Omnia mutantur

di Harriet
(/viewuser.php?uid=510)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - Tre ***
Capitolo 2: *** II - Il signore del mondo ***
Capitolo 3: *** III - Imparare a creare ***
Capitolo 4: *** IV - Una traccia ***
Capitolo 5: *** La morte è mia ***



Capitolo 1
*** I - Tre ***


Piccola raccolta di frammenti, non in ordine cronologico. Segnalerò eventuali spoiler via via.
Il titolo della raccolta ("Tutto cambia") è rubato alla citazione di Ovidio che appare sul finale della serie e racchiude un po' il senso di tutta quanta la storia. Il problema di
Sandman è che dice quasi tutto. Il poco che non dice, forse è meglio che resti non detto. Ho voluto provare comunque a giocare un pochino con questa gente. Non prendete niente di tutto questo troppo sul serio. Dategli un'opportunità perché è scritto se non con perizia, almeno con amore e con più scrupolo possibile.
Sì, mi sento molto in colpa ogni volta che scrivo su questa serie.
Grazie per essere qui.
Il primo episodio è stato scritto per la sfida a squadre di It 100, tema: "Dopo cento anni, tutti ancora qui".






Tre


A quel tavolo sono in tre, anche se l'ultima invitata non c'è – non c'è mai stata, non fa parte dell'appuntamento secolare. A quel tavolo sono in tre, perché alla fine dipende tutto da lei, che seicento anni fa ha sentito per caso un frammento di conversazione interessante e ha deciso di prendere sul serio quell'essere umano millantatore, certo di poter evitare la morte.
E' il 1989 e dopo cento anni eccoli di nuovo lì, ciascuno con il suo motivo. Hob e Sogno sono venuti per onorare ancora l'accordo – ma in realtà è perché una bevuta con un vecchio amico allontana la solitudine. Per chi non muore mai, la solitudine è una compagnia ben nota.
E lei, che non c'è, è presente perché permette all'accordo di continuare. Per quanto ancora? Non importa. Si vedrà cos'ha da dire Hob questa volta. Forse si daranno appuntamento di nuovo nel 2089. Forse no. Non importa.
Importa solo che due amici stanno brindando insieme di nuovo, dopo cento anni. Importa che suo fratello sia cambiato al punto di ammettere che è venuto solo per amicizia. E per quanto riguarda Hob, sarà lui a decidere quando sarà il momento che le cose cambino. Come deve essere, com'è sempre stato, come sempre sarà.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II - Il signore del mondo ***


Scritta per la sfida a squadre di It 100, tema: "Posso presentarti mia sorella?"
Sono immodestamente divertita dall'uso del prompt.
Non la penso come questo personaggio. Però mi fa paura.






Il signore del mondo


A volte sa di essere il signore del mondo. Non è un vanto: è una semplice constatazione.
Osserva l'essere ormai non più umano che si riflette nello specchio, nei propri occhi vuoti, sangue sulle mani, mente incatenata dal viso di qualcuno che non potrà avere mai.
Di là dallo specchio lo attende Disperazione, poi incontrerà Delirio, e infine, conclusione logica, ci sarà una mano tesa per andare in un Altrove sconosciuto, a cui quell'essere ha deciso di accedere anzitempo, perché è così che finiscono i desideri deragliati.
Sulla soglia dell'anima di una creatura alla fine, Desiderio sa di essere il signore del mondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III - Imparare a creare ***


Post-serie. SPOILER TREMENDISSIMI per il finale della serie!
Scritta per la sfida a squadre di It 100, tema: "Rimpiazzo".
Scrivere una specie di fluff domestico su Sandman dovrebbe essere illegale. Io l'ho fatto con amore anche nei confronti di Daniel, nonostante il prompt che ho scelto...








Imparare a creare


- Guardalo. Sta tutto il giorno in giro a curiosare, invece che a fare il suo lavoro!
- E cosa dovrebbe fare, secondo te, Mervyn?
- Inventare cose. Persone. Pezzi di questo posto. Che ne so, è lui il Signore dei Sogni, mica io!
Lucien sospira e continua il suo lavoro di catalogazione dei libri. E' impressionante la quantità di libri sognati che arrivano ogni giorno.
- Poi è snervante!- Prosegue Mervyn – Ha quel modo di guardare le cose, come se non avesse mai visto niente! Mi irrita.
- Magari è davvero così.- Commenta Matthew, atterrando sulla spalla del bibliotecario. - Voglio dire... Magari non ha mai visto niente. Ve lo ricordate com'era, fino a poco tempo fa, quando veniva qui nel Sogno? Era un cosino piccolino. Eva lo teneva in braccio. E poi all'improvviso, puf, è grande, con la testa piena di storie e doveri e tutto il resto.
- Osservazione saggia.- Risponde Lucien.
- Forse osserva le cose per imparare a creare.- Suggerisce Nuala, spuntando da dietro uno scaffale della biblioteca.
- Cosa ci vuole a creare?- Brontola Mervyn. - Il nostro Signore lo faceva in un istante.
- Il nostro antico Signore.- Lo corregge Lucien. - E Nuala ha ragione: il nostro nuovo Signore deve ancora imparare.
- Già che c'era, poteva sceglierselo anche meglio, il suo rimpiazzo...
La parola permane un attimo nell'aria, nel silenzio. - Non dire così.- La fata scuote la testa. - Lui manca a tutti. Ma... Se consideriamo il nostro nuovo Signore solo un rimpiazzo, manchiamo di rispetto a chi l'ha scelto come erede.
- E non lo aiutiamo.- Conclude Lucien.
- Aiutarlo a fare che?- Chiede ancora Mervyn, sempre difficile da addolcire.
- A imparare a essere ciò che è.
Nessuno ribatte, perché ognuno, a suo modo, è d'accordo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV - Una traccia ***


Una traccia


Il messaggio è chiaro. E' l'affermazione di un credo e uno sputo d'odio. La gente che passerà per la strada domani la vedrà, e probabilmente in pochi capiranno, ma lui non importa. E' un augurio di morte e arriverà a coloro a cui è destinato.
L'autore della scritta ha sedici anni, il cappello calcato in testa e una giacca troppo leggera contro il gelo di gennaio, una bomboletta spray rossa in mano e il desiderio di annientare quelli che stanno dall'altra parte del suo quartiere, quelli di un'altra terra, quelli che lui non vuole. Quelli per i quali ha deciso di prendersi un muro e la libertà di riempirlo con le sue parole di rabbia.
- Non avevi proprio niente di bello da scrivere, eh?
Il ragazzo si volta di scatto. Si è mossa senza alcun rumore, eppure è vicinissima. Come ha fatto ad arrivare? E' piccola e carina. Ha un sorriso che lo lascia stordito per qualche secondo.
- Eh?
- Non potevi scrivere una stupida frase sdolcinata per la tua ragazza, o qualcosa del genere?
Lui scuote la testa. Non riesce a spostare lo sguardo dal viso di lei. Di solito si fa un vanto di non essere uno di quegli idioti che non capiscono più nulla di fronte a una bella ragazza, ma questa ha qualcosa di... Non lo sa. Non riesce a spiegare. Non riesce a spostare lo sguardo dal viso di lei.
- Non capisco che vuoi dire.
- Già. Immagino. Mi dispiace.
- Ti dispiace?
- Che tu sia così scemo da lasciare in giro una traccia di quanto sei arrabbiato. Per cosa, poi? Per delle persone che odi solo per sentito dire? Non ne valeva la pena, credimi.
Quello che dice dovrebbe farlo arrabbiare ancora di più, ma il modo in cui sorride in effetti sta cominciando a farlo sentire un po' meno sicuro di sé...
- Cosa avrei dovuto scrivere?- Borbotta, incapace di risponderle male.
- Non lo so. “Ti amo”. Non ti piace proprio nessuno? Oppure una frase sulla tua squadra preferita. Qualcosa che la gente legge e... poi magari si sente un po' meglio.
- Io non voglio far sentire meglio la gente.
- Me ne sono accorta. Peccato.
- Perché, “peccato”?
Lei scuote la testa e abbassa gli occhi.
- Proprio non ti viene una buona idea per rimediare?- Gli chiede, indicando il muro.
- Mi stai chiedendo di scrivere una cosa sdolcinata sul muro?
Lei alza le spalle.
- Fai come vuoi. Se ti viene in mente. Il muro è grande.
Lui ci pensa. Gli sembra stupido, ma lei ha qualcosa di insolito e speciale, e poi è bella, e...Vuole fare qualcosa per accontentarla.
Alla fine scrive la frase di una canzone, qualcosa sul restare uniti per non cadere, qualcosa che gli rimbalza in testa ogni tanto e lo rende stranamente tranquillo.
Lei sorride, sembra felice. Chissà perché, poi. Gli fa un cenno di saluto e sparisce oltre il muro.
- Questa poi... Chissà che voleva dire.

Sarà la sua ultima frase. Poco distante lo aspetta un'auto guidata da un ubriaco, e la sua storia si conclude.
Lei gli tende la mano e sorride allo stesso modo di poco prima.
- Allora, hai capito perché volevo così tanto che scrivessi qualcosa di meglio, su quel muro?







Scritta per Shu, che mi chiedeva una storia su Death, con prompt "scritte sul muro".

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La morte è mia ***


SPOILER per la fine della serie!









no, seriamente, spoiler!









La morte è mia



Sono l'eco delle risate e l'agonia in solitudine a risvegliare nel suo cuore millenario un istante profondissimo di paura. Insieme alla pioggia, gli scendono addosso le parole taglienti dell'inevitabile, le grida di quegli esseri che lo hanno cacciato fin lì. Signore di un regno impenetrabile, possessore di doni temibili, adesso è nient'altro che una creatura ferita.
Sicuro di sé, sicuro di tutto anche mentre percorreva la via della sua fine. Però adesso ha paura.
Lo hanno quasi raggiunto (come lui si aspettava, come lui voleva) e oltre lo stridio scomposto delle loro voci nemiche ha l'impressione di sentire secoli e secoli di altri che lo hanno odiato. E' solo un'illusione figlia dello smarrimento che prova (una cosa tanto umana...), ma gli sembra che siano tutti lì, a godere della sua fine, mentre è lì ad aspettarla da solo.

Andatevene!, grida lei, senza parole, con la sua sola presenza. Andatevene. Questo non è il vostro territorio. Voi parlate di vendetta e portate sofferenza, e forse queste saranno vostro appannaggio, ma la morte è mia. E non ha niente a che vedere, alla fine, con il vostro gridare e le vostre ombre. Quindi, lasciatemi fare ciò devo, a modo mio. Questo è il mio dominio.

Gli si posa accanto e tutto si fa silenzio e pace inaspettata, un regalo prima della partenza. Gli si siede accanto e ridona senso a tutte le cose.
Anche alla fine.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=758888