Strani avvertimenti in casa Potter

di Saretta Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presagi di Magia ***
Capitolo 2: *** Verso la libertà! ***



Capitolo 1
*** Presagi di Magia ***


Albus Severus Potter poteva sembrare un qualsiasi ragazzino considerato dal punto di vista fisico. Magro, anche troppo per la sua età, con dei bellissimi occhi verdi e capelli neri, si aggirava per la casa tenendo in mano una misteriosa mappa che aveva trovato nella soffitta quella stessa mattina. Era vuota, ma lo incuriosiva parecchio. Non sapeva cosa sentisse, ma ogni volta che la toccava avvertiva una strana sensazione, una sensazione che lo faceva rabbrividire.

Non era un caso, comunque, che, da sempre, il piccolo Potter veniva considerato dai vicini come strano, visto il suo carattere solitario. Di solito non usciva mai a giocare nel giardino assieme ai suoi “amici” vicini, che ormai avevano perso la sua fiducia. Anche loro, che avevano adottato lo stesso comportamento dei genitori, lo giudicavano come “anormale”, un termine che, stranamente, al ragazzo suonava bene. Non gli piaceva essere come chiunque in quel luogo, non voleva stare appiccicato alla televisione in ogni momento della giornata sorseggiando continuamente coca-cola, e una voce dentro di sé gli diceva di non prendere mai esempio dalle persone che lo circondavano. Così era la gente di quel luogo: pigra, presuntuosa, prepotente. Albus era davvero stanco di essere preso in giro ogni santo giorno, e ogni volta che gli impiccioni (così li chiamava lui) provavano a toccarlo, se ne tornava perfettamente tranquillo in casa, dalla madre. Ginny Weasley, così si chiamava. Nell'ultimo periodo, poi, Albus Severus se ne stava rinchiuso in camera ad osservare incantato quella vecchia pergamena. Gli piaceva il silenzio, adorava essere lasciato in pace a risolvere da solo i suoi misteri. Ne aveva risolte tante, di cose strane, ma con quella pergamena non ci riusciva.

Continuava a guardare, ma invano. Non capiva cosa potesse davvero essere. Ormai, lui stesso si sentiva diverso da tutti gli altri, esclusa la sua famiglia. Quando, poi, si stancò di non capire più niente, si avvicinò, silenzioso come sempre, a suo padre, il famoso Harry Potter, la fotocopia perfetta del ragazzino. Suo padre era un tipo strano, come lui, e, infatti, non appena vide la pergamena tra le mani del figlio, si incupì. Però non gli disse il solito “Buongiorno!” accompagnato da un bacio, ma un “Buon compleanno!”. Già. Il suo compleanno. Se ne era completamente dimenticato! Per la gente che circondava la casa n 4 di Privet Drive, la famiglia Potter era davvero stranissima. Persino il loro modo di festeggiare era divero dal normale: una semplice festa dentro casa senza amici. Ma ai fratelli piaceva così. Albus venne accolto dai fratelli (James Sirius, il maggiore, e Lily Luna, la minore di tutti e tre) e dai genitori con grande gioia. Sorrise alla sua famiglia, ma notò qualcosa di insolito nei festeggiamenti. “Già”, si disse. “In questo periodo è tutto strano!”. Aggrottò le sopracciglia. La cucina era addobbata con delle scritte tipo: “Tanti auguri, Maghetto!” e con dei simboli mai visti, dei simboli che gli davano la stessa sensazione della Mappa: erano degli Stendardi con quattro colori e quattro disegni. Nella parte rossa era disegnato un leone, nella parte blu un corvo, nella gialla un tasso, e nella verde un serpente, l'animale che più lo metteva a disagio. Al centro dell'immagine, spiccava una lettera di colore bianco: una H.

La cosa più strana, però, era una insolita lettera avvolta da una pergamena e piena di inchiostro verde stesa elegantemente sul tavolo.

Albus (soprannominato Al), sgranò gli occhi davanti a quella scena tanto bella ma tanto strana.

Come preso da una morsa di agitazione al petto, sentì vagamente delle parole che mai si era immaginato di sentir dire da suo padre: “Benvenuto nel mondo dei Maghi. Hogwarts ti aspetta.”

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Capitolo 2
*** Verso la libertà! ***


Albus assunse una faccia perplessa davanti a suo padre, con lo scopo di rendersi preoccupato ai suoi occhi... Ma in realtà nessuno poteva mai immaginare che quello era il giorno più felice della sua vita.

Un mago? Il ragazzino non se lo aspettava proprio. Per di più, non aveva mai creduto nella magia, anche se quelle persone tanto speciali lo avevano sempre affascinato.

E adesso, adesso che tutto era reale... non gli sembrava più vero!

Ma lui sapeva che suo padre stava dicendo la verità, lui sapeva che non gli aveva mai mentito.

Infatti, ora che Albus ci pensava... Ron ed Hermione, i migliori amici di Harry, che tempo fa si erano sposati il giorno dopo suo padre e sua madre... non erano mai stati normali, e se ne era accorto quando aveva circa sei anni.

Papà... Dici sul serio?!”, riprese Albus dopo un momento di sgomento totale, che Harry sembrava aver notato.

Perché credi che ti ho chiamato così? Albus e Severus.. Dei nomi mai sentiti tra la gente di questo posto, vero? Quando ero bambino, quando avevo l'età tua, vivevo con degli zii che ho sempre odiato. Loro mi trattavano male, addirittura non mi consideravano proprio... Ma poi una sera, la sera del mio compleanno, un gigante di nome Hagrid venne a prendermi e mi portò in un posto che ho sempre amato. Quello è il nostro mondo, Al, solo quello. Questo posto si chiama Hogwarts. E, per farla breve, sì, è tutto vero. I maghi esistono veramente.”

Il ragazzino non si era mai sentito così felice. Gli parve, nel profondo del suo cuore, che conoscesse già Hogwarts, o, in ogni caso, l'aveva già sentito nominare dai suoi genitori.

E poi, suo padre non gli aveva mai raccontato il suo passato... Quando Albus gli chiedeva di sapere qualcosa, lui rispondeva che sarebbe venuto il giorno in cui avrebbe capito tutto. Eccolo, era arrivato. Il maghetto lo aveva percepito sin da quando si era alzato.

Ecco perché non mi avete mai portato alla scuola...”, disse Albus più a se stesso che ai suoi.

Già, non sarebbe servito proprio a niente.”

Stavolta fu sua madre Ginny a parlare, e la sua voce dolce lo fece trasalire.

E' così bella Hogwarts?”, chiese ad un tratto il ragazzo.

Lo scoprirai molto presto. E' arrivato il momento della partenza, Albus, e tornerai qui solo in estate. Ti ho comprato un baule, che sarebbe la tua valigia, e ho già sistemato tutte le tue cose.

Ora vieni, è il momento di farti vedere una cosa.”

Harry era davvero emozionato mentre parlava a suo figlio della sua scuola, del suo mondo... Gli sembrava di rivivere il periodo di quando aveva undici anni!

Albus seguì suo padre in preda a una tormenta di emozioni che si accalcavano nel suo cuore.

Arrivarono nel garage. Poi, Harry prese una strana asticella che aveva in tasca, un oggetto che il figlio non riusciva a identificare. Bacchetta. Una voce dentro al suo corpo giovanissimo che lo fece sobbalzare.

Il padre puntò l'oggetto verso una parte del garage vuota.

Il maghetto si chiese cosa ci fosse nascosto, lì.

Quindi, dopo un attimo di concentrazione, il trentenne disse delle parole che Al non comprendeva. Magia, suo padre stava compiendo una delle poche cose che mai si sarebbe aspettato da lui.

Poi, all'improvviso, una macchina color azzurro trasparente si materializzò davanti ai loro occhi.

Il ragazzino sgranò gli occhi.

E' una macchina volante. Apparteneva alla famiglia di Ron, che ha deciso di regalarcela come regalo di nozze. Sicuramente è l'oggetto a cui tengo di più perchè rappresenta parte del mio passato. Con questa ti porterò in un posto dove comprerai i tuoi oggetti da mago.”

Albus non potè fare a meno di ammirare la macchina, di cui mai aveva scoperto l'esistenza. Eppure, ogni volta che passava da lì, avvertiva una strana sensazione. Percepì una grande emozione quando il padre gli disse che avrebbe posseduto degli oggetti dei maghi. Aveva sempre sognato di possedere qualcosa di quel genere.

Avrò anche quella cosa che hai in mano ora?”, chiese il ragazzo incuriosito.

Certo. Un mago non esiste senza la propria bacchetta.”

Albus fu invaso da una certa sicurezza. Poi, senza neanche rendersene conto, esclamò: “Sono pronto.”

Harry rimase entusiasta dalle parole del figlio, mentre lo accompagnava sulla macchina volante verso la libertà.

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