E se...

di Sena27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cent'anni senza te ***
Capitolo 2: *** Un passato dal dolce sapore ***
Capitolo 3: *** Incontro ***
Capitolo 4: *** Nessun disturbo! ***
Capitolo 5: *** Di nuovo qui ***
Capitolo 6: *** Il ballo ***
Capitolo 7: *** Taiga ***



Capitolo 1
*** Cent'anni senza te ***


Cent'anni senza te

Eccomi di nuovo nella mia stanza, sdraiato, guardando il soffitto e pensando…
In quest’ultimo anno sono successe molte cose su cui rifletto spesso.
Dopo lo scontro con Rido, Yuuki mi ha lasciato qui all’Accademia Cross scegliendo Kuran.
Più volte ho pensato di andarmene da questo posto, così familiare e pieno di ricordi.
Sono uno stupido: solo per rendere la mia speranza più grande e realizzabile ho promesso che ti avrei uccisa.
Da quel giorno ti ho già incontrata alcune volte eppure non ho mai avuto la forza per mantenere la mia parola.
Mi sono sempre rifiutato di spezzare la vita alla persona che un tempo amavo e che continuo tutt’oggi ad amare
nonostante tu non sia più la fragile, dolce, tenera, sorridente Yuuki. La ragazza più dolce che abbia mai incontrato;
quella che un tempo, pur di aiutarmi, mi ha offerto il suo sangue; quella che si è definita “la mia alleata”.
No la Mia Yuuki se ne è andata facendo comparire un mostro, una creatura che io odio.

Però ha sempre il suo stesso sorriso, i suoi occhi.
I nostri incontri non sono stati un granché. Al ballo ci siamo lasciati freddamene, così come fuori dal cimitero,
quando hai tentato di mordermi e io non ho potuto fermarti. O meglio, non ho voluto. Mi rendo conto che in realtà
desideravo che tu finissi quello che avevi iniziato ma te ne sei andata lasciandomi con quello stupido di Aidoh.
Una volta ero io quello che ti abbandonava in città, quello che tentava di salvarti da ciò che ero (con scarsi risultati, ovvio!).
Non so cosa mi prenda, ma spesso mi chiedo se tu sia veramente felice con Kaname.
Forse più che una tua scelta ti sei sentita in dovere di seguirlo; in fondo è una specie di fratello maggiore per te.
E’ passato solo un anno. Un solo dannatissimo anno. Eppure mi sembra che ne siano passati cento. Cent’anni senza te.

 
 
Ciao a tutti… è la prima volta che scrivo su Vampire Knight di Matsuri Hino.
Ho scelto vampire knight perché è stato uno degli anime/manga che mi hanno incuriosito di più.
Spero che sia una buona lettura!

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Capitolo 2
*** Un passato dal dolce sapore ***


CAPITOLO DUE: Un passato dal dolce sapore
 
Oggi, dopo giorni di sole, le nuvole hanno deciso di rovinarmi la giornata.
Quella stella così lontana appare pallida. Odio quando minaccia di piovere.
Non so il perché ma mi fa ricordare le facce tristi di Zero e Kaname
le quali ho visto troppo spesso. Chissà che starà facendo Onii-Sama…
Nemmeno Aidoh lo sa. E’ stato liberato dall’Associazione solo stamattina
e Kaname era già andato. Quel ragazzo mi sta nascondendo fin troppe cose!
Non so perché; forse per proteggermi, ma io non sono più la bambina
di una decina di anni fa. Sono una migliore, più matura Yuuki.
 So riconoscere i miei sbagli da sola,so rimediare alle mie azioni e, soprattutto,
 so difendermi. Lui lo deve capire!  A volte mi verrebbe voglia di fargli il terzo grado,
assillarlo di domande. So di essere troppo gelosa e curiosa,
 ma questa è l’ennesima mattina che mi sveglio e lui non è accanto a me.
Se ne è andato, chissà dove, lasciandomi sola, di nuovo.
 Almeno una cosa in comune l’hanno quei due.
Anche Lui mi lasciava spesso da sola, e io mi cacciavo sempre nei guai.
Avevo bisogno che accanto a me ci fosse sempre uno dei due per sentirmi sicura,
 protetta e amata. Forse non dovrei pensare al mio passato da umana,
 nonostante sia una parte fondamentale della mia storia.
 Ho incontrato Zero e ho imparato a convivere con la sua “depressione”,
con la voglia di uccidere tutti quelli come noi, con il suo segreto.
Eppure, ne sono certa, non l’ho mai conosciuto fino in fondo.
Non sono riuscita a stargli accanto come avrei dovuto. Ho sempre pensato di aver
 fatto la cosa giusta ma, forse, se l’avessi considerato come un orfano qualunque
con la nostalgia della propria famiglia e della propria casa, non avrebbe sofferto
 e non starebbe soffrendo così. Mi ricordo quando il Direttore lo ha accolto in casa sua
 come aveva fatto con me. Mi faceva tenerezza. Quel ragazzo aveva visto la sua famiglia
 morire a causa di un vampiro. Era a pezzi, avevo paura di toccarlo
perché temevo che si frantumasse. Lo aiutai e cercai di capirlo.
Prima di andarmene mi aveva fatto un promessa: mi avrebbe uccisa.
 Ci siamo incontrati, ho persino tentato di morderlo,                                      
ma lui non ha mai cercato di fermarmi. Mi ha lasciata sempre con un modo freddo,
 come suo solito. Però credo che non si aspettasse lo stesso da me.
Non ho più voluto parlargli. E, anche se avessi voluto, non me lo sarei mai concessa.
 Avrei fatto soffrire troppe persone per me importanti. Zero, Kaname…
A distanza di un anno, ogni singolo giorno ricordo la mia dolce vita da umana.
 Ed ogni volta che ci penso tutti, intorno a me, se ne accorgono. So che, facendo così,
 li rattristo, so anche che ora non dovrei pensare al mio passato, ma solo a ciò che verrà.
Ho scelto di passare la mia esistenza con Kaname ed ora è tardi per ripensare a quei momenti.
Però non posso rinchiudere i miei ricordi, i miei sentimenti, le paure superate,
non posso fregarmene di ciò che ho fatto e voltare pagina.
Ho bisogno di ricordare tutto ciò che è entrato nella mia vita, nella mia INTERA vita:
 il Direttore Cross, Yori, Kaname, i miei compagni, la Day e la Night Class, Zero…
 Anche lui ha un posto nel mio cuore.
E’ per questo che non posso cancellare ciò che c’è stato prima di quella scelta.
E’ per questo che non posso dimenticare il mio passato.
Non mi sono mai sentita così insicura in vita mia. Ma penso sia troppo tardi
per riflettere e cercare di cambiare quello che oramai ho già fatto.
Non mi sono mai pentita di aver donato il mio sangue a Zero
e neanche di aver scelto Kaname invece di lui.  La storia doveva andare così.
 Perché mai avrei dovuto restare con il mio migliore amico?
Sapevo di amare Kaname. Anche se, da quel giorno in cui mi rivelò
 la sua vera natura mordendo quella ragazza, ho alzato una barriera tra me e lui.
 Con il passare del tempo, con il continuo restare accanto a Zero,
questa si è fatta sempre più impenetrabile. Ma sono riuscita ad oltrepassarla.
E ora sono felice accanto a lui. O almeno so che lui lo è.

 
 

Ciao a tutti!
Stavolta ho cercato di fare un capitolo abbastanza lungo (ovviamente senza risultati, uffa!!)
Ringrazio molto tutti quelli che hanno voluto leggere il primo ‘’capitolo’’
(se così si può chiamare…)  e che hanno recensito.
Mi scuso per il ritardo ma è stata una settimana più che pesante, perdonatemi!!!!!!!!!
Alla prossima!
 

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Capitolo 3
*** Incontro ***


CAPITOLO TRE:  Incontro


Mi svegliai in un letto che non era il mio. Fuori era notte.
La luna era piena. Era da molte sere che la osservavo.
Mi perdevo nel suo chiarore e non staccavo gli occhi dal cielo.
Mi stupivo ancora della distanza che c’era tra noi, le stelle e la luna.
L’orologio sul comodino segnava le 3 e 25.
In quella camera sentivo solo il suo profumo.
- Finalmente ti sei svegliata… - .
Conoscevo quella voce fredda e dolce alla stesso tempo.
Il tono era rigido ma non riusciva a mascherare la preoccupazione.
Zero era accanto al letto, seduto su una sedia.
Sul suo volto c’era stanchezza, probabilmente non aveva dormito.
Mi misi a sedere e calò uno di quei silenzi imbarazzanti.
 
Non ricordavo di come fossi finita in quella stanza.
 Sapevo solo di aver detto ad Aidoh che, quella mattina, sarei uscita.
Infatti dovevo riordinare il caos che c’era nella mia testa.
Kaname non ne sarebbe stato contento, ma lui non c’era
e non l’avrebbe di certo scoperto a causa di Aidoh.
A meno che quel biondino non provasse uno strano piacere
ad essere maltrattato continuamente da Onii-sama.
Camminavo tra le vie del paese e ripensavo a ciò che era successo
prima della mia trasformazione. Mi fu però impossibile essere lucida,
mi mancavano le forze. La sera prima Kaname era molto assetato
e io non avevo voluto  nutrirmi.
Stavo ripercorrendo quelle scorciatoie che usavamo io e Zero
quando il Direttore ci assegnava delle commissioni da fare.
 Le stradine erano molto strette e poco affollate.
Venivano usate solo dalle persone che abitavano nelle vicinanze. 
Iniziavo ad avere un senso di nausea e ad aver bisogno di appoggiarmi alle pareti.
Poi ricordo solo che svenni.
 
-Hai fame?-
Scossi la testa; non riuscivo a parlare.
La gola mi bruciava a causa della sete. Mi veniva persino da piangere.
Volevo abbracciare quel ragazzo, tanto che (senza accorgermene)
mi sporsi verso di lui. Aspettavo che il dolore diminuisse, poi parlai
– Forse dovrei tornare a casa… -
già, forse. In realtà non volevo.
– Aidoh sarà preoccupato. - .
Lui, però, era già stato informato da Zero.
Mi alzai e andai verso la porta con le gambe che mi tremavano
 ed ebbi un cedimento. Due braccia mi sorressero.
Era molto strano stare di nuovo con lui. Io ero come un bambino
che ha appena imparato ad andare in bicicletta. Se smette di andarci
 dopo un po’ di tempo non sarà più capace di usarla.
Zero mi fece sdraiare nel letto e mi riaddormentai subito.
Che stupida! Dovevo chiedergli tantissime cose,
 dovevo farmi coraggio e parlargli invece di dormire!
 
Durante la notte continuavano ad apparirmi strane immagini
finché mi ritrovai in una casa enorme e deserta.
Le pareti erano bianche e c’erano quadri, tavolini, vasi, specchi
sparsi in tutti i corridoi. Ogni porta era socchiusa
 e dietro di esse trovai i miei ricordi. Belli e brutti.
Avevo molto caldo e mi  agitavo in continuazione.
Paura e nostalgia si mischiavano e mi ritrovai in un grande salone vuoto.
- Yuuki… Yuuki… Svegliati.-.
Quando mi svegliai lui mi chiese se riuscissi a dormire bene .
- No, per niente!- .
Le lacrime iniziavano a rigarmi il viso e non riuscivo a trattenerle.
Non mi ero neanche accorta di aver abbracciato Zero.
In quel momento capii di avere veramente bisogno di lui.
Non ricordavo il tempo di essermi sentita così al sicuro.
Nemmeno Kaname era capace di ricreare quell’atmosfera,
anche perché non mi era mai vicino . Lo strinsi ancora più forte a me.
Volevo assicurarmi che non si sarebbe dissolto nell’aria.
Ci sdraiammo sul letto e io mi rannicchiai al suo fianco.
Nonostante i cambiamenti, le promesse, le scelte, la lontananza,
il mio cuore sperava che lui provasse ancora qualche sentimento d’amore per me. 

                                   
                
Quella ragazza vicino a me mostrava fragilità e debolezza.
Sembrava che chiedesse la protezione di qualcuno.
Eppure, dentro di se, era molto più forte di qualsiasi persona
avessi mai conosciuto. Il viso di Yuuki era sereno e tranquillo.
I suoi capelli castani e lunghi erano morbidi e lisci.
Avrei fatto carte false per poterli toccare ogni volta che avessi voluto.
Non mi sarei mai abituato alla loro lunghezza, per me era impossibile guardarla.
Quella capigliatura dava maggior eleganza al viso.
Stare al suo fianco era stato un grande errore.
Improvvisamente la gola prese a bruciarmi e sentivo di aver bisogno di sangue.
Del suo sangue. Non so dove trovai la forza, ma mi allontanai da lei.
In bagno c’erano quelle pasticche disgustose.
Di certo non potevo andare avanti così.
Prima o poi si sarebbe svegliata e avrei dovuto passarle accanto.
Lei se ne doveva andare  perché io non avevo nessuna intenzione di bere il sangue di qualcuno.
Tanto meno il suo.
Dovevo riflettere.
 Kuran mi aveva affidato Yuuki. Una settimana prima di trovarla svenuta
in mezzo alla strada, lo incontrai. Stavo andando all’Accademia
e quel cretino ha fatto uno dei suoi soliti discorsetti.
 Mi ha spiegato che doveva andarsene per qualche giorno.
Aidoh non sarebbe stato capace di impedire alla sua carissima amata
di commettere sciocchezze (tipo venire a casa mia?).
Kaname sapeva benissimo che Yuuki era ancora legata a me
e che avrebbe fatto una visitina al suo vecchio amichetto.
Immaginavo ciò che mi avrebbe chiesto quel vampiro.
Voleva che io proteggessi la ragazza. Un favore strano, troppo strano!
Credevo che lei si sapesse difendere da sola.
Se era arrivato al punto di chiedere a me questo, voleva dire che Yuuki era davvero in pericolo.
Non volevo accettare quell’incarico dato che sapevo di non poterlo portare a termine.
Avevo paura. Paura di perderla  di nuovo. Di perdere la mia ragione di vita.
Se in tutti quegli anni non ero ancora scomparso dalla faccia della Terra era grazie a lei.
Quell’ultimo anno era stato veramente difficile comportarmi come se non mi interessassi a lei.
Speravo solamente di rivederla, un giorno, magari di sfuggita, solo per accertarmi che stesse bene.
Quest’illusione mi diede la forza per andare avanti senza perdere la ragione.
Era inutile negarlo. Fare finta di odiarla non serviva a nessuno, nemmeno a me.
 Io l’amavo ancora, nonostante appartenesse già a qualcun altro.
 
Il suo odore era dappertutto e stavo impazzendo. Dovevo riempire i polmoni di aria fresca.
A quell’ora le strade erano deserte e ancora buie. Lei non si sarebbe svegliata presto.
Non aveva fatto altro che agitarsi e urlare. Quando si era svegliata era ancora molto stanca,
quindi avrebbe dormito fino a tardi.
Uscire mi fece bene, infatti la sete si calmò e mi tranquillizzai.
Riuscii a sbarazzarmi di quei pensieri sul perché Kaname mi avesse dato un compito così importante.
Capivo che dovevo ritenermi fortunato. Potevo restare al fianco di una persona a me molto cara.
Quando tornai a casa lei era già in piedi. Stava preparando la colazione e, vedendomi,
mi accolse con un sorriso. Quel gesto era così dolce che riuscii solo a ricambiare.
In ogni caso, la sbadataggine non l’aveva abbandonata. Dovetti allontanarmi perché lei si ferì.
La solita maldestra!  Con questa noncuranza rischiavo di ammattire!
Quell’incosciente mi venne a cercare.
– Zero! Stai bene?-
era una mia impressione o era preoccupata?
 – Si, tranquilla. La ferita?-.
Mi mostrò la mano fasciata
– Niente di grave!-
Rispose sorridendo. Già, non era successo nulla,
peccato che in cucina ci fosse ancora l’odore di sangue.
Non sarebbe stato un problema: conoscevo “Yuuki la sbadata” e, di questo passo,
entro la settimana (se non prima), l’avrei sicuramente morsa. 

Ciao a tutti. Eccomi di nuovo. 
Mi scuso subito (e di nuovo) per l’enorme ritardo!!
Sono molto felice che la storia piaccia e questo mi invoglia a continuare…
Come sempre grazie mille a tutti voi che leggete e commentate.
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Nessun disturbo! ***


CAPITOLO 4:  Nessun disturbo!
 
 
- … Sicuro di sentirti bene? Comunque, ho preparato la colazione,
quindi fammi un favore: dimmi che non hai già mangiato durante la tua fuga!- 
Ovviamente non mi era passata per la testa l’idea di fare colazione. Avevo ben altri pensieri.
Sorrise. Quel sorriso così spontaneo e semplice era meraviglioso. 
L’amavo per il suo modo di fare. Era gentile, generosa, naturale, incantevole,
 riusciva a ridere in qualsiasi situazione.
Credo che sarebbe stata  capace di non piangere persino al funerale di Kuran.
 
Mi stupii di come fosse la cucina. Quando cucinava lei all’Accademia la stanza si trasformava in un’arena.
 I guerrieri erano una ragazza impacciata e delle pentole innocue.
Ora l’ambiente era ordinato, pulito e non sembrava che ci fosse stato un combattimento!
Avevo l’impressione che qualcosa non andasse bene. 
- Senti, sei sicura di non averci messo del veleno?-
- Vedo che non siamo per niente cambiati!
Solo per informarti: non ho nessuna intenzione di avvelenare i miei amici!-
“Amico”. Una parola che suonava strana a me e al mio cuore che sobbalzò.  
-E’ la prima volta che cucino senza di Ruka. E’ lei che mi ha insegnato a preparare qualche piatto.
 Io credo di aver fatto progressi ma lei continua a dirmi che sono una frana con i fornelli…
Ehi! Non ridere, questa cosa è deprimente! -
 
TOC   TOC   TOC
 
Qualcuno bussò alla porta e vidi Yuuki sussultare. Potevo facilmente capire chi si trovasse all’ingresso.
Nonostante lo sapessi già, volli illudermi che il tempo da passare con la mia amata
 non fosse ancora scaduto.
Lei era vicino al forno: sembrava preoccupata e agitata.
Speravo che quest’ansia dipendesse dal fatto che non volesse ritornare a casa.
Sarebbe stato troppo bello se avesse voluto rimanere qui ancora un po’.
 In realtà sapevo che non vedeva l’ora di riabbracciare il fratello.
Voleva di sicuro ritornare nel suo ambiente familiare.
Qui non aveva passato  neanche un giorno e non aveva fatto altro che dormire.
 Eppure questo tempo mi era bastato per fantasticare una futura vita insieme a lei.
 Andai ad aprire. Mi ero illuso troppo e mi sorpresi di trovare Kaname davanti alla porta.
 Ci scambiammo solo un’occhiataccia e, di malavoglia, lo feci entrare.
 Comminò tranquillo e lentamente fino a raggiungere la cucina.
Con mio stupore la ragazza non gli corse incontro. Abbassò lo sguardo
e timidamente si posizionò al fianco del Puro Sangue che fece di tutto per scrutare il suo volto.
Lui la guardava come chi osserva un fiore raro, meraviglioso.
Non si parlarono, neanche un saluto veloce.
Pensavo che il comportamento di lei dipendesse dalla mia presenza e,
non potendo sopportare la vista di quella scenetta, li lasciai soli. 
Fuori il Sole splendeva, il cielo era limpido e non si vedeva nemmeno una nuvola.
Queste erano le giornate che non riuscivo a sopportare.
Con tutta quella serenità vedevo ovunque il suo sorriso e questo non mi faceva per niente bene!
Lo scopo di quella “fuga” era quello di non vederla partire. Mi dovevo rassegnare.
Non avrei più avuto la fortuna di svegliarmi e trovarla al mio fianco, allegra, in pace, spensierata.
Il suo ricordo sarebbe stato impresso nella testa mentre l’ odore e le tracce della sua permanenza
 in quella casa si sarebbero dissolte giorno dopo giorno.
Quando tornai di lei non c’era più nessun segno a parte i piatti in cucina
 ed una lettera di poche parole sul comodino.
Avrei preferito che non lasciasse ringraziamenti nell’andarsene.
Ormai era diventata un’abitudine sdraiarmi sul letto a fissare il soffitto
ed ora davo, ogni tanto, un’occhiata a quel pezzo di carta.
 
Zero, ti devo ringraziare per tutto.
Nonostante il tuo odio mi hai accolta in casa tua e mi hai aiutata.
Ti sono molto grata anche per avermi fatto sentire a casa malgrado io sia un’intrusa in questo appartamento.
Non saprò mai come sdebitarmi. Spero che la mia presenza non ti abbia disturbato troppo.
Addio.
 
Mi soffermai sull’ultima parola. Questo era davvero un addio?
Anche un anno fa pensavamo di esserci salutati per l’ultima volta.
Il mio destino era quindi quello di vedere continuamente Yuuki andarsene?
 
 

Il viaggio era durato molto poco nonostante la casa di Zero fosse abbastanza
lontana dalla residenza dei Kuran. 
Durante il tragitto feci di tutto per nascondere il mio viso dagli occhi di Kaname.
Non per timidezza o vergogna, ma perché mi aspettavo che lui fosse infuriato con me.
 Immaginavo che, lontano dallo sguardo dell’Hunter,
Onii-sama mi sgridasse o almeno mi lanciasse uno dei suoi sguardi di ghiaccio.
Invece fece di tutto per poter scrutare il mio viso.
 Cercò di parlarmi e ricevette in risposta solo monosillabi.
Sapevo benissimo che mi stavo comportando da sciocca
ma tentavo di capire se avessi detto la verità in quelle frasi in cui ringraziavo Zero.
 Ero certa che l’avrei rivisto dato che non ero del tutto completa se lui non era con me.
 Quando entrai in casa sentii dei brividi in tutto il corpo.
 Faceva terribilmente freddo! Immediatamente pensai ad Aido.
Lui aveva il potere di congelare qualsiasi cosa.
Per la prima volta esaminai lo sguardo di Kaname.
Era cupo, sembrava stesse chiedendo di essere perdonato.
Capii subito che qualcosa non andava e corsi rapidamente al piano di sopra.
Il volto di Hanabusa era sconvolto. Mi avvicinai a lui.
 Non l’avevo mai visto in quelle condizioni.
L’avevo sempre considerato un vampiro a cui piace scherzare troppo,
un ragazzo normalissimo, sorridente, sempre allegro.
 Ma ora aveva perso quella fiamma di felicità che brillava nei suoi occhi.
 Ciò che vedevo era molto strano.Era successo qualcosa di grave?
Lui mi guardò e mi spiegò tutto. Balbettava sotto voce
 e cercava di non farmi spaventare. Io ero arrabbiata e terrorizzata.
 Aiutai il ragazzo a calmarsi e poi scesi le scale.
 Kaname non si era mosso da quando eravamo arrivati. Era davanti alla porta immobile.
-Perché? Perché l’hai fatto?-  Nessuna risposta.
Mi veniva da piangere.
 Avevo conosciuto quel ragazzo una decina di anni prima
 e in tutto quel tempo non aveva fatto altro che mentirmi e nascondermi la verità.
Solo quando accettai di seguirlo mi rivelò alcuni tratti della sua storia.
 Ora, però, avevo il diritto di sapere il motivo dell’omicidio del padre di Aido.
Quell’uomo era stato cortese con i Kuran e il figlio aveva sempre servito la famiglia.
Perché doveva fare soffrire così Hanabusa? Pensavo fosse un amico di Kaname,
una brava persona a cui affidare la propria vita.
Era sempre stato onesto e gentile con me.
A volte i suoi scherzi erano troppo pesanti ma non meritava un dolore così grande!
Mio fratello mi guardava ma non era quello che volevo che facesse.
 Io desideravo solo che lui parlasse, che mi dicesse la verità.
 Tremavo di rabbia.
 In quel momento avrei preferito andarmene.
 La mia presenza non aveva importanza dato che lui non voleva dire nulla.
Era inutile rimanere ferma davanti a lui in quello stato, quindi andai nella mia stanza.
Non intendevo vedere di nuovo il volto di Kaname
perché avrei sicuramente rischiato di intenerirmi e di perdonarlo.
Ma per quell’azione non c’erano scuse.
Questo era troppo e la mia rabbia stava aumentando sempre di più impedendomi di ragionare.
Così mi sdraiai sul letto e mi addormentai sperando di risvegliarmi più serena.  
 Quando aprii gli occhi era tardo pomeriggio
e la rabbia era sparita facendo comparire la disperazione.
 In casa non sentivo la presenza di Kaname, sembrava che fosse tutto tranquillo.
 Uscii dalla residenza anche se non sapevo dove andare
ma ero certa che stare lontano da lui mi avrebbe fatto sicuramente bene.
Fuori diluviava di conseguenza mi bagnai tutta e inciampai parecchie volte.
 Mi fermai sotto una tettoia per riprendere fiato e cercare di capire dove andare.
 In un hotel era impossibile dato che non avevo denaro e neanche degli  amici in zona.
Avrei potuto stare da Zero ma l’avevo già disturbato e gli avevo detto addio.
 E poi c’era mio padre.
Di sicuro avrebbe ospitato per qualche giorno la figlioletta
ma non volevo presentarmi da lui in quelle condizioni.
-Ti sei persa, cara?-
La voce proveniva da dietro le mie spalle
e mi fece venire in mente quel giorno nevoso in cui Kaname mi salvò.
Mi voltai e capii chi aveva parlato.
Era solamente una vecchietta che mi accolse gentilmente in casa sua.
 Il luogo era abbastanza buio e c’erano pochi arredi.
C’era un piccolo tavolino in mezzo alla stanza,
le pareti erano arredate solo con alcune mensole.
Un mobiletto era accanto al lavandino e dalla porta di fronte a me
si intravedeva una poltrona rossa del salotto.
Quella signora iniziò a girarmi intorno e ad osservarmi. Non mi chiese nulla neppure il mio nome.
 Iniziavo ad aver paura.
Era strano essere guardati in quel modo.
Il ricordo che avevo avuto prima mi ritornò di nuovo in mente
e quella “cosa” davanti a me si fece riconoscere.
 Era un vampiro ex umano che stava per perdere la ragione.
 Con me non avevo armi e il panico mi impedì di muovermi.
Era terrorizzata e iniziai a gridare. Non volevo morire così.
Non volevo che mi trovassero lì, in quella stanza.
Iniziai a pensare a tutte le persone lontane da quella casa che mi aspettavano.
Presi coraggio.
Quando riuscii ad uscire dalla casa corsi senza neppure sapere dove stessi andando.
Una via era uguale all’altra. Mi sarebbe bastato seminare quel mostro.
Se ce l’avessi fatta, giurai a me stessa di ritornare a casa e di chiudermi dentro!
Dietro di me non vedevo più il vampiro, anche se percepivo la sua presenza.
Oggi era evidentemente la mia giornata sfortunata dato che mi ritrovai in un vicolo cieco! 
Quell’essere leccò il mio collo e stava per mordermi con i canini.
Aspettavo che quella “cosa” assetata di sangue mi uccidesse
ma vidi una figura in fondo alla stradina che  veniva verso di me.
Prese una pistola che riconobbi subito.
La Bloody Rose.
Vedere Zero mi riempì il cuore di gioia. Finalmente una faccia amica!
 Fissavo il punto da cui era venuto il ragazzo
e non mi accorsi neppure che quel mostro era stato ucciso.
-Tutto bene?-  Non mi sembrava vero.
Erano passate solo alcune ore da quando avevo lasciato il suo appartamento
 ma sembrava che fosse trascorsa un’eternità.
-Sì… Grazie-
-Si può sapere che ci fai qui fuori, da sola, sotto la pioggia e in questi vicoli?-
-Niente di che- Abbassai gli occhi.
 Mi era difficile guardarlo, mi faceva sentire colpevole di qualcosa di orribile!
Tra l’altro non riuscivo a osservarlo a causa dei sui occhi che da sempre mi avevano colpita.
-Già… Stavi solo tentando di farti ammazzare!
Ma Kaname ti lascia andare in giro da sola sapendo che ti cacci sempre nei guai?-
-Lui  non sa che sono qui.
Stamattina… io… insomma… mi sono infuriata con lui e me ne sono andata.
Non riesco proprio a capirlo!-
-Tranquilla non sei l’unica. Dai vieni ti accompagno. Di sicuro è in pensiero per te-
Perché stava facendo tutto questo?
In fondo io ero solo un peso per lui.
 Una stupida ragazzina che aveva  voluto entrare nella sua vita rovinandola.
E mio fratello?
Non si era mai preoccupato per lui ed ora sapeva persino come si sentiva.
Iniziai a pensare che quei due fossero uno più strano dell’altro!

 

Ciao a tutti!
Eccomi con un nuovo capitolo e con l’ennesimo ritardo! Scusatemi tanto!!
Grazie  mille a tutti voi!!
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Di nuovo qui ***


CAPITOLO 5: Di nuovo qui
 

Stare vicino a Zero era molto strano per me.
Lui continuava a tenermi d’occhio e io facevo lo stesso.
Avevo paura che mi lasciasse lì, da sola.
Non sapevo come tornare alla residenza, quindi avevo bisogno di lui.
Camminammo per qualche minuto e riconobbi una delle vie che portavano a casa.
Quando vidi in lontananza l’abitazione iniziai a respirare a fatica,
non mi sentii le gambe e più volte ebbi un senso di nausea.
Mi voltai e percepii lo sguardo di Zero sulla mia schiena.
-Pff… sei così cocciuta che non vuoi vederlo, giusto?-
Annuii.
-Muoviti!- Stava cambiando direzione.
Non so dove stesse andando ma si stava allontanando dalla residenza.
Riconobbi l’appartamento di Zero.  Non sapevo perché mi stesse portando a casa sua.
Mi fece entrare, il suo odore fece bruciare la mia gola e i miei occhi diventarono rossi.
Era da qualche giorno che non bevevo sangue.
Mi infastidiva essere vista  in quella situazione.
Così cercai di sfuggire allo sguardo del ragazzo. Non ottenni buoni risultati.
- Datti una ripulita, sei fradicia.  Tieni.
Ti starà larga…  E…  Sul lavandino ci sono le pasticche.-
Mi porse una sua camicia, un bicchiere e mi indicò la porta del bagno.
Non sopportavo non avere segreti con lui. Mi conosceva troppo bene!
Feci una breve doccia. L’acqua calda che scivolava lungo il corpo mi calmava.
Durante quel breve tempo avevo liberato la testa da tutti i pensieri inutili.
Dopo essere uscita dalla doccia stesi i miei abiti per farli asciugare.
Poi la scatoletta delle compresse richiamò la mia attenzione.
Purtroppo avevo ancora le mani bagnate e il bicchiere scivolò frantumandosi sul pavimento.
Zero bussò velocemente alla porta chiedendomi cosa fosse successo.
- Beh… qualcosa è passato a miglior vita… -
Non so cosa avesse capito ma aprì rapidamente la porta e mi si avvicinò.
- Mi dispiace-  Sembrò sollevato quando vide il bicchiere in mille pezzi.
Ma si agitò subito accorgendosi che mi ero tagliata con il vetro.
Non era una ferita grave anche se del sangue rigò il dito, la mano
e quando arrivò al polso lui mi prese il braccio e leccò quel liquido rosso.
La sua reazione era più che normale poiché era un anno che non si nutriva.
Tra l’altro la cucina era ancora invasa dall'odore di sangue dalla mattina.
Non cercai di fermarlo ma lui si ritrasse e abbassò il capo, pentito.
Non so cosa scattò in me visto che mi accorsi di avere i canini nel collo di Zero.
Bevevo  il suo sangue e provavo un piacere immenso.
Potevo sentire il cuore del ragazzo battere sempre più velocemente e le sue braccia irrigidirsi.
Lo spinsi contro il muro e feci scivolare le mie mani lungo il torace nudo
mentre lui stava stringendo la maglia che indossavo.
Le gocce che cadevano dai suoi capelli bagnati scivolavano lungo la schiena
lasciandomi un piacevole brivido. Sentivo una nuova sensazione come se stessi per rinascere.
Mi sentivo sempre più forte e presi avidamente il sangue
finché i suoi muscoli si rilassarono e capii che si stava indebolendo. Mi scostai da lui.
-S-scusami- Il cuore mi batteva forte.
Lui non sollevò  la testa e non mi guardò.
Aveva lo sguardo fisso sul pavimento.
Sembrava spaventato ma poco dopo si avvicinò a me.
I suoi occhi violetti diventarono color del sangue.
Iniziò a leccarmi il collo dove affondò i canini.
Succhiò il liquido un paio di volte poi mi guardò dispiaciuto.
Si alzò e uscì dal bagno chiudendosi la porta alle spalle. Io ero rimasta immobile.
Toccai solo i segni che aveva lasciato quel morso così dolce.
Nonostante la natura animale dei vampiri,
Zero aveva affondato i canini molto dolcemente.
Restai in quella posizione per un’infinità di tempo. Alla fine decisi di uscire dalla stanza.
Era strano sentire Zero parlare nel sonno.
Era sdraiato sul divano in salotto e continuava ad agitarsi.
In quel momento mi chiesi quanti altri incubi avesse avuto nei giorni precedenti.
Quella casa così vuota doveva averlo visto soffrire tante volte!
L’espressione sul suo volto era triste e stanca.
Doveva essere l’ennesima volta che faceva lo stesso sogno.
-Zero… Zero…- La voce che usciva dalla mia bocca era dolce, tenera e gentile.
-Yuuki!-  Spaventato aprì gli occhi che si illuminarono vedendomi lì.
Chissà che stava sognando…
-Stanotte non mi fai compagnia?- Non pensavo a quello che dicevo:
per me era normale chiedere qualcosa di assurdo solo per vedere le persone felici!
Così mi ritrovai con la testa sul suo petto
e quando iniziò ad accarezzarmi i capelli il mio cuore accelerò sempre di più.
Questa sensazione di protezione e sicurezza mi fece sentire di nuovo amata e al mio giusto posto.
Era come tornare a casa dopo essere stata per molto tempo in una città lontana e sconosciuta.
 
-Ma è mai possibile che tutti debbano sparire?-
La voce del Direttore mi svegliò rovinando il mio tranquillo sonno.
Yuuki non si era mossa durante la notte, era sempre  appoggiata a me.
La scostai molto lentamente per paura di svegliarla e andai ad aprire a quel rompiscatole.
-Finalmente! Almeno qualcuno non è scomparso!-
Non capivo cosa fosse successo di così urgente da svegliarmi con tutte quelle urla!
Feci entrare l’uomo in casa e tentai di calmarlo in tutti i modi.
Oggi era sicuramente la sua giornata peggiore.
-Potrebbe spiegarmi cos’è successo?-
-I soliti problemi tra vampiri!- Si vedeva lontano un miglio che era stanco.
Cross mi raccontò gli ultimi fatti.
Kaname era sparito subito dopo aver ucciso un Sangue Puro
e il padre di Hanabusa Aido, che era stato trovato dal Direttore alla residenza Kuran.
Di Yuuki però non c’era nessuna traccia.
- Zero, credo che lei sia in pericolo. Non è più protetta da Kaname,
e Hanabusa le ha raccontato quello che è successo.
Sarà di sicuro sconvolta. Penso che la cosa migliore da fare sia portarla all’Accademia
dove sarà in buone mani. Ma prima bisogna trovarla!- Cross era serio e aveva ragione:
ormai lei non era più protetta dal fratello quindi ritornare al collegio sarebbe stato molto più sicuro per lei.
Feci entrare Il Direttore nella stanza dove dormiva Yuuki e gli spiegai come l’avevo trovata.
Si appoggiò al letto accarezzandole i capelli e svegliandola.
La ragazza abbracciò il padre adottivo e vidi un sorriso aprirsi sul volto di entrambi.
- Yuuki, io e Zero ti dobbiamo parlare di una questione molto importante-
Lei si mise a sedere ascoltando le parole di Cross che le propose di ritornare a scuola dove sarebbe stata protetta.
- Purtroppo Kaname è scomparso e sarei molto più felice se tu ritornassi a casa -.
- All’ Accademia? Certo!- I suoi occhi si illuminarono
forse perché sarebbe finalmente tornata in un luogo familiare
oppure le piaceva l’idea di ritornare a fare la scolara.
-Ho già una piccola sorpresina pronta per te!-
Il tono di voce che aveva usato il Direttore non mi piaceva per niente.
Accompagnai Cross alla porta pensando in quale guaio ci avrebbe cacciati.
- Senta, che cosa ha in mente di fare?-
-Oh, solo un ballo per dare il benvenuto alla piccola Yuuki!-
Avrei preferito uccidermi piuttosto che partecipare ai balletti di benvenuto.
-Wow! Un ballo!? Ha avuto un’idea magnifica!-
Yuuki spuntò dalla sala accanto. Era entusiasta di questa sorpresa.
Lei adorava i balli, soprattutto se poteva partecipare senza dover sorvegliare.
-Già. Organizzerò una fantastica festicciola.-
-Zero tu verrai, vero?-  Ok, questo era troppo!
Sarei sicuramente andato a quella festa di benvenuto, non serviva implorarmi con lo sguardo!
-Certo…- Cercai di togliermi quell’espressione di disgusto dalla faccia.  
Avevo sempre odiato vedere tutta quella gente che danzava con abiti eleganti
e i sorrisetti stampati in faccia.
Ma se questo avrebbe potuto far felice Cross e la figlia, avrei accettato questa tortura.
-Grazie Zero!-

 

Finalmente dopo una lunga (anzi, direi lunghissima) attesa sono tornata con un capitoletto.
Per l’ennesima volta dovrete scusarmi. Devo dire che stavolta è stato difficile scrivere
e i numerosi impegni si prendevano gran parte del mio tempo.
Comunque spero che vi piaccia e che commentiate!
Mi auguro di aggiornare presto!

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Capitolo 6
*** Il ballo ***


CAPITOLO 6: Il ballo
 
Nel pomeriggio abbandonai l'appartamento, in cui mi era stato concesso di abitare,
per trasferirmi nella casa di Cross.
Yuuki era felice di ritornare nell'abitazione del padre e fu la prima a mettere piede in casa.
Si diresse subito nella sua vecchia stanza iniziando a sistemare ciò che aveva recuperato nella residenza dei Kuran
per poi sdraiarsi sul letto e urlare: -Finalmente a casa!!!!!!!-.
Io non ero poi così contento di ritornare nella mia camera.
Avrei preferito stare nel dormitorio, ma, per Yuuki, la casa del Direttore era più sicura.
Cross aveva lasciato tutto al suo posto: i cassetti aperti,
l'anta dell'armadio socchiusa e il letto leggermente spostato dal muro.
Non era cambiato proprio nulla, nemmeno l'odore.
Mi ricordai che, appena arrivato, odiavo quella stanza.
Era proprio di fronte alla camera di Yuuki e la mattina la incontravo nel corridoio con un enorme sorriso.
Non parlavo molto nei primi giorni. Ero ancora infuriato per quello che era accaduto.
L'immagine dei miei genitori, stesi sul pavimento nel loro sangue, mi appariva appena chiudevo gli occhi.
Sentivo ancora sulla mia pelle i canini della donna che penetravano nel collo e le sue dita che mi sfioravano.
Di notte sognavo mio fratello al fianco di quell'essere che ha condannato la mia esistenza.
- Ehi, Zero, che ti prende?- Yuuki era entrata in camera e mi fissava spaventata.
Lei capiva che, quando ero assente e avevo i pugni serrati, stavo ripensando al mio passato.
Si avvicinò e mi fece sedere sul letto. Prese la mia mano e attese che io mi calmassi.
Faceva sempre così.
Non parlava, aspettava solamente.
Nonostante sapessi che i sentimenti che provavo nei suoi confronti
non erano cambiati in quell'anno passato lontano da lei,
da quando l'avevo rincontrata non avevo fatto altro che cercare di capire se qualcosa in lei,
anche una minima parte del suo carattere, fosse mutato.
Ciò che aveva appena fatto era l'ennesima conferma che non era un'altra, ma era la mia Yuuki.
- Il tuo passato continua a tormentarti?- Gli occhi erano fissi sul mio volto.
- Già, mi dispiace -
- Non ti preoccupare. Capisco che non è facile lasciarsi tutto alle spalle. Io stessa non ci riesco -.
Sicuramente stava pensando a Kuran. Chissà se...
- Lo ami ancora - La mia non era una domanda: era logico che lo amasse,
in fondo il loro legame era molto profondo.
Nonostante i miei ragionamenti la sua risposta mi stupì.
- Ci credi se ti dico che non lo so? Prima credevo che stare con lui fosse la scelta giusta da prendere.
Poi mi sono resa conto che la mia scelta era, in un certo senso, forzata.
Ho fatto ciò che sentivo d'obbligo. Ehi! Non fraintendere!
 Io...anche se non sono sicura dei miei sentimenti... insomma, gli voglio bene -.
Logico.
Salvatore, compagno d'accademia, fratello, amante...   - Capisco -.
Ci fu un istante in cui nessuno dei due parlò.
Io cercavo di non pensare a nulla.
Lei, invece, guardava fuori dalla finestra.
- Zero, non vorrei cambiare argomento ma... - non ci potevo credere: era imbarazzata?
- Mi chiedevo se, per caso, avessi voglia di accompagnarmi a fare un giro dell'accademia.
Tranquillo, non sei obbligato, posso anche andare da sola! -.
La mia faccia parlava. Ok, non stavo impazzendo, di questo ero sicuro, più che sicuro!
- Mi manca questo posto e vorrei tanto qualcuno con cui ricordare gli scorsi anni.
E poi frequenterò le lezioni solo dopo il ballo di domani sera.
Ho un sacco di tempo che non so come sfruttare -.
- Okay, va bene. Magari incontri anche Wakaba -. Speravo in questa coincidenza.
Le probabilità che si verificasse erano bassissime!
Girammo per tutto l'edificio finché Yuuki si intestardì nel voler restare seduta alla fontana.
Ormai era tardi e non mi sarei mai aspettato di vedere Sayori correre incontro all'amica.
Invece, con quell'abbraccio, temetti persino che si potessero strozzare a vicenda.
Dopo qualche secondo me ne andai lasciandole sole.
 
 
Il pomeriggio con Yori mi fu molto utile anche se non capii perché Zero se ne andò subito.
Probabilmente lo avevo torturato abbastanza quella mattina.
Tutti, a scuola, erano già stati avvisati del ballo e sapevano che sarei ritornata a frequentare i corsi.
Yori si offrì subito per aiutarmi con il vestito, i giusti accessori da abbinare, il trucco...
Credo che se glielo avessi proposto mi avrebbe aiutata anche con il ballo.
Per fortuna, in quel campo, non c'erano problemi.
Ruka aveva passato un'eternità a insegnarmi come si comporta una "principessina"
e ciò includeva anche il comportamento da adottare ad una festa.
Odiavo le sue lezioni. Lei era fantastica (se non di più!), riusciva a svolgere tutto alla perfezione,
manco fosse una macchina! Con lei la mia bassa autostima andava a quel paese.
- Yuuki, sai già che abito indosserai domani? -
- Sì, non c'è nessun problema. Sarei dovuta andare ad una festa con Kaname,
così mi ha procurato un mucchio di vestiti. -
Già, sarei proprio dovuta andare all'ennesimo ricevimento
e indossare la mia maschera da "principessa felice" per tutta la sera.
- Allora ci vediamo domani pomeriggio! -.
Giusto, era ormai ora che gli studenti rientrassero nei dormitori.

-Yuuki esci dal bagno!
- No! -
- Sayori, che succede qui? -
- Zero! Yuuki non vuole uscire da quel maledetto bagno!
Non capisco. Ieri eri felicissima per questa sera! Che ti prende?-
- Sarà una crisi di panico -.
Zero mi stava facendo irritare. Sapevo benissimo come mi sentivo
quando avevo saputo che potevo partecipare alla serata.
In quel momento, però, ero veramente in crisi.
- Diavolo! Zero esci! -. Piombare nel bagno in quel modo non mi aiutava di certo.
Zero non intendeva indietreggiare e chiudere quella dannata porta.
Si limitò a sfoggiare un sorrisetto e chiese semplicemente se mi fossi svegliata con la luna storta.
Oltre che storta! La luna stamattina sorrideva e, dopo qualche ora, si era capovolta!
Non capivo nemmeno io questo mio comportamento.
Non ero mai preoccupata o ansiosa per un ballo.
Kaname non mi aveva mai visto in quello stato.
Zero non uscì dalla stanza ma chiuse la porta.
Non che cambiasse qualcosa! Avrei preferito che ci fosse Yori al posto di quel ragazzo.
- Che c'è? Non hai più voglia di far parte del mondo umano?
Oppure tutti quei ricevimenti con i vampiri ti hanno terrorizzata? -
Il tono ironico della sua voce spingeva il mio pugno destro a schiantarsi sulla sua faccia. 
- Veramente mi terrorizza molto di più questo ballo!
E poi, l'unico vestito decente che possiedo è troppo femminile! -.
In parte era vero. L'abito celeste, senza spallini cadeva perfettamente ai miei piedi,
parte della schiena era scoperta e sul lato destro uno spacco lasciava vedere la gamba.
Non avevo mai indossato nulla di simile in vita mia.
Mi alzai, pronta a sbatterlo fuori dalla porta.
Lui, però, bloccò il mio polso con la mano, mi girò intorno e disse semplicemente:
- Secondo me sei fin troppo bella -. Si stava prendendo gioco di me o era ciò che pensava? 
- Ok. Wakaba, qui entri in campo tu! - ma bravo!
Prima chiede alla damigella in pericolo se vuole essere salvata e poi se ne va sul suo bel cavallo bianco.
Oltre il danno, la beffa! 
- Yuuki, ti ho già detto che quel vestito è splendido! Tu sei splendida con addosso quello!
Una modella non riuscirebbe ad essere più incantevole di te! 
- Se lo vuoi te lo regalo. Preferirei indossare un sacco invece di questo... coso! -
e indicai l'abito che indossavo.
- Ehi Yuuki, ricordati che devi ballare con me. Non vorrei mai danzare con un sacco della spazzatura! -
Dalla mia bocca e da quella di Yori uscì uno "Zero!".
L'unica differenza era che lei stavo morendo dalle risate e io stavo impazzendo dalla rabbia!
- Questa era pessima, devo ammetterlo. Dai ascolto a Wakaba! Vado a fare un giro dal Direttore -.

Eccoci.
Ormai non potevo più andarmene, ero già entrata nel salone affiancata da Yori.
Lei aveva scelto un vestito più semplice del mio. Era bianco, con degli spallini sottili.
Terminava sotto il ginocchio e le stava d'incanto. Sembrava a suo agio in quell'abito.
Quanto la invidiavo!
Zero si avvicinò. Il classico "amante dei balli" indossava, come tutti gli altri studenti, la divisa scolastica.
Mi aveva promesso che avrebbe partecipato alla festa,
eppure ero certa che se ne sarebbe andato molto presto.
- Balliamo? -. Mi corressi. Sapevo che non amava festeggiare,
però non mi piaceva il fatto di essere abbandonata dopo quel ballo.
Appoggiai il palmo della mia mano sulla sua e iniziammo a danzare.
Mi resi conto che tutti ci stavano fissando, ma, sinceramente, non m'importava molto dei loro sguardi.
In quel momento il viso di Zero non era molto lontano dal mio,
le nostre mani erano incrociate,
persa nei suoi occhi percepii il cuore che stava cercando di uscire dal mio petto.
Solo in quell'istante ricordai che, da quando ci eravamo rincontrati, avevo cercato
(quasi inutilmente) di evitare il suo sguardo.
Sapevo benissimo che effetto mi faceva.
- Te ne andrai subito, vero? -. Faticai a dire quelle semplici parole.
Più che una domanda era una mia certezza.
- Mi dispiace. Sai che non amo le feste e non vorrei rovinarti l'umore -.
 Ed ora che centrava il mio umore?
Non era già abbastanza rovinato?
Insomma, era così difficile capire che volevo il mio caro, vecchio amico lì, al mio fianco?
Ero egoista e ne ero consapevole, ma era troppo chiedere la sua presenza?
Non sapevo nemmeno come rispondere così mi limitai ad annuire.
Che sciocca! Tra poco lui se ne sarebbe andato, chissà dove,
ed io non cercavo neanche di costringerlo a restare.
Senza volerlo era riuscito a farmi incazzare veramente!
Volteggiammo nel salone in attesa che la musica finisse.
Ognuno era immerso nei sui pensieri.
Io guardavo un punto alle spalle di Zero per cercare di calmarmi e lui mi fissava negli occhi.
Quella situazione era strana e imbarazzante; almeno per me.
Verso la fine di quella danza una ragazza toccò la spalla di Zero e chiese se poteva ballare con lui.
Un sentimento simile alla gelosia mi invase quando lui staccò i sui occhi da me
per posarli sul viso della ragazza.
Non sapevo chi fosse. Non l'avevo mai vista a scuola negli scorsi anni.
Dovevo ammettere che era stupenda!
Era alta e snella. Non era impacciata.
Aveva i capelli neri raccolti in una coda;
il viso pallido era sottile con un perfetto naso dritto, delicato e degli occhi castano chiaro bellissimi.
Era difficile non guardarla, soprattutto se il suo corpo stava perfettamente
in un abito nero, lungo e luccicante.
Al collo portava un piccolo diamantino uguale a quello incastonato negli orecchini.
Io ero stupita. Zero era indeciso.
- Vado a sedermi, ci vediamo dopo -. Ovviamente il "ci vediamo dopo" era riferito solo a Zero.
Mi sedetti su una panchina in fondo al salone cercando, con tutta me stessa,
di non guardare il mio amico danzare con quella misteriosa ragazza .
Più volte cedetti e costrinsi i miei occhi a fissare la terrazza.
Yori si sedette vicino a me sbucando dal nulla.
 
- Yuuki, che ci fai qui? - ero sovrappensiero e non risposi.
- Ah, ho capito. Zero sta ballando con Taiga -.
Udendo il suo nome mi costrinsi a prestare attenzione alla mia povera amica.

Se avevo capito bene la "ragazza misteriosa" si chiamava Taiga.
- E' arrivata qualche mese dopo che tu te ne sei andata. Si è subito avvicinata a Zero.
Credo che si conoscessero già. Però non ho voluto indagare. -
- Yori vado a prendere una boccata d'aria -. Non volevo uscire dal salone e scendere le scale.
Andai al balcone della terrazza e saltai badando a non rompere il vestito.
Per fortuna ero agile. Se fosse stato diversamente, il vestito avrebbe subito gravi danni!
La sera era fresca, il vento muoveva le foglie delle piante e mi ricordai delle notti di ronda.
Era piacevole appoggiarsi agli alberi e stare da sola con i miei pensieri.
Riflettevo soprattutto sulla situazione di Zero.
Da quando avevo scoperto la sua vera natura
avevo promesso che gli sarei stata accanto e lo avrei aiutato in qualunque modo possibile.

Era strano trovarsi nella stessa situazione.
Ora ero appoggiata alla corteccia di un albero, stavo pensando a Zero.

I miei pensieri, però, erano diversi. Mi sentii strana.
Vederlo tra le braccia di un'altra mi aveva fatto un insolito effetto.

Ero abituata alle nostre discussioni, ero felice quando mi dava una mano
davanti ai cancelli della Night Class,

quando ci beccavamo lezioni extra per via dei pisolini sui banchi.
Per me erano diventate azioni quotidiane.

Ero contenta se potevo stargli vicino, se lo potevo aiutare,
mentalmente ringraziavo mio padre per averlo portato a casa nostra.

Ora, pensandoci sopra, agli occhi degli altri noi cos'eravamo? Chi eravamo?
Due amici, una coppia di fidanzatini, due che continuavano a litigare?
E ai nostri stessi occhi?
Quando ero ancora umana, lui mi amava.
Ed ora mi amava ancora?
Ma io? Quali sentimenti provavo nei suoi confronti?

Lo avevo trattato solo come un amico eppure, quando non era con me,
quando soffriva nel vedermi con Kaname o quando pensava alla sua famiglia, a suo fratello,
io ero dispiaciuta.

Mi resi conto che c'erano molte domande in attesa di risposte.
Io stessa, però, non ne avevo.

Una leggera pressione sulla mano mi riportò al mondo reale e abbandonai i miei pensieri.


Ciao a tutti...
la solita ritardataria (con enormi ritardi) si è svegliata!
La mia mente, dopo due mesi e mezzo, di letargo si è svegliata con un lampo d'ispirazione.
Niente di che, ma almeno sono riuscita a scrivere qualcosina.
Ho già molte idee per il prossimo capitolo
e spero di sfruttare al meglio l'enorme tempo libero delle vacanze estive.
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Taiga ***


CAPITOLO 7: Taiga


Era strano che Taiga volesse danzare con me.
Ovviamente non mi sbagliavo.
Voleva solo un attimo di tempo per chiedere novità sul caso "Kuran".
Che dovevo dire?
- Per ora non si sa nulla. Kaname Kuran non si trova da nessuna parte.
Quel bastardo sa nascondersi bene! -
- W-o-w. Deduco che se, per puro caso, lo dovessi incontrare,
lo ammazzeresti in, vediamo, un millesimo di secondo. Giusto? -
Taiga aveva proprio ragione.
Come sempre, però, associavo Kuran a Yuuki e automaticamente la cercai nel salone.
Non mi piaceva per niente non averla sott'occhio.
Si cacciava sempre nei guai e questo non era il momento adatto per sperimentare un nuovo danno.
- Yuuki -. Senza volerlo mi ero ritrovato a sussurrare il suo nome.
A Taiga non sarebbe per niente piaciuto.
Di me sapeva vita, morte e miracoli. In che modo? Nemmeno io lo sapevo.
Probabilmente, il Direttore Cross o qualche Hunter dell'Associazione,
le avevano riferito ogni singolo tratto della mia misera esistenza.
- Sempre con questa Yuuki. Ti sei dimenticato cosa ti ha fatto passare?
Beh, io ti ho trovato in uno stato pietoso.
Per colpa di chi? Ah, giusto! Per colpa di quella piccola vampirella!
Non puoi limitarti a "proteggerla" come ti è stato detto di fare?
Sai, qui, in questo collegio, non le potrebbe succedere nulla. Al massimo cade nella fontana! -
Non ricordavo che alla mia vecchia amica piacesse girare il coltello nella piaga.
Lei non la conosceva abbastanza.
Scherzava sul fatto del piccolo e improbabile incidente,
ma sapevo che era un episodio che si sarebbe potuto verificare!
Vidi Wakaba seduta in fondo al salone e non esitai a chiederle dove fosse andata la sua amica.
- Mi ha detto che andava a prendere una boccata d'aria.
E' saltata dalla terrazza, ma non so dove... Per carità, Zero! Perché nessuno usa le scale?! -.
Sayori era sempre, inutilmente, preoccupata che ci facessimo male saltando da balconi, finestre, rami.
Non si era ancora resa conto che per noi era più che naturale?
Comunque sia, a Yuuki dovevo fare una bella ramanzina sulle sue amicizie.
Nessuna la conosceva così bene come lei credeva.
Nemmeno la sua migliore amica aveva una pallida idea di dove fosse andata.
Di sicuro era dietro ad un albero per mettere in ordine i pensieri.
Le notti di ronda  erano servite a qualcosa
(per quella sera, almeno)!
Sentii che Taiga mi stava seguendo. 
- Che fai qui? -.
- Vengo con te, idiota! Non vorrei trovare lei che balla sul tuo cadavere! -.
- Ma dai! Al massimo cado nella fontana. E non mi guardare così! Ti ricordo che l'hai detto tu-.
- Il senso dell'umorismo non ti ha abbandonato!
Non mi dispiacerà vedere la tua salma. Se sono in vena farò i complimenti alla tua Vampiretta!
Ci vediamo! -. Finalmente aveva deciso di tapparsi la bocca!
Non era mai assomigliata ad una macchinetta che spara frasi senza senso una dopo l'altra!
Ora, però, non era il momento di riflettere sui cambiamenti di Taiga!
Cercare Yuuki non sarebbe stata un' impresa!
Come pensavo.
Yuuki era appoggiata ad un albero e aveva gli occhi lucidi.
Pensai che stesse guardando il cielo solo per non far scendere le lacrime.
Dopo un attimo di esitazione mi avvicinai e le presi semplicemente la mano.
Si girò, sorpresa, verso di me.
- Che succede? -.
- Nulla -. Risposta secca. Di solito Yuuki non dava mai risposte secche.
Lasciò la mia mano e si sedette ai piedi della pianta. Lo sguardo fisso sull'erba.
Mi chiedevo il perché di quella reazione.
Ripensai a quando era entrata nel salone.
Le avevo solo chiesto di ballare;
probabilmente era infuriata perché sapeva che me ne sarei andato subito;
oppure era gelosa perché una ragazza, che non conosceva, mi aveva chiesto di danzare.
Nessuna delle ipotesi erano probabili.
Mi misi davanti a lei e le offrii la mano per alzarsi.
Esitò per un breve istante, poi si alzò, si appoggiò a me e iniziò a piangere.
Mi stavo veramente preoccupando.
Fui obbligato a farla risedere dato che a stento si reggeva in piedi.
Lei continuava a piangere e cercai, inutilmente, di calmarla.
Impiegò un bel po' di tempo per riprendersi, ma, alla fine,
riuscì a chiedermi chi fosse la ragazza con cui mi aveva visto ballare.
Quindi avevo ragione? Era veramente gelosa?
- Yuuki, non dirmi che sei gelosa! -. Quanto avrei preferito rimanere zitto!
Aveva appena smesso di piangere ed ora stava iniziando di nuovo.
Tra i singhiozzi mi chiese solo di rispondere alla domanda che mi aveva rivolto prima.
- Scusa -. Era il massimo che riuscii a dire in quel momento. Ero proprio un cretino!
Attesi un attimo.
Non mi andava di raccontare la vita di Taiga, però, vedere Yuuki piangere era insopportabile.
- Quella ragazza si chiama Taiga Morikawa.
I miei genitori hanno incontrato suo padre e sua madre per puro caso.
Stavano dando la caccia ad un Level E e sono spuntati loro.
Sono diventati grandi amici.
I Morikawa avevano anche un figlio: Seichi.
Dopo qualche anno siamo nati io e Ichiru.
E l'anno dopo è nata lei.
Passavamo le giornate insieme fino a quando i suoi genitori sono morti durante una caccia.
Lei e il fratello hanno trascorso il resto degli anni in un orfanotrofio.
Poi, Seichi, diventato maggiorenne, ha voluto occuparsi della sorella.
Per volere suo, Taiga ha desiderato frequentare l'Accademia.
Lei e Seichi erano molto uniti ed è strano che abbia voluto separarsi da lui.
Non ho mai voluto chiederle perché ha fatto questa scelta.
Probabilmente ci sarà un buon motivo -.
Yuuki si era calmata anche se premeva ancora il viso contro la mia giacca.
Non aveva più il respiro irregolare di poco prima e non singhiozzava.
Le alzai piano il viso e le asciugai le ultime lacrime.
- Perché piangevi? -. Ero curioso e volevo capire se avevo ragione.
E, nel caso in cui lei avesse confermato le mie ipotesi, che avrei fatto?
Sapere che lei era gelosa non mi cambiava la vita.
Era confusa riguardo ai sentimenti che provava verso Kaname ma, già una volta aveva scelto lui.
Sicuramente questa situazione non le avrebbe impedito di seguirlo un'altra volta.
Beh, mi ero già fatto un'idea del mio destino:
avrei passato la vita a dire addio a Yuuki.
Avevo avuto il tempo di riflettere su un'infinità di pensieri e,
ormai, non mi aspettavo una sua risposta.
- Non lo so. Dì pure che sono stupida -.
E così lei non lo sapeva.
Bene, le mie teorie non le avrebbe mai confermate nessuno!
Appoggiò di nuovo la testa sul mio petto.
Maledizione! Perché faceva così?

Qualcuno avrebbe potuto credere che fosse morta.
Dormiva così profondamente che, per alcuni secondi, mi ero spaventato.
Sapevo che per lei era stata una giornata faticosa ma non credevo che alle dieci di sera sarebbe già crollata.
Presi tra le braccia Yuuki e la portai in camera.
Era davvero distrutta! Non si mosse neanche quando la misi a letto.
Dato che tutto sembrava tranquillo andai a farmi una doccia.
Non avevo bisogno di calmarmi ma provai ugualmente del sollievo sentendo l'acqua scorrere sulla pelle.
La mia mente era affollata da troppi pensieri e, senza sapere il motivo, ero preoccupato.
Così, dopo aver indossato i pantaloni, mi precipitai da Yuuki.
Mi sentii un idiota quando la trovai che dormiva serena nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata poco prima.
Mi sedetti sul bordo del letto e mi sdraiai al suo fianco appoggiando la testa sulla sua spalla.
Accarezzò i miei capelli e, solo in quel momento, mi accorsi di averla svegliata.
- Scusami. Non volev... -. Non mi fece neanche terminare la frase.
- Tranquillo. Quella che dovrebbe scusarsi sono io. Ti ho rovinato la serata -.
Non sapevo come rispondere, così, mi limitai ad essere sincero.
- Di sicuro non è  stato facile calmarti e non è stato divertente vederti piangere, però, non hai rovinato nulla -.
- Grazie -. Tutto ciò era molto, forse troppo, strano!
- E di cosa? -.
- Di tutto. Non solo per questa sera, ma anche per tutti gli anni passati insieme -.
- In che senso? -. Perché proprio ora voleva ringraziarmi? Per caso stava progettando l'ennesima fuga?
- Mi sei sempre stato vicino, mi hai aiutata e consolata proprio come poco fa -.
- Però ti ho anche umiliata, sgridata, scherzata, offesa...
Ti ho ferito tante di quelle volte che non merito di essere ringraziato, soprattutto da te! -.
- Tu non cambierai mai!
Sei sempre il solito catastrofico.
Allora io, in questo momento non dovrei essere qui con te.
Hai sofferto parecchio a causa mia -.
Aveva detto qualcosa di sensato, finalmente!
- In effetti, tu non dovresti essere qui -.
Il che era vero. Doveva essere, chissà dove, con quello schifoso Purosangue!
Magari sarebbe stata meglio, in un posto sperduto e dimenticato dal mondo, abbracciata al fratello.
Yuuki si alzò, molto velocemente, dal letto e si avvicinò alla porta.
Pensai che avrei dovuto stare zitto, di nuovo.
Non parlavo mai eppure, quando davo fiato alla bocca, dicevo sempre e solo delle cazzate.
- Che vorresti fare? -. Non tentai neanche di risultare distaccato come di solito.
- Andarmene. Non voglio che tu sia costretto a stare con me -.
Avevo sospettato di dover assistere a questa scena.
Lei, davanti alla porta. Io, davanti al letto.
Non riuscivo nemmeno a muovere un solo muscolo.
Yuuki aveva gli occhi lucidi e non ne capii il motivo.
Non volevo credere che lei volesse rimanere.
- Di nuovo -.
Sussurrai quelle parole perché non volevo che lei mi sentisse.
Anche se, probabilmente, quelle parole non le sfuggirono.
Gli addii erano il mio punto debole.
Ne ero consapevole ma non lo avrei mai ammesso.
- Certo che sei proprio sciocca! -.
Se proprio dovevo ridurmi, per l'ennesima volta, in uno straccio, meglio metterla sul ridere.
Lei si voltò ma tenne la mano sulla maniglia della porta.
Quella posizione mi preoccupava!
Mi resi conto che aspettava una spiegazione.
- Non voglio che tu te ne vada -.
Mi sentivo ridicolo e quella era la frase più banale che avessi mai detto!
Nonostante tutto continuai.
- E, credimi, non mi sento costretto a dover passare il tempo con te.
Ti ricordi la promessa che ti ho fatto? -.
Lei mi guardò incredula e spaventata.
- Vuoi uccidermi ora? -.
Ero stupito!
Credeva veramente che l'avrei uccisa?
Credeva davvero che avessi tutto quel coraggio?
- No, non sono abbastanza forte -.
- E, allora, quando lo sarai? -.
- Mai -.
In questi pochi giorni non si era chiesta perché non avessi mantenuto la parola data?
Era così difficile capirlo?
- Diciamo che non ho tutta questa forza.
Ho passato un anno infernale.
Speravo di non doverti più rivedere, anche se desideravo sapere come stavi.
Ho cercato di costringere me stesso ad odiarti, ma non ci sono mai riuscito -.
Sembrava che Yuuki mi stesse ascoltando.
Lentamente fece cadere la mano che teneva la maniglia.
Volevo farle cambiare idea.
- Pensavo che, con la tua trasformazione, fossi cambiata.
In verità hai solo dei capelli più lunghi.
E a volte sei costretta a bere sangue.
Ammetto che sei maturata un po', ma sei rimasta la solita imbranata di sempre -.
- Idiota! -
Gridò talmente che forte che anche un sordo l'avrebbe, sicuramente, sentita.
Yuuki corse dalla porta verso di me abbracciandomi.
- Cosa diamine intendevi dire con "Non dovresti essere qui"? -.
- Non dovresti essere fra le mie braccia, ma tra quelle di K... Kuran -.
Facevo fatica a chiamarlo con il suo vero nome.
Di solito ero abituato a definirlo con ben altri nomignoli!
- Sono libera di stare fra le braccia di chi voglio io! 
 Non sono "sua"! -.
Yuuki era veramente incazzata.
Non voleva essere riconosciuta come "proprietà di Kaname". 
- Ma non sei nemmeno "mia" -.
Lei mi guardò male. Se avesse potuto mi avrebbe strozzato, ne sono certo.
Per fortuna aveva le mani incrociate sulla mia schiena!
Per calmarla mi affrettai a chiarire.
- Non fraintendere! Sto solo dicendo che ciò che provi è molto confuso.
Mi hai già detto di non sapere quali siano i tuoi sentimenti nei confronti di tuo fratello -.
- E' già passato un sacco di tempo da quando è sparito. E' un miracolo che si ricordi il mio nome! -.
Parlare di lui la rendeva molto nervosa. Le faceva persino perdere il senso del tempo.
- Yuuki, sono passati solo un paio di giorni -.
La sua faccia era arrossata ma nel suo sguardo non c'era traccia di imbarazzo.
Era furiosa.
- Hai idea di quanto tempo abbiamo passato insieme io e Kaname in questo anno?
Credo di averne trascorso più con te che con lui! -.
Quella frase mi fece riflettere.
Ci eravamo incontrati solo poche volte e in un breve arco di durata.
Aver passato anche una sola ora con lei era stato un miracolo.
Quindi lui non era mai presente. Che bastardo!
Sapevo che c'erano dei problemi, anche abbastanza gravi, nel mondo dei vampiri.
Eppure pensavo che proteggere la sorella fosse il pensiero più importante.
Se fossi stato in lui non l'avrei mai lasciata.
Non avrei dedicato neanche un millesimo di secondo a vampiri suicidi e stupidi problemi tra Purosangue.
La voce di Yuuki fermò i miei pensieri.
- E' sempre via; ci vediamo, raramente, la mattina e, ormai, non so più che pensare.
Maledizione! ha ucciso due uomini!
Che dovrei fare? Andarlo a cercare e fingere che non sia successo nulla?
A volte, penso che, se non fossi stata sua sorella, non l'avrei mai seguito.
Amavo vivere con te e il Direttore.
Sarebbe una gioia trascorrere la giornata a litigare con te.
Vorrei tanto tornare indietro. Anche se so che non è possibile -.
Era disperata. Controllava a malapena la voce.
Nonostante le lacrime minacciassero si scendere per l'ennesima volta, continuò a parlarmi.
Abbassò lo sguardo. Non era per timidezza, come faceva di solito.
Non voleva che io la vedessi nel caso in cui avesse pianto di nuovo.
- Sai che gli sono riconoscente per avermi salvata;
sai anche che lo amavo;
Ma sono cambiata molto.
Lui stesso me lo ha detto.
Da piccola era il ragazzo a cui dicevo tutto.
Sentivo il bisogno di raccontargli anche gli episodi più banali!
Mi sono resa conto che ciò che provo nei suoi confronti è sempre stato confuso.
Non riuscivo a capire se fosse un amico, qualcosa di più, oppure, ora, semplicemente mio fratello -.
E, invece, io cos'ero per lei?
Sapevo di averle già posto questa domanda ma non avevo ricevuto nessuna risposta.
- Io, allora, sono un amico?
Un ragazzo qualunque?
Una spalla su cui piangere? -.
Ero curioso. Ora doveva per forza rispondermi.
- Ti ho sempre trattato come il mio migliore amico.
Non ti arrabbiare, hai preso il posto di Kaname.
Ho iniziato a confidarmi con te -.
Lassù qualcuno mi odia!
Non mi incazzai veramente solo perché me lo aveva chiesto.
Essere paragonato ad un verme non era qualcosa di cui essere felice!
- Ti rendi conto che, oltre a non aver risposto alla mia domanda, mi hai terrorizzato? -.
Lei alzò finalmente la testa e spalancò gli occhi.
Aveva le ciglia bagnate.
- Cosa? -.
Quasi si strozzò nel porre quella semplice domanda! 
- Perché dovevo prendere proprio il posto di un bastardo? -.
Sentendo l'ultima parola, mi guardò male.
Continuai la stesso.
- Ammetto di non essere un angelo, ma cosa ho fatto di male per meritarmi questo? -.
Senza saperne il motivo, sorrisi.
Probabilmente volevo solo cambiare il pessimo umore di Yuuki.
Era il primo sorriso che facevo dopo tanto, troppo, tempo.
Forse riuscii a strapparle una smorfia.
- Vuoi che risponda alla domanda? -.
- Mi sembra ovvio. Sì -.
- Ti stupiresti se ti dicessi che... -.
- Che se mi vedessi morto, oltre a farti stare meglio, risolverei gran parte dei tuoi problemi? -.
Era una brutta battuta ma volevo vederla con un vero sorriso.
Un sorriso della mia Yuuki.
Quello che apparve non era il suo ma si avvicinava molto.
Sorrideva ma nei suoi occhi c'era ancora un po' di tristezza.
- In realtà sarei disperata! Non potrei più piangerti addosso -.
Ora rispondeva alle battute con altre frasette ironiche?
- Dai! Quindi sono solo questo per te? -.
Riuscii a trattenere una specie di risata.
Non mi faceva piacere essere considerato come il suo "fazzoletto personale",
però non riuscivo nemmeno ad arrabbiarmi con lei.
Stavolta il rossore sul suo viso era imbarazzo.
- No -.
Si limitò a rispondere con una misera parola.
Che stava a significare quel "no" pronunciato sottovoce?
- La tua risposta è troppo scarsa -.
- Prima, uscendo dal salone, stavo riflettendo su ciò che provo per te -.
Nemmeno questa era una risposta!
- E... -.  
Lei terminò la frase con l'ennesima battuta.
- E... è stupido ed imbarazzante! -
- Yuuki, lo sai che non lo dirò a nessuno -.
E a chi avrei potuto dirlo?
Giustamente mi disse di non fare il cretino.
Lei probabilmente cercava di dirmi qualcosa di importante,
non mi aspettavo di certo un "ti amo" detto su due piedi.
In realtà mi sarebbe anche bastato sentire che aveva riflettuto e che ora era sicura di amare Kuran.
Ci sarei rimasto male ma, se era quello che veramente sentiva, io mi sarei fatto da parte.
Oppure, conoscendomi, avrei cercato di starle vicino, facendomi ancora del male.
- Sai, quando ti ho visto con Taiga mi sono sentita male.
Non potevo credere di essere gelosa!
Non ho avuto il coraggio di restare e me ne sono andata.
Ho pensato a ciò che avrei fatto nel caso in cui, al tuo posto, ci fosse stato Kaname -.
- Di nuovo lui? -.
Ero abbastanza stanco di essere paragonato ad un bastardo.
- Tutti questi paragoni mi servono per poterti dare una risposta. Scemo! -.               
- I tuoi insulti mi offendono molto di più dei tuoi paragoni -.
In realtà quella fu un'enorme balla!
- Perché stai affrontando questa discussione come se fosse una barzelletta? .
Non aveva tutti i torti. Mi stavo veramente comportando come un cretino!
- Perché mi incazzerei.
Comunque, che avresti fatto se , al mio posto, ci fosse stato quel tizio? -.
Avevo risposto con il primo pensiero che la mia mente aveva fatto.
- In quel caso non avrei fatto nulla -.
La sua risposta mi stupì.
- Abbiamo partecipato a molti ricevimenti ed entrambi abbiamo danzato con altre persone.
Molte volte lui volteggiava con delle stupende ragazze che gli facevano gli occhi dolci.
Nonostante questo, io non ero turbata.
L'ultima festa a cui siamo andati abbiamo dovuto scegliere noi i "cavalieri".
Io mi sono limitata ad alcuni uomini che mi si sono materializzati davanti.
Lui, invece, ha scelto un gruppetto di ragazze che avrebbero fatto invidia alla donna più bella! -.
- E tu mi staresti dicendo che non eri gelosa? Dì la verità, come ti sei sentita veramente? -.
- Indifferente e molto annoiata -.
- Fammi capire-.
Già, dovevo proprio capire! Pensavo di essermi immaginato tutta questa conversazione!
- Tu sei gelosa di una ragazza che conosco da una vita e che, tra l'altro, a volte non sopporto,
mentre provi indifferenza per delle belle vampire che fanno gli occhi dolci a tuo fratello.
Ora mi sento male -.
- Perché? -.
E aveva anche il coraggio di chiedermelo?
Era sufficiente dire "Ti chiamo un'ambulanza"!
- Pensavo a qualcosa del tipo: "Sono confusa.
A volte vorrei vederti sotto terra, in altri momenti vorrei strozzarti con le mie stesse mani".
Sarebbe stato più semplice, no? -.
- Certo che dovevo proprio provare qualcosa per un cretino! -.
- Così tradisci tuo fratello -.
Non ero sicuro di aver sentito veramente quelle parole. Tanto valeva fare dell'ironia.
- E allora? -.
Yuuki che diventa una "cattiva ragazza"? Questa sì che era una novità!
- Quindi non era uno scherzo di cattivo gusto -.
Rimase in silenzio per poi iniziare a rivolgermi tutti gli insulti che le venivano in mente.
- Io ti dico che provo dei sentimenti per te e tu... -.
In quel momento non volli più ascoltarla.
Aveva detto ciò che desideravo sentire da una vita e questo mi bastava.
La strinsi a me e posai le mie labbra sulle sue respirando il suo profumo.



La mattina avevo ancora il suo sapore sulle labbra.
Quella notte restò lì al mio fianco. 
Se fosse ritornato nella sua stanza mi sarei sicuramente intrufolata nel suo letto di nascosto.
O, forse, avrei semplicemente passato la notte davanti alla sua porta sperando che mi dicesse di entrare.
Quella notte mi tenne stretta a lui e mi sentii di nuovo al sicuro.
Mi addormentai al suo fianco con lui che mi accarezzava i capelli.
Quella notte sognai quel bacio.







Eccomi di nuovo.
Mi scuso ancora per il ritardo, inutile dire che, ormai, ci avrete fatto l'abitudine.
Avrete capito anche voi che quando si parlo di tempo sono una frana.
Comunque sia, non so che ne pensate voi ma, a me, il dialogo finale tra Zero e Yuuki non piace.
Uff... e pensare che ho voluto riscriverlo un sacco di volte.
Inizio a provare un odio profondo verso i dialoghi.
Ringrazio chi mi segue, chi commenta e anche chi legge solamente!
Per il prossimo capitolo posso solo promettere di fare del mio meglio.
Alla prossima!

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