Takashi Gunso!

di LoScrittoreMisteriosoX
(/viewuser.php?uid=132698)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 1 - L'arrivo del novellino, signorsì! ***
Capitolo 2: *** Episodio 2 - La favola del Principe Ranocchio, signorsì! ***
Capitolo 3: *** Episodio 3 - Un Alieno... conquistatore! Signorsì! ***
Capitolo 4: *** Episodio 4 - Una normale famiglia di extraterrestri, signorsì! ***
Capitolo 5: *** Episodio 5 - Primo giorno, primi problemi! Signorsì! ***



Capitolo 1
*** Episodio 1 - L'arrivo del novellino, signorsì! ***


Episodio Uno: L’arrivo del novellino, signorsì!

« Keroro! » esclamò Giroro facendo irruzione nella stanza del seminterrato con il fiatone.

« Che c’è, Caporale? » domandò la rana verde, spaparanzata come un impasto per la pizza sulla sua sedia a sdraio, « Non vedi che sono occupato? Fai in fretta. »

« Abbiamo un problema! Secondo Kururu stiamo per ricevere una visita da Keron! »

Sentendo quelle parole, Keroro passò da un verde acceso ad un verde pisello, impallidendo.

« C-Cosa?! » gridò nel panico lanciandosi verso il frigo-portale per la base sotterranea, « Dobbiamo fare qualcosa! Alla base, presto! »

Come due razzi, le due rane entrarono nella base e corsero fra i corridoi più veloci che poterono nonostante le loro corte gambine.
Non appena fecero irruzione nella stanza di comando, videro Kururu già seduto sulla sua postazione.

« Hihihi… giusto in tempo, Sergente. » parlò Kururu seduto sulla sua postazione con il suo solito ghigno sul volto, « Stiamo per ricevere visite. »

« Lo so! » esclamò Keroro nel panico, « Presto, dobbiamo organizzare qualcosa! Se vedono che Pekopon non è conquistata, siamo fritti! »

« Cosa facciamo?! Non possiamo chiedere a Natsumi di fingersi ancora la nostra schiava! E’ tutta colpa tua, Keroro! Dovevamo conquistare Pekopon SUBITO! » gridò Giroro premendo il suo fucile sul volto del Sergente.

« Allora dobbiamo fare in fretta! » tuonò il ranocchio liberandosi e sedendosi sulla sua poltrona di comando « Kururu, presto! Passa sul monitor le migliori strategie per conquistare Pekopon! »

« Hihihi… Agli oridini. » rispose il Sergente Maggiore premendo un pulsante e riempiendo la stanza di infiniti schemi di battaglia, tutti raffiguranti innumerevoli strategie d’assalto con sottofondo una sirena d’allarme.

« Voglio quello più rapido! » gridò Keroro sbattendo la mano con fare impetuoso, « Mandalo Online! Voglio Pekopon sotto il mio dominio, ORA! »

Giroro lo fissò con fare ammirato. « Keroro… stai davvero pensando di conquistare Pekopon? Seriamente? » domandò incredulo.

« Signorsì! Voglio ogni Pekoponiano inchinato dinanzi a me come se fossi il loro signore e padrone! Voglio che mi venerino! Sono pronto a distruggere nazioni per questo! »

« Keroro… non ci posso credere… » piagnucolò Giroro cadendo sulle ginocchia, commosso da tanto spirito « Tu stai… davvero… pensando di conquistare Pekopon… è come un sogno che si avvera! »

« Forza! » riprese il Sergente, « Sergente Maggiore, che sta aspettando?! »

« Ma Keroro… » si intromise ad un tratto Kururu, « Hihihi… l’unica strategia che abbiamo a disposizione ora come ora ha una durata di trenta minuti… »

« E che stai aspettando?! Quando arriva la navicella da Keron?! »

« A dir la verità è già atterrata, e attualmente chi era a bordo è già diretto al centro di comando… hihihi… »

Sentendo quelle parole, Keroro diventò bianco.
L’istante dopo un messaggio sugli schermi confermò che qualcuno si era fermato proprio davanti alla porta della stanza.

« E’ finita! » gridò Keroro gettandosi al suolo e sdraiandosi « Presto! Fingiamoci tutti morti così penseranno che siamo stati uccisi dai Pekoponiani! »

« C-Che diavolo stai facendo… Keroro… » mormorò Giroro con faccia scandalizzata guardandolo esibirsi in strane pose da morto, alla ricerca della migliore da fare per quando lo avrebbero trovato.

« Eccolo che entra, hihihi…! » sghignazzò Kururu mentre la porta si apriva.

Furono momenti quasi interminabili e quando finalmente la porta si aprì del tutto, una rana bianca varcò la soglia della porta.

« Accidenti! » esclamò con rapito interesse un ranocchio bianco entrando nella stanza e sistemandosi il borsone militare sulla spalla, « Davvero fantastico! Questa base è addirittura migliore di quella in cui mi hanno addestrato! »

Si bloccò quando si trovò davanti due rane: una alla console e una accanto a qualcosa sdraiata per terra, come morta. Ma quando li riconobbe, sbarrò gli occhi con fare ammirato.

« Voi siete il Sergente Maggiore Kururu e il Caporale Giroro! E’ un onore incontrarvi di persona! » esclamò correndo loro incontro con fare estasiato.

« Chi… chi sei…? » parlò Giroro guardandolo guardingo.

Immediatamente la rana eseguì un rigido saluto militare, « Specialista Takashi Ryuu, nuovo membro assegnato al Plotone Grandi Manovre Divisione Invasioni Spaziali a rapporto! » si presentò orgoglioso.

« N-Nuovo membro? » balbettò Giroro, preso alla sprovvista, impreparato « Eh… ehm… Keroro fa’ qualcosa! Sei tu l’ufficiale in comando! »

« Non posso, guarda che sono morto… » parlò la rana al suolo.

« Ma lei è il leggendario Sergente Keroro! » esclamò Takashi con gli occhi che brillavano di entusiasmo, « Ho sentito migliaia di leggende parlare di lei! E’ un onore conoscerla! Lei è da sempre stato il mio eroe e di qualsiasi altro soldato all’accademia! »

Giroro fece una faccia per niente convinta « Ma, come puoi vedere, il vero Keroro non è altro che uno sfati- » disse girandosi verso il “cadavere” del suo comandante, ma quando lo vide in piedi, sprizzante d’energia e orgoglio, lo guardò sorpreso.

« Fufufu… » ridacchiò il Sergente, improvvisamente nel pieno del suo vigore, « … in effetti non esistono così tanti eroi come me… »

« Quante arie… » mormorò il Caporale stringendo i denti con rabbia, « … e pensare che fino a poco fa’ sembrava un cadavere! »

« E’ un onore essere nella sua unità! » riprese Takashi con un altro fiero saluto militare.

Preso da chissà quale spirito comandante scrutatore, « Così tu saresti il nostro nuovo arrivato, eh? »

« Sissignore! Il Comando mi ha mandato qui come rinforzo! Se mi è permesso chiederlo, mi è concesso sapere come sta andando l’invasione? »

La domanda sembrò colpire Keroro dritto cuore, facendolo sobbalzare come se qualcuno gli avesse appena tirato un pugno nello stomaco.

« Ehm… invasione… già… err… » cominciò a balbettare sudando freddo, tornando impacciato.

Improvvisamente il fucile di Giroro si premette sul volto del Sergente, « Te lo dico io come sta andando la nostra invasione! » ringhiò il Caporale.

« C-Caporale Giroro! N-Non è considerata insubordinazione q-questa?>> mormorò Takashi con fare spaventato.

« Lo sarebbe! » tuonò la rana immergendo la “punta” dell’arma fino a farla sprofondare nella testa di Keroro « Se solo questo si meritasse di essere chiamato “Superiore”. »

« Ghighogo, nhon chredi dhi stharhe heharehando? (Giroro non credi di stare esagerando?) » domandò il Sergente con la faccia deformata.

« Non sto esagerando! Ho tutto il diritto di lamentarmi se non abbiamo fatto nemmeno un passo da quando siamo su Pekopon! Ed è tutta colpa tua, Keroro! »

« “Nemmeno un passo”? » fece da eco Takashi, sorpreso. Dai rapporti, Keroro e il suo Plotone avevano invaso ormai tutto il globo. Cosa intendeva con “Non avevano fatto nemmeno un passo”?

« Esatto! Per colpa di questo inutile comandante, non abbiamo conquistato nemmeno un centimetro di terra da quando abbiamo messo piede su Pekopon! Anzi, addirittura ci siamo fatti sottomettere da dei Pekoponiani! »

« Cosa? Sottomettere? Ma non è possibile! »

« Senti, novellino » riprese Giroro sparando in faccia a Keroro e mandandolo dall’altro capo della stanza tutto bruciacchiato, « Sei stato davvero mandato qui come nostro nuovo membro? »

« S-Sissignore… »

« Allora te lo dirò forte e chiaro, cosicché tu non ti faccia le idee sbagliate: l’invasione di Pekopon non sta andando male, anzi! Non è neanche iniziata dato che abbiamo uno stupido, incompetente e scansafatiche come comandante! So che i rapporti dicono siamo a buon punto, ma in realtà non abbiamo fatto niente, NIENTE! E come se non bastasse, il nostro Plotone è andato “distrutto”: uno è a oziare e mangiare dolci da una riccastra, un altro si è messo in testa di proteggere il mondo e i fiori, quello laggiù… » ringhiò con fare furioso puntando il fucile contro Keroro, « …non fa un tubo dalla mattina alla sera costruendo modellini di Gundam e preferisce pulire la casa che reputa “conquistata” e io ed il Maggiore Kururu a seguirlo come due deficienti! »

Takashi lo scrutò con sguardo incredulo, come se si rifiutasse a credere in quelle parole. Un sogno infranto dalla stessa leggenda che amava?

« Conciso e duro, eh Caporale? Hihihi… ma purtroppo è così. Hihihi… Come Plotone facciamo piuttosto schifo… hihihi… » ridacchiò Kururu.

« Ma… ma non è possibile… io… io avevo sentito che voi foste il Plotone per eccellenza, una squadra di cinque Keroniani imbattibili… io… »

« Suvvia, Giroro… non essere tanto duro. » parlò Keroro rialzandosi dal foro nella parete che aveva creato con il corpo « Non ci sta andando poi tanto mal- Augh! »

« Stai zitto, stupido! » ringhiò Giroro assestandogli un doppio calcio volante sulla faccia.

« Non… non ci posso credere… davvero il leggendario… » Takashi balbettava, insicuro delle sue prossime parole o dei suoi prossimi pensieri.

Comprendendolo, Giroro agguantò lo Specialista e lo schiaffeggiò con decisione, facendolo tornare alla realtà, « Benvenuto nel Plotone Grandi Manovre, novellino. » parlò con voce dura e fredda, « Ora, cosa hai intenzione di fare? »

Glielo si leggeva negli occhi. Voleva che Takashi tornasse indietro in modo da avvertire i suoi superiori ed ordinare un cambio di Plotone per la conquista, magari cambiare ufficiale in comando. Giroro aveva uno sguardo duro e deciso negli occhi: era disposto a tutto pur di cambiare le sorti di quel Plotone.

Giroro lo osservò fissarlo negli occhi, intento ad una serrata battaglia interna. Poi, ad un tratto, si liberò dalla presa.

« Non è ovvio? » rispose Takashi dopo intensi secondi e allontanandosi, « Farò quello per cui sono venuto: servire il Sergente Keroro. »

« A-Aspetta, novellino! T-Ti rendi conto di quello che ti ho appena det- »

« Sissignore! Eppure, anche in questa situazione, non posso tradire il mio Comandante! Ho chiesto di unirmi al Plotone Grandi Manovre e mi hanno mandato qui come sottoposto del Sergente! Non importa quale sia lo stato di questa invasione: io lo seguirò per sempre, è questo il mio destino! » (N.d.A. Parecchio ingenuo…)

Giroro lo guardò con fare stupito, incredulo a tanta fedeltà.

« Takashi… » mormorò Keroro con le lacrime agli occhi, « … io… non posso crederci… La tua ammirazione mi commuove… »

« Non si preoccupi, Sergente. » rispose l’altro allungandogli la “mano”, pronto ad aiutarlo a rialzarsi, « Io non l’abbandonerò mai. »
Piangendo dalla commozione, Keroro afferrò la “mano” di Takashi e si issò come in una delle più drammatiche scene d’amicizia.

« Quel novellino… » mormorò Giroro, anche lui piangendo, « Non ho mai visto tanta fedeltà in un essere inutile come Keroro. E non se la merita nemmeno! »

« Hihihi… » ridacchiò Kururu, anche lui in lacrime, « … quant’è ingenuo. »

« Takashi. » riprese Keroro pulendosi gli occhi con una mano « Per ringraziarti della tua fedeltà, ti affiderò un compito che non ho mai assegnato a nessuno. Dovrai sentirtene onorato. »

« Si, Sergente » parlò l’altra rana con un saluto militare, pronto ad esaudire ogni richiesta.

« Da oggi… » parlò Keroro facendosi serio e deciso, attirando l’attenzione di ogni Keroniano in quella stanza, curioso di sapere quale compito gli avrebbe assegnato.

« … avrai il diritto di poter pulire i miei modellini di Gundam. » dichiarò a sorpresa, facendo cadere nell’incredulità Giroro e nelle risate Kururu.

« Sissignore! Sarà un onore! » esclamò Takeshi. Chiaramente, non aveva idea del cosa fosse un “Gundam”.

« Stupido verme! » gridò Giroro lanciandosi in un altro doppio calcio sulla faccia di Keroro « Ti sembra questo il modo di trattare tanta fedeltà!? Mi fai schifo! Muori! Devi morire Keroro! » tuonò la rana sparandogli addosso tutte le munizioni nel caricatore della sua mitraglietta sotto alle risate serrate di Kururu e la sorpresa di Takashi.


E così è entrato in gioco un nuovo membro nella squadra di Keroro! Come andrà a finire? Spero vi sia piaciuto! Vi aspetto nella prossima puntata, non mancate! Accetto consigli per nuovi episodio e personaggi! E mi raccomando: fatemi sapere se vi è piaciuto! =D
27/04/15 inizia così la mia rivisitazione degli episodi di Takashi Gunso fino al nuovissimo sesto episodio fiammeggiante! Ringrazio SemplicementeSamanta per avermi spronato a riprendere questa fiction! Grazie per avermi contattato questo dimenticato scrittore! :D
28/04/15 e ora ringrazio SemplicementeSamanta per le sue correzioni e la sua recensione per nulla annoiante, anzi! Cavolo, come farei senza di lei e i nostri deliri di coppia?! Grazie mille! :D 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Episodio 2 - La favola del Principe Ranocchio, signorsì! ***


Episodio due: La favola del Principe Ranocchio, signorsì!

« Sergente, sono davvero ben fatti. » commentò Takashi osservando quell’esercito di modellini disposti come se fosse la scena di un campo di battaglia.

« Hehe… » rise Keroro mentre ne lustrava uno con un panno apposito, « … modestamente, sono davvero abile! E non sono mica facili da fare, signornò! »

« Non è qualcosa di cui uno dovrebbe andarci fiero… » mormorò Giroro facendosi un giro su quelle scene, nostalgico di quando ancora combatteva in modo serio.

« Come no, Caporale! Con questi modellini potremmo anche farci delle riproduzioni per attuare strategie. » parlò Takashi posando un modellino dopo averlo pulito per bene come da istruzioni di Keroro.

« In effetti potrebbe anche andare … » rispose il Caporale prendendone uno per forzarlo ad assumere una posa da combattente, facendolo però si divise di colpo, lasciando cadere uno dei due pezzi addosso ad un secondo Gundam, facendolo così cadere al suolo in un buffo suono « … se solo non fossero così fragili. »

« NOOOO!! » gridò Keroro lanciandosi sul modellini appena distrutti, « GIRORO COME HAI POTUTO!? » domandò in lacrime mentre si accingeva a raccoglierne i pezzi sparsi sul pavimento.

« Uhmpf. » si limitò a sbuffare il Caporale dandogli le spalle e andandosene, « Novellino, vieni con me. Ti faccio fare un rapido giro della base. »

« Ma il Sergente… » cercò di obiettare Takashi guardando il Sergente cercare di riparare disperatamente i modellini distrutti.

« Lascialo stare. » disse Giroro appoggiando la mano sulla spalla di Takashi e spingendolo fuori dalla stanza dedicata ai modellini, « Fa’ sempre così, ti ci abituerai. »

-

« Questa base è a dir poco fantastica. » parlò Takashi dopo il giro mentre i due Keroniani venivano portati da un nastro trasportatore verso la sala comandi « Voglio dire, c’è di tutto! Dal giardino botanico alla sauna. Dal parco divertimenti alla sala giochi. Dal laghetto dove pescare allo zoo intergalattico... Davvero unico. »

« Dici? Io trovo che sia pieno di cose inutili. Ci vorrebbero sale di addestramento! Poligoni di tiro! Armerie! Laboratori bellici! Test collaudo armi! » esclamò il Caporale con fare eccitato, come se solo al suono di quelle parole potesse scatenare una guerra e invadere Pekopon, « … e non di stupide stanze per i modellini. » sospirò con fare rassegnato mentre passavano davanti ad una stanza che esponeva altri Gundam etichettata con il numero “163”.

Takashi non poté che stare in silenzio, in approvazione a quel commento. Forse se il Sergente si fosse dedicato un po’ più allo sfondo bellico, magari avrebbero cominciato a fare veri progressi.

« So a cosa stai pensando » lo interpellò Giroro cogliendo il suo tacere, « Se solo Keroro si applicasse un po’ di più, potremmo fare qualcosa in merito a questa “invasione”. Ma credimi: ci abbiamo provato infinite volte, eppure abbiamo continuamente fallito. »

« Almeno il Sergente non è duro e spietato come mio padre »

« Tuo padre? »

« Sissignore. E’ stato lui ad addestrarmi fin da bambino in preparazione al mio arruolamento nell’esercito. Ed è sempre stato lui il mio istruttore quando ho dovuto fare l’accademia. Di certo ora sono un ottimo soldato, lo ammetto, ma in compenso la mia giovinezza è stata dedicata alla guerra. Se sbagliavo qualcosa dovevo fare cinquanta giri attorno ad una montagna, e se la facevo giusta venti. »

« Non ci credo! » esclamò il ranocchio rosso sorpreso, « Tu sei il figlio di Orion?! »

« Affermativo… è un problema? »

« No, anzi! » sorrise Giroro in un altro attacco di nostalgia, « E stato anche il mio istruttore, e fidati: se ti dico che tuo padre era fra i migliori, era fra i migliori. Quanto vorrei che Keroro fosse almeno la metà di quell’uomo. »

« Grazie. » disse Takashi con un sorriso, felice di vedere tanta ammirazione verso suo padre, « Comunque, quand’è che potrei conoscere il resto della squadra? Non ha la minima idea di quanto fossi euforico quando mi hanno assegnato a questo Plotone. »

« Come già ti ho detto, il nostro Plotone è “diviso”. In questa base al momento siamo in tre, mentre in realtà dovremmo essere cinque. Ma una è a rimpiazzarsi di dolci a casa di una ricca Pekoponiana e l’altro è a difendere la terra in nome della pace o cose simili. »

« Capisco... »

« Mi spiace deluderti, novellino, ma qui le cose stanno così. Da quando hanno preso la Kero Ball, siamo diventati “inutili”. Certo, abbiamo provato molte volte a conquistare Pekopon senza di essa, ma in un modo o nell’altro Natsumi e gli altri sono sempre riusciti a fermarci. Così di tanto in tanto ci rinunciamo, riprovando dopo un po’ solo per fallire ancora. »

« Natsumi? »

Al suono di quel nome, Giroro arrossì e guardò da un’altra parte cercando di nasconderlo.

« Ehm… err… Uhm… N-Non farti idee sbagliate… è... è solo la prima che mi è venuta in mente… » balbettò imbarazzato.

« Capisco, ma chi è? Una Pekoponiana? >>

« S-Sì. E’ la figlia della Pekoponiana che ci sta “ospitando”. Dio, che parola imbarazzante... dovremmo essere invasori, non ospiti. »

Takashi non rispose, limitandosi a pensare fra sé e sé mentre i due Keroniani attraversavano le porte scorrevoli della sala comandi. E così erano ospiti del popolo che dovrebbero invadere… si giurò che avrebbe conosciuto questa Natsumi e la sua famiglia… se aveva compreso bene, bloccare loro significava rendere possibile conquistare Pekopon.

« Sir Keroro! Sir Keroro! » esclamò una ragazza carica di pacchi camminare in mezzo alla stanza tenendo goffamente in equilibrio una nutrita colonna di pacchi, « Ho portato quello che aveva chiesto… Sir Keroro! »

« Fa parte della famiglia di Natsumi? » domandò Takashi osservando la ragazza mentre continuava ad andare avanti e indietro, nel disperato tentativo di non farne cadere nemmeno uno. Aveva visto delle immagini di Pekoponiani, quindi era più che logico pensare che fosse un “nemico”.

« Negativo, soldato. » rispose Giroro rimanendo fermo senza intervenire o darne segno di volerlo fare, « Lei è Angol Mois, Figlia del Gran Terrore Angol Tia. Ha preso le sembianze di una Pekoponiana per mimetizzarsi ed è qui per distruggere Pekopon. »

« Distruggerla? Ma non è l’opposto dei nostri piani? Inoltre è sicuro lasciarla andare in giro così tranquillamente? »

« Non ti preoccupare. Mois è capace di distruggere il pianeta, ma grazie alla Sindrome di Kakaroth che ha preso quando è atterrata su Pekopon, basta che Keroro le dica “Non distruggerla” per fermarla. »

« Perché? »

« Perché quella ragazza è innamorata di Keroro. E’ incredibile quello di cui è capace di fare l’amore ad un mostro della distruzione come Mois. »

I due rimasero lì, sulla soglia della porta, contemplandola in silenzio mentre Mois continuava a indietreggiare ed avanzare chiamando Keroro in continuazione.

Amore… Takashi non aveva mai valutato quella possibilità. Lui era un soldato, obbedire era la sua unica prospettiva di vita… inoltre per una qualche ragione non aveva mai avuto interesse per le altre ranocchie di Keron.
Tuttavia, anche se non gli avevano mai insegnato ad amare, gli aveva insegnato a proteggere e a salvaguardare le donne e chi non poteva farlo.

« Aspetta… » intimò Takashi avvicinandosi, deciso a seguire quell’insegnamento, « Ti aiuto io. »

« Oh, grazie! » rispose la ragazza avanzando a scatti per non sbilanciare, « Grazie, grazie da- » Angol Mois fu sul punto di abbassarsi quando ad un tratto i pacchi persero tutto l’equilibrio che era riuscita a conservare. E mentre la ragazza si lanciava in avanti nel disperato tentativo di riprendere i pacchi in un dispiaciuto urlo a rallentatore e Takashi indietreggiava per non esserne travolto e allo stesso tempo evitare che Mois si facesse male, accadde l’impensabile: come nelle più classiche delle commedie romantiche, cadendo, Mois era finita addosso a Takashi, baciandolo. (N.d.A. “Impensabile”: Più o meno XD)

Paralizzati, passarono diversi secondi di incredulità quando, improvvisamente, quasi come se non fosse bastato l’evento impossibile di poco fa, Takashi cominciò a sgonfiarsi come una specie di pallone, rilasciando fumo da tutte le parti.

« T-Takashi! » gridò Giroro alzando il braccio per proteggersi dal fumo mentre Angol Mois veniva sbalzata all’indietro in un gracile grido inaspettato, come colpita da un’onda d’urto improvvisa, « Specialista! » ripeté il Caporale non appena il fumo smise di propagarsi, rimanendo sospeso nell’aria sotto forma di fitta nebbia, « Rispondi, soldato! Takashi! »

« S-Sto be… S-Sto bene, Cap…C-Caporale! » tossì una voce dalla cortina fumogena assolutamente diversa da quella di Takashi.

E mentre il fumo cominciava a dilatarsi, Giroro riuscì distintamente a riconoscere la figura di un Pekoponiano alzarsi.

« C-Caporale! Lei invece sta bene? » domandò nuovamente la voce.

Giroro fu sul punto di rispondere ma quando la figura emerse dalla cortina fumogena, il Caporale ci rimase letteralmente di sasso: Takashi non c’era più, e al suo posto era apparso un ragazzo dai capelli bianchi come la neve e gli occhi rosso scarlatto.

« M-Ma che… » balbettò il Caporale con la mascella bloccata, incredulo a quell’apparizione.

« Caporale che ha? E’ diventato pallido… e piccolo… » domandò il ragazzo, a quanto pare non accorgendosi della sua trasformazione.

« C-Chi dia… diavolo sei…? » riuscì a dire Giroro con voce strozzata dopo innumerevoli tentativi.

« Sono io, Takashi… non mi riconoscere, signore? » se Takashi pensava di essere il più confuso nella stanza, si sbagliava di grosso.

« Tu! » gridò Angol Mois alle sue spalle facendolo voltare pronto al combattimento, ma si fermò quando la vide rossa in volto e con il dito puntato su di lui, « S-s-s-sei nudo! »

Nudo? Non capendo, il ragazzo si guardò cercando di capire il perché ma come il suo sguardo si posò sul proprio corpo nudo e umano sbarrò gli occhi, incredulo.

« M-M-M-MA CHE DIAVOLO!? » gridò con tutto il fiato che aveva, coprendosi istintivamente le parti basse, « COSA DIAVOLO E’ SUCCESSO!? »

« S-Specialista! » riprese Giroro riuscendo a superare, seppur in minima parte, lo shock iniziale « S-Specialista, r-riprenditi! N-Niente pa… panico! »

« M-M-M-MA C-CAPORALE! S-S-SONO DIVENTATO UN PEKOPONIANO! » Takashi era a dir poco nel panico nonostante il suggerimento del Sergente. Il ché, in tutta onestà, era giustificabile. Voglio dire, chi non sarebbe nel panico se un giorno così, a caso, diventasse non so, un merluzzo?

« Oddio, oddio! » tornò ad gridare Angol Mois rossa in volto, « Ho baciato un ragazzo nudo! »

« S-Stiamo calmi! C-Ci deve essere una spiegazione logica! » esclamò Giroro cercando ancora una volta di tenere il controllo della situazione.

« M-Ma C-Caporale! » piagnucolò l’albino.

« H-Ho b-baciato… b-baciato qualcuno che non fosse Sir Keroro… oddio… » borbottò Mois portandosi in piedi con fare scandalizzato, « T-Tu… » disse guardando Takashi con un volto deformato da un sadico sorriso avvolto dalle lacrime, « M-Mi hai… Tu mi hai rubato il mio p-primo b-bacio… un bacio che stavo tenendo per Sir Keroro! Tu… Tu… » mormorò ridendo in modo per nulla sano mentre estraeva un cellulare, « TU DEVI MORIRE! » gridò cambiandosi d’abito e armandosi di una spaventosa lancia dorata.

« T-Takashi, presto scappiamo o ci farà a pezzi! » tuonò Giroro immediatamente afferrando la mano del ragazzo e portandolo oltre porta, sigillandola poi premendo un dispositivo ai lati creato per emergenze come quelle.

« CAPORALE GIRORO! LO RIPORTI INDIETRO! DEVO UCCIDERLO! LO RIPORTI INDIETRO! » gridò Mois dall’altra parte mentre giganteschi quanto spaventosi boati tentavano di sfondare l’immensa porta che la divideva dai due.

« Non ti preoccupare » parlò Giroro mentre i due correvano rapidi come lepri attraverso i corridoi, premendo di tanto in tanto i comandi che facevano abbassare le porte Anti-Angol Mois, « Queste porte sono state fatte per resistere agli attacchi della Lancia di Lucifero. Non cederanno immediatamente. »

« M-Ma C-Caporale… cosa… cosa mi è successo? Perché sono diventato un Pekoponiano?! » domandò Takashi limitandosi a seguirlo, la mente troppo occupata ad elaborare una risposta sensata.

« Non lo so. » rispose il Caporale, « Ma ti prometto che lo scopriremo. Ora vai di sopra e trovati qualcosa con cui cambiarti: appena esci ti troverai in una stanza estremamente stupida. Quella è quella di Keroro, tu ignorala ed esci. »

« R-Ricevuto… »

« Bene. Una volta uscito alla tua sinistra troverai una scala, usala e vai al piano superiore. Non ti preoccupare, per ora la famiglia di Natsumi non c’è, così puoi salire al secondo piano indisturbato… »

« Poi…? »

« Lì ci sono tre stanze. Tu setacciale tutte e vedi quali vestiti ti stanno. Quando ti sei coperto, cerca la Kero Ball e scappa da questa casa correndo il più lontano possibile: se quella pazza ti prende, sei morto. »

« S-Sissignore. »

« Ora vai! » gridò Giroro fermandosi davanti al portale del frigorifero.

« Caporale, ma lei non viene?! »

« Se voglio salvarti, devo sigillare la base e l’unico modo per farlo è rimanere da questo lato. »

« M-Ma Caporale! »

« Non ti preoccupare, soldato. E’ dovere del proprio superiore proteggere i propri subordinati. » nonostante la situazione, finalmente, dopo tanto tempo, Giroro si sentiva ancora una volta un soldato… ed era così felice che non riusciva nemmeno a pensare lucidamente.

« M-Ma… » Takashi venne interrotto da una porta che veniva abbattuta e l’ennesima richiesta a Giroro di consegnarle il ragazzo.

« Dannazione, è già qui?! » esclamò Giroro spaventato, « Forza, vai! E’ un ordine! »

« E’ stato un onore, Caporale. >> disse Takashi con un saluto militare.

« Anche per me, soldato. Vai e non fermarti per nessun motivo! »

« Sissignore! »

Infine, Takashi attraversò il portale, lasciando Giroro da solo.

« Forza e coraggio, amico mio. » mormorò il Caporale premendo un pulsante e sigillando l’intera base.

L’istante dopo, Angol Mois fece irruzione nella stanza, compiendo un perfetto Armageddon.

« Forse era meglio seguirlo: mi sono appena ricordato che bastava bloccare la porta del frigo per sigillare la base. » mormorò Giroro mentre il suo corpo veniva trascinato verso l’alto da un mortale fascio di luce.

-

Improvvisamente, il terreno tremò.

« C-Cosa diavolo…? » mormorò Natsumi serrando le gambe per tenersi in equilibrio. Ma come se lo chiese, un fulmine gli passò per la testa: Keroro.

« Dannato ranocchio! » ringhiò facendo irruzione in casa « Oggi ero uscita prima e non vedevo l’ora di godermi queste ore libere in casa ed ecco che arriva lui a rovinarmi la giornata! »

Fu sul punto di entrare nel seminterrato quando ad un tratto sentì dei rumori provenire dal piano di sopra: c’era qualcuno.
Ben conscia che a quell’ora oltre ai ranocchi e lei nessuno doveva essere in casa. E se tutti i ranocchi erano sicuramente nella base… Cauta, la ragazza salì al piano di sopra e quando notò che i rumori proveniva dalla sua camera, rabbrividì.
Lentamente si appoggiò al muro e strisciò fino alla sua porta, mezza aperta e lanciò un’occhiata all’interno. Ma quando vide un ragazzo vestito con una semplice maglietta bianca e un paio di jeans rovistare nella sua biancheria intima, si sentì pervasa da un’ondata di rabbia.

« Ehi tu! » ringhiò Natsumi uscendo allo scoperto, « Che diavolo stai facendo?! »

Il ragazzo si alzò sobbalzando, preso alla sprovvista.

« N-Niente! » esclamò alzando le mani in cielo stringendo nella mano le mutandine di Natsumi, come il più classico dei pervertiti.

A quella visione, il sopracciglio della ragazza si inarcò in un’espressione che faceva intendere senza troppi problemi che era incavolata come una bestia.

« Dannato maniaco! » tuonò a denti stretti lanciandosi sul ragazzo, pronto a colpirlo sulla faccia con tutta la sua potenza e spedirlo sulla luna.

« A-Aspetta! Ehi! F-Ferma! » cominciò a balbettare lo sconosciuto abbassando ed evitando il colpo.

« Non mi sfuggirai, dannato! » gridò Natsumi allargando le gambe tirando poi una serie di pugni che nessuno avrebbe potuto schivare.

Ma, contro ogni aspettativa, il ragazzo eluse ogni attacco finché non riuscì a trovare un’apertura negli attacchi di Natsumi. Apertura che sfruttò immediatamente con un abile contrattacco di Judo.
La rossa non si accorse nemmeno di star volando per aria quando la sua mente pensò al prossimo attacco.
Il tempo di cambiare la sua espressione da arrabbiata a presa di sprovvista, che la ragazza si abbatté al suolo senza respiro.

« S-Scusa! » disse il ragazzo lasciandola andare con fare imbarazzato, « M-Ma tu mi hai attaccata e… e… io… riflesso condizionato… »

Ancora sorpresa, Natsumi rimase a terra, a fissarlo a testa in giù con fare incredulo.

« E tu chi diavolo saresti?! » ringhiò Natsumi scattando in piedi senza togliergli gli occhi di dosso, pronta a colpirlo al primo segno di un’apertura.

« Specialista Takashi Ryuu, Esercito di Keron, membro del Plotone Grandi Manovre! » esclamò Takashi esibendo un fiero saluto militare.

Al suono di quella presentazione. Natsumi sbarrò gli occhi, fissandolo come se quel ragazzo dai capelli bianchi gli avesse appena detto di essere un alieno. (N.d.A. Cosa che è.)

« Non dire stupidaggini! » esclamò Natsumi scuotendo la testa come per cacciare un brutto pensiero, « Tu non sei un ranocchio…! >» ringhiò eseguendo una finta seguita poi da un pugno lanciato usando tutta la sua velocità e potenza: vediamo se quello lo schiavava.

Ma, vedendo perfettamente attraverso quella finta, il ragazzo si scansò all’ultimo.

« Specialista Takashi! » esclamò Keroro uscendo dal nulla a bordo del suo disco volante, « Dove s- PFUO! »

E la povera rana si prese in pieno volto uno dei pugni più potenti che Natsumi Hinata avesse mai tirato.

Non possiamo descrivere la scena dato l’alto tasso di violenza. Ci scusiamo per il disagio e passiamo alla rivenuta di Keroro.

-

« Kero? » domandò il Sergente riprendendo coscienza di colpo e ritrovandosi in sala, circondato da tutti.

« Sir Keroro! » esclamò Angol Mois, la prima a vedere dato che le stava facendo da cuscino con le gambe, « Sta bene? »

« Lady Angol Mois… cosa… cosa è successo? »

« Senti Keroro… mi… mi dispiace. Non sapevo che fossi lì. » parlò Natsumi con fare dispiaciuto.

« Oh Lady Natsumi che si scusa… sono in paradiso? »

« No, brutto deficiente. Purtroppo sei ancora vivo. » rispose Giroro seduto sul divano con le braccia attorno al suo bazooka.

« Mi scusi Sergente, non avrei dovuto schivare il colpo. » parlò improvvisamente un ragazzo dai capelli bianchi.

Ma come lo vide, Keroro impallidì.

« Oh, no! Un P-Pekoponiano m-mi ha visto! » gridò Keroro guardandolo con sguardo supplicante, « T-Ti prego! Non mi vivisezionare! Sono ancora una rana giovane! »

« Ha-ah! Lo dicevo io che non sei un Keroniano! » esclamò Natsumi, « Allora chi sei? E come fai a sapere degli Alieni? » domandò guardando il ragazzo con fare accusatorio.

« Ti sbagli Natsumi. » si intromise Giroro con fare calmo, eppure ancora incredulo, « E’ davvero un Keroniano. Solo che adesso è un Pekoponiano. »

« Cosa? »

« Sissignore. » parlò ancora una volta Takashi con un altro saluto militare, « Specialista Takashi del Plotone Grandi Manovre divisione Invasioni Spaziali. Questo è il mio primo periodo di servizio militare nell’esercito di Keron. »

« Sei davvero Takashi? » domandò Keroro avvicinandosi con fare cauto, « Ma è impossibile! Noi Keroniani non possiamo diventare Pekoponiani senza una tuta apposita! »

« Lo so, ma a quanto pare per me è un caso speciale… »

« Ma… ma… com’è successo….? » domandò Natsumi con fare non convinto. Sembrava l’ennesima bravata di Keroro pronto a combinare guai per abbastanza tempo da riempire una puntata.

« Ehm… forse… forse è meglio se non ve lo dica io… ahem. » tossì Giroro arrossendo ed interpellando Mois.

« E’… è stata tutta colpa mia… » parlò la Angol anche lei arrossendo.

« Perché? Cosa hai fatto, Lady Angol Mois? » chiese Keroro curioso come non mai.

Vedendolo fissarla con quegli occhi così grandi e rotondi, come due palle da golf di una bambola, Mois distolse lo sguardo imbarazzata.

« Io… mi dispiace Sir Keroro… è stata tutta colpa mia! » cominciò a piangere mordendosi il pollice e mettendosi in un una posa degna delle più tragiche storie d’amore « Io… ho baciato qualcuno che non fosse lei! Me ne vergogno tantissimo… la prego… se vuole punirmi, mi punisca! Non mi merito il vostro perdono. Sigh! »

« C-Cosa?! >» tuonarono il Keroniano verde e Natsumi balzando in piedi per la sorpresa <> L ’hai b-baciato?! »

« Sissignore… » rispose Takashi per Angol Mois, troppo impegnata a piangere come Giulietta alla morte di Romeo « … lei è caduta su di me e… si insomma… è successo. »

« Dopodiché, il novellino si è trasformato. » sentenziò Giroro, « Anch’io ancora non so come spiegarlo, ma è andata così. »

« W-Wow… ma è incredibile… » mormorò Natsumi fissando Takashi con nuovi occhi, « … come nella favola “Il Principe Ranocchio”… »

« Kero? » gracchiò Keroro zampettando attorno a Takashi come per assicurarsi che fosse davvero lui, « Ma è una notizia sensazionale! Signorsì! »

« Cosa? » chiesero Natsumi, Takashi e Giroro all’unisono (Tranne Angol Mois, troppo impegnata a piangere “tragicamente”)

« Signorsì! Hai la minima idea della fortuna che tu abbia adesso che sei trasformato in un Pekoponiano? » domandò Keroro con un ambiguo sorriso.

« Ma certo! » esclamò Giroro intuendolo dallo sguardo, « Adesso che è un Pekoponiano, sarà più facile che si infiltri dietro le linee nemiche! Keroro sei un genio! »

« E’… E’ vero! » fece da eco Takashi pervaso da nuova forza. Finalmente un lato positivo in quella trasformazione!

« Non ve lo permetterò! » sentenziò Natsumi con fare deciso.

« No, macché! » interruppe Keroro con noncuranza scuotendo la testa come per dire “ovviamente”, « Io pensavo che adesso che Takashi è un Pekoponiano, sarà più facile per lui comprarmi i modellini. Così non devo andarci a comprare di persona… gero-gero-gero-gero… »

Sentendo quella dichiarazione, ogni persona e alieno in quella stanza cadde a gambe all’aria, come nella più classica gag Giapponesi. (Sempre al di fuori di Angol Mois, ancora impegnata a piangere )

« Ma allora sei proprio idiota! » tuonò Giroro piombandogli addosso con il terzo doppio calcio della giornata « Ti rendi conto di quello che abbiamo per le mani?! E’ come un nemico fedele alla nostra causa! Dobbiamo mandarlo come spia a raccogliere informazioni alla ricerca di punti deboli da cui attaccare! A sabotare le linee nemiche! »

« Ehm… scusate » si intromise Natsumi alzando la mano, « Ma vi siete accorti che io sto ascoltando? »

« Ed ecco i nostri piani messi in fumo già in partenza… » mormorò Giroro con fare rassegnato.

« Che problema c’è? Solo lei sa di questa cosa. Basterebbe che la catturassimo, no? » parlò Takashi avvicinandosi alla Hinata, che subito scattò sulla difensiva.

« Lascia stare novellino. » rispose Giroro scuotendo la testa in modo saggio, « Lei non è avversario alla tua portata… »

« Non ci provare neanche! » tuonò Natsumi scattando in una rapida gomitata che avrebbe spaccato anche una roccia.

« N-Natsumi a-aspetta! E’ soltanto un non c’è bis- » Giroro si interruppe quando vide la gomitata della sua amata semplicemente parata con una mano.

« Non credere che sia finita! » ringhiò la figlia maggiore della famiglia Hinata saltando e tentando un calcio volante, ma anche quello fu facilmente parato.

« Dannazione… » imprecò a bassa voce mentre tornava con i piedi per terra. Stavolta aveva usato tutta la potenza e la velocità che disponeva… non l’aveva sottovalutato. Tuttavia non era ancora il caso di arrendersi: rapidamente, cominciò ad eseguire altri potenti attacchi concatenati ma, uno ad uno, vennero tutti facilmente parati o schivati dal Keroniano trasformato.
E ancora una volta, prima che la sua mente potesse realizzare che era tutto inutile, Natsumi si ritrovò distesa al suolo con il braccio bloccato in una posa che rendeva impossibile muoversi senza farsi male.

« Caporale, l’ho bloccata! Presto la leghi! » esclamò Takashi senza nemmeno il fiatone, cosa del tutto diversa da Natsumi, ricoperta di sudore.

« Wow! » urlò Keroro con fare ammirato, « Specialista sei fantastico! Sei stato grande! Signorsì! »

« I-Io… io non posso crederci… N-Natsumi cos… così facilmente b-battuta… » balbettò il Caporale chiedendosi ancora se stava sognando o meno.

« Forza Lady Angol Mois, leghi Lady Natsumi e procediamo alla conquista di Pekopon! Signorsì! »

« Si, Sir Keroro! » esclamò Mois riprendendosi di colpo dal suo status di “moralmente distrutta” scattando in piedi armata di corda trovata chissà dove.

E, in meno di un attimo, Natsumi era distesa sul terreno, legata come un salame.

« Dannati ranocchi! » ringhiò lei cercandosi inutilmente di liberarsi, « Non ve la farò passare liscia! »

« Mi dispiace Natsumi » si scusò Angol Mois con un sorriso innocente, « Ma non posso disobbedire a Sir Keroro. »

« Slegatemi! » ordinò lei tentando ancora una volta di liberarsi, senza successo.

« Fufufu… è del tutto inutile. » ridacchiò Keroro in piedi sulla spalla dell’incredibile Takashi, « Stavolta non ci fermerai Lady Natsumi: Pekopon sarà nostra. »

« Io… io… non… io… » continuò a balbettare Giroro ancora fermo nella stessa posizione di prima, chiedendosi ancora se davvero Natsumi era stata battuta in combattimento.

« Voi non farete niente! » continuò ad urlare Natsumi agitandosi disperatamente, « Brutto ranocchio prova soltanto a mettere piede fuori da questa casa e passerai l’intero mese pulendo anche i miei turni e quelli di Fuyuki! Ma che dico?! Non uno, tre mesi! »

Al suono di quella minaccia, Keroro sobbalzò: un mese di pulizia era molto, figurarsi tre. « Forse… forse è meglio se la lasciamo andare… » mormorò intimidito.

« Non la ascolti Sergente! Se conquistiamo Pekopon, lei non dovrà più pulire! » parlò Takashi in tutta la sua ingenua saggezza.

Keroro sembrò colto da nuova forza.

« Giusto! Forza, dobbiamo conquistare Pekopon! Caporale Giroro, Specialista Takashi, Lady Angol Mois! » chiamò ad adunata Keroro.

« Sissignore! » esclamarono i tre extraterrestri mettendosi in fila e compiendo un saluto militare.

« Caporale e Lady Angol Mois noi tre scenderemo e organizzeremo assieme al Sergente Maggiore Kururu un piano di conquista! Specialista Takashi tu invece rimarrai qui con Lady Natsumi assicurandoti che nessuno interferisca con il nostro attacco! Domande?! »

« Nossignore! Agli ordini signore! » esclamarono i tre (Natsumi ovviamente aveva provato a ribattere. Totalmente ignorata.)

« Ai propri posti di combattimento! Entro domani Pekopon sarà nostra! » gridò con impeto Keroro facendo scatenare un grido di approvazione fra i suoi sottoposti.

Passò un ora dalla sparizione dei tre e nessuno sembrava dar notizia di conquiste del mondo. Ma Takashi sapeva che un pianeta non si conquistava in qualche minuto.
Così, con Natsumi era ancora legata sul divano, seduta affianco a Takashi –chiaramente di tanto in tanto tentava di liberarsi con la forza o sbraitando ordini che vennero puntualmente ignorati-, quest’ultimo decise di intrattenersi sfogliando con interesse una delle tante riviste di moda sul tavolino domandando di volta in volta al prigioniero le cose che non capiva.
In un modo o nell’altro riusciva a comprendere la scrittura dei terrestri, peccato che però cose come jeans di moda o maglie firmate gli erano totalmente estranee. Ad un tratto, i suoi occhi vennero colti da un articolo.

« Come soddisfare le esigenze della propria ragazza… » parlò ad alta voce Takashi come ogni volta che voleva chiederle qualcosa.

« Ah, si » rispose Natsumi leggendo l’articolo per rinfrescarsi la memoria, del resto quella rivista aveva finito di leggerla ieri, « Ma dubito seriamente che quei metodi funzionino davvero. »

Improvvisamente, Takashi fece sdraiare la ragazza sul divano, mettendosi poi a cavalcioni su di lei.

« C-Che diavolo s-stai facendo?! » domandò la ragazza arrossendo come un peperone.

« Qui dice che per soddisfare la propria donna bisogna stenderla e salirci sopra… » recitò leggendo dalla rivista come se fosse un copione.

« E-E-E con q-questo?! »

« Be’, in teoria sei mia prigioniera, ergo, tu sei la mia donna, o sbaglio? »

Sentendo quella dichiarazione, Natsumi si sentì pervasa da una letale scarica di imbarazzo, facendola diventare ancora più rossa.
Con voce strozzata la ragazza tentò di dire qualcosa, ma improvvisamente la porta si aprì.

« Natsumi sono a cas….ah. » parlò Fuyuki prima di bloccarsi a bocca aperta, incredula a quella scena tanto piccante.

« Ciao » salutò Takashi con un sorriso dopo aver dato un’occhiata alla rivista ed essersi assicurato di seguire le istruzioni pari passo, « Io sono il ragazzo di Natsumi. »
Faccia dei due Hinata:

D:



Come andrà a finire? Riusciranno i nostri Keroniani a conquistare la terra? E il malinteso creatosi? Riuscirà a trovare soluzione?
E qui si conclude il nostro secondo episodio! Spero vi sia piaciuto!
Alla prossima puntata, non mancate!

E se avete consigli per nuovi episodi, non esitate a consigliare!
E mi raccomando: commentate in tanti! Ciao! =D

01/05/15 Come sempre, ringrazio SemplicementeSamanta per le correzioni e i suoi magnifici e incoraggianti commenti! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Episodio 3 - Un Alieno... conquistatore! Signorsì! ***


Episodio Tre: Un Alieno… conquistatore! Signorsì!

 
« Uhm… » riprese Takashi con noncuranza, « … almeno questo è quello che dice la rivista: “Dire a chiunque di essere il ragazzo della tua donna”… Lady Natsumi sto dicendo bene?  »

« N-Non che mi voglia fare  gli affari tuoi, Natsumi, ma cosa sta succedendo…? » domandò Fuyuki rimanendo sulla soglia della porta, ancora sconvolto.

« Non è come pensi! » esclamò la sorella maggiore ancora rossa in viso, imbarazzata dal fatto che non aveva mai avuto un ragazzo così audace vicino, « E’ tutta colpa di questo stupido ranocchio! E tu non chiamarmi con il mio primo nome, idiota! »

« “Ranocchio”? » fece da eco confuso Fuyuki.

« Sissignore. Il mio nome è Takashi Ryuu, Specialista del Plotone Grandi Manovre della divisione Invasioni Spaziali, esercito di Keron! » esclamò Takashi in un fiero saluto militare, cosa che gli veniva benissimo ora che era umano.

Ma Fuyuki chiaramente non sapeva della vera natura di Takashi, così al suono di quelle parole spalancò gli occhi, « T-Tu sai dell’esistenza del Sergente?! Oh, no! Devo avve- »

« Fuyuki! » lo interruppe Natsumi, « Anche questo è una stupida rana! Keroro vuole di nuovo conquistare il mondo! Fermalo! »>

« C-Cosa?! Anche lui è un Keroniano?! »

« Si e non c’è più tempo! Presto, vai di sotto e ferma quel dannato ranocchio! »

« S-Si! »

« Non te lo permetterò! » esclamò Takashi lanciandosi su Fuyuki, pronto ad eseguire l’ordine del suo superiore: nessuno avrebbe fermato la conquista di Pekopon!

Ma con una disperata mossa, Natsumi riuscì a muovere le gambe e a bloccarlo, facendolo inciampare e cadere al suolo con la faccia.

« Fuyuki, vai! » tuonò mentre Takashi era ancora a terra, ancora stordito dalla botta.

Veloce come non mai, Fuyuki si lanciò nella stanza del Sergente, aprendo il frigo senza alcuna esitazione e fiondandocisi dentro. Ignorò l’odore di bruciato e le varie porte distrutte verso l’esterno. Non osava immaginare cosa fosse successo lì dentro.

« Devo fare presto! » esclamò chiudendo il portale per impedire al “ragazzo di Natsumi” di entrare. Non c’era tempo da perdere: Keroro voleva conquistare il mondo e andava fermato. Percepì il peggio delle sensazioni quando sentì la base tremare, facendolo correre ancora più veloce.

« S-Sergente! » gridò Fuyuki con il fiatone facendo irruzione in un centro di comando distrutto.

Ma come entrò, si bloccò sulla soglia: tutti i Keroniani era a terra, bruciacchiati e storditi.

« M-Mister… Mister Fuyuki… » riuscì a mormorare un Keroro Afro muovendo una mano in cerca di aiuto.

« Sergente! » esclamò il ragazzo fiondandosi ad aiutarlo, « Cos’è successo?!  »

« L-Lady… L-Lady Angol Mois… deve essere… essere f-fermata… » mormorò Keroro con voce strozzata.
 
Flashback: Pochi minuti fa…
 
« Allora, siamo tutti pronti?! » domandò Keroro sulla sua poltrona.

« Keroro hai davvero intenzione di conquistare Pekopon? » chiese Giroro incredulo.
 
« Signorsì! Ora che abbiamo lo Specialista Takashi dalla nostra, possiamo farcela! Finché Lady Natsumi è prigioniera, non possiamo perdere! »

Giroro chiuse gli occhi e strinse pugno e denti. « Scusami Natsumi. » sussurrò immaginandosi il suo volto sorridere, probabilmente per l’ultima volta « Ma devo seguire il mio dovere di soldato ora che Keroro è deciso a conquistare Pekopon! »

« Hihihi… finalmente il nostro comandante è deciso. » rise Kururu divertito da quell’inaspettato cambio di carte in tavola.

« Cosa abbiamo intenzione di fare, Keroro? » domandò Giroro pronto a tutto.

« La trasformazione di Takashi mi ha fatto venire in mente un’idea… » mormorò il ranocchio con un furbo ridacchiare, « E se tutti noi adesso diventassimo Pekoponiani? Sarebbe più facile infiltrarci, confondere il nemico e compiere azioni di sabotaggio. »

« E’ vero! Ottima trovata, Keroro! » si complimentò il Caporale esaltato da quel Keroro così portato alla conquista. Era la seconda volta che entrava in quella modalità quel giorno, ma sembrava la prima volta che era così pronto da essere addirittura arrivato ad elaborare un piano.

« Hihihi… ma come ha intenzione di fare, Comandante? » ridacchiò Kururu. Lui di certo non aveva dispositivi simili per eseguire una trasformazione così ardita come il cambiare razza.

« Semplice! » esclamò lui come se stesse per dire una cosa elementare, « Useremo lo stesso suo metodo. Lady Angol Mois! »

« Si,  S-Sir Keroro? » domandò la ragazza, nascosta fino a quel momento dietro la sua postazione di comando.

Keroro saltò sulla sua console e si sporse con fare orgoglioso, « Per il futuro dell’invasione, devi baciarmi sulle labbra! »

Angol Mois lo guardò sorpreso, come se il suo comandante le avesse chiesto di dare via il suo prezioso cellulare, « C-Come…? » domandò per sicurezza, nella speranza di aver capito male.

« Forza! » esclamò il ranocchio verde mentre delle braccia meccaniche di Kururu sbucarono da dietro il sedile per bloccare la ragazza, rendendola alla mercé di quei Keroniani, « Forza, non avere timore… sarò genite, gero gero gero… » mormorò Keroro avvicinandosi ad Angol Mois, allungando le labbra come un adolescente ansioso del suo primo bacio.

« M-Ma S-Sir K-Keroro…! » ribatté Angol Mois  tentando di divincolarsi.

Perché stava tentennando? Eppure era l’occasione della sua vita. Finalmente, dopo anni e anni di servigi, l’uom- ehm, la rana che amava si stava offrendo volontariamente per un bacio. Ma allora perché la sua mente sentiva ribrezzo verso quelle labbra Keroniane  dirette verso di lei?
Di certo il cuore gli batteva forte, ma non era qualcosa di “romantico” era più… la sensazione di una specie di stupro.

« NO!! » gridò con tutto il fiato in corpo cambiandosi d’abito senza l’uso del cellulare, distruggendo non solo i macchinari attorno a sé, ma liberandosi anche di Keroro che andò a sbattere contro la parete della base.

« L-Lady Angol Mois fermati! » balbettò la rana cercando di rimettersi in piedi.

« NO! NO! NO! » continuò a gridare la ragazza evocando la sua Lancia di Lucifero « ARMAGEDDON! »

« Oh, no! Presto Keroro dobbiamo ferma- » e prima che il Caporale potesse finire la frase, ogni ranocchio nella stanza venne coinvolto da un distruttivo quanto gigantesco fascio di luce.

 Fine Flashback

« Quella ragazza ha finalmente perso il senno. Se qualcuno non la ferma, distruggerà tutto il pianeta. » mormorò Giroro mentre veniva appoggiato sulla schiena affianco a Keroro e Kururu, entrambi bruciacchiati e doloranti.

« Ma è terribile! Ora dov’è Angol Mois? » domandò Fuyuki preoccupato.

« Si è diretta al piano di sopra. » disse indicando un gigantesco buco nel soffitto, creato senza dubbio dal raggio distruttivo di Angol Mois.

« Oh no! Ma di sopra c’è mia sorella! »

« Natsumi! » tuonò Giroro alzandosi in piedi faticosamente, accusando il duro colpo ricevuto da Mois, « Maledizione, devo salvarla! »
 
Intanto…
 
In un modo o nell’altro, Natsumi si era finalmente liberata e si era messa all’inseguimento di Takashi lanciandogli dietro ogni tipo di arma non convenzionale che le passava per le mani, che fosse una ciabatta o semplice vaso a un gigantesco mobile.

« Torna qui! » ringhiò la ragazza lanciando un piatto, abilmente schivato da Takashi che intanto era stato costretto alla fuga.

« Non ci penso nemmeno! » esclamò l’altro scendendo al piano terra e gettandosi a terra per evitare una raffica di forchette.

Seguendolo a ruota, Natsumi fu sul punto di gettarsi su di lui e riempirlo di botte quando improvvisamente, l’intero quartiere tremò.

« Cosa sta succedendo?! » tuonò Natsumi appoggiandosi alla parete per non cadere.

Takashi fu sul punto di dire qualcosa, quando improvvisamente vide il pavimento sotto Natsumi deformarsi.

« Signorina Natsumi! » urlò lanciandosi di lei, evitando per un soffio che venisse coinvolta da un distruttivo fascio di luce.

« NO! NO! » gridò Angol Mois uscendo dal cratere appena creato oscillando la sua lancia a destra e a manca, « DEVO DISTRUGGERE TUTTO! PEKOPON, QUESTA CASA: TUTTOO!! »

« Angol Mois! Che stai facendo?! Smettila! » esclamò Natsumi prima di essere presa come una sposa da Takashi.

« Ehi! M-Mettimi giù! » balbettò la sedicenne mentre veniva sbattuta qua e là dal continuo muoversi del Keroniano.

« Non posso lasciarti qui! » rispose Takashi scattando in sala mentre dietro di lui Angol Mois lo aveva riconosciuta come minaccia e si apprestava a raggiungerlo per distruggerlo, « Finiresti per essere coinvolta dalla furia della Signorina Angol Mois! »

Rapido come un felino, Takashi uscì in giardino seguito da Angol Mois che continuava a distruggere tutto ciò che trovava sul suo cammino, come una specie di bulldozer impazzito.
 
Cercando di rallentarla fece cadere mobili e mise sul percorso ogni tipo di oggetto che potesse chiedere di essere fatto a pezzi prima di far passare la ragazza. Cosa non difficile dato che la ragazza era pronta a far saltare in aria una semplice sedia piuttosto che scansarla.
 
Una volta uscito, in un primo momento Takashi identificò il capannone come l’unico luogo che reputò sicuro e non perse tempo a portarsi lì dentro.

« D’accordo. A questo punto rimani qui. » esordì Takashi non appena all’interno e lasciando andare Natsumi.

« Cosa?! » tuonò Natsumi mentre veniva adagiata sul pavimento. « Non ho intenzione di starmene qui nascosta! »

« Non c’è motivo che tu esca là fuori. Lei vuole me, non te. » disse Takashi guardando Angol Mois uscire dalla sala dopo averla fatta a pezzi, rendendosi conto solo in quel momento di aver perso le loro tracce.

« E con ciò?! Angol Mois non è avversario facile! Ti ucciderà! Inoltre è una mia amica, devo fermarla! »

« Allora lascia fare a me. »  rispose l’albino alzandosi e avviandosi verso l’uscita del capannone.

« No, aspetta! Ti rendi conto che se ti colpisce, per te è finita?! » Natsumi era ben conscia di cosa poteva fare la lancia di Lucifero su un pianeta, figurarsi su una persona.

« Meglio me che te. » disse Takashi scrocchiandosi le spalle, pronto ad entrare in azione.

« Ma cosa stai dicendo?!  E cos’è quest’improvvisa preoccupazione nei miei confronti!? Cosa stai facendo?! »

« Non ti preoccupare. » si limitò a rispondere Takashi voltandosi con uno sorriso deciso e sicuro, uno sguardo serio e determinato. Uno sguardo che sembrava venire direttamente da un cavaliere senza macchia, « Ti proteggerò. »

E come se quella dichiarazione fosse stato un qualche tipo di attacco, improvvisamente Natsumi sentì il proprio cuore sobbalzare come se colpito da una freccia, lasciandola senza fiato e rendendole impossibile ribattere. Quella frase sembrò venire ripetuta nei suoi pensieri all’infinito. Ma non veniva prodotta dalla mente, ma dal cuore. Cosa stava succedendo?

Soddisfatto nel vedere la ragazza in silenzio, senza aggiungere altro Takashi uscì e si avviò con passo fermo verso una Angol Mois fuori di sé che lanciava Armageddon a destra e a manca alla ricerca di Takashi, noncurante del cosa colpisse.

« Lady Angol Mois! » gridò lo Specialista a pieni polmoni, attirando l’attenzione della ragazza che si fermò quando lo vide, « Per la sicurezza di Lady Natsumi, mi scusi, ma dovrò usare le maniere forti! »

« Devi morire! >> ripeté la ragazza facendo roteare la lancia, « Dovete tutti morire! Devo distruggere la terra! »

Con un grido, Mois si lanciò su Keroniano, investendolo con una pioggia di potentissimi Armageddon a mezz’aria ma, in un modo o nell’altro, Takashi riuscì ad evitarli tutti.

Arrivati al corpo a corpo, Mois cominciò ad abbattere la sua lancia su Takashi, ma l’alieno riusciva sempre a spostarsi di lato, schivando i colpi senza nemmeno fare caso all’inaudita potenza che si propagandava affianco a lui.

« MORIRETE TUTTI! » gridò Angol Mois indietreggiando con un balzo, decisa che se qualcosa non si riusciva a prendere bastava semplicemente far saltare in aria tutto, « BLACK APOCALYPSE ARMAGEDDON! »

« T-Takashi devi fermarla altrimenti la terra verrà distrutta! » gridò Natsumi vedendo l’amica alzare la lancia, pronta a colpire il suolo. Conosceva quell’attacco… e se si abbatteva sulla terra avrebbe avuto lo stesso effetto di un martello che colpiva un globo di ceramica.

Imprecando, il Keroniano usò ogni grammo di forza nelle gambe e scattò su Angol Mois, gettandosi su di lei e placandola, mentre su di lui la Lancia di Lucifero si muoveva senza alcuna intenzione di fermarsi sulla sua spina dorsale.

E improvvisamente, fu solo bianco.
 
« Ho paura, ho paura, ho paura… »
« Perché hai paura? »
« Non so più in cosa credere. Pensavo che Sir Keroro fosse tutto per me, ma dopo quello che ha provato a fare… ho paura. Non voglio ripetere quell’esperienza… Volevo che il nostro primo bacio fosse qualcosa di più romantico… »
« Mi dispiace per quello che ho fatto stamattina. Non era mia intenzione provocarti un simile dispiacere… Hai tutto il diritto di essere arrabbiata. Anzi, se vuoi puoi anche farmi fuori adesso dato che hai quell’arma così vicino a me. Basta che poi risparmi Pekopon e i suoi abitanti. »
« Io… Perché sei così forte? »
« Perché se non lo sono no posso proteggere chi mi è caro. »
« Come… Natsumi? »
« Come la Lady Natsumi. Di certo non la conosco da tantissimo, ma so che è cara a te, al Sergente, al Caporale…e a molti altri. E questo mi basta. Sapere che quella persona è cara a qualcuno, è un motivo più che sufficiente per proteggerla. »
« Perché rischiare tanto per praticamente una sconosciuta? »
« Forse perché sono troppo ingenuo, chissà. Ma è qualcosa che sento dentro. Come già ti ho detto, ancora non conosco né te né Natsumi, ma so per certo che un giorno mi sarete care, entrambe. Ed è per questo che proteggerò anche te, Lady Angol Mois. »
« Takashi… Grazie. »

 
« Angol Mois! » gridò Natsumi, bloccandola  proprio con la lancia a pochi millimetri sulla schiena di Takashi.

« Ma che…? Dove sono? » domandò la ragazza, confusa e spaesata.

« Ce… ce l’abbiamo fatta. »mormorò Takashi, tirando un lungo sospiro assieme a Natsumi.

« Cosa… cosa stavo facendo? E perché la casa è semi distrutta? »

« Stavi per distruggere il pianeta, ecco cosa stavi facendo » rispose Natsumi mentre allungava una mano a Takashi per alzarsi. Ma come le mani si toccarono, la ragazza la ritrasse subito indietro, colpita da un attacco di imbarazzo.

« E-ehi! » esclamò Takashi cadendo al suolo.

« Ah, giusto! » riprese Mois con fare innocente, « Stavo distruggendo il pianeta! Grazie per avermelo ricordato… Continuiamo allora! »

« No, Angol Mois asp- » e prima che Natsumi potesse finire la frase, l’amica stava già martellando il terreno -grazie al cielo ora con una potenza notevolmente minore-, facendo tremare tutto fino a farle perdere le parole e l’equilibrio essendo la più vicina assieme a Takashi.

« Distruggere, distruggere! » ripeté Angol Mois scagliando attacchi dietro attacchi.

« Natsumi! » gridarono Fuyuki e Giroro uscendo in giardino assieme agli altri del plotone, « Stai bene? »

« S-Si sto bene, ma Mois sta per distruggere il pianeta! » esclamò lei tenendosi ancorata al suolo tremante, risultando impossibile provare a muoversi, « Dobbiamo fermarla! »

« Sergente! » esclamò Fuyuki voltandosi verso la rana, « Deve fermarla! »

« Ci penso io, signorsì! » rispose il ranocchio salendo sul suo disco volante e avvicinandosi ad Angol Mois, « Lady Angol Mois deve smetterla altrimenti, se Pekopon viene distrutta, anche  i miei modellini finiranno in macerie! »

« E ti pareva » sentenziò Giroro scuotendo la testa in disapprovazione, « Solo per questo vuole salvare Pekopon »

« Be’, sempre meglio di niente… » commentò Fuyuki sforzando un sorriso.

Al suono di quella richiesta da parte di Keroro, Mois si fermò guardando il ranocchio con fare innocente.

« Devi smetterla, hai capito? Non è bello che tu distrugga gli altri pianeti! Signornò! » riprese Keroro.

Tutti tirarono un sospiro di sollievo quando, improvvisamente, contro ogni aspettativa, Angol Mois riprese a battere sul terreno ripetendo “Distruggere, distruggere!” con un sorriso da contadino felice che andava a mietere il raccolto.
 

TOTALMENTE IGNORATO

 
« Oh no! » esclamò Fuyuki mentre Keroro continuava a rimanere sospeso in aria, bianco e del tutto demoralizzato da quell’inaspettata reazione, « Dobbiamo fare qualcosa o altrimenti la Terra sarà spacciata!! » gridò nel panico.

« Fa’ qualcosa brutto ranocchio, non voglio morire! » ringhiò Natsumi prendendolo e trascinandolo al suolo, pestandolo poi a sangue con un pugno.

« A quanto pare non c’è niente da fare. Addio Gattina. » borbottò Giroro accarezzando la testa della sua gatta mentre l’intero pianeta veniva scosso da sempre più frequenti terremoti.

Ma improvvisamente, quasi come un fulmine a ciel sereno, Takashi riuscì a far affidamento sul suo addestramento e, dopo essersi portato in piedi, appoggiò la mano sulla testa di Angol Mois.

« Adesso basta, Signorina Angol Mois. Non ti sembra di esagerare? » domandò sforzando un sorriso rassicurante nonostante la situazione, « Se la terra viene distrutta, dopo noi Keroniani cosa conquistiamo? »

Mois lo fissò per qualche istante, finché ad un tratto non si rilassò, « Oh, d’accordo Sir Takashi! »  esclamò sorridente lasciando andare la sua lancia al suolo, senza più intenzione di utilizzarla.
 

FINE DEL MONDO NUOVAMENTE RIMANDATA!!


« E così tu saresti un Keroniano che si è trasformato in un essere umano dopo un bacio, eh? Che forza! Come nella favola! » parlò Fuyuki dopo cena, fissando Takashi con fare ammirato.

« Già e pensare che a dargli il bacio è stata  Lady Angol Mois! » esclamò Keroro danzando e imitando un bacio « Che romanticuu- Aah! »

« Non dire così, Keroro! Mi fa sentire in imbarazzo! » lo interruppe Angol Mois arrossendo e tirandogli uno schiaffo incontrollato, buttandolo giù dal tavolino.

« L’hai chiamato per nome…? » mormorò Fuyuki leggermente stupito « Ma cosa… »

« Allora, Sir Takashi, le stanno bene i vestiti? » domandò Mois come se niente fosse, ignorando Fuyuki.

« Sissignora… sono un po’ stretti dato che sono del Signorino Fuyuki, ma per ora non arrecano nessun problema. » rispose il Keroniano muovendo le spalle per mostrare la mobilità.

« Sono felice! » esclamò Mois sorridente.

E vedendola comportarsi così, Fuyuki venne colto da un dubbio. Dubbio che per altri era più che ovvio:
 
ANGOL MOIS E’ PERDUTAMENTE INNAMORATA DI TAKASHI!
 
« Non dire così » rise Mois tenendosi le guance rosse con fare imbarazzato, « Mica siamo sposati! O almeno, non ancora… »
 
« Lady Angol Mois con chi parli? » domandò Takashi.

E mentre Mois continuava ad esibirsi in strane moine, Natsumi si incantò fissando Takashi cercare di calmarla.

« Qualcosa che non va, Natsumi? » domandò Fuyuki vedendola così distratta, « Sei rossa in viso »

« N-Niente! » tuonò la ragazza girandosi e riprendendo a lavare i piatti con decisione, come per mostrare il totale impegno nel suo lavoro.

« Cosa diavolo mi è preso?! » pensò la ragazza arrossendo come non mai « Perché lo stavo guardando?! A me interessa solo Saburo! Saburo! »
 
E ANCHE NATSUMI E’ INNAMORATA DI TAKASHI!!
 
« S-STAI ZITTO, B-BRUTTO STUPIDO! N-NON E’ VERO!! » gridò Natsumi ai limiti dell’imbarazzo.

« Anche lei, con chi sta parlando Lady Natsumi? » domandò Takashi sbucandogli alle spalle, facendola sobbalzare.

« N-Nessuno! »

« Capisco…  vuole che le dia una mano? » chiese il ragazzo appoggiando la mano su quella di Natsumi, tentando in realtà di prendere il piatto che aveva in mano.

« S-S-S-STAMMI LONTANO, S-STUPIDOOOO!! » urlò con tutto il fiato in corpo arrossendo e spingendolo via, scappando poi dritta in camera.


 




E con questo, Takashi è riuscito a conquistarsi in un giorno solo ben DUE cuori! Come andrà a finire? Quali altre ragazze conquisterà?
Qui si conclude il terzo episodio, alla prossima!
E come sempre, se avete consigli per nuovi episodi, consigliate! E soprattutto: Commentate in tanti! =D
Un ciao a ChibiRoby, la mia prima fan della storia! ^_^

Diario dello scrittore, data del sito: 01/05/15. Ancora una volta mi accingo a fare un saluto a fine capitolo a SemplicementeSamanta per i suoi tempestivi commenti  con correzioni ora che sto revisionando tutto (se vedeva i capitoli una volta, quando ancora erano "intoccati", probabilmente mi avrebbe già fucilato). Un mille grazie a lei e a qualunque altro fan di Keroro là fuori che si sia imbarcato in questo avventuroso viaggio nel leggere la mia fiction!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Episodio 4 - Una normale famiglia di extraterrestri, signorsì! ***


Episodio quattro: Una "normale" famiglia extraterrestri, signorsì!
 
Era ormai passata una settimana da quando Takashi era entrato a far parte della famiglia Hinata. Ovviamente la possibilità di accogliere in casa un caso unico come quello di un alieno che si trasforma in umano, fu un’esperienza più che allettante per la Capo Famiglia Aki, così ordinò a Kururu l’immediata creazione di una stanza in casa, dando così la possibilità al ragazzo di vivere come un umano.

Grazie alla tecnologia Keroniana, Kururu ci mise meno di un minuto a soddisfare la richiesta. L’unica pecca, però, fu solo il sacrificio di metà della stanza di Aki, permettendo così alla rana di costruire una stanza praticamente uguale a quella di un terrestre, affianco a quella di Natsumi.

Quest’ultima non ne fu estasiata, ma come poteva andare in contro a sua madre?

Valutarono la possibilità di farlo vivere nella base, o per lo meno assieme a Keroro, ma Aki insistette affinché Takashi vivesse come un vero essere umano: la curiosità di quella donna era a dir poco insaziabile.

Così i giorni passarono e ormai Takashi si era del tutto integrato nella famiglia, arrivando addirittura non solo a litigare apertamente con Natsumi, ma anche ad abituarsi a chiamare gli altri dando del "tu", anche se però non riusciva proprio a togliere quei titoli davanti ai nomi, come con Lady Natsumi, per esempio.

Dato che era periodo di vacanza, Momoka e Tamama ancora non avevano conosciuto Takashi, così come Dororo e Koyuki, dato che entrambe le coppie erano in vacanza chissà dove. Ma presto si sarebbero tutti incontrati dato che non solo l’indomani la scuola sarebbe ricominciata, ma anche perché il destino aveva in serbo molte cose per loro…

« Fuyuki, dov’è Takashi? » domandò Natsumi entrando in soggiorno.

« Sorellona, ho notato che ultimamente ti interessi molto a Takashi, perché? Quando non lo hai attorno chiedi di lui ogni cinque minuti » azzardò il ragazzo con l'immenso sforzo di alzarsi e distrarsi dalla sua rivista sul paranormale.

Sentendo quelle parole, Natsumi arrossì violentemente.

« N-Niente di speciale! S-Solo che se non ci sono io a controllarlo, chissà quali guai combinerebbe! » mentì dandogli le spalle per non mostrare il suo imbarazzo.

Fuyuki non rispose, limitandosi a guardarle i capelli per qualche istante, « Be’, suppongo tu abbia ragione! » concluse ingenuamente e tornando poi sdraiato a leggere, « Comunque è in giardino. Perché non vai a dargli un’occhiata? »

« S-Sicuro che lo faccio! C-Chissà cosa staranno architettando quei dannati ranocchi! » esclamò Natsumi prima di uscire in giardino, ma come entrò rimase di stucco.

Un calcio, poi due seguiti da una raffica di precisi pugni dritti nel vuoto.
Un veloce girarsi di schiena solo per colpire con il gomito sfruttando la potenza di centrifuga del corpo.
Il rapido ritorno in una posa perfetta e senza aperture, pronto poi a riprendere in un'altra serie di colpi concatenati. Era come guardare un giovane maestro di arti marziali allenarsi.
Ad ogni movimento, i suoi capelli bianchi oscillavano, rilasciando nell'aria lente gocce di sudore che alla luce del sole sembravano stelle.
Un fisico magro eppure visibilmente allenato, come quello di un monaco guerriero, che ad ogni sua posizione sprizzava pure arte.
Gli occhi rossi messi in un'espressione seria e dura, un'espressione che sembrava voler sfidare tutto il mondo di attaccarlo.

« Bellissimo. » pensò Natsumi.

Ogni suo movimento era perfetto, preciso e sicuro.
Natsumi non si accorse di essere rimasta ad osservarlo per un buon minuto intero, a bocca aperta, con una faccia sorpresa quanto incantata. Ma quando si sorprese così indifesa, la ragazza arrossì scuotendo la testa. Che andava a pensare?

« Takashi! » ringhiò fermandolo, « Andiamo a fare la spesa! »

« Arrivo! » rispose il ragazzo avviandosi verso il soggiorno, soddisfatto della sua ginnastica mattutina.

« Sir Takashi! » lo fermò Angol Mois andandogli incontro, rimasta sino a quel momento seduta a guardarlo come Natsumi, « Ecco un asciugamano! »

« Oh, Grazie, Lady Angol Mois. » sorrise Takashi cominciando ad asciugarsi i capelli con affianco Angol che sorrideva come una brava mogliettina.

E quella scena fece non poco irritare Natsumi.

« TAKASHI! » ringhiò dandogli le spalle e andandosi a preparare, « MUOVITI O TI LASCIO INDIETRO! »

« S-Si, arrivo! » esclamò Takashi mentre con la coda dell'occhio notò Giroro avvicinarsi e chiedere qualcosa ad Angol Mois.

Dopo essersi preparati ad uscire, i due ragazzi si avviarono verso il Mini-Market in cui di solito Natsumi andava sempre, il più vicino a casa Hinata.

« Cavolo. » Pensò Natsumi a disagio mentre passeggiava affianco a Takashi. « Perché mi batte forte il cuore? Adesso che ci pensò è la prima volta da quando è arrivato che siamo noi due da soli. »

Si sentiva estremamente in imbarazzo. Cos'era tutta quella tensione improvvisa?

« Lady Natsumi, posso chiederti qualcosa? » esordì improvvisamente Takashi.

« C-Certo... » rispose la ragazza, leggermente presa di sorpresa.

« Credi che un giorno conquisteremo mai Pekopon? »

« Hah! » sbuffò Natsumi, aspettandosi una domanda simile e approfittandone per tornare la solita ragazza sicura, « Potete provarci, ma ti posso assicurare che farò di tutto pur di fermarvi. Fino alla fine dei giorni. »

« E allora penso proprio che io invece ti impedirò di ostacolarci... » ridacchiò Takashi.

« Che faccia tosta! Vediamo se dopo questo lo dirai ancora! » tuonò Natsumi cercando di assestare un pugno al volto di Takashi, abilmente deviato senza alcuna difficoltà.

Silenziosamente, Natsumi imprecò.

Fu sul punto di tirare un altro pugno quando improvvisamente qualcosa le afferrò la maglia.

La stessa cosa sembrava essere successa anche a Takashi dato che anche lui avvertì qualcuno afferrarlo.

Simultaneamente, entrambi abbassarono lo sguardo e videro una bambina tra i cinque e i quattro anni dai capelli bianchi e gli occhi color nocciola guardarli con felicità.

« Ciao piccola Pek- bambina! » sorrise Takashi abbassandosi e toccandole la testa per farle capire le buone intenzioni, « Ti sei persa? »

« Che carina » ridacchiò Natsumi, sorridendo a sua volta.

« Mamma, Papà… Yuki finalmente vi ha ritrovati… » rispose la bambina a sorpresa, pietrificando entrambi i ragazzi e bloccandoli entrambi con faccia sconvolta e il volto pallido.

« T-Ti devi essere sbagliata. » parlò Takashi sembrando il primo a riprendersi dallo shock, « Noi non siamo i tuoi genitori. »

« Mamma... papà.... » mormorò la bambina con le lacrime agli occhi, cominciando a singhiozzare, « Mamma... papà... dove eravate...? Mamma... papà... Yuki era così spaventata… »

« Scusa piccola ma noi... »

« No, voi siete Mamma e Papà! » insistette la bambina interrompendolo.

« N-Non possiamo essere i t-tuoi genitori... » si intromise Natsumi rossa dall'imbarazzo, « N-N-Noi due siamo solo due ragazzi! Non possiamo aver fatto una bambina. Forse ci assomigliamo soltanto? »

« Già a parte che ci conosciamo nemmeno da due settimane, e se le mie informazioni sono giuste, una vita Pekoponiana ci mette nove mesi a nascere... » commentò Takashi, rivivendo i momenti di cultura sociale con Aki, Fuyuki, Natsumi, Angol Mois, Keroro e Giroro.

« E-Esatto! »

« No! Siete mamma e papà! » esclamò la bambina, fermamente convinta con le lacrime agli occhi, « Yuki lo sa, smettetela di prenderla in giro! »

Sia Natsumi e Takashi non risposero, rimanendo entrambi paralizzati dalla sorpresa e incerti sul da farsi.

« Guarda L-Lady N-Natsumi... ha una borsa, forse ha un indizio sui suoi veri genitori. » riprese Takashi prendendole la tracolla mentre la sconosciuta continuava a piangere, confidente di aver trovato una soluzione a quel particolare problema.

Lentamente aprì la borsa e ci trovò dentro una portafoto con sopra scritto “Mamma, Papà e Yuki”: perfetto, proprio ciò che cerc-

Ma come girò la foto, impallidì ancora di più.

« C-Calmati, su... ti prometto che troveremo i tuoi genitori... » cercò di rassicurarla Natsumi accarezzandole i capelli, « Takashi, allora? » domandò voltandosi verso il ragazzo, trovandolo a boccheggiare come un pesce fuor d'acqua.

« L-Lady Na-N-Natsumi... io... io... boh. » balbettò pallido come se avesse visto un fantasma.

« Ma che hai?! Fa' vedere quella foto! » ringhiò Natsumi strappando la foto dalle mani di Takashi. Cos'è, i suoi gentori erano alieni famosi e Takashi era sconvolto dalla cosa?

La figura ritraeva due ragazzi abbracciati come due innamorati mentre fra di loro era seduta la ragazzina, tutti sorridenti ed orgogliosi esattamente come una vera famiglia.

E fin lì tutto regolare a parte i genitori incredibilmente giovani.

In un primo momento non riconobbe chi erano i due ragazzi. Ma quando li guardò meglio impallidì anch'essa: il ragazzo aveva i capelli bianchi e gli occhi rossi, la ragazza i capelli rosa e gli occhi nocciola.
 
Non c'erano dubbi sul chi fossero: lei e Takashi.

Come il ragazzo, Natsumi si mise a boccheggiare incredula, alla ricerca delle giuste parole e della forza per dirle.

« N-Non... non è possibile.... » riuscì a mormorare con voce strozzata dopo innumerevoli tentativi. Cosa diavolo stava succedendo?

« COSA DIAVOLO MI HAI FATTO DANNATO ALIENO!! » gridò tirando un pugno a piena potenza in faccia a Takashi, mandandolo addosso ad un muro e sfondandolo, -first confirmed hit in the fiction- « COME CAVOLO HO FATTO AD AVERE UNA BAMBINA DA TE?! »

« NON LO SO! » ribatté l'altro uscendo dalle macerie e la guancia deformata dal pugno, « IO NON C'ENTRO NIENTE! NON PUO' ESSERE MIA FIGLIA! »

« NON DIRE BALLE! » ringhiò Natsumi caricando e obbligando entrambi ad un testa a testa con le proprie fronti, « VORREI CREDERCI ANCH'IO, MA HA I TUOI CAPELLI E I MIEI OCCHI! COME DIAVOLO LO VUOI SPIEGARE!? »

« NON LO SO, TI DICO!! » grignò Takashi spingendo con la fronte, « SE CI SIAMO INCONTRATI DA UNA SETTIMANA! NON PUO' ESSERE “NOSTRA” FIGLIA! CAPISCILO!! »

« ALLORA DAMMI UNA SPIEGAZIONE LOGICA PRIMA CHE TI AMMAZZI! »

E mentre i due continuavano a fronteggiarsi come i peggiori dei nemici, la bambina, Yuki, continuò a guardarli con le lacrime agli occhi finché ad un tratto non scoppiò a piangere, interrompendo lo scontro.

« Avevate detto a Yuki che non avreste più litigato! » strillò Yuki piangendo forte, « Lo avevate promesso! »

Bloccandosi, i due ragazzi si guardarono con fare confuso e nel panico. E ora? Che si faceva? Già il muro era distrutto, se poi si aggiungeva il pianto della bambina avrebbero sicuramente attirato l'attenzione. Far piangere i bambini era decisamente cattivo.

Velocemente si guardarono negli occhi e annuirono: pace momentanea, avrebbero chiarito le cose più tardi.

« N-Non stavamo litigando! » esclamarono all'unisono, « Ci stavamo solo consultando! »

« Consultando? » domandò la bambina, ancora sospettosa.

« Si, si! Mamma e Papà si stavano consultando dato che adesso andavamo a fare la spesa! » parlò Takashi recitando il ruolo del buon padre « Giusto, Lady Natsumi? »

« G-Giusto! » balbettò l'altra sorridente e annuendo, « E’ così che noi due ci consultiamo! »

« Allora andiamo! » esclamò Yuki scattando sui due e afferrandoli entrambi per le braccia.

« Con te farò i conti più tardi. » sussurrò Natsumi fulminando Takashi con lo sguardo.


-
 
Fortunatamente il mini-market non era molto lontano, perciò non ci misero molto a raggiungerlo. Rimasero in silenzio tutto il tempo mentre Yuki canticchiava canzoni felici, soddisfatta nell’essersi riunita ai suoi genitori.

« Cosa mangiamo stasera? » domandò Natsumi guardando con espressione dubbiosa alcune confezioni di carne, erano tutte in offerta quindi una valeva l'altra, « Spezzatino? O manzo? »

« Il Sergente ama lo stufato di manzo, per cui... » parlò Takashi affiancandola con il carrello della spesa.
 
« Smettila di assecondarlo » lo riprese la ragazza prendendo gli ingredienti per lo spezzatino, « Se ben ricordo ti piace lo spezzatino. Bene, oggi faremo lo spezzatino. »

« Ma... »

« Obbiezione respinta. »

« Capisco... grazie. » sorrise Takashi.

« Non lo sto facendo per te o cosa, chiaro? Diciamo che a me oggi va’ lo spezzatino, ecco. » disse Natsumi girandosi, con il cuore pulsante e il viso in fiamme. Perché quel sorriso la rendeva stranamente felice?

« Mamma, Yuki può prendere questo? » domandò Yuki con un pacchetto di caramelle in mano.

Sentendosi chiamare “mamma”, Natsumi sobbalzò. Essere chiamata “mamma” da una bambina le dava una sensazione di incredibile disagio.

« C-Certo... » annuì la ragazza prendendo il pacchetto e mettendolo nel carrello.

Ad un tratto Yuki si fermò, alzando le braccia in direzione di Natsumi.

« Che c'è piccola? » domandò la ragazza abbassandosi.

« Mamma, Yuki ti vuole tanto bene » sorrise Yuki abbracciandole il collo, « Tu e papà siete mancati molto a Yuki. Lei pensava che l’avevate abbandonata... se siete arrabbiati con lei perché ha fatto qualcosa di male... A Yuki dispiace.... dispiace davvero tanto, mammina. »

Sentendo quelle parole, Natsumi sorrise in modo rassicurante. Come si poteva arrecarle dolore dicendole “guarda che non sono tua madre”?

« Non ti preoccupare... non siamo arrabbiati. E non ti abbandoneremo più. » le sussurrò colta da un improvviso istinto materno.

Chissà cos'era successo. Chissà perché era lì, in mezzo alla strada come se fosse stata abbandonata per davvero. E chissà se i ragazzi nella foto erano veramente lei e Takashi....

Comunque sia, una cosa era certa: Yuki aveva bisogno di una mamma e di un papà, era una bambina che aveva bisogno di affetto.

Come poteva il cuore di Natsumi dirle di no? Di rifiutarla o farla sentire male? E poi era così carina!

« Già, non ti preoccupare. Finché non troveremo i tuoi veri genitori non rimarrai sola. » si intromise Takashi abbassandosi anch'esso per guardarla negli occhi con un sorriso. 

« Schiocchino, papà. Yuki vi ha già trovato. » ridacchiò Yuki asciugandosi teneramente le lacrime degli occhi, « Papà, Papà puoi prendere Yuki in braccio? »

« Sicuro. Lady Natsumi prendi tu il carrello? »

« Suppongo di non avere scelta. » sospirò la ragazza mettendosi alla guida del carrello mentre Takashi si metteva Yuki sulle spalle.

« Ma Papà Yuki aveva chiesto di prenderla in braccio! » replicò Yuki, « Lei è troppo piccola per stare sulle spalle! »

« Ormai sei grande invece, penso che ti meriti di stare sulle spalle. » sorrise Takashi, « Reggiti forte. »

Annuendo con un sorriso sul volto, Yuki si tenne forte alla testa di Takashi « Guarda Mamma! » ridacchiò spensierata « Yuki è in alto! In alto! »

« Si, davvero alto! » sorrise Natsumi a sua volta.

E mentre i tre continuavano a camminare con Yuki che rideva, ad un tratto alcune signore si fermarono ad osservali.

« Certo che sono proprio giovani! »

« Eh, già. Forse un po' troppo per avere già una figlia »

« Ma c'è da ammettere che sono proprio una bella famiglia! »

« Già, già. Quando la passione travolge, travolge. »

« Già, già. Poi guarda che bella moglie! Anche se giovane. »

« Anche il marito non è male! Si, si. »

« Già, già. »

« Si, si. »

« Già, già. »

Sentendo quelle voci, Natsumi arrossì violentemente lanciando una rapida occhiata a Takashi giocare con Yuki: sembravano davvero una famiglia?

« T-Takashi... M-Meglio se andiamo via al p-più presto... » balbettò rossa in volto.

« Uh? E perché? » domandò il ragazzo senza accorgersi delle voci attorno a loro.

« P-Perché d-devo ancora pre-preparare la cena! E-Ecco perché! »

« Torniamo a casa? » domandò Yuki.

« Già. La mamma deve preparare da mangiare » rispose Takashi, per niente a disagio a chiamare Natsumi “mamma”.

« Cena, cena! »

Guardandoli, Natsumi non riuscì a non sorridere. Che scena tenera. Forse non era tanto male avere una propria famiglia, « Se poi è con Takashi... » pensò la ragazza. Ma rendendosi conto del pensiero, arrossì violentemente, « Cosa diavolo stai pensando Natsumi Hinata?! »

Sentendo i bisbiglii dietro di lei aumentare, Natsumi si guardò attorno.

Chissà come apparivano agli occhi della gente. E come faceva Takashi a comportarsi così da padre con Yuki?

Ad un tratto un dubbio le sfiorò la mente: e cosa sarebbe successo se una delle sue compagne di scuola l'avesse vista in quella situazione? O peggio, cosa sarebbe successo se avesse incontrato Saburo? Cosa avrebbe dovuto dire?

Scossa da questo pensiero, accelerò il passo: doveva tornare a casa. Subito.

« Ehi, Lady Natsumi aspetta! » intimò Takashi affiancandola, « Non credi di andare un po' troppo veloce? »

« Affatto! » rispose Natsumi rapida come una frusta, « Dobbiamo tornare IMMEDIATAMENTE a casa. »

« D'accordo, d'accordo... ti sono dietro. Solo che pensavo di prendere un pacchetto di patatine per Yuki... »

« Non ci pensare nemmeno! » esclamò Natsumi, « Ha già le caramelle. Non possiamo dargli anche delle patatine! Hai la minima idea di quanto facciano male?! »

« Beh, ho letto che il tasso di... »

« No è no! »

Takashi fu sul punto di ribattere quando improvvisamente si accorse la mancanza di un piccolo particolare.

« Dov'è Yuki...? » domandò non sentendo più il peso della bambina sulle spalle ,« Oddio! Dov'è Yuki?! »

Natsumi strabuzzò gli occhi girandosi con faccia incredula » Ma se ce l'avevi un attimo fa! »

« Si. ma ora non c'è più! »

« Brutto stupido come diavolo hai fatto a perdere una bambina?! »

« Dannazione, dobbiamo trovarla! Yuki! » cominciò a gridare Takashi, « Yuki! »

« Yuki! Dove sei?! » fece da eco Natsumi, mentre i due percorrevano le vie del mini-market alla ricerca della bambina.

« Come padre faccio schifo! » tuonò Takashi tirando testate al muro.

« Smettila di dire cavolate e continuiamo a cercarla! Yuki! » lo riprese Natsumi tirandolo per il colletto della camicia. « Dannazione, Takashi! Giuro che succede qualcosa alla mia bambina te la faccio pagare! »

« Oddio, oddio, oddio, oddio, oddio, dov'è, dov'è, dov'è?! Yuki!! » gridò Takashi in lacrime e cadendo nel panico più totale.

E improvvisamente accadde ciò che non sarebbe mai dovuto accadere in un mini-market.

« QUESTA E' UNA RAPINA TUTTI A TERRA!! » gridò qualcuno alla cassa mentre vari colpi da fuoco esplodevano sul soffitto, pietrificando ogni cliente sul posto.

Ovviamente ogni persona fece quanto istruito, lasciando che i rapinatori facessero irruzione in ogni sezione del posto.

« FORZA! » riprese il rapinatore mettendosi in piedi sul balcone, « ADESSO DATECI TUTTO QUELLO CHE AVETE ALTRIMENTI UCCIDO QUESTA BAMBINA! »

« Mamma!! Papà!! » gridò una voce che i due ragazzi riconobbero all'istante: Yuki.

Rapidamente, i due si guardarono dritto nelle palle degli occhi scambiandosi un semplice guardo determinato ed un cenno della testa.

Un corridoio. Un solo percorso. Quattro rapinatori; tutti lungo la via.

Veloci come puma, i due ragazzi scattarono in piedi caricando contro i rapinatori, prendendoli tutti di sorpresa. Il tempo di reagire che il più vicino venne colpito da una potente gomitata al ventre da parte di Takashi, subito seguito da un calcio a mezz'aria da parte di Natsumi che lo scansò di lato, liberando la via verso il prossimo.

Continuando a scattare a zig zag, proprio come due ninja, i due arrivarono verso il prossimo bersaglio, colpendolo all'unisono con un pugno da due direzioni opposte che lo tramortì all'istante.

Il terzo rapinatore sembrò riuscire a riprendersi dallo shock, puntando l’arma contro i ragazzi, ma prima che potesse sparare, Natsumi gli arrivò davanti mandandolo a gambe all'aria con una rapida spazzata, atterrato poi con un calcio a taglio verso il basso da parte di un Takashi volante.

« Lady Natsumi! » esclamò quest'ultimo sfruttando la posizione per scattare in avanti subito dopo l'atterraggio. Rapido come un fulmine, Takashi puntò avanti, dritto contro l'ultimo rapinatore.

Quest'ultimo puntò l'arma verso di lui, pronto a sparare, ma improvvisamente il ragazzo arrestò la sua corsa e si abbassò. E prima che il nemico potesse capire le sue intenzioni, Natsumi saltò in avanti usando la schiena di Takashi come trampolino, lanciandosi poi dritto contro il criminale.

« PRENDI QUESTO!! » tuonò la ragazza volando come una freccia.

« Ma che...?! » riuscì a mormorare il rapinatore prima di essere zittito da un portentoso calcio in faccia che lo spalmò sul muro.

 
Un ottimo gioco di squadra!

 « Yuki! » esclamò Natsumi prendendo la bambina in volo e atterrando senza nemmeno un graffio « Stai bene? »

« Si, mamma, Yuki sta bene. » rispose la bambina sorridente.

« Grazie al cielo! » sospirò Takashi, « Yuki non devi mai più allontanarti senza il nostro permesso, d'accordo? »

« Si, scusa papà. »

« Ma come fai ad essere così tranquilla? »

« Yuki sapeva che mi avreste salvata... le avevate promesso che non l'avreste più abbandonata. »

I due ragazzi la guardarono con sguardo sorpreso. Abbandonarla ora, sarebbe stato il gesto più ripugnante che un essere umano poteva fare.

« Si, esatto. » sorrise Natsumi abbracciandola forte, « Non ti abbandoneremo mai. »
 
Più tardi, quello stesso giorno...

« Siamo a casa! » esordì Natsumi entrando e cambiandosi le scarpe, subito seguito a ruota da Takashi.

« Era ora! Ce ne avete messo di tempo. » esclamò Aki dal soggiorno, « Bentornati! »

« Bentornati, Lady Natsumi, Takashi. » parlò Keroro accogliendoli venendo loro incontro, un po’ perché felice di rivederli, un po’ perché aveva fame, « Se state cercando il Caporale Giroro e Lady Angol Mois, loro sono giù nella stanza degli allenamenti! »

« Già. E hanno detto inoltre che ci staranno per un po... » attaccò subito Fuyuki, lui subito mirando al cibo, 
« Comunque ho una fame! Che si mangia oggi, sorellona? »

« Un attimo e preparo subito... » rispose Natsumi dopo aver salutato ed entrando in soggiorno accompagnato da Takashi, « … Stasera comunque si mangia spezzatino. Sicuri che staranno bene giù senza cibo? »

« Hanno detto che si sono già attrezzati con Kururu, quindi
 staranno a posto con il mangia- » disse il fratello tutto sorridente, ma si bloccò quando notò una bambina attaccata alle loro gambe « Natsumi... perché c'è una bambina dietro di te? »

Anche Aki, così come Keroro, fermarono sul colpo le loro attività per guardarla come se si aspettassero che la nuova arrivata saltasse in aria da un momento all'altro.

« Mamma, papà... » mormorò Yuki timidamente, afferrando saldamente le gambe di Takashi e Natsumi, come se non volesse separarsi da loro per nessun motivo « … chi sono queste persone? »

L'intera stanza si gelò, paralizzata dallo shock.

« Mamma.... » mormorò Fuyuki, incredulo con la faccia avvolta da uno strano sorriso incredulo, quasi sognante.

« ...e papà...? » finì Aki, con la stessa faccia.

« Si, insomma... » borbottò Natsumi rossa in volto, senza sapere cosa dire. Avevano provato ad escogitarsi una scusa per tutta la durata del percorso, ma alla fine non era venuto in mente niente di plausibile, se non la pura e semplice verità. Ma era impossibile dirlo con naturalezza.

« Lei è Yuki. » intervenne Takashi notando il blocco di Natsumi « Ed è nostra figlia. Credo. »

Il soggiorno gelò ancora una volta, non paralizzando, ma bensì mandando in coma ogni persona (o alieno) nella stanza.

« Figlia... intendi dire... tua e di Natsumi...? » mormorò Fuyuki con voce strozzata dalla sorpresa, essendo il primo a ritrovare le forze momentanee per parlare.

« Si... »

Il silenzio tornò, ancora paralizzato da un'atmosfera tesa ed incredula.

« COSA!? » gridarono improvvisamente, riprendendosi all'unisono dallo shock.

« Natsumi, esigo spiegazioni! » tuonò Aki sconvolta, scattando in piedi e puntando un indice per nulla felice.

« M-Mamma, adesso spiego! Non è come pensi! » cercò  di difendersi la ragazza. Ma quale persona avrebbe mai creduto al “Eh, già. Abbiamo trovato la bambina per strada e ora è nostra figlia.” Tuttavia, quando il suo sguardo si incrociò con quello di Takashi, oltre ad un piccolo batticuore, prese il coraggio a due mani e dopo averli fatti sedere cominciò a spiegare.


-

« Fammi capire: questa bambina, Yuki, è sbucata dal nulla e ha cominciato improvvisamente a chiamarvi mamma e papà? » domandò Fuyuki facendo un rapido resoconto del racconto di Natsumi e Takashi nel dopo cena.

« Esatto. »

« E, nonostante la foto che mostra chiaramente voi due con lei, non avete la minima idea del chi sia o dal dove venga, esatto? »

Takashi e Natsumi annuirono all'unisono.

« Cavolo, sembra una di quelle storie paranormali sul “Mai nato” »
 
« “Mai nato”? » domandò Takashi, ignorando quelle parole.

« I “Mai nato” sono quel genere di fantasmi che dovevano nascere ma in seguito ad un aborto, sono stati rinnegati nel mondo uman- Ah! »

Fuyuki non riuscì a finire la frase che Natsumi lo colpì con un potente ceffone sulla nuca.

« Non ho fatto nessunissimo aborto! E sono ancora vergine per tua informazione! » ringhiò la ragazza piuttosto innervosita da quel discorso.

« Allora come la spieghi questa bambina? » domandò Aki osservando Yuki dormire serenamente fra le gambe di Natsumi e Takashi.

« Te l'ho detto: è sbucata dal nulla e ci ha riconosciuto come i suoi genitori per via della foto. Era abbandonata e sola, non potevamo deluderla. »

« Tipica di Natsumi: ha un cuore troppo gentile » sorrise Aki facendo l'occhiolino.

« Però i test di Kururu indicano che lei sia vostra figlia al novantotto percento. » sentenziò Keroro, « Inoltre i suoi occhi sono i tuoi Lady Natsumi, mentre i capelli dello Specialista. Signorsì. »

« Sicura che voi due non avete mai...? » si assicurò la madre.

« Mamma, ho detto di no! Dacci un taglio! » rispose Natsumi rossa in viso, ormai stanca di ripeterlo, « A parte che un bambino nasce in nove mesi, mentre io e Takashi ci conosciamo a malapena da due settimane perciò... »

« Allora come è possibile che Yuki sia qui, abbia i vostri stessi geni e quella foto? »

« Non ne ho la più pallida idea, ma in fin dei conti Takashi è un alieno. Per me mi ha fatto qualcosa a mia insaputa... » mormorò Natsumi fulminando Takashi con lo sguardo.

« Sarò anche un alieno, ma finché sono in questo stato, sono al cento per cento un Pekoponiano. » si difese il ragazzo scrollando le spalle, innocente.

« Sarà... ma sappi che ti tengo d'occhio. » per ovvi motivi, Natsumi non si fidava. Ma come poteva fare altrimenti? Non è cosa da tutti i giorni avere di colpo bambine in casa che sono al novantotto percento tue figlie.

Infine la stanza piombò nel silenzio, tutti troppo concentrati a pensare ad una spiegazione logica a quell'inspiegabile evento ma, nonostante gli sforzi, nessuno riusciva a trovare soluzione.

« Oh, beh. » esordì poi Aki spezzando quello stallo, « Un motivo ci deve pur essere. Ma finché non lo scopriamo, non abbiamo altra scelta che tenerla qui e accudirla come un membro della famiglia. » per lo meno non era un animale dato che Aki non li sopportava.

Silenziosi, Natsumi e Takashi annuirono. Ne avevano già discusso prima ed entrambi non volevano che stesse in mezzo alla strada.

« Fortunatamente è piccola, quindi non c'è bisogno di una stanza... Ora, con chi dorme: mamma o papà? »

« Papà. » « Mamma. » parlarono all'unisono Takashi e Natsumi, indicandosi a vicenda.

« Non è forse meglio che dorma con il padre? Del resto è tua figlia. » fronteggiò Natsumi per prima.

« Macché. Le donne dovrebbero dormire nella stessa stanza. Per non parlare che è anche tua figlia. » ribatté Takashi mentre i due cominciarono a scontrarsi con le fronti nel solito testa a testa di ogni giorno
.
« Si, ma io mi muovo a letto... potrei far male alla piccola »

« Anch'io e inoltre io sono un ragazzo. »

Natsumi arretrò.

« Dannazione ha ragione. Chissà cosa farebbe a Yuki nel sonno. » pensò Natsumi presa di sorpresa, « No, no! Lo conosco Takashi. Non farebbe mai niente di simile: sto cadendo nella sua trappola. »

Doveva inventarsi un contrattacco, e subito.

« Si, ma... ma... » provò a dire qualcosa, ma non le veniva in mente nulla.

Sentendo la vittoria nell'aria, Takashi sorrise.

« Si, ma oggi è il tuo turno! » ribatté Natsumi inventandosi una scusa su due piedi.

« Cos...? Turno? E da dove viene questa regola? »

« Da oggi, un giorno dorme da me e un giorno dorme da te. E oggi dorme con te. »

« Cosa?! Ma non è giusto! Cosa siamo? Una coppia divorziata?! »

« Nessuna obbiezione. Sono sua madre: ho sempre ragione. »

« Perché non volete dormire con la Lady Yuki? » si intromise Keroro.

« Perché io mi muovo nel sonno, e ho paura di far male alla bambina » dichiararono i due ragazzi all'unisono.

« Cosa'! Che scusa è questa?! Oggi dorme con te. » intimò Natsumi.

« Non è giusto! » ringhiò Takashi, impotente davanti a quella dichiarazione, « Lady Natsumi, di solito non ti sono mai contro ma in casi come questi mi spiace ma dovrò esserti da avversario! »

« Io ho un'idea » parlò Fuyuki vedendo la situazione in stallo. « Dato che nessuno di voi due vuole dormire con Yuki, che dire se dorme con il Sergente? O magari con me o la mamma. »

« Ottima idea, Mister Fuyuki » si complimentò la rana verde.

Takashi e Natsumi furono sul punto di rispondere, ma improvvisamente Yuki gridò, facendo intuire che si era svegliata da ormai un bel po'.

« No! » tuonò piangendo, « Yuki vuole dormire con mamma e papà! »

« Giusto! » parlò Aki con fare innocente, « Potreste anche dormire insieme. »

« No! » obiettarono i due ragazzi all'unisono « Non c'è modo che noi due... »


-

« … dormiremo insieme, perciò vedi di stare attento a quello che fai! » ringhiò Natsumi rigirandosi nel letto « Prova a farmi qualcosa nel sonno e giuro sul mio onore da donna che te la farò pagare cara. »

« Stai tranquilla, non farò niente. » rispose Takashi, leggermente irritato dall'essere riconosciuto come un “criminale” da Natsumi.

« Ahw, cavolo come mi sono ficcata in questa situazione? » si domandò la ragazza guardando un punto immaginario sul soffitto mentre Yuki dormiva tranquilla in mezzo a loro.

« Se accettavi subito di dormire con Yuki senza tante storie, non si sarebbe svegliata e ora non saremmo in questa situazione. » rispose l'altro facendo la stessa cosa.

Che tensione. Come poteva Natsumi dormire nello stesso letto di Takashi rimanendo calma?
« Dannazione, dannazione, dannazione, dannazione. » Continuò a ripetersi con il cuore che batteva a mille, il viso così rosso che poteva benissimo camuffarsi in un campo di pomodori.
Continuando a maledirsi per non riuscire a tenere sotto controllo il suo battito cardiaco, Natsumi non si accorse di aver perso la cognizione del tempo.
Quanto tempo era passato? Secondi? Minuti? Ore?
« Dannazione a Takashi, perché mi batte così forte il cuore? Dannato. » Pensò Natsumi facendo una smorfia indispettita non riuscendo a prendere sonno.
Ma doveva dormire. Domani le vacanze sarebbero finite e la scuola sarebbe ricominciata.
Eppure non riusciva a chiudere occhio.

« Ehi... » esordì improvvisamente, colta da un dubbio, « … Takashi, sei sveglio? »

Nessuna risposta.


Lentamente, Natsumi si alzò e lo guardò dormire beato con Yuki sotto il braccio. « Cavolo... ma come fai a dormire così tranquillamente in una situazione del genere? » domandò la ragazza sorridendo.

A guardarlo dormire così tranquillamente, nessuno avrebbe mai detto che era un alieno.

Era tremendamente carino.
 
Leggeri e lunghi respiri accompagnavano il sonno di Takashi.
Che ragazzo strano. Chi era veramente?
Alcune volte faceva arrabbiare Natsumi in modo indescrivibile, altre invece gli faceva battere il cuore in modo indescrivibile.
Qual era il suo segreto? Cosa nascondeva?
Certo, spesso di comportava spensieratamente, quasi come un bambino, ma era anche vero che spesso era serio sembrando incredibilmente adulto.
Perché gli faceva battere il cuore in un modo così anormale?
In fin dei conti Takashi non era tanto male. Era affidabile, divertente, ed era una delle poche persone capaci di tenerle testa. Ad un tratto, l'attenzione di Natsumi si concentrò sulla bocca del ragazzo.
Cosa sarebbe successo se l'avesse baciato? Cosa avrebbe provato?
Spinta da una forza estranea, lentamente si sporse e allungò le sue labbra verso quelle di Takashi.
Il cuore batteva forte, il calore era così intenso che avrebbe potuto fondere il letto. Il suo respiro si stava facendo serrato e pesante.
Che tensione.
Era ormai a pochissimi centimetri quando la pressione diventò insostenibile.
Chiuse gli occhi e si sporse ancora di più, decisa di andare fino in fondo.

« Lad.. Lady... Natsumi... che... che stai facendo... ? » domandò improvvisamente Takashi.

Natsumi aprì gli occhi e si ritrovò il suo sguardo rosso fisso su di lei.
Presa di sprovvista, la ragazza urlò gracile e svenne dall'imbarazzo, cadendo sopra Takashi come una pera cotta.

« E-Ehi! » borbottò quest'ultimo con il respiro mozzato « No... A-Aiut...Lady Nats... pesi... >>

 
Anticipazioni Prossima Puntata!
Episodio cinque: Primo giorno, primi problemi! Signorsì!

« Ma guarda... » sorrise Aki svegliando Natsumi toccandole continuamente la guancia come una bambina dispettosa, « E' solo la prima notte che dormono insieme e già hanno fatto progressi. »
 
« Mamma e papà si vogliono davvero bene! » commentò Yuki affianco, vivace già dal primo mattino.

In un primo momento Natsumi non capì quello di cui stavano parlando, ma quando vide Takashi sotto di lei addormentato, si alzò di scatto gridando dalla sorpresa.

« Le mie orecchie! » esclamò il ragazzo sobbalzando subito dopo.

« T-T-T-T-TAKASHI PERCHE' ERI S-SOTTO DI M-ME?! » balbettò Natsumi putandogli un dito accusatorio contro mentre la sua faccia era ai limiti dell'imbarazzo, confusa e stracotta.

« Lascia che ti corregga. » rispose l'altro alzandosi e stiracchiandosi, lasciandosi anche scappare uno sbadiglio già che c’era, « La giusta domanda è: perché eri TU sopra di me… Stanotte sbaglio oppure hai tentato di- »

Come un lampo, tutti i ricordi di quello che era successo nella notte le piombarono nella mente imperversando su ogni altro pensiero: esatto, ieri aveva tentato di baciare Takashi.

« NOO! » gridò la ragazza assestandogli un pugno alla mascella, « STAI ZITTO!! »

Aki rise divertita come non mai, « Sei così carina quanto ti imbarazzi, Natsumi.  »

« Mamma, ti prego, non dire nulla! » parlò Natsumi più rossa della notte precedente.

« Certo, certo... » parlò la madre sorridente, « Ora però preparati che devi andare a scuola. La colazione è già pronta, fai con comodo. »

« Si, adesso mi preparo! » tuonò Natsumi spingendoli tutti fuori « Ma ora uscite! »

Non appena si chiuse la porta alle spalle, Natsumi si girò, levando un lungo e grande sospiro di sollievo.

Rapidamente si disse ogni formula, ogni incantesimo, ogni possibile parola per calmarsi. Finalmente calma, si tolse la maglia del pigiama: era ora di tornare a scuola… pensiero che non la entusiasmava affatto.

« Ahw... ma che ho fatto per meritarmi quel pugno?! » domandò Takashi riprendendo i sensi e alzandosi dal letto.

Ma quando vide Natsumi a petto nudo, arrossì violentemente.

« PERVERTITO!! » gridò Natsumi seguito dal suono di una finestra che si rompeva, un urlo ed infine un rumoroso impatto.

« B-Buongiorno... » mormorò Takashi entrando poco dopo dal giardino con fare zoppicante, ricoperto di lividi e segni d’erba su tutto il corpo.

« Giorno, Specialista » salutò Keroro con entusiasmo e porgendogli una porzione di riso.

« Giorno, Takashi... » fece da eco Fuyuki sforzando un sorriso a quel Takashi e cercando di ignorare la distruzione che Natsumi aveva portato su quel pover corpo.

« Scusate » disse ad un tratto Takashi, accorgendosene solo in quel momento, « ma Lady Angol Mois e il Caporale? Sono ancora giù? »

« Signorsì! » rispose Keroro.

« La dedizione nel Caporale Giroro nel tenersi in forma mi ispira... oggi credo proprio che darò il 120% nel mio allenamento!  »

Il Capo Famiglia Aki sogghignò.

« Comunque devi sapere che non esistono molte persone capaci di battere mia sorella. » si intromise Fuyuki, rievocando con la memoria i combattimenti contro sua sorella.

« Probabilmente Giroro si sarà sentito inferiore dato che lui non ci riesce... » sorrise Aki con tutta la sua infinita saggezza e perspicacia, « Sarà per questo che si è rintanato nella base con Angol Mois per allenarsi. »

« Oh, no! » esclamò improvvisamente Natsumi facendo irruzione in cucina « Mi sono dimenticata che al rientro si entra prima! Oddio è tardissimo! »

Veloce come un fulmine, Natsumi salutò tutti, prese una fetta di toast e dopo aver baciato sulla fronte Yuki, uscì di casa correndo a rotta di collo.

« Dove va? » domandò Takashi, mentre accarezzava la testa di Yuki.

« Oggi deve andare a scuola » parlò Yuki felice come una pasqua, « non ci vai anche tu, papà? »

« Io veramente... »

« Ed ecco il momento che stavo aspettando » sorrise Aki lanciando a Takashi una busta contente una abito composto una giacca blu, una camicia bianca, una cravatta rossa e dei pantaloni del medesimo colore della giacca.

« Cos'è? » domandò il ragazzo aprendo la busta.

« Mamma... » si intromise Fuyuki, capendo al volo cosa stava per accadere, « … sbaglio o quella è una divisa maschile della scuola di Natsumi? »

« B-I-N-G-O! » sorrise Aki facendo l'occhiolino e passando poi all’albino il suo casco di riserva, « Preparati Takashi, perchè oggi è il tuo primo giorno di scuola alla Kissho Academy. »

 
02/05/15 Et voilà! E anche questo capitolo messo a posto dalla mia mano sotto le attente guide di SemplicementeSamanta, unica mia fan ancora in vita da quanto ho cominciato a pubblicare Takashi Gunso, quattro anni fa.... spero che quando pubblicherò il sesto episodio (finalmente), ci siano nuovi visitatori! E' un peccato che SemplicementeSamanta sia sola! ;)

As always... see you in the next message!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Episodio 5 - Primo giorno, primi problemi! Signorsì! ***


Episodio cinque: Primo giorno, primi problemi! Signorsì!


In fin dei conti era il primo giorno dopo una bella vacanza. Che male c'era nell'andare a scuola di tanto in tanto?
Ad essere sinceri, non sapeva nemmeno il perché aveva scelto un liceo. Di solito si studia per trovare un lavoro, ma lui già ce lo aveva un lavoro.
Il DJ alla radio forse non era tra i più pagati, ma gli piaceva.
Scrivere poesie e leggerle era da sempre stata la sua passione.
E poi era un ragazzo ricco. A cosa gli serviva studiare per lavorare se i soldi già ce li aveva?
Inoltre era anche un genio. Studio, lavoro e soldi per lui erano inutili nel suo stile di vita.
Quindi perché andare a scuola? C'era davvero un motivo?

« E' lui! » sentì esclamare qualche ragazza indicandolo, « Guarda è 623! Oddio quant'è figo! »

Forse si era iscritto per essere al centro dell'attenzione, giusto per quello che chiamavano “Fan Service” per chi lo seguiva.
Era quello quindi? Puro e semplice esibizionismo?
Forse si.
O forse no.
Lentamente entrò in classe e la vide: Natsumi Hinata, la sua fan numero uno, la sua migliore amica, se così si poteva dire.
Era l'unica con cui riusciva a parlare con naturalezza nonostante Saburo fosse un tipo solitario. Però, per una qualche ragione, quando i due parlavano Natsumi era sempre rossa e spesso balbettava pure.
Inoltre quando la sorprendeva alle spalle, la ragazza sobbalzava e si comportava come se avesse visto un fantasma.
Saburo non aveva la minima idea del perché reagisse così, ma era estremamente divertente.
Sorridente, si avvicinò e sfruttando il fatto che Natsumi fosse come distrutta e accasciata sul proprio banco, le si avvicinò delicatamente all'orecchio.

« Ciao, Natsumi. » le sussurrò con maliziosità, ansioso di metterla alla prova.

« Ciao... » rispose l'altra con il viso immerso nel braccio, avvolta da una stana aura di stanchezza.

Ancora non l'aveva riconosciuta. Ottimo, l'effetto sorpresa sarebbe stato ancora più “divertente”, « Come mai tanto stanca? »

« Ah... niente... solo che stanotte non ho dormito molto.... »

« Ore piccole? »

« In un certo senso.. potresti lasciarmi in pace per qualche attimo? Vorrei dormire almeno finché il Prof. non arriva. Ma probabilmente dormirò anche durante la lezione. »

Strano. Di solito dopo qualche secondo di conversazione Natsumi si accorgeva subito del con chi stava parlando.

« Non va bene, Natsumi. Vuoi che ti prenda del caffè? »

« No, grazie... Voglio solo dormireee... » borbottò l'altra espandendosi sul banco, come se avesse l'intenzione di sdraiarci sopra.

« Sei sicura di stare bene, Natsumi-chan? » domandò Akane, una sua compagna di classe.

« Si, sto bene... ma guarda che voglio solo riposarmi un poco... » continuò a parlare Natsumi, con la voce soffocata dal braccio che cercava disperatamente di usare come isolatore.

Akane la guardò storto. Conosceva la cotta della tipa eppure… « Guarda con chi stai parlando... » la informò toccandole la testa con delicatezza.

La rossa voltò la testa e guardò il DJ salutarla come se niente fosse.

« Ecco, ci siamo. » pensò il ragazzo sorridente.

« Si, lo so. Ciao, Saburo... » dichiarò Natsumi a sorpresa rigirando la testa nella posizione di prima, « Scusate, ma come ho già detto oggi voglio solo dormire... »

Sorpresi, entrambi i ragazzi la guardarono confusi. Che stava succedendo?

Furono sul punto di chiedere qualcosa, ma l'ingresso del professore li interruppe.

Lanciandosi una veloce occhiata d’intesa, decisero che avrebbero cercato risposte più avanti, magari al cambio d’ora.
 
-

«Basta non ce la faccio piùùù.... » sospirò Natsumi alzandosi lentamente per il saluto di classe, tornando poi a sedersi di peso sulla sedia. Non solo aveva dormito poco e aveva pure fato una colazione leggerissima, ma aveva pure corso come una folle. La parola “stanca” non era nemmeno associabile allo status in cui Natsumi si sentiva.

« …comunque vorrei cominciare dando il benvenuto ad un vostro nuovo compagno di classe. » sentì dire dall'insegnante (che normalmente ignorava) scatenando alcuni mormorii curiosi fra gli studenti e attirando, chiaramente, l’attenzione della rossa addormentata.

« “Nuovo compagno”? Allora è un ragazzo! Chissà com'è! » parlò qualcuno.

« Speriamo sia carino! » rispose un’altra.

Anche Natsumi, curiosa come tutti, si mise a parlare con le sue amiche, riprendendo improvvisamente abbastanza vigore da risvegliarsi dal suo status di pre-morte. Chiaramente non le interessava se fosse carino o meno, ma le importava se sarebbe stato un combina guai e una gatta da pelare.

« Entra pure. » riprese il Prof. girandosi verso la porta, attirando l'attenzione di ogni studente, interrompendo qualsiasi chiacchiera.

Ma come il nuovo arrivato entrò, Natsumi rischiò un infarto.

Come se avesse visto un fantasma, la ragazza spalancò occhi e bocca, impallidendo sempre più velocemente. Sentì il suo cuore fermarsi di colpo: non riusciva a credere ai suoi occhi. Tentò di dire qualcosa ma lo shock era così forte che le parole si trasformarono in sussurri strozzati. Il respiro le mancava e la mente aveva smesso di pensare.
Gli occhi erano così aperti dall'incredulità che potevano uscire dalle orbite da un momento all'altro, come in un cartone animato.

« COSA DIAVOLO CI FA QUI TAKASHI!? » Fu l'unico pensiero che riuscì ad elaborare boccheggiando alla ricerca di qualcosa da dire, fissandolo entrare con un timido sorriso.

« Wow! » esclamò Akane, « Ma è albino! Non ne avevo mai visto uno dal vivo! »

« Forza presentati. » incoraggiò l’insegnante con una pacca nella speranza di tranquillizzarlo.

« Ehm... d'accordo... io... err.... il mio nome è Takashi Ryuu... piacere di conoscervi... » rispose Takashi sforzandosi nel mantenere la calma e la più normale delle facce, « E, ehm, sì… prendetevi cura di me... »


« E' anche timido! Che carino! » esclamò Akane, estremamente curiosa e attratta dal nuovo arrivato.

Natsumi provò ancora una volta a dire qualcosa, ma le parole non uscivano. La sua mente si rifiutava di credere a quella visione.

« Qualcuno ha domande per Ryuu? » domandò il professore.

« Io! Io! » intimò qualcuno alzando la mano, « Quali sono i tuoi obbiettivi di quest'anno, Ryuu-kun? »

« I miei obbiettivi di quest'anno... eh...? Al momento sto pianificando di conquistare il mon- BFWAH! « Takashi venne interrotto dal dorso di un libro in piena faccia, cadendo al suolo come un sacco di patate lanciato giù da un camion con noncuranza.

« Ci scusi, sensei! » tuonò Natsumi alzandosi in piedi e prendendo il cadavere di Takashi, « Credo che il nuovo arrivato, stia male… Lo porto in infermeria! »

« Cosa... » ma prima che il Professore potesse finire, Natsumi era già uscita.

-
 
La testa che girava, la faccia che doleva… « Ohw... ma che è successo...? » mormorò Takashi alzandosi con i gomiti e tenendosi la faccia per assicurarsi che tutto fosse al posto giusto. Senza alcuna ragione apparente, improvvisamente era sdraiato su un lettino, con la pancia rivolta verso un soffitto a quadri. Dov'era finito?
L'aria era satura di disinfettante. Che fosse una specie di avamposto medico?
Fu sul punto di alzarsi, quando ad un tratto qualcosa lo ributtò giù nel letto.

« TU! » ringhiò Natsumi mettendosi a cavalcioni su di lui, la faccia che emetteva qualsiasi emozione tranne il fatto che fosse felice nel rivederlo, « COSA DIAVOLO CI FAI QUI?! »

« Ottima domanda. » rispose l'altro lasciando che la ragazza avesse il sopravvento e avessero gli occhi uno davanti all’altro, « Dove sono? Fino ad un attimo fa ero in class- »

« NO! » esclamò lei ancora più furiosa, « Ho chiesto perché sei QUI, a scuola, con questa divisa! Chi te l'ha data?! L'hai rubata?! »

« Nossignora. Me lo ha data la Regina Madre » la sincerità era il suo pane quotidiano.

Natsumi trasalì.

« Cos...? Mia madre? E perché?! » ora la sua faccia aveva cambiato espressione in una confusa, ma ancora per nulla felice nel rivederlo.

« Non lo so... mi ha dato questa divisa e si è limitata a dirmi che mi ha iscritto a questa scuola...  E dopo avermi portato qui mi ha salutato dicendo che sarebbe stata via ancora per un bel po’ di tempo per colpa della redazione… O qualcosa del genere. »

« Quell'irresponsabile...! Cosa diavolo le è saltata in mente?! » grignò la ragazza a denti stretti, tornando ora arrabbiata.

« E adesso...? » domandò Takashi dopo che Natsumi ebbe finito il suo rituale a bassa voce di ira verso la madre.

« Quindi adesso tu te la togli! E poi scompari da questa scuola! » ringhiò Natsumi afferrandogli i vestiti e cominciando a spogliarlo guidata dalla rabbia più totale. Nulla le avrebbe impedito di avere una normale vita scolastica ora che era in terza superiore.

« N-No! Ehi, ferma! L-Lady Natsumi! >> balbettò Takashi cercando di scrollarsela di dosso e allo stesso tempo tenersi i vestiti addosso. Impresa non facile dato che aveva a che fare con Natsumi Hinata.

« Ho perso la prima ora per colpa tua! Quindi adesso non resistere e fatti togliere quella dannata divisa! »

« Lady Natsumi, smettila! »

« No! » gridò la ragazza, ormai dando più ascolto all’ira che dalla coscienza.

« Non possiamo parlarne? »

« Non accetto obbiezioni! » tuonò lei riuscendo, dopo innumerevoli tentativi, a togliergli la giacca e a sbottonargli la camicia arrivando fino a metà.

« Ma allora vuoi la guerra! » ribatté l'altro allungando le mani e cominciando a sbottonarle la camicia dopo averle tolto la giacca in un attacco a sorpresa, « Non è giusto che solo io mi debba spogliare! »

« M-M-Ma dove diavolo stai allungando le mani, dannato maniaco?! » gridò lei arrossendo e gettandosi alla difesa dei propri vestiti e abbandonando l’offensiva contro Takashi, ora lui con il coltello dalla parte del manico.

« La smetto solo se anche tu la smetti! » esclamò come scusa non volendo mollare. In guerra, raggiungere per lo meno la parità d’armi con il nemico era la regola numero uno: se lui non aveva la giacca, anche lei doveva togliersela. Logico, no?

« Takashi! Ti ordino di smetterla! »

« Prima te! »

« Non fare il bambino! >

Erano sul punto di ringhiarsi a vicenda come cani che volevano difendere il proprio territorio quando improvvisamente la porta dell'infermeria si aprì di colpo.

« Natsumi-chan, sei qui? >> domandò Akane entrando, chiaramente inconsapevole della gloriosa guerra dei bottoni fra Takashi e Natsumi, « E' da un po' che tu e Ryuu-kun vi siete assenta... »

Come la coppia, improvvisamente la ragazza si bloccò sul posto guardandoli a bocca spalancata e gli occhi aperti in una espressione di incredulità e imbarazzo « ...ti. »

I due ragazzi potevano dire qualsiasi cosa, ma davanti ad Akane non c'era altro che una Natsumi spettinata e sudata sopra ad un Takashi sbottonato e senza giacca, per di più entrambi con la camicia semi aperta.

 

COLTI SUL FATTO


« S-Scusate se vi ho interrotti » parlò Akane rossa in volto dando le spalle, « N-Non immaginavo c-che voi... voi due... fufu... »

« Non è come sembra! » esclamò Natsumi emettendo fumo dall'imbarazzo e rendendosi conto solo in quel momento di quello che aveva appena cercato di fare, « E tu che diavolo stai facendo, stupido?! »

« A-Aspetta! » tuonò l'altro piegandosi sul fianco per evitare un pugno sul volto. « Ferma! »

« Fatti colpire! » esclamò la ragazza tentando un secondo assalto. E, dalla posizione in cui era Takashi, nulla lo separava da un bel pugno in faccia e una visita all’ospedale… così, ricordandosi di un anime che aveva guardato il Sergente Keroro, gli venne in mente l’unico tipo di attacco non violento contro cui qualsiasi ragazza non poteva resistere.

« Ti prego, perdonami Lady Natsumi! » parlò il Takashi muovendo velocemente le mani verso il basso della ragazza e alzandole la gonna di colpo, facendola così urlare indifesa. Approfittando di quella occasione, il ragazzo riuscì a liberarsi dalla stretta con un abile mossa di karate.

« M-Maledetto maniaco! Q-Questa non la passi liscia, vieni qua! » ringhiò Natsumi cercando di afferrarlo, ma abilmente schivata ora che era lui sopra di lei.
 
E mentre il “combattimento” proseguiva, con Natsumi che era riuscita a liberarsi mettendo entrambi sullo stesso piano, Akane continuò a fissare come rapita quella scena. Possibile che esistesse qualcuno che poteva mettere in difficoltà Natsumi Hinata, il Jolly dello Sport del Liceo Hondo?

« Lady Natsumi, calmati! Calmati! » ripeté Takashi abbassandosi ed evitando veloci e concatenati calci con semplici movimenti della schiena mentre si riabbottonava la camicia e afferrava la giacca, « Vestiti almeno! »
 
Fermandosi, Natsumi si accorse di essere anch'essa con la camicia sbottonata.

« Noo! » gridò arrossendo e abbassandosi coprendo il petto semi-nudo « E' tutta colpa tua, maledetto pervertito! »esclamò con le lacrime agli occhi dall'imbarazzo.

Ignorandola, Takashi si prese una pausa e si gettò sul lettino.

Infine il silenzio ritornò nella stanza, interrotto solo dal respiro serrato dei due ragazzi, entrambi sudati e stanchi.

« Ehm... mi spiace intromettermi » azzardò improvvisamente Akane, decidendo che quello era il momento perfetto per chiederlo, « Ma siete per caso, ecco, state insieme? »

« AFFATTO! » ringhiò Natsumi ancora rossa dall'imbarazzo.

« Non ne ho la più pallida idea. » ribatté Takashi stanco morto, sicuramente come Natsumi. Dopo l’esperienza della rivista, non ne aveva più parlato quindi non sapeva cosa dire nonostante avesse detto a Fuyuki che era il suo ragazzo.

« Che vuol dire “Non ne ho la più pallida idea”?! Noi non stiamo insieme, punto! »

« “Stare insieme”? Ma se stiamo vivendo sotto lo stesso tetto, noi due non stiamo insieme? »

« Non in quel genere di senso, idiota! »

« Oh? » sorrise Akane con maliziosità, felice di venire a conoscenza di così tanti dettagli della vita privata di Natsumi, « Vivete pure sotto lo stesso tetto? »

« Non è come sembra! » ribatté Natsumi sforzando un sorriso, accorgendosi solo in quel momento del guaio in cui si stava cacciando, « Vedi, lui è un nostro lontanooo parente dell'occidente così gli stiamo dando ospitalità »

Akane sogghignò. Era una così ovvia balla inventata sul momento,« Certo... »

« D-Davvero! »

« Allora perché lo stavate tenendo nascosto? »

« A-Appunto per questo... non vorrei che cominciassero a girare voci strane... quindi non dire a nessuno di questa cosa... ti prego, Akane! » supplicò Natsumi prostrandosi con posa sottomessa e pregandola come se fosse chissà quale divinità.

« Sei la mia migliore amica » sorrise Akane facendo le spallucce, « Non ti preoccupare, non dirò a nessuno di questa cosa. Immagino tu abbia i tuoi buoni motivi per tenerlo nascosto. »

Per Natsumi quelle parole furono come una melodia, a tal punto che stava letteralmente piangendo dalla gioia mentre si strusciava sulla gamba di Akane, « Grazie, grazie e grazie! »

« Ma ora è meglio se torniamo in classe... altrimenti le voci cominceranno a girare da loro. »

-

Le ore di lezione ricominciarono e passarono lentamente, fin troppo lentamente.
Subito dopo essere rientrati dalla loro lunga assenza, Takashi e Natsumi si erano quasi subito addormentati nei loro rispettivi banchi. Fortunatamente i Professori di quel giorno erano molto comprensivi, consapevoli che se degli studenti dormivano in classe, dietro ci doveva essere una buona ragione.
Così li lasciarono dormire in pace senza disturbarli fino alla fine delle lezioni stesse.

« Natsumi, sveglia » intimò Saburo scrollandola dolcemente.

« Uh... è già ora di andare a casa? » domandò la ragazza svegliandosi con gli occhi annebbiati dal sonno.

« Esatto. Sai che hai dormito per ben cinque ore filate? »

« Quindi è l'una... Oh, cavolo devo preparare il pranzo »

« E' vero che tu prepari il pranzo per il Sergente e gli altri... a proposito come stanno? »

« Purtroppo quei dannati ranocchi stanno bene. » sospirò Natsumi con finto disinteresse e alzandosi mentre metteva a posto la cartella.

Saburo sorrise, « Guarda che lo so che alla fine vuoi bene a Keroro »

« Già » sbuffò Natsumi anche lei sorridendo, poi gli fece l’occhiolino, « Ma solo alla fin fine »

Fu sul punto di andare quando improvvisamente sentì delle risate alle sue spalle.

« Guardalo! E' diventato timido… che carino! » ridacchiò una delle sue compagne di classe, « Ryuu-kun, posso abbracciarti? Sei così adorabile! »

« Io... io a dir... dir la verità... » mormorò l'albino visibilmente rosso in viso, del tutto in contrasto con i suoi capelli bianchi, « Heh... Grazie. » sorrise imbarazzato guardando il banco, troppo circondato da ragazze per guardare da qualsiasi altra parte.

« Oddio mi sciolgo! » urlarono tutte assieme, « Sposaci, Ryuu-kun! »

« Ehm, io... a dir- » Takashi fu sul punto di dire qualcosa, ma qualcosa come ad un'ombra avvolta da una dura aura di puro sadismo gli comparve alle spalle.

« Disturbo...? » mormorò Natsumi con un sopracciglio inarcato e un mezzo sorriso ambiguo sul volto. Lentamente, Takashi si girò.

« Si... si va già a casa... ? » domandò sforzandosi di apparire il più naturale possibile, ora spaventato a morte.

Come un fulmine a ciel sereno, Natsumi gli mise una mano sulla spalla sinistra, facendolo sobbalzare.
 
« Eh, già... » sorrise lei applicando pressione sulla mano e schiacciandogli la spalla in una letale morsa fra palmo e dita.

« F-F-Fai... fai male... Ahi, ahi, ahi.... L-Lady Na-Natsumi... la spalla... la spalla... ahia, ahia. ahia... Ti prego non uccidermi. » mormorò Takashi fra atroci dolori. Era convinto che da lì a pochi secondi avrebbe perso la spalla sinistra.

« Ma non mi dire... Takashi... » fece lo stesso Natsumi applicando più forza, soddisfatta nell’essere lei la tipa in comando per una volta.

Poi la domanda che bloccò entrambi, la domanda che rischiò di far saltare in aria tutta la loro debole copertura, « Ma voi due già vi conoscete? >> domandò qualcuno.

« Ah! » esclamò Natsumi presa di sorpresa lasciando andare l'amico, « Ehm...si... noi... noi due ci conosciamo... da... da un po' di tempo... ehehe... giusto, Takashi? »

Impossibilitato a rispondere, Takashi si limitò a cadere con la testa sul banco, con gli occhi al cielo e il corpo avvolto fra spasmi di dolore, la bocca che emetteva inquietanti bollicine di lacrime.

« E come mai non vi siete mai parlati fino ad ora? Cos'è volevate tenercelo nascosto? » domandò un’altra.

« Secondo me i due nascondono qualcosa... e con qualcosa... dico quella cosa... »

« Vuoi dire che stanno insieme?! »

Improvvisamente, ogni studente della classe si voltò.

« N-N-NO! » balbettò Natsumi diventando rossa,  « N-Non stiamo insieme! »

« Occhio... » sussurrò Akane a Takashi mentre lei veniva assediata da domande per provare la loro teoria, « … lo vuoi un consiglio? Appena puoi scappa. Devi sapere che Natsumi-chan è la più brava atleta e combattente della scuola, per cui ha mooolti ammiratori. Non ti consiglio di rimanere in zona a lungo... »

Allarmato, Takashi si guardò attorno e si ritrovò uno sguardo omicida da ogni ragazzo nelle vicinanze.
Male, molto male. Aveva letto su una rivista che iniziare un giorno di scuola facendosi già dei nemici era sbagliato. Doveva andarsene, e subito.

« D'accordo. » parlò alzandosi e afferrando la mano di Natsumi, facendola sobbalzare dalla sorpresa: non si erano mai toccati le mani, « Lady Natsumi che dici se torniamo a casa? Possiamo mangiare lo spezzatino di ieri ser-Ahia! »

« Brutto cretino! » ringhiò l'amica interrompendolo con un colpo dietro la nuca, « Non dire nulla! »

Ma ormai tutti avevano sentito, e le ragazze attorno si lanciarono in una lussuriosa risata sotto i baffi

« “Torniamo a casa“? Spezzatino di ieri sera”? Non diteci che voi due non solo tornate a casa insieme, ma mangiate anche insieme! La cosa si sta facendo alquanto interessante. » sogghignò qualcuno, subito imitata dalle altre ragazze.

Natsumi tentò di ribattere, ma era così rossa che la lingua si rifiutava di funzionare, facendo così uscire sussurri strozzati provenienti direttamente dalla gola. La mano di Takashi era così morbida!
E di colpo, gli sguardi omicidi aumentarono. Sentendo un brivido dietro la schiena, l'istinto di sopravvivenza di Takashi si attivò, consigliandogli di gettarsi dalla finestra e darsi alla fuga. « Via. Ora. »

« N-Non è come sembra » rispose il ragazzo intervenendo in aiuto di Natsumi, « Ma ormai è tardi, non vi sembra? Credo proprio che sia meglio tornare a casa. »

« Ha ragione, io ho fame. » lo sostenne Akane, subito seguito a ruota dagli altri, « Be', allora noi andiamo, a domani! »

« A domani, hehe... » sorrise Takashi guardando le ragazze andarsene mentre bisbigliavano fra di loro: domani quella storia non si sarebbe affatto fermata, anzi.

Natsumi tentò di dire qualcosa, ma non riuscendoci per via dell'imbarazzo, si limitò ad uscire con volto cupo, avvolto da oscuri pensieri sul come uccidere Takashi nei modi più sadici possibili. Anche quest'ultimo fu sul punto di seguirla, quando improvvisamente una mano gli toccò la spalla.

« Ryuu... kuun.... » sorrise sadicamente un ragazzo con dietro altrettanti ragazzi con la stessa espressione sul volto.

E prima che il ragazzo potesse dire qualcosa, fu trascinato nell'oblio mentre la stanza veniva chiusa.

« Lopicchiolopicchiolopicchilopicchio » pensò Natsumi a ripetizione con il volto ancora rosso per l'equivoco creatosi in classe.

All'indomani avrebbe spiegato tutto, ma per il momento tutti avrebbero pensavano che lei e Takashi stessero insieme. Era davvero pensabile a una cosa del genere? Come potevano anche solo minimamente sospettare che lei e... lui fossero una coppia?
« Assurdo, semplicemente assurdo. »
Che agitazione. Che nervoso.
Natsumi si sentiva incredibilmente a disagio. Tuttavia, ora che la calma era ritornata, si concesse un lungo respiro. Poi due, infine tre, fino a calmare i battiti del proprio cuore.
Ora, tutto quello che voleva e doveva fare, era solo tornare a casa, abbracciare Yuki, preparare il pranzo e sdraiarsi sul letto, in attesa che iniziasse DJ Roma-
« Giusto. »
Ormai era da più di cinque giorni che non ascoltava più Radio Romance. Com'era possibile che lei, la sua fan numero uno, perdersi l'appuntamento quotidiano per ben cinque giorni di fila?
Ma improvvisamente, un pensiero la sfiorò.
« Saburo. »
Quel giorno era riuscita a fare una conversazione normale e per niente imbarazzata con lui. Che la sua cotta fosse finita? Impossibile. Saburo ancora le piaceva ancora.
Cosa poteva essere successo?
Un altro pensiero le passò per la mente.
« Takashi. »
Da quando quell'alieno era entrato nella sua vita, Natsumi non riusciva più a fare le cose in tranquillità quando c'era lui ne paraggi. Alla sera non aveva nemmeno il tempo di ascoltare DJ Romance che se non lo teneva d’occhio qualcosa di certo sarebbe andato per il verso sbagliato.
Cosa le stava succedendo?
Ripensò a tutto quello che era successo quel giorno.
Come poteva Takashi non aver mostrato il minimo imbarazzo per quelle accuse? Che fosse perché in fin dei conti, lui stesso non poteva credere in una relazione con Natsumi?
« Idiota... »
Arrivata in cortile, fu sul punto di chiedergli qualcosa, quando improvvisamente si accorse di essere sola. Dov'era finito?
Si voltò alla sua ricerca, quando ad un tratto comparve saltando giù dalla scale.

« Takashi! Che stai facendo?! » domandò Natsumi aspettandolo e guardandolo cambiarsi rapidamente le scarpe.

« Sto scappando! » rispose l'altro correndo e afferrandola come una principessa, « E anche tu dovresti! »

« C-Cosa stai facendo, stupido?! » balbettò la ragazza con il cuore che ricominciava a battere, « L-Lasciami andare, o-ora! »

« DANNATO, FERMATI!! » ringhiò una folla di studenti impazziti scendendo dalle scale, tutti con fra le mani ogni tipo di arma non convenzionale e lanciati all'inseguimento di Takashi, « PRENDETELO! »

« Ma che sta succedendo?! » domandò Natsumi.

« Niente di ché, mi sono solo fatto nuovi nemici. » rispose l'altro voltando l'angolo, « Bello, no? »
 
-

Silenzioso e taciturno come sempre, Saburo era affacciato dalla finestra della sua classe, osservando con attenzione Natsumi e il nuovo arrivato scappare come un cavaliere che portava via una principessa da una folla di contadini molto arrabbiati.
Per la prima volta dopo tanto tempo, lui e Natsumi erano riusciti ad avere una conversazione decente... Cosa stava succedendo? E qual era la relazione fra Natsumi e Takashi?
« Natsumi... » mormorò il ragazzo guardandola scomparire dietro l'angolo.

-

Era ormai pomeriggio inoltrato quando il Caporale Giroro e Lady Angol Mois riuscirono a finire i loro allenamenti. Ormai era da quasi due giorni che combatteva senza sosta. Prima contro Angol Mois, poi contro suoi cloni creati da Kururu.
Nonostante la stanchezza, era felice.
Era felice perché era diventato più forte. Non poteva farsi battere dal Novellino, non doveva.
Non si era mai sentito parlare di un superiore più debole del proprio subordinato.

« Ah, no, aspetta. Keroro, giusto. » rimembrò Giroro uscendo dalla base mentre Angol Mois si occupava di mettere a posto tutto il distrutto.

Era sul punto di uscire in giardino e riposarsi nella sua amata tenda rossa, quando improvvisamente i suoi adocchiarono qualcosa. O meglio, qualcuno.

Una bambina dai capelli bianchi era seduta sulle gambe di Fuyuki, entrambe intente a guardare dei cartoni animati sulla TV assieme ad un Keroro addormentato sul divano.

« Hai finito con gli allenamenti, Giroro? » domandò Mois notandolo fermo in mezzo al soggiorno.

« Chi... chi... chi è quella bambina? » chiese Giroro leggermente preso di sorpresa.

« Lei? Oh, lei è... »

Fuyuki non finì in tempo la frase che qualcuno scavalcò con un salto le mura di Casa Hinata atterrando in giardino.

« C'è l'ho fatta! » esclamò Takashi entrando dalla veranda con il fiatone, « C'è l'ho fatta! »

« Ehi, Novellino. Cos'è tutto quell'ansimare? >> domandò la rana rossa avvicinandosi.

« Oh, giorno Caporale... avete finito i vostri allenamenti? Dov'è Lady Angol Mois? »

« Eh..? Ehm... s-si... li ho finiti... Angol Mois sta finendo di rimettere a posto la sala allenamenti, probabilmente finirà domani mattina... » rispose l'altro leggermente a disagio ricordandosi di aver fatto tutto quello per battere Takashi, « C-Comunque cos'è quella divisa? Sei andato in una scuola Pekoponiana? »

« Affermativo, signore »

« Ottimo. Conoscere il modo in cui i nemici apprendono è fondamentale nell'invasione. »

« Papà! » esclamò la bambina saltando addosso a Takashi, « Sei tornato! »

« Si, sono a casa. Hai fatto la brava? »

« Si! Com'è andata a scuola? »

Giroro li guardò con faccia confusa e inaspettata. « Papà?! » esclamò ancora più sorpreso di prima.

« Come dicevo. » si intromise Fuyuki, « Lei è Yuki, la figlia di Takashi. »

« A-Aspetta? Ma com'è possibile?! Una vita Pekoponiana non nasce in nove mesi? Lui è qui da solo una settimana! E poi, chi è la madre?! »

« Beh, la madre è... »

« Sono a casa! » esclamò Natsumi entrando in soggiorno e soprapponendosi a quella di Fuyuki, anche lei con il fiatone.

« N-Natsumi! » arrossì Giroro, colto improvvisamente da un terribile pensiero: era sudato, puzzava e sporco. In altre parole era impresentabile. Come poteva farsi vedere da Natsumi da quello stato?
« No, Giroro! » si gridò nella mente stringendo i pugni mentre sentiva i passi della ragazza avvicinarsi. Ti sei allentato tanto per questo. E' tempo che tu gli faccia vedere i risultati del tuo allenamento, soldato!

« Siete già tutti qui? » domandò la sorella maggiore Hinata gettando la cartella su divano e avvicinandosi a Yuki,

« B-Buongiorno N-Natsu- » Giroro non fece in tempo a finire la frase che improvvisamente venne interrotto dal grido di gioia da parte di Yuki.

« Mamma! » esultò la ragazza saltando in braccio a Natsumi.

« Giorno, tesoro. Hai fatto al brava? » sorrise Natsumi abbracciandola forte.

Sentendo quella discussione, Giroro spalancò gli occhi e la bocca in una buffa espressione stupita.

« Cos... cos... cos... cos... cos... “ma... ma... ma... mamma”...? » mormorò con lentezza, e voce strozzata, facendo uscire le parole usando tutta la sua volontà di soldato.

« Ben tornato, Giroro » parlò Natsumi non notando il balbettio del Caporale, « Hai finito i tuoi allenamenti con Angol Mois? Ma lei dov'è? »


« A pulire la stanza degli allenamenti... dovrebbe finire domani mattina. » rispose Takashi accarezzando la testa di Yuki.

« Capisco. 
»

« N-N-Natsumi... cosa... la bambina... cosa... “mamma”... » balbettò dicendo quella che la coscienza gli suggeriva.

« Ah... » arrossì Natsumi guardando in basso, del tutto imbarazzata, « Sì, ehm… l-lei... è... è mia... mia figlia... » mormorò abbozzando ad un sorriso del tipo “Chi l'avrebbe mai detto?”

« E... e... e... il padre... ah... oh... uh... » continuò a balbettare il Caporale, con la mente che si rifiutava di connettersi alla lingua.

« Sono io il padre, Caporale » rispose Takashi senza battere ciglio, anzi sorridendo fiero.

Inutile dire che Giroro ci rimase letteralmente di sasso. La sua pelle sbiancò, le iridi dei suoi occhi scomparvero, la sua faccia perennemente irritata si trasformò in una totalmente assente e incredula.
In pochi attimi, un fiero e forte Giroro, era stato trasformato in uno demoralizzato.
Cosa diavolo è successo in nemmeno due giorni?! Riuscì a chiedersi con quel briciolo di coscienza rimasta.

« Mamma, mamma che si mangia oggi? » domandò Yuki, ancora fra le braccia di Natsumi.

« Spezzatino. » rispose Natsumi non notando (come tutti) la cera sbiancata del Caporale.

« E' il mio preferito, evviva! »

« Anche di tuo papà, sai? » ricordò Takashi prendendola in braccio.

« Comunque fatemi riposare un attimo. » sospirò Natsumi sdraiandosi sul divano, « Oggi tuo padre mi ha fatto sudare parecchio. »

« FATTO SUDARE PARECCHIO?! » sentì Giroro nonostante l'interruzione di ogni suo sistema di sopravvivenza: dai cinque sensi al cuore.

« Stasera a letto noi due ci facciamo una bella chiacchierata. » intimò la ragazza guardando Takashi dritto negli occhi, mandandogli ogni genere di messaggio minatorio.

« Ah, è vero che dobbiamo dormire insieme... » sospirò Takashi, già con la malinconia del suo letto.

« DORMIRE INSIEME?! » E quello fu il colpo di grazia. Giroro passò infine ad un totale bianco fantasma senza iridi e a bocca aperta, come una specie di fantasmino a forma di rana disegnata solo con una matita.

 



E con questo si conclude anche il quinto episodio! E finalmente direi!
Okay, sono ormai le quattro del mattino e ho appena passato la serata su questo cavoloso capitolo alla ricerca della migliore eppure peggiore impressione che il nostro Pekoponiano poteva fare nella scuola di Natsumi, il liceo Hondo.
Eh? Mi state chiedendo se ho sonno?
Oh, yeah.
Come mai non mi sono addormentato?
Beh, litri di coca-cola e chili di patatine mentre scrivevo il capitolo possono fare miracoli. Sopratutto con "Keroro" edizione italiana in sottofondo XD
Quindi per ora non mi addormento. Ho paura di sognare quella dannata rana e domani trovarmela sul comodino con uno stupido travestimento al posto del mio pezzo di muro e il mio mappamondo XD
Ebbene? Cosa ne pensate? Vi sono piaciuti questi cinque capitoli interi deticati alla coppia "Takashi x Natsumi"?
Ma non vi preoccupate... (Per chi favorisce altri tipi di coppie)ci saranno altre "Takashi x ?"
Ma alla fine chi sceglierà? Ve lo dico perché questo è (probabilmente il primo su tutta Pekopon XD) Harem-Love Comedy a finale chiuso! XD

Ora partiamo con un piccolo ma per me grande ringraziamento ad una mia amica: Laura Bianchini (alias Newbie) !

Ottima disegnatrice, nessun dubbio alcuno!

Si è offerta di farmi l'immagine della nostra piccola e kawaii Yuki, e devo dire che è venuta meravigliosamente bene! ^_^

http://img26.imageshack.us/img26/6465/yukieh.jpg

Ma, porca miseria, Imageshack ha perduto l’immagine e ora piango lacrime amare T_T

Ottimo lavoro! Arigatou Gozaimasu Laura-sama! ^_^ (Se solo si potesse rivedere… Se qualcuno conosce un modo per recuperarla non esiti a dirmelo! :D)

02/05/15 Cavolo questa SemplicementeSamanta... proprio non vuole lasciarmi in pace, eh? Quella abnorme stacanovista... Sempre a starmi dietro con i suoi absurdi testi che, per un qualche motivo, se pur strani e stupidi, mi fanno ridere! Ma non temete... sto già sognando il giorno in cui farà una recensione priva di correzioni fresche fresche per me! Il lato positivo è che ora non ha più nulla da recensire e quindi si prendere una bella pausa dai miei testi capaci di far esplodere la testa, quello negativo è che per me è arrivata l'ora che posti il sesto (finalmente) capitolo! Nei prossimi giorni sarò abbastanza occupato, però progetto che entro la settimana il sesto (finalmente) episodio!
Davvero, spero di vedere più gente la prossima volta... mi spiace di vedere SemplicementeSamanta che perde le staffe ad ogni episodio perché è l'unica a combattere per l'italiano della mia storia. <3

As always.... se you in the next message!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=747837