L'amore e le sue piccole incomprensioni

di _KimNui_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Vuoi muoverti dai!- urlai alla mia amica, Fujiko –Senti… o rallenti o io vado per conto mio!- -Sei proprio una pigrona!- -Non sono pigrona… non sono allenata come te… è molto differente!- -Sei un pigrona!- -No!… e aspettami!- -Pigra pigra pigra pigra pigra!- -Se non la smetti ti picchio!- -Cosa?… Miss Perfezione che si abbassa ad alzare la mani su una povera ignorante?- dissi facendo la vocetta da scandalizzata –Senti, Miss Perfezione sarà qualcun’altra!- mi disse lei –Giusto! Tu sei la Principessina Perfettina!- ci siamo guardate e siamo scoppiate a ridere! Passavamo la metà del tempo così, a prenderci in giro… io la chiamavo Miss Perfettina perché era una di quelle ragazze sempre a posto, calma, tranquilla, la prima della scuola, amava leggere e scrivere, insomma a fare tutti quei passatempi tranquilli… io invece ero l’esatto opposto, scapestrata, pestifera, non stavo mai zitta, passavo la mia vita in palestra a giocare a basket, dove, modestia a parte ero davvero brava, amavo scherzare, ridere e spesso il tempo libero lo passavo a divertirmi… infatti a scuola me la cavavo con un sei tirato per i capelli… merito ovviamente delle sue lezioni di recupero… Noi non eravamo in classe insieme… alle medie invece sì… e penso che la nostra vera amicizia è iniziata lì… due persone come noi, completamente diverse è difficile che leghino, nonostante la parentela, però ci sono principi e situazioni che ci portano a comportarci in una certa maniera… però se si è in errore soltanto una persona che pensa esattamente il contrario ci può far capire che stiamo sbagliando… ma non mi dilungerò in spiegazioni… -Allora ti muovi?- le urlai visto che ormai avevo finito il lato lungo del campo e lei non la vedevo nemmeno… -A… a… arr… arr… arrivo…- la sento dire con il respiro affannato –Alleluia… fai con calma…- -Deficiente!- -Andiamo dobbiamo finire il riscaldamento!- -Odio le lezioni di ginnastica!- -Solo perché è l’unica materia dove scarseggi… io invece, al contrario, sono la migliore!- -Peccato che nelle altre materie fai pena!- -Non faccio pena… sono sufficiente!- -Per culo… e per merito mio!- -Beh… Non contano i mezzi… ma i risultati!- dissi e poi chiacchierando ci siamo messe a fare streccing… Stavamo chiacchierando che –Ehi mostro! Vedi di starmi lontano i ragazzi potrebbero pensare che siamo amiche… e io non voglio correre il rischio!- disse Funny un’oca di prima categoria alla povera Miyu, le oche che le erano attorno, cioè le sue amiche… si misero a sghignazzare… e Miyu poverina si mise in disparte –Guarda sono proprio delle cretine! Non le sopporto!- dissi io ad Fujiko –Lo so… nemmeno io!- loro continuarono a insultare la poveretta –Adesso vado lì e le prendo a sberle!- -Nami è altrettanto stupido… perché finiresti per farti sospendere e loro se godrebbero solamente!- -Lo so… però dovrebbe dargli una di quelle rispostacce da farle chiudere quella ciabatta!- -Lo so… ma se Miyu non lo fa… cosa possiamo fare?- -Rispondere noi!- -Ogni tanto ti fai prendere troppo la mano!- -Pensa a quella poveretta!- lei rimase in silenzio e io sentii che continuavano ad insultarla… presa da uno scatto di rabbia andai da loro… mi misi di fronte a quell’idiota di Funny –Senti la smetti!- -Yuremi che vuoi! Non stavamo parlando con te!- -Lo so ma siccome starnazzi più forte di un’anatra in calore io da laggiù ti ho sentito e mi dai fastidio quindi puoi farla finita!- le risposi con tutta calma con quel tono di voce da stronza che mi riusciva alla perfezione in casi come questi –Vaiafanculo!- -No grazie… non ne ho voglia… ma posso lasciarti il posto!- lei era arrabbiata e io me la godevo a vederla così… non sapeva cosa rispondermi… che idiota –Stronza!- mi disse furiosa –Grazie per l’informazione ma prima di offendere gli altri fatti un esame di coscienza e renditi conto di quello che sei tu!- disse piatta Fujiko arrivando con tutta calma vicino a me -Bastarde!- disse andandosene con le oche a seguito. Io mi voltai verso Miyu –Visto? Non ci vuole poi tanto a farle stare zitte!- le dissi sorridendo –Ma non mi importa!- mi rispose lei abbassando gl’occhi –Invece te ne importa eccome… noi lo sappiamo… e anche loro… per questo non la smettono!- le rispose Fujiko –Sentite vi ringrazio per l’aiuto ma non sono affari vostri…- rispose lei cercando di dimostrare di essere forte, io ero un tipo piuttosto diretto non mi perdevo in parole come Fujiko –Hai ragione non sono affari nostri… ma se rifiuti così tutti quelli che cercano di aiutarti rimarrai sempre da sola!- -Nami… non così…- mi rimproverò mia amica… in effetti ero stata piuttosto brusca… ma se quella non si dava una svegliata era difficile farle capire altrimenti che doveva reagire –Voi non potete capire…- rispose Miyu –E' vero non possiamo capire… ma possiamo aiutarti… se tu ce lo permetti… e ti assicuro che se non ce lo permetti questa testardaccia vicino a me continuerà a romperti finché non glielo permetterai… ti parlo per esperienza!- le disse Fujiko sorridendo… io al momento non compresi poi –SENTI MAESTRINA DEI MIEI STIVALI! CHI SAREBBE LA TESTARDACCIA???- -Tu!- -Idiota!- e poi ci siamo messe a ridere come al solito… anche Miyu si mise a ridere… beh forse siamo già a buon punto… ma io mi dimenticai subito di lei non appena vidi arrivare in cortile Jonghyun in tutto il suo splendore… basta non connettevo più… loro parlavano ma io non ascoltavo stavo come al solito a guardarlo, contemplarlo e a sospirarlo… -Nami… Nami… ci sei?- mi chiese Fujiko –Si…- risposi in un sospiro ancora persa a guardare Jong –Oh Dio è arrivato Jong…- -Chi?- chiese Miyu –Jong! Come non sai chi è?- saltai su io arrabbiata e un po’ incredula… infondo tutti a scuola lo conoscevano –Ah… il giocatore di basket!- rispose Miyu –Il MIGLIOR giocatore di basket!- sottolineai io –Scusa…- mi disse quasi intimorita dal mio tono –Nami ha una cotta per lui!- spiegò Fujiko –Non è vero! Lo ammiro soltanto come giocatore!- -Vai raccontarlo a qualcun altro… è da quando che è arrivato che sei in un altro mondo…- -Non è vero! Io lo ammiro perché è un vero fuoriclasse!- -In questo posso darti ragione… che stia in classe o meno la situazione non cambia… anzi non si sente ronfare…- -Smettila! Non è così!- -Lo dici perché in classe con lui ci sono io e non mi vuoi credere che dorma tutte le ore!- -Basta insultarlo!- -Ma non capisco propriocome ti faccia piacere uno scemo del genere! Dorme sempre e a scuola fa pena!- -Però gioca splendidamente a basket! E poi sempre meglio lui del tuo professorino!- Fujiko si rabbuiò –Cambiamo discorso!- io mi morsi la lingua “Ogni tanto dovrei imparare a stare zitta!”… mi ero dimenticata che Fujiko e Onew hanno litigato… “Che idiota che sono!”.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 -FUJIKO-
Il mio professorino…Tsk! Quell’idiota non mi considerava nemmeno, come poteva essere mio?! Nami aveva toccato un punto dolente visto che io e lui avevamo litigato. E di brutto anche. Non avevo mai urlato così in tutta la mia vita come con lui.
La settimana prima mi aveva detto chiaro e tondo che si era licenziato dal suo lavoro di professore. Non mi aveva nemmeno consultata. Mi aveva detto solo che non sopportava più il preside, ma mai mi sarebbe venuto in mente che avrebbe potuto licenziarsi. Ma il fatto peggiore era che non mi aveva parlato dei suoi litigi con il preside fino a ieri e quindi mi era venuto da pensare che non si fidasse più di me. Comunque dovevo darmi una controllata e non dar troppo a vedere quanto ci stavo male, anche se dubitavo che Nami ci sarebbe cascata… ci conoscevamo troppo bene io e lei.
-Comunque Jong è stupendo. Non importa se non è un geniaccio a scuola… e poi non è vero che sono cotta di lui! Il fatto è che lo ammiro, punto e basta!- dichiarò Nami credendo che io ci cascassi.
–Si…- dissi io ammiccando verso Miyu -…ed io sono la regina Antonietta. Comunque se tanto lo ammiri perché non vai a parlarci?-
-A… a parlargli? E cosa gli dico?-
-Quello che ti viene in mente… avrai pure qualcosa da dirgli, no?- lei non rispondeva, così riprovai –Hai qualcosa da dirgli oppure no?-
Lei ci pensò su per un po’ e poi mi guardò.
–Si, ma non so se poi lui ha voglia di ascoltarmi. Tu come hai fatto con Onew…- poi si fermò di colpo e cambiò frase -Cioè, come faresti tu se fossi in me?- e di nuovo si riparlava di Onew.
–Sembra che tu non abbia nient’altro che Onew in testa, eh?- le dissi scherzando, cercando di non scoppiare in lacrime davanti a Miyu.
–Comunque gli parlerei di qualche argomento inerente all’attualità, magari. Ma se non ti interessa come ragazzo non dovresti avere problemi, no?- la canzonai.
–Avvicinalo e parlagli del tempo. Magari è un buon inizio…-
-Si, e io dovrei parlargli del tempo? Ma che figura ci faccio?!-
-Beh, non credo che parlargli della Rivoluzione Francese farà qualche effetto, anche perché siete un po’ ignorantini tutti e due in questo genere di materie… Dovrei essere io quella che parla di queste cose tra noi due, no?- E feci un sorriso a trentadue denti rivolta a Nami.
–Ha, ha, ha! Che ridere…la nostra Miss Perfettina fa la battuta!-
-Beh… forse potresti iniziare con il basket. Infondo è il vostro sport preferito, o almeno penso che sia un argomento adatto. Poi sei tu che devi decidere…- disse Miyu. Poi subito si scusò
-Forse sono stata inopportuna… mi dispiace…- poi abbassò lo sguardo e disse frettolosamente
–Beh, ora è meglio che vada con quelli della mia classe, ciao…- e corse via. Io e Nami ci guardammo: non poteva andare avanti così. Dovevamo fare qualcosa!
 
-NAMI-
            -Sembra che abbia paura della sua stessa ombra!- affermai
–Beh… tu cosa feresti al suo posto?… Non ha la forza di tener testa a quelle idiote ne di lasciar perdere gli insulti… è differente da noi… non giudicarla, non è facile la sua situazione con il suo carattere!-
-Allora dovrebbe cambiare!-
-Ma non è facile nemmeno questo! Ha bisogno di amiche, di uscire e soprattutto di qualcuno che le faccia capire che anche se non è perfetta non vuol dire che è una nullità!-
-Si ma come possiamo aiutarla?- lei sospirò –Purtroppo… anche se mi dispiace ammetterlo sei più brava di me nel aiutare la gente! Io sono troppo logica… tu segui il tuo istinto… e la tua testardaggine!- la guardai senza capire
–Che vuoi dire?-
-Ricordi alle medie? Quando hai deciso di farmi capire che sbagliavo?-
-Si…-
-Seguivi una logica per aiutarmi?- ci pensai… e… -Sinceramente… no! Facevo quello che al momento mi sembrava giusto fare…-
-Ecco… io invece sono troppo sistematica… tu riesci a far capire a una persona che sta sbagliando attraverso te stessa e al tuo modo di vivere, facendole capire che la vita è bella e va vissuta senza pensare a quello che potrebbero dirti gli altri o quello che gli altri potrebbero pensare di te… io invece finisco sempre per imporre le mie idee agl’altri e non tengo conto di come la potrebbero pensare loro…-
-Ah… si in effetti quando ti chiedo perché il libro dice così… tendi sempre a rispondermi ‘Perché si fa così e basta!’…- lei mi guardò esasperata
–Con te non si riesce mai a fare un discorso serio!- risi
-Scusa… beh io seguo il tuo consiglio e tento di fare quattro chiacchiere con Jong… tu tenta di convinciere Miyu a farsi aiutare…-
-E cosa faccio?-
-Beh… se fossi io la trascinerei fuori di casa e la farei capire che non si passa la vita a casa perché ai paura di quelli che incontri… ma io forse sono troppo frettolosa… quindi ti lascio carta bianca… ci vediamo dopo!-
-Ciao!-.
            Salutai Fujiko andando dal mio bel giocatore… beh mio proprio non era… Comunque ero stata una scema a solo nominare Onew… lei faceva finta di niente… ma non riusciva nascondere quanto ci stava male… non a me… per me era praticamente un libro aperto… forse l’unico che leggevo… visto che quelli di scuola facevano solo polvere…
            Jong era davanti al canestro e faceva un paio di tiri… un po’ indecisa sul cosa fare, mi ravviai i capelli sperando di essere abbastanza in ordine e quando tirò a canestro andai a prendere la palla…
-Bel canestro!- dissi porgendogli la palla
–Ah sei tu! Ciao!- mi disse sorridendo
–Posso farti compagnia?- buttai lì sperando che accettasse
–Come no! Vediamo chi sbaglia per primo?- propose
–Hai voglia di essere umiliato?-
-Questo è da vedere…-
-Una sfida?-
-Chi perde…- ci pensò un attimo e poi concluse -… offre la cena!-
-Cena?- chiesi stupita –Quale cena?-
-Non lo so… però di solito le sfide sono così… quindi vuol dire che andremo a cena io e te e chi perde paga il conto!-
-Beh preparati a pagare il conto del Lumière!-
-Il Lumière? Ma è il ristorante più caro di tutta la città!-
-Lo hai voluto tu!-
-Beh… possiamo limitarci a chi offre una pizza?-
-Vuol dire che sai già di perdere?- lui rise
–Hai ragione! Dimenticavo che chi PERDE paga… quindi avrò la cena gratis nel ristorante più lussuoso della città!-
-Staremo a vedere!- non so come eravamo arrivati alla cena… ma di sicuro non mi dispiaceva di essere ‘costretta’ a uscire a cena con lui a causa di una sfida… certo che però se dovevo pagare io… avrei preferito un altro posto… Tra un canestro e l’altro parlavamo appunto di basket, come su consiglio di Miyu… davvero molto apprezzato dalla sottoscritta che spesso davanti a lui, si impappinava nelle parole o proprio non riusciva a dire niente completamente persa nei suoi occhi neri… sospirai… è davvero splendido! Purtroppo però a forza di guardarlo sbagliai di tirare…
-Aha! Ho vinto! Facciamo stasera alle sette e mezza?- io rimasi a guardare il pallone che aveva rimbalzato sul tabellone… merda!
–Andiamo in pizzeria?-
-No!-
-Ti prego!-
-No!- cavolo! Io non ho i soldi nemmeno per prenotare quel ristorante… essendo orfana e facendo un part-time tre volte alla settimana delle sette alle undici non è che avessi tutti questi soldi…
-Ti scongiuro!- si voltò a guardarmi… poi si avvicinò… aveva una maglia bianca attillata che metteva in risalto tutti i suoi muscoli… Dio che fisico! Dio che bello!
–No! Hai perso! Vengo a prenderti alle sette e mezza… e mi raccomando metti l’abito da sera!- e chi c’è l’aveva… cavolo che idiota! Mi sono cacciata in un bel pasticcio!… e adesso?… magari Fujiko non le dispiacerà prestarmi almeno uno dei suoi ventimila vestiti… beh dovete sapere che il padre di Fujiko era un banchiere e sua madre un brillante avvocato… non è che fossero ricchi… ma di certo i soldi non gli mancavano… chissà se avrà pietà per la sua ‘povera amichetta’ in difficoltà economica…

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 -FUJIKO-
Nami mi aveva lasciato carta bianca… ma che diavolo avrei fatto?!
Pensava solo a Jong, ma alla povera Miyu dovevo pensarci io. Povera, era una ragazza gentile… forse troppo, ma tentava di tirare avanti. Decisi: quel giorno, mentre Nami era occupata con quel suo giocatore di basket, io avrei aiutato Miyu in qualche modo. L’aspettai al di fuori della scuola e le andai incontro.
-Ciao, Miyu!- le dissi con gentilezza e con un sorriso largo come non ne avevo mai fatti prima. Lei mi guardò non capendo.
–Sono venuta ad aspettarti. Volevo fare quattro chiacchiere con te, ti va?- lei finalmente sorrise e diventò rossa come un peperone. Bene, e fin qui era tutto a posto, ma il problema era un altro: di che cavolo avrei parlato? Non c’era un argomento principale con cui fare due chiacchiere, ma forse sarei riuscita a cavarmela con un argomento di scuola.
-A che punto sei arrivata con la storia? Noi siamo alla rivoluzione francese…-
-Oh, anche noi, anzi, io, perché i miei compagni non studiano neanche un po’…-
-A chi lo dici… i miei sembrano dei morti viventi quando gli dai da studiare qualcosa. Si inventano tutte le scuse possibili per non essere interrogati che si rasenta l’imbecillità…-
-Beh, in effetti hai ragione e poi io adoro la rivoluzione francese. È un periodo della storia che mi è sempre piaciuto tanto. Principalmente adoro la figura di Robespierre, anche se poi risultò essersi approfittato della situazione…- e così finalmente avevo trovato un piano su cui discutere con lei… chissà se Nami sarebbe riuscita a trovarne anche lei uno… comunque al momento era impegnata con il suo cavaliere, quindi in testa aveva solo lui… non potevo pretendere troppo!
            Salutai Miyu dopo averla accompagnata a casa sua e poi percorsi la stada di casa ascoltando il lettore cd. In qual momento avevo messo “Haru Haru" dei Big Bang. Non sapevo perché, ma ogni volta che sentivo quella canzone, i pensieri mi riportavano alla mente l’immagine di Onew.
Mi ricordavo benissimo il giorno in cui lo avevo incontrato per la prima volta.
 
‘Era inverno ed ero seduta su una panchina. Avevo solo una giacca leggera in quel momento e morivo dal freddo, ma poco importava: ero terribilmente scoraggiata e triste in quel momento che, anche se fossi morta, non me ne sarebbe importato più di tanto, anzi… sarei stata di sicuro felice di finire i miei giorni da schifo in quel mondo che avevo imparato ad odiare!
Poi una giacca mi venne messa sulle spalle. Mi alzai di scatto e mi voltai: un uomo sorridente mi stava alle spalle e mi aveva messo addosso la sua giacca. Al momento non capii, ma poi lui mi fece segno di sedere. Si mise accanto a me e mi guardò.
-Se resti qui senza una giacca un po’ più calda rischiereìai di morire congelata…- -Tsk! Magari fosse come dice lei… almeno finirei di star male inutilmente!- Lui non mi chiese spiegazioni, e neanche mi fece altre domande. Ma continuò a sorridermi e disse una cosa che un po’ mi fece star meglio. –Non sempre la morte è la soluzione ai nostri problemi. Dobbiamo far vedere al mondo chi siamo e che valiamo qualcosa. Scoraggiarsi non serve a niente e morire serve ancora meno. Chi muore non può cambiare il corso delle cose, ma chi vive forse può, non credi anche tu?- -Beh, forse si…- -Allora prova, no? Prova a far vedere che sei qualcuno e lotta con tutte le tue forze per raggiungere i tuoi scopi ed allora forse sarai felice…- poi si alzò e se ne andò. Riflettei un po’ su quello che mi aveva detto e poi –Cazzo, la sua giacca!- e così corsi nella sua direzione, nella speranza di trovarlo. Non era molto distante, stava per entrare in un portone, ma io lo fermai giusto in tempo. –La tua giacca… ti sei dimenticato di riprenderla…- ma lui mi fece di no con la testa. –Me la ridarai quando avrai capito che vivere è bello… fino a quel momento tienila pure.- e fece per andarsene. –Aspetta… forse vale la pena di vivere, come hai detto tu, ma da sola forse…- non ero sicura di far bene a dirglielo, una persona orgogliosa come me non lo avrebbe detto ad una persona comune, ma lui era diverso… me lo sentivo e così mi buttai -…forse non ce la faccio. Forse ho bisogno di una mano…- -Forse?- mi chiese lui. –Io ho bisogno di una mano.- -Beh, è gia un passo avanti.- -Cosa?- non capivo cosa intandesse dire. –Il fatto che tu abbia ammesso con te stessa che hai bisogno di aiuto.- -Ah…- -Lo vuoi da me?- -Non lo so… io non ti conosco neanche!- -A questo rimediamo subito- e mi tese una mano -Io sono Lee Jinki ma puoi chiamarmi Onew- -Io mi chiamo Fujiko Yukimura…-.’
 
Da quel giorno io e lui rimanemmo spesso insieme. Per un motivo o per un altro o ero io a casa sua o lui era a casa mia, quindi ci vedevamo sempre. Lui era più grande di me di sei anni e faceva il professore in un liceo classico e, dopo circa due mesi, ci mettemmo assieme.
Gli avevo raccontato tutti i miei problemi e lui i suoi li aveva raccontati a me. Gli avevo pure parlato del fatto che… beh, adesso non volevo proprio pensar a quello, ma il fatto era che lui probabilmete non si è mai fidato davvero di me, perché una settimana fa, senza preavviso, viene a casa mia e mi dice che si è licenziato dal suo lavoro.
Mi incavolai di brutto con lui, perché non mi aveva nemmeno consultata prima di mollare il lavoro. Ero proprio imbufalita, ma lui pareva non averlo capito, perché era convinto di non aver agito male. Accecata dalla rabbia e dall’indignazione lo avevo sbattuto fuori di casa e fino ad oggi non lo avevo ancora sentito.
Sospirai e guardai la strada… senza pensarci avevo percorso una strada diversa ed adesso mi trovavo di fronte alla casa di Onew. “Merda! Non c’è verso che passi un giorno senza che io non pensi a lui! Che nervi che mi fa!” e così feci dietro front. Cominciai a correre come una furia e, senza volerlo, andai a sbattere contro una persona.
–Scusi… non l’ho fatto app…- ma anche senza alzare lo sguardo capii chi avevo urtato: la mano che mi sorreggeva era inconfondibile. Era forte e ferma. Alzai lo sguardo e vidi che infondo non avevo visto male. Era proprio Onew. Fece per dirmi qualcosa, ma io fui più veloce di lui e corsi via. Non volevo vederlo e non volevo parlare con lui. Ero troppo arrabbiata!
La sera stessa qualcuno suonò alla porta: era Nami, che con un sorriso largo e due occhioni grandi e imploranti, stava per chiedermi qualcosa…
 
-NAMI-
-Fujiko!!!- dissi con voce melensa
–Che cosa vuoi?- mi rispose
–Non lo faresti un grosso favore alla tua adorata amica?- lei mi guardò perplessa
–Adorata amica?… sentiamo adorata amica… che vuoi?-
-Mi impresti un tuo vestito?-
-Un vestito? E che ti serve?-
-Ho perso ad una scommessa e sono nei pasticci!-
-Nelle tue condizioni economiche l’ultima cosa che devi fare è scommettere!-
-Va beh ormai è fatta! Ho scommesso che chi sbagliava il canestro per primo pagava la cena al Lumière!-
-Beh… ti sei scelta un posto economico!-
-Già…-
-Non hai nemmeno il vestito ne i soldi per lucidare le scarpe al lavapiatti del Lumière! Va bene va bene… mamma mia sei senza speranze! Ma perché lo hai fatto scusa?-
-Beh… sai esco pur sempre con Jong…- lei girò gli occhi sospirando
–Allora se si tratta di Jong… e come mai hai sbagliato? Tu che non sbagli un canestro nemmeno se ti si paga!-
-Beh… se guardo Jong non posso guardare anche il canestro…-
-E certo! Io capisco che lui è scemo ma non occorre che lo diventi anche tu!-
-Lui non è scemo! E nemmeno io!- dissi facendo la finta offesa…
-Bah ci rinuncio con te! Muoviti entra!-.
            La sua stanza era più o meno grande come tutta la mia casa… ma infondo io abitavo in un appartamentino di 60 metri quadrati… avevo venduto la casa dopo la morte di mamma e papà e mi sono trasferita in quel appartamento… era piccolo… ma per una persona sola basta e avanza! Lei invece aveva una grande villa a tre piani, molto bella, e con un giardino enorme!
            La scelta del vestito fu difficile… anche perché io ero piuttosto alta rispetto a mia amica… e non poteva prestarmi i vestiti lunghi perché sarebbero stati corti. Inoltre io avevo più seno di lei… così non potevo mettere quelli troppo stretti… Alla fine la scelta cadde su un vestito corto, azzurro, per me abbastanza attillato… senza maniche legato dietro al collo. Dopo Fujiko mi fece pettinare come Dio comanda e non con la solita coda di cavallo, mi prestò perfino dei gioielli semplici, ma per me che non avevo niente di tutto questo mi sembravano anche troppo… così avevo dei bracciali, una catenella con un ciondolo e delle grandi vere alle orecchie. Le difficoltà le trovai con le scarpe con i tacchi… erano piuttosto alti e a spillo…
-Io mi rompo una caviglia!-
-Se invece delle solite scarpe da ginnastica metteresti un paio di scarpe decenti adesso staresti in piedi!- mi rimproverò Fujiko… io ci rimasi male… a me piacevano le scarpe con i tacchi… ma non potevo permettermi di comprare scarpe che usavo una volta all’anno… lei capì di aver sbagliato
–Scusa… dimentico sempre che…-
-Non fa niente! Anch’io stamane con Onew sono stata un disastro!- ci siamo scambiate un sorriso
–Vuoi parlarmene?-
-Beh… non c’è molto da dire!Dopo scuola sono andata per sbaglio a casa sua…-
-Eh?-
-L’ho visto… anzi gli sono finita addosso…-
-Eh?- continuavo a sollecitarla
–E me ne sono andata via di corsa senza dirgli una parola!-
-Ah…- commentai… Fujiko era davvero innamorata di Onew, lui l’aveva aiutata più di chiunque altro, si era sempre fidata cecamente di lui e lui aveva preso una decisione così importante come quella di licenziarsi, senza nemmeno interpellarla… lei ci era rimasta malissimo e si era molto arrabbiata… soltanto che stare senza di lui la faceva soffrire… ma io non posso aiutarla… non voglio intromettermi nei loro affari più del dovuto…
-Beh adesso vedi di insegnarmi a camminare con queste cose!- dopo un paio di camminate su e giù, un po’ penose visto che inciampavo un passo si e uno no… alle sette ero vestita e sistemata. Quando arrivai a casa mi sentivo leggermente strana… non ero abituata a vestirmi così… ma alle sette e mezza, quando Jong arrivò mi passò subito, infatti quando mi vide, oltre a guardarmi da cima a fondo, quasi mi mangiasse con gl’occhi, mi disse –Sei splendida!- e io lì mi sciolsi come burro al Sole!
            Ci siamo andati a piedi al ristorante e intanto parlavamo
–Davvero sto bene vestita così?-
-Sei irriconoscibile! Ti ho sempre vista vestita sportiva e adesso sembri una donna dell’alta società!-
-In effetti non sono miei questi vestiti! Me li ha imprestati mia amica Fujiko… la tua compagna di classe!- lui ci pensò un attimo
–Ah si… ho capito! Yukimura giusto?-
-Si lei!-. Poi il discorso andò al basket e finalmente alle otto siamo arrivati al ristorante… un mal di piedi pazzesco!!! Abbiamo mangiato e chiacchierato di miliardi di cose, era simpatico, divertente e dolcissimo… dopo aver mangiato…
–Tanto per curiosità… che hai detto hai tuoi?-
-Niente!-
-Non hai detto niente?-
-No… io sono orfana!-
-Ah…- lui fece la faccia di chi si è pentito di non essersi morso la lingua
–Non preoccuparti…-
-No scusami! Io non sapevo e… insomma scusa!-
-Tranquillo! Ho superato quel brutto momento… non ne parlo volentieri ma non scoppiò più a piangere ogni volta che sento chiamare mamma o papà… ho dei bellissimi ricordi di loro due, ricordi che porterò avanti nel cuore per sempre… e questo mi aiuta ad andare avanti-
-Sei una ragazza davvero molto forte!-
-No… è tutto merito di mia amica! È stata lei a farmi capire che dovevo andare avanti!-
-Beh allora sei fortunata ad avere una amica così!-
-Si! Su questo posso darti ragione!- ci siamo messi a ridere e poi abbiamo cambiato discorso.
Alla fine –Il conto!- chiamò Jong
–Accettano assegni?- lui sorrise
–No credo di no!- poi tirò fuori il portafoglio
–Ma ho perso io!-
-Ecco allora lascia perdere!-
-Ma Jong!-
-Vuoi saperlo cosa ho detto io hai miei?- non capivo cosa centrasse ma –No-
-Che portavo la più bella giocatrice di basket a cena… e che razza di cavaliere sono se non pago la cena?-
-Ma…- che dolce! –Sei davvero gentile! Sono commossa!-
-Solo non metterti a piangere!- ci siamo messi a ridere e siamo usciti.
Per la strada era sceso un silenzio un po’ imbarazzante… lui era splendido… teneva le mani in tasca dei pantaloni e io avrei voluto appoggiarmi alla sua spalla prendendolo a braccetto… ma non volevo rovinare una così bella serata con qualcosa che non sapevo se gli andasse bene…
–Posso farti una domanda… se non vuoi non rispondere!- mi chiese ad un tratto
-Dimmi?-
-Come sono morti i tuoi?-
-Incidente d’auto… tre anni fa!-
-Tu eri con loro?-
-No… dovevano venire a vedere un concorso di chitarra, io vi ho partecipato… ero arrivata seconda… ma dopo ho smesso di suonare!- lui mi guardò stupito
–Perché?-
-Se i miei non fossero venuti a quel concerto non sarebbero…-
-Ma non è colpa tua! Non dipendeva da te! Perché non continui?- lui mi guardò contrariato ma io non accettavo che venisse a dirmi come dovevo pensarla
–Senti tu non sai niente! Quindi vedi di non contestare le mie idee!- lui sembrò mortificato
–Si hai ragione io non so niente… ma credo ugualmente che sia sbagliato!- eravamo ormai sotto casa mia e io mi ero arrabbiata per quello che diceva
–Ma chi ti credi di essere per venirmi a dire questo!- e così dicendo… quasi con le lacrime agl’occhi andai a casa senza nemmeno salutarlo. Ero arrabbiata e allo stesso tempo confusa… sapevo che era sbagliato… anche Fujiko me lo diceva… ma io con la chitarra avevo chiuso!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 -FUJIKO-
Quella sera ricevetti la telefonata di Nami. -Allora?- le chiesi -Com'è andata? Tutto a posto?- -Circa…- mi rispose lei. La sua voce era strana; evidentemente qualcosa era andato storto, ma cosa? –Cos’è successo?- -Beh, vedi all'inizio è andato tutto bene, lui era dolce e tutto il resto, ma poi alla fine, mentre mi stava accompagnando a casa è saltato fuori il discorso dei miei…- -Ti ha chiesto come sono morti?- io già sapevo cosa fosse successo, ma volevo che fosse lei a dirmelo. Una volta avevamo discusso molto anche noi su questo fatto. -Beh, si. Gli ho spiegato del concerto di chitarra e del perché della mia decisione di non suonare più, ma lui non mi ha capita. Dice che devo continuare a suonare perché non è vero che è tutta colpa mia se sono morti… discorso stupido, vero?- mi chiese come a confermarle che quello che pensava andasse bene, ma io ero di tutt'altro avviso. -Nami, senti… io te l'ho già detto quello che penso riguardo a tutta questa faccenda, ma adesso te lo rispiego. Non è assolutamente un discorso stupido quello che ha fatto Jong, solo che tu non lo hai ancora capito e per questo non intendi fare niente. Lo sai benissimo che i tuoi non sono morti a causa tua o a causa di quel concerto. Quell’incidente poteva capitare anche in un altro momento e tu non hai avuto colpa!- -Adesso ti vuoi mettere contro di me, per caso?!- mi domandò lei furente. -Io non sono contro di te, lo vuoi capire?! Cerco solo di farti ragionare e di farti essere meno testarda. Non è che se non suoni le cose cambiano. Anzi, restano sempre le stesse e tu non riuscirai mai a superare il trauma della morte dei tuoi…- -E se io non lo volessi superare?!- -Sarebbe stupido ed immaturo ed io ti ho sempre reputato una persona che ragiona prima di fare una cosa. Non vorrei essermi sbagliata Nami…- -Anche tu sei come lui! Anche Jong la pensa come te… non è possibile! Possibile che non riusciate a capirmi?!- -Senti Nami, dimmi una cosa… perché mi hai telefonato questa sera?- -Per raccontarti che Jong non la pensa come me…- -Solo per questo?- -Si, perché? Ci dovrebbe essere dell'altro?!- - Beh, secondo me il motivo era un altro: tu volevi che ti rassicurassi. Che ti dicessi che la tua reazione è stata opportuna e giusta, ma mi dispiace, perché io non la penso così. È stato stupido arrabbiarsi e litigare con lui per una faccenda che sapevi di aver sbagliato dall’inizio. Percui se cerchi la mia comprensione quella ce l'hai, ma se cerchi una persona che ti dica che il tuo ragionamento è giusto, mi dispiace, ma dovrò rifiutare. Le mie convinzioni sono altre…- Dall'altro capo del telefono Nami non disse nulla. Rimase zitta per un po', ma io sapevo benissimo che stava scegliendo le parole per congedarmi, quindi aspettai. -La pensi così?!- mi chiese con la voce arrabbiata -Si, la penso proprio così!- -Bene, allora per il momento non abbiamo più niente da dirci!- e così mi chiuse il telefono in faccia.
Ormai la conoscevo da tanti anni. Non l’avrei fulminata con gli occhi per avermi chiuso il telefono, ma se fosse stata un‘altra l’avrei uccisa. Preoccupata non ero, anche perché sapevo che, prima o poi, ci saremmo chiarite; infondo eravamo due amiche che si volevano bene, anche se nessuna delle due l’aveva mai ammesso apertamente.
 
-NAMI-
Il giorno dopo andai a scuola… mi ero un po’ calmata dalla sera e riuscii a nascondere un po’ la delusione della serata con Jong e a non uccidere Fujiko. A riposo, Jong venne a cercarmi –Nami…- -Che c’è?- gli chiesi ancora un po’ arrabbiata –Scusami per ieri… io… io sono stato uno stupido non avrei nemmeno dovuto impicciarmi nei tuoi affari! Scusami ti prego!- lo guardai negl’occhi… gli dispiaceva davvero –Ti prego! Non ho dormito tutta la notte per i sensi di colpa!- sorrisi divertita –In effetti mi sembra di vedere le borse sotto agl’occhi!- dissi ridendo –Scusa davvero!- -Grazie!- -Allora ci vediamo!- -Ciao!- beh avevo fatto pace con Jong e il buon’umore mi era tornato… -Meno male che ti basta poco per farti tornare di buon’umore!- mi disse Fujiko –Non pensare… in realtà ho solo rimandato la data di esecuzione della tua condanna!- e ci siamo messe a ridere come al solito!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 -FUJIKO-
            -Pensi che se gli chiedessi di uscire pomeriggio accetterebbe? Potremmo andare al cinema…- -No- -Beh al campo a fare un paio di tiri…- -No- -Beh magari a mangiarci una pizza…- -No!- -Ma cavolo non ti va bene niente!- -No!- -Ma perché?- -Perché oggi è martedì e come ogni martedì, visto che è l’unico giorno che non sei rinchiusa in quella maledetta palestra, vieni da me per i recuperi!- -Che palle!- si lamentò come al solito Nami.
            A riposo Nami corse dalla sua classe alla mia come al solito… ma non per me naturalmente! Si trasformava nella sorella di Flash quando si tratta di quel deficiente che passava la vita a dormire… proprio non capivo che cavolo ci trovasse di tanto interessante in lui, se non il suo ronfare! Mentre io aspettavo che Nami finisse di sbavare dietro ad Jong, passò di là Miyu. –Ehilà! Come va?- buttai lì un saluto, lei si voltò e, fermandosi di fronte a me, mi rispose –Ciao! Bene, grazie! Sei sola?- -No… indovina dov’è l’altra scema?… con lo scemo ovviamente!- -Ma poverina… perché la tratti così!- -Perché è scema!- -Io la trovo simpatica- -Ma sì… si fa solo per dire! Peccato che a scuola sia proprio una frana!- -Beh è brava nel basket!- -Si… e buona di pensare solo a quello… e ad Jong… ovviamente!- -Beh tu non le dai ripetizioni?- -Si… ripetizioni… oggi è il giorno di ripetizioni… e lei pensava di chiedere ad Jong di uscire… figurati te quanto servono!- -Beh… alla sufficienza però ci arriva…- -Si chiama culo!- -Ah…- -Senti… visto che le mie ripetizioni per Nami sono come se le dessi al muro… vuoi venire su… che almeno parlo per qualcuno che si interessa alla cosa?- -Ma non voglio disturbare…- -Ma se ti invito non mi disturbi…- -Beh allora… in questo caso… va bene!-.
In quell’istante arrivò Nami –Senti Fujiko non è che rimandiamo le lezioni a data non definita?- -Perché?- -Beh sai… Jong e io…- -No!- -Perché?- mi chiese con una vocina triste –Lo sai bene il perché e non fare storie!- -Uffa… ma sei la mia amica preferita… e io sono la tua dolce, cara ed affettuosa Nami…- -Senti cara, dolce ed affettuosa Nami… uno non fare l’ipocrita, secondo si fa come ho detto io e terzo non discutere!- -UUUUEEEEE!!! Mi metto a piangere!- -Eh piangi!- -Stronza!- -Grazie! E poi viene anche Miyu a darti ripetizioni quindi non ci sono vie di fuga!- -Ma vi siete coalizzate contro di me? cattive cattive cattive!… beh in questo caso… torno da Jong! Così non vi faccio onore della mia presenza!- -Meglio… una rompipalle in meno!- -Ingrata parente!- -Stupido essere!- -Idiota!- -Cretina!- -Deficiente!- -Imbecille!- -Nami!- -Si Jong?- -Ecco come al solito basta sentire la voce di quello lì e subito lei corre dimenticandosi anche dei suoi amicu! E meno male che non è cotta di lui!- commentai. Così mentre lei correva dal ‘suo’ Jong, io rimasi a chiacchierare con Miyu.
Dopo scuola tornai a casa. Dovevo aspettare Miyu e Nami per le quattro; alle tre e trequarti suonò la campanella, la mia cameriera andò ad aprire –Signorina, c’è una persona che la desidera!- uscii dalla mia stanza e mi affacciai alle scale: non poteva mica essere Nami!… infatti era Miyu.
-Ciao! Come mai così presto?- -Scusa sono troppo in anticipo? Torno più tardi?- -No questione di abitudine… Nami arriva con almeno un venti minuti di ritardo… se va bene!- -Ah…- -Beh intanto vediamo cosa farle fare… hai un’idea?- -In cosa va peggio?- -In una parola: tutto!- -Bene…- commentò lei –Beh l’altra volta abbiamo fatto matematica… quindi oggi si va per italiano. Che dici?- -Per me va bene! Ma davvero non va bene in nessuna materia?- -No, a ginnastica è la prima della scuola ed anche in informatica visto che è un piccolo genietto del computer… ma si vede che deve aver concentrato il suo cervellino solo che in quelle due materie perché nel resto è una schiappa!-. –Che bella casa!- mi disse guardandosi intorno –Si… non c’è male!- -Beh è grande…- -Siamo in quattro più il gatto!- -Come si chiama?- -Yanki- -Di che razza è?- -Un soriano!- -Bello!- -Vuoi fare un giro della casa?- -Ma sì, intanto che aspettiamo Nami.- così le mostrai soggiorno, cucina, la sala da pranzo, le cinque camere da letto, la sala giochi, tre bagni, la tavernetta, il giardinetto con la fontana e la terrazza con piscina. Insomma era piuttosto grande… così abbiamo passato il tempo. Alle quattro mezza… DRIIINNN!!! DRIIINNN!!! DRIIINNN!!! –Eccola!- siamo tornate in entrata –Scusa il ritardo…- -Tranquilla… questione di abitudine!- -Vado via prima perché sostituisco la mia collega al bar- -Eccola… arriva tardi e va via prima… sentiamo quando Sua Maestà ci lascia?- -Alle sei e mezza!- -D’accordo faremo un riassunto!-.
Dopo aver cianciato di Dante Alighieri per due ore… e aver parlato per nessuno… perché mentre io parlavo di Dante… Nami parlava della sua partita di sabato a Miyu… quindi la mia ultima speranza di avere la sua attenzione era ormai scomparsa. Insomma risultato della giornata: zero assoluto! Bene… come sono contenta!
Quando Sua Altezza ci lasciò… io ero di nuovo senza uno straccio di discorso da fare con Miyu… e per questo Nami mi sente! –Bene anche questa volta non ha capito assolutamente niente… anzi non mi ha proprio ascoltata!- -Già… ma dai forse la prossima volta andrà meglio…- -Siii… certo… io parlerò di storia e lei parlerà di Jong…- -Ma oggi ha parlato di basket…- -Appunto e non ha nominato neanche una volta Jong… quindi la prossima volta deve recuperare!- -Forse la prossima volta che ci vediamo possiamo fare un vero recupero visto che oggi non lo possiamo definire tale…- -Si, ma trovala tu una giornata in cui lei non ha per la testa quel fannullone… o non sia in palestra. Comunque per me andrebbe benissimo, così ci possiamo vedere anche fuori da scuola.- Così, alla fine, ci salutammo ed io tornai in camera mia.
-NAMI-
Il giorno dopo a scuola mi informarono, con mia somma gioia, che giovedì ci sarebbe stato un altro recupero –Che coglioni! Ce l’avete con me?- -No… è per il tuo bene!- mi rispose Miyu –Fottiti te e il mio bene!- lei si spaventò. Fujiko per poco non mi fece fuori –Ehmm… volevo dire… che giovedì non posso!- -Perché?- -Sono di turno al bar…- -Ma perché lavori?- mi chiese Miyu –Per avere soldi?- -Ma i tuoi non lavorano?- un po’ mi diede fastidio, non mi piaceva parlare dei miei ne tanto meno della mia questione economica, visto che non avevo un soldo –I miei sono morti!- -Ah…- Fujiko preferì cambiare discorso prima che io mi incazzassi –Beh hai il turno alle cinque potete venire a pranzo da me e così siamo tutti contenti!- -Bah… i recuperi non è che siano proprio la mia gioia!- -Smettila di lamentarti!- mi zittì Fujiko. Dopo vidi Jong e le piantai lì…
Furono le due settimane più noiose della mia vita… ogni due giorni a casa di Fujiko a fare recuperi… due coglioni!
Era un altro martedì e già mi ero messa il cuore in pace che dovevo andare a rompermi le palle con le ripetizioni… quasi quasi mi veniva voglia di andare bene a scuola giusto per evitare questi rompimenti… e magari uscire con Jong!
A riposo scesi, aspettai che il professore uscisse e entrai in classe… Fujiko mi venne incontro –È inutile che lo cerchi oggi non c’è!- -Uffa… oggi è proprio una giornataccia!- -Perché?- -Perché devo venire da te e non posso nemmeno vedere il mio Jong!- -Ti ricordo che non è tuo Jong!- -Beh… dettagli inutili! Però potrei passare da lui pomeriggio…- -No!- -Ma magari sta male…- -No- -Ma perché?- -NO!- -Cattiva!- -Sempre!- -Ma che razza di compagna di classe sei… magari gli porti gli appunti!- -Perché ha mai preso appunti?- -Beh… forse…- -Fidati… no! E se te lo dico puoi starne certa!- -Ma magari quando tu eri assente…- -Non ho mai fatto un’assenza!- -Sei proprio Miss Prefezione!- -No, è solo che non marino la scuola come te!- -Bastarda!-. In quel momento arrivò Miyu… -Ciao! Ci sei anche tu oggi?- e facendo finta di mettermi a piangere –Non c’è Jong…- -Ah… adesso si capisce tutto! Comunque, se volevate fare storia, io ho degli appunti che ho preso nell’ultima lezione, però li ho dimenticati a casa. Volete venire da me?- -Va bene, non ci sono problemi. Dove stai?- le chiese Fujiko. –Abito vicino allo stadio vecchio. Conoscete la strada dove ci sono un mucchio di giornalai?- -No…- dissi. –Ma dai, è quella via dove passiamo sempre!- -Ah, ma io non mi ricordo le vie dove andiamo, perché parlo e non mi accorgo di dove si va…- -Però, se si parla della casa di Jong… quella sai dov’è!- -Eh, beh… vorrei ben vedere!- -Bah, scendiamo insieme così non ci sono problemi. A che ora possiamo venire da te?- -Per le tre e mezza?- -Ok… Nami ci vediamo sotto casa mia alle tre…- -Ma lascia perdere! Vengo io…- -No perché se no tu fai tappa in qualche altra casa!- -Ma cosa pensi?- -Perché pensi che non ti conosca?- -E dove andrei se non dalla mia amica preferita e dalla mia carissima amica!- -A casa di Jong!- risposero in coto Fujiko e Miyu –Cattive!- -Alle tre sotto casa mia… anzi no, vengo io da te… altrimenti facciamo notte!- -Ma perché non ti fidi di me?- -Perché non sei proprio il massimo della fiducia!- e poi tornammo ogniuno in classe sua.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 -NAMI-
Dopo scuola andai a casa per preparami. Avrei preferito passare il pomeriggio con il mio bellissimo Jong invece dovevo fare quella stupide ripetizioni. Maledetta me che non ho studiato tutto subito. Irritabilmente puntuale Fujiko suonò il campanello alle tre in punto. Non la sopportavo quando faceva così. Presi la borsa e scesi le scale di corsa finendo adosso ad un ragazzo
-Oh scusa mi dispiace- dissi aiutandolo a raccogliere i libri. Quando alzai lo sguardo mi resi conto di chi era. Era Key un mio compagno di classe. Non era un ragazzo che spiccava, si vestiva in modo un po' stravagante, faceva parte della squadra di basket di Jonghyun anche se non era un tipo sportivo. -
Ah ciao sei tu che ci fai qui?- chiesi
-Mi sono appena trasferito nel piano sopra- disse indicando le scale
-Ah beh seremo vicini di casa allora- risposi con un sorriso, lo salutai ed andai.
-Ah finalemente!! Ci voleva tanto?- disse Fujiko
-Eh va beh per una volta che aspetti e poi non è stata neanche colpa mia- dissi mettendo il broncio -Mi sono scontrata con Key per le scale e mi sono messa a chicchierare- -
Key?- chiese lei
-Si dai Kibum il ragazzo in classe mia hai presente? Capelli biondi nell'ultimo mese, alto, megro, vestiti perticolari, occhiali da sole- ad ogni cosa le scuoteva la testa
-Ma dovevi vivi su marte?- le chiesi
-Che colpa ho io ci sono centinai di ragazzi a scuola-
-Ah lascia perdere-dissi. Arrivammo a casa di Miyu. Come sempre non prestai attenzione a quello che dicevano, la rivoluzioe francese non era interessante quanto Jong. Mi stavo preoccupando era da tanto che non veniva a scuola. Grazie al lavoro riuscii ad andare via prima da quella rottura, preferivo andare in quello stupido bar che stare qua con loro. Quando arrivai non c'erano molti clienti, uno di questi era proprio il mio compagno di classe/ vicino di casa Key
-Ehi hai finito di seguirmi?- chiesi scherzando
-Ah ciao non sapevo che lavoravi qui- disse lui girando il cucchiaino nella tazza
-E io non sapevo che sapevi disegnare così bene- dissi indicando i fogli sparsi sul tavolino
-Sono stupidi schizzi niente di che- disse mettendoli via -
No voglio vedere dai, tanto non ci sono tante persone oggi- disse sedendomi accanto a lui.
 
 
-FUJIKO-
            Quando Nami ci lasciò erano già tardi così me ne tornai a casa. La sera, nel letto non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare ad Jinki e lacrime amare cominciarono a rigarmi il viso…
Era passato un mese dall’ultima volta che avevo visto Jinki. Mi sembrava di impazzire! Non facevo che pensare a lui ogni istante e mi mancava tantissimo, mi mancava il suo sorriso gentile, mi mancavano gli occhi dolci e soprattutto mi mancava stare tra le sue braccia forti… Ma non potevo pensare sempre a lui! Infondo non si era fidato di me! Non mi aveva neanche reso partecipe della sua vita, come io invece facevo con lui. Ci stavo così male che al solo pensiero mi veniva da piangere. Erano ormai parecchi giorni che la sera piangevo. L’ultima volta che lo avevo visto era stato di sfuggita ed io ero subito corsa via. Lui aveva provato tante volte a chiamarmi e lo attestava il fatto che la segreteria era stracolma di messaggi che io ogni giorno cancellavo senza neanche ascoltarli.
Ma non potevo continuare così. Sarei impazzita e questo non sarebbe stato per niente utile. Dovevo fare qualcosa!
            Quel giorno, a scuola non riuscivo a seguire neanche un minuto di lezione, quindi chiesi al professore di matamatica di poter andare in bagno.
            Appena entrai notai una persona che conoscevo…
-Nami! Che ci fai qui?- -
Lei si girò di scatto. –Ah, ciao! Beh, vedi, il nostro bagno è leggermente allagato…-
-Allagato? Com’è successo?-
-Ma due deficienti di classe mia credendo di essere furbi ed intelligenti hanno aperto tutti i rubinetti… guarda, lasciamo perdere che è meglio…-
-Beh, adesso so che non solo in classe mia ci sono dei deficienti… il che forse non è poi così positivo…-
-Comunque… come mai sei fuori dalla classe? Di solito non lasci mai una lezione per andare in bagno…
- Beh, vedi… oggi proprio non riesco a pensare a nient’altro che Jinki…-
Nami sospirò –Non vi siete ancora chiariti, eh?-
-No… ma sono io che non ho voluto. Lui mi ha lasciato un’infinità di messaggi sulla segreteria. Non so cosa fare. È che se lui non si fida di me io ci sto male! Non mi ha detto che si è licenziato e questo per me vuol dire che non mi considera degna di fiducia!-
Lei scosse la testa. –E poi dici a me che sono testarda… tu però mi stai sorpassando di brutto, eh?-
-Ma scusa, lui…-
-Niente lui! Ha sbagliato, ma sbagliare è umano, no? Neanche tu sei una santa e lo sai benissimo… se non gli parli è ovvio che la questione non possa risolversi, no? quindi oggi, dopo scuola, vai a casa e gli telefoni!-
-Ma…- -Niente ma!- continuò imperterrita lei.
–Lo fai e basta, altrimenti ti fulmino… intesi?-
-Si capo!- e così scoppiammo a ridere.
            Alla fine della scuola il mio morale era notevolmente migiorato e, pensando a cosa dire ad Jinki, mi avviai verso casa. Avevo tutta l’intenzione di chiarire tutto con lui, perché mi mancava da morire e lo avrei perdonato. Non potevo intestardirmi così. Ero quasi arrivata a casa, quando un deficiente mi tagliò la strada e mi fece cadere i libri di mano.
–Che razza di gente esiste al mondo…- mormorai senza farmi sentire. Mi chinai a raccogliere le mie cose quando sentii una voce stridula non lontana dal punto in cui mi trovavo. Alzai lo sguardo e vidi che Jinki era in piedi appoggiato al muro di casa mia.
–Jinki, finalmente ci rivediamo… sono così felice di rivederti!- una stupida deficiente gli si gettò tra le braccia. Fin qui la cosa mi diede molto fastidio, ma non tanto quanto il fatto che lui non aveva fatto niente per scostarla. “Brutta puttana dalla voce stridula come un’oca. Se ti prendo ti riduco quel visino da imbecille ad una poltiglia irriconoscibile!”, ma mi calmai. Non avevo nessuna intenzione di fare una scenata di gelosia davanti a tutti, quindi mi rialzai, presi i libri in mano e, molto lentamente avanzai verso il cancello della mia casa. Jinki mi vide e mi venne incontro, ma io, suonando al campanello, non lo degnai di uno sguardo. Lui mi prese per un braccio, ma io mi liberai dalla stretta.
–Non mi toccare! Hai quella troia tutta per te…poi lei si potrebbe offendere se la tradisci con me…-
-Chi è?- chiese la cameriera al campanello
-Sono io Nora. Fammi entrare!-
-Ma che diavolo stai dicendo, Fujiko?! Cosa c’entra lei con noi due?-
-Ah, niente, infatti non c’è un “noi due”  o almeno non c’è più. Quindi va da lei e fatti una bella scopata. Magari forse ti renderà più felice di quello che ho fatto io!-. Feci per aprire il cancello, ma lui mi sbarrò la strada.
–Che diavolo stai dicendo?! Sei forse impazzita?! Lei non è la mia ragazza… sei tu che voglio!- “Che ipocrita!”
–Mi dispiace. Ma sono io a non volere uno che fa il doppio gioco. Ho capito perché non mi hai detto che ti eri licenziato! Non ti fidi di me perché non mi hai mai voluto veramente. Non ti è mai importato niente di me!-
-Ma non è vero! Non dire idiozie! Io non ho mai…-
-Oh, si invece! E visto che ti piace tanto, vai a scopartela da qualche parte e non proprio sotto casa mia!- i suoi occhi si infuocarono dall’ira, ma io non desistetti –Mi fate schifo!-. Un istante dopo la mano di Jinki calò sul mio viso con un’intensità che mi sbilanciò tanto da farmi sbattere contro il cancello. Mi prese le braccia e mi attirò a se
–Non ti azzardare mai più a dire una cosa simile! Io non ti ho mai tradito, e di certo non mi vado a scopare quella donna, come hai detto tu! Possibile che in tutto questo tempo tu non abbia capito quello che provo per te?!-
-Oh, si!- riuscii a dire –L’ho capito benissimo! Sei un farabutto che si è preso gioco di me e che si è anche divertito a farlo! Ma ora hai chiuso con me… non ci ricascherò una seconda volta!- lui allentò la stretta, con un’espressione sbalordita sul volto. Io aprii il cancello di scatto ed altrettanto velocemente lo richiusi. Entrai in casa senza voltarmi e chiusi la porta alle mie spalle, sbattendola. “È finita” pensai, ma poi mi accasciai contro la porta. “No, non è finita, perché io lo amo ancora! Non riesco ad odiarlo! Lo amo da impazzire, ma sono una stupida!” e corsi in camera mia e, gettandomi sul letto, piansi tutte le lacrime che avevo.
            Cercai di chiamare Nami, ma non la trovai… era al bar a lavorare ed io avevo una gran voglia di sentirla per sfogarmi un po’. Che cosa avrebbe fatto lei al posto mio? Forse la stessa cosa… ma non ne ero sicura.
            Pensai ad Jinki per tutto il resto della sera e non toccai cibo. Nora era preoccupata, ma quando mi chiese cos’avessi le dissi che ero solo un po’ stanca e che mi sarei ritirata presto, quella sera.
Entrai in camera ed andai alla finestra. Di solito guardare fuori mi alleviava un po’ le sofferenze. Aprii le finestre e guardai fuori. Le stelle si vedevano benissimo e la serata era davvero splendida. Poi guardai in basso. Una figura era ferma davanti al mio cancello e guardava in alto. Guardava verso di me. “No, non può essere!”. Jinki era li, in piedi che mi guardava…
-Fujiko, aprimi… ti devo parlare. Ti prego ascoltami!-
-Non ho niente da dirti e non voglio ascoltarti! Vai al diavolo, Jinki!-
-Ma tu no hai capito un bel niente! Quella donna non è…- ma non ascoltai il resto, perché chiusi velocemente la finestra e mi staccai da quel posto. Da fuori lui mi chiamò più volte urlando, ma poi non lo fece più. Era sera tardi e lui era intelligente: se avesse continuato i domestici di casa mia avrebbero telefonato alla polizia.
Mi strinsi il cuscino al petto e piangendo, mi addormentai per la disperazione, certa che l’indomani mi sarei sentita meglio.
 
-NAMI-
Restai tutta la sera a chiacchierare con Key, er un ragazzo simpatico. In classe non ci eravamo mai fermati a palrlare. Scoprii tante cose su di lui, era nella squadra di basket solamente per accontentare suo padre, gli piaceva disegnare molto bene, era simpatico e divertente. Parlai molto anche di me, dei miei genitori, di quello che mi piaceva fare, gli parlai anche della chitarra, ma lui non disse niente a proposito. Aspettò che finissi il turno di lavoro per poi tornare a casa insieme. Quando andai a letto per una volta non pensai a Jonghyun.
A scuola mi sedetti vicino a lui e le lezioni si fecero più leggere e divertenti. Quando scesi a riposo da Fujiko vidi che neanche oggi Jong non c'era, ci rimasi male, non mi aveva neanche mandato un messaggio, ne chiamato, come se si fosse dimenticato di me. Neanche Fujiko era tutta questa allegria sapevo che era successo qualcosa con Onew, ma aspettavo che me lo dicesse lei.
Dopo scuola stavo parlando con Key su cosa metermi alla festa di compleanno di un nostro amico quando
–Nami possiamo fare la strada insieme?- mi chiese Fujiko evidentemente molto triste
–Si certo- dissi e poi mi rivolsi a Key
- Scusa ma..-
-Tranquilla ci vediamo dopo ti vengo a predere io ciao- mi disse sorridendo
-Ciao… dimmi ch’è successo? Hai chiamato Jinki?-
-No…- e mi raccontò tutto. Non risposi subito, pensai un attimo come ad immaginarmi la scena
–Tu cosa avresti fatto al mio posto?-
-Non lo so… da un lato hai ragione ad arrabbiarti, era con un’altra… ma non hai lasciato spiegargli la situazione e questo non è molto giusto… magari non è come credi tu!-
-Senti se tu stessi con Jong e una all’improvviso arrivasse li ad abbracciarlo, il minimo che potrei fare è incazzarmi!-
-Si, certo hai ragione! Ma se lui si offre di dare una spiegazione… magari… sai non tutti hanno la voglia di congelarsi sotto casa delle propria ragazza se non hanno niente da dirle!-
-Certo che riesci a contraddirmi sempre eh?-
-Non ti sto contraddicendo! Hai ragione ad essere furiosa, al tuo posto lo sarei anch’io, ma ricorda la rabbia non porta a niente, arrabbiarsi e non lasciare che lui si spieghi porterebbe solo ad una cosa: non capirsi! E lo sai meglio di me che se due non si capiscono e non si intendono non avranno un grande futuro! Inoltre trarre conclusioni così su due piedi, senza lasciargli dire niente, vuol dire che nemmeno tu ti fidi di lui infondo, altrimenti, se ti fidi cecamente di lui… non crederesti che ti tradisse!- dissi lei mi guardò
-Non lo so… io sono molto arrabbiata e sto malissimo, amo Jinki e non riesco a credere che proprio lui mi abbia fatto questo!-
-Insieme a lui hai condiviso tante cose, dolori e piaceri, quando avete cominciato a stare assieme, tu avevi quindic’anni e lui ventuno… difficile come rapporto… anche perché, a differenza di te, lui aveva più esperienza in campo di coppie. Ricordi? Praticamente lo chiamavi cinque volte al giorno a raccontargli sempre tutto, io sarei diventata pazza… lui invece era appena contento. Ogni volta che succedeva qualcosa correvi da lui a piangere e lui ti consolava, se avevi un problema si faceva in quattro per aiutarti, ti voleva sempre contenta. Sinceramente… sommando tutto questo, io capisco solo una cosa: ti ama!- -Però se la fa con un’altra!-
-Questo lo credi tu!-
-Però non si fida di me!-
-Beh… su quello non ho da ridire sul fatto che potresti avere ragione… forse semplicemente non voleva darti preoccupazioni, tu ti agiti sempre quando c’è un problema… e poi pretendi che si faccia come dici tu!-
-Non sono così…-
-Si in effetti sei anche peggio!-
-Tornando a noi, insomma ho fatto bene o male?-
-Non si può dire se abbiamo agito bene o male, si può dire che abbiamo reagito secondo la nostra veduta, pensando di essere nel giusto, quindi, secondo il tuo punto di vista, hai reagito giustamente… ma non limitarti al tuo punto di vista… cerca di vederla anche dalla sua parte… e se la vediamo da quel lato… a mio parere hai sbagliato in pieno!-
-Che cosa devo fare?-
-Questo devi deciderlo tu! Io, per prima cosa, cercherei di calmarmi e di svagarmi un po’, lascia passare uno o due giorni, in modo che tu riesca a calmarti e a parlare con più chiarezza e a mente lucida, poi vedi tu, chiamalo, vai a casa sua, vedetevi un’ora, e fatti spiegare come stanno le cose!-
-Si d’accordo… credo che farò come dici tu!-
-Bene, spero di averti aiutata!-
-Si si come sempre! E tu che mi dici?- mi chiese poi in modo strano
-Cosa?-
-Beh di te e il tuo vicino di casa Key? Tranquilla ci vediamo dopo ti vango a prendere io- disse con voce mielosa imitandolo
-Ma sei tutta fuori, siamo solo amici-
-Ah ok- disse ridendo
-E' simpatico tutto qui- dissi -Io ho solo Jonghyun in testa-
-Beh quello e poco ma sicuro visto che il cervello e a casa da qualche parte-
-Ah grazie mi ricorderò- dissi facendo la finita offesa e poi scoppiammo a ridere. Era proprio triste… ma credo che lo sarei stata anch’io al suo posto! Ho detto tante belle cose… ma so quanto è difficile vedere una situazione in cui si è protagonisti obbiettivamente… so che si vede solo dal nostro lato e mai da quell’altro… ma purtroppo è la vita, e non si potrebbe chiamarla tale, se non fosse difficile e complicata!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 -FUJIKO-
Nami aveva ragione… io ero una che faceva sempre quello che credeva giusto e non accettavo di aver sbagliato, però forse per questa volta avrei potuto anche mettere in secondo piano il mio orgogilio… infondo lo facevo per Jinki, che amavo da impazzire. Prima di quella sera decisi che dovevo andare da lui a chiarire la questione e scusarmi per il mio comportamento non proprio corretto.
Nora aveva preparato dei profitterolles e di solito ad Jinki piacevano molto… quindi decisi di portargliene qualcuno.
Uscii di fretta di casa e corsi fuori. Faceva abbastanza freddo, ma non mi importava… Jinki non viveva molto lontano da casa mia. Feci per suonare il campanello, ma una figura familiare uscì dal portone e me lo tenne aperto. Era la donna che avevo visto il giorno prima abbracciata ad Jinki… . “Ma allora avevo ragione….”
Che diavolo avrei fatto ora? A salire non ci pensavo nemmeno.
–Torna domani, va bene? Così partiamo assieme…- gridò Jinki dal suo appartamento.
–D’accordo!- gli rispose la troietta e poi se ne andò di corsa.
Partivano assieme?! Ma che razza di farabutto bastardo che era! Ed aveva avuto pure il coraggio di dirmi che non era come pensavo, che non era la sua amante e che lui voleva solo me… “Che ipocrita!”.
Feci per andarmene, ma poi mi fermai. Forse però avrei potuto far qualcosa affinchè anche lui capisse che cosa volesse dire soffrire. Ammesso che ancora provasse un minimo di affetto per me!
Salii di fretta le scale e suonai alla sua porta. Lui mi aprì, ma tutto l’autocontrollo che avevo intenzione di dimostrare svanì in un lampo alla sua vista: aveva i capelli spettinati, la camicia nera gli aderiva al petto ed era semi aperta sul quel torace tanto muscoloso e forte da farmi impazzire. I pantaloni erano larghi e neri anche quelli e la sua espressione stupita era ancora più sensuale di tutto il resto.            
  –Fujiko…- La sua voce era roca e sensuale e quasi mi sciolsi davanti a lui, ma non potevo farlo. Dovevo farlo stare male! Come lui aveva fatto star male me.
–Jinki…- bisbigliai –Devo parlarti…-.
 Volevo dare un tono fermo alla mia voce, ma non ci riuscii. Quelle poche parole le avevo quasi sussurrate. Quanto mi mancava essere stretta tra le sue braccia forti ed essere baciata con tutta la sua passione. Diavolo! Perché doveva proprio finire così?!
-Non ti aspettavo…- mi disse lui con un sorriso… di sicuro lo aveva fatto anche a quella troia. Non dovevo imbambolarmi. Gli avrei fatto maledire il momento in cui mi aveva conosciuta. “Lo giuro!”.
-Si… ed io invece mi aspettavo di vedere quella puttana qua dentro con te, ma invece l’ho trovata solo fuori. Peccato… mi sono persa la tua faccia imbambolata a guardarla. Beh, sarà per la prossima volta…-
-Fujiko smettila! Te l’ho detto che lei non è…-
-Non mi interessa cosa non è lei… comunque sono venuta solo a dirti due cose…-. Jinki fece per prendermi una mano, ma io la scostai. Sembrò ferito da quel gesto. “Forse adesso comincierà a capire…” pensai.
–Entra, non stare qua fuori…-
-No, posso dirtelo anche da qui. Per prima cosa volevo dirti che questa sera Mirko, l’amico di Nami, farà una festa in discoteca per il suo compleanno. Ti ha invitato ed ha chiesto a me di avvisarti.-
-Ah, però io stasera non posso… devo partire domani mattina presto. Mio padre si è sentito male ed io devo andare da lui…-. Una rabbia mi montò in corpo e quasi esplosi.
–Tuo padre? E pensi che ci creda?! Ho sentito che dicevi a quella donna che domani sareste partiti assieme. Non mi prendere per il culo, non lo sopporto! Comunque se vuoi vieni, se no arrangiati. Non me ne frega più niente di quello che fai o che pensi!- così mi voltai e feci per scendere le scale, ma lui mi fermò.
–Fujiko, va bene. Verrò questa sera… tu ci sarai?-
-Certo che ci sarò!-
-Comunque, apparte questo avevi detto che dovevi dirmi due cose… qual’era la seconda che volevi dirmi?-. Mi girai verso di lui e, con le lacrime agli occhi che non ero riuscita a trattenere, urlai.
– Sei solo un bastardo! Ecco cosa volevo dirti. Io ti odio! Ti odio con tutto il cuore!!!- e così corsi giù per le scale.
–Fermati Fujiko! Ascoltami per un dannato attimo! Non puoi impedirmi di parlare e di spiegarmi!-
-Ma io non voglio ascoltarti. Non voglio più avere niente a che fare con te! Addio, Jinki!- e così uscii dall’edificio in lacrime.
La sera, prima di uscire, controllai il mio aspetto: non ero male. Meglio del solito e c’era da contare il fatto che gli occhi erano ancora gonfi per tutte le lacrime che mi erano scese quel pomeriggio. Miyu sarebbe venuta sotto casa mia per le sette, mentre Nami sarebbe venuta con Key. Chissà cosa mi nascondeva quella li pensai mentre mi controllavo per l'ennesima volta allo specchio. Jinki sarebbe venuto? Beh, in qualche modo glie l’avrei fatta pagare… se non fosse stata quella sera, sarebbe stato un altro giorno. Così mi misi un po’ di nero sugli occhi, per farne risaltare il verde e mi sistemai i capelli come piacevano ad Jinki: tirati su in una crocchia lasciando fuori alcune ciocche sparse. Lui diceva che slanciavano la mia figura e così feci. L’avrei fatto morire dalla gelosia.
 
-NAMI-
Tornai a casa di corsa ero in ritardo. Arrivai davanti alla porta e trovai Key seduto a terra
-SCUSAA- dissi
-Per questa volta ti perdono, ma ora muoviti- mi disse alzandosi ed entrando in casa. Si era proposto ad aiutarmi a cercare cosa mettermi per la festa. Lui era impeccabile. Aveva dei jeans bianchi stretti, una maglia bianca con dei disegni strana e sopra una giacca di pelle di un azzurro chiaro con delle borchie. Il mio armadio non era molto fornito. Gli mostrai il tutti i miei vestiti, in una sotto specie di sfilata
-Ok ok ok ho capito vieni con me- mi prese per mano e uscimmo per diriderci verso casa sua
-Ok i miei vestiti non saranno una meraviglia, ma non credo che i tuoi vadano meglio per me- dissi preoccupata
-Ma no stupida- Salimmo il piano di scale ed entrammo
-Ciao mamma sono io- disse Key per poi dirigersi verso la cucina -Lei e Nami-
-Salve- dissi un po' imbarazzata
-Oh ciao piacere- mi disse lei porgendomi la mano -Ti offro qualcosa da bere o da mangiare?-
-No mamma non serve- disse Key per poi dirigersi nel corridoi trascinando me dietro, ma sua mamma non l'aveva sentito e continuava ad elencare cosa da offrirmi
-Ma Key tua madre pensa che siamo li-
-Oh tranquilla quando avremo finito sarà ancora li a parlare- disse entrando in una camera. C'era un letto matrimonale con le lenzuola rosa e sommerso da peluche, al muro c'erano poster di cantanti famosi e la sctivania era piena di foto di un gruppo di ragazze e di una ragazza con un ragazzo che non era decisamente Key
-Spero vivamente che questa non sia camera tua- dissi prendendo un cuscino a forma di cuore con un gatto all'interno
-No è dla camera di mia sorella e... TROVATI- urlo uscendo dall'armadio -Vieni- mi prese nuovamente e mi trascinò in una camera sobria, ordinata, di varie tonalità del grigio.
-Ok questa e camera tua- dissi soddisfatta. Lui scosse la testa ridendo e disse -Tieni prova questi, li c'è il bagno- e mi diede due scatole. Quando arrivai in bagno le apri e scoprii che erano piene di vestiti. Cominciai a provarne uno ad uno, goni volta Key scuoteva la testa o si metteva a ridere
-Ma lo sai che sei insopportabile, non ti va bene niente, peggio di una suocera- dissi dopo l'ultimo no all'ennesimo vestito
-Tu stai zitta e continua-
-Pff.. suocera- dissi tornando dentro, era rimasto solo un ultimo vestito. Era un semplice vestitino aderente senza spalline di un azzurro vivace con alla fine delle righe bianche, era tutto brillantinato e un po' corto. Quando uscii lui era voltato dall'altra parte
-Ehm signorino si può girare da questa parte- dissi attirando la sua attenzione. Quando mi guardo i suoi occhi si spalancarono.
-Wo..ce uhm si bello metti questo- disse per poi distoglier lo sguardo, io scoppiai a ridere. Mi sistemai i capelli e mi truccai. Quando finii di prepararmi la madre di Key entrò
-Oh mio dio sei bellissima tesoro- mi disse sorridendo, io arrossi a risposi con un timido grazie
-Sei impegnata per caso? Perchè saresti perfetta per mio figlio-
-MAMMA!!!??- urlò Key -Cosa dici?-
-Ma niente caro semplicemente lei è una bella ragazza e non so come tu non ti sia fatto già avanti-
-Oddio è meglio che andiamo Nami. Ciao mamma- disse Key e avviandosi all'uscita
-Arrivederci signora- dissi prima che lui mi chiudesse la porta in faccia.
La sera ci trovavamo alle sette davanti a casa di Fujiko. Era una festa in discoteca quindi era normale vestirsi in maniera un po’ spinta. Lei indossava un vestito verdeacqua corto. Miyu arrivò con i soliti vestiti… io e Fujiko ci siamo guardate…
-Senti forse era meglio dei vestiti un po’ più stretti e magari un po’ scollati…-
-Ma io non ho…-
-Si va bene… lasciamo stare… andiamo!-.
            Siamo arrivate alla festa. Piena di ragazzi, musica a tutto volume… gli invitati erano tanti, ovviamente tutti portavano tutti così c’era anche facce note e meno note… ma la maggior parte non sapevo nemmeno chi fossero. Miyu sembrava un pesce fuor d’acqua e Key non da meno
-Meno male che sono bravo a ballare- disse ridendo
-Anche questo sai fare mi sorprendi ogni volta di più- dissi prendendolo per mano e trascinandolo in pista
-Ma vedo che neanche tu te la cavi male- disse
-Modestamente- dissi mettendomi in posa. Ballammo tutte le canzoni e non feci che ridere per tutta la serata
-Oh no- disse ad un certo punto, quando la musica si fermò
-Cosa c'è?- chiesi
-Vedi quella- disse indicando una ragazza che si stava guardando intorno
-Quella mi fà letteralmente impazzire, non fà altro che corremi dietro e io non ne posso più! Oh no mi ha visto-
-Key anche tu qua che coincidenza! E lei chi è?- chiese indicandomi
-Ehm..lei è un...-
-Sono la sua ragazza piacere Nami- dissi poergendole la mano subito dopo aver dato un bacio a stampo a Key, lei mi ignorò e indignata andò via
-Grazie mi hai salvato- disse
-Servono a questo gli amici- dissi, in quel momento misero un lento. Io e lui ci guardammo, tutti e due arrossimmo, poi lui mi fece l'inchino -Signorina mi fa l'onore di questo ballo?- sorrisi divertita -Ma certo- dissi inchinandomi. All'inizio eravamo uno distante dall'altro, poi qualcosa mi spinse ad avvicinarmi a lui. Non mi dispiaceva stare con lui, era simpatico e ogni volta che li stavo vicino mi sentivo bene. Alla fine il nostro ballo era diventato un dondolarsi a ritmo di musica, ad un certo punto sentii la sua mano all'alzarmi il mento e le sue labbra avvicinarsi. Perchè non mi sposto? Mi chiesi, stavo per chiudere gli occhi e dedicarmi a lui quando
–Ma quello è Jong!- dissi vedendo da un lato della sala il mio bellissimo giocatore di basket mi scansai da Key spingendolo leggermente… era uno schianto… aveva una camicia nera, maniche corte che lasciava scoperte le braccia muscolose, sbottonata sui primi bottoni lasciando intravedere il petto liscio e muscoloso… pantaloni elasticizzati bianchi. Stava venendo nella mia direzione
–Anche tu qui?- Jong si era seduto accanto a me
–Già…- gli dissi illuminata
-..ciao..- disse Key affianco a me leggermente arrabbiato
-Oh scusate ho interrotto qualcosa?- disse Jong, Key stava per aprire bocca quando risposi io
-Nono tranquillo-
-Ah bene allora. Sai non vado pazzo per queste feste, verresti fuori con me?- mi chiese, stavo per rispondere, ma Key mi prese per un braccio e mi trascino da parte
-Ma che fai?- chiesi mollandomi dall presa
-Non ci andare, lo conosco, so come tratta le ragazze-
-Ma che dici- dissi senza capire quello che diceva, come se non lo volessi capire.
-Scometto che ti ha invitato a cena ed è stato il ragazzo più dolce di qualsiasi ragazzo?- annui alla sua domanda -Ma poi non si è fatto sentire per tanto tempo- annui di nuovo -E io ti dico il perchè, perchè si stava divertendo con un'altra ingenua come te che gli crede a tutto quello che gli dice- rimasi scioccata da quella affermazione
-Io non sono ingenua e non credo a una sola cosa che hai detto- dissi per poi raggiungere Jonghyun e me ne andai con lui.

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