He & She

di Lallychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. La Cintura Nera ***
Capitolo 2: *** 2. Sorpresa ***
Capitolo 3: *** 3. Lettere ***
Capitolo 4: *** 4. Charles ed Heric ***
Capitolo 5: *** 5. Verità ***
Capitolo 6: *** 6. Telefonate ***
Capitolo 7: *** 7.Partirò ***
Capitolo 8: *** 8. Edimburgo e nuovi amici ***
Capitolo 9: *** 9. Finzione e Realtà ***
Capitolo 10: *** 10. Finalmente ***



Capitolo 1
*** 1. La Cintura Nera ***


Sana scese le scale rapida, osservandosi le scarpe, riflettendo su quanto era appena accaduto.

Non riusciva a crederci.

L’aveva baciata, un’altra volta, ed ancora lei lo aveva respinto. Stava quasi per lasciarsi andare…ma l’istinto di tirare una calcio a quell’impertinente aveva vinto su tutto…le sfuggi un sorrisetto, a quel pensiero.

Heric rimase a fissare la porta richiusasi, che le aveva tolto la vista di quella creatura misteriosa che aveva apenna baciato. Rimase come imbambolato per alcuni minuti, poi si riscosse e scese anche lui per le scale. Forse aveva atteso, inconsciamente, per non dover fare la strada insieme a Sana. Chissà.

 

__ il giorno dopo, esame di Karate cintura nera __

 

 

DRIIN, DRIIIN, DRIIIIIIN…

Quel suono, nella mente di Sana, sembrava non far partte del suo magnifico sogno. Si trovava in mezzo al mare, come poteva squillare una specie di… di…

"Sveglia!! Sana, non dovevi andare all’esame di Karate di Hayama?" un’altra voce non appartenente al suo sogno…certo che è strano…

"insomma, Rossana!! Sono le 9,00!!!" socchiuse le palpebre e un piccolo scoiattolo marrone le saltò sul viso, con un versetto stridulo ed arrabbiato.

Gironzolò fra i suoi capelli, mentre lei lentamente apriva gli occhi assonnati e si trovava di fronte un’enorme sombrero (cappello messicano..) con una piccola cuccetta al centro per lo scoiattolo… la testa di Mama la guardava seria, sovrastata dal grande cappello…

"Come le nove, mamma…" la voce ancora completamente da sonnambula…

Mama fermò la sveglia che continuava a cinguettare sul comodino e sorrise benevola…."sei in ritardo"

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!" come se non avesse mai avuto sonno, si scaraventò sotto la doccia (fredda…), si infilò in un vestitino blu a righe, e in 5 minuti si ritrovò nella sala sopra un piatto di cereali e latte.

Si ingozzò furiosamente, poi con altri 3 o 4 balzi felini oltrepasso Mama sulla macchinetta e Rei che raccoglieva gli occhiali caduti per lo spavento di vederla tanto rapida ed uscì..

"ma Proprio oggi dovevo svegliarmi tardi?? Com’è possibile…oh, povero Heric, spero di non averlo perso….cioè,. di non aver perso il suo esame"

sulla strada per la palestra, i passanti osservarono attoniti un nuvolone di polvere viaggiare a velocità mostruosa…

"ma cosa…? Oh, Sana, finalmente…! Dai, sei ancora in tempo per vedere la consegna della cintura!" Terence agitò una mano, vedendola arrivare. Nell’altra stringeva la mano di Alyssia, che rivolse a Sana un sorriso dispiaciuto.

"oh, no…lo sapevo che chi dorme non pesca aringhe…" sbuffò lei, spiaccicando la faccia sul vetro della palestra con aria affranta.

"uhn? Ehm, vorrai dire "non piglia pesci…" sei sempre la solita…" Funny scosse la testa con decisione…sconsolata.

Ad Heric fu consegnata la mitica cintura. Sul suo volto, come mai prima di allora, si dipinse una bellissima espressione soddisfatta. La prese, le mani quasi tremanti, e lanciò uno sguardo ai suoi amici. Li vide sorridere orgogliosi, e per un attimo la sua bocca sembro ricambiare. Poi, con freddezza si voltò, per tornare negli spogliatoi.

Solo Terence poté entrarvi per congratularsi con l’amico. Le tre ragazze attesero fuori, l’una desiderosa di riabbracciare il suo "pasticcino", l’altra semplicemente allegra e Sana…rimuginando quali "aringhe" pigliare…

Poi, tutte si sollevarono dalla loro posizione contro il muro per salutare Heric, uscito con l’amico dagli spogliatoi.

Gli occhi di Sana ed Heric si incontrarono, per un attimo quello sguardo freddo e profondo toccò quello dolce ed allegro, tanto luminoso della ragazza.

"Mi dispiace tanto…la sveglia…cioè, ha suonato ma….io ce l’ho messa tutta e…" sbuffò sonoramente, abbassando lo sguardo un po’ rossa in volto.

"Sana, non ti preoccupare. Non fa nulla. Era solo il giorno più importante della mia vita" le rispose Heric.

Sana sollevò lo sguardo, dispiaciutissima, mordendosi il labbro inferiore.

"Dai, scherzo!" ma dalla sua faccia dura non sembrava così…

per fortuna Sana credette a quelle parole ed attaccò a parlare a allegramente.

"Sei stato mitico, Heric, sapevo che ce l’avresti fatta…quando hai iniziato nessuno credeva saresti arrivato a questo punto…ci hai sorpreso tutti!…ah ah!"

per un attimo gli amici guardarono Heric preoccupati per la sua reazione. Ma quando lui mollò un CHOP (mossa di karate, colpo sulla testa con il taglio della mano) a Sana, tutti sorrisero, e Alyssia scosse la testa…non cambieranno mai.

"ma la smetti di parlare…? Che civetta…sei proprio una scema!" le disse Heric corrugando la fronte.

"ah! Ma sei impazzito…? Io…scema?" magicamente un martelletto spuntò fra le sue dita e cominciò a colpirlo sulla testa…anche se il neo-cinutra nera schivava ogni colpo con un balzo laterale.

Fino a davanti casa Hayama, i due non fecero che correre di qua e di là lottando allegramente.

Lì, le strade dei 5 amici si separarono. Terence, a bracetto di Alyssia, svoltò a destra, Funny tornò indietro. Sana rimase per qualche secondo indecisa sul da farsi. La frase della sulla terrazza della scuola le ronzava in testa…"anch’io devo parlarti…"…

"adesso smettilaa!" urlò Heric.

Sana, pensando, aveva inconsciamente continuato a martellare la testa bionda del ragazzo.

"mpf…Scusa.." ed il martello rosso scomparve dietro la sua schiena.

"hmm.."

"Cosa?" disse lei.

"Nulla"

"ah, mi era sembrato di sentirti parlare"

"no"

"bene"

dopo quell’intenso discorso a monosillabi, Sana si sentiva ancora più distante da Heric. Lo vedeva tanto freddo…sapeva che in fondo era tutta colpa della sua timidezza.

"allora…"

"visto che stavi parlando?!" sana non riuscì a trattenersi dal ridere.

Heric la congelò con uno sguardo. E lei si zittì subito, rimanendo però a fissarlo.

"Allora…"

"ma devi sempre ripet…" Sana fu afferrata per un braccio dal ragazzo. Cercò di divincolarsi, mentre la trascinava velocemente verso il parco.

"con te non si può mai parlare" gli disse lui senza smettere di correre.

"sei tu che non ne sei capace!" arrabbiata, rispose lei. "e poi smettila di tirarmi!!"

i due ragazzi entrarono nel parco, l’uno molto deciso, l’altra tutt’altro che contenta.

//non maltrattatemi se è corta e poco "succosa", aspettate almeno il prossimo capitolo! (^__^)’

ciau ciau

Lallychan

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Capitolo 2
*** 2. Sorpresa ***


"Insomma

"Insomma!" Sana gridò con forza, pestando i piedi a terra, pronta a ricacciare fuori il suo martelletto rosso…

"ok, ok, calmati" improvvisamente, Heric si fermo, e Sana gli capitombolò addosso.

Per un attimo, un brivido percorse i due ragazzi, calò un pesante silenzio. Sana arrossì violentemente e cercò di rimettersi in piedi, sotto il suo penetrante sguardo fermo.

"ehm…Allora?" si riprese rapidamente…ù___ù

Heric non le rispose. Ma senza smettere di guardarla, le prese delicatamente un polso (non una mano, eh…troppo romantico per Hayama n.d.r) e la guidò rapidamente verso il gazebo.

Lo raggiunsero insieme, mentre Sana era improvvisamente diventata silenziosa. Heric si fermò ad alcuni passi di distanza, e strattonò la ragazza per il braccio che ancora le teneva.

"adesso…"da una tasca tirò fuori un lungo fazzoletto blu. Lo arrotolò, e fece per posizionarlo sugli occhi di Sana..,

"ehi, ehi…che fai" fece lei, saltando all’indietro con un gridolino, puntando il dito sul fazzoletto criminale che voleva oscurarle la vista.

"uff… per favore, posso bendarti gli occhi??" fece lui, con tutta la delicatezza di cui era capace. Ma il suo tono suonava fintamente dolce…

"ma.." tentò di replicare, abbassando il dito.

"per favore" scandì lui.

Sana sbuffò, ma si riavvicinò e gli diede le spalle.

Heric alzò le braccia, fra le mani il fazzoletto. Le passo davanti alla sua testa voltata. Per un attimop furono…come abbracciati. Poi Heric legò stretto il fazzoletto sugli occhi della ragazza e si allontanò. Lei cominciò a traballare disorientata, come un pendolo.

"dove sei???" gironzolò per un po’ senza meta, mentre lui la osservava, cercando di trattenere le risate (woow n.d.r).

"eccomi, eccomi" si riavvicinò, bloccandole i polsi lungo i fianchi con forza, ma senza violenza.

Potevano sentire i loro respiri, ed Heric non poteva non assaporare il piacere di averla davanti, inerme, così bella...

"Allora?" la solita Sana ruppe il silenzio creatosi.

"bene. Ora ti farò entrare nel gazebo. Tu conterai fino a venti e poi ti toglierai il fazzoletto….capito?" (che discorsone per Hayama…O__O n.d.r)

"s…si. Ma cosa dovrei fare nel gazebo"

"sicuramente noterai qualcosa in più"

"c…cosa? in più?"

"zitta….cammina piano, vieni…così…" Heric la voltò, delicatamente, la accompagnò fino al gazebo, attento al gradino.

"adesso via con il conto alla rovescia…!" Heric sembrava piuttosto divertito.

"1, 2, 3, 4, 5, 6….20!! chi c’è c’è, chi non c’è sta sotto!"

Sana con allegria si tolse il fazzoletto. Si voltò a destra e a sinistra, saltellò girandosi…

"Heric, dove sei??" si accostò al bordo del gazebo, sbirciò al di là.

"ma dove si è cacciato…oh" il suo sguardo cade, per caso, su alcuni bastoncini, a terra, posizionati a formare…

"una freccia?" si abbassa, osserva la direzione dei tre ramoscelli secchio. Un venticello leggero le agita i luminosi capelli rossi.

Alza lo sguardo, e segue la direzione della freccia. Indicano la panchina del gazebo, ma lì non c’è nulla. Ci si avvicina gattonando, oltrepassando la freccia. Si infila sotto…

"ma qui non c’è nulla…" borbotta fra se e sé, quasi sicura che Heric le abbia giocato uno scherzo.

Poi…nuovamente, i suoi occhi sono attirati da una scritta, intagliata nel legno sotto la panca. Ben visibile, grande, lì c’era scritto:

Ti AMO

Heric

Sana senti le guance tingersi di un rosso porpora e porta una tremante mano sulla scritta, carezzandola con occhi frementi, lucidi…

Sorrise raggiante, ritrasse la mano, volle alzarsi subito in piedi.

Finì con lo sbattere la testa sulla panca…

// eilà, rieccomi! grazie per i vostri commenti, siete troppo dolci!! grazie di cuore. ^_^ aggiornerò quanto prima, sono ancora indecisa sul continuo... 

 

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Capitolo 3
*** 3. Lettere ***


“Aah

"Aah!" si portò una mano alla testa, che pulsava dolorosamente. Le scappò uno sbuffo divertito, rivolto alla sua stessa i. si guardò poi tutt’intorno, sperando di veder Heric comparire da dietro un albero con un sorriso, stupendo e raro, sul volto. Ma non c’era… rialzatasi, lanciò un ultimo sguardo alla scritta.

Ora sapeva di essere amata. Quella era una vera, bellissima dichiarazione. Si sentì mancare, le tremavano le gambe…il suo Heric aveva superato la timidezza che li aveva sempre divisi… il cuore batteva all'impazzata...

Saltellò tutta allegra fuori dal gazebo, pronta a dirigersi verso casa Hayama. Uscì rapidamente da parco, canterellando una canzoncina stonata con tutto il fiato che aveva in gola.

"SANA!" un urlo la risveglio da quello stato di trans.

"uh?" la canzone si fermò a metà del ritornello. Si voltò, e trovò a due passi di distanza un bel ragazzo dai profondi, brillanti occhi azzurri. Gli lanciò un sorriso. "ah, Ciao Charles!! Perché urli?"

Charles Lons con un sorrisetto storto gli rispose, " Ciao Sana. Ho dovuto urlare, sembravi impazzita, ti avrò chiamato dieci volte" scuoteva la testa rassegnato.

"ah, ah, ah, scusami! È che…" nel bel mezzo della risata gli vennero a mancare le parole. Non riusciva a capire come mai, ma non voleva assolutamente parlare con Charles, il suo migliore amico ed ex fidanzato, di quello che era appena successo.

"che.." cercò di aiutarla il ragazzo. Sana aveva assunto un’espressione enormemente imbarazzata, colpevole.

"ma, no, figurati. Lo sai come sono fatta…"

"è arrivata anche a te, vero???" fece lui. Sana strabuzzò gli occhi, scuotendo la testa interrogativa.

"come, no? La lettera…oh, Sana, sarebbe bellissimo!!" il ragazzo sembrava davvero al settimo cielo, come lei poco prima.

"Frena, frena! Di cosa stai parlando"

" come… non ti è arrivata??" lui parve deluso.

"ah…certo, adesso ho capito tutto" fece lei, ironica, incrociando le braccia sul petto.

"andiamo a vedere se ti è arrivata, su…" Charles senza aggiungere altro le prese una mano e cominciò a correre verso casa Smith.

-(questo segno dà inizio e fine ad un pensiero n.d.r) Ma perché oggi tutti mi tirano di qua e di là…??- Sana si lasciò tirare sconsolata fino a casa.

Un ombra sbirciò cautamente da dietro un albero, di fronte casa Smith.

"Robbi, è arrivata qualche lettera per Sana??" Charles non entrò in casa, urlò direttamente al povero Robbi che aveva aperto la porta.

"si, non ho ancora aperto ma…"

"fammi vedere!" Charles era davvero agitatissimo. Robbi lanciò un’occhiata a Sana, che annuì distrattamente. E pensare che quella giornata era stata tanto romantica…

Charles scartò frenetico la busta, dopo aver dato una felicissima occhiata all’indirizzo. Ne tirò fuori una lunga lettera…in inglese.

"bene, benissimo…io l’ho già tradotta, dice che…" e si voltò, entrando nella parte, con fare drammatico verso Sana, "siamo ufficialmente invitati a prendere parte alle lezioni della scuola Europe Theatre, con sede a…" scorse rapidamente la lettera, " Edimburgo!"

Sana rimase immobile. Non riuscì ad aprire bocca. Sentiva i pensieri in testa girare vorticosamente…

Non poteva andarsene ora. Lui…Heric…forse avevano trovato la vera felicità e…lei non poteva…andare via…

Ascoltò stralci delle urla di Charles. 5 anni, diploma…vacanze natalizie permesse in famiglia… Sana tremava, ma nessuno sembrò accorgersene. Charles e Robbi piangeva per la commozione, abbracciati.

L’ombra ascoltò tutto. E si allontanò silenziosamente.

"c…Charles?" lui subito si voltò, le si avvicinò notando ora la sua strana reazione…

"posso parlarti?"

"certo…" Robbi si dileguò, silenziosamente.

"io…" Sana provò ad iniziare. Ma sentì le lacrime salirgli agli occhi, insistenti. Le ricacciò tirando su col naso. "Heric…si è dichiarato. Mi ama ancora, capisci? E…io…anch’io lo amo, Charles!!! E non voglio partire proprio ora!!" San finì balbettando rossa in volto , tremando, abbassando la testa.

A Charles cadde il mondo addosso. Aprì la bocca, senza dire nulla. Lui voleva partire con Sana. L’amava ancora, ma ormai sapeva di dover rispettare la sua scelta…Heric. –ma non posso assolutamente accettare che la porti via dal suo lavoro. No- . rimase silenzioso, cercando disperatamente una soluzione. E la trovò.

Passò lentamente un braccio attorno alla spalla di sana, che singhiozzava seduta sullo scalino.

"non fa nulla, credimi. Andrò da solo. Tu…hai bisogno di questa felicità…"

"oh, Charles! Grazie" si voltò, stampando un bacio sulla guancia dell’amico, facendolo arrossire fino alla punta dei capelli.

Sana rientrò in casa. Charles invece, non si diresse lì. Puntò dritto verso casa Hayama, stringendo i pugni. Sapeva cosa fare.

// rieccomi! La storia mi sta appassionando…recensite, mi raccomando. altrimenti mi deprimo... (si sfrega le mani malefica) ne vedrete delle belle…nel prossimo capitolo…a presto. baci

Lalla

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. Charles ed Heric ***


Charles, da un passo nervoso e rabbioso, passò ad una vera e propria corsa; Agitatissimo, come non lo era da tempo. Ancora una volta, per la sua Sana. Che non sarebbe mai stata "sua" come desiderava…ma che voleva proteggere. Ad ogni costo…

Poi, improvvisamente, da una stradina laterale spuntò un’ombra. Guardava davanti a se, e tra i capelli biondi mossi dal vento non riuscì a distinguerne il volto. Fatto sta che gli finì addosso.

Capitombolò per terra, mentre il ragazzo con un saltello si era tenuto in piedi. Charles si voltò, il sole in faccia.

"Scusami, non ti avevo visto…Heric?" si sollevò da terra, cacciando la polvere dal perfetto vestito.

"uhn?" Heric lo fissò, il solito ed inimitabile sguardo freddo.

Charles finalmente lo fronteggiò. Fece un profondo respiro. Poi tornò a scrutarlo, pronto a parlare. I suoi azzurrissimi occhi fiammeggiavano.

"Heric, devo parlarti di una cosa importante. Devo parlarti di Sana".

Con il suo silenzio il ragazzo gli diede il permesso di proseguire.

"entrambi abbiamo ricevuto un’importante offerta di lavoro. Una studia di Arti Sceniche in Gran Bretagna, a Edimburgo. 5 anni. insieme.".

Quelle ultime due parole bastarono per far nascere grande interesse in Heric. Anche se non lo diede affatto a vedere.

"è un’offerta irripetibile, grandiosa, per la carriera di Sana! Lo capisci, vero??"

Heric fece cenno di si con la testa. Ma poi aggiunse, "perché sei tu a parlarmene…?"

"io…non voglio che perda quest’occasione unica lei è un talento nascente, ha bisogno di essere lanciata nel campo internazionale! potrebbe... non ripresentarglisi più una simile occasione..."

"ho capito…" Heric cercò di mantenersi calmo…ma sbuffò vistosamente.

"lei…non vuole partire. non posso accettarlo." Charles abbassò lo sguardo.sentiva dentro di se crescere la furia eroica di salvare Sana.

"Perché?" per un attimo Heric sembrò sorpreso.

"Lei…vorrebbe rimanere da te…io so…quello che è successo oggi." Charles si bloccò.

Heric sembrò leggere sfida nello sguardo si Charles. Si irritò enormemente sentendo che Sana gliene aveva parlato…- ma come, non…non è neanche venuta da me che già sparge la voce…-

"Cosa vuoi da me, Charles???" Heric preferì dire. Tagliò corto, come sempre.

"Lei DEVE Partire. Non puoi permetterti di rovinare la sua splendida carriera. Sana può fare ancora molto, è così giovane…ha un talento straordinario! non metterti fra lei e il suo lavoro!"

"Io…la lascerei partire" Rispose lui. Anche se dopotutto…quella era una risposta che non lo convinceva affatto.- non dovrei mettermi...fra lei e te, forse?-

"ma lei…lei…è lei a non volere, capisci?? È scoppiata in lacrime…" la voce di Charles si ruppe, mentre sfuggiva allo sguardo del ragazzo.

Heric strinse i pugni. Ancora il vento scompigliava i suoi capelli biondi, a tratti celando il suo volto.

"Bene. Ciao" si voltò di scatto. Charles, recepito il saluto, strabuzzando gli occhi gli corse dietro.

"ma che fai…io ti ho…"

"ho capito, Lons. Ora so come stanno le cose"

"voglio la tua parola, che farai di tutto per farla partire. Che le dirai che…quella scritta non è tua"

Heric si fermò. Ma non si voltò. Charles rimase a fronteggiare il suo capo biondo, sperando in una sua risposta. Gi puntò teatralmente un dito sulla schiena.

"Non ti prometto nulla" urlò Heric lanciandogli una fredda occhiata. che bastò a Charles per capire che aveva fatto breccia nei pensieri del ragazzo.Heric riprese imperterrito a camminare.

Charles si sentì incredibilmente soddisfatto. Girato l’angolo, potè concedersi una sfregata di mani. –ce l’ho fatta. Sana, l’ho fatto per te…ed ora, quel che sarà sarà -.

Heric strinse le palpebre si gettò sul letto. Puntò lo sguardo sul soffitto, tremando dalla rabbia. Strinse i pugni lungo i fianchi. Gettò fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni in un sospiro rabbioso.

-come può accadere tutto a me?? Perché?? Proprio ora, Sana…Ora che avevo trovato il coraggio… -. Heric, sul letto nella sua stanza, continuò a fissare il soffitto per lungo tempo. Gli girava la testa.

Ancora lo sguardo si posò, come spesso gli accadeva, sul dinosauro regalatogli da Sana anni prima. I suoi occhi lì si soffermarono, riempiendosi di ricordi. Di tutto quello che lui e Sana avevano affrontato insieme, uniti, a tutto quello che lei aveva fatto per lui. Dalla sesta elementare in poi. E ora…poteva tutto finire con una bugia??

- non dovrei piegarmi al volere di Charles. Dovrei parlare a Sana…magari si è inventato tutto - un pensiero un po’ meno grigio degli altri, e si solleva dal letto con un secco scatto. Apre la porta, scende le scale. Raggiunge il portatile, lo porta con sé in camera. Si distende sul letto nuovamente, appoggiando la testa al muro.

Il numero di Sana, che sa ormai a memoria.

TUUU

TUUU

TUUU

Tre squilli. Forse non era in casa.

TUUU

TUUU

Non era in casa. Sicuro. Stava per riattaccare…

"Pronto?" la voce di Sana.

"ehm…Ciao" balbetta, impacciato. Non si aspettava più una risposta, ed essa lo coglie alla sprovvista.

"…"

"Heric" "Sana" all'unisono.

"scusa. Prima tu. Mi hai chiamato…" Sana, lo sapeva, stava sorridendo. Che bello… se la immaginò, fresca e luminosa, con quell'indimenticabile sorriso radioso sul volto. come poteva ferirla, proprio ora…strinse ancora il pugno libero...

 

//finito qui!! Ahahahah…come sono malvagia…(perdono).

A presto, a domani (probabilmente) ciao ciao. Recensioni, non ve le dimenticate

Lallychan

 

 

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Capitolo 5
*** 5. Verità ***


“…Sana, ti ricordi di oggi, stamattina, al parco

"…Sana, ti ricordi di oggi, stamattina, al parco?" la voce inespressiva di Heric, steso sul letto, nella sua stanza, mentre fuori imbruniva.

"certo" Sana, nella sua casa, sorrise sentendosi già tremare… il momento che da tanto attendeva era giunto. Nonostante tale conversazione avvenisse per telefono…sentì accelerare il battito.

"…"

"Heric? Tutto bene? Io…" Sana arrossì violentemente. Ancora il cuore insisteva col martellare nel suo petto…–ti prego Heric, parla tu…non ce la faccio…-

"ah, sì, Sana, hai visto anche tu??" Heric, dopo un profondo, scosso respiro, parlò. Tirò fuori il miglior tono allegro gli riuscisse, ottenendo…una voce un po’ acuto e balbettante.

"mm?" Sana non riuscì proprio a capire quella domanda. Per un attimo rimase interdetta, affrontando ad una ad una le parole di Heric. Ma non le riuscì di rispondere.

"allora, Sana, hai visto? La scritta, l'hai vista. Eppure mi sembrava di aver posizionato al meglio quei bastoncini…" Heric ormai non riusciva più a fermarsi. Sentì le parole scivolargi avvelenate dalla punta della lingua, un unico flusso di bugie. Le sue dita si strinsero attorno al telefono, mentre nella stanza calava il buio della sera, ed il suo volto si confondeva nell'oscurità della stanza.

"…si, l'ho vista…" titubante, Sana gli rispose. Il suo cuore aveva rallentato. Misteriosamente, inesorabilmente. Si era fermato, in un attimo di sospensione nel vuoto più totale… in quell'attimo il vuoto totale occupava la sua mente. Attendeva con il fiato corto le parole di Heric.

"beh, a quanto pare…" un attimo di incertezza, poi la più totale falsa ironia nella voce del ragazzo: "qualcuna si è innamorata di me!".

 

Sana trattenne il respiro. Il cuore si fermò di nuovo, ora certo di non aver motivo per riprendere a battere.

Sentì tremare violentemente la mano che teneva il telefono. Aprì le dita. Lasciò cadere l'apparecchio.

Con un tonfo sordo questo cadde a terra. La ragazza rimase lì, ad osservarlo, incapace di fare o dire qualsiasi cosa. E dall'altra parte del telefono, sentendo interrompersi la linea, il ragazzo lo scaraventò dall'altro capo della stanza. Contro la porta. Lo stesso identico tonfo quando toccò terra. Il ragazzo scagliò, con tutta la propria forza, un pugno contro la parete. E la sua mano, mentre appoggiava al muro anche la testa, scivolò sul letto.

Toccò terra, nella casa della giovane attrice, una piccola lacrima. Cadde accanto al telefono.

Sotto lo sguardo allibito del manager, della signora Patricia, Sana tirò su con il naso e corse su per le scale.

La porta della sua camera si chiuse alle sue spalle, proprio mentre Mama passava in corridoio. Aveva fatto appena in tempo per vedere, tra le ciocche rosse, due occhi socchiusi e colmi di lacrime.

 

Sana, sobbalzando appena per il tonfo della porta sbattuta, si lasciò sfuggire un singhiozzo. Strinse i pugni lungo i fianchi, respirando a fatica, soffocata dai suoi stessi pensieri…

- Come sono stupida…ecco, la verità è che…ho fatto tutto da sola. Ho costruito castelli in aria alla ricerca di un futuro…che ho perso un sacco di tempo fa…- e alla mente le tornarono il viaggio a New York, Heric e Funny…il suo primi vero film, e tutti i disastri che ne erano seguiti…-è normale, dopotutto…che lui non mi ami più…ma io lo credevo… - alzò la testa fra le lacrime, ricordandosi di un avvenimento ben più vicino. - ed il bacio? È tornato il demonio un po’ maniaco di una volta..? non…non posso crederci!- nuovi singhiozzi, dalle sue labbra. -ì cosa penserà ora che gli ho attaccato in faccia? Che…mi ero illusa…che quella scritta significasse ben altro???- disperatamente scorse lo sguardo nella stanza, e con uno sbuffo affranto si avvicinò al letto.

Si gettò sulle lenzuola rosate, il colletto del vestito blu bagnato dalle lacrime. Affondò la testa nel cuscino. Avrebbe voluto soffocarsi.

- oh, Heric, sapessi quanto ti Amo…-

trascorse quella serata così. Mama la venne a chiamare, ma Sana non rispose affatto. Rei tentò persino di entrare dalla finestra. Ma, il viso nascosto fra i capelli, Sana chiuse la porta. Nemmeno il profumino delle leccornie di Patricia la smossero.

Quella mattina, sembrava trascorso un anno da quella precedente. Sembravano successe tante cose. Ma, in fondo Sana lo sapeva, erano successo solo per il suo cuore infranto. Quello di Heric non poteva immaginare…una sola cosa poteva ancora fare. Non voleva lasciarsi il tempo per cadere in depressione.

- ora… questa decisione è inevitabile. Io…non lo voglio Mai MAI più vedere. Mai più.-

ed afferrò il telefono. Dall'agenda, prese un numero di telefono. Digitò. Accostò l'apparecchia all'orecchio, ed il familiare "tuu" vibrò nel timpano.

"Pronto, Charles?"

 

// ciauuuuuu! Aggiornerò presto, domani, ma voi, mi raccomando, continuate a recensire. !!! ^_____^ e non mi maltrattate se ho fatto Heric troppo crudele. Lui farebbe di tutto per la sua Sana. ^_^

ciau

Lallychan

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Capitolo 6
*** 6. Telefonate ***


“Pronto, Charles

"Pronto, Charles??"

A rispondergli è il ragazzo con una voce profondamente assonnata. "Sana, di prima mattina…"

"Ah, scusa scusa" fece lei. il suo dispiacere era sincero: non avendo dormito, non si era accorta del tardo orario…

"Non fa niente…"

"Charles io…ho deciso…si, insomma, ho pensato che quest’occasione che ci si presenta è davvero imprendibile. Irrinunciabile" esibì il miglior tono drammatico che le riuscì. Strinse le dita intorno al telefono, pregando dentro di se che Charles non le facesse la fatidica domanda. – e Heric?-.

"…Sono molto contento, Sana" per un attimo Sana aveva percepito un sospiro di sollievo dall’altro capo dell’apparecchio.

"Bene…se vuoi, puoi passare oggi pomeriggio a casa mia. Ne possiamo parlare. Quando è prevista la partenza?"

"…uhm, vediamo…" Sana udì rumore di carte mescolate. "Dice che siamo entrambi attesi per l’inizio dell’anno scolastico, a Ottobre…il 18. Ehm..?"

"ma… è solo fra tre giorni, Charles!!" disse lei, o per meglio dire urlò, sbiancando.

"Si!!…abbiamo pochissimo tempo per prepararci. Bene, oggi pomeriggio alle 16,00?"

"Si, va bene Charles. A dopo, Ciao!!" .

Ed entrambi attaccarono.

Sana si appoggiò al telefono ormai al suo posto, con un profondo respiro. – è presto…certo è perfetto, non avremo neanche il tempo di vederci…-. Ed infine si accinse a mettere al corrente Robbi della propria decisione. Mostrando un perfetto radioso sorriso.

Charles fece un balzo in aria dietro la scrivania di almeno tre metri. Per non svegliare la manager non urlò, ma avrebbe voluto farlo…decise invece di afferrare la tromba e correre fuori, sul balcone, per suonare iper-eccitato…

 

"Pronto, Funny?" Sana chiamò l’amica quella mattina stessa, sapendola mattiniera.

"Pronto, ciao Sana!!" la voce allegra e ricca di quello stranissimo accento le fece tornare, in una sola folata, il buon umore.

"Ciao amica mia…devo darti una bruttissima notizia" la voce di Sana si fece malinconica.

"no…dimmi, avanti, non tenermi sulle spine"

"oh, Funny…devo partire, di nuovo. E stavolta…" un piccolo respiro, prima della drammatica notizia… "…sarà per molto tempo."

"nooooo! Sana, non puoi fare questo ai tuoi amici!! Non pensi ad Heric???" le urlò Funny. Dall’altro capo del telefono, l’ex ragazza di Heric era furente, ma anche spaventata.

" Funny. Perché Heric? Lui…Tra me e lui non c’è mai più stato nulla, lo sai" costarono molto queste parole a Sana. E non riuscì a nascondere una certa tristezza nel pronunciarle.

" Sei proprio una scema! Lui è innamorato di te, lo sai benissimo" continuò ad urlare Funny.

"ti dico di nooo! Smettila, ti prego…"

" Se lo lascerai ora, lo rimpiangerai per sempre"

" basta, Funny, questa è la mia decis…"

" non hai mai capito nulla di questioni di cuore, questa è la verità!!"

"Funny"

Sana sentì nuovamente salire agli occhi le lacrime. Ogni grido dell’amica le faceva girare la testa…

"Sana, io lo faccio per te!"

"lo so Funny. Io parto fra due giorni. Alle 8,00 di mattina, all’aeroporto". Le sue ultime parole. Sana riattaccò senza aspettare la risposta dell’amica. E si lasciò cadere sulla sedia, che si trovava lì per pura fortuna. – in questo periodo ogni telefonata è una tortura…- si ritrovò a pensare, arrossata da qualche lacrima leggera sulle guance.

Quel pomeriggio i due giovani attori si misero d’accordo sui bagagli, sulla partenza. Delegarono a Robbi il compito di prendere i biglietti ed avvertire la Scuola ad Edimburgo della loro risposta.

Quei due giorni passarono in fretta. Volarono sotto il peso dei bagagli da fare, della tante cosa da sistemare e comprare. Delle persone da avvertire.

Le telefonate ad Alyssia e Therence furono per Sana davvero sollevanti. Entrambi, dolcissimi come al solito, si complimentarono con lei nonostante il grande dolore della sua partenza. No le fecero domande difficili, fortunatamente. E così arrivò il 17 ottobre.

Sana, straordinario a dir poco, si svegliò in anticipo. E si guardò nello specchio del bagno, vide riflesso un voto sbiancato dalle numerose ormai notti insonne e travagliate, in cui mille pensieri la sommergevano. E la sua faccia…i suoi occhi. In tutti i suoi sogni ed incubi. Aveva ormai sognato futuro e passato, ma della realtà non sapeva immaginare nulla. Sapeva solo che Lui, non ci sarebbe più stato.

// rieccomi, ciau a tutte! scusate davvero su questo è un capitolo un pò scarno...ma introduce il prossimo e non ho avuto tempo, purtroppo per farne uno più lungo. ^_^ a domani, allora!

Lallychan

 

 

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Capitolo 7
*** 7.Partirò ***


Sana abbandonò la sua immagine riflessa con il cuore ancora più oppresso

Sana abbandonò la sua immagine riflessa con il cuore ancora più oppresso. Un peso sembrava gravarle, anche mentre mangiava, e rispondeva allegra e frizzante alle domande e raccomandazioni di Mama.

Durante la colazione, inspiegabilmente, sentì persistere sulla testa lo sguardo di Robbi…e quando tentava di incrociarlo, di vedere oltre quegli occhiali scuri, egli si voltava a guardare altrove…

- Forse persino lui si è accorto di quanto mi costi questa scelta… - si sorprese a pensare, mentre ancora una volta sfuggiva al suo sguardo interrogativo.

La colazione fu consumata in fretta, ed i bagagli li attendevano all’uscita. Sana salutò, sull’uscio di casa, mentre Robbi si caricava di una decina di valige, la signora Patricia.

"Arrivederci… Ci vedremo fra…poco più di due mesi!!" quanto le sembrò grande quel tempo…stampando un bacio sulla guancia della donna, si volta verso il manager.

Uno zainetto leggero sulla spalla. Un sorriso ben stampato sul volto incorniciato da due trecce rossicce.

Sana sale in macchina nel sedile posteriore, affiancata dalla mamma. Quest’oggi la signora Smith ha il capo adornato da un grande computer, lo schermo trasformato in cuccetta per lo scoiattolo.

In una decina di minuti raggiungono l’aeroporto. Scendono dalla macchina, raggiunti quasi immediatamente da Charles e la sua manager.

"Ciao Sana!! Il grande giorno è arrivato, finalmente!" le gridò un allegrissimo Charles.

"Ciao Charles…eh si! Si parte!" e con una perfetta imitazione del rumore dell’aereo sfrecciò davanti all’intera comitiva. Aveva scorto fra la folla alcune facce tristi e mogie…

"Sanaaaa!" Therence, la sua bella Alyssia accanto.

"amici miei…" Sana si butta direttamente fra le braccia della coppietta, per poco non facendoli finire a terra.

"Ci mancherai un mondo Sana…"

"ma sono sicura che quando tornerai, sarai più bella, famosa, straordinaria che mai!"

"vi prometto che sarò puntale di ritorno ad ogni natale…"

"Caio Sana"

Sana si voltò con un leggero scatto, staccandosi dai due ragazzi. Per un attimo fu ndecisa se rispondere o meno alla ragazza che l’osservava dispiaciuta. Poi le corse incontro, commossa, abbracciandola e baciandola sulle guance.

"Mai più Funny, mai più!"

"Scusami tanto Sana…io…ero così dispiaciuta per la tua partenza…che…" le disse l’amica fra le lacrime generali.

"Non ce n’è bisogno. Sei perdonata…".

In quel momento li raggiunsero anche Charles, i manager e la mamma.

"Bene, noi andiamo a consegnare i bagagli…fra dieci minuti dobbiamo imbarcarci" disse Robbi, la voce appena udibile sotto la catasta di valigie.

"Va bene!" il grido di Charles e Sana, pimpante e sereno.

Sana continuò a parlare con i suoi amici di sempre. Per quanto tempo non li avrebbe più rivisti… - ma…come mai…lui non c’è? Oh, certo, non l’ho neppure avvertito- per un attimo se ne vergognò, ma poi concluse risoluta – non ci vedremo mai più. È una fortuna che non sia qui-

"Come mai Heric non è venuto?" disse ad un tratto Alyssia.

Quel solo nome la fece raggelare. Respirando affannosamente, ascoltò spaventata la risposta del ragazzo…

" mi ha detto che forse non ce l’avrebbe fatta ad essere qui in orario…mi dispiace davvero Sana…" Therence sembrava realmente addolorato.

" non fa nulla ci siamo…ehm…sentiti per telefono" terminò la frase balbettando. – dopotutto è solo la verità…-

Poi, le parve di scorgere nella gran folla dell’aeroporto una testa alta e bionda. Camminava fra la moltitudine a testa bassa, ed alcuni ciuffi celavano degli occhi…Sana lo sapeva, stupendi.

"ehi, Heric, ce l’hai fatta! Non ci speravo più!" Therence si fece incontro al ragazzo, staccandosi solo per lui dalla fidanzata.

"uhm… si" rispose lui.

Sana non poté non notare quanto evitasse il suo sguardo.

"Ciao Heric" fece Sana, la voce piccola piccola quasi desiderando di non essere udita. Ma non voleva rischiare che gli altri se ne insospettissero…quindi fece un piccolo balzo di allegria.

Il ragazzo sollevò finalmente la testa. Ed i loro sguardi si incontrarono.

Per un attimo a Sana sembrò di sentire i loro cuori accelerare all’unisono. Si specchiò in quelle profonde perle marroni, trattenendo il respiro. Un lieve brivido le percorse la schiena.

"Posso parlarti?" la sua voce le giunse in ritardo, ma nessuno dei due si era accorto di quanto tempo fosse passato. Gli altri li osservavano silenziosi.

"ehm?" non riuscì a capire subito la sua richiesta. – cosa… cosa vorrà ora?? -. Si guardò attorno in cerca di aiuto. Ma lesse solo espressioni allegre sulle facce degli amici, ed una alquanto strana su quello di Charles…infine, fece cenno di si con la testa.

Heric la guidò a distanza di qualche passo tra la folla, fin ad una larga colonna. Voltando l’angolo, vi si nascose dietro.

Sana lo raggiunse, il fiato sospeso.

Ed ancora una volta, l’uno di fronte all’altro, non seppero cosa dirsi. Rimasero persi nel mare dei loro occhi. Diversi, si, ma tanto profondi e belli…

Sana, poi, sentì la mano del ragazzo scivolare sul suo fianco fino alla sua. La strinse lentamente, infilando le sue dita fra quelle di Sana. Senza smettere di guardarla negli occhi.

Impercettibilmente, le loro due teste si avvicinarono. Ed i capelli biondi e rossi si incontrarono, prima ancora delle loro labbra.

L’altra mano del ragazzo le si posò su una spalla.

E la baciò.

Sana non seppe pensare più a nulla. Né si accorse del lontano e sbalordito sguardo di Charles. Seppe solo chiudere le palpebre e dividere i loro sguardi. Per la prima volta.

Poi, istintivamente, la sua mano libera raggiunse il collo del ragazzo.

Non seppero quanto durò il loro bacio. Ma quando si divisero, sulle ciglia di Sana scintillarono due lacrime.

"Perché?"

Heric abbassò lo sguardo, lasciandole la mano. Poi, rialzandolo, le rispose sottovoce.

"se te l’avessi chiesto, saresti partita?"

Nonostante quella domanda fosse tanto inaspettata, Sana scosse il capo immediatamente, mentre una lacrima si gettava sulla guancia.

"Ecco" ad Heric quelle due parole bastarono per spiegare tutto.

"io…posso ancora tornare indietro. Posso lasciare Charles da solo. Mi importa solo…di essere con te!" Sana ormai sentiva le calde lacrime scendere copiose fino alla giacchetta nera.

"no! Io…non sarei qui se avessi voluto questo" fermezza nello sguardo e nel tono. Ma forse, non nel cuore.

"ti prego…perché fare del male ad entrambi?"

"separarsi per vivere felicemente in futuro non può essere un male"

Sana, anche se ancora piangendo, lo abbracciò stretto. Ed una voce nell’altoparlante chiamò il loro volo. Sentì Robbi gridare cercandola.

Si staccò per guardare un’ultima volta quegli occhi.

Ma per la prima volta, facendo il primo passo, accostò le sue labbra a quelle di Heric e lo lasciò lì, correndo verso il suo futuro, lacrimando ma sicura che, in fondo, quello era migliore di quanto lo avesse fino ad allora immaginato.

 

// fine!!! Ma se volete che continui…fate un fischio.

Lally chan

Ciau ciau

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Capitolo 8
*** 8. Edimburgo e nuovi amici ***


Sana sull’aereo fu letteralmente attaccata da Charles

Sana sull’aereo fu letteralmente attaccata da Charles. Lo trovò rosso in volto, tremante, boccheggiante. E non ne capì il motivo.

"ma, tu ed Heric…come puoi partire…Sana, a me Puoi Dirlo…"

Sana, dopo averlo osservato attentamente e con sguardo corrucciato per un po’ gli rispose con semplicità: "io e lui abbiamo deciso di vivere per il futuro"

Charles forse non comprese a fondo il significato di quelle parole. Ma non ne fu contento.

"Ma come…Sana, starai via per un sacco di tempo…non hai paura che lui, insomma…"

"io ho fiducia in Heric!! È lui che dovrebbe preoccuparsi" e con una teatrale smorfia si lanciò dietro le spalle i capelli rossi.

Il volo atterrò come previsto dopo dieci ore di viaggio. I due ragazzi furono portati al campus della Scuola. Sana si sentì catapultata in mondo completamente nuovo, e ne fu subito entusiasta.

L’Istituto aveva più di un centinaio di alunni delle più svariate nazionalità. Sana si sistemò in una stanza al secondo piano del grande edificio con due ragazza semplicemente fantastiche, attrici già abbastanza affermate come lei, del primo anno, l’una francese e l’altra italiana.

Fra loro l’unica lingua comprensibile era l’inglese, che era utilizzata naturalmente anche nelle lezioni.

Il primo giorno fu per Sana un’esperienza favolosa. Si sistemò vicino alla sua nuova amica, la ragazza francese, Juliet Tuno. Una ragazza un po’ timida, dai lunghi capelli ricci e neri. La giornata passò fra le lezioni di canto, musica, artistica, ginnastica, danza e naturalmente drammaturgia. Ed alla fine della giornata Sana aveva fatto una nuova straordinaria conoscenza:

Thomas Tuno, fratello della sua amica, un anno più grande di entrambe. Un ragazza davvero bellissimo: capelli forse un po’ lunghi neri e mossi, due splendidi occhi verde acqua, luminosi ed allegri. Un carattere così simile a quello di Sana: spigliato ed energico, instancabile e molto bravo nel suo lavoro. Una persona straordinaria, proprio come Sana. Lei si trovò a paragonarlo ad Heric…erano così diversi.

"Hei Sana, miss Japan, come va?" le gridò il ragazzo, vedendola girare alle 8,00 del mattino per i corridoi, sonnambula.

"Non possono farci svegliare così presto…" lungo sbadiglio. Sana aveva le codine alte fatte male, il volto un po’ pallido ed il segno del cuscino sulla guancia. Ma era bellissima, come sempre.

"su, su! Allegria! (non prendetelo per mike buongiorno…n.d.r)" e le diede un paio di gomitate sulla schiena.

"smettilaaa!" e Sana, come un tempo aveva fatto con Heric, tirò fuori il martelletto e cominciò a pestare il povero francese.

Le giornate di Sana trascorsero così: in allegria, con le sue nuove amicizie e l’immancabile Charles, che sembrava essersi trovato una ragazzo…(woow): proprio la giovane compagna di stanza italiana, una ragazza magra ed alta dai capelli corti color oro e gli occhi scuri e profondi. Riservata ed educata, come lui, del resto.

Arrivò il giorno della scelta delle parti per la grande rappresentazione natalizia della Scuola. Thomas non gliene aveva parlato bene.

"Si finisce sempre per litigare. Non è un gran chè, te l’assicuro" disse in risposta alla grande allegria di Sana per quella giornata. Si meritò una nuova martellata sulla nuca.

In effetti per Sana quella giornata non fu come l’aveva immaginata da quando era arrivata nella scuola: tutti urlarono per avere la parte migliore, e colui che se l’era accalappiata riceveva insulti e occhiatacce…capitò anche a Thomas.

"Sana, sono il protagonista!!!!" la raggiunse urlando e saltellando, seguito da fischi e ovazioni.

"oh, bravissimo Tommy!!" e in un attimo si ritrovò avvolta fra le sue braccia schiacciata contro il suo petto. Sentì le gote andare in fiamme.

Il ragazzo forse percepì la sua agitazione, perché si staccò immediatamente con un sorriso radioso e corse a proclamare la sua vittoria alla sorella.

Charles aveva assistito alle scenetta, mano nella mano con la sua Francesca, e lascinadola un attimo sola raggiunse Sana, serissimo.

"Tommy è un bel ragazzo, non trovi?"

"Sei uno scemo Charles. Lo sia che a me piace Heric"

" e chi ha mai detto il contrario?"

Si scambiarono un’occhiata gelida, poi Sana distolse sbuffando lo sguardo e corse a vedere quale parte le era stata assegnata.

"uhm…wooow, sono il grande ed eterno amore del protagonista….mi chiamo Serena…" non riuscì a capire se la notizia la rendeva felice o no.

___migliaia di chilometri più in là…___

Heric era disteso nella sua stanza. Osservava i suoi dinosauri. Osservava attento quello regalatogli dal padre, e quello di Sana. La sua Sana, tanto lontana…

Il telefono squillò, distogliendolo dai suoi foschi pensieri.

Rispose di malavoglia, la voce visibilmente annoiata. "Pronto?"

"Heric, sono Therence! Ti va di uscire?"
"no, non mi va…"

" e dai! Sono settimane che esci solo per andare a comprare il latte!"

"ti ho detto che non mi va!" ed Heric attaccò in faccia all’amico, confuso, stanco, di attendere, di soffrire. Come avrebbe voluto avere la forza di tenersi la sua ragazza…

___tornando in Europa___

"Thomas, hai visto?" chiese Sana all’amico.

"Si! Che bella parte, abbiamo, insieme!" le fece un dolce sguardo irresistibile.

Sana, ancora una volta, distolse lo sguardo arrossendo visibilmente. Eppure in quegli occhi verde acqua vedeva il quelli di Heric, così diversi… eppure così…come dire… (Innamorati? N.d.r).

Quella sera trovò moto da pensare. Le fu difficile prendere sonno. Ed il volto di Heric si sovrapponeva, si mescolava a quello di Thomas…e vide un Heric con gli occhi verde acqua e con un carattere tanto spigliato, oppure un Thomas chiuso ed introverso con due profondi occhi marroni…le sue due perle…

Dopo due settimane ci sarebbe stata la rappresentazione…ed il copione rivelò a Sana una brutta, tremenda notizia.

"dovremmo baciarci? Sulle labbra? Ma siamo matti?"

"Dai, Sana, non fare così! Per un semplice bacio, fra attori" fece Thomas, nascondendo a stento la sua irritazione e delucione.

"io…le mie labbra…sono sempre state solo, solo del mio ragazzo!" urlò. Le sembra di infuriarsi con se stessa. Con quella sana che pensabva e ripensava a due ragazzi contemporaneamente.

"Allora cambia parte!!"

"una vera attrice dovrebbe saper accettare le sfide" le fece gentilmente notare Francesca.

"aaah! Basta! Lo farò." Decise infine Sana. Ma dentro di se, come quando era stata convinta di dover baciare Charles, si sentiva male…

-un'altra notte insonne mi s prospetta…com'è difficile e diversa la vita qui a Edimburgo…- pensò prima di infilarsi sotto le coperte.

 

//ho pensato di proseguire la storia, e mi sono venute molte ma molte idee…sempre che qualcuno mi segua ancora ^_^’ recensite, vi preguu! (scherzo, se non volete, no. Eh eh)

ciau ciau

Lallychan

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Capitolo 9
*** 9. Finzione e Realtà ***


I giorni ancora una volta trascorse in fretta, fra prove su prove e lezioni prolungate per l’avvicinarsi delle vacanze

I giorni ancora una volta trascorse in fretta, fra prove su prove e lezioni prolungate per l’avvicinarsi delle vacanze. E venne il giorno in cui anche quella scena doveva essere provata.

Sana passò le ore davanti allo specchio per cercare di assumere un’espressione meno rassegnata e sconvolta. Infine, vestendosi e truccandosi per la scena, uscì dal suo camerino e salì sul palco della scuola accompagnata da Thomas e Juliet, che aveva la parte di sua sorella minore (era infatti più mingherlina, strano a dirsi, di Sana).

Nella grande sala Francesca e Charles erano venuti ad assistere alle prove, in prima fila. Qualche altro ragazzo senza nulla da fare si era sistemato nelle poltrone in seconda fila.

Il regista iniziò a spiegare la scena nei minimi particolari, parlando ora a Sana ora a Thomas, gesticolando furiosamente. Ma le sue parole arrivavano per metà alla ragazza, completamente concentrata a mantenersi calma.

"Bene, se avete tutto chiaro iniziamo" disse infine il regista, scendendo con un balzo dal palco e sistemandosi in una sedia riservata in prima fila.

Sana, come risvegliandosi, si voltò di scatto e si ritirò dietro le quinte aspettando il suo momento.

Entrò da quella che era stata allestita come una porta. La sua figura fu subito inquadrata da una forte luce bianca, che si rispecchiava sulla sua rossa chioma sciolta sulle spalla lasciando a bocca aperta persino Thomas.

- Caspita com’è bella…- si ritrovò a pensare, nonostante non facesse parte delle sue battute…

Sana fece qualche passo verso di lui, sorridendo lievemente. Le labbra rosate con un leggero lucidalabbra.

"Ciao Sam"

"C…ciao Serena"il ragazzo non sembrava ancora del tutto in sé.

Ancora qualche passo. Sana portò la sua mano sulla spalla di Thomas.

"Mi dispiace davvero, Sam. Mi dispiace".

"Questo…non cambia le cose" ed il ragazzo allontanò la mano della giovane.

"Hai ragione. Non cambia Questo" e per Sana arrivò il momento. Mosse di qualche centimetro il capo, respirando profondamente.

Socchiuse gli occhi. Sentiva su di sé lo sguardo di Charles, di tutti nella sala. La luce bianca sul viso. Sulle labbra.

Che, lentamente, toccarono quelle del ragazzo. Lo sentì rispondere immediatamente, come forse non avrebbe dovuto fare. Sentì la sua mano correre sulla sua schiena. Come Non avrebbe dovuto fare. Lo sapeva.

Con uno scatto si staccò da Thomas, aprendo gli occhi, spalancandoli, trovandolo ancora proteso verso di lei. Arricciando il naso si voltò, correndo. Via.

Lo aveva fatto. Sentiva ancora il sangue salire e arrossargli le guance. Le pulsava la testa. Le girava.

- l’Ho fatto davvero… e lui…- non riusciva a crederci. Ne aveva approfittato. Era stata abituata ai baci rubati da Heric, così diversi…la facevano sentire sicura…non aveva mai provato quella sfiducia, quella paura, mentre lo baciava.

Sentì l’urlo del regista, e poté immaginare il volto sorpreso di Thomas. Non gliene importò. Corse nel suo camerino e si chiuse dentro. Sbattendo la porta, si gettò su una sedia respirando affannosamente, guardando il soffitto. Vedeva lì riflessa l’immagine di Heric. – lo devo chiamare- si disse, dopo un po’. Ma rimando a più tardi, e dopo alcuni minuti di silenzio rispose alle urla un po’ spaventate di Juliet, uscendo dal camerino.

"Sana, cos’è successo, ti senti poco bene??" le si fiondò addosso appena aprì la porta.

"No, Juliet, sto bene…possiamo andare…" disse Sana, arrossendo ancora una volta.

"No, No, qui c’è bisogno di una bella chiacchierata fra amiche…" le sorrise. Quelle stesse parole sollevarono Sana. Non aveva davvero voglia di guardare in faccia Thomas…

Sana trovò davvero rilassante parlare delle sue preoccupazioni all’amica. Le disse di Heric, ma proprio tutto, partendo dalle elementari. Le parlò di cosa aveva provato in quel bacio di pochi minuti prima.

Con grande sorpresa, notò che all’amica dava molto fastidio che Sana non avesse gradito suo fratello. Si dispiacque enormemente, e cercò inutilmente di riparare spiegando come la situazione l’avesse fatta sentire a disagio…ma vedeva riflessi nei suoi grandi occhi vere acqua, simili al fratello, una forte irritazione. Delusione, forse.

Sana provò a parlare con Charles. Era sicura che almeno lui l’avrebbe capita. Ma un po’ per freddezza verso Heric, continuava a ripeterle quanto Thomas fosse perfetto per lei.

"Ma ti dico che…insomma…baciarlo è stato terribile. Non lo voglio fare mai più" aggiunse. Non aveva più parlato né con lui né con Juliet dello spettacolo incombente.

"Sana, non puoi tirarti indietro! Ne va della tua reputazione di attrice!!"

"No, Charles, non lo voglio fare. Ti prego, almeno tu, aiutami!"

"Sana..,"

"Non sarei mai dovuta partire, questa è la verità!!!" Urlò lei.

Ed in quel momento bussarono alla porta.

Sana corse ad aprire, sbuffando, arrabbiata e furente.

E si ritrovò davanti l’ultima persona che aveva intenzione di vedere, dopo quella frase.

"Sana…posso parlarti, da solo?" la voce gentile e vivace Thomas. Sana rimase per un attimo imbambolata sull’uscio. Poi gli fece cenno di si e lasciò uscire Charles. Avrebbe potuto scommettere di aver visto un occhiolino sul volto del ragazzo.

Thomas entrò, e mentre Sana chiudeva la porta, si voltò a guardarla.

"Mi dispiace per oggi. Mi sono…lasciato andare"

"ho visto" Sana non riuscì ad impedire alle sue guance di arrossire.

"Non succederà più"

"Ne sono contenta"

"Sana…ti prego, non lasciare la parte. Non per causa mia" disse lui dopo attimi di silenzio imbarazzante.

"Io…vedi…nonostante possa sembrare una vera attrice...non riesco a non mettere i miei sentimenti su questo palco del tutto…e…Non ce la faccio davvero Tommy" Sana abbassò la testa. Sfuggendo al suo pressante sguardo.

"Ti Prego. Non la proveremo mai più, quella scena. Basterà che tu sia pronta per la rappresentazione" Ed il ragazzo le afferrò una mano. Sana sentì un brivido salirle sulla schiena, ma non si oppose.

"B…be…bene"

Thomas sorrise finalmente sollevato. Le strinse leggermente la mano, prima di congedarsi con rapidità.

Sana rimase così da sola con i suoi pensieri. – dopotutto è solo un bacio…-

E la rappresentazione di avvicinò, arrivò.

Le sue parti non erano poche. Finché non arrivò la fatidica, ultima scena, fu impegnatissima. Non fece mancare agli spettatori il suo magnifico sorriso.

Poi, il bacio arrivò, e si ripeté la scena passata.

La mano sulla spalla. Le fatidiche parole.

L’avvicinarsi delle due teste, rossa e nera.

Chiuse gli occhi, e lo baciò.

Questa volta il ragazzo rispose più lentamente, lasciò il braccio lungo il fianco. I due si staccarono, mentre la luce di un flash li coglieva impreparati. La scena continuò, lo spettacolo finì.

Sana accolse felicissima i grandi applausi.

Non si era mai sentita così sollevata. Ora, stava per arrivare il natale, sarebbe tornata in Giapponeee!

 

// ecco a voi…! Spero non sia troppo corto. Recensite e…grazie mille a tutte!

Ciau

Lally chan

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Capitolo 10
*** 10. Finalmente ***


___In Giappone___

___In Giappone___

Heric aveva le cuffie nelle orecchie, seduto sul banco, in fondo all’aula.

Una ragazza saltellando tra i compagni lo raggiunse gridandogli allegramente qualcosa.

Non la sentì affatto.

Ma questa gli strappò via le cuffie.

"Ti ho detto che Sana sta per tornare, guarda!" e Funny gli sventolò davanti al naso un quotidiano. La foto di sana in prima pagina.

Heric scorse il giornale fino al suo articolo. Ed ecco lì, nel bel mezzo della pagina, in primissimo piano, la sola cosa che non avrebbe mai voluto vedere.

La sua Sana che baciava un altro.

Funny vide il ragazzo cadere in uno stato di pieno congelamento. Ma non gli disse nulla: sapeva che non era il caso…

___ad Edimburgo…___

La neve aveva coperto le strade e le case della bella città. Tutto, nella Scuola, ricordava l’arrivo delle festività. I ragazzi si chiamavano per i corridoi abbracciandosi e gridandosi un "Arrivederci festoso". E nella camera delle tre ragazze tutto era occupato dalle cianfrusaglie, dai vestiti di Sana…

"Metti immediatamente tutto in valigia!!" stava gridando Francesca, infuriata.

"Calma, calma…" rispose lei tirando gli indumenti senza ripiegarli all’interno di un’enorme valigia.

Juliet se ne stava tranquilla su una poltrona ad ascoltare la musica, osservando la neve cadere sul vetro della loro finestra.

Bussarono alla porta, e saltando oltre i panni di Sana Francesca aprì. Trovò Robbi, che entrò immediatamente per aiutare Sana con le sue cose.

Oramai tutti erano in partenza. E…

"Franci, Juliet, correte, o perderemo l’aero! Robbi, và a chiamare Charles e Thomas, vedi se sono pronti!"

Eh, sì, sarebbero tutti partiti alla volta del Giappone. Sana li aveva invitati, e i suoi amici non avevano saputo resistere.

Quella mattina, da poco passate le 9,00, una comitiva internazionale uscì dalla scuola, le braccia sventolate in aria a salutare gli ultimi studenti affacciati alle finestre. Raggiunsero in taxi l’aeroporto, dopo però una grande folla sembrava attendere il loro arrivo.

Una miriade di giornalisti.

I flash li colsero alla sprovvista, così come tutte quelle domande.

"è vero, signorina Sana, che fate ritorno per le vacanze in Giappone? La stanno aspettando, lì?"

"signorino Thomas, vi siete fidanzati ufficialmente??"

"Si parla molto della vostra coppia…Sana, Thomas, volete rilasciare qualche dichiarazione?"

Sana osservava smarrita le facce dei giornalisti. Di quella storia non sapeva nulla.

"Si, è tutto ufficiale"

Si voltò. Incrociò quello sguardo.

Sentì montare in se la rabbia. Avrebbe voluto urlare. E lo fece.

"Non è affatto vero!! Il mio ragazzo si trova in Giappone e le voci che corrono sulla relazione fra me e Thomas sono assolutamente false!!" con odio infine guardo Juliet. Come aveva potuto dire…

Dopo qualche altra domanda agli altri componenti del gruppo i giornalisti si fecero da parte. Salirono sull’aereo, partirono.

Sana sull’aereo fu ripresa ripetutamente dall’hostess. Le sue urla erano davvero esagerate.

"come ti sei permessa, eh?"

"Sana, lo sanno tutti…"

"Ma come ti viene in mente? Lo Sai benissimo, che fra me e tuo fratello non c’è nulla. Lo sai. E perché…?? Sei impazzita, forse?"

"Sana, lui ti ama, sei una scema a non averlo capito"

Sana, arrossendo, si zittì. Quella scena le ricordava qualcosa…

"Lui è mio fratello, volevo solo…oh, Sana…"

"La volete finire, voi due??" Thomas spuntò dal sedile davanti. Quegli occhi verde acqua incrociarono quelli di Sana. Ed improvvisamente sull’aereo calò il silenzio.

Le dieci ore di volo passarono nel più assoluto silenzio. Né Sana né Juliet toccarono più l’argomento.

E l’aereo atterrò. Un altro gruppo di giornalisti, le stesse domande. Diverse le risposte. Juliet non osò più parlare. E Sana gliene fu grata, enormemente.

Perché, lì, oltre al nugolo di fotografi, aveva intravisto un gruppetto di facce note.

Un paio di occhiali, accanto al visino più dolce mai visto.

Therence ed Alissya.

E poi, più in là, George, Margaret.

e…lei, la sua migliore amica. Sorridente, come sempre: Funny.

Un poco in disparte. Nascosto da un giornalista saltellante perché molto basso.

Quelle due perle, occhi bellissimi. Profondi, che ci si perse immediatamente.

Per poco non cacciò un urlo, nel vederlo. Sentì salire un’intensissima felicità. Quanto tempo…

Non si curò più di nessuno. Dei giornalisti. O di Thomas, o di Charles. Di Robbi o di Funny e Therence e Alissia.

Corse in mezzo alla folla, sentendo salire le lacrime. Non di tristezza, di felicità. Allo stato puro.

Gli lanciò le braccia al collo, sussurrando il suo nome quasi non fosse vero.

Gli stampò a ripetizione baci sulla guancia, mentre sentiva le sue forti braccia stringerla, finalmente, a sé.

Sarebbero per sempre rimasti così, staccati dal mondo.

"Ti Amo…"

"Anch’io, Heric…"

Heric sentì le sue lacrime infrangersi sulla sua giacca. Le prese fra le mani il viso, rigato ma tanto felice. E la baciò teneramente.

Più in là, il cuore di qualcuno si era spezzato.

Ma la felicità che quei due ragazzi, al solo vederli, trasmettevano, era tale che le sue lacrime s trasformarono in commozione.

Per aver conosciuto quella ragazza straordinaria.

E la sua storia.

 

// ciau! Ragazze, ho voluto finirla perché sentivo stesse per diventare infinitamente lungo, sotto gli equivoci che si potevano creare.

Ho voluto dare la felicità ai miei personaggi preferiti.

^__^ adesso mi sento felice anch’io.

Lallychan

Ps: avrete presto mie nuove notizie…(ihih)

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