The simple things - Un'amica diversa

di lightoftheday
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi dell'università ***
Capitolo 2: *** Una festa movimentata ***
Capitolo 3: *** Telefonate inaspettate ***
Capitolo 4: *** Traffico on line ***
Capitolo 5: *** Il flirt moderno ***
Capitolo 6: *** Intuizioni ***
Capitolo 7: *** Amicizia in pericolo ***
Capitolo 8: *** Sentimenti mal celati ***
Capitolo 9: *** Riflessioni e ricordi ***
Capitolo 10: *** Lunghe notti ***
Capitolo 11: *** Una sorpresa ***
Capitolo 12: *** I nodi vengono al pettine ***
Capitolo 13: *** I giochi finiscono ***
Capitolo 14: *** Riconciliazione ***
Capitolo 15: *** postumi da delusioni ***
Capitolo 16: *** Una chiacchiera di troppo ***
Capitolo 17: *** Un'irruzione nel cuore della notte ***
Capitolo 18: *** cambiare tutto ***
Capitolo 19: *** New year's day ***
Capitolo 20: *** La nuova vita di Andie ***
Capitolo 21: *** Incontri fortunati… ***
Capitolo 22: *** ...e meno fortunati ***
Capitolo 23: *** Quando la tecnologia è un valido alleato ***
Capitolo 24: *** Non si dimenticano le proprie origini ***
Capitolo 25: *** Che fare? ***
Capitolo 26: *** Stratagemmi ***
Capitolo 27: *** Galeotta fu la pista da ballo ***
Capitolo 28: *** Quando ci si capisce con uno sgurado ***
Capitolo 29: *** Passioni rinnovate ***
Capitolo 30: *** Sarà meglio pensarci ***
Capitolo 31: *** Svolta nuova ***
Capitolo 32: *** Tira e molla ***
Capitolo 33: *** L'ultima notte ***
Capitolo 34: *** Il sole di Los Angeles ***
Capitolo 35: *** Grandi novità in arrivo - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Ricordi dell'università ***


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Disclaimer: Leggete Dominic Monaghan, Josh Hartnett, Elijah Wood… etc etc … e chi per loro e pensate che siano nomi qualsiasi. Una pura convenzione. Ovviamente non li conosco affatto e non voglio offendere né loro né nessun altro con le mie divagazioni.

 

Nota del 23-5-2005: Se volete inserire questo racconto in forum, blog e quant’altro potete farlo. Ma non con il copia/incolla… Credo sia più opportuno, e soprattutto gradito per me, riportare il link di questo sito! Grazie!

 

 

1. Ricordi dell’università

 

Andie era completamente assorta in certi atti che aveva studiato per una causa del giorno successivo. L’orario d’ufficio stava quasi per finire, e lei aspettando leggeva, anche se un po’ distrattamente. La sua segretaria le passò una telefonata. Andie pensò a chi potesse essere lo scocciatore che la disturbava a quell’ora.

- Andie?- Non era lavoro, per fortuna.

- Josh! Sei tu!-

- Proprio io… Come sta la mia amica stacanovista?-

- Stanca, e la mia stella di Hollywood preferita? Fammi indovinare… passi da New York per una pausa e hai sentito il bisogno improvviso di vedermi?-

- No, passo per lavoro… ma vengo un paio di giorni prima così almeno possiamo vederci.-

 

Josh e Andie si erano conosciuti ai tempi dell’università. Lei era al suo stesso anno anche se era più piccola di lui, era talmente brava che aveva saltato un anno alle medie e così si erano ritrovati a frequentare lo stesso anno al college.

A Josh Andie era piaciuta da subito. Era un tipino strano, continuamente nel suo mondo, a volte si faceva fatica soltanto per richiamare la sua attenzione. E poi era bella, e per niente ordinaria.

Inutile dire che aveva subito provato a corteggiarla, cosa che sembrò non farle un grande effetto.

Andie non sembrava essersi accorta che Josh la corteggiava, così aveva continuato a comportarsi come ci si comporta con un amico… beh, nel modo di Andie, ovvio…

Non era mai entrata in una confraternita femminile, in ogni caso le confraternite in generale la disgustavano, ma quelle femminili più di tutte.  Se le altre ragazze mantenevano un atteggiamento da signorine, specialmente in quell’università d’elite, lei sembrava fregarsene abbondantemente di tutti i clichet che la società sembrava volerle imporre: dal vestirsi in un certo modo, al civettare scioccamente, ma soprattutto Andie odiava quell’atteggiamento di disgusto che certe sue compagne provavano nei confronti dei ragazzi. Lei adorava tutte quelle cose davanti alle quali le signorine-bene storcevano la bocca: le sbronze, il sentirsi completamente liberi di fare qualsiasi cosa… insomma, non stare sempre a preoccuparsi di trucco, capelli e vestiti.

Il modo di comportarsi da amica di Andie era infatti quella di essere un autentico maschiaccio: si sentiva in quel gruppo di ragazzi come a casa, e mai nessuno aveva mai avuto da ridire sul fatto che una ragazza si fosse intrufolata tra loro, né tanto meno si era mai fatta mettere i piedi in testa. Anche sbronza, Andie era completamente in grado di badare a se stessa.

Era stato per via di Josh che Andie era entrata a far parte del gruppo e che si era rivelata un po’ per quello che era, apparendo ai suoi occhi ancora più desiderabile di quanto già non fosse. I suoi modi poco aggraziati non facevano che renderla più sexy.

Già da diverse settimane le stava dietro e lei non aveva fatto mai un passo per incoraggiarlo. Stava quasi per rinunciare all’impresa quando una sera, riaccompagnandola al suo alloggio aveva indugiato un attimo fuori dalla porta, non riuscendo a capire il perché del fatto che Andie non accennava a richiudersela dietro. A quel punto Andie l’aveva guardato e gli aveva detto senza affatto scomporsi:- Perché rimani sulla porta? Pensavo che mi volessi.-

Josh era rimasto impietrito. Sapeva che Andie era quantomeno particolare, ma non si sarebbe mai aspettato che fosse un tipo così diretto. Aveva blaterato un che? non molto convinto, al che Andie, senza mezzi termini, gli aveva detto:- Insomma, vuoi venire a letto con me o no? –

Josh era rimasto ancora più perplesso e la guardò come se fosse stata una marziana scesa dallo spazio.

- Senti, se mi sono sbagliata me lo puoi tranquillamente dire, non me la prendo.-

- No no no, cioè, si… cioè, non voglio che pensi che…-

A quel punto Andie lo aveva preso per un bavero della camicia e lo aveva trascinato dentro il suo alloggio e quella notte Josh aveva capito un po’ meglio chi fosse Andie. Non sarebbe mai stata la sua ragazza, né la ragazza di nessun altro, ma certo sarebbe stata piuttosto interessante la loro amicizia.

Amicizia…alla fine aveva dato quel nome al loro rapporto non trovandone uno più appropriato. Del resto come mai avrebbe potuto definire Andie se non una delle sue più care amiche?

 

Poi le loro strade si erano separate: Josh aveva piantato i corsi di recitazione non ritenendoli più di tanto necessari. Non perché credeva di non aver bisogno di imparare, piuttosto non voleva imparare quello che tentavano di insegnargli. Aveva tentato la fortuna, convalidando il detto secondo il quale la fortuna aiuta gli audaci. Andie aveva continuato i suoi studi in legge, si era laureata in tempi record con il massimo dei voti e lavorava per uno degli studi legali più importanti di New York. Sapeva fare molto bene il suo lavoro e praticamente non faceva altro, tanto che tutte le volte che Josh le telefonava le diceva: - Come sta la mia amica stacanovista?-

 

Si erano dati appuntamento al pianoterra degli uffici dello studio legale dove Andie lavorava per le diciannove, ma Andie dopo mezz’ora non si era ancora fatta vedere. Josh chiese di lei in portineria e fu informato che era ancora in tribunale. Uscì in fretta dagli uffici e prese un taxi.

Non fu facile sapere in quale aula stava lavorando Andie, ci mise un po’ a trovarla, entrò più in silenzio che poteva e si sedette in fondo all’aula.

Era interessante vederla al lavoro: la sua capacità dialettica era sempre stata stupefacente, in più nel vederla all’opera era evidente tutta la sua sicurezza e la sua competenza in quello che faceva. Era entrato in aula proprio mentre Andie stava parlando e come al solito era rimasto affascinato. Quando Andie ebbe finito lei e l’altro avvocato si erano avvicinati al giudice, il quale era uscito subito dopo dall’aula. Josh si era alzato e si era incamminato verso Andie, facendo bene attenzione a non attirare l’attenzione di nessuno su di sé si era avvicinato e si era accostato al suo orecchio, dicendole sottovoce:- Ehy, avvocato sexy…-

Andie aveva sussultato, era sovrappensiero e non si era accorta che lui si era avvicinato.

- Sei un gran bastardo!- Josh rise, quindi Andie guardò l’orologio.

- Mi dispiace di aver fatto tardi, ma l’udienza è andata molto per le lunghe. Sono qui dalle due del pomeriggio, lo sai?- Dicendo questo si era alzata in piedi e aveva detto qualcosa al suo collega.

- Usciamo un attimo, devo dirti una cosa.-

Josh annuì e la seguì nel corridoio fuori dall’aula.

- Non ti preoccupare per il ritardo, tanto ormai avrai quasi finito, no?-

Andie sbuffò e scosse la testa. – Ma nemmeno lontanamente, che palle. Questo stronzo di giudice ci fa sempre fare tardi, tra l’altro è anche venerdì sera e lui vuole chiudere il caso prima del fine settimana, quindi s’è ritirato per deliberare e vuole che lo aspettiamo qui, ha detto che ci metterà poco. Come minimo mi toccherà aspettarlo per un’ora e mezza.-

- Ah…- disse Josh un po’ deluso.

- Se vuoi ti do le chiavi di casa se non stai in albergo, fatti una doccia, mangia qualcosa, aspettami lì…-

- No, aspetto ancora un po’, magari mantiene le sue promesse. Che dovevi dirmi?-

Lo sguardo di Andie s’illuminò. - Stamattina mi hanno dato una notizia formidabile, non stavo più nella pelle. Mi fanno socia!-

Josh la guardò stupito e sorridendole. - Socia? Dello studio? Solo dopo tre anni?-

- Si! Sarò la socia più giovane in assoluto! Certo, lo diventerò fra altri due anni almeno, ma hanno voluto comunicarmi la notizia adesso perché non vogliono che lasci lo studio. Sai, mi avevano fatto un’altra offerta, stipendio più alto, ci stavo pensando. Ma saputo questo chi si muove più, tanto, non me ne potrebbe fregare di meno di uno stipendio più alto, già adesso ho talmente tanti soldi che non so che farmene. Così mi compro tutti questi tailleur, non ti dico quanto è costato questo.- Disse allargando le braccia e facendo vedere il vestito a Josh.

- Mh…però sono spesi bene, fa proprio venire voglia di vedere che c’è sotto!- commentò lui con aria maliziosa. Andie gli piazzò uno schiaffetto sul braccio.

- Deficiente!- gli disse, - come se già non sapessi molto bene che c’è sotto!-

Josh scoppiò a ridere.

- Ma è bellissimo! Sono contento per te!- disse Josh, dopo aver smesso di ridere. - Allora dopo andiamo a festeggiare!-

- Se il caro bastardone ci manda a casa per tempo, mi scolerei una birra più che volentieri.-

 

Il bastardone invece aveva dato il peggio di se stesso. Andie aveva vinto la causa, ma intanto si erano fatte le dieci e mezza passate. Quando Josh ripropose quella birra Andie declinò l’invito.

- Ho veramente bisogno di fare una doccia. Andiamo a casa mia, mangiamo qualcosa, mi faccio una doccia e ti offro quella birra.-

Arrivati al suo appartamento Andie si sciolse i capelli e si buttò sul divano. Mentre diceva a Josh di prendersi una birra e di fare come fosse a casa sua, come sempre del resto, con gesti poco eleganti si tolse le scarpe con quel tacco vertiginosamente alto e le buttò una davanti a se e una dietro.

Quindi aveva messo le gambe in alto appoggiate sullo schienale del divano, il busto al posto delle gambe e aveva buttato la testa indietro. La gonna del tailleur nell’assumere quella posizione le era quasi completamente scivolata. Josh che veniva dalla cucina non si stupì affatto, era abituato alla quasi mancanza di pudore che caratterizzava il suo rapporto con Andie. Le aveva dato la birra, che lei aveva appoggiato sul basso tavolinetto, davanti al divano, mentre lui si sedeva sulla poltrona.

- Ti va una pizza? L’idea di accendere i fornelli mi deprime.- Josh aveva annuito, quindi Andie aveva sporto una mano verso il cordless, non arrivandoci Josh l’aveva preso per lei. Seguì una delle loro dispute su come avrebbero dovuto ordinare quella famosa pizza. Josh era vegetariano, Andie nemmeno un po’, alla fine optarono per una pizza alle verdure.

Andie si era alzata solo quando avevano suonato alla porta quelli della pizza, si era ricomposta un po’ e aveva frugato nella sua borsa per cercare il portafogli.

Mentre mangiavano si era fatta raccontare da Josh del suo lavoro. Gli ultimi tre film che aveva visto negli ultimi due anni erano film con lui nel cast, giusto perché lui le mandava i biglietti per le prime e perché era un suo amico, altrimenti non avrebbe avuto tempo per andare al cinema, e nemmeno per vedere un film in televisione. Del resto non è che il cinema le fosse mai interessato particolarmente, ma le piaceva ascoltare quei racconti. Era un mondo affascinante dopo tutto.

Poi era andata a fare quella doccia lasciando Josh nella sua camera che era adiacente al bagno a guardare la televisione sul letto. Ovviamente, coerentemente al suo solito modo di fare aveva lasciato la porta del bagno aperta e ogni tanto si rivolgeva a Josh con qualche domanda.

Uscita dal bagno bagnata e con l’asciugamano addosso aveva tirato addosso a Josh il flacone con la crema idratante che per un pelo lui aveva visto e afferrato prima che gli finisse dritto in testa.

- Attenta! Usata nel modo giusto è un’arma impropria!-

Andie non aveva nemmeno fatto caso al suo gesto avventato, si limitò a sedersi sul letto tra le gambe di Josh e a dirgli:- Zitto e datti da fare!-

Josh aveva cominciato il suo lavoro, ogni tanto Andie sporgeva la mano per farsi dare un po’ di crema che si metteva prontamente sulle gambe. Quando Josh ebbe finito le stampò un bacio sulla nuca e disse:- Ho finito -, quindi Andie si alzò e girellò per un po’ a piedi nudi per la stanza prendendo da vari cassetti la biancheria pulita. Josh si era rimesso a guardare il notiziario.

- Certo che le tue reazioni a certi stimoli dai tempi dell’università sono proprio cambiate…-

Aveva buttato lì Andie, tanto per prendere in giro Josh.

- Come? - Aveva risposto lui, che assorto nel notiziario non aveva capito.

- Che fai finta di non capire?- disse lei ridendo.- Dicevo che le tue reazioni a certi stimoli sono davvero cambiate un sacco dai tempi dell’università.-

Josh rise, ripensando alle volte in cui lei con quel giochetto l’aveva attirato nel suo letto.

Andie continuò:- Devi veramente averne tante di donnine, eh? Ti sarà venuto a noia… oppure stai invecchiando, e io propendo per la seconda ipotesi.-

Josh si era girato verso Andie che era dietro di lui dicendole:- Dici sul serio? La pensi davvero così?-

Andie aveva fatto una smorfia impertinente, allora Josh si era alzato e era andato verso di lei.

Forse lui era diventato un po’ meno reattivo agli stimoli o, più semplicemente, aveva acquisito la capacità di controllarsi un po’ di più. Ma lei non era cambiata poi molto, le sue capacità di convincimento, in un modo o nell’altro, erano rimaste intatte.

 

 

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Capitolo 2
*** Una festa movimentata ***


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2. Una festa movimentata

 

Josh si stava lentamente svegliando. Si era girato dalla parte di Andie, la vide seduta sul letto, già vestita di tutto punto.

- Dove vai?- le chiese, ancora intontito.

- A lavorare.-

- Di sabato?- chiese stupito Josh.

- Sì. Devo rivedere una causa con dei colleghi per lunedì. Se ti va pranziamo insieme.-

- No, mi dispiace, a pranzo non posso. Usciamo stasera.-

Andie si era alzata in piedi e non gli dava più le spalle. Annuì, poi aggiunse:- Vuoi un caffè? L’ho appena fatto, te lo porto.- Senza aspettare una risposta si diresse verso la cucina e tornò poco dopo con la tazza che porse a Josh, che allungò il braccio dicendole grazie.

Andie si sedette nuovamente sul letto. Erano appena le otto del mattino, e doveva essere in ufficio alle nove, il che le permetteva di stare un po’ con Josh a non fare un bel niente.

- Che fai a pranzo?- gli chiese.

- Forse accetterò una parte in un film e la casa di produzione ha organizzato con altri membri del cast e il regista una specie di incontro. Ma non sono molto convinto.-

- Di che si tratta?- chiese curiosa Andie mentre beveva il caffè.

- Una cosa in costume, ambientata ai tempi della guerra di secessione. Un paio di film di guerra mi sono bastati e in più l’idea di recitare vestito alla maniera del settecento non mi sorride granché.-

Andie fece spallucce. - Potrebbe essere un’esperienza però. In fondo non l’hai mai fatto.-

- Appunto - aggiunse Josh deciso, - Sto valutando. Vedrò anche chi ci sarà nel cast con me, non so ancora nulla.-

Andie si era alzata e aveva abbandonato la sua tazza vuota sul lavello in cucina, quindi si era diretta alla porta per prendere il giornale.

Josh, seduto al letto si guardava intorno. La cosa l’aveva incuriosito spesso, anche se le domande che lui aveva bene o male sempre posto ad Andie erano state aggirate, ignorate o, nel migliore dei casi, avevano avuto una risposta ironica e un po’ tagliente.

Non c’era una foto in quell’appartamento, nessuna traccia di persone che lo frequentassero oltre ad Andie. A volte pensava che fosse una ragazza molto sola, e questo gli dispiaceva.

A volte, sperava per lei che telefonandole per avvertirla che andava a trovarla, si fosse sentito dare buca perché lei doveva vedersi con qualcuno.

Non che non sapesse stare con gli altri, Andie era una mina vagante e in gruppo era sensazionale, era quella che faceva ridere tutti, la trascinatrice.

Gli diceva sempre di stare bene da sola, ma Josh non credeva che fosse poi così vero.

Mentre pensava queste cose cominciò a cercare i suoi boxer nel letto, trovandoli non senza faticare un po’, quindi si mise alla ricerca di altri suoi vestiti, il dicembre newyorkese non era certo dei più miti. 

Raggiunse Andie in cucina, era seduta alla tavola leggendo i titoli degli articoli. Quando lo sentì entrare Andie interruppe le sue letture.

- A che ore devi uscire?- gli chiese.

- Non lo so, mi deve chiamare il mio agente, mi faccio passare a prendere. Che sicuramente chiamerà in albergo e s’incazzerà non trovandomi, dato che non l’ho avvertito.-

Andie rise: - E chi è il tuo agente, tua madre che lo devi avvertire se dormi fuori!-

Anche Josh rise, poi di punto in bianco chiese:- Ti vedi con qualcuno in questo periodo?-

Andie smise di ridere. – No. Perché?-

- Niente, era così per chiedere.- si interruppe un attimo, poi chiese di nuovo:- Ma proprio nessuno nessuno?-

Andie assunse un’espressione divertita. - Che c’è, controlli di non aver dormito in un letto dove mi sono divertita con qualcun altro? Tranquillo, quando dormo con qualcuno, faccio sempre lavare le lenzuola…-

- E dai Andie, lo sai che non te lo chiedo per questo.-

- Lo so, certo, facevo solo dell’ironia. Tu mi vorresti innamorata e felice, magari sposata con un paio di marmocchi.-

- Beh, innamorata e felice con qualcuno mi basterebbe, non esageriamo!-

Andie fece un’espressione seria, di chi non stava più scherzando.

- Ti sembro infelice, o non realizzata? Il mio lavoro mi assorbe, non ho tempo per queste faccende. E sono contenta così, non capisco perché di punto in bianco tu te ne esca con queste paranoie!-

- Andiamo, mica ti sarai arrabbiata… dico solo che nella vita non c’è solo il lavoro.-

- Senti da che pulpito! Dimmi un po’, perché vi siete lasciati tu e Emma?-

Josh guardò storto Andie. - Questo è un colpo basso da parte tua. E poi lo sai che è stata lei a lasciare me.-  Andie si era pentita subito di aver tirato in ballo quella storia, si avvicinò a Josh e gli si sedette in braccio.

- Mi dispiace, hai ragione tu. Sono orribile, vero?-

- Il punto è proprio questo, non lo sei nemmeno un po’, è solo che bisogna andarci con i piedi di piombo con te su certe faccende, giusto?- le rispose, alzando la testa verso di lei e sorridendole.

Andie stampò sulla tempia di Josh un rumoroso bacio, lasciandogli evidenti tracce del suo rossetto. Rise e gli disse:-Ops…!-

Rimasero per un momento in silenzio, poi Andie ricominciò:- Se non ti arrabbi ti dico su che cosa ho riflettuto nell’ultimo periodo. Prometti?-

Josh scosse la testa e disse:- Non ti prometto proprio un bel niente!-

- Te lo dico ugualmente. Ho deciso che non voglio avere bambini e non voglio una famiglia. Non m’importa di avere tutto questo e in ogni modo non sarei mai capace di essere un buon genitore e una buona compagna, a parte a letto, s’intende.-

A Josh scappò una risata, quindi prese tra le mani il viso di Andie e gli disse:- Tu sei pazza!-

Lei annuì e rispose:- Lo so!-

 

Si erano dati appuntamento per le sette di quella sera per cenare insieme sempre nell’ufficio di Andie che arrivò con cinque minuti di ritardo, scusandosi.

Si sarebbe cambiata volentieri prima di andare a cena, ma Josh le impedì di tornare a casa. Dovevano andare a cena subito, dopo Josh aveva ricevuto un invito per una festa privata e voleva andarci senza fretta.

- Ok, vada per la festa, ma non voglio venirci vestita da avvocato!-

Josh rise di gusto. Andie in effetti era vestita da avvocato, ma era perfetta. Indossava le stesse scarpe del giorno precedente, nere con il tacco altissimo e un tailleur gonna molto elegante, grigio scuro con dei righini bianche orizzontali, con una camicia bianca leggermente aperta sotto il collo.

- E dai, basta che ti togli la giacca e non si nota che sei vestita da avvocato…-  nel dire vestita da avvocato ricominciò a ridere.

Andie gli dette un pizzicotto sul braccio, e Josh smise di ridere.

In taxi Josh spiegò ad Andie che aveva incontrato per caso un vecchio amico, con cui aveva girato uno dei suoi primi film, il quale l’aveva invitato a questa festa.

- Sai Elijah è un gran bravo ragazzo. Purtroppo non ci vediamo molto spesso, non mi piace nemmeno l’idea di rivederlo ad una festa, ma è andata così. Poi chissà se ci ricapiterà l’occasione, e se ricapiterà, chissà fra quanto sarà.-

- Mh… che piagnone che sei! Poi magari ci divertiamo.- Andie lo prendeva in giro perché Josh non era proprio il tipo che frequentava il bel mondo. Certo, non che l’ambiente dovesse essere dei più edificanti, ma di certo non c’era da annoiarsi.

Cenarono con calma al Tribeca Grill, il locale che Josh e Andie prediligevano, lei continuò per un po’ a protestare per via del fatto che non si era potuta cambiare, ma dopo la cena, andando in bagno per rifarsi un po’ il trucco, si soffermò un po’ a guardarsi nel grande specchio. Quasi avesse intuito come sarebbero andate le cose, quella mattina aveva messo un magnifico wonder-bra che schiacciava verso l’alto la sua terza e le faceva tutto sommato un bel decolté. Poi aveva messo al collo uno di quei medaglioni un po’ lunghi che cadono perfetti nella scollatura. Si aggiustò il reggiseno con la sua solita “grazia”, cosa che attirò gli sguardi allibiti di altre frequentatrici del bagno, quindi sbottonò ancora di un bottone quella camicetta di Ralph Lauren pagata un occhio della testa.  La scollatura almeno è da festa vip, pensò. Con la sua solita faccia di bronzo fece un sorriso alle ragazze che la guardavano e uscì.

Dopo il tragitto in taxi che verso il locale dove si svolgeva quella festa, ebbero il primo problema. In quanto festa privata per entrare si doveva essere inseriti nella lista degli ospiti ma nessuno aveva pensato di aggiungere Josh a quella lista. Il buttafuori, pur avendolo riconosciuto si disse impotente. Insistendo un po’ Josh riuscì ad ottenere che qualcuno andasse a controllare se Elijah era già nel locale.

Andie non smetteva di ridere:- Ah ah! Non sei abbastanza vip a quanto pare!-

Quando Josh riuscì ad ottenere il favore richiesto si girò verso di lei facendole una linguaccia e dicendole:- Vedi! Cosa mai avrai da ridere, basta essere gentili!-

Dopo poco Elijah fece capolino dalla porta e vedendolo si scusò:- Josh! Eccoti! Scusami, ma sai, io ho preso da solo l’iniziativa di invitarti, di fatto la festa non è mia.-

- Non ti preoccupare, tanto è tutto risolto adesso, giusto?-

Elijah gli fece entrare in quel locale pieno di gente, dove il caos regnava sovrano, gli accompagnò al suo tavolo dove già erano sedute altre persone e li fece accomodare. Ci fu un giro di presentazioni, gli altri erano tutti attori e qualche donna di dubbia provenienza. Andie strinse mani, scusandosi di essere un po’ lenta con i nomi. Ne aveva capito uno solo, Dominic, perché era anche il nome del suo primo fidanzato al liceo e soprattutto perché la festa era per il suo compleanno. E poi quel tipo aveva la faccia da folletto, non se lo sarebbe scordato. Elijah era un nome troppo particolare per dimenticarlo. Poi c’era un tipo che aveva l’aria di uno che crede di essere il più bello del mondo, che Josh sembrava conoscere abbastanza bene. Accanto a lui una biondina poco vestita che sembrava non capire un’acca di quello che stavano dicendo tutti. Ogni tanto si presentava gente diversa a chiacchierare e a fare gli auguri al festeggiato, Andie era rimasta un po’ silenziosa, studiava l’ambiente e poi non conosceva nessuno, non avrebbe saputo cosa dire. Il discorso era incentrato sul lavoro, sui futuri progetti e lei si annoiava un po’. Si era fissata a guardare una gocciolina d’acqua che scendeva piano sulla parte esterna del bicchiere di Josh, quando una voce la richiamò alla realtà.

- Sei una del giro?-  Andie alzò gli occhi cercando di capire chi l’aveva chiamata in causa.

- Come?- chiese Andie, sperando che chi aveva parlato riformulasse la domanda.

- Dicevo, lavori anche tu nel campo del cinema?- disse il più bello del mondo.

- No,- rispose prontamente Andie, - sono un avvocato.- Quindi aggiunse:- Mi sfugge il tuo nome, perdonami.-

- T’immagini, Orlando.-

Andie fece un sorrisetto di circostanza, quel tipo non le piaceva granché. Il folletto era molto più simpatico e soprattutto non aveva quello sguardo sornione che aveva quell’Orlando.

Josh e Orlando continuarono a parlare per un po’, lei quindi fu intrattenuta da Dominic che si scusò per la situazione:- Quando ci ritroviamo tutti insieme siamo peggio dei medici, non parliamo altro che di lavoro.-

- Allora siete come gli avvocati, fate a chi ha l’ingaggio più grosso. Nel nostro lavoro sarebbe la parcella più grossa, veramente.- Dominic accennò un sorriso, quindi Andie continuò.

- Sai, sono dispiaciuta di non sapere chi siate. Io non m'intendo affatto di cinema, non ci capisco niente. E’ già molto se ho visto qualche film con Josh, giusto per fargli piacere, non ho nemmeno il tempo di vedere film.-

Josh improvvisamente si unì al discorso:- Dice sul serio, eh! Questa ragazza non sa di trovarsi davanti a buona parte della compagnia dell’anello.-

- Compagnia di che?- disse Andie

- Andie, e dai! Il Signore degli Anelli, non ne hai mai visto uno ma almeno saprai di che parlano!-

Andie s’illuminò. – Ah, certo… si, ho letto un sacco di articoli sui giornali e il libro di Tolkien, al liceo. Non me lo ricordo più molto bene per la verità.-

Nel frattempo Andie era rimasta la sola donna attorno a quel tavolo e di conseguenza era diventata l’attrazione di tutti. Quell’Orlando la stava innervosendo: la guardava in un modo che non le piaceva affatto e rideva quasi sforzandosi delle sue battute. Sarai simpatico tu…, pensava.

Non era uno sguardo annoiato o cattivo, piuttosto era troppo insistente. Sembrava quasi che ci provasse, anche se Andie non si pose questo problema.

Ad un certo punto l’attenzione di Josh fu catturata da una ragazza che lo stava chiamando. Anche Andie si girò verso quella ragazza: era magrolina e con lunghi capelli castano chiaro, portava un vestitino corto e scollato, non lasciava poi molto all’immaginazione. Josh roteò gli occhi ed Elijah accorgendosene sorrise. Quindi disse rivolgendosi a Andie:- Ti dispiace se raggiungo quella mia amica?-

Lei lo guardò di traverso e gli disse:- Non sono né tua madre né la tua donna, per quanto mi riguarda puoi fare quello che ti pare!-

Il resto del tavolo scoppiò a ridere, e non era la prima volta che lo facevano per una delle sferzanti risposte di Andie.

Dopo Josh anche Elijah e Orlando si allontanarono dal tavolo e Andie rimase con Dominic.

- Certo che non sembri un avvocato. Non so, gli avvocati te l’immagini con un’aria seria e pensierosa, sommersi dai codici.- fece una pausa, poi aggiunse:- Come conosci Hartnett?-

- Dall’università, eravamo compagni di bevute. Poi lui ha piantato tutto per recitare, io ho continuato, ma siamo rimasti in contatto. Quando è a New York viene sempre a trovarmi, se gli impegni lo permettono.-

Rimasero a parlare fra loro per un bel po’, Dominic era fuori di testa ma era veramente simpatico. Poi si era congedato cortesemente, dicendo che aveva visto qualcuno che doveva salutare. Andie nella sua grazia estrema aveva così risposto al suo invito di non andarsene prima di averlo salutato:- Certo, puoi contarci, ne approfitto per fare pipì, ma non scappo!-

Dominic aveva riso, quella ragazza era veramente uno spettacolo. Lo disse a Josh appena lo vide.

- Sai la tua amica è veramente particolare. La vedi così bella, eterea, bionda… poi la senti parlare e ti dici: che caratterino! Non che sia volgare, diciamo piuttosto, non convenzionale!-

Josh aveva convenuto che Dominic non avrebbe potuto fare un’analisi più accurata.

 

Come aveva detto a Dominic, Andie aveva fatto un salto in bagno. Si era soffermata nuovamente davanti allo specchio per controllare di essere in ordine, quando da uno dei bagni era uscita la ragazza per cui Josh l’aveva mollata al tavolo. Andie continuò come se niente fosse, ma la ragazza la riconobbe.

- Tu sei quella che è venuta alla festa con Josh, vero?-

Andie annuì.

- Ma non sei la sua ragazza?-

- No.- disse Andie seccata.

- E spero che tu non abbia delle mire, perché ci sono prima io di te.-

Andie a quel punto vide in quell’ochetta un’occasione di farsi due sane risate e cominciò a darle spago.

- Davvero? Dimmi, dimmi, come intendi muoverti?-

Da brava ochetta quale era le spiattellò tutto in un secondo.

- Ma guarda che io mi sono già mossa. Lui sa già quanto valgo in certi frangenti, non so se mi capisci.-

- Se ti capisco, certo!- rise con fare complice, continuando ad osservarsi nello specchio continuò.

- Immagino che lo farai impazzire a letto. E lui com’è?-

L’ochetta si prodigò in una descrizione alquanto ridicola, quando Andie la interruppe.

- Basta, basta, non raccontarmi altro, potrei svenire! Solo, ho da farti una domanda. Voglio sapere se ti ha mai fatto questo giochetto.- si avvicinò e le disse all’orecchio qualche parola.

La ragazza s’illuminò e le disse:- Si, si, ma come fai a saperlo?-

Andie mise al loro posto nella sua borsetta mascara e rossetto, la guardò bene in faccia e le disse:- Lo so perché è un giochetto che gli ho insegnato io ai tempi dell’università… bello eh?-

Facendole l’occhiolino uscì dal bagno ridendo di gusto pensando alla faccia di quella povera bambolina.

Non fece in tempo a fare più di due passi che si sentì prendere per un braccio. Si girò di scatto e vide Orlando-quanto-sono-bello-Bloom che la fissava con il suo solito sguardo.

Andie lo salutò, lui senza lasciare la presa si appoggiò alla parete che divideva il bagno degli uomini da quelle delle donne e le disse:- Non è che abbiamo parlato molto al tavolo.-

Andie si appoggiò al muro come lui e gli disse in tono ironico:- Non c’è bisogno di tenere il mio braccio in ostaggio, se vuoi fare due chiacchiere basta dirlo.-

Orlando allora si accorse che continuava a tenerle il braccio, un po’ imbarazzato lasciò la presa, ma si ricompose subito e riassunse l’espressione da uomo che non deve chiedere mai.

- Sai, - le disse - se ho capito che tipo sei non credo che ci sia bisogno di tante parole.-

Dicendo questo si era allontanato dal muro e si era messo davanti ad Andie avvicinandosi. La baciò, e Andie rimase per un momento in stato catatonico senza capire la situazione, finché non sentì una mano sfiorarle i glutei. In quel momento riprese coscienza della situazione, senza pensarci troppo su sferrò uno schiaffo a mano aperta ad Orlando.

Lui si staccò improvvisamente, con fare incredulo. La guardò impietrito.

Andie allora gli disse, facendogli il verso:- Non credo che servano tante parole con le tipe come te… ma perché non vai a farti fottere? Pensi che verrò a letto con te solo perché sei famoso? Io non so nemmeno chi accidenti sei!-

Detto questo si era allontanata e si era messa a cercare Josh quando vide che la bambolina che aveva umiliato appena cinque minuti prima era in lacrime in un angolo consolata da una sua amica. Tirò dritto cercando Josh, che la stava cercando a sua volta. Quando la raggiunse correndo le disse:- Ma si può sapere che hai fatto a Michelle? Sai, la ragazza di prima.-

- Che le ho fatto? Ma niente, si faceva tanto grossa perché viene a letto con te, mi sono solo fatta una risata, tutto qui.-

Josh la guardò contrariato. - Ma non vedi che è una ragazzina? Che bisogno avevi di farla a pezzi, per non parlare della scenata che mi ha fatto davanti a tutti.-

Andie rispose per le rime:- Allora dovresti dire alla tua innocente ragazzina di non scocciarmi! E se vogliamo dirla tutta, dovresti dire anche ai tuoi amici di tenere le loro mani lontane dal mio sedere! Voglio andare via, se non ti dispiace.-

- Si, andiamocene. Questa serata è stata un vero disastro.- le rispose, senza domandarsi nulla. Josh si diresse verso Elijah per salutarlo, Andie si ricordò della promessa fatta a Dominic e tirò fuori un biglietto da visita per darglielo al volo. Appena lo trovò gli mise in mano il biglietto.

- Devo scappare, qui c’è tutto quello che ti serve: numero di casa, ufficio e cellulare, in più l’e-mail. E’ stato un piacere.-

- Anche per me, mi faccio sentire.- le aveva urlato Dominic mentre lei si allontanava.

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Capitolo 3
*** Telefonate inaspettate ***


Nuova pagina 1

3. Telefonate inaspettate

 

Andie era andata a fare la sua solita corsa mattutina della domenica in Central Park. Anche se era rientrata tardi si era ugualmente svegliata presto per non trovarsi a correre in mezzo a fiumi di persone, per altro la giornata sembrava piuttosto bella e c’era da aspettarsi che il parco sarebbe stato pieno di gente. Appena aveva messo piede fuori dal portone di casa sua aveva avuto l’immediata tentazione di tornare indietro, una sferzata di vento gelido le aveva colpito la faccia e lei, che era senza cappotto, era stata immediatamente scossa dai brividi.

- Forza, dai corri!- aveva detto fra sé e sé, ed era partita. Alle otto del mattino non c’era quasi nessuno, solo quando Andie riprese la strada di casa il parco cominciava a popolarsi.

Appena rientrata a casa Andie si infilò sotto la doccia con l’intento di tornare a letto subito dopo, ma già quando era sotto la doccia il telefono aveva cominciato a squillare.

Andie l’aveva lasciato fare, era tentata di non rispondere, decise quindi di accendere il suo cellulare  e di rispondere solo a quello, per chiamate personali. Appena lo accese cominciò a suonare anche quello.

Lo sentì dal bagno e un po’ scocciata si accinse a vedere chi fosse.

Un po’ stupita di leggere quel nome sul display rispose. La sera precedente si erano salutati un po’ in malo modo, anche se comunque si erano dati appuntamento per pranzo il giorno successivo.

- Josh… Caduto dal letto?-

- Per svegliare te invece ci vogliono le bombe!-

- Ero uscita. Come mai chiami così presto, è successo qualcosa?-

- Si, devo ripartire, mi vogliono a Los Angeles per qualche giorno. Ho deciso che accetterò quella parte, così devo vedere della gente là, ma torno il prossimo fine settimana…-

Ecco, un altro pranzo della domenica sola. Appena aveva staccato il telefono si era diretta al congelatore per tirare fuori qualcosa da cucinarsi.

Non avendo niente di meglio da fare e dato che ormai era inevitabilmente sveglia, prese i documenti del caso del giorno successivo e si mise al lavoro sgranocchiando distrattamente dei cereali e bevendo una tazza di thè. Si era talmente concentrata che lavorò per diverse ore senza mai distrarsi.

Quando il telefono suonò nuovamente Andie rispose un po’ contro voglia anche perché non conosceva il numero sul display.

- Si?- disse sospettosa.

- Andie?-

- Si, ma chi è?-

- Scusami se ti disturbo, sono Orlando, quello di ieri sera.-

- Ah… l’essere viscido dalle mani lunghe… e chi ti ha dato il mio numero?- Disse un po’ contrariata, certamente questo non se lo aspettava.

L’altro rise un po’ imbarazzato. - Me l’ha dato Josh. Sai, gli ho raccontato quello che è successo, volevo solo chiederti scusa, forse è un po’ tardi ma mi piacerebbe invitarti a pranzo, così avrò modo di farti le mie scuse personalmente.-

Andie trattenne a stento un risata. Era combattuta tra la voglia di spaccare la faccia a Josh e quella di ridere in faccia a Orlando che si stava comportando come un tacchino idiota. Cercando di essere più fredda possibile disse:- Si, è tardi. Ho già accettato un altro invito e devo uscire di casa fra poco.- Quindi guardò sconsolata verso la cucina e vide la carta dove era avvolto il petto di pollo che si stava scongelando e pensò: bell’appuntamento…

- Ah… e se facessimo un caffè nel tardo pomeriggio?-

Ma questo tipo non demorde mai! Pensò. – Non so se ce la faccio…-

Orlando la interruppe:- Dai, non dirmi di no, il mio comportamento ieri sera è stato veramente inqualificabile, vorrei solo scusarmi.-

Come no… pensò Andie. Dopotutto però, quanto tempo, anzi, quanti anni erano che non usciva con un ragazzo? Per di più era anche carino, e un attore. Si arrese, senza troppo sforzi.

- Va bene, è andata.-

Si dettero appuntamento ad una caffetteria del centro, Orlando si era offerto di passarla a prendere a casa ma lei si era rifiutata categoricamente. Non voleva dargli anche il suo indirizzo.

Di rimettersi al lavoro non aveva più voglia, tra l’altro il suo stomaco aveva cominciato a emettere strani grugniti, si diresse in cucina a spacchettare il suo petto di pollo che non si era del tutto scongelato. Mentre cucinava pensò di telefonare a Josh per sgridarlo, ma sicuramente in quel momento era già sull’aereo, così prese il suo portatile e con la prolunga del telefono arrivò in cucina. Scrisse una e-mail.

 

Ore 1:47 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh“(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: GRRRRRRRRRRR!!

Sei uno stronzo! Credo che adesso uscirò di casa e darò il tuo numero di cellulare alla prima tua fans che incontro. Adesso sono costretta a prendere un caffè con il signor sono bello solo io questo pomeriggio. Bastardo, Bastardo, Bastardo!

 

Finito di cucinare Andie appoggiò tutto sul tavolinetto del piccolo soggiorno e si piazzò sul divano accendendo la televisione. Non davano niente che potesse interessarle, ma era meglio del silenzio assoluto.

Si era concentrata, come la suo solito, su un particolare del tavolo e si era estraniata dal mondo quando il telefono la fece trasalire. Era il telefono di casa, non rispose, anche se disse ad alta voce:- Ma che giornata è oggi?- Non era abituata a sentir suonare così spesso il telefono.

Dopo pochi minuti ecco che era il cellulare, un altro numero sconosciuto. Sbuffò e rispose.

- Ciao Andie, sono Dominic.- Andie fu sorpresa della velocità con cui lui l’aveva chiamata.

Rispose con uno ciao allegro, uniformandosi al tono di lui.

- Se non ti disturbo, se sei libera… volevo sapere se ti va di prendere un caffè questo pomeriggio.-

Wow! Pensò Andie, due ragazzi carini e attori in un giorno solo, c’è da divertirsi…

Ma subito dopo, per l’appunto, pensò che doveva vedere Orlando quel pomeriggio.

- Mi dispiace molto Dominic, ma ho già un impegno.-

- Che peccato.- disse un po’ deluso Dominic. - Se facessimo stasera? Anche a cena se vuoi.-

- Domattina devo essere presto al lavoro, facciamo un aperitivo.-

Dominic aveva accettato, quindi Andie si trovava nella posizione di dover sbrigare al più presto la faccenda con Orlando, e di andare da Dominic subito dopo.

Improvvisamente la sua vita era diventata intrigante. Già per lei era strano accettare inviti di uomini, poi due in un giorno solo, era veramente un avvenimento apocalittico.

Optò per un abbigliamento comodo e un trucco leggero, uscì di casa in anticipo per godersi con calma la passeggiata.

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Capitolo 4
*** Traffico on line ***


Nuova pagina 1

Note: Questo capitolo è un po’ particolare nella forma. Innanzi tutto, ad onor del vero, non è completamente una mia idea, l’ho visto fare già ad una scrittrice che si chiama Sarah Mlynowski in un libro molto leggero ma simpatico che si chiama “Single Jungle – Uomini, drink e caccia grossa”.  La mia situazione è molto diversa in verità da quella che descrive la Mlynowski. Vi do un paio di dritte che vi aiuteranno a seguire meglio il tutto, ammetto che può risultare un tantino caotico.

Innanzitutto state bene attenti agli allegati delle e-mail, se ce ne sono, a volte sono esplicativi. E al fuso orario, che ho cercato di considerare quanto più precisamente potevo (se non sbaglio tra Los Angeles e New York passano ben 4 ore…). Accanto ad ogni e-mail c’è il nome del possessore in ogni modo ve li scrivo qui di seguito:

Josh Hartnett: MickeyMouse@hotmail.com

Andrea “Andie” Berenson: Andrea_Berenson@hotmail.com

Dominic Monaghan: manchesterbigfan@yahoo.com

Elijah Wood: bigblueeyes@goamerica.net

Lo so che è una tentazione ma non provateci a contattarli, sono fasulle!!! E anche un po’ delle prese in giro!

Spero che vi divertiate a leggerlo come io mi sono divertita a scriverlo!

 

 

4. Traffico on-line

 

Era in ritardo. Correva, per quanto le fosse possibile con i tacchi che indossava, prese l’ascensore per un pelo prima che si chiudesse. Si era ripromessa di non farlo, ma la serata era andata per le lunghe, era una cosa che non aveva potuto impedire. Questo non-controllo la spaventava e la eccitava nello stesso tempo. Forse l’eccitazione era dovuta anche alla bella, anzi, bellissima serata della sera prima? Andie cercava di non pensarci, ma era così.

Arrivò in ufficio e si collegò alla rete. Dato che aveva fatto il lavoro che avrebbe dovuto svolgere il giorno prima, poteva permettersi di gingillarsi un po’.

Msn subito le segnalò dei nuovi messaggi da leggere.

 

10 dic, lunedì Ore 2:08 am

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: GRRRRRRRRRRR!!

Evvai! Devo complimentarmi con me stesso allora, sono riuscito a farti uscire con un uomo! E non fare la parte di quella arrabbiata, lo so che nell’angolo più remoto, in fondo a destra, ti fa piacere che io gli abbia dato il tuo numero.

Voglio i dettagli!

 

10 dic, lunedì Ore 8:47 am

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: RE: GRRRRRRRRRRR!!

Anche i dettagli vuoi…ok, ti accontento, ma mi raccomando, siediti comodo, il racconto che sto per farti è SCONVOLGENTE!!

Se ti dicessi che ieri, il tuo avvocato sexy, ha avuto ben due appuntamenti?

Il primo per colpa/causa/merito tuo. Mi ha chiamato “mani lunghe” e ci siamo visti in una caffetteria in centro. Quel ragazzo non ha gusto per vestirsi, ma è piuttosto carino. Devo dire che è anche un bravo ragazzo, cosa che non mi aspettavo davvero dopo l’altra notte. (A proposito, voglio che mi dici cosa ti ha raccontato lui di preciso. Sono curiosa come una scimmia!)

Da bravo gentleman era già li ad aspettarmi quando sono arrivata e mi ha aperto la porta cedendomi il passo. Addirittura mi ha tenuto la sedia mentre mi siedo. Ma da dove arriva? Dal diciannovesimo secolo? Poi scopro che è inglese, tutto si fa più chiaro.

Ordiniamo da bere, si parla di me in questa fase. Il mio lavoro, i miei interessi, con conseguente figura di merda…io non ho interessi! A parte il corso di autodifesa e quello di aerobica e step…mi sono intristita, fino a che non mi è venuto in mente che forse il suo lavoro è molto più interessante del mio.

Chi cazzo interpreta lui in Lord of the Rings? Tu lo sai? Io me ne sono già scordata, anche perché non ne abbiamo parlato molto. Ogni tanto faceva qualche battutina all’inglese ma, a parte questo, ottimo pomeriggio. Ma tu lo sapevi che è un pazzo scatenato? E che si è rotto la schiena e ha rischiato di rimanere paralizzato? Detto questo il mio interesse ha cominciato a salire vertiginosamente. Mi chiede, anzi, mi prega di andare a cena con lui. Ma io, che ho un altro appuntamento, gli dico di no, facendo finta di essere dispiaciuta. (beh, un po’ lo ero, ma sai com’è, sono un verme, i vermi non possono dispiacersi più di tanto, giusto?)

In ogni modo mi chiede di rivederci. Io dico di si, poi fuggo all’altro appuntamento per non arrivare tardi.

Continua… adesso devo andare!

 

Andie riuscì a ricollegarsi solo durante la pausa pranzo. Si era messa in ufficio a mangiare il suo panino e si era connessa, due nuovi messaggi.

 

10 dic, lunedì  Ore 9:32 am

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: CONTINUA…

Allegati: Legolas.jpg (45 KB)

…presto, ti prego!

Orlando è un ottimo ragazzo, se non ne fossi stato convinto non gli avrei dato il tuo numero, lo dimostra anche il fatto che si sia tanto preoccupato da venirmi a raccontare che ci ha provato con te e che era stato molto maleducato. Credo che fosse un po’ ubriaco… un po’ tanto, forse.

L’allegato è una foto del suo personaggio che ho appositamente per te scaricato da internet, possibile che tu che hai letto Tolkien non te lo ricordi?

In ogni modo, chi è l’altro?!!!

Non farmi rimanere troppo sulle spine, appena mi ricollego oggi pomeriggio voglio il resto! E’ un ordine!

 

10 dic, lunedì Ore 12:00 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: Buongiorno bellezza!

Allegati: puppy&rose.jpg (63 KB)

Un fiore per rallegrarti la giornata…

Non vedo l’ora che sia domani sera!

Un bacio dove vuoi tu.

 

In allegato un cagnolino con una rosa rossa in bocca, Andie lesse il messaggio di Dominic con un sorrisetto cretino sulla faccia. Non sapeva cosa rispondergli, così aprì l’allegato di Josh e si ricordò degli elfi.

Rispose prima a lui.

 

10 dic, lunedì Ore 1:27 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: RE: CONTINUA…

Allegati: puppy&rose.jpg (63 KB)

Che sarebbe questa cosa? E’ un ordine?!!

Dagli alla tua cameriera gli ordini!

E poi Tolkien l’ho letto al liceo, che vuoi che mi ricordi? Sono passati dieci anni e più!

Per punizione non ti racconterò niente fino a stasera, anzi, ti dico solo due cose:

1) Esco di nuovo con Orlando giovedì sera, a cena. Mi ha mandato un mazzo di fiori in ufficio, mica male!

2) L’altro mi ha mandato un’e-mail con titolo “Buongiorno bellezza” che diceva così:

Un fiore per rallegrarti la giornata…

Non vedo l’ora che sia domani sera!

Un bacio dove vuoi tu.

Ti ho anche messo l’allegato che mi ha mandato l’uomo misterioso…e adesso roditi il fegato dalla curiosità ancora per un po’ d’ore!

Il tuo perfido avvocato sexy…

Ps: carino Orlando con le orecchie a punta!

 

Ridacchiò un po’ per la sua perfidia, decise di non rispondere a Dominic. Non sapeva proprio che rispondergli. Tra l’altro doveva andare di corsa in tribunale e aveva già la mente occupata dal caso che doveva dibattere. Spense il suo portatile e uscì dall’ufficio fermandosi a guardare il mazzo di fiori di Orlando. Si stava divertendo come una pazza!

 

**********

 

10 dic, lunedì ore 10:28 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: Che serata!

Ti ho già ringraziato di aver invitato Hartnett alla mia festa di compleanno?

Grazie!

La sua amica Andie è favolosa…

Che si fa stasera?

 

10 dic, lunedì Ore 10:55 am

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Che serata!

No, come al solito non mi hai ringraziato, anzi, mi hai fatto una paternale su cosa significa festa privata! Tu ti ostini a non fidarti di me… comunque, ti ricordo che Natale non è poi così lontano, per sdebitarti fammi un bel regalo!

Che serata? Dici le cose e poi non le approfondisci. Voglio più dettagli.

Stasera non so… Village Vanguard? Forse viene anche una mia amica, quindi niente stronzate!

Chiamo Billy e ti faccio sapere. Orlando stasera ci da buca.

 

10 dic, lunedì Ore 12:07 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: RE: Che serata!

Allegati: puppy&rose.jpg (63 KB)

Hai ragione, hai ragione. Ora ti racconto.

Allora, mi concede solo un aperitivo. L’aspettavo da cinque minuti, lei scende dal taxi… che donna… che gnocca! ehm…

Entriamo, ordiniamo un Martini, mangio anche la sua oliva perché a lei non piacciono. Parliamo un po’ di lei, deve essere brava nel suo lavoro. Oddio, io mi sono perso un po’ nella sua scollatura ogni tanto, spero che non se ne sia accorta più del dovuto. Le piace giocare a scacchi! E vai! Pure a me, sono una schiappa, ma chissenfrega. Passa un’ora in un lampo, non me ne sono nemmeno accorto. Mi aveva detto che la mattina seguente doveva andare a lavorare presto, che non voleva fare tardi. Ma sai com’è, il mio fascino incanta, così l’ho convinta a cenare con me, promettendole che l’avrei riportata a casa presto, promessa infranta ovviamente. E sono stato un vero gentleman inglese, alla maniera orlandesca! L’ho riaccompagnata in taxi, bacino sulla guancia, mooolto casto e me ne sono tornato in albergo. Mi stupisco di me stesso… Ci rivediamo domani sera a cena! Le ho appena mandato un’e-mail, ti ho mandato l’allegato per fartelo vedere. Dì, tu non ti innamoreresti subito di me?

Quando voglio sono un romanticone… mi sposerei da solo!

Però ha un difetto: è alta quanto me, senza tacchi! Mi sento come Tom Cruise con la Kidman. Beh, io sono meno nano. Speriamo che nel suo guardaroba abbia tacchi meno vertiginosi di quelli che portava alla mia festa.

Ok per il Village Vanguard stasera. Chi suona stasera?

Perché Lord Orlando ci da buca? Donne? Anche se non credo dato che mi pare che la crisi con la sua tipa si sta aggravando. Poi ti racconterò che scene per riportarlo a casa ieri sera… Ciao.

 

10 dic, lunedì Ore 3:30 pm

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Che serata!

Ma che bel cagnolino…

Vuoi sposarmi? Ma ti avverto, sono un ragazzo all’antica, non ti azzardare a toccarmi prima del matrimonio! (Che pensiero osceno! Blah!)

Che deve fare Lord Orlando non lo so, mi posso immaginare che faticaccia ieri sera, era talmente ubriaco che non si ricordava nemmeno come si chiama.

Billy non vuole venire al Village Vanguard (e comunque non so chi suona), ha detto che c’è già andato ieri sera, rompipalle! Aspetto che lui proponga.

 

10 dic, lunedì Ore 5:36 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: Non mi risponde!

Perché? Perché Andie non risponde alla mia e-mail? Mi sono illuso?

Sono stato tutto il giorno come un cretino a collegarmi e disconnettermi in continuazione! Per trovare sempre e-mail tue, povero me!

Per quanto riguarda il pensiero osceno, sono molto offeso, voglio che tu lo sappia. Avete deciso per stasera? Come siete complicati!

 

10 dic, lunedì Ore 5:49 pm

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Non mi risponde!

La colpa è tua! Appena mi decido a staccarmi mi arriva la tua posta! E il copione che mi hanno portato giace sempre lì in un angolo, non l’ho nemmeno aperto. E tu piuttosto, non hai da lavorare?

Ma il telefono non ce l’hai? Potresti telefonarmi. Forse abbiamo deciso che fare stasera, ma te lo dico per telefono perché mi sta vendendo il mal di testa da desktop. Scollegati pure tu, secondo me non ti risponde. Ah!

 

**********

 

10 dic, lunedì Ore 1:22 pm

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: CONTINUA…

Pensi di avermi punito abbastanza? Posso sapere qualcosa adesso? Quanto sei stronza!

Quindi, ricapitolando, hai un appuntamento per domani sera e uno per giovedì. Dal niente al troppo, non è che stai esagerando? Sono sicuro che ti stai divertendo come una pazza, mi pare di vederti davanti al tuo portatile con il tuo solito sorrisetto malizioso…

Dammi almeno un indizio su chi è l’uomo misterioso.

 

10 dic, lunedì Ore 6:45 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: RE: CONTINUA…

Allora… fa l’attore e l’ho conosciuto alla famosa festa. E’ simpaticissimo e ha la faccia da folletto.

Se non indovini sei un deficiente!

Ora vado a casa… appena arrivo mi ricollego e voglio la risposta, così ti racconto.

Ciao Ciao!

 

Aveva scritto queste poche righe ed era corsa via dall’ufficio, diretta a casa. Avrebbe dovuto fare qualche commissione ma ne faceva volentieri a meno, voleva raccontare bene a Josh di Dominic, così prima di collegarsi si era messa a scrivere. Poi aveva scaricato nuovamente la posta.

 

11 dic, martedì Ore 3:11 pm

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: CONTINUA…

Ma che cazzo ne so!

Basta con questi giochetti, massimo fra un’ora devo uscire, quindi dimmi tutto!

Per piacere…!!!

 

10 dic, lunedì Ore 7:27 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: Giusto perché mi fai proprio pena!!!

E va bene, mi arrendo. Dominic Monaghan! Ecco chi è l’uomo misterioso… però tu non ti sei impegnato affatto!

Ero rimasta la punto in cui scappavo da Mr. Elfo, giusto? Ho preso un taxi perché altrimenti sarei arrivata troppo in ritardo, l’ho trovato ad aspettarmi come Orlando. Educato anche lui (inglese anche lui, che signori!). Ci prendiamo un Martini, anche se mi fa schifo l’oliva e anche lui mi chiede del mio lavoro. Questa volta ho scampato la figura di merda, gli piace giocare a scacchi, sai che mio zio in tutta la vita mi ha insegnato solo a fare quello, e il tennis, che però non mi piace. Ma non deve essere molto ferrato.

Mi guardava ossessivamente la scollatura, neanche portassi la quinta di seno. Ma non ha mai visto due tette? Per distrarlo gli ho offerto la mia oliva, che lui ha accettato. Lo perdono solo perché è una forza, veramente simpatico. Più carino Orlando, ma è un po’ più serioso, se non altro meno brillante. Io avevo declinato un invito a cena, ma mi stavo divertendo e non ho saputo rifiutare al secondo invito, così siamo andati a mangiare insieme, al Tribeca Grill. Ha i nostri stessi gusti! Che dire, mi sono divertita un sacco, e sul taxi quando mi ha detto che mi voleva rivedere al più preso gli ho detto si. Aveva detto stasera, ma devo lavorare, è andata per martedì. Sto tenendo un piede in due scarpe, ma che mi frega? Ci esco un altro paio di volte a testa e poi decido se uno dei due o nessuno.

Comunque, sappi che il mio preferito sei sempre tu. Buonanotte!

 

Poi le era caduto l’occhio sull’l’e-mail di Dominic, aprì l’allegato del il cagnolino con la rosa in bocca e guardandolo pensò ad una risposta da dargli.

 

10 dic, lunedì Ore 7:39 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Buongiorno bellezza!

Un bel modo di augurare il buongiorno a qualcuno!

Ti rimando il bacio, dove vuoi tu anche per te.

Quasi quasi ti assumo… proprio un bel buongiorno!

 

Dominic, che sebbene avesse seguito il consiglio di Elijah non aveva saputo resistere alla tentazione di connettersi nuovamente prima di uscire, ricevette subito l’e-mail. Gongolandosi un po’ si accinse a risponderle subito.

 

10 dic, lunedì Ore 7:42 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: Buongiorno bellezza!

Pensavo che mi avessi dimenticato… allora mi considero assunto?

 

10 dic, lunedì Ore 7:52 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Buongiorno bellezza!

Come potrei dimenticarti? Se non altro per la tua buffa faccia da folletto!

Ok, sei assunto. Per lo stipendio?

 

Dominic lesse le due righe di risposta e scoppiò in una risata. Quel faccia da folletto non l’aveva affatto offeso, sapeva che a quella “faccia da folletto” doveva il suo successo. Piuttosto era la disarmante sincerità di Andie, che probabilmente non si era nemmeno soffermata a pensare che una persona con meno senso dell’umorismo si sarebbe potuta offendere. L’aveva già notato durante la cena la sera precedente, quel lato del suo carattere gli era piaciuto subito. Le rispose.

 

10 dic, lunedì Ore 8:00 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: Buongiorno bellezza!

Io una mezza idea me la sarei fatta sul pagamento…! Comunque, decideremo insieme domani sera.

Buonanotte bellezza, a domani.

 

Scritto questo non aveva più tempo per aspettare una sua eventuale risposta, era già in ritardo al suo appuntamento con Elijah, che ancora non aveva sentito gli altri. Doveva andare a prenderlo.

Elijah si lamentò del ritardo, ma lui nel tragitto gli raccontò di Andie e fu perdonato.

Al suo ritorno a casa trovò la sua risposta.

 

10 dic, lunedì Ore 8:05 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Buongiorno bellezza!

Una mezza idea, eh? Ma bravo, mi complimento…

Intanto vediamo domani mattina come lavorerai, oggi la considero giornata di prova che non ti verrà retribuita. Buonanotte anche a te.

 

Dominic si mise subito alla ricerca di un bell’allegato da mandarle. Era un po’ su di giri, gli piaceva molto questo flirt via e-mail. Quasi quasi si era pentito di essere uscito, magari rimanendo in albergo avrebbe potuto continuare con quell’intrigante giochino tutta la sera.

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Capitolo 5
*** Il flirt moderno ***


Nuova pagina 1

5. Il flirt moderno

 

Quella sera fortunatamente Andie non era andata a letto troppo tardi. Aveva dato un’occhiata a certe carte, ma non c’era nessuna fretta. Il giorno dopo aveva solo orario d’ufficio, non avrebbe nemmeno messo piede in tribunale una volta tanto. Era arrivata con il suo cappuccino in mano sorridendo ai suoi colleghi e alla sua segretaria che le aveva dato dei messaggi. Aveva subito collegato il computer alla corrente elettrica e alla presa del telefono, aspettando che caricasse la pagina iniziale per potersi connettere ad internet, intanto aveva letto i messaggi. Doveva fare delle telefonate, nulla di più. Finalmente una giornata tranquilla.

Puntualmente msn dette l’avviso di messaggi in arrivo.

 

11 dic, martedì Ore 3:07 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: Buongiorno splendore!

Allegati: Silvestro.gif (21 KB)

Un altro fiore per te, sperando che sia la prima cosa che vedrai domattina.

Un bacio dal tuo “folletto” impaziente di vederti.

 

In allegato gatto Silvestro con una rosa in mano con tanto di occhi languidi che sbattono le palpebre.

Andie sorrise, cancellò alcuni messaggi di pubblicità e lesse un’e-mail di Josh che l’ammoniva di non fare troppi giochetti e di decidere in fretta tra i due.

 

Appena in ufficio, in genere, spegneva il telefonino. Non per un eccesso di zelo, solo perché quando lavorava non voleva essere disturbata in nessun modo e da nessuno. In effetti era molto brava nel suo lavoro, era sempre stata determinata a dare il massimo. Qualcuno le aveva detto che anche suo padre era stato un tipo così. Ma quel giorno era assolutamente su di giri, si era scoperta più volte con la testa tra le nuvole, provando disappunto. Quindi si era imposta di pensare solo al caso che aveva davanti, con la sua solita tenacia vinse la battaglia e lavorò indisturbata per un paio d’ore. Lo squillo del cellulare la fece trasalire. Lo prese in mano e lesse il messaggio in arrivo.

“Mi sono sorpreso a pensarti. Come stai? Spero di aver definitivamente cancellato la brutta immagine che ho dato di me stesso alla festa di sabato sera con il pomeriggio che abbiamo passato insieme. Un bacio, Orlando.”

Andie, con il telefonino in mano, sorrise. Gli rispose.

“Devi ringraziare anche Josh, per la buona opinione che ha di te. Comunque io sono incline nella maggior parte dei casi a dare una seconda possibilità alle persone. Qui va tutto bene, immersa nel lavoro come al solito. A presto.”

Il cellulare non tardò molto a suonare nuovamente.

“Credo che farò a Josh un bellissimo regalo di Natale, dato che lui me ne ha fatto uno enorme, farmi conoscere te.”

Andie stavolta storse un po’ la bocca. Quest’ultimo messaggio era un po’ patetico. Dominic era molto più simpatico, un punto in più a lui! Certo era che aveva passato molto più tempo con Dominic che con Orlando, per essere equa doveva aspettare un po’ a dare giudizi.

Ci furono altri messaggi durante il pomeriggio, Andie non era più riuscita a spegnere il suo telefonino. Ci aveva seriamente provato, ma appena spingeva un po’ sul bottone rosso non riusciva a schiacciarlo tutto. Forse era la prima volta che usciva dall’ufficio alle sette di sera avendo fatto solo lo stretto necessario, niente di più di quello che avrebbe dovuto fare. Non a caso Josh la chiamava  in continuazione stacanovista…

I messaggi che seguirono erano stati decisamente meno patetici, anzi, Andie si era piuttosto divertita. Forse Orlando aveva capito che la linea che aveva usato con lei era sbagliata quando non aveva avuto nessuna risposta a quel messaggio patetico. Ce n’erano stati un gruppetto in particolare che l’avevano fatta ridere. Le aveva fatto per tutto il giorno una cronaca dettagliata di dove si trovava e di cosa stava facendo. Era a Manhattan per fare degli acquisti in previsione del Natale, a volte le chiedeva dei consigli ai quali lei non sapeva che rispondere, quindi gli scriveva solo che, non sapendo per chi fossero quei regali, non poteva certo dire se lui stesse facendo la scelta giusta. Di solito però esordiva sempre con un: adesso mi trovo a…sto facendo questo…sto aspettando…

Ad un certo punto le era arrivato un messaggio confuso con scritto: “Sto scappando! due ragazze mi inseguono!”

“Carine?” le aveva prontamente chiesto Andie.

“No! Hanno tutta l’aria di essere campionesse di lancio del peso… mi sono infilato in un vicoletto, mi fanno davvero paura!” le aveva scritto di nuovo Orlando

“Scappi solo perché non sono carine…”. Quindi c’erano stati circa dieci minuti di silenzio, poi il cellulare aveva trillato nuovamente.

“Fortunatamente non volevano né picchiarmi né rapirmi per chiedere il riscatto, solo un autografo. Pericolo scampato, sono tutto intero.”

Andie pensò che cose del genere gli dovessero capitare di continuo, la farsa che aveva messo su per lei però era stata molto carina.

 

 La sera Andie aveva raccontato per telefono a Josh la sua giornata.

- Io torno a ripeterti di scegliere in fretta uno dei due, rischi di combinare più casini che altro.-

- Sei veramente un rompipalle stasera! Comunque devo dare le stesse chanche ad entrambi, giusto? Mi sembra equo. Quindi almeno fammi aspettare il fine settimana, quando torni ti dirò qualcosa di più preciso.-

Josh rise.

- Che hai da ridere adesso?- chiese un po’ contrariata.

- Nulla, nulla - disse, continuando a ridacchiare. - non trovi anche tu che sia molto divertente questa situazione?-

- Io si, mi sto divertendo tantissimo, ma non da sbellicarmi dalle risate come stai facendo tu.-

- Pensavo solo questo… sai, il flirt moderno… uno con il cellulare, l’altro con internet, come cambia il mondo, vero? Mio padre e mia madre si nascondevano i bigliettino nei libri di scuola al liceo!-

Andie rise. - Il progresso Josh, il progresso!-

 

Appena aveva riattaccato il telefono, in mutande, si era diretta al suo armadio cercando qualcosa da mettersi. Lo trovava un compito piuttosto arduo in quel momento, i suoi vestiti o facevano troppo donna in carriera o erano troppo sbarazzini. Aveva quel tubino di Armani, ma era decisamente troppo vistoso, abbinando la sua camicetta a righe con una gonna di un tailleur forse poteva andare, ma non ne era per niente convinta. Aveva cominciato a sbuffare, quando un ricordo l’aveva assalita improvvisamente.

Si ricordò di un vestito che suo zio le aveva regalato quando faceva l’università, ma che lei per ripicca non aveva mai voluto mettere. Era palesemente un vestitino da signorina-bene, uno di quei vestiti che avrebbero potuto comprare le sue compagne di corso e anche l’ennesima dimostrazione del fatto che suo zio disapprovava il suo modo di proporsi. Era cambiata moltissimo da quei tempi, adesso diciamo pure che aveva abbandonato i pantaloni di due taglie più grandi e le felpe che la facevano sembrare un sacco per uniformarsi ai canoni di moda correnti. Del resto, il lavoro che faceva non le permetteva certo una grande libertà di scelta per quanto riguardava il vestiario.

Un giorno, ai tempi dell’università, Josh aveva visto quel vestito nell’armadio e le aveva chiesto di metterlo per uscire con lui, dovevano andare ad una festa di Natale. Non poté dirgli di no, a Josh non aveva mai potuto dire di no, in verità. Anche se non aveva tempo da perdere, non riuscì ad impedirsi di andare a cercarlo negli anfratti più bui del suo armadio: lo cercò nella scatola dove riponeva i vestiti che non metteva più, ma non lo trovò, fino a che non lo vide semplicemente appeso come tutti gli altri che metteva regolarmente. Lo infilò. Era un vestito molto semplice, nero, con una scollatura morbida sul davanti e un po’ più audace dietro.

Si era precedentemente legata i capelli con un bastoncino, li sciolse e li fece cadere nuovamente ad incorniciarle il viso. Mise uno spolverino di lana sulle spalle e guardandosi allo specchio vide che si piaceva.

- Certo, con questo non mi si vedono le tette - disse tra sé e sé. - Vorrà dire che Dominic mi guarderà in faccia un po’ più spesso stasera!- aveva aggiunto dopo, increspando la bocca in una sorriso.

Aveva preso il cellulare per mandare un messaggio a Josh: “Mio caro Josh, rassegnati, questo weekend faremo shopping per tutta Manhattan. Non ho un accidenti di niente da mettermi!”

 

Dopo pochi minuti suonarono il campanello. Andie rispose abbastanza sicura di chi sarebbe stato. Scese e trovò Dominic che l’aspettava appoggiato alla sua porta.

Si salutarono e Dominic chiamò un taxi.

- Allora, dove andiamo?- chiese curiosa Andie.

- Avevo pensato a quel locale di cucina francese di Soho, l’ Alison on Dominick Street. Se piace anche a te, ovvio.-

Andie annuì. – Va benissimo, io non ci sono mai stata, non conosco la cucina francese, ma sono un’impavida in fatto di cibo, le nuove esperienze non mi spaventano!- disse sorridendo Andie.

- Io sono stato per un breve periodo in Francia, certo non sono quello che si può definire un esperto, ma qualcosa ancora mi ricordo.-

Andie che non sapeva una parola di francese si affidò a lui per le ordinazioni. La serata trascorse come quella di due giorni prima, frizzante, allegra, con Dominic non si sapeva proprio cosa fosse la noia.

A cena terminata, nonostante il freddo, decisero di fare una passeggiata fino a casa di Andie. Non era tardi, ma stavolta lei era stata chiara, il lavoro l’aspettava il giorno seguente e quella giornata non sarebbe stata tranquilla come quella appena trascorsa. In venti minuti, camminando con calma giunsero davanti al portone di Andie parlando delle esperienze teatrali di Dominic. Andie gli aveva raccontato di quando all’università, aveva tentato di fare anche lei una prova cimentandosi con la recitazione.

- Non ti potrai mai immaginare la pena che facevo, sembravo una di quelle attrici di soap opera di serie b!-

Dominic aveva riso, scuotendo leggermente la testa. - Ma no, dai, non ci credo! Se ho imparato io che sono uno zuccone, possono farlo tutti!-

- La prossima volta che ci vedremo con Josh te lo farò raccontare da lui! Sono passati vediamo…- s’interruppe un attimo, contando con le dita - otto, si, otto anni, ne avevo appena diciotto e lui diciannove, e lui continua a prendermi in giro per quella volta. Io interpretavo una parte drammatica, e ridevano tutti! Credo di non essermi mai vergognata tanto!-

Dominic continuava a ridere, Andie invece aveva assunto un’aria pensierosa, dopo poco parlò di nuovo.

- Certo, se si esclude quando facevo la ragazza pon pon al liceo e sono inciampata… cadendo quella gonnellina del cazzo mi si è alzata e ho messo in mostra il mio sederino di sedicenne davanti a tutta la scuola. Pensandoci forse è stato quello il momento più imbarazzante della mia vita.-

- Questa prima o poi me la devi raccontare meglio!- disse Dominic divertito

Andie fece no con il dito. - Non ci penso neanche, con tutti gli sforzi che sto facendo per seppellire l’episodio!-

Quindi Andie aveva indicato il suo portone e si era fermata.

- Dom, grazie della bella serata.-

- Figurati, dovrei essere io a ringraziarti.-

- Allora buonanotte – disse Andie avvicinandosi per salutarlo.

- Aspetta, aspetta un momento. Ci siamo dimenticati di una cosetta, una sciocchezza, intendiamoci.-

Andie guardò incuriosita Dominic.

- Sai, quella questione del pagamento…-

- Ah…- disse Andie guardandolo e incrociando le braccia quasi minacciosa. - E sentiamo, cosa avevi in mente, dato che ci avevi già pensato?-

Dominic aveva abbassato lo sguardo, poi la guardò nuovamente negli occhi e le disse:- Avevo pensato ad un bacio. Un innocente bacio.-

Andie sorrise e si avvicinò. Guardò in alto tirando indietro le labbra, con fare pensieroso. Poi annuì dicendo:- Si può fare.-

Era stato un bel bacio, partito dolcemente si era intensificato senza fretta. Poi si erano dati la buonanotte.

Andie era entrata in casa con il solito sorrisino stampato sulle labbra.

 

Aveva lasciato il cellulare a casa, lo accese e subito suonò.

“Alla fine non ho comprato niente, e tutto per colpa tua. Temo che dovrai aiutarmi a fare degli acquisti prima che mi ritrovi il 23 dicembre a non aver fatto ancora niente. Non puoi lasciarmi nei guai, ti pare? Buonanotte, Orlando.”

Caspita… il bacio di pochi minuti fa complicava le cose, ma Andie cominciava a divertirsi sul serio.

Era veramente un bel gioco quello di avere un piede in due scarpe!

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Capitolo 6
*** Intuizioni ***


Nuova pagina 1

6. Intuizioni

 

12 dic, mercoledì Ore 0:53 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: Sniff sniff!

Allegati: pic14945.gif (125 KB)

Stamattina niente omaggio floreale, ma un sacco di cagnolini!

Ieri sera sono stato benissimo. Che fai stasera?

 

In allegato un gruppo di cagnolini che annusano lo schermo.

 

Andie si era disconnessa di corsa, quella mattina aveva una riunione con altri colleghi e doveva essere in tribunale nel primo pomeriggio. 

Sperava tra sé e sé che non sarebbe stata una cosa troppo lunga, ma non era tornata a casa prima delle otto di sera. E il giorno dopo sarebbe stata tutto il tempo in ufficio per ricevere alcuni clienti, solo a pensarci le veniva voglia di tornare a letto e mettersi sotto le coperte per non svegliarsi fino a Natale. Non aveva più sentito Dominic, né Orlando, del resto era stata per tutto il tempo isolata dal mondo, nessuno avrebbe potuto contattarla. Quando mise piede in casa era stanchissima, non aveva neanche voglia di mangiare.

Il programma per la serata era una doccia e una bella dormita, se non ci si fosse messo Josh di mezzo, che aveva chiamato intorno alle dieci e mezzo di sera, quando Andie era già al letto.

- Si…- aveva detto Andie con voce bassissima.

- Eri già al letto? Dormivi?-

- Mi ero appena addormentata, dimmi che è una cosa seria, perché se non è una cosa serissima quando torni ti faccio dormire sul pianerottolo…-

- Mi dispiace, ma quanto sei acida però!-

- Se sapessi la giornata che ho avuto.-

- Va bene, va bene. Faccio presto. Ho accettato di fare quel film, il cast è buono e poi, indovina quanto mi danno?-

Andie aveva lo sguardo fisso nel buio e nessuna voglia di indovinelli, anche se Josh all’altro capo del filo sembrava piuttosto eccitato. - Non saprei proprio Josh, non sono in vena di giochetti!-

- Quindici milioni!-

Andie era saltata a sedere sul letto. - Cosa?!!-

- Hai capito bene, mi sento molto Julia Roberts! Il mio agente me l’ha detto poco fa, sapevo che sarebbero state riprese complicate, dureranno qualche mese, ma non mi aspettavo un compenso così alto.-

- Caspita! So che ti piace il tuo lavoro e avresti accettato per meno, ma quindici milioni sono quindici milioni! Sei entrato nell’Olimpo delle star più pagate di Hollywood!-

- Eh già… Tu piuttosto, come mai sei a casa nonostante i tuoi numerosi pretendenti?-

Andie improvvisamente si ricordò dell’e-mail di Dominic. - Accidenti!- esclamò, - ho dimenticato di fare una cosa… Ci sentiamo domani?-

- Non ti preoccupare, tanto arrivo venerdì sera. Ci vediamo sabato?-

- Si, facciamo spese.-

Aveva salutato in fretta Josh con l’intento di chiamare Dominic, ma quando era stata lì per fare il numero si era bloccata. Non sapeva che dirgli. Tra l’altro faceva fatica a tenere gli occhi aperti, mise il telefono al suo posto e si ritirò subito sotto il piumone.

 

L’e-mail di Dominic della mattina dopo era senza allegato, diceva che dato il mancato pagamento, aveva diritto solo al buongiorno, a meno che non fosse uscita con lui quella sera. Ma quella sera era impegnata con Orlando. Si ripromise di chiamare Dominic il più presto possibile, durante la pausa pranzo.

Era arrivata alle otto e mezza in ufficio e aveva appena avuto il tempo per finire il cappuccino e scaricare la posta. Quella sarebbe stata una vera e propria giornataccia.

Quella mattinata sarebbe andata via quasi completamente dietro a una cliente affezionata dello studio, la signorina Walker, una zitella inacidita e ricca sfondata che avrebbe volentieri denunciato almeno dieci persone al giorno. A turno tutti gli avvocati, quando lei marciando entrava nello studio legale furente perché qualcuno a suo parere le aveva fatto qualcosa che meritava una denuncia, avevano il compito di dissuaderla dal prendere le vie legali. La volta precedente che Andie aveva avuto a che fare con lei era stato quando la signorina Walker, in lacrime, era venuta a chiedere di fare qualcosa contro gli automobilisti che passavano tutti i giorni sotto casa sua per aver provocato la morte del suo amato pappagallino. Sosteneva che il rumore lo aveva fatto impazzire. Il commento tagliente di tutti era stato che era lei che faceva impazzire chiunque avesse accanto.

Anche quella mattina era venuta con quell’odioso barboncino al guinzaglio lamentandosi che il suo nuovo vicino di casa dava feste ogni sera.

- Mi scusi signorina Walker, forse mi sbaglio, ma non aveva detto che dopo la morte del suo pappagallino era andata a vivere fuori città. Mi sembra che la zona in cui lei abita sia piuttosto isolata.-

- Ma infatti lo è – aveva risposto con la sua voce stridula, - il problema infatti non è il rumore, ma il via vai di gente. E’ indecente!-

Andie non riusciva a capire quale fosse il problema, continuava a guardarla con aria interrogativa.

- Sa, io mi sono trasferita per avere tranquillità, e mi sono ritrovata ad abitare sopra ad una strada trafficatissima! Il mio Jo-Jo poverino non riesce neanche a dormire!- disse questo e dette un bacio all’odioso cagnetto.

Sarebbe stata una lunga mattinata.

 

E per sua sfortuna fu anche un lunghissimo pomeriggio. Un collega si era dato malato mettendo in agitazione tutto lo studio. Come tutti, anzi, più di tutti, Andie aveva dato una mano a risolvere il problema. Con il periodo natalizio tutto si faceva più complicato, c’era sempre una sorta di paura di lasciare qualcosa in sospeso troppo a lungo, così si lavorava molto di più a volte con risultati non esattamente esaltanti. Quasi alle otto scappò letteralmente dall’ufficio, sarebbe stata sicuramente in ritardo per l’appuntamento con Orlando e lei odiava essere in ritardo, era una cosa che non sopportava.

Fece di corsa le scale, arrivando con il fiatone in casa. Sparpagliò i suoi vestiti per la camera da letto e s'infilò nella doccia. Decise di mettersi il tubino grigio di Armani scartato appena due giorni prima per uscire con Dominic. Certo, faceva donna in carriera ma non aveva molta scelta.

Dieci minuti di ritardo… Stai calma, stai calma ripeteva tra sé.

Orlando l’aspettava al posto convenuto, la vide da lontano e la salutò con la mano.

- Scusami per il ritardo, in genere sono una persona molto puntuale, ma al lavoro a dicembre c’è sempre il caos che regna sovrano.- Aveva detto appena arrivata vicino a lui, che ovviamente le aveva detto di non preoccuparsi.

Avevano deciso il locale dove andare e si erano incamminati dato che erano nelle vicinanze. Orlando si riconfermò un vero gentleman per tutta la serata e soprattutto si rivelò essere molto simpatico, un vero giocherellone. Raccontava episodi divertenti della sua vita enfatizzando il racconto con smorfie di ogni genere ed Andie si accorse che l’Orlando Bloom che aveva delineato in quei giorni era solo una brutta copia.  E poi era molto attraente, il problema era il fatto che ne fosse fin troppo cosciente, e quello era un difetto. Quando l’aveva riaccompagnata a casa Andie si era diretta subito al suo pc per scrivere un’e-mail a Josh, sperando che la ricevesse e le rispondesse prima della mattina seguente.

 

14 dic, giovedì Ore 23:58 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: Sono nel panico!

Spero che tu riesca a leggere questa e-mail prima di domattina, ho bisogno di un consiglio.

Se la bilancia prima pendeva un po’ di più verso Dominic adesso non so che pensare!

Orlando stasera è stato fantastico, sotto ogni punto di vista. A parte nel vestiario: cappotto lungo, nero, con sciarpa variopinta e cappellino di lana…e non è tutto! E’ venuto in jeans, niente di male, peccato che erano a vita bassa e gli uscivano fuori i boxer, poi era in giacca e portava una maglietta sotto… ma chi lo veste? Salta nell’armadio e la prima cosa che trova se la mette? E poi tutti quegli anellini e la collanina da surfista. Per carità, bel ragazzo, ma sullo stile proprio non ci siamo!

Sai dove mi ha portata a cena? Al Tribeca Grill, è già la terza volta che ci vado in pochi giorni, con te sabato, con Dominic il giorno dopo e stasera con lui. Secondo me, adesso mi riconoscono e mi prendono per un’accompagnatrice! Oh cielo! Devo smettere di andare al Tribeca!

Dicendotela tutta, è un po’ troppo narciso, l’ha sorpreso che si guardava in una vetrina… sigh! Per carità, è carino, molto carino, ma una calmatina gli farebbe bene. Dominic ovviamente non è così… beh, lui non è carino come lui, anche se devo ammettere che mi affascina, a volte molto più di Orlando.

Non riesco a scegliere, e Orlando domani mi ha chiesto di pranzare con lui. Ci vado?

HELP!! Rispondimi presto.

 

La risposta non si fece attendere.

 

15 dic, venerdì Ore 8:11 pm

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: Sono nel panico!

Hai avuto la fortuna di trovare in linea il tuo confidente di fiducia.

Stavo chattando con mia sorella, ti saluta.

Esci con Orlando domani, e dato che sei così in dubbio perché non inviti tu Dominic ad uscire, dato che gli hai anche tirato un pacco? Glielo devi!

Ma sabato, o scegli o la pianti. Non è assolutamente un bel gioco, considerando che sono anche amici tra loro. Vuoi farli litigare?

 

Andie rise, e rispose.

 

15 dic, venerdì Ore 00:15 am

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: RE: Sono nel panico!

E se sono tanto amici allora perché non lo sono già venuti a sapere? In effetti entrambi si sono nominati più volte, in ogni modo, io non mi preoccupo più di tanto.

Dai un bacio a Jessica da parte mia.

 

15 dic, venerdì Ore 8:22 am

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: Sono nel panico!

Non fare la stronza. Se ti dico che sono amici e che potresti fare un gran casino, accidenti, fidati!

Ora mi scollego, devo uscire a cena con delle persone.

Te lo chiedo per favore: non fare cazzate.

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Capitolo 7
*** Amicizia in pericolo ***


Nuova pagina 1

7. Amicizie in pericolo

 

Andie aveva avuto giusto il tempo di andare in bagno a rifarsi un po’ il trucco, poi finalmente sarebbe uscita da quell’ufficio per tornarci solo la prossima settimana, dato che aveva chiesto il pomeriggio libero. E il fine settimana che si sarebbe ufficialmente aperto tra poco non sarebbe stato certo all’insegna di portiamoci avanti con il lavoro, dato che non ho nient’altro di meglio da fare…

Aveva dato appuntamento ad Orlando all’una e mezzo al Forlini’s, in Baxter Street. Non era molto fantasiosa come idea, era vicino al tribunale e ci andava spesso con i suoi colleghi, ma era un bel locale e, soprattutto, era tranquillo. Con Dominic era successo di scorgere qualche sguardo un po’ impertinente e anche di essere fermati per un autografo, ma con Orlando, e spesso anche con Josh, la solfa era diversa: lo puntavano da lontano e non lo mollavano più. Tra l’altro lei non gradiva certe occhiatacce che le erano state rivolte, quindi, meglio non andarsele a cercare. Giusto la domenica prima era capitato un episodio un po’ imbarazzante. Mentre prendevano quel caffè, Orlando le aveva chiesto scusa, e lei non aveva capito il perché. Appunto quando si era accinta a chiederlo, si erano avvicinate tre ragazzine tutte agitate che avevano chiesto un autografo e se l’erano sbaciucchiato a vicenda. Prima di allontanarsi l’avevano passata una per volta ai raggi x con uno sguardo a metà tra il cattivo e l’invidioso che l’aveva lasciata senza parole. Orlando a quel punto aveva sorriso e le aveva detto:- Inconvenienti del mestiere!- Andie era rimasta colpita da una cosa essenzialmente, la cortesia con cui lui aveva reagito a quella specie di assalto. A lei avrebbe dato fastidio se delle perfette sconosciute l’avessero disturbata mentre si faceva i fatti suoi, ma non era famosa e quindi non pretendeva di capire a pieno. Josh una volta aveva provato a spiegarle:- Certo, - le aveva detto, - ti si appiccicano addosso quando meno te lo aspetti, ma a volte capita che qualcuno ti faccia dei complimenti perché ti ritiene bravo e non solo bello, e non sai quanto faccia bene all’autostima. Beh, anche se ti dicono solo che sei bello… è una dimostrazione d’affetto.-

Era in anticipo di pochi minuti, vide che lui era già la ad aspettarla. Scendendo dal taxi poté notare che era, come il suo solito, vestito in modo quantomeno bizzarro, ma ciò non toglieva che fosse attraente da morire.

Era stato proprio per onorare la promessa che gli aveva fatto, cioè quella di aiutarlo a scegliere dei regali per Natale, che aveva chiesto il pomeriggio libero.

 

Orlando e Dominic nell’ultimo periodo non si erano visti molto. Anzi, Dominic, conoscendolo, aveva visto bene di non stargli troppo addosso. Già altre volte era capitato che Orlando avesse problemi sentimentali e aveva avuto modo di vedere che una sana sbronza accompagnata dai loro soliti trastulli un po’ adolescenziali non servivano a niente. L’ennesima ragazza lo stava piantando, e lui si era depresso. Meno male che c’era Elijah, il più giovane eppure il più maturo di loro. Dominic sapeva che quando Orlando aveva bisogno di sfogarsi e parlare andava da lui, e si imponeva di non pensarci più di tanto.

Alla festa per il suo compleanno Dominic aveva visto Orlando così abbattuto che non si era stupito quando gli aveva chiesto di portarlo a casa sua perché era ubriaco.

Quello che lui aveva pensato si era in effetti realizzato, Orlando e Elijah negli ultimi tempi si erano sentiti tutti i giorni ed Elijah come al solito si era fatto carico di tutte le sue pene d’amore e non.

Certo quella mattina Elijah non si sarebbe mai aspettato di sentirsi raccontare da Orlando, che era venuto a trovarlo, quella bella storiella, tra l’altro rivelata in modo del tutto casuale.

Orlando era passato a casa sua tanto per fare due chiacchiere. Avevano fatto colazione insieme o, meglio, un inizio di pranzo dato che Orlando si era presentato alle undici e mezza.

Quando Orlando aveva fatto per uscire Elijah l’aveva invitato a restare. - Fra mezz’ora mi raggiunge Dom, dato che una volta tanto è libero. Andiamo a mangiare un boccone e poi un po’ in giro. Perché non vieni con noi?-

Orlando aveva accennato un sorrisetto di chi la sa lunga, e aveva detto. - Sarà per un’altra volta, ho di meglio da fare.-

Elijah aveva capito subito di che si trattava, quindi non lo aveva fatto andare via prima che lui gli raccontasse qualcosa di più. Gli aveva detto che era uscito un paio di volte con una ragazza e che la trovava interessante, tutto qui.

- Insomma, non è una cosa seria.-

Orlando quindi aveva scosso la testa.- No, affatto. Più, come si dice, chiodo-scaccia-chiodo? Mi voglio divertire un po’, nient’altro.-

Elijah era curioso:- Ma, potrei sapere chi è? La conosco?-

- Sul conoscerla non so, per vederla l’hai vista bene. Ti ricordi l’amica di Josh, Andie?-

Elijah rimase di sasso. Cercò di non darlo a vedere, disse che la ricordava ma che in effetti non la conosceva. Poi spinse via per scherzo Orlando da casa sua, ma sperando che se ne andasse più in fretta possibile per non farlo incrociare con Dominic.

Quella Andie per cui Dominic stava letteralmente partendo? Sperò di sbagliare sulle intenzioni di Dominic, ma quel pomeriggio lui confermò chiaramente che quella ragazza gli piaceva, e molto.

Tra l’altro si sarebbero visti a cena perché lei l’aveva invitato. Quindi, pranzo e pomeriggio con uno e cena e magari anche dopo cena con l’altro.  Bel tipo questa.

La telefonata di Josh sembrò arrivare per uno strano scherzo del destino, a Elijah venne quasi da ridere quando rispondendo lo sentì all’altro capo del filo.

Josh l’aveva chiamato dall’aeroporto, mentre aspettava che fosse annunciato il suo volo. Aveva scoperto che anche lui era in trattative per entrare a far parte del cast del film che lui aveva appena accettato di fare. Avevano parlato del film, poi Elijah cogliendo la palla al balzo aveva fatto un paio di domandine mirate a Josh.

- Se posso permettermi di farti qualche domanda un po’ personale, ma la tua amichetta, quella bionda che ti sei portato alla festa sabato scorso, che tipo è?-

Josh rimase un po’ spiazzato, li per li non aveva collegato Orlando e Dominic ad Elijah.

- Che tipo è in che senso?-

- Beh, io ti butto lì quello che so, poi veditela tu. Diciamo che se la tua amichetta vuole divertirsi, che almeno metta le cose in chiaro, evitando ripercussioni.-

- Elijah, parla più chiaro.- aveva detto Josh serio.

- Dico solo che si sta scopando sia Orlando che un altro mio amico, quello della festa. Dato che sono molto legati tra loro e che attualmente non ne sanno niente di questo bel giochetto, io ti metto al corrente. Perché non mi sorride l’idea di doverli dividere mentre fanno a botte. Tra l’altro avrei da pensare anche un po’ per me, e questa situazione, che io so tutto alle loro spalle, non mi piace per niente.-

- Elijah, senti, io conosco Andie da un sacco di tempo. E’ una ragazza un po’ particolare e questo lo ammetto, ma ti garantisco che non penso proprio che voglia far degenerare il tutto in una scazzottata! E soprattutto, non è proprio il tipo che si fa scopare da chicchessia.-

Elijah aveva sentito il tono di Josh cambiare sensibilmente, subito cercò di rivedere leggermente le sue parole, che probabilmente erano state un po’ forti. Non pensava che Andie fosse qualcosa di più di una delle solite belle ragazze che giravano nell’ambiente.

- Per carità, io penso che ognuno sia libero di fare quel che vuole, io infatti non volevo insinuare niente. Te l’ho solo detto per avvertirti. Spero che non ti sia offeso, mi dispiacerebbe.-

Josh tranquillizzò Elijah credibilmente, anche se sentire dare della puttana ad Andie non gli era piaciuto nemmeno un po’. Tra l’altro gli avvenimenti di quella settimana lo avevano segnato più di quello che avrebbe mai potuto pensare. La sua voglia di sapere quello che succedeva era piuttosto forte e si scopriva a pensare che, sebbene l’avesse sperato a lungo, il fatto che Andie finalmente si stesse muovendo per farsi una vita sua, lo infastidiva.

Era geloso. Geloso di che poi, si chiedeva. Fin dall’università aveva accettato il suo rapporto con Andie per quel che era, sentendo che non avrebbe mai potuto chiederle di più, perché non avrebbe mai potuto ottenerlo.

Improvvisamente pensò che erano quasi nove anni che la loro storia andava avanti, e che lui non si era mai preoccupato di perderla fino a quel momento, aveva sempre dato per scontato che ogni qual volta lui l’avesse voluta lei sembrava stare lì ad aspettarlo. Cosa che in effetti, a pensarci così, era molto improbabile. Andie certamente aveva avuto qualcun altro oltre a lui, ma non era mai andata a dirglielo. Si sentì improvvisamente geloso anche di uomini che non aveva mai conosciuto, sentendo crescersi dentro anche una certa quale inquietudine solo per il fatto di provare certe cose.

Intanto avevano chiamato il suo volo. Si era alzato e si era incamminato, sorridendo e sentendosi un po’ stupido. Forse era vero che si capisce che si vuole una persona solo quando non si può avere più. Se solo ci fosse stato il modo di dire ad Andie quello che sentiva senza perdere anche la sua amicizia… ma era una cosa impossibile.

 

Il pomeriggio di Andie intanto procedeva. Il giro per negozi con Orlando era stato utile anche per fare una ricognizione per se, in previsione dello shopping che il giorno seguente avrebbe fatto con Josh. Orlando aveva veramente avuto bisogno di buoni consigli, non era molto fantasioso in fatto di regali.

Quel pomeriggio era stato piuttosto divertente, Orlando era pieno di premure anche se a volte Andie si era sentita un po’ a disagio. Non era per le persone che lo fermavano riconoscendolo per strada, o che lo salutavano, ma per Orlando stesso, anche se di preciso non avrebbe saputo spiegare il perché. Un dubbio poi le si era insinuato nella mente, che forse Orlando non era interessato ad altro se non un’amicizia. Non le sarebbe dispiaciuto affatto, però sentiva che le aveva taciuto qualcosa. Innanzi tutto, per chi erano quegli orecchini per i quali erano stati quasi un’ora da Tiffany? Un regalo del genere non si fa né ad una mamma, né ad una sorella. E se aveva un legame, perché non le aveva detto niente?

Andie dette un taglio netto al filo dei suoi pensieri dicendo a sé stessa che quelli, dopo tutto, non erano affatto affari suoi. E se per lui non era un problema, figuriamoci quanto poteva importare a lei.

Finito lo shopping si erano fermati in un bar a bere qualcosa. Avevano cominciato a parlare di come Orlando e Josh si erano conosciuti, sul set di Black Hawk Down qualche anno prima.

- Comunque la cosa peggiore fu quel taglio di capelli da ranger… ci sentivamo tutti ridicoli!-

Andie rise, deglutì il sorso di caffè che aveva inghiottito. - Non sai quanto l’ha fatta lunga, tutte le volte che ci sentivamo per qualche motivo e io gli chiedevo come va? lui mi rispondeva sempre bene, a parte i capelli! Come se non avesse mai portato spontaneamente dei tagli di capelli ridicolissimi! Avresti dovuto vederlo all’università come si conciava ogni tanto, e non lo pagavano per farlo!-

- Almeno quelli che facevano i Delta non hanno dovuto sottoporsi a quello strazio.- Andie rise. Dopo qualche secondo, guardandolo gli disse:- Sai, in quel film sembri più giovane. E invece, anche se di non molto, sei più grande di Josh.-

- E’ per il personaggio,- rispose prontamente lui -  io interpretavo un diciottenne, e Josh doveva essere il coordinatore della nostra unità, è facile essere contagiati dai film. Ma è un bene. Vuol dire che eravamo credibili.-

- E’ il mio film preferito di tutti quelli che ha fatto Josh, l’ho visto più di una volta, ma tu non dirglielo, mi raccomando!-

Orlando rise. - Giuro che non gli dirò niente!-

- La cinematografia di guerra mi ha sempre affascinata.- continuò Andie, - Un po’ poco femminile, ma del resto è una mia caratteristica.-

- No, non direi…- le disse guardandola intensamente. Andie appena si accorse di quello sguardo abbassò gli occhi. Per rompere quel momento d’imbarazzo gli disse subito:- Si vede che mi conosci da poco!-

Orlando però non aveva il minimo interesse ad interrompere quell’attimo e continuò su questa linea.

- Si, è vero che non ti conosco molto, parlo per quello che so e per quello che vedo.-

La situazione sarebbe diventata peggiore per Andie se Orlando non avesse commesso quell’errore: dicendo quelle parole si era appoggiato al tavolo urtando la sua tazza che si era rovesciata spargendo il suo contenuto sul tavolo e sulle gambe di Orlando.

- Merda!- aveva esclamato lui. Andie aveva trattenuto un sorriso.

- Ti sei scottato?- Le aveva chiesto preoccupata

- No, no, era tiepido. Vado un attimo in bagno a vedere che posso fare.-

Andie annuì e si sedette di nuovo. Dopo qualche minuto però cominciò ad insospettirsi, si alzò dal tavolo e si diresse alla porta del bagno degli uomini. Bussò.

- Orlando? Va tutto bene?-

- Si… credo… entra se vuoi, tanto ci sono solo io.-

Andie entrò timidamente, guardò Orlando e non poté trattenere una risata. - Ma che stai facendo!- esclamò. Orlando, cercando si asciugarsi, aveva allargato le macchie a dismisura.

- Sono una frana, eh?-

- Decisamente sì! Lascia perdere, prendiamo un taxi e andiamo a casa mia, ti aiuto io.- Orlando annuì e si avviarono.

Appena furono in casa Andie indicò il bagno a Orlando. - Appena te li sei tolti buttali sul mio letto, guardo cosa posso fare.- Ma Andie aveva costatato che non avrebbe potuto fare molto, le macchie si erano quasi del tutto asciugate. Si avvicinò alla porta del bagno e disse che non aveva potuto farci niente.

- Non posso metterli in lavatrice, dovresti andartene a casa nudo. Credo che dovrai tornare a casa così.-

- E se non ci tornassi a casa mia?- aveva risposto lui aprendo la porta del bagno.

Andie rimase per un attimo ferma per guardarlo, cercando di capire quale fosse il vero significato di quella domanda. Non che ci volesse un genio a capirlo, solo non se l’aspettava.

Certo era che lei, anche se inconsciamente, l’aveva osservato tutto il giorno provando una forte attrazione. Aveva studiato i tratti del suo viso, che erano fini e aggraziati, la barba un po’ lunga gli donava molto, era quel tocco di mascolinità che lo rendeva molto attraente. In quel preciso momento lo aveva davanti con addosso solo la camicia, un po’ aperta a mostrare la catenina che aveva legata attorno al collo. Quando lui si era avvicinato afferrandola per la vita Andie provò quasi un senso di sollievo, l’aveva desiderato per tutto il giorno e lui stava facendo proprio quello che voleva lei. Sentire quelle mani che s’insinuavano sotto il suo maglione era stato bellissimo, come era stato bello fare altrettanto a lui.

Ma la sensazione che le era salita su dallo stomaco subito dopo non era gradevole. Suppose che fosse così per via del fatto che era un sacco di tempo che non faceva l’amore con un uomo che non fosse Josh. Fare l’amore, si corresse subito nella sua testa. Aveva fatto sesso con Orlando, quella era l’esatta definizione.

In quel momento guardò l’orologio e si accorse che se voleva uscire quella sera, e doveva farlo perché aveva promesso, doveva andarsi a preparare e soprattutto, doveva cercare un modo più carino possibile per far andare via Orlando. Si alzò dal letto ringraziando il caso che le aveva fatto lasciare la vestaglia sulla sedia accanto al letto, si sarebbe vergognata ad uscire da sotto le coperte nuda davanti a lui.

Avviandosi verso il bagno gli disse che andava a farsi una doccia.

Quasi a voler cogliere la palla al balzo, Orlando assunse un’espressione maliziosa.

- Serve aiuto?-

- No, non mi serve aiuto… intendevo seriamente. Piuttosto, non vorrei sembrarti sgarbata, ma non posso farti rimanere qui. Ho un impegno più tardi e devo uscire.-

Orlando fece una faccia da finto offeso:- Ehy! Già mi molli per un altro?-

- No, ma che dici!- Si era irrigidita sentendosi dire così. - Una semplice cena tra colleghi, affari di lavoro.- Si sorprese di saper mentire così bene.

- Dai, scherzavo, non volevo insinuare niente.-

Quando uscì dal bagno trovò Orlando quasi del tutto vestito. Gli mancavano i pantaloni.

Vide Andie sorriderle a vederlo così, si giustificò:- non so proprio dove tu possa averli messi. Se non mi avessi detto che devi uscire, avrei pensato ad un modo per trattenermi qui!-

Andie quindi si diresse in cucina dove li aveva abbandonati.

Orlando era uscito poco dopo dandole un leggero bacio sulle labbra e dicendole che l’avrebbe richiamata presto. Quando la porta si era richiusa Andie si era appoggiata al muro sospirando.

- Cristo, in che casino sono andata a cacciarmi!- disse tra sé e sé.

Andò a vestirsi, fra non molto sarebbe passato Dominic.

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Capitolo 8
*** Sentimenti mal celati ***


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8. Sentimenti mal celati

 

Quando Andie aveva cominciato ad aprire gli occhi era già giorno fatto, guardò l’orologio e vide che erano le dieci e mezza passate. Si era alzata ed era andata dritta in cucina a prendersi da bere.

Poteva fare con calma, Josh le aveva detto di essere impegnato per pranzo e sarebbe passato lui non appena avrebbe finito. Si collegò ad internet per scaricare la posta, trovò il solito messaggino di Dominic e cancellò le altre e-mail, erano tutte pubblicità.

La serata precedente con Dominic era stata bella, come al solito. Avevano mangiato e, anche se Dominic aveva insistito per pagare il conto, Andie aveva preteso di pagare per il semplice fatto di essere stata lei ad invitarlo. Poi, dopo, erano andati a vedere un film. Quando lui le aveva preso la mano, nel buio della sala, Andie si era improvvisamente ricordata del suo primo fidanzato che si chiamava Dominic come lui, al liceo. Con lui, a quindici anni, andava spesso al cinema. Per lo più pomiciavano per tutta la lunghezza del film, ovviamente. Allora le cose sembravano tanto complicate, ma in quel momento le sarebbe piaciuto tornare a quei tempi, almeno in quel momento quel Dominic era stato l’unico e il solo. La situazione la divertiva e non poteva negarlo, ma si ritrovò a pensare che il sesso complica tutto. Forse non avrebbe dovuto spingersi tanto in là con Orlando quel pomeriggio, aveva giocato male, e quella sensazione di malessere che le partiva dalla bocca dello stomaco era chiaramente il disagio che le aveva lasciato quel pomeriggio.

Il fatto che Dominic in quel momento le avesse preso la mano la fece sorridere. Era un gesto molto semplice, ma estremamente dolce, ed Andie non ci era abituata. Si era rifugiata in quella sensazione che le dava benessere; quando arrivarono i titoli di coda a rompere quell’idillio provò quasi fastidio.

La serata era continuata ancora un po’, si misero seduti ad un tavolo in un bar non lontano dal cinema. Erano vicini, l’uno di fianco all’altra, seduti su un divanetto. Ad un certo punto Dominic l’aveva guardata intensamente ed Andie, percependo quello sguardo, aveva evitato accuratamente di alzare gli occhi verso di lui. Si stava chiedendo cosa volesse comunicargli.

- Che c’è?- Gli aveva chiesto quindi, sorridendogli.

- Sei molto bella.- Gli aveva risposto lui senza scomporsi. - Mi chiedo che ci fai in giro con uno come me, staresti meglio con uno come Orlando. Almeno è un bel ragazzo anche lui.-

Andie si era sentita mancare la terra sotto i piedi per un istante. Il complimento era stato assimilato piuttosto bene, il problema era un altro. Tra i tanti belli che poteva citarle, proprio Orlando…perché il caso continuava a tormentarla? Tra l’altro Orlando era solo carino, mica bello. Josh era bello, almeno per quel che riguardava i suoi gusti. Fece passare qualche secondo per accusare il colpo, poi riuscì a rispondere.

- Perché, credi di essere brutto? No, te lo chiedo perché se vuoi il mio parere non lo sei affatto…-

- No, non lo credo. Certo è che non reggo il tuo confronto.- aveva risposto Dominic sorridendo.

Dicendo questo l’aveva attirata a se mettendole un braccio intorno alla vita e con la mano che gli era rimasta libera le aveva accarezzato i capelli. Andie si era sentita baciare con un trasporto tale che ne era rimasta travolta e aveva risposto con altrettanto slancio. Però quel momento finì troppo presto, erano pur sempre in un locale pubblico dove chiunque avrebbe potuto vederli. Rimasero faccia a faccia per un secondo sorridendosi.

 

Josh si era meravigliato della decisione con cui Andie aveva programmato i suoi acquisti. Non erano stati più di un paio d’ore in centro.

Andie aveva speso una cifra enorme quel pomeriggio, ma non se ne preoccupava granché. In banca quei soldi le davano sicurezza certo, ma era anche vero che dopo tre anni di lavoro a quello stipendio e con il fatto che non aveva quasi nessuna spesa per l’appartamento che apparteneva a suo zio, di soldi ne aveva risparmiati tanti. Non era mai stata il tipo che spendeva senza pensarci, per una volta si era concessa di farlo.

Carichi di pacchetti erano rientrati a casa, poi avrebbero deciso come occupare il resto del pomeriggio. Si erano seduti sul divano e avevano cominciato a chiacchierare, così quasi senza accorgersene arrivarono all’ora di cena. Josh propose di uscire, ma Andie non ne aveva voglia.

- Sarà una settimana che non mangio a casa! Ho fatto la spesa stamattina e ho voglia di cucinare…-

- Oh mio Dio!- esclamò Josh, - si ribalti il mondo! Hai voglia di cucinare? Ma che ti è successo in questi giorni?-

- Non me lo chiedere, non lo so! E non ti parlo solo di questo fatto in sé, mi capisci?- aveva detto Andie.

E Josh l’aveva capito fin troppo bene. Fino a pochi giorni prima le avrebbe chiesto di cosa stesse parlando di preciso, ma in quel momento l’ultima cosa che voleva sapere erano i piccanti dettagli della sua nuovissima vita amorosa.

Aveva tentato di porre un freno a quello che sentiva, senza contare che certe cose non si controllano. Ma perché tutto deve succedere sempre nel momento sbagliato? La guardava dal divano affaccendata ai fornelli, con addosso i jeans enormi, come quelli che portava sempre ai tempi dell’università, e quella buffa maglietta rosa a maniche lunghe con dei maialini sopra che le aveva portato lui stesso da chissà quale viaggio. Pensava al tempo che aveva perso, anzi, che avevano perso.

- Sai Andie, pensavo ad una cosa che mi hai detto sabato scorso.-

- Che cosa? - Rispose Andie girandosi verso di lui.

- Che tu non vuoi una famiglia. Mi ha fatto riflettere questa cosa.-

- Davvero?- disse Andie dirigendosi al soggiorno e sedendosi accanto a lui.- Su cosa?-

- Su quello che voglio. Mi sono ritrovato a pensare che dopo Emma, e ormai sono passati quasi tre anni, non ho più avuto un legame serio, e lo vorrei nuovamente. Sto cominciando a sentirmi vuoto, la mia vita non ha un centro. Credo di volere l’esatto opposto di quello che vuoi tu.-

Andie lo guardava dritto negli occhi. - Ma cos’è che ti spaventa? Voglio dire, hai tutte le carte in regola per essere l’uomo tipo di ogni donna, direi anche qualcuna in più. Basta che tu lo voglia. Potrei capire fossi un po’ più vecchio, ma davvero, hai ventisette anni e una vita davanti.-

Josh aveva abbassato gli occhi, rimase un momento pensieroso.

- Ma non ti accorgi della vita che faccio? Non sto mai a casa, faccio un lavoro che mi può prendere giornate intere come farmi stare due mesi fermo a non fare niente, per non parlare poi dei viaggi promozionali e dell’ambiente che bene o male sono costretto a frequentare. Parliamoci chiaro, mi trovo a dover scegliere tra la mia vita privata e il lavoro, come è stato con Emma. O lei, o il lavoro, e io ho scelto il lavoro. Non so se la prossima volta farò quella scelta. Per come mi sento adesso, credo che se trovassi quella giusta, se lo sentissi che è lei, potrei anche mollare tutto.-

Andie lo guardò storto. - Adesso mi sembra che esageri, tu non hai nessuna intenzione di abbandonare niente! Insomma, mi sembra che tu abbia realizzato i tuoi sogni e non tutti ci riescono. All’università non parlavamo d’altro, di quando tu saresti diventato importante, e non credo proprio che questa vita ti abbia stancato. Tutt’al più capirei se decidessi di fare un film ogni tanto, di rallentare. Ma ad un taglio così netto non ci crederei.-

Andie quindi si era alzata per controllare che ai fornelli tutto andasse bene, dopo poco era tornata a sedersi accanto a Josh.

- E poi, se devo dirtela tutta, non so se proprio la escluderei completamente l’idea di farmi una famiglia. Se c’è una cosa che ho capito nell’ultimo periodo è che il destino riserva sempre delle sorprese, quindi, mai dire mai. Certo, tu che mi conosci sai quanto poco sarei adatta, ma chissà!- aveva detto gesticolando.

Josh rise.- In effetti m’immagino la scena… tu che cambi un pannolino!- quindi rise ancora più forte, ed Andie con lui, anche se quell’idea, in fondo, la terrorizzava.

 

Mangiarono continuando a chiacchierare di argomenti meno seri, Josh aveva accuratamente evitato che il discorso andasse a parare su Bloom e su Monaghan anche per il resto della serata. Verso mezzanotte erano entrambi stanchi e lui aveva fatto per andarsene, ma Andie l’aveva pregato di rimanere a dormire a casa sua.

- Andie, sono veramente stanco!-

- Ma che vai a pensare? Se ti dico di rimanere a dormire, vorrà dire che ti faccio dormire… ma per chi mi prendi!-

- Con te non si sa mai che pensare, comunque va bene, hai vinto.- disse lui, alzando le mani in segno di resa.

Dopo circa un’ora stavano sotto le coperte con la luce già spenta. Nessuno dei due stava dormendo, ma già da qualche minuto si erano dati la buonanotte, quando Josh non poté impedirsi di fare una domanda ad Andie che gli dava le spalle.

- Cosa provi per me, Andie?- Lei sgranò gli occhi nel buio per la sorpresa. Mai e poi mai si sarebbe aspettata una domanda simile e non sapeva che risposta dargli.

- Perché mi fai questa domanda?-

Josh, che era già imbarazzato, incominciò a sentirsi ancora più nervoso. - Così, tanto per sapere.- le rispose, anche se sapeva che era una risposta sciocca non ne aveva trovata una migliore.

- Che domande, ti voglio bene, e sei il mio più caro amico.-

Lui cercò di riacquistare un po’ di coraggio e continuò, tanto ormai il danno era fatto.

- Mi stavo chiedendo…se hai mai pensato, anche così, solo per un momento, a noi due insieme.-

Andie nel frattempo si era girata verso Josh quasi non credendo alle parole che lui aveva pronunciato. Se aveva mai pensato a loro due insieme…praticamente non aveva pensato ad altro per anni, e poi se l’era fatta passare, ma questo non poteva certo dirglielo, così mentì spudoratamente.

- Come coppia fissa no, mai. Credo che non saremmo tagliati, o forse sono io che non voglio certi tipi di legami. Tra noi è sempre stato così, no?-

- Si, certo…- aveva detto Josh cercando di essere convincente.

- Sai che intendo, vero?- aveva continuato Andie. - Ci divertiamo, andiamo decisamente oltre quello che fanno gli amici normali, ma è questo il bello tra noi. Ci rende speciali.-

- Già, anche per me tu sei speciale. Un’amica, ma diversa. In verità non ho mai saputo trovare un modo per definirti.-

- Il mio Josh!- aveva esclamato allora Andie buttandosi letteralmente tra le sue braccia e stringendoselo forte contro. Quasi come se fosse stato il naturale proseguimento di quella situazione avevano finito per fare l’amore, anche se non era nei piani per la serata.

L’aveva sentita addormentarsi tra le sue braccia e non aveva aggiunto altro, mai più di così era stato chiaro che tra lui e Andie le cose non sarebbero mai cambiate.

La mattina dopo si svegliarono con il telefono che suonava. Andie si liberò del braccio di Josh che la stringeva verso di lui e guardò l’ora. Erano passate le undici. Rispose.

Josh non sembrava essere molto felice della sveglia anche se era abbastanza tardi, disse con la voce impastata ma chi diavolo è? ed Andie gli fece segno di stare in silenzio con un dito.

Appena sentì quel nome Josh si irrigidì svegliandosi del tutto e senza poter controllare minimamente le sue reazioni, si arrabbiò.

- Dominic, buongiorno.- Il tono di Andie era la cosa che gli aveva dato più fastidio. Era un tono dolce e al tempo stesso sexy da morire. Non sentiva Andie rivolgersi a lui così da molto tempo.

Si alzò dal letto cercando come al solito i suoi boxer che erano finiti chissà dove, non aveva nessuna voglia di sentire quella telefonata. Si chiuse in bagno e s’infilò sotto la doccia.

Appena uscì si sedette sul letto e incominciò a vestirsi, senza aver chiesto nulla si sentì raccontare della telefonata e di quanto era carino Dominic. La rabbia gli stava salendo gradualmente e senza freno.

- Mi ha invitata al Village Vanguard stasera, non ci sono mai andata, pare che sia un ottimo locale di musica jazz. Anche l’altra sera è stato così carino, mi sono sentita come quando ero un adolescente.-

Stava continuando il suo racconto su Orlando e Dominic, ponendo a Josh delle domande alle quali lui rispondeva secco e a monosillabi. Ad un certo punto lui ebbe una specie di esplosione d’ira e la interruppe bruscamente.

- Ma si può sapere che cazzo mi dovrebbe importare di queste cose?-

Andie era rimasta senza parole, non aveva mai visto Josh così. Seduta sul letto e parzialmente sotto le coperte lo guardava come se non l’avesse mai visto. Dopo qualche secondo gli mise una mano sulla spalla.

- Che ti prende, è successo qualcosa?-

Josh allontanò molto bruscamente la sua mano, si alzò dal letto senza risponderle. Non gli piaceva il suo comportamento, ma non riusciva ad atteggiarsi in altro modo.

Andie s’innervosì a sua volta, non capiva per quale motivo Josh dovesse trattarla in quel modo.

- Ti ho fatto qualcosa? No, perché forse mentre dormivo devo averti fatto arrabbiare parecchio dato che sei così stronzo stamattina.- disse alterata.

- Non ti preoccupare, tanto tolgo il disturbo all’istante.-

Andie si era rivestita sotto le coperte, scese anche lei dal letto. - Ma sei impazzito? Mi dici che accidenti ti prende?-

- Niente mi prende, volevo solo passare un po’ di tempo con te, ma vedo che tu hai anche troppi impegni.-

- E con ciò? Ti da fastidio?-

- Se non da fastidio a te fare la troia con due uomini a volta, a me cosa dovrebbe importarmene. La vita è tua, fanne quello che vuoi.-  Detto ciò uscì dalla stanza, Andie lo seguì nel corridoio che portava all’uscita del suo appartamento.

- Appunto, allora giustificami questa tua reazione, perché proprio non la capisco.-

Josh stava prendendo il suo cappotto dall’appendi abiti, si girò di scatto verso di lei.

- Forse ti sfugge un particolare, che ero venuto a New York per stare con te almeno un po’ prima di Natale, dato che mi sembrava di averti un po’ trascurata. Ma tu adesso sei troppo presa a giocare alla donna fatale.-

- Questa è bella!- Esclamò Andie alzando lo mani. - Dovrei sempre stare qui ad aspettarti? Ad aspettare che la nostra grande star si presenti alla mia porta degnandomi della sua compagnia?- fece una pausa, poi continuò. - Ma la colpa è solamente mia, perché sono anni che fai così e io come una deficiente mai una volta che ti avessi detto no. Allora da adesso si cambia registro, non sono più disponibile, almeno capirai come ci si sente a stare dall’altra parte.-

Pronunciando quella frase Andie capì immediatamente di essersi tradita, sperò che Josh non s’interrogasse troppo sul significato, anche se non ce n’era alcun bisogno, lui aveva già aperto la porta e se l’era richiusa dietro.

Era furiosa. Si buttò su una poltrona del suo soggiorno e rimase imbronciata guardando nel vuoto per un bel po’, fino a che pensò che quella sembrava una vera e propria scenata di gelosia e si sentì morire.

Non poteva essere vero.

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Capitolo 9
*** Riflessioni e ricordi ***


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9. Riflessioni e ricordi

 

Andie aveva tutta la giornata libera. Josh se n’era andato, Orlando non si era fatto più vivo e doveva vedere Dominic in serata. Aveva preso la sua borsa del lavoro, e aveva tutti i suoi appunti aperti davanti a sé, ma non riusciva a fare niente.

Era arrabbiata e triste. Aveva pensato al suo rapporto con Josh, e a quanto aveva sperato, fino a un paio d’anni prima, che lui le facesse una scenata di gelosia del genere.

I suoi sentimenti nei confronti di Josh erano sempre stati contrastanti: dopo un’attenta analisi aveva capito che le sarebbe piaciuto avere una relazione con lui, ma dall’altra un rapporto così serio la indisponeva.

Lui le aveva sempre raccontato tutto della sua vita amorosa, non immaginando neanche quanto lei a volte dovesse sforzarsi per finire di ascoltarlo. Quando Emma lo aveva lasciato, Andie era stato un punto fermo per lui, e proprio in quel periodo si era illusa di aver finalmente capito che l’idea di un rapporto con Josh non le dispiaceva. Ma dopo un anno che non vedeva altre donne aveva ricominciato il suo solito vagabondaggio ed Andie si era talmente arrabbiata che si era imposta di pensare a Josh solo come il suo migliore amico.  Si era sempre contraddistinta per tutta la vita per la sua tenacia, anche in quel caso vinse la sua battaglia togliendosi completamente quell’idea dalla testa.

Gli era stato molto utile conoscere i difetti di Josh, il più palese dei quali era indubbiamente non riuscire a resistere al fascino femminile. Andie era sicura che lui avesse amato molto Emma, ma questo non gli aveva impedito di concedersi qualche scappatella. Quelle che si concedeva con lei però non le considerava così, - con te è diverso - diceva.

A volte Andie aveva riflettuto su questa cosa. Lei non aveva mai avuto una relazione seria, non aveva idea di cosa volesse dire possedere anima e corpo una persona, né il contrario, ma di certo non credeva che Josh facesse con le altre cose molto diverse da quelle che faceva con lei.  Ma questi pensieri moraleggianti non la toccavano più di tanto, quello che tradiva era lui, lei era solo un mezzo. Per di più Andie conosceva a malapena Emma, quindi per quale motivo avrebbe dovuto sentirsi in colpa?

A dire la verità si era ritrovata spesso a pensare di non avere un senso della morale molto alto, ma la cosa non la interessava. Forse era un bene, altrimenti non avrebbe potuto fare l’avvocato, dato che nel suo lavoro spesso doveva lottare dalla parte del torto. Come nel caso che avrebbe dovuto dibattere in aula il giorno seguente.

Si doveva occupare della difesa di una compagnia di assicurazioni che non agiva del tutto alla luce del sole e sapeva già che non avrebbe dovuto nemmeno sudare molto. L’avvocato della controparte era un imbecille e non aveva molte prove a carico del suo cliente, ognuna delle quali era ampiamente discutibile in tribunale. C’erano stati degli imprevisti, cose che erano venute alla luce solo dopo che il processo era cominciato, ma lei aveva evitato tutti gli ostacoli con destrezza.

Anche se non era il primo caso veramente importante che le affidavano come primo difensore, Andie ci aveva lavorato a fondo come se fosse dipeso solo da questo la sua carriera. Erano già diversi mesi che se ne occupava, intervallandolo con cause meno importanti, e tempo ancora una settimana sarebbero arrivati alla conclusione. Significava molto per lei vincere questa volta, non vedeva l’ora di portare a termine il suo operato.

Spostando i suoi pensieri sul lavoro si era concentrata un attimo su alcuni documenti che ormai conosceva quasi a memoria, ma la sua mente non aveva tardato a distrarsi nuovamente. Si era alzata dal divano con lentezza ed era andata in camera sua a cercare le foto dei tempi dell’università.

Sul letto si era messa a sfogliare il primo album, soffermandosi su ogni singola foto che aveva accuratamente catalogato con date e occasioni. C’erano spillati i biglietti dei concerti e spettacoli che aveva visto, e dediche di gente che non vedeva né sentiva da anni. L’unica ragazza ritratta in quelle foto era lei, raramente appariva anche la ragazza di qualcuno del gruppo, di cui lei magari non ricordava neanche il nome. Non aveva mai avuto ragazze come amiche all’università e tutt’ora non le aveva. Parlava con alcune sue colleghe ogni tanto, ma per lo più, lei non apprezzava loro e loro non apprezzavano lei. Sapeva che tutte la consideravano una ragazza facile e altezzosa, le donne sono così: se si sentono minacciate, tirano fuori gli artigli. Si, Andie era bella ed era stata abbastanza fortunata da aver avuto uno zio che si era preso cura di lei quando i suoi erano morti, permettendole di frequentare le migliori scuole e di avere tutto quello di cui aveva bisogno, e anche di più. Ma tutto questo non doveva essere preso come una scusa per odiarla a priori. I ragazzi non si comportavano così, magari ci provavano, ma si era saputa sempre difendere da questo. Sul lavoro la situazione era un po’ diversa, certi colleghi si sentivano spaventati dalla sua forte personalità e dalla sua dedizione al lavoro. Andie conosceva abbastanza il genere maschile da capire che certi uomini hanno continuamente bisogno di sentirsi almeno un po’ migliori delle donne, in qualsiasi circostanza si trovino ad essere, così non ci badava più di tanto. Anzi, a volte si divertiva a provocare certe persone.

Per lei in ogni modo, non era stato sempre facile. Suo zio era un brav’uomo e le aveva sempre dato tutto quello che aveva potuto. Non era una persona molto incline ad avere atteggiamenti affettuosi, ed Andie non aveva ricevuto molto affetto da lui, ma dei buoni surrogati di genitori gli aveva trovati nei domestici di casa Berenson. Specialmente i signori West, Olivia e George, rispettivamente la cuoca e l’autista. Entrambi erano stati sempre un punto fisso per lei. Fin da bambina era stata la mascotte di quella casa e tutte le persone che si erano trovate a lavorarci, dai vari giardinieri alle donne delle pulizie, erano abituati a lavorare con la presenza di quella bambina curiosa che gli girava intorno. Spesso suo zio era fuori per mesi, il suo lavoro lo spingeva a viaggiare per il mondo, ma lei in quella casa enorme non si era mai sentita sola. Quando si ritrovava a sostare per lunghi periodi a casa, lo zio le insegnava a giocare a scacchi, che era una delle sua passioni, la portava a fare delle gite e a giocare a tennis, anche se Andie non si era mai dimostrata molto abile in quel gioco.

Finché era stata piccola era stato tutto piuttosto facile, durante l’adolescenza però i rapporti con lo zio erano diventati sempre più difficili fino a che non avevano smesso quasi del tutto di esistere. Era stato in quel periodo che Andie aveva cominciato a sentire la mancanza di una vera e propria famiglia, soprattutto di una madre, e suo zio a volte non riusciva bene a capire cosa la tormentasse. Questo aveva causato litigi e silenzi che solo diversi anni dopo, quando Andie si era laureata e trasferita da Boston a New York, avevano trovato una possibilità di risoluzione. I loro rapporti, in ogni modo, rimanevano sempre piuttosto distaccati. 

Aveva confidato queste cose a Josh una sera durante una festa. Era appena finito il semestre, Andie aveva superato quasi tutti gli esami con il massimo dei voti, mentre invece davanti a Josh si prospettava lo spettro inquietante dei corsi estivi, anche se ormai la decisione di lasciare l’università si era fatta strada prepotentemente nella sua mente. Andie fissava la birra che aveva in mano e Josh si era accorto che nonostante i suoi risultati fossero stati invidiabili non era contenta. Le aveva dato una pacca sulla spalla, prendendola in giro. – Guarda che per una B non ti abbasseranno la media, non te la prendere.-

Andie l’aveva guardato un po’ storto, come se avesse detto chissà quale scemenza.

- Lo so,- gli aveva risposto, - non sono giù per questo. Mio zio vuole portarmi con lui in Europa quest’estate. Sarà un po’ in giro per lavoro e dice che per me sarà formativo.- aveva detto le ultime parole con tono da aristocratico inglese e Josh aveva riso.

- Mica male, dai. A me quest’estate toccano i corsi, mio padre me ne dirà di tutti i colori!-

- Preferirei rimanere con te, dico sul serio… dovrò passare due mesi con quel pallone gonfiato, che palle! Non ci posso credere.-

Andie ricordava che quella conversazione era finita quando si erano sentiti tirare addosso dell’acqua, un classico dell’ultimo giorno del semestre, infatti, al campus erano i gavettoni. Quindi, abbandonando tutti i pensieri cupi, si erano uniti alla baraonda.

Josh poi aveva fermamente deciso di piantare l’università e si era trasferito a Los Angeles. Andie aveva ricevuto il suo nuovo indirizzo mentre si trovava sulla costa Azzurra, in Francia, e così Josh si era visto recapitare circa una dozzina di cartoline che Andie gli mandava da ogni posto che vedeva. Le aveva attaccate tutte sullo specchio della sua stanza. Barcellona, Marsiglia, Parigi, Londra, Copenaghen, Berlino, Vienna, Budapest, Atene, Napoli, Roma, Firenze… Un paio di volte Andie gli aveva anche telefonato, anche se con il fuso aveva fatto un po’ di confusione. Si ricordava come se lo stesse vivendo in quel momento, Josh al telefono le aveva detto che anche lui avrebbe girato per l’Europa, quando sarebbe stato un attore famoso:- Ti manderò anch’io un sacco di cartoline, proprio come stai facendo tu.-

E l’aveva fatto.  A fine viaggio era riuscita a convincere suo zio a farla stare una settimana a Los Angeles prima di tornare all’università e Josh le aveva raccontato a quattr’occhi che aveva ricevuto un ingaggio per girare un serial tv. Andie era stata felicissima per lui, anche se era triste al pensiero che sarebbe tornata all’università e non l’avrebbe trovato. Credeva in lui, gli era piaciuto fin dalla prima volta che l’aveva visto e aveva sentito dentro di se che aveva una marcia in più, che aveva talento. Quello che era diventato lo doveva alla sua tenacia e al suo coraggio. Avrebbe potuto tornare a casa con un pugno di mosche, ma aveva rischiato ugualmente.

 

Che cosa sperava che sarebbe diventata la sua vita a quei tempi? Se si concentrava bene Andie riusciva a sentire su di se il calore del sole di Los Angeles, e la voglia di fare tutto il possibile da sperimentare, come quel giorno in cui lei e Josh erano partiti in quarta per farsi un tatuaggio e poi alla fine se l’era fatto solo lui perché lei aveva avuto paura. Josh l’aveva chiamata coniglio per un giorno intero ed Andie la sera era così arrabbiata che non voleva neanche parlargli.

Ripensò a come si divertivano per delle stupidaggini, ai suoi vestiti preferiti di quel tempo, a quei capelli corti che non piacevano a suo zio, e rise.

Tornando al presente si chiedeva se era veramente così che voleva essere. Guardando la sua vita in effetti poteva constatare di avere tutto quello che voleva, ma certo era che qualcosa le mancasse, anche se non sapeva cosa. Continuò per un bel po’ a sfogliare i suoi album di foto, fino a che non si rese conto che avrebbe fatto tardi, se non si sbrigava a prepararsi.

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Capitolo 10
*** Lunghe notti ***


Nuova pagina 1

10. Lunghe notti

 

Andie era leggermente in ritardo, quando Dominic aveva suonato, gli aveva aperto e l’aveva invitato a salire, lasciando la porta di casa aperta. Non appena l’aveva sentito entrare si era affacciata dalla sua camera e si era scusata per il lieve ritardo. Lui si era avvicinato e le aveva dato un bacio e una rosa a gambo lungo.

- Grazie…- gli aveva detto prendendo la rosa e sorridendogli.- Ci metto cinque minuti, tu intanto siediti, fai come se fossi a casa tua.-

Finalmente aveva l’imbarazzo della scelta per vestirsi, optò per un dolce vita grigio e un paio di pantaloni neri. Guardandosi allo specchio le sembrò di essere finalmente una ragazza normale, e non il solito avvocato appena uscito dall’ufficio.

Andie non era mai stata al Village Vanguard, anche se ne aveva spesso sentito parlare. Non era una grande esperta di musica in generale e il jazz non rientrava nelle sue conoscenze. Dominic su certi argomenti sembrava molto più ferrato di lei, nel tragitto in taxi le aveva raccontato un po’ della storia del locale, vecchio quasi di settant’anni, aveva ospitato la registrazione di alcuni live più famosi e significativi della storia della musica jazz. Il taxi si era fermato davanti al marciapiede e quando Andie scese poté vedere che nascosta dalla tettoia l’entrata di quel locale lasciava un po’ a desiderare.- Mah…- pensò,- forse l’interno sarà migliore -. Dominic tenendola per la vita le fece strada verso l’entrata, superata la quale si accedeva alla sala scendendo una scalinata piuttosto ripida, per ritrovarsi in un locale non enorme e pochissimo illuminato. La poca luce che veniva dal palco illuminava le pareti che erano tappezzate di foto di musicisti. Dominic le indicò alcune delle immagini esposte, spiegandole di chi si trattasse.

Quella sera suonava un quartetto composto da un contrabbasso, un flauto traverso, percussioni e piano. Pur non essendo un’esperta ad Andie piacque molto lo spettacolo e si ripromise di farsi prestare da Josh qualche cd di musica jazz, dato che anche lui ne sapeva più di lei. Ci pensò così, come le accadeva spesso di pensare a lui, e subito si fece più cupa. Dominic non lo dette a vedere, ma aveva notato che Andie non era esattamente di buon umore. Non voleva essere indiscreto, non le chiese niente. Tuttavia ad Andie fece bene quella serata, era riuscita a rilassarsi.

Quando decisero di andare via, lei si sentì assalire nuovamente dall’angoscia che l’aveva tenuta in pugno per tutto il giorno e che l’aveva abbandonata solo quando Dominic aveva varcato la soglia di casa sua, pensò che non aveva molta voglia di rimanere sola, una volta arrivata a casa. Non era tardissimo quando il taxi si era fermato davanti alla porta di Andie. Dominic era sceso per salutarla.

- Sono contento che ti sia piaciuto lo spettacolo - le aveva detto, - ci torniamo se ti va qualche volta.-

- Si, senz’altro. Buonanotte, grazie mille per la serata.-

Dominic si era avvicinato e le aveva dato un bacio, poi era tornato verso il taxi, ma Andie l’aveva richiamato. - Dominic, aspetta!-

Lui si era girato nuovamente verso di lei. - Non è tardissimo, io non sono stanca. Se ti va, potremmo salire un po’ da me, anche solo per un’oretta. Facciamo ancora quattro chiacchiere.-

Dominic acconsentì alla richiesta e Andie si sentì un po’ più sollevata. Sperava che non avesse frainteso la sua proposta, le sarebbe dispiaciuto che lui lo prendesse per un esplicito invito, ma da quello che aveva potuto costatare Dominic non era il tipo che ragionava così, se non altro, non nei suoi confronti.

Appena entrati in casa lo fece accomodare e gli offrì da bere. Si sedette vicino a lui, e per un po’ ci fu un silenzio imbarazzante, in quel momento non sapevano proprio cosa dirsi.

Dominic aveva capito benissimo che lei non voleva rimanere sola, gli aveva fatto piacere salire, ma il suo spirito brillante si era per un momento addormentato e non aveva niente di sensato e divertente da dire per rompere il ghiaccio.

Stavano bevendo la loro birra senza guardarsi e, se casualmente i loro sguardi si incontravano, si limitavano a sorridersi. In uno di questi momenti Dominic scoppiò a ridere, seguito da Andie.

- Siamo un po’ ridicoli, non trovi?- aveva detto.

Andie aveva annuito. - Si, decisamente. Mi dispiace di averti trascinato qui, non avrei dovuto.-

- Non hai niente di cui scusarti, se non avessi voluto non sarei salito.- fece una pausa, poi continuò.

- Che ti prende?-  Andie aveva improvvisamente alzato gli occhi verso di lui e l’aveva guardato con stupore, non si aspettava che Dominic si fosse accorto che non era tranquilla, né che gli interessasse sapere perché non lo era.

- Sono stato indiscreto? Non sentirti obbligata a rispondermi, se non ti va.-

Andie sorrise, Dominic era veramente carino.

- No, non sei indiscreto. Oggi non è stata una bella giornata, ho litigato con il mio migliore amico e questo mi ha portato a rivangare vecchi ricordi. Mi deprimo sempre un po’ quando penso a quando stavo all’università.-

Aveva continuato a parlare dei suoi ricordi, senza mai entrare in particolari. Non si erano accorti che si stava facendo molto tardi. Parlando Andie sentiva che quel disagio che aveva provato per tutto il giorno stava sparendo a poco a poco. Dominic le aveva parlato dei suoi tempi dell’università, raccontandole rocambolesche avventure, ed Andie aveva cominciato a ridere.

Poi c’era stato un nuovo momento di silenzio e lei non aveva potuto impedirsi di avvicinarsi e baciarlo.  Era stata una decisione improvvisa. Un momento prima era seduta accanto a lui sul divano del suo soggiorno, con  le ginocchia al petto, ridendo delle sue battute; un momento dopo si era seduta sui talloni, girata verso di lui e aveva appoggiato le labbra alle sue.

Dominic aveva risposto subito a quel bacio, la strinse a se, sentendo che lei si appoggiava a lui mettendogli le braccia intorno al collo, quasi come se si reggesse mentre lui la faceva scivolare seduta sulle sue gambe.

Sentirla così fisicamente vicina era stupendo, ma stava cercando con tutte le forze di contenere il suo entusiasmo, perché in nessun modo avrebbe voluto darle l’idea di aver accettato quell’invito pensando di portarsela a letto. Anzi, non voleva proprio farlo, almeno in quel momento.

Con dolcezza e non senza sacrificio aveva rallentato quel bacio, fino a che non l’aveva fatto finire. Aveva appoggiato il mento alla spalla di lei, continuando a stringersela addosso.

- E’ tardi. Sarà meglio che me ne vada.-

- Si, ti ho trattenuto anche troppo.- Si guardarono di nuovo negli occhi, Andie scese dalle gambe di Dominic permettendogli di alzarsi.

L’aveva accompagnato alla porta e si erano fermati nuovamente per un bacio. Mentre la stringeva ancora le aveva detto all’orecchio:- Domani sera ci vediamo, non accetto scuse.-

- Si, ci vediamo.- aveva assicurato lei.

Dominic aveva sceso le scale saltellando, si sentiva benissimo. Appena era uscito in strada non aveva neanche sentito il freddo intenso delle due di notte, aveva cercato un taxi ed era tornato in albergo. Ma chi avrebbe potuto dormire? Voleva parlare con Elijah, ma se gli avesse telefonato si sarebbe sentito mandare poco cordialmente a quel paese, per altro giustamente. Accese il computer e si mise a scrivere, cercando anche l’ispirazione per l’e-mail da mandare la mattina dopo ad Andie.

 

 

17 dic, lunedì ore 02:50 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: Che serata 2!!

Cazzo! Stanotte non riuscirò a dormire.

Domattina prevedo che il caro Sebastian del team di truccatori sbufferà più del solito per togliermi le occhiaie. Ma chissenefrega!!!

Ho passato una serata fantastica, ti racconterò appena ci vediamo.

Sappi una cosa: stavolta l’ho presa grossa. M’ero scordato che era una bella sensazione

Quella ragazza è fenomenale…

Ps: che fine ha fatto Lord Orlando? Sempre depresso? E’ più di una settimana che non lo sento.

 

Quando Elijah lesse l’e-mail la mattina dopo, aveva avuto la tentazione di alzarsi dalla sedia e sbattere la testa contro il muro. Pochi minuti prima aveva parlato con Orlando al telefono, ed era stato ragguagliato sulla situazione dell’altro fronte. Era piuttosto scocciato, non sapeva se dire almeno ad Orlando della faccenda per evitare sgradevoli incidenti, per fortuna lui e Dom non si sentivano da qualche giorno. Tra l’altro, a volte, si sentiva stufo di fare da consigliere a quei due. Ma aveva passato una bella serata anche lui come Dominic, quindi si sentiva magnanimo. Rispose all’e-mail.

 

17 dic, lunedì ore 11:08 am

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Che serata 2!!

Hai dormito almeno un po’ rubacuori?

Notizia sconvolgente per te, anch’io ho passato una bella serata ieri sera, e a giudicare dall’ora in cui mi hai scritto l’e-mail ho sicuramente concluso più di te! Uno a zero per me!

Credo che Lord Orlando si stia lentamente rimettendo dalle sue delusioni amorose, tu lascialo stare per un altro po’, comunque domattina passa a trovarmi, gli faccio presente che è diventato un po’ troppo orso. Mi aveva detto che questo fine settimana comunque doveva rivedere la tipa, vedrai che si chiariranno.

Viggo e Billy verranno in città in settimana, organizziamo qualcosa a casa mia. Era un sacco che non ci rivedevamo (quasi) tutti! In più ci sarà anche altra gente. E’ una festa di Natale.

Non camminare troppo tra le nuvole, guarda dove metti i piedi, mi raccomando.

 

Dominic aveva trovato un minuto per collegarsi durante la pausa pranzo. Aveva letto l’e-mail e si era messo a ridere da solo.

 

17 dic, lunedì ore 12:55 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: RE: Che serata 2!!

Sono in pausa pranzo, ho tre minuti, quindi non ti telefono per mandarti a quel paese!

Uno a zero per te cosa?!!!!

Vedi di atteggiarti poco a gran figaccione, se avessi voluto avrei potuto pure io. Ma non volevo!

Dica dottore, sono grave?

Salutami Orlando domattina.

 

**********

 

Come sempre, Andie era entrata puntualissima in ufficio, con il suo cappuccino in mano e la sua valigetta. Aveva preso i messaggi e si era diretta al suo ufficio. Quella mattina non aveva molto da fare, quindi aveva letto i messaggi e si era collegata ad internet.

 

17 dic, lunedì Ore 03:49 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: Buongiorno, buongiorno, buongiorno!!

Allegati: Le7miglioriposizionialetto.pps (491 KB)

Apri l’allegato…

A stasera, un bacio.

 

Andie sgranò gli occhi. Ma aveva letto bene? Le sette migliori posizioni a letto…ma che cosa gli aveva mai mandato quel pazzo folletto? Con tanto di invito, che le suonava malizioso, Apri l’allegato…

Un po’ titubante fece doppio clic sull’icona, ritrovandosi davanti a gattini e cagnolini che dormivano in posizioni buffe. Dominic era veramente un burlone, ed era inutile negare che le piacesse veramente tanto.

Il pomeriggio in tribunale dette il meglio di se stessa, ormai conosceva quel caso come le sue tasche e niente la metteva in difficoltà. Le cose, purtroppo, erano andate per le lunghe e promettevano di non finire presto. Non appena fecero una pausa Andie corse fuori dall’aula per avvertire Dominic che sarebbe stata in ritardo. Al telefono lui si era un po’ lamentato, ma sapeva che in quel caso non poteva certo scaricare la responsabilità su Andie.

- Adesso faccio così, vengo io in tribunale e ti rapisco. Al massimo mi becco una denuncia per sequestro di persona, ma me la becco volentieri.-

- Ma non dire scemenze! Appena esco dal tribunale ti richiamo, se non sarà troppo tardi e non sarò troppo stanca andiamo da qualche parte.-

Il cervellino di lui aveva già cominciato a lavorare, aveva in mente una sorpresa da farle. Quando lei gli inviò un messaggio dicendogli che la cosa sarebbe durata ancora a lungo e che forse era meglio rimandare, decise di mettere il piano in pratica.

 

Erano passate le dieci quando il giudice aveva aggiornato. Andie era veramente stanca, oltre che dispiaciuta di non poter uscire con Dominic, con il suo collega aveva attraversato i lunghi corridoi del tribunale dirigendosi all’uscita.

Arrivata davanti alla porta vide Dominic che la stava salutando con la mano.

- Ti serve un passaggio a casa, Andrea?-

- No Roger, ti ringrazio – rispose al suo collega che si era gentilmente offerto di accompagnarla, non togliendo gli occhi di dosso a Dominic. Appena fu fuori si avvicinò a lui.

- Che ci fai qui?- Gli aveva chiesto sorpresa.

- Ho solo pensato che saresti stata molto stanca, così ho pensato di passare da queste parti, di riaccompagnarti a casa e di prepararti la cena. Guarda, ho fatto anche la spesa!- Dicendo questo alzò il braccio destro mostrando ad Andie una borsetta di plastica.

Una volta a casa di Andie, Dominic si fece spiegare dove avrebbe potuto trovare l’attrezzatura necessaria per mettersi al lavoro. Impedì categoricamente ad Andie di aiutarlo.

- Non ci provare neanche, hai lavorato fino a dieci minuti fa!- le aveva detto spingendola fuori dalla cucina. - Adesso tu vai di là, ti rilassi un attimo e aspetti.-  Andie aveva provato a insistere un po’, poi aveva dovuto darla vinta a Dominic.

- Beh… se proprio insisti. Vado un attimo in camera a mettermi dei vestiti un po’ più comodi.-

- Fai con calma, tanto c’è tempo.- gli aveva risposto lui, già intento nei preparativi.

Andie si era messa un paio di jeans e una maglietta comoda. Si era sciacquata il viso, sperando di far andare via un po’ di stanchezza, quella giornata l’aveva distrutta. Guardandosi allo specchio si stava interrogando sull’opportunità o meno di truccarsi nuovamente dato che aveva ospiti.

- Ma che m’importa!- esclamò tra sé e sé, non aveva nessuna voglia di rifarsi il trucco. Si legò i capelli in una coda e uscì dal bagno. Entrò in cucina e vide Dominic intento nel suo lavoro, con addosso perfino un grembiule. Scoppiò a ridere.

- Che hai da ridere?- disse lui, fingendo di essere offeso. Andie indicò il suo grembiule, con scritto “Kiss the cook”.

- Bello, eh? – aveva detto lui mettendosi in posa, cosa che aveva fatto nuovamente ridere Andie.

Dominic ai fornelli ci sapeva davvero fare, ed Andie era molto sorpresa. Olivia, la cuoca di casa di suo zio le aveva insegnato qualcosa, anche se lei non aveva mai molta voglia di cucinare, specialmente per il fatto che il più delle volte mangiava sola. Non era male nemmeno lei quando s’impegnava, ma quel ragazzo aveva un’abilità veramente sorprendente.

L’unica cosa che Dominic le permise di fare fu di apparecchiare la tavola, quindi, ben presto, Andie si ritrovò seduta ad aspettarlo senza fare niente.

Era molto carino mentre si applicava, ed Andie si sentiva molto attratta da lui, come lo era stata anche la sera precedente. Improvvisamente il suo sguardo si era posato sulle sue spalle e poi era sceso verso il basso, fermandosi in un punto ben preciso.  Improvvisamente si era resa conto di osservargli il sedere da diversi secondi e aveva scosso un po’ la testa cercando di pensare ad altro. Dominic non era affatto brutto, ma chi poteva aver mai pensato una cosa del genere? Per distogliersi da questi pensieri gli porse una domanda.

- Che cos’hai fatto tu oggi?- gli chiese.

- Ho lavorato, sto girando un film.-

- Ah, non lo sapevo. Di che si tratta?-

- Io faccio la parte di un ladro un po’ imbranato. Il film parla delle disavventure della nostra banda. E’ una commedia, il copione mi ha fatto morire dalle risate, così ho accettato.-

- Ti ci vedo nella parte, sai. Girate in città?-

- Adesso siamo in studio per delle scene d’interni. Ci mancano solo pochissimi giorni di riprese, e siamo in ritardo. Abbiamo girato delle scene d’inseguimento in centro, un gran casino. Però è stato divertente.-

Intanto il timer del forno aveva suonato e Dominic aveva messo i guanti per togliere la teglia dal forno.

Circa un’ora dopo Andie stava finendo di mettere i piatti nella lavastoviglie, chiacchierando con Dominic, che era ancora seduto al tavolo e osservava una foto che Andie aveva attaccato al frigo.

- Sei tu da piccola questa?-

Andie aveva annuito.

- Io da piccolo ero grassissimo, un vero porcellino. Mio padre mi ha raccontato che mia madre aveva il terrore di non darmi abbastanza da mangiare, e se il pediatra le diceva di darmi una certa dose di latte lei me ne dava sempre parecchio di più. Ci pensi, a un anno pesavo quindici chili!-

- Oh mio Dio!- aveva esclamato Andie.

- Poi per fortuna il pediatra ha fatto valere le sue ragioni… sono buffissimo in certe foto di allora, sembro una palletta!-

Continuarono a parlare un po’ in cucina, poi Andie suggerì di spostarsi nel soggiorno.

Dominic si alzò di scatto. – Stavo per dimenticarmi, che scemo!-

Dicendo questo si era diretto verso l’ingresso e aveva tirato fuori qualcosa dal suo cappotto.

- Questo l’ho preso per te stasera, prima di venire a prenderti.- Quindi porse ad Andie un pacchetto.

- Perché mi hai preso un regalo? Non dovevi, mi metti in imbarazzo!-

- Perché mi andava! Dai, aprilo.-

Andie aveva già capito dalla confezione cosa potesse essere. Finito di aprirlo vide che era un cd di musica jazz.  Ringraziò Dominic, ribadendo ancora una volta che non avrebbe dovuto e lo mise nello stereo.

Stavano chiacchierando come la sera precedente. Il discorso era incentrato sulla famiglia di Dominic che continuava a raccontarle alcuni aneddoti divertenti della sua infanzia a Berlino.

Era affascinato dall’aspetto di Andie quella sera, era la prima volta che la vedeva così. Stava accovacciata all’angolo del divano, con le ginocchia al petto come la sera prima ed era bella, come tutte le volte precedenti che l’aveva vista, solo che in quel momento aveva un aspetto diverso, più semplice.

- E dei tuoi che mi dici, che tipi sono?- aveva chiesto improvvisamente lui.

- Veramente non gli ho mai conosciuti.- disse imbarazzata Andie.- Sono morti in un incidente stradale quando avevo un anno, mi ha tirata su mio zio, il fratello di mio padre.-

Dominic ci rimase malissimo, non avrebbe mai voluto spezzare quell’atmosfera.

- Mi dispiace molto, non potevo…-

- Ehy, non preoccuparti, come avresti potuto saperlo! Non fare quella faccia!- gli disse appoggiandogli una mano sulla spalla e sorridendogli. Dominic le aveva sorriso di rimando, poi c’era stato un momento di silenzio. Andie, come aveva già fatto spesso durante la serata, si era toccata il collo facendo una smorfia.

- Ti fa male?- chiese lui.

- Dopo una giornata in tribunale, sempre.-

- Dai, girati.- l’aveva incitata. Andie aveva fatto come lui gli aveva chiesto. Dominic aveva cominciato a massaggiarle il collo ed Andie l’aveva lasciato fare. Dopo poco aveva commentato:- Allora, ho pensato che vorrei assumerti anche come cuoco e come massaggiatore personale. Però ho paura che dovrò aumentarti lo stipendio.- Dominic rise e continuò a fare quello che stava facendo.

 

Le mani di Dominic si muovevano allo stesso tempo decise e gentili sulle sue spalle e sul suo collo da qualche minuto. Quella sensazione languida che aveva provato per tutta la sera si stava lentamente ma implacabilmente impossessando di lei. Doveva ammettere con se stessa di non essere molto pratica di certe cose, ma sentiva a pelle che la stessa cosa che succedeva a lei stava succedendo anche a lui. Probabilmente era il silenzio che era sceso su di loro da qualche minuto, un silenzio carico di cose non dette ma solo sentite con i sensi, sarà stato il cd di musica jazz che lui le aveva regalato quella sera che conferiva alla stanza un’atmosfera particolare, Andie sentiva la sua voglia di lasciarsi andare batterle prepotentemente nel petto.

Aveva lasciato che la sua schiena cedesse e si era appoggiata a Dominic, con il collo appoggiato contro l’incavo tra quello di lui e la sua spalla sinistra. Dominic aveva recepito subito quelle sensazioni, aveva assecondato quel movimento spostando con leggerezza le mani sulle spalle di Andie, quasi a sorreggerla, facendola scivolare con lentezza su di lui. Mantenne la mano destra sulla sua spalla, continuando a scivolare con l’altra fino a carezzarle la nuca. Con le labbra aveva cominciato a sfiorarle l’orecchio, scendendo sul collo, Andie istintivamente aveva inarcato la schiena mandando indietro la testa, in un gesto totale di abbandono alle sensazioni che stava provando. Dominic intanto l’aveva attirata a se con il braccio destro, continuando a baciarle il collo, ma lei si era divincolata quasi subito da quella stretta, appena il tempo di girarsi e sedersi sulle sue gambe. Gli aveva messo le mani intorno al viso, scendendo poi con la destra lungo il collo, il torace e andando ancora più in basso l’aveva infilata sotto la sua maglia, per sentire al tatto la sua pelle, facendo lo stesso percorso a ritroso e sentendo che anche la mano di Dominic si era insinuata sotto la sua maglietta e le stava accarezzando la schiena.

Staccando per un momento le sue labbra da quelle di lui aveva detto con un filo di voce - andiamo di là -, indicandogli con gli occhi il breve corridoio che congiungeva la sua stanza da letto al soggiorno.

Mentre si spogliavano a vicenda Andie poté constatare l’enorme differenza che c’era tra la situazione che stava vivendo, che era carica e coinvolgente, e quella che appena tre giorni prima aveva vissuto con Orlando. Non c’era un paragone possibile, e in quel momento capiva da dove era venuto quel disagio che aveva provato per tutto il giovedì sera. Orlando era un piacere per gli occhi, era sicuramente molto sexy, ma Dominic si era rivelato subito essere molto più di quello.

Dominic aveva cominciato a slacciarle il reggiseno, quando Andie gli disse, sempre con un filo di voce, di aspettare. Si era alzata e si era diretta in bagno e Dominic per un momento rimase immobile non capendo il perché. Andie era uscita pochi secondi dopo e notò l’espressione perplessa di lui, quindi si era fermata un momento sulla porta mormorando appena - il diaframma…-

Lui allora le aveva sorriso, sentendosi anche un po’ cretino.

Una cosa aveva sorpreso Dominic, lo scoprire Andie tanto diversa da come se l’era immaginata in certe situazioni. Aveva avuto da subito, da quando l’aveva conosciuta, l’idea di trovarsi davanti ad una donna che aveva avuto le sue esperienze, ma aveva costatato che i suoi gesti e i suoi movimenti erano semplici e leggeri, estremamente lontani da quello che aveva immaginato. Si erano guardati negli occhi varie volte, ma Andie non aveva mai retto molto a lungo gli sguardi che si erano scambiati, e la fioca luce che entrava nella stanza, che proveniva da una lampada lasciata accesa in soggiorno, aveva tradito il rossore che le aveva colorato le guance.

Erano rimasti abbracciati per un po’ sotto le coperte, senza dire una parola, solo ad ascoltare i loro respiri che tornavano regolari, assaporando a fondo quella sensazione di spossatezza e appagamento.

- Allora, niente chiacchiere idiote?- aveva detto ironicamente Dominic interrompendo definitivamente quel momento. Andie rise.

- Se proprio dobbiamo…-

- Dai, raccontami tutto.- aveva incalzato lui.

- Ma tutto cosa?- aveva chiesto lei perplessa.

- Tutto! Voglio sapere tutto di te.-

- Allora chiedi.-

Dominic ci aveva pensato su un attimo. - Mh…prima volta?-

- Sedici anni, rispose subito Andie. - Si chiama come te. Il problema è che poi mi ha spezzato il cuore, mi ha lasciata.-

- Eh, noi Dominic siamo fatti così, siamo ragazzacci.- aveva detto annuendo energicamente. Andie aveva riso nuovamente, poi aveva chiesto:– E tu?-

- Io diciotto. Ma non mi ci far pensare perché non è stato proprio memorabile.- aveva detto ridacchiando.

Aveva poi chiesto a bruciapelo ad Andie:- E quanti da allora?-.

- Questo non te lo dirò mai!- aveva detto Andie con tono da finta offesa. - E poi,- disse continuando - perché dovrei rispondere a questa domanda quando so che tu non sapresti rispondermi nemmeno se volessi!-

- Accidenti! Credi davvero che mi dia tanto da fare?-

- Sinceramente si.- disse seria.

- Allora ti dico subito, a mia discolpa, che non stiamo parlando di un numero a tre cifre…-

Continuarono a parlare per un po’ di stupidaggini, quando Andie si accorse che qualcosa si muoveva nuovamente.

- Ma non ti sei ancora stancato…!- aveva detto in tono ironico.

Dominic le sorrise. - La colpa è tua, voglio che tu lo sappia e che ne prenda atto! Io reagisco e basta!-

Andie allora l’aveva baciato nuovamente.

Svegliandosi all’alba quella mattina Dominic, con Andie che dormiva sul suo braccio, aveva provato una sensazione di beatitudine che non sentiva da diverso tempo. Si era accoccolato più vicino a lei, cercando di fare più piano possibile per non svegliarla, e aveva richiuso gli occhi.

 

 

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Capitolo 11
*** Una sorpresa ***


Nuova pagina 1

11. Una sorpresa

 

Erano due giorni che Josh era a New York. Aveva con se un’altra sceneggiatura e, anche se leggerla sarebbe stato inutile, dato che aveva già accettato di girare quel film sulla guerra di secessione, si era ritrovato con molto tempo libero a disposizione e aveva passato qualche ora a visionarla. Non era una cattiva idea la trama, ma soprattutto per quanto riguardava i dialoghi era molto povera. Si convinse ancora di più di aver scelto il lavoro giusto. Aveva occupato il tempo rimanente andando in giro per i regali di Natale e si era visto con Michelle, la ragazza che aveva rincontrato alla festa di Dominic. Si era sentito solo, aveva preso in mano il cellulare e scorrendo la rubrica aveva visto il suo numero. Come al solito lei gli aveva fatto le feste come un cagnolino. Era una ragazza carina, divertente, forse non particolarmente sveglia, ma a Josh era subito piaciuta molto, forse per quel fare ingenuo che l’aveva contraddistinta subito da altre ragazze. Aveva poi potuto constatare che solo in apparenza era così, ma non ci aveva badato molto.

L’aveva chiamata la domenica sera stessa e si erano visti, anche se lei sosteneva di essere ancora arrabbiata con lui per quello che era accaduto a quella sciagurata festa. Ma Josh sapeva abbastanza bene come prenderla, non aveva impiegato più del dovuto per vedersela ricomparire con un sorrisino sulle labbra. Se l’aspettativa era passare tutta la domenica con Andie, quella certo era stata una magra consolazione.

Quella sciagurata festa… Josh si era chiesto più volte come sarebbero andate le cose se non ci fosse andato e, soprattutto, se non ci avesse trascinato Andie. Ma con i se e con i ma la storia non si è mai fatta, quindi, si era imposto di non pensarci troppo, la vita è piena di coincidenze e non ci si può fare niente.

Sarebbe rimasto una settimana ancora nella Big Apple, doveva vedere della gente per lavoro e qualche vecchio amico. Aveva anche promesso ad Elijah che gli avrebbe telefonato non appena avesse avuto un po’ di tempo libero, ma tutte le volte che ci pensava automaticamente scartava l’idea, proprio per non trovarsi coinvolto in un resoconto sui nuovi passatempi di Andie.

Quel martedì mattina però fu Elijah a telefonargli, e Josh fu un po’ imbarazzato nel sentire la sua voce.

Dopo i saluti e i convenevoli Elijah lo invitò a cena a casa sua.

- Se non hai impegni venerdì sera potresti venire da me, sto organizzando una festa di Natale prima che ognuno torni a casa sua per le feste. Ne ho approfittato dato che alcuni amici capitano in città questa settimana.-

- Non so Elijah, ti ringrazio, ma immagino che sarà un’occasione per stare tra voi.- aveva risposto lui, sperando che fosse una scusa plausibile per declinare l’invito.

- No, ma che dici? Ci sarà un sacco di gente, non ti devi preoccupare di questo.-

Si era trovato alle strette e aveva dovuto accettare. In fondo non è che gli dispiacesse poi così tanto passare una serata diversa.

Appena aveva attaccato il telefono aveva avuto la forte tentazione di chiamare Andie, aveva già cercato il numero nella rubrica, quando il suo orgoglio gli aveva tassativamente impedito di farlo.

 

Non appena aveva messo piede in ufficio Andie aveva dovuto sbrigare in fretta delle piccole faccende per poi andare di corsa ad una riunione dello studio. C’erano dei dettagli da definire per delle nuove cause che lo studio aveva da portare avanti dopo le feste, quel giorno principalmente la riunione sarebbe stata incentrata sulla spartizione dei compiti. Ad Andie erano toccati tre casi abbastanza interessanti e aveva cominciato quasi subito a documentarsi, anche se sapeva che non avrebbe dovuto occuparsene almeno fino a dopo Natale. Tornando verso il suo ufficio era stata chiamata dalla sua segretaria che le aveva consegnato dei messaggi di persone che le avevano telefonato e che aspettavano che lei li ricontattasse.

- Signorina Berenson…- la chiamò la segretaria mentre lei leggeva i messaggi.

- C’è una persona che ha tanto insistito per entrare nel suo ufficio. So che lei non vuole che faccia entrare gente quando lei non c’e, ma a questa persona non ho potuto dire di no.-

Andie alzò gli occhi guardandola in modo strano, più per il tono da ragazzina rimbecillita che aveva usato dicendole quella cosa.

- Amy, chi ha fatto entrare nel mio ufficio?- le chiese un po’ contrariata, l’altra le fece un sorrisetto.

- Quello famoso! Quello che ha fatto il signore degli anelli!-

Andie pensò tra sé e sé bene… questo mi chiarisce tutto!

- Ma ha lasciato detto il suo nome, spero…-

- Si, si, certo. Monaghan.- Andie tirò un sospiro di sollievo perché temeva di trovare Orlando nel suo ufficio, fece per allontanarsi, quando Amy la richiamò.

- Mi scusi, le potrei chiederle una cortesia?- aveva detto timidamente. Andie le sorrise.

- Certo che può.- le aveva detto convinta.

- Me lo farebbe fare un autografo? Io mi vergogno a chiederlo…-

Andie le sorrise di nuovo.- Si, non si preoccupi Amy, lo domando io per lei.-

Aprì la porta del suo ufficio, ma non vide nessuno. Forse Dominic se n’era già andato mentre Amy era distratta, fece per chiudere la porta quando si senti afferrare per la vita e si spaventò da morire.

- Deficiente!-

- Sapevo che la tua segretaria te l’avrebbe detto, ho creato l’effetto sorpresa!- le disse lui divertito, non accennando a lasciare la presa.

- Comunque tu la metta, sei un cretino!- rispose lei, sorridendo. - E adesso lasciami, devo fare il mio lavoro.-

- Ma come, devi rimetterti subito sotto! Non mi concedi nemmeno un minuto?-

- Non ho tempo, credo che salterò anche la pausa pranzo oggi.- poi si era girata verso di lui e aveva avvicinato le labbra alle sue, ad un millimetro di distanza continuò a parlargli.

- E poi recuperiamo stasera…- Quindi l’aveva baciato.

- Mh…sono passato apposta per dirtelo… stasera non se ne fa più niente. Abbiamo da girare delle nuove scene di esterni in notturna, è molto probabile che farò tardissimo.-

- No! Non è giusto!- aveva protestato Andie. - Se vuoi puoi rimanere un po’, se poi non potrò vederti fino a domani. Io devo fare un paio di telefonate, siediti.- gli disse, indicandogli una delle due sedie davanti alla scrivania.

Andie si sedette sulla sua sedia e cominciò a ticchettare sui tasti del telefono. Dominic la osservava parlare con qualcuno leggendo dei documenti che aveva davanti, quando di punto in bianco gli era venuta un’idea che si accinse subito a mettere in pratica.

Si era alzato e aveva fatto il giro del tavolo piazzandosi accanto ad Andie che, seguitando a parlare al telefono, aveva alzato gli occhi verso di lui con fare interrogativo. Dominic quindi le aveva appoggiato le mani sulla vita, facendola alzare, poi con un movimento rapido si era seduto al suo posto e l’aveva fatta sedere sulle sue ginocchia. Andie lo guardò malissimo, lui per tutta risposta aveva sfoderato uno dei sorrisi più furbetti che avrebbe potuto farle. Non contento, le aveva spostato i capelli su una spalla e aveva cominciato a darle dei piccoli baci sulla nuca, scatenando la reazione di lei che gli aveva schiacciato un piede con il tacco. Non potendo emettere alcun suono, Dominic si limitò a fare una smorfia di dolore veramente ridicola, mentre Andie, girandosi verso di lui, gli aveva fatto una linguaccia.

Per tutta la durata della telefonata era riuscita nel tentativo di non distrarsi dai carteggi che aveva davanti, nonostante i continui tentativi di distrarla di Dominic. Appena rimise il ricevitore al suo posto Dominic esordì con un:- Mi hai distrutto un piede, sei perfida!-

- Ti sta bene! Pensa se io venissi sul set a fare cose del genere a te!-

Dominic allora aveva stretto di più il braccio con cui la cingeva alla vita avvicinandosela ancora di più e continuando a baciarle la nuca aveva detto:- Ti prego, fallo… credo che gireremmo la scena di sesso più bella della storia del cinema…-

Andie si era decisamente lasciata andare a quella situazione, maledisse il fatto di trovarsi nel suo ufficio.

- Credo che non la potrebbero inserire in un film, - gli aveva mormorato tirando indietro il suo braccio circondandogli il collo, - non sarebbe adatta.-

Poi il senso del dovere l’aveva richiamata alla realtà, aveva riportato la mano sulla scrivania divincolandosi dalla stretta di Dominic.

- Adesso devi andare via!- gli aveva detto decisa, alzandosi dalle sue ginocchia.

- No, dai, ti prometto che non ti infastidisco durante la prossima telefonata!- aveva detto Dominic deluso.

Andie aveva riso, quindi gli aveva preso un braccio e aveva provato ad alzarlo di peso, non riuscendoci, ovviamente. Quindi lui si era arreso, aveva ripreso la sua giacca e si era avviato alla porta dell’ufficio di Andie. Si erano dati un altro bacio sulla porta, poi Andie aveva notato che la mano sinistra di Dominic era completamente scritta sul palmo.

- Ma che hai sulla mano? Gli aveva chiesto ridendo.

- Appunti.- aveva detto sorridendo lui, con la solita faccia da folletto furbo.

Appena un attimo prima che uscisse, Andie si ricordò della richiesta di Amy. Stava per tornare alla sua scrivania per prendere a Dominic un foglio di carta e una penna, quando lui le disse:- No, vado a salutarla di persona… a presto!- Le aveva dato un altro bacio veloce sulle labbra ed era uscito, Andie rimase a guardarlo allontanarsi mentre raggiungeva la scrivania della sua segretaria.

Istintivamente si precipitò a prendere il suo cellulare e gli inviò un messaggio: Non importa a che ore finirai stasera, ti lascio la chiave sotto lo zerbino. A qualsiasi ora…

Mentre era sull’ascensore che lo portava al piano terra dell’edificio Dominic ricevette il messaggio e le rispose: Contaci.

Appena era stato in strada aveva deciso di raggiungere Elijah, se non si sbagliava quella mattina da lui doveva esserci anche Orlando. Una chiacchierata tra amici gli andava proprio.

 

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Capitolo 12
*** I nodi vengono al pettine ***


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12. I nodi vengono al pettine

 

Aveva fatto le scale a due a due, di fretta, e si era attaccato al campanello di Elijah.

Lui era dall’altro lato della casa, che chiacchierava con Orlando. Si era diretto ad aprire, uscendo dal piccolo soggiorno si era imbattuto nella governante che si stava dirigendo all’ingresso con lo stesso intento.

- Non si preoccupi, - le aveva detto, - ci penso io-.

Vedendosi comparire davanti Dominic cominciò a sudare freddo.

- Chi si vede, Dom! Dai, entra.-

Dicendo questo gli aveva preso educatamente il cappotto e l’aveva appeso all’appendi abiti all’ingresso.

- Elijah… non puoi credere che nottata ho passato, fantastica!- gli aveva detto su di giri lui, appoggiandogli le mani alle spalle. Elijah non sapeva che fare, di lì a poco sarebbe scoppiata una bomba di dimensioni catastrofiche, e non sapeva proprio come evitarlo. Non poteva certo dire a Dominic di andarsene e di tornare in un altro momento, né impedire che lui ed Orlando si vedessero. Certo, la sua casa di New York era abbastanza grande, ma non avrebbe potuto certo passare a turno dieci minuti con Dominic e altri dieci con Orlando senza creare qualche sospetto. Aveva sperato che Josh avesse potuto fare qualcosa, ma evidentemente quella sua amichetta era un osso duro. Maledicendo il caso fece strada a Dominic verso il salottino. Non appena Dominic fu dentro vide Orlando ed esclamò, in linea con la sua solita vena da burlone:- Elijah, ma che strano animale da compagnia ti sei comprato? Ma morde?- Orlando si mise a ridere e si fece incontro a Dominic.

- Si mordo, specialmente certi simpaticoni che vengono da Manchester!-

Si erano salutati, poi Elijah gli aveva invitati a mettersi comodi. Aveva pensato di impostare la conversazione in modo da non toccare mai l’argomento donne, così aveva subito chiesto a Dominic del film.

- Allora, come vanno queste riprese?-

- Per quel che mi riguarda tutto bene, anche se non credo che lo finiremo per Natale a questo punto. Hanno tirato troppo per le lunghe e hanno sforato, stasera mi tocca fare anche tardi per girare nuovamente delle scene che sono risultate scarse.-

- Che scene?- aveva continuato Elijah.

- Esterni… ma non ho voglia per niente di parlare di questo! Che palle, sempre di lavoro dobbiamo parlare?!- Dicendo questo si era appoggiato allo schienale del divano e con un sorrisetto cretino stampato sulla faccia aveva buttato indietro la testa. Orlando era scoppiato a ridere.

- Mi sembra di capire che ti va bene in questo periodo, che ti succede?- aveva chiesto Orlando strattonandolo un po’.

Elijah avrebbe voluto sprofondare in un buco sotto terra. Il suo tentativo era andato in fumo, e certo in quel momento non poteva fare altro che stare li a guardare.

- Eh… eh! Ma parliamo di te, Casanova… non ti fai sentire per dieci giorni e vuoi sapere dei fatti miei. Che hai combinato tu in tutto questo tempo dopo che ti sei fatto riportare in albergo ubriaco fradicio? Nemmeno mi hai ringraziato, e da un piccolo lord come te non me l’aspettavo!-

Orlando rispose per le rime:- E tutte le volte che ti ho riportato io a casa, brutto bastardo?-

- Falso bugiardo!- aveva risposto di getto Dominic. - A me a casa mi riporta sempre il mio amichetto Elijah!- Dicendo questo si era alzato e si era seduto accanto ad Elijah passandogli un braccio sulle spalle.

- Va bene, mi arrendo, vuoto il sacco.- Disse Orlando. - Questo fine settimana sono tornato momentaneamente a Los Angeles, per vedermi con Sandy. Abbiamo parlato un po’, forse le cose si rimetteranno a posto, ma se volete saperla tutta la storia, ma proprio tutta, forse sono io che mi sono stufato.-

- Cioè, fammi capire, - esordì Elijah, - sei stato per una settimana a rompermi l’anima, mi chiamavi tutti i giorni Elijah, Elijah… come devo fare… come devo fare… come devo fare e adesso te ne esci così? Ma sei veramente pessimo!-

Orlando aveva fatto spallucce. – Ci dovevo sbattere il muso. Insomma, neanche mi avesse preso a scatola chiusa, lo sapeva o no che persona sono? Pretendere che smetta di comportarmi così. Non scordiamoci come l’ho conosciuta, innanzi tutto…-

Dominic ed Elijah annuirono decisi, ricordando certi particolari poco edificanti dell’attuale ragazza di Orlando. - Comunque, credo proprio che se ancora durerà, sarà per poco. E se si ostina a tenermi il muso, tanto peggio per lei, vorrà dire che mi svago a dovere qua! Le occasioni non mi mancano, vero Elijah?- Dicendo questo gli aveva lanciato uno sguardo d’intesa. Dominic stava per domandare a cosa si riferissero, ma Orlando ricominciò subito a parlare.

- Intanto le ho già detto che non passerò il Natale a Los Angeles, perché la signorina, dopo solo tre mesi che stiamo insieme, pretenderebbe anche che io non torni a casa mia per le feste, roba da matti!-

- Quando parti?- gli aveva chiesto Dominic.

- Domenica, il 23.-

- Ah, io vorrei partire prima. Sarà, ma sarebbe la prima volta che parto per tornare a casa per le feste e mi dispiace un po’.-

- Ma allora sono cose grosse!- aveva esclamato Orlando. – Ma insomma, mi vuoi dire di che si tratta o no?-

- No, ti voglio tenere all’oscuro ancora un po’. Piuttosto dimmi delle tue occasioni che non ti mancherebbero? Sono curioso.-

Elijah, che era in tensione crescente, pensò ecco, ora glielo dice, ora lo fa…

- No, niente di particolare, è che la sera del tuo compleanno ho conosciuto una, e mi ci sono un po’ divertito, tutto qui. E’ qualche giorno che non la sento, avevo voglia di chiamarla ieri, ma mi sono perso in altro. Comunque uno di questi giorni usciamo, magari me la porto dietro.-

- E bravo Orlando!- aveva esordito Dominic. - Sei incredibile, cadi sempre in piedi, come i gatti!-

- Questa si chiama classe, amico mio!- aveva detto pavoneggiandosi. In coro gli altri due lo ridussero al silenzio, facendosi anche una bella risata.

- E chi sarebbe questa, la conosco?-

Elijah pensò meglio di quanto tu creda… Poi gli venne un’idea.

- Ma ragazzi, ma ve l’ho detta una bella cosa? Venerdì sera praticamente siamo tutti, viene anche Sean!-

Elijah aveva fatto un tentativo in extremis di sviare la conversazione.

- Ah, bene!- aveva commentato Dominic guardando un po’ perplesso Elijah. Poi aveva aggiunto.- Dai Orlando, continua.- e lui aveva continuato.

- Ti ricordi quella sventola di ragazza bionda che si è portato dietro Hartnett? Si è rivelata essere molto interessante come conoscenza, non so se mi spiego.-

L’espressione di Dominic in un attimo era totalmente cambiata. Era rimasto completamente immobile per qualche secondo, come se avesse ricevuto un colpo e lo stesse accusando.

Per un momento nel soggiorno di Elijah era sceso il gelo.

Elijah conosceva bene la situazione, ma Orlando non aveva capito minimamente quella reazione. Aveva fissato perplesso Dominic e aveva ingenuamente chiesto:- Che hai?-

Dominic non aveva accennato a voler rispondergli. Si era girato verso Elijah e gli aveva chiesto gelido:

- Da quanto lo sai?-

- Dai Dom, non te la prendere, non cred…-

Dominic lo interruppe alzando la voce. - Cazzo Lij, t’ho fatto una domanda precisa, che ti costa rispondermi?-

- Ma che importanza vuoi che abbia,- si era difeso lui, - da qualche giorno, pochi giorni.-

- E invece ha una enorme importanza, perché voglio sapere da quanto tempo mi prendi per il culo.-

Orlando li guardava sgomento.- Ragazzi ma che vi prende?-

Dominic si era girato di scatto incenerendo con un’occhiata Orlando.

- Tu stai zitto, per piacere.- Gli aveva detto secco.

Orlando normalmente, se una persona qualsiasi gli avesse risposto in quel modo, avrebbe fatto il diavolo a quattro, ma dato che era Dominic e che non l’aveva mai visto così, gli obbedì senza fiatare.

- Allora? Me lo vuoi dire o no?- aveva detto girandosi nuovamente verso Elijah.

- Se per te è tanto importante. Giovedì. Lo so da giovedì. Ti senti meglio adesso?-

Dominic aveva abbassato lo a sguardo a terra.

- Senti, ma che pretendevi che facessi? - aveva continuato Elijah, - Pensi che mi sia piaciuto trovarmi in questa situazione?-

- Magari se me l’avessi detto subito avresti evitato che mi facessi coinvolgere troppo, e adesso è tardi.-

gli aveva risposto Dominic, sempre con lo sguardo fisso a terra.

- Ma sei arrivato a questo punto?-

- Si, cazzo, sono arrivato a questo punto! Ma mi ascolti quando parlo?- Dicendo questo si era alzato. Si era diretto verso la porta, Orlando ed Elijah erano scattati in piedi.

- Dom dove vai adesso? Fermati un momento, parliamone con calma, io per di più non ci sto capendo niente.- gli aveva detto Orlando.

- Si, infatti, rimettiti seduto un momento.- aveva aggiunto Elijah

- No, meglio di no. Mi faccio una passeggiata e rimango un po’ per conto mio. Magari torno più tardi.-

Aveva salutato e aveva preso la porta.

Orlando ed Elijah si erano guardati stupefatti.

Erano tornati a sedersi insieme, Orlando fu il primo a parlare.

- Dimmi se ho capito bene: esce anche lui con Andie e s’è preso una bella cotta per questa ragazza.-

- Il succo è questo.- confermò Elijah.

- Però potevi anche avvertirci…-

- Non ti ci mettere anche tu! Voi venite sempre da me a raccontarmi i cazzi vostri nell’ultimo periodo, senza nemmeno pensare che forse io avrei da pensare anche per i miei! E pretendete anche che vi risolva i problemi? Ma per chi mi avete preso? Per la mamma?- aveva risposto lui alterato.

Orlando si rese conto che Elijah gli stava dicendo la verità, e non aggiunse niente.

- Tra l’altro, io volevo dirtelo, stamattina. Ma hai potuto ben vedere che non ne ho avuto il tempo.- aggiunse Elijah.

- Lascia stare, non hai responsabilità in questa storia,- disse Orlando dispiaciuto,- anzi, mi rincresce che ti abbiamo coinvolto. Sai, a me non frega niente di quella, per me se lui ci vuole uscire, che faccia pure quello che vuole. Ma il fatto che l’abbia preso per il culo così… Come se una ragazza non si accorgesse di quando tira troppo la corda e ti fa perdere la testa.-

- Si, appunto. Pensa che ne ho parlato pure con Josh, sempre giovedì. Mi ha chiamato per caso lui, per dirmi una cosa. Mi aveva assicurato di stare tranquillo, che questa tipa è una apposto. Eppure mi aveva detto che la conosce bene…-

- Si sarà sbagliato, capita. Adesso mica vorrai mettere di mezzo anche lui!- disse Orlando con un mezzo sorriso.

- No, no, t’immagini… troppa gente avremmo da tirare nel mezzo. Te la devo dire tutta? Per me la colpa è solo di quella gran troia d’avvocato, che se almeno la facesse con un po’ di criterio, la troia! Staremmo tutti meglio adesso.-

 

Dominic non era più tornato a casa di Elijah. Aveva staccato il telefono e aveva preso un taxi tornando subito in albergo. Non aveva da fare nulla fino al tardo pomeriggio, quindi era rimasto sdraiato sul letto, a fissare il soffitto.

Si sentiva un idiota. Non gli capitava spesso di trovarsi ad avere a che fare con una ragazza come Andie, una ragazza con un cervello pensante, una personalità ben definita. Anzi, in genere era tutto il contrario, erano situazioni facili da gestire perché non comportavano un coinvolgimento emotivo. Infondo l’aveva capito subito che Andie non era del giro, non appena aveva aperto bocca. Eppure si era rivelata peggiore di tutte quelle che aveva avuto. Quei dieci giorni si erano rivelati un crescendo di sensazioni, come aveva detto ad Elijah, era tanto che non provava qualcosa del genere ed era bello… Elijah. Se pensava alla scenata che gli aveva fatto prima, come se la responsabilità fosse stata sua.

Andie l’aveva preso in giro, aveva finto per tutto il tempo. Non era mai stato così arrabbiato con qualcuno, per questo continuava a stare sdraiato a letto, se si fosse alzato e fosse uscito non sapeva dove avrebbero potuto portarlo le gambe, quindi preferiva così. La rabbia gli veniva dal non sapere il perché di quel gesto crudele quanto gratuito, non riusciva a capacitarsi del motivo per il quale Andie avesse avuto bisogno di usarlo in quel modo. Per dire che si era fatta un attore? Non gli sembrava il tipo.

Il filo logico dei suoi pensieri stava seguendo la sua strada, facendogli rivivere gli attimi in cui aveva capito che Andie non era una delle tante. Tutte quelle e-mail, quegli sguardi, quei gesti, come era stato fare l’amore con lei la sera prima… le sue gote arrossate, quel dimostrarsi platealmente ingenua.

Ripensò a quando Andie gli aveva raccontato di quella volta che aveva provato a recitare e tutti avevano riso della sua interpretazione. Si vede che avevano sbagliato tutti, Andie con lui era stata un’ottima attrice, aveva finto meravigliosamente di essere coinvolta quanto lui, di tenerci a lui.

 

Una puttana. Era veramente una puttana. E Orlando l’aveva capito prima di lui, lo invidiava per questo.

Si alzò, accese il suo computer e cancellò tutte le e-mail di Andie, fece lo stesso con i messaggi che gli aveva inviato per telefono, soffermandosi sull’ultimo: Non importa a che ore finirai stasera, ti lascio la chiave sotto lo zerbino. A qualsiasi ora…

 

Si, ci sarebbe andato sicuramente, pensò cancellando anche quello. Naturalmente solo per dirle quello che pensava di lei.

 

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Capitolo 13
*** I giochi finiscono ***


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13. I giochi finiscono

 

Da quando Dominic era andato via, Andie non era più riuscita a combinare nulla. Si sentiva euforica ed impaziente che quella giornata di lavoro finisse. Mille pensieri erano passati per la sua testa, il più importante era che si rendeva conto che il gioco tra Dominic e Orlando era finito, definitivamente. 

Aveva preso la famosa decisione, Dominic era il migliore, il più adatto a lei.

Tra l’altro si era ritrovata a pensare che Orlando, dopo essere stato a letto con lei non si era più fatto sentire, ormai erano passati ben cinque giorni. Non che lo biasimasse o lo accusasse di essere il classico tipo che si fa una scopata e che poi non richiama, l’essere amica di Josh le aveva fatto capire diverse cose sui rapporti interpersonali che certe persone instaurano. Se per un uomo qualsiasi era normale, nella maggior parte delle occasioni, scindere completamente il sesso dall’amore, per loro, giovani, carini e famosi era una cosa distante miglia e miglia. Non che lei conoscesse alla perfezione l’ambiente, ma una valida idea aveva potuto farsela in varie occasioni e per quello che Josh le raccontava: per quanto può resistere una persona alle continue offerte che gli vengono proposte? Anche lei doveva ammettere che alla prima occasione era caduta, con Orlando. Era stata una volta, che non si sarebbe ripetuta, sapeva che i più l’avrebbero considerato un gesto avventato e scorretto, ma nessuno di certo avrebbe potuto permettersi di farle la morale. E quand’anche gliel’avessero fatta, a lei non sarebbe importato nulla, data l’importanza che dava alla moralità.

In ogni caso, una decisione era presa: non appena Orlando si sarebbe fatto risentire Andie era decisa a dargli il ben servito su due piedi, anche se non era completamente sicura che lui si sarebbe fatto vivo nuovamente, il che le avrebbe anche evitato la fatica.

D’istinto, avrebbe mandato a Josh un e-mail subito, anche se sapeva benissimo di non poter fare una cosa del genere, a causa del loro litigio, e quello era il secondo punto dolente. Era crucciata per quella situazione, Josh era la persona più importante che aveva attorno, e l’essere in lite con lui la faceva sentire triste. In quel caso poi, non aveva più un confidente. Decise che l’avrebbe ricontattato più in fretta possibile, gli mancava.

Il dovere la chiamava, controvoglia si era rimessa a lavorare. Aveva fatto la seconda telefonata, poi nuovamente era caduta in quello stato di euforia che però lentamente si era trasformato in qualcosa di più opprimente. I suoi pensieri avevano cominciato a viaggiare troppo velocemente, esplorando situazioni che non aveva mai provato. Improvvisamente era stata scossa da una strana sensazione, una specie di terrore, addirittura.

Beh, certo, pensò tra sé e sé, non è mica una cosa seria. Non devo dimostrare niente a nessuno. E’ un gioco, niente di serio né di definitivo…

Appena aveva pronunciato nella sua mente queste parole si era subito tranquillizzata.

La giornata era continuata in tribunale, sempre dietro al solito caso. Aveva avuto una mezz’ora di stacco, giusto il tempo di mangiare un panino ed era dovuta tornare in aula. Presto, finalmente, quel caso si sarebbe concluso, ovviamente in suo favore. Su questo non aveva dubbi.

Era tornata a casa presto, aveva mangiato qualcosa e aveva fatto un bagno. Aveva poi con cura preso la chiave di riserva del suo appartamento e, facendo bene attenzione che nessuno la vedesse, l’aveva posizionata esattamente dove aveva detto a Dominic.

Era ancora presto purtroppo, alle dieci passate aveva provato a dormire un po’, ma era troppo eccitata per riuscirci. Non voleva aspettarlo, ma non poteva impedirselo. Si sentiva decisamente una stupida.

 

Alle cinque del pomeriggio Dominic, uscendo dalla sua stanza d’albergo, si era imposto di non pensare più ad Andie, l’aveva lasciata chiusa dentro quella stanza, come se avesse sigillato i suoi crucci nascondendoli in un armadio. Sul set era stato su di giri più del solito, arrivando aveva salutato tutti con fare da super star.  Quello stato di euforia aveva giovato alla sua interpretazione, diverse scene al regista, fortunatamente, erano piaciute subito, il che aveva accorciato almeno un po’ i tempi. Fino a che aveva avuto qualcosa a cui pensare era andato tutto bene, ma appena aveva lasciato il set, a mezzanotte passata, gli era tornato tutto in mente. Appena era stato solo nel suo camerino aveva acceso il suo cellulare e aveva trovato, oltre a vari messaggi della segreteria telefonica, ben tre messaggi di Elijah.

Ore 1:31 pm – Che fine hai fatto? Ma non avevi detto che tornavi? Lij –

Ore 3:09 pm – Mi devo preoccupare? Accendi il telefono!-

Ore 5:48 pm – Va bene, sono ufficialmente preoccupato. Fatti sentire.-

Dopo poco ne aveva ricevuto pure uno di Orlando.

Ore 7:18 pm – Perché non rispondi a Lij? Mi ha telefonato per sapere se sapevo che fine hai fatto. Non ci pensare, è una gran troia.-

- Bella consolazione!- aveva esclamato a voce alta e ridacchiando. Aveva guardato l’orologio, decise che si sarebbe fatto sentire la mattina dopo.

Di fatto Orlando era rimasto a casa di Elijah per un bel pezzo prima di andarsene. Erano veramente preoccupati, e, anche se Elijah sapeva di non aver certo taciuto per fare danni, si sentiva piuttosto in colpa e anche Orlando, che proprio non aveva niente di cui scusarsi, non si sentiva apposto con la coscienza. Erano seguite diverse telefonate tra Elijah e Orlando durante tutta la giornata, per ragguagliarsi tra loro sulle nuove notizie, ma proprio non c’era stato niente da fare. Orlando l’aveva cercato in albergo, ma a quanto pare era uscito, quindi aveva deciso di presentarsi agli studi dove sapeva che lui stava girando, ma non l’aveva trovato neanche lì. La signorina della reception gli aveva detto che il set di quel film era in esterni quel giorno e che non poteva assolutamente rivelare dove si trovasse. Orlando le aveva fatto presente chi fosse, senza suscitare alcun risultato, aveva tentato pure con gli occhi dolci, ma quella era una vera professionista, forse una delle poche rimaste.

- Se le dicessi questo signor Bloom rischierei il licenziamento, spero che mi capisca.- Orlando non sapeva più che pesci prendere, ma doveva darsi da fare.

- Senta, signorina,- disse con il tono più suadente che poteva. - E’ una cosa molto, molto importante. E’ essenziale che parli con il signor Monaghan. Altrimenti non le chiederei una cosa del genere, le pare?-

- Lo immagino, ma il problema è proprio questo… è lo stesso signor Monaghan ad aver chiesto di non essere disturbato da nessuno. E’ stato molto chiaro. E’ venuto personalmente a chiederlo come se si aspettasse che qualcuno sarebbe venuto a cercarlo.-

Orlando non aveva potuto fare altro che prendere atto della cosa e andarsene. Chiese solo alla signorina di far sapere a Dominic che lo aveva cercato, e di dirgli di farsi sentire appena possibile.

 

Circa un’ora dopo Dominic era nella sua camera d’albergo, seduto davanti alla finestra, riflettendo su cosa avrebbe dovuto fare circa quella chiave che lo aspettava sotto lo zerbino di Andie. Sotto la doccia aveva anche pensato di non andarci affatto, di cancellarla una volta per tutte e di non pensarci più. Non era difficile, con quante altre l’aveva già fatto? Ma il problema era che le tante altre non l’avevano fatto arrabbiare così. Mentre fissava il traffico di New York, che non accennava a diminuire nemmeno a quella tarda ora, si erano fatte le due. Si era alzato e aveva preso la porta, evitando di pensarci ancora, dato che quella era la cosa che lo indisponeva di più. Non riusciva a smettere.

La chiave era dove le aveva detto che l’avrebbe lasciata. Non senza qualche dubbio l’aveva infilata nella serratura e l’aveva fatta girare.

 

Ormai aveva quasi perso le speranze, forse Dominic ne aveva ancora per molto, oppure non aveva potuto venire, o era troppo stanco, o chissà quale altra cosa gli impediva di presentarsi a casa sua. Andie aveva guardato per l’ultima volta l’orologio alle due e dieci, ma Dominic non aveva dato nessun segno di vita.

Si era girata dalla parte opposta, in modo da non vedere la spia luminosa che lampeggiava indicando ogni maledetto secondo, voleva addormentarsi, ma non c’era stato niente da fare. Stava giocando con il lenzuolo quando aveva sentito finalmente la chiave entrare nella serratura. Senza fare alcun rumore aveva teso l’orecchio ad ogni singolo suono, con stampato in faccia un sorriso che non riusciva a togliersi di dosso. Aveva sentito dei passi che si dirigevano verso il soggiorno, poi si erano fermati. Poi una luce si era accesa, filtrando nella sua stanza. Andie si era alzata a sedere sul letto e aveva scorto Dominic sedersi sul divano.

Era stato l’ennesimo momento di riflessione che si era concesso a fargli decidere di darsi ancora un attimo, Dominic aveva voluto fermarsi nuovamente prima di fare quello che doveva, perché infondo non ne era convinto fino in fondo. Si stava concentrando, quasi come se stesse studiando cosa dirle.

- Che fai lì da solo?-

Dominic si era girato di scatto, quasi come se si fosse spaventato nel sentirla; non si aspettava di trovarla in piedi. Si era alzato ed era rimasto per qualche secondo a fissarla, come a caricare tutta la rabbia che aveva accumulato fino a quel momento, anche se subito aveva capito che non ci sarebbe riuscito.

La guardava mentre gli sorrideva, appoggiata con una spalla alla porta della sua stanza da letto, con addosso una maglietta decisamente troppo grande per lei e dei ciuffetti dei suoi capelli chiari che le cadevano dalla coda ad incorniciarle il viso. Era furioso, questo era certo, ma un solo sguardo gli aveva fatto capire che il desiderio di averla era più grande della rabbia che provava. Si era avvicinato con passi lenti ma decisi.

- Non volevo aspettarti, ma non sono riuscita a dormi…-

Dominic l’aveva messa a tacere premendo le sue labbra contro quelle di Andie, mentre sollevandola da terra l’aveva trascinata in camera. Era un bisogno urgente quello che sentiva, la rabbia che provava gli rendeva il compito facile, quando non lo era affatto.

 

Appena un momento dopo Dominic aveva sentito la mano di Andie cercare la sua e, prima che lei la trovasse, l’aveva ritratta di scatto. In genere era quantomeno educato aspettare che la ragazza di turno si addormentasse prima di scivolarle fuori dal letto e andarsene, ma Dominic proprio non sarebbe riuscito a stare un minuto di più lì con lei. Si era alzato e aveva cercato i suoi vestiti sparsi per la stanza, tornando poi a sedersi sul lato del letto opposto a quello dove stava Andie, che lo osservava non senza perplessità.

- Te ne vai di già?- gli aveva chiesto. Dominic non avrebbe voluto neanche risponderle, ma poi lo fece, per evitare che lei continuasse.

- Si, devo andare via, ho da fare.-  le rispose cercando di mantenere un tono quanto più possibile normale. Appena aveva finito di vestirsi era tornato nel soggiorno a prendere il cappotto, prese la chiave di Andie dalla tasca e si riaffacciò alla porta. La lanciò sul letto.

- Queste sono tue. Ci vediamo.-

Andie non ebbe nemmeno il tempo di rispondere perché Dominic si allontanò velocemente verso la porta d’ingresso. Ebbe solo il tempo di sentire la porta chiudersi.

Inizialmente era confusa, ma poi era riuscita a darsi una spiegazione… come aveva fatto ad essere così idiota? Dominic non aveva niente di diverso da Orlando, se non che Orlando era stato molto più diretto e lui ci aveva girato intorno un bel po’ prima di rivelarsi. Bene, almeno adesso aveva capito come stavano le cose. Poi subentrò il risentimento, credeva che sarebbe stata lei a condurre il gioco fino alla fine, ma evidentemente non era stato possibile. E adesso, i giochi, erano veramente finiti.

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Capitolo 14
*** Riconciliazione ***


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14. Riconciliazione

 

Era il giorno della sentenza. Andie si era svegliata con gli occhi cerchiati, aveva dormito pochissimo e guardandosi allo specchio quella mattina aveva avuto immediatamente voglia di tornare a letto e di rimanerci. Era andata in cucina con gli occhi semi chiusi, aveva messo a fare il caffè e si era seduta per un attimo ad aspettare. Subito gli era tornato in mente il discorso che aveva preparato per la conclusione del processo, aveva cominciato a ripeterlo senza nemmeno accorgersene e subito si era sentita più sveglia e più reattiva. Era una grande giornata, quello era il caso più importante che lo studio aveva per le mani in quel momento, c’era molto in gioco, e si erano fidati di lei per risolverlo.

Sentiva una bella responsabilità per le mani, ma sapeva che ce la poteva fare, anzi, ne era assolutamente certa.

Alle nove doveva trovarsi in aula, e con Roger, il collega che l’assisteva, avevano deciso di vedersi almeno mezz’ora prima al caffè vicino al tribunale per discutere di alcuni piccoli particolari, quindi Andie era già in strada poco dopo le otto per recarsi all’appuntamento. Aveva messo particolare cura nel vestirsi quella mattina, sapeva che quel caso era seguito dalla stampa e quindi aveva voluto essere perfetta sotto ogni punto di vista.

Come stabilito aveva incontrato il suo collega e passando davanti al tribunale aveva visto che in effetti la scalinata era piena di giornalisti. Roger era seduto ad un tavolo, appena l’aveva vista le aveva fatto un cenno con la mano e lei l’aveva raggiunto. Aveva ordinato un cappuccino, poi aveva tirato fuori dei documenti.

- Sei tesa, Andrea?- Le aveva chiesto Roger che aveva notato l’espressione tirata del suo viso.

- No, affatto.- le aveva risposto lei, senza nemmeno un po’ di esitazione. Quindi aveva cominciato ad illustrare al suo collega dei piccoli particolari che aveva rimesso apposto per il suo discorso.

Entrare in tribunale non era stato semplice, per fortuna il loro cliente era già dentro, entrato da una delle porte laterali per evitare la calca, Andie invece fu fermata, ma non lasciò alcuna dichiarazione, in linea con la sua linea di difesa. Cosa che non aveva notato quando era passata oltre per andare a raggiungere Roger, era che oltre ai giornalisti si era radunata una bella folla di persone ad aspettare il verdetto della corte, persone che ovviamente non stavano dalla sua parte.

 

Andie era stata semplicemente brillante davanti alla giuria e al giudice. Come al suo solito aveva chiaramente esposto il suo discorso con sicurezza e dimostrando coinvolgimento. Quando il suo imputato fu liberato dalle accuse, finalmente vide tutto il duro lavoro di diversi mesi concretizzarsi e si sentì veramente sollevata. Uscire dal tribunale non fu una cosa semplice, i giornalisti avevano letteralmente assalito lei e il suo cliente e per liberarsi dovettero faticare non poco. Un’auto li aspettava davanti alla scalinata del tribunale, cercarono di raggiungerla più in fretta possibile ma Andie aveva ugualmente fatto attenzione a quello che la folla radunata davanti al tribunale gridava. Si diressero subito allo studio di Andie, dove fu accolta da tutti. Andie conosceva l’importanza di quel caso, ma certo non si aspettava un’accoglienza del genere.  Erano appena le dodici, ma i soci dello studio avevano organizzato un brindisi in suo onore. Tutti si erano complimentati con lei, in special modo il suo diretto superiore, il signor Brooks, che aveva anche pubblicamente annunciato a tutto lo studio che, tempo appena due anni, sarebbe diventata socia.

- Non avevamo già dubbi prima, ma adesso sembra essere arrivato il momento di annunciare a tutti che la signorina Berenson diventerà il socio più giovane che lo studio abbia mai avuto.-

Era bellissimo avere davanti a se tutte quelle persone che riconoscevano i suoi meriti, per primo anche il cliente, che inizialmente aveva avuto molto da ridire sul fatto che il suo caso fosse stato affidato ad un avvocato così giovane. Andie era stata per almeno un’ora al centro dell’attenzione, poi, a poco a poco, lo studio si era svuotato per la pausa pranzo. Le girava un po’ la testa, lo champagne bevuto a stomaco vuoto le aveva dato un po’ fastidio. Era andata in bagno a sciacquarsi il viso, prima di riaggiustarsi il trucco si era chiusa un momento in uno dei gabinetti e, dopo aver chiuso il coperchio del servizio si era seduta. Aveva con se il suo cellulare, voleva scrivere un messaggio a Josh. Si era messa a pensare a cosa scrivere, quando sentì due sue colleghe entrare chiacchierando e si mise ad ascoltarle, dato che parlavano di lei.

- Giusto lei poteva portare avanti quel caso, sai che mi ha raccontato Rog appena sono tornati?-

L’altra le aveva detto di stare zitta con uno sshhhh, ed Andie aveva alzato i piedi per non farsi vedere dal buco della porta, senza fare rumore.

- Ecco, adesso puoi parlare, siamo sole.-

- Sai che davanti al tribunale c’era un bel po’ di gente, no? Io infatti speravo che tornasse in studio con un bell’uovo marcio spiaccicato in testa, almeno si sarebbe tolta dalla faccia quel sorrisetto compiaciuto.-

L’altra aveva riso. - Ma sei veramente cattiva! Insomma che ti ha detto Rog?-

- Un commento di quella strega, a quello che aveva sentito dire alla gente fuori dal tribunale. Pare che abbia detto così, in macchina con il cliente, mentre tornavano allo studio, che dato che erano tanto determinati a dire che erano dalla parte del giusto, dovevano trovarsi un avvocato che costasse un po’ di più, perché con l’imbecille che avevano scelto era ovvio che sarebbe finito tutto a suo favore.-

- Ma dai! Che è una stronza l’avevo capito, ma non m’immaginavo che arrivasse a questo punto. Insomma, lo sanno tutti che quel Becker è un mascalzone di prim’ordine, e che se ci fosse giustizia a questo mondo sarebbe dietro le sbarre.-

- Si, appunto, io potrei apprezzare la sua professionalità, ma lei non ha un briciolo di cognizione di dove stia il torto, è questo quello che mi stupisce. Ti ricordi anche il caso di quell’affidamento l’anno scorso? Solo una senza coscienza come lei avrebbe potuto seguirlo.-

- Oh cielo, sì. Per carità, è il nostro lavoro, ce lo siamo scelto, ma io se non altro so cosa sia la giustizia.-

- Beh, poi certo, se c’è una cosa che non sopporto è che sia sempre tanto sicura di se stessa.-

- Mh! Non me ne parlare! Sempre Rog, mi diceva che lei è partita subito con il piede di chi tanto, questo caso, l’avrebbe vinto. Ma chi si crederà mai d’essere? Poi con le voci che girano su di lei…lo sanno tutti che se suo zio non avesse spinto a farla assumere, lei in questo studio legale non ci sarebbe mai entrata, t’immagini.-

- Ah, è stato lo zio a farla assumere? Io sai cos’ho sentito io invece?- detto questo s’interruppe e ridacchiò. Abbassò il tono della voce, ma Andie sentì bene ugualmente. – Dicevano che andasse a letto con Brooks.-

- Oh cielo!- aveva esclamato l’altra, - Ma potrebbe essere suo padre! E poi se non mi sbaglio è un amico dello zio.- Si era interrotta, poi aveva continuato:- Anche se non mi stupirebbe, pare che sia una che apre facilmente le gambe…-

- Ora basta con tutti questi pettegolezzi, anche perché ora, la signorina sono-brava-solo-io diventa socia, ora sì che diventerà insopportabile!-

Ridendo erano uscite dal bagno e Andie poté uscire dal gabinetto in cui era chiusa. Sapeva quello che generalmente le sue colleghe pensavano di lei, ma non aveva mai avuto una dimostrazione così plateale della loro invidia, perché Andie era sicura, solo di questo si trattava. Poi, mentre si aggiustava il trucco le venne da ridere…lei e il signor Brooks, una amico di suo zio che praticamente l’aveva vista crescere, era assolutamente ridicolo!

Una persona normale avrebbe provato rabbia, o almeno dispiacere per delle chiacchiere tanto cattive sul suo conto, ma ad Andie veniva solo da ridere. Le facevano pena certe sue colleghe, non avevano proprio niente da fare di diverso che offendere lei?

 

Nel pomeriggio si era chiusa nel suo ufficio, scaricando la posta non aveva trovato niente da parte di Dominic, così si era convinta che le sue supposizioni non erano sbagliate. Ripensò a Josh, così si mise all’opera per scrivergli un e-mail. Ci pensò per un po’, mentre sfogliava dei documenti che la sua segretaria gli aveva messo sulla scrivania, poi scrisse e inviò.

Dopo poco sentì bussare alla sua porta, era la sua segretaria.

- Signorina Berenson, posso disturbarla un momento?-

- Si Amy, venga, si sieda, tanto mi stavo solo gingillando.- aveva risposto Andie.

- Ma oggi se lo può permettere, le faccio nuovamente i miei complimenti.-

Andie ringraziò Amy, poi le chiese il motivo della sua visita. Lei fece un sorrisetto.

- Volevo ringraziarla per ieri, per l’autografo, ieri se n’è andata presto e non ho potuto farlo.-

Andie all’inizio non aveva capito, poi si era ricordata dell’autografo di Dominic.

- Ma di cosa, Amy, si figuri! Penso che il signor Monaghan sia abituato a concedere autografi, uno in più non credo proprio che lo abbia disturbato.-

- Già, infatti…è stato così carino, è venuto a salutarmi di là, alla mia postazione…Mi scusi se mi permetto, ma è un nuovo cliente?-

- No, no, è… - si corresse Andie - …anzi, era una mia conoscenza personale. Se contava di rivederlo da queste parti, temo che la dovrò deludere.-

Amy, che era una ragazza discreta, capì che non doveva chiedere oltre. Sorrise, poi si alzò e disse:

- Adesso l’ho disturbata anche troppo, torno al mio lavoro. Arrivederci.-

Dicendo questo era uscita. - Nessun disturbo Amy. Arrivederci.- gli aveva risposto lei.

Andie aveva automaticamente pensato a quello che era successo appena la mattina del giorno prima in quell’ufficio. Si appoggiò allo schienale della sua sedia pensando ai baci di Dominic sulla sua nuca.

Certo che, pensandoci, Dominic era stato veramente un bastardo. Tutto il casino che aveva fatto solo per portarsela al letto, quella cena , tutte quelle attenzioni. Ma non sarebbe stato più semplice farglielo capire subito? Gli uomini sono ben strani, pensò, gli attori poi, e dire che lei avrebbe dovuto essere un’esperta in materia. - Non si finisce mai d’imparare!- Esclamò tra sé e sé.

 

Josh aveva ricevuto la sua e-mail solo in tarda serata. Era stato in giro tutto il giorno, con Michelle, poi era tornato in camera e aveva scaricato la posta. Non aveva voglia di farlo, ma Jessica, la sua sorellina sedicenne, l’aveva tempestato di messaggi tutto il giorno perché leggesse l’e-mail che gli aveva mandato. Le aveva telefonato per dirle che era fuori, che non avrebbe potuto fino a quella sera. - Dimmi adesso se è una cosa importante.- le aveva detto, ma lei per tutta risposta glia aveva detto che avrebbe aspettato.

Aveva aperto l’e-mail e aveva visto che si trattava di una stupidaggine, un palese fotomontaggio che lei aveva trovato in rete che lo ritraeva nudo. Il commento era: ma permetti che su internet giri certa roba? Dovresti fare qualcosa! Si era messo a ridere di gusto, e le aveva risposto.

Scorrendo nelle tante e-mail senza importanza che aveva ricevuto, trovò anche quella di Andie.

 

19 dic, mercoledì Ore 3:48 pm

Da: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: ^___*

Mi terrai fuori dalla tua vita ancora per molto? Io ancora non ho capito per quale motivo ti sei tanto arrabbiato, e francamente nemmeno m’interessa. L’unica cosa che mi interessa e che tu smetta di tenermi il muso e ti faccia risentire. La verità è che sai benissimo che io non voglio avere il minimo risentimento verso di te, e assolutamente nessun attrito. Sei il mio migliore amico, e anche l’unico e mi manchi quanto non ti puoi immaginare. Sinceramente, per qualsiasi cosa che ti possa aver fatto, mi dispiace. E poi, se siamo in litigio, chi è che mi salverà dal noiosissimo pranzo di Natale di mio zio chiamandomi ogni cinque minuti? Help!

Seriamente… telefonami, scrivimi, mandami un piccione viaggiatore con un messaggio, presentati alla mia porta a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma dammi un segno di vita!

Ps: Ho vinto la causa dell’anno! Domattina mi vedrai sul giornale.

 

Era stato un cretino quella domenica mattina, doveva ammetterlo. Lui sapeva benissimo che era stato quella stupida gelosia a farlo agire così, ma come avrebbe potuto capire Andie? Guardò l’ora e prese il telefono.

- Dimmi che non stavi dormendo…-

Andie nel sentire la voce di Josh sorrise contenta.

- No, che cazzo! Non sono mica tua nonna Josh, sono appena le nove e mezza!-

- Si, ma sei una linguaccia.-

- Questo è vero…pace fatta allora? –

- Si, certo, anzi, scusami tu, è stata una reazione non esagerata la mia, ma assolutamente assurda!-

- Fermati, fermati! Non voglio parlarne, pietra sopra, silenzio!-

- Ok, ok, non parlo più!- aveva detto Josh ridendo. Per dimostrare a se stesso che poteva anche farcela chiese subito notizie dei suoi flirt.

- Allora, come stanno i tuoi spasimanti direttamente dalla terra di mezzo?-

- Chi, Bloom e Monaghan, quei due stronzi?- gli rispose Andie quasi scocciata.

- Quei due stronzi? Ma che è successo?- chiese Josh curioso.

- E’ successa una cosa molto semplice, mio caro Josh!- Esclamò lei, quasi divertita. - E’ successo che si volevano fare una scopata, se la sono fatta, e adesso sono entrambi contenti a casa loro a gloriarsi di quanto sono uomini. Non che pretenda altro, però, c’è modo e modo di comportarsi. Ma parliamo d’altro, non roviniamoci la serata a parlare di certa gente.-

Josh era rimasto interdetto per un momento, non aveva detto nulla. Andie non gli aveva mai raccontato una cosa del genere, non se l’aspettava proprio.

- Josh, sei ancora li?-

- Si, si, ci sono…- aveva detto riprendendosi dall’affermazione di Andie. Poi aveva aggiunto:-Sei stanca?-

- No, direi di no. Che hai in mente?-

- Una bevuta, così finché siamo sobri mi racconti del processo dell’anno, poi quello che succede, succede!-

- Allettantissimo! Dai, mi cambio in un attimo, passa a prendermi!-

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Capitolo 15
*** postumi da delusioni ***


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15. “Postumi” da delusioni

 

Era il quarto caffè che Andie prendeva quella mattina. Si ricordava a malapena di come fosse entrata in casa la sera precedente, supponeva, anzi, sperava che il tipo che l’aveva portata a casa in braccio e che l’aveva messa al letto fosse Josh, ma proprio non poteva esserne sicura.

Quando la sveglia aveva suonato aveva emesso un mugolio e si era girata dall’altra parte, riaddormentandosi e facendo tardi. Tra l’altro, dopo, alla solita occhiata allo specchio si era fermata un momento a ridere. Non si era struccata la sera prima, aveva delle macchie nere tipo panda sugli occhi e i capelli che andavano tutti per conto loro. Si era fatta una doccia più in fretta possibile, dicendo a se stessa che doveva smetterla di fare tardi tutte le sere.

Mentre beveva il quinto caffè, aveva chiamato Josh e la sua segretaria le aveva passato la chiamata.

- Sei viva?- gli aveva chiesto ridacchiando.

- Sei un gran simpaticone, ma quanto mi hai fatto bere ieri sera?-

 

Non aveva niente di particolare da fare quel giorno, solo visionare i documenti per le nuove cause di cui doveva occuparsi, fare telefonate. Le solite cose da ufficio. Aveva visto delle foto sui giornali, ma non era venuta benissimo: in una era girata, in un’altra si vedeva solo una parte della sua faccia, in un’altra ancora era senza testa… In compenso era stata più volte citata negli articoli. Continuò a studiare i documenti per tutto il giorno, sperando che il mal di testa passasse presto.

 

Lei e Josh si erano divertiti da morire la sera prima, come non facevano da tanto. Certo, era puerile decidere di prendersi una sbronza come ai tempi dell’università, ma dopo tutte le tensioni accumulate nei giorni precedenti da entrambi, era stata un toccasana. Gli altri avventori del locale dove si trovavano li avevano probabilmente presi per due deficienti, dopo il quarto giro di absolute vodka avevano cominciato a ridere per ogni singola stupidaggine che avevano davanti e quando erano arrivati al sesto la risata si era fatta continua, non avevano capito nemmeno più cosa si stavano dicendo. Josh a quel punto aveva smesso, almeno momentaneamente, mentre Andie barcollando un po’ era andata al bancone a prendersi un Bloody Mary. Lui non si era stupito, sapeva che Andie reggeva l’alcool molto più di lui, solo aveva paura che non arrivasse al tavolo incolume. In effetti Andie aveva schivato, con in mano il bicchiere pieno, un paio di persone oscillando pericolosamente, ma poi era arrivata con niente di rotto, dicendo:

- Guarda che brava, non ne ho versato nemmeno una goccia!- solo che purtroppo, dicendo questo, fece oscillare pericolosamente il bicchiere versando un po’ del contenuto addosso a Josh, che non riusciva a smettere di ridere. L’aveva presa per un braccio e l’aveva fatta sedere. - Siediti, equilibrista!-

A fine serata Andie si era quasi addormentata al tavolo, mentre Josh si stava riprendendo lentamente dalla ridarella continua che aveva avuto per tutta la sera. Quanti altri giri avevano fatto poi, non se lo ricordava nemmeno, ma dal conto che gli aveva portato il cameriere pensò che dovevano essere stati davvero tanti.  Reggendo Andie si era avviato all’uscita del locale, aveva fermato un taxi e poi se l’era dovuta portare in braccio fino al secondo piano.

In vino veritas? Forse è proprio vero che l’alcool fa vedere molte cose per quel che sono. Josh infatti si era reso conto che, per quanto facesse finta di niente, ormai non riusciva più a vedere Andie sotto la stessa luce in cui l’aveva sempre vista.  A caldo quella frase l’aveva colpito, certo, ma non si era fermato a rifletterci su, ci aveva ripensato solo quando dopo la sbronza aveva messo Andie a letto: E’ successo che si volevano fare una scopata, se la sono fatta, e adesso sono entrambi contenti a casa loro a gloriarsi di quanto sono uomini.

Non che non sapesse come andavano certe cose, ma chissà perché non riusciva a pensare ad Andie che andava a letto con qualcun’altro, e ogni qual volta che ci pensava, gli veniva in mente quanto fosse stupida questa cosa, si metteva a ridere come un cretino. Andie era una donna, come le altre. Un giorno avrebbe anche potuto venirsene fuori con un fidanzato, e addirittura con un anello al dito e lui avrebbe dovuto essere contento per lei, come aveva sempre pensato che lo sarebbe stato quando tutto ciò si sarebbe verificato. Insomma, Andie non era mai stata sua, e forse non lo sarebbe mai stata, ma quel forse non implicava una speranza?

 

Dominic si era svegliato tardi, come prima cosa, senza nemmeno alzarsi dal letto aveva telefonato a Elijah.

- Lij…-

- Ah, eccoti, finalmente…- aveva risposto Elijah sentendo la voce ancora assonnata di Dominic al telefono

- Ieri notte ho fatto tardi, non ti ho telefonato per questo.-

- Se, se… oggi che hai da fare? Se non hai da fare niente fiondati qui, ci sono Billy e Viggo. Oltre che Orlando, incazzato nero con te.-

- Perché?- aveva detto lui ancora mezzo addormentato. Orlando in quel momento era subentrato al telefono al posto di Elijah.

- Perché sei uno stronzo!- aveva esordito.- Sono venuto a cercarti agli studi e tu, signorino, avevi proibito categoricamente di farti rintracciare!-

- Buongiorno Orlando…-

- Si, buongiorno, se vuoi ti do anche la buonanotte. Alza quelle chiappe dal letto, come se non ti vedessi che sei sempre sotto le coperte, e vieni qui. Ci facciamo quattro risate.-

Dominic alla fine aveva accettato.

- Va bene, datemi un’ora e arrivo.- , aveva biascicato, e poi aveva riattaccato il telefono.

Anche Orlando dall’altro capo del filo aveva attaccato, Elijah aveva subito chiesto:- Arriva?-

- Ha detto che passa tra un’ora.-

- Lij, ma che gli prende a Dom? C’è qualcosa che non va?- aveva chiesto Billy.

- Fattelo spiegare da Orlando, la colpa è sua.-

- Ma non è vero!- aveva detto Orlando fingendosi offeso e mettendo il muso, - Se mai è più tua che mia!-

- Allora, ma mettetevi d’accordo! Ci dite o no che succede?- aveva esordito Viggo.

Elijah e Orlando spiegarono quello che era accaduto, quando finirono subito Billy aveva alzato la mano, quasi come se fosse a scuola. - Io ho una domanda!- disse, in tono scherzoso. - Ma vi siete picchiati? No, perché se ci deve ancora essere una rissa, non me la voglio perdere!- Gli altri avevano riso.

- Cazzate a parte, tra voi io immagino che sia tutto a posto. Vero?- aveva continuato.

Orlando assunse un’aria pensierosa. - Io penso di sì… almeno spero. Anche perché, da parte mia non c’è alcun problema.- Poi intervenne Elijah.

- Sembrava che ce l’avesse più con me, per essere sinceri. Io avrò anche fatto una cazzata, ma non è che sono cose semplici da dire: guarda, ti stai prendendo una cotta per una che l’ha data anche al tuo amico mentre nel frattempo usciva con te…- aveva detto facendo una vocetta ridicola e gesticolando frettolosamente.

- Certo che siete complicati. - aveva sentenziato Billy.- Chissà quante belle figliole c’erano in quel locale, voi proprio la stessa dovevate prendervi! Ho capito che era seduta al tavolo con voi, ma un giro a vedere che aria tirava, non vi andava di farlo?-

- Io ero andato, avevo bevuto come una spugna…se non stavo attento rischiavo di cadere anche dalla sedia, poi mi sono fatto forza e ho girato un po’, ma l’equilibrio era precario. Dom è stato quasi sempre in giro, ma poi tornava sempre.-

Poi, come capitava spesso, avevano cambiato del tutto discorso, non tornando più sull’argomento. Quando Dominic li aveva raggiunti erano usciti tutti insieme, erano andati in un locale del centro e avevano pranzato per poi tornare nuovamente a casa di Elijah. Dominic sembrava piuttosto tranquillo, anche se tutti avevano potuto notare qualcosa di anomalo nel suo comportamento. Avevano cercato di evitare l’argomento, quando ad un certo punto era stato lui stesso a tirarlo fuori, il che aveva causato non poco imbarazzo, in quanto gli altri, specialmente Billy e Viggo, non avevano un’idea precisa della faccenda, almeno finché non chiesero al diretto interessato e ascoltarono la sua versione.

Seduti nel soggiorno stavano tutti ascoltandolo: - Io non capisco tutta questa preoccupazione per me, voglio dire, ho solo sbagliato nel valutare una persona, mica ho una malattia incurabile!- Aveva detto Dominic sorridente. - Via, mica penserete che me la prendo tanto per una che mi sono fatto un paio di volte? Dai!-

Gli altri ne avevano convenuto. - Comunque, voi giovincelli non ci sapete proprio fare…- aveva commentato Viggo con aria di chi la sa lunga. Dominic allora si era alzato e messo in ginocchio davanti a lui dicendo:- Ti prego, saggio… illuminaci con la tua conoscenza!-

- Se tu prendessi un po’ meno per il culo sarebbe meglio, - gli rispose mentre gli altri ridevano, - tuttavia ti elargirò parte del mio sapere, a te e a quell’altro là - e indicò Orlando.

- Primo, la prossima volta mettetevi d’accordo.-

- Giusto! Potreste portarvi dietro dei post-it colorati e attaccarli sulle spalle delle ragazze che incontrate nei locali, se uno vede che la ragazza è già contrassegnata, va altrove.- Disse Billy fingendosi serio.

- Mh… buona idea. A Orlando per Natale allora gli regalo una bella scorta di post-it rosa.- aveva detto Dominic, scatenando la reazione di Orlando che gli aveva fatto una boccaccia fingendo una risata:- Ah ah ah! -

- E secondo, mastro Mortenses? – aveva poi continuato facendo un inchino verso Viggo.

- Secondo, siete due cretini!-  Orlando e Dominic l’avevano guardato perplessi.

- Questo è un dato di fatto, non è un consiglio! Se vuoi fare il saggio, fallo come si deve! - aveva commentato Elijah.

- Se solo mi dessi la possibilità di farlo, lo farei. E bada bene, che sono consigli utili anche per te che sei più giovincello di quei due!-

- Mi scusi, mastro Mortenses… non mi permetterò mai più.- aveva risposto Elijah assumendo un’espressione contrita.

- Allora, se avete finito con questo sarcasmo da quattro soldi, vi dico la mia.-

Gli altri lo invitarono a parlare, sempre facendo i buffoni.

- Secondo…- Viggo fece una pausa ad effetto guardandoli uno per uno, accertandosi che non ci fossero altre battute in arrivo, - io all’età vostra mi divertivo come un matto, di stupidaggini ne ho fatte tante e ho fatto anche cose che non vado fiero di aver fatto, è normale. Ora, tu hai fatto un bell’errore di valutazione, capita, ma quante volte tu hai fatto il gioco sporco con qualche ragazza? Insomma, lo so come vanno queste cose, lo facevo anch’io…-

- Ah, lo facevi, e ora?- intervenne Billy facendo ridere tutti.

- A parte le battutacce, quello che volevo dirvi, è che dovete fare i bastardi anche voi. E dopo, nemmeno vi dovete sentire in colpa, perché questa tipa non avrà altro che quello che si merita.-

Gli altri quattro si scambiarono uno sguardo d’intesa e all’improvviso si alzarono tutti quanti in piedi applaudendo Viggo. - Grande discorso Viggo, mi hai commosso!- disse Orlando fingendo di avere le lacrime agli occhi. Gli altri lo seguirono, facendo finti singhiozzi.

- Sfottete, sfottete… tanto ho ragione!-

- Va bene, allora proponici qualcosa.- aveva detto Orlando.

- Proporvi che, ma continuate a divertirvi con lei no, se vi va!-

- Io l’avrei richiamata in effetti, se solo non fosse scoppiato questo casino. Sono sempre in tempo però. Non ti scoccia Dom, vero?-

Elijah guardò con disapprovazione Orlando, ma lui non lo notò. Ma non sarebbe stato meglio metterci una pietra sopra e via, diceva tra sé e sé, su questa faccenda? Perché complicarsi la vita?

D’altro canto a Dominic non piaceva per niente quell’ipotesi, sapeva benissimo di aver finto indifferenza fin dall’inizio e l’idea che Orlando continuasse a vedere Andie lo disturbava non poco.

- No, perché dovrebbe scocciarmi? - aveva risposto tranquillo. Per dimostrare ancora di più a se stesso e agli altri che non gli importava niente aggiunse:- Perché non la chiami ora, al viva voce, sono curioso di sentire che ti dice!-

- Ecco! Questo intendevo!- esclamò Viggo. Dopo due minuti erano tutti intorno al telefono ad ascoltare.

Aveva fatto il numero del suo ufficio, la segretaria gli aveva passato la chiamata.

- Si?-

- Andie, sono Orlando.-

 Andie nel sentirlo aveva fatto un’espressione poco felice, si era sforzata di essere gentile.

- Ciao, come stai?-

- Non c’è male, tu?-

- Anch’io.- aveva risposto senza tirarla per le lunghe.

- Senti, ti ho chiamata perché mi sarebbe piaciuto uscire nuovamente con te, magari stasera. Ti va?-

Andie aveva la testa che gli scoppiava, in quel momento non aveva proprio voglia di parlare con Orlando. Avrebbe preferito scaricarlo di persona, ma non voleva continuare con questo teatrino, quindi fu più diretta che poté.

- Non vorrei sembrarti sgarbata, ma sinceramente non credo che sia il caso.-

Nel soggiorno di Elijah, tutti trattennero una risata, Dominic si era sentito piuttosto sollevato. Orlando fulminò tutti con un’occhiata, non si aspettava di essere scaricato e la cosa non gli era piaciuta nemmeno un po’.

- Avrei preferito non dirtelo per telefono, ma purtroppo è andata così.- aveva continuato Andie.

- Si, si certo…- aveva detto non molto convinto Orlando. – Magari ci vedremo ancora, chi lo sa.-

Andie non ne poteva più, quel tono le dava sui nervi, non volendo rispose piuttosto secca a quell’affermazione:- Io non credo proprio, ma è vero che le coincidenze capitano.-

Nuovamente gli altri trattennero una risata, Billy aveva affondato la faccia in un cuscino per calmarsi, Elijah addirittura si era allontanato. Orlando chiuse in fretta la telefonata e, non appena furono sicuri che potevano, tutti erano scoppiati in una risata.

- Che tipino!- commentò Viggo.

Dopo un po’ erano tutti tornati alle loro occupazioni. Con Viggo si sarebbero visti la sera successiva, alla famosa festa, gli altri invece decisero di prendersi una serata di svago in un locale.

 

- Wow, ma che bel ragazzo! Come sei in tiro! Prevedo broccolaggio a volontà per stasera!- Aveva commentato Elijah vedendo Dominic uscire dalla hall del suo albergo vestito di tutto punto.

- Che gran bel pezzo di figliolo sono, vero?- aveva risposto lui, mettendosi in posa. - Dove si va?-

- Al Webster Hall. Orlando e Billy ci aspettano là.

Il locale era strapieno, si faceva fatica solo a camminare. Elijah si mise a cercare Orlando e Billy tra la folla, fortunatamente loro li scorsero per primi chiamandoli al tavolo.

- Dom, Lij!- Orlando aveva richiamato l’attenzione verso un tavolo non distante dal loro.

- Mh…però, ma che simpatiche ragazze sembrano essere!- aveva commentato Elijah. - Dom, con quale ci proveresti? No, dimmelo subito, almeno io ci provo con un’altra!-

- Ma fanne meno, tanto appena vedono me, a voialtri, nemmeno vi guardano!-

- Si, si, ci credo solo quando le vedo caderti ai piedi!- aveva detto Billy. -

Avevano ordinato da bere, guardandosi un po’ intorno e chiacchierando come al solito, poi Orlando e Billy erano andati a fare un giro per vedere che aria tirava. Elijah colse l’occasione per chiacchierare un po’ con Dominic, dato che il comportamento che aveva tenuto per tutto il giorno non lo convinceva. In effetti

si lamentava ogni tanto di essere quello che raccoglieva sempre le confidenze tra loro, ma di fatto quel ruolo gli piaceva. Non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura però.

- Insomma, scegli una delle due, mica vorrai stare a tergiversare tutta la sera? -

Dominic si era girato nuovamente verso quel famoso tavolo. - Non saprei, ci penso altri cinque minuti e ti dico.- gli aveva risposto non tanto convinto.

- Mi sa che te stasera non hai tutta questa voglia di fare conoscenze, o sbaglio?-

Dominic si era irrigidito subito. - No, ma che dici? T’ho detto che ci penso.-

- Ok, ok… pensaci. Però non me la racconti giusta.-

Elijah era sulla buona strada, Dominic si girò nuovamente sull’obiettivo e scrutò bene, per evitare lo sguardo indagatore dell’amico.

- Io voglio la bruna, ha le tette più grosse!- esordì Dominic ridacchiando.

- Che occhio clinico!- disse ridendo Elijah.- E va bene, è andata.-

Dicendo questo aveva fatto un cenno al cameriere che era andato al loro tavolo un momento dopo. Avevano chiesto che portasse un altro giro di quello che stavano già bevendo alle ragazze, poi avevano aspettato.

Quando Orlando aveva fatto per tornare al tavolo, vide che i due erano in buona compagnia e li lasciò ai loro passatempi. Con un cenno della mano cercò di chiamare Dominic che lo vide, scusandosi l’aveva raggiunto.

- Come butta?- aveva chiesto Orlando curioso.

- Non c’è male.-

- Come sei ermetico…-

- Si, ci stanno, ci stanno! E te?-

Orlando aveva scosso la testa con espressione sconsolata.

- Oh poverino!- gli rispose Dominic prendendolo in giro. - Oggi proprio giornata no, eh?-

- Spiritoso… Billy è andato via, ha detto di salutarvi.-

- Accompagnato?-

- Secondo te?- quindi aveva dato un’eloquente occhiata a Dominic. - Me ne vado anch’io, per stasera ho dato abbastanza.-

- Non ti sciupare troppo, mi raccomando!- disse ridendo.

- Nemmeno te… e dacci sotto!-

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Capitolo 16
*** Una chiacchiera di troppo ***


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16. Una chiacchiera di troppo

 

Per Andie quel venerdì era l’ultimo giorno di lavoro prima di Natale. Aveva diverse cose da sistemare, sarebbe stata una lunga giornata di lavoro e quando Josh l’aveva chiamata per invitarla a pranzo aveva dovuto rifiutare.

- Ma dai, quant’è che non rivedi Tom? Gli avevo assicurato che ci saresti stata anche tu, non puoi darci buca! E poi quando ricapiterà mai che siamo tutti a New York?-

- Me lo dovevi dire per tempo, almeno avrei potuto organizzarmi. Mi dispiace… magari vengo a trovarvi dopo che avete finito. Dove andate a mangiare?-

- Al Tribeca.- disse subito Josh.

- E io che te lo chiedo anche! Va bene, ti telefono se ce la faccio.-

Per quanto avesse fatto, Josh sapeva che non l’avrebbe schiodata da quella sedia, infatti era piuttosto scettico sul fatto che Andie sarebbe venuta anche solo per un momento. Tom era un loro compagno di università con il quale Josh aveva mantenuto buoni rapporti. Andie invece, l’aveva perduto di vista.

Dopo l’università si era trasferito a Cleveland e dato che lei non si muoveva mai da New York non c’erano state occasioni di incontrarsi. Andie era curiosa di vedere che tipo era diventato, e di certo le sarebbe piaciuto vedere la faccia che avrebbe fatto lui nel rivederla. Era così cambiata da quei tempi. Pensando questo si era rimessa subito sotto a lavorare, voleva assolutamente avere il tempo per raggiungerli.

 

All’una Josh stava aspettando Tom fuori dal Tribeca Grill in Greenwich Street. Appena era arrivato erano entrati e si erano fatti dare un tavolo. Avevano già ordinato e stavano chiacchierando aspettando che arrivassero i loro piatti, quando Josh aveva scorto Dominic che entrava nel locale con una persona che lui non conosceva. Sperò di non essere visto, intanto continuò come se niente fosse a chiacchierare con Tom senza badarci tanto. Quando dopo un po’ Andie l’aveva chiamato per dirgli che aveva una mezz’ora di tempo per passare da loro, lui gli rispose che erano ancora al Tribeca e che l’avrebbero aspettata. Girandosi per rimettere il suo telefono cellulare nella tasca del cappotto, scorse Dominic con la coda dell’occhio, pochi tavoli dietro il suo. Si era dimenticato che ci fosse anche lui, ed Andie sarebbe arrivata a minuti. Si sentì un cretino per un momento, ma poi si rassicurò, pensando che non sarebbe stato un problema per nessuno. Dopo poco l’avevano vista entrare.

Dominic entrando aveva riconosciuto Josh, ma non aveva ritenuto opportuno fermarsi a salutarlo, in fondo lo conosceva appena, quindi fece finta di niente e non disse nemmeno a Billy che c’era. Tranquillamente avevano preso un tavolo e si erano seduti a chiacchierare. Certo era che quando aveva visto entrare Andie frettolosa e raggiungere Josh al tavolo, ne era rimasto colpito. Billy era girato verso di lui e non vedeva l’entrata del locale, ma aveva notato che Dominic si era distratto dalla conversazione guardando chissà che cosa e si era interrotto.

- Ci sei Dom? Visto un fantasma?- Dominic allora aveva riportato il suo sguardo verso l’amico, sorridendo. - Scusami, è che ho visto una persona…- fece una breve pausa, poi continuò.- Entrando avevo visto Hartnett al tavolo, ma lei non l’avevo vista. Credo sia arrivata adesso.-

Billy si incuriosì, capì che poteva essere la famosa Andie. - Mica sarà chi penso?- aveva chiesto.

Dominic annuì e Billy non se lo fece ripetere due volte, senza dare troppo nell’occhio si girò per guardarla, rimanendo di sasso. Gli avevano detto che era piuttosto bella, ma non s’immaginava così.

- Oh cielo!- aveva commentato, tornando a girarsi verso Dominic.

- Eh già…-

- Ma da dove esce certa bella roba?- chiese Billy ironico.

Dominic fece spallucce.- E che ne so! Se lo sapessi andrei a chiedere le istruzioni per l’uso!-

Andie non si era trattenuta molto, aveva preso giusto un caffè con loro ed era scappata nuovamente in ufficio. Non molto dopo anche Josh e Tom si erano alzati dal tavolo. Josh si era girato appena un momento, e nel rimettersi il cappotto, il suo sguardo si era incrociato con quello di Dominic creando una di quelle situazioni imbarazzanti per cui necessariamente aveva dovuto salutarlo. All’inizio gli fece un cenno con la mano al quale Dominic rispose, poi si avvicinò per salutarlo di persona.

- Non ti avevo visto entrando, come va?- gli aveva detto Josh dandogli la mano.

- Non c’è male, grazie.- gli aveva risposto Dominic. Gli aveva presentato Billy quindi, Josh gli aveva stretto la mano anche a lui.

- Immagino che ci vedremo stasera, da Elijah.- aveva detto Josh.

Dominic non sapeva che ci sarebbe stato anche lui, rimase sorpreso. - Immagino di si, noi ci saremo sicuramente.-

Josh quindi salutò i due e raggiunse Tom che intanto, mentre lo stava aspettando, era uscito a fumare una sigaretta.

Tom non molto dopo se ne era andato via, il suo volo partiva nel pomeriggio, quindi Josh l’aveva accompagnato all’aeroporto e aveva aspettato con lui fino a che non avevano chiamato i passeggeri. Appena l’aveva lasciato si era diretto verso l’uscita, per prendere un taxi. Mentre era in coda per prenotarne uno, vide anche che c’era Dominic. La prima reazione fu di stupore assoluto, oltre che di fastidio: era mai possibile che con la moltitudine di persone che circolano ogni giorno a New York lui dovesse proprio incontrare quel tipo? E non era nemmeno la prima volta quel giorno. Il caso si stava prendendo gioco di lui! Ormai non poteva fare finta di non averlo visto e andare altrove, perché l’aveva notato anche Dominic, che aveva alzato la mano in gesto di saluto. Si avvicinò quindi, cercando di apparire tranquillo come meglio poteva.

- Sembra che oggi non sia possibile evitarci!- aveva detto sorridendo Josh.

- Davvero!- Aveva commentato Dominic, senza aggiungere altro, per evitare di far trasparire quanto anche lui fosse seccato di averlo incontrato.

- Ho accompagnato un amico a prendere l’aereo.- continuò Josh, tanto per non stare in silenzio.

- Io invece sono venuto per prenotare il volo per domani, per tornare a casa per le feste.- Quindi c’era stato un altro momento di silenzio, e questa volta era stato Dominic a romperlo.

- Tu passerai qui le feste?-

- No, domenica parto anch’io, ma ho già prenotato il volo da un po’.-

- Sei più furbo di me.- aveva detto Dominic. - Io me ne sono dimenticato, sono stato fortunato a trovare un posto disponibile. In genere, a dire il vero, c'è chi se ne se occupa per me, infatti adesso che dovevo fare tutto da solo me ne sono completamente dimenticato. Avrei telefonato, ma mi sono detto che forse era meglio venire di persona, è il weekend prima di Natale, e tanto non ho niente da fare per tutto il pomeriggio.-

Senza nemmeno accorgersene avevano cominciato tranquillamente a chiacchierare, quando arrivò un taxi.

- Allora ci vediamo stasera.- aveva detto Josh, salutandolo. Dominic aveva risposto al saluto, ma una momento prima di salire si era fermato girandosi nuovamente verso di lui.

- Devi tornare in centro? Se vuoi, possiamo andare insieme.-

Josh si era un po’ rilassato in quei minuti, per altro c’era un sacco di gente che aspettava di trovare un taxi, probabilmente ci sarebbe voluto un bel po’ prima di trovarne uno libero, quindi accettò.

Aveva dato al conducente l’indirizzo dell’albergo dove stava, quindi erano partiti e durante il viaggio avevano continuato a fare conversazione.

Josh era piacevolmente sorpreso da Dominic, da quello che dicevano di lui in giro e da quel poco che aveva potuto vedere fino ad allora, si era fatto l’idea che fosse un burlone che aveva avuto come unica fortuna di essere stato scritturato da Jackson per il Signore degli Anelli, ma parlandogli gli stava facendo tutt'altra impressione. Si stava convincendo sempre di più che fossero solo maldicenze dettate dall’invidia.

Il taxi si era fermato davanti all’albergo dove stava Josh, e i due erano rimasti proprio nel bel mezzo di un discorso, quindi Josh colse l’occasione di prolungare quella conversazione.

- Se non hai niente di meglio da fare, prendiamoci un caffè. Io ho il pomeriggio libero.-

Dominic si stupì non poco di quella proposta perché non credeva di essergli molto simpatico, accettò anche se non si sentiva propriamente a suo agio.

Mezz’ora più tardi erano seduti in un caffè di Manhattan a parlare dei loro lavori precedenti e futuri.

- Una cosa che ti invidio è che hai lavorato con Scott.- stava dicendo Dominic.- E’ uno dei miei registi preferiti, se da lui mi arrivasse una qualche proposta accetterei senza pensarci nemmeno un po’.-

- In effetti è una persona estremamente in gamba, mi è piaciuto molto lavorare con lui. Certo, Orlando può dirtelo quanto me, se non meglio. Ha girato già due film con lui.-

Si, infatti.- aveva risposto Dominic annuendo. Poi, ridacchiando aveva continuato:- L’avevo pregato di mettere una buona parola per me, ma ci scommetterei, quel disgraziato invece che parlargli bene gli avrà detto cose del tipo: quel Monaghan non capisce un cazzo, Sir Scott, se ne tenga lontano! Orlando quando vuole è un gran bastardo!-  Josh aveva riso.

Rimasero insieme circa un’ora, poi ognuno era tornato alle sue occupazioni. Dominic aveva passato un bel pomeriggio, non si stupiva che Josh gli fosse riuscito simpatico dopo tutto, Elijah e Orlando gli avevano sempre parlato bene di lui. Tra l’altro, nemmeno per errore Andie era mai uscita allo scoperto in quella conversazione, anche se lui ci aveva pensato tutto il tempo. Tornando in albergo a piedi aveva pensato che se proprio avesse voluto avere delle delucidazioni su quella ragazza a chi meglio poteva chiederle se non a lui, che la conosceva da molto?

 

Josh era rimasto male quando aveva visto qual’era la portata di quella festa. Sperava che fosse una cosa più ristretta, per amici intimi, ma evidentemente Elijah conosceva tanta gente. Era entrato nel salone titubante, quasi come se avesse qualcosa da nascondere, ed era rimasto un po’ in disparte fino a che Elijah non l’aveva visto e gli era andato incontro.

Gli erano state presentate diverse persone, era entrato un po’ in confusione, sperava di non doversi ritrovare a parlarci dato che non ricordava neanche più un nome. Con Dominic si salutarono appena, perché Josh fu letteralmente rapito da Elijah che gli disse di voler parlare con lui.

Josh aveva temuto che lui gli avrebbe fatto qualche domanda sulla questione di Andie dato che non ne avevano più parlato, ma sperava che, dato che la storia si era conclusa, non ci fosse più niente da dire.

Elijah era bravo a creare certe situazioni, attaccava un discorso qualsiasi e poi arrivava dove voleva. Anche quella volta, trovandosi a parlare nel piccolo soggiorno non lontano da dove si svolgeva il grosso della festa, gli aveva chiesto quali erano i suoi progetti per le vacanze e poi avevano parlato nuovamente di qualche riserva che Elijah aveva ancora nell’accettare quella parte che gli avrebbe visti nuovamente insieme sul set, poi era giunto al dunque.

- Arrivo puntuale con una delle mie domandacce…-

- Andie?- aveva chiesto subito Josh intuendo dove Elijah voleva andare a parare. Lui sorrise, sentendosi scoperto.

- No, solo che mi interessava sapere che cosa sai di nuovo, qui è scoppiato un mezzo casino.-

- In che senso? Problemi tra Orlando e Monaghan?-

- Questo no fortunatamente, piuttosto è che è successa una cosa che non mi aspettavo, anzi più d’una.-

- A me Andie ha detto ben poco, solo che è già finito tutto.-

- Si, questo è vero, lo so, solo che ho paura che per qualcuno non sia finito un bel niente.-

Josh a quel punto aveva guardato Elijah perplesso, non capiva a che cosa si potesse riferire. Da quello che Andie gli aveva detto, e che lui di certo non gli avrebbe riferito, era stata una cosa fisica. Punto. Però lui vedeva la cosa da una prospettiva diversa da quella di Elijah, e doveva comunque ammettere di non sapere niente di come si fossero evolute le cose da quando era letteralmente scappato da casa di Andie quella domenica mattina.

Elijah aveva notato l’espressione di Josh, quindi continuò.

- Senti, io l’altra volta al telefono sono stato un po’ brusco, mi dispiace dirtelo dato che mi sembra di aver capito che questa ragazza ti sta a cuore, ma non si è comportata bene. Per dirla tutta, è stata veramente una stronza.-

- Stronza addirittura? Ma di che parli Elijah!- aveva detto Josh stupito.

- Dom ha perso la testa per lei, è palese anche se fa finta di niente, tu avresti dovuto vedere la sua faccia quando Orlando gli ha detto che usciva con lei.-

- Non è che forse ha capito male lui per primo? No, perché parlandoci chiaro, sappiamo entrambi come vanno certe cose. E se permetti, mi sembra assurdo che continuiamo a pensare che ragioniamo così solo noi maschi.- aveva risposto un po’ alterato.

- Certo che ti preme più di quanto credo questa! Allora ti dico una cosa. - anche  Elijah aveva cambiato tono di voce, fece una pausa. - Dom non ha cercato di farsela appena l’ha conosciuta, se doveva andare per una scopata e basta evidentemente è lei che ha mandato segnali diversi.-

- Ma questa è bella, Elijah!- aveva esclamato Josh. - Come se non ti fosse mai successo di stare dietro a una solo perché vuoi scopartela!-

- Si, ma se ti dico che non era quella la situazione, tu credimi. Insomma, ormai Dom lo conosco da un po’, potrò dire questo con sicurezza! Tra l’altro mi dispiace che finiamo sempre per incazzarci quando parliamo di questa cosa. Chiudiamola qui, sarà meglio.-

Era dispiaciuto sinceramente, come Josh del resto, che di certo non era molto contento di avere sempre quella reazione nel parlare di Andie.

- Si, hai ragione, dispiace anche a me. - disse, appoggiandogli una mano sulla spalla. Elijah poi si era scusato ed era andato parlare con altre persone. Josh era rimasto per un po’ seduto su quel divano, mettendosi a pensare, ma poco tempo dopo si era sentito chiamare. Si era girato verso la porta.

- Jordana! Quanto tempo!- Era un bel po’ che non vedeva Jordana Brewster, praticamente da dopo aver girato “The Faculty” e aver portato a termine la campagna pubblicitaria per Tommy Hilfiger.

- Non mi sarei mai immaginata che ci fossi anche tu, Elijah non me l’ha detto.-

Già ai tempi di The Faculty, quindi ben sette anni prima, Jordana gli era risultata spesso logorroica e noiosa. A Josh era simpatica, non lo negava, ma a volte non la poteva sopportare. Stette per quasi un’ora a sentirla lamentarsi per i ruoli che le offrivano e per non aver mai avuto una vera buona occasione. Josh provava anche un certo dispiacere nel sentirla così insoddisfatta, ma non aveva propria voglia di sorbirsi quello sfogo quella sera. Tutto quel gran baccano e quella gran moltitudine di gente l’aveva già scocciato.

Dopo essersi finalmente liberato di Jordana, era uscito a fumare una sigaretta. Aveva aperto una delle porte a vetri che davano sul giardino e, dopo aver fatto pochi passi si era seduto su dei gradini. I rumori della sala giungevano attutiti e, anche se faceva molto freddo, era piacevole stare li. Tirò fuori da una tasca del cappotto l’accendino e si accese la sigaretta, poi, appoggiando i gomiti un paio di gradini sopra a quello dove era seduto, aveva mandato indietro la testa alzando gli occhi la cielo. Casa di Elijah non era molto decentrata e, a causa delle molte luci non si vedevano le stelle, Josh allora riportò i gomiti sulle ginocchia e si mise a fissare il gradino più basso.

Aveva finito la sigaretta già da qualche minuto, ma era ugualmente rimasto fuori a godersi quella calma, quando sentì un rumore e si accorse che nella semi oscurità c’era qualcuno che aveva avuto la stessa sua pensata, e forse anche molto prima di lui.

Josh nel sentire quei passi che si avvicinavano si era girato di scatto. Aveva alzato gli occhi in alto per vedere di chi si trattasse.

- Ciao. Che ti ho spaventato?-

- No, solo che pensavo di essere solo, non me l’aspettavo.-

- Io è già un po’ che sto la, su quelle scale. Ti ho visto uscire.- aveva detto Dominic indicando la rampa di scale dietro a Josh. – Ero al buio, non mi potevi vedere. C’è un gran casino lì dentro, vero?-

- Già, c’è un gran casino. E poi io non sono molto festaiolo, non so se mi spiego.-

- Si, me lo diceva Lij che ti saresti isolato subito vedendo quanta gente c’era. Ti dispiace se mi metto qui a fissare il vuoto con te?-

Josh abbozzò un sorriso. - Fai pure!- gli rispose.

Rimasero in silenzio un altro po’, nel frattempo Dominic continuava a rimuginare su quanto fosse opportuno farsi consigliare da Josh. Il suo problema era che non se la sentiva di parlarne troppo con i suoi amici, anzi, per dire il vero non se la sentiva di parlare proprio con nessuno di questa faccenda, perché in fondo se ne vergognava.

Josh intanto si era acceso un’altra sigaretta e l’aveva finita, quando Dominic aveva cominciato a parlargli.

- Io spero che non mi prenderai per un cretino, o un tipo strano se ti faccio una domanda. Insomma, lo so che ci conosciamo appena, ma ho pensato che se non lo chiedo a te, non posso chiederlo a nessun altro.-

Ci risiamo!, pensò Josh, vuoi vedere che anche lui adesso attacca a parlare di Andie? Che palle!

Tuttavia educatamente aveva risposto a Dominic:- Spara, che vuoi sapere?-

- E’ una cosa un po’ lunga, mi sa che è meglio che torniamo dentro, o ci congeliamo.-

Tornarono nel piccolo salotto dove fino ad una mezz’ora prima Josh aveva ascoltato la Brewster. Si era incuriosito, ma era comunque sempre abbastanza in dubbio, differentemente da quello che si aspettava di sentire però, Dominic cominciò a raccontargli tutta quella storia dall’inizio.

Nelle sue parole aveva riconosciuto una buona descrizione di Andie. Dominic aveva notato dei gesti, delle espressioni, delle sottigliezze, che lui stesso aveva impiegato anni a decifrare, e mentre il suo racconto andava avanti si rendeva conto che quello che gli aveva detto Elijah era vero. Dominic gli aveva spiegato a fondo certi particolari, a volte Josh l’aveva interrotto solo per affermare di conoscere bene quel tipico comportamento di Andie, a volte per ridere di certe cose e rimarcarle.

Era molto che parlavano, Josh non avrebbe saputo dire quanto di preciso, quando Dominic arrivò alla fine. - Tutta questa introduzione, tanto per arrivare alla mia famosa domanda.- Respirò profondamente, prendendosi una pausa. – Secondo te, dato che la conosci, mi ha mentito tutto il tempo? Io non riesco a crederci, e direi che non voglio nemmeno.-

Josh non sapeva cosa rispondergli, era ancora troppo stupito quella narrazione.

Da quanto poteva conoscerla Dominic? Due settimane? Eppure lui in quelle due settimane aveva appreso così tanto su di lei da poter competere con lui, che la conosceva da anni. Certo, forse Josh sapeva di più dei fatti della vita di Andie, l’aver condiviso certe esperienze con lei era sicuramente una cosa che lo rendeva più cosciente di chi fosse Andie veramente. Eppure c’erano state delle piccole cose, dei dettagli appena, ai quali Dominic aveva accennato che a Josh risultarono assolutamente nuovi.  E quelli, sì, l’avevano scosso, in quanto denotavano un interesse da parte di Andie per Dominic che per lui non aveva mai avuto.

Era rimasto per pochi secondi in silenzio, seguendo quel filo di pensieri.

- Hai fatto una faccia strana.- disse imbarazzato Dominic. – Ti ho messo a disagio?-

- No, no - mentì Josh, facendo segno di no con un dito e sorridendo lievemente. – E’ solo che è difficile risponderti, perché mi rendo conto che la situazione è complessa.-

Se avesse voluto dire la verità, avrebbe dovuto ammettere che c’era stato un gran bel fraintendersi in quella faccenda e che Andie probabilmente, se Dominic avesse continuato a lavorarci su con un po’ di pazienza, prima o poi gli avrebbe dimostrato di provare quello che provava lui. Ma in fondo, non voleva dargli quell’opportunità e privarsene per se stesso, anche se in quel momento era molto arrabbiato con Andie. Era una cosa assolutamente fuori dal razionale, Josh lo sapeva, ma non aveva potuto trattenerla.

- Ho come l’impressione che lei abbia avuto paura, o che abbia capito che non sei il tipo giusto e che per pigrizia non abbia voluto dirtelo.- Aveva detto la prima stupidaggine che gli era venuta in mente, sebbene inconsapevolmente aveva detto qualcosa di giusto.

- Per farla breve, non hai idea di come spiegarmi questa situazione.- disse Dominic un po’ deluso. Josh sorrise. - In effetti…-

Dominic aveva guardato l’orologio e aveva visto che erano quasi due ore che parlavano.

- Saranno due ore che ti stresso eppure ancora non mi hai mandato a quel paese! Ora però ti lascio andare, giuro!- Josh aveva guardato l’orologio, era quasi l’una di notte.

- Ma che dici, non mi hai stressato. Anzi, mi hai fatto sentire come l’esperto della situazione, anche se hai fatto un buco nell’acqua!-

Si erano salutati ed erano tornati entrambi nella sala grande. Dominic si era unito a Billy che stava conversando con Sean e sua moglie. - Ah, ma allora ci sei! Pensavamo tutti che ti fossi appartato con qualche bella signorina!- Gli aveva detto Sean, prendendolo in giro.

Josh invece ne aveva abbastanza, si mise a cercare Elijah per salutarlo e ringraziarlo, mentre invece si scontrò con Orlando. Si fermò a parlare un minuto con lui, scambiando due parole così, tanto per fare e anche un po’ per educazione, quando anche lui menzionò Andie.

- Che tipa che è la tua amica!- Gli aveva detto scherzando.

Se nelle occasioni precedenti era riuscito a mantenere i suoi pensieri nella sua testa, quella volta, forse anche perché con Orlando si sentiva un po’ più in confidenza, fece uscire tutto improvvisamente.

- Possiamo parlare d’altro per piacere? E’ da quando sono arrivato che voialtri non mi chiedete altro che di parlare di Andie!-

- Ehy! Scusami, non volevo, ma chi te l’ha chiesto?- chiese Orlando incuriosito.

- Prima Elijah, poi Dominic…francamente mi sarei anche rotto le palle!-

- E lo credo bene!- disse ridacchiando. - Allora ti avranno già raccontato del palo che mi ha dato, a pensarci adesso è una cosa esilarante!- rise nuovamente, poi raccontò a Josh di quella telefonata del giorno precedente, dato che nessuno gli aveva detto niente. Dopo disse a Orlando che voleva andare via, quindi fu lui stesso che gli indicò dove trovare Elijah.

Lo aveva raggiunto e salutato, Elijah gli aveva dato una pacca sulla spalla.

- Ho visto che Jordana ti ha sequestrato, eh?-

- Si, abbiamo parlato un po’.-

- Non è cambiata, vero?- disse Elijah ridacchiando, Josh gli sorrise a sua volta, ricambiandogli lo sguardo d’intesa.

Una volta sul taxi aveva dato all’autista l’indirizzo del suo albergo, poi invece aveva cambiato idea e gli aveva dato l’indirizzo di Andie. Sapeva che era tardi e che lei probabilmente stava già dormendo, ma voleva chiarire le cose una volta per tutte.

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Capitolo 17
*** Un'irruzione nel cuore della notte ***


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17. Un’irruzione nel cuore della notte

 

Andie era già sotto le coperte da parecchio, il campanello che suonava l’aveva svegliata. Si era alzata con lentezza e a tentoni, mentre la persona alla porta continuava imperterrita a suonare quel maledetto campanello, era scesa dal letto e aveva cercato l’interruttore della luce.

- Ma chi è il coglione che mi suona a quest’ora?- disse a voce alta, mentre percorreva il corridoio per andare a rispondere al citofono. Rispose a voce bassa.

- Sono Josh.- aveva sentito rispondersi. Aveva aperto il portone e aveva lasciato socchiusa la porta del suo appartamento, intanto era tornata in camera sua a mettersi qualcosa addosso perché indossava solo una maglietta e sentiva freddo.

Quando Josh era entrato era uscita dalla sua stanza.

- Ma che ti salta in mente! Ma lo sai che ore sono?-

- Si, lo so. Ma dovevo parlarti subito, perché ho bisogno di chiarirmi una cosa.- aveva detto lui con un tono freddo. Andie aveva capito che qualcosa non andava, quindi lo incitò a parlare.

- Che cosa?-

- Quanto mi prendi in giro.-

Andie aveva guardato Josh con aria interrogativa. - Ma che diavolo ti prende?-

- Mi prende che mi hai raccontato un mare di stronzate, mi prende che mi hai tirato in mezzo ad un casino di belle proporzioni! Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?-

- No, non mi rendo conto di quello che ho fatto, non ci sto capendo niente! Sei spuntato qui in mezzo alla notte e ti sei messo ad urlare e io dovrei capirci qualcosa?-

- Infatti, come mi aspettavo, figuriamoci se tu avresti mai potuto capire! Ma hai una vaga idea di come ci si comporta nelle relazioni sociali? Sai, ho saputo delle gran belle cose stasera…-

Andie si stava arrabbiando sul serio, non capiva di che cosa stesse parlando Josh e soprattutto perché fosse così arrabbiato con lei, dato che non le sembrava di aver fatto niente che potesse giustificare quella scenata.

- Mi vorresti gentilmente spiegare il perché di tutta questa faccenda con calma?-

- Con calma, allora ti spiego che potevi anche dirmi che tra te e Monaghan c’è qualcosa, o ti vergognavi?-

- Tra me e Monaghan? – aveva chiesto stupita Andie, - Ma tra me e Dominic non c’è niente!-

- Allora dovresti spiegarlo a lui.- aveva ribattuto secco Josh.

- Adesso basta!- aveva detto Andie alzando la voce. - Non accetto una scenata di gelosia da te, non te lo puoi proprio permettere.-

Josh rise. - Una scenata di gelosia? Non è niente di tutto ciò.- aveva risposto asciutto

- Sei un pessimo bugiardo. E lo sai.-

Ad Andie improvvisamente era stato tutto chiaro e non aveva potuto fare a meno sentire una gran rabbia che gli ribolliva dentro. Ma certo che era geloso, non appena aveva visto il suo territorio minato da altri si era mosso per riaffermare che era di sua proprietà, e questo era veramente scorretto da parte sua. Si spiegava così anche la reazione che aveva avuto la settimana prima.

Josh nel frattempo si era reso conto dell’enorme stupidaggine che aveva commesso a presentarsi a quell’ora di notte da lei e aggredendola così. Ormai però, era fatta, non che avesse molte chance di negare l’evidenza.

- Si, è vero, sono un bugiardo.- aveva risposto assumendo un tono più calmo.

Andie che era rimasta in piedi fino a quel momento, mettendo una mano sulla fronte, si era incamminata verso il divano. Si sedette appoggiando i gomiti alle ginocchia e tenendosi il viso con le mani.

Josh non aveva idea di cosa fare, o dire. Per un po’ rispettò quel silenzio che lei gli aveva imposto, ma dopo un po’ cercò di farsi dire qualcosa. Si era avvicinato al divano, dietro a lei, aveva messo le mani sulle spalle di Andie. - Mi dici a che stai pensando?-

Andie si alzò di scatto. La sua rabbia in un momento si era mischiata alla paura, paura di qualcosa che aveva sempre voluto ignorare ma che era sempre stato dentro di lei. Nel preciso istante in cui si era alzata aveva deciso che non avrebbe detto altro se non quello che veramente pensava a Josh, costasse quel che costasse. Cominciò a parlare dandogli ancora le spalle, come se il fatto di non guardarlo in faccia la aiutasse.

- Tu non hai nessun diritto di essere geloso di me. Non hai nessun diritto di venire qui a dirmi che non so comportarmi con gli altri, perché tu non sai come mi comporto con gli altri. L’unica cosa che sai è che io sono stata sempre presente per te, in tutti i modi possibili, perché è sempre stato il solo modo in cui io ho potuto dimostrarti quello che provo.-

- Che vuoi dirmi…- aveva detto lui perplesso, non appena lei si era fermata. Andie si era girata verso di lui.

- Non è abbastanza chiaro? Pensi che sia stato facile per me sentirmi raccontare delle tue storie, delle tue scopate, di Emma… se io non mi accorgo di niente, sai che ti dico? Che sia quello tra noi senza peccato a scagliare la prima pietra! Ti ho aspettato anche troppo a lungo, e solo adesso che ho accettato il nostro rapporto tu ti dimostri geloso! Dovevo andare a letto con altri due uomini e stare anche bene con loro perché tu capissi!- Josh provò a dire qualcosa, ma Andie non gli permise di farlo.

- Non provarci neanche, non voglio stare a sentirti!- aveva detto decisa. Poi aveva fatto una pausa, respirando profondamente.

- Se quello che stai per dirmi è che ti dispiace, allora tienitelo per te, non me ne faccio niente del tuo dispiacere. Se invece, peggio ancora, vuoi dirmi che dovremmo provare ad essere una coppia, te lo puoi togliere dalla testa. Io non voglio che nessuno mi possieda, hai capito? Se decido di avere un legame voglio gestirmelo da sola e come più mi piace, e tu di certo venendo adesso a dirmi che provi dell’amore per me non mi legherai a questo. Quella è la porta Josh - disse indicando l’uscita della sua casa.- Prendi quella porta, e torna solo quando avrai capito, se mai capirai.-

Josh in quel momento aveva mille stati d’animo che si combattevano dentro di lui. Era furioso per le parole che aveva pronunciato Andie contro di lui, ma questo di certo non faceva diminuire l’affetto che provava per lei, questo lo spinse a parlare anche se lei non voleva ascoltarlo.

- Adesso invece tu mi stai a sentire e vedi di aprire le orecchie.- aveva detto deciso. - Tu non mi hai mai dato nemmeno un’ombra di prova che volessi qualcosa di più da me in questi anni, e io non ti ho mai chiesto niente perché il nostro rapporto era comunque bello, uno dei più belli che abbia mai avuto. Meglio questo, che niente. Per quanto riguarda il tuo rifiuto, va bene, ne prendo atto, e di certo non voglio declinare le mie responsabilità in questa storia. Ma ti voglio bene, e lo sai, se non ti dicessi quello che sto per dirti significherebbe che tu per me sei nessuno. Gli altri non sono oggetti che puoi maneggiare come ti pare, ma a quanto pare a te sembra che sia così, dato il tuo comportamento con Dominic ad esempio.-

- Mi spieghi che c’entra Dominic in tutto questo?-

- C’entra, perché si è innamorato di te, tutto questo perché tu gli hai dato la possibilità di farlo. E questo è scorretto, hai dimostrato ampiamente di quanto te ne freghi poco degli altri, che quel tuo essere tanto contraria a farti una famiglia e ad avere legami è soltanto indice del tuo enorme egoismo. Se invece di nasconderti dietro all’enorme paura di vivere che hai avessi provato almeno una volta in vita tua ad entrare in sintonia con le persone che ti stanno intorno, avresti sofferto e sapresti che vuol dire.-

- Ma di che stai parlando, io non ho mai avuto paura di legarmi a qualcuno!- aveva ribattuto Andie.

- E allora perché sei stata zitta tutto questo tempo mentre io cercavo solo di vivere una vita normale? Io ho sofferto, so di che parlo, ma tu sei furba, vero… tu non soffrirai mai, perché non permetterai mai a nessuno di volerti bene e di amarti.- Detto questo fece una pausa, prese il cappotto e si avviò alla porta.

- Perché amare e farsi amare comporta a volte anche della sofferenza, ma tu sei di ghiaccio, i problemi dei comuni mortali non ti toccano mai. Continua pure così, sei sulla buona strada per fare tabula rasa intorno a te, nessuno ti infastidirà più.-

Quindi aveva sbattuto la porta ed era uscito.

 

Un’ora dopo Andie era ancora seduta sul divano del suo soggiorno, con gli occhi spalancati a fissare il nulla e la mente vuota. L’unica cosa che aveva fatto era stata spegnere la luce, per rimanere completamente al buio. Continuava a trovare il comportamento di Josh ingiusto, e nella sua testa era arrabbiata con lui e con se stessa.

Erano tutte cose vere quelle che gli aveva detto, cose che lei aveva sempre cercato di reprimere dentro se stessa e che tutte insieme erano venute alla luce, facendole più male di quello che potesse credere.

Perché non riusciva ad instaurare rapporti con gli altri? Perché aveva paura di legarsi a qualcuno? Perché era sempre sola?

Cominciò a frammentare la sua vita pezzo per pezzo, analizzandola al microscopio e non trovando nemmeno un minuscolo pezzettino che le piacesse. Aveva sbagliato tutto, e non poteva giustificare tutte le scelte scellerate, verso se stessa e gli altri, che aveva fatto con la sola paura di stare male. Josh aveva ragione, nella vita bisogna stare male per vivere davvero. E quello probabilmente era solo l’inizio della sua sofferenza interiore, che sentiva di meritarsi ampiamente.

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Capitolo 18
*** cambiare tutto ***


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18. Cambiare tutto

 

Il fine settimana Andie l’aveva passato completamente sola, nel silenzio della sua casa. A malapena aveva mangiato e dormito, aveva speso il tempo a tormentarsi ripensando ad ogni minimo particolare delle cose che aveva fatto. Improvvisamente era come se fosse nato qualcosa di nuovo dentro di lei, una sensazione che non conosceva bene. Erano sensi di colpa.

Aveva visto chiaro tutto quello che le era accaduto ultimamente e aveva provato vergogna per se stessa. Fin da quando aveva dato il suo biglietto da visita a Dominic, la sera del suo compleanno, era certa di aver fatto tutto per ripicca verso Josh, senza pensarci aveva fatto bene attenzione che lui la vedesse fare quel gesto. Era arrabbiata perché proprio quella mattina lui le aveva chiesto nuovamente se si vedeva con qualcuno e lei, come sempre, era stata impassibile, aveva sorriso mascherando che avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, dicendogli che non aveva bisogno di nessun altro, che era con lui che voleva stare.

E Orlando… era stato facile accettare di uscire con Orlando, addirittura quella volta in particolare era stato Josh stesso a dargli il suo numero…

Ed era sempre stato così. Per otto anni non aveva mai guardato un uomo, respingendo sempre chiunque, aspettando che Josh si decidesse, che capisse. Pur sapendo che lei di certo non l’aveva mai aiutato a capirla, anzi, non aveva fatto niente di niente in nessun senso. E otto anni erano lunghissimi, era stato un gioco al massacro che lei portava avanti da quando ne aveva diciotto, e adesso, a ventisei anni, dov’era? Al punto di partenza. Anzi, aveva giocato sporco con persone che non c’entravano nulla con quella storia, era stata un verme.

L’unico contatto umano che aveva avuto durante il weekend era stata una telefonata di suo zio, un minuto al telefono durante il quale l’uomo le aveva rinnovato l’invito a pranzo per Natale.

Il giorno della vigilia era stato quello più duro da portare avanti, lo studio rimaneva chiuso ed Andie si era trovata a dover gestire tutto quel tempo libero non sapendo proprio cosa farsene. Non che avesse voglia di lavorare, quella crisi che stava vivendo in pieno la prendeva anche sotto il punto di vista lavorativo, ma se almeno avesse dovuto lavorare non avrebbe avuto il tempo di pensare ad altro. Si era alzata molto tardi, si era infilata nella doccia e dopo aveva deciso di uscire. Non sapeva dove andare, voleva solo fare due passi. Aveva tirato fuori dall’armadio la scatola dove aveva riposto i vestiti che metteva ai tempi dell’università, la facevano sembrare un sacco, ma di certo lei in quel momento non si sentiva poi molto diversa. Aveva messo un paio di jeans molto larghi, un paio di scarpe da ginnastica ed era uscita. Il solo movimento che aveva fatto era stato quello di mettere un piede davanti all’altro, senza minimamente badare alla strada che prendeva. Era rientrata diverse ore dopo, il buio era già sceso da parecchio.

La mattina dopo si era svegliata e subito si era preparata per andare da suo zio, e il Natale era passato così, forse meglio dei giorni precedenti, anche solo per il fatto di non essere stata completamente sola.

Poi era tornata a lavorare, a fare sempre le solite cose, come un automa, e poi nuovamente un fine settimana, certo non uguale agli altri. Domenica era la notte dell’ultimo dell’anno.

Aveva passato quei due giorni a vagare per la città, camminando sui marciapiedi, con le sue scarpe da ginnastica e il cappellino di lana in testa, con il vuoto nella mente, senza un progetto.

Sapeva di essere sempre stata sola nella vita, ma mai aveva sentito di esserlo come in quel momento, quel vagare ossessivo in un certo senso alleviava quel senso di solitudine. Natale era passato da pochi giorni, la gente che camminava per la strada intorno a lei sembrava comunque essere pienamente coinvolta in quella gioia, che lei forse non aveva mai provato. Vedeva i bambini attaccati alle mani dei loro genitori, con gli occhi che scintillavano, e le era tornato in mente quanto aveva sentito la mancanza di una cosa del genere nella sua vita, quanto le era mancata una famiglia normale. Era per questo che si attaccava da bambina ad ogni adulto con cui le capitava di avere a che fare e, sebbene molti erano state figure importanti nella sua infanzia, non era mai ovviamente stata la stessa cosa.

Il giorno seguente avrebbe dovuto tornare a lavorare, il solo pensiero la ripugnava. Se pensava a come senza neanche pensarci aveva risolto problemi a persone ciniche e senza scrupoli, come aveva sistemato situazioni facendo sempre vincere chi non avrebbe dovuto, le saliva la nausea. Fu un attimo, ma vide chiaramente cosa avrebbe dovuto fare. Era abbastanza lontana da casa, incominciò a correre.

Salì le scale con il fiatone, a due a due, aprì la porta frettolosamente. Scrisse una lettera di dimissioni, l’avrebbe consegnata l’indomani appena in ufficio. Che cosa avrebbe fatto dopo non aveva la minima importanza, voleva piantare tutto, diventare qualcun altro, e lo voleva fare in fretta.

La mattina dopo indossò un paio di jeans, vedendola entrare vestita in quel modo la guardarono quasi tutti in modo strano. Aveva dato la lettera alla sua segretaria, chiedendole di metterla sulla scrivania del signor Brooks, il suo diretto superiore, poi si era chiusa in ufficio a lavorare, non voleva lasciare niente in sospeso andando via, per non mettere nei guai nessuno. Nemmeno un’ora dopo irruppe il suo superiore, che era entrato senza bussare.

- Che significa questo, signorina Berenson?- le disse piuttosto alterato e sventolando la lettera che lei aveva scritto.

- Quello che c’è scritto, signor Brooks.-

Brooks aveva chiuso la porta per evitare che qualcuno sentisse quella conversazione.

- Ha accettato altre offerte di lavoro? Il problema è lo stipendio?-

- No, le garantisco che non è così. Mi sono accorta di non essere più adatta a questo lavoro, ho intenzione di non esercitare più.-

Il signor Brooks la guardava incredulo.

- Io non capisco. Lei qui è sicuramente una delle giovani più promettenti, ha davanti a se un’ottima carriera e la butta via così, senza neanche pensarci.- scosse la testa, poi continuò.- Ci pensi ancora un po’, un mese almeno, poi se fra un mese sarà sempre di quest’idea io la lascerò andare via. Per ora le restituisco questa lettera, farò finta di non averla mai ricevuta.-

Dicendo questo si avvicinò alla scrivania di Andie e le porse la lettera, ma lei non la prese.

- No, non posso accontentarla signor Brooks, sono davvero rammaricata. Non voglio stare un altro mese qui, non ci riuscirei. Però voglio che sappia che non me ne andrò lasciando il mio lavoro a metà, seguirò i casi che ho iniziato fino alla fine, poi me ne andrò.-

- Se non posso fare niente per convincerla a rimanere con noi, non mi resta che lasciarla andare. Solo mi dica una cosa. Che cosa ha in mente di fare dopo che sarà andata via dallo studio?-

Andie guardò un momento nel vuoto, e sorrise. Poi tornò con lo sguardo su Brooks.

- Non ne ho la minima idea.-

 

Due settimane più tardi Andie aveva lasciato definitivamente lo studio legale. Aveva finalmente completato le ricerche per i casi che le avevano affidato prima che prendesse la decisione di lasciare il posto, e aveva lavorato con il collega che si sarebbe occupato di sostituirla istruendolo su quello che lei aveva raccolto durante le sue ricerche. Era martedì, fra mezz’ora sarebbe terminato l’orario ed Andie stava alla finestra di quello che fra poco non sarebbe stato più il suo ufficio, guardando la strada piena di auto sotto di lei. Le dispiaceva lasciare quel lavoro, perché le piaceva molto, la legge l’aveva appassionata fin da ragazzina e non aveva mai avuto dubbi sulla strada che avrebbero preso i suoi studi dopo il liceo. Ma non appena pensava a quanto fosse ingiusta a volte la sua professione il dispiacere diminuiva di colpo, e la sua strada diventava chiara.

Certo, chiara fino a che riconosceva di dover smettere di lavorare lì. Ma dopo? Non ci aveva molto pensato nell’ultimo periodo, ma era un grosso problema. Aveva sempre buona parte dei suoi risparmi da parte, ma non si poteva certo permettere di vivere di rendita e, se anche se lo fosse potuto permettere, che vita sarebbe stata la sua? Mentre tornava a casa, con in braccio la scatola di cartone dove aveva messo le sue cose, aveva continuato a farsi quella domanda, quando improvvisamente il suo sguardo si era posato sul cartello esposto sulla porta di un locale che era vicino a casa sua. Diceva semplicemente “Cercasi personale”. Andie, lì per lì, non valutò neanche la cosa, avrebbe mai potuto mettersi una come lei a fare la cameriera in un bar? Era assolutamente ridicolo! Tuttavia appena arrivata a casa pensò che era proprio una cosa del genere che avrebbe dovuto mettersi a fare, una cosa insolita. Insomma, voleva o no dare un taglio netto a quello che era stata la sua vita fino a quel momento?

Non si tolse nemmeno il cappotto, uscì nuovamente di casa e si recò a quel locale.

Sebbene fosse molto vicino a casa sua Andie non c’era mai neanche entrata. Era un posto non grandissimo, sembrava piuttosto accogliente a prima vista. C’erano dei tavolini disposti orizzontalmente davanti al bancone del bar e spostata sulla destra c’era una saletta con un piccolo palco, evidentemente a volte c’erano delle band che suonavano. Dopo essersi guardata intorno Andie si avvicinò al bancone e una ragazza molto carina che doveva avere su per giù la sua stessa età, mentre era intenta ad asciugare dei bicchieri, l’aveva guardata sorridendole.

- Che ti servo?-

- Ciao…- aveva timidamente detto lei, e la ragazza facendole un sorriso ancora più grande aveva risposto al saluto.

- Ho visto che cercate personale, volevo saperne qualcosa in più.-

- Ah, bene. Ti interessa il lavoro?-

- Non lo so veramente, dipende, se sono capace di farlo.-

- Mai lavorato in un bar?-

- No.- disse un po’ mortificata Andie, quasi come se fosse una colpa. La ragazza si era messa a ridere.

- Beh, non fa niente, in effetti noi cercavamo una persona per servire ai tavoli principalmente. Una delle ragazze che lavorano qui se n’è andata che sarà una settimana, più o meno. Se sei una che impara in fretta, credo che si possa fare. Ti teniamo un periodo in prova.-

- Davvero?- chiese stupita Andie.

- Certo! Io sono Fran.- le disse tendendole la mano. Andie rispose al saluto. - Andrea, ma preferisco essere chiamata Andie.-

- Ok… piacere Andie! Aspettami un momento qui, torno subito.- Andie annuì e vide la ragazza sparire dietro una porta che stava dietro al bancone. Intanto si era seduta su uno di quegli alti sgabelli, accavallando le gambe, aspettando. Tornò quasi subito fuori seguita da un tipo alquanto bizzarro. Andie lo guardò per un momento. Doveva essere sui trenta, trentacinque anni al massimo, portava un paio di jeans attillati, una maglietta nera e una giacca di pelle sopra; un bell’uomo, tutto sommato.

- Ed, questa è Andie.- aveva detto Fran. Il tipo aveva fatto il giro del bancone e si era seduto sullo sgabello accanto al suo, squadrandola dalla testa ai piedi. Era stato per un po’ di secondi ancora a guardarla, poi gli aveva teso la mano.

- Edward.- aveva detto secco.

- Andrea.- aveva risposto lei, imitandolo senza rendersene conto. Fran fece un mezzo sorriso.

- Sono il padrone della baracca.– aveva aggiunto nello stesso tono, quindi si era rivolto a Fran.

- Quando sarebbe stato il prossimo turno di Jules?-

- Domani alle sei.-

- E tu ci sei?-

- Si, attacco alle sei anch’io domani sera.-

- Perfetto.- aveva commentato. Poi si era rivolto nuovamente ad Andie

- Allora bellezza, domani alle sei cominci. Vieni una mezz’oretta prima, ti presenti nel mio ufficio e sistemiamo la burocrazia.-

Andie l’aveva guardato un po’ storto, ma lui non sembrava averci fatto nemmeno caso. Si era alzato ed era tornato dietro il bancone. Prima di sparire nuovamente dietro la porta si era fermato nuovamente.

- Ah, tesoro…- Andie si era voltata un po’ stupita, anche stavolta lui non ci aveva fatto minimamente caso, aveva continuato come se niente fosse.- Hai un look un po’ troppo da segretaria per la linea di questo posto, fatti consigliare da quest’altra bellezza qui.- disse indicando Fran. Poi senza aggiungere altro si era chiuso la porta alle spalle.

Andie aveva assunto un’espressione stupita e Fran nel vederla scoppiò a ridere.

- Non ti preoccupare, è innocuo!- le aveva detto.

- Non mi preoccupo, ma è sempre così?-

- Vuoi sapere se mai imparerà il tuo nome? Si, lo imparerà, ma continuerà a chiamarti bellezza, o tesoro, o bimba, o in qualsiasi altro modo gli verrà in mente.-

- Ma… il modo in cui mi ha squadrata…- aveva osservato Andie leggermente frastornata.

- Beh, secondo te, con che criterio sceglie il personale?-

- Ah…- aveva commentato Andie, cominciando un po’ meglio a capire.

 

La mattina seguente Andie aveva preso il treno ed era andata a Boston, da suo zio. L’aveva chiamato non appena era tornata a casa la sera prima, dicendo che doveva parlargli e che era importante. Lui gli aveva dato appuntamento nel suo ufficio. Mentre era sul treno guardando fuori dal finestrino pensava a cosa le avrebbe detto di quel cambiamento così radicale. Ci sarebbe stato da ridere davvero!

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Capitolo 19
*** New year's day ***


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19. New year’s day

 

Dopo i bagordi dell’ultima notte dell’anno, Josh si era vegliato nel pomeriggio. Aveva decisamente bevuto troppo la sera precedente e non appena aveva appoggiato un piede per terra, aveva sentito la testa che gli scoppiava. Aveva imprecato, era uscito fuori dalla sua stanza e si era imbattuto in sua sorella Jessica nel corridoio, che gli aveva augurato buon anno.

- Finalmente ti alzi, buon anno fratellone!- dicendo questo gli aveva buttato le braccia al collo appoggiandosi a lui, che a sua volta si era appoggiato al muro.

- Jessy per piacere staccati, o cadiamo tutti e due!-

- Ok.- aveva risposto lei, poi l’aveva guardato in faccia esclamando:- Accidenti quanto sei brutto! Ma che hai fatto con i tuoi amici ieri sera per ridurti così?-

Josh le sorrise, e dandole un bacio sulla fronte le disse:- Buon anno anche a te!-

In effetti sua sorella non aveva tutti i torti, pensò lui guardandosi allo specchio in bagno, prima di infilarsi sotto la doccia.

Dopo essersi reso un po’ più presentabile era sceso per salutare gli altri di casa, aveva preso qualcosa per il mal di testa ed era tornato in camera sua, con l’intento di sdraiarsi a leggere un libro, aspettando che passasse tutto. Rimase solo un intento, perché sua sorella era entrata in camera sua per parlargli della sua serata. Gli raccontò che l’aveva passata ad una festa alla quale era andato anche un ragazzo che le piaceva, così era parecchio su di giri. Josh si divertiva a parlare con lei, anche se di certo non ne aveva mai fatto una sua confidente, per ovvi motivi. La grande differenza d’età che c’era tra loro non era mai stato un grosso problema, sempre fino a che lui non si comportava come un secondo padre, facendo arrabbiare tantissimo Jessica. Il più delle volte lo faceva apposta, solo per farla indispettire, infatti anche quella volta aveva esordito dicendo:- Che cosa? E papà ti ha mandato ad una festa piena di ragazzi? Queste cose non si fanno alla tua età!-

Jessica per tutta risposta l’aveva preso a cuscinate mentre lui se la rideva. Quel trucchetto funzionava sempre.

- Allora, propositi per l’anno nuovo?- Aveva chiesto Jessica. Josh aveva assunto un’aria pensierosa.

- Non ne ho fatti per ora, e tu?-

- Io ho deciso che mi faccio crescere i capelli lunghissimi e che mi metto a dieta.- Josh l’aveva guardata storto. - Vada per i capelli lunghi, - le aveva detto scompigliandoglieli con disappunto di lei, - ma non mi sembri grassa.-

- Perché mi vuoi bene!- aveva esclamato lei, - ma lo sono!- Josh aveva riso.

- Se poi mi diventi tutta pelle e ossa come faccio a farti questo?- aveva detto Josh, dandole dei pizzicotti sul fianco, che Jessica aveva dimostrato di non gradire, ricominciando a colpirlo con il cuscino.

Dopo un po’ che se n’era andata in effetti, Josh pensò che avrebbe dovuto fare un buon proposito per l’anno nuovo. Essere un po’ meno stupido e farsi prendere meno dai suoi stati d’animo, tanto per cominciare.

Quante volte si era dato del cretino in quei giorni ripensandoci? Aveva perso il conto ormai. Era legato ad Andie da un affetto indescrivibile, ma di certo non era amore quello che provava e la causa dell’aver creduto diversamente era stata forse una sorta di paura nel vederla con qualcun altro. Ma adesso Josh riusciva a vedere tutto con occhi diversi, e si sentiva in colpa.

Aveva usato delle parole troppo dure, forse non aveva il diritto di dire ad Andie come doveva vivere la sua vita, inoltre era sempre più convinto di averle detto quelle cose per ripicca, e non perché veramente le pensasse con tutto se stesso. Non sapeva se Andie fosse davvero in mala fede in quella storia, ed anche se Dominic Monaghan si era rivelato essere una persona simpatica, non lo conosceva così bene da poter essere convinto che tutto quello che gli aveva detto corrispondesse a verità.

Tuttavia, anche se era profondamente rammaricato, non voleva fare il primo passo, perché anche Andie di certo, non era stata dolce con lui. Gli aveva affibbiato delle colpe che in tutta coscienza non sentiva di avere, e questo continuava ad infastidirlo. Sarebbe tornato a New York alla fine di gennaio, per sbrigare alcune faccende, forse per quella data le cose sarebbero cambiate, ma non ci sperava.

 

Saltando ore di fuso e un intero oceano, c’era anche qualcun’altro, nella vecchia Europa che, nonostante avesse voluto mettere una pietra sopra alla faccenda non poteva smettere di pensarci. Dominic ogni tanto era assalito da un flash, un’immagine che brevemente con prepotenza gli si presentava alla mente, provocandogli un misto di rabbia e nostalgia che gli creava disappunto.

Aveva passato il capodanno a Londra con Orlando, erano andati ad una festa, e mentre Orlando era sembrato del tutto soddisfatto, lui invece non lo era stato. Non che si fosse annoiato, piuttosto era la classica fregatura delle occasioni in cui devi divertirti per forza e chissà cosa ti aspetti. Ma dove sta scritto che l’ultimo dell’anno deve essere necessariamente all’insegna del divertimento? Insomma, quella forzatura finiva per deprimerlo. In serata era già a casa sua, a Manchester, abbastanza contento che per quell’anno fosse finito tutto.

Era nella sua vecchia stanza, si era seduto un momento sul letto, era un po’ stanco per il viaggio e per le poche ore di sonno. Si era fissato su un particolare, la luce della strada che filtrava dalla finestra e poco dopo si era sorpreso di star pensando ad Andie. Quasi come nel tentativo di scacciarla dalla sua mente aveva scosso la testa e si era imposto di fare qualcosa per distrarsi immediatamente, aveva acceso il suo portatile e si era collegato per scaricare la posta. Aveva un po’ di corrispondenza in arretrato, un sacco di gente gli aveva mandato gli auguri e lui non si era ancora degnato di rispondere a nessuno, quello era un buon momento per farlo.

Aveva messo un po’ di musica, gli era capitato per le mani un cd che gli avevano regalato più o meno tre, quattro anni prima, una raccolta degli U2.  Non era mai stato uno dei suoi gruppi preferiti, forse era stato attirato dal brano “New year’s day”, del tutto appropriato dato che, per l’appunto, era il primo giorno dell’anno.  Stava scrivendo delle e-mail mentre il cd andava avanti, in sottofondo. Elijah gli aveva mandato un allegato carino, un babbo natale che cantava “White Christmas” con un coro di renne, l’aveva inoltrato ad un po’ di gente anche lui, dato che la sua fantasia scarseggiava davvero in quel momento. Le prime note di “With or without you” lo colsero in piena crisi del “non so che accidenti scrivere”, Andie gli tornò di nuovo in mente e Dominic si accorse che stava pensando a lei solo a metà canzone. Irritato si alzò di scatto dalla sedia e tolse quel cd. - Maledettissimi irlandesi!- bofonchiò a denti stretti, anche se non aveva mai avuto assolutamente niente contro gli irlandesi.

Sarebbe anche tornato a New York dopo le feste, per finire di girare qualche scena di quel film, che era diventato una vera e propria lungagnata fermandosi anche per la post-produzione. Avrebbe dovuto passare almeno altri due mesi nella Grande Mela, non che gli dispiacesse dato che molti suoi amici erano a New York per lavoro, ma in quel momento l’idea di tornarci lo deprimeva. Aveva messo uno dei suoi cd preferiti, il primo album dei Coldplay, quindi si era messo nuovamente a curare la corrispondenza. Tanto per farsi del male, il giorno dopo, facendo due calcoli con il fuso orario, aveva telefonato a Josh per fargli gli auguri, come per dire a se stesso che fare cose che riguardassero in un certo qual modo Andie non lo disturbava. Tanto era certo che, non appena sarebbe tornato alla sua vita di sempre, gli sarebbero passati tutti quei pensieri.

 

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Capitolo 20
*** La nuova vita di Andie ***


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20. La nuova vita di Andie

 

Fino a quel momento la vita di Andie era stata piuttosto facile, non aveva mai dovuto applicarsi in qualcosa che non amasse, quel lavoro era una cosa del tutto diversa. Ma di certo non le mancavano testa dura e voglia di impegnarsi.

Si era data tempo al massimo tre settimane per imparare al meglio tutto ciò che poteva e tutto quello che c’era da imparare, ne aveva impiegate due, non senza imprevisti. Durante la prima settimana mentre stava imparando ad usare la macchina del caffè si era scottata due volte con il becco che sputava vapore per fare il cappuccino, per non parlare delle volte in cui come una vera scema, si era tagliata affettando un limone o si era ferita facendo qualche altra cosa basilare.

Però quella vita era semplice e senza complicazioni, le piaceva. Cercava di vivere alla giornata, provando a fare cose che non aveva mai fatto, in un campo a lei sconosciuto.

Aveva da subito trovato Fran molto simpatica, era una ragazza molto solare e con lei era stata sempre estremamente paziente e disponibile. Avevano sempre il turno insieme, era lei che si occupava della sua formazione e l’aveva messa in guardia su tutto ciò che doveva sapere, da come usare gli elettrodomestici a come comportarsi con certi clienti rompiscatole. La particolarità di quel locale era che per quattro giorni a settimana c’erano dei piccoli concerti dal vivo, per lo più erano band sconosciute, ma che richiamavano ugualmente un sacco di gente. Fran spesso si esibiva con la sua band, ed Andie già dalla prima volta che l’aveva sentita cantare seduta su uno sgabello suonando la sua chitarra era rimasta incantata dalla sua voce.

Andie non avrebbe saputo dire com’è che aveva finito per diventare amica di Fran, in lei aveva visto una tipologia di donna che non conosceva, una ragazza forte e determinata, decisamente intelligente, insomma una che non pensava solo a vestiti, trucco e capelli. Il suo preconcetto con sulle amicizie femminili fu del tutto spazzato via, in un cambiamento che era molto in linea con la piega che aveva preso la sua vita.

Fran aveva un anno meno di lei, e veniva da Milwaukee, nell’Wisconsin. Era una ragazza bella, castana, magra ma con delle belle forme. Era approdata nella Grande Mela con un sogno, quello di diventare una musicista e di incidere un album con le sue canzoni. Aveva mollato l’università e si era trasferita con il suo ragazzo di allora, ben cinque anni prima. Poi i suoi sogni non si erano realizzati, anche la storia con quel ragazzo era finita, ma ormai la sua vita era a New York, dove conviveva con Jules, una ragazza di ventitré anni che si era trasferita tre anni prima anche lei dietro ad un sogno, affermarsi come indossatrice per prima cosa, per poi vedere come si sarebbe potuta evolvere la sua carriera dopo.

Jules arrivava da molto più lontano, dal New Mexico, veniva da una cittadina nei dintorni di Santa Fe. Era la ragazza a cui Andie aveva preso il posto al bar, ed aveva avuto modo di conoscerla bene una sera in cui Fran l’aveva invitata a cena a casa.

Anche Fran e Jules vivevano in centro, appena entrate nel loro portone Fran fece strada ad Andie verso l’ascensore. Aveva premuto con forza il bottone per chiamarlo, ma niente si era mosso.

Fran aveva imprecato. - Merda, questo cazzo di ascensore si è rotto di nuovo! Temo che dovremo farci cinque piani a piedi.-

Andie aveva sorriso, poi si erano avviate. Anche alcune rampe di scale erano al buio, non sembrava un palazzo tenuto benissimo. Entrando in casa di Fran, Andie la trovò molto accogliente, colorata, allegra, rifletteva ottimamente quella che era la personalità di Fran. Seduta sul divano guardando la televisione c’era Jules. Fran le presentò.

- Andie, questa è Jules. Jules, Andie.- La ragazza si alzò dal divano e le porse la mano stringendo con decisione la sua. Jules era magra forse un po’ troppo, bionda, alta, aveva dei tratti del viso molto belli.

A cena, parlando, le aveva conosciute un po’ meglio. Jules le aveva raccontato che aveva lasciato il lavoro al bar per via del fatto che aveva avuto un ingaggio importante per delle pubblicità, un lavoro impegnativo, e dato il compenso e il tempo che avrebbe dovuto dedicare alla cosa, il lavoro al bar era diventato ingombrante, oltre che superfluo.

Fran e Jules avevano una vitalità addosso che si rifletteva in ogni loro singolo gesto, Jules specialmente muoveva le mani gesticolando nervosamente, come se avesse bisogno di liberarsi dall’energia in accumulo. Erano due vere spregiudicate, ed Andie si diverti molto stando con loro. Era appena una settimana che conosceva Fran, ma sentiva che si poteva fidare di lei, come di Jules. Durante le due settimane che seguirono si videro assiduamente, cominciarono ad andare in palestra ai corsi di aerobica tutte insieme e si divertivano come matte. Anche per Fran e Jules era stato facile entrare in sintonia con Andie, perché fondamentalmente era come loro.

Jules veniva spesso al bar durante il loro turno quando era libera, a pranzo o in qualsiasi altro momento libero che avesse a disposizione.

Quella volta in particolare era un venerdì e Jules, come in tutti i suoi ritagli di tempo libero era seduta su uno degli sgabelli davanti al bancone del bar.

- Io e Fran stasera si va a ballare, vieni con noi?- Aveva chiesto ad Andie.

- Si, perché no?- aveva risposto lei mentre tirava fuori dalla lavastoviglie i bicchieri e li riponeva sullo scaffale. Intanto Ed era uscito dalla porta, vedendo Jules aveva fatto un sorriso sornione.

- Bellezza, ma non dovevi stare sotto i flash delle macchine fotografiche a quest’ora?-

- Ed, tesoro!- gli aveva detto lei andandogli incontro e stampandogli un bacio sulla guancia. Poi aveva continuato:- Oggi no, non hanno bisogno di me, allora sono venuta a vedere come se la cava la nostra Andie, anche se vedo che ha fatto passi da gigante!-

- Oh si, ha fatto veramente passi da gigante questo schianto di bionda.- Andie fece l’occhietto ad Ed, che lo ricambiò.  Ed era un tipo strano, la prima impressione era quella di trovarsi davanti ad una persona burbera e un po’ maschilista, ma una volta che si imparava a conoscerlo era un gran cucciolone. Certo, le chiamava con quei nomignoli stupidi, ma era il suo modo di apprezzarle. E poi Andie non era certo una che si lasciava intimidire da certi atteggiamenti, da subito gli aveva tenuto testa e ad Ed quel lato del suo carattere era piaciuto subito a tutti. Del resto ci volevano ragazze del genere per quel lavoro, ragazze che non si lasciassero intimidire e che sapessero avere a che fare con clienti un po’ rompiscatole. - E quando le cose si mettono male - diceva sempre Edward, - ricordatevi che ci sono io di la con la mia mazza da baseball!-

L’uomo aveva scambiato altre due parole con Jules, poi alzando la voce aveva detto:- Pollastre, vi lascio alle vostre chiacchiere, esco un attimo. Non mi mettete sotto sopra il locale!-

- Tranquillo Ed, ci vediamo fra un po’.- aveva risposto Fran.

Ed aveva aperto la porta e aveva buttato un bacio con la mano alle ragazze, che l’avevano ricambiato.

- Dio, come mi manca a volte lavorare qui!- aveva sospirato Jules.

- Beh, non sei contenta di guadagnare tutti i soldi che guadagni adesso? Vuoi mettere?-

- Non sono mica così tanti Fran! Non sono mica Carla Bruni, ancora…-

- Certo che con quello che guadagni adesso forse potremmo anche cercarci un appartamento migliore, stamattina non veniva acqua di nuovo. Un giorno strozzerò l’amministratore!-

- Avete ancora problemi?- chiese preoccupata Andie alle ragazze.

- Certo che ce li abbiamo, sarà una settimana che deve venire un tecnico per riparare l’ascensore, ma non si è visto nessuno.- disse Fran sconsolata.

- Per non parlare del condotto della spazzatura, che si è ingolfato nuovamente. E del padrone di casa che vuole aumentare l’affitto fra due mesi? Che pezzo di merda!- aveva commentato Jules.

- Ma vi risolve mai qualche problema quel tipo?- aveva chiesto Andie.-

- Dipende, per esempio, la caldaia di casa nostra sarebbe rotta da circa un anno se non ci avesse pensato un nostro amico. E meno male che era un amico, altrimenti chissà cosa ci sarebbe costatato!-

- Ma l’avete fatto presente al padrone di casa? E’ ingiusto!- escalmò Andie.

- Certo, ma sai le orecchie da mercante? E’ contento solo quando gli porti l’affitto.-

- Dovreste fargli causa. - commentò Andie decisa.

- Dici?- chiese perplessa Jules.

- Certo!- Esclamò Andie mentre versava una tazza di caffè ad un cliente.

- Dovreste coinvolgere tutti gli inquilini, tanto credo che stiano nelle vostre stesse condizioni, e poi dritte in tribunale.- continuò a parlare in perfetto stile avvocatesco, citando articoli e leggi che il loro padrone di casa stava violando con sicurezza e competenza, quasi non rendendosi conto dei concetti difficili che stava esprimendo. Jules e Fran la guardarono assolutamente piene di stupore.

- Ma chi sei tu?- le chiese sorridendo Jules.-

- Ma hai fatto legge? Ora che ci penso non ti abbiamo mai chiesto che facevi un mese fa prima di venire a lavorare qui!- commentò Fran.

- In effetti, sarei un avvocato.-

- Wow!- esclamò Fran, - Allora se volessimo muoverci tu potresti aiutarci!-

Andie storse la bocca, poi aggiunse:- Ho lasciato quel lavoro perché non voglio più farlo, ma non credo di poter dire di no a voi. Se volete, vi faccio da legale più che volentieri.-

Fran l’aveva abbracciata. - Grazie An!- mentre Jules dall’altra parte del bancone le aveva tirato un bacio.

- Però poi una volta ci racconterai come sei passata da avvocato a barista, perché la voglio proprio sentire questa storia!- disse Jules curiosa.

Andie rise. - Prima o poi vi racconterò tutto!-

 

Non poté fare a meno di pensare a Josh in quel momento. Non aveva avuto tanto tempo per pensarci, ma il ricordo l’aveva assalita improvvisamente. Dio se le mancava, gli doveva delle scuse enormi.

Doveva assolutamente telefonargli, per dirgli quanto gli voleva bene e quanto gli mancava.

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Capitolo 21
*** Incontri fortunati… ***


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21. Incontri fortunati…

 

Poco dopo le nove e mezza, Andie si era presentata a casa di Jules e Fran. Aveva suonato al citofono per dire loro di scendere, poi aveva fermato un taxi. Era la loro serata libera, quella sera il turno al bar l’avevano altre due colleghe, così avevano deciso di passare una notte brava in un locale e magari di continuare a divertirsi anche dopo.

Una volta sopra il taxi Andie chiese qual’era la destinazione alle sue amiche.

- Al Webster Hall, sulla 125esima - disse concisa Jules, diretta anche all’autista. - Ho delle riduzioni, sai qualche sorriso in più aiuta ogni tanto!- disse strizzando l’occhio a Fran ed Andie.

Andie si era vestita con cura, portava un paio di scarpe con il tacco alto, una gonna nera sotto il ginocchio un po’ sfrangiata in fondo e una camicetta grigia attillata un po’ aperta sulla scollatura, ma le sue amiche erano decisamente molto più sexy di lei. Jules sotto il cappotto portava un paio di pantaloni blu scuro a vita bassa, attillati nella parte superiore ma che si allargavano sul fondo, coprendo quasi completamente le scarpe e sopra un top luccicante legato da due laccini sul collo e altri due sulla schiena, lasciandogliela  praticamente scoperta. Fran invece si era messa un vestitino corto ma accollato, che faceva risaltare le sue curve. Insomma, Andie aveva capito che quella sera, il divertirsi anche dopo il locale, era portarsi qualcuno a casa. Lei non ne aveva molta voglia, ma perché non flirtare con qualcuno? Poteva divertirsi anche senza arrivare a quello.

Jules conosceva il buttafuori, che le fece entrare subito. A dire la verità erano poche le persone che non conosceva, aveva agganci praticamente dappertutto. Il locale era strapieno, le ragazze lasciarono i soprabiti nel guardaroba e cercarono un tavolo.

- Ma lo sapete che qui è sempre pieno di gente famosa ragazze? Quindi puntate gente con la faccia conosciuta!- aveva detto sedendosi Jules, tutta eccitata. Avevano preso da bere, mentre chiacchierando si guardavano intorno.

 

- Alla fine di queste maledette riprese!- aveva detto Dominic alzando il bicchiere.

- Alla tua Dom!- aveva risposto Elijah accostando il bicchiere a quello dell’amico, seguito da Orlando.

Brindarono tutti insieme, poi Orlando si alzò.- Ragazzi, io vado a dare un’occhiata in giro, magari mi faccio anche un giro in pista. A dopo!-

Dominic appena fu un po’ più lontano si rivolse ad Elijah.

- Senti un po’, ma Orlando, che c’è venuto a fare ancora qui a New York? Ma sta lavorando?-

- A dirtela tutta non lo so di preciso, credo che sia in un momento un po’ così. Vogliamo chiamarlo di transizione? Mi aveva parlato di una parte che gli interessava, ma non ne so nulla.-

Furono subito interrotti da Orlando che era tornando camminando velocemente e con un sorrisetto furbo sulla faccia.

- Che hai da ridere te?- gli aveva chiesto Elijah.

- Non avete idea di chi ci ha portato il gatto stasera!- dicendo questo si era spostato dietro agli altri due e gli aveva indicato precisamente verso che tavolo guardare.

Andie. Dominic si sentì salire la rabbia, Elijah rise.

- Avete visto che sventole le sue amiche?- Elijah annuì convinto al commento di Orlando, letteralmente spogliando con gli occhi Jules.

- Eccome…-

- Beh, perché non ci proviamo? Ed Elijah si becca l’avvocato, tanto io e Dom abbiamo già dato!-

- Ma vaffanculo Orlando, ma chi se la fila quella!- aveva sbottato Elijah.

Dominic aveva evitato qualsiasi commento.

- A parte gli scherzi, io vado a buttarmi nella mischia, a dopo.-

Elijah e Dominic stettero per un po’ in silenzio, poi Dominic si alzò, aveva davvero bisogno di darsi una scrollata.

- Lij, andiamo anche noi, alza quel culo, dai!- Quindi lo fece alzare e andarono a ballare.

 

In pista c’erano anche le tre ragazze. Andie e Fran ballavano con due ragazzi che si erano presentati, due tipi carini, Jules invece stava ballando almeno con tre o quattro che le stavano intorno, un po’ più al centro della pista rispetto a dove erano loro due. Elijah appena arrivato vide davanti a se quel meraviglioso spettacolo e non  poté resistere a mettersi a ronzarle intorno. Jules lo riconobbe subito, finse un’indifferenza clamorosa, dopo un po’ fu lui a rivolgerle la parola.

- Come ti chiami? Le aveva urlato, ma Jules non aveva capito. Gli chiese di ripetere, lui lo fece.

- Juliette… Jules per gli amici.-

- Io sono Elijah.-

- Lo so, Frodo Baggins!- le rispose lei sorridendogli, poi con fare da mangia uomini si era girata di schiena rispetto a lui, avvicinandosi pericolosamente e continuando a muoversi in modo molto sexy.

Orlando e Dominic che stavano ancora vagliando la situazione, videro quella scena e si guardarono eloquentemente.

- Mi sa che per stasera non lo rivediamo più!- aveva esclamato Orlando a voce alta. 

Dopo un’ora e mezza Jules raggiunse Fran ed Andie al tavolo, dove loro stavano chiacchierando con i tipi che avevano conosciuto.

- Ah, ma allora ci sei ancora!- aveva esclamato Fran vedendola.

- Si, ci sono ancora, ma me ne vado!- dicendo questo guardò le amiche, scambiando con loro sguardi d’intesa. Si avvicinò a loro.

- Domattina vi racconto!- dopo aveva dato un bacio ad entrambe ed era scappata via, Andie e Fran  si sorrisero, era molto nello stile di Jules.

Quei due erano carini e simpatici, ma proprio non avevano preso molto né lei, né Fran. I due avevano scritto i loro i rispettivi numeri di telefono su un pezzo di carta quando le ragazze avevano detto che per loro era ora di tornare a casa, ma appena fuori dal locale gli avevano buttati in un cestino dell’immondizia.

- Ciao Peter!- aveva detto ironica Fran, seguita da Andie che aveva buttato anche il suo dicendo:- Ciao Alex!-

 

Il giorno dopo attaccavano a mezzogiorno al bar, avevano il turno del pranzo, e Jules si era presentata vestita come la sera precedente quasi all’una. Andie e Fran erano indaffaratissime, e anche se Jules moriva dalla voglia di raccontargli della sua nottata, dovette aspettare quasi un’ora che il locale si svuotasse un po’. Il bar faceva servizio buoni pasto e la intorno era pieno di uffici, a pranzo lavoravano sempre molto. Solo dopo le due ci fu un momento di calma, e le ragazze si poterono sedere a mangiare un panino e un’insalata con Jules, che ovviamente aveva preso solo l’insalata e l’aveva appena assaggiata.

- Allora, dicci di ieri sera!- le chiese curiosa Andie. Jules le sorrise sorniona.

- Ragazze, stavolta ho fatto il colpaccio! Non che sia la prima volta che esco con uno famoso, ma questo… ragazze, con questo vado dritta sui giornali!-

- Ma chi diavolo è? Non tenerci sulle spine Jules!- disse Fran a bocca piena.

- Reggetevi forte… Elijah Wood!-

Andie per poco non si strozzò, cominciò a tossire, Jules le avvicinò un bicchiere con l’acqua che Andie prese ringraziandola. Erano una persecuzione, quella compagnia dell’anello della malora!

- Oh mio Dio! Oh mio Dio!- ripeté due volte Fran con enfasi.

- Già… e poi vedessi a letto…-

- Ma va! Allora ti sei divertita stanotte.-

- Si cara, mi sono divertita come una pazza, e lui mi ha chiesto il numero! Ragazze, questo è il colpaccio, che aspettavo!-

- Ma fammi capire, - aveva detto Andie, - ma a te piace questo ragazzo o è solo perché è Elijah Wood?-

Jules rise. - Diciamo che mi sono divertita, altrimenti non avrei accettato di rivederlo ancora, certo che c’è anche l’interesse. Andie, per una che fa la mia professione, farsi vedere con gente così è tutta pubblicità gratuita.-

- Ah… capisco.- disse annuendo Andie.

- E poi la gente come loro c’è apposta, tu gli dai quello che vogliono, loro devono dare qualcosa a te. O no? I polli non sono fatti per essere spennati!- disse sorridendo.

- Giusta osservazione Jules!- disse Fran alzando il suo bicchiere di acqua tonica verso di lei, Jules alzò anche il suo, come se stessero brindando.

Jules vedeva Elijah anche quella sera, quindi non sarebbe stata con loro, avrebbero cenato in qualche posto in vista e poi quello che avrebbe seguito. Se n’era andata poco dopo che avevano pranzato, con la promessa di vedersi il giorno dopo.

 

Verso le cinque del pomeriggio c’era stata una calma improvvisa, Andie si era chiusa in bagno e ne aveva approfittato per provare a telefonare a Josh. Era sempre stata un po’ vigliacca quando si trattava di chiedere scusa, o semplicemente di riconciliarsi con lui dopo una litigata. Preferiva sempre che fosse lui a farsi vivo per primo, o affidarsi ad un’e-mail, impersonale, che non trasparisse emozione alcuna.

Digitò il suo numero e si mise il cellulare all’orecchio, ma prima che avesse tempo di squillare staccò. Non aveva il coraggio. Aveva paura che lui l’avrebbe cordialmente mandata a quel paese, e lei ne avrebbe sofferto. Si disse di aspettare ancora un po’, tornò al bar mettendosi a fare qualcosa per ammazzare il tempo. Ripeté la cosa per tre volte, fino a che Fran preoccupata le chiese.- Ma stai male? Stai facendo lo stradello verso il bagno, tutto bene?- Andie sorrise.

- No, non preoccuparti, tutto bene! E’ solo che devo fare una telefonata, ma è sempre occupato.-

- Ah…- le disse sorridendo Fran.

Basta! Si disse Andie nella sua testa. Disse a Fran che tornava a telefonare, e si avviò decisa verso il bagno. E quella volta, com’era vero che si chiamava Andrea Berenson, avrebbe fatto quella telefonata. Se Josh l’avesse mandata a quel paese e avrebbe sofferto, tanto meglio. Questo significava rapportarsi con la realtà.

Spinse il tasto della chiamata, con il cuore che le batteva forte ascoltò gli squilli meccanici.

- Andie?- sentì dirsi da una voce assolutamente sorpresa. Sentì che aveva un groppo alla gola, stava per piangere.

- Josh…- rispose timidamente.

- Lo sai che sono proprio sotto il tuo ufficio?-

- Sei in città?- chiese stupita lei.

- Si, da un paio di giorni. Vuoi che salga? Non sai quanto mi sei mancata…-

- Anche a me, non hai idea. Voglio vederti.-

- Salgo immediatamente se vuoi.-

- No!- Esclamò lei. Gli dette l’indirizzo del bar, senza dargli ulteriori spiegazioni.

Non molto dopo Andie, che scrutava fuori, lo vide attraversare la strada per arrivare sul marciapiede davanti al locale. Senza pensarci un attimo uscì da dietro il bancone frettolosamente, Fran che notò quello scatto e non poté fare a meno di chiedere:- An, ma che ti prende?-

Ma lei aveva già preso la porta, aveva raggiunto Josh e gli era saltata letteralmente in braccio.

- Oh mio Dio, quanto pesi!- Le aveva detto lui stringendola.

Andie non era riuscita a non farsi scappare una lacrimuccia, Josh l’aveva vista.

- Che hai Andie?-

- Mi dispiace, per tutto. Sono stata una vera sciocca a dirti quelle cose, mi sei mancato da morire, non sai come sono felice di vederti qui!- aveva detto tutto senza mai riprendere fiato. Josh l’aveva riappoggiata per terra.

- Anch’io sono contento.-

- Amici?- Chiese Andie. Josh le sorrise.

- Per la prima volta nella nostra vita, sì.- Rispose sorridendo Josh.

Fran aveva visto tutta la scena da dentro il locale, e si era incuriosita da morire. Quando Andie entrò con Josh per poco non le schizzarono fuori gli occhi dalle orbite nel vedere chi era quel ragazzo. Andie si avvicinò al bancone del bar e le presentò Fran.

- Questa è la mia amica Fran. Lui è Josh.- Fran tese la mano a Josh guardandolo fisso e incredula, lui abbozzò un sorriso.

- E poi un’altra presentazione. Siediti qui.- gli disse indicandogli uno degli sgabelli davanti al bancone. Lei quindi tornò al suo posto e gli annunciò:- Questo è il mio nuovo posto di lavoro!-

 

Più tardi, davanti ad un piatto di pasta, Josh ascoltava incredulo la sua amica che gli parlava di quell’ultimo mese. Ma chi era quella?

Già nel vederla quel pomeriggio Josh si era reso conto che qualcosa doveva essere successo. Era uscita fuori da quel bar in jeans, con un trucco leggero e i capelli leggermente mossi legati in due codine da scolaretta. Sembrava appena uscita da lezione quando facevano l’università, era stato un bel tuffo al cuore per lui.

Anche quella casa aveva improvvisamente cambiato aspetto. Non c’era più quell’ordine maniacale che vi aveva regnato sempre, Andie aveva cambiato delle piccole cose nell’arredamento, aveva messo dei cuscini colorati sul divano, c’erano delle piante. Più che altro era l’atmosfera ad essere cambiata, tutto sapeva di più vissuto. Dopo cena si erano messi a chiacchierare sul divano.

- Ti va se metto un po’ di musica?- chiese Josh.

- Si, scegli tu.-

Josh si era avvicinato allo stereo e si era messo a guardare i cd che erano accanto.

- E questo da dove spunta fuori? Non credevo che ti piacesse la musica jazz!-

Andie si girò di scatto e vide che Josh teneva in mano il cd che le aveva regalato Dominic. Improvvisamente cambiò espressione, e Josh subito se ne accorse.

- Che hai?-

- Niente, solo che quel cd l’ho consumato durante questo mese. Mettilo pure se vuoi.- Josh mise su quel cd, Andie però si alzò improvvisamente dal divano mettendosi su una delle poltrone. Stare sul divano e ascoltare quella musica le faceva venire in mente troppe cose.

- Dato che ti conosco bene, non me la puoi fare. Chi ti ha regalato quel cd, un certo Dominic Monaghan?-

Andie aveva guardato Josh stupita, poi quell’espressione si era convertita in un sorriso.

- Però, sei diventato un veggente?-

- No, è solo che sei troppo trasparente e so che Orlando non te l’avrebbe mai regalato. Ma è stato anche culo, non credere… avrebbero potuto essercene stati altri durante questo mese.-

- Allora non mi conosci poi così bene! Con i sensi di colpa che ho l’ultima cosa a cui penso è agli uomini!-

- Anche questo è vero, ma con te non si sa mai! Prima del tuo corso, laureata in tempi record, fra due anni ti facevano socia e tu adesso fai la barista! Permettimi di essere tutto sottosopra!-

- Te lo concedo!- disse Andie ridendo.

- Tornando ai tuoi sensi di colpa, perché stai tanto a consumarti? Non ce n’è bisogno! Tutti fanno degli errori…-

- Perché mi sono comportata male, e non riesco nemmeno a trovare il coraggio di affrontare le mie paure e chiedere scusa. Se avessi voluto avrei potuto telefonargli, o scrivergli, invece non l’ho fatto.-

- Parli di Dominic?- Andie annuì, poi rimase un po’ in silenzio.

- Non riesco a smettere di pensare a lui Josh…-

Josh a quel punto pensò veramente che non era Andie quella.

- Davvero ti sto sentendo dire questa cosa?-

- Ebbene sì, - disse lei guardandolo dritto negli occhi, - mi stai sentendo dire per la prima volta dopo quasi nove anni che ci conosciamo che mi sono presa una cotta per qualcuno. Ed è una sensazione terribile Josh!- disse tirandosi le ginocchia al petto e appoggiandoci la testa sconsolata. - Non mi ricordavo come ci si sente indifesi e ridicoli, mi sembra di avere di nuovo diciotto anni, quando non vedevo altro che te!-

Josh sorrise e abbassò gli occhi. - Davvero sentivi questo?- le chiese.

Andie alzò la testa e annuì convinta. - Certo che sentivo questo per te, che credevi?-

- Ma perché eravamo così stupidi a quell’età, Andie? Ma ti rendi conto che ci siamo persi?-

- Se le cose sono andate così, ci sarà un motivo. Evidentemente non siamo destinati a stare insieme.-

- Sarà così.- rispose lui sconsolato. - Ma con Dominic, che conti di fare?-

Andie guardò Josh e rise. - Ma che vuoi che possa fare, sono sicura che lui mi odia, e ha ragione.-

- Ma che ne sai! Chiamalo!-

- No!- disse decisa Andie.

- Chiamalo!- ripeté Josh cercando di convincerla.

- Ma non ci penso neanche!-

- Vigliacca. Non sei altro che una vigliacca! Tra l’altro lui è ancora a New York, ci siamo incontrati non più di due giorni fa. Credo che finalmente abbia terminato le riprese del film, ora sta dietro ad un altro progetto.-

- E tu come fai a sapere tutte queste cose? Non sapevo che vi conosceste tanto bene.-

- Infatti è una cosa recente, anche se non è che ci conosciamo poi così bene, intendiamoci… abbiamo chiacchierato un paio di volte, tutto qui.- rispose lui tranquillo.

Andie lesse qualcosa in quello sguardo apparentemente innocuo. - Josh, ti conosco bene anch’io, non la puoi fare neanche a me… toglitelo dalla testa!-

Josh si mise a ridere. - Josh mi fai incazzare di brutto se mi combini qualcosa, giuro che se fai qualcosa ti tiro il collo con le mie stesse mani!- Lui continuava a ridere, Andie si alzò e prendendo un cuscino lo colpì, mettendosi a ridere anche lei.

- Va bene, va bene, te lo giuro!-

- Sarà meglio per te!-

Josh sperò che Andie non avesse notato le dita incrociate mentre giurava… perché aveva tutta l’intenzione di non rispettare quel giuramento!

 

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Capitolo 22
*** ...e meno fortunati ***


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22. …e meno fortunati!

 

Josh quella sera era tornato a dormire in albergo, e quella era veramente la prova tangibile che l’amicizia tra lui ed Andie era iniziata sotto un’altra stella. Aveva preso un taxi e nel tragitto stava pensando a come fare per mettere il suo zampino in quella faccenda, tra Andie e Dominic.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, chi l’ha detto doveva essere un genio, pensava Josh.

Sì, perché era intenzionato a combinare qualcosa, ma di fatto, che avrebbe potuto mai combinare? Si era sentito una volta con Dominic durante le feste, si erano scambiati gli auguri, si erano per caso incontrati in centro qualche giorno prima, come aveva appena raccontato ad Andie, ma poi più niente. Insomma, non era così in confidenza con lui da poter fare effettivamente granché. Si sorprese per altro che la sua mente si stesse impegnando in simili congetture, se pensava che solo un mese prima la situazione era del tutto diversa.

Comunque, quell’idea uscì nel giro di pochissimo dalla sua testa. Era stato ridicolo solo pensarci, si disse, e anche pericoloso, per via di quella chiacchierata che i due uomini si erano fatti alla festa di Natale di Elijah. Non gli aveva forse detto che lei probabilmente aveva capito che non era il tipo giusto, e che per pigrizia non aveva nemmeno voluto dirglielo?

Se adesso si fosse presentato da lui e gli avesse detto una cosa del tipo Indovina? Ti ho preso per il culo perché volevo avere io una possibilità di provarci e invece lei adesso vuole te!, lui come avrebbe reagito? E poi, era veramente il tipo giusto per Andie? Josh aveva più di qualche dubbio in merito. Decise di stare al suo posto, senza neanche pensarci troppo su.

 

Andie aveva passato la mattinata e parte del primo pomeriggio da Jules e Fran per mettere su la causa contro il loro padrone di casa. Per prima cosa, avevano preparato una lettera per tutti gli inquilini del palazzo, sperando che tutti collaborassero, poi Andie aveva visionato i documenti del contratto di affitto con scrupolo. Avrebbe avuto anche tempo per altro, se le sue amiche avessero smesso anche solo per poco di farle continue domande su Josh.

- Io non ci potevo credere che era lui, poi me l’hai presentato… Dio quant’è bello dal vivo!- aveva detto Fran. Jules invece voleva sapere tutti i particolari.

- Ve l’ho detto, abbiamo fatto due anni di università insieme, lui poi si è ritirato, ma siamo rimasti amici. Tutto qui. Avevamo litigato di brutto, ecco perché siamo stati così affettuosi nel rivederci. Non c’è niente tra noi, davvero.-

- Va bene…- aveva detto Jules non troppo convinta, - diciamo che vogliamo crederti. Giusto Fran?-

L’altra aveva annuito. Andie sapeva che c’era ben di più da raccontare, ma in quel momento non ne aveva proprio voglia. Fortunatamente Fran aveva cambiato discorso.

- Passi al bar stasera Jules?-

- Non so, vedo come va la serata con Lij, se mai sul tardi, o molto presto.-

- Ma molto presto non mi vedrai neanche iniziare a cantare!- si era lamentata Fran che quella sera suonava al bar con la sua band.

- Dai non fare così, che mi vengono i sensi di colpa! E poi io so benissimo che sei bravissima, non devi mica convincermi!-

Andie era intervenuta così, senza pensarci. - Per uscire con quello, potresti anche venire al bar…- subito si rese conto di aver detto una cavolata e rimase in silenzio per un momento.

- Ma che dici An?- gli chiese curiosa ma anche un po’ risentita Jules.

- Ehm… niente… solo che non mi è mai sembrato un bel tipo, tutto qui.-

- E come fai a dirlo, se non l’abbiamo neanche mai visto l’altra sera noi!- aveva chiesto Fran.

- E’ amico di Josh. Lui ne parla bene, ma a me non piace. E’ uno che crede di sapere sempre tutto. L’ho conosciuto alla festa di compleanno di un suo amico.-

- A me sembra un sacco simpatico, veramente. Forse non era in una buona serata.- disse Jules.

- Sarà stato così. Anzi, è molto probabile che sia così, perché infondo non lo conosco molto.-

Si interruppe un attimo per ridacchiare un po’, le altre la guardarono con aria perplessa.

- Scusatemi, è che mi è venuto in mente che l’origine della cosa sta nel fatto che era l’unico che non rideva alle mie battute… almeno Orlando faceva finta di ridere, lui neanche quello.-

- Cosa? Orlando chi… Bloom?- disse Fran stupita, pensando al primo Orlando che potesse rapportare ad Elijah.

- Sì.- rispose tranquilla Andie.

- E lo dici così, come se fosse uno che si incontra in un bar! Cazzo ragazze, mi dovete presentare qualcuno!-

- Mh, ecco un altro che vale la pena veramente, lascia perdere!- aveva risposto ironica.

Le altre risero.- Dì un po’, An, ma c’è qualcuno che si salva per te?- aveva chiesto Jules.

- Del loro gruppo? Non lo so. Cambiamo discorso?- disse tanto per togliersi da quell’incalzare di domande.

Le altre avevano riso, poi avevano cominciato ad occuparsi nuovamente del lavoro per cui si erano riunite.

 

Quella sera Andie al bar aveva il turno con Cathy, una delle altre ragazze che lavoravano al bar, Fran suonava, così avevano scambiato un turno. Non era stata un momento ferma da quando era arrivata, c’era parecchia gente e Josh, con suo disappunto, era in ritardo. Fran cominciava alle dieci a suonare, e lui ancora non era arrivato nonostante le sue raccomandazioni.

Per di più fu ancora più sorpresa nel veder entrare Jules ed Elijah. Jules si era avvicinata al bancone del bar dove Andie stava preparando delle bibite.

- ‘Sera! Fran non ha ancora cominciato?-

- No, fra poco però. Sarà contenta di vederti!- Le disse lei sorridendo.

- Voi vi conoscete già, vero? Non avete bisogno di presentazioni.-

Elijah aveva guardato Andie più che stupito. Ma quella non era un avvocato? Qualcosa doveva essergli sfuggito. Tra l’altro rivederla non gli faceva certo piacere, nutriva una certa antipatia nei suoi confronti, per forza di cose.

- Ciao Elijah, come va?- aveva chiesto Andie sorridendo cortese.

- Io benissimo, - rispose spavaldo e un po’ scostante, - Ma tu non eri un avvocato?-

- Ero. Poi ho lasciato il posto.- rispose lei seccata, per via del tono di voce poco gentile che aveva usato lui. Jules, che se ne era accorta, tagliò la conversazione.

- Lij ci sediamo? Fra un po’ la mia amica comincia. Ciao An!- Elijah aveva fatto un sorrisetto ad Andie che lei non aveva ricambiato.

- Ma è amica tua?- aveva chiesto dopo Elijah a Jules.

- Sì, decisamente sì. Perché me lo chiedi con questo tono?-

- Niente, niente, così per chiedere.- tagliò corto lui, che era piuttosto scocciato.

Quando era arrivato Josh, quasi mezz’ora dopo che Fran aveva cominciato, aveva trovato Andie imbronciata dietro il bancone.

- Scusami, non pensavo che fosse così importante per te!- le disse scusandosi per il ritardo.

- Non è per questo, è che il tuo amico Elijah è un pezzo di merda! Ecco, te l’ho detto!-

Andie gli raccontò del loro incontro-scontro e Josh capì perfettamente la situazione, anche se si guardò bene da dare i particolari a lei.

- Sarà nervoso Andie, succede! Non dargli troppa importanza.- Poi Josh si era allontanato e aveva cercato un posto per sedersi, Elijah l’aveva visto e l’aveva invitato al tavolo.

A serata terminata Josh aveva accompagnato a casa Andie che aveva continuato a lamentarsi di Wood, che nel corso della serata non era stato certo più educato di come lo era stato fin dall’inizio.

Appena a casa aveva ricevuto un messaggio da Jules: “Accidenti, ma che gli hai fatto? Questo ce l’ha a morte con te! Bah… poi se ne riparla. Notte bella!”

Andie si era arrabbiata, aveva imprecato a voce alta esclamando:- Ma che cazzo vuole da me quello stronzo! Che gli avrò mai fatto!- Anche se una mezza idea se l’era fatta.

 

Appena due giorni dopo, martedì durante il pranzo, Jules fece un’entrata trionfale al bar, sfoggiando un sorriso che andava da un orecchio all’altro, con un giornale in mano. Lo aprì senza dire neanche ciao alle ragazze che la guardavano perplesse di là dal bancone, e piazzò davanti ai loro occhi una foto a piena pagina di lei con Elijah Wood mentre passeggiavano nel centro di Manhattan.

- Caspita, sei bellissima in questa foto!- aveva esclamato Fran.

- Ho avuto fortuna, hanno preso il mio profilo migliore! Ce l’hanno scattata sabato sera, stavamo andando a cena! Ma non è tutto, leggete qui.- Indicò un punto che lei aveva già sottolineato con un evidenziatore nell’articolo.

“La nuova fiamma di Elijah Wood corrisponderebbe al nome di Juliette Raines, una modella in ascesa di ventitre anni che ha recentemente prestato la sua immagine per la nuova campagna pubblicitaria per un’industria cosmetica.”

- Ebbene?- disse Jules tutta eccitata.

- Ce l’hai fatta!- le disse Andie sorridendole, - E parecchio in fretta, vanno così veloci le cose nel mondo del gossip?-

- A quanto pare sì!-

- E con Elijah ora come la metti?- aveva continuato Andie.

- In che senso, An?- le aveva chiesto Jules.

- Continuerai ad uscire con lui?-

- Finché non mi annoierà, penso proprio di sì. A dire la verità però non è male, è molto carino.-

- Cosa hanno udito le mie orecchie?- disse stupita Fran. - Mica ti rimbecillirai tutto un colpo, vero? Non ti ho mai sentito dire di uno che è carino!-

- C’è sempre una prima volta tesoro mio!-

Purtroppo, quella sera stessa, era stato Elijah senza tanti complimenti a scaricare Jules, che era tornata a casa furiosa in tarda notte e si era diretta subito al frigo. Stava fingendo di mangiare dei dolcetti davanti alla televisione tutta imbronciata, Fran che era appena tornata dopo il turno al bar l’aveva trovata così.

- Tu già qui? – aveva chiesto intuendo che c’era qualcosa che non andava.

- Sì!- aveva detto secca lei. Fran stava per chiederle cosa fosse successo ma non aveva avuto bisogno di chiedere perché Jules aveva cominciato a parlare senza sosta.

- Quel farabutto, disgraziato, figlio di una buona donna, bastardo, stronzo, pezzo di merda che non è altro mi ha piantata senza complimenti, ha scaricato me, non so se rendo l’idea, ero io che dovevo scaricarlo, io, lui non avrebbe dovuto farlo, che stronzo!-

Fran era scoppiata a ridere e Jules l’aveva fulminata con uno sguardo.

- E che ti aspetti dalla vita, succede!-

- Mi aspetto di capirci qualcosa! Il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato dal giorno alla notte, è uno psicopatico quello, aveva ragione Andie a dire che non è tutto questo granché!-

Nel pensare ad Andie, Jules ebbe una specie di folgorazione. Si era ricordata della glacialità con cui si erano trattati un paio di sere prima al bar e un sospetto le si era intrufolato nella mente.

- Vado a nanna, - disse improvvisamente, - tanto non ci voglio star tanto a pensare. Ho avuto quello che volevo infondo, giusto?- disse indicando una delle tante copie del giornale che aveva pubblicato quella foto che avevano improvvisamente invaso casa loro.

- Certo! Quindi alla pazza gioia, una di queste sere usciamo tutte insieme e ne troviamo un altro!-

- Sì, ne troviamo un altro, molto meglio di quel bamboccetto. Ma devo parlare con Andie, perché ho un sospetto. Domattina la chiamo.-

- Che sospetto?-

- Niente di che, te lo dico domattina, ora non ho voglia.-

Fran le aveva dato la buonanotte, quando era rimasta da sola nel suo soggiorno aveva fatto spallucce, proprio non era riuscita a capire a cosa l’amica si riferisse. Del resto era abituata alle uscite di testa di Jules, in fondo le piaceva anche per quel suo modo di essere sopra le righe.

 

Andie era stata svegliata dal trillo del telefono, quando aveva tirato su la cornetta si era trovata a parlare con un’agitatissima Jules che la pregava di scendere dal letto e andare al bar più in fretta possibile. Era per parlare di qualcosa che riguardava Elijah, ma non aveva capito bene. In ogni modo, si era alzata dal letto e si era preparata per uscire. Erano appena le otto del mattino, si chiedeva cosa potesse essere successo di tanto importante, anche se, conoscendo Jules, poteva benissimo essere una stupidaggine. Lei era fatta così, enfatizzava tutto fino a farlo diventare una piccola tragedia.

Quando era arrivata al bar Fran e Jules erano già là.

Si sedette con loro. - Allora, che succede?-

Jules l’aveva guardata bene per un momento, poi aveva cominciato.

- Lij ieri sera mi ha mollata, non so se rendo: mi ha mollata LUI!- Andie guardò l’amica preoccupata, pensando che ci fosse rimasta male.

- Va tutto bene Jules?- chiese preoccupata.

- Benissimo!- le rispose sorridente. - Piuttosto, vorrei farti una domanda.- aveva aggiunto.

- Ma tra te e Lij c’è stato qualcosa? No, perché puoi tranquillamente dirmelo, mica me la prendo.-

Andie si era messa a ridere. - Ma chi accidenti ti ha detto una cosa del genere… io e quel coso!- aveva continuato a ridere.

- Perché dici quel coso, è così carino! Certo, è uno stronzo che mi ha scaricata… però!-

- Ma si può sapere come ti è venuta in mente quell’idea?- aveva ribattuto Andie allibita.

- Non so An, è che da quando ci siamo visti la sera al bar fa continuamente battutine cattive sul tuo conto, e l’altra sera vi sareste ammazzati se aveste potuto… Insomma, quanto meno ci deve essere qualche attrito! Ho pensato che fosse perché magari c’era stato qualcosa tra voi che era finito male…-

Andie se fino a quel momento l’aveva solo sospettato, adesso ne era certa.

- La faccenda è un po’ lunga.- disse alle amiche con calma.- Se volete vi spiego, ma non qui, e non adesso.-

- Tanto più che io devo scappare.- Disse Jules alzandosi dal tavolo, mentre le altre la guardavano storto. Non erano più di cinque minuti che stavano là.

- Devo lavorare! Che non lo sapete che lavoro?- continuò lei come a rispondere alla tacita domanda delle altre due, mentre si alzava e si metteva il cappotto.

- Che fai stasera Jules? Noi abbiamo la serata libera, che ne dite di venire a casa mia e vi racconto tutto? Venite a cena, ok?-

- Va bene, ok. Ma solo se ti va di raccontarcelo,- aveva detto Fran, - lo sai che questa di tutto fa una tragedia, ma tu non ti devi preoccupare.-

- Non è vero che faccio le tragedie! - aveva detto stizzita Jules. Fran l’aveva guardata molto eloquentemente. - Va bene, forse un pochino. Comunque ha ragione Fran. Se non ti va, non sei obbligata.-

- Voglio farlo, davvero. Altrimenti non avrei detto niente.-

Dopo che Jules era andata via, Andie e Fran si erano guardate ed erano scoppiate a ridere.

- E’ pazza!- aveva commentato Fran.

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Capitolo 23
*** Quando la tecnologia è un valido alleato ***


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23. Quando la tecnologia è un valido alleato

 

7 feb, gio Ore 12:20 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: RE: parto

Una squallida e-mail per dirmi che te ne vai dalla Grande Mela… per tornare nella caotica Los Angeles? Ma allora è vero, non mi ami più!

(nella lettura di suddetta e-mail l’autore consiglia in questo punto di fare una pausa enfatica immaginando il già citato autore che piange disperato)

Allora, come si sta a casa dalla mamma?

 

7 feb, gio Ore 10:33 am

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: parto

Te l’ho detto che non ho avuto il tempo per dirtelo, amore mio, ma ti prometto che appena torno passerò più tempo con te. (nella lettura di suddetta e-mail l’autore consiglia di andare in bagno per vomitare, onde evitare di farlo sul pc da cui si legge)

A casa di mamma si sta bene, tutto sommato.

Ti devo raccontare diverse cosette che non ho avuto il tempo di dirti, dato che ho passato il mio tempo sicuramente in modo più piacevole che a parlare con te! Ti va un’ammucchiata in chat? Se ce la facciamo a metterci d’accordo con i vari fusi orari, vediamo un po’ che riesco a combinare con Billy.

 

7 feb, gio Ore 3:56 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: RE: parto

Un’ammucchiata? Se ne può parlare… lo sai che per certe cose non mi tiro mai indietro!

Seriamente, Billy ti manda a cagare se anche solo gli fai presente la cosa. Forse tu non te ne rendi conto ma ci sono nove ore di distanza tra te e la Scozia!

E anche io oggi ho un sacco da fare, non ho tempo. Scrivermi tutta la storiella in un e-mail ti fa poi così schifo? Lo so, il massimo sarebbe una bella web cam, almeno ci potremmo vedere, piccioncino mio. Oh quanto ti amo!

Ora spengo questo computer prima di fare troppo tardi, ma sappi che tu mi sei sempre vicino nel mio cuoricino.  (l’autore di suddetta e-mail spera che mai nessuno leggerà queste e-mail del cazzo che ci mandiamo, sarebbe imbarazzante)

 

7 feb, gio Ore 11:06 am

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: parto

E io che sto anche a parlarci con la gente come te… (l’autore di suddetta e-mail scuote la testa basito e si dichiara pervaso dalla stessa speranza. Comunque l’autore ci tiene a dire che hai cominciato tu e che se qualcosa trapelerà, darà la colpa a te!).

Va bene, ti scriverò un’e-mail ed eviterò di farmi mandare a cagare da Billy. Ora devo uscire anch’io.

Ciao tesoruccio!

 

Quando Dominic aveva letto l’ultima e-mail di Elijah si era messo a ridere di gusto. Quel giochetto era iniziato quando su internet aveva cominciato a girare la voce che loro fossero una coppia gay. Ormai tra loro non c’era coppia che la stampa non aveva già dato per omosessuale, cosa che per altro li divertiva parecchio, tanto che non c’era occasione in cui avessero smentito quelle assurde dicerie e in cui non si fossero dimostrati affettuosi l’uno con l’altro, a volte anche troppo. Ma quello era anche il bello di essere star, no? Fare cose eccentriche che risultassero piuttosto provocatorie, come quando aveva baciato Orlando ad una delle premiere per “Il Ritorno del Re”. Tra l’altro c’era quella strana moda di alcuni fan, che avevano costruito un vero e proprio mito sulla presunta omosessualità di quasi tutto il cast del Signore degli anelli. Cosa piuttosto ridicola, razionalmente parlando. Forse pensavano che nell’aria di Wellington ci fosse una sorta di polverina magica che risvegliava i sensi obbligando la gente a soddisfare i propri bisogni con la prima, anzi, nel loro caso era più corretto dire con il primo che capitava. Si ricordava quella volta che insieme a Billy e ad Elijah avevano fatto quella navigata in internet per leggere un po’ le storie che si inventava certa gente. Si erano fatti delle gran risate, questo era vero, ma Dominic sarebbe stato un gran bugiardo se non avesse ammesso che ne era uscito anche un po’ leggermente disgustato. Però poi era stato divertente coniare tutti quei nomi di fittizi porno-film insieme agli altri, che poi avevano mandato per e-mail a tutto il gruppo. Dominic doveva avere ancora quell’allegato da qualche parte nel suo computer, ripensandoci gli scappava da ridere.

Peccato che la voglia di ridere gli era passata quando aveva letto l’e-mail successiva di Elijah.

 

7 feb, gio Ore 5:33 pm

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: Ecco i pettegolezzi 

Visto che appena sono tornato a casa ho pensato a te? E tu che dici che non ti amo più…

Allora, venendo a noi, ho delle notiziole fresche fresche su Andie, non mi svenire sul pc! Ti ricordi la sera che l’abbiamo vista di sfuggita al Webster Hall, che poi è l’ultima sera in cui ci siamo visti dato che io ho fatto altro? Lì per lì non me lo sono ricordato, ma la ragazza con cui mi sono visto in questi giorni era una delle ragazze che erano sedute con lei. Me lo sono ricordato solo domenica sera, quando questa stressa cazzi, mi ha trascinato in un bar dove fanno musica dal vivo perché suonava una sua amica… e chi ti vedo al bancone a fare la barista? Quella gran brava figliola!

Ora, io che la sapevo avvocato, mi sono un attimo preoccupato, se non che ho scambiato due paroline con lei e ho potuto notare che è veramente un’acida da paura. Ma come accidenti faceva a piacerti così? Meno male che t’è passata. Comunque, vista una, viste tutte, con la sua amica ho chiuso, sembrava simpatica, ma di certo non è una che s’è fatta pregare, tanto valeva togliersela subito di torno.

Detto questo, ci aggiorniamo. E comportati bene finché sto qua.

 

Dominic aveva letto l’e-mail in tarda nottata. Innanzi tutto non aveva proprio capito perché Elijah gli aveva scritto un e-mail per parlargli di Andie. E soprattutto, quello che gli aveva fatto passare l’allegria era che non appena aveva letto quell’accidenti di nome gli era presa una stretta allo stomaco.

Era passato un bel po’, e se per qualche tempo ancora ci aveva pensato poi aveva voltato pagina e aveva continuato come aveva sempre fatto.  Pensare ad Andie lo faceva sempre arrabbiare, anche se sentiva chiaramente che non era solo quello. Era anche un bel ricordo, dopo tutto, anche se lei aveva finto, Dominic pensandoci poteva crogiolarsi nel pensare che non fosse stata una tra le tante.

Non voleva ammetterlo, ma era curiosissimo di sapere in quali circostanze Andie lavorava in un bar.

Scrisse subito ad Elijah per chiedere delucidazioni, inoltre quel ragazzo aveva bisogno di una lavata di capo.

 

8 feb, ven Ore 3:09 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: RE: Ecco i pettegolezzi       

Brutto bastardo che non sei altro, ma perché devi parlarmi di quella? Ma non è un capitolo chiuso?

E adesso passiamo a te, che quando fai questi discorsi mi fai incavolare.

Punto 1: Ma se il giorno dopo che hai conosciuto quella tipa eri fuso come un deficiente, ora solo perché è amica di Andie è diventata una troia senza via di scampo? 

Punto 2: E non mi venire a raccontare la cazzata che se una te la da subito è puttana. Lij, siamo nel terzo millennio, le donne ragionano sempre più spesso così, come noi.

Punto 3: Rischiando di prendermi del femminista come al solito (che concetto del cazzo, comunque!), ma se anche tante donne ragionassero come fai tu, vorrebbe dire che mai nessuna donna starebbe con noi!

Punto 4: Ma in che bar? Mi sembra stranissimo, dato che mi aveva raccontato che sarebbe stata promossa allo studio legale dove lavorava. Mi sa che chiederò informazioni più dettagliate.

Per inciso, sai che ti amo profondamente lo stesso, maschilista o no, ti amo con i tuoi pregi e i tuoi difetti perché non posso sopportare di non poter più perdermi nei tuoi occhioni blu… cucciolotto mio!

(l’autore di suddetta e-mail la prossima volta cercherà di mangiare meno pesante a cena. Lo giura sul tessssoro! Anzi… lo giuriamo sul tessssoro!)

Davvero, riconsidera un po’ questa cosa e cerca di fare meno il moralista, perché magari poi ti perdi una bella occasione. Quando torni? Un bacio appassionato.

 

Ed eccolo li, come un deficiente, a pensare di nuovo a lei. Accidenti ad Elijah! Era bastato così poco per riaccendere il suo interesse, e questo lo indisponeva sempre di più.

 

Fran e Jules erano andate a cena da Andie. Avevano trascorso una bella serata, anche se Andie menava il can per l’aia per quanto riguardava tutta quella storia che aveva deciso di raccontare. E poi Jules non aveva fatto che parlare dell’odiosissimo Elijah tutta la sera, quindi lei aveva avuto un alibi. Ma le altre due di certo non si erano dimenticate, anche se non la incitavano a parlare perché avevano paura che dietro a quella storia ci fosse qualcosa che ad Andie faceva male.

Alla fine era stata lei ad aprirsi. Aveva tirato fuori da uno dei mobiletti del suo soggiorno una bottiglia di tequila e l’aveva fatta vedere alle altre due.

- Vi va una sana e sonora sbronza tra amiche?- Le altre si erano messe a ridere.

- Patti chiari, amicizia lunga!- aveva continuato Andie, - Che nessuna di voi si senta male, fermiamoci quando siamo belle brille e cominciamo a dire stronzate a vanvera, almeno sarà più facile raccontarvi la storia della mia vita.-

Fran e Jules si scambiarono uno sguardo d’intesa, come a dirsi che avevano capito che per Andie quel discorso era complicato, come avevano del resto già immaginato.

- Porta qui la bottiglia An, stanotte io e Fran dormiamo sul tuo divano!-

- Giusto! Ce l’hai un limone?- aveva aggiunto Fran.

Andie quindi si era avviata in cucina e si era armata di tutto il necessario, quindi si erano sedute per terra tra il divano e il tavolinetto del soggiorno.

Aveva cominciato a raccontare tutta la vicenda, con calma, spiegando bene tutti i perché e i per come, dando importanza a fatti precedenti della sua vita. Quando era arrivata a parlare della vicenda di Josh, Orlando e Dominic, i loro bicchierini erano stati riempiti sempre più frequentemente, come se quei racconti avessero aumentato la voglia di fare stupidaggini. Erano passate anche a parlare nuovamente di Elijah, sembrava proprio che Jules non potesse farne a meno, anche se continuava a definirlo uno qualsiasi.

Tutte e tre insieme avevano leccato il sale che avevano messo nell’incavo tra pollice e indice, dato un morsetto alla loro fetta di limone e avevano bevuto tutto d’un fiato la tequila. Andie aveva tirato la testa indietro nel farlo, e aveva quasi perso l’equilibrio. Le altre risero.

- Attenta a non cadere, An!- Rise anche lei.

- Comunque,- aveva continuato Fran, - io sono convinta che Elijah non ti sia così indifferente come dici…-

aveva detto più seria possibile diretta a Jules.

- Ma che cazzo dici Fran! Insomma, una bella scopata, un po’ di uscite insieme, ho avuto la mia foto sui giornali e un po’ di pubblicità che non fa mai male!-

- E allora perché non parli altro che di lui e dei suoi occhioni blu?- aveva detto Andie riempiendo il bicchiere a tutte.

- Non è vero!- disse stizzita Jules. - E’ solo che se anche non me ne frega niente, mi piace concludere personalmente le mie storie. E poi è un maschilista del cazzo! Che credi che ci sia andato leggero? Ho letto chiaramente tra le righe che quel “non credo che sia una cosa che dobbiamo trascinare a lungo” voleva in verità dire “levati dalla palle perché ormai con te mi sono già tolto lo sfizio”! Famoso e quel che ti pare, ma che stronzo cafone!-

- Uomini, brutta razza. Poi immagino che quelli famosi lo siano di più.- aveva affermato Fran.

- Giustissimo Fran, è una razza che dovrebbe estinguersi. Altro giro!- esclamò alla fine della frase Andie e tutte insieme avevano ripetuto il rituale: sale, limone e rum.

- Ma perché non parli tu, che di scoparsi gente famosa te ne intendi?- aveva detto Jules punzecchiando Andie. Poi aveva continuato:- Cazzo, ti sei fatta Orlando Bloom e te ne fai anche un problema, mi c’avesse sbattuto a me su un letto!-

Le altre scoppiarono a ridere, Jules era veramente un peperino, poi con tutto quell’alcool in circolo non si tratteneva minimamente.

- Si, va bene, mi sono fatta Bloom, e allora? E’ stata una botta e via, mica niente che vale la pena di ricordare!-

- Si, ma è l’unica cosa che vale davvero la pena di fare con gli uomini!- aveva esclamato Fran.

- Perché il mio bicchiere è vuoto, voglio fare un brindisi!- aveva aggiunto.

Andie si era affrettata a riempire nuovamente i bicchieri.

- Allora…- aveva detto Fran, - Brindo a noi, ragazze libere, indipendenti e maschiacci del terzo millennio!-

- E io brindo al fatto che gli uomini hanno il cervello nei pantaloni, perché ci rende migliori di loro e soprattutto fa nostro il potere!- aveva aggiunto Jules. Poi entrambi avevano guardato Andie che stava seduta per terra in mezzo al loro aspettando che dicesse qualcosa anche lei.

- E io… vediamo…- aveva detto facendo un’espressione concentrata, - brindo a…-

Jules la interruppe:- Alle celebrità che ti sei portata a letto!-

Scoppiarono a ridere e brindarono, forse era l’ultimo discorso che facevano per quella sera con un po’ di senso compiuto.

 

8 feb, ven Ore 12:28 pm

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: RE: Ecco i pettegolezzi

Ma che femminista del cazzo che sei! A te le donne hanno fatto il lavaggio del cervello!

Lo so, sarò un po’ all’antica, ma io è questo che penso. Me ne sono passate troppe per le mani e non le tollero più, sarà anche per questo.

Se proprio t’interessa sappi che la tua cara Andie lavora al bar che ha praticamente sotto casa, all’angolo. Se ti stai chiedendo come faccio a sapere dove abita, metto subito le mani avanti, me l’ha detto Jules, la sua amica. Va bene, ammetto di essere stato un po’ avventato con lei, sarà per la prossima volta.       

Torno lunedì amore mio, aspettami… quanto mi manchi!

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Capitolo 24
*** Non si dimenticano le proprie origini ***


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24. Non si dimenticano le proprie origini

 

Dopo quella nottata le ragazze si erano svegliate con un sonoro mal di testa. Jules per fortuna non andava a lavorare di sabato, con quelle occhiaie del resto non poteva davvero farlo e anche le altre avevano il turno serale al bar. Avevano deciso di occuparsi nuovamente del caso o, meglio, Jules e Fran avrebbero disturbato Andie mentre cercava di lavorarci. Avevano mandato le lettere agli inquilini, la maggior parte dei quali si era già fatto sentire dicendosi a favore di un’azione legale. Per il giovedì della settimana seguente le ragazze avevano richiesto una riunione di condominio proprio per discutere di quella faccenda. Andie ovviamente sarebbe stata presente in quanto loro legale.

Ci aveva pensato non poco in quei giorni, sarebbe tornata in tribunale. All’inizio non era un pensiero molto edificante, tuttavia l’idea piano piano aveva cominciato prepotentemente a farsi spazio nei suoi pensieri e di lì a poco Andie aveva ricominciato a sentire quella scarica di adrenalina che provava tutte le volte che preparava una causa.

Per di più, quella causa era per fini più che giusti, e questo la rendeva orgogliosa. Nel tardo pomeriggio, quando le altre ragazze erano tornate a casa loro, era andata al suo armadio e l’aveva aperto, mettendosi a guardare tutti quei tailleur che non metteva più da un pezzo. Quel lavoro, decisamente, le mancava.

 

In quel momento certo lei non era la sola tormentata da un pensiero fisso. Dominic si era già ripetuto mille volte che era uno stupido, ma aveva una voglia incontenibile di andare in quel bar. Maledetto Elijah, era tutta colpa sua! Aveva resistito per tutto il giorno, si era visto con Orlando e aveva cercato di non pensarci, anche se l’amico aveva notato benissimo che qualcosa non andava. Verso sera, dopo quasi tutto il giorno che lo osservava bene, Orlando non era più riuscito a tenere la bocca chiusa e aveva cominciato a tartassarlo. Erano nella hall dell’albergo dove alloggiava Orlando, aspettando di cenare con due martini davanti. Orlando aveva richiamato l’attenzione di Dominic che si era perso nell’osservare la sua oliva.

- Ma che hai oggi? Tu pensi troppo, sei stato tutto il giorno nel tuo mondo.- l’aveva ammonito con un finto tono di rimprovero.

- Ma che dici, non è vero!-

- Sì che è vero!- aveva ribattuto Orlando con fare scherzoso. - Seriamente, - aveva continuato, - che ti prende? Problemi a lavoro?- Chiese, anche se quella faccia non era proprio da problemi di lavoro.

- No, tutto bene. Non ti preoccupare.-

- Si, come no, ma mi prendi per scemo?- aveva ribattuto Orlando fingendosi offeso.

Dominic rise. Sapeva che non avrebbe potuto continuare la scenata a lungo, e sapeva anche che Orlando gli avrebbe dato del rincretinito se gli avesse detto che gli stava passando per la testa, tuttavia non poteva continuare a negare l’evidenza.

- Ora mi cazzierai a dovere, ma tanto vale che te lo dica lo stesso.-

- Mh…- fece Orlando con una smorfia. - Va bene che il confessore ufficiale è Elijah, ma guarda che anch’io so ascoltare, anche se pensi il contrario!-

- Lo so, infatti non è questo il problema. Ora cerco di spiegarti in modo breve e conciso che mi prende.- Dominic quindi aveva raccontato ad Orlando di quella faccenda. – Insomma, è dall’altra notte che non me la tolgo dalla testa, è un pensiero fisso e questo mi fa veramente imbestialire. Senza che pensi che pecco troppo di superbia, ma insomma, uno nella mia posizione, ma non ha altro da fare che pensare ad una così?-

- Ma non c’entra niente questo, è solo che ti ha fatto male, tutto qui. Non importa chi sei e chi non sei.- aveva risposto serio Orlando. Dominic si era messo a ridere, l’altro l’aveva guardato in modo strano.

- Beh, che ti ridi adesso?-

- E’ solo che raramente facciamo discorsi seri! Comunque hai ragione, quel discorso era una stronzata. A proposito di stronzate, se vuoi puoi anche cominciare a dirmi che cretino che sono.-

Orlando l’aveva guardato per un momento sorridendogli lievemente prima di rispondergli.

- Perché dovrei darti del cretino? Non mi sembri un cretino. Se te la devo dire tutta, era chiaro agli occhi di tutti già da un po’ che tu quella non te la sei più tolta dalla testa. Anche a Londra, quando sei venuto giù a passare il capodanno, non eri il solito Dom, e poi anche l’altra sera al Webster Hall, quando l’hai vista hai fatto una faccia. Ma francamente non ti do affatto del cretino, anzi, ti dirò una cosa. A mio parere questa storia non è conclusa, perché con questa ragazza tu non ti sei nemmeno più chiarito. E se fosse stato tutto un gran fraintendersi? Hai pensato a questa opportunità? Dai, l’hai sentita anche tu quella telefonata, lo sai che tra me e lei non c’è stato niente di serio. Forse magari con te era diverso, e l’avresti potuto scoprire se solo ti fossi degnato di chiederle che ne pensava. Magari adesso lei s’è pure arrabbiata perché non ti sei fatto più sentire!- aveva detto sorridendo per l’ultima sua affermazione, Dominic pure aveva riso, anche se solo di facciata.

- Quello che sto cercando di dirti, anche se in modo molto confuso, è che te ne devi fregare di tutta la faccenda. Ti va di rivedere Andie? Vai a quel bar e scambiaci due parole, guarda che aria tira. Non ti preoccupare di quello che penso io, o che pensa Lij. L’importante è quello che senti tu. E con questo ho finito la mia dose di serietà per una settimana, quindi basta discorsi seri per stasera!-

Dominic aveva riso nuovamente per la sua battuta.

- Dici davvero, dovrei andarci?- aveva detto dopo.

- Se ti va, direi proprio di sì.-

E a Dominic andava, eccome se andava.

La mattina dopo infatti, svegliandosi, il primo pensiero era stato rivolto proprio alle parole che Orlando gli aveva detto la sera prima, senza neanche pensarci troppo si era diretto verso il bar, anche se per la strada gli era venuto più di qualche dubbio.

 

Fran stava preparando dei cappuccini mentre Andie era intenta a portare le ordinazioni ai tavoli. Era appena tornata indietro con dei bicchieri vuoti, aveva guardato la porta quasi per caso, passando subito oltre con lo sguardo, ma poi ci era tornata subito. Che diavolo ci faceva Dominic lì fuori? Sperò che non entrasse, vana speranza. Andie fece appena in tempo ad infilarsi nella porta che portava al magazzino, alla cucina e all’ufficio di Edward. Non la chiuse, sapeva che nessuno poteva vederla, ma lei vedeva benissimo cosa succedeva. Disse a Fran:- Ti prego coprimi per un momento, per favore!- e si nascose.

Fran non fece domande, sorrise complice.

Dominic si era attardato un po’ sull’entrata, si guardava attorno con aria pensierosa, in effetti stava solo guadagnando tempo. Si era avvicinato al bancone, e Fran subito sorridendo chiese cosa poteva dargli.

- Veramente volevo un’informazione.- disse lui, non troppo convinto.

- Se posso esserti utile…- disse lei.

- Mi hanno detto che una ragazza che conosco lavora qui, si chiama Andie, non c’è oggi?-

Andie stava intimando a gesti di fare silenzio a Fran.

- No, oggi non c’è.- aveva risposto cercando di stare calma. Accidenti, Dominic “Merry” Monaghan era appena entrato nel bar chiedendo informazioni su una sua amica…

- E sai per caso quando la posso trovare?- incalzò Dominic

- No.- mentì lei. – Non so quando è il suo prossimo turno, mi dispiace.-

- Allora non importa.- rispose lui sconsolato. Senza aggiungere altro prese la porta, Fran appena fu sicura che lui era già andato via entrò nel magazzino e prese Andie per un braccio portandola nuovamente nel locale.

- Adesso tu mi giuri che la prossima volta ci parli. Sei proprio una scema!-

Andie non rispose nemmeno a Fran, era stupita di quello che aveva appena sentito dire a Dominic. Era venuto a cercare lei, eppure credeva che la detestasse, a ragione per giunta.

- Dio, Fran, ma che cosa vuoi che possa dirgli! Mi vergogno come una scema! E poi come ha fatto a trovarmi?- non appena aveva detto quella frase le era venuto in mente.

- Ma se è venuto a cercarti vuol dire che aveva le sue buone ragioni, se tu gli permettessi di parlarti magari. E poi ti piace, non puoi negarlo!-

- Figlio di puttana!- aveva esclamato Andie non appena Fran aveva finito. L’altra l’aveva guardata come si guarda un malato di mente.

- Ma che accidenti dici? A me è sembrato così carino…-

- Non Dominic, Josh! Me l’ha mandato lui, che stronzo! Gli avevo detto di non fare niente di simile!-

Fran rise, poi entrambe erano tornate a lavorare. Il bar era quasi pieno, c’era un bel po’ da fare, tra neanche mezz’ora Fran e Andie avrebbero finito il turno.

Quando erano uscite non si accorsero che erano osservate. Dominic dall’altra parte della strada, fingendo di guardare una vetrina le aveva viste salutarsi con un bacio affettuoso e poi prendere direzioni opposte. Non era una giornata particolarmente fredda, Andie camminava sul marciapiede opposto al suo. Portava un cappotto grigio chiaro aperto con una sciarpa colorata al collo, dei jeans e un maglione rosa da cui usciva una camicia bianca. Aveva i capelli legati in una coda di cavallo, il trucco leggero, Dominic ebbe l’impressione che non fosse la stessa Andie di appena un paio di mesi prima. Camminava lentamente, con lo sguardo perso nel vuoto, immersa nei suoi pensieri. Si era fissato su di lei, non aveva potuto farne a meno, ma riuscì a resistere alla tentazione di andarle incontro, un po’ perché le avevano mentito una mezz’oretta prima, e non voleva metterla in imbarazzo, un po’ perché il fatto che non si fosse fatta trovare da lui un po’ di fastidio glielo dava. Andie girò l’angolo, uscendo dal suo campo visivo.

Ascoltare l’istinto a volte è utile, pensò Dominic, qualcosa gli aveva fatto decidere di rimanere per un po’ a girellare nei dintorni. Era sorto un dubbio nella sua mente, forse Andie non voleva vederlo perché era arrabbiata con lui. Poteva averlo visto prima che entrasse ed essersi nascosta, era un’ipotesi plausibile dopo tutto.

Eppure doveva trovare il modo d’incontrarla.

 

10 feb, dom Ore 14:42

Da: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh” (MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: BASTARDO!

Ma che gran bastardo che sei! E meno male che ti avevo detto di non prendere iniziative.

Preparati: la pena sarà lunga e dolorosa.

Il tuo assolutamente perfido EX avvocato sexy

 

Questa era l’e-mail che Andie aveva scritto a Josh dopo essere tornata dal lavoro. Josh ricevette l’e-mail nel tardo pomeriggio e non aveva proprio idea di cosa Andie volesse dire.

- E’ impazzita anche lei!- sospirò davanti al computer, poi le aveva telefonato. Ce n’era voluta per convincerla che lui non aveva niente a che fare con quell’episodio, ma alla fine l’aveva spuntata.

- Sciocchina! Ma Elijah l’altra sera non ti ha vista al bar? Sarà stato lui a dirgli che lavori li!-

Andie improvvisamente si era sentita una scema, perché non ci aveva pensato prima? Anche se non capiva il succo essenziale di quella faccenda, c’erano molti punti oscuri.

Aveva continuato per un po’ a chiacchierare con Josh, poi si erano salutati. Dopo aveva preso a riguardare i documenti che le avevano dato Jules e Fran, tanto per tenersi impegnata. Improvvisamente incominciò a ridere da sola come un’imbecille… non credeva che si sarebbe trovata nuovamente di domenica pomeriggio a visionare documenti per una causa, eppure eccola li, come a voler rimarcare che non si scordano le proprie origini.

 

Nel pomeriggio aveva ricevuto un sms da Jules: “Alle 8 precise presentati a casa nostra. Serata pizza e dvd. Brutta schifosa Fran mi ha detto che il folletto t’è venuto a trovare!”

Andie rise, rispose che non sarebbe mancata. Da quando aveva accidentalmente chiamato Dominic folletto in presenza di Jules, lei aveva cominciato a chiamarlo così.

Il folletto e gli altri della banda per altro erano i protagonisti della loro serata, Jules aveva insistito per guardare nuovamente “La compagnia dell’anello” dato che Andie non l’aveva mai visto, ma lei quando si era trovata a vederlo non era stata proprio felicissima.

- Ma che palle, la lingua batte proprio dove il dente duole! Ma altri film da vedere non c’erano?- aveva commentato.

- Smettila di rompere, tanto lo so che sei curiosa di vedere il folletto in azione!- le aveva risposto Jules.

- E poi se non l’hai mai visto…- aveva aggiunto Fran.

Insomma, non c’era stato modo di sottrarsi a quello spettacolo.

Non appena era apparso Merry, Andie aveva cominciato a ridere come una pazza, non riusciva a smettere. - Oh mio Dio!- era riuscita a dire tra una risata e l’altra, - Ma chi diavolo è quello?! Non è Dominic, è uno che gli somiglia!-

Jules intanto non faceva che dire quanto era carino Elijah con i suoi bei piedoni pelosi, Fran invece non commentava, ma le guardava entrambe spesso, scuotendo la testa, con l’aria di chi la sa più lunga.

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Capitolo 25
*** Che fare? ***


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25. Che fare?

 

Per questa volta lei era stata più veloce, va bene. Non sempre si poteva spuntarla. Ma accidenti, lui era o non era un tipo tosto? E quindi, prima o poi, l’avrebbe spuntata, perché non si era mai fermato davanti ad un no. Per prima cosa, quel lunedì mattina, prima di andare agli studi per il doppiaggio, Dominic era andato a fare colazione per l’appunto al bar dove lavorava Andie. Non l’aveva trovata, c’erano altre due ragazze, non era stato difficile estorcere informazioni ad una di loro. Si era presentato al bancone sfoderando un sorriso che andava da un orecchio all’altro, aveva fatto un paio di battute ad una di loro, facendo bene attenzione ad essere riconosciuto e il gioco era fatto. Senza doversi sforzare troppo, la ragazza di turno gli aveva spiattellato i turni di tutta la settimana di Andie, senza tralasciarne uno. Era già un passo avanti.

L’avevano informato che Andie aveva il turno pomeridiano, avrebbe attaccato a lavorare alle due e mezza e lui, alle due del pomeriggio si era ripresentato con un giornale, aveva preso un caffè e si era seduto nel tavolo più nascosto dall’entrata che aveva trovato libero.

Con tranquillità aveva aperto il suo quotidiano e si era messo a leggere.

Andie e Fran entrando non l’avevano visto, avevano salutato le colleghe ed erano andate nel retro a cambiarsi. Poi avevano attaccato, Andie era andata a prendere le ordinazioni ad un tavolo vicino a quello di Dominic, lui l’aveva vista avvicinarsi e, colto da un improvviso momento d’indecisione, si era nascosto dietro al giornale.

Si sentì improvvisamente uno stupido, non sapeva proprio che dirle. Si maledisse da solo per essersi infilato in quella situazione, anche perché non avrebbe certo potuto uscire da quel locale senza farsi vedere da lei. E meno male che lui aveva la fama di essere uno che aveva sempre la battuta pronta e una gran faccia tosta…

Andie era tornata appena un minuto dopo con le consumazioni per il tavolo vicino al suo, lui si era imposto di non fare niente per nascondersi, né tanto meno per farsi notare, sbirciandola con la coda dell’occhio vide che si avvicinava e che se ne andava. Non l’aveva visto neanche lei.

Sulle prime ci rimase un po’ male, per una volta che, sotto sotto, gli faceva piacere essere riconosciuto! Poi la bocca gli si era increspata in un sorriso, era veramente uno stupido. Guardò l’orologio e vide che doveva sbrigarsi se voleva essere puntuale agli studi. Si era alzato e si era diretto al bancone. Andie non l’aveva visto avvicinarsi, era intenta nel mettere al loro posto i bicchieri che aveva appena tirato fuori dalla lavastoviglie.

- Vorrei pagare il caffè.-

Andie sentita quella voce rimase immobile un secondo, poi aveva alzato piano la testa, mentre appoggiava nuovamente i due bicchieri che aveva preso dove gli aveva trovati, quasi sperando di essersi sbagliata. Ma da dove spuntava fuori?

Intanto Dominic aveva appoggiato delle monetine sul bancone, Andie le aveva prese. Era molto imbarazzata, e l’espressione del suo viso era molto esplicativa della confusione che aveva nella testa, Dominic capì e non disse niente, solo un saluto prima di uscire.

- Ciao.- le disse sorridendole, un secondo dopo si era avviato all’uscita.

Andie era riuscita a mormorare uno ciao a bassa voce quando ormai lui era già arrivato alla porta e non poteva sentirla. Fran che si era goduta la scena incominciò immediatamente a punzecchiarla.

- Hai perso la lingua? O hai visto un fantasma? Sai, a me quello è sembrato un bel ragazzo in carne ed ossa…-

- Smettila Fran!- aveva detto un po’ stizzita Andie, l’altra si era fatta una risata.

- Spero che la prossima volta almeno gli dirai Ciao!-

Dopo poco Andie aveva ricevuto un sms con scritto “Tornerò” e la cosa, con suo disappunto, la spaventava.

La giornata era continuata regolare, almeno fino a che non era entrata nel locale una donna molto antipatica che con fare arrogante si era rivolta a Fran chiedendole di Edward. Andie stava pulendo dei tavoli non lontana dal bancone, era la prima volta che sentiva Fran rivolgersi a qualcuno con una freddezza del genere.

- Io penso proprio che stia lavorando. Ma se proprio insiste vado a sentire se è libero.-

- Certo che insisto! - aveva replicato quella donna, - Altrimenti non starei qua, che cosa credi?-

Fran non le aveva risposto, aveva solo chiamato Andie dicendole che si allontanava un momento. Era andata a chiamare Edward che era uscito dal suo ufficio e se ne era andato fuori dal locale con quella specie di Crudelia DeMon.

- Ma chi è quel mostro? - aveva chiesto Andie a Fran, certa che lei ne sapesse qualcosa.

- L’ex moglie di Ed, una gran stronza.- aveva detto lapidaria lei.

- Non sapevo che fosse stato sposato.-

- E hanno anche un figlio, che lei non gli fa quasi mai vedere. E’ una storiaccia, poi una volta ti racconto.-

- Ok.- aveva concluso Andie che, francamente, aveva notato un’acrimonia un po’ esagerata nei confronti di quella donna. Avrebbe chiesto a Jules, ci voleva vedere chiaro.

Quella sera infatti Jules le aveva chiarito la faccenda davanti ad una birra, mentre preparavano la cena. Andie aveva invitato le ragazze a casa sua, ma Fran non era ancora arrivata.

- Beh, è una faccenda un po’ delicata, - aveva cominciato, - mi raccomando di non dire a Fran che te l’ho detto.-

- Scherzi Jules, fidati.- l’aveva rassicurata. Jules quindi aveva cominciato.

- Fran è parecchio che lavora al bar, sono già quattro anni, anche se magari non si nota è molto amica di Ed. Per l’appunto è quattro anni fa che lui ha divorziato da quella strega. E’ un tipo veramente glaciale, non so se mi spiego, sempre incazzata. Io non ho mai capito che ci trovasse un cucciolone come Ed in un generale come quella.-

- Ma come mai hanno divorziato?- aveva chiesto Andie mentre apparecchiava la tavola.

- Un momento, ci arrivo!- aveva esclamato Jules, - Come sei impaziente!-

Avevano riso, poi aveva continuato.

- Questioni di corna, credo. Ora, io non conosco bene la situazione, ma credo che lui avesse un’altra, quindi lei l’ha piantato, è tornata in Canada dai suoi e si è portata dietro il figlio, che allora aveva un anno. Permette ad Ed di vederlo una volta all’anno, Fran mi ha accennato che lui ne soffre molto.-

- Certo avrebbe potuto evitare di fare le corna alla moglie, anche se è una strega.-

- Non è che lei abbia fama migliore, sai An? E poi ho sempre avuto l’impressione che lui avesse le sue buone ragioni, perché francamente credo che Ed non sia capace di far male a nessuno. Facciamo quasi nessuno…-

- Comunque, se mi dici che Fran è molto amica di Ed, si spiegherebbe il modo glaciale in cui ha trattato la sua ex.-

- E’ proprio come penso io…  An, se ti dico questa cosa mi devi giurare e spergiurare che stai zitta, anche perché sono solo mie supposizioni.-

- Ci mancherebbe altro Jules! Parla pure, puoi fidarti!-

- Secondo me l’amante di Ed era Fran. E’ da quando ho cominciato a frequentare Fran che ho questo sospetto, non l’ho mai vista avere una storia seria, e l’unico uomo con cui l’ho vista essere affettuosa è lui. Sai, lavorando con loro ho potuto sorprenderli spesso in atteggiamenti quanto meno particolari, anche se a Fran non ho mai chiesto nulla per discrezione. Ho notato dei piccoli gesti, degli sguardi…-

Jules si era interrotta perché qualcuno aveva suonato alla porta, sicuramente era Fran.

- Finiamo un altro giorno, ok?- aveva detto allora, Andie aveva annuito.

Fran si era presentata alla porta con un dvd in mano.

- “Le due torri” ragazze!- Jules ed Andie scoppiarono a ridere, non avevano programmato una serata a vedere un film, ma dato che avevano cominciato con quella trilogia, tanto valeva finire.

Era stata una serata strana comunque. Andie aveva pensato spesso a quello che gli aveva raccontato Jules, aveva osservato Fran ogni tanto e aveva notato che anche lei non era molto presente. Ovviamente anche Jules l’aveva guardata con apprensione, quella sera sulla strada di casa le aveva chiesto cosa le prendesse, ma Fran l’aveva liquidata con un sorriso. Non era proprio aria.

 

Anche il giorno dopo Dominic si era presentato verso l’una, mentre Andie era già al lavoro. Aveva preso una tazza di caffè e si era seduto ad un tavolo, stavolta proprio davanti al bancone. Fingeva indifferenza leggendo il suo giornale, di fatto seguiva con la coda dell’occhio tutti i minimi spostamenti della ragazza. Ovviamente era stata Fran a portargli il caffè, Andie l’aveva scongiurata di non farglielo fare. L’unico contatto che avevano avuto era stato un timido sorriso, con il quale lei aveva risposto a quello che  Dominic gli aveva fatto appena entrato, ben più definito. Dopo una mezz’ora, esattamente come il giorno prima, se n’era andato. Andie aveva ricevuto un messaggio subito dopo: “Continuerò a tornare”.

Ma che cosa voleva da lei? E che avrebbe dovuto fare? Quel giochetto la innervosiva, non ne capiva lo scopo. Forse Dominic si voleva vendicare ancora mettendola in imbarazzo. Sapeva che era un’idea veramente cretina, ma non sapeva darsi un’altra spiegazione.

Dominic stesso non aveva un’idea chiara, aveva deciso tutto così, sul momento, in un attimo d’ispirazione. Aveva trovato davanti a se una situazione molto diversa da quella che si aspettava, e aveva capito che doveva muoversi con cautela.

Sperava che andando al bar tutti i giorni lei si sciogliesse un po’, che gli desse un segno, anche se in quei due giorni non aveva visto nemmeno un barlume di speranza.

Pazienza, decisamente ci sarebbe voluta tanta pazienza, dato che la post produzione del film sarebbe durata altre sei settimane infondo non gli correva dietro nessuno.

Elijah gli aveva dato subito del cretino quando gli aveva raccontato di quella storia, ma poi gli aveva detto esattamente quello che gli aveva detto anche Orlando: se credi, fregatene di quello che pensano gli altri.

Erano suoi amici, lo vedeva anche da questo, Andie per loro era solo una delle tante ragazze sveglie che avevano incontrato, ma lui sapeva che sarebbe riuscito a far cambiare idea a tutti, e il suo entusiasmo aveva contagiato anche loro.

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Capitolo 26
*** Stratagemmi ***


Nuova pagina 1

26. Stratagemmi

 

Dominic continuava ad andare al bar, quando se ne andava mandava ad Andie un messaggio appena pochi minuti dopo. Da parte sua Andie non gli aveva dato molta corda, Fran la sostituiva prontamente quando si trattava di andare al suo tavolo, non gli parlava ed evitava di guardarlo per non incrociare il suo sguardo. Eppure lui continuava a tornare, imperterrito, non facendosi scoraggiare da nulla.

Sì, in effetti Andie all’inizio aveva pensato subito al peggio, ma forse quella volta si era davvero sbagliata, forse sarebbe valsa la pena di fare quel passo che lui avrebbe voluto che lei facesse. I primi giorni, i messaggi che Dominic le aveva inviato sul cellulare, erano stati molto concisi, poi avevano cambiato tono, diventando un po’ più esaurienti.

Il giovedì Andie aveva il turno pomeridiano, lui si era presentato verso le cinque del pomeriggio e come al suo solito si era seduto al tavolo con il giornale. Era un momento tranquillo, il bar non era molto popolato, Fran stava prendendo dei bicchieri sporchi e pulendo dei tavoli alla sinistra del bancone, mentre Andie era rimasta là senza dover fare nulla. Dominic era proprio davanti a lei, che aveva sempre categoricamente evitato di guardarlo; tuttavia si era distratta solo per un momento, seguendo il filo dei suoi pensieri si era fissata su di lui.

Dominic, che in quei pochi giorni aveva sviluppato un bel po’ la capacità di sentirsi uno sguardo addosso, l’aveva notato e improvvisamente aveva staccato gli occhi dal giornale per ricambiarle lo sguardo. Era stato un momento, Andie aveva subito girato lo sguardo imbarazzata per essere stata colta in fallo, poteva sembrare una cosa insignificante a raccontarsi, ma di fatto per Dominic aveva un bel significato, era stato una specie di primo contatto. Quel giorno le aveva spedito un messaggio un po’ diverso dagli altri, molto semplice, ma significativo di una situazione in evoluzione.

“Mi è piaciuto incontrare il tuo sguardo, anche se solo per un momento. Spero che sia l’inizio”.

Ed Andie aveva sorriso per la prima volta, perché forse cominciava a capire che tutto quel teatrino, che riconosceva essere piuttosto ridicolo, lui lo faceva per lei, per un interesse reale. Ma di fare qualcosa, proprio non aveva voglia. Lo scetticismo e, se voleva essere sincera fino in fondo almeno con se stessa, la paura, la bloccavano.

Sempre quel giovedì Andie aveva partecipato alla riunione di condominio che Fran e Jules avevano organizzato per via della famosa causa da intentare al padrone di casa. Andie aveva esposto i vari problemi e le tipologie di risoluzione. Non c’era voluto molto a convincere gli altri, la cosa fu presto decisa: il tribunale li aspettava. Entro la fine della settimana Andie aveva cercato di svolgere la burocrazia necessaria, si era anche messa in ghingheri per portare la citazione in tribunale personalmente nelle mani del padrone di casa. Guardandosi nello specchio aveva visto una Andie che non vedeva da parecchio: aveva un aspetto aggressivo, si chiese se era sempre apparsa così. Per lei era una cosa del tutto nuova. Fran e Jules che erano rimaste in soggiorno aspettando che uscisse dalla sua stanza vedendola incominciarono a prenderla in giro.

- Il demonio si è impossessato di Andie, andiamo a chiamare un esorcista Fran!- aveva esclamato Jules divertita, poi aveva aggiunto:- Però, che aspetto serio che hai!-

Andie aveva riso con loro, se pensava che per anni si era vestita così tutti i giorni così…

Fran e Jules erano entusiaste della crociata che avevano intrapreso, soprattutto Jules che, se anche era presa abbastanza dal lavoro in quel periodo, non si era mai tirata indietro quando c’era stato bisogno di lei. Finalmente il sabato sera si erano concesse una serata libera, erano uscite ed avevano fatto tardissimo. Erano andate in un locale di musica dal vivo, semplicemente con l’intenzione di passare una serata piacevole tra loro, a chiacchierare del più e del meno, ovvero di Elijah per quanto riguardava Jules e di varie ed eventuali per le altre due.

Veramente non è che Fran in quei giorni fosse stata molto espansiva, sembrava concentrata su qualcosa che non riusciva a togliersi dalla mente. Andie scoprì giusto un paio di giorni dopo quello che la tormentava. Fran le aveva telefonato in serata ed Andie era passata la mattina dopo a casa sua prima di andare a lavorare, dato che l’amica le aveva chiesto di parlare.

- Devo chiederti una cosa molto importante, ma ho bisogno della massima discrezione da parte tua. Fai conto che te lo chieda come se fossi una tua cliente.- Aveva detto Fran seria rivolgendosi a lei.

- Chiedimi pure. E’ una cosa che riguarda la legge, suppongo.-

- Si.- rispose decisa. - Ti pregherei di non farmi troppe domande però, non ti posso spiegare.-

Andie aveva tranquillizzato Fran, quindi lei aveva cominciato.

- Conosco una persona separata che ha un figlio. Il problema è che a causa degli attriti che ci sono tra questa persona e l’ex coniuge rischia di non vedere più suo figlio, che già vede molto di rado.-

Andie l’ascoltava paziente, del resto non aveva bisogno di tante spiegazioni, dopo la chiacchierata con Jules di appena due giorni prima aveva capito benissimo che stava parlando di Ed.

- Questa persona ha ottenuto un lavoro in Giappone, vuole portare con se il figlio. Quello che volevo chiederti è se legalmente si può fare qualcosa.-

Andie improvvisamente aveva capito il perché di certi strani comportamenti che aveva notato negli ultimi giorni, Ed che in genere aveva sempre voglia di scherzare stava sempre chiuso nel suo ufficio a rimuginare, Fran sempre più spesso sembrava assente, forse i sospetti di Jules non erano poi così poco fondati, su quella presunta relazione.

- Certo, si può fare.- le aveva risposto annuendo.- Bisognerebbe studiare più a fondo il caso, vedere che precedenti ci sono, che tipo di custodia del minore è stata decisa, che tipo di divorzio c’è stato tra queste due persone. Io non m’intendo molto di casi che riguardano la custodia di minori, ne ho seguito qualcuno in precedenza ma ammetto che non è il mio campo. Ma se vuoi aiutare questa persona il posto giusto è lo studio legale dove lavoravo prima. Sicuramente là potranno consigliargli la strada migliore da prendere.-

- Veramente non te lo chiedo perché voglio un aiuto, ma solo perché ho bisogno di sapere come stanno le cose. Per informarmi.-

Fran poi aveva cambiato subito discorso, troncando immediatamente quella conversazione. Aveva sorriso come faceva sempre, e su due piedi aveva chiesto:- Chissà se oggi troviamo Merry al bar, eh?-

- Penso proprio che lo troveremo…- aveva risposto Andie quasi come se le dispiacesse.

- Cos’è questa risposta giù di tono? Sveglia! Quello ti piace e falla finita di dire il contrario!- aveva detto mettendosi il cappotto per uscire.- E poi è carinissimo… viene tutti i giorni al bar solo per te e tu non lo degni nemmeno di uno sguardo. Oggi al suo tavolo io non ci vado! Categoricamente!-

- No, ti prego, non farmi questo!- le aveva detto Andie quasi implorandola.

- Invece te lo faccio eccome!-

Andie non aveva risposto, perché cominciava a non capirci più niente. Appena entrate al bar vide che Dominic era già là. Lui aveva alzato la testa e le aveva sorriso, lei si era sentita in imbarazzo e aveva tirato dritto.

Incoraggiante! Evidentemente sto facendo progressi! pensò lui prendendosi in giro da solo. Non sapeva più che pesci prendere con Andie, ormai erano quasi due settimane che tutti i giorni andava a trovarla, lei nemmeno lo guardava se non per sbaglio, inoltre aveva l’impressione di essere per lei era una vera a propria fonte di imbarazzo. Eppure, se conosceva Andie, non gli sembrava il tipo che non sapeva affermare ciò che voleva. In parole povere, se la infastidiva così tanto, pensava che lo avrebbe detto subito. Invece nulla. Però Dominic cominciava a non poterne davvero più, in un momento d’ispirazione prese in mano il telefono cellulare e le scrisse un messaggio.

Andie stava preparando dei cappuccini, le aveva suonato il telefono.

“Dato che di parlarmi direttamente proprio non se è aria, allora proverò ad avere una conversazione con te attraverso il telefono. Cominciando da cose semplici, come stai? Dormito bene stanotte?”

Andie lesse il messaggio, per un momento entrò nel panico. Portò con tutta calma i cappuccini al tavolo, mentre Fran la guardava perplessa, quasi come se avesse intuito che qualcosa tra i due si stava muovendo. Non disse una parola, ma si mise sull’attenti a captare ogni minima vibrazione nell’aria.

Che cosa cazzo faccio adesso?! si ripeteva mentalmente Andie come una cantilena nella sua testa. Basta pensare, s’impose, prese il telefono e rispose.

“Non c’è male, i miei sogni sono stati tranquilli e sereni. E i tuoi?”

Il cellulare di Dominic appoggiato sul tavolo aveva vibrato, Andie si era subito messa a fare qualcosa sembrando assolutamente assorta da tutto, meno che da lui. Dominic avrebbe anche esultato, ma ne andava in dignità, anche lui mantenendo un atteggiamento quanto più disinvolto possibile rispose.

“Io ho dormito tutto storto, mi fa male il collo da morire! Purtroppo anche i folletti soffrono di questi disturbi. A parte questo tutto bene. E se venissi a portarmi un’altra tazza di caffè e ne parlassimo?”

Andie rise per il tentativo, poi disse diretta a Fran - Porteresti una tazza di caffè a Dominic, per favore?-

- No, vacci tu!- aveva risposto secca, ma divertita.

- Ti prego, ti prego, ti supplico! E’ l’ultima volta che te lo chiedo!- l’aveva quasi implorata, quindi Fran, mossa a compassione, si era diretta la tavolo. Dominic non riuscì a non nascondere un po’ di delusione.

- Sono troppo buona…- disse appena tornata.

“Parlare di cosa? Sono cose che succedono, su con la vita e goditi il caffè!” Aveva risposto Andie ridacchiando.

“Penso che il tuo difetto più grosso sia che sei veramente troppo furba… ma io sono più cocciuto di te!”

Andie pensò a quanto era successo, quel sei veramente troppo furba era indicativo di molte cose. Prima o poi avrebbe dovuto scusarsi con Dominic, non era certo quello il momento, ma comunque era una cosa che avrebbe dovuto fare.

“Vedremo” Rispose secca questa volta.

“Intanto domani potresti cominciare a far uscire qualche suono rivolto verso di me da quella bocca”

Dopo poco era uscito, Andie non gli aveva più risposto. Dopo pochi minuti era arrivata Jules agitata più che mai e con un’espressione sul viso che la diceva lunga, aveva sbattuto un giornale sul bancone e ad Andie era sembrato di rivedere la scena di un paio di settimane prima. Era una foto di Elijah, con un’altra.

- Si da da fare il ragazzo però, eh?- aveva detto Fran. Andie aveva cominciato a ridacchiare, smise solo quando Jules la fulminò con lo sguardo.

- Scusami…- mormorò, - Solo che per una che dice che non gli frega nulla, ti vedo veramente troppo presa. E poi è anche passato un bel po’…-

Jules la interruppe subito.- Si è vero! Volete che lo ammetta? Ebbene sì, rivoglio quell’uomo! E se voi siete mie amiche, stasera venite al Webster Hall con me, dato che lui e suoi amici ci vanno sempre durante il weekend!-

- No, per favore Jules, non chiedermi questo!- disse Andie presupponendo che insieme ad Elijah ci sarebbe stato anche Dominic.

- Sei mia amica o no? Rispondimi!-

- Si che sono tua amica, ma non chiedermi questo!-

- Per piacere, An… ti giuro che il folletto non ti vedrà nemmeno da lontano, dai!-

Andie rimase un po’ spiazzata, ma chi aveva parlato di Dominic? L’aveva solo pensato.

- Ma chi ha detto niente! Non è questo il problema!- aveva detto un po’ stizzita.

- Ma vallo a raccontare a qualcun’altro!- aveva detto allora Fran che era stata approvata da Jules. Andie era in trappola.

- E va bene, allora per dimostrarvi che non è così verrò!-

Non appena Andie aveva girato lo sguardo Jules e Fran si erano scambiate un’occhiata d’intesa. Quella foto era di chissà quanto tempo fa, Jules l’aveva cercata accuratamente e poi lei e Fran avevano organizzato questa innocente messa in scena. Jules aveva avuto questa pensata una sera che avevano parlato di quanto fosse carino Dominic a venire imperterrito al bar mentre Andie lo snobbava alla grande. Di fatto era stato anche un modo per nascondere alle altre che lei voleva tanto rivedere Elijah.  Anche se Fran, com’era ovvio che fosse, l’aveva capito palesemente.

 

E fu cosi che per due sere consecutive le ragazze erano andate al Webster Hall. La prima fu un buco nell’acqua: “The Fellowship”, come Andie, Fran e Jules li chiamavano, non c’erano, e come se non bastasse il locale era tanto pieno che a fatica erano riuscite ad entrare, non avevano potuto prendere un tavolo e la serata era continuata come era iniziata, un vero fiasco.

La sera dopo invece era stata molto più rilassata, e la Compagnia era presente al completo. Jules come se niente fosse aveva voluto passare davanti al loro tavolo, fingendo indifferenza, poi si era accaparrata un tavolo nelle vicinanze. Andie avrebbe voluto strozzarla, specialmente a causa dei precedenti di quel pomeriggio. Dominic si era presentato al bar come al suo solito, e lei appena l’aveva visto entrare, come una scema, aveva spento il telefono per paura che si ripetesse la stessa cosa del giorno prima, per il resto non l’aveva neanche guardato. Lui non sembrava averla presa tanto bene, tant’è vero che dopo una mezz’ora che lei fingeva di non vederlo si era alzato e si era avvicinato al bancone, rivolgendosi a Fran.

- Potresti dire alla tua amica che non ho intenzione di morderla e che se mi salutasse almeno dimostrerebbe di non essere una bambina? Se non altro per farmi sapere se la infastidisco così tanto, almeno lo saprei e me ne farei una ragione!-

Fran aveva annuito, chissà poi perché dato che Dominic si era diretto a lei, ma di fatto stava già parlando con Andie, che era accanto a lei con gli occhi fissi sul lavello. Dominic aveva pagato ed era andato via, Andie si sentiva veramente una merda.

- Adesso, se non sei completamente stupida, gli corri dietro e lo saluti come si deve!-

La risposta arrivò secca:- Non ci penso neanche.-

- Va bene, sei una cogliona. Sappi che credo che non tornerà più, hai buttato nel cesso una bella occasione, complimenti vivissimi!- aveva risposto altrettanto secca Fran, che aveva preso un vassoio e si era diretta ai tavoli. Aveva dannatamente ragione, ed Andie c’era stata male tutto il giorno.

E adesso ce l’aveva davanti, e stava morendo dall’imbarazzo. Aveva bevuto il suo gin tonic piuttosto velocemente per calmare i nervi, ne aveva ordinato subito un altro. Dopo il terzo aveva cominciato a sentirsi più leggera, quello stato di euforia le bastava, non voleva esagerare e ritrovarsi brilla. Quindi smise subito di bere e andò a ballare, seguita da Jules e Fran. La serata in ogni caso non si annunciava delle più tranquille, dato che la Compagnia le aveva ovviamente avvistate.

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Capitolo 27
*** Galeotta fu la pista da ballo ***


Nuova pagina 1

27. Galeotta fu la pista da ballo

 

Dominic era stato nervoso tutto il giorno. Non era stato carino da parte sua fare quell’uscita al bar, ma Andie aveva tirato troppo la corda. Forse lei aveva qualche difficoltà, ma nemmeno per lui era stato facile prendere la decisione di provare a fare qualcosa. Alla fine dei conti era lei ad essere dalla parte del torto, era lei che aveva tenuto il piede in due scarpe, quindi perché doveva essere lui a correrle dietro? Aveva quasi deciso di mettere una pietra sopra definitivamente a tutto, e per l’appunto stava raccontando ad Elijah, Billy ed Orlando cosa era successo quel pomeriggio, quando quelle tre, senza vergogna alcuna, erano passate davanti a loro quattro. Orlando e Billy scoppiarono a ridere, anche Elijah rise, ma un po’ meno degli altri due, Dominic invece aveva appoggiato la testa sul tavolo.

- Ma allora è un’ossessione… ma che ho fatto di male per meritarmi questo!- aveva blaterato mentre gli altri continuavano a ridere. Ad Elijah scocciava un po’ di aver rivisto Jules, non voleva più categoricamente averci a che fare, stava quasi per suggerire di cambiare locale quando Dominic decise che quella sarebbe stata la serata di prova.

- Ragazzi, o succede stasera, oppure quella ha chiuso con me, lo giuro.-

- Dom, io non te lo volevo far presente, ma te appena vedi quella gran bella figliola, ti rincoglionisci! Io ho capito che è bella, ma insomma, un po’ di dignità!-

- Ha ragione Orlando!- aveva aggiunto Billy, - guardati: hai sbattuto la testa sul tavolo come un ubriaco, sei senza speranza… quella ti tiene per le palle!-

Dominic a quel punto si era alzato di scatto ritornando in posizione eretta.

- Eh no! Tutto, ma non dite che mi tiene per le palle, e che cavolo!-

Orlando e Billy incominciarono a ridere senza potersi fermare, mentre Elijah sembrava un po’ meno divertito. Orlando colse subito la motivazione.

- Ma qui abbiamo qualcun altro qui che fa un po’ il musone… piccolo Lij, che cosa tormenta il tuo cuoricino?-

- Perché il mio cuoricino dovrebbe essere tormentato?-

- Forse perché hai visto passare un’altra bionda niente male…- aggiunse Dominic.

- Chi, Jules? E allora?- aveva risposto un po’ stizzito.

- E allora…- aveva detto Orlando, - E allora perché buttare al vento un’amicizia tanto interessante!-

- Si, si, vabbè… poi mi riduco come questo qui! Meglio di no!- aveva risposto Elijah indicando Dominic.

- Perché? Guardami come sono carino! Billy, digli anche tu quanto sono carino!-

- Io? Ma se tu a me hai sempre fatto schifo!-

Orlando ed Elijah scoppiarono a ridere.

- Brutto scozzese del cavolo! La prossima volta che ti becco in kilt te la faccio pagare! Orlando difendimi tu, che almeno sei un inglese!-

- Secondo me i bastardi di Manchester fanno tutti schifo!-

- E secondo me voi europei siete tutti matti…- aggiunse Elijah tra una risata e l’altra.

- Siete veramente dei gran bastardi, tutti, uno per uno… io mi butto in pista.- disse Dominic che, dopo aver fatto pochi passi, si era girato nuovamente verso di loro e aveva detto enfatico: - A proposito di kilt, ricordatevi una cosa. Potete uccidermi, ma non potete togliermi la libertà!-

Detto questo se n’era andato, lasciando gli altri al tavolo a torcersi dalle risate…che diavolo c’entrava adesso Braveheart lo sapeva solo lui.

- Ma è ubriaco?- chiese Elijah riprendendosi lentamente.

- No, perché, ti sembra un comportamento anormale per Dom questo, Lij?-

In effetti Billy aveva colto nel segno. Anche Elijah poco dopo si fece contagiare e scese a ballare, chissà che durante quella serata non avesse cambiato idea su Jules. Infatti poco dopo, in pista, osservandola si arrese, dichiarandosi totalmente e inevitabilmente caduto in quel tranello.

Al tavolo Billy e Orlando stavano chiacchierando del più e del meno, fino a che non erano finiti al punto di partenza, chiedendosi che cosa si dovevano aspettare da questa infatuazione di Dominic.

- Devo essere sincero? Io non mi ricordo molto bene che discorsi abbiamo fatto insieme io e quella, diciamo che non mi è sembrata completamente scema. Poi vedremo…-

- Ok, e per quanto riguarda Lij invece?- Orlando iniziò a ridere.

- Lo sai com’è fatto, secondo me quella Jules gli piace, ma dato che lui ha tutta una sua concezione sulle donne, dopo pochi giorni le ha dato in benservito, che tipo.-

- Sarà, ma a me pare proprio insignificante, sul lato fisico. Sembra un ossetto che cammina! Invece c’è l’altra, quella sì che mi è sembrata veramente bella… voi non capite niente di donne!-

- I gusti son gusti! Allora io vado a buttarmi lì nel mezzo, - disse indicando la pista da ballo, - tu invece perché non provi a conoscere la terza?-

- Si, ci manca solo che mi faccio coinvolgere anch’io!.-

- E dai, ci manchi solo te! Che ti frega!-

Detto questo era partito anche lui, lasciando Billy al tavolo.

 

Andie e le sue amiche erano già da un po’ in mezzo a quel marasma di gente e, mentre Andie e Fran ballavano abbastanza vicine l’una all’altra per il momento libere da eventuali mosconi, Jules invece era in mezzo alla pista destreggiandosi con più d’uno. La solita esagerata.

Andie e Fran la guardavano ogni tanto, trovando quanto meno strano che, dato che la scusa era stata quella di venire per Elijah, lei perdesse tempo con altri. Fran ogni tanto buttava anche l’occhio per vedere se anche l’altro in questione si decideva a venire a ballare. Appena lo vide arrivare inventò una scusa per Andie e la lasciò sola.

- Vado un momento a bere, tu rimani qui, non ti muovere perché altrimenti ti perdo.- le aveva urlato, poi era corsa verso Dominic.

Lui l’aveva riconosciuta, quindi si era fermato.

- Se ti interessa, e spero di sì, Andie è là…- gli disse indicandogli l’amica, - dovrai avere un po’ di pazienza con quella ragazza. E io non ti ho detto nulla, intesi?-

Dominic annuì e ringraziò, si diresse verso di lei come un razzo.

Fran non aveva nessuna voglia di ballare, quella scusa era stata propizia anche per mettersi seduta pensando ai fatti suoi. Quei giorni non erano davvero facili per lei, aiutare le sue amiche le faceva piacere, ma non aveva nessuna voglia di divertirsi. Aveva ordinato da bere, non sapendo di essere osservata, dopo un po’ Billy si era avvicinando chiedendo di potersi sedere.

Ci mancava anche questa! pensò lei, ma dato che non aveva niente di meglio da fare e che, infondo, quella sera essere corteggiata da qualcuno non poteva essere tanto male, accettò.

Nella semi oscurità non l’aveva riconosciuto, quando si era presentato era stata una bella rivelazione. Fran aveva trattenuto a stento un sorrisino, quella situazione era troppo comica. Jules dimenava i fianchi già da un po’ in pista nella speranza che Wood la notasse, Andie chissà che stava facendo con Monaghan e lei stava per essere rimorchiata da Boyd. Sembrava una barzelletta.

Ma la vera barzelletta si svolgeva in pista. Elijah non sapeva che fare, era nonostante tutto piuttosto combattuto, si avvicinava e si allontanava da Jules come un cretino. Dominic si era diretto come un razzo verso Andie, che altrettanto come un razzo vedendolo aveva fatto di tutto per non farsi trovare, fino a che lui non aveva trovato il modo per bloccarla. Gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e lei si era ritratta, anche se aveva sentito un brivido lungo la schiena nell’essere toccata da lui.

- Ciao.- gli aveva gridato non appena lei si era voltata.

- Ciao.- aveva risposto lei.

- Tutto bene?-

La conversazione era cominciata con una sequela di banalità, Andie si era innervosita, aveva intuito che doveva essere stata presa in giro. Fran che era scappata così all’improvviso, e poi, un minuto dopo Dominic che arrivava da lei di gran carriera, ma l’avevano tutti presa per una deficiente? Gli era salito un gran nervoso, tanto che voleva assolutamente liquidare in fretta quell’accidenti di folletto.

- Ma non ti eri tanto arrabbiato oggi? Dato che mi comporto come una bambina, che hai da ronzarmi sempre intorno?-

A quel punto fu Dominic a spazientirsi: - Se non altro finalmente parli chiaro. Non ti preoccupare, non ho intenzione di infastidirti più!-

Andie non appena l’aveva visto allontanarsi si era amaramente pentita, si era diretta al bancone e aveva preso da bere, rimanendo per un bel po’ seduta su un alto sgabello fino a che, presa dalla noia, decise di cercare Jules che probabilmente era ancora in pista. Passò lungo il perimetro, guardando tra la folla per vedere se la vedeva, quando vide una cosa ben diversa, Dominic letteralmente avvinghiato ad una bella ragazza poco vestita. Avvinghiato forse non era il termine esatto, se c’era un termine per descrivere quello che vedeva. Preliminari?

Dominic le stava mettendo le mani dappertutto. Se Orlando era un viscido mani lunghe, come l’aveva definito lei stessa, non è che Dominic fosse molto meglio. Andie si decise a staccare gli occhi da quello spettacolo dopo l’ennesima palpata al culo che Dominic aveva sapientemente dato alla ragazza.

- Prendersi una stanza no, ma che schifo!- aveva esclamato a voce alta, tanto in quel casino nessuno l’avrebbe sentita.

Chissenefrega di Jules, pensò, si diresse dritta fuori da quel caos e per prima cosa vide, su uno dei divanetti un po’ appartati Jules e uno che poteva essere Elijah, anche se non ne poteva essere così sicura, in inequivocabili atteggiamenti.

Sconsolata si diresse al tavolo dove vide Fran chiacchierare allegramente con un tipo che neanche lei sulle prime aveva riconosciuto.- Bene, la serata è andata bene a tutti tranne che a me!- aveva esclamato nuovamente a voce alta.

- Io me ne vado. - aveva detto secca non appena era arrivata al tavolo.

- Ma è presto!- disse Fran, - ma che ti prende?-

- Niente mi prende, sono stanca, voglio andare via, subito.-

Fran la vedeva davvero male, decise che doveva andare con lei. - Vengo con te.- le disse.

- No, non ce n’è alcun bisogno, rimani qui.-

- Non ci penso neanche a mandarti a casa da sola a quest’ora!-

Intanto Andie aveva già preso la via dell’uscita, Fran la richiamò. - Se ti azzardi ad uscire dal locale prima di me mi fai incazzare! Aspettami all’uscita!-

Andie decise di aspettarla, ma si allontanò ugualmente. Fran ebbe il tempo di salutare Billy, che insistette per avere il suo numero di telefono.

- Mi ha fatto piacere parlare con te, spero che ci rivedremo.-

Anche a lei era piaciuto, per questo non ebbe riserve nell’accontentarlo, anche se sapeva che poi alla fine non ci sarebbe stato posto nei suoi pensieri per lui.

Raggiunse Andie all’entrata, vide che non aveva una bella espressione. Si avviarono senza dire una parola in strada, anche nel tragitto in taxi mantennero il silenzio più assoluto. Fran scese con Andie, che la guardò interrogativa non capendo come mai la sua amica scendesse con lei.

- An ma che ti prende? E non raccontarmi cavolate, sei proprio strana.-

Non sapeva bene il motivo o, meglio, cercava di respingerlo con tutte le forze, ma alla richiesta dell’amica Andie scoppiò in lacrime, cosa che non le accadeva dalla notte dei tempi. Non riusciva a controllare i singhiozzi, non senza difficoltà aveva trovato le chiavi di casa e aveva aperto il portone, mentre Fran cercava di calmarla. Finì che quella sera Fran aveva dormito da lei, non prima di aver ascoltato il suo sfogo.

Andie era stata presa dalla gelosia, lei che aveva sempre cercato di respingere quel sentimento, per sopravvivere nella sua storia con Josh. Ma quella volta era diverso. Aveva blaterato cose senza troppa importanza per un po’, aveva raccontato a Fran che cosa aveva visto, fino a che non era riuscita a sputare il rospo, forse, nell’unico momento di sincerità dei giorni precedenti.

- Sono solo una scema, ho sempre paura di tutto e quando sto per ottenerlo mi faccio indietro, ho paura che lui sia come Josh, che se mai avrò una storia con lui mi tradirà, e mi userà, e io non voglio stare male per uno così. Fran sto morendo dalla paura.-

- Non per mettere il dito nella piaga, ma se non la superi questa paura, non potrai mai e poi mai avere nessuno accanto, perché aprirsi a qualcuno significa sempre correre il rischio di stare male.- le aveva detto Fran che seduta sul letto di Andie con le continuava a tenerle una braccio attorno alle spalle.

Quella cosa qualcuno gliel’aveva già detta, Andie aveva avuto una specie di dejavu, che non tardò presto a rivelarsi.

Josh gli aveva già fatto presente quel concetto, con parole diverse, ma ugualmente incisive.

E Fran e Josh avevano ragione, da vendere.

 

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Capitolo 28
*** Quando ci si capisce con uno sgurado ***


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28. Quando ci si capisce con uno sguardo

 

Dopo la lunga chiacchierata della notte precedente Andie e Fran si erano svegliate in tarda mattinata. C’era il sole fuori, la giornata non sembrava essere tanto fredda, Andie si era appoggiata al vetro della finestra e aveva guardato fuori con aria curiosa. Si era fissata su un particolare della strada, quando improvvisamente Fran era entrata nella stanza richiamando la sua attenzione. Andie si era girata e aveva sorriso all’amica.

- Torno a casa, mi cambio e tra un’ora al massimo torno, con Jules. Ti senti carica per domani?-

Andie sorrise nuovamente. - Non ti preoccupare, non per vantarmi ma ho condotto cause peggiori di questa. E poi abbiamo ragione, nessun giudice darebbe credito a quel mascalzone del vostro padrone di casa!- Dicendo questo aveva riportato lo sguardo fuori dalla finestra, Fran si era avvicinata appoggiandole una mano sulla spalla.

- Che cos’è quello sguardo perso nel vuoto?- Andie le sorrise nuovamente girandosi verso di lei. Quella ragazza era straordinaria, un’amica come non avrebbe davvero potuto trovarne altre. Non che Jules fosse da meno, ma Fran aveva una sensibilità maggiore e niente sfuggiva al suo sguardo. Per lei le cose erano semplici da capire, le bastava un impercettibile cambiamento in un’espressione del viso, una parola non detta, o detta di troppo. Forse si era accorta che Andie stava pensando a Dominic, dandosi per l’ennesima volta della scema. Eppure era lampante che lei aveva i suoi fantasmi personali a turbarla, anche se a lei e Jules non aveva detto nulla. Andie volle provare ad offrirle il suo aiuto, come lei aveva fatto la sera prima e non solo quella.

- Non ti preoccupare, è tutto a posto.- le rispose.

- Allora vado…-

- Aspetta!- esclamò Andie prima che Fran si incamminasse fuori. Fran rimase ferma guardandola interrogativa.

- Volevo solo dirti che ho notato che sei stata strana in questi giorni. Lo vedo che c’è qualcosa che non va, e vorrei solo che tu sapessi che io sono qui, se ne hai bisogno.-

Fran aveva cambiato espressione del viso, aveva abbassato gli occhi, quasi come se avesse voluto nasconderli ad Andie, per paura che lei ci leggesse qualcosa dentro.

- Si, lo so che ci sei. Ma non credo di aver bisogno di parlare di niente.- aveva risposto sorridendo.

Andie aveva capito che mentiva, ma era anche chiaro che ci fosse qualcosa che, evidentemente, non riusciva a tirare fuori, quindi non insistette e la lasciò andare. Si salutarono e Fran prese la porta.

Appena arrivata a casa Fran vide una scenetta piuttosto divertente, Elijah che girava per casa sua con solo un asciugamano addosso. Lui appena l’aveva vista era diventato rosso fino alla punta delle orecchie, cosa per la quale lei aveva a stento trattenuto una risata. Era a piedi nudi, si vedeva che era appena uscito dalla doccia, aveva i capelli umidi di chi se li è asciugati solo con un asciugamano e qualche gocciolina d’acqua gli scivolava verso il basso sul torace. Anche se l’aveva visto decisamente imbarazzato non era riuscita a trattenere una battuta che le era venuta in mente guardandogli i piedi.

- Ma allora non gli hai grossi e pelosi davvero i piedi…!-

Elijah aveva abbozzato un sorriso, anche se era molto imbarazzato.

- Io sono Fran.- disse lei tendendogli la mano.

- Lij…- disse lui.

Quindi era tornato subito in camera di Jules che dopo pochissimo era uscita raggiungendo la sua amica. Avevano riso un po’ per la situazione, poi Fran si era un po’ impicciata degli affari di Jules.

- Insomma, le cose vanno bene tra voi adesso?- aveva commentato.

- Forse.- aveva risposto prendendosi da bere Jules.- Non voglio dare niente per scontato, perché mi sa che mi piace, solo che se cambio modo di comportarmi adesso lo faccio scappare come una furia. Voglio darmi tempo, e vedere anche lui come reagirà.-

- Bene, questo vuol dire ragionare!-

Scambiarono ancora qualche parere sulla situazione, poi Fran era andata in camera sua per cambiarsi, uscendo solo dopo un bel po’. Elijah era già andato via e Jules la stava aspettando per andare da Andie. Durante il tragitto Fran aveva raccontato all’amica cos’era successo la notte prima, Jules aveva messo in moto il cervello sostenendo la valida ipotesi che, anche quella volta, loro dovevano mettere assolutamente lo zampino in quella faccenda.

- No!- Disse secca Fran, - questa volta, se proprio deve essere, faranno tutto da soli, non ci si può sempre impicciare degli affari degli altri, è scorretto! Per altro mi sento pure in colpa per quello che è successo ieri sera.-

- Ma che accidenti dici! Se non fosse successo quello che è successo Andie non avrebbe mai dimostrato chiaramente che Dom le piace. Cavolo, è gelosa! Se non è una prova assolutamente tangibile questa!-

Fran assunse un’aria pensierosa: - Forse hai ragione… comunque io me ne tiro fuori, e fallo anche tu! D’ora in avanti, ognuno pensi per sé !-

Jules annuì, non era molto convinta ma si fidava del parere di Fran, che indubbiamente tra le due era quella con la testa sulle spalle.

Fran e Jules erano state tutto il giorno con lei, un po’ per via del fatto che il giorno dopo dovevano andare in tribunale per la famosa causa intentata contro il padrone di casa, un po’ per via di quello che era successo la sera prima. Andie era stata quasi coccolata tutto il giorno dalle altre due, che avevano parlato ancora a lungo della faccenda, cercando di convincere Andie a fare qualcosa. Lei credeva che ormai fosse tutto andato al vento, cercando di trovare una scusa per non muoversi, la verità era che aveva solo paura di un rifiuto.

Quella sera Fran suonava al bar, Andie aveva il turno e ci sarebbero stati tra il pubblico anche Jules ed Elijah.

Era stato triste non veder comparire Dominic al bar, senza pensarci Andie era rimasta a fissare l’entrata per tutta la sera, nella speranza di vederlo. Elijah come al suo solito era stato glaciale con lei, mentre invece l’altro ragazzo con cui erano entrati lui e Jules si era educatamente presentato. Niente di meno che Billy Boyd, nel quale Andie aveva riconosciuto il ragazzo con cui Fran stava parlando la sera precedente.

Fran era stata piuttosto stupita di rivederlo là, l’aveva visto sbirciando nella saletta prima di cominciare e le sue mani avevano impercettibilmente cominciato a tremare. La sera precedente avevano parlato della sua passione per la musica, cosa che Billy aveva mostrato di avere in comune con lei. Anzi, Fran aveva potuto costatare che era piuttosto ferrato, non era uno spettatore poi molto comune, questo la emozionava. Fran aveva appoggiato il foglietto con il suo numero sul suo comodino quella mattina appena era tornata a casa, sebbene con la consapevolezza che non l’avrebbe richiamato, non era riuscita a buttarlo via. Era stato molto carino con lei, non era uno dei soliti mosconi che dimostrano dopo cinque minuti di volere una cosa sola alla fine di tutto, avevano parlato di molte cose trovandosi d’accordo su tutto. Per farla breve, le piaceva come persona, magari avrebbero potuto diventare amici, forse.

Poi era stato il momento di cominciare, Fran aveva scacciato via tutti i suoi pensieri e aveva pensato solo a dare il meglio di se stessa. A fine serata era scesa a salutare delle persone che erano venute a vederla, ovviamente si era avvicinata anche al tavolo dove Jules insieme ad Elijah e Billy la stavano aspettando.

Con sua enorme soddisfazione Billy le fece dei complimenti, soprattutto per quanto riguardava le canzoni che lei aveva scritto. Erano rimasti un po’ al tavolo a parlare mentre il locale si svuotava, dato che l’ora di chiusura era vicina. Andie stava mettendo a posto le ultime cose, era andata in magazzino con Cathy, una sua collega, quando era tornata dopo un po’ ormai nel locale c’erano solo quei quattro. Andie si fece notare da Jules, a gesti le fece capire che dovevano chiudere.

- Lij, sarà meglio che cominciamo ad andare via o ci chiudono dentro!- aveva detto. Elijah non se lo fece ripetere due volte, aveva scambiato un’occhiata piuttosto eloquente con Billy, quindi lui e Jules se n’erano andati. Billy e Fran erano rimasti soli.

 

- Ti posso riaccompagnare a casa?- aveva chiesto.

Fran gli aveva sorriso. - Ti ringrazio, sto qui vicino, non c’è bisogno che ti disturbi.-

- Nessun disturbo, davvero. Poi è tardi, potrebbe essere pericoloso, mi fa piacere.- aveva insistito, quindi Fran aveva accettato. Si era scusata e si era alzata, aveva detto che doveva parlare con il capo, aveva chiesto a Billy di aspettarla. Fran aveva preso la porta che conduceva all’ufficio di Ed, Billy invece si era spostato al bancone del bar dove ormai era rimasta solo Andie. Scambiò un paio di parole con lei, giusto per curiosità, aveva sentito tanto parlare di lei e voleva vedere che tipo era di persona. Dopo un po’ incominciò ad insospettirsi.

- Ho paura che sia scappata dal retro…- aveva detto ad Andie in tono scherzoso, lei aveva sorriso.

- Vado a vedere che sta combinando, gli ricorderò che c’è chi la sta aspettando!-

Billy aveva detto che non c’era alcun bisogno che lo facesse, ma Andie prese la porta e se la chiuse dietro.

Aveva sentito delle voci alte, un po’ alterate, non aveva potuto impedirsi di ascoltare un po’ di quella conversazione, che le fu molto utile per chiarirsi certi dubbi. Aveva riconosciuto le voci di Ed e Fran, era rimasta infondo alle scale, senza muoversi.

- Tu devi fare qualcosa! Non puoi permettere che succeda. Dio Ed, è figlio anche tuo, avrai pur qualche diritto!-

- Non è così facile Fran, credi che non ci abbia pensato?  Non voglio prendere vie legali, sarebbe troppo.-

- Ma troppo cosa! Il problema è che dopo tutti questi anni tu ancora ti ostini a non voler guardare in faccia la realtà.- A questo punto c’era stata una pausa, poi Fran aveva ricominciato a parlare.

- Tu sei ancora innamorato di lei, nonostante tutto quello che ti ha fatto…-

- Questo non è vero e tu lo sai.- aveva affermato deciso Edward.

- No, no che non lo so. E comunque tu non fai niente per farmi pensare il contrario. Non l’hai mai fatto del resto, nemmeno quando era il momento, non vedo perché dovrei aspettarmelo adesso.-

Andie aveva sentito dei passi, velocemente era tornata nel locale, disse a Billy:- Credo che stia arrivando.- Infatti Fran dopo pochi secondi era comparsa e vedendolo aveva sorriso.

Si erano avviati, lasciandola completamente sola.

Andie così, cominciò a pensare a quella situazione che si era delineata davanti ai suoi occhi, non era molto chiara, ma i sospetti di Jules mai come in quel momento si stavano rivelando fondati. Era persa nei suoi pensieri, quando Edward si era affacciato alla porta.

- Finito bimba?- le aveva chiesto.

- Devo solo buttare la spazzatura, e poi ho finito.- aveva risposto lei indicando gli enormi sacchi che aveva messo per terra.

Edward li prese. - Ci penso io, poi ti accompagno a casa, è tardi.-

Andie l’aveva ringraziato, Edward le dava sempre uno strappo a casa quando aveva il turno serale, a meno che non ci fosse qualcun altro che la riaccompagnasse. Erano quasi le due di notte, e New York non era del tutto sicura per una ragazza da sola, anche se si trattava di percorrere un solo isolato.

Appena a casa si era fatta una tazza di the, la giornata al contrario di quello che sembrava era stata di un freddo pungente, aveva bisogno di riscaldarsi. Aveva scaricato la posta elettronica, cancellando la valanga di messaggi pubblicitari che le erano arrivati. Fortunatamente c’era anche un’e-mail di Josh, che la salutava e la avvertiva che fra non molto sarebbe tornato a New York. Era ora!, pensò lei, erano già diversi giorni che si aspettava quella notizia. Aveva navigato un po’ su internet, mentre finiva la sua tazza di the, poi aveva spento il computer e si era diretta in camera sua. Aveva dato l’ultima occhiata al completo di Prada che aveva scelto per il giorno dopo, controllando che fosse tutto apposto. La mattina dopo sarebbero stata importante, si trattava di fare qualcosa per le sue amiche.

 

Non era stato un lungo tragitto in effetti, Billy ci era rimasto un po’ male. Quella ragazza gli piaceva, il fatto che stesse piuttosto sulle sue aumentava il suo interesse. Arrivati alla porta di casa le chiese di uscire. Fran aveva accettato subito, anche se entrando in casa e cominciando a salire quelle dannate scale, per via dell’ascensore rotto, si era pentita di averlo fatto più per ripicca che per un reale interesse ad uscire con lui. Era una ragazza libera dopotutto, cosa le impediva di uscire con un uomo? Eppure, anche se lei era indubbiamente libera, era da molto che non si sentiva effettivamente così.

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Capitolo 29
*** Passioni rinnovate ***


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29. Passioni rinnovate

 

- Allora ragazze, se abbiamo culo, il giudice delibererà oggi pomeriggio, al massimo domattina. Altrimenti ci toccherà aspettare.- aveva spiegato Andie a Fran e Jules mentre aspettavano che fosse l’ora di entrare in tribunale.

- Davvero pensi che la cosa potrebbe essere così breve?- chiese stupita Jules.

- Si, in genere questo tipo di cose non durano molto, certo dipenderà tutto dall’avvocato della controparte e dagli impegni del giudice, anche se credo proprio che ci sia ben poco da controbattere alle nostre accuse.-

- Che bello!- aveva esclamato Jules, - non ho mai visto un processo, mi divertirò a guardare la giuria!- Andie rise:- Non ci sarà una giuria Jules! Questo non è un caso per cui si ha bisogno della giuria!-

Jules sbuffò sconsolata mentre Fran ridacchiava.

Purtroppo il giudice in questione era il famoso “bastardone” che le faceva fare sempre tardi, Andie capì subito che la cosa sarebbe stata lunga. Anche in fase di dibattimento, ci volle tutta la mattinata, e quell’essere ignobile aggiornò a venerdì, come se deliberare gli restasse difficile. Fran e Jules ci erano rimaste un po’ male, in effetti anche Andie sperava di risolvere tutto prima. Eppure non era infastidita, tutt’altro. Era eccitata, si sentiva bene in quei panni dopo tutto, sentiva salire dentro di sé la voglia di farlo ancora. Per quanto lo avesse rinnegato in quei due mesi, lei era nata per fare l’avvocato, e quell’occasione le aveva fatto capire che non si poteva buttare via così anni della propria vita. Certo, non che volesse cambiare lavoro, quella vita le piaceva molto, ma non voleva più farsi sbarrare la strada dal preconcetto che come avvocato poteva fare solo del male, perché in quell’occasione si stava battendo dalla parte della ragione. E per tornare ad essere un avvocato non aveva certo bisogno di lasciare il lavoro, come privato poteva benissimo esercitare nel tempo libero.

Quel pomeriggio Edward si era fatto raccontare tutto. Era dispiaciuto di non aver potuto essere presente. Come aveva detto lui, voleva proprio vederla quella pupattola bionda che discuteva in tribunale, promise che ci sarebbe stato per la sentenza. C’era anche Jules mentre raccontava, ogni tanto interveniva entusiasta lodando Andie per la sua parlantina. Fran invece si era chiusa in un mutismo pressoché totale, almeno da quando Edward era sceso a parlare con le ragazze. Ovviamente ad Andie non era sfuggito questo particolare.

Quella sera Fran aveva cenato con Billy, passando una serata veramente molto piacevole. Si era ripromessa di non farlo, ma poi, dato che era stato lo stesso Billy a tirare fuori l’argomento Andie e Dominic, lei l’aveva seguito.

Dominic aveva fatto il sostenuto in quei due giorni, di fatto era veramente arrabbiato, perché non ci capiva niente di quella situazione. Se avesse dovuto dare retta strettamente a quello che Andie gli aveva comunicato, avrebbe anche potuto considerare chiusa la faccenda. Eppure c’era quel dubbio che continuava a tormentarlo e non lo lasciava in pace. L’aveva confidato a Billy, per questo lui l’aveva accennato con Fran, per vedere se il dubbio del suo amico fosse fondato o no.

Era fondato, eccome.

Alla faccia di tutti i buoni propositi sul farsi i fatti propri, Fran aveva spiegato senza entrare troppo nei particolari che Andie aveva solo qualche problema di dialogo, di fatto c’era sicuramente un certo interesse da parte sua, e questo fu quello che Billy aveva lasciato ad intendere a Dominic quando si erano visto il giorno dopo.

- Ti fidi di me?- gli aveva detto convinto.

Dominic aveva annuito.

- Allora fai un altro tentativo, l’ultimo.  E non farti prendere dall’orgoglio, tanto, anche se decidi di farla finita, comunque continuerai a pensarci.- E Dominic si era fidato, del resto, anche se irrazionalmente, non aspettava che una spinta.

Come al solito si era ripresentato al bar con il giornale e si era seduto. Fran gli aveva fatto un bel sorriso, era felicissima di vederlo, ad Andie per poco non prendeva un colpo. Era rimasta con la caraffa del caffè a mezz’aria, ferma come se fosse di marmo. Appena era tornata dietro al bancone Fran le aveva detto in un orecchio:- Se ti fai scappare anche quest’occasione, ti prendo a calci, ti ho avvertita.-

Ma lei era terrorizzata, e certo non dalla bonaria minaccia della sua amica. Ovviamente aveva portato lei la consumazione a Dominic, al suo saluto aveva risposto con un sorrisino. Lui si era immediatamente rabbuiato vedendola tornare da dove era venuta. Fran fulminò con lo sguardo Andie, ma poté anche vedere in che stato era la sua amica e non se la sentì di dirle altro.

Passarono dieci minuti. Poi venti. Poi mezz’ora. Dominic non faceva nemmeno più finta di leggere il giornale, ogni tanto la guardava come per dirle Ma che accidenti aspetti a dirmi qualcosa?

Andie era nella confusione più totale, si stava letteralmente detestando per la sua stupidità. Quando lo vide alzarsi stizzito ed andarsene, per poco non si sarebbe messa a piangere dalla rabbia.

Fran fu veloce ad interpretare i suoi pensieri, come una saetta prese il suo cappotto e le disse:- Corri! Vai, o lo perdi!-

Andie in quel momento decise di smettere di fare la scema. Strinse i pugni, guardò bene in faccia Fran, bevve un sorso della sua acqua e disse a Fran:- Fammi gli auguri!-

Non prese nemmeno il cappotto, uscì di corsa, guardando verso destra e verso sinistra, appena in tempo per vederlo girare l’angolo. Incominciò a correre come una pazza, evitando gli altri passanti, finalmente lo raggiunse.

- Dominic!- l’aveva chiamato per attirare la sua attenzione.

Lui, che non si aspettava una cosa del genere, si girò piuttosto sorpreso, ovviamente in positivo. Andie l’aveva guardato un secondo, poi aveva appoggiato le mani sulle ginocchia respirando profondamente. Le era venuto un po’ di fiatone a causa della corsa.

- Sono una stupida, perdonami. E non solo per questo, per tutto.- Andie sperò vivamente di non aver bisogno di mettersi a ricordargli il perché delle scuse che finalmente si decideva a porgli. Lui non diceva niente. La guardava, e lei si sentiva terribilmente in imbarazzo.

- Mi stupisco di me stessa,- continuò, - la mia migliore dote consiste nel parlare, eppure adesso sono così confusa che non riesco a dirti altro che queste banalità…-

- Non importa che tu mi dica altro, sono contento così.- l’aveva interrotta lui, sorridendogli.

Andie cominciava a sentire freddo, decise che era meglio tornare subito indietro, o si sarebbe beccata qualcosa. - Spero che tornerai.- gli disse.

- Sicuramente tornerò.- le confermò Dominic, cercando di trattenere l’entusiasmo che stava salendo a mille all’ora.

- Allora ci conto.-

- Contaci.-

Andie finalmente riuscì a sorridere, cosa che non fece che aumentare l’entusiasmo di lui.

- Ciao.-

- Ciao!- rispose lui tradendo finalmente un po’ dell’euforia che stava accumulando, poi si era girato nuovamente e aveva continuato per la sua strada, Andie era corsa dalla parte opposta come un fulmine per raccontare a Fran che finalmente ce l’aveva fatta.

Dominic da parte sua aveva aspettato che lei girasse nuovamente l’angolo, poi aveva tirato fuori il telefono cellulare e aveva contattato Billy, come minimo gli doveva un bel grazie!

 

Quella sera Andie aveva raccontato tutto a Josh, che l’ascoltava incredulo. Era rimasto un po’ indietro per quanto riguardava le peripezie della sua amica, ogni volta che le parlava del resto rimaneva più sgomento di fronte alle grandi novità della sua vita. Il giorno dopo sarebbe arrivato a New York per rimanerci una settimana, prima che le riprese del famoso film sulla guerra di secessione lo impegnassero a fondo per diversi mesi.

- Faccio in tempo a venire in tribunale a sentirti? Arriverò in mattinata.- aveva chiesto Josh.

- Sì, credo di sì. Il bastardone in genere quando deve dare la sentenza non la dà prima di un paio d’ore. L’udienza comincia alle undici, quindi penso proprio che la darà dopo pranzo. Tranquillo… anche se non capisco perché sei tanto curioso, è una causa di poca importanza alla fine dei fatti… voglio dire, perché t’interessa?-

- Perché in un certo senso è una sorta di prima causa, la prima della tua nuova vita. E non me la voglio perdere.-

Andie rise, Josh con lei.

Il giorno dopo Dominic si era presentato al bar, Andie aveva sorriso come una scema per tutto il tempo. Lui aveva cominciato a farle boccacce di tutti i generi, nel tentativo di distrarla dal suo lavoro. Mentre lei cercava di mantenere un po’ di ritegno, Fran invece non si reggeva più dal gran ridere. Ovviamente lui non era rimasto per molto, circa quaranta minuti. Quando si era alzato per andarsene Andie era andata a salutarlo. Lui però aveva altri progetti, non solo quello di farsi dare un innocente bacino sulla guancia.

- Dato che so che stasera non lavori, potresti uscire con me…-

Andie rimase per un momento spiazzata, Dominic aveva veramente temuto di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma cercò subito di giustificarsi. - No, sai…è che il tuo stile di vita dall’ultima volta che ti ho frequentata è cambiato parecchio, volevo solo sapere che ti è successo ultimamente. Curiosità, pura e semplice. Ho pensato che se ti portavo fuori a cena potevamo parlarne con calma…-

Andie accettò, cosa che si rivelò assolutamente azzeccata dato che era stata benissimo quella sera, del tutto a suo agio nonostante le aspettative. Ovviamente non aveva raccontato a Dominic tutto quello che le era successo in quel periodo nei minimi dettagli, del resto non avrebbe potuto dire tutto proprio a lui, ma diede una buona spiegazione della crisi che l’aveva investita e che l’aveva fatta ragionare su quello che era diventata la sua vita. Dominic aveva notato il suo cambiamento, del resto aveva cominciato a vederlo anche semplicemente nella sua gestualità, osservandola al bar mentre lavorava.

Eppure non era un’altra quella che aveva davanti, era sempre Andie, quella Andie che l’aveva colpito la sera del suo compleanno, un po’ sboccata, non convenzionale, assolutamente affascinante.

La mattina dopo era andato da Elijah, ad una colazione organizzata proprio per il resoconto dei fatti della sera precedente, dato che quell’appuntamento era diventato uno degli eventi cruciali del momento e tutti volevano sapere. Orlando, Billy ed Elijah lo stavano aspettando, era in ritardo, e ovviamente gli altri lo fecero presente con battute varie vedendolo arrivare. Però erano tutti abbastanza contenti che fosse arrivato con un bel sorriso sulle labbra.

Tuttavia quella mattina sembrava essere all’insegna del non rivelare molto. Dominic aveva raccontato per sommi capi della sua serata, alle domande dettagliate che gli altri gli avevano fatto aveva risposto rivelando il meno possibile, quando non aveva proprio potuto evitarle del tutto; Elijah dal canto suo aveva liquidato la domanda di Dominic su come andasse con Jules dicendo che non era assolutamente niente di serio.

Orlando ad un certo punto fece notare la cosa:- Ma insomma, mi avete fatto alzare alle otto di mattina per sentirvi raccontare stronzate? Io voglio i particolari!- disse, cercando di essere serio, non riuscendoci, dato che Billy e Dominic davanti a lui se la ridevano beati.

- E tu che hai da ridere? Ce l’ho anche con te, non solo con Lij!- continuò diretto a Dominic. Elijah faceva il finto sostenuto, beveva la sua tazza di caffè facendo finta di niente, quando gli altri avevano smesso di ridere aveva parlato.

- Se ti interessano i particolari, puoi andare a vedere su in camera mia a che pagina sta aperto il Kamasutra, perché non posso proprio fornirtene di altro tipo.- disse, cercando di rimarcare il concetto, ovvero che tra lui e Jules non era altro che sesso.

Gli altri tre erano intervenuti parlando quasi contemporaneamente, sfottendo Elijah.

- Ma stai zitto, per piacere! La mamma non te l’ha detto che sei ancora troppo piccolo per certe letture?- aveva detto Billy, Elijah prese subito la palla al balzo.

- Proprio tu parli, eccoti! Invece di chiedere i particolari solo a me e a Dom, - disse rivolgendosi ad Orlando, - chiedi anche a lui, dato che esce con la terza in questione.-

- Chi, quella castana con quelle belle tette?- aveva esordito Orlando ricordandosi di Fran.

- Chi direbbe che non hai studiato ad Oxford, eh? - aveva commentato Billy, comunque divertito del commento di Orlando. - Comunque sì, quella. Ha un nome, si chiama Fran.-

- Le mie più sentite e sincere scuse.- rispose Orlando assumendo un’aria contrita. - Ebbene? Devo dedurre che è successo qualcosa…-

- No, non è successo proprio un bel niente, almeno di quello che vi aspettate voi. Siamo usciti e ci siamo divertiti. È una ragazza molto piacevole, è carina, non saprei proprio che altro dirvi. Mica mi sono bevuto il cervello come questi due!- disse indirizzando la battutaccia ad Elijah e Dominic, che non tardarono a ribellarsi.

- Io non mi sono bevuto il cervello!- aveva commentato Dominic, Elijah l’aveva seguito subito:- E nemmeno io, ci potete scommettere! Possibile che non vi entri in testa?- fece una pausa, mentre Billy e Orlando lo guardavano come per dirgli Ma a chi vuoi darla a bere?

- Se dovete parlare di gente partita del tutto prendetevela con quel coso!- indicò Dominic dicendo questo.

Dominic quindi si prodigò in una delle sue interpretazioni più quotate. Si mise entrambe le mani davanti alla faccia e finse di piangere disperato. - Addirittura arrivi a chiamarmi coso, e non dire che mi ami ancora perché non ti credo più!- Detto ciò si era alzato e, incrociando le braccia al petto, aveva dato ai ragazzi la schiena, in una vera e propria posa da prima donna ferita nell’orgoglio. L’applauso partì spontaneo, come le risate. Dominic si girò facendo un bell’inchino e ringraziando.

- E comunque, anch’io ho una domanda per il nostro piccolo Lij…- disse non appena era tornato a sedersi. Sia l’espressione che aveva sulla faccia che il tono della domanda presagivano che di lì a poco sarebbe uscita una scemenza colossale da quella bocca.

- Sentiamo…- aveva detto Elijah curioso di sentire che cosa si era inventato Dominic stavolta.

- Mi chiedevo, solo una sciocchezza… se non hai paura di romperla quella ragazza provando ad imitare una delle tante figurine del libro che hai detto di avere nella tua cameretta…- Tutti risero, tranne Elijah. Avevano fatto tutti caso al fatto che Jules fosse di una magrezza impressionante, esagerata anche per la professione che faceva. Orlando appena l’aveva vista la prima volta aveva sussultato commentando:- Chi è quella specie di Keira Knightley?-

- Io avrei paura di romperla anche senza fare tante cose strane!- aggiunse Billy, mentre Orlando non ce la faceva più a smettere di ridere.

- Ma siete veramente dei gran bastardi!- commentò Elijah fingendo di essersi offeso.

- No, io lo dico perché tengo a te, - aveva aggiunto Dominic con la sua solita faccia di culo, - perché devi stare attento, potrebbe uscirle fuori un osso se si rompe, e potresti farti male!- Orlando dal gran ridere cominciava ad avere le lacrime agli occhi.

Billy fu il primo a riprendersi, commentando:- Certo che sembriamo veramente un gruppetto di liceali arrapati, meno male che non ci sente nessuno...-

Dopo questa considerazione erano tornati a parlare con un po’ più di serietà, anche se la voglia di scherzare non era terminata affatto. Parlarono dei programmi che avevano per la serata, Elijah sarebbe uscito con Jules, mentre gli altri non avevano proprio idea di cosa fare. Dominic aveva paura che chiedendo ad Andie di uscire con lui anche quella sera, le avrebbe dato l’impressione di voler essere sbrigativo, mentre invece lui voleva ricominciare da capo tutto, cancellando quello che era successo prima. Billy invece aveva una mezza idea di chiamare Fran, quando lo disse, Elijah ebbe un’idea. - Perché non invitiamo a cena le ragazze tutti insieme?-

Orlando quindi aveva esordito:- Certo, e io reggo il moccolo…-

Elijah ci rimase male, in effetti non aveva considerato anche Orlando, l’aveva detto così, sull’onda dell’entusiasmo. - Scusami, hai ragione, come non detto. - l’altro ridacchiò.

- Ma dai, sto scherzando! Andate e divertitevi anche per me! E poi io stasera sarà bene che vada a letto presto, ho da fare domattina. A Dominic sembrò una buona idea, se uscire lui ed Andie da soli era troppo, quell’uscita a sei non era niente male come idea, anche Billy si trovò d’accordo.

 

La serata fu piacevole, nonché estremamente utile per mettere in luce diverse cose. Elijah poté notare che Andie era veramente un’altra rispetto a quello che aveva immaginato, si sentì anche un po’ in colpa per averla considerata tanto male per tutto quel tempo. Certo, era stato uno sbaglio del tutto umano, ma non lo rendeva meno spiacevole. Dominic aveva fatto ridere tutti come al suo solito ed anche Andie, che si sentiva particolarmente a suo agio quella sera, fu piuttosto brillante, mettendo in evidenza agli occhi sia di Elijah che di Billy, delle qualità che sicuramente avevano avuto il loro peso nell’attrarre Dominic. Elijah e Jules si scambiavano delle occhiate che erano tutto un programma, Dominic e Billy ogni tanto si guardavano in maniera eloquente a mò di commento di fronte a quello che avevano davanti agli occhi.

I ragazzi le avevano invitate in un locale per concludere la serata, ma loro avevano rifiutato per via del fatto che il giorno dopo era il famoso giorno della sentenza, e nessuna di loro, per prima Andie, aveva intenzione di fare tardi. Fu Billy a fermare un taxi per loro, mentre le due coppie  più affiatate si scambiavano i saluti. Andie si sorprese non poco quando Elijah l’aveva salutata affettuosamente. Le faceva molto piacere dato che anche lei quella sera l’aveva trovato adorabile, però era un bel cambiamento, era passato dall’essere glaciale all’essere affettuoso. Con Dominic aveva avuto un momento di imbarazzo, nel salutarsi aveva percepito per un momento da parte di lui una certa indecisione su come farlo, situazione nella quale anche lei per altro si trovava. Optarono per un semplice bacio sulla guancia, anche se a nessuno dei due sarebbe dispiaciuto imitare Elijah e Jules che erano stati certamente la coppia più calda quella sera, non smentendosi nei saluti. L’unica coppia ad aver mantenuto una certa freddezza di fondo era stata quella di Fran e Billy, cosa che non era sfuggita agli occhi di Jules ed Andie.

Nel tragitto in taxi le ragazze tirarono fuori i commenti sulla serata, in una situazione non molto diversa rispetto a quella che anche Elijah, Dominic e Billy stavano affrontando. Il povero Elijah si stava difendendo dai due che lo prendevano in giro sul fatto che lui continuava imperterrito a dichiararsi non preso da Jules. - Ma falla finita, che è meglio!- era stato il commento di Billy.

 

Come Andie aveva previsto, il giudice avrebbe dato la sentenza solo dopo le due. C’erano quasi tutti gli inquilini interessati, Josh era stato puntuale, Edward aveva addirittura chiuso il locale per essere presente. L’unico che non si era visto era Dominic, del resto aveva detto di non poter essere sicuro di farcela, e ad Andie stava bene così.

- Non appena il giudice leggerà la sentenza, mi raccomando, vedete di mantenere un atteggiamento decoroso, siamo in un’aula di tribunale. Capito Jules?- aveva detto Andie alle ragazze, per prenderle in giro. Jules le aveva fatto una linguaccia, fingendo di essersi offesa. Di fatto, dopo che il giudice si era pronunciato a loro favore, aveva a stento trattenuto un gridolino.

Neanche fosse stato il processo del secolo Andie ricevette un sacco di complimenti, Ed decise addirittura di fare una specie di piccola festa dopo il lavoro: - Apriamo una bottiglia di champagne stasera, quindi non andatevene dritte a casa dopo il turno!- Tra l’altro quella sera Andie e Fran avevano il turno serale, al locale suonava una band.

Ovviamente Jules era andata al bar quella sera, con Elijah, Dominic e Billy, che si era unito ai ragazzi cogliendo l’occasione di rivedere Fran. Dopo la semi glacialità della sera precedente Billy non aveva più saputo cosa pensare, pensò che creare un’occasione per vederla nuovamente non avrebbe potuto che essere una buona cosa. Ma lei era stata occupata tutta la sera, come Andie del resto, quindi non aveva avuto molto tempo da dedicare a Billy, se non a fine serata, quando, svuotato il locale, finalmente Edward aveva portato quella famosa bottiglia di champagne.

Andie era stata all’erta tutta la sera, aveva visto Fran irrigidirsi più volte durante la serata, e questo succedeva ogni qual volta si trovava ad aver a che fare con Edward. Era palese che la tensione tra loro fosse cresciuta, quindi, tra una boccaccia e l’altra che Dominic le rivolgeva per attirare la sua attenzione su di lui, come se ce ne fosse stato bisogno, cercava di non farsi sfuggire nulla. Doveva parlarne con Jules di quella faccenda, non poteva continuare a vedere Fran così. Inoltre il fatto che uscisse con Billy non la convinceva, aveva avuto subito la sensazione che lo facesse solo per crearsi un diversivo, e questo non era certo un bene. Ma l’apice dell’imbarazzo fu raggiunto proprio al momento del brindisi.

Edward fece una battuta carina, per lo meno per quel che riguardava Andie e Jules. - Così adesso mi riempite il bar di attori famosi e in più con loro c’è anche una modella in ascesa, lo faremo diventare un locale vip, fra non molto mi tocca assumere un buttafuori!-

C’era chiaramente un po’ di disappunto in quel commento, Fran sperò di essere l’unica ad essersi accorta che quelle parole, per lo meno il lato tagliente di esse, era rivolto a lei. Edward aveva appena scoperto che lei usciva con un altro, ed evidentemente la cosa un po’ l’aveva disturbato. Tanto più lui si dimostrava stizzito, tanto più lei sorrideva a Billy, sentendosi malissimo per questo. Quel ragazzo le piaceva sul serio, non voleva usarlo, ma in quel momento non poteva neanche impedirsi di farlo, era più forte di lei.

Intanto Andie aveva colto l’occasione di comunicare a tutti i presenti che aveva intenzione di dedicarsi nuovamente alla legge, tranquillizzando tuttavia i presenti che non avrebbe lasciato per niente e per nessuno il lavoro al bar, almeno per il momento.

 

Elijah e Jules furono i primi a togliere le tende, come al solito; Fran, dopo ancora un po’, accettò che Billy la scortasse a casa, Josh pure aveva salutato tutti dicendo di essere stanco. Gli ultimi ad andare via furono Andie e Dominic. Andie era rimasta ancora un po’ per mettere un po’ in ordine, ma Edward l’aveva cacciata via. - Che aspetti ad andartene? Ci penserà chi ha il turno domattina, levati di mezzo che almeno chiudo!-

 

Billy non era uno stupido, il sospetto che aveva avuto per tutta la sera era stato confermato dal silenzio che era calato appena lui e Fran erano usciti dal locale diretti verso casa di lei. Fran non sembrava essere un’abile bugiarda, questo certo non era un difetto, ma Billy avrebbe preferito che lei gli dicesse chiaramente se era il caso di continuare ad uscire insieme senza il bisogno di interpretare ciò che lei faceva. Ma di certo non poteva di punto in bianco chiederle che cosa ci fosse che non andava in tutta quella storia. Certo, un po’ in confidenza erano entrati, ma non così tanto. Tuttavia quella serata prese una piega del tutto inaspettata, non appena erano arrivati davanti al portone di casa di Fran lui si era preparato per salutarla quando lei inaspettatamente l’aveva invitato a salire. Billy l’aveva seguita, un po’ sorpreso, uno stato d’animo che aveva perdurato anche quando non aveva avuto più possibilità di avere dubbi sulle intenzioni di Fran. Non che non fosse contento, solo non se l’aspettava proprio.

 

Dopo l’ultimo bacio Fran si era discostata subito da Billy quasi come a voler mettere una sorta di barriera tra loro e in quel momento lui si era sentito in imbarazzo. Fran era girata dalla parte opposta del letto rispetto a Billy, era lontana sia fisicamente che con il pensiero e a lui non piaceva quella sensazione.

Non che fosse innamorato o che per lui quella fosse un’occasione tanto distante dalle altre varie che gli capitavano, però Fran non era una che si era rimorchiato la sera stessa, quel distacco era assolutamente esagerato. Era certamente sveglia, non correva il rischio di svegliarla, si avvicinò appoggiando il suo braccio sul suo, le aveva dato un bacio nell’incavo tra la spalla e il collo, che sembrava che lei avesse gradito. Poi era rimasto in quella posizione, che sicuramente riteneva più appropriata alla situazione, aspettando, finché non capì che c’era qualcosa che la turbava. Era difficile da spiegare, era una sensazione che sentiva a pelle, meravigliandosi anche di avere avuto una tale intuizione.

- Ti sento strana.- le aveva detto. Le labbra di Fran si erano increspate in un sorriso, rimase in silenzio ancora pochi secondi.

- Sto provando una sensazione strana, non riesco a spiegarmela.-

- Che tipo di sensazione?-

- Ho voglia di parlarti di una cosa che non ho mai detto a nessuno. Non so perché, è così e basta.-

- Fallo allora.- aveva risposto deciso Billy. Fran però si era richiusa nel suo silenzio.

- Tutto bene?- aveva chiesto timoroso di aver smosso un tasto dolente. Fran sorrise, con quel sorriso che aveva il potere di rassicurare sempre il suo interlocutore.

- Si, solo che…- aveva poi risposto.

- Cosa?- la interruppe lui restituendole il sorriso.

- Solo che ti conosco da poco e mi sembra che sia del tutto inappropriato assillarti con i miei problemi.-

- Fai come ti senti Fran. Io sono qui, se vuoi.-

Fran si era girata verso di lui e si era appoggiata contro il suo petto, in un gesto che sembrava essere una richiesta di protezione. Forse erano quei dodici anni d’età che li separavano, ma Billy aveva davvero la sensazione di doverla proteggere da qualcosa che non sapeva esattamente cosa fosse. Avvicinandosi ancora di più a lei aveva appoggiato la mano del braccio su cui lei era appoggiata sulla sua testa, con l’altro braccio l’aveva stretta verso di se, appoggiando la mano tra le sue scapole. Rimasero così per un po’, fino a che non si erano addormentati entrambi.

Quella chiacchierata tuttavia fu solo rimandata, perché quel sonno non durò a lungo. Fran aveva cercato di fare pianissimo, si era svegliata e voleva sottrarsi a quell’abbraccio, ma appena aveva alzato la testa aveva visto che lui la guardava. Era stato bello liberarsi di quella storia per la prima volta, e poi era sicura che Billy, che non era un ragazzino, l’avrebbe capita.

Incominciò a raccontargli di come era arrivata a New York, di come era finita con il suo precedente fidanzato, che l’aveva mollata per un’altra, di come aveva conosciuto Edward e aveva cominciato a lavorare nel suo locale, di come si era innamorata di lui pur sapendo che era un uomo sposato, di come era stata corrisposta. Perché era stata corrisposta, con un’intensità che lei stessa non si sarebbe mai immaginata. E poi c’era stata quella crisi, il fallimento del suo matrimonio e quei quattro anni in cui Fran aveva continuato a coltivare quell’amore da sola, alimentandolo, diventando una specie di angelo custode per Edward, aspettando paziente che la tempesta passasse e che lui si ricordasse di lei. Addossandosi tutte le sofferenze che lo attanagliavano, che aveva sempre sentito sulla sua pelle. E adesso lui valutava di vendere tutto e stabilirsi in Canada, di mollare tutta la sua vita, lasciando anche lei, nuovamente e definitivamente. Lo faceva per suo figlio, pensando che se lui si fosse trasferito, la sua ex si sarebbe convinta a non trasferirsi in Giappone.

- Lo so che penserai che sono una stupida, e probabilmente credi che lui sia cattivo, che si sia approfittato di me, ma non è così. Solo che è vero che sono stata stupida, dovevo lasciarmi questa storia alle spalle quando potevo, non l’ho fatto pensando che Edward aveva solo bisogno di tempo per capire e per superare la sua crisi. Povera illusa…- aveva fatto una pausa, Billy continuava ad ascoltarla senza interromperla dato che era palese che, nonostante avesse bisogno di sfogarsi, Fran stava facendo una gran fatica a dire tutte quelle cose. Tremava impercettibilmente, muoveva nervosamente le mani, il filo del discorso era stato più volte spezzato da vari intervalli di silenzio dei quali lei aveva avuto molto bisogno, per pensare.

- E adesso non so che fare, Edward vuole davvero trasferirsi. E io mi sento persa, e cosa ho perso, cosa? Un amore platonico, se così posso definirlo.-

Billy ruppe il silenzio che aveva tenuto fino a quel momento. - Capisco benissimo cosa senti di star perdendo. Un tuo punto fisso, una sicurezza. Forse non è giusto che io te lo dica, ma voglio dirtelo ugualmente. Ti sei mai concessa un pensiero positivo su questa faccenda? Voglio dire, se per tutto questo tempo tu sei stata sempre al fianco di quest’uomo, è perché lui te l’ha lasciato fare. Forse dovresti smetterla di aspettare e farti sentire, a chiare lettere.-

Fran aveva sorriso, Billy l’aveva osservata interrogativo, nel timore di aver detto una scemenza.

- Non ti offendere, ma non mi sarei mai aspettata di avere una fortuna così grande. Lo sai che sei un uomo fantastico? Io sto qui, ad assillarti con i miei problemi, e tu riesci a darmi anche un buon consiglio. Vorrei averti incontrato prima.-

L’espressione perplessa di Billy si era trasformata, aveva sorriso a Fran quasi come a ringraziarla del complimento. A Fran dispiaceva di essersi comportata in modo meschino con lui, l’aveva tanto sottovalutato da decidere di andarci a letto per non separarsene, quando invece probabilmente sarebbe stato abbastanza chiedergli di potersi confidare. Gli disse tutto questo, perseverando in quel momento di verità assoluta. Lui rise.

- Se tutte le persone che hanno tenuto un comportamento poco corretto con me si fossero comportate così, credo che sarei contento quando la gente mi tratta male!- aveva riso nuovamente, abbracciando Fran e dandole un bacio sulla fronte. - Non posso certo dire che mi sia dispiaciuto…- commentò dopo poco, questa volta fu Fran a ridere, di una risata spontanea, indice di una ritrovata spensieratezza.

Aveva trovato un buon amico facendo quella stupidaggine, non era certo una cosa da poco.

Quando Fran si era addormentata le prime luci dell’alba avevano cominciato a filtrare dalla tapparella. Billy aveva molti impegni quel giorno, di cui uno di mattina presto, quindi decise di andare via. Pianissimo uscì da sotto le coperte, si era rivestito e aveva aperto la porta con leggerezza, per poco non morì di paura imbattendosi in Elijah nel corridoio della casa di Jules e Fran. Anche Elijah si era preso un bello spavento, immediatamente incominciarono a ridere di quella situazione ridicola che si era creata. In silenzio uscirono dall’appartamento ed Elijah si sedette su un gradino della rampa di scale proprio davanti alla porta delle ragazze, per mettersi le scarpe che non aveva messo per paura di fare rumore e svegliare Jules. Appena era stato in piedi aveva guardato Billy sorridendogli furbetto.

- E bene bene, che ci fai qui?-

- Un gentil uomo non rivela questo genere di particolari! Voi americani siete così volgari…-

Elijah aveva riso, poi avevano cominciato a scendere.  Erano andati a prendere un caffè insieme, poi dritti ognuno a casa sua e ai propri impegni.

 

 

 

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Capitolo 30
*** Sarà meglio pensarci ***


Nuova pagina 1

30. Sarà meglio pensarci

 

Josh stava seduto sul divano di Andie leggendo, mentre lei girellava nervosa per la casa. Stava raccogliendo i vestiti che aveva sparso un po’ dappertutto, anche la sera prima era tornata tardi a casa e aveva lasciato tutto a soqquadro. Ebbene sì, diciamo che fare l’avvocato ancora le piaceva ma non era più in grado di mantenere ordine nel suo appartamento. Cose che capitano, pensò. In contemporanea venne fuori un altro pensiero: ma che accidenti di attinenza avevano le due cose? Chissà, ormai era abituata a non fare più molto caso alle stranezze che le passavano per la testa. Aveva messo tutti i vestiti in una cesta e l’aveva lasciata in bagno, sarebbe andata in lavanderia nel pomeriggio, prima di attaccare al bar, scordandosi completamente che era domenica e che le lavanderie non stavano certo aperte per lei. Era quasi mezzogiorno, la giornata era grigia e lei aveva una gran voglia di sole, l’inverno l’aveva già stancata. Finita l’incombenza della biancheria si era diretta al divano sedendosi addosso a Josh, che non aspettandoselo incominciò a fare degli strani versi.

- Andie pesi!-

- Lo so! Sono ingrassata ben tre chili ultimamente, sto mangiando come un maialino.-

- Non sono tre miseri chili a fare la differenza… ti prego, almeno mettiti sulle ginocchia…-

A gentile richiesta lei si alzò e fece come lui le aveva detto, anche se per continuare a dargli noia gli aveva chiuso il naso tra pollice ed indice. Lui dopo quel gesto l’aveva guardata storto, Andie quindi aveva subito alzato la mano. - Ok, non ti darò più fastidio…-

Josh aveva riso. Era arrivato a casa di Andie da poco, l’aveva chiamata per sentire se era sveglia e avevano deciso di pranzare insieme, a casa di lei, anche se lui si era presentato prima all’appuntamento fissato per stare un po’ insieme ad Andie, trovandola indaffaratissima a mettere ordine. Tra l’altro lei aspettava che da un momento all’altro arrivasse Jules. Non si erano quasi viste per niente negli ultimi due giorni, e l’ultimo discorso che avevano fatto era stato su Fran, circa trenta secondi nella toilette del locale dove avevano fatto quell’uscita a sei. Quella mattina infatti, dopo la chiamata di Josh, aveva ricevuto un sms di Jules, che diceva così: Sto uscendo adesso da casa di Lij, io e te dobbiamo parlare di Fran! Quella ragazza mi preoccupa non poco. Sono a casa tua fra un po’, spero di non svegliarti! Tipico tono alla Jules, pensò sorridendo Andie, mentre le faceva uno squillo per farle sapere che aveva ricevuto il messaggio. Il campanello aveva suonato proprio quando Andie aveva lasciato in pace il naso di Josh.

- Aspetti qualcuno?- aveva chiesto Josh. Andie annuì e si avviò ad aprire la porta. Jules era entrata poco dopo, avvicinandosi al divano e sedendosi accanto a Josh.

- Ciao Josh!- gli aveva detto allegra come al suo solito. Lui aveva risposto sorridendole.

- Andando subito al sodo, An, dimmi tutto. Ho come l’impressione che tu abbia scoperto delle cose interessanti.-

Andie guardò Jules un po’ perplessa, dovevano parlare di quella faccenda davanti a Josh? Si fosse trattato di cose sue non sarebbe stato un problema, ma dopo tutto, qui si parlava di Fran ed Edward.

Jules capì cosa passasse per la testa di Andie, in effetti non ci aveva pensato. Con la sua solita verve si girò verso Josh ed esclamò:- Tu non hai visto niente e non hai sentito niente, non rivelerai nulla della nostra conversazione nemmeno sotto tortura… intesi?-

Andie e Josh scoppiarono a ridere, lui rassicurò le ragazze che sarebbe diventato invisibile fino a che loro non avessero finito. Prese il giornale che stava leggendo e si chiuse in camera di Andie, che poté raccontare tutti i particolari che aveva notato e sentito su quella faccenda.

Jules l’aveva ascoltata attentamente, interrompendola ogni tanto per fare dei brevi commenti di stupore. Quando Andie aveva accennato che i suoi sospetti su Fran ed Edward erano più che fondati aveva esclamato un - Lo sapevo!- soddisfatto, anche se nel proseguo del racconto si era fatta un po’ più cupa. Poi arrivarono anche a discutere di Billy, cominciando dalla freddezza con cui lei l’aveva trattato a quella famosa cena.

- Senti, io ti dico che è tutta apparenza, perché io so che venerdì notte lui ha dormito a casa nostra, me l’ha detto Elijah. E che non mi vengano a raccontare che hanno contato le piume del cuscino, perché è tanto improbabile quanto l’ipotesi che io mi faccia monaca!- Andie aveva riso.

- Certo, bella coppia di pettegoli che siete, tu e Lij. Vi siete proprio trovati!-

- Perché, io e te che stiamo facendo, volontariato? E comunque, quello che mi rende perplessa, e non poco, è che lei non mi abbia detto niente! Insomma, lei si porta a letto Billy Boyd e non mi dice niente!- Andie rise nuovamente, non solo per il fatto che effettivamente, da quando Jules era entrata, non avevano fatto altro che raccontarsi pettegolezzi, ma anche per il fatto che quella ragazza non si smentiva mai. Nelle intenzioni di Andie c’era essenzialmente il progetto di fare qualcosa per Fran. Ma cosa?

Esternò questo dubbio a Jules, che assumendo un’espressione seria aveva guardato nel vuoto e aveva detto:- Sarà meglio pensarci, perché la vedo sempre peggio quella ragazza…-

Andie, che intanto si era messa a cucinare, si era dichiarata d’accordo con Jules.

 

Josh dopo un po’ aveva chiesto il permesso di tornare, cosa che aveva fatto ridere le ragazze che si erano completamente dimenticate che lui aspettava diligentemente in camera di Andie che finissero. Poi dopo ancora un po’ Jules era andata via, Andie e Josh avevano pranzato ed erano rimasti insieme fino a che lei non era uscita per andare a lavorare.

Al bar quel pomeriggio non c’era stato un attimo di calma, c’era sempre stato il pienone, Andie e Fran non si erano fermate un minuto. Quando era sceso Edward, a metà pomeriggio, l’aveva trovate indaffaratissime nel servire i clienti nel modo più veloce possibile. Si era rivolto ad Andie, mentre lei era intenta nel preparare dei cocktail, dato che Fran quando lui era entrato non l’aveva neanche salutato.

- Prima di andare via stasera, dovrei parlarvi di una cosa, se vi potete trattenere cinque minuti in più.-

Andie aveva annuito, Fran continuò a fare finta di niente, tanto che Andie pensò che veramente la sua amica potesse non aver sentito. Dopo un po’ che Edward era andato via infatti, le aveva ripetuto tutto. La risposta di Fran era arrivata secca: - Tanto so già quello che ha da dirci, vai tu, io me ne vado dritta a casa mia dopo.-

Andie rimase gelata da quel commento, non aggiunse altro. Fortunatamente dopo poco era arrivato Dominic, che si era seduto al bancone cominciando a scherzare con Andie in quei rari momenti in cui lei rimaneva ferma lì, interrompendo quell’imbarazzante silenzio. Quando erano arrivate le ragazze del turno successivo, ad Andie mancavano circa dieci minuti per finire, Dominic quindi le aveva chiesto se voleva cenare con lui, inventandosi qualche scusa stupida più per farla ridere che per convincerla.

- Mica mi vorrai far mangiare da solo? Poi mi fa sempre male lo stomaco se mangio da solo!- aveva detto toccandosi il ventre con la mano e facendo un’espressione sofferente.

Andie aveva riso. - Potresti cenare con il tuo amico Elijah…- aveva suggerito quindi.

- Il mio amico Elijah a quest’ora sarà con la tua amica Jules.-

- Allora temo che toccherà a me quest’impiccio. Anzi…- disse, mentre Fran tornava al bancone con degli altri bicchieri sporchi, - quasi quasi ti scarico a Fran!-

Lei, che si era sentita nominare, aveva alzato gli occhi dal vassoio chiedendo:- Che c’è che mi sento chiamata in causa?-

- Mi stavo preoccupando della salute di Dominic,- incominciò seria Andie,- dice che gli fa male lo stomaco se mangia da solo. Ora, il problema è che quando mangio con lui fa male a me, quindi pensavamo che se non hai niente di meglio da fare potresti cenare tu con lui…-

Fran aveva capito di stare in mezzo ad una delle loro solite conversazioni ironiche e anche un po’ taglienti, aveva sorriso e si era rivolta a Dominic. - Si, cenerà con te stasera, non ne dubitare!-

- E chi ne dubitava,- rispose lui convinto, - non è mai riuscita a resistere alla mia faccia da folletto!-

Fran a questa risposta scoppiò a ridere, non si aspettava che quel nomignolo piacesse anche a lui tanto da usarlo in presenza di terzi.

Andie allora aveva alzato le mani. - E’ vero, colpita, non posso fare a meno della tua faccia da schiaffi! Dove mi porti?-  gli aveva chiesto appoggiando i gomiti al bancone e sporgendosi verso di lui, sorridendo.

Dominic era rimasto fermo un momento a fissarla, ricambiandole il sorriso, fino a che lei non aveva abbassato gli occhi, forse un po’ imbarazzata da quello sguardo fisso e intenso. Dominic si era soffermato a pensare che un’altra che gli teneva testa così, non l’avrebbe certo trovata facilmente.

 

Andie rimase assolutamente stupita di quello che Edward gli aveva detto. Quella notizia era arrivata come una doccia gelata, totalmente inaspettata. Di lì a tre settimane il bar avrebbe chiuso, Edward si trasferiva in Canada e cedeva l’attività. Aveva già trovato un buon acquirente, la cosa ormai era sicura.

- L’unica cosa che mi dispiace di dovervi annunciare è che non sarete riassunte dalla prossima gestione, il locale cambierà linea, pare che il personale ci sia già… insomma, mi dispiace davvero, spero vivamente di non mettervi in mezzo ad una strada.-

Edward sembrava veramente dispiaciuto, quindi Andie aveva cercato di metterlo a suo agio, dicendo che, per quanto riguardava lei, non era un grosso problema. Edward aveva parlato di una buona liquidazione, delle ottime referenze che avrebbe lasciato per i loro curriculum, ma era chiaro che si sentiva in colpa comunque.

Andie, dal canto suo, era stata assalita dalla tristezza.  Non per via che tra tre settimane sarebbe stata disoccupata, ma per il fatto che quell’esperienza, quella bellissima esperienza, era durata troppo poco. Le piaceva così tanto lavorare in quel bar con Fran, la vita che faceva. Quella sera con Dominic non fu spensierata come al solito, Andie aveva bisogno di esprimere tutta la tristezza che le era scoppiata dentro, e lui per quanto poteva l’aveva assecondata, fino a che Andie aveva notato che, forse, la stava facendo un po’ troppo lunga. Doveva finirla di rompere le scatole a Dominic su quella faccenda, finalmente decise di cambiare argomento.

Avevano praticamente finito di cenare, Dominic aveva chiesto il conto, Andie notò che comunque era presto per tornare, erano appena le undici. Si aspettava che Dominic le proponesse qualcosa per finire la serata.

- Elijah, Jules e gli altri sono al Webster Hall, - disse infatti appena il cameriere era tornato con la sua carta di credito, - ti va se li raggiungiamo?-.

Andie accettò, non che l’idea di andare a ballare la entusiasmasse più di tanto, ma non aveva nemmeno voglia di tornare a casa. Evidentemente però la serata era predestinata a non essere delle più tranquille. Non appena erano entrati al Webster, Dominic aveva notato che stava succedendo qualcosa di strano. Aveva individuato i suoi amici, al piano superiore. Avevano delle facce piuttosto tese e discutevano animatamente con delle persone che lui non conosceva. Prese la mano di Andie e trascinandosela dietro si avvicinò frettolosamente, facendosi largo tra la gran folla che popolava il locale quella sera. Non appena Elijah lo vide gli andò incontro.

- Ma che sono ‘ste facce, è successo qualcosa?-

- E’ successo un gran casino, Orlando è veramente nei casini. Ciao Andie.- aveva detto Elijah, che aveva  notato solo dopo che c’era anche lei, che ricambiò il suo saluto con un cenno della mano.

- Vogliono chiamare la polizia, qui finiamo nei guai tutti.-

- Lij! Calma e sangue freddo, mi dici che succede?- gli aveva detto mettendogli le mani sulle spalle, quasi come se volesse calmarlo. E in effetti Elijah era veramente agitatissimo.

- Succede che una tipa si è messa a dire che Orlando ha allungato le mani. Ti spiego, è tutta la sera che questa non lo molla, gli si è appiccicata come una sanguisuga, tanto che lui era pure tornato al tavolo perché questa non lo lasciava in pace. Ad un certo punto si è alzato, è andato in bagno, ci sono andato anch’io nemmeno cinque minuti dopo e ho sentito delle grida, sono entrato e mi sono trovato davanti questa che urlava che Orlando gli aveva messo le mani addosso, ma cazzo, se fosse stata una cosa del genere me ne sarei accorto…-

Intanto la conversazione tra Billy e il uno dei tipi che Dominic aveva visto entrando si stava scaldando ulteriormente, Andie riuscì chiaramente a sentire che Billy diceva queste parole:- Ma tutto questo è assurdo, siete dei pazzi! Date credito ad una come quella e non a quel ragazzo!- dicendo questo aveva indicato Elijah. C’era anche Jules, un po’ in disparte, seguiva la faccenda senza fiatare. Elijah intanto aveva continuato sempre con lo stesso tono confuso:- In pochi secondi è successo il finimondo, sono arrivati dei tipi della sicurezza, io ho detto che quella è un’invasata per sentirmi rispondere che è troppo comodo farsi difendere dagli amici! Fatti venire in mente qualcosa perché noi non sappiamo più dove mettere le mani!-

A questo punto ad Andie fu tutto più chiaro, intervenne lei per Dominic, dato che probabilmente era l’unica che poteva fare davvero qualcosa di concreto.

- Dov’è adesso Orlando?- chiese decisa.

- In uno degli uffici, ma non lo so di preciso, ma perché?-

- Perché sono un avvocato Elijah, e se non facciamo qualcosa subito qui passate davvero guai grossi. Bisogna evitare in qualsiasi modo che sia coinvolta la polizia, o finite sui giornali di domattina, tutti. Portatemi da lui.- La mente pratica di Andie aveva preso il sopravvento, in un secondo aveva già in mente come doveva muoversi.

Elijah quindi la scortò verso l’uomo che parlava con Billy, al quale Andie si presentò formalmente.

- Sono Andrea Berenson, il legale del signor Bloom. Esigo immediatamente che mi facciate parlare con il mio cliente, per accertarmi di cosa sia successo.- 

Quell’uomo, che si rivelò essere il padrone del locale, l’accompagnò immediatamente da Orlando, che si stupì non poco di vederla comparire. Il padrone del locale le illustrò quello che era successo ai suoi occhi, cioè che Orlando aveva fatto delle avances un po’ pesanti ad una ragazza di vent’anni arrivando addirittura a molestarla in uno dei gabinetti del bagno degli uomini. Andie ribadì che prima di tutto voleva parlare con il suo cliente, non voleva avere altre versioni.

Era partita in quarta, presa dalla situazione, non aveva fatto i conti con il fatto che non gli andava proprio di avere a che fare con Orlando, dato che l’ultima volta che ci aveva avuto a che fare era stato quando l’aveva mollato per telefono. Se poi non ci fosse stato Dominic appena a pochi metri da loro, sarebbe stata una cosa più semplice… santo cielo, ma perché proprio a lei?

- Andie? Ma che ci fai tu qui?- aveva esclamato piuttosto sorpreso Orlando nel vederla comparire.

- Non fare troppe domande, sei nei guai fino al collo. Se sono qui è per tirarti fuori dalla merda in cui ti hanno sepolto. Se te lo fossi scordato, sono un avvocato.- aveva detto autoritaria - Mi sono presentata come il tuo legale, dobbiamo agire in fretta, vogliono chiamare la polizia, ovvero il tramite diretto con la stampa. Se fino ad adesso puoi tirarti fuori da questa storia, magari rimettendoci dei soldi, puoi ritenerti fortunato.-

- Ma porca puttana, ma Elijah era lì, ha visto tutto! Non conta niente?-

- Calmati Orlando, tu non hai fatto nulla di male, e le accuse di questa ragazza sicuramente non reggono. Non può provare che tu l’hai toccata nemmeno con un dito, non ha segni addosso e certamente non può provare che tu le abbia usato violenza. Però adesso io torno a chiederti cos’è successo, perché ti avverto, io non ti tiro fuori se tu le hai fatto davvero qualcosa, e vedi di non prendermi in giro.-

Andie era stata estremamente seria, non voleva tirare fuori dai guai qualcuno che li passava giustamente, Orlando però s’innervosì ancora di più cominciò ad urlare contro di lei.

- Se non mi vuoi aiutare, quella è la porta! Io non ti ho chiesto niente! Quella troietta mi si è appiccicata addosso appena mi ha visto, dato che l’ho trovata un tantino troppo insistente l’ho mandata al diavolo ed è andata a dire che io le ho messo le mani addosso! Cristo Santo, ma t’immagini che io potrei mai fare una cosa simile?- Andie capì di aver detto la cosa sbagliata al momento sbagliato, si scusò immediatamente.

- Perdonami, non volevo insinuare niente, ho detto una cosa stupida.

- No, scusami tu, - disse lui con un tono di voce normale, capendo di aver esagerato, - è che sono a pezzi…-

- Lo so, ti vedo, è per questo che il mio comportamento è stato del tutto fuori luogo.-

Subito dopo sentirono bussare alla porta, Andie aprì e si affacciò. L’avvertirono che c’era anche l’avvocato della ragazza, cosa che fece pensare ad Andie che non si trovavano di fronte ad una ragazza qualsiasi, dato che in quattro e quattr’otto si era addirittura scomodato un avvocato, e che avvocato. Andie l’aveva riconosciuto subito, era Ronald Harris. Lavorava in uno dei tanti studi legali di New York, uno di quelli importanti, le era capitato di scontrarsi con lui un’altra volta, ma solo come assistente. Si ricordava bene la sua fama, quella di uno davvero senza scrupoli. Data la situazione fu stabilito di non far intervenire la polizia, già quello era un passo avanti piuttosto soddisfacente, inoltre fu organizzato per la mattina dopo un incontro allo studio legale di Harris per definire la faccenda.

Era tutto calmo, almeno per quel momento, adesso bisognava pensare al giorno dopo, ma in quel momento Andie pensò bene che fosse il caso che tutti, nessuno escluso, andassero via da quel posto, e che non ci tornassero per un bel po’. Riferì ad Orlando quello che si era detta con l’avvocato della controparte, poi subito dopo aprì la porta e si affacciò, vide la ragazza in questione uscire da un’altra porta, probabilmente una stanza adiacente a quella dove si trovavano lei ed Orlando. Quando fu sicura che nessuno li avrebbe visti, fece uscire Orlando e frettolosamente si avvicinò agli altri, che aspettavano impazienti di sapere qualcosa. Quando Andie comunicò che la polizia non sarebbe intervenuta tutti tirarono un sospiro di sollievo. Orlando li raggiunse, tutti uscirono come Andie aveva consigliato cercando di non dare troppo nell’occhio. Si ritrovarono in taxi lei, Dominic e Orlando, agitato più che mai, che non la finiva più di ringraziare Andie per l’aiuto che gli aveva dato. - Se non ci fossi stata tu non so come sarebbe andata a finire!-

Dominic cominciò quasi subito a ridere, un po’ anche per scaricare la tensione. Orlando, con i nervi a fior di pelle, gli rispose subito per le rime.

- Ridi, ridi, potrei raccontare in giro che tu ne hai fatte di peggio… e poi che vorresti dire, che me la sono andata a cercare? Quella stronza mi si è infilata in bagno mentre facevo pipì, io mi sono limitato a buttarla fuori! E poi secondo me era fatta, o era ubriaca, o non so cos’altro…-

- Orlando, mi raccomando, domattina alle nove a casa mia. Dobbiamo essere nello studio dell’avvocato per le undici e dobbiamo prepararci un po’ prima, e molto attentamente. Ti spiego meglio domani. Adesso dritto in albergo, ti voglio sveglio e attivo, capito? -

Andie aveva detto queste parole quando il taxi si era fermato davanti a casa sua. Era scesa, e con lei Dominic che l’aveva scortata alla porta e l’aveva salutata. Quando era risalito sul taxi lui ed Orlando erano stati per qualche minuto in silenzio.

- Ti ho rovinato la serata, eh? Guarda, mi dispiace un…-

- Lascia perdere, vorrà dire che mi ricambierai il favore se mai succederà a me. Comunque sei proprio un coglione…- disse a mò di battuta.

Orlando rise divertito, erano tornati alla normalità.

 

La mattina dopo Orlando si era presentato a casa di Andie che l’aveva istruito bene su come doveva comportarsi. C’era ancora in ballo una denuncia, quello che Andie doveva evitare a tutti i costi era che quella denuncia fosse sporta. Purtroppo, anche se non aveva fatto assolutamente nulla di male, Orlando era quello che rischiava di più in quella faccenda, anche in termini di cattiva pubblicità. La stampa avrebbe fatto carte false per quella storia, il famoso attore Orlando Bloom che molesta una ragazza nel bagno di un locale notturno, esaltante a dir poco. Andie immaginava già la situazione: quella mattina quella ragazza si sarebbe presentata mite come un agnellino all’incontro con l’avvocato, magari avrebbe anche raccontato chissà quale bugia, recitando la parte della verginella impaurita. Andie si era resa conto che, dal tipo di avvocato che la rappresentava, doveva essere la figlioletta adorata di chissà quale famiglia benestante e in vista della New York bene, quindi c’era sicuramente da aspettarsi che sarebbe stato arduo. Ma lei non era una stupida, e sapeva come districarsi da certe faccende. Fu chiara con Orlando, lui avrebbe dovuto fare alla lettera quello che lei gli aveva detto, senza discutere e senza sbagliare di un millimetro. Molto in quelle situazioni era sapersi comportare, - Quindi niente colpi di testa, intesi? Parla solo quando sarai interrogato e non fare nulla se io non ti dico di farla.-

Andie gli aveva parlato con chiarezza e con una decisione tale che Orlando quasi ne fu spaventato. Orlando pensò immediatamente per il tono che Andie usava sul lavoro e dalla sicurezza che aveva che doveva veramente essere uno squalo in certe situazioni quella ragazza, aveva veramente un buon legale.

Andie non si stupì di vedere la ragazza comparire con aria impaurita all’incontro, scortata dal suo avvocato. Era la classica immagine della ragazza casa e chiesa: vestita decentemente, quasi da bambina, i capelli raccolti in una coda di cavallo, niente trucco. Davvero una bella scena da vedere, peccato che la sera prima Andie e Orlando l’avevano vista in stivali e gonna corta, con una scollatura che poco lasciava all’immaginazione e con un trucco talmente pesante da farla sembrare una battona nemmeno troppo raffinata. Incominciarono il dibattito, che andò proprio come Andie aveva detto ad Orlando che sarebbe andata. La questione erano i soldi, Harris propose una cifra enorme, con la quale avrebbero potuto evitare una denuncia. Ebbene sì, la più rosea delle supposizioni di Andie si era avverata, quell’avvocato l’aveva presa per una novellina, probabilmente sottovalutandola soprattutto perché era una donna. Se ne sarebbe pentito presto, pensò.

Con estrema calma Andie aveva preso la parola, non interpellando Orlando, che, come lei gli aveva detto di fare, era rimasto in silenzio.

- Signor Harris, come lei ha giustamente rimarcato, il mio cliente è quello che ha più da perdere se la cosa arriverà in tribunale. Sono perfettamente d’accordo con lei su questo punto di vista, e con il mio cliente abbiamo stabilito che, sebbene le accuse della sua cliente siano assolutamente infondate, per qualsiasi fraintendimento che potrebbe essersi verificato, siamo disposti ad offrire una certa somma, ma non certamente quella che lei ha chiesto, che ci sembra assolutamente non ragionevole.-

- Signorina Berenson, forse lei, anche se afferma il contrario, non si rende conto del danno che apporta al suo cliente non accettando le nostre richieste.-

Mentre l’avvocato parlava Andie aveva osservato quella ragazza. Aveva un atteggiamento deluso, sembrava non essere interessata ad accusare Orlando, anzi. La famiglia non era neanche presente, l’avevano lasciata nelle mani di un avvocato, disinteressandosi completamente di lei. Ad Andie sembrò di rivedere se stessa adolescente, una ragazzina lasciata a sé stessa, che elemosinava solo un po’ d’attenzione. Provò una gran pena per lei che, se anche era la causa scatenante di tutto, era molto probabilmente essa stessa una vittima di quella situazione. Si impegnò nel rispondere a quel pallone gonfiato, più lo guardava e più vedeva quello che non voleva essere.

- Io so benissimo che il signor Bloom per un’accusa del genere potrebbe veder crollare la sua carriera a picco, ma forse lei dimentica una cosa: se andiamo in tribunale, con che prove inchioderà il mio cliente? Dalla nostra abbiamo anche un testimone, che è pronto a dichiarare che piuttosto è stata la sua cliente ad essere troppo insistente.-

- Certo, un testimone assolutamente di parte! Lei non da importanza allo scandalo che seguirebbe se la notizia fosse diffusa, ancor prima che il suo cliente abbia la possibilità di difendersi in aula.-

- E lei non considera che il mio cliente potrebbe sì, inizialmente essere etichettato come un mostro, ma potrebbe anche uscirne come un martire. Cosa che succederà, dato che lei non ha prove. Non dimentichiamoci Signor Harris, che è stata la sua cliente a seguire il Signor Bloom in bagno, quindi sarà un tantino arduo provare che sia stato il mio cliente il molestatore. Io personalmente propenderei per l'esatto contrario. Ovviamente non c’è bisogno di ricordarle che se seguirete questa linea non avrete un soldo. Io le consiglio di accettare la cifra che noi le proponiamo, senza tirare troppo al rialzo. Prendere o lasciare.-

Orlando sudò freddo, ma Andie era pazza o cosa? Pensava che non avrebbero accettato, si limitò a stare in silenzio con un’espressione smarrita sulla faccia. Ma lei sapeva il fatto suo, l’avvocato si ritirò un momento con la sua cliente, dando anche modo ad Andie di tranquillizzare Orlando.

Tornati in quella stanza, Harris accettò la cifra, tutto si concluse con la firma di alcuni documenti atti a mantenere la segretezza di quella faccenda.

Andie però non voleva che tutto si concludesse così. Una volta fuori vide la ragazza in piedi fuori dall’ufficio di Harris, si avvicinò cercando si parlarle.

- Ciao.- le disse avvicinandosi. L’altra la squadrò da capo a piedi, con sufficienza.

- Volevo solo dirti una cosa. Io non credo che la strada giusta per richiamare l’attenzione sia questa…-

- Ma perché non te ne vai a fanculo?- la interruppe la ragazza, senza lasciarle il tempo di finire la frase. Andie per poco non scoppiò a ridere. No, decisamente si era sbagliata. Lei non era mai stata così, quella era solo una viziatella di buona famiglia.

- Come non detto…- disse ridacchiando, tornando verso Orlando, con il quale uscì dallo studio legale.

Inutile dire che Orlando era al settimo cielo, ringraziò Andie in tutti i modi possibili e immaginabili. Appena si lasciarono Andie prese il suo cellulare e telefonò a Josh.

- Ho deciso che fare del mio futuro!- annunciò all’amico su di giri. - Mi metto in proprio e mi apro uno studio legale mio, dove rendere conto solo a me stessa!-

 

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Capitolo 31
*** Svolta nuova ***


Nuova pagina 1

31. Svolta nuova

 

Quel pomeriggio, mentre era impegnata tra un cappuccino e l’altro, Andie pensava seriamente alla realizzazione del suo progetto. Doveva affittare un locale, uno spazio per farne il suo ufficio, sperando che presto sarebbe arrivato qualche cliente, dato che per pagare un affitto doveva necessariamente guadagnare qualcosa. Era silenziosa, stava dietro alle sue congetture, Fran del resto non aveva fatto molto caso a questo, anzi, quel silenzio le faceva anche piacere. Non era dell’umore adatto per fare conversazione e quando Andie le aveva annunciato il suo progetto era stata contenta per l’entusiasmo della sua amica, ma comunque in modo distaccato.

Jules nel frattempo cominciava seriamente a preoccuparsi per Fran. Le nuove cose che aveva scoperto anche grazie ad Andie, le avevano chiarito sì molti dubbi, ma nel frattempo gliene avevano creati di nuovi. Se mai era iniziata tra Billy e Fran era certa che fosse anche finita, dato che Fran negli ultimi giorni aveva passato tutte le sue serate a casa sola davanti alla televisione. Capiva che quella tra lei ed Edward doveva essere stata, e probabilmente era ancora, una cosa molto profonda, ma nello stesso tempo non si capacitava di come una ragazza come lei, intelligente, bella e solare, si dovesse perdere in una storia senza speranza come quella. In tutti quei giorni era stata inavvicinabile, non c’era verso di parlare con lei né di frivolezze né di cose importanti, e Jules non ne poteva più. Anche quella sera, uscendo, l’aveva trovata sul divano davanti alla televisione, intenta nell’ennesima visione di “Quattro matrimoni e un funerale”, uno dei suoi film preferiti. A parte il fatto che Jules proprio non capiva cosa ci trovasse in quella stupida commedia con quel faccia da pesce lesso di Hugh Grant, ma poi avrebbe anche potuto variare un po’! Si era appoggiata sulle sue spalle e le aveva scoccato un sonoro bacio sulla guancia.

- Esco, ed è meglio che vada se no arrivo in ritardo.-

Fran le aveva sorriso debolmente, senza dire nulla, quando Jules si era fermata e l’aveva guardata bene. Aveva fatto il giro del divano, piazzandosi davanti alla televisione, guardandola con occhio scrutatore in un momento aveva deciso che non avrebbe messo piede fuori di casa fino a che non fosse venuta a capo della faccenda. Fran le aveva intimato di togliersi da davanti allo schermo della televisione, di fatto era come se le avesse detto smettila di guardarmi così.

- Che cos’hai Fran? Ti prego, dimmi che ti prende…-

- Ma che vuoi che mi prenda, niente. Adesso vai, o fai tardi anche stasera.-

- Va bene, se la metti così.- le rispose Jules. Fran si aspettava di vederla andare via, mentre invece Jules aveva spento la televisione e aveva preso il cellulare, compose un numero.

- Lij… sono io. Scusami, ma per stasera proprio non posso.- le sentì dire. Aveva fatto una pausa, evidentemente stava parlando l’interlocutore. - Niente di che, ho un problema, ti spiego domani se mai. Scusami se non ti ho potuto avvertire prima, ma è stata una cosa improvvisa…-

Fran la guardava con gli occhi sgranati, assolutamente stupita, e anche un po’ arrabbiata. Jules quindi chiuse la comunicazione e spense il telefono, si tolse il cappotto e lo buttò su una delle poltrone del piccolo soggiorno. Si sedette accanto a Fran e le disse:- Adesso non rischio più di essere in ritardo.-

Fran però si era chiusa nel mutismo, non aveva nessuna intenzione di parlare di quelle cose. Non che Jules non l’avrebbe capita, semplicemente non se la sentiva.

L’ altra però tornò alla carica subito, senza darle tregua.

- Ascoltami, non mi prendere in giro. Lo so che stai male, perché lo vedo, e mi sembra che tutta questa situazione stia peggiorando. Speravo che il fatto che uscissi con Billy ti aiutasse, poi hai smesso di vederlo. Ne abbiamo parlato anche con Andie, sono giorni che cerchiamo di fare il punto della situazione per capire come aiutarti, ma se tu non ci dici che hai, proprio non possiamo fare niente.-

- Non mi va, Jules.- aveva risposto a mezza voce e guardando per terra. - Non mi va di raccontarti tutto.-

- Tutto di te ed Edward?-

Fran trasalì nel sentirle pronunciare quelle parole. Come faceva a sapere? Jules sembrò leggerle negli occhi quell’interrogativo, rispose subito.

- Non sono cieca, Fran, dentro di me l’ho sempre immaginato. Solo che ne ho avuto la conferma solo ultimamente. E so che ti fa stare male il fatto che lui abbia deciso di raggiungere la sua ex in Canada, è per questo che vuole vendere tutto, o sbaglio?-  Fran non aveva detto niente, era rimasta assolutamente ferma, continuando a guardare il pavimento, quando Jules aveva notato che una lacrima le stava solcando il viso. - Oh cielo Fran, ma perché ti sei tenuta tutto dentro per tutto questo tempo!- le disse abbracciandola.

Dopo un po’ che stavano in silenzio Jules aveva guardato l’orologio. Erano quasi le nove di sera.

- Senti, posso chiamare Andie? Le dico di fare un salto, ci facciamo una bella serata tra noi ragazze, ci divertiamo un po’? Così non ci pensiamo troppo. Ti va, oppure preferisci che ti lascio un po’ in pace?-

- Chiama Andie, devo qualche spiegazione anche a lei.- Jules capiva a cosa si riferisse, anche se fece finta di niente. Telefonò ad Andie, che era a casa da sola. Era stanca quella sera, voleva andare a dormire presto, quando vide che era Jules che la stava chiamando si stupì. Le rispose dicendo:- Ma non dovevi essere al Village Vanguard con Elijah?-

- Se sei libera vieni da noi, qui abbiamo bisogno di una serata tra ragazze, decisamente!- Andie capì che poteva riferirsi a Fran, non se lo fece ripetere due volte.

Dopo nemmeno un quarto d’ora aveva suonato alla loro porta, salendo con sua soddisfazione aveva potuto usare l’ascensore, fatto riparare proprio pochi giorni prima. Una volta tanto non era entrata in casa delle amiche con il fiatone.

Le bastò un’occhiata a Fran per capire che era come aveva immaginato.

 

Fu una serata molto intensa, Fran aveva raccontato molte cose di quegli anni, Jules ovviamente capiva meglio di Andie certe cose. Nonostante fosse stata all’oscuro di tutto, aveva vissuto con lei certi periodi, mentre Fran ricordava anche lei aveva ripercorso quegli anni con la mente. Andie imparò molte cose su di loro durante quella notte, stava lentamente imparando cosa significasse avere degli amici tanto intimi che capiscono al volo quello che pensi il più delle volte, si chiedeva come avesse fatto fino a pochi mesi fa a vivere senza avere quasi nessuno di cui preoccuparsi e che a sua volta si preoccupasse per lei.

Certo, la serietà non poteva certo regnare sovrana per molto tempo, dopo un po’ Jules cominciò a tempestare di domande Fran su Billy, cosa che ovviamente scatenò una reazione a catena, dato che finirono per parlare anche delle altre storie in ballo. Fran non si era sbottonata in particolari, perché tanto non ce n’era alcun bisogno.

- Credo che sia già finita, è da quella notte che non lo vedo e non lo sento più. E poi, ormai non devo più nascondermi dietro un dito. Io non mi sento libera. Forse adesso comincerà a passarmi, ma chissà quanto tempo ci impiegherò.-

- Nessuno ti mette fretta, comunque tu lasciami fare una considerazione…- disse Jules sorridendo, - Ti piace l’uomo maturo!- Fran ed Andie risero.

- Maturo, non esagerare! Billy non ha mica cinquant’anni! Ne ha trentasette…- ribatté Fran.

- E tu? Dodici di meno!-

- Ma smettila, per cortesia! Tu sembri la mamma di Elijah, eppure hai un anno meno di lui!- aveva commentato Andie. Jules ovviamente aveva ribattuto per le rime.

- Anche Dom sembra più piccolo di te! E poi Lij non sembra un bambino, e io di certo non sembro sua mamma! E se tu avessi sperimentato che vuol dire stare con lui, sono sicura che adesso tireresti su quel bicchiere per fare un brindisi ai presunti ragazzini!-

Le ragazze risero. - Si, come no… mi sa che tu gli hai pure insegnato qualcosa, data la tua grande esperienza nel campo!- aveva detto maliziosamente Fran.

- Ebbene, che vorresti insinuare? - aveva detto Jules, - che sono una poco di buono?- fece una pausa ad effetto, per poi dire:- Beh, in effetti è vero…- Andie scoppiò a ridere.

- Io ho una teoria su questo, - disse subito dopo Andie, - Voi credete che sia più puttana una che usa il sex appeal come arma facendo intendere che ci sta e poi manda in bianco, o una che se gli va, fa quello che gli va di fare?-

- Io quelle che se la tirano tanto non le sopporto! Nemmeno ce l’avessero solo loro! - Esclamò Jules, per concludere con un:- Frigide di merda!-

La risata era ormai continua e diffusa, anche grazie all’alcool in circolo, le ragazze avevano aperto una bottiglia di spumante che era rimasta in casa da chissà che occasione.

- Anch’io la penso così, quindi a conti fatti mi sa che io sono sempre stata molto più puttana di voi.- Andie non dette il tempo alle altre due di realizzare quello che aveva detto, cambiando tono continuò. - E comunque non sembro più vecchia di Dom, sei una viperetta Jules!-

- Si è vero, oltre ad una poco di buono sono anche questo… ma a proposito del folletto più amato dalla folla, come si mette tra te e lui?-

Andie assunse un’espressione concentrata, raggruppando le idee per rispondere.

- Non lo so, per ora mi godo il fatto che usciamo, che ci divertiamo insieme. Ma sono molto scettica sul futuro che ho davanti.-

Jules aveva girato la testa verso Andie:- E di scopare non se ne parla, eh?-

Andie e Fran entrambe esclamarono:- E dai Jules!- scoppiando a ridere sia per aver detto al stessa cosa nello stesso istante che per l’uscita della ragazza, che non si smentiva davvero mai.

- Che vi prende, è normale che mi venga questo dubbio, no?-

- Si, è perfettamente lecito, però tu non pensi davvero ad altro!- commentò Fran, mentre Andie invece si era fatta catturare da quei pensieri, tanto che era rimasta un momento in silenzio, fu richiamata all’attenzione da Fran che le aveva dato un colpetto sul braccio.

- An, hai sentito che ti ho detto?-

- Che?- aveva risposto come se si fosse svegliata da una trance. Jules scoppiò a ridere.

- Vedi che ci pensa anche lei, ho ragione io!- Andie ebbe un momento per rielaborare quegli ultimi istanti, Jules aveva centrato. Sorrise un po’ imbarazzata.

- E va bene, mi avete beccata, contente? Si, in effetti ci penso ogni qual volta gli vedo il collo scoperto, o fa una boccaccia per richiamare la mia attenzione al bar. Per non parlare di quando mi sfiora con indifferenza… cazzo, mi salgono i brividi sulla schiena!-

- A chi lo dici…- sospirò Jules. - Sai, Lij fa questo giochetto…-

- Zitta, ti prego!- esclamò Andie. - Ti scongiuro, non raccontarmi di Elijah che fa sesso, perché proprio non potrei sopportare l’idea!-

Fran scoppiò a ridere, Jules invece non capiva quell’affermazione.

- Non ti arrabbiare, - continuò Andie, - ma lo sai come lo vedo io Elijah? Come un fratellino piccolo! Mi sembra quasi di vederlo che si alza dal letto la mattina con i capelli arruffati. Io ad uno così gli preparerei la colazione, la merenda per la scuola, gli rimboccherei le coperte come farei ad un fratellino piccolo, ma di certo non mi viene da fantasticarci sopra sessualmente!-

Fran aveva le lacrime agli occhi dal gran ridere, Jules invece la guardava con la bocca aperta, scuotendo leggermente la testa. - Ma tu sei davvero, davvero, davvero strana!- commentò.

- Non è che sono strana, è che il tuo Elijah non mi fa sesso per niente, mi pare un bambinone. Mi fa… tenerezza, ecco …sì, tenerezza! Me lo terrei sulle ginocchia se si mettesse a piangere!-

- No, tu sei strana, te lo dico io!- Di fatto Jules, non sapeva spiegarsi bene il perché, la cosa avrebbe potuto offenderla, ma sapeva che Andie non lo diceva certo per farle dispiacere. Rispetto alla forte antipatia che c’era stata fino a non molto tempo fa tra Elijah e la sua amica, quello era un passo avanti. Andie era in assoluto la persona più sincera che conosceva, non era in grado di mentire a loro.

- Ma parlando di uno che sesso me lo fa eccome, su me e Dom vi dico una cosa. Vi spiego perché vedo il mio futuro incerto… in poche parole, se prima quando volevo una cosa la chiedevo punto e basta, adesso non mi riesce più.-

- E sarebbe a dire?- le aveva chiesto Fran.

- Sarebbe a dire che con lui sto bene fino a che non arriva il fatidico momento del saluto… buonanotte, buonanotte… e poi il panico!-.

- Ah, ora capisco…!- aveva detto Jules, - Hai paura!-. L’aveva detto più per farla innervosire che perché lo credesse veramente, inaspettatamente Andie annuì.

- Hai proprio ragione. Mi spaventa il pensiero che lui potrebbe cercare di baciarmi una di queste sere riaccompagnandomi a casa, figuriamoci se cominciassi a pensare di andare a letto con lui! Oh cielo, mi sono proprio rimbecillita!-.     

- Oh sì! Ti sei proprio rimbecillita. Però quanto sei dolce!- le aveva detto Fran sorridendole e sbattendo gli occhi. Andie l’aveva guardata perplessa, quindi Fran continuò:- Sei proprio cotta di lui! E questo è un bene, perché sei assolutamente ricambiata! Jules, ci dovresti essere al bar quando c’è Dom, questi due sono uno spettacolo!-. Andie aveva abbassato lo sguardo imbarazzata.

- Me l’immagino Fran! Piccioncini adorati!- rispose strizzando una guancia ad Andie, che aveva allontanato la mano di Jules sorridendo.

- E allora parliamo di te, furbacchiona… quand’è che ti deciderai a dirci che anche Elijah ti piace, sul serio?- disse Fran per togliere dall’imbarazzo Andie.

- Non ho mai detto il contrario!-

- Si, si, certo, ma io ho detto sul serio!-

- Sul serio, mi piace!- aveva detto allora Jules, ridacchiando.

- Stupide noi che ci proviamo!- aveva concluso Andie.

 

Nelle settimane che seguirono fu tutto molto diverso. Fran era tornata sorridente, anche se ovviamente non riusciva a non pensare ai suoi crucci, che comunque rimanevano perennemente nella sua testa. Per altro doveva muoversi a cercare una nuova sistemazione lavorativa, perché non poteva permettersi di rimanere disoccupata. Edward le aveva offerto tutto il suo aiuto, avrebbe voluto aiutarla per quanto gli era possibile, ma lei aveva rifiutato categoricamente. Se la sarebbe cavata da sola, come del resto aveva sempre fatto. E se proprio doveva accettare un aiuto, di certo non avrebbe accettato il suo. Si era anche rivista con Billy, in occasione di una delle uscite di gruppo che gli altri avevano organizzato. Aveva capito subito che lui poteva essere un amico, niente di più, e nonostante il primo imbarazzo causato anche dal fatto che per giorni non si erano sentiti dopo quella notte, capirono che quello che stava nascendo, qualunque cosa fosse, era un peccato buttarlo via.

Jules aveva ricevuto un altro ingaggio, non appena avrebbe portato a termine gli impegni che aveva in quel momento si sarebbe dedicata al nuovo progetto. Si trattava di una pubblicità per la televisione, sempre per la stessa ditta di cosmetici. Era poco più di una comparsa, ma la cosa la entusiasmava. Quando l’aveva raccontato a Fran ed Andie loro quasi avevano stentato a crederle, ma la cosa che le sarebbe piaciuto di più fare era recitare. A Fran non l’aveva mai raccontato, ma al liceo aveva frequentato un corso di teatro con ottimi risultati e se avesse potuto farla, all’università, le sarebbe tanto piaciuto fare recitazione. Se le cose avessero continuato a migliorare probabilmente avrebbe avuto qualche chance di provare a realizzare questo sogno, la notorietà rende liberi di fare più cose, magari avrebbe anche potuto iscriversi ad un corso di recitazione, perché no?

Andie invece era determinata a portare avanti il progetto di mettersi in proprio e aveva cercato di trovare uno spazio per un ufficio. Purtroppo per lei, sembrava che non ci fosse niente di decente e che non costasse un occhio della testa da poter affittare. Imperterrita continuava a cercare, nella peggiore delle ipotesi avrebbe potuto sempre adibire la sua stanza degli ospiti ad ufficio, anche se non era affatto da professionista serio avere lo studio in casa.

Una domenica era andata a Boston, per andare a trovare suo zio. Non lo vedeva da un bel po’, da quando gli aveva comunicato che si era licenziata dallo studio legale e si era messa a fare la barista. Il pover’uomo non c’era rimasto molto bene, tuttavia aveva smesso da un bel pezzo di criticare tutte le scelte di sua nipote, e aveva anche smesso di cercare di capirle.

Quando Andie gli comunicò che avrebbe aperto un suo studio, che fosse suo e di nessun altro, lui aveva improvvisamente capito che cosa fosse preso a quella ragazza. Andie aveva a stento trattenuto le lacrime quel pomeriggio, quando suo zio per la prima volta nella sua vita le aveva parlato di suo padre. Le disse che lei gli assomigliava terribilmente: Andie aveva la sua stessa tenacia, metteva la stessa passione di lui nel fare le cose, era una persona onesta.

- Credo che tu sia diventata come lui avrebbe voluto. Sono molto fiero di te.-

Andie in quel momento comprese che era bello sentirsi dire quelle cose da suo zio. Molto più bello che di sapere che era diventata molto simile a suo padre era il fatto che lui fosse fiera di lei. Le sembrò di toccare il cielo con un dito, e la sua tenacia nel portare avanti quel progetto crebbe moltissimo.

Rintontiva Dominic in continuazione con i suoi ragionamenti, e a lei sembrava che lui ogni tanto non ne potesse davvero più di starla a sentire. Smetteva con lui e attaccava con Josh, per e-mail o al telefono, dato che lui era partito per Los Angeles per girare il famoso film sulla guerra di secessione e chissà quando sarebbe tornato.

Dominic invece non si annoiava mai di sentirla parlare, anzi, il suo entusiasmo rendeva euforico anche lui. Sarebbe stato molto più euforico se in quelle settimane fosse riuscito a concludere qualcosa di più con Andie, ma di fatto aveva sempre paura di fare il passo più lungo della gamba. E doveva muoversi a far capire ad Andie che lui la voleva, e non in senso solo fisico, perché il tempo a disposizione diventava sempre meno. Aveva poco più di una settimana, poi sarebbe dovuto andare via da New York. Era stato contento di vedere che era successo quello che sperava, Andie aveva mostrato la sua vera identità davanti ai suoi amici. Senza bisogno alcuno che lui intercedesse per lei, tutti l’avevano accolta come se niente fosse stato. Con Orlando, nonostante l’imbarazzo iniziale, le cose andarono subito bene per Andie, anche grazie al fatto che lui stesso si impegnò a metterla a suo agio. A parte per quanto era riguardato quell’incidente per cui Andie l’aveva rappresentato come legale, lei con Orlando era stata sempre diffidente e di poche parole, sempre costantemente in imbarazzo, fino a che un giorno lui aveva capito che toccava a lui farla sciogliere un po’. Una sera, durante un uscita di gruppo, lui l’aveva salutata e gli si era avvicinato. Quando era stato abbastanza vicino a lei e abbastanza lontano dagli altri le aveva detto una frase semplice e un po’ sibillina, che lei tuttavia aveva interpretato benissimo:- Oh, il mio avvocato preferito! Comunque volevo che tu sapessi che io faccio finta di niente, sai, quando ho qualche ricordo imbarazzante che mi passa per la testa… questo è il segreto!-. Aveva concluso la frase con un occhietto, ed Andie da quel momento aveva capito che doveva lasciarsi tutto indietro.

Del resto, lei ormai non era più la stessa.

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Capitolo 32
*** Tira e molla ***


Nuova pagina 1

Dopo questo capitolo mi prenderò una pausa! Breve, giusto il fine settimana… per i tre capitoli finali vi rimando a lunedì. Spero che continui a piacervi quello che leggete, grazie!

 

32. Tira e molla

 

20 marzo, lun ore 10:22 am

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: tra una settimana parto

Lo so che lo sai, solo che la mia domanda è la seguente: come faccio con Andie? Porca vacca, qui il tempo stringe, e io non so più che accidenti fare! Ti racconto cos’è successo ieri sera, tanto per darti un’idea del tira e molla degli ultimi tempi. Ceniamo in un locale carino, studiato a posta la serata per finire non troppo tardi per porre il problema di fare qualcosa dopo. Che si fa, cosa non si fa… ti va di vedere un film? Va bene, guardiamoci un film, anche impegnandomi non ci avrei capito una mazza. Vedevo un’accozzaglia di immagini non sapevo nemmeno cosa fossero. All’uscita lei mi fa: “T’è piaciuto?”

E io, come un coglione: “Beeello!!!”

E lei: “Io mi sono rotta le scatole.”

Secca, proprio per la serie, ti smonto subito e che non se ne parli più.

Poi ci siamo messi a parlare della trama, con eloquente dimostrazione che io sono stato altrove per il 90% del tempo. Deve aver pensato che sono un cretino. Che dici, lo sono?

Comunque, arriviamo a fine serata, la riaccompagno sotto casa. Nota Bene: era appena passata mezzanotte, non è tardi. Prendo tempo, perché non so che fare, mando via il taxi, ci mettiamo a scambiare altre due parole, la guardo intensamente, lei mi riguarda intensamente, mi avvicino un po’ di più, fra cinque secondi parto, fra cinque secondi parto con il bacio… dopo altri dieci secondi ricomincio a contare alla rovescia i cinque secondi, dato che lei sta parlando e se la faccio stare zitta baciandola poi potrebbe pensare che non me ne frega un cazzo di quello che sta dicendo… che poi era anche vero dato che avevo buttato la conversazione sul banale che più banale di così non si poteva… va beh, colpa mia… basta, smetto di divagare!

Insomma, sono rimasto che la voglio baciare. Fra cinque secondi parto, fra cinque secondi le do un bacio che se lo ricorda finché campa…

“Notte Dom, ci vediamo domani al bar?” mi fa sorridente.

BATABUMMM! (suono che ho fatto cadendo per terra, o meglio, che ha fatto la mia dignità cadendo per terra).

Non so più che pesci prendere, questa ragazza mi farà impazzire! Tra l’altro ieri sera portava un vestitino nero un po’ scollacciato e aderente che… mmmmhhhh… mi autocensuro perché sei troppo piccolo per sentire certe cose. Sarà che domani è pure primavera, ma ti giuro che sto facendo dei pensieracci, ma che sono proprio pensieracci…

Cazzo, ma se in un mese non sono riuscito nemmeno a baciarla, mi distruggo se penso a queste cose!

Aiutami!

Dom scoppiato ai massimi livelli

 

20 marzo, lun ore 14:39 pm

Da: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

A: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

Oggetto: ma perché non usi il telefono…

…come tutti i comuni mortali? No, perché faremmo parecchio prima. E vedi di non farmi stare attaccato ad internet tutto il giorno, non ho proprio tempo! E poi, se vuoi aiuto da me, Cristo Santo, fammi capire qualcosa! Non so se ti rendi conto di come hai scritto quest’ e-mail. Ti sento piuttosto agitato.

Per prima cosa, calmati.

Per seconda cosa, Andie ti vuole, e tu sei l’unico che ancora fa finta che non sia così. Sii un po’ più aggressivo, possibile che devo dirtele io queste cose?

Per quanto riguarda la tua auto-censura, ti ringrazio di avermi risparmiato, è bello che tu, anche in questo stato di confusione, non ti dimentichi del mio animo puro che potrebbe turbarsi. Lascia che ti dica una cosa, a te l’astinenza fa proprio male, ma malissimo!

E se vuoi qualcos’altro, chiama!

A proposito della tua domanda: si, un po’ cretino lo sei sempre stato. Ma lo sai che ti amo lo stesso!

Ps: S’è fatta male la tua dignità? Poverina! Già la tratti così male normalmente…!!!

 

20 marzo, lun ore 17:31 pm

Da: “Dominic”(manchesterbigfan@yahoo.com)

A: “Elijah”(bigblueeyes@goamerica.net)

Oggetto: RE: ma perché non usi il telefono…

Non uso il telefono perché non mi va! E poi per e-mail è più divertente.

Ma più aggressivo in che senso? La prendo di peso e la sbatto sul letto? No, perché a me viene in mente una cosa del genere. Mhhhh.  Lo so, sto male.

Ti telefono più tardi. Ciao tesoruccio!

 

**********

 

20 marzo, lun Ore 12:38 pm

Da: “Andie” (Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: che palleeee!!

Adesso, io mi lancio in questa impresa, poi mi dirai tu. No, perché io sarò pure una cogliona, ma anche Dom non scherza! Ieri sera mi è venuto a prendere al bar alle sette, appena finito il turno (a proposito, questa è l’ultima settimana al bar, sono triste… e non ho ancora trovato un buco per farci l’ufficio, cazzo!) e andiamo a cena. Mi sono detta, un po’ prestino, in genere prima si passa un’oretta, anche di più in un bar a prendere un aperitivo e a chiacchierare. Però poi penso: bene! Forse vuole fare presto perché stasera è la volta buona che si fa avanti!

Comunque, cena ottima, poi andiamo a vedere un film. Io mi sono veramente annoiata, lui credo proprio che si sia addormentato, della trama non ci aveva proprio capito niente. Strano, non me ne sono accorta. Insomma, te la faccio più breve possibile, dato che sia io che te abbiamo poco tempo. Mi ero messa un bell’abitino abbastanza sexy, per di più credo che la scollatura abbia fatto colpo… come dire, ormai conosco il pollo! (Te lo immagini Dom vestito da gallina? No, perché con la faccia a culo che si ritrova io ce lo vedrei bene a fare una pubblicità vestito da gallina… sarebbe una gallina molto sexy… ehm!) Ok la smetto di divagare…

Momento fatidico, mi riaccompagna alla porta, io comincio a dire stronzate a raffica, mentre lo osservo bene, studiando le sue mosse. Si avvicina, sembra che stia pensando ad altro, io mi dico Bene!, basta che si sbriga a farmi smettere (con un bel bacio da cinema, ovvio!) perché io comincio a sentirmi ridicola. Comunque, ad un certo punto mi è preso il panico e ho tagliato corto, tanto mi sa che mi faccio solo illusioni. Ma non è che questo qui non mi vuole più? Porca vacca, mi sa che sto prendendo un granchio. Che devo fare?

 

20 marzo lunedì, ore 13:55 pm

Da: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

A: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

Oggetto: RE: che palleeee!!

Voi donne siete pessime! Ma dato che ti piace, farti avanti tu, ti fa così schifo? Sempre a noi tocca andare all’attacco, così non rischiate nulla voi! E sii un po’ più coraggiosa, possibile che in certi frangenti mi diventi così indifesa? Pensa di essere in tribunale.

Ed evita le battutacce su quanto è sexy Monaghan vestito da pollo, che mi fai vomitare!

Andie, è un ordine tassativo: provaci tu!

 

**********

 

Jules era in piedi, appoggiata alla parete di un lungo corridoio, aspettando e pensando a cosa l’avesse spinta a partecipare al provino per quel film. Era per un piccolo ruolo, si trattava di una produzione indipendente, anche se ne aveva sentito parlare come di un buon progetto, che se fosse andato in porto avrebbe dato sicuramente buoni frutti. Tramite qualche sua conoscenza era venuta a sapere già un paio di mesi prima che c’era un posto nel cast per una ragazza con le sue qualità fisiche e che non dovesse necessariamente avere esperienza nel campo del cinema. Ci aveva pensato un po’ su e aveva deciso di tentare. Che le costava? Non sapeva se aveva taciuto quel progetto alle sue amiche per scaramanzia o semplicemente perché non voleva che le facessero un sacco di domande, di sicuro sapeva solo perché l’aveva taciuto ad Elijah.

All’inizio della loro relazione, forse, avrebbe potuto anche dirgli tutto con la speranza che lui l’aiutasse, non voleva certo nascondere né a se stessa, né a nessun altro che all’inizio la cosa era cominciata con un certo interesse da parte sua, oltre che per divertirsi ad uscire con uno famoso. Ma al punto in cui erano arrivati aveva preferito lasciare da parte la convenienza e fare tutto da sola. Si era preparata per quel provino mantenendo il più completo silenzio, decisione rivelatasi molto saggia quando Jules aveva potuto vedere che il nome di Elijah figurava tra la lista dei produttori di quella pellicola indipendente. Non aveva idea che Elijah avesse per le mani certi progetti, a quel punto era stato categorico che lui non sapesse che lei aspirava a quella parte.

Jules non era mai stata un tipo nervoso, o insicuro, ma in quell’occasione non si sentiva del tutto tranquilla, quando era stato il suo turno avevano cominciato a tremarle le mani. Cercò di calmarsi, respirando a fondo.

Le avevano fatto recitare una parte della scena che aveva imparato, e lei non si piacque neanche un po’. Non ci aveva messo poi una grande intensità, sapeva di poter certamente fare di meglio, ma quello era ciò che era riuscita a dare. Quando le dissero che le avrebbero fatto sapere uscì dalla stanza e s’incamminò all’uscita percorrendo il lungo corridoio, guardando le ragazze che erano arrivate con lei quella mattina. Pensò che erano tutte più belle di lei, e che probabilmente avevano anche più attitudine di lei alla recitazione, magari avevano alle spalle qualche buona scuola di recitazione. Era stata una stupida solo a provarci. Disse tra se e se che infondo non le importava così tanto, sapendo però di mentire a se stessa.

 

Andie aveva appena avuto il tempo di scaricare la posta per trovare l’ultima e-mail di Josh, in cui lui le intimava di muoversi a fare qualcosa per quanto riguardava Dominic. Mentre correva al bar, dove Fran la stava già aspettando, pensava che in effetti fosse l’ora che prendesse lei la situazione in mano, e non come aveva fatto fino a quel momento, ovvero facendosi prendere dal panico. E dire che era una che sapeva chiedere ciò che voleva, in genere. O forse con l’aumento del suo senso della morale era scappata l’intraprendenza? Chissà…

Era arrivata appena in orario per cominciare il turno. Avrebbe lavorato fino alle dieci di sera, Dominic le aveva mandato un messaggio per dirle che sarebbe arrivato dopo il lavoro, quindi lo aspettava tra non molto. Aveva trovato anche Jules al bar con Fran, Andie poté notare subito che era troppo silenziosa. Non appena Jules si era dileguata Andie aveva interrogato in proposito Fran.

- Tu devi stare muta, ovviamente!- aveva detto Fran, - Ho scoperto che stamattina è andata ad un provino per una piccola parte in un film, secondo me però non ne era tanto sicura, dato che ha evitato accuratamente di dirmelo.-

- E tu come ne sei certa di questo?- aveva chiesto Andie incuriosita.

- Tu lo sai quant’è disordinata, ho trovato il testo di una scena sul divano, già un bel po’ di tempo fa. Così mi sono messa sull’attenti, non ci vuole un genio.-

- Ed è andata bene?- aveva chiesto Andie.

Fran fece spallucce. - Non ne ho idea!-

Dominic arrivò solo verso le otto, cominciando subito a scusarsi per aver fatto tardi. Aveva avuto dei problemi al lavoro, Andie non aveva in tutta onesta capito che problemi potessero essere, non si intendeva di post produzione di film, né tanto meno di doppiaggio, ma non aveva indagato, del resto non le interessava poi granché. L’importante è che lui fosse lì adesso, e che lei potesse distrarsi a guardare le sue boccacce tra un giro tra i tavoli e l’altro. Il problema era piuttosto il fatto che non trovasse più le sue boccacce divertenti, piuttosto aveva cominciato a considerarle attraenti. Mentre si era persa in questi pensieri, Edward irruppe nel bar cercando lei.

- Bellezza, se non mi fai un monumento adesso, credo proprio che non avrai più occasione di farmelo!-

Andie si distolse velocemente dai suoi pensieri e lo guardò con aria interrogativa.

- Perché Ed?-

- Perché ti ho trovato un posto perfetto per farne il tuo ufficio!-

- Cosa?- chiese stupita Andie.

- Hai capito benissimo! E’ di un mio amico dentista, è una specie di semi-interrato non lontano da qui, solo due stanze più un bagno, ma non credo che ti serva molto spazio.-

- No, no, non mi serve!- Rispose Andie contenta. Edward si prodigò ancora un po’ nella descrizione di questo posto, sembrava che fosse adatto alle esigenze di Andie, che non erano poi granché. Anche la somma che chiedevano per l’affitto sembrava ragionevole, Andie prese dalle mani di Edward il biglietto da visita del proprietario raggiante. L’avrebbe chiamato come prima cosa la mattina seguente.

Dopo il lavoro Andie era uscita con Dominic e avevano passato una serata divertente e piacevole. Entrambi avevano cercato di caricarsi positivamente per tutta la sera, ma come al solito tutto era finito con un niente di fatto.

Dominic si sentiva proprio un cretino, Andie una smidollata senza spina dorsale. Ormai nessuno dei due vedeva più via d’uscita a quella situazione, convinti sempre di più che l’altro non stesse sulle sue stesse corde per quanto riguardava il futuro di quel rapporto.

La mattina seguente Andie aveva telefonato a quel dentista, che le fissò un appuntamento per mostrargli quella specie di seminterrato. Ad Andie, parlandoci, non sembrò un tipo con tutti i venerdì al suo posto, quindi chiamò Fran chiedendole di accompagnarla. Il commento che Fran fece nel vederlo e nel sentirlo parlare dal vivo fu:- Ma sei sicura che non abbia fuori di posto anche i giovedì?-. Fran le aveva detto quella frase all’orecchio, Andie la spinse lontano cercando di non ridere, cosa che si rivelò alquanto ardua.

Quel bilocale era abbastanza spazioso per ricavarne due uffici, uno per lei uno per un’eventuale segretario o, perché no, un socio. Solo che c’era un gran caos la dentro, era evidente che nessuno più apriva le finestre da parecchio. C’erano vari strani oggetti buttati nelle stanze come capitavano, Andie dopo un po’ capì che facevano parte di un mobilio di un vecchio studio dentistico che quello stravagante medico doveva aver lasciato là a prendere polvere. L’aria era pesantissima a causa della polvere che si era accumulata, a parte quel caos ad Andie piaceva il posto. I servizi funzionavano bene, quindi non ebbe più dubbi in proposito. Decise che quello sarebbe diventato il suo ufficio.

Nel corso della settimana Andie si preoccupò di comprare un po’ di mobilio per quell’ufficio, giusto una scrivania, una poltrona e una libreria, dove poter mettere tutte le pratiche da archiviare e i suoi libri.

Facendo un rapido calcolo dei suoi risparmi avrebbe potuto tranquillamente pagare l’affitto senza alcun problema per qualche mese, anche se, in una malauguratissima ipotesi, i clienti non sarebbero arrivati. Il dentista le aveva garantito che entro quel fine settimana avrebbe tolto tutta quella roba che aveva accatastato e le avrebbe dato il contratto d’affitto da firmare, poi quel bilocale sarebbe stato tutto a sua disposizione. Andie decise di usare un vecchio divano di pelle nera che aveva messo in ripostiglio a casa sua, dato che nel suo salotto dai tenui colori beje non stava bene per niente, sarebbe servito come una sorta di saletta d’aspetto. Il problema era portarlo a destinazione, ma a quello ci avrebbe pensato in seguito. L’importante è che quel progetto stesse cominciando a prendere una consistenza pratica, poi sarebbe venuto tutto da se. In effetti Andie non poteva certo dire di aver cominciato male: per prima cosa aveva già un cliente, Orlando. Quando Andie, del tutto spontaneamente, si era occupata dell’incidente al Webster Hall, non l’aveva certo fatto per un compenso. L’aveva fatto e basta, perché le andava di farlo. Tuttavia Orlando era stato categorico, Andie aveva lavorato per lui e quindi doveva essere pagata, le aveva fatto un assegno piuttosto consistente, decisamente esagerato, che Andie non aveva voluto incassare, almeno in un primo momento. Poi Orlando aveva insistito, e molto, tanto che lei aveva fatto come lui voleva, dichiarandosi però in debito con lui.

- Perfetto, allora ti assumo in pianta stabile, ti va di farmi da avvocato?- le aveva detto lui, lasciandola del tutto sorpresa. Tuttavia aveva accettato, e con molto piacere.

 

Quella settimana corse via tranquilla, tra le incombenze di tutti i giorni, il lavoro e i vari impegni. Fran ormai viveva da sola, Jules non dormiva quasi mai a casa, e se lo faceva spesso e volentieri era perché c’era anche Elijah con lei. Ormai non si metteva più a negare che Elijah le piacesse, piuttosto non commentava la cosa, e Fran aveva capito che per lei era una cosa nuova. Evidentemente quel ragazzo aveva toccato qualcosa di profondo dentro di lei, smuovendo dei sentimenti che Jules aveva finto non esistessero per un bel po’ di tempo, e lei si era ritrovata a fare i conti con una situazione che quanto meno la faceva entrare in confusione.

Fran invece voleva dare un taglio a tutto, solo questo. Ormai i giorni che mancavano dalla sua definitiva e netta separazione da Edward si contavano sulle dita di una mano, era triste per questo, ma si affacciava davanti a se un periodo quanto meno affascinante, nel quale forse avrebbe potuto voltare definitivamente pagina e cominciare a vivere quella nuova parte della sua vita. Eppure era inutile negare che, non volendo, si soffermava ancora a pensare ad Edward e alla loro storia. Sembrava quella di un film, si erano amati con molta intensità e quella era una cosa che proprio Fran non poteva e forse non voleva cancellare. Ma era tutto passato, e non sarebbe tornato più.

Si distraeva comunque da quei pensieri, si era vista anche con Billy ed altri suoi amici, erano andati insieme a vedere dei gruppi che suonavano dal vivo e poi c’erano state le uscite in gruppo con Dominic, Andie, Elijah, Jules e Orlando.

La domenica si avvicinava, l’ultima gloriosa sera in cui il bar sarebbe stato aperto. Ovviamente Fran avrebbe suonato con il suo gruppo, dato che era diventata una specie di star di quel posto, per l’occasione Edward aveva chiesto alle altre ragazze di essere presenti, oltre a quelle che avevano al turno. Si annunciava una serata davvero movimentata, il locale sarebbe stato pieno di gente, avrebbero fatto tutti molto tardi.

 

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Capitolo 33
*** L'ultima notte ***


Nuova pagina 1

33. L’ultima notte

 

Dominic era nervoso. Mancava ancora mezz’ora all’appuntamento che aveva con Elijah, sarebbe passato lui a prenderlo in taxi, per poi andare al bar per quella serata alla quale le ragazze tenevano tanto. Andie era di turno, Dominic sapeva che sarebbe stata molto impegnata, ma voleva stare con lei il più possibile. Se non succedeva nulla quella sera, poteva dire tutto concluso, definitivamente.

Si guardava allo specchio con aria insoddisfatta, del suo aspetto in quel momento gli fregava veramente poco, era l’espressione da demente che aveva sulla faccia da quella mattina che non gli piaceva. Elijah gli aveva telefonato non più di un’ora prima, sembrava piuttosto arrabbiato per qualcosa che riguardava Jules. A Dominic dispiaceva, li vedeva molto bene insieme, ma in quel momento non riusciva veramente a trovare delle parole adatte a confortare Elijah. Del resto lui non aveva voluto neanche dirgli quale fosse il problema di preciso, quindi era anche inutile starci tanto a pensare. Dopo un po’ era sceso nella hall dell’albergo, uscendo dalla sua stanza aveva dato un’ultima occhiata alle sue valigie che erano già pronte: nel primo pomeriggio il giorno dopo sarebbe partito per Los Angeles, per rimanerci un bel po’.

Elijah era stato puntuale, come al suo solito, ma teneva il broncio. Dominic gli chiese cosa ci fosse che non andasse con Jules, ma lui aveva detto di non aver voglia di parlarne.

- Va bene, tieniti quel muso lungo, fa come ti pare.- gli aveva risposto senza combattere tanto.

Appena erano arrivati al bar avevano potuto notare che era già piuttosto affollato, Fran avrebbe cominciato a suonare tra circa una mezz’ora ed Andie stava già preparando cocktail, insieme ad altre due sue colleghe. Si era fermata un momento vedendo entrare Dominic ed Elijah, era andata loro incontro per salutarli, Dominic non aveva potuto fare a meno di pensare che fosse più bella del solito quella sera. Eppure non aveva niente di particolarmente diverso, tanto che si convinse che era solo una cosa che sentiva lui.

Jules si era già seduta ad un tavolo, appena aveva visto Elijah si era alzata e gli si era fatta incontro, l’aveva baciato ma lui non aveva risposto con la stessa intensità di lei. Andie aveva guardato Dominic un po’ perplessa, lui senza dire niente gli aveva fatto segno che le avrebbe detto dopo. Infatti non appena Elijah e Jules si erano allontanati, lui si era avvicinato all’orecchio di lei e le aveva sussurrato:- Non so niente di preciso, ma Lij è nerissimo stasera. Credo che ce l’abbia con Jules, tu sai niente?-. Andie aveva scosso la testa stupita, non aveva idea di cosa ci fosse che non andava, anzi.

Dominic aspettò seduto al bancone del bar che arrivassero Orlando e Billy, che avevano detto che ci sarebbero stati. Arrivarono appena in tempo per veder cominciare Fran, quindi si unirono a Jules ed Elijah al tavolo. Era una serata davvero movimentatissima, Andie e le altre ragazze non erano state un momento ferme, tant’è vero che anche Edward aveva dovuto aiutarle a servire ai tavoli e in altre piccole cose. Intanto al tavolo tutti si erano accorti della glacialità che c’era tra Elijah e Jules, la quale, nel corso della serata, si era innervosita a sua volta per via del fatto che ovviamente non aveva gradito il modo di comportarsi di lui. Tutto era filato liscio però, almeno finché Jules, esasperata da quell’atteggiamento, non si era alzata profondamente offesa, andando verso il bancone del bar e sedendosi su uno sgabello, a chiacchierare con Andie.

- Che ti prende?- aveva chiesto Andie osservando la sua espressione scocciata.

- A me? Che prende a Lij vorrei sapere, sta rovinando la serata a tutti, ma soprattutto a me! Non ci si può neanche parlare!-

Intanto al tavolo Billy aveva fatto la stessa domanda che Andie aveva fatto a Jules ad Elijah, per sentirsi rispondere:- C’è che quella è una gran troia, me lo dovevo aspettare che quelle come lei non fanno mai niente per niente.- Il resto del tavolo aveva guardato Elijah sgranando gli occhi.

- Cioè?- aveva chiesto Orlando. Dominic non aveva aperto bocca, dato che alle sue domande Elijah non aveva mai voluto rispondere quella sera.

- Ve lo spiego subito: sapete quel progetto che mi hanno proposto per la produzione? Quella stronza aspira ad una parte! L’ho scoperto per caso, me l’ha detto una delle addette al casting, che aveva letto un articolo su una di quelle riviste del cavolo dove hanno pubblicato una nostra foto. Santo Cielo, nemmeno il coraggio di dirmelo ha avuto!-

Gli altri rimasero basiti da quello che Elijah aveva detto, il primo a scoppiare a ridere fu Billy, seguito da Orlando, Dominic si limitò a guardarlo scuotendo la testa.

- Tu sei paranoico!- aveva detto, sempre continuando a guardarlo con dissenso. Elijah si era un po’ risentito. – Ma che diavolo avete da ridere, io non ci trovo proprio nulla di divertente!-

- Ha ragione Dom, Lij, sei paranoico! Già il fatto che non ti abbia accennato nemmeno di questa cosa dovrebbe dirti qualcosa!- aveva detto Billy.

- Lij, se voleva una raccomandazione, l’avrebbe detto subito. Possibile che tu ancora non sappia riconoscere una gatta morta? Eppure ce ne sono capitate per le mani!- aveva concluso Orlando.

- Sarà, ma non mi convince questa storia, del resto Jules stessa non mi ha mai convinto del tutto.-

- Per una volta, vuoi toglierti dalla testa quei preconcetti da maschilista del cavolo e pensarci un po’ su? No, perché a te piace un po’ troppo vedere il marcio nella gente, Lij!- aveva sbottato Dominic.

- Non ti pare di star esagerando?- aveva risposto serio Elijah a quella considerazione.

- No, non mi sembra affatto. Perché qualcuno dovrà pur prendersi la briga di dirtelo prima o poi! Tanto vale che sia io, adesso. Se poi proprio il dubbio che ti stia prendendo per il culo ti rode, chiedile spiegazioni! Ma parlaci, dalle il beneficio del dubbio, e che cavolo!-

Elijah era nervoso, le parole di Dominic erano arrivate dritte al sodo in un momento in cui lui era poco predisposto a sorbirsi una predica. Tuttavia fece suo malgrado come gli aveva proposto l’amico, senza aggiungere altro si era alzato e si era diretto da Jules. Si era avvicinato al bancone e aveva scambiato quattro parole con Andie, poi aveva detto a Jules che doveva parlarle. Per stare più tranquilli decisero di fare una passeggiata.

Appena Elijah aveva esposto il problema, Jules si era arrabbiata da morire. Così si scoprono le carte finalmente, pensò. Lui aveva messo chiaramente in piazza quello che pensava di lei, non la credeva che un’arrivista.

Non avevano fatto che poca strada, non si erano allontanati dal bar. Appena Elijah ebbe finito con la sua sfuriata, Jules smise di camminare di colpo.

- Se la pensi così è finita, non credo che ci sia altro da dire.- disse, poi girandosi a passi frettolosi era tornata verso il bar, lasciando Elijah assolutamente sorpreso. Come minimo si aspettava che, dato il suo carattere, si sarebbe messa a strillare come un’aquila, invece niente. Fredda e controllata l’aveva piantato là come un cretino. Di fatto era scappata perché non voleva dargli la soddisfazione di vederla piangere, dato che con suo grande disappunto Jules aveva sentito salirle le lacrime agli occhi. Era entrata al bar e si era rifugiata dietro il bancone, Andie l’aveva guardata con apprensione infilarsi dietro la porta che portava al magazzino sul retro. Chiese a Cathy di coprirla per un momento e la raggiunse, trovandola imbronciata che guardava per terra. Non ebbe nemmeno bisogno di chiederle cosa ci fosse che non andava.

- Pensa che sto con lui solo perché lo voglio usare, una volta tanto che uno mi piace per davvero, porca puttana!-

Andie era rimasta con lei per pochi minuti, non poteva mollare per troppo tempo il posto di lavoro e lasciare nei guai le altre al bar. Aveva promesso a Jules che sarebbe tornata al più presto. - E quando torno fammi un sorriso, mi raccomando. Non vale la pena di piangere per uno che non ha capito cosa si perde-.

Appena fu fuori trovò Elijah al bancone ad aspettarla, anche stavolta non ci fu bisogno che chiedesse.

- Sono un coglione Andie!-.

- Meno male che lo ammetti!- rispose lei.

- Dov’è?-.

- Di là, ma non ti consiglio di andarci adesso, smamma da qui. Ripassa fra un po’. - gli disse convinta.

- Anzi, torna quando te lo dico io.- aggiunse poi. Gli altri che avevano visto Jules tornare quantomeno agitata e chiudersi dietro la porta e lui essere letteralmente cacciato da Andie, non sapevano proprio che dire, mantennero un rigoroso silenzio quando lui tornò a sedersi. Dopo un po’ fu lui a romperlo.

- Grazie perché non mi state dicendo te l’avevamo detto che sei paranoico… - Dominic assestò una pacca sulle spalle ad Elijah. Gli ci voleva un po’ d’appoggio.

Andie era indaffaratissima, per fortuna Edward aveva intenzione di chiudere subito dopo la fine dell’esibizione di Fran per poi condurre i restanti festeggiamenti in ambito privato, forse a quel punto Dominic sperava che avrebbe potuto stare un po’ con lei. Era stato stupido a non farlo prima, ma ancora non le aveva detto che sarebbe partito, chissà perché. In un certo senso aveva paura che dicendole che se ne andava e che non sapeva quando sarebbe ricapitato nella Grande Mela, lei l’avrebbe allontanato. In ogni modo, ormai le speranze che succedesse qualcosa erano nulle, quindi di cosa si preoccupava? Tra non molto Fran avrebbe finito, quindi avrebbe dovuto vuotare il sacco.

Elijah nel frattempo non aveva smesso un minuto di guardare verso il bancone, ogni tanto attirava l’attenzione di Andie per vedere se poteva andare a parlare con Jules, ma la risposta di Andie era sempre negativa. Ad un certo punto si era stancato di aspettare, si era alzato e a passo di marcia si era diretto verso Andie:- Non me ne frega niente se non è il momento, mi sento troppo una merda, ti prego, fammi entrare, ho disperatamente bisogno di parlare con lei!- Andie a quel punto lo lasciò passare, constatando che era passato un tempo sufficiente per permettere a Jules di calmarsi.

- Hai detto le parole magiche!- Scherzò lei.- Vai!- le disse facendogli strada e dandogli una leggera pacca sulla spalla. Non uscirono per un bel po’ di tempo da quel magazzino, intanto Fran aveva finito lo spettacolo ed Edward aveva mandato via tutti quelli che non erano ammessi alla festa privata. Andie era un po’ stanca, finalmente aveva potuto fermarsi un momento. Si era seduta al tavolo con Dominic, ma più che da lui la sua attenzione era stata attirata da degli strani movimenti. Fran stava parlando con Edward, dietro al bancone. Erano soli in quella parte di bar, tutti erano attorno ai tavoli, ad Andie sembrò che Fran fosse piuttosto alterata, mentre Edward cercava di calmarla. La curiosità era molta, ma si impose di non farsi contagiare.

Intanto, seduti su due cassette di birra vuote, Elijah e Jules si stavano chiarendo. Elijah era sinceramente dispiaciuto di aver non aver capito subito che Jules ci teneva davvero a lui; le chiese scusa anche per averla scaricata tanto male la prima volta che era successo. Lei per un po’ aveva fatto la difficile, ma poi si era imposta di non rovinare tutto, non voleva tirare la corda per troppo, quindi decise di perdonare ad Elijah quella svista. Tuttavia non avevano nessuna voglia di mischiarsi agli altri, rimasero per un po’ a chiacchierare da soli, con i rumori della sala accanto che arrivavano attutiti. Jules sentiva davvero che era l’inizio di qualcosa di nuovo per lei, e finalmente non era più spaventata dall’idea che quello tra lei ed Elijah potesse diventare un rapporto serio.

Andie continuava imperterrita a sbirciare in direzione di Fran ed Edward, Dominic la vedeva assorta in qualcos’altro e si sentiva sempre più scoraggiato. La chiamò per nome, ma lei nemmeno lo sentì, allora le toccò il braccio, finalmente attirando la sua attenzione.

- Pensavo che fossi su un altro pianeta!- aveva scherzato lui.

- Ops!- aveva detto lei, - mi ero fissata su una cosa, poi sono un po’ stanca.-,

- Io invece volevo dirti una cosa-.

Andie lo osservò bene, sembrava che volesse dirgli qualcosa d’importante. Dato che per lei la serata era durata anche troppo decise che era il momento di andare via. Lo disse a Dominic. - Possiamo parlarne un attimo a casa mia, se vuoi-. Lui aveva accettato.

Quindi Andie era passata a fare un giro tra tutte le persone che erano presenti, per i saluti. Era stata un po’ imbarazzata quando si era trattato di andare a salutare Edward, dato che ancora stava parlando fitto con Fran, che non sembrava nemmeno più alterata, piuttosto molto dispiaciuta.

- Ma come, già te ne vai?- aveva protestato Edward.

- Sono stanca.- Si era giustificata lei.

- Povera gallinella!- Esclamò lui, usando il suo solito gergo, - stasera vi siete fatte in quattro!- Le aveva detto di aspettarlo un momento, era scomparso dietro al porta ed Andie aveva approfittato per chiedere a Fran se andava tutto bene. La risposta positiva dell’amica la rassicurò un po’. Edward tornò subito dopo con una busta con scritto il suo nome, per salutarla come si deve era uscito da dietro il bancone e l’aveva abbracciata forte, sollevandola da terra.

- Oh, la mia pollastrella! Ma ve l’ho detto quanto mi mancherete?-

- Almeno un milione di volte Ed! Ma non smettere!- gli aveva risposto lei stringendolo. Nella busta c’era la loro liquidazione, Andie l’aveva aperta appena era uscita e aveva potuto constatare che Ed era stato davvero generoso. Uscendo aveva detto a Fran di salutare per lei Elijah e Jules, dato che non voleva disturbarli.

 

Edward aveva dato una busta simile anche a Fran quella sera, dandogliela in mano non appena aveva fermato la macchina davanti a casa di lei. Erano stati gli ultimi a lasciare il bar, per loro era stato molto più triste che per tutti gli altri. Avevano parlato a lungo quella sera, continuando a dirsi sempre le solite cose. Fran credeva che lui sbagliasse a cedere ai ricatti della sua ex moglie, lui invece sosteneva che quello era l’unico modo in cui lui poteva stare vicino al figlio. Le parole erano diverse, ma i concetti sempre gli stessi. Fran scese dall’auto di Edward con la consapevolezza di aver sbagliato tutto. Non avrebbe dovuto arrendersi, solo che credeva che fosse troppo tardi in quel momento. Solo dopo che fu entrata in casa aprì la busta, trovando una lunga lettera, che lesse tutta d’un fiato.

Maledisse se stessa e imprecò ad alta voce, per scaricare la rabbia che provava. Non poteva essere vero. Tutto quello che avrebbe sempre voluto sentirsi dire da lui era scritto in quelle pagine, non mancava niente. Ed aveva cominciato con il dirle che non sapeva come dirle tutte quelle cose, non aveva mai avuto il coraggio di farlo a voce, e che le faceva sapere tutto solo in quel momento perché era certo che non sarebbe più stato capace di guardarla negli occhi senza provare imbarazzo dopo che lei avesse letto quelle cose. Fran aveva sempre saputo che Edward era un uomo estremamente sensibile, nonostante la corazza dietro alla quale si nascondeva sempre, non si stupì di quelle parole. Improvvisamente le venne in mente Jules, quando si giustificava dopo l’ennesima cavolata combinata dicendo ogni lasciata è persa. Fran ne aveva lasciate andare troppe, quella proprio non se la doveva far scappare. Chiamò un taxi e uscì immediatamente da casa. Dopo non molto il taxi si era fermato davanti a casa di Edward, Fran aveva bussato con il cuore in gola.

 

Dominic camminava accanto a Andie in silenzio, tenendo le mani nelle tasche del suo cappotto. Era primavera ormai, ma la notte era sempre molto fredda, quindi entrambi camminavano svelti verso casa per arrivarci prima possibile. A metà tragitto Dominic ruppe il silenzio.

- Riguardo a quella cosa che dovevo dirti…-

- Perché hai quell’espressione così seria? E’ una cosa brutta?- chiese Andie interrompendolo.

Dominic le sorrise. - Dipende da che punto di vista la prendi.-

Andie rimase perplessa, lei stava scherzando, invece a quanto pare Dominic aveva veramente una notizia non delle migliori da darle. Provò a pensare a cosa potesse riferirsi, ma non le venne in mente niente. Erano quasi le tre del mattino quando Andie aprì la porta di casa e fece accomodare Dominic. Si sedette sul divano insieme a lui e lo invitò a parlare.

- Domani parto, vado a Los Angeles per un po’.- Andie per un momento si era tranquillizzata.

- E quando torni?- aveva chiesto subito. Dominic aveva sorriso e aveva guardato per terra.

- Non lo so.- aveva risposto dopo qualche secondo. Andie era rimasta gelata a quella risposta, pensò subito il peggio. - Beh, avrai un lavoro da fare, ma non durerà mica a tempo indeterminato!-

- Questo è vero, ma dopo non credo che tornerò a New York, a meno che non sia strettamente necessario. Io non abito qui…-

Fu Andie stavolta a fissare gli occhi a terra, capì che poteva dichiarare chiusa quella storia in quel momento. Come aveva fatto ad essere così stupida da credere che Dominic fosse ancora interessato a lei dopo come si era comportata con lui? Non negava che forse lui ci avesse pensato, ma poi, giustamente, si era anche ricreduto. Eppure queste congetture le sembravano fuori di ogni senso logico. Cerò di apparire più rilassata possibile.

- Allora, cosa vai a fare a Los Angeles?- disse sorridendogli.

- Sono in trattative per firmare un contratto. Mi hanno offerto una parte interessante. Per un po’ mi annoierò abbastanza, avrò solo bisogno di un po’ di calma per leggermi bene il copione, e valutare la cosa. Poi forse comincerò a girare, non so ancora in che parte di mondo però.-

- Interessante…- commentò Andie. Gli fece qualche altra domanda sul suo lavoro, passarono una mezz’ora a chiacchierare, poi Dominic si decise ad andare via.

- Allora questi sono saluti definitivi.- disse Andie sulla porta.

- Pare proprio di sì.-

- Allora a presto.-

- Ci sentiamo.- le aveva detto Dominic, che si avvicinò al viso di Andie e le dette un bacio su una guancia. Poi si avviò, salutandola con la mano prima di prendere le scale.

Andie chiuse la porta dietro di se e ci si appoggiò di schiena, maledicendo la sua idiozia. Lo lasciava andare via così, senza neanche dirgli che cosa provasse. Rimase un po’ appoggiata alla porta guardando il soffitto, come a voler trovare una risposta scritta sull’intonaco. Doveva fermarlo, doveva parlargli.

Si girò e fece per aprire la porta per precipitarsi fuori a rincorrerlo, anche se probabilmente lui era già su un taxi in quel momento. Ma  Dominic non era nemmeno sceso oltre il primo piano. Era tornato su con lo stesso proposito, voleva almeno far sapere ad Andie che per lui era importante.

Aprendo la porta di scatto Andie lo trovò in procinto di bussare, con il pugno chiuso a mezz’aria.

Fu un momento divertente, tutto sommato anche intenso. Per la prima volta si sorpresero ad aver pensato la stessa identica cosa, ed entrambi capirono che in tutto quel periodo doveva essere stato così, sempre. Si sorrisero.

- Siamo due scemi, vero?- disse Andie guardandolo fisso negli occhi.

- Tendenzialmente, sì.- rispose Dominic ironico. Entrambi risero, distendendosi per la prima volta realmente. Le carte in tavola erano scoperte, non stavano più interpretando l’altro. Dominic si avvicinò, prendendole il viso tra le mani, finalmente partì quel bacio che entrambi, per troppo tempo, avevano potuto solo immaginare. Andie trascinò Dominic nel suo appartamento, per nessuna ragione voleva che lui quella notte se ne andasse via.

Poco più tardi, tra le sue braccia, le sembro di fare l’amore per la prima volta. Era estremamente reattiva ad ogni suo tocco, ad ogni suo gesto, come se stesse sperimentando tutto per la prima volta. Forse, pensò lei, quelle erano veramente sensazioni che non aveva mai provato. Quando Dominic aveva cercato il suo sguardo, lei gli aveva permesso di incontrarlo fino a che avesse voluto, capendo che il mistero era tutto là. Non aveva mai permesso a nessuno di guardarle dentro così tanto, così profondamente, e quello doveva essere solo l’inizio, poco importava se lui il giorno dopo sarebbe dovuto andare via. Se c’era una cosa che aveva capito è che dipende tutto dalla tenacia con cui si desidera una cosa, e lei desiderava da morire tutto questo.

Era stata un notte lunga, Dominic ed Andie avevano fatto quasi l’alba chiacchierando tra loro, quando si erano svegliati era già passato mezzogiorno.

Dominic aveva cominciato ad aprire gli occhi nella semi oscurità della stanza, solo qualche tenue fascio di luce filtrava dalla tapparella abbassata. Si girò lentamente e vide Andie girata verso la parte opposta del letto, sdraiata su un fianco. Nel dormire le lenzuola le erano cadute lasciandole quasi del tutto scoperta la schiena. Sapeva che avrebbe rischiato di svegliarla, ma Dominic non poté trattenersi dall’avvicinarsi a lei per accarezzarle con leggerezza una scapola, per poi scendere sul fianco. Sentì che le veniva la pelle d’oca, pensò che avesse freddo e la coprì nuovamente. Non poteva vedere che lei era sveglia e che quella reazione era dovuta solo al fatto che lui l’aveva sfiorata. Era bastato solo quel tocco leggerissimo.

Andie quindi si era girata, gli aveva sorriso. Dominic aveva risposto a quel sorriso, le aveva accarezzato una guancia, poi l’aveva abbracciata stringendosela contro, mentre lei gli circondava le spalle con le sue braccia. Erano stati fermi immobili in quell’abbraccio per un po’.

- Vieni con me.- gli aveva detto improvvisamente Dominic.

- Dove?- rispose Andie.

- A Los Angeles.-

Andie lo fissò stupita, era totalmente confusa da quella richiesta.

- Non dire scemenze!- lo ammonì scherzosamente.

- Sono serissimo.- rispose lui.

- Ma come faccio, non posso lasciare New York!-

- Perché no?-

- Come faccio con il lavoro?-

- Mi sembrava che ieri sera fosse stato il tuo ultimo giorno al bar.-

- E il mio studio?-

- Può aspettare. Aprirlo adesso o tra un po’ che ti cambia?-

- Tu sei pazzo!- disse lei, che sentiva crescere la confusione dentro di se, insieme alla voglia di dirgli di sì.

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Capitolo 34
*** Il sole di Los Angeles ***


Nuova pagina 1

Nota: La lunghezza di questo capitolo è spropositata…lo so! Perdonatemi, ma alla fine avevo in mente tante di quelle idee che non ho potuto fare di meglio. Anzi, tante alla fine ho dovuto toglierle.

Credo che molte di voi noteranno certi piccoli particolari che ho inserito. Innanzi tutto, la citazioncina direttamente dalla fan fic di Moon “Tre per tre”, che ci stava proprio bene! (Grazie Moon!) Per quanto riguarda l’uso di un certo nome per un certo personaggio…beh…a buon intenditor poche parole! (Mandy fa la faccia furbetta…anzi, da folletto!!). Spero vi divertiate!

 

Il sole di Los Angeles

 

Andie aveva appoggiato l’alluce del suo piede destro nel buco del rubinetto della vasca da bagno, per raccogliere una goccia che stava già da un po’ in bilico. Appena l’aveva toccata, veloce, la goccia le era scivolata lungo il piede, senza prestarci troppa attenzione aveva osservato quel tragitto verso il basso. Si era attentamente osservata la mano destra, l’aveva tirata fuori dall’acqua e aveva posato gli occhi sul palmo, che era tutto raggrinzito. Era l’ora che uscisse da li, guardando l’orologio vide che era già ben più di un’ora che stava nell’acqua, che ormai era diventata tiepida. C’era qualcosa però che la tratteneva, non necessariamente il braccio che Dominic le teneva attorno alle spalle stringendosela contro, piuttosto quell’atmosfera, una sensazione di beatitudine che era difficile da abbandonare.

La decisione di partire con lui era stata presa in fretta, aveva appena avuto il tempo di sbrigare alcune importanti faccende, di salutare le sue amiche e di ascoltare i grandi cambiamenti che erano avvenuti nel giro di una nottata nelle loro vite. Dominic le aveva detto di poter ritardare di un giorno la partenza per permettere a lei di organizzarsi, avrebbe perso un impegno ma per lui poco importava, Andie aveva insistito perché andasse da solo. Lei sarebbe partita il giorno seguente, decisione che Dominic aveva accettato di buon grado, anche se non aveva potuto fare a meno di farsi assicurare da Andie, prima di imbarcarsi all’aeroporto, che non avrebbe cambiato idea.

Andie gli aveva detto si, perché aveva provato a pensare a come sarebbe stato lasciarlo andare via a tempo indeterminato proprio in quel momento e, infondo aveva ragione lui, i suoi nuovi progetti potevano aspettare.

Così il giorno dopo si era ritrovata su un aereo di linea per Los Angeles, con un gran caos nella testa, un misto tra paura, aspettative, non sapeva bene neanche lei cosa stava frullando nella sua mente, né cosa sarebbe uscito fuori da quell’esperienza. Conoscendosi avrebbe anche potuto significare rovinare tutto. Non sapeva nemmeno quanto sarebbe rimasta a casa di Dominic, lui le aveva detto semplicemente che poteva rimanere quanto voleva e quanto più poteva. Insomma, una specie di convivenza, idea che spaventava Andie, data la sua inesperienza nel campo delle relazioni sentimentali. Ma insomma, tanto valeva provare, dato che il dispiacere di non vederlo più per chissà quanto superava tutti i dubbi e le paure che aveva nel fare quel passo. Quando l’aveva trovato all’aeroporto ad aspettarla, buona parte di quei dubbi erano spariti, nel momento in cui l’aveva abbracciato erano volati via.

 

Quello era l’ultimo giorno della loro seconda settimana insieme, e in quel breve lasso di tempo si erano costruiti una specie di dimensione irreale che era fatta a loro misura; il pensiero che prima o poi sarebbe finita per il momento non gli aveva minimamente sfiorati, ma era pronto ad uscire fuori al momento opportuno, a riportare in superficie un dubbio che era nella mente di Andie quanto in quella di Dominic. Cos’erano loro? Amanti, una coppia, due strani amici…

Andie si era soffermata a pensarci, subito dopo aver ricacciato la mano sott’acqua. Si era leggermente voltata per guardare Dominic, che dietro di lei aveva appoggiato la testa al bordo della vasca da bagno, con gli occhi chiusi. Da un po’ stavano in silenzio, e non perché persi ognuno nei propri pensieri, ma a godersi quell’intimità che avevano raggiunto. Non avevano bisogno di parlare molto, anche se spesso succedeva che passassero la notte in bianco a parlare delle loro vite, di fatti ridicoli e di sciocchezze come di cose importanti e significative, rientrava tutto in quella dimensione irreale che avevano creato. Non era un silenzio pesante, o colmo d’imbarazzo, era solo silenzio.

Era sicura che lui non dormisse, lo sentiva muoversi, sentiva i suoi muscoli tendersi e la mano del braccio con cui la stringeva a se era intenta in piccoli movimenti circolari che la sfioravano appena sopra il suo seno destro. Andie si era adagiata su di lui, appoggiando la sua mano sinistra sul ginocchio della gamba sinistra di Dominic, mentre lui teneva il piede appoggiato il bordo della vasca.

 

Dominic era piuttosto impegnato in quel periodo, capitava spesso che Andie rimanesse sola per diverse ore durante la giornata. Passava tutto quel tempo facendo la turista solitaria, o in palestra. In quel periodo c’era andata talmente tanto che si era stupita di se stessa. Era un modo anche per passare più tempo con lui dato che Dominic ci andava quasi tutti i giorni. Il giochetto preferito di Andie era mettersi a guardargli il sedere mentre lui correva sul tapis-roulant, fingendo indifferenza quando lui si girava a guardarla. Andie si guardava intorno come se niente fosse, mentre lui ridacchiava scuotendo la testa. Faceva lunghe telefonate a Jules e Fran, perdendosi nei loro racconti: Jules si stava trasferendo a casa di Andie, era stata una decisione improvvisa, dovuta al fatto che Fran si sarebbe trasferita in Canada con Edward. Il pomeriggio in cui Dominic era partito Andie l’aveva passato a casa delle ragazze, dove si erano aggiornate su tutto quello che era successo. Quando Fran aveva dato quella notizia per poco le altre due non erano cadute dalla sedia per la sorpresa. Jules aveva abbracciato Fran talmente tanto forte che la ragazza aveva dovuto divincolarsi perché quasi non respirava. Poi dopo un po’ Jules si era intristita, pensando che lei sarebbe rimasta da sola.

- E io adesso che faccio?- aveva detto, - Da sola in quell’appartamento mi annoierò da morire!-

- Vieni a stare da me!- aveva esclamato Andie quasi senza pensarci. – Ho una stanza in più che è sempre vuota, tra l’altro non ho spese dato che l’appartamento è di mio zio, e per di più lui intercetta ogni tipo di bolletta. Vieni a stare da me, sarà divertente!-

Jules l’aveva guardata bene. – Ma sei proprio sicura?-

- Certo che sono sicura!– Aveva detto entusiasta Andie, che cominciava ad essere sempre più convinta della sua idea. Jules le aveva sorriso e aveva accettato. Con la piega che aveva preso la sua storia con Elijah in effetti pensava che non avrebbe usufruito molto del suo appartamento e sarebbe stato uno spreco tenerne uno da sola. Era meraviglioso che non si ritrovasse sola in quel momento, ma con una delle sue migliori amiche. Decisero che Andie avrebbe lasciato, partendo, le chiavi di casa sua a Jules, così avrebbe potuto cominciare a portare tutte le sue cose da lei, aspettando che Fran partisse definitivamente, cosa che sarebbe avvenuta nel giro di due settimane.

Quella sera le ragazze avevano passato una delle loro serate tipiche, avevano ordinato una pizza e avevano chiacchierato per buona parte della nottata. Andie doveva ancora finire di preparare la sua valigia, sapeva che sarebbe stato più saggio tornare a casa sua, ma data l’eccitazione che aveva addosso sapeva che non sarebbe mai e poi mai riuscita a dormire, quindi tanto valeva godersi quella serata, ai bagagli avrebbe pensato poi. La mattina dopo di buon’ora, dopo aver dormito appena un paio d’ore era già in piedi, vispa come un grillo e pronta per tornare a casa sua. Si era ritrovata con le ragazze per pranzo, poi insieme erano andate all’aeroporto internazionale alle tre del pomeriggio. Jules e Fran l’avevano scortata fino a dove avevano potuto, tristi perché la partenza di Andie era la prima avvisaglia della fine di quel periodo che aveva visto la loro amicizia nascere e consolidarsi. Però come non essere felici allo stesso tempo?

La telefonata quotidiana tra Jules ed Andie aveva come soggetto spesso il punto a cui era arrivata con il trasloco, anche se Elijah e Dominic occupavano gran parte delle loro conversazioni, anche con Fran.

 

Quel pomeriggio Fran sarebbe partita, ed Andie aveva parlato con le ragazze mentre erano già all’aeroporto, aspettando che il volo fosse annunciato. C’era anche Edward con loro, che nel salutarla le aveva urlato in un orecchio Pollastra!, scatenando la risata non solo di Andie, ma anche di Jules e Fran che erano lì con lui. Nessuno avrebbe potuto impedire che gli anni scorressero via, portando una serie di normali e necessari cambiamenti in ognuno di loro, ma Andie sperava ugualmente che certi lati dei loro caratteri sarebbero rimasti intatti per sempre.

Quando Dominic era tornato a casa l’aveva trovata nella vasca da bagno che parlava ancora al telefono con loro. Le aveva fatto un cenno di saluto con la mano, che Andie aveva ricambiato, per poi uscire nuovamente dalla stanza fino a che lei non aveva attaccato il telefono. Dominic aveva lasciato la porta accostata, quando Andie aveva attaccato aveva sentito ed era rientrato. Si era messo in ginocchio accanto alla vasca e le aveva dato un bacio.

- Ciao.- le aveva detto immergendo una mano nell’acqua passandogliela sulla schiena.

- Ed e Fran sono partiti, mi hanno telefonato dall’aeroporto.- gli aveva detto malinconicamente mentre gli prendeva il viso tra le mani attirandolo a se nuovamente.

- Già, era oggi.- gli aveva risposto dopo il bacio.

- Te lo ricordavi?- chiese lei sorridendo.

- Mi hai rintronato con questa storia per due settimane! Vuoi che non me lo ricordi?- gli aveva risposto lui ridacchiando, sapendo che lei si sarebbe arrabbiata per quell’affermazione. Infatti la reazione di Andie fu quella di schizzarlo, per poi mettersi a ridere con lui. Ancora ridendo, Andie aveva preso il suo telefono cellulare, spegnendolo e tirandolo sul suo accappatoio che aveva appoggiato per terra, non lontano dalla vasca da bagno, allontanandolo prima che finisse schizzato o direttamente in acqua. La risata era stata interrotta di netto da un altro bacio, stavolta più intenso. Di lì a poco Dominic si era ritrovato nell’acqua, appoggiato allo schienale della vasca da bagno, tenendosi addosso Andie. Aveva interrotto quel bacio per dirne una delle sue:- Possiamo spuntare un’altra casella, di farlo qui non ci era mai capitato!-

Andie appoggiò la testa tra il collo e la spalla di Dominic, ridendo.

- Sei veramente incorreggibile!- aveva commentato respirando il suo odore.

- Lo so, ma non mi sembra che ti dispiaccia!- aveva detto lui che aveva cominciato a darle dei piccoli baci sul collo. E in effetti ad Andie non dispiaceva. Era bello sentire le vibrazioni dei loro corpi, molto vicini, mentre ridevano.

- Ma dici in bagno o nella vasca in generale?- Aveva continuato lei, che non era certo da meno di lui per quanto riguardava far battute, anche in momenti come quelli.

- Nella vasca dico! Perché, non ti ricordi un po’ di mattine fa…- aveva cominciato a rispondergli lui indicandogli la doccia. Andie gli aveva chiuso la bocca baciandolo, certo che si ricordava. Lei quella mattina era entrata in bagno mentre lui era sotto la doccia, voleva solo lavarsi i denti, lui di punto in bianco era uscito e l’aveva trascinata di peso dentro con lui, vestita per giunta. Anche quella volta era stato un continuo susseguirsi di risate.

 

Andie ben presto si era ritrovata a dover pensare a se stessa, al fatto che c’era la sua vita che l’attendeva a New York. Doveva tornare, non poteva indugiare ancora per molto. Decise che sarebbe tornata a casa non appena quella terza settimana fosse finita, e lo disse anche a Dominic.

Erano in spiaggia, Dominic aveva la giornata libera, avevano deciso di andare a fare il bagno. Andie non appena arrivata si era tuffata, non poteva sopportare di stare sulla spiaggia con il caldo che faceva, Dominic invece aveva rimandato. Non era stata più di due minuti nell’acqua, era uscita subito raggiungendo Dominic che si era sdraiato supino. Gocciolante gli si era stesa addosso, cosa che lui non aveva del tutto gradito.

- Sei perfida!- gli aveva detto, mentre lei ridacchiava soddisfatta della sua perfidia.

- Lo so!-

Quindi si era alzata e si era messa a prendere il sole sul suo asciugamano, rimanendo per un po’ in silenzio a godersi il sole di Los Angeles sulla pelle, una sensazione che non aveva mai dimenticato dopo la settimana che aveva passato là con Josh, ormai qualche anno prima. Dopo un po’, prendendo il coraggio a due mani, gli disse che sarebbe partita per tornare a New York quella domenica. Dominic aveva cercato di convincerla a rimanere di più, ma Andie ormai aveva deciso che era il momento.

- Non posso mancare per troppo tempo, lo sai che devo portare avanti il mio lavoro, e devo impegnarmi: se non mi muovo subito per cercarmi dei clienti dovrò mandare a monte il mio progetto.- aveva tentato di spiegargli. Dominic aveva capito, del resto non poteva certo chiederle di abbandonare la sua vita per stare con lui. Sarebbe stato da egoisti.

 

Josh era a Los Angeles, Andie però non aveva avuto il tempo di avvertirlo che era là. Sapeva il suo indirizzo, un giorno, mentre Dominic era fuori, era uscita con l’intento di fargli una sorpresa. Quando se l’era trovata davanti aprendo la porta Josh era rimasto di stucco.

- Sei ingestibile ultimamente!- le aveva detto facendola entrare, poi si era fatto raccontare tutta la storia. Non aveva potuto concederle molto tempo, anche lui aveva i suoi impegni di lavoro, però erano rimasti d’accordo per vedersi appena possibile e lui le aveva telefonato il pomeriggio dell’ultimo giorno che Andie avrebbe passato a Los Angeles.

Aveva invitato lei e Dominic a passare la serata in un famoso locale che si chiamava Latin Lounge, dicendo che lui ci sarebbe andato con altri membri del cast del film che stava girando. Ad Andie aveva anticipato che doveva farle conoscere una ragazza che gli piaceva molto e della quale gli aveva vagamente parlato il giorno dell’improvvisata, quella serata doveva servire anche a quello scopo. Con Dominic, Andie aveva già fatto un progetto per la loro ultima sera insieme, avrebbero cenato insieme in un ristorante, ma quello non escludeva che dopo sarebbero potuti andare all’appuntamento.

Dominic non capiva molto bene la scelta del locale da parte di Josh, che gli era sempre sembrato un tipo lontano da certi vezzi da star. Espose il suo dubbio ad Andie.

- Ma tu e Josh lo sapete cosa significa passare una serata al Latin Lounge?- le aveva domandato perplesso.

- Ehm…io no, forse Josh si…- le aveva risposto Andie che non aveva la minima idea di cosa volesse dirle.

- Ti spiego: è il locale più in voga del momento, è in Santa Monica a West Hollywood…-

Andie continuava a guardarlo e a non capire.

- Tutte le persone famose vanno al Latin Lounge per farsi vedere, intorno è sempre pieno di paparazzi…-

- Ah, ora capisco!- l’aveva interrotto, - In effetti fa molto poco Josh!-

Entrare in quel locale, a meno che non si fosse famosi o si fosse con qualcuno che lo era, doveva essere difficilissimo, la fila che Andie aveva visto fuori era chilometrica. Ovviamente Dominic era stato riconosciuto subito ed erano stati fatti entrare. Josh li aspettava già da un po’. Era solo al tavolo, Andie si stupì dato che lui le aveva detto che ci andava con i colleghi di lavoro, anche per questo non poté esimersi di sottoporlo ad un fuoco di fila di domande.

- Adesso mi spieghi perché sei solo dato che mi aspettavo di trovarti con un po’ di gente e perché uno come te in un posto come questo!- Josh si limitò semplicemente ad indicarle una delle bariste al piano di sotto che, a tempo di musica, preparavano coktails. – In effetti la prima volta è stato con dei colleghi, poi sono tornato anche da solo…-aveva risposto guardando la barista.

- Beh, mica male la ragazza…ma ci parli anche?- gli aveva detto Andie cominciando con lo sfottò.

- Si, streghetta, ci parlo anche, ti dirò di più, ci esco! E vedi di essere carina con lei, dato che fra circa un’ora ha una pausa e viene a trovarci.-

- Ma se sono un agnellino io!-

- Tu? Un agnellino? Questa si che è una bella battuta!- Dominic aveva commentato così l’uscita di Andie, che presto si era resa conto che quei due avevano fatto comunella contro di lei. Ad interrompere quell’amichevole schermaglia era stata una presenza inaspettata. Andie si era limitata a dire ad alta voce:- Oh porca miseria!-.

Josh si era girato nella direzione in cui lei guardava, voltandosi nuovamente aveva roteato gli occhi all’indietro esclamando:-Che palle!-.

Dominic aveva guardato Andie con aria interrogativa, ma non aveva potuto domandare niente per via del fatto che la persona che sia Andie che Josh sembravano proprio non voler vedere si era avvicinata.

- Ma chi si vede! E’ incredibile ritrovarvi tutti e due!-

- Come va Chris?- aveva detto Josh alzando lo sguardo e tendendo la mano a quel ragazzo.

- Benissimo! Andrea, ma sei…sei stupenda!- Lei avrebbe voluto risponderle e tu invece sembri ancora un Big Jim, invece educatamente gli disse:- Grazie, anche tu non sei male.-

Quando aveva chiesto se poteva sedersi non gli avevano potuto dire di no. Finalmente dopo un po’ qualcun altro aveva richiamato la sua attenzione, aveva salutato ed aveva tolto il disturbo.

- Oh Dio, ho temuto che ci avrebbe rotto le palle tutta la sera!- aveva esclamato Josh quando era stato sufficientemente lontano da non sentirli.

- Scusatemi, ma è un attore?- Aveva chiesto Dominic, - perché mi sembra che abbia una faccia conosciuta, ma non mi viene in mente niente…-

- Si, abbiamo girato un film insieme, uno dei miei primi. Non so se hai visto il remake di “Rollerball”, per dirne uno di quelli che ha interpretato lui.-

- Altrimenti gli “American pie”.- aggiunse Andie.

- Ah, ho capito.- disse Dominic senza troppo entusiasmo, - Com’è il cognome?- chiese rivolto a Josh.

- Klein, Chris Klein.- rispose lui.

- Ma come mai vi sta tanto antipatico?- continuò Dominic.

- Fondamentalmente perché non capisce un cazzo!- esclamò Andie senza mezzi termini, Josh scoppiò a ridere, seguito da Dominic.

- Oh mio Dio quanto ti ha tampinata!- aggiunse Josh tra una risata e l’altra.

- Ma perché me lo devi ricordare? Santo cielo, un rompipalle matricolato!- Dominic guardava entrambi con curiosità, così gli raccontarono com’era andata. Avevano girato quel film diversi anni prima, mentre Andie stava frequentando l’ultimo anno di università a New York. Dato che le location di “Per una sola estate” non erano molto lontane dalla Grande Mela, Andie spesso andava a trovare Josh sul set o usciva con lui e con gli altri membri del cast. Così, mentre la piccola tragedia della storia tra Josh e la protagonista femminile del film, Leelee Sobievski, si consumava sul set e fuori, Andie si era trovata a dover combattere conto Chris Klein che era determinato a fare di tutto per portarsela al letto. Tutto quello che aveva ottenuto quel Big Jim era stato un sonoro due di picche, ed Andie si ricordava cose orribili di quel periodo.

- Tu non puoi renderti neanche conto di quanto sia cafone! Mi veniva ad aspettare all’università quando uscivo da lezione, faceva lo splendido come se queste cose mi avessero mai toccata! Mi vengono i brividi se solo ci penso!-

- E ci siamo salvati a vicenda, - esordì Josh, - perché ad un certo punto sia Leelee che Chris hanno capito che tra noi…-

Josh si era interrotto bruscamente ma era troppo tardi. Dominic aveva capito benissimo cosa avrebbe detto dopo che si era fermato, per un secondo era sceso il gelo. Non che a Dominic interessasse più del dovuto, era certo che Andie, cosa più che normale, avesse avuto altre storie. Notò che anche lei aveva cambiato espressione, quindi cercò di sdrammatizzare, non riuscendo per altro a capire il motivo di quell’imbarazzo. Insomma, anche lui aveva avuto altre storie, che c’era da vergognarsi tanto?

- Insomma, per farla breve questo Klein è un rompiscatole…- disse tagliando corto.

- Eh si!- commentò Josh. Dopo poco fortunatamente, la barista del Latin Lounge era arrivata per passare con loro i venti minuti di pausa che aveva. Si chiamava Mandy, era una californiana di venticinque anni che ad Andie risultò da subito molto simpatica.

 

Josh si sarebbe trattenuto fino all’ora di chiusura, avrebbe aspettato che Mandy finisse il turno, Andie e Dominic invece volevano andare via prima. Quando Dominic si era alzato per andare in bagno, Josh aveva avuto occasione per scusarsi di quella gaffe:- Mi è scappata, scusami! Sono un idiota!-

- Non importa, - aveva risposto lei, - tanto non mi pare che Dom ci abbia fatto più di tanto caso, almeno spero.-

- In ogni caso non sarebbe certo niente di irreparabile…-

- Si lo so.- aveva detto decisa lei, - ma non è che mi vada molto di parlare con lui di questa storia, dato che non ho idea della piega che prenderà la nostra di storia.-

- Mi verrebbe di chiederti che vuoi dire, ma temo che non sia il momento. E comunque ricorda che non sempre si deve dire per forza la verità.-

- Non so, non sono molto sicura di questo. Comunque ti telefonerò fra un paio di giorni per spiegarti la faccenda.-

 

Quando Dominic era tornato erano andati via salutando Josh. Andie spero con tutto il cuore che avesse avuto l’impressione giusta, nel tragitto verso casa di Dominic si convinse che doveva essere così, dato che lo vedeva del tutto tranquillo. Eppure lui non lo era così tanto, anche se aveva deciso di non darlo a vedere. Non aveva certezze, quello era il suo problema.

Dopo quelle tre settimane nessuno dei due aveva ancora affrontato il problema del loro futuro insieme, se mai ci sarebbe stato un futuro. Era qualcosa di cui avrebbero dovuto necessariamente parlare prima che Andie tornasse a New York.

Più tardi Dominic era già a letto, aspettava che Andie uscisse dal bagno. Un po’ agitato, mentalmente studiava come avrebbe dovuto affrontare quel discorso con lei. Non aveva idea di cosa dirle, forse perché anche lui non era del tutto convinto dei suoi sentimenti. Sicuramente non era innamorato di lei, ma la strada che avevano preso era sicuramente volta in quella direzione. Il problema era il tempo, sia quello che avevano avuto a disposizione in quelle tre settimane, che ormai stava per finire, sia il lungo periodo che lo avrebbe visto impegnato. Si trattava di mesi, mesi durante i quali sarebbe potuto succedere di tutto: in quel momento si trovava davanti ad un bivio, a dover rispondere ad una domanda che aveva accuratamente evitato per tutto quel tempo. Cosa voleva da Andie, che cosa significava quella ragazza per lui? Per quanto si sforzasse di comprendere non riusciva a trovare una risposta chiara a quella domanda, almeno in quel momento.

Nel frattempo Andie era entrata in camera, portava una sua maglietta, una rossa con un maiale che aveva un mazzo di fiori in mano, con una scritta che diceva “Please, don’t eat me…I love you”. Nella fretta con cui era partita si era completamente dimenticata di portarsi dietro qualcosa per dormire, così Dominic le aveva dato delle sue magliette. Le stavano un po’ grandi, ma del resto, per quello che ricordava, lei dormiva sempre con delle magliette di diverse misure più grandi di quello che ci sarebbe voluto per lei. Quella in particolare ad Andie era piaciuta così tanto che lui alla fine aveva deciso di regalargliela.

Andie aveva alzato il lenzuolo e aveva infilato le gambe sotto, rimanendo seduta sul letto. Con un laccino si era legata i capelli in una coda, lo faceva sempre prima di dormire, diceva che le dava fastidio mentre dormiva che i capelli le finissero sulla faccia.

Se proprio Dominic avesse dovuto dire qualcosa, quello era il momento. Ma le parole proprio non volevano venir fuori, tra l’altro Andie non lo aiutava nel suo intento. Non che ci fosse stato bisogno di stimoli particolari, Andie lo attraeva sempre e comunque, ma quando assumeva quell’atteggiamento un po’ particolare la trovava semplicemente irresistibile. Appoggiata alla spalliera del letto, aveva portato le ginocchia al petto e, tirando via il lenzuolo, si messa a fissarsi concentrata le dita dei piedi mentre le muoveva. Dominic sapeva che se l’avesse chiamata lei non l’avrebbe neanche sentito, quella ragazza aveva una capacità di estraniarsi da tutto quello che la circondava piuttosto marcata. Forse era anche per via di quella maglietta che, nonostante fosse enorme, non riusciva a nascondere quanto fosse bella, sarà stata una serie di infinite sfumature che Dominic aveva imparato a conoscere e che aveva subito apprezzato in lei, chi avrebbe voluto parlare in quel momento? Si era avvicinato e le aveva sfiorato il viso con un dito, cosa che aveva richiamato l’attenzione di lei che aveva distolto l’attenzione dalle sue dita dei piedi riportandola su Dominic, che sicuramente era più interessante da fissare.

Avevano fatto l’amore, poi come sempre si erano ritrovati ad ascoltare i loro respiri che tornavano regolari, in silenzio.

Dominic aveva cominciato a giocare con l’ombellico di Andie, anche se sapeva che le faceva senso il fatto che lui si ostinasse a volerci mettere sempre le dita dentro. Lo faceva apposta, sapeva che si sarebbe arrabbiata anche quella volta, così l’aveva fatto.

- Smettila!- le aveva detto subito lei, scacciando la sua mano. Dominic allora si era messo a ridacchiare, non c’era voluto molto perché incominciasse anche lei.

- Dimmi un po’ una cosa, - aveva esordito subito dopo, - ma tu e Josh avete avuto una storia, vero? Stasera vi siete traditi alla grande, nel qual caso aveste voluto tenerlo segreto!- aveva detto lui sorridendo. Andie dal canto suo era rimasta gelata.

Non sapeva cosa rispondergli, considerò quello che Josh gli aveva detto neanche tanto tempo prima, cioè che non era necessario raccontare tutta la verità. Ma non voleva raccontare delle balle a Dominic. Certamente influiva anche la sua totale inesperienza in fatto di relazioni sulla scelta che avrebbe fatto di lì a poco, se solo avesse conosciuto un po’ meglio la psicologia maschile avrebbe sicuramente glissato su molti particolari che invece dette a Dominic, ingenuamente.

Lui dal canto suo l’aveva ascoltata, astenendosi da ogni giudizio, anche se non aveva potuto fare a meno di pensare cose del tutto negative di quella faccenda. Nella massima punta di ingenuità Andie gli confessò addirittura che la famosa sera del suo compleanno gli aveva dato il suo biglietto da visita stando bene attenta che Josh le vedesse fare quel gesto.

Dominic non era una persona portata ad avere degli scatti d’ira improvvisi, ma quello era veramente troppo. Se prima lo aveva potuto leggere solo tra le righe, in quel momento lo aveva davanti a se chiaro come il sole. Andie probabilmente non solo era uscita con lui e con Orlando contemporaneamente cinque mesi prima, ma andava anche a letto con Josh.

- Ma avevi tutto questo bisogno di raccontarmelo?- le chiese di punto in bianco. Andie si spaventò sentendo un timbro di voce del tutto diverso da quello che gli aveva sentito usare nemmeno molto tempo prima. Rimase in silenzio senza sapere cosa rispondergli.

- Limitarti a dirmi Si, ho avuto una relazione con Josh per te era così difficile?- aveva continuato lui dato il suo silenzio.

- Io…mi dispiace, credevo che…-

- A volte mi sembra che tu sia completamente fuori dal mondo!- aveva detto alterato, interrompendola.

- Come se già non fosse bastato il fatto di aver saputo che ti sei scopata Orlando mentre uscivamo insieme, Cristo Andie! Ma in che mondo credi di vivere? E quanto pensi che io possa sopportare?-

Andie non sapeva più nemmeno cosa dire, tra l’altro era la prima volta che affrontavano direttamente quella faccenda di Orlando, questo l’aveva atterrita. Rimase in silenzio, assolutamente ferma nella stupida impressione di non potersi permettere di muoversi, fissando un punto imprecisato davanti a se. Dominic si era messo seduto sul bordo del letto dandogli le spalle, rimanendo fermo anche lui, pensando.

Era sembrato un tempo infinito anche se erano stati solo pochi minuti. Andie si sentiva terribilmente in colpa e molto stupida, dato che riconosceva che Dominic aveva ragione su tutta la linea. Aveva rovinato tutto in quei pochi attimi, era una cosa che alimentava i suoi sensi di colpa, che già erano piuttosto ingombranti, al pari delle sue paure.

Dominic invece aveva avuto un momento per calmarsi, si era sentito subito un verme. In fondo Andie cosa aveva fatto di così sbagliato? Aveva risposto ad una sua domanda, e lui si era arrabbiato solo perché la risposta non gli era piaciuta. Era un paradosso quella sua reazione, per molti aspetti. Era stato disposto a dimenticare tutta la faccenda di Orlando, a passarci sopra, eppure al momento opportuno era scappata fuori in tutto il suo ingombrante ricordo. E pensandoci bene, quella che lei aveva avuto con Josh, non era una relazione come potevano essere state tante? Anzi, forse era tutto molto più complesso di quello che lui aveva capito. Come aveva chiarito dentro di se tutto questo, si era nuovamente girato verso di lei, che aveva avuto una specie di sbalzo nel vedergli fare questo gesto improvviso, come se si fosse spaventata.

- Scusami, non avrei dovuto alzare la voce.- aveva detto sdraiandosi nuovamente accanto a lei. – E’ solo che a volte sembra davvero che tu non abbia la minima idea di cosa siano certi equilibri che dovrebbero essere sempre rispettati in una relazione.- Andie continuava a stare in silenzio, cosa che fece pensare a Dominic che ci fosse rimasta davvero molto male.

- Hey, An, - gli aveva detto avvicinandosi e accarezzandole il viso, - mi dispiace, dico davvero.- Andie a quel punto capì che lui non era così arrabbiato con lei come temeva, quindi riuscì a lasciarsi andare, si rannicchiò contro il suo petto.

- Io non ho idea di cosa siano questi equilibri nelle relazioni di cui parli, Dom.-

Dominic rise. – E che razza di relazioni hai avuto fino a adesso?- le chiese.

- La domanda giusta sarebbe stata chiedermi se ne ho avute. Io non ho mai avuto una relazione fino a adesso, lo so che suona strano ma è così.-

- Ma dai, mi prendi in giro?- chiese Dominic incredulo.

- E’ così, davvero. Sono stata per degli anni dietro ad una storia impossibile, ci tengo a precisare per colpa mia, poi l’ho fatta pagare a te, che proprio non c’entravi niente. Sono stata tanto cieca da non vedere che avevo giocato molto sporco, senza tener conto che l’ho fatto con due amici. Avrei potuto anche farvi litigare, te e Orlando, e non me ne fregava niente. L’unica cosa che mi interessava era che Josh si accorgesse di me. – Andie aveva fatto una pausa, aveva respirato profondamente.

- Sai, il giorno che ti ho conosciuto, ero stata arrabbiata tutto il tempo. La sera prima Josh era venuto a trovarmi, come sempre avevamo finito per fare l’amore. La mattina dopo, come se niente fosse, mi ha chiesto se c’era qualcuno nella mia vita, se uscivo con un uomo. Non è colpa sua, sono stata io a creare quella situazione, ma mi ha ferita ugualmente. E poi quella sera ti ho conosciuto, non ho saputo fare di meglio che vendicarmi con te del suo disinteresse, e di quella sciacquetta che si era messa a ronzargli intorno, l’ultima di una lunghissima serie che ho dovuto sopportare. E poi mi sono messa a farmi un esame di coscienza, e ho capito. Non so come ho fatto ad essere così cieca per anni, posso solo spiegarmi tutto con l’enorme paura che ho di espormi. L’ho sempre avuta, non so perché, ma è una costante che mi ha accompagnato per tutta la vita. Anche quando venivi imperterrito al bar, cercando un segno da parte mia, invece di essere contenta che tu mi stessi dando un’altra possibilità, cercavo sempre di evitarti.-

Dominic capì molte cose in quel momento. Aveva sempre visto Andie come una persona molto sicura di se, non riusciva a capacitarsi del perché infatti c’era voluto tanto tempo perché lei accettasse di ricominciare a vederlo. Evidentemente quella sicurezza non era poi del tutto scontata. Non gli stava raccontando stupidaggini, il fatto che lei candidamente gli avesse raccontato dei particolari tanto scomodi per la sua posizione gli facevano capire che era completamente sincera, e il fatto che stesse lievemente tremando era indice di quanto per lei dovesse essere difficile aprirsi tanto.

- Mi devi credere una stupida, vero?- aveva chiesto, vedendo che lui non diceva niente.

- No, non lo credo. Anzi, mi spiego molte cose.- rispose cercando di tranquillizzarla.

- Io invece ho molti dubbi.- ribatté Andie.

- Come ad esempio?-

Andie respirò profondamente. Per lei era estenuante portare avanti quella conversazione, ma si impose di rispondergli, cercando forse per la prima volta nella sua vita di superare quella paura che aveva.

- Mi sto chiedendo, tra le tante cose, se tu potrai mai passare sopra alle carognate che ti ho fatto. Lo so che magari vale poco, ma mi dispiace davvero, e dicendoti tutte queste cose non intendo giustificarmi. Non pensavo che saresti diventato così importante per me…beh, anche se non lo fossi diventato questo non giustifica il fatto che ti abbia usato come specchietto per le allodole…cioè, nel senso che non si può fare sempre tutto pensando a se ti conviene o no…quindi immagino che se anche avessi conosciuto un tipo e poi non me ne fosse fregato niente di lui…-

Dominic ridacchiò un po’, Andie era entrata completamente nel pallone con quel discorso.

- Ci sono già passato sopra.- disse interrompendola.- Mi piacevi troppo per starci troppo a pensare.-

- Davvero?- si lasciò scappare lei. Dominic rise, era buffissima la Andie che aveva davanti. Ciò ovviamente non toglieva che fosse adorabile.

- Altrimenti non ti sarei corso dietro per tanto tempo, no?-

- Eh no…- si ritrovò a concludere lei.

- Non ti nascondo che anche se non volevo, ho pensato a quello che era successo, ci sono anche stato un po’ male, perché francamente non capivo proprio il tuo comportamento. Non mi sembrava che tu fossi tanto cinica e calcolatrice, mi sembrava di non esserti indifferente. Sono arrivato alla conclusione che mi avessi preso in giro per il gusto di farlo, e ho deciso che non volevo più saperne di te. Ma poi hai cominciato a mancarmi, ho avuto tue notizie, ho saputo che di punto in bianco avevi cambiato lavoro, poi tu stessa mi hai raccontato perché…ho rivalutato la mia scala di valori, tutti possono fare stupidaggini, no? Allora ho pensato che forse valeva la pena riprovarci, partendo da zero. E fino ad adesso, mi sembra che sia andato tutto bene.-

- Io non lo so se è andato tutto bene.- disse Andie perplessa, - Il fatto che tu abbia voluto pensare che non fosse successo niente prima non toglie il fatto che sia successo, e che io mi senta terribilmente in colpa.-

- Per questo io non ti posso aiutare molto, dipende da te, da quanto questa cosa ti condiziona.-

Era arrivato il momento giusto finalmente, e Dominic sapeva esattamente cosa chiederle. Continuò:- Non ti posso dire che sono innamorato di te, ti rispondo con la tua stessa sincerità. Però so che mi piaci molto, che ti trovo sorprendente, so che sto benissimo con te. Non ti amo, non ancora almeno, ma forse siamo sulla strada giusta per arrivarci. Se vuoi, possiamo provare a vedere come questa cosa andrà avanti, perché credo che ce lo potrà dire solo il tempo.-

Andie si prese un attimo per realizzare cosa Dominic gli aveva chiesto. Anche nella più rosea delle ipotesi non si sarebbe mai aspettata che lui avrebbe reagito così. Dopo qualche secondo gli rispose.

- La mia paura più grande è che tu possa stancarti, che arriverai a prendermi in giro, anche se non vorrai farmi del male temo che lo farai ugualmente.-

- Smettila di avere paura!- gli disse lui deciso. - Devi superare tutto questo. Ma te l’ha mai detto nessuno che è sempre rischioso aprirsi ad un sentimento? Però se non lo fai che vita è?-

Andie a queste parole rise.

- Che c’è?- chiese lui perplesso.

- C’è che ultimamente non sei la prima persona che me lo dice.- fece una pausa, poi continuò. – Pensi di essere pronto a diventare la prima relazione seria della mia vita? Credi che avrai abbastanza pazienza da sopportarmi?-

- Perché, hai bisogno di altre prove della mia cocciutaggine?- In effetti Andie non ne aveva bisogno.

 

Il giorno dopo Dominic l’aveva accompagnata all’aeroporto. Prima che si imbarcasse le aveva gridato:- Ci vediamo questo fine settimana, ti giuro che farò i salti mortali per venire a New York!-

Andie gli aveva buttato un bacio con la mano e si era incamminata continuando a voltarsi indietro fino a che non aveva girato l’angolo, uscendo dal campo visivo di Dominic. Non vedeva l’ora che arrivasse quel venerdì.

 

 

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Capitolo 35
*** Grandi novità in arrivo - Epilogo ***


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35. Grandi novità in arrivo - Epilogo

 

Come rientrò a casa, con il sacchetto della farmacia in mano, Andie non si cambiò nemmeno. Si precipitò in bagno e togliendo dalla scatola il test di gravidanza, lesse in fretta le istruzioni. Non aveva mai avuto un ciclo tanto regolare da poterci rimettere l’orologio, ma di certo non le era mai capitato di avere un ritardo di addirittura venti giorni. Con il cuore in gola aveva aspettato che passasse il tempo necessario a vedere il risultato. Era appena tornata dall’ufficio, erano passate da non molto le otto di sera, tanto per distrarsi si era messa a cucinare qualcosa, anche se non aveva per niente appetito. Guardava l’orologio in continuazione, fino a che si rese conto che non ne poteva più, si sedette sul divano e affondò il viso in un cuscino.

Nemmeno dieci minuti più tardi Andie poté tornare in bagno per controllare il test.

- Porca vacca!- esclamò visibilmente spaventata.

Il risultato era positivo. Per la mente le passarono un milione di cose, si calmò solo quando pensò che, del resto, un test di gravidanza casalingo non era del tutto attendibile. Decise che la mattina dopo avrebbe prenotato una visita dal ginecologo, ma i risultati che arrivarono di lì a qualche giorno non furono diversi.

Aspettava un bambino. Se la prima reazione era stata quella di entrare nel panico più assoluto, la certezza che quella cosa fosse avvenuta aveva lasciato spazio ad un altro sentimento. Non avrebbe saputo ben definirlo mentre camminava verso il suo ufficio provando a pensare cosa sentisse. Non era una brutta sensazione, tutt'altro.

Entrando salutò Andrew, un ragazzo di non molto più giovane di lei che aveva appena dato l’esame di abilitazione e che le dava una mano come assistente.

- Buongiorno, come va stamattina?- gli aveva chiesto.

- Bene Andie… ha chiamato Bloom mentre eri fuori, mi ha chiesto se lo richiami.-

- Orlando?- chiese Andie stupita. Era un sacco di tempo che non lo sentiva, se si escludevano gli auguri per Natale e i fiori che lui le aveva mandato per il suo compleanno.

- Si, perché abbiamo altri clienti che si chiamano Bloom?-

- Giusta osservazione, ma stamattina sono davvero fuori fase!-

- Poco male, io se no che ci sto a fare?-

- Giusto anche questo, come sei efficiente!- gli aveva detto passandogli un braccio intorno al collo e dandogli un bacio sulla tempia. Lui le aveva sorriso, quindi lei era entrata nel suo ufficio dicendo:- Vado a fare il mio dovere!-

Sei mesi prima il suo piccolo studio aveva avuto un incremento in clienti, aveva giovato alla sua attività il fatto che una delle cause che Andie aveva seguito nella sua attività di avvocato d’ufficio era diventata di dominio pubblico. Il fatto che lei avesse vinto quella causa aveva attirato un bel po’ di gente a lei. I primi tempi erano stati un po’ duri, per qualche mese la sua attività non aveva decollato, ma poi la voce che Andrea Berenson si era ridata all’avvocatura si era diffusa nell’ambiente, così l’avevano cercata dei suoi vecchi clienti. Nonostante la massima appesa alla sua porta che diceva “Se non siete nel giusto, bussate ad un’altra porta”, Andie si era trovata spesso a rifiutare dei clienti all’apparenza poco onesti, rientrava nella sua nuova politica: se avesse voluto tornare come era prima, bastava che chiedesse di essere assunta nuovamente nel suo vecchio ufficio, cosa che avrebbero fatto molto volentieri, dato che quell’offerta le era già stata fatta. Ma piuttosto avrebbe preferito rimanere senza lavoro. Così, quando aveva visto aumentare considerevolmente la mole di lavoro si era decisa ad assumere qualcuno.

Aveva conosciuto Andrew casualmente, quando lui era in procinto di fare l’esame di abilitazione. Si erano conosciuti in tribunale, mentre Andie aspettava fuori dell’aula che cominciasse un’udienza. Lui era a seguito di un gruppo di altri futuri avvocati. Si erano messi a parlare del più e del meno ed Andie l’aveva trovato subito simpatico. Quando Andrew le aveva chiesto se doveva fare anche lei l’esame era rimasta sorpresa.

- Veramente io ho l’abilitazione da almeno cinque anni…- le aveva risposto lasciandolo del tutto spiazzato.

Dopo quell’occasione si erano incontrati altre volte, sempre per caso, ed era stato in una di quelle occasioni che Andrew le aveva comunicato che aveva passato l’esame. Andie aveva bisogno d’aiuto, così senza pensarci troppo l’aveva invitato a prendere un caffè e gli aveva offerto il lavoro, che lui aveva accettato volentieri, dato che non aveva offerte migliori.

Da subito Andie aveva avuto un rapporto amichevole con lui, era capitato che si fossero frequentati anche fuori dall'ufficio. Andrew l'aveva invitata ogni tanto a qualche festa di amici, alla quale Andie l'aveva accompagnato contenta di poter conoscere gente nuova, oltre che di passare la serata con lui. Una sola volta si era sentita lievemente in imbarazzo, quando uno dei suoi amici al quale era stata appena presentata, un po’ alticcio, aveva fatto questo commento squadrandola da capo a piedi:- E ci credo che ti sei ridotto a fare il segretario, con un capo così io farei anche l'uomo delle pulizie!-

Certo, più imbarazzato di lei era stato Andrew, che aveva invitato al silenzio quel buffo individuo, scusandosi con Andie che invece, superato l'imbarazzo iniziale, se la rideva soddisfatta. In effetti anche lei lo diceva sempre, Andrew era sprecato per quel che avrebbe potuto fare: non vedeva molto spesso il tribunale, era relegato ad un ruolo che aveva molto a che fare con le faccende di segreteria. Ma se le cose fossero andate così ancora per un po’ Andie era intenzionata a prendere anche una segretaria, dando ad Andrew il giusto ruolo. Spesso, quando poteva, lui la seguiva come assistente, e in aula Andie gli aveva visto dibattere qualche piccola causa. Era piuttosto bravo, inesperto certamente, ma chi non lo è agli inizi? E poi Andie nel corso dei mesi si era molto affezionata a lui. Era sempre premuroso nei suoi confronti, gentile, non avrebbe potuto trovare un assistente migliore.

Questa faccenda della gravidanza complicava tutto. Entrando nel suo ufficio aveva cercato il numero di Orlando distrattamente, pensando che aveva molto su cui riflettere. Come prima cosa aveva bisogno di parlare con le sue amiche, prese il telefono e fece il numero di Fran al posto di quello di Orlando. Per poco Fran non cadeva dalla sedia a quella notizia.

- Ma che pensi di fare, lo tieni? L’hai detto a Jim?- chiese Fran riferendosi al tipo che Andie vedeva da qualche mese.

- Allora, con calma! Prima di tutto come faccio a dirlo a Jim, dato che da un mese non ho idea né di dove sia né di con chi sia e che stia facendo. In ogni modo sappiamo entrambe che è un imbecille, non vorrei mai crescere un figlio con un idiota simile…-

- Un idiota che però è il padre, Andie…-

- Fran, ma se mi ha piantata perché secondo lui ero troppo possessiva! Tu che mi conosci sai che sono la persona meno possessiva del mondo! E poi non credo che gli interessi.-

- Andie non fare la testona come al solito!-

- Beh, di stronzate ne ho fatte tante, una più, una meno…-

- Andie parliamo di un bambino! Non definirlo una stronzata!-

- Ma infatti non mi riferivo a lui come all'ennesima stronzata che ho fatto! O lei… chissà…- aveva risposto con un tono di voce molto dolce.

- Ma allora lo tieni!- aveva esclamato entusiasta Fran.

- Perché, ne dubitavi?-

 

Quella sera Andie si era vista con Orlando, che le aveva telefonato quella mattina solo per dirle che passava da New York e che avrebbe avuto piacere di passare una serata con lei, dato che era molto tempo che non si vedevano. Come era successo altre volte erano finiti a ricordare i fatti di quando si erano conosciuti, ridendo come dei matti.

- E comunque, io come del resto anche gli altri, non capiamo ancora perché vi siete lasciati tu e Dom.-

- Non è che avete mai fatto molti forzi per capire, eh…- disse lei sorridendo.

- E’ che io, da quando lo conosco, l’ho visto con un po’ di donne, ma mai con una come te, non so se mi capisci.-

- Ci posso provare a capirti, ma di fatto le cose non sarebbero cambiate. Dom aveva bisogno di una persona più semplice di me, una persona che fosse più disposta a dedicarsi a lui, se fossimo rimasti insieme ancora a lungo ci saremmo odiati prima o poi. E questo non avrei potuto sopportarlo, perché sai quanto gli voglio bene. Siamo stati insieme un anno, ma non abbiamo mai vissuto una storia normale, avevamo sempre bisogno  di staccare completamente dalle nostre vite per essere contenti insieme. E' cominciato tutto con quelle tre settimane a Los Angeles, poi è continuato allo stesso modo… andavamo in un posto isolato per una settimana, ci divertivamo come dei pazzi, poi ognuno alla sua vita. Telefonate su telefonate, fino a lì andava tutto bene. Poi quando ci siamo trovati a vivere entrambi a New York, anche se solo per un periodo limitato, abbiamo capito che le nostre vite erano incompatibili. Ti è piaciuto il riassunto?- Disse Andie sorridendo, Orlando le ricambiò il sorriso prima che si rimettesse a parlare. - Avevamo bisogno di normalità, di una storia da poter vivere dopo una giornata di lavoro… non so se mi spiego. Sarebbe andata avanti così sempre, e alla fine abbiamo deciso di salvare il salvabile.-

- Forse se lui avesse rallentato però…-

- Non dirlo nemmeno per scherzo! Non avrei mai permesso che facesse una cosa del genere.  E comunque fidati, se ci fosse stato un modo per far funzionare le cose non sarebbe finita. E poi, sia io che lui troveremo qualcuno, prima o poi! Anzi, la ragazza che vedeva un po’ di tempo fa mi sembrava così carina...-

- Chi, la francese?- chiese Orlando dubbioso.

- Sì, mi sembrava che fosse francese...-

- Schizzinosa, seriosa, poco incline allo scherzo… insomma, una bella bambolina, ma con Dom una così non dura, tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro!-

Andie sorrise pensando a tutti i dispetti che lei e Dominic si facevano a vicenda, in effetti quello che Orlando aveva detto era verissimo.

Quando tra lei e Dominic era finita nessuno l’aveva presa molto bene, primi fra tutti Jules ed Elijah. Era stata una decisione che aveva scosso un po’ tutti, dato che, nonostante ci fosse stato qualche litigio e qualche piccola incomprensione, come per qualsiasi coppia che si rispetti, tutto era sempre filato liscio. Non erano mai sembrati all’esterno infelici, o meno innamorati di quanto fossero all’inizio. Sia Dominic che Andie cercavano di vedersi ogni volta che era possibile, ogni tanto organizzavano delle piccole fughe. La notizia che tra loro era finita era stata una doccia fredda. Tuttavia avevano continuato a spedirsi e-mail, a sentirsi quando capitava l’occasione, che non mancavano di capitare a dire la verità, dato che Elijah e Jules, ormai una modella affermata con qualche piccola esperienza nel campo del cinema, continuavano a stare insieme.

Andie non aveva voluto dire ad Orlando la nuovissima notizia, tuttavia quella sera tornando a casa non stava più nella pelle dalla voglia che aveva di dirlo a Josh. Fece un paio di calcoli con il fuso orario europeo, dato che lui era in Portogallo sul set del film a cui stava lavorando, e gli telefonò per dargli la notizia. Dopo qualche giorno le era arrivato un pacco in ufficio, aveva visto che era di Josh e si era affrettata ad aprirlo. Lesse il biglietto per prima cosa.

“Ho attaccato il telefono circa un’ora fa, sono ancora un po’ stordito per la notizia che mi hai dato. Sono così dispiaciuto di non poter prendere il primo aereo e precipitarmi da te, mi piacerebbe vedere la tua espressione in questo momento. Se penso che non più di un paio d’anni fa per te questa sarebbe stata una catastrofe! Stasera ho capito sentendoti parlare che nonostante tutto sei felice per questa notizia. Vorrei veramente tanto essere lì con te, so che mi ripeto ma è così. Non so quanto tempo impiegherà ad arrivarti questo regalo, ma appena arriverà voglio che fotografi ogni minimo dettaglio e che mi racconti tutto, non voglio perdermi niente di questo periodo. Ti voglio bene, Josh.”

Le aveva regalato una di quelle macchinette fotografiche digitali che si collegano al computer, lei rimase un po’ interdetta, dato che non aveva idea di come si usasse. Fortunatamente Andrew era più ferrato di lei per certe faccende, fu lui ad istallare sul suo portatile il programma e ad insegnarle tutto quello che c’era da sapere.

 

Durante quei mesi non fu tutto così semplice. La gravidanza di Andie non si era dimostrata delle più semplici. Aveva dovuto necessariamente lasciare il lavoro, finalmente aveva preso quella segretaria e Andrew aveva portato avanti tutto il lavoro che avrebbe dovuto fare lei, rivelandosi più che mai prezioso. Jules, tra un impegno di lavoro ed un altro le era stata molto vicina, e Fran durante le ultime due settimane di gravidanza era arrivata a New York dal Canada. Jules e Fran avevano deciso di stabilirsi direttamente a casa sua in quell’ultimo periodo per stare con Andie il più possibile, le ragazze si erano trovate a stare sotto lo stesso tetto in quel momento, come non succedeva da un bel po’.

Erano finiti i tempi delle sbronze e dei casini sentimentali, dei locali alla moda e del frivolo divertimento, adesso tutte loro avevano qualcosa di più importante a cui pensare. La data del matrimonio per Fran ed Edward si stava avvicinando, Jules viveva un momento d’oro sul campo lavorativo e anche in quello sentimentale ed Andie fra due settimane avrebbe avuto il suo bambino. Non appena aveva saputo che sarebbe stato un maschietto aveva deciso di chiamarlo David, come suo padre, cosa che aveva fatto molto piacere a suo zio. A causa delle complicazioni di cui aveva sofferto in quel periodo Andie avrebbe dato alla luce David con un parto cesareo, che era già stato programmato.

Quelle due settimane, in attesa di ricoverarsi in ospedale, furono le più lunghe, Andie non vedeva l’ora di conoscere il suo bambino, e nonostante il fatto che in quella casa ci fosse sempre un gran via vai di gente che veniva a trovarla, il fatto di dover stare a riposo forzato, dato che era sempre stata un'iper attiva, non le piaceva. Quando finalmente era arrivato il momento Andie non stava più nella pelle.

Josh era arrivato a New York il giorno dell’operazione, ed Andie era stata felicissima di trovare anche lui dopo essersi svegliata dall’anestesia dopo l’intervento. Prendere in braccio per la prima volta David era stata la cosa più emozionante che avesse mai provato nella sua vita.

Dopo un po’ di giorni Andie aveva potuto fare ritorno a casa. Nonostante il fatto che Fran e Jules non avevano accennato a muoversi da là, adducendo la scusa che prima di tutto Andie avrebbe dovuto avere il tempo di riprendersi dall’operazione, poté rendersi conto di quanta attenzione ci voleva con i bambini piccoli e di quante cure avessero bisogno. Anche in quei giorni non erano mancate le visite, erano passati addirittura Dominic, Orlando e Billy, che avevano programmato quel viaggio appositamente. Fran e Jules sapevano tutto, ma per Andie fu una vera e propria sorpresa. Dominic le disse che non se lo sarebbe perso per niente al mondo.

Poche settimane dopo l'intervento Andie si era completamente ristabilita e per lei il mestiere della mamma, per quanto riguardava il lato pratico della cosa, non aveva più segreti. Dopo la poppata e il ruttino, una sera sul tardi, David si era addormentato mentre ancora Andie gli stava cambiando il pannolino, cosa che la fece sorridere. Teneva sempre la macchinetta digitale che le aveva regalato Josh a portata di mano, avrebbe fotografato il piccolo in qualsiasi momento, infatti nel vederlo così le era venuta la tentazione di immortalarlo. Poco dopo aver messo David nel lettino, sperando che dormisse almeno un’ora, aveva acceso il computer e si era dedicata a scaricare le foto dalla macchinetta, per poi fermarsi per un po’ a rimirare la moltitudine delle foto che gli aveva fatto negli ultimi tempi. Come le capitava sempre guardando le foto la sua mente incominciò a viaggiare nei ricordi.

Si era soffermata sulle foto che aveva scattato il giorno in cui Dominic, Billy e Orlando erano passati a trovarla. C'era anche Elijah con loro, che però in quel periodo era stato uno di casa, per via di Jules. Si era divertita un sacco a scattare quelle foto, Dominic aveva fatto ridere sia il bambino che il resto del gruppo con i suoi versacci, ma in qualche scatto era riuscita a coglierlo anche con un'espressione seria e concentrata. Osservando quelle foto di Dominic e David aveva guardato ancora più a fondo dentro di se, scrutando a fondo nei suoi sentimenti. Decise che non voleva tenersi tutto dentro.

 

11 novembre martedì, ore 00:17 am

Da: “Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)

A: “Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)

Oggetto: Deliri notturni

Allegati: david.jpg (75 KB)

Ti starai chiedendo che mi prende adesso. Niente di particolare, la mia mente ha solo preso a viaggiare nei ricordi e ti volevo rendere partecipe di quello che sto pensando.  Ho appena messo David a nanna, dopo la poppata mi si è addormentato sul fasciatoio mentre lo cambiavo, ti ho allegato la foto che gli ho appena fatto. E’ bellissimo. Tutte queste semplicissime cose, sono le più belle. Come diceva Joe Coker? “The best things in my life, are the simple things”… aveva ragione!

Lo so che ormai te lo devo aver detto almeno un diecimila volte durante questi mesi, ma continuo a stupirmi di come un figlio cambi il tuo modo di vedere le cose. Sto qui, a dieci passi dalla culla, eppure continuo a girarmi ogni pochissimo per controllare se sta bene, se è coperto. Devo avere il controllo di ogni minimo dettaglio. Passerei le ore a guardarlo dormire. Ti ricordi quando dicevo che ero totalmente inadatta ad essere una mamma, o una moglie? Per quanto riguarda la moglie non saprei, ma sulla mamma ho capito una cosa: non credo che esista nessuno che non sia in grado di occuparsi della propria creatura, la predisposizione a fare o a non fare certe cose non esiste. Appena ho saputo di averlo dentro di me l’ho amato subito, ho avuto paura e ce l'ho ancora, il che credo che sia del tutto normale, ma questo non preclude certo il fatto che io cercherò di essere per lui la miglior madre possibile.

Adesso è tutto in funzione di lui, e questo già lo sai. In questi giorni ho pensato all’ultima chiacchierata che abbiamo fatto, prima che tu partissi. Come mi avevi consigliato tu, mi sono lasciata in po’ andare con Andrew. Continua a telefonarmi spesso durante il giorno, sia per lavoro che per sapere come sto, e ogni sera passa almeno un’ora con me e con il bambino. L'altra sera mi ha chiesto se poteva baciarmi, e io gli ho detto di sì. Voglio che anche lui stesso prenda tempo, perché non voglio legarlo a questa situazione. Non cerco un padre per David,  non voglio che Andrew si senta obbligato a fare niente in proposito.

Comunque David avrà bisogno di un padre, è un dato di fatto. A costo che tu mi prenda in giro l'ho pensato guardando le foto che gli ho fatto mentre stava in braccio a Dominic, non più di un paio di settimane fa.  Per un momento quel giorno mi sarebbe tanto piaciuto che il figlio fosse stato suo, senti quanto sono imbecille! E mi sono trovata a pensarlo nuovamente stasera, adocchiando una di quelle rare foto in cui Dom teneva in braccio David e non gli faceva versacci per farlo ridere. Sarà perché la relazione che ho avuto con lui è stata la cosa più importante e più bella che mi sia mai capitata, dopo David naturalmente... per lo meno riesco a spiegarmelo solo così.

Ancora ci penso a noi due, anche se so che è finita, sono sicura di non essere mai stata tanto innamorata di qualcuno, fino ad adesso, poi chissà quello che potrebbe succedere. E non fare l’offeso, sai che con te è stato diverso! Mi sembra di vederti con la tua faccia da finto incazzato! Basta, non devo più dire parolacce, né scriverle! Ho un bambino da educare! Cattiva Andie!

A parte le stupidaggini, stasera ho una serata un po’ così, malinconica e sentimentale.

Adesso cerco di dormire un po’ anch'io prima che la piccola peste si svegli. Buonanotte!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E siamo giunti alla fine!

Non mi ricordo nemmeno con precisione come ho iniziato a pensare a questa storia, so solo che come al solito sono partita da un particolare insignificante per poi infilarmi in un ginepraio piuttosto denso di situazioni, che si sono complicate ulteriormente durante gli ultimi quindici capitoli, dato che ho messo di mezzo altri personaggi. Sarà stupido, ma credo che mi mancheranno un po’…ho già finito di scrivere questa fic da un pezzo, ma dato che poi, per forza di cose, sto sempre a lavorarci per finire di postarla ancora non ho avuto modo di smettere di sentirmi costantemente “immersa” in quel mondo!

A parte le considerazioni malinconiche e sentimentali (come Andie!), ci tengo a ringraziare tutte voi che avete letto e commentato con una costanza davvero preziosa… si, perché fondamentalmente credo che ognuna di noi scriva per il piacere e il gusto di farlo, ma sta di fatto che vedere snobbata e non commentata la propria fan fic non credo faccia piacere a nessuno. Nel mio caso, anzi, posso tranquillamente dire che siete state preziose, e che mi avete spinto ad andare avanti anche quando mi arenavo non sapendo più che accidenti inventarmi. Quindi grazie mille a Mami, Lilly, Conty, July Aneko, Giulietta89 (a proposito, ma quand’è che andrai avanti con la tua?!!), Dolcemaia… siete state davvero fantastiche, ed è per questo che la fic è dedicata tutta a voi!

Includerei anche nella serie di ringraziamenti loro… beh… the fellowship! Credo che dovrei metterci anche qualche scusa, per come gli ho caratterizzati ogni tanto, diciamo anche un po’ usati, fatto sta però che la colpa è anche loro! Se Monaghan avesse meno la faccia da folletto, facesse meno versi e fosse un po’ meno arrazzante forse, e dico forse, l’avrei lasciato in pace! Anche gli altri ovviamente hanno avuto la loro buona responsabilità in tutta la faccenda, inclusi anche i non appartenenti alla loro ristretta cerchia, anche se credo che dovrei citare sono Hartnett in questo caso.

Le mie scuse più sentite vanno a Jordana Brewster, alla quale auguro una sfolgorante carriera, e a Chris Klein, che se anche non mi è particolarmente simpatico forse non si meritava quella parte… era uno sporco lavoro, qualcuno doveva pur farlo!

 

E poi ovviamente non poteva mancare la dedica a Moon…

Forse saremo considerate un po’ ripetitive, ma che ci posso fare? Sei una costante, e meno male che è così, che ci sei sempre quando ho bisogno di te, e ovviamente non mi riferisco solo alle fan fic! Metà buona di questa stessa non sarebbe stata scritta senza il tuo fondamentale e preziosissimo aiuto!

Devo ringraziarti per la prima foto di Monaghan che è stata salvata nel mio pc, per le tue sincere critiche che sono state utilissime, fino al tuo commento all’ultimo capitolo appena hai finito di leggerlo. Significhi molto per me e probabilmente non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per tutto!

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