I want to satisfy the undisclosed desires in your heart di Dark_Iris (/viewuser.php?uid=128042)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III Capitolo ***
Capitolo 4: *** IV Capitolo ***
Capitolo 1 *** I capitolo ***
*Capitolo
1*
Quella
mattina Blair Waldorf si alzò dal letto con una strana
sensazione.
Probabilmente,
pensò, era dovuta all'essere stata fuori fino a tarda notte.
Non che non ci stesse mai, anzi, aveva come dire...una spiccata
predilezione per la vita notturna, ma non si era mai risvegliata
sentendosi in quel modo, sentendosi così stordita.
Già
stordita.
Stordita
come se fosse reduce da una serata passata a bere ogni genere di
alcolico, eppure non aveva né nausea, né mal di testa.
Era solo stordita, ma non riusciva a capire il motivo.
Poi
si ricordò
tutto.
Tutta
la sera prima, lei che andava al Victrola, Chuck che la sfidava a fa
re
uno spogliarello, e lei che accettava la sfida, salendo sul palco e
iniziando un sensuale spogliarello mentre Chuck la guardava. Poi si
ricordò della limo con cui Chuck intendeva riaccompagnarla a
casa, si ricordò del bacio e della perdita della sua verginità
con lui.
Perdita
della sua verginità con lui.
Sconvolta
dai ricordi della sera precedente, Blair si alzò di scatto dal
divanetto su cui era seduta per buttarsi sul letto e coprirsi la
faccia con un cuscino e piangere calde lacrime di vergogna.
Non
era con Chuck Bass che doveva perdere la verginità,
dannazione! Era con Nathaniel, Nate! Il suo fidanzato storico, la
persona che amava da sempre, il suo prince
charming, l'uomo
perfetto!
Singhiozzò
più forte.
Nella
stanza attigua Dorota stava mettendo in ordine di marca le scarpe di
Miss Blair, quando sentì dei gemiti di pianto provenire
proprio dalla stanza della signorina. Ora che ci pensava la signorina
non si era ancora alzata nonostante nel pomeriggio ci fosse un
importante evento mondano per il quale sapeva che avrebbe impiegato
svariate ore a prepararsi. Si chiese se poteva essere successo
qualcosa alla signorina, in effetti doveva ammettere di averla vista
un po' triste nei ultimi giorni.
Aprì
cautamente la porta della stanza di Miss Blair e la vide piangere
sdraiata malamente sul letto.
-Miss
Blair, si sente male? Posso aiutarla in qualcosa?-
Ma
la signorina non le rispose, continuava a starsene con la testa sotto
un cuscino e mormorava qualcosa, di cui Dorota carpì solo la
parola 'Nathaniel'.
-Vuole
che le chiami il suo fidanzato, Miss?-
La
signorina parve notare solo allora la presenza di Dorota, e farfugliò
fra i singhiozzi qualcosa ce sembrava un 'No, Dorota, Nate no, non
voglio vedere nessuno adesso'.
-Va
bene, Miss, non chiamerò il suo fidanzato, ma almeno vuole
fare colazione?>>
-N-no,
adesso non ho fame, grazie Dorota.-
-Miss
Blair, posso almeno sapere di che si tratta? Posso fare qualcosa?-
-No,
Dorota, sto bene, non preoccuparti, vai pure adesso.-
Dorota
si allontanò verso la porta quando venne colta da un pensiero
improvviso
-Miss
Blair, e il ricevimento dei Van der Bilt?-
-Il-Il
ricevimento dei Van der Bilt! Oddio devo prepararmi! Non posso
mancare! Devo essere perfetta, non voglio sfigurare davanti a
nessuno, specialmente davanti a quella troietta di Serena, io sono e
rimango la Queen Bee!-
Parlava
concitatamente mentre alcune lacrime ancora le sgorgavano dagli
occhi.
Dorota
sorrise. Ecco la vera Miss Blair.
Mentre
era viaggiava in limo per raggiungere la villa dei Van der Bilt fuori
città, Blair Waldorf stava tenendo una conferenza sul
contegno, la classe e l'orgoglio. L'unica spettatrice era lei stessa
però. Stava infatti riflettendo su come comportarsi: amava
Nate e avrebbe fatto pace con lui, anche se egli aveva baciato la
Piccola J credendo che fosse Serena. Lo avrebbe perdonato, d'altronde
anche lei aveva perso la verginità con un altro ragazzo e non
voleva che la loro perfetta storia andasse in frantumi. Decise anche
di comportarsi come nulla fosse con Chuck Bass, tanto per lui non era
altro che una ragazza con cui era andato a letto. E basta.
Una
volta scesa dalla prestigiosa auto, si diresse a salutare i padroni
di casa e a conversare con gli altri invitati in attesa che venisse
servito il pranzo.
Si
stava intrattenendo in una piacevole conversazione con la madre di
Nate sulla moda e lo stile, e non si accorse che qualcuno la stava
osservando da quando era arrivata.
Era
ormai da mezz'ora che lei era arrivata, ed era ormai da mezz'ora che
lei la guardava. Chuck Bass sorrise. Di solito lui le ragazze non le
guardava mai senza avere un secondo fine, ma quella volta era
diverso.
Perché aveva visto la Waldorf in un modo diverso,
sotto
una
luce
diversa. Non
era più la solita ragazza elegante e di classe, amante della
moda, ammiratrice di Audrey Hepburn, innamorata a tempo perso del suo
amico Nate e Regina dell'UES, o, per meglio dire, lo era, ma era
anche qualcosa di diverso.
Qualcosa
di più.
Aveva
dovuto riconoscerlo quando la sera prima lei si era profusa in quel
sensuale spogliarello: non si era spogliata completamente, né
era rimasta in intimo, questo no, ma era stata una visione,
una
bellissima
visione.
Si
versò del whisky in un bicchiere, quando una voce nota lo
raggiunse.
-Whisky
di già a quest'ora? Bass ti facevo più intelligente-
-Eddai
Waldorf, non fare la moralista, so quanto sai essere trasgressiva e
lo sai anche tu...immagino che non ci sia bisogno di ricordarti di
ieri sera. Oh, quanto eri discinta in quello spogliarello, peccato
che non ti sia spogliata completamente, anche se poi sono riuscito
comunque a vedere tutte le tue ,ehm, qualità
nascoste...-
Si stava divertendo a usare quel tono di voce così ironico,e
continuava imperterrito a sorridere sardonicamente.
-Smettila-,
sibilò Blair con livore crescente.
-Non
dicevi così ieri sera, nella mia limo...-, disse questa volta
con tono suadente, che non nascondeva però il lieve sapore di
ironia presente in ogni sua frase.
-Ieri
sera era ieri sera, Bass-tard-
-Ieri
sera che era ieri sera però hai perso la tua verginità
con me, Waldorf-
-E
con questo? Non vedo come la cosa dovrebbe importarti, sono solo una
ragazza in più che è venuta a letto con te, niente di
più, niente di meno-
-Tralasciando
il fatto che eravamo in una limo e non su un letto, Blair, anche nel
caso in cui la cosa non mi importasse, ricordati del tuo
fidanzatino...Come la prenderà? Beh, è vero che anche
lui è andato a letto con la tua migliore amica, ma tu Waldorf!
,So quanto sai essere vendicativa, ma pensavo che amassi Nate- -Lo
amo infatti, farò pace con lui e tutto tornerà come
prima, tutto tornerà perfetto-
-Se
lo dici tu, Blair...-
-Bene,
il pranzo sta per iniziare, vado ad accomodarmi- detto questo se
andò.
Chuck
poté ammirare la sua elegante figura avvolta in un abito da
cocktail bianco e nero con risvolti argentati e dorati. Molto bon
ton. E molto Blair.
Serena
Van der Woodsen arrivò al brunch in compagnia di Dan Humprey,
il ragazzo
solitario,
con mezz'ora di ritardo, cosicché la sua presenza venne ancora
più notata. Sapeva di essere bella, e molte volte aveva fatto
uso della sua bellezza per ottenere quello che non poteva avere solo
con i soldi.
L'ammirazione
e l'invidia della gente era quello che aveva cercato per anni,
insieme al divertimento sfrenato, ovviamente.
In
quel momento, tutti nel grande salone la stavano probabilmente
guardando: gli uomini con piacere e ammirazione, le donne con una
palese invidia; ma a lei, stranamente questo non importava, aveva Dan
accanto a sé, spaesato come può esserlo un bambino che
improvvisamente dall'aperta campagna va a vivere in una
inquinatissima ed enorme metropoli.
Serena
lo guardò e rise: dopotutto la sua situazione reale non era
così diversa da quella del suo pensiero. Daniel era stato
catapultato da Brooklyn all'Upper East Side. Dalla
feccia della società all'élite dell'élite di
Manhattan.
-So
di non sembrare a mio agio, ma in realtà sto benissimo, per
cui smettila di guardarmi con compassione, Serena, grazie-.
-Ma
io non ti sto affatto guardando con compassione!-
-Non
sarò ricco come Chuck Bass, ma non sono nemmeno stupido, anzi
per la verità sono molto intelligente, infatti...-
-Dan...-
-...sono
riuscito ad ottenere una borsa di studio per la scuola...-
-Dan...?-
-...più
prestigiosa di New York, pur essendo un semplice ragazzo di...-
-Dan!-
-...Brooklyn
e nonostante tutto mi tratti...Che c'è Serena?-
Finalmente
dopo dieci minuti buoni che lo chiamava e gli stropicciava la giacca
le aveva risposto.
-Il
brunch è iniziato, Dan, e vedi di finire i tuoi monologhi in
tempo per mangiare almeno qualcosa!-
-Oh,
sì...giusto, già il brunch...-
Dan
boccheggiava visibilmente a disagio, a Serena piaceva quando faceva
così, era divertente, così lo prese per mano come fanno
le mamme con i loro bambini e insieme andarono a mangiare fra la
confusione generale, l'imbarazzo di Dan e le sguaiate risa di Serena.
Ormai
il brunch era finito e tutti avevano ricominciato a chiacchierare
tranquillamente, anche Serena e quel Dan Humphrey.
Nate
aveva visto tutta la scena precedente il pasto. Era irritato, Serena
era una che rideva spesso, in verità, ma con lui non lo aveva
mai fatto così sinceramente, così di
cuore.
Non
era solo irritato, era anche geloso: amava Serena da sempre, da
quando erano bambini. Ma lei lo aveva considerato sempre e solo un
amico, allora lui si era fidanzato con Blair, che lo amava
disperatamente.
-Allora,
Nathaniel, com'è il brunch dei Van der Bilt?- Venne riscosso
dai suoi pensieri dalla voce petulante del nonno materno.
-Perfetto
come sempre, nonno.-
-Un
giorno ne darai di migliori-, rispose il nonno con affettazione.
-Lo
spero, William-, s'intromise così nella conversazione suo
padre Howard.
Nate
sapeva che la conversazione stava per vertere sul suo futuro, per cui
si congedò educatamente dal padre e dal nonno, che iniziarono
infatti a parlare concitatamente.
Quell'argomento
lo metteva in soggezione: sapeva che per avere successo avrebbe
dovuto sottostare agli ordini della sua famiglia, ma non aveva
tuttavia ancora voglia di parlarne.
Così
decise di andare a vedere dov'era Chuck e di stare un po' a parlare
con lui.
Blair
quella sera tornò a casa molto tardi: si era trattenuta fino
al tardo pomeriggio dai Van der Bilt e una volta rientrata in città
aveva fatto una lunga passeggiata per rilassarsi. Di solito preferiva
un lungo bagno caldo nella sua vasca idromassaggio, ma la frizzante
aria di fine ottobre era l'ideale per schiarirsi le idee. Era stata a
Central Park: un posto in cui non andava molto spesso perché
era frequentato soprattutto da gente di ceto molto più basso
del suo ma che era comunque molto bello e pulito. Il polmone della
Grande Mela.
Cenò
da sola dopo essersi messa in tenuta da notte: la madre era uscita e
il padre ora abitava in Francia.
Prima
di coricarsi dette un'occhiata al telefono e vide le nuove notizie di
Gossip Girl:
“Ecco
di nuovo a voi Gossip Girl: la vostra sola e unica fonte sulla vita e
gli scandali dell'élite di Manhattan: Lo scandalo di oggi?
Eccovelo subito.
Serena
Van der Woodsen ha portato il ragazzo solitario al blindatissimo e
élitarissimo brunch dei Van der Bilt. Forse fra loro c'è
più di una semplice storiella? Beh, lo vedremo, ma attenta S,
ora che hai posato gli occhi su il ragazzo solitario sei sicura che
rimarrà tale, o forse potrebbe diventare interessante anche
per qualcun'altra? Beh, lo vedremo...
XOXO,
Gossip Girl.”
Odiava
sentir parlare della sua ex-migliore amica, ma si rallegrava del
fatto che non vi fosse stato nessun accenno a lei e Nate che si erano
accuratamente evitati durante il brunch.
Succedeva
sempre così quando si parlava di Serena: l'attenzione di tutti
era catalizzata su di lei e basta. Ma almeno, quella volta le era
tornata utile: non voleva speculazioni sulla sua vita privata, anche
se poi era la prima a farle su quelle degli altri.
Intendeva
ovviamente fare pace con Nate, ma ancora non si sentiva pronta, e poi
voleva fargliela pagare per il bacio che aveva dato alla Piccola
Humphrey credendola Serena.
Quando
avrebbero fatto pace, avrebbe anche dovuto dirgli di non essere più
vergine, anche se non gli avrebbe certo detto che aveva perso la sua
purezza su una limo con Chuck Bass.
Quel
brutto Bass-hole! Non aveva certamente perso tempo nel farle
battutine allusive alla sera precedente! Accidenti! E lei che si era
avvicinata solo per dirgli di non iniziare a bere a quell'ora! Non
l'avrebbe più fatto, se Bass-tard voleva morire per un tumore
al fegato, bene che lo facesse anche in quel momento!
Dopo
un bel po' di maledizioni a motherChucker, la ragazza finalmente si
addormentò, sognando di essere finita nel set di Colazione da
Tiffany.
Dorota
era andata in bagno, e prima di rientrare nella sua stanza passò
a vedere come stava la signorina. Aprì piano la porta e si
avvicinò al letto: Miss Blair dormiva beatamente, doveva
essersi finalmente calmata.
Mormorava
qualcosa a proposito di Audrey Hepburn: doveva star facendo un sogno
su di lei, sulla sua attrice preferita.
Dorota
era a suo servizio da che Miss aveva cinque anni, e ormai vi si era
affezionata, anche se sapeva che la signorina non piaceva a molta
gente ed aveva tutt'altro che un caratterino buono come faceva
pensare il suo aspetto.
Ma
le voleva bene, ormai, e sapeva che anche Miss provava lo stesso.
Rimboccò
le coperte alla signorina Blair come se fosse una bambina e se ne
andò silenziosamente.
<>, le sentì mormorare.
Angolo
dell'autrice:
Ciao!
Sono Gossip Girl! No, scherzo sono Dark_Iris, altrimenti detta
Giulia.
Questa
è la mia prima fanfiction a più capitoli, per cui siate
clementi nelle recensioni!...Comunque se non vi dispiace lasciatemi
anche solo un commentino, giusto per dirmi se vi piace o no! Se
invece volete prendere qualche punto in più per la vostra
recensione dilungatevi pure, a me fa piacere!
Finiti
i convenevoli, passiamo alla storia: è ambientata
cronologicamente dopo la puntata 1x07 (quella dove Blair perde la
verginità con Chuck, per intenderci), anche se da ora in poi
sarà una mia personale rielaborazione e anche le cose
precedenti la puntata sono state rielaborate (ad esempio Blair non ha
ancora fatto pace con Serena).
Il
titolo della storia deriva da un verso della canzone Undisclosed
Desires dei MUSE, e significa 'voglio soddisfare i desideri nascosti
del tuo cuore'.
La
storia è prevalentemente una CHUCK&BLAIR, anche se, come
avrete notato dal mio usare vari punti di vista, ci saranno anche
altre storie, principalmente SERENA&DAN (odio le Serena&Nate)
e NATE&VANESSA (odio anche la Piccola J, ma in questa fic se la
metterò vedrò di darle una connotazione più
positiva).
NOTE
SUPPLEMENTARI
Per
quelle/i più modaiole/i ecco i vestiti di Blair e Serena al
brunch dei Van der Bilt:
Blair:
http://www.donnamoderna.com/moda/tendenze/la-doppia-vita-degli-abiti-da-cocktail/foto-5#title
(mi è sembrato adatto visto il suo stile classico ed
elegante)
Serena:
http://www.makewear.com/it/una-linea-di-un-ginocchio-lunghi-fino-alle-spalle-vestito-da-cocktail-in-chiffon-verde_p1796.html
(per lei ho scelto invece un vestito più spumeggiante, di un
bel verde acido che si accorda bene con i suoi capelli biondi)
Penso
che il prossimo aggiornamento avverrà fra una settimana o giù
di lì.
Un
bacione a tutti quelli che mi faranno il piacere di leggere ( e
commentare se avete voglia XD!)
Dark_Iris
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** II Capitolo ***
*Capitolo
2*
Una
settimana dopo...
Driiin!
-Dorota,
non senti che il campanello sta suonando da dieci minuti!? Che
aspetti ad aprire?-
Driiin!
-Vado
subito Miss Blair!-disse l'altra precipitandosi alla porta.
Blair
scosse la testa. Da quando Dorota usciva con Vania stava sempre con
la testa fra le nuvole. Prima o poi avrebbe dovuto farle una bella
ramanzina, ma intanto stava a vedere gli sviluppi della 'love story'
fra la sua cameriera e il portiere.
Uscì
dalla sua stanza per vedere chi fosse il nuovo arrivato quando ebbe
una piacevole sorpresa: si trattava di Nate.
-Nate!
Che ci fai qui?-, era felice del suo arrivo e il suo tono non lo
nascondeva: era ormai arrivato il tempo di far pace e perdonarlo.
-Dovevo
parlarti, Blair-.
Blair
Waldorf sentì una raffica di vento freddo squarciarle l'anima.
Il
tono di voce del ragazzo era raggelante, ma la ragazza decise di
ignorarlo e proseguire sulla sua strada.
-Davvero?
E di cosa?-
-Di
noi-
Una
seconda raffica si unì alla prima. La ignorò di nuovo.
-Di
noi? Nate, ci ho pensato: sono disposta a perdonarti per la storia
del bacio durante il ballo in maschera, d'altronde nemmeno io sono
immune da prediche: devo confessarti di aver perso la mia verginità
la settimana scorsa-
Aveva
parlato guardando dritto negli occhi il ragazzo, il quale sembrava
più sorpreso che dispiaciuto della sua ultima rivelazione.
-Davvero?
E con chi, scusa?-
-Sì-,
la ragazza fece finta di ignorare la seconda domanda, -ma possiamo
ricominciare da capo, Nate! Non voglio perderti! Io ti amo!-
-Io
no-
La
terza raffica che sentì era più forte e fredda delle
altre due messe insieme. Si accasciò su una poltroncina
dell'anticamera in cui erano rimasti a parlare.
-Blair,
mi dispiace, ma non ce la faccio più a continuare questa
farsa: amo Serena da sempre ed era da prima del suo ritorno che
volevo rompere con te; l'unica ragione per cui non l'ho fatto era che
non volevo vederti soffrire, non ti amo, ma ci tengo a te comunque,
Blair...-
-Quindi
io per te sarei sempre stata solo un ripiego? Ma certo avrei dovuto
capirlo prima: tutti preferiscono Serena a me, ma io avevo creduto
davvero che tu fossi diverso, evidentemente mi sbagliavo...-
-Blair...-
-Vattene,
vattene Nate! E' finita, contento? Non era quello che volevi? Ora
lasciami in pace!-
Mentre
gridava si era alzata dalla poltroncina e aveva spalancato la porta,
dalla quale il ragazzo uscì mestamente. Appena la richiuse,
cadde in a un pianto a dirotto.
*
* *
Serena
Van der Woodsen sapeva perfettamente di non essere una ragazza
impressionabile e dalla lacrima facile; ma quando entrò in
quel lussuoso bagno e vide Blair Waldorf pallida e smunta dopo aver
vomitato anche l'anima, ebbe un fugace dubbio sulle convinzioni della
sua intera esistenza.
-Blair...pensavo
ne fossi uscita, ormai-
-C-che
ci fai qui, Serena?-, chiese la mora con un tono flebile, ben diverso
da quello così imperioso e sicuro che usava abitualmente.
-Mi
ha fatto entrare Dorota, volevo parlarti...-
-Beh,
io non voglio parlare con te, per cui vattene-, la voce di Blair
voleva essere sicura, mentre in realtà era solo un debole
lamento, che Serena riuscì a cogliere solo perché le si
era inginocchiata vicino.
-No,
non me ne vado: non ora che hai bisogno di me. La bulimia è un
problema grave, Blair.-
-Uff...Per
quello che te ne importa di me, lasciami stare, torna dove sei stata
per tutto questo tempo, non...-
-No,
devo spiegarti perché me ne sono andata. E non è perché
sono andata a letto con Nate! C'è dell'altro, e ben più
grave!-
Serena
poté vedere gli occhi di Blair sgranarsi per la sorpresa,
mentre le raccontava di Pete, della dose che gli aveva passato e che
l'aveva fatto morire e che l'aveva sconvolta a tal punto da dover
fuggire dall'UES.
-Alla
fine l'hai detto perché te ne sei andata...-la voce di Blair
aveva ormai riacquisito sicurezza.
-Sì,
prima o poi avrei dovuto farlo, e comunque volevo ritrovare la nostra
vecchia amicizia, B, mi sei mancata tanto! Lo sai come sono, sai che
quello che feci con Nate probabilmente lo rifarei anche adesso, ma
sai anche quanto ci tengo a te, e vorrei che tu mi permettessi di
dimostrartelo-.
-Lo
sai che non ti perdonerò mai, vero?-
-Certo-
-Anche
tu mi sei mancata, S.-
Serena
sorrise alla sua amica ritrovata, e le chiese se avesse fatto pace
con Nate.
-Ci
siamo lasciati due giorni fa.- Fu la laconica risposta.
-Oh,
B...-
-No,
non ti preoccupare Serena, è stato meglio così, in
fondo lui è stato sempre innamorato di te, no?- la mora aveva
parlato con amarezza, e Serena sentì di capirla.
-Già-,
dovette convenire, -come stai adesso?-
Con
il termine 'adesso', Serena non intendeva ovviamente quel frangente,
ma l'intera situazione, e la sua amica capì al volo.
-Meglio,
anche se ho avuto una ricaduta...-
Era
ricaduta nella bulimia.
Blair
ne soffriva fin dagli albori dell'adolescenza, quando stava male,
ovviamente non in modo fisico. Serena le era sempre rimasta accanto e
l'aveva sempre sostenuta, tranne nell'ultimo anno.
-Mi
dispiace, B.-
-Anche
a me, però adesso usciamo di qui, ho da farti vedere un film
in cui Audrey Hepburn ha recitato giovanissima, una rarità!-
-Ehi,
non sarà mica in bianco e nero!?-
-Certo
che lo è, sciocca!-, Per la prima volta da quando Serena era
tornata a Manhattan, Blair le sorrise, e lei dimenticò quanto
odiasse i film in B/N.
*
* *
Chuck
Bass in quei giorni stava decisamente pensando troppo.
Pensando
troppo a lei.
E
glielo si leggeva perfettamente in faccia. Se ne era accorto persino
suo padre Bart, quando il giorno prima era andato dal figlio per
annunciargli l'ormai prossimo matrimonio con Lily Van der Woodsen.
Sto
proprio andando a puttane.
Pensò
Chuck, non rendendosi conto che in effetti a puttane ci andava
letteralmente dalla tenera età di dodici anni.
-Signor
Bass, la prego di fare presente anche a noi il frutto dei suoi
pensieri che la tengono occupato dall'inizio della lezione,
altrimenti vada immediatamente fuori dalla classe!-
L'odiosa
voce di quella stupida Smith insegnante di geografia lo distolse per
un attimo da quella certamente più sensuale di Blair Waldorf
che gli aleggiava per la testa.
Senza
degnare di uno sguardo la sua vecchia prof zitella e dal naso adunco,
il ragazzo uscì dall'aula e si ritrovò nei corridoi
deserti della Saint Jude.
Decise
di scendere in cortile a fumare una sigaretta: non avrebbe potuto
secondo il regolamento, ma i soldi di suo padre gli potevano far fare
quello che voleva.
Fu
sorpreso quando nel cortile che condividevano con l'altra scuola
d'élite dell'UES, la Constance Billiard School, un istituto
solo femminile,però d'altronde anche la Saint Jude era solo
maschile; vide una ragazza seduta compostamenente su alcuni gradini
intenta a leggere un libro di versi di Baudelaire.
Non
aveva dubbi su chi fosse.
-Waldorf!?
Che ci fai qui?-chiese curioso, ignorando la strana sensazione che
aveva iniziato a provare da alcuni giorni quando pensava a lei.
-Potrei
farti la stessa domanda.-, rispose quella senza neanche staccare gli
occhi dal libro.
-Sono
stato mandato fuori-
-Anch'io-
-Tu?
La secchiona dalla media perfetta?
-Io.
Quella dannata Carr me la pagherà-
-Sentiamo,
perché ti avrebbe sbattuta fuori?-
-Ho
preso una B in un tema- Blair mise su un delizioso broncio, -le ho
chiesto il motivo, mi
ha risposto che era mediocre e da lì è partita una
discussione con la quale mi ha sbattuta fuori. Tu immagino invece
sarai stato mandato via per totale mancanza d'interesse alla
lezione.-
Con
un sogghigno Chuck le fece capire di aver indovinato.
-Che
c'è, Blair?-, chiese dopo averla ben osservata ed aver visto
che si era fatta pensierosa. La ragazza parve esitare e lui allora si
domandò se non stesse per chiedergli qualcosa di...
-Nate
ti ha parlato?-
-Sì-,
Chuck sospirò: ci aveva visto giusto-vi siete lasciati.-
Era
una affermazione che almeno un po' lo rincuorava; anche se lui non ne
capiva il motivo. Guardando però la ragazza capì che
lei non provava le stesse cose: si sentì irritato al pensiero
che lei amasse ancora alla follia Nate.
In
fondo quei due si erano lasciati, e poi Nate non la amava. Glielo
aveva detto quando era andato a casa sua per parlare dei suoi
problemi familiari: alla fine Nate aveva tirato fuori anche
l'argomento Blair, e si era dichiarato contento che fosse chiuso.
-Sai,
Waldorf, non esiste solo Nate al mondo...Non rieso proprio a capire
come tu non riesca a farti una ragione per il fatto che vi siete
lasciati.-
-Noi
torneremo insieme! Io lo amo! E anche lui pure se ora dice di no,
sono convinta che mi ami.-
Chuck
scoppiò a ridere.
-Certo,
da come guarda Serena non ci sono dubbi sul suo amore per te!-
-Lui
crede di amarla, io lo so che deve stare con me! E' la cosa giusta!
Ma cosa puoi saperne tu dell'amore, Chuck Bass ?.-
Aveva
pronunciato il suo nome come un insulto, e lui reagì d'impulso
afferrandole gli avambracci e tirandola su con uno strattone l'attirò
a sé.
-Ehi,
il libro...lasciami Bass-tard, mi fai male!- si lamentava la ragazza.
Lui
la ignorò e anzi la strinse più forte ancora.
-Dell'amore,
Waldorf, ne so molto di più di quanto voglia farti intendere.-
Quando
posò le sue labbrasulla bocca tinta di rosso della ragazza, la
trovò già schiusa e pronta per un suo bacio, che arrivò
impetuoso lasciandoli senza fiato.
Dopo
pochi attimi però Chuck Bass si scansò da quel bacio
sempre più profondo e dannatamente passionale.
Se
ne andò senza neanche una parola di commiato per la mora.
Sentiva
di essersi sbilanciato, ed aveva paura.
Sì,
paura che continuando a baciarlo Blair riuscisse a leggergli dentro.
Nel
cuore.
*
* *
Quella
sera nella sua lussuosissima Jacuzzi Blair Waldorf ripensò
agli avvenimenti dell'ultima settimana. Avvenimenti che si erano
susseguiti uno dopo l'altro, senza pause, senza attimi che le
lasciassero il tempo di assimilare che cosa fosse successo.
Così,
approfittando di un pomeriggio senza impegni, la Queen Bee aveva
deciso di godersi un bel bagno rilassante mentre rifletteva sugli
avvenimenti di quei giorni: la perdita della sua verginità con
Chuck, la rottura con Nate, la bulimia che tornava ad assalirla, la
pace con Serena...ed ultimo: l'incontro con Chuck Bass di poche ore
prima.
Se
l'aver parlato con il Bass-hole l'aveva turbata, baciarlo con
passione l'aveva fatta totalmente ammattire. Si rallegrava solo del
fatto che lui si fosses staccato dopo solo pochi attimi.
O
forse se ne dispiaceva?
E
poi perché il cuore le batteva forte se ripensava alla limo
della settimana prima?
-Uff!
Questo MotherChucker la deve proprio smettere di mandarmi in
confusione, non penserò a lui un minuto di più!- si
disse con determinazione a voce alta. Rimase a godersi il bagno caldo
ancora per una mezz'ora, ascoltando nel frattempo
con
il Blackberry le sue canzoni preferite. Quando la playlist arrivò
ad 'Undisclosed Desires' abbassò appena il volume e si
mise a cantarla anche lei, soavemente: quella canzone era troppo
bella per essere cantata con superficialità.
*
* *
Blair
Waldorf però non era la sola a riflettere in quell'attico:
c'era anche Dorota Kishlovsky, la domestica tuttofare, che in quel
momento puliva l'argenteria e ripensava al suo ultimo incontro
galante con Vanya, avvenuto quella mattina mentre l'aveva aiutata a
portare le borse della spesa.
-Oh,
Vanya...-
Venne
riscossa dai suoi pensieri amorosi dalla voce della padroncina che la
chiamava per farsi aiutare a provare un nuovo vestito dalla chiusura
impossibile, regalatole da sua madre come indennizzo per essere stata
sei mesi in Europa e non essersi minimamente preoccupata per la
figlia.
-Arrivo
signorina Blair!-
Dorota
l'aiuto e ammirò il bellissimo effetto che il blu donava alla
sua carnagione.
-Quando
lo indosserà?-
-Non
lo so, ma conoscendo mia madre sarà meglio farlo il prima
possibile.-
Dorota
vide che Miss Blair si era rattristata pronunciando quelle parole, e
cercò di rincuorarla.
-Sua
madre le vuole bene-
-Certo-
Miss Blair si tolse sgraziatamente l'abito, -infatti mi critica
sempre, e non come un a madre alle prese con un'adolescente
problematica, a volte penso che lei mi critichi per il solo fatto che
esisto.-
-Non
dica così, Miss...- Ma Dorota sapeva che in fondo la signorina
non aveva tutti torti a pensare così: Eleanor Waldorf non si
comportava affatto da madre.
Menomale
che c'era lei.
Angolo
dell'autrice:
Ciao
a tutte/i^^
Ecco
il secondo capitolo! Che ne dite? Dai, a me sembra passabile XD
Non
so se avrete notato che nonostante la lunghezza uguale, in questo
capitolo vi sono poche scene lunghe, a differenza del primo. Questo
perché l'altro era un'introduzione alla storia vera e propria,
che comincia da ora, quindi penso che i prossimi capitoli
somiglieranno più a questo che al primo, da questo punto di
vista.
NOTE:
Nell'originale
inglese Blair 'crea' tre aggettivi per Chuck (offensivi naturalmente,
eh!), storpiando alcune parolacce inglesi. Li ho usati anche nello
scorso capitolo, però mi sono dimenticata di spiegarli per chi
leggesse e non ne conoscesse il significato. Vabbè, lo spiego
ora.
Gli
aggettivi sono Bass-hole, Bass-tard e MotherChucker.
Ecco
la loro forma originale e il significato:
-Ass-hole=stronzo,
-Bastard=
bastardo
-Motherfucker=figlio
di puttana
Proprio
dolci, eh?
Tutte
le informazioni sui personaggi non le invento io, ma le prendo da
Wikipedia (per esempio il cognome di Dorota).
Come
al solito, ecco la parte modaiola di me che parte alla riscossa: ecco
il vestito che si prova Blair:
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://magazine.zankyou.com/es/wp-content/uploads/2009/04/1266.jpg&imgrefurl=http://www.zankyou.com/it/magazine/p/vestiti-da-cocktail-la-sposa-2009&usg=__6fiHbB5VdkIbdQwbYNkmFbKVDU4=&h=300&w=209&sz=7&hl=it&start=4&sig2=1pKiiSKk3QEHPO8fMWcUfg&zoom=1&tbnid=YPDCb1RKgI13WM:&tbnh=116&tbnw=81&ei=tI4kTuHnMYXcsgaklaiYAg&prev=/search%3Fq%3Dabito%2Blungo%2Bblu%26hl%3Dit%26rlz%3D1T4SVEA_it___IT359%26biw%3D1366%26bih%3D556%26tbm%3Disch&itbs=1
La
canzone 'Undisclosed Desires' che ascolta Blair nella vasca da bagno
è dei MUSE e è appunto un verso di questa canzone che
dà il titolo alla mia fanfiction.
Ecco
il link della canzone, nel caso vi interessi:
http://www.youtube.com/watch?v=R8OOWcsFj0U
Il
prossimo aggiornamento ci sarà fra una settimana o una decina
di giorni al massimo.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio
di cuore ChairAddicted e
cuoredpanna per avere recensito,
e poi anche tutti i lettori silenziosi, sperando che prima o poi mi
lascino un commentino.
BACìONììììì,
Dark_Iris
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** III Capitolo ***
*Capitolo
3*
“Mio
padre non può essere un criminale. Non lo è. Non può
esserlo.”
Questo
era quello che si ripeteva Nate Archibald nella camera nel padre,
intento a cercare - e a sperare che invece non ci fosse – la
prova della disonestà del genitore.
“Ho
controllato quasi tutto e non è venuto fuori niente, controllo
un attimo là sotto il materasso tanto per sicurezza ed esco.
Mio padre è non è un delinquente.”
Non
l'avesse mai detto.
Sotto
il materasso trovò infatti almeno una decina di bustine
contenenti una sostanza bianca e fine. Dopotutto quando si tratta di
nascondere le cose 'di valore' i ricchi non sono così tanto
diversi dai poveri.
Capì
all'istante di che si trattava, anche se desiderava ardentemente
essere ignorante in materia.
Cocaina.
“Voglio
morire”, pensò. “Sarebbe stato meglio se non
avessi ascoltato quella maledetta conversazione fra lui e quel boss
mafioso...”
I
suoi sospetti sulla dubbia onestà del padre risalivano infatti
a due giorni prima, quando ascoltando una conversazione fra lui e
Vizzini, uno degli ultimi veri gangsters di New York, aveva capito
che fra i due c'era una certa intesa d'affari.
E
tutti sapevano che il traffico di stupefacenti era il principale
affare della mafia newyorkese.
Sperava
con tutto sé stesso che suo padre non fosse coinvolto in tutto
quello, ma era venuto a conoscenza che i suoi affari stavano andando
male; ed era più che logico pensare che suo padre avesse
deciso di 'arrotondare lo stipendio' in quel modo.
-Nate!
Che ci fai qui? Volevi dirmi qualcosa, figliolo?-
la
voce del Capitano lo distrasse dai suoi ricordi: assunse un'aria
seria e con un triste sospiro disse:
-Dobbiamo
parlare, papà.-
*
* *
-Ciao,
Dan...-
Daniel
Humprey si bloccò nell'atto di entrare nella stanza: quella
voce gli era familiare anche se non la sentiva da molto tempo, era la
voce di...
-Vanessa!-
gridò un'altra voce familiare.
-Ciao
Rufus, che bello rivederti!-
-Vanessa...-mormorò
Daniel impacciato: non si vedevano da un anno, e l'ultima volta non
si erano lasciati granché bene.
-Dan,
il tuo entusiasmo mi sconvolge! E io che pensavo di farti una bella
sorpresa!-
-Puoi
essere certa di avermi sorpreso- rispose.
-Allora,
come mai sei tornata?-, chiese suo padre.
-Già,
come mai?-incalzò Dan.
-Sono
tornata per studiare: la scuola è lontana dalla riserva, così
ho fatto un concorso e ho vinto una borsa di studio per la Constance,
e poi mi mancava tanto New York...- disse la ragazza.
-Vanessa,
davvero hai vinto una borsa di studio per la Constance!? Io ne ho
vinta una per la Saint Jude!- esclamò Dan, felice per l'amica
e dimentico ormai del loro passato.
-Ora
ti riconosco, Dan Humprey!- esclamarono in coro Vanessa e suo padre.
-Ehi...non
mi guardate così come se prima fossi stato un alieno!- disse
con fare oltraggiato, ma venne prontamente ignorato dagli altri.
-Sarete
vicini di scuola...-disse Rufus.
-E
noi compagne!- esclamò Jenny, correndo ad abbracciare Vanessa.
-Davvero?
Jenny, anche tu ne hai vinta una?-
-Sì,
anche se non riesco ancora a spiegarmi come abbia fatto- rispose Dan
al posto di J, la quale era ancora impegnata in un 'abbraccio da
orso' con la riccia.
Dopo
aver parlato un altro po' andarono a cena, dopodiché Dan e
Vanessa uscirono per una passeggiata.
-Vanessa...mi
dispiace averti accolto freddamente oggi- iniziò Dan con aria
colpevole.
-Non
preoccuparti, Dan ti capisco: sono io quella che se n'è andata
via così, dopo che tu..-
-Mi
dispiace, ho rovinato la nostra amicizia...-
-Non
importa, io vorrei ricucirla, Dan-
-Anche
io. Ora mi vedo con una ragazza, per cui da quel punto di vista puoi
stare tranquilla-
-Bene!
E chi è la fortunata?- chiese Vanessa con curiosità.
-Te
la presenterò di persona-
-Mhnn
che c'è non mi dirai che è una bionda ricca e snob!-
-Ma
dai, che dici!- Diceva bene, e Dan lo sapeva, per questo desiderava
farle conoscere di persona Serena, perché capisse che lei non
era solo quello.-Solo che...-
-Solo
che?-
-Solo
che è ora di andare a casa, su!-
-Mhnn...ok
andiamo però mi devi far conoscere quella santa ragazza che ti
sopporta!-
*
* *
-Blair,
cara quale sarà il tema della festa del tuo compleanno?-,
chiese Eleanor Waldorf alla figlia durante il tè delle cinque.
-No
lo so. Serena vuole farmi una sorpresa.- rispose Blair chiedendosi
che cosa avesse in mente la sua amica.
-Conoscendo
Serena, sono sicura che sarà una festa a dir poco grandiosa!-
-Già.-
La
ragazza era fredda e laconica quando parlava con sua madre: le voleva
bene, certo, ma Eleanor era sempre così distaccata e critica
nei suoi confronti che a poco a poco Blair aveva assunto il suo
stesso atteggiamento.
Per
non essere ferita.
Purtroppo
per la Queen Bee sua madre aveva preso molto male il lento
distaccarsi della figlia, per cui era diventata ancora più
acida e fredda con lei, al punto da dirle che non sarebbe stata
presente alla cena per il suo compleanno: come ogni ragazza ricca e
di buona famiglia infatti, anche Blair Waldorf faceva due ricevimenti
per il proprio compleanno: una cena bon ton con i parenti, e poi una
festa scatenata con i suoi amici.
-Non
preoccuparti per il regalo, cara: è già nella tua
stanza. Ora se mi vuoi scusare vado ad aiutare Dorota a finire i
bagagli, non vorrei che mi mettesse in valigia le cose sbagliate.
-Va
bene mamma, a dopo.- Sospirò rassegnata.
“Tanto
a me non importa nulla di mia madre.”
Non
era vero.
E
lei lo sapeva.
*
* *
-Serena,
vieni in salotto, è venuto Nathaniel a trovarti!- la
squillante voce di sua madre riscosse Serena dal torpore in cui era
caduta.
-Arrivo!-
Raggiunse
in fretta il salotto della loro nuova casa e salutò
calorosamente l'amico.
-Ma,
Nate, che c'è? Sembri strano...hai qualcosa che non va?-,
chiese, preoccupata vedendo la faccia scura del biondo.
-Beh,
a dire la verità...Possiamo uscire un attimo? Così
posso raccontarti tutto...-
-Certo-,
rispose Serena, -mamma noi andiamo a fare una passeggiata!- aggiunse
rivolta alla madre.
-Va
bene, ma tornate presto, Serena questa sera ceniamo dalla nonna, e
sai bene quanto lei detesti i ritardi!-
-Ok
mamma...-
Mentre
camminavano, Nate le raccontò tutta la storia di suo padre, e
lei gli consigliò di denunciarlo alla polizia prima che
facesse altri danni. Lui accettò il consiglio di buon grado.
-L'unica
cosa che non capisco è il perché tu sia venuto a
confidarti con me, invece che con Chuck...o Blair- disse Serena dopo
una pausa di qualche minuto.
-Vedi...immagino
tu sappia che ho rotto con Blair; e per quanto riguarda Chuck ho
provato a parlargliene, ma in cambio ho ricevuto solo del
sarcasmo...-
-Già,
Chuck non è la persona ideale con cui parlare dei propri
problemi familiari...-
-E
poi- Nate prese fiato, -poi volevo confidarmi con te perché
sei una persona importante per me, Serena, io...-
-Nate,
ti prego no, non rovinare la nostra amicizia!- esclamò la
ragazza intuendo le prossime parole del suo interlocutore.
-Lasciami
finire, ti prego, Serena io...io ti amo, ti amo da sempre, lo sai,
no? L'hai sempre saputo...-
-Nate...io...lo
sai che per me sei sempre stato solo un amico...-
-Dannazione
sì che lo so! Ma non ce la facevo più a tenermi tutto
dentro! E poi quando sei tornata io pensavo che finalmente...- Nate
non riuscì a finire la frase: un nodo ferreo gli attanagliava
la gola.
-Finalmente?
No Nate...io sono tornata, sono cambiata, ma non sono cambiati i
sentimenti che provo, e per te io provo solo amicizia...grazie per
averla rovinata!- gridò Serena mentre alcune lacrime
iniziavano a pungerle gli occhi. La bionda se ne andò prima di
mettersi a piangere, piantando Nate all'ombra di un vicolo cieco.
La
ragazza aveva intuito da tempo i sentimenti di Nate, e pur essendone
lusingata, aveva sempre cercato di farli affievolire prima di tutto
per Blair, e poi perché sapeva che lui non era quello giusto
per lei.
Tornò
a casa e si sdraiò sul letto, provando uno strano senso di
solitudine: non poteva confidarsi con nessuno su quello che era
successo poco tempo prima: avrebbe rovinato sia i suoi rapporti con B
sia quelli con Dan.
*
* *
Una
settimana dopo...
-Blair
eccoti finalmente! Ti piace la tua festa?- le chiese Serena Van der
Woodsen tutta felice per il suo arrivo.
-S...Non
ci sono parole, è...è fantastica assolutamente!-
rispose Blair ammirata.
-Le
feste per i diciassette anni devono essere speciali, soprattutto
quelle per le regine, non è vero Queen Bee?-
-Nate
ci sei anche tu!-si sorprese B nel vederlo: avevano ormai fatto pace
da qualche giorno, ma non si aspettava di vederlo alla sua festa,
anche perché Serena le aveva raccontato tutto quello che era
successo la settimana prima, e invece...
-Ho
aiutato Serena nei preparativi per la festa, e sono felice che sia di
tuo gradimento Blair- ,precisò Nate.
La
ragazza diede un'occhiata più approfondita al salone, e poté
cogliere cosìì tutti i dettagli che le erano sfuggiti
prima.
La
festa era a tema giapponese, ma non sulla tradizione nipponica, bensì
sull'animazione, 3D, tecnologie...una cosa molto lontana dallo stile
di Blair, che per questo apprezzava ancora di più gli sforzi
dei suoi amici nell'organizzarla e per non avergliela resa troppo
strana e futuristica.
Per
la serata Serena le aveva fatto scegliere un mini abito nero molto
differente dal suo stile, era corto, monospalla, e gonna a ruches.
“Un
abito bon ton gotico. Perfetto per la serata giapponese!”
Blair
sorrise tra sé per il buon gusto dell'amica.
“Forse
frequentare Brooklyn
non
le ha fatto poi tanto male...”, rifletté ancora, per poi
stupirsi di quei pensieri.
“...Ma
adesso mi interessa sapere di più sul suo rapporto con
Nate...”
Chiamò
in disparte l'amica vestita di una maglia griffata bianca, leggings
grigi e stivali alti neri, e le chiese come mai si fosse fatta
aiutare da Nate e quale fosse ora il loro rapporto, preoccupata per
la relazione di Serena con Brooklyn.
-Oh
B! Con Dan, non chiamarlo Brooklyn! Va tutto bene: ho accettato la
collaborazione di Nate solo perché è un bravo
organizzatore, stai tranquilla non c'è niente fra noi...la
cosa che mi stupisce è che tu ti sia preoccupata della mia
relazione con Dan!- le rispose la bionda.
-Oh,
non dirlo a me! Sono la prima ad esserne stupita, è solo che
tu sei felicissima da quando stai con lui e mi dispiacerebbe se
ecco...-
-Ci
stai forse dando la tua benedizione, Queen B?- disse Serena con un
largo sorriso
-Chiamala
come ti pare!- rispose Blair sbuffando ma sorridendo anche lei
felicemente.
-Bene,
ora divertiamoci un po'!- concluse la bionda.
*
* *
La
festa stava proseguendo molto bene, Blair aveva ricevuto tanti bei
regali e non era ancora stata importunata da un certo Bass-hole
scocciatore...
-Tanti
auguri, Waldorf- disse una voce dal timbro caldo e roco dietro le sue
spalle.
-Pensi
al diavolo e spuntano le corna! Che vuoi Bass?- non aveva avuto
bisogno di girarsi per capire chi fosse il suo interlocutore.
-Sono
onorato
che
stessi pensando a me, cara Waldorf...- rispose il moro con quella sua
maledetta voce seducente.
-Di
certo non erano bei pensieri, Bass-tard- disse B cercando di non
cedere allo sgurado impertinente quanto seducente di Chuck.
-Oh...dal
rossore della tua faccia si direbbe che fossero pensieri alquanto,
come dire, piccanti...- disse Chuck accarezzandole lievemente una
guancia.
Lei
non si era nemmeno accorta di essere arrossita.
-E
invece no, Bass!- gridò lei, incapace di trattenere la rabbia
che quell'essere le aveva provocato.
-Shh,
shh va bene che siamo in un terrazzino isolato, ma non c'è
bisogno di urlare- sussurrò piano Chuck posandole un dito
sulle labbra.
Blair
approffittò del breve silenzio che seguì per osservare
meglio il suo interlocutore.
Non
era eccessivamente alto, anche se la superava di una decina buona di
centimetri quando non portava i tacchi; aveva i capelli appena più
scuri dei suoi, lisci, che però si arricciavano appena sulle
punte, dandogli un'aria lievemente diabolica e allo stesso tempo
innocente.
Gli
occhi marroni dal taglio leggermente a mandorla sembravano scrutare
ogni suo minimo particolare, quasi per riuscire a imprimerselo bene
nella mente.
Blair
sorrise a quel pensiero.
-Che
hai da sghignazzare, Blair?-
La
sua voce.
Oh,
la sua voce. Blair non ne aveva mai udita un'altra più
affascinante e seducente: era roca, calda e strascicata...era la voce
che ogni ragazza voleva sentire sussurrare parole d'amore al suo
orecchio.
Irresistibile.
Doveva
ammettere che quella voce la tentava anche quando stava con Nate,
anche se per lei Chuck non era mai stato più di un amico fino
alla notte della limo, notte nella quale oltre a perdere la sua
verginità, aveva iniziato a notare quanto Chuck Bass fosse
affascinante, lussurioso, passionale, impetuoso e delicato allo
stesso tempo.
-Allora?-
la sua voce la riscosse da quei pensieri. Si ricordò di non
aver risposto alla sua domanda di prima.
-Niente,
Bass. Affari miei.-, rispose cercando di mantenere la voce ferma e
decisa.
-Come
vuoi. Comunque ti ho portato una cosa. Vieni-, disse il ragazzo
cambiando improvvisamente tono, sembrando quasi insicuro.
La
condusse in una stanza attigua al terrazzino, la fece sedere sul
letto accomodandosi dietro di lei, e infine da una tasca del completo
nero ed elegante che indossava tirò fuori un astuccio
rettangolare.
-E'
stupenda...- mormorò la ragazza aprendo l'astuccio di pelle
blu contenete una splendida e fine collana di perle di Chanel.
-Non
riesco a credere che tu voglia regalarla a me-, mormorò ancora
la ragazza: aveva ricevuto dei regali bellissimi, ma quella collana
li batteva tutti, nessuno escluso: era elegante, fine, Chanel...era
di classe.
Proprio
come lei.
-Una
cosa così bella, deve essere indossata da una persona
altrettanto bella- ripose il ragazzo, voltando la testa e arrossendo
appena appena, come se si vergognasse, per timidezza, di quel che
aveva detto.
-Grazie...-
disse la ragazza dopo che lui gliel'aveva fatta indossare.
-Prego...-sussurrò
lui.
Fu
totalmente naturale.
Fu
totalmente naturale per loro baciarsi quando le loro teste si
scontrarono dopo che lei si girò per ringraziarlo, fu
totalmente naturale che le loro lingue si intrecciassero in una danza
giocosa, fu totalmente naturale abbracciarsi mentre si baciavano così
intensamente.
Fu
totalmente naturale per loro fare di nuovo l'amore, questa volta con
più consapevolezza e passione, e addormentarsi poi insieme, di
nuovo abbracciati in un groviglio di lenzuola di seta, in quella
stanza degli ospiti dell'attico di Blair Waldorf.
*
* *
Quando
Dorota la mattina seguente entrò nella stanza per fare le
pulizie, trovò i due ancora abbracciati teneramente.
Decise
di uscire per non svegliarli: erano bellissimi insieme.
Ma
anche strani.
Strani
perché non avrebbe mai pensato che vi potesse essere qualcosa
fra Miss Blair e il signorino Chuck. Sapeva bene quel che si diceva
di lui, e sapeva bene che la signorina amava il signorino Nate,
ragion per cui fra quei due non avrebbe mai dovuto esserci nulla, ma
erano così carini insieme che in quel momento tutto le sembrò
sbagliato in quella casa: pavimenti sporchi, residui di cibo sui
divani, bottiglie vuote sui tavolini e tutta la sporcizia inerente al
'the day after the party' tranne loro.
“Beh”,
si disse, “forse non sono così improbabili. Ma ora
andiamo da Vanya: sono due giorni che non lo vedo!”
E
corse nell'ascensore che ancora il palazzo dormiva per andare del suo
Vanya decidendo di non fare parola con nessuno dei due 'amanti'.
Angolo
dell'autrice:
Ciao!
Eccomi tornata puntuale! Mi stupisco di me stessa XD!!!
Stavolta
vi ho fatto penare per arrivare al momento Chair, eh! Penultimo
paragrafo ihihihi...Volevo farlo risaltare, e penso di essere
riuscita nel mio intento, sperando di non essere andata OOC.
Come
avete letto ho rielaborato alcuni avvenimenti di Gossip Girl per
adattarli alla mia fanfiction, ho cambiato pure i vestiti di B e S
nella scena della festa! Eh lo so sono un po' partita di capo...
Comunque
ora passiamo alle note e ai ringraziamenti:
NOTE
SUPPLEMENTARI
Ecco
come al solito i link dei vestiti (sì lo so di avervi rotto le
scatole ma proprio non resisto...)
Vestito
di Blair:
http://www.google.it/imgres?q=abiti+neri+corti&hl=it&tbm=isch&tbnid=9oGapOXli8MDAM:&imgrefurl=http://ilpaiolomagico.forumfree.it/%253Ft%253D52475141&docid=eS0T1f
La
maglia lunga di Serena:
http://www.abbigliamentofashion.it/prodotti/MAGLIA_LUNGA_t_shirt_FASHION_mini_abito_MINIABITO_44_46/sid,lhlbsomd6f416p2m8evbt1hrf5
La
collana Chanel di Blair:
http://www.google.it/imgres?q=collana+di+perle+chanel&hl=it&sa=X&tbm=isch&tbnid=268orNR3d7lRzM:&imgrefurl=http://vanity06.splinder.com/tag/chanel&docid=I6Eg1ydkpX
RINGRAZIAMENTI:
Grazie
infinite a Camy
XOXO, ChairAddicted e
cuoredpanna per
avere recensito,
ancora grazie a cuoredpanna
per
averla messa fra le preferite, grazie anche a Delena_Nian
e
Beatrix91
per
averla messa fra le seguite.
Grazie
mille anche a tutti i lettori silenziosi...
Bacìonì!
Dark_Iris
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** IV Capitolo ***
*Capitolo
4*
-Oh
Mio Dio!- esclamò Blair Waldorf scandendo bene la parole: non
poteva credere a quello che era successo quella notte con il
Bass-hole, e non poteva ovviamente credere di essersi risvegliata
stritolata
in
un suo abbraccio, che a quanto pare anche lei ricambiava.
“Fantastico”,
pensò. “Devo essere morta e precipitata dritta
all'Inferno. Questa non può essere altro che la dannazione
eterna”.
Si
mise a sedere sul letto: pensava che il moretto ancora dormisse,
invece quando voltò di nuovo il capo verso di lui si accorse
che la stava già fissando con sguardo diabolico e malizioso.
-Ciao,
Waldorf...- fu un sussurro.
-Pff...-
da lei ottenne solo un borbottio indistinto come saluto.
Ma
come cavolo faceva quello ad essere così...così...così
maledettamente Chuck Bass anche (si girò a guardare la
sveglia) anche alle 10 di mattina?
Le
sorrise di nuovo malizioso ma non fece nessun commento sarcastico
sulla sua educazione.
“Forse
la dannazione eterna non è così pessima come la
dipingono”.
-E
così sei di nuovo finita nella mia tela, Blair- quella voce
roca la distolse dalle sue elucubrazioni e la costrinse suo malgrado
a riportare lo sguardo su Chuck.
-E'
stata solo una notte...-cominciò.
-...che
però tu volevi non finisse mai...-continuò Bass.
-Smettila-
sibilò lei, intuendo dove stava andando a parare quel
MotherChucker.
-Oh
sì...adoro quando sibili, soprattutto quando dici
'ancora...ancora' come facevi ieri sera...davvero eri così
innocente,
casta e pura...- disse
lui calcando sulle ultime parole per farle capire che era stata tutto
fuorché quello.
-Non
oso immaginare che cosa avrai in serbo per la prossima volta-
continuò ancora lui.
-Non
farti illusioni, Bass-tard, non ci sarà una prossima volta-
disse lei con tono deciso alzandosi e uscendo dalla stanza.
-Waldorf!-
la richiamò Chuck.
Si
girò verso di lui.
-Non
fartene tu.- Disse il moro alludendo forse al fatto che una prossima
volta ci sarebbe sicuramente stata.
Blair
si richiuse la porta alle spalle e andò in camera sua,
chiudendosi a chiave e appoggiandosi alla porta.
“Mi
correggo: la dannazione eterna è decisamente
peggiore
di come la dipingono, è orribile,
assolutamente orribile”.
*
* *
Il
ragazzo solitario prese fiato con malcelata paura come se stesse per
affrontare cinque minuti di apnea in una piscina piena di piranha.
-Serena
vorrei presentarti una persona- disse infine espirando fuori tutte le
once d'aria che aveva nei polmoni.
-Ok
Dan va bene, per cui puoi toglierti dalla faccia quell'espressione da
cucciolo maltrattato.- sospirò la sua ragazza, probabilmente
ormai abituata al suo ormai noto
coraggio
da leoni vecchi, rugosi e rachitici, come
l'aveva definito una volta Vanessa.
Ecco,
Vanessa.
Dan
la voleva presentare a Serena: V era importante per lui, così
come S, per cui era sostanzialmente questione di logica farle
conoscere.
-Non
stavo facendo quell'espressione!- esclamò.
Un'occhiata
eloquente della bionda però lo zittì.
-E
va bene forse la stavo facendo, ma che ci posso fare se sono un tipo
espressivo? Non sono mica uno stoccafisso, io! Se vuoi stare con uno
del genere allora fidanzati con Bart Bass!- si lamentò come
suo solito.
-Dan...Bart
Bass è il fidanzato di mia madre, inoltre sto con te, no?
Smettila di lamentarti come una dodicenne con la sindrome
premestruale!- lo brontolò Serena.
Il
caso voleva che in quel preciso istante nel localino di Brooklyn in
cui si trovavano i due la radio passasse Hot N' Cold, proprio al
verso “yeah
you PMS, like a bitch, I will know”.
I
due ragazzi si sentirono morire.
Anche
se per cause, come dire,
leggermente
differenti.
Perché
se Dan stava morendo di umiliazione, Serena stava letteralmente
crepando dal ridere, il che naturalmente le attirò addosso più
del solito gli sguardi dei ragazzi presenti nel locale e che ebbe
come logica conseguenza il repentino resuscitare di Daniel e le sue
occhiatacce malevole a ogni individuo di sesso maschile seduto al
“Marco's”.
Il
ragazzo decise di portare via la bionda che rideva come se fosse
stata affetta dall'incantesimo Rictumsempra della Saga di Harry
Potter.
-Serena
ma si può sapere che hai!?- sbottò alla fine.
-Sc-scusa
Dan...ahahaha! Mi dispiaahahaha..ace...- tentò di articolare
lei fra le risa.
-Non
mi trattare come una prostituta scema, grazie!-
-Beh,
più che una prostituta scema sembri una cinquantenne in
menopausa con caldane e balzi d'umore ogni due minuti, Brooklyn.-
disse una voce altezzosa alle loro spalle.
-Grazie
Waldorf, sempre molto gentile nei miei confronti...- le rispose
seccato.
Lei
fece un sorrisetto al vetriolo e poi si rivolse a Serena.
-S,
sono venuta a prenderti dove mi avevi detto. Ora andiamo alla
sfilata.-
-Certo
B- asserì la bionda ormai calma.
-Sfilata?-
interloquì Dan.
-Sì,
Jimmy Choo...-precisò Blair -Ora andiamo. Arrivederci
Humphrey.-
Dan
le fece un vago segno di saluto, per poi baciare la sua ragazza e
lasciarla andare.
-Ciao
Daaan!- Gridò lei ormai dentro la limousine.
Dan
le sorrise.
-Ciao,
Serena!-
“Ti
amo”, pensò.
*
* *
Lily
Van der Woodsen non prendeva decisioni avventate. Mai.
Però
ancora non si spiegava come aveva potuto essere capitata in quella
galleria d'arte.
D'accordo,
doveva ammettere che l'arte le piaceva, soprattutto quella moderna e
le avanguardie del Novecento, ma andava a vedere i quadri di persona
solo nelle più altolocate gallerie europee, non in quelle di
Brooklyn. Per quelle lì c'era la sua esperta d'arte di
fiducia, che sceglieva i dipinti in sua vece e gusto.
Ma
quella galleria era diversa.
I quadri esposti erano per lei quasi tutti mediocri, con solo qualche
eccezione di alta qualità.
“Non
capisco come i quadri di Allison siano così quotati,
evidentemente i critici oramai non sono più tali”,
pensò.
Sentì
un fruscio dietro di sé e girandosi vide Rufus Humphrey che la
stava squadrando con attenzione.
-Lily...ormai
sei qui da molto, anche se ho sempre pensato che i quadri di Allison
non ti piacessero affatto-, notò lui.
“Mi
hai sempre conosciuta bene, eh Rufus?”
Gli
sorrise altezzosamente, per poi dire che vi erano delle belle
eccezioni in quella mediocrità totale.
-Se
Allison fosse qui immagino che ti ringrazierebbe con molto calore-
disse lui con malcelata ironia -ma non mi spiego come mai tu sia
venuta di persona ad esaminare la galleria. Se non ricordo male
l'altra volta avevi mandato una bella ragazza in tua vece...-
-Avresti
forse voluto rivederla, Rufus? E io, una povera ingenua pensante che
tu fossi ancora fedele alla
cara,
carissima Allison-
colse la palla al balzo per metterlo a a disagio e farsi due risate:
sapeva che quando gli si parlava così iniziava a balbettare
come uno sciocco.
-Io
no...cioè sì..no...io sì, no..io..- tergiversò
infatti.
-Oh,
deciditi Rufus, per favore!-, lo interruppe lei con fare
melodrammatico -Vorrei comprare questo quadro, comunque.- cambiò
tono indicando con un elegante gesto il quadro alle sue spalle.
-Certo
come vuoi.- le disse dopo essersi finalmente ripreso.
Lily
sorrise, ma lui non poté vederla essendo girato ad incartare
il quadro.
“Rufus,
in tanti anni non sei cambiato affatto. Peccato che non sei più
mio. E che io mi sposerò con Bart.”
La
donna sospirò: era davvero quella la cosa giusta da fare?
Per
il suo orgoglio, sì, certamente.
Ma
per il suo cuore?
Per
un momento l'armatura di forza e compostezza che si era cucita
addosso da molti anni, sembrò vacillare, e forse sarebbe
caduta del tutto se in quell'istante l'uomo si fosse voltato a
guardarla.
Ma
ciò non accadde, e quando la donna bionda uscì di lì
l'armatura era tornata perfettamente al suo posto: e per quanto
ancora ci sarebbe rimasta non la preoccupò in quel momento.
*
* *
-Chuck,
Chuck! Non crederai mai a quello che mi è successo!- esclamò
Nate tutto felice piombando nella sua stanza senza il minimo riguardo
per l'educazione.
Chuck
scosse la testa. Era abituato alla straordinaria ingenuità
dell'amico.
“Ti
conosco perfettamente Nate. So come sei fatto, e so anche quello che
mi dirai adesso.”
-Ho
conosciuto una ragazza fantastica!-
Chuck
gli ammiccò. Aveva indovinato, naturalmente.
Il
biondo cominciò un'interminabile monologo su 'Vanessa' e il
moro, attento ad annuire ogni trenta secondi, cominciò a
riflettere, come faceva sempre quando il cicaleccio di Nate diventava
troppo opprimente.
Chuck
sorrise osservando l'amico parlare con una strana luce negli occhi.
La cosa lo disgustava: non si sarebbe mai ridotto in quello stato.
Non
credeva nell'amore, lui. O meglio, non credeva che l'amore fosse
fatto per uno come lui.
Veloce
come un fulmine l'immagine di Blair gli balenò nella testa,
per poi andarsene dopo avergli sorriso.
“Beh,
forse con lei...”
Ma
Chuck scacciò via anche quel pensiero, e cercò di
ascoltare il monologo di Nate sulla fanciulla del popolino che a
quanto pare in due ore era riuscita a fare quello che per Blair
Waldorf era stato impossibile compiere in tanti anni: far dimenticare
al biondo Serena Van der Woodsen.
“Se
non fossi ateo a quest'ora avrei già gridato al miracolo.”
Non
riuscendo più ad ascoltare le infinite chiacchiere di
Nathaniel, Chuck si versò dello Scotch e si mise a riflettere
sul rapporto che aveva con l'amico.
Una
delle poche persone, forse la sola fino a adesso, perlomeno, a cui
teneva veramente.
“E'
così diverso da me”, pensò.
Ed
era vero. Nathaniel Archibald era un bellissimo
prince
charming, quello
che tutte le ragazze sognano e quello che tutte le madri vogliono
avere come genero, il ragazzo perfetto.
“Perfetto...Tsk!”
Nate
non era affatto perfetto. Lui lo sapeva bene perché non lo
vedeva con gli occhi ciechi e adoranti delle ragazze, né con
quelli pieni di stima e ammirazione dei ragazzi, bensì con
occhi disillusi, oggettivi. Manipolatori, a volte.
Non
che Nate fosse una cattiva persona, tutt'altro. La sua pecca
principale, (oltre alla tremenda parlantina), era quella di
fregarsene dei sentimenti altrui:Nate era troppo ingenuo per ferire
determinatamente le persone, ma era anche troppo stupido per
accorgersi di farlo.
Il
miglior esempio del comportamento irresponsabile e decisamente
troppo
naïf
di
Nathaniel era Blair. La ragazza lo amava sin dall'asilo, e lui, anche
se non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti, vi si era messo
insieme, dandole la sciocca illusione di poterla amare un giorno,
ferendola inevitabilmente poi quando la ragazza aveva capito che ciò
non sarebbe mai successo.
Un
moto di rabbia gli salì dal cuore.
Ma
non seppe spiegarsene il motivo.
O
forse non voleva
spiegarsene
il motivo.
-Beh
Chuck, io vado, visto che oggi non hai nemmeno la decenza di fingere
di ascoltarmi...-
Il moro
lo lasciò andare con un sorriso, e accese la radio per
distrarsi un po'.
Lui
voleva bene a Nate, comunque, e sperò che finalmente l'amico
avesse trovato la persona giusta, e sperò anche, cosa
decisamente insolita da lui, che non la ferisse come aveva fatto con
Blair.
Blair.
Il
ricordo della notte precedente lo lasciò in balia di emozioni
contrastanti a causa dell'effetto che quella maledetta ragazza gli
faceva.
Se
da un lato lo affascinava e gli faceva provare
emozioni-sentimenti-sconosciuti, dall'altro avrebbe voluto
distruggerla, e con lei quello sciocco, strano, irritante desiderio
che gli causava ogni volta che la vedeva.
'Ooh
you set my soul alight'
'Ooh
you set my soul alight'
La
radio passava Supermassive Black Hole.
Il
ragazzo continuava a pensare a Blair, e a quella assurda dipendenza
che gli creava. Accidenti, perché non lo lasciava andare?
'I
thought I was a fool for no one, but ooh baby I'm a fool for you'
'You're
the queen of the superficial, how long before you tell the truth?'
Ci
si dovevano mettere pure i Muse adesso?
*
* *
Due
giorni dopo...
Blair
stava intrattenendo alcune eleganti signore sulla trentina-facoltose
clienti di sua madre-, all'evento organizzato da quest'ultima per
promuovere la sua ultima collezione primavera/estate (da presentare
al grande pubblico qualche mese più tardi) fra l'élite
di Manhattan.
-E
così, Blair tu indossi uno dei nuovi capi della collezione? E'
veramente molto bello...-disse una di quelle signore ammirando il bel
vestito di seta viola chiaro della ragazza.
-Sì,
questo abito fa parte della collezione di mia madre...-sussurrò
lei distrattamente. Aveva notato che nel salone di casa sua era
appena entrato lui.
Chuck
Bass.
La
ragazza si sorprese nel notare che era bastato pensare il suo nome
per far iniziare il suo cuore a battere furiosamente nel petto.
“Oddio,
non sarà che mi sto inn...”
Dei
passi felpati dietro di lei la fecero congedare rapidamente da quelle
ladies e fremere interiormente come una tredicenne al suo primo
bacio.
Sapeva
che era lui, e sapeva l'effetto che le faceva. Però non voleva
dargliela vinta e andare un'altra volta a letto con lui.
Aveva
paura
dell'ascendente
che il moretto esercitava su di lei.
-Ma
che bel vestitino, Blair-,
la salutò lui pronunciando il suo nome con un tale malizia da
farla arrossire per l'imbarazzo.
“Accidenti,
ma deve proprio avere quella voce così sexy? E poi perché
mi deve proprio guardare in quel modo così osceno? Mi fa
sembrare una puttana!”
-Grazie,
Bass-tard. Irritante come al solito.- fu la sua pronta riposta.
In
quelle era sempre stata brava.
Come
lo era nel mentire e dissimulare i propri pensieri.
Ma
se lei era brava a manipolare, mentire e sfruttare gli altri, Chuck
in quelle materia era un genio e maestro. Blair sapeva di avere
ancora molta strada da fare prima di riuscire ad ingannarlo.
E
ciò, se da una parte la faceva imbestialire, dall'altra
l'attraeva come se lei fosse una bambina e Chuck la sua caramella.
Mentre
rifletteva, il ragazzo si era avvicinato sempre di più, sino a
non esserle più distante di una spanna.
Lei
si voltò dandogli le spalle e lui si slanciò contro di
lei sfiorandole la schiena con il torace. Venne catturata per le
braccia e guidata con dolce fermezza verso un angolino in penombra,
lontano dal party.
Si
ritrovò inchiodata al muro con le braccia di lui ai lati della
testa.
Poteva
vedere il ghigno seducente impresso sulla fine bocca del ragazzo.
Distolse
lo sguardo.
-Guardami.-
Non
si mosse.
-Waldorf,
guardami.-
Il
richiamo della sua voce era forte, ma non voleva arrendersi.
-Guardami,
Blair...-
La
ragazza volse la testa di scatto, incontrando due occhi di un marrone
appena più scuro del suo che la guardavano intensamente.
“Maledizione!”
Imprecò dentro di sé dopo aver visto comparire un
sorriso trionfante sulle rosee labbra del Bass-hole.
-Fai
sesso con me...un'altra volta-, le sussurrò all'orecchio
maliziosamente mordendole il lobo.
Blair
cedette per un attimo ma poi si ricompose subito: lei non si era mai
riferita a quello che c'era fra loro con il termine 'sesso', e il
fatto che invece lui l'avesse fatto le dava un senso di fastidio e
irritazione che non voleva definire.
-Se
devi solo sfogare i tuoi bassi istinti, MotherChucker, allora fallo
con una troietta qualsiasi. Non vedi quante ce ne sono anche a questa
festa, di ochette? Io non mi presto ai tuoi giochetti.- Disse con
durezza.
Si
sentiva ferita.
Tradita.
Illusa.
Aveva
iniziato a pensare che fra loro ci fosse qualcosa di più del
semplice, squallido 'sesso', specialmente da quando lui le aveva
regalato quella magnifica collana.
E
invece non c'era niente.
Lei
era solo il suo giochetto di quel periodo. E si era persino umiliata
nel dirgli cosa pensava, gli aveva fatto capire di non volere solo
quello da lui!
“Che
sciocca!”
Stette
un altro po' alla festa non godendosela affatto e poi corse in camera
sua non riuscendo più a fingere che non le fosse importato
nulla.
Potevano
bastare così poche parole per farle capire cosa provava
realmente?
In
quel caso sì.
*
* *
Quando
Dorota quella sera andò a controllare che la signorina stesse
bene (l'aveva vista due ore prima correre in camera sua quasi in
lacrime) la trovò stesa di traverso sul letto. Con il bel
vestito viola tutto stropicciato ancora indosso e il trucco colato.
Non
la vedeva così da qualche settimana, da quando si era lasciata
con il signorino Nate.
Le
drappeggiò addosso la coperta stando attenta a non svegliarla,
e sperò con tutto il cuore che stavolta non c'entrasse nessun
ragazzo.
Ma
si sbagliava.
Angolo
dell'autrice
Ecco
a voi il quarto capitolo! Mi scuso per il ritardo di due giorni, però
alcuni paragrafi non mi convincevano molto e c'ho messo un bel po' a
risistemarli.
Sorry!
Mi
dispiace per la conclusione un po' amara del capitolo, ma d'altronde
sperare che fra loro sia sempre tutto love-love è improbabile.
Faranno pace, non preoccupatevi!
Piuttosto
un piccolo chiarimento: dopo che Chuck l'ha ferita con le sue parole
superficiali Blair capisce che non vuole essere solo un giocattolino
per lui, capisce di provare di sentimenti verso questo
(affascinantissimo) ragazzo però ovviamente ancora non è
innamorata. O forse lo è ma ancora non lo ha realizzato. Vi
lascio il beneficio del dubbio. (Però preventivate che essendo
solo al 4° capitolo è un po' esagerato parlare già
di grande amore, specialmente con questi due!)
Passiamo
ora alle altre cosine.
TRADUZIONI
VARIE
In
questo capitolo mi sono divertita con le canzoni eh!
Ecco
le traduzioni dei versi che ho usato:
Hot
N' Cold (Katy Perry):
“Yeah
you PMS, like a bitch, I will know” = “Sì tu, PMS
(sindrome premestruale), come una puttana, lo saprò...”
Supermassive
Black Hole (Muse):
“Ooh
you set my soul alight” = “Mi accendi l'anima”
”Ooh
you set my soul alight” = “Mi accendi l'anima”
“I
thought I was a fool for no one, but ooh baby I'm a fool for you”
= “Pensavo di non essere pazzo si nessuno, ma ooh piccola sono
pazzo di te”
“You're
the queen of the superficial, how long before you tell the truth?”
= “Sei la regina del superficiale, quanto ci vorrà prima
che tu dica la verità?”
LINKS
Vestito
viola di Blair:
http://www.google.it/imgres?q=abiti+cocktail+viola&hl=it&tbm=isch&tbnid=ucJLDTvPF9vf2M:&imgrefurl=http://abitisposa.myblog.it/archive/2011/04/21/estate-abiti-da-cocktail-viola.
Hot
N' Cold: http://www.youtube.com/watch?v=kTHNpusq654&ob=av2n
Supermassive
Black Hole:
http://www.youtube.com/watch?v=bBb-J0hcBQA&feature=player_detailpage
AUTOPUBBLICITA'
Sempre
in questa categoria ho scritto due One-Shot non inerenti a questa
long, lo preciso ( e Chuck POV) dai titoli rispettivamente di “Mi
dispiace Blair” e “No you Blair never know how you make
Chuck Bass feel”
Se
siete interessate/i potete cercarle nella mi pagina autrice. Mi scuso
per aver messo qui la pubblicità ma vi garantisco che nei
prossimi capitoli non ci sarà alcun tipo di spam.
RINGRAZIAMENTI
Mille
grazie a tutte le dee (vi lovvo *__*) che hanno messo questa long
nelle preferite/seguite e a coloro che hanno recensito, anche se ci
tengo a ringraziare anche i lettori silenziosi.
Grazie
milleeee: Camy Bass , cuoredpanna
(grazie anche per avermi messo fra gli autori preferiti *.*), asya,
Beatrix91, Delena_Nian,
Fiby CullenBass_ e Chair
Addicted.
Al
prossimo capitolo!!! (fra qualche giorno parto per le vacanze, e
non penso di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo prima di
partire, per cui non vi stupite se aggiornerò di nuovo fra due
settimane!!!!)
Bacioni,
Dark_Iris
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=760917
|