My first girlfriend di wammy_s boy (/viewuser.php?uid=83060)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amicizie e amore ***
Capitolo 2: *** Finalmente fidanzato ***
Capitolo 3: *** Uscita al parco ***
Capitolo 4: *** Ora o mai più ***
Capitolo 1 *** Amicizie e amore ***
My
first girlfriend
Salve
a tutti! Questa è una storia vera e mi è
successa
poco tempo fa, parla d un normale
14enne
che si innamora e che come può
succedere
a tutti in amore, incontra una
serie
di ostacoli. Spero vi piaccia.
wammy_s
boy
Amicizia
e amore
Avevo
da poco compiuto 14 anni e anche le vacanze di Pasqua erano finite da
poco; passai un bellissimo orrendo periodo di vacanza a pensare quasi
tutto il tempo a una ragazza (Giulia), eravamo molto amici, ci
scambiavamo messaggi quasi tutti i giorni; il lunedì e il mercoledì
avevamo il rientro obbligatorio, così avevamo la possibilità di
incontrarci.
Al
ritorno dalle vacanze; quando la rividi, mi sentii sollevato dalla
fine delle vacanze, non riuscivo a pensare praticamente ad altro; il
suo bellissimo sorriso, i suoi occhi così intensi che sembrano ti
stiano parlando al cuore e la sua voce; così dolce. Di lei adoravo
tutto, mi sentivo bene, felice, e spensierato solo quando c'era lei e
un giorno senza lei era una terribile sofferenza: ero innamorato.
4
Maggio; era il compleanno di una mia amica, quando arrivai a scuola
le feci gli auguri, alle 8: 00 suonò la campanella e tutti quanti
entrammo nelle classi, ci sedemmo. Io aspettavo impaziente che quella
maledettissima campanella suonasse la fine delle lezioni mattutine;
il tempo non passava più, sembrava si fosse fermato. Dovevo vederla,
sentivo che non avrei retto per altro tempo, era come se lei era
l'energia che mi teneva in vita. Finalmente la campanella emise quel
fastidioso e pure così tanto atteso suono; io preparai di fretta la
cartella, mi fiondai giù per le scale e raggiunsi la mensa; posai lo
zaino in un angolo e la cercai con lo sguardo. Non la vedevo, poteva
non essere venuta o magari stava male...-poverina- pensavo ma
poi...eccola sbucare dalle scale, senti un profondo sollievo nel
vederla. – Cavolo...è stupenda – pensai. Feci per andare a
salutarla ma sentii qualcuno chiamarmi e mi girai in quella
direzione; era una mia amica. -Ciao, senti volevo chiederti...ma è
vero che ti piace la Giulia?-; io restai scioccato, -com'era
possibile?- pensai -Non l'ho detto a nessuno, possibile che si veda
così tanto che mi piace?- pensai. Feci un attimo una pausa, poi
risposi alla domanda, lei ovviamente disse che era una cosa carina;
io faci per andarmene ma lei richiamò nuovamente la mia attenzione.
-Giulia sa che lei ti piace-; rimasi nuovamente scioccato -e glielo
hai detto tu?No, si vede...mi sa che una sua amica l'ha notato e
gliel'ha riferito...ah, anche gli altri sanno di questa cosa...-.
Rimasi un secondo a riflettere su quelle parole, poi risposi
-Ah...tutti quanti...bene,bene bene...Giulia come l'ha presa?-
-Perché non guardi di persona?- rispose lei. Mi affacciai a
guardarla...era stranamente...felice?Stava saltellando come un
bambino a cui si regalano dei giocattoli nuovi; era ancora più
carina quando faceva così. Mi gira nuovamente verso la mia amica -Tu
dici che io le piaccio?- -Si- rispose. Sgranai gli occhi, iniziai a
tremare e ad affannare, il mio cuore pompava a raffica,l'adrenalina
scorreva all'impazzata in tutto il mio corpo. Non riuscivo più a
ragionare, era come se stessi volando, ero felice e spaventato allo
stesso tempo. Mi appoggiai a un tavole e mi ripresi, ma tremavo
ancora un pochino. L'atteggiamento di Giulia sembrava dire che io le
piacessi ma non era una cosa sicura. Tirai un respiro profondo e mi
calmai e lentamente mi avvicinai ai miei amici. -Allora ti piace
Giulia eh?- disse Dario -Si, molto,tanto...- risposi stupidamente; il
mio amico rise seguito subito da me. Ci sedemmo al tavolo, io mi misi
in modo da poter vedere Giulia; era ancora quell'aria da bambino
felice. Appoggiai la testa sulla mano e continuai a fissarla con lo
sguardo perso nei suo bellissimi occhi. Ad un tratto mi accorsi che
tutti i miei amici mi stavano fissando allibiti, -OOO!Che fissate?!-
dissi, Dario e gli altri però come risposta diedero un risata.
Finimmo
di mangiare e ci incamminammo verso la nostra aula.
All'intervallo
io e i miei amici ci sedemmo in un angolo, mentre Giulia e le sue
amiche nell'altro, la classe era divisa in due. Per qualche secondo
ci fu un silenzio molto imbarazzante, ma venne interrotto dalla prof
che iniziò a fare l'appello. Finito l'appello Dario iniziò a
stressarmi con frasi del tipo -Dai dille che ti piace- o -Siamo tutti
con te!-. La cosa sembrava convincermi ancora meno, fino a quando non
tirai un sospiro e mi alzai da terra, -Fate caos- dissi, e in un
attimo i due gruppetti si sciolsero e gli studenti iniziarono a
vagare per la classe. Feci per avvicinarmi ma quando la vidi emergere
da quella massa di ragazze non me la sentii e feci per tornare
indietro ma Dario mi bloccò la strada. Mi spinse in avanti come per
incoraggiarmi, la stessa cosa con Giulia, continuavano a tamponarci
fino a quando non ci trovammo a una spanna di distanza. Rimanemmo
immobili a fissarci negli occhi, sembrava che il tempo si fosse
fermato, io mi sentivo stupido e teso, il baccano era cessato di
nuovo e me ne accorsi solo quando deglutii. Restammo ancora qualche
istante a fissarci negli occhi, gli occhi di Giulia erano di un
meraviglioso marrone misto a verde e a grigio: erano bellissimi
pensai. Cercai di concentrarmi, così scossi la testa e aprì bocca,
per un istante non usci nessun suono ma poi, la fatidica frase: -Devo
parlarti...- -Ok- rispose lei. Feci cenno di sederci ad un banco,
scostai a Giulia la sedia poi mi sedetti di fronte a lei. Ci fissammo
negli occhi e il tempo rallentò di nuovo, io feci dei lunghi respiri
e cercai di calmarmi, ma con quel silenzio non ci riuscivo, non mi
era mai capitato di dire ad una ragazza che mi piace. Ad un tratto il
silenzio cessò: -Allora, non mi dovevi dire una cosa?- chiese lei
con aria speranzosa, io esitai un attimo a rispondere -...s-si, ecco
io...tu mi piaci...molto...- rimasi sorpreso di me stesso, quasi
pensavo di non averlo detto, nonostante tutto tremavo ancora. -...era
così difficile?- chiese lei -No, beh...e che non è una cosa a cui
sono abituato...-risposi timidamente -senti...anche tu mi piaci
tanto, ma mi sono appena mollata con il tipo...-disse Giulia -...lo
so...-.
Ci
fu un altro attimo di silenzio, non riuscivo ancora a calmarmi, poi
lei disse – Stai calmo. Mica ti mangio...- - si, è solo che non mi
è mai capitato di piacere ad una ragazza che piacesse anche a
me...-; lei sorrise timidamente.
Parlammo
per tutto l'intervallo, non ci accorgevamo del tempo che passava: non
era una cosa importante al momento. La campanella emise di nuovo quel
suono e le lezioni pomeridiane iniziarono.
Giulia
ed io ci sedemmo vicini e facemmo a guardarci e a sorridere a
intermittenza quando i nostri sguardi si incrociavano, non potevo
fare a meno di guardarla.
Anche
l'ultima campanella suonò e tutti quanti uscirono da scuola, per noi
fu il momento di salutarci, io non sapevo come fare, era come se si
fosse resettato tutto, lei mi porse la guancia e io la baciai
istintivamente. -Ciao, devo andare- disse Giulia; io la salutai poi
mi sedetti sulle scale e aspettai l'arrivo di mia madre. Era come se
fosse successo tutto troppo in fretta, come se avessi mandato
avanti-veloce quel meraviglioso giorno. Sospirai profondamente -E'
possibile?!- pensai – piaccio ad una ragazza che piace a me...-; la
cosa mi sembrava davvero strana ma decisi di ignorare quella vocina
dentro di me che diceva che non avrei mai avuto una ragazza: -se
questo è un sogno non voglio più svegliarmi- pensai. Mi scappò
istintivamente un sorriso, seguito da una specie di risata; poi
finalmente arrivò mia madre che mi portò a casa. Ero a casa ma la
mia testa era altrove, avevo bisogno di dirlo a qualcuno; ai miei
genitori non l'avrei detto di sicuro visto come avevano reagito
qualche giorno fa al fidanzamento di un'amica di mia sorella. Restava
mia sorella, la cosa non mi ispirava ma era per togliermi quel “peso”
di dosso; sapevo che avrebbe reagito in una certa maniera ma non
pensavo si arrabbiasse, la cosa comunque,non mi diede troppo
fastidio visto che ero troppo felice per arrabbiarmi.
Per
tutto il resto della settimana avevamo pochi compiti così, finiti i
miei mi sdraiai qualche secondo sul mio letto, chiusi gli occhi e mi
immaginai Giulia; sorrideva e rideva: era bellissima. Riaprii gli
occhi, presi il cellulare e iniziai a scriverle un messaggio, ma
all'improvviso il mio cellulare mi allertò di un nuovo messaggio:
era Giulia.
Il
messaggio diceva -Ciao!Come va?Volevo chiederti una cosa...- le
risposi frettolosamente -Dimmi- -Da quanto tempo ti piaccio?...avrei
considerato l'idea di mettermi con te... :)-. Rimasi di stucco, tirai
un espiro profondo, poi un altro e un altro ancora; rilessi
attentamente il messaggio per più volte cercando di capirci
qualcosa; ma per quanto lo leggessi continuavo ancora a non crederci.
Dopo essermi ripreso le risposi -Dal rientro di Pasqua-, poi
finalmente la sua risposta -ok mi sa che ti dico di si!Ho capito che
mi piaci tanto... :)-.
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Capitolo 2 *** Finalmente fidanzato ***
Finalmente
fidanzato
Dopo
quel messaggio continuammo a scriverci, fino all'ora di cena.
Finalmente avevo trovato una ragazza che sapeva apprezzarmi: il mondo
sembrava essere meno orrendo. Io spesi quasi tutto il credito, ma non
era una cosa importante al momento. Finalmente per una volta mi
addormentavo con il pensiero che qualcuno oltre ai miei familiari mi
amasse, era come se ricevessi un abbraccio tanto atteso.
Il
giorno dopo mi alzai di buon umore e il fatto di andare a scuola
sembrava anche piacevole. Arrivato a scuola annuncia la grande
notizia, all'inizio i miei amici non mi presero sul serio, ma si
dovettero ricredere quando feci leggere i messaggi. Le porte si
aprirono e subito dopo la campanella suonò, e come un branco di
gorilla ci precipitammo in classe. Il tempo questa volta sembrava
scorrere più velocemente e anche l'ultima campanella sembrava
impaziente di suonare. Iniziai a raccattare la mia roba sul banco e
la misi con noncuranza nella cartella e mi precipitai vicino alla
coda davanti alla porta dell'aula. La campanella trillò e la fila di
studenti si sparse per i corridoi. Mi fiondai ancora una volta giù
per le scale, mi appoggi alla porta di ingresso e aspettai che anche
la loro classe raggiungesse l'uscita. Osservai attentamente tutti gli
studenti che varcavano l'ingresso e all'improvviso la vidi sbucare da
quell'ammasso di ragazzi che non vedevano l'ora di andare a casa e
rilassarsi. Feci un passo in avanti così da poter farmi vedere.
-Ehi, ciao- disse Giulia -Ciao, allora, com'è andata?- -Bene...-
rispose lei -Senti...- -Scusa c'è mia mamma devo andare!Mi
dispiace!- disse lei interrompendo la conversazione, mi abbracciò
frettolosamente e poi si diresse verso l'auto di sua madre mentre io
la guardavo andare via. Sospirai e mi sedetti sulla gradinata ad
aspettare l'arrivo dei miei genitori.
Arrivato
a casa feci una breve merenda e corsi a fare i compiti, prima li
finivo e prima potevo parlarle. Dato che la settimana era quasi
finita i compiti scarseggiavano così dopo appena un ora ero già al
computer per poter parlare con lei. Questa volta fui io il primo a
scrivere: -Ehi, ciao...- dopo qualche minuto arrivò la sua risposta
-ciao...-. Stavo per risponderle ma lei continuò il messaggio
scrivendo -senti ci ho riflettuto su a lungo e...-, più continuavo a
leggere più la faccenda mi piaceva sempre meno, speravo con tutte le
mie forze che non il messaggio on dicesse niente di brutto, ma la mia
speranza era vana. Continua a leggere -...ho capito che noi due non
dovremmo stare insieme...-.
Sentii
un colpo attraversarmi il petto, faceva male, come se la pelle si
stesse squarciando come un vecchio straccio. Mi alzai istintivamente
e diedi un pugno nella parete, le nocche diventarono rosse, chinai la
testa, come se fosse troppo pesante. Dal viso iniziarono a scendermi
delle lacrime, per non farmi sentire piangere dai miei genitori
cercai di soffocare il pianto ma questo lo rendeva ancora più duro e
aspro da mandare giù.
Passarono
dei minuti e Giulia probabilmente aveva intuito che non l'avevo presa
bene, con il viso umido e ancora pieno di lacrime mi sedetti e
continuai a leggere. -...non voglio ferirti, e che è stato un mio
errore, ho scambiato l'amicizia con l'amore...mi dispiace-.
Respirai
profondamente più volte, poi guardai l'ora: erano quasi le 19:00;
chinai nuovamente la testa e pensai -wow, bravo...non riesci a
tenerti una ragazza manco per 24 ore!-.
Dopo
essermi ripreso le risposi -...no, non fa niente, me l'aspettavo,
comunque va beh, sono cose che succedono...tra di noi non è cambiato
nulla-. Dopo quella risposta pensai di averla stupita, ma non ebbi
mai la conferma. -Infatti! Tra di noi non è cambiato nulla, restiamo
solo amici-. Continuammo a scriverci, ma non riuscivo ancora ad
accettarlo, non il fatto che Giulia non fosse più la mia ragazza, ma
il fatto di non essere riuscito a tenermi la mia prima ragazza
neanche un giorno intero.
Dopo
cena decisi di farmi una doccia, pensando di rilassarmi, ma anche
sotto l'acqua continuavo a pensare a quel momento, ricominciai a
piangere e non smisi fino a quando non mi addormentai.
Il
giorno seguente mi alzai con gli occhi rossi; ancora una volto
arrivai angosciato a scuola ma questa volta c'era qualcosa di più,
ma nessuno sembrava accorgersene. Per tutto l'orario delle lezioni me
ne stetti in disparte a piangermi addosso, poi come se non bastassero
le cattive notizie la prof ci avvisò che all'ultima ora avremmo
fatto la foto di classe. Il tempo passava inesorabilmente e anche la
penultima campanella suonò, speravo che ci fossero stati imprevisti,
ma ancora una volta invano.
La
prof ci fece mettere in fila e ci accompagnò al cortile, ci fece
disporre in modo uniforme per fare la foto e disse di sorridere,
quasi avevo dimenticato come si sorridesse. La prof se ne accorse
immediatamente, così mi richiamò costringendomi a sorridere, chiesi
al mio cuore un ultimo sforzo, iniziai a sollevare gli angoli della
bocca e anche se non bene riuscii a sorridere nonostante tutto.
Al
ritorno verso l'aula la prof mi fermò -Marco, che cos'hai?-
-Niente...- mentii, -sicuro?- insistette lei. Sospirai angosciato e
risposi alla domanda -Cose private...scusi...-, la prof mi guardò
con aria delusa e mi accompagnò in classe.
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Capitolo 3 *** Uscita al parco ***
Uscita
al parco
Erano
passate due settimane da quando mi aveva lasciato spezzandomi il
cuore e finalmente ero riuscito ad accettare il fatto che mi avesse
mollato. Da allora però mi ero messo in testa di riconquistarla e
anche se lei aveva smesso di amarmi, io continuavo a provare un
sentimento molto profondo per lei.
In
quei giorni ci eravamo messi d'accordo io lei e dei nostri amici per
andare al cinema a vedere Beastly ma una serie di imprevisti ce lo
impedì. Per rimediare Giulia e una sua amica mi invitarono ad un
uscita al parco, poteva essere l'occasione che stavo aspettando.
L'uscita era fissate per il 28 e dovevamo incontrarci davanti a casa
dell'amica di Giulia.
Era
il 28, il giorno dell'appuntamento e per fare bella figura mi
presentai con qualche minuto di anticipo. Giulia doveva ancora
arrivare, ma non si fece attendere molto e una volta arrivata ci
raggiunse anche la sua amica. Come prima tappa decidemmo di andare in
centro città, era pieno di gente e io non ero solito andarci proprio
per questo motivo. Per l'uscita mi ero immaginato delle situazioni
che avremmo potuto incontrare, ma questa mi colse alla sprovvista: i
miei compagni di scuola. Erano in due, uno era nella mia classe, e
l'altro lo conoscevo solo di vista. Ci fermammo solo qualche secondo
per salutarci ma per me sembrò un'eternità, -Che imbarazzo- pensai.
Dopo
quell'imprevisto ci fermammo in gelateria, Giulia prese una granita,
la sua amica un gelato e io niente. Le ragazze avevano insistito
perché io prendessi un gelato, ma io non sono uno a cui piace tanto
il gelato.
Quando
le ragazze finirono di mangiare tornammo indietro e ci dirigemmo
verso il parco. Raggiunta l'entrata mi vennero in mente tutte le
volte che i miei genitori mi ci portavano. Girammo a vuoto per
qualche minuto, dopodiché ci fermammo all'ombra vicino ad un grosso
albero. Ci sedemmo e restammo a guardare quell'enorme distesa verde,
era tutto così tranquillo e silenzioso, si sentivano solo le voci
lontane dei bambini che giocavano e il vento che faceva oscillare i
fili d'erba, i rami e i nostri capelli. C'erano molte coppie che si
baciavano, così incoraggiato da quell'atmosfera afferrai la mano di
Giulia, e lentamente me la trascinai in cima ad una collina
tranquilla. -Giulia, devo parlarti...- le dissi insicuro -ok- rispose
lei -senti, io non ho mai smesso di amarti, e voglio poterti
dimostrare che io sono il ragazzo che fa per te...-. Giulia rimase in
silenzio per qualche secondo poi si interruppe con il suono della sua
voce -...ascolta, tu mi piaci, ma non riesco a pensare a te come il
mio ragazzo, fingi che noi due non ci siamo mai messi insieme, ok?-.
Come potevo fingere che non fosse successo niente? Era l'unica
ragazza che ricambiasse i miei sentimenti e io dovevo fingere che non
fosse successo, mi sentivo male solo a pensarlo.
-Ok,
cercherò di dimenticare...- risposi rassegnato -...bene- rispose
lei, raggiungemmo l'amica di Giulia che avevamo lasciato sola alla
piedi della collinetta.
Per
tutto il resto dell'uscita restai in silenzio e al momento di
salutarci feci solo un cenno con la mano.
Arrivato
a casa mi sdraiai sul letto e tirai un sospiro -...dimenticare, non
posso dimenticarti- sussurrai.
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Capitolo 4 *** Ora o mai più ***
Ora
o mai più
Dopo
quell'uscita disastrosa pensai pensai di aver bruciato la mia unica
possibilità di riprendermela, ma questa preoccupazione si dissolse
quando Giulia mi invitò alla sua festa di “addio al nubilato”.
Sarebbe dovuta partire ad agosto e per tutto Luglio avrebbe avuto un
gran da fare, così quest'ultima occasione venne decisa per il giorno
11 Giugno. Era l'ultima possibilità che avevo di strapparle un bacio
prima che se ne andasse a Pisa, non dovevo permettermi di fallire.
Questa era una festa di compleanno anticipata, visto che il suo era
il 31 Luglio non avrebbe potuto festeggiarla; io le avevo già fatto
un regalo: un mio capello a cui tenevo molto. Non le avevo però dato
il biglietto di auguri così presi foglio, matita, gomma e iniziai a
farglielo con le mie mani. Non avevo la più pallida idea di cosa
fare, ma dopo un po' di ragionamento iniziai a creare. Il risultato
fu un fogliettino con su un suo ritratto e dietro delle frasi dolci
uscite tutte dalla mia testa, pensavo però che non lo avrebbe
gradito molto.
Arrivò
il giorno della festa e come da programma mi presentai al cinema per
le 19:15, ad aspettarmi c'erano l'amica di Giulia, Dario, altre
amiche e ovviamente la festeggiata. Appena arrivato salutai Dario, il
quale confessò di essere felice di non essere stato l'unico maschio
presente alla festa. Poi con passo insicuro avanzai verso Giulia per
farle gli auguri. Indossava dei pantaloni fuxia, della scarpe nere e
una maglietta bianca con un disegno e le maniche nere: era stupenda.
Entrammo
dentro e l'atmosfera era calma, ci sedemmo ai tavoli e la madre di
Giulia ci chiese che cosa volevamo da mangiare, rispondemmo tutti
pizza e patatine. Quando le ordinazioni furono pronte ci alzammo per
andare a ritirarle, ma io con la mia solita “fortuna” inciampai
su un qualcosa facendo cadere il vassoio per terra.
Dopo
averne ordinata un'altra mi sedetti con aria stupida e iniziai a
mangiare, Dario continuava a ridere per la pizza finita per terra.
Quando
tutti finirono di mangiare fu il momento dei regali e a me usci
istintivamente una faccia da “speriamo vada bene”; e per cautela
lo feci prima leggere alle amiche di Giulia. Aspettai impazientemente
la loro risposta, continuavo a pensare che non le sarebbe piaciuto
molto, ma poi -HAAAWWW! Che tenero!-. Io sgranai gli occhi e agitai
il braccio in segno di vittoria, quell'esclamazione però fece
incuriosire tutte quante, compresa Giulia. Prima di farlo leggere a
lei lo feci leggere a tutte le sue amiche, che risposero tutte allo
stesso modo; poi anche il mio amico Dario fu sopraffatto dalla
curiosità, così lo lesse anche lui. -Ah, però...- disse lui
ridendo, -ti piace?- chiesi io -...si, bello...però adesso devi
farlo leggere a Giulia- -già...- risposi con aria sicura. Mi
avvicinai lentamente a Giulia, le tesi il braccio con in mano il
biglietto e lei lo afferrò, quando vide il disegno sorrise, poi girò
e iniziò a leggere. Poco dopo la sua risposta -WOW, grazie è
bellissimo...- mi venne in contro per abbracciarmi: io sorrisi
soddisfatto.
Dopo
quell'abbraccio le amiche di Giulia la incoraggiarono a farci baciare
ma lei rispondeva sempre no.
Quando
fu il momento di salire in sala iniziammo a scegliere i posti, tutte
le amiche della festeggiata erano d'accordo sul farla sedere accanto
a me, a quanto pare avevo qualcuno che mi sosteneva.
Entrati
in sala ci disponemmo secondo il piano, il film non era niente male
ma io preferivo guardare Giulia. Feci qualche tentativo per tenerle
la mano ma anche li continuava a respingermi, -Osso duro...- pensai
io. Accanto a me avevo una delle sue amiche che continuava a dirmi di
baciarla, ma io le rispondevo che non mi sentivo a mio agio in una
sala piena di persone, specie con sua madre la dentro.
Al
secondo tempo ci cambiammo di posto e al posto dell'amica di Giulia
venne Dario, ma non era cambiato niente: successe lo stesso del primo
tempo.
Anche
il secondo tempo era finito e non ero ancora riuscito a baciarla,
quindi l'unica soluzione era di chiedere a sua madre di farci fare un
giro in zona con tutti gli invitati, chiedere alle sue amiche e a
Dario di lasciarci da soli per qualche minuto e baciarla sotto le
stelle; o almeno questo secondo i piani. Uscimmo dalla sala e
raggiungemmo l'ingresso così da poter aspettare l'arrivo dei
genitori degli invitati, poi come da piano una delle amiche di Giulia
chiese a sua madre di farci andare a fare un giro, ma con sorpresa
di tutti lei rifiutò usando la scusa “se i genitori arrivano e non
vi trovano?”. Noi insistemmo più e più volte dicendo che ci
avremmo messo poco tempo, ma lei continuava ostinatamente a
rifiutare.
-Finalmente!-
pensai entusiasta: la madre di Giulia si era allontanata, era la mia
occasione. Tirai un respiro profondo, poi avanzai verso la mia amata,
le afferrai per le mani e iniziai ad avvicinarmi alle sue labbra.
Quello sarebbe stato il mio primo bacio, ma quando eravamo a pochi
centimetri di distanza le sue amiche mi avvertirono del ritorno di
sua madre. Mi allontanai innervosito e feci finta di niente, -Cavolo!
Non potevi startene via altri 10 secondi!- pensavo irritato, una
possibilità era andata a farsi friggere.
La
mamma di Giulia da quando era ritornata non si era mossa di un
centimetro lontano da sua figlia e a me stavano iniziando a girarmi i
gioielli.
Quando
vidi il primo genitore arrivare a prendere suo figlio capii che il
tempo stringeva, quell'auto era del padre di Dario e questo non
prometteva niente di buono visto che lui mi avrebbe fatto da buona
spalla, così mi sforzai di architettare un piano. Purtroppo non
riuscivo a farmi venire in mente niente e inizia a pensare che Giulia
se ne sarebbe andata a Pisa senza che io la baciassi.
All'improvviso
sua madre decise di farci una foto, io ovviamente mi misi accanto
alla festeggiata, fuori stavo sorridendo, ma dentro avevo paura che
se ne andasse senza il mio bacio.
Gli
invitati continuavano a scendere di numero, fino a quando non
restammo solo io, lei e sua madre. Mia mamma sarebbe arrivata a
momenti e ogni volta che una macchina passava davanti al cinema
temevo che fosse la nostra. -Vattene! Allontanati! Lasciaci soli!-
continuavo a pensare, ma sua madre non si muoveva di un centimetro,
quasi come se volesse rovinarmi la vita. -Per favore, ti prego!
Allontanati per un momento!- pensavo e speravo terrorizzato, ma
ancora niente da fare.
Un'abbagliante
luce mi colpì negli occhi: era una luce proveniente da una macchina,
l'auto dei miei genitori. -E' finita...- pensavo angosciato -...ma
non può finire così, non può, NON PUO!- pensavo, ma invece poteva
eccome.
L'auto
parcheggiò proprio davanti a me, un finestrino si abbassò e il viso
di mia madre apparve. -Salve, sono la mamma di Marco- disse mia madre
con un sorriso stampato in faccia -dai Marco, sali in macchina-.
Avvertii una fitta al cuore, poi lentamente mi avvicinai a Giulia
-Beh...ciao, spero che gli esami ti vadano bene e...che ti troverai
bene a Pisa- dissi con aria devastata. Poi, accadde qualcosa che rese
quella giornata meno orribile: Giulia fece uno scatto verso di me e
mi abbracciò forte, io feci altrettanto, capii che in
quell'abbraccio c'erano un mi dispiace e un addio. Quell'abbraccio
sembrò eterno, poi ci dividemmo tornando a pochi centimetri di
distanza. Mi girai, avanzai verso l'auto, feci per entrare, esitai un
attimo e mi voltai per guardarla e sorridemmo tutti e due; poi entrai
in macchina. Mia madre salutò nuovamente e diede gas portandomi via
dalla ragazza che amavo, mi girai per guardarla attraverso il vetro,
e la vedevo rimpicciolire gradualmente.
Mi
rigirai mettendomi seduto correttamente, davanti a me c'era la strada
e andavo sempre avanti, indietro c'era il passato e una storia che
avrei portato con me per tutta la vita.
Fine
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