Amarsi,Perdersi e..Ritrovarsi

di Shine991
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno a Lipsia ***
Capitolo 2: *** Gli amici veri? La cosa più cara al mondo che abbiamo. ***



Capitolo 1
*** Il ritorno a Lipsia ***


Wunderschöne Augen glänzen nicht mehr

Wunderschöne Augen sind traurig und leer
Du bist schön, willst schöner sein
Du bist dünn, willst dünner sein
Du lügst dir mitten ins Gesicht
Du bist so schön und hasst dich
Du bist schön, willst schöner sein
Hungerst dich noch kurz und klein
Immer wieder mit Gewalt
Steckst du dir deinen Finger in den Hals
Steckst du dir deinen Finger in den Hals

***


Ero chiusa in camera mia, con il volume dello stereo al massimo, le note di Ascolta dei Lost, invadevano la stanza, quelle parole mi facev
La mia vita faceva “schifo”, si certo era una modella, le serate mondane agli occhi di chi non le viveva potevano sembrare a dir poco favolose, ma non immaginavano quanta falsità si celava dietro ai quei sorrisi e quanto sforzo serviva per dimostrarsi sempre allegra anche quando ormai si è morti dentro..
Un'altra al mio posto sarebbe stata felice di fare la modella, e all'inizio..anche io lo ero, per fare il lavoro che avevo sempre sognato, avevo incominciato a fare una dieta, solo che a me quella dieta non bastava, per me non era mai abbastanza ed è così che incominciai a provocarmi il vomito volontariamente, facendo male a me stessa, ai miei cari, e..a lui.
Era strano ricordarlo ancora, avevo fatto di tutto per dimenticarlo, ma bastava che mi ricordassi di quegli anni passati in Germania, e tutti i momenti passati insieme a lui riaffioravano, tutti bei ricordi, bhè forse quasi tutti...
Era stato orribile litigare con lui e poi..non vederlo più, non dimenticherò mai, soffrivo e soffro ancora per il male che gli ho fatto, se solo avessi avuto la forza di cambiare, se solo non lo avessi allontanato da me, forse adesso non mi ritroverei in queste condizioni, ma indietro non si torna e quindi sono costretta ad accettare le conseguenze di una scelta fatta quando ancora non sapevo che cosa era vivere.
Verso le 21 scesi di sotto dove trovai i miei seduti a tavola, sembrava proprio che mi stessero aspettando, infilai le mani nelle tasche della felpa che copriva il mio corpo, troppo magro per una ragazza di 18 anni..
<< ciao >> dissi salutando i miei genitori, mi diressi verso il frigo per prendere una bibita
<< Loren, potresti sederti 5 minuti, io e tuo padre vorremmo parlarti >> disse mia madre, che mi guardava come se fossi un fantasma..
spostai la sedia e mi accomodai
<< bene, andrò dritto al punto, io e tua madre, quando ti abbiamo detto che avremmo passato il week-end fuori, bhè siamo andati a vedere un centro,dove ti cureranno.. >>
<< ah.. >> l'unica cosa che seppi rispondere
<< ti aiuteranno a guarire bambina mia.. >> disse mia madre poggiando una mano sulla mia spalla
<< il centro si trova a Torino, e per sabato devi essere li.. >> disse mio padre serio
<< No!..io non vado da nessuna parte...io non sono malata >> dissi mentre una lacrima scendeva giù..
<< non accetto obiezioni, non ti ho cresciuta per poi vederti morire giorno dopo giorno.. >> disse mio padre..
<< la vita è mia, e quindi faccio quello che mi pare.. >> dissi quasi urlando e alzandomi in piedi sbattendo i pugni sul tavolo facendo sobbalzare mia madre ormai sconvolta.
Me ne ritornai in stanza chiudendomi a chiave, mi buttai sul letto scoppiando a piangere..e alcune idee mi frullarono per la testa..
Verso le 3.00 accesi il portatile..prenotai un biglietto per Berlino,e incominciai a preparare la valigia, poi quando finii scesi piano le scale, ormai i miei erano andati a dormire da un bel po'...
Ero all'aeroporto, aspettavo che chiamassero il mio volo, facevo fatica a tenere gli occhi aperti ma il pensiero che tra poche ore sarei stata di nuovo in Germania mi elettrizzava, ma una cosa era certa, avrei fatto di tutto per non incontrarlo, non volevo che mi vedesse, non volevo fargli altro male, poi finalmente chiamarono il mio volo e mi imbarcai..
Mentre ero appoggiata al finestrino, guardai di sotto e dovetti subito girarmi perché mi sentii svenire, quando mi ripresi chiesi a un hostess se poteva portarmi una bottiglietta d'acqua..
<< desidera altro? >> chiese gentilmente
<< sono apposto così, grazie >> risposi con un sorriso
guardai la coppia di fidanzati affianco a me che ridevano e si davano qualche bacio, continuavo a guardarli con invidia, anche io volevo essere amata e amare, e con questo pensiero ritornavo a pensare a lui, anche io avevo avuto quella possibilità, ma non ne ho usufruito, appoggiai la testa sul finestrino e chiusi gli occhi nel tentativo di dormire un po'..
La voce dell'hostess mi avvisava che eravamo arrivati a Berlino, erano le 6.15 quando aprii gli occhi,aspettai che l'aereo si fermasse, poi presi il mio bagaglio dallo scomparto sopra il mio sedile e scesi, l'aria fresca di Berlino mi fece rabbrividire, ma non di freddo..di vecchi ricordi.
Chiamai un taxi e mi feci portare a Lipsia, dove sapevo che abitava ancora mio zio, fratello di mia madre.
Pagai il taxista e scesi, guardai la villa difronte a me, bella come la ricordavo, rimasi a guardarla per qualche minuto, poi mi feci avanti e raggiunsi la porta, ero sul punto di suonare quando la porta si aprii..
<< Loren? >> disse guardandomi sorpreso
<< ciao zio David >> dissi sorridendo
<< m-ma che..c-ci fai..t-tu qui?. >> disse evidentemente molto sorpreso
<< sono venuta a trovare il mio zietto preferito >> dissi abbracciandolo
ricambiò l'abbraccio ancora confuso..
<< si ma il lavoro?? >>
<< mi sono presa una pausa.. possiamo entrare? >>
<< ah..ehm si giusto entra >> disse facendosi da parte e prendendomi il bagaglio
entrai dentro e ammirai quella casa che tanto mi era mancata
<< avrai fame, vieni che ti preparo la colazione >> disse poggiando il bagaglio per terra e dirigendosi verso la cucina, io cercai di fermarlo..
<< zio, no aspetta non ho fame >>
<< muoviti!! >> disse
“ecco ci mancava lui che mi controllasse..ma chi mi ha detto di venire qui, testolina bacata dovevi trovarmi un'altra idea” pensai picchiettando con un dito sulla tempia
seguii mio zio in cucina e mi sedetti
<< sul serio zio..non ho fame >>
<< senti sappiamo benissimo entrambi perché sei qui, anche se sono lontano, non vuol dire che non so che succede alla mia famiglia, quindi resterai qui solo se mi obbedirai o te ne ritorni a casa, e non credo che è quello che tu voglia o sbaglio? >> disse guardandomi serio
<< ok..allora me ne vado >> dissi alzandomi
<< Loren non fare la bambina, siediti e parliamone >>
<< e perché? Non sono venuta per farmi controllare da te.. >> dissi quasi urlando..poi mi calmai e mi sedetti
<< zio lo so che fate tutto ciò perché mi volete bene, ma io.. >>
<< parlerò con tua madre per dirle che sei qui, sicuramente sarà in pensiero.. >> disse interrompendomi
<< grazie.. >>
<< sai dov'è la tua stanza, perché non vai a riposarti un po'? >> mi disse dolcemente
<< ottima idea.. >> mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, dopo di che recuperai il mio bagaglio e salii su per quelle scale fino a trovare la porta della mia stanza..
Aprii quella porta, rividi il mio letto a baldacchino e vecchi ricordi riaffiorarono, io e lui sdraiati sul letto a coccolarci, mentre ci abbracciavamo, mentre....una lacrima mi rigò il viso, entrai dentro e poggiai il borsone a terra, mi diressi verso il terrazzo, ormai il sole era alto e stava riscaldando l'aria, poi sentii bussare e mio zio David fece ingresso nella stanza, mi raggiunse e mi poggiò un braccio intorno alle spalle..
<< è strano ritornare qui, vero? >> mi chiese
capii cosa intendesse
<< ..è tutto così diverso.. >>
<< già..ho telefonato a tua madre, ha perso letteralmente la testa quando non ti ha vista nella tua stanza.. >>
<< mi dispiace, non volevo farle altro male >>
<< perchè non mi hai parlato del centro? >>
<< ehm...me ne sono dimenticata?!? >>
<< certo come no...per fortuna che tua madre era d'accordo sul fatto che tu restassi qui.. >>
<< zio..come sta?..cioè voglio dire..com-e stanno? >>
<< stanno bene.. >> disse lui sorridendomi
<< sono molto cambiati se dovessi incontrarli per strada faticheresti a riconoscerli, certo anche loro se ti vedessero ora..credo non ti riconoscerebbero, guardati, non ti accorgi che giorno dopo giorno ti stai uccidendo?!? >>
<< zio per favore non ti ci mettere pure tu >> dissi rientrando
lui mi seguì << ok scusa..ma lo sai anche tu che è la verità.. >> si avvicinò e mi cinse le spalle
<< Loren ti devi curare >> mi disse
<< ora vorrei riposare.. >> dissi irritata spostando lo sguardo verso il letto
<< ok..io vado a lavoro, ma torno per pranzo così mangiamo insieme.. >> disse prima di uscire dalla stanza
<< zio >>
<< si? >>
<< non glielo dire che sono qui.. >> dissi presa dall'ansia che lui potesse sapere che ero qui
<< tranquilla..dormi bene >> mi disse sorridendomi e uscì.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, ma i ricordi non mi lasciavano stare, io e lui mentre discutevamo..per il mio corpo, io e lui a fare l'amore su questo letto..io e lui,io e lui, io e lui.. il suono del cellulare mi riportò alla realtà, guardai il display, Christian il mio manager, aprii lo sportellino e risposi
<< Christian lasciami spiegare >> cercai di dire
<< no che non ti lascio spiegare, si può sapere dove cazzo sei finita, oggi dovevi fare le foto per quella rivista.. >>
“cazzo era oggi”
<< scusa Chris, me ne sono dimenticata.. >> cercai di scusarmi..
<< senti non è la prima volta che ti comporti così, hai chiuso con me, io lavoro solo con gente seria..cercati qualcuno altro.. >> disse
<< no aspetta Chris, ti pregoo >> dissi ma lui aveva già chiuso
<< fanculoo >> dissi lanciando il cellulare sul pavimento
scoppiai a piangere e rimasi così per ore, fino a quando non sentii aprire la porta, corsi in bagno a sciacquare il viso, diedi una pettinata ai capelli tutti arruffati e scesi di sotto..

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Capitolo 2
*** Gli amici veri? La cosa più cara al mondo che abbiamo. ***


<< Loren, dormito bene?? >> mi chiese mio zio poggiando sul tavolo le buste della spesa
<< si grazie >> dissi mentre mi avvicinavo alle buste
<< ti preparo dei spaghetti da leccarti i baffi >>
<< non vedo l'ora, ho una fame >> dissi ridacchiando
<< oh bene, sono contento >>.
Quando gli spaghetti furono pronti, apparecchiai per due..
<< senti zio, oggi vado a trovare Andreas al negozio, c'è l'ha ancora vero? >>chiesi speranzosa
<< si, ma come mai?? >> mi chiese sospettoso
<< è che mi si è rotto il cellulare, così ne compro un altro >>
<< non si può riparare? >>
<< ehm credo proprio di no >>
<< ah ok, allora dopo ti accompagno >> disse ritornando a mangiare
<< non ce n'è bisogno, posso andarci da sola >>
<< ok..come vuoi >> mi disse sorridendomi
<< torni a lavoro dopo mangiato? >>
<< si, siamo molto impegnati con la registrazione del nuovo album >>
<< ah >>
pranzammo tranquillamente e poi lui corse a lavoro, io intanto lavai i piatti e poi mi andai a preparare, mi infilai una felpa fucsia e un jeans con degli strappi, mi truccai velocemente e uscii.
Arrivata al negozio, entrai dentro e un tintinnio avvisò che ero entrata
<< arrivooo un secondo..>> disse una voce che proveniva da non so dove
mi girai a vedere delle cartoline appese, la maggior parte provenivano dalle Maldive, la sfiorai piano con le dita ricordando con un sorriso triste la prima estate passata insieme.
<< eccomi, che posso fare per te >> chiese con un sorriso
<< ciao Andreas, come stai? >>
mi scrutò con uno sguardo confuso
scoppiai a ridere..
<< come non ti ricordi più della tua amica Loren? >> dissi tra le risate
lo vidi sgranare gli occhi
<< Lo-Loren?? Oddio mio >>
io annuii sorridendo
lui uscì da dietro il bancone e mi abbracciò
<< oddioo che belloo riabbracciarti, diavolo sei cambiata parecchio..e sei anche..>> disse mentre mi teneva per la vita
<< si lo so, ma non dire una parola >>
<< ok, ma spero che tu stia bene però >>
<< si tranquillo, non vedi sono in ottima salute >>
<< bhè se devo dire la mia..>>
<< ok non dire la tua >>
ridacchiò
<< bene cosa posso fare per te? Come mai sei qui? Quando sei tornata? >> mi chiese
risposi solo a due sue domande, le più semplici da spiegare ovviamente
tirai fuori dalla borsa il mio Samsung U700, ormai distrutto e lo posai sul bancone
<< sono qui per questo e sono arrivata stamani >>
<< ehi questo è quello che ti ho regalato prima che partissi??!! che gli è successo,è morto!! >>
<< ehm già lo immaginavo, mi dispiace anche, ora però ho bisogno di un nuovo cellulare >>
<< essì, bene avevi qualche idea?? >> mi chiese
<< non saprei >>
<< bene allora ci penso io >> disse andando verso uno scaffale e prendendo una scatola di un telefono, tornò al bancone e lo posò, lessi la scritta ed era un Samsung S5600 Halley, ultimo modello
<< wow >> l'unica parola che uscii dalla mia bocca
<< hai detto bene, allora ti piace? >> mi chiese curioso
<< ovvio, lo prendo >> dissi cercando nella borsa il bancomat e tirandolo fuori
<> mi disse quasi arrabbiandosi
<< ma Andry..>>
<< consideralo un regalo di bentornata >> disse sorridendomi
<< non posso accettare, è troppo costoso >> dissi spingendo la scatola del cellulare verso di lui
<< mi offendo!! daii per favore >> mi disse con occhi da cucciolo
<< oookk..però tu stasera vieni a mangiare qualcosa con me e pago io >> dissi
<< ok, affare fatto..>> disse con un sorriso a trentadue denti
<< ora devo andare, allora passi a prendermi tu verso le 20.30? >> chiesi
<< certo..>> disse sorridendomi
<< Andreas volevo chiederti un favore...potresti non dire a “nessun altro” che sono tornata?!? >>
<< tranquilla sarò muto come un pesce >>
per fortuna mi aveva capito, gli diedi un bacio sulla guancia e uscii dal negozio dirigendomi verso casa.
Arrivata a casa, disfai la valigia e riposi accuratamente i vestiti nell'armadio, dopo di che presi l'intimo e mi andai a fare una doccia...quando finii indossai una tuta e scesi di sotto a guardare un po' la tele e a “giocherellare” con il mio nuovo cellulare, alla fine mi decisi a chiamare Christian..
<< Pronto chi parla? >>
<< Chris sono Loren, ti prego ascoltami >> dissi tutto d'un fiato
<< ah sei tu..va bene, che mi devi dire? Fai in fretta che io ho da fare >>
<< ok, non ti arrabbiare... sono in Germania >> dissi
<< e non mi dovrei arrabbiare? >> disse quasi urlando, poi si calmò..
<< ok ti prenoto un biglietto e torni immediatamente a Roma>>
<< no Chris al momento non posso tornare >>
<< senti Loren >> disse alterandosi
<< fammi finire, io non torno a Roma, ma potresti trovarmi qualcosa qui in Germania, che ne pensi?? >>
<< mmm, si credo che si possa fare, allora ti raggiungo fra qualche giorno >>
Ci mettemmo d'accordo su dove incontrarci al suo arrivo e poi mi andai a preparare per l'uscita con Andreas, avevo appena finito di truccarmi quando bussarono alla porta, quindi presi la borsa e scesi di corsa – col rischio di cadere – le scale, aprii la porta e quello che vidi non era Andreas,ma mio padre con mia madre.
Mi feci da parte e li feci entrare..
<< papà..mamma, che ci fate voi qui? >>
mio padre mi prese per un braccio, stringendo la presa e mi trascinò per casa
<< avanti prendi il tuo bagaglio e andiamocene, se le maniere buone non funzionano allora uso quelle cattive, ti ci porterò di peso se sarà necessario >>
scoppiai a piangere, conoscevo bene mio padre, e quando diceva una cosa la faceva sul serio e non c'era santo che gli facesse cambiare idea..
<< papà mi fai male..lasciami >> dissi urlando
guardai mia madre e anche lei era in lacrime, spaventata da tutta quella situazione..
<< per favore Robert lasciala >> disse mentre lo teneva da un braccio..
<< no, lei deve curarsi..>> disse guardandomi per poi mollare la presa dal mio braccio
poi la porta si aprii e mio zio David appena vide i miei rimase impalato sulla porta
<< che è successo?? >> chiese avvicinandosi a me, e notando le dita della mano di mio padre sul mio braccio, che cominciava a farmi male..
<< perchè non ci sediamo e parliamo tranquillamente? >> disse mio zio andandosi a sedere sul divano in pelle bianco
<< non ce niente da dire >> disse mio padre seguendolo
mi madre mi si avvicinò, mi abbracciò e anche noi ci andammo a sedere
<< senti Robert penso che per Loren sia un'opportunità per riprendere in mano la sua vita restando qui, dove tutto è iniziato, io credo che lei possa davvero guarire, ma se la porterai via..>> si interruppe perchè suonarono alla porta
andò ad aprire mia madre..
<< oh Andreas da quanto tempo..>> disse mia madre
<< signora Schmitz, come sta? La trovo in forma >>
<< oh sempre gentile , vieni entra >>
arrivati in sala, mia madre annunciò la visita di Andreas
<< Andreas come mai sei qui? È successo qualcosa..? >> chiese mio zio
mi alzai in piedi
<< è venuto a prendere a me, dovevamo uscire a mangiare qualcosa insieme >> dissi mentre con una mano mi asciugavo il viso
<< ah >> fu la risposta di mio zio
mio padre si alzò e salutò anche lui Andreas
<< Andreas, scusa ma credo che dovremo rimandare >> dissi sul punto di piangere di nuovo
<< ok tranquilla..ti chiamo più tardi..>> disse con un sorriso
<< ma no, vai Loren >> disse mia madre che mi salvò da quella situazione
corsi ad abbracciare mia madre e le sussurrai un grazie
salii un attimo per rifare il trucco e scesi di sotto
<< possiamo andare >> dissi sorridendo ad Andreas
quando fui fuori tirai un respiro di sollievo per essere finalmente uscita da quella casa
<< tutto bene? >> mi chiese preoccupato il mio accompagnatore
<< molto meglio..lo sai mi hai salvato >> dissi ridacchiando
<< si l'angelo custode, dai su sali in macchina >> disse sorridendo
salii sulla sua BMW 330 M3 nera
<< wow...che macchina >>
<< bella né?! >>
annuii
<< bene scegli tu dove andare a mangiare >> dissi allacciandomi la cintura
<< ok, allora andremo al Fast Food >> disse ridendo
<< eh? E perchè proprio li?>> chiesi divertita da quella scelta
<< come non ti ricordi? Anche prima che partissi siamo andati li, mi sembra un bel modo per darti il benvenuto, non credi? >>
<< già hai ragione.. >> dissi sorridendo
per tutto il tragitto non feci altro che cantare le canzoni che passavano alla radio, sotto lo sguardo divertito del mio migliore amico

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