Tutti gli uomini di Debbie

di EmmaAlicia79
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno stolido sognatore ***
Capitolo 2: *** Un Angelo Caduto ***
Capitolo 3: *** Uno Scellerato Borghese ***
Capitolo 4: *** Un Malato Terapeutico ***
Capitolo 5: *** Un Raggio Di Sole ***
Capitolo 6: *** Un Raggio Di Sole - Parte Seconda ***
Capitolo 7: *** Un Raggio Di Sole - Parte Terza ***
Capitolo 8: *** Il Gay Assoluto ***
Capitolo 9: *** Un Eroe Inconsapevole ***
Capitolo 10: *** Un Biondo Misterioso ***
Capitolo 11: *** Una Diva Misteriosa ***



Capitolo 1
*** Uno stolido sognatore ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!


Lui…
Così dolce, così tenero e carino…
Affettuoso, sempre con una parola buona per tutti.
Ma allo stesso tempo cocciuto come un mulo.
Beh, quasi…
Il suo essere tremendamente gay ha fatto sì che qualche goccia di acidità stillasse talvolta tra un sorriso e l'altro.
Ehm… Forse qualcosa di più di "qualche goccia"…
Sempre avanti a testa bassa, qualsiasi fosse la sua convinzione del momento.
Sia che si trattasse di bacchettare Sunshine, sia che si trattasse di difenderlo da Brian con Brian.
Dietro quella sua aria da mamma chioccia nasconde in realtà una personalità molto complessa… Direi un carattere matrioska.
E posso fottutamente affermarlo per esperienza diretta…
Qui lo dico e qui lo nego, ma la frequentazione quasi ventennale con quel figlio di putt… ehm.. buona donna * Scusa, Joan * (che adoro, per amor del cielo!) ha forse sortito qualche effetto benefico su di lui: meno buono, più realista; meno bambino, più uomo.
Quell'amicizia lo ha portato a volte sull'orlo del baratro, è stato spinto quasi giù… quasi, dicevo, ma poi la mano forte di un uomo e una giovane di un ragazzino ribelle e problematico lo hanno aiutato ad imboccare la strada giusta, nonostante le malattie e il mio personale scetticismo iniziale, di cui adesso mi vergogno profondamente.
Per gli amici c'è sempre stato e sempre ci sarà.
A volte è stato messo nel mezzo a delle fottute lotte intestine contro la sua volontà, altre volte si è ficcato nei peggiori casini di sua spontanea iniziativa (con miei sommi imbelvimenti e relative ramanzine che, detto per inciso, non sono serviti ad un cazzo, sempre per tornare alla cocciutaggine di cui sopra).
A volte se l'è presa anche con me… Con ME, figurarsi!
Come l'ho fatto, lo posso tranquillamente disfare, lo stronzetto.
Ho rischiato anche di perderlo... Per una stupida, stupida bomba messa al Babylon da dei fanatici politici! E' stato uno dei periodi più bui della mia vita... Avrei voluto prendere una scala, salire fra le nuvole o in Paradiso o dove caspita risiede il Creatore, prenderlo per il bavero del suo doppiopetto e scuoterlo fino a che avessi avuto un briciolo di forza. Ho avuto così paura... Grazie a Dio (o forse grazie alla Medicina), si è salvato, ma il mio povero cuore ha perso mille battiti nel frattempo...
Nonostante gli scazzi, i fraintendimenti e i litigi (All'ordine del giorno in casa Novotny) quel piccolo folletto rimane carne della mia carne, sangue del mio sangue.
Il mio piccolo, paziente, incazzoso figlio sognatore.
Lo amo più di ogni altra cosa e potrei dare la vita per lui.
Tutto, tutto, per il mio Michael...



E via, lo scoglio più grosso ce lo siamo tolto già alla prima botta: che si sappia, Michael mi è piaciuto rarissimamente, l'ho sempre trovato un po' altezzoso, con una mentalità poco elastica e a volte superficiale. Ma qui è Ma'Debbie che parla, e… Ogni scarrafone è bello a mamma sua! Confido nei vostri commenti, che sono la strada perfetta per migliorare. Grazie.

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Capitolo 2
*** Un Angelo Caduto ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!




Quanti ragazzi sono passati sotto il mio sguardo, lì al Diner.
Quante storie ho visto, ascoltato, sbirciato…
… E quanti consigli ho dato, a volte anche incredibilmente non richiesti, almeno a sentire loro (passo sempre per la scassapalle di turno però, guarda caso, quando c'è un problema, cascano tutti qua…).
Io amo questi ragazzi più della mia stessa vita, li considero figli miei, eppure c'è stata una volta in cui mi sono vergognata di loro, in cui li ho sentiti estranei, lontani.
C'è stata una volta in cui mi hanno fatto sentire… Sola.
Quella volta avrei voluto veramente prendere a calci ognuno di quei culi sodi e urlare loro contro finché avessi avuto fiato in corpo.
Perché non capivano? Perché prendevano sottogamba quello che era successo?
Perché, Cristo Santo, non provavano un po' di pietà?
Solo Vic mi è stato vicino, nemmeno Carl mi voleva ascoltare…
Perché nessuno capiva che, per essere una famiglia, una famiglia vera, dobbiamo prenderci cura anche di chi è meno fortunato di noi?
Fanculo tutte le loro lamentele: mi ama, non mi ama, mi richiamerà?, ho preso un etto, devo dimagrire… fanculo, Fanculo, FANCULO!
Quella persona non avrebbe mai avuto questi problemi, non si sarebbe mai chiesto se il ragazzo con cui era stato il giorno prima lo avrebbe richiamato, non si sarebbe mai chiesto se doveva dimagrire per essere più piacente, non sarebbe mai corso da sua madre per chiedere un consiglio,  e non avrebbe mai avuto una voce amica che gli dicesse cosa sarebbe stato meglio fare.
Quella persona non avrebbe mai avuto pensieri per il futuro, semplicemente perché un futuro non ce l'avrebbe più avuto, dopo quella notte.
Quel futuro si è perso tra un cassonetto, un poliziotto infame e una marchetta.
Quella persona aveva un nome, anche se a nessuno importava di trovarlo.
Quella persona si chiamava Jason Kemp.


Eccomi con la seconda "puntata" di questa raccolta strampalata: ho amato molto come Debbie si era presa a cuore la sorte di quel povero ragazzo, e ho voluto ricordarlo in questa flash.
Capitolo volutamente corto, perché non mi piace troppo "allungare il brodo" in queste circostanze o girare il coltello nella piaga: un dolore asciutto ma sentito profondamente, ecco come immagino che Debbie abbia vissuto questa storia.
E il povero Jason è un po' il simbolo di tutto ciò per cui di tanto in tanto voltiamo lo sguardo altrove, ritenendo "scomode" determinate situazioni, preferendo restare ovattati nella nostra bambagia, mentre a volte basterebbe così poco per tendere una mano e far apparire un sorriso…
Grazie a tutti per l'attenzione, e un grazie speciale a chi ha commentato e messo la storia tra le seguite. A presto!

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Capitolo 3
*** Uno Scellerato Borghese ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!



Brian è fondamentalmente un figlio di puttana, Justin è semplicemente un genio, Emmett è sfolgorante, Michael e Ben sono una "semplice" coppia di omosessuali, ma Mr. Theodore Schmidt è il gay più borghese che abbia mai incontrato in vita mia.
Una contraddizione in termini.
E' un inquietante miscuglio fra Brian e Michael. Inquietante detto ovviamente con amore, però è strano come in certi atteggiamenti mi ricordi Mr. Kinney.
Che io sappia, infatti, è l'unico altro attivo (o perlomeno, per la maggior parte delle volte, ma io questo non dovrei saperlo) del gruppo oltre al figlio di buona donna; come lui ha sempre avuto paura di invecchiare, e come lui ha gusti raffinati: gli piace la lirica, il design, i bei vestiti… E i begli uomini. E non si è mai accontentato, in nessun campo.
Probabilmente, è questo che qualche volta lo ha portato fuori strada, con il suo costante cercare quel qualcosa in più, in una perenne rincorsa verso la perfezione… O l'approvazione (di chiunque a lui caro).
Ma c'è quel "lato Michael" che lo ha salvato (oltre ad una sana dose di culo sfacciato) in più di una circostanza: quella sua parte razionale che gli ha fatto capire che di Brian ce n'è uno solo (grazie a Dio!) e che ognuno è unico a suo modo, come tenne a ricordare ad Emmett quando gli era presa la fissa della sett… Ehm, del gruppo di preghiera, che lo voleva eterizzare a tutti i costi.
"Perché Dio ti ha creato a sua immagine, e dato che Dio è amore e non conosce errori allora tu sei esattamente come Lui intendeva che fossi. E questo vale per ogni persona, ogni pianta, ogni montagna, ogni granello di sabbia, ogni canzone, ogni lacrima... e ogni frocio. Siamo tutti Suoi, Lui ci ama tutti".
Parole sante, Teddy… Peccato che hai predicato bene e razzolato male.
Se escludiamo quel primo incidente con Blake in cui ha seriamente rischiato di lasciarci la pelle, Mr. Schmidt le ha davvero tentate tutte per farsi del male, con la droga prima e la fissa delle chirurgia estetica poi.
Senza contare che poi il destino ci ha messo del suo, come nell'occasione dello scandalo del sito internet… "segaallavoro.net"… Ma per favore! Come ben si sa, io sono molto open minded, non ho peli sulla lingua, non sono proprio "di primo pelo", con le storie scottanti che conosco ci potrei riempire un libro, e mastico "gayaggine" da ancora prima che Michael nascesse, ma questa storia del sito porno a me proprio non è mai andata giù… Che vi devo dire? Dovrò essere tradizionale almeno su qualcosa!
Per non parlare addirittura di quando si è appropriato del denaro di Gus… In quel momento, lo ammetto, se l'avessi avuto fra le mani l'avrei tolto dal mondo io stessa. Riflettendoci, poi, però, ho capito che non era lui, non era il nostro Teddy… L'hanno capito anche Mel e Linz, perché non avrei dovuto farlo io?
E quando è successo il patatrac con Emmett? Lasciamo perdere…
Nonostante sia il più vecch… Meno giovane del gruppo, paradossalmente, è quello che ha avuto la vita più incasinata di tutti…
E me lo rivedo lì, al Diner, con la sua faccia da cane bastonato quando le cose non andavano bene, o con un'espressione sorniona da gatto ben pasciuto quando la vita gli sorrideva, per un certo periodo di tempo purtroppo molto raramente.
Ho seguito passo passo le vicissitudini di quest'uomo, soffrendo per i suoi sbagli e gioendo per le sue vittorie: i momenti in cui avrei voluto andargli incontro ed abbracciarlo per consolarlo sono stati tanti, ma poi altrettante ragioni mi hanno bloccato: Ted non è il tipo, sotto certi aspetti è molto riservato, e io ho preferito rispettare il suo modo di essere, mordendomi la lingua per non commentare troppo, o torcendomi le mani quando avrei voluto mollargli qualche sano scappellotto, decisamente meritato.
Eh sì, devo proprio ammetterlo: per un lungo, lunghissimo periodo, il nostro ragazzo non ne ha imbroccata una… E' stato l'ombra di se stesso per tanto, troppo tempo ma poi, sfrondando i punti in comune con i propri amici, ha saggiamente scelto di non essere né troppo Brian né troppo Michael… Intelligentemente, ha capito che doveva essere solo… Theodore.
Ed è lì che lo abbiamo visto, visto davvero.
Il suo treno ha fatto tanti giri, tante fermate a volte dolorose, ma necessarie. Fermate che lui ha affrontato quasi sempre nel modo sbagliato, ma alla fine ne è uscito vincitore.
E ricordiamoli allora, questi bei momenti, rigorosamente in ordine sparso perché comincio ad essere vecchia e non potete pretendere che mi ricordi tutto in ordine cronologico… E che cazzo, un po' di rispetto!
Ehm… Dicevo… I bei momenti… Ah sì! Quando lui ed Emmett hanno terminato la Liberty Ride dopo essersi smarriti (loro continueranno a sostenere fino alla morte di aver trovato una scorciatoia, ma come non ci crede nessuno adesso, non ci crederà nessuno nemmeno in futuro, me per prima)… Oppure quando, sempre con Emmett, mi hanno fatto da consulenti sessuali con le conseguenze che tutti ben conosciamo… O quando è uscito dal coma o dalla riabilitazione… E' stata una gioia per tutti vederlo sempre rialzarsi e ripartire.
Una cosa però mi ha fatto rabbrividire: che la sua fantasia sessuale più segreta fosse… Di essere Brian (ma io non dovrei sapere nemmeno questo)! E quello stronzo gliel'ha fatta vivere davvero, solo per tornare a farglielo drizzare! Non so chi sia stato più stupido… Se lui ad avere certe idee, o Kinney che l'ha assecondato!
E' strano poi a posteriori vedere come si sia evoluto il rapporto fra lui ed Emmett: mi avessero fatto scommettere, avrei puntato tutto su una loro eventuale e felice vita insieme. E invece… Forse era destino che dovessero essere solo migliori amici, o forse si sono trovati nel momento sbagliato… Chi lo sa. Il loro rapporto è stato, è e sarà talmente complesso che anch'io fatico a districarmici (il che è tutto dire…). Fatto sta che lui adesso è felice con Blake, lo stesso Blake che lo ha portato quasi alla morte e poi alla vita, in una sorta di contorto contrappasso, che essenzialmente ha azzerato le pendenze fra i due, permettendo loro di ricominciare da capo.
Per cui, alziamo i calici e brindiamo in loro onore, perché… Signori, se Mr. Theodore Schmidt è felice, felice davvero come è adesso, che importa a chi si accompagna?
L'importante è che quella luce nuova che adesso c'è nei suoi occhi d'ora in avanti non si spenga più.
Ti amiamo, Teddy, non lo scordare mai!

Ciao a tutti! Eccomi col terzo capitolo della raccolta… Un po' più lungo stavolta… Considerando che parliamo di uno dei miei personaggi preferiti, la lungaggine è più che dovuta ^_^…
Io amo tantissimo Ted… Forse perché reputo che sia molto più somigliante a Brian di quanto si lasci intuire nel telefilm.
Mi è sempre piaciuto il loro rapporto: paradossalmente, non sono mai stati molto legati, forse perché, essendo i due "galli" del pollaio, difficilmente avrebbero potuto sopportare una convivenza troppo stretta, salvo poi trovare un punto d'incontro in ambito lavorativo.
Per quanto Mr. Kinney odi ammetterlo, Brian ha "anche" bisogno di lui: è a lui che affida i suoi soldi, il segreto della sua malattia e, non ultimo, le sorti della sua ditta quando lui è troppo devastato dalla radioterapia per essere presente.
Mi piace pensare che Brian l'avrebbe fatto anche se non fosse stato costretto dalla malattia, perché "si fida" di Ted e del suo intuito per gli affari. E, soprattutto… E' suo amico, come tende a sottolineare in nonmiricordo quale episodio credo della quarta o quinta stagione (anche io sto invecchiando e la mia memoria vacilla ^_^), quando sono entrambi soli al Babylon e Brian gli offre da bere.
E' il "rapporto trasversale" del telefilm che ho amato di più (tanto quanto ho odiato quello tra Justin e Michael, ma di quello ne riparleremo ^_^).
Che dire oltre? Ho paura che mi odierete, dopo che ho iniziato il capitolo con "Brian" come prima parola per poi finire a parlare di Ted… Ma che ci volete fare? Io ADORO sviscerare il carattere di Mr. Schmidt ^_^!
Ultima cosa: sono arrivate anche per me le fatidiche ferie, fra qualche giorno partirò per cui ho approfittato per pubblicare adesso perché poi credo che non ci risentiremo per 15 giorni circa (risposte alle recensioni a parte, tempo permettendo…).
Grazie a tutti quelli che recensiscono, preferiscono, seguono o semplicemente leggono la storia… Sono onorata!
Alla prossimaaaa!

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Capitolo 4
*** Un Malato Terapeutico ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!



E' proprio vero che le cose più belle accadono quando meno te le aspetti.
Ed è altrettanto vero che magari arrivano travestite, condite da paure e paranoie, per il semplice timore del cambiamento.
E con quest'ultima frase mi riferisco in particolar modo… A me stessa.
Quando Michael mi disse che Ben era sieropositivo, non potevo accettarlo, semplicemente.
Non volevo permettere che Michael soffrisse tutto ciò che avevo passato io stando vicina a Vic durante la sua malattia.
Io non avevo potuto scegliere: Vic era mio fratello e dovevo fare tutto ciò che era in mio potere per cercare di farlo stare bene, anche a costo di pianti, silenziose crisi di nervi e rincorse sempre all'ultimo centesimo per pagare le costosissime medicine.
Ma lo facevo volentieri: tutto, pur di farlo stare meglio.
Ma il fatto che Michael si fosse messo in una situazione del genere di propria spontanea iniziativa, mi mandava letteralmente in bestia.
Io… Volevo solo proteggere il mio bambino, anche se questo avrebbe significato renderlo infelice.
Sul momento non me ne rendevo conto: semplicemente non riuscivo a metabolizzare il fatto che Mickey avesse trovato la felicità in una relazione dall'esito purtroppo scontato.
Tutti hanno trovato questa mia reazione insensata, proprio alla luce del fatto che avevo un infettato in famiglia e, a maggior ragione, avrei dovuto accoglierne un altro con un sorriso sulle labbra e magari un vassoio con una bella Betty Crocker sopra pronta per festeggiare.
Cristo, io volevo soltanto che Michael non soffrisse… Sicuramente sarebbe successo, ne ero certa e non volevo, non volevo e basta.
Da lì il mio  ostracismo (per usare un eufemismo) nei confronti del Professor Ben Bruckner.
Ho indossato un bel paio di paraocchi e sono andata diritta per la mia strada, infischiandomene beatamente di ciò che travolgevo sul mio cammino.
Ma quando Vic mi disse che Ben aveva avuto un malore ed era stato ricoverato, tutte le mie fottute e tanto decantate certezze crollarono, e dovetti ricominciare da capo.
Quel giorno, al vederlo lì, su quel letto di ospedale, con tutti quei tubicini che lo tenevano imprigionato, il mio vecchio cuore acido si è sciolto, e in quell'attimo non ho visto un agglomerato di virus mortali, bensì un bell'uomo, provato dalla malattia, ma con lo stesso diritto di amare, scopare, vivere, ridere, litigare, incazzarsi, lavorare, e guardare il mondo con la stessa speranza che hanno le persone sane.
E allora ho capito.
Chi ero io per impedire a Ben Bruckner di amare mio figlio? Chi cazzo ero io per decidere per loro? Nessuno, non ero nessuno.
In quei momenti, ho scoperto che Ben non era una nemesi per mio figlio, non era uno spirito tentatore che cercava di portarmelo via.
Era semplicemente un uomo con un grande cuore, ed era inevitabilmente innamorato di Michael.
E questo è bastato per cominciare.
Col tempo poi ho anche imparato ad apprezzare la sua cultura, la sua pacatezza, il suo innato senso del focolare.
Mi sono innamorata del modo in cui ha sopportato senza battere ciglio (o quasi) le intemperanze di quella peste di mio figlio.
Ho approvato come, poco a poco, passo dopo passo, in silenzio, con la pazienza della goccia d'acqua che scava nella roccia, sia riuscito a soppiantare Brian Lo Stronzo nel cuore di Michael, e ad insediarvisi permanentemente.
Ho ammirato come si sia preso cura di Hunter, inizialmente da solo, e poi coinvolgendo anche Michael fino ad adottare quel terremoto, in un'estenuante lotta burocratica, per non parlare di quella intrapresa contro la… bleah… madre… Mi fa schifo solo abbinare il semplice sostantivo a quell'essere malefico… Che quella pervertita possa bruciare all'inferno!
… Come se poi già loro due non avessero abbastanza problemi! Ma il Professor Bruckner ha il cuore grande, sufficiente per tutti e di più… Com'è che si dice? Ah sì… Il cuore ha più stanze di un bordello *…
Mi è piaciuto molto come si sia inserito nel gruppo con la grazia e la classe che sempre lo contraddistinguono, senza voler strafare, semplicemente presentandosi per com'è, parlando poco e ascoltando molto.
E alla fine i ragazzi sono rimasti conquistati… Come lo sono stata io.
…. Senza contare che è sempre stato un gran bel pezzo di figliolo ed è un piacere guardarlo!
Scherzi a parte, Ben era molto di più di quello che io mi ostinavo a voler vedere.
Non volevo andare oltre l'aspetto medico, non volevo scorgere la calda anima di quest'uomo che, umilmente, con tutte le sue pecche passate, si offriva a mio figlio, sperando di essere accettato.
Molto tempo dopo il fatto, Michael mi raccontò del problema che Ben aveva avuto con gli steroidi, di come un po' avesse perso la testa, fino ad arrivare a gridare contro mio figlio e a sbattere Brian contro un armadietto della palestra (non che ogni tanto Kinney non se la meriti, una scrollatina…).
Dato il pregresso, mio figlio si aspettava da me una reazione indignata che però sorprendentemente non venne.
Sentii invece un dolore profondo ed immensa compassione. Non osai nemmeno provare ad immaginare cosa debba aver sperimentato Ben nello scoprire che il suo ex era morto, proprio quell'ex che incoscientemente lo aveva contagiato.
Paura, vertigine, dolore straziante, puro terrore… Povero ragazzo! Tra i due, è Ben il capofamiglia, però in quel momento suppongo si sentisse come un bimbo abbandonato, senza nessuno che lo capisse o aiutasse… Forse pensava che nessuno potesse comprendere appieno la portata che quel lutto aveva per lui, e forse probabilmente era così davvero…
Toccare con mano quella che presto o tardi sarà la tua sorte deve avere un effetto devastante… Avrei voluto che Michael, o Ben stesso, me ne avessero parlato al tempo, forse avrei potuto aiutare, forse avrei potuto offrire una spalla su cui appoggiarsi, ma suppongo che, dato com'ero partita, all'epoca fossi ancora in prova… E me lo merito.
Mi spiace solo di non essere stata più presente, tutto qua.
Fortuna ha voluto che la questione poi si sia risolta, con un Ben "rinsavito" ed un Michael che tirava un immenso sospiro di sollievo.
Voglio molto bene a quest'uomo che ha accolto questa strampalata "famiglia" a braccia aperte, che ha sempre un sorriso e un consiglio per tutti, e che è l'ago della bilancia della vita di mio figlio.
Se Ben non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

Che poi Brian lo chiami "ZenBen" è un altro paio di maniche...





* Citazione/parafrasi di parte di un aforisma di Gabriel Garcìa Marquez, che recita così: si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna; il cuore ha più stanze di un casino.

Eccomi qua.
Quarta puntata della raccolta, ed ennesimo personaggio complesso… Ben Bruckner, oltre ad essere un gran bell'uomo, è anche un personaggio di grande spessore in QaF (come "quasi" tutti gli altri, in realtà…).
L'ho amato molto (come, come NON amare Ben ^_^?) e mi è piaciuto come gli sia riuscito di rendere Michael un "cincinino" più simpatico…
Che Mickey non mi sia mai piaciuto granché l'avevo già detto, vero ^_^?
Comunque… Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non abbia lasciato fuori niente di sostanziale circa la storia del professore (ho sempre questo terrore con le flash o le OneShot… Ho sempre paura di condensare troppo e di perdere pezzi per la strada…).
Non sono stata troppo sdolcinata, vero? Ho cercato di mantenere un tono di sobria pacatezza (per quanto lo possa essere Debbie ^_^), salvo qualche lazzo qua e là, per non farvi vomitare proprio proprio immediatamente… Fatemi sapere cosa ne pensate, e… Beh, una bella Brian/Ben come la vedete? IO ADORO BEEEN!
Grazie a chi ha letto o preferito la storia, a chi l'ha messa tra le seguite o le preferite, e un grazie speciale a chi recensisce: siete veramente troppo buone!
Un bacione e a presto!

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Capitolo 5
*** Un Raggio Di Sole ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!




Quando atterrò nel "nostro mondo", cominciai subito ad amarlo.
E, per proprietà transitiva, cominciai subito ad incazzarmi con chi ce l'aveva fatto arrivare.
Cristo, scopare un diciassettenne! Ma dove ce l'aveva la testa, Brian, in quel momento?!? In culo, probabilmente!
O forse, era troppo fatto per accorgersi immediatamente di quanto giovane fosse la sua ultima conquista.
Justin non sapeva chi era in quel momento… Il peggiore momento, senza dubbio, per incontrare Brian.
Il piccoletto gironzolava in Liberty Avenue senza meta.
Si era appoggiato ad un lampione, esausto e confuso.
Brian e i ragazzi stavano uscendo in quel momento dal Babylon.
E poi, come per magia, i loro sguardi si sono incrociati.
E incatenati.
Dopodiché, ci ha pensato Lo Stronzo a rompere l'incanto.
L'ha rimorchiato e se l'è portato a casa senza troppi complimenti, lasciando tutti gli altri a piedi.
Non sapeva, però, con chi aveva a che fare (e qui ci starebbe bene una delle faccine sorridenti che Hunter sa fare tanto bene, ma che io non ricordo mai).
Sì, perché il piccolo Raggio di Sole è riuscito nell'impresa più ardua, quasi più difficile che scalare l'Everest, trovare il Santo Graal, o convincere Emmett a bere un drink diverso dal Cosmopolitan.
E' riuscito a fare innamorare Brian.
… Ma sto correndo troppo.


Torniamo a quella notte.
La notte in cui tutto è cambiato, per loro due.
Brian ricevette una chiamata, forse la più bella chiamata che un uomo possa aspettarsi nella vita: ma il ragazzo era pieno di Popper fino ai capelli per rendersi veramente conto dell'importanza dell'evento.
In ogni caso, gli erano rimasti svegli sufficienti neuroni per correre in ospedale a conoscere suo figlio Gus.
Lungi da lui lasciare uno "sconosciuto" nel loft, per cui gli toccò portarsi dietro anche il ragazzino.
Gus… Justin cominciò ad imporsi (sebbene con molta grazia e del tutto inconsapevolmente) già da subito, scegliendo il nome del bimbo: se non ci fosse stato lui, a quest'ora il piccolo si chiamerebbe Abraham… Gesù!
In ogni caso, dopo la toccata e fuga in maternità i due tornarono al loft.
E fecero sesso… Pardon, l'amore.
Per Justin era la prima volta: non so in quante occasioni gli ho sentito dire che per lui quello non era stato sesso, ma amore fin da subito.
Viene quasi da pensare che, quando si videro in Liberty Avenue, Justin si fosse innamorato a prima vista, avesse già deciso che Brian sarebbe stato suo, sarebbe stato l'unico, indipendentemente dal fatto che ancora non si conoscessero.


Come ho detto, quella notte fu decisiva per entrambi, ma forse l'impatto maggiore, più brutale e drastico, lo subì il nostro Sunshine.
Per lui fu un calvario riuscire a conciliare la facciata di studente liceale con quella di giovane alla scoperta del sesso… E dell'amore.
In questo totale casino mentale, ebbe un incontro ravvicinato con un compagno di scuola, tale Christopher Hobbs.
Lì per lì, Chris fu una tregua dal pensiero fisso di Brian - tregua durata tipo cinque minuti nei locali della palestra della scuola - ma poi Justin non ebbe mai a pentirsene abbastanza.
Ma di nuovo sto andando troppo veloce.
Justin rincorreva Brian, come se dopo quella notte non potesse più vivere senza di lui: ovunque il secondo andasse, il primo era sempre lì.
... HANNO FATTO SESSO PERFINO A CASA MIA! (Ma, come dico spesso, io questo non dovrei saperlo). Successe quando Jennifer, la madre di Justin, scoprì che lui era gay. Il confronto con i genitori fu devastante, tanto da spingere Justin praticamente a scappare di casa… Per venire dove? Ma da me! (Lo dico sempre: mi rinfacciano tutti di essere impicciona e di non farmi gli affari miei, ma quando c'è qualche casino, è me che cercano… Questi figli di…).
Michael chiamò Brian per venire a prenderlo e toglierlo da camera sua, ma in camera sua ci rimasero entrambi un bel po' e poi toccò a me e mio figlio riportare il biondino a casa.
Lì feci conoscenza con Jennifer.
Una donna in gamba, Jennifer, molto in gamba: nonostante fosse totalmente digiuna di famiglie arcobaleno, "gayaggine" e quant'altro, riuscì, per amore di Justin, ad aprirsi ad un mondo nuovo per lei, e ad accoglierlo a braccia aperte. Le ci volle un po' di tempo e un bello spavento, però poi alla fine capì.
… Ma maledizione a me! Sto anticipando troppe cose!
Insomma, stavo dicendo… Tanto Jennifer era pronta - più o meno - a cercare di aiutare Justin, tanto quell'ottuso di suo marito si arroccava sempre di più in convinzioni omofobe che fecero soffrire tantissimo il Topino!
L'attrito era sempre più forte, e  padre e figlio si stavano allontanando sempre di più.
La situazione peggiorò talmente che i due arrivarono ad un estremo punto di rottura, e il paparino - emerito stronzo, aggiungerei - gli dette un ultimatum.
Mentre Brian gli offrì una scelta, più spinto dalla rabbia verso Mr. Taylor Senior, piuttosto che da un effettivo attaccamento a Justin, o forse no… Ma questo non lo sapremo mai. Forse nemmeno loro due lo sanno con certezza.
Fatto sta che Justin scelse.
E scelse Brian.
Non senza dolore, non senza rimpianti, non senza pensare che - dopotutto - quella bestia "era sempre suo padre", ma scelse.
E, non ci credo nemmeno che sto per dirlo, fece la scelta giusta.
Ma soprattutto… Fu qui che il Topino planò a casa mia (altra faccina… Bisogna che mi faccia spiegare per bene da Hunter…).


L'accolsi come un figlio, come un altro membro indispensabile della nostra famiglia allargata. Riuscii a trovargli un posto di cameriere al Diner, mentre il rapporto - se così si può chiamare - con Brian procedeva tra alti e bassi.
Brian continuava a scoparsi chiunque, ma Justin, beh… Justin era la costante. Sunshine non aveva dubbi: voleva Brian, l'aveva sempre voluto, ed era disposto a sopportare di tutto - o quasi (come vedremo) - pur di aggiudicarsi la sua attenzione.
Justin è sempre stato un genio, sotto qualsiasi punto di vista. Era l'unico che teneva davvero testa a Brian, con furbizia e intelligenza e, lentamente, e soprattutto, senza malizia e inconsapevolmente, tendeva la sua tela attorno a Mr. Kinney. Si è reso sempre più indispensabile per lui e, lentamente i due diventarono una cosa sola.
Un primo indizio di questo lo vedemmo quando Justin chiese a Brian di essere il suo accompagnatore al ballo di fine anno del liceo: dopo aver ricevuto un secco rifiuto, Sunshine decise di andarci comunque con Daphne.
Perché una cosa dobbiamo dire di Justin: qualsiasi cosa gli succedesse, affrontava tutto con grazia e dignità, senza lasciarsi mai (beh, quasi mai) andare a comportamenti isterici o lamentele varie.
Per cui, non volendo perdere il ballo per niente al mondo, credo pensò qualcosa tipo "Fanculo Brian" (naturalmente senza crederci nemmeno un istante), si vestì (ed era stupendo), e ci andò senza di lui.
Quando poi però Lo vide entrare nel salone, so che il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, e il suo cervello iniziò a pensare che "forse", con tutta la sua caparbietà e la sua testardaggine, stava riuscendo a fare breccia nel cuore di granito dell'uomo.
Justin non poteva sapere per certo cosa frullasse nella testa di Mr. Kinney, ma il piccolo, all'inizio della loro storia, ha sempre avuto l'umiltà di bearsi di ogni piccola vittoria che otteneva contro l'orso di cui si era follemente innamorato, e la saggezza di goderne sul momento, senza pensare troppo al domani. In seguito, però, cominciò eccome a preoccuparsi del domani, del loro domani… E lì furono cazzi, e amari, anche. Ma lo vedremo più avanti.
Justin andava avanti determinato come un panzer e, come tale, lento ed inesorabile.
... Ma credo che non se ne accorgesse nemmeno. All'inizio pensava di valere meno di zero, per cui le sue mosse erano tutt'altro che calcolate il che, credo, rendeva la sua personalità ancora più accattivante di quanto già non fosse.
In quel momento, quindi, Sunshine era semplicemente felice, felice ed emozionato di avere colui che considerava "il suo uomo" al suo fianco in un momento così importante.
E tanto sarebbe bastato, per quella sera.
E allora ballarono, ballarono e risero; ballarono, risero e si baciarono, lì, di fronte ad un'intera scolaresca attonita. Attonita e, aggiungerei, un po' gelosa, perché mi si dice (grazie Daph!) che quei due in quel momento brillavano di luce propria, erano raggianti ed in pista c'erano solo loro. Ed effettivamente era così: c'erano solo loro due perché tutti gli altri si erano fermati a guardare, ma anche se ci fossero state altre quattrocento persone, per Justin non avrebbe fatto nessuna differenza: il suo amore era lì, con lui, e per quanto lo riguardava il resto del mondo poteva tranquillamente andare a farsi fottere!
Fanculo i compagni, fanculo suo padre, fanculo Michael che era geloso marcio, fanculo Hobbs che si dava da fare tipo polipo con una tipa lì vicino.
Fanculo il mondo! Il suo compagno era venuto, era lì per lui, e niente al mondo lo avrebbe distratto da quel momento memorabile.
Poi, entrambi entusiasti della serata, si salutarono nel parcheggio promettendosi di rivedersi più tardi.
E fu allora che quel maledetto di Chris Hobbs sbucò dal nulla, e scaraventò una mazza da baseball sulla testa di Justin, facendolo stramazzare in terra, privo di sensi e pieno di sangue.
Brian non riuscì a fermarlo, arrivò tardi e ce la fece solo ad accoppare l'aggressore, grazie a Dio.
Povero, Povero Sunshine!


.

…….
Scusate, tutte le volte che ci ripenso, sto di merda….! Maledetto Chris Hobbs!!!! Comunque... Dovete sapere che dopo quello sgangherato approccio a scuola, Hobbs cominciò a detestare Justin di un odio profondo, che si manifestava in qualsiasi momento, pur di umiliare il Topino. Quell'astio era dettato probabilmente dall'invidia. Sì, perché Justin non ha mai avuto paura di mostrare quello che era, ha sempre lottato per ciò in cui credeva, che fosse un padre ottuso, un amore difficile, i diritti dei gay, o le proprie convinzioni, qualsiasi esse fossero. Non che avesse sempre ragione, ma il suo cuore candido e appassionato lo rendeva un Don Chisciotte degli anni Duemila, e a volte purtroppo gli toccò anche battersi contro dei mulini a vento… Insomma, io ho sempre pensato che Hobbs sotto sotto fosse gay e non avesse le palle per ammetterlo, altrimenti non si spiegherebbe tutto quello che fece, soprattutto dopo quello che Justin fece a lui in palestra, e che Chris mi si dice parve gradire. E, ripeto, secondo me, era fatalmente invidioso del fatto che Sunshine portasse alta la bandiera dei gay ovunque andasse, e comunque fosse fiero e coraggioso di mostrarsi per com'era, mentre quel misero ragazzino si vergognava della propria ombra. Povero, piccolo, ottuso, maledetto bastardo!
In ogni caso, fu il coraggio innato in questo giovanotto testardo a dargli la spinta per spiattellare di fronte a tutta Liberty Avenue (e allo stesso Hobbs, venuto con la sua banda a rompere i coglioni) che - oh sì, signore e signori! - aveva tirato una rapida sega al giovane Chris nei locali della scuola! E questo bastò affinché l'odio di Hobbs diventasse pericoloso.
Fu così che Justin si trovò a restare in coma per due settimane, lasciandoci tutti col fiato sospeso… E una grande voglia di massacrare a nostra volta lo stronzo Christopher!

(TO BE CONTINUED…)






Ciao a tutti!
Eccomi con un altro capitolo.
Finalmente è arrivato il turno del nostro Raggio di Sole.
Scusate tantissimo per il mega ritardo, ma devo confessare che mi sono trovata in grosse difficoltà quando ho dovuto decidere come strutturare la storia del nostro biondo preferito.
Fare stare tutto in una singola oneshot era fuor di discussione, a meno che non prendeste ferie o smetteste di studiare per una durata  che andasse dalle 10 ore al più infinito.
Per cui (grazie a SidRevo per i consigli ^_^) ho deciso di dividere il tutto in tre capitoli. E qui spoilererò un po'per cui, per chi non vuole sapere come sarà strutturata la storia di Justin, ho rispolverato un vecchio trucchetto: gli spoiler sono scritti in bianco per cui chi vuole leggere non deve fare altro che evidenziare lo spazio sotto (io malefica > _<).
Allora, ho deciso di dedicare un primo capitolo ad un'analisi un po' più approfondita della prima stagione, il secondo ad un rapido recap di quello che è successo dalla seconda alla quarta, e il terzo sarà una visuale ampia della quinta stagione. Perché? Perché credo che la prima stagione metta le basi per quello che succederà poi in futuro, per cui ho reputato giusto darle uno spazio più grande… E perché uno intero per la quinta? Perché, beh… Perché è la quinta :-( !
E poi, questa è nata come una raccolta per cui, per quanto possibile, sempre compatibilmente con lo spessore dei personaggi, bisogna che tenda abbastanza alla brevità, altrimenti non sarebbe stata una raccolta, ma una normale ff dal titolo "Riassunto delle 5 stagioni"...
Ho deciso di fare così, perché se davo retta ai miei istinti, ci sarebbe voluto un capitolo a stagione, sia per Justin che per Brian, e sarebbe diventato un calvario, sia per me che devo scriverlo sia per voi che dovete leggere…
Confesso inoltre che mi era anche balenata l'idea di fare una oneshot Britin, ma comunque il problema si sarebbe riproposto e sarebbe in ogni caso venuta oscenamente lunga…
Quindi ho optato per fare un personaggio alla volta, anche per tenere una linea circa l'idea di base della raccolta.
Tra l'altro, è stato difficilissimo tenere Brian in secondo piano (come sarà difficilissimo poi farlo con Justin quando arriverà il turno di Brian) ma, a conti fatti, mi è sembrata la scelta migliore. Nonostante loro due siano Britin - e su questo non si discute - mi piaceva l'idea di lasciare loro la propria individualità perché, se i personaggi non fossero stati così geniali separatamente, non credo che sarebbe uscito fuori un Britin altrettanto coinvolgente.
Insomma, spero di essermi spiegata bene (a volte mi incasino io per prima che ci provo), e spero che continuiate a leggermi anche dopo questo obbrobrioso capitolo in cui non mi sono piaciuta per niente (prometto di farmi perdonare nei prossimi).
Grazie ancora a che legge, preferisce o ricorda, e un grazie speciale, come sempre, a chi recensisce (anche se ho la sensazione che dopo questo capitolo ci sarà un drastico calo delle letture…).
Alla prossima, babies, un abbraccio!
Cate

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Capitolo 6
*** Un Raggio Di Sole - Parte Seconda ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!



Dove eravamo rimasti?
Ah sì, il piccolo Topino in coma all'ospedale…
Risultò che se Hobbs lo avesse colpito o con una diversa angolazione o semplicemente più forte, Justin sarebbe potuto rimanere menomato a vita oppure avrebbe potuto morire.
Fortunatamente non fu così, Justin perse quasi "solo" la completa mobilità di una mano (mobilità recuperata in seguito, ma che continua tutt'ora a dargli problemi quando si stanca troppo a disegnare), ma quale, QUALE mente umana può concepire anche solo l'idea di far del male a Sunshine?
Il Mostro Hobbs se la cavò comunque con il servizio civile, e fanculo alla giustizia! Fu una cosa che non digerii affatto: in pratica, l'aveva fatta franca! E, per quanto Justin non lo desse a vedere, riuscì ad uscire dall'impasse psicologica solo molto tempo dopo…
Splendore rimase in coma due settimane, a cui seguì una sessione distruttiva di fisioterapia, con delle dannate palline a sostituire Brian! Sì, perché il caro, dolce ragazzo non si fece vedere mai, in ospedale! MAI! E ringraziamo che quando Justin fu aggredito, rimase tutta la notte in sala d'attesa!
Ad ogni modo, il nostro Raggio di Sole si rialzò anche in quel caso. Purtroppo non era più lo stesso: era soggetto a continui scatti d'ira che lo portarono anche a rivoltarsi contro sua madre, fino quasi a farle del male. Piccolo, dolce Sunshine… Al momento credeva che non avrebbe più potuto disegnare e soprattutto che Brian non volesse vederlo mai più… Pensava che quindi la sua vita fosse finita a 18 anni… E questo perché? Perché Jen, in totale buona fede, aveva proibito a Brian di vedere suo figlio. E quel figlio si incazzò come una iena. Ragione per cui sua madre decise, per il bene di tutti ma specialmente di Justin stesso, di ingoiare l'orgoglio e il timore, e di chiedere a Brian di ospitarlo per aiutarlo a recuperare fiducia in se stesso e negli altri.
Praticamente, gli chiese di portarselo a letto… Eh sì, perché Justin non si faceva toccare da nessuno, qualsiasi contatto epidermico con chiunque lo faceva saltare, la folla attorno a lui gli faceva venire crisi di panico, ma con Brian sarebbe stato diverso, era sempre stato diverso: più difficile, più incasinato, ma sicuramente migliore.


Fu così che iniziò il secondo capitolo della loro relazione.
Relazione che andò avanti fra alti e bassi, fra personaggi più o meno importanti che si alternarono nel loro ménage, ma vale la pena ricordarne uno per tutti.
Un bel ragazzetto moro, con una barbetta appena accennata, violinista, che Justin conobbe alla scuola d'arte a cui finalmente si iscrisse (grazie ai soldi di Brian, e non certo a quelli di Papà Taylor): Ethan Gold.
Andò così.
Justin era affamato delle attenzioni di Brian, il quale però le concedeva solo a dosi da anoressico sentimentale… A Raggio di Sole mancava qualcosa, mancava quel romanticismo che in fondo era parte di lui, mancavano parole oltre al sesso, mancava l'amore dichiarato, esplicito, mancava tutto quell'insieme di cuoricini e nuvolette rosa che, da bravo ragazzo della sua età, lui innocentemente pretendeva. Da Brian queste cose non le avrebbe avute mai, avrebbe avuto altro, molto diverso ma in un certo qual modo migliore, ma questo ancora Justin non lo sapeva.
Fu così che Sunshine intrecciò una relazione clandestina con il bel violinista.
Ad onor del vero, Brian e Justin avevano fatto un patto: potevano andare con chiunque avessero voluto, ma dovevano sempre tornare a casa, entro un certo orario, e altri cavilli cervellotici che adesso non mi ricordo, ma il vincolo più importante era che nessuno dei due doveva rivedere gli eventuali amanti più di una volta.
E fu lì che Justin cascò.
Apparentemente, Ethan gli dava tutta quella tenerezza e quelle romanticherie che Brian non gli dava. Sunshine si lasciò affascinare e, dopo il primo incontro, continuò a vederlo più volte fino a… Tradire Brian! Sì, perché secondo il loro contorto accordo, quello che Raggio di Sole stava facendo era palesemente un bel paio di corna sulla testa dell'inconsapevole pubblicitario.

Complice anche quell'impiccione di mio figlio, Brian se ne accorse, e fu così che Justin si ritrovò a fare la vita del bohémien nel sottotetto pulcioso del suddetto violinista. Violinista che, al primo concerto importante, vide bene di andare a letto con un fan adorante, non prima però di aver convinto Justin a fingere di essere suo cugino per non intaccare l'immagine di musicista-etero-fighissimo che taaanto aiutava le vendite dei suoi CD.
.
..

No, ma io dico… SI PUO' ESSERE PIU' STRONZI DI COSI'?!? E IL BASTARDO GLI AVEVA ANCHE REGALATO UN ANELLO! Per una fortuita - e fortunata - coincidenza, Justin scoprì tutto.
Ed ecco che ripartì la sarabanda di delusioni, aspettative disilluse e lacrime nemmeno troppo trattenute.
Il nostro Raggio di Sole era stato ferito di nuovo: possibile che nessuno potesse dargli quello che voleva? Lui chiedeva solo di essere amato, di sentirselo dire e di avere una vita serena. Non era chiedere troppo, no? Questo però purtroppo in quel momento non sembrava alla sua portata. La rottura con Ethan fece però disperdere alcuni fumi inutili facendo capire a Justin che il sordo era lui e che Brian, in un modo o nell'altro (di sicuro, NON in quello convenzionale, e cioè parlando) gli aveva sempre dimostrato quanto ci tenesse.
E alla fine Justin capì.
Nonostante gli scazzi, nonostante apparentemente Brian se ne fregasse di comunicare qualsiasi tipo di sentimento, nonostante che non l'avesse mai cercato, Justin voleva Brian.
Ne era sempre innamorato come il primo giorno, non era cambiato niente. Raggio di Sole si arrese all'evidenza e fece di tutto per riprenderselo. E, ovviamente, ci riuscì, impuntandosi con quella testaccia dura che si ritrovava e facendo letteralmente di tutto per riacchiapparlo. Perché c'è da dirlo: quando Justin Taylor vuole qualcosa o qualcuno, non c'è niente che lo fermi. Così è stato per recuperare l'uso della mano, così  stato per la lotta all'omofobia, e così è stato per la battaglia più importante della sua vita: avere Brian, per sé, per sempre.
Quei due insieme furono pestiferi: riuscirono addirittura a smontare la campagna elettorale di un potenziale sindaco di Pittsburgh omofobo, ma il problema più grosso che Justin affrontò aveva molto poco a che vedere con la politica e molto, purtroppo, con la salute… Di Brian.
L'uomo si ammalò di un cancro al testicolo e, di nuovo, a suon di apparente cattiveria, sbatté Justin fuori di casa, sostanzialmente per il suo bene, perché stupidamente pensava che Raggio di Sole non fosse abbastanza maturo, o forse perché non voleva farsi vedere da lui in condizioni meno che perfette. Stupido orgoglio Kinney!

Ma, di nuovo, con pazienza certosina e a suon di litigate, Justin fece in modo, un centimetro dopo l'altro, di rientrare nella vita dell'unico uomo che avesse mai amato, di sostenerlo nella malattia, di tenergli la testa quando vomitava l'anima in bagno dopo la radioterapia, di preparargli il brodo di pollo per fargli mettere sullo stomaco l'unica cosa che riuscisse a trattenere, di cullarlo nei momenti di sconforto, e di esserci, sempre; per lui, solo per lui.
Justin dimostrò dedizione assoluta, senza mai lamentarsi una volta, perché credeva in quello che faceva: per lui stare insieme ad una persona significava anche questo, oltre al sesso. E, signori, se non è amore quello


Contemporaneamente, la sua carriera di artista fortunatamente procedeva alla grande. Insieme a mio figlio disegnavano e sceneggiavano "Furore", un fumetto con protagonista un supereroe gay.
Addirittura lo chiamarono da Hollywood per trasporre le storie su pellicola! Eravamo tutti orgogliosissimi di questa opportunità!
E Justin volò a Los Angeles per i colloqui preliminari, non senza aver - di nuovo - discusso con Brian per - assurdamente - non andarci, mentre Brian praticamente ce lo spedì a pedate nel culo.
Raggio di Sole tornò a Pittsbugh giusto in tempo per vedere il suo uomo tagliare il traguardo della Liberty Ride con un mostruoso ritardo…


Ma questa è un'altra storia…

… TO BE CONTINUED…




SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE! Non so cos'altro dire per chiedere perdono circa il ritardo che definire mostruoso (come quello di Bri alla Liberty Ride) è un eufemismo.
Una cosa posso fare: dirvi la verità. Ero in crisi da pagina bianca, ecco. Lo so che per questa raccolta non devo avere particolare ispirazione, perché sostanzialmente si tratta di fare un riassunto, ma lo volevo fare per bene, e poi non vedere nessuna recensione nel capitolo precedente mi ha fatto per un lunghissimo secondo gelare il sangue. Speriamo bene…
Comunque: secondo capitolo relativo al nostro Raggio di Sole.
Come si vede, ho voluto riassumere le parti dalla seconda alla quarta stagione. Spero di non aver tralasciato niente, perché adesso che non c'è più megavideo ad aiutarmi, può darsi che la memoria mi faccia cilecca…
In ogni caso, attendo il vostro parere… Questo silenzio è inquietante o_O!
Vi abbraccio tutte e… SCUSATEMI ANCORA! PERDONOOO!!!!

Un bacio grande.

Cate

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Capitolo 7
*** Un Raggio Di Sole - Parte Terza ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!

Dopo il disastroso epilogo della Liberty Ride, Mr. Sono-Un-Figo-Kinney capì alla fine di non essere immortale (nemmeno il cancro gliel'aveva fatto capire, in un certo senso) e espresse il desiderio di mettere la testa a posto… più o meno.
Voleva passare più tempo con Gus e chiese a Justin di tornare a vivere con lui.
Ma Justin era ormai lanciatissimo nella sua carriera cinematografica perciò, applicando alla lettera gli insegnamenti del suo mentore, non perse tempo e tornò a Los Angeles, dove lo aspettavano perlomeno altri quattro o cinque mesi di permanenza. Ma i suoi sogni di gloria erano destinati a finire nel cesso prima del tempo: infatti - come si poteva purtroppo supporre dati i tempi cupi che corrono - il film fu improvvisamente cancellato per un'improvvisa fifa da parte dei finanziatori, ed ecco che Raggio di Sole dovette fare le valigie per l'ennesima volta nella sua giovane vita, e tornare nella gloriosa Pittsburgh con le pive nel sacco.
… Ma c'era Brian ad accoglierlo e, complice il balsamo delle sue attenzioni, piano piano il ragazzo si riprese dalla delusione professionale e ricominciò a fare quello che sapeva meglio: dipingere.
Linz, dopo una mostra organizzata da lei particolarmente riuscita, dove erano esposte anche opere del ragazzo, cominciava anche a buttargliela lì, a Justin, proponendogli di tentare l'avventura nella Grande Mela, ma il biondino non ne voleva sapere. Non voleva lasciare Brian, di nuovo.
Sì, perché, ostinatamente, ciecamente, continuava a mettere il suo uomo davanti alla propria realizzazione professionale, nonostante che anche QUELL'uomo cominciasse a spingere affinché il giovane Raggio di Sole spiccasse il volo, così come aveva fatto per l'avventura a Los Angeles…
Nel frattempo accaddero due avvenimenti che fecero riflettere ben bene il ragazzino circa la sua relazione molto poco stabile, anche se sempre appassionata.
Brian aveva acquistato il Babylon come "regalino" a se stesso per gli ottimi guadagni della sua agenzia pubblicitaria e, una sera, vi fece ingresso tale Brandon che, a quanto mi si dice, era veramente un gran bel ragazzo… Addirittura alcuni avventori del locale preferirono lui a Brian. Questo, unito al fatto che suddetto Brandon per BEN due volte rifiutò le attenzioni di Mr. Kinney, mandò quest'ultimo su tutte le furie, facendo bandire l'altro dal locale, perennemente. Non contento, ingaggiò con lo stesso (MA DICO! Si può essere più imbecilli di così?!?!?) una gara/scommessa a colpi di scopate… Vinceva chi si portava a letto per primo i 10 maschi più papabili del giro.
Ora… Io - ribadisco il concetto - con tutto sto testosterone che mi tocca respirare tutti i giorni, non sono facilmente scandalizzabile, e nemmeno in quell'occasione lo fui, solo che tutto ciò mi sembrava puramente e semplicemente… Infantile!!! Prima (e, allo stesso tempo, ENNESIMA, se vogliamo) doccia fredda per il piccolo Sunshine.
La seconda venne dal fatto che a Brian fu diagnosticata la sifilide, a causa del suo comportamento promiscuo. Seconda doccia fredda per Justin.
A quel punto il ragazzo, pur sempre e comunque innamorato perso del proprio uomo, cominciò a porsi seriamente delle domande circa dove questo rapporto senza capo né coda li avrebbe condotti.
Sì, perché una volta passato il periodo "ormoni-a-mille" della loro relazione (che, però, sempre per sentito dire, sapevo essere rimasto a dei livelli impressionanti… Da quel punto di vista) Justin cominciava a pretendere qualcosa di più. La monogamia, tanto per non chiedere troppo… E poi, in fondo a quel suo cuoricino sempre inspiegabilmente romantico nonostante tutte le batoste che aveva preso, cominciava ad avvertire anche un serio bisogno di famiglia, se non addirittura di paternità. Ma Brian era stato categorico da quel punto di vista: niente matrimonio, niente stronzate lesbiche o etero. Lui era sempre della scuola di pensiero che diceva che due persone stavano insieme perché lo volevano, non perché avevano un contratto a ricordarglielo.
Ad un certo punto, le divergenze di opinioni divennero tali che i due, ahimè, non poterono fare a meno di lasciarsi, con un bel contorno di litigata fra un Brian ubriaco e mio figlio, perché Lo-Stronzo-Kinney riteneva che fosse stato lui ad "infettare" Raggio Di Sole con la sua vita da staccionata bianca, con Ben, Hunter e Jenny Rebecca. Per una volta, mio figlio riuscì a tirare fuori le palle con lui e gli sbraitò contro che non era certo per quello che Sunshine se n'era andato, bensì perché era stato lui, col suo solito comportamento di merda, a farlo scappare! Un ansioso Justin osservava la scena dal pianerottolo superiore poiché, cercando asilo, era andato a bussare proprio dai Signori Bruckner-Novotny.
Dopo poco, però, sentendo obiettivamente, che era giunto il momento, Justin andò a vivere da solo per la prima volta in vita sua. Un appartamento schifoso, mezzo diroccato, ma innegabilmente suo… Lì continuò appassionatamente a dipingere anche perché, grazie a Linz, cominciava ad avere delle recensioni positive anche al di fuori dello stato, e non per dirne una, in Iowa, ma… Proprio a New York! La culla dell'arte contemporanea americana verso cui avevano già cominciato a spingerlo!

La situazione, così, era in stallo.
Fino alla notte più buia che Liberty Avenue ricordi…
E non in senso meteorologico



I conservatori stavano cercando di far passare la Proposition 14, una norma che in sostanza toglieva alle coppie gay e lesbiche quei pochi diritti che già avevano.
La situazione era talmente critica che i sostenitori dell'una o dell'altra fazione andavano addirittura porta a porta cercando di convincere la gente a sostenere gli uni o gli altri.
Alla fine l'Associazione Gay e Lesbiche organizzò una serata-evento di raccolta fondi ma, causa defezione del luogo deputato per la festa, i ragazzi si trovarono praticamente a piedi.
A Michael toccò chiedere il favore a Brian di prestare loro il Babylon, nonostante in quel periodo fossero ai ferri corti.
Dopo un po' di battibecchi, Brian concesse il locale, e così la festa si poté tenere.
Cominciò e, quando accadde, ognuno di noi era impegnato nelle proprie occupazioni.
Brian, per festeggiare la ritrovata salute, stava andando in taxi all'aeroporto per prendere un volo che lo avrebbe portato al Mardi Gras a Sidney. Emmett, Justin, Ted e Michael erano al locale e se la stavano spassando. Io ero per strada, così come Mel e Linz che erano in ritardo.
Improvvisamente, un suono cupo, ma "enorme" allo stesso tempo, rimbombò nell'aria. Io lo sentii con le mie orecchie. Cristo, fu… Fu… Agghiacciante. L'esatta trasposizione sonora della cattiveria e della malvagità che gli avevano dato origine.
Una bomba era scoppiata al Babylon, probabilmente messa lì da quei fanatici della Proposition 14.
Brian, nella macchina che lo stava portando verso l'imbarco, appena sentì la notizia alla radio, ordinò all'autista di voltare l'auto e tornare indietro.
Dentro, il locale era l'inferno in terra.
Purtroppo, mi ricordo poco di quei momenti. La mia attenzione era focalizzata soprattutto su mio figlio che, beh… Insomma… Era stato ferito molto gravemente e dovette essere portato d'urgenza all'ospedale.
.
..

Ehm… Ma non è di lui che stiamo parlando, adesso.
Fortunatamente, Raggio Di Sole riuscì a cavarsela anche in questo frangente. Era sporco, intossicato e sconvolto, ma sano come un pesce.
Fu dentro il Babylon che Brian lo trovò; lo trovò e lo strinse a sé.
E Justin non voleva essere altrove. In quel momento lo shock, la paura, la rabbia, il dolore si persero fra le braccia forti del proprio uomo, al quale ci volle una bomba per fargli ammettere i propri sentimenti.
Sì, perché fu lì, tra le macerie di quella che era stato il paradiso in terra per i gay di Liberty Avenue, lì dove quella sera tante persone avevano trovato la morte o erano state ferite o avevano perso dei cari, proprio lì, dove l'amore sembrava aver perso ogni speranza, Brian Kinney dichiarò il proprio a Justin.
E a lui non restò altro che arrendersi a quelle parole, cosciente del fatto che fosse inevitabile. Potevano entrambi continuare a scappare, a cercare di costruirsi un'altra vita lontano dall'altro, ma la verità era che non sarebbe stato possibile, semplicemente.
.
..

Sembrerebbe un "e vissero felici e contenti", per i due, vero? Ma il destino ci ha voluto di nuovo mettere lo zampino e, fra un matrimonio andato a monte rapidamente (il cui annuncio aveva lasciato tutti obiettivamente un po' sconvolti) e la nascente carriera artistica già in ascesa di Justin, i nostri eroi sono stati costretti a separarsi di nuovo.
E' stato Justin, alla fine, a non volersi sposare.
Proprio lui: lui che aveva sempre e comunque cercato l'amore vero, il romanticismo a tutti i costi, una dichiarazione che poi finalmente era arrivata, e tutto il contorno di fiocchetti rosa e candidi unicorni, proprio lui ha mandato a monte tutto. Sì, perché ha capito che Brian l'avrebbe fatto solo per lui, solo per tenerselo stretto. Alla fine lo Scopatore-Di-Professione aveva capitolato, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenere Sunshine con sé.
Compresa la cosa sbagliata.
E questo Justin l'ha capito: ha compreso di non poter chiedere questo all'altro, dato che il suo uomo è sempre stato dell'opinione che amare, amare davvero significa lasciare l'altro libero. Con un matrimonio, Brian non lo sarebbe stato, e forse nemmeno Sunshine. Era un sacrificio troppo grande da chiedergli, anche se lui l'avrebbe fatto di buon grado perché, beh, l'amava, Raggio Di Sole non gliel'avrebbe chiesto. Adesso era il suo turno di mostrare un po' di generosità, nonostante che il cuore gli sanguinasse.
Dall'altro lato, però, Mr. Kinney lo ha praticamente spedito a New York a tentare la fortuna a calci nel sedere ma, secondo me, alla fine anche Justin stesso un po' ci credeva… Ci voleva provare: non se lo sarebbe mai perdonato… Brian non glielo avrebbe mai perdonato…

E così, la storia finisce con Justin su un aereo, Brian nel loft, lacrime amare per tutti… E un paio di fedi che non sono state restituite al gioielliere.

… Nella vita non si può mai dire, giusto?


Ciao a tutti!
Scusate per il ritardo mostruoso che definire irrispettoso è un eufemismo.
Scuse che vi porto in dono:
- Lavoro, lavoro, lavoro.
- Obiettivamente, poca ispirazione.
- Ispirazione che è stata risucchiata da un'altra fanfiction che mi ha preso molto.
Ma adesso mi sono rimessa in carreggiata e, nonostante siano passati N mesi dall'ultimo aggiornamento, non pensate che mi sia scordata questa raccolta.
Intendo portarla avanti fino in fondo, ci mancherebbe!
Ancora scuse infinite * me si fustiga col filo del  caricabatterie del computer *.
Alla prossima dunque (e NON sarà Brian… Ho sofferto come un cane a scrivere di Justin: ripercorrere tutta la sua storia è stato quasi un trauma… in parte mi ero scordata di quanto QaF potesse essere coinvolgente… Quindi NIENTE Brian ^_^)
Baci a tutti e alla prossima!
Cate

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Capitolo 8
*** Il Gay Assoluto ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!

Un paio di guantoni con gli strass sono l'oggetto perfetto per parlare di lui...

Sono i protagonisti di una storia che ama sempre raccontare: nella cittadina di Hazelhurst, Mississippi, un padre padrone regalò al proprio figlioletto un paio di guantoni da boxe con i quali imparare a potersi imporre, potersi far rispettare; con la forza, se necessario.
Il ragazzino in questione guardò bene i guantoni, non sapendo bene come utilizzarli, e decise di farci l'unica cosa che per lui aveva un senso fare: applicarci degli strass perché non fossero anonimi ma sfavillanti, speciali e sgargianti; proprio come era lui.
Inutile dire che il padre non apprezzò per niente.
E fu così che Emmett Honeycutt piombò nella nostra Gloriosa Pittsburgh, allietando e riscaldando le nostre fredde giornate con la sua proverbiale fiamma.
I guantoni non gli servirono mai, in realtà, perché la nostra Regina riuscì a farsi spazio nella comunità (gay e non) a suon di sorrisi, intelligenza, e buona educazione (chissà come sarebbe stato disgustato papino, sapendolo).
La volgarità non gli serve e non gli è propria (tranne, suppongo, in ambito… ehm… intimo): il nostro ragazzo in effetti riesce a farsi largamente strada nella vita, riuscendo a sorvolare sulle miserie altrui - e proprie, perché no? - con la grazia di un trapezista e con un inguaribile romanticismo, degno di miglior causa. Sì, perché anche il nostro Em ne ha avute, di batoste, tali da far sbriciolare anche il più solido ottimismo.
Ma lui non se ne è curato: a testa alta ha continuato per la propria strada, fregandosene altamente di tutto e di tutti, semplicemente facendo ciò che riteneva giusto, e sempre senza risparmiarsi!
Si è rimesso in piedi dopo la morte di George e gli squallidi strascichi burocratici che ha avuto; si è rimesso in piedi dopo la confusionale esperienza "eterizzante"; si è rimesso in piedi dopo la brutta storia con Ted; si è rimesso in piedi dopo il complicato rapporto con Drew, per non parlare delle sue peripezie lavorative; il ragazzo si è sempre rimesso in piedi, dimostrando così una forza e una caparbietà fuori dal comune.
Non si è mai piegato alla legge del più forte; non ha mai nascosto la propria esuberante natura, anzi: più che veniva attaccato, e più che gonfiava il petto e procedeva a passo spedito, convinto più che mai che alla fine l'onestà e la trasparenza avrebbero pagato.
Ha fatto i suoi errori, certo; ma siccome anche lui è umano, possiamo sicuramente perdonarglieli.
Il suo rapporto con i ragazzi secondo me esprime bene quello che Emmett è e può essere: amorevole e tenero con chi ne ha bisogno (leggi Michael, Ted e Justin), ma anche caustico, acidello e pungente con chi sa che se lo merita e con cui sa di poterselo permettere, vedi Mr. Rompicoglioni Kinney. Con lui l'amicizia è di un tipo strano; tutti sanno che tipo è Brian: non fa sconti a nessuno e, paradossalmente, ne fa ancora meno alle persone a cui tiene. Se non avesse tenuto ad Emmett sicuramente non l'avrebbe bistrattato sulla pista da ballo del Babylon, quando rischiava che Ted lo tirasse giù con sé nella sua discesa verso l'inferno del crystal; sicuramente non gli avrebbe rifilato una sonora lavata di capo quando, per una stupida questione di orgoglio, stava per perdere l'amicizia di mio figlio. Almeno una volta, Brian gli ha salvato la vita. E questo Emmett non lo scorda.
Ciò non toglie che non riesca a trattenersi quando c'è da lanciare qualche frecciatina ironica all'indirizzo del bel pubblicitario; borbottando, o rispondendo a tono, però, l'altro glielo lascia fare, ben consapevole che la nostra Regina non ha tutti i torti e soprattutto ben consapevole che lui è uno fra i pochi a poterselo permettere, perché è uno fra i pochi che sappia dosare con destrezza intelligenza e spirito critico, senza per questo ostentare arie da grand'uomo; e questo Brian l'apprezza.
Un discorso a parte va fatto anche per il suo rapporto con Ted: questi due sono passati attraverso tutte le fasi che una relazione tra due persone possa avere: amici, migliori amici, amanti, fidanzati, conviventi, ex-fidanzati, ex-amici, timidi conoscenti, amici e poi di nuovo migliori amici. Questo legame è così complesso che persino loro fanno fatica a spiegarlo e definirlo. Vero è che si vogliono un bene dell'anima. Chi lo sa, si fossero amati (intendo dal punto di vista che include anche una componente… ehm… sessuale) in un momento diverso, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. O forse è stato Ted che comunque ha incasinato tutto… Non lo so; fatto sta che alla fine non è andata… purtroppo, aggiungerei.
Emmett è un animo puro, incontaminato, nonostante le innumerevoli peripezie che la vita gli ha riservato. Sembra che, ovunque lui passi, l'erba ricresca e gli uccelli cinguettino.
Quel ragazzo è una manna dal cielo per tutti noi: ci scalda col suo calore e ci fa ridere e riflettere con le sue considerazioni deliziosamente caustiche.

Ha sempre combattuto le proprie battaglie in prima linea, rinunciando anche a volte a soluzioni di comodo, di molto comodo (vedi la storia con George, dopo la quale avrebbe potuto sistemarsi a vita), sempre e solo per la voglia di rimarcare il proprio diritto ad essere semplicemente com'è, senza maschere di sorta, portando alta la bandiera della propria favolosità; il buon Dio l'ha creato così e, come disse Ted, Dio è infallibile e non sbaglia mai, per cui Emmett è stato creato proprio come il Signore ha voluto che fosse: irriverente, acuto, amante del Cosmopolitan e dei colori sgargianti; coraggioso, orgogliosamente gay e passivo fino alla morte.
Un mix per me irresistibile: non per nulla come coinquilini funzioniamo benissimo, tanto che Carl si fida quasi di più a lasciarmi con lui che con Michael!
Il suo unico, vero, punto debole è l'amore: ha sempre desiderato una storia con tanto di Principe Azzurro (e in questo era molto simile a Justin), ma purtroppo il destino nel corso degli anni per lui ha deciso diversamente.
Ultimamente, si vede spesso con un suo ex compagno di scuola, reincontrato per caso durante una vacanza, ma non ho idea (stranamente) di come la loro storia stia andando. Ho infatti il sospetto che il fantasma di Drew Boyd aleggi ancora intorno al nostro ragazzo.
Nel tempo, Mr. Honeycutt è cresciuto tanto, anche a suon di cadute rovinose, ed è diventato un uomo con un pedigree di tutto rispetto; sotto sotto resta sempre il ragazzino timido e dolce che scappò da Hazelhurst col solo bagaglio del proprio orgoglio e dei propri sogni; con la differenza che adesso avrebbe senz'altro il coraggio di dire a suo padre dove se li potrebbe mettere, i guantoni…
… E sono ragionevolmente sicura che non sia alle mani.


Ciaoooo!
Eccomi qua con un altro capitolo sui maschietti che gravitano attorno a Debbie.
Questa volta è il turno di Sua Favolosità Emmett, uno dei miei personaggi preferiti (lo so: lo dico di quasi tutti - TRANNE MICHAEL -, ma che ci posso fare? Sono tutti caratterizzati talmente bene che è difficile scegliere ^_^).
Mi scuso di nuovo per il ritardo (inferiore però rispetto alla volta precedente… Diciamo che sono in anticipo sul ritardo ^_^) ma GIURO che a questo giro avrei aggiornato anche prima, ma purtroppo fino a venerdì scorso avevo un polso ingessato e anche adesso sto scrivendo con una polsiera. Per cui, questa volta sono giustificata.
Attendo vostri commenti e vi ringrazio fin d'ora.
Un abbraccio speciale anche a chi solo legge, preferisce, segue o ricorda la storia.
Baci!
Cate

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Capitolo 9
*** Un Eroe Inconsapevole ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!

Quest'uomo è quello che mi è stato più vicino in assoluto, sempre. Più di Michael, e anche più di Carl sotto certi aspetti.

Nella salute e in malattia, in ricchezza e in povertà (molto più delle seconde che delle prime), finché morte non ci ha separati.
Questa persona se n'è andata purtroppo troppo presto, lasciandomi dentro un vuoto molto difficile da riempire.
Sto parlando di mio fratello, Victor Grassi.
Io e lui siamo sempre stati molto uniti, due facce della stessa medaglia.
La vita non ci ha mai sorriso; tutt'al più ci ha fatto l'occhiolino qualche volta.
Ma noi c'eravamo sempre: io per lui e lui per me.
Prima dell'arrivo di Michael, eravamo solo noi due… E ci dovevamo bastare.
Poi è arrivato mio figlio per me prima, e l'HIV per lui poi.
E' stato un colpo durissimo: lui non mi ha mai voluto raccontare come fosse successo e forse, sotto sotto, nemmeno lui l'ha mai capito davvero.
Ha lottato contro quella malattia del cazzo con le unghie e con i denti, finché la bastarda non se l'è portato via…
Quello che rimpiango di più è che sia morto da solo: nessuno vicino, nessuna mano da stringere, nessun volto amico intorno come ultimo conforto… Non me lo perdonerò mai! MAI!
L'ultima parola che gli ho detto è stata "Vaffanculo!", solo perché voleva vivere la propria vita con Rodney, solo perché io mi sentivo troppo sola per lasciarlo andare, solo perché io sono una FOTTUTA EGOISTA!
Dio, quanto mi manca…
.
..
...
Quando Michael ed Emmett sono venuti a dirmelo, la mia testaccia dura non voleva afferrare il concetto; non ci volevo credere, semplicemente.
Ero arrivata ad un punto in cui stupidamente pensavo che Vic potesse sopravvivere all'HIV: le nuove medicine, le nuove cure, mi dicevo… Mi ero adagiata sugli allori, ottusamente confusa dal fatto che, a prima vista, stesse abbastanza bene. Mi sono rilassata troppo, cazzo!
Quell'uomo per me è stato più di un compagno di vita: è stato la mia esatta metà, lo specchio in cui riflettermi, sempre; la roccia a cui aggrapparmi nei momenti - tanti - di sconforto, quando non volevo farmi vedere nemmeno da Michael.
Lui mi consolava, mi toglieva dalle mani le schifezze che stavo ingurgitando, mi asciugava le lacrime e faceva una delle sue battute sconce. E mi faceva ridere.
Cristo, quanto mi faceva ridere.
Ci siamo amati, ci siamo odiati, ci siamo detti le peggiori parole, però alla fine eravamo sempre lì a fare pace. Non potevamo stare lontani: ci volevamo troppo bene...
Lui sapeva cose di me che non sanno nemmeno Mickey o Carl; se le è portate nella tomba (grazie a Dio, aggiungerei), e lì rimarranno in omnia saecula saeculorum. Amen. Sapete, quelle cose che ci si dicono solo fra fratelli, da piccoli per non farle sapere a mamma o papà, e da grandi per non far preoccupare il marito, la moglie o i figli. E' quella complicità che mi manca più di tutto.
A volte, quando mi succede qualcosa di strano, o quando mi capita di - ehm - "intercettare" un succoso pettegolezzo, d'istinto mi viene voglia di prendere il telefono e di chiamarlo per raccontargli tutto.
Poi però mi rendo conto, e… In rapida successione mi assalgono il dolore, le lacrime e la nostalgia.
Quanto male fa… Non mi ci abituerò mai. E' come se qualcuno ti infilasse un pugnale nello stomaco e girasse, lentissimamente. E' straziante.
So benissimo di essere circondata da persone che mi amano: Carl, Michael, Ben, Hunter, Brian, Jenny Rebecca (anche se la vedo poco) e tutti i ragazzi, però… Però mi manca. Mi manca quello che eravamo: mi manca il nostro essere soli contro tutti, anche se al tempo l'ho segretamente maledetto per quello.
Col suo carattere pacifico faceva da contraltare alla mia… Beh… Esuberanza; mi sopportava, e anche di questo devo essergli grata.
Nessuno ha la pazienza che aveva lui con me, nessuno mi capirà mai come mi capiva lui. Non voglio essere fraintesa, però: le persone che ho intorno lo fanno, e anche bene, a dire il vero (qui lo dico e qui lo nego); semplicemente… Non sono lui.
Ho passato la vita ad occuparmi di Vic, e lui la sua nel contenermi; e quando stava finalmente cominciando a pensare a se stesso, se n'è andato.
Victor Grassi, con la sua semplicità, col suo vivere sempre nella mia ingombrante ombra, se n'è andato da guerriero.
E come tale deve essere ricordato.
… Adesso però smetto di scrivere; è tardi ed è arrivata l'ora  di congiungere le mani. Le congiungo per pregare, tutto qua; da quando Vic è morto e poi Michael è stato ferito, lo faccio abbastanza spesso. Certo, a modo mio, però è un inizio.
Prego perché la sua anima trovi pace, prego perché stia bene ovunque sia… Ma soprattutto prego per un motivo egoistico: prego perché continui a proteggermi; come del resto ha sempre fatto.

Amen.


Ciao a tutti!
A questo giro personaggio intenso e tematica delicata.
Dico subito che io sono figlia unica, per cui le dinamiche fra fratelli mi sono purtroppo estranee. Per colmare le lacune, ho provato a pensare come Debbie (come del resto sempre faccio quando scrivo questa fanfiction ^_^) e mi sono ispirata a quello che ho visto sullo schermo e alla realtà che mi circonda. Spero di non aver sbagliato troppo o esagerato.
Vero è che il rapporto che legava Debbie e Vic era unico, e io sono convinta che quando è morto, un pezzo di lei sia morto con lui…
Capitolo volutamente corto: non mi sono voluta dilungare più di tanto perché non volevo scadere né nel melenso né tantomeno nel melodramma.
Spero vi sia piaciuto e attendo le vostre opinioni!
Un abbraccio!
Cate

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Capitolo 10
*** Un Biondo Misterioso ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!




Conosco molto poco Blake Wyzecki.
Certo, è sempre venuto al Diner e la sua faccia non mi era assolutamente nuova quando iniziò ad uscire con Ted, dopo che lui l'aveva ripescato dopo essere stato male.
Relazione strana, la loro: evidentemente, Blake aveva qualcosa in più rispetto agli altri… Qualcosa che Ted è riuscito a vedere al di là della coltre delle dipendenze, delle fragilità e della testa incasinata di questo biondino dagli occhi azzurri.
Dicevo… Lo conosco molto poco, e mi riesce difficile farmi un'opinione su di lui; il che per me è un problema.
Non so se questa persona si avvicini di più all'amante tossico che ha quasi ucciso Ted, al debole giovane uomo che tentò di uscire dalla droga senza tuttavia riuscirci, od al brillante consulente per le dipendenze che è adesso.
Chiaro che se lo è diventato, un motivo deve esserci, e io questo lo rispetto. Ma ho la sensazione che quel viso d'angelo e quegli occhi azzurri nascondano ancora qualcosa che noi non conosciamo, e non riesco ad intuire se sia qualcosa di positivo o no.
Non lo so, è che… Aaaaah, FANCULO! Lo devo dire: per me Ted doveva stare con Emmett! Oooooh, ora sto meglio.
… Forse è per quello che non riesco a farmi piacere Blake fino in fondo: eppure, deve essere un bravo ragazzo. Lo DEVE essere, per essere diventato perfino amico di Em, e poi effettivamente ne ha passate tante.
Ha rasentato l'abisso quando era tossicodipendente, ha dormito con i senzatetto, non aveva una casa, un posto dove stare, una famiglia… Ha provato a rialzarsi ed è caduto di nuovo.
E, come un animale ferito, è andato a nascondersi per leccarsi le ferite.
E lo abbiamo perso di vista.
Per poi trovarlo al centro, perfettamente padrone di se stesso, degno di così tanta fiducia da fungere da tutor per gli angeli caduti che capitavano lì.
Decisamente una personalità interessante, Mr. Wyzecki.
Abbastanza fragile da spezzarsi più volte, ma anche abbastanza tosto da fottere il destino e rifarsi una vita.
Strano… Adesso che ne parlo vedo la sua storia in tutta la sua complessità… E improvvisamente capisco una cosa: Blake Wizecki ha le palle; e quadrate, pure.
Si spera soltanto che d'ora in avanti le usi per le cause giuste, come per il momento sta facendo.
Buona fortuna, Faccia d'Angelo, abbi cura di te e del tuo compagno…


Ciao a tutti!
Scusate gli aggiornamenti che rasentano la frequenza delle eclissi, ma sono stata veramente incasinata, fra lavoro, altre beghe personali, e altre storie...
Ma soprattutto è successo che sono stata travolta dal gallavich.
Non sapete cos'è il gallavich? Googlatelo e preparatevi a morire… * sospira *
Comunque, sul ritardo ha giocato anche il fatto che avessi deciso di scrivere di Blake, ed ero in serie difficoltà… Il personaggio andava "sdoganato", in qualche modo, ma non riuscivo  trovare l'approccio giusto da parte di Debbie. Quegli occhi azzurri sono stati una vera spina nel fianco!
Scusate anche per l'estrema brevità del capitolo, ma effettivamente su Blake c'è molto poco da dire, a parte la sua storia di tossico redento (di lui non sappiamo praticamente niente) e per scrivere queste poche righe ho sudato le famose sette camicie… Però andava incluso, non c'erano scappatoie.
Beh, ad occhio e croce, credo mi manchino ancora 3 "uomini" e poi questa raccolta potrà considerarsi conclusa… E la porterò in fondo, promesso!
A presto!
Cate

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Capitolo 11
*** Una Diva Misteriosa ***


Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!


Conobbi Danny Devore quando ero al liceo.
Era un amico di mio fratello: già all'epoca era un istrione: gli piaceva essere al centro dell'attenzione ed esibirsi.
Per un periodo ci frequentammo, e poi, complice l’amore libero di moda a quei tempi, qualche canna di troppo e la mia incoscienza, finimmo a letto insieme.
Poco dopo mi accorsi di essere incinta: eravamo solo io e mio fratello, Danny aveva “scoperto” di essere gay, se n’era andato da Pittsburgh per diventare una star altrove, ed eravamo solo io, Vic e quel piccolo frugoletto che mi stava crescendo dentro.
Dovevo fare qualcosa, dovevo decidere qualcosa.
E lo feci.
Lo avrei tenuto, avrei provveduto a quel bimbo capitatomi fra capo e collo, e avrei fatto di tutto per farlo crescere sano e felice.
Anche a costo di inventargli un genitore.
Su un giornale trovai un elenco di caduti in Vietnam. Pescai un nome a caso. Quello sarebbe stato il padre di Michael.
Così fu per i trent’anni che seguirono… E che nessuno osasse anche solo metterlo in dubbio!
Andò tutto bene finché quel benedetto ragazzo di Ted se ne venne fuori con la serata di beneficienza per l’associazione che preparava pasti caldi per i malati terminali di Aids.
L’evento richiedeva un nome importante, qualcuno che attirasse partecipanti e conseguentemente donatori sani di dollari.
Non sapevano chi chiamare, data la scarsità di “aderenze” vip di tutti quanti, quando l’altro “benedetto” ragazzo che è Emmett (quei due sarebbero capaci di scatenare uno tsunami di proporzioni epiche soltanto sbattendo un cucchiaino su un tavolo, maledizione a loro!) se ne venne fuori facendo notare che in città c’era una personalità di grande richiamo, in zona per un suo spettacolo, e che avrebbe sicuramente portato del pubblico alla serata.

Divina Devore, la regina delle Drag Queens.
Alias Danny Devore.

Quando lo seppi, mi cadde il mondo addosso. Se Michael avesse saputo, se solo avesse scoperto… No, non doveva accadere. Non si sarebbe più fidato di me. Mai più.
Lì per lì, non feci in tempo a fare niente, perché gli eventi precipitarono: i ragazzi si recarono più volte da Danny per chiedergli di partecipare alla serata, mio figlio conobbe suo padre, anche se non lo sapeva, e Danny fece due più due, venendo a sapere di chi Michael fosse figlio e quanti anni avesse. Inoltre, il ragazzo, spinto da un’ingenua voglia di saperne di più, aveva pure ripescato un mio vecchio annuario, con la foto di Danny/Divina in bella mostra.
A quel punto, dovevo fare qualcosa.
Andai da Danny a parlargli, e sperai che capisse. Ma lui aveva già capito, aveva capito anche troppo.
Me ne andai, sperando che il suo buonsenso lo convincesse a non fare sciocchezze.
Seppi poi che mio figlio tornò a trovarlo, volendo ostinatamente fare luce sui suoi natali (e, in fondo, chi poteva biasimarlo?). In precedenza, avevamo anche discusso su quell’argomento e, visto l’esito del confronto, a quel punto ero pronta a tutto.
Quando Michael rientrò, io stavo riponendo le finte memorabilia militaridel suo fantomatico “padre”, arresa.
Non so cosa Danny e lui si fossero detti, e soprattutto cosa il primo avesse detto al secondo; so solo che quando iniziai la frase: “La verità è…” lui proseguì al posto mio:
- … Come hai detto tu. Mio padre… E’ il Tenente John Michael Novotny, morto in Vietnam il Dieci Aprile 1970, ucciso solo due settimane dopo la mia nascita, quando la jeep che stava guidando finì su una mina anticarro nella giungla durante una missione di salvataggio. Giusto, mamma?
Sorrideva.
- … Giusto.
- Per il suo gesto eroico, ha ricevuto la medaglia al valore. - chiosò, riponendo la targa farlocca al suo posto, sulla mensola, quando io stavo per buttare tutto.
Proseguii la storia, guardando mio figlio teneramente, e dicendo:
- Le sue ultime parole sono state: “Dite a mio figlio che l’amo più della mia stessa vita…”
E Michael concluse per me, perché la sapeva a memoria, quella storia; quella storia finta, falsa dall’inizio alla fine, ma che in un certo qual modo rispecchiava la verità, specialmente in quell’ultima frase, che fosse pronunciata da me o da Danny indistintamente.
In quel momento ci guardavamo negli occhi, io e il mio frugoletto trentenne. Due sguardi che dicevano tanto, dicevano tutto.
Il suo diceva che non importava, che sapeva, ma che andava bene così, che non mi odiava e che mi avrebbe comunque voluto bene, perché “capiva”.
Il mio diceva che decidere di tenerlo, decidere di crescerlo da solo era stata la decisione più facile che avessi mai preso in vita mia, e il regalo più bello che mi sia mai fatta.
- “… E che sarò sempre orgoglioso di lui”.
Sempre, figlio mio; ricordalo.
Sempre.


Ciao a tutti!!!
Eccomi con un altro dei miei aggiornamenti al ritmo da bradipo in coma, come dico
sempre. Ma dico sempre anche che porterò questa raccolta alla fine, e lo farò.
Questa volta è il turno di Divina Devore, alias Danny, alias padre biologico di Michael.
Ho trovato quella puntata molto toccante (la 2x13, se a qualcuno interessasse), il personaggio di Divina è eccezionale, e Michael per una volta si è comportato da adulto maturo e ragionevole, piuttosto che da frustrata col ciclo come sempre lo hanno fatto apparire.
Questo personaggio era troppo importante per la vita di Debbie, perciò, anche se gli è stato dedicato soltanto un episodio, ho trovato giusto includerlo nella raccolta.
Che dire oltre?
Attendo i vostri commenti (anche se si trattasse di virtuali uova marce per il mio mega ritardo XD)!
Alla prossima puntata.
Un abbraccio!
Cate
PS: se il font o i caratteri risultassero lievemente diversi rispetto agli altri capitoli, è perché momentaneamente sono su altro pc (al mio si è fulminata la tastiera e al momento non ho tempo per portarlo a riparare); quando potrò rimettere per bene le mani sull’html, eventualmente editerò il formato, ma spero sinceramente che non ce ne sia bisogno. Ho sudato come un porco per lavorare su quest'altro pc (internet explorer è il male), e spero di aver fatto tutto giusto!

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