I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

di Dark_Iris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III Capitolo ***
Capitolo 4: *** IV Capitolo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


*Capitolo 1*


Quella mattina Blair Waldorf si alzò dal letto con una strana sensazione.

Probabilmente, pensò, era dovuta all'essere stata fuori fino a tarda notte. Non che non ci stesse mai, anzi, aveva come dire...una spiccata predilezione per la vita notturna, ma non si era mai risvegliata sentendosi in quel modo, sentendosi così stordita.

Già stordita.

Stordita come se fosse reduce da una serata passata a bere ogni genere di alcolico, eppure non aveva né nausea, né mal di testa. Era solo stordita, ma non riusciva a capire il motivo.

Poi si ricordò tutto.

Tutta la sera prima, lei che andava al Victrola, Chuck che la sfidava a fa

re uno spogliarello, e lei che accettava la sfida, salendo sul palco e iniziando un sensuale spogliarello mentre Chuck la guardava. Poi si ricordò della limo con cui Chuck intendeva riaccompagnarla a casa, si ricordò del bacio e della perdita della sua verginità con lui.

Perdita della sua verginità con lui.

Sconvolta dai ricordi della sera precedente, Blair si alzò di scatto dal divanetto su cui era seduta per buttarsi sul letto e coprirsi la faccia con un cuscino e piangere calde lacrime di vergogna.

Non era con Chuck Bass che doveva perdere la verginità, dannazione! Era con Nathaniel, Nate! Il suo fidanzato storico, la persona che amava da sempre, il suo prince charming, l'uomo perfetto!

Singhiozzò più forte.


Nella stanza attigua Dorota stava mettendo in ordine di marca le scarpe di Miss Blair, quando sentì dei gemiti di pianto provenire proprio dalla stanza della signorina. Ora che ci pensava la signorina non si era ancora alzata nonostante nel pomeriggio ci fosse un importante evento mondano per il quale sapeva che avrebbe impiegato svariate ore a prepararsi. Si chiese se poteva essere successo qualcosa alla signorina, in effetti doveva ammettere di averla vista un po' triste nei ultimi giorni.

Aprì cautamente la porta della stanza di Miss Blair e la vide piangere sdraiata malamente sul letto.

-Miss Blair, si sente male? Posso aiutarla in qualcosa?-

Ma la signorina non le rispose, continuava a starsene con la testa sotto un cuscino e mormorava qualcosa, di cui Dorota carpì solo la parola 'Nathaniel'.

-Vuole che le chiami il suo fidanzato, Miss?-

La signorina parve notare solo allora la presenza di Dorota, e farfugliò fra i singhiozzi qualcosa ce sembrava un 'No, Dorota, Nate no, non voglio vedere nessuno adesso'.

-Va bene, Miss, non chiamerò il suo fidanzato, ma almeno vuole fare colazione?>>

-N-no, adesso non ho fame, grazie Dorota.-

-Miss Blair, posso almeno sapere di che si tratta? Posso fare qualcosa?-

-No, Dorota, sto bene, non preoccuparti, vai pure adesso.-

Dorota si allontanò verso la porta quando venne colta da un pensiero improvviso

-Miss Blair, e il ricevimento dei Van der Bilt?-

-Il-Il ricevimento dei Van der Bilt! Oddio devo prepararmi! Non posso mancare! Devo essere perfetta, non voglio sfigurare davanti a nessuno, specialmente davanti a quella troietta di Serena, io sono e rimango la Queen Bee!-

Parlava concitatamente mentre alcune lacrime ancora le sgorgavano dagli occhi.

Dorota sorrise. Ecco la vera Miss Blair.


Mentre era viaggiava in limo per raggiungere la villa dei Van der Bilt fuori città, Blair Waldorf stava tenendo una conferenza sul contegno, la classe e l'orgoglio. L'unica spettatrice era lei stessa però. Stava infatti riflettendo su come comportarsi: amava Nate e avrebbe fatto pace con lui, anche se egli aveva baciato la Piccola J credendo che fosse Serena. Lo avrebbe perdonato, d'altronde anche lei aveva perso la verginità con un altro ragazzo e non voleva che la loro perfetta storia andasse in frantumi. Decise anche di comportarsi come nulla fosse con Chuck Bass, tanto per lui non era altro che una ragazza con cui era andato a letto. E basta.

Una volta scesa dalla prestigiosa auto, si diresse a salutare i padroni di casa e a conversare con gli altri invitati in attesa che venisse servito il pranzo.

Si stava intrattenendo in una piacevole conversazione con la madre di Nate sulla moda e lo stile, e non si accorse che qualcuno la stava osservando da quando era arrivata.


Era ormai da mezz'ora che lei era arrivata, ed era ormai da mezz'ora che lei la guardava. Chuck Bass sorrise. Di solito lui le ragazze non le guardava mai senza avere un secondo fine, ma quella volta era diverso. Perché aveva visto la Waldorf in un modo diverso, sotto una luce diversa. Non era più la solita ragazza elegante e di classe, amante della moda, ammiratrice di Audrey Hepburn, innamorata a tempo perso del suo amico Nate e Regina dell'UES, o, per meglio dire, lo era, ma era anche qualcosa di diverso. Qualcosa di più.

Aveva dovuto riconoscerlo quando la sera prima lei si era profusa in quel sensuale spogliarello: non si era spogliata completamente, né era rimasta in intimo, questo no, ma era stata una visione, una bellissima visione.

Si versò del whisky in un bicchiere, quando una voce nota lo raggiunse.

-Whisky di già a quest'ora? Bass ti facevo più intelligente-

-Eddai Waldorf, non fare la moralista, so quanto sai essere trasgressiva e lo sai anche tu...immagino che non ci sia bisogno di ricordarti di ieri sera. Oh, quanto eri discinta in quello spogliarello, peccato che non ti sia spogliata completamente, anche se poi sono riuscito comunque a vedere tutte le tue ,ehm, qualità nascoste...- Si stava divertendo a usare quel tono di voce così ironico,e continuava imperterrito a sorridere sardonicamente.

-Smettila-, sibilò Blair con livore crescente.

-Non dicevi così ieri sera, nella mia limo...-, disse questa volta con tono suadente, che non nascondeva però il lieve sapore di ironia presente in ogni sua frase.

-Ieri sera era ieri sera, Bass-tard-

-Ieri sera che era ieri sera però hai perso la tua verginità con me, Waldorf-

-E con questo? Non vedo come la cosa dovrebbe importarti, sono solo una ragazza in più che è venuta a letto con te, niente di più, niente di meno-

-Tralasciando il fatto che eravamo in una limo e non su un letto, Blair, anche nel caso in cui la cosa non mi importasse, ricordati del tuo fidanzatino...Come la prenderà? Beh, è vero che anche lui è andato a letto con la tua migliore amica, ma tu Waldorf! ,So quanto sai essere vendicativa, ma pensavo che amassi Nate-
-Lo amo infatti, farò pace con lui e tutto tornerà come prima, tutto tornerà perfetto-

-Se lo dici tu, Blair...-

-Bene, il pranzo sta per iniziare, vado ad accomodarmi- detto questo se andò.

Chuck poté ammirare la sua elegante figura avvolta in un abito da cocktail bianco e nero con risvolti argentati e dorati. Molto bon ton. E molto Blair.


Serena Van der Woodsen arrivò al brunch in compagnia di Dan Humprey, il ragazzo solitario, con mezz'ora di ritardo, cosicché la sua presenza venne ancora più notata. Sapeva di essere bella, e molte volte aveva fatto uso della sua bellezza per ottenere quello che non poteva avere solo con i soldi.

L'ammirazione e l'invidia della gente era quello che aveva cercato per anni, insieme al divertimento sfrenato, ovviamente.

In quel momento, tutti nel grande salone la stavano probabilmente guardando: gli uomini con piacere e ammirazione, le donne con una palese invidia; ma a lei, stranamente questo non importava, aveva Dan accanto a sé, spaesato come può esserlo un bambino che improvvisamente dall'aperta campagna va a vivere in una inquinatissima ed enorme metropoli.

Serena lo guardò e rise: dopotutto la sua situazione reale non era così diversa da quella del suo pensiero. Daniel era stato catapultato da Brooklyn all'Upper East Side. Dalla feccia della società all'élite dell'élite di Manhattan.

-So di non sembrare a mio agio, ma in realtà sto benissimo, per cui smettila di guardarmi con compassione, Serena, grazie-.

-Ma io non ti sto affatto guardando con compassione!-

-Non sarò ricco come Chuck Bass, ma non sono nemmeno stupido, anzi per la verità sono molto intelligente, infatti...-

-Dan...-

-...sono riuscito ad ottenere una borsa di studio per la scuola...-

-Dan...?-

-...più prestigiosa di New York, pur essendo un semplice ragazzo di...-

-Dan!-

-...Brooklyn e nonostante tutto mi tratti...Che c'è Serena?-

Finalmente dopo dieci minuti buoni che lo chiamava e gli stropicciava la giacca le aveva risposto.

-Il brunch è iniziato, Dan, e vedi di finire i tuoi monologhi in tempo per mangiare almeno qualcosa!-

-Oh, sì...giusto, già il brunch...-

Dan boccheggiava visibilmente a disagio, a Serena piaceva quando faceva così, era divertente, così lo prese per mano come fanno le mamme con i loro bambini e insieme andarono a mangiare fra la confusione generale, l'imbarazzo di Dan e le sguaiate risa di Serena.


Ormai il brunch era finito e tutti avevano ricominciato a chiacchierare tranquillamente, anche Serena e quel Dan Humphrey.

Nate aveva visto tutta la scena precedente il pasto. Era irritato, Serena era una che rideva spesso, in verità, ma con lui non lo aveva mai fatto così sinceramente, così di cuore.

Non era solo irritato, era anche geloso: amava Serena da sempre, da quando erano bambini. Ma lei lo aveva considerato sempre e solo un amico, allora lui si era fidanzato con Blair, che lo amava disperatamente.

-Allora, Nathaniel, com'è il brunch dei Van der Bilt?- Venne riscosso dai suoi pensieri dalla voce petulante del nonno materno.

-Perfetto come sempre, nonno.-

-Un giorno ne darai di migliori-, rispose il nonno con affettazione.

-Lo spero, William-, s'intromise così nella conversazione suo padre Howard.

Nate sapeva che la conversazione stava per vertere sul suo futuro, per cui si congedò educatamente dal padre e dal nonno, che iniziarono infatti a parlare concitatamente.

Quell'argomento lo metteva in soggezione: sapeva che per avere successo avrebbe dovuto sottostare agli ordini della sua famiglia, ma non aveva tuttavia ancora voglia di parlarne.

Così decise di andare a vedere dov'era Chuck e di stare un po' a parlare con lui.

Blair quella sera tornò a casa molto tardi: si era trattenuta fino al tardo pomeriggio dai Van der Bilt e una volta rientrata in città aveva fatto una lunga passeggiata per rilassarsi. Di solito preferiva un lungo bagno caldo nella sua vasca idromassaggio, ma la frizzante aria di fine ottobre era l'ideale per schiarirsi le idee. Era stata a Central Park: un posto in cui non andava molto spesso perché era frequentato soprattutto da gente di ceto molto più basso del suo ma che era comunque molto bello e pulito. Il polmone della Grande Mela.

Cenò da sola dopo essersi messa in tenuta da notte: la madre era uscita e il padre ora abitava in Francia.

Prima di coricarsi dette un'occhiata al telefono e vide le nuove notizie di Gossip Girl:


Ecco di nuovo a voi Gossip Girl: la vostra sola e unica fonte sulla vita e gli scandali dell'élite di Manhattan: Lo scandalo di oggi? Eccovelo subito.

Serena Van der Woodsen ha portato il ragazzo solitario al blindatissimo e élitarissimo brunch dei Van der Bilt. Forse fra loro c'è più di una semplice storiella? Beh, lo vedremo, ma attenta S, ora che hai posato gli occhi su il ragazzo solitario sei sicura che rimarrà tale, o forse potrebbe diventare interessante anche per qualcun'altra? Beh, lo vedremo...

XOXO, Gossip Girl.”


Odiava sentir parlare della sua ex-migliore amica, ma si rallegrava del fatto che non vi fosse stato nessun accenno a lei e Nate che si erano accuratamente evitati durante il brunch.

Succedeva sempre così quando si parlava di Serena: l'attenzione di tutti era catalizzata su di lei e basta. Ma almeno, quella volta le era tornata utile: non voleva speculazioni sulla sua vita privata, anche se poi era la prima a farle su quelle degli altri.

Intendeva ovviamente fare pace con Nate, ma ancora non si sentiva pronta, e poi voleva fargliela pagare per il bacio che aveva dato alla Piccola Humphrey credendola Serena.

Quando avrebbero fatto pace, avrebbe anche dovuto dirgli di non essere più vergine, anche se non gli avrebbe certo detto che aveva perso la sua purezza su una limo con Chuck Bass.

Quel brutto Bass-hole! Non aveva certamente perso tempo nel farle battutine allusive alla sera precedente! Accidenti! E lei che si era avvicinata solo per dirgli di non iniziare a bere a quell'ora! Non l'avrebbe più fatto, se Bass-tard voleva morire per un tumore al fegato, bene che lo facesse anche in quel momento!

Dopo un bel po' di maledizioni a motherChucker, la ragazza finalmente si addormentò, sognando di essere finita nel set di Colazione da Tiffany.


Dorota era andata in bagno, e prima di rientrare nella sua stanza passò a vedere come stava la signorina. Aprì piano la porta e si avvicinò al letto: Miss Blair dormiva beatamente, doveva essersi finalmente calmata.

Mormorava qualcosa a proposito di Audrey Hepburn: doveva star facendo un sogno su di lei, sulla sua attrice preferita.

Dorota era a suo servizio da che Miss aveva cinque anni, e ormai vi si era affezionata, anche se sapeva che la signorina non piaceva a molta gente ed aveva tutt'altro che un caratterino buono come faceva pensare il suo aspetto.

Ma le voleva bene, ormai, e sapeva che anche Miss provava lo stesso.

Rimboccò le coperte alla signorina Blair come se fosse una bambina e se ne andò silenziosamente.

<>, le sentì mormorare.



Angolo dell'autrice:


Ciao! Sono Gossip Girl! No, scherzo sono Dark_Iris, altrimenti detta Giulia.

Questa è la mia prima fanfiction a più capitoli, per cui siate clementi nelle recensioni!...Comunque se non vi dispiace lasciatemi anche solo un commentino, giusto per dirmi se vi piace o no! Se invece volete prendere qualche punto in più per la vostra recensione dilungatevi pure, a me fa piacere!

Finiti i convenevoli, passiamo alla storia: è ambientata cronologicamente dopo la puntata 1x07 (quella dove Blair perde la verginità con Chuck, per intenderci), anche se da ora in poi sarà una mia personale rielaborazione e anche le cose precedenti la puntata sono state rielaborate (ad esempio Blair non ha ancora fatto pace con Serena).

Il titolo della storia deriva da un verso della canzone Undisclosed Desires dei MUSE, e significa 'voglio soddisfare i desideri nascosti del tuo cuore'.

La storia è prevalentemente una CHUCK&BLAIR, anche se, come avrete notato dal mio usare vari punti di vista, ci saranno anche altre storie, principalmente SERENA&DAN (odio le Serena&Nate) e NATE&VANESSA (odio anche la Piccola J, ma in questa fic se la metterò vedrò di darle una connotazione più positiva).

NOTE SUPPLEMENTARI


Per quelle/i più modaiole/i ecco i vestiti di Blair e Serena al brunch dei Van der Bilt:

Blair: http://www.donnamoderna.com/moda/tendenze/la-doppia-vita-degli-abiti-da-cocktail/foto-5#title (mi è sembrato adatto visto il suo stile classico ed elegante)


Serena: http://www.makewear.com/it/una-linea-di-un-ginocchio-lunghi-fino-alle-spalle-vestito-da-cocktail-in-chiffon-verde_p1796.html (per lei ho scelto invece un vestito più spumeggiante, di un bel verde acido che si accorda bene con i suoi capelli biondi)


Penso che il prossimo aggiornamento avverrà fra una settimana o giù di lì.

Un bacione a tutti quelli che mi faranno il piacere di leggere ( e commentare se avete voglia XD!)


Dark_Iris

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Capitolo 2
*** II Capitolo ***


*Capitolo 2*


Una settimana dopo...


Driiin!

-Dorota, non senti che il campanello sta suonando da dieci minuti!? Che aspetti ad aprire?-

Driiin!

-Vado subito Miss Blair!-disse l'altra precipitandosi alla porta.

Blair scosse la testa. Da quando Dorota usciva con Vania stava sempre con la testa fra le nuvole. Prima o poi avrebbe dovuto farle una bella ramanzina, ma intanto stava a vedere gli sviluppi della 'love story' fra la sua cameriera e il portiere.

Uscì dalla sua stanza per vedere chi fosse il nuovo arrivato quando ebbe una piacevole sorpresa: si trattava di Nate.

-Nate! Che ci fai qui?-, era felice del suo arrivo e il suo tono non lo nascondeva: era ormai arrivato il tempo di far pace e perdonarlo.

-Dovevo parlarti, Blair-.

Blair Waldorf sentì una raffica di vento freddo squarciarle l'anima.

Il tono di voce del ragazzo era raggelante, ma la ragazza decise di ignorarlo e proseguire sulla sua strada.

-Davvero? E di cosa?-

-Di noi-

Una seconda raffica si unì alla prima. La ignorò di nuovo.

-Di noi? Nate, ci ho pensato: sono disposta a perdonarti per la storia del bacio durante il ballo in maschera, d'altronde nemmeno io sono immune da prediche: devo confessarti di aver perso la mia verginità la settimana scorsa-

Aveva parlato guardando dritto negli occhi il ragazzo, il quale sembrava più sorpreso che dispiaciuto della sua ultima rivelazione.

-Davvero? E con chi, scusa?-

-Sì-, la ragazza fece finta di ignorare la seconda domanda, -ma possiamo ricominciare da capo, Nate! Non voglio perderti! Io ti amo!-

-Io no-

La terza raffica che sentì era più forte e fredda delle altre due messe insieme. Si accasciò su una poltroncina dell'anticamera in cui erano rimasti a parlare.

-Blair, mi dispiace, ma non ce la faccio più a continuare questa farsa: amo Serena da sempre ed era da prima del suo ritorno che volevo rompere con te; l'unica ragione per cui non l'ho fatto era che non volevo vederti soffrire, non ti amo, ma ci tengo a te comunque, Blair...-

-Quindi io per te sarei sempre stata solo un ripiego? Ma certo avrei dovuto capirlo prima: tutti preferiscono Serena a me, ma io avevo creduto davvero che tu fossi diverso, evidentemente mi sbagliavo...-

-Blair...-

-Vattene, vattene Nate! E' finita, contento? Non era quello che volevi? Ora lasciami in pace!-

Mentre gridava si era alzata dalla poltroncina e aveva spalancato la porta, dalla quale il ragazzo uscì mestamente. Appena la richiuse, cadde in a un pianto a dirotto.


* * *


Serena Van der Woodsen sapeva perfettamente di non essere una ragazza impressionabile e dalla lacrima facile; ma quando entrò in quel lussuoso bagno e vide Blair Waldorf pallida e smunta dopo aver vomitato anche l'anima, ebbe un fugace dubbio sulle convinzioni della sua intera esistenza.

-Blair...pensavo ne fossi uscita, ormai-

-C-che ci fai qui, Serena?-, chiese la mora con un tono flebile, ben diverso da quello così imperioso e sicuro che usava abitualmente.

-Mi ha fatto entrare Dorota, volevo parlarti...-

-Beh, io non voglio parlare con te, per cui vattene-, la voce di Blair voleva essere sicura, mentre in realtà era solo un debole lamento, che Serena riuscì a cogliere solo perché le si era inginocchiata vicino.

-No, non me ne vado: non ora che hai bisogno di me. La bulimia è un problema grave, Blair.-

-Uff...Per quello che te ne importa di me, lasciami stare, torna dove sei stata per tutto questo tempo, non...-

-No, devo spiegarti perché me ne sono andata. E non è perché sono andata a letto con Nate! C'è dell'altro, e ben più grave!-

Serena poté vedere gli occhi di Blair sgranarsi per la sorpresa, mentre le raccontava di Pete, della dose che gli aveva passato e che l'aveva fatto morire e che l'aveva sconvolta a tal punto da dover fuggire dall'UES.

-Alla fine l'hai detto perché te ne sei andata...-la voce di Blair aveva ormai riacquisito sicurezza.

-Sì, prima o poi avrei dovuto farlo, e comunque volevo ritrovare la nostra vecchia amicizia, B, mi sei mancata tanto! Lo sai come sono, sai che quello che feci con Nate probabilmente lo rifarei anche adesso, ma sai anche quanto ci tengo a te, e vorrei che tu mi permettessi di dimostrartelo-.

-Lo sai che non ti perdonerò mai, vero?-

-Certo-

-Anche tu mi sei mancata, S.-

Serena sorrise alla sua amica ritrovata, e le chiese se avesse fatto pace con Nate.

-Ci siamo lasciati due giorni fa.- Fu la laconica risposta.

-Oh, B...-

-No, non ti preoccupare Serena, è stato meglio così, in fondo lui è stato sempre innamorato di te, no?- la mora aveva parlato con amarezza, e Serena sentì di capirla.

-Già-, dovette convenire, -come stai adesso?-

Con il termine 'adesso', Serena non intendeva ovviamente quel frangente, ma l'intera situazione, e la sua amica capì al volo.

-Meglio, anche se ho avuto una ricaduta...-

Era ricaduta nella bulimia.

Blair ne soffriva fin dagli albori dell'adolescenza, quando stava male, ovviamente non in modo fisico. Serena le era sempre rimasta accanto e l'aveva sempre sostenuta, tranne nell'ultimo anno.

-Mi dispiace, B.-

-Anche a me, però adesso usciamo di qui, ho da farti vedere un film in cui Audrey Hepburn ha recitato giovanissima, una rarità!-

-Ehi, non sarà mica in bianco e nero!?-

-Certo che lo è, sciocca!-, Per la prima volta da quando Serena era tornata a Manhattan, Blair le sorrise, e lei dimenticò quanto odiasse i film in B/N.


* * *


Chuck Bass in quei giorni stava decisamente pensando troppo.

Pensando troppo a lei.

E glielo si leggeva perfettamente in faccia. Se ne era accorto persino suo padre Bart, quando il giorno prima era andato dal figlio per annunciargli l'ormai prossimo matrimonio con Lily Van der Woodsen.

Sto proprio andando a puttane.

Pensò Chuck, non rendendosi conto che in effetti a puttane ci andava letteralmente dalla tenera età di dodici anni.

-Signor Bass, la prego di fare presente anche a noi il frutto dei suoi pensieri che la tengono occupato dall'inizio della lezione, altrimenti vada immediatamente fuori dalla classe!-

L'odiosa voce di quella stupida Smith insegnante di geografia lo distolse per un attimo da quella certamente più sensuale di Blair Waldorf che gli aleggiava per la testa.

Senza degnare di uno sguardo la sua vecchia prof zitella e dal naso adunco, il ragazzo uscì dall'aula e si ritrovò nei corridoi deserti della Saint Jude.

Decise di scendere in cortile a fumare una sigaretta: non avrebbe potuto secondo il regolamento, ma i soldi di suo padre gli potevano far fare quello che voleva.

Fu sorpreso quando nel cortile che condividevano con l'altra scuola d'élite dell'UES, la Constance Billiard School, un istituto solo femminile,però d'altronde anche la Saint Jude era solo maschile; vide una ragazza seduta compostamenente su alcuni gradini intenta a leggere un libro di versi di Baudelaire.

Non aveva dubbi su chi fosse.

-Waldorf!? Che ci fai qui?-chiese curioso, ignorando la strana sensazione che aveva iniziato a provare da alcuni giorni quando pensava a lei.

-Potrei farti la stessa domanda.-, rispose quella senza neanche staccare gli occhi dal libro.

-Sono stato mandato fuori-

-Anch'io-

-Tu? La secchiona dalla media perfetta?

-Io. Quella dannata Carr me la pagherà-

-Sentiamo, perché ti avrebbe sbattuta fuori?-

-Ho preso una B in un tema- Blair mise su un delizioso broncio, -le ho chiesto il motivo, mi ha risposto che era mediocre e da lì è partita una discussione con la quale mi ha sbattuta fuori. Tu immagino invece sarai stato mandato via per totale mancanza d'interesse alla lezione.-

Con un sogghigno Chuck le fece capire di aver indovinato.

-Che c'è, Blair?-, chiese dopo averla ben osservata ed aver visto che si era fatta pensierosa. La ragazza parve esitare e lui allora si domandò se non stesse per chiedergli qualcosa di...

-Nate ti ha parlato?-

-Sì-, Chuck sospirò: ci aveva visto giusto-vi siete lasciati.-

Era una affermazione che almeno un po' lo rincuorava; anche se lui non ne capiva il motivo. Guardando però la ragazza capì che lei non provava le stesse cose: si sentì irritato al pensiero che lei amasse ancora alla follia Nate.

In fondo quei due si erano lasciati, e poi Nate non la amava. Glielo aveva detto quando era andato a casa sua per parlare dei suoi problemi familiari: alla fine Nate aveva tirato fuori anche l'argomento Blair, e si era dichiarato contento che fosse chiuso.

-Sai, Waldorf, non esiste solo Nate al mondo...Non rieso proprio a capire come tu non riesca a farti una ragione per il fatto che vi siete lasciati.-

-Noi torneremo insieme! Io lo amo! E anche lui pure se ora dice di no, sono convinta che mi ami.-

Chuck scoppiò a ridere.

-Certo, da come guarda Serena non ci sono dubbi sul suo amore per te!-

-Lui crede di amarla, io lo so che deve stare con me! E' la cosa giusta! Ma cosa puoi saperne tu dell'amore, Chuck Bass ?.-

Aveva pronunciato il suo nome come un insulto, e lui reagì d'impulso afferrandole gli avambracci e tirandola su con uno strattone l'attirò a sé.

-Ehi, il libro...lasciami Bass-tard, mi fai male!- si lamentava la ragazza.

Lui la ignorò e anzi la strinse più forte ancora.

-Dell'amore, Waldorf, ne so molto di più di quanto voglia farti intendere.-

Quando posò le sue labbrasulla bocca tinta di rosso della ragazza, la trovò già schiusa e pronta per un suo bacio, che arrivò impetuoso lasciandoli senza fiato.

Dopo pochi attimi però Chuck Bass si scansò da quel bacio sempre più profondo e dannatamente passionale.

Se ne andò senza neanche una parola di commiato per la mora.

Sentiva di essersi sbilanciato, ed aveva paura.

Sì, paura che continuando a baciarlo Blair riuscisse a leggergli dentro.

Nel cuore.


* * *


Quella sera nella sua lussuosissima Jacuzzi Blair Waldorf ripensò agli avvenimenti dell'ultima settimana. Avvenimenti che si erano susseguiti uno dopo l'altro, senza pause, senza attimi che le lasciassero il tempo di assimilare che cosa fosse successo.

Così, approfittando di un pomeriggio senza impegni, la Queen Bee aveva deciso di godersi un bel bagno rilassante mentre rifletteva sugli avvenimenti di quei giorni: la perdita della sua verginità con Chuck, la rottura con Nate, la bulimia che tornava ad assalirla, la pace con Serena...ed ultimo: l'incontro con Chuck Bass di poche ore prima.

Se l'aver parlato con il Bass-hole l'aveva turbata, baciarlo con passione l'aveva fatta totalmente ammattire. Si rallegrava solo del fatto che lui si fosses staccato dopo solo pochi attimi.

O forse se ne dispiaceva?

E poi perché il cuore le batteva forte se ripensava alla limo della settimana prima?

-Uff! Questo MotherChucker la deve proprio smettere di mandarmi in confusione, non penserò a lui un minuto di più!- si disse con determinazione a voce alta. Rimase a godersi il bagno caldo ancora per una mezz'ora, ascoltando nel frattempo

con il Blackberry le sue canzoni preferite. Quando la playlist arrivò ad 'Undisclosed Desires' abbassò appena il volume e si mise a cantarla anche lei, soavemente: quella canzone era troppo bella per essere cantata con superficialità.


* * *


Blair Waldorf però non era la sola a riflettere in quell'attico: c'era anche Dorota Kishlovsky, la domestica tuttofare, che in quel momento puliva l'argenteria e ripensava al suo ultimo incontro galante con Vanya, avvenuto quella mattina mentre l'aveva aiutata a portare le borse della spesa.

-Oh, Vanya...-

Venne riscossa dai suoi pensieri amorosi dalla voce della padroncina che la chiamava per farsi aiutare a provare un nuovo vestito dalla chiusura impossibile, regalatole da sua madre come indennizzo per essere stata sei mesi in Europa e non essersi minimamente preoccupata per la figlia.

-Arrivo signorina Blair!-

Dorota l'aiuto e ammirò il bellissimo effetto che il blu donava alla sua carnagione.

-Quando lo indosserà?-

-Non lo so, ma conoscendo mia madre sarà meglio farlo il prima possibile.-

Dorota vide che Miss Blair si era rattristata pronunciando quelle parole, e cercò di rincuorarla.

-Sua madre le vuole bene-

-Certo- Miss Blair si tolse sgraziatamente l'abito, -infatti mi critica sempre, e non come un a madre alle prese con un'adolescente problematica, a volte penso che lei mi critichi per il solo fatto che esisto.-

-Non dica così, Miss...- Ma Dorota sapeva che in fondo la signorina non aveva tutti torti a pensare così: Eleanor Waldorf non si comportava affatto da madre.

Menomale che c'era lei.



Angolo dell'autrice:

Ciao a tutte/i^^

Ecco il secondo capitolo! Che ne dite? Dai, a me sembra passabile XD

Non so se avrete notato che nonostante la lunghezza uguale, in questo capitolo vi sono poche scene lunghe, a differenza del primo. Questo perché l'altro era un'introduzione alla storia vera e propria, che comincia da ora, quindi penso che i prossimi capitoli somiglieranno più a questo che al primo, da questo punto di vista.

NOTE:


Nell'originale inglese Blair 'crea' tre aggettivi per Chuck (offensivi naturalmente, eh!), storpiando alcune parolacce inglesi. Li ho usati anche nello scorso capitolo, però mi sono dimenticata di spiegarli per chi leggesse e non ne conoscesse il significato. Vabbè, lo spiego ora.

Gli aggettivi sono Bass-hole, Bass-tard e MotherChucker.

Ecco la loro forma originale e il significato:

-Ass-hole=stronzo,

-Bastard= bastardo

-Motherfucker=figlio di puttana

Proprio dolci, eh?


Tutte le informazioni sui personaggi non le invento io, ma le prendo da Wikipedia (per esempio il cognome di Dorota).


Come al solito, ecco la parte modaiola di me che parte alla riscossa: ecco il vestito che si prova Blair: http://www.google.it/imgres?imgurl=http://magazine.zankyou.com/es/wp-content/uploads/2009/04/1266.jpg&imgrefurl=http://www.zankyou.com/it/magazine/p/vestiti-da-cocktail-la-sposa-2009&usg=__6fiHbB5VdkIbdQwbYNkmFbKVDU4=&h=300&w=209&sz=7&hl=it&start=4&sig2=1pKiiSKk3QEHPO8fMWcUfg&zoom=1&tbnid=YPDCb1RKgI13WM:&tbnh=116&tbnw=81&ei=tI4kTuHnMYXcsgaklaiYAg&prev=/search%3Fq%3Dabito%2Blungo%2Bblu%26hl%3Dit%26rlz%3D1T4SVEA_it___IT359%26biw%3D1366%26bih%3D556%26tbm%3Disch&itbs=1


La canzone 'Undisclosed Desires' che ascolta Blair nella vasca da bagno è dei MUSE e è appunto un verso di questa canzone che dà il titolo alla mia fanfiction.

Ecco il link della canzone, nel caso vi interessi: http://www.youtube.com/watch?v=R8OOWcsFj0U


Il prossimo aggiornamento ci sarà fra una settimana o una decina di giorni al massimo.


RINGRAZIAMENTI


Ringrazio di cuore ChairAddicted e cuoredpanna per avere recensito, e poi anche tutti i lettori silenziosi, sperando che prima o poi mi lascino un commentino.


BACìONììììì,

Dark_Iris

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Capitolo 3
*** III Capitolo ***


*Capitolo 3*



Mio padre non può essere un criminale. Non lo è. Non può esserlo.”

Questo era quello che si ripeteva Nate Archibald nella camera nel padre, intento a cercare - e a sperare che invece non ci fosse – la prova della disonestà del genitore.

Ho controllato quasi tutto e non è venuto fuori niente, controllo un attimo là sotto il materasso tanto per sicurezza ed esco. Mio padre è non è un delinquente.”

Non l'avesse mai detto.

Sotto il materasso trovò infatti almeno una decina di bustine contenenti una sostanza bianca e fine. Dopotutto quando si tratta di nascondere le cose 'di valore' i ricchi non sono così tanto diversi dai poveri.

Capì all'istante di che si trattava, anche se desiderava ardentemente essere ignorante in materia.

Cocaina.

Voglio morire”, pensò. “Sarebbe stato meglio se non avessi ascoltato quella maledetta conversazione fra lui e quel boss mafioso...”

I suoi sospetti sulla dubbia onestà del padre risalivano infatti a due giorni prima, quando ascoltando una conversazione fra lui e Vizzini, uno degli ultimi veri gangsters di New York, aveva capito che fra i due c'era una certa intesa d'affari.

E tutti sapevano che il traffico di stupefacenti era il principale affare della mafia newyorkese.

Sperava con tutto sé stesso che suo padre non fosse coinvolto in tutto quello, ma era venuto a conoscenza che i suoi affari stavano andando male; ed era più che logico pensare che suo padre avesse deciso di 'arrotondare lo stipendio' in quel modo.

-Nate! Che ci fai qui? Volevi dirmi qualcosa, figliolo?-

la voce del Capitano lo distrasse dai suoi ricordi: assunse un'aria seria e con un triste sospiro disse:

-Dobbiamo parlare, papà.-


* * *


-Ciao, Dan...-

Daniel Humprey si bloccò nell'atto di entrare nella stanza: quella voce gli era familiare anche se non la sentiva da molto tempo, era la voce di...

-Vanessa!- gridò un'altra voce familiare.

-Ciao Rufus, che bello rivederti!-

-Vanessa...-mormorò Daniel impacciato: non si vedevano da un anno, e l'ultima volta non si erano lasciati granché bene.

-Dan, il tuo entusiasmo mi sconvolge! E io che pensavo di farti una bella sorpresa!-

-Puoi essere certa di avermi sorpreso- rispose.

-Allora, come mai sei tornata?-, chiese suo padre.

-Già, come mai?-incalzò Dan.

-Sono tornata per studiare: la scuola è lontana dalla riserva, così ho fatto un concorso e ho vinto una borsa di studio per la Constance, e poi mi mancava tanto New York...- disse la ragazza.

-Vanessa, davvero hai vinto una borsa di studio per la Constance!? Io ne ho vinta una per la Saint Jude!- esclamò Dan, felice per l'amica e dimentico ormai del loro passato.

-Ora ti riconosco, Dan Humprey!- esclamarono in coro Vanessa e suo padre.

-Ehi...non mi guardate così come se prima fossi stato un alieno!- disse con fare oltraggiato, ma venne prontamente ignorato dagli altri.

-Sarete vicini di scuola...-disse Rufus.

-E noi compagne!- esclamò Jenny, correndo ad abbracciare Vanessa.

-Davvero? Jenny, anche tu ne hai vinta una?-

-Sì, anche se non riesco ancora a spiegarmi come abbia fatto- rispose Dan al posto di J, la quale era ancora impegnata in un 'abbraccio da orso' con la riccia.

Dopo aver parlato un altro po' andarono a cena, dopodiché Dan e Vanessa uscirono per una passeggiata.

-Vanessa...mi dispiace averti accolto freddamente oggi- iniziò Dan con aria colpevole.

-Non preoccuparti, Dan ti capisco: sono io quella che se n'è andata via così, dopo che tu..-

-Mi dispiace, ho rovinato la nostra amicizia...-

-Non importa, io vorrei ricucirla, Dan-

-Anche io. Ora mi vedo con una ragazza, per cui da quel punto di vista puoi stare tranquilla-

-Bene! E chi è la fortunata?- chiese Vanessa con curiosità.

-Te la presenterò di persona-

-Mhnn che c'è non mi dirai che è una bionda ricca e snob!-

-Ma dai, che dici!- Diceva bene, e Dan lo sapeva, per questo desiderava farle conoscere di persona Serena, perché capisse che lei non era solo quello.-Solo che...-

-Solo che?-

-Solo che è ora di andare a casa, su!-

-Mhnn...ok andiamo però mi devi far conoscere quella santa ragazza che ti sopporta!-


* * *


-Blair, cara quale sarà il tema della festa del tuo compleanno?-, chiese Eleanor Waldorf alla figlia durante il tè delle cinque.

-No lo so. Serena vuole farmi una sorpresa.- rispose Blair chiedendosi che cosa avesse in mente la sua amica.

-Conoscendo Serena, sono sicura che sarà una festa a dir poco grandiosa!-

-Già.-

La ragazza era fredda e laconica quando parlava con sua madre: le voleva bene, certo, ma Eleanor era sempre così distaccata e critica nei suoi confronti che a poco a poco Blair aveva assunto il suo stesso atteggiamento.

Per non essere ferita.

Purtroppo per la Queen Bee sua madre aveva preso molto male il lento distaccarsi della figlia, per cui era diventata ancora più acida e fredda con lei, al punto da dirle che non sarebbe stata presente alla cena per il suo compleanno: come ogni ragazza ricca e di buona famiglia infatti, anche Blair Waldorf faceva due ricevimenti per il proprio compleanno: una cena bon ton con i parenti, e poi una festa scatenata con i suoi amici.

-Non preoccuparti per il regalo, cara: è già nella tua stanza. Ora se mi vuoi scusare vado ad aiutare Dorota a finire i bagagli, non vorrei che mi mettesse in valigia le cose sbagliate.

-Va bene mamma, a dopo.- Sospirò rassegnata.

Tanto a me non importa nulla di mia madre.”

Non era vero.

E lei lo sapeva.



* * *


-Serena, vieni in salotto, è venuto Nathaniel a trovarti!- la squillante voce di sua madre riscosse Serena dal torpore in cui era caduta.

-Arrivo!-

Raggiunse in fretta il salotto della loro nuova casa e salutò calorosamente l'amico.

-Ma, Nate, che c'è? Sembri strano...hai qualcosa che non va?-, chiese, preoccupata vedendo la faccia scura del biondo.

-Beh, a dire la verità...Possiamo uscire un attimo? Così posso raccontarti tutto...-

-Certo-, rispose Serena, -mamma noi andiamo a fare una passeggiata!- aggiunse rivolta alla madre.

-Va bene, ma tornate presto, Serena questa sera ceniamo dalla nonna, e sai bene quanto lei detesti i ritardi!-

-Ok mamma...-

Mentre camminavano, Nate le raccontò tutta la storia di suo padre, e lei gli consigliò di denunciarlo alla polizia prima che facesse altri danni. Lui accettò il consiglio di buon grado.

-L'unica cosa che non capisco è il perché tu sia venuto a confidarti con me, invece che con Chuck...o Blair- disse Serena dopo una pausa di qualche minuto.

-Vedi...immagino tu sappia che ho rotto con Blair; e per quanto riguarda Chuck ho provato a parlargliene, ma in cambio ho ricevuto solo del sarcasmo...-

-Già, Chuck non è la persona ideale con cui parlare dei propri problemi familiari...-

-E poi- Nate prese fiato, -poi volevo confidarmi con te perché sei una persona importante per me, Serena, io...-

-Nate, ti prego no, non rovinare la nostra amicizia!- esclamò la ragazza intuendo le prossime parole del suo interlocutore.

-Lasciami finire, ti prego, Serena io...io ti amo, ti amo da sempre, lo sai, no? L'hai sempre saputo...-

-Nate...io...lo sai che per me sei sempre stato solo un amico...-

-Dannazione sì che lo so! Ma non ce la facevo più a tenermi tutto dentro! E poi quando sei tornata io pensavo che finalmente...- Nate non riuscì a finire la frase: un nodo ferreo gli attanagliava la gola.

-Finalmente? No Nate...io sono tornata, sono cambiata, ma non sono cambiati i sentimenti che provo, e per te io provo solo amicizia...grazie per averla rovinata!- gridò Serena mentre alcune lacrime iniziavano a pungerle gli occhi. La bionda se ne andò prima di mettersi a piangere, piantando Nate all'ombra di un vicolo cieco.

La ragazza aveva intuito da tempo i sentimenti di Nate, e pur essendone lusingata, aveva sempre cercato di farli affievolire prima di tutto per Blair, e poi perché sapeva che lui non era quello giusto per lei.

Tornò a casa e si sdraiò sul letto, provando uno strano senso di solitudine: non poteva confidarsi con nessuno su quello che era successo poco tempo prima: avrebbe rovinato sia i suoi rapporti con B sia quelli con Dan.


* * *


Una settimana dopo...


-Blair eccoti finalmente! Ti piace la tua festa?- le chiese Serena Van der Woodsen tutta felice per il suo arrivo.

-S...Non ci sono parole, è...è fantastica assolutamente!- rispose Blair ammirata.

-Le feste per i diciassette anni devono essere speciali, soprattutto quelle per le regine, non è vero Queen Bee?-

-Nate ci sei anche tu!-si sorprese B nel vederlo: avevano ormai fatto pace da qualche giorno, ma non si aspettava di vederlo alla sua festa, anche perché Serena le aveva raccontato tutto quello che era successo la settimana prima, e invece...

-Ho aiutato Serena nei preparativi per la festa, e sono felice che sia di tuo gradimento Blair- ,precisò Nate.

La ragazza diede un'occhiata più approfondita al salone, e poté cogliere cosìì tutti i dettagli che le erano sfuggiti prima.

La festa era a tema giapponese, ma non sulla tradizione nipponica, bensì sull'animazione, 3D, tecnologie...una cosa molto lontana dallo stile di Blair, che per questo apprezzava ancora di più gli sforzi dei suoi amici nell'organizzarla e per non avergliela resa troppo strana e futuristica.

Per la serata Serena le aveva fatto scegliere un mini abito nero molto differente dal suo stile, era corto, monospalla, e gonna a ruches.

Un abito bon ton gotico. Perfetto per la serata giapponese!”

Blair sorrise tra sé per il buon gusto dell'amica.

Forse frequentare Brooklyn non le ha fatto poi tanto male...”, rifletté ancora, per poi stupirsi di quei pensieri.

...Ma adesso mi interessa sapere di più sul suo rapporto con Nate...”

Chiamò in disparte l'amica vestita di una maglia griffata bianca, leggings grigi e stivali alti neri, e le chiese come mai si fosse fatta aiutare da Nate e quale fosse ora il loro rapporto, preoccupata per la relazione di Serena con Brooklyn.

-Oh B! Con Dan, non chiamarlo Brooklyn! Va tutto bene: ho accettato la collaborazione di Nate solo perché è un bravo organizzatore, stai tranquilla non c'è niente fra noi...la cosa che mi stupisce è che tu ti sia preoccupata della mia relazione con Dan!- le rispose la bionda.

-Oh, non dirlo a me! Sono la prima ad esserne stupita, è solo che tu sei felicissima da quando stai con lui e mi dispiacerebbe se ecco...-

-Ci stai forse dando la tua benedizione, Queen B?- disse Serena con un largo sorriso

-Chiamala come ti pare!- rispose Blair sbuffando ma sorridendo anche lei felicemente.

-Bene, ora divertiamoci un po'!- concluse la bionda.


* * *


La festa stava proseguendo molto bene, Blair aveva ricevuto tanti bei regali e non era ancora stata importunata da un certo Bass-hole scocciatore...

-Tanti auguri, Waldorf- disse una voce dal timbro caldo e roco dietro le sue spalle.

-Pensi al diavolo e spuntano le corna! Che vuoi Bass?- non aveva avuto bisogno di girarsi per capire chi fosse il suo interlocutore.

-Sono onorato che stessi pensando a me, cara Waldorf...- rispose il moro con quella sua maledetta voce seducente.

-Di certo non erano bei pensieri, Bass-tard- disse B cercando di non cedere allo sgurado impertinente quanto seducente di Chuck.

-Oh...dal rossore della tua faccia si direbbe che fossero pensieri alquanto, come dire, piccanti...- disse Chuck accarezzandole lievemente una guancia.

Lei non si era nemmeno accorta di essere arrossita.

-E invece no, Bass!- gridò lei, incapace di trattenere la rabbia che quell'essere le aveva provocato.

-Shh, shh va bene che siamo in un terrazzino isolato, ma non c'è bisogno di urlare- sussurrò piano Chuck posandole un dito sulle labbra.

Blair approffittò del breve silenzio che seguì per osservare meglio il suo interlocutore.

Non era eccessivamente alto, anche se la superava di una decina buona di centimetri quando non portava i tacchi; aveva i capelli appena più scuri dei suoi, lisci, che però si arricciavano appena sulle punte, dandogli un'aria lievemente diabolica e allo stesso tempo innocente.

Gli occhi marroni dal taglio leggermente a mandorla sembravano scrutare ogni suo minimo particolare, quasi per riuscire a imprimerselo bene nella mente.

Blair sorrise a quel pensiero.

-Che hai da sghignazzare, Blair?-

La sua voce.

Oh, la sua voce. Blair non ne aveva mai udita un'altra più affascinante e seducente: era roca, calda e strascicata...era la voce che ogni ragazza voleva sentire sussurrare parole d'amore al suo orecchio.

Irresistibile.

Doveva ammettere che quella voce la tentava anche quando stava con Nate, anche se per lei Chuck non era mai stato più di un amico fino alla notte della limo, notte nella quale oltre a perdere la sua verginità, aveva iniziato a notare quanto Chuck Bass fosse affascinante, lussurioso, passionale, impetuoso e delicato allo stesso tempo.

-Allora?- la sua voce la riscosse da quei pensieri. Si ricordò di non aver risposto alla sua domanda di prima.

-Niente, Bass. Affari miei.-, rispose cercando di mantenere la voce ferma e decisa.

-Come vuoi. Comunque ti ho portato una cosa. Vieni-, disse il ragazzo cambiando improvvisamente tono, sembrando quasi insicuro.

La condusse in una stanza attigua al terrazzino, la fece sedere sul letto accomodandosi dietro di lei, e infine da una tasca del completo nero ed elegante che indossava tirò fuori un astuccio rettangolare.

-E' stupenda...- mormorò la ragazza aprendo l'astuccio di pelle blu contenete una splendida e fine collana di perle di Chanel.

-Non riesco a credere che tu voglia regalarla a me-, mormorò ancora la ragazza: aveva ricevuto dei regali bellissimi, ma quella collana li batteva tutti, nessuno escluso: era elegante, fine, Chanel...era di classe.

Proprio come lei.

-Una cosa così bella, deve essere indossata da una persona altrettanto bella- ripose il ragazzo, voltando la testa e arrossendo appena appena, come se si vergognasse, per timidezza, di quel che aveva detto.

-Grazie...- disse la ragazza dopo che lui gliel'aveva fatta indossare.

-Prego...-sussurrò lui.

Fu totalmente naturale.

Fu totalmente naturale per loro baciarsi quando le loro teste si scontrarono dopo che lei si girò per ringraziarlo, fu totalmente naturale che le loro lingue si intrecciassero in una danza giocosa, fu totalmente naturale abbracciarsi mentre si baciavano così intensamente.

Fu totalmente naturale per loro fare di nuovo l'amore, questa volta con più consapevolezza e passione, e addormentarsi poi insieme, di nuovo abbracciati in un groviglio di lenzuola di seta, in quella stanza degli ospiti dell'attico di Blair Waldorf.


* * *


Quando Dorota la mattina seguente entrò nella stanza per fare le pulizie, trovò i due ancora abbracciati teneramente.

Decise di uscire per non svegliarli: erano bellissimi insieme.

Ma anche strani.

Strani perché non avrebbe mai pensato che vi potesse essere qualcosa fra Miss Blair e il signorino Chuck. Sapeva bene quel che si diceva di lui, e sapeva bene che la signorina amava il signorino Nate, ragion per cui fra quei due non avrebbe mai dovuto esserci nulla, ma erano così carini insieme che in quel momento tutto le sembrò sbagliato in quella casa: pavimenti sporchi, residui di cibo sui divani, bottiglie vuote sui tavolini e tutta la sporcizia inerente al 'the day after the party' tranne loro.

Beh”, si disse, “forse non sono così improbabili. Ma ora andiamo da Vanya: sono due giorni che non lo vedo!”

E corse nell'ascensore che ancora il palazzo dormiva per andare del suo Vanya decidendo di non fare parola con nessuno dei due 'amanti'.


Angolo dell'autrice:


Ciao! Eccomi tornata puntuale! Mi stupisco di me stessa XD!!!

Stavolta vi ho fatto penare per arrivare al momento Chair, eh! Penultimo paragrafo ihihihi...Volevo farlo risaltare, e penso di essere riuscita nel mio intento, sperando di non essere andata OOC.

Come avete letto ho rielaborato alcuni avvenimenti di Gossip Girl per adattarli alla mia fanfiction, ho cambiato pure i vestiti di B e S nella scena della festa! Eh lo so sono un po' partita di capo...

Comunque ora passiamo alle note e ai ringraziamenti:


NOTE SUPPLEMENTARI


Ecco come al solito i link dei vestiti (sì lo so di avervi rotto le scatole ma proprio non resisto...)

Vestito di Blair: http://www.google.it/imgres?q=abiti+neri+corti&hl=it&tbm=isch&tbnid=9oGapOXli8MDAM:&imgrefurl=http://ilpaiolomagico.forumfree.it/%253Ft%253D52475141&docid=eS0T1f

La maglia lunga di Serena: http://www.abbigliamentofashion.it/prodotti/MAGLIA_LUNGA_t_shirt_FASHION_mini_abito_MINIABITO_44_46/sid,lhlbsomd6f416p2m8evbt1hrf5

La collana Chanel di Blair: http://www.google.it/imgres?q=collana+di+perle+chanel&hl=it&sa=X&tbm=isch&tbnid=268orNR3d7lRzM:&imgrefurl=http://vanity06.splinder.com/tag/chanel&docid=I6Eg1ydkpX


RINGRAZIAMENTI:


Grazie infinite a Camy XOXO, ChairAddicted e cuoredpanna per avere recensito, ancora grazie a cuoredpanna per averla messa fra le preferite, grazie anche a Delena_Nian e Beatrix91 per averla messa fra le seguite.

Grazie mille anche a tutti i lettori silenziosi...

Bacìonì!

Dark_Iris

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Capitolo 4
*** IV Capitolo ***


*Capitolo 4*



-Oh Mio Dio!- esclamò Blair Waldorf scandendo bene la parole: non poteva credere a quello che era successo quella notte con il Bass-hole, e non poteva ovviamente credere di essersi risvegliata stritolata in un suo abbraccio, che a quanto pare anche lei ricambiava.

Fantastico”, pensò. “Devo essere morta e precipitata dritta all'Inferno. Questa non può essere altro che la dannazione eterna”.

Si mise a sedere sul letto: pensava che il moretto ancora dormisse, invece quando voltò di nuovo il capo verso di lui si accorse che la stava già fissando con sguardo diabolico e malizioso.

-Ciao, Waldorf...- fu un sussurro.

-Pff...- da lei ottenne solo un borbottio indistinto come saluto.

Ma come cavolo faceva quello ad essere così...così...così maledettamente Chuck Bass anche (si girò a guardare la sveglia) anche alle 10 di mattina?

Le sorrise di nuovo malizioso ma non fece nessun commento sarcastico sulla sua educazione.

Forse la dannazione eterna non è così pessima come la dipingono”.

-E così sei di nuovo finita nella mia tela, Blair- quella voce roca la distolse dalle sue elucubrazioni e la costrinse suo malgrado a riportare lo sguardo su Chuck.

-E' stata solo una notte...-cominciò.

-...che però tu volevi non finisse mai...-continuò Bass.

-Smettila- sibilò lei, intuendo dove stava andando a parare quel MotherChucker.

-Oh sì...adoro quando sibili, soprattutto quando dici 'ancora...ancora' come facevi ieri sera...davvero eri così innocente, casta e pura...- disse lui calcando sulle ultime parole per farle capire che era stata tutto fuorché quello.

-Non oso immaginare che cosa avrai in serbo per la prossima volta- continuò ancora lui.

-Non farti illusioni, Bass-tard, non ci sarà una prossima volta- disse lei con tono deciso alzandosi e uscendo dalla stanza.

-Waldorf!- la richiamò Chuck.

Si girò verso di lui.

-Non fartene tu.- Disse il moro alludendo forse al fatto che una prossima volta ci sarebbe sicuramente stata.

Blair si richiuse la porta alle spalle e andò in camera sua, chiudendosi a chiave e appoggiandosi alla porta.

Mi correggo: la dannazione eterna è decisamente peggiore di come la dipingono, è orribile, assolutamente orribile”.


* * *



Il ragazzo solitario prese fiato con malcelata paura come se stesse per affrontare cinque minuti di apnea in una piscina piena di piranha.

-Serena vorrei presentarti una persona- disse infine espirando fuori tutte le once d'aria che aveva nei polmoni.

-Ok Dan va bene, per cui puoi toglierti dalla faccia quell'espressione da cucciolo maltrattato.- sospirò la sua ragazza, probabilmente ormai abituata al suo ormai noto coraggio da leoni vecchi, rugosi e rachitici, come l'aveva definito una volta Vanessa.

Ecco, Vanessa.

Dan la voleva presentare a Serena: V era importante per lui, così come S, per cui era sostanzialmente questione di logica farle conoscere.

-Non stavo facendo quell'espressione!- esclamò.

Un'occhiata eloquente della bionda però lo zittì.

-E va bene forse la stavo facendo, ma che ci posso fare se sono un tipo espressivo? Non sono mica uno stoccafisso, io! Se vuoi stare con uno del genere allora fidanzati con Bart Bass!- si lamentò come suo solito.

-Dan...Bart Bass è il fidanzato di mia madre, inoltre sto con te, no? Smettila di lamentarti come una dodicenne con la sindrome premestruale!- lo brontolò Serena.

Il caso voleva che in quel preciso istante nel localino di Brooklyn in cui si trovavano i due la radio passasse Hot N' Cold, proprio al verso yeah you PMS, like a bitch, I will know”.

I due ragazzi si sentirono morire.

Anche se per cause, come dire, leggermente differenti.

Perché se Dan stava morendo di umiliazione, Serena stava letteralmente crepando dal ridere, il che naturalmente le attirò addosso più del solito gli sguardi dei ragazzi presenti nel locale e che ebbe come logica conseguenza il repentino resuscitare di Daniel e le sue occhiatacce malevole a ogni individuo di sesso maschile seduto al “Marco's”.

Il ragazzo decise di portare via la bionda che rideva come se fosse stata affetta dall'incantesimo Rictumsempra della Saga di Harry Potter.

-Serena ma si può sapere che hai!?- sbottò alla fine.

-Sc-scusa Dan...ahahaha! Mi dispiaahahaha..ace...- tentò di articolare lei fra le risa.

-Non mi trattare come una prostituta scema, grazie!-

-Beh, più che una prostituta scema sembri una cinquantenne in menopausa con caldane e balzi d'umore ogni due minuti, Brooklyn.- disse una voce altezzosa alle loro spalle.

-Grazie Waldorf, sempre molto gentile nei miei confronti...- le rispose seccato.

Lei fece un sorrisetto al vetriolo e poi si rivolse a Serena.

-S, sono venuta a prenderti dove mi avevi detto. Ora andiamo alla sfilata.-

-Certo B- asserì la bionda ormai calma.

-Sfilata?- interloquì Dan.

-Sì, Jimmy Choo...-precisò Blair -Ora andiamo. Arrivederci Humphrey.-

Dan le fece un vago segno di saluto, per poi baciare la sua ragazza e lasciarla andare.

-Ciao Daaan!- Gridò lei ormai dentro la limousine.

Dan le sorrise.

-Ciao, Serena!-

Ti amo”, pensò.


* * *


Lily Van der Woodsen non prendeva decisioni avventate. Mai.

Però ancora non si spiegava come aveva potuto essere capitata in quella galleria d'arte.

D'accordo, doveva ammettere che l'arte le piaceva, soprattutto quella moderna e le avanguardie del Novecento, ma andava a vedere i quadri di persona solo nelle più altolocate gallerie europee, non in quelle di Brooklyn. Per quelle lì c'era la sua esperta d'arte di fiducia, che sceglieva i dipinti in sua vece e gusto.

Ma quella galleria era diversa. I quadri esposti erano per lei quasi tutti mediocri, con solo qualche eccezione di alta qualità.

Non capisco come i quadri di Allison siano così quotati, evidentemente i critici oramai non sono più tali”, pensò.

Sentì un fruscio dietro di sé e girandosi vide Rufus Humphrey che la stava squadrando con attenzione.

-Lily...ormai sei qui da molto, anche se ho sempre pensato che i quadri di Allison non ti piacessero affatto-, notò lui.

Mi hai sempre conosciuta bene, eh Rufus?”

Gli sorrise altezzosamente, per poi dire che vi erano delle belle eccezioni in quella mediocrità totale.

-Se Allison fosse qui immagino che ti ringrazierebbe con molto calore- disse lui con malcelata ironia -ma non mi spiego come mai tu sia venuta di persona ad esaminare la galleria. Se non ricordo male l'altra volta avevi mandato una bella ragazza in tua vece...-

-Avresti forse voluto rivederla, Rufus? E io, una povera ingenua pensante che tu fossi ancora fedele alla cara, carissima Allison- colse la palla al balzo per metterlo a a disagio e farsi due risate: sapeva che quando gli si parlava così iniziava a balbettare come uno sciocco.

-Io no...cioè sì..no...io sì, no..io..- tergiversò infatti.

-Oh, deciditi Rufus, per favore!-, lo interruppe lei con fare melodrammatico -Vorrei comprare questo quadro, comunque.- cambiò tono indicando con un elegante gesto il quadro alle sue spalle.

-Certo come vuoi.- le disse dopo essersi finalmente ripreso.

Lily sorrise, ma lui non poté vederla essendo girato ad incartare il quadro.

Rufus, in tanti anni non sei cambiato affatto. Peccato che non sei più mio. E che io mi sposerò con Bart.”

La donna sospirò: era davvero quella la cosa giusta da fare?

Per il suo orgoglio, sì, certamente.

Ma per il suo cuore?

Per un momento l'armatura di forza e compostezza che si era cucita addosso da molti anni, sembrò vacillare, e forse sarebbe caduta del tutto se in quell'istante l'uomo si fosse voltato a guardarla.

Ma ciò non accadde, e quando la donna bionda uscì di lì l'armatura era tornata perfettamente al suo posto: e per quanto ancora ci sarebbe rimasta non la preoccupò in quel momento.



* * *




-Chuck, Chuck! Non crederai mai a quello che mi è successo!- esclamò Nate tutto felice piombando nella sua stanza senza il minimo riguardo per l'educazione.

Chuck scosse la testa. Era abituato alla straordinaria ingenuità dell'amico.

Ti conosco perfettamente Nate. So come sei fatto, e so anche quello che mi dirai adesso.”

-Ho conosciuto una ragazza fantastica!-

Chuck gli ammiccò. Aveva indovinato, naturalmente.

Il biondo cominciò un'interminabile monologo su 'Vanessa' e il moro, attento ad annuire ogni trenta secondi, cominciò a riflettere, come faceva sempre quando il cicaleccio di Nate diventava troppo opprimente.

Chuck sorrise osservando l'amico parlare con una strana luce negli occhi. La cosa lo disgustava: non si sarebbe mai ridotto in quello stato.

Non credeva nell'amore, lui. O meglio, non credeva che l'amore fosse fatto per uno come lui.

Veloce come un fulmine l'immagine di Blair gli balenò nella testa, per poi andarsene dopo avergli sorriso.

Beh, forse con lei...”

Ma Chuck scacciò via anche quel pensiero, e cercò di ascoltare il monologo di Nate sulla fanciulla del popolino che a quanto pare in due ore era riuscita a fare quello che per Blair Waldorf era stato impossibile compiere in tanti anni: far dimenticare al biondo Serena Van der Woodsen.

Se non fossi ateo a quest'ora avrei già gridato al miracolo.”

Non riuscendo più ad ascoltare le infinite chiacchiere di Nathaniel, Chuck si versò dello Scotch e si mise a riflettere sul rapporto che aveva con l'amico.

Una delle poche persone, forse la sola fino a adesso, perlomeno, a cui teneva veramente.

E' così diverso da me”, pensò.

Ed era vero. Nathaniel Archibald era un bellissimo prince charming, quello che tutte le ragazze sognano e quello che tutte le madri vogliono avere come genero, il ragazzo perfetto.

Perfetto...Tsk!”

Nate non era affatto perfetto. Lui lo sapeva bene perché non lo vedeva con gli occhi ciechi e adoranti delle ragazze, né con quelli pieni di stima e ammirazione dei ragazzi, bensì con occhi disillusi, oggettivi. Manipolatori, a volte.

Non che Nate fosse una cattiva persona, tutt'altro. La sua pecca principale, (oltre alla tremenda parlantina), era quella di fregarsene dei sentimenti altrui:Nate era troppo ingenuo per ferire determinatamente le persone, ma era anche troppo stupido per accorgersi di farlo.

Il miglior esempio del comportamento irresponsabile e decisamente troppo naïf di Nathaniel era Blair. La ragazza lo amava sin dall'asilo, e lui, anche se non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti, vi si era messo insieme, dandole la sciocca illusione di poterla amare un giorno, ferendola inevitabilmente poi quando la ragazza aveva capito che ciò non sarebbe mai successo.

Un moto di rabbia gli salì dal cuore.

Ma non seppe spiegarsene il motivo.

O forse non voleva spiegarsene il motivo.

-Beh Chuck, io vado, visto che oggi non hai nemmeno la decenza di fingere di ascoltarmi...-

Il moro lo lasciò andare con un sorriso, e accese la radio per distrarsi un po'.

Lui voleva bene a Nate, comunque, e sperò che finalmente l'amico avesse trovato la persona giusta, e sperò anche, cosa decisamente insolita da lui, che non la ferisse come aveva fatto con Blair.

Blair.

Il ricordo della notte precedente lo lasciò in balia di emozioni contrastanti a causa dell'effetto che quella maledetta ragazza gli faceva.

Se da un lato lo affascinava e gli faceva provare emozioni-sentimenti-sconosciuti, dall'altro avrebbe voluto distruggerla, e con lei quello sciocco, strano, irritante desiderio che gli causava ogni volta che la vedeva.

'Ooh you set my soul alight'

'Ooh you set my soul alight'

La radio passava Supermassive Black Hole.

Il ragazzo continuava a pensare a Blair, e a quella assurda dipendenza che gli creava. Accidenti, perché non lo lasciava andare?

'I thought I was a fool for no one, but ooh baby I'm a fool for you'

'You're the queen of the superficial, how long before you tell the truth?'

Ci si dovevano mettere pure i Muse adesso?


* * *



Due giorni dopo...


Blair stava intrattenendo alcune eleganti signore sulla trentina-facoltose clienti di sua madre-, all'evento organizzato da quest'ultima per promuovere la sua ultima collezione primavera/estate (da presentare al grande pubblico qualche mese più tardi) fra l'élite di Manhattan.

-E così, Blair tu indossi uno dei nuovi capi della collezione? E' veramente molto bello...-disse una di quelle signore ammirando il bel vestito di seta viola chiaro della ragazza.

-Sì, questo abito fa parte della collezione di mia madre...-sussurrò lei distrattamente. Aveva notato che nel salone di casa sua era appena entrato lui.

Chuck Bass.

La ragazza si sorprese nel notare che era bastato pensare il suo nome per far iniziare il suo cuore a battere furiosamente nel petto.

Oddio, non sarà che mi sto inn...”

Dei passi felpati dietro di lei la fecero congedare rapidamente da quelle ladies e fremere interiormente come una tredicenne al suo primo bacio.

Sapeva che era lui, e sapeva l'effetto che le faceva. Però non voleva dargliela vinta e andare un'altra volta a letto con lui.

Aveva paura dell'ascendente che il moretto esercitava su di lei.

-Ma che bel vestitino, Blair-, la salutò lui pronunciando il suo nome con un tale malizia da farla arrossire per l'imbarazzo.

Accidenti, ma deve proprio avere quella voce così sexy? E poi perché mi deve proprio guardare in quel modo così osceno? Mi fa sembrare una puttana!”

-Grazie, Bass-tard. Irritante come al solito.- fu la sua pronta riposta.

In quelle era sempre stata brava.

Come lo era nel mentire e dissimulare i propri pensieri.

Ma se lei era brava a manipolare, mentire e sfruttare gli altri, Chuck in quelle materia era un genio e maestro. Blair sapeva di avere ancora molta strada da fare prima di riuscire ad ingannarlo.

E ciò, se da una parte la faceva imbestialire, dall'altra l'attraeva come se lei fosse una bambina e Chuck la sua caramella.

Mentre rifletteva, il ragazzo si era avvicinato sempre di più, sino a non esserle più distante di una spanna.

Lei si voltò dandogli le spalle e lui si slanciò contro di lei sfiorandole la schiena con il torace. Venne catturata per le braccia e guidata con dolce fermezza verso un angolino in penombra, lontano dal party.

Si ritrovò inchiodata al muro con le braccia di lui ai lati della testa.

Poteva vedere il ghigno seducente impresso sulla fine bocca del ragazzo.

Distolse lo sguardo.

-Guardami.-

Non si mosse.

-Waldorf, guardami.-

Il richiamo della sua voce era forte, ma non voleva arrendersi.

-Guardami, Blair...-

La ragazza volse la testa di scatto, incontrando due occhi di un marrone appena più scuro del suo che la guardavano intensamente.

Maledizione!” Imprecò dentro di sé dopo aver visto comparire un sorriso trionfante sulle rosee labbra del Bass-hole.

-Fai sesso con me...un'altra volta-, le sussurrò all'orecchio maliziosamente mordendole il lobo.

Blair cedette per un attimo ma poi si ricompose subito: lei non si era mai riferita a quello che c'era fra loro con il termine 'sesso', e il fatto che invece lui l'avesse fatto le dava un senso di fastidio e irritazione che non voleva definire.

-Se devi solo sfogare i tuoi bassi istinti, MotherChucker, allora fallo con una troietta qualsiasi. Non vedi quante ce ne sono anche a questa festa, di ochette? Io non mi presto ai tuoi giochetti.- Disse con durezza.

Si sentiva ferita.

Tradita. Illusa.

Aveva iniziato a pensare che fra loro ci fosse qualcosa di più del semplice, squallido 'sesso', specialmente da quando lui le aveva regalato quella magnifica collana.

E invece non c'era niente.

Lei era solo il suo giochetto di quel periodo. E si era persino umiliata nel dirgli cosa pensava, gli aveva fatto capire di non volere solo quello da lui!

Che sciocca!”

Stette un altro po' alla festa non godendosela affatto e poi corse in camera sua non riuscendo più a fingere che non le fosse importato nulla.

Potevano bastare così poche parole per farle capire cosa provava realmente?

In quel caso sì.


* * *


Quando Dorota quella sera andò a controllare che la signorina stesse bene (l'aveva vista due ore prima correre in camera sua quasi in lacrime) la trovò stesa di traverso sul letto. Con il bel vestito viola tutto stropicciato ancora indosso e il trucco colato.

Non la vedeva così da qualche settimana, da quando si era lasciata con il signorino Nate.

Le drappeggiò addosso la coperta stando attenta a non svegliarla, e sperò con tutto il cuore che stavolta non c'entrasse nessun ragazzo.

Ma si sbagliava.




Angolo dell'autrice


Ecco a voi il quarto capitolo! Mi scuso per il ritardo di due giorni, però alcuni paragrafi non mi convincevano molto e c'ho messo un bel po' a risistemarli.

Sorry!

Mi dispiace per la conclusione un po' amara del capitolo, ma d'altronde sperare che fra loro sia sempre tutto love-love è improbabile. Faranno pace, non preoccupatevi!

Piuttosto un piccolo chiarimento: dopo che Chuck l'ha ferita con le sue parole superficiali Blair capisce che non vuole essere solo un giocattolino per lui, capisce di provare di sentimenti verso questo (affascinantissimo) ragazzo però ovviamente ancora non è innamorata. O forse lo è ma ancora non lo ha realizzato. Vi lascio il beneficio del dubbio. (Però preventivate che essendo solo al 4° capitolo è un po' esagerato parlare già di grande amore, specialmente con questi due!)

Passiamo ora alle altre cosine.


TRADUZIONI VARIE

In questo capitolo mi sono divertita con le canzoni eh!

Ecco le traduzioni dei versi che ho usato:


Hot N' Cold (Katy Perry):

Yeah you PMS, like a bitch, I will know” = “Sì tu, PMS (sindrome premestruale), come una puttana, lo saprò...”


Supermassive Black Hole (Muse):

Ooh you set my soul alight” = “Mi accendi l'anima”

Ooh you set my soul alight” = “Mi accendi l'anima”

I thought I was a fool for no one, but ooh baby I'm a fool for you” = “Pensavo di non essere pazzo si nessuno, ma ooh piccola sono pazzo di te”

You're the queen of the superficial, how long before you tell the truth?” = “Sei la regina del superficiale, quanto ci vorrà prima che tu dica la verità?”




LINKS


Vestito viola di Blair: http://www.google.it/imgres?q=abiti+cocktail+viola&hl=it&tbm=isch&tbnid=ucJLDTvPF9vf2M:&imgrefurl=http://abitisposa.myblog.it/archive/2011/04/21/estate-abiti-da-cocktail-viola.

Hot N' Cold: http://www.youtube.com/watch?v=kTHNpusq654&ob=av2n

Supermassive Black Hole: http://www.youtube.com/watch?v=bBb-J0hcBQA&feature=player_detailpage


AUTOPUBBLICITA'


Sempre in questa categoria ho scritto due One-Shot non inerenti a questa long, lo preciso ( e Chuck POV) dai titoli rispettivamente di “Mi dispiace Blair” e “No you Blair never know how you make Chuck Bass feel”

Se siete interessate/i potete cercarle nella mi pagina autrice. Mi scuso per aver messo qui la pubblicità ma vi garantisco che nei prossimi capitoli non ci sarà alcun tipo di spam.


RINGRAZIAMENTI


Mille grazie a tutte le dee (vi lovvo *__*) che hanno messo questa long nelle preferite/seguite e a coloro che hanno recensito, anche se ci tengo a ringraziare anche i lettori silenziosi.

Grazie milleeee: Camy Bass , cuoredpanna (grazie anche per avermi messo fra gli autori preferiti *.*), asya, Beatrix91, Delena_Nian, Fiby CullenBass_ e Chair Addicted.


Al prossimo capitolo!!! (fra qualche giorno parto per le vacanze, e non penso di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo prima di partire, per cui non vi stupite se aggiornerò di nuovo fra due settimane!!!!)

Bacioni,


Dark_Iris






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