19 per le recensioni (sigh, solo due questa volta… ma cos’è, sparite proprio sul finale?), ma ho anche una grande e fondamentale richiesta per tutti voi che leggete, anche e soprattutto per i lettori silenziosi.

Avete dubbi, domande, curiosità, pezzi non chiari su questa storia? Ho bisogno di tutte le vostre domande… per la mega-sorpresona che vi sto preparando! Avete ancora un po’ di tempo, eccezionalmente inizierò a scriverla solo dopo il prossimo capitolo… ci sono già almeno un paio di affezionate lettrici che mi stanno aiutando in modi diversi, chiedo anche il vostro aiuto! Qualsiasi domanda sarà graditissima, dalla più banale alla più complessa! Il perché lo scoprirete fra poco!

 

Bene, direi che quello che avevo da dire l’ho detto! Vi aspetto tutti all’ultimo, imperdibile capitolo di questa fanfiction che ha raggiunto la folle e tonda cifra di 200 pagine su word!!! E, come sempre,

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una storia? ***


Una previsione immediatamente avverata

Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una storia?

 

 

« Eccoli, eccoli, li vedo! Li vedo! Stanno tornando! »

« Ci sono tutti? »

« Sì! »

« Meno male! »

 

 

Il gruppo stava lentamente e faticosamente trascinandosi verso Death City. La maggior parte dei ragazzi strascicava la gambe nella sabbia.

Liz, Patty, Tsubaki e Rachel aprivano il gruppo. Tenevano gli occhi aperti a fatica e non si erano più scambiate nemmeno una parola.

Subito dietro di loro c’era Soul, che, come se non bastasse, doveva anche trascinarsi la sua adorata motocicletta, rimasta senza benzina. Su di essa era seduto James, completamente senza forze dopo che l’effetto della follia sintetica era terminato, che non era più in grado nemmeno di tenersi in piedi. Stava dormendo con la testa appoggiata al manubrio. In altre situazioni Soul gli avrebbe fatto notare che non era per nulla figo che gli sbavasse su tutta la moto, ma era troppo stanco per parlare.

Alle loro spalle, Black Star e Kid, gli unici il cui aspetto non ricordasse troppo quello di uno zombie, non perdevano di vista Pamela, la loro prigioniera. Dopo una breve discussione avevano deciso di lasciare Sarktos al suo castello, sicuri che non sarebbe scappato. Avrebbe poi deciso Lord Shinigami come e dove custodirlo.

A chiudere la comitiva c’erano loro, Simon, Lucy e Kevin. Si tenevano tutti e tre per mano e si trascinavano un po’ a turno nel caso che qualcuno si lasciasse andare alla stanchezza. Simon aveva nella mano sinistra il suo violino, che a causa del sudore gli scivolato almeno una trentina di volte sul morbido terreno del deserto e si era completamente riempito di sabbia. Kevin con il colpo di prima gli aveva completamente sfondato la custodia, ma in fondo non aveva importanza. Era sicuro che non appena sarebbero giunti a casa avrebbe trovato il modo di riportarlo agli antichi splendori. In fondo non era mica rotto, e quello strumento ne aveva viste ben di peggio!

 

Non appena giunsero alle porte di Death City, una figura dai capelli color paglia corse verso di loro gridando. Soul alzò faticosamente la testa e per qualche secondo credette di vedere un miraggio.

« Maka… »

« SOUL!!! »

Il ragazzo spalancò gli occhi. I miraggi non rispondevano! E non avevano quella bella anima azzurra…

« MAKA!!! »

Senza pensarci due volte, il ragazzo lasciò andare la moto e corse verso di lei per abbracciarla, le forze improvvisamente rinnovate da quella visione. James ebbe un brutale risveglio ritrovandosi improvvisamente carponi e con la bocca piena di sabbia, ma quando vide per cosa Soul l’aveva lasciato cadere non protestò.

 

« Stai bene? »

« Sì, certo! Tu, piuttosto? »

« Un figo come me non si mette certo a lamentarsi di fronte a una ragazza! »

Maka sorrise e gli occhi di Soul divennero immediatamente lucidi.

« Ma… cosa fai? Un figo come te si mette a piangere? »

« Chi? Io? Ma assolutamente no, ci mancherebbe altro! Mi dev’essere entrata un po’ di sabbia negli occhi… non vedi quanta ce n’è? »

Maka rise.

« A proposito, problemi con la mia vista? »

« No, ma preferirei che te la riprendessi! »

« Come vuoi! »

Maka gli appoggiò due dita sugli occhi, per poi toccarsi i suoi. Dopo un attimo di annebbiamento, Soul si rese subito conto che non era più in grado di vedere nessuna anima.

« È stata un’esperienza figa, ma è giusto che ti riprenda la tua vista! »

« Sai che c’è gente disposta a uccidere per ottenere questa vista e che non l’avrebbe restituita con così tanta leggerezza? Ero certa che affidarla a te fosse la scelta migliore! »

Soul arrossì leggermente, cercando di trovare una risposta altrettanto figa, ma nel frattempo tutti gli altri finalmente li avevano raggiunti e non ebbe occasione di aggiungere altro.

« Maka! »

« Maka! »

« Come stai? »

La ragazza frenò il fiume di domande che le stavano rivolgendo:« Ehi, ehi, calmatevi! Sto bene, davvero! Piuttosto, sarà meglio occuparci di voi, siete tutti distrutti! »

« Bada a come parli, la sottoscritta divinità può ancora attraversare almeno altri 5 deserti! »

Maka fece l’occhiolino a Tsubaki:« Ma se la divinità non si va a riposare, si può scordare la festa che ho intenzione di organizzare per festeggiare il vostro ritorno! »

Tutti la guardarono sconvolti:« FESTA??? ORA??? MA NON SCHERZARE, SIAMO STANCHI MORTI!!! »

« Oh, tranquilli, non ora! Prima vi dovrete riprendere, poi dovrete fare un rapporto completo a Lord Shinigami, e alcuni di voi dovranno chiedere scusa a un po’ di persone che si sono preoccupate per loro… »

Simon rabbrividì. Ebbe la netta impressione che la voce maschile si stesse riferendo proprio a loro e forse a Soul.

Lucy invece esclamò felice:« Professor Stain! Professoressa Marie! »

La donna sorrise dolcemente:« Su, su! Tutti a casa a farvi una doccia e una bella dormita! Tutto il resto può aspettare! »

Tutto il gruppo annuì e, dopo aver lasciato Pamela sotto custodia, tornarono alle proprie case, ai propri letti, alla loro vita di sempre.

 

 

 

 

Lucy respirò profondamente l’aria fresca e pulita. Quel labirinto di siepi e fiori era davvero meraviglioso. Si avvicinò a una panchina di pietra e si sedette per riposare.

Ripensava alla festa di pochi giorni prima.

Nel cuore aveva ancora la splendida melodia che Simon e Soul avevano suonato insieme. Ridacchiò ricordando le facce sconvolte dei presenti quando Soul si era seduto al pianoforte senza che nessuno glielo avesse chiesto e aveva cominciato a suonare. La faccia di Black Star era stata davvero impagabile, degna di una divinità qual’era!

Si, era stata una festa piena di sorprese, dall’annuncio di James di volersi stabilire a Death City e trovarsi un lavoro, al bellissimo valzer che Maka e Soul avevano danzato, a…

Lucy ridacchiò ancora. Era stata una scena indimenticabile, anche se causata dalla solita sbadataggine di Patty.

 

Si poteva scambiare un bicchiere di champagne per uno di aranciata? A quanto pare sì, perché era quello che la ragazzina fanatica di giraffe aveva servito alla sorella quando le aveva chiesto di prenderle qualcosa da bere… e si era scoperto che Liz non reggeva per niente l’alcool, visto che l’aveva buttato giù il contenuto del bicchiere tutto d’un fiato ed era diventata immediatamente rossa in viso. Per di più l’equivoco non era stato capito subito, e così la ragazza, annebbiata dai fumi dell’alcool, si era aggirata indisturbata barcollando per la sala fino a individuare la persona che stava cercando.

Lucy era profondamente convinta che non avrebbe mai e poi mai dimenticato la faccia di Kevin quando Liz, completamente brilla, l’aveva baciato sulla bocca davanti a tutti, amici e insegnanti! Era diventato rosso almeno quanto i suoi capelli, se non persino di più! Era stato addirittura meglio della parte decisamente imbarazzante che era seguita, con Kid che cercava di staccare la sua arma da Kevin, con la scusa che, per ripetere le sue esatte parole, “lo stava limonando in modo assolutamente asimmetrico!!!”

Lucy non osava nemmeno immaginare l’imbarazzo di Liz quando si era ripresa dall’involontaria sbronza!

Sapeva solo che la ragazza, rossa come un pomodoro, si era presentata due giorni dopo a casa loro chiedendo di poter parlare con Kevin. Lucy non aveva potuto trattenersi dallo sbirciare dalla finestra. Liz si era scusata ripetutamente col ragazzo spiegandogli la faccenda dello scambio di bicchieri. Aveva giurato una volta tornata sobria di aver inseguito Patty per tutta la casa con tutte le armi che era riuscita a trovare.

Kevin l’aveva ascoltata con attenzione a braccia incrociate, apparentemente impassibile, poi le aveva chiesto una cosa che l’aveva spiazzata.

« Ricordi o ti sei fatta raccontare l’accaduto? »

Liz era arrossita ancora di più e, badando a non guardarlo mai in viso, gli aveva risposto che ricordava tutto.

« E ti è tanto dispiaciuto? »

La ragazza lo aveva guardato con gli occhi sbarrati, mentre Kevin, con un po’ di difficoltà vista la differenza di altezza, le aveva afferrato il volto e l’aveva baciata un’altra volta.

Era stato un modo un po’ strano per dichiararsi, ma ormai Lucy aveva capito che a Death City le cose non andavano proprio come nel resto del mondo!

 

 

« A cosa pensi? »

Lucy trasalì quando sentì la voce di Simon. Non l’aveva udito avvicinarsi.

« Come hai fatto a trovarmi? Questo non è un labirinto? »

« Ho giocato in questo labirinto tutte le estati della mia vita… credimi, saprei uscire di qui a occhi chiusi! »

« Guarda che ti prendo in parola e ti bendo! »

Il ragazzo sorridendo allargò le braccia:« Prego! Libera di farlo! »

« Prima l’avrei fatto veramente, ma ora che sei un Veggente… ho paura che tu possa imbrogliare! »

« Hai così poca fiducia in me? »

I due ragazzi risero.

Simon continuò:« Ma sai che Sid non sa più come farmi le interrogazioni e i compiti scritti? Adesso teme che possa scoprire tutte le domande prima! »

« Conoscendo la tua pigrizia saresti anche capace di farlo! Non per nulla ha obbligato me e Kevin a controllarti! Ma temo che non si fidi troppo neanche di noi… »

Il ragazzo si sedette accanto a Lucy.

« Allora, che te ne pare della nostra magione estiva? »

Lucy rise:« Che se questa è la casetta di campagna, non oso immaginare quella dove vivete di solito! Questa è già una reggia! »

Simon sospirò. Lord Shinigami aveva accordato alla loro squadra e a quella di Soul e Maka due settimane di vacanza extra per riprendersi dalle loro brutte avventure. Era stato allora che i duchi di Onpu avevano mandato a Lucy e Kevin un invito per trascorrere qualche giorno da loro. Evidentemente, dopo i racconti della zia e di Rachel, erano curiosi di conoscerli.

« E cosa pensi della mia famiglia? »

« Tuo padre è un uomo che sa come farsi rispettare, senza alcun dubbio! E direi che Rachel ha imparato molto bene da lui! Tua madre invece è molto dolce… un po’ come te! »

Simon arrossì leggermente.

« Avrei voluto conoscere tua zia… »

« Scusala, per anni non è uscita in pubblico per paura di venire tartassata di richieste di predizioni, e certe abitudini sono dure a morire… ma l’ho incontrata poco fa e mi ha detto che ti ha vista dalla finestra. Dice che ti trova molto carina e che ti promette che la prossima volta che verrai a trovarla si farà vedere! »

« Ringraziala da parte mia! »

« Sarà fatto! »

« Non solo per il complimento, ma anche per il dono che ti ha fatto! »

Scherzosamente afferrò il ragazzo per il naso.

« Adesso prova ancora a dirmi un’altra volta che sei inutile e poi vedi cosa ti faccio! Sono stata chiara? »

Simon si liberò dalla stretta ridendo:« Ok, ok! A proposito, Kevin dov’è?  »

« Penso da qualche altra parte di questo immenso labirinto! Tu invece ti sei chiarito con tua zia? Penso che abbiate avuto molto di cui parlare… »

« Oh sì! Scoprire che sapeva da ben tredici anni che sarei stato il suo successore è stata una cosa che mi ha scioccato non poco… e poi ha cercato di darmi qualche consiglio su come gestire i miei poteri di preveggenza. Credo che ancora per qualche mese potrebbero esserci dei piccoli problemi… »

« Con tutto quello che abbiamo affrontato, credimi, il fatto che tu ti metta a prevedere il futuro in mezzo alla strada mi sembra assolutamente una sciocchezza! A parte il fatto che dovrò controllare che nessuno nel frattempo t’investa! »

« Per esempio dovrò abituarmi all’idea di non poter cambiare quello che vedo… »

« In che senso? »

« Diciamo che… se ti vedrò cadere dalle scale non potrò impedirti il volo, ma ti prometto che sarò all’ultimo gradino con la scatola del pronto soccorso! »

Lucy rise:« Ci conto! »

« E tu? Come va con James? »

« Bene, direi… io sto cercando di abituarmi all’idea di avere un nonno e lui di avere una nipotina… anche se forse inconsciamente lo sapevamo già! Da quando non aveva più la sua follia avevamo notato di essere simili… »

« Già! Probabilmente era il vostro legame di sangue a fare in modo che tu potessi sopportare tranquillamente la sua follia… »

Lucy si rabbuiò:« A te non fa paura l’idea di avere un’arma la cui anima custodisce follia pura? »

« Ma che razza di discorsi sono? Non ho mai avuto paura di te, né mai l’avrò! »

« Dimentichi il giorno della festa di Lord Shinigami, quando pensavo che tu e Kevin aveste ammazzato i miei bambini e ho cercato di uccidervi! »

Simon rise:« , sì, a parte quella volta! »

Lucy sorride:« Sai una cosa? »

« No, se non me la dici… »

« Io ho la follia di mio nonno… ma non ho mai capito quale parte della mia anima gli sia capitata… se una buona o cattiva… e se questo ha avuto conseguenze su di lui… »

Simon, inaspettatamente, scoppiò a ridere. Lucy lo fulminò con lo sguardo.

« Allora? Cosa ci trovi di tanto divertente? »

« Davvero non l’hai ancora capito? »

« Se l’avessi capito non starei qui a chiedermelo, non credi? Scusa tanto se non ho la preveggenza, io! »

« Non c’è alcun bisogno della preveggenza per capirlo! L’avevo intuito da molto prima! Basta osservarvi con attenzione! »

« Davvero? »

« Quando ci siamo conosciuti, ogni sera ti mettevi a parlare del tuo villaggio, dei bambini che hai guardato per anni… da quanto tempo non lo fai più? »

« Io… io non lo so… abbiamo avuto decisamente altro a cui pensare in questo periodo! »

« Vero, e in effetti, anche se avevo notato il cambiamento, non ci ho dato troppo peso… almeno fino a quando non ho iniziato a osservare James come persona e non più come ex Kishin. E quando ha detto di voler trovare lavoro ho avuto la conferma di quello che sospettavo già! »

« Io continuo a non capirci nulla… »

« Tuo nonno lavorerà con i bambini, Lucy, l’ho visto. Tu gli hai donato il tuo sconfinato amore e la tua straordinaria pazienza con i più piccoli… e credo sia anche grazie a questo magnifico dono che lui ha ritrovato la voglia di vivere! »

Lucy non rispose, persa in quella rivelazione. In effetti, da quando lei e il Kishin avevano iniziato a condividere i pensieri, aveva smesso di essere ossessivamente fissata con i bambini del suo villaggio… aveva pensato fosse a causa della situazione, ma probabilmente aveva ragione Simon…

Lucy rifletté ad alta voce:« Ma io non ho smesso di voler bene ai miei bambini! »

« L’affetto è una cosa, la passione e il talento per trattare con i più piccoli è un’altra! E forse non l’hai nemmeno donata tutta a tuo nonno… »

La ragazza sorrise:« Te la meriti quella preveggenza, Simon! »

« Eh? »

« I tuoi occhi erano già speciali prima ancora di ricevere quel magnifico dono… tu già vedevi dentro le persone prima ancora di sapere di essere speciale! Se queste sono le premesse sarai il miglior Veggente che il mondo abbia mai visto! »

Il ragazzo arrossì violentemente. Lucy non poteva sapere che erano le esatte parole che gli aveva detto sua zia… e che ancora stava cercando di capire se voleva essere un incoraggiamento o se l’aveva visto sul serio!

Lucy continuò:« Chissà cosa avrebbe combinato Rachel con i tuoi poteri… »

La ragazza scoppiò a ridere da sola, ma una voce l’interruppe quasi subito.

 

« E sotto una foglia cadente e dorata,

le loro labbra s’unirono in una dolcezza a lungo cercata… »

 

Lucy sussultò:« Eh? »

Voltandosi verso Simon, lo vide per un secondo ancora con gli occhi dorati e lo sguardo assente. Poi si riprese improvvisamente, scuotendo la testa e strizzando gli occhi.

« Oh cavolo, non mi abituerò mai a questa sensazione! Sembra che il cervello si svuoti per poi riempirsi nuovamente tutto d’un colpo… e gli occhi bruciano da impazzire! Dovrei portarmi dietro un collirio! La zia mi aveva avvertito, ma è comunque orrendo! Preferisco mille volte la versione con il violino, molto più piacevole e indolore… »

Simon strinse le tempie per far passare la sensazione di annebbiamento, poi, notando che Lucy lo guardava con occhi sbarrati senza nemmeno sbattere le ciglia, iniziò a preoccuparsi.

« Che c’è? Che ho detto? Ho predetto qualcosa che non va? »

Lucy lo fissò ancora per un po’, mentre Simon sentiva la sua ansia crescere ogni secondo di più.

« Che disastro ho annunciato? La fuga del terzo Kishin? Il risveglio di Sarktos? James che impazzisce di nuovo? Black Star bloccato in un’altra anfora? L’Apocalisse? Un nuovo compito a sorpresa di Sid? COSA? »

Lucy alzò lo sguardo. L’autunno si avvicinava e una foglia di un marrone chiaro, quasi color dell’oro, volò proprio sopra le loro teste.

« Questo… »

Prima che potesse chiedere approfondimenti, le labbra di Simon vennero zittite da quelle di Lucy. E in quel momento si resero conto che era quello che avrebbero voluto fare da sempre, da quella volta che si erano incontrati nel parco di Death City e si erano messi a suonare e a cantare quella piccola, sciocca, meravigliosa filastrocca per bambini…

 

« Sì! Evvai! Era anche ora, ragazzi! »

Kevin si tappò immediatamente la bocca con le mani. Fortunatamente i suoi compagni di squadra erano troppo impegnati per essersi accorti di lui. Era tornato da Lucy giusto in tempo per assistere a tutta la scena. Era felice per loro, dopo mesi e mesi che ci giravano intorno, finalmente si erano dati una svegliata! Ormai ‘avevano capito tutti tranne proprio i due diretti interessati! Lo sapeva, l’aveva sempre saputo fin dall’inizio, che sarebbe stata Lucy a fare la prima mossa, ci avrebbe scommesso un occhio della testa! , a ben vedere era stato prima Simon a prevederlo, avrebbe dovuto abituarsi in fretta a quella novità del Veggente…

Il ragazzo guardò con la coda dell’occhio l’anellino di metallo il cui gemello era sull’anulare di Liz. A pensarci bene, lui era l’ultima persona a poterli criticare, non si era mosso molto prima di loro…

 

« Tana per Kevin dietro la siepe! »

Il ragazzo trasalì alla voce di Simon. Maledetto potere di preveggenza!

Molto timoroso, temendo giustamente una scarpa in faccia per aver fatto il voyeur, si sporse timidamente dal muro del labirinto.

« Ehm… da quando mi avete notato? »

Lucy rise, ancora tutta rossa:« Da quando hai gridato come un tifoso al gol della propria squadra del cuore! »

« Ops… »

« Dai, vieni! Stai tranquillo, siamo una squadra, non ti faremo mai sentire il terzo incomodo! E poi tu hai Liz, no? »

Kevin li raggiunse e si accomodò proprio in mezzo a loro, per fare un piccolo dispetto.

« Sì, in effetti sì… e poi era giusto così, no? »

Simon e Lucy si guardarono senza capire.

Kevin fece loro l’occhiolino:« Niente più segreti, no? La nostra promessa! »

I tre ragazzi si abbracciarono. Ormai la loro amicizia era diventata indistruttibile.

Lucy sorrise:« Veramente io un piccolo segretuccio l’avrei ancora… siete disposti a sacrificare una piccola parte delle vostre vacanze per scoprirlo? »

 

 

 

Kevin respirò affannosamente per lo sforzo:« Sono ancora in tempo a dire di no? »

Simon rise:« Ma come? Proprio ora che siamo arrivati? »

« Tu e la tua preveggenza del cavolo! Potevate anche dirmelo che dovevamo andare in montagna… e con il pullman guasto!!!  A che serve avere un compagno di squadra Veggente se non ti avverte nemmeno di queste cose??? »

Lucy, dalla cima della collina che stavano salendo, iniziò a sbracciarsi:« Siete ancora lì? Muovetevi, ci siamo! »

Kevin sospirò:« Sia ringraziato Lord Shinigami! E anche Black Star, che se me lo dimentico, è capace di correre fin qui per ricordarmi che lui è la divinità suprema… »

Simon rise e, afferrandolo per un braccio, lo trascinò fino in cima.

« Eccolo! »

Kevin e Simon guardarono curiosi l’agglomerato concentrico di case di pietra che si estendeva fra strade di cemento. Lucy aveva gli occhi lucidi.

« Il mio villaggio… »

Simon lo guardò interessato:« È più piccolo di quanto immaginassi… »

Lucy sbuffò:« Scusa tanto se non siamo Death City o la tua casetta di campagna… »

Kevin sorrise:« Sembra proprio il villaggio di Heidi… c’è anche Peter? E dove sono le capret…AHI! »

Lucy difese la dignità del suo paesino con un sonoro ceffone sul braccio dell’amico.

Simon rise.

« Allora, lo guardiamo solo da fuori o possiamo anche varcarne i confini? »

Lucy annuì e li guidò. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che i suoi piedi avevano calpestato quelle strade! Quando era partita era assolutamente ignara dei suoi poteri, delle sue origini, del mondo al quale apparteneva, volente o nolente, e, soprattutto, era sola. Aveva potuto rimanere nel villaggio solo per la generosità degli abitanti… e adesso invece poteva rientrare a testa alta, al fianco dei suoi migliori amici! Anzi, del suo fidanzato e del suo migliore amico.

 

Una scheggia colorata sfrecciò davanti agli occhi del gruppetto. Lucy sapeva già di cosa si trattasse ancora prima di vederlo. Al secondo passaggio afferrò a colpo sicuro la maglietta del discolo bloccandolo. Un oggetto dotato di ruote scivolò poco più in là.

« Sbaglio o prima di partire ti avevo fatto un discorsetto riguardo a quello skateboard? E non venirmi a dire che l’avevi appena preso, ci sono almeno venti lividi nuovi sulle quelle ginocchia! »

Il bambino guardò stupito la ragazza che l’aveva afferrato. Poi il suo volto si trasfigurò dalla felicità.

« Lucy! Sei tornata! »

Il bambino l’abbracciò e la ragazza gli scompigliò i capelli:« L’avevo promesso, Peter… »

Kevin sussurrò a Simon:« Visto che un Peter c’era? La prossima è la capretta… »

Il violinista gli rifilò immediatamente una gomitata nelle costole.

Peter si staccò dall’abbraccio e riprese il suo skateboard.

Lucy tirò fuori un foglio dalla tasca:« E ti avevo promesso anche questo… »

Il ragazzino s’illuminò nell’ammirare l’autografo perfettamente simmetrico del campione mondiale di skateboard. Abbracciò ancora Lucy e saltò sul suo mezzo di trasporto.

« Devo avvertire tutti! EHI!!! LUCY È TORNATA!!! È TORNATA LUCY!!! VENITE FUORI DA QUELLE TANE, ANIMALI IN LETARGO, C’È LUCY ALLE PORTE DEL VILLAGGIO!!! »

La ragazza scoppiò a ridere. Non era proprio cambiato nulla!

Simon le mise una mano sulla spalla:« Hai visto? Non si sono ancora scordati di te, ti vogliono ancora bene… »

« Lo sapevo già. Non era a questo che stavo pensando… »

« E a cosa, allora? »

« Che è ironico che la prima persona che abbia incontrato tornando qui sia proprio quella grazie alla quale è iniziata tutta questa storia… e ho incontrato voi! »

Kevin la guardò perplessa:« Ma chi, il fanatico dello skateboard? Il Peter che ha tradito lo slittino per quel coso a ruote? Che c’entra lui con la Shibusen? Non erano stati Maka, Soul, Tsubaki e Black Star a venire a recuperarti? »

Lucy fece a entrambi l’occhiolino:« Forse c’è ancora qualcosa da raccontare… ma non adesso! Fatemi riabbracciare i miei piccoli, ora! »

Kevin e Simon annuirono e lasciarono che la ragazza corresse a braccia aperte dal gruppetto di bambini urlanti che uscivano da tutti gli edifici.

Sì, era bello essere a casa.

 

 

 

Un falò s’innalzava alto verso il cielo notturno. Il villaggio aveva ampiamente festeggiato il ritorno di Lucy con un’abbondante banchetto e ora erano tutti seduti attorno al fuoco, in cerchio. Nonostante le insistenze degli abitanti, Simon e Kevin si erano sistemati un po’ fuori, lasciando il palcoscenico tutto per la loro compagna. Tutti i bambini la guardavano pendendo dalle sue labbra e aspettavano.

« Allora? Cosa c’è da guardare? Non sono poi cresciuta così tanto, al massimo siete voi che siete diventati grandi in mia assenza… cavoli, fra un po’ non vi riconoscevo più! Avevate detto che ve la sareste cavata anche senza di me e avete mantenuto la parola, sono molto fiera di voi! »

Uno dei bambini prese la parola:« Tu ora hai la tua vita, nessuno di noi ti chiederà di restare a meno che tu non voglia… »

Lo sguardo di tutti i piccoli cadde sui due ragazzi sconosciuti. Erano tutti certi che Lucy sarebbe ripartita con loro, e in effetti non si sbagliavano.

« … ma almeno una cosa ce la devi! »

« Cosa? »

Un’altra bambina gli rubò le parole di bocca:« Raccontaci una storia, Lucy! Come quando eri qui! Ne avrai imparate tante mentre non c’eri! »

Tutti i bambini le saltarono addosso con la stessa richiesta. La ragazza sorrise.

« Bene, volete una storia? L’avrete, piena di avventure e pericoli, la più bella che abbiate mai sentito! »

Tutti i bambini e gli abitanti del villaggio si avvicinarono per sentire la sua voce cristallina, e anche Simon e Kevin si misero più comodi.

Era una storia di demoni, di strane scuole, di amicizie, di famiglie perdute e ritrovate, di misteri, di tradimenti, di promesse quasi impossibili da mantenere e di strani destini incrociati.

 

Era una storia che sia Simon che Kevin conoscevano bene, ma che avrebbero riascoltato volentieri ancora mille e mille volte raccontata dalla dolce voce di Lucy. Ogni volta era quasi come ascoltare una nuova avventura.

 

 

Fine.

 

Lucy:« È… è… è finita!!! »

Simon:« No, non fare così, non piangere… sennò mi commuovo anch’io… »

Lucy:« Kevin, ma come fai a rimanere così impassibile? È la fine delle nostre avventure! »

Kevin:« Stavo riflettendo su una cosa… »

Simon:« Cosa? »

Kevin:« Ma se questo è l’ultimo capitolo… com’è che siamo ancora qui a fare un’anticipazione? »

Maka:« Non l’avete ancora saputo? Leggete qui! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, Capitolo Extra: Dietro alle quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa di più?

 

Lucy:« Evvai! Allora non è ancora finita! »

Lucy, Simon, Kevin & Maka:« VI ASPETTIAMO NUMEROSI ALL’ULTIMA FOLLIA DI QUESTA STORIA!!! »

 

 

Ebbene sì, le avventure di Lucy Simon e Kevin sono arrivate a una conclusione… ma come vedete, dopo un anno in cui mi sono affezionata ai personaggi e a voi lettori, ho deciso di fare un bel capitolo extra! E visto che a giudicare dalle recensioni uno dei pezzi più apprezzati erano proprio le anticipazioni finali preparatevi, perché… ci sarà da ridere!

A proposito, ho bisogno delle vostre domande e curiosità! Anche se finora siete stati magari lettori silenziosi fatevi sentire almeno alla fine!

 

Dunque, stavolta devo fare i ringraziamenti come si deve! Cominciamo!

Ringrazio di cuore:

 

-         tutti i lettori silenziosi, magari anche occasionali;

-         tutti coloro che hanno messo questa storia fra le preferite, ovvero: Death The Krueger, Death Vampire, Mangetsu chan, Odrina, Red flames, TokorothX3, Zawa chan, ZekTheKid, Zero Nikita,  _Alexia,  _Irene_Adler_;

-         tutti coloro che hanno messo questa storia fra le seguite, ovvero: Black Nana, darkthunder, Death the Kid, Death The Krueger, Hachi_Robin_Michaelis, Jan Itor 19, Leke_96, Maka98, Mangetsu chan, Mitzune_chan, Molly369, Odrina, PseudoAutrice, SakuraX16, SuperCecy, Tabitha Smith, verdiana500, Zawa chan, _MakaLover_;

-         tutti coloro che hanno già messo questa storia fra le ricordate, ovvero: Bea728, Juliet__Albarn, Trisha_Elric, Zawa chan;

-         tutti coloro che nel corso dei vari capitoli hanno avuto la bontà di farmi sapere cosa ne pensavano, ovvero i commentatori: Hachi_Robin_Michaelis, Jaqueline, Anti_Muzak, Trisha_Elric, Mangetsu chan, _Irene_Adler_, verdiana500, Tabitha Smith, Black Nana, Zawa chan, Zero Nikita, fenris,  Red flames, Odrina (questi ultimi due hanno cominciato da poco, ma prima o poi giungeranno fin qui a leggere i ringraziamenti! XD);

-         un ringraziamento speciale alle quattro persone che ultimamente mi hanno seguito con più fedeltà nei commenti: Sakurax16, Jan Itor 19, Mitzune_chan, TokorothX3;

-         Sakurax16, che è e sarà sempre la mia beta per tutte le mie fanfiction riguardanti anime e manga (ma non so se dopo questa dichiarazione sarà felice o si strapperà i capelli! XD);

-         TokorothX3 per aver condiviso con me e con voi lettori una briciola del suo talento artistico.

 

E con questo dovrei aver finito… fiù, ma quanti siete? E per di più ogni tanto cambiate nick, ho faticato a ritrovarvi! Ho impiegato una pagina di word a scrivervi tutti! Comunque grazie infinite!

 

Vi aspetto dunque, stavolta davvero per l’ultima volta, al prossimo capitolo, più pazzo che mai!!!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Capitolo extra: Dietro le quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa in più? ***


Dietro alle quinte della fanfiction

Dietro alle quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa in più?

 

 

 

TUM-TUM, TUM-TUM…

 

Hinata:« Uno, due, tre, prova… uno, due, tre, prova, prova… ma funziona questo coso? »

Maka:« Si chiama microfono e funziona benissimo… sempre che tu non lo spacchi adesso! »

Hinata:« Scusa, ma sono un po’ nervosa… di solito io rimango sempre dietro le quinte, è la prima volta che mi espongo così… »

Maka:« Capisco… ma che fine hanno fatto gli altri? Sono in ritardo e la diretta comincia fra poco… »

Hinata:« Non so… »

Maka:« Io quelli li strozzo! Una come fa a fare un’intervista se mancano gli intervistati? »

Hinata:« Ehm… non so, stavolta non posso intervenire… »

Maka:« Uffa!!! Mancano due minuti scarsi! Dove si sono cacciati quei tre??? »

« ECCOMI QUA, MISERI MORTALI! LA VOSTRA DIVINITÁ È QUI PER RISOLVERE LA SITUAZIONE! »

Hinata:« Black Star? Ma non dovevo essere intervistata con Lucy, Simon e Kevin? »

 

La maestra d’armi di Soul guarda agitatissima l’orologio.

 

Maka:« Diavolo è tardissimo… sarebbe un grossissimo problema fare l’intervista con lui? »

Hinata:« Con Black Star? No, nessun problema per me, dopotutto è il mio personaggio preferito dell’anime… »

Black Star:« E COME POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI? »

Maka:« Va bene allora, accomodati lì che stiamo per cominciare… »

 

Dalla regia si diffonde una voce familiare dagli altoparlanti.

 

« Pronti al conto alla rovescia, stiamo per andare in onda… meno otto, otto, otto… »

Maka:« KID! FAI UN CONTO ALLA ROVESCIA DECENTE, NON SI CAPISCE QUANDO COMINCIAMO! »

Kid:« Dalla mia bocca non può uscire un numero asimmetrico… ehi! Cosa fai? »

 

Dei rumori poco rassicuranti si diffondono in sala. Hinata inizia a pentirsi di aver accettato di essere intervistata. La voce di Kid si sente ancora, ma in lontananza.

 

Kid:« È maleducazione rubare i microfoni! »

Soul:« Ok, il conto ve lo faccio io! Meno tre, due, uno… IN ONDA!!! »

 

Maka dissimula più che può un gocciolone imbarazzato che gli scende dalla fronte e sfodera il più finto sorriso del suo repertorio.

 

Maka:« Benvenuti allo speciale capitolo extra di “Polvere Incantata”! Vi presentiamo in questa esclusiva intervista in stile “Le Iene” due ospiti d’eccezione! La prima è colei che sta sempre dietro le quinte, l’autrice della storia, Hinata 92… »

Hinata:« Ciao a tutti!!! »

Maka:« … mentre l’altro è… »

Black Star:« IL GRANDISSIMO ME NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI!!! »

Hinata:« … »

 

La faccia perplessa di Hinata è uno spettacolo, vista la sua varietà d’espressioni comica di natura che chi ha avuto la possibilità di ammirare di persona conosce bene e ammira. A quanto pare scrivere di Black Star non è esattamente lo stesso che averci a che fare di persona.

 

Maka:« … se… dunque, dicevamo, l’altro ospite è Black Star, che si è già ampiamente presentato da solo. Direi che potremmo anche cominciare… regia, mandatemi la schermata stile Iene! »

 

Un separé compare fra i due intervistati. Il colore giallo canarino lascia pochi dubbi su chi sia l’addetta alle scenografie. L’intervistatrice sospira, Black Star è esaltato come sempre, Hinata trattiene a stento una risatina.

 

Maka:« Bene, cominciamo! Nome! »

 

Hinata:« Hinata 92 »

Black Star:« BLACK STAR, IL SOLO, L’UNICO, L’INIMITABILE!!! »

 

Hinata:« Ti sta tutto quello sulla carta d’identità? »

Maka:« Non cominciamo a divagare! Ho una scaletta da seguire! »

Hinata:« Chiedo scusa, non ho saputo resistere… »

 

Maka:« Andiamo avanti… età! »

 

Hinata:« 20 anni di pura pazzia! »

Black Star:« FIN DA QUANDO ESISTE L’UNIVERSO! »

 

Maka:« Professione! »

 

Hinata:« Studentessa universitaria e aspirante scrittrice! »

Black Star:« DIVINITÁ ASSOLUTA, LUCE DELL’UNIVERSO, GRANDIOSO STERMINATORE DI DEMONI!!! E, QUANDO IL SUPREMO ME NON È TROPPO IMPEGNATO, ANCHE STUDENTE ALLA SHIBUSEN! »

 

Hinata:« Diavolo, dovrò rivedere il curriculum… questo sfigura troppo in confronto al suo… »

Black Star:« CHIUNQUE SFIGURA TROPPO DI FRONTE ALLA LUCE INDESCRIVIBILE DEL DIVINO ME! »

Maka:« Ehm… Black Star… non ti pare di stare esagerando un pochino? »

Black Star:« ASSOLUTAMENTE NO! »

 

Una porta si spalanca sbattendo rumorosamente. Tutti si voltano, ma Black Star impallidisce all’istante.

 

« BLACK STAR! TU, MALEDETTO SCHIFOSO… SAI CHE HO UCCISO PER MOLTO MENO, VERO??? »

« Calmati, Kevin, credo che siamo in diretta… »

Kevin:« NON ME NE FREGA NIENTE DELLA DIRETTA, LUCY!!! QUESTO SPORCO DOPPIOGIOCHISTA CI HA RINCHIUSO TUTTI E TRE NEL CAMERINO PER AVERE LA SCENA TUTTA PER LUI!!! MI STUPISCO CHE NON ABBIA SEGREGATO ANCHE L’AUTRICE!!! »

Maka:« Addio alla scaletta… »

 

Mentre Maka butta via il copione rassegnata, Hinata si volta a braccia incrociate verso Black Star con l’intenzione di fargli uno sguardo malefico. Purtroppo come al solito non ci riesce e decide di optare per una faccia impassibile.

 

Hinata:« È vera questa storia? »

Simon:« Dubiti di noi? »

Hinata:« Assolutamente no, ma voglio sentirlo dalle sue labbra… »

Black Star:« COME OSATE ACCUSARE UNA DIVINITÁ??? »

Hinata:« Black Star… questo da te non me l’aspettavo proprio! »

Black Star:« CHE COS’È, UNA SFIDA? »

Hinata:« Ci mancherebbe altro, io ho la forza, come dico da sempre, di un bradipo addormentato con un braccio ingessato, fisicamente non ci sarebbe storia… »

Black Star:« E VORREI VEDERE! »

Hinata:« … ma ti ricordo che sono l’autrice… e che non ci metto davvero nulla a crearti un avversario fatto su misura per te! »

 

Black Star deglutisce rumorosamente. In un raro attimo di lucidità mentale afferra la vera pericolosità della minaccia.

 

Hinata:« Ma dato che sono una persona pacifica, per questa volta farò così… »

 

La divinità non ha il tempo di tirare un sospiro di sollievo che l’autrice gli dà una leggera spintarella verso l’uscita.

 

Hinata:« Ragazzi, è tutto vostro! »

Black Star:« Cosa? No! »

Hinata:« Preferisci che mi occupi io di te? »

 

Kevin si scrocchia rumorosamente le dita, Simon è lieto, una volta tanto, di tirare fuori il suo violino non per suonare ma per fare una bella scazzottata. Black Star inizia giustamente a sudare freddo mentre Kevin, con un sorriso tutto fuorché rassicurante, chiude la porta che dà sul corridoio. I rumori di scazzottate si sentono anche con l’insonorizzazione della sala registrazione.

Per salvare il salvabile Maka si piazza di fronte alla telecamera e inizia a inchinarsi a ripetizione scusandosi ripetutamente con tutti i lettori. Hinata, sul suo sgabello, non sa bene che fare e per la prima volta capisce veramente come si sente Chrona ad avere a che fare tutti i giorni con questa manica di pazzi.

Mentre fuori dall’inquadratura si scatena l’inferno, Lucy scavalca l’incontro di boxe e faticosamente entra nello studio indenne.

 

Lucy:« Permesso, si può? Credo che non abbiano bisogno di me e non amo molto le scene di sangue… »

Maka:« Prego, tanto ormai… »

Hinata:« Sinceramente non amo il sangue neanch’io, finché si tratta di descriverlo ok, ma vederlo è tutta un’altra cosa… »

 

Dai rumori e dalle urla l’incontro di boxe è rapidamente degenerato in puro wrestling. Hinata fa una smorfia, pentendosi della sua scelta. Forse Black Star si sarebbe fatto meno male se gli avesse trovato lei un avversario, ad esempio Stain in assetto da verifica, come aveva in mente all’inizio. Lucy non trova nemmeno il coraggio di guardare la porta chiusa e Maka, alzando gli occhi al soffitto, ringrazia solo che il tutto stia avvenendo fuori della inquadratura della telecamera.

Finalmente i rumori poco rassicuranti finiscono. Kevin e Simon entrano, senza un graffio e visibilmente soddisfatti. Per la frazione di secondo dove le fu possibile vederlo, Black Star ricordò molto all’autrice la puntata dell’anime dove la divinità aveva tentato di rubare le risposte del compito in classe di Stain. Era conciato allo stesso modo.

 

Hinata:« Non ricordavo di averli fatti così violenti… »

Maka:« Ok, ricominciamo da capo, va bene? Chiediamo ancora scusa ai lettori per gli incresciosi inconvenienti… pronti per l’intervista? »

Hinata:« Certo! »

Lucy:« Sì! »

Simon:« Sicuro! »

Kevin:« Siamo qui per questo! »

 

Maka sospira e recupera la sua scaletta.

 

Maka:« Nome! »

 

Hinata:« Hinata 92 »

Lucy:« Lucy Gin »

Simon:« Simon Emanuel Onpu »

Kevin:« Hai dimenticato il “Duca”, mio caro… »

 

Simon diventa tutto rosso e gli ringhia vivacemente, ma Lucy minaccia di lasciarli entrambi senza cena se non la piantano immediatamente e nello studio torna la pace. Hinata è fiera di averle dato un caratterino tale da farsi rispettare anche da quei due.

 

Maka:« Dicevamo… »

Kevin:« Kevin Akai »

 

Maka:« Età! »

 

Hinata:« 20 »

Lucy:« 15 »

Simon:« 18 »

Kevin:« 15… a proposito, me lo sono sempre chiesto: perché Simon è più grande di noi? »

Hinata:« Un errore di distrazione… ho scritto per caso che era maggiorenne in uno dei primi capitoli per fargli fare un’uscita ad effetto dall’aula e non mi sono accorta della differenza fino a quando una lettrice non me l’ha fatto notare… sono partita da questa scusa per farlo ripetente! »

Simon:« Ah, grazie tante! »

Maka:« Scusate, ma per le domande ci sarà spazio più tardi! Ora dovrei continuare con la mia scaletta! »

Hinata & Kevin:« Scusaci! »

 

Maka:« Professione! »

 

Hinata:« Studentessa universitaria e aspirante scrittrice… ma ancora molto lontana dall’obiettivo, purtroppo! »

Lucy:« Studentessa alla Shibusen! »

Simon:« Studente alla Shibusen, violinista e, da poco, Veggente! »

Kevin:« Studente alla Shibusen! »

 

Maka:« Per accontentare orientali e occidentali, gruppo sanguigno e segno zodiacale! »

 

Hinata:« AB, cancro. »

Lucy:« 0, cancro »

Simon:« AB, leone »

Kevin:« AB, cancro. »

Simon:« Ehi, ma com’è che Lucy ha il tuo stesso segno zodiacale e io lo stesso gruppo sanguigno? E perché Kevin ha addirittura entrambi??? »

Hinata:« Forse perché Kevin mi somiglia molto… ma a pensarci bene anche voi due, anche se in modi diversi! Senti, Maka, che ne dici se abbandoniamo questo metodo e passiamo a un’intervista più tradizionale? »

Maka:« Tanto ormai qui ognuno fa quello che vuole… »

 

La ragazza butta definitivamente via la scaletta e gli intervistati si mettono seduti per terra in cerchio.

 

Maka:« Ma prima… pubblicità! Non cambiate canale! »

 

Tsubaki:« Il caffè non vi dà la carica che vi aspettavate? »

Chrona:« P-p-provate la miscela di Zio Bob! »

BJ:« Bravi!!! »

Ragnarok:« Ma che bravi e bravi! Dove sono i biscotti e i pasticcini? Che razza di caffè è senza dolcetti??? »

Chrona:« Ragnarok! N-n-on dovevi venire fuori ora! Non so più come comportarmi… »

 

Mentre lo stacco pubblicitario va letteralmente a rotoli, dietro le quinte Liz aggiusta il trucco alle signore (con le proteste di Hinata che, come sempre, di trucchi e parrucchi non ne vuole proprio sapere), Patty dà l’ultimo tocco d’autore alle scenografie con una bella pennellata di giallo limone e Maka s’accorda con Soul e Kid dalla regia. Il piccolo Shinigami non smette un secondo di sbraitare sul fatto che vuole un programma più simmetrico. Apparentemente nessuno si preoccupa più di Black Star moribondo appena fuori dalla porta.

Con nonchalance Tsubaki trascina via Chrona e Ragnarok e il programma riprende.

 

Maka:« Bene, continuiamo l’intervista! Allora, Hinata, domanda ovvia: come è nata l’idea di questa storia? »

Hinata:« Dunque… direi da un mix di ansia, stress, indigestione serale di anime e crisi d’astinenza dalla scrittura. »

 

Tutti la guardano senza capire. Hinata sorride convinta di aver riassunto tutto in modo semplice ed efficace. Poi, notando le facce, si rende conto che forse non è stata così chiara come aveva immaginato.

 

Hinata:« Ops, ogni tanto lo faccio, scusate! Dico frasi ad effetto incomprensibili per riassumere discorsi lunghissimi… devo spiegare tutto punto per punto, eh? »

Maka:« Sarebbe gradito, in effetti… »

Kevin:« Scusa un attimo, hai detto che avevi fatto un’indigestione di anime… sei forse un kishin??? »

Hinata:« Eh? Ma no, cos’hai capito, ci mancherebbe altro! Anime inteso come “cartone animato giapponese”! »

Lucy:« Aaaaaah, in effetti mi stavo preoccupando un po’ anch’io… »

Hinata:« Quanta poca fiducia avete nella vostra autrice… dicevo, ero in pieno periodo maturità, per cui con stress e ansia al massimo, quando su rai4 iniziarono a trasmettere il cartone (va bene così, Kevin?) di Soul Eater. Sembrava interessante, ma l’orario notturno non era proprio l’ideale, così finiva sempre che mi cercavo le puntate su internet un paio di giorni dopo la trasmissione e me li guardavo alle nove di sera. E a causa di questo credo avvenne il pasticcio… »

Maka:« Ovvero? »

Hinata:« Una notte mi sognai una cosa un po’ strana, tipo che ero un’arma che si trasformava in un arco e in falce e che ero impugnata niente poco di meno che da… Soul! »

 

Facce sconvolte in sala. Non si può vedere, ma dalla regia anche l’interpellato è rimasto sconvolto dalla rivelazione. Hinata si rende conto di aver causato un certo imbarazzo.

 

Hinata:« ? La maggior parte delle mie storie hanno origine da sogni o incubi che faccio di notte… »

Kevin:« Mai pensato di fare un giro da uno psicanalista? »

Hinata:« Per tua informazione ho studiato anche qualcosa di psicanalisi e uno dei miei autori preferiti è un certo Jung, uno degli allievi di Freud… »

Maka:« Ok, tralasciamo le sedute psicanalitiche, non ho un lettino per farvi stendere! Dicevi, Hinata? »

Hinata:« Che ripensando al sogno durante una noiosa sessione d’interrogazione di filosofia, mi venne spontaneo afferrare una penna e senza neanche rendermene conto iniziai a scribacchiare un incipit di una fanfiction… non è esattamente quello che poi avete letto, nel primo prototipo quella che poi sarebbe diventata Lucy si rimaterializzava come sonnifero in mezzo a un macabro campo di battaglia e veniva accolta da quello che sarebbe stato poi Simon… »

Simon:« Un attimo! Ma da dove è saltato fuori il sonnifero? Non hai detto che nel tuo sogno c’erano arco e falce? »

Hinata:« Prima ho detto che ero in crisi d’astinenza dalla scrittura, no? In effetti quando era stato il momento di cominciare la quinta superiore, avevo promesso a me stessa di non lasciarmi distrarre da cose non strettamente indispensabili… in questo, con un enorme sforzo di volontà, avevo incluso anche la scrittura, visto che era mia abitudine portarmi nello zaino dei quaderni che poi riempivo di storie nei momenti morti, come le ore buca oppure le interrogazioni di filosofia… quante di quelle storie ho scritto durante le interrogazioni di filosofia! Devo molto al quel professore, sapete? Comunque ero stata troppo ottimista: anche se la mia mano era a riposo, la mia mente continuava a inventare storie quasi contro la mia volontà. Credo di aver ideato almeno quattro fanfiction, in quel periodo… fra queste, ce n’era una basata sull’anime di Blue Dragon, che avevo cominciato a seguire entusiasmata perché l’autore era Akira Toriyama, l’autore di Dragon Ball. Avevo creato un personaggio la cui ombra era una farfalla che spargeva una polvere argentata che faceva addormentare gli avversari e che via via, nel corso di un processo di crescita, scopriva di poter usare altre polveri, come una dorata per guarire gli alleati e una color cremisi per uccidere. Come mi fosse venuto in mente, all’epoca, non me lo ricordo… comunque, il progetto di scriverci sopra una vera e propria storia venne accantonato presto. L’anime si era rivelato una schifezza, ma questi sono dettagli. L’idea del sonnifero argentato, però, la ritenevo buona e mi venne spontaneo riciclarla per questa storia.»

Kevin:« Interessante… quindi sia i miei poteri che quelli di Lucy vengono da un’altra storia mai scritta? »

Hinata:« Esatto. Comunque mi bloccai quasi subito, memore della promessa che mi ero fatta di non lasciarmi distrarre. Però l’incipit mi sembrava buono, così lo trascrissi al computer e tenni il file in un angolo della mia chiavetta, quella che porto sempre in tasca con me ovunque vado. Ma anche se non ci lavoravo materialmente, spesso con la testa ci tornavo e cominciavo ad aggiungere tutti gli elementi che poi sarebbero diventati parte integrante della storia. Il fatto che abbia iniziato a studiare la trama quando ero solo all’inizio dell’anime giustifica un po’ perché nella mia storia non si parla di Aracnophobia e di tutto quello che è accaduto dopo… avrei voluto inserirli, ma ormai la base della mia storia era già così ben definita che mi dispiaceva modificarla e la lasciai così! Non appena finito l’anno mi rimisi all’opera ed è nato tutto questo! Ho deciso di fare una long fic proprio per riprendere la mano dopo un anno che non scrivevo più… e per imparare finalmente a scrivere direttamente al computer senza passare prima per un foglio! Ero stufa di perdere pomeriggi a copiare pagine e pagine di quaderni! »

Lucy:« Io avrei un’altra domanda… come hai ideato tutti i personaggi? E i loro nomi? Sono molto curiosa di sapere come siamo nati… »

 

Hinata scoppia a ridere.

 

Hinata:« Avete ancora tempo? Perché, in certi versi, è più lunga e complessa questa storia della fanfiction vera e propria! »

 

I presenti annuiscono e l’autrice sospira. Sa che quello che sta per dire sconvolgerà i lettori e i suoi stessi personaggi. Per un attimo si chiede se non avrebbe fatto meglio a fare un corso di karate prima di accettare l’intervista. Poi sospira di nuovo.

Avranno pietà della loro autrice. O no?

 

Hinata:« Come siano nati Lucy e Simon direi che è chiaro… forse è più interessante la storia dei loro nomi! »

Simon:« Non sono sicuro di voler sentire… »

Hinata:« Ti capisco, il tuo è stato quello che mi ha fatto penare di più… »

Kevin:« Andiamo bene… »

Hinata:« Quando ho preparato in classe quel bozzetto d’incipit, mi sono subito resa conto che mi servivano dei nomi. Non potevo certo chiamare i personaggi, per quanto solo due, “quella lì” e “quello lì”! Ma, dato che per i nomi ho una fantasia a dir poco pessima, ho fatto l’unica cosa che potevo fare durante la lezione per trovare un’ispirazione senza destar sospetti! »

Simon:« Ovvero? »

Hinata:« Ho preso due libri dallo zaino e ho sfogliato a caso. Uno era il quaderno d’inglese, e l’occhio mi cadde su una poesia di Wordsworth, “A Lucy”, … »

 

Lucy sorride. Pare gradire l’origine poetica del suo nome.

 

Hinata:« … l’altro era il libro di filosofia e, aprendo a caso il volume, saltò fuori il capitolo su Immanuel Kant! Pasticciando leggermente col nome, saltò fuori Emanuel, che mi piaceva decisamente di più, e lo tenni. »

Kevin:« Quindi il secondo di nome di Simon… in realtà è il primo, cronologicamente parlando? »

Hinata:« Esatto! Sinceramente dovevano essere solo nomi provvisori, per cui uno valeva l’altro… ma fu la mia leggendaria distrazione a renderli definitivi! »

Maka:« Cioè? »

Hinata:« Devo confessare che non tenni esattamente fede alla mia promessa… e iniziai a scrivere sì alla fine dell’anno scolastico, ma in quella settimana che precede l’esame di maturità! L’incipit divenne subito quello che già conoscete, e continuai a usare il nome di Lucy… per Simon il problema non si poneva ancora, visto che compare solo al terzo capitolo e in quella settimana scrissi solo il primo e il secondo! L’intenzione era poi quella di sostituirlo con un nome giapponese… »

Lucy:« E poi cos’è successo? »

Hinata:« Presa dall’entusiasmo di aver finito finalmente la maturità, pubblicai il capitolo su EFP senza pensarci due volte! Solo dopo i primi commenti mi ricordai di non aver cambiato il nome alla protagonista, ma ormai era troppo tardi! È per questo che vi ho dato cognomi giapponesi ben studiati… per ricordarmi una volta per tutte di controllare prima di pubblicare! »

Maka:« Però poi Emanuel è diventato Simon… »

Hinata:« Se fosse stato per me saresti rimasto Emanuel! Solo che volli far leggere il terzo capitolo in anteprima alla mia beta, Sakurax16 che mi commenta ogni capitolo, e a un’altra ragazza che si era mostrata entusiasta per la storia, ovvero Zawa Chan, ed entrambe mi dissero subito che il nome faceva schifo e che dovevo cambiarlo! Protestai per un po’, ma alla fine acconsentii, a patto che mi aiutassero a sceglierne uno nuovo. In quella discussione uscì Kevin, e lo scelsi subito per la seconda arma, ma il problema del nuovo nome di Emanuel rimaneva. Alla fine mi stufai, presi libri e dvd e scelsi tre nomi che sottoposi al loro giudizio: Simon, Jared ed Henry. Sapete bene cosa uscì dal sondaggio. Giusto per curiosità, Simon è il nome di uno dei gemelli de “Le cronache di Spiderwick”. »

Maka:« Però il nome di Emanuel non è scomparso… »

Hinata:« In effetti no, mi dispiaceva buttarlo via così, dopotutto avevo creato gran parte della trama pensando a lui con quel nome! Così, giusto per fare un dispetto a quelle due che me lo avevano bocciato, glielo reinserii come secondo nome nel nono capitolo! E dato che era molto altisonante e in effetti un po’ fuori moda, presi lo spunto per dare a Simon la sua nobiltà e tratteggiare la sua famiglia, che a parte la zia era rimasta un po’ all’oscuro fino a quel momento. »

 

Simon è rimasto un po’ scioccato da tutte quelle rivelazioni in una botta sola. Kevin prende la palla al balzo per distrarlo un po’.

 

Kevin:« A proposito, e la fantomatica zia di Simon? »

Hinata:« Ah, lei… ammetto di essermi divertita molto! In realtà l’avevo accennata nel terzo capitolo e mi serviva solo come pretesto per giustificare la testardaggine dei genitori di Simon nel tenere il figlio legato alla Shibusen… non avrei mai pensato che sarebbe diventata un personaggio così cruciale! Poi a un certo punto mi sono incartata con la trama e ho pensato bene di rileggermi tutta la storia per trovare eventuali spunti… e la zia mi è sembrata perfetta! È la stessa logica con cui poi ho deciso di far risaltare fuori Rachel, la sorella di Simon, che avevo giusto solo nominato in un capitolo! Anche se per lei, a dirla tutta, mi sono ispirata molto a una mia ex compagna di classe, combinazione di nome Rachele, boccolosa ma mora, che non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno… d’accordo, non avrà avuto i fucili come Rachel, ma praticava kick boxing! »

Lucy:« Ma questa zia avrà un volto! O almeno un nome! »

Hinata:« Sono stata molto tentata di farla comparire nell’ultimo capitolo, ma poi ho pensato che avrebbe perso molto del suo fascino. No, non vi dirò né aspetto né nome, ma sappiate che comunque avevo strutturato il suo personaggio come tutti gli altri! »

Maka:« E cosa ci dici degli altri personaggi che hai inserito? Il Kishin, Sarktos e Pamela? »

Hinata:« Non ricordo esattamente come sia saltato fuori il Kishin… ma era presente fin dall’inizio, come si può notare dalla presentazione su EFP! Ed era presente fin da subito anche Sarktos, anche se non aveva questo nome… , a dirla tutta non aveva neanche un nome! Ritornando a James, comunque, sappiate che le storie che trattano di perdite di memoria mi hanno sempre fatto impazzire e quindi non potevo non inserirla! Per il suo carattere quando era preda della follia, vi dirò, mi ha ispirato il carattere Rave che c’è su word… l’ho visto e ho pensato “Tu sarai la voce del mio Kishin!”. Poi il resto è nato pian piano… »

Lucy:« Avevi deciso fin da subito che sarebbe stato mio nonno? »

Hinata:« Non così di preciso. Avevo deciso di farlo tuo parente, magari un tuo lontano cugino… ricordo che l’ispirazione per la famosa frase “Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide” mi è venuta in pullman mentre andavo all’università. A quel punto volevo un colpo di scena degno di questo nome. Anche se non ho mai visto il film, mi venne immediatamente in mente la battuta di Star Wars “Io sono tuo padre”, e, chissà perché, mi è venuto da immaginarmi la faccia di Luke se invece la battuta fosse stata: “Io sono tuo nonno!!! e magari con il cattivone che si toglieva la maschera e si rivelava un nonnetto decrepito… la cosa mi ha fatto così ridere che ho deciso che la scena sarebbe stata più o meno così! »

Maka:« E perché chiamarlo proprio James? »

Hinata:« Non ho rivelato subito il suo nome… perché volevo pensarci bene, non volevo fare la stessa cosa di Lucy e Simon! E così mi sono presa un po’ di tempo… avevo deciso che volevo un nome inglese, come quello di Lucy. E, anche se so che una mia fedele lettrice a questo punto mi odierà perché aveva immaginato che avessi tratto il nome dal famoso 007, devo confessare che il nome viene… dal papà di Harry Potter! »

 

In sala cala il silenzio.

 

Hinata:« , non solo, volevo un nome inglese e James è il più anglosassone che la mia mente malata mi abbia suggerito… però una cosa la devo fare! »

 

L’autrice si alza e, davanti alla telecamera, chiede ripetutamente e sinceramente scusa a Jan Itor 19 che sa benissimo di aver deluso infinitamente.

 

Maka:« Ok… e Sarktos? »

 

Hinata si riprende e torna a sedersi.

 

Hinata:« Il nome l’ho ideato senza aiuti… e si vede, infatti fa schifo, come quello di Blaze, del resto! Ma tornando al nostro Lord, pur non avendo ancora idee chiare su di lui, la sua presenza mi era chiara e incombeva sulla storia fin dall’inizio… anzi, a essere precisi, prima di lui c'era Pamela, ovvero il cubo di Rubik, che era talmente fondamentale nella mia testa che all'inizio doveva addirittura essere il titolo della storia! Poi però mi sembrava troppo crudele far aspettare i lettori ben 20 capitoli per capire il senso del titolo e ho optato per quello attuale, dove l’attesa era “solo” di 4… »

Maka:« E il cubo di Rubik da dove è saltato fuori? Non mi pare che ci sia nell’anime… »

Hinata:« Sono rimasta affascinata da un amico che è un genio a completarli… ormai è talmente bravo che memorizza le facce, si benda e cerca di completarlo a memoria, è un genio! E così, osservandolo mentre completava un cubo in 15 secondi cronometrati, non so… mi è venuta voglia d’inserire questa cosa nella storia! Ma Sarktos ha avuto parecchie vicissitudini… per qualche tempo avevo deciso che non fosse figlio di una strega, ma che fosse stato allevato da una di esse e che da bambino fosse stato sottoposto a strani esperimenti. Poi mi sono detta che di complicazioni ce n’erano già a sufficienza! »

Kevin:« Ok, fino a qui tutto chiaro… ma io? Hai parlato dell’origine di tutti i personaggi tranne che della mia! »

 

Hinata sorride e lo guarda intenerita. Kevin si preoccupa, non sa più cosa aspettarsi da questa pazza autrice.

 

Hinata:« Scusami, ti ho dato un po’ per scontato, ma la verità è che precisamente non ricordo come e quando ti ho creato… ad esclusione di quell’incipit in classe, da quanto mi ricordo ci sei sempre stato! Sei nato abbastanza spontaneamente, probabilmente perché volevo evitare il classico stereotipo del maestro e dell’arma di sesso opposto che si mettono insieme per forza… volevo mettere almeno un po’ d’indecisione! Però non sono sicura neanche di questa spiegazione… o forse volevo una squadra che fosse un po’ come quella di Kid… oh, insomma, non lo so! Ci sei e basta! »

 

Kevin sembra impassibile, ma l’autrice, che lo conosce meglio di chiunque altro, sa che c’è rimasto un po’ male e decide di essere sincera fino in fondo.

 

Hinata:« È vero che non so esattamente come ti ho creato, e di questo mi scuso con te e con i lettori, ma quello che so è che a te, come anche a Lucy e Simon, ho voluto donare qualcosa di mio, nel carattere o nell’aspetto, nei pregi o nei difetti, per rendervi più vivi e veri di quanto non abbia mai fatto con qualunque altro personaggio da me creato. E sono molto fiera di voi, perché a volte avevo delle idee e non riuscivo a scriverle perché mi rendevo conto che avrei forzato il vostro carattere. Credo che per uno scrittore la cosa più bella sia quando i suoi personaggi si ribellano, perché sono vivi e vitali e hanno un carattere ben formato… »

Simon:« A questo punto, devi dirci cosa abbiamo in comune con te… »

Hinata:« Certo! Cominciamo con Lucy… »

 

La ragazza alza la testa, tutta attenta.

 

Hinata:« … ti ho donato la mia passione per i bambini, il mio desiderio di cantare, il senso di responsabilità a volte esasperante, la tendenza a sacrificarti per gli altri in silenzio, a volte in modo esagerato e irresponsabile, e quella timidezza che a volte, inaspettatamente, si trasforma in coraggio nei momenti più impensati. E anche la mia ingenuità e il fatto di dimostrare molti meno anni di quelli che hai in realtà, anche se sono caratteristiche che poi ho donato a tutti i Majikkudasuto, compresi Kevin e James… »

 

Lucy sembra soddisfatta. Hinata rivolge la sua attenzione a Simon.

 

Hinata:« Simon, ammetto che a te ho donato alcuni dei miei difetti peggiori: siamo entrambi distratti, presi da passioni per cui a volte sembriamo scordarci del mondo che ci circonda, entrambi ci demoralizziamo abbastanza facilmente, ci sentiamo sostanzialmente inutili e di peso per chi ci circonda, ci chiediamo almeno una volta alla settimana se le persone che ci circondano starebbero meglio senza di noi fra i piedi e spesso abbiamo bisogno di essere rassicurati da altri sul nostro comportamento. E odiamo entrambi la velocità. »

Simon:« Tu però, per quanto distratta dalla scrittura, non ti sei fatta bocciare tre volte… »

 

Hinata scoppia a ridere.

 

Hinata:« Touchè. Anche questo bisogno di puntualizzare ogni minima cosa, che a volte sfocia un po’ in una tendenza a lamentarsi e a piangersi addosso, deriva da me. Siamo fatti un po’ così: a parole ci lamentiamo di continuo, dichiariamo spesso di voler mollare quello che stiamo facendo, ma poi non lo facciamo mai, anzi, coi fatti dimostriamo di essere più determinati che mai. Ma se è vero che ti ho dato una buona dose dei miei difetti, è vero anche che ti ho donato un mio piccolo sogno perduto… »

Simon:« Credo di non aver capito… »

Hinata:« Ce l’hai appoggiato sulle ginocchia. »

 

Il ragazzo abbassa lo sguardo.

 

Simon:« Tu… volevi suonare il violino? »

 

L’autrice annuisce.

 

Hinata:« Quel suono mi ha sempre affascinata, anche ora. Figurati, a quattro anni mi misi in testa quest’idea, ma i miei non erano d’accordo, perché il violino è uno strumento delicato, che va adattato alla lunghezza del braccio… non erano disposti a cambiarmi il violino ogni anno, costava troppo! Ma vista la mia insistenza, mi misero davanti a una scelta: studiare un qualsiasi altro strumento o smettere del tutto. E io nella mia testardaggine scelsi la seconda, forse un po’ stupidamente, visto che ora non so neanche leggere uno spartito… »

 

Kevin ridacchia leggermente, immaginandosi una bambina di quattro anni impuntarsi in quel modo. Hinata lo guarda con un pizzico di malizia.

 

Hinata:« Sei l’ultimo a poter criticare in fatto di testardaggine, o sbaglio? Lo so bene… hai ereditato tutta la mia! Qualcuno ha la bontà di chiamarla determinazione, ma spesso finisce che m’impunto su qualcosa che ritengo importante e prima di togliermi certe idee… passano tranquillamente anni, ammesso e non concesso che ci si riesca! E credetemi, sono davvero poche le cose su cui ho cambiato idea! »

Kevin:« Solo questo? »

Hinata:« Quanto sei ingenuo… tu in pratica sei me, solo senza timidezza, senza peli sulla lingua, senza paura di dire veramente cosa pensi, con un po’ più di self control… e molto più aggressivo, questo te lo concedo! Diciamo che sei la mia parte inconscia, quella che vorrebbe insultare o picchiare qualcuno e non può per motivi sociali… Freud sarebbe molto fiero di te… »

 

Kevin sembra colpito dalla rivelazione, perdendo un po’ del suo sangue freddo.

 

Hinata:« Lunatici allo stesso modo, passiamo dal panico più puro a una freddezza razionale di cui poi ci stupiamo anche noi… per di più siamo negati in cucina e matematica e soffriamo entrambi d’insonnia! »

Kevin:« Lanci anche tu le sveglie dalla finestra? »

Hinata:« No, ma sono veramente contenta del fatto che tu lo faccia anche per me! No, non lancio sveglie dalla finestra, dal settimo piano non è consigliabile… però faccio di meglio, continuo a dormire senza neanche spegnerle! »

Kevin:« Ah, però… dovrei provarci anch’io, in fondo la sveglia non è che… »

Hinata:« … un inutile oggetto ticchettante! »

 

Kevin è sorpreso che Hinata gli abbia rubato le parole di bocca, poi sembra finalmente capire cosa intendesse l’autrice dichiarando di essere la stessa persona e le fa un occhiolino complice, che lei restituisce quasi contemporaneamente.

 

Hinata:« Come se tutto questo non bastasse, ho creato fin dall’inizio uno schema comportamentale per voi tre. Simon tende a dire sempre la verità, in qualunque caso… il massimo che può fare è nascondere qualcosa, per esempio quando si parla della sua famiglia o quando ha nascosto la lettera a Lucy, ma non ha mai mentito nemmeno una volta durante tutta la storia. Questo a volte lo fa litigare con Kevin, che invece, se ritiene che non ci sia altro modo per risolvere una situazione, non si fa scrupoli a mentire. Lucy invece cerca di bilanciare le due cose, ma tenendo le bugie come ultima risorsa. E questo è veramente tutto quello che c’è da dire su di voi. »

Lucy:« E le musiche? »

Hinata:« Intendi quelle che ho inserito nei capitoli? Sono per la maggior parte soundtrack di altri anime o telefilm… solo nell’ultimo c’è effettivamente una melodia di Soul Eater! Non ho messo canzoni cantate perché temevo distraessero troppo dalla lettura… ma sono sempre i brani che immaginavo che voi suonaste nelle varie scene, e non è mai stata mia intenzione renderli un tema dei capitoli… la storia si apprezza benissimo anche senza! »

 

Maka riprende per un attimo il suo copione.

 

Maka:« Allora direi che possiamo passare alle domande del pubblico… »

Hinata:« Sono pronta, spara! »

 

Un proiettile sfiora i capelli dell’autrice, andandosi a infilare nella parete alle sue spalle. Dopo un attimo di comprensibile shock, Hinata si riprende e inizia a gridare.

 

Hinata:« Era solo un modo di dire, Patty, non c’era bisogno di prendermi alla lettera, non sto mica scrivendo le vostre avventure!!! »

 

Maka decide saggiamente di ignorare la scena e va avanti come se nulla fosse successo.

 

Maka:« Bene, la prima è di Jan Itor 19… e chiede come mai Lucy, nel suo villaggio, non sapesse niente di armi o della Shibusen, visto che sono entità normalissime nel mondo di Soul Eater. »

Hinata:« All’inizio non avevo pensato precisamente a questa cosa… volevo solo mostrare come poteva reagire una persona qualunque nel trovarsi improvvisamente coinvolta in prima persona negli straordinari scontri di questo anime. Poi, creando la storia di Lucy, la spiegazione può essere questa: il villaggio è già abbastanza isolato di suo (nell’ultimo capitolo specifico che si trova fra le montagne) e per di più i genitori della ragazza hanno fatto di tutto per tenerla lontana dai kishin… probabilmente hanno chiesto agli abitanti di non rivelarle mai nulla che riguardasse Death City! »

 

Maka si annota la risposta, ma Hinata continua.

 

Hinata:« A proposito, visto che Jan Itor 19 mi ha fatto in passato notare un’altra imprecisione, approfitto dello spazio per specificarla anche agli altri lettori. Nel capitolo 23, quello con la giostrina scambia-poteri, ho dichiarato che Soul e Simon non erano più compatibili perché Simon era diventato un’arma. Detta così in effetti la cosa genera confusione, perché anche Liz e Patty sono entrambe armi eppure si usano tranquillamente a vicenda senza alcun problema. Quello che invece intendevo dire io era che Simon in quel capitolo aveva preso una parte dell’anima di Kevin… e dato che Soul e Kevin non sono compatibili, di conseguenza in quel momento non lo erano più neanche Soul e Simon. Scusate il pasticcio… »

Maka:« Ok, allora passiamo alla prossima e ultima domanda… è di Tokorothx3. Chiede se Kevin e' mai stato innamorato di Lucy. »

Hinata:« Qui non c’è bisogno di me, lo si può chiedere al diretto interessato! »

 

Kevin arrossisce di botto, rendendosi conto che Liz è dietro la telecamera e lo sta guardando malissimo. Il ragazzo nota con preoccupazione che la Thompson è armata di tutta la trousse di trucchi. E, come se non bastasse, al suo fianco c’è Patty, pronta ad essere impugnata all’occorrenza.

 

Kevin:« Non posso negare che quando ci siamo conosciuti non mi abbia… colpito… »

 

Hinata nota che anche Liz è prontissima a colpire il suo ragazzo. Con pettine e spazzola, però.

 

Kevin:« … e che per un po’ di tempo sono stato un po’ confuso nei suoi confronti… ma quando ho conosciuto Liz, pian piano mi sono reso conto che, per quanto ammirassi Lucy e provassi una profonda riconoscenza nei suoi confronti, questo era ben lontano da quel sentimento che chiamano amore… »

 

Liz ha abbassato la spazzola, ha le lacrime agli occhi, profondamente commossa. Hinata è fiera che il suo piccolo alter-ego abbia ereditato da lei anche la propensione alla poesia. Tuttavia Kevin, diventato più rosso dei suoi capelli, non riesce più a completare la frase e l’autrice decide saggiamente di cambiare discorso.

 

Hinata:« A proposito di Tokoroth, in previsione di questo capitolo qualche tempo fa le ho chiesto di fare un lavoretto… una sorpresa che ora vi mostro, non smettendo mai di ringraziarla per l’impegno e il magnifico risultato! »

 

L’autrice tira fuori una pergamena e la srotola di fronte alla telecamera.

 

 

Hinata:« E che qualcuno venga a dirmi che non è un capolavoro, se ne ha il coraggio! »

 

Un applauso in sala accoglie l’opera. Oltre allo sbattere delle mani, Hinata si accorge anche che qualcuno sta bussando alla porta. Si alza e va ad aprire.

 

Hinata:« Black Star! Oh, cavolo, ci siamo dimenticati di lui! Per favore, che qualcuno lo aiuti! »

 

Di malavoglia, Kevin lo trascina dentro affidandolo alle amorevoli cure di Liz e Tsubaki. Patty ha già pronti i cerotti, ovviamente gialli.

 

Tsubaki:« Sta cercando di dire qualcosa… »

Hinata:« Sì? »

Tsubaki:« Dice… bello, ma nulla è più grande del sottoscritto! »

Kevin:« Quando fa così mi viene voglia di rispedirlo fuori! »

 

Hinata sorride, lieta che Black Star sia sempre il solito, dopotutto.

 

Maka:« Ci sarebbe ancora una domanda… »

Hinata:« Eh? Davvero? »

Maka:« Ma questa è da parte nostra… »

 

Hinata è un po’ perplessa.

 

Maka:« … visto che ci siamo trovati bene a lavorare insieme, la domanda è d’obbligo! Ci sarà un seguito di “Polvere incantata”? »

Hinata:« Anche io mi sono trovata molto bene a lavorare con voi! Non so… ora voglio dedicarmi a una storia originale che ho rimandato per ben due anni e a cui questa fanfiction mi ha preparata dopo un anno forzato di inattività dalla scrittura creativa… ma ammetto che un paio di ideuzze per un eventuale ritorno ci sarebbero eccome! Insomma: non subito, ma più avanti perché no? »

Tutti:« Evviva!!! »

 

Hinata li guarda tutti, uno per uno, felice e malinconica insieme. Sì, spera proprio un giorno di poter tornare a scrivere delle loro avventure…

 

 

 

…e, ritornando a scrivere in prima persona, devo purtroppo annunciarvi che stavolta è davvero la fine. Spero che questa originale Guida alla lettura vi abbia divertito e vi abbia fatto conoscere qualcosa in più sulla storia e anche su di me. Forse adesso smetterete di pensare che sia solo un’autrice sadica che si diverte a sconvolgervi sempre con nuovi colpi di scena! Ma ammetto che è una cosa che mi piace, è una piccola sfida fra me e voi lettori… non importa se non sempre l’ho vinta, è stato bello aver giocato e sognato con tutti voi!

Non starò a ringraziarvi tutti uno per uno, l’ho già fatto nello scorso capitolo. Spero solo di rivedervi in qualche altra mia storia, mi sono davvero affezionata a tutti voi. Forse ne farò un sequel, forse no, ma credo che una pausa ci voglia. Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato fino alla fine. Davvero. Non sapete la fatica che ci vuole nel cliccare il flag che decreta la fine di questa storia… ma spero che Lucy, Simon, Kevin e tutti gli altri vi abbiano donato qualche ora di serenità e di svago. E che vi siano entrati nel cuore come hanno fatto con me.

Grazie ancora a tutti! E, stavolta davvero per l’ultima volta, …

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=755886