Perché quando c'è amicizia una casa vale l'altra

di charblack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Smistamento ***
Capitolo 2: *** Lettere ***
Capitolo 3: *** Scontro ***



Capitolo 1
*** Smistamento ***


 

Il motivo per cui ho scritto questa shot è che da giorni, soprattutto da quando ho visto il film, continuo a rimuginare su come alla fine possa essere andato lo smistamento di Albus. Perché diciamocelo, la Rowling è stata parecchio sadica nell'ultimo capitolo!

Sono anche tentata di scrivere un piccolo seguito dove Albus scrive ai suoi la notizia e la seguente risposta. Ma sono parecchio indecisa, quindi mi rimetto a voi cari lettori. Volete il seguito?

 

 

 

 

 

 

Io ho detto solo che potrebbe” ribatté James, sorridendo al fratello minore. “Non c'è niente di male. Potrebbe essere un Serpe...”

(Harry Potter e i Doni della Morte)

 

“Piantale James!” sbottò infastidito Albus, alzandosi di scatto nel bel mezzo dello scompartimento. Immediatamente tutti gli occhi furono su di lui. Albus Potter non era quello che si dice un ragazzo deciso, anzi, era sempre stato piuttosto timido, soprattutto in confronto al terribile James, che sembrava voler seguire le orme del nonno paterno. Perciò era assai strano vedere Albus urlare contro qualcuno.

“Eddai Al, sai che scherzavo. É ovvio che sarai un Grifondoro! Sei un Potter!” esclamò il fratello con un sorriso quasi di scuse. Quasi, perché James Potter non era uno che si scusava.

Ma Albus ne aveva abbastanza. Era da metà Luglio, più precisamente da quando era arrivata la sua lettera per Hogwarts, che James non faceva altro che prenderlo in giro, sfruttando la sua paura di venire smistato a Serpeverde.

“Vado a fare un giro” mormorò a testa bassa, uscendo frettolosamente dallo scompartimento. Mentre si allontanava poté sentire Rose rimproverare suo fratello e per un istante sorrise. Rose aveva un gran cervello e per questo molti pensavano che sarebbe finita a Corvonero, ma lui era certo che sarebbe stata una perfetta Grifondoro. Possedeva il classico temperamento Weasley.

Lui d'altronde...scosse la testa amareggiato chiudendosi in un bagno, sospirando pesantemente. I suoi nonni erano stati a Grifondoro, i suoi genitori erano stati a Grifondoro, i suoi zii erano Grifondoro e per quel che ne sapeva tutti i Weasley erano stati in quella casa. Certo, differivano in questo Victoire e Louis, entrambi Corvonero, ma nessuno gli era sembrato preoccupato per lo Smistamento.

Allora perché lui aveva tanta paura di finire a Serpeverde? Suo padre gli aveva detto che poteva scegliere, ma non era tanto sicuro di volerlo fare. Insomma, sarebbe stato come barare. Se tutti avessero potuto scegliere in che casa andare a cosa sarebbe servito lo Smistamento?

E poi se avesse scelto Grifondoro e non si fosse trovato bene perché era destinato ad un'altra casa?

No, era meglio lasciar decidere il cappello.

Si faceva troppe paranoie. Magari il cappello neanche avrebbe considerato la possibilità di metterlo tra le serpi. Non fasciarti la testa prima di rompertela. Detto babbano. Ecco che gli diceva sempre sua madre.

Con un sorriso appena accennato tornò in corridoio, pronto per tornare nel suo scompartimento, quando si ritrovò disteso sotto un altro ragazzo.

“Merlino che botta” si ritrovò a mormorare, cercando di rialzarsi. Il ragazzo che gli era caduto addosso si rialzò velocemente, spolverandosi la divisa scolastica neutra, segno che era del primo anno come lui.

“Ma guarda dove vai!” esclamò sprezzante. Albus sgranò gli occhi, offeso. Guardò per bene il coetaneo e si stupì a trovarlo familiare. Pelle pallida, tratti spigolosi, capelli biondi, quasi bianchi, in quel momento scompigliati per la caduta e un paio di occhi grigi che lo fissavano in attesa di una reazione. Reazione che avvenne esattamente tre secondi più tardi, non appena Albus si fu rimesso in piedi.

“Guarda che sei tu che mi sei volato addosso” nella frase non c'era alcun tono d'accusa, già gli ci era voluto tutto il suo coraggio per rispondergli, figurarsi se voleva iniziare a litigare. L'aveva già detto che era timido, no?

Il biondino sembrò dapprima sorpreso, poi sorrise lievemente, anche se pareva più un ghigno che un sorriso vero e proprio.

“Hai fegato”

“Beh, ho ragione io, non è che ci vuole fegato a dire qualcosa quando sai di avere ragione” proruppe Albus con un tono che sarebbe parso saccente se non fosse stato per quel sorrisino timido appena accennato.

Il ragazzo davanti a lui piegò la testa di lato, incuriosito, finché non allungò una mano.

“Scorpius Hyperion Malfoy” cantilenò con tono strascicato, quasi fosse una litania che doveva ripetere molto spesso. Albus sgranò ancor di più gli occhi a sentire il cognome. Ecco perché gli sembrava familiare, era il figlio di Draco Malfoy! Non ci aveva fatto molto caso quando zio Ron ne aveva parlato con Rose sulla banchina, ed ora se lo ritrovava davanti. Che avrebbe dovuto fare? Oh cavolo, altre paranoie no! Decise di agire d'istinto e l'istinto lo portò a stringere la mano che l'altro gli porgeva.

“Albus Severus Potter”

“Sono appena uscito dallo scompartimento di tuo fratello” Albus lo guardò confuso, non sapendo dove volesse andare a parare. Scorpius lo guardò negli occhi, le labbra arricciate all'insù.

“E' un vero idiota”

Albus sorrise.

“Già”

 

 

“Hyperion! Cioè, ma stiamo scherzando? I miei dovevano essere ubriachi quando hanno deciso il mio nome. Che razza di nome è Hyperion?!” esclamò Scorpius sgranando gli occhi grigi e facendo ridere Albus. Si trovavano in uno scompartimento in fondo al treno, del tutto dimentichi degli altri studenti e stavano avendo un'accesa discussione sui loro nomi.

“Perché, Albus Severus ti sembra normale? Con tutte quelle esse, ogni volta che mi presento rischio di impappinarmi!”

In realtà Albus andava fiero del suo nome, anche se a volte gli sembrava un po' troppo altisonante.

“Porti il nome di due presidi di Hogwarts, lo sai?”

Fissò stupito Scorpius che lo guardava con espressione solenne. Non credeva che qualcuno lo avrebbe collegato, ma dopotutto il Severus da cui prendeva il nome era stato il padrino di Draco Malfoy.

“Sì, lo so. I tuoi da dove li hanno pescati?”

Scorpius sembrò schifato, ma Albus, che aveva occhio per i particolari, vide un guizzo di orgoglio negli occhi chiari.

“Tradizione di famiglia per tutti e due. Il nome di una stella da parte di padre e il nome di un personaggio mitologico da parte di mamma”

“Pensa se ti fossi chiamato Cygnus...o Pollux!”

Scorpius arrossì, imbronciato.

“Oh, piantala Potter!”

Albus scoppiò a ridere.

 

 

“Pensi di finire a Serpeverde come tutta la tua famiglia?” Albus non avrebbe voluto toccare quell'argomento, ma sapeva che prima o poi sarebbe saltato fuori.

“Credo di sì, anche se mamma continua a dire che col cervello che mi ritrovo potrei anche finire a Corvonero” Scorpius scrollò le spalle, ma poi si accigliò.

“Che c'è?” domandò Albus sporgendosi verso l'amico, ricevendo in cambio un ghigno divertito.

“Sai, all'inizio pensavo che mamma volesse farmi un complimento ma ora che ci penso credo che l'abbia detto più per stuzzicare mio padre” Albus sorrise, ma tornò subito serio.

“Tuo padre vuole che tu finisca a Serpeverde?”

“Non credo che avrebbe problemi se finissi in un'altra casa...no, aspetta, probabilmente se finissi a Grifondoro gli verrebbe un infarto, ma sono sicuro che si riprenderebbe”

Messa così non ci sarebbe stato nulla di male a capitare a Serpeverde. Avrebbe solo fatto venire un infarto a tutto il clan Weasley, niente di preoccupante. Oh, fantastico.

“Perché, tu in che casa pensi di finire?” Scorpius sembrava davvero curioso, forse si aspettava che finisse a Grifondoro come tutti.

“A questo punto credo che finirò a Tassorosso” mormorò sconsolato.

“No, io non credo” disse dopo un attimo di silenzio Scorpius.

Albus rialzò di scatto la testa.

“Che vuoi dire?”

“Un Tassorosso non risponderebbe mai come hai fatto tu prima. Potresti forse finire a Corvonero, sembri intelligente”

“Ah grazie” lo interruppe sarcastico Albus, alzando gli occhi al cielo.

Scorpius ridacchiò. “Vedi cosa ti dicevo? Troppo sarcastico per un Tassorosso. Secondo me potresti stare bene sia a Grifondoro che a Serpeverde”

Albus inarcò scettico un sopracciglio. “Ti rendi conto che una casa esclude l'altra?”

“Mah! Secondo me i caratteri di base sono piuttosto simili, ma non dirlo a mio padre, gli verrebbe davvero un infarto se scoprisse che l'ho paragonato a un Grifondoro”

Albus scoppiò a ridere, sciogliendo la tensione che non si era nemmeno accorto di avere. Scorpius lo guardò compiaciuto, felice di essere riuscito a rassicurare il suo nuovo amico.

“E poi non ti preoccupare Potter. In qualsiasi casa finirai continuerò a sopportarti!”

 

 

Albus contava le persone che mancavano prima che il professor Paciock lo chiamasse.

Tre ragazzi.

Scorpius era stato smistato poco prima ed ora lo guardava sorridente dal tavolo di Serpeverde. Rispose al sorriso, incerto, mentre si mordeva con forza il labbro. Oh accidenti, mancava così poco!

Due ragazzi.

Girò appena la testa a guardare sua cugina Rose che, con un sorriso sulle labbra guardava al suo fianco lo smistamento, in attesa del suo turno. Per Merlino! Ma come faceva ad essere così calma?! Tra poco sarebbe svenuto, se lo sentiva.

Un ragazzo.

Inspirando profondamente si voltò verso il tavolo di Grifondoro, dove suo fratello James lo fissava sereno, come se fosse certo del risultato. Due mesi che lo prendeva in giro sul fatto di poter diventare un Serpeverde ed ora sia aspettava che finisse a Grifondoro. Gli teneva pure il posto! Roba da matti! Ma Albus gliela avrebbe fatta pagare in qualche modo, e al diavolo la sua timidezza!

“Albus Potter!”

Trattenne un gemito mentre il silenzio scendeva sulla sala. Rivolse un sorriso nervoso al professor Paciock e si sedette sullo sgabello. Fu grato quando il professore gli mise il cappello, oscurandolo a tutta la sala.

Albus Severus Potter, mi chiedevo quando sarebbe arrivato il tuo turno!

Fortunatamente suo padre l'aveva avvertito riguardo al cappello, perciò non sobbalzò quando questi iniziò a parlare.

Un ragazzo intelligente...forse Corvonero...ma no, ma no...non sei il tipo che segue le regole, vero? “Solo quelle che ritengo importanti” borbottò Albus imbarazzato.

Mmm...Tassorosso? No, decisamente no, sotto tutta quella timidezza c'è un caratterino niente male. Potrei metterti a Grifondoro, ma sarebbe terribilmente scontato, non trovi?

Albus cominciava davvero ad essere nervoso. Quanto tempo era passato? Gli sembrava di stare lì da un secolo. Ma perché poi chiedeva a lui? “Scusi, ma non dovrebbe deciderla lei la casa? Cosa lo chiede a me a fare?”

Nessuna preferenza come tuo padre? Potrei prenderla in considerazione, sai? Sei ambizioso, anche se ancora non lo sai, e a Serpeverde potresti trovarti bene, ma se tu vuoi andare a Grifondoro mi sento in dovere di accontentarti, con tuo padre ha funzionato.

Albus rifletté attentamente. Il cappello gli stava dicendo che poteva scegliere, proprio come aveva detto suo padre. Sarebbe stato così facile dirgli che voleva andare a Grifondoro. Già, facile. E allora cos'è che lo frenava?

E po non ti preoccupare Potter. In qualsiasi casa finirai continuerò a sopportarti!”

Albus sorrise. In fondo la sua decisione l'aveva presa qualche ora prima.

Ne sei proprio sicuro? Sì? Oh, in questo caso direi...SERPEVERDE!

Albus si guardò attorno nel silenzio più assoluto, finché un ragazzo biondo si alzò dal tavolo Serpeverde e cominciò a battere le mani. E mentre si dirigeva verso il suo tavolo poté scorgere la faccia sconvolta di suo fratello e scoppiò a ridere, mentre anche il resto dei Serpeverde cominciava ad applaudire.

Potter, non c'era bisogno di seguirmi, ti avevo detto che ti avrei sopportato comunque”

Oh, sta zitto Malfoy!” 



 

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Capitolo 2
*** Lettere ***


 

Per la gioia di Tomoyo_Daidoji qualcuno deve avermi messo sotto imperius, perché ecco qui il secondo capitolo. E meno male che doveva essere una one shot...

Ringrazio tutti per i commenti, volendo chiarire una cosa. Non sono una grande fan della nuova generazione, e sono d'accordo con quelli che dicono che l'epilogo sia stato un contentino della Rowling. A parte questo, penso di amare profondamente Albus Severus Potter e non chiedetemi perché. (forse perché abbiamo la possibilità di avere un protagonista un po' più sveglio del precedente? Chissà...)

Un'ultima cosa: ho intenzione di finire questa (breve) storia nel prossimo capitolo. Non do anticipazioni, anche se ho lasciato qualche indizio in questo capitolo.

 

 

 



Albus fissava con sguardo vacuo il foglio di fronte a sé. Faceva rollare la piuma tra le dita a scatti, in un gesto nervoso. Fu così che lo trovò Scorpius, neo amico e neo compagno di stanza.

“Che fai Al?” chiese, facendolo sobbalzare sul posto. Albus sorrise lievemente, sentendo il nomignolo del compagno, ritenendosi fortunato ad aver trovato subito un amico.

Era il suo primo giorno di scuola, ma la cosa che più lo preoccupava non erano le lezioni, ma la lettera che doveva spedire a casa. Lettera che doveva essere ancora scritta.

“Devo scrivere ai miei” annunciò tetro.

“Oh,” mormorò dopo un attimo di esitazione Scorpius, capendo in parte l'angoscia dell'amico. “Sei sicuro che tuo fratello non li abbia già informati?”

“E' per questo che mi sono alzato alle sette. James non si sveglierà prima delle otto e mezza, così ho tutto il tempo di andare in guferia e spedire la lettera”

“Geniale” sussurrò Scorpius con tono ammirato, “Degno di un Serpeverde”

Seppe di aver detto la frase sbagliata quando vide Albus accasciarsi sulla scrivania con un basso lamento.

“Non ti ci mettere anche tu Scorp, non so neanche da che parte cominciare per dirlo ai miei!”

“Ma non avevi detto che per tuo padre non c'era alcun problema?”

Albus lo guardò, ancora appoggiato sulla scrivania, con aria contemplativa.

“Un conto è pensare che io posso essere un Serpeverde, un'altra cosa è esserlo. E poi non c'è solo papà, ma anche mamma, i nonni, zio Ron, e poi...”

“Sì sì,” lo interruppe Scorpius alzando le mani esasperato. “Non cominciare con tutti i tuoi parenti che altrimenti arriva Natale”

“Ehi!” esclamò Albus imbronciandosi, non riuscendo comunque a trattenere un sorriso. Scorpius sorrise e ghignò in risposta.

“Se vuoi ti leggo la mia, così ti fai venire qualche idea”

Albus annuì, girandosi verso di lui. Il giovane Malfoy si schiarì la voce, irrigidì le spalle e con aria pomposa prese fiato.

“Padre, madre, penso sia doveroso informarvi che non sono stato smistato nella casa a voi più congeniale. Ahimé, Tassorosso non mi ha accolto, così ho dovuto ripiegare in una casa che da meno importanza all'essere dei completi imbecilli. Questo esclude automaticamente anche Grifondoro, poiché si sa che Tassi e Grifoni vanno di pari passo. A questo punto la mia scelta si è basata su un fatto puramente estetico. Penso che il verde mi doni particolarmente, soprattutto coi miei bellissimi capelli biondi e che l'argento valorizzi particolarmente i miei occhi. Sappiate che la decisione è stata sofferta, so che voi avreste voluto che i colori della mia cravatta fossero più sgargianti, ma temo che dobbiate farvene una ragione. Il vostro magnifico figlio.”

Ci fu un attimo di silenzio, poi Albus scoppiò a ridere così fragorosamente che dovette tenersi la pancia per non cadere dalla sedia.

“Hai davvero intenzione di spedirla ai tuoi?” domandò tra una risata e l'altra.

“Sì, perché? Credo di aver dato il giusto tono di drammaticità. Forse dovrei aggiungere che ho fatto amicizia con un Potter, specificando ovviamente che sei tu. Papà non dovrebbe prenderla troppo male”

Albus inarcò un sopracciglio a quell'uscita, ma Scorpius sembrava serio.

“Tuo padre non la prenderà male sapendo che sei amico con me?” chiese calcando bene sull'ultima parola.

“Gli stai simpatico” mormorò noncurante Scorpius, guardandosi le unghie di una mano.

“Gli sto simpatico?” ripeté incredulo il piccolo Potter. E quando, per Merlino, lui e Draco Malfoy si erano incrociati? L'aveva giusto visto per la prima volta il giorno prima, e neanche si erano parlati!

“E perché gli sto simpatico?”

Scorpius ghignò, come se avesse fatto la domanda che aspettava dall'inizio di quella stramba conversazione.

“Ha detto, e cito testualmente: se proprio devi fare amicizia con un Potter, falla con quello piccolo, sembra avere l'aria meno demente del maggiore”

Albus lo guardò a bocca aperta per qualche secondo, poi sbuffò.

“Malfoy!” esclamò al cielo, mentre Scorpius sghignazzava divertito.

“Va bene, torniamo al tuo problema. Ti è venuta qualche idea?”

“Sì, grazie a te so esattamente cosa non scrivere” Albus sorrise, Scorpius sembrò offeso.

“Ehi, volevo aiutare io!”

 

 

Con passo lento e strascicato Albus salì le scale che portavano alla guferia. Entrato, cercò il gufo più resistente che trovò, non sia mai che la colpa ricadesse sul povero pennuto. Prima di legare la lettera alla zampa dell'animale, la rilesse, per essere certo di volerla spedire.

 

Cari mamma e papà, non sono un Grifondoro e nemmeno un Corvonero. Non mi ci vedo neanche come Tassorosso, mi spiace. Ho fatto amicizia con un ragazzo davvero simpatico. È biondo, credo che conosciate suo padre.

Con affetto, Albus

Albus guardò le lettera un'ultima volta, prima di vederla sparire con il gufo. Alla fine aveva vinto Scorpius.

 

 

Albus guardò con orrore il gufo che planava verso di lui. Rimase bloccato nell'atto di imburrare un pezzo di pane, così Scorpius ne approfittò per prendere la lettera. L'aprì con lentezza, senza che Albus muovesse un muscolo, con un espressione piena di trepidante attesa. Ghignò soddisfatto mentre leggeva ed infine ripiegò la lettera, posandola accanto ad Albus.

“Beh, almeno non ti ha mandato una strillettera” biascicò con tono altezzoso.

Albus emise una specie di risucchio, come se avesse appena ingoiato un limone.

“È andata così male?” pigolò, guardandosi intorno sentendosi improvvisamente osservato. Ma la confusione in Sala Grande era talmente tanta che nessuno faceva caso a loro, tranne che per qualche occhiata stupita che doveva essere frutto più della loro strana amicizia che per la loro corrispondenza.

“Negherò di averlo detto, ma tuo padre è un grande”

Albus guardò con apprensione l'espressione compiaciuta di Scorpius, per poi afferrare di scatto la lettera incriminata, lasciando andare il pezzo di pane che aveva tenuto in mano fino a quel momento.

 

Figliolo, mi pare di capire che sei finito tra i Serpeverde. Penso tu debba lavorare sulle tue capacità di sintesi. Proprio non capisco perché tu abbia deciso di fare tutto quel giro di parole. Per quanto riguarda la tua amicizia con Scorpius ne sono felice. Pagherei non so quanti galeoni per vedere la faccia del padre.

Tuo padre

 

P.s.: e comunque subito dopo la tua lettera ne è arrivata una di James che blaterava sul tuo tradimento e su quanto odiasse, parole sue, quel piccolo smorfiosetto di un Malfoy. Perciò neanche zio Ron ci ha messo troppo a capire. Ah, è svenuto.

 

“JAMES!”



 

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Capitolo 3
*** Scontro ***


So che non ci sono scusanti, quindi vi chiedo solo di avere pietà di me e passare oltre. Se davvero volete ringraziare qualcuno per questo capitolo, ringraziate Mollymolly, senza la sua recensione forse questa storia non sarebbe mai finita.

La ringrazio immensamente anch'io. Ho provato in tutti i modi a scrivere questo capitolo ma continuavo a bloccarmi. Perciò grazie di cuore Mollymolly!

Questo è l'ultimo capitolo, ma non temete, ho cominciato a scrivere una raccolta su alcuni personaggi di HP (giusto per non fare pubblicità eh)

 

 

 

 

 

Le lezioni erano ormai giunte al termine e Albus si sentiva decisamente sollevato. Non che la giornata non fosse andata bene, aveva scoperto di essere discretamente portato per incantesimi e la doppia ora di pozioni era passata senza intoppi. Il gene Potter doveva avergli risparmiato almeno quell'umiliazione.

Quindi, a livello scolastico, la giornata era andata più che bene. Era il livello sociale che lo preoccupava. Tutti continuavano a fissarlo come uno schiopodo sparacoda e, se dapprima ne fosse stato imbarazzato, ora cominciava davvero ad irritarsi. Fortunatamente c'era Scorpius con lui che rasserenava quell'atmosfera tesa.

In quel momento però era completamente da solo giacché l'amico era sparito con una scusa alquanto ridicola.

“Solleticare una pera...bah! È chiaro che mi ha raccontato una balla” mormorò Al mentre svoltava per raggiungere il suo dormitorio.

“TU!”

Si voltò di scatto, deglutendo pesantemente quando riconobbe la voce. La giornata stava prendendo decisamente una brutta piega. Perché, per Merlino, suo fratello James stava venendo verso di lui con i capelli più sconvolti del solito e un fastidioso tic all'occhio che lo faceva sembrare un pazzo? E soprattutto, com'era possibile che fosse riuscito ad avvicinarsi tanto a quella che il maggiore considerava la “tana del demonio” senza che si fosse preso un accidente?

“TU!” ripeté James arrivando di fronte al minore indicandolo (accusandolo) con il dito.

Ad Albus non restò che alzare gli occhi al cielo, cercando di non sembrare troppo esasperato.

“Dimmi James”

“Dimmi James? È tutto ciò che hai da dire a tua discolpa?!”

“Ma di che stai parlando Jamie? Solitamente sei tu che combini casini, e comunque è solo il primo giorno. Cosa vuoi che abbia combinato?”

No, Albus decisamente non capiva in che guaio si stesse cacciando. Vide il fratello boccheggiare indignato prima che un urlo, che ad Albus parve decisamente da donnetta isterica, scaturisse dalla sua bocca andando probabilmente a risvegliare anche le acromantule nella foresta proibita.

“TRADITORE! Vedi?! Quelle maledette serpi ti hanno già contagiato! Come puoi dire che non è una colpa essere capitato a...”

“Aspetta un attimo” lo interruppe deciso Albus. “Mi vuoi far credere che stai piantando tutto questo casino solo perché...”

“...sei finito a Serpeverde!” concluse per lui il maggiore, che sembrava appena uscito da un incontro di Quidditch.

Alla tenera età di undici anni, Albus conobbe per la prima volta l'istinto omicida. Si chiese per un istante se a Lily sarebbe mancato quel demente, ma poi decise che lui bastava e avanzava. Dopotutto James era un essere inutile.

“Ok, sono finito a Serpeverde. Pace all'anima di Grifondoro.”

“ERESIA! Che ti hanno fatto Albus?! Oh, il mio piccolo e ingenuo fratellino! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello! SERPI!”

Albus non sapeva che fare. Per un attimo aveva pensato davvero di ucciderlo, ma trafugare il corpo sarebbe stato difficile. E poi c'erano un sacco di testimoni. Gli studenti cominciavano ad arrivare come api al miele, incuriositi dallo scontro Potter vs Potter.

“Potter, ti si sente dalla Sala Grande!”

Scontro che presto sarebbe diventato una carneficina. Scorpius Malfoy era appena arrivato sul luogo dello scontro.

“Che ci fai tu qui?!” Si passò una mano sulla faccia quando vide James cambiare bersaglio. Non era certo che fosse un miglioramento. Scorpius per tutta risposta inarcò saccente un sopracciglio.

“Fino a prova contraria questa è la strada per arrivare al dormitorio Serpeverde. Quello fuori posto sei tu”

“Taci ossigenato!”

Scorpius non raccolse la provocazione, girandosi verso l'amico come se niente fosse.

“Ciao Al, tutto a posto?”

“Uhm, sì” borbottò poco convinto Albus.

“Non rivolgerti ad Albus in tono così confidenziale!”

Il biondo si guardò intorno noncurante. “Ehi Al, mi è parso di sentire una voce”

“CHE?! Stupido finto biondo!”

Stavolta Scorpius raccolse.

“Ha parlato quello con un cespuglio di rovi in testa”

“Come osi?! NANO! Con quei capelli sembri una stupida lampadina!”

Ad Albus sembrava di assistere al litigio di due mocciosi. Diamine, quei due erano proprio infantili, neanche sua sorella e Hugo si comportavano così!

“E comunque, il mio colore di capelli è naturale!”

Stavano davvero litigando per dei capelli?

“Raccontalo a qualcun altro ossigenato!”

“Te lo può confermare Albus, non è vero Al?”

No, Albus non era certo di volere entrare nell'argomento.

“E io che centro adesso?” Che poi, a lui i capelli di Scorp sembravano naturalI, ma in fondo come poteva saperlo?

“E' vero Al? Lì sotto è biondo?”

“Ma io che ne so!” Ok, stavano decisamente passando il limite! Quei due maniaci repressi!

“Se vi interessa così tanto perché non vi chiudete in bagno e controllate?!”

La frase dovette fare il suo effetto, perché i due dapprima lo guardarono scioccati e poi si fissarono disgustati.

“MA CHE SCHIFO!” urlarono in perfetto sincrono.

“Ma che carini, ora parlate pure assieme!” cinguettò Albus che ci stava decisamente prendendo gusto. Ora doveva solo ritirarsi.

Sorrise ai due, voltando loro le spalle e cercando di raggiungere la sala comune senza ulteriori scenette imbarazzanti.

Stava giusto per entrare quando qualcosa, qualcuno, non gli arrivò da dietro. Sono morto, si ritrovò a pensare Albus, almeno finché non si accorse dell'identità di quel qualcuno.

Scorpius.

Scorpius lo stava abbracciando.

“Scorp, perché mi stai abbracciando?”

“Vendetta”

Riuscì solo a vedere il ghigno sadico di Scorpius prima che quest'ultimo lo baciasse.

Un tonfo sordo.

Come di un corpo che cade a terra.


 

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