Cap.1

Sarebbe bello riuscire a fotografare tutto . Fotografare perfino il respiro . 

Sono sempre vissuta in un mondo tutto rosa . Da piccola era mia madre a scegliermi i vestiti , ed erano sempre rosa . Rosa , rosa , rosa . 

Ero la bambina che tutti vorrebbero avere . Ed ora sono l’ adolescente che tutti vorrebbero evitare . Ma da una parte li capisco , anche io vorrei evitarmi . 

Mi  sono appassionata alla fotografia quando avevo 11 anni , ora ne ho 16 . E non è cambiato niente . Ho sempre pensato che la musica , gli amici , e fotografare erano gli unici punti  fermi della mia monotona vita . Fino a quando non ho incontrato lui , il perché delle mie mani sudate , delle farfalle nello stomaco , del mio rossore sul viso . Era tutto per colpa sua . Come l’ ho conosciuto non lo so , so solo che era un giorno di fine agosto , quando tutti hanno un po’ di malinconia per la fine dell’ estate , e l’ inizio della scuola e del lavoro . Era un pomeriggio ,un bel pomeriggio con il sole al centro del cielo , avevo ancora la pelle salata per via del mare . Ero insieme alle mie migliori amiche Ilaria , e Margherita . 

Stavamo aspettando il treno in stazione , perché Margherita per ritornare a casa doveva prendere per forza quello . E il treno arrivò , con dentro lui . Appena lo vidi scendere sentii nel mio stomaco fuochi d’ artificio ,il mio cuore faceva festa , e non riuscivo a parlare . E da lì è iniziato tutto . Non so perché mi sia innamorata di lui . Lui non è ne il ragazzo più bello della terra , ne il più dolce , ne il più simpatico . E’ semplicemente lui .E’ bello a modo suo , particolare , non puoi non notarlo se cammini per strada . Lavora in un salone di parrucchieri , porta sempre la matita nera sotto gli occhi , vestiti un po’ larghi , felpe nere , e cuffioni per ascoltare la musica . Da come so il suo artista preferito è Marilyn Manson , e strano caso del destino , Marilyn Manson è anche il uno dei miei  artisti preferiti. Lui si chiama Roberto Martinello  , ha 21 anni , lo amo , e lui non lo sa; ma va bene così .

Dalla prima volta che lo vidi , ogni sera vado in stazione e aspetto il treno che lo porta a casa. 

Ogni sera porto la mia Canon con me per fotografarlo , senza farmi notare ovviamente . Ma tanto lui come potrebbe notarmi ? Io insipida ragazzina insieme a lui ? Sarebbe troppo perfetto per essere vero .

Ilaria e Margherita dicono che sono ossessionata da lui , e che lui è l’ unica persone in grado di farmi smettere di parlare . 

Infatti per farmi ammutolire un po’ , basta pronunciare il suo nome . Il suo nome mi saziava quando avevo fame , e vederlo era una droga . Mi sentivo una cocainomane , e lui era la mia droga . A volte mi capitava di pensare a come potrebbe essere una nostra conversazione . magari potrei avvicinarmi a lui con la scusa più banale del mondo , tipo : “Scusa , hai un accendino ?” , oppure : “sai l’ orario per caso ?” . Di scuse stupide ne avevo a migliaia , ma la cosa che mi mancava era il coraggio . E senza coraggio nella vita non si conclude nulla . Magari per qualche assurda ragione il destino voleva farci incontrare , forse qualcuno dei piani alti voleva farmi provare cosa vuol dire soffrire per amore .

Questo non lo so . 

Sapevo solo che in un modo o nell’ altro dovevo avvicinarmi a  lui , anche per un saluto , mi sarebbe bastato anche quello .

 

 

Cap.2 

Ogni mattina la solita routine . Era come se qualcuno mi comandasse dall’ alto , il mio destino era fare sempre le stesse cose per il resto della vita .

Sveglia alle 7:30 , doccia , colazione , vestiti , e andare a scuola . 

Per  fortuna il pomeriggio era diverso . 

 

- Allora Giulia , ieri sei riuscita a fotografarlo?-

- Certo Ilaria , ormai sono due anni che riesco a fotografarlo senza farmi notare , è diventata quasi un’ arte.-

- Quando hai intenzione di dirglielo?-

- Dirgli cosa?-

- Che sei follemente innamorata di lui , da due anni , e che quando lo vedi il tuo cervello va a puttane?-

- Ila , ma sei impazzita ? Se gli dicessi questo lui mi denuncerebbe per stalking .-

- Non fare sempre l’ esagerata .-

Questa era una mia classica chiacchierata con Ilaria . Ilaria , non mi ricordo nemmeno più da quanti anni  la conosco . Ilaria è il mio diario segreto , a lei racconto le mie paure , le mie delusioni , i miei sentimenti. E lei fa lo stesso con me . Se dovessi perdere lei  sarebbe come perdere un pezzo del mio mondo . 

Sono quasi le 20:00 ormai , credo che stanotte dormirò a casa di Ila . 

Ilaria mi guarda con i suoi occhi castani , piccoli e lucidi . 

 - Giulia , anche stasera ? –

-Sì Ilaria , anche stasera .-

 

 

Casa di Ilaria è molto vicina alla stazione , quindi impiegheremo circa 5 minuti per arrivare . Ogni sera quando devo andare in stazione per vederlo , dico a mia madre le scusa più stupide del mondo .  Ma dovevo inventarmi qualcosa per arrivare in stazione , starci una ventina di minuti , e ritornare a casa . 

A mia mamma  a volte dicevo che dovevo comprare una cosa urgentissima per la scuola , quindi dovevo andare all’ edicola che ‘sta vicino alla stazione . Spesso dicevo che andavo a casa di Ilaria , oppure che rimanevo a mangiare una pizza Con Margherita e Ilaria , dopo aver studiato .

Non so’ perché , ma ogni sera , quando vado in stazione , metto sempre il rossetto rosso . 

E’ come se mi proteggesse in qualche modo , il mio piccolo porta fortuna sulle labbra . Il problema era riuscire a tenermelo sulle labbra .  Prima che arriva il treno sono talmente ansiosa  che mi mordo le labbra in una maniera incredibile . E il rossetto va  via . Un po’ come lui .

 

Cap.3

Sono le 20:35 .

Quanto possono essere eterni 5  minuti ? 

Ilaria se ne ‘sta seduta sulla panchina blu e arrugginita della stazione , ed io a sedermi non ci riesco . Prendo una sigaretta dal pacchetto ormai finito , così forse posso rilassarmi un po’ . 

20:38 .

Altri 2 minuti , cosa saranno mai 2 minuti ?

- Giulia , sei tesa? –

- Non immagini nemmeno quanto Ilaria –

Ilaria sorride , ormai per lei è come un gioco .

Ok , ora sono le 20:40 , ed il treno ancora non è arrivato . La mia sigaretta è a metà , la mia macchina fotografica al collo è accesa ; ma del treno , e di lui , neanche l’ ombra .

Guardo Ilaria , ‘sta ascoltando musica non curante  della mia situazione , ma da una parte la capisco .  Non voglio contagiare anche lei con la mia ansia .

Improvvisamente sento il rumore di un motore , e da lontano  vedo tante piccole luci . Il treno ‘sta arrivando . 

E come ogni sera , le gambe iniziano a tremare , le mani sudano , e la mia sigaretta finisce . 

Lancio a terra il mozzicone della mia Marlboro light , prendo  la mia Canon , e dico ad Ilaria di seguirmi . Ci nascondiamo dietro un piccolo muro che si trova di fronte alla stazione , proprio dove ‘sta il tabaccaio , e da li , vediamo il treno fermarsi sui lunghi binari , e le porte aprirsi . 

E poi vedo lui scendere .

La cosa più bella dell’ intero universo . Quell’ attimo era come il cappuccino e il cornetto alla nutella quando si  è appena svegli . Non c’ è un vero paragone per descriverlo . 

Appena lui esce dalla stazione , inizio a scattare . Scatto , scatto , scatto . E come sempre lui non si gira verso la mia direzione . 

Ma , le cose belle finiscono presto , molto presto , troppo presto . 

Infatti , arriva una macchina , lui sale e ritorna a casa .

A domani piccolo .