La storia di Hatsumomo

di EmperorDiaz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova arrivata ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno di scuola ***
Capitolo 3: *** Una nuova amica per Haruko ***
Capitolo 4: *** Lo spettacolo di danza ***



Capitolo 1
*** Una nuova arrivata ***


Capitolo I: Una nuova arrivata

 

Quella notte pioveva a Kyoto, ma d'altra parte aveva piovuto per tutto il tragitto da Hokkaido a quella città che, per la piccola Haruko era così sconosciuta. Di Kyoto sapeva solo che era una città molto lontana e che fu capitale dell'impero del Giappone. “Come ci sono finita qui?” pensava la bambina guardando gli edifici che sfrecciavano davanti ai suoi occhi e, mentre era immersa in quei pensieri, il risciò che la trasportava si fermò bruscamente davanti al cancello di quella che a Haruko sembrò una casa comune. Il signore che l'aveva accompagnata la fece scendere e la fece avvicinare al cancello della casa dalla quale uscì una signora che zoppicava. Non era vecchissima, ma mostrava già i segni del tempo sul suo viso. “La ragazza è questa?” chiese la signora zoppicante. “Si, è lei” rispose il signore accanto ad Haruko che, senza avere il tempo di pensare, venne trascinata all'interno della casa. “Ora verrai presentata alla Madre. Vedi di mostrarle rispetto!” disse la signora zoppicante alla piccola Haruko che la guardava spaventata. “Okaa-san!” disse la donna inginocchiandosi e Haruko sentì una voce dall'interno dire “Ah, sei tu. Entra!” Quando furono al cospetto della Madre, Haruko era terrorizzata. Gli fu chiesta la sua età, ma lei non rispose. Avrebbe dovuto farlo la donna zoppicante, che veniva chiamata Zietta, e quando la sentì dire “nove anni” la piccola Haruko ebbe l'impressione che un gigantesco groppo che aveva in gola si sciolse. “Fatti vedere, ragazzina.” disse la donna da dietro la sua scrivania. Haruko si avvicinò alla Madre che la fisso dritta negli occhi e disse “Sei una ragazza carina. Mi sei costata una fortuna, quindi vedi di non deludermi!”

Quando uscirono dalla camera della Madre, una donna con il viso dipinto si avvicinò alla Zietta e le chiese di portarle su un bicchiere di birra. Zietta si rivolse verso Haruko e disse “Il tuo primo incarico. Porta la birra a Asaji, ma fa attenzione! Ichigiku e Ichiwari stanno dormendo!”

Facendo più piano che poté, Haruko varcò la soglia della stanza dove si trovavano le tre donne di cui aveva parlato Zietta. Due, Ichigiku e Ichiwari, dormivano, mentre l'altra, Asaji, era davanti alla toilette e si toglieva il trucco, ma nel momento stesso in cui Haruko entrò nella stanza si girò di scatto. “Finalmente! Ce ne hai messo di tempo a portarmi questa birra! Forza! Ora vai via!” disse la donna prendendo in modo prepotente il bicchiere. “Mi scusi, signora, ma lei chi è?” chiese la piccola Haruko sollevando lo sguardo su Asaji. “Vuoi sapere chi sono?” chiese guardandola in modo canzonatorio “Beh, io sono una geisha. Se vuoi sapere cos'è una geisha chiedilo a qualcun'altro, poiché ti do il permesso di farmi solo una domanda al giorno, e non dare per scontato che io ti risponda sempre. Ora vai e lasciami in pace!”

Haruko diede un'ultima occhiata spaventata alla donna davanti a lei e scese in fretta le scale. Cercò Zietta e le chiese se poteva andare a dormire. Zietta, che ebbe compassione di lei, la portò negli alloggi delle domestiche dove Haruko trovò un futon pronto per lei. All'inizio si sedette vicina al suo giaciglio, poi sprofondò la faccia nel cuscino e pianse fino all'alba.........

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Capitolo 2
*** Il primo giorno di scuola ***


Capitolo II: Il primo giorno di scuola

 

Haruko non ne poteva più di subire le angherie delle tre geisha, soprattutto quelle di Asaji. Loro non volevano che Haruko entrasse nella loro stanza, ma la poverina era costretta per ordine della Madre. Quando poi veniva trovata da una di loro o, peggio, da tutte e tre insieme veniva portata dalla Madre e veniva accusata di aver rubato qualcosa. Non poteva protestare, e poi sarebbe stato solo fiato sprecato perché la Madre l'avrebbe picchiata comunque. C'era una sola persona che la capiva: Zietta. Infatti lei odiava Asaji, Ichigiku e Ichiwari. Erano molto disordinate e, da quando era arrivata Haruko, pareva che lo facessero solo per beccarla nella loro stanza. Ma la situazione stava per cambiare. Infatti quello sarebbe stato per Haruko il primo giorno di scuola. Si svegliò molto presto quel giorno e, insieme a Ichiwari che era stata incaricata dalla madre di presentare la giovane alle maestre, si avviò verso la scuola.
Signora maestra, mi permetta di presentarle Haruko. Se avrà voglia di stare accanto a questa ragazzina senza talento, potrebbe insegnarle qualcosa?” disse con un sorriso malevolo Ichiwari. “Mia cara Ichiwari,” disse la maestra di danza “non sarai un po troppo avventata nel giudicare questa ragazza? A mio avviso è molto bella e sono sicura che sia molto aggraziata”. “ Non dubiterei mai della vostra parola, signora maestra.” rispose inchinandosi Ichiwari.
Andò avanti così per tutta la mattinata e, quando tornarono all'okiya, Haruko stava per andare a mettersi il kimono da domestica, quando Ichigiku spunto truccata e vestita di tutto punto dalla porta e si avvicinò a Haruko con uno sguardo strano. “Dove credi di andare, signorina?” disse Ichigiku con la sua voce acuta. “Signora, vado a rimettere il mio kimono da domestica per sbrigare le faccende.” rispose Haruko con gli occhi puntati sul pavimento. “Già, hai ragione. Quel kimono che indossi adesso è troppo pregiato per te. Comunque ora non puoi cambiarti perché devi venire con me all'ufficio di registrazione.” disse Ichigiku guardandola dritta negli occhi “Quindi vedi di non fare storie e seguimi”.
Quando arrivarono all'ufficio di registrazione, Ichigiku disse a Haruko di aspettare fuori dalla porta. Sentiva la voce della geisha provenire dall'interno dell'ufficio, e fu allora che vide una geisha avvicinarsi a lei. Non era giovane, certo, ma il suo volto lo sembrava ancora e la pettinatura elaborata la faceva sembrare una donna di un ritratto della corte imperiale. “Come ti chiami?” le chiese la donna con fare benevolo. “Haruko” rispose lei senza staccare gli occhi dal kimono della geisha. “Che bel nome, proprio adatto a te.” rispose la donna allontanandosi. “Quella è Tomihatsu, una geisha molto richiesta qui nell'hanamachi.” A parlare era stata Ichigiku che era appena uscita dall'ufficio. “Ma non aspettarti di diventare come lei.” aggiunse subito dopo e scoppiò in una grossa risata che durò fino a quando non ritornarono all'okiya dove Asaji aspettava Haruko. “Vieni con me, stupida! Devi assistere al trucco e alla vestizione della geisha e, purtroppo, quest'incarico è toccato a me!” disse la geisha rivolgendosi alla povera giovane. Asaji era tra tutte quella che Haruko più detestava, e il suo sentimento era ricambiato in egual modo. Quando fu nella stanza delle geisha, Haruko osservò come si truccava Asaji che continuava a ripeterle che niente l'avrebbe fatta diventare bella. Queste parole ferirono molto Haruko che cercò di non mostrarsi triste davanti a quella donna. Infine la giornata si concluse nello stesso modo, ovvero con un sonno senza nessun sogno per la piccola Haruko che sperava con tutto il cuore di poter ribaltare la situazione.

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Capitolo 3
*** Una nuova amica per Haruko ***


Capitolo III: Una nuova amica per Haruko

 

Erano passati tre mesi da quando la piccola Haruko aveva iniziato la scuola e tutto procedeva abbastanza bene. Alle incombenze di domestica si è aggiunta la mole incredibile di studio, ma Haruko era disposta a fare qualsiasi cosa per liberarsi di quelle arpie di Asaji, Ichigiku e Ichiwari. Quel giorno Haruko stava portando lo shamisen a Ichiwari che, disordinata com'è, l'aveva dimenticato all'okiya, quando si scontrò contro un altra bambina. Aveva anche lei il kimono da domestica, ma era abbastanza sgraziata. Haruko la conosceva: era Mayoko ed era una sua compagna di classe. Sapeva che viveva in un'okiya vicino al suo, ma al di fuori della scuola non l'aveva mai vista. “Mi dispiace, lascia che ti aiuti!” disse Mayoko appena si rialzò. “Grazie mille.” rispose Haruko. “Dove stai andando? Magari posso accompagnarti.” disse Mayoko. “Mi farebbe molto piacere, grazie!” rispose raggiante Haruko. Era la prima volta che poteva passare un breve momento con una persona che non fosse la Madre, Zietta o le tre arpie. Arrivate all'Ichiriki, Haruko avvistò Ichiwari e le consegnò lo shamisen. “Beh, ce ne hai messo di tempo, stupida! Aspetta che io lo dica alla madre. Immagina le botte che riceverai.....” disse la geisha con un ghigno malvagio sul viso. “Ichiwari-san, ci penserò io a spiegare alla signora Nitta come sono andate le cose. Le ragazze si sono fermate per aiutarmi a raccogliere un paio di cose.” A parlare era stata Tomihatsu che era intervenuta apposta per salvare le due ragazze. “Oh, Tomihatsu-san. Non dubito della vostra parola. Beh, piccola Haruko, per questa volta sei scusata, però torna presto all'okiya. La Madre potrebbe arrabbiarsi..” rispose Ichiwari mascherando la rabbia con molta maestria.

Quando le due ragazze furono sulla via del ritorno, Mayoko si rivolse ad Haruko “Tu conosci Tomihatsu? Io la ammiro tantissimo, è la migliore geisha dell'hanamachi! Che fortuna che abbiamo avuto ad incontrarla!” “Già. L'ho incontrata la prima volta all'ufficio di registrazione. Anche le geisha del tuo okiya sono cattive come quelle del mio?” le chiese Haruko guardando il fiume dal ponte. “C'è ne solo una, ma è cattiva come quattro. Capisco la tua situazione e ti dico una cosa: ogni volta che riesco a non vedere Fumiko mi sento bene. Il solo fatto di starle vicina è irritante!” Le due bambine passarono una mezz'ora a parlare. Solo quando videro il tramonto che si avvicinava, Haruko esclamò “Oh no! Il sole sta calando, devo rientrare all'okiya. Mi ha fatto piacere conoscerti Mayoko!”, e senza aspettare una risposta si lanciò in una corsa folle per le vie di Gion e arrivò all'okiya in tempo per sentire Ichiwari dire alla Madre “Ho visto Haruko bighellonare con un'altra bambina. Dovrebbe essere punita, non trova Madre?” Prima che potesse capire qualcosa, venne colpita sulla schiena da una canna di bambù dalla Madre e si lasciò sfuggire un grido. “Quindi vai in giro per Gion sprecando il tempo delle persone, eh?” Haruko vide che Ichiwari rideva insieme a Ichigiku e Asaji che rideva più forte di tutte. La piccola non ci vide più dalla rabbia, e, preso tutto il fiato che aveva in corpo, urlò “Ci prendete tanto gusto a far del male alle persone? Siete solo delle arpie, non avete un cuore! Vi credete belle, ma non lo siete per niente! Non siete brave in niente! Siete delle geisha mediocri!” Bastò l'insulto sul loro aspetto per far infuriare le tre donne contro la piccola Haruko che venne salvata da Zietta e condotta da quest'ultima in un'altra stanza dell'okiya. Quando furono sole, Zietta le chiese “Ma sei impazzita? Perché hai detto quelle cose? Potrebbero farti buttare fuori dall'okiya, lo sai?” Haruko era furiosa e disse “Mi prendevano in giro, non le sopporto più!” Zietta le tirò un ceffone che le lasciò il segno della sua mano sul viso “Haruko! Non devi più rivolgerti a loro in questo modo. La Madre ti butterà fuori se continuerai così!” Haruko rimase sola nella stanza e fece una cosa che non faceva ormai da tempo. Pianse........

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Capitolo 4
*** Lo spettacolo di danza ***


Capitolo IV: Lo spettacolo di danza

 

Erano ormai trascorsi due anni da quando Haruko era entrata nell'okiya e tutto procedeva per il meglio. O meglio, quasi tutto. Gli studi andavano bene, le insegnanti la elogiavano e i momenti che passava con Mayoko, l'unica amica che la piccola Haruko avesse mai avuto, le facevano lo stesso effetto di una boccata di aria fresca dopo aver trattenuto il fiato per tanto tempo. Sarebbe stato perfetto per la piccola, se non fosse stato per le tre donne che le davano il tormento: Asaji, Ichiwari e Ichigiku. Tra le tre, Asaji era quella più odiosa. Ogni volta che la geisha la vedeva, trovava il modo di insultarla. Non le aveva certo perdonato l'insulto che le rivolse poco tempo dopo essere arrivata nell'okiya e per questo, ogni volta che poteva, cercava di renderle la vita difficile. Haruko cercava in tutti i modi di evitare quelle tre donne, ma, per un motivo o per l'altro, era spesso mandata per ordine della Madre o di Zietta a riordinare la camera delle tre donne che, puntualmente, si facevano trovare lì solo per tormentarla. Haruko non riusciva più a sopportare le loro angherie, ma sentiva che presto avrebbe avuto l'occasione per cambiare la situazione.

Quell'occasione arrivò nella primavera del 1902, mentre Haruko e Mayoko si preparavano a tornare ognuna al proprio okiya. Proprio mentre stavano per uscire dalla scuola, l'insegnante di danza delle due arrivò correndo e si fermò davanti ad Haruko. “Haruko-chan! Finalmente ti ho trovata! Ho una cosa molto importante da dirti.” Le due ragazze erano sorprese: non avevano mai visto la loro insegnante correre in quel modo. “A breve si terrà uno spettacolo di danza al Teatro Minamiza e la nostra scuola dovrà partecipare. Sfortunatamente, durante le prove, una delle danzatrici si è fatta male e ora non potrà esibirsi. Ho pensato subito a te: sei la mia migliore allieva, infondo!” Per Haruko, quelle parole furono come un miracolo: finalmente avrebbe avuto l'occasione per farsi notare! Tornò trafelata all'okiya per riferire la notizia alla Madre. Tuttavia non dovette aprire bocca perché ci aveva già pensato Ichiwari, la quale aveva ascoltato la conversazione, a raccontare tutto alla Madre, a Zietta e alle altre due geisha. Il caso volle che proprio nel momento in cui Haruko stava rientrando nell'okiya, Asaji stesse passando per il corridoio. Nel vederla, la geisha battè le mani ed esclamò “Piccola Haruko! Congratulazioni! Ichiwari mi ha raccontato tutto quanto. Sono sicura che danzerai benissimo. Almeno ti conviene farlo, altrimenti come farai a distrarre il pubblico dal tuo viso sgraziato?” E, con l'impressione di aver fatto una bella battuta, si mise a ridere da sola fino a quando non fu fuori dall'okiya. Haruko non si sentiva ferita dal commento di Asaji, ma sentiva solo rabbia dentro di sé. Tuttavia riuscì a controllarsi e andò a cambiarsi il kimono per iniziare le faccende.

Arrivò il giorno dello spettacolo. Haruko avrebbe dovuto eseguire una danza detta “Luna Cremisi”. Era nervosa, questo era certo, ma sentiva che doveva riuscire a danzare al meglio per non dare ad Asaji la soddisfazione di vederla fallire davanti a tutto il pubblico.

La sua esibizione fu un vero e proprio trionfo. Vide la Madre e Zietta esterrefatte dalla sua bravura e guardò con piacere le facce attonite di Ichiwari, Ichigiku e Asaji. In seguito, durante il ricevimento organizzato dal direttore del teatro, accadde una cosa impensabile. Asaji si avvicinò ad Haruko e, con fare materno, le disse “Haruko-chan, c'è una persona che vorrei presentarti. Seguimi, non essere timida!” Haruko era confusa dal comportamento di Asaji che la presentò come “la ragazza più promettente dell'okiya Nitta” ad un militare. Sembrava aver raggiunto un grado molto alto nell'esercito e Asaji lo chiamava “ Generale Hasegawa”. Ciò che aveva fatto la geisha le fu chiaro solo dopo che Zietta le spiegò che il generale Hasagawa era un amante delle belle ragazze e di stare molto attenta ai comportamenti di Asaji.

Quando tornarono all'okiya, Haruko fu immediatamente chiamata nella stanza della Madre la quale, visibilmente compiaciuta, cominciò a parlare alla ragazza del suo futuro. “Ragazza mia, mi sei costata molti soldi, ma ti sei rivelata un buon investimento. Perciò, quando compirai dodici anni, comincerai il tuo apprendistato. Diventerai una maiko! Dovresti essere orgogliosa del fatto che sia stata la grande Tomihatsu a chiedermi di poter diventare la tua sorella maggiore” Nel sentire il nome della sua futura “sorella maggiore”, Haruko si sentì felice come non mai. Il suo entusiasmo, tuttavia, calò di colpo quando, uscendo dalla stanza della Madre, si trovò davanti nientemeno che Asaji che doveva aver ascoltato tutta la conversazione a giudicare dal sorriso stampato sul suo volto. “Una cosa veramente strana” pensò Haruko “dato che di solito manda Ichiwari a spiarmi”. “Ma tu guarda.” esordì Asaji “A quanto pare avremo presto una nuova maiko nel nostro okiya. Ricordati una cosa, però, piccola Haruko.” Nel dire questo afferrò i capelli della giovane “ Se tenterai di intralciarmi, non m'interessa che la tua sorella sia Tomihatsu, io troverò il modo per farti cacciare da Gion!” Detto questo le diede un'ultima tirata di capelli e la scaraventò a terra. “Allora, buonanotte, piccola Haruko.” concluse la geisha prima di salire per le scale che conducevano alla sua stanza. Rimessasi in piedi, Haruko non pianse. Non provava dolore ma solo rabbia verso quella donna e promise a sé stessa che, nel momento in cui fosse diventata una geisha conosciuta, avrebbe utilizzato ogni mezzo a sua disposizione per buttarla fuori da Gion.

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