Il Ciclo Della Luna Piena

di evenstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SETTEMBRE ***
Capitolo 2: *** OTTOBRE ***
Capitolo 3: *** NOVEMBRE ***
Capitolo 4: *** DICEMBRE ***
Capitolo 5: *** GENNAIO ***
Capitolo 6: *** FEBBRAIO ***
Capitolo 7: *** MARZO ***
Capitolo 8: *** APRILE ***
Capitolo 9: *** MAGGIO ***
Capitolo 10: *** GIUGNO ***
Capitolo 11: *** LUGLIO ***
Capitolo 12: *** AGOSTO ***



Capitolo 1
*** SETTEMBRE ***


SETTEMBRE

 

Lupin si stava dirigendo verso l'enorme portone di quercia della sala d'ingresso di Hogwarts, mancava ormai pochissimo al sorgere della luna e doveva fare in fretta. Si fermò di scatto, la mano già sulla maniglia, sentendo dei passi affrettati dietro di sé. Si girò verso lo scalone che portava ai piani superiori del castello e vide Tonks corrergli incontro, saltando gli ultimi due scalini e rischiando di cadere, atterrando sul pavimento di pietra.

- Che cosa ci fai tu qui? - le chiese brusco.

- Vengo con te, - rispose lei semplicemente.

Lupin la guardò allibito, non credendo alle sue orecchie. - Scusa, credo di non aver capito bene, - le disse lasciando la maniglia e voltandosi completamente verso di lei in modo da fronteggiarla direttamente.

- Hai capito benissimo invece, vengo con te.

- Scherzi vero? Guarda che non ho tempo adesso, sono già in ritardo, voglio essere lontano al sorgere della luna, - le rispose girandosi di nuovo verso l'uscita.

Tonks fece una passo, seguendolo. - Ho detto che vengo con te!

- Ma sei uscita di testa? - sbottò lui girandosi di scatto e ritrovandosela davanti, lei lo fissò negli occhi e fece un passo indietro. Non aveva mai visto Lupin arrabbiato, ma adesso sembrava furioso.

- Voglio venire Remus, non ho paura.

- Ma cosa vuol dire che non hai paura? Lo sai che quando mi trasformo non riconosco più nessuno. Ti ucciderei senza neanche rendermene conto.

Lei scosse la testa. - Non credo che sia così.

- Come sarebbe non credi che sia così? Certo che è così.

- Allora come mai non hai ucciso Sirius o James o Peter?

- Perché erano trasformati e in grado di difendersi da me.

- Peter? Ma se era un topo, - disse lei con tono ironico, guardandolo con gli occhi lucidi per l’eccitazione, sapeva di aver ragione.

- C'erano James e Sirius che mi tenevano sotto controllo.

- Non li hai mai attaccati, o li avresti contagiati, anche da trasformati.

- Solo se li avessi morsi, cosa che non è successa solo per pura fortuna. Sono stato un incosciente, ma ero giovane.

- Volevano starti vicino, perché a me non lo permetti?

- Te l'ho detto sono stato un imprudente, non ho intenzione di ripetere gli stessi errori di quando ero un ragazzo.

Lei lo fissò negli occhi, la rabbia era svanita improvvisamente come era insorta, ora lo sguardo di Remus esprimeva solo tristezza.

- Capisco quello che volevi fare, e ti ringrazio, - le disse alzando una mano come se volesse accarezzarle il volto. - Ma non te lo permetterò, - concluse tirando fuori la bacchetta e, muovendola senza che lei potesse fare nulla per difendersi, mormorò. – Stupeficium.

Tonks barcollò schiantata, Lupin la prese tra le braccia facendola appoggiare al freddo pavimento di pietra della stanza, poi mosse di nuovo la bacchetta facendone uscire una nube argentea che prese forma, muovendosi verso le scale. - Avvertirà Silente, - le disse fissando il patrono che si muoveva rapido per lo scalone, diretto verso l’ufficio del preside. - Ti verrà a prendere e impedirà che tu faccia sciocchezze per questa notte, - concluse girandosi, dopo averle lanciato un ultimo sguardo.

Tonks sentì gli occhi bruciarle e una lacrima di rabbia e impotenza scivolarle lungo la guancia.

- Mi dispiace, - disse solo lui prima di uscire nel parco illuminato ancora solo dalla luce delle stelle..

Lei rimase a terra per qualche minuto, poi sentì dei passi provenire dal piano di sopra e vide Silente comparire dalle scale, sul volto un espressione indecifrabile. – Innerva, - mormorò il preside agitando lievemente la bacchetta.

Appena fu possibile Tonks si alzò in piedi, senza staccare gli occhi da quelli azzurri dell’uomo che le stava di fronte, aspettando che la rimproverasse per quello che aveva appena cercato di fare, ma lui rimase in silenzio e poi inaspettatamente sorrise.

- Mi dispiace ma per questa notte ho promesso che non ti avrei fatto uscire dalla scuola.

- Dovrei tornare a casa, - disse lei piano.

- Temo che dovrai rimanere qui fino a domani mattina, - le rispose Silente, ma senza usare un tono di rimprovero, sembrava anzi dispiaciuto.

- Ma...

Silente fece un gesto con la mano, impedendole di proseguire. - Permettimi di offrirti almeno una tazza di thè, - disse allungando il braccio e poggiandolo sulla spalla della ragazza, lei annuì e seguì l’uomo per le scale, fino al suo ufficio. Passarono qualche ora a chiacchierare, senza mai fare riferimento a quello che era successo quella notte però, infine Tonks fu scortata in una stanza libera della scuola e li rimase per il resto della notte.

 

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Capitolo 2
*** OTTOBRE ***


OTTOBRE

 

Lupin scivolò verso il portone della sala d'ingresso di Hogwarts ormai deserta, la luna sarebbe sorta entro un'ora e, come il mese precedente, voleva trovarsi nella Foresta Proibita quando fosse successo. Questa volta era sicuro che Tonks non avrebbe cercato di seguirlo, l'aveva lasciata con Bill Weasley, pregando il ragazzo di tenerla d'occhio per quella notte. Uscì rabbrividendo al vento freddo che si era levato nelle ultime ore, diretto verso gli alberi che si stendevano a perdita d'occhio oltre il parco del castello.

 

Tonks fece capolino dall'armadio delle scope nell'atrio del castello, spiando le mosse dell'uomo. Era riuscita a convincere Bill a lasciarla sola a casa sua, promettendogli che se ne sarebbe rimasta tranquilla. Le dispiaceva di aver tradito la fiducia del ragazzo, ma aveva dovuto farlo.

Quando vide Remus aprire il portone e uscire nella notte si arrischiò a lasciare il suo nascondiglio per seguirlo. Si tenne a distanza di sicurezza, rimanendo sulla porta e guardandolo dirigersi verso gli alberi. Lo avrebbe perso di vista di sicuro, ma non importava, contava sul fatto che lui l'avrebbe ritrovata.

 

Man mano che avanzava tra gli alberi la foresta prendeva vita attorno a Lupin; gli animali, sentendo il rumore prodotto dai suoi passi, si muovevano nell'oscurità lanciando richiami striduli. Dopo aver camminato per quasi un quarto d'ora, il mago sbucò infine in una radura, alzò gli occhi al cielo e la luce della luna piena gli illuminò il volto, dando inizio alla trasformazione.

Fu invaso da mille sensazioni che gli giungevano dai suoi sensi di lupo, più sviluppati: vide i piccoli animali rintanarsi nelle loro tane, fiutando la nuova minaccia e gli uccelli alzarsi in volo, abbandonando la radura. Lupin fissò la luna e lanciò un ululato che echeggiò nella notte.

 

Tonks era arrivata alla capanna di Hagrid, la luce delle lampade che ardevano all'interno filtrava attraverso le pesanti tende alle finestre, illuminando fiocamente l'area tutt’intorno. Per un secondo la ragazza ebbe l'istinto di lasciare perdere, avrebbe potuto bussare alla porta e poi inventarsi una scusa per essere lì, fermandosi dal mezzo gigante per la notte e andandosene poi tranquillamente la mattina dopo, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Ma poi rivide nella mente l'espressione di Remus il mese prima, quando l'aveva guardata con tristezza prima di uscire nella notte, la stessa espressione che tante volte gli aveva letto nel volto segnato e che l'aveva portata a decidere che non l'avrebbe mai più lasciato solo.

Non aveva attaccato i suoi amici e non sarebbe successo con lei.

E se si fosse sbagliata, pazienza.

Non le importava.

Vide la luna uscire da dietro le nuvole che viaggiavano veloci, spinte dal forte vento. Le cime degli alti alberi si muovevano con un rumore sordo e continuo, udì l'ululato del lupo, il solo richiamo al quale, si diceva, avrebbe risposto Remus per quella notte. Rabbrividì, ma continuò ad avanzare per il sentiero, facendosi luce con la bacchetta, fino a ritrovarsi nel cuore della foresta. Non un suono interrompeva il sibilare del vento, il bosco sembrava essere stato abbandonato da ogni forma di vita.

 

Lupin alzò il muso annusando l'aria portata dal vento, un odore nuovo era giunto fino a lui, un odore che non si aspettava di sentire, ma che gli fece drizzare i peli.

Odore di essere umano.

E di paura.

Si mosse rapidamente verso la fonte di quell'odore, i rami lo graffiavano, ma lui non vi badava, troppo intento a non perdere la traccia. Correva scavalcando tronchi di alberi abbattuti, rigagnoli paludosi, non facendo neanche caso ai piccoli animali che imprudentemente lasciavo i loro rifugi, incuriositi dal rumore che produceva. Si fermò quando sentì di essere vicino, acquattandosi dietro un grosso tronco, spiando nell'ombra la figura indifesa che avanzava ignara verso di lui. Piegò le zampe posteriori, pronto al balzo.

 

Tonks aveva ormai perso l'orientamento, all'inizio aveva cercato di fare poco rumore, poi si era resa conto che quello che voleva era trovare Lupin, o fare in modo che lui trovasse lei, per cui aveva abbandonato ogni precauzione, non curandosi più dei rametti che spezzava avanzando nel sottobosco, né tanto meno della luce fredda che la sua bacchetta proiettava nella notte. Aveva paura, sentiva il cuore martellarle nel torace, ma continuò ad avanzare decisa. Non si sarebbe tirata indietro, Lupin aveva bisogno di qualcuno che stesse al suo fianco, lui stesso glielo aveva fatto capire con i suoi sguardi, in cui si mescolavano il folle desiderio di non essere più solo e il terrore che questo potesse capitare. Si bloccò, le sembrava di aver visto un'ombra davanti a sé muoversi, rimase ferma, aspettando.

 

Lupin vide la ragazza fermarsi, non era più in grado di rimanere in attesa, l'odore di carne era troppo forte perché potesse resistere, lo attirava inesorabilmente verso la sua preda. Spiccò un balzo colpendola in pieno al petto e facendola cadere per terra, la ragazza emise un grido acuto, Lupin fu scagliato via da lei dalla sua stessa inerzia. Si girò in modo da averla davanti a sé, Tonks rimase sdraiata, paralizzata dalla sorpresa, Lupin prese a girarle attorno, senza mai distogliere gli occhi da lei.

- Remus? - chiese piano. - Remus sono io, Tonks, - sussurrò lei, tendendo lentamente una mano verso il lupo.

Lui parve in un primo momento avvicinarsi per annusarla, ma poi scattò e di nuovo si scagliò contro di lei. Tonks batté la testa contro il terreno, fortunatamente l'impatto fu attutito da foglie secche ed erba, ma lo stesso per un attimo le tolse il fiato. Cercò di liberarsi, ma lui era troppo pesante, le rimase addosso, schiacciandola al suolo, sentì il naso freddo del lupo che l'annusava, strusciandole sulle braccia e poi sul volto.

Lo vide ringhiare e poi aprire le fauci, pronto a sbranare la sua vittima

- Remus, sono io. Ti prego.

Il lupo alzò un po' il muso, continuando ad annusare la ragazza, poi si allontanò da lei di scatto.

Tonks si tirò su rimanendo seduta per terra. - Lo sapevo che mi avresti riconosciuta, - disse allungando di nuovo la mano.

Il lupo ricominciò a ringhiare ma poi si girò e si allontanò di corsa.

- Remus, - urlò vedendolo scappare via, ma lui non si fermò. Tonks rimase un po' seduta, poi prese a  girellare per la foresta; ben presto si rese conto che non aveva nessuna possibilità di ritrovarlo, a meno che lui non avesse voluto farsi trovare. Decise di tornare indietro, si sentiva la testa martellare per la botta che aveva preso e non riusciva a procedere nel sottobosco, continuando ad inciampare sulle radici degli alberi e sui cespugli che le sbarravano la strada. Finalmente arrivò ai limiti della Foresta Proibita, si girò un'ultima volta indietro, ma per quella notte non rivide più il lupo.

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Capitolo 3
*** NOVEMBRE ***


Vorrei ringraziare tutti voi che avete lasciato un commento sulla ff, sapere che la storia vi sta piacendo per me è una grossa soddisfazione. Proverò di sicuro a seguire i tuoi consigli, cucciola, e rileggere quanto ho già scritto, in effetti un paio di idee si stanno già formando;)

Per questo mese siamo ancora in una fase un po’ di stallo, anche se passi avanti se ne fanno, il vero cambiamento si ha da dicembre. Non l’ho scritto prima ma l’idea per il racconto mi è venuta leggendo una storia di Stephen King, è da lui che ho preso l’idea della storia a mesi, anche se il suo lupo mannaro era un tantino più violento del “mio”.

Altra precisazione, avrete notato che Remus si trasforma in un lupo... diciamo normale, la versione del film in cui diventa quella specie di coso su due zampe non mi piace per niente.

E ora la pianto.. buona lettura

NOVEMBRE

 

Lupin uscì dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts diretto verso il Platano Picchiatore. La sera era umida e fredda, una pesante nebbia aleggiava sul parco del castello, rendendo l’atmosfera circostante quasi surreale. La capanna di Hagrid e i primi alberi che limitavano i confini della Foresta Proibita erano solo dei contorni indistinti, niente più che sagome nere nella notte. Lupin arrivò a fatica al platano, prese un lungo bastone e con questo raggiunse il nodo alla base del tronco che lo faceva immobilizzare il tempo necessario per potervi passare sotto. Entrò nel passaggio che conduceva alla Stamberga Strillante. Per questa volta aveva deciso che si sarebbe trasformato alla vecchia casa, non serbava il ricordo di quello che era capitato il mese precedente, ma sentiva che era successo qualcosa e preferiva rimanere lontano dalla foresta per qualche tempo, inoltre la leggenda sulla casa andava alimentata, se la gente di Hogsmeade voleva continuare ad avere nel suo territorio la casa più infestata di spettri di tutta l'Inghilterra.

Raggiunse la stamberga, il pavimento era coperto di polvere, i vetri delle finestre erano sparsi ovunque, ma queste erano state già da tempo inchiodate con assi di legno e ogni accesso alla casa, fatta eccezione per quello dal platano, era stato stregato in modo da non essere percorribile da alcuno.

Lupin fu invaso dai ricordi, una moltitudine di scene gli scorrevano nella mente riportando alla memoria i volti e le emozioni del suo passato. Scosse con forza la testa e si diresse verso il centro della stanza, aspettando il sorgere della luna.

 

Tonks questa volta non aveva paura, il lupo l'aveva aggredita il mese precedente, questo era vero, ma poi l'aveva riconosciuta e non l'aveva morsa né ferita in alcun modo. Aveva solo dovuto spiegare a colleghi e amici i graffi sulle braccia e sul volto che si era procurata nella foresta, ma avevano tutti creduto alla storia della caduta dalle scale. Uno dei pochi vantaggi che aveva dall’essere considerata una irrimediabile pasticciona.

Questa volta comunque sarebbe stato diverso, si sarebbe fermata con lui tutta la notte e al mattino Lupin si sarebbe finalmente convinto a farla rimanere durante le notti di luna piena.

Uscì dal castello diretta verso il Platano Picchiatore, lo aveva visto dirigersi da quella parte qualche minuto prima, lei sarebbe entrata solo a luna sorta, sempre che avesse scoperto come fermare il movimento continuo dei rami. Si avvicinò all'albero, aveva visto Lupin da lontano fermarsi davanti ad esso, ma non era riuscita a vedere, dalla sua posizione, cosa avesse fatto per poterci passare sotto. Studiò la corteccia, era irregolare, piena di nodi, si avvicinò ancora di qualche passo senza accorgersi che in questo modo poteva essere colpita. L'albero si scosse, fece partire un grosso ramo verso la ragazza che non si rese conto di nulla finché non lo vide a pochi centimetri da lei. Venne colpita all'addome con forza, l'impatto le tolse il respiro e la scagliò lontano.

Tonks si rialzò a fatica, zoppicò di nuovo verso il tronco, stando attenta questa volta a tenersi fuori portata, dalla sua nuova posizione notò un ramo esile, ma piuttosto lungo, abbandonato a terra, poco distante da dove si trovava lei. Lo raccolse fissandolo, poi spostò lo sguardo al tronco, Lupin poteva aver usato quello per premere uno dei nodi e fermare il movimento dell'albero. Tentò di nuovo di avvicinarsi, un ramo le fu subito addosso ma questa volta lo vide arrivare e riuscì a chinarsi per evitarlo, provò a premere un nodo, ma non successe nulla, poi quello vicino, di nuovo senza risultato. Un ramo le piombò addosso colpendola violentemente su un braccio, facendola emettere un grido di dolore, si spostò di qualche metro e premette un altro nodo, mentre con la coda dell'occhio vide arrivare un ramo che puntava contro la sua testa; si buttò per terra chiudendo gli occhi e aspettando l'impatto.

Ma questo non arrivò.

Riaprì gli occhi e vide l'albero immobile, si tirò in piedi correndo verso l'apertura alla base del tronco e vi si gettò dentro proprio mentre l'albero riprendeva a muoversi.

Seguì il percorso alla tenue luce della bacchetta, fino a trovarsi davanti ad una porta di legno. Si sedette per terra, aspettando il momento per entrare.

 

Lupin sentì che la trasformazione era vicina, pochi attimi dopo la luna fece capolino nel cielo limpido, i suoi tratti cambiarono, il volto si allungò, le braccia si trasformarono in zampe, i muscoli si svilupparono e i sensi si affinarono. Sentì di nuovo l'odore di carne umana e questo lo fece agitare.

 

Ninfadora.

 

Si mosse dalla camera, seguendo i suoi sensi fino alla porta.

 

E’ Tonks.

Perché è venuta qui?

 

Ma poi si fermò, voltandosi e tornando da dove era arrivato.

 

Tonks decise che ormai era giunto il momento di entrare nella casa, aveva sentito gli scricchiolii delle assi del pavimento dietro alla porta, ma nessuno aveva aperto. Si alzò da terra e posò la mano sulla maniglia, girandola lentamente.

Si ritrovò in una stanza grande, il pavimento era completamente coperto di polvere tranne per una fila di impronte di scarpe che si dirigeva verso un'altra stanza, e una fila opposta di impronte di zampe che arrivava fino alla porta dalla quale lei era appena uscita, per poi ritornare indietro. Tonks fissò le orme senza capire, se il lupo l'aveva fiutata, come mai non era andato da lei?

Decise di seguire le impronte umane fino nell'altra stanza avanzando lentamente. Aveva ancora la bacchetta in mano, la mise via non intendendo comunque usarla, qualunque cosa fosse successa. Arrivò alla porta della stanza, la spinse e rimase sulla porta.

 

Lupin la stava fissando dalla parte opposta rispetto a dove si trovava lei, accucciato per terra. Tonks lo fissò stupita, sembrava che stesse tremando.

Il lupo era confuso, il suo istinto era quello di scagliarsi verso la ragazza, mordendola, ma c'era qualcosa, una voce…

 

E’ venuta per te.

Fermati.

Stai lontano da lei.

 

Che gli imponeva di non muoversi.

 

Lei si avvicinò piano, tendendo la mano davanti a sé. - Remus sono io, Tonks, - sussurrò.

Ormai era vicinissima a lui, lo vide fare un passo verso di lei, rabbrividì al contatto tra la sua mano e il muso del lupo e questo lo fece allontanare di nuovo. Si impose di stare calma, non era spaventata per quello che le poteva succedere, ma era terrorizzata dall'idea di non riuscire a conquistare la sua fiducia, voleva che lui la riconoscesse e che si fidasse di lei. Di nuovo allungò la mano, lui ringhiò piano ma poi le permise di passarla sul suo dorso, lasciandosi accarezzare per un attimo.

Tonks sorrise.

 

Non farle del male!

Allontanati da lei.

Vattene Tonks!

 

Il lupo si allontanò, rifugiandosi dalla parte opposta della stanza. La ragazza decise di non insistere oltre e si sedette per terra, senza muoversi.

Rimasero così per il resto della notte, ogni tanto il lupo si muoveva, facendo un giro per la stanza, senza mai avvicinarsi troppo. Lei rimase seduta ferma, anche quando le gambe iniziarono a intorpidirsi e formicolare per la posizione scomoda. Mano a mano che il cielo si schiariva Tonks sentiva che doveva prendere una decisione su cosa fare: la sua prima idea era quella di fermarsi fino a quando Lupin si fosse ritrasformato, per dimostrargli che si sbagliava, che con lui non correva alcun pericolo. Ma adesso non le sembrava più una buona idea, si era fatta strada in lei la consapevolezza che non le avrebbe mai permesso di rimanere con lui, ricordava lo sguardo che le aveva lanciato a Settembre, non solo rabbia, ma anche paura per quello che avrebbe potuto succederle. Inoltre le importava solo alleviare la solitudine del lupo e per farlo non era necessario che l’uomo sapesse cosa stava facendo. Decise quindi di andarsene poco prima del calare della luna, in modo che Lupin non serbasse il ricordo di quello che era successo.

Si alzò lentamente da terra, le gambe le formicolavano per essere rimasta tanto tempo immobile nella stessa posizione e il braccio, dove l'albero l'aveva colpita, le faceva piuttosto male. Cercò di non farci caso, mosse qualche passo per sciogliere i muscoli e mentre lo faceva vide il lupo avvicinarsi a lei. Si voltò verso di lui, guardandolo venire avanti, sentì un brivido, questa volta di piacere, scorrerle lungo la spina dorsale quando lo sentì strusciare il muso sul palmo della sua mano, cercando una carezza che lei non aveva avuto il coraggio di fare, per timore di farlo scappare di nuovo. Si diresse verso la porta, girandosi prima di uscire per guardarlo un ultima volta. - Ci vediamo alla prossima luna piena, - gli disse e sorrise quando il lupo le rispose con un ululato.

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Capitolo 4
*** DICEMBRE ***


Ed eccoci arrivati a natale, devo dire che questo è uno dei miei capitoli preferiti, spero che piaccia anche a voi. Per cominciare volevo ringraziare di nuovo tutti voi che avete ancora la voglia e la pazienza di leggere questa storia. In particolare dreams, kim black, Lu, Moony91, Sheila e CUCCIOLA_83 per le recensioni.

Tra l’altro Kim per quanto mi hai chiesto, Lupin verrà a sapere che Tonks sta con lui?... nei prossimi mesi direi che questa domanda troverà risposta ;) per la collocazione temporale della storia invece.. me lo sono chiesto anche io! Quando ho iniziato a scriverla non ci ho pensato, sono partita in quarta con loro due snobbando tutti gli altri, poi mi sono resa conto che esiste anche un resto del mondo.. quindi vediamo di fare il punto (così ci capisco qualche cosa anche io ;)) Silente è vivo e tornerà nei prossimi mesi. Sirius invece è già morto, quindi diciamo che come collocazione è alla fine del 5 libro ma non tenendo in considerazione il 6.

Buona lettura!

DICEMBRE

 

Era la vigilia di Natale, la neve cadeva da due giorni ininterrottamente ormai, imbiancando il paesaggio londinese. Al numero 12 di Grimmauld Place si erano ritrovati i Weasley al gran completo, Hermione, Harry, Tonks, Lupin e qualche altro membro dell'Ordine della Fenice che non aveva una famiglia con cui passare le feste.

Nella casa c'era una grande confusione: Tonks e Molly, frugando in soffitta in cerca di sedie, avevano trovato un vecchio grammofono che adesso suonava stentatamente le carole natalizie come sottofondo al vociare di tutti i presenti. Nell'aria c'era un'atmosfera di attesa per il Natale ormai alle porte, ma anche una nota di tristezza per l'assenza di quelle persone che erano state uccise nella continua lotta contro Voldemort.

- Ragazzi, tutti a letto, - la voce della signora Weasley si alzò sovrastando il frastuono della stanza.

- Mamma, non ci puoi mandare a letto, siamo maggiorenni, - sbottò Fred, voltandosi verso sua madre con sguardo corrucciato.

- Sarete anche maggiorenni, ma tra 10 minuti non voglio più vedere nessun Weasley in giro per la casa. E mi riferisco anche a voi due, - disse guardando Harry ed Hermione che stavano già intravedendo una possibilità di rimanere ancora qualche minuto a chiacchierare con Lupin.

- Guarda che non crediamo più a Babbo Natale, non c'è bisogno che ci mandi a letto presto, - disse George, in soccorso al gemello.

- Ho lavorato tutto il giorno per il pranzo di domani, sono stanca e voglio andare a letto, e non posso dormire con tutto questo chiasso. A letto. Subito.

- Possiamo fare un incantesimo alla porta, se vuoi, - si intromise Ginny.

Molly le lanciò uno sguardo truce che fece abbassare gli occhi alla ragazza. - Va bene, andiamo, - disse prendendo per un braccio Hermione e trascinandola nella stanza che condividevano al primo piano della casa.

Vedendo Ginny che alla fine cedeva alla madre, anche Ron ed Harry si avviarono su per la scala.

- Ehi? Ma che fate? - chiesero in coro Fred e George.

- Andiamo a dormire, - rispose Ron sconsolato.

- Filate anche voi due, - disse Molly.

- ...ma.

- Subito.

- Va bene, va bene, andiamo. Ma loro? - rispose Fred indicando Lupin e Tonks, che stavano in disparte, osservando curiosi la scena.

- Vengo con voi, - disse Lupin, salendo le scale dopo Harry. - Buona notte a tutti.

I gemelli lo seguirono guardandolo storto, sentendosi traditi, poi fu la volta di Tonks e dei coniugi Weasley.

 

Tonks si diresse verso la sua camera, chiudendosi la porta dietro le spalle, si sdraiò nel letto ancora vestita, aspettando il sorgere della luna. Senza accorgersene si appisolò, svegliandosi di soprassalto qualche ora dopo, nel cuore della notte, per un rumore che proveniva dalla soffitta che era direttamente sopra alla camera dove lei si trovava.

Qualcuno stava andando avanti e indietro, raspando sul pavimento.

Si alzò di scatto, dirigendosi verso la porta della sua camera, la aprì piano, per evitare che cigolasse. Cominciò a salire la rampa di scale che la separava dalla soffitta, lentamente, per non inciampare e aguzzando la vista in cerca di eventuali ostacoli. Non aveva osato usare la bacchetta per illuminare la strada, per non rischiare di svegliare qualcuno nella casa affollata. Arrivò al pianerottolo, fece un respiro profondo e mise la mano sulla maniglia della porta della soffitta, girandola.

Non successe nulla.

Il cuore della ragazza mancò un battito, lei cercò di controllare il respiro e riprovò.

Questa volta la porta si aprì cigolando, entrò lentamente cercando di vedere nel buio della stanza. Chiuse la porta alle sue spalle, appoggiandosi poi contro di essa e cercando con lo sguardo la forma del lupo. Avvertì un movimento in un punto imprecisato davanti a lei, si mosse in quella direzione. Un bagliore saettò nel buio, fu colpita duramente da qualcosa che la fece cadere a terra, ringhiando.

- Sono io, - disse solo lei, fissando gli occhi di ghiaccio del lupo.

 

Tonks.

E’ tornata.

Maledizione vattene finché sei in tempo.

 

Lupin continuò a ringhiare per qualche secondo, senza muoversi, poi lentamente si fece da parte, permettendo alla ragazza di mettersi a sedere sul pavimento. Tonks lo fissò dirigersi verso l'angolo più lontano della stanza

- Sono in ritardo, mi dispiace, mi ero addormentata, - disse rivolta verso di lui.

Il lupo continuò ad andare avanti e indietro, inquieto, ringhiando. Poi lanciò un ululato verso la finestra.

- Vorresti essere fuori vero? Ti capisco.

Si girò a guardarla, smettendo di ringhiare.

- Non ti posso fare uscire, lo sai vero? Posso solo stare qui a farti compagnia.

Sempre fissandola il lupo lanciò un altro ululato e ricominciò a muoversi ma solo in metà della stanza, infatti non si avvicinava mai alla ragazza.

- Perché fai così Remus? - chiese lei, più a se stessa che al lupo; le faceva male sentirlo lamentarsi in quel modo e vederlo così inquieto, sembrava che non riuscisse a sopportare le pareti della stanza che lo rinchiudeva.

Si avvicinò lentamente di qualche passo, andando a sedersi contro la parete in modo da poter appoggiare la schiena, il lupo la guardò e poi fece a sua volta qualche passo, andando ad accucciarsi un paio di metri davanti a lei.

- Vorrei poter fare di più, ma non so cosa. E non te lo posso neanche chiedere. Sai, mi piacerebbe vedere la tua faccia domani mattina, se scoprissi che ho passato la notte qui, con te, - disse sorridendo.

Il lupo piegò la testa come se avesse capito quello che stava dicendo. Dal primo piano giunsero i rintocchi della pendola, Tonks si scosse e , rendendosi conto che ormai era mezzanotte passata. - Buon Natale, Remus, - disse.

Rimasero fermi così per molto tempo, lei fissava il lupo, che finalmente sembrava essersi tranquillizzato e restava fermo, sonnecchiando. Voleva accarezzarlo e passare la mano tra il suo pelo, per riprovare quella scossa elettrica che aveva provato il mese scorso, quando lui le aveva appoggiato il muso contro il palmo. Tese il braccio lentamente verso di lui, tenendo il palmo aperto rivolto verso l'alto e rimase così, aspettando che lui facesse la mossa successiva. Il lupo aveva alzato la testa al suo movimento, tendendo le orecchie all'indietro, ma per il resto rimase immobile. Dopo alcuni minuti Tonks stava per abbassare la mano, rinunciando, quando il lupo si alzò, rimanendo fermo per qualche istante, poi le si avvicinò lentamente.

- Coraggio, non ti voglio fare del male, - gli sussurrò.

Il lupo tornò ad accucciarsi ma questa volta vicino alle sue gambe, Tonks abbassò la mano sulla sua testa, lo accarezzò dolcemente per qualche attimo, trattenendo il respiro e cercando di controllare il battito del cuore. – Grazie, - sussurrò tornando a incrociare le braccia al petto per cercare di scaldarsi. - Si muore di freddo qui dentro, la prossima volta mi devo portare dietro una coperta. Ricordamelo tu, lo sai che io sono un disastro per ricordarmi le cose, - disse a Lupin, che la stava fissando con sguardo attento.

Tonks finì per appisolarsi sul pavimento freddo della soffitta, si svegliò che già una pallida luce filtrava dalla finestrella. Non rendendosi conto di quello che faceva scattò in piedi, il lupo, che a sua volta si era appisolato, reagì d'istinto allontanandosi da lei rapidamente e nel farlo le graffiò la gamba con gli artigli della zampa anteriore.

Tonks lanciò un grido di dolore afferrandosi il polpaccio sanguinante, il lupo si andò di nuovo a rintanare nell'angolo opposto, ringhiando.

 

L'hai ferita.

Non doveva rimanere con te.

Potevi ucciderla.

Come hai potuto?

 

La ragazza alzò gli occhi, fissandolo muoversi di nuovo irrequieto per la stanza. – E’ stata colpa mia Remus, non avrei dovuto scattare così, - disse come a rassicurarlo. – E’ solo un graffio.

Il lupo non la stava ascoltando, continuando ad andare avanti e indietro, ringhiando e ululando. - Non fare così, per favore, - disse lei, poi si girò verso la finestra fissandola agitata. - Devo andare adesso. Ma torno il mese prossimo. 

Di nuovo il lupo ululò, ma al contrario del mese precedente sembrava un ululato di dolore.

Tonks uscì rapidamente dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, zoppicando scese le scale e riuscì ad entrare nella sua camera senza essere vista. Si sedette sul letto, puntandosi la bacchetta sulla gamba e fermando il sangue. Per fortuna non era un taglio profondo, non sarebbe neanche rimasta la cicatrice. Si infilò il pigiama, si mise sotto le coperte cercando di riscaldarsi e si addormentò.

 

- Tonks, stai ancora dormendo? TONKS! - sentì martellare alla porta, la signora Weasley stava per buttarla giù a furia di bussare.

- Entra Molly, - biascicò lei, tirandosi a sedere sul letto, dolorante.

- Stai male? - le chiese Molly appena la vide. - Hai una faccia terribile.

- Grazie. Comunque no, non sto bene, credo di essermi presa un'influenza.

- Mi dispiace. Rimani a letto, ti porto una pozione che ti rimetterà in piedi in poco tempo.

- Grazie, ma non ti devi disturbare.

- Nessun disturbo. Buon Natale.

- Ottimo, - sussurrò lei, ma poi le rispose. - Buon Natale anche a te. Fai gli auguri a tutti da parte mia.

Si rimise a letto, cercando di riaddormentarsi, sentiva la testa pesante e tutte le ossa rotte, in più la gamba le dava fastidio, pulsandole.

- Posso entrare? - una voce dolce dalla porta la strappò di nuovo dal sonno. - Scusa, non ti volevo svegliare, non credevo che stessi dormendo.

- Remus, - Tonks si rimise a sedere nel letto, facendo una smorfia per il male che l'aveva assalita con il movimento.

- Stai giù! - disse lui, avvicinandosi a lei e sospingendola di nuovo sdraiata, dolcemente.

- E’ una semplice influenza, niente di grave, devo aver preso freddo sta… ieri, - disse lei bloccandosi appena in tempo. Vide Lupin che la guardava perplesso, ma non fece domande. Si sedette sul letto sfiorandole nel farlo la gamba ferita, Tonks emise un gemito.

- Che cos'hai?- chiese preoccupato, alzandosi di scatto.

- Niente, siediti, - rispose spostandosi in modo da fargli posto sul letto. Lui si risedette lentamente, continuando a fissarla in volto.

- Ti fa male la gamba? - le chiese.

- No. Mi fa male ovunque. Ho tutte le ossa rotte.

- Ti ho portato la pozione Tonks, - Molly si era affacciata alla porta, con in mano un bicchiere colmo di un liquido rosso fumante. - Remus l'aiuti tu? Devo finire di preparare il pranzo.

- Certo, - disse lui, prendendo il bicchiere dalla mani della donna.

- Poi lasciala dormire un po', vedrai che per pranzo si sarà rimessa.

- D'accordo Molly, - rispose Lupin sorridendo, guardandola uscire dalla stanza. - Riesci a tirarti un po' su? - chiese poi a Tonks.

- Sì, non sono messa così male. Anche se dalla mia faccia sembra peggio di quello che è.

Tonks si mise a sedere e Lupin le tese il bicchiere. - Stai attenta, scotta.

- Grazie, - disse lei, prendendolo e bevendone un sorso. - Perché le cose che fanno bene sono sempre disgustose?

Lupin rise. - Non lo so, ma anche quella che prendo per la luna piena è terribile.

Tonks gli tese il bicchiere vuoto, lui lo prese e lo appoggiò sul comodino.

 - Grazie, - sussurrò lei scivolando di nuovo nel letto e rimettendosi distesa, vide che una ciocca di capelli era caduta sul volto di Lupin, allungò la mano e la scostò. Lupin si girò verso di lei fissandola incredulo, nella mente gli era balenata l'immagine, vista con occhi da lupo, della ragazza, seduta davanti a lui sul pavimento, che gli accarezzava la testa, ringraziandolo. Cercò di fissare l'immagine ma questa si dissolse improvvisamente come era arrivata.

Scosse la testa. - Cerca di riposare adesso, - disse alzandosi dal letto e andando alla porta.

- Buon Natale, Remus, - gli rispose lei, chiudendo gli occhi, sentendo che la pozione stava cominciando ad agire.

Di nuovo un’immagine balenò nella mente dell’uomo: Tonks in soffitta, che gli augurava Buon Natale, anche questa volta gli attraversò solo la mente, sfumando poi in una nebbia indistinta.

- Buon Natale, - sussurrò infine, uscendo e accostando la porta della camera.

 

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Capitolo 5
*** GENNAIO ***


Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui con un altro mese, questo è molto riflessivo e poco dinamico, con il prossimo la scena si movimenterà di più.Grazie alle mie 5 fedeli lettrici che continuano a seguire questa storia, ho superato il blocco e ci sono altri tre mesi pronti per essere postati, ma soprattutto commentati da voi, se c’è qualcosa che non vi convince, dubbi, parti che vi fanno letteralmente venire voglia di spegnere il pc fatemelo sapere mi raccomando.

Ciao evenstar

GENNAIO

 

Lupin si sentiva strano; negli ultimi mesi la luna piena non aveva più su di lui l'effetto che aveva avuto per tutta la sua vita. Era sempre dolorante dopo essersi trasformato, ma non come prima, sembrava quasi che durante la notte fosse più calmo. Da due mesi non si era più svegliato pieno di tagli e lividi, non era neanche più così stanco come capitava un tempo; in genere per la settimana dopo la luna piena si sentiva a pezzi, come se avesse fatto un enorme sforzo fisico, mentre adesso in un paio di giorni era come nuovo.

 

Quello che lo spaventava era che non riusciva a capire il perché tutto questo capitasse. Prendeva la pozione che lo faceva stare più tranquillo, ma l'aveva presa anche nei mesi precedenti; aveva passato la notte in una camera invece che nella foresta il mese prima, ma non era stata la prima volta. E poi c'erano quei flash che ogni tanto si affacciavano nella sua mente; non riusciva mai a focalizzarli bene, erano come stralci di sogni e invariabilmente la protagonista era Tonks. Aveva cercato di spiegare a se stesso quelle immagini con i sentimenti che provava per la ragazza, mano a mano che il tempo passava, infatti, si era reso conto di provare qualcosa per lei. All’inizio si era convinto che fosse solo affetto fraterno, ma con il passare dei mesi si era reso conto che quella era solo una pallida scusa. Si stava lentamente ma inesorabilmente innamorando e quindi pensava che fosse normale che la sua mente tornasse costantemente al ricordo di lei. Peccato che questo non spiegasse come mai in quelle immagini lui era sempre trasformato in lupo.

Oltre all'aspetto puramente fisico della trasformazione poi, c'era anche quello psicologico. Aveva sempre aspettato con un senso di angoscia la luna piena, era qualcosa che faceva parte della sua vita ma che non aveva mai accettato completamente, sempre considerandola come limitazione alla sua libertà, una limitazione che non gli aveva mai permesso di vivere una vita normale, ora invece era diverso. Non che aspettasse il plenilunio con trepidazione, ma per la prima volta non lo vedeva come un aspetto negativo, quella notte si sarebbe trasformato, e tutto sarebbe finito lì.

Era a Grimmauld Place, come il mese prima aveva preventivato di passare la notte nella stanza in cui Sirius aveva tenuto Fierobecco, ma al contrario della volta precedente la casa era vuota, tutti i membri dell'Ordine erano tornati nelle loro abitazioni, la famiglia Weasley era alla Tana, i ragazzi a scuola. Stava aspettando, seduto sul divano leggendo un libro alla luce delle fiamme del camino, quando sentì il rumore di una chiave che girava nella serratura della porta d'ingresso, girò la testa, aspettando di vedere chi sarebbe arrivato. Quando vide una massa di capelli rosa muoversi nell'ingresso scattò in piedi.

- Tonks.

- Ciao Remus, - disse lei, fermandosi sulla porta della sala e fissandolo.

- Ciao. Che cosa ci fai qui?

- Oh, io, ehmm, - la ragazza arrossì violentemente. - Non credevo che ci fosse qualcuno, - disse alla fine.

- C'è luna piena sta sera, - disse lui semplicemente.

- Ah, non lo sapevo, - rispose con finta indifferenza, cercando si riprendere il controllo in modo che il volto e i capelli non la tradissero, diventando rosso fuoco.

- Non mi hai risposto, - le disse Remus, fissandola a sua volta con sguardo curioso.

- Si è rotto il riscaldamento a casa mia, - inventò lei, non sapendo che scusa usare.

Lui lo guardò alzando un sopracciglio, poco convinto. - Ti fermi a dormire qui?

- Se per te non è un problema, sì, - mormorò lei.

- No, nessun problema, - rispose piano, risedendosi al suo posto e riprendendo in mano il libro che aveva appoggiato sul tavolo.

Tonks si diresse verso la poltrona vicino al fuoco e vi si sedette, allungando le mani per scaldarsi. -Fuori si gela questa notte, - disse rabbrividendo. - Mentre venivo qui ha iniziato anche a nevicare.

- Davvero?- disse lui distrattamente, con tono di educato interesse, sempre leggendo, poi all'improvviso sentì nella mente la voce di Tonks, anche se sembrava in qualche modo diversa da quella che era solito ascoltare, gli stava chiedendo qualcosa, qualcosa che aveva a che fare con il freddo e con… una coperta.

- Ti… - cominciò bloccandosi non sapendo poi bene come continuare.

- Cosa?

-  ...ti dovevo ricordare di prendere una coperta? - disse fissandola stranito.

Tonks sussultò a quelle parole, se n'era completamente dimentica, ma anche lui avrebbe dovuto dimenticarsene. - Scusa, non ti seguo, - riuscì a dire, cercando di controllare un tremito nella voce.

- No, niente lascia stare, - rispose l'uomo, scuotendo la testa scacciando il ricordo, chiuse il libro. -Sarà meglio che vada, si è fatto tardi, - si fermò a guardarla, con sguardo penetrante. - Lo sai vero che devi startene nella tua camera sta notte, chiudendo la porta; se poi ci mettessi qualche incantesimo sarebbe meglio.

- Lo so che non mi vuoi avere tra i piedi, - gli rispose.

- Non…non è quello.

- Lo so. Stai tranquillo, non mi succederà nulla questa notte, sono al sicuro qui.

Lui annuì, dirigendosi verso le scale e salendo fino alla soffitta.

Tonks aspettò ancora un’ora prima di seguirlo, per essere sicura che la trasformazione fosse avvenuta; prima di andare al piano superiore passò da una camera, prese una coperta da un letto e la portò con sé.

Arrivò alla soffitta e per un attimo fissò la porta, provò la maniglia ma questa non girò, Lupin l'aveva chiusa a chiave. Estrasse la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans e la punto contro la serratura mormorando. – Alohomora.

Riprovò ad aprire, questa volta la maniglia cedette e la porta si aprì sull’oscurità della stanza. Tonks sussurrò. – Lumos, - in modo che la bacchetta facesse un alone debole di luce attorno, poi la posò a terra, vide davanti a sé il lupo che la fissava, immobile.

 

Lupin aveva sentito qualcuno muoversi fuori dalla porta e aveva subito riconosciuto l'odore della persona che stava per entrare. Ma al contrario delle prime volte, in cui quell'odore aveva fatto nascere il lui l'istinto di mordere e assalire, ora lo aveva portato a tranquillizzarsi. Aveva imparato a riconoscere la ragazza, ad averla intorno durante la notte; le prime volte aveva sentito una voce nella sua mente di lupo che gli intimava di starle lontano e aveva dovuto sostenere una feroce battaglia tra il suo istinto e quell'ordine che gli veniva intimato e che lo bloccava. Aveva ringhiato contro di lei, allontanandola e allontanandosi per non esser costretto a sentire quella voce continua nella testa. Poi con il tempo si era abituato alla sua presenza, seguire gli ordini della voce era stato sempre meno doloroso finché alla fine non aveva più sentito l'istinto di assalirla, avrebbe attaccato qualunque altro essere umano avesse fiutato e si fosse avvicinato a lui, ma non lei.

Da quando si era trasformato il lupo aveva preso a muoversi inquieto per la stanza, desiderando di uscire, di mordere, di potersi muovere in uno spazio più ampio di quello in cui era costretto, ma quando aveva sentito quell'odore si era tranquillizzato, aspettando che lei entrasse.

- Ciao Remus, - gli disse facendosi avanti lentamente e poi fermandosi a pochi passi da lui. Il lupo trotterellò verso di lei, andandole vicino, Tonks si abbassò appoggiando un ginocchio a terra e allungando la mano verso di lui, accarezzandolo senza che lui desse segno di voler evitare il contatto.

- Ehi, che ti è successo? - chiese lei stupita dal suo comportamento, non l'aveva mai visto così docile, in genere le ringhiava contro all'inizio e ci voleva sempre molto tempo perché si facesse avvicinare. - Sei in vena di coccole?

Il lupo si mosse, allontanandosi da lei e, andando verso la bacchetta, la prese e la portò nell'angolo opposto della stanza, lasciandola poi cadere e accucciandosi sul pavimento lì vicino. Tonks prese la coperta e lo seguì, ne mise metà sul pavimento, sedendocisi sopra, l'altra metà se la mise addosso, avvolgendosi completamente, mentre il lupo la fissava con gli occhi azzurri fissi su di lei.

- Non mi fissare con quello sguardo, lo lavo domani mattina prima di rimetterlo a posto. La volta scorsa mi sono raffreddata a stare tutta la notte seduta per terra, lo hai visto anche tu.

Il lupo lanciò un debole ululato e poi tornò ad appoggiare il muso sulle zampe anteriori, Tonks lo fissò. - Certo che se tu sei quello che mi doveva sbranare alla prima occasione i fatti sono due, o sono io che ho su di te un effetto positivo e calmante, o sei tu che come licantropo non vali molto, - disse appoggiando la testa contro il muro e chiudendo gli occhi. Lupin si mosse piano, senza che lei si accorgesse di nulla le si avvicinò, appoggiando il muso sulle sue gambe. Al contatto inatteso Tonks aprì gli occhi di scatto, ma quando vide cosa era successo li richiuse, sorridendo.

Rimasero così per tutta la notte, sonnecchiando uno di fianco all'altra fino quando, al mattino, la ragazza se ne andò prima che la trasformazione avesse inizio.

 

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Capitolo 6
*** FEBBRAIO ***


Ed eccoci di nuovo qui, grazie infinite di nuovo a tutti voi che commentate, sono veramente contenta che la storia vi piaccia, tra l’altro l’ho finita in pratica, niente più blocco dello scrittore. Non vi anticipo nulla ma molte delle vostre domande troveranno risposta nei prossimi capitoli (ed è anche grazie ai vostri commenti che mi sono venute nuove idee, per cui grazie anche per quello ;) )

Buona lettura!

FEBBRAIO

 

Nonostante il freddo che continuava a stringere la sua morsa, Remus aveva deciso di passare la prossima luna piena nella Foresta Proibita, in modo da poter essere libero di muoversi e non essere costretto in una stanza. Lì infatti non avrebbe corso il rischio di aggredire qualcuno, dato che in  teoria la foresta era proibita agli studenti della scuola di magia, e poteva quindi girare liberamente, dando sfogo alla sua natura di lupo. Aveva quindi aspettato che la notte scendesse, rimanendo nella scuola, e ora che era giunto il tempo di uscire cominciava a pentirsi della sua decisione, fuori soffiava un vento gelido che faceva vorticare la neve, caduta fino a qualche ora prima.

Remus uscì nel parco tenendosi chiuso il mantello e piegando la testa alla forza del vento, diede un'occhiata distratta al lago, la superficie era gelata e di un colore scuro che rifletteva il cielo in tempesta, poi si diresse verso la capanna di Hagrid e il confine della foresta. Vide all'interno della capanna una luce calda che probabilmente proveniva dal fuoco acceso e fu invaso da una sensazione di solitudine e invidia per coloro che, in una notte simile, potevano rimanere tranquillamente nella loro casa, magari in compagnia della propria famiglia e degli amici. Poi però stranamente e senza che ci fosse un motivo valido, sentì quei sentimenti allontanarsi da lui, ed essere sostituiti da un senso di tranquillità e, quasi, di sicurezza. Si inoltrò tra i primi alberi sparendo tra di essi, diretto verso il cuore della foresta.

 

Per Tonks diventava sempre più difficile scoprire dove Remus avrebbe passato la notte di plenilunio, prima non avrebbe mai immaginato che cambiasse così spesso luogo, anche se, a pensarci, era abbastanza logico che avesse voglia di muoversi e non di rimanere sempre nello stesso posto. Per lei fare domande in proposito era sempre molto rischioso, doveva infatti cercare di sembrare quanto più casuale possibile: chiedere troppo presto poteva significare che lui avrebbe cambiato idea all'ultimo minuto, e chiedere all'ultimo minuto avrebbe probabilmente fatto insospettire l’uomo. Tutto sarebbe stato più facile se fosse riuscita a convincere Lupin a farla rimanere con lui, invece era stato più semplice farsi accettare dal lupo che convincere l’uomo.

Quello che le dava il coraggio di continuare era vedere che stava ottenendo dei risultati, e che non solo lei se n’era accorta. Aveva sentito Molly Weasley qualche giorno prima commentare con Lupin di come lo trovasse più disteso negli ultimi mesi, molto meno sciupato, anche, e soprattutto, dopo il plenilunio, e in quella occasione lui aveva confermato di stare effettivamente meglio.

Tutto quello di cui Remus aveva avuto bisogno era di qualcuno che non lo facesse sentire emarginato, qualcuno che fosse disposto a stare con lui durante la trasformazione, facendogli sentire che non era solo.

Lo avevano fatto James, Sirius e Peter ai tempi della scuola e adesso era compito suo, lo sapeva e sperava che anche lui, prima o poi, l'avrebbe capito.

 

- Devo andare Hagrid, grazie per il thè, - disse Tonks alzandosi dalla sedia e prendendo il mantello che aveva appoggiato vicino al fuoco, per farlo asciugare.

- Sei sicura che non vuoi un biscotto, li ho fatti io stesso, - rispose lui, tendendogli un piatto enorme con una serie di bitorzoluti biscotti.

- No, ti ringrazio, devo andare, - sorrise lei, dando una carezza a Thor, che le si era arrampicato addosso quando si era alzata, leccandole la faccia.

- Stai lontana dalla foresta, - le disse Hagrid sulla porta. - In questo periodo è pericolosa.

- Ah, perché ci sono dei periodi in cui non è pericolosa? - chiese lei, sorridendo all’espressione stupita dell'uomo.

- Beh, in genere se ti tieni sui sentieri nessuno ti da fastidio, in questo periodo comunque neanche io ci vado, se posso evitarlo. Ti ho avvertito, anche se non vedo bene perché dovresti andare nella foresta.

- D'accordo, vedrò di starne lontana. Buona notte.

- Notte, - rispose lui, chiudendo la porta.

Tonks rimase un attimo a fissare la porta chiusa, l'idea di entrare di notte nella Foresta Proibita non la metteva tranquilla, ma il fatto che Hagrid stesso le dicesse di starne lontana, non faceva che peggiorare la situazione. Respirò profondamente, prese la bacchetta. – Lumos, -  sussurrò, poi si inoltrò tra gli alberi cercando di rimanere sul sentiero che intravedeva alla luce pallida, sperando che Remus la trovasse prima di qualcun altro. Continuò ad avanzare lentamente, rabbrividendo nel vento che faceva ondeggiare i rami degli alberi, creando strane forme e ombre con la luce della luna. Si fermò in mezzo ad una radura, sentendo dei rumori vaghi nella notte, rimase ad ascoltare in silenzio; il rumore si faceva più distinto e più forte man mano che i secondi passavano. Qualcosa stava arrivando velocemente verso di lei, correndo tra il sottobosco.

Tonks girò su se stessa con la bacchetta ancora illuminata tesa davanti a sè, cercando di identificare il punto da cui proveniva il rumore, ma questo sembrava essere tutto attorno a lei, circondandola. Alla fine fu in grado di riconoscere il suono, era quello di zoccoli.

Cinque centauri sbucarono dagli alberi, circondandola, con gli archi puntati su di lei. - Chi sei tu? Cosa ci fai nella nostra foresta?

- Sono…-  non sapeva cosa dire. - Sono stata una studentessa di Hogwarts.

- Cosa fai nella nostra foresta? - ripeté il centauro, fissandola con odio.

- Sto cercando un amico, - rispose, non sapendo cos'altro inventare.

- Non ci sono altri umani qui, questa notte.

- Lasciatemi andare, non ho intenzione di farvi del male.

I centauri scoppiarono a ridere, ma la loro era una risata fredda, senza allegria. - Non abbiamo paura di te. Non saresti dovuta venire. La foresta ci appartiene.

- Non mi risulta, - sbottò Tonks, infastidita nonostante la situazione dal loro comportamento.

- Noi non veniamo alla vostra scuola e pretendiamo che voi non veniate qui.

- Lasciatemi andare allora, me ne vado.

- E’ troppo tardi ormai, - rispose il centauro alzando l'arco, che aveva abbassato durante la breve discussione, puntandole poi una freccia al petto.

- Aspettate... - disse lei, indietreggiando impaurita.

I centauri le si strinsero attorno, ma poi si bloccarono all'improvviso, rimanendo immobili, fissando il cielo nel quale la luna aveva appena fatto capolino, da dietro una nuvola.

Sentirono un ululato provenire da poco lontano, i centauri si mossero inquieti, ma non lasciarono andare la ragazza. Avvertirono il rumore di rami spezzati e infine, all'improvviso, un enorme lupo si lanciò sul gruppo, ringhiando. I centauri scoccarono le loro frecce, ma il lupo si muoveva rapidamente, andando a graffiare e a mordere indistintamente tutto quello che vedeva intorno a lui.

In breve il cerchio fu spezzato, Tonks indietreggiò fino al limitare degli alberi, prendendo poi la mira e lanciando incantesimi sui centauri che cercavano invano di difendersi dall'assalto del lupo.

- Andiamocene, ci penserà il licantropo a finire il lavoro con lei, - disse uno dei centauri rivolto ai compagni. Si mossero in fretta, abbandonando la radura al galoppo.

Tonks li guardò fuggire, sorridendo.

- Grazie Remus, - disse poi cercando il lupo con lo sguardo, lo vide per terra, al centro della radura, che cercava di rimettersi in piedi, ricadendo però continuamente. - Remus? - si avvicinò in fretta a lui, il lupo si girò di scatto, ringhiando e cercando di morderla, senza però riuscire a raggiungerla. -Remus sono io, - disse lei, cercando di nuovo di avvicinarsi per vedere meglio come mai non riuscisse a stare in piedi. Di nuovo il lupo si mosse per cercare di morderla, ringhiandole contro. - La vuoi smettere di fare così, lasciami vedere che cos'hai, - sbottò lei, cominciando ad arrabbiarsi.

Il lupo parve capire, o forse riconobbe il tono di voce autoritario, e smise di agitarsi, anche se continuò a ringhiare sommessamente; Tonks gli si avvicinò posandogli la mano sul fianco, quando la sollevò si rese conto che era macchiata di sangue, si chinò per vedere meglio, avvicinando la bacchetta per farsi luce. Vedendo la bacchetta il lupo si mosse per allontanarsi. - Stai fermo, non ti faccio niente, - gli disse lei, addolcendo il tono della voce, in modo da cercare di tranquillizzarlo,  mettendogli di nuovo la mano sul fianco.

Il taglio era lungo ma non profondo, probabilmente una delle frecce del centauro l'aveva ferito di striscio. - Non è grave, stai tranquillo, - gli disse passandogli una mano sul pelo, accarezzandolo dolcemente. - Non sono brava con gli incantesimi di questo tipo, credo che rimarrà una cicatrice, - continuò lei, più che altro per fargli sentire la sua voce e cercare di tenerlo tranquillo.

Puntò la bacchetta sulla ferita mormorando qualche parola, i lembi si avvicinarono e questa smise di sanguinare, il lupo guaì e cercò di alzarsi, per allontanarsi da lei. Tonks lo tenne fermò con una mano, ma Lupin si girò ricominciando a ringhiarle contro, con sguardo feroce, lei lo lasciò andare, in modo che si potesse rialzare. - Certo che sei impossibile, anche da lupo. Sto solo cercando di aiutarti, Remus, - disse lei arrabbiata, fissando il lupo che cominciava a muoversi per la radura, zoppicando.

Lanciò un ululato alla luna, dirigendosi poi verso gli alberi. - Che fai mi lasci qui da sola? Grazie mille, - disse lei, alzandosi e rimanendo immobile, il lupo si girò verso di lei lanciando un altro ululato, ma più basso del precedente. - Ah, ecco volevo ben dire, - si mosse seguendolo tra gli alberi, riaccendendo la bacchetta e notando che si stavano allontanando dal sentiero. - Sarà bello riuscire a tornare indietro da sola, - mormorò sapendo di avere un pessimo senso dell'orientamento e cominciando a temere di non riuscire più ad orientarsi, quando fosse giunto il tempo andarsene.

Il lupo, che ormai era piuttosto distante da lei, si fermò per aspettarla, poi si diresse verso una parete rocciosa a poca distanza da loro. Tonks vide un'apertura nella parete e vi di diresse rapidamente, per cercare di ripararsi dal vento gelido che ancora soffiava attorno a loro. Entrarono nella grotta e la ragazza si diresse verso il fondo, cercando un posto dove fermarsi. Spense la bacchetta rimanendo alla luce della luna, Lupin ululò nuovamente, poi Tonks mosse di nuovo la bacchetta, facendo apparire un materassino e una coperta, infine accese un fuoco.

Il lupo si era allontanato verso l'ingresso della grotta muovendosi avanti e indietro. - Non ti piace proprio la bacchetta vero? – gli chiese dolcemente lei, sedendosi sul materasso e riponendola nella tasca dei pantaloni.

Lupin raggiunse la ragazza stando attendo a non passare vicino al fuoco, e  andò poi ad accucciarsi vicino al lei. - Chissà se anche i centauri si trasformano in licantropi con la luna piena, - disse Tonks, ripensando a quello che era successo poco prima, il lupo la fissò muovendo all'indietro le orecchie. - Per me no; pensaci, come fanno a trasformarsi? Si trasforma solo la parte umana, anche quella equina, solo quella equina? No, non credo che si trasformino, - concluse.

Rimase un po’ a fissare il fuoco, godendosi il tepore che emanava, e sentendosi scivolare nel sonno. Qualche tempo dopo sentì qualcosa che le stava sfiorando il volto, facendole muovere la testa, si girò su un fianco, cercando di rimettersi a dormire ma quel qualcosa continuava a sfiorarla. Aprì gli occhi vedendo a pochi centimetri il muso del lupo che la fissava. - Che cosa…? Che c'è Remus? - chiese alzandosi a sedere sul materasso, poi notò che da fuori penetrava una pallida luce. - Oh no, è quasi l'alba, devo scappare, - si interruppe pensando a quello che era successo. - Mi hai svegliato apposta? - disse fissando Remus, che evidentemente aveva capito che lei doveva andarsene prima dell'alba, e l'aveva chiamata.

Tonks lo fissò stupita mentre si avvicinava all'ingresso girandosi poi a guardarla. - E adesso non mi dire che sai che lasciandomi andare da sola mi perderei di sicuro? 

Il lupo uscì dalla grotta dirigendosi a passo sicuro verso la foresta, la ragazza gli corse dietro. - Sei veramente sorprendente, - disse ridendo.

Remus guidò Tonks fino a quando in lontananza non fu visibile un filo di fumo, probabilmente proveniente dal camino dalla capanna di Hagrid, poi si girò e tornò di corsa nella foresta. La ragazza lo guardò sparire nel folto degli alberi con una certa tristezza, poi si diresse rapidamente verso il fumo, senza altri incidenti

 

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Capitolo 7
*** MARZO ***


MARZO

 

Remus Lupin aspettava con trepidazione quell'ultima notte del mese, quella della luna piena. Per la prima volta nella sua vita si era ritrovato a pensare con un senso di euforia a quello che lo attendeva: aveva scoperto da pochi giorni, e in modo quasi del tutto casuale, che quella notte per lui sarebbe stata speciale, avrebbe avuto la possibilità di trovare una conferma ai suoi sospetti.

Aveva deciso di restare alla Stamberga Strillante, gli sembrava giusto che in una notte così importante tutto si svolgesse nella casa che per lui aveva significato tanto, quando era giovane.

Cercò di comportarsi normalmente durante tutto il giorno, in modo da non destare sospetti in chi gli stava vicino, poi alla sera si recò alla casa, chiudendosi dentro e aspettando tranquillamente il sorgere della luna.

 

Tonks non aveva notato nessun cambiamento nel comportamento di Remus dopo la loro avventura con i centauri, il mese precedente. Probabilmente lui si era svegliato indolenzito, con una nuova cicatrice sul fianco, ma non aveva serbato nessun ricordo degli eventi della nottata, né tantomeno di lei.

Un giorno, qualche settimana prima, mentre stavano discutendo di tutt'altro con altri membri dell'Ordine, le aveva avvicinato le labbra all'orecchio, chiedendole quale fosse, secondo lei, il posto migliore per nascondere un lupo mannaro. Tonks lo aveva fissato senza capire, poi aveva risposto d'impulso. - La stamberga, - lui aveva annuito e si era detto perfettamente d'accordo, poi era ritornato a seguire la conversazione generale, non tornando più sull'argomento. Tonks era rimasta perplessa per qualche momento, arrivando infine  alla conclusione che Lupin volesse solo una conferma sulla sicurezza della casa e che avesse chiesto a lei perché in quel momento era la persona più vicina. Gli si era riavvicinata e gli aveva chiesto, sempre sussurrando. - Credi che andrai lì?  Moody, che in quel momento stava parlando, l'aveva fulminata con uno sguardo truce, al che Lupin le aveva solo sorriso e annuito, per poi tornare a prestare attenzione a quanto veniva detto dall'ex Auror.

In quel momento la ragazza si trovava di nuovo vicino al Platano Picchiatore, con in mano un lungo ramo appena usato per premere il nodo che lo faceva rimanere fermo. Si chinò per passare nel passaggio del tronco, affrettandosi lungo il percorso; raggiunse la porta di legno della casa e la spinse piano, entrando.

Si fece avanti, diretta verso la stanza in cui l'altra volta aveva trovato il lupo, e anche questa volta lo vide lì, che girellava inquieto. Entrò rapidamente ma poi si bloccò di colpo, le stava ringhiando contro, visibilmente agitato. Remus le si mise davanti, impedendole di procedere. - Remus che cosa succede? Sono io, - disse cercando di avvicinarsi, senza successo. Lupin continuò a ringhiare, avvicinandosi a lei minaccioso e, per la prima volta, Tonks ebbe un fremito di paura in sua presenza; sembrava che non la riconoscesse più e che stesse per balzarle addosso. – Remus, - disse solo lei tristemente, facendo un passo indietro.

Il lupo continuava ad avanzare, spingendola di nuovo verso la porta dalla quale era entrata, in breve Tonks si ritrovò nell'ingresso nella stamberga, bloccata tra la porta di legno che dava sul passaggio per il castello, chiusa alle sue spalle, e il lupo, davanti a lei. - Remus, ti prego. Sono io.

Lupin si fermò, parve indietreggiare di qualche passo, poi lanciò un ululato, accasciandosi per terra. – REMUS! - gridò spaventa, non osando però muoversi da contro la porta. Il lupo si rimise in piedi a fatica, girandosi di nuovo, i denti scoperti in un ringhio malvagio, gli occhi fissi su di lei.

Tonks si scostò dalla porta quel tanto che le permise di afferrare la maniglia, poi lentamente l'aprì e vi si infilò dentro, cominciando ad indietreggiare per il corridoio di terra battuta; chiuse la porta davanti a sé, sentendo provenire il basso ringhio del lupo da dietro di essa. Si voltò rifacendo all’inverso il percorso che aveva compiuto solo qualche minuto prima, arrivò a metà strada prima di realizzare quello che stava realmente facendo.

Si era fatta spaventare e l'aveva lasciato, ma Remus non si era mai comportato in quel modo, c'era qualcosa che non la convinceva; si voltò e tornò alla stamberga, quasi correndo. Spalancò la porta e si fermò.

Il lupo si stava contorcendo per terra, Tonks si avvicinò rapidamente e gli passò una mano lungo il pelo. Era strano, sembrava quasi…

Tonks scattò in piedi allontanandosi, il pelo stava sparendo, sostituito dalla pelle chiara di Remus, il muso si stava accorciando, le orecchie si riducevano, gli occhi cambiavano sotto il suo sguardo.

In breve tempo a terra, tremante, c'era Remus, uomo.

La ragazza rimase immobile, fissandolo senza sapere che cosa fare, da una parte voleva avvicinarsi per vedere cosa fosse successo, dall'altra voleva correre via prima che lui la vedesse lì. Poi lo sentì lamentarsi, prese la bacchetta e fece comparire una coperta, gliela mise addosso, chinandosi di fianco a lui.

All’inizio Lupin rimase fermo, cercando si non pensare al dolore, era come se ogni muscolo del suo corpo si stesse contraendo spasmodicamente nello stesso istante. Respirava a fatica, sentendo il cuore che gli martellava nel petto tutte le volte che tentava di fare anche solo un minimo movimento. Infine, con uno sforzo, riuscì ad aprire piano gli occhi e a sollevare quel tanto il capo per poter vedere quello che stava succedendo attorno a lui. Vide una massa spettinata di capelli rosa comparire nel suo campo visivo e, nonostante quello che si era ripromesso nel caso i suoi sospetti si fossero rivelati fondati, non poté fare a meno di sorridere per la cocciutaggine della ragazza che lo stava fissando preoccupata. Cercò di parlare, ma nessun suono gli uscì dalle labbra, riprovò di nuovo. - Lo sapevo, - riuscì a dire, pianissimo.

- Che cosa è successo? - la sentì chiedere.

- Guarda…

- Guardo cosa? - disse lei, chinandosi verso di lui per sentire meglio.

- Guarda fuori.

Lei si alzò e si diresse verso una finestra, guardò in girò attraverso le assi di legno che la chiudevano. - Io non vedo nulla di strano, cosa devo cercare?

- La luna.

Tonks fissò il cielo, la luna che fino a qualche minuto prima era piena, adesso aveva un angolo scuro in basso. - Che cosa…?

- E’un eclissi, - le disse Lupin, cercando a fatica di alzarsi dal pavimento, avvolto nella coperta.

- Non sapevo ne fosse prevista una per sta notte.

- Io stesso l'ho scoperto per caso, pochi giorni fa, - le rispose, avvicinandosi, zoppicando, alla finestra. - Erano anni che non la vedevo così, - disse poi piano, con una nota di tristezza nella voce, fissando la luna che splendeva ancora quasi totalmente piena nel cielo.

- Come mai…?

- Come mai con l'eclissi torno normale?

Tonks annuì.

- Non lo so, l'ho scoperto dieci anni fa.

- Mi dispiace che tu mi abbia sorpreso qui, - disse lei, abbassando lo sguardo, con una espressione colpevole dipinta in viso.

Guardandola la poca rabbia che Remus sentiva di aver provato nel vederla lì, con lui, svanì. - Ti dispiace che ti abbia sorpreso o ti dispiace esserti fermata con me? – chiese, sorridendole.

- Non mi è mai dispiaciuto fermarmi con te, - rispose lei, alzano gli occhi e fissandoli nei suoi con aria di sfida.

- Da quanto tempo va avanti questa storia?- sospirò.

- Sei mesi.

Lupin rise. - Dovevo immaginarlo, è da quando mi sento meglio.

- Come hai fatto a scoprirlo?

- Un po' perché in questi ultimi mesi…. era come essere tornato indietro nel tempo, quando passavo la luna piena con James e Sirius. Ci ho messo un po' per capire quello che stava succedendo, - disse lui, aggiungendo poi con tono arrabbiato. - Perché non ci potevo credere. Quante volte ti ho detto e ridetto di starmi lontana durante la luna piena? Che cosa devo fare per fartelo capire, legarti al letto?

- Lo so che hai paura per me, ma credimi, non mi ai mai fatto nulla, anzi.

- Non capisco come possa essere successo. Avrei dovuto attaccarti.

- Mi riconosci, - disse lei semplicemente.

- Che cosa? - chiese sorpreso.

- Sono sicura che, anche da lupo, sai che non mi devi fare del male. Le prime volte eri un po' strano, non ti lasciavi avvicinare.

- Non ti dovevi avvicinare! - la interruppe lui.

- Negli ultimi mesi invece siamo andati bene, molto bene, - riprese lei imperterrita. - Tranne sta notte, mi hai ringhiato contro.

Lui sgranò gli occhi, preoccupato.

- Credo che il lupo non volesse che restassi qui.

- Come sarebbe che il lupo non voleva? - chiese perplesso.

- Secondo me, anche se come uomo non lo ammetterai mai, come lupo non vedi l'ora che qualcuno stia con te, hai solo cercato di evitare che fossi qui, per paura di quello che sarebbe accaduto se mi avessi visto da uomo.

- Non è che non ti voglio…- incominciò lui.

- …è che hai paura per me, lo so. Ormai però hai visto che non corro rischi.

Lui rimase in silenzio.

- Per favore, fammi stare con te, - disse lei dolcemente, alzando gli occhi azzurri e fissandoli nei suoi.

Lupin rise, scuotendo la testa. – E’ pazzesco, dovrei essere io a chiederti per favore di rimanermi accanto, non il contrario.

- E poi... - continuò lei, questa volta con sguardo ribelle.

- … lo so, - la interruppe lui. - Non riuscirò comunque a tenerti lontano vero? Qualunque cosa io ti dica adesso, tu farai di testa tua, - finì lui.

- Esatto! - rispose lei, ridendo.

Lupin rimase in silenzio, pensieroso, per qualche minuto. Tonks lo lasciò stare, capiva che doveva decidere liberamente. Alla fine lui disse. - Voglio che tu tenga la bacchetta con te. Sempre. E che mi giuri che la userai in caso di necessità. E che starai attenta. E se una notte mi dovessi vedere strano, o inquieto, te ne andrai di corsa... - si fermò, vedendola sorridere. – Giuramelo, - sospirò infine.

- GIURO! - urlò lei, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo.

Lui la strinse a sé un attimo, poi la lasciò andare, prendendole la mano e guidandola verso la camera. Si sedettero sulle coperte polverose del letto. - Ho un paio d'ore al massimo, prima di ritrasformarmi in lupo, raccontami quello che è successo nei mesi precedenti, sono curioso.

Tonks raccontò a Remus come fosse riuscita a conquistare la fiducia del lupo, ma fu interrotta da lui quasi subito.

- A dicembre, quando sei stata male… è stata colpa mia vero?

- No, avevo preso freddo nella soffitta. Non era colpa tua, - disse evitando di menzionare la ferita alla gamba, ma poi lui la guardò, lei sentì le guance diventare bollenti e non riuscì a mentirgli. -D’accordo. E’ vero, mi hai ferito.  

Lupin impallidì.

- Ma non era grave e non l'hai fatto apposta, - si affrettò ad aggiungere lei. - Mi sono alzata di scatto, tu ti sei spaventato, ti sei allontanato in fretta e mi hai graffiato la gamba, niente di grave. E’ guarita alla perfezione.

- Mi dispiace, - disse lui, alzando una mano e sfiorandole il volto.

- Ma il mese scorso mi hai salvato la vita.

- Come?- chiese curioso.

- I centauri mi avevano accerchiato, tu sei intervenuto e li hai fatti scappare.

- Se non fosse stato per me non saresti neanche entrata nella foresta, non è che proprio ti abbia fatto un favore, - poi si interruppe, vedendo l’espressione di Tonks. Si toccò il fianco distrattamente.

- Sì, - disse lei, guardandolo. - La ferita te l'hanno fatta loro.

Lui si tirò su la maglietta che aveva indossato e fissò la linea pallida che gli attraversava trasversalmente il fianco destro, lievemente rilevata.

Tonks arrossì. - La cicatrice invece credo che sia colpa mia, non sono mai stata brava a guarire le ferite, - gli disse, sfiorandogli con le dita il segno.

Lui le sorrise, posandogli la mano sulla sua e stringendola. - Sei stata bravissima invece.

Tonks arrossì ma non tolse la mano, notò che la stretta si faceva sempre più serrata, fino a farle male. - Che cosa…?

- Credo che sia ora, - rispose con una smorfia. - Sei sicura di voler rimanere?

- Certo, - rispose alzandosi con lui e andando a mettersi in un angolo della stanza.

Fu difficile per lei rimanere durante la trasformazione, non poteva avvicinarsi perché lui si muoveva di continuo e c’era il rischio che la ferisse, così rimase immobile in un angolo guardandolo contorcersi a terra per il dolore. Ad un certo punto non riuscì più ad assistere e distolse lo sguardo, quando tornò a guardare il lupo era davanti a lei.

Tonks mise un ginocchio a terra, per essere all'altezza del suo muso, e allungò la mano. Questa volta lui si avvicinò subito, lasciandosi accarezzare. La ragazza si diresse verso la finestra e guardò verso l'alto, la luna piena aveva ripreso a brillare nel cielo scuro, illuminando Hogsmeade.

Il lupo lanciò un ululato, dirigendosi poi verso il letto al centro della stanza, seguito da Tonks, che lo guardò accucciarsi sul materasso polveroso con un sorriso sulle labbra. Lo raggiunse coricandosi sul letto, appoggiando una mano sul dorso e accarezzandolo piano. In breve tempo si addormentò, così come fece il lupo di fianco a lei.

Fu svegliata dalla luce del sole che illuminava la stanza, si guardò intorno, gli occhi ancora gonfi di sonno, non riuscendo subito a riconoscere il posto. Poi i ricordi della notte appena trascorsa le si affollarono nella mente, si girò di scatto nel letto ma l’altra parte era completamente vuota. Tonks si tirò a sedere, guardandosi intorno: su una sedia in un angolo della stanza c’era Remus che le stava sorridendo.

- Buon giorno, - le disse alzandosi e andando a sedersi sul materasso, di fianco a lei.

- Buon giorno a te. Potevi svegliarmi.

- E perché? Stavi dormendo così bene, e poi non è tardi, sono appena le sette.

- Bella compagnia che ti ritrovi. Mi fermo per starti vicino e poi dormo tutta la notte, - sbuffò lei, contrariata dal suo stesso comportamento, fissando la coperta tarmata.

- Tonks, - disse lui, facendole alzare la testa in modo che lo guardasse negli occhi. – Ho dormito anche io, - sorrise scuotendo la testa. – Non credo di aver più dormito in una notte di luna piena da almeno… da quando ero bambino.

Anche lei sorrise. – Allora funziona.

Lui rise. – Sì, - disse. – Funziona.

 

Alla fine Remus ha scoperto tutto, d’altra parte è un uomo intelligente, prima o poi se ne sarebbe accorto (senza contare che io avevo bisogno di introdurre qualche variabile, parlare di un lupo è interessante, ma dopo un po’ non sai più che inventare ;) ). Ero piuttosto indecisa sulla sua reazione o meglio, avevo ben chiaro quello che volevo che succedesse ma non ero sicura di rimanere in linea con in personaggio ( e voi qui vi chiederete perché mi faccio ancora questi scrupoli dopo aver stravolto il concetto di mannaro di zia Rowling). Secondo me alla fine è impossibile prendersela con Tonks, soprattutto perché lei in questo caso ha ragione, in più il Remus buonissimo, gentilissimo, che pensa sempre e solo al bene degli altri, martire per scelta, non mi piace tantissimo, quindi ho preferito la versione un po’ (poco) egoista (quella che si dice “io sto bene, lei non corre rischi… godiamoci la situazione”). Ditemi voi che ne pensate, avreste visto meglio una scenata da parte di Remus?

p.s. non ho la minima idea di che effetto abbia un’eclissi a un lupo mannaro, ma mi sembrava un’idea carina quella di farlo tornare normale per scoprire Tonks in quel modo.

Ciao

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Capitolo 8
*** APRILE ***


L’avrete capito, dato che sono di nuovo qui ad aggiornare, che la storia va avanti. Ho scritto un anno in tutto, da settembre ad agosto e giustamente, dato che la prima metà dell’anno è stata dedicata a far scoprire a Remus che Tonks rimaneva con lui durante la luna piena, la seconda metà sarà dedicata a … ovviamente a fare capire ai due che, anche se non se ne rendono conto, sono innamorati l’uno dell’altra. Giustamente non sarà una cosa semplice né immediata, di problemi ce ne saranno ancora parecchi (anche perché volevo che fosse 1 anno quindi qualcosa mi dovevo pur inventare ;) )..

APRILE Venerdì 17

 

Tonks si svegliò con il sorriso sulle labbra. Quella sera, finalmente, sarebbe stata al fianco di Remus senza doversi nascondere, senza avere il terrore che lui la scoprisse e si arrabbiasse con lei.

In realtà la sua reazione il mese precedente l’aveva lasciata stupita, non si sarebbe mai aspettata un comportamento così calmo e pacato, una rassegnazione così immediata al fatto che lei si trovasse lì e che avesse intenzione di rimanervi, lì, nei mesi successivi. Quando aveva visto l’uomo a terra, dopo un mezzo secondo in cui non aveva proprio potuto evitare alla sua mente, né tanto meno ai suoi occhi, di indugiare sul fatto che fosse nudo davanti a lei, aveva temuto che, dopo essersi ripreso dalla trasformazione, l’avrebbe sgridata per il suo comportamento. Aveva avuto il terrore che lui si sentisse tradito da lei, che non lo aveva voluto ascoltare, che aveva agito sempre e comunque di testa sua, anche quando lui aveva chiaramente detto di non volerla vicino. Evidentemente qualche cosa era scattato nella mente dell’uomo, se questo fosse stata la consapevolezza di stare effettivamente meglio da qualche mese a quella parte, se fosse stata la dimostrazione che il lupo in lui, con lei, non sembrava essere pericoloso, se fosse stato… chissà. Tonks sapeva che non lo avrebbe mai scoperto, ma in fondo andava bene così.

Si alzò dal letto, si vestì e andò al lavoro.

Qualche ora dopo, per l’esattezza 11 ore e mezza dopo, mentre si stava preparando una frettolosa cena a casa, prima di uscire per andare da Remus, balzò dalla sedia in cui era seduta, facendo cadere il piatto per terra.

Si era resa conto improvvisamente di non avere idea di dove si trovasse l’uomo, era così tranquilla per quella notte, che si era completamente dimenticata di chiedergli dove avrebbe passato la il plenilunio.

Si guardò in giro agitata, mordicchiandosi le unghie, non sapendo cosa fare.

Da quando aveva sbagliato a scrivere l’indirizzo della sua ultima lettera il suo gufo non era più tornato, probabilmente era ancora in giro da qualche parte tra l’Inghilterra e la Romania, cercando disperatamente il destinatario della missiva, per cui l’ipotesi di mandargli un messaggio era da escludere a priori.

Si girò verso il camino, decise di prendere la polvere volante e andare a Grimmauld Place, con un po’, beh magari tanta, fortuna, Lupin sarebbe stato lì. Gettò un pizzico di polvere tra le fiamme, vi entrò – Grimmauld Place, - scandì. Uscì tossicchiando dal grande camino della casa. – REMUS? – urlò, dirigendosi verso le scale, rimase in attesa per qualche secondo guardando verso l’alto, senza ottenere risposta. – REMUS? - provò di nuovo.

La casa era immersa nel silenzio. Fece una corsa su per le scale, inciampando sull’ultimo scalino e atterrando sul pianerottolo davanti alla soffitta, battendo malamente un polso a terra. Chiuse gli occhi per un momento per il dolore, quando tornò ad aprirli fissò la porta della soffitta, davanti a lei: era aperta e la stanza assolutamente vuota. – Maledizione, - mormorò.

Ritornò nel salotto, avrebbe voluto provare a Hogwarts, ma i camini della scuola erano tutti bloccati, solo chi era autorizzato poteva usarli, e solo da determinate postazioni.

Decise quindi di andare alla Tana. Buttò un altro po’ di polvere nel camino, mettendosi in ginocchio sul tappeto della sala e infilando solo la testa nel camino. – La Tana, - disse.

Vide vorticare attorno a sé migliaia di camini e in breve tempo si ritrovò in quello dei casa Weasely.

Arthur sedeva su una poltrona, vicino al camino, intento a leggere la Gazzetta del Profeta.

- Ciao Arthur, - gli disse, sorridendo imbarazzata.

- Oh. Ciao Tonks, - rispose lui, non scomponendosi molto a vedere la testa della ragazza nel suo salotto. – Posso fare qualcosa per te? - chiese gentilmente.

- Sì, in effetti sì. Non è che per caso sai dove sia Remus? Gli devo parlare.

- No, - rispose lui. – Lo sai, vero, che sta notte c’è la luna piena?

Tonks si morse un labbro, nervosa. – Sì, - mugugnò. – Per quello lo devo trovare in fretta.

Arthur la fissò senza capire.

- Devo parlargli prima che si trasformi, - mentì teatralmente lei.

- Capisco, comunque mi dispiace ma…- fu interrotto dall’arrivo di Molly nella stanza.

- Ciao Tonks, posso offrirti qualcosa?

- No ti ringrazio Molly, - disse lei, cominciando  ritrarre la testa.

- Tesoro, Ninf… Tonks cercava Remus, sai dove sia?

- A Hogwarts, - rispose la donna subito.

- Cosa? - Tonks tornò in avanti di scatto, sbattendo la testa sulla pietra.

- A Hogwarts cara. Ti sei fatta male? - le chiese poi, accucciandosi di fronte a lei e fissando la ragazza che si strofinava vigorosamente la fronte con la mano.

- No, sto bene. Posso... posso usare il vostro gufo, devo chiedere a Silente di entrare al castello.

Molly fissò il marito, poi alzò le spalle. – Certo, vieni pure.

Tonks si tirò in piedi ed entrò completamente dentro il camino, sbucando pochi istanti dopo alla Tana. – Grazie, - disse dirigendosi verso la cucina, seguendo Molly che le passò un pezzo di pergamena.

Scrisse poche righe, contando sul fatto che Silente non facesse problemi, poi la legò alla zampa del gufo che zampettava per il tavolo, in attesa, e lo fece uscire dalla finestra.

 

Ci vollero due ore, nelle quali Tonks non fece altro che andare avanti e indietro nella cucina di casa Weasely, prima che succedesse qualcosa.

Arhtur e Molly continuavano a lanciarle sguardi indagatori; dopo averle chiesto un paio di volte se c’era qualcosa che non andasse, o se avesse bisogno di qualcosa, decisero di lasciarla stare e ritornare ad occuparsi delle proprie attività. Arthur tornò a dedicarsi alla Gazzetta del Profeta, Molly stava leggendo un romanzo, mentre a fianco a lei i ferri si muovevano intrecciando dei fili di lana verde smeraldo.

- Ehm, scusatemi, - i Weasley alzarono lo sguardo verso il camino, il volto di Silente apparve tra le fiamme del camino.

- Tonks! - gridò verso la cucina Molly.

La ragazza arrivò correndo. – Preside! - disse solo fissandolo.

- Buona sera, mi pare di capire che ti serve il mio aiuto.

- Sì.

- Bene allora. Vieni pure, - le disse tranquillamente.

Tonks lo fissò incerta.

- Coraggio, credo che non ci sia più molto tempo. 

I Weasely fissarono incuriositi Silente, che sembrava sapere esattamente quello che stava facendo, al contrario di loro, che ancora non avevano capito molto, ma non dissero nulla. Tonks entrò nel camino dopo avervi gettato un pizzico di polvere volante. – Hogwarts, - disse scomparendo tra le fiamme.

Uscì nello studio di Silente, il preside la stava aspettando, sorridendo.

- Mi scusi per… questo, - disse indicando il camino. - Ma avevo bisogno di arrivare qui in fretta.

- Sì, lo immagino, - le disse lui. – Credo che ti convenga correre, - aggiunse poi, facendole l’occhiolino e indicandole la porta.

Lei sorrise imbarazzata e poi si diresse a passo spedito verso l’uscita, scomparendo giù per le scale a chiocciola.

 

Lupin si diresse verso la porta della stanza che gli aveva lasciato usare Silente per aspettare il momento di uscire e andare alla stamberga. Aveva deciso di passare la notte lì, prevedendo che con lui ci fosse anche Tonks. Era una bella serata, l’inverno aveva lasciato spazio ad un inizio di primavera, e lui aveva una gran voglia di stare all’aria aperta ma non voleva che Tonks corresse rischi, la foresta non era un posto sicuro, neanche con un lupo mannaro a fianco.

Da quando aveva avuto la conferma che la ragazza aveva passato con lui le ultime notti di luna piena non aveva fatto che pensarci su. All’inizio, quando non aveva altro che un sospetto, si era arrabbiato con lei, poi quando l’aveva vista davanti a sé, lo sguardo determinato, cocciuto, la rabbia era sparita e si era sentito contento che alla fine lei fosse con lui. Adesso, avendo avuto sufficiente tempo per riflettere sulla questione, si sentiva spaventato. Era vero che non le aveva fatto nulla, era vero che non aveva fatto nulla ai malandrini, ma…

Era inutile, non avrebbe mai avuto il controllo del lupo.

Ma non avrebbe neanche mai controllato lei, se n’era reso conto quasi subito.

Non era riuscito a tenere lontani James e Sirius, non avrebbe tenuto lontano Tonks, l’unica cosa che poteva fare era sperare che tutto andasse bene, per una volta.

Sempre che la ragazza nel frattempo non avesse cambiato idea; in tutta la giornata non l’aveva mai sentita, non aveva voluto contattarla per primo per paura che poi lei si sentisse in qualche modo vincolata, aveva aspettato fino all’ultimo, ma ora doveva andare. Non c’era più tempo, la luna stava per sorgere.

Si diresse verso l’enorme scalone che portava alla sala d’ingresso del castello, si fermò un secondo davanti al portone, con la mano sulla maniglia, poi scosse la testa, accingendosi ad aprire.

Un enorme nuvola d’argento gli turbinò attorno, distraendolo e impedendogli di uscire. Si girò e si rese conto che non era una nuvola, ma un patrono, a forma di lupo.

- Remus! Aspetta.

Remus si voltò verso le scale giusto in tempo per vedere un turbine rosa che saltava gli ultimi scalini, atterrando sul pianerottolo, e poi si lanciava giù per l’ultima rampa di scale, diretta verso di lui.

- Stai attenta Tonks, rischi di cadere! - le rispose andandole incontro, bloccandola poi con il braccio attorno alla vita, per interrompere lo slancio che aveva preso.

- Mi… mi dispiace, - disse lei riprendendo fiato. – Mi sono dimenticata di chiederti dove avresti passato la notte, quando mi sono ricordata non ti ho più trovato… sono andata a Grimmauld Place, poi da Molly, poi ho chiamato Silente...

- Calmati, va tutto bene. Respira, - le disse sorridendo.

Lei tirò un respiro profondo, tenendosi il fianco.

- Stai bene? Andiamo? - chiese lui.

- Andiamo, - sorrise lei, guardandolo negli occhi.

- Che cosa ti sei fatta alla testa? - chiese Lupin, sfiorandole la fronte dove si stava formando un bernoccolo, nel punto in cui aveva sbattuto contro il camino dei Weasley.

- Oh, niente, ho battuto, - disse lei portandosi a sua volta la mano sulla fronte. – Dai che è tardi!

Lupin la prese per una mano e lei gemette. – Cosa..? - disse lui, lasciandola immediatamente.

- Sono caduta, - rispose lei arrossendo violentemente. – Vedi che non c’è bisogno che ci sia un mannaro, basto io a fare danni.

- Tutto sta sera?

Lei annuì, lui scosse la testa ma alla fine le sorrise e insieme si diressero verso la stamberga.

 

Vedere la trasformazione fu di nuovo difficile per Tonks, quando questa fu avvenuta si girò per vedere il lupo. Era fermo per terra, la schiena si alzava e si abbassava rapidamente al ritmo del respiro. Gli si avvicinò, posandogli una mano sul dorso, il lupo girò la testa e subito le leccò la mano, poi si alzò e trotterellò un po’ per la casa, come a prendere confidenza di nuovo con il corpo.

Tonks si diresse verso la stanza da letto, pensando di andarsi a sedere sul letto, ma il lupo le andò vicino, appoggiando il muso sulla mano e facendole segno di seguirlo nell’altra stanza.

- Che cosa c’è Remus? - chiese lei alzandosi e seguendolo. Decise di accendere la bacchetta, il lupo aveva la vista sensibile, ma lei rischiava di rompersi qualche osso a girare per la casa, al buio, e decise che per quel giorno aveva avuto anche troppi incidenti.

Cominciò a girare per le stanze della stamberga, tutte le finestre erano inchiodate, la polvere ricopriva con uno spesso strato il pavimento della casa, i mobili erano stati coperti da teli un tempo bianchi, ma che ora ormai erano diventati grigi per lo sporco di decenni che vi si era accumulato sopra.

Tonks rimase a fissare il lupo che correva da tutte le parti, prese un lembo di un telo e lo tirò: una nuvola di polvere si sollevò andandole a finire in gola; lei tossì e sventolò la mano, cercando di dissipare il pulviscolo. Il lupo la raggiunse, guardando interessato quello che stava facendo, un grosso armadio apparve da sotto il lenzuolo, aveva le ante rotte, come se qualcosa di pesante ci avesse sbattuto contro. - Questa è opera vostra immagino… - disse sorridendo a Lupin, che le lanciò un ululato di rimando.

Si diresse verso un altro telo, lo tolse, rivelando un divano consunto e mordicchiato, appena Lupin lo vide ci saltò sopra e cominciò ad morsicare i cuscini. – Ma che cosa fai? Remus, stai fermo! - disse lei avvicinandosi, ma lui non accennava a staccarsi dal cuscino e avvicinandosi di più rischiava di essere morsicata per sbaglio. – Che cos’hai? Sembra che tu voglia distruggere la casa, - disse fissando allibita il lupo che non sembrava fare caso alla sua presenza.

Tonks si diresse verso una poltrona a fianco al divano e vi ci sprofondò dentro.– Ho l’impressione che sarà una notte lunga! 

Vide Lupin che saltava giù dal divano e cominciava a correre per tutta la stanza, si alzò per andargli incontro e cercare di calmarlo.

Mentre lo fissava lo vide dirigersi di corsa verso uno specchio, che aveva scoperto solo qualche attimo prima, Lupin si accorse dell’ostacolo e girò di scatto per evitalo, ma scivolò sul tappeto, finendo diritto contro lo specchio, che cadde per terra. I vetri schizzarono dappertutto, qualche scheggia volò addosso al lupo che guaì, altre arrivarono fino a Tonks, subito dietro di lui, una le ferì il sopracciglio, che prese a sanguinare copiosamente.

La ragazza si mise una mano sulla fronte, non vedendo così arrivare il lupo che, rialzatosi, si stava allontanando dallo specchio caduto. Le finì addosso, facendola cadere per terra. Tonks rimase seduta sul pavimento guardandosi attorno, di fianco a lei Remus guaiva piano con le zampe ferite dai vetri caduti per terra, lo specchio era in frantumi, lei continuava a perdere sangue dal sopracciglio. Dopo un attimo di incertezza scoppiò a ridere, decidendo che era l’unica cosa sensata da fare, dopo quella giornata.

Si tirò in piedi dirigendosi verso il bagno sperando di trovarci dentro qualcosa che potesse esserle utile, Lupin fece per seguirla ma lei lo fermò. – Non ci provare Remus. Stai lì, - il lupo la seguì di un passo. – Ehi! Fermo, ho detto, - disse seria, lui si accucciò per terra con sguardo triste. – Voglio arrivare viva a domani, basto già io per fare casini, senza che ti ci metta anche tu! - finì poi lei abbandonando il tono severo e scoppiando a ridere di nuovo.

Trovò del disinfettante e delle bende, pulì la sua ferita sul sopracciglio, che in realtà non era altro che un graffietto con manie di grandezza, e poi le zampe del lupo, bendandole in modo che non ci camminasse direttamente sopra. Dopo aver visto la cicatrice sul fianco dell’uomo, preferì evitare l’uso incantesimi e lasciare fare alla natura.

Passarono la notte insonne entrambi, Lupin continuò ad andare avanti e indietro per la casa, e lei rimase a guardarlo, intervenendo nei momenti in cui sembrava stesse diventando più agitato, facendogli qualche coccola, in modo che si tranquillizzasse un po’.

 

Al mattino, quando Remus fu tornato in forma umana, avevano entrambi delle brutte occhiaie sotto gli occhi, i visi pallidi e tirati.

- Che cosa è successo? - chiese Remus, fissandosi le mani e i piedi fasciati.

- Hai rotto uno specchio. Sette anni di guai.

- Come?

- Per i babbani rompere uno specchio porta sette anni di guai, - spiegò lei, sorridendo allo sguardo perplesso dell’uomo.

Lupin mosse la mano verso la sua fronte, sfiorandole il taglio, ormai chiuso. – E questo? - chiese preoccupato.

- Mi è arrivata una scheggia addosso, niente di grave.

- Dora… - chinò il capo, poi lo sollevò fissandola negli occhi. – Mi dispiace tanto, non avrei dovuto…

- Non ricominciare Remus, tra tutto quello che mi è successo ieri, questa è la cosa minore.

Lupin aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei fu più veloce. – E scusa… Dora?

Lui sorrise. – Ti piace? Non voglio chiamarti sempre per cognome.

- Meglio che Ninfadora, Rem.

Lui la fissò alzando un sopracciglio, poi rise. – Andiamo che è tardi.

- Tanto oggi è sabato, - disse alzando le spalle. - Che fai oggi pomeriggio? - chiese lei, ridendo dell’espressione sorpresa che si dipinse sul volto dell’uomo, voleva cercare di passare qualche tempo con lui anche quando non era trasformato, per capire meglio che tipo di uomo fosse.

- Niente di particolare, credo. Perché?

- Ti va se, dopo esserci fatti una dormita, andiamo a prenderci un caffè, - chiese.

Lupin la guardò, non sapendo cosa rispondere. – Va bene, - disse alla fine, pensando che, in fondo, non c’era niente di male in un caffè.

 

No?

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Capitolo 9
*** MAGGIO ***


MAGGIO

 

Tonks fermò la macchina sotto la casa di Remus, scese e si diresse verso il citofono.

Suonò.

- Sì? - disse una voce confusa, tra le scariche dell’apparecchio.

- Sono io, Remus.

- Vuoi salire un attimo? - chiese lui, pentendosi della domanda dopo aver dato un’occhiata in giro per il minuscolo appartamento. Sebbene in genere fosse una persona ordinata, in quel momento c’erano vestiti e libri sparsi un po’ ovunque.

- No, scendi che facciamo tardi.

- D’accordo arrivo! - rispose lui, tirando un sospiro di sollievo. Pochi minuti dopo uscì dalla porta, fissando la ragazza che lo stava aspettando in strada, appoggiata al cofano della macchina sportiva.

- Ciao. Sei sicura che la sai guidare? - chiese scettico, fissando la vettura giallo acceso, mentre lei si dirigeva verso la portiera dalla parte dell’autista.

- Certo. Mio papà è un babbano, mi ha insegnato, ha voluto che prendessi la patente, pensava che prima o poi mi sarebbe stata utile anche nel mondo magico, - rispose la ragazza.  Lupin continuò a non essere tranquillo, muovendosi avanti e indietro, scrutando la macchina, senza però salire. –Rilassati e fidati di me, - gli disse infine, salendo.

Lui la fissò ancora un attimo, perplesso, poi le sorrise.– D’accordo. Spiegami dove vuoi andare però, - disse salendo a fianco a lei.

- Ti porto in un posto... stai tranquillo, - aggiunse vedendolo di nuovo agitato. – E’ isolato, in mezzo ai boschi.

- Perché non possiamo andare alla stamberga?

- Dopo il mese scorso? No, scordatelo!

- Ma…

- Remus quando diventi lupo hai voglia di muoverti, di correre, di... fare quello che fanno i lupi. Non puoi chiuderti in una casa e fare finta che non succeda nulla. Non sempre almeno, ti devi scaricare un po’ o finirai per farti del male.

- C’è la Foresta Proibita.

- Che è piena di pericoli. Fidati di me, un tranquillo bosco è più sicuro, per entrambi.

Lui annuì, appoggiandosi al sedile e chiudendo gli occhi, lasciando che la luce del sole che tramontava gli scaldasse il volto. – Quanto è distante?

- Un paio d’ore di viaggio. Fatti una dormita, ti sveglio io quando siamo arrivati, - rispose lei dolcemente, girandosi per un attimo verso di lui e guardandolo. Lui annuì, richiuse gli occhi, tornando ad appoggiare la testa sul sedile. Tonks rimase a fissarlo qualche altro momento, lanciando occhiate ogni tanto alla strada deserta davanti a lei: il volto era illuminato dalla luce calda del tramonto che metteva in risalto le cicatrici, ma anche i contorni delicati del viso dell’uomo. Tornò a concentrarsi sulla giuda, lasciando che la sua mente vagasse libera, di tanto in tanto gli lanciava delle occhiate furtive, ma lui continuava a dormire tranquillo.

Il tempo passava rapidamente, la luce era scomparsa quasi del tutto, la notte stava calando su di loro, di nuovo Tonks si ritrovò a fissare Lupin, quasi ipnotizzata; tolse una mano dal volante, dopo aver controllato che la strada fosse ancora libera, e gli spostò una ciuffo di capelli che gli era caduto sulle palpebre chiuse, sfiorandolo in questo modo con la punta della dita. Lui si scosse, svegliandosi e lei ritirò la mano rapidamente, tornando a fissare la strada davanti a sé, sentendosi il volto in fiamme.

- Dove siamo? – chiese, stiracchiandosi, Lupin.

- Ci siamo quasi, mancano pochi chilometri.

- Dora… va tutto bene? - le chiese tornando a sedersi dritto e fissandola incuriosito.

- Certo? Perché me lo chiedi?

- Perché sei tutta rossa, capelli compresi! - le disse lui, ridendo.

- Oh, ehmm mi capita a volte, - rispose incerta, poi con un sospiro di sollievo vide apparire una stradina laterale sterrata. – Guarda, è lì che dobbiamo andare, - disse indicando la strada.

Imboccò il sentiero sollevando nuvole di polvere ai lati della macchina, Lupin appoggiò la fronte al finestrino per vedere meglio il paesaggio circostante. La strada era circondata da un bosco piuttosto ampio ai due lati e vi si inoltrava dentro; mano a mano che procedevano diventava sempre più sconnessa tanto che alla fine la ragazza dovette accostare.

- Ci conviene andare a piedi, non è distante, saranno al massimo cento metri, - disse fissandolo, lui annuì. Uscirono nella sera, l’aria era calda e profumava di resina, si mossero in fretta, Lupin cominciava ad essere preoccupato, la luna sarebbe sorta in breve tempo. Da una curva apparve, quasi all’improvviso, una piccola casetta costruita con tronchi di legno. Aveva sul davanti un portico che ospitava una sedia di vimini.

- Cos’è? - chiese Lupin, indicando la costruzione.

- Un capanno da pesca che mio nonno usava quando era giovane. Mio padre non l’ha quasi mai usato, ma aveva troppi ricordi per liberarsene, così lo ha tenuto in ordine, - disse lei avvicinandosi alla costruzione e tirando fuori le chiavi dalla tasca della giacca; aprì e si scostò per permettergli di guardare all’interno.

Remus entrò e si fermò sull’ingresso, rimanendo a bocca aperta.

- Non è una reggia, ma... - cominciò Tonks, vedendo la sua reazione.

- Dora è stupenda! - la interruppe lui, entrando nella casetta. Era piccola ma pulita e ordinata, dall’entrata si poteva vedere un grosso camino, davanti al quale si trovavano un divano e un paio di poltroncine di pelle chiara, sulla destra c’era la cucina, mentre a sinistra una scala che saliva ai piani superiori –… ma non posso stare qui.

Lei lo guardò un po’ delusa. – Perché?

- Perché, - disse lui guardandola negli occhi. – Lo sai che quando mi trasformo combino un sacco di danni, la distruggerei in una sola notte.

Tonks sorrise. – Non dire sciocchezze, certo che puoi rimanere. Ti ci ho portato apposta.

- Ma... - lei gli posò l’indice sulle labbra, impedendogli di parlare. Fu un gesto spontaneo che però fece arrossire violentemente entrambi. – Fidati di me, - gli disse solo.

Lui annuì, lei gli sorrise poi entrambi si diressero verso il camino.

- Quanto manca? - chiese Tonks.

- Poco, un ora al massimo.

- Hai fame?

- No. Tu?

- Un po’, ma non ti preoccupare mangio qualcosa dopo.

- Sei sicura, se vuoi non…

- No, sono sicura. Mangio dopo, - disse lei andando a sedersi sul divano.

Lupin trafficò intorno al camino, accendendolo con un gesto della bacchetta, più per togliere l’umidità dai muri spessi, che per il freddo; la sera infatti era tiepida, si sentiva che ormai la primavera era pianamente sbocciata. Andò infine a sedersi accanto a lei, fissando le fiamme che danzavano davanti a loro; rimasero in silenzio, ognuno preso dai proprio pensieri, per qualche minuto.

Fu Remus a interromperlo. – Grazie, - le disse.

Lei lo guardò con uno sguardo di sincera curiosità sul volto. – Per cosa? - chiese, lui sorrise allungando una mano e sfiorandole i capelli, solo per un secondo, la ritrasse quasi subito, appoggiandola sul cuscino e  chinando lo sguardo, imbarazzato per quello che aveva fatto. – Per tutto, - le rispose poi.

Lei gli prese la mano e la tenne stretta tra le sue, senza dire nulla, sentendo il suo cuore fare una capriola quando si rese conto che  Remus non si ritraeva dal contatto. Rimasero così per il resto del tempo, poi Dora sentì uno spasmo nella mano che stringeva, si girò a guardarlo e vide che Lupin aveva una smorfia di dolore dipinta sul volto.

- Ci siamo, - disse guardandola, cercando di sorriderle.

- Andrà tutto bene, vedrai, - rispose lei alzandosi. Lo spinse gentilmente, facendolo stendere sul divano, poi gli si mise di fianco. – Ci vediamo tra qualche minuto, Moony, - continuò, allontanandosi di qualche passo.

La trasformazione ebbe inizio, Lupin iniziò a contorcersi mentre il suo corpo cambiava, trasformandosi in quello del lupo. Quando tutto fu finito Dora si riavvicinò a lui, accarezzandolo.- Ciao cucciolo, - gli disse, lui si voltò, fissandola. Respirava a fatica, ancora debole per il cambiamento, ma lo stesso strofinò il muso sulla mano di Tonks. – Riposati un attimo, io mi faccio un panino e poi usciamo, - gli disse.

Venti minuti dopo il lupo stava saltellando in giro per la casa, essendosi perfettamente ripreso, andò in cucina e cominciò a girare attorno a Tonks, che stava finendo di mangiare. - Ok, ok, ho capito, sei stufo. Andiamo vieni, - disse lei alzandosi e dirigendosi verso la porta della casa. L’aprì e aspettò che il lupo la raggiungesse, lui però stava fermo, fissando l’uscita, incerto su cosa fare.

- Che c’è? Non mi dire che non ti fidi di me? - il lupo rimase a guardarla, immobile. – Dai Moony, muoviti! - il lupo alla fine le andò incontro, si fermò sulla porta senza osare uscire, ma poi la brezza di maggio, carica di profumi della primavera lo raggiunse e lui uscì nella notte.

La luna piena brillava sopra di loro, illuminando talmente la notte che Tonks non ebbe bisogno della luce della bacchetta per muoversi. Lupin lanciò un ululato e cominciò a correre in giro, arrivando fino al limite della foresta e tornando poi indietro verso la ragazza, che rimaneva ferma sulla porta, guardandolo e sorridendo. – Scatenati, - disse semplicemente. – Io ti aspetto qui.

Il lupo parve capire, corse verso la foresta entrandovi e scomparendo dalla vista della ragazza. Lei si sedette sugli scalini d’ingresso del portico, godendosi la notte silenziosa attorno a lei.

Ogni tanto sentiva un ululato, non poteva averne la certezza, ma era convinta che quei richiami fossero diretti a lei, quasi fossero un modo per rimanere in contatto, inoltre ogni mezz’oretta vedeva il lupo spuntare dalla foresta, rimaneva a fissarla un secondo e poi scompariva di nuovo nel folto degli alberi.

Finché non lo vide più.

Era passata quasi un’ora dall’ultimo contatto che avevano avuto, Tonks non aveva più sentito il richiamo, né aveva più visto Lupin, si alzò, andando verso la foresta. – REMUS, - gridò, rimanendo a fissare gli alberi. Tornò indietro, pensando che Lupin non poteva non averla sentita, e sarebbe tornato indietro.

Non successe.

Dopo un ora e mezza Tonks era preoccupata.

Dopo due decise di entrare nel bosco per provare a cercarlo; si sentiva in colpa, se fosse successa qualsiasi cosa, sarebbe stato per causa sua, era lei che l’aveva portato lì, lei era responsabile per lui. Prese la bacchetta e la tenne pronta davanti a sé.

Il bosco era in fermento, sentiva fruscii e richiami tutto attorno a sé, vedeva muoversi ombre ai lati del sentiero che stava seguendo. Avanzò lentamente, qualche volta si arrischiava chiamare Remus, ma mai troppo forte per pura che qualcun altro potesse sentire, poi all’improvviso sentì che il bosco si zittiva all’istante. Il rumore assordante del silenzio improvviso la colpì, facendola fermare, immobile, trattenendo il respiro. Un rumore ruppe la quiete, davanti a lei qualcosa si muoveva rapidamente, dirigendosi verso il punto in cui si trovava. Puntò la bacchetta, pronta a schiantare qualunque cosa fosse spuntata dagli alberi.

Emerse un lupo.

Il suo lupo.

Tonks tirò un sospiro di sollievo, piegandosi in avanti appoggiando le mani sulle ginocchia,  cercando di riprendere il controllo del suo cuore, batteva talmente forte che la ragazza aveva paura potesse uscirle dal petto da un momento all’altro.

- Mi hai fatto perdere dieci anni di vita, lo sai? - chiese a Remus che si era avvicinato a lei e la fissava con sguardo curioso, le orecchie piegate all’indietro in un atteggiamento sommesso. – Si può sapere perché sei scomparso in quel modo? Mi sono spaventata, pensavo che ti fosse successo qualcosa, - lei lo fissò, il lupo aveva piegato la testa e la guardava con i suoi occhioni blu, fissi su di lei. – Ahhh, non è leale, Remus. Non mi puoi guardare in quel modo, come faccio poi ad avercela con te? - sbottò lei, tirandosi in piedi. – Andiamo a casa, ti sei mosso abbastanza per sta notte.

Tornarono alla casa, la ragazza non notò gli occhi che la stavano fissando da dietro un tronco, a pochi passi da lei e Remus, sebbene sapesse che non era rimasto solo, quella notte, nella foresta, non avrebbe serbato il ricordo dell’incontro avuto, una volta tornato uomo.

Arrivata al capanno Tonks era esausta, ma anche Remus sembrava abbastanza esaurito dalla nottata; si misero sul letto, lei da una parte, lui dall’altra. Tonks si mise ad accarezzare lentamente il pelo del lupo, e si addormentò in quel modo, in breve tempo, con il braccio sulla schiena di lui.

Quando la luna tramontò Tonks stava ancora dormendo, Lupin fu svegliato dalla trasformazione rimase più fermo possibile, in modo da diminuire al minimo il dolore. Si sentiva esausto, come se avesse passato la notte a correre, si mosse, girandosi dall’altra parte e si trovò davanti al corpo di Tonks che dormiva al suo fianco; vide il braccio di lei appoggiato al suo fianco e arrossì di colpo, si mosse lentamente, sgusciando in modo da liberarsi dell’abbraccio senza svegliarla, si rivestì in fretta e quando tornò a voltarsi vide che lei si era svegliata e lo stava guardando.

La ragazza arrossì di colpo. - Non ho visto niente! - disse subito, sulla difensiva.

Lui la guardò stupito, poi scoppiò a ridere, lei divenne ancora più rossa. Lupin si avvicinò al letto e si sedette sul bordo. – Allora, come è andata sta notte? - le chiese. – Ti ho distrutto casa?

- No, hai distrutto me.

Di nuovo lui la fissò alzando le sopracciglia.

- Cioè volevo dire che siamo stati fuori quasi tutta la notte, - precisò.

- Mi dispiace.

- Non devi, non mi hai chiesto tu di stare non te, l'ho scelto io, - disse tirandosi a sedere e guardandolo seriamente. Poi si lasciò di nuovo cadere pesantemente sul materasso. – Ho un sonno... Tu no? Hai corso come un matto ieri seri, pensavo che ti saresti sfiancato.

- Infatti, sono stravolto, - disse sorridendo.

- Senti è domenica, non abbiamo niente da fare, non possiamo dormire qualche ora prima di andare? - chiese lei guardandolo con sguardo implorante.

- Non so... - aveva sonno anche lui, ma l’idea di restare da solo con lei, in una casa isolata, dormendo fianco a fianco… sapeva che gli istinti di lupo li poteva controllare con lei, ma non sapeva se era in grado di controllare così bene anche quelli di uomo.

- Per favore Rem!

- D’accordo, - rise lui alla fine, cedendo ai suoi occhioni che lo stavano fissando. – Dai fatti in là, - disse stendendosi di nuovo al suo fianco.

- Grazie, - sospirò lei riaddormentandosi quasi subito girata dalla sua parte.

Lupin rimase qualche istante a guardarla, poi chiuse gli occhi: fu sommerso da una serie di immagini di Tonks, probabilmente di come l’aveva vista quella notte, con gli occhi da lupo, sorrise e con quelle immagini si addormentò.

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Capitolo 10
*** GIUGNO ***


GIUGNO

 

Ed eccoci di nuovo qui, ringrazio tutti voi che seguite questa storia e che continuate a commentare capitolo dopo capitolo.

Mi pare di intuire che vi interessi sapere quando ci sarà il famoso bacio... beh temo che dovrete aspettare ancora un po’ per quello, lo sapete come è fatto Remus, è difficile da convincere, chissà poi se alla fine Tonks ce la farà. O se il nostro lupacchiotto non cambierà idea decidendo che fare rimanere la ragazza durante le sue trasformazioni non sia comunque troppo pericoloso per lei…

Per adesso posso dirvi che a Giugno ci sarà qualche problema, infatti Remus è pur sempre un licantropo, e come tale imprevedibile.

Buona lettura.

 

 

Tonks entrò a Grimmauld Place e sorrise vedendo una luce provenire dal salotto. Si diresse da quella parte, fermandosi sulla porta della stanza per guardare Remus che era steso sul divano, con un libro messo di traverso sugli occhi. Gli si avvicinò piano, in modo che non la sentisse arrivare, poi gli prese il libro e rimase a fissarlo in volto, aspettando che si svegliasse.

- Ciao Dora, - lo sentì dire, senza che avesse aperto gli occhi.

Lei sbuffò. – Come hai fatto a sentirmi, sono stata attenta a non fare rumore, - disse imbronciandosi.

- I miei sensi si affinano già qualche ora prima del sorgere della luna, ti ho sentito da quando eri fuori dalla porta.

- Non è giusto, mai che ti si possa fare una sorpresa.

Lui alla fine aprì gli occhi e la fissò. – No, non è guisto, ma ne vale la pena solo per vedere la tua espressione imbronciata! – rise lui.

Lei gli rimise il libro sugli occhi, facendo il giro per andare a sedersi sulla poltrona a fianco, Remus scattò a sedersi, prendendole il braccio mentre passava e tirandola a sedere a fianco a sé. – Come stai? - le chiese.

- Bene, perché? - chiese lei, sospettosa.

Lui si accigliò. – Niente, volevo solo sapere come stavi, fare due chiacchiere aspettando il sorgere della luna.

- Oh.

- Sono geloso di Moony, - disse all’improvviso.

- Perché?

Lui alzò le spalle, rendendosi conto di essere entrato in zona pericolosa e volendo abbandonare il discorso, sperando che anche lei lasciasse stare.

- Ultimamente passiamo molto tempo insieme, - riprese invece la ragazza, usando un tono casuale, ma osservando bene le reazioni dell’uomo.

Lui annuì, poi si girò a guardarla. – Ti dispiace?

Lei rimase qualche secondo in silenzio, poi disse sicura. – No. Cosa ti ricordi di quello che succede in queste notti? - chiese curiosa.

- Poco, e soprattutto sono sempre immagini confuse, non so mai se sono sogni o realtà. Sono quasi... sensazioni più che ricordi veri e propri. Per quello anche sono geloso, ma forse più di te che del lupo, mi piacerebbe sapere cosa succede.

- Ti racconto sempre quello che facciamo, - disse lei.

- Sì e di questo ti ringrazio, ma… non è la stessa cosa. Però con i tuoi racconti riesco a mettere ordine in qualche modo nelle immagini che ricordo. - le sorrise. Si mosse inquieto sul divano. – Vado su, - disse infine.

- Vengo anche io.

- No! – le rispose subito, alzando un po’ il tono di voce. Poi vide la sua espresione sorpresa e si affrettò ad aggiungere. - Stai qui ancora qualche minuto, ho capito che la trasformazione per te è un momento critico.

- Per me…

- E’ inutile che stiamo male in due, - disse sorridendole con una nota di amarezza nella voce.

 

Tonks lo seguì quasi mezz’ora dopo, salì le scale ed entrò nella stanza, che nessuno ormai chiudeva più a chiave. Quando lei entrò il lupo le si avvicinò in fretta, cominciando a girellarle intorno.

- Ciao cucciolo, - disse Tonks accarezzandogli la testa.

Lui rimase qualche momento accanto a lei, poi si allontanò di nuovo, ricominciando a girare per la soffitta. Dora si diresse verso la finestrella sul tetto e dette un occhiata al cielo limpido, le stesse brillavano luminose, e la luna piena illuminava la notte. Si girò di scatto verso la porta, registrando di sfuggita che anche il lupo aveva smesso di girare e fissava la porta ringhiando piano, aveva sentito un qualcosa che l’aveva spaventata.

Il rumore della porta d’ingresso che veniva aperta.

- Oh no! - mormorò spaventata dirigendosi verso la porta. Non sapeva cosa fare, non voleva che qualcuno sapesse dove passava le notti di plenilunio, per paura che qualcun altro cercasse di farle cambiare idea, ma d’altra parte non sapeva se il nuovo venuto era a conoscenza del fatto che un mannaro si aggirava per la soffitta e non avvertirlo, in quel caso, sarebbe stato da pazzi. Mise la mano sulla maniglia e sentì di fianco a lei il righio di Lupin farsi sempre più alto. – Stai tranquillo, vado giù un secondo, - disse facendo l’atto di aprire la porta, non appena girò la maniglia Remus scattò in avanti, cercando di uscire.

Il lupo aveva sentito un odore estraneo, odore di essere umano, odore di possibile preda, ed era agitato, voleva, doveva, uscire dalla stanza. Sentiva il bisogno di mordere, sbranare, lacerare, percepiva l’odore del sangue e della carne, un odore che da sempre lo eccitava e scatenava i suoi istinti più profondi.

- Stai fermo Remus, - Tonks cercò di trattenerlo e spingerlo indietro.

Lui si scosse bruscamente, lei cadde indietro, aggrappandosi alla maniglia della porta, aprendola. Lupin schizzò fuori correndo giù per le scale, Dora si rialzò in fretta, correndogli dietro. – REMUS! - urlò, più per sperare di avvertire chiunque fosse entrato, che per cercare di richiamare il lupo, che ormai era inarrestabile. Inciampò negli ultimi scalini, rischiando di cadere, vide Remus che girava l’angolo al fondo delle scale.  – REMUS! –

Con un moto di orrore Tonks sentì un movimento dalla cucina.

- Tonks? - la voce di Bill Weasley la raggiunse.

- BILL, VATTENE VIA, C’E’ REMUS - gli urlò lei continuando a correre verso la cucina.

Vide un lampo verde, due, tre e sentì Bill urlare a sua volta. – STUPEFICIUM.

Entrò infine in cucina, Remus si stava rialzando da un angolo, Bill era davanti a Fleur, la bacchetta puntata contro il lupo.

Tonks raggiunse Lupin e con una scivolata lo fermò, aggrappandosi al suo collo appena in tempo, prima che scattasse verso i due, si contrappose con tutto il suo peso alla sua spinta, ma lui era troppo forte.

- Bill, vattene maledizione, - disse.

- Ma… tu?-

- Io non corro rischi, andatevene via. Subito!

Remus si divincolò, sentiva che la ragazza non voleva che attaccasse, ma non poteva farne a meno, si sentiva attratto verso i due. Si gettò su Bill, che gli lanciò altri schiantesimi cercando si difendersi.

– NO, - urlò Tonks, andando a inginocchiarsi accanto al lupo che era ora per terra, immobile. – Vai via adesso che è schiantato, non lo rimarrà per molto.

- Non capisco, - disse Bill, fissando la ragazza attonito. Di fianco a lui Fleur non riusciva a dire niente, rimaneva aggrappata al braccio del ragazzo, pallida.

Dora prese Bill per una manica e lo tirò verso la porta, lui a sua volta afferrò Fleur e i tre si diressero all’ingresso.

Uscirono in strada.

- Spiagami, - disse solo il ragazzo, agitato.

Tonks sospirò. – E’ una storia lunga. Non mi farà nulla, stai tranquillo.

Fleur parve riscuotersi all’improvviso. – Voi siete matti a tenere quella cosa in una casa... - disse con una vocetta acuta che Bill non le aveva mia sentito usare.

Dora la fissò malamente, adesso non più spaventata ma chiaramente furiosa con lei. – Quella “cosa” è un nostro caro amico. E’ stata colpa mia, non di sicuro sua.

- …e tu sei la più matta di tutti, - concluse Fleur alle parole dell’altra.

- Fleur per favore, - disse Bill piano, guardandola e quindi non notando che Tonks aveva estratto la bacchetta, puntandola sulla ragazza.

- Oblivious, - disse fissando poi Bill che si era girato di scatto verso di lei, guardandola male, ma senza dire nulla. – Devo fare lo stesso con te, o posso contare sul fatto che terrai quello che è successo sta notte per te?

- Non lo dirò a nessuno. Tienilo d’occhio, mi raccomando, - disse Bill, facendo un gesto con la testa verso la casa.

- Certo, - sorrise lei rientrando nella casa. Sulla porta si voltò ancora un attimo per vedere i due che si stavano allontanando. – Anche tu.

Bill la fissò ma poi le sorrise, annuendole.

 

Tonks si diresse verso la cucina, Remus si stava alzando lentamente, scuotendo la testa. – Vieni qui Moony, - disse abbassandosi su un ginocchio e tendendo la mano verso di lui.

Il lupo trotterellò verso di lei, sbandando ogni tanto, ancora sotto l’effetto parziale degli incantesimi, quando le fu vicino gli mise le braccia attorno al collo, affondando il viso nel suo pelo ispido, cercando di calmare il battito del cuore, che rischiava di uscire dal petto. – Va tutto bene, - disse per calmare se stessa più che lui. Il lupo rimase tranquillo, l’agitazione di poco prima ormai completamente dimenticata.

- Andiamo su e speriamo che a nessun altro venga in mente di fare un giretto notturno qui, - disse alla fine Dora, alzandosi e dirigendosi verso le scale, seguita dal lupo.

Rimasero in soffitta per il resto della notte, lei seduta su una poltrona che aveva fatto apparire, lui accucciato vicino a lei. Quando vide che la trasformazione ricominciava si alzò e si allontanò da lui, rimanendo poi girata verso la finestra a scrutare l’alba che trasformava lentamente il paesaggio circostante, per permettergli di sistemarsi. Si sentì toccare la spalla da una mano ancora tremante e si voltò fissando l’uomo distrutto che aveva davanti.

- Ciao, - gli disse, cercando di sembrare tranquilla, pur temendo che lui intuisse qualcosa di quello che era successo quella notte.

- Ciao- le rispose lui, crollando sulla poltrona dove lei aveva passato la notte.

- Come stai?

- Mi scoppia la testa. Che cosa è successo? – chiese massaggiandosi lentamente le tempie.

- Niente, - rispose lei, forse un po’ troppo rapidamente.

- Sicura? – le chiese scettico, guardandola negli occhi.

- Certo, - riuscì a mentire abbastanza bene lei.

- D’accordo, - Lupin chiuse gli occhi tenendosi la testa con le mani. Fu questione di un attimo, venne sommerso da immagini di Bill, Fleur e Tonks, cercò di capire cosa c’entrassero i primi due con lui, ma non riuscì a fissare nella mente i loro volti, rivedeva in continuazione Tonks che gli si avvicinava e lo abbracciava. Alzò gli occhi ma non disse nulla, era sicuro che non lei non gli avrebbe comunque detto niente ed era questa la parte che lo faceva letteralmente impazzire, essere sempre all’oscuro di quello che gli capitava. Nonostante quello che lei diceva, Lupin era sicuro che gli aspetti più sgradevoli o pericolosi di quelle nottate gli venissero tenuti nascosti, capiva che Tonks lo faceva esclusivamente per cercare di aiutarlo, ma nonostante questo la cosa lo infastidiva.

- Andiamo giù, cerco una pozione per la tua testa, - la sentì dire.

Si alzò facendo una smorfia di dolore e barcollando, lei gli prese il braccio, aiutandolo a rimanere in equilibrio, sorridendogli. Guardando quel volto allegro, nonostante tutto, Lupin si sentì in colpa per quello che aveva provato poco prima, non fosse stato per lei le cose in quelle nottate sarebbero andate ben peggio per lui, per cui aveva poco da lamentarsi. Cercò di ricambiare il suo sorriso, appoggiandosi a lei per rimanere in piedi; si diressero insieme alle scale, chiudendosi alle spalle la porta della soffitta.

Almeno per quel mese, era fatta.

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Capitolo 11
*** LUGLIO ***


LUGLIO

 

Non so se si è capito ma Fleur mi sta vagamente antipatica, si è riscattata alla fine del 6 libro, ma ancora non mi convince, sono stata cattivella con lei, lo ammetto. Siamo giunti a luglio, ancora due mesi ed è finito, devo ammettere che sia questo mese che il prossimo mi piacciono molto. Ma io no conto per il giudizio, dite voi che ne pensate. Ciao a tutti.

 

Era una bella serata estiva, il sole stava tramontando infuocando il cielo con colori caldi; Tonks era sulla veranda del capanno da pesca del padre, seduta su una sedia a dondolo di vimini, e fissava incantata lo spettacolo che aveva davanti agli occhi. Il silenzio era rotto soltanto di tanto in tanto dal canto di qualche uccello, poi sentì un cigolio alle sue spalle, girò appena la testa e vide comparire al suo fianco Remus. L’uomo non disse nulla, si diresse alle scale del piccolo portico e vi si sedette, anche lui fissando lo spettacolo del sole che ormai era quasi del tutto scomparso dietro le cime degli alberi.

Rimasero in silenzio finché il rosso e l’arancione del cielo non furono sostituiti lentamente dall’azzurro e poi da un blu intenso. Quando le prime stelle apparvero nel cielo, Remus si girò verso Tonks, studiò con attenzione la sua figura: era seduta con una gamba accavallata sul bracciolo della sedia, i capelli sempre di un rosa acceso, corti e spettinati, gli occhi blu che fissavano davanti, non badando alla sua presenza, l’espressione decisa.

Remus sentì una stretta al petto, gli faceva male vederla così vicina a lui, ma saperla così lontana, quasi inavvicinabile. Pensava che con il tempo, diventando sempre più amici, le cose per lui sarebbero state più facili, non aveva mai pensato di dirle quello che provava veramente per lei, neanche nei suoi sogni si immaginava che una ragazza come lei, nel fiore degli anni, estroversa, con tutta la vita davanti, potesse provare qualcosa di più di amicizia per una persona come lui.

Negli ultimi tempi si erano trovati a passare sempre più tempo insieme, prima era solo nelle notti di plenilunio, poi c’erano stati due o tre incarichi per l’Ordine che avevano svolto in squadra, loro due da soli. Remus era stato dapprima contento di averla sempre intorno, pensando che così almeno la poteva guardare, poteva passare ore intere a fissarla, facendo finta di leggere un libro, magari dimenticandosi di voltare pagina, completamente perso nella sua contemplazione, ma adesso non riusciva più ad andare avanti in quel modo, sentiva sempre più il desiderio di sfiorarla, di sentire di nuovo il contatto della sua pelle.

Tonks si riscosse, probabilmente avvertendo su di sé lo sguardo dell’uomo, abbassò gli occhi, distogliendo lo sguardo dal cielo ormai scuro per fissarli in quelli di lui e gli sorrise. - Bello vero? – chiese, riferendosi al tramonto.

- Stupendo, - le rispose lui, continuando a fissarla. Lei arrossì muovendosi nervosamente sulla sedia.

Lupin si alzò per tornare in casa.

- E’ ora? - chiese lei.

- Quasi.

Anche lei si alzò, seguendolo dentro la casa; lui si bloccò all’improvviso e lei, che era soprappensiero non se ne accorse, andando a sbattergli addosso.

- Scusami Rem, - gli disse mentre lui si girava. Si trovarono con i volti a pochi centimetri uno dall’altra, Lupin fu dolorosamente consapevole della vicinanza della ragazza e non seppe resistere: le prese la mano, portandosela alle labbra.

- Grazie.

- Per cosa? - chiese lei, la voce leggermente tremante.

- Per tutto.

Lei annuì, stringendogli la mano nella sua.

 

- Vieni Moony, - disse Tonks, dirigendosi verso la porta, aveva voglia di fare una passeggiata fuori, la notte era stupenda, limpida e illuminata dalla luce della luna, con Remus a fianco non pensava di avere qualcosa da temere.

Si diressero verso gli alberi, Remus davanti correva, Tonks dietro invece avanzava più lentamente, anche se il lupo non la lasciava mai per troppo tempo, quando non la vedeva più tornava indietro e la aspettava. Fu in uno di quei momenti in cui Tonks era rimasta sola che vide un movimento dietro di sé, si voltò scrutando tra gli alberi. Le parve di notare un movimento e pensò che fosse Lupin, che in qualche modo aveva girato per poi tornare indietro. Vide una forma avvicinarsi a lei, un lupo, stava per tornare a girarsi e continuare ad avanzare quando sentì un ringhiò basso provenire dal lupo.

- Cosa succede Rem…? - ma mentre lo diceva si accorse che non era Remus. – Buono... - provò a dire, ma il lupo continuava ad avvicinarsi, sempre ringhiandole contro. Lo vide abbassarsi e poi balzare in avanti, non fece in tempo a scansarsi e quindi venne colpita in pieno; cadde per terra sentendo il suo peso addosso, vide gli occhi gialli che la fissavano maligni, il ringhiò continuo gli scopriva i canini aguzzi, sentì un rivolo di saliva caderle sul volto e cercò di muoversi per far spostare il lupo, ma era troppo pesante. Non riusciva a respirare, lo vide scattare verso la sua gola, pronto a morderla, chiuse gli occhi, cercando di mantenere il controllo, poi all’improvviso il peso le cadde di dosso, riuscì di nuovo a respirare; rimase qualche attimo stesa, poi si rialzò e vide quello che stava succedendo attorno a lei.

Di fianco a lei Lupin e il lupo stavano ruzzolando avvinghiati, mordendosi e graffiandosi a vicenda. Lupin venne scagliato lontano e il lupo ritornò a puntare verso di lei, ma questa volta la ragazza era pronta, aveva estratto la bacchetta e gliela stava puntando addosso. – Stupeficium, - gridò, una, due, tre volte di seguito, gli incantesimi colpirono tutti il bersaglio, il lupo fu rallentato nella sua corsa, ma non cadde a terra.

Lupin si rialzò e si diresse di nuovo verso il nemico, azzannandolo alla schiena e facendolo girare e rivolgere la sua attenzione di nuovo su di sé. Tonks non osò lanciare altri incantesimi per paura di colpire Remus, rimase a guardare i due che lottavano, non sapendo cosa fare per aiutare.

Di nuovo si separarono, ma questa volta era stato Remus ad avere la meglio, Tonks ne approfittò subito scagliando altri schiantesimi sul lupo, che alla fine parve cedere, barcollò verso di lei, instabile, fu atterrato di nuovo da Remus e lì rimase.

Tonks fece comparire delle corde, legò il lupo molto stretto e poi si diresse verso Lupin che era per terra, avvicinandosi vide che era pieno di morsi e graffi su tutto il corpo, ma non sembrava essere in pericolo di vita, vedendo il movimento vicino a lui il lupo scattò per mordere, fermandosi a pochi centimetri da lei, riconoscendola.

- Grazie Moony, - disse accarezzandolo piano e vedendo la mano sporca di sangue. - Ce la fai a tornare al capanno? - gli chiese. Lui parve capire e si alzò barcollando leggermente, poi fece qualche passo. Dora, vedendo che si muoveva, lo seguì, lanciando un ultimo sguardo al lupo immobile legato vicino a lei.

Riuscirono a tornare indietro, anche se ci volle molto tempo, Remus avanzava lentamente e Tonks doveva spesso fermarsi per aspettarlo, avrebbe voluto aiutarlo, ma temeva che usando la magia su di lui peggiorasse solo la situazione, visto che aveva più volte dimostrato di temere la bacchetta. Quando finalmente giunsero in casa era ormai quasi l’alba, la ragazza decise che era più sensato aspettare a quel punto che Remus si ritraformasse in modo da capire meglio che tipo di ferite aveva subito.

Tonks si spaventò quando vide Remus tornato uomo, da quando era con lui non lo aveva mai visto in quello stato, era abituata alle serate tranquille passate in casa, non alle scorribande notturne tra gli alberi, Lupin non aveva neanche la forza di aprire gli occhi, sembrava non percepisse neanche la sua presenza, giaceva nel letto, stremato, il corpo pieno di lividi, tagli e morsi ovunque lei posasse lo sguardo. Prese la bacchetta e un unguento che era riuscita a procurarsi per i casi di emergenza, con la bacchetta cercò di chiudere i tagli e le ferite, in modo che queste smettessero di sanguinare, tutte le volte che agiva Remus faceva una smorfia di dolore, finché non lo sentì più lamentarsi e capì che doveva essere svenuto. Forse era meglio così, al risveglio, se quello che le avevano detto i guaritori del San Mungo era vero, avrebbe dovuto sentire molto meno dolore, sulle cicatrici che rimanevano e sui lividi passò l’unguento, strofinando leggermente per non rischiare di fargli più male del necessario.

Rimase a guardarlo, seduta di fianco a lui, non osando muoversi per paura che si svegliasse d’improvviso e si ritrovasse solo. Lupin però sembrava più tranquillo, il volto non era più contratto in una smorfia di dolore come prima, ma era rilassato, sembrava che adesso stesse solo dormendo tranquillamente. Rimase a guardarlo e, come era successo in macchina il mese prima, si ritrovò a non riuscire a staccargli gli occhi di dosso, sembrava che fosse attirata verso di lui da una forza invisibile. Si disse che era normale che fosse preoccupata per lui, era suo amico, forse il suo migliore amico al momento, stavano parecchio tempo insieme, ma più di tutto, quello che li legava uno all’altra era la luna piena. Remus sotto forma di lupo le aveva salvato la vita molte volte ormai e questo era qualcosa che aveva creato tra di loro un legame indissolubile. Si chinò lentamente, non sapendo neanche lei quello che stava facendo, si ritrovò a pochi centimetri dal volto di Remus, poteva sentire il suo respiro regolare, si avvicinò ulteriormente, come attirata da una forza sconosciuta, e infine gli sfiorò gli occhi chiusi con le labbra. Lo sentì muoversi e si rialzò all’istante, lo vide corrugare la fronte e cercare di aprire gli occhi, gli prese la mano che era appoggiata sul letto e la strinse.

- Rem? – sussurrò.

Lui aprì gli occhi, fissandoli in quelli di lei che lo stavano osservando attenti.

- Che co… che cosa è successo?- chiese.

- Una notte agitata, - gli rispose, tirando un sospiro di sollievo.

- Sì, lo deve essere stata, - si tirò su dal letto, mettendosi seduto con una smorfia di dolore. – Come stai?

Lei gli mise una mano sulla spalla, respingendolo giù. – Sto bene, tu no però. Stai giù, - gli sorrise. Lui si rimise sdraiato, chiudendo gli occhi, rivide la luna piena, Tonks che lo seguiva tra gli alberi e...un altro lupo.

- Cosa c’era? – chiese.

- Un lupo, avete avuto uno scambio di opinioni, voi due, - Tonks fece un sorriso forzato, cercando di fare sorridere, anche lui,  senza molto successo. – E come al solito mi hai salvato la vita, - concluse.

Lui avrebbe voluto ribattere che come al solito l’aveva messa in pericolo, ma non ne trovò la forza. La vide incupirsi. – Remus, credo… - fece una pausa non sapendo se fosse il caso o meno di dirglielo subito, poi decise di procedere. – Credo che fosse un licantropo, non un lupo qualunque.

- Come fai a dirlo?

- Gli ho lanciato almeno 5 schiantesimi prima di riuscire a fermarlo.

Lui fece di nuovo per alzarsi ma lei di nuovo glielo impedì.

- Devo andare a vedere.

- L’ho legato, ci andremo dopo, stai ancora un po’ sdraiato.

Ma non ci fu verso di trattenerlo, dieci minuti dopo arrancava per la foresta, seguito da Dora che cercava di sostenerlo, per quando lui le concedesse. Quando arrivarono al luogo delle scontro videro un mucchio di corde per terra ma del lupo, o dell’uomo, nessuna traccia.

- L’avevo legato stretto, ed era schiantato, - disse lei, fissando Remus e sentendosi in colpa.

- Il suo corpo è cambiato, avevi legato il lupo, ma l’uomo si è potuto sciogliere facilmente, - le rispose lui fissando le corde e non guardandola in volto.

- Mi dispiace, Remus, - mormorò lei.

- Non è stata colpa tua, hai fatto il possibile, - le disse, ma in tono distaccato, sembrava che non pensasse realmente quello che stava dicendo. – Torniamo indietro, - riprese incamminandosi di nuovo verso il capanno, seguito da Tonks che fissava il suolo, non osando alzare lo sguardo su di lui.

Lo aveva deluso.

 

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Capitolo 12
*** AGOSTO ***


AGOSTO

 

Dato che è l'ultimo capitolo godetevelo in pace senza i mie sproloqui (quelli sono al fondo)

 

Tonks salì i tre scalini del portico di ingresso boccheggiando nella sera calda e umida. Lanciò uno sguardo al cielo, grosse nubi nere si stavano addensando sopra la città, minacciando un temporale preannunciato anche da qualche isolato lampo che illuminava la sera. Aprì la porta del numero 12 di Grimmauld Place ed entrò nella grande casa; si ricordò, forse per la prima volta nella sua vita, di scansare l’orrendo portaombrelli vicino alla porta, e si diresse verso la sala. Vide Remus seduto su una poltrona che fissava il caminetto spento, perso nei suoi pensieri. Dall’incidente del mese prima le cose tra di loro erano cambiate, nell’ultimo periodo erano stati poco tempo insieme, Lupin non era più tornato sull’argomento, né le aveva mai detto nulla al riguardo, ma aveva fatto in modo di non stare più da solo con lei. Quelle poche volte che rimanevano insieme la trattava sempre con un educato distacco, come se quella sintonia che si era creata tra di loro negli ultimi mesi fosse scomparsa.

Quella sera aveva saputo da Silente stesso che l’uomo aveva chiesto di poter tornare a passare la notte alla vecchia casa dei Black, così aveva deciso di recarsi alla casa un po’ prima del sorgere della luna; sebbene temesse di incontrarlo, voleva chiarire la situazione.

Quando Remus vide la ragazza entrare la guardò seriamente, alzandosi poi lentamente dalla poltrona per andarle incontro.

- Ciao, - disse lei, abbozzando un sorriso forzato.

- Ciao. Non credevo saresti venuta, sta sera.

- Non…non ti voglio lasciare da solo.

- Me la cavo bene, me la sono sempre cavata bene, da solo, - le rispose lui, tristemente.

- Non è vero, te la cavavi bene quando avevi i malandrini, non quando eri da solo, - gli disse lei, non intendendo arrendersi così facilmente.

- I malandrini non esistono più, sono morti quindici anni fa.

- Tu non sei morto.

Lupin alzò le spalle con indifferenza. – Non importa.

- Come puoi dire una cosa simile? Certo che importa, a me importa, ai tuoi amici importa, ad Harry importa.

Lui rimase in silenzio, osservandola attentamente.

- Remus perché ti comporti in questo modo?

- Te l’ho detto Tonks, lasciami stare, voglio… solo essere lasciato in pace, - disse sospirando.

- Non è vero, lo so che non è vero. Ho visto il lupo che è in te, non vuole restare da solo, ha fatto di tutto per non rimanere da solo.

- Il lupo, - sbottò lui. – Il lupo non conta, sono io che decido, è l’unica cosa che posso controllare in tutta questa situazione, non permetterò che la volontà del lupo prevalga sulle mie scelte.

- Ma perché ti comporti in questo modo? Ti ho deluso il mese scorso, ma ti ho chiesto scusa, che cosa vuoi che faccia? Che ritorni là questa notte e dia a caccia al licantropo? Dimmelo Remus, se è questo che vuoi, dimmelo. Sono disposta a farlo.

Lui sgranò gli occhi. – Ma sei impazzita? Non ci pensare neanche, stavi per morire il mese scorso. Non voglio che tu vada più in quel bosco con la luna piena, mi hai capito?

- E allora cosa vuoi che faccia? Faccio uno sbaglio e tu mi escludi così dalla tua vita?

Lupin continuò a guardarla impassibile ma dentro di sé stava male, da una parte non voleva che Dora si ritenesse responsabile del suo comportamento, dall’altra forse era meglio così. In quel modo l’avrebbe ferita, ma lei se ne sarebbe andata, sarebbe stata al sicuro, lontano da lui, lontano dal lupo.

- Remus rispondimi maledizione! - sbottò lei muovendo le braccia, forse con l’intenzione di colpirlo. Lui scattò d’istinto, bloccandole le mani sopra la testa, guardò la sua espressione decisa, e capì che in quel modo non sarebbe riuscito ad allontanarla. Aveva ancora una carta da giocare, era la più pericolosa, ma forse sarebbe servita allo scopo.

- Vuoi davvero sapere perché non ti voglio avere qui con me sta notte, perché ti sto evitando da un mese, perché faccio in modo di non rimanere mai solo con te? - le disse bruscamente, tenendole saldamente le braccia e avvicinandosi a lei, in modo che i loro visi quasi si sfiorassero.

Lei annuì.

- Perché ti amo, - disse rimanendo a fissare la smorfia che compariva sul volto della ragazza. La vide sgranare gli occhi e poi impallidire. Le lasciò le mani, allontanandosi da lei, sentiva che qualcosa nel suo cuore si stava lacerando, aveva sperato che la reazione della ragazza sarebbe stata quella, un misto di sorpresa, imbarazzo e forse anche una punta di derisione per lui, ma vederlo dal vivo, rimanere a fissare tutte queste emozioni che si susseguivano sul volto della giovane, era troppo per lui.

Si girò andandosene dalla stanza e lasciandola da sola.

Tonks si accasciò sulla poltrona dove poco prima era seduto Remus, non lo guardò mentre se ne andava, troppo stupita dalla confessione ricevuta per fare caso a quello che succedeva nel resto del mondo. Si era resa conto che il loro rapporto era cambiato con il passare nel tempo, aveva capito che c’era… qualcosa… tra di loro, ma non aveva capito che lui fosse innamorato, pensava che provasse affetto, forse addirittura stima, ma amore?

E lei, lei per lui cosa provava?

Ripensò al tutte le notti passate insieme; il lupo, che all’inizio le aveva ringhiato contro, con il tempo aveva imparato a conoscerla, risentì la scossa che provava tutte le volte che lo accarezzava, non solo eccitazione per quello che stava facendo, ma gioia, pura e semplice. Rivide Remus quella notte di marzo, quando l’aveva alla fine scoperta, vicino a lei, alla finestra; sentì di nuovo il battito del cuore accelerare al pensiero di quando l’aveva accarezzata, sfiorandole il taglio che si era fatta quando lo specchio era caduto ferendola, e al ricordo di quando si era svegliata e lo aveva trovato nella stanza, a guardarla dormire, o quando lo aveva visto addormentato accanto a se, in macchina. Ripensò al mese passato a come si era sentita attratta verso di lui, non riuscendo a trattenersi dal posargli un bacio leggero e, infine, a quando lo aveva visto nel bosco, alla sua espressione sapendo dell’incidente con il licantropo.

E alla fine comprese.

Comprese che Lupin non era mai stato arrabbiato con lei, che lei non aveva capito niente; aveva frainteso il suo comportamento, aveva scambiato la sua paura per quello che sarebbe potuto succederle, per sdegno nei suoi confronti per non aver saputo trattenere il licantropo. E comprese anche che Lupin sapeva che lei lo aveva frainteso, ma non l’aveva mai corretta, sperando che si allontanasse volontariamente, che alla fine decidesse che non valeva la pena di prendersi a cuore un uomo così.

Ma adesso anche lei sapeva.

O si, lo sapeva bene.

Ci aveva messo del tempo, molto più di lui, ma alla fine aveva capito.

Si alzò dalla poltrona e si diresse a passo spedito verso la soffitta, la porta era aperta, Lupin aveva la fronte appoggiata alla parete fredda, in attesa del sorgere della luna. Entrò e gli appoggiò una mano sulla schiena, facendolo girare verso di lei; parve sorpreso di vederla.

- Ch... che cosa ci fai ancora qui? Pensavo che te ne fossi andata.

Lei scosse la testa.

– Perché sei qui? - chiese ancora lui.

- Perché, - fece una pausa, per prendere fiato. – Perché ti amo.

Lui rimase a fissarla, le sue orecchie avevano registrato quelle parole, ma la sua mente non le aveva capite. Rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire. - Non è possibile, - fu la cosa più sensata che gli uscì dalle labbra, alla fine.

- Come sarebbe che non è possibile? - sbottò lei. – Fammi capire avresti tu l’esclusiva su questo sentimento?

- No, cioè sì. No.

Tonks lo fissò sorridendo.

- Insomma, non è possibile, ti sei confusa, non puoi essere innamorata di me. Sono povero, sono vecchio, sono brutto e per finire sono anche un licantropo.

Adesso lei rideva apertamente. – Allora, tanto per cominciare, non mi sono “confusa” come dici tu, non sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia. Poi, che tu sia povero, non mi interessa, che sia vecchio non è vero, sarai più vecchio di me ma ancora vai piuttosto bene; brutto non mi sembri proprio, anzi mi sembri decisamente un bell’uomo, e per quanto riguarda il tuo piccolo problema, io e Moony abbiamo uno stupendo rapporto, anzi mi da molto più ascolto lui di te.

- Davvero? - chiese lui, sempre stupito.

- Davvero. Altri problemi? – chiese pronta a ribattere qualunque cosa lui avesse detto. Ora che aveva capito non aveva intenzione di farlo scappare.

Lupin scosse la testa, la prese tra le braccia, facendole fare un mezzo giro per aria prima di rimetterla giù. Poi avvicinò lentamente il volto a quello di lei, dandole tutto il tempo, se avesse voluto, di allontanarsi da lui. Lei però non si mosse, Remus le sfiorò appena le labbra, Dora gli passò le mani dietro alla nuca, facendolo avvicinare di più e, muovendo le labbra su quelle di lui, approfondì il bacio. Mentre Lupin la stava guardando la luce della luna illuminò il volto della ragazza, si allontanò da lei velocemente, ma prima che la trasformazione avesse inizio riuscì ancora a farle un sorriso.

Tonks rimase a fissarlo, poi si abbassò con un ginocchio per terra in modo da avere il volto alla stessa altezza del muso del lupo. Questi le si avvicinò subito annusandole la mano, la ragazza gli accarezzò la testa, grattandolo dietro le orecchie.

- Bravo cucciolone, andiamo d’accordo noi due vero? - gli disse Tonks, continuando ad accarezzarlo mentre il grosso lupo muoveva la testa, seguendo i movimenti della sua mano. – Magari fosse così facile anche con Rem, - mormorò sorridendo.

Si guardò intorno, non aveva portato con sé la bacchetta, che era rimasta nel salotto, e non aveva pensato neanche di portarsi dietro una coperta o un cuscino, o qualcosa per non dover passare la notte per terra, dopo i precedenti esperimenti non le andava di passare la notte sul pavimento duro della soffitta.

- Ascoltami Moony, faccio un salto giù, mi prendo bacchetta e cuscino e torno, d’accordo? - disse alzandosi. Il lupo la seguì con lo sguardo e si mise a ringhiare quando vide che si stava dirigendo verso la porta della stanza. – Beh, che c’è? – chiese lei voltandosi e guardando il lupo. – Torno subito, te lo prometto, - disse allungando la mano per farlo avvicinare.

Quando il lupo le fu vicino, lo abbracciò un attimo. – Se ti comportassi così anche quando sei uomo, sarebbe tutto molto più facile.

Nonostante fosse agosto la casa era vuota, nell’ultima settimana del mese sarebbero arrivati Harry, Ron con i suoi genitori e Ginny ed Hermione, da lì infatti era più semplice organizzare gli acquisti a Diagnon Alley ed era più facile raggiungere King Cross, ma per il momento non c’era nessun altro.

Scese lentamente le scale al buio, prese la bacchetta e la accese, illuminando fiocamente il percorso, poi decise che avrebbe fatto apparire un materasso direttamente in soffitta, per cui tornò su. Rimase in ascolto sul pianerottolo ma da dentro non proveniva nessun rumore, aprì lentamente la porta ed entrò nella camera, si guardò intorno non vedendo il lupo da nessuna parte, poi fu colpita al torace, un colpo secco che le tolse il fiato e la fece cadere per terra violentemente. Si ritrovò con il lupo sullo stomaco, il suo muso a pochi centimetri dal suo volto, lo vide aprire le fauci e poi sentì qualcosa di bagnato che le passava sulla guancia.

- Rem, spostati dai, anche io sono contenta di vederti, ma mi stai togliendo il fiato, - disse prendendogli la testa tra le mani e cercando di farlo scendere dal suo stomaco. Lui le rimase ancora qualche attimo addosso, poi si scostò permettendo alla ragazza di rimettersi seduta. Riprese la bacchetta che le era caduta e fece comparire un enorme letto a baldacchino, il lupo la fissò. – Beh già che ci sono perché non fare le cose per bene? - disse rispondendo alla muta domanda.

Si diresse verso il letto e si sedette sul bordo, battendo la mano sulla coperta accanto a sé per invitarlo a salire di fianco a lei. Si stese nel letto, addormentandosi in poco tempo, Lupin le si accucciò a fianco, tranquillo.

 

Quando Tonks aprì gli occhi il sole era già sorto, si girò nel letto e vide di fianco a sé Remus, di nuovo tornato umano, che dormiva tranquillo. Si mosse nel letto, avvicinandoglisi. Lupin aprì gli occhi, fissando quelli di lei.

- Ciao piccola, - le disse, muovendo una mano e accarezzandole la guancia.

- Buon giorno, - gli rispose, chiudendo gli occhi e sentendo dei brividi scorrerle per la spina dorsale.

Remus si girò verso di lei, in modo da guardarla negli occhi. – Ti amo, - disse baciandole la guancia. Ma poi si allontanò di scatto, immagini della notte prima lo assalirono, si rivide saltarle addosso e farle le feste.

- Cosa c’è?- chiese Tonks. – Sei diventato paonazzo.

- Niente, cioè, mi sono ricordato di sta notte. Scusami.

Questa volta fu lei a voltarsi verso di lui. – Sul serio Rem, quando sei lupo...

- …è tutto più facile, - concluse lui piano. – Lo credi sul serio?

- Di sicuro sei più spontaneo, - sorrise lei.

- Ah. Grazie, - rispose lui, fingendosi offeso.

- Prego, - rise lei, appoggiando le labbra su quelle di lui. – Anche io ti amo Remus, - disse poi accoccolandosi contro di lui e chiudendo gli occhi, ascoltando il battito regolare del suo cuore. Remus la strinse a sé, accarezzandole la schiena con movimenti sempre più lenti, finché entrambi si riaddormentarono.

 

FINE

 

Ciao a tutti, sotto richiesta di Dani, Cucciola e Dreams vi ho postato anche l'ultimo capitolo, in realtà ero anche piuttosto curiosa di sapere cosa ne pensate, a me piace molto (alla faccia della modestia) come mi era piaciuto Dicembre, voi che ne dite?

Devo dire che adesso che ho finito di postare questo racconto un pò mi dispiace, mi ci ero affezionata, non so se ce la faccio a non fare qualche aggiunta, che so magari cerchiamo di scoprire chi era quel mannaro, oppure vediamo che faccia fanno gli altri alla scoperta di come Tonks passa le notti di plenilunio...

... comunque per adesso consideriamo concluso " Il ciclo della luna piena ", ma non pensiate di liberarvi di me (e qui si alza un coro di sbuffi e fischi), di storie nel cassetto ne ho ancora un sacco.

Ciao a tutti e grazie per aver letto e commentato assiduamente, aiutandomi a superare un paio di blocchi che erano comparsi lungo la strada.

 

 

 

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