Tutti gli uomini di Debbie di EmmaAlicia79 (/viewuser.php?uid=104354)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno stolido sognatore ***
Capitolo 2: *** Un Angelo Caduto ***
Capitolo 3: *** Uno Scellerato Borghese ***
Capitolo 4: *** Un Malato Terapeutico ***
Capitolo 5: *** Un Raggio Di Sole ***
Capitolo 6: *** Un Raggio Di Sole - Parte Seconda ***
Capitolo 7: *** Un Raggio Di Sole - Parte Terza ***
Capitolo 8: *** Il Gay Assoluto ***
Capitolo 9: *** Un Eroe Inconsapevole ***
Capitolo 10: *** Un Biondo Misterioso ***
Capitolo 11: *** Una Diva Misteriosa ***
Capitolo 1 *** Uno stolido sognatore ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Lui…
Così dolce, così tenero e carino…
Affettuoso, sempre con una parola buona per tutti.
Ma allo stesso tempo cocciuto come un mulo.
Beh, quasi…
Il suo essere tremendamente gay ha fatto sì che qualche
goccia di acidità stillasse talvolta tra un sorriso e
l'altro.
Ehm… Forse qualcosa di più di "qualche
goccia"…
Sempre avanti a testa bassa, qualsiasi fosse la sua convinzione del
momento.
Sia che si trattasse di bacchettare Sunshine, sia che si trattasse di
difenderlo da Brian con
Brian.
Dietro quella sua aria da mamma chioccia nasconde in realtà
una personalità molto complessa… Direi un
carattere matrioska.
E posso fottutamente affermarlo per esperienza diretta…
Qui lo dico e qui lo nego, ma la frequentazione quasi ventennale con
quel figlio di putt… ehm.. buona donna * Scusa, Joan * (che
adoro, per amor del cielo!) ha forse sortito qualche effetto benefico
su di lui: meno buono, più realista; meno bambino,
più uomo.
Quell'amicizia lo ha portato a volte sull'orlo del baratro,
è stato spinto quasi giù… quasi, dicevo, ma
poi la mano forte di un uomo e una giovane di un ragazzino ribelle e
problematico lo hanno aiutato ad imboccare la strada giusta, nonostante
le malattie e il mio personale scetticismo iniziale, di cui adesso mi
vergogno profondamente.
Per gli amici c'è sempre stato e sempre ci sarà.
A volte è stato messo nel mezzo a delle fottute lotte
intestine contro la sua volontà, altre volte si è
ficcato nei peggiori casini di sua spontanea iniziativa (con miei sommi
imbelvimenti e relative ramanzine che, detto per inciso, non sono
serviti ad un cazzo, sempre per tornare alla cocciutaggine di cui
sopra).
A volte se l'è presa anche con me… Con ME,
figurarsi!
Come l'ho fatto, lo posso tranquillamente disfare, lo stronzetto.
Ho rischiato anche di perderlo... Per una stupida, stupida bomba messa al Babylon da dei fanatici politici! E' stato uno dei periodi più bui della mia vita... Avrei voluto prendere una scala, salire fra le nuvole o in Paradiso o dove caspita risiede il Creatore, prenderlo per il bavero del suo doppiopetto e scuoterlo fino a che avessi avuto un briciolo di forza. Ho avuto così paura... Grazie a Dio (o forse grazie alla Medicina), si è salvato, ma il mio povero cuore ha perso mille battiti nel frattempo...
Nonostante gli scazzi, i fraintendimenti e i litigi (All'ordine del giorno in casa Novotny) quel piccolo folletto rimane carne della mia carne, sangue del mio sangue.
Il mio piccolo, paziente, incazzoso figlio sognatore.
Lo amo più di ogni altra cosa e potrei dare la vita per lui.
Tutto, tutto, per il mio Michael...
E
via, lo scoglio più grosso ce lo siamo tolto già
alla prima botta: che si sappia, Michael mi è piaciuto
rarissimamente, l'ho sempre trovato un po' altezzoso, con una
mentalità poco elastica e a volte superficiale. Ma qui
è Ma'Debbie che parla, e… Ogni scarrafone
è bello a mamma sua! Confido nei vostri commenti, che sono
la strada perfetta per migliorare. Grazie. |
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Capitolo 2 *** Un Angelo Caduto ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Quanti
ragazzi sono passati sotto il mio sguardo, lì al Diner.
Quante
storie ho visto, ascoltato, sbirciato…
…
E quanti consigli ho dato, a volte anche incredibilmente non
richiesti, almeno a sentire loro (passo sempre
per la scassapalle di turno però, guarda caso, quando
c'è un problema, cascano tutti qua…).
Io
amo questi ragazzi più della mia stessa vita, li considero
figli miei, eppure c'è stata una volta in cui mi sono
vergognata di loro, in cui li ho sentiti estranei, lontani.
C'è
stata una volta in cui mi hanno fatto sentire… Sola.
Quella
volta avrei voluto veramente prendere a calci ognuno di quei culi sodi
e urlare loro contro finché avessi avuto fiato in corpo.
Perché
non capivano? Perché prendevano sottogamba quello che era
successo?
Perché,
Cristo Santo, non provavano un po' di pietà?
Solo
Vic mi è stato vicino, nemmeno Carl mi voleva
ascoltare…
Perché
nessuno capiva che, per essere una famiglia, una famiglia vera, dobbiamo
prenderci cura anche di chi è meno fortunato di noi?
Fanculo
tutte le loro lamentele: mi ama, non mi ama, mi richiamerà?,
ho preso un etto, devo dimagrire… fanculo, Fanculo, FANCULO!
Quella
persona non avrebbe mai avuto questi problemi, non si sarebbe mai
chiesto se il ragazzo con cui era stato il giorno prima lo avrebbe
richiamato, non si sarebbe mai chiesto se doveva dimagrire per essere
più piacente, non sarebbe mai corso da sua madre per
chiedere un consiglio, e non avrebbe mai avuto una voce amica
che gli dicesse cosa sarebbe stato meglio fare.
Quella
persona non avrebbe mai avuto pensieri per il futuro, semplicemente
perché un futuro non ce l'avrebbe più avuto, dopo
quella notte.
Quel
futuro si è perso tra un cassonetto, un poliziotto infame e
una marchetta.
Quella
persona aveva un nome, anche se a nessuno importava di trovarlo.
Quella
persona si chiamava Jason Kemp.
Eccomi
con la seconda "puntata" di questa raccolta strampalata: ho amato molto
come Debbie si era presa a cuore la sorte di quel povero ragazzo, e ho
voluto ricordarlo in questa flash.
Capitolo
volutamente corto, perché non mi piace troppo "allungare il
brodo" in queste circostanze o girare il coltello nella piaga: un
dolore asciutto ma sentito profondamente, ecco come immagino che Debbie
abbia vissuto questa storia.
E
il povero Jason è un po' il simbolo di tutto ciò
per cui di tanto in tanto voltiamo lo sguardo altrove, ritenendo
"scomode" determinate situazioni, preferendo restare ovattati nella
nostra bambagia, mentre a volte basterebbe così poco per
tendere una mano e far apparire un sorriso…
Grazie
a tutti per l'attenzione, e un grazie speciale a chi ha commentato e
messo la storia tra le seguite. A presto!
|
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Capitolo 3 *** Uno Scellerato Borghese ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Brian
è fondamentalmente un figlio di puttana, Justin è
semplicemente un genio, Emmett è sfolgorante, Michael e Ben
sono una "semplice" coppia di omosessuali, ma Mr. Theodore Schmidt
è il gay più borghese che abbia mai incontrato in
vita mia.
Una
contraddizione in termini.
E'
un inquietante miscuglio fra Brian e Michael. Inquietante detto
ovviamente con amore, però è strano come in certi
atteggiamenti mi ricordi Mr. Kinney.
Che
io sappia, infatti, è l'unico altro attivo (o perlomeno, per
la maggior parte delle volte, ma io questo non dovrei saperlo)
del gruppo oltre al figlio di buona donna; come lui ha sempre avuto
paura di invecchiare, e come lui ha gusti raffinati: gli piace la
lirica, il design, i bei vestiti… E i begli uomini. E non si
è mai accontentato, in nessun campo.
Probabilmente,
è questo che qualche volta lo ha portato fuori strada, con
il suo costante cercare quel qualcosa in più, in una perenne
rincorsa verso la perfezione… O l'approvazione (di chiunque
a lui caro).
Ma
c'è quel "lato Michael" che lo ha salvato (oltre ad una sana
dose di culo sfacciato) in più di una circostanza: quella
sua parte razionale che gli ha fatto capire che di Brian ce
n'è uno solo (grazie a Dio!) e che ognuno è unico
a suo modo, come tenne a ricordare ad Emmett quando gli era presa la
fissa della sett… Ehm, del gruppo di preghiera, che lo
voleva eterizzare
a tutti i costi.
"Perché Dio ti ha
creato a sua immagine, e dato che Dio è amore e non conosce
errori allora tu sei esattamente come Lui intendeva che fossi. E questo
vale per ogni persona, ogni pianta, ogni montagna, ogni granello di
sabbia, ogni canzone, ogni lacrima... e ogni frocio. Siamo tutti Suoi,
Lui ci ama tutti".
Parole
sante, Teddy… Peccato che hai predicato bene e razzolato
male.
Se
escludiamo quel primo incidente
con Blake in cui ha seriamente rischiato di lasciarci la pelle, Mr.
Schmidt le ha davvero tentate tutte per farsi del male, con la droga
prima e la fissa delle chirurgia estetica poi.
Senza
contare che poi il destino ci ha messo del suo, come nell'occasione
dello scandalo del sito internet…
"segaallavoro.net"… Ma per favore! Come ben si sa, io sono
molto open
minded, non ho peli sulla lingua, non sono proprio "di
primo pelo", con le storie scottanti che conosco ci potrei riempire un
libro, e mastico "gayaggine" da ancora prima che Michael nascesse, ma
questa storia del sito porno a me proprio non è mai andata
giù… Che vi devo dire? Dovrò essere
tradizionale almeno su qualcosa!
Per
non parlare addirittura di quando si è appropriato del
denaro di Gus… In quel momento, lo ammetto, se l'avessi
avuto fra le mani l'avrei tolto dal mondo io stessa. Riflettendoci,
poi, però, ho capito che non era lui, non era il nostro
Teddy… L'hanno capito anche Mel e Linz, perché
non avrei dovuto farlo io?
E
quando è successo il patatrac con Emmett? Lasciamo
perdere…
Nonostante
sia il più vecch… Meno giovane del
gruppo, paradossalmente, è quello che ha avuto la vita
più incasinata di tutti…
E
me lo rivedo lì, al Diner, con la sua faccia da cane
bastonato quando le cose non andavano bene, o con un'espressione
sorniona da gatto ben pasciuto quando la vita gli sorrideva, per un
certo periodo di tempo purtroppo molto raramente.
Ho
seguito passo passo le vicissitudini di quest'uomo, soffrendo per i
suoi sbagli e gioendo per le sue vittorie: i momenti in cui avrei
voluto andargli incontro ed abbracciarlo per consolarlo sono stati
tanti, ma poi altrettante ragioni mi hanno bloccato: Ted non
è il tipo, sotto certi aspetti è molto riservato,
e io ho preferito rispettare il suo modo di essere, mordendomi la
lingua per non commentare troppo, o torcendomi le mani quando avrei
voluto mollargli qualche sano scappellotto, decisamente meritato.
Eh
sì, devo proprio ammetterlo: per un lungo, lunghissimo
periodo, il nostro ragazzo non ne ha imbroccata una… E'
stato l'ombra di se stesso per tanto, troppo tempo ma
poi, sfrondando i punti in comune con i propri amici, ha saggiamente
scelto di non essere né troppo Brian né troppo
Michael… Intelligentemente, ha capito che doveva essere
solo… Theodore.
Ed
è lì che lo abbiamo visto, visto davvero.
Il
suo treno ha fatto tanti giri, tante fermate a volte dolorose, ma
necessarie. Fermate che lui ha affrontato quasi sempre nel modo
sbagliato, ma alla fine ne è uscito vincitore.
E
ricordiamoli allora, questi bei momenti, rigorosamente in ordine sparso
perché comincio ad essere vecchia e non potete pretendere
che mi ricordi tutto in ordine cronologico… E che cazzo, un
po' di rispetto!
Ehm…
Dicevo… I bei momenti… Ah sì! Quando
lui ed Emmett hanno terminato la Liberty Ride dopo essersi smarriti
(loro continueranno a sostenere fino alla morte di aver trovato una scorciatoia,
ma come non ci crede nessuno adesso, non ci crederà nessuno
nemmeno in futuro, me per prima)… Oppure quando, sempre con
Emmett, mi hanno fatto da consulenti sessuali con le conseguenze che
tutti ben conosciamo… O quando è uscito dal coma
o dalla riabilitazione… E' stata una gioia per tutti vederlo
sempre rialzarsi e ripartire.
Una
cosa però mi ha fatto rabbrividire: che la sua fantasia
sessuale più segreta fosse… Di essere Brian (ma io
non dovrei sapere nemmeno
questo)! E quello stronzo gliel'ha fatta vivere davvero,
solo per tornare a farglielo drizzare! Non so chi sia stato
più stupido… Se lui ad avere certe idee, o Kinney
che l'ha assecondato!
E'
strano poi a posteriori vedere come si sia evoluto il rapporto fra lui
ed Emmett: mi avessero fatto scommettere, avrei puntato tutto su una
loro eventuale e felice vita insieme. E invece… Forse era
destino che dovessero essere solo migliori amici, o forse si sono
trovati nel momento sbagliato… Chi lo sa. Il loro rapporto
è stato, è e sarà talmente complesso
che anch'io fatico a districarmici (il che è tutto
dire…). Fatto sta che lui adesso è felice con
Blake, lo stesso Blake che lo ha portato quasi alla morte e poi alla
vita, in una sorta di contorto contrappasso, che essenzialmente ha
azzerato le pendenze fra i due, permettendo loro di ricominciare da
capo.
Per
cui, alziamo i calici e brindiamo in loro onore,
perché… Signori, se Mr. Theodore Schmidt
è felice, felice davvero come
è adesso, che importa a chi si accompagna?
L'importante
è che quella luce nuova che adesso c'è nei suoi
occhi d'ora in avanti non si spenga più.
Ti
amiamo, Teddy, non lo scordare mai!
Ciao a
tutti! Eccomi col terzo capitolo della raccolta… Un po'
più lungo stavolta… Considerando che parliamo di
uno dei miei personaggi preferiti, la lungaggine è
più che dovuta ^_^…
Io
amo tantissimo Ted… Forse perché reputo che sia
molto più somigliante a Brian di quanto si lasci intuire nel
telefilm.
Mi
è sempre piaciuto il loro rapporto: paradossalmente, non
sono mai stati molto legati, forse perché, essendo i due
"galli" del pollaio, difficilmente avrebbero potuto sopportare una
convivenza troppo stretta, salvo poi trovare un punto d'incontro in
ambito lavorativo.
Per
quanto Mr. Kinney odi ammetterlo, Brian ha "anche" bisogno di lui:
è a lui che affida i suoi soldi, il segreto della sua
malattia e, non ultimo, le sorti della sua ditta quando lui
è troppo devastato dalla radioterapia per essere presente.
Mi
piace pensare che Brian l'avrebbe fatto anche se non fosse stato
costretto dalla malattia, perché "si fida" di Ted e del suo
intuito per gli affari. E, soprattutto… E' suo amico, come
tende a sottolineare in nonmiricordo quale episodio credo della quarta
o quinta stagione (anche io sto invecchiando e la mia memoria vacilla
^_^), quando sono entrambi soli al Babylon e Brian gli offre da bere.
E'
il "rapporto trasversale" del telefilm che ho amato di più
(tanto quanto ho odiato quello tra Justin e Michael, ma di quello ne
riparleremo ^_^).
Che
dire oltre? Ho paura che mi odierete, dopo che ho iniziato il capitolo
con "Brian" come prima parola per poi finire a parlare di
Ted… Ma che ci volete fare? Io ADORO sviscerare il carattere
di Mr. Schmidt ^_^!
Ultima
cosa: sono arrivate anche per me le fatidiche ferie, fra qualche giorno
partirò per cui ho approfittato per pubblicare adesso
perché poi credo che non ci risentiremo per 15 giorni circa
(risposte alle recensioni a parte, tempo permettendo…).
Grazie
a tutti quelli che recensiscono, preferiscono, seguono o semplicemente
leggono la storia… Sono onorata!
Alla
prossimaaaa!
|
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Capitolo 4 *** Un Malato Terapeutico ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
E' proprio
vero che le cose più belle accadono quando meno te le
aspetti.
Ed
è altrettanto vero che magari arrivano travestite, condite
da paure e paranoie, per il semplice timore del cambiamento.
E
con quest'ultima frase mi riferisco in particolar modo… A me
stessa.
Quando
Michael mi disse che Ben era sieropositivo, non potevo accettarlo,
semplicemente.
Non
volevo permettere che Michael soffrisse tutto ciò che avevo
passato io stando vicina a Vic durante la sua malattia.
Io
non avevo potuto scegliere: Vic era mio fratello e dovevo fare tutto
ciò che era in mio potere per cercare di farlo stare bene,
anche a costo di pianti, silenziose crisi di nervi e rincorse sempre
all'ultimo centesimo per pagare le costosissime medicine.
Ma
lo facevo volentieri: tutto, pur di farlo stare meglio.
Ma
il fatto che Michael si fosse messo in una situazione del genere di
propria spontanea iniziativa, mi mandava letteralmente in bestia.
Io…
Volevo solo proteggere il
mio bambino, anche se
questo avrebbe significato renderlo infelice.
Sul
momento non me ne rendevo conto: semplicemente non riuscivo a
metabolizzare il fatto che Mickey avesse trovato la felicità
in una relazione dall'esito purtroppo scontato.
Tutti
hanno trovato questa mia reazione insensata, proprio alla luce del
fatto che avevo un infettato in
famiglia e, a maggior ragione, avrei dovuto accoglierne un altro con un
sorriso sulle labbra e magari un vassoio con una bella Betty Crocker
sopra pronta per festeggiare.
Cristo,
io volevo soltanto che Michael non soffrisse… Sicuramente
sarebbe successo, ne ero certa e non volevo, non volevo e basta.
Da
lì il mio ostracismo (per usare un eufemismo) nei
confronti del Professor Ben Bruckner.
Ho
indossato un bel paio di paraocchi e sono andata diritta per la mia
strada, infischiandomene beatamente di ciò che travolgevo
sul mio cammino.
Ma
quando Vic mi disse che Ben aveva avuto un malore ed era stato
ricoverato, tutte le mie fottute e tanto decantate certezze crollarono,
e dovetti ricominciare da capo.
Quel
giorno, al vederlo lì, su quel letto di ospedale, con tutti
quei tubicini che lo tenevano imprigionato, il mio vecchio cuore acido
si è sciolto, e in quell'attimo non ho visto un agglomerato
di virus mortali, bensì un bell'uomo, provato dalla
malattia, ma con lo stesso diritto di amare, scopare, vivere, ridere,
litigare, incazzarsi, lavorare, e guardare il mondo con la stessa
speranza che hanno le persone sane.
E
allora ho capito.
Chi
ero io per impedire a Ben Bruckner di amare mio figlio? Chi cazzo ero
io per decidere per loro? Nessuno, non ero nessuno.
In
quei momenti, ho scoperto che Ben non era una nemesi per mio figlio,
non era uno spirito tentatore che cercava di portarmelo via.
Era
semplicemente un uomo con un grande cuore, ed era inevitabilmente
innamorato di Michael.
E
questo è bastato per cominciare.
Col
tempo poi ho anche imparato ad apprezzare la sua cultura, la sua
pacatezza, il suo innato senso del focolare.
Mi
sono innamorata del modo in cui ha sopportato senza battere ciglio (o
quasi) le
intemperanze di quella peste di mio figlio.
Ho
approvato come, poco a poco, passo dopo passo, in silenzio, con la
pazienza della goccia d'acqua che scava nella roccia, sia riuscito a
soppiantare Brian
Lo Stronzo nel cuore
di Michael, e ad insediarvisi permanentemente.
Ho
ammirato come si sia preso cura di Hunter, inizialmente da solo, e poi
coinvolgendo anche Michael fino ad adottare quel terremoto, in
un'estenuante lotta burocratica, per non parlare di quella intrapresa
contro la… bleah… madre…
Mi fa schifo solo abbinare il semplice sostantivo a quell'essere
malefico… Che quella pervertita possa bruciare all'inferno!
…
Come se poi già loro due non avessero abbastanza problemi!
Ma il Professor Bruckner ha il cuore grande, sufficiente per tutti e di
più… Com'è che si dice? Ah
sì… Il cuore ha più stanze di un
bordello *…
Mi
è piaciuto molto come si sia inserito nel gruppo con la
grazia e la classe che sempre lo contraddistinguono, senza voler
strafare, semplicemente presentandosi per com'è, parlando
poco e ascoltando molto.
E
alla fine i ragazzi sono rimasti conquistati… Come lo sono
stata io.
….
Senza contare che è sempre stato un gran bel pezzo di
figliolo ed è un piacere guardarlo!
Scherzi
a parte, Ben era molto di più di quello che io mi ostinavo a
voler vedere.
Non
volevo andare oltre l'aspetto medico, non volevo scorgere la calda
anima di quest'uomo che, umilmente, con tutte le sue pecche passate, si
offriva a mio figlio, sperando di essere accettato.
Molto
tempo dopo il fatto, Michael mi raccontò del problema che
Ben aveva avuto con gli steroidi, di come un po' avesse perso la testa,
fino ad arrivare a gridare contro mio figlio e a sbattere Brian contro
un armadietto della palestra (non che ogni tanto Kinney non se la
meriti, una scrollatina…).
Dato
il pregresso, mio figlio si aspettava da me una reazione indignata che
però sorprendentemente non venne.
Sentii
invece un dolore profondo ed immensa compassione. Non osai
nemmeno provare ad
immaginare cosa debba aver sperimentato Ben nello scoprire che il suo
ex era morto, proprio quell'ex che incoscientemente lo aveva contagiato.
Paura,
vertigine, dolore straziante, puro
terrore…
Povero ragazzo! Tra i due, è Ben il capofamiglia,
però in quel momento suppongo si sentisse come un bimbo
abbandonato, senza nessuno che lo capisse o aiutasse… Forse
pensava che nessuno potesse comprendere appieno la portata che quel
lutto aveva per lui, e forse probabilmente era così
davvero…
Toccare
con mano quella che presto o tardi sarà la tua sorte deve
avere un effetto devastante… Avrei voluto che Michael, o Ben
stesso, me ne avessero parlato al tempo, forse avrei potuto aiutare,
forse avrei potuto offrire una spalla su cui appoggiarsi, ma suppongo
che, dato com'ero partita, all'epoca fossi ancora in
prova…
E me lo merito.
Mi
spiace solo di non essere stata più presente, tutto qua.
Fortuna
ha voluto che la questione poi si sia risolta, con un Ben "rinsavito"
ed un Michael che tirava un immenso sospiro di sollievo.
Voglio
molto bene a quest'uomo che ha accolto questa strampalata "famiglia" a
braccia aperte, che ha sempre un sorriso e un consiglio per tutti, e
che è l'ago della bilancia della vita di mio figlio.
Se
Ben non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.
Che
poi Brian lo chiami "ZenBen" è un altro paio di maniche...
*
Citazione/parafrasi
di parte di un aforisma di Gabriel Garcìa Marquez, che
recita così: si
può essere innamorati di diverse persone per volta, e di
tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna; il cuore ha
più stanze di un casino.
Eccomi
qua.
Quarta
puntata della raccolta, ed ennesimo personaggio complesso…
Ben Bruckner, oltre ad essere un gran bell'uomo, è anche un
personaggio di grande spessore in QaF (come "quasi" tutti gli altri, in
realtà…).
L'ho
amato molto (come, come NON amare Ben ^_^?) e mi è piaciuto
come gli sia riuscito di rendere Michael un "cincinino" più
simpatico…
Che
Mickey non mi sia mai piaciuto granché l'avevo
già detto, vero ^_^?
Comunque…
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non abbia lasciato fuori
niente di sostanziale circa la storia del professore (ho sempre questo
terrore con le flash o le OneShot… Ho sempre paura di
condensare troppo e di perdere pezzi per la strada…).
Non
sono stata troppo sdolcinata, vero? Ho cercato di mantenere un tono di
sobria pacatezza (per quanto lo possa essere Debbie ^_^), salvo qualche
lazzo qua e là, per non farvi vomitare proprio proprio
immediatamente… Fatemi sapere cosa ne pensate, e…
Beh, una bella Brian/Ben come la vedete? IO ADORO BEEEN!
Grazie
a chi ha letto o preferito la storia, a chi l'ha messa tra le seguite o
le preferite, e un grazie speciale a chi recensisce: siete veramente
troppo buone!
Un
bacione e a presto! |
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Capitolo 5 *** Un Raggio Di Sole ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Quando atterrò nel
"nostro mondo", cominciai subito ad amarlo.
E,
per proprietà transitiva, cominciai subito ad incazzarmi
con chi ce
l'aveva fatto arrivare.
Cristo,
scopare un diciassettenne! Ma dove ce l'aveva la testa, Brian, in quel
momento?!? In culo, probabilmente!
O
forse, era troppo fatto per accorgersi immediatamente di quanto giovane
fosse la sua ultima conquista.
Justin
non sapeva chi era in quel momento… Il peggiore momento,
senza dubbio, per incontrare Brian.
Il
piccoletto gironzolava in Liberty Avenue senza meta.
Si
era appoggiato ad un lampione, esausto e confuso.
Brian
e i ragazzi stavano uscendo in quel momento dal Babylon.
E
poi, come per magia, i loro sguardi si sono incrociati.
E
incatenati.
Dopodiché,
ci ha pensato Lo Stronzo a rompere l'incanto.
L'ha
rimorchiato e se l'è portato a casa senza troppi
complimenti, lasciando tutti gli altri a piedi.
Non
sapeva, però, con chi aveva a che fare (e qui ci starebbe
bene una delle faccine sorridenti che Hunter sa fare tanto bene, ma che
io non ricordo mai).
Sì,
perché il piccolo Raggio di Sole è riuscito
nell'impresa più ardua, quasi più difficile che
scalare l'Everest, trovare il Santo Graal, o convincere Emmett a bere
un drink diverso dal Cosmopolitan.
E'
riuscito a fare innamorare Brian.
…
Ma sto correndo troppo.
Torniamo a quella notte.
La
notte in cui tutto è cambiato, per loro due.
Brian
ricevette una chiamata, forse la più bella chiamata che un
uomo possa aspettarsi nella vita: ma il ragazzo era pieno di Popper
fino ai capelli per rendersi veramente conto dell'importanza
dell'evento.
In
ogni caso, gli erano rimasti svegli sufficienti neuroni per correre in
ospedale a conoscere suo figlio Gus.
Lungi
da lui lasciare uno "sconosciuto" nel loft, per cui gli
toccò portarsi
dietro anche il ragazzino.
Gus…
Justin cominciò ad imporsi (sebbene con molta grazia e del
tutto inconsapevolmente) già da subito, scegliendo il nome
del bimbo: se non ci fosse stato lui, a quest'ora il piccolo si
chiamerebbe Abraham… Gesù!
In
ogni caso, dopo la toccata e fuga in maternità i due
tornarono al loft.
E
fecero sesso… Pardon, l'amore.
Per
Justin era la prima volta: non so in quante occasioni gli ho sentito
dire che per lui quello non era stato sesso, ma amore fin da subito.
Viene
quasi da pensare che, quando si videro in Liberty Avenue, Justin si
fosse innamorato a prima vista, avesse già deciso che Brian
sarebbe stato suo, sarebbe
stato l'unico,
indipendentemente dal fatto che ancora non si conoscessero.
Come
ho detto, quella notte fu decisiva per entrambi, ma forse l'impatto
maggiore, più brutale e drastico, lo subì il
nostro Sunshine.
Per
lui fu un calvario riuscire a conciliare la facciata di studente
liceale con quella di giovane alla scoperta del sesso… E
dell'amore.
In
questo totale casino mentale, ebbe un incontro ravvicinato con un
compagno di scuola, tale Christopher Hobbs.
Lì
per lì, Chris fu una tregua dal pensiero fisso di Brian -
tregua durata tipo cinque minuti nei locali della palestra della scuola
- ma poi Justin non ebbe mai a pentirsene abbastanza.
Ma
di nuovo sto andando troppo veloce.
Justin
rincorreva Brian, come se dopo quella notte non potesse più
vivere senza di lui: ovunque il secondo andasse, il primo era sempre
lì.
...
HANNO FATTO SESSO PERFINO A CASA MIA! (Ma, come dico spesso, io
questo non dovrei saperlo).
Successe quando Jennifer, la madre di Justin, scoprì che lui
era gay. Il confronto con i genitori fu devastante, tanto da spingere
Justin praticamente a scappare di casa… Per venire dove? Ma
da me! (Lo dico sempre: mi rinfacciano tutti di essere impicciona e di
non farmi gli affari miei, ma quando c'è qualche casino,
è me che cercano… Questi figli di…).
Michael
chiamò Brian per venire a prenderlo e toglierlo da camera
sua, ma in camera sua ci rimasero entrambi un
bel po' e poi
toccò a me e mio figlio riportare il biondino a casa.
Lì
feci conoscenza con Jennifer.
Una
donna in gamba, Jennifer, molto in gamba:
nonostante fosse totalmente digiuna di famiglie arcobaleno, "gayaggine"
e quant'altro, riuscì, per amore di Justin, ad aprirsi ad un
mondo nuovo per lei, e ad accoglierlo a braccia aperte. Le ci volle un
po' di tempo e un bello spavento, però poi alla fine
capì.
…
Ma maledizione a me! Sto anticipando troppe cose!
Insomma,
stavo dicendo… Tanto Jennifer era pronta - più o
meno - a cercare di aiutare Justin, tanto quell'ottuso di suo marito si
arroccava sempre di più in convinzioni omofobe che fecero
soffrire tantissimo il Topino!
L'attrito
era sempre più forte, e padre e figlio si stavano
allontanando sempre di più.
La
situazione peggiorò talmente che i due arrivarono ad un
estremo punto di rottura, e il paparino - emerito stronzo, aggiungerei
- gli dette un ultimatum.
Mentre
Brian gli offrì una scelta, più spinto dalla
rabbia verso Mr. Taylor Senior, piuttosto che da un effettivo
attaccamento a Justin, o forse no… Ma questo non lo sapremo
mai. Forse nemmeno loro due lo sanno con certezza.
Fatto
sta che Justin scelse.
E
scelse Brian.
Non
senza dolore, non senza rimpianti, non senza pensare che - dopotutto -
quella bestia "era sempre suo padre", ma scelse.
E,
non ci credo nemmeno che sto per dirlo, fece la scelta giusta.
Ma
soprattutto… Fu qui che il Topino planò a casa
mia (altra faccina… Bisogna che mi faccia spiegare per bene
da Hunter…).
L'accolsi
come un figlio, come un altro membro indispensabile della nostra
famiglia allargata. Riuscii a trovargli un posto di cameriere al Diner,
mentre il rapporto - se così si può chiamare -
con Brian procedeva tra alti e bassi.
Brian
continuava a scoparsi chiunque, ma Justin, beh…
Justin era
la costante. Sunshine
non aveva dubbi: voleva Brian,
l'aveva sempre voluto, ed era disposto a sopportare di tutto - o quasi
(come vedremo) - pur di aggiudicarsi la sua attenzione.
Justin
è sempre stato un genio, sotto qualsiasi punto di vista. Era
l'unico che teneva davvero testa a
Brian, con furbizia e intelligenza e, lentamente, e soprattutto, senza
malizia e inconsapevolmente, tendeva la sua tela attorno a Mr. Kinney.
Si è reso sempre più indispensabile per lui e,
lentamente i due diventarono una cosa sola.
Un
primo indizio di questo lo vedemmo quando Justin chiese a Brian di
essere il suo accompagnatore al ballo di fine anno del liceo: dopo aver
ricevuto un secco rifiuto, Sunshine decise di andarci comunque con
Daphne.
Perché
una cosa dobbiamo dire di Justin: qualsiasi cosa gli succedesse,
affrontava tutto con grazia e dignità, senza lasciarsi mai
(beh, quasi mai)
andare a comportamenti isterici o lamentele varie.
Per
cui, non volendo perdere il ballo per niente al mondo, credo
pensò qualcosa tipo "Fanculo Brian" (naturalmente senza
crederci nemmeno un istante), si vestì (ed era stupendo), e
ci andò senza di lui.
Quando
poi però Lo vide
entrare nel salone, so che il suo cuore cominciò a battere
all'impazzata, e il suo cervello iniziò a pensare che
"forse", con tutta la sua caparbietà e la sua testardaggine,
stava riuscendo a fare breccia nel cuore di granito dell'uomo.
Justin
non poteva sapere per certo cosa frullasse nella testa di Mr. Kinney,
ma il piccolo, all'inizio della loro storia, ha sempre avuto
l'umiltà di bearsi di ogni piccola vittoria che otteneva
contro l'orso di cui si era follemente innamorato, e la saggezza di
goderne sul momento, senza pensare troppo al domani. In seguito,
però, cominciò eccome a preoccuparsi del domani,
del loro
domani… E lì furono cazzi, e amari, anche. Ma lo
vedremo più avanti.
Justin
andava avanti determinato come un panzer e, come tale, lento ed
inesorabile.
...
Ma credo che non se ne accorgesse nemmeno. All'inizio pensava di valere
meno di zero, per cui le sue mosse erano tutt'altro che calcolate il
che, credo, rendeva la sua personalità ancora più
accattivante di quanto già non fosse.
In
quel momento, quindi, Sunshine era semplicemente felice, felice ed
emozionato di avere colui che considerava "il suo uomo" al suo fianco
in un momento così importante.
E
tanto sarebbe bastato, per quella sera.
E
allora ballarono, ballarono e risero; ballarono, risero e si baciarono,
lì, di fronte ad un'intera scolaresca attonita. Attonita e,
aggiungerei, un po' gelosa, perché mi si dice (grazie Daph!)
che quei due in quel momento brillavano di luce propria, erano
raggianti ed in pista c'erano solo loro. Ed effettivamente era
così: c'erano solo loro due perché tutti gli
altri si erano fermati a guardare, ma anche se ci fossero state altre
quattrocento persone, per Justin non avrebbe fatto nessuna differenza:
il suo amore era lì, con lui, e per quanto lo riguardava il
resto del mondo poteva tranquillamente andare a farsi fottere!
Fanculo
i compagni, fanculo suo padre, fanculo Michael che era geloso marcio,
fanculo Hobbs che si dava da fare tipo polipo con una tipa
lì vicino.
Fanculo
il mondo! Il suo
compagno era venuto, era lì per lui, e niente al mondo lo
avrebbe distratto da quel momento memorabile.
Poi,
entrambi entusiasti della serata, si salutarono nel parcheggio
promettendosi di rivedersi più tardi.
E
fu allora che quel maledetto di Chris Hobbs sbucò dal nulla,
e scaraventò una mazza da baseball sulla testa di Justin,
facendolo stramazzare in terra, privo di sensi e pieno di sangue.
Brian
non riuscì a fermarlo, arrivò tardi e ce la fece
solo ad accoppare l'aggressore, grazie a Dio.
Povero,
Povero Sunshine!
.
…
…….
Scusate,
tutte le volte che ci ripenso, sto di merda….! Maledetto
Chris Hobbs!!!! Comunque... Dovete sapere che dopo quello sgangherato
approccio a scuola, Hobbs cominciò a detestare
Justin di un odio profondo, che si manifestava in qualsiasi momento,
pur di umiliare il Topino. Quell'astio era dettato probabilmente
dall'invidia. Sì, perché Justin non ha mai avuto
paura di mostrare quello che era, ha sempre lottato per ciò
in cui credeva, che fosse un padre ottuso, un amore difficile, i
diritti dei gay, o le proprie convinzioni, qualsiasi esse fossero. Non
che avesse sempre ragione, ma il suo cuore candido e appassionato lo
rendeva un Don Chisciotte degli anni Duemila, e a volte purtroppo gli
toccò anche battersi contro dei mulini a vento…
Insomma, io ho sempre pensato che Hobbs sotto sotto fosse gay e non
avesse le palle per ammetterlo, altrimenti non si spiegherebbe tutto
quello che fece, soprattutto dopo quello che Justin fece a
lui in
palestra, e che Chris mi si dice parve gradire. E, ripeto, secondo me,
era fatalmente invidioso del fatto che Sunshine portasse alta la
bandiera dei gay ovunque andasse, e comunque fosse fiero e coraggioso
di mostrarsi per com'era, mentre quel misero ragazzino si vergognava
della propria ombra. Povero, piccolo, ottuso, maledetto bastardo!
In
ogni caso, fu il coraggio innato in questo giovanotto testardo a dargli
la spinta per spiattellare di fronte a tutta Liberty Avenue (e allo
stesso Hobbs, venuto con la sua banda a rompere i coglioni) che - oh
sì, signore e signori! - aveva tirato una rapida sega al
giovane Chris nei locali della scuola! E questo bastò
affinché l'odio di Hobbs diventasse pericoloso.
Fu
così che Justin si trovò a restare in coma per
due settimane, lasciandoci tutti col fiato sospeso… E una
grande voglia di massacrare a nostra volta lo stronzo Christopher!
(TO
BE CONTINUED…)
Ciao
a tutti!
Eccomi
con un altro capitolo.
Finalmente
è arrivato il turno del nostro Raggio di Sole.
Scusate
tantissimo per il mega ritardo, ma devo confessare che mi sono trovata
in grosse difficoltà quando ho dovuto decidere come
strutturare la storia del nostro biondo preferito.
Fare
stare tutto in una singola oneshot era fuor di discussione, a meno che
non prendeste ferie o smetteste di studiare per una durata
che andasse dalle 10 ore al più infinito.
Per
cui (grazie a SidRevo per i consigli ^_^) ho deciso di dividere il
tutto in tre capitoli. E qui spoilererò un po'per cui, per
chi non vuole sapere come sarà strutturata la storia di
Justin, ho rispolverato un vecchio trucchetto: gli spoiler sono scritti
in bianco per cui chi vuole leggere non deve fare altro che evidenziare
lo spazio sotto (io malefica > _<).
Allora,
ho deciso di dedicare un primo capitolo ad un'analisi un po'
più approfondita della prima stagione, il secondo ad un
rapido recap di quello che è successo dalla seconda alla
quarta, e il terzo sarà una visuale ampia della quinta
stagione. Perché? Perché credo che la prima
stagione metta le basi per quello che succederà poi in
futuro, per cui ho reputato giusto darle uno spazio più
grande… E perché uno intero per la quinta?
Perché, beh… Perché è la
quinta :-( !
E
poi, questa è nata come una raccolta per cui, per quanto
possibile, sempre compatibilmente con lo spessore dei personaggi,
bisogna che tenda abbastanza alla brevità, altrimenti non
sarebbe stata una raccolta, ma una normale ff dal titolo "Riassunto
delle 5 stagioni"...
Ho
deciso di fare così, perché se davo retta ai miei
istinti, ci sarebbe voluto un capitolo a stagione, sia per Justin che
per Brian, e sarebbe diventato un calvario, sia per me che devo
scriverlo sia per voi che dovete leggere…
Confesso
inoltre che mi era anche balenata l'idea di fare una oneshot Britin, ma
comunque il problema si sarebbe riproposto e sarebbe in ogni caso
venuta oscenamente lunga…
Quindi
ho optato per fare un personaggio alla volta, anche per tenere una
linea circa l'idea di base della raccolta.
Tra
l'altro, è stato difficilissimo tenere Brian in secondo
piano (come sarà difficilissimo poi farlo con Justin quando
arriverà il turno di Brian) ma, a conti fatti, mi
è sembrata la scelta migliore. Nonostante loro due siano
Britin - e su questo non si discute - mi piaceva l'idea di lasciare
loro la propria individualità perché, se i
personaggi non fossero stati così geniali separatamente, non
credo che sarebbe uscito fuori un Britin altrettanto coinvolgente.
Insomma,
spero di essermi spiegata bene (a volte mi incasino io per prima che ci
provo), e spero che continuiate a leggermi anche dopo questo
obbrobrioso capitolo in cui non mi sono piaciuta per niente (prometto
di farmi perdonare nei prossimi).
Grazie
ancora a che legge, preferisce o ricorda, e un grazie speciale, come
sempre, a chi recensisce (anche se ho la sensazione che dopo questo
capitolo ci sarà un drastico calo delle letture…).
Alla
prossima, babies, un abbraccio!
Cate
|
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Capitolo 6 *** Un Raggio Di Sole - Parte Seconda ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Dove
eravamo rimasti?
Ah
sì, il piccolo Topino in coma all'ospedale…
Risultò
che se Hobbs lo avesse colpito o con una diversa angolazione o
semplicemente più forte, Justin sarebbe potuto rimanere
menomato a vita oppure avrebbe potuto morire.
Fortunatamente
non fu così, Justin perse quasi "solo" la completa
mobilità di una mano (mobilità recuperata in
seguito, ma che continua tutt'ora a dargli problemi quando si stanca
troppo a disegnare), ma quale, QUALE mente umana può
concepire anche solo l'idea di far del male a Sunshine?
Il
Mostro Hobbs se la cavò comunque con il servizio civile, e
fanculo alla giustizia! Fu una cosa che non digerii affatto: in
pratica, l'aveva fatta franca! E, per quanto Justin non lo desse a
vedere, riuscì ad uscire dall'impasse psicologica solo molto
tempo dopo…
Splendore
rimase in coma due settimane, a cui seguì una sessione
distruttiva di fisioterapia, con delle dannate palline a sostituire
Brian! Sì, perché il caro, dolce ragazzo non si
fece vedere mai, in ospedale! MAI! E ringraziamo che quando Justin fu
aggredito, rimase tutta la notte in sala d'attesa!
Ad
ogni modo, il nostro Raggio di Sole si rialzò anche in quel caso.
Purtroppo non era più lo stesso: era soggetto a continui
scatti d'ira che lo portarono anche a rivoltarsi contro sua madre, fino
quasi a farle del male. Piccolo, dolce Sunshine… Al momento
credeva che non avrebbe più potuto disegnare e soprattutto
che Brian non volesse vederlo mai più… Pensava
che quindi la sua vita fosse finita a 18 anni… E questo
perché? Perché Jen, in totale buona fede, aveva
proibito a Brian di vedere suo figlio. E quel figlio si
incazzò come una iena. Ragione per cui sua madre decise, per
il bene di tutti ma specialmente di Justin stesso, di ingoiare
l'orgoglio e il timore, e di chiedere a Brian di ospitarlo per aiutarlo
a recuperare fiducia in se stesso e negli altri.
Praticamente,
gli chiese di portarselo a letto… Eh sì,
perché Justin non si faceva toccare da nessuno, qualsiasi
contatto epidermico con chiunque lo faceva saltare, la folla attorno a
lui gli faceva venire crisi di panico, ma con Brian sarebbe stato
diverso, era
sempre stato diverso: più difficile,
più incasinato, ma sicuramente migliore.
Fu
così che iniziò il secondo capitolo della loro
relazione.
Relazione
che andò avanti fra alti e bassi, fra personaggi
più o meno importanti che si alternarono nel loro
ménage, ma vale la pena ricordarne uno per tutti.
Un
bel ragazzetto moro, con una barbetta appena accennata, violinista, che
Justin conobbe alla scuola d'arte a cui finalmente si iscrisse (grazie
ai soldi di Brian, e non certo a quelli di Papà
Taylor): Ethan
Gold.
Andò
così.
Justin
era affamato
delle attenzioni di Brian, il quale però le concedeva solo a
dosi da anoressico sentimentale… A Raggio di Sole mancava
qualcosa, mancava quel romanticismo che in fondo era parte di lui,
mancavano parole oltre al sesso, mancava l'amore dichiarato, esplicito,
mancava tutto quell'insieme di cuoricini e nuvolette rosa che, da bravo
ragazzo della sua età, lui innocentemente pretendeva. Da
Brian queste cose non le avrebbe avute mai, avrebbe avuto altro, molto
diverso ma in un certo qual modo migliore, ma questo ancora Justin non
lo sapeva.
Fu
così che Sunshine intrecciò una relazione
clandestina con il bel violinista.
Ad onor del vero, Brian e Justin avevano fatto un patto: potevano
andare con chiunque avessero voluto, ma dovevano sempre tornare a casa,
entro un certo orario, e altri cavilli cervellotici che adesso non mi
ricordo, ma il vincolo più importante era che nessuno dei
due doveva rivedere gli eventuali amanti più di una volta.
E fu lì che Justin cascò.
Apparentemente, Ethan gli dava tutta quella tenerezza e quelle
romanticherie che Brian non gli dava. Sunshine si lasciò
affascinare e, dopo il primo incontro, continuò a vederlo
più volte fino a… Tradire Brian!
Sì, perché secondo il loro contorto accordo,
quello che Raggio di Sole stava facendo era palesemente un bel paio di
corna sulla testa dell'inconsapevole pubblicitario.
Complice
anche quell'impiccione di mio figlio, Brian se ne accorse, e fu
così che Justin si ritrovò a fare la vita del
bohémien nel sottotetto pulcioso del suddetto violinista.
Violinista che, al primo concerto importante, vide bene di andare a
letto con un fan adorante, non prima però di aver convinto
Justin a fingere di essere suo cugino per non intaccare l'immagine di
musicista-etero-fighissimo che taaanto aiutava le vendite dei suoi CD.
.
..
…
No,
ma io dico… SI PUO' ESSERE PIU' STRONZI DI COSI'?!? E IL
BASTARDO GLI AVEVA ANCHE REGALATO UN ANELLO! Per una fortuita - e
fortunata - coincidenza, Justin scoprì tutto.
Ed
ecco che ripartì la sarabanda di delusioni, aspettative
disilluse e lacrime nemmeno troppo trattenute.
Il
nostro Raggio di Sole era stato ferito di nuovo: possibile che nessuno
potesse dargli quello che voleva? Lui chiedeva solo di essere amato, di
sentirselo dire e di avere una vita serena. Non era chiedere troppo,
no? Questo però purtroppo in quel momento non sembrava alla
sua portata. La rottura con Ethan fece però disperdere
alcuni fumi inutili facendo capire a Justin che il sordo era lui e che
Brian, in un modo o nell'altro (di sicuro, NON in quello convenzionale,
e cioè parlando)
gli aveva sempre dimostrato quanto ci tenesse.
E alla fine Justin
capì.
Nonostante
gli scazzi, nonostante apparentemente Brian se ne fregasse di
comunicare qualsiasi tipo di sentimento, nonostante che non l'avesse
mai cercato, Justin
voleva Brian.
Ne
era sempre innamorato come il primo giorno, non era cambiato niente.
Raggio di Sole si arrese all'evidenza e fece di tutto per
riprenderselo. E, ovviamente, ci riuscì, impuntandosi con
quella testaccia dura che si ritrovava e facendo letteralmente di tutto
per riacchiapparlo. Perché c'è da dirlo: quando Justin Taylor vuole
qualcosa o qualcuno, non c'è niente che lo fermi.
Così è stato per recuperare l'uso della mano,
così stato per la lotta all'omofobia, e
così è stato per la battaglia più
importante della sua vita: avere Brian, per sé, per sempre.
Quei
due insieme furono pestiferi: riuscirono addirittura a smontare la
campagna elettorale di un potenziale sindaco di Pittsburgh omofobo, ma
il problema più grosso che Justin affrontò aveva
molto poco a che vedere con la politica e molto, purtroppo, con la
salute… Di
Brian.
L'uomo si ammalò di un cancro al testicolo e, di nuovo, a
suon di apparente cattiveria, sbatté Justin fuori di casa,
sostanzialmente per il suo bene, perché stupidamente pensava
che Raggio di Sole non fosse abbastanza maturo, o forse
perché non voleva farsi vedere da lui in condizioni meno che
perfette. Stupido orgoglio Kinney!
Ma,
di nuovo, con pazienza certosina e a suon di litigate, Justin fece in
modo, un centimetro dopo l'altro, di rientrare nella vita dell'unico
uomo che avesse mai amato, di sostenerlo nella malattia, di tenergli la
testa quando vomitava l'anima in bagno dopo la radioterapia, di
preparargli il brodo di pollo per fargli mettere sullo stomaco l'unica
cosa che riuscisse a trattenere, di cullarlo nei momenti di sconforto,
e di esserci, sempre; per
lui, solo per lui.
Justin
dimostrò dedizione assoluta, senza mai lamentarsi una volta,
perché credeva in quello che faceva: per lui stare insieme
ad una persona significava anche questo, oltre al sesso. E, signori, se non è amore quello…
Contemporaneamente,
la sua carriera di artista fortunatamente procedeva alla grande.
Insieme a mio figlio disegnavano e sceneggiavano "Furore", un fumetto
con protagonista un supereroe gay.
Addirittura
lo chiamarono da Hollywood per trasporre le storie su pellicola!
Eravamo tutti orgogliosissimi di questa opportunità!
E
Justin volò a Los Angeles per i colloqui preliminari, non
senza aver - di nuovo - discusso con Brian per - assurdamente - non
andarci, mentre Brian praticamente ce lo spedì a pedate nel
culo.
Raggio
di Sole tornò a Pittsbugh giusto in tempo per vedere il suo
uomo tagliare il traguardo della Liberty Ride con un mostruoso
ritardo…
Ma
questa è un'altra storia…
…
TO BE CONTINUED…
SCUSATE,
SCUSATE, SCUSATE! Non so cos'altro dire per chiedere perdono circa il
ritardo che definire mostruoso (come quello di Bri alla Liberty Ride)
è un eufemismo.
Una
cosa posso fare: dirvi la verità. Ero in crisi da pagina
bianca, ecco. Lo so che per questa raccolta non devo avere particolare
ispirazione, perché sostanzialmente si tratta di fare un
riassunto, ma lo volevo fare per bene, e poi non vedere nessuna
recensione nel capitolo precedente mi ha fatto per un lunghissimo
secondo gelare il sangue. Speriamo bene…
Comunque:
secondo capitolo relativo al nostro Raggio di Sole.
Come
si vede, ho voluto riassumere le parti dalla seconda alla quarta
stagione. Spero di non aver tralasciato niente, perché
adesso che non c'è più megavideo ad aiutarmi,
può darsi che la memoria mi faccia cilecca…
In
ogni caso, attendo il vostro parere… Questo silenzio
è inquietante o_O!
Vi
abbraccio tutte e… SCUSATEMI ANCORA! PERDONOOO!!!!
Un
bacio grande.
Cate
|
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Capitolo 7 *** Un Raggio Di Sole - Parte Terza ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Dopo
il disastroso epilogo della Liberty Ride, Mr. Sono-Un-Figo-Kinney
capì alla fine di non essere immortale (nemmeno il cancro
gliel'aveva fatto capire, in un certo senso) e espresse il desiderio di
mettere la testa a posto… più o meno.
Voleva passare
più tempo con Gus e chiese a Justin di tornare a vivere con
lui.
Ma Justin era
ormai lanciatissimo nella sua carriera cinematografica
perciò, applicando alla lettera gli
insegnamenti del suo mentore, non perse tempo e tornò a Los
Angeles, dove lo aspettavano perlomeno altri quattro o cinque mesi di
permanenza. Ma i suoi sogni di gloria erano destinati a finire nel
cesso prima del tempo: infatti - come si poteva purtroppo supporre dati
i tempi cupi che corrono - il film fu improvvisamente cancellato per
un'improvvisa fifa da parte dei finanziatori, ed ecco che Raggio di
Sole dovette fare le valigie per l'ennesima volta nella sua giovane
vita, e tornare nella gloriosa
Pittsburgh con le pive nel sacco.
…
Ma c'era Brian ad accoglierlo e, complice il balsamo delle
sue attenzioni, piano piano il ragazzo si riprese dalla
delusione professionale e ricominciò a fare quello che
sapeva meglio: dipingere.
Linz, dopo una
mostra organizzata da lei particolarmente riuscita, dove erano esposte
anche opere del ragazzo, cominciava anche a buttargliela lì,
a Justin, proponendogli di tentare l'avventura nella Grande Mela, ma il
biondino non ne voleva sapere. Non voleva lasciare Brian, di nuovo.
Sì,
perché, ostinatamente, ciecamente, continuava a mettere il
suo uomo davanti alla propria realizzazione professionale, nonostante
che anche QUELL'uomo cominciasse a spingere affinché il
giovane Raggio di Sole spiccasse il volo, così come aveva
fatto per l'avventura a Los Angeles…
Nel frattempo
accaddero due avvenimenti che fecero riflettere ben bene il ragazzino
circa la sua relazione molto poco stabile, anche se sempre appassionata.
Brian aveva
acquistato il Babylon come "regalino" a se stesso per gli ottimi
guadagni della sua agenzia pubblicitaria e, una sera, vi fece ingresso
tale Brandon che, a quanto mi si dice, era veramente un gran bel
ragazzo… Addirittura alcuni avventori del locale preferirono
lui a Brian. Questo, unito al fatto che suddetto Brandon per BEN due
volte rifiutò le attenzioni di Mr. Kinney, mandò
quest'ultimo su tutte le furie, facendo bandire l'altro dal locale,
perennemente. Non contento, ingaggiò con lo stesso (MA DICO!
Si può essere più imbecilli di
così?!?!?) una gara/scommessa a colpi di scopate…
Vinceva chi si portava a letto per primo i 10 maschi più
papabili del giro.
Ora…
Io - ribadisco il concetto - con tutto sto testosterone che mi tocca
respirare tutti i giorni, non sono facilmente scandalizzabile, e
nemmeno in quell'occasione lo fui, solo che tutto ciò mi
sembrava puramente e semplicemente… Infantile!!! Prima (e,
allo stesso tempo, ENNESIMA, se vogliamo) doccia fredda per il piccolo
Sunshine.
La seconda
venne dal fatto che a Brian fu diagnosticata la sifilide, a causa del
suo comportamento promiscuo. Seconda doccia fredda per Justin.
A quel punto
il ragazzo, pur sempre e comunque innamorato perso del proprio uomo,
cominciò a porsi seriamente delle domande circa dove questo
rapporto senza capo né coda li avrebbe condotti.
Sì,
perché una volta passato il periodo "ormoni-a-mille" della
loro relazione (che, però, sempre per sentito dire,
sapevo essere rimasto a dei livelli impressionanti…
Da quel
punto di vista) Justin cominciava a pretendere qualcosa di
più. La monogamia, tanto per non chiedere troppo…
E poi, in fondo a quel suo cuoricino sempre inspiegabilmente romantico
nonostante tutte le batoste che aveva preso, cominciava ad avvertire
anche un serio bisogno di famiglia,
se non addirittura di paternità. Ma Brian era stato
categorico da quel punto di vista: niente matrimonio, niente stronzate
lesbiche o etero. Lui era sempre della scuola di pensiero che diceva
che due persone stavano insieme perché lo volevano, non
perché avevano un contratto a ricordarglielo.
Ad un certo
punto, le divergenze di opinioni divennero tali che i due,
ahimè, non poterono fare a meno di lasciarsi, con un bel
contorno di litigata fra un Brian ubriaco e mio figlio,
perché Lo-Stronzo-Kinney riteneva che fosse stato lui ad
"infettare" Raggio Di Sole con la sua vita da staccionata bianca, con
Ben, Hunter e Jenny Rebecca. Per una volta, mio figlio
riuscì a tirare fuori le palle con lui e gli
sbraitò contro che non era certo per quello che Sunshine se
n'era andato, bensì perché era stato lui, col suo
solito comportamento di merda, a farlo scappare! Un ansioso Justin
osservava la scena dal pianerottolo superiore poiché,
cercando asilo, era andato a bussare proprio dai Signori
Bruckner-Novotny.
Dopo poco, però, sentendo obiettivamente, che era giunto il
momento, Justin andò a vivere da solo per la prima volta in
vita sua. Un appartamento schifoso, mezzo diroccato, ma innegabilmente
suo… Lì continuò appassionatamente a
dipingere anche perché, grazie a Linz, cominciava ad avere
delle recensioni positive anche al di fuori dello stato, e non per
dirne una, in Iowa, ma… Proprio a New York! La culla
dell'arte contemporanea americana verso cui avevano già
cominciato a spingerlo!
La situazione,
così, era in stallo.
Fino alla
notte più buia che Liberty Avenue ricordi…
E non in senso meteorologico…
I conservatori
stavano cercando di far passare la Proposition 14, una norma che in
sostanza toglieva alle coppie gay e lesbiche quei pochi diritti che
già avevano.
La situazione
era talmente critica che i sostenitori dell'una o dell'altra fazione
andavano addirittura porta a porta cercando di convincere la gente a
sostenere gli uni o gli altri.
Alla fine
l'Associazione Gay e Lesbiche organizzò una serata-evento di
raccolta fondi ma, causa defezione del luogo deputato per la festa, i
ragazzi si trovarono praticamente a piedi.
A Michael
toccò chiedere il favore a Brian di prestare loro il
Babylon, nonostante in quel periodo fossero ai ferri corti.
Dopo un po' di
battibecchi, Brian concesse il locale, e così la festa si
poté tenere.
Cominciò
e, quando accadde, ognuno di noi era impegnato nelle proprie
occupazioni.
Brian, per
festeggiare la ritrovata salute, stava andando in taxi all'aeroporto
per prendere un volo che lo avrebbe portato al Mardi Gras a Sidney.
Emmett, Justin, Ted e Michael erano al locale e se la stavano
spassando. Io ero per strada, così come Mel e Linz che erano
in ritardo.
Improvvisamente,
un suono cupo, ma "enorme"
allo stesso tempo, rimbombò nell'aria. Io lo sentii con le
mie orecchie. Cristo, fu… Fu… Agghiacciante.
L'esatta trasposizione sonora della cattiveria e della
malvagità che gli avevano dato origine.
Una bomba era scoppiata al
Babylon, probabilmente messa lì da quei
fanatici della Proposition 14.
Brian, nella
macchina che lo stava portando verso l'imbarco, appena sentì
la notizia alla radio, ordinò all'autista di voltare l'auto
e tornare indietro.
Dentro, il
locale era l'inferno in
terra.
Purtroppo, mi
ricordo poco di quei momenti. La mia attenzione era focalizzata
soprattutto su mio figlio che, beh… Insomma… Era
stato ferito molto gravemente e dovette essere portato d'urgenza
all'ospedale.
.
..
…
Ehm…
Ma non è di lui che stiamo parlando, adesso.
Fortunatamente,
Raggio Di Sole riuscì a cavarsela anche in questo frangente.
Era sporco, intossicato e sconvolto, ma sano come un pesce.
Fu dentro il
Babylon che Brian lo trovò; lo trovò e lo strinse
a sé.
E Justin non
voleva essere altrove. In quel momento lo shock, la paura, la rabbia,
il dolore si persero fra le braccia forti del proprio uomo, al quale ci
volle una bomba per fargli ammettere i propri sentimenti.
Sì,
perché fu lì, tra le macerie di quella che era
stato il paradiso in terra per i gay di Liberty Avenue, lì
dove quella sera tante persone avevano trovato la morte o erano state
ferite o avevano perso dei cari, proprio lì, dove l'amore
sembrava aver perso ogni speranza, Brian Kinney dichiarò il
proprio a Justin.
E a lui non
restò altro che arrendersi a quelle parole, cosciente del
fatto che fosse inevitabile. Potevano entrambi continuare a scappare, a
cercare di costruirsi un'altra vita lontano dall'altro, ma la
verità era che non sarebbe stato possibile, semplicemente.
.
..
…
Sembrerebbe un
"e vissero felici e contenti", per i due, vero? Ma il destino ci ha
voluto di nuovo mettere lo zampino e, fra un matrimonio andato a monte
rapidamente (il cui annuncio aveva lasciato tutti obiettivamente un po'
sconvolti) e la nascente carriera artistica già in ascesa di
Justin, i nostri eroi sono stati costretti a separarsi di nuovo.
E' stato
Justin, alla fine, a non volersi sposare.
Proprio lui:
lui che aveva sempre e comunque cercato l'amore vero, il romanticismo a
tutti i costi, una dichiarazione che poi finalmente era arrivata, e
tutto il contorno di fiocchetti rosa e candidi unicorni, proprio lui ha
mandato a monte tutto. Sì, perché ha capito che
Brian l'avrebbe fatto solo per lui, solo per tenerselo stretto. Alla
fine lo Scopatore-Di-Professione aveva capitolato, e avrebbe fatto
qualsiasi cosa pur di tenere Sunshine con sé.
Compresa la cosa sbagliata.
E questo
Justin l'ha capito: ha compreso di non poter chiedere questo all'altro,
dato che il suo uomo è sempre stato dell'opinione che amare,
amare davvero
significa lasciare l'altro libero. Con un matrimonio, Brian non lo
sarebbe stato, e forse nemmeno Sunshine. Era un sacrificio troppo
grande da chiedergli, anche se lui l'avrebbe fatto di buon grado
perché, beh, l'amava,
Raggio Di Sole non gliel'avrebbe chiesto. Adesso era il suo turno di
mostrare un po' di generosità, nonostante che il cuore gli
sanguinasse.
Dall'altro
lato, però, Mr. Kinney lo ha praticamente spedito a New York
a tentare la fortuna a calci nel sedere ma, secondo me, alla fine anche
Justin stesso un po' ci credeva… Ci voleva provare: non se
lo sarebbe mai perdonato… Brian non glielo
avrebbe mai perdonato…
E
così, la storia finisce con Justin su un aereo, Brian nel
loft, lacrime amare per tutti… E un paio di fedi che non
sono state restituite al gioielliere.
… Nella vita non si può
mai dire, giusto?
Ciao
a tutti!
Scusate
per il ritardo mostruoso che definire irrispettoso è un
eufemismo.
Scuse
che vi porto in dono:
-
Lavoro, lavoro, lavoro.
-
Obiettivamente, poca ispirazione.
-
Ispirazione che è stata risucchiata da un'altra fanfiction
che mi ha preso molto.
Ma
adesso mi sono rimessa in carreggiata e, nonostante siano passati N
mesi dall'ultimo aggiornamento, non pensate che mi sia scordata questa
raccolta.
Intendo
portarla avanti fino in fondo, ci mancherebbe!
Ancora
scuse infinite * me si fustiga col filo del caricabatterie
del computer *.
Alla
prossima dunque (e NON sarà Brian… Ho sofferto
come un cane a scrivere di Justin: ripercorrere tutta la sua storia
è stato quasi un trauma… in parte mi ero scordata
di quanto QaF potesse essere coinvolgente… Quindi NIENTE
Brian ^_^)
Baci
a tutti e alla prossima!
Cate
|
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Capitolo 8 *** Il Gay Assoluto ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Un paio di guantoni con gli strass sono l'oggetto
perfetto per parlare di lui...
Sono i
protagonisti di una storia che ama sempre raccontare: nella cittadina
di Hazelhurst, Mississippi, un padre padrone regalò al
proprio figlioletto un paio di guantoni da boxe con i quali imparare a
potersi imporre, potersi far rispettare; con la forza, se necessario.
Il ragazzino
in questione guardò bene i guantoni, non sapendo bene come
utilizzarli, e decise di farci l'unica cosa che per lui aveva un senso
fare: applicarci degli strass perché non fossero anonimi ma
sfavillanti, speciali e sgargianti; proprio come era lui.
Inutile dire
che il padre non apprezzò per niente.
E fu
così che Emmett Honeycutt piombò nella nostra
Gloriosa Pittsburgh, allietando e riscaldando le nostre fredde giornate
con la sua proverbiale fiamma.
I guantoni non
gli servirono mai, in realtà, perché la nostra
Regina riuscì a farsi spazio nella comunità (gay
e non) a suon di sorrisi, intelligenza, e buona educazione
(chissà come sarebbe stato disgustato papino, sapendolo).
La
volgarità non gli serve e non gli è propria
(tranne, suppongo, in ambito… ehm… intimo): il
nostro ragazzo in effetti riesce a farsi largamente strada nella vita,
riuscendo a sorvolare sulle miserie altrui - e proprie,
perché no? - con la grazia di un trapezista e con un
inguaribile romanticismo, degno di miglior causa. Sì,
perché anche il nostro Em ne ha avute, di batoste, tali da
far sbriciolare anche il più solido ottimismo.
Ma lui non se
ne è curato: a testa alta ha continuato per la propria
strada, fregandosene altamente di tutto e di tutti, semplicemente
facendo ciò che riteneva giusto, e sempre senza risparmiarsi!
Si
è rimesso in piedi dopo la morte di George e gli squallidi
strascichi burocratici che ha avuto; si è rimesso in piedi
dopo la confusionale esperienza "eterizzante"; si è rimesso
in piedi dopo la brutta storia con Ted; si è rimesso in
piedi dopo il complicato rapporto con Drew, per non parlare delle sue
peripezie lavorative; il ragazzo si è sempre rimesso in
piedi, dimostrando così una forza e una
caparbietà fuori dal comune.
Non si
è mai piegato alla legge del più forte; non ha
mai nascosto la propria esuberante natura, anzi: più che
veniva attaccato, e più che gonfiava il petto e procedeva a
passo spedito, convinto più che mai che alla fine
l'onestà e la trasparenza avrebbero pagato.
Ha fatto i
suoi errori, certo; ma siccome anche lui è umano, possiamo
sicuramente perdonarglieli.
Il suo
rapporto con i ragazzi secondo me esprime bene quello che Emmett
è e può essere: amorevole e tenero con chi ne ha
bisogno (leggi Michael, Ted e Justin), ma anche caustico, acidello e
pungente con chi sa che se lo merita e con cui sa di poterselo
permettere, vedi Mr. Rompicoglioni Kinney. Con lui l'amicizia
è di un tipo strano; tutti sanno che tipo è
Brian: non fa sconti a nessuno e, paradossalmente, ne fa ancora meno
alle persone a cui tiene. Se non avesse tenuto ad Emmett sicuramente
non l'avrebbe bistrattato sulla pista da ballo del Babylon, quando
rischiava che Ted lo tirasse giù con sé nella sua
discesa verso l'inferno del crystal; sicuramente non gli avrebbe
rifilato una sonora lavata di capo quando, per una stupida questione di
orgoglio, stava per perdere l'amicizia di mio figlio. Almeno una volta,
Brian gli ha salvato la vita. E questo Emmett non lo scorda.
Ciò
non toglie che non riesca a trattenersi quando c'è da
lanciare qualche frecciatina ironica all'indirizzo del bel
pubblicitario; borbottando, o rispondendo a tono, però,
l'altro glielo lascia fare, ben consapevole che la nostra Regina non ha
tutti i torti e soprattutto ben consapevole che lui è uno
fra i pochi a poterselo permettere, perché è uno
fra i pochi che sappia dosare con destrezza intelligenza e spirito
critico, senza per questo ostentare arie da grand'uomo; e questo Brian
l'apprezza.
Un discorso a
parte va fatto anche per il suo rapporto con Ted: questi due sono
passati attraverso tutte le fasi che una relazione tra due persone
possa avere: amici, migliori amici, amanti, fidanzati, conviventi,
ex-fidanzati, ex-amici, timidi conoscenti, amici e poi di nuovo
migliori amici. Questo legame è così complesso
che persino loro fanno fatica a spiegarlo e definirlo. Vero
è che si vogliono un bene dell'anima. Chi lo sa, si fossero
amati (intendo dal punto di vista che include anche una
componente… ehm… sessuale) in un momento diverso,
probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. O forse
è stato Ted che comunque ha incasinato tutto… Non
lo so; fatto sta che alla fine non è andata…
purtroppo, aggiungerei.
Emmett
è un animo puro, incontaminato, nonostante le innumerevoli
peripezie che la vita gli ha riservato. Sembra che, ovunque lui passi,
l'erba ricresca e gli uccelli cinguettino.
Quel ragazzo è una manna dal cielo per tutti noi: ci scalda
col suo calore e ci fa ridere e riflettere con le sue considerazioni
deliziosamente caustiche.
Ha sempre
combattuto le proprie battaglie in prima linea, rinunciando anche a
volte a soluzioni di comodo, di molto comodo (vedi
la storia con George, dopo la quale avrebbe potuto sistemarsi a vita),
sempre e solo per la voglia di rimarcare il proprio diritto ad essere
semplicemente com'è, senza maschere di sorta, portando alta
la bandiera della propria favolosità; il buon Dio l'ha
creato così e, come disse Ted, Dio è infallibile
e non sbaglia mai, per cui Emmett è stato creato proprio
come il Signore ha voluto che fosse: irriverente, acuto, amante del
Cosmopolitan e dei colori sgargianti; coraggioso, orgogliosamente gay e
passivo fino alla morte.
Un mix per me
irresistibile: non per nulla come coinquilini funzioniamo benissimo,
tanto che Carl si fida quasi di più a lasciarmi con lui che
con Michael!
Il suo unico,
vero, punto debole è l'amore: ha sempre desiderato una
storia con tanto di Principe Azzurro (e in questo era molto simile a
Justin), ma purtroppo il destino nel corso degli anni per lui ha deciso
diversamente.
Ultimamente,
si vede spesso con un suo ex compagno di scuola, reincontrato per caso
durante una vacanza, ma non ho idea (stranamente) di
come la loro storia stia andando. Ho infatti il sospetto che il
fantasma di Drew Boyd aleggi ancora intorno al nostro ragazzo.
Nel tempo, Mr.
Honeycutt è cresciuto tanto, anche a suon di cadute
rovinose, ed è diventato un uomo con un pedigree di tutto
rispetto; sotto sotto resta sempre il ragazzino timido e dolce che
scappò da Hazelhurst col solo bagaglio del proprio orgoglio
e dei propri sogni; con la differenza che adesso avrebbe senz'altro il
coraggio di dire a suo padre dove se li potrebbe mettere, i
guantoni…
…
E sono ragionevolmente sicura che non sia alle mani.
Ciaoooo!
Eccomi
qua con un altro capitolo sui maschietti che gravitano attorno a Debbie.
Questa
volta è il turno di Sua Favolosità Emmett, uno
dei miei personaggi preferiti (lo so: lo dico di quasi tutti - TRANNE
MICHAEL -, ma che ci posso fare? Sono tutti caratterizzati talmente
bene che è difficile scegliere ^_^).
Mi
scuso di nuovo per il ritardo (inferiore però rispetto alla
volta precedente… Diciamo che sono in anticipo sul ritardo
^_^) ma GIURO che a questo giro avrei aggiornato anche prima, ma
purtroppo fino a venerdì scorso avevo un polso ingessato e
anche adesso sto scrivendo con una polsiera. Per cui, questa volta sono
giustificata.
Attendo
vostri commenti e vi ringrazio fin d'ora.
Un
abbraccio speciale anche a chi solo legge, preferisce, segue o ricorda
la storia.
Baci!
Cate
|
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Capitolo 9 *** Un Eroe Inconsapevole ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Quest'uomo è quello che mi
è stato più vicino in assoluto, sempre.
Più di Michael, e anche più di Carl sotto certi
aspetti.
Nella salute e
in malattia, in ricchezza e in povertà (molto più
delle seconde che delle prime), finché morte non ci ha
separati.
Questa persona
se n'è andata purtroppo troppo presto, lasciandomi dentro un
vuoto molto difficile da riempire.
Sto parlando
di mio fratello, Victor Grassi.
Io e lui siamo
sempre stati molto uniti, due facce della stessa medaglia.
La vita non ci
ha mai sorriso; tutt'al più ci ha fatto l'occhiolino qualche
volta.
Ma noi
c'eravamo sempre: io per lui e lui per me.
Prima
dell'arrivo di Michael, eravamo solo noi due… E ci dovevamo
bastare.
Poi
è arrivato mio figlio per me prima, e l'HIV per lui poi.
E' stato un
colpo durissimo: lui non mi ha mai voluto raccontare come fosse
successo e forse, sotto sotto, nemmeno lui l'ha mai capito davvero.
Ha lottato
contro quella malattia del cazzo con le unghie e con i denti,
finché la bastarda non se l'è portato
via…
Quello che
rimpiango di più è che sia morto da solo: nessuno
vicino, nessuna mano da stringere, nessun volto amico intorno come
ultimo conforto… Non me lo perdonerò mai! MAI!
L'ultima
parola che gli ho detto è stata "Vaffanculo!", solo
perché voleva vivere la propria vita con Rodney, solo
perché io mi sentivo troppo sola per lasciarlo andare, solo
perché io sono una FOTTUTA EGOISTA!
Dio, quanto mi
manca…
.
..
...
Quando Michael
ed Emmett sono venuti a dirmelo, la mia testaccia dura non voleva
afferrare il concetto; non ci volevo credere, semplicemente.
Ero arrivata
ad un punto in cui stupidamente pensavo che Vic potesse sopravvivere
all'HIV: le nuove medicine, le nuove cure, mi dicevo… Mi ero
adagiata sugli allori, ottusamente confusa dal fatto che, a prima
vista, stesse abbastanza bene. Mi sono rilassata troppo, cazzo!
Quell'uomo per
me è stato più di un compagno di vita:
è stato la mia esatta metà, lo specchio in cui
riflettermi, sempre; la roccia a cui aggrapparmi nei momenti - tanti -
di sconforto, quando non volevo farmi vedere nemmeno da Michael.
Lui mi
consolava, mi toglieva dalle mani le schifezze che stavo ingurgitando,
mi asciugava le lacrime e faceva una delle sue battute sconce. E mi
faceva ridere.
Cristo, quanto
mi faceva ridere.
Ci siamo
amati, ci siamo odiati, ci siamo detti le peggiori parole,
però alla fine eravamo sempre lì a fare pace. Non
potevamo stare lontani: ci volevamo troppo bene...
Lui sapeva
cose di me che non sanno nemmeno Mickey o Carl; se le è
portate nella tomba (grazie a Dio, aggiungerei), e lì
rimarranno in omnia saecula saeculorum. Amen. Sapete, quelle cose che
ci si dicono solo fra fratelli, da piccoli per non farle sapere a mamma
o papà, e da grandi per non far preoccupare il marito, la
moglie o i figli. E' quella complicità che mi manca
più di tutto.
A volte,
quando mi succede qualcosa di strano, o quando mi capita di - ehm -
"intercettare" un succoso pettegolezzo, d'istinto mi viene voglia di
prendere il telefono e di chiamarlo per raccontargli tutto.
Poi
però mi rendo conto, e… In rapida successione mi
assalgono il dolore, le lacrime e la nostalgia.
Quanto male
fa… Non mi ci abituerò mai. E' come se qualcuno
ti infilasse un pugnale nello stomaco e girasse, lentissimamente. E'
straziante.
So benissimo
di essere circondata da persone che mi amano: Carl, Michael, Ben,
Hunter, Brian, Jenny Rebecca (anche se la vedo poco) e tutti i ragazzi,
però… Però mi manca. Mi manca quello
che eravamo: mi manca il nostro essere soli contro tutti, anche se al
tempo l'ho segretamente maledetto per quello.
Col suo
carattere pacifico faceva da contraltare alla mia…
Beh… Esuberanza; mi sopportava, e anche di questo devo
essergli grata.
Nessuno ha la
pazienza che aveva lui con me, nessuno mi capirà mai come mi
capiva lui. Non voglio essere fraintesa, però: le persone
che ho intorno lo fanno, e anche bene, a dire il vero (qui lo dico e
qui lo nego); semplicemente… Non sono lui.
Ho passato la
vita ad occuparmi di Vic, e lui la sua nel contenermi; e quando stava
finalmente cominciando a pensare a se stesso, se n'è andato.
Victor Grassi,
con la sua semplicità, col suo vivere sempre nella mia
ingombrante ombra, se n'è andato da guerriero.
E come tale
deve essere ricordato.
…
Adesso però smetto di scrivere; è tardi ed
è arrivata l'ora di congiungere le mani. Le
congiungo per pregare, tutto qua; da quando Vic è morto e
poi Michael è stato ferito, lo faccio abbastanza spesso.
Certo, a modo mio, però è un inizio.
Prego
perché la sua anima trovi pace, prego perché stia
bene ovunque sia… Ma soprattutto prego per un motivo
egoistico: prego perché continui a proteggermi; come del
resto ha sempre fatto.
Amen.
Ciao
a tutti!
A
questo giro personaggio intenso e tematica delicata.
Dico
subito che io sono figlia unica, per cui le dinamiche fra fratelli mi
sono purtroppo estranee. Per colmare le lacune, ho provato a pensare
come Debbie (come del resto sempre faccio quando scrivo questa
fanfiction ^_^) e mi sono ispirata a quello che ho visto sullo schermo
e alla realtà che mi circonda. Spero di non aver sbagliato
troppo o esagerato.
Vero
è che il rapporto che legava Debbie e Vic era unico, e io
sono convinta che quando è morto, un pezzo di lei sia morto
con lui…
Capitolo
volutamente corto: non mi sono voluta dilungare più di tanto
perché non volevo scadere né nel melenso
né tantomeno nel melodramma.
Spero
vi sia piaciuto e attendo le vostre opinioni!
Un
abbraccio!
Cate
|
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Capitolo 10 *** Un Biondo Misterioso ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Conosco
molto poco Blake Wyzecki.
Certo,
è sempre venuto al Diner e la sua faccia non mi era
assolutamente nuova quando iniziò ad uscire con Ted, dopo
che lui l'aveva ripescato dopo essere stato male.
Relazione
strana, la loro: evidentemente, Blake aveva qualcosa in più
rispetto agli altri… Qualcosa che Ted è riuscito
a vedere al di là della coltre delle dipendenze, delle
fragilità e della testa incasinata di questo biondino dagli
occhi azzurri.
Dicevo…
Lo conosco molto poco, e mi riesce difficile farmi un'opinione su di
lui; il che per me è un problema.
Non so se
questa persona si avvicini di più all'amante tossico che ha
quasi ucciso Ted, al debole giovane uomo che tentò di
uscire dalla droga senza tuttavia riuscirci, od al brillante
consulente per le dipendenze che è adesso.
Chiaro che se
lo è diventato, un motivo deve esserci, e io questo lo
rispetto. Ma ho la sensazione che quel viso d'angelo e quegli occhi
azzurri nascondano ancora qualcosa che noi non conosciamo, e non riesco
ad intuire se sia qualcosa di positivo o no.
Non lo so,
è che… Aaaaah, FANCULO! Lo devo dire: per me Ted
doveva stare con Emmett! Oooooh, ora sto meglio.
…
Forse è per quello che non riesco a farmi piacere Blake fino
in fondo: eppure, deve essere un bravo ragazzo. Lo DEVE essere, per
essere diventato perfino amico di Em, e poi effettivamente ne ha passate tante.
Ha rasentato
l'abisso quando era tossicodipendente, ha dormito con i senzatetto, non
aveva una casa, un posto dove stare, una famiglia… Ha
provato a rialzarsi ed è caduto di nuovo.
E, come un
animale ferito, è andato a nascondersi per leccarsi le
ferite.
E lo abbiamo
perso di vista.
Per poi
trovarlo al centro, perfettamente padrone di se stesso, degno di
così tanta fiducia da fungere da tutor per gli angeli caduti
che capitavano lì.
Decisamente
una personalità interessante, Mr. Wyzecki.
Abbastanza
fragile da spezzarsi più volte, ma anche abbastanza tosto da
fottere il destino e rifarsi una vita.
Strano…
Adesso che ne parlo vedo la sua storia in tutta la sua
complessità… E improvvisamente capisco una cosa:
Blake Wizecki ha le palle; e quadrate, pure.
Si spera
soltanto che d'ora in avanti le usi per le cause giuste, come per il
momento sta facendo.
Buona fortuna,
Faccia d'Angelo, abbi cura di te e del tuo compagno…
Ciao
a tutti!
Scusate
gli aggiornamenti che rasentano la frequenza delle eclissi, ma sono
stata veramente incasinata, fra lavoro, altre beghe personali, e altre
storie...
Ma
soprattutto è successo che sono stata travolta dal gallavich.
Non
sapete cos'è il gallavich? Googlatelo e preparatevi a
morire… * sospira *
Comunque,
sul ritardo ha giocato anche il fatto che avessi deciso di scrivere di
Blake, ed ero in serie difficoltà… Il personaggio
andava "sdoganato", in qualche modo, ma non riuscivo trovare
l'approccio giusto da parte di Debbie. Quegli occhi azzurri sono stati
una vera spina nel fianco!
Scusate
anche per l'estrema brevità del capitolo, ma effettivamente
su Blake c'è molto poco da dire, a parte la sua storia di
tossico redento (di lui non sappiamo praticamente niente) e per
scrivere queste poche righe ho sudato le famose sette
camicie… Però andava incluso, non c'erano
scappatoie.
Beh,
ad occhio e croce, credo mi manchino ancora 3 "uomini" e poi questa
raccolta potrà considerarsi conclusa… E la
porterò in fondo, promesso!
A
presto!
Cate
|
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Capitolo 11 *** Una Diva Misteriosa ***
Raccolta
di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco
commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo
tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora
la frequentano.
Un
punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le
righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così
è Debbie!
Nota:
potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista
è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo
come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i
suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra
rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le
carte ^_^!
Conobbi
Danny Devore quando ero al liceo.
Era un amico
di mio fratello: già all'epoca era un istrione: gli piaceva
essere al centro dell'attenzione ed esibirsi.
Per un periodo
ci frequentammo, e poi, complice l’amore libero di moda a
quei tempi, qualche canna di troppo e la mia incoscienza, finimmo a
letto insieme.
Poco dopo mi
accorsi di essere incinta: eravamo solo io e mio fratello, Danny aveva
“scoperto” di essere gay, se n’era andato
da Pittsburgh per diventare una star altrove, ed eravamo solo io, Vic e
quel piccolo frugoletto che mi stava crescendo dentro.
Dovevo fare
qualcosa, dovevo decidere
qualcosa.
E lo feci.
Lo avrei
tenuto, avrei provveduto a quel bimbo capitatomi fra capo e collo, e
avrei fatto di tutto per farlo crescere sano e felice.
Anche a costo
di inventargli un genitore.
Su un giornale
trovai un elenco di caduti in Vietnam. Pescai un nome a caso. Quello
sarebbe stato il padre di Michael.
Così
fu per i trent’anni che seguirono… E che nessuno
osasse anche solo metterlo in dubbio!
Andò
tutto bene finché quel benedetto ragazzo di Ted se ne venne
fuori con la serata di beneficienza per l’associazione che
preparava pasti caldi per i malati terminali di Aids.
L’evento
richiedeva un nome importante, qualcuno che attirasse partecipanti e
conseguentemente donatori sani di dollari.
Non sapevano
chi chiamare, data la scarsità di
“aderenze” vip di tutti quanti, quando
l’altro “benedetto” ragazzo che
è Emmett (quei due sarebbero capaci di scatenare uno tsunami
di proporzioni epiche soltanto sbattendo un cucchiaino su un tavolo,
maledizione a loro!) se ne venne fuori facendo notare che in
città c’era una personalità di grande
richiamo, in zona per un suo spettacolo, e che avrebbe sicuramente
portato del pubblico alla serata.
Divina
Devore,
la regina delle Drag Queens.
Alias Danny Devore.
Quando lo
seppi, mi cadde il mondo addosso. Se Michael avesse saputo, se solo
avesse scoperto… No, non doveva accadere. Non si sarebbe
più fidato di me. Mai più.
Lì
per lì, non feci in tempo a fare niente, perché
gli eventi precipitarono: i ragazzi si recarono più volte da
Danny per chiedergli di partecipare alla serata, mio figlio conobbe suo
padre, anche se non lo sapeva, e Danny fece due più due,
venendo a sapere di chi Michael fosse figlio e quanti anni avesse.
Inoltre, il ragazzo, spinto da un’ingenua voglia di saperne
di più, aveva pure ripescato un mio vecchio annuario, con la
foto di Danny/Divina in bella mostra.
A quel punto,
dovevo fare qualcosa.
Andai da Danny
a parlargli, e sperai che capisse. Ma lui aveva già capito,
aveva capito anche troppo.
Me ne andai,
sperando che il suo buonsenso lo convincesse a non fare sciocchezze.
Seppi poi che
mio figlio tornò a trovarlo, volendo ostinatamente fare luce
sui suoi natali (e, in fondo, chi poteva biasimarlo?). In precedenza,
avevamo anche discusso su quell’argomento e, visto
l’esito del confronto, a quel punto ero pronta a tutto.
Quando Michael
rientrò, io stavo riponendo le finte memorabilia militaridel
suo fantomatico “padre”, arresa.
Non so cosa
Danny e lui si fossero detti, e soprattutto cosa il primo avesse detto
al secondo; so solo che quando iniziai la frase: “La
verità è…” lui
proseguì al posto mio:
-
… Come hai detto tu. Mio padre… E’ il
Tenente John Michael Novotny, morto in Vietnam il Dieci Aprile 1970,
ucciso solo due settimane dopo la mia nascita, quando la jeep che stava
guidando finì su una mina anticarro nella giungla durante
una missione di salvataggio. Giusto, mamma?
Sorrideva.
- … Giusto.
- Per il suo gesto eroico, ha
ricevuto la medaglia al valore. - chiosò,
riponendo la targa farlocca al suo posto, sulla mensola, quando io
stavo per buttare tutto.
Proseguii la
storia, guardando mio figlio teneramente, e dicendo:
-
Le sue ultime parole sono state: “Dite a mio figlio che
l’amo più della mia stessa
vita…”
E Michael
concluse per me, perché la sapeva a memoria, quella storia;
quella storia finta, falsa dall’inizio alla fine, ma che in
un certo qual modo rispecchiava la verità, specialmente in
quell’ultima frase, che fosse pronunciata da me o da Danny
indistintamente.
In quel
momento ci guardavamo negli occhi, io e il mio frugoletto trentenne.
Due sguardi che dicevano tanto, dicevano tutto.
Il suo diceva
che non importava, che sapeva, ma che andava bene così, che
non mi odiava e che mi avrebbe comunque voluto bene, perché
“capiva”.
Il mio diceva
che decidere di tenerlo, decidere di crescerlo da solo era stata la
decisione più facile che avessi mai preso in vita mia, e il
regalo più bello che mi sia mai fatta.
- “… E che
sarò sempre orgoglioso di lui”.
Sempre, figlio
mio; ricordalo.
Sempre.
Ciao
a tutti!!!
Eccomi
con un altro dei miei aggiornamenti al ritmo da bradipo in coma, come
dico
sempre.
Ma dico sempre anche che porterò questa raccolta alla fine,
e lo farò.
Questa
volta è il turno di Divina Devore, alias Danny, alias padre
biologico di Michael.
Ho
trovato quella puntata molto toccante (la 2x13, se a qualcuno
interessasse), il personaggio di Divina è eccezionale, e
Michael per una volta si è comportato da adulto maturo e
ragionevole, piuttosto che da frustrata col ciclo come sempre lo hanno
fatto apparire.
Questo
personaggio era troppo importante per la vita di Debbie,
perciò, anche se gli è stato dedicato soltanto un
episodio, ho trovato giusto includerlo nella raccolta.
Che
dire oltre?
Attendo
i vostri commenti (anche se si trattasse di virtuali uova marce per il
mio mega ritardo XD)!
Alla
prossima puntata.
Un
abbraccio!
Cate
PS:
se il font o i caratteri risultassero lievemente diversi rispetto agli
altri capitoli, è perché momentaneamente sono su
altro pc (al mio si è fulminata la tastiera e al momento non
ho tempo per portarlo a riparare); quando potrò rimettere
per bene le mani sull’html, eventualmente editerò
il formato, ma spero sinceramente che non ce ne sia bisogno. Ho sudato
come un porco per lavorare su quest'altro pc (internet explorer
è il male), e spero di aver fatto tutto giusto!
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