Il mio nome è Oliver Baston, e questa è la mia storia.

di Alicia Spinnett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'infanzia di Oliver. ***
Capitolo 2: *** L'importanza del Quidditch. ***
Capitolo 3: *** A.A.A cercasi Cacciatrice e Cercatore. ***
Capitolo 4: *** Meglio le Firebolt , che le donne. ***



Capitolo 1
*** L'infanzia di Oliver. ***


Oliver Baston non era mai stato un ragazzo coi piedi per terra! Già, perchè fin da piccolo aveva sempre e solo voglia di librarsi in volo. Quando, al suo undicesimo, gli fu regalata la sua prima scopa (scadente e di seconda mano) rimase su di essa per una settimana intera senza voler scendere. Girovagava con essa intorno al lampadario durante il pranzo e ,quando i suoi genitori si distraevano, saettava vicino il tavolo, afferrava un piatto, ritornava in 'alta quota' e mangiava tranquillo.
Sua madre era contrariata a tutto ciò, ma suo padre (un vecchio cacciatore dei grifondoro, ad Hogwarts) trovava divertente il fatto che lui fosse così preso da qualcosa e disse esplicitamente che non lo avrebbero fatto scendere con la magia. Doveva essere lui, di sua spontanea volontà, a venir giù.
Un giorno un gufo beccò la porta della sala da pranzo freneticamente, sembrava avesse fretta. Il signor Baston si avvicinò calmo al vetro e lo sollevò leggermente. Il gufo, molto grande, con piume marroni e nere, raggiunse Oliver e, battendo le ali gli porse la zampa.

Ad, Oliver Baston.
Lampadario del soffitto della sala da pranzo
.
Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.


Oliver sgranò gli occhi. Lesse velocemente ciò che diceva la tanto attesa lettera ed ,entusiasta, raggiunse la terra per mostrarla ai suoi. Appena i suoi piedi toccarono il pavimento cominciò a traballare. Si era abituato a stare in aria; il cielo era il suo rifugio. Il signor Baston lo afferrò appena in tempo per non farlo cadere a terra, sfilandogli la posta dalle mani. Scorse subito il foglio e fece un gran sorriso, passando la lettera alla signora Baston.
"Cara, dai un occhiata"
"Ummh? Si va bene"
Afferrò curiosa la carta e , nemmeno dopo averne letto un rigo, saltò su Oliver.
"E' fantastico! Sarà strepitoso, conoscerai tanti nuovi amichetti, te lo assicuro"
" Già e poi potrai giocare a Quiddicht"
Disse suo padre con un sospirò. Oliver penso che fosse nostalgia. In fondo aveva sempre sentito che suo padre era un gran giocatore, e lui, essendo suo figlio, si sentiva il dovere di onorarlo.
Fece un cenno con la testa ai genitori e poi, afferrando il suo manico di scopa, si allontanò.


***

Oliver crebbe molto in due anni. Così tanto per per il terzo anno dovette comprarsi nuove vesti e farsi fare una nuova divisa per la scuola. Passava la maggior parte del tempo libero a guardare gli allenamenti di Quidditch della squadra di Grifondoro (la Casa in cui era stato smistato) e a volte, se qualcuno mancava agli allenamenti, Charlie Weasley (il capitano e cercatore della squadra) gli permetteva di prendere il suo posto; quelle volte Oliver si sentiva benissimo, come se in tutta la sua vita non avesse fatto altro che volare. Un giorno Charlie, un ometto alto e robusto coi capelli rossi e le lentiggini, lo fermò dopo un allenamento andato piuttosto bene , in cui partecipò lo stesso Oliver.
"Ehi Baston!" urlò mentre Oliver si avviava verso la sala comune. 
"Si?" disse voltandosi di scatto.
"Sei stato davvero forte oggi!"
disse sorridendo con un amichevole pacca sulla spalla                                                                              
 Oliver fu preso da uno strano senso allo stomaco, qualcosa di dolce e piacevole che gli fece tremare le labbra esponendo solo un "Oh".
Fortunatamente Charlie continuò a parlare comminandogli in parallelo.
"Beh, come sicuramente saprati giovedì ci saranno i provini...uh beh, non voglio costringerti" Disse vedendo Oliver sgranare gli occhi "Ma..emmh..ci serve un portiere e tu, beh,sì, saresti perfetto"
Oliver sentì di non poter più controllare i suoi muscoli, la sua bocca era serrata e non ne fuoriusciva nemmeno un sospiro. Gli occhi si contrassero, come per scrutare meglio, magari era un allucinazione. Il silenzio era diventato imbarazzante: il rosso si portò una mano tra i capelli  arrossendo.
"Beh..eemmmh....a-allora?" cercò di dire, guardando fisso il ragazzo del terzo annò.
Era ora di rispondere. Oliver schiuse poco le labbra e subito un sorriso prese il posto si un espressione nervosa.
"Mi farebbe davvero piacere"
Cercò di sembrare calmo e sicuro di sè, ma il suo piede palpitante lo tradì.
Charlie rise sonoramente "Okay, a giovedì allora"
Si allontanò correndo dall'altra parte.


 

***
 

I giorni successivi non riuscì a pensare ad altro che i suoi provini di Quidditch. Decise di doversi allenare al meglio,e l'unico momento libero era la sera. Durante le lezioni, Oliver si limitava a fissare il vuoto immaginandosi, lui stesso, con la divisa scarlatta indosso; ogni tanto annuiva, con sguardo sognante, per dare prova di essere ancora vivo e trasformando l'acuta voce della McGranitt in un ronzio sfocato. All'ora di pranzo prendeva due bocconi del suo pollo e una sorsata di succo di zucca e poi si immergeva nella lettura del Il Quidditch attraverso i secoli. La sera era il momento più utile e fruttivo: rimaneva in sala comune aspettando che tutti andassero a dormire e poi sgattaiolava fuori dal ritratto della Signora grassa, assai riluttante a farlo rientrare una volta finito il suo piccolo allenamento. I giorni passarono veloci, e l'alba di giovedì fu più luminosa che mai. Le finestre filtravano i raggi di sole nel dormitorio maschile, Oliver li sentiva deboli sulla pelle. Era immerso in un sogno vivido in cui lui era su un manico di scopa ultimo modello con una coppa in mano e....
"Oliver svegliati" una voce gli urlava nell'orecchio.
Oliver sobbalzò.
" Già Ollino, non vorrai fare tardi" riuscì a cogliere di chi fossero quelle voci così tanto simili.
Fred Weasley saltò sul materasso di Oliver, facendolo cadere giù dal letto.
"Ah, siete voi" disse in tono un pò 'disgustato'.
"Come sarebbe a dire 'Ah siete voi'" George Weasley, raggiunse il fratello con un balzo imitando goffamente la voce di Oliver.
"Devi trattarci bene,sai"
"Già, noi siamo i fratelli PREFERITI del capitano"
"E tu vuoi entrare in squadra, no?"
Sogghignarono, battendosi il cinque.
"Okay, okay, cosa volete Wealseys?" disse Oliver in tono assonnato.
"Io comincierei con 'signori Weasley'.."
"E finirei con 'vostre maestà'.."
"E magari bacerei anche i piedi a tutti e due, eh?" Disse Oliver acchiappando la divisa.
"Certo,certo"
"Ma ora facciamo i seri" disse Fred scoppiando a ridere.
"Si certo come sempre!" continuò George.
"Sul serio, sono un ritardo, cosa volete?"
"Beh.." esitò George.
"Sì, beh...una cavia, direi"
"una COSA?" disse Oliver da sotto il letto, intendo a cercare i suoi calzini buoni.
" C-A-V-I-A, vuoi lo spelling?" disse Fred, ormai sdraiato al contrario sul letto.
"Beh..io e Fred stiamo emmh cominciando a sperimentare nuovi scherzi. E non siamo male!"
"Non siamo male? Siamo mitici" sogghignò Fred.
"Mi pare ovvio, ma ci cervirebbe un aiuto. Qualcuno che provi..sai abbiamo appena cominciato, e il nostro fidato socio Lee è già finito in iffmeia" continuò George, facendo diventare l'ultima parola un borbottio.
"In cosa?" chiese Oliver, non capendo.
"In infermeria, ecco!" disse insicuro Fred.
"Beh, qusto scoraggia tutte le persone a cui chiediamo aiuto, ma.."
"noi potremmo darti una mano per fare un minimo di bella figura al provino"
"Scherzate vero? Non mi serve l'aiuto di due marmocchi. Ce la faccio da solo!" disse Oliver uscendo di corsa verso il campo, dove si sarebbero svolti i provini.
"Niente da fare, George, non c'è cascato"
"Fa niente, ne troveremo un altro, c'è MOLTO tempo" replicò George
"Okay, hasta la vista Ollino"
"e buona fortuna"
Oliver raggiunse appena in tempo il campo, girandosi e vide le due sagome identiche allontanarsi.

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Capitolo 2
*** L'importanza del Quidditch. ***


“Baston!Sei qui!”

Charlie Weasley si avvicinò con la divisa di Grifondoro, verso Oliver.

“Volevamo proprio iniziare dai portieri” disse sorridendo.

“Okay” replicò Oliver cercando di sembrare sicuro di sé.

“Bene” gridò un ragazzo coi capelli scuri non lontano da Charlie. “Due alla volta, per chi vuole fare il portiere. Dai! Si, sistematevi a coppie per favore”

Oliver fu affiancato a un ragazzo biondo e magrolino, un po’ nervoso, che sbatteva irregolarmente il piede per terra. La prima coppia planò verso gli anelli; andarono piuttosto bene: il primo parò 4 tiri su 5 e il secondo 3. A lanciare la pluffa erano il ragazzo che aveva parlato prima (che sicuramente era già in squadra dall’anno prima) e altre due cacciatrici, che sembravano piuttosto esperte.

“Sono libero”

La Cacciatrice bionda passò al ragazzo, che, a sua volta, transitò la palla all’altra giocatrice, quella scura coi capelli neri.

“Bel colpo.” disse la bionda sorridente.

Charlie fece segno di scendere ai due promettenti portieri.

“I prossimi”

Era il turno di Oliver. Automaticamente montò in scopa e raggiunse in fretta la porta, mentre il suo compagno era ancora tremante a terra.

Charlie Weasley fischiò e Oliver vide a stento la pluffa che saettava tra i cacciatori.

L’ultimo passaggio fu della giocatrice bionda, che prese la palla rossa e la tirò verso il cerchio sinistro.

Oliver senza pensarci scivolò giù dalla scopa, tenendosi con una mano, e scacciò col piede il tentativo di fare gol.

Continuò a penzolare sul manico per un microsecondo, poi si tirò su, più incoraggiato e molto meno nervoso. La ragazza gli rivolse un sorriso che trasmetteva un dolce ‘ben fatto’, poi si allontanò formando un triangolo con gli altri Cacciatori.

Il Cacciatore maschio, di cui non sapeva ancora il nome, prese la palla, saettò dietro gli anelli e passò alla giocatrice scura, la quale puntò all’anello a destra.

“Ottima parata” disse il ragazzo, dopo che Oliver aveva scacciato palla con un pugno.

Scese soddisfatto verso la tribuna, dopo aver parato ben 5 tiri (su cinque). Charlie Weasley lo affiancò.

“Eccellente, Baston, davvero” disse con un filo di orgoglio “BENE”urlò a tutti, dopo che i provini per i portieri si erano conclusi “E’ l’ora dei battitori, sempre per coppie per favore!Dai chi sono i primi?”

Oliver sentì Charlie ridacchiare quando i primi aspiranti battitori si fecero avanti. Erano magrolini e impauriti e a stento riuscirono a tenere la mazza in mano.

Oliver assistette interessato al resto della selezione, e fu più che fiero e felice di ricevere la divisa e il ruolo di portiere nel tardo pomeriggio.

 

***

 

“Ehi , Oliver” disse una voce famigliare “Come stai? Oggi sei impegnato? Vorrei fare le selezioni! La squadra si è impoverita” continuò con tono amaro “siamo rimasti solo noi due…”

“E abbiamo anche un cacciatore..” lo corresse Oliver.

Charlie Weasley era affianco a lui con il fiatone, probabilmente lo aveva raggiunto di corsa.

“Vero” proseguì “Beh, ci mancano 2 cacciatori e 2 battitori. Speriamo ce ne siano di bravi, vorrei davvero vincere la Coppa quest’anno, sai, l’anno prossima vado via e…”

“Anche l’anno scorso eravamo tutti in gamba, ma abbiamo perso” disse Oliver gelido. Non era da lui essere scortese, ma parlare delle sconfitte a Quidditch era una nota dolente.

“di poco!!” dissee Charles convinto. “Vabbe’, quindi ci sei oggi? Lo vorrei fare in mattinata. In fondo è sabato”

Oliver annuì imboccando un pezzo di porridge.

“Bene, allora ci vediamo tra due ore” replicò svrigativo e corse via.

Quel pomeriggio il tempo era piuttosto freddo, con una spruzzata di nebbia tutt’intorno. Oliver era alquanto annoiato. Le persone che volevano entrare in squadra erano molte, la maggior parte marmocchi, e ,quelli promettenti, erano davvero pochi.

“Cominciamo?” gli sussurrò Charlie.

“certo che si!” disse Oliver impaziente di finire.

Fortunatamente non erano tutti incapaci, pensò Oliver.

Infatti riuscirono a scegliere da subito due eccellenti Cacciatrici.

Una magra, nera e con occhi molto scuri, l’altra, stranamente per Oliver, tremendamente bella, con occhi azzurri e capelli biondo platino.

La cosa che più lo colpì è che era stata fantastica e strategica durante la sua prova, tant’è che lo stesso Oliver non riuscì a parargliele tutte.

“Bene” concluse Charlie alla fine dei provini “ Le cacciatrici sono: Angelina e Alicia”

Quest’ultima sorrise a Oliver, al quale fu mozzato il respiro.

“e…i battitori” continuò Charles ridacchiando “sono Fred e George Weasley”

Nonostante il loro amore per i guai erano perfetti per giocare. Si muovevano in sincronia, riuscivano a proteggersi a vicenda e a vegliare sugli altri con una mira perfetta. Fred riuscì perfino a salvare Alicia da un bolide che le era estremamente vicino. Lei gli sorrise imbarazzata e lui era rimasto così imbambolato che, se non fosse stato per George, un bolide gli avrebbe fracassato il cranio. Era una squadra promettente.

 

***

 

 

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Capitolo 3
*** A.A.A cercasi Cacciatrice e Cercatore. ***


Non riusciva proprio a seguirla Difesa contro le Arti Oscure quell'anno. Era una cosa stupida e perfida, ma il continuo balbettare del professor Raptor si trasformava in un ronzio nella testa di Oliver. Non lo faceva di proposito, perciò per non essere maleducato e cercare di far finta di seguire, si limitava ad appoggiare la testa sul braccio ed annuire di tanto in tanto. Il più delle volte veniva distratto dallo scintillio della sua spilla d'oro e dalla sua scritta:  'Capitano di Grifondoro'. Era stato qualcosa di fantastico, ricevere quella notizia con la posta per Hogwarts. Oliver avrebbe giurato anche di aver visto suo padre commuoversi, ma essere Capitano significava anche avere delle responsabilità. Per esempio: come avrebbe fatto a trovare un Cercatore degno di Charles Weasley? I provini erano andati praticamente un disastro: nessuno era all'altezza della squadra che Oliver Baston voleva! Eppure erano solo due i giocatori che mancavano.

 

 

Quel giorno aveva tenuto il resto della squadra con lui durante le selezioni, con il risultato che, dopo ben 5 ore, Oliver, Angelina,Alicia e i gemelli Weasley erano seduti sul prato del campo di Quidditch senza aver visto 'qualcuno al'altezza della Coppa', come diceva lo stesso Oliver.

"Il prossimo!" disse dopo aver definito 'disgustosa' la prestazione di una ragazza del terzo anno che si era presentata per il ruolo di Cacciatrice.

"Oliver NON C'E' PIU' NESSUNO" disse spazientita Alicia.

"Già" continuò Angelina "siam rimasti solo noi poveri fessi"

"Ollino, sei stato un pò duro!" disse Fred ridacchiando.

"SI! Giusto un pò!" replicò George scoppiando a ridere.

"Non sono stato affatto rigido! Ho detto quello che pensavo! Non se l'è presa nessuno!" rispose seccato Oliver.

"Già proprio nessuno!" proseguì Fred

"A parte quella bambina che è scoppiata a piangere" fece eco George.

"o quel ragazzo del settimo anno che ha minacciato di ficcarti il manico di scopa tu-sai-dove"

"Dobbiamo aspettare!" disse Oliver, ignorandoli.

"Oliver" Alicia gli si avvicinò cercando di far sembrare il tono più dolce e calmo "E' buio ormai, chi vuoi che venga?"

Oliver annuì. Fred e George si alzarono stiracchiandosi, Angelina prese la sua roba e raggiunse Alicia.

"A domani Ollino"

"..e non essere triste" dissero i gemelli afferrando i manici di scopa.

Si stavano tutti allontanando quando...

"Aspettate, VI PREGO, ASPETTATE"

Una piccola ragazza del secondo anno correva inciampando svariate volte sul campo.

"I-io" cominciò col fiatone "V-vorrei.."

"Calma, fai un respiro" disse Alicia.

"M-mi chiamo Katie, K-Katie Bell. V-vorrei f-fare il p-provino per diventare una C-Cacciatrice" il fiatone era sparito, lasciando posto a un tono molto nervoso e esitante.

"Ottimo" sussurrò Oliver in tono sarcastico "di male in peggio"

Angelina e George gli pestarono contemporaneamente il piede.

"va bene, bambina, se proprio vuoi umiliar...." un altro pestaggio di piedi, questa volta erano 4 punti diversi "volevo dire, vuoi provare, ti faremo provare."

Katie alzò un sopracciglio, strinse i pugni come se volesse colpire Oliver (i gemelli ridacchiarono) e montò molto rigida sulla scopa.

"Okay" disse Oliver andando agli anelli della porta "hai 5 tiri, fai del tuo meglio"

Oliver era convintò che non sarebbe riuscita nè a volare decentemente, nè ad adeguarsi al volo di Alicia e Angelina, nè a segnare. Infatti fu un tuffo al cuore quando egli si vide passare la prima palla rossa vicinissima al volto e attraversare l'anello.

"Fortuna" bascicò con uno sbuffo.

Ma sul dolce volto di Katie parve crearsi un ghigno di sfida, e subito dopo, Oliver, dovette smentire l'affermazione appena fatta.

No, non era fortuna: Katie si muoveva armoniosamente tra Angelina e Alicia, e la sua piccola stazza le permetteva di passare velocemente sotto di loro e effettuare passaggi strategici. Ebbene dopo quasi 20 minuti Katie aveva segnato 4 gol su 5.

"Ottimo" disse Oliver gelido. Non gli piaceva avere torto. "Sei in squadra. venerdì gli allenamenti; Ali ti mostrerà lo spogliatoio. Bene, a venerdì"

Alicia e Katie si alllontanarono seguite da Angelina, mentre Oliver e i gemelli si avviavano alla sala comune.

"Ollino! Non essere così severo con Katie"

"Già,Ollino, si è rivelata molto brava"

"Persino da segnare 4 gol con OLIVER BASTON COME PORTIERE"

entrambi ridacchiarono, Oliver rimase impassibile.

"Sono severo con tutti."

"Invece no!"

"Le porti rancore,Ollino"

"Dai Ollino, è anche carina"

"potreste allevare insieme un'ottima squadra di Quidditch di marmocchi."

Le risate ricominciarono.

"Non ho fatto caso alla sua...bellezza"

Non era vero, Oliver aveva pensato da subito che era alquanto graziosa.

"Beh devi farci caso, è davvero carina"

"Non quanto Alicia, eh Fred?"

"Zitto un pò,George!"

Questa volta erano Oliver e George a ridere. Beh apparte la sua bellezza, ammise a sè stesso Oliver, Katie era stato un miracolo di Cacciatrice mandato dal cielo.

 

 

"Si-si-signo-gnor B-baston" Oliver sussultò "S-sta se-se-seguendo?"

Il professor Raptor gli era affianco, Oliver aveva fantasticato troppo.

"Si,signore" rispose un pò in imbarazzo.

"Be-be-bene, vo-vo-vorrei che l-lei me-mettesse in q-questa materia, l'impegno c-che  me-mette nel Qui-quidditch"

"Io..." Non fece in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta.

"Av-av-avanti" Il professore si voltò verso la figura apparsa.

La McGrannit aveva un gran sorriso dipito sul volto e con esso fissava allegra Oliver.

"Salve, professor Raptor, potrebbe farmi il piacere di prestarmi il signor Baston per qualche minuto?"

Oliver provò un moto di graditutine verso quella donna. Quando Rapton annuì, egli di alzò veloce e a gran passi raggiunse la porta di legno,richiudendola in fretta alle sue spalle e affiancAndo la rigida e giusta professoressa. Con grande sorpresa di lui, quest'ultima non era sola: due passi più lontano vi era un mingherlino ragazzo coi capelli arruffati e occhiali rotondi incalzati benissimo da un piccolo naso all'insù. Oliver indugiò sui suoi occhi straordinariamente verdi, studiandone le sfumature, e ,quasi per sbaglio, scrutò un piccolo segno in uno spacco tra i capelli. Sulla fronte una saetta identificava quel bambino.

"Lui è Harry potter, Baston"

Lo aveva capito: quel bambino era stato la salvezza di un infinità di persone.

"Piacere" disse timido tendendo la mano.

Oliver la prese subito sorridente cercando di non stringela troppo.

"Credo di averti trovato un Cercatore, Baston!"

 

 

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Capitolo 4
*** Meglio le Firebolt , che le donne. ***


“Olliino” 
Oliver sussultò: si era appena appisolato sul divanetto rosso della Sala Comune, ormai erano settimane che non chiudeva occhio. Gli allenamenti erano spossanti e gravosi,  persino lui dovette ammetterlo , ma ovviamente non davanti agli altri, sarebbe stato un segno di debolezza: Oliver Baston non aveva mai torto se la questione era  il Quidditch. Doveva spronarli al massimo, gli esercizi erano molto faticosi e impegnativi: passavano ore e ore la sera a ‘migliorare la tecnica’ come ripeteva sempre Oliver, e quando tornavano nella Comune, la squadra, ormai del tutto tra le braccia di Morfeo, era costretta a discutere di strategie davanti al camino. La prima partita si avvicinava e lo stress aumentava.
“Ollino!” la stessa voce di prima, forse un po’ diversa, lo svegliò del tutto.
“ E no, caro se noi non dormiamo non lo puoi fare nemmeno tu!” Oliver socchiuse gli occhi e vide due figure identiche dai capelli rossi, davanti a sé.
“Oh cavolo, mi sa che vedo doppio” disse stiracchiandosi sul bracciolo del divano.
“ Oh si,  si certo, fai lo spiritosello, ma se non riduci gli allenamenti…”
“…ti ritroverai a vedere triplo”
“quadruplo..”
Sbuffarono insieme ridendo e si posizionarono ai lati di Baston.  Tutti e tre avevano ancora indosso, la divisa rosso sangue, un po’ umida data la pioggia di quella sera, e leggermente sporca di fango.
“secondo me vuole ucciderci” una terza figura, questa volta femminile si posizionò ai piedi di Oliver.
“ Oh ma ciao Bell..”
“..issima” i due gemelli schioccarono contemporaneamente un occhiolino alla ragazza e ridendo si diedero il cinque.
Katie scosse il capo sogghignando, poi posò lo sguardo verso il Capitano, gli occhi erano ridotti a fessure e la bocca era arricciata, come se volesse trasmettere ad Oliver un infido e sleale senso di colpa. Oliver sbuffò e roteò gli occhi incrociando le braccia, decisamente lontano dal cambiare la sua idea.
“Credo che io ed il mio bellissimo gemello ,ovviamente non tanto bello quanto me – George gli tirò una scarpa in testa che Fred rapidamente schivò, poi si rimise in posizione eretta e tranquillamente continuò- andremo a letto. Giusto, Georgie?”
“Giusto, Freddie.” I due riflessi si allontanarono borbottando tra di loro e lanciando sguardi furtivi verso le scale del dormitorio femminile.
Oliver decise di abbassare lo sguardo: Katie era ancora lì a fissarlo, impassibile e rigida.
“Oh ma ti prego risparmiami questa tortura, ho già sofferto stasera dopo il bolide lanciatomi ‘accidentalmente’ dai gemelli”
“Ah, e così io sarei una tortura per te? Okay” Il suo tono era arrabbiato, e trasmetteva una nota dolente, quasi ferita. La ragazza si alzò decisa, girò i tacchi, e si diresse spedita verso il suo dormitorio.
“no, aspetta, non…-inspirò- non volevo essere scortese. Non ti arrabbiare, scusami”
-cavolo, ma mi sto realmente scusando?-
La ragazza sorrise gongolando e tornò vicino ad Oliver con aria soddisfatta “scuse accettate”
-Ma poi scusa di cosa? AVEVO RAGIONE IO-
“Davvero Oliver, con questi allenamenti, non abbiamo tempo per altro, insomma per NIENT’ALTRO.. non vorrei morire senza una vita sociale sai? Eh sì, morirò, perché è la terza volta che non consegno in tempo i compiti alla McGrannitt, e mi sono addormentata alle lezioni di Piton, che tra l’altro mi terrorizza.” Rabbrividì.
Oliver le lanciò un leggero sorriso.
“Beh, ma il Quidditch viene prima di tutto.”
“Non credo sia così.” Inclinò leggermente la testa e lo fissò, con aria serena, dolce, si direbbe.
Oliver guardò altrove, probabilmente per non perdere la sua maschera da ‘esigente, insensibile, capitano’ e così far trapelare dei sentimenti, dei desideri.
“Oliver” Katie richiamò la sua attenzione e lui in tutta risposta pensò che il suo nome pronunciato da lei fosse il suono più soave che avesse mai sentito.
-MA CHE DIAVOLO MI SUCCEDE? Sto diventando una femminuccia!-
“Oliver” -ecco di nuovo quel suono- “Che..che ne dici se….” Katie sospirò, quasi facendosi forza da sola e Oliver ammise a se stesso, che aveva sempre ammirato quell’aspetto di lei: era forte, matura, divertente, VERA.
“Se…?” Oliver si avvicinò a lei sfoderando il miglior sorriso-che-conquista della sua vita.
-mossa sleale,Oliver-
“Se..insomma noi due..”
-che poi perché l’hai fatto? Per caso ti piace?-
“diamine, se io e te…”
-beh sarebbe ora, avevo davvero creduto che ti saresti sposato con la tua Firebolt un giorno-
Oliver cercò di reprimere la sua drammatica conversazione interiore e di concentrarsi su quella con Katie, di concentrarsi su lei.
“Okay, se tu rimandassi l’allenamento di sabato potremmo andare ad Hogmade, insieme.” Sorrise decisa, ma evitò gli occhi di oliver.
-Cosa aspetti ad accettare?-
-Dovrei? Insomma sabato ci sono gli allenamenti, non potrei-
“Oliver, sei vivo?” disse con un ghigno.
Oliver era rimasto con un’espressione imperturbabile, ed impenetrabile ovviamente: fissava il camino, il suo corpo si era irrigidito a tal punto che chiunque l’avrebbe potuto scambiare per un duro fantoccio di marmo.
“Emmh.. Oliver?” Katie sventolò una mano davanti agli occhi di lui, il suo tono era leggermente preoccupato.
Oliver si riprese dall’ incantamento , sbattendo le palpebre e scacciando via i suoi pensieri.
“Sono il capitano e voglio il meglio dalla squadra. La partita con le serpi si avvicina e –sospirò- tuttavia avete lavorato sodo in questi mesi e magari ‘vi lascio libera la giornata’, per farvi emmh svagare un po’. Ne avete bisogno.” Sorrise amaramente e si voltò verso la finestra che si era aperta a causa della violenza del vento di quella sera. Sbuffando, e dolorante, Oliver si alzò di malavoglia dal divanetto e raggiunse speditamente l’arco, chiudendo l’anta spalancata. Si voltò per ritornare al suo posto, e per la seconda volta si irrigidì: Katie era ancora lì, nella stessa posizione, con il solido sguardo deluso  che lo riempiva di sensi di colpa. Oliver riuscì a fare un passo; gli occhi di lei erano nuovamente ridotti a due fessure, così da valorizzare le sue ciglia, nere e voluminose.
“Emmh..” cominciò Oliver incerto “volevi per caso che la finestra rimanesse aperta e fare un bel bagno al sapore di pioggia?” tentò di sdrammatizzare.
Katie emise un leggero sbuffò arrabbiato e continuò a guardarlo, con la convinzione, probabilmente, che presto il ragazzo avrebbe capito. Oliver si limitò a rimanere in piedi, immobile, con gli occhi spalancati, tentando di capire, anzi di captare i pensieri della ragazza.
-credevi che fosse così facile come con le tue scope? Insomma parliamo di donne! Il pensiero femminile è il più articolato, complicato e macchinoso sulla faccia della terra-
-zitto un po’-
“Non” finalmente dopo imbarazzanti, interminabili minuti, Katie si decise a parlare “Non hai risposto alla mia domanda, Baston” la sua espressione cambiò: il suo volto si rilassò, cosa che provocò sollievo in Oliver, lasciando spazio ad un’espressione d’impazienza.
“Non capisco, insomma, vi ho CONCESSO” pronunciò la parola con decisione, quasi si aspettase gratitudine “una tregua, come volevi”
“ Sì, ma la domanda era un’altra”
Oliver riesaminò per dei minuti tutta la conversazione, più e più volte.
“ Oh andiamo! Non mi aspettavo che tu fossi così poco perspicace e avessi la memoria grande quanto una noce” Il volto di Katie si aprì in un ghigno.
“IO” continuò lei “in realtà ti avevo chiesto se ti andasse di venire con me ad Hogmade”
Oliver, sgranò gli occhi, fece un passo indietro, quasi spaventato.
-AMICO, hai paura delle donne adesso?-
-C-chiudi il becco, idiota-
-ti sei chiamato idiota da solo, fifone! Dì qualcosa almeno, sembra che ti sia venuto un ictus terminale-
Katie aggrottò le sopracciglia e , probabilmente offesa, si allontanò a braccia conserte verso il dormitorio.
“Sì” fu come se qualcun altro avesse pronunciato quella parola, nonostante fu la bocca di Oliver a muoversi.
 






SPAZIO DELL'AUTORE:
woh, è la prima volta che scrivo qua, figo xD No, okay *non sa più che dire lol*
Il capitolo si incentra sul rapporto che si sta creando tra Olli e Katie. Lui è così... 'impassibile' che è quasi spaventato da questi 'nuovi sentimenti' che comincia a provare per lei. (tranquilli si riprenderà presto xD) Ho cercato di rispettare al massimo il carattere dei personaggi, per come li ho sempre identificati: Oliver, rigido e totalmente 'appassionato' di Quidditch, Katie timida, ma anche forte e coraggiosa, e poi vabbè i gemelli sono i gemelli (che personalmente adoro e amo :'3)
che dirvi più? le recensioni sono ben accette, sia positive che negative, in fondo servono delle critiche per migliorare u-u
In ultimis (?) mi scuso per il ritardo della continuazione della storia, sono un idiota :'D
okay ho finito, baci.
-Ali

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