storia modificata di una sayan ad hogwarts

di severuslove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** capitolo sei ***
Capitolo 7: *** capitolo sette ***
Capitolo 8: *** capitolo otto ***
Capitolo 9: *** capitolo nove ***
Capitolo 10: *** capitolo dieci ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***


Ciao a tutti, mi chiamo Stella  è sono una Sayan; sono la discendente di due grandi guerrieri, Goku e Vegeta, e per avere 13 anni sono molto forte. Ho capelli corti, classici dei sayan e occhi neri come la pece.
La mia storia incomincia precisamente in una calda giornata estiva…..
Era una giornata di quelle estive che il cervello ti si fondeva solo anche a pesare; ed io, con una bibita fredda in mano, per la milionesima volta stavo leggendo il libro di Harry Potter molto in voga dalle nostre parti.
Si trattava per la precisione, del settimo libro: l’ultimo della saga. Fin da piccola, mi ero sempre innamorata di Severus Piton, e il mio sogno più grande era quello di poterlo incontrare
Nel cielo, dal nulla comparve una luce bianca seguita da una melodia che m’investì e, una volta finita, mi ritrovavo in aria con un baule a fianco.
Non sapevo che caspita stava succedendo, quando dinnanzi a me apparve un pavimento, e con una serie di giravolte, mi appoggio con eleganza in terra prendendo al volo quello che capii essere un bagaglio.
Guardandomi attorno capii di essere in una stanza, e guardandola  mi era leggermente familiare: cielo stellato sopra il soffitto, quattro lunghi tavoli dove vi erano dei ragazzini, e,  davanti a me vi era un lungo tavolo dove sistemati vi erano dei professori.
Capii di essere nella Sala Grande della famosa scuola di magia di tutti i tempi Hogwarts, dove tutti i personaggi della saga di Harry Potte, mi stavano guardando ammutoliti.
“Miseria” urlai.
 In quel momento non seppi perché ma sapevo che in qualche modo la mia vita sarebbe cambiata: ero al settimo cielo, i personaggi che amavo di più erano tutti di fronte a me.
“Ehm, ehm” disse quello che riconobbi come il preside Silente; e non poteva non essere altrimenti: capelli lunghi e bianchi, con un altrettanto lunga barba, e soprattutto i suoi famosi occhiali a mezzaluna.
 “Tu devi essere Stella  Brief vero?” chiese.
“Ecco io….” Dopo di che una voce irruppe nei miei pensieri, e presa alla sprovvista trasalii, era una voce dolce e rassicurante, tanto che poi mi calmai subito:
 “Sono Fanny, volevo chiederti di non dire nulla a Silente, ho pensato a tutto io: una lettera era stata recapitata al preside tramite una persona dicendo che ti eri iscritta qui, so chi sei e abbiamo bisogno del tuo aiuto, presto capirai molte cose; la bacchetta e il materiale sono nel tuo baule”.
La voce della fenice finì di parlare, e, dopo un rapido pensiero di quello che avrei potuto dire, iniziai con la mia farsa:
“Si esatto, sono Stella, so che lei ha ricevuto una lettera da mio padre” mi avvicinai con cautela sapendo che tutti mi stavano guardando.
“L’ho ricevuta. Visto che sei venuta ora tramite una passaporta, devi essere smistata nelle varie case: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero” .
Davanti a me, comparve uno sgabello, e  mi sedetti sopra di esso; dove  una strega alta e magra, dai lineamenti duri e severi, e dai capelli corvini, con capelli legati in una crocchia mi posò il Cappello Parlante sopra la mia testa; la donna in questione era la professoressa Minerva McGranitt.


“Molto interessante” disse il Cappello; ero decisamente nervosa non sapendo in che casa andare, poi mi venne un’illuminazione e chiesi:
“Ti prego, non dire nulla di me”.
“D’accordo, sei una persona molto forte e combattiva una guerriera, ma dove metterti? Il tuo cuore appartiene a una persona, ma sai che non posso metterti in quella casa? Perciò Grifondoro” detto questo, sospirai diventando cupa, in sostanza, ha detto questo davanti a tutta la scuola, e ora sanno che sono innamorata, la cosa bella per fortuna e che non sanno di chi.
Una volta raggiunto il tavolo dei Grifondoro fui praticamente assalita dai miei compagni, e Hermione in persona mi disse:
“Ciao, mi chiamo Hermione ,quanti anni hai?”
“Mi chiamo Stella e ho 13 anni, frequenterò il terzo anno”
“Anche noi” disse Harry, poi scompigliandosi i capelli disse: “Piacere di conoscerti mi chiamo Harry”.
“Il piacere è tutto mio” detto questo sorrisi: non aggiunsi altro perché sapevo che a lui dava fastidio essere riconosciuto come Harry Potter.
“Molto bene” disse Silente “Ora che abbiamo finito lo smistamento voglio presentarvi il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, il professor Remus Lupin” Tutti fecero un applauso, in particolare il famoso trio che lo aveva conosciuto in treno; era una persona magra e trasandata, ma dall’aspetto dolce e cordiale.
“Quanto alla nostra seconda nuova nomina” riprese il preside “Sono spiacente di dovervi dire che il vecchio professore di Cura delle Creature Magiche è andato in pensione alla fine dell’anno scorso. Sono però lieto di annunciarvi che  il suo posto verrà preso da Rubeus Hagrid”
Il tavolo dei Grifondoro fu ovviamente il più numeroso alla notizia:
“Dovevo immaginarlo” disse Ron “Chi altri poteva dirci di comprare un libro che morde? Comunque” disse poi rivolto verso di me: “Piacere di conoscerti mi chiamo Ron” sorrisi in sua direzione.
“Bene, credo di avervi detto tutte le cose importanti, che la festa cominci!” concluse Silente.
 Dal nulla apparvero una marea di vere delizie, e la descrizione del libro non era nulla a confronto di quello che c’era: dalle costolette di pollo con patate agli affettati, tutta  roba da leccarsi i baffi.
Ovviamente mi abbuffai sul piatto: un sayan che si rispetti deve consumare un sacco di cibo, anche se mangia tutto con classe.
I miei nuovi amici mi guardarono stupefatti, e Ron con la bocca piena disse:
“Affidenti” Hermione per tutta risposta disse:
“Ronald non si parla con la bocca piena”.
Una volta finito di mangiare il trio si diresse da Hagrid, mentre io andai di filato nel dormitorio, non prima che la voce di Fanny mi disse:
“Domani mattina all’alba fatti trovare nella stanza delle necessità, avrai delle spiegazioni”.
Dissi la parola d’ordine alla famosissima Signora Grassa, e una volta entrata rimasi colpita da tutto quell’oro e rosso scarlatto che c’era: divani, sedie e persino tavoli erano fatti di tutti quei colori.
Mi diressi nella mia stanza con il letto a baldacchino ed andai a dormire, in stanza scoprii poi di essere insieme ad Hermione.
La giornata era stata una delle più emozionanti che avevo vissuto, non vedevo l’ora che arrivasse il giorno dopo per poter iniziare le lezioni.

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


Dalla finestra apparve uno spiraglio di luce che  mi sveglia, ancora assonnata mi alzo e mi faccio una bella doccia rinfrescante,e, senza indugio mi dirigevo  nella Stanza delle Necessità.
Era davvero difficile orientarsi per la scuola, anche perché i gradini delle scale si muovono senza che tu te ne accorgessi; per la strada ero molto preoccupata poiché potevo incontrare qualcuno, ma, anche affascinata da quel luogo dove i miei personaggi preferiti avevano vissuto molte avventure.
Fortuna volle che non incontrai, e arrivata finalmente al settimo piano, davanti a me c’era in tutto il suo splendore la fenice del preside: era una meraviglia, il colore rosso primeggiava e non potevi far altro che rispettarla data la sua importanza; d’altronde le fenici nel mondo magico erano davvero rare, e sapendo che lei voleva parlare proprio con me mi faceva nascere un senso d’orgoglio indescrivibile.
“Fanny” dissi “Ti dispiace se penso io al luogo adatto?”
“No affatto, anche perché non siamo soli”, la guardai confusa, dopo di che camminando per tre volte avanti e indietro pensai: -voglio che ti trasformi nella stanza dello spirito e del tempo e che sia accessibile solamente a me Fanny e qualunque amico lei voglia portare-.
 Finito di camminare, una porta compare di fronte a noi, e una volta aperta incomincio a spiegarne le funzioni:
“Questa, è la stanza dello spirito e del tempo, si chiama così perché il tempo scorre molto più lentamente rispetto a quello normale”.
 Lei annuisce dicendo nella mia testa:
“Hai avuto un’ottima idea, anche perché la cosa sarà molto, lunga, ora voglio presentarti dei fantasmi molto particolari” e, quattro fantasmi mi appaiono davanti. 
“Ciao, noi siamo i quattro fondatori della scuola e per l’esattezza….”
“Godric Grifondoro” uno spettro giovane è molto bello si presentò come il fondatore della mia casata, si capiva che con lui dovevi fare molta attenzione, emanava un potere davvero enorme.
 “Salazar Serpeverde” –altro personaggio interessante- pensai era l’antagonista di Godric, eppure la sua bellezza non aveva uguali, alto e muscoloso poteva tranquillamente fare concorrenza al Grifondoro.
“Priscilla Corvonero” era una ragazza minuta e con degli occhiali spessi di vecchio stampo, meno curata dei due precendeti.
“ Tosca Tassorosso” Molto bella, con un viso dolce e rassicurante.
 
“Ma… ma come?” dissi letteralmente stupita dopo che ebbero finito di presentarsi.
“Come è possibile tutto questo?” disse Salazar.  
“Vedi tesoro, è molto semplice, abbiamo capito dal tuo forte desiderio che volevi salvare le persone che in un futuro sarebbero morte, te sei la più adatta”, a parlare è stata Tosca.
“La selezione è stata ardua, ma alla fine abbiamo scelto te. Inoltre la bacchetta che tu hai in mano….”
“A proposito” dissi interrompendo per un attimo Godric “Quando l’ho presa in mano questa mattina ho sentito una sensazione molto potente oltre alla classica -questa è la tua bacchetta-”.
“Quello che stavo per dire prima che tu mi interrompessi, e che questa non è una bacchetta qualunque, è appartenuta a Merlino in persona”.
“Che cosa?” urlai.
“Abbiamo fatto un’ottima scelta adatta alle tue qualità, ma ora bando alle ciance” disse Priscilla “sotto con gli allenamenti, dobbiamo renderti forte ed invincibile”.
Così i miei allenamenti iniziarono: per il momento mi esercitavo nei più facili, ma oltre quello dovevo schivarli e, con la tuta appesantita non era facile, ma questo i fantasmi non potevano saperlo.
“Bene” dise Salazar “Questa stanza è parecchio utile, per il momento puoi andare, ci vediamo domattina”.
“Uhmp” dissi esausta: era passata una settimana, ma nella realtà erano poche ore.
Una volta fuori dalla stanza usai il teletrasporto, riconoscendo l’aurea di Hermione e mi trovai nel dormitorio.   
Fortunatamente per me, le ragazze si stavano appena svegliando, io invece, mi ero diretta immediatamente sotto la doccia.
Una volta pronte, entrai in Sala grande con Harry Ron e Hermione per fare colazione e,  la prima scena che ci si presentò davanti, fu Draco Malfoy che si stava esibendo in uno svenimento, facendo scoppiare tutti i Serpeverde dalle risate.
“Ignoralo” dicemmo io e Hermione contemporaneamente, mentre Harry si lasciava cadere su di una sedia accanto a George.
“I nuovi orari del terzo anno” dise lui, e nel mentre mi stava fissando “Tu devi essere quella nuova vero? Mi chiamo Gerorge, ieri non abbiamo avuto occasione di presentarci”
“Piacere mio, Stella”
“Che cosa ti succede Harry?” chiese poi lui.
“Malfoy” rispose Ron.
Alzati tutti insieme gli occhi, riuscimmo a vedere in tempo Malfoy che stava di nuovo fingendo di svenire.
“Quello è solo un’idiota” disse tranquillamente George “Ieri quando solo saliti i Dissennatori sul teno è entrato di corsa nel nostro scompartimento, vero Fred?”
“Quasi se la faceva addosso” aggiunse lui.
“E’ normale” dissi io “Nessuno è contento dopo essere stato a stretto contatto con loro no? La felicità sparisce via e senti solo un vuoto” tutti ascoltando la mia risposta annuirono.
Hermione nel frattempo stava studiando il suo orario, e sapendo cosa  avrebbe detto io mi intrometto dicendo:
“Che ne dite di andare a Divinazione?”
“Ottima idea, Divinazione è in cima alla Torre Nord, ci vogliono dieci minuti”.
Finito di mangiare e salutato Fred e George ci dirigiamo verso la Torre Nord, ignorando Malfoy che si esibiva di nuovo nello svenimento.
“Ci deve essere pure una scorciatoia no?” chiese Ron mentre salivamo le scale.
In quel frangente feci  la conoscenza di Sir Cadogan accompagnandoci poi, nella giusta direzione, dove c’erala botola per entrare.
“Scusi dobbiamo entrare” dissi anticipando Harry che stava per parlare; in risposta la botola si aprì all’improvviso  e, una scala  apparve finendo sopra i miei piedi; entrai in aula seguita dai miei compagni.
Era proprio come me la immaginavo: dei tavoli fatti a forma di cerchio con delle sedie attorno, molto buia, con solo candele per illuminare la stanza.
“Dov’è?” chiese  Ron una volta contemplata la stanza.
Una voce esce  dall’ombra dicendo:
“Benvenuti, è bello vedervi in carne e ossa”. Un insetto fa la sua comparsa, era la professoressa Cooman.
“Sembra un insetto” dissi a bassa voce facendomi sentire solo da Harry, che ridacchiando disse:
“E’ la stessa cosa che ho pensato anche io”.
 Odiavo profondamente quella vecchia megera, a causa della sua profezia, aveva rovinato la vita a parecchie persone; prendo posto vicino a Harry, mentre Ron e Hermione lo prendono accanto al nostro.
La lezione seguiva esattamente come nel libro, fino a quando la Cooman non arriva al nostro tavolo proprio mentre stavamo guardando dentro le tazze:
“Fammi vedere cara” per tutta risposta sbuffo, passando la tazza di Harry alla professoressa, mentre tutti tacquero in attesa.
“Il falco… caro tu hai un nemico mortale”.
“Ma questo lo sanno tutti” diciamo in coro io e Hermione “Sapete, fate paura, sembrate i gemelli” dise Ron.
“Ahhh” urlò lei ignorandoci completamente; sbufaio molto più forte questa volta:
“Che cosa c’è professoressa?” chiese Thomas.
“Mio caro ragazzo… il Gramo”
“O per il cielo” dissi io ad alta voce facendo ghignare Hermione.
“E’ il peggior presagio…”
“… di morte?” finisco per tutta risposta.
“Sta calmo Harry, sta solo cercando di spaventarci, non vedi?” dissi per tranquillizzare il mio.
“Stella ha ragione, è ridicolo” aggiunse Hermione.
La professoressa ci fissò con crescente antipatia:
“Scusate se ve lo dico, ma sento pochissima aurea intorno a voi”
Stavo per scoppiare a ridere, a stento mi trattenevo, lei che parla di Aurea a me, ma andiamo!
“Credo che per oggi ci fermeremo qui” disse la professoressa.
Una volta finito la lezione dissi a Hermione:
“Dobbiamo far sclerare la Cooman che ne dici? Almeno la pianta di dire baggianate”, lei annisce d’accordo con me.
 Nella lezione di Trasfigurazione si sentirono tutti un po’ meglio grazie alla professoressa che ci disse:
“La Divinazione è uno dei settori più imprecisi della magia”
Quando la lezione fu terminata,  riuniti tutti insieme  andavamo verso la Sala Grande per il pranzo, e li Ron e Hermione discussero sul famoso orario.
Io ci avevo provato, perciò distolsi lo sguardo e, lo spostai sul professore di Pozioni: stava guardando con odio Lupin, ma poi rendendosi conto che qualcuno lo stava fissando cercava la fonte, e una volta trovata, mi guardava  a sua volta incuriosito Era davvero bellissimo, ma, rossa per l’imbarazzo di essere stata scoperta distolsi lo sguardo e mi accorsi solo in quel momento che Hermione mi guardava da un po’. Sospirai mentre mi stava domandando:
“Stai bene?”
“SI certo non ti preoccupare” dissi  “Anzi, perché non ci  avviamo verso la lezione di Cura delle Creature Magiche?”
“Mi sembra un’ottima idea Stella, non vedo l’ora di vedere il professore Hagrid all’opera” dise tutto contento Harry.
Non eravamo solo noi ad essere i primi arrivati, poiché i Serpeverde del nostro stesso anno erano li.
Guardai Malfoy pensando: -devo assolutamente farmelo amico, ma come? Ma certo-  e in quel momento ghignai - ho in mente un piano-.
“Forza muovetevi, oggi ho una cosa speciale per voi! Ci siete tutti? Bene, allora seguitemi”
Mentre seguivamo il professore, gli studenti, stavano bisticciando contro il libro che aveva fatto acquistare, così io dico semplicemente:
“Per poterlo aprire basta accarezzarli il dorso”
“Ottimo Stella, cinque punti a Grifondoro” così evitai i soliti commenti dei Serpeverde, ma sapevo che non era finita così.
Una volta arrivati a destinazione Hagrid ci parlò degli Ippogrifi:
“La prima cosa da sapere è che sono orgogliosi, facili da offendere; mai insultarne uno, perché può essere l’ ultima cosa che fate”.
Come da manuale Malfoy non stava affatto  ascoltando, mentre  parlottava con Tiger e Goyle.
“Dovete sempre lasciargli fare la prima mossa, camminate verso l’Ippogrifo fate un inchino e aspettate…” ormai non lo ascoltavo più neanche io, perché sapevo già cosa dovevo fare, invece elaborai il mio piano.
Harry si propose per primo arrampicandosi sulla staccionata; lo lasciai fare sapendo che non si sarebbe fatto niente e, un volta finito il suo giro di volo Hagrid chiese:
“Ok, c’è qualcun altro che vuole provare?”
Ovviamente tutti accettarono, e Malfoy Tiger e Goyle scelsero Fierobecco che si era inchinato come l’Ippogrifo che avevo scelto io.
“E’ facilissimo” disse Malfoy “Lo sapevo se c’è l’aveva fatta Potter, non sei pericoloso, vero brutto bestione?”.
Prima che il povero volatile  potesse fare qualcosa di cui poi tutti si sarebbero pentiti, mi scaraventai vicino a Malfoy, spostandolo e prima che gli artigli mi colpissero m’inchinai senza staccargli gli occhi di dosso: avevo una paura atroce, ma aspettai in ansia la mossa del volatile.
 Fierobecco mi stava  guardando confuso, dopo di che si abbasò facendo l’inchino:
“Bravo bello” dissi una volta accarezzato, poi quando va via, mi avvicino a Malfoy
“Perché l’hai fatto? Non avevo bisogno dell’aiuto di una sporca Grifondoro” per risposta dissi:
“Non fare il ridicolo Malfoy. Perché tendi a fare l’antipatico con tutti? Solo per farti vedere da tuo padre? A, un consiglio, la prossima volta ascolta il professore intesi?”
Lui borbotta qualcosa di insensato, dopo di che se ne va seguito dai suoi compari, mentre io soddisfatta mi avvicinai a Ron, Harry e Hermione:
“Perché hai salvato Malfoy? Ci saremo potuti fare due risate” disse Ron. Lo guardo sconcertata: ora mi ricordavo perfettamente perché non lo potevo sopportare, sapendo che non era il tipo adatto a Mione, era proprio stupido:
“E’ molto semplice” dissi invece “scommetto che conoscete tutti suo padre no?”
“Si certo” dissero insieme Harry e Mione.
“Bhè, scommetto che come il figlio si fosse fatto male avrebbe mosso mare e monti pur di fare licenziare Hagrid no?”
“Si, hai ragione” nel mentre ci stavamo avviando alla prossima lezione.

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


 
Il giorno dopo, come di consuetudine, andai nella stanza delle necessità dove mi allenai nello schivare gli incantesimi, mentre Salazar mi guardava incuriosito: evidentemente aveva capito che qualcosa non andava. Ero molto più stanca rispetto agli altri giorni, e questo era per colpa della tuta da combattimento che indossavo sopra la divisa scolastica.
Improvvisamente un Incarceramus fece apparire delle funi ed io per evitarle volai:
“Che cosa…?” disse Priscilla sorpresa, una volta che io rimasi in aria:
“Wow, sai volare” disse invece Godric “Com’è possibile”.
Una volta scesa a terra spiegai le mie origini ai miei maestri fantasmi, raccontai la storia dei Sayan e delle avventure vissute da Goku e Vegeta che ci erano state tramandate.
“Perché non ci fai vedere qualcosa?” chiese Salazar.
Creai un mio ologramma e iniziai il combattimento: utilizzai solo calci e pugni, la mia velocità era molto elevata, ogni qual volta l’ologramma da me creato mi attaccava con un pugno, lo schivavo all’ultimo minuto. L’ologramma sparì quando lo attaccai con un’onda energetica di tutto rispetto.
“Caspita, sei davvero in gamba” disse Tosca Tassorosso.
“Facciamo così, va bene se per adesso terminiamo che poi cambiamo piano di addestramento?” mi chiese Priscilla, scrollai le spalle dicendo:
“Per me va bene, ci vediamo domani” detto questo, uscì esausta e andai direttamente a dormire, poiché erano passati solamente tre giorni che nel mondo reale equivalevano a due ore.
“Svegliati”, disse una voce in lontananza.
“Ancora cinque minuti mamma” sussurrai nel sonno.
“Ehm, mi dispiace veramente ma non sono tua mamma, sono Hermione e ti vorrei dire che sei in ritardo, sono le 7:45 e tra un po’ iniziano le lezioni”.
“Che cosaa?” urlai.
“Ho provato a chiamarti diverse volte ma non ti svegliavi. Ho già fatto colazione, ci vediamo in aula ok?” detto questo andò via.
-Santa Hermione – pensai –se non fosse stato per lei a quest’ora non mi sarei neanche alzata-.
Feci velocemente una doccia e mi vestii, dopo di che corsi per andare a lezione con il professor Piton, quando andai a sbattere contro qualcuno.
Grazie al mio equilibrio, non caddi, mentre Malfoy (la persona che notai mi era venuta addosso) cadde; non sapendo cosa fare porsi la mano in modo che l’afferrasse, e  guardandomi di sbieco la prese alzandosi e dicendo:
“Guarda, dove metti i piedi la prossima volta”.
“Veramente io stavo guardando, sei tu che mi sei venuto addosso” nel mentre eravamo arrivati davanti alla porta:
“Che facciamo?” mi chiese lui “ormai siamo in ritardo” .
“Non ti preoccupare, ci penso io, tu cerca di stare zitto” detto questo bussai:
“Avanti” disse la voce del professore che  una volta entrati chiese:
“Come mai questo ritardo?”
“A dire il vero professore e tutta colpa mia” la classe mi stava fissando quando dissi quelle parole.
“Colpa sua in che senso?” chiese il mio adorato Severus.
“Essendo nuova del castello mi ero persa, così il signor Malfoy mi ha gentilmente accompagnato” aspettai con ansia la risposta.
Lui tolse cinque punti a Grifondoro, ed  io e Malfoy  ci dirigemmo verso i nostri posti; ci dovevamo sedere  vicini poiché tutti gli altri calderoni erano già occupati.
Malfoy non disse niente, ed scrollai le spalle –però poteva almeno dire grazie- pensai.
Eravamo  nel primo banco pronti per fare la Pozione Restringente.
Come al solito Neville era nei  guai:
“Arancione Paciock” disse Piton “Dimmi ragazzo, non ti entra proprio in quel testone? Non mi hai sentito quando ho detto che bastava solo una milza di gatto? Che cosa devo fare perché tu capisca?”
Il poveretto era rosso e tremava tutto.
“Paciock, alla fine della lezione daremo un po’ della pozione al tuo rospo e staremo a vedere che cosa succede”
Quando Piton si allontanò Neville chiese ad Hermione:
“Aiutami”.
“Ehi Harry” disse Finnigan “Lo sapevi che Sirius Black è stato avvistato”
“Dove?” chiesero Harry e Ron.
“Non lontano da qui” dissi io sussurrando e guardando Malfoy, stava per dire qualcosa ma lo fermai di colpo:
“Sta zitto ok?” lui scrollò le spalle.
Quando la lezione stava per finire assistemmo al rimpicciolimento di Oscar sotto lo sguardo di tutta la classe.
“Cinque punti in meno per Grifondoro” disse Piton “Ti avevo detto di non aiutarlo, signorina Granger, la lezione è finita.
Una volta finita l’ora di Pozioni, Draco mi chiese:
“Ti va se parliamo un attimo?”
“Certo perché no?”, Ron Harry e Hermione mi stavano aspettando, ma io li raggiunsi un attimo dicendo:
“Devo parlare un attimo con Malfoy” loro mi guardarono stupiti, poi Harry disse:
“Stai attenta” detto questo andarono via.
Una volta che furono andati tutti, chiesi a Malfoy:
“Perché non ci incamminiamo alla lezione successiva, così non arriviamo in ritardo e nel mentre parliamo?” lui annuì, poi chiese:
“Perché l’hai fatto?”
“Che cosa?”
“Dire a Piton che ti stavo aiutando, nessuno lo hai mai fatto prima”
“Intendi salvarti le chiappe?” dissi io, lui annuì:
“Si è esatto, nessuno prima d’ora l’aveva fatto”.
“Bè, se non ci si aiuta tra compagni in questa giungla come facciamo a sopravvivere?”
Lui scrollò le spalle dicendo:
“Sei interessante per essere una Grifondoro sai?”
“Non tutti siamo uguali, e se tu deporrai per un secondo l’ascia di guerra capirai che molti di noi vogliono solamente fare amicizia”
“Sarà come dici tu, voglio provare a fidarmi di te”  tese la mano, che io stupita afferrai: non mi aspettavo che solamente con un gesto avrei guadagnato la sua fiducia. Lo osservai e poi dissi:
“Sarò tua amica solamente se tu mi prometti che non prenderai in giro Harry, Ron e Hermione”.
“Non ti garantisco niente ma ci proverò” ghignai insieme a lui perché sapevo quanto poteva risultare difficile fare amicizia con loro, così ridendo e scherzando entriamo in aula sotto lo sguardo stupito dei presenti.
Il professor Lupin non c’era quando arrivarono alla prima lezione di Difesa, tutti presero posto, e con stupore generale, Draco da vero cavaliere tirò indietro la sedia e mi disse:
“Prego siediti pure”.
“Grazie” dissi io, così eravamo di nuovo vicini.
Tirarono fuori i libri, le penne e le pergamene, e stavano chiacchierando quando finalmente l’insegnante entrò nell’aula.
Lupin sorrise in modo vago e posò la vecchia valigia tarlata sulla cattedra.
“Buon pomeriggio” disse “Vi prego di rimettere i libri nelle borse. Oggi faremo una lezione pratica. Vi occorrono solo le bacchette magiche”.
I ragazzi si scambiarono guardi curiosi tranne io che sapevo già cosa dovevamo affrontare.
“Bene” disse poi il professore quando tutti furono pronti, “Se ora volete seguirmi”.
Nella strada che percorsero intravidero Pix, e lanciai addosso a lui un bel Muffilato non verbale, in modo che non dicesse niente riguardo al professore, lui provò a parlare, ma non ci riuscì e andò via, quando stava per girare l’angolo lo liberai dall’incantesimo.
“Ma cosa aveva Pix oggi?” chiese curioso Lupin, per tutta risposta noi scrollammo le spalle, e io dissi:
“Certo che è un po’ strano”.
Lui li guidò lungo un secondo corridoio e si fermò davanti alla porta  della sala professori.
“Entrate prego” disse il professore.
La sala era vuota tranne che per un insegnante, il suo adorato professore di pozioni, che mentre il professor Lupin entrava e chiudeva la porta disse:
“Lasciala aperta, preferisco non assistere”. Arrivato sulla soglia poi aggiunse:
“Forse nessuno ti ha avvertito, ma in questa classe c’è Neville, ti consiglio di non affidargli compiti troppo difficili, a meno che la Granger non gli dica suggerimenti”. Il professor Lupin inarcò le sopraciglia e disse:
“Speravo che Neville mi assistesse nella prima fase, e sono certo che lo farà egregiamente”.
Le labbra di Piton si arricciarono, ma il mago se ne andò sbattendo la porta.
“Allora”  disse il professore radunando la classe verso l’altro capo della stanza, occupato solo da un armadio.  Mentre si avvicinavano all’armadio esso ondeggiò all’improvviso, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi balzarono indietro spaventati.
“Niente paura, c’è un Molliccio li dentro” disse Lupin per tranquillizzarli.
“Qualcuno mi sa dire dove possono vivere?”
Io alzai la mano ricordando le parole del professore:
“Queste creature amano i luoghi chiusi e oscuri, come ad esempio gli armadi, gli spazi sotto i letti, ecc…”
“Molto bene, e che cosa è di preciso?” questa volta lasciai la risposta a Hermione che disse:
“E’ un Mutaforma, può assumere l’aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più”.
“Non avrei saputo dirlo meglio” approvò il professore “Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire…” ormai non ascoltavo più quello che diceva il professore, tanto lo sapevo; e quando fu posta la domanda a Harry lei, si chiese quale fosse la sua paura più grande: non riuscire a salvare i personaggi di Harry Potter, ma questo come si poteva mutare in paura?
“….Dopo di me prego… Riddikulus” lei si destò appena in tempo, e ripeté insieme agli altri la parola detta dal professore.
“Ora tocca a Neville” disse poi “Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa più paura al mondo?”
“Il professor Piton”  un sussurro che udimmo proprio tutti.
Assistemmo tutti alla scena del mio amato professore di Pozioni trasformato con gli oggetti della nonna di Neville.
Dopo Neville, tocco quasi a tutti, fino ad arrivare a me: il molliccio prese la forma di Lord Voldemort, ma non quello che gli altri avevano visto, bensì quello del quarto libro; la maggior parte delle persone si guardò incuriosita, chiedendosi chi fosse quel mostro, compreso il professore: aveva gli occhi rossi, e quando parlò tutti ebbero dei brividi:
“Ahahahah” una risata agghiacciata si espanse per tutta la sala “E’ così tu vorresti salvare i tuoi amici? Questo non avverrà mai, nemmeno con la tua incredibile forza….”
“Quello lo pensi tu” dissi io con rabbia “Riddikulus” e Lord Voldemort in persona si tramuto in un clown; toccò a Ron, e poi il molliccio stava andando verso Harry quando intervenne il professore; per ultimo Neville dove assistemmo di nuovo alla trasformazione di Piton in abiti da pizzo.
“Eccellente, cinque punti per ciascuno a Grifondoro e Serpeverde per aver affrontato il molliccio, dieci a Neville per averlo affrontato due volte. Dieci a Stella per aver risposto alla domanda ed aver affrontato il molliccio, cinque a Hermione e Harry sempre per aver risposto alla domanda”. Prese fiato poi disse:
“Per compito dovete leggere il capitolo sui Mollicci e farne un riassunto per lunedì, potete andare”.
Tutti andammo eccitati a mangiare e i miei compagni, compresi quelli di Serpeverde, stavano parlando della lezione, quando il mio nuovo amico Draco si avvicinò a noi, con evidente sorpresa di Harry, Ron e Hermione chiedendomi:
“Accidenti Stella, certo che il tuo Molliccio era davvero inquietante che cos’era?” ripensando al mio molliccio Harry disse:
“Mi dispiace doverlo ammettere ma sono d’accordo con Malfoy”
“Niente” dissi io “Soltanto una persona, Draco, tu non dovevi dire qualcosa” detto questo lo guardai ghignando e indicai i miei amici. Lui sbuffò dicendo:
“Certo che come sei potevi benissimo essere a Serpeverde, comunque…” disse rivolto ai miei amici:
“Visto che ho tutta l’intenzione di essere amico di stella,chiedo scusa per tutte le battutacce che ho detto su di voi” i miei amici lo guardavano stupiti, infine Harry chiese:
“Come mai ti stai scusando?”
“Perché per essere amico di Stella devo sopportare voi, perciò ho deciso di stabilire una tregua” disse.
Loro tre si guardavano stupiti, mentre io pregavo ogni santo possibile.
“Va bene Malfoy, ma bada bene, non avrai altre possibilità” disse Hermione. Ovviamente era lei che doveva decidere a causa di tutte le prese in giro subite da lui, anche Ron e Harry annuirono, dopo di che andarono via.
“Hai visto? Non è stato così difficile” dissi io a Draco.
“Già” mi diede un bacio sulla guancia e andò via sotto lo sguardo stupito di tutta la Sala Grande.

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Capitolo 4
*** capitolo quattro ***


Tutta la scuola nei giorni a seguire aveva appreso la notizia che  Draco Malfoy aveva fatto amicizia non soltanto con me ma con il trio dorato.
Stavamo andando a lezione tutti e cinque assieme, quando il Carlino in persona venne verso di noi dicendo:
“Draco, sei proprio caduto in basso a stare con il trio dei miracoli” al seguito vi erano Blaise Zabini e come due cagnolini Tiger e Goyle.
“Drake” disse Hermione “lasciali stare”, soltanto ora che lo guardavamo ci eravamo accorti che teneva le mani strette a pugno.
“Come fai ad uscire con una Mezzosangue io proprio non capisco” aggiunse Zabini.
“Ritira quello che hai detto” disse Draco “lei è molto più intelligente di tutti voi messi assieme”
. Lo guardai stupita, stava bollendo qualcosa in pentola,  dovevo assolutamente scoprire cosa: una volta che aveva stretto amicizia con il trio, Draco andava molto più d’accordo con Hermione che con gli altri, la cosa non mi stupiva più di tanto, che a lui piacesse lei? Mhhh doveva indagare assolutamente.
Stava per succedere il finimondo, quando per nostra fortuna intervenne il professor Lupin dicendo:
“Ragazzi forza, volete entrare o state lì impalati?” prima di entrare notai lo sguardo estasiato di Draco su Hermione e, per il momento lasciai correre.
In un lampo Difesa diventò la lezione più amata, solo i Serpeverde, ad eccezion fatta di Draco avevano qualcosa di sgradevole da dire sul professor Lupin, ma nessun altro badava ai suoi abiti.
Le lezioni successive furono interessanti quanto la prima: dopo i Mollicci, studiarono i Berretti Rossi, i Kappa e così via.
I miei compagni desideravano che anche altri corsi fossero così piacevoli. Il peggiore riguardava quello del mio adorato Piton, che in quel periodo era particolarmente vendicativo, a causa della storia del Molliccio che si era propagata per tutta la scuola alla velocità del fulmine, strapazzando il povero Neville più che mai.
Iniziarono inoltre per Harry gli allenamenti di Quidditch, dove il capitano Olliver Baston allenava la squadra in modo molto pesante.
Quel giorno in Sala Comune era affissa la data del primo finesettimana ad Hogsmeade, sapendo benissimo che Harry non poteva andare dissi a lui:
“Tranquillo, anche io non vado” stupito mi guardò dicendo:
“Davvero? Come mai?”
“Diciamo che i miei genitori non apprezzano la magia, così anche a me non hanno firmato il permesso” poi aggiunsi prima che a qualcuno, in particolare a Hermione potesse venire qualche dubbio:
“Prima di venire qui frequentavo una scuola di magia americana, poi i miei si sono trasferiti e ho costretto mio padre a farmi scrivere qui, non altrettanto però riuscì a costringerlo a farmi firmare il modulo” caspita pensai tra me e me, ero davvero brava ad inventare bugie.
Grattastinchi (il gatto di Mione), che era appena arrivato, continuava a fissare Ron senza battere ciglio, agitando la punta della coda. Poi senza preavviso balzò. Prima che potesse fare qualcosa, lo acchiappai al volo e, mentre Ron e Hermione iniziarono a battibeccare, portai il gatto fuori, in modo che ci fossimo solo io e lui (chissà perché ma avevo la netta sensazione che quel gatto capisse il linguaggio umano), una volta fuori dalla portata di chiunque altro dissi sussurrando:
“So le tue intenzioni riguardo a Sirius Black e a quel ratto schifoso” appena dissi questo il gatto in questione mi fissò:
“Vi voglio dare una mano d’accordo?” lui mi fece le fuse e poi va via.
Il giorno dopo, Ron e Hermione ancora non si parlavano, durante la lezione di Erbologia, nonostante fossimo vicini di banco dissi a Hermione per consolarla:
“Non ti preoccupare, capisco i gatti, perciò è naturale che diano la caccia ai topi no?” mi rivolse un sorriso grato dicendomi:
“Lo so, solo che mi dispiace per Ron”.
Subito dopo avevamo Trasfigurazione, dove Harry aveva deciso di chiedere alla professoressa McGranitt se poteva andare a Hogsmeade si unì con gli altri.
In quel momento la professoressa aprì la porta della classe. Hermione e Ron si stavano ancora guardando in cagnesco, e occuparono posto, una vicino a me, l’altro vicino a Harry, lui mi guardò sconsolato e io sospirai; per tutta la lezione non si rivolsero la parola.
Sapevo ancora che Harry non aveva trovato che cosa dire alla professoressa McGranitt, quando suonò la campana alla fine della lezione, ma fu lei ad affrontare l’argomento:
“Un momento prego!” esclamò mente stavamo per uscire:
“Dal momento che siete della mia casa, dovete consegnarmi i permessi per andare al  villaggio prima di Halloween.
Harry attese che non c’è ne fossimo andati, poi avanzò verso la cattedra, mentre io stavo origliando da dietro la porta:
“Si, Potter?”
“Professoressa” disse lui “mio zio e mia zia….ehm….. si sono dimenticati di firmare il modulo” aggiunse.
La professoressa lo guardò ma non rispose:
“Quindi….ehm….crede che vada bene...se vado anche io a Hogdmeade?” Sentito questo me ne andai sapendo già cosa avrebbe detto la professoressa.
Giunti in sala comune, io e Ron lo stavamo consolando, poi poco dopo dissi:
“Suvvia dai ci sarò io con te, almeno non sarai da solo….”
Lui mi guardò sospirando, mentre Ron disse:
“C’è sempre il banchetto di Halloween”.
La mattina di Halloween mi alzai insieme agli altri, e a colazione trovai un Harry avvilito:
“Mi raccomando” dissi “portateci un po’ di dolci”.
“Puoi contarci” dissero Ron,Hermione e Malfoy.
Una volta che se ne furono andati chiesi ad Harry:
“Tu che vuoi fare?”
“Non saprei…” risposi avvilito, io sbuffai dicendo:
“Fa un po’ come vuoi” andai via cercando qualcosa da fare.
Girovagando per il castello mi ero improvvisamente persa nei sotterranei; non avere con sé una mappa del Malandrino portava a queste conseguenze, quando all’improvviso udii un tonfo. Preoccupata, andai a vedere cosa stava succedendo, e, in una stanza vi era il professor Piton con addosso tutte le boccette delle sue pozioni.
“Mhp…” stavo per scoppiare a ridere, ma per mia fortuna riuscì a trattenermi e a soccorrere il mio adorato:
“Ehm….” Dissi “professore tutto bene?”
“Le sembra che io stia bene?” disse: “Perché non mi viene a dare una mano invece?”
Per tutta risposta le porsi la mano che lui afferrò e lo tirai su con forza, e non rendendomene conto me lo trovai addosso. Eravamo in una posizione piuttosto equivoca, tanto che io divenni rossa, lui non se ne curò  e guardandomi disse:
“Che cosa ci fa lei qui? Non dovrebbe essere con gli altri in giro per il villaggio?”
“Veramente a me i genitori non hanno firmato il modulo..”
“Capisco… Comunque sono cinque punti in meno per Grifondoro” disse ghignando.
“Che cosa???” dissi io “Perché”
“Lei sa dove è finita in questo momento?” io negai con il capo e lui mi disse:
“E’ nell’ala riservata ai professori, più precisamente nella mia stanza” io infuriata me ne stavo andando dicendo:
“Bel ringraziamento” ma prima di andarmene del tutto lui mi afferrò il polso dicendo:
“Dove crede di andare? Adesso lei rimane qui a darmi una mano”, sbuffai contrariata, però in compenso decisi di rimanere dicendo:
“D’accordo, tanto non avevo niente da fare, e sorbirmi Harry nervoso non mi andava” detto questo incominciai ad aiutarlo raccogliendo le boccette rotte, il mio adorato professore nel mentre mi guardava con aria incuriosita:
“Che combina quel ragazzo?” domandò.
“Niente” dissi scrollando le spalle “E’ giù di morale perché i suoi tutori non hanno firmato il permesso.
“Capisco” dopo un po’ che stavamo pulendo, il professore mi chiese:
“Posso farle una domanda?” io annuì, Lui poteva farmi tutte le domande che voleva.
“Come ha fatto a diventare amica di Draco Malfoy?”
“Non so, è accaduto per caso…” -seeeee- pensai.
“Sa è insolito che un Grifondoro diventi amico di Serpeverde” disse poi.
“A me non frega nulla di pregiudizi professore” dissi guardandolo dritto in faccia.
Una volta finito il lavoro, Piton mi fece cenno di andare, stavo per farlo quando divenni tutta rossa, lui accorgendosene disse:
“Che c’è?”
“Mi sono persa” dissi.
Mi guardò allibito, e poi improvvisamente scoppiò a ridere: era la prima volta che sentivo la sua risata, era bellissima, e lo guardai come ipnotizzata. Quando finì di ridere disse:
“Sei molto strana sai? vieni ti accompagno” lo guardai a bocca aperta, mi aveva dato del tu.
 Al settimo cielo lo seguì, e,una volta arrivati in una zona che sapeva perfettamente che conoscevo, lui non si fermò lì, anzi mi accompagnò quasi fino alla Torre dicendo:
“Se dice a qualcuno che mi ha fatto ridere dovrò ucciderla sa?” aveva un che di minaccioso, ma al tempo stesso scherzoso, così io risposi:
“non sia mai, ci tengo alla mia pellaccia, terrò la bocca chiusa non si preoccupi”.
Arrivata in Sala Comune ero al settimo cielo, tanto che Hermione mi guardò confusa dicendo:
“Tutto bene” annuì, poi Ron disse:
“Ecco qui, abbiamo preso tutto quello che potevamo, questo è anche da parte di Malfoy…”.
Una pioggia di caramelle ci investì completamente; mentre Ron e Hermione raccontavano ad Harry che cosa avevano fatto ripensai al mio incontro con Piton ad occhi sognanti.
“Meglio scendere…” disse improvvisamente Hermione, “sapete il banchetto comincia fra un po’….”
Andammo via attraverso il buco del ritratto, mentre stavano ancora discutendo su cosa avesse fatto Harry, entrammo in Sala Grande: era tutto fantastico, le decorazioni erano formate da centinaia di zucche piene di candele accese; il cibo, come sempre era davvero ottimo.
Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dai fantasmi di Hogwarts.
Seguita da Harry, Ron e Hermione ci incamminammo verso la torre, ma quando raggiungemmo il corridoio che finiva con la Signora Grassa, lo trovarono pieno di studenti.
“Perché non entrano?” chiese Ron, io aspettai.
“Fatemi passare, per favore” disse il fratello di Ron “Non è possibile che abbiate dimenticato la parola d’ordine tutti quanti…scusate, sono Caposcuola…”.
Poi improvvisamente silenzio:
“Qualcuno vada a chiamare il professor Silente. Subito” disse poi Percy.
Un attimo dopo, ecco il professor Silente avanzare verso il ritratto. I Grifondoro si fecero da parte, mentre noi ci avvicinammo per vedere meglio.
“Oh, cielo..” disse Hermione: la Signora Grassa era sparita”.
“Dobbiamo cercarla” disse Silente. In quel frangete intervenne Pix dicendo:
“Buona fortuta”
“Che cosa vuoi dire Pix” chiese il preside.
“L’ho vista correre dentro il passaggio al quarto piano, signor capo”.
“Ha detto chi è stato?”
“Oh si, Capodirettore, è stato Sirius Black”.
Lo sguardo impaurito si leggeva sul volto degli studenti, anch’io dovevo fingermi impaurita, ma dentro di me stavo ghignado: il piano –catturare Peter Minus era appena cominciato-.

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Capitolo 5
*** capitolo cinque ***


Il professor Silente rispedì tutti i ragazzi dei Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi, li raggiunsero tutti gli altri studenti:
“Che sta succedendo?” chiese Draco. Mentre Hermione li spiegava cosa fosse successo, io pensavo ad un metodo per incontrarmi con Black.
“Io e gli insegnanti dobbiamo perquisire il castello” disse agli studenti il professor Silente.
“Per la vostra sicurezza dovrete passare la notte qui”. Dei sacchi a pelo comparvero nel pavimento:
“Buonanotte” disse il preside chiudendosi la porta della Sala Grande sulle spalle.
“Andiamo” disse Ron, presero dei sacchi a pelo, e io, Harry, Draco, Hermione e Ron ci sedemmo vicini.
“Credete che Black sia ancora nel castello?” chiese Hermione preoccupata.
“E’ chiaro che Silente è convinto di sì” rispose Ron.
“Come posso fare?” pensai.
“Che cosa?” mi chiese Harry preoccupato.
Mi guardai intorno notando che tutti mi stavano fissando, così mi diedi della stupida mentalmente, poiché non mi ero accorta di aver parlato ad alta voce, fui salvata in extremis da Percy che disse:
“Si spengono le luci! Tutti nei sacchi a pelo e silenzio assoluto”.
Verso le tre del mattino il professor Silente fece la sua comparsa con Piton:
“Preside, tutto il terzo piano è stato perquisito, e anche le segrete, non è da nessuna parte”
“La Torre di Astronomia? La Guferia, l’aula di Divinazione?” chiese Silente
“Tutto controllato. Ha idea di come possa essere entrato?” chiese Piton
“Parecchie Severus, una meno probabile dell’altra”
“Si ricorda la nostra conversazione? Appena prima dell’inizio del trimestre?”
“Si, Seveus, e non credo che nel castello ci sia una sola persona che avrebbe aiutato Black ad entrare” una volta che furono andati via Ron disse:
“Ma che sta succedendo?”
 
 
Il giorno dopo mi alzai con un piano ben articolato in mente; andai dai miei maestri chiedendo a loro di insegnarmi l’incantesimo per far mostrare agli altri un animagus e soprattutto come cambiare la mia voce.
“Perché vuoi imparare questi incantesimo?” mi chiese Sal mentre stavo provando l’incanto patronus. Indovinate che cos’è il mio patronus? Un gorilla enorme, esilarante, vero?
“Ho un piano per scagionare Black davanti alla Sala Grande, e mi servirebbe quell’incantesimo” dissi mentre pensavo al mio incontro con Piton.
“Forza, concentrati di più” disse Tosca.
“Expecto Patronum” pensai scandendo nella mente le parole della formula, il mio gorilla stava correndo tranquillamente per la stanza, così dissi:
“Allora, me lo insegnate”.
I fondatori annuirono, così nelle ore rimanenti imparai gli incantesimi che mi sarebbero stati utili per effettuare il mio piano.
“Stai diventando molto abile con la bacchetta” disse poi Godric “Sai padroneggiare tutti gli incantedimi di Difesa e in più stai imparando quelli non verbali, davvero complimenti, ora però ti meriti un po’ di riposo, ci vediamo la prossima volta”, li salutai e mi diressi nel mio dormitorio.
Nei giorni seguenti a scuola non si parlò d’altro che di Sirius Black; la tela della Signora Grassa, era stata staccata e sostituita da Sir Cadogan. Nessuno ne fu felice, poiché la maggior parte del suo tempo lo passava a sfidare a duello la gente, e il resto ad inventare parole complicate.
Comunque questi erano i miei ultimi pensieri: il mio piano si stava sviluppando, l’unica cosa che dovevo fare era parlare con Black, e quale migliore occasione se non quella della prossima uscita al villaggio? Ovviamente la mia trasformazione in Super Sayan serviva a qualcosa.
I giorni seguenti, il povero Harry, fu praticamente braccato da tutti i professori, poiché pensavano che Black voleva lui; inoltre doveva allenarsi duramente a Quidditch, e i loro avversari erano i Corvonero.
Il giorno prima della partita, il vento prese a ululare e la pioggia cadde più fitta che mai; il mio amico non aveva altro in mente se non la partita, e noi lo prendevamo in giro per via di Oliver Baston che             continuava a correre da lui tra una lezione e l’altra per dargli dei suggerimenti; arrivò addirittura in ritardo alla lezione di Difesa, dove c’era Piton e non Lupin.
“Mi scusi professor Lupin, sono in ritardo…” sentì dire ad Harry una volta entrato in aula.
“La lezione è cominciata dieci minuti fa, Potter, quindi suppongo che dovremo togliere dieci punti ai Grifondoro. Siediti”. Ma Harry non si mosse.
“Dov’è il professor Lupin?” chiese invece.
“Sta troppo male per far lezione; credevo di aver detto di sederti” disse il professore.
Una volta finito il battibecco con Hermione e gli altri ragazzi che non potei evitare, Piton disse:
“Oggi parleremo di….” Lo guardai sfogliare il libro fino all’ultimo capitolo e sospirai afflitta:
“…Lupi Mannari”.
Una volta finita la lezione Ron, che si era beccato una punizione da Piton disse:
“Detesto quell’essere unticcio con tutta la mia vita!” lo guardai malissimo, ma lui non accorgendosi del mio sguardo continuò dicendo:
“Devo pulire i vasi da notte dell’infermeria. Senza magia”. Respirava forte e aveva i pugni stretti:
“Perché Black non si è nascosto nello studio di Piton eh? Almeno poteva farlo fuori…” non riuscì a finire che io sbottai dicendo:
“Ronald, non ti conviene insultare una persona che neanche conosci” detto questo me ne andai sotto lo sguardo sbigottito dei miei amici.
Draco mi raggiunse dicendo:
“Ehi, ma che ti prende, non ti ho mai visto aggredire una persona così, e poi non detestate Piton?”
Lo guardai allibita dicendo:
“Draco, a quanto pare ancora non hai capito con chi hai a che fare, a me non interessano i pregiudizi delle persone, e quando Ron ha insultato una persona che neanche conosce fino in fondo, a me ha dato parecchio fastidio”. Lui mi guardò ridacchiando e poi dicendo:
“Praticamente lo hai urlato più che detto, lo hanno sentito praticamente tutti, compreso Piton” io diventai rossa dicendo:
“D-davvero lo ha sentito anche il professor Piton quello che ho detto?” lui annuì dicendo:
“Si, il professore sembrava molto soddisfatto a giudicare dalla sua espressione” stava per andare via, ma io lo trattenni ancora dicendo:
“Anche tu mi devi dire qualcosa ho sbagio?”
“Io? Che cosa ti dovrei dire?” chiese lui.
“Ti piace Hermione?” domandai a brucia pelo. Lui diventò di mille colori, e una volta divenuto pallido disse:
“Come, come…?”
“…Me ne sono accorta?” lui annuì e io continuai:
“Si vede da come la guardi, sembri un pesce lesso”
“Non è vero” disse lui orgoglioso:
“Oh, insomma, cosa c’è di tanto difficile da dire di essere innamorato?” lui sospirò sconfitto dicendo:
“La mia famiglia non capirebbe, e poi sono sicuro che io non piaccio a lei”
“Caspita amico! Non è da te dire queste cose, sei messo proprio male eh? Ma non ti preoccupare, una soluzione presto la troveremo”. Lui mi ringraziò e detto questo ci separammo, ognuno diretto alle proprie lezioni.
Il giorno della partita raggiunsi la Sala Grande con i miei compagni: il fragore della tempesta sembrava molto più forte lì, che in sala comune.
“Sarà dura” disse Baston.
“Non preoccupatevi ragazzi” dissi io “vedrete che riuscirete a vincere” loro sorrisero, e si avviarono al campo.
Iniziata la partita, il tempo continuò a peggiorare, dopo un po’ di tempo dissi ad Hermione che dovevo andare in bagno, sapeva benissimo cosa sarebbe successo di li a poco, perciò dovevo agire in fretta.
Mi misi in una posizione comoda, e una volta intravisto Harry con i Dissennatori, prima che potesse succedere qualcosa disse:
“Expecto Patronum”, il gorilla riuscì a salvare Harry dalla scopa, ma lei non se ne curò più di tanto: il suo dovere l’aveva fatto, così iniziò a volare in alto seguendo l’enorme cane nero, e una volta scovato il suo nascondiglio andò a scuola.
“Ma dove eri finita?” mi disse Hermione una volta arrivata in Sala Comune.
“In bagno, che mi sono persa?”
“Abbiamo vinto” disse Harry abbracciandomi contento, io sorrisi, e poi lui disse:
“Se non fosse stato per quel gorilla…”
“Gorilla?” chiesi fintamente stupita “Che gorilla?” e mi raccontarono di come un patronus comparso all’improvviso, aveva scacciato via dei Dissennatori che erano entrati a scuola a causa della partita troppo eccitante per loro.

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Capitolo 6
*** capitolo sei ***


Il momento per il piano stava passando molto velocemente, ero molto nervosa ma anche eccitata, non vedevo l’ora che arrivasse per poter finalmente scagionare Sirius Black dalle accuse del tutto infondate.
Quel giorno avevamo lezione di Difesa, e Ron disse:
“Se Piton insegna ancora Difesa Contro le Arti oscure, mi do malato” Draco ridacchiò, mentre io mi trattenni a stento dal tirarli un cazzotto, invece ribattei dicendo:
“Non sarebbe un guaio sai?” lui mi guardò stranito dicendo:
“Ma che hai? Perché difendi sempre Piton?” sospirai cercando di mantenere la calma, così dissi:
“Le apparenze ingannano”.
“Secondo me ha una cotta per lui” disse Draco, lo guardai arrossendo, mentre Harry e Hermione lo guardarono allibiti. Senza preavviso Hermione mette una mano sulla fronte di Draco dicendo:
“No, non ha la febbre”; stavolta toccò a lui diventare rosso; o meglio, il bianco della sua pelle si tinse solo leggermente:
“Perché dovrei avere la febbre” chiese poi.
“Ma dai!!” disse Harry, “Ti pare che Stella si innamori del professore-unticcio-Piton”.
Ron annuì, poi chiese ad Hermione:
“Guarda chi c’è dentro e smettete di dire cavolate”; Hermione spiò dentro la classe:
“Tutto bene!”
Il professor Lupin era tornato; aveva proprio l’aria di chi è stato malato, ed io e Hermione eravamo le uniche a sapere il motivo.
Una volta entrati in classe gli studenti si lamentarono di Piton e dei compiti in più che aveva dato a proposito dei Lupi Mannari, così lui disse:
“Non preoccupatevi, parlerò io con il professor Piton. Non dovete fare il tema”; ovviamente, l’unica ad avere da ridire era stata Hermione che l’aveva fatto. La lezione andò avanti tranquillamente con il professor Lupin che parlava di Marciotti, e una volta finita la lezione, Harry si fermò dicendoci di andare tranquillamente avanti.
“Chissà che cosa vorrà chiedere al professore?” chiese Draco una volta usciti dall’aula.
“Voleva chiedere se poteva imparare l’incantesimo per scacciare i Dissennatori” disse Hermione.
“Tu come fai a saperlo?” chiese Ron; lei scrollò le spalle dicendo:
“Ieri sera ne abbiamo parlato, anche se il Gorilla apparso misteriosamente lo ha salvato, per le prossime partite non deve rischiare”
“E come mai io non ne so niente?”
“Perché eri andato a letto presto e io ed Harry siamo rimasti a parlare ancora un po’” Draco li guardò battibeccare, e dopo mi chiese:
“Ma fanno sempre così?” io rassegnata annuì, lui guardando Hermione disse:
“Io vado, ho da fare, ci si vede in giro” una volta andato via Hermione che non lo aveva perso d’occhio neanche un minuto sospirò, poi riprese la discussione con Ron.
Qui dovevo fare assolutamente qualcosa per Hermione e Draco, altrimenti si sarebbero rovinati a vicenda.
Harry arrivò dopo mezz’ora entusiasto, raccontandoci che il professor Lupin aveva acconsentito ad insegnarli l’incantesimo.
 
Due settimane prima della fine del trimestre, incominciò a nevicare, e nel castello c’era aria di Natale; gli studenti discutevano allegramente dei loro progetti per le vacanze.  Tutti noi (io, Ron, Hermione, Draco e Harry) avevamo deciso di rimanere al castello, la persona che mi sorprese di più fu Draco che quando chiedemmo come mai lui voleva rimanere disse:
“Perché se vado a casa mio padre mi uccide” lo guardai preoccupata e Hermione chiese:
“Come mai ti dovrebbe uccidere?”
“Niente, lasciate stare”.
“Avanti” dissi invece io minacciosa “sputa il rospo”; lui mi guardò dicendo:
“Ma perché riesci sempre a convincermi non capisco” dopo un po’ disse:
“E va bene, Zabini ha fatto la spia ai miei genitori dicendo che vi frequentavo, così mio padre mi ha detto che appena mettevo piede in casa ci avrebbe pensato lui a farmi cambiare idea, io ho risposto che a me non interessava nulla di quello che lui pensava, e che me ne sarei andato di casa”. Lo guardammo meravigliati, ed Harry chiese:
“Perché non ci hai detto niente?”
“Perché pensavo che non ve ne importasse, tutto qui”
“Sei matto?” disse Hermione “Come puoi pensare una cosa simile, ormai siamo amici, e gli amici si sostengono a vicenda” poi Ron stupendo tutti, mise una mano sulla spalla di Draco e disse:
“Amico, dopo quello che hai detto sei salito di punti, e se non sai dove andare casa mia è disponibile”.
“Grazie” disse lui “Non avrei mai pensato di dirlo, ma sono contento di essere vostro amico”.
“Bene” dissi affamata “ora che ci siamo detti di volerci bene, che ne dite di andare a mangiare?”
“Concordo pienamente” dissero in coro i miei amici, così andammo in Sala Grande.
 
Con gran gioia di tutti tranne che di Harry, l’ultimo fine settimana del trimestre fu programmata un’altra gita ad Hogsmeade: io ne ero entusiasta, finalmente potevo compiere la fase due del piano.
Il sabato mattina della gita, io ed Harry salutammo i nostri tre amici, dopo di che io mi diressi tranquilla verso la Torre di Grifondoro, mentre Harry fu trattenuto dai gemelli Fred e George.
Sapevo cosa sarebbe successo di li a poco, ma io non me ne curai; invece di andare alla Torre, deviai all’ultimo minuto al settimo piano, e entrata nella Stanza delle Necessita, mi trasformai in Super Sayan: dovevo farlo lì, altrimenti avrei provocato un terremoto a causa della mia potenza.
Trasformata, mi tolsi la divisa della scuola e usai la mia tuta da combattimento: con i capelli biondi, gli occhi azzurri e la tuta, ero certa che nessuno mi avrebbe seguito; sentendo le aure dei miei tre amici, mi teletrasportai nelle vicinanze, inoltre utilizzai l’incantesimo per cambiare la voce.
Arrivata al villaggio, tutti mi guardavano curiosi, non riuscendo a capire chi fossi  si scansavano timorosi, quasi come se sentissero veramente la mia vera forza; sorpassato il villaggio, volai fino al nascondiglio di Black, attendendo con ansia crescente il suo arrivo: e se non mi avesse creduto? E se mi considerasse pazza? E se… Basta pensare Stella! C’erano troppi se.
Attesi per quelle che potevano essere ore, quando in realtà erano pochi minuti; quando finalmente un grosso cane nero fece la sua comparsa. Vedendomi mi ringhiò contro, e io ghignando dissi:
“Salve, le sembrerà strano che io sia qui, ma c’è una ragione molto buona” mentre parlavo estrassi dalla manica destra la mia bacchetta e la lanciai al cane che l’afferrò al volo , l’ansia cresceva a vista d’occhio “Sono indifesa, perciò non posso farle nulla, ma io so chi e lei Sirius Black” lui mi guardò stupito, ma poi ringhiò molto più forte di prima, così dissi subito “So anche che lei è stato giudicato un assassino, quando è evidente che tutti si sono sbagliati, l’unico vero colpevole e quel piccolo bastardo di un roditore di nome Peter Minus, e se lei mi ascolterà io le mostrerò un piano per catturarlo” una volta finito attesi, e il cane nero si trasformò davanti ai miei occhi:
“Chi è lei? Come fa a sapere queste cose?” Prima di rispondere presi qualcosa da mangiare che avevo portato con me, lo diedi a lui che lo afferrò affamato senza però lasciare la bacchetta.
“Sono una persona che sa tutto di questa storia, poiché vengo da un mondo parallelo a questo”: a lui potevo dire tutto, perché non poteva mai immaginare che io fossi in realtà una studentessa della scuola.
Mi guardò stupito scoppiando a ridere e dicendo:
“Perché mai dovrei credele?”
“Come posso non sapere di Felpato, Lunastorta, Codaliscia e Ramoso e della mappa del Malandrino se non dicessi la verità?”
Così raccontai per filo e per segno della vita dei malandrini, e di particolari che solo loro potevano sapere, e lui alla fine disse:
“Va bene, mi ha convinto, come si chiama lei?” chiese dandomi del lei.
“Il mio nome per adesso non ha importanza, in futuro forse riuscirà a capire chi sono, ma per il momento… Comunque ci possiamo dare tranquillamente del tu?”
“D’accordo, ma per quanto riguarda quello che hai detto prima, significa che quello non è il tuo vero aspetto?”
“In parte…. E’ piuttosto complicato, ma non vuoi sapere che piano ho in mente per incastrare il ratto traditore?” lui annuì, così spiegai nei dettagli cosa sarebbe successo nei giorni a seguire, e lui guardandomi disse:
“Sei un vero genio, a proposito, questa e tua” detto questo mi ridiede la bacchetta, poi mi chiese:
“Senti, posso farti delle domande riguardante…”
“Mi dispiace” dissi anticipandolo “ma non posso rivelarti nulla, l’unica cosa che posso fare è di dare una mano, non posso rivelare la storia, anche se so che adesso cambierà” lui annuì, e una volta finita la discussione con i dettagli del piano, andai via con il cuore molto più leggero: volai fino alla Torre Nord, e tornata normale aspettai l’arrivo dei miei compagni.
Ci misero un bel po’ ad arrivare, e quando comparvero davanti hai miei occhi Draco (che da quando era diventato nostro amico stava parecchio tempo nella nostra Sala Comune), Harry, Ron e Hermione, mi preoccupai parecchio: erano tutti e quattro pallidi, ed Harry una volta seduto disse:
“Giuro che se mi capita Black a tiro lo ammazzo con le mie mani” lo guardai capendo solo ora che cosa deve essere successo: evidentemente, durante il suo giro al villaggio deve aver sentito la discussione riguardante i suoi genitori e quello che era successo tredici anni fa; io però dovevo fare la finta tonta, così dissi:
“Ma che è successo? Sembrate quattro fantasmi” Harry, invece di rispondermi subito, si guardò un attimo attorno per vedere se ci fosse stato qualcuno, e poi disse:
“Vedi, quando tu sei andata nella Torre, i gemelli mi hanno fermato dandomi questa pergamena” disse mostrando il foglio bianco:
“Che cosa può essere di così speciale?” dissi.
“Scherzi?” dissero Ron e Draco contemporaneamente.
Harry toccò con la punta della bacchetta la pergamena, dicendo:
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”, e davanti hai miei occhi apparve in tutto il suo splendore la Mappa del Malandrino in persona:
“Questa mappa” continuò Harry “Mostra tutto il Castello con le relative persone: cosa fanno e dove sono, in più mostrano le varie uscite del Castello per andare al villaggio”. Io annuì dicendo:
“E così tu sei andato a visitarlo, ma deve essere successo qualcosa di brutto poiché siete arrivati in quello stato verro?” dissi.
Tutti quanti annuirono, poi mi raccontavano di quello che era successo e della conversazione origliata per caso dei professori e del ministro in persona.
“Caspita Harry, mi dispiace veramente tanto, ma se vuoi un consiglio non fare cavolate ok?” dissi
“E’ la stessa cosa che abbiamo  detto noi”disse Hermione.
Passate le undici, ognuno di noi, stanco per la giornata decise che era meglio andare a dormire.

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Capitolo 7
*** capitolo sette ***


La mia amicizia con Sirius Black nei giorni a seguire crebbe molto rapidamente, e di questo non me ne stupii: ci inviavamo lettere ogni giorno mettendoci d’accordo sul piano, i dettagli stavano mano a mano formandosi, e, ormai eravamo pronti per lo scoop del secolo: così ci piaceva definirlo.
Le lettere che mi scriveva Sirius, ovviamente le ricevevo di nascosto, poiché se mi avessero scoperto, dovevo spiegare come mai scrivevo ad un fantomatico pluriomicida:  non si capiva chi erano i mittenti, anche perché i nomi che mettevamo erano diversi, avevo adoperato come soprannome per Sirius, Tartufo, e a lui piaceva, mentre a me nelle lettere mi chiamava sempre bionda appariscente, perché a detta di lui i miei capelli sembravano “brillare”, quando lo lessi nella lettera, ero letteralmente scoppiata a ridere . La  persona che mi preoccupava di più in quel periodo però era Harry, difatti parecchie volte aveva un aspetto a dir poco orribile.
“Harry, hai un aspetto orribile” disse appunto Hermione quando ormai tutti erano partiti per le vacanze: da quanto detto da lui, era da un po’ che non riusciva a dormire, a causa di quello che aveva scoperto.
“Dove sono tutti?” chiese infine Harry.
“Partiti” disse Ron “E’ il primo giorno di vacanza, ricordi?”; lui annuì, sprofondando in una poltrona vicino al fuoco. In quel momento entrò Draco, che guardando Harry disse:
“Sai, hai l’aria di non stare troppo bene” l’interpellato ci guardò male dicendo:
“Sto bene, smettetela di chiederlo ogni volta”.
Sapendo che stava per arrivare una discussione mi alzai e dissi:
“Ci vediamo a pranzo, ok?”  me la squagliai di fretta, a volte sentirli litigare era davvero una tortura; Draco invece rimase con loro.
Andai in giro per il castello, quando poi girato l’angolo andai a sbattere contro qualcuno: io rimasi in piedi tranquillamente, mentre quello che scoprii essere niente di meno che Severus Piton in persona cadde a terra.
“Ahia” disse lui, poi una volta guardato chi l’aveva messo a terra aggiunse:
“Ma che diamine di forza ha lei?” io arrossii di colpo balbettando delle scuse; incredibile come un Sayan sia forte con gli avversari, ma impacciato quando si tratta di questione di cuore, perché sapevo che ero ormai totalmente in balia di lui: ogni volta le lezioni erano una tortura, non facevo altro che osservarlo, e ormai credevo che lui qualcosa l’abbia intuito, anche se speravo di no, altrimenti come potevo spiegare che una ragazzina di tredici anni si sia innamorata di un professore molto più grande della sua età? Grande mistero! Mentre pensavo a queste cose, il professore stava parlando, e una volta finito, rendendosi conto che non lo stavo seguendo disse:
“Brief, non ripeto le cose due volte, le ho chiesto come mai la trovo sempre in giro sola senza compagni, ormai tutti vi chiamano il magnifico quintetto” lo guardai stupita dicendo:
“Come scusi? Come ha detto che ci chiamano?” lui sbuffò dicendo:
“Non ripeto le cose due volte, ricorda, comunque ha capito perfettamente”
“Bè” dissi “non stavo con loro perché era in arrivo una discussione, e a volte è insopportabile sentirli discute..” mi bloccai dopo rendendomi conto di quello che stavo dicendo, e lui ghignò dicendo:
“Sa che non si parla male degli amici?” sbuffai:
“Si, ma ha volte dovrebbe sentirli pure lei, credo che dopo un po’ sbatterebbe la testa contro un muro pur di non sentirli”
“Lei dice?” annuì convinta, poi lui disse:
“Grazie” lo guardai stupita, ogni volta riusciva sempre a sorprendermi:
“Di cosa?” chiesi
“Di quello che ha detto al suo amico Weasley, non tutti difendono le persone, ma a quanto pare lei c’è lo ha per vizio”
“In che senso?”
“Prima fa amicizia con Draco Malfoy, infine, sta facendo amicizia con me..” guardando la mia faccia aggiunse:
“Dai, scommetto che sa la mia fama quale è, ma nonostante questo a lei non importa come mai?”
“Come già detto professore, non mi interessa ciò che pensa la gente, una persona la devo conoscere prima di giudicare, e lei si sta rivelando…” mi fermai rossa dall’imbarazzo:
“Cosa?” chiese
“Piuttosto interessante” -fiuuu- pensai, -salvata in extremis- stavo per dire estremamente sexy.
“Davvero? Anche lei per essere una Grifondoro” detto questo passammo ad argomenti di vario genere, con lui a parlare non ti annoiavi mai.
Eravamo quasi arrivati in Sala Grande, e, con stupore generale, studenti e insegnanti, videro per la prima volta Severus Piton che parlava tranquillamente con una studentessa, cosa mai vista prima, poiché lui era un tipo molto solitario. Una volta che mi ebbe accompagnato al mio tavolo (dove c’erano i miei amici che mi guardavano stupiti) disse:
“Ci si vede a lezione Brief, è stia più attenta la prossima volta” detto questo andò via, e Draco chiese:
“Cosa è successo?” io scrollai le spalle e iniziai a mangiare dicendo:
“Niente, io e Piton ci siamo scontrati prima di venire qui, buon appetito” dissi dopo aver riempito il piatto: gli occhi di Draco mi stavano perforando a forza di capirci qualcosa.
 
La mattina di Natale fui svegliata da Hermione, che eccitata mi gettava i cuscini addosso dicendo:
“I regali, è Natale”, fui stupita quando vidi il mucchio di regali che c’era, così iniziai a scartarli, il maglione della mamma di Ron (evidentemente deve aver parlato di me alla famiglia), di colore nero, e tanti dolci, anche da Sirius, che sembrava mi avesse comprato l’intera scorta di dolciumi presenti al negozio, anche i miei istruttori fantasmi mi avevano fatto un regalo: era una spada magnifica, fatta da loro e che rappresentava l’unione delle quattro case. Mi stupii solo, un pacchetto nero e verde, e non c’era il mittente: era di un Serpeverde sicuramente, ma il problema era che il regalo di Draco lo avevo già ricevuto, a meno che…. No, impossibile.
Sotto lo sguardo incuriosito di Hermione, aprii il pacchetto, rivelando un bellissimo braccialetto d’argento con un ciondolo che raffigurava un grifone; dovevo indagare assolutamente.
Decidemmo poi di andare in Sala comune, dove c’erano Harry e Ron; Harry in quel frangente non aveva ricevuto la Firebolt perché la scopa non era rotta: avevo chiesto a Sirius se la poteva regalare quando era scagionato, in modo da non destare sospetti; anche Draco a sorpresa di tutti ricevette il maglione da parte di mamma Weasley, e chiedendo a Ron il motivo di quel gesto lui disse:
“Ho raccontato ai miei che eri diverso dal padre, tanto che siamo diventati amici, evidentemente la mamma ha pensato bene di farne uno anche a te e Stella” aggiunse dopo.
“Grazie amico, e anche a voi, quest’anno pensavo di non ricevere regali, invece ne ho ricevuti parecchi, non so davvero…”
“Su dai, te lo abbiamo detto no? Ormai sei parte del nostro gruppo, è normale…” disse Hermione convinta, al che Draco sorrise.
Mentre era in corso questa discussione, dovevo fare assolutamente una cosa, per cui dissi ai ragazzi:
“Devo andare, mi sono dimenticata di una cosa, ci vediamo dopo” detto questo uscì dal ritratto:   avevo la netta impressione di chi poteva avermi regato il bracciale, perciò decisi di andare a verificare di persona. Arrivata davanti al suo ufficio bussai, e dopo che disse:
“Avanti” entrai con il cuore che batteva a mille.
“Oh, signorina Brief, è lei”, in mano Severus aveva il mio regalo: un set di libri di Pozioni di un noto scrittore inglese.
“Ehm” dissi io “Buon Natale” detto questo stavo per andarmene non sapendo cosa dire, quando lui invece disse:
“Aspetta, come mai mi ha fatto un regalo?” lo guardai dicendo:
“Anche lei lo ha fatto a me ho sbaglio” lui guardò il braccialetto che avevo al polso, poi disse:
“Non voglio che dica niente a nessuno d’accordo? E’ stato un errore, io non…” lo fermai quasi in lacrime:
“Perché dice questo?”
“Lo capisce o no che potrebbe risultare equivoco? Non dovevo farle il regalo, ma quando ho visto il bracciale non ci ho pensato due volte…”
“Che cosa è equivoco? L’amicizia tra un professore e un allieva?”
“Insomma! Io sono Severus Piton, nessuno mai penserebbe che io sia gentile con qualcuno”
“Non si preoccupi, non lo dirò ad anima viva se questa e la sua paura”, sospirando disse:
“Mi fido di lei, perciò d’accordo, potremmo essere amici, a patto che lei non lo dica a nessuno” detto questo mi porse la mano, come a suggellare la questione: era un gesto del tutto inaspettato, e soprattutto il più bel regalo di  Natale che una persona poteva avere, perciò, afferrai al volo la mano dicendo:
“Giuro di non dire niente a nessuno”.
“A proposito di paura…” disse poi lui “Ho sentito di quel tuo Dissennatore, che cosa era?” si andò a sedere, facendo segno anche a me di farlo, io mi sedetti preoccupata, non sapendo cosa inventare, ma alla fine mi venne un’idea:
“Diciamo che una delle mie paure più grandi è quella di perdere le persone a cui tengo di più, evidentemente la paura si deve essere tramutata così.”
“Capisco” disse lui, parlammo per quelle che sembravano ore, quando improvvisamente il mio stomaco brontolò, così lui si mise a ridere dicendo:
“ci conviene andare in Sala Grande, altrimenti a giudicare dal suo stomaco mi ritroverei divorato” divenni rossa dall’imbarazzo, e una volta giunti a destinazione, andai dai miei amici: i tavoli erano stati disposti lungo le pareti, e al centro della stanza c’era un solo tavolo, preparato con dolci.
I professori, erano seduti insieme agli studenti, che oltre noi vi erano due del primo anno che sembravano tesi, e un Serpeverde del quinto anno parecchio imbronciato.
 
Il resto delle vacanze passò tranquillamente ed in allegria, nessuno di loro, poteva immaginare che di li a poco sarebbe tutto cambiato…

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Capitolo 8
*** capitolo otto ***



 Il giorno tanto atteso era arrivato, abbiamo pianificato tutto per bene: ho inviato diverse lettere più precisamente a: Malocchio Moody, Amelia Bones, Albus Silente (anche se qui non è il caso ma abbiamo pensato che deve esserne informato anche lui), e la tanto odiata, almeno per me, Rita (nota giornalista) di recarsi ad Hogwarts poiché il giorno del rientro degli studenti si sarebbe verificato un evento più unico che raro.
Ovviamente la paura che poteva succedere qualcosa di grave alla scuola aveva fatto scatenare il panico: proprio come volevamo io e Sirius, ops pardon, Felpato….
Per la cronaca il giorno dell’arrivo delle lettere (modificate con un incantesimo in modo che nessuno  riuscisse ad identificare il mittente), ha fatto arrivare un’ondata di auror, l’unico problema per me era raggiungere Felpato in modo da entrare in scena.( Mi ero finta malata con i miei compagni per non destare sospetti) Mentre tutti credevano che io stessi dormendo, con il teletrasporto, imparato grazie a tutti i miei antenati possibili, ero riuscita ad arrivare tranquillamente da Felpato, trasformata in S.S. con la voce modificata (come nel precedente nostro incontro), lo salutai accarezzandolo  mentre lui scodinzolava  contento.
“Pronto per entrare in scena?” domandai al cane sapendo che mi poteva sentire, lui abbaiò per conferma, ed elettrizzata camminavamo fino ad arrivare di fronte all’entrata della Sala Grande, dove il chiacchiericcio presente fino a poco prima cessava di botto, appena noi facciamo il nostro ingresso.
“Ehm…” incominciai, ma non faccio in tempo a dire altro che mi attaccarono  diversi incantesimi;  li schivai senza alcuna fatica portandomi Felpato impaurito con me.
Dopo diversi minuti di attacco, prendendo la mia bacchetta, pronuncio Sonorus sulla mia gola provando a dire tra una schivata e l’altra di un incantesimo:
“Non sono una nemica, voglio solo mostrarvi cosa è successo realmente tredici anni fa, anno in cui morirono i due Potter” con fatica finalmente riesco a dire quello che voglio e  Silente fa cessare l’attacco con una mano. Tutti si fermarono, e lui disse:
“Se effettivamente vuole questo mi dia la bacchetta e nessuno…” non fa neanche in tempo a finire la frase che lanciai la bacchetta , e Malocchio l’acchiappò al volo.
I maghi bah! Proprio non capiscono che oltre alla magia ci sono diversi modi per combattere…
“Chi sei?” chiese Malocchio.
“Mi dispiace ma questo non lo posso dire, ora se volete scusarmi ho una questione in sospeso da risolvere!” prima che qualcun altro può fare qualcosa, disi subito:
“Accio Peter Minus” non usando la becchetta molti maghi si misero improvvisamente a ridere, pensando probabilmente che il mio incantesimo non possa funzionare: il fatto era, che io potevo usare incantesimi senza bacchetta grazie agli allenamenti con i quattro fondatori, ma loro non lo sapevano. Dal nulla quindi sbucò il topo di Ronald, che vedendolo disse:
“Crosta? Ma come…”. Il topo in questione arrivò fino alla mia mano, e Silente disse:
“Ora signorina, è pregata di darci qualche spiegazione”.
“Certamente” disi ghignando: il ratto in questione si era svegliato dal sonno, e guardando chi aveva davanti incomincia a divincolarsi, ma io lo trattenni fermo in modo che non possa scappare.
“Vedete questo ratto che ho in mano?”  Tutti annuirono alla mia domanda:
“Si sta divincolando perché ha una paura fottuta” poi rendendomi conto di quello che avevo detto aggiungo:
“Scusate per il termine appena usato, ma ogni tanto ci vuole”:
“Bene stavo dicendo..? Ah si, il topo in questione non è altri che Peter Minus, Animagus e sostenitore di Lord Voldemort” a sentire il nome di Voldemort  un brivido totale percorse quasi l’intera Sala, ma solo Lupin risponde:
“Non è possibile, Peter non poteva essere..”
“Davvero professore? Ora le mostro che quello che sto per dire non è altri che la verità” Distendo il mio braccio, in modo che tutti possano vedere, e  pronunciai l’incantesimo per far diventare umani coloro che sono animagi.
Il topo si trasforma sotto lo sguardo di tutti e, finita la trasformazione un signore della stessa età di Lupin e Black, trasandato, con i capelli tutti rovinati e un dito in meno in una mano fa la sua comparsa. Nessuno di loro poteva mai immaginare che Peter Minus era sempre stato sotto i loro occhi.
“Allora Minus, come te la passi?” chiesi con noncuranza ghignando come un vero Serpeverde sapeva fare.
“Ch-chi sei, come hai fatto a…?”
“Chi sei, come hai fatto…” dissi “Queste domande non ti devono interessare. Piuttosto  raccontaci come sono andati veramente i fatti?”
“Cosa te lo fa credere che io sia disposto a farlo?”  mentre guardava da una parte all’altra per cercare una via di fuga.
“Molto semplice, hai diverse bacchette puntate contro, in più…” Felpato abbaia, ed io annuisco: era giunta la seconda parte del piano.
“Prego Sir, a te gli onori di casa” dopo di che il cane in questione si trasformò prendendo le sembianze di Sirius Black.
Le bacchette di tutti si puntarono contro di lui, e io mi piazzai davanti dicendo:
“Prima di dire o fare qualunque cosa perché non sentite la loro storia, credo che sarà un tantino interessante”. Lupin osservava nel mentre Black e Minus avido di informazioni e Silente disse:
“Noi teniamo le bacchette alzate, in base a quello che ci dicono loro noi reagiamo di conseguenza”
“Grazie Bionda” Sirius  appoggiò una mano sulla spalla:
“Ti devo un grosso favore”
“Figurati Sir è stato un piacere per me”.
“Guarda, guarda chi si vede, Peter quanto tempo è passato dall’ultima volta?” –decisamente voleva farsi notare- pensai tra me e me.
“S…Sirius” poi si volse verso il professor Lupin “R… Remus” lui rimase allibito:
“I miei vecchi amici…. I miei vecchi amici…” Black decisamente si stava agitando, così dissi:
“Calma, ricordati il piano”.
“Volevo fare una chiacchierata con te, su ciò che accadde la notte in cui Lily e James morirono.”
“Sirius, non so cosa tu…. E’ venuto a cercare di uccidermi un’altra volta” squittì il ratto, indicando Black con il dito medio, cosa che hanno tutti finalmente notato.
“Ha ucciso Lily e James, e ora ucciderà me…”.
“Adesso basta…” dissipuntando  la mano verso di lui:
“Cosa vuoi fare? Tu non hai la becchetta…” disse Minus.
“”Idiota… Incarceramus…”
“Fortuna che ero io quello da calmare…” disse Black.
Adesso era giunto il momento del piano B: visto  che il ratto non voleva parlare di sua spontaneità, avevo preparato il Veritaserum cercando gli ingredienti per Nocturne Alley.  La estrassi dai pantaloni, e Minus diventò pallido:
“Mhh, vedo che sai già che cos’è vero?”, mi avvicinai a lui sotto lo sguardo incuriosito di tutta la Sala.
Feci ingurgitare a forza la pozione a Minus dicendo:
“Molto bene. Sir”, lui ghignando si avviciò:
“Perché non ci racconti un po’ che cosa successe quando i miei amici morirono?”
Così il topo iniziò a raccontare:
“Durate la guerra, ero una spia per conto del mio padrone, il Signore Oscuro, tutti i miei cosiddetti compagni si fidavano di me certo;  perché mai potevano immaginare che il povero Peter Minus, potesse servire in qualche modo al potente Lord.
 Quando i Potter si dovettero nascondere, volevano scegliere Black come custode segreto, ma lui all’ultimo disse che io ero il più adatto”, prese fiato e continuò a parlare, essendo sotto l’influsso della pozione:
“Black credeva che fosse un piano perfetto… un inganno… Da come lui pensava il Lord avrebbe di certo dato la caccia a Balck, non avrebbe mai immaginato che potessero aver scelto me… Era il momento più bello della mia vita, potevo dire al mio padrone che finalmente avevo i Potter”.
Tutti a quell’informazione hanno avuto reazioni diverse, chi accecato dall’odio e chi schifato da come un amico poteva tradire in questo modo.
“Posso fargli una domanda?” chiese Silente a Black guardandolo. Lui semplicemente annuisce, così il preside domandò:
“Perché hai vissuto con la famiglia Weasley per tutto questo tempo?”
“Non ho mai fatto niente per nessuno che non sia a mio vantaggio” disse lui “Il mio signore si nasconde da quindici anni, dicono che sia mezzo morto. Non avevo intenzione di commettere un assassinio proprio sotto il naso di Albus Silente. Volevo essere sicuro che fosse il più forte di tutti prima di tornare da lui, proprio per questo motivo mi sono ritrovato una famiglia di maghi, così potevo tenere le orecchie aperte. Sarei stato riaccolto con grandi onori…” Finito il suo racconto Hermione chiese:
“Ehm…. Signor Black….?”
Black sussultò sentendosi chiamato in causa da una ragazzina, così lei poi sotto lo sguardo di tutti domandò:
“Mi scusi se glielo chiedo, ma come… come ha fatto a uscire da Azkaban, se non ha usato magia nera?”
Sirius guardò Hermione appena rabbuiato, soppesando la risposta:
“Non so come ho fatto” dise poi lentamente. “Immagino che l’unico motivo per cui non sono impazzito è che sapevo di essere innocente. Non era un bel pensiero, quindi i Dissennatori non sono riusciti a portarmelo via… ma mi ha conservato il senno, e non ho perso me stesso.. mi ha aiutato a mantenere i miei poteri, così poi quando tuto è diventato troppo, sono riuscito a trasformarmi, io e i miei compagni eravamo animagi sapete… Anche se inizialmente ero debole… Sono riuscito a vedere Peter in quella foto… poteva fare del male ad Harry, non potevo permettere che li potesse succedere qualcosa...” poi si rivolse a lui dicendo:
“non so se te lo hanno detto, ma sono il tuo padrino…” Harry per tutta risposta annui, trattenendo a stento le lacrime...
“Per fortuna mia, poi è arrivata la Bionda qui presente, senza di lei non so proprio che cosa sarebbe successo”  dandomi un colpetto sulla spalla.
-Io invece lo sapevo eccome- ma questa è tutta un’altra storia….
Il preside Silente si avvicinò a noi dicendo:
“Chiedo scusa per tutto quello che hai dovuto sopportare Black, a nome di tutti ti diamo il ben tornato, e sono sicuro che la comunità magica saprà tutto quello che c’era da sapere, sai” disse rivolto  me:
“Sei la prima persona che vedo capace di fare incantesimi senza bacchetta, chi sei?”
Io per risposta scrollai le spalle dicendo:
“A tempo debito avrete tutte le risposte”.
Lupin andò ad abbracciare Felpato, seguito i da Harry, mentre io sparì tornando nel mio dormitorio non prima che Malocchio mi abbia restituito la mia bacchetta…
Scendendo le scale con il sorriso sulle labbra, notai con piacere che  tutti stavano festeggiando, e Black era in mezzo a Harry e i suoi compagni, e vedendomi arrivare disse:
“Stella! Non sai cosa ti sei persa!” così mi raccontano l’accaduto mentre osservavo Sirius, che guardandomi disse:
“Ci siamo visti da qualche parte?” io nega, perciò con la mia voce tornata normale dissi tendo la mano:
“Piacere di conoscerti, mi chiamo Stella”.
 
 

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Capitolo 9
*** capitolo nove ***


CIAO A TUTTI ECCO IL NONO CAPITOLO DELLA STORIA: UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A fede97 CHE HA REVISIONATO IL CAPITOLO....

Nei giorni seguenti, sulla Gazzetta del Profeta vennero inseriti parecchi dettagli su ciò che successe veramente tredici anni fa. La cosa che mi preoccupava di più, era che la gente chiedeva principalmente della ragazza bionda, e non di Sirius Black: certo, ne avevano parlato, ma chi aveva vissuto per intero la vicenda (principalmente il preside e gli auror presenti), aveva parlato delle straordinarie capacità della ragazza, tanto che tutto il mondo magico avrebbe voluto sapere chi fosse.
Fortuna volle che neanche Sirius Black sapeva chi fosse veramente quella ragazza, così i giornalisti non sapevano dove arrovellarsi in cerca di qualche scoop.
Silente alla fine decise che Black poteva essere tranquillamente l’assistente di Lupin nelle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure e queste diventarono davvero spassosissime.
Per quanto riguarda il quidditch, invece, Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l’inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura; per ora eravamo ancora i primi in classifica; Nonostante questo, Baston, che voleva avere la vittoria assicurata, portò il numero di allenamenti a cinque la settimana.
Con le lezioni Anti-Dissennatore di Lupin, che a parer suo erano più faticose degli allenamenti di quidditch, Harry aveva libera solo una sera la settimana e per questo si lamentava. Quella che secondo me però era messa peggio di tutti era Hermione, il cui immenso carico di lavoro cominciava a farsi sentire. Ron in particolare, si domandava come faceva Hermione a stare dietro a tutte le lezioni; io che sapevo la verità dovevo stare assolutamente zitta, infatti non dicevo mai niente di compromettente.
Alla fine il regalo di Sirius arrivò verso Gennaio: il mio amico si trovò una sera nel letto un pacchetto lungo e, meraviglie delle meraviglie, riguardava la Firebolt.

Tutti i Grifondoro erano davvero entusiasti all’idea di avere una scopa da corsa così eccezionale, ma a me n non interessava, avevo altro per la testa.
Gli allenamenti con i fondatori continuavano ogni volta ad essere più pesanti, ed i miei amici una sera mi parlarono preoccupati:
“Ehm Stella?” ad incominciare era stato Draco.
“Si?” chiesi io sovrappensiero.
“Possiamo parlarti un secondo?”
Annuì troppo stanca: quel giorno avevo voluto aumentare il peso della tuta da combattimento, e gli allenamenti mi erano costati il doppio della fatica.
“Ecco, ti vediamo troppo stanca ultimamente, più stanca di me ed Harry, e non ne capiamo il motivo” disse Hermione.
Guardai i miei amici stupita: possibile che se ne fossero accorti? Nonostante quello che avevano da fare si erano anche preoccupati per me… In quel momento capii che amici meravigliosi avessi .
“Ragazzi, non dovete preoccuparvi per me, avete già un sacco di lavoro da fare no? In più sarà solo una fase passeggera la mia”.
“Se lo dici tu” disse Ron.
Anche gli altri piano piano incominciarono a bersi la storia, tranne Hermione che mi continuava a fissare incuriosita. Ok, quella ragazza mi spaventava, riusciva a capire le persone così tanto? Noo, impossibile.
Una volta finito il mio tema di Cura delle Creature Magiche, chiusi seccata il libro e dissi ai miei compagni:
“Io non c’è la faccio più, chi vuole venire a farsi un giro con me?” tutti scossero la testa poiché dovevano finire i compiti, ma l’unica a dare risposta era appunto Hermione:
“Vengo io, per una volta sono riuscita a terminare tutti i miei compiti prima, perciò…” sospirai sapendo già che voleva parlare con me, perciò mi diressi con aria afflitta verso il ritratto, seguita da ormai quella che consideravo la mia migliore amica; usciti dal ritratto, decisi di andare verso il lago: avevo voglia di un po’ d’aria fresca, e quale posto migliore?
“Allora, hai qualcosa da dirmi?” chiese Hermione.
“In che senso scusa?” domandai io stando sempre sulla vaga.
“Diciamo che sono preoccupata per te, mi sono accorta che al mattino sparisci sempre e ritorni poi ore dopo, che stai combinando?”
La guardo stupita, come diamine faceva a saperlo… a meno che?? Ma certo, la giratempo, deve aver scoperto qualcosa tramite quella: sapevo per certo che lei dormiva quando io me ne andavo, l’unica soluzione era quella; perciò passai al contrattacco sentendomi un po’ colpevole, ma solo un po’.
“Io che cosa sto combinando e tu?” lei dapprima mi guardò confusa, ed io intercettando il suo sguardo stupito proseguii dicendo:[Interruzione automatica]“Sai, ho una supposizione su come faccia tu a seguire tutte le lezioni del corso, anche se hanno lo stesso orario”.
La reazione che ebbe era proprio come me l’aspettavo; sbiancò di botto, borbottando frasi senza senso, poi riprendendosi disse:
“Ok, ognuno di noi due ha un segreto giusto?” annuii sapendo che con lei non avrei potuto cavarmela.
“Bene, allora facciamo finta di niente e andiamo avanti? Senza che nessuno di noi due ne parli con gli altri, ci stai?” e allungò la mano nella mia direzione.
“Certo che ci sto, affare fatto” dissi prendendo la sua mano; sospirai soddisfatta, anche questa era fat
ta.

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Capitolo 10
*** capitolo dieci ***


Pov Severus

Era incredibile come le cose stessero cambiando da un giorno all’altro, e tutto questo per causa di una sola persona, ovvero Stella Brief: il suo arrivo nella nostra scuola mi ha destato un certo sospetto, ma dopo un po’ che ho visto il suo comportamento mi sono dovuta ricredere.
La ragazza assomiglia in modo così incredibile a Lily Evans; la sua capacità di fare amicizia con chiunque senza badare a pregiudizi e pettegolezzi è sconvolgente, tanto che non ci ho pensato due volte quando a Natale le ho fatto il regalo, di certo non pensavo che anche lei me lo facesse, sono rimasto piuttosto soddisfatto anche se impaurito: non posso credere che una ragazzina di soli tredici anni potesse farmi tornare come ero un tempo, la sua amicizia ora conta molto per me.
L’unica cosa che non mi piace affatto sono gli avvenimenti successi in questo ultimo periodo a causa Black, che è riuscito a provare la sua innocenza: odio quella persona fin da bambino, e la cosa mi ha dato parecchio fastidio.
Io e Albus, invece, siamo preoccupati per la ragazza che era assieme a lui, emanava una energia spaventosa, e tutti quelli che erano presenti se ne sono accorti, tanto che vogliono sapere chi sia, e l’unica fonte su cui potevamo contare (Black) non sa nulla, anche se so benissimo che sta mentendo.
Con questi pensieri in testa mi dirigo in Sala grande, dove ci sono tutti gli studenti che, di prima mattina, ringraziando Merlino sono piuttosto tranquilli e non  scalmanati.
Come sempre mi dirigo al tavolo dei professori, dove per mia sfortuna ci sono Black e Lupin che stanno ricordando i bei vecchi tempi, bleah che cosa disgustosa..
“Salve Mocciosus, come te la passi?” disse Black interrompendo i loro discorsi; lo ignoro completamente incominciando a scrutare chi tra gli studenti era piuttosto mattiniero: erano abbastanza in pochi, l’unico un po’ pieno era quello dei Grifondoro, dove c’erano la Brief, la Granger e Malfoy fare colazione insieme, ovviamente di Potter e Weasley neanche l’ombra.
“Senti” dice Black a Lupin
“Ma è vero che Malfoy è diventato amico dei Grifondoro” mi faccio più vicino per sentire meglio.
“Già, la cosa risulta strana, ma è tutto merito della Brief, da quello che ho capito, quella ragazza è incredibile, pensa che una volta ha difeso…” poi rendendosi conto che c’ero anche io hanno subito cambiato discorso: evidentemente volevano parlare di quando mi ha difeso quando stavano discutendo con Weasley. Devo ammettere che è stato piuttosto divertente vedere la faccia del più piccolo dei rossi impaurita: in quel momento la ragazza era davvero furiosa, e mi ha difeso senza preamboli.
“Severus” mi dice ad un certo punto Albus “Tutto bene, sembravi assorto…” annuii dicendo solamente:
“Si certo, non ti preoccupare, stavo pensando”; detto questo ognuno di noi si dirige alle prossime lezioni.
Alla prima ora pensate un po’ chi avevo? Per chi avesse indovinato un premio di mille galeoni, fatto sta che ero proprio con quelli del terzo anno di Grifondoro e Serpeverde: la voglia di fare lezione era pari a zero, ma ormai non avevo altra scelta. Perché mai ho deciso di fare l’insegnate? Sono casi della vita che ti fanno pensare, ma cosa ti salta in zucca delle volte? Mentre aspettavo mi facevo queste domande inutili, e una volta entrati quelli di Grifondoro e Serpeverde, incominciai subito la lezione:
“Molto bene” dissi dopo che tutti ebbero preso posto, “Dovete seguire delle semplici istruzioni, spero per voi che riusciate a farlo perfettamente, e che nessuno faccia esplodere un calderone, mi sono spiegato?” Dissi guardando tutti uno per uno, i poveretti erano più spaventati che altro, ma che volete farci? A me piace essere così!
Eravamo a metà lezione, e come si supponeva, la maggior parte delle persone aveva fatto la pozione sbagliata, cosa mai dovevo fare con questi somari?
Sospirai afflitto alla fine dell’ora, dicendo a tutti:
“Bene, mettete pure il contenuto nella boccetta, dopo di che filate se non volete essere avvelenati a pranzo” tutti corsero via spaventati, tranne una persona che mi guardava sorridendo.
“Bhè?” dissi “Cosa ci fa qui Brief, perché non se ne va insieme agli altri?”
“Lei non cambierà mai vero professore?” la guardai curioso dicendo:
“Perché mai dovrei cambiare?”
“Meglio così” dopo questa uscita va via, ed io non ci ho capito praticamente nulla. Cosa avrà voluto dire con quella risposta? Che mi preferisce così? Bah valle a capire le femmine…
 
Pov Draco

Da mesi mi sembrava di vivere in un sogno, io Draco Malfoy, figlio di due Mangiamorte, ho praticamente rinnegato la mia famiglia per stare assieme al Trio dei Miracoli, e devo dire che la cosa non mi dispiaccia affatto.
Se non fosse stato per Stella non avrei conosciuto una persona meravigliosa come Hermione, certo all’inizio avevo pregiudizi sui Mezzosangue, per colpa delle idee sbagliate che mi hanno inculcato i miei fin da piccoli, ma ora è tutto diverso: Hermione è un vero genio, i suoi amici vanno da lei per qualsiasi cosa, e lei ha sempre una soluzione per tutto. Piano piano, mi sono accorto di essere innamorato di lei, non so di preciso quando è successo, ma ormai ci sono dentro fino al collo: mi piace quando si mette le mani sul mento, segno che sta pensando, mi piace quando alza le sopracciglia in una perfetta imitazione della Mc Granitt quando è arrabbiata, tanto che fa venire i brividi. Peccato però che a lei di questo non posso dire niente, motivo? Molto semplice, se i miei genitori, venissero a sapere che frequento una Mezzosangue,Hermione finirà in guai molto seri, e questo non posso affatto permetterlo.
“Allora Draco” mi dice Stella mentre ci stavamo dirigendo a pranzo in Sala Grande: se ripenso alla minaccia di Severus mi viene da ridere: doveva essere veramente incazzato per dire quelle cose…
“Allora cosa?” chiesi invece, pur sapendo comunque dove voleva andare a parare.
“Hai risolto il problema di Hermione, le vuoi parlare di quello che provi?”
“Mi dispiace, ma non posso proprio, come già detto sarebbe tutto complicato.
Lei sospirò, poi guardandomi negli occhi e mettendomi i brividi disse:
“Senti un po’, niente è complicato se hai degli amici come noi chiaro? Oppure il nostro Serpeverde ha paura di mostrare i suoi sentimenti” dice ghignando.
Quella ragazza doveva finire a Serpeverde, e proprio perfida di natura, scrollai le spalle cercando di arrampicarmi sugli specchi dicendo:
“Senti, non ho voglia di parlare, perché invece non mangiamo?”
“Contento tu” detto questo lei si fiondò direttamente sul cibo, lasciandomi finalmente in pace con i miei pensieri.

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