Fight for You

di jarjar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il vecchio e il nuovo Damon ***
Capitolo 2: *** Sorpresa! ***
Capitolo 3: *** Incontri ***
Capitolo 4: *** Sempre ***
Capitolo 5: *** L'importanza di avere un telefono e saperlo usare ***
Capitolo 6: *** Ultimi alcolici per Damon ***
Capitolo 7: *** Abiti e buone intenzioni ***
Capitolo 8: *** La grande abilità degli attori: la menzogna ***
Capitolo 9: *** Tante, troppe sorprese ***
Capitolo 10: *** Una rosa, segno di maestosità ***
Capitolo 11: *** Errori ed istinti ***
Capitolo 12: *** Sentimenti ***
Capitolo 13: *** Tutto sembra semplice nella città degli angeli ***
Capitolo 14: *** Sconvolgenti ritorni ***
Capitolo 15: *** Tutta una questione di tempismo ***
Capitolo 16: *** Imprevisti ***
Capitolo 17: *** Lacrime nella pioggia ***
Capitolo 18: *** Farsa ***
Capitolo 19: *** Riflessioni notturne ***



Capitolo 1
*** Il vecchio e il nuovo Damon ***


FIGHT FOR YOU


Il vecchio e il nuovo Damon
Era una serata tranquilla a Mistic Falls, Elena stava cercando di addormentarsi dopo una giornata difficile.

Non riusciva a svuotare la testa, continuava a rimuginare su tutte le sue preoccupazioni, ma questa volta il problema principale riguardava, guarda caso, i due bei fratelli Salvatore.

Poco tempo prima aveva sognato di essere davanti ad una cascata, con Damon; lui cercava di baciarla e lei invece di rifiutarlo, perché ovviamente già impegnata con Stefan, ricambiava e anche con una passione che non avrebbe mai messo in un bacio con il suo ragazzo. Lì per lì non aveva dato molto peso alla cosa, una volta sveglia e pronta ad affrontare la giornata aveva archiviato l'affare non pensandoci più, chi avrebbe mai potuto sapere che il sogno, anzi l'incubo, sarebbe tornato a tormentarla?

Aveva deciso di andare al letto presto quella sera, non sopportava più il dover mentire alla zia Jenna per ogni minima domanda che le faceva. Aveva detto di sentirsi poco bene e aveva annunciato alla sua famiglia, o a quello che ne restava, che sarebbe andata in camera.

Mentre la ragazza si girava e rigirava nel letto, non si accorse del tenebroso vampiro che stava entrando dalla finestra e che si apprestava a sedersi sul suo letto credendola addormentata.

Non appena Elena se ne accorse, pensò subito ad un malintenzionato, osservando però le sue intenzioni poteva benissimo essere Stefan che si premurava di controllare se andasse tutto bene. La giovane si girò per poter vedere in faccia il nuovo arrivato, si stupì molto di vedere al suo fianco l'unica persona che non si aspettava di trovare.

Ti ho detto milioni di volte che: numero uno questa non è casa tua e non puoi fare come vuoi, numero due che a tuo fratello è permesso guardarmi dormire perché è il mio fidanzato e tu non sei il mio ragazzo Damon!” ribadì alquanto alterata la padrona di casa.

Volevo vederti.” tipico del fratello “cattivo”, rispondere con una semplicità e tranquillità disarmanti davanti alle sue urla.

Questo non è un buon motivo per presentarti qui nel bel mezzo della notte e...” oh mio Dio, lei, Elena Gilbert, sempre sicura di sé e sfrontata non sapeva come rispondere a quel...quel...bah, non sapeva neppure come definirlo.

E cosa Elena?” ecco, anche questo doveva aspettarselo, l'avrebbe punzecchiata a vita per quel suo accenno di debolezza.

Senti, Damon Salvatore, non hai diritto né motivo di essere qui; perciò ti pregherei ti andartene a dormire o a rimorchiare qualche bella ragazza da importunare.” Ecco, ora si che si riconosceva.

Sai che nessuna sarà mai come te.”

Damon...”

Ti prego, voglio solo guardarti dormire, non ti disturberò, né cercherò di saltarti addosso, hai la mia parola.” Perché doveva fare così, Damon, la persona con più autostima che conoscesse, mostrava sempre la sua parte debole quando era con lei e ovviamente Elena, che nonostante tutto gli voleva bene, solo bene, non riusciva a resistere se era lui stesso a far crollare le proprie barriere per permettere alla ragazza di leggergli dentro.

Non puoi restare, lo sai.” In ogni caso non poteva cedere, non doveva.

Va bene, come vuoi principessa. Voglio solo che guardi dentro te stessa e rispondi ad una domanda: ami Stefan?”

Damon ne abbiamo già parlato, non ti amo, io e tuo fratello ci apparteniamo, per sempre.”

Stai mentendo, non a me ma a te stessa e sai che è così.”

Oh ma guarda un po' abbiamo l'esperto di relazioni umane! Hai per caso frequentato un corso di psicologia?”

Tu non sei felice con lui Elena, te lo leggo negli occhi.”

Però, tu come faresti a saperlo?” A questo punto della conversazione Damon stava camminando su e giù per la camera, senza ovviamente mancare di guardarla negli occhi mentre parlava, mentre lei era seduta sul letto, le coperte ormai in terra.

Se davvero fossi serena ti saresti addormentata prima e non mi avresti neanche notato entrare.” Non faceva una piega, ma Elena non poteva dargliela vinta.

Non hai pensato che sono un pochino preoccupata per la mia famiglia, per i miei amici i quali vivono circondati da vampiri e licantropi che potrebbero benissimo sbranarli da un momento all'altro?”

Sei attratta da me, è una semplice constatazione.”

Vuoi smetterla? Senti se sei venuto qui con lo scopo di farmi arrabbiare ci stai riuscendo alla grande. Perché non ti comporti da persona matura e non cerchi di assomigliare un po' più a Stefan?” Solo dopo aver finito la frase Elena si rese conto delle stupidaggini che aveva appena pronunciato, aveva offeso Damon e, chissà per quale motivo, era arrabbiata con sé stessa più per averlo ferito in un momento in cui lui si stava aprendo completamente che per altro.

Io cambierei per te Elena, lo sto già facendo ma tu non te ne rendo conto! Sono stanco di fare progressi inutilmente se quello che vuoi è che io sia una copia “sputata” di Stefan. Sai che ti dico? Se sei così sicura di amarlo sposatelo, ma non venite a cercarmi per farmi fare da testimone. Ora sono stufo di aprirmi con te e capire che tu neppure te ne accorgi, prima che esca da quella finestra e non rientri più dimmi una cosa, solo una: cosa provi per me?”

Non posso Damon, mi dispiace, è una cosa che non riesco ad ammettere neppure con me stessa ma forse va bene così o il distacco fra di voi diverrebbe ancora più nitido. Ti prego perdonami se puoi.

Non provo quello che provo per Stefan.” Elena cercò di pronunciare quelle parole con più freddezza possibile, sapeva che se non l'avrebbe fatto, Damon, non avrebbe mai desistito.

Capisco. Non aspettarti che continuerò ad essere gentile e che mi tratterrò. D'ora in poi tornerà il vero Damon, quello che hai conosciuto lo scorso anno.”

Quello non è il vero Damon e tu lo sai, questo è il vero Damon stavolta sei tu che menti a te stesso.” Cercò di farlo ragionare la giovane.

Non ti aspetterò più, Elena. Io non ti devo nulla, ricordatelo.”

Fu così che, dopo aver pronunciato le parole più dolorose, il vampiro si dileguò nella notte.

***

Damon mise in moto la sua Ferrari nuova di zecca e partì alla massima velocità. In strada non c'era nessuno e non gli importava di fare un incidente, in quel momento la cosa che voleva di più era che qualcuno gli conficcasse un paletto nel cuore, per farla finita.

Si era già sentito così in vita sua, ma con Katherine era diverso: non gli aveva mai nascosto i suoi sentimenti nei confronti del fratello, comunque era ben chiaro che amasse entrambi, o almeno il vampiro maggiore ne era sempre stato convinto fino ad alcuni mesi prima, quando le sue certezze erano crollate come un castello di sabbia.

L'ultima sicurezza che gli era rimasta era che, in momenti come quello, il vecchio Damon sarebbe andato in un bordello a bere e a spassarsela con ragazze bellissime.

Non poteva neanche più restare a Mistic Falls, non per quella notte.

Allo svincolo autostradale imboccò la strada che lo avrebbe portato in un altro paesino della contea: Sundland, dove era già stato parecchie volte.

Fu così che parcheggiò il suo gioiellino ed entrò nel bar più squallido che avesse trovato.

Cosa desidera?” Gli chiese il barista, un tipo calvo sulla sessantina di nome Frank.

Roba forte.” Damon non aveva dubbi.

A che bevi ragazzo?” Gli chiese il tipo dopo avergli servito della Vodka di seconda mano.

Per dimenticare e per ricominciare.” Rispose Damon con un sorriso furbetto.

Si dileguò e passò dall'altro lato del bancone, dove serviva una ragazza: Samantha, c'era scritto sul cartellino. Non era brutta, anzi: massimo ventun anni, capelli rossi e ricci, abbastanza formosa e vestita bene sotto il grembiule da lavoro. Non il massimo che il maggiore dei Salvatore avesse mai avuto, ma neanche da buttare.

Ehi.” Fece il bel vampiro.

Ciao. Di tipi come te non se ne vedono da queste parti sai?! Solo sopra i quaranta di solito.”

Ti aspetto fuori, sono quello con una bella macchina.” Le disse uno sfrontato Damon.

Va bene, dove mi porti?”

Ovunque e da nessuna parte, piccola.” Con quest'ultima frase ad effetto, il ragazzo uscì e si appoggiò alla sua Ferrari.

Addio stupido Damon innamorato e gentile. Ben tornato caro vecchio Damon menefreghista e stronzo.

Samantha non si fece attendere allungo, salì con lui sull'auto e sfrecciarono insieme a 300 chilometri orari verso una destinazione indefinita.

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Capitolo 2
*** Sorpresa! ***


Sorpresa!

Dopo lo scontro con il fratello maggiore di Stefan, Elena cercò di addormentarsi ma ovviamente tutti i suoi sforzi furono vani.

Quando il suo fidanzato vampiro arrivò, la mattina dopo, la trovò alquanto distrutta sia fisicamente, sia psicologicamente anche se la ragazza cercò di non darlo a vedere.

Vado a prepararmi Stefan, aspettami qui in camera così dopo usciamo.” Gli diede un leggero bacio ed entrò nel piccolo bagno per rendersi presentabile.

Aveva delle occhiaie da far paura ma si poteva provvedere a farle sparire con un po' di trucco.

Dopo che Damon era andato via, Elena aveva cominciato a piangere come una fontana e non riusciva a smettere. Piangeva perché tutti i passi avanti che aveva fatto con il vampiro erano andati letteralmente a farsi fottere quando egli era uscito dalla finestra della sua camera, piangeva perché quei sentimenti che provava nei confronti del fratello del suo ragazzo non sarebbero spariti se lei avesse smesso di pensarci e soprattutto piangeva perché molte delle cose che Damon le aveva detto erano vere, si era ingannata per tutto quel tempo.

Nonostante tutto, però, ora che ci pensava, aveva ancora l'appoggio di Stefan, sarebbero usciti e l'avrebbe confortata anche se lei non poteva dirgli quello che era successo, lui l'avrebbe capita.

Uscì e si precipitò nella sua camera dove ritrovò Stefan seduto come lo aveva lasciato.

Tutto bene amore?” Le chiese.

Tranquillo...in realtà no, non va tutto bene, ma...”

Non puoi dirmi quello che ti è successo? Riguarda le tue amiche scommetto.”

Mmm...si proprio loro. Scusa Stefan ma ora ho solo bisogno che mi abbracci.” Detto questo lui la accolse fra le sue braccia, Elena si sentiva talmente in colpa per le bugie che gli aveva detto...di certo, però, non poteva dirgli la verità, lui se la sarebbe presa con il fratello e farli litigare era l'ultima cosa che ora serviva alla ragazza.

Forse posso ancora cercare di ragionare con Damon, dopotutto lui è davvero cambiato e non può rialzare tutte le sue barriere come nulla fosse, non con me.

Si alzarono dal letto e si diressero verso la macchina di Stefan.

Ti voglio portare in un posto speciale, dove saremo solo io e te.” Le disse il vampiro.

Fu così che si sedettero sui sedili e sfrecciarono verso la sorpresa che il giovane vampiro aveva riservato alla sua fanciulla.

***

Damon si risvegliò tutto intorpidito.

Fece mente locale e si ricordò che si trovava in un motel a metà strada fra Sundland e un altro paesino della contea.

Pensandoci bene si ricordava eccome quello che aveva fatto quella notte con la rossa, com'è che si chiamava? Ah già, Samantha.

Se l'erano spassata alla grande e nei momenti di pausa aveva anche avuto il tempo di lasciarle qualche morso qua e là come ricordo. La ragazza dormiva ancora e da bravo gentiluomo, il vampiro si rivestì e non si premurò neppure di lasciarle i soldi per pagare la stanza prima di uscire.

Scese nella hall e non mancò di flirtare con la donna addetta alla reception, una certa Martha o Mara, neanche si ricordava più.

Tornò a sedersi nella sua splendida Ferrari e puntò verso casa, ovviamente facendo una piccola deviazione all'autogrill per poter trovare qualche nuova fiamma con la quale si illudeva di poter, anche minimamente, far ingelosire Elena.

Purtroppo per lui, Damon non trovò né suo fratello, né la sua fantastica ragazza al suo rientro. C'era solo un biglietto, lasciato da Stefan sul tavolino dove generalmente mettevano i liquori, suo fratello doveva aver pensato che era l'unico posto su cui sarebbe caduto l'occhio del maggiore.

Il foglietto di carta recitava:

Caro Damon,

esco con Elena, le farò una sorpresa che spero la renderà felicissima.

In realtà quando torneremo dovrò dirla anche a te, se tutto va bene ovviamente.

A dopo

Era tipico di suo fratello lasciargli biglietti in cui descriveva quanto se la sarebbe spassata con Elena, come se non sapesse cosa provasse nei confronti della sua ragazza.

Poi era talmente antiquato: l'unica persona che ancora preferiva mandare un messaggio di carta piuttosto che un sms.

Assurdo, come se mi importasse cosa fai o non fai con la tua fidanzatina, fratello.

Il vampiro prese due bicchieri, li riempì di Gin e si accomodò con la sua ospite sul divanetto di pelle collocato nel salotto.

Dio, sei così bello Damon!” Gracchiò la ragazza che gli sembrava si chiamasse Jane, o Janet.

Già, me lo dicono in tante tesoro, che ne dici di venire con me in camera eh?”

Oh ma certo, voglio proprio vedere la casa.”

Sei davvero così stupida o ci fai?

Dopo averla soggiogata ed averle lasciato sul corpo il suo marchio di fabbrica, il tenebroso Salvatore riportò la giovane dove l'aveva trovata e tornò a casa.

Prese una bottiglia di Vodka di ottima qualità e la porto in camera, dove si tolse la camicia e si buttò sul letto.

***

Ed è proprio in questo parco che ci portavano da bambini, io e Damon ci rincorrevamo fino allo sfinimento, peccato vincesse quasi sempre lui.” Le disse Stefan sorridendo a quei ricordi lontani, nei quali andava ancora d'accordo con il fratello.

E siamo qui perché?”

Elena, tesoro che hai oggi? E' uno dei giorni più felici della mia vita e lo stai rovinando con il tuo pessimismo.”

Perché dovrebbe essere uno dei più felici della tua intera vita? Stiamo passeggiando in un parco, non stiamo facendo nulla di esaltante. Ok, scusami Stefan. Davvero, scusa ma quella cosa con Da...voglio dire con le mie amiche mi ha sfinita...” Fortunatamente il vampiro non diede segni di essersi accorto dell'errore che stava commettendo.

Vieni, ti mostro una cosa.”

La prese per mano e la portò verso un laghetto, effettivamente era un po' strano per essere una di quelle pozze in cui i bambini cercano di pescare. Elena alzò gli occhi e vide una piccola cascata, la fece pensare a quella nel suo sogno anche se non avevano niente in comune: una molto più piccola di quella elaborata dalla sua fantasia e soprattutto molto più reale.

Ancora non mi hai detto perché questo posto è speciale.”

Ci venivo sempre, quando volevo un po' di tranquillità, quando non sopportavo Damon o mio padre, la cosa speciale è che non ci avevo mai portato nessuno, neanche Kathrine.

Devo dirti una cosa Elena, ma tu non prendermi per uno all'antica stile Edward Cullen ok?”

Tranquillo, tu sei come Edward, sono io a non essere come Bella!” Cercò di sdrammatizzare la ragazza.

Vorresti sposarmi?” Prima che l'”imputata” se ne potesse rendere conto aveva già tirato fuori una piccola scatola che conteneva un anello semplice e sobrio ma che doveva valere moltissimo, considerando che era di “Tiffany”.

Cosa?”

Hai sentito bene!”

Va...bene?!” Elena era letteralmente terrorizzata, non sapeva cosa dire ma era così sicura di volere solo Stefan che rispose di si, nonostante tutto.

Il resto della giornata passò parlando del più e del meno, si divertirono un mondo anche se la giovane non era euforica come il fidanzato. Voleva essere felice, davvero, ma senza neppure sapere il motivo era così stanca e pensò che quando avrebbero cominciato a programmare il tutto, sarebbe tornata normale; insomma Elena cercò di illudersi che quella fosse solo una giornata negativa.

Quando ripresero la via di casa, l'unico pensiero che riusciva a formulare era come dare la lieta novella al fratello dello sposo. 

Nda Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, lo dedico ad una mia amica che ha avuto una brutta serata...
baci  jarjar

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Capitolo 3
*** Incontri ***


Incontri

Quella era stata una giornata fantastica, o almeno avrebbe dovuto esserlo.

Elena e il suo futuro marito avevano girato tutto il giorno per annunciare a tutte le persone loro più care la lieta novella.

Avevano pranzato con la zia Jenna, l'inseparabile Alaric e con quei due piccioncini di Jeremy e Bonnie. Ovviamente il suo quasi zio, anche se le faceva paura vederla da quel punto di vista, era stato ben felice di stappare una bottiglia di champagne davanti ad una Jenna grondante di lacrime, ad una Bonnie che era immediatamente corsa ad abbracciarla contrariamente a suo fratello che era rimasto pietrificato come una statua.

Nonostante tutto l'avevano presa bene, le avevano ovviamente ricordato che era ancora molto giovane, ma se Elena era felice lo erano anche loro.

Più di una volta la futura sposa si era chiesta se era quello che voleva davvero, domanda alla quale non aveva mai dato una risposta decisa, amava Stefan e doveva bastare.

Dopotutto erano mesi che non tornava quasi mai a casa, quindi il matrimonio era solo un modo per mettere nero su bianco il fatto che stessero insieme, o no?

Avevano trascorso una piacevole serata con Caroline, che ormai faceva coppia fissa con Tyler, o era Matt? Elena non sapeva dare una risposta, fatto stava che quei tre sembravano incatenati! Certo, chiunque si sarebbe accorto delle occhiate di fuoco che i due ragazzi si lanciavano per il cuore della bella vampira, ma lei pareva decisa a non scegliere, cosa che le ricordava vagamente Katherine.

Anche i tre amici erano stati felicissimi e avevano insistito a riempire ancora il calice dei due, già quasi brilli, futuri sposi; i quali, per forza di cose, non avevano potuto rifiutare un po' di spumante italiano in onore delle origini di Stefan.

Tornati a villa Salvatore, di Damon non avevano trovato neanche il fantasma, decidendo così di ritirarsi in camera e dormire.

Elena si stava lavando i denti dentro il piccolo bagno nel quale si poteva accedere solo dalla camera da letto di Stefan, la porta era aperta e il vampiro era già sotto le coperte che le parlava.

Ovviamente tu avrai le tue amiche come damigelle e so che sceglierai dei vestiti stupendi anche per loro. Adesso il punto è: chi sarà il mio testimone? Pensavo di chiederlo a Matt...”

Ad Elena venne un accidente, sputò tutto il dentifricio nel lavandino e si sciacquò la bocca in fretta e furia.

Cosa? Stefan, ma sei impazzito? Hai un fratello ti ricordo! Damon sarà il tuo testimone, non ci sono alternative. Voglio che ci sia anche lui.” Non sapeva il perché ma l'idea che non fosse presente non le piaceva per nulla.

Ehi calmati, dicevo solo che sarebbe un po' strano se a Damon facesse piacere venire. Insomma, sai com'è, per non contare il fatto che io e lui non siamo in rapporti proprio idilliaci e che ha una cotta per te!”

Magari fosse solo una cotta...

Scusa, non volevo alzare il tono.”

So che sei stressata amore, ma tu non devi preoccuparti di niente, capito?”

La ragazza mise apposto lo spazzolino e si fiondò sul letto.

Baciò Stefan per dargli la buona notte e si mise in una posizione comoda per dormire.

Andiamo Elena, dormi! Domani sarà una delle giornate più brutte della tua vita quindi è meglio riposare adesso. Uff, vorrei che queste otto ore non passassero mai...non posso farlo, non voglio dirlo a Damon, lo distruggerò di sicuro.

Purtroppo per lei, la nottata della ragazza non fu tranquilla quanto le ore del dì.

***

Buongiorno principessa!” La svegliò Stefan con un gran sorriso.

Era già vestito e le aveva portato la colazione al letto.

Dopo aver mangiato ed essersi vestita, era pronta, oddio mica tanto, ad iniziare la giornata.

Sai se tuo fratello è in casa?” Buttò lì con noncuranza.

Non credo, la sua camera è tutta sfatta, che sarebbe anche normale, ma le chiavi della sua macchina non ci sono e non ho sentito rumori dallo studio.”

Dobbiamo dirglielo, Stefan.”

Certo, stai tranquilla, non può stare fuori così tanto tempo, no?”

Perché no? Se fosse scappato in un altro stato o in un altro paese?” Oh mio Dio, l'aveva detto davvero?

Andiamo Elena! Non dico che non sarebbe da lui, ma non ha una gran riserva di soldi sai? Quindi deve ripassare da qui se vuole fuggire clandestinamente non so dove.”

Devo vederlo. Voglio che lo sappia da me, prima di organizzare pranzi e cose, ok?”

Va bene, anche se non capisco proprio perché tu ci tenga tanto. Lui non reagirà più euforicamente che se gli annunciassi le previsioni del tempo.”

Questo lo pensi tu, Stefan. Io sono davvero preoccupata per il suo modo di reagire invece.

Già probabilmente è vero, in ogni caso ci tenevo.”

Certo, tranquilla appena lo vedo glielo dico. Devi tornare a casa adesso, vero?”

Si, effettivamente la zia mi ha invitato, dice che vuole farmi vedere il vecchio vestito della mamma...non credi sia comunque un po' presto?”

Bah, forse si ma insomma, penso sia più giusto pianificare tutto il prima possibile.”

Già, beh io vado.” Dopo un veloce bacio sulla bocca la ragazza si dileguò.

***

Damon entrò nell'androne di casa già abbastanza rimbambito. Non aveva fatto granché durante i due precedenti giorni: si era divertito con un numero indefinito di ragazze, aveva fatto “shopping” soggiogando i commessi di alcuni dei negozi più “In” di New Orleans e aveva passato la notte in uno degli alberghi più lussuosi della città a spese di una stupida e ricca francese che aveva rimorchiato da Calvin Klein, o era da Armani? Non se lo ricordava neppure.

Si era rimesso in macchina ad una certa ora che non gli veniva in mente ed era sfrecciato a tutta velocità verso villa Salvatore.

In quel preciso momento stava cercando di arrivare a buttarsi sul divano senza cadere in corridoio e quella era una delle sfide più dure.

Probabilmente il suo caro fratellino scocciatore lo aveva sentito rientrare e aveva cercato di sostenerlo finché non aveva raggiunto la meta.

Hai passato una bella nottata Damon?” Osò chiedergli l'impiccione, ma in quel momento il vampiro maggiore era troppo intento a sperare che Elena non fosse in casa per rispondergli.

Sei in compagnia?”

No, se era un modo barbaro di chiedermi se la mia ragazza è in casa, la risposta è no.”

Ah ah, come se mi importasse.”

Beh, a lei importa. Vuole vederti, solo tu e lei, deve dirti una cosa importante. Mi ha chiesto di dirtelo e se vuoi sarei ben felice di farle sapere dove e quando ti può trovare.”

Cosa? Elena ha chiesto di me? Mi vuole dire una cosa? Damon, non è detto che sia quello che pensi, quindi mantieni la calma e mostrati freddo e distaccato.

Che ne so, sono un vampiro libero. Non sono mai in uno stesso posto alla stessa ora.”

Niente giochetti Damon.”

Dille che forse, sottolineo il forse, mi potrebbe trovare nel casinò sull'autostrada, fra Sundland e Tobeyville, domani verso il tardo pomeriggio.”

Perfetto, glielo riferirò. Ora vado a fare un po' di spesa. Tieni, bevi.”

Per una volta il suo caro fratellino ne aveva fatta una giusta lanciandogli una sacca di sangue affinché recuperasse le energie.

Nonostante tutto, Damon si sorprese non poco di scoprirsi ansioso per quello che sarebbe successo l'indomani.

Va bene Elena, ci sarò...

Nda Ciao gentee! Ecco un nuovo capitoletto...no, non è quello che sperate, niente incontro fra Damon ed Elena però spero vi piaccia...
jarjar

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Capitolo 4
*** Sempre ***


Sempre
 

La serata era trascorsa in fretta fra prova del vestito, decisione di stringerlo, cambiamento di idee perché era comunque di sua madre e infine l'ennesimo brindisi, Elena era finalmente giunta a due conclusioni: Jenna stava attraversando una fase di depressione acuta dopo aver ricevuto la notizia che la sua nipotina “usciva da quella casa”, cosa che aveva già fatto da tempo; la seconda era che anche lei aveva contribuito ad alimentare le indecisioni della zia solo per rimandare il ritorno alla villa e quindi ritardare il momento in cui avrebbe avuto notizie del fratello disperso di Stefan.

 

Ovviamente, se la prima constatazione era comprensibile perché lei, la piccolina, si stava per sposare prima che l'avesse anche solo pensato sua zia, la seconda era altamente preoccupante visto e considerato che Damon era l'ultima persona a cui avrebbe dovuto pensare in quell'istante.

 

Grazie di tutto zia Jenna. Vado a prendere Stefan e andiamo a cena, ti voglio tanto bene!”

Divertitevi, io starò qui con Alaric e faremo...non so, qualcosa di divertente.”

Ok, buona serata.”

Dopo essere uscita dalla camera della sua tutrice, Elena scese in salone, dove incontrò l'affascinante compagno della zia.

Alaric, per forutna che ti incontro! Senti, fai in modo che nel “qualcosa di divertente” da fare stasera non siano compresi altri brindisi, d'accordo?”

Certo Elena, però dovresti capirla...soffre così tanto senza di te...”Disse l'uomo in tono melodrammatico.

Si certo! Diciamoci la verità erano secoli che non cenavo a casa, dopotutto non cambierà poi molto.”

La giovane donna stava per uscire quando si ricordò che Alaric era l'unico umano con il quale Damon andasse d'accordo.

Non è che hai notizie di Damon vero?”

No, perché?”

Sai, Stefan gli vorrebbe parlare...comunque non fa niente, sono sicura che lo rintraccerà, grazie comunque. Ciao!”

Ciao Elena!”

Dopo aver salutato si incamminò verso quella che da lì a poco sarebbe diventata la sua nuova casa.

***

Va bene...ora mi alzo, ora mi alzo, ce la posso fare.

Un alquanto barcollante Damon riuscì ad alzarsi dal divano in pelle del salone ed a rifugiarsi nel vecchio studio del padre, sotto lo sguardo divertito del fratello.

Si era abbastanza ripreso dopo aver bevuto una quantità adeguata, come aveva detto Stefan, di sangue ed una somma altrettanto appropriata di scotch. Il vampiro si sentiva più o meno bene, anche se la sua andatura era instabile e l'alcool ingerito di certo non aiutava.

Damon si sedette sulla poltrona che era appartenuta a suo padre, quella era l'unica stanza dove il fratellino non osava entrare, troppi ricordi per un debole come lui, probabilmente.

Non se la sentiva di cenare, aveva già avvertito l'altro membro della famiglia. voleva solo un pò di pace e tranquillità. Senza neanche accorgersene, Damon sprofondò nel mondo dei sogni e come d'abitudine, il suo, non fu un sonno tranquillo.

Si vedeva correre, era su una strada, una grande strada. Correva come il vento, voleva fare presto. Era vestito di tutto punto: giacca nera con pantaloni abbinati, scarpe italiane e camicia bianca. Si fermò all'improvviso, davanti ad un ristorante.

Un cameriere lo condusse in una piccola sala appartata, c'era Elena ad aspettarlo.

Lei cercava di dirgli qualcosa, ma lui non sentiva nulla. Improvvisamente, iniziava una canzone, Elena gli faceva segno di ballare ma non appena le si avvicinava, spuntava Stefan che cominciava a volteggiare con l'amata, al posto suo.

Damon sentiva montare un'enorme rabbia, urlava con tutto il fiato che aveva in corpo di odiarli, ma loro sembravano non ascoltare.

Il bel vampiro si svegliò urlando una frase: “Non me la porterai via!”

***

 

Ehi, Stef! E' finalmente tornato Damon?”

Si, è in casa ma non penso sia giudizioso parlargli adesso. Si è chiuso poco fa nello studio, di solito fa così quando è preoccupato e non vuole dimostrarlo. Inoltre mi ha detto che lo puoi trovare domani al casinò “Boo's” quello sull'autostrada, lo conosci?”

Si, forse me ne ha parlato Jeremy...verso che ora ci vediamo?”

Non saprei, mi ha detto tardo pomeriggio.”

Bene, non cena con noi?”

No tesoro, non cena con te, ha già bevuto il suo sangue quotidiano.”

E tu hai preparato solo per me? Andiamo Stefan, non dovevi. Non ho neppure molta fame. Tu hai...bevuto?”

Stai tranquilla io sono apposto, comunque se vuoi metto in frigo e mangi un'altra volta.”

Che ne dici se ce ne andiamo al cinema all'aperto del paese? Ci andrà anche Caroline...”

Ai suoi ordini generale.”

Bene, preparati.”

 

Il giorno dopo, ore 17.00

 

Sono in ritardo, sono in ritardo, sono in un fottuto ritardo!

Elena era intenta a schivare gli insulti che le rivolgevano altri automobilisti, mentre cercava di zigzagare nel traffico per arrivare in tempo all'incontro con Damon.

Lo spettacolo della sera prima era durato più tempo del previsto, erano tornati a casa a notte fonda. La mattina, il suo amato fratellino aveva avuto la brillante idea di svegliarla presto per andare a fare colazione nel bar del centro come ai vecchi tempi e, benché ultimamente odiasse le rimpatriate e i momenti in cui si ricordavano gli anni passati, chi aveva trovato ad aspettarla? Tutti i vecchi amici che non vedeva da anni e non aveva neanche bisogno di vedere. Volevano riabbracciarla e più probabilmente rinfacciarle il fatto di non essere stati invitati alla cerimonia. Insomma, tutti sembravano fare una gara a chi avesse ricevuto per primo la partecipazione, non sapendo però che i due sposi non avevano ancora la benché minima idea di inviarle.

In ogni caso, avevano mangiato, chiacchierato ed erano tornati a casa per il pranzo, in quel momento si era resa conto che di quel complotto faceva parte anche la zia. Mangiando e scherzando si erano fatte circa le due del pomeriggio; aveva aiutato Jenna a sparecchiare, a mettere a posto e successivamente si era recata nella stanza da letto, dove aveva avuto la brillante idea di crollare addormentata come una ragazzina.

Riaprendo gli occhi, si era resa conto di quanto fosse tardi ed era schizzata in macchina, imboccando a “tutta birra” la superstrada.

Dopo circa un'ora e mezza di coda, finalmente era arrivata di fronte al vecchio e mal frequentato casinò.

Quel coso era lì da tempo immemore, quando si volevano spaventare i bambini, era uso raccontare storie sui fantasmi di “Boo's” e forse proprio per quel motivo Damon lo aveva scelto come ideale punto d'incontro.

La ragazza non osava uscire dalla macchina, nonostante avesse già notato da alcuni minuti la Ferrari rosso fuoco parcheggiata di fronte al suo “macinino” come lo chiamava il fratello di Stefan.

Ok, mi serve un bel respiro...vado.

Mentre usciva, Elena, cercò di ostentare sicurezza, al contrario di come si sentiva veramente.

L'atmosfera era soffusa, c'era una gran puzza di fumo e di alcool.

Il tavolo del poker era quasi pieno ma di Damon neanche l'ombra.

Il vampiro non era neppure nella stanza adibita a gioco d'azzardo, con roulette, macchinette e quant'altro.

Dopo aver controllato, la giovane si diresse verso il bancone appartato, dove finalmente scorse il suo individuo.

Effettivamente, quel pomeriggio aveva superato sé stesso: camicia nera sotto un'elegantissimo abbinamento di giacca e pantaloni neri anch'essi; le sue solite scarpe scure della migliore manifattura italiana, per non parlare di quei dannati capelli ribelli ad incorniciargli il viso e dei suoi occhi limpidi come il mare.

Teneva in mano un bicchiere contenente il solito liquido ambrato, molto probabilmente un superalcolico.

Insomma anche lei, Elena Gilbert, sempre immune al fascino del fratello cattivo, doveva ammettere che quella volta era impossibile non definire Damon assolutamente sexy.

***

Eccola che arriva...

Ciao, Damon.”

Principessa Elena, anche tu da queste parti?” Disse Damon cercando si sembrare spavaldo.

Come se Stefan non mi avesse detto dell'appuntamento.”

Attenta ai termini, appuntamento si usa quando due persone sono attratte, l'una dall'altra.”

Non voleva farla sentire in colpa, solo non si era potuto trattenere.

Hai ragione, non dovrei usare parole inappropriate.”

Desideri qualcosa da bere offerto dalla Damon & co?”

Non adoro i superalcolici, lo sai. Senti, non è che potremmo andare in un luogo più appartato? Dovrei parlarti.”

Così, è arrivato il momento. Va bene Elena, sentiamo cos'hai da dirmi.

Si, c'è una sala con un biliardo là dietro, ma non ci entra quasi nessuno.”

Andiamo?”

I due si avviarono verso la piccola stanza inutilizzata.

Non era molto grande, l'unica comodità era un divanetto adiacente al muro per poter assistere alle eventuali partite.

Ti spiace se faccio due tiri?” Chiese il vampiro per allentare la tensione.

Fai pure, mi siedo qui.”

Va bene Elena, a che gioco stai giocando? Perché non sputi il rospo?

Ero un vero asso a biliardo, quando questo posto non era ancora così malandato. Stefan era sempre il perdente, anche a poker.”

Il vampiro gettò a terra la stecca e si posizionò di fronte alla ragazza per poterla guardare negli occhi.

Non siamo qui per parlare delle mie abilità nascoste, vero?”

Non direi Damon.”

Basta con i convenevoli, vorrei tanto sapere la motivazione che ti ha spinta a chiedermi udienza.”

Di certo non sei così importante e famoso da dover chiedere udienza, ma non sono qui per discutere o litigare. C'è una cosa che voglio dirti. Riguarda me e Stefan, in un certo senso anche te, Damon.”

Bene, puoi continuare, ti ascolto.” Cercava di mantenere un atteggiamento freddo, ma per l'agitazione, il ragazzo non riusciva neanche a sedersi.

Io e Stefan stiamo insieme da un po'...io credo sia l'unico che voglio e che vorrò in tutta la mia vita.” Elena non sapeva spiegarsi il perché, ma quelle parole le suonavano strane, come se ci fosse qualcosa che non andava.

Dunque?”

Dunque nulla, Damon. Ci sposiamo, me lo ha chiesto giorni fa e io ho accettato. Non sappiamo ancora bene il giorno, ma non penso sarà molto lontano.”

Ah.”

Il vampiro non aveva sentito quella collera salirgli dentro neanche quando aveva saputo che Kathrine era morta, o che non lo aveva mai amato.

Forse perché quella non era Kathrine, era la sua Elena! Fino a quel momento, anche quando lo aveva cacciato dalla sua stanza poco tempo prima, o quando si era dovuto allontanare da lei dopo aver cercato di uccidere Jeremy, Damon aveva sempre pensato che non fosse troppo tardi; sperava che una qualche remota parte del cuore di Elena fosse ancora sua, lui era sempre stato lì nonostante i rifiuti e le negazioni della ragazza, sempre attratti l'uno dall'altra più di quanto fossero pronti ad ammettere.

Aveva pensato che dopo tutto ciò che era successo, il mondo non sarebbe potuto cadergli addosso di nuovo, ma quelle due semplici parole avevano spazzato via tutto, lasciando dentro di lui solo una rabbia sorda ed il cuore spezzato per l'ennesima volta.

Elena continuava a parlare, ma lui non udiva niente. Era stufo e sopraffatto, per la prima volta in vita sua non sarebbe andato a cercare conforto in una qualche ballerina di strip o nell'alcool, semplicemente sarebbe uscito di lì e avrebbe vagato senza meta in cerca di un luogo dove trovare solo oblio.

Damon, io non nego di provare qualcosa nei tuoi confronti, ma non so cosa sia e tanto meno voglio saperlo ora. Sposerò tuo fratello e, so di non averne il diritto, ma voglio chiederti un'ultima cosa: fai da testimone a Stefan. Lui ci tiene più di quanto voglia ammettere. Dopo il matrimonio potrai lasciarmi alle spalle e continuare con la tua vita, se tu me lo chiederai non ti cercherò fino alla fine dei tuoi giorni, cioè per l'eternità.”

Va via Elena, per favore.”

Pensaci...vedi di non rovinarti Damon, fallo per te stesso. Ci vediamo.”

La ragazza prese l'uscita senza guardarsi indietro, consapevole che se avesse incontrato di nuovo quegli occhi così belli persi nel vuoto, non sarebbe più stata molto sicura delle parole che aveva appena detto.

Dopo aver guardato Elena andarsene, Damon uscì e tornò a casa.

Fortunatamente Stefan non c'era e se lo avesse incontrato non era certo che si sarebbe controllato.

Entrò nello studio, si tolse giacca e camicia: improvvisamente aveva un caldo infernale.

Stava per cadere a terra e fu costretto ad appoggiarsi alla scrivania, non gli era mai capitata una cosa simile.

Con uno scatto felino rovesciò l'enorme libreria, la poltrona ed il tavolo per poi fracassare tutto ciò che gli capitava a tiro.

Quando Damon finì l'opera, si meravigliò; era finalmente più leggero.

Lo studio non sarebbe più tornato come prima, ma lui aveva finalmente capito cosa doveva fare: cercare di non perdere Elena fino all'ultimo istante, fino a quando avrebbe pronunciato il fatidico “si” e anche dopo.

Lui era un pazzo, un dannato e allora lo sarebbe stato fino in fondo.

Inviò alla ragazza che amava un sms, di poche parole, insomma nel suo stile.

 

Farò il testimone. Puoi contare su di me, sempre.

Nda Ehi, gente! Eccovi il quarto capitolo...spero vada incontro alle vostre aspettative. Devo ammettere che è stata molto dura, ma il risultato mi soddisfa abbastanza...
Non potrò aggiornare per un paio di settimane, quindi godetevi questo.
jarjar 

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Capitolo 5
*** L'importanza di avere un telefono e saperlo usare ***


L'importanza di avere un telefono e saperlo usare

Aveva spento il cellulare molto presto, quella sera. Voleva stare un po' in tranquillità e dopo essersi congedata da Stefan, promettendo che gli avrebbe parlato dell'incontro con Damon, si era recata da Caroline in cerca di sano conforto femminile.

La sua amica, sebbene stanca, aveva subito contattato la terza “moschettiera” Bonnie e tutte insieme avevano stabilito che il rimedio alla depressione di Elena poteva essere esclusivamente un bel pigiama party.

La madre della bionda aveva il turno di notte alla centrale di polizia e la serata era perfetta per manicure, pedicure e soprattutto capire ciò che era successo improvvisamente alla migliore amica.

Non c'è nulla da dire, è stato categorico: mi ha chiesto di andarmene!”

Sai com'è Damon: si contraddice molto spesso. Non vuole perderti, questo è certo.”

Non ne sarei così sicura Bonnie, insomma sarebbe da vera egoista da parte di Elena obbligarlo a guardarli mentre si sposano, si sbaciucchiano e vivono felici e contenti.”

Oh Caroline! Come puoi pensare che la nostra amica sia così egoista! Lo fa solo ed esclusivamente per Stefan, perché, nonostante tutto, tiene ancora a suo fratello. Se dopo il matrimonio Damon decide di dimenticarla e sparire, Elena capirà e non sarà tanto stronza da cercare di fermarlo o cercarlo, giusto?”

Elena, dopo aver raccontato tutto la storia in cerca di comprensione, stava cominciando a capire che dalle sue amiche avrebbe ottenuto solo altri problemi e dibattiti; possibile che nessuno potesse capirla?!

Si ragazze, ognuna di voi due ha ragione, ma non voglio essere io a stabilire chi ha torto.”

Elena, hai ascoltato una parola di quello che abbiamo detto?” Fece Caroline con tono irritato.

E voi invece volete smetterla di giudicarmi e cercare, anche solo per un momento, di capirmi?”

Scusaci, per favore siamo state due stupide, vero Car? Insomma, però cerca di chiarirci le idee: hai invitato Damon per Stefan o perché non ti va giù l'idea di vederlo sparire dalla tua vita per sempre?”

Non lo so, non lo so, non lo so!” Detto questo, da brava bambina ostinata, Elena si accasciò sul letto coprendosi la testa con il cuscino.

Quello che ci vuole non è parlarne, fidati dell'esperta. Devi farti fare da me e Bonnie un massaggio ristoratore e dopo dobbiamo goderci la serata tra ragazze con un sano film strappalacrime, che ne dite?” Suggerì la bionda tutta eccitata.

Direi che Elena non può stare peggio di così perciò, perché no!”

Vi prego però, vediamo una commedia!” Cercò di farsi sentire la diretta interessata da sotto le coperte.

Vada per una commedia.” Affermò Caroline soddisfatta del proprio programma antidepressivo.

 

***

Svegliati dormigliona!! Sono le undici, dico sul serio! Caroline si sta già dando da fare giù in cucina ed è anche tornata sua madre, quindi è il caso di sloggiare per noi due.”

Cosa?” Rispose una scompigliata a dir poco Elena, con la voce impastata dal sonno.

Sbrigati!”

Dopo essersi vestita e ricomposta, Elena raccattò le sue cose e si diresse, insieme a Bonnie, verso la casa della zia Jenna.

Fu Jeremy ad aprire la porta, scoccando un sonoro bacio sulle labbra dell'amica e salutando la sorella con il tipico “Ehi Elena!”.

Erano tutti seduti in salone a chiacchierare amorevolmente quando la maggiore dei fratelli Gilbert si ricordò di un piccolo ma importantissimo particolare.

Cavolo! No, no, no!”

Che succede sorellina?”

Bonnie, hai per caso visto il mio telefono,mentre eravamo da Car?”

No, l'ultima volta era spento e si trovava sul comodino della stanza da letto, ma pensavo te lo fossi ripreso.”

Dici che le rovino la giornata in famiglia se lo vado a riprendere? Credo di averlo lasciato da lei...”

No, in ogni caso anche Tyler sarà a pranzo da lì, quindi se lo sceriffo voleva passare del tempo sola con la figlia, credo rimarrà delusa. Vai pure, ti aspettiamo.”

Dopo essere entrata in macchina ed aver sputato ogni tipo di insulto per la durata intera del tragitto, la giovane ragazza si ritrovò a suonare alla porta della sua migliore amica ancora più malmessa di com'era quando l'avevano svegliata, il che era tutto dire.

Ciao Elena!” Disse il nuovo boyfriend-lupo mannaro della sua amica Caroline-vampira.

Ehi Tyler! Tranquillo, non voglio imbucarmi al pranzo, semplicemente mi chiedevo se posso entrare e vedere se ho lasciato qui il mio telefono.”

Finita la frase, giunse la “calma e pacata” voce dell'amica, probabilmente dal salone: “L'ho poggiato sul tavolino, riprendilo e fila viaa!”

Meno male che sei una delle mie migliori amiche!” Dopo aver preso il cellulare dal mobiletto nell'ingresso, Elena salutò e tornò dalla sua famiglia.

Allora? Il tuo Stefan ti ha tartassata di chiamate?”

Quanto sei spiritosa Bonnie! Sarà l'influsso di Jer che ti fa un po' male...”

Grazie sorella!”

Ma quanto sono carini quei due?! Sempre a punzecchiarsi e sbaciucchiarsi...che teneri, sono proprio felice per loro, ma...perché non ti accendi? Avanti caro il mio bel telefonino, accenditi!

Jeremy, il mio amichetto non vuole prendere vita!”

Dammelo, genio della tecnologia!”

Simpaticone.” La ragazza porse al suo fratellino, molto più pratico di lei per certe cose, lo “stupido aggeggio infernale che non funzionava”.

E' scarico, tutto qui. Mettilo in carica e lascialo qualche ora, è acceso, quindi quando ha abbastanza batteria riprende a funzionare da solo. Mi raccomando, lo metto nella tua vecchia camera e non toccarlo.”

Grazie.”

Il pranzo passò in tranquillità, come ai vecchi tempi, il che era proprio ciò di cui Elena aveva bisogno per cercare di non pensare a Damon e a quei suoi begli occhi color mare così infuriati ed agitati come lo erano la sera prima.

Anche se la ragazza non ne aveva idea, il bello doveva ancora venire e, visto e considerato che lei era Elena Gilbert e non poteva assolutamente avere una giornata normale, sia chiaro neanche una, la sorpresa più grande che potesse ricevere la aspettava sul display del suo redivivo cellulare.

Perciò, dopo essersi gustata un film con i familiari, decise di andare a dare un'occhiatina in camera.

Ok, perfetto devo aver fatto preoccupare parecchio Stefan: 9 chiamate perse...

Oh, un messaggio.

Non può essere...non è tipo. Si, Elena. Viene dal suo telefono, è il suo numero e...

Bonnie, c'è una cosa che dovresti vedere e no, non mi interessa se sei occupata ad infilare la lingua in bocca a mio fratello!” Urlò all'amica da sopra le scale.

E' successo qualcosa?”

Solo una parola: Damon.”

La strega si precipitò in camera di Elena appena in tempo per vedere la sua amica con un sorriso ebete stampato in faccia. Era il sorriso riservato a Damon, ne era certa. 


Nda Scusa il ritardo, colpa delle vacanze! Ecco a voi il quinto, forse un pò corto ma comunque...

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Capitolo 6
*** Ultimi alcolici per Damon ***


Ultimi alcolici per Damon

Damon! Damon, andiamo! Senti, ora basta apri questa porta!”

Ma che cazzo succede?! Porca miseria, ma perché mio fratello non riesce mai a farsi un pacco di cazzi suoi eh?!

Santo cielo...Damon che hai combinato?”

Senti Stefan mi dispiace, ok? Lo so, lo so: è lo studio di papà, una delle poche cose che ci rimangono di lui, come mi sono permesso e bla bla bla. Ora sono stanco, voglio riposare.”

Se mi stai invitando ad uscire senza farti la predica, col cavolo fratello! Per non contare il fatto che stai qui rinchiuso da quasi due giorni e mi pare tu abbia riposato abbastanza! Come hai potuto eh? Questo dannato studio è...distrutto. Non riusciremmo a rimetterlo apposto neanche volendo.”

Ecco, forse è un segno divino! Dio ci sta chiedendo di modernizzare questa bettola e di comprarmi un letto più comodo, ora se vuoi scusarmi...”

Detto questo, il maggiore dei due vampiri si coricò dall'altra parte del giaciglio improvvisato, sperando che il fratellino lo avrebbe lasciato in pace, almeno fino alla fine della giornata.

Basta Damon. Possibile che tu cerchi sempre di mettermi i bastoni tra le ruote? Mi dispiace che ami anche tu Elena, ma lei ha scelto me chiaro? Scusami davvero se anche con Katherine è stata la stessa cosa, ma per una volta, una sola volta nella tua vita chiediti di chi è la colpa, Damon!”

Detto questo, Stefan uscì e si sbatté la porta alle spalle, furioso come Damon lo aveva visto ben poche volte e di sicuro mai ultimamente.

Il vampiro restò nella stanza immobile. Non sapeva dove fosse andato il fratello e non ci teneva neppure a saperlo. L'unica cosa certa era che Stefan gli aveva fatto tornare la voglia di bere e ancor più di sfogarsi con qualcuno, un amico, o la persona che ci assomigliasse di più. La sua mente era andata subito a chi lo capiva più di tutti: Elena, ma non era assolutamente il momento né il luogo per contattare la ragazza, visto e considerato che dopo aver scritto il messaggio aveva lasciato staccato il telefono per tutto il giorno seguente, senza calcolare la fresca lite con il fidanzato di lei.

Odiava gli umani, o meglio li adorava perché potevano essere sfruttati; l'unico problema era che, nei confronti di quei pochi abbastanza svegli per essere quasi alla sua altezza, Damon aveva cominciato a sviluppare una sorta di complicità. Con gli amici di Elena, ma ancor più con il nuovo fidanzatino della zia: Alaric. Gli piaceva davvero quel tipo e non sapeva se fosse un bene o una debolezza. Certo era che quell'uomo rimaneva l'essere umano più vicino ad un amico che il vampiro conoscesse.

***

Chi è che ti tormenta?”

Oh, nessuno, non ha importanza. Non ho intenzione di rispondere comunque.”

Andiamo Alaric, squilla insistentemente da mezz'ora e ci sta disturbando la visione del film!”

Va bene torno tra un secondo.”

Detto questo, il professore di storia, solo ufficialmente, si allontanò dal salone, dove la famiglia Gilbert al completo si apprestava a guardare l'ennesimo film della giornata.

Che vuoi Damon?”

Solo parlare.”

D'accordo, ci vediamo al bar fra un quarto d'ora.”

No, non quel bar. Non voglio incontrare Barbie la vampira, per non parlare di sua madre e del suo nuovo triangolo amoroso.”

Matt non è di turno oggi se può consolarti e non mi fido di farmi portare da te in una qualche bisca non si sa dove. Lì, o non vengo.”

Prendere o lasciare eh? In quanto ti liberi della famigliola felice? O di quel che ne rimane almeno...”

Aspettami lì.”

Chiuso il ricevitore, l'uomo propinò una scusa ai presenti in casa e si apprestò ad uscire.

***

Non dovresti bere a stomaco vuoto Damon, non ti hanno insegnato nulla?”

Un raggiante Alaric era appena entrato nel locale. Si accomodò sullo sgabello al fianco di quello del vampiro ed ordinò uno scotch con ghiaccio.

Le brutte abitudini sono dure a morire, ma sai una cosa? Sono felice, davvero felice e sai il perché?”

No Damon, illuminami.”

Perché questa è la mia ultima bevuta.”

Come no, ti conosco abbastanza bene per non crederti.”

No, dico sul serio. Da domani in avanti tornerò ad essere il perfetto galantuomo che avresti conosciuto se mi avessi incontrato durante la guerra di secessione. Sarò un bravo fratello, un perfetto cognato e soprattutto un impeccabile testimone per l'unione di Stefan ed Elena.”

Straparli, sei già ubriaco e io che mi sono scomodato pensando che dovessi dirmi qualcosa di serio...che scemo.”

Cazzo! Possibile che nessuno mi creda? Ne ho abbastanza di gente che dice di sapere che in realtà sono diverso ma quando cerco di dimostrarlo mi rinfaccia il fatto che non cambierò mai.”

Qual è il secondo fine?”

Le dimostrerò che non sbaglia ad avere fiducia in me, Al. Fosse anche l'ultima fottuta cosa che faccio. Mi comporterò meravigliosamente e quando lei mi dirà che è fiera di me, allora potrò anche andarmene felice.”

Fammi capire, vuoi autodistruggerti?”

Voglio solo che la scelta sia alla pari. Voglio solo che quando Elena si alzerà, il giorno del matrimonio, abbia una seconda chance più che valida e più che all'altezza di Stefan. Quell' opportunità sarò io, Alaric.”

In pratica vuoi diventare la fotocopia di Stefan per sapere chi sceglierebbe Elena se anche tu fossi un bravo ragazzo?”

Detta così sembra molto meno avvincente. Sistemerò lo studio di mio padre e mi comporterò bene anche nei confronti di mio fratello. Gli farò credere che mi sono arreso con Elena.”

Non credi che lei dovrebbe amarti per come sei?”

Io ero così, una volta.”

Fa come credi, ma se pensi che ti appoggerò, non contare su di me. Sai come la penso.”

Non voglio chiederti aiuto, volevo solo scaricare su di te un po' di sensi di colpa.”

Ah, bene! Ora ti senti meglio?”

Molto a dire il vero.”

Potrai farla a tutto il mondo, ma Elena sa chi sei davvero Damon, non dimenticarlo questo.”

L'uomo, dopo aver scolato ciò che era rimasto del suo superalcolico, si alzò e fece per uscire.

Come, non rimani a bere un po' con me? Non hai sentito che ho detto? Niente più alcool, dopo oggi.” Lo richiamò Damon.

Ubriacati e sballati quanto vuoi. Non vedo l'ora che inizi la commedia. Scommettiamo, ci stai?”

Non mi tirerei mai indietro e lo sai prof.!”

Scommetto tutta la mia attrezzatura per uccidere i vampiri che Elena non se la beve.”

Ah davvero? Già rinunci a giocare a Buffy l'ammazza vampiri? Io scommetto la mia cantina zeppa di vini pregiati, invecchiati di secoli e costosissimi che invece riesco a fregare tutti.”

Buona serata Damon, preparati a perdere.” Alaric uscì dal bar per tornare a casa, dove Jenna e i ragazzi lo aspettavano, ma prima di voltare le spalle al suo quasi amico non riuscì a trattenere un sorriso che ovviamente, il bel dannato, non esitò a ricambiare.

Vincerò io Alaric, devo farlo o la perderò. Senza di lei impazzirei e so già che la cosa non finirebbe bene.

Per Katherine ho sopportato, mi sono limitato a sopravvivere, ma una seconda volta no, sceglierei la morte.


Nda. Ehi ragazzi!!!! Tornata! Per poco, però. Nel frattempo ecco il sesto, spero vi piaccia e che meriti un commentino.
Baci jj

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Capitolo 7
*** Abiti e buone intenzioni ***


Abiti e buone intenzioni


Credo sinceramente che tu debba invitare anche i signori Burby e le due figlie, con loro penso che siamo al completo.” disse Caroline con esagerata soddisfazione.

Avevano passato tutto il giorno a scrivere le partecipazioni chiuse in quella che era sempre stata la cameretta di Elena, in casa della zia Jenna. Il problema era che ogni volta che credevano di essere al completo, spuntava sempre un invitato mancante, il quale, a detta di Caroline, non potevano certo non invitare.

E' un matrimonio, di Elena e non tuo per giunta, quindi non possiamo spedire gli inviti a tutte le persone che gli sposi hanno anche solo visto in vita loro, Car.” ribadì la vecchia, saggia Bonnie. Elena non sapeva come avrebbe fatto senza di lei: fosse stato per la bionda, avrebbe invitato tutta Mystic Falls, compresi i paesini limitrofi.

Oh, andiamo! Bob conosce Elena da tutta la vita e le gemelle sono così graziose!”

Ne parleremo quando Tyler o Matt, ancora non capito con quale dei due stai questa settimana, ti chiederà di sposarlo. Cosa che mi auguro non avverrà presto anche perché se così non fosse penso che preferirei farmi internare in una clinica per malati mentali.”

Ah ah ah! Quanto sei simpatica Bonnie! Solo perché io ne ho due a farmi la corte non vuol dire che devi essere gelosa e per quanto riguarda il matrimonio ho tutto il tempo del mondo, l'hai scordato?” quando si trattava di lanciarsi frecciatine, quelle due erano le migliori.

Oh mio dio! Elena, pensa un po' se Matt e Tyler le chiedono di sposarli contemporaneamente!! Sarebbe un disastro delle proporzioni della bomba nucleare!” disse Bonnie e le tre amiche crollarono sul letto a causa di un attacco di “ridarella”.

***

La casa era immensa e tranquilla quel pomeriggio.

Stefan era uscito in tarda mattinata. Gli aveva solo detto che Elena e le sue amiche mandavano le partecipazioni, a casa di Jenna. Proprio per questo motivo era dovere dello sposo fare altrettanto per i suoi, di invitati. Damon non avrebbe saputo dire chi volesse invitare alla cerimonia il fratello, considerato che tutti i loro più cari amici erano morti più di un secolo prima. Probabilmente altri vampiri che Stefan aveva conosciuto nel corso degli anni e che non bevevano sangue umano. Non ci sarebbe stato da stupirsi se seduti in prima fila, sulle panche dello sposo, ci fossero stati i Cullen al completo, o come si chiamavano loro.

Elena gli aveva comunque comunicato al posto suo, benedetta ragazza, che Damon aveva acconsentito a fargli da testimone e Stefan aveva detto qualcosa al proposito di un certo Sage che avrebbe potuto affiancare il fratello. In ogni caso, Damon era troppo poco sveglio per prestare attenzione a cose che non lo avrebbero interessato neanche se fosse stato attento.

L' importante era che non aveva il fratellino tra i piedi e per lui, quella mattina, era stato molto più semplice ripulire e mettere apposto lo studio del padre senza dover dare spiegazioni sulla sua ritrovata bontà d'animo.

Effettivamente, si riconosceva da solo, aveva fatto davvero un ottimo lavoro e non contava nulla il fatto che avesse stregato quella donna delle pulizie per aiutarlo. Era stato bravo, comunque: se l'era scelta anziana e brutta, era un grande sacrificio per i suoi standard, ma da qualche parte, si era detto, doveva pur cominciare.

Mentre faceva colazione, solitamente a base di vodka ma quella volta con dello stupidissimo tè verde, Damon aveva avuto un'idea brillante: avrebbe portato suo fratello a cercare lo smoking adatto all'occasione nei migliori negozi in circolazione. Gli avrebbe fatto provare abiti dei migliori stilisti che conoscesse e, come segno di pace, avrebbe pagato tutto di tasca sua.

Forse, anzi sicuramente, quel gesto non sarebbe bastato; Stefan lo conosceva troppo bene, ma come inizio poteva andare.

Avrebbe comprato un...beh, gli faceva senso anche solo dirlo ma Damon aveva deciso di imparare a cucinare, per poter diventare un aiuto in casa e soprattutto preparare pietanze per gli sposi e famiglia, quella di Elena si intende.

Si era detto che, se doveva fare quella follia, valeva la pena farla con stile, il suo stile.

Infine, ciliegina sulla torta, avrebbe organizzato il più bell'addio al celibato che la storia di quel misero paese potesse ricordare e non solo per la gioia di Stefan...

***

Perciò sabato andremo in giro per negozi a cercare dei vestiti per la cerimonia? Io lo voglio color pesca, sarei la damigella più bella della storia...” disse Caroline, tutta esaltata.

D'accordo, d'accordo. Comunque, in teoria sarebbe la sposa, cioè io, a decidere il colore dei vestiti delle damigelle!” ribadì Elena, allo scopo di provocare l'amica.

Oh, hai ragione. Beh, sentiamo, che colore pensavi per noi due?”

Mah, io pensavo ad un bel verde pisello...” per l'ennesima volta scoppiarono tutte a ridere.

Ragazze!! Era tempo che non andavamo a far compere solo noi tre...” ricordò la bionda che non aveva ancora perso la sua euforia.

Si, solo noi e...beh Damon.”

Bonnie, scusa, cosa ha detto Elena alla fine della frase?”

Penso fosse...Damon??”

Non vi scaldate! Non è neppure sicuro, era solo un mio pensiero. Volevo chiamarlo e chiederglielo, considerato che è uno dei testimoni di Stefan e andrà con lui a scegliere il suo vestito, magari può coordinarci senza però infrangere la tradizione.”

Si, certo. Vuoi farci credere che lo inviti perché non vuoi due abiti scoordinati? Andiamo Elena! Non siamo così sprovvedute!” urlò Caroline.

Infatti, guarda che abbiamo anche noi i nostri problemi, non tanto io quanto Car, lo sai benissimo che in un triangolo amoroso prima o poi il terzo resta fuori e spero vivamente che in questo caso il terzo incomodo non sia Caroline...” scherzò Bonnie e, insieme ad Elena, si mise ad elencare tutti i motivi validi per i quali la vampira doveva, secondo loro, uscire da quella assurda situazione sentimentale.

Un'ora dopo

Noi andiamo, si è fatto tardi e la mamma mi aspetta per cena.”

Si, anche io devo andare. Ho promesso a tuo fratello che ci saremmo visti quando avevo finito qui, quindi lo raggiungo al cinema.”

Va bene, ciao ragazze!” Elena baciò sulla guancia entrambe le sue amiche e le accompagnò alla porta. Proprio mentre stavano uscendo, Bonnie le si avvicinò e le sussurrò: “Chiama Damon, digli se vuole venire e in quel caso io e questa scapestrata bionda vi lasceremo da soli, va bene?” detto questo si apprestò a raggiungere Caroline senza neanche voler ascoltare le proteste di Elena.

Certo, chiamare Damon...ma per dirgli cosa? Gli avevo promesso che lo avrei lasciato in pace! Però se ragiono così non ci chiariremo mai e questo non va bene...non voglio.

La ragazza si rifugiò in bagno, anche per non disturbare la zia ed Alaric che stavano giustamente facendo i piccioncini in salotto.

Si sedette sul bordo della vasca e cercò in rubrica il numero del fratello di Stefan.

Uno squillo, due squilli, tre squilli... “Il telefono della persona da lei chiamata potrebbe essere spenta o irraggiungibile, la preghiamo di richiamare più tardi, grazie.”

La solita, stupida e insulsa vocina registrata.

Ora basta! Tagliamo la testa al toro, vado a casa Salvatore.

Il fidanzato era passato a salutarla prima di partire per Richmond in cerca di un suo vecchio amico, probabilmente un altro vampiro che si atteneva alla stessa dieta di Stefan.

Non sarebbe tornato prima della mattina dopo, così aveva detto; quindi perché non approfittare della situazione per parlare da sola con Damon?!

Queste convinzioni spinsero Elena fino alla porta dell'antica villa dei Salvatore, ma proprio quando era ad un passo dal bussare, la porta si aprì, risparmiando alla ragazza un inutile imbarazzo.

Ti ho vista mentre osservavi con interesse la porta, invece di suonare e così ti ho anticipata.” Damon era di fronte a lei, con il suo incredibile sarcasmo e con indosso solo dei pantaloni scuri come la notte che ovviamente lasciavano intravedere il suo torace tonico e palestrato.

Ciao Damon.”

Andiamo, pensi davvero che farei aspettare la mia futura cognata in giardino? Andiamo entra.”

Oh santo cielo, è gentile; non si prospetta una serata tranquilla...

Nda. Ciao ragazzi!! Eccomi tornata con il settimo capitolo. Spero vi piaccia e soprattutto lasciate un commentino per farmi sapere.
Baci JarJar
p.s. Per chi di voi non li ha letti, Sage è un amico di Stefan che compare nei libri.

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Capitolo 8
*** La grande abilità degli attori: la menzogna ***


La grande abilità degli attori: la menzogna

Vuoi un drink?” propose Damon mentre attraversavano il corridoio diretti in sala, dove ovviamente,pensò Elena, si sarebbero accomodati sul divano e il vampiro le avrebbe offerto un po' di gin dal bicchiere in cui lui stesso avrebbe poi bevuto. Ormai la ragazza aveva l'impressione di poter prevedere quello che sarebbe successo: solite chiacchiere di routine e soprattutto una bella litigata, causa: Damon non voleva passare da femminuccia aiutandole a scegliere degli stupidi vestiti.

Con grande sorpresa della giovane Gilbert, però, nulla di tutto ciò accadde, quella sera.

Elena, si accorse di aver commesso un terribile errore nella sua previsione: non aveva calcolato il fattore sorpresa, che invece sembrava essere il punto forte dell'inarrestabile vampiro moro che la stava conducendo, con innata naturalezza, nella studio del signor Salvatore, stanza che lo stesso Stefan aveva esitato più volte a mostrarle.

L'avevo praticamente demolita, ma adesso è come nuova. Un piccolo omaggio al mio fratellino, ovviamente nulla in confronto al vostro regalo di nozze, ma pensi possa gradirlo?”

Ok, questo devono spiegarmelo: perché uno che fino ad una settimana fa non faceva altro che essere irritante e fastidioso adesso sembra il principe azzurro di “Cenerentola”??

Si, beh...sarebbe fantastico, cioè gli piacerebbe, voglio dire è davvero ok!”

Elena, hai ascoltato una sola parola di quanto ho detto?”

Si, scusami Damon.” rispose una sempre più confusa Elena.

Il vampiro la portò finalmente, la ragazza non credeva che avrebbe mai rimpianto quei divanetti di pelle, in salone per offrirle qualcosa da bere, ora si che lo riconosceva, e parlare in tranquillità.

Gradisci un succo di frutta, una coca-cola? Oppure non saprei, dimmi tu.” propose il moro.

Gradirei che tu mettessi una camicia e null'altro, grazie.”

Allora, beh, vado.”

Solo dopo aver visto il ragazzo sparire in corridoio, Elena si accorse di essere stata un'emerita stronza nei suoi confronti.

Per sua fortuna, riapparve poco dopo con indosso una maglia blu scuro, era il colore che preferiva, ed un vassoio con una brocca d'acqua che poggiò sul tavolinetto di fronte al divano.

Scusa per prima, Damon. Non so cosa mi prenda, forse semplicemente mi aspettavo di trovarti ancora furioso con me e Stefan, quando invece sei perfino in vena di regali.”

La giovane si sentiva talmente egoista, perché non riusciva ad essere felice del fatto che Damon avesse superato alla grande la notizia del matrimonio?

Sai, ho capito che è inutile compiangermi, dopotutto mi hai fatto capire molto bene che non sei assolutamente interessata a me, in quel senso. Adesso, puoi stare tranquilla Elena! Sono un uomo nuovo, davvero. Sarò un impeccabile testimone, oltre che un amico fantastico, se mi permetterai di rimettere insieme i cocci della nostra amicizia, ovviamente.”

Cosa? Ma di che parli, cioè a me farebbe assolutamente piacere tornare amici.”

Si, certamente e allora cos'è questa delusione che ti sta attanagliando lo stomaco, eh amica modello?

Elena avrebbe solamente voluto mandare al diavolo la propria coscienza, ma non poteva permettersi di fallire un'occasione simile per chiedere a Damon dell'abito.

Senti, Damon, tu aiuterai tuo fratello a scegliere uno smoking, vero?”

Ovvio che lo farò ma no, furbetta, non ti dirò che tipo di vestito ho intenzione di fargli provare se è questo che pensi. Andrebbe contro la tradizione e mi sorprende tu abbia dimenticato che sono nato nel diciassettesimo secolo.”

No, non alludevo a quello. So che hai gusti impeccabili in fatto di vestiti e sceglierai bene per lui. Il fatto è che...”

Prendi il coraggio a due mani Elena, avanti!

...beh, sai, Jenna e Bonnie non hanno proprio un grande stile; fosse per Caroline dovrei vestire come una bomboniera, quindi mi ritrovo senza spalle per la prova vestito...”

Ti chiedevi se potessi darti una mano, giusto?”

Dal tono non sembrava annoiato, ma alla ragazza diede comunque fastidio il modo in cui le aveva letto nel pensiero, non credeva di essere realmente un libro aperto per lui.

Si, infatti. Sabato è ok?”

Sarebbe davvero un piacere, per me. Non credevo che me lo avresti chiesto; pensavo che ti saresti fatta vestire come un confetto da Barbie.”

Si, certo, ti sembro tipa?”

Ora si che lo riconosceva, Damon era l'unico a chiamare Caroline con il soprannome “Barbie” senza preoccuparsi di essere ucciso, di nuovo, a causa di un “incidente”.

Effettivamente...beh, non saprei...”

Starò anche per sposarmi, ma a tirarti un cuscino in testa rovinandoti la capigliatura non ci metto nulla, Damon.”

Cercò di scherzare la giovane.

Bene. Ascolta, Elena, mi dispiace per la reazione che ho avuto giorni fa, ma ti assicuro che se mi dai un'altra chance non ti deluderò. Sto cambiando e te ne darò prova sabato, perciò preparati allo shopping sfrenato nei migliori negozi in circolazione, mia cara.”

D'accordo, allora che fai, mi accompagni alla porta?”

Ovvio, madmoiselle.”

Si incamminarono silenziosamente fino ad arrivare sulla soglia. Elena uscì e Damon restò sulla porta, per scambiare gli ultimi saluti.

Beh, allora grazie, Damon.”

E' stato un piacere, Elena.”

Con gesti a dir poco impacciati, si scambiarono un veloce bacio sulla guancia. Quella di Damon era liscia e levigata, la ragazza non seppe dire perché ma quel tocco le aveva provocato una specie di scossa.

Si allontanò provando una strana delusione, notando che, appena scesa sul vialetto, il vampiro si era chiuso la porta alle spalle.

Oh, ma insomma, che doveva fare, invitarmi a restare? Che razza di pensieri mi vengono in mente...sarà lo stress. Pensò Elena, ignara della fatica che aveva fatto Damon nel trattenersi per tutta la serata e mostrarsi davvero il suo amico ritrovato.

Nda. Ecco un nuovo capitoletto! Mi sono divertita davvero a scriverlo, spero gradiate. 
Lasciate una recensione per dirmi se vi piace o consigliarmi qualcosa.
baci JJ

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Capitolo 9
*** Tante, troppe sorprese ***


Tante, troppe sorprese

Fratello, buongiorno!” Urlò Stefan nel momento esatto in cui mise piede dentro casa, quella mattina. Erano solo le nove, orario alquanto prematuro per svegliare suo fratello Damon, che, come al solito, si era addormentato solo alle due di notte, dopo una serata passata a criticare i pessimi programmi televisivi americani.

Ovviamente, sempre in buona fede, il maggiore dei Salvatore si tappò le orecchie con il cuscino e cominciò ad imprecare in ogni lingua conosciuta contro il nuovo arrivato, che, nel frattempo, era entrato nella stanza da letto aprendo le persiane e facendo penetrare il sole.

Andiamo Damon! Non hai mai sentito dire che chi dorme non piglia pesci?”

Adesso basta, chi se ne fotte di mandare a monte il mio piano: io gli sbrocco e lo rispedisco da dove è venuto.

Il vampiro si scostò di dosso le coperte e contò fino a dieci.

Non vale la pena di buttare al vento tutta la fatica che ho fatto ieri con Elena per questo...scocciatore!

Bentornato a casa, Stefan.”

Va bene, chi sei e cosa hai fatto a mio fratello?”

E' la consapevolezza di ciò che possiamo fare che ci spinge al cambiamento, Stefan.”

Buttò lì con noncuranza Damon, avviandosi in cucina per fare colazione con indosso solo un paio di boxer neri.

Proprio sulla soglia della stanza, però, si rese conto che mangiare in mutande era un'abitudine del vecchio Damon, perciò decise di deviare per il bagno e tornare in camera per infilarsi dei vestiti.

Nel frattempo, Stefan aveva assistito alla scena assolutamente basito dal comportamento dell'altro vampiro, chiedendosi se davvero in un solo giorno che era stato assente, potesse essere avvenuto un miracolo che lui stesso cercava di compiere da tutta una vita.

Quando il moro uscì dal bagno, perfettamente pulito e “stirato”, si diresse in cucina, dove mangiò una tazza si latte e cereali sotto lo sguardo stupefatto del fidanzatino di Elena.

E adesso chi è che ride, eh fratello?

Come è andato il tuo viaggetto spirituale, Stefan?”

Oh, bene, davvero. Il mio amico Sage verrà per il grande giorno e sembra che tutto vada a gonfie vele, quindi non voglio sapere perché sei ad un tratto diventato un gentleman ma non voglio brutte sorprese, ti è chiaro Damon?”

Smettila di pensare male di me, voglio solo aiutare; mi comporterò bene, sul serio.”

Va bene. Vado da Elena per farle sapere che sono tornato. Non fare casini.” detto questo, Stefan si avviò verso la porta.

Sta attento a non svegliare la bella addormentata troppo presto, io sono un galantuomo ma lei potrebbe tirarti un cuscino in faccia!”

Il fratello minore, dopo aver bofonchiato un “quanto sei divertente Damon” uscì dalla villa e partì con l'auto direzione casa di Jenna.

***

 

Stefan! Ciao, che sorpresa! Vuoi fare colazione con noi?” chiese Jenna aprendo al porta di casa al ragazzo.

In cucina erano seduti Alaric e Jeremy, la sua ragazza non era a mangiare con loro; il vampiro dedusse che magari Damon aveva ragione, era troppo presto anche per lei. Dopotutto in quanto ad abitudini, spesso Elena andava molto più d'accordo con il fratello che con lui.

Elena dorme, Stefan. Perché non mi fai un favore e vai a svegliarla?”

Certo, ti ringrazio Jenna.”

Salì piano le scale, attento a non fare troppo rumore e non disturbare la giovane che probabilmente avrebbe trovato rintanata sotto le coperte.

Quando fu al piano di sopra, aprì la porta della camera di Elena ma lei non era lì. Poco dopo la vide uscire dal piccolo bagnetto ancora in camicia da notte.

Ehi, amore! Sei tornato!”

Si, piccola. Mi sei mancata!”

Si scambiarono un casto e veloce bacio sulle labbra e si abbracciarono, prima che la ragazza fosse costretta a tornare in camera per vestirsi.

Scesero insieme ed annunciarono alla famiglia di lei che avrebbero fatto colazione al bar dove lavorava Matt.

Dopo aver ordinato, Stefan le diede un braccialetto con una pietra rossa e le disse che era un piccolo regalo riportato dal viaggio.

Grazie tesoro! Sei troppo carino...”

Figurati, sai che mi fa piacere farti felice. Piuttosto c'è una cosa di cui ti vorrei parlare...”

Oh, Damon te lo ha già detto? Non sei geloso, vero? Insomma, visto che penso lui aiuterà anche te, gli ho chiesto se gli andava di accompagnarmi anche perché le mie amiche...”

Aspetta, aspetta un minuto; di che parli? Damon non mi ha detto proprio nulla, ma è di questo che volevo parlarti.”

Ah, non te lo ha detto? Beh gli ho chiesto se mi accompagnava a scegliere il vestito, sabato. Lui ha detto che era disponibile, ma non preoccuparti penso che aiuterà anche te.”

Si, certo; fantastico.”

Qualcosa non va?”

Cosa? Oh, beh quasi tutto non va. Che è successo mentre non c'ero?”

Ah, adesso ho capito! Se intendi per quale motivo Damon sembra appena uscito da una fiaba in cui probabilmente interpretava il principe azzurro non ne ho idea neanche io.”

Andiamo Elena. Deve essere successo qualcosa mentre non c'ero. Assomiglia molto più a Gregory Peck in Vacanze Romane che a Dracula; questo non è preoccupante, è molto di più.”

Si, beh non me ne parlare, per favore. C'è mancato poco che ieri, quando ci siamo visti per parlare dell'abito, non gli saltassi al collo chiedendogli dov'è il vero Damon. Mi da sui nervi sapere che sta complottando qualcosa ma non riuscire a capire perché si comporti in quel modo.”

Sai Elena, normalmente se avessi svegliato mio fratello presto, mi avrebbe tirato addosso il letto, oltre che un milione di insulti. Oggi non ha fatto una piega; e si è anche vestito per fare colazione.”

Coosa? Vestito? Colazione?”

Hai capito bene.”

Oooh mi dà sui nervi...”

Senti, sta tranquilla. A me ha detto semplicemente che vuole fare il bravo per aiutarci con il matrimonio, quindi probabilmente è così.”

Io so solo che con lui non si sa mai. Però forse hai ragione, è stato davvero carino ieri e dovremmo fidarci.”

Si, erano anni che aspettavo che si comportasse in modo maturo; dunque perché non credergli.”

Già...Senti io devo andare, mi dispiace piantarti in asso così ma vado a fare la prova capelli con Bonnie. Ci sentiamo dopo.”

Dopo averlo baciato sulle labbra, Elena si precipitò fuori dal bar; lasciando un pensieroso Stefan a riflettere sul repentino cambiamento del fratello maggiore.

Nda. Ciao ragazzi!Ecomi con un nuovo capitoletto non fandamentale, ma spero divertente.
Mi dispiace, ma vi tengo ancora un pò sulle spine.
Lasciate una recensione e ditemi se vi piace.
Baci JJ

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Capitolo 10
*** Una rosa, segno di maestosità ***


Una rosa, segno di maestosità


Sabato, ore 10.00

Elena si stava diligentemente preparando, era intenta a truccarsi con un filo di matita nel piccolo bagno del piano di sopra.

Bonnie e Caroline erano nella sua camera a provare alcuni dei suoi capi d'abbigliamento, i pochi che aveva lasciato da Jenna per le emergenze, fino al grande giorno.

La zia era uscita poco prima, insieme ad un non poco trafelato Jeremy. La ragazza era felice che il fratello avesse ripreso gli studi, benché facesse il minimo indispensabile era una buona cosa per lui, l'unica che nella sua vita ricordasse anche vagamente la normalità.

Si poteva annusare, anche da sopra le scale, l'insistente odore di pancakes appena fatti; solitamente erano per le occasioni speciali. Quando lei e Jer erano piccoli i genitori li preparavano le mattine in cui avevano delle verifiche a scuola e l'ultima volta che Jenna li aveva cucinati era stato quando, tempo prima, Klaus e Katherine erano finalmente spariti dalla loro vita.

Elena era grata alle sue amiche, le aveva convinte ad andare con lei nonostante Damon, benché Bonnie non fosse molto d'accordo. Senza di loro non sapeva proprio come avrebbe fatto a finire da sola quella colazione che sembrava preparata per un esercito.

Le ragazze si sedettero al tavolo in cucina, dopo essersi preparate per bene.

La padrona di casa servì i piatti in tavola e cominciarono a mangiare in silenzio tutto quel ben di dio.

Damon sarebbe passato, con la sua immacolata Ferrari, poco prima delle 11.00.

Proprio per questo, udendo una rumorosa sgommata fuori dalla finestra, le ragazze continuarono il loro pasto in santa pace.

Essendo così concentrate, nessuna delle tre amiche notò che una Ferrari fiammante aveva appena parcheggiato sul vialetto di casa Gilbert e che un notevole vampiro in giacca nuova di zecca “Hugo Boss” e con un'elegante rosa rossa in mano era appena sceso dalla suddetta auto.

Ad un tratto, mentre Elena posava le stoviglie nel lavabo, si udì l'inizio di una canzone di Robbie Williams: “She's the one”.

Ehi, ragazze! Adoro questa canzone!! I was her, she was me; we were one, we were free and if there's somebody, calling me on, she's the one!” cantò a squarciagola Caroline, mentre, finalmente, Bonnie si affacciava dalla finestra scorgendo un impeccabile Damon appoggiato davanti alla sua macchina, dalla quale proveniva anche la canzone.

Elena, c'è una cosa che dovresti vedere!” urlò la strega con decisamente poca grazia. Purtroppo, invece della diretta interessata, impegnata a ripulire la cucina senza far caso alla musica, si presentò al suo fianco la vampira bionda.

Oh mio dio!!! Eleeeeenaaaa!!!” chiamò con la solita discrezione Caroline e fu solo allora che la giovane Gilbert raggiunse non poco scocciata le due amiche.

Andiamo, ragazze! Stavo mettendo apposto, che c'è di tanto importante?”

Nel momento in cui sbirciò dalla finestra, Elena divenne color porpora in viso e si precipitò ad aprire, sotto lo sguardo indagatore delle altre due.

Damon, hey! Potevi bussare, scusami non era mia intenzione lasciarti qui fuori ad aspettare”.

Tranquilla, pensavo ti piacesse la canzone, ma forse eri nel mondo dei sogni e non te ne sei neanche accorta. Questa è per te, l'ho colta questa mattina di fronte casa nostra. Ovviamente non penso che una rosa ti renda giustizia, ma è senza dubbio il fiore più maestoso, nel nostro modesto giardino.”

Maestosa...nessuno mi aveva mai definito così prima.

Invitò il vampiro ad entrare, chiedendogli di aspettare in soggiorno, in quanto dovevano ancora preparare le borse.

Buongiorno Bonnie. Caroline.” fece un cenno di saluto ad entrambe, ma non fu il modo da gentiluomo del Rinascimento che sorprese Elena, il ragazzo aveva appena chiamato la bionda per nome, no, il suo Damon non l'avrebbe mai fatto.

Ehm...ciao Damon.” rispose la strega, mentre la vampira bofonchiò un “ehi” abbastanza confuso prima di salire al primo piano per recuperare le borse.

***

Insomma, con quale auto pensavate di andare?” chiese il vampiro.

Mah, possiamo anche andare con la tua Ferrari però non ci sono posti, quindi a meno che tu non ti ficchi nel portabagagli e non leghiamo Elena sul tettuccio non credo sia una buona idea.” disse Caroline non senza il solito sarcasmo. Non riusciva a credere che quel bastardo fosse cambiato tanto. Ne avrebbe parlato con Elena nel camerino, a quattrocchi. Forse poteva anche darla a bere al mondo intero, ma le parole che uscivano dalla bocca di uno che fino a pochi giorni prima la chiamava “Barbie” non potevano, non dovevano essere vere.

Damon non sarebbe mai maturato, lo sapevano tutti e come damigella, aveva il dovere di mettere in guardia la sposa.

Non sono venuto per litigare con te Caroline. Se qualcuno non mi vuole con voi oggi, lo dica chiaro e tondo. Non ho intenzione di creare problemi.”

Nessuno ha nulla da dirti Damon. Mi dispiace per il comportamento di Car, so per certo che non intendeva offenderti. Vero?” Elena guardò di sottecchi l'amica, che se ne stava in disparte e si mordeva la lingua per non peggiorare la situazione.

Si, certo...” disse allora, più per non dispiacere la sposa, che per il vampiro.

Bene, dunque io ed Elena possiamo andare con la mia macchina, sono dell'idea che vada provata, almeno una volta nella vita.”

D'accordo, allora io e Caroline andremo con la sua auto. Ci vediamo all'atelier.” concluse Bonnie mentre ognuno si avviava verso il veicolo designato.

Prego.” disse Damon aprendo lo sportello e facendo entrare la ragazza. Dopodiché si sedette nel posto del guidatore e con una delicatezza che non rendeva giustizia alle sue solite sgommate, si avviò verso la destinazione.

Insomma, ti presenti con una rose, metti una delle canzoni più romantiche e dolci che conosca e ti comporti come un cavaliere...ti aspetti davvero che non pensi ci sia qualcosa sotto?”

Pensa ciò che vuoi, te lo ripeto. Mi dispiace per come mi sono comportato in passato, ma ho fatto quelle cose per essere carino e farmi perdonare. Te l'ho detto, sono qui oggi per iniziare un nuovo ciclo: quello in cui Damon sarà il migliore amico di Elena. Quindi, qualunque vestito vorrai provare, anche se sembrerai una grossa meringa, io ti sosterrò.”

Porterò te in camerino. Per non scontentare né Bonnie, né Caroline. Le lascerò fuori comodamente sedute su un divanetto e con dello champagne in mano ad aspettare che esca per mostrare il vestito. Ti avverto, ho delle condizioni.”

Dimmi.”

Numero uno: non sentirti superiore a Caroline perché la mia scelta è stata dettata da una necessità, due: non fare lo scemo, insomma dopotutto sei un uomo perciò niente sbirciatine, mi aiuterai solo ad allacciare corpetti e chiudere le lampo; intesi?”

Sarò felicissimo di accontentarti. L'hai già detto alle tue amiche, vero? Non voglio abbiano rimorsi e cose varie.”

L'ho detto loro ieri, quando sono venute a dormire da me.”

Probabilmente, il vecchio Damon avrebbe spontaneamente tirato fuori una battuta sul fatto che, nonostante stesse per sposarsi, Elena continuava a fare cose da bambine come i pigiama party. Era un passo falso che non andava fatto e il vampiro riuscì a serrare le labbra proprio prima di cominciare il discorso.

Dannazione com'è difficile...specialmente quando sono con lei e la guardo. Mi verrebbe da prenderla e baciarla con passione, poi se penso che quest'automobile ha anche dei sedili in pelle comodissimi e abbassabili do di matto...

La Ferrari continuò a sfrecciare sulla superstrada, seminando e non di poco, tutte le altre autovetture che incontrava, non ultima quella di Bonnie e Caroline che sarebbero senza dubbio arrivate con un po' di distacco.

Dentro la cabina, però, l'atmosfera era tesa. Nessuno dei due, né la passeggera, né il guidatore, osava parlare.

Damon ebbe la brillante idea di accendere la radio per scacciare i brutti pensieri ed il silenzio era così frustrante...

Passavano “Undisclosed Desires”, dei Muse.

Una delle canzoni che le aveva fatto conoscere Stefan, pensò Elena.

L'aria compigliava i capelli dei due ragazzi, mentre nel veicolo scorreva lento il ritornello.

I want to reconcile the violence in your heart 
I want to recognise your beauty's not just a mask 
I want to exorcise the demons from your past 
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart 


Nda. Salve a tutti!!! Ecco un altro capitoletto, è un pò di passaggio...penso che quello che tutti state aspettando sia il prossimo, ma spero vi piaccia anche questo.
Le canzoni citate sono "She's the one" di Robbie Williams e "Undisclosed desires" dei Muse. Sono davvero belle, se vi capita e non le conoscete fate un salto su Youtube ad ascoltarle.
baci JJ
p.s. Lasciate una piccola recensione? Grazie!

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Capitolo 11
*** Errori ed istinti ***


Errori ed istinti

Lei deve essere la signorina Gilbert! Prego entrate, vi stavamo aspettando.” esclamò con entusiasmo la signora Lang, proprietaria dell'atelier, subito dopo aver fatto entrare Elena, Damon, Caroline e Bonnie.

L'ambiente era spettacolare, non a caso era stata la sua amica vampira, sempre informata sulle ultime tendenze, a consigliarle quel posto per cercare un abito.

La padrona li guidò dall'anticamera, fino ad una stanza dalle pareti bianche e sobrie con pavimento rigorosamente in marmo. C'erano manichini sparsi qua e là, con lo scopo di mostrare alle clienti la merce più preziosa. Gli abiti erano firmati dai migliori stilisti: Alexander McQueen; Vera Wang; Monique Lhuillier, tanto per citarne alcuni.

Al centro della sala era presente un grande divano color panna con relative poltrone. Inoltre, non poteva mancare il vaso di ghiaccio per tenere al fresco uno dei migliori champagne e un piccolo buffet a disposizione di chi sarebbe rimasto fuori dalla sala prove. Ad un tratto cominciarono ad affluire nella stanza una quantità strabiliante di assistenti. Alcune erano addette al cibo, mentre altre cominciarono subito a prendere le misure ad Elena.

Dunque, chi di voi tre entrerà insieme alla sposa?” chiese la direttrice.

Entrerò io.” comunicò Damon con una sicurezza che sconvolse Elena.

Il tragitto non era stato dei migliori, l'imbarazzo aveva fatto da padrone, mentre quelle stupide radio commerciali trasmettevano, una ad una, le canzoni romantiche più belle degli ultimi anni. Nonostante la odiasse, Elena era arrivata a chiedersi dove fosse finita la musica metal quando era necessaria.

Dopo essersi fatta misurare la vita e aver lasciato Bonnie e Car, stravaccate sul divano con una coppa di vino in mano, la ragazza ed il suo accompagnatore, erano entrati in una piccola camera molto sobria.

C'era il parquet con carta da parati color salmone, era molto luminosa e agghindata da ricami vari che sicuramente erano graditi dalle frequentatrici più anziane. Era presente un appartato divanetto candido e una tendina che nascondeva il camerino. Ovviamente, l'immancabile specchio era collocato al fianco del divano, vicino anche alla finestra, dalla quale si intravedeva lo splendido giardino della signora Lang.

Le due ragazze che li avevano accompagnati, posarono i due abiti da provare su una sedia vicina alla porta e tolsero il disturbo.

Era abituale, in quell'emporio, che la padrona scegliesse alcuni capi secondo lei adatti alle donne che si recavano lì. Le ragazze dovevano provare i vestiti che le signora Lang proponeva e solo in seguito, se non erano di loro gradimento, potevano sceglierne alcuni autonomamente.

Ad Elena erano toccati degli abiti impeccabili. Uno dei due era del classico bianco stretto alla vita e più largo sotto, senza strascico, la giovane non ne aveva voluto sapere, con un discreto fiocco sul fianco per dare un effetto particolare di pieghe lungo tutto l'abito.

Il secondo, invece, era color lilla, un tubino semplice ma molto raffinato, dalla vita in giù non era largo come l'altro, aveva soltanto una fascia color avorio sotto il seno e dei pizzi davvero eleganti sulle spalline.

Quale provi prima, principessa?” chiese Damon che si era già accomodato sul divanetto.

Credo quello bianco. Aspettami qui, torno subito”.

Ai suoi ordini.”

La verità era che Damon si stava trattenendo in modo sfrenato per evitare di guardare Elena mentre, da dentro il camerino ormai in biancheria intima, gli aveva chiesto di passarle l'abito. Anche la ragazza si accorse del comportamento del vampiro, che, dopo averle passato con riluttanza il vestito, era corso a sedersi nuovamente.

Forse ho fatto male ad invitarlo...

Si infilò l'abito, le stringeva leggermente i fianchi ma tutti dicevano che era normale ed uscì fuori per farsi dare un parere.

Allora? Che ne pensi?”

Damon si schiarì la gola, ad un tratto aveva le labbra secche e non riusciva a dire alcunché, non gli era mai successo e questo lo preoccupava non poco.

Si, mi piace ma forse è troppo...classico per te.” biascicò infine.

Già, probabilmente hai ragione.”

Non seppe neanche lei perché lo fece, improvvisamente si aprì la lampo e scambiò il vestito con quello sulla sedia, per poi coprirsi con esso alla bell'e meglio ed intrufolarsi nel camerino.

Il vampiro rimase senza parole. Aveva appena visto Elena, l'oggetto dei suoi più reconditi desideri, in biancheria intima e senza neanche averle chiesto nulla.

In quel momento pensò che fosse uno dei giorni più belli della sua vita e che non avrebbe mai dimenticato quelle mutandine di pizzo grigie.

Dio com'è bella, pensò.

La verità era che si sentiva talmente spiazzato che iniziò a respirare normalmente come gli umani. Senz'altro lo aiutava a pensare ad altro. Fu così che quando la futura sposa riapparve davanti a lui con l'abito lilla, Damon trattenne il fiato.

Probabilmente se fosse stato possibile il suo cuore avrebbe ripreso a battere.

Non poteva più resistere, per quanta buona volontà ci mettesse, Damon aveva troppa voglia di risentire, dopo quell'unica volta, il sapore delle labbra della ragazza che amava sulle sue.

Con un folle impeto si alzò, la cinse con le braccia e la baciò. Elena rispose in un primo momento al bacio, per poi staccarsi con forza dal vampiro e rifugiarsi nel camerino con i propri vestiti in mano.

Damon era stupefatto, più per sé stesso che per la reazione della giovane.

Era stato stupido e adesso rischiava di rovinare tutto per uno stupido istinto.

Elena uscì poco dopo alquanto trafelata ma con i vestiti con i quali era arrivata indosso.

Mi dispiace.” fu tutto quello che gli disse, senza neanche guardarlo negli occhi.

Uscì portandosi dietro l'abito lilla. A ruota anche il maggiore dei Salvatore raggiunse gli altri nel salottino.

Bonnie e Caroline si alzarono dal divano posando le riviste che stavano leggendo.

Mi piace davvero molto questo. La ringrazierei infinitamente se lo mettesse sul mio conto e me lo facesse recapitare più presto possibile.” disse Elena, rossa in viso e ancora sotto choc per quello che era successo.

Ma certamente signorina Gilbert. Lo farò impacchettare e spedire, complimenti, ottima scelta.” si congratulò la signora Lang, prima di scortarli fuori dall'atelier e salutarli cordialmente uno ad uno.

Sia la strega che la vampira si erano accorte che fosse successo qualcosa lì dentro, ma concordarono sul non mettere pressione alla migliore amica.

Damon, nel frattempo, stava cercando di ricomporsi. Giunti finalmente davanti alle macchine, Elena disse: “Vi dispiace se salgo con voi ragazze? Penso che Damon possa ritrovare da solo la strada di casa.”

Salì in macchina insieme alle amiche, che non fecero un fiato.

Il vampiro, decisamente spiazzato, si guardò intorno per una frazione di secondo, prima di avviarsi verso la Ferrari.

L'aria era tesa, ma la futura sposa si promise di non parlare a nessuno di ciò che era accaduto, non prima di averci capito qualcosa lei stessa. L'unico, vivido, ricordo erano le labbra del fratello di Stefan. Non era stato come la prima volta, quando lui era in fin di vita. Non era neppure come con il fidanzato. Era semplice, bello anche, talmente bello da farle paura.

Mentre ripercorrevano in religioso silenzio la superstrada, Elena si chiese se avesse usato quel tono freddo per ferire Damon o per allontanarlo da lei prima di commettere altre stupidaggini.

Nda. Un capitolo un pò corto, ma senza dubbio fondamentale. Penso e spero che sarà il vostro preferito, almeno chi ama la Delena.
Godetevelo, ma mi raccomando, lasciatemi una recensione, d'accordo??
Vi ringrazio JJ

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Capitolo 12
*** Sentimenti ***


Sentimenti

Jeremy conosceva Elena da una vita e sapeva bene quando c'era qualcosa che non andava.

La sorella aveva fatto ritorno relativamente presto, considerando la prova dell'abito e tutto il resto, insomma. Dopo averlo salutato, Elena si era rintanata nella sua camera e non si era più vista per casa. Certo, era stressata e per questo, forse, un comportamento del genere avrebbe anche potuto essere passabile se non ci fossero stati quei due piccoli particolari che avevano fatto dubitare Jeremy della serenità della sorellona. Punto primo, entrando non si era diretta da lui per scompigliargli i capelli e chiedergli come andava, punto secondo, aveva chiuso la porta a chiave e questo, il ragazzo lo aveva capito mentre, passando ovviamente per caso davanti alla stanza, aveva cercato più discretamente possibile di aprire la porta.

Non riusciva a capire cosa potesse essere successo, ma di certo non avrebbe lasciato che Elena lo mettesse da parte ancora una volta.

Scese in sala da pranzo e cercò in rubrica il numero di Bonnie. La sua ragazza, nonché migliore amica di Elena doveva saperne qualcosa, visto e considerato che l'aveva accompagnata all'atelier, quella mattina.

“Jeremy, tesoro!!” rispose con enfasi la strega, non appena scorse il numero del fidanzato sul display.

“Ehi, Bonnie! Come stai?”

“Oh sei così carino a chiamarmi per sentire la mia voce...”

“Si, sai mi andava di sentirti e così...” mentirle spudoratamente non gli piaceva affatto, ma avrebbe lasciato che la situazione si evolvesse da sola.

Il problema era che nella loro relazione c'era solo una semplice ma ferrea regola: quando stavano insieme erano Jeremy e Bonnie, ma quando c'erano anche i loro amici, erano rispettivamente il fratellino e la migliore amica di Elena. Lui era un maschio e non aveva il diritto di immischiarsi in faccende che riguardavano le ragazze.

La strega era sempre stata chiara con lui, lo amava, ma non aveva intenzione di mettere a repentaglio la sua amicizia con Elena.

Proprio per questo motivo, Jeremy fu costretto a fare buon viso a cattivo gioco, e quindi a pazientare finché Bonnie, di sua spontanea volontà, non iniziò a raccontargli lo svolgimento della giornata.

“...si, così io e Caroline siamo restate in sala d'attesa e non puoi capire: ci hanno servito uno dei più buoni champagne che io abbia mai assaggiato! Ti assicuro che Car stava per ubriacarsi per quanto era facile da bere...”

“Ah ah ah! Capisco, quindi, beh dopo cos'è successo?”

“Mah, nulla di rilevante. Dopo un po' Elena e Damon sono usciti e tua sorella era strana...cioè voglio dire, no aspetta, mi sono confusa!”

“Bonnie?! C'è qualcosa che non vuoi dirmi? Pensavo che un rapporto fosse basato sulla fiducia...”

“No, Jeremy, non è come pensi...insomma, si forse non voglio dirtelo ma non vuol dire che non mi fidi di te...”

Il grosso era fatto, ma Jeremy sapeva bene di doversi sforzare ancora un po' per dare il colpo di grazia alla fidanzata.

Sfoderò il miglior tono da cane bastonato che riuscì a trovare e disse:

“Bene, lo capisco. Scusa ma adesso devo andare, sai ho alcune faccende da sbrigare e non voglio disturbarti oltre...”

“Jer, aspetta!!”

Infatti, come aveva previsto, Bonnie era capitolata.

“Si, cosa c'è?”

“Non è nulla di importante, non capisco perché non volessi dirtelo. Beh, insomma, quando ha finito di provarsi i vestiti, Elena si è praticamente catapultata fuori dalla camera ed è stata seguita a ruota da Damon. Il fatto è che, potrei anche sbagliarmi, ma erano entrambi molto strani. Inoltre, tua sorella non è voluta tornare con Damon, come invece aveva fatto all'andata. Sicuramente mi sbaglio, credo che Elena sia un po' stressata in questo periodo ed è alquanto comprensibile.”

“Si, infatti...è un po' stanca ecco tutto. Non dovresti preoccuparti per lei, davvero.”

“Già, probabilmente hai ragione. Comunque dille che le devo parlare, al più presto. Non risponde alle mie chiamate e penso neanche a quelle di Caroline. Sai per caso se è da Stefan o qualcosa di simile?”

“No, non è da Stefan ma credo che il suo telefono non funzioni...”

“Ecco qual è il motivo!!! Ora chiamo a casa, così le parlo un po'...”

“Ehm, no. Non puoi. Cioè voglio dire che anche il nostro telefono è rotto. Che vuoi che ti dica sarà un'epidemia... comunque adesso devo proprio scappare, ti amo tesoro.”

Senza aspettare che la ragazza si insospettisse ancora di più, Jeremy tagliò la telefonata, sperando che la streghetta non fosse infuriata più di tanto.

***

Elena si sentiva uno straccio.

Da quando era tornata a casa aveva ignorato sistematicamente le sue amiche, la sua famiglia ed il suo fidanzato. L'unico che non l'aveva cercata era Damon, ma non le dispiaceva, era felice di evitare l'imbarazzo più al lungo possibile e probabilmente anche lui.

Aveva pianto.

Dopo essere scesa dall'auto delle amiche, averle salutate con finta normalità ed aver aperto la porta, si era fiondata in camera senza pensare al povero Jeremy. Era andata in bagno a sciacquarsi, si era infilata il primo completo da casa che aveva trovato e si era stesa sul letto.

Inaspettatamente, le lacrime avevano cominciato a rigarle le guance. Una dopo l'altra, mute testimoni di quello che era accaduto quella mattina.

Non le capitava da quando erano morti i suoi genitori.

A preoccuparla non erano solo i sentimenti che aveva provato mentre baciava Damon, ma anche ciò che sarebbe venuto dopo.

Il confronta con Stefan, fingere di star bene anche con le migliori amiche, soprattutto doversi ritrovare faccia a faccia con il tenebroso vampiro e doversi comportare con indifferenza.

Era sempre stata una ragazza che amava affrontare i problemi, quella volta non poteva farlo.

Di confidarsi con Stefan non era proprio il caso: avrebbe avuto mille rimorsi, il matrimonio sarebbe stato annullato e lui avrebbe dubitato dell'amore di lei nei suoi confronti.

Inoltre, il fatidico giorno si avvicinava e il maggiore dei Salvatore era uno dei testimoni di nozze, non lo avrebbe evitato neanche volendo.

L'unica opzione era parlargli in privato, ma le serviva un complice per distrarre Stefan, dopotutto i due vivevano sotto lo stesso tetto.

Ad un tratto, Elena sentì un leggero rumore.

Doveva essere senza dubbio Jeremy, si era accorta di quando aveva cercato di aprire la porta. Ora probabilmente, era più deciso che mai ad indagare sul comportamento anomalo della sorella.

Infatti...

“Elena?”

La ragazza si guardò allo specchio per rassettarsi e si precipitò ad aprire la porta.

“Ehi! Scusa se non ti ho salutato, sai quanto sono stanca.”

“Non si tratta di questo, tu ed io lo sappiamo bene. Cosa c'è che non va?”

“Non è nulla Jer, davvero. Sto benone!” sfoderò uno dei suoi sorrisi più convincenti, ma evidentemente non bastò.

“Smettila. Non sono Caroline okay?! Non voglio sapere qual è il problema per poi andarne a sparlare in giro! Vorrei soltanto che, visto e considerato che ti sposerai, tu fossi un pizzico più felice del tuo matrimonio, Elena.”

“Non è quello, comunque tu non permetterti di dare giudizi su Caroline.”

“Elena, era un esempio! So bene che la bionda non lo farebbe mai...”

Il minore cinse la sorella con un braccio, ben più avvolgente di quello della ragazza. Si sedette sul letto e la invitò a fare lo stesso.

In poco tempo, Elena si ritrovò seduta sulla copertina ed abbracciata a Jeremy.

“Ascolta, so di Damon.”

Cosa?? Com'era possibile? Chi glielo aveva detto? Ma soprattutto, quanto sapeva??

“Ah, si?? Posso immaginare chi ha fatto la spia...”

“Non prendertela con Bonnie. L'ho ingannata, tu sei off limits tra noi.”

“Ecco, appunto. Anche il fratello bugiardo...”

“Era a fin di bene. Senti, so bene che Stefan non ha il monopolio dei tuoi sentimenti. È giusto che sia così, ma tu lo ami e questo è un dato di fatto! Insomma, potrei farti un milione di esempi, ma visto che si tratta di vampiri...Bella ama Edward, però anche Jacob! Voglio dire che il tuo grande amore è e sarà sempre Stefan, ma ciò non toglie che provi qualcosa anche per Damon. Sei assolutamente nella media. Per non parlare del fatto che sei sotto stress emotivo e questo ingigantisce le cose...”

“Già hai ragione. Credimi, però, quando ti dico che Damon è solo un amico. Oggi ero sconvolta perché mi ha ribadito ancora una volta che ha una cotta per me. Ero in imbarazzo, capisci? Non sapevo cosa fare e visto che lui sembra essere cambiato davvero, non volevo ferirlo.”

“Va bene...”

Il ragazzo si alzò e si diresse verso la porta, lasciando Elena più confusa che mai a chiedersi se Jeremy si fosse bevuto o meno tutte quelle balle.

Proprio mentre stava per uscire, la sconvolse.

“Fammi sapere quando sei pronta a parlarne con qualcuno.”

Prima che sparisse dalla sua vista, la giovane gli rivolse un ultimo, disperato appello:

“Se mi servisse un appoggio, mi aiuteresti?”

“Qualunque cosa, lo sai.” ribadì il fratello prima di scendere le scale e dirigersi chissà dove.

L'ultimo pensiero di Elena, prima di scoppiare nuovamente a piangere fu: sono fottuta.

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Capitolo 13
*** Tutto sembra semplice nella città degli angeli ***


Tutto sembra semplice nella città degli angeli

Una settimana dopo

Era appena sorto il sole su Mystic Falls.

Le strade erano deserte e la quiete era l'unica padrona di quell'alba che aveva colto di sorpresa gli abitanti del piccolo centro.

Damon, invece, era sveglio e attivo. Entrando nello studio del capostipite della famiglia Salvatore, si poteva scorgere solo la poltrona in pelle girata verso la finestra. Lo schienale era talmente alto da non mostrare, da quella posizione, se effettivamente ci fosse o meno qualcuno seduto. Quel mattino qualcuno c'era e, come da sei giorni a quella parte, quel qualcuno era il figlio maggiore di Giuseppe.

Portava una camicia blu notte, con pantaloni e scarpe impeccabilmente abbinate, d'altra parte, impeccabile era il suo secondo nome.

In mano, il consueto bicchiere di whisky vuoto; non perché già scolato fino all'ultima goccia dal vampiro, Damon non aveva dimenticato la scommessa con Alaric.

Gli piaceva comunque tenerlo in mano, un po' perché non riusciva ancora a staccarsi del tutto da quei piccoli rituali, un po' anche per eventuali ingressi del fratello nella stanza.

Erano giorni che non si dava pace ripensando al bacio scambiato con Elena.

Gli era piaciuto, eccome se gli era piaciuto. La sua mente non rimuginava sul proprio comportamento, ma su quello della ragazza.

Damon sapeva che le era piaciuto, dopotutto altrimenti non avrebbe ricambiato. Era come se Elena avesse imparato a separare la sua mente dal suo cuore. In un primo momento, aveva dato retta ai sentimenti, ma non appena si era accorta dell'errore che stava commettendo aveva ricominciato a pensare razionalmente.

Se davvero era stata una cosa consapevole, il vampiro la ammirava ancor più.

Era un'impresa in cui lui non era mai riuscito in quasi trecento anni.

Ad ogni modo, il paese che si risvegliava sotto il suo sguardo sempre meticolosamente vigile, gli conferiva un senso di superiorità che gli permetteva di pensare lucidamente.

Aveva intenzione di elaborare il piano perfetto, che gli permettesse di cancellare l'errore commesso in quel maledetto camerino e lo riportasse sulla via giusta per convincere Elena di essere il galantuomo che fino ad allora si era mostrato.

Il punto era: come fare?

Non poteva comportarsi come niente fosse e tanto meno soggiogare la giovane.

Aveva pensato di chiedere aiuto ad Alaric in quanto suo unico amico, ma era una scommessa che non poteva perdere; in realtà più per sé stesso che per non dare soddisfazione al professore di storia.

Aveva setacciato tutti gli inutili abitanti di quello stupido buco di città, ma senza risultati.

Insomma, una tregua con Barbie non era fattibile considerando che lei lo odiava e preferiva di gran lunga Stefan come fidanzatino della migliore amica; questa prima ipotesi escludeva di fatto anche Matt e Tyler proprio perché sbavavano appresso alla bionda come due cani in calore.

Restavano Jeremy, al quale aveva cercato più volte di staccare la testa, e la streghetta da quattro soldi: Bonnie. Forse quest'ultima non lo odiava proprio del tutto, ma era pur sempre la migliore amica di Elena.

In pratica, erano circa due giorni che passava al setaccio tutte le persone che durante la sua longeva vita da vampiro aveva conosciuto e si potessero considerare amici.

Alla fine, come sempre, avrebbe dovuto cavarsela da solo.

L' intenzione era quella di trovarsi una ragazza e di corteggiarla. Non come aveva fatto con Andie, stava con lei più per gioco che per altro. Questa volta aveva intenzione di metter su una commedia credibile e per farlo doveva conoscere una donna bella oltremodo, intelligente, con una profonda attrazione nei suoi confronti anche senza bisogno di ingannarla con i poteri.

Perciò, quale miglior posto dove andarla a scovare se non Los Angeles?!

Avrebbe scritto una lettera ad Elena nella quale si scusava per il suo comportamento che era stato dettato dallo stress emotivo e non dai sentimenti che lui ovviamente NON provava più nei suoi confronti. Le avrebbe spiegato che sarebbe andato a ritirare gli abiti su misura suo e di Stefan nella città degli angeli e con una fava avrebbe fregato due piccioncini, quali Elena e suo fratello.

Ci aveva riflettuto su per ben sei giorni e ovviamente non avrebbe fallito, perché lui era Damon Salvatore, uno che se vuole una cosa la ottiene senza chiedere; almeno così era stato prima che apparisse Elena, ma preferì non rimuginare troppo.

Stappò una penna e cominciò a scrivere con la sua calligrafia al contempo sia sghemba che aggraziata.

Ho ancora degli assi nella manica dopotutto, pensò il vampiro.

***

Ore 15.00

La giornata con Stefan era iniziata bene.

Erano andati a fare “shopping”, anche se in realtà erano più in cerca di un negozio per la lista di nozze, che avrebbero dovuto stilare a breve. Nonostante questo, però, nessuno dei due aveva osato entrare nelle boutique, quei posti le mettevano i brividi: perché mai avrebbe dovuto volere dei piatti di porcellana per il suo matrimonio?!

Spesso, nell'ultima settimana aveva pensato se fosse giusto o meno sposarsi così giovane.

L'unica risposta che aveva trovato era che l'agitazione stava avendo la meglio e che l'episodio di sette giorni prima non aveva nulla a che fare con quei brutti pensieri.

Probabilmente, alla fine i due sposi avrebbero aperto un conto corrente dove gli invitati potessero depositare una cifra al posto di un vero e proprio regalo.

In quel momento, Stefan era al voltante e i due stavano rincasando dopo una giornata abbastanza faticosa per entrambi.

Elena aveva infine deciso di non dire niente al fidanzato del bacio che aveva scambiato con suo fratello maggiore.

Si era detta che se non voleva dire niente per lei, non era giusto mettergli angoscia raccontandogli l'episodio solo per scaricare i sensi di colpa che ancora l'attanagliavano quando lui le chiedeva se qualcosa non andava.

Pian piano tutto sarebbe tornato alla normalità, e non avrebbe più risentito la morbidezza delle labbra di Damon che l'avvolgevano ancora e ancora.

Persa com'era nei suoi pensieri, Elena non si accorse che la vettura si era arrestata sul vialetto della casa di zia Jenna.

Amore, siamo arrivati.” le sussurrò Stefan dolcemente prima di abbracciarla e di cominciare a mordicchiarle il collo.

Va bene, grazie. Allora per...beh, per il regalo facciamo come abbiamo detto?” disse la fidanzata staccandosi forse un po' troppo repentinamente dal vampiro.

Si, non c'è problema. Ehi, sicura che non vuoi venire da me? Potremmo passare finalmente un po' di tempo insieme, solo io e te...”

Nonostante avesse capito benissimo l'allusione dal ragazzo, Elena non voleva neanche rischiare di incontrare Damon.

Sono troppo stanca. Magari fra qualche giorno potrei venire, che ne dici?”

Ma certo, quando vuoi. Ti amo.”

Si...anche io.”

Elena scese dalla macchina e aprì la porta.

Sono tornataa!”

Oh, Elena ehi! Com'è andata? Ti devo regalare dei bicchieri di cristallo, dunque?” chiese Jeremy che si era alzato dal divano per venirle incontro con una busta sospetta in mano.

Niente cristallo, né porcellana Jer. La zia?”

Da Alaric. Poco fa è passato...Damon.” il ragazzo aspettò alcuni secondi prima di parlare ancora, voleva osservare attentamente il comportamento della sorella che però non si fece sorprendere.

Ah, che ha detto?”

Nulla, mi ha solo lasciato questa. È arrivato parecchio presto, ti dico solo che gli ho aperto in pigiama...” disse Jeremy porgendole la busta sigillata con un timbro nero che apparteneva probabilmente ai Salvatore.

Lui è mattiniero o sei tu che dormi tutto il giorno? Comunque vado di sopra a vedere di che si tratta.”

Va bene, io torno a vedere l'hockey. Ah, non l'ho toccata nonostante ne avessi il tempo e l'opportunità. Merito un regalo da parte tua!”

La maggiore non presto attenzione alle parole del fratellino e salì velocemente le scale.

Quando la porta della camera sbatté rumorosamente, Elena non volle neppure togliere le scarpe: era troppo curiosa. Aprì la busta e srotolò la lettera all'interno.


 

 

 

Cara Elena,

mi vergogno molto del mio comportamento della settimana scorsa, mi rendo conto che in questo momento l'ultima cosa che ti mancava era pensare che i miei sentimenti nei tuoi confronti fossero tornati a galla. Voglio rassicurarti, comunque. Mi scuso per come mi sono comportato e ti assicuro che non capiterà mai più. Mi vergogno davvero, ma non sono stato capace di riprendere il controllo della mia mente e ho lasciato che lo stress mi sopraffacesse.

Dopotutto una piccolissima parte umana la conserviamo anche noi vampiri.

Lo ammetto, sei stata oggetto dei miei desideri molto allungo ma forse era solo la voglia di avere ciò che aveva Stefan: una persona che lo amasse senza esitazione. Ora che vi sposate, ho capito che ciò che credevo di provare verso di te, in realtà, era solo bramosia e adesso spero possiamo passarci definitivamente sopra per tornare a concentrarci sul rapporto d'amicizia che stiamo costruendo insieme.

So che una lettera può sembrare un modo di chiarirsi davvero banale e infantile, verrei a trovarti personalmente ma ho ricevuto poco fa un'urgente telefonata dalla mia stilista di Los Angeles che mi pregava di recarmi nel suo atelier per i vestiti miei e dello sposo.

Pare ci siano delle piccole complicazioni, in ogni caso non vi allarmate; sono sicuro di potermela sbrigare in pochi giorni.

Spero tu avverta anche mio fratello, poiché quando sono uscito non era ancora rientrato in casa e non ho potuto salutarlo né spiegargli la situazione.

Ti prometto che al mio ritorno avremo certamente modo di chiarirci faccia a faccia.

Mi auguro che tu capisca e mi perdoni per l'errore stupido e affrettato che ho commesso.


 

Con affetto

                                          D

 

 

Angolo dell'autrice
Hey, ho revisionato il capitolo, niente da fare, non riesco ad inserire il tipo di scrittura che vorrei per la lettera di "D"; so che non è lo stesso, ma lascio la calligrafia di Damon alla vostra immaginazione ;)
Baci JJ

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Capitolo 14
*** Sconvolgenti ritorni ***


Sconvolgenti ritorni

La settimana seguente

Quando ha detto che sarebbe tornato quel testone di mio fratello?” chiese Stefan poggiando la tazza colma di caffè davanti alla fidanzata, seduta al tavolo in mogano della storica cucina di villa Salvatore.

Dovrebbe tornare fra pochi giorni...anzi scusa, ma che giorno è oggi?”

Sabato, amore.”

Sabato??”

Si, direi di si, a meno che non esista un ottavo giorno della settimana e io non ne sia a conoscenza.”

Quella risposta fece scattare una lampadina nella testolina della bella Gilbert, che si alzò repentinamente dalla postazione ed iniziò a misurare il perimetro della cucina con i propri passi.

Elena, che stai facendo? Insomma, non credevo che l'esistenza del sabato ti avrebbe sconvolta seriamente...”

Ma no, che vai a pensare!! Riflettevo...”

Ah, si? Su cosa, in particolare?”

E' oggi, Stefan.” scandì con enfasi la ragazza.

Aaah, è oggi!! Come ho fatto a non capirlo...” replicò il vampiro, che non sapeva davvero quali pesci pigliare con la fidanzata che fino a 12 ore prima non sembrava affatto così preoccupata. Chissà perché, si chiese Stefan, il nome del fratello l'aveva fatta agitare.

Era pur vero che era successo tutto molto velocemente: quando era tornato a casa Damon non c'era. L'aveva trovata una cosa normale, probabilmente era in un bar, oppure con una qualche ragazza a divertirsi. Però ci aveva pensato parecchie volte e da un po' di tempo a quella parte, suo fratello sembrava davvero una persona nuova, ritrovata. Aveva deciso comunque di non allarmarsi più di tanto e di aspettare il ritorno del diretto interessato.

Purtroppo o per fortuna, al posto dello scontroso vampiro, era stata proprio Elena a bussare alla porta dell'antica tenuta di famiglia. Portava notizie di Damon, a quanto pareva si era prodigato per andare a recuperare i loro abiti a Los Angeles...cosa che fino ad un mese prima non avrebbe mai neanche lontanamente pensato di fare.

Stefan non aveva voluto indagare oltre, anche se c'erano parecchie cose da chiarire con Elena; ad esempio sarebbe stato curioso di sapere come, la ragazza avesse avuto quelle informazioni da Damon. Damon che non raccontava i propri fatti al fratello, ma li raccontava alla ragazza, del fratello! Era assurdo!

Per fortuna, infine Elena gli aveva confessato che il maggiore non voleva farlo preoccupare ulteriormente per un insignificante malinteso sugli abiti e che voleva evitargli un viaggio inutile.

Non senza una certa riluttanza, si era fatto convincere dalla sua fidanzata, alla quale di certo i mezzi di seduzione non mancavano.

Nonostante questo, aveva fatto l'amore con Elena troppo volte per non capire che quella notte c'era stato qualcosa che non andava. Non aveva voluto indagare, considerato che al risveglio non si è mai molto ben disposti nei confronti degli altri...

Non hai capito, vero?” Elena lo risvegliò dai reconditi pensieri.

No, proprio per niente.”

Oggi tuo fratello dovrebbe tornare. Forse sarebbe meglio che andassi...”

Ma cosa dici?! Insomma, ci sposeremo fra meno di sei mesi! Mio fratello è abituato a vederti girare per casa con una delle mie magliette...” detto questo si chinò su di lei e le stampò sulle labbra un casto bacio.

Hai ragione...” sembrava alquanto imbronciata, però quantomeno l'aveva convinta a restare.

***

Cazzo se è presto...troppo presto direi. Ma ti pare che io, Damon Salvatore, mi ritrovo a tornare a casa in taxi, dopo essere atterrato con il primo volo della mattina da Los Angeles insieme ad una magnifica ragazza?! Che non è chi vorrei fosse...

Il bel vampiro si stiracchiò sul sedile posteriore del malmesso taxi.

Al fianco, una delle ragazze più graziose con le quali si fosse mai accompagnato; e, si, erano davvero tante.

Classica bellezza di L.A.: alta sopra la media; biondo cenere; occhi color mare della California e pelle perfettamente abbronzata, quasi miele.

Samantha si poteva definire la donna che tutti gli esseri dotati di attributi avrebbero fatto a botte per avere. Una sottospecie di Cameron Diaz ai tempi di “Tutti pazzi per Mary” e con i capelli leggermente più scuri.

Damon era davvero soddisfatto, aveva fatto le cose in grande: Sam era perfetta per far ingelosire anche la più tranquilla e pacifica delle ragazze.

Era una strega, o almeno proveniva da una famiglia dotata di poteri magici.

Non aveva mai allenato la propria abilità, aveva preferito surfare sulla piccola spiaggetta che fronteggiava casa sua, ma sapeva riconoscere un vampiro quando ne vedeva uno.

Aveva subito intuito che Damon era uno di essi, gli aveva confessato di averlo trovato troppo figo e divertente per essere un semplice umano.

Era bella, ma era anche intelligente. Un mix esplosivo, anche al letto. Perché per una settimana che poteva tornare ad essere sé stesso, Damon non si era fatto mancare nulla. Gli ingredienti c'erano stati tutti: locali, feste, suite di lusso, una donna ed il sesso; mancava solamente una bella sbronza, però non poteva infrangere la scommessa.

Amore, ma quanto manca?” così imbronciata gli pareva una bambina senza caramelle.

Poco, ormai.”

La prima sera che avevano trascorso insieme, Damon aveva pensato che magari si sarebbe innamorato di lei. Forse poteva succedere di nuovo, avrebbe dimenticato Elena, tutto qui.

Poi si erano baciati ed erano stati insieme nel vero senso della parola, non aveva mai provato i brividi che provava anche solo sfiorando la fidanzata del fratello.

No, niente lieto fine per lui...come al solito. Avrebbe dovuto attenersi al piano. L'unica cosa positiva della gitarella era stata constatare che a L.A. non ci sono solamente chirurghi plastici...

A quale strada devo svoltare signore?” chiese dal sedile anteriore il tassista.

Vede quella villa laggiù? Ci porti lì.” Damon infilò i suoi ormai inseparabile Ray Ban e si preparò ad un incontro-scontro con la donna dei suoi sogni.

Ecco, dall'aeroporto...sono 25 dollari.”

Il vampiro pagò l'uomo che scaricò i bagagli. Samantha cominciò a tirare il suo trolley per il vialetto fino ad arrivare di fronte al portone, poco dopo seguita da Damon.

Il Salvatore cercò le chiavi nel borsone ed aprì la porta.

I due nuovi arrivati poggiarono le varie valigie e si guardarono intorno per capire se c'era o meno qualcuno in casa.

I due futuri sposini non si fecero attendere allungo. Spuntarono dalla cucina poco dopo aver sentito qualcuno entrare, sapevano che poteva essere.

Elena indossava una maglia larghissima appartenente a Stefan e un paio di pantaloncini, Damon pensò che anche così sfatta era stupenda.

Salva ragazzi! Come state?” domandò con finta cortesia.

Damon!! Chi è la tua...amica?” chiese Stefan con sguardo perplesso e indagatore al tempo stesso.

Ragazza in realtà. Sono Samantha Crowe, ho conosciuto Damon a Los Angeles. E' stato un colpo di fulmine...

Voi dovete essere Stefan ed Elena, tanti auguri! Ho saputo del futuro matrimonio e sono felicissima di conoscervi. Tranquillo, so già tutto sui vampiri, d'altra parte i miei nonni e antenati erano maghi e streghe...a me non interessa la professione.” si affrettò a rispondere Samantha strizzando il perfetto occhio azzurro.

Una alquanto scioccata Elena cominciò a guardare insistentemente Damon negli occhi, infine chiese: “E' così? E' la tua...ragazza?”

Si Elena, lei è Samantha, la mia ragazza.”


 

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Capitolo 15
*** Tutta una questione di tempismo ***


Tutta una questione di tempismo

Due settimane dopo

La porta si aprì portando all'interno della splendida villa le risa e le chiacchiere dei due innamorati.

Erano passate due settimane da quando Damon e Samantha erano tornati e sembravano più complici e sereni che mai.

Avevano così tante cose in comune, tanto per cominciare la passione per il surf e per i locali. La ragazza aveva promesso che, quando sarebbero andati a Los Angeles, avrebbe portato il vampiro nei migliori locali sovrannaturali di tutto il Paese. D'altro canto, lui si stava impegnando al massimo per sembrare un'impeccabile guida turistica a disposizione della californiana.

Le aveva già mostrato Mystic Falls e tutte le cittadine limitrofe. Non che fossero posti sorprendenti, ma con Sam c'era sempre da divertirsi. Inoltre, qualunque persona incontrassero, si voltava a guardarla. Era come un faro che non si può spegnere e non solo per la sua bellezza fisica, anzi. Samantha era talmente solare che pareva impossibile non girarsi per capire a chi appartenesse quella soave risata, o magari quelle lunghissime gambe, oppure chi stesse parlando con quella voce infantile e sensuale al tempo stesso.

Morale della favola, Damon non poteva essere più soddisfatto della sua preda.

Non solo ci erano voluti meno di cinque giorni per far ingelosire Elena, più di quanto avrebbe immaginato; in più, ogni volta che doveva recitare la commedia del folle innamorato, non gli restava poi così difficile insieme ad una persona amabile come Sam.

Era davvero una nota di colore nella sua vita, peccato fosse solo uno strumento. A volte si vergognava di sé stesso: usare quella fantastica ragazza per il suo strampalato piano malvagio. Però quando ripensava alle sue labbra che sfioravano quelle sottili e carnose di Elena...si sentiva disposto a fare qualunque cosa pur di averla fra le sue braccia nuovamente.

Non aveva idea di come avrebbe fatto a dirlo a Samantha, una volta che i piani sarebbero andati come previsto o fallito miseramente. Probabilmente sarebbe stata l'ennesima persona che gli avrebbe chiesto come poteva essere così senza cuore. Alla fine, forse sarebbe tornata a Beverly Hills con le lacrime agli occhi ed il rancore dentro...

Sentì una stretta al cuore immaginandosi una simile scena.

In quei quindici giorni, quella biondina era dopotutto diventata sua amica. A volte pensava a lei come tempo prima aveva pensato a Rose.

Rose, il ricordo lo turbava ancora. Certo, la ferita non era più così aperta e sanguinante, però era stata la sua unica vera amica; perlomeno da quando era un vampiro. Ed ora invece, toccava a Samantha. Forse sarebbe stato più facile portare con sé a Mystic Falls una stupida bionda ossigenata della quali sentimenti non gli sarebbe importato di meno ferire...

Eppure non avrebbero avuto un'alchimia così perfetta ed Elena non avrebbe sicuramente abboccato alla sua farsa.

Siamo tornatii!! Dopo una magnifica gita a Soutonville, si chiamava così, vero Dam??” urlò Samantha non appena mise piede dentro casa.

No, si chiama Satonville...non lo imparerai mai!” Damon chiuse la porta e abbracciò la ragazza da dietro stampandole un bacio sulla guancia.

Ovviamente, Stefan ed Elena non si fecero attendere: sbucarono dal corridoio che portava al salone ed alle camere da letto appena in tempo per assistere all'intera scenetta.

Ciao ragazzi, ben tornati.” esclamò Stefan che sembrava sinceramente sollevato di vedere il fratello così impegnato con una ragazza che non fosse la sua futura sposa.

Ehi, siete tornati presto. Pensavo che le avresti mostrato anche i boschi, Damon.” commentò Elena con indifferenza.

Beh, abbiamo tutto il tempo per visitarli; inoltre avevamo un certo languorino...cosa c'è per pranzo fratello?” rispose impeccabile Damon.

Quasi nulla, a dire il vero. Elena va da Caroline a mangiare ed io non ho fame. Potete sempre cucinarvi qualcosa.” spiegò il minore dei due fratelli Salvatore.

D'accordo allora. Mi metto all'opera. Vedrai che in California non siamo bravi solo a rifare seni e surfare.” detto questo, Samantha ammiccò verso Damon e si fiondò in cucina.

Beh, io devo scappare. Salutami la tua ragazza, Damon.” Elena si chinò a baciare Stefan con molta più enfasi di quanta ce ne avrebbe messa solitamente.

Passò davanti al vampiro più grande e si chiuse la porta alle spalle senza guardarsi indietro.

Nel frattempo Stefan si ritirò nella sua stanza, lasciando Damon a riflettere sul comportamento della giovane Gilbert.

Se durante i primi giorni che Samantha aveva trascorso a villa Salvatore la ragazza aveva mostrato segni evidenti di irritazione e di non sopportazione, dopo la prima settimana si era chiusa in una maschera di freddezza. Nulla di quello che Damon e la sua nuova fidanzata potevano dire o fare la toccava minimamente.

Ed il povero vampiro, che in un primo momento aveva esultato, era stato costretto a ricredersi.

Furono urla che annunciavano di andare a tavola, a distogliere improvvisamente Damon dai suoi pensieri.

***

Dopo un più che ricco pranzo insieme alla sua amica Caroline, che finalmente si era liberata almeno per un giorno dei suoi fidanzati, Elena e la padrona di casa si erano sdraiate sul letto di quest'ultima a chiacchierare di qualunque cosa passasse per le loro teste.

Car, devo dirti una cosa...”

Puoi dirmi tutto, lo sai.” rispose preoccupata la vampira.

Damon...ha una ragazza.”

Udendo quella frase, la bionda scoppiò in una fragorosa risata.

Ehi, ma che hai da ridere eh??” ribatté Elena irritata.

Pensi davvero che non lo sappia? Tutta la città parla di quella puttanella abbronzata, Elena! Non crederai che non l'abbia notata, vero? Voglio dire, per prima cosa non viviamo certo in una metropoli e secondo è bionda ed iperabbronzata...Le tirerei i capelli ogni volta che la vedo in giro per Mystic Falls...”

Cosa? Cioè, TU, sei invidiosa di lei?” la ragazza stava letteralmente per scoppiare.

Io?? Gelosa? Ma cosa ti viene in mente!!! Semplicemente mi piaceva essere l'unica bionda nel raggio di un chilometro, ma pazienza...

Senza contare che quella stronza va in giro con la Ferrari del tuo amichetto, mentre io sono costretta a salire sullo stupido rottame ambulante di Tyler...”

Caroline? Senti, io la odio perché porta a passeggio Damon come un cagnolino, di certo non per la sua bellezza!” dopo aver realizzato quello che aveva appena confessato, Elena divenne rossa come un peperone.

Ah, perciò è questo il motivo! Damon?” indagò la vampira.

Ma no, intendo dire che sembra essersi dimenticato che siamo amici! E' sempre impegnato a mostrare la contea a quella...quella... bionda ossigenata!”

OMG, Elena!! Sei davvero così gelosa di quel rompiscatole??”

Troppo prese nella loro conversazione, nessuna delle sue ragazza si era accorta che in quel preciso momento, grazie alla chiave di riserva sotto lo zerbino, Damon era entrato in casa Forbes.

Lo sceriffo aveva appunto dimenticato di dire alla figlia che il signor Salvatore sarebbe passato a farle visita per aggiornarsi sulla situazione dei vampiri in città.

Fu così che il diretto interessato si ritrovò ad ascoltare le più che private conversazioni di Elena e della sua amica, dalla poltrona del salone; mentre aspettava il ritorno di Elizabeth.

Non sono affatto gelosa di lui e...quella!! Semplicemente mi da fastidio il fatto che...”

Mentre prima tu eri il centro del suo universo, lui adesso non ti tiene più in considerazione. È comprensibile, dico davvero Elena! Ma in questo momento, devi toglierti dalla testa sia Damon, sia Samantha o come cavolo si chiama e sia la loro splendida Ferrari!!”

Sei fissata con questa Ferrari! Non mi interessa come va in giro, anzi, a nessuno sembra interessare. So solo che, anche uscendo con indosso stracci, lei sarebbe irresistibile. Non è giustoo!!” piagnucolò la ragazza di Stefan.

Su, adesso basta parlare di lei...le stiamo dando troppa importanza. A proposito, ho trovato una S.P.A. Che farebbe al caso nostro per il tuo addio al nubilato. Che ne pensi? Noi tre, un posto esotico e dei fantastici massaggiatori...”

Oddio Car! Già pensi all'addio al nubilato! Mancano ancora cinque mesi...non ti sembra presto?”

Si, però pensavo che potremmo andare prima. Insomma, più come una pausa per staccare con tutti questi preparativi. Che ne pensi?”

Si, sarebbe bello. Anche perché non mi va poi così tanto di organizzare una cosa stupida come un addio al nubilato...perciò penserò bene a quest'idea del viaggio.”

D'accordo. Senti, sono già le tre; che ne dici se ci avviamo e passiamo a prendere Bonnie?”

Si, hai proprio ragione.”

Credetemi se vi dico che lo sgomento delle due ragazze dopo aver sceso le scale ed aver scorto Damon parcheggiato sulla poltrona è davvero inimmaginabile.

E tu che diavolo ci fai qui?? Come cazzo sei entrato?” gli strillò contro Caroline accanto ad una più che mai incazzata ma anche pietrificata Elena.

Dovevo incontrare tua madre e mi ha detto che se bussavo e nessuno apriva, la chiave di riserva era sotto lo zerbino.” rispose pacatamente il vampiro alzandosi in piedi per fronteggiare le ragazze.

Ma cosa le salta in mente?! Rivelare a TE, una cosa così importante come la posizione della chiave di casa nostra!!”

Non ne ho idea. Mi dispiace, ma non pensavo che voi foste ancora in casa. Non provenivano rumori; inoltre, come ho già detto, ho bussato ben due volte e nessuno ha dato segno di vita.”

Si, si...d'accordo. Facciamo finta che ce la beviamo. Esci subito di qui.” ordinò la padrona di casa.

Se è quello che desiderate... Porgi i miei saluti a tua madre e cortesemente dille che sono passato.” Damon si diresse verso la porta, ma prima di varcarla guardò Elena negli occhi e disse: “Se non volevate essere ascoltate, potevate abbassare la voce. In ogni caso, state tranquille: il vostro segreto riguardante la programmazione di un viaggetto fra amiche è al sicuro con me.” Con quest'ultima bugia, si voltò ed uscì.


Angolo dell'autrice
Salve a tutti!!! Ecco il 15!! Vi avviso, non posterò fino al week end e forse oltre :(
Comunque spero vi piaccia...fatemi sapere in un commento.
Ringrazio AriaSolis Delenaforever che seguono questa FF dall'inizio e tutti quelli che hanno recensito ;)
jj

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Capitolo 16
*** Imprevisti ***


Imprevisti


- 4

Era tutto perfetto: il volo, l'hotel, la città e soprattutto la compagnia.

Loro, le inseparabili amiche per la pelle sarebbero partite per Las Vegas il week-end successivo, il che significava soltanto quattro giorni dopo.

Caroline stampò soddisfatta la scheda della prenotazione e lo lasciò sulla scrivania.

Non appena udì il suono del campanello, la ragazza uscì di casa per trascorrere il pomeriggio con il fidanzato.

Tutto sarebbe stato assolutamente fantastico, niente e nessuno avrebbe rovinato la gita a lei e alle compagne.

Car ci avrebbe scommesso, ma a volte si devono mettere in conto degli imprevisti.

***


 

-3

Elena rientrò in casa dopo un' affaticante discussione telefonica con Caroline.

La vampira aveva provveduto a sistemare tutte le pratiche per la vacanza solo donne a Las Vegas. Avrebbero alloggiato in un albergo a cinque stelle e finalmente avrebbe potuto svuotare la testa da tutte le preoccupazioni.

Nonostante fossero solo quattro, in quella casa sembrava ci fosse un vero e proprio party.

Samantha aveva conquistato tutti quelli a cui Damon l'aveva presentata: Alaric, la mamma di Car, Jeremy e Matt, ma soprattutto Stefan.

Non bastava il fatto che fosse fidanzata con il suo amico Damon, adesso stava cercando di accalappiarsi anche il SUO Stefan!

Elena sembrava diventata un'intrusa in casa propria.

Ogni volta che avevano modo di trovarsi tutti insieme, specie a pranzo o cena, Samantha era al centro dell'attenzione dei due bei fratelli Salvatore.

Damon, ovviamente, era fiero e spavaldo di far conoscere a destra e a manca la biondina, che sembrava trovarsi a proprio agio con qualunque essere di sesso maschile le fosse presentato.

Erano proprio questi i motivi che avevano spinto Elena a convincere Caroline e Bonnie a partire anticipatamente. Non ne poteva più della simpatia che la californiana trasmetteva a tutti, tranne che a lei.

“E così io le ho detto: è il mio ragazzo baby, perché non te ne torni in Texas da dove sei venuta eh?!!” disse Samantha e puntualmente i due vampiri scoppiarono a ridere.

“Ehi Elena, amore, questa la devi sentire! È davvero troppo divertente, io che pensavo che le bionde fossero stupide!” esclamò Stefan per fare lo spiritoso, come da copione la bionda rispose a tono e proruppero ancora una volta in una fragorosa risata.

“Si, davvero forte.” disse Elena con poco entusiasmo.

Nessuna reazione, gli altri tre continuarono a chiacchierare e scherzare fino a quando non si misero ai fornelli. Anche quella era un'abitudine: Stefan e Sam cucinavano, mentre Damon bighellonava in cucina assaggiando qualche stuzzichino qua e là.

“Per pranzo vi serviremo un bell'arrostino in salsa barbecue...”

“Con contorno di patate ed insalata.” Stefan non fece in tempo a finire che subito l'altra ragazza terminò per lui la frase.

“Batti il cinque compagna!” esclamò il vampiro e la giovane non tardò a schiaffeggiargli la mano.

“Mio dio, se continuate così ti impedirò di vederla, fratello.” puntualizzò il maggiore dei fratelli con la solita ironia.

Era talmente strano, Samantha sembrava aver risolto tutti i loro problemi. Adesso parlavano, scherzavano e si divertivano insieme. Tutte le loro gelosie parevano acqua passata, era come se avessero dimenticato il conflitto che c'era stato per Katherine e per la stessa Elena.

Da una parte aveva contribuito molto il repentino cambiamento di Damon ed Elena sperava con tutte le sue forze che quella fosse la motivazione principale e che non fosse stata quella sciacquetta a riuscire in un' impresa nella quale aveva fallito perfino Katherine Pierce.

“Non ho fame, vado di sopra.” Dopo aver pronunciato quelle parole Elena corse nella camera di Stefan e si buttò sul letto a peso morto.

Era esausta e per di più il fidanzato non si era neppure premurato di chiederle come stesse. Aveva continuato beatamente a cucinare.

Che vada al diavolo, lui, quello stupido di suo fratello che diceva di essere mio amico e soprattutto quella bambolina gonfiabile!

***

“Ehi, che fine ha fatto Elena? Forse è il caso che vada a controllare...” disse Stefan.

“Stefan! Si brucia la carne, sbrigati!” esclamò la ragazza che stava pelando patate al suo fianco.

“Tranquilli, continuate pure. Vado io a vedere come sta.” si propose Damon, alzandosi dalla sua posizione strategica.

Gli stava venendo il voltastomaco per tutto il miele che era costretto a sopportare ormai ogni giorno.

Samantha gli era sinceramente simpatica e l'effetto che aveva su Elena era formidabile, ma l'affinità con il fratello, la sua voglia di cucinare insieme a lui e di passare sempre il loro tempo in casa era estenuante. Lo costringeva a raddoppiare la sua abilità di attore, per non parlare delle preoccupazioni della sua principessa.

Elena stava seriamente diventando un fantasma.

Damon avrebbe giurato che se non fosse stato un reato penale, la ragazza non avrebbe esitato a togliere di mezzo Sam e sotterrarla in giardino.

Inoltre, il peggio doveva ancora venire. Elena aveva pensato bene di organizzare la famosa gitarella in Nevada e lui sarebbe dovuto rimanere con quei due a fingere che andasse tutto bene per un'intera settimana.

Dopo questo devono farmi santo...

“Principessa?! Dove sei?” urlò il vampiro mentre saliva le scale.

In realtà sapeva benissimo dove poteva essere la sua principessa.

La porta della camera di Stefan era socchiusa. Calandosi nel suo nuovo ruolo, il ragazzo pensò che fosse più galante bussare e cercare di convincerla a scendere, invece di prenderla di peso e portarla al piano di sotto come normalmente avrebbe fatto.

“Elena, sei qui?”

“Laaami 'n pace Damn!” farfugliò la ragazza da sotto il cuscino.

Damon entrò nella stanza, si chiuse la porta alle spalle e si sedette sul letto.

“Principessa, è pronto il pranzo.” le sussurrò.

Elena si girò verso di lui e scagliò lontano il cuscino. Non aveva pianto ma Damon avrebbe giurato che avesse impiegato tutta la buona volontà per trattenersi.

“Non ho fame ve l'ho detto prima, ma nessuno mi ha sentito.” puntualizzò la ragazza imbronciata.

“Elena, mi dispiace davvero se ti senti esclusa.”

“Non mi sento esclusa!” esclamò arrabbiata.

“Avanti Elena! Insomma, eri l'unica donna di casa e adesso arriva questa...”

“Bionda tutta tette di Los Angeles.”

“Stavo per dire quest'altra ragazza, ma se ti fa sentire meglio... Insomma arriva questa bionda tutta tette di Los Angeles, diventa amica del tuo fidanzato e tutto il resto. È normale che ti scocci, ma questo non vuol dire che non possiate diventare amiche.”

“Io? Con lei? Figurati!”

“Ti ringrazio, mi fa piacere sapere che approvi la mia ragazza!” Damon cercò di farla sorridere e sulle labbra della giovane vide spuntare un timido sorriso.

“Non direi che non l'approvo... semplicemente ti consiglio di riportarla sullo scaffale delle Barbie dove l'hai trovata.” lo prese in giro Elena.

“D'accordo, allora già che ci sono riporto anche la tua amichetta Caroline...”

“Già, forse se restituisci due Barbie ti danno indietro Ken!”

“Dici sul serio? Ho sempre desiderato avere un Ken tutto mio!”

Scoppiarono entrambi a ridere come due ragazzini. Quando si furono calmati si guardarono negli occhi, la ragazza avvampò e si sbrigò ad abbassare lo sguardo.

“Dunque sei pronta a partire?” chiese il vampiro per allentare la tensione.

“Si, mancano solo tre giorni...”

“Sono felice che tu vada a divertirti con le tue amiche. Magari al ritorno sarai un po' meno acida.”

“Si, simpatico!”

Seguì un silenzio imbarazzante, in cui entrambi ripensarono al bacio che si erano scambiati nel camerino dell'atelier. Ma fortunatamente non durò così tanto.

“Che ci fai con una come lei?”

“Che ci fai con mio fratello?”

“Non puoi rispondere ad una domanda con un'altra domanda Damon!”

“D'accordo...dunque...diciamo che mi piace.”

“Seriamente?”

“Più seriamente di quanto pensi.” dopotutto gli dispiaceva mentirle, ma quella non era propriamente un bugia.

“Se piace a te piace a me.”

“Nah, non è vero. Non la sopporti!”

“Giuro che la adoro!” esclamò Elena cercando di sembrare seria.

“Ma smettila! Non è un problema per me. Nella mia vita c'è spazio per entrambe.”

“Davvero? Mi sembra che da quando c'è lei io e te non parliamo più come una volta!”

“Da quando c'è lei o da quando ci siamo baciati? In ogni caso sai come la penso al riguardo e sai anche benissimo che se mi chiedessi di lasciarla lo farei.”

“Non voglio che la lasci se ti rende felice.”

“Non voglio stare con lei se rende infelice te.”

Damon la guardò intensamente per capire le emozioni della giovane. Sembrava spiazzata da quello che le aveva detto.

“Ti voglio bene, sai?!”

“Anche io te ne voglio...insomma, sei la mia migliore amica!”

E' delusione quella che vedo Elena?

“Già...beh, forse è meglio che scendiamo a pranzo.”

“Si, hai ragione...il mio stomaco brontola!”

“Il tuo?! Smettila che come minimo le sacche di sangue giù in cantina saranno diminuite di più della metà.”

“Ti confesso una cosa: mi hanno mandato su a convincerti a scendere perché ti hanno preparato il condimento e in realtà sei la portata principale!”

“Davvero? Ma quale onore! Sembra il titolo di un film splatter di serie B: a distanza di pochi mesi dal matrimonio, il conte Dracula squarta la fidanzata e la frigge per pranzo!”

Tra una risata e l'altra, i due scesero in cucina e pranzarono con gli altri.

Sicuri di quella complicità che tra loro ci sarebbe sempre stata.


 

- 2

“Coosa?!! Come sarebbe a dire che stai male?!”

“Mi dispiace Elena, ma sono seriamente malata!! Ho la febbre alta, mal di testa e mal di gola...ti assicuro che mi sento così in colpa...”

“Ti prego, dimmi che stai scherzando. Dimmi che è un incubo, insomma dovevamo essere noi tre e basta e...”

Dall'altro lato del telefono Bonnie stava starnutendo e tossendo a gran voce.

“Senti, chiamo Caroline e ti faccio sapere se puoi recuperare i tuoi soldi...rimettiti presto Bon.”

“Grazie, e scusatemi ancora...”

Elena chiuse la telefonata e compose il numero della vampira.

“Car! Abbiamo un problema: Bonnie è malata a dir poco e non può venire a Las Vegas con noi.”

“Cosa? Ma che stai dicendo? Tyler! Smettila un secondo di baciarmi il collo, è una cosa seria.

Scusa, Elena, stavi dicendo?”

“Insomma, devi chiamare l'hotel e fargli sapere che siamo solo in due.”

“D'accordo, penso che potremo recuperare. Ora sono un po' impegnata, ci sentiamo domani, okay?”

“Ciao Car.”

-1

“Non può essere vero.”

“Dio, Elena non sai quando mi sento un verme in questo momento. La mamma mi ha avvertito solo adesso che mio padre sarà in città per il week end e...”

“Caroline non puoi farmi questo!” urlò Elena al culmine della disperazione.

“Ascoltami, non hai sentito la parte peggiore: quelli dell'albergo ci rimborsano soltanto un posto.”

“Ciò vuol dire?”

“Che devi trovare qualcuno che ti accompagni, altrimenti ci fregano più di 2000 dollari!”

“NO... no, no, no!!”

“Elena, Elena respira ti prego!”
“Mi dici che cavolo mi invento? Tu e Bonnie siete KO, mio fratello deve badare alla fidanzatina, Stefan è meglio di no altrimenti potrebbe sentire la mancanza di quella stronzetta...sono nella merda.”

“C'è Damon!”

“Non volevo arrivare a tanto ma...beh ti lascio Car, vado a sistemare i tuoi casini.”

“Si, anche io ti voglio bene!”

Con un gesto secco, Elena chiuse la conversazione e si avviò verso villa Salvatore pregando che il maggiore dei fratelli fosse in casa.

Aprì la porta con la chiave di riserva che le aveva dato Stefan ed entrò in casa.

“C'è nessunooo? Damon? Stefan?”

“Buongiorno Elena! Se cercavi mio fratello è a caccia di prede con Samantha.” percependo lo shock nello sguardo della ragazza si affrettò ad aggiungere: “Scherzo, sono in cortile a cercare il basilico per condire la pasta.”

“Devo chiederti un favore enorme.”

“Dimmi tutto, allora.”

“Vieni con me a Las Vegas domani?”

“E me lo chiedi principessa?!”

*Angolo dell'autrice*
Ehi genteee!! Chiedo umilmente perdono per il supre ritardo, ma avevo lasciato l'ispirazione da qualche parte e ho faticato non poco
per ritrovarla...
Eccovi il sedicesimo!!! Sperando di poter pubblicare presto i prossimi ;)
jj

 

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Capitolo 17
*** Lacrime nella pioggia ***


Lacrime nella pioggia

Quella mattina era perfetta.

Il sole splendeva come non succedeva da giorni; il vento soffiava leggero e fresco come solo la brezza mattutina autunnale sa fare; le nuvole creavano quegli intrecci affascinanti e un po' infantili che facevano pensare a batuffoli d'ovatta compatti e soffici. Quanto al cielo, sembrava pronto ad essere solcato da quegli strani ed imponenti marchingegni detti aeroplani.

Fin da piccola, Elena aveva sempre pensato che gli aeroporti fossero luoghi magici, dove i sogni delle persone normali come lei, avrebbero incontrato la realtà.

Forse era di queste opinioni perché era sempre stato uno dei suoi più grandi desideri quello di viaggiare e visitare il mondo in lungo e in largo. Stefan le aveva promesso che l'avrebbe portata nei luoghi più belli che avesse potuto conoscere in tutti i suoi anni di vita, ma poi quella promessa si era persa come lacrime nella pioggia.

Probabilmente sarebbero andati in viaggio di nozze a visitare la Toscana, situazione paranormale di Mystic Falls permettendo, ovviamente.

Quella mattina, però, quando un più che galante Damon le aveva spalancato le porte di quel magico universo, Elena era stata sopraffatta da tutti i desideri che aveva ben riposto da tempo in un cassetto e che adesso bussavano per chiederle il conto.

Si era posta sempre più spesso una domanda: valeva la pena di sacrificare tutti i sogni e le speranze di una vita per l'amore?

Solitamente, il solo pensiero del suo Stefan le avrebbe cancellato ogni dubbio, ma ultimamente era come se il ragazzo non le bastasse più. Era come se gli eventi che erano avvenuti dopo la proposta di nozze l'avessero sconvolta e le avessero infuso il volere di scoprire quanto più si possa del mondo e di ciò che la circondava.

La sua unica speranza era che questi quesiti fossero dovuti all'ansia pre-matrimonio e non all'affascinante vampiro che le faceva strada all'interno della struttura aeroportuale.

L'aeroporto della capitale della Virginia non era enorme come lo sarebbe stato quello di una delle città del nord degli States, ma per la giovane donna esso era molto più ampio di quanto avrebbe potuto credere.

Elena non era mai stata spesso in quel luogo, era di passaggio per accompagnare il padre quando partiva per lavoro, ma aveva veramente viaggiato in aereo pochissime volte: la più recente tre anni prima, quando il liceo aveva partecipato ad un concorso premiato a Washington D.C. In ogni caso, era passato parecchio tempo e i dettagli andavano pian piano sbiadendo nella memoria.

“Un po' agitata principessa?” chiese Damon a fior di pelle.

“No, non ho paura di volare, se è questo che intendi, spero tu sappia dove mi stai portando.” gli rispose lei un po' troppo brusca.

Il vampiro era sul punto di ribattere quando decise di mordersi la lingua e tacere: non voleva assolutamente innervosire la giovane, dopotutto era stato davvero benedetto dal destino che aveva fatto in modo di spingerlo verso quel viaggio solo soletto con la sua fanciulla.

L'edificio, come ben presto Elena ebbe modo di notare, era alquanto spoglio: le pareti erano bianche candide come molte infrastrutture statali, c'erano parecchi cartelli che indicavano le direzioni per i vari imbarchi e ovviamente gli immancabili controlli di sicurezza, verso i quali l'improbabile coppia si stava dirigendo.

Damon aveva detto che, una volta superato il controllo, sarebbero stati liberi di sedersi o di fare un giro dei negozi fino all'apertura del gate, ma ad Elena non sembrava ce ne fossero molti e quei pochi erano parecchio sforniti.

“Riponga nella vaschetta tutto ciò che ha in tasca, appoggi la borsa sul nastro che scorre e mi dia la carta d'imbarco prego.” disse un corpulento agente della polizia rivolgendosi alla ragazza.

Elena eseguì gli ordini, dopo aver poggiato nel contenitore la borsa ed il telefono, mostrò il passaporto e passò senza problemi sotto il controller, ringraziando mentalmente Damon per averle fatto imbracare il trolley invece di farle portare un bagaglio a mano.

Dopo aver raccolto le proprie cose, Elena si diresse verso il compagno, che era stato fermato e discuteva animatamente con un agente mentre gli setacciava lo zaino.

“Senta, le dico che non ho nulla di pericoloso o illegale lì dentro!”

“Allora non le darà fastidio se sbircio, vedrà, ci vorrà talmente poco e credo ci sia solo qualcosa di metallico.” ribatté spazientito l'uomo che sembrava piccolo ed innocuo in confronto al vampiro.

“Ehi Dam, che succede?” chiese un po' preoccupata Elena, dopo averli raggiunti.

Beh, se te lo dicessi, principessa, non sarebbe più una sorpresa...

“Nulla piccola, stai tranquilla.” le rispose il ragazzo con nonchalance.

Si girò e si rivolse all'uomo in divisa, scandendo bene le parole: “Lì non troverà nulla, ora smetterà di cercare e ci lascerà oltrepassare quella porta.”

Stava usando i propri poteri e per quanto la cosa infastidisse Elena, era niente in confronto all'ansia di sapere cosa il vampiro le stava nascondendo.

Il povero umano si fece ben presto da parte parecchio confuso, facendo dunque passare la coppia che si diresse verso il proprio imbarco: D12.

“Vado a prendere qualche rivista per il viaggio, tra meno di un'ora dovrebbero farci salire. Siamo in prima classe baby! Non è da tutti i giorni.” disse Damon prima di dileguarsi lasciando Elena seduta davanti al bancone del gate.

***

Cazzo, è mai possibile che questo schifo sia il solo negozio aperto?! Porca puttana, dovevo andare ad abitare a New York o Boston invece di tornare in questo buco della Virginia!

L'interno del modesto emporio non era molto grande come ogni shop dell'aeroporto di Richmond, del resto.

La merce era svariata: si andava da cibo e bibite per rifocillare i viaggiatori, a profumi e giocattoli per i malati di shopping compulsivo che non si facevano scappare un'occasione per comprare, perfino poco prima della partenza.

A Damon non interessava nulla di quella roba, l'unica cosa che cercava erano un po' di alcolici per festeggiare l'addio al nubilato di Elena una volta a Las Vegas, ma soprattutto perché era in astinenza da troppo tempo e per quanto quei prodotti lo disgustassero, non potevano di certo essere peggiori delle boccette nei frigo-bar degli hotel.

La bottiglia migliore che aveva trovato recitava: “Irish Whisky” e non sembrava proprio orripilante, non più delle altre almeno.

Il vampiro scelse di comprare anche un pacco di M&M's, per non sembrare un alcolista accanito e in caso alla sua dama venissero attacchi di crisi isteriche con conseguente abolizione della dieta e voglia sfrenata di grassi preferibilmente da assumere sotto forma di cioccolato.

“Sono 35 dollari e 60 centesimi. Posso vedere la carta d'imbarco per favore?” chiese con tono mieloso la commessa, che doveva avere al massimo venticinque anni e sperava di rimorchiare il cliente.

“Tenga il resto.” Dopo averle fatto l'occhiolino e aver radunato i propri acquisti, Damon si diresse in direzione del gate facendo ben attenzione a nascondere la bottiglia all'interno dello zaino prima di poter apparire nel raggio di Elena.

“Mi hai lasciata qui da sola, spero tu mi abbia comprato qualcosa di carino da leggere almeno.” Lo punzecchiò imbronciata.

Dannazione, quanto era sexy quando faceva l'infantile.

“No mia cara. Sono spiacente ma il giornalaio è chiuso, come tutti gli altri negozi tranne quello di alimentari dove ti ho preso questo.” Le mostrò il sacchetto di dolci.

“Oooh Damon!! Ma tu proprio non vuoi farmi entrare in quel vestito eh?!”

“No milady, anzi ritengo che mettendo un po' di carne su quelle belle ossicine sarebbe molto più...Non trovo il termine adatto direi.” La prese in giro lui.

“Non saprei...forse volevi dire figa?” Suggerì la ragazza.

“Ecco, forse... naaah neanche in quel caso saresti uno schianto quindi...”

“Ma quanto sei stronzo!!!” detto questo, Elena lo tirò per il giacchetto fino a farlo cadere ancora tremante dalle risate sulla poltroncina accanto alla sua.

“Dai su, apri quel pacco e facciamoci del male!”

Rimasero lì, a mangiare parlando del più e del meno fino a quando non furono costretti a salire sull'aereo.

Damon fu deliziato dal fatto che Elena era tanto affascinata dalla prima classe.

Invece di farsi rimborsare un biglietto, si erano fatti trasferire in business, ovviamente Damon non aveva detto alla ragazza che il denaro mancante lo aveva aggiunto di tasca propria.

Il vampiro cominciò a vedere un film nel momento in cui Elena crollò addormentata sul sedile. Poteva capirla, dopotutto era il volo delle 9.00 e quella mattinata era stata parecchio movimentata...


 

Stesso giorno, ore 7.00

“Amore hai preso tutto?”

“Non preoccuparti Stefan...andrà tutto benissimo, te lo giuro.” Elena tornò in bagno per lavarsi i denti dopo aver scoccato un bacio sulla guancia del fidanzato.

Era il minimo, dopo che si era alzato prima di lei per farle da sveglia vivente ed aiutarla a radunare le cose per poi tornare con lei a villa Salvatore, da dove sarebbe andata in aeroporto con Damon.

Gli altri abitanti della casa dormivano tutti, ad eccezione di Jenna che aveva preparato la colazione, l'aveva salutata ed era tornata in camera da Alaric.

Elena uscì dal bagno e ripose il beauty case nel trolley.

“Perfetto. Ho preso tutto, possiamo andare.”

“Lascia, porto io la valigia.”

“Grazie tesoro.”

Saliti sull'auto di Stefan, i due giunsero alla residenza Salvatore in un batter d'occhio.

Il ragazzo aprì lo sportello alla propria fidanzata e si apprestò a raggiungerla sulla porta portando la borsa di lei.

“Suona, ho dimenticato le chiavi.” Ammise il vampiro.

Aprì Samantha e con orrore di Elena era praticamente seminuda: indossava esclusivamente un paio di slip ed una canottiera che le stava larga perché probabilmente l'aveva rubata a Damon dopo che avevano fatto sesso.

“Ehi ragazzi! Damon si sta finendo di preparare ma se volete c'è ancora un po' di caffè in cucina.” Cinguettò la californiana spostandosi per farli passare.

Quando il fratello di Stefan chiamò al piano di sopra Samantha ed Elena fu certa di non essere udita, sussurrò al fidanzato: “Ma quella gira sempre così per casa?”

“Ma dai Elena! Cerca di capirla, a Los Angeles farà un caldo...sai com'è: abitudini!”

“Come no?! Adesso ho capito perché vi piace tanto averla intorno...”

“Smettila di fare la bambina! Chi è che parte da sola con mio fratello che una volta era follemente innamorato di lei?!”

Eccoli lì, come sempre da alcuni giorni a quella parte, a discutere sulle medesime cose: Samantha per Elena, Damon per Stefan.

Allo sposo non era andata a genio l'idea di quel viaggio, ma aveva ingoiato credendo che il fratellone dopotutto fosse un uomo rinsavito, fedele alla propria ragazza.

“Elena! Pronta per quest'avventura?!” Il maggiore del Salvatore, con cagnolino abbronzato al seguito, aveva fatto il proprio ingresso nel salone in maniera impeccabile.

Tutti ormai si chiedevano come facesse Damon Salvatore ad essere sempre vestito come un incrocio fra un modello ed un membro della famiglia reale.

Quel giorno aveva optato per un look più “sportivo”: maglioncino leggero sbottonato bianco sopra l' immancabile maglia nera aderente per sottolineare i pettorali; jeans chiari e Converse beige. Sul divano era poggiato un borsone da imbarcare, uno zaino, una sciarpa chiara e un elegante montgomery nero che avrebbe sostituito la solita giacca in pelle.

“Sei pronta?”

“Si, possiamo andare direi.”

Si avviarono tutti e quattro verso il vialetto dove era parcheggiata la Ferrari fiammante di Damon.

“Ci entrano i bagagli lì dentro?” Domandò scettica Elena notando il piccolo portabagagli.

“Mia cara, non sono così sprovveduto.”

Il vampiro moro prese a sistemare le valigie, lasciando ai due futuri sposi un po' di intimità quando si dileguò anche Samantha dopo aver ricevuto diverse occhiatacce da parte di Elena.

“Mi raccomando, se mio fratello ti propone qualcosa di stupido, tu non dargli retta e...”

“Si, papà! Dai Stef...staremo bene, non devi preoccuparti.”

“Ti amo. Divertiti.”

Dopo essersi scambiati un casto bacio sulle labbra, si avvicinarono agli altri due che si stavano praticamente radiografando l'un l'altra le rispettive gole.

“Ehm...Ehm...” Cercò di farsi notare Elena più che irritata dal modo in cui quella tro... cara ragazza poggiava le mani sulla nuca di Damon e sul suo petto.

Finalmente si staccarono anche loro e i due viaggiatori furono pronti a salire sull'auto.

Prima che potessero partire la bionda si affacciò al finestrino del guidatore e ribadì: “Ti amo tesoro mio. Mi mancherai!”

Elena fu sul punto di darle un pugno su quel bel nasino rifatto, ma fu anticipata dal vampiro seduto accanto a lei che rispose: “Si, beh anche a me mancherai. Fa la brava, ci sentiamo dopo.”

Dopo aver mostrato un gesto di saluto, Damon si rivolse alla compagna di viaggio: “Pronta principessa? Si parte!”


*Angolo dell'autrice*
Ok, avete il permesso di venirmi a cercare per il super ritardo xD
Però ci ho messo tutta me stessa in questo capitolo e spero vi piaccia... Do la mia parola di scout (anche se non lo sono) che mi impegnerò per aggiornare presto.
Vi prego non ripudiatemi e recensite...
P.S. Il titolo, così una delle frasi è preso dalle battute del celebre film "Blade Runner" che davano su Sky pochi giorni fa e mi ha dato la tanto agognata ispirazione.
jj

 

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Capitolo 18
*** Farsa ***


Farsa

Elena stava letteralmente soffocando, all'interno di quell'aeroplano.

L'ansia iniziale aveva, quasi immediatamente, lasciato il posto alla noia.

La giovane non credeva che su quel veicolo ci fossero tante poche cose da fare; fatto sta, che dopo aver letto per diversi minuti la rivista di bordo, dopo aver


giocato con l'iPhone e aver ascoltato un po' della sua musica, si era rassegnata a passare un'altra ora su quel “coso” senza fare assolutamente nulla di


costruttivo.

Dopotutto, il compagno di viaggio le era molto d'aiuto: aveva fin da subito rimorchiato una hostess che era passata a servigli del caffè, benché ad Elena la


cosa desse parecchio fastidio, il vampiro non sembrava affatto turbato, anzi! Con molta nonchalance l'aveva liquidata quasi subito facendole capire che non


aveva alcuna intenzione di andare con lei nella cabina del comandante per assecondaregli istinti della bella brunetta in uniforme.

Dopo essersi comportato, secondo Elena, in modo ancor più sorprendente rispetto alle ultime settimane, le aveva chiesto se servisse qualcosa e dopo la


risposta negativa, aveva infilato le cuffiette accasciandosi sulla poltroncina.

L'unica cosa capace di impedirle di crollare sul sedile cercando di dimenticare in qualche modo la noia, era la strana signora seduta accanto a lei.

I sedili erano tre, perciò quando avevano controllato il proprio posto, una donna sulla settantina, capelli grigi ricci, occhi vispi e svegli, era già seduta sul

posto vicino al finestrino. Così i due le avevano sorriso e si erano seduti a loro volta.

La tipa non aveva fiatato, oltre a chiedere un bicchiere di acqua frizzante e pronunciare un soave ma cordiale “grazie” ad Elena quando questa le aveva

passato la bevanda.

In quel momento aveva un libro in mano e benché la giovane riuscisse a scorgerne il titolo, non poteva sprecare l'occasione di parlarle.

“Cosa legge, signora?”

“Oh, nulla di interessante cara; il nome del libro è “Una fortuna pericolosa” ma è davvero interessante.” rispose l'anziana donna con voce calda e

rassicurante.

“Non volevo essere scortese, il mio nome è Elena Gilbert.”

“Molto piacere di conoscerti, io sono Susan Basy.”

La donna ripose il libro nella piccola borsetta accucciata sotto i piedi e tolse dal naso gli occhiali da lettura.

“Viaggio di nozze, dunque eh?!”

Chiunque sarebbe stato sconvolto dalla velocità con cui le guance di Elena si tinsero di porpora, ma non fece neppure in tempo a ribattere che subito la


strana vecchietta aveva ripreso la parola: “Oh, mi fate venire in mente me e mio marito alla vostra età... Sai, ci sposammo che non avevamo neanche

vent'anni e la nostra luna di miele fu a Santorini, in Grecia. Le settimane più belle della mia vita.

Non voglio sembrarti vecchia e strampalata, il mio Joseph è venuto a mancare molti anni or sono...”

“Oh, beh mi dispiace molto signora, però credo che lei abbia fraint...”

Proprio mentre cercava di spiegarle la situazione, ecco che veniva interrotta nuovamente:

“Su via, quale signora?! Sono ancora una ragazzina nel profondo, puoi chiamarmi Sue, cara. Devo confessarti che tuo marito assomiglia moltissimo al mio


Joe: capelli scuri, sguardo penetrante...deve essere un tipo assolutamente passionale immagino.”

Susan si sporse e diede un'occhiata a Damon che probabilmente scambiò per dormiente, ma al quale Elena avrebbe successivamente dato una scrollata di


capo per averla mollata in quella situazione imbarazzante e per aver ascoltato delle conversazioni private facendo finta di essere privo di sensi.


Nonostante tutto, la ragazza decise che a quel punto tanto valeva continuare quella farsa e far felice una povera vecchia signora.

“Beh si... insomma lui è...un tipo originale, si, diciamo originale.”

“Ooooh, conosco gli uomini come lui...Joseph per esempio, era davvero una furia al letto!”

Ridacchiò la donna.

“Ah. Si, voglio dire...no....ehm...”

“Tranquilla, ho già capito dal modo in cui sei arrossita mia cara.

Comunque mi fa piacere sapere che al giorno d'oggi c'è ancora qualcuno che si ama e si rispetta davvero. Voi due mi date speranza.”

“Cosa? Cioè, noi due...si...forse...”

La situazione stava diventando insopportabile perfino per una doppleganger e questo è dire tutto.

“Come si chiama?” chiese la donna evidentemente incuriosita da Damon.

“Damon.”

“Che insolito nome...si, davvero un bel nome. Beh, sai io sto andando dai miei nipoti. Mia figlia abita in un paese vicino Las Vegas ed è davvero molto che

non li vedo. Suo marito l'ha abbandonata con due figli parecchio tempo fa...”

“Mi dispiace molto signora, deve essere stato difficile, voglio dire...”

“Beh, ormai è passato molto tempo e comunque lui non mi era mai piaciuto.

Credo di averti angosciata anche troppo, torno al mio libro.”

Così dicendo, Susan ritirò fuori il testo e seguitò nella sua lettura.

Proprio in quel momento, Damon fece finta di rinvenire dal “lungo sonno” e levò dalle orecchie le cuffie del suo iPod.

“Tutto okay principessa?”

“Altro che tutto okay...non appena saremo fuori da questo affare vedrai tu, come non sarà tutto okay per qualcuno.” Sussurrò di rimando la giovaneaffinché

la vicina non li udisse.

Elena slacciò la cintura, scavalcò le gambe di Damon e si diresse verso una delle estremità dell'aereo.

“Ehi, dove stai andando?” le urlò il vampiro prima che sparisse dalla sua vista.

“Bagno, Damon! Quello che tu dovresti usare più spesso.”

***

Questa farsa dei finti sposini potrebbe addirittura farmi comodo...Immagino di dover ringraziare la vecchia.

Damon si spostò di soppiatto sul sedile di Elena.

“Gran bel libro! L'ho letto al liceo...Tenga d'occhio Augusta, mi raccomando!”

“Mi sorprende, non è molto famoso. Comunque è la terza volta che lo leggo mio caro e Augusta è uno dei personaggi più interessanti, io credo.”

Rispose pacatamente la donna.

“Io preferisco Micky Miranda, ma sono gusti naturalmente. Damon Salvatore, molto lieto di conoscerla.”

“Lo so, mentre dormivi stavo appunto dicendo a tua moglie quanto vi trovi perfetti. Sono Susan, comunque.”

Il ragazzo le strinse la mano cercando di contenere la propria forza.

“Magari dovresti raggiungerla...Sembrava un po' arrabbiata, forse sono solo sensazioni di una donna anziana...”

“No, beh magari ha ragione. Dovrei andare da lei. Mi scusi.”

Così dicendo Damon si alzò e si avviò verso il bagno.

La porta non era chiusa a chiave e senza neppure pensare a bussare, il vampiro entrò.

“Ma che cavolo?! Damon, VAI VIA!”

Elena si stava sciacquando la faccia piegata sul piccolo lavabo del microscopico bagno, nel quale a mala pena entravano loro due contemporaneamente ed

era senza maglia, che probabilmente aveva tolto per darsi una rinfrescata.

“Oh cazzo! Mi dispiace!!” urlò il vampiro girandosi e dando modo alla ragazza di infilarsi la maglietta.

“Senti, non manca molto all'arrivo perciò le reggiamo il gioco e facciamo felice una povera donna anziana, d'accordo?” propose lui per sdrammatizzare.

“Si, ma adesso ESCI DA QUESTO BAGNO.”

“Si, hai ragione, scusami ma pensavo fossi arrabbiata e non volevo rovinare il viaggio ma non pensavo che tu...”

“DAMON!!!”

Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, Damon tornò a sedersi al suo posto.

La vecchia signora sedeva tranquilla con il libro fra le mani e non sembrava intenzionata a distogliere lo sguardo.

Il vampiro non riusciva a capire cosa fosse preso alla ragazza. Pensava fosse solo nervosa per tutta quella storiella che la donna li aveva costretti ad

inscenare, o magari dal fatto che lui aveva fatto finta di dormire lasciandola in una situazione a dir poco imbarazzante; inoltre aveva fatto irruzione nel

bagno trovandola in solo reggiseno ma a giudicare dalla tensione all'interno di quel bagnetto, c'era qualcos'altro.

Non fece in tempo a continuare le proprie riflessioni, che Elena lo scavalcò per tornare al proprio posto.

***

Il resto del volo passò rapidamente.

Elena prese esempio da Damon e si immerse nella musica del proprio iPod.

Almeno non avrebbe dovuto sopportare un'altra imbarazzante chiacchierata né con il vampiro, né con l'anziana signora.

L'unica cosa che sperava, era di non dover parlare con Damon del fatto che l'aveva vista in reggiseno. Non sapeva proprio come affrontare l'argomento visto che era la seconda volta in meno di tre mesi.

Ciò che più la preoccupava era il fatto che in qualche modo non era dispiaciuta che fosse entrato proprio in quel momento nel piccolo bagno.

***

L'aeroporto di Las Vegas era senza dubbio enorme e pieno di vita in confronto a quello da cui erano partiti: c'era un incredibile via vai di gente, negozi di ogni genere, per non parlare degli addetti alla sicurezza e degli impiegati.

Quello si, che era uno di quei luoghi che aveva spesso immaginato.

“Da questa parte.” disse Damon conducendola in un'ampia sala bianca e lucente dove erano presenti i nastri per i bagagli.

C'erano più di 10 nastri trasportatori e una quantità strabiliante di persone che aspettavano o che, riconoscendo la propria borsa, si accingevano a prenderla e ad avviarsi verso l'uscita.

“Io vado a dare un'occhiata. Non credo che le valigie del nostro volo siano state già scaricate. Mi vuoi aspettare qui?” chiese il vampiro indicando delle panche non molto distanti dal nastro 8.

“Si, credo che ti aspetterò seduta qui. Se ti serve una mano chiamami.” rispose Elena accomodandosi.

“Si, tranquilla. Credo ci vorrà un pò.”

Damon si avviò e si confuse con tutte le altre persone.

Nel frattempo Elena scrisse un messaggio a Jenna che sicuramente era già in iperventilazione per non aver ricevuto notizie dalla nipote.

Tutto ok.

Siamo arrivati, fra poco saremo in hotel.


 

Dopo aver inviato, chiamò Stefan per rassicurarlo e soprattutto per farsi rassicurare.

“Elena, tesoro! Siete già atterrati?” chiese dall'altra parte il fidanzato.

“Si, proprio ora. Pensavo che ti facesse piacere saperlo.”

“Ma è ovvio che mi fa piacere. Come è andato il volo? Voglio sapere tutto.”

“Niente male, sul serio. Forse un po' noioso ma sono cose che capitano, alla fine ho ascoltato un po' di musica...”

“Mio fratello?”

“Tutto apposto. Anche lui ha ascoltato l'iPod.”

Scusami tesoro mio ma non ho proprio il coraggio di dirti che mi ha visto in biancheria...di nuovo.

“Bene, spero che non torni a comportarsi da animale visto che ultimamente sembra così...versione gentiluomo ottocentesco.”

“Puoi dormire tranquillo. Invece come va con Samantha?”

“Oh, parecchio bene direi. Sapevi che è un'appassionata di letteratura russa?! Dico sul serio abbiamo talmente tante cose in comune che è davvero divertente passare del tempo con lei.”

“Ah. Beh.. sono contenta. Molto.”

“Va bene amore, adesso ti devo lasciare perché mi stavo dedicando a curare il giardino; a proposito, sapevi che Sam ha frequentato un corso di giardinaggio in California?! Che coincidenza, pensa un po'...”

“Si, interessante. Ti amo.”

“Ti amo anch'io, a stasera. Chiamami tu quando puoi. Un bacio enorme.”

Chiusero la telefonata ma ad Elena rimase l'amaro in bocca sapendo che quella troie.. ehm, brava ragazza stava di sicuro flirtando con il suo fidanzato.

Certo, riconosceva lei stessa di non comportarsi come una monaca nei confronti di Damon, ma quelle cazzate degli interessi in comune proprio non se la beveva.

Mentre pianificava un modo convincente di uccidere Samantha, facendolo passare per un incidente, Susan si sedette accanto a lei.

“Ci rivediamo cara. Dov'è il tuo Damon?”

“Sta prendendo le valigie signora. Vuole che prendiamo anche le sue? Insomma, cioè magari lei...”

“Oh, no tranquilla. C'è mia figlia che le sta aspettando lì.”

“Capisco. Dunque passerà i prossimi giorni in famiglia eh?!” cercò di attaccare bottone la giovane donna.

“Non sai quanto sia entusiasta. Vorrei davvero farti conoscere i miei nipoti, sono così terribilmente scalmanati...”

“Dove abitano?”

“Boulder City, non è distante da qui a dire il vero.”

Elena cominciò a guardare assorta verso il nastro trasportatore. Sperava soltanto che Damon facesse presto, per poter uscire da quella situazione imbarazzante ed inverosimile che si era creata intorno a loro.

“Ora che ci penso, perché non venite anche voi due?”

La ragazza, resasi conto della parole pronunciate dalla signora, la guardò sbalordita e balbettò: “Non si preoccupi, davvero...voglio dire di sicuro saremo in città in men che non si dica e...”

“Oh, insisto mia cara. Per favore, rendimi felice un' ultima volta.”

“Mi scusi tanto signora ma non possiamo proprio...”

La donna era diventata triste e malinconica e per quanto la cosa dispiacesse alla doppleganger, non poteva far altro che declinare l'invito.

Alcuni minuti dopo, trascorsi in rigoroso silenzio, Elena scorse Damon che si avvicinava a passo svelto.

“Ecco qui principessa. Possiamo andare a prendere un taxi.” disse il vampiro che si era fatto carico anche del bagaglio della ragazza.

“E' stato davvero un piacere Sue, spero di sentirla presto.”

“Oh, certo ragazzi...mi raccomando siate felici insieme, io ormai sono solo una povera vecchia, ma voi giovani dovete godervi la vita.”

Dopo aver salutato Susan, la coppia si diresse verso la fermata dei taxi.

Mentre il vampiro si dava da fare per fermare un veicolo libero, una donna sulla quarantina, capelli color carota, non troppo alta e dai lineamenti familiari, si avvicinò ad Elena.

“Ciao. Mi chiamo Bette, sono la figlia di Susan.”

“Oh, salve io sono Elena; ho conosciuto sua madre sull'aereo, è davvero una brava persona.”

“Scusami se sono invadente, Elena, ma probabilmente mia madre non ti ha detto che è molto malata.”

“Cosa? No, cioè non ne ha parlato...mi dispiace tanto, davvero.”

Elena non sapeva cosa aspettarsi. Era davvero una bruttissima notizia, ma cosa poteva fare lei per quella stramba famiglia appena conosciuta?

“Soffre di leucemia, i medici non le danno più di quattro mesi di vita. Lo so che può sembrarti strano ma prima mi ha parlato di voi due e sembrava così...speranzosa ecco.”

“Si, beh...scusami ma non capisco proprio cosa intendi.”

“Volevo solo chiederti se vi va di passare due o tre giorni a casa nostra. Non è un hotel, questo è certo, ma il posto c'è e so fare degli ottimi pancakes.”

“Oh, Susan mi aveva fatto la stessa proposta ma non possiamo, sul serio.”

“Capisco. Mi dispiace molto perché, beh sai, erano anni che non vedevo gli occhi di mia madre brillare in quel modo.”

Detto questo, la donna strinse la mano di Elena e si avviò verso il parcheggio dell'aeroporto.

Andiamo Elena!! Quanto sei egoista. Andando lì faresti felice una povera donna che sta per morire e invece preferisci non darle questa ultima gioia piuttosto che fingere di stare con Damon per tre miseri giorni.

La sua coscienza prese il sopravvento e la giovane Gilbert si trovò a rincorrere Bette per dirle che lei ed il suo “maritino” avrebbero accettato volentieri l'invito.

 

*Angolo dell'autrice*

Eccomi...FINALMENTE
Questo capitolo è un pò introduttivo ancora, ma potete immaginare cosa potrà succedere nei prossimi con Elena e Damon che devono fingere di essere sposati ;)
Chiedo scusa per il megaritardo e ringrazio tutti quelli che ancora non hanno piene le tasche di questa fic.
P.S. Il libro "Una fortuna pericolosa" è di Ken Follett, ve lo consiglio e i nomi come Micky ed Augusta appartengono a personaggi del libro
jarjar

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Capitolo 19
*** Riflessioni notturne ***



Riflessioni notturne



Boulder City era un paesino ridente e tranquillo...No okay, per Damon quel paese era solamente uno sputo in mezzo al deserto. Non avevano alcun centro commerciale, né negozi alla moda, né tanto meno concessionarie di auto di lusso; insomma l'unica cosa di cui era dotato era una scuola, una panetteria e tutti quei negozi che si possono trovare nei paesi ma che non servono realmente a nessuno, specie ad un vampiro.

Per quanto lo riguardava, Mystic Falls era una delle cittadine più movimentate del mondo in confronto e non solo per la presenza costante di vampiri e qualunque essere sovrannaturale mai esistito sulla faccia della terra.

Il bello, era che la dimora della signora Bette, non si trovava neppure a Boulder City!! Infatti la donna si era fatta costruire una graziosa abitazione in legno, ai confini del paese... Magari per vivere ancor più in tranquillità di quanto non si potesse vivere in quel posto dimenticato da Dio.

Senza dubbio, la casa non aveva nulla da invidiare a quelle degli spocchiosi membri del consiglio di Mystic Falls, era infatti colorata con sfumature purpuree e decorata da cima a fondo con tutti i tipi di piante e fiori possibili ed immaginabili.

Tuttavia, il motivo per cui Damon ancora non si era ribellato dandosela a gambe era la ghiotta opportunità che rimanere in quel luogo gli offriva: restare appiccicato ad Elena per tutto il tempo della permanenza, fingendo perfino di essere il suo maritino.

Bette aveva due figli: Max, di otto anni, e Charlotte di soli quattro.

Il marito, un bastardo a sentire le due donne, se n'era andato poco dopo la nascita della secondogenita e Bette si era ritrovata a dover crescere da sola due figli piccoli.

L'abitazione comprendeva sette stanze: la camera della padrona di casa in cui avrebbe dormito con la madre, quella dei bambini, una stanzetta per gli ospiti, un discreto bagno e un salone che faceva anche da ingresso con adiacente angolo cottura. Ciò che tuttavia stupì i due ospiti fu la piccola veranda dalla quale si accedeva al modesto giardino: si poteva vedere in lontananza la foce del Colorado, al confine con l'Arizona e questa vista era senza dubbio incantevole ed affascinante.

«Beh, la vista non è male. Adesso se volete posso mostrarvi la vostra camera.» proruppe la padrona di casa, risvegliando Damon ed Elena dalla loro posizione di totale stupore a quella vista.

«Oh, si, voglio dire certamente...Insomma, d'accordo...» balbettò la giovane ospite.

Il vampiro, accortosi dell'imbarazzo generale che regnava sovrano e destandosi dalla trance che lo aveva rapito, si affrettò a seguire Bette trascinandosi dietro anche la sua “dolce mogliettina”.

La stanza che avrebbero dovuto condividere non era neppure male in fondo, non troppo grande ma accogliente al tempo stesso.

Una vetrata nella parete che fronteggiava la porta illuminava l'ambiente ed offriva una discreta vista sul cortile; il letto adiacente alla parete destra, era ovviamente un matrimoniale, cosa che impensierì non poco i due ragazzi fin dal primo sguardo; opposto al letto e ai rispettivi comodini, si trovava un armadio a due ante probabilmente vuoto. Lo spazio, seppur sobrio, era comunque decorato e reso piacevole da un elegante tappeto marrone e dai vivaci quadri sparsi sulle pareti.

Dopo aver mostrato la camera ed aver ricevuto i ringraziamenti dei due ospiti, Bette tornò ad occuparsi delle faccende domestiche, lasciando soli Damon ed Elena nella stanza che avrebbero dovuto fingere di condividere come due veri consorti.

La ragazza sembrava non trovare pace e percorreva a grandi passi il perimetro del locale mentre, non capiva come potesse comportarsi così in un momento come quello, Damon si era buttato sul letto ed ammirava il soffitto con le braccia incrociate dietro il capo.

Finalmente il vampiro, stanco dell'agitazione palpabile della compagna, si destò dalla sua comoda posizione e sedette sul bordo del letto, intento a fissare le falcate della giovane Gilbert.

«Non fuggirai da questa situazione scavando un solco nel pavimento.»

«Si, hai ragione, ma almeno uno di noi due si preoccupa, in una situazione simile. Tu sembri così spensierato ma dopotutto non sei tu quello che si sta per sposare!» ringhiò Elena con un'acidità che non credeva di possedere.

«E' questo allora?»

«Questo cosa?» la ragazza si girò a guardare Damon che manteneva fermo il suo sguardo.

«Sei preoccupata per la possibile reazione del mio fratellino dopo aver saputo di questa storia?»

Solo una cosa era peggiore di un interrogatorio da parte di Damon Salvatore: un interrogatorio da parte di Damon Salvatore, occhi negli occhi. Era come guardare un pozzo cristallino ed oscuro allo stesso tempo, il modo in cui il vampiro la stava fissando sembrava volerle dire: “Qual'è il problema? Insomma, stiamo solo fingendo di essere sposati a ridosso del tuo matrimonio con mio fratello, e allora?”

Così sfrontato e allo stesso tempo sinceramente stupito della preoccupazione di lei.

«Ascoltami Elena, se non te la senti di parlargliene personalmente posso farlo io, se ancora non ti senti sicura questo potrà essere il nostro segreto, che ne dici?

Beh in ogni caso vado a dare un'occhiata di là.-

Detto questo, Damon le passò davanti per uscire dalla stanza, quando le fu accanto inaspettatamente le scoccò un bacio innocente sui capelli ed uscì.

Mentre il vampiro si avviava verso la cucina per accertarsi sulla preparazione della cena e maledicendo se stesso per aver quasi fatto saltare la copertura, Elena si era buttata sul letto travolta dall'intensità di quel semplice e insignificante (ma chi voleva prendere in giro?!) bacio.

Non le sembrava possibile, era assurdo che si fosse ritrovata in un tale disastro nel giro di tutto sommato pochissime ore. Per di più non riusciva proprio ad inquadrare l'unica persona che le fosse accanto in quella strampalata situazione.

Non c'era altro da fare che rimuovere tutto, come aveva fatto spesso ultimamente, e spalmarsi sul letto fino a quando non sarebbero venuti a chiamarla per andare a cena. Sperava vivamente che non sarebbe spuntato nuovamente Damon Salvatore da quella porta.


 

***

«La cena è stata meravigliosa signora Bette.» si complimentò galantemente Damon dopo aver finito di mangiare.

«Sei troppo gentile Damon, ma ti prego, dammi pure del Tu!» sorrise la padrona di casa cominciando a sparecchiare.

L'anziana Susan decise di godersi ancora un po' i pestiferi nipotini ed uscirono per passeggiare sotto il chiaro di luna. Bette era convinta che nonostante il suo malore, un po' di svago con i piccoli le avrebbe comunque fatto bene.

Damon decise di sistemare alcune cose in camera ed Elena, da ragazza ben educata qual'era, si propose di aiutare a mettere i piatti in lavastoviglie.

Ad un tratto Bette decise di intavolare una leggera conversazione e chiese a tradimento: «Insomma Elena, tu e Damon avete intenzione di avere bambini prima o poi?»

Per poco la ragazza non vomitò tutto ciò che aveva ingerito durante la cena. Si fece coraggio e cercò di ostentare tutta la sicurezza possibile nel rispondere.

«No, cioè, per il momento non ci passa proprio per la testa.»

«Davvero? Pensavo che due giovani così belli ed affiatati ce lo avessero fatto un pensierino. Non voglio essere indiscreta, ma è forse una questione di soldi e lavoro?»

«Coosa? Oh no, voglio dire, Damon proviene da una famiglia ricca...Vogliamo soltanto stare tranquilli per un periodo, tutto qui.»

«Credimi cara, un figlio è la cosa migliore che possa capitare.» concluse Bette.

Nessuna delle due parlò più fino a quando Elena decise che sarebbe stato un bene per lei ritirarsi per la notte.

Damon, d'altro canto, aveva messo a posto le valigie alla bell'e meglio; si era lavato e messo il pigiama che per il vampiro consisteva principalmente in un paio di boxer, anche se normalmente sarebbe perfino andato al letto completamente nudo.

Uscendo dal bagno andò a sbattere proprio nella fidanzata del fratello, che dopo essere rimasta a bocca aperta per alcuni secondi, era arrossita e gli aveva intimato di mettersi qualcos'altro addosso, prima di entrare a sua volta in bagno.

Augurata la buona notte ai membri della famiglia Basy, il vampiro si era recato nella camera che condivideva con Elena, sistemandosi sul letto matrimoniale.

«Giù dal mio letto.» disse secca la giovane entrando in stanza.

«Cosa?» replicò sbalirdito Damon. Non voleva certo che dormisse...

«Dormirai per terra, Damon.»

Dannazione.

«Scherzi, vero?»

«Giù dal mio letto, ho detto.»

Lo sguardo minaccioso della ragazza fece allarmare perfino Damon che per quella sera non aveva intenzione di urtarla ancora di più.

Prese un cuscino e qualche coperta che sistemò ai piedi del letto e si coricò. Un vampiro non ha bisogno di troppi comfort ma d'altra parte Damon non era più abituato alla vita spartana, anzi, probabilmente conduceva un'esistenza fin troppo agiata a villa Salvatore.

In ogni caso, se ne era fatto una ragione: quella ragazza a volte era perfino più testarda di lui.

«Buonanotte Damon.»

«Notte principessa.»

«Damon?»

«Cosa c'è?»

«Devo comprarti un vero pigiama.» 



*Angolo dell'autrice*
Bene, allora: capitolo cortino, sono secoli che non aggiorno e voi siete incavolati neri :D
Mea culpa, mea maxima culpa...But seriously, mi dispiace tanto.
Le vacanze mi sono piombate tra capo e collo e non ci ho potuto far nulla...
Okay ora la smetto di autocommiserarmi e vi chiedo di lasciare qualche recensioncina :)
Grazie a tutti per la pazienza


jj 

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