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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Una missione senza nome! Un'arma ignara cammina per la città? *** Capitolo 2: *** Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma? *** Capitolo 3: *** Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro sono destinati o è solo un caso? *** Capitolo 4: *** I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino? *** Capitolo 5: *** Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty, Ragnarok e Chrona? *** Capitolo 6: *** La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain? *** Capitolo 7: *** Minaccia color cremisi! Nuovi avversari per Lucy e Simon? *** Capitolo 8: *** Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso? *** Capitolo 9: *** La caverna delle illusioni! Organizziamo la festa di compleanno di Lord Shinigami? *** Capitolo 10: *** Grandi ritorni! C'è un kishin sotto il letto di Kid? *** Capitolo 11: *** La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale? *** Capitolo 12: *** Discesa nell'incubo! Ma perchè non scrivi in modo chiaro? *** Capitolo 13: *** Faccia a faccia con il demone! Due parole che pesano come macigni? *** Capitolo 14: *** Lotta silenziosa! Perchè non accetti il nostro aiuto? *** Capitolo 15: *** Decisioni difficili! Ricordi tuoi o sogni miei? *** Capitolo 16: *** Una folle promessa! Perchè lo fai? *** Capitolo 17: *** L'infallibile sguardo di Maka! Ma perchè non cambiamo indirizzo? *** Capitolo 18: *** Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino? *** Capitolo 19: *** L'ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita? *** Capitolo 20: *** Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi? *** Capitolo 21: *** Di generazione in generazione! Apriamo la seconda busta? *** Capitolo 22: *** Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta questa gente lo si può ancora definire deserto? *** Capitolo 23: *** Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce? *** Capitolo 24: *** Ansia più o meno celata! Indovina o veggente? *** Capitolo 25: *** Stavolta so come devo comportarmi! Siamo vittima di nobili fregature? *** Capitolo 26: *** Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni disgrazia? *** Capitolo 27: *** Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa di Simon? *** Capitolo 28: *** L'ultima goccia di follia! Un destino peggiore della morte? *** Capitolo 29: *** Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una storia? *** Capitolo 30: *** Capitolo extra: Dietro le quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa in più? ***
Capitolo 1 *** Una missione senza nome! Un'arma ignara cammina per la città? ***
Una missione senza nome
Una
missione senza nome! Un’arma ignara cammina per la città?
« Tutto
questo è veramente troppo poco figo! »
« Soul,
cos’hai da lamentarti? Salvare una damigella in difficoltà non è abbastanza figo? »
Soul sbuffò: « Non è la missione
a preoccuparmi… »
Maka gli sorrise:« E allora cosa
c’è che non va? Non è da te lamentarti in questo modo!»
Soul esplose:« È che non mi va di
andarci con questi due!!! Cos’è, Shinigami crede che da soli non possiamo
farcela? »
Tsubaki sorrise imbarazzata,
mentre Black Star gridò:« Tranquilli!! Con me in squadra il successo è
assicurato!! »
Soul sospirò:« Come no, l’abbiamo
in cassaforte… »
I due ragazzi cercarono di accapigliarsi, nonostante
l’impegno di Tsubaki nel dividerli. Maka invece non ci fece molto caso;
ripensava ancora al colloquio avuto con Shinigami e alla strana missione che
era stata loro affidata.
« Cosa? Niente uova di Kishin??? E che razza di missione è??? »
« Una missione speciale! Potremmo
chiamarla “Salva la principessa” o “Reclutamento nuovi
studenti”… o hai idee migliori? »
« Lord Shinigami, non credo che fosse
quello il problema… »
« Lo so, Maka, lo so… ma, Soul, devi
capire che nella vita non c’è solo da dare la caccia ai demoni! Non vuoi dare
una mano a una tua collega arma in difficoltà? »
« Ma se è un’arma, cosa ci fa in una
città umana che non sa nemmeno dell’esistenza della Shibusen? È in missione?
Continuo a non capire… »
Shinigami
si voltò verso lo specchio e fece un elegante cenno con la mano. Il riflesso
nel vetro tremò fino a cambiare aspetto e a mostrare una cittadina tranquilla,
senza la minima traccia di Kishin. Per le strade camminava molta gente, ma la
visuale si soffermò su un gruppo di ragazze in particolare.
« Il nostro obiettivo è lì in mezzo? Mi
sembrano tutte troppo giovani per essersi già
diplomate alla Shibusen! »
« Soul, posso chiederti una cosa? »
Il
ragazzo lo guardò perplesso, ma annuì.
« A quanti anni hai scoperto di essere
un’arma? Quando ti sei trasformato in falce per la prima volta? »
Soul
ci pensò un po’ su:« Non ricordo di preciso, ma dovevo
essere piccolo… »
« E perché lo hai fatto? »
« Come perché? Vedevo i miei familiari
che lo facevano e ci ho provato anch’io! »
« E se non ci fosse stata nessuna arma
intorno a te? »
Un
silenzio imbarazzato scese
nella stanza. Si potevano udire distintamente i respiri dei due ragazzi.
« Facciamo un gioco, Soul: immagina di
essere cresciuto in una famiglia di normali esseri umani, che nulla sanno di
noi e dei Kishin. Una famiglia felice, che vive in un ambiente sicuro, ma che
non immagina nemmeno lontanamente le tue possibilità. Se nessuno ti avesse
detto che eri un’arma, se nessuno ti avesse mostrato come trasformarti, ci
avresti mai provato? »
« Io… io non lo so… forse se mi fossi
trovato in pericolo… o se avessi dovuto difendere qualcuno… »
Shinigami
sbatté le mani soddisfatto:« È questo il punto! Voi
armi avete l’esigenza innata di proteggere qualcuno! È la vostra natura, non
potete non farlo! Anche la ragazza che vi ho chiesto di rintracciare ha questo
istinto e più passa il tempo, più questo diventa forte… e pericoloso! »
Maka
chiese:« Cosa c’è di pericoloso nel voler proteggere
qualcuno? »
Shinigami
sospirò:« Implica il dover stare vicino a chi si vuole
proteggere… solo che lei, inconsapevolmente, sta mettendo in pericolo chi le
sta vicino invece di curarsene! »
Il
rettore della scuola si voltò verso i ragazzi e li fissò dritto negli occhi:« Puoi anche non sapere qual è la tua vera natura, puoi
ignorarla, fingere che non esista… ma non puoi ingannare la lunghezza d’onda
della tua anima… e i Kishin! »
Un brusco rumore distrasse Maka dai suoi pensieri: i due
ragazzi si stavano picchiando mentre un’imbarazzata Tsubaki tentava invano di
dividerli. Poco dopo Black Star, con un visibile bernoccolo in testa provocato
da un repentino e inevitabile Maka Chop, ricapitolò:« Vediamo se ho capito bene: c’è una ragazza che vive in una
città di esseri umani che non sa di essere un’arma e che sta per essere
attaccata da un uovo di Kishin… »
Tsubaki finì la frase del compagno:« …e
il nostro compito è quello di proteggerla e di portarla alla Shibusen! »
Soul, massaggiandosi il bernoccolo provocato dalla sua maestra d’armi, si chiese:« Ok, ma io ancora non
capisco che c’entriate voi due… »
« Ovvio!
Con le mie innate capacità sistemerò l’uovo di Kishin in un secondo mentre vi
occuperete della ragazza! »
« Veramente
ho sentito da Lord Shinigami che contava sul buon cuore di Tsubaki per
avvicinarla… »
« E
allora io cosa ci faccio qui? »
Maka fece l’occhiolino: « Probabilmente
Lord Shinigami avrà pensato che lasciarti da solo alla Shibusen ad allenarti
avrebbe portato alla distruzione della scuola… »
Tutti risero, tranne ovviamente Black Star, mentre
varcavano l’ingresso del paese dove si trovava il loro obiettivo.
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Il riflesso nel vetro tremò fino ad assumere l’aspetto
familiare della maschera di Shinigami:« Ehi ragazzi!!!
Vedo che siete arrivati a destinazione! E in perfetto orario, che bravi! »
Maka imbarazzata cominciò a chiedere:« Avremmo
solo un piccolo problema… »
Soul s’intromise:« Non ci ha
detto il nome della ragazza, né il suo aspetto né nessun’altra
caratteristica!!! Come la riconosciamo??? »
« Potreste
controllare la lunghezza d’onda della sua anima, ma sembra che oggi siate
fortunati… è proprio dietro di voi!!! »
Il gruppo si girò con le bocche aperte dallo stupore,
mentre Shinigami salutava e chiudeva la comunicazione. Alle loro spalle una
ragazza era china a medicare un bambino dal ginocchio sbucciato.
« Quante
volte ti ho detto di non fare evoluzioni con lo skate? È pericoloso… »
« Ma
devo allenarmi!!! Devo battere il campione mondiale di skateboard! Un giorno ci
riuscirò, vedrai! »
« E
chi sarebbe questo talento? »
« So
solo che si chiama Death The Kid… spero un giorno di
poterlo incontrare… »
La ragazza sorrise:« Che razza di
nome! Ti prometto comunque che se dovessi incrociarlo gli chiederò l’autografo!
»
« Promesso?
»
« Promesso!
»
« Giuringiurello? »
« Giuringiurello! Ma ora fila a casa, che
il tuo ginocchio è quasi come nuovo! »
« Grazie!
A presto, Lucy! »
Lucy lo salutò con la mano, mentre i suoi occhi verde
smeraldo lo seguivano un po’ ansiosi nelle sue acrobazie con lo skate. Aveva i
capelli neri, di una tonalità che si avvicinava all’ebano, legati in una lunga
treccia che le ricadeva sulle spalle. A vederla non le si
poteva dare più di undici anni, soprattutto nel vederla lì, immobile:
aveva tutta l’aria di una bambina piccola e indifesa; solo lo sguardo, adulto e
consapevole, sembrava tradire la sua adolescenza.
« Ok,
l’abbiamo trovata. E adesso? »
Black Star esclamò:« Come sarebbe:”
e adesso”? La prendiamo e la portiamo alla Shibusen, ovvio! »
Soul esclamò:« E come conti di
fare? La vuoi rapire? Oppure la vuoi avvicinare e dirle:”Ciao,
scusa, ma devi venire con noi perché c’è un mostro che ti vuole uccidere”?»
« Io
pensavo alla seconda… »
« Cretino,
se le dicessi così come minimo ti manda al manicomio… »
« E
se provassimo a farle delle avances? Col mio fascino di sicuro cadrà ai miei
piedi in men che non si dica e ascolterà tutto quello
che abbiamo da dirle… dopo tutto sono o no una
divinità? »
« E
questa volta chiama qualcuno e ti fa arrestare per molestie! E, fra parentesi,
no, non sei una divinità! »
Black Star alzò un pugno:« Prova
a ripeterlo se hai il coraggio! »
Soul trasformò il suo braccio in una lama:« Tutte le volte che vuoi! »
Maka intervenne:« Volete un altro
Maka Chop tutti e due? Siamo in missione, ve lo
ricordate? »
« Non
ti intromettere, è una questione che non ti riguarda! »
« Scusa,
ti è caduto questo… è tuo, vero? »
« Oh,
grazie! Stavo curando quel bambino e non me ne sono accorta! »
Lucy prese il portapenne dalle mani della sua
interlocutrice, che le rispose:« Figurati! Sono qui
solo di passaggio… mi chiamo Tsubaki, e tu? »
« Io
sono Lucy, piacere di conoscerti! Sei qui da sola? »
« Oh
no, sono qui con alcuni amici… »
La ragazza indicò il trio alle loro spalle, che stava
ammirando la scena con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati, in una
posizione decisamente poco adatta per una
presentazione. Nel tempo in cui loro avevano discusso, Tsubaki aveva già fatto
tutto!!!
Lucy salutò da lontano e chiese:« Strano,
se ne vede poca di gente di passaggio da queste parti… cosa dovete fare? Se non
sono troppo invadente… »
« Stavamo
cercando te, Lucy… »
La ragazza si voltò verso Maka e balbettò:« M-me? E perché? Io non vi conosco!
»
« È
vero, nemmeno noi ti conosciamo, ma sappiamo una cosa su di te che crediamo sia
giusto che conosca anche tu… »
Lucy indietreggiò spaventata. Quei discorsi così strani la
spaventavano, ma ancora di più era un’altra la sensazione che la opprimeva. Da
qualche parte nel suo cuore lo sapeva, se quei strani
ragazzi avessero finito il loro discorso niente sarebbe stato più come prima.
« Hai
mai sentito parlare prima della Shibusen? O di Shinigami? O dei Kishin? »
All’ultima parola gli occhi di Lucy si sbarrarono. Ricordi
quasi dimenticati le tornarono alla mente, come una pugnalata nel petto.
« Sono
i mostri… quelli che hanno ucciso i miei genitori… »
Il gruppo si zittì. Non si aspettavano
questa risposta.
« Non
ricordo quasi nulla, avevo due anni… ma dopo aver ucciso i miei quel…quel demone continuava a cercarmi… non mi
trovava ma sapeva che ero lì… continuava a cercarmi e non mi trovava… alla fine
se ne andò, ma non riesco a togliermi dalla mente il suo sguardo… e le sue
ultime parole… »
Lucy stette in silenzio per qualche secondo, come a
cercare il coraggio per ripetere la frase.
« Tornerò,
piccola arma, tornerò… quando la tua
anima sarà abbastanza forte per trovarti… e sarai mia! SARAI MIA!!!! »
Una lacrima, una sola, scese dagli occhi di Lucy, che
riprese il controllo su di sé:« E allora? Cosa volete da me? »
Maka, cercando di essere il più delicata
possibile, continuò il suo discorso:« Hai ragione, i kishin sono dei
mostri… ma noi veniamo da una scuola speciale, dove ci insegnano a combatterli e
a sconfiggerli… per evitare che quello che è successo a te capiti a molta altra
gente! »
Lucy la guardò perplessa:« Non ne
ho mai sentito parlare… »
Tsubaki le sorrise:« È una scuola
per persone speciali, molto speciali; come noi… e come te! »
« Me?
»
Soul intervenne:« Alla Shibusen
ci sono due tipi di alunni: i maestri, ragazzi che imparano a combattere
facendo squadra con altri dotati di poteri… »
Lucy l’interruppe:« Poteri? Quali
poteri? »
Soul sorrise e a un cenno di Maka si trasformò in falce.
Lucy gridò.
« È…
DIVENTATO UNA LAMA!!! »
Anche Tsubaki si trasformò, causando quasi un infarto alla
malcapitata. Lucy ansimava rumorosamente, la sorpresa le faceva mancare il
fiato.
« Perché…
perché mi state dicendo tutto questo? »
« Potresti
farlo anche tu, se solo lo volessi. »
Lucy scosse la testa:« NO! Non è
vero! Mi state prendendo in giro! »
Tsubaki sospirò: la reazione era prevedibile. Tornò in
forma umana per cercare di rassicurarla, ma Lucy indietreggiò.
Improvvisamente Black Star avanzò verso di lei e la prese
per il bavero:« Secondo te ci stiamo inventando tutto?
Allora rispondi a questo: le persone come Tsubaki e Soul vengono
chiamate armi… ricordi come ti ha chiamato quel kishin quella notte? L’hai
detto tu poco fa… »
Lucy sbarrò gli occhi. Per tanti anni si era chiesta cosa
significassero quelle parole e ora… ora che forse aveva una risposta…
« Senti,
finiremo di discuterne dopo! Adesso è meglio allontanarsi, perché dovrebbe
arrivare fra poco… »
Un boato interruppe le parole di Soul. Al fondo della via,
ora coperta dalla polvere, una imponente figura in
controluce si stagliava sullo sfondo.
Soul imprecò:« Cacchio, è in
anticipo! Perché non prendono mai appuntamento questi kishin? »
Il demone ridacchiò con voce stridula:« Dove
sei? Dove sei? Te l’avevo promesso, sono tornato a prenderti! E adesso sei mia.
SEI MIA!!!! »
Lucy cadde a terra, con il volto sconvolto dal terrore. Tsubaki
si chinò su di lei per soccorrerla e lo udì. Poco più di un sussurro, ma lo
udì.
« È
lui. Stavolta mi ha trovata. »
Soul:« Cacchio, questa non ci voleva! Proprio adesso che
l’avevamo quasi convinta!»
Maka:« Non importa,ora dobbiamo solo combattere… a proposito, non
doveva esserci anche Kid con noi oggi? »
Soul:« Doveva, ma poi mentre usciva di casa ha notato che le
piastrelle dell’ingresso non erano perfettamente simmetriche ed è entrato in
un’altra delle sue crisi depressive… Liz e Patty
stanno ancora cercando di tirarlo su dal pavimento… »
Maka:« Allora dovremo arrangiarci da soli! »
Black
Star:« Non preoccupatevi! Ci penserà la vostra
divinità a salvarvi! »
Soul:« … »
Maka:« … non ti basta un Maka Chop a
capitolo? Devi proprio andarteli a cercare??? »
Soul
Eater, Polvere incantata, 2
capitolo: Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma?
Maka:« Ti mieterò l’anima! »
Ciao a tutti!!! È la mia prima fic su soul eater e vi avverto anche che sarà mooolto
lunga… devo recuperare un anno di astinenza dalla scrittura! Per chi già mi
conosce come autrice forse si sarà stupito della mia
lunga assenza ma dovevo affrontare la maturità e ho preferito concentrarmi solo
su quello… tranquilli però, perché ho intenzione di recuperare alla grande con
questa e con altre storie! Spero di vedere presto i vostri commenti!!!
Capitolo 2 *** Chiudiamo i conti con il passato! Nascita di una nuova arma? ***
Chiudiamo i conti con il passato
Chiudiamo
i conti con il passato! Nascita di una nuova arma?
« È
lui. Stavolta mi ha trovata. »
Tsubaki trasalì:« È quello di cui
parlavi prima? Quello che… »
« Quello
che uccise i miei genitori. E ora è venuto a finire l’opera. »
Black Star gridò:« Tsubaki, cosafailì?
Vieni
qui, abbiamo da fare! »
La ragazza sospirò:« Abbi
pazienza, devo andare. Tu resta qui e ti prometto che non correrai alcun
pericolo, ok? »
Lucy rimase immobile, respirando appena, mentre gli altri
si preparavano a combattere. Soul si trasformò in una falce, mentre Tsubaki
divenne una coppia di lame legata da una catena. Non riusciva ad alzare di
nuovo lo sguardo sul mostro, non ne aveva bisogno, lo ricordava benissimo: un
uomo dallo sguardo sbarrato di belva feroce e dalla risata da pazzo, con i capelli bianchi e vestito solo con un paio di pantaloni
rosso mattone. Ma erano i denti a farle paura: zanne
da lupo spuntavano dalla sua bocca, mentre un rivolo di saliva scendeva a
terra.
Maka gli corse incontro brandendo Soul. L’uovo di kishin
era magro e agile e schivava i suoi colpi quasi stesse danzando. Black Star andò
a darle a manforte urlando, ma venne scaraventato via
come fosse un fuscello. Il ragazzo si rimise in piedi e si precipitò nuovamente
contro l’avversario, ma questo, improvvisamente, ruotò la testa di 180 gradi e
cercò di morderlo. Tsubaki divenne prontamente una bomba fumogena e Black Star
riuscì a schivare il colpo.
« Lucy?
Lucy? Dove… sei? »
Il bambino che prima era stato curato da Lucy era tornato
indietro e ora si trovava proprio di fronte all’uovo di kishin. Maka si accorse
dell’imminente pericolo e con un balzo riuscì ad afferrare l’ultimo arrivato e
a spingerlo indietro.
« COSA
CI FAI ANCORA QUI? VA’
VIA!!! È PERICOLOSO! »
Lucy gridò, con tutta la voce che aveva in corpo. Adorava
quel bambino, adorava tutti i bambini. Loro l’avevano
salvata quando anche la sua famiglia adottiva l’aveva abbandonata, quando si
era diffusa la voce che lei era maledetta perchè un
mostro la perseguitava. Non avrebbe mai potuto dimenticare la piccola folla del
paese che le veniva incontro per dirle che non era rimasta sola. Tuttii bambini del
villaggio con cui aveva sempre giocato le dissero che l’avrebbero adottata
loro. Era sempre stata loro grata della generosità di quella povera gente e di
tutti quei piccoli birbanti, che gliene combinavano di tutti i colori. No, non
poteva essere lei a distruggere tutto: era per lei che quel mostro era giunto
lì e non se ne sarebbe andato prima di aver divorato chiunque fosse presente in
quel villaggio.
Lei li voleva proteggere, ma non era in grado di fare
altro che stare seduta a terra a piangere.
Black Star fece un volo che lo mandò a sbattere contro un
muro, facendogli perdere i sensi insieme a Tsubaki. Maka riuscì ad allontanare
il bambino, ma quell’attimo di distrazione fu fatale: l’uovo
di kishin le si avventò addosso e lei istintivamente si parò con Soul. I denti
del demone affondarono nella lama della falce e pochi istanti dopo Soul era a
terra, nuovamente in forma umana. La vecchia ferita del combattimento contro
Chrona si era riaperta e sanguinava copiosamente. Maka gridò con la sua arma.
Non poteva più muoversi, tantomeno combattere.
Maka credeva che fosse finita, ma mentre il kishin si
avvicinava sempre di più, una voce familiare gridò:« EHI!!!
CREDI CHE SIA COSI’ SEMPLICE BATTERE UNA DIVINITA’? FATTI SOTTO, LICANTROPO MAL
RIUSCITO!!! »
Maka non se ne accorse, ma qualcuno dietro di lei prese
Soul e lo trascinò faticosamente in un angolo, al riparo. Nonostante la forte
emorragia, il ragazzo riuscì a vedere la sua salvatrice:« Lucy?
»
« Sssshh,
stai fermo, cerco di curarti! Ho solo i cerotti per i bambini e l’acqua
ossigenata, però… »
« Allora
andiamo bene! Uffa, questa situazione è veramente troppo poco figa!!! »
« Perdonami,
è colpa mia… »
« Tu
non c’entri niente, Lucy! »
« Lui
è qui per me. »
« Lui
viene per chiunque abbia un’anima abbastanza forte per nutrirlo. »
« Voi
non potete fare nulla per combatterlo? »
« Black
Star e Tsubaki sì, ma Maka non può fare nulla senza un’arma… »
« Ci
sono ancora io… »
Soul la guardò stupita, ma Lucy continuò:« Lei ha protetto quel bambino, quindi le devo un favore…
avete detto che sono un’arma no? Come faccio a trasformarmi? »
« Non…non
so spiegartelo così, in due parole… è una cosa d’istinto! »
« Il
mio istinto non funziona, sennò a quest’ora mi sarei già trasformata… mi devi
aiutare, Soul! »
« Non
sappiamo nemmeno in che cosa ti puoi trasformare! »
« Cosa
le servirebbe? Con cosa si trova meglio? »
« Lei
è una maestra della falce, ma… »
Lucy si alzò in piedi. Sentiva il sangue ribollirle sotto
la pelle.
« Avanti
Soul, spiegami come fai a diventare una falce! »
Il ragazzo sospirò scuotendo il capo:« Se
proprio ne sei convinta… chiudi gli occhi! »
Lucy ubbidì.
« Per
diventare una falce… devi rendere il braccio sottile e affilato… »
La ragazza allungò lateralmente il braccio destro, che
lentamente tremolò e iniziò ad assumere un’altra forma.
« Di
più, di più… ancora un po’…così, brava, ci sei quasi… »
Black Star attaccò ancora. La catena di Tsubaki si avvolse
attorno al braccio del mostro e il ragazzo lo tirò a sé per rifilargli un bel
pugno in faccia. Sull’occhio dell’uovo del kishin apparve un livido mentre
Black Star commentò:« Ho sbagliato mira, volevo fargli
saltare qualche dente… »
« Ok,
adesso respira profondamente e tieni il corpo rigido…ancora, ancora… devi
pensare di essere un bastone… »
Il kishin barcollò e Maka ne approfittò per fargli uno
sgambetto. Il demone effettivamente cadde, ma dal pavimento si trovò in una
posizione privilegiata per poter afferrare una gamba
di Black Star e trascinarlo con lui. Il ragazzo si ribellò, Tsubaki tentò di
cambiare forma ma il mostro strinse il manico di una delle lame così forte che
la ragazza si sentì soffocare e fu quasi su punto di svenire.
Maka guardava inerme: la sua forza fisica non poteva competere con quella del
kishin e senza Soul…
« MAKA,
PRENDILA!!! »
La ragazza si voltò di scatto. Soul, da coricato, le aveva
lanciato qualcosa che lei afferrò senza neanche guardare cosa fosse. Solo
quando l’ebbe salda fra le dita gettò uno sguardo: era
una falce completamente di metallo, color argento, con una gemma rossa, forse
un rubino, a unire la lama al manico. Il disegno della lama era fine ed
elegante, decisamente diverso da quello di Soul.
« Ma
cosa… »
« Scusa
se ti ho causato tutti questi guai… »
« LUCY?????
»
« Già,
ne discutiamo dopo, ora dobbiamo sconfiggerlo prima che si mangi l’intero
villaggio! »
« Ma
tu non hai mai… »
« Basta
che mi tenga rigida ed affilata, no? Al resto puoi pensarci tu, sei o non sei
maestra della falce? »
Soul le sorrise e Maka, dopo un attimo di esitazione, si
gettò all’attacco.
Black star cercava disperatamente di strappare Tsubaki
dalle mani del kishin, ma il mostro non mollava la presa e la ragazza era la
vittima inerme di un tira e molla mortale. Maka, con
un movimento fulmineo, graffiò la mano del demone premettendo a Black Star di
riprendersi Tsubaki.
« Tsubaki,
stai bene? »
La ragazza era tornata in forma umana e respirava
affannosamente:« S-sì, ho…ho…ho
solo bisogno di riprendere fiato, stai…stai tranquillo! »
Black Star guardò l’avversario con furore:« Maledetto…me la pagherai! »
Maka intanto combatteva con il demone. Lucy ce la stava
mettendo tutta, ma la maestra d’armi avvertiva
chiaramente fra le sue mani il suo leggero tremore. Era terrorizzata e c’era il
forte rischio che tornasse in forma umana da un momento all’altro. Bisognava
finire in fretta lo scontro, prima che i nervi di Lucy cedessero
definitivamente.
Black Star assestò un forte pugno alla tempia del kishin,
facendolo barcollare. Maka si stupì: non l’aveva sentito arrivare!
Tsubaki, da dove si trovava, sussurrò:« Prima
regola dell’assassino… celati nell’oscurità… bravo, Black Star! »
Soul gridò:« Ora! È il momento! »
Maka strinse il manico di Lucy con più forza e le
sussurrò:« Non lasciarmi adesso! »
« Non
lo farò… »
La scena si svolse come al rallentatore: Maka si avvicinò
brandendo Lucy, che era concentratissima nell’estremo tentativo di non tremare.
Il kishin se ne accorse, si voltò verso di loro e per un attimo Maka temette di
non farcela…
« EHI,
BRUTTO MOSTRO!!! TI SEI DIMENTICATO DI ME? »
Soul aveva tirato un sasso sulla testa del kishin e lo
minacciava nonostante la copiosa perdita di sangue dal petto. Il mostro si
voltò verso di lui e gli sorrise in modo sadico.
Il sorriso gli rimase anche quando Maka gli mozzò la
testa. In pochi secondi il suo corpo scomparve e rimase solo l’anima, rossa
come il sangue, ad aspettare.
« È…
è… finita! È finita! »
Lucy tornò umana e si accasciò a terra senza forze. Sentiva
solo il battito del suo cuore impazzito che le riempiva le orecchie e la mente.
Ci mise molto tempo a realizzare che il suo incubo si
era concluso. Era libera dal mostro che l’aveva tormentata per anni. Per
sempre.
Maka corse da Soul, preoccupata per la sua salute. Tsubaki
invece si avvicinò a Lucy e le mise una mano sulla spalla:« È
finita. »
« Non
è vero. »
Lucy si voltò verso Black Star.
« Quell’uovo
di kishin non è ancora scomparso. La sua anima è ancora lì, la vedi? È rossa
come il sangue di tutte le persone che ha ucciso… e potrebbe ancora tornare! »
Lucy gridò:« NO! Non è possibile!
Cosa… cosa possiamo fare? »
Soul, un po’ barcollante, si avvicinò all’amico. Aveva
capito cosa intendeva fare:« C’è solo un modo per
eliminare definitivamente l’anima di un uovo di kishin, Lucy… »
Soul la guardò fissa negli occhi, con tutta la serietà di
cui era capace:« … la devi mangiare, Lucy! »
« C-cosa?
»
« 99
anime diuova di kishin e quella di una
strega: questo è l’obiettivo di un’arma che studia alla Shibusen. Se riesce a
mangiarle tutte può diventare l’arma del sommo
Shinigami e avere l’occasione di proteggere le persone dai veri kishin… e credimi, quello di oggi non era nulla in confronto!
»
Lucy protestò:« Io… io non posso!
Sono un essere umano, non posso mangiare le anime! »
Black Star le rispose:« Prima di
un essere umano sei un’arma, Lucy, e questo rientra nei tuoi doveri! »
« Io
non ho alcun dovere! Non sono un’allieva di questa scuola! Se… se lo facessi…
se lo facessi… »
« Vorrebbe
dire accettare il tuo destino di arma, Lucy, è vero, ma questo non significa
che non sarai più un essere umano! Le armi non sono mostri! Guarda Soul e
Tsubaki! »
Lucy si voltò verso Maka e le obiettò:« Ma
se sono armi anche loro, perché non la mangiano? »
Soul rispose:« L’hai ucciso tu, è
tua di diritto! »
« Non
voglio farlo! »
« Bene!
Maka, Black Star, Tsubaki, andiamocene, qui abbiamo finito! Se la nostra amica
preferisce vivere una vita perseguitata da quel mostro e mettere in pericolo
chi la circonda è libera di farlo! »
Tsubaki protestò:« Ma Soul… »
Black Star la ignorò:« Ognuno è
libero di fare ciò che vuole… anche di vivere nella paura. Ma è la paura che fa
nascere i kishin… »
« Io
non sono un kishin. »
« Rischi
di diventarlo se ti lasci sopraffare dalla paura e desideri avere sempre più
potere per non sentirla… »
« Io
non desidero il potere. »
« Per
ora. »
Né Maka né Tsubaki erano intervenute nella discussione.
Non riuscivano a trovare il modo di bloccare il fiume di parole dei loro compagni, tuttavia quando smisero di discutere e
fecero per andarsene non aggiunsero nulla. Ogni parola, ogni gesto sembrava
quasi di troppo: un discorso del genere non sembrava nemmeno fatto per essere
pronunciato da due tipi come loro, abituati a prendere le cose poco sul serio.
Non sapendo cosa fare, Maka inseguì Soul cercando di
riportarlo indietro.
Un rumore li fece fermare tutti. Era un suono che ogni
allievo della Shibusen conosceva bene: il rumore di un’anima inghiottita da
un’arma.
Tutti si voltarono. Lucy era in piedi, con le mani
tremanti ma lo sguardo determinato. Dell’anima del kishin nessuna traccia.
« Spero
che siate soddisfatti. Ora mi considereranno davvero un mostro… e avranno
ragione! »
« …
non è vero, Lucy, per me non sei un mostro! »
« Neanche
per me! »
« Né
per me! »
« Né
per me! »
« Né
per me! »
Lucy guardò meravigliata tutti i bambini del villaggio.
« Abbiamo
visto tutto! »
« Il
mostro era lui, non tu! »
« Tu
non sei cattiva, Lucy! »
La ragazza trattenne a malapena le lacrime:« R-r-ragazzi… vi voglio bene! A
tutti quanti! »
Tutti i bambini le corsero incontro e l’abbracciarono.
Tsubaki le si avvicinò:« Hai
visto? Loro ti vogliono bene e possono accettarti per quello che sei… adesso
devi imparare a farlo anche tu! »
Maka disse:« Anche se quel kishin
ora non c’è più, c’è ancora il rischio che altri vengano per la tua anima.
Sarebbe meglio per te venire con noi alla Shibusen, per addestrarti e imparare
a difendere te e gli altri… dopo potrai tornare qui! »
« Ma
voi come farete? »
Il bambino che si era sbucciato il ginocchio rispose:« Non ti preoccupare, al villaggio ci pensiamo noi! »
Tutti gli altri si unirono:« Sì,
sì, vai con le persone come te, noi non ci offendiamo! Possiamo anche cavarcela
da soli per un po’… »
Lucy li guardò stupita: fino a poco prima si erano sempre
comportati come se da soli non potessero fare nulla!
Soul commentò:« Tutti i bambini
prima o poi crescono… è ora che lo faccia anche tu! »
Con un’immensa malinconia nel cuore ma anche con una
grande speranza, Lucy raccolse le sue cose e si avviò dietro ai suoi nuovi
amici mentre tutto il villaggio la salutava da lontano. Sì, lo sentiva anche
lei, era la cosa giusta da fare.
Ma molto, molto tempo sarebbe passato prima del suo
ritorno al villaggio… seci sarebbe mai tornata…
Lucy:« Uao! E così questa sarebbe la Shibusen? È enorme! »
Maka:« Già, effettivamente Death City è molto più grande del tuo
villaggio… »
Lucy:« Ma quanta gente strana che gira in questa città… »
Maka:« Sì, in effetti… »
Lucy:« AH!!! QUELLA GATTA SI E’ APPENA TRASFORMATA IN UNA
DONNA!!! »
Maka:« Ehm… sì, si chiama Blaire, è una
strega… ma è innocua, tranquilla! »
Lucy:« AAAHHH!!! LI’ C’E’ UN PUFFO!!! »
Maka:« No, non è un puffo… è il professor Sid,
è blu solo perché è uno zombie! »
Lucy:« Z-zombie? Fate anche esperimenti
sugli esseri umani? »
Maka:« Ma no, stai tranquilla… »
Lucy:« AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!! C’E’ UN ALTRO ZOMBIE CHE M’INSEGUE!!! »
Maka:« No, Lucy, torna qua, non scappare!!! »
???:« Veramente io volevo solo
controllare i documenti per la sua iscrizione… è lei quella nuova, no? »
Maka:« Sì, però… professor Stain, per il futuro, eviti queste
entrate a effetto! Non tutti sono abituati alla sua vite! »
Stain:« Soggetto interessante questa Lucy… devo proprio cercare di
vivisezionarla! »
Soul
Eater, Polvere incantata, 3
capitolo: Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma
senza maestro sono destinati o è solo un caso?
Maka:« Vi mieterò… scusate un attimo! Lucy, torna qua, ti prego!
Professore, metta giù quel bisturi, così non la incoraggia!!!
»
Ciao
a tutti!!! Sono molto contenta che questa storia stia
piacendo a molte persone! Questo non è che l’inizio, dal prossimo capitolo le
cose inizieranno a farsi più interessanti con l’ingresso
di un altro personaggio fondamentale… chi? Lo scoprirete leggendo! Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e che hanno messo la storia fra
i preferiti, i seguiti e i ricordati. Continuerò a rispondere a chiunque mi
metterà un commento e spero ovviamente che aumentino i lettori. A presto
Capitolo 3 *** Nuovi incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro sono destinati o è solo un caso? ***
Nuovi incontri
Nuovi
incontri! Il maestro senz’arma e l’arma senza maestro
sono destinati o è solo un caso?
« Allora,
vediamo un po’… ma dove ho messo gli esami? Forse… ecco qua! Lucy Gin, 15 anni, gruppo AB… tutto giusto fin qua? »
Lucy annuì, mentre Maka esclamò:« Lucy!
Hai veramente 15 anni??? Pensavo ne avessi 10 o 11! »
La ragazza sorrise:« Ne ho sempre
dimostrati di meno… »
Il professor Stain sospirò:« Vuoi
sapere i risultati ora o preferisci che mandi fuori gli altri? »
Lucy si voltò verso Maka, Soul, Black Star e Tsubaki, poi
rispose:« No, può dire tranquillamente! »
« Come
ti ho spiegato, ho voluto fare un’analisi del DNA per stabilire in cosa ti puoi
trasformare… ma il risultato mi ha lasciato un po’ perplesso! »
Soul intervenne:« Perché? È una
falce come me, no? »
« Non
solo! »
Tutti guardarono l’insegnante con aria perplessa e lui
continuò:« Sembra che Lucy abbia più di una
trasformazione. Di per sé non è una cosa poi così strana, anche Tsubaki lo può
fare, però… »
« Però?
»
« Le
trasformazioni di Lucy sembrano… assemblate a casaccio! »
« ??? »
« Provo
a spiegarmi meglio: per quanto sia una cosa abbastanza rara, un’arma può avere
più di una trasformazione… ma prendiamo ad esempio Tsubaki: tutte le sue armi
sono legate al mondo dei ninja, mentre le tue non sembrano avere alcuna
connessione fra loro… »
« E
allora? La smetta di lasciarci sulle spine! Quali sono? »
Stain riprese il foglio con le analisi:«
Falce, arco, fioretto, boomerang… »
Lucy guardò molto perplessa l’insegnante. Davvero poteva
diventare tutta quella roba? Gli altri cercarono di congratularsi, ma Stain li
interruppe:« Veramente i misteri non sono finiti! »
Riottenuta l’attenzione del gruppo, continuò:« Dalle analisi risulta che Lucy ha cinque possibili trasformazioni… »
Il silenzio calò sul gruppo, fino a quando Black Star non
esclamò:« E allora? Non vedo dove
sia il problema! Falce, arco, fioretto, boomerang… ???
»
Il ragazzo ripeté il conto aiutandosi con le dita:« Falce, arco, fioretto, boomerang… mi sbaglio o ne manca
una? »
Stain sospirò:« Promosso almeno
in matematica, Black Star! Il problema è proprio questo, ragazzi: ho
controllato più volte gli esami, ma il risultato è sempre lo stesso! Non ho mai
visto un’arma con quel codice genetico… in parole povere, non ho la più pallida
idea di quale sia l’ultima trasformazione di Lucy! »
Con tutti questi strani discorsi per la testa, Lucy entrò
alla Shibusen per il suo primo giorno di scuola. Aveva le idee ancora più
confuse di quando era arrivata: era andata lì per scoprire qualcosa di più su
se stessa, ma sembrava che neanche gli insegnanti sapessero che pesci prendere…
Un gridolino la fece sobbalzare. Una ragazzina vestita con
una camicia rossa e un paio di pantaloni a pinocchietto azzurri la fissava con
curiosità:« E tu chi sei? »
Lucy la guardò perplessa, ma Maka
intervenì:« Patty! Ciao, come stai? Lei è Lucy, la ragazza che siamo andati a
prendere l’altro giorno… »
« Patty!
Dove ti sei andata a cacciare? »
Patty agitò il braccio:« Liz!!!
Sorellona, vieni! »
Un’altra ragazza, più alta ma vestita allo stesso modo
della prima, si avvicinò accompagnata da un altro ragazzo vestito di nero.
Maka sorrise ai nuovi arrivati:« Ciao
Liz! Tutto bene? Kid, hai risolto la crisi dell’ingresso? »
Il ragazzo annuì:« Ho chiamato
immediatamente il piastrellista… ora il mio ingresso è perfettamente simmetrico
come doveva essere! »
Soul si affrettò a fare le presentazioni:« Loro sono le sorelle Tompson,
lei è Liz e l’altra è Patty… »
Liz sorrise:« Ehi, ciao! Come va?
»
« Lui
invece è il figlio di Lord Shinigami… ti ricordi chi è, vero? »
« Sì,
il tizio vestito di nero con la maschera strana che parla come se avesse
davanti dei bambini di due anni… »
Soul fece una faccia sconvolta:« Seee… è lui… anche se ti consiglio di non descriverlo così
davanti ad altri! »
Il ragazzo vestito di nero porse educatamente la mano:« Piacere, sono Death the Kid, ma chiamami semplicemente
Kid… »
« Death…
Death the Kid? Dove ho già sentito questo nome? Ah, già! »
Lucy tirò fuori dalla borsa un taccuino e una penna:« Tu devi essere il campione di skateboard! Per favore, puoi
farmi un autografo per un bambino del mio villaggio? È un tuo fan… »
Soul esclamò:« Ma come, non
conoscono la Shibusen e conoscono Kid? E da quando sei campione di skateboard?
»
Il ragazzo si mise le mani fra i capelli:« Non me lo ricordare! Ho partecipato a quel torneo quando
avevo cinque anni… è ancora un incubo, se ci penso! »
Maka lo guardò sbigottita:« Cinque
anni? Sei diventato campione mondiale a
cinque anni??? »
Kid continuò imperterrito:« La
pista su cui mi fecero esibire era totalmente asimmetrica… e il trofeo? Pendeva
a sinistra di ben 3mm!!! L’ho nascosto in cantina per
dimenticare… »
Lucy lo guardò non sapendo bene se doveva scusarsi o no,
ma tutti gli altri la presero e la trascinarono in classe rassicurandola. Era
già suonata la campanella di inizio lezione.
Tsubaki sorrise a Lucy mentre si sedeva al suo fianco. Era
una scuola strana, sì, ma almeno l’ingresso dei nuovi studenti era stato uguale
a quello di un istituto normale. Maka si era affrettata a farle conoscere un
altro ragazzo dall’aria molto timida di nome Chrona che l’aveva accolta con
molta educazione e Lucy tirò un sospiro di sollievo:
nessuno l’aveva guardata male ed era una cosa che non le capitava da molti anni
fuori dal suo villaggio.
Il professor Stain si alzo dalla sedia da ufficio a
rotelle:« Bene ragazzi, oggi facciamo un’esercitazione
pratica… siete pregati di uscire in cortile accompagnati dalla vostra arma o
maestro… »
Tutti si alzarono e si avviarono verso l’uscita, ma Lucy, una volta raggiunta la porta, si fermò. Non
aveva un maestro.
Come se le avesse letto nel pensiero, il professore le
disse:« Lucy, per oggi puoi allenarti con quel ragazzo
laggiù… si chiama Simon Onpu, e attualmente è l’unico
maestro della Shibusen senza un’arma. Non è detto che dobbiate per forza
continuare insieme, se non vi troverete potrete
aspettare entrambi dei nuovi ingressi, ma almeno per oggi dovrete collaborare!
»
Fu allora che lo notò. Scese le scale lentamente
dall’ultima fila di posti in alto, dove occupava una sedia d’angolo. Era un
ragazzo abbastanza alto e molto magro, con i capelli biondi e il viso pallido,
su cui risaltava un paio di occhi in un blu intenso, di una tonalità che alla
ragazza ricordò il cielo del suo villaggio dopo un temporale. Aveva l’aria di
uno che non sorrideva da molto tempo, ma non perché non volesse. Semplicemente
non sembrava aver trovato ancora un buon motivo per farlo.
Lucy gli sorrise e gli porse la
mano:« Piacere, mi chiamo Lucy e sono… »
Simon ignorò la mano della ragazza:« Sei
quella nuova, no? Visto che la mia presentazione l’ha
già fatta il professore, ometterò inutili preamboli. In cosa ti puoi
trasformare? »
« I-in
una falce, per ora… a quanto pare ho altre trasformazioni, ma per il momento
non so come… »
« Se
non sai come fare, è inutile parlarne. »
Completamente spiazzata, Lucy annuì e lo seguì
all’esterno.
Tutti le coppie,
o i trii, erano già in posizione da combattimento, con le armi già trasformate.
Rendendosi conto di essere in ritardo, Lucy tentò di diventare una falce, ma
aveva un problema: la trasformazione non le veniva ancora spontanea, ogni volta
aveva bisogno di ripassare mentalmente il discorso che le aveva fatto Soul la
prima volta. Dopo un minuto abbondante, finalmente Lucy riuscì a diventare una
falce e si aspettò che Simon la prendesse, ma il ragazzo la ignorò
completamente e lei cadde a terra.
« Ehi!
Non mi hai vista? »
Simon continuò a guardare il cielo ignorandola.
« Mi
senti o sei sordo? »
Il ragazzo finalmente abbassò lo sguardo verso di lei:« Ti conviene andartene ora, finché nonhai ancora deluso nessuno. »
Dalla sorpresa Lucy riprese forma umana senza quasi
neanche rendersene conto. Ora era coricata a terra che guardava il suo
interlocutore con la faccia più sconvolta che fu in grado di fare.
« Se
sei qui solo per far piacere a qualcuno, ti conviene andartene ora: un’arma che
non sa trasformarsi è inutile… così come un maestro senz’anima! »
Simon si allontanò da lei:« Ehi,
prof! Io esco, tanto sono maggiorenne e posso farlo! »
E senza aggiungere altro uscì dal cortile della Shibusen.
Lucy rimase coricata a terra fino a quando Maka non le
porse la mano e l’aiutò ad alzarsi:« Non pensare a
quello che ti ha detto, Simon è sempre stato un po’… strano! »
Lucy si rialzò e seguì l’amica. Durante tutta quella
discussione era suonata la campanella di fine lezione.
Soul, Black Star, Tsubaki, Kid, Liz, Patty e Chrona si
unirono a loro.
Maka continuò:« Quel ragazzo non
ha mai dato troppa confidenza a nessuno, nemmeno alle feste o alle occasioni informali.
»
Soul annuì:« Sembrava un po’ più
affabile i primi giorni di scuola, ma poi si è sempre più chiuso in sé stesso…
soprattutto da quando si è reso conto di non riuscire a sincronizzare la sua
anima con nessuna arma! »
« È
allora che gli è venuta quell’assurda idea di non avere un’anima. »
Lucy rifletté: in effetti poco
prima aveva avuto l’impressione che il ragazzo parlasse più a se stesso che non
a lei.
« Ed
è vero che non ha un’anima? »
Maka sbottò:« Certo che ce
l’ha!!! Io posso vederle, e ti assicuro che Simon ha un’anima come tutti gli
altri! »
Kid aggiunse:« L’unica cosa che
sono riuscito a capire è che lui non aveva la minima intenzione di iscriversi
alla Shibusen, sono i suoi genitori che glielo hanno imposto… ma non ha mai
capito dove volesse andare! Comunque sia, Simon non si è mai impegnato molto
qui, si vede che della scuola non gliene frega niente… »
Lucy rimase in silenzio per qualche secondo, poi aggiunse:« Comunque sia, almeno su una cosa ha ragione! »
Tutti la fissarono interdetti.
« Un’arma
che non si sa trasformare serve a poco. »
Simon passeggiava senza meta per le strade di Death City.
Si era reso conto di aver esagerato con la matricola, ma non sarebbe tornato a
scusarsi. In fondo era stato un po’ duro, ma le aveva detto
la verità, e la verità è sempre una buona cosa rispetto a una bugia detta anche
a fin di bene.
Il ciuffo biondo continuava a finirgli sugli occhi mentre
si lasciava guidare dal vento e dal dolce suono che faceva con le foglie degli
alberi. In poco tempo si ritrovò in un parco giochi di periferia. Non andava
mai da quelle parti, a malapena sapeva come tornare indietro.
Simon si sporse dal tronco di un albero e la vide: la
ragazzina che quella mattina aveva maltrattato era in uno spiazzo e si stava
trasformando ripetutamente in falce per poi tornare alla sua forma umana.
« …
umana, falce, umana… ops! »
Per errore, nel tentativo di tornare al suo solito
aspetto, Lucy non riuscì a coordinare bene i suoi sforzi: le gambe e il corpo
rimasero a forma di bastone, mentre la falce ritornò a essere le braccia e le
testa della ragazza. Il risultato fu che, visto il precario equilibrio, Lucy
tirò un nasata sul cemento e gridò dal dolore.
Simon si sbatté una mano sulla fronte: mai vista una
ragazza più imbranata!
Lucy si strofinò il naso, poi, recuperando interamente la
sua forma umana, si alzò e si andò a sedere su un muretto. Da lì poteva
ammirare tutta Death City dall’alto: com’era grande rispetto al suo piccolo villaggio!
Le salì un piccolo groppo alla gola nel ricordare
tutte i visi familiari che non poteva più vedere… o forse sì?
Lucy tirò fuori dalla tasca una fotografia di gruppo
scattata a un compleanno e osservò tutti i bambini soffermandosi su ogni volto.
Quanto le mancavano?
Lucy sorrise: sapeva che non potevano sentirla, però…
Simon continuò ad osservare
quella strana ragazza. Non capiva cosa stesse facendo.
Improvvisamente un suono si diffuse nell’aria, prima
appena percettibile, poi, piano che acquistava sicurezza, sempre più forte:
« Vola, vola,
fino all’aurora,
sempre
più alto nel cielo…
vola ancora,
nel tuo mistero,
piccola stella,
mio pensiero… »
Simon sbarrò gli occhi. Era la voce più bella che lui
avesse mai sentito. Riusciva perfettamente a comunicare tutta la sua malinconia anche se era solo una filastrocca da bambini…
« Sì, Simon, è solo una filastrocca per
bambini… ma a volte comunicano di più queste canzoncine che certi grandi brani
di musica classica! »
Simon scosse la testa: perché gli era tornato in mente
quell’episodio? Della persona che gli aveva rovinato la vita, poi…
Il ragazzo si allontanò in silenzio, senza che Lucy si
accorgesse nemmeno della sua presenza. Ma Simon
proprio non riusciva a togliersi quella filastrocca dalla mente…
Lucy era sempre lì. Era passato un giorno, ma la ragazza
non si era ancora arresa e continuava il suo allenamento. Finalmente era
riuscita a passare rapidamente dalla sua forma umana a quella di falce ed era
molto soddisfatta. Era arrivato il momento di provare qualcosa di più.
« Bene,
e adesso… proviamo a diventare un arco! »
Lucy si concentrò e tentò la trasformazione. Il risultato,
però, fu alquanto deludente: la ragazza riuscì solo a diventare una falce
piegata come se fosse un arco.
« AHI,
AHI, AHI, AHI!!! LA MIA SCHIENA!!! »
Lucy ritornò immediatamente normale e riprese fiato. No,
forse aveva preteso un po’ troppo al secondo giorno di allenamenti. Era meglio
fermarsi un po’ e riposare.
Lucy si risedette sul muretto, come il giorno precedente.
Non aveva con sé la foto, ma c’era ancora lo stesso venticello leggero. Era fortemente tentata di ricominciare a cantare, sembrava quasi
che il vento portasse con sé la melodia…
No, non era un’impressione! C’era veramente quella melodia
nell’aria!
Lucy si voltò. Simon era dietro di lei.
Il ragazzo teneva gli occhi chiusi, rapito dalla melodia
che le sue stesse dita stavano producendo. Ripensava a molti anni prima, quando
sua zia, chiromante famosa per non sbagliare mai una predizione, disse ai suoi
genitori che lo aveva visto iscritto alla Shibusen; aggiunse poi che in quel
luogo le era sembrato molto felice. I suoi da allora non avevano mai smesso di
tentare di convincerlo a entrare in quell’istituto, ignorando le sue vere
aspirazioni. Già da piccolo Simon era affascinato dalla musica, seppure non
avesse ancora un vero e proprio strumento. Fu proprio la zia a regalargli
quello che teneva fra le mani. Non avrebbe mai dimenticato la loro discussione.
« Che cos’è, zia? »
« Uno strumento che ti renderà felice, Simon…
è quello che produce il suono che ti piace tanto! »
« Davvero??? Grazie, grazie mille, zia!
Ma come si usa? »
« Oh, questo è ancora un po’ grande per
te… vedi? Il tuo braccio è ancora piccolino! Ma presto
crescerai e vedrai che ti andrà bene! »
« Zia, mi insegni a suonare? »
« Come vuoi, piccolo mio! Adesso mi
metto al pianoforte e ti faccio vedere… »
« … zia, questa non è la musica che
sento di solito! »
« Lo so. »
« Questa è la ninnananna che mi canta
la mamma! »
« Oh, l’hai riconosciuta! Hai un ottimo
orecchio musicale, Simon! »
« Perché non mi insegni la musica dei
dischi, zia? »
« Perché quella è musica da grandi! »
« E io sono un bambino, la conosco la
storia… quindi mi insegnerai solo questa filastrocca per bambini? »
« Sì, Simon, è solo una filastrocca per
bambini… ma a volte comunicano di più queste canzoncine che certi grandi brani
di musica classica! »
Simon sorrise al ricordo. Chissà se sua zia aveva previsto
quel giorno e non gli avesse dato gli strumenti per affrontare tutto questo.
Probabilmente non lo avrebbe mai saputo, ma in fondo non era così importante.
Lucy lo guardò ammirata per un po’, poi, finalmente, trovò
il coraggio per unirsi alla melodia:
« Vola, vola,
fino all’aurora,
sempre
più alto nel cielo…
vola ancora,
nel tuo mistero,
piccola stella,
mio pensiero… »
Maka si ritrovò a passare da quelle parti per puro caso e
li vide: una ragazza dall’aspetto di bambina che cantava una ninnananna
accompagnata al violino da un ragazzo biondo che sorrideva come mai aveva fatto
prima d’ora. E, soprattutto, poté osservare la migliore sincronizzazione di
anime che avesse mai visto.
Lucy:« Uao! Hai visto, Simon? È la
nostra prima anticipazione insieme! »
Simon:« Già… »
Lucy:« Allora, nel prossimo episodio accadrà di tutto, però ci
hanno detto che non possiamo spoilerare niente… ma
allora che razza di anticipazione è? »
Simon:« Potremo dire almeno che i protagonisti del prossimo
capitolo siamo noi due? »
Lucy:« Non lo so! »
Simon:« Allora è un’anticipazione inutile! »
Soul
Eater, Povere incantata, 4
capitolo: I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un
pisolino?
Lucy:« Simon, sai cosa devi dire adesso? »
Simon:« Certo! »
Lucy:« E allora vai! »
Simon:« Ti suonerò
l’anima! »
Lucy:« Ehm… ci sei quasi! »
Ciao
a tutti!!! Allora, spero proprio che l’ingresso di
Simon vi sia piaciuto… e non preoccupatevi se ora è un po’ antipatico, già dal
prossimo capitolo migliorerà molto il suo carattere! XD
Vi voglio
svelare un segreto: i cognomi dei miei personaggi non sono dati a caso! Provate
ad andare su un traduttore e traducete i nomi dal giapponese all’italiano…
hanno molto a che fare con le caratteristiche del personaggio!
Detto
questo, ci tengo a ringraziare tutti coloro che
seguono la storia e che la mettono fra le preferite, le seguite e le ricordate,
in particolare Cami_e_Mati, Jan Itor 19 e Sakurax16
che hanno recensito lo scorso capitolo!
Capitolo 4 *** I duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino? ***
I duri allenamenti di Lucy e Simon
I
duri allenamenti di Lucy e Simon! Ti uccido o mi faccio un pisolino?
Maka e Black Star entrarono nella stanza
dove Lucy e Simon si stavano allenando.
Maka si fermò sulla porta: com’era cambiato Simon nel giro
di un mese e mezzo!
Ora il ragazzo sorrideva sempre ed era diventato molto
affabile con tutti. Non c’era dubbio che la presenza di Lucy avesse fatto
miracoli!
Black Star salutò gridando i due ragazzi, che interruppero
immediatamente le loro attività. Lucy notò che Maka era rimasta in disparte e
la invitò ad avvicinarsi.
Black Star chiese:« Allora, come
vanno i vostri allenamenti? È da un mese che state chiusi qui dentro! »
Simon sorrise:« Direi che
possiamo essere abbastanza soddisfatti! Che dici,
Lucy, diamo loro una dimostrazione? »
Lucy annuì e divenne una falce. Simon la prese al volo, la
fece volteggiare per un po’, poi la lanciò in aria. La falce si accorciò,
cambiò forma e riatterò nelle mani del ragazzo sotto forma di un fioretto
dall’impugnatura d’argento con decorazioni floreali in rilievo. Simon tirò
qualche colpo, poi passò l’arma nella mano sinistra e la piccola spada si
allungò e si curvò diventando un arco di legno, alle cui estremità erano
presenti due decorazioni in metallo. Simon si mise in posizione e dal nulla
apparve una freccia viola che il ragazzo scoccò senza alcuna difficoltà. Infine
l’arco venne lanciato in aria e Lucy tornò nella sua
forma umana.
Maka applaudì:« Complimenti,
siete diventati bravissimi! »
Black Star esibì il suo pollice alzato:«
Ottima esibizione! Non ancora all’altezza delle mie, però! »
« Sarei
curioso di sapere come fate a far comparire dal nulla le frecce dell’arco. »
Lucy trasalì, poi vide Kid sulla porta e si calmò.
Simon lo salutò con un cenno e rispose:«
Quando Lucy è un arco, riusciamo a sincronizzare le anime… è la mia
anima a creare le frecce, con il suo aiuto! »
Kid annuì, mentre Maka chiese:« Scusate,
ma Lucy non poteva diventare anche un boomerang? »
Lucy arrossì e iniziò a balbettare qualcosa; Simon, dopo
averla fissata per un po’, sorrise e rispose per lei:« Sì,
in effetti c’è anche quella modalità, ma abbiamo ancora qualche difficoltà ad
usarla… »
Lucy lo corresse:« Ho ancora difficoltà! Tu non c’entri
nulla! »
Black Star li guardò con curiosità:« Qual
è il problema? »
Simon porse una mano a Lucy:« Una
dimostrazione val più di mille parole… te la senti Lucy? Poi ti aiuto,
promesso! »
Lucy sospirò, poi divenne un boomerang di legno, con delle
bellissime decorazioni colorate, ma con affilati bordi d’acciaio.
« Pronta?
»
« …mica
tanto! »
« Se
non te la senti proprio, lasciamo perdere… »
« Mi
sa che poi mi prendono in giro! »
Maka sorrise:« Stai tranquilla,
non potrà essere peggio di quando Black Star usò per la prima volta Tsubaki in
modalità lama incantata! »
Black Star alzò le spalle:« Solo
un imprevisto nella mia esibizione… »
Lucy sospirò e Simon la lanciò.
Il boomerang ruotò fendendo l’aria con un sibilo.
« …
cinque, sei, sette, otto… »
Kid chiese a Simon:« Cosa stai
contando? »
« I secondi
prima che… prima di questo! »
Il boomerang rallentò improvvisamente la sua rotazione,
fino quasi a fermarsi e a iniziare a ruotare in direzione opposta. Lucy tornò
improvvisamente umana: il suo colorito era pericolosamente verdognolo e
barcollava vistosamente. Simon fu immediatamente al
suo fianco per sorreggerla, mentre la ragazza balbettava:« N-non ce la faccio… ho… ho la nausea… »
Black Star, Maka e Kid li guardarono perplessi e Simon la
giustificò:« A forza di girare a Lucy viene la nausea…
è impossibile usare questa modalità in battaglia al momento, c’è il rischio che
rimetta in faccia ai kishin! »
Maka fece una smorfia:« Bè… forse è peggio di Black Star… »
Simon la fulminò con lo sguardo e per scusarsi Maka si
offrì di accompagnare Lucy in bagno, mentre Kid si avvicinò a Simon:« Ancora nessuna traccia di quello? »
Simon scosse la testa:« Se parli
della misteriosa quinta trasformazione di Lucy, non è mai comparsa durante il
nostro allenamento. »
Black Star si avvicinò:« Non
preoccuparti! Se non è saltata fuori fin’ora, è perché
comparirà solo al culmine del vostro show! »
Simon osservò Lucy uscire dal bagno ancora sorretta da
Maka:« Spero che tu abbia ragione, Black Star… »
« Simon Onpu
e Lucy Gin sono pregati di presentarsi alla camera della morte al cospetto del
Sommo Shinigami. Ripeto: Simon Onpu e Lucy Gin… »
Lucy guardò Simon perplessa:«
Noi? »
« A
quanto pare… te la senti? »
« Sì,
stai tranquillo, sono a posto! »
« Allora
andiamo! »
I due ragazzi entrarono un po’ intimoriti nella camera
della morte. Lucy era stato lì dentro solo quando
l’avevano portata il suo primo giorno di scuola; anche Simon era stato lì solo
un paio di volte, una delle quali qualche mese prima, quando Lord Shinigami gli
aveva chiesto se avrebbe voluto cambiare scuola. Mai avrebbe pensato di tornare
in compagnia di un’arma!
« Benvenuti!
Sono contento di vedervi… posso offrirvi un tè? »
Lucy annuì, ma Simon tagliò corto:« Grazie,
ma è meglio che ci dica subito cosa vuole da noi! »
Lucy gli tirò una gomitata:« Simon!
Non essere così diretto! È il preside dopotutto! »
« Dì
la verità, golosona: tu puntavi ai pasticcini… »
« In
effetti anche a quelli… »
I due ragazzi ridacchiarono e Lord Shinigami si accomodò
sul cuscino posto a uno dei lati del piccolino tavolino alla giapponese
dove il tè era già stato servito. Quando anche Lucy e Simon si sedettero,
il preside iniziò a versare il tè nelle tazze:« Sono
molto felice di vedervi così affiatati, confesso che avevo un po’ di timore per
voi due, ma ora sono più tranquillo… vi andrebbe di fare una missione fuori da
Death City? »
Simon sputò il tè che aveva appena bevuto:« COSA? »
« Mi
hanno detto che vi siete allenati molto e che siete diventati bravi! »
« Sì,
ma una missione così, su due piedi… non ne abbiamo mai fatte! »
Lucy intervenne con un biscotto in bocca:« E poi io non so ancora trasformarmi bene! Il boomerang mi
viene da schifo e c’è ancora la questione della mia quinta trasformazione… »
Shinigami alzò le mani:« Sì, sì,
conosco tutte queste storie, ma a me non interessa! Allora, ve la sentite o no?
»
Simon fissò Lucy con uno sguardo complice:« Certo che sì! »
Lucy inciampò in una radice sporgente dal terreno sterrato
finendo dritta coricata per terra. Simon sospirò mentre si guardava intorno:
l’atmosfera non era delle migliori. All’apparenza era tutto abbandonato da un
bel po’: le case erano in rovina e l’ambiente era arido e secco. Un perfetta atmosfera da villaggio abbandonato nel deserto,
peccato che si trovassero in uno spiazzo all’interno di una specie di foresta
amazzonica! Tutto era florido intorno a loro, tranne in
quello spiazzo.
Simon commentò:« Sembra una
piccola succursale del Sahara! »
Lucy si avvicinò a lui:« E così
qui ci sarebbe un uovo di kishin? »
« Secondo
Lord Shinigami sì! Sembra che sia l’unica spiegazione per un fenomeno così
strano… tu noti qualcosa? »
Lucy scosse la testa.
« Comunque,
se per caso riuscissimo a catturarlo, almeno questa volta hai intenzione di… »
« No.
»
« Lucy…
»
« Ti
ho detto di no! »
« Non
puoi andare avanti così! Credevo che ne avessimo già parlato: una volta preso
l’uovo di kishin, tu devi… »
« Non
ho intenzione di farlo. »
« L’hai
già fatto una volta! »
« … »
« Credevo
che ti fosse bastato il discorso di Soul e Black Star: un’arma finisce il suo
dovere quando mangia l’anima delle uova di kishin che recupera insieme al suo
maestro d’armi… se non lo fai crei problemi anche a me, lo capisci? »
« …
Simon… »
« Insomma,
ormai dovresti aver accettato di essere un’arma! Lo sai che tu… »
« SIMON,
ATTENTO!!! »
Accadde tutto in un istante, ma sembrò avvenire al
rallentatore.
Simon si voltò e vide l’uovo di kishin: era alto e
muscoloso, ma non gli fu possibile vederlo in viso. Il volto era coperto da un
enorme artiglio che aveva al posto della mano sinistra; l’arma era alzata,
pronta a trafiggerlo in due. Era talmente preso dalla discussione con Lucy che
non si era nemmeno accorto della sua presenza. Il ragazzo non riuscì a muoversi
né a urlare. A dirla tutta, non gli era possibile neppure respirare. Con gli
occhi sbarrati del terrore, Simon vide il demone abbassare il suo artiglio e,
in un ultimo, disperato istinto di difesa, chiuse gli occhi per attendere il
colpo.
Non arrivò mai.
Simon, con un enorme sforzo di volontà, riaprì gli occhi.
Se ne pentì subito.
Le lacrime iniziarono subito a scorrergli sulle guance
senza che potesse controllarle.
Sì, Maka glielo aveva detto come si era sentita quando
Soul era stato trafitto al posto suo da Chrona, ma
quel racconto non era niente, niente, in confronto a quello che stava provando.
Lucy era di fronte a lui.
Con un artiglio nel petto.
Aveva voluto guardare il nemico negli occhi prima di
essere colpita. Aveva affrontato l’avversario come solo lei poteva fare, con le
mani tremanti e lo sguardo fermo. Non aveva avuto il tempo di trasformarsi in
nulla; non era riuscita nemmeno a pensare qualcosa. Semplicemente si era lanciata
verso il suo maestro d’armi.
Le ginocchia di Lucy cedettero sotto gli occhi sbarrati di
Simon. Il ragazzo si aspettò grida, pianti e un mare di sangue, così come gli
aveva detto Maka.
Non ci fu niente di tutto questo.
In un silenzio irreale, il corpo di Lucy iniziò lentamente
a sgretolarsi in infiniti granelli di polvere d’argento, che si dispersero
nell’aria al primo colpo di vento. In pochi secondi non c’era più traccia della
ragazza.
Simon rimase immobile, senza respirare.
Maka non gli aveva parlato di tutto questo. Forse era
un’abilità specifica di quell’uovo di kishin. Forse era così che morivano le
armi. Quello che era certo era che Lucy non c’era più.
Lucy, la piccola arma testona e imbranata.
Lucy, la ragazzina dolce e golosona.
Lucy, che amava tanto i bambini.
Lucy, l’unica dolce voce degna di accompagnare il suo
violino.
Lucy, con il corpo da bambina e lo sguardo da adulta.
Simon fissò il volto del kishin con tutto il suo odio. Non
gli importava se il suo volto era ancora rigato dalle lacrime. Voleva solo
vendicare la morte della sua arma.
Non aveva nulla per attaccare l’uovo di kishin, se non
l’unica cosa che Lucy gli aveva detto di non portare e che lui, da bravo
testone, aveva portato lo stesso…
Simon si alzò e corse urlando verso l’uovo di kishin
brandendo con entrambe le mani il suo amato violino.
L’uovo lo colpì con il gomito scaraventandolo a terra, mentre lo strumento
volava lontano, probabilmente rotto. Ora il demone incombeva sul ragazzo, con
l’artiglio alzato, pronto a trafiggere anche lui.
Simon chiuse gli occhi. Non gli importava più niente. Era
stato un maestro d’armi inutile, era giusto che avesse una morte inutile…
Il kishin ridacchiò con voce stridula:« Hihihihi… ti uccido, ora ti uccido! »
Simon non rispose. Entro pochi secondi l’uovo di kishin lo
avrebbe ucciso e poi si sarebbe mangiato la sua anima…
A proposito, dov’era finita l’anima di Lucy? Non l’aveva
vista quando il suo corpo si era sgretolato…
« Hihihi…
ti uccido, ti uccido, ti uccido, ti ucc…yaawn! »
Benché terrorizzato, Simon non poté
non aprire un occhio: da quando nel bel mezzo di un omicidio un uovo di kishin
si lasciava sfuggire uno sbadiglio?
Il ragazzo osservò perplesso il demone: altro che
sbadiglio, l’uovo di kishin si stava strofinando gli occhi e sembrava proprio
non riuscire a stare sveglio in nessun modo!
Prima che potesse pensare qualsiasi cosa, il mostro si
accasciò alla sua destra. Solo allora Simon trovò il coraggio di muoversi e di
rimettersi in piedi. La curiosità vinse sulla paura e si avvicinò all’uovo di
kishin.
Stava russando!!!
Simon si grattò la testa: era semplicemente assurdo!
Un venticello leggero sfiorò il viso del ragazzo.
Simon riconobbe quella brezza: era la stessa che un paio
di mesi prima lo aveva condotto da Lucy in quel parco di periferia…
Il ragazzo si voltò. Aveva una sensazione dolce e strana
allo stesso tempo.
Lo notò allora.
I granelli di polvere argentata in cui si era dissolto il
corpo di Lucy non erano scomparsi, ma avevano continuato a galleggiare nell’aria
intorno a lui.
Alle sue spalle quella polvere d’argento aveva iniziato a
riunirsi, guidata dal vento, per ricompattarsi fino a formare una figura
familiare…
« L…Lucy? »
Simon fissò attonito la sua arma.
Lucy era di nuovo di fronte a lui, senza neanche una
ferita. Si fissava con curiosità le mani e si toccava
il viso, come per essere sicura di essere nuovamente tutta intera.
« Lucy…
sei tu, vero? »
« S-sì…
certo che sono io! »
« Sei
viva? »
« Direi
di sì! Sono solida, quindi non sono un fantasma… e non sono neanche blu come il
professor Sid! »
Simon le gettò le braccia al collo.
« Pensavo
di averti persa… ma come è possibile? »
« Di
preciso non lo so… quando quello mi ha colpito, non ho sentito dolore! Un
secondo prima ero lì e un attimo dopo…stavo volteggiando nell’aria! Poi quando
ho visto che l’uovo cercava di colpirti di nuovo, ho cercato di bloccarlo e
quello è caduto così… »
« Non
so, ma ora approfittiamo del fatto che quello stia dormendo e finiamo il
lavoro! Un’altra occasione così non ci ricapita più! »
Lucy annuì e divenne una falce.
Non appena il kishin venne
ucciso, tutta la natura intorno rifiorì e Simon rimase incantato a guardare lo
sbocciare dei fiori e il rinvigorimento delle piante.
Lucy intanto si avvicinò all’anima dell’uovo di kishin e
la inghiottì senza alcuna protesta, poi, sorridendo al suo maestro che la
guardava stupito, disse:« Direi che per oggi ti ho già
fatto preoccupare abbastanza! E poi è colpa mia se è successo tutto questo, se
ti avessi dato ascolto fin dall’inizio non avremmo
avuto quella discussione e ti saresti potuto accorgere dell’attacco! »
« Lucy…
non dire così, è stata solo colpa mia… »
La ragazza lo ignorò e si avvicinò a un piccolo muretto.
Dopo essersi chinata e aver raccolto qualcosa da terra, si voltò verso Simon
esibendo il sorriso più radioso che il ragazzo le avesse mai visto:« A proposito, questo è tuo! Non chiedermi come, ma prima in
qualche modo sono riuscita ad attutirne la caduta ed è ancora tutto intero…
però la prossima volta ascoltami ed evita di portare il violino in battaglia! »
Simon sbarrò gli occhi, poi scosse la testa e scoppiò a
ridere:« Non smetterai mai di sorprendermi, Lucy! »
« Allora,
professor Stain? È riuscito a capirci qualcosa? »
Stain fece girare la sua sedia per poter
guardare in faccia i due ragazzi. Il più agitato era indubbiamente Simon,
mentre Lucy se ne stava un po’ in disparte, quasi come se il discorso non la
riguardasse.
Il professore fece fare un paio di giri alla sua vite:« Incrociando il vostro racconto con i dati raccolti in
biblioteca, forse finalmente sono riuscito a capirci qualcosa… »
Stain fece segno ai ragazzi di sedersi e, non appena anche
lui si fu accomodato, iniziò a parlare.
« Lucy,
non avevo mai visto il tuo codice genetico perché il tuo potere si riteneva
estinto da secoli… ma solo in questo modo si spiegano le varie trasformazioni
assemblate a casaccio! »
L’insegnante si accese una sigaretta:« Secoli
fa c’era un clan molto famoso, i Majikkudasuto,
una potente famiglia di armi dotata di una capacità segreta di loro completa
esclusiva… gli appartenenti a questo clan erano in grado di trasformare il loro
corpo in polvere! »
« COSA?
Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere! Tutte le trasformazioni che
conosco mantengono comunque una forma solida e unitaria! »
« Calmati,
Simon! Se non l’abbiamo mai insegnato alla Shibusen è
perché lo ritenevamo quasi una leggenda… comunque, all’interno di questo clan
erano presenti due famiglie ben distinte: la prima era in grado di trasformarsi
in una nuvola di veleno… »
« Addirittura?
»
Stain sorrise al primo intervento della diretta
interessata:« Sì, e infatti erano i più richiesti dai
maestri d’armi dell’epoca, soprattutto nobili, perché praticamente a loro non
era richiesto alcuno sforzo nei combattimenti… »
Simon incrociò le braccia:« Comodo
così! E avevano pure il coraggio di farsi chiamare maestri d’armi? »
« Presto
sorsero delle incomprensioni con la seconda famiglia del clan, che invece
poteva diventare soltanto… »
Stain fissò dritta negli occhi Lucy:« …
una nuvola di sonnifero! »
I due ragazzi sbarrarono gli occhi.
« Ma
certo! Sonnifero! Ecco perché il kishin mi ha sbadigliato in faccia quando
stava per uccidermi… sei tu che l’hai addormentato, Lucy! »
« Allora
non era una mia impressione… ho veramente volato! E se posso dividermi
si spiega come sia riuscita a salvare il tuo violino e ad addormentare l’uovo
di kishin quasi contemporaneamente… »
Stain annuì:« Ogni granello di
polvere può agire in modo autonomo dagli altri… e basta che uno solo venga
respirato per far addormentare chiunque! »
Lucy sorrise e Simon gridò:« È
fantastico! È un potere magnifico! »
La ragazza annuì, poi chiese:« Perché
questo spiegherebbe le altre mie trasformazioni? »
« Semplice:
i membri della prima famiglia erano avvantaggiati, perché a loro bastava un
colpo solo per annientare gli avversari, mentre alla seconda serviva un modo
per dare il colpo di grazia ai loro obiettivi. Per questo motivo devono aver
tentato una serie di incroci con altre famiglie di
armi per ottenere varie trasformazioni… »
Simon annuì e chiese:« Perché il
clan Majikkudasuto
si estinse? »
« Una
faida interna. Sembra che si siano sterminati a vicenda. L’unica notizia che
sono riuscito a trovare è che i testimoni parlarono di un
enorme nuvola rossa e d’argento… ma a quanto pare dei sopravvissuti ci
devono essere stati, altrimenti tu non saresti qui, Lucy! »
I due ragazzi ringraziarono il professore e uscirono dal
laboratorio sorridendo e chiacchierando fra loro. Stain aspettò che chiudessero
la porta, poi tirò un ultima boccata e spense il
mozzicone di sigaretta.
« Non
appena si spargerà la notizia un potere come quello farà gola a molti… prevedo molte
difficoltà per quella ragazzina… »
Maka:« Ehi, Soul, in questo capitolo ci hanno un po’ ignorati… »
Soul:« Almeno tu sei comparsa all’inizio! Io neanche quello! È
tutto troppo poco figo… »
Maka:« Dai, nel prossimo capitolo avremo più spazio tutti e due…
»
Soul:« Lo spero, quei due stanno monopolizzando un po’ troppo la
scena! »
Simon:« Ehi, scusate, Lucy è passata di qui? L’ho persa di vista!
»
Soul:« Ma è proprio come il prezzemolo! »
Maka:« No, Simon, qui non c’è, prova in biblioteca… Maka Chop! »
Soul:« AHI!!! »
Maka:« E abbi un po’ di pazienza! »
Soul
Eater, Polvere incantata, 5
capitolo: Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki,
Liz, Patty, Ragnarok e Chrona?
Maka:« Vi mieterò l’anima! »
Soul:« Ehi, ma non ti sembra che manchi qualcuno in questo
elenco? »
Ciao
a tutti! Mi dispiace per il ritardo, speravo di riuscire a pubblicarlo prima ma
ho avuto degli imprevisti…
Allora,
qualcuno di voi ha provato il mio giochino della volta
scorsa? Per i pigri posso dire a questo punto che le soluzioni erano Nota
musicale per Simon e Argento per Lucy… e mi raccomando: provate questa volta a
tradurre il nome del clan! Ci sarà una piccola sorpresa…
Approfitto
per ringraziare Cami_e_Mati, _Irene_Adler_
(finalmente!), Ianitor 19 e Sakurax16 per aver
recensito lo scorso capitolo!
Vi aspetto
per il prossimo capitolo! Una nuova avventura comincerà per i nostri amici… all’apparenza
può sembrare un filler, ma più avanti tutti i nodi torneranno al pettine…
Capitolo 5 *** Doppia missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty, Ragnarok e Chrona? ***
Doppia missione incrociata
Doppia
missione incrociata! Maka, Kid e Lucy VS Soul, Simon, Tsubaki, Liz, Patty,
Ragnarok e Chrona?
Lucy correva per i corridoi della Shibusen. Era decisamente in ritardo per la lezione e sapeva bene cosa
sarebbe successo se non fosse riuscita ad entrare nell’aula prima del professor
Stain…
La ragazza scosse la testa: non aveva alcuna intenzione di
fare un’altra vivisezione!!! Ma come poteva fare tre
piani di scale in meno di un minuto?
A meno che…
Soul si stirò prima di sedersi al suo posto:« Chi abbiamo ora? »
Simon gli rispose:« Stain. »
« Simon,
a proposito, Lucy dov’è finita? »
« Non
lo so, ma non mi stupirei se non avesse sentito la sveglia… »
« Ah,
ok, allora… LUCY!!! QUANDO DIAVOLO SEI ARRIVATA??? »
La ragazza arrossì:« Scusate, ero
in ritardo e allora ho usato un metodo d’emergenza… »
Soul la squadrò
dal basso:« E sarebbe? »
Simon ridacchiò,
avendo già intuito la risposta, mentre la campanella in lontananza suonava il
suo funereo suono.
«
Ehm… ho volato dalla
finestra del pian terreno a questa! »
Soul sospirò:« Già, dimenticavo il tuo nuovo potere… ma non te la tirare
troppo, è poco figo! »
Lucy arrossì ancora
di più mentre si sedeva. Stain stava già entrando.
Black Star sbuffò:« È troppo tempo che non ci assegnano una missione… una
divinità come me non deve stare in pausa troppo a lungo! »
Tsubaki sorrise e
si rivolse a Maka:« Sentite, che ne dite se stasera
facciamo una cenetta? Non abbiamo ancora festeggiato il nuovo potere di Lucy! »
Ragnarok comparve
all’improvviso:« Solo se cucini tu! E in abbondanza! »
Chrona ribatté:« Ma io non so come comportarmi in queste situazioni… »
«
Semplice: porti un
mazzo di fiori, fai gli auguri e se non basta ammazzi qualcuno… basta solo che
mi lasci mangiare! »
Tutti sembravano
entusiasti dell’idea di Tsubaki, però…
« Gli alunni Maka Albarn, Death the Kid e Lucy Gin sono attesi immediatamente
nella camera della morte. Ripeto: gli alunni Maka Albarn… »
Tsubaki sospirò:« Penso proprio che la festa sia rimandata, vero? In bocca
al lupo! »
Shinigami si voltò
saltellando verso i suoi ospiti:« Benvenuti a tutti…
ehi, ma quanti siete? »
Soul rispose:« Come sarebbe “quanti
siete” ? È lei che ci ha fatto chiamare! »
Il preside fissò
uno per uno per uno il gruppetto di ragazzi di fronte
a lui. Nella stanza erano presenti Maka, Soul, Kid, Liz, Patty, Simon e Lucy.
«
Veramente io ho
chiamato solo Maka, Kid e Lucy… »
Simon ribatté:« Se è per una missione siamo necessari anche noi, l’abbiamo
dato per sottointeso… »
Kid rispose:« Ve lo dicevo che era strano avessero chiamato due maestri
e un’arma… se volevano chiamare le squadre complete avrebbero detto tutti i
nomi o tutti i maestri… »
Patty diede una
gomitata a Liz:« Mi sa che non ci vogliono, sorellona… »
«
Meglio, oggi volevo
rifarmi le sopraciglia… »
Shinigami sospirò
e si sedette:« D’accordo, allora spiego meglio la
situazione… »
I sette ragazzi si
sedettero per terra o sugli scalini.
«
Questa è una
specialissima missione di spionaggio e ho bisogno di un gruppo altamente selezionato…
»
Soul commentò:« Questo sì che sembra adatto a un figo
come me… »
«
Veramente tu non
parteciperai, Soul, mi dispiace… »
Ignorando il
ragazzo che era rimasto di sale e che sembrava non respirasse neppure,
Shinigami continuò:« Come dovreste sapere se aveste
studiato geografia… »
Maka intervenne:« La inizieremo il prossimo quadrimestre… »
«
Per quello ho usato il
condizionale! Dicevo, nelle lezioni di geografia vi verrà
spiegato che tutto il mondo è sotto la mia giurisdizione, tranneun piccolo principato…
»
Maka esclamò:« Davvero? »
Shinigami annuì:« E già! C’è il piccolo principato di Nisty,
grande circa due volte Death City, che ha ottenuto una speciale proroga già dai
tempi di mio padre… »
Simon lo guardò
stupito:« Lei… lei ha
un padre??? »
«
Sì, perché? C’è
qualcosa di strano? Anche tu ce l’hai, no? »
«
S-sì, ma… »
Kid gli mise una
mano sulla spalla:« Problemi con mio nonno??? »
Simon scosse la
testa:« M-ma no, figurati… »
In
effetti avevano
ragione: se Kid era il figlio di Lord Shinigami, anche quest’ultimo doveva aver
avuto un padre!
Il preside
continuò:« Comunque sia, in questo regno la mia figura
e quella della Shibusen sono bandite e considerate fuorilegge, così in quel
principato sono riuniti i peggiori criminali del mondo… »
Maka intervenne:« Vuole mandarci a risolvere la situazione? »
«
Eh? Naaa,
troppi casini burocratici e diplomatici! No, il problema è solo che c’è un uovo
di Kishin in procinto di trasformarsi totalmente che si è andato a rifugiare
proprio in quel territorio! Io non posso muovermi di qui, come ben sapete, e
nessun professore della Shibusen può entrare, in quanto
ricercati… »
Kid rifletté ad
alta voce:« Quindi l’unica soluzione è inviare degli
studenti, in quanto non ancora identificati… »
Soul protestò:« E allora perché io non posso andare? »
«
Semplice: nessuna arma
può entrare nel principato di Nisty! »
Tutti lo
guardarono perplessi e Shinigami si spiegò:« Tutte le
armi, in quanto collegate alla Shibusen, sono bandite… per impedire loro
l’ingresso, ai confini del principato sono stati impiantati dei metal detector
in grado di rivelare se la persona che sta entrando è un’arma o meno… »
«
Ehm… padre… »
«
Sì? Che c’è, Kid? »
«
Capivamo anche senza i
disegnini illustrativi… »
«
Davvero? »
Patty scoppiò a
ridere nel vedere un omino molto simile a quelli disegnati sulle uscite di
emergenza che passava sotto una specie di arco e che nel disegno successivo
aveva un enorme X rossa disegnata sopra.
«
A me sembravano carini!
»
«
No, padre, non sono
carini… SONO TOTALMENTE ASSIMETRICI!!! »
«
Oh, uffa, mai una volta
che apprezzi i miei disegni… e va bene, se proprio non ti piacciono disegnali
come pare a te! »
Kid si strofinò le
mani prima di prendere il pennarello del padre, mentre Maka intervenne:« Scusi, ma cosa succede se trovano un’arma? »
«
Semplice, la uccidono!
Hai capito perché non puoi andare, Soul? »
Il ragazzo annuì e
Shinigami continuò:« Per molto tempo mi sono spremuto
le meningi per trovare un modo per infiltrare un’arma nel principato, ma
finalmente mi si è presentata un’occasione… »
Il preside si
alzò, si avvicinò a Lucy e le prese le mani:« Me lo
faresti questo piccolo favore? Se non hai impegni in questi giorni… »
«
I-io? »
Maka esclamò:« Ma certo! Se Lucy si trasforma in polvere
può evitare il controllo! In effetti è l’unica
abbastanza piccola per poter passare senza farsi notare… »
Shinigami tirò
fuori due bandierine con la scritta “winner” e iniziò a sventolarle:« Risposta
esatta! E inoltre ho deciso che l’accompagneranno tu,
Maka, che con la tua capacità di vedere le anime potresti risultare utile, e
Kid, che può combattere anche senza armi con i suoi poteri di Shinigami… »
Tutti si voltarono
verso il ragazzo che era ancora intento nei suoi disegnini simmetrici e non
aveva sentito una parola dell’ultima parte del discorso.
Shinigami sospirò:« Bè, poi glielo spiegherete! »
Soul chiese:« Ma Kid non corre rischi? Dopotutto è anche lui uno
Shinigami… »
Il preside alzò le
spalle:« Quelli del principato di Nisty
sanno bene che io non mi posso muovere da qui e non ci sono controlli anti-shinigami all’ingresso… anzi, non credo nemmeno che
sappiano che ho un figlio! »
«
Ok, è tutto chiaro, ma
non ho capito perché io non posso venire! Io sono un maestro d’armi, anzi, sono
ilmaestro d’armi di Lucy! Capisco che si
possa trovare bene anche con Maka, ma non comprendo perché anch’io sono stato
escluso dalla missione! »
Shinigami si voltò
verso Simon:« Inizialmente avevo pensato di inviare
anche te, Chrona e Black Star, ma Ragnarok è incorporato direttamente nel
sangue di Chrona e quindi non avrebbero mai passato il controllo… per quanto
riguarda Black Star, la sua forza sarebbe stata utilissima, ma sfortunatamente
quel ragazzo non ha il carattere per una missione come questa che richiede la
massima segretezza… »
«
Ok, ma io? »
«
Il professor Sid si è opposto, perché a quanto pare devi recuperare due
verifiche andate male e ha programmato i compiti di recupero proprio domani e
dopodomani… »
«
COSA? E quando pensava
di dirmelo? Devo ristudiare tutto in un pomeriggio! E poi questa missione è più
importante di una verifica! »
«
Capisco, ma Sid è stato irremovibile! Sai, quando era vivo era fatto così… »
«
Ma lei è il preside!
Poteva opporsi! »
«
Bè, gli ho già chiesto di fare degli
straordinari, almeno un favore glielo devo… comunque un lato positivo c’è! »
Simon si mise le
mani nei capelli:« Mi illumini, perché io proprio non
lo vedo! »
«
Non sarai da solo a
fare il recupero, c’è anche Black Star che è andato male… »
Simon si allontanò
per prendere a testate un muro, Kid finalmente alzò la testa dal foglio
mostrando orgoglioso ai presenti il disegno con gli omini tutti perfettamente
simmetrici.
Shinigami sospirò:« Che dire? Buona fortuna a tutti! »
Maka e Lucy
ringraziarono in coro, mentre Simon aggiunse:« Ne avrò
bisogno… »
Simon osservò dalla
finestra Lucy allontanarsi dal villaggio. A quanto poteva vedere stava
chiacchierando amabilmente con Maka, mentre Kid se stava un po’ per i fatti
suoi.
Per un attimo il
ragazzo fu preso da un forte senso di vuoto, ma subito
scosse la testa e si rimise sul libro: aveva un intero programma da ripassare!
«
Black Star!!! L’hai
sentito il professor Sid, domani hai il recupero,
dovresti studiare qualcosa… se vuoi ti aiuto! »
Il ragazzo
ridacchiò:« Una divinità come me non ha bisogno di
studiare, Tsubaki! Ovviamente si attende l’illuminazione divina durante il
compito! »
«
Non mi sembra che
l’altra volta abbia funzionato così bene… e poi potresti aiutare
l’illuminazione se almeno aprissi il libro! Dai, portalo qui che ti aiuto a
ripassare! »
«
Se solo lo trovassi… »
La camera di Black
Star era nel disastro più totale: i (pochi) libri di scuola erano dispersi per
la stanza mescolati a un gran numero di attrezzi da palestra e a migliaia di
autografi e gigantografie dello stesso Black Star.
Mentre il ragazzo
buttava ancora più all’aria gli oggetti nella stanza, un soprammobile familiare
rotolò a terra e si fermò a pochi centimetri dal suo piede senza che Black Star
se ne accorgesse.
« Ooook, l’hotrovat… UAAAHHH!!! »
« Black Star!Ma cosa… »
«
Tirami fuori, tirami
fuori, TIRAMI FUORI!!! »
Tsubaki rimase per
un istante immobile sulla porta. Il suo maestro d’armi aveva infilato un’intera
gamba dentro all’anfora speciale che il professor Stain gli aveva dato per
imparare a controllare la lama incantata; per evitare di venire
completamente risucchiato, il ragazzo aveva afferrato la maniglia della
finestra aperta e si teneva stretto con tutte le sue forze.
«
MUOVITI!!! QUESTA COSA
E’ PEGGIO DI UN ASPIRAPOLVERE!!! »
Tsubaki afferrò
l’anfora e iniziò a tirare, ma non riuscì a smuoverla neanche di un centimetro:« Non… non riesco a togliertela… mi ci vorrebbe… ci
vorrebbe… CHRONA!!! »
Il ragazzo dai
capelli rosa si voltò verso la finestra di Black Star e Tsubaki gli sorrise:« Scusa, so che stai passeggiando tranquillamente per strada,
ma ho bisogno di una mano! Non so cosa fare… »
«
Ma io… io non so come
comportarmi con la gente incastrata nei vasi… »
Ragnarok intervenne:« Prima
di tutto direi di entrare in casa, da qui non puoi fare nulla, cretino! »
Chrona annuì e
scavalcò la finestra:« P-permesso…
»
Tsubaki sorrise:« Prego, avanti… »
«
LA VOLETE PIANTARE CON
TUTTE QUESTE SMANCERIE??? NON VEDETE CHE C’E’ UNA DIVINITA’ INCASTRATA??? »
Tsubaki arrossì:« Oh, scusa, Black Star! »
Chrona si fermò:« E adesso cosa dovrei fare? »
«
IDIOTA!!! »
«
AHI!!! Ragnarok, perché
mi hai picchiato? »
«
Perché è l’unico modo
per attirare la tua attenzione! Prendi il vaso e tiralo verso di te, mentre io
afferro l’altro idiota qui… »
«
Idiota a chi? Io sono
il grande Black Star! »
«
Sta’ zitto stella
cadente e lascia fare ai professionisti! »
Ragnarok afferrò i
polsi di Black Star e iniziò a tirare, ma in due riuscirono solo a impedire che
il malcapitato affondasse ancora di più nell’anfora.
Tsubaki rimase
ferma per un po’, poi prese la giacca:« Vado a
chiamare il professor Stain, lui di sicuro saprà cosa fare! »
Black Star alzò i pollici, ma Ragnarok la fermò:« Ragazzina! »
«
Sì? »
«
Mettiamo subito le cose
in chiaro: non lo faccio né per te né per lui, ma solo perché dopo potrò
obbligarti a cucinare per me, chiaro? »
Tsubaki sorrise:« Appena usciremo da questo pasticcio avrai solo da dirmi
cosa vuoi che ti preparo! »
E uscì dalla porta
lasciando il curioso trio in quella assurda posizione.
Kid si fermò di
colpo:« Vedete quell’arco laggiù? È il metal detector
di cui parlava mio padre e segna anche il confine del principato di Nisty… »
Maka sorrise:« Allora ci siamo! Presto, Lucy, trasformati subito! »
Kid la fermò:« Ricordati bene questo, Lucy: una volta trasformata non
dovrai mai, per nessuna ragione,
tornare umana o cambiare forma fino a quando non ci sarà da combattere! Pensi
di farcela? »
Lucy annuì e si
disperse nell’aria. Kid aggiunse:« E se devi parlarci
fallo sottovoce al nostro orecchio! »
Maka respirò
profondamente prima di avviarsi al metal detector. Una guardia alta e con la
più grossa pancia che la ragazza avesse mai visto la
fermò.
«
Nome? »
«
Maka Alb… »
Si morse la
lingua. Dopotutto era la figlia della falce della morte e il suo cognome
avrebbe potuto tradirla.
«
…Maka Albina ! »
La guardia annuì:« Il ragazzo sta con te? E tu come ti chiami? »
«
Deat… »
Pur sotto forma di
polvere, Lucy riuscì a rendersi abbastanza solida da incastrare un gomito
direttamente nelle costole di Kid.
Maka completò per
lui:« DeaterioEvans, detto
Kid! Vero, Kid? »
Il ragazzo riuscì
a malapena a balbettare qualcosa di incomprensibile
all’orecchio umano, mentre la guardia ridacchiò:« Che razza di nome! I tuoi
erano ubriachi quando te l’hanno dato? »
Kid fulminò Maka
con lo sguardo mentre finalmente riprendeva a respirare:« Non
lo so, ma inizio a dubitarne… »
La guardia alzò le
spalle:« Bene, ultime formalità: giurate di non avere
nulla a che fare con la Shibusen? »
Entrambi i ragazzi
si guardarono negli occhi:« Lo giuriamo! »
L’uomo non notò le
dita incrociate dietro la schiena:« Bene, allora
passate pure! »
Maka e Kid
passarono sotto il metal detector senza alcun problema e si allontanarono
velocemente dal confine.
«
Lucy? Lucy, ci sei? »
Non ottenendo
risposta, Maka iniziò a preoccuparsi:« Lucy? Lucy? »
Kid intervenne:« Forse è stata presa… »
«
Non credo, avremmo
dovuto sentire almeno un allarme… »
«
Eccomi, eccomi! Non
preoccupatevi per me! »
«
Lucy! Ma dov’eri finita? »
«
L’unico modo per non
passare sotto il metal detector era infilarsi in una minuscola fessura fra
l’arco e il soffitto… solo che ci vuole un po’ di tempo, può passare solo poca
polvere per volta! »
Maka batté le
mani:« Bene, direi che ci siamo tutti! »
Kid annuì:« Allora inizia ufficialmente la missione! Tutti pronti? »
Lucy rispose:« Andiamo! »
Simon:« Lucy?
Lucy? Mi senti? »
Lucy:« Sì, scusa,
ma qui non c’è molto campo per il cellulare! »
Simon:« E allora?
Come va? »
Lucy:« Bene, siamo
dentro! E tu con lo studio? »
Simon:« Lasciamo
perdere! Aspetta un attimo, mi suonano alla porta… e tu che ci fai qui? »
Tsubaki:« Hai
visto il professor Stain? È urgente, non riesco a trovarlo… l’ho cercato
dappertutto! »
Simon:« No, non
l’ho visto… perché? »
Tsubaki:« Perché
Black Star ha bisogno di aiuto! »
Simon:« Bene,
allora chiamo anche gli altri! Più siamo, prima lo troviamo… tanto non riesco a
studiare! Solo un attimo… Lucy, ti devo lasciare! »
Lucy:« Aspetta che
ti salutano anche gli altri! »
Soul Eater,
Polvere Incantata, 6 capitolo: La demoniaca pallina
della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi
Stain?
Maka:« Vi mieterò
l’anima! »
Kid:« Se avete
finito, posso riavere indietro il mio cellulare? »
Ciao
a tutti! Questo aggiornamento è arrivato un po’ tardi
ma con questo caldo mi si era fuso il cervello… prima che iniziassi a scrivere
di neve, ghiaccio e kishin vestiti di rosso a bordo di una slitta trainata da
renne con un sacco pieno di anime sulle spalle ho preferito attendere un
abbassamento della colonnina di mercurio!
Comunque
per chi fosse stato troppo pigro per partecipare al
mio giochino dell’altra volta, posso dire che traducendo il nome del clan di
Lucy si ottiene… il titolo di questa storia! ^.^
Ne approfitto
per ringraziare tutti coloro che hanno letto lo scorso
capitolo, tutti quelli che hanno messo la storia fra preferite, seguite e
ricordate e in particolare Black Nana, Cami_e_Mati, Jan Itor
19 per aver commentato lo scorso capitolo. Un ringraziamento speciale averdiana500 e Zoe Malfoy, le ultime arrivate, che hanno avuto la pazienza di
recensire tutti i capitoli! E, anche se non se lo meriterebbe, un grazie anche
a quella pigrona di Sakurax16 che mi ha commentato a voce! XD scherzo
ovviamente, Sakura! Sono contenta anche così!
Capitolo 6 *** La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain? ***
La demoniaca pallina della roulette
La demoniaca pallina della roulette! Ma dove diavolo è andato a cacciarsi Stain?
«
Kid… »
«
Che c’è, Lucy? »
«
Non ti sembra che qui
l’atmosfera sia un po’… come dire… movimentata? »
«
A me non sembra,
perché? »
«
Sarà una mia
impressione… »
Mentre Lucy diceva
l’ultima frase, Maka si abbassò per schivare una bottiglia rotta che un gruppo
di ubriaconi aveva lanciato dalla loro parte mentre erano
impegnati in una rissa.
Kid ignorò
completamente la scena e si rivolse a Maka:« Vedi
qualche anima sospetta? »
«
È una parola! Nessuna
di queste anime è esattamente “innocente”! »
«
Vuoi dire che sono tutti delle uova di kishin? »
«
Potenzialmente sì!
Comunque nessuno di quelli che ci circonda sembra in uno stadio così avanzato
come il nostro obiettivo… »
«
F-fermi! Cosa fate? No,
NO! »
Una porta si aprì
di scatto e un uomo venne letteralmente lanciato
fuori, finendo ai piedi di Kid.
L’uomo si rialzò
con aria terrorizzata e prese Kid per il bavero per tenersi in piedi:« State attenti! Quell’uomo è un demonio, UN DEMONIO! »
E prima che
chiunque potesse aggiungere qualcosa, la persona iniziò a correre e sparì alla
vista.
Kid sorrise:« Qualcosa mi dice che siamo sulla strada giusta… qualcuna
di voi sa giocare d’azzardo? »
E indicò col
pollice un enorme edificio dall’aria molto più elegante di quelli che lo
circondavano, illuminato da molte luci colorate. La scritta casinònon lasciava spazio a dubbi sulle
attività all’interno del locale.
«
Io no! »
«
Io nemmeno! »
«
Mi sa che è arrivato il
momento di imparare, allora! »
«
Ma come diavolo ha
fatto quel cretino a ficcarsi in una situazione come questa? »
«
Non lo so, ma ormai
dovresti conoscere Black Star! Purtroppo non tutte le sue azioni sono fighe… »
Simon annuì
sospirando. Era più di mezz’ora che girava per Death City in compagnia di Soul
alla disperata ricerca del professor Stain senza alcun risultato.
«
Se penso a tutta la
roba da studiare che mi aspetta a casa… »
«
Non pensarci e aiutami
a ricapitolare! »
«
Non era a scuola né al
suo laboratorio… »
«
… non era nella camera
della morte… »
«
Farebbe sempre parte
della scuola… »
Soul alzò le
spalle:« Proviamo al supermercato? »
«
Perché? »
«
Credo che anche lui
mangi! »
«
In effetti… »
«
EHI!!! »
Soul alzò lo
sguardo e salutò con la mano:« Liz! Patty! Trovato
niente? »
Patty esibì un
enorme sacchetto:« Sì, un mucchio di pennarelli
colorati! »
Simon sospirò:« Qualcosa di più attinente al problema “Black Star”? »
Liz scosse la
testa:« No, non era nei negozi di cosmetici né in
quelli di abbigliamento femminile… »
«
Ma avete cercato Stain
o fatto shopping??? »
«
Tanto nei posti più
ovvi avrete sicuramente già guardato voi… »
Soul si sbatté una
mano sulla fronte ripetendosi mentalmente che picchiare una donna, seppure
tanto idiota, era molto poco figo.
«
Ragazzi!!! »
Tsubaki corse
verso di loro senza fiato:« L’avete trovato? »
Tutti scossero la
testa e la ragazza sospirò:« L’ho cercato ovunque,
persino dal ferramenta… »
Soul alzò un
sopracciglio:« Dal ferramenta? »
Tsubaki sorrise:« Perché, non potrebbe capitargli di arrugginire la sua
vite? O magari poteva essere andato a comprarne una di riserva! »
Simon trattenne a
stento le risate immaginando il professor Stain al mattino davanti a un
cassetto pieno di enormi viti impegnato a sceglierne una intonata
con il camice.
Soul sospirò:« Vabbè, meglio continuare a cercare! »
Tsubaki subito
propose:« Io andrò dall’arrotino! Magari è andato a
far affilare i coltelli per le vivisezioni! »
Liz aggiunse:« Noi proveremo in quel bel negozio di scarpe laggiù… »
Non appena le
ragazze si furono allontanate, Soul guardò Simon:« E
noi dove andiamo? Tanto ormai un posto vale l’altro… »
Simon sospirò:« Ma dove diavolo è andato a cacciarsi quel pazzo di un
prof? »
Kid entrò nel
casinò ostentando la massima tranquillità; Maka, invece, aveva un aria evidentemente più nervosa del suo accompagnatore.
Fortunatamente però nessuno poteva guardare l’espressione sul volto di Lucy,
ancora sottoforma di polvere: divisa fra lo stupore e il terrore che le metteva
quel posto, a malapena riusciva a mantenere la concentrazione per non
disperdere i granelli del suo corpo a casaccio.
L’ambiente era
senza dubbio di classe, ma la gente riunita all’interno sembrava essere una via
di mezzo fra gli appartenenti a una famiglia mafiosa italo-americana degli anni
venti e degli spietati giocatori d’azzardo professionisti. Una miscela da
mettere i brividi a chiunque, tranne a Kid, che tutta
la tranquillità del mondo si avvicinò al tavolo della roulette e puntò una
moneta sul numero otto.
Maka si avvicinò
al ragazzo e gli sussurrò all’orecchio:« Ma che fai? »
«
Tento di mescolarmi a
loro per arrivare al nostro obiettivo. Prima o poi si
farà vivo! »
«
E io che faccio? »
«
Tieni gli occhi aperti!
Hai capito cosa intendo, vero? »
Maka annuì e si
guardò intorno. Già da un po’ aveva una brutta sensazione.
«
Signori e signore,
avete puntato tutti? Bene, les jeux sont faits! »
E la pallina
iniziò a girare.
Ragnarok strinse
ancora di più i polsi a Black Star con stizza:« Dove
diavolo è finita la mia merenda… cioè, quella ragazzina? Non possiamo stare
così in eterno! »
Black Star iniziò
a spazientirsi:« Guarda un po’ se una divinità come il
sottoscritto deve essere salvato proprio da uno di nome Ragnarok!!! » [Nota: nella
mitologia celtica Ragnarok è il nome dato alla fine del mondo e letteralmente
significa “Il giorno della morte degli dei”…]
« Ma guarda te! Uno lo salva e questo si lamenta pure! Se preferisci mollo la presa! »
« P-per favore, non litigate… non so come comportarmi in questi casi! »
« Non ti ci mettere anche tu, Chrona! O stasera ti riempio le
ciabatte di maionese! »
« No, la maionese no! »
Black
Star sospirò:« Qualcuno venga a soccorrere colui che
trascenderà gli dei… »
« Se non ti risucchia prima questo vaso maledetto! »
« Vieni qua che ti strozzo, piccola chiazza di bitume! »
« E come fai, se le tua mani le tengo io? »
Il
ragazzo divenne rosso come un pomodoro:« IO SONO IL
GRANDE BLACK STAR E VEDRAI COME TI CONCIO NON APPENA SARO’ USCITO DI QUI!!! »
« Otto! Vince ancora quel ragazzino vestito di nero! »
« Kid! Ma come diavolo fai a vincere
sempre? E sempre con lo stesso numero! È matematicamente impossibile! »
« La simmetria ripaga sempre… »
Kid
aveva accumulato di fronte a sé un discreto gruzzoletto, guadagnandosi
l’ammirazione di Maka e Lucy e le antipatie del resto del tavolo in un colpo
solo.
« Bene, bene, bene… la partita sta andando bene! Che ne direste di
aumentare un po’ la posta in palio? »
Tutto
il tavolo si voltò verso l’uomo che conduceva il gioco. Fino a quel momento
l’individuo dall’aria molto anonima si era limitato a ripetere “les jeux sont faits “ e a far girare la pallina
sulla roulette. Era la prima volta che prendeva la parola.
Maka
sollevò lo sguardo verso di lui e rabbrividì. La sua mano si strinse sulla
spalla di Kid.
« Potremmo scommettere… le
vostre anime! »
I
giocatori al tavolo guardarono l’uomo con aria stupita prima di venire aggredite.
Kid
gridò:« Lucy! Addormenta tutti quelli che riesci! »
« Subito! »
In un
paio di secondi tutti gli avventori del locale caddero riversi a terra o con le
teste appoggiate sui tavoli. Solo il kishin rimase in piedi, seppure con aria
un po’ più intontita.
Lucy
disse:« Non capisco! Non riesco ad addormentarlo! »
Maka
rispose:« Probabilmente il suo alto grado di follia lo
tiene sveglio più degli altri! Continua a insistere, Lucy! »
« Hihihihihi!!! Poveri piccoli sciocchi, pensate che se non mi sono
addormentato finora con un gioco così noioso come la roulette cederò adesso per
un po’ di sonnifero? Siete proprio stupidi: la ruota gira, gira e segna il
numero… gira, gira e segna il numero… il numero della vostra tomba! »
Kid lo
colpì alla nuca con una ginocchiata nel tempo di un respiro:«
Meglio tornare alle tattiche tradizionali… »
Maka
annuì e Lucy si trasformò in falce.
« Hihihihi!!! Un’arma! E cosa ci fa qui un’arma? Qui siamo nel principato di
Nisty, le armi sono vietate… potrei farvi arrestare… »
Maka
lo guardò dritto negli occhi:« A quello ci penseremo
dopo, adesso l’importante è eliminarti qui e ora! »
« Hihihihi!!! Le carte sono in tavola, ora… les jeux sont faits!»
E
attaccò.
Simon
e Soul non sapevano davvero più dove guardare. Avevano
provato ovunque, in ogni angolo di Death City.
Simon
propose:« Potrebbe essere uscito dalla città, a questo
punto… »
Soul
non rispose, troppo occupato a riflettere. In effetti
non gli veniva più in mente nulla. Accidenti a Black Star! Era il suo miglior
amico, ma ne combinava sempre qualcuna! Ci provava gusto a far preoccupare lui,
tutti gli amici e soprattutto Tsubaki?
Già,
Tsubaki ci aveva messo ancora più impegno di loro nel cercare Stain. L’ultima
volta l’avevano vista in farmacia, nella speranza che il professore fosse
entrato per fare scorta di filo da sutura. Di Liz e Patty, invece, nessuna
traccia; ma in fondo non era poi una gran perdita.
Ma dove diavolo poteva essere andato Franken
Stain?
« Ehi! Se non vuoi le mie attenzioni, perché sei venuto qua? »
« Blair ha ragione, amico mio! Ti ho portato qui per divertirti! Lo
so che sei depresso perché l’ultima vivisezione ti è andata male! »
Un
sospiro si udì dalla porta:« E io ti avevo anche detto
che questo non era un buon metodo per tirarmi su il morale, Spirit!
»
« Cosa c’è di meglio di una bella donna per tirare su il morale? »
« Sei ubriaco! »
« PROFESSOR STAIN!!! »
Stain
alzò lo sguardo un po’ stupito. Dalla porta del locale frequentato spesso da Spirit erano entrati come delle
furie Soul e Simon.
« Ragazzi, cosa ci fate qui? Questo è un locale per adulti! »
Simon
esclamò:« Cosa ci fa lei qui dentro? L’abbiamo cercata ovunque, ma mai avremmo
immaginato… »
Il professore
sospirò:« Sinceramente neanch’io!
Ma questo stupido qua ha insistito tanto… »
Spirit protestò:« Ehi, stupido a chi? »
« Torna a dormire, vecchio mio, o ti inverto di nuovo gli alluci! »
Messa
a tacere la falce della morte, Soul intervenne:« Prof,
abbiamo bisogno di lei! C’è un’emergenza con Black Star! »
« E quando mai! Quel ragazzo èun’emergenza!
Comunque arrivo subito, sarà di sicuro più gratificante che rimanere qui con questo ubriaco! »
E il
gruppo uscì lasciando Spirit alla sua dolce compagnia.
Soul ringraziò che Maka fosse in missione e non avesse visto quello spettacolo
poco gratificante.
Chissà
come se la cavava la sua maestra d’armi…
Maka
era impegnata a schivare gli attacchi di un uovo di kishin impazzito. Lucy era
un’ottima arma, senza alcun dubbio, ma non era la sua.
Per fortuna l’abilità impressionante di Kid con le arti marziali lasciava il
demone abbastanza occupato.
Maka
tentò un affondo senza successo; mentre veniva
sbalzata all’indietro Lucy divenne un arco e le gridò:« Ora! Colpiscilo! »
« Non ho mai usato arco e frecce! »
« Mi sa che dovevamo fare esercizio… »
« E ora? »
Kid,
dall’altra parte della stanza, urlò:« Qualsiasi cosa
abbiate intenzione di fare, muovetevi a farla!!! Non è facile tenerlo
impegnato! »
Lucy
sospirò:« Anche se so che me ne pentirò… proviamo
così! »
E
divenne un boomerang.
Maka la prese preoccupata:« Sei sicura di farcela? »
« No, ma per te è troppo pericoloso avvicinarti e questo è più
semplice da usare di un arco! È compito di un’arma proteggere il proprio
maestro o no? E poi se ti succedesse qualcosa Soul non me lo perdonerebbe mai!
»
Maka
sorrise:« Sicura? »
« Muoviti prima che cambi idea! »
Maka
annuì e la lanciò con precisione millimetrica verso il collo dell’avversario.
La testa volò via, ma ancora si fece in tempo a udire l’ultima battuta
dell’uovo di kishin:« Bravi, ma ora come farete a
uscire vivi di qui con un’arma? Les jeux sont faits, e nonostante tutto ho
vinto io...
»
Maka e
Kid non ebbero il tempo di rifletterci troppo: Lucy tornò in forma umana
barcollando come se si fosse trovata sul ponte di una barca in tempesta e i due
dovettero sorreggerla.
Lucy
balbettò:« A-a-a-allora, l-l-l’ho preso? »
Maka
sorrise:« Centro perfetto! Simon sarà fiero di te! »
Kid
aggiunse:« Ora non ti resta che mangiare la sua anima…
»
« Aspetta un attimo che mi passi la nausea! »
« Fai con comodo. Non ho mai visto un’arma rimettere un’anima, ma è
uno spettacolo di cui faccio volentieri a meno… »
« Attenzione! È stata avvistata un’arma! »
« Dobbiamo trovarla subito! »
Lucy
sussultò:« Accidenti, mi hanno scoperta! »
Kid
non si scompose:« Non ancora. Ormai la missione è
compiuta, quindi non ci resta che tornare a casa… »
Lucy e
Kid si avviarono verso l’uscita, ma Maka li fermò:«
Lucy? »
« Sì? »
« Non dimentichi qualcosa? »
E
indicò col dito l’anima rossa ancora fluttuante.
« Ops! »
E dopo
averla ingoiata si trasformò in polvere e seguì i
compagni.
Maka
iniziò a sentirsi più tranquilla solo quando vide il
metal detector sul confine.
« Ehi voi! »
I due
ragazzi sussultarono e si girarono al rallentatore.
« Non è che avete visto un’arma, per caso? »
La
guardia dall’enorme pancione che avevano incontrato
all’ingresso li guardava dall’alto al basso, ma solo con curiosità e senza
nutrire alcun sospetto.
« Chi, noi? Nooo, ma si figuri! Quando mai? »
« Ehi, tu sei quel tizio dal nome strano! Allora, ti sei trovato
bene? »
Kid
rispose:« Un soggiorno indimenticabile! Ora mi scusi,
ma siamo un po’ di fretta… »
« Prego, prego! Spero di rivedervi presto! »
Maka
sussurrò:« Se, come no… »
« Siamo fuori? »
« Direi di sì. »
« Posso tornare umana? »
« Non vedo perché no! »
« Finalmente! »
Lucy
ricomparve dal nulla accanto ai due ragazzi:« Fiù, non ci crederete, ma è stancante stare tutto quel
tempo sotto forma di polvere! Richiede una grande concentrazione e dopo un po’
ti viene l’emicrania… »
« EHI, MA QUELLA E’ UN’ARMA! FERMI,
FERMI!!! TORNATE INDIETRO!!! »
Maka
sorrise:« Mi sa che la guardia si è accorta di noi! »
Kid
commentò:« Un po’ tardi, però! Direi che è ora di
tornare a casa! »
E i
tre ragazzi si allontanarono lasciando la guardia alle loro spalle a sbraitare.
Simon
corse per le strade del villaggio. Aveva il fiato corto e le gambe gli facevano
quasi male dallo sforzo, ma non gliene importava. Solo quando fu all’ingresso
di Death City si fermò e riprese fiato.
« … Simon? »
« Ciao, Lucy! Bentornata! »
« Simon!!! »
Lucy
corse verso il suo maestro, ma lui la raggiunse prima.
« Allora, com’è andata? »
« Bene! Missione compiuta e anima recuperata! »
« Non avevo dubbi! »
« E tu? »
« Oh, Black Star mi ha tenuto un po’ occupato… »
« Sta bene? »
« Ora sì, è tutto risolto, tranquilla! »
« E Tsubaki? »
Simon
sorrise:« Credo che ora sia impegnata a cucinare per
un esercito… »
« ??? »
Simon
scoppiò a ridere:« Te lo spiegherò più tardi! Ora andiamo
a casa. »
Lucy
annuì e senza preavviso abbracciò il suo maestro, che, anche se un po’ stupito,
la lasciò fare.
Aveva
imparato molte cose da questa missione.
Aveva
capito che non tutti i kishin sono degli assassini senza cervello come quelli
che aveva incontrato fino a quel momento; ce n’erano
di furbi calcolatori e questi erano molto più pericolosi.
Aveva
capito i suoi limiti come arma.
Aveva
capito che non bisognava mai sfidare uno shinigami in
un gioco d’azzardo.
Ma,
soprattutto, aveva capito che, nonostante con Maka si
fosse trovata bene, non voleva più fare altre missioni senza Simon.
Lucy:« Allora,
Simon? Ti hanno dato i risultati del compito di recupero? »
Simon:« Sì,
l’ho superato! »
Lucy:« Grande!
»
Black Star:« Mai
quanto il sottoscritto! »
Simon:« Sei
riuscito a studiare nonostante tutto quello che è successo? Bravo! Quanto hai
preso? »
Black Star:« Il
massimo!!! 10!!! Degno di colui che supererà gli dei!!! »
Simon:«Ehm… »
Lucy:« Black Star? »
Black Star:« Che
c’è? »
Lucy:« La
valutazione è su scala 100, non 10… »
Black Star:« E
allora? »
Simon:« Traducendo
il voto, è come se avessi preso 1… »
Black Star:« …
»
Lucy:« …
»
Simon:« …
»
Black Star:« …
credo che Tsubaki non sarà contenta della notizia… »
Simon:« Mi
sa di no… »
Soul Eater,
Polvere Incantata, 7 capitolo: Minaccia color cremisi!
Nuovi avversari per Lucy e Simon?
Lucy:« Dov’è
andata Maka? Tocca a lei? »
Simon:« L’ho
appena vista entrare in bagno… »
Lucy:« E ora? »
Black Star:« Nonostante
tutto, io sarò colui che trascenderà gli dei! »
Lucy:« Teniamo
questa come frase di chiusura? »
Simon:« Per questa
volta sì! »
Black Star:« Yahoooo!!! »
Ciao
a tutti! Abbiate pazienza, ma sono un po’ presa con un imminente esame d’ammissione
all’università, motivo per cui non sono più riuscita
ad aggiornare…
Prima
di tutto voglio ringraziare Mati (anche se hai
cambiato nick) per avermi suggerito il nome del
principato; dopodiché aggiungo tutti quelli che hanno inserito la storia fra le
preferite, le seguite, le ricordate e, ovviamente, tutti coloro
che hanno commentato lo scorso capitolo: Zoe Malfoy, _Irene_Adler_,
Sakurax16, Jan Itor 19, Mangestu
Chan (ossia Cami e Mati).
Spero
che con questo capitolo vi siate divertiti, perché nel prossimo, finalmente,
introduciamo un nuovo personaggio di cui ho già accennato qualcosa nella
presentazione…
Tutti
i ragazzi caddero a terra dallo spavento tranne uno.
« Padre, non credi che il giochino della torcia sotto il volto sia
un po’ vecchio? »
Shinigami
accese la luce:« Vecchio, ma funziona sempre! Visto
come si sono spaventati? Scusate, è che mi si è fulminata la lampadina e siete
entrati mentre la stavo cambiando… non ho resistito alla tentazione! »
Simon
si guardò intorno:« Scusate, dov’è Lucy? »
Soul
rispose:« Prima c’era… non è stata lei ad aprire la
porta? »
Maka,
Kid, Black Star, Tsubaki e Liz si guardarono intorno.
Patty
improvvisamente esclamò:« Tana per Lucy! »
La
ragazza finalmente uscì da dietro lo specchio di Shinigami con una mano sul
petto:« Mi scusi, ma mi ha fatto prendere un colpo!
D’istinto stavo per addormentarla! »
Simon
sorrise: non vedendola per un attimo si era spaventato anche lui.
Shinigami
sbatté le mani:« Bene, se ci siamo tutti potrei dirvi
il motivo per cui vi ho fatto chiamare! »
Tutti
si accomodarono per terra e il preside iniziò a spiegare:« Ci
è giunta notizia di una serie di inspiegabili morti nelle vicinanze… parlo di
interi villaggi massacrati nel giro di qualche minuto! »
Maka
esclamò:« COSA? Ma è
impossibile! C’è un vero kishin all’opera? »
« L’avevo pensato anch’io, ma poi è arrivata qui a Death City una
testimone di uno di questi eventi che ha riferito una cosa molto interessante…
»
Lucy
ebbe un brivido lungo la schiena. Quasi un presentimento.
« L’ultimo villaggio, pochi secondi prima di venire annientato, è
stato circondato da una nuvola… una
nuvola di polvere color cremisi… »
« COSA??? »
« Polvere, ha detto? Proprio come… »
Tutti
si voltarono verso Lucy.
Simon
si sbatté la mano sulla fronte:« Ma certo! Dev’essere uno di quella famiglia del tuo clan, quella che
usava il veleno! »
Kid
rifletté ad alta voce:« Questo spiega come sia stato
possibile uccidere interi villaggi in pochi secondi… »
Shinigami
annuì:« Proprio per questo voi siete gli unici a
poterlo fermare! Se continua così a breve sarà un
kishin completo e questo non possiamo permetterlo! »
« Yahoooooooo!!! Cosa stiamo aspettando, allora? »
Lucy,
però, non condivideva l’entusiasmo di Black Star. Simon le mise una mano sulla
spalla e le sorrise:« Io sono con te. Non pensare a
cose eccezionali come dover sistemare i conti con il tuo clan o cose simili…
andiamo solo ad affrontare un kishin, ok? »
Lucy
sorrise un po’ timidamente. Forse prendendola così avrebbe potuto farcela.
« No, invece no! Non ce la faccio! »
« Sì che ce la fai! Devi solo avere fiducia nelle tue capacità! »
« E come diavolo faccio ad affrontare questo? Hai delle belle pretese da me, Simon! »
In effetti il maestro d’armi non sapeva come incoraggiare la sua compagna.
Di fronte a loro si trovava quello che aveva tutta l’aria di essere un esercito
di uova di kishin, il cui capo si ergeva su una
piccola collinetta. Il tutto circondato da un vortice di polvere color cremisi
pronto a uccidere chiunque si fosse avvicinato.
Maka
mise una mano sulla spalla di Lucy:« Non siete soli…
vi ricordate che ci siamo anche noi? »
Soul
sorrise:« Metterci da parte è davvero molto poco figo da parte vostra… »
Lucy
sospirò. Sarebbe bastato?
« Blaze? Sono loro? »
« Sì, Kevin, sono proprio loro… sono allievi della Shibusen! »
« Quindi è tutta colpa loro… »
Blaze sorrise, ma il suo era un sorriso diabolico. Il ragazzo dai
capelli bianchi e spettinati e dagli occhi viola elettrico
osservava dall’alto tutti i suoi fidi seguaci e il suo più fedele sostenitore:«
Sì, Kevin, ti ho già spiegato quello che fanno… »
« In questo caso non avrò pietà! »
Blaze sorrise:« Vai e sistemali, Kevin… come
solo tu sai fare! »
Liz
gridò:« Attenzione! Il veleno si avvicina! »
Lucy
non ci pensò due volte. Prima che chiunque potesse dirle qualcosa, face un
salto e in aria si trasformò in polvere.
« Blaze, io… io non capisco! Sono bloccato! C’è qualcuno che sta fermando
ogni granello di veleno! »
« COSA??? Impossibile! »
« Cosa facciamo? »
« Tu non mollare, agli altri ci penso io… non scordare che lottiamo per la giustizia… »
« Simon? »
« Sì, Soul? »
« Non ti sembra ti aver già visto questa scena? »
Un
centinaio di uova di kishin stavano correndo verso il
gruppetto con intenzioni ben poco amichevoli.
« Ti dirò la verità, in questo momento la scena mi sfugge… »
Soul
ridacchiò:« Ci manca solo che il capo si metta a
gridare: “Questa… è…” »
« QUESTO… È… BLACK
STAR!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
»
Soul
osservò perplesso l’amico dai capelli azzurri gettarsi verso i nemici:« Io veramente pensavo più al film 300… »
Simon
scosse la testa:« Lasciamo perdere Sparta e andiamo
anche noi, o Kid e Black Star ci lasciano indietro! »
Maka gli sorrise, afferrò al volo Soul diventato falce e iniziò a
correre verso gli avversari.
« Lucy? »
Simon
alzò lo sguardo al cielo. Sopra la sua testa un’enorme nuvola argento e cremisi
si muoveva come in un vortice. Decisamente sembrava
una battaglia ardua, ma non riusciva a capire chi stesse vincendo.
« E io che faccio senza arma? »
Lucy
guardò in basso la situazione, ma solo per un secondo. Il suo avversario non le
lasciava molto tempo per distrarsi. Era un vero faccia a
faccia. Ogni granello del suo corpo era impegnato a trattenere quelli
del nemico per impedirgli di avvicinarsi ai suoi compagni.
« Lasciami andare! »
« Manco morta! »
« Guarda che ti prendo in parola… »
« E come fai a farmi respirare il veleno se ora non ho polmoni? »
« Com’è possibile? »
« Io sono come te… »
Di
comune accordo, i due avversari ripresero forma umana, uno di fronte all’altro.
Lucy
rimase un po’ sorpresa, così come il ragazzo che le stava di fronte. Entrambi si
erano immaginati molto diversi.
Il
ragazzo aveva folti capelli rossi molto scompigliati e un paio di occhi verde
smeraldo che fissavano con curiosità gli occhi neri di
Lucy e i suoi capelli scuri. Il ragazzo era più alto di Lucy solo di un paio di centimetri e sembrava non preoccuparsi del vento freddo
che si era alzato da poco nonostante indossasse una maglietta a maniche corte
rossa come i suoi capelli.
« Credevo di essere il solo a poter diventare polvere. »
« Sinceramente anch’io! »
Lucy
si lasciò sfuggire un piccolo sorriso. Non sapeva
perché, ma proprio non riusciva ad odiare la persona
che aveva di fronte. Richiamo di sangue? No, era qualcosa di diverso, di più semplice
e familiare…
« Cos’hai da sorridere? Con tutto quello che fate
non c’è nulla da sorridere! »
« Cosa intendi dire? »
« Blaze mi ha detto tutto. So quello che fate! »
« Combattiamo i kishin, ecco quello che facciamo! »
« Non è vero, non è vero!!! Quella è una copertura, io lo so cosa
fate… »
Lucy
alzò le mani in segno di resa:« Se ci sono altre
attività alla Shibusen, io ne sono all’oscuro! »
« Balle!!! Voi uccidete la
gente! »
« Come? Quello non lo fate voi? »
« Ti sbagli, noi la salviamo!
»
Kid
sparava all’impazzata sull’esercito di uova di kishin. I bersagli non mancavano
di certo, bisognava solo fare attenzione a non colpire per errore gli alleati,
come un certo Black Star che schizzava da una parte all’altra del campo di
battaglia.
Kid
gridò a Maka:« Sembra tutto inutile! Più ne ammazziamo, più ne saltano fuori! »
« Già, non siamo ancora riusciti ad avvicinarci al capo… »
Soul
intervenne nella discussione:« Scusate, dov’è finito
Simon? »
Una busta scivolò fra le mani
del ragazzo dalla cassetta della posta. La scrittura familiare lo colpì subito.
Era passato molto tempo dall’ultima sua lettera.
La aprì con decisione, ma ebbe
un attimo di tentennamento prima di leggerla. Ogni volta che lei gli scriveva significava una cosa sola.
Guai in vista
.
“Caro Simon, nipotino mio, come stai?
So che hai
passato tanto tempo a maledirmi, ma so anche che ora hai capito perché ho
insistito tanto affinché i tuoi ti iscrivessero alla
Shibusen.
È bella la tua
compagna? Sono un’indovina, è vero, ma vorrei tanto vedere una sua foto, magari
insieme a te…
Tuttavia oggi
non ti voglio parlare di questo. Voglio dirti qualcosa in più sul mio regalo.
So che ce l’hai ancora, quel violino, e voglio che tu
capisca bene una cosa:
quello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.
Ti starai
chiedendo quali altri usi può avere un violino. Ti
rispondo subito: infiniti, dipendono solo dalla tua fantasia e dalla tua determinazione.
Sappi che ho
fatto fare quel violino appositamente per te. E non
avere paura, non si romperà a meno che tu non lo
voglia, e non serve essere indovina per sapere che questo momento non arriverà
mai. Mi basta essere tua zia e saper guardare nel tuo cuore.
Buona fortuna
per tutto!
La tua zietta”
« C’è posta per me? »
Simon trasalì:« Ah, Lucy! Non ti avevo sentita
scendere! No, no tranquilla! »
« Ti vedo un po’ agitato, ti hanno scritto qualche brutta notizia? »
« Ma no, figurati! È solo… pubblicità! »
In fondo non aveva mentito: la
lettera della zia sembrava proprio una pubblicità del suo violino!
Lucy lo fissò per qualche
secondo:« Ok… allora metti via quella “pubblicità” e
andiamo! Lord Shinigami ci ha fatto chiamare e sembrava anche piuttosto
urgente… »
Simon
ora era lì, sul campo di battaglia e stringeva quella lettera al petto. Non
poteva fare nulla senza Lucy e non poteva neanche aiutarla. Sapeva che se si fosse
avvicinato il suo avversario avrebbe tentato di ucciderlo e a quel punto la
reazione di Lucy poteva essere imprevedibile.
Il
ragazzo sospirò. Era di nuovo inutile, come al suo solito. Ma
dopotutto, senz’arma, cosa poteva fare?
QQuello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.
Lo
sapeva, aveva di nuovo disubbidito a Lucy. La custodia del violino era lì, a
pochi centimetri da lui. Quante volte gli aveva ripetuto di non portarlo! E
invece eccolo, di nuovo.
L’urlo
di Lucy lo risvegliò dai suoi pensieri. Stava succedendo qualcosa, doveva intervenire!
QQuello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.
Prima
di rendersene conto, Simon aveva già tirato fuori
dalla custodia il suo violino. Ma cosa poteva fare solo
con quello?
Un
ragazzo vestito di rosso gli sfrecciò affianco prima che lui potesse fermarlo. Ancora frastornato, vide Lucy inseguirlo:« Aspetta! Non ti
ho mentito! »
Simon
la prese per un braccio:« Cosa stai facendo? »
« Lui non è un kishin, è stato ingannato! »
« Cosa stai dicendo? »
« Non è cattivo! »
« Come puoi dirlo? »
Lucy
si liberò dalla sua presa e continuò a inseguire il ragazzo gridando:« Guarda i suoi occhi, Simon, e capirai! »
« … guardare… i suoi occhi? »
Simon:« Scusa,
posso chiederti una cosa? »
Soul:« Dimmi…
»
Simon:« Davanti
a noi c’è un esercito di uova di kishin… »
Soul:« Lo
vedo, non sono mica cieco! »
Simon:« …
e noi stiamo qua, fermi, a chiacchierare di film? »
Soul:« Vedi,
Simon, c’è una cosa che non hai ancora capito… li vedi quei due? »
Simon:« Kid
e Black Star, e allora? »
Soul:« Osservali
ancora un po’ e capirai che il nostro intervento non è necessario… »
Simon:« ???
»
Kid:« Oooh! Quest’orda di kishin è perfettamente simmetrica! 1307
guerrieri a destra, 1307 a sinistra e il capo al centro… »
Black Star:« Yahooo! Vediamo di darci dentro,
Tsubaki! »
Kid:« Ma
cosa… quell’idiota ha ammazzato due kishin a destra!!! Liz, Patty, dobbiamo assolutamente sistemarne altrettanti a
sinistra! »
Liz:« Come
vuoi, Kid… »
Kid:« Finalmente
l’ordine è ristabilito! Ma cosa? Di nuovo? Patty… »
Patty:« Agli
ordini, Kid! »
Soul:« Come
vedi, se ora intervenissimo, rischieremmo solo di ricevere anche noi qualche
pallottola da Kid… »
Simon:« Ah…
»
Soul Eater,
Polvere incantata, 8 capitolo: Il mondo sottosopra! Lo
sai che non solo il sangue è rosso?
Maka:« Vi
mieterò l’anima! »
Simon:« Mi
stavo chiedendo che fine avessi fatto! »
Maka:« In
questo capitolo sono stata un po’ ignorata… »
Kid:« BLACK
STAR!!! PIANTALA DI ROMPERE LA MIA PERFETTA
SIMMETRIA!!! »
Maka:« Appunto…
»
Ciao!
Ma quanto sono contenta! Finalmente è entrato in scena
un personaggio che aspettavo da un po’! Lo so, in questo capitolo vi ho
lasciato con molte domande e ben poche risposte, ma nel prossimo verranno risolti quasi tutti i dubbi!
Da qui
in poi ptrei avere difficoltà ad aggiornare
regolarmente a causa dell’inizio dell’università (era ora!), tuttavia ce la
metterò tutta, soprattutto ora che ho iniziato anche un’altra storia su KatekyoHitman Reborn! Tranquilli,
alternerò i capitoli senza confondermi e comunque è una storia corta (almeno
quella!)!
Come
al solito ringrazio tutti, chi legge, chi ha messo la
storia in qualche categoria e in particolare Zoe Malfoy,
Sakurax16, Jan Itor 19 e Zawa
Chan per le recensioni!
Capitolo 8 *** Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue è rosso? ***
Il mondo sottosopra
Il mondo sottosopra! Lo sai che
non solo il sangue è rosso?
« … guardare… i suoi occhi? »
Simon
non aveva capito cosa volesse dire Lucy. Perché sosteneva che il suo avversario
non fosse un kishin con tanta sicurezza? Non aveva lo sguardo di Maka, almeno
che lui sapesse!
Mentre
pensava a tutto questo, Lucy afferrò per un polso il fuggitivo e lo obbligò a
voltarsi verso di lei e verso Simon. Era troppo lontano per sentire le loro
parole con il frastuono della battaglia, ma non abbastanza per non potergli osservare
gli occhi.
Cosa
c’era di strano?
Sì,
quelle pupille erano di uno straordinario color verde smeraldo, quasi
magnetico.
Simon
scosse la testa. Questo avrebbe attirato l’attenzione di una persona comune, non quella di Lucy!
Se
davvero voleva capire cosa aveva attirato l’attenzione della sua arma, doveva
mettersi nei suoi panni.
Simon
chiuse gli occhi, respirò profondamente pensando a Lucy e li riaprì fissando
intensamente quegli occhi misteriosi.
E,
finalmente, capì.
« Non è vero, non è vero!!! Stai mentendo!!! Tu vuoi solo
confondermi! »
Lucy
scosse la testa:« Non sono io che ti sto mentendo e tu
lo sai. Avevi già dei dubbi, altrimenti non saresti ancora qui ad ascoltarmi! »
Il
ragazzo si tappò le orecchie:« No! È che… »
Lucy
sospirò. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
« Se non mi vuoi ascoltare, allora guarda! »
Con
gesto fulmineo, la ragazza trasformò il suo braccio sinistro in una lama e
tranciò senza preavviso un uovo di kishin che stava correndo vicino a loro con
un’anima di una vittima ancora in mano.
Senza
fare una piega, prese in una mano l’anima del demone appena ucciso e quella
della sua ultima vittima nell’altra e fissò il ragazzo con tutta la serietà di
cui era capace.
« Guardale: questa è l’anima di uno dei tuoi compagni e questa è
quella che stava per mangiarsi. Fissale con attenzione e dimmi: che sensazione
provi? »
Gli
occhi color smeraldo del ragazzo si persero fra la fiammella rossa e quella
azzurra. La risposta era tutta lì.
« Fiù, sembra che quegli
impiccioni della Shibusen non mi abbiano beccato… ma non posso andare avanti
così! Mi serve un’arma… »
« E tu chi sei? »
Il ragazzo si voltò di scatto,
poi tirò un sospiro di sollievo. Era solo un bambino
con i capelli rossi.
« Oh, ciao! Ti sei perso, piccolo? »
« Non sono piccolo, ho 8 anni! E poi dovrei chiedertelo io, sei nel
giardino di casa mia! »
Otto anni? Il ragazzo gliene
avrebbe dati sì e no cinque! Ma
non ebbe il tempo di sottilizzare.
« Sei tu che hai ucciso quella gente? Non ti avvicinare ai miei
genitori o ti uccido! »
Il ragazzo dai capelli bianchi
ridacchiò, divertito dalle minacce di quello scricciolo:« Davvero?
E come? »
Non ebbe il tempo di finire di
parlare che le braccia del bambino scoppiarono in una polverina rossa. Un
uccello che ebbe la sfortuna di volare nel posto sbagliato al momento sbagliato
cadde a terra stecchito. Il ragazzo arretrò intimorito: era stato lui?
« Tu sei… un’arma? »
Il bambino lo fissò con aria
minacciosa:« Sì, e allora? Se non te ne vai ti faccio fare la fine di quell’uccello! »
Il ragazzo sorrise:« Credo che ci sia un equivoco! Permettimi di presentarmi:
io sono Blaze… »
« Bene, Blaze, ora puoi anche uscire dal
mio giardino! »
« Ma io non faccio del male, puoi credermi! Li vedi quelli laggiù?
Sono loro quelli cattivi, io mi sto solo nascondendo da loro! »
« Chi sarebbero? »
« Vengono da una scuola cattiva che si trova molto, molto lontana da
qui… loro vogliono uccidere le persone e portare via le loro anime! »
« E perché? »
« Per diventare molto potenti! Io infatti
mi sto nascondendo da loro perché mi hanno preso di mira! »
« E perché proprio te? »
« Perché posso impedire loro di rubare le anime. »
Blaze si avvicinò all’uccello morto e fra le sue mani apparve una
fiammella azzurra.
« Vedi? Questa è la sua anima! C’è solo un modo per impedire che
finisca nelle loro mani! »
Il ragazzo inghiottì l’anima
dell’animale, lasciando sconvolto il bambino dai capelli rossi.
« Io sono una persona particolare: posso prendere le anime degli
altri e tenerle dentro di me per nasconderle a quelli della Shibusen… quando
tutti loro saranno sconfitti, le tirerò fuori e continueranno a vivere
tranquilli per sempre! »
« Quindi tu sei buono? »
Blaze sorrise:« Ma certo! Non mi hai ancora
detto come ti chiami, bambino… »
« … Kevin… ma non sono un bambino! »
« Certo, certo, scusami! Me l’hai dimostrato prima! A proposito, ti
andrebbe di aiutarmi? Con i tuoi poteri potremo fare
grandi cose! »
« Davvero? »
« Certo! Anzi, se posso entrare un attimo, lo chiedo ai tuoi
genitori! »
Il bambino annuì e aprì la
porta.
Poco dopo Blaze
uscì con aria soddisfatta.
« Allora? »
Il ragazzo osservò Kevin con
tenerezza:« Tutto a posto! I tuoi sono d’accordo che
tu venga con me, anzi, mi hanno detto di partire subito! »
« Allora li saluto e vengo… »
« NO! Loro… sono già con noi! »
Kevin lo fissò con aria
interrogativa, poi provò a guardarsi intorno:« Io non
li vedo. »
« Sono dentro di me. Mi hanno chiesto di prendere le loro anime in
modo che quelli della Shibusen non li prendessero prima del tuo ritorno a casa…
appena avremo finito libererò anche loro! »
« Promesso? »
« Hai la mia parola! »
Kevin rientrò per prendere il
necessario per partire e Blaze sorrise. Il suo
sorriso, però, era ben diverso da quelli che aveva
sfoggiato in presenza del bambino.
« Una piccola arma potente pronta da plasmare a mio piacimento…
proprio quello che mi ci voleva! È ingenuo quanto
basta da spiegargli come funziona il mondo… a modo mio! E per quanto riguarda i
suoi genitori… erano proprio un ottimo pasto! Sono un passo più vicino per
diventare un vero kishin… »
« Sono pronto! »
« Bene, allora andiamo! Sono sicuro che questo è
l’inizio di una lunga e proficua amicizia… »
« Allora? »
La
voce della ragazzina riportò Kevin al presente. Non aveva mai avuto occasione
di osservare con calma e così da vicino un’anima umana, per di più di due tipi
così diversi fra loro. Blaze gli diceva sempre che
non era compito suo mangiare le anime per metterle al sicuro: quello era il
dovere del maestro d’arma! Lui, come arma, doveva solo disfarsi
della Shibusen e, solo se necessario, costringere le anime a uscire dal corpo
il tempo sufficiente per metterle al sicuro dentro Blaze
e i suoi compari. Ogni volta provavano a convincere le persone che loro le
volevano solo aiutare, ma spesso erano costretti a usare le maniere forti. Una
volta che il pericolo sarebbe passato e le anime della gente sarebbero tornate
al loro posto era sicuro che lo avrebbero perdonato. O
almeno così gli ripeteva spesso Blaze.
Eppure…
La
vista di quella fiammella azzurra, molto simile a quella dell’uccello di tanti
anni prima, gli faceva salire le lacrime agli occhi, lacrime
di malinconia e di tristezza per quello che avrebbe potuto essere e che ora,
sicuramente, non sarebbe stato mai più. Kevin stava osservando una vita
spezzata e fu solo in quel momento, il primo momento
in cui finalmente poté osservare un’anima da vicino e per più di un paio di
secondi, che se ne rese conto. Quante di quelle fiammelle aveva
visto sparire nelle bocche degli amici di Blaze?
Già,
uno di quelli la cui anima fluttuava nelle mani di quella ragazzina. Non aveva
mai visto un’anima come quella, rossa… rossa come la
polvere in cui si poteva trasformare. Niente lacrime per
questa, solo un’immensa sensazione di ansia, paura e terrore a chiudere la
bocca dello stomaco.
Era
così l’anima di Blaze?
Era
così la sua anima?
« Sai perché io e te possiamo diventare polvere e gli altri no? »
Kevin
alzò lo sguardo, sorpreso. Chissà perché, non riusciva a non fidarsi di quella ragazzina,
a non pendere dalle sue labbra. Forse perché era la più simile a lui che avesse
mai incontrato, forse perché gli diceva esattamente quello che voleva sentirsi dire.
« No… per favore, raccontamelo… »
Era
già da un po’ che Lucy parlava con quel ragazzo dai capelli rossi. Simon era
sempre troppo lontano per sentire il discorso,
tuttavia, nonostante la calma apparente, non osava avvicinarsi. Temeva di
rompere l’equilibrio faticosamente creato dalla sua partner ma non riusciva a
staccarle gli occhi di dosso. Aveva troppa paura che da un momento all’altro
quello strano ragazzino le saltasse addosso per farle del male.
E in
quel caso cosa avrebbe fatto lui, con solo un violino in mano?
L’ansia
lo stava rodendo al punto da fare ciò che un violinista non si sognerebbe mai,
giocherellare con le corde del suo amato strumento. Appena se ne rese conto,
allontanò la mano con stizza dal suo piccolo tesoro.
Che
gli era saltato in mente? Avrebbe potuto scordarlo, avrebbe potuto
spezzarne le corde!
Già,
le corde…
Erano
sempre state così elastiche?
« Questo è tutto quello che so. Mi credi? »
« Io… io… non lo so! È tutto così confuso, non so più a chi credere!
»
« Capo! L’arma sta fraternizzando col nemico! »
« Cosa? »
Blaze spostò con un violento spintone l’uovo di kishin che lo aveva
informato e guardò con attenzione la scena, seppur da lontano. Avrebbe dovuto
immaginare che prima o poi quel momento sarebbe
arrivato. Ma per fortuna ora non aveva più bisogno di lui:« Uccidetelo,
non abbiamo bisogno di un traditore! »
« Ehi, ma che fanno? Non sono amici tuoi, quelli? »
Un
nutrito numero di uova di kishin si avvicinò a Lucy e Kevin con aria poco
innocente.
Kevin
si schierò davanti alla ragazza:« Ehi! Che state facendo?
Sono dalla vostra parte, ricordate? Di lei mi occupo io! »
« Hihihihi!!! Invece saremo noi ad
occuparci di te! Il capo ci ha
autorizzato; dovresti sapere che non ama i traditori! »
Kevin
impallidì:« Blaze? Blaze ha ordinato di… »
QQuello è uno strumento, e in quanto tale non serve solo per fare musica.
« GIÚ LA TESTA!!! »
Un
paio di grosse pietre abbatterono le uova di kishin in
avvicinamento.
Lucy
si voltò:« Simon, ma cosa… SIMON!!! CHE DIAVOLO STAI
FACENDO COL TUO VIOLINO??? »
Il suo
maestro d’armi aveva teso le corde del violino al massimo e stava usando lo
strumento come fosse una gigantesca fionda:« Te lo
spiego dopo! Ora occupati di quelli davanti a te! »
Lucy
annuì e si preparò a combattere, ma Kevin la bloccò con un braccio.
« No. Questa è una faccenda che devo risolvere da solo. Ora vedo la verità. »
E il
ragazzo si dissolse in un vortice rosso uccidendo tutti gli avversari e
lasciando Lucy intatta e stupita.
« Ti aspettavo. A quanto pare l’effetto sorpresa non ha funzionato.
»
Kevin
si ricompose alle spalle del ragazzo albino:« Blaze… da quando hai iniziato a prendermi in giro? »
Blaze scoppiò a ridere:« Ma da subito, piccolo
ingenuo! Anzi, mi chiedevo se e quando avresti mai capito la verità! Se mi fai
questa domanda, però, significa che sei proprio uno stupido! »
« Quindi tutte quelle persone… e i miei genitori… te li sei mangiati
e basta? »
Blaze sorrise, con il sorriso tipico di uno
contagiato dalla follia:« Già! Un ottimo spuntino, ma se non ti ho mai proposto
di unirti ai lauti banchetti che tu
ci procuravi, è perché in fondo ho sempre saputo che eri troppo buono per diventare un kishin! Kevin, Kevin, Kevin… tu sei rimasto
quel bambino infreddolito che voleva mostrarsi più grande di quello che era! »
Kevin
abbassò lo sguardo.
Soul
gridò a Maka:« Ehi, la nuvola è scomparsa da un po’ e
il capo mi sembra distratto… approfittiamone e prendiamoci le loro anime! »
« FERMI!!! »
Simon
corse verso di loro a perdifiato agitando il violino:« Non…
non uccidete il ragazzo coi capelli rossi! Non è un kishin! »
Maka
lo guardò stupita:« Come puoi dirlo? »
« Non l’ho detto io, ma Lucy… »
Soul
tornò umano e, mettendosi le mani in tasca, fissò Simon dritto negli occhi:« Va bene avere fiducia nella propria arma, ma tu esageri!
E, sentiamo, lei da cosa l’avrebbe capito? »
Simon
arrossì violentemente:« Bè,
mi ha detto di guardarlo negli occhi… all’inizio non l’avevo capito neanche io,
ma poi... ho cercato di mettermi nei suoi panni! »
Soul
lo guardò di storto:« Del kishin? »
Simon
scosse la testa:« Ma no! In quelli di Lucy! Ho dovuto
darle ragione, non ha lo sguardo di un uovo di kishin… invece ne ha un altro
che una come lei non poteva non riconoscere… »
Maka e
Soul si guardarono ancora più perplessi.
« Quel ragazzo… ha gli stessi
occhi di un bambino spaventato! »
« Hai ragione, sono rimasto uguale ad allora. »
Blaze guardò Kevin sorpreso. Non si aspettava una risposta del genere.
Tuttavia
si riprese subito:« Già, sei uno che fa il duro, ma in
realtà sei un fifone! Lo dimostra ciò che
nascondi da anni nella manica sinistra della tua felpa… »
Kevin
sorrise allargando le braccia e mostrando la maglia rossa a maniche corte:« Peccato che ora non la indossi! E poi non vedo la
connessione fra quello ed essere dei
codardi… il codardo sei tu che mi hai nascosto la
verità per tutto questo tempo! »
Blaze infilò le mani in tasca:« E ora che vuoi
fare? »
Il
vento era diventato più forte, scompigliando i capelli rossi di Kevin:« Quello che non ho concluso tanti anni fa… »
Gli
occhi viola di Blaze si persero in quelli verde
smeraldo del ragazzo:« Ricordi il nostro primo
incontro? Ricordi la prima cosa che ti dissi? »
Le
braccia di Kevin si dispersero nel vento:« Sei andato
ben oltre il mio giardino, Blaze… hai invaso la mia
famiglia, la mia felicità e il mio cuore! »
Blaze sbarrò gli occhi:« No… no! Tu non avrai
il coraggio! »
Kevin
sorrise:« L’avevo allora, non vedo perché non dovrei
averlo adesso! L’hai detto tu, io non sono cambiato da allora! »
Il
ragazzo dai capelli bianchi si mise a ridacchiare come un pazzo:« No, no… io sono tuo amico, non ricordi? »
Gli
occhi di Kevin, più freddi del ghiaccio, fissarono quelli folli di Blaze per l’ultima volta:« Mai
allevare una serpe in seno, Blaze… può sempre
decidere di avvelenarti! »
Lucy raggiunse
Simon giusto in tempo per vedere un vortice rosso avvolgere il capo dei kishin.
Poco
dopo a terra era rimasto solo un cadavere dai capelli bianchi, che quasi subito
divenne una fiammella rossa. A quella vista tutte le uova di kishin,
spaventate, si dispersero, mentre un ragazzo afferrava quell’anima dello stesso
colore dei suoi capelli.
« Addio, Blaze! Come ti ho detto, oggi non
ho con me la mia felpa, quindi non aspettarti un requiem… tu non meriti neanche
una lacrima di compassione! »
E,
seppure con il cuore a pezzi, inghiottì quell’anima
maledetta.
Kevin
aspettava con ansia. Sapeva di meritare la prigione, se non la pena capitale
per quello che aveva fatto. Seppure in buona fede, aveva
ucciso migliaia di persone.
Eppure
lei era lì con lui ad attendere. Non
avevaidea come facesse a guardarlo
così, come se fosse una persona normale.
« La pianti? »
Lucy
lo guardò perplessa:« Di fare cosa? »
« Di starmi addosso! Non sei mia madre! »
La
ragazza si sedette affianco a lui nel corridoio della Shibusen:« Non mi sembrava carino lasciarti qui da solo! »
« Cosa vuoi? »
« Solo esserti amica! »
« Poco fa ho mangiato il mio unico amico… »
Lucy
sorrise:« Vorrà dire che correrò il rischio! »
Nonostante
la situazione, Kevin non riuscì a trattenere una risata:« Certo
che tu sei proprio un tipo strano! »
« Grazie, lo prendo come un complimento! »
Il
sorriso di Kevin s’incrinò all’improvviso:« Come fai a
trattarmi così? Io sono un assassino! Il sangue delle mie vittime mi scorre in
corpo, tinge i miei capelli… persino la polvere in cui posso trasformarmi è
rossa! »
Lucy
si alzò in piedi, si scrollò la polvere dalla gonna, fece un paio di passi e prese un fiore dalla fioriera posta sul davanzale della
finestra sopra le loro teste:« Mica solo il sangue è rosso! Anche le rose lo
sono! »
Kevin
sbarrò gli occhi afferrando con un gesto automatico la rosa che la ragazza gli
aveva porto. No, decisamente a questo non aveva mai
pensato.
Dalle
sue labbra uscì in un sussurro un verso quasi dimenticato:« Quella che noi chiamiamo rosa, anche
chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore soave… »
Lucy,
che non aveva sentito una parola, continuò imperterrita:« E
non solo! Ci sono anche le fragole, le ciliegie, le mele, i rapanelli, i
pennoni della Shibusen, il semaforo… bè, quello solo
dopo aver fatto la luce gialla e quella verde, a pensarci bene! »
Kevin
lo guardò con la faccia più sconvolta che avesse in repertorio per poi
scoppiare a ridere a crepapelle. E già, quella era la ragazza più strana e
sincera che avesse mai incontrato!
Un
colpo di tosse imbarazzato interruppe il momento di ilarità.
Lucy
si voltò:« Allora? Cos’ha detto Lord Shinigami, Simon?
»
Il
ragazzo biondo sospirò profondamente:« È stata una
discussione molto lunga, ma alla fine ci siamo chiariti… »
Kevin non
aveva capito una parola del loro discorso, ma Simon
gli si avvicinò con aria seria e il ragazzo lo fissò con aria minacciosa.
« Se vuoi, puoi entrare a far parte della nostra squadra. »
« Eh? »
Kevin
guardò con aria sconvolta la mano che Simon gli stava tendendo.
« Hai capito bene: se vuoi, puoi entrare alla Shibusen! »
« Ma come? Niente condanna? »
Simon
scosse la testa:« Lord Shinigami ha tenuto conto del
fatto che sei stato ingannato e ti ha affidato a me per fare… diciamo un corso
di riabilitazione! Dopotutto, sono pur sempre l’unico maestro d’armi della
Shibusen specializzato in armi che si trasformano in
polvere! »
Kevin,
frastornato, non reagì nemmeno all’abbraccio di Lucy:« Sul
serio? »
Simon
annuì, ma si fece subito serio:« C’è una condizione, però:
non dovrai mai usare il veleno finché
sarai qui se non in casi di vera emergenza! »
Lucy
protestò:« Cosa? E come farà a fare
l’arma? »
« Il professor Stain ha analizzato quella fialetta di sangue che ti
hanno estratto prima e ha scoperto che tu hai un’altra trasformazione oltre al
veleno… lo sapevi? »
Kevin
annuì e diventò un disco dai bordi molto affilati. [Nota:avete presente il disco di Xena? XD]
Subito Kevin
ritornò normale:« Non lo mai usato molto, a Blaze non piaceva… »
Simon allungò di
nuovo la mano:« Bene, allora benvenuto nella squadra…
a proposito, io non so ancora il tuo nome! »
Kevin passò lo
sguardo da Simon a Lucy, poi sorrise e afferrò la mano del violinista:« Mi chiamo Kevin Akai e sono
molto felice di essere nella vostra squadra! »
Lucy:« E così era
tua zia quella che ti aveva scritto? »
Simon:« Già! Anzi,
mi ha mandato un’altra lettera! »
Lucy:« Cosa dice?
»
Simon:« Che il mio
violino è stato incantato da una strega in modo che in caso d’emergenza possa
diventare un’arma senza rompersi né scordarsi! »
Lucy:« Comodo! »
Simon:« Già, vista
la tendenza della mia arma “ufficiale” a muoversi da sola! »
Lucy:« Ehm… scusa,
ma perché siamo tornati qui? I kishin se ne sono andati! »
Simon:« Per farlo
capire anche a quello stupido! »
Lucy:« ??? »
Simon:« Eccolo là!
Per far tornare a casa Kid è bastata una figurina dei
Pokemon di Pikachu…»
Lucy:« Ma Pikachu non è perfettamente simmetrico! Dipende da dove
mette la coda! »
Simon:« E infatti ho
dovuto cancellarla con bianchetto! E per non farlo notare ho dovuto bianchettare anche tutto lo sfondo! Comunque con lui sarà molto più difficile… »
Soul Eater, Polvere incantata, 9 capitolo: La caverna delle illusioni! Organizziamo la
festa di compleanno di Shinigami?
Black Star:« EHI!!!
LA GRANDE DIVINITA’ È QUI! DOVE VI SIETE CACCIATE,
SCHIFOSE UOVA DI KISHIN???
DOVRESTE ESSERE TUTTE QUI A INCHINARVI AL MIO COSPETTO!!! »
Tsubaki:« Black
Star… credo che sia inutile cercare dietro ai cespugli, mi sa che qui siamo
rimasti solo più noi! »
Black Star:« Yahooo!!! »
-Extra-
Kid, l’autrice e il capitolo
supremo
Autrice:« Bene, sono molto felice di essere arrivata fin qui con i
capitoli e… »
Kid:«Coff, coff… »
Autrice:« Oh, ciao, Kid! Dimmi, ti serve qualcosa? »
Kid:« Dobbiamo parlare. »
Autrice:« Ok, non c’è bisogno di fare quell’aria minacciosa! »
Kid:« Sai che capitolo è questo?
»
Autrice:« Sì, è “Il mondo sottosopra! Lo sai che non solo il sangue
è rosso?” »
Kid:« Non parlavo di questo. »
Autrice:« Allora è il capitolo in cui Kevin finalmente entra alla
Shibusen! »
Kid:« No, non ci siamo ancora. »
Autrice:« Allora è… oh, oh!!! »
Kid:« Ci sei arrivata, finalmente! »
Autrice:« Kid, aspetta, fammi spiegare… »
Kid:« Non c’è nulla da spiegare! Questo è L’OTTAVO CAPITOLO! L’OTTAVO!!!E IO NON COMPAIO NEANCHE UNA VOLTA!!! »
Autrice:« Non è vero, sei nell’anticipazione! »
Kid:« Solo nominato! »
Autrice:« La verità è che… sai che sono una frana in matematica, no?
E che la prof non voleva quasi ammettermi alla maturità per i miei voti
pessimi… ecco, la verità è che… ho perso
il conto dei capitoli!!!Ero convinta che il prossimo fosse l’ottavo e avevo preparato un pezzo tutto per te! Me
ne sono accorta solo quando stavo per pubblicare il capitolo! »
Kid:« Allora significa che continuerai la storia fino al
prossimo capitolo supremo… »
Autrice:« Il diciottesimo? »
Kid:« No, l’ottantottesimo! »
Autrice:« Eh? Ma sei pazzo? Non ho tutta
questa fantasia! E poi credo che i lettori si stuferanno prima… »
Kid:« … »
Autrice:« Allora? Tutto a posto? »
Kid:« Posa del peccato… »
Autrice:« No, fermo! Non spararmi!!!
AIUTO!!! »
Ok,
scherzi a parte… sappiate che è vero che ho sbagliato
il conto dei capitoli!
Cmq
sia, spero che Kevin vi piaccia come personaggio! Nel prossimo capitolo
impareremo a conoscerlo meglio e scopriremo ancora qualcosa su Lucy e Simon, ma
poi… allacciate le cinture di sicurezza, perché la trama inizierà a complicarsi
per davvero!
Ma ancora
a proposito di questo capitolo… doppio quiz! Qual è la traduzione del cognome
di Kevin? È semplicissimo, dai… e visto che era troppo
semplice, ho nascosto nel brano una citazione di un famosissimo brano… chi
risponde a entrambe le domande nel commento vince una curiosità sulla creazione
della storia!
Come
al solito, ringrazio tutti quelli che seguono e
leggono la storia e che hanno avuto la bontà di inserirla nelle seguite,
preferite o ricordate, in particolare ringrazio Black Nana, Jan Itor 19, Zawa Chan e Sakurax16
per le recensioni!
Capitolo 9 *** La caverna delle illusioni! Organizziamo la festa di compleanno di Lord Shinigami? ***
La caverna delle illusioni
La caverna delle illusioni! Organizziamo la
festa di compleanno di Shinigami?
Black
Star spalancò la bocca in un gigantesco sbadiglio, degno di un’aspirante
divinità, in grado di mostrare tutti i denti e anche le tonsille.
Soul
guardò l’ora impaziente:« Non si può andare avanti
così! »
Tsubaki
sorrise:« Si tratta di avere solo un po’ di pazienza…
dopotutto, sapete anche voi com’è fatto, no? »
Chrona
iniziò ad agitarsi:« Io non so come comportarmi in
questi casi… »
Finalmente
Kid aprì la porta:« Buonasera a tutti! »
Kevin
lo fulminò con lo sguardo:« Buonasera un corno! Sai da
quant’è che ti aspettiamo? Mi avevano avvertito della tua mania di simmetria,
ma tu esageri! »
« Perché? »
« Non è normale uscire di casa alle 18.00 in punto anche se c’è
gente che ti aspetta da mezz’ora perché è
uno dei rari momenti in cui l’orologio ha le lancette in posizione perfettamente
simmetrica!!! »
« La simmetria viene prima di tutto e di tutti! »
Kevin
strinse i pugni:« Trattenetemi o lo avveleno! »
Simon prese l’arma per un braccio, mentre Lucy scoppiò a ridere
sonoramente insieme a Maka e Soul. Erano già due mesi che Kevin frequentava la
Shibusen e sembrava essersi totalmente integrato nell’ambiente. Era un tipo
particolare, Kevin: a volte ingenuo, altre irascibile per un nonnulla e, quando
la situazione lo richiedeva, capace di diventare freddo come il ghiaccio.
Spesso aveva un atteggiamento aggressivo, ma ormai tutti avevano capito che
serviva solo per nascondere timidezza o imbarazzo.
Nei
mesi precedenti Lucy e Simon avevano notato come Kevin amasse molto la
letteratura europea. Alcune volte lo avevano sorpreso a ripetere a memoria
citazioni di varie opere anche nel bel mezzo di un discorso. Sospettavano anche
che il ragazzo s’intendesse di musica, ma di questo
non ne avevano mai avuto le prove.
Black
Star esclamò:« Allora, che facevi solo soletto in
casa, Kid? »
« Cercava un’idea per un regalo di compleanno per il padre! Vero,
Kid? »
« Patty! »
« Che c’è? È vero! Kid è un tenerone, Kid
è un tenerone! »
Il
colorito del volto di Kid passò rapidamente da un pallido quasi cadaverico a un
rosso rubino e, alzando un pugno per aria, inseguì la sua arma gridando.
Soul
esclamò:« Ma davvero? Lord Shinigami festeggia il
compleanno? »
Simon
alzò le spalle:« Dopo la figuraccia con il nonno di
Kid, io non dico più nulla… »
Tsubaki
ridacchiò:« Sarebbe divertente se fosse il 2 novembre…
»
Kid
interruppe per un attimo il suo inseguimento di Patty:« Brava,
come hai fatto a indovinare? »
Chi
più, chi meno, tutti i presenti si sbatterono una mano sulla fronte.
« E alla fine hai trovato un regalo, Kid? »
Lo shinigami si voltò verso Simon:« No,
non ho trovato nulla di abbastanza simmetrico… »
Maka
sbatté le mani:« Che ne dite di una bella festa? »
Ragnarok
intervenne:« Solo se cucina la pupa… cioè, quella
ragazza che accompagna la stella cadente! »
Tsubaki
sorrise, leggermente imbarazzata:« Per me va bene! »
Kid
fissò il gruppo perplesso:« E cosa ci sarebbe di
simmetrico in una festa? »
Tutti
si guardarono in cerca dell’illuminazione divina per non deludere l’amico.
« Ehm… la faremo iniziare alle otto in punto! »
« Allora va bene! »
Soul e
Simon cercarono di abbracciare Lucy senza farsi notare.
Maka
esclamò:« Bene, allora dividiamoci i compiti! »
Tsubaki
alzò la mano:« Io cucino! »
Ragnarok
si unì:« Io assaggio! »
Chrona
chiese:« E io? Non so come comportarmi in questi casi!
»
La
Camelia sorrise:« Mi aiuti in cucina! »
Liz
intervenne:« Io mi occupo dell’abbigliamento degli
invitati! »
Patty,
già armata di pennarelli:« Io faccio le decorazioni! »
« Le luci lasciatele al sottoscritto!!! Garantisco un’illuminazione divina!!! »
Kid
sorrise:« Io attirerò mio padre e preparerò il
biglietto d’auguri! »
Kevin
chiese:« Il più simmetrico possibile? »
« Ovviamente! »
« Io e Soul apparecchiamo i tavoli! »
« Perché proprio noi, Maka? È poco figo… »
Maka
tirò fuori la sua amata enciclopedia:« Problemi, Soul?
»
Lucy e
Kevin ridacchiarono, mentre Simon propose:« Noi ci
occupiamo della musica, vero ragazzi? »
La
ragazza sorrise:« Ok, farò qualche vocalizzo di
riscaldamento… e tu, Kevin? »
Il
ragazzo non ebbe il tempo di rispondere, perché Spirit comparve dal nulla:« Oh, proprio voi cercavo! Simon, Lucy, Kevin, Lord
Shinigami vi stava cercando per una missione! »
Lucy
sospirò:« Proprio ora? E va bene, andiamo!
Cercheremo di tornare in tempo per la festa! Aspettateci! »
Spirit
li guardò di storto:« Festa? Quale festa? »
Simon
iniziò a seguire le sue armi che già si erano avviate:« Spiegateglielo
voi! Noi dobbiamo andare! A dopo! »
Maka
gridò:« Non lasciatevi sfuggire nulla con Lord
Shinigami!!! »
Kevin
si guardò intorno:« È questo il posto? »
Simon
annuì serio, ma Lucy ridacchiò apparentemente senza motivo.
Kevin
la guardò di storto:« Che c’è? »
« Pensavo che questa è la nostra prima missione tutti e tre insieme!
»
« A pensarci bene, è vero! »
Kevin
alzò le spalle ed entrò nella caverna davanti a loro. Lucy e Simon si
lanciarono uno sguardo d’intesa e sorrisero: Kevin era fatto così, non si
sarebbe mai fatto vedere in volto in un momento d’imbarazzo!
Lucy
esclamò:« È buio qui dentro! »
« Hai paura? »
« No. »
Kevin
non rispose. In effetti l’unica luce lì dentro era
quella della torcetta attaccata alle chiavi di
Simon:« Allora, ricapitoliamo: all’interno di questa caverna dovrebbe esserci
un uovo di kishin che sta causando parecchi problemi alla gente qui intorno. »
Kevin
intervenne:« È vero che una donna ha cercato di
uccidere il marito con l’accetta? E poi ha detto di averlo scambiato per un
leone? »
Simon
sollevò un sopracciglio:« Doveva essere davvero
brutto! »
Kevin
rise, ma Lucy non reagì.
Simon
si avvicinò alla ragazza e le mise una mano sulla spalla:« Ehi,
tutto bene, Lucy? »
« R-ragazzi… RAGAZZI!!! »
Kevin
esclamò:« Ma cosa… »
Lucy
corse con le braccia spalancate e le lacrime agli occhi. Contemporaneamente dal
fondo della caverna vennero sparate alcune dozzine di
bombe.
« LUCY, QUELLI NON SONO I TUOI BAMBINI!!! KEVIN!!! »
Il
ragazzo, ubbidiente al suo maestro, si trasformò in disco. Simon l’afferrò al volo e, con estrema precisione, tagliò a metà tutte
le bombe della prima fila. Kevin, dopo aver preso il controllo della
traiettoria, si occupò delle altre. Risolto il problema, il ragazzo ritornò
umano atterrando in ginocchio in una posa che se Soul fosse stato presente
avrebbe definito figa.
I due
ragazzi si voltarono verso Lucy, aspettandosi frasi di riconoscenza.
« R-ragazzi… »
Kevin
passò una mano sui suoi capelli:« Tranquilla, basta un
grazie! Non c’è bisogno di piangere… »
« Questo da voi non me lo sarei mai aspettato. »
Kevin
rimase col braccio a metà asta:« Eh? »
Lucy
alzò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime e di odio:« Voi
avete osato uccidere i miei bambini… e
io non vi perdono! »
Kevin
e Simon si guardarono perplessi, almeno fino a quando la ragazza non trasformò
un braccio in sonnifero e l’altro in una lama. A quel punto i due ragazzi
mutarono il loro sguardo in uno di terrore.
« Lucy!!! Quelle erano bombe, non i tuoi bambini!!! »
« Ma che diavolo le prende? »
Simon
iniziò a scappare seguito dalla sua compagna di squadra urlando a squarciagola:« Non lo so! Non lo so! NON LO SO!!!
»
Kevin
lo seguì a ruota:« Tanto
gentile e tanto onestapare… »
« Non è il momento, Kevin! »
« Scusa, Simon! »
« Ragioniamo, per quanto possibile mentre siamo inseguiti… »
« Secondo me l’uovo di kishin crea illusioni. »
Simon
si voltò verso Kevin e, notando il suo volto serio e impassibile, tirò un sospiro di sollievo. Era grato alla lunaticità
del ragazzo, che gli permetteva in pochi secondi di passare da uno stato di
assoluto panico a uno di freddezza e lucidità a dir poco perfette!
Kevin,
impassibile mentre correva, con la stessa tranquillità che avrebbe potuto avere
durante un compito in classe comodamente seduto a un banco, senza neanche un
po’ di fiatone, riprese il filo del ragionamento:« Lucy
ha scambiato delle bombe per i bambini del suo villaggio, che adora. Dato che
erano completamente diverse da una figura umana e che continua a credere in
questa rassomiglianza anche dopo l’eliminazione delle stesse, la follia deve
averla colpita. Se prendiamo in esame anche il caso della signora su cui prima
scherzavamo, il probabile obbiettivo del kishin dev’essere quello di costringerci ad eliminarci fra di noi
e risparmiargli il lavoro… »
Simon
respirava a fatica mentre ormai correva da diversi minuti inoltrandosi sempre
più nella grotta:« Ok, fin qui tutto chiaro! Il
problema ora è: come la svegliamo dall’ipnosi senza farle del male? »
« L’ideale sarebbe addormentarla, ma per questa opzione è lei ad
avere il coltello dalla parte del manico… a questo punto o le diamo una botta
in testa… »
Simon
si voltò e osservò il volto infuriato di Lucy:« Non
credo sia fattibile, ci taglierebbe la testa prima! Ora come ora non ascolta
ragioni! »
« … o le causiamo uno shock abbastanza forte da risvegliarla! »
Simon
rifletté in silenzio per qualche secondo:« Ok, forse a
questo posso pensarci io! »
Il ragazzo,
sempre correndo, afferrò in qualche modo qualcosa che teneva nello zaino sulle
spalle.
Kevin
sorrise:« Ma tu non lo lasci mai quel violino? »
« Mai! Serve sempre! »
Simon
si fermò, fronteggiando la sua nuova avversaria. Cercò di essere serio come Kevin,
ma proprio non riusciva ad avere il suo sangue freddo: il suo volto tradiva
tutta l’ansia che provava in quel momento.
« Lucy! Ragiona: potremmo mai noi fare qualcosa del genere? »
Lucy
lo guardò con odio puro:« Lo avete appena fatto!!! »
Simon
scosse la testa:« No, noi non siamo così, è l’uovo di
kishin che ti sta ingannando! »
« Balle! I miei ragazzi… i miei bambini… »
« Ascolta, Lucy! Ascolta e ricorda chi hai davvero davanti… »
Una
melodia dolce e familiare si diffuse nella grotta, amplificata dall’eco. Sì,
solo ora che aveva fra le mani il suo adorato strumento Simon poteva mantenere
il sangue freddo e non avere più paura, per di più cullato da quella bella
melodia che portava con sé tanti ricordi dolci e amari.
« Ricorda, Lucy, ricorda… »
Fu un flash.
La melodia che aveva accompagnato alcuni bei momenti con i bambini del suo
villaggio, la sua malinconia nei primi giorni alla Shibusen e poi il suo
incontro con lui…
« Vola, vola,
fino all’aurora,
sempre
più alto nel cielo…
vola ancora,
nel tuo mistero,
piccola stella,
mio pensiero… »
Le
parole uscirono da sole dalla bocca. Come aveva potuto dubitare di Simon?
Solo
mentre cantava riuscì a ragionare a mente lucida. Era
ovvio che fosse una trappola del kishin! Come ci sarebbero arrivati lì dentro i
suoi bambini?
« R-ragazzi… RAGAZZI!!! »
Lucy
cadde in ginocchio, piangendo a dirotto come una bimba piccola:« Come… come ho potuto pensare di uccidervi? »
Simon
smise di suonare e sorrise tirando un sospiro di sollievo.
Ce l’aveva fatta!
Il
ragazzo biondo si avvicinò a Lucy:« Tranquilla, non è
colpa tua… »
Kevin
non si avvicinò, ma la guardò con aria dura:« Ehi, per
quanto hai intenzione di stare lì a piangerti addosso? Abbiamo una missione da
finire e una festa a cui partecipare, ricordi? »
Lucy
alzò lo sguardo e vide il sorriso un po’ beffardo di Kevin. Anche lei sorrise e
si asciugò le lacrime con la manica della maglia:« Ok,
tutto a posto! Andiamo! »
Kevin
la guardò: così la voleva! Fiera e sicura come l’aveva conosciuta!
« Ma quant’è lunga questa grotta? »
« Forse è meno grande di quanto appare… non dimentichiamo che il
nostro nemico può creare illusioni! »
Lucy
annuì:« Giusta osservazione, Kevin! Tu che pensi,
Simon? Simon? Simon? »
Le due
armi si guardarono attorno alla ricerca del loro maestro.
Il
ragazzo biondo aveva gli occhi azzurri persi nel vuoto, apparentemente fissando
un enorme burrone a pochi passi dai suoi piedi.
« Simon? »
« MAMMA!!! »
Lucy
lo guardò di storto:« Eh? »
Simon
corse verso il burrone a braccia aperte:« Mamma! Mamma
sono io, Emanuel! »
Lucy
lo guardò ancora più perplessa:« Eh? Ma da quando? »
Kevin,
con più spirito d’iniziativa della ragazza, afferrò il compagno prima che
cadesse nel baratro:« Non lo so, ma di sicuro mi è
impazzito anche lui! »
« Mamma!! Mamma! Kevin, lasciami, voglio
abbracciare mia madre prima che… »
« Prima di cosa? Simon, qui non c’è nessuno
oltre noi! »
Il
violinista improvvisamente impallidì, si liberò dalla presa di Kevin e fece un
profondo inchino:« Padre… mi perdoni! Non avevo notato
la sua presenza! »
Lucy
osservò incuriosita lo strano comportamento di Simon. Era ovvio che era sotto l’effetto di un’illusione, tuttavia…
Simon
parlò, tenendo sempre la testa bassa:« Sì, padre,
tengo alto l’onore del casato… certo, ovunque mi venga a trovare non le darò mai
disonore… no, certo! Ora posso salutare mia madre, con il vostro permesso? »
Kevin
lo scosse:« Ehi, stai parlando al vento! Qui non ci
sono né tuo padre, né tua madre! E poi, che razza di modo è di rivolgersi a un
genitore? Neanche con Lord Shinigami sei tanto ossequioso!
»
Simon improvvisamente
cambiò espressione e gridò, con tutta la voce che aveva in corpo:« NON PUÓ CHIEDERMELO!!! MAMMA, MAMMA!! NON PORTARMI VIA LA
MIA MAMMA!!! MAMMA! »
« SIMON!!! NON FARLO!!! »
« PRESO!!! PIANTALA DI BUTTARTI NEL BURRONE,
CRETINO! »
« MAMMA! SONO EMANUEL, MAMMA! »
Kevin
tirò uno schiaffo con tutta la sua forza sulla guancia del ragazzo che teneva
fra le braccia.
« Tu sei Simon. Simon! Piantala con questa
storia! Non vedi quanto mi stai facendo preoccupare? Quanto stai facendo
piangere Lucy? Dov’è tua madre? Dov’è tuo padre? Dove? Dove? »
Simon
strinse gli occhi con tutte le sue forze e li riaprì. Di fronte a lui solo il
buio della gola che si apriva sotto i suoi piedi.
« Ma cosa… »
« Simon! »
Lucy
li abbracciò entrambi. Sia Simon che
Kevin arrossirono, ma nessuno dei due mollò la presa. Rimasero tutti e tre lì,
sul bordo del baratro, abbracciati, fino a quando Lucy non smise di piangere e
il fiatone di Simon non si acquietò.
Solo
allora la ragazza si staccò:« Ho capito, oggi devo
proprio finire tutte le scorte di fazzoletti! Non ho mai pianto tanto come oggi! »
Kevin
sospirò:« Ogni tanto fa bene! Ora andiamo! »
« Simon EmanuelOnpu. »
Kevin
e Lucy si voltarono. Il loro compagno era rimasto fermo sul posto.
« È il mio nome completo. Mio padre mi faceva sempre salutare così,
quando ero più piccolo… »
Simon
incrociò le gambe e fece un profondo inchino, ripetendo a memoria parole che si
era sforzato di dimenticare:« Sono il discendente della nobile casata degli Onpu,
Simon Emanuel. Lieto di fare la vostra conoscenza, nobili ospiti della nostra
modesta dimora! »
Lucy
lo guardò perplessa:« C-che
significa? »
Kevin
lo guardò serio:« Sei un nobile, dunque. »
Simon
sorrise tristemente:« Per mia sfortuna… perché credi
che non mi abbiano mai espulso dalla Shibusen prima che t’incontrassi, Lucy,
nonostante i miei pessimi voti? »
« E perché non me l’hai mai detto? »
« Inizialmente perché non volevo che mi trattassi in modo diverso! E
poi perché non lo ritenevo più necessario… io sono Simon, il maestro d’armi
specializzato in armi che si trasformano in polvere,
il violinista. Nulla di più. »
« E perché continuavi a chiamarti con il secondo nome? »
« Kevin! Quando ne vorrà parlare, lo farà, non sforziamolo! »
Simon
scosse la testa:« No, parlerò! Io conosco le vostre
storie, ma voi sapete ben poco della mia… e sono sempre stato contrario ai
privilegi! »
Il
violinista si sedette su un sasso:« Sono stato educato
fin da piccolo con la rigida educazione riservata ai nobili, nella speranza di
mio padre che diventassi un buon uomo politico… tuttavia a me non interessava!
Io volevo solo studiare musica e diventare un famoso violinista! Mia madre… mia
madre si occupava poco di me, ma non perché non
volesse… mia madre era pazza! Ogni tanto aveva attimi di violenza e distruggeva
tutto quello che trovava nella stanza! Prima stavo rivivendo un episodio di
quand’ero più piccolo, quando mio padre minacciò di prendere mia madre e
portarla in manicomio! Mia mamma, che mi riconosceva
come suo figlio solo quando mi chiamava Emanuel…Ma la situazione migliorò con
la nascita di mia sorella! Quasi in contemporanea i medici trovarono le
medicine adatte a mia madre e mia zia predisse che Rachel sarebbe stata la
donna che avrebbe risollevato le sorti del mio casato! Anche se mio padre
avrebbe ovviamente preferito che lo facessi io, come primogenito e
maschio…nonostante tutto ora la situazione con la mia famiglia… diciamo che è
accettabile! »
Kevin
sospirò:« E io che immaginavo chissà che cosa! Sai
quanta gente litiga con i genitori? E fanno pace senza gettarsi giù dai
burroni! »
Sia
Lucy che Simon risero.
« Propongo un patto: niente più segreti fra noi, ok? Altrimenti come
facciamo a essere una buona squadra? »
« Giusto! »
« Sono d’accordo! »
Simon s’alzò:« E ora andiamo! Abbiamo fatto aspettare fin troppo
il nostro uovo di kishin! »
Finalmente,
nel buio della grotta, apparve il kishin.
Sia
Lucy che Simon si portarono le mani alla nuca. Il
demone tentava nuovamente di prendere il controllo delle loro menti. Kevin
invece rimase in piedi, con occhi di ghiaccio, guardando il mostro che aveva
davanti con tutto il disprezzo possibile.
« Non hai il coraggio di sporcarti le mani neanche ora? Perché mi
guardi così? È inutile che cerchi debolezze nel mio cuore, non ne troverai! E
neanche nei loro, ora… »
Il
ragazzo si avvicinò all’uovo di kishin camminando con tutta la tranquillità del
mondo, con le mani infilate nelle tasche nella sua felpa nera.
« Sai perché nel mio cuore non c’è più oscurità, ora? »
Kevin
sussurrò l’ultima frase direttamente all’orecchio del kishin:«
L’ultima me la sono mangiata qualche mese fa… proprio come farò con te!
»
E, aspettando
che Simon si riprendesse, si trasformò in disco e, dopo lo splendido lancio del
suo maestro d’armi, tranciò in due l’uovo,mangiandosi poi la sua anima.
Soul
si aggirò fra i tavoli::« Vediamo di ricapitolare
tutto… cibo? »
Tsubaki
si mise sull’attenti:« Pronto sui tavoli! »
« Decorazioni? »
Patty
sbucò fuori da sotto un tavolo con ancora le forbici in mano:«
Eccole, Soul! »
« Luci? »
Una
risata invase la sala:« Il mitico Black Star ha
sistemato tutto come si conviene a una divinità! »
Soul
lo fulminò con lo sguardo:« Black Star… ti ricordi per
chi abbiamo organizzato questa festa? »
« Sì… »
« Ti ricordi chi è il figlio della
persona per cui abbiamo organizzato la festa? »
« Kid! »
« E allora, se lo sai… sai cosa ci fa se il numero delle luci non è
simmetrico? Spiegami perché hai messo quell’enorme faro luminoso intermittente sopra il tavolo! »
Black
Star sorrise e si atteggiò:« Ma è ovvio! Serve per
evidenziare la presenza del sottoscritto a tavola! »
Soul
sospirò:« Liz, Patty… potete pensarci voi? Se Kid ha
una delle sue crisi isteriche prima della festa non
sarà per nulla figo… »
Patty
rise:« Subito, Soul! »
Un
colpo di pistola annunciò la triste fine del faro e Chrona si sbrigò a pulire i
vetri dal pavimento, con sgomento del povero Black Star.
La
falce cercò di fare finta di niente e di darsi un contegno:« Grazie
a tutti… la musica? »
Un
silenzio poco rassicurante si diffuse per la stanza.
Il
ragazzo tossicchiò:« Ho detto… la musica? »
Silenzio
di tomba.
« Che fine hanno fatto quei tre? »
Maka
rispose:« E io che ne so? »
« Dovevano occuparsi della musica… e ora? Una festa senza musica non
è per nulla figa! »
« Soul… ti prego… »
« Eh? Non se ne parla nemmeno! Neanche sotto la minaccia dei tuoi Maka-Chop! »
Maka
lo supplicò:« Ti prego! Sono le
19.56 minuti… sai cosa ci farà Kid se non iniziamo alle 20.00 precise? »
Soul
deglutì:« Temo di saperlo…e va bene! Ma solo perché ci tengo a tornare a casa tutto intero! »
La
ragazza sorrise e scostò una tenda:« Grazie Soul! Lo
sapevo che potevamo contare su di te! »
Il
ragazzo fissò prima esterrefatto, poi furioso il bellissimo pianoforte dietro
la tenda:« Tu… tu lo sapevi che sarebbe finita così,
vero? Maledetta vipera piatta come una tavola… »
Liz
interruppe Maka prima che potesse affondare un Maka Chop
completo:« Presto, ai vostri posti! Arrivano! »
Alle
19.59 e 56 secondi dei passi familiari si fermarono di fronte alla porta chiusa.
« Ehi, Kid! Si può sapere dove mi stai
portando? »
« Fidati di me, padre! Ecco, siamo arrivati! Apri gli occhi! »
Le
luci si accesero.
« BUON COMPLEANNO, LORD SHINIGAMI!!! »
« Oh… questa non me l’aspettavo! Era da tanto che non mi facevano
una festa a sorpresa… »
Kid
fissò un po’ di storto il padre:« Sei sicuro di
esserti sorpreso? Il tuo tono di voce non era molto… sconvolto! »
Il
preside si grattò la testa imbarazzato:« Ehm… a essere
sinceri ho sentito Black Star gridare come un pazzo nel corridoio qualcosa
come: “Una grande divinità come me non può mancare alla festa a sorpresa di
un’altra divinità come Lord Shinigami!” … »
Il
ragazzo tirato in ballo ricevette nel giro di qualche secondo una decina di
sguardi infuriati e un Maka Chop in testa.
Soul
sospirò:« Non si può proprio fare nulla senza che
nessuno lo scopra da queste parti, eh? E va bene, godiamoci lo
stesso questa festa! »
Spirit
e Stain entrarono in quel momento con una bottiglia in mano:«
Ehi, c’è posto anche per noi? »
Il
ragazzo dai capelli albini sorrise e si sedette al pianoforte. Quando quei tre
sarebbero tornati dalla missione gliene avrebbe dette
quattro!
« Cavoli, hanno già iniziato! »
Simon
sbirciò da dietro la tenda:« No, non ci credo! Soul
sta suonando! Come diavolo hanno fatto a convincerlo?
»
Lucy
lo trascinò per una manica:« Non lo so, ma ci conviene
sbrigarci! Ci vediamo dopo, Kevin! »
Il
ragazzo dai capelli rossi rimase fermo sul posto per un po’.
Niente più segreti…
« Aspettate, vengo anch’io! »
E
infilò la mano destra nella manica sinistra della sua adorata felpa nera.
Nel
bel mezzo della melodia suonata dal pianista
intervenne un violino dal suono molto familiare. Pochi secondi dopo una voce
dolce e angelica si unì alla musica.
Soul
si voltò:« Finalmente! Era ora, ragaz… »
Non
riuscì a finire la frase dalla sorpresa. Gli sguardi di tutti erano
concentrati, più che sui nuovi arrivati, su Kevin e il suo flauto traverso, che
suonava con grande maestria.
Dopo
un attimo di stupore, Lucy e Simon si fecero l’occhiolino: avevano ragione, al
loro nuovo compagno la musica piaceva eccome!
Stain
si avvicinò al preside:« Come va? »
Shinigami
si voltò:« Direi bene! Il cibo è ottimo, la musica è
molto bella… una delle migliori feste degli ultimi anni! »
« Non parlavo di questo… »
Il
preside sospirò:« Lo so, lo so… neanche al mio
compleanno posso avere un po’ di pace, eh? »
Il
professore continuò:« Ultimamente ci sono stati
veramente troppi casi di uova di
kishin sul punto di risvegliarsi completamente… c’è solo una spiegazione: lui si sta risvegliando… »
Shinigami
sospirò:« Già, proprio come temevo… tuttavia, c’è
tempo per questi discorsi! Godiamoci questa pace, per stasera! »
Stain
fissò tristemente il bicchiere che teneva in mano e i suoi ragazzi che
sembravano divertirsi:« Già… temo che sarà l’ultima,
almeno per un bel po’… »
Shinigami:« Prima
mi hai detto:”Lui si sta risvegliando”… ma lui lui? »
Stain:« Sì,
lui! »
Shinigami:« Ma
lui luio l’altro
lui? »
Stain:« Lui
lui! »
Shinigami:« Ah,
lui… ma proprio lui? »
Stain:« Oh,
uffa! Questo! La vede la fotografia?
»
Shinigami:« Aaaaahhh… »
Soul Eater, Polvere Incantata, 10 capitolo: Grandi ritorni! C’è un kishin sotto il letto di
Kid?
Shinigami:« Ma
è lui o suo fratello gemello? »
Stain:« Non
ha fratelli gemelli! »
Shinigami:« …
»
Stain:« …
»
Shinigami:« Sicuro?
»
Stain:« Torniamo
a goderci la festa, ne riparliamo domani! »
-Extra-
Kid, Shinigami, l’autrice e il
compleanno maledetto
Autrice:« Kid? Kid? Kid, dove sei? Mi scusi,
Lord Shinigami… »
Shinigami:« Sìììììììììììììììì? »
Autrice:« Ha visto Kid? Dovevo dargli questo… »
Shinigami:« Visto il pacchetto che hai in mano, credo di aver intuito
le tue intenzioni… e ti consiglio vivamente di lasciare perdere! »
Autrice:« Perché? Non era stato lei a dirmi
che tutti gli Shinigami nascono per tradizione il due di novembre? Quindi oggi
dovrebbe essere anche il compleanno di Kid, a rigor di logica… »
Shinigami:« Ma tu conosci mio figlio… »
Autrice:« Non si preoccupi, ho fatto attenzione! Il regalo è
perfettamente simmetrico! »
Shinigami:« Ma la data di nascita no!!! »
Autrice:« Eh? »
Shinigami:« Kid non mi ha mai perdonato di averlo fatto nascere il due
novembre, per cui lui festeggia il compleanno esclusivamente l’otto agosto! E
cerca di uccidere chiunque tenti di festeggiarlo in
una diversa data… »
Autrice:« Ah… »
Kid:« Ehi, mi stavi cercando? »
Autrice:« Ma chi, io? Ma no, figurati! »
Kid:« Sicura? Eppure mi era sembrato… »
Autrice:« Ti sarai sbagliato! »
Kid:« Sarà… »
Shinigami:« Ottima prontezza di riflessi nel nascondere il regalo
dietro la schiena! »
Autrice:« Dice che è meglio che lo conservo fino al prossimo otto
agosto? »
Shinigami:« Forse è meglio… »
Autrice:« Meno male che non gli avevo preso la torta… »
Ciao
a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Non ho resistito alla
tentazione di un altro extra su Kid, ma adesso la pianto, promesso! Approfitto per
ringraziare Sakurax16, Ianitor19 e Zawachan per aver commentato, sperando che prima
o poi tornino anche gli altri commentatori!
E dal
prossimo capitolo… cinture allacciate: entriamo nel vivo della trama… vi
aspetto!
Capitolo 10 *** Grandi ritorni! C'è un kishin sotto il letto di Kid? ***
Grandi ritorni
Grandi ritorni! C’è un kishin
sotto il letto di Kid?
Otto
del mattino: puntualmente Maka, Soul, Kid, Liz, Patty, Chrona, Simon, Lucy,
Kevin attendevano davanti alla porta della Camera
della Morte.
C’erano
tutti, tutti tranne…
« SALUTATE IL SOLE CHE ILLUMINA LE VOSTRE TRISTI E BUIE VITE, MISERI
MORTALI!!! »
Soul
non lo guardò nemmeno:« Ciao, Black Star! »
Kid lo
fulminò:« Mai puntuale, eh? »
Kevin
lo riprese:« Nemmeno tu lo eri, un paio di giorni fa…
»
Tsubaki
interruppe tutte le discussioni:« Scusate, avevamo
dimenticato di chiudere a chiave la porta di casa e siamo tornati indietro… »
Black
Star tirò una gomitata alla sua arma:« Le avevo detto
di non preoccuparsi! Nessuno oserebbe mai rubare a casa di una divinità! »
Simon
alzò le mani in segno di resa:« Ok, sia come sia, ora
ci siamo proprio tutti! Andiamo? Lord Shinigami ci sta aspettando! »
Il
preside si salutò allegramente e li fece accomodare, tuttavia l’atmosfera si
fece subito seria, segno che c’era decisamente
qualcosa che non andava.
« Ragazzi, voi sapete perché io non posso allontanarmi da Death
City? »
Maka alzò
puntualmente la mano:« Perché dopo tanti anni passati
a controllare Ashura, il primo kishin, la sua anima
si è ancorata al terreno e non puòpiù
spostarsi. »
« Sì… e no! »
Maka
impallidì. Era tanto tempo che non sbagliava una risposta, e per di più di
questa era sicurissima! Ricordava che era stato il professor Sid a dirglielo!
Anche
Kid intervenne:« Che significa, padre? Non è così? »
Shinigami
si voltò di schiena:« La verità è che ci sono altri
kishin sotto Death City e la mia anima deve contenerli tutti… »
« COSA??? »
L’urlo
di sorpresa fu generale e condiviso.
« Che significa? »
« Perché non ci è stato mai detto? »
« Death City è un immenso carcere per kishin? »
« Nascondere le cose è molto poco figo! »
« Io non so come comportarmi in questi casi… »
Shinigami
alzò entrambe le mani per richiedere nuovamente il silenzio:«
Calmatevi tutti! Non era il caso si allarmare
la gente inutilmente, visto che sono tutti ben custoditi, come lo era Ashura… »
Soul
ridacchiò:« Siamo a posto, allora! »
Maka
intervenne:« Sono tutti sotto la Shibusen? »
Shinigami
tirò fuori un fazzoletto e iniziò ad asciugarsi il sudore, visibilmente
imbarazzato:« Ehm… ad essere sinceri no! Sono un po’
dispersi per tutta la città, compresa la mia casa! »
Kid
incrociò le braccia:« Adesso non mi dirai che ce n’è
uno anche sotto il mio letto… »
« Uhm… ad essere sinceri, sì!
»
Kid si
mise le mani nei capelli, disperato:« Allora… allora
non era una mia idea: c’erano davvero due
occhi che mi spiavano di notte! E tutti mi dicevano che ero troppo grande per credere al mostro sotto al letto… PADRE! Come hai
potuto? »
Lord
Shinigami era sempre più imbarazzato:« Ehm… però è il
kishin numero otto! »
Kid si
riprese all’improvviso:« Allora va bene! »
Kevin
sospirò:« Basta davvero poco per convincerti, eh? E
poi dicono a me che sono lunatico… tuttavia, Lord Shinigami…
»
Il
ragazzo divenne serio e si voltò verso il preside:« …
se oggi si è deciso a parlarne le possibilità sono tre: o ha bevuto, ma mi sembra abbastanza sobrio, o ha perso una scommessa, oppure
è successo qualcosa di così grave da costringerla a rivelarci questo suo
segreto! »
Shinigami
non rispose, ma Kevin continuò a fissarlo dritto nei buchi della maschera, alla
ricerca della verità:« Come immaginavo, è l’ultima
opzione! Allora, si può sapere cos’è successo? »
Il
preside si arrese:« Hai ragione, Kevin, è così! La
verità è che, dopo tanti anni, il secondo kishin sta cercando di liberarsi
dalla sua prigionia… »
« COSA??? »
« C’è un secondo kishin? »
Kid
sbuffò:« Ma state attenti? Se prima ha detto che l’ottavo è sotto il mio letto… »
Nessuno
ebbe più il coraggio di ribattere e Lord Shinigami poté riprendere:« Kid ha ragione: è vero che Ashura
è il primo kishin, ma in fondo nessuno ha mai detto che fosse l’unico… »
Soul
lo interruppe:« E ora vorrebbe il nostro aiuto per
tenerlo prigioniero, giusto? Allora, chi sta cercando di liberarlo? »
« Questa è la cosa strana: nessuno!
Il kishin sta sciogliendo da solo il
sigillo che gli avevo imposto! »
Kid
esclamò:« Cosa??? E chi sarebbe quest’essere così
potente da sciogliere da solo un tuo sigillo, padre? »
Shinigami
sospirò:« Vorrei davvero poterti rispondere, figliolo,
ma la verità è che non lo so nemmeno io! Me lo trovai di fronte all’improvviso
molto tempo fa, poco dopo l’apparizione di Ashura,
senza sapere di lui nemmeno il nome… era strano, a volte il suo comportamento
era totalmente folle, in altri momenti sembrava recuperare un minimo di
lucidità, ma non faceva altro che ripetere frasi sconnesse e senza alcun senso…
l’unica cosa sicura era la sua incredibile potenza! »
Maka
alzò la mano:« Potrei fermarlo come ho fatto con Ashura, usando l’onda antidemone… »
Il
preside scosse la testa:« No, Maka, non funzionerebbe…
»
« E perché? »
Lord
Shinigami andò proprio di fronte al voltò di Maka:« Tu
che puoi vedere le anime, ragazza mia, rispondi a questa domanda: le anime
degli uomini sono tutte uguali? »
La
ragazza ricambiò lo sguardo penetrante del preside con uno molto perplesso:« N-no… ovviamente no! »
« E allora come puoi pensare che le follie siano tutte uguali? Esistono tante follie quante sono le anime
degli uomini, e anche se la tua onda antidemone funzionava a meraviglia con
Ashura, non è detto che funzioni altrettanto bene con
questo kishin senza nome… anzi, sono quasi sicuro che non
funzionerebbe! »
Simon
intervenne:« E perché? »
« La follia di Ashura era… come dire… più
subdola! Colpiva piano piano, senza che il soggetto
se ne accorgesse, e quando iniziava a rendersene conto, ormai era troppo tardi! Ricordate il professor Stain? »
Il
gruppo, tranne Lucy, Kevin e Chrona (che continuava a giocherellare
nervosamente con l’orlo dell’abito), annuì.
« Il secondo kishin colpisce all’improvviso, la sua follia ti assale
senza preavviso e, spesso, nel giro di qualche minuto sei sotto il suo
controllo! Tuttavia, mentre il potere di Ashura
continuava a persistere anche quando si era molto lontani da lui, quello di
questo kishin necessita di un contatto ravvicinato… ma
la sua velocità di spostamento e la capacità di propagare la follia anche da un
individuo contagiato a uno sano lo rendono un temibile avversario! È per questo che ho bisogno di tutti voi! »
Black
Star esultò:« Conti pure sul sottoscritto, collega
divinità! Mi dica solo dov’è e vado a sistemarlo! »
Shinigami
cercò di raffreddare i bollenti spiriti del ragazzo:« Calma,
calma! Prima dovrete sottoporvi tutti a un esame creato dal professor Stain! »
Un
coro rispose:« UN ESAME??? »
Simon
aggiunse:« No, di nuovo da studiare??? »
Shinigami
intervenne subito:« Non è un esame scolastico,
tranquilli… diciamo che è una sorta di visita medica! Ma
ne riparleremo domani! Adesso tornate pure a casa! »
Il
gruppo uscì dalla Camera della Morte e si separò sconvolto, senza aggiungere
una parola. Mai avute tante notizie sconvolgenti in una volta sola!
Kevin
e Lucy camminavano lentamente per la strada, le loro bocche chiuse in un
silenzio imbarazzato. Simon era andato a fare la spesa e si erano ritrovati
soli.
« Cosa ne pensi di tutta questa storia? »
Lucy
guardò Kevin e sospirò:« Non lo so! Io non so nulla di
questoAshura, né tantomeno
di questo nuovo kishin! Sembra pericoloso! »
« Hai paura? »
« No. Se ci sarà da combattere non mi tirerò indietro. Non posso
permettere che la follia giunga al mio villaggio! »
Kevin
sorrise: e quando mai non pensava ai suoi bambini?
« Scusate, mi sarei persa… mi potreste indicare la strada per la
Shibusen? Avrei appuntamento con Lord Shinigami… »
I due
ragazzi si voltarono. Chi aveva appena parlato era una donna giovane, bionda,
con una benda su un occhio.
Lucy
sorrise e ripose educatamente:« Certo! Guardi, in
fondo alla strada gira a destra e poi di nuovo a destra!
Non può sbagliare! »
« Grazie! »
La
donna si avviò, ma invece che andare nella direzione
indicata girò a sinistra.
Lucy
la rincorse:« A DESTRA, SIGNORINA, A DESTRA!!! QUELLA
È LA SINISTRA!!! »
La
donna uscì fuori dal vicolo:« Ah, davvero? Mi sembrava
strano che non ci fosse una via dove girare, dopo! »
Kevin
le raggiunse di corsa:« Per forza, quella è una strada
sbarrata! Senta, forse è meglio se l’accompagniamo… »
« Ma non vorrei disturbavi, ragazzi… »
Lucy
fece spallucce:« Nessun disturbo, signorina! »
Lucy
continuò a fare conversazione con la nuova arrivata, mentre Kevin non le
staccava gli occhi di dosso. Si osservava intorno non con aria da nuova
arrivata, ma con atteggiamento nostalgico, riconoscendo via via
le strade e i negozi.
« Signora, lei è già stata a Death City? »
La
donna si voltò un po’ nervosamente:« Signorina, prego! Comunque sì, sono andata via
solo per qualche mese! »
Lucy
intervenne:« Che combinazione, anche noi siamo
arrivati qui solo da qualche mese! Sarà per quello che non l’abbiamo mai vista!
A proposito, io mi chiamo Lucy! »
« Kevin. »
La
donna sorrise:« Molto piacere, ragazzi, io sono… »
« PROFESSORESSA MARIE!!! »
La
donna si voltò. Dietro il trio c’era Simon, con ancora tutte le borse della
spesa in braccio.
Marie
allargò le braccia:« Simon!!! Ma che bello vederti!
Come stai? »
Kevin
e Lucy si guardarono perplessi mentre allievo e maestra si abbracciavano.
« Allora, Simon, sei sempre solo soletto? »
Simon
guardò alternativamente l’insegnante e i compagni, per poi scoppiare a ridere:« No, professoressa, anzi, le due persone che sono con lei…
sono le mie armi! »
Marie
rimase piacevolmente sorpresa:« Uao, da zero a due in
pochi mesi! Visto, bastava che me ne andassi… ma ora scusami, devo davvero andare da Lord Shinigami, mi sta aspettando da un po’! »
« Certo, certo… arrivederci! »
La
donna salutò e si allontanò.
« Simon? »
« Sì, Kevin? »
« Cosa c’è fra te e quella svampita? »
« In che senso? »
« Io non saluto una “semplice prof” con un abbraccio… dai, confessa!
»
Simon
arrossì:« Ma confessare cosa? Cosa
vai a pensare? »
Kevin
tirò una gomitata all’amico e Simon iniziò a inseguirlo brandendo la baguette
appena comprata.
Lucy
sorrise e li seguì camminando. La scena era comica, ma qualcosa non la faceva
stare tranquilla.
Il
discorso di Shinigami le aveva fatto capire che dal quel momento niente sarebbe
stato più come prima…
Shinigami:« Sid? »
Sid:«Sì, Lord Shinigami? »
Shinigami:« Hai
notizie di Marie? Doveva essere qui più di due ore fa… »
Sid:« No, ma conoscendola la sto già facendo
cercare! »
Stain:« Si
può? Ho trovato la dispersa! »
Shinigami:« Ottimo…
e dov’è? »
Stain:« Qui…
ma dipende: la voleva intera o le va bene a pezzi? »
Soul Eater, Polvere incantata, 11 capitolo: La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale?
Shinigami:« …
»
Sid:« … »
Marie:« Franken, te l’avevo detto che non faceva ridere! »
Stain:« Non
hanno senso dell’umorismo… »
Ciao
a tutti!!! Come si dice… anno nuovo, saga nuova! Capitolo
più corto, ma non mi sembrava il caso di mettere troppa carne al fuoco, spero
mi perdonerete per questo! Finalmente iniziamo anche a parlare dei cattivi
(mica sono tutti carini e gentili a questo mondo… purtroppo!) e a partire da
qui la storia inizierà a essere più seria… ma non troppo! Infatti
già il prossimo capitolo sarà tutto da ridere, perché probabilmente sarà l’unico
della storia un po’ OOC… come perché? Per farvi ridere di più, ovvio!
Nell’attesa,
ringrazio Sakurax16 (la mia collaudatrice ufficiale di gag, in particolare per
le anticipazioni), Zawachan
e IanItor 19, il trio dei
fedelissimi, come ormai li ho soprannominati… ma tutti gli altri dove sono
finiti? Nella pancia di un kishin? Mah…
Sperando
di passare un altro anno in vostra compagnia, allego i miei auguri di un BUON
2012!!!
Capitolo 11 *** La camera della follia! Esiste un livello 5 naturale? ***
La camera della follia
La camera della follia! Esiste
un livello 5 naturale?
Da
lontano l’orologio suonava le dieci del mattino e tutti, stavolta davvero
tutti, aspettavano di fronte alla porta dello studio di
Stain. Una curiosa sensazione di dejà vu prese Lucy: poco più di un giorno
prima erano nella stessa situazione, ignari di quello che accadeva da tempo sotto i loro piedi…
Nessuno
parlava, tutti erano preoccupati da quello che il professore avrebbe
fatto fare loro…
Kevin
sbottò:« Mamma mia, che tensione! E calmatevi un po’, non credo ci vivisezionerà! »
Simon
rispose:« Conoscendolo, mai dire mai… »
« No, per stavolta Lord Shinigami non mi ha dato il permesso… »
Il
professor Stain li guardò perplesso:« Che c’è? Ho solo
aperto la porta! Avete un po’ i nervi a fior di pelle? »
Soul
sbottò:« Ma, faccia lei, dobbiamo sottoporci a un
esame medico fatto da lei e dal quale
dipende lo scontro con un nuovo kishin… »
L’insegnante
sospirò:« Tranquilli, nessun bisturi, ve lo prometto!
Ora potete entrare? Abbiamo comunque molto da lavorare… »
Il
gruppo varcò la soglia, seppure un po’ titubante. All’interno dell’ufficio li
attendavano Lord Shinigami, che li salutò con la manona,
Marie, che li accolse con un grosso sorrisone, e Spirit, che una volta tanto
non saltò addosso alla figlia. Brutto segno, soprattutto se si aggiungeva anche che parte della stanza era separata dal
resto da quello che aveva tutta l’aria di essere un vetro antisfondamento.
Kid
puntò subito al sodo:« Allora, cosa dobbiamo fare? »
Lord
Shinigami si schiarì la voce:« Il professor Stain ha
creato una cosa che potrebbe esserci molto utile per affrontare la nuova
minaccia… una camera della follia! »
« Camera della follia??? »
Stain
intervenì con i dettagli tecnici:« Serve per poter
misurare la vostra resistenza alla follia del nuovo kishin… è in grado di
produrre delle onde che assomigliano a quelle emesse dal demone e che possono
sconvolgervi abbastanza da poter fare delle misurazioni… »
« Che genere di misurazioni? »
Spirit
agitò un foglio in aria:« Abbiamo creato una scala
composta da 5 livelli, ognuno del quale, a seconda del tempo in cui resisterete
all’esperimento senza mostrare “insoliti comportamenti”, indica di quanto
potrete avvicinarvi al kishin senza venire contagiati dalla follia! »
Marie
iniziò a distribuire a tutti dei fogli scarabocchiati:
Livello 1: meno di un minuto di resistenza = 600 m
Livello 2: da uno a tre minuti = 400 m
Livello 3: da tre a cinque minuti = 200 m
Livello 4: da cinque a dieci minuti = 100 m
Livello 5: oltre i dieci minuti = nessun limite di vicinanza
Black
Star esclamò:« Ovviamente il sottoscritto sarà di
livello 5! È scontato! »
Stain
intervenne immediatamente:« Veramente il livello 5 è
puramente ipotetico! È praticamente impossibile che,
senza alcun allenamento, possiate resistere così tanto all’influenza della
follia! Anche Lord Shinigami, che era già un livello 4
naturale, ha dovuto allenarsi tanto per poter arrivare al livello 5! »
Spirit
rincarò la dose:« Abbiamo bisogno di voi puramente come supporto esterno, in
questa missione. Quindi vedete di non strafare… mi
sono spiegato, Black Star? »
Il
sorriso ebete e il pollice alzato confermarono ai presenti che il ragazzo non aveva capito.
Stain
riprese la sua spiegazione:« Bene, quando chiameremo
la vostra squadra, entrerete in quella stanza e lì dovrete semplicemente
aspettare. Noi osserveremo le vostre reazioni e vi assegneremo il vostro
livello, che dovrete tenere ben presente
in qualunquesituazione
vi verrete a trovare, chiaro? Bene, Soul, Maka, iniziate a entrare! Gli altri
aspettino fuori nel corridoio. »
« Da dentro il vetro è a specchio… figo! »
« Mica tanto, Soul! Loro possono vedere noi, ma noi non possiamo vedere loro! »
« L’avevo capito, Maka, non sono mica stupido! »
« Non lo darei per scontato… »
Stain,
con un cronometro in mano, non perdeva di vista i due ragazzi:« Fin qui mi sembra tutto a posto… »
Spirit
gridò:« VAI MAKA!!! »
« Spirit, metti via quelle bandierine col nome di tua figlia, non le
servono a nulla… aspetta un attimo! »
« Che c’è? »
« Tu che la conosci meglio, le viene spesso quella risatina
isterica? »
Spirit
guardò male lo scienziato:« Risatina isterica??? »
« Ehm… Maka… tutto ok? »
Soul
iniziava a essere seriamente preoccupato per la sua maestra
d’armi. Era già passato un minuto da quando aveva cominciato a
ridacchiare in modo strano senza respirare ed era già paonazza.
« Maka? »
La
ragazza smise di ridere all’improvviso e divenne seria. Poi fece una pernacchia
in faccia alla sua arma e riprese a ridere continuando a fare boccacce.
« No, decisamente questo non è normale… ho sempre voluto vederla
meno seria, ma così… non è un buon segno, vero Stain? »
« No, Lord Shinigami, significa che è già preda della follia…
probabilmente l’avere a che fare con il sangue nero ha indebolito le sue
difese… le assegnerei quindi un bel livello 2! »
Spirit
mordeva un fazzoletto borbottando il nome della figlia.
Shinigami
continuò la discussione:« Ma anche Soul ha il sangue
nero, anzi, è a lui che circola in corpo! Maka subisce la sua influenza solo
quando sincronizzano le anime! »
« È proprio per questo che Soul reagisce meglio: è abituato ad
essere sempre sotto un’influenza minima di follia! Però neanche lui può
resistere a lungo… »
Il
professore indicò il vetro.
Soul
stava evidentemente cercando di sfondare un muro della stanza con spallate,
pugni e calci, senza un apparente motivo.
« Hihihihihihi… che fai? »
Soul
la ignorò, preso dal suo lavoro.
« Hihihihihihi… vuoi una mano? »
Senza rispondere, Soul divenne una falce. Maka l’afferrò
e, senza smettere di ridere, cercò di usare il compagno come se fosse un
piccone.
Shinigami
sospirò:« Guardiamo il lato positivo: anche sotto
effetto della follia, hanno un ottimo lavoro di squadra! »
Stain,
impassibile, scrisse sul taccuino:« Soul Eater,
livello 3… ok, calmiamoli, tiriamoli fuori di lì e facciamo entrare i prossimi…
»
« ECCOMI, MONDO!!! »
« Black Star, calmati… »
« Non ti preoccupare, Tsubaki, si tratta solo di avere 10 minuti di
pazienza e dimostrare di essere di livello 5, così potrò superare tutte le
divinità! »
La
ragazza sospirò. Inutile spiegargli le cose, evidentemente certi concetti gli
entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro… sempre ammesso che
centrassero il padiglione auricolare!
Il
ragazzo iniziò a fare flessioni con una mano sola, mentre l’arma, in un angolo,
aspettava pazientemente.
Marie fissò
il vetro preoccupata:« E se anche Black Star iniziasse
a sfondare il muro? Con la sua forza fisica potrebbe anche farcela… »
Stain
trasse una profonda boccata dalla sigaretta che aveva in mano:« Ne dubito, ognuno reagisce in modo diverso alla follia… di
solito in modo opposto al proprio carattere, ma non è detto… Spirit, smettila
di sbavare il vetro! Che… OH CAVOLO!!! »
« Black Star… »
Il
ragazzo guardò la sua arma con il volto rosso come un pomodoro:« Tsubaki… che ti prende? Non… non hai mai fatto così! Piantala di… di spogliarti!!!
»
« Ma ho caldo… è un caldo strano… perché non mi controlli la febbre,
Black Star? Ho i brividi… fammi scaldare col tuo corpo… »
Il
ragazzo balzò dall’altra parte della stanza con il respiro mozzo:« No… NO!!! Una divinità come me non può subire
tentazioni!!! Tsubaki, piantala!!! »
Lord
Shinigami aveva calmato i bollenti spiriti della falce della morte con un preciso Shinigami Chop.
Stain,
cercando di mostrare indifferenza alle belle forme dell’allieva, ma con il
volto completamente rosso, scriveva sul taccuino:« Tsubaki
Nakatsukasa, livello 2… andrà a fare compagnia a Maka! »
Marie
commentò:« Però Black Star sembra resistere… »
Spirit
resuscitò all’improvviso:« Ma per favore! Sta per
saltarle addosso da un momento all’altro! »
La
donna lo guardò di storto:« Parlavo della follia… »
Shinigami,
con nonchalance, diede un altro Shinigami Chop alla
sua arma e chiese:« Da quanto tempo è dentro? »
Stain controllò
il cronometro:« Circa… otto minuti! Potrebbe davvero… »
Marie
indicò il vetro:« Purtroppo no! Guardate! »
Black
Star si era rifugiato in angolo della stanza. Non sembrava neanche lui.
Spirit
scoppiò a ridere:« Sembra… sembra Chrona con i capelli
blu!!! »
Infatti il ragazzo sembrava preda di una crisi depressiva. In tutto
questo, Tsubaki non la smetteva di cercare di sedurlo.
Stain
annotò tutto:« Ok, Black Star è di livello 4… avanti i
prossimi, non voglio assistere a una scena erotica sadomaso! »
Stain,
con aria indifferente, annotava dati sul taccuino:« Abbastanza
prevedibile… dopotutto per è stato sul punto di diventare un kishin… »
Shinigami
annuì:« Ma credo comunque che sia un record… quanto ci
ha messo? »
« 13 secondi… »
Spirit
commentò:« Con questo tempo, potremmo creare un
livello personalizzato… che ne dite di “ livello 0,5”? »
Marie,
osservando Chrona parlare con l’aria convinto di vedere sua madre e Ragnarok
che cercava di pettinare e togliere la polvere
dall’abito del suo maestro d’armi, protestò:« Fate quello che volete, ma
tirateli fuori di lì! »
Stain
annuì:« Sì, tanto i dati ci sono tutti… avanti i
prossimi! »
Kid
entrò nella stanza con Liz e Patty, che si posizionarono
subito in modo simmetrico per non irritare il compagno.
Liz
tirò fuori una boccetta di smalto:« Ma quanto ci
vorrà? »
Kid
sospirò:« Non lo so… »
Patty
ignorava tutti e due e con un pennarello giallo
disegnava soli e giraffe sul muro bianco alle loro spalle.
Lord
Shinigami scosse la testa:« Non so cosa potrebbe
accadere se Kid usasse i suoi poteri di Shinigami mentre è sotto l’effetto
della follia… »
Stain
cercò di tranquillizzare il preside:« Non è detto che
li usi, dopotutto ha visto anche lei che molte delle reazioni non sono
assolutamente violente… ricorda Black Star? »
Marie
intervenne:« Oppure basta guardare Patty… »
« Sorellina… scusa, cos’hai detto? »
« La formula dell’anidride carbonica è CO²,
mentre quella dell’acqua è H²O… scusami, Elizabeth,
ma mi sembra giusto approfittare del tempo che dobbiamo passare qui dentro per
ripassare… »
Kid
scoppiò a ridere:« Sembra la caricatura di Maka! »
Spirit
alzò un pugno:« Non è vero, mia figlia non è così!!! »
Stain
scarabocchiò sul suo solito taccuino:« Ah no? E come
sarebbe? »
« Bè, è… è… è meno… insomma, chiaro, no? »
« Chiarissimo, Spirit! Adesso scusa, ma a quanto pare devo occuparmi
di Liz… »
« Perché, che sta facendo? »
Kid
fissò un po’ perplesso la sua arma:« Ehm… no, ora non
ho un aspirapolvere… perché mi fai questa richiesta? »
Liz si
mise in una posa molto alla Black Star:« Perché Patty
ha ragione, non posso starmene con le mani in mano! Quindi
ho deciso cosa farò nella mia vita! »
« Cioè? »
« La ghostbuster!!!
»
Kid la
guardò sconvolto, per poi scoppiarle a ridere in faccia.
Patty
si voltò:« Per favore, Death The Kid, potesti
gentilmente fare un po’ più di silenzio? Non riesco a ripassare decentemente… »
Marie
sorrise:« Dai, dopotutto con le due sorelle è andata
bene… »
Stain
aggiornò i suoi appunti:« Patricia Thompson, livello
2; Elizabeth Thompson, livello 3… »
Shinigami
non staccava gli occhi dal figlio:« Sembra che Kid
stia reagendo bene, almeno per ora… »
Spirit
uscì dalla per cercare una bottiglia d’acqua e tornò
qualche minuto dopo.
« Che mi sono perso? »
Stain
indicò il vetro:« Ammira con i tuoi occhi! »
Kid
aveva preso il pennarello giallo di Patty e stava riempiendo la parete di
scarabocchi.
« Cosa scrive? »
Shinigami
scoppiò a ridere:« E io che mi preoccupavo tanto! Sta
scrivendo ovunque il numero 3! Kid di solito lo odia
perché è “totalmente asimmetrico”!!! »
Spirit
sospirò:« Meno male, distruzione della Shibusen
rimandata! Quanto ha fatto? »
Stain
sorrise:« Un tempo degno di lui… 8 minuti, 8 secondi e
88 decimi! »
« Livello 4, dunque! »
Shinigami
annuì:« Degno di suo padre! Direi che è il momento di
far entrare l’ultima squadra… »
« Graffiti? Cosa ci fanno qui? Prima non c’erano, vero Simon? »
« Non me li ricordo… e tu, Kevin? »
« No, nemmeno io… e poi, perché tutti gialli??? »
Lucy
ridacchiò:« Bene, e ora che facciamo? »
Simon
allargò le braccia, mentre Kevin allungò una mano:« Che
ne dite di questo? Tanto per aspettare… »
Gli
altri due annuirono.
Spirit
guardò il vetro perplesso:« Che fanno? »
Marie
sorrise:« Direi che giocano a carta, sasso e forbici!
»
Shinigami
si girò verso Stain:« Ti sei ricordato, vero? »
« Certo! A Kevin ho dato quella collana speciale che blocca i suoi
poteri per qualche minuto… se Lucy dovesse trasformarsi in preda alla follia e
addormentare tutti, non sarebbe un grosso problema, ma se dovesse farlo Kevin…
mi ritroverei con due nuove cavie da vivisezionare! E ho promesso loro che oggi
non avrei toccato il bisturi! »
« Sasso, carta, forbici! Sasso, carta, forbici! »
I tre
ragazzi continuarono così per un po’ di tempo.
« Sasso, carta, forbici! »
Lucy
fissò le loro mani: lei aveva messo carta, Simon sasso e Kevin forbici.
« Patta! »
Simon
si preparò a ricominciare, ma Kevin non si mosse.
« Kevin? »
« No, non è patta… »
Lucy
protestò:« Ma sì che è patta! Abbiamo fatto tutti i
simboli! »
« No, io ho messo le forbici e tu la carta, perciò… »
Il
volto di Kevin si aprì in un sorriso folle:« …ti devo tagliare la mano! »
Lucy
lo guardò stupita:« Eh? »
Simon
urlò:« Attenta! La follia l’ha colpito! »
Kevin
si guardò le mani:« Perché non riesco a tagliarti la
mano? Ah, già, la collana… ma così non
posso finire il gioco… »
Il
ragazzo prese la catena che teneva un grosso rubino romboidale sul suo petto e
iniziò a tirare, senza successo.
« Non si toglie… mi aiuti? »
« Sì, certo… bisogna finire il
gioco… »
« Grazie, Blaze… »
Lucy
fissò inorridita Simon andare verso Kevin e aiutarlo a tirare la catena.
« Simon, sei impazzito? Perché lo aiuti? E, Kevin, quello non è Blaze! è Simon, Simon! Capite quello vi dico? »
Entrambi
i ragazzi sembravano non ascoltarla e Lucy vide in entrambi
lo stesso sguardo folle.
« R-ragazzi… smettetela, dai… iniziate a farmi paura! Lo scherzo è bello
finché dura poco… per favore! »
Simon
e Kevin si voltarono verso di lei e cercarono di aggredirla.
« No! No! Smettetela, vi prego… basta, BASTA!!!
»
I due
ragazzi caddero a terra addormentati e Lucy si appoggiò al muro con il fiatone.
Non avrebbe voluto, ma non aveva avuto scelta. Almeno così non avrebbero fatto
del male né a lei né a loro stessi. Ora non le restava che aspettare.
Marie
commentò:« Sembrava una scena da film horror… ho avuto
davvero paura per lei! »
Stain
annuì:« Lucy ha fatto la cosa migliore… quindi, sia
Simon Onpu che Kevin Akai
sono di livello 3… »
Lucy
si sedette in un angolino e attese guardando i volti dei suoi compagni
profondamente addormentati. Sembravano angioletti, di certo non due persone che
avevano appena cercato di ucciderla! Chissà se si sarebbero ricordati qualcosa
una volta usciti di lì?
La
ragazza sospirò: quanto tempo ancora doveva aspettare? Non aveva l’orologio, ma
l’impressione era quella di essere seduta lì da molto,
molto tempo.
« Ehi! Lì fuori! Chiunque ci sia, devo rimanere qui ancora per
tanto? »
« Non. Ci. Credo. »
« Eppure il cronometro non sbaglia! »
« E allora che si fa? »
Stain
prese il block notes:« Si segna, ovviamente! Lucy Gin:
tempo di attesa superiore ai quindici
minuti. Livello assegnato… »
Spirit
guardò la ragazzina dentro la stanza come se stesse fissando un fantasma:« Livello 5 naturale… è impossibile! »
Shinigami
scosse la testa:« Niente è impossibile, Spirit… inizio
a credere che questa ragazzina non sia giunta qui per caso! Potrebbe essere
molto utile in questa battaglia! »
« Ehiiii! C’è qualcuno? Mi sentite? »
Stain
accese una sigaretta:« Lucy Gin… l’avevo detto che era
un soggetto di studio molto interessante! »
Soul:« Uffa,
che giornata stressante! Non ricordo nemmeno tutto quello che è successo! Ho
ancora i nervi a fior di pelle… meno male che ora sono a casa e qui è tutto
tranquillo! »
Maka:« AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!
»
Soul:« Oh,
accidenti! MAKA!!! »
Soul Eater, Polvere incantata, 12 capitolo: Discesa nell’incubo! Perché non scrivi in modo
chiaro?
Soul:« MAKA!!!
»
Maka:« …
Soul… COME OSI ENTRARE NELLA CAMERA DI UNA SIGNORA
SENZA NEANCHE BUSSARE??? »
Soul:« Maka,
non tirarmi addosso tutta l’enciclopedia!!! Come facevo a sapere che ti stavi facendo la ceretta alle gambe???
»
Maka:« TORNA
QUI O TI MIETERÓ L’ANIMA!!! E
STAVOLTA NON È IL MOTTO DELLA SERIE!!! »
Ciao!
Eccomi qua con un nuovo capitolo! Abbiate un po’ di pazienza, ma sono un po’ presa
con gli esami universitari… spero davvero che questo capitolo vi abbia fatto
ridere, perché i prossimi saranno unpo’ seri…
Approfitto
come al solito per ringraziare Sakurax16, Jan Itor 19 (eheh, stavolta l’ho
scritto giusto!) e Zawachan
per le recensioni!
Non so
quando pubblicherò il prossimo capitolo, per esigenze universitarie e anche perché
avrei in mente un’altra storia da pubblicare in un fandom
completamente diverso… ci riuscirò? Mistero…
Capitolo 12 *** Discesa nell'incubo! Ma perchè non scrivi in modo chiaro? ***
Discesa nell’incubo
Discesa nell’incubo! Perché non
scrivi in modo chiaro?
« E…e… etchù!!! »
Kevin
starnutì così forte che fece sobbalzare tutti i
presenti.
« Scusate, non l’ho fatto apposta… fa freddo stamattina! A
proposito, qualcuno ha un fazzoletto? »
Tutti
si guardarono nelle tasche, fino a quando Liz sbuffò e tirò fuori un bel fazzoletto
bianco di stoffa:« Tieni! Ma
la prossima volta portatelo! »
Kevin
arrossì leggermente:« Grazie… »
« Perché sei tutto rosso? Hai anche la febbre? Se non te la senti è meglio che torni indietro… »
« No, no sto benissimo, è solo il freddo… »
« Avete finito di conversazione, lì dietro? Siamo arrivati… »
Un
anonimo cancello di metallo arrugginito. No, decisamente
tutti si erano aspettati qualcosa di più grandioso per rinchiudere un kishin.
L’unica cosa che differenziava quella porta da quella di una cantina qualsiasi
era un lucchetto marchiato con la maschera di Shinigami. Una maschera molto
meno rassicurante di quella che conoscevano Lucy e Kevin, però.
Simon spiegò loro che era il vecchio simbolo del
preside, che poi aveva cambiato perché spaventava i bambini e Lucy non faticò a
crederlo, visto che aveva i brividi anche lei.
Era il
freddo, come continuava a ripetere Kevin, il disegno sul lucchetto o…
qualcos’altro?
Stain
prese la parola:« Allora, adesso inizia ufficialmente
l’operazione. Vi rispiego qual è il vostro compito, nel caso qualcuno non avesse capito… »
Gli
sguardi si concentrarono su Black Star, ma il ragazzo non ci fece caso.
« Voi dovete agire unicamente come supporto esterno: il vostro
compito è quello di bloccare qualunque persona non autorizzata cerchi di
entrare… o di uscire… »
Spirit
intervenne:« Vi ricordate tutti il vostro livello? »
Il
gruppo annuì e Stain prese il suo fido block notes:« Livello
1? »
Chrona
alzò la mano.
« Tu devi rimanere fuori da questa porta. Ricordati: non fare
entrare nessuno e non superare questo cancello per nessun motivo! »
Chrona
annuì e salutò con la mano mentre tutto il gruppo, lentamente, iniziava a
scendere nel sotterraneo. Lucy si voltò, alla ricerca
dell’ultimo raggio di sole prima del buio della prigione, ma Spirit,
inesorabile, aveva chiuso la porta.
Meno 10.
« Livello 2? »
Maka e
Tsubaki alzarono la mano, mentre Liz afferrò il polso della sorella e glielo
sollevò insieme a tutto il braccio.
« Benissimo! La vostra zona va dalla porta a queste colonne. Stesse
raccomandazioni di prima: non superatele!
»
Le tre
ragazze annuirono e salutarono il resto del gruppo.
Meno 7.
« Livello 3? »
Soul,
Liz, Simon e Kevin alzarono le mani.
« Perfetto! La vostra zona è leggermente più complicata… »
Simon
sospirò:« E ti pareva… », ricevendo immediatamente una
gomitata dalla sua arma.
Spirit
spiegò:« Per rendere più complicato l’accesso alla
prigione del secondo kishin è stato creato questo bivio. Fate attenzione, la
strada a destra in realtà è una trappola, cercate di non finirci dentro! »
Soul
commentò:« Sarebbe molto poco figo…
»
Spirit
lo ignorò:« Dovete tuttavia presidiare entrambe le
gallerie, per non creare sospetti. Siete abbastanza da potervi dividere. Anche
per voi vale la stessa regola: alla fine del corridoio di sinistra ci sono
altre due colonne. Cosa dovete ricordare? »
Kevin
ironizzò:« Mi faccia indovinare… non oltrepassarle? »
« Bravi! Ci vediamo dopo! »
Tutti
salutarono, ma Kevin e Simon gridarono:« In bocca al
lupo, Lucy! »
La
risposta di rito giunse lieve come un sussurro.
Meno 3.
« Livello 4? »
Kid
alzò la mano con naturale compostezza. Black Star non si mosse.
Spirit
sbuffò:« Facciamo ancora gli offesi? Come devo
dirtelo, in aramaico? NON – SEI – DI – LIVELLO - 5!!! »
Il
ragazzo incrociò le braccia:« Una divinità come me non
può essere nient’altro. »
La
falce della morte si trattenne a fatica dallo strozzare il suo allievo.
Sid, che fino ad allora non aveva parlato,
intervenne:« Scusa, temo ci sia stato un equivoco… certo che sei di livello 5! »
Stain,
Spirit, Marie e Lord Shinigami lo guardarono di storto, ma lui continuò
imperterrito:« Ecco, il tuo limite va da questa linea
alla porta! »
Black
Star lo guardò dubbioso:« Ma la linea l’ha disegnata
ora sul terreno con il piede… »
« Finora non avevamo mai avuto un livello 5… »
Il
ragazzo, soddisfatto, oltrepassò la linea. Sid fece
l’occhiolino e Stain aprì la porta.
Black
Star protestò:« Ehi! Dove andate? Questo non è il
livello massimo? »
Kid
sospirò:« Non l’hai ancora capito? Ti hanno fregato! »
Black
Star improvvisamente realizzò l’imbroglio e cercò di fermarli, ma Marie chiuse
la porta.
« Maledetti! NON SI IMBROGLIA COSÌ UNA DIVINITÁ!!!
»
Dall’altra
parte della porta, Lucy ridacchiò, ma il sorriso si spense subito non appena si
guardò intorno.
Meno 1.
Era
rimasta sola.
Kevin
continuò a starnutire. Stava seriamente ipotizzando che non si trattasse più
solo di raffreddore. Che avesse un allergia? Chissà,
forse era il profumo della ragazza che gli avevano
affibbiato…
L’estrazione
a sorte lo aveva assegnato a Liz, a guardia del tunnel trappola. Kevin sbuffò:
non sapeva né cosa dire né cosa fare. Guardò la ragazza e la vide tremare.
« Hai freddo? »
Liz
scosse la testa.
Kevin
si morse le labbra.
« Hai paura? »
« Sì, sì, SÌ!!! »
Liz
iniziò a gridare e abbracciò l’unica persona nelle vicinanze:«
È troppo buio, non ci sono né Patty né Kid e c’è un mostro alla fine del
corridoio! Come faccio a non avere paura??? »
Kevin
arrossì completamente. Se Liz l’avesse visto in faccia
non avrebbe potuto distinguerne il volto dai capelli. Non si aspettava una
reazione del genere. O forse sì?
In
fondo non era la stessa domanda che aveva rivolto a Lucy un milione di volte?
E lei
non gli aveva sempre risposto di no? E allora perché continuava a
chiederglielo? Continuava a farsi ingannare dall’aspetto innocente e timido
della ragazza? O forse avrebbe voluto che l’abbracciasse
in quel modo? Sì, in fondo lui aveva sempre avuto questa tendenza a voler fare
l’eroe, l’eroe che salva la fanciulla indifesa… ma se
aspettava Lucy, faceva prima a prenotarsi un posto a una casa di riposo per
anziani!
Benché
sapesse bene di essere un grande egoista, Kevin sorrise e abbracciò a sua volta
Liz. Non aveva più così tanto freddo…
Simon
camminava per il corridoio avanti e indietro, senza sosta. Lo zaino che
indossava gli stava segando le spalle, ma non aveva intenzione di posarlo.
Sentiva il chiacchiericcio delle ragazze del livello prima del
suo, sentiva Black Star lamentarsi con Kid di come l’avevano imbrogliato e
immaginava Chrona fuori dalla porta ad aspettare, solo soletto. Come lo era
Lucy.
Il
ragazzo continuò a mettere e togliere la mano dalla tasca, in modo quasi
convulso. Il foglio piegato in malo modo lì dentro bruciava quasi come se fosse
stato incandescente. Ma non era la carta a bruciare.
Erano i suoi sensi di colpa.
No,
non se l’era sentita di dire agli altri che aveva ricevuto un’altra lettera
quella mattina. Benché l’avesse riletta solo tre volte, ne aveva imparato a memoria il testo e lo recitò di nuovo, sottovoce:
“Caro nipotino mio, come stai?
So che stai
per partire per un importantissima missione, perciò
non ti farò perdere tempo prezioso. Tuttavia c’è un’avvertenza che devo proprio
farti:
stai attento alla persona che fra di voi è più dotata, perché oggi
perderà la sua integrità.
Per sempre.
Sappi che ti
sono sempre vicina. Sempre!
Ti voglio
bene.
La tua zietta”
Da quando era cominciata la missione, se l’era ripetuta almeno un centinaio di volte alla ricerca di un
significato, ma non l’aveva trovato. Cosa significava
“essere più dotati”? Dotati in cosa? E in che senso avrebbe perso la sua
integrità?
Simon scosse la testa. Non capiva. Non capiva come al solito. Ma perché sua zia, se
diceva di volerlo aiutare, non scriveva mai in modo chiaro? Perché le sue
lettere si capivano sempre quando era già troppo tardi?
« Ehi!
Va tutto bene? Cos’hai? »
Simon sobbalzò. Era solo Soul.
« Ti
ricordo che sorvegliamo questo tunnel insieme! Se hai qualche problema dillo! »
Simon non trovò il coraggio di rispondere; si limitò a
guardare il fondo del tunnel.
Soul non aggiunse più nulla. Conosceva l’amico abbastanza
bene da capire che era troppo preoccupato per la sua arma per dargli retta. Se
e quando avesse voluto parlare lo avrebbe fatto senza
ulteriori insistenze.
Dovevano solo aspettare.
Lord Shinigami iniziò il riepilogo:« Spirit,
sei pronto? »
« Mi
trasformo subito a un suo ordine! »
« Sid,
Stain, pronti a darmi assistenza durante l’operazione? »
I due insegnanti annuirono.
« Marie,
Lucy, ricordate cosa dovete fare? »
La donna bionda sorrise e si mise sull’attenti:« Certo! Sorveglieremo la porta per impedire al Kishin di
uscire! »
Lucy guardò il preside con occhi sbarrati. Non aveva
abbastanza voce per rispondere.
Shinigami le fissò:« Mi
raccomando ancora: se non ve lo diciamo noi non
agite di vostra iniziativa! »
Lucy deglutì rumorosamente.
Marie le sorrise, cercando di essere il più rassicurante
possibile:« Pronta? »
« Non
lo sarò mai! »
« Allora
è meglio iniziare! Prima cominciamo, prima finiamo! »
Lucy annuì, ma senza mai staccare gli occhi dall’anfora di
fronte a lei. Era di terracotta, ma aveva molte crepe da un lato. Sul tappo era
impresso il vecchio simbolo di Shinigami.
Non sapeva dire il motivo, ma
solo a guardarla il cuore le si metteva a battere all’impazzata. Non era
follia, solo paura, la più pura e semplice. La più
forte che avesse mai provato. L’istinto le diceva di scappare, perché se
avessero aperto quel vaso qualcosa sarebbe cambiato
per sempre.
Un suono familiare le giunse da dietro la porta. Non era
sufficiente per farle passare completamente la paura, ma un pochino sembrava
rassicurarla.
Shinigami si scrocchiò le dita:« Si
aprano le danze! »
E tolse il tappo.
Chrona:« A-a-altolà! Non si può passare!
»
Postino:« Ma ho una raccomandata per Lord Shinigami, mi hanno detto
che è qui! »
Chrona:« M-m-mi hanno detto di non far p-p-passare nessuno! »
Postino:« Sì, ma io a chi la consegno la raccomandata? Senti, non
farmi perdere tempo, ragazzino, che io devo lavorare… »
Chrona:« Io… io non so come comportarmi in questo caso! »
???:« Ma possibile che debba sempre
pensare a tutto io? »
Soul
Eater, Polvere incantata, 13 capitolo: Faccia a faccia
con il demone! Due parole che pesano come macigni?
Ragnarok:« Ma possibile che non riesci ad allontanare nemmeno un
postino senza la mia apparizione??? E tu saresti un maestro d’armi? Ma non farmi ridere! Sei patetico! E stasera sappi che ti
riempio il letto di cactus! »
Chrona:« No, no, ti prego, i cactus no! »
Ciao
a tutti!!! Spero che ghiaccio e neve non raffreddino i
vostri entusiasmi per questa storia!
Approfitto
dello spazio per dare due avvisi:
-nel prossimo capitolo, oltre a tutti i casini narrati, introdurrò
una piccola novità. È solo un esperimento, al primo commentonegativo sparisce e non ricomparirà
più!
-finalmente, dopo la bellezza di dodici capitoli… ho trovato il finale
della storia!!! Non ci speravo più!
Sperando
che la notizia che questa fanfiction non emulerà più “la
storia infinita” vi spinga a non abbandonarmi a metà strada, approfitto
come sempre per ringraziare il trio dei fedelissimi: Sakurax16, Jan Itor 19 e Zawa Chan!
La prima cosa che Lucy pensò fu un a un immenso sturalavandini. Il
rumore uscito da quell’anfora era tremendamente simile a quello. La ragazza
chiuse gli occhi, cercando di isolarsi dal quello che
la circondava. Il battito del suo cuore copriva persino il lieve suono del
violino di Simon che sentiva provenire da dietro la porta. L’avrebbe voluto al
suo fianco, in quel momento. Anzi, avrebbe voluto lui alla sua destra e Kevin
alla sua sinistra! Ma non c’erano. C’era solo
quell’orrendo rumore di risucchio. E il demone che lo provocava.
Lucy aprì gli occhi.
Lord Shinigami, con il suo spesso mantello nero, lo copriva in parte,
ma non del tutto. Si vedeva quel tanto che bastava per
farle venire gli incubi.
Quasi sospeso in aria, c’era un uomo che di umano aveva poco. Sembrava
più un fantasma: alto, scheletrico, col volto scavato, il naso aquilino e i
capelli brizzolati e molto scompigliati, aveva la
pelle candida, apparentemente splendente di luce propria. I vestiti erano
disordinati e completamente stropicciati: una camicia bianca era infilata solo
per metà in paio di pantaloni color rosso mattone. Un uomo disordinato e
sciatto, almeno all’apparenza, ma erano gli occhi a far paura. Cangianti, come
la sua personalità: passavano ininterrottamente dal marrone scuro al rosso brace, dalla
normalità alla follia.
« Libero, libero, LIBERO!!! Ah, quant’è dolce il
profumo della libertà! »
« Ciao, Kishin! »
Il demone si rivolse verso il preside:« Lord
Shinigami! Che piacere vederti! »
« Non fingere sentimenti che non hai! »
« E tu non fingere di conoscermi! Non sai nulla di
me! Nulla!!!
»
Lucy sussultò. Per dire l’ultima parola in faccia a Shinigami aveva
attraversato la stanza in meno di un secondo!
Shinigami non distolse lo sguardo:« E allora
dimmi chi sei! »
« Io… io… »
Gli occhi di brace di spensero all’improvviso, il viso del demone si
rilassò:« Io
sono l’arma che non ferisce… io sono l’arma che non uccide… »
« Ripeti sempre questa frase! Cosa
significa? »
« Io
sono l’arma che non ferisce… io sono l’arma che non uccide… »
Lucy non sapeva come comportarsi. Non sapeva cosa pensare. A malapena
riusciva a respirare.
« Io…
io sono… IO SONO LIBERO!!! »
Gli occhi del demone tornarono rossi, il volto fu di nuovo quello di
un folle.
Shinigami afferrò Spirit:« Ancora per poco,
te l’assicuro! »
« Ehi! Guarda che la porta che devi sorvegliare è
dall’altra parte! »
Simon sussultò. Kevin gli si era avvicinato con aria un po’
preoccupata, ma non gli rispose.
« Allora? Si può sapere cos’hai? Soul mi ha detto
che non parli! »
Simon non ripose ancora.
« Tu non sei il tipo da preoccuparti per nulla. Ti
sei sempre fidato di Lucy… e allora stavolta cosa c’è che non va? »
Simon non si voltò, ma allungò una busta all’amico.
« Leggi e capirai. »
Una lotta incredibile. C’erano altre definizioni per una battaglia
così, fra Lord Shinigami e un vero Kishin? Se c’erano, a Lucy non vennero in
mente. Si rese immediatamente conto che la lotta era a un altro livello
rispetto a quello a cui era abituata. Faticava anche
solo a seguirli con lo sguardo!
Anche i professori facevano fatica a capire come essere di aiuto al
preside. Come gli era stato ordinato, Stain teneva ben ferma una nuova anfora,
dove sarebbe stato rinchiuso nuovamente il demone. Sid,
in teoria, avrebbe dovuto distrarlo quel tanto che
bastava a Shinigami per toccare il Kishin e trascinarlo verso la sua nuova
prigione. Ma il demone non stava fermo un attimo,
sfruttando pienamente la sua incredibile velocità.
Che fare?
« Perché? Perché non l’hai detto prima? »
« Eravamo tutti troppo tesi! Avrebbe aiutato? »
Kevin dovette a malincuore dare ragione all’amico:« Ok,
ma ora cerchiamo di capire a chi si può riferire la lettera! »
Simon elencò ad alta voce tutto quello che aveva pensato fino ad ora:« Dipende a quale dote si riferisce! Se parliamo di
prestanza fisica, per esempio, di sicuro il più dotato
è Black Star! Se invece parla d’intelligenza, allora forse parla di Maka,
oppure… »
Lucy si morse un labbro.
Forse c’era qualcosa che poteva fare…
Un urlo femminile attraversò la stanza:« LUCY!
NO, STAI FERMA, TORNA QUI!!! »
Shinigami non ci badò, troppo preso da quell’assurda caccia al topo.
Se solo il Kishin fosse stato un attimo fermo, o per lo meno avesse rallentato…
Fu allora che accadde. Gli occhi del demone si spensero per un attimo,
le sue braccia e le sue gambe divennero più lente, quasi come se fosse stato
immerso in acqua, o se qualcuno avesse premuto il tasto del rallenty…
opera di qualche collega divinità?
Shinigami non ci rifletté molto. Non ce n’era il tempo, se voleva
rinchiudere il demonequello era il momento giusto!
Sid gridò:« FERMO, LORD
SHINIGAMI!!! »
Ma era troppo tardi.
Un urlo si diffuse per i corridoi del sotterraneo. Un urlo straziante,
disperato. Un urlo femminile. Un urlo che due persone conoscevano bene.
« LUCY!!! »
Simon e Kevin, in barba a ogni prudenza, iniziarono a correre verso la
porta. Kid e Black Star cercarono di fermarli, ma invano. Simon spalancò la
porta.
« Oh… mi… mi dispiace, io… io non me ne sono reso
conto… »
« Ho provato a fermarla, Lord Shinigami… »
« Sì, Sid, ho sentito la
tua voce, ma ero troppo concentrato per capire appieno cosa mi stessi dicendo.
È tutta colpa mia… »
« No, sono stata io! Non sono riuscita a fermarla… »
« Calmati, Marie! »
Simon e Kevin guardarono nella sala. Videro una nuova anfora
sigillata, affianco a una vecchia e incrinata buttata a terra. Videro il
preside impacciato, indeciso sul da farsi. Videro la professoressa Marie
piangere sulla spalla del professor Stain senza smettere un attimo di
rimproverarsi. E videro Lucy.
stai attento alla persona che fra di voi è più dotata, perché oggi
perderà la sua integrità.
Come avevano potuto non pensarci? Era ovvio che la lettera si
riferisse a lei. Dopotutto, fra di loro era l’unica di
livello 5! Era la più dotata per la missione che dovevano affrontare! Kevin
rimase immobile, come una statua, troppo sconvolto per
muoversi, forse anche per respirare. Simon iniziò a piangere, in
silenzio.
Lucy aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Shinigami scosse la testa:« Io le avevo detto
di non fare di testa sua… ha voluto aiutarci, deve aver cercato di addormentare
il Kishin… »
Simon scosse la testa. Come le era saltato per la mente? A volte non
le riusciva nemmeno con le uova!
Stain continuò:« A quanto pare una parte
della sua polvere… del suo corpo… dev’essere stata sigillata insieme al demone… prima di
riuscire a richiamarla completamente a sé! »
Simon e Kevin non sentirono più nulla della loro discussione. Non
avevano occhi che per Lucy sospesa a mezz’aria, per la sua faccia straziata,
per le sue gambe che non c’erano più, sostituite da una leggera nuvola di
polvere argentata.
E a quel punto le ultime due parole della lettera pesarono sulla
coscienza dei due ragazzi come macigni.
Per sempre.
Liz:« Ciao ragazze! Tutto a posto dalle vostre parti? »
Tsubaki:« Sì, tutto ok! »
Maka:« Tranquilla! »
Liz:« Mia sorella vi sta dando problemi? »
Maka:« Assolutamente no, anzi, sembra quasi di non averla… Patty!
Patty, vieni, c’è Liz! Patty! Patty? Oh oh… »
Liz:« Sorellina!!! Lo sapevo, ti hanno rapito i fantasmi che ci
sono qua dentro!!! »
Maka:« Ma no, dai, non credo… »
Soul Eater,
Polvere incantata, 14 capitolo: Lotta silenziosa!
Perché non accetti il nostro aiuto?
Tsubaki:« Patty! »
Liz:« Sorellina! Dov’eri finita? »
Patty:« Sono qua, sorellona! Visto che bello? »
Maka:« Uao… sapevo che ti piaceva disegnare… però… un graffito completamente giallo qui dentro… »
Tsubaki:« E di queste dimensioni, poi! Come hai fatto a dipingere
anche il soffitto? »
Patty:« Eheheh… »
Soul:« Liz!!! Torna qua! Già mi hanno mollato Simon e Kevin, ora
sparisci anche tu??? Uffa, tutto questo è troppo poco figo… »
Ciao
a tutti! Ok, so cosa state pensando, ma tranquilli: la storia non è finita,
anzi, il bello arriva proprio ora… abbiate fede e pazienza e vedrete che le
cose non sono proprio come sembrano!
Bene,
quindi cambio totalmente discorso e vi parlo della novità: il link! Cosa mi è passato per la testa? Ve lo spiego subito.
Prima
di tutto: non ho intenzione di fare un tema del capitolo! Ovvero, la
musica non sarà presente in ogni capitolo, solo quando un personaggio suona… e
sceglierò sempre un brano appartenente a una
soundtrack di qualche telefilm o anime! Il pezzo, se possibile, sarà suonato
solo dallo strumento in questione (cioè pianoforte per Soul, violino per Simon
e flauto per Kevin), dove non fosse possibile, però, vi dovrete accontentare
dell’orchestra completa. Lo scopo dell’iniziativa è solo quella di farvi
conoscere i brani che immagino stiano suonando i personaggi… alla prima
critica, però, come già annunciato, sparisce tutto! Questo è solo un arricchimento
e non è indispensabile ai fini della trama!
Ringrazio
quindi come al solito il trio dei fedelissimi
(Sakurax16, Zawa Chan, Jan Itor
19) a cui si aggiunge Rose Broken, che ringrazio in
modo particolare per essersi letta tutta la storia in un pomeriggio!
Capitolo 14 *** Lotta silenziosa! Perchè non accetti il nostro aiuto? ***
Lotta silenziosa
Lotta
silenziosa! Perché non accetti il nostro aiuto?
Simon sorrise, ma la sua era decisamente più
una smorfia, per quanto si sforzasse:« Allora io vado… se ti serve qualcosa
chiamami, ok? »
Lucy annuì e gli fece un cenno di saluto. Simon chiuse la porta e a
quel punto anche quella lieve ombra di sorriso scomparve.
« Allora? Com’è? »
Simon sospirò:« Come vuoi che sia? È da
quando siamo usciti da quel maledetto sotterraneo che Lucy non parla! »
L’amico gli mise una mano sulla spalla:« La
sua situazione non è facile da accettare… devi darle tempo! Mettere fretta a
una signora è poco figo… »
Simon sorrise all’occhiolino di Soul:« Grazie…
»
I due ragazzi s’incamminarono senza parlare. Il violinista seguiva
l’amico automaticamente, senza neanche sapere dove lo stesse
portando.
« E Kevin? »
« Lui è ancora più chiuso di Lucy! Ultimamente sta
passando le giornate a correre. »
« Capisco… »
Soul e Simon entrarono nella Shibusen. Simon, preso dai suoi pensieri,
non ci fece neanche caso.
« Perché? PERCHÉ? »
Simon aveva sbattuto un pugno contro al muro.
« Perché non accetta il nostro aiuto? Non parla,
sta tutto il giorno a guardare il panorama fuori dalla finestra! Perché non si
sfoga? Perché? Perché? Perché a lei? »
Le lacrime scorrevano sul suo volto, mentre continuava a picchiare il
muro:« E poi mi dicono che non devo sentirmi inutile…
»
Soul bloccò l’ennesimo pugno contro il muro. Simon si voltò a
guardarlo e l’amico gli sorrise.
« Questo non è il modo giusto per sfogarti. »
Simon lo guardò perplesso e Soul lo condusse
in un aula, dove evidentemente aveva intenzione di portarlo fin dall’inizio.
L’aula di musica.
Il pianoforte era pronto all’uso, il violino di Simon era appoggiato
su una sedia. A quanto pareva Soul l’aveva preso di nascosto. Il ragazzo non
disse una parola, si sedette e iniziò a suonare. Lasciò
che fossero le note musicali a parlare per lui.
Simon lo fissò perplesso per un po’, poi prese il violino e si unì
alla melodia.
Sì, era questo il modo giusto con cui poteva sfogare il suo dolore.
Lucy li osservò allontanarsi. Era contenta che Simon non stesse da
solo in quel momento difficile. Soprattutto ora che la causa del suo dolore era
lei.
Abbassò lo sguardo dove pochi giorni prima
avrebbe visto le sue gambe. Non le era andata poi così male, dopotutto: poteva
ancora muoversi tranquillamente da sola trasformandosi per metà in polvere e
svolazzando di qua e di là. No, non era quello il problema.
I problemi erano altri.
Prima di tutto, era menomata anche nelle altre trasformazioni. Ci
aveva provato, ma quando cercava di diventare un
fioretto le usciva una lama senza impugnatura, il boomerang era tagliato a
metà, l’arco era senza filo. Per non parlare della falce, che ora assomigliava
più a un falcetto!
Insomma, il suo valore come arma era dimezzato.
Sì, aveva ancora il sonnifero. Sì, sapeva che a Simon e Kevin non sarebbe
importato. Sì, sapeva che lavorando insieme avrebbero
trovato nuovi modi di essere una squadra.
Ma non era quello il vero problema.
Lucy si mise le mani sulle tempie. Eccolo, stava tornando! Non l’aveva
detto a nessuno, nemmeno a Lord Shinigami. Era un suoproblema.
Lei aveva scelto di aiutarli e lei si sarebbe sobbarcata le conseguenze
della sua scelta.
Chi
sei?
Lo sai chi sono.
Speravo
di sbagliarmi.
Questa è la tua più
grande debolezza, sciocca ragazzina! Speri l’impossibile! Speri di riuscire a
resistere a me da sola!
Era dal giorno in cui il Kishin era stato rinchiuso che, di tanto in
tanto, sentiva la sua voce nella sua testa. La tormentava di continuo, senza
lasciarle un attimo di pace. Era per questo che quando
Simon o Kevin le parlavano lei non rispondeva. Era difficile stare dietro a due
conversazioni in contemporanea e temeva di lasciarsi sfuggire la verità. Non voleva coinvolgerli in una nuova battaglia.
Quella era la sua lotta.
La sua lotta mentale.
La sua lotta silenziosa.
Cosa
vuoi da me?
Quello che mi hai tolto…
LA LIBERTÁ!
Quella
te la sei tolta da solo!
Oh no, sciocca ragazzina, quella me l’hai tolta tu! Se non fosse
stato per te a quest’ora sarei libero!
Ne
sei sicuro?
Lucy sapeva che se ne avesse parlato a Lord Shinigami lui sarebbe
corso ad aprire nuovamente l’anfora. Gliel’aveva già proposto, ma lei aveva
rifiutato.
Avrebbe sempre rifiutato
quell’opzione.
Non avrebbe mai rischiato di mettere in pericolo Lord Shinigami,
Simon, Kevin, i suoi amici, la Shibusen, Death City, i suoi bambini, il suo
villaggio, il mondo… solo per lei. Solo per una piccola stupida bambina come
lei! Non lo poteva permettere, non lo avrebbe permesso
per nessun motivo.
A costo di convivere a vita con un mostro nel cervello.
Non aveva paura. Aveva meno paura di quello che della sola idea di condannare il mondo a causa sua.
Pensi di essere
un’eroina? Pensi di salvare il mondo da sola? Povera piccola sciocca!
Te
lo richiedo: chi sei?
Io sono
l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide.
Ok,
ma avrai anche un nome!
Non lo saprai mai dalle
mie labbra.
Cosa
vuoi da me?
La libertà che mi hai
tolto nell’unico modo in cui me la puoi dare.
Come?
Una risata percosse ogni neurone del cervello di Lucy.
Io e te ora condividiamo la
stessa mente. Io so quello che pensi, quello che provi… vedo quello che vedi tu, sento quello che senti tu…
E
allora?
Questo assomiglia già
alla libertà. È la cosa più simile alla libertà che abbia provato da quando
sono chiuso qui! Da qui a essere libero manca solo un passo…
Lucy deglutì.
Tu diventerai me.
Stai
scherzando, vero? Come puoi pensare una cosa simile? Cosa
significa?
Posso vedere il mondo
attraverso il filtro della tua anima. Ma se questo
filtro venisse a mancare…
Vuoi
togliermi l’anima?
No, no, piccola
ragazzina, mia piccola sciocca Lucy! C’è un metodo
molto più facile per fare tutto questo… ti va di diventare un kishin?
È
una battuta? Ti aspetti davvero che ti risponda di sì?
Sarebbe inutile
nasconderti le mie intenzioni, io so tutto quello che pensi e anche per te è lo
stesso… tanto vale giocare a carte scoperte!
Non
sarò mai un kishin. Mai.
Mai dire mai, mia cara! Non ho mai pensato che avresti accettato di
tua volontà, sento la tua testardaggine…
E
allora rinuncia!
…ma
sento anche la tua paura! E si da il caso che sia un
testardo anch’io! Posso intervenire nei tuoi pensieri sempre, ventiquattro ore
su ventiquattro. Quanto pensi che ci voglia perché tu inizia a pensare come me?
Questo
mai!
Va bene, Lucy. Continua
a credere nell’impossibile, se ciò ti rende felice. Io non ho fretta, ho tutto
il tempo di questo mondo. Ma tu?
Lucy si strinse le tempie. La voce del Kishin sovrastava i suoi
pensieri, li rendeva flebili… per quanto sarebbe riuscita a resistere?
« Lucy? »
« Kevin! Entra! »
« Stai bene? Sei pallida… »
« Non… non è nulla, dimmi! »
Kevin la fissò, poco convinto dalla negazione della ragazza:« Volevo solo sapere se volevi qualcosa di particolare per
cena. »
« Oh, non ti preoccupare, qualsiasi cosa andrà bene!
»
Kevin continuò a fissarla perplesso, con quegli occhi verde smeraldo
che sembravano poterle scrutare l’anima:« Va bene…
allora ti chiamo quand’è pronto, ok? »
Lucy annuì mentre il compagno chiudeva la porta. Sospettava qualcosa,
lo sapeva, lo sentiva. Per un attimo pensò di inseguirlo e di dirgli tutto, ma
poi scoppiò a piangere in silenzio per paura di farsi sentire.
Sembra proprio che il
nostro sarà un gioco divertente… almeno per me!
Kevin:« Dunque… cosa posso preparare per cena? »
Simon:« Ciao! Scusa il ritardo… cosa fai? »
Kevin:« Preparo la cena! »
Simon:« Ah… sicuro? »
Kevin:« Certo! Ho il libro di cucina questa volta! Non starai
ancora pensando all’altra volta, vero? Un errore capita a tutti… »
Simon:« No, un attimo, mettiamo le cose in chiaro! Scambiare il
sale con il pepe è un errore! Bruciare tutto è un errore! Prendere funghi
avvelenati è un errore! Mettere nella pentola delle viti perché avevi finito i chiodi di garofano non è un errore! »
Lucy si svegliò di soprassalto. Di nuovo. Era normale, ormai, lo stava
lentamente diventando. Erano almeno tre settimane che quella storia andava
avanti.
Sempre lo stesso sogno. Sempre la stessa storia.
Buio.
La luce arriva
improvvisa e Lucy si ritrova ad aggirarsi in pigiama in quella che sembra una
dimora aristocratica d’altri tempi. È lussuosa, ricca, la mette in soggezione.
Non sa che fare, non sa come ci sia arrivata.
Un rumore la
fa nascondere dietro una tenda di velluto rosso, ricamata d’oro. Qualcuno ha
bussato alla porta.
« Avanti! »
Un uomo entra.
È vestito in modo non elegante, ma si vede che si è
impegnato per non fare troppa brutta figura. Lucy non riesce a vederne il
volto. Non le rimane impresso nella mente, come se fosse avvolto dalla nebbia.
« Vieni, vieni pure! »
L’uomo si
avvicina con timidezza tenendo nervosamente in mano un cilindro a una scrivania
dove è seduto un uomo. Lucy non riesce a vedere l’uomo seduto, le da le spalle.
« Ti stavo aspettando! Allora, sei disposto a
diventare la mia arma, a quanto ho capito! »
L’uomo
risponde con voce timida:« Se va bene a voi,
vossignoria… l’hanno informata, vero? »
« Di cosa? »
L’uomo
sospira. Evidentemente quello che sta per dire gli costa molta fatica.
« Io.. io sono l’arma che non ferisce. Io sono
l’arma che non uccide. »
« Lo so! Non è il caso di farne un dramma! Ti
assicuro che mi sono informato e sei perfetto per il compito che voglio
affidarti! Benvenuto nella mia squadra… scusa, come ti chiami già? »
L’uomo sorride
e afferra la mano che l’interlocutore gli sta porgendo.
Lucy vede la
bocca muoversi, ma non ode un suono.
Buio. Di
nuovo.
Stavolta Lucy
non vede, sente solo le voci. Sono le stesse di prima, solo molto più
concitate. Stanno urlando.
« TU LO SAPEVI!!! LO SAPEVI!!! »
« CERTO CHE LO SAPEVO! ALTRIMENTI PERCHÉ AVREI
DOVUTO SERVIRMI DI UNA NULLITÁ COME TE? »
« TU NON CERCAVI ME! CERCAVI UNA CAVIA! UNA VALEVA
L’ALTRA, GIUSTO? »
« HAI FIRMATO UN REGOLARE CONTRATTO! »
« NON PER QUESTO! NON PER ESSERE VITTIMA DEI TUOI
ASSURDI ESPERIMENTI! »
« VOLEVI IL POTERE, NO? IL POTERE PER NON ESSERE
PIÚ MESSO DA PARTE DALLA TUA FAMIGLIA! ECCO, IO TE LO DONATO! »
« E A CHE PREZZO? SONO DIVENTATO CIÓ CHE VOLEVO
COMBATTERE! MI HAI RESO UN
KISHIN! UN KISHIN! UNO VERO! GUARDA QUELLO CHE MI HAI FATTO FARE! GUARDA! NON HO PIÚ UNA FAMIGLIA DA CUI
ESSERE MESSO DA PARTE ADESSO! »
« Esperimento perfettamente riuscito… »
Segue una
pausa di qualche secondo. A Lucy pare un’eternità.
« Bene, allora. Il tuo esperimento ti annuncia una
cosa… ti troverò, ovunque tu sia, e mi vendicherò di ciò che mi hai fatto con i
poteri che tu stesso mi hai dato! »
L’uomo ride:« Ti sbagli! Sei un Kishin, ora… e tu sai che fine fanno i Kishin, vero? »
Lucy
deglutisce rumorosamente.
« Shinigami sarà qui fra poco. L’ho chiamato io.
Preparati a essere rinchiuso per l’eternità! »
La ragazza
vorrebbe intervenire, ma si sente portare via. Ode solo più una voce.
« Nessun sigillo potrà fermare la mia vendetta! Mi
senti? Mi senti? Ti troverò, dovessi impiegarci secoli! Io ti troverò e la
pagherai! La pagherai!!! »
La ragazza si riprese dal brusco risveglio lentamente. Volò fino al
bagno e si sciacquò il viso, nella speranza di eliminare anche i brutti
pensieri. Quel sogno la lasciava sempre perplessa: pur facendolo ormai ogni
notte, sembrava quasi che i volti e le voci diventassero sempre più confusi, di
volta in volta.
Quasi come se fosse un nastro registrato che ad
ogni utilizzo andasse deteriorandosi…
Buongiorno! Come va?
Buongiorno!
Da quando facciamo i gentili di prima mattina?
Da quando siamo soli soletti. Io, te e il
mondo!
Kishin non mentiva. Simon e Kevin erano dovuti andare a scuola per un esercitazione. Lei era stata esentata per malattia. Se
malattia fosse stata la parola giusta per definire la sua condizione.
Ma
tu sogni?
La domanda improvvisa prese di sorpresa il demone. Per la prima volta
non rispose.
Fai
mai dei sogni? O degli incubi?
Uno solo. Tutte le
notti. Da tutta l’eternità. E lo farò per sempre.
Cosa
sogni? Anch’io ho un sogno ricorrente…
Un attimo, aveva detto sogno ricorrente? Un
dubbio attraversò la mente di Lucy. Possibile che…
E perché ne parli con
me?
Ho
qualcun altro con cui parlarne? L’hai detto, oggi siamo io e
te.
Io, te
e il mondo.
Cosa
cambia?
Cambia, cambia. Cambia
tutto!
Lucy s’infilò la maglia e, per come poteva, una gonnellina. I
pantaloni erano decisamente inutili, imbarazzanti, da
quando era senza gambe.
Sono stufo di questa
stanza. Voglio uscire.
Stai
fresco. Io da qui non mi muovo!
Anche tu non vedi l’ora
di sgranchirti un po’ le gambe là fuori…
Ah
sì? Bè, notizia dell’ultima ora: io le gambe non le
ho più! Niente gambe, niente sgranchita!
… e stai iniziando a
fidarti di me.
Di
te? E quando mai?
E allora perché prima mi
hai chiesto dei miei sogni?
Mai
sentito parlare di curiosità femminile?
Pensi di avere sempre la
risposta pronta, eh? Va bene, preparati, usciamo!
No.
Ho detto USCIAMO!!!
N-no…
Lucy si strinse le tempie. Come temeva, il
Kishin stava lentamente sovrastando i suoi pensieri. Finora se l’era sempre
cavata perché sul più bello Simon o Kevin la
distraevano quel tanto che le bastava per riprendere il controllo. Ma quel giorno era sola.
Lei, il Kishin, il mondo.
E le parole di lusinga del suo demone personale iniziavano ad attirarla
in una trappola fatale.
Tu non vuoi passare la
tua vita rinchiusa in queste quattro mura. Dopotutto, sono io quello
imprigionato, non tu… perché dovresti condividere la mia stessa pena?
Per
tenere…
rinchiuso te!
Sciocchina! Io non sono
più rinchiuso da quel giorno… quanto tempo è passato dal nostro primo incontro?
Tre settimane e
quattro giorni…
Lo vedi? Stai tenendo il
conto dei giorni come una carcerata. Ma tu non sei una
carcerata! Questa prigione te la stai imponendo da sola…
Non ti farò vedere
nulla del mondo esterno!
Vedere? E chi ha mai
parlato di vedere? Il mondo ti chiama, Lucy, ci sta chiamando… e per farlo ha molti
modi!
Io… io…
non capisco…
Tu non sei una
prigioniera, Lucy! Tu sei libera come l’aria, letteralmente! Apri la finestra,
ragazza!
Lucy obbedì, senza pensare più nulla. Non ci riusciva più. Era dolce
la voce che lentamente si sostituiva ai suoi pensieri. Era comodo e piacevole
abbandonarsi a lei…
Chiudi gli occhi. Non ne
hai bisogno, per oggi.
La ragazza abbassò lentamente le palpebre. La voce del Kishin la
cullava in un mondo quasi di sogno.
Le senti le voci per
strada?
Lucy annuì.
Ignorale. Per oggi non
ti serviranno neanche le orecchie. Isolati dal mondo, ragazza mia, nelle tue
orecchie ora c’è solo la mia voce…
Non fu difficile eseguire questo comando. Lucy era già in quello
stato.
Lo senti il vento sulla
pelle? Ti sta chiamando… seguilo, Lucy! Tu ne hai il
potere… segui il vento, segui il profumo del mondo!
Hai tanto da imparare da lui, oggi…
E, prima ancora che il Kishin completasse la frase, Lucy divenne
polvere e spiccò il volo.
Sì, dovette ammetterlo, l’aria fresca le era
mancata! Solo in quel momento, mentre si lasciava cullare dal vento, si sentiva
felice. Ma era lei a esserlo o il Kishin? Non avrebbe saputo
dirlo, stava diventando difficile distinguere le emozioni, oltre che i
pensieri.
Sì, così, Lucy, così…
liberati del corpo e lascia che sia la tua anima a volare libera… lascia sia il
tuo naso a guidarti, oggi, al posto degli occhi…
Sì, era una sensazione unica. Quanti profumi aveva Death City! i più vari, da quelli del mercato a quelli dei libri di
scuola. Ormai Lucy iniziava persino ad orientarsi un
po’. Era sicura di stare sorvolando la Shibusen, dove c’erano
Simon, Kevin, e tutti gli altri, oltre che i professori e Lord Shinigami…
All’ultimo nome la polvere di Lucy ebbe quasi un moto di stizza.
Lord
Shinigami.
Un nome che per qualche oscuro motivo non riusciva a sopportare, quel
giorno. Cos’era quella sensazione di calore che le infiammava il petto? Rabbia,
forse? Sì, era rabbia, una furia che l’agitava senza
apparente logica, un inspiegabile desiderio di vendetta mai provato prima…
Esatto, Lucy, vendetta…
è questa la parola chiave…
Vendicarsi di Lord Shinigami? Era davvero questo
quello che voleva? Quello che lei
voleva?
Non è importante chi lo
voglia, ora.
Il problema è che non si
può fare… Lord Shinigami è troppo forte…
Era la verità. E allora?
Lasciamo perdere la vendetta, ora.
Abbiamo bisogno di più potere per attuarla…
E come potevano trovarlo?
Sei fortunata, Lucy! Io
ti farò da guida, io so dove trovare il potere che
cerchi… il potere che cerchiamo…
Segui il profumo, quel
dolce profumo di agrumi che senti nell’aria… lo senti,
Lucy? Ti chiama… ci sta chiamando… ed è maleducazione fare aspettare!
Lucy lo seguì, schiava di emozioni e sensazioni non sue, ma di cui non
riusciva a liberarsi. Non poteva liberarsi. Non voleva.
Ecco, siamo arrivati
alla fonte del profumo. Alla fonte del potere. Lo senti,
Lucy, il dolce richiamo? È ovattato, vero? Non è forte e limpido come te lo
aspettavi… ma un motivo c’è! Un motivo c’è sempre. È rinchiuso in una prigione,
proprio come eravamo noi prima… e tu non vuoi che
qualcuno provi la nostra solitudine, vero?
Spacca quella prigione,
Lucy!
Libera il potere che ne
è rinchiuso e fallo tuo!
Fallo nostro!
Lucy annuì. La polvere argentata iniziò ad addensarsi, assumendo quasi
la forma di una lama ricurva, di una falce…
Quasi.
Perché un imprevisto rovinò i piani del Kishin, a un passo dal suo
obiettivo.
Un’allegra risata dal suono cristallino.
Lucy aprì gli occhi, mentre nella sua mente il demone imprecava per il
suo stupido errore.
Lucy vide il suo braccio alzato, pronto a colpire mortalmente.
Vide la sua vittima.
Un bambino dai capelli biondi, della stessa età
di quelli del suo villaggio.
La ragazza scappò via volando, senza dire nulla, senza pensare nulla,
fino a quando non rientrò dalla finestra della sua camera riassumendo forma
umana e buttandosi sul letto in lacrime.
Cosa aveva fatto?
Cosa stava per fare?
Stavi per ottenere il
potere, Lucy. Ti sei solo fermata un attimo prima…
Un
attimo prima di diventare un’assassina! Stavi per farmi uccidere un bambino,
Kishin! Un bambino!
Oh, io non ti ho
obbligato a fare nulla, mia dolce, piccola, sciocca
Lucy. Stavi per fare tutto tu!
Sei
tu che mi stavi controllando, Kishin!
Sicura?
Anche Soul e Black Star
ti avevano messa in guardia la prima volta che vi
siete incontrati, ricordi?
Era
un’altra storia.
La storia è sempre la
stessa, Lucy.
C’è la paura.
C’è il potere.
E ci sono i Kishin.
E basta poco per
diventare uno di loro, basta davvero poco… basta
cedere una volta alla tentazione di assaggiare un’anima umana! Poi la fame che
ti assale è irrefrenabile, non importa quanti sensi di colpa potrai avere… non
ti potrai più fermare.
Lucy ebbe un dubbio. Parlava a lei o a se stesso?
Oggi sei stata a un
passo dal soddisfare la tua fame di potere. Tutti abbiamo fame di potere, per i
motivi più disparati… tu vuoi proteggere i tuoi bambini, no? E farlo richiederà
potere!
Io posso insegnarti come
fare…
Allora
era questo che intendevi quando mi hai detto di volermi rendere come te…
Esatto.
Basterà che ti guidi per
assaggiare la prima anima, poi sarà la fame a guidarti. È un processo molto più
rapido di quanto immagini… ci vuole poco a passare da
uovo a Kishin… e tu ci metteresti ancora meno!
Quanti…
quanti giorni impiegherei?
Giorni?
Ore, vorrai dire!
La fame di un uovo di
kishin è impellente, ma ora le nostre emozioni sono
collegate… tu proveresti una fame raddoppiata, la mia e la tua. E non sai a
quali azioni può spingerti la fame, quella vera…
Saresti una magnifica
Kishin. E già io sarei libero così, condividendo le tue emozioni! Se poi tu
vorrai, con il potere acquisito potrai anche liberarmi dall’anfora… io ti guiderei
volentieri nella tua ricerca di potere… sono sicuro che saresti
un demone potente, Lucy, hai già dei grandi poteri, più di quelli che
avevo io alla tua età! Saresti potente, Lucy, forse di più di me, forse più di Ashura…
STAI
ZITTO!!! SEI UN PAZZO!!!
No, io do solo voce alla
follia…
Lucy scoppiò a piangere e il Kishin decise di smettere. Aveva già
fatto abbastanza per quel giorno. Di sicuro da quel momento in poi Lucy avrebbe
avuto paura di lui, forse abbastanza da cercare il potere per farlo stare
zitto, per non tormentarla più. E sarebbe stata sua.
« Lucy? Tutto bene? »
« VAI VIA, KEVIN! VAI VIA!
SONO UN MOSTRO! UN MOSTRO! »
Kevin non poteva capire cosa stava succedendo nella mente di Lucy, ma
sospettava ci fosse più di quanto la ragazza non dicesse. Finse di andarsene,
ma in realtà stette tutto il tempo ad osservarla
mentre piangeva.
E prese una difficile decisione.
Sid:« Allora, come andiamo?
»
Simon:« Come vuole che vada? Ha mandato tutti a casa tranne noi! »
Sid:« Voi avete preso
un’insufficienza nell’ultimo compito in classe. Di nuovo. »
Simon:« No, no, no, di nuovo no! Un altro compito a sorpresa no!
Non si ricorda com’è finita l’altra volta? »
Soul Eater,
Polvere incantata, 16 capitolo: Una folle promessa! Perché
lo fai?
Black Star:« Yuhuuu!!! Di nuovo insieme,
Simon! »
Simon:« Non ricordarmelo… e stai lontano dalle anfore, stavolta! »
Ciao
a tutti! Allora, approfittando del mio nuovo, pessimo orario universitario che
mi porta anche buchi di otto ore fra una lezione e l’altra, approfitto
del portatile per portare avanti le mie storie! Spero che questo capitolo vi
sia piaciuto… intanto ne approfitto per ringraziare Jan Itor19, Rose Broken e Sakurax16
per i graditi commenti!
Un’avvertenza…
non perdetevi assolutamente il prossimo capitolo, è fondamentale per lo
sviluppo della trama! A presto!
Capitolo 16 *** Una folle promessa! Perchè lo fai? ***
Una folle promessa
Una folle
promessa! Perché lo fai?
Lucy dormiva,
stanca dalle troppe lacrime versate sul cuscino. Era stanca, troppo stanca, di
lottare… ormai solo la sua proverbiale testardaggine le impediva di mollare, di
lasciarsi cullare dalle dolci parole del suo personale diavolo tentatore.
Mia piccola, sciocca Lucy… è
arrivato il momento di salutarci! Grazie per quello che hai fatto per me!
Lucy si svegliò di
soprassalto.
Cosa? Ti arrendi?
No, sto per raggiungere comunque il tuo scopo grazie
a te…
Io non sono un kishin!
No, ma la tua esistenza mi donerà la libertà presto,
molto presto…
Lucy, ancora con
gli occhi chiusi, sentì chiaramente la voce del demone parlare con qualcuno.
«
Salve, ragazzo! Cosa ti
porta qui, nella mia umile dimora? Se così si può definire una prigione,
ovviamente… »
«
Rivoglio le gambe di
Lucy. Ora. »
La ragazza si
sedette sconvolta sul letto.
«
Kevin? »
Quella voce
l’avrebbe riconosciuta ovunque.
«
Io non le tengo
prigioniere, non di mia volontà, per lo meno. Sono con me, rinchiuse in
quest’anfora maledetta che mi è impossibile aprire. »
«
Cosa posso fare? »
«
Tu sei fuori. Tu puoi
rompere il sigillo. »
«
E liberarti. »
«
E riavere le gambe
della tua compagna… forse anche il suo sorriso… »
Cos’era saltato in mente a Kevin?
Lucy se lo chiese
mentre buttava in aria le coperte e saltava giù dal letto.
Chi gli aveva
chiesto nulla?
Pazzo, pazzo,
pazzo, pazzo!!!
La ragazza si buttò
dalla finestra trasformandosi in polvere. Doveva volare più veloce del vento fino dalla parte opposta della città, per impedire a quel
folle il suo gesto disperato.
«
Perché? »
«
Perché cosa? »
«
Perché lo fai? »
«
Ci dev’essere
un motivo? »
«
Gli uomini sono sempre
mossi da un motivo… ma forse l’ho capito… di solito il motivo che porta a fare
queste scelte è sempre uno solo… »
«
E sentiamo, mio
psicanalista, quale sarebbe questo motivo? »
Lucy sentì il
demone sorridere.
«
Tu la ami, vero? »
Lucy si bloccò a
mezz’aria.
Non aveva mai
pensato a quell’opzione.
Davvero Kevin… e
stava per liberare un mostro… per lei?
Kevin guardò
l’anfora con quel suo sguardo impassibile.
Era giunto il
momento di rivelare ciò che da poco tempo aveva capito.
Lucy sentì il
cuore battere all’impazzata in attesa di quella risposta. Sospesa in aria, nel
vento, il tempo sembrava davvero essersi fermato.
Cosa
avrebbe dovuto fare se
la sua risposta fosse davvero stata…
«
No. »
Eh?
Il cuore di Lucy
perse un battito. Forse più che se la risposta fosse stata affermativa.
«
Oh, ma davvero? »
Kevin annuì:« Per un po’ l’ho anche creduto, ma ora ho capito davvero…
Lucy è la persona che mi ha aperto gli occhi sui madornali errori che stavo
facendo. Ciò che mi lega a lei è una profonda amicizia… e un’eterna
riconoscenza! »
Già, la persona
che faceva battere il suo cuore era un’altra, ora l’aveva capito…
Il ragazzo si mise
una mano sul cuore, gridando una promessa fatta a se stesso tempo prima ma mai
dichiarata ad alta voce:« Lei mi ha liberato da un
Kishin, ora farò lo stesso per lei! »
Pazzo, pazzo, pazzo!
Lucy avrebbe
saputo che Kevin era dalla sua parte anche senza quel folle gesto d’amicizia! Cosa pensava di poter fare? Lei aveva potuto affrontarlo faccia a faccia perché era di livello 5, ma Kevin no! Non
appena il Kishin fosse uscito dall’anfora, il ragazzo sarebbe stato sotto il
suo controllo… uno coi poteri di Kevin, poi…
Kevin non era uno
sprovveduto. Sapeva di avere una miriade di difetti, ma era uno che rifletteva
tantissimo prima da fare qualsiasi cosa. Conosceva i rischi. Sapeva di essere
solo di livello di 3, ma contava sulla sua prontezza
di riflessi. Aveva tre o quattro minuti al massimo, forse meno, per
trasformarsi in veleno e ucciderlo. O almeno rallentarlo. Era rischioso, ma era
la sua unica possibilità.
Lucy entrò
finalmente nei sotterranei dov’era rinchiuso il secondo Kishin. Volò sicura e
decisa, senza mai sbagliare strada in quel piccolo labirinto.
Non avrebbe mai
potuto scordare la strada per l’inferno.
Kevin prese
l’anfora, afferrò il tappo con il simbolo di Shinigami.
Deglutì.
«
Occhio per occhio,
dente per dente… kishin per kishin! »
Libero!
«
NO! KEVIN, NON FARLO! »
Lucy gridò con
tutta la voce che aveva in corpo mentre ritornava in forma umana.
Era sfinita dalla
stanchezza per il volo e dall’ansia. Le sue ginocchia non ressero e Lucy si
ritrovò seduta sul pavimento. Tre brividi attraversarono il suo corpo: uno di
stanchezza, uno per il pavimento freddo che faceva venire la pelle d’oca alle
sue ritrovate gambe, uno per il tappo con la maschera di Lord Shinigami che
Kevin stringeva nella mano destra.
Troppo tardi.
In mezzo ai due
ragazzini una figura si stava lentamente ricomponendo.
«
Sono libero!!!
LIBERO!!! »
Kevin buttò via
l’anfora, Lucy chiuse la porta. Ormai il danno era fatto e potevano solo
trattenerlo. La ragazza sperò solo che il preside avesse messo qualche allarme
a difesa dell’anfora. Forse già sapeva. Forse stava correndo da loro. Bastava
solo avere un po’ di pazienza.
«
Grazie a entrambi, miei
sciocchi ragazzini! Ora potrò servirmi di voi per portare a termine ciò che
devo… »
Kevin sbarrò gli
occhi. Se avesse usato la pazzia in quel momento, lui sarebbe stato in suo
potere. E non aveva neanche la collana per bloccare i poteri…
Lucy invece lo
fissò perplessa. C’era qualcosa di diverso nel Kishin. Qualcosa che stonava con
i ricordi del loro primo incontro. Ma cosa?
Il Kishin si
avvicinò a Kevin.
Il ragazzo deglutì
rumorosamente, prima di urlare:« Scappa, Lucy! Prima
che io ti uccida col veleno, scappa! »
Kevin chiuse gli
occhi, Lucy fece altrettanto. Non riusciva ad abbandonarlo lì dopo tutto quello che aveva fatto per lei…
«
Ma cosa… »
Lucy aprì gli
occhi.
«
Cosa… »
Anche Kevin lo
fece. Il Kishin si stava fissando le mani.
«
COSA MI AVETE FATTO??? »
Kevin venne sollevato di peso dalla collottola dal demone furioso.
No, furioso non era la parola esatta. Era terrorizzato e confuso.
«
DOVE L’AVETE MESSA??? »
«
Ma cosa? Cosa? »
«
LA MIA FOLLIA!!!
DOV’È??? »
«
Eh? »
Lucy finalmente
capì cosa non le quadrava: gli occhi!
Non cambiavano più
colore e infatti il Kishin aveva già un aspetto più…
umano?
«
Non capisco! In che
senso ti avremmo preso la follia? »
«
La follia è la fonte di
tutti i miei poteri! Prima l’avevo e adesso non ce l’ho
più, perciò siete stati voi! »
«
Ma ragiona! Come
avremmo fatto? Neanche Lord Shinigami ha questo potere! »
«
Non lo so e non
m’interessa! So solo che la rivoglio indietro! Senza non sono
nulla, senza non posso… »
«
… vendicarti? »
Lucy s’intromise
nel dialogo fra il Kishin e Kevin.
«
Tu vuoi vendicarti di
chi ti ha reso così, vero? »
Il Kishin abbassò
Kevin:« E tu come… »
«
Chi sei, Kishin? Chi
eri prima di diventare il demone? »
«
Io… io… io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma
che non uccide. »
Kevin fissò
stupito il dialogo fra i due. Sembravano conoscersi da tempo.
Sembrava quasi che la dolcezza di Lucy calmasse quell’anima inquieta.
«
Non ricordi il tuo
nome, vero? »
Il Kishin non
ripose, punto sul vivo. Era vero, su di sé ricordava solo quella frase.
«
Mi hai detto che fai lo
stesso incubo ogni notte. Da quando è cominciata questa storia capita anche a
me, lo stesso ogni notte… ogni volta un uomo timido che incontra un nobile che
gli chiede di diventare la sua arma… »
«
PIANTALA!!! COSA NE
VUOI SAPERE TU??? »
«
Abbiamo condiviso
pensieri ed emozioni per tre settimane, Kishin… forse qualcosa capisco… capisco
il tuo dolore perché l’ho sentito! Il dolore di essere stati traditi dalla
persona di cui ti fidavi di più ed essere stato costretto a fare la cosa più
orribile del mondo… »
«
Dunque è vero, tu sai…
saprai anche che i miei ricordi sono incompleti, vero? »
Lucy annuì, mentre
Kevin la fissava perplesso. Non capiva dove voleva
andare a parare.
«
Non so dove sia finita
la tua follia, ma so che quella non è la tua vera anima… e tu vuoi solo il suo
potere per poter ritrovare te stesso e chi ti ha reso così! »
Lucy respirò
profondamente.
«
Facciamo un patto,
allora! »
Kevin la guardò
sconvolto, il Kishin stupito. Nessuno dei due si sarebbe aspettato questo da
lei.
«
Facciamo un patto,
Kishin: tu non farai del male a nessuno e io m’impegno a fare tutto ciò che è
in mio potere per aiutarti a ritrovare chi ti ha trasformato in Kishin… se
fallirò e Lord Shinigami ti imprigionerà di nuovo, io mi farò rinchiudere in
parte con te, come questa volta, e continuerai il tuo piano da dove l’avevi
lasciato: diventerò un Kishin e ti verrò a liberare! Allora, ci stai? »
Kevin era abituato
a rimanere impassibile, ma questo era troppo anche per lui.
Lucy strinse i
pugni tremanti. Era rischioso, ne era consapevole, ma era l’unica cosa che le
fosse venuta in mente per calmare il demone e guadagnare tempo. Tanto era certa
che lui non avrebbe mai…
«
Ci sto. »
Eh?
Anche Lucy assunse
la stessa espressione sconvolta di Kevin.
«
Non ho nulla da
perderci, visto che già non ho niente! Ci sto, piccola sciocca
ragazzina sognatrice… prova a donare anche a me un sogno in cui sperare! »
Sid:« Allora,
ho qui i risultati dei vostri test di recupero… »
Simon:« Incrociamo
le dita! »
Sid:« Black
Star… hai preso 7! »
Black Star:« Evvai! »
Simon:« Ti ricordo
sempre che il voto è in centesimi, non in decimi… »
Sid:« No,
stavolta per semplificare la vita anche alle divinità, ho calcolato il voto in decimi… »
Soul Eater,
Polvere incantata, 17 capitolo: L’infallibile sguardo
di Maka! Ma perché non cambiamo indirizzo?
Black Star:« Yuuuhuuu!!! »
Simon:« Ok… e io? »
Sid:« Otto e mezzo… l’avevo
fatto molto semplice questo compito! »
Simon:« Fiù, meno male… »
Ciao
a tutti! Sì, lo so, non aggiorno da un po’, ma tra università e scuola guida vi
assicuro che è difficile trovare il tempo di mettermi alla tastiera…
Comunque…
Ce l’ho fatta!!! Non credevo davvero di riuscire a pubblicare questo
capitolo! L’avevo in mente dal primo capitolo! Da qui in poi la storia prenderà
una piega un po’ diversa… ma spero vi appassioni lo stesso, come e più di prima!
Io ce la metterò tutta per renderla al meglio!
E ora
passo ai soliti ringraziamenti per Sakurax16, Rose Broken
e Jan Itor19 per gli
stupendi commenti! Spero di sentirvi così entusiaste anche questa volta e spero
di ritrovare anche un po’ di commentatori che sembrano essersi per strada…
Capitolo 17 *** L'infallibile sguardo di Maka! Ma perchè non cambiamo indirizzo? ***
L’infallibile sguardo di Maka
L’infallibile
sguardo di Maka! Ma perché non cambiamo indirizzo?
Non era facile
mettere Kevin in imbarazzo, eppure il suo interlocutore ci stava riuscendo
benissimo. Non riusciva a trovare il coraggio di alzare gli occhi dalla punta
delle sue scarpe. Aveva delle bellissime scarpe, ma in quel momento non gli
importava molto.
«
Ti rendi conto di cosa
hai combinato, Kevin? »
Nessuna risposta,
il che fece innervosire ancora di più chi stava parlando.
«
Almeno potevi dirmi
cosa si saltava per la testa, no? Potevamo parlarne, discuterne, trovare una
soluzione… »
«
Avevo paura che tu mi
dicessi di no… »
«
Credi che a me facesse
piacere vedere Lucy in quello stato? Anch’io avrei fatto qualsiasi cosa per
ridarle le gambe! Se avessi saputo il tuo piano, non mi sarei opposto, anzi! Ti
ricordo che faccio parte anch’io della squadra! »
«
Scusami, Simon… »
Il violinista era
nervosissimo, e continuò a sfogarsi sulla sua arma: « Quello
che non mi va giù è che hai voluto fare tutto di nascosto! Hai persino
approfittato del fatto che il professor Sid mi avesse
trattenuto per il compito di recupero! »
«
Quello è stato un caso…
»
Simon sospirò, e
Kevin riuscì a rilassarsi un pochino vedendo il colorito dell’amico farsi meno
paonazzo.
«
Va bene, Kevin,
finiamola qui! Volevo solo che capissi che avrei voluto partecipare anch’io… so
che anch’io sono solo di livello 3, ma forse sarebbe
stato più sicuro se avessi aperto io l’anfora… io non ho poteri, sono solo
un’inutile violinista…con me il Kishin non avrebbe potuto fare nulla di particolare,
mentre con i tuoi poteri… »
Kevin abbracciò
l’amico: « Siamo stati fortunati, hai ragione! Non ti
nasconderò più nulla, te lo prometto! »
Simon sorrise
ricambiando l’abbraccio. Poi sentì Kevin ridacchiare.
«
Che c’è? »
«
Nulla, pensavo solo che
tua zia, una volta tanto, si è sbagliata! Ricordi? “Stai attento alla persona che fra di voi è più dotata, perché oggi perderà la sua
integrità. Per sempre.”… Lucy ha di nuovo le gambe, è tutto a posto! »
Simon sospirò:« Già… ma è strano, sarebbe la prima volta… »
Una volta
riappacificatesi, i ragazzi continuavano la loro estenuante attesa. Erano quasi
due ore che Lord Shinigami era a colloquio con Lucy e il Kishin per chiarire la
situazione. Il preside era giunto poco dopo l’apertura dell’anfora, e la ragazza
aveva dovuto faticare non poco per fargli comprendere la particolare
situazione.
Finalmente la
porta si aprì e la ragazza, il Kishin e Lord Shinigami uscirono. Per quanto
sembrasse già più tranquillo, il preside non perdeva d’occhio il demone e Lucy
non riusciva a nascondere l’ansia.
«
Sei stata sconsiderata,
Lucy, ma sono d’accordo… un patto è un patto, noi alla Shibusen cerchiamo
d’insegnarvi a mantenere le promesse e obbligarti a non rispettarlo sarebbe
ingiusto e scorretto da parte nostra… ma devo porre alcune limitazioni! »
Il Kishin iniziò
ad agitarsi, ma Lord Shinigami mise subito le cose in chiaro:«
Lucy ha promesso di aiutarti a ritrovare la tua memoria e chi stai
cercando, ma nel vostro patto non c’è nulla che impedisca a noi della Shibusen
di supportarla! Inoltre dovrò chiederti di sopportare la sorveglianza di una delle mie migliori collaboratrici… si chiama Marie ed è
molto brava nel tenere sotto controllo la follia! »
«
Crede che non sia in
grado di rispettare i patti? E poi gliel’ho già detto, non ho più neanche una
goccia di follia! »
«
Già, questo è strano!
Ora sembri essere una persona normale… »
«
No, quello non lo sarò
mai più… »
Simon e Kevin
osservarono la scena, indecisi se intervenire o meno.
«
Tranquilli… voi dovete
solo occuparvi di Lucy, ok? Al Kishin ci pensiamo noi! »
«
Professor Stain! »
Lo studioso
attraversò i corridoi tirando lunghe boccate dalla sua sigaretta. Era nervoso,
inutile negarlo. Aveva finito le analisi sul sangue del Kishin e i risultati
non lo avevano illuminato quanto avrebbe voluto.
Lord Shinigami lo
salutò allegramente:« Novità? »
«
Il nostro misterioso
Kishin non ha nessuna malattia particolare, ha un’età media di 60-70 anni… »
«
Però! Se li porta bene!
»
Kevin ricevette
immediatamente un calcione da Simon.
«
… ma di più non sono in
grado di dire! Anche se ora non sembra più avere la follia, i suoi effetti
continueranno a persistere sul suo fisico ancora per un bel po’… per ora il suo
DNA è molto mutevole, sembra quasi che ogni volta che lo analizzi i suoi geni
prendano la scossa! Tuttavia sono sicuro che fra un po’ di tempo otterrò
risultati migliori, è solo necessario che il suo corpo di
disintossichi un po’ dalla follia che ha avuto dentro di sé per almeno…
da quanti anni sei un Kishin? »
Il demone scosse la
testa:« Non ricordo. »
Shinigami
intervenne:« Lo rinchiusi in quell’anfora circa
trent’anni fa… »
Lucy s’incupì.
Sarebbe riuscita a ritrovare la persona che il Kishin stava cercando dopo più
di trent’anni? Sarebbe stata ancora viva?
«
Sì, sono sicuro che è
vivo… »
«
Già qualcosa! »
I due trasalirono
e si guardarono negli occhi.
«
Cosa… »
«
Kishin! Riesci ancora a
entrare nella mia testa? »
Il Kishin si
mostrò spaventatissimo:« No! No, te l’assicuro!
È come se… se avessi sentitopiù o meno cosa stavi pensando! Ma
non riesco assolutamente a parlarti nella testa come prima! »
Stain li osservò
interessato:« A quanto pare voi due siete ancora
legati, anche se non più allo stesso modo di prima… qualcosa è cambiato, senza
alcun dubbio. Resta ancora da capire cosa… »
«
LUCY!!! »
La ragazza si
voltò. Maka stava correndo verso di lei.
«
Maka! »
«
Lucy! Allora è vero, le
tue gambe… »
«
Maka? Cos’hai? »
La ragazza si era
bloccata di colpo. Era improvvisamente sbiancata e con occhi sbarrati faceva
correre il suo sguardo alternativamente da Lucy al Kishin senza dire una
parola.
«
Maka? »
Simon le si avvicinò.
«
Le loro anime… »
Anche Kevin si unì
al compagno:« Cosa? Cosa vuoi
dire? Cosa vedi? »
La ragazza scosse
la testa:« Non ho mai visto nulla del genere… Lucy,
sei… sei ancora tu? »
Lucy le si avvicinò perplessa:« Certo che sono ancora io! Non mi
vedi? »
Stain iniziò a
intuire qualcosa:« C’è un’anomalia nelle loro anime,
vero? Quale? »
Maka cercò la
definizione migliore per un fenomeno che neanche lei sapeva come spiegare:« È quasi come se… se ne fossero scambiate un pezzo! »
Il Kishin e Lucy
si guardarono.
«
In che senso? »
«
L’anima di Lucy
dovrebbe essere completamente azzurra e quella di quest’uomo, che deduco essere
il famoso Kishin, completamente rossa. Eppure, proprio al centro della
fiammella che identifica le loro anime, c’è una piccola zona isolata del colore
opposto… »
Simon sbottò:« Non ha senso! Vuoi dire che Lucy è in parte un kishin,
adesso? »
«
E invece adesso la
situazione inizia ad avere una sua logica… »
Tutti si voltarono
verso Stain, pendendo dalle sue labbra.
«
Premetto che tutto ciò
che sto per dire è solo una mia ipotesi un po’ strampalata… tuttavia è l’unica
che sono in grado di fare, soprattutto perché una situazione come questa non ha
precedenti. Siete rimasti rinchiusi nell’anfora per tre settimane, giusto? »
Lucy e il Kishin
annuirono all’unisono.
«
E, se lei mi conferma,
Lord Shinigami, quell’anfora e quel sigillo sono stati studiati per rinchiudere
una persona sola… »
Anche Shinigami
annuì. Nessuno osava parlare per non interrompere il fine ragionamento dello
scienziato. Kevin era certo che se avesse potuto vedere nella sua testa avrebbe
visto certamente gli ingranaggi girare alla massima
velocità come nei cartoni animati. Calcolando gli strampalati esperimenti sulla
vivisezione di Stain, non se la sentì neppure di escludere il curioso pensiero.
«
Credo che ci sia stata
una somma di eventi imprevisti. Il sigillo deve aver influito in modo molto
originale sulle loro anime… probabilmente, essendo stato studiato per contenere
una sola persone, quando se ne è trovate due, deve
aver cercato di semplificarsi il lavoro “unendo” i due pezzi di anime separate…
»
«
Quindi è vero! Ora sono
in parte un kishin? »
«
Non esattamente, Lucy!
Diciamo solo che ospiti un pezzettino della sua anima, come lui custodisce
parte della tua… molto probabilmente abbiamo capito dove
è finita la follia del nostro amico, ma non so dire quale parte della tua anima
sia capitata a lui! »
Kevin intervenne:« Mettiamo che sia vero… Lucy rischia di essere preda della
follia? »
Stain esultò:« No! E qui entra in scena la parte più assurda della mia
teoria! Lei non rischia nulla… è di livello 5,
ricordi? Significa che quel
particolare tipo di follia a lei non farà alcun effetto… non solo! La sua anima
scherma anche gli influssi verso l’esterno impedendo a noi di venirne sopraffatti! Sembra quasi che l’anima di Lucy sia un
perfetto contenitore della follia del Kishin! »
«
E ora? Che devo fare? »
Stain le sorrise:« Nulla, ragazza mia. Non rischi nulla e a noi non accadrà
nulla di male. Tuttavia non posso fare niente per restituire a ognuno il pezzo
della propria anima. »
Anche il Kishin
intervenne:« E quindi noi siamo legati per sempre? »
Stain annuì:« Anche se non so di preciso come… »
Simon sorrise
tristemente:« Hai visto, Kevin? Mia zia ci ha
azzeccato anche stavolta! »
«
Perché? »
«
Lucy ha perso la sua
integrità… ma quella dell’anima non quella del corpo! E, come ha detto Stain,
la perdita è definitiva… »
Kevin sospirò.
Avrebbe voluto sinceramente dire qualche parolina all’ingombrante parente del
suo amico.
Lord Shinigami
intervenne:« Per quanto strampalata, è l’unica teoria
che abbiamo. Quindi… oh, Marie, eccoti! »
L’insegnante
bionda salutò con educazione. Il Preside osservò con attenzione le reazioni del
Kishin. Era rimasto totalmente indifferente alla presenza di una Falce della
Morte. Se avesse avuto ancora la follia, avrebbe
dovuto quantomeno agitarsi. Forse non stava mentendo. Forse era vero che tutta
la sua follia ora era custodita nell’anima di Lucy. Sperò che Stain avesse
ragione e che alla ragazza non accedesse nulla di male.
«
Bene, allora noi
andiamo! »
Marie provò
gentilmente ad accompagnare il Kishin, ma lui non si mosse. Alle sue spalle
Lucy stava già avviandosi con Simon e Kevin, ma improvvisamente tornò indietro
e sorprendendo tutti, abbracciò il demone.
«
Tranquillo! L’hai
sentito il professor Stain? Non sei da solo, una parte di me sarà sempre con
te… e lo stesso vale per te! »
«
Io… di te mi fido, ma
di loro… »
«
Non devi avere paura,
non ti rinchiuderanno a tradimento! Manterranno i patti, non rischieranno che
io diventi un Kishin! Adesso sono un po’ spaventati, ma presto capiranno che
non sei cattivo! Io l’ho già capito! »
«
Mi parli come se fossi
un bambino piccolo… »
«
Non sai nulla di questo
mondo, dopo essere stato rinchiuso per trent’anni… »
«
E va bene, Lucy. Se mi
assicuri che mi posso fidare, ci proverò! »
«
Grazie mille! Ti verrò
a trovare presto! »
«
Ci conto. »
Kevin camminava
verso casa, respirando profondamente l’aria della sera. Aveva voluto che Simon
e Lucy passassero un po’ di tempo da soli. I compagni avevano protestato un
po’, ma quando Kevin li aveva rassicurati che avrebbe messo un po’ in ordine la
casa e soprattutto, che non avrebbe cucinato lui ma
avrebbe ordinato una cena d’asporto, avevano ceduto.
Il ragazzo
sospirò. Quanto ci avrebbero messo a capire di essere fatti l’uno per l’altra?
Persino lui l’aveva capito! Era certo, però, che non avrebbero colto
l’occasione neppure questa volta. Pazienza, di tanto
avrebbe continuato ad offrir loro gli spazi e, prima o poi, chissà…
Kevin sospirò
ancora. Era stata una giornata pesante. Era tentato di suonare il campanello di
Liz e raccontarle tutta la storia, ma era certo che a lei non sarebbe
importato.
Peccato, perché il
ragazzo non sapeva che invece Liz l’avrebbe ascoltato volentieri; come non
sapeva che in quell’istante il Kishin guardava il panorama da una finestra
della casa di Marie senza neanche rendersi conto di essere rivolto esattamente
nella direzione in cui si trovava Lucy.
Kevin non sapeva
nulla di tutto questo ma continuava a camminare verso casa. Quando la
raggiunse, notò che era arrivata posta.
Sbuffando, aprì la
buca delle lettere e nelle sue mani scivolarono una pubblicità, una bolletta e…
una grossa busta gialla indirizzata a Simon dalla calligrafia fin troppo
familiare.
«
Oh no! Di nuovo! Ma perché non cambiamo indirizzo? »
Kevin aveva
trovato un nuovo motivo per sospirare per l’ennesima volta mentre entravain casa e posava la
posta sul tavolo. Tutta, tranne la busta della zia di Simon.
«
Per oggi ne abbiamo
avuto abbastanza… ci penseremo domani! »
La nascose in
camera e attese il ritorno dei compagni e l’arrivo delle pizze.
Simon:« Allora,
Lucy, come stai? »
Lucy:« Molto
meglio, grazie! E tu? »
Simon:« Anch’io!
Ho solo la sensazione di aver dimenticato qualcosa… »
Lucy:« Proprio non
ricordi cosa? »
Simon:« Assolutamente
no! »
Lucy:« Mentre ci
pensi posso chiederti una cosa? »
Simon:« Spara! »
Lucy:« Stasera mi
suoni qualcosa? »
Simon:« IL
VIOLINO!!! L’HO LASCIATO IN CLASSE!!! »
Lucy:« Cosa?
Sicuro? »
Soul Eater,
Polvere incantata, 17 capitolo: Una ragazza sperduta
nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino?
Black Star:« Simon! La sottoscritta divinità, nella sua benevolenza, ti
ha riportato il tuo violino! Al volo!!! »
Simon:« Black Star! Non lanciarlo! »
Ciao
a tutti! Spero che questo capitolo non vi abbia deluso… sono un po’ presa da
vari esami, ma ce la sto mettendo tutta per non farvi aspettare troppo!
Come
al solito ringrazio per i commenti Sakurax16, Mitsune, Jan Itor 19, Rose
Broken.
Capitolo 18 *** Una ragazza sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino? ***
Una ragazza sperduta nel deserto
Una ragazza
sperduta nel deserto! Proviamo di nuovo a riscrivere il destino?
« Ciao! Vado da Maka per le ripetizioni di quello
che mi sono persa mentre ero a casa! Ci vediamo dopo! »
« Sì, tranquilla! Ciao, Lucy! »
La ragazza chiuse la porta e si allontanò correndo versa la casa
dell’amica, senza notare che i suoi compagni la stavano osservando di nascosto
dalla tenda socchiusa della finestra.
« Via libera? »
« Sembra proprio di sì! »
« Ok, tira fuori la busta, Kevin! »
Simon sospirò. No, non le piaceva fare le cose di nascosto, ma voleva
che Lucy avesse un periodo di relax dopo la brutta
esperienza con Kishin, e la lettera di sua zia non era certamente un buon modo
per cominciare!
« Eccola, Simon! »
« Grazie! »
Il violinista strappò malamente la busta gialla, rovesciando sul
tavolo una lettera e due buste più piccole bianche. Su una era scritto a penna
un grosso 1, sull’altra un 2.
Simon alzò un sopracciglio. Era una cosa strana, sua zia non gli aveva
mai mandato nulla del genere!
Prese il foglio piegato in due, lo aprì, ma non ebbe il coraggio di
leggerlo subito. Per un secondo chiuse gli occhi. Qualsiasi cosa ci fosse
scritta, avrebbe sconvolto la sua vita, la loro vita.
Di nuovo. Era pronto a tutto questo?
« Se non la leggi, lo rimpiangerai più avanti…
coraggio, ci sono io con te! Qualsiasi cosa ci sia, la affronteremo insieme, te
l’ho promesso! »
« Grazie, Kevin… »
Un profondo sospiro e Simon aprì gli occhi.
“Carissimo nipotino mio, come stai?
So
che questa mia strana busta non ti sarà gradita, ma devo davvero dirti queste
cose… ti faccio però una promessa: questa sarà l’ultima volta che interverrò
nella tua vita con queste lettere.”
Kevin interruppe l’amico che stava leggendo ad alta voce:« Era anche ora! Mai visto dei parenti più ingombranti dei
tuoi, Simon! »
Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo, ma per tutta risposta l’amico
aggiunse:« Negalo, se ci riesci! Tua zia arriva sempre
nel momento meno opportuno con queste lettere! Ma hai
un’idea di quanto guadagnino le poste con tutto quello che lei spende di
francobolli? »
Simon scosse la testa sospirando e continuò la lettura.
“Oltre a questo foglio, nella busta hai trovato
anche altre due buste più piccole, che ho appositamente numerato. Ti chiedo
di leggere la prima, e di aprire la seconda solo
quando avrai compreso il significato della precedente. Ho dovuto mandartele
insieme perché temevo che la posta non riuscisse a recapitarvele in tempo
utile…
Ti
voglio bene, Simon, ora più che mai. Sono sicura che
quando capirai appieno il significato delle mie ultime due lettere,
comprenderai anche che tutto quello che ho fatto l’ho fatto
per te e per il tuo futuro! Non scordare mai la mie
parole, nipotino mio, non dimenticare il tempo trascorso insieme e troverai le
risposte che ti serviranno!
A
presto!
La tua
zietta”
Simon rabbrividì alle ultime parole. Non gli piacevano, sembravano
quasi un addio, nonostante il più rassicurante “a presto” al fondo della
lettera.
Cosa doveva succedere di così importante da
farle scrivere quelle parole?
Guardò Kevin in cerca di una risposta.
« Senti, se non andiamo fino in fondo, tanto valeva
non cominciare neppure… e quindi ti chiedo… »
Kevin prese le due buste bianche.
« … signor concorrente, per la domanda da un
milione di uova di kishin, vuole la busta uno o la due? »
« Ma piantala, scemo! »
Simon rise strappando dalle mani dell’amico la busta con il numero uno segnato a penna. Sapeva che Kevin ce la stava mettendo
davvero tutta per tirarlo su di morale.
« Allora? Che c’è scritto? »
« Le solite frasi incomprensibili… però stavolta si
è impegnata, sembra quasi una poesia! Bè, in fondo
lei di professione fa la scrittrice… »
« E sentiamo questo poema, avanti! »
“Una ragazza sperduta nel deserto,
cammina da sola, nel cuore un tormento,
nascosto agli amici
la sua meta ha,
che da uno scomodo rimorso la libererà.
Sempre
verso ovest la raminga cammina
verso un castello che pian piano si avvicina,
ignara si consegna a un ingrato destino,
regalerà la sua anima
a un oscuro secondino.
Curiosa
la prigione dove viene custodita,
il prezzo da pagare per la memoria smarrita
di chi demone è stato e or non è più,
e la ragazza attende, prigioniera laggiù.
Strambi
i sonni di chi l’attende e spera,
strani sogni lo tormentano a partire da una sera,
non capirà se è fantasia o verità
fino
a quando il precluso vedere potrà.
Il
verde, Simon, sarà il segnale,
verde e non rosso, e potrai andare,
quando un finto ritorno verrà completato
inizierà il viaggio
per chi fino ad allora avrà sperato.
Apri
la seconda busta, comincia l’avventura
che coinvolgerà tutti, senza alcuna paura.”
I due ragazzi si fissarono perplessi.
« Quanto hai capito? »
« A una prima lettura, poco o niente, proviamo a
rileggerla con calma… »
Per un paio di minuti calò il silenzio.
« Oh oh… »
« Cosa c’è, Kevin? Hai capito qualcosa? »
« Forse… e quello che ho capito non mi piace! »
Il ragazzo dai capelli rossi indicò una riga.
« Hai letto qui? “il prezzo da pagare per la memoria smarrita di chi
demone è stato e or non è più”… »
« Il Kishin, giusto? »
« Esatto. E chi, fra le ragazze che conosciamo, ha
più interesse a ritrovare la memoria del Kishin? »
« No… non dirmelo… »
Simon tirò un calcio al tavolo:« Di nuovo
Lucy! Di nuovo! Ma perché? Perché sempre lei? »
Kevin sospirò:« C’è un’altra frase che me lo
conferma: “nascosto agli amici la sua
meta ha, che da uno scomodo rimorso la libererà.”»
« Hai ragione, sarebbe proprio da lei partire senza
dirci nulla… ma io non lascerò che accada! »
Simon s’intascò la lettera:« Per ora Lucy non
sa dove andare a cercare… e per quanto mi riguarda, non leggerà mai questa
lettera! Forse così non si caccerà ancora nei guai… »
Kevin lo guardò preoccupato:« Sei sicuro che
sia una buona idea? Anche l’altra volta hai provato a
nasconderci la lettera di tua zia e non ha funzionato… »
« È l’unica cosa che posso fare per proteggerla. »
Kevin alzò le spalle:« La lettera è tua,
Simon… io non dirò nulla, ma stai attento! »
« Lo farò. E ora andiamo a recuperare la nostra
Lucy, prima che Maka la faccia impazzire con tutti i compiti arretrati! »
« Ehilà, ragazzi! »
« Ciao Lucy! Come va lo studio? »
Kevin e Simon guardarono un po’ preoccupati l’enorme quantità di libri
sulla scrivania di Maka.
« Oh, meglio di quanto mi aspettassi! Lucy se la
cava molto bene con lo studio, a differenza di qualcun altro…
»
Simon arrossì appena, mentre Tsubaki entrava nella stanza con una
bottiglia d’acqua e tre bicchieri.
« Oh, ciao ragazzi! Aspettate, vado a prendere
altri due bicchieri… »
Kevin scosse la testa:« Tranquilla, ce ne
stavamo andando… Lucy, vieni con noi a prendere un gelato? »
« Subito, con questo caldo ci vuole proprio! E poi
direi che per oggi ho fatto abbastanza! »
« Andate pure, vi raggiungo fra poco. Volevo
chiedere a Maka una cosa per la verifica di Stain di mercoledì prossimo… »
Kevin fissò Simon con aria seria, ma Lucy lo
trascinò fuori senza sospettare nulla.
« Qual è il problema, Simon? E non mi dire la
verifica, perché ti conosco abbastanza bene da sapere
che non te ne importa nulla, come al solito! »
Il ragazzo sospirò:« Volevo sapere come vi
sembrava Lucy… »
Tsubaki sorrise:« Allegra e solare come al
solito! »
« Non era… nervosa? Magari per il Kishin? »
Maka scosse la testa:« Non ne ha mai
accennato. »
« Capisco… »
« C’è qualcosa che dovremmo sapere? La tua anima è
inquieta… »
Simon sorrise tristemente. Non si sarebbe mai abituato alla capacità
di Maka di vedere le anime! Senza dire una parola, tirò fuori la lettera dalla
tasca e la mostrò alle ragazze.
« Ti va una tazza di tè? »
« Eh? Ah, sì! La ringrazio,
signorina Marie! »
« Ti ho già detto di chiamarmi solo Marie, Kishin…
e puoi darmi anche del tu! Per te devo essere solo una
ragazzina… »
« Già… »
L’ex demone si sedette sul divano a sorseggiare la sua bevanda.
« Veramente buono, sign…
Marie! Era davvero tanto che non bevevo un buon tè! »
Marie sorrise:« Mi fa piacere! »
L’uomo guardò la tazza:« Tu non hai paura di
me? »
« Dovrei? »
« Non lo so… per decenni è stato il mio compito,
quello di spaventare la gente, ma ora… ora non so più niente di chi sono, o di
chi dovrei essere! Di Kishin mi è rimasto solo il nome… »
« Potremmo togliere anche quello. Perché non ti dai un altro nome, in attesa di ricordare il tuo? »
« No. Non si può cancellare il passato. Se mi
trattate tutti così bene rischio di scordare ciò che
ho fatto… non è giusto nei confronti delle persone a cui ho fatto del male!
Kishin… un nome che è un marchio indelebile della mia anima rosso sangue… »
« Le persone possono cambiare. »
« Forse… ma l’unica che ho cercato di cambiare, alla
fine, sta cambiando me! »
« Parli di Lucy? »
Il Kishin annuì:« Volevo renderla come me, e
invece è lei che mi sta rendendo diverso… ma in cosa? Cosa
sto diventando? »
Marie sorrise:« Forse non stai cambiando.
Forse stai tornando a essere ciò che eri prima di avere la follia! »
Il Kishin non rispose, finendo di bere il suo tè.
« Sorride. »
« Eh? »
« Lucy sorride… non so cosa stia facendo, ma sento
che è felice. »
Non lo avrebbe mai ammesso, ma la sensazione gli dava un grosso senso
di pace. Senza rendersene conto, si ritrovò a pregare che il sorriso sul volto
di Lucy non sparisse mai.
Lucy si voltò.
« Che c’è? »
« Niente… credo… »
Kevin fissò l’amica con aria perplessa. Lei gli
sorrise.
« Credo che qualcuno stia pensando a me… un
pensiero bello… »
E, senza spiegare, iniziò a correre rischiando di sbrodolarsi con il
suo cono al limone e fragola. Kevin sospirò, chiedendosi se sarebbe mai
riuscito a comprendere veramente quella ragazza e le corse dietro. Lui il suo
cono al cioccolato e stracciatella l’aveva già finito da un pezzo.
« Brutta faccenda… »
Tsubaki non parlò. Lasciò fare tutto a Maka.
Simon sbottò:« Se Lucy leggesse questa
lettera, correrebbe immediatamente nel deserto! Ha troppo a cuore questa
faccenda del Kishin, e non le importerebbe nulla delle conseguenze… ma a me sì!
E per questo non la leggerà! Anzi, per favore, non ditele nulla… meglio che
vada, prima che sospetti qualcosa! »
Tsubaki lo salutò con la mano e aspettò di rimanere sola con Maka per
parlare della faccenda.
« Cosa ne pensi? »
La ragazza sospirò, giocherellando con i capelli biondi:« A volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio lasciare
Lucy al suo villaggio…se non sarebbe
stato più giusto lasciarla lì, dopo averla salvata, senza insistere perché
venisse alla Shibusen! Forse, se non fosse venuta qui,
non avrebbe tanti casini, ora… »
« Se non fosse venuta qui, Simon sarebbe ancora
depresso e Kevin continuerebbe ad uccidere la gente! È vero, ha avuto molte
difficoltà, ma ha anche avuto delle belle esperienze
qui! »
« Sarà, ma io a volte mi sento in colpa nei suoi
confronti… »
Le due ragazze si lasciarono così, senza più
tornare sull’argomento.
Quando rimase da sola, Maka recuperò dal cassetto della sua scrivania
la cartolina con l’immagine del deserto che sua madre le aveva spedito tempo
prima. Il suo sguardo si perse fra le dune mosse dal vento e il pensiero tornò
inevitabilmente alla strana poesia della zia di Simon. Un peso nel cuore e
nell’anima tornava a soffocarla da un po’, quando pensava alle disavventure
dell’amica. Un senso di colpa forse ingiustificato, ma
comunque molto opprimente.
Una ragazza sperduta nel deserto…
« In fondo, non ha mai fatto il nome di Lucy… »
Kevin detestava di essere svegliato mentre dormiva. Soprattutto perché
soffriva d’insonnia e aveva il sonno leggerissimo. Ormai erano famosi in tutto
il quartiere, se non nell’intera Death City, i suoi grandiosi lanci della
sveglia dalla finestra. Gli avevano detto che il suo record era di quindici
metri, ma il ragazzo non aveva mai verificato. Sapeva solo che almeno una volta
ogni due mesi l’orologiaio lo vedeva varcare la soglia del suo negozio.
Si chiedeva quindi chi fosse il coraggioso, o lo stolto, dipendeva dai
punti di vista, che osava cercare di sfondare la porta di casa alle cinque del
mattino bussando come un disperato.
Anche Simon si affacciò un po’ assonnato dalla porta della sua camera,
ma gli bastò incrociare lo sguardo furioso dell’amico per svegliarsi del tutto.
Lucy dormiva ancora. Non bastavano le cannonate per svegliarla, di solito, ma
aprì gli occhi comunque quando sentì la voce di Kevin gridare come un pazzo:« ALLORA? SPERO CHE TU ABBIA UN OTTIMO MOTIVO PER VENIRE A
ROMPERE LE SCATOLE A QUEST’ORA DEL MATTINO! SAPPI CHE HO UCCISO PER MOLTO MENO!!! »
Solo allora guardò in faccia il suo disturbatore. Aveva una faccia
sconvolta, forse aveva persino pianto, o era sul punto di farlo. E calcolando
chi era, doveva essere una cosa davvero seria.
« Cosa… cos’è successo? »
Non sentendo più nulla e temendo le brutali reazioni dell’amico appena
svegliato, anche Simon si affacciò alla porta di casa.
« Soul… »
Il ragazzo porse un foglio ai due ragazzi.
“Scusami,
Soul, ma non voglio che Lucy soffra ancora per una scelta che io le ho praticamente imposto tempo fa. Dì a Simon e Kevin di non
preoccuparsi, starò attenta! Ci vediamo presto!”
Simon e Kevin si guardarono negli occhi sconvolti. No, una cosa del
genere non se la sarebbero mai aspettata. Allora era proprio vero, il destino
non si poteva riscrivere in alcun modo?
Gli occhi cremisi di Soul scrutarono senza pietà i due ragazzi in
pigiama:« Allora? Cosa cavolo avete
detto a Maka per farla scappare di casa senza dirmi niente e lasciando un
biglietto del genere? »
Kishin:« Cos’è questo? »
Marie:« Un frullatore! »
Kishin:« Un che? »
Marie:« Serve per tritare i cibi… guarda! »
Kishin:« Incredibile… ai miei tempi queste cose non c’erano mica! »
Marie:« Quindi deduco che tu non sappia nemmeno cosa sia una
lavastoviglie o una lavatrice… »
Kishin:« Eh? Parli di quella roba che girava in bagno facendo tanto
rumore? »
Marie:« Probabilmente sei arrivato durante la centrifuga, comunque
sì… »
Kishin:« Ah, tranquilla! L’animale feroce che c’era dentro l’ho
sistemato io! »
Soul Eater,
Polvere incantata, 18 capitolo: L’ombra nera nel
deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?
Marie:« LA MIA LAVATRICE!!! PERCHÉ HAI TRITURATO I MIEI ABITI??? »
Kishin:« Le donne… le salvi dagli animali feroci e si lamentano! »
Marie:« Io e te dobbiamo fare una luuunga
chiacchierata sulla moderna tecnologia… »
Ciao
a tutti!!! Spero che questa nuova svolta non vi abbia
deluso! La trama ormai è avviata e le sorprese non sono ancora finite… vedrete,
vedrete!
Approfitto
dello spazio per ringraziare Jan Itor 19, Sakurax16, Mitzune_chan, Baby Liar (ex Rose Broken!), Zawachan(dai, due capitoli che ti
rimetti in pari! Ops, ora sono tre però… ma ce la
farai comunque!) e un ringraziamento stramegaultrafantastico a TokorothX3 che, oltre a essersi
rimessa in pari con i capitoli, ha anche fatto un magnifico disegno del mio
trio di scalmanati e l’ha allegato all’ultimo commento! Grazie ancora, non sai
quanto mi hai reso felice!
Bene,
direi di chiudere qui! Vi aspetto al prossimo capitolo!
Capitolo 19 *** L'ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita? ***
L’ombra nera nel deserto dorato
L’ombra nera
nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?
Maka aveva caldo, nonostante avesse
saggiamente deciso di lasciare a casa la divisa della Shibusen e partire con
abiti leggeri. Continuava a guardare la bussola che aveva portato con sé e a
camminare sempre verso ovest, così come aveva suggerito la lettera. L’unico
problema era che non sapeva per quanto
avrebbe dovuto camminare…
Non le importava, anche se dovette ammettere di essere un po’ stanca.
Rimpiangeva la moto di Soul.
Già, Soul… l’aveva abbandonato senza dire una parola… ma lui era
forte, se la sarebbe cavata per qualche giorno senza di lei! Non rischiava,
sapeva cosa l’aspettava e non avrebbe corso rischi.
Ora doveva aiutare Lucy a cambiare il suo destino…
Un tavolo.
Una lettera.
Due imputati.
Un giudice.
Gli imputati guardavano imbarazzati chi il tavolo, chi direttamente il
pavimento. Uno dei due giocherellava con un ciuffo di capelli rossi, l’altro tamburellava
la gamba ritmicamente, seguendo il ritmo di una melodia.
Il giudice li fissava furiosa.
« COME AVETE OSATO DECIDERE DELLA MIA VITA SENZA
NEMMENO CONSULTARMI??? »
« Calmati, Lucy, noi volevamo solo… »
« Solo cosa? Condannare Maka al posto mio? »
« Nessuno ha mai pensato questo, ci mancherebbe
altro! Non immaginavamo assolutamente che Maka scappasse! Volevo solo
proteggerti… »
Lucy si voltò furiosa verso Kevin:« E tu? Non
potevi dirmelo? »
Simon rispose per lui:« Ha provato a
convincermi a dirtelo… »
Lucy lo guardò con le lacrime agli occhi:« E
tu non potevi ascoltarlo??? Io… io ti od… »
« Basta così. Piantiamola di litigare. Lucy, sei
sconvolta in questo momento, ma non dire cose di cui ti potresti pentire. Tanto
abbiamo sbagliato tutti e tre. »
« Cosa intendi dire, Kevin? »
Il ragazzo dai capelli rossi li fissò tutti e due
serissimo:« Tutti e tre abbiamo tradito il patto. Ricordate? Quello che abbiamo
fatto nella caverna, prima del compleanno di Lord Shinigami…
»
Simon sussurrò:« Niente più segreti… »
Kevin continuò imperterrito:« E invece li
abbiamo tenuti ben stretti, tutti e tre. Prima Simon,
nascondendo la lettera che prevedeva l’incidente nella prigione del Kishin, poi
Lucy, nascondendoci il suo legame mentale col demone, e infine io, celando
l’ultima lettera… »
Lucy si asciugò una lacrima:« Ma l’abbiamo
fatto per proteggere chi ci stava a cuore, no? »
Il volto serio di Kevin si sciolse in un sorriso triste:« Già. Credo che il nostro problema sia proprio questo… non
avevamo capito che per proteggerci l’un l’altro non serve nascondere i
problemi, ma affrontarli insieme! »
Simon mise una mano sul tavolo:« Io vi
propongo di rinnovare il nostro patto. Ancora una volta. Ma
questa volta sul serio! »
Kevin aggiunse la mano su quella dell’amico:« Niente
più segreti. »
Lucy fece lo stesso:« Niente più segreti. »
Simon annuì:« Niente più segreti. E ora
andiamo, abbiamo un’amica da recuperare! »
Maka continuava a lasciare le sue orme sulla sabbia. Il sudore le
colava sugli occhi facendoli bruciare. Era sfinita. Forse aveva fatto una
sciocchezza colossale. Forse era ancora in tempo per tornare indietro, ma non
aveva più forze. Il suo corpo procedeva meccanicamente un passo dopo l’altro,
sempre verso ovest. Sempre verso la sua condanna.
Un’ombra passò davanti ai suoi occhi. Un’ombra nera
sui riflessi dorati della sabbia.
Maka alzò gli occhi e vide un castello nero in mezzo alle dune.
« Ok, inizio ad avere le allucinazioni… »
Nonostante questo continuò ad avanzare, fino a che le sue mani non
toccarono i freddi mattoni della costruzione.
« Ma… è vero! Non è un’allucinazione! E allora
perché fino a poco fa non l’ho notato? »
Un’altra cosa le diede i brividi. Perché i mattoni erano gelati, nonostante
intorno a lei ci fossero più di quarantacinque gradi?
Ci avrebbe pensato dopo. Ora aveva bisogno di un riparo all’ombra e di
acqua…
Le palpebre le si fecero improvvisamente
pesanti e tutto cadde nel buio.
Maka riaprì gli occhi lentamente. Vide altri colori oltre al giallo
della sabbia e al nero del castello, ma impiegò un bel po’ per rendersi conto
di essere coricata su un divanetto in una stanza riccamente decorata.
« Cosa… dove… »
« Siete nella mia umile magione, signorina Maka! Il
caldo può fare brutti scherzi, soprattutto nel deserto! »
La ragazza annuì e cercò di mettersi seduta, ma la testa le girava e
dovette ricoricarsi ancora per un po’. L’uomo intanto versò un bicchiere di
acqua fresca in un bicchiere di cristallo finemente
decorato e glielo porse.
« È una fortuna che siate capitata qui, così ho
potuto soccorrervi immediatamente… »
Maka bevve un lungo sorso, poi chiese con voce impastata:« Grazie, ma lei chi è? »
Finalmente la ragazza riuscì a guardarlo un po’
più nitidamente. Era un uomo sulla quarantina, dai capelli neri
tirati all’indietro con la brillantina legati in un piccolo codino e vestito
con abiti decisamente fuori moda. Ma da quando un uomo
metteva una camicia con pizzi e merletti sotto una giacca verde coi ricami dorati??? Sembrava uscito da un film in costume
sul Settecento!
« Oh, solo un gentiluomo che ha deciso di
costruirsi una dimora lontano dalla confusione delle città… vi sentite meglio?
»
Maka era ancora intontita. La sua testa sembrava ragionare al
rallentatore. Qualcosa non quadrava, ma non riusciva ad avere una visione
d’insieme. Ragionò che dopotutto i colpi di caldo potevano fare anche
quest’effetto. Tuttavia l’uomo la incuriosiva. Non solo la foggia dei suoi
abiti, ma anche il modo di parlare le sapeva di antico. Cos’era a non
quadrarle? Ah, già, per rivolgersi a lei stava usando il voi… un modo molto
desueto di parlare…
« Il suo castello è apparso all’improvviso… »
« Un effetto ottico curioso, causato dalla
rarefazione delle correnti d’aria. Bisogna avvicinarsi parecchio per notarlo. »
« Capisco… »
Non era vero, Maka non capiva. Iniziava a ricordare i dettagli. Come
diavolo spiegava allora i mattoni freddi?
« Volete ancora un po’ d’acqua, signorina Maka? »
La ragazza scosse la testa e l’uomo andò a sedersi dietro una grossa e
antica scrivania. Lentamente Maka si mise seduta. Il mondo non girava più e la
confusione che le attanagliava il cervello si stava lentamente diradando.
L’uomo, invece, prese in mano un cubo di Rubik
poggiato sulla scrivania e iniziò a giocherellarci, apparentemente senza
prestarci attenzione e mantenendo fisso il suo sguardo su Maka.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
La ragazza osservò i movimenti delle dita dell’uomo come ipnotizzata.
Era rapidissimo, muoveva le tessere senza nemmeno guardare il cubo e nonostante
questo sembrava seguire esattamente la combinazione.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
No, il rumore non le piaceva. Era il normale ticchettio di un cubo di Rubik quando veniva mosso, ma
nella sua testa rimbombava, ricordandole molto di più il ticchettio di un
orologio. Di un conto alla rovescia.
« Il suo cubo ha dei colori un po’ strani… »
Era vero. Tutti i cubi di Rubik che Maka
aveva visto fino ad allora avevano colori molto
sgargianti e allegri, ma quello no.
Nero, bianco, argento, rosso cremisi, blu scuro, verde chiaro… un verde familiare… le cui tessere si stavano avvicinando
sempre di più…
« Avete ragione, signorina Maka, ma vedete, questo
non è un cubo normale… »
Solo in quel momento Maka si rese conto di un particolare.
« Come sa il mio nome? »
Gli occhi grigi dell’uomo si strinsero a una fessura, mentre il suo
volto abbronzato si allargava in un sadico sorriso:« Studio
da parecchio voi della Shibusen, signorina Maka Albarn…
e per rispondere alla sua domanda precedente, per risolvere questo cubo non
serve seguire logiche matematiche… basta capire l’anima della persona
prescelta… »
Maka si voltò e iniziò a correre. La lettera l’aveva avvertita, ma lei
non le aveva dato ascolto. Sciocca, sciocca, sciocca!
“Sempre verso ovest la raminga cammina
verso un castello che pian piano si avvicina,
ignara si consegna a un ingrato destino,
regalerà la sua
anima a un oscuro secondino.”
L’uomo la seguì camminando e continuando ad armeggiare il suo
rompicapo.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
« Vedete, signorina Maka, questo non è un normale
cubo di Rubik. Questa è la mia arma, un’arma molto, molto speciale… le basta toccare una persona e
assegnarle un colore, poi entro in scena io. Ovviamente devo completare il
gioco perché il piano funzioni correttamente… »
Maka correva disperatamente, ma le porte erano chiuse e spesso
inciampava nei lunghi tappeti rossi che ornavano i pavimenti. Sapeva che era dietro
di lei.
« Così le ho chiesto di toccare delle persone con
capacità particolari… nero per Lord Shinigami, bianco per suo figlio Death The
Kid, argento per Lucy Gin, rosso cremisi per Kevin Akai,
blu scuro per il Secondo Kishin e verde… »
La ragazza sbatté contro l’ennesima porta chiusa e iniziò a tirarle
dei pugni, poi si voltò. L’uomo era dietro di lei. Era in trappola.
« … verde come i vostri occhi, Maka Albarn, i vostri occhi molto speciali! »
L’ultima tessera andò a posto. Il lato verde era completato.
« E ora la vostra anima è di mia proprietà,
signorina Maka! »
Soul:« Maka! Dove sei? »
Spirit:« La mia bambina!!! È scappata!!! »
Tsubaki:« Su, coraggio! La ritroveremo! »
Black Star:« Esatto! Si fidi di una divinità!!!
»
Spirit:« La mia Maka!!! Perché te ne sei andata? Il tuo papà è
forse stato cattivo con te? »
Soul:« Non credo che il motivo sia quello… »
Spirit:« MAKA!!! »
Soul Eater,
Polvere incantata, 20 capitolo: Non fidarti di me! Posso
vedere il mondo con i tuoi occhi?
Soul:« Ma perché non si dà al teatro? Con le scene
melodrammatiche è perfetto! »
Tsubaki:« Signor Spirit, vuole un fazzoletto? »
Soul:« Tutto questo è ancora meno figo…
»
Black Star:« YAHOOOO!!! »
Soul:«Appunto. »
Ciao
a tutti! Due capitoli in meno di una settimana! Vedete di non farci l’abitudine,
però, perché è un caso più unico che raro! E per di più ora si alternerà con
una storia su KatekyoHitman
Reborn che ho promesso da mesi a un’amica (Sakurax16, sei autorizzata ad esultare… ma che te lo dico a fare? Tanto non leggi mai
la nota qui sotto… XD)
Ringrazio
come al solito TokorothX3, Mitzune_chan,
Jan Itor 19 e Sakurax16 per le recensioni
entusiastiche!
Vi lascio,
mi aspetta un “bel” libro di diritto da studiare per l’esame di giovedì… sì,
sì, arrivo, non piangere (il libro è sensibile, scusatelo, se lo abbandono piange!).
Capitolo 20 *** Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi? ***
Non fidarti di me
Non fidarti di
me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi?
Lucy sospirò, un po’ preoccupata. Non solo
per Maka, che era scomparsa da quattro giorni.
No, c’era un altro problema, che però non riguardava esattamente lei.
Stranamente, da due giorni a questa parte il Kishin era molto nervoso. Sembrava
quasi avere sviluppato improvvisamente una fobia per gli orologi, anzi, per
essere più precisi, del ticchettio
degli orologi. Lucy sentiva la sua ansia e la sua agitazione, soprattutto
perché non sapeva spiegarsi neanche lui il motivo di tanta preoccupazione. La
ragazza non capiva molto più di lui, ma di una cosa era certa: con quella
sensazione non riusciva a prendere sonno!
« Che ironia… io, che sono un sonnifero vivente,
non posso dormire… »
Già, se ci fosse stato Kevin, le avrebbe detto così, ormai lo
conosceva bene.
Stufa, s’alzò, prese la sveglia e le tolse le
pile. Nella stanza calò il silenzio più totale.
« Buonanotte, Kishin! Più di questo non posso fare… »
Tornò a letto e il Kishin, come se avesse sentito le sue parole,
lentamente s’appisolò e Lucy con lui.
Soul…
Soul…
Mi
senti? Soul!
Il ragazzo aprì gli occhi, confuso. Era tutto buio intorno a lui.
Anzi, buio non era la parola esatta. Era nero, più della notte, più del fondo
dell’oceano. Galleggiava nel buio come se si trovasse in una macchia di colore.
Una sensazione che a Soul era familiare.
« Il… il sangue nero? »
Eppure no. Non era come quella volta che Maka aveva deciso di cedere alla follia per affrontare Chrona. Non ne era risucchiato,
non c’era nessun demone rosso a tormentarlo, non c’era niente di niente, anzi,
era quasi rassicurante rimanere lì, a nuotare nel buio…
Soul…
Giusto! La voce che lo stava chiamando! Era lei ad averlo portato lì,
ne era certo! E ora che poteva ascoltarla con più attenzione, non aveva dubbi
su chi appartenesse.
« Maka? »
Il ragazzo si voltò più volte, ma non vide nessuno.
Pensa
a me… immaginami e apparirò affianco a te…
Pensare a Maka?
Soul chiuse gli occhi e la rivide, con i capelli biondi legati e la
divisa di scuola, mentre si voltava e gli sorrideva.
Aprì gli occhi. Lei era lì, così come l’aveva immaginata. Ma era vera.
« Maka! »
« Soul! Non hai idea di quanto sia felice di
vederti! »
Soul non riuscì a spiaccicare parola, ma avrebbe davvero voluto dirle
che per lui era lo stesso. Dannazione, la sua reazione non era per niente figa!
« Ti stai chiedendo dove siamo, vero? »
Soul annuì, ancora un po’ troppo emozionato per parlare.
« Siamo in un angolino dei tuoi sogni. »
« Quindi… sto sognando? »
« Il tuo corpo sta dormendo, in questo momento, ma questo
discorso è reale. Io sono reale! Lo capisci? Lo vedi? »
Soul la guardò preoccupata. Non l’aveva mai vista così agitata.
« E come è possibile? »
« Il sangue nero, Soul… ci lega e ci legherà
sempre, temo! Ma una volta tanto potrà esserci utile… »
Era solo il sangue nero a permettere quell’incredibile discorso?
Davvero? Solo quello?
« Cosa ti è successo, Maka? Dove sei? »
« Sono prigioniera, Soul, proprio come la zia di
Simon aveva predetto. »
« Ho letto la lettera, ma non aveva molto senso… »
« Uscendo da Death City e continuando a dirigersi
verso ovest si giunge in un deserto. Continuando in quella direzione per un
paio di giorni a piedi, all’improvviso si vede spuntare un castello di pietre
nere e fredde come il ghiaccio… lo si può vedere solo
quando si è già in trappola! »
« In trappola? Ma cosa… »
« C’è un uomo che si veste e parla in modo desueto,
ma che ha a disposizione un’arma potentissima… so che ti sembrerà assurdo, ma
la mia anima ora è prigioniera di un cubo di Rubik! »
« Eh? »
Forse era veramente un sogno. Forse l’ansia di quei giorni stava
avendo seri effetti collaterali sulla sua psiche. Di sicuro come minimo aveva
capito male.
« E non si vuole fermare a me! Vuole anche Lucy,
Kevin, il Kishin, Kid e Lord Shinigami! »
Soul iniziò a grattarsi la testa:« Ammettiamo
per un attimo che tutta questa storia sia vera… cosa se ne fa di tutte queste
persone? E perché proprio loro? »
« La donna… l’arma che si trasforma in cubo di Rubik può possedere i corpi a cui ruba l’anima… e con essi
anche i loro poteri! Te lo immagini cosa succederebbe se una persona senza
alcuno scrupolo potesse usufruire liberamente del sonnifero di Lucy? O, ancora
peggio, del veleno di Kevin? E con i poteri di shinigami
di Kid o di suo padre… »
Soul realizzò velocemente:« … si potrebbe
conquistare il mondo! »
« E ringrazia che non hanno ancora scoperto che il
Kishin ha perso la follia e tutti i suoi poteri! »
« Ma come ha fatto? »
« Se ho capito bene, ha posseduto prima un insetto
e tramite quello ha toccato chi gli interessava… sfiorando la persona offre al
suo padrone la possibilità di completare il cubo e imprigionare l’anima dei
prescelti! »
Soul la guardò:« E allora perché proprio tu?
»
Maka sorrise tristemente:« I miei occhi,
Soul… »
Già, i suoi occhi verdi, gli occhi che avevano
il potere di vedere le anime… e di stregare il suo cuore…
Soul scosse la testa. Non era il momento di simili pensieri!
Maka riprese:« È già un miracolo che riesca a
parlare con te! »
« Tranquilla, adesso prendo la moto e vengo a
liberarti… »
« NO! È pericoloso! »
« Non è per niente figo
che un’arma lasci il suo maestro in una situazione del genere! »
« C’è un’altra cosa che possiamo fare… ma ho
bisogno di te! »
Il cuore di Soul iniziò a battere forte. Era l’ansia o…
« Ora come ora posso fare ben poco, ma una cosa sì!
Posso togliere loro quello che cercavano in me! »
« Come? »
Maka lo zittì, chiuse gli occhi e appoggiò sulle sue palpebre chiuse
il dito indice e medio della mano destra.
« Chiudi gli occhi, Soul. »
Il ragazzo, seppur perplesso, si ritrovò ad
ubbidire all’inaspettato comando.
Maka ripeté lo stesso gesto sugli occhi di Soul, che sentì le pupille
bruciargli leggermente al leggero tocco della sua maestra
d’armi.
« Cosa mi hai fatto, Maka? »
« Una cosina che mi ha insegnato mia mamma, oltre
alla Caccia alle Streghe…lo scoprirai presto, non ho più molto tempo! Ma in questo modo al tuo risveglio capirai che questo non è
un semplice sogno… un’ultima cosa! »
Soul deglutì. Aveva una brutta sensazione.
« Non fidarti di me, qualsiasi cosa ti dica o ti faccia
d’ora in poi! »
« Eh? »
L’immagine di Maka iniziò a tremolare:« Non
dimenticare, Soul… non fidarti di me! Ricorda, Soul… »
« MAKA!!! »
Il ragazzo cercò inutilmente di afferrarla.
Ricorda…
Ricorda…
Soul si svegliò di soprassalto.
Si ritrovò seduto sul letto, completamente sudato e col fiatone. Non
ricordava praticamente nulla del sogno, ma aveva gli
occhi che gli bruciavano.
« Sono proprio ridotto male se mi metto a piangere
nel sonno… »
Erano le nove del mattino quando Soul uscì di
casa. Era arrabbiato con Lord Shinigami perché il giorno prima aveva vietato a
lui e a tutti gli altri di uscire da Death City per cercare Maka. Avevano già
esplorato ogni centimetro quadrato della città senza risultati e proprio non
era da lui rimanere lì senza fare nulla!
Nervoso, Soul continuava a passarsi la mano fra i capelli. C’era
un’altra cosa che lo rendeva inquieto: una voce che sembrava rimbombargli nel
cervello…
Ricorda…
Ma cos’è che doveva ricordare?
« YAHOOOOOOOOO!!! SALUTATE LA VOSTRA DIVINITÁ, MISERI
MORTALI! IL SOLE CHE ILLUMINA LE VOSTRE TRISTI VITE È QUI! »
« Ciao, Black Star… »
« Ehi,
Soul! Come va? »
Il ragazzo sospirò:« Come vuoi che… »
Soul si strofinò gli occhi. Forse era davvero un po’ stanco, per un
attimo gli era sembrato che…
Black Star gli si avvicinò:« Tutto bene,
amico? »
Soul lo guardò di sfuggita per poi scappare senza dire una parola.
Il ragazzo dai capelli albini si rifugiò in un vicolo cieco stringendo
gli occhi con tutte le sue forze. Appoggiò la schiena al muro e cercò di respirare
profondamente per calmarsi.
Non poteva aver visto ciò che aveva visto.
Era assolutamente impossibile!
Eppure…
Lentamente, Soul riaprì gli occhi e sbirciò la gente che passava. A
un’occhiata superficiale sembrava tutto normale, ma non appena concentrava lo
sguardo su un passante… eccolo, di nuovo!
Soul rimase con la bocca spalancata a osservare meravigliato le
leggerissime fiammelle azzurre nel petto dei passanti, proprio come era accaduto poco prima con Black Star.
« Vedo… vedo le anime come… »
Maka!
Un flash nella sua mente e il sogno ritornò
chiaro e nitido nei suoi ricordi.
Era vero, dunque, era tutto vero! Maka gli aveva ceduto la sua vista
per togliere ai suoi aguzzini l’unico vantaggio che l’anima della ragazza poteva dare loro. Pazzesco… eppure era l’unica spiegazione
possibile.
Il ragazzo continuò a guardarsi intorno come se vedesse Death City per
la prima volta.
« Maka… dunque è così che vedi il mondo… posso
vedere il mondo con i tuoi occhi… »
« Soul! »
« AH! »
Il ragazzo sobbalzò. D’accordo, era una reazione molto
poco adatta a un figo come lui, ma stava
vivendo decisamente troppe emozioni tutte insieme!
« S-Simon! Sei tu? Mi
hai fatto prendere un colpo… »
Il violinista lo guardò molto preoccupato sistemandoci la visiera del
cappellino bianco che indossava:« Black Star mi ha
detto che sei scappato via dopo averlo incontrato… lui sostiene che sia a causa
della sua magnificenza, ma credo che i motivi siano ben altri! Cos’hai? »
Soul lo guardò con occhi sbarrati. Cosa doveva
dirgli? Gli avrebbe creduto o, molto più probabilmente, lo avrebbe preso per
pazzo?
Per di più, continuando a guardarlo, ora poteva vedere anche la sua
anima, azzurra, fluttuante, che si muoveva in modo armonico nell’aria…
osservandola con più attenzione, però, poté notare che la punta tremava
leggermente.
Era preoccupato?
Per lui?
Il tremore aumentò. Soul non sapeva spiegare come, ma sentiva
istintivamente che ora Simon non era più preoccupato.
Era spaventato.
« Soul… da quando i tuoi occhi sono verdi??? »
« Eh? Davvero? »
Il ragazzo si specchiò nel vetro di una finestra. Il volto era il suo,
così come i capelli albini e l’aria un po’ strafottente, ma gli occhi erano
indubbiamente quelli di…
« … Maka… Soul, tu… hai gli occhi di Maka? »
Soul si voltò verso l’amico.
Sì, gli avrebbe creduto, dopotutto…
Lucy ringraziò che né Simon né Kevin fossero in casa. Non sapeva quale
avrebbe potuto essere la loro reazione se avessero visto un Kishin
tranquillamente seduto sul loro divano.
« Grazie. »
« Per cosa? »
« Per aver zittito il tuo orologio, stanotte… »
Lucy sorrise:« Figurati! Per così poco… »
« Non so perché mi succede. »
« Capita a tutti di avere delle fobie immotivate,
non è così strano… »
I due si guardarono negli occhi. Sapevano entrambi che invece era
molto strano, non tanto la fobia in sé, ma il fatto che si fosse presentata all’improvviso, senza un motivo apparente che
potesse scatenarla.
« Piuttosto… ti sei accorta di quell’altra cosa, vero? »
Lucy annuì. Prese un fazzoletto dalla tasca, si bendò e iniziò a
girare su se stessa fino a perdere l’orientamento. Poi, senza alcuna esitazione,
si voltò verso il Kishin e gli puntò l’indice.
« Dovunque siamo, a qualsiasi distanza e in
qualsiasi situazione, sappiamo esattamente in che direzione si trova l’altro… »
« Ma non la distanza. »
Lucy si sbendò:« Perché? Tu sei sul divano,
no? »
La ragazza si guardò intorno e dovette rendersi conto che invece il
demone era davanti alla cucina:« Ho provato a
spostarmi senza fare rumore e tu non te ne sei accorta… hai capito lo stesso
dove mi trovavo, ma non che ero più lontano di prima. E credo che a me succeda le stessa cosa… il pezzo di anima dell’altro richiama
l’originale… »
« Sia come sia, la situazione non cambia! »
Il Kishin sorrise:« E invece saperlo potrebbe
venirci utile, un giorno o l’altro… »
Lucy lo guardò di storto:« Perché? »
Il demone la guardò con tenerezza:« Fai un
lavoro pericoloso, ragazzina, non dimenticarlo mai… ma adesso basta con questi
discorsi! Piuttosto, spiegami cos’è quest’aggeggio, così smetto di fare brutte
figure con Marie! »
La ragazza sospirò osservando l’uomo girare tutto intorno
all’elettrodomestico:« Quello è un televisore, Kishin…
»
« Capisco… è incredibile, eppure… »
Soul si sentì un po’ più leggero. Era bello avere un amico con cui
confidarsi!
Simon gli indicò di nuovo gli occhi:« Adesso
però sono tornati del tuo solito colore! Forse diventano verdi solo se ti
concentri su una persona per vederle l’anima… »
Soul si specchiò nuovamente nel vetro e il riflesso gli restituì lo
sguardo curioso dei suoi occhi rossi.
Il violinista lo guardò ancora per un po’, poi esclamò:« Ho capito! Ecco cosa intendeva la zia! »
« Eh? »
« Ricordi? “Il
verde, Simon, sarà il segnale, verde e non rosso e
potrai andare”… parlava dei tuoi occhi, Soul! »
Il ragazzo lo guardò di storto:« Cos’è, tua
zia mi ha preso per un semaforo? Sappi che non è per nulla figo!
E poi… andare dove? »
« Questo non lo so, ma dopotutto la lettera non è
finita… comunque tu per ora prendi questo! Meglio che per ora la gente non
sappia di questa tua nuova capacità! »
Soul prese con delicatezza il capellino bianco di Simon:« Sì, hai ragione… anche se forse andrebbero meglio un paio
di lenti a contatto oppure degli occhiali da sole scuri! »
« Abbi pazienza, per ora ho solo questo e… »
Soul non ebbe quasi il tempo d’indossarlo che i due ragazzi alzarono
lo sguardo e notarono che qualcosa si stava muovendo nell’aria, una leggera
polverina che si addensò formando la figura di…
« Kevin! Santo cielo, ma
sai che è pericolosissimo volare sotto forma di veleno??? Potevi ucciderci per
sbaglio! »
« Già, ed essere uccisi da un amico non sarebbe per
nulla figo! Ma Lord
Shinigami non te l’aveva vietato? »
Il ragazzo dai capelli rossi si appoggiò sulle sue stesse ginocchia
per riprendere fiato:« Scusate, ma volando vi avrei
raggiunti prima… Soul devi venire con me! Subito! »
« Ok, basta che mi guidi a piedi! »
I tre ragazzi iniziarono a correre. Kevin era troppo agitato per accorgersi che Soul non alzava lo sguardo dal terreno e
che Simon non lo perdeva d’occhio neanche un secondo.
Kevin li trascinò fino alle porte
di Death City. Lì una persona li attendeva.
« Soul! Simon! Kevin vi ha trovati!
»
Simon sorrise, ma Soul no, anche
se non aveva atteso altro per quattro giorni.
« Bentornata, Maka! »
Soul, senza farsi notare, si
piantò le unghie nel palmo della mano. Quanto avrebbe voluto crederci, anche
solo far finta di crederci!
Ma non poteva. Proprio non poteva.
« Ciao, Maka… »
Quelle due parole gli costarono
più fatica di tutta quella corsa.
Avrebbe voluto chiudere gli occhi
e fingere di non vedere.
Ma vedeva.
« Soul! Ti sono mancata? »
Sì, Maka gli era mancata, e gli mancava ancora.
Perché la persona di fronte a
lui, con quell’anima rosso sangue, di sicuro non era la sua
maestra d’armi.
Soul:« Sai, ora che
ho gli occhi di Maka, finalmente ho capito una cosa importante… »
Simon:« Cosa? »
Soul:« Maka… è… »
Simon:« Sì? »
Soul Eater, Polvere incantata, 21 capitolo: Di generazione in generazione! Apriamo la
seconda busta?
Soul:« …È MIOPE!!! Sono anni che le dico di
andare da un oculista, ma lei dice sempre: ”È solo una tua fissa, Soul, io non
ho bisogno degli occhiali!”! Maledetta vanità femminile,
è così poco figa… »
Simon:« … ok… glielo
diremo quando torna, va bene… »
Soul:« E ora che ho
un super potere, mi tocca anche fallato! Tutto questo è molto
pocofigo… »
Ciao
a tutti! Ho finito la sessione di esami di giugno, mi è andata
straordinariamente bene (27 e 28) e in questa settimana di riposo che ho deciso
di prendermi festeggio pubblicando un nuovo capitolo, di cui sinceramente vado
molto fiera! A me è piaciuto molto… poi ora ricevo una marea di commenti che mi
dicono che faceva schifo, ma pazienza!
Come
al solito ringrazio Jan Itor
19 (nella speranza che questo capitolo ti abbia chiarito un po’ le idee!), Sakurax16,
Tokorothx3 (continuano a farti i complimenti per il disegno!), Mitzune_chan e Blue Rock, che si
è recuperata il capitolo che si era persa!
Spero
di poter presto aggiornare e che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Capitolo 21 *** Di generazione in generazione! Apriamo la seconda busta? ***
Di generazione in generazione
Di generazione in generazione!
Apriamo la seconda busta?
« Soul! Io vado a fare la doccia! »
« Sì, fai pure! »
Il ragazzo aspettò che la porta
si richiuse prima di fare un profondo sospiro. Erano due giorni che conviveva
con quella falsa Maka e nessuno sembrava sospettare nulla. Nulla da dire, la sua sosia era una buona attrice, eppure…
La ragazza chiuse la porta del
bagno, con una smorfia di disgusto. Non ne poteva più del corpo di quella
mocciosa! Piccola, piatta come una tavola e per di più una studentessa seria e secchiona, esattamente il contrario del suo carattere!
Eppure era necessario che continuasse a fingere di essere lei, per capire che
fine avesse fatto lo straordinario potere della ragazzina.
Per un attimo pensò al ragazzino
nell’altra stanza. Carino, anche se molto più piccolo di lei.
Pensò di giocare con lui sfruttando le sue attuali sembianze, ma sapeva anche
che il suo maestro si sarebbe infuriato a morte se avesse scoperto che aveva
mandato all’aria la copertura solo per un suo capriccio. E questo non poteva
permetterlo.
Soul non stava più nella pelle.
Come poteva stare con lei e fare finta di nulla se gli occhi della vera Maka
gli ricordavano ogni istante la verità? Certo, le lenti a contatto rosse che
gli aveva procurato Simon funzionavano egregiamente e l’impostore non si era
accorto di nulla, almeno a giudicare dalla relativa tranquillità della sua
anima. Ma per quanto i nervi del ragazzo avrebbero
retto quel gioco di spie?
« Devo uscire, Soul! Vado da Tsubaki per
recuperare i compiti e le lezioni dei giorni in cui sono stata assente! »
« Divertiti! Io devo fare un po’ di
manutenzione alla moto… »
« Allora ciao! »
« Ciao… »
Soul non aveva mentito: poco dopo
si era davvero messo a trafficare attorno alla sua amata motocicletta, ma
sempre con la testa al pensiero che lo tormentava da giorni.
« Posso parlarti? »
Soul alzò la testa e rimase un
po’ sorpreso nel vedere Spirit con aria molto seria che lo fissava.
« Non qui, però. Meglio dentro. »
Soul annuì e, dopo essersi pulito
le mani, seguì il padre della sua maestra d’armi
all’interno.
Vista la
calda giornata, il ragazzo prese due bicchieri di acqua gelata offrendone uno
al suo ospite. Si chiedeva come facesse a
stare con la giacca, mentre lui era in canottiera. Non aveva neanche una goccia
di sudore. Niente da dire, almeno sull’aspetto elegante il padre di Maka era
davvero figo. Ma solo su
quello!
« Sei solo, vero? »
« Sì, Maka non c’è… »
« Quella non
è Maka. »
Per un pelo il bicchiere che Soul
stava stringendo fra le mani non finì in frantumi.
« Cosa… »
« Quella non è Maka. »
Soul si sedette sul divano, con
il cuore a diecimila e un grosso peso che gli si toglieva dallo stomaco:« Allora non sono pazzo! Sarebbe stato davvero poco figo diventare matto a questa età! Ma
tu come hai fatto ad accorgertene? »
Spirit sorrise:«
È vero, io e mia figlia non andiamo d’accordo, litighiamo un giorno sì e
l’altro anche, ma è sempre la mia bambina! La sua sosia
è fisicamente perfetta, ma sembra non conoscerla molto bene… si limita soltanto
a comportarsi come una tranquilla ragazzina amante dello studio! E noi sappiamo
bene che Maka non è così… »
Soul si passò una mano nei
capelli:« Già… non credevo proprio che un giorno mi
sarebbero mancati i suoi Maka-chop! Da quando è tornata non me ne ha tirato neanche uno… »
« E quando ho provato a invitarla a passare la
domenica con me ha accettato subito, persino con un sorriso smagliante in
volto! »
Soul rabbrividì:« Un incubo… »
Spirit sorrise un po’
tristemente:« Appunto. E tu invece? »
« Io cosa? »
« Non vorrai farmi credere di esserti accorto
che quella non è Maka solo perché non ti ha tirato nessuna enciclopedia in
testa! »
Soul lo guardò con un po’ di
esitazione, poi annuì e si tolse le lenti a contatto,
rivelando i limpidi occhi verdi della ragazza scomparsa.
Spirit non si stupì, non fece una
piega:« Lo immaginavo… anche se ai miei tempi non
c’erano quelle cose da mettersi sugli occhi! »
« Non… non credo di aver capito… »
La falce della Morte ridacchiò:« Immagino… fammi indovinare: Maka ti è apparsa in sogno, ti
ha appoggiato le dita sugli occhi e al tuo risveglio hai scoperto di vedere le
anime come lei! »
Soul fece una faccia sconvolta:« E tu come… »
« Perché sua madre, tanti anni fa, lo fece a
me. »
« Pazzesco… »
« Ritieniti onorato, Soul: quel procedimento si
può fare solo una volta nella vita e solo in caso di grave pericolo! Se Maka ha
deciso di condividere i suoi occhi con te deve davvero fidarsi molto… »
Soul fece un sorriso un po’
strafottente:« È normale, sono la sua arma! Se così
non fosse, saremmo una coppia di arma e maestro davvero poco figa! »
Spirit lo guardò, come se Soul
non avesse colto il vero significato delle sue parole:« Anni
fa la mia ex moglie partì da sola per andare a trovare i suoi genitori, che
abitavano lontano da qui. Durante il viaggio venne
catturata da dei briganti e successivamente rivenduta a delle uova di Kishin
dalle intenzioni… non proprio amichevoli, ecco. Al rifiuto della madre di Maka di far loro da schiava, minacciarono di cavarle gli occhi. Pensava
scherzassero, poi videro che ad altre ragazze l’avevano fatto davvero. Prima di
mangiarsi le loro anime, ovviamente! »
Soul deglutì. Peggio di un film
horror.
Spirit continuò:« Allora apparve in sogno anche a me, donandomi i suoi occhi
perché il suo dono non andasse perduto. Mi disse di non venire a salvarla, che
era troppo pericoloso. I suoi occhi erano il suo regalo d’addio. »
« E poi? »
« Non l’ascoltai. Ero giovane e innamorato. Un
folle, a ripensarci ora! Scappai da Death City con un grosso paio di occhiali
da sole per cercarla. Poco dopo mi raggiunsero Stain e Marie per fermarmi, ma
poi li convinsi a venire con me. Con il loro aiuto, la raggiunsi e la salvai.
Con quelle uova di kishin arrivai proprio alle famose 99
anime necessarie per diventare falce della Morte. »
Soul non commentò. Aveva capito
perché i genitori di Maka si erano innamorati e sposati. Quale donna avrebbe
resistito a un principe azzurro corso al suo salvataggio? Ed ecco anche
spiegato perché Spirit non si fosse mai allontanato da Death City, nonostante
la figlia lo odiasse. Non voleva che per andarlo a trovare subisse lo stesso
destino di sua madre. A pensarci, forse era per questo che
le aveva sempre impedito di raggiungere sua madre da sola, senza di lui. Non
era gelosia. Non era per impedire alla ex moglie di
parlar male di lui. Era per proteggerla durante il viaggio.
Ma il racconto gli aveva dato un'altra cosa su
cui riflettere. Le parole di Maka erano le stesse che aveva pronunciato sua
madre. Un caso? Destino? Oppure la ragazza conosceva l’episodio?
Si sarebbe continuato così, di
generazione in generazione? Forse anche i figli di
Maka, un giorno, si sarebbero ritrovati di fronte a lui con un bicchiere
d’acqua in mano, mentre raccontava loro quell’assurda
vicenda!
« Vai da lei. »
« Eh? »
« Maka assomiglia tanto a sua madre. Ti avrà
chiesto di non andare, ma la vuoi sapere una cosa? Nonostante il divorzio,
nonostante tutti gli errori della mia vita… quel salvataggio è l’unica cosa di
cui non mi sia mai pentito! Perché mi ha dato la cosa più bella della mia vita…
la mia bambina… »
Soul arrossì leggermente. Non si
sarebbe mai aspettato di sentire da Spirit delle frasi di
quel genere!
« Allora, andrai? »
« Eh? Sì, certo! »
Spirit annuì:« Ora
che tutti credono che Maka sia tornata, il divieto di Lord Shinigami di uscire
da Death City è caduto. Potrai andartene tranquillamente e
io coprirò la tua fuga per qualche ora. E cercherò anche d’impedire alla falsa
Maka d’inseguirti. »
« Grazie. »
« Mi sembra il minimo! Verrei anch’io, ma il ruolo
di falce della Morte m’impedisce di allontanarmi da
Lord Shinigami e molto probabilmente sarò più utile qui a farti da copertura. E
poi non ho più l’età per correre a salvare principesse! »
« Capisco… ah, Spirit? »
« Sì? »
Soul gli fece l’occhiolino:« Riusciresti a coprire la fuga di altre tre persone? »
« Tienti forte! »
« Certo! »
La moto di Soul rombò e partì a
razzo, mentre Simon, con un po’ di fatica, cercava di mantenere l’equilibrio
necessario a non sfracellarsi al suolo. Sopra di loro Lucy e Kevin, trasformati
in polvere, li seguivano volando e cercando di non farsi notare troppo dalle
guardie all’ingresso di Death City. Soul sgommò prima che quest’ultime cercassero di fermarlo per chiedergli spiegazioni. Simon,
che odiava la velocità, iniziò a pregare in tutte le lingue che le sue mani
riuscissero a non mollare la presa sulla vita dell’amico. Sapeva che la moto
era il modo più veloce per raggiungere Maka, ma proprio non sopportava quegli
aggeggi spaccatimpani!
« Ok, ora può bastare. Mi fermo! »
La moto rallentò fino a fermarsi,
mentre Lucy e Kevin riprendevano forma umana e Simon scendeva dalla moto
baciando il ritrovato terreno.
Soul, finalmente libero dalle
lenti rosse, li squadrò uno a uno con gli occhi verdi smeraldo:« Ok, vi ho chiesto di venire perché so che avevate tutti e
tre dei sensi di colpa nei confronti di Maka e perché se l’aveste scoperto dopo
probabilmente mi avreste ucciso in modo poco figo per
non avervi avvertito. Però ora devo chiedervelo: siete
sicuri di voler venire? È una missione non autorizzata, molto pericolosa, che
probabilmente inciderà parecchio sul voto di condotta alla Shibusen… se volete
tornare indietro siete ancora in tempo per farlo! »
Simon scoppiò a ridere:« Soul! Ma quando mai mi è
importato qualcosa dei miei voti a scuola? »
Lucy rincarò da dose:« Ma ti pare che potrei lasciare un’amica in difficoltà, per
di più visto che si è cacciata nei guai per proteggere me? E poi devo scoprire
la verità sul Kishin per mantenere la mia promessa! »
Kevin concluse:«
Per quanto mi riguarda, come diresti tu, sarebbe poco figo
per un uomo lasciare una dolce donzella in difficoltà! »
Soul lo guardò di storto:« Quando mai Maka è stata una “dolce donzella”? »
« Chi ha parlato di Maka? Io pensavo a Lucy,
che tanto si metterà di sicuro nei guai! »
« Ehi! »
Tutti scoppiarono a ridere.
« Ok, ricapitoliamo: chi ha la bussola? »
Lucy alzò la mano:« Io! E l’ovest è… da quella parte! »
Soul sorrise:« Bene,
cosa aspettiamo? »
Simon sventolò una busta:« Aspettiamo questa, Soul! Credo che sia giunto il momento
di leggere la seconda lettera di mia zia! »
Tutti annuirono e il ragazzo aprì
la busta.
“Eccovi
riuniti nel deserto dorato,
pronti a salvare chi è stato catturato.
A ovest, sì, dovrete andare,
ma a un certo punto vi dovrete fermare.
Un oscuro muro diroccato è la
vostra meta,
una rovina che nasconde una botola segreta.
È fresca la via sotterranea che
vi raccomando,
ma trappole e ostacoli vi andranno rallentando,
mentre una giostra vi aiuterà l’uno l’altro a
capire,
altre persone vi proveranno a inseguire.
Cade in trappola il gruppo
salvatore,
ma guidato da un nome e dall’onore
il protagonista della vicenda arriverà
per guardare in faccia chi rovinato l’ha.
Nei bivi, nei dubbi, qualcuno la
via saprà,
chi la vista segreta custodire dovrà;
la direzione indicata è quella corretta
fidatevi di chi non ricorda di averla detta.
Mille
altre cosa avranno
da venire,
ma non è il caso che le stiate a sentire,
perché quando il passato,
Simon, mio nipote adorato,
avrai ricordato,
il mio compito sarà infin
terminato.”
« Allora? Chi si offre per la parafrasi?
Accettiamo volontari! »
Kevin rispose:«
So qual è il muro diroccato. »
Tutti lo guardarono sconvolti:« Da questa parte, a circa un giorno di cammino. Ma volando e con la moto faremo molto prima! »
Soul salì a cavalcioni della
moto:« Bene, allora cosa aspettiamo? »
Simon lo seguì, allacciandosi
distrattamente il casco. Il tono della lettera non gli era piaciuto e quel poco
che aveva capito gli aveva fatto sorgere un milione di
domande. Ma non aveva altra scelta che andare avanti, insieme agli altri.
Maka:« Ciao papà!
Hai visto Soul? »
Spirit:« È andato
dal meccanico per la sua moto… sembra avesse un problema al carburatore… »
Maka:« Capisco… »
Spirit:« Ok, allora
vado! »
Maka:« Va bene! Ci
vediamo domenica, allora! Non vedo l’ora! »
Soul Eater, Polvere incantata, 22 capitolo: Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta
questa gente lo si può ancora definire deserto?
Spirit:« Non so se
commuovermi o disperarmi per l’ultima frase… oh, il cellulare! Pronto? »
Lord Shinigami:« Spirit!
Hai visto per caso Lucy o Simon o Kevin? »
Spirit:« Ok, devo
disperarmi! »
Ciao
a tutti! Capitolo un po’ più breve, ma che io ritengo abbastanza intenso. È l’introduzione
a una nuova grande avventura, ve l’assicuro!
Ma ora
basta, passiamo ai ringraziamenti per i commenti a Jan
Itor 19, Mitsune_chan, Tokorothx3
e Sakurax16.
Dovete
scusarmi, ma sono un po’ presa dagli ultimi due esami che devo dare… pedagogia
speciale e matematica! So che sono un po’ lenta con gli aggiornamenti, ma vi
assicuro che non mi dimentico di voi!
Capitolo 22 *** Ricordi che salvano e tormentano! Ma con tutta questa gente lo si può ancora definire deserto? ***
Ricordi che salvano e tormentano
Ricordi che salvano e tormentano! Ma con
tutta questa gente lo si può ancora definire deserto?
Il gruppo continuò ad avanzare
verso ovest fino al calar della notte. La temperatura si abbassò di botto e
tutti furono d’accordo a fermarsi.
Simon scese dalla moto con le
gambe tremanti giurando a se stesso che alla fine di quella storia non sarebbe
mai e poi mai più salito a bordo di una motocicletta. Soul sorrise nel vedere
la faccia sconvolta dell’amico, mentre Lucy e Kevin riprendevano forma umana.
La ragazza si asciugò il sudore
dalla fronte:« Fiù! Era
dalla missione al Principato di Nisty che non
rimanevo trasformata così a lungo in sonnifero! »
Kevin la guardò sorpresa:« Sei stata al Principato di Nisty?
Credevo che nessuna arma ci potesse entrare! »
Lucy sorrise. E già, a quei tempi
Kevin non era ancora entrato nella squadra! Mentre montavano le tende, la
ragazza raccontò volentieri al compagno quella vecchia avventura, mentre Soul
si avvicinò a Simon.
« Stai ancora pensando a quella lettera? »
Il violinista annuì:« Ci sono molte cose che mi danno da pensare, Soul… prima
fra tutte il fatto che mia zia ha annunciato che questa sarà l’ultima! E per ben
due volte mi ha detto che devo ricordare qualcosa… ma cosa? »
« A me preoccupa il fatto che debba essere io a
guidarvi! »
« Eh? »
Soul prese dalla tasca dell’amico
la lettera e rilesse ad alta voce il punto a cui si
riferiva:« “Nei bivi, nei dubbi, qualcuno
la via saprà, chi la vista segreta custodire dovrà; la direzione indicata è
quella corretta fidatevi di chi non ricorda di averla detta.” »
Poi sorrise:« Sono
io quello che custodisce la vista segreta, no? E dopo una dichiarazione del
genere, sarebbe poco figo da parte mia sbagliare
strada! Anche se non capisco in che senso non dovrei
ricordare le indicazioni… »
« Non capisco nemmeno chi sia il protagonista
della vicenda… tu? Maka? Lucy? »
Soul sorrise:« So
solo che mentre stiamo qui a spaccarci la testa, Lucy e Kevin hanno già
preparato la cena! »
Simon si voltò, sorpreso nel
vedere già tutto pronto. L’amico di sempre gli mise un braccio attorno al
collo:« Andiamo! »
Dopo la cena tutti insieme, il
gruppo si divise di nuovo in due coppie. A dirla tutta, in realtà Simon aveva
iniziato a mostrare a Lucy le costellazioni e Soul e Kevin si erano allontanati
cercando di non farsi notare.
« Lasciamo pure i piccioncini da soli… tanto
sono in un mondo tutto loro, non si accorgeranno neppure della nostra assenza!
»
« Già, chissà quando si renderanno conto di
essere una gran bella coppia… »
I due ragazzi si stesero sulla
sabbia.
Kevin sospirò tirando su la zip della sua adorata felpa nera e Soul ne approfittò per
domandargli una cosa che si era chiesto per tutto il giorno:« Come fai a sapere
dov’è la rovina che stiamo cercando? »
Il ragazzo dai capelli rossi
chiuse gli occhi, quasi come se volesse far finta di essersi addormentato e
ignorare la domanda.
« Sono già stato in questo deserto. »
Soul stava per chiedergli quando,
ma Kevin lo anticipò:« Con Blaze. E non è stato un
viaggio di piacere, come puoi immaginare… »
La falce si zittì immediatamente.
Con la coda dell’occhio poteva vedere bene l’anima di Kevin agitarsi.
« La rocca abbandonata era il punto di ritrovo
per tutte le uova di Kishin che lo seguivano. Io ero sempre al suo fianco, non
mi lasciava mai da solo, per non farmi comprendere come stavano veramente le
cose, probabilmente… ecco, vedi quella palma laggiù, in lontananza? È tutto
quello che rimane di una fiorente oasi dove vivevano dei beduini con le loro
famiglie. Li ho uccisi tutti io, su ordine di Blaze. O
almeno credo, i miei ricordi sono un po’ confusi, ero piccolo… ma ricordo la
gente che correva! Le loro urla di terrore mi tiene
sveglio ogni notte… insieme alle grida di tutte le persone che ho ucciso con il
mio veleno… sto cercando di redimermi, credo, ma ho il terrore che le mie
vittime una notte mi vengano a prendere per farmi patire le loro sofferenze!
Avrebbero solo ragione… »
Soul non sapeva bene cosa
rispondere. Conosceva la storia di Kevin e sapeva che certi rimorsi non vanno
mai via tanto facilmente.
« Cosa mi rende diverso da un kishin? Ho ucciso
come loro! »
« L’anima, Kevin… »
« Eh? »
Soul sorrise, allo stesso modo in
cui l’avrebbe fatto Maka se si fosse trovata nei suoi panni:«
La tua anima è azzurra e pura, Kevin! Io la vedo… è pura come quella di
un bambino! Un bambino forse un po’ ingenuo che è stato ingannato… non sei un
kishin, togliti dalla testa questo pensiero! Ti fidi di me? Non ingannerei mai
un amico, non sarebbe per nulla figo! »
Kevin sorrise e infilò la mano
nella manica:« Grazie, Soul, mi togli un peso dal
cuore… »
E, ispirato dalla malinconia e
dalla luna piena, iniziò
a suonare il suo flauto.
Soul lo ascoltò volentieri fino a
che i suoi occhi riuscirono a rimanere aperti, poi cadde addormentato insieme a Simon e Lucy. Kevin suonò ancora per un pochino
con gli occhi sempre fissi a quella palma che testimoniava il suo incubo.
Infine s’addormentò anche lui, per una notte, almeno
una, libero da vecchi rimorsi.
« Simon, alzati… »
« Uhm? Che c’è? La colazione è pronta? »
Soul lo scosse più forte:« No, in compenso ci stanno per essere serviti guai a
volontà… ti piacciono i buffet? »
Simon spalancò gli occhi di
scatto e guardò oltre la duna.
« Brutta situazione… »
« Per nulla figa… »
Un gruppo molto numeroso, di
almeno una cinquantina di uova di kishin, si stava
avvicinando con intenzioni poco amichevoli, ovviamente.
« Non è normale… forse qualcuno li sta
manovrando… »
Kevin iniziò a sudare freddo. Se
non si fosse mangiato lui stesso l’anima di Blaze,
avrebbe giurato che ci fosse lui dietro a tutto questo. Lo stile era il suo.
Per un attimo pensò di essere tornato indietro nel tempo. Sì, forse, alzando lo
sguardo, avrebbe rivisto se stesso bambino, con gli occhi spenti e tristi e al
suo fianco l’incubo che non lo avrebbe mai abbandonato del tutto… Blaze…
No, doveva reagire! Nessun
viaggio nel tempo, niente Blaze, niente di niente! Era solo il presente. E lui
doveva fare qualcosa.
Simon aveva già impugnato Soul.
Si erano messi d’accordo fin dall’inizio che in caso di combattimento, essendo
un’anomala squadra di tre armi e un maestro, il violinista avrebbe usato lui
perché delle tre armi era quello meno abituato ad agire da solo. Non avrebbe
avuto particolari problemi, era abituato ad usare una
falce con Lucy.
« Lucy, facciamolo! »
La ragazzo guardò Kevin stupita:« Ma Lord Shinigami
ce l’ha proibito! »
Il ragazzo sbuffò:« Siamo fuori dalla Shibusen, Lucy! Quando la pianterai di
essere così ligia alle regole? E poi aveva detto “salvo casi di emergenza”…
questa non lo è? »
Lucy lo guardò un po’ dubbiosa,
poi annuì.
Simon disse a Soul di ritornare
normale e di allontanarsi da loro di almeno una ventina di passi.
« Anzi, a ripensarci, forse è una cinquantina è
meglio… »
« Addirittura? Che hanno intenzione di fare? »
« Sincronizzano le anime… ed è meglio essere
lontani quando lo fanno! »
Soul lo guardò di storto:« Ma di solito la sincronizzazione di anime non si fa fra
maestro e arma? »
Simon sorrise:«
Essendo in tre abbiamo deciso di provare tutte le possibili
combinazioni, e ti assicuro che sono uscite cose interessanti, anche se a dir
la verità non le abbiamo mai usate in battaglia… soprattutto per il divieto di
Lord Shinigami di usare il veleno di Kevin! »
Soul guardò Lucy e Kevin con aria
un po’ preoccupata. Si erano messi l’uno di fronte all’altra, stringendosi
entrambe le mani. Lucy era un po’ pallida.
Simon si morse un labbro:« Hanno chiamato la loro tecnica “Turbine dell’oblio”… »
« Un nome molto figo,
non c’è che dire! In cosa consiste? »
« Ora vedrai! »
I due ragazzi iniziarono a girare
su loro stessi trasformandosi lentamente in polvere e creando una tromba d’aria
che luccicava d’argento e porpora. Affascinante quanto letale.
« Sto iniziando a farmene un’idea… »
Simon aggiunse:«
Nulla sfugge a quella tromba d’aria. Se hai fortuna
t’addormenti, altrimenti muori. Hai il 50% di possibilità. »
« Figo… »
I demoni caddero, uno dopo
l’altro, sotto lo sguardo allibito del ragazzo. Alcuni erano morti, altri solo
addormentati. Soul lo capiva subito dalle loro anime. Quando il turbine
lentamente scemò, sia Lucy che Kevin tornarono umani,
più o meno nella stessa posizione in cui erano partiti. Più o
meno, perché Lucy aveva il suo solito problema e Kevin dovette
acchiapparla al volo per impedirle di cadere a terra barcollando.
« Non… non mi piace girare in tondo… »
Simon sorrise teneramente. Si
voltò verso Soul per sentire un suo parere, ma vide che il ragazzo era perso
all’orizzonte.
« Ce n’è ancora uno… vedo la sua anima
luccicare… lassù, arrampicato su quella palma! »
Kevin si voltò di scatto:« Cosa? »
Era vero: c’era ancora un uovo di
kishin che per salvarsi dalla strage si era arrampicato. Kevin strinse i pugni.
« Non lì. »
« Kevin! Dove vai? »
Inutile, il ragazzo non ascoltava
più nessuno. Aveva solo in mente quella pianta e le urla che aveva
sentito ai suoi piedi tanti anni prima. Lucy cercò di raggiungerlo, ma non
aveva ancora recuperato sufficiente equilibrio per volare velocemente come lui
e fu costretta a ritornare con i piedi per terra.
« TU. TOGLI LE TUE SUDICIE MANI DA QUELLA PALMA! »
Il demone sorrise:« Altrimenti? È solo una pianta, no? »
Kevin lo avvelenò senza
aggiungere altro e inghiottendo rapidamente la sua anima. Respirò profondamente
più volte a occhi chiusi prima di calmarsi. Poi appoggiò una mano sul tronco.
« Sì, lo so, sei solo una pianta… ma mi sembra
di avere un debito nei tuoi confronti… ti ho tolto la felicità, tanti anni fa,
per colpa di un demone; ti ho tolto chi si prendeva cura di te… non posso più
fare nulla per loro, purtroppo, ma non sopportavo l’idea che altre uova di
kishin ti venissero a importunare ulteriormente! »
Kevin si diede dello stupido:
stava parlando con una palma! Poi, però, notò qualcosa vicino al tronco… e
lentamente i frammenti dei suoi ricordi d’infanzia iniziarono ad andare a
posto…
« KEVIN!!! »
Soul e Simon si stavano
avvicinando con la moto, mentre Lucy lo raggiunse in volo, dopo essersi
finalmente ripresa.
Non appena Soul mise i piedi a
terra, Kevin lo afferrò per le spalle scuotendolo:« Avevi
ragione!!! Avevi ragione tu!!! Non li ho uccisi io!!! »
Soul non afferrò subito il
discorso, mentre Simon e Lucy, ignari del discorso,
non capivano cosa potesse essere successo di tanto importante al loro compagno
da fargli perdere il suo leggendario sangue freddo.
« Ricordavo male! Non era qui che c’era l’oasi!
Questa era la nostra base, quella mia e di Blaze! Sì, vennero dei beduini, sì, vennero uccisi, ma non da me! Fu Blaze a farlo, perché non
rivelassero la nostra copertura! D’accordo, ho ucciso altra gente, ma questi…
almeno questi… »
Soul sorrise, Lucy lo abbracciò
dolcemente mentre Simon gli diede una pacca sulla spalla. Almeno uno dei pesi
del cuore di Kevin era stato tolto.
Il ragazzo dagli occhi rossi
rifletté:« Un attimo: ma se questa era la vostra base…
»
Kevin sorrise:«
Esatto, Soul! Benvenuti alla rocca nera! È questa quella stavamo cercando,
no? »
Già, in effetti
dietro la palma c’era un muro diroccato di pietre nere, fredde come il
ghiaccio. Analizzandola con più calma, Simon trovò una botola coperta da assi
di legno tarlato e polveroso che vennero via
facilmente.
« Ci siamo! »
« Maka, stiamo arrivando! »
Il gruppo iniziò a scendere nel
sottosuolo senza esitazioni. Solo Kevin si fermò un istante a guardare quella
palma che per tanti anni aveva tormentato i suoi incubi e custodito i suoi
segreti.
« Grazie… »
E, trattenendo il fiato come se s’immergesse in acqua, si buttò nell’oscurità del
sottosuolo.
« Allora, sicura che la direzione sia quella
giusta? »
« VE L’ASSICURO IO, FIDATEVI DI UNA DIVINITÁ! SONO DA QUELLA PARTE! »
« Veramente l’ovest è dalla parte opposta… »
« Tsubaki, vuoi davvero che una divinità come
me vada nella direzione del tramonto? L’alba è più adatta a una figura come la
mia! »
Tsubaki sorrise come al solito al suo maestro, anche se la bussola che aveva in
mano gli indicava la direzione opposta. Solo Liz sembrava darle un po’ retta,
mentre Patty cercava di consolare Kid perché le dune non erano simmetriche.
« Con tutta questa gente, tutto sembra fuorché
un deserto! Ci vuole ancora molto? Sono già stufa di questo panorama… e di voi!
»
Kid sembrò risollevarsi dal suo
stato depressivo:« Siamo appena partiti! »
Osservò ancora una volta quella
criniera di capelli biondi perfettamente simmetrica, tenuta a posto da quel
grosso cerchietto rosso. Giusto la simmetricità dei
capelli impediva al ragazzo di saltarle addosso. E le parole di suo padre.
« Ragazzi, abbiamo un’emergenza! »
Kid guardò un po’ sorpreso suo padre che, una
volta tanto, aveva un tono di voce quasi serio. Doveva essere successo qualcosa
di veramente grave per convocare lui, Liz, Patty, Black Star e Tsubaki così
all’improvviso.
« Nulla che una divinità non possa risolvere! »
« Bene, perché il tuo migliore amico è
scomparso! »
Tutti risposero in coro:« COSA?
»
Lord Shinigami continuò, elencando sulle dita
dei suoi guantoni gli sperduti:« E con lui anche Lucy,
Simon e Kevin… avete idea di dove possano essere? »
I ragazzi si guardarono perplessi. In quel
momento Maka entrò senza bussare spalancando le porte. Solo allora Tsubaki notò
l’assenza dell’onnipresente Spirit affianco di Lord Shinigami.
« Lord Shinigami! La prego, mi faccia andare a
cercare Soul! »
Il preside le fece segnò di no col dito:« No, no, no, no, mia cara Maka! Non sarebbe giusto! Ho
impedito a lui di inseguirti, devo fare lo stesso anche con te! »
Maka protestò per un po’, quasi con le
lacrime agli occhi, poi girò i tacchi e se ne andò, apparentemente offesa.
Black Star diede una gomitata a Kid:« Non hai visto nulla di strano? »
« La reazione di Maka, dici? Un po’ troppo
melodrammatica per essere da lei, forse… »
Il ragazzo scosse la testa:«
Parlavo dello sguardo omicida che ha rivolto al mio collega divinità…
non è da Maka, lei ha un profondo rispetto per gli dei come il sottoscritto… »
« Sicuro di quel che dici? »
Black Star alzò il pollice:«
Sono un assassino, conosco certi sguardi… »
Lord Shinigami riprese come se nulla fosse
successo:« Voglio che andiate a cercarli! »
« Agli ordini! »
« Il professor Stain mi ha detto di dirvi che
il Kishin, che è in grado di sentire in che direzione si trova Lucy, consiglia
di dirigersi verso ovest… sempre che non si siano divisi, ovviamente! »
Tsubaki iniziò a riflettere. Ovest? Dove
aveva già sentito questa cosa?
« Ah, ancora una cosa! Vi accompagnerà un’altra
persona… »
Già, era così che era entrata in
scena quella mocciosetta bionda dai grandi occhi
azzurri e dall’aria perennemente arrabbiata e aggressiva. Kid non sopportava
che volesse comandare lei e il modo con cui guardava tutti dall’alto verso in
basso, nonostante fosse più piccola di loro. Non le piaceva neppure il fatto
che non fosse né una maestra né un’arma, ma una
semplicissima civile, armata di due normalissime pistole alla cintura e di due
grossi fucili con puntatore legati alle spalle in modo assolutamente non
simmetrico.
Ma doveva avere pazienza e sopportare, come
tutti gli altri. E proteggerla, come gli aveva chiesto di nascosto il padre.
Perché, oltre che una maledetta
testarda cocciuta, lei era…
Simon accese un cerino. Era molto
buio e umido, lì sotto. Quasi non si credeva che si trovassero
davvero sotto il deserto! Eppure la sabbia c’era, a giudicare dagli occhi che
bruciavano. Doveva essergliene entrata un po’…
« Andiamo? »
Soul lo incoraggiò e lui lo
seguì, con addosso un brutto presentimento.
Black Star:« Salutate
la vostra divinità, abitanti di Death City! Sto per lasciare per un po’ le
vostre oscure vite per un’importante missione! Ma
tornerò, statene certi! »
Commerciante 1:« E
chi ti vuole? Per me te ne puoi andare benissimo! Buona giornata! »
Black Star:« Insolente!
Ti accorgerai della mia assenza quando il sole non sorgerà più! »
Soul Eater, Polvere incantata, 23 capitolo: Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce?
Commerciante 2:«
Piuttosto, prima di partire, paga i tuoi debiti, ragazzo! Mi devi un bel po’ di
soldi! »
Black Star:« Non ti
basta la pubblicità che faccio venendo a comprare da te? »
Commerciante 2:«
Assolutamente no! »
Black Star:« Ok…
Tsubaki, uscita di scena in stile ninja! »
Commerciante 2:«
Maledetto! Credi di cavartela solo con il fumogeno? Torna qui! »
Black Star:« Che ti
avevo detto, Tsubaki? Death City sente già la mia mancanza! »
Tsubaki:« Vero! Ma
ne riparliamo quando avremo smesso di correre… »
Ciao
a tutti! Nonostante gli ultimi esami all’università, sono ancora riuscita ad
aggiornare, sono fiera di me.
Prima
di tutto… con questo capitolo è un anno che vi tengo in sospeso con questa
storia! Incredibile ma vero! Facciamo quasi il compleanno insieme! XD
Altra
cosa: so che il video con la canzone di questo capitolo non c’entra nulla con
la storia, ma non ho trovato la canzone in altro modo, chiedo scusa!
Detto questo ringrazio Tokorothx3, Sakurax16, Jan Itor
19 e Blue Rock per le recensioni, e un ringraziamento
speciale anche a Red Flames, che ha cominciato a
leggere la storia lasciando delle stupende recensioni! Ok, prima che legga
questo ringraziamento ci vorrà un po’, visto che è al
secondo capitolo, ma faccio il tifo per lui!
Bene,
a questo punto vi saluto e vi aspetto tutti al prossimo capitolo!
Capitolo 23 *** Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce? ***
Una compagna di viaggio molto acida
Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce?
Soul, Simon, Kevin e Lucy
camminavano lentamente, anche a causa della poca illuminazione. Per fare un po’
di luce avevano infatti solo qualche fiammifero e la torcetta delle chiavi di Simon. Non avevano parlato molto,
per paura di perdersi qualche trappola. La zia, dopotutto, era stata molto
chiara su questo punto.
« Simon, stai bene? »
Lucy si era avvicinata un po’
preoccupata al suo maestro d’armi.
Simon le sorrise:« Tutto a posto, tranquilla! Perché me lo chiedi? »
« Mi sembri un po’ pallido… e continui a
sfregarti gli occhi! »
« Davvero? Non me ne sono
neanche reso conto… »
« Attento! »
Kevin afferrò Simon giusto in
tempo.
« Un… burrone? In un tunnel? »
« Guarda meglio: sotto ci sono delle lance!
Ancora un passo e saresti stato un puntaspilli! »
Soul guardò la
trappola perplesso:« Ma è una cantina o una castello medievale? »
Lucy sorrise:« Forse
è la cantina di un castello medioevale! »
Kevin sospirò:«
Meglio tenere gli occhi ben aperti… e questo vale soprattutto per te,
Soul! Avvertici se vedi anime sospette! »
Il ragazzo annuì e il silenzio
calò nuovamente sul gruppo.
Continuarono così per almeno un
paio d’ore, prima che Simon rompesse il silenzio:« Ma
che razza di posto è? Abbiamo schivato tre corridoi con le frecce che partivano
dai muri, le torce che tentavano di carbonizzarti se ci passavi davanti, almeno
sette precipizi… »
Kevin lo corresse noncurante:« Dimentichi i due corridoi con il soffitto che si abbassava
ad ogni passo! »
« Ecco, appunto! »
Lucy continuò:«
Chiunque abbia costruito questo posto, ci tiene alla sua sicurezza!
Dubito che in queste cantine ci tenga le marmellate… »
Soul continuò ad avanzare
appoggiandosi al muro:« Questo punto è particolarmente
buio… e non è figo… »
Kevin notò solo allora che
l’ultimo mattone su cui si era appoggiato Soul era rientrato nel muro e lì era
rimasto. Provò ad avvertire i compagni, ma prima che potesse fare qualcosa, il
pavimento si alzò isolando Soul da tutti gli altri.
« Ragazzi! »
Dal punto di vista di Soul i suoi
compagni di viaggio erano rimasti intrappolati in una
semi sfera gigantesca uscita dal pavimento che iniziò quasi immediatamente a
ruotare su se stessa a forte velocità. Le urla terrorizzate di Lucy e Simon
fecero rizzare i candidi capelli del ragazzo in modo decisamente
non appropriato al suo stile figo. Non sapendo come
fermare quella giostra infernale, Soul iniziò a tastare la parete nella
speranza di trovare qualche interruttore nascosto. Dopo circa un minuto la
giostra rallentò fino a fermarsi, anche se Soul non capì se fosse stato merito
suo o se il meccanismo avesse agito in maniera indipendente dalle sue azioni.
Lentamente e sollevando un bel po’ di polvere, le pareti si abbassarono
lasciando sul pavimento i tre ragazzi molto scombussolati.
Soul si avvicinò di corsa:« State bene? »
Simon lo guardò sorridendo in
modo ebete e ondeggiando paurosamente:« Se con “bene”
intendi come se fossimo appena usciti da una vecchia lavatrice dopo la
centrifuga con l’ammorbidente, allora sì, sto bene! »
Kevin respirò profondamente per
un minuto, poi, con un po’ di difficoltà, appoggiandosi alla parete, si tirò in
piedi. Rimase a ondeggiare ancora qualche secondo, poi sembrò recuperare il
pieno controllo di sé.
« Fiù! Pensavo peggio! Dopotutto era anche
divertente! »
Simon lo fulminò:« Parla per te! Io sto ancora aspettando che il mondo si
fermi per scendere dalla giostra! »
Kevin rise:« Ma
cosa vuoi che sia dopo tutte le trappole che abbiamo visto! Questa era l’unica
che non mi sembrava potenzialmente mortale! L’unica persona per cui poteva
essere letale era… »
I tre ragazzi sbiancarono. In
effetti, non avevano ancora sentito la sua
voce, da quando era finita…
Simon si rimise in piedi di
colpo, barcollando un po’ per lo sforzo:« Ehm… Lucy? »
Nessuna risposta.
« Lucy? Ci sei? Sei ancora viva? »
I ragazzi si guardarono
seriamente spaventati. Se Lucy stava male a girare su se stessa anche solo
quando si trasformava in boomerang, chissà dopo un’esperienza del genere…
Dopo qualche secondo videro la
ragazza uscire da dietro l’angolo, con la faccia peggiore che le avessero mai
visto. Si trascinava con le braccia contro il muro, aveva la faccia pallida e
tirata come un lenzuolo e una faccia da zombie che non
aveva nulla da invidiare al professor Sid.
« Se ci tenete al pranzo che avete mangiato,
non girate quell’angolo, ve lo consiglio. »
I tre ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.
Simon sorrise:«
Insomma stiamo tutti bene! »
Lucy gli piantò un’occhiataccia
Il ragazzo si corresse:« Bè, più o meno! »
« Siete sicuri di stare bene? Le vostre anime…
mi sembrano un po’ diverse da prima! »
Soul li osservò tutti e tre
attentamente con gli occhi di Maka.
« In che senso “diverse”? »
« Se lo sapessi, Kevin, ve lo direi! Vedo le
anime solo da qualche giorno! »
Simon provò a calmare gli animi:« Forse è solo perché siamo ancora un po’ scombussolati…
ehi, dov’è Lucy? »
Kevin indicò la direzione:« Ha di nuovo girato l’angolo correndo come una pazza con
una mano sulla bocca… fossi in te non approfondirei! »
Di comune accordo, decisero di
fermarsi fino a quando Lucy non si fosse ripresa del tutto. Simon e Kevin
sembravano relativamente tranquilli, ma Soul non riuscì
proprio a staccar loro gli occhi da dosso.
« Facciamo una pausa? »
« Oh, grazie al cielo! Non me
potevo più! ormai ho la sabbia dappertutto: nelle
scarpe, nei capelli… Patty, mi ascolti? »
Tsubaki sorrise:« Veramente ho visto tua sorella allontanarsi con secchiello
e paletta… credo abbia deciso di approfittare di tutta questa sabbia! »
« E Kid? »
« L’ha seguita sbraitando qualcosa sul fatto
che doveva fare castelli simmetrici… patetico! »
Liz si trattenne per un pelo dal
rispondere malamente all’acido commento dell’ultima arrivata.
Peccato che quest’ultima avesse appena cominciato.
« Per non parlare del pazzo coi capelli blu che
è scappato con loro sostenendo che dovevano dedicargli il castello, in quanto
divinità! Siete veramente assurdi, voi della Shibusen, oltre che delle
pappamolle! Io avrei potuto continuare a camminare ancora per un bel po’… »
Liz iniziò ad alterarsi:« Ehi! »
« Ehm… calmiamoci tutti, ok? Siamo solo un po’
nervosetti perché siamo preoccupati per le persone scomparse… che ne dite di
una tazza di tè? »
La ragazza dai capelli biondi e
ricci la guardò un po’ di storto, poi si sedette su un sasso:«
E va bene! Sempre meglio che discutere con voi… »
Tsubaki tirò un sospiro di sollievo. Almeno per ora Liz e la nuova arrivata
non sarebbero arrivate alle mani. Ringraziò il cielo per l’assenza di Black
Star, che probabilmente l’avrebbe già picchiata prima e prese la bottiglia di
tè dallo zaino.
Non vedeva l’ora che quella gita
nel deserto arrivasse a una conclusione.
Dopo circa venti minuti di
camminata, Soul fermò i compagni.
« Vedo delle anime, in fondo al corridoio… e
sono rosse… »
« Uova di kishin, eh? Con tutte queste trappole
mancavano proprio solo loro! Tutti pronti, ragazzi? »
Lucy e Kevin annuirono al loro
maestro d’armi. Soul si trasformò e Simon lo prese al volo, ma fu
immediatamente costretto a lasciarlo andare.
« Ahi! Soul, scotti! »
« No, sei tu a scottare! »
« Ma cosa… le nostre anime non sono più
sincronizzate? »
« Impossibile! Non abbiamo mai avuto problemi
finora e sarebbe davvero poco figo averli in questo
momento! »
« Ti è mai capitato con Maka? »
« Sì, una volta… ma avevamo litigato, non è il
nostro caso! E allora cosa… »
« L’hai detto tu prima, Soul. Le nostre anime
hanno subito qualche cambiamento da quando siamo cascati in quella trappola,
giusto? »
Entrambi si voltarono verso
Kevin, che continuò imperterrito:« Mi sembrava strano
che quella giostra si limitasse a farci sballottare un po’ senza farci nulla… »
Lucy lo interruppe:« Parla per te, che se ci ripenso mi torna la nausea… »
Soul si morse un labbro:« E allora che si fa? Quelli stanno per arrivare… »
Simon sfoderò l’immancabile
violino dallo zaino:« Ognuno combatta come può! Io ho
sempre questo! »
Soul sorrise e trasformò il suo
braccio destro in una lama:« E io posso sempre fare
così, anche se non è il massimo! »
Anche Simon sorrise:« Bene! Lucy, vai e addormentane un po’! »
« Agli ordini! »
Non appena la ragazza si alzò in
volo, i tre ragazzi sbiancarono.
« LUCY!!! TORNA INDIETRO!!! »
Ubbidiente, la ragazza si fermò:« Che c’è? »
Kevin era rimasto senza parole,
Simon balbettava frasi sconnesse e solo Soul riuscì a mettere insieme una frase
di senso compiuto.
« Ma hai visto di che colore è la tua polvere?
»
« Argento, di che colore dovrebbe essere? »
« Guarda meglio, Lucy, guarda meglio… »
La ragazza tornò in forma umana,
lasciando solo un braccio trasformato in polvere. Dopo un
attimo di perplessità, Soul poté vedere la sua anima in preda al terrore.
« È… è… è… è ROSSA!!! Oh cavolo, è rossa! È
veleno! Ma come… cosa… »
Simon cercò di riprendere il
controllo su se stesso:« Kevin! Trasformati anche tu!
»
Il ragazzo annuì, ma rimase
immobile.
« Kevin, hai sentito? Trasformati, per favore!
»
« Ho sentito benissimo, ma non ci riesco,
Simon! »
« Cosa? Cosa significa
che non ci riesci? »
Il ragazzo non rispose. Era
quantomeno imbarazzante, da quanto si ricordava si era
sempre trasformato, anche quando c’erano ancora i suoi genitori. Eppure una
capacità che gli era naturale almeno quanto respirare
sembrava essere scomparsa, come se non fosse mai esistita…
Lucy era entrata in panico:« E adesso che faccio? Non voglio uccidervi per errore! E le
uova di kishin stanno arrivando! »
Kevin cercò di fare
l’indifferente:« Io non ho problemi, quelli li
combatto anche a mani nude! »
Simon sospirò:«
Insomma, ognuno faccia come può, poi ne riparliamo, ok? »
Tutti annuirono e si lanciarono
all’attacco.
Soul cercò di tagliarne più che
poteva, Lucy aspettava che la circondassero per esplodere in un turbinio di
veleno il più possibile controllato e limitato, Kevin tramortiva chi gli
capitasse sotto tiro con pugni e calci, aiutato da Simon che tirava il violino
in testa a chiunque si avvicinasse.
Solo quando il gruppetto fu
sistemato i ragazzi poterono tirare un sospiro di
sollievo e concentrarsi sul problema.
Simon scoppiò in un monologo di
sfogo:« Oh, insomma basta, non se ne può più! E Maka,
e il deserto, e le trappole, e la giostra, e ora che mi ritrovo con tre armi e
non posso più usarne neanche una! Ma mi spiegate a
cosa serve uno come me? »
« Ehm… Simon? »
« No, Lucy, non mi ripetere la storiella che
non devo sentirmi inutile e… »
« Simon! »
« Che c’è? »
Solo allora il ragazzo notò le
facce allibite dei compagni.
« Guarda… il tuo braccio… »
Il ragazzo si voltò e piantò un
urlo che risuonò a lungo nei corridoi bui del sotterraneo.
« Non agitarlo, rischi ancora di farti male! E
non possiamo togliertelo, è il tuo braccio! »
« Amputatemelo, allora! »
« Non dire sciocchezze, Simon! Poi come faresti
a suonare il violino? »
« E COME FACCIO A SUONARLO CON UNA FALCE AL
POSTO DEL BRACCIO, LUCY??? »
Kevin sospirò:«
Ormai direi che è tutto chiaro, perlomeno… non so bene come, ma quella
specie di giostra ci ha scambiato i poteri, direi! »
« Eh? »
Kevin si sedette per terra:« Lucy ha i miei, Simon ha i suoi e io devo aver preso le
capacità di trasformazione di Simon, ovvero niente! »
Simon si guardò le mani con occhi
sbarrati:« Io… io avrei i poteri di Lucy? Posso
trasformarmi in tutta quella roba? »
Soul gli diede una manata sulla
spalla:« Figo, da zero a
cinque! E questo spiega perché non riuscivi a usarmi… sei un’arma come me, ora!
»
« Io non voglio rimanere così! »
I ragazzi si voltarono verso
Lucy.
« Senza offesa, Kevin, ma i tuoi poteri non
fanno per me! Non mi sento tranquilla a usare il veleno per paura di uccidervi
per errore… e il tuo disco? La sai la mia reazione quando giro su me stessa! »
Kevin sorrise:«
E chi ha parlato di rimanere così? Anch’io rivoglio i miei poteri, non
posso combattere sempre a calci e pugni! »
Simon rincarò la dose:« Ti pare che potrei tenermi i tuoi poteri? Rischierei di
tagliare le corde del violino ogni volta che tentassi di suonarlo! »
Soul ridacchiò:«
Quella è solo questione di abitudine! Ti assicuro che non ho mai
tagliato i tasti di nessun pianoforte in vita mia! »
« Dì quello che vuoi, ma io sono un maestro,
non un’arma! E voglio tornare ad esserlo! »
Kevin sospirò:«
Bene, allora la via è una sola… »
Lucy sbiancò:« No,
non dirmelo… »
« Pronti a un altro giro sulla giostrina? »
« Allora, Soul? L’hai trovato questo pulsante?
»
« No! Accidenti, è poco figo
da parte mia lasciarvi fermi lì e… oh, oh! »
Simon chiuse gli occhi per
impedirsi di scoppiare a urlare:« Oh, oh ? Cosa significa quel “oh, oh”? »
« Significa che stanno arrivando altre uova,
ragazzi… molto poco figo… »
« Cosa? »
« Soul, muoviti! »
« Ci sto provando, ci sto provando! »
Lucy era quasi in lacrime dalla
disperazione, Simon era sull’orlo di una crisi isterica e Kevin cercava di
spremersi il cervello per ricordarsi quale fosse quel mattoncino.
« La seconda da sinistra è la mattonella, se
cercate l’interruttore è proprio quella.
»
Eh?
Ma chi…
« Soul! »
Il ragazzo era in palla e le urla
isteriche di Lucy non lo aiutavano.
Kevin gridò:« LA
SECONDA DA SINISTRA, SOUL! »
Il ragazzo ubbidì e il meccanismo
infernale si mise in moto. Le uova di kishin si allontanarono per paura di venire coinvolte e Soul poté tirare un sospiro di sollievo.
Il giro finì abbastanza in
fretta. Simon e Kevin si rimisero a barcollare sul posto, mentre Lucy si
rifugiò nello stesso angolino di prima. Soul aspettò che si riprendessero un
po’ prima di chiedergli com’era andata.
Simon deglutì:«
Fallo tu, Kevin, che io non so neanche come si fa… e se stavolta ho il
tuo veleno è la volta che moriamo tutti qua! »
Kevin sospirò e chiuse gli occhi.
Un attimo dopo al suo posto c’era un familiare cerchio affilato.
« Sì!!! Oh, grazie al cielo! E tu, Lucy? »
La ragazza non si era ancora
ripresa abbastanza da poter uscire dal suo angolino, ma mostrò al suo maestro
un braccio trasformato in lama e Simon poté tirare un sospiro
di sollievo.
Soul sorrise:« Facciamo
la prova del nove? »
Si trasformò in un lampo e Simon
lo prese al volo, facendolo volteggiare per qualche secondo. Tutto a posto, per
fortuna!
Il ragazzo biondo sorrise:« Sì, è tutto come prima, meno male! »
Soul tornò umano e si rivolse a
Kevin:« Come hai fatto a capire qual’era il mattone
giusto? »
« Veramente non l’ho indovinato io, mi sono
limitato a ripetere quello che aveva detto quella voce… »
« Voce? Quale voce? »
« Massì, prima! Simon, tu l’hai sentita, vero? Eri
di fianco a me! »
« Veramente non ho sentito nulla! »
« Davvero? »
Kevin sospirò. Inutile chiederlo
a Lucy, in quel momento era così agitata che non si sarebbe accorta neanche di
un tir in procinto di investirla. Possibile che l’avesse sentita solo lui?
Delle indicazioni così precise, dette in un modo così strano e familiare… e
quel tono di voce a pensarci bene non gli era del
tutto nuovo…
« Ma allora di chi era quella voce? »
Simon:« Ehi, Lucy!
Tutto ok, ti sei ripresa? »
Lucy:« Sì, tutto a
posto! Allora dimmi, com’è essere un’arma? »
Simon:« Terrorizzante,
se non sei psicologicamente preparato! Credo di aver capito come ti sentivi tu
all’inizio! »
Lucy:« Ah, bene,
allora non ero pazza! »
Kevin:« Senti,
piuttosto, sei sicuro di essere a posto?»
Simon:« Perché? »
Soul:« Il tuo
braccio non si sta trasformando in polvere rossa? »
Simon:« COSA??? »
Soul Eater, Polvere incantata, 24 capitolo: Ansia più o meno celata! Indovina o veggente?
Kevin:« Ahahahah!!! Ci sei cascato! Dovresti vedere la tua faccia!
»
Simon:« Soul! Kevin!
Ma vi sembrano scherzi da fare??? »
Soul:« Scusa, ma la
tua faccia di prima era così figa che… ahahahah!!! »
Kevin:« Ahahahah!!! »
Simon:« Guarda un
po’ che razza di amici mi sono andato a scegliere… imbecilli… »
Soul & Kevin:« Ehi!
»
Simon:« Scherzavo
io, stavolta! E le vostre facce non erano da meno! »
Lucy:« Uno più scemo
dell’altro… »
Ciao
a tutti! A dirla tutta sono stata molto indecisa se mettere o no questo
episodio, che non ha vere e proprie attinenze con il resto della storia, ma poi
mi sono detta: “Perché no?” XD
Sono
molto felice del seguito che questa storia sta avendo, ma devo darvi una notizia un po’ triste… ci stiamo avvicinando
sempre più al count down! Non so dirvi con precisione
il numero dei capitoli, ma meno di una decina di sicuro! Però
vi sto preparando una sorpresina…
A questo
punto i canonici ringraziamenti a Torokothx3, Jan Itor19, Mitzune_Chan e Sakurax16
per le recensioni!
Capitolo 24 *** Ansia più o meno celata! Indovina o veggente? ***
Ansia più o meno celata
Ansia più o meno celata!
Indovina o veggente?
Tsubaki si guardò intorno, lieta
di poter riposare un po’ gli occhi da tutto quel giallo della sabbia che
rendeva Patty tanto felice, ma che invece a lei iniziava a stufare. Di notte la
sabbia non era più dorata, ma grigia, di un grigio
perla riposante… quasi d’argento, sotto la luce della luna.
Argento come la polvere di Lucy…
… se solo avesse intuito prima
cosa poteva passare per la sua testa… e per quella di Maka…
Anche Liz rifletteva, nel suo
sacco a pelo. Pensava a Kevin, a quel ragazzo dai capelli ribelli almeno quanto
il suo carattere, chiedendosi cosa poteva averlo spinto in quel mare di sabbia.
Era preoccupata per lui, anche se non se ne spiegava il motivo, visto che sicuramente era più che in grado di badare a se
stesso. Spostò il suo sguardo verso la sorella, che dormiva beatamente
abbracciando una giraffa di peluche, poi s’appisolò
anche lei.
Mentre Black Star sognava un
tempio in suo onore e Kid parlottava nel sonno frasi sconnesse riguardanti la
simmetria, solo una persona non era nel proprio sacco a pelo a dormire, una
ragazza dai biondi capelli ricci che fissava la luna piena con la testa piena di pensieri.
Non gli piaceva la compagnia che
le avevano affibbiato, assolutamente no. Uno più pazzo
dell’altro, poco ma sicuro! Ma come faceva lui a sopportarli? D’accordo, lei non
era mai riuscita a capire cosa esattamente gli
passasse per la testa, ed era quasi sicura che per lui fosse lo stesso nei suoi confronti, ma a tutto c’era un limite!
Sospirò. Era preoccupata, niente
da fare. Per quanto si sforzasse di fare finta di
nulla, non riusciva ad attenuare l’ansia nei suoi confronti, anche se lei
le aveva assicurato che sarebbe andato tutto bene.
Sarà, ma allora perché aveva
tanto insistito perché si recasse alla Shibusen a dare manforte a quegli scemi
che l’accompagnavano?
Sarebbe riuscita a nascondere a
loro, ma soprattutto a lui, l’ansia
che l’opprimeva sotto il suo proverbiale brutto
caratteraccio?
Perché di una cosa era certa: non
si sarebbe mai abbassata ai loro livelli, fosse cascato il mondo!
« Grazie, Marie. »
L’insegnante non rispose, mentre
posava sul tavolo la tazza di tè con la testa evidentemente da un’altra parte,
e questo fece preoccupare non poco il Kishin, ormai avvezzo alla sua gentilezza
e cortesia.
« Va tutto bene? »
La donna si sedette di fronte a lui:« Andrebbe bene se Soul, Simon, Kevin e Lucy fossero qui… »
« Capisco… »
« Tu li senti, vero? »
« Posso sentire solo Lucy, degli altri non so
nulla… dopotutto, io l’arma che non
ferisce… »
« … e non uccide, lo so! Comunque è già
qualcosa! Cosa puoi dirmi su di lei? »
Il Kishin chiuse gli occhi,
indicando una direzione.
« Si trova da quella parte, ma non so dirti a
che distanza. »
Marie lo incalzò:« E poi? Come sta? »
« Fisicamente direi bene, forse ha un filo di
nausea… sembra un pochino spaventata, ma anche molto eccitata dall’avventura
che sta vivendo. E, anche se credo che non lo ammetterebbe mai, anche un po’
felice! »
« Come mai? »
« Dopo la brutta esperienza che le ho fatto
fare temeva di non poter andare più in missione con Simon e Kevin… »
Marie continuò:«
E dove sono? Cosa stanno facendo? »
Il Kishin
sorrise comprensivo:« Marie,
non sono un… come si chiama? Ah, sì! Un televisore! Adesso pretendi un po’
troppo, questo è il massimo che posso fare! »
La donna arrossì:« Capisco… scusami, è che sono un po’ in ansia per loro!
Dopotutto sono i miei allievi! »
Il Kishin non rispose, ma da
qualche tempo aveva cominciato a capire cosa provava Marie per i suoi allievi.
Aveva iniziato a provare preoccupazione per Lucy non appena si erano staccati, un sensazione nuova e allo stesso tempo antica.
Aveva pensato che fosse perché la ragazza custodiva un pezzo della sua anima e
si era ripetuto fino alla nausea che un demone come lui poteva pensare solo
egoisticamente a se stesso. Ma allora perché da
qualche tempo iniziava a provare… simpatia
anche per altre persone? Marie, prima di tutto, che si prendeva cura di lui, e
poi anche Simon, Kevin, gli altri ragazzi della Shibusen e i bambini che
giocavano in strada. Negli ultimi giorni si era sorpreso a desiderare di scendere
in strada a giocare con loro, ma poi si era sempre fermato. A lui certe cose
non erano concesse, non potevano essere concesse, anche se tutti erano molto
buoni con lui.
Era un demone, non poteva, non doveva dimenticarlo
mai. Mai.
Marie non si accorse delle
riflessioni del Kishin e continuò come se nulla fosse:« Forse
sarò anche una mammina troppo apprensiva… ma vorrei tanto sapere cosa li ha
spinti a partire così, senza dire nulla a nessuno! »
Il Kishin rispose sovrappensiero:« Penso sia stato per una lettera della zia di Simon… »
« E sarebbero corsi tutti insieme a farle
visita? »
« Eh? »
Dopo un attimo di perplessità, il
demone scoppiò a ridere.
« Ma no! La zia di Simon è un
indovina, almeno a quanto mi ha detto Lucy! Deve aver scritto loro
qualcosa d’importante, visto che mi ha detto che non
sbaglia mai… »
« Un’indovina? Una veggente, vorrai dire! »
Il Kishin la guardò perplesso:« E che differenza c’è? »
Marie s’illuminò:« C’è una differenza fondamentale! Come fai a non capire?
Gli indovini sono per la maggior parte dei ciarlatani, che imbrogliano la gente
con i tarocchi o cose simili, ma i veggenti no! Capisco i ragazzi, che non
l’hanno ancora studiato, ma tu sei abbastanza adulto per… aspetta! Quanti anni
fa ti hanno rinchiuso nell’anfora? »
« Circa una trentina, perché? »
Marie sorrise:«
Ok, allora ha un senso, gli studi su questo argomento sono stati
approfonditi e conclusi circa una ventina di anni fa… sai cosa sono le streghe,
vero? »
Il Kishin sospirò rassegnato,
sicuro che la professoressa volesse iniziargli una lezioncina:« Sono vecchio, ma non decrepito! Certo che so cosa sono le
streghe, c’erano anche ai miei tempi! »
« E sai che la figlia di una strega diventa
strega a sua volta, vero? »
L’uomo annuì.
« E se invece nasce un figlio maschio? Come
Chrona? »
« Non ne ho la più pallida idea! Non mi sono
mai interessato alla progenie stregonesca! Non che io ricordi, perlomeno! E
perché, Chrona è un maschio? »
Marie ridacchiò:« Ma certo! »
Il Kishin fece finta di nulla. A
lui non sembrava poi così scontato, non era proprio riuscito a identificare il
sesso di quel… ragazzo, a quel punto.
Ma decise di dissimulare il proprio imbarazzo.
« Ed è figlio di una strega? »
« Mai sentito parlare di una certa Medusa? »
Il Kishin scosse la testa:« No, ma non importa! Dicevi, a riguardo dei figli maschi
delle streghe? »
« Non ereditano alcun potere, ma la magia
rimane silente nei loro geni e la trasmettono i loro figli. Se entro tre
generazioni non nasce una femmina, però, la magia s’indebolisce al punto che
può manifestarsi anche in forme molto più blande e non necessariamente
distruttive come invece i poteri di tutte le streghe… e può essere ereditata
anche dai maschi! »
« Non sono sicuro di aver capito… »
« Ti faccio un esempio. Un amico di mio padre,
per esempio, aveva come trisnonna una strega. Né il suo bisnonno, né il nonno,
né il padre avevano manifestato alcun potere magico,
invece lui scoprì casualmente di avere la capacità di teletrasportarsi. »
« Uao! Comodo! »
« Già! Sbatteva per terra i piedi tre volte e
si rimaterializzava dove voleva! Figurati, si era messo a consegnare pizze a
domicilio con il motto “pizze come appena uscite dal forno”… e in effetti era vero! »
Il Kishin scoppiò a ridere:« Complimenti per il senso degli affari! »
« Funzionò a meraviglia fino a quando la sua
figlia minore non compì quindici anni. Un giorno lui sbatté i piedi per terra e
non accadde nulla. Rimase un po’ sconvolto, poi scoprì che la figlia era
riuscita a marinare la scuola e a rimaterializzarsi
direttamente a casa! »
« Eh? »
« Già! Sembra che quando questi misteriosi
poteri si trasmettono alla generazione successiva, la precedente li perda
completamente. Uno solo in famiglia può averli, e la trasmissione è
completamente casuale… ho sentito di famiglie che hanno trasmesso le loro
capacità anche fra cugini di quinto grado! »
« Penso di aver capito, ma cosa c’entra tutto
questo discorso con la zia di Simon? »
« Uno dei poteri più ambiti e prestigiosi è
proprio quello della preveggenza… che io sappia esistono solo quattro veggenti
in tutto il mondo! Non sapevo che uno di questi fosse parente di Simon… »
Il Kishin rifletté ad alta voce:« Quindi qualche bisnonna di Simon era una strega, se ho ben
capito… »
« Probabilmente sì, a questo punto, anche se
non so di quante generazioni sia necessario risalire per trovarla, potrebbe
essere anche molto, molto antica. Quel che so è che ogni veggente ha un proprio
modo di predire il futuro, diverso da tutti gli altri perché deriva dai poteri
originari della strega in questione… »
Marie si alzò e prese le tazzine
del tè, portandole in cucina per lavarle:« Certo però
che in quella squadra hanno delle famiglie davvero particolari! »
Il Kishin si risollevò dai suoi
pensieri:« Perché? C’è qualcosa che non va con le
famiglie di Lucy e Kevin? »
Marie entrò in cucina e parlò al
Kishin da lì, dandogli le spalle:« Come, non lo sai?
Appartengono entrambi a un clan dato per estinto in circostanze misteriose,
forse per una faida interna… non hai notato che entrambi si possono trasformare
in polvere? Non è una cosa molto comune! Aspetta, com’è che si chiamava già? Mi
pare fosse… Majikkudasuto, forse… se non ricordo male
significa Polvere Incantata…
comunque, erano due famiglie che si potevano trasformare una in sonnifero come
Lucy e l’altra in veleno come Kevin! Poi però… scusa, ho lasciato lì i
cucchiaini per lo zucchero? Kishin? Kishin? »
Non ottenendo risposta, Marie si
asciugò le mani bagnate dal detersivo per i piatti e tornò in salotto,
trovandolo vuoto.
« Ma cosa… Kishin, dove sei? »
La donna andò nel panico. Lord
Shinigami gliel’aveva affidato e lei se l’era perso così?
Un soffio di vento freddo
proveniente dalla finestra aperta la fece rabbrividire. Strano, non era chiusa,
prima?
Forse era vero, era troppo
svampita. Poco prima di chiuderla, infatti, avrebbe giurato di aver sentito una
parola nell’aria, poco più che un sussurro.
Grazie …
Kevin sbadigliò rumorosamente.
Avevano faticato a trovare un punto tranquillo in cui concedersi qualche ora di
sonno. Gli altri erano riusciti ad addormentarsi, ma lui, che soffriva già
d’insonnia normalmente, all’idea che qualcuno li potesse attaccare nel sonno
era rimasto con gli occhi sbarrati per tutto il tempo.
Soul, Simon e Lucy, invece, erano
abbastanza pimpanti.
« Ma perché non mi hai detto che non riuscivi a
dormire? Ci avrei pensato io, no? »
« Meglio tenere il tuo sonnifero per esigenze
più utili, Lucy… »
« La tua salute è un’esigenza utile, Kevin! »
Il ragazzo sospirò. Erano
entrambi due testoni, era probabile che la discussione andasse avanti
all’infinito se qualcuno non ci dava un taglio prima.
Simon e Soul continuavano a
discutere di musica. Soul, però, non smetteva di guardarsi intorno con gli
occhi di Maka, mentre Simon non faceva altro che sfregarsi gli occhi.
Lucy stava ancora rimproverando
Kevin, quando una piastrella su cui aveva appena appoggiato il piede affondò
leggermente e rimase lì.
« Oh oh… »
Tutto il gruppo si voltò. Una
fiammata si levò dalle torce, alimentata da un filo di benzina rasente alle
pareti e iniziò ad avanzare verso di loro.
I ragazzi iniziarono a correre
disperati. Le fiamme si avvicinavano più velocemente di quanto riuscissero a
scappare.
« Lucy, fra le tue trasformazioni non hai un
idrante? »
« No, Soul! »
« Non voglio diventare una patata arrosto, è
poco figo! »
Continuarono a correre e urlare
ancora per un po’, almeno fino a quando non intravidero un bivio al fondo del
corridoio.
« Oh no! Oh no! Oh no! E ora??? »
« Non lo so! »
Kevin cercò di mantenere il suo
proverbiale sangue freddo e trovare una soluzione. I tunnel erano uguali,
nessun segno di trappole o trucchi. Cinquanta per cento di
probabilità di salvezza. O forse era solo un trucco e i tunnel si
sarebbero ricongiunti poco dopo senza problemi. O magari erano
entrambi una trappola. Non aveva indizi per appurarlo, anche se l’adrenalina
l’aveva svegliato del tutto.
« A sinistra morte immediata… »
Eh?
Di nuovo?
Kevin voleva capire di chi fosse
quella voce, quel sussurro, ma la fiammata alle sue spalle gli fece cambiare
idea.
« TUTTI A DESTRA!!! »
Senza approfondire,
tutti ubbidirono all’urlo di Kevin.
La fiammata si spense e tutti
tirarono un sospiro di sollievo, mentre riprendevano
fiato.
« A sinistra morte immediata, a destra la
trappola è attivata. »
Kevin si voltò e questa volta
vide chi li aveva guidati fino ad allora.
« Cosa… »
Non ebbe tempo di aggiungere
altro o di avvertire i suoi compagni. Il pavimento sotto di loro si spalancò e
tutti precipitarono nel buio.
Nella caduta attraversarono una
nuvoletta di gas, che rese le palpebre di tutti molto pesanti.
Lucy commentò con voce impastata:« Sonnifero… »
Soul e Simon crollarono
immediatamente, seguiti dalla ragazza. Kevin provò a resistere ancora un po’,
ma la notte insonne non aiutò l’impresa.
Proprio ora che…
Buio.
Liz:« Ancora un
giorno di cammino e ci siamo! »
???:« Finalmente! Siete proprio delle lumache,
io ci sarei arrivata nella metà del tempo, senza di voi a rallentarmi… »
Black Star:« Tu! Osi
accusare la sottoscritta divinità di rallentare il gruppo? »
???:« Tu più di tutti gli altri messi insieme! »
Black Star:« COSA???
VIENI QUA CHE LA SOTTOSCRITTA LUCE DIVINA T’INSEGNA DUE COSINE… »
Tsubaki:« Calmati!
Ricordati chi è! »
Soul Eater, Polvere incantata, 25 capitolo: Stavolta so come devo comportarmi! Siamo
vittime di nobili fregature?
Kid:« Una volta
tanto sono d’accordo con Black Star… ti darei anch’io una simmetrica lezione, se
solo tu non fossi… »
???:« Ma intanto lo sono, e quindi hai le mani
legate, divinità dei miei stivali! »
Kid & Black Star:« LA
UCCIDO!!! »
Liz:« Kid, calmati…
sai chi è! Patty, dammi una mano a fermarlo! »
Patty:« Eheheh! »
Tsubaki:« Chissà se
riusciremo a raggiungere gli altri o se qualcuno dovrà salvare noi… »
Ciao
a tutti!!! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Abbiate
pazienza, probabilmente sarà uno degli ultimi così corto,
nei prossimi verranno scoperte tante di quelle cose che vi stuferete di leggere!
Perciò non perdeteveli!
Ringrazio
come sempre Tokorothx3, Mitzune_chan, Jan Itor19 e Sakurax16 per le
recensioni!
Cercherò
di aggiornare il prima possibile, impegni estivi
permettendo!
Capitolo 25 *** Stavolta so come devo comportarmi! Siamo vittima di nobili fregature? ***
Stavolta so come devo comportarmi
Stavolta so come devo comportarmi! Siamo
vittime di nobili fregature?
Una, due
volte. Kevin continuava a sbattere le palpebre senza mettere a fuoco i
pensieri.
C’era una caduta… Simon… Soul… un sonnifero…
ma non Lucy… cosa…
Morfeo cercò di riprenderselo fra
le sue accoglienti braccia, ma improvvisamente Kevin spalancò gli occhi, con
ogni tassello dei suoi ricordi al suo posto.
Si guardò intorno. Era in una
cella, una prigione dall’aria medievale. Aveva le braccia e le mani legate da
qualcosa di metallico.
« Fantastico, pure i ceppi, ora… »
Vicino ai suoi piedi c’erano i
suoi compagni ancora addormentati. Con un piccolo sforzo Kevin si avvicinò a
Soul e Simon e cominciò a tirar loro piccoli calci per svegliarli.
« No, Blair, piantala, è poco figo fare le fusa a quest’ora… »
« Non so che ora sia, ma di sicuro quello che
ti sto facendo non sono fusa, Soul… »
« Maka? Hai mal di
gola? »
« Svegliati, cretino! Se ero Maka
ti avrei già fatto un Maka-chop, non credi? »
Soul aprì un occhio.
« Cosa… »
« Ben svegliato! Il sole è alto, gli uccellini
cinguettano, siamo rinchiusi in una prigione con dei ceppi alle braccia…
preferisci tè o cappuccino per colazione? »
Soul spalancò gli occhi,
afferrando il vero significato della parole
dell’amico.
« Kevin! »
« Alleluia! Ma quanto
sonnifero ti sei sniffato per ridurti così? »
Soul si mise a sedere:« Siamo legati! Aspetta, ora mi trasformo in falce e… »
« È inutile, Soul! Non credi che altrimenti
l’avrei fatto anch’io? Guarda un po’ cosa ci hanno messo al collo… »
Soul abbassò lo sguardo e vide
una grossa collana con quello che sembrava un rubino dalla forma
romboidale.
« Cos’è? »
« Una collana che serve per bloccare i poteri
delle armi, me l’hanno messa anche alla Shibusen durante l’esperimento per i
livelli… e guardati un po’ intorno! »
Soul vide solo la prigione in cui
erano rinchiusi e Simon e Lucy ancora addormentati.
Kevin continuò:«
L’abbiamo solo io, te e Lucy, Simon no… perciò significa che sanno chi
siamo! Altrimenti per sicurezza l’avrebbero messa anche a lui, non credi? »
« Situazione poco figa… »
« Già… »
Kevin iniziò a tirare calci anche
a Simon.
« Lucy… già ora di colazione? »
Il ragazzo dai capelli rossi
sospirò levando gli occhi al cielo:« E due!
Buongiorno, Simon, il sole è alto, gli uccellini cinguettano, siamo rinchiusi
in una prigione con dei ceppi alle braccia… preferisci tè o cappuccino per
colazione? »
« COSA??? »
Simon scattò a sedere.
Soul ridacchiò e Kevin commentò:« Giuro che se anche Lucy mi fa questa scenata questa
battuta la registro, sono un po’ stufo di ripeterla… »
Simon si svegliò del tutto:« Ma come diavolo ci siamo finiti in questa situazione? »
« Dopo una caduta poco figa in seguito ad una
ancor meno figa fuga da un muro di fiamme. »
Simon rispose:«
Le fiamme me le ricordo, ma la caduta no… forse ho sbattuto la testa, me
la sento un po’ pesante… »
« È l’effetto del sonnifero. »
« Sonnifero? Quale sonnifero? »
Soul lo guardò sorpreso:« Non ricordi nemmeno la nuvola di sonnifero mentre eravamo
in caduta libera? »
Simon lo guardò come gli avesse
detto che li avevano rapiti gli alieni:« No… dovrei? »
Kevin lo fissò negli occhi con
l’aria più seria che Simon gli avesse mai visto:« Non
importa, Simon, ma ora ascoltami bene: come
usciamo da qui? »
« E io che ne so? »
« Ha ragione, Kevin! Perché lo chiedi proprio a
lui? »
« Perché è stato lui, Soul, a darci le
indicazioni che ci hanno salvato finora… »
Soul e Simon gridarono in coro:« COSA??? »
Kevin fissò il compagno con aria
serissima:« Il mattone per attivare nuovamente la
trappola, il tunnel giusto da imboccare… quando eravamo più in difficoltà c’era
sempre una voce a guidarci, una voce alla quale sembrava che prestassi
attenzione solo io… Lucy era sempre troppo agitata, Soul troppo lontano… ma tu,
Simon? »
« Io non so proprio di cosa stai parlando! »
« Non sai… o
non ricordi? »
Simon continuò a guardarlo sempre
più confuso.
« Soul, ricordi tutto di quello che è avvenuto
finora? »
« Certo, sarebbe poco figo
da parte mia non farlo! »
« E anch’io… tu, Simon, sei l’unico ad aver
scordato dei pezzi… e ricordi la lettera di tua zia? “Nei bivi, nei dubbi, qualcuno la via saprà, chi la vista segreta
custodire dovrà; la direzione indicata è quella corretta fidatevi di chi non
ricorda di averla detta.” »
« Ma io non ho viste segrete! »
Kevin stava per aggiungere
qualcosa, quando dei passi nel corridoio annunciarono l’arrivo di qualcuno e si
zittì.
Quattro uomini aprirono la porta.
« Il padrone vi vuole. »
Soul sussurrò:«
Uova di kishin, tutti e quattro… »
Kevin gli rispose:« Direi che è il momento della resa dei conti… »
Uno degli uomini tirò un calcio a
Lucy:« E questa, dorme ancora? »
Kevin si morse un labbro. Preso
dal discorso con Simon si era dimenticato di
svegliarla!
Simon si alzò faticosamente in
piedi:« Lasciala stare! »
L’uomo la caricò sulle spalle
come un sacco di patate:« Altrimenti che mi fai,
legato così? »
« Brutto… »
Kevin intervenì:« Non è il caso di scaldarsi così! Se ci lasci un minuto per
svegliarla, ti seguirà con le sue gambe come tutti noi… così ti risparmierai la
fatica! »
L’uomo annuì:« Sta
bene, ma in fretta! »
Gettò nuovamente a terra Lucy.
Simon stava di nuovo per dire qualcosa, ma Kevin lo bloccò.
« Svegliala nel modo più delicato possibile. E
soprattutto stai calmo. »
Simon lo guardò sorpreso. Di
solito trattava in quel modo gente molto impulsiva, tipo Black Star, per
intendersi, ma con lui non si era mai comportato così. Cos’era cambiato? Che c’entrasse il discorso che stavano
facendo fino a poco prima?
Non aveva il tempo di appurarlo,
purtroppo, quindi si limitò a svegliare Lucy.
« Cosa… »
« Lucy, mettiti subito in piedi, per favore.
Siamo stati catturati e il loro capo ci vuole vedere, a quanto pare… »
« Cosa? »
« Quello che ti ho detto. E siamo anche legati
e nessuno di voi può trasformarsi. »
« Diretto e sintetico come sempre, Simon! C’è
ancora qualcosa che dovrei sapere? »
Simon la guardò, indeciso se
riferirle o no il discorso di poco prima, ma le occhiatacce dei loro carcerieri
lo convinsero di no.
« Buongiorno, Lucy! Mi ero dimenticato di
augurartelo! »
La ragazza sorrise un po’
tristemente e si apprestò a seguire il gruppo nello stretto e umido corridoio
fuori dalla loro cella.
« Benvenuti, miei cari ospiti! »
Soul, Simon, Lucy e Kevin
entrarono in una sala riccamente decorata. Tappeti rossi, dello stesso colore
del divanetto alla loro sinistra, guidavano a un’enorme scrivania riccamente
decorata e piena di curiosi oggetti dall’aria antica, mentre le gigantesche
finestre che mostravano il panorama desertico illuminavano
abbondantemente un arazzo posto dietro il ricco tavolo, la sontuosa poltrona,
le sedie imbottite color porpora e un grosso pianoforte a coda bianco sulla
loro destra.
A Soul non sfuggì l’unico oggetto colorato e apparentemente fuori luogo sulla
scrivania.
Un cubo di Rubik.
Proprio come aveva detto Maka.
Kevin ironizzò:«
Il trattamento non era proprio da hotel a cinque stelle… »
Simon aggiunse:«
Già, poco degno di un Lord quale è lei… »
Soul, Lucy e Kevin si voltarono
verso di lui stupiti:« Lo conosci? »
« Assolutamente no, ma posso ricavare qualche
dato su di lui dallo stemma alle sue spalle… mi è toccato studiare qualcosa di
araldica, prima di entrare alla Shibusen… »
Il Lord applaudì:« Degno di un Onpu quale è lei,
Simon… e dunque, mi dica, cosa può dedurre dal mio stemma? »
Simon si morse un labbro. Sapeva
già un po’ troppe cose su di lui e la cosa non gli piaceva, ma cercò di fare
buon viso a cattivo gioco rispolverando quelle conoscenze che aveva cercato disperatamente di dimenticare. Come gli diceva
spesso la zia, impara l’arte e mettila da parte.
« Dunque, dalla forma dello stemma lei è un Lord,
la sua famiglia ha questo titolo da… quindici generazioni, e… »
Il volto di Simon sbiancò, mentre
il Lord sorrise malignamente.
« Te ne sei accorto, dunque… »
« Un intoccabile… »
Soul si preoccupò:« Cosa significa, Simon? »
« Fa parte della feccia dei nobili, i
cosiddetti “rinnegati”… »
Kevin lo incalzò:« Spiegati meglio, noi non capiamo niente di famiglie
nobiliari! »
« I titoli nobiliari di solito sono stati
assegnati da Lord Shinigami o dai suoi predecessori, come quello della famiglia
Onpu… ma alcuni hanno deciso di allontanarsi e di
allearsi con il Principato di Nisty… te lo ricordi
quel Principato, Lucy? »
La ragazza annuì e Simon
continuò.
« Per di più alcuni di questi “nuovi nobili”
hanno il titolo di intoccabili, come lui… e questo è un guaio! »
« Perché? »
« Basta una loro denuncia al Principato e ti
ritrovi contro tutti i peggiori mascalzoni di Nisty…
in teoria, se li sfiori senza la loro autorizzazione puoi già considerarti
sulla lista dei ricercati del Principato… »
Lucy deglutì. Se li ricordava
bene i “pacifici” abitanti di Nisty!
Il cervello di Kevin iniziò a
lavorare a velocità doppia. Come potevano fermarlo senza poteri e senza nemmeno
poterlo toccare?
Il Lord sorrise:« Bene, direi che ha fatto i compiti a casa, Simon! Mi
permetto di tralasciare il titolo nobiliare perché so che a lei non fa piacere,
se non sbaglio… »
Soul commentò:«
Ci conosce bene, direi… »
Il Lord si versò un bicchiere di
brandy:« Già, proprio così… Soul Eater Evans,
appartenente a una famosa famiglia di musicisti benestanti… avete dei modi di
fare da nobili, ma siete solo degli arricchiti, ed è una cosa che non sopporto
molto… »
« Neanche a me piace come si comportano i miei…
»
L’uomo iniziò a sorseggiarlo con
calma:« Lo so, non dichiari mai il cognome della tua
famiglia… sei un plebeo che sa tenere la testa a posto, chinando il capo a chi
lo è veramente… lo apprezzo, sai? »
Non era vero, Soul non stava
tenendo la testa bassa per rispetto. Senza le lenti a contatto rosse, temeva
che il loro avversario scoprisse dove erano finiti i verdi occhi di Maka. Per
il momento, dunque, gli andava bene così e non reagì.
Il Lord ripose le sue attenzioni
agli ultimi due rimasti:« E poi ci siete voi, Kevin Akai e Lucy Gin, gli ultimi esponenti dei Majikkudasuto! Famiglia molto interessante, la vostra,
l’ho studiata a lungo… »
Lucy intervenne:« Studiata? »
« Già, io sono uno scienziato… nonostante
qualche collega, come il vostro professor Stain, mi definisca un po’… pazzo! Ma non so quanto valore abbia
detto da uno come lui, non credete? Durante l’ascesa
dell’ultimo kishin, se non sbaglio è stato contagiato dalla follia almeno due
volte… povero, debole sciocco, cosa pensa di scoprire dissezionando tutti quei
cadaveri? Sono i vivi a poter dare le risposte sulle domande ultime
dell’universo! »
A nessuno dei ragazzi piaceva
quel discorso, proprio per niente.
L’uomo si sedette alla scrivania,
facendo segno ai ragazzi di sedersi per terra, sul tappeto vicino alla finestra
di sinistra. Ubbidirono, anche perché era lui ad avere il coltello dalla parte
del manico.
Con la coda dell’occhio Kevin
notò che i loro bagagli erano stati ammucchiati nello stesso angolo e con una
gomitata lo fece notare anche a Simon.
Il maestro d’armi gli sussurrò
all’orecchio:« Riesci ad avvicinarmi il mio violino
senza farti notare? »
« Simon! Ma ti pare il momento di… »
« Fidati di me! »
Kevin lo fissò a lungo, poi annuì
e cercò di fare quanto Simon gli aveva chiesto.
« Bene, ragazzi, ora vi mostrerò i risultati
del mio ultimo studio… Lucy Gin! Alzati e vieni qui di
fronte a me! »
La ragazza esitò, ma tutti e tre
i ragazzi annuirono e lei ubbidì.
« Brava ragazza… e ora vedrai cosa significa
essere un vero scienziato! »
Il Lord afferrò il suo cubo e
Soul trasalì. Quali erano i nomi che gli aveva detto Maka?
Il Kishin, Lord Shinigami, Kid, Kevin e… Lucy!
L’uomo non staccò gli occhi dalla ragazza e iniziò ad armeggiare con
il cubo ad una velocità incredibile.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
Lucy deglutì. Quel rumore le
stava mettendo l’ansia. Anche perché più li guardava, più si rendeva conto che
quell’uomo e quel posto avevano per lei un’aria
leggermente familiare, anche se non ben definita… dove poteva averlo visto? Non
sapeva rispondersi, ma era sicura che non si trattasse di un ricordo
particolarmente piacevole.
Il Lord sembrava soddisfatto,
come se avesse il mondo in pugno, ma dopo più di due minuti che armeggiava con
quel gioco, iniziò a sudare e ad agitarsi.
« Ma cosa… »
Un ombra scura si aggirava agitata per le strade
di Death City.
« Piantala di piagnucolare e sii uomo una volta
tanto! Sei troppo una femminuccia, già quei capelli ingannano, se non migliori
un po’ nessuno crederà che sei un maschio! »
« Ma… io… non so come comportarmi, in questi
casi, Ragnarok! »
« Tu non sai mai come comportarti, Chrona! O migliori o ti metto un alveare
nell’accappatoio la prossima volta che esci dalla doccia! »
« No, l’alveare no! Non… so come comportarmi
con le api! »
I due girarono l’angolo senza
smettere di discutere, senza accorgersi quindi di una persona su cui andarono a
sbattere, buttandola a terra.
« MA BRUTTO DEFICIENTE, GUARDA DOVE METTI I
PIEDI, SACCO DI… »
Chrona guardò sconvolto Maka
mentre lo insultava abbastanza pesantemente. Lei alzò lo sguardo e si zittì.
« Ops, scusa… Chrona!
»
« M…Maka? S…staibene? »
La ragazza si rialzò velocemente:« Sì, sì, non mi sono fatta nulla, assolutamente nulla! »
Chrona arrossì:«
N… non parlavo di… della caduta… »
« Ah… ah, bè, sì,
scusa, ma sono un po’ nervosa per la scomparsa di Soul e degli altri, sai
com’è… e quello stupido di Lord Shinigami non mi lascia andare a cercarli, che
idiota… »
Il ragazzo dai capelli rosa
strinse gli occhi a fessura:« Maka? »
« Sì? »
Chrona continuò a fissarla. Stese
un braccio e allargò la mano.
« Ragnarok! »
« Cosa? Finalmente, hai deciso di comportarti
da uomo? Le donne si prendono con la forza, bravo! Non vedevo l’ora di
combattere! »
La spada nera si materializzò
nella sua mano.
« N…no, Ragnarok, cosa dici? »
« E allora perché… »
Chrona lo ignorò e rivolse la sua
attenzione alla ragazza:« Tu non sei Maka. »
La ragazza rimase sorpresa per un
attimo, poi sorrise in un modo in cui la vera Maka non aveva mai osato, nemmeno
sotto l’effetto del sangue nero:« Ma che bravo
bambino! Ci sei arrivato da solo o ha dovuto suggerirtelo la macchietta che hai
in spalla? »
Ragnarok protestò:« Ehi, la mocciosa mi sta insultando! Diamole una lezione,
Chrona! »
La ragazza sorrise:« Alt! Anche se hai scoperto che io non sono la vera Maka,
c’è una cosa che non sai… questo èil corpo di Maka!
Diciamo che gliel’ho preso in prestito… sai cosa significa? Che qualunque
ferita le infliggerai le rimarrà anche se e quando tornerà… sei sempre dello
stesso parere, ragazzino? »
La falsa Maka avanzò verso di
lui, sempre più vicina, con aria suadente e afferrandogli il mento con un modo
di fare da vera seduttrice affermata:« Non sai come comportarti, vero? Come sempre,
del resto… e se invece lasciassi fare a me? »
Si sarebbe aspettata che quel
ragazzino pallido e molle come una mozzarella arrossisse, si divincolasse, iniziasse
a fare scenate imbarazzate… e invece rimase a guardarla, indifferente.
« S… sbagli! »
La ragazza lo guardò sorpresa.
« Stavolta so come comportarmi. »
Con un abile movimento di polso, Chrona
le ferì la mano che gli teneva il mento, liberandosi dalla presa. La ragazza si
ritrasse, sorpresa dalla mossa e dal fatto che Chrona
non avesse più balbettato.
« AHI! Ma cosa… sei
sordo? Non hai sentito quel che ho detto, ragazzino? »
Il ragazzo la guardò con aria
seria, la spada orizzontale, pronta a colpire.
« Smettila di chiamarmi ragazzino. Io sono
Chrona, lo spadaccino demoniaco… e ti colpirò per impedirti di fuggire. Se
fosse qui Maka mi avrebbe detto di non farmi scrupoli…
»
Ragnarok esultò:« Così ti voglio, Chrona! Facciamola nera! »
La falsa Maka si riprese dalla
sorpresa:« Come vuoi… ma ti pentirai di aver scelto di
combattere! Sono un’arma e sono molto più esperta di te… »
Il corpo di Maka si ricoprì di
tasselli colorati. Sotto ognuno era celata una
trappola mortale, ma Chrona non ne fu per nulla impressionato. Quando era quasi
diventato un kishin ne aveva viste di tutti i colori
che una stranezza in più non lo colpì più di tanto. Doveva combattere e tanto
gli bastava.
« Ragnarok… grida! »
Un strillo insopportabile si diffuse per le
strade di Death City, intontendo l’avversaria e attirando l’attenzione della
gente e dei professori della Shibusen, compreso uno che, con aria sconvolta, in
quel momento si stava stropicciando gli occhi dall’incredulità più e più
volteper quello che stava vedendo nel
suo fedele microscopio mentre analizzava il sangue del Kishin.
Fra non molto tutti sarebbero
accorsi e avrebbero visto la verità, Chrona lo sapeva bene. Doveva solo
trattenerla fino ad allora.
« E ora cominciamo la battaglia… »
« Cosa… perché ragazzina? Perché mi resisti? »
Lucy guardò il
Lord perplessa. Lei non stava facendo assolutamente nulla!
« Guardandoti dovrei poter completare la faccia
del cubo della tua anima senza alcuna difficoltà… e allora perché ogni volta
che sto quasi per completare la parte d’argento intervengono dei tasselli del
secondo Kishin? Sembra quasi che un pezzo della tua anima non sia qui… »
Kevin e Simon si guardarono.
Senza saperlo il misterioso Lord aveva azzeccato la soluzione del mistero.
Teoricamente il Kishin custodiva ancora un frammento dell’anima di Lucy, come
lei ne custodiva un pezzo della sua… impossibile capirlo, senza gli occhi di
Maka! E Soul, saggiamente, continuava a tenere gli occhi bassi.
Il Lord sbuffò:«
E come se non bastasse, la mia arma sembra essere troppo impegnata per
rispondere ai miei richiami… »
Lucy ringraziò silenziosamente
chiunque stesse creando quel fortuito diversivo.
« Non ha importanza, il tempo non mi manca…
Simon! Ho sentito parlare delle sue abilità di violinista… perché non viene a
darmi una dimostrazione? »
Kevin e Simon impallidirono. Il
ragazzo dai capelli rossi era quasi riuscito a prendere il violino, se in quel
momento Simon si fosse alzato avrebbe mandato all’aria
il piano!
« Meglio di no, signore. Simon è agitato in
questo momento e se gli tremano le mani rischia di
steccare. Se permette suonerò io per lei,
approfittando del bel pianoforte che vedo in questa magnifica sala… »
Il Lord rise:« Ma
come, proprio tu? Soul Eater Evans, che non suona nemmeno
sotto tortura, che mi offre spontaneamente una melodia? »
Soul sorrise:« So
essere ragionevole, se la situazione lo richiede… e ho maggiore sangue freddo
del mio amico… »
« Va bene, allora! Liberatelo, tanto con la
collana al collo non potrà fare brutti scherzi! »
Un uovo di kishin lo liberò e Soul,
massaggiandosi i polsi, si alzò in piedi avvicinandosi al pianoforte. Non aveva
capito cosa avessero in mente Simon e Kevin, ma se era di un diversivo che
avevano bisogno, gliel’avrebbe dato!
Dopo essersi stirato un po’, il ragazzo dai capelli albini si sedette al piano. Ora
che dava le spalle al Lord non era più necessario che tenesse gli occhi bassi,
ma per essere sicuro chiuse gli occhi. Non ne aveva bisogno per
suonare.
Mentre sia il Lord che Lucy si
lasciavano rapire dalla melodia, Kevin riuscì con un piccolo calcio ad
avvicinare a Simon il suo violino. Il musicista riuscì a far scattare la
custodia e a prendere qualcosa al suo interno. Pregò che l’incantesimo non
fosse stato fatto solo allo strumento in sé, ma anche all’archetto. Lo strinse
forte e chiuse gli occhi, in una muta preghiera.
Affilato, per favore, diventa affilato…
Simon provò a segare lentamente
il ceppo e vide che funzionava. Ringraziando la zia per il magnifico dono che tanti
anni prima gli aveva fatto, si mise all’opera per liberare sia lui che l’amico.
Kevin si accorse di quello che
Simon stava combinando e gioì del colpo di genio del compagno:« Bravo Simon! »
Simon gli rispose con lo stesso
sussurro appena udibile dall’orecchio umano:« Grazie!
»
« C’è una cosa che prima dovevo dirti… penso
che sia importante… »
Simon continuò a segare senza
rispondere.
« Sai perché sono tanto sicuro che sia stato tu
a suggerirci cosa fare? »
Il violinista scosse la testa.
« Perché prima di cadere in trappola, quando ti
ho visto parlare… avevi qualcosa di strano, non sembravi neanche in te, eri
quasi in trance! »
« Cosa intendi dire? »
« Ho visto il colore dei tuoi occhi, Simon. Erano d’oro… »
« Cosa? »
Kevin si morse un labbro. Dalla
sorpresa Simon aveva lasciato cadereper
terra l’archetto, che ora aveva lo stesso peso e consistenza di un seghetto di
ferro. Il ragazzo dai capelli rossi ringraziò il cielo per la presenza dello
spesso tappeto rosso che ne aveva attutito la caduta
senza far rumore.
Simon riprese immediatamente
l’archetto e ricominciò il suo lavoro:« Ne sei sicuro,
Kevin? Davvero sicuro? Al mille per
mille? »
« Ma che diamine! Certo che ne sono sicuro,
Simon! Altrimenti non te lo starei qui a dire! Perché, tu sai cosa significa? »
« Forse, non ne sono sicuro… »
Invece Simon sapeva che poteva
significare solo una cosa, per quanto assurda, per quanto gli sembrasse praticamente impossibile. E, se aveva ragione,
forse la lettera della zia assumeva tutto un altro significato…
A quel punto era fondamentale,
vitale, che ricordasse le esatte parole di quel
momento…
Un tonfo lo distrasse dai suoi
pensieri, ma non dal suo lavoro.
Un uovo di kishin di guardia era
stramazzato al suolo e dopo di lui, uno alla volta,
tutti gli altri. Non erano morti, ne era sicuro, perché poteva udire
distintamente il più vicino a lui russare. Simon alzò istintivamente lo sguardo
verso Lucy, ma notò subito che era ancora ferma in piedi, davanti alla
scrivania, con il rubino al collo.
Se non era stata lei, allora chi…
Il Lord s’alzò
in piedi:« Chi osa… »
Una finestra si spalancò e,
lentamente, come tante altre volte Kevin, Simon e Soul avevano visto, una
polvere argentea si ricompattò fino a formare una figura umana. L’ultima figura
umana che si sarebbero mai aspettati di vedere.
« Io sono
l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »
Falsa Maka:« Ti
pentirai di non esserti arreso a me quando me hai avuto la possibilità! »
Chrona:« Mi spiace,
ma sei troppo colorata per i miei gusti… »
Ragnarok:« E troppo
piatta per i miei! »
Chrona:« R…Ragnarok!
C…cosa dici? »
Soul Eater, Polvere incantata, 26 capitolo: Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni
disgrazia?
Chrona:« S… se dici
certe… poi… poi non so più come comportarmi… »
Falsa Maka:« Patetico…
non ti fai mettere sotto da me, ma basta una parola della tua arma per ridurti
a un docile agnellino? »
Spirit:« Chrona,
cosa succede? OH CAVOLO, MAKA!!! Te ne hanno fatte
davvero di tutti i colori!!! »
Falsa Maka:« … dopo
una battuta del genere mi chiedo davvero come abbiano fatto idioti come questi
a diventare professori alla Shibusen… »
Ciao
a tutti! Considerate questo lungo capitolo come un regalino di Ferragosto, sono
in montagna con una chiavetta internet e vi assicuro che avere la connessione
per un tempo abbastanza lungo da poterlo pubblicare è un piccolo miracolo!
Se accettate
un consiglio, non prendete come oro colato tutto quello che potete aver visto
accennato in questo capitolo, e non perdetevi il prossimo. Se qui avete solo
dei sospetti, nel prossimo avrete risposte, finalmente, a gran parte delle domande. Perché,
sì, ci stiamo avviando alla conclusione. Quattro capitoli e questa lunga storia
si sarà conclusa. Ma ho
ancora una sorpresa in serbo per voi, non temete!
Devo
dunque ringraziare chi mi ha commentato lo scorso capitolo, ovverofenris, un nuovo recensore (benvenutissimo
ancora!), Mitzune_chan, Tokorothx3, Jan Itor 19 e Sakurax16.
Avviso
anche, chi fosse interessato, che comincerò ad alternare a questa storia un
crossover fra due fumetti italiani Disney, PKNA (PaperiniK
New Adventure) e MMMM (Mickey Mouse Mistery
Magazine). Una nuova pazzia, lo so…
Capitolo 26 *** Il nome ritrovato! Una sola persona dietro ogni disgrazia? ***
Il nome ritrovato
Il nome ritrovato! Una sola persona dietro
ogni disgrazia?
« Io sono
l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »
Tutti guardarono sconvolti il Kishin
apparso improvvisamente.
Il Kishin continuò, fissando
negli occhi il Lord:« Te lo ricordi ancora… Sarktos? »
Dopo qualche secondo di evidente
sorpresa, il nobile di Nisty si riprese, con un finto
sorriso di cortesia:« Certo, piuttosto mi sorprende
che te lo possa ricordare tu, James…
»
Lucy e tutti gli studenti
presenti trattennero il fiato.
Si conoscevano? E il nome del
Kishin era dunque…
« Non mi sono mai scordato di te, scienziato
maledetto, topo di fogna con un titolo nobiliare… »
Sarktos si accomodò, sistemandosi
i capelli neri legati in una coda:« Ehi, ehi, ehi! Cosa sono questi paroloni? Una volta ti rivolgevi a me
dandomi del voi… »
« Una volta non mi avevi ancora fatto quello
che poi mi hai combinato… »
Il nobile
sorrise mellifluo:« Sei tu
che ti sei offerto di diventare la mia arma… »
Lucy sbarrò gli occhi. Ecco dove
aveva visto quella stanza, ecco perché dopotutto quell’uomo gli
era familiare!
« Esatto, Lucy, era lui l’uomo che stavo
cercando, quello che hai visto nei tuoi sogni… sei stata brava, hai mantenuto
la parola, mi hai restituito un nome… e la possibilità di vendicarmi… »
Sarktos lo interruppe:« Vendicarti? Tu?
Un Kishin? »
James sbatté i pugni sulla
scrivania:« SEI TU CHE MI
HAI RESO UN KISHIN!!! PER I TUOI FOLLI ESPERIMENTI SULLA VITA E SULLA MORTE!!!
PER TE NON SONO STATO ALTRO CHE UN TOPOLINO DA LABORATORIO!!! »
Il Lord si esibì in una piccola
sfilata:« Sì, è vero… ma hai visto i risultati? Dimmi
sinceramente, me li daresti i miei novantotto anni? »
Lucy, Simon, Kevin e Soul si
guardarono sconvolti. Com’era possibile che quel Sarktos fosse davvero quasi
centenario? Sì e no gli avrebbero dato una trentina
d’anni!
« Non me ne importa nulla… »
« Ma anche tu ne hai beneficiato! Guardati,
sembri un quarantenne un po’ stempiato, e invece dovresti avere… quasi
settant’anni, se non sbaglio! »
Il Kishin strinse gli occhi a
fessura:« Non me ne importa niente. Non me n'è mai importato nulla di queste cose… io volevo solo un po’
di rispetto da parte della mio clan… e un lavoro per mantenere la mia famiglia!
Nulla di più. tu invece hai deciso di dedicare la tua
esistenza alla ricerca della vita eterna e dell’eterna giovinezza… »
« Esatto. Un novello Nicolas Flamel, se così mi si può definire… e i più vicini a questo
magnifico risultato sono proprio i kishin! Guardate Ashura!
Aveva almeno un paio di secoli e non li mostrava assolutamente! Così ho deciso
di provare a creare passo passo un kishin,
analizzarlo in tutte le sue fasi di crescita per capire il loro segreto… e tu
sei la mia creazione, James! Hai aiutato il migliore scienziato del mondo a
realizzare il sogno dell’umanità, non ne sei orgoglioso? »
Il Kishin si piantò le unghie nel
pugno:« Orgoglioso? ORGOGLIOSO???
Pensi che possa essere orgoglioso di essermi lasciato imbrogliare da uno stupidissimo paio di occhialini con
le lenti colorate??? »
« I trucchi semplici sono sempre i migliori!
Con quelli hai creduto di stare mangiando un anima
rossa, da uovo di kishin… e invece era azzurra! E la fame ha fatto il resto… »
Lucy si morse un labbro.
Finalmente aveva capito cosa intendesse il Kishin quando aveva provato a
traviare anche lei, sui rimorsi e sulla fame irrefrenabile, nonostante i sensi di colpa…
Sarktos continuò:« E quando la follia ti ha reso cieco, ho voluto fare
semplicemente la prova del nove… »
« Prova del nove? PROVA DEL NOVE??? »
Il Kishin lo afferrò per il
bavero della giacca.
« Uccidere
tutto il tuo clan ti
sembra la prova del nove? »
Sarktos sorrise:« Sì. »
Con una forza insospettabile, si
liberò dalla presa, si risedette e continuò a parlare.
« Ma dopotutto, qual’era il problema? Me l’hai
detto tu stesso che non sopportavi i tuoi familiari, perché tutti, anche quelli
della famiglia Gin, avevano trovato il modo di poter uccidere i loro avversari,
tramite varie combinazioni genetiche… eri rimasto solo tu, il povero, piccolo
James, a essere un purosangue, senza nessun’altra possibilità oltre
quell’inutile sonnifero… hai sposato un’arma con varie trasformazioni per dare
a tuo figlio i poteri che tu non avevi, ma fino a quando non sarebbe stato abbastanza
grande per poter dare la caccia ai kishin dovevi essere
tu a mantenere la famiglia. Però a causadei tuoi poteri limitati nessuno ti voleva…
nessuno tranne me! Dovresti essermi grato, per questo! »
Il Kishin lo fissò con uno
sguardo di puro odio:« Avresti dovuto darmi di che far
vivere la mia famiglia… e invece qual è stato il risultato? »
Sarktos si alzò in piedi,
esaltato:« Il risultato è stato una grandiosa
battaglia! Forse non lo sai, ma è riportata sui libri di storia! Certo, dicono
che è stata una faida interna, in un certo senso hanno anche ragione, però… ragazzi, che spettacolo! Bisognava
esserci, le parole non bastano per descrivere quel magnifico turbinio d’argento
e rosso che irradiava il cielo…»
« … senza che nessuno sospettasse che in mezzo
a tutto quell’inferno c’era un uomo senza più coscienza di sé, annientato dalla
follia dei kishin e da quella maledetta droga che tu mi davi di nascosto, che
uccideva tutto il suo clan, da solo… »
« Droga? Definisci così la mia follia
sintetica? Quello è un capolavoro di chimica e… »
James sbatté di nuovo un pugno
sul tavolo:« QUELLA ROBA MI
HA FATTO UCCIDERE LA DONNA CHE AMAVO CON LE MIE STESSE MANI!!! MI HA FATTO PROVARE PIACERE NEL FARLO… e disperazione, una
volta tornato in me… degli altri non so cosa ne abbia fatto, le sensazioni e i
ricordi sono troppo confusi… in quel genocidio dev’esserci
stato anche mio figlio… »
Sarktos sospirò:« Eri meno folle di quanto pensi, James… »
« Cosa intendi dire? »
« Che non hai compiuto il tuo dovere fino in
fondo. Sei il solito ingenuo di sempre… ragiona, stupido, o non vorrai dirmi
che non conosci i cognomi di questi due mocciosi? »
Il Kishin si fermò, assorto nei
suoi pensieri. Da quando aveva recuperato la memoria
non ci aveva ancora pensato… in effetti, quando aveva cercato di corrompere
Lucy, lei si era trasformata in…
Accecato dalla follia, convinto
che si trattasse solo di ricordi di vecchie sensazioni, non ci aveva quasi
fatto caso, l’aveva guidata in modo naturale, con le parole giuste… come se…
Si voltò verso la ragazza che lo
fissava allibita.
« Esatto, James… hai lasciato che tuo figlio e
il suo amico potessero scappare… se non l’avessi ancora capito, ti presento
Kevin, il figlio di Roger Akai, il migliore amico di
tuo figlio, e Lucy Gin… tua nipote! »
James guardò la ragazza come se
la vedesse per la prima volta. Ora che la guardava meglio, con nuovo sguardo,
non più accecato dalla follia, dalla confusione, o dal timore, sapendo
esattamente cosa cercare, poteva rivedere in lei gli occhi della sua adorata
moglie, il sorriso sincero del suo bambino e quei capelli neri, tanto simili ai
suoi…
« Quindi io… sarei nonno? »
Tutti i ragazzi si scambiarono
sguardi allibiti dalle miriadi di rivelazioni che stavano ricevendo tutte in
una volta, ma Sarktos rispose alla domanda del Kishin
prima che Lucy potesse dire qualsiasi cosa:« Non ho mai perso di vista i
superstiti dei Majikkudasuto… se t’interessa, il tuo adorato figliolo
si è sposato felicemente con una bella signorina che poteva trasformarsi in una
falce e in un boomerang, e dopo tre anni di matrimonio hanno avuto una bella
bambina. Nello stesso anno anche Roger Akai e la sua
mogliettina che si trasformava in disco hanno avuto un figlio… penso che da
piccolissimi vi siate anche incontrati, voi due, le vostre famiglie erano in
stretto contatto… »
Kevin e Lucy si guardarono:« Davvero? »
« Già, ma i discendenti dei Majikkudasuto stavano diventando davvero troppo potenti
di generazione in generazione… e così ho pensato bene di concludere il lavoro
che questo imbranato aveva lasciato in sospeso…
»
Lucy impiegò parecchi secondi a
capire il vero significato di quelle parole.
« Hai mandato tu quell’uovo di kishin a
uccidere i miei genitori!!!! E hai cercato di uccidere anche me!!! È colpa tua se nessuno mi ha mai voluta, se sono rimasta
orfana così piccola, se per anni ho avuto paura di uscire di casa, di rivedere
quel mostro… »
Il volto di James assunse un
colorito sempre più paonazzo per la furia che agitava ogni battito del suo
cuore:« NON SOLO ME, DUNQUE!!! HAI CONTINUATO A
GIOCARE CON LA MIA FAMIGLIA ANCHE IN MIA ASSENZA!!! »
Sarktos sorrise:« Che ci vuoi fare, siete così interessanti voi Majikkudasuto, così ingenui… »
Il Kishin sibilò, livido di
rabbia:« E poi il demone sarei io… »
Kevin sussurrò:«
E quindi anche Blaze… »
« Uno dei miei adepti più giovani. Non sapeva
nulla di chi stava uccidendo, ubbidiva solo ai miei ordini… i tuoi genitori
sapevano di correre dei rischi, per questo motivo hanno preferito non adottare
Lucy, anche se avrebbero voluto. Hanno pensato che forse sarebbe stata più al
sicuro da persone completamente estranee a questa storia… hanno pensato di
lasciare anche te, Kevin, ma ti volevano troppo bene e non ce
l’hanno fatta. Questa è stata la loro condanna… e quando mi disse che
aveva portato con sé un bambino dai poteri particolari, ho pensato che forse
non era una cattiva soluzione averti dalla mia parte. Se solo ti fossi mostrato
più collaborativo, a quest’ora saresti anche tu uno dei miei sottoposti… »
Parole ascoltate e accantonate
tornarono ad affacciarsi alle mente del ragazzo,
nuovamente vivide, con un nuovo significato.
« I beduini… anni fa, qui vicino… ora ricordo,
ora comprendo… non vennero uccisi
perché ci avevano visto, ma perché avevano visto qualcos’altro che non avrebbero dovuto vedere! Blaze parlò della “dimora del suo Lord Protettore”,
l’avevo scordato perché non l’avevo capito… ma ora tutto ha un senso! Eri tu il
suo Lord Protettore! Quei poveracci avevano visto questo castello nero! »
« Ottima deduzione, Kevin, degna del figlio di
un genio matematico qual’era Roger! Oh, se solo avessi potuto portarlo dalla
mia parte, quante cose avremmo potuto fare… morire così giovane, senza avere
diritto neanche a un riconoscimento scientifico per il suo valore… un peccato,
un vero peccato, l’ho sempre detto! Ma
era un testardo idealista, era inutile proporgli le mie idee, avrebbe
sicuramente rifiutato! »
Lo sguardo di Kevin si fece
gelido:« Condannato senza processo, senza possibilità
di appello o di difesa… »
Kevin rimase sconvolto da quelle
rivelazioni, nonostante il suo volto rimase apparentemente impassibile, come
sempre. Davvero suo padre era un matematico così famoso? Strano, perché lui in
matematica era una frana… quante cose non conosceva di
lui… si ripromise di fare una ricerca sui suoi genitori alla fine di quella
storia.
Nel frattempo, Simon chiuse gli
occhi. Non sapeva se Kevin fosse a conoscenza del mestiere del padre, ma
evidentemente la sua logica sprezzante e razionale doveva averla ereditata dal
genitore. Non importa cosa udiva, non poteva lasciarsi distrarre. Sentiva già i
manicotti cedere.
Sarktos riprese:« Spesso i genitori sono una palla al piede, dovresti
essermi grato per averti dato la possibilità di fare tutte quelle esperienze,
di girare il mondo… »
« Maledetto… l’unica esperienza che mi hai
fatto fare è stata quella di assassino! Ma sai cosa ti
dico? Quasi quasi la metto in pratica e ti uccido… »
« E come? Quella collana ti blocca ogni potere,
ricordatelo! »
Soul si alzò in piedi, gettando
la collana all’interno del pianoforte bianco:« Ma non i
miei! »
Il Kishin si scrocchiò le dita:« E neanche i miei… non avrò più i poteri della follia, ma
mi sono rimasti quelli originali… e se io non posso ucciderti, credo che Soul
sarà ben lieto di farlo per me! »
Con una mossa fulminea e inaspettata,
Sarktos agguantò letteralmente Lucy e le puntò un tagliacarte alla gola. Il
cuore della ragazza iniziò a battere all’impazzata. Quello non scherzava, poco
ma sicuro. Lucy cercò di controllare a fatica il suo respiro fattosi
improvvisamente affannoso per l’ansia. Se si muoveva troppo l’affilata lama sarebbe penetrata nella sua candida pelle. Sentiva il
contatto con il coltello freddo e represse a fatica un
brivido.
« Una mossa sospetta e la sgozzo. Niente
trucchetti con la polvere, li conosco benissimo! »
Lucy deglutì rumorosamente, con
un gusto acido in bocca che le dava la nausea. Ma
perché doveva sempre essere lei la principessina da salvare, in un modo o
nell’altro? Pregò silenziosamente che nessuno dei presenti facesse mosse
impulsive, non per lei, ma, nel caso qualcosa fosse andato storto, per non far
soffrire Simon, Kevin e… sì, anche il Kishin. Ancora era difficile pensare a
lui come James, figuriamoci come nonno! Un passo per volta. La prima cosa da
fare era mostrare una calma che non possedeva, sperando che gli altri ci
cascassero.
Nessuno ci cascò. La conoscevano
troppo bene e sapevano che era praticamente in preda
al panico.
« Stallo. »
Tutti, tranne Lucy, si voltarono
verso Kevin, ancora seduto a terra e legato con le mani dietro la schiena.
« Tu non lascerai andare Lucy e noi non ti
lasceremo uscire di qui. Non puoi chiedere aiuto in nessun modo, proprio come
noi e anche se qualcuno uscisse da questo castello non
potrebbe andare da nessuna parte, in questo deserto… per cui o salta fuori un
colpo di scena o siamo tutti bloccati qui. Bel fermo immagine. »
Il cervello di Kevin aveva
ingranato la quinta mentre parlava per prendere tempo. Doveva pensare,
ragionare a tutte le possibili opzioni di azione. Ma
finora quasi tutte quelle aveva immaginato avevano
un’alta probabilità di finire con l’uccisione di Lucy.
Cosa poteva fare
per…
« Non posso lasciare Lucy in quella situazione.
Scusami, tento il tutto per tutto! »
« Cosa? No, non farlo, liberami, prima! »
Simon si alzò in piedi, libero.
Nelle mani stringeva il violino e l’archetto.
« Il colpo di scena sono io. Liberala. »
Sarktos sorrise:« Altrimenti cosa mi fa, piccolo nobile inutile? »
Il ragazzo sostenne il suo
sguardo, mentre le dita che stringevano l’archetto s’intrecciarono in una muta
preghiera di buona sorte. Stava per tentare la scommessa più grossa della sua
vita.
« Le mostro il mio potere. »
Sid:« Si può? »
Lord Shinigami:« Prego,
entra pure! Novità? »
Sid:« Sono qui per
inoltrare formale protesta al preside della scuola di addestramento per armi e
maestri d’armi Shibusen. »
Lord Shinigami:« Ehi,
che formalità! Qual è il problema? »
Sid:« Quei due mi
sono sfuggiti. Di nuovo. »
Soul Eater, Polvere Incantata, 27 capitolo: Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa
di Simon?
Lord Shinigami:« Posso
accettare la critica per Simon Onpu, ma Black Star
non è scappato dall’ennesimo compito di recupero, l’ho mandato in missione io!
»
Sid:« Per me si è
fatto mandare solo per evitare di studiare. »
Lord Shinigami:« Siamo
così sospettosi? »
Sid:« In vita ero
fatto così! »
Lord Shinigami:« Ho
capito, ma… ehi, ma questo non è l’urlo di Ragnarok? »
Sid:« Non cerchi di
cambiare argomento! Mi ha rubato uno studente prima di un compito! »
Lord Shinigami:« Ma
se Black Star torna indietro con Simon Onpu potrai
prendere due piccioni con una fava! »
Sid:« E se non torna
affatto? »
Lord Shinigami:« Uffa…
e meno male che sono il preside… quelle scuole in cui il capo comanda e gli
altri ubbidiscono senza fiatare esistono solo nei film, purtroppo… »
Ce l’ho fatta!!! Sono riuscita a pubblicare questo capitolo che avevo
in mente da mesi! Sto saltellando per la stanza come una scema! Dite la verità, ci siete rimasti lì, eh? Vi prego, stavolta
più che mai ho bisogno di sapere cosa ne pensate!
Il capitolo,
a dirla tutta, è pronto da una settimana, ma la chiavetta ha deciso di andare
in black out… ma adesso sono tornata a casa con il
mio vecchio e fidato modem, quindi non ci saranno più problemi! Approfitto anche
per dire, a chi fosse interessato (Jan Itor19, ce l’ho soprattutto con te!), che ho pubblicato anche il
primo capitolo del crossover fra PKNA e MMMM, dal titolo Anderville: terra di eroi e detective ! spero di fare anche lì un
buon lavoro!
Ringrazio
quindi Jan Itor19, Mitzune_chan, Sakurax16 e Blue
Rock per i commenti e Tokorothx3 per… una sorpresa che vedrete fra un po’!
E attenzione,
le sorprese non sono mica finite! Nel prossimo capitolo ne vedremo ugualmente
di belle! Una per tutte? Forse si capirà chi è la misteriosa ragazzina bionda…
e per qualcuno del gruppo sarà una grossa sorpresa!
Capitolo 27 *** Un utile souvenir simmetrico! La più grande scommessa di Simon? ***
Un utile souvenir simmetrico
Un utile souvenir simmetrico! La più grande
scommessa di Simon?
Sarktos lo guardò perplesso:« Potere? Quale potere? Lei non è un’arma! »
« Davvero? E io invece
ho un potere così straordinario da poterla annientare senza nemmeno sfiorarla!
»
Lucy lo guardò chiedendosi se il
suo maestro fosse improvvisamente impazzito o se stesse tentando il più grosso
bluff della storia.
Il Kishin inclinò la testa senza
capire, mentre Kevin e Soul si scambiarono un’occhiata perplessa. Che
c’entrasse il discorso di prima?
Sarktos ridacchiò:« Nessuno nella famiglia Onpu ha
mai avuto particolari poteri! »
Simon iniziò a sudare vistosamente:« Ha allargato la sua ricerca ai parenti
acquisiti? »
« Ovvio… »
Il Lord sbiancò, ricordandosi
delle antiche storie.
« Non è possibile… la sorella di tua madre… la
sorella di tua madre è la Veggente di Reims! Non vorrai mica dire che tu… »
Simon iniziò ad agitarsi anche se continuava a ripetersi mentalmente di
restare calmo e impassibile. Non era sicuro neanche lui di quello che stava
dicendo, ma l’importante era che ci credesse il Lord. Solo che quei giochini riuscivano molto meglio a Kevin che non a lui!
Sarktos si accorse della sua
ansia:« Le probabilità che tu abbia ereditato quel
potere sono una su un miliardo! Lo sai, vero, che la preveggenza si può
tramandare anche a parenti lontanissimi? »
Sì, Simon se lo ricordava, ma
decise di aggrapparsi al racconto di Kevin con tutte le sue speranze.
« Allora perché non proviamo? »
Il silenzio calò sulla sala.
Nessuno osò più emettere un solo fiato. Simon arrossì, rendendosi conto che
tutti attendevano una suo gesto, un movimento, un
qualcosa per mostrare la sua millantata preveggenza.
Peccato che neanche lui sapesse
cosa fare…
Aveva bisogno solo di un ricordo…
di quelricordo…
quello di cui tanto la zia si era raccomandata…
La donna sbatte gli occhi più volte, con la
mente confusa e annebbiata. In lontananza si sente la sua nipotina piangere,
com’è giusto che faccia un neonato di pochi mesi, ma
Simon non ci fa caso. È più preoccupato per la sua zietta preferita. Anche
perché l’unica che ha.
« Simon… cosa c’è? »
Il bambino la sta guardando preoccupato con i
suoi grandi occhi blu, leggermente coperti da un ciuffetto biondo. Non è timido,
non ha paura di dire quello che pensa, non gli importa assolutamente di avere
solo cinque anni. E non è stupido.
« Tu stai male? »
La donna sorride:« Assolutamente
no, perché me lo chiedi? »
« Perché sei strana. Prima parlavi strano e
avevi gli occhi strani… »
La zia sospira:« Penso
di aver capito. Per favore, puoi ripetermi cosa ho detto di così strano? »
« Ma l’hai detto tu… »
« Lo so, ma ti chiedo di ripetermelo ancora,
per favore… »
Simon ci pensa un po’ su:« Hai
parlato di tamburi, di manto nero, di lampade che si accendono all’improvviso…
»
La donna si sbatte una mano sulla fronte:« Oh santa pazienza! Ti spaventato così
tanto per una sciocchezza simile? Non ricordo cosa ho detto, ma ormai ho
imparato a conoscere il mio stile di composizione, quando sono in trance… »
Simon la guarda perplesso:«
Cosa sono i tranci? »
La donna ride e lo prende in braccio,
avvicinandosi alla finestra:« Credo che sia ora di
fare un discorsetto, io e te! Guarda fuori… cosa vedi? »
« Niente, è buio! »
« Non sembra una coperta scura? »
Il bambino annuisce senza capire.
La zia continua:« Il
manto è una coperta. Prima parlavo del cielo. E ora aspetta! »
« Cosa? »
Un lampo squarcia il cielo.
« Ecco la lampada che si accende
all’improvviso… ed ecco… »
Il tuono si udì in lontananza.
« … i tamburi! Hai capito? »
Il bambino la guarda perplesso:« E c’era bisogno di dirlo in modo così strano? »
La zia scoppia a ridere:« Hai
ragione, piccolo mio! Infatti di solito lo faccio solo
per cose importanti… »
« Fai cosa? Parli strano? »
La zia scuote la testa e posa delicatamente
il bimbo sul divano, mentre si siede al suo fianco. Sta cercando le parole più
semplici per spiegare un fenomeno che è tutto fuor che semplice.
« Vedi, Simon, io… io sono un’indovina! »
« Che cos’è un’indovina? »
« È una persona che vede cose che devono ancora
succedere prima che queste accadano. »
« Come il fulmine di prima? »
La donna sorride:« Esatto,
bravissimo! Ci sono poche persone che sono capaci di farlo e
io sono una di queste! »
Simon annuisce senza commentare. Sta cercando
di capire bene.
La zia continua:« Ogni
indovino ha un suo modo di predire il futuro… io ne ho addirittura due! »
Gli occhi di Simon s’illuminano di pura
curiosità infantile:« Davvero? Fammi vedere! »
La donna sorride. Di solito non fa esibizioni
della sua abilità, ma per il suo nipotino è disposta a fare un’eccezione. Si
alza e prende carta, una penna d’oca dall’aria antica e un calamaio.
« Il potere di vedere il futuro si manifesta
quando utilizzo il mio talento in modo consapevole. »
« Che cos’è un Ta Lento? Qualcosa che va molto
piano? »
La zia ride dell’ingenuità del suo nipotino:« È una cosa che sai fare molto bene, e che ti viene facile
anche se nessuno te la spiega. Ognuno di noi ne ha
almeno uno. »
« Anche io? »
« Anche tu, lo scoprirai presto! »
Simon ci pensa su:« Tirare
peluche a mia sorella quando piange è un talento? »
La donna si trattiene per un pelo dallo
scoppiare a ridere, anche se la cosa non sfugge al bimbo:« No,
e gradirei che non lo facessi più! Quand’eri piccolo come lei piangevi anche
tu, e forse anche più di lei! »
Simon sbuffa:« Ma
rompe… »
La zia finge d’ignorare il commento e
continua la spiegazione:« Il mio talento è quello
della scrittura. Sono molto brava a scrivere. Guarda cosa succede se inizio a
scrivere una qualsiasi cosa concentrandomi su una cosa che voglio sapere… »
La donna prende la penna e inizia a scrivere.
Subito i suoi occhi diventano color dell’oro, mentre la mano corre veloce sul
foglio. Non sembra vedere assolutamente cosa sta scrivendo, perché il suo
sguardo è perso nel vuoto. Simon non le stacca gli occhi di dosso,
meravigliato. Trattiene persino il respiro fino a quando la zia non posa la
penna e i suoi occhi tornano normali.
« Ecco fatto! Vuoi sapere cosa ho visto? »
Simon annuisce.
« Fra pochi secondi tua sorella inizierà di
nuovo a piangere, tuo padre chiamerà tua mamma e lei dallo spavento farà cadere
un vaso di fiori rompendolo. »
Il bambino la guarda perplessa, ma non fa in
tempo a dire qualcosa che sente l’acuto richiamo dell’ultimogenita della
famiglia Onpu risuonare nei corridoi.
Quasi contemporaneamente la voce profonda e
possente del capofamiglia si unisce a quella della figlia:« DONNA!
TUA FIGLIA PIANGE! DI NUOVO!!!
»
Un secondo dopo si sente un vaso andare in
frantumi.
« SAREBBE ANCHE TUA FIGLIA… comunque va bene… »
Il bambino guarda la zia
sconvolto. Poi fa la domanda più semplice e scontata di
questo mondo:« Perché non li hai avvertiti? Il vaso sarebbe ancora intero… »
« Non posso cambiare quel che vedo… come non
posso decidere a chi passare il mio potere né quando! Potrebbe capitare anche a
qualche parente lontanissimo che nemmeno conosco, e potrebbe succedere fra
cinque minuti come fra trent’anni. So solo che quando accadrà io non vedrò più
nel futuro e qualcun altro sì. »
Il bambino continua a guardarla
concentratissimo. Quel discorso è abbastanza complesso per lui.
« Però prima è stato diverso! Avevi sempre gli
occhi strani, ma non scrivevi e parlavi… »
« Quello è il secondo modo che ho per vedere il
futuro. È indipendente dalla mia volontà, non posso decidere come e quando
farlo e soprattutto non ricordo nulla di quel che dico. »
« Davvero? »
« Già. Di solito accade per avvertire chi mi
circonda di cose veramente importanti, questioni di vita o di
morte o eventi imprevedibili, che non andrei mai a indagare per conto
mio… strano quindi che prima abbia predetto solo il temporale… »
La donna fissa il bambino da capo a piedi,
quasi lo stesse analizzando a raggi x.
« A meno che… non fosse necessario che TU lo vedessi…
e che ne parlassimo… aspetta un po’! »
La donna riprende carta e penna e ricomincia
a predire il futuro. Simon continua a fissarla, non più preoccupato, solo
incuriosito. Quando la zia smette di scrivere sembra sconvolta. Guarda ancora
il suo nipotino, ma è quasi come se non lo vedesse. Anzi, è come se stesse
vedendo qualcun altro, dietro di lui. O almeno è quella l’impressione che dà a
Simon, che addirittura si volta per controllare che non ci sia nessuno alle sue
spalle.
« Zia? Cos’hai visto?
»
La donna sorride, divertita da un curioso
scherzo del destino che sembra poter capire solo lei. Si avvicina e lo bacia
sulla fronte.
« Non dimenticare mai questa discussione, mio
piccolo Simon! Un giorno ti servirà, e quel giorno io sarò libera… »
« Io… io non capisco… »
« Un giorno capirai. »
Simon sbuffa e incrocia le braccia, un po’
offeso. Odia quelle frasi. Come se ora fosse troppo stupido per capire! Ci sono
troppe cose che gli adulti dicono capirsi solo una volta diventati grandi… ma
cos’è, a una certa età ti danno un libretto d’istruzioni come quello di
montaggio dei giocattoli su come funziona la vita?
La donna si alza dal divano e fa per
andarsene. Poi si ferma e si volta ancora verso il bambino.
« Ah, volevi sapere cosa ho visto prima? Ho
visto cosa ti regalerò per il tuo compleanno… »
Il viso di Simon s’illuminò di nuovo:« Davvero? »
La zia sorride dolcemente:«
Sì, e sarà un regalo bellissimo… »
Eccolo, il regalo della zia, lo
stringeva in quel momento fra le mani. Lo aveva stretto da sempre. L’unico
oggetto che non aveva mai abbandonato in nessuna delle sue avventure.
Il suo violino. Il suo violino
incantato. Ma era lo strumento a essere stregato… o il suo musicista?
Un dubbio lo assalì. E se quel
giorno di tredici anni prima sua zia avesse visto proprio quell’istante?
Non c’era che un modo per
scoprirlo.
Sotto gli occhi stupiti di tutti,
Simon si preparò a suonare il violino.
Lucy e Kevin lo guardarono
sconvolti e gridarono insieme, quasi d’abitudine:« Simon!!!
Ti sembra il momento??? »
Il violinista si morse un labbro:« Credetemi, mai come ora è stato il momento giusto! »
Sì, se Simon aveva un talento che
si potesse definire tale, oltre all’innata capacità di sminuirsi per un
nonnulla, era la musica.
Strinse l’archetto con tutte le
sue forze.
Ti prego… se è vero… se è vero
che sono io il successore di mia zia… il prossimo Veggente… fammi vedere cosa
possiamo fare per uscire da questa situazione!
Non appena le prime note si
diffusero nell’aria, gli occhi di Simon si schiusero contro la sua volontà.
Lucy guardò sconvolta le pupille
dorate del suo maestro:« Simon… ma cosa… »
Kevin e Soul si scambiarono uno sguardo
d’intesa, mentre Sarktos sbiancò di colpo:« No… non è
possibile… una possibilità su un milione… è assurdo… »
In tutto questo, guidato da
preoccupazioni più o meno inconsce, Simon, per la
prima volta consapevolmente, vide.
Vide Black
Star e Kid attraversare il deserto. Dietro di loro alcune figure che scambiò per Tsubaki, Liz e Patty. Non notò che c’erano quattro ragazze e non tre.
Vide Chrona
che distraeva la falsa Maka.
Vide tutti
gli insegnanti che accorrevano verso di lui.
Vide Lord Shinigami
e il professor Sid discutere di un compito che, a quanto pare, aveva saltato.
Vide sua zia
sospirare, lieta che il suo compito fosse concluso,
finalmente libera da un nome, quello di Veggente, più grande di lei.
E vide, soprattutto, ciò che sarebbe accaduto
di lì a un paio di minuti nella stanza dove si trovavano.
Quando tornò in sé, impiegò
qualche secondo a rendersi conto di quello che aveva fatto. La melodia e la sua
conseguente predizione non erano durate più di un minuto e mezzo, ma a lui erano
sembrate ore.
Lucy sentì che Sarktos
rabbrividiva mentre Simon gli rivolgeva un sorriso pieno di soddisfazione.
« È finita e abbiamo vinto. »
« Cosa intendi… »
Prima che Sarktos concludesse la frase, un minuscolo oggetto bianco scivolò da
una grata di areazione di rame sopra la scrivania colpendo il cubo di Rubik abbandonato sul tavolo. L’oggetto tremò, si mosse,
s’illuminò e pochi secondi dopo una donna magra, con la pelle bianca come
porcellana e dei capelli verde scuro legati in una
lunga coda di cavallo si materializzò sulla scrivania, inginocchiata.
Sarktos sbiancò:« Pamela? »
« Mio Lord… non capisco… poco fa ero a Death
City, nel corpo di quella Saka… »
Soul ringhiò:« Maka…
MAKA!!! L’AVETE PRESA E NEANCHE
SAPETE IL SUO NOME??? »
Simon raccolse l’oggetto
misterioso da terra, lo guardò con soddisfazione e poi, senza preavviso, scattò
verso la sua compagna. Sapeva di non correre alcun rischio.
Contemporaneamente la grata di
areazione saltò e una familiare figura dai capelli blu armata
di due falcetti uniti da una catena saltò nel centro esatto della sala urlando
come un pazzo, come solo lui sapeva fare.
« LA VOSTRA SOMMA DIVINITÁ BLACK STAR È QUI!!!
PROSTATEVI AI MIEI PIEDI E RESTITUITEMI I MIEI AMICI O FINIRETE VITTIME DELLA
MIA FURIA!!! »
Sconvolto e confuso, il Lord non
si accorse nemmeno che Simon sfilava delicatamente Lucy dalla sua presa mortale
e la portava al sicuro dall’altra parte della sala.
Kid scese a sua volta dalla grata
brandendo Liz e Patty:« Black Star! C’ero davanti io, non era il caso di calpestarmi per passare per
primo!!! »
Lucy guardò la scena sconvolta:« Ma come… »
Simon sorrise:«
Kid è riuscito a riportare quella Pamela alla sua forma originaria
grazie a un piccolo souvenir di una vecchia missione… »
Il violinista le mostrò l’oggetto
che aveva raccolto poco prima. Era una piccola pallina bianca. Lucy la guardò
perplessa e Simon aggiunse un indizio.
« … una vecchia missione che avete affrontato
insieme… »
Lucy continuò a osservarla senza
capire. Simon le sussurrò all’orecchio.
« Les jeux sont faits... »
La ragazza sbarrò gli occhi:« L’uovo di Kishin al Principato di Nisty!
Questa è la pallina della roulette!!! »
Il violinista annuì:« Kid l’ha presa senza dirvi nulla. Non solo perché è
simmetrica, sia chiaro, ma anche perché era intrisa della follia di quel
demone. A lui non può fare nulla perché è uno Shinigami, ma a contatto con
un’onda diversa dalla sua e a quella del suo padrone, la follia del cubo di Rubik è andata per un attimo fuori controllo, quanto
bastava a farla tornare normale e a lasciare libera la nostra Maka… tranquilla,
ora è a Death City, nel suo corpo, sana e salva! »
Lucy lo guardò ammirata:« Ma tu… come fai a sapere tutte queste cose? »
Il ragazzo arrossì e abbassò lo
sguardo, trovando un improvviso interesse per il tappeto:« Diciamo
che forse potrei… avere anch’io il potere di mia zia e vedere nel futuro? »
« COSA??? E da quando? »
Simon sorrise imbarazzato:« Da… adesso,
direi! »
Lucy lo guardò, non sapendo più
cosa dire. In tutta la confusione, Soul aveva liberato Kevin, mentre Black
Star, con le sue esagerate esibizioni, non perdeva d’occhio il Lord e la sua
arma.
Kid guardò stupito il Kishin:« E lui che ci fa qui? »
Lucy intervenne subito, ignorando
Simon che la stava liberando dai ceppi e dalla collana blocca-poteri:« Ehi! Mio nonno non c’entra nulla, chiaro? »
Il piccolo Shinigami la guardò
sconvolto:« Tuo nonno???
»
Kevin troncò la discussione:« Di questo ne parliamo dopo, ok? Abbiamo altro a cui pensare, ora! »
Simon ridacchiò soddisfatto. Era
andato tutto come lui aveva visto. Era fantastico, era tutto vero: era un
Veggente! Non poteva ancora crederci!
Ma c’era una cosa che non aveva previsto…
« SIMON. EMANUEL. ONPU. »
La schiena di Simon s’irrigidì di
scatto, quasi come se il ragazzo si fosse messo sull’attenti.
C’erano solo due persone al mondo
in grado di chiamarlo con il suo nome completo con quel tono di comando. Una
era suo padre, mentre l’altra…
Il
violinista si girò a scatti, deglutendo rumorosamente e ricominciando a sudare
copiosamente. Lei non l’aveva proprio vista, prima. E piuttosto che incontrarla faccia a faccia in quella situazione, con quel tono di voce
così furioso, preferiva riaffrontare il Lord disarmato.
« R…R…Rachel? »
Una ragazzina di tredici anni
saltò giù dallo stessa grata da cui erano scesi Black
Star e Kid poco prima. I capelli biondi e ricci erano ordinatissimi come
sempre, tenuti fermi dal suo immancabile cerchietto rosso, ma il suo volto
tirato e gli occhi blu a dir poco fiammeggianti tradivano tutta la sua furia.
Sarktos rimase colpito dalla sua
apparizione:« Oh oh, ma chi
abbiamo qui? »
La ragazzina prese
un fucile dalla spalla e lo puntò senza esitazione contro il petto del Lord:« Modera
i termini, feccia nobiliare! Non sono così docile come quella mozzarella di
Simon! »
Kevin guardò il compagno di
squadra:« La conosci? »
Il violinista annuì senza
distogliere lo sguardo preoccupato dall’ultima arrivata:« Oh
sì… e molto bene… »
La ragazza rispose per Simon
senza distogliere lo sguardo da Sarktos:« Io sono
l’ultima discendente della mia antica e rinomata casata; Rachel Elizabeth, del
nobile ducato degli Onpu. E sono qui per tirare fuori
dai guai mio fratello. Come sempre. »
Kevin:« Quella…
quella sarebbe… »
Simon:« Già. Vi
presento la mia docile, tranquilla, dolce
e, soprattutto, innocua
sorellina! »
Kevin:« Ma che razza
di famiglia hai? »
Simon:« Me lo chiedo
anch’io, tutti i giorni… »
Kevin:« E così
adesso so il tuo titolo nobiliare, che non mi avevi mai voluto dire! »
Simon:« Perché, era
così importante? »
Soul Eater, Polvere incantata, 27 capitolo: L’ultima goccia di follia! Un destino peggiore
della morte?
Kevin:« E invece
conta, conta, mio caro conte! »
Simon:« Veramente
sarei duca… »
Kevin:« Ah-ah! Allora vedi che t’importa? »
Simon:« Io… io ti
strozzo! Pure l’occhiolino mi fai? »
Rachel:« Voi due là
dietro! O la piantate o vi sparo a entrambi! E guardate che non scherzo! »
Simon:« Non esagera!
Meglio smetterla per davvero! »
Kevin:« … siete
proprio sicuri di essere fratello e sorella, voi due? »
Simon:« Purtroppo… »
Rachel:« Allora? »
Simon & Kevin:« Sissignora!
»
Rachel:« Molto
meglio… »
E finalmente
si è scoperto anche chi è la misteriosa biondina! Ha un bel caratterino, vero? Non
è stata tirata fuori dal cappello a cilindro, controllate pure: capitolo 9, poco più di metà, dove Simon confessa la sua nobiltà…
nome e caratteristiche corrispondono, è proprio lei! ;-)
E sì,
ho tirato fuori un po’ di vecchie cose, ma ormai tutti i nodi stanno venendo al
pettine…
Dunque,
devo come al solito ringraziare Jan Itor 19, Tokorothx3, Mitzune_chan
e Sakurax16 per le magnifiche recensioni!
E
nel prossimo capitolo, il penultimo, ci sarà lo scontro del secolo: James vs
Sarktos! Non date nulla per scontato, ormai dovreste averlo imparato, perché nulla
in questa storia lo è! E io sto continuando a lavorare
alla sorpresina… avrete la pazienza di attendere il gran finale? Spero proprio
di sì, dopo 27 capitoli!
Capitolo 28 *** L'ultima goccia di follia! Un destino peggiore della morte? ***
L’ultima goccia di follia
L’ultima goccia di follia! Un destino
peggiore della morte?
Lucy guardò i due biondi con aria
sconvolta:« Tua… tua… sorella? »
Kid alzò gli occhi al cielo:« Già! Ti prego, Simon, riprenditela che noi non la
sopportiamo più! Avremmo voluto strozzarla già durante il viaggio, ma non
potevamo perché è nobile… e perché è tua parente! »
Simon annuì rassegnato:« Immagino, conoscendola… »
Rachel gli rifilò
un’occhiataccia:« Senti, non farmi pentire di essere
venuta fin qua! Fosse per me ti avrei già lasciato nel
tuo brodo, ma la zia ha insistito tanto… »
Simon sospirò. Gli sembrava
strano che sua sorella fosse venuta fin lì di sua spontanea volontà!
La ragazza gli fece l’occhiolino:« Allora, fratellone, com’è vedere nel futuro? »
Simon divenne tutto rosso:« Ma allora… tu… TU LO SAPEVI! »
« E altrimenti perché credi che sarei venuta?
Speravo di essere io l’erede, ma tant’è… io ti salvo e
poi tu, per riconoscenza, mi dirai le domande del prossimo compito di storia!
Siamo d’accordo? »
Il ragazzo sembrò bollire dal
nervoso:« Ma brutta approfittatrice… »
Lucy sorrise. A quanto pare il non
avere voglia di studiare era un difetto di famiglia!
Rachel era invece molto
soddisfatta. Fin da piccola aveva dovuto reggere il confronto con l’ingombrante
fratello, tanto talentuoso per la musica, l’idolo della loro madre. E Simon di
qua, Simon di là, Simon tanto bravo a suonare il violino, tanto bravo per essere entrato alla Shibusen… a sua madre sembrava
non importare il numero impressionante di bocciature del ragazzo, era sempre il
migliore. E a lei, che aveva avuto la sfortuna di nascere per seconda e per di
più femmina, era toccato tirarsi su le maniche per avere un po’ di
riconoscimento da lei e da un mondo, quello nobiliare, con idee ancora un po’
arretrate e maschiliste sul ruolo della donna nella società. La determinazione
non le mancava, aveva ereditato il dolce caratterino paterno. Proprio suo
padre, invece, non aveva mai avuto dubbi su di lei e l’aveva sempre
incoraggiata, spesso a spese del primogenito. Se c’era un difetto che il duca
di Onpu non poteva assolutamente perdonare
era la debolezza, e suo figlio sembrava ai suoi occhi esserne la
personificazione. Aveva più o meno consapevolmente
eletto Rachel come figlia prediletta, in famiglia lo sapevano bene. La cosa l’aveva
resa felice all’inizio, anche perché dalle previsioni della zia sapeva che
sarebbe diventata una grande donna di affari e l’idea le piaceva, ma da quel
momento erano cominciati i problemi per Simon. Il duca di Onpu
non aveva gradito sapere dalla Veggente di Reims che Simon non era destinato ad occuparsi degli affari di famiglia e aveva cominciato a
tormentarlo sempre di più. E a quel punto nell’animo di Rachel era avvenuto un
piccolo grande cambiamento. Non provava più gelosia nei confronti del fratello
maggiore, solo un forte senso di colpa nei suoi confronti. Il suo inarrestabile
e naturale arrivismo aveva rovinato la vita di Simon, se ne rendeva conto. Era
a causa sua che il ragazzo aveva cominciato a sentirsi sempre più inutile.
Perciò quando la zia, qualche
giorno prima, le aveva confidato che sarebbe stato Simon a ereditare la sua
preveggenza, non ne era stata invidiosa come aveva inizialmente creduto, ma
felice per lui. Sì, era vero, la preveggenza avrebbe potuto esserle utile nel
mondo della finanza, ma aveva sufficienti doti per cavarsela anche senza. Invece per suo fratello poteva essere la molla per
avere nuovamente un po’ di fiducia in sé.
Voleva molto bene a suo fratello
e aveva una sconfinata fiducia in lui e nelle sue capacità, anche se il suo
orgoglio non gliel’avrebbe mai fatto ammettere. E Simon lo sapeva bene, ma non
gliel’avrebbe mai fatto notare o pesare… altrimenti lei l’avrebbe picchiato,
poco ma sicuro!
« Ne hai ancora un po’? »
« Una fiala. »
« Dammela. »
« Ma, mio Lord… »
« Dammela, ho detto! »
Pamela riuscì a passare di
nascosto un oggetto a Sarktos.
« Mi spiace per il piccolo Veggente, ma il
colpo di scena lo farò io… »
« Fermo! »
Soul cercò di balzare addosso al
Lord.
« Insolente! Non ricordi? Io sono un Intoccabile!
»
« Ma lei no! »
Il ragazzo atterrò Pamela
sperando di riuscire a far cadere anche l’oggetto che gli aveva passato, ma
Sarktos lo tenne stretto fra le sue mani. Era una siringa dal contenuto
rossastro.
James la riconobbe
immediatamente:« No! Fermiamolo! Se se la inietta… »
Kevin prese il primo oggetto che
gli capitò sottomano e lo lanciò verso il Lord con l’intento di fargliela
cadere di mano.
« Ehi! La custodia del mio violino! »
« Scusa, Simon, te ne compro una nuova,
promesso! »
La siringa cadde sul tappeto, ma Lucy notò con orrore che il suo contenuto era
drasticamente diminuito.
« Attenti, se l’è iniettata! »
Il Kishin si morse un labbro e si
schierò di fronte alla nipote:« Troppo tardi.
Scappate, ora! Lo tratterrò io! »
Kid gli gridò:«
Non se ne parla nemmeno! Cosa fa quella roba,
Kishin? »
« La sua anima… per tutte le uova di kishin di
questo mondo! Non è per niente figo… »
Kevin si voltò verso il compagno
dai capelli albini:« Soul! Cosa stai
vedendo? »
Black Star guardò con gli occhi
sbarrati il suo migliore amico:« Ma non è Maka quella
che… »
Lucy tagliò corto:« Vi spieghiamo tutto dopo! »
Soul guardava il Lord con il
volto improvvisamente pallido. Aveva paura, una maledetta e schifosa paura che gli chiudeva la gola, impedendogli di respirare,
di parlare e che non lo rendeva per nulla figo. Ma
doveva reagire. Per tutti loro e per Maka.
La voce che uscì dalle sue labbra
era più rauca del solito:« La sua anima… sembra
impazzita! Continua a cambiare forma e a passare dal blu al rosso… al viola! »
Tsubaki, ancora trasformata,
intervenne:« Ma viola non è… il colore dell’anima delle
streghe? »
Black Star ci rimase di sasso:« Oh, per me stesso medesimo e illuminato… »
« Mio Lord! Si fermi! »
Kid bloccò il cubo di Rubik con un abile forbiciata alle
gambe e la stese a terra:« Ok, adesso tu ci dici cosa sta succedendo! »
Pamela lo guardò agitata e
confusa, incapace di mettere insieme una frase di senso compiuto.
« Quella che si è appena iniettato è follia
sintetica di sua invenzione. »
Tutti si voltarono verso il
Kishin.
« È per questo che vi ho detto di scappare. So
cosa può provocare, tanti anni fa l’ha usata su di me per accelerare il
processo per farmi diventare… il mostro che poi sono diventato!
È a causa di quella roba che ho perso il controllo quando ho sterminato il mio
clan… »
Pamela intervenne:« Con un dosaggio minimo si può mantenere il corpo giovane e
in salute. Mi aveva detto che se fossi stata in un caso di emergenza assoluta
avrei potuto iniettarmi l’intera fiala per aumentare i miei poteri, per quanto
fosse un processo molto pericoloso e che rischiava di trasformarmi in un vero
kishin… ma aveva anche detto che lui non avrebbe mai e poi mai potuto usarne
così tanta! »
« E perché mai? »
« Perché lui… è il figlio di una strega! Una
strega i cui poteri erano legati ai lupi! Non sapeva quali effetti potesse avere su di lui avendo anche dei geni di strega… e
non ha mai trovato una cavia con le sue stesse caratteristiche! Se fosse
riuscito a conquistare Death City avrebbe voluto
prendere il figlio di Medusa come test per i suoi esperimenti… »
James guardò Sarktos con occhi
nuovi:« Padre nobile, madre strega… forse è per questo
che sono passati dalla parte del Principato di Nisty…
forse non cercava nemmeno la giovinezza eterna, voleva ottenere i poteri di sua
madre che ai maschi sono negati! È sempre stato affascinato dal potere… »
Kevin lo fece tornare alla
realtà:« Come e perché sia accaduto ci interessa
relativamente! Dobbiamo bloccarlo prima che sia troppo tardi! Mi piacerebbe
portarlo da Lord Shinigami e dargli la condanna che si merita, ma… »
Il ragazzo si trasformò in
veleno.
« … non posso lasciare che diventi un kishin!
Ha già ucciso troppa gente come essere umano, chissà cosa combinerebbe come
demone! »
La mortale nuvola rossa avvolse
il Lord, che sbraitava e urlava come una bestia feroce in gabbia, mentre gli
occhi diventavano rossi di sangue e follia e il corpo iniziava una strana
mutazione.
Tutti attesero speranzosi, ma
Lucy iniziò a mordersi le labbra e Simon impugnò il violino.
« Non… non funziona? Di solito a quest’ora
dovrebbe aver già fatto effetto… »
Lucy iniziò a respirare affannosamente
dall’ansia:« A volte… a volte il mio sonnifero non
funzionava se il livello di follia era troppo alto… forse… forse stavolta è
troppo anche per Kevin… »
Il ragazzo dai capelli rossi
ritornò in forma umana:« Niente da fare! Non mi è mai
capitato prima! Ma è anche il primo kishin con follia artificiale che incontro… »
Black Star si buttò a capofitto
verso Sarktos brandendo Tsubaki sotto forma di lama incantata:« IO NON MI ARRENDO, DEMONE
ARTIFICIALE!!! »
Kid impugnò Liz e Patty:« PROVIAMOCI TUTTI INSIEME! ORA! »
Tutti gli allievi della Shibusen
si lanciarono all’attacco: oltre a Kid e Black Star, Soul trasformò il suo
braccio in lama, Simon impugnò prontamente Lucy sotto forma di fioretto
lanciando contemporaneamente Kevin in versione disco e anche Rachel estrasse
entrambi i suoi fucili.
Il corpo di Sarktos, insensibile
ai loro colpi, subiva intanto una metamorfosi che lo rendeva sempre più simile
a quello di un lupo mannaro.
In tutto questo, Pamela guardava
la scena allibita, mentre il Kishin si teneva da parte.
Un sussurro praticamente
inudibile uscì dalle sue labbra:« Io sono
l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide. »
Cosa
poteva fare lui, se nemmeno quei
ragazzini giovani, dotati e pieni di energia non riuscivano a scalfire quell’incubo
vivente? Eppure, guardando l’ultima arrivata, che
senza essere nemmeno un’alunna della Shibusen tentava con tutte le sue armi di
fermarlo, si vergognò della sua inutilità.
Stava lasciando Lucy in prima
linea, mentre lui se ne stava in disparte a guardare. Ma
che razza di nonno era? Non era ancora così decrepito! Doveva essere lui a
difenderla! Ma cosa poteva fare lui, che era inutile
già in gioventù?
Lo sguardo gli cadde su un
oggetto abbandonato sul pavimento.
Era un suicidio, una grossissima
e folle scommessa…
… ma quante ne avevano già fatte quei ragazzi da quando erano stati coinvolti volenti o
nolenti in quella storia?
James sorrise un po’ tristemente.
Non poteva certo essere da meno.
« Non funziona! Non funziona! Non si taglia, i
proiettili rimbalzano… nemmeno la sincronizzazione delle anime non ha effetto!
Che facciamo? »
Kid sbatté un pugno contro al muro. Come shinigami non poteva
certo permettersi di lasciare che un kishin chimicamente modificato si
aggirasse per il mondo per la sua incapacità di fermarlo! Se non l’avesse
bloccato in quel momento ne avrebbe avuto il rimorso
per tutta la vita, poco ma sicuro.
Tutte le armi tornarono in forma
umana col fiatone. Non ne potevano più. Solo Black Star e Rachel continuavano
imperterriti ad attaccare.
Simon riprese il violino per
vedere cosa sarebbe successo a Sarktos, ma un rumore lo fece voltare.
Alle sue spalle c’era James.
Dalle sue mani tremanti era appena caduta a terra la
siringa di Sarktos, ora completamente vuota.
Il violinista lo guardò sconvolto,
chiedendosi per un attimo se avesse già iniziato a suonare e quella non fosse
altro che una visione del futuro, ma dovette rendersi conto di avere ancora lo
strumento e l’archetto nella stessa mano. Era il presente.
« James… cos’hai fatto? »
Lucy si voltò. Gli occhi del
nonno stavano di nuovo tornando rossi.
« No… no, no, NO!!! »
La ragazza abbracciò l’uomo con
tutte le sue forse, come a trattenere la follia dentro alla
propria anima, al sicuro da lui e dal mondo.
James ricambiò la stretta:« Non c’era altro modo… oltre a Lord Shinigami, che non è
qui e non potrà mai arrivare, solo un Kishin può affrontare ad armi pari un
altro Kishin! Per di più uno come Sarktos! Non è per questo
che sono venuto fin qui? »
Lucy alzò lo sguardo con gli
occhi pieni di lacrime:« Sì… ma… rischi di perdere di
nuovo il controllo e allora… »
« La dose di follia che mi sono iniettato è
molto inferiore a quella dell’ultima volta e allora ero molto più giovane e
ingenuo di quanto lo sia ora… ti assicuro che trent’anni fa non sarei riuscito
a fare questa discussione con te sotto l’effetto della follia come sto facendo
in questo momento! Stai tranquilla, piccola mia… non
ti lascerò proprio ora che ci siamo ritrovati! Non sprecherò questa seconda
occasione! »
Il Kishin accarezzò dolcemente i
capelli neri della ragazza, poi si sciolse dal suo abbraccio e s’incamminò
lentamente e senza paura verso la sua nemesi. Nei confronti di Sarktos provava
solo odio… e sì, anche un pizzico di pena, per quanto gli scocciasse
ammetterlo.
Solo quando fu
molto vicino accelerò improvvisamente e spinse via Black Star e Rachel, che
stavano ancora combattendo.
« Scusatemi, ma è una cosa fra me e lui. »
Simon prese al volo sua sorella
prima che si facesse male e Kevin fece lo stesso con
Black Star. I due si ribellarono un po’, ma poi rimasero incantati e
terrorizzati dalla scena davanti ai loro occhi.
L’essere che un tempo aveva avuto
il nome di Sarktos aveva completato la sua metamorfosi
mostruosa e non aveva davvero più nulla che lo potesse ricollegare al Lord
geniale e diabolico che era stato fino a poco prima.
Il suo corpo era quello di un enorme lupo muscoloso, che si ergeva sulle
zampe posteriori. La sua postura era leggermente curva, ma se avesse
raddrizzato la schiena sarebbe stato alto due metri e
mezzo almeno. Il suo pelo era lungo e rigido, di un curioso colore a metà fra
il grigio e il viola metallico e ricopriva completamente il suo corpo. Le
unghie di quelle che erano state mani e piedi erano artigli ricurvi in grado di
fendere anche le superfici più resistenti, ed erano così lunghi che avevano
squarciato le scarpe, che comunque erano ormai troppo piccole per lui, come la
camicia e la giacca. Si erano salvati solo un po’ i pantaloni, anche se la
lunga, pelosa e possente coda aveva comunque dovuto farsi spazio. Era
abbastanza lunga da poter avvolgere un adulto e abbastanza forte da stritolarlo
in pochi secondi peggio di un boa constrictor. Il
volto era quello di un lupo, ma dotato di una doppia
fila di zanne affilate come quelle degli squali e soprattutto di un paio di spaventosi
occhi color rosso sangue, che risplendevano nel buio come due lanterne pur
essendo completamente ciechi.
I pensieri, i ragionamenti, le
intuizioni che l’avevano reso celebre come scienziato non esistevano
più, così come qualunque sentimento che potesse essere considerato lontanamente
umano. La follia aveva cancellato la sua mente ogni ricordo del passato, ogni
vaga reminescenza di essere stato un tempo umano. La
creatura nasceva in quel momento, senza nome, senza pensieri, incapace di
parlare, guidata solo da quella follia che caratterizzava ogni kishin, forse
persino amplificata. Voleva solo uccidere,
dilaniare, distruggere qualsiasi cosa avvertisse
essere vivo intorno a lui. Ormai
incapace di provare dolore, le uniche sensazioni in grado di avvertire dal suo
corpo erano una fame disperata di carne, sangue e anime di qualsiasi genere e
un’energia incontenibile, che premeva dall’interno del suo corpo per uscire, in
un modo o nell’altro, per farlo sentire veramente vivo e
esistente nel mondo.
La sensazione di poter esplodere
da un momento all’altro.
Stupenda e letale.
Per se stesso e per mondo.
In forma diversa e sicuramente
ridotta, James intuiva cosa provasse il suo nemico di sempre. La sensazione di
poter fare qualsiasi cosa, l’energia quasi incontenibile, il desiderio
irresistibile di distruggere quello che lo disturbava li aveva provati anche
lui trent’anni prima, quando gli era stata iniettata contro la sua volontà
quella follia sintetica. Sarktos quella volta l’aveva legato a un lettino con
l’aiuto di alcuni scagnozzi che non aveva mai visto prima
d’allora e gli aveva infilato l’ago sotto la pelle ignorando le sue grida di
dolore e disperazione. Ma non aveva subito premuto lo
stantuffo. Prima gli aveva sorriso e gli aveva sussurrato alcune parole
all’orecchio.
« Addio, James… sii un buon kishin! E con buon
kishin intendo un mostro distruttore, ovviamente! »
In quel momento in corpo aveva
solo una scintilla di follia, non abbastanza per
fargli perdere il controllo, soprattutto dopo trent’anni di allenamento con una
dose a pieno regime. Ma forse poteva bastare.
La creatura che un tempo aveva
avuto il nome di Sarktos sollevò la testa verso l’alto e iniziò ad annusare
l’aria. Non aveva più il dono della vista, in compenso l’udito, ma soprattutto
l’olfatto si erano sviluppati in modo innaturale.
Poteva persino sentire l'odore delle anime e distinguerne i vari tipi.
Avvertiva molte più informazioni in quello stato che se avesse potuto usare
anche gli occhi, che avrebbero potuto ingannarlo. Invece così era certo di cosa
lo circondasse.
Sentiva
l’odore di nove ragazzini intrisi di paura.
Un odore che lo mandava in estasi, quasi come fosse una droga. La loro anima
era azzurra e candida.
Un’anima era solo
leggermente macchiata di follia. Era una donna ed era
ancora più terrorizzata dei bambini.
Due anime erano strane, ora lo
avvertiva chiaramente. Una era azzurra, ma un frammento era invece rosso e
intriso di pura follia, una follia tanto simile alla
sua, che lo richiamava a sé con una forza irresistibile. L’altra, al contrario,
era rossa e conteneva un frammento di una azzurra e
pura. Ma proprio quest’ultima aveva aumentato il suo
potere in pochi minuti. Ed era decisamente più
interessante delle altre. Decise di prendersi quella per prima, per provare le
sue nuove capacità. Tanto entro poco anche tutte le altre sarebbero state sue. Quelle nella stanza e tutte quelle esistenti.
Con un rivolo di bava che gli
colava dalla bocca ricadendo a terra, il lupo emise il verso più terrorizzante
che i presenti avessero mai potuto immaginare. Non era un ringhio, né un
ululato, né qualsiasi altra cosa che avessero mai
udito prima. Non era paragonabile a nulla di esistente fino a quel momento. I
capelli si rizzarono sulle loro teste e ognuno fu preda
dell’irrefrenabile istinto di fuggire.
L’unico che rimase impassibile fu
James.
Il lupo scattò verso di lui
cercando di tagliarlo in due con gli artigli, ma l’uomo schivò l’attacco con la
ritrovata velocità che lo aveva caratterizzato quand’era
un vero Kishin. Il lupo ringhiò insoddisfatto e ritentò, con gli artigli, con
le zanne, con la coda, ma inutilmente. Il Kishin era troppo veloce per lui, che
continuava a balzare da una parte all’altra della stanza con una velocità tale
da sembrare quasi che si teletrasportasse. Teneva le braccia conserte e
attendeva il momento giusto. La pazienza non gli mancava, dopotutto aveva
aspettato trent’anni quel momento. Anche se non se l’era immaginato proprio
così.
Il lupo graffiò il vuoto ancora e
ancora, in un gioco che lo innervosiva ma a cui non
poteva fare a meno di giocare. Sembrava una folle danza infernale, infinita ma
mai noiosa perché potenzialmente mortale.
« Non so se tu sia ancora in grado di
comprendere le mie parole, Sarktos, ma voglio dirtele lo stesso, perché me le
sono tenute dentro per trent’anni. »
Il lupo continuò ad attaccarlo
ignorandolo completamente, ma James continuò.
« Ho pensato a lungo che non appena ti avessi
visto ti avrei ucciso senza pensarci due volte. E invece non ci ho pensato solo
due, ma anche tre e quattro! E sai cosa ho capito? Sarebbe troppo facile
ucciderti usando la tua stessa follia… e sarebbe troppo comodo per te! Per
tutto quello che hai fatto la morte sarebbe solo un
modo per liberare il mondo dalla tua presenza… utile, ma non sarebbe
sufficiente per placare la mia sete di vendetta! Una morte, anche se fosse la
tua, non può ricompensare la fine di un intero clan… e allora sai cosa ho
pensato per te? Una fine magnifica, degna di te… un
destino ben peggiore della morte! »
L’ultimo colpo non venne schivato, ma gli artigli attraversarono il corpo del
Kishin, che iniziò a disgregarsi in polvere argentata.
« Dopotutto… io sono l’arma che non ferisce né
uccide, giusto? »
Una nuvola argentata avvolse il
lupo come un anello di contenimento. La belva tentò inutilmente di sfondarlo,
ma più ci provava, più l’anello si stringeva vorticando su se stesso e
alzandosi sempre più d’altezza. Era quasi una tromba d’aria.
« Guarda, non ti sto nemmeno toccando! Eppure
non puoi sfuggirmi… »
Gli attacchi del lupo diminuirono
d’intensità.
« Sto usando ogni goccia di follia per
potenziare la mia polvere, quella che tu hai sempre disprezzato! Sì, dormirai, Sarktos, un sonno profondo e buio come la morte…
anzi, peggiore, molto peggiore! Perché già che dopo la tua metamorfosi è
diventato tanto difficile ucciderti, posso fare qualcosa di meglio! »
Il lupo si fermò, mentre i suoi
occhi lentamente cominciarono a chiudersi.
« Ascolta la mia ninnananna infernale, Sarktos…
sentila fino alla fine, fino all’ultima nota! Non perderti neanche per un
secondo il suono della mia voce che ti porta in un sonno popolato da incubi
infernali… perché è a questo che ti condanno, caro il mio Lord! Un sonno senza
fine, con i peggiori incubi che la tua mente malata saprà creare… e non ho
dubbi che farà un buon lavoro, più di quello che potrei mai inventare io! Non
un attimo di pace, non una sosta dal tuo inferno personale, non importa quanto
i tuoi sogni potranno essere terrorizzanti, non potrai
mai trovare sollievo nel risveglio! QUESTA
È LA MIA SENTENZA, QUESTA È LA TUA CONDANNA!!! »
Il lupo crollò a terra senza un
suono, mentre altrettanto silenziosamente James si rimaterializzava.
Fissò il lupo con disprezzo.
« Ora potrai rovinare solo e soltanto la tua
esistenza. »
Maka:« Sono io, sono
la vera Maka Albarn! Cosa devo
fare per dimostrarlo? »
Spirit:« Non
m’inganni, strega! Conosco fin troppo bene mia figlia! »
Chrona:« T-tu prima hai… hai cercato di… s… s… »
Ragnarok:« E dillo,
pappamolla! Ha cercato di sedurti! E se vi fidate della mia parola, ci stava
anche riuscendo alla grande! »
Chrona:« Ragnarok!!!
Cosa dici??? »
Ragnarok:« Sono il
tuo sangue, so cosa ti passa per la testa! E per gli ormoni! »
Spirit:« Appunto! E
la mia bambina non farebbe mai nulla del genere! »
Stain:« Comunque
sia, qui bisogna fare esami approfonditi… Dna, prove comportamentali, test di
riflessi, vivisezione… »
Maka:« Ok, ho
capito… »
Soul Eater, Polvere incantata, capitolo 29: Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una
storia?
Maka:« … per dimostrare
la mia identità ho un metodo infallibile ed efficace… »
Stain:« Quale? »
Chrona:« P…perché
sorride in quel modo? Non… non so come… »
Maka:« MAKA CHOP
X4!!! »
Stain:« Cough, cough! Non me l’aspettavo, mi sono inghiottito la sigaretta!!! Cough, cough! »
Ragnarok:« Ahia! La senza tette colpisce duro! »
Chrona:« Q… quella
è… »
Spirit:« Confermo.
Mia figlia è l’unica in grado di tirare fuori quattro volumi della Treccani a
quella velocità e di colpire con così tanta precisione e con così poca pietà… »
Maka:« Che vi avevo
detto? »
Spirit:« LA MIA
MAAAKAAA!!! AHI!!! »
Maka:« Se volevi un
bis bastava chiedere. »
Ragnarok:« È Maka. »
Chrona:« G-già! »
Stain:« Bentornata,
ragazza! »
Maka:« Grazie! »
Spirit:« E al tuo
papà non dici nulla? »
Maka:« Mantieni la distanza
di sicurezza o ti becchi un terzo bernoccolo! »
Spirit:« Quasi quasi mi manca già l’altra… »
Voi non
lo sapete, ma io sono quasi con i fazzoletti i mano. Perché?
Perché, come ho sempre fatto dall’inizio di questa storia, scrivo sempre un
capitolo in più di quello che pubblico per poter
scrivere il titolo esatto nelle anticipazioni, visto il mio viziaccio di
cambiarlo in continuazione… e quindi, visto che sto pubblicando il penultimo
capitolo… HO APPENA FINITO DI SCRIVERE L’ULTIMO!!! Non
credevo davvero che avrei mai concluso questa storia, e questo lo devo a tutti
voi che mi avete seguito fino a qui… ehi, ma che sto facendo? I piagnistei al
prossimo capitolo, ora non è ancora il momento dei
fazzolettini! Via la scatola e i goccioloni dal naso e vediamo di fare le cose
come si deve!
Come
sempre devo ringraziare Sakurax16 e Jan Itor19 per le recensioni (sigh, solo
due questa volta… ma cos’è, sparite proprio sul finale?), ma ho anche una
grande e fondamentale richiesta per tutti voi che leggete, anche e soprattutto per
i lettori silenziosi.
Avete
dubbi, domande, curiosità, pezzi non chiari su questa storia? Ho bisogno di
tutte le vostre domande… per la mega-sorpresona che
vi sto preparando! Avete ancora un po’ di tempo, eccezionalmente inizierò a scriverla
solo dopo il prossimo capitolo… ci sono già almeno un paio di affezionate
lettrici che mi stanno aiutando in modi diversi, chiedo anche il vostro aiuto! Qualsiasi
domanda sarà graditissima, dalla più banale alla più complessa! Il perché lo
scoprirete fra poco!
Bene,
direi che quello che avevo da dire l’ho detto! Vi aspetto
tutti all’ultimo, imperdibile capitolo di questa fanfiction
che ha raggiunto la folle e tonda cifra di 200 pagine su word!!!
E, come sempre,
Capitolo 29 *** Una previsione immediatamente avverata! Ci racconti una storia? ***
Una previsione immediatamente avverata
Una previsione immediatamente avverata! Ci
racconti una storia?
« Eccoli, eccoli, li vedo! Li vedo! Stanno
tornando! »
« Ci sono tutti? »
« Sì! »
« Meno male! »
Il gruppo
stava lentamente e faticosamente trascinandosi verso Death City. La maggior parte dei ragazzi strascicava la gambe nella sabbia.
Liz, Patty, Tsubaki e Rachel
aprivano il gruppo. Tenevano gli occhi aperti a fatica e non si erano più scambiate
nemmeno una parola.
Subito dietro di loro c’era Soul,
che, come se non bastasse, doveva anche trascinarsi la sua adorata
motocicletta, rimasta senza benzina. Su di essa era seduto James, completamente
senza forze dopo che l’effetto della follia sintetica era terminato, che non
era più in grado nemmeno di tenersi in piedi. Stava dormendo con la testa
appoggiata al manubrio. In altre situazioni Soul gli avrebbe fatto notare che
non era per nulla figo che gli sbavasse su tutta la moto, ma era troppo stanco
per parlare.
Alle loro spalle, Black Star e
Kid, gli unici il cui aspetto non ricordasse troppo quello di uno zombie, non perdevano di vista Pamela, la loro prigioniera.
Dopo una breve discussione avevano deciso di lasciare Sarktos al suo castello,
sicuri che non sarebbe scappato. Avrebbe poi deciso Lord Shinigami come e dove
custodirlo.
A chiudere la comitiva c’erano
loro, Simon, Lucy e Kevin. Si tenevano tutti e tre per mano e si trascinavano un po’ a turno nel caso che qualcuno si
lasciasse andare alla stanchezza. Simon aveva nella mano sinistra il suo
violino, che a causa del sudore gli scivolato almeno
una trentina di volte sul morbido terreno del deserto e si era completamente
riempito di sabbia. Kevin con il colpo di prima gli aveva completamente sfondato
la custodia, ma in fondo non aveva importanza. Era sicuro che non appena
sarebbero giunti a casa avrebbe trovato il modo di
riportarlo agli antichi splendori. In fondo non era mica rotto, e quello
strumento ne aveva viste ben di peggio!
Non appena giunsero alle porte di
Death City, una figura dai capelli color paglia corse verso di loro gridando.
Soul alzò faticosamente la testa e per qualche secondo credette
di vedere un miraggio.
« Maka… »
« SOUL!!! »
Il ragazzo spalancò gli occhi. I
miraggi non rispondevano! E non avevano quella bella anima azzurra…
« MAKA!!! »
Senza pensarci due volte, il
ragazzo lasciò andare la moto e corse verso di lei per abbracciarla, le forze
improvvisamente rinnovate da quella visione. James ebbe un brutale risveglio
ritrovandosi improvvisamente carponi e con la bocca piena di sabbia, ma quando
vide per cosa Soul l’aveva lasciato cadere non
protestò.
« Stai bene? »
« Sì, certo! Tu, piuttosto? »
« Un figo come me non si mette certo a
lamentarsi di fronte a una ragazza! »
Maka sorrise e gli occhi di Soul
divennero immediatamente lucidi.
« Ma… cosa fai? Un figo come te si mette a
piangere? »
« Chi? Io? Ma
assolutamente no, ci mancherebbe altro! Mi dev’essere
entrata un po’ di sabbia negli occhi… non vedi quanta ce n’è? »
Maka rise.
« A proposito, problemi con la mia vista? »
« No, ma preferirei che te la riprendessi! »
« Come vuoi! »
Maka gli appoggiò due dita sugli
occhi, per poi toccarsi i suoi. Dopo un attimo di annebbiamento, Soul si rese
subito conto che non era più in grado di vedere nessuna anima.
« È stata un’esperienza figa, ma è giusto che
ti riprenda la tua vista! »
« Sai che c’è gente disposta a uccidere per
ottenere questa vista e che non l’avrebbe restituita con così tanta leggerezza?
Ero certa che affidarla a te fosse la scelta migliore! »
Soul arrossì leggermente,
cercando di trovare una risposta altrettanto figa, ma
nel frattempo tutti gli altri finalmente li avevano raggiunti e non ebbe
occasione di aggiungere altro.
« Maka! »
« Maka! »
« Come stai? »
La ragazza frenò il fiume di
domande che le stavano rivolgendo:« Ehi, ehi,
calmatevi! Sto bene, davvero! Piuttosto, sarà meglio occuparci di voi, siete
tutti distrutti! »
« Bada a come parli, la sottoscritta divinità
può ancora attraversare almeno altri 5 deserti! »
Maka fece l’occhiolino a Tsubaki:« Ma se la divinità non si va a riposare, si può scordare la
festa che ho intenzione di organizzare per festeggiare il vostro ritorno! »
Tutti la guardarono sconvolti:« FESTA??? ORA??? MA NON SCHERZARE, SIAMO STANCHI MORTI!!! »
« Oh, tranquilli, non ora! Prima vi dovrete
riprendere, poi dovrete fare un rapporto completo a Lord Shinigami, e alcuni di voi dovranno chiedere scusa a
un po’ di persone che si sono preoccupate per loro… »
Simon rabbrividì. Ebbe la netta
impressione che la voce maschile si stesse riferendo proprio a loro e forse a
Soul.
Lucy invece esclamò felice:« Professor Stain! Professoressa Marie! »
La donna sorrise dolcemente:« Su, su! Tutti a casa a farvi una doccia e una bella
dormita! Tutto il resto può aspettare! »
Tutto il gruppo annuì e, dopo
aver lasciato Pamela sotto custodia, tornarono alle proprie case, ai propri
letti, alla loro vita di sempre.
Lucy respirò profondamente l’aria
fresca e pulita. Quel labirinto di siepi e fiori era
davvero meraviglioso. Si avvicinò a una panchina di pietra e si sedette per
riposare.
Ripensava alla festa di pochi
giorni prima.
Nel cuore aveva ancora la splendida melodia che
Simon e Soul avevano suonato insieme. Ridacchiò ricordando le facce sconvolte
dei presenti quando Soul si era seduto al pianoforte senza che nessuno glielo
avesse chiesto e aveva cominciato a suonare. La faccia di Black Star era stata davvero
impagabile, degna di una divinità qual’era!
Si, era stata una festa piena di sorprese,
dall’annuncio di James di volersi stabilire a Death City e trovarsi un lavoro,
al bellissimo valzer che Maka e Soul avevano danzato, a…
Lucy ridacchiò ancora. Era stata
una scena indimenticabile, anche se causata dalla solita sbadataggine di Patty.
Si poteva scambiare un bicchiere
di champagne per uno di aranciata? A quanto pare sì, perché era quello che la
ragazzina fanatica di giraffe aveva servito alla sorella quando le aveva
chiesto di prenderle qualcosa da bere… e si era scoperto che Liz non reggeva
per niente l’alcool, visto che l’aveva buttato giù il
contenuto del bicchiere tutto d’un fiato ed era diventata immediatamente rossa
in viso. Per di più l’equivoco non era stato capito subito, e così la ragazza,
annebbiata dai fumi dell’alcool, si era aggirata indisturbata barcollando per
la sala fino a individuare la persona che stava cercando.
Lucy era profondamente convinta
che non avrebbe mai e poi mai dimenticato la faccia di
Kevin quando Liz, completamente brilla, l’aveva baciato sulla bocca davanti a
tutti, amici e insegnanti! Era diventato rosso almeno quanto i suoi capelli, se
non persino di più! Era stato addirittura meglio della parte decisamente
imbarazzante che era seguita, con Kid che cercava di staccare la sua arma da
Kevin, con la scusa che, per ripetere le sue esatte parole, “lo stava limonando in modo assolutamente
asimmetrico!!!”
Lucy non osava nemmeno immaginare
l’imbarazzo di Liz quando si era ripresa dall’involontaria sbronza!
Sapeva solo che la ragazza, rossa
come un pomodoro, si era presentata due giorni dopo a casa loro chiedendo di
poter parlare con Kevin. Lucy non aveva potuto trattenersi dallo sbirciare
dalla finestra. Liz si era scusata ripetutamente col ragazzo spiegandogli la
faccenda dello scambio di bicchieri. Aveva giurato una volta tornata sobria di
aver inseguito Patty per tutta la casa con tutte le armi che era riuscita a
trovare.
Kevin l’aveva ascoltata con
attenzione a braccia incrociate, apparentemente impassibile, poi le aveva
chiesto una cosa che l’aveva spiazzata.
« Ricordi o ti sei fatta raccontare l’accaduto?
»
Liz era arrossita ancora di più
e, badando a non guardarlo mai in viso, gli aveva risposto che ricordava tutto.
« E ti è tanto dispiaciuto? »
La ragazza lo aveva guardato con
gli occhi sbarrati, mentre Kevin, con un po’ di difficoltà vista la differenza
di altezza, le aveva afferrato il volto e l’aveva baciata un’altra volta.
Era stato un modo un po’ strano
per dichiararsi, ma ormai Lucy aveva capito che a Death City le cose non
andavano proprio come nel resto del mondo!
« A cosa pensi? »
Lucy trasalì quando sentì la voce
di Simon. Non l’aveva udito avvicinarsi.
« Come hai fatto a trovarmi? Questo non è un
labirinto? »
« Ho giocato in questo labirinto tutte le
estati della mia vita… credimi, saprei uscire di qui a occhi chiusi! »
« Guarda che ti prendo in parola e ti bendo! »
Il ragazzo sorridendo allargò le
braccia:« Prego! Libera di farlo! »
« Prima l’avrei fatto veramente, ma ora che sei
un Veggente… ho paura che tu possa imbrogliare! »
« Hai così poca fiducia in me? »
I due ragazzi risero.
Simon continuò:«
Ma sai che Sid non sa più come farmi le interrogazioni e i compiti
scritti? Adesso teme che possa scoprire tutte le domande prima! »
« Conoscendo la tua pigrizia saresti anche
capace di farlo! Non per nulla ha obbligato me e Kevin a controllarti! Ma temo
che non si fidi troppo neanche di noi… »
Il ragazzo si sedette accanto a
Lucy.
« Allora, che te ne pare della nostra magione
estiva? »
Lucy rise:« Che
se questa è la casetta di campagna, non oso immaginare quella dove vivete di
solito! Questa è già una reggia! »
Simon sospirò. Lord Shinigami
aveva accordato alla loro squadra e a quella di Soul e Maka due settimane di
vacanza extra per riprendersi dalle loro brutte avventure. Era stato allora che
i duchi di Onpu avevano mandato a Lucy e Kevin un
invito per trascorrere qualche giorno da loro. Evidentemente, dopo i racconti
della zia e di Rachel, erano curiosi di conoscerli.
« E cosa pensi della mia famiglia? »
« Tuo padre è un uomo che sa come farsi
rispettare, senza alcun dubbio! E direi che Rachel ha imparato molto bene da
lui! Tua madre invece è molto dolce… un po’ come te! »
Simon arrossì leggermente.
« Avrei voluto conoscere tua zia… »
« Scusala, per anni non è uscita in pubblico
per paura di venire tartassata di richieste di predizioni, e certe abitudini
sono dure a morire… ma l’ho incontrata poco fa e mi ha detto che ti ha vista
dalla finestra. Dice che ti trova molto carina e che ti promette che la
prossima volta che verrai a trovarla si farà vedere! »
« Ringraziala da parte mia! »
« Sarà fatto! »
« Non solo per il complimento, ma anche per il
dono che ti ha fatto! »
Scherzosamente afferrò il ragazzo
per il naso.
« Adesso prova ancora a dirmi un’altra volta
che sei inutile e poi vedi cosa ti faccio! Sono stata chiara? »
Simon si liberò dalla stretta
ridendo:« Ok, ok! A proposito, Kevin dov’è?»
« Penso da qualche altra parte di questo
immenso labirinto! Tu invece ti sei chiarito con tua zia? Penso che abbiate
avuto molto di cui parlare… »
« Oh sì! Scoprire che sapeva da ben tredici
anni che sarei stato il suo successore è stata una
cosa che mi ha scioccato non poco… e poi ha cercato di darmi qualche consiglio
su come gestire i miei poteri di preveggenza. Credo che ancora per qualche mese
potrebbero esserci dei piccoli problemi… »
« Con tutto quello che abbiamo affrontato,
credimi, il fatto che tu ti metta a prevedere il futuro in mezzo alla strada mi
sembra assolutamente una sciocchezza! A parte il fatto che dovrò controllare
che nessuno nel frattempo t’investa! »
« Per esempio dovrò abituarmi all’idea di non
poter cambiare quello che vedo… »
« In che senso? »
« Diciamo che… se ti vedrò cadere dalle scale
non potrò impedirti il volo, ma ti prometto che sarò all’ultimo gradino con la
scatola del pronto soccorso! »
Lucy rise:« Ci
conto! »
« E tu? Come va con James? »
« Bene, direi… io sto cercando di abituarmi
all’idea di avere un nonno e lui di avere una nipotina… anche se forse
inconsciamente lo sapevamo già! Da quando non aveva più la sua follia avevamo notato di essere simili… »
« Già! Probabilmente era il vostro legame di
sangue a fare in modo che tu potessi sopportare tranquillamente la sua follia… »
Lucy si rabbuiò:« A te non fa paura l’idea di avere un’arma la cui anima
custodisce follia pura? »
« Ma che razza di discorsi sono? Non ho mai
avuto paura di te, né mai l’avrò! »
« Dimentichi il giorno della festa di Lord
Shinigami, quando pensavo che tu e Kevin aveste ammazzato i miei bambini e ho
cercato di uccidervi! »
Simon rise:« Bè, sì, a parte quella volta! »
Lucy sorride:« Sai
una cosa? »
« No, se non me la dici… »
« Io ho la follia di mio nonno… ma non ho mai
capito quale parte della mia anima gli sia capitata… se una buona o cattiva… e
se questo ha avuto conseguenze su di lui… »
Simon, inaspettatamente, scoppiò
a ridere. Lucy lo fulminò con lo sguardo.
« Allora? Cosa ci trovi di tanto divertente? »
« Davvero non l’hai ancora capito? »
« Se l’avessi capito non starei qui a
chiedermelo, non credi? Scusa tanto se non ho la preveggenza, io! »
« Non c’è alcun bisogno della preveggenza per
capirlo! L’avevo intuito da molto prima! Basta osservarvi con attenzione! »
« Davvero? »
« Quando ci siamo conosciuti, ogni sera ti
mettevi a parlare del tuo villaggio, dei bambini che hai guardato per anni… da
quanto tempo non lo fai più? »
« Io… io non lo so… abbiamo avuto decisamente
altro a cui pensare in questo periodo! »
« Vero, e in effetti, anche se avevo notato il
cambiamento, non ci ho dato troppo peso… almeno fino a quando non ho iniziato a
osservare James come persona e non più come ex Kishin. E quando ha detto di
voler trovare lavoro ho avuto la conferma di quello che sospettavo già! »
« Io continuo a non capirci nulla… »
« Tuo nonno lavorerà con i bambini, Lucy, l’ho
visto. Tu gli hai donato il tuo sconfinato amore e la tua straordinaria
pazienza con i più piccoli… e credo sia anche grazie a
questo magnifico dono che lui ha ritrovato la voglia di vivere! »
Lucy non rispose, persa in quella
rivelazione. In effetti, da quando lei e il Kishin avevano iniziato a
condividere i pensieri, aveva smesso di essere ossessivamente fissata con i bambini
del suo villaggio… aveva pensato fosse a causa della situazione, ma
probabilmente aveva ragione Simon…
Lucy rifletté ad alta voce:« Ma io non ho smesso di voler bene ai miei bambini! »
« L’affetto è una cosa, la passione e il
talento per trattare con i più piccoli è un’altra! E forse non l’hai nemmeno
donata tutta a tuo nonno… »
La ragazza sorrise:« Te la meriti quella preveggenza, Simon! »
« Eh? »
« I tuoi occhi erano già speciali prima ancora
di ricevere quel magnifico dono… tu già vedevi dentro le persone prima ancora di sapere di essere speciale! Se
queste sono le premesse sarai il miglior Veggente che
il mondo abbia mai visto! »
Il ragazzo arrossì violentemente.
Lucy non poteva sapere che erano le esatte parole che gli aveva detto sua zia…
e che ancora stava cercando di capire se voleva essere un incoraggiamento o se
l’aveva visto sul serio!
Lucy continuò:«
Chissà cosa avrebbe combinato Rachel con i tuoi poteri… »
La ragazza scoppiò a ridere da
sola, ma una voce l’interruppe quasi subito.
« E sotto una foglia cadente e dorata,
le loro
labbra s’unirono in una dolcezza a lungo cercata… »
Lucy sussultò:«
Eh? »
Voltandosi verso Simon, lo vide
per un secondo ancora con gli occhi dorati e lo sguardo assente. Poi si riprese
improvvisamente, scuotendo la testa e strizzando gli occhi.
« Oh cavolo, non mi abituerò mai a questa
sensazione! Sembra che il cervello si svuoti per poi riempirsi nuovamente tutto
d’un colpo… e gli occhi bruciano da impazzire! Dovrei
portarmi dietro un collirio! La zia mi aveva avvertito, ma è comunque orrendo!
Preferisco mille volte la versione con il violino, molto più piacevole e
indolore… »
Simon strinse le tempie per far
passare la sensazione di annebbiamento, poi, notando che Lucy lo guardava con
occhi sbarrati senza nemmeno sbattere le ciglia, iniziò a preoccuparsi.
« Che c’è? Che ho detto? Ho predetto qualcosa
che non va? »
Lucy lo fissò ancora per un po’,
mentre Simon sentiva la sua ansia crescere ogni secondo di più.
« Che disastro ho annunciato? La fuga del terzo
Kishin? Il risveglio di Sarktos? James che impazzisce di nuovo? Black Star
bloccato in un’altra anfora? L’Apocalisse? Un nuovo compito a sorpresa di Sid? COSA? »
Lucy alzò lo sguardo. L’autunno
si avvicinava e una foglia di un marrone chiaro, quasi color dell’oro, volò
proprio sopra le loro teste.
« Questo… »
Prima che potesse chiedere
approfondimenti, le labbra di Simon vennero zittite da
quelle di Lucy. E in quel momento si resero conto che
era quello che avrebbero voluto fare da sempre, da quella volta che si erano
incontrati nel parco di Death City e si erano messi a suonare e a cantare
quella piccola, sciocca, meravigliosa filastrocca per bambini…
« Sì! Evvai! Era
anche ora, ragazzi! »
Kevin si tappò immediatamente la
bocca con le mani. Fortunatamente i suoi compagni di squadra erano troppo
impegnati per essersi accorti di lui. Era tornato da Lucy giusto in tempo per
assistere a tutta la scena. Era felice per loro, dopo mesi e mesi che ci giravano intorno, finalmente si erano dati una svegliata!
Ormai ‘avevano capito tutti tranne proprio i due diretti interessati! Lo
sapeva, l’aveva sempre saputo fin dall’inizio, che
sarebbe stata Lucy a fare la prima mossa, ci avrebbe scommesso un occhio della
testa! Bè, a ben vedere era stato prima
Simon a prevederlo, avrebbe dovuto abituarsi in fretta a quella novità
del Veggente…
Il ragazzo guardò con la coda
dell’occhio l’anellino di metallo il cui gemello era sull’anulare di Liz. A
pensarci bene, lui era l’ultima persona a poterli criticare, non si era mosso
molto prima di loro…
« Tana per Kevin dietro la siepe! »
Il ragazzo trasalì alla voce di
Simon. Maledetto potere di preveggenza!
Molto timoroso, temendo
giustamente una scarpa in faccia per aver fatto il voyeur, si sporse
timidamente dal muro del labirinto.
« Ehm… da quando mi avete notato? »
Lucy rise, ancora tutta rossa:« Da quando hai gridato come un tifoso al gol della propria
squadra del cuore! »
« Ops… »
« Dai, vieni! Stai tranquillo, siamo una
squadra, non ti faremo mai sentire il terzo incomodo! E poi tu hai Liz, no? »
Kevin li raggiunse e si accomodò
proprio in mezzo a loro, per fare un piccolo dispetto.
« Sì, in effetti sì… e poi era giusto così, no?
»
Simon e Lucy si guardarono senza
capire.
Kevin fece
loro l’occhiolino:« Niente più segreti, no? La nostra promessa! »
I tre ragazzi si abbracciarono.
Ormai la loro amicizia era diventata indistruttibile.
Lucy sorrise:« Veramente
io un piccolo segretuccio l’avrei ancora… siete
disposti a sacrificare una piccola parte delle vostre vacanze per scoprirlo? »
Kevin respirò affannosamente per
lo sforzo:« Sono ancora in tempo a dire di no? »
Simon rise:« Ma
come? Proprio ora che siamo arrivati? »
« Tu e la tua preveggenza del cavolo! Potevate
anche dirmelo che dovevamo andare in montagna… e con il pullman guasto!!!A che serve avere un compagno di squadra
Veggente se non ti avverte nemmeno di queste cose??? »
Lucy, dalla cima della collina
che stavano salendo, iniziò a sbracciarsi:« Siete
ancora lì? Muovetevi, ci siamo! »
Kevin sospirò:«
Sia ringraziato Lord Shinigami! E anche Black Star, che se me lo dimentico,
è capace di correre fin qui per ricordarmi che lui è la divinità suprema… »
Simon rise e, afferrandolo per un
braccio, lo trascinò fino in cima.
« Eccolo! »
Kevin e Simon guardarono curiosi
l’agglomerato concentrico di case di pietra che si estendeva fra strade di
cemento. Lucy aveva gli occhi lucidi.
« Il mio villaggio… »
Simon lo guardò interessato:« È più piccolo di quanto immaginassi… »
Lucy sbuffò:« Scusa
tanto se non siamo Death City o la tua casetta di campagna… »
Kevin sorrise:«
Sembra proprio il villaggio di Heidi… c’è anche Peter? E dove sono le capret…AHI! »
Lucy difese la dignità del suo
paesino con un sonoro ceffone sul braccio dell’amico.
Simon rise.
« Allora, lo guardiamo solo da fuori o possiamo
anche varcarne i confini? »
Lucy annuì e li guidò. Quanto
tempo era passato dall’ultima volta che i suoi piedi avevano calpestato quelle
strade! Quando era partita era assolutamente ignara
dei suoi poteri, delle sue origini, del mondo al quale apparteneva, volente o
nolente, e, soprattutto, era sola. Aveva potuto
rimanere nel villaggio solo per la generosità degli abitanti… e adesso invece
poteva rientrare a testa alta, al fianco dei suoi migliori amici! Anzi, del suo
fidanzato e del suo migliore amico.
Una scheggia colorata sfrecciò
davanti agli occhi del gruppetto. Lucy sapeva già di cosa si trattasse ancora
prima di vederlo. Al secondo passaggio afferrò a colpo sicuro la maglietta del
discolo bloccandolo. Un oggetto dotato di ruote scivolò poco più in là.
« Sbaglio o prima di partire ti avevo fatto un
discorsetto riguardo a quello skateboard? E non venirmi a dire che l’avevi
appena preso, ci sono almeno venti lividi nuovi sulle quelle
ginocchia! »
Il bambino guardò stupito la
ragazza che l’aveva afferrato. Poi il suo volto si trasfigurò dalla felicità.
« Lucy! Sei tornata! »
Il bambino l’abbracciò
e la ragazza gli scompigliò i capelli:« L’avevo promesso, Peter… »
Kevin sussurrò a Simon:« Visto che un Peter c’era? La prossima è la capretta… »
Il violinista gli rifilò
immediatamente una gomitata nelle costole.
Peter si staccò dall’abbraccio e
riprese il suo skateboard.
Lucy tirò fuori un foglio dalla
tasca:« E ti avevo promesso anche questo… »
Il ragazzino s’illuminò nell’ammirare
l’autografo perfettamente simmetrico del campione mondiale di skateboard. Abbracciò
ancora Lucy e saltò sul suo mezzo di trasporto.
« Devo avvertire tutti! EHI!!!
LUCY È TORNATA!!! È TORNATA LUCY!!! VENITE FUORI DA QUELLE TANE, ANIMALI IN
LETARGO, C’È LUCY ALLE PORTE DEL VILLAGGIO!!! »
La ragazza scoppiò a ridere. Non
era proprio cambiato nulla!
Simon le mise una mano sulla
spalla:« Hai visto? Non si sono ancora scordati di te,
ti vogliono ancora bene… »
« Lo sapevo già. Non era a questo che stavo
pensando… »
« E a cosa, allora? »
« Che è ironico che la prima persona che abbia
incontrato tornando qui sia proprio quella grazie alla quale è iniziata tutta
questa storia… e ho incontrato voi! »
Kevin la guardò perplessa:« Ma chi, il fanatico dello skateboard? Il
Peter che ha tradito lo slittino per quel coso a ruote? Che c’entra lui
con la Shibusen? Non erano stati Maka, Soul, Tsubaki e Black Star a venire a
recuperarti? »
Lucy fece a entrambi
l’occhiolino:« Forse c’è ancora qualcosa da
raccontare… ma non adesso! Fatemi riabbracciare i miei piccoli, ora! »
Kevin e Simon annuirono e
lasciarono che la ragazza corresse a braccia aperte dal gruppetto di bambini
urlanti che uscivano da tutti gli edifici.
Sì, era bello essere a casa.
Un falò s’innalzava alto verso il
cielo notturno. Il villaggio aveva ampiamente festeggiato il ritorno di Lucy
con un’abbondante banchetto e ora erano tutti seduti
attorno al fuoco, in cerchio. Nonostante le insistenze degli abitanti, Simon e
Kevin si erano sistemati un po’ fuori, lasciando il palcoscenico tutto per la
loro compagna. Tutti i bambini la guardavano pendendo dalle sue labbra e
aspettavano.
« Allora? Cosa c’è da guardare? Non sono poi
cresciuta così tanto, al massimo siete voi che siete
diventati grandi in mia assenza… cavoli, fra un po’ non vi riconoscevo più!
Avevate detto che ve la sareste cavata anche senza di
me e avete mantenuto la parola, sono molto fiera di voi! »
Uno dei bambini prese la parola:« Tu ora hai la tua vita, nessuno di noi ti chiederà di
restare a meno che tu non voglia… »
Lo sguardo di tutti i piccoli
cadde sui due ragazzi sconosciuti. Erano tutti certi che Lucy sarebbe ripartita
con loro, e in effetti non si sbagliavano.
« … ma almeno una cosa ce la devi! »
« Cosa? »
Un’altra bambina gli rubò le
parole di bocca:« Raccontaci una storia, Lucy! Come
quando eri qui! Ne avrai imparate tante mentre non
c’eri! »
Tutti i bambini le saltarono
addosso con la stessa richiesta. La ragazza sorrise.
« Bene, volete una storia? L’avrete,
piena di avventure e pericoli, la più bella che abbiate mai sentito! »
Tutti i bambini e gli abitanti
del villaggio si avvicinarono per sentire la sua voce cristallina, e anche
Simon e Kevin si misero più comodi.
Era una storia di demoni, di
strane scuole, di amicizie, di famiglie perdute e ritrovate, di misteri, di
tradimenti, di promesse quasi impossibili da mantenere e di strani destini
incrociati.
Era una storia che sia Simon che Kevin conoscevano bene, ma che avrebbero riascoltato
volentieri ancora mille e mille volte raccontata dalla dolce voce di Lucy. Ogni
volta era quasi come ascoltare una nuova avventura.
Fine.
Lucy:« È… è… è
finita!!! »
Simon:« No, non fare
così, non piangere… sennò mi commuovo anch’io… »
Lucy:« Kevin, ma
come fai a rimanere così impassibile? È la fine delle nostre avventure! »
Kevin:« Stavo
riflettendo su una cosa… »
Simon:« Cosa? »
Kevin:« Ma se questo
è l’ultimo capitolo… com’è che siamo ancora qui a fare un’anticipazione? »
Maka:« Non l’avete
ancora saputo? Leggete qui! »
Soul Eater, Polvere incantata, Capitolo
Extra: Dietro alle quinte della fanfiction!
Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa di più?
Lucy:« Evvai! Allora non è ancora finita! »
Lucy, Simon, Kevin & Maka:« VI ASPETTIAMO NUMEROSI
ALL’ULTIMA FOLLIA DI QUESTA STORIA!!! »
Ebbene
sì, le avventure di Lucy Simon e Kevin sono arrivate a una conclusione… ma come
vedete, dopo un anno in cui mi sono affezionata ai personaggi e a voi lettori,
ho deciso di fare un bel capitolo extra! E visto che a
giudicare dalle recensioni uno dei pezzi più apprezzati erano proprio le
anticipazioni finali preparatevi, perché… ci sarà da ridere!
A proposito,
ho bisogno delle vostre domande e curiosità! Anche se finora siete
stati magari lettori silenziosi fatevi sentire almeno alla fine!
Dunque, stavolta devo fare i ringraziamenti come si deve! Cominciamo!
Ringrazio
di cuore:
-tutti i lettori silenziosi, magari anche occasionali;
-tutti coloro che hanno messo questa storia fra le preferite, ovvero: Death The Krueger, Death Vampire, Mangetsuchan, Odrina, Red flames, TokorothX3, Zawachan, ZekTheKid, Zero Nikita, _Alexia, _Irene_Adler_;
-tutti coloro che hanno messo questa storia fra le seguite, ovvero: Black Nana, darkthunder, Death the Kid, Death The Krueger,
Hachi_Robin_Michaelis, Jan Itor 19, Leke_96, Maka98, Mangetsuchan, Mitzune_chan, Molly369, Odrina, PseudoAutrice, SakuraX16, SuperCecy,
Tabitha Smith, verdiana500, Zawachan, _MakaLover_;
-tutti coloro che hanno già messo questa storia fra le ricordate,
ovvero: Bea728,
Juliet__Albarn, Trisha_Elric, Zawachan;
-tutti coloro che nel corso dei vari capitoli hanno avuto la bontà di
farmi sapere cosa ne pensavano, ovvero i commentatori: Hachi_Robin_Michaelis, Jaqueline, Anti_Muzak, Trisha_Elric, Mangetsuchan, _Irene_Adler_, verdiana500, Tabitha
Smith, Black Nana, Zawachan,
Zero Nikita, fenris, Red flames, Odrina (questi ultimi due hanno cominciato da poco, ma
prima o poi giungeranno fin qui a leggere i ringraziamenti! XD);
-un ringraziamento speciale alle quattro persone che ultimamente mi
hanno seguito con più fedeltà nei commenti: Sakurax16, Jan Itor
19, Mitzune_chan, TokorothX3;
-Sakurax16, che è e sarà sempre la mia
beta per tutte le mie fanfiction riguardanti anime e
manga (ma non so se dopo questa dichiarazione sarà
felice o si strapperà i capelli! XD);
-TokorothX3 per aver condiviso con me e
con voi lettori una briciola del suo talento artistico.
E con questo dovrei aver finito… fiù,
ma quanti siete? E per di più ogni tanto cambiate nick,
ho faticato a ritrovarvi! Ho impiegato una pagina di
word a scrivervi tutti! Comunque grazie infinite!
Vi aspetto dunque, stavolta davvero per l’ultima volta, al
prossimo capitolo, più pazzo che mai!!!
Capitolo 30 *** Capitolo extra: Dietro le quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa in più? ***
Dietro alle quinte della fanfiction
Dietro alle quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche
qualcosa in più?
TUM-TUM, TUM-TUM…
Hinata:« Uno, due,
tre, prova… uno, due, tre, prova, prova… ma funziona questo coso? »
Maka:« Si chiama
microfono e funziona benissimo… sempre che tu non lo spacchi adesso! »
Hinata:« Scusa, ma
sono un po’ nervosa… di solito io rimango sempre dietro le quinte, è la prima
volta che mi espongo così… »
Maka:« Capisco… ma
che fine hanno fatto gli altri? Sono in ritardo e la diretta comincia fra poco… »
Hinata:« Non so… »
Maka:« Io quelli li
strozzo! Una come fa a fare un’intervista se mancano
gli intervistati? »
Hinata:« Ehm… non
so, stavolta non posso intervenire… »
Maka:« Uffa!!!
Mancano due minuti scarsi! Dove si sono cacciati quei tre???
»
« ECCOMI QUA, MISERI MORTALI! LA VOSTRA
DIVINITÁ È QUI PER RISOLVERE LA SITUAZIONE! »
Hinata:« Black Star?
Ma non dovevo essere intervistata con Lucy, Simon e
Kevin? »
La maestra d’armi di Soul guarda agitatissima
l’orologio.
Maka:« Diavolo è
tardissimo… sarebbe un grossissimo problema fare l’intervista con lui? »
Hinata:« Con Black
Star? No, nessun problema per me, dopotutto è il mio personaggio preferito dell’anime… »
Black Star:« E COME
POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI? »
Maka:« Va bene
allora, accomodati lì che stiamo per cominciare… »
Dalla regia si diffonde una voce
familiare dagli altoparlanti.
« Pronti al
conto alla rovescia, stiamo per andare in onda… meno otto, otto, otto… »
Maka:« KID! FAI UN
CONTO ALLA ROVESCIA DECENTE, NON SI CAPISCE QUANDO COMINCIAMO! »
Kid:« Dalla mia bocca non può uscire un numero
asimmetrico… ehi! Cosa fai? »
Dei rumori poco rassicuranti si
diffondono in sala. Hinata inizia a pentirsi di aver accettato di essere
intervistata. La voce di Kid si sente ancora, ma in lontananza.
Kid:«È maleducazionerubare imicrofoni! »
Soul:« Ok, il conto ve lo faccio io! Meno tre, due,
uno… IN ONDA!!! »
Maka dissimula più che può un
gocciolone imbarazzato che gli scende dalla fronte e sfodera il più finto
sorriso del suo repertorio.
Maka:« Benvenuti
allo speciale capitolo extra di “Polvere Incantata”! Vi presentiamo in questa
esclusiva intervista in stile “Le Iene” due ospiti d’eccezione! La prima è
colei che sta sempre dietro le quinte, l’autrice della
storia, Hinata 92… »
Hinata:« Ciao a
tutti!!! »
Maka:« … mentre
l’altro è… »
Black Star:« IL
GRANDISSIMO ME NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI!!! »
Hinata:« … »
La faccia perplessa di Hinata è
uno spettacolo, vista la sua varietà d’espressioni comica di natura che chi ha
avuto la possibilità di ammirare di persona conosce bene e ammira.
A quanto pare scrivere di Black Star non è esattamente lo
stesso che averci a che fare di persona.
Maka:« … se… dunque,
dicevamo, l’altro ospite è Black Star, che si è già ampiamente presentato da
solo. Direi che potremmo anche cominciare… regia, mandatemi la
schermata stile Iene! »
Un separé compare fra i due
intervistati. Il colore giallo canarino lascia pochi dubbi su chi sia l’addetta
alle scenografie. L’intervistatrice sospira, Black Star è esaltato come sempre,
Hinata trattiene a stento una risatina.
Maka:« Bene,
cominciamo! Nome! »
Hinata:« Hinata 92 »
Black Star:« BLACK
STAR, IL SOLO, L’UNICO, L’INIMITABILE!!! »
Hinata:« Ti sta
tutto quello sulla carta d’identità? »
Maka:« Non
cominciamo a divagare! Ho una scaletta da seguire! »
Hinata:« Chiedo
scusa, non ho saputo resistere… »
Maka:« Andiamo
avanti… età! »
Hinata:« 20 anni di
pura pazzia! »
Black Star:« FIN DA
QUANDO ESISTE L’UNIVERSO! »
Maka:« Professione!
»
Hinata:« Studentessa
universitaria e aspirante scrittrice! »
Black Star:« DIVINITÁ
ASSOLUTA, LUCE DELL’UNIVERSO, GRANDIOSO STERMINATORE DI
DEMONI!!! E, QUANDO IL SUPREMO ME NON È TROPPO IMPEGNATO, ANCHE STUDENTE ALLA SHIBUSEN!
»
Hinata:« Diavolo,
dovrò rivedere il curriculum… questo sfigura troppo in confronto al suo… »
Black Star:« CHIUNQUE
SFIGURA TROPPO DI FRONTE ALLA LUCE INDESCRIVIBILE DEL
DIVINO ME! »
Maka:« Ehm… Black
Star… non ti pare di stare esagerando un
pochino? »
Black Star:« ASSOLUTAMENTE
NO! »
Una porta si spalanca sbattendo
rumorosamente. Tutti si voltano, ma Black Star impallidisce all’istante.
« BLACK STAR! TU, MALEDETTO SCHIFOSO… SAI CHE
HO UCCISO PER MOLTO MENO, VERO??? »
« Calmati, Kevin, credo che siamo in diretta… »
Kevin:« NON ME NE
FREGA NIENTE DELLA DIRETTA, LUCY!!! QUESTO SPORCO DOPPIOGIOCHISTA CI HA RINCHIUSO TUTTI E TRE NEL CAMERINO PER AVERE LA SCENA
TUTTA PER LUI!!! MI STUPISCO CHE NON ABBIA SEGREGATO
ANCHE L’AUTRICE!!! »
Maka:« Addio alla
scaletta… »
Mentre Maka butta via il copione rassegnata, Hinata si volta a braccia incrociate
verso Black Star con l’intenzione di fargli uno sguardo malefico. Purtroppo
come al solito non ci riesce e decide di optare per
una faccia impassibile.
Hinata:« È vera
questa storia? »
Simon:« Dubiti di
noi? »
Hinata:« Assolutamente
no, ma voglio sentirlo dalle sue labbra… »
Black Star:« COME
OSATE ACCUSARE UNA DIVINITÁ??? »
Hinata:« Black Star…
questo da te non me l’aspettavo proprio! »
Black Star:« CHE
COS’È, UNA SFIDA? »
Hinata:« Ci
mancherebbe altro, io ho la forza, come dico da sempre, di un bradipo
addormentato con un braccio ingessato, fisicamente non ci sarebbe storia… »
Black Star:« E
VORREI VEDERE! »
Hinata:« … ma ti
ricordo che sono l’autrice… e che non ci metto davvero nulla a crearti un
avversario fatto su misura per te! »
Black Star deglutisce
rumorosamente. In un raro attimo di lucidità mentale afferra la vera
pericolosità della minaccia.
Hinata:« Ma dato che
sono una persona pacifica, per questa volta farò così… »
La divinità non ha il tempo di
tirare un sospiro di sollievo che l’autrice gli dà una
leggera spintarella verso l’uscita.
Hinata:« Ragazzi, è
tutto vostro! »
Black Star:« Cosa?
No! »
Hinata:« Preferisci
che mi occupi io di te? »
Kevin si scrocchia rumorosamente
le dita, Simon è lieto, una volta tanto, di tirare fuori il suo violino non per
suonare ma per fare una bella scazzottata. Black Star inizia giustamente a
sudare freddo mentre Kevin, con un sorriso tutto fuorché rassicurante, chiude
la porta che dà sul corridoio. I rumori di scazzottate si sentono anche con
l’insonorizzazione della sala registrazione.
Per salvare il salvabile Maka si
piazza di fronte alla telecamera e inizia a inchinarsi a ripetizione scusandosi
ripetutamente con tutti i lettori. Hinata, sul suo sgabello, non sa bene che
fare e per la prima volta capisce veramente come si sente Chrona ad avere a che
fare tutti i giorni con questa manica di pazzi.
Mentre fuori dall’inquadratura si
scatena l’inferno, Lucy scavalca l’incontro di boxe e faticosamente entra nello
studio indenne.
Lucy:« Permesso, si
può? Credo che non abbiano bisogno di me e non amo molto le scene di sangue… »
Maka:« Prego, tanto
ormai… »
Hinata:« Sinceramente
non amo il sangue neanch’io, finché si tratta di
descriverlo ok, ma vederlo è tutta un’altra cosa… »
Dai rumori e dalle urla
l’incontro di boxe è rapidamente degenerato in puro wrestling. Hinata fa una
smorfia, pentendosi della sua scelta. Forse Black Star si sarebbe fatto meno
male se gli avesse trovato lei un avversario, ad esempio Stain in assetto da
verifica, come aveva in mente all’inizio. Lucy non trova nemmeno il coraggio di
guardare la porta chiusa e Maka, alzando gli occhi al soffitto, ringrazia solo
che il tutto stia avvenendo fuori della inquadratura
della telecamera.
Finalmente i rumori poco
rassicuranti finiscono. Kevin e Simon entrano, senza un graffio e visibilmente
soddisfatti. Per la frazione di secondo dove le fu possibile vederlo, Black
Star ricordò molto all’autrice la puntata dell’anime
dove la divinità aveva tentato di rubare le risposte del compito in classe di
Stain. Era conciato allo stesso modo.
Hinata:« Non
ricordavo di averli fatti così violenti… »
Maka:« Ok,
ricominciamo da capo, va bene? Chiediamo ancora scusa ai lettori per gli
incresciosi inconvenienti… pronti per l’intervista? »
Hinata:« Certo! »
Lucy:« Sì! »
Simon:« Sicuro! »
Kevin:« Siamo qui
per questo! »
Maka sospira e recupera la sua
scaletta.
Maka:« Nome! »
Hinata:« Hinata 92 »
Lucy:« Lucy Gin »
Simon:« Simon
Emanuel Onpu »
Kevin:« Hai
dimenticato il “Duca”, mio caro… »
Simon diventa tutto rosso e gli
ringhia vivacemente, ma Lucy minaccia di lasciarli entrambi senza cena se non
la piantano immediatamente e nello studio torna la pace. Hinata è fiera di
averle dato un caratterino tale da farsi rispettare anche da quei due.
Maka:« Dicevamo… »
Kevin:« Kevin Akai »
Maka:« Età! »
Hinata:« 20 »
Lucy:« 15 »
Simon:« 18 »
Kevin:« 15… a
proposito, me lo sono sempre chiesto: perché Simon è più grande di noi? »
Hinata:« Un errore
di distrazione… ho scritto per caso che era maggiorenne in uno dei primi
capitoli per fargli fare un’uscita ad effetto dall’aula e non mi sono accorta
della differenza fino a quando una lettrice non me l’ha fatto notare… sono
partita da questa scusa per farlo ripetente! »
Simon:« Ah, grazie
tante! »
Maka:« Scusate, ma
per le domande ci sarà spazio più tardi! Ora dovrei continuare con la mia
scaletta! »
Hinata & Kevin:« Scusaci!
»
Maka:« Professione!
»
Hinata:« Studentessa
universitaria e aspirante scrittrice… ma ancora molto lontana dall’obiettivo,
purtroppo! »
Lucy:« Studentessa
alla Shibusen! »
Simon:« Studente
alla Shibusen, violinista e, da poco, Veggente! »
Kevin:« Studente
alla Shibusen! »
Maka:« Per
accontentare orientali e occidentali, gruppo sanguigno e segno zodiacale! »
Hinata:« AB, cancro.
»
Lucy:« 0, cancro »
Simon:« AB, leone »
Kevin:« AB, cancro.
»
Simon:« Ehi, ma
com’è che Lucy ha il tuo stesso segno zodiacale e io lo stesso gruppo
sanguigno? E perché Kevin ha addirittura entrambi??? »
Hinata:« Forse
perché Kevin mi somiglia molto… ma a pensarci bene anche voi due, anche se in
modi diversi! Senti, Maka, che ne dici se abbandoniamo questo metodo e passiamo
a un’intervista più tradizionale? »
Maka:« Tanto ormai
qui ognuno fa quello che vuole… »
La ragazza butta definitivamente
via la scaletta e gli intervistati si mettono seduti per terra in cerchio.
Maka:« Ma prima…
pubblicità! Non cambiate canale! »
Tsubaki:« Il caffè
non vi dà la carica che vi aspettavate? »
Chrona:« P-p-provate la miscela di Zio Bob! »
BJ:« Bravi!!! »
Ragnarok:« Ma che
bravi e bravi! Dove sono i biscotti e i pasticcini? Che razza di caffè è senza
dolcetti??? »
Chrona:« Ragnarok! N-n-ondovevi venire fuori ora!
Non so più come comportarmi… »
Mentre lo stacco pubblicitario va
letteralmente a rotoli, dietro le quinte Liz aggiusta
il trucco alle signore (con le proteste di Hinata che, come sempre, di trucchi
e parrucchi non ne vuole proprio sapere), Patty dà
l’ultimo tocco d’autore alle scenografie con una bella pennellata di giallo
limone e Maka s’accorda con Soul e Kid dalla regia. Il piccolo Shinigami non
smette un secondo di sbraitare sul fatto che vuole un programma più simmetrico.
Apparentemente nessuno si preoccupa più di Black Star moribondo appena fuori dalla
porta.
Con nonchalance Tsubaki trascina via Chrona e Ragnarok e il programma riprende.
Maka:« Bene,
continuiamo l’intervista! Allora, Hinata, domanda ovvia: come
è nata l’idea di questa storia? »
Hinata:« Dunque…
direi da un mix di ansia, stress, indigestione serale di anime e crisi
d’astinenza dalla scrittura. »
Tutti la guardano senza capire.
Hinata sorride convinta di aver riassunto tutto in modo semplice ed efficace.
Poi, notando le facce, si rende conto che forse non è stata
così chiara come aveva immaginato.
Hinata:« Ops, ogni tanto lo faccio, scusate! Dico frasi ad effetto incomprensibili per riassumere discorsi
lunghissimi… devo spiegare tutto punto per punto, eh? »
Maka:« Sarebbe
gradito, in effetti… »
Kevin:« Scusa un
attimo, hai detto che avevi fatto un’indigestione
di anime… sei forse un kishin??? »
Hinata:« Eh? Ma no,
cos’hai capito, ci mancherebbe altro! Anime inteso
come “cartone animato giapponese”! »
Lucy:« Aaaaaah, in effetti mi stavo preoccupando un po’ anch’io… »
Hinata:« Quanta poca
fiducia avete nella vostra autrice… dicevo, ero in pieno periodo maturità, per
cui con stress e ansia al massimo, quando su rai4 iniziarono a trasmettere il cartone (va bene così, Kevin?) di Soul
Eater. Sembrava interessante, ma l’orario notturno non era proprio l’ideale,
così finiva sempre che mi cercavo le puntate su internet un paio di giorni dopo
la trasmissione e me li guardavo alle nove di sera. E a causa di questo credo
avvenne il pasticcio… »
Maka:« Ovvero? »
Hinata:« Una notte
mi sognai una cosa un po’ strana, tipo che ero un’arma che si trasformava in un
arco e in falce e che ero impugnata niente poco di meno che da… Soul! »
Facce sconvolte in sala. Non si
può vedere, ma dalla regia anche l’interpellato è rimasto sconvolto dalla
rivelazione. Hinata si rende conto di aver causato un certo imbarazzo.
Hinata:« Bè? La maggior parte delle mie storie hanno
origine da sogni o incubi che faccio di notte… »
Kevin:« Mai pensato
di fare un giro da uno psicanalista? »
Hinata:« Per tua
informazione ho studiato anche qualcosa di psicanalisi e uno dei miei autori
preferiti è un certo Jung, uno degli allievi di
Freud… »
Maka:« Ok,
tralasciamo le sedute psicanalitiche, non ho un lettino per farvi stendere! Dicevi, Hinata? »
Hinata:« Che
ripensando al sogno durante una noiosa sessione d’interrogazione di filosofia,
mi venne spontaneo afferrare una penna e senza neanche rendermene conto iniziai
a scribacchiare un incipit di una fanfiction… non è
esattamente quello che poi avete letto, nel primo prototipo quella che poi
sarebbe diventata Lucy si rimaterializzava come
sonnifero in mezzo a un macabro campo di battaglia e veniva accolta da quello
che sarebbe stato poi Simon… »
Simon:« Un attimo! Ma da dove è saltato fuori il sonnifero? Non hai detto che
nel tuo sogno c’erano arco e falce? »
Hinata:« Prima ho
detto che ero in crisi d’astinenza dalla scrittura, no? In
effetti quando era stato il momento di cominciare la quinta superiore,
avevo promesso a me stessa di non lasciarmi distrarre da cose non strettamente
indispensabili… in questo, con un enorme sforzo di volontà, avevo incluso anche
la scrittura, visto che era mia abitudine portarmi nello zaino dei quaderni che
poi riempivo di storie nei momenti morti, come le ore buca oppure le
interrogazioni di filosofia… quante di quelle storie ho scritto durante le
interrogazioni di filosofia! Devo molto al quel professore, sapete? Comunque ero stata troppo ottimista: anche se la mia mano era a
riposo, la mia mente continuava a inventare storie quasi contro la mia volontà.
Credo di aver ideato almeno quattro fanfiction, in
quel periodo… fra queste, ce n’era una basata sull’anime
di Blue Dragon, che avevo cominciato a seguire
entusiasmata perché l’autore era AkiraToriyama, l’autore di Dragon Ball. Avevo creato un
personaggio la cui ombra era una farfalla che spargeva una polvere argentata
che faceva addormentare gli avversari e che via via,
nel corso di un processo di crescita, scopriva di poter usare altre polveri,
come una dorata per guarire gli alleati e una color cremisi
per uccidere. Come mi fosse venuto in mente, all’epoca, non me lo ricordo…
comunque, il progetto di scriverci sopra una vera e propria storia venne accantonato presto. L’anime
si era rivelato una schifezza, ma questi sono dettagli. L’idea del sonnifero
argentato, però, la ritenevo buona e mi venne spontaneo riciclarla per questa
storia.»
Kevin:« Interessante…
quindi sia i miei poteri che quelli di Lucy vengono da un’altra storia mai
scritta? »
Hinata:« Esatto.
Comunque mi bloccai quasi subito, memore della promessa che mi ero fatta di non
lasciarmi distrarre. Però l’incipit mi sembrava buono,
così lo trascrissi al computer e tenni il file in un angolo della mia
chiavetta, quella che porto sempre in tasca con me ovunque vado. Ma anche se non ci lavoravo materialmente, spesso con la
testa ci tornavo e cominciavo ad aggiungere tutti gli elementi che poi
sarebbero diventati parte integrante della storia. Il fatto che abbia iniziato
a studiare la trama quando ero solo all’inizio dell’anime
giustifica un po’ perché nella mia storia non si parla di Aracnophobia
e di tutto quello che è accaduto dopo… avrei voluto inserirli, ma ormai la base
della mia storia era già così ben definita che mi dispiaceva modificarla e la
lasciai così! Non appena finito l’anno mi rimisi all’opera
ed è nato tutto questo! Ho deciso di fare una long fic
proprio per riprendere la mano dopo un anno che non scrivevo più… e per
imparare finalmente a scrivere direttamente al computer senza passare prima per
un foglio! Ero stufa di perdere pomeriggi a copiare pagine e pagine
di quaderni! »
Lucy:« Io avrei
un’altra domanda… come hai ideato tutti i personaggi? E i loro nomi? Sono molto
curiosa di sapere come siamo nati… »
Hinata scoppia a ridere.
Hinata:« Avete
ancora tempo? Perché, in certi versi, è più lunga e complessa questa storia
della fanfiction vera e propria! »
I presenti annuiscono e l’autrice
sospira. Sa che quello che sta per dire sconvolgerà i lettori e i suoi stessi
personaggi. Per un attimo si chiede se non avrebbe fatto meglio a fare un corso di karate prima di accettare l’intervista. Poi
sospira di nuovo.
Avranno pietà della loro autrice.
O no?
Hinata:« Come siano
nati Lucy e Simon direi che è chiaro… forse è più interessante la storia dei
loro nomi! »
Simon:« Non sono
sicuro di voler sentire… »
Hinata:« Ti capisco,
il tuo è stato quello che mi ha fatto penare di più… »
Kevin:« Andiamo
bene… »
Hinata:« Quando ho
preparato in classe quel bozzetto d’incipit, mi sono subito resa conto che mi
servivano dei nomi. Non potevo certo chiamare i personaggi, per quanto solo
due, “quella lì” e “quello lì”! Ma, dato
che per i nomi ho una fantasia a dir poco pessima, ho fatto l’unica cosa
che potevo fare durante la lezione per trovare un’ispirazione senza destar
sospetti! »
Simon:« Ovvero? »
Hinata:« Ho preso
due libri dallo zaino e ho sfogliato a caso. Uno era il quaderno d’inglese, e
l’occhio mi cadde su una poesia di Wordsworth, “A
Lucy”, … »
Lucy sorride. Pare
gradire l’origine poetica del suo nome.
Hinata:« … l’altro
era il libro di filosofia e, aprendo a caso il volume, saltò fuori il capitolo
su Immanuel Kant! Pasticciando leggermente col nome,
saltò fuori Emanuel, che mi piaceva decisamente di
più, e lo tenni. »
Kevin:« Quindi il
secondo di nome di Simon… in realtà è il primo, cronologicamente parlando? »
Hinata:« Esatto!
Sinceramente dovevano essere solo nomi provvisori, per cui uno valeva l’altro…
ma fu la mia leggendaria distrazione a renderli definitivi! »
Maka:« Cioè? »
Hinata:« Devo
confessare che non tenni esattamente fede alla mia promessa… e iniziai a
scrivere sì alla fine dell’anno scolastico, ma in quella settimana che precede
l’esame di maturità! L’incipit divenne subito quello
che già conoscete, e continuai a usare il nome di Lucy… per Simon il problema
non si poneva ancora, visto che compare solo al terzo capitolo e in quella
settimana scrissi solo il primo e il secondo! L’intenzione era poi quella di
sostituirlo con un nome giapponese… »
Lucy:« E poi cos’è
successo? »
Hinata:« Presa
dall’entusiasmo di aver finito finalmente la maturità, pubblicai il capitolo su
EFP senza pensarci due volte! Solo dopo i primi commenti mi ricordai di non
aver cambiato il nome alla protagonista, ma ormai era
troppo tardi! È per questo che vi ho dato cognomi giapponesi ben studiati… per
ricordarmi una volta per tutte di controllare prima di
pubblicare! »
Maka:« Però poi
Emanuel è diventato Simon… »
Hinata:« Se fosse
stato per me saresti rimasto Emanuel! Solo che volli far leggere il terzo
capitolo in anteprima alla mia beta,
Sakurax16 che mi commenta ogni capitolo, e a un’altra ragazza che si era
mostrata entusiasta per la storia, ovveroZawa Chan, ed entrambe mi dissero subito che il nome faceva
schifo e che dovevo cambiarlo! Protestai per un po’, ma alla fine acconsentii,
a patto che mi aiutassero a sceglierne uno nuovo. In quella discussione uscì
Kevin, e lo scelsi subito per la seconda arma, ma il problema del nuovo nome di
Emanuel rimaneva. Alla fine mi stufai, presi libri e dvd e scelsi tre nomi che
sottoposi al loro giudizio: Simon, Jareded Henry. Sapete bene cosa uscì dal sondaggio. Giusto per
curiosità, Simon è il nome di uno dei gemelli de “Le cronache di Spiderwick”. »
Maka:« Però il nome
di Emanuel non è scomparso… »
Hinata:« In effetti
no, mi dispiaceva buttarlo via così, dopotutto avevo creato gran parte della
trama pensando a lui con quel nome! Così, giusto per fare un dispetto a quelle due che me lo avevano bocciato, glielo reinserii come
secondo nome nel nono capitolo! E dato che era molto
altisonante e in effetti un po’ fuori moda, presi lo spunto per dare a Simon la
sua nobiltà e tratteggiare la sua famiglia, che a parte la zia era rimasta un
po’ all’oscuro fino a quel momento. »
Simon è rimasto un po’ scioccato
da tutte quelle rivelazioni in una botta sola. Kevin prende la palla al balzo per
distrarlo un po’.
Kevin:« A proposito,
e la fantomatica zia di Simon? »
Hinata:« Ah, lei…
ammetto di essermi divertita molto! In realtà l’avevo accennata nel terzo
capitolo e mi serviva solo come pretesto per giustificare la testardaggine dei
genitori di Simon nel tenere il figlio legato alla Shibusen… non avrei mai
pensato che sarebbe diventata un personaggio così cruciale! Poi a un certo
punto mi sono incartata con la trama e ho pensato bene di rileggermi tutta la
storia per trovare eventuali spunti… e la zia mi è sembrata perfetta! È la
stessa logica con cui poi ho deciso di far risaltare fuori Rachel, la sorella
di Simon, che avevo giusto solo nominato in un capitolo! Anche se per lei, a
dirla tutta, mi sono ispirata molto a una mia ex compagna di classe,
combinazione di nome Rachele, boccolosa ma mora, che
non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno… d’accordo, non avrà
avuto i fucili come Rachel, ma praticava kickboxing! »
Lucy:« Ma questa zia
avrà un volto! O almeno un nome! »
Hinata:« Sono stata
molto tentata di farla comparire nell’ultimo capitolo, ma poi ho pensato che
avrebbe perso molto del suo fascino. No, non vi dirò né aspetto né nome, ma
sappiate che comunque avevo strutturato il suo
personaggio come tutti gli altri! »
Maka:« E cosa ci
dici degli altri personaggi che hai inserito? Il Kishin, Sarktos e Pamela? »
Hinata:« Non ricordo
esattamente come sia saltato fuori il Kishin… ma era presente fin dall’inizio,
come si può notare dalla presentazione su EFP! Ed era presente fin da subito
anche Sarktos, anche se non aveva questo nome… bè, a
dirla tutta non aveva neanche un nome! Ritornando a James, comunque, sappiate
che le storie che trattano di perdite di memoria mi hanno sempre fatto
impazzire e quindi non potevo non inserirla! Per il suo carattere quando era
preda della follia, vi dirò, mi ha ispirato il carattere Rave che c’è su word…
l’ho visto e ho pensato “Tu sarai la voce del mio Kishin!”. Poi il resto è nato
pian piano… »
Lucy:« Avevi deciso
fin da subito che sarebbe stato mio nonno? »
Hinata:« Non così di
preciso. Avevo deciso di farlo tuo parente, magari un tuo
lontano cugino… ricordo che l’ispirazione per la famosa frase “Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non
uccide” mi è venuta in pullman mentre andavo
all’università. A quel punto volevo un colpo di scena degno
di questo nome. Anche se non ho mai visto il film, mi venne immediatamente in
mente la battuta di Star Wars“Io sono tuo padre”, e, chissà perché, mi è venuto da immaginarmi
la faccia di Luke se invece la battuta fosse stata: “Io sono tuo nonno!!!” e magari con
il cattivone che si toglieva la maschera e si
rivelava un nonnetto decrepito… la cosa mi ha fatto
così ridere che ho deciso che la scena sarebbe stata più o meno così! »
Maka:« E perché
chiamarlo proprio James? »
Hinata:« Non ho
rivelato subito il suo nome… perché volevo pensarci bene, non volevo fare la
stessa cosa di Lucy e Simon! E così mi sono presa un po’ di tempo… avevo deciso
che volevo un nome inglese, come quello di Lucy. E, anche se so che una mia
fedele lettrice a questo punto mi odierà perché aveva immaginato che avessi
tratto il nome dal famoso 007, devo confessare che il nome viene… dal papà di
Harry Potter! »
In sala cala il silenzio.
Hinata:« Bè, non solo, volevo un nome inglese e James è il più
anglosassone che la mia mente malata mi abbia suggerito… però una cosa la devo
fare! »
L’autrice si alza e, davanti alla
telecamera, chiede ripetutamente e sinceramente scusa a Jan Itor19 che sa benissimo di aver deluso infinitamente.
Maka:« Ok… e
Sarktos? »
Hinata si riprende e torna a
sedersi.
Hinata:« Il nome
l’ho ideato senza aiuti… e si vede, infatti fa schifo, come quello di Blaze,
del resto! Ma tornando al nostro Lord, pur non avendo ancora idee chiare su di
lui, la sua presenza mi era chiara e incombeva sulla storia fin dall’inizio…
anzi, a essere precisi, prima di lui c'era Pamela, ovvero
il cubo di Rubik, che era talmente fondamentale nella
mia testa che all'inizio doveva addirittura essere il titolo della storia! Poi
però mi sembrava troppo crudele far aspettare i lettori ben 20
capitoli per capire il senso del titolo e ho optato per quello attuale, dove
l’attesa era “solo” di 4… »
Maka:« E il cubo di Rubik da dove è saltato fuori? Non mi pare che ci sia nell’anime… »
Hinata:« Sono
rimasta affascinata da un amico che è un genio a completarli… ormai è talmente
bravo che memorizza le facce, si benda e cerca di completarlo a memoria, è un
genio! E così, osservandolo mentre completava un cubo in 15
secondi cronometrati, non so… mi è venuta voglia d’inserire questa cosa nella
storia! Ma Sarktos ha avuto parecchie vicissitudini…
per qualche tempo avevo deciso che non fosse figlio di una strega, ma che fosse
stato allevato da una di esse e che da bambino fosse stato sottoposto a strani
esperimenti. Poi mi sono detta che di complicazioni ce n’erano già a
sufficienza! »
Kevin:« Ok, fino a
qui tutto chiaro… ma io? Hai parlato dell’origine di tutti i personaggi tranne
che della mia! »
Hinata sorride e lo guarda
intenerita. Kevin si preoccupa, non sa più cosa aspettarsi da questa pazza
autrice.
Hinata:« Scusami, ti
ho dato un po’ per scontato, ma la verità è che precisamente non ricordo come e
quando ti ho creato… ad esclusione di quell’incipit in classe, da quanto mi
ricordo ci sei sempre stato! Sei nato abbastanza
spontaneamente, probabilmente perché volevo evitare il classico stereotipo del
maestro e dell’arma di sesso opposto che si mettono insieme per forza… volevo
mettere almeno un po’ d’indecisione! Però non sono
sicura neanche di questa spiegazione… o forse volevo una squadra che fosse un
po’ come quella di Kid… oh, insomma, non lo so! Ci sei e basta! »
Kevin sembra impassibile, ma
l’autrice, che lo conosce meglio di chiunque altro, sa che c’è rimasto un po’
male e decide di essere sincera fino in fondo.
Hinata:« È vero che
non so esattamente come ti ho creato, e di questo mi scuso con te e con i
lettori, ma quello che so è che a te, come anche a Lucy e Simon, ho voluto
donare qualcosa di mio, nel carattere o nell’aspetto, nei pregi o nei difetti,
per rendervi più vivi e veri di quanto non abbia mai fatto con qualunque altro
personaggio da me creato. E sono molto fiera di voi, perché a volte avevo delle
idee e non riuscivo a scriverle perché mi rendevo conto che avrei forzato il vostro
carattere. Credo che per uno scrittore la cosa più bella sia quando i suoi
personaggi si ribellano, perché sono vivi e vitali e hanno un carattere ben
formato… »
Simon:« A questo
punto, devi dirci cosa abbiamo in comune con te… »
Hinata:« Certo!
Cominciamo con Lucy… »
La ragazza alza la testa, tutta
attenta.
Hinata:« … ti ho
donato la mia passione per i bambini, il mio desiderio di cantare, il senso di
responsabilità a volte esasperante, la tendenza a sacrificarti per gli altri in
silenzio, a volte in modo esagerato e irresponsabile, e quella timidezza che a
volte, inaspettatamente, si trasforma in coraggio nei momenti più impensati. E
anche la mia ingenuità e il fatto di dimostrare molti meno anni di quelli che
hai in realtà, anche se sono caratteristiche che poi ho donato a tutti i Majikkudasuto, compresi Kevin e James…
»
Lucy sembra soddisfatta. Hinata
rivolge la sua attenzione a Simon.
Hinata:« Simon,
ammetto che a te ho donato alcuni dei miei difetti peggiori: siamo entrambi
distratti, presi da passioni per cui a volte sembriamo scordarci del mondo che
ci circonda, entrambi ci demoralizziamo abbastanza facilmente, ci sentiamo
sostanzialmente inutili e di peso per chi ci circonda, ci chiediamo almeno una
volta alla settimana se le persone che ci circondano starebbero meglio senza di
noi fra i piedi e spesso abbiamo bisogno di essere rassicurati da altri sul
nostro comportamento. E odiamo entrambi la velocità. »
Simon:« Tu però, per
quanto distratta dalla scrittura, non ti sei fatta bocciare tre volte… »
Hinata scoppia a ridere.
Hinata:« Touchè. Anche questo bisogno di puntualizzare ogni minima
cosa, che a volte sfocia un po’ in una tendenza a lamentarsi e a piangersi
addosso, deriva da me. Siamo fatti un po’ così: a parole ci lamentiamo di
continuo, dichiariamo spesso di voler mollare quello che stiamo facendo, ma poi
non lo facciamo mai, anzi, coi fatti dimostriamo di
essere più determinati che mai. Ma se è vero che ti ho dato una buona dose dei
miei difetti, è vero anche che ti ho donato un mio piccolo sogno perduto… »
Simon:« Credo di non
aver capito… »
Hinata:« Ce l’hai
appoggiato sulle ginocchia. »
Il ragazzo abbassa lo sguardo.
Simon:« Tu… volevi
suonare il violino? »
L’autrice annuisce.
Hinata:« Quel suono
mi ha sempre affascinata, anche ora. Figurati, a quattro anni mi misi in testa
quest’idea, ma i miei non erano d’accordo, perché il violino è uno strumento
delicato, che va adattato alla lunghezza del braccio… non erano disposti a
cambiarmi il violino ogni anno, costava troppo! Ma
vista la mia insistenza, mi misero davanti a una scelta: studiare un qualsiasi
altro strumento o smettere del tutto. E io nella mia
testardaggine scelsi la seconda, forse un po’ stupidamente, visto che ora non
so neanche leggere uno spartito… »
Kevin ridacchia leggermente,
immaginandosi una bambina di quattro anni impuntarsi in quel modo. Hinata lo
guarda con un pizzico di malizia.
Hinata:« Sei
l’ultimo a poter criticare in fatto di testardaggine, o sbaglio? Lo so bene…
hai ereditato tutta la mia! Qualcuno ha la bontà di chiamarla determinazione,
ma spesso finisce che m’impunto su qualcosa che ritengo importante e prima di
togliermi certe idee… passano tranquillamente anni, ammesso e non concesso che
ci si riesca! E credetemi, sono davvero poche le cose su cui ho cambiato idea!
»
Kevin:« Solo questo?
»
Hinata:« Quanto sei
ingenuo… tu in pratica sei me, solo
senza timidezza, senza peli sulla lingua, senza paura di dire veramente cosa
pensi, con un po’ più di self control… e molto più
aggressivo, questo te lo concedo! Diciamo che sei la mia parte inconscia,
quella che vorrebbe insultare o picchiare qualcuno e non può per motivi
sociali… Freud sarebbe molto fiero di te… »
Kevin sembra colpito dalla
rivelazione, perdendo un po’ del suo sangue freddo.
Hinata:« Lunatici
allo stesso modo, passiamo dal panico più puro a una freddezza razionale di cui
poi ci stupiamo anche noi… per di più siamo negati in cucina e matematica e
soffriamo entrambi d’insonnia! »
Kevin:« Lanci anche
tu le sveglie dalla finestra? »
Hinata:« No, ma sono
veramente contenta del fatto che tu lo faccia anche per me! No, non lancio
sveglie dalla finestra, dal settimo piano non è consigliabile… però faccio di
meglio, continuo a dormire senza neanche spegnerle! »
Kevin:« Ah, però…
dovrei provarci anch’io, in fondo la sveglia non è che… »
Hinata:« … un
inutile oggetto ticchettante! »
Kevin è sorpreso che Hinata gli
abbia rubato le parole di bocca, poi sembra finalmente capire cosa intendesse
l’autrice dichiarando di essere la stessa persona e le fa un occhiolino
complice, che lei restituisce quasi contemporaneamente.
Hinata:« Come se
tutto questo non bastasse, ho creato fin dall’inizio uno schema comportamentale
per voi tre. Simon tende a dire sempre la verità, in
qualunque caso… il massimo che può fare è nascondere qualcosa, per esempio
quando si parla della sua famiglia o quando ha nascosto la lettera a Lucy, ma
non ha mai mentito nemmeno una volta durante tutta la storia. Questo a volte lo
fa litigare con Kevin, che invece, se ritiene che non ci sia altro modo per
risolvere una situazione, non si fa scrupoli a mentire. Lucy invece cerca di
bilanciare le due cose, ma tenendo le bugie come ultima risorsa. E questo è
veramente tutto quello che c’è da dire su di voi. »
Lucy:« E le musiche?
»
Hinata:« Intendi quelle
che ho inserito nei capitoli? Sono per la maggior parte soundtrack
di altri anime o telefilm… solo nell’ultimo c’è effettivamente una melodia di
Soul Eater! Non ho messo canzoni cantate perché temevo distraessero troppo
dalla lettura… ma sono sempre i brani che immaginavo che voi suonaste nelle
varie scene, e non è mai stata mia intenzione renderli un tema dei capitoli… la
storia si apprezza benissimo anche senza! »
Maka riprende per un attimo il
suo copione.
Maka:« Allora direi
che possiamo passare alle domande del pubblico… »
Hinata:« Sono
pronta, spara! »
Un proiettile sfiora i capelli
dell’autrice, andandosi a infilare nella parete alle sue spalle. Dopo un attimo
di comprensibile shock, Hinata si riprende e inizia a gridare.
Hinata:« Era solo un
modo di dire, Patty, non c’era bisogno di prendermi alla lettera, non sto mica
scrivendo le vostre avventure!!! »
Maka decide saggiamente di
ignorare la scena e va avanti come se nulla fosse successo.
Maka:« Bene, la
prima è di Jan Itor 19… e chiede come mai Lucy,
nel suo villaggio, non sapesse niente di armi o della Shibusen, visto che sono
entità normalissime nel mondo di Soul Eater. »
Hinata:« All’inizio
non avevo pensato precisamente a questa cosa… volevo solo mostrare come poteva
reagire una persona qualunque nel trovarsi improvvisamente coinvolta in prima
persona negli straordinari scontri di questo anime. Poi, creando la storia di
Lucy, la spiegazione può essere questa: il villaggio è già abbastanza isolato
di suo (nell’ultimo capitolo specifico che si trova fra le montagne) e per di
più i genitori della ragazza hanno fatto di tutto per tenerla lontana dai
kishin… probabilmente hanno chiesto agli abitanti di non rivelarle mai nulla
che riguardasse Death City! »
Maka si annota la risposta, ma Hinata continua.
Hinata:« A
proposito, visto che Jan Itor 19 mi ha fatto in
passato notare un’altra imprecisione, approfitto dello spazio per specificarla
anche agli altri lettori. Nel capitolo 23, quello con
la giostrinascambia-poteri,
ho dichiarato che Soul e Simon non erano più compatibili perché Simon era diventato un’arma. Detta così in effetti la cosa genera confusione, perché anche Liz e
Patty sono entrambe armi eppure si usano tranquillamente a vicenda senza alcun
problema. Quello che invece intendevo dire io era che
Simon in quel capitolo aveva preso una parte dell’anima di Kevin… e dato che
Soul e Kevin non sono compatibili, di conseguenza in quel momento non lo erano
più neanche Soul e Simon. Scusate il pasticcio… »
Maka:« Ok, allora
passiamo alla prossima e ultima domanda… è di Tokorothx3. Chiede se Kevin
e' mai stato innamorato di Lucy. »
Hinata:« Qui non c’è
bisogno di me, lo si può chiedere al diretto interessato! »
Kevin arrossisce di botto,
rendendosi conto che Liz è dietro la telecamera e lo sta guardando malissimo.
Il ragazzo nota con preoccupazione che la Thompson è armata di tutta la trousse
di trucchi. E, come se non bastasse, al suo fianco c’è Patty, pronta ad essere impugnata all’occorrenza.
Kevin:« Non posso
negare che quando ci siamo conosciuti non mi abbia… colpito… »
Hinata nota che anche Liz è
prontissima a colpire il suo ragazzo.
Con pettine e spazzola, però.
Kevin:« … e che per
un po’ di tempo sono stato un po’ confuso nei suoi confronti… ma quando ho
conosciuto Liz, pian piano mi sono reso conto che, per quanto ammirassi Lucy e
provassi una profonda riconoscenza nei suoi confronti, questo era ben lontano
da quel sentimento che chiamano amore… »
Liz ha abbassato la spazzola, ha
le lacrime agli occhi, profondamente commossa. Hinata è fiera che il suo
piccolo alter-ego abbia ereditato da lei anche la propensione alla poesia.
Tuttavia Kevin, diventato più rosso dei suoi capelli, non riesce più a
completare la frase e l’autrice decide saggiamente di cambiare discorso.
Hinata:« A proposito
di Tokoroth, in previsione di questo capitolo qualche
tempo fa le ho chiesto di fare un lavoretto… una sorpresa che ora vi mostro,
non smettendo mai di ringraziarla per l’impegno e il magnifico risultato! »
L’autrice tira fuori una
pergamena e la srotola di fronte alla telecamera.
Hinata:« E che
qualcuno venga a dirmi che non è un capolavoro, se ne ha il coraggio! »
Un applauso in sala accoglie
l’opera. Oltre allo sbattere delle mani, Hinata si accorge anche che qualcuno
sta bussando alla porta. Si alza e va ad aprire.
Hinata:« Black Star!
Oh, cavolo, ci siamo dimenticati di lui! Per favore, che qualcuno lo aiuti! »
Di malavoglia, Kevin lo trascina
dentro affidandolo alle amorevoli cure di Liz e Tsubaki. Patty ha già pronti i
cerotti, ovviamente gialli.
Tsubaki:« Sta
cercando di dire qualcosa… »
Hinata:« Sì? »
Tsubaki:« Dice…
bello, ma nulla è più grande del sottoscritto! »
Kevin:« Quando fa
così mi viene voglia di rispedirlo fuori! »
Hinata sorride, lieta che Black
Star sia sempre il solito, dopotutto.
Maka:« Ci sarebbe
ancora una domanda… »
Hinata:« Eh?
Davvero? »
Maka:« Ma questa è
da parte nostra… »
Hinata è un po’ perplessa.
Maka:« … visto che
ci siamo trovati bene a lavorare insieme, la domanda è d’obbligo! Ci sarà un
seguito di “Polvere incantata”? »
Hinata:« Anche io mi
sono trovata molto bene a lavorare con voi! Non so… ora voglio dedicarmi a una
storia originale che ho rimandato per ben due anni e a cui
questa fanfiction mi ha preparata dopo un anno
forzato di inattività dalla scrittura creativa… ma ammetto che un paio di ideuzze per un eventuale ritorno ci sarebbero eccome!
Insomma: non subito, ma più avanti perché no? »
Tutti:« Evviva!!! »
Hinata li guarda tutti, uno per
uno, felice e malinconica insieme. Sì, spera proprio
un giorno di poter tornare a scrivere delle loro avventure…
…e,
ritornando a scrivere in prima persona, devo purtroppo annunciarvi che stavolta
è davvero la fine. Spero che questa originale Guida
alla lettura vi abbia divertito e vi abbia fatto conoscere qualcosa in più
sulla storia e anche su di me. Forse adesso smetterete di pensare che sia solo
un’autrice sadica che si diverte a sconvolgervi sempre con nuovi colpi di
scena! Ma ammetto che è una cosa che mi piace, è una
piccola sfida fra me e voi lettori… non importa se non sempre l’ho vinta, è
stato bello aver giocato e sognato con tutti voi!
Non starò
a ringraziarvi tutti uno per uno, l’ho già fatto nello
scorso capitolo. Spero solo di rivedervi in qualche altra mia storia, mi sono
davvero affezionata a tutti voi. Forse ne farò un sequel, forse no, ma credo
che una pausa ci voglia. Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato fino
alla fine. Davvero. Non sapete la fatica che ci vuole nel cliccare il flag che decreta la fine di questa storia… ma spero che
Lucy, Simon, Kevin e tutti gli altri vi abbiano donato qualche ora di serenità
e di svago. E che vi siano entrati nel cuore come hanno fatto con me.
Grazie
ancora a tutti! E, stavolta davvero per l’ultima volta, …