Chasin a dream, all that we need is to believe...

di virgily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


 

Chasin a dream, all that we need is to believe

 

Berlino, 9-07-2007, Aereoporto "Otto lelienthal"

Caotico si poteva definire il pasaggio circostante: annunci parlanti in varie lingue, gente che va e vine con grandi o piccole valige a seguito, bimbi annoiati e stanchi di aspettare che fissano il vuoto seduti sulle panche metalliche, con le gambe a ciondolini e il viso poggiato pesantemente sulla mano. Non era il massimo, tuttavia le due giovani tedesche che sostavano all’entrata del check-in sapevano che sorpassato l’ostacolo delle valige tutto sarebbe andanto per il meglio, e la vera vacanza sarebbe cominciata:

-Dunque, avete i documenti? Le medicine? I soldi al cellulare?- mentre l’uomo al loro fianco stilava un’elenco delle cose “strettamente necessarie” che non dovevano assolutamente mancare nei loro bagagli, la piu’ bassa delle due anniuva fingendosi interessata mentre la maggiore, gia’ pregustandosi il sole e il mare della California, neanche si degnava di dare retta al suo genitore, che riprendendola sbuffo’

-Selena? Sei tu la maggiore quindi se succede qualcosa la responsabilita’ e’ tua, percio’ per cortesia stammi a sentire- affermo’ burbero incrociando le braccia al petto. Se c’era qualcosa che il maggiore (cognome ignoto) odiava era propriola mancanza di attenzione da parte di qualcuna, non c’era alcuna differenza se si trattava di una delle sue reclute o delle sue figlie, in qualsiasi dei casi lui pretendeva sempre e comunque il massimo rispetto

-Tranquillo papa’: in caso dovessimo sentirci male abbiamo medicine a sufficienza per un intero esercito, i soldi per comprare da mangiare, e nel caso incontrassimo dei brutti ceffi ci hai fatto fare il corso di auto-difesa apposta. Ah dimenticavo- ridacchio’ la moretta sfilando dal collo della maglietta una piastrina di riconoscimento con su inciso il nome, il cognome, e l’indirizzio dove sarebbero state accolte durante la loro permanenza in america

-con queste anche se dovessimo perderci basta fare qualche domanda e torneremo dritte dritte a casa. Percio’ nulla puo’ andare storto- sorrise angelicamente facendolo trasalire: la sua bambina oramai era cresciuta e sapeva bene quali erano le sue responsabilita’, e non poteva che esserne fiero

-oh venite qui...- sussulto’ sorridendo a sua volta spalancando le sue grandi braccia prestanti e forti, avvolgendole attorno alle sue pargolette

-Liz, mi raccomando, stai sempre vicina a tua sorella- sussurro’ baciandole i capelli rossi

-saro’ la sua ombra...- affermo’ trattenendo una lieve risata

-alle otto precise vi chiamero’ tutte le sere alla casa che vi ho affittato. Non fatemi stare in pensiero-

-ti chiamiamo quando saremo arrivate papa’. Dai un bacio alla mamma- e stampando un bacio sulla guancia dell’uomo vestito in mimetica, la piu’ alta si allontano di qualche passo, trascinandosi la modesta valigia blu. Si sistemo’ una ciocca corvina dietro l’orecchio e si lancio’ di sottecchi uno sguardo d’intesa con la sua sorellina, la quale annuendo saluto’ il loro genitore con un accenno della mano.

Le due sorelle trattennero il fiato per qualche secondo, giusto il tempo di aumentare lentamente il passo, come se non vedessero l’ora che la sagoma del loro genitore diventasse solo un puntino indefinito in mezzo alla folla. E dopo aver superato senza problemi il controllo bagagli si fissarono dritte negli occhi. I loro angoli delle labbra si sollevarono dipingendo due sorrisetti biricchini e complici. Scoppiarono a ridere e afferrandosi a breccetto cominciarono a camminare a passo deciso e fiero verso il gates numero 12, destinazione: California.

*Angolino delle autrici*

Ecco il primo "smandrappato" capitolo di questa fiction nata dalle menti della sottoscritta Virgily & ImEmily.

La parte piu' bella del scrivere una fiction a quattro mani e' vivere insieme un sogno.

Speriamo vivamente che vi piaccia, perche' con questo, con una storia semplice, serena e allegra  sognamo di "ringraziare" coloro appunto che ci hanno fatto sognare.

Hope you enjoy it & Recensite

Kisses 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


 

-Sento che sarà una delle più belle vacanze della nostra vita!- disse Selene, buttando letteralmente la valigia nello scompartimento e sedendosi vicino alla sorella.

-Lo penso pure io, non sono mai stata in California...chissà com'è.- rispose Liz con aria pensosa. -L'hanno sempre descritta come uno stato molto 'vivo', di per sè...Speriamo!-

-Dai, non farti complessi, ci divertiremo, 3 mesi da sole e senza rogne di torno, ci pensi? Alzarsi all'ora che vogliamo, rientrare tardi...non dirmi che non l'hai mai sognato.- fece seria la sorella, scoppiando poi a ridere.

-Non aspettavo altro!- rise l'altra.

 

-Liz, ehy, Liz, svegliati, siamo arrivate!- sussurò dolcemente la sorella, scostandole i capelli dal viso.

-Uhm...? Che c'è?- mugugnò l'altra, sbadigliando.

-Siamo arrivate! Dai, scendi, voglio fare un giro, anzi, ANDIAMO a fare un giro!- esclamò entusiasta Selene, porgendole la valigia e scendendo, assieme a lei, dal grande treno, posto all'entrata del centro della città tanto sognata: Los Angeles. Erano sempre state attratte da quella metropoli, e, dopo tante preghiere ai genitori, per la maggior età della primogenita, il maggiore aveva deciso di concedere loro una meritata vacanza, finito il liceo.

-Io...no, non so che dire.- bofonchiò Liz, estasiata. Presero a camminare velocemente, guardando tutte le vetrine che capitavano a tiro: negozi di abiti da sera, da matrimonio, teatri, piccoli cinema, c'era di tutto. Si soffermarono davanti ad una vetrina di un negozio di musica, osservando in silenzio i cd esposti nei grandi scaffali.

-Oh. Mio. Dio. Ma quello non è il cd dei Cinema Bizarre?- chiese con voce rotta Selene.

-Dov- ...sì, è...è lui. Non si trova più in Germania...- sospirò Liz, pensando alla miriade di negozi che avevano visitato in una sola sera solo per trovare quel disco.

-Final Attraction sta spopolando, come del resto anche la band. E se tornassimo stasera? Ci sono molti negozi di dischi, lo troveremo di sicuro!- propose l'altra, dopo una breve pausa.

-Per me va bene, ma ora, ti prego, Sel, andiamo a casa, non ce la faccio più a stare in piedi!- supplicò la minore.

-Ma se hai dormito tutto il tempo.-

-Lo sai come sono- rise di gusto l'altra.

Si incamminarono per un buon tratto verso la periferia, seguendo le indicazioni e ritrovandosi in una strada davanti al lungomare.

-...Sarà che la vista mi è calata pericolosamente, ma quelli...Non sono i Cinema Bizarre?- sbottò ad un certo punto Liz, spalancando gli occhi.

-Ma cosa stai dicendo? Loro quì?! Mai più ti lascerò sotto il sole- rise Selene. -Ora andiamo a casa, dai.-

 

-Comunque secondo me erano loro.- mormorò l'altra sedendosi sul divano, dopo aver disfatto la valigia e aver sistemato tutto.

-Fottiti.- disse con fare scherzoso l'altra, tirandole un cuscino.

 

*Angolo delle autrici*

 E rieccoci con il secondo capitolo! Che dire, siamo sempre più contente della fanfiction. Scrivere in due è una cosa meravigliosa, sul serio. :)

 Hope you like it e...recensite, davvero, ci servono dei pareri! ç.ç

 Baci:*

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


 

Era tutto cosi’ perfetto: il sole, il mare, la casa bellissima che si affacciava sulla spiaggia piu’ bella che i loro occhi avessero mai visto. Probabilmente avevano fatto un patto con il diavolo, ma la prospettiva che avevano davanti era semplicemente paradisiaca. Il villino che loro padre aveva affittato per l’occasione era piu’ piccolo delle case che seguivano la costa:con due piani e un bel tetto rossiccio. Tuttavia l’aspetto della casa che fece maggior scalpore alle due sorelle su il lungo balcone che si affacciava proprio sulla spiaggia; questo infine era decorato da una rosa rampicante che rendeva l’estetica della casa elegante e quasi “romantica”. Al suo interno, una volta superato l’ingresso le giovani si ritrovarono dinnanzi a un ampio salotto con divani beje e un tavolino di legno scuro trattato. La cucina, subito accanto era rusticamente graziosa. Proprio all’angolo della sala c’era una scala a chiocciola che portava alle camere da letto. selena guardo’ la minore sollevando un sopracciglio verso l’alto. Si scambiarono una risatina perfidamente complice e sfrecciarono per la scalinata, fermandosi davanti al piccolo corridoio composto da tre porte. Per quanto suo padre fosse stato preciso e raffinato nella preparazione della loro prima vacanza senza la sua supervisione, il maggiore Winkler aveva perfino predisposto le loro camere da letto: sulle porte laterali vi erano due targhe con su inciso il loro nome, mentre quella centrale poteva essere usata come camera degli ospiti. Tutte e tre le camere da letto avevano una porta finestra che si affacciava al balcone, e ogni singola camera deisponeva del proprio bagno. Sebbene fosse piu’ che entusiasta all’idea della vacanza, a Selene basto’ la sola vista della sua camera per ricordarle che, infondo, non era del tutto libera dalla sua casa, dalle sue regole: le pareti di tinta blu sembravano quasi oscurare l’ocra del sole che filtrava dalle finestre; l’armadio grande e altissimo sembrava quasi pronto ad accogliere vestiti che mai avrebbe messo per nulla al mondo; e infine quel letto a baldacchino: poderoso, austero nella sua richezza, con le colonne intarziate quasi a simboleggiare la “gabbia d’oro” incui era cresciuta. Senti’ un fremito passarle nella schiena, soffocata quasi dal pensiero che dopotutto era ancora attaccata alla severita’ con cui era cresciuta. Selene si passo’ una mano tra i capelli corvini, e tantando di non perdere la calma, sospiro’ tristemente, trascinando i piedi verso la stanza di sua sorella. A differenza della camera della maggiore, quella di Liz era decisamente piu’ luminosa e allegra: la tinta rosa tenue delle pareti si sposava bene con la luce del pomeriggio, e la mobilia candida creava quasi lo scenario di una casa delle bambole. Gli occhietti di Liz si spalancarono euforici alla vista del letto matrimoniale posto all’angolo della camera: grande e dall’aria comoda e allo stesso tempo protettiva. Quasi saltellando si distese su di esso osservando il soffitto. Era felice, come se fosse quell’ambiente graziosamente spensierato a renderla particolarmente allegra. Una volta arrivata, Selene si poggio’ a braccia conserte sullo stipite della porta, osservando dolcemente la piu’ piccola che giaceva con le gambe a penzoloni sopra un lettone dalle lenzuola soffici. I capelli rossi erano disordinatamente adagiati sul cuscino mentre sul suo volto un sorriso a trentadue denti si disegnava sulle sue labbra. A sua volta sul viso della mora si accese un tenero riso che mascherava un pacato senso di invidia. Liz era cosi’ serena, dal carattere forte e deciso sebbene di primo impatto potesse sembrare timida e impacciata. Era genuina, vera, il suo contrario. Invidiava la sua voglia di cogliere l’attimo, di vivere euforicamente ogni singolo istante che trascorreva, ma infondo sapeva che era meglio cosi’. Dopotutto Selene Winkler era la maggiore, la figlia perfetta che ogni genitore vorrebbe avere: giudiziosa, educata... eppure dentro di lei un folle istinto di ribellione le diceva che non avrebbe sprecato quell’occasione. No, questa volta avrebbe dimostrato la vera Selene amante dell’alchol, della musica metal e dei vestiti scuri e aderenti. La Selene maliziosa, o piu’ semplicemente vogliosa di vivere senza tabu’ e senza regole

-E’ molto carina...- affermo’ cogliendo l’attenzione della piu’ piccola, che sollevandosi appena le sorrise

-Mi sembra un sogno. Ancora non ci credo: io, te, la spiaggia, la casa, i cinema bizarre-

-Ancora con questa storia?- domando’ sbuffando –Te l’ho detto era il caldo-

-No, NON ERA IL CALDO. Io li ho visti- rispose facendole il broncio. Selene la osservo’ per qualche istante prima di ridere all’espressione buffa di sua sorella

-Mettiti il costume che e’ meglio-

-Dove andiamo?-

-Sulla spiaggia mi sembra ovvio, oppure vuoi rimanere qui a crogiolarti con l’allucinazione dei cinema bizarre sulla spiaggia...- ridacchio’ facendole la linguaccia prima di rivevere un semplice e diretto “vaffanculo”.

 

Poco piu’ tardi i caldi raggi del sole coccolavano la loro pelle pallida e candida, oh si avevano un’estremo bisogno di sole se volevano abbronzarsi almeno un po. Selene stesa sul suo telo rosso tenenva gli occhi chiusi sotto i grandi occhiali da sole neri, mentre Liz dopo essersi legata i capelli sostava a pancia in sotto a giocherellare con il suo i-pod, ascoltando i cinema bizarre, ovviamente. Erano loro, ne era certa: con la pelle chiara stesi sotto il sole, gli occhiali scuri che proeggevano le loro iridi chiare... Si, proprio stupendi. Sua sorella non le credeva “il caldo! Il caldo! Fanculo il caldo non me li sono sognati!” pensava cercandoli con lo sguardo. Non era un caso se aveva scelto quel punto preciso della spiaggia e ormai si era decisa: avrebbe fatto ricredere la sua scettica sorellona. Dopo quasi un quarto d’ora di ricerca vide una testa bionda brillare sotto il sole e solo il pensiero e “LUI” fosse proprio “LUI” le venne un brivido sotto pelle

-Sel?- la chiamo’ ricevendo il nulla come risposta –SEL!?- la sfrattono’ svegliandola dal dormiveglia incui era caduta

-Che c’e’?! diamine se non la smetti mi insabbiero’ tutta-

-Andiamo a farci una passeggiata-

-Ma siamo appena arrivate!-

-Dai... Dai... ti prego!- sussurro’ facendo sgusciare  all’infuori il suo labbro inferiore, facendole quegli occhioni dolci a cui, aime’, non sapeva resistere

-E vabene...- sbuffo’ sollevandosi faticosamente dal suo posto. Era piuttosto piacevole passeggiare con l’acqua che gli coccolava le caviglie, ma sopratutto era bello sentire la brezza marina scompigliarle i capelli e accarezzarle la pelle. Liz si guardava intorno, pregando dio che finalmente li notasse. Non erano lontani, ed erano perfettamente riconoscibili sebbene cercassero di non dare nell’occhio. Guardando la sua sorellina fissare morbosamente un punto ancora indefinito della spiaggia, la mora decise di seguire la traiettoria dello sguardo di Liz, andandosi, per forza di cose, a scontrare contro un gruppetto di ragazzi dalle sembiante affatto sconosciuti ai suoi occhi. Si arresto’ un momento lasciando interdetta la minore. Comincio’ a sbattere piu’ volte le palpebre ma doveva ammetterlo: lei quelli li aveva gia’ visti da qualche parte

-Oh cazzo...- sussurro’ abbassandosi gli occhiali da sole per vederli meglio –Ma quelli sono i cinema bizarre-

Finalmente! L’ora della vendetta era giunta! E Liz senti’ una scarica di adrenalina in corpo

-Cosi’ t’impari scettica!- ridacchio’ malignamente calciando l’acqua, schiffando la schiena dell’altra che caccio’ un piccolo urlo prima di voltarsi a fissarla in cagnesco: “okay Liz, forse hai un pelino esagerato” penso’ sorridendo agitatamente indietreggiando appena, non le piaceva per niente lo sguardo cattivo di sua sorella

-Questo non dovevi farlo!- ringhio’ cominciando ad inseguirla fin dentro al mare, ormai non dando piu’ importanza all’acqua fredda che cominciava a gocciolare sulla sua pelle, ora l’importante era dare una lezione alla sciagurata sorellina.

**

-Dio che pacchia...- sbadiglio’ il piu’ basso mettendosi pesantemente una mano davanti le labbra; il biondino stava steso sul suo telo blu a guardare il cielo mentre gli altri, seduti ai loro posti fumavano o bevevano qualcosa

-Certo che Luminor ha fatto un grosso sbaglio a non venire con noi- affermo’ il loro cantante sorseggiandosi la sua cola fredda

-Gia’ qui e’ un paradiso...- Shin si era appena ripreso dal suo sonnellino pomeridiano e si era messo a spalmarsi la crema solare

-Che palle...- sbuffo’ invece il moro del gruppo finendosi di bere la birra ghiacciata che aveva comprato pochi minuti prima. Era stanco, sentiva caldo ma sopratutto: era annoiato

-Che c’e’ Yu? Ti manca la scopatina pomeridiana?- ridacchio’ il loro cantante prendendolo in contropiede

-Ah ah- ridacchio’ sarcasticamente –No imbecelle mi sto solo annoiando tutto qui- rispose sfidandosi con il biondo

-Non chiamarmi imbecille, coglione- rispose ringhiando appena

-Ti chiamo come mi pare, demente-

-Oh dio, eccoli che ricominciano- sbuffo’ il loro bassista sollevandosi scocciatamente dal suo amato telo blu

-Lasciamoli scannare Kiro, intanto noi ci rifacciamo gli occhi!- lo incito’ il batterista indicandogli qualcosa verso il mare, e quando capi’ di cosa si trattasse immediatamente gattono’ al fianco di Shin lasciando sia il loro cantante che il loro chitarrista . Questi stabilirono una “tregua” per tentare di capire cosa fosse successo ai loro compagni, che nel frattempo, fissavano l’acqua con la bava alla bocca

-Si puo’ sapere cosa state guardando di cosi’ interessante?!- domando’ scocciato il primo avvicinandosi ai due

-Shh, Strify zitto e guarda!- lo ammoni’ il piu’ basso. Osservando sconcertato che anche il suo “acerrimo nemico” si fosse messo a guardare compiaciuto il panorama, Yu decise di fare lo stesso e una volta presa posizione comincio’ ad ammirare la scena: erano cosi’ lontane eppure riusciva a sentire le risate delle due ragazze che giocavano a schizzarsi con l’acqua, graziose come se fossero due ninfe del bosco. La prima, non molto alta ma neanche molto bassa teneva i capelli rossicci legati da una coda che ormai non reggeva piu’ nulla; questa bagnava senza sosta una ragazza piu’ alta dalla folta chioma corvina che non esitava a contrattaccare. Tutti e quattro rimasero per un buon quarto d’ora a fissarle, in silenzio, come se fossero entrati in trance. In un colpo solo tutti e quattro erano rimasti paralizzati. E non sembravano essere gli unici...

**

Quando finalmente decisero che era ora di smettere con gli schizzi, e che erano bagnate come una spugna, le due cessarono la loro lotta per immergersi definitivamente in acqua. Con loro stupore si accorsero di essere fissate da alcuni ragazzi che stavano nuotando li vicino, probabilmente dei surfisti. Non erano per niente male: spalle massicce, pelle abbronzata... E si, decisamente dei gran pezzi di ragazzi che, quada caso, le stavano sorridendo

-Sai, credo che questa vacanza mi piacera’ un casino...- ridacchio’ Liz ricambiando il sorriso

-E gia’, lo credo anche io- rispose sua sorella prima di scoppiare a ridere, era strano... Si sentiva bene, libera di poter ricambiare il semplice sguardo d’apprezzamento da parte di un ragazzo, senza aver paura di ricevere un’occhiataccia da suo padre. Quello strano “gioco di sguardi” duro’ per altri dieci minuti, prima che delle ragazze, bellissime e ovviamente le LORO ragazze venissero a riprendersi i loro baldi fidanzati. Sia Selena che Liz si sentirono penetrare dalle occhiatacce di quelle ragazze, e quando finalmente se ne andarono, scoppiarono a ridere all’unisono

-Ma che avevano da guardare quelle?!- domando’ la piu’ giovane mentre cominciava a uscire dall’acqua

-Tutta invidia Liz. La loro e’ solo invidia- rispose la mora ridendo appena mentre si strizzava i capelli. Proprio in quell’istante, quando avevano finito di fare il bagno, i loro occhi s’incrociarono con gli sguardi del gruppo di cui mai si sarebbero aspettate di essere guardate

-S-Sel? Ma staranno guardando noi?- sussurro’ la rossa facendosi piu’ vicina alla maggiore, cercando di sembrare il piu’ naturale possibile

-M-Ma ti pare!- rispose continuando a camminare verso i loro asciugamani. Una volta arrivate Liz fu la prima a spalmarcisi sopra, osservando la maggiore che nel frattempo stava in piedi e cercava di legare i suoi capelli gocciolanti. Silenzioso e agile un ragazzo si era avvicinato alle spalle di sua sorella, e per Liz non fu difficile riconoscerlo: molto alto, dalla carnaggioren chiara, i capelli mori con delle ciocche rosso fuoco che  risaltavano nella sua chioma. Selene osservo’ incuriosita il viso di sua sorella che aveva spalancato gli occhi e le labbra in una gigantesca “O”. Non riusci’ a capirne il motivo quando senti’ un colpo di tosse dato di proposito alle sue spalle. Si volto’ di scatto, quasi spaventata, e rimase di stucco. Era cosi’ alto... E cosi’ vicino

-Ciao, scusa hai percaso d’accendere?- quella voce, calda e ammaliante le entro’ in testa stordendola appena

-Eh?- fu tutto quello che riusci’ a dire, onestamente non aveva capito una parola di quello che aveva detto, la sua mente si era fermata al “ciao”. Il ragazzo scoppio a ridere teneramente mentre Selene voleva solo scavarsi una buca e seppellirsi

-Chiedevo se per caso avessi da accendere...- rispose sorridendole, penetrandola con i suoi occhioni azzurri nascosti dietro gli occhiali scuri

-Oh! Hem, n-noi...- si schiari’ la voce –noi non fumiamo-

Silenzio

-Che brave ragazze!- ridacchio’ sentendosi spiazzato –Beh, grazie lo stesso. Ci si vede...- le saluto’ con un cenno la mano prima di girare i tacchi

-Ma SEI SCEMA?!- la voce rombante di sua sorella la fece tremare –Ma io dico: c’e’ Yu dei Cinema Bizarre che cerca di abbordarti con il piu’ vecchio degli espedienti e tu che dici?! “ehhh, noi non fumiamo”. Selene ma tu sei matta!- sclero’ la minore cominciando a cercare qualcosa all’interno della sua borsa, continuando a borbottare, tirandone fuori infine un accendino. Gli occhi di Selene si spalancarono di colpo

-Cosa ci fai con quello nella borsa?-

-Lo uso per le emergenze. E questa E’ UN' EMERGENZA- rispose sfrecciando velocissima dietro a quel chitarrista che aveva lasciato andare.

Camminava giocando con la sigaretta tra le mani. E non voleva crederci di essersi arreso cosi’ facilmente. Eppure c’era qualcosa nelle iridi verdi di quella moretta che lo avevano stordito. E si era ritirato; LUI si era ritirato. Non sapeva cos’era peggio: farsi schifo da solo? Oppure aspettare che gli altri si fossero messi a canzonarlo per la sua prima resa?

-Hey!- una vocetta squillante e allegra improvvisamente lo fece arrestare, e quando si volto’ rimase incuriosito dalla ragazza che aveva davanti. L’aveva riconosciuta, era la compagna della mora, e tra le mani teneva un accendino

-Non ti serviva d'accendere?- domando’ sorridendogli. Sorrise a sua volta, ma in modo tutt’altro che puro e casto, no il suo era un perfetto ghigno malizioso e tentatore. Senza rispondere allora si porto’ la sigaretta alle labbra, e cucciandosilentamente sulla giovane, se la fece accendere da lei stessa

-Molte grazie...- affermo’ fissandola intensamente, facendola ridere, forse per l’imbarazzo

-Di niente- rispose la piccola Liz con occhi languidi.

*Angolino delle autrici*

Et Voila'... Il terzo capitolo!

Hope you enjoy it

Kisses

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