Friends Forever

di BellatrixWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prime impressioni ***
Capitolo 2: *** Amiche ***
Capitolo 3: *** Renèe ***
Capitolo 4: *** Lucy ***
Capitolo 5: *** Pomeriggio fuori ***
Capitolo 6: *** Serata da Lucy ***
Capitolo 7: *** Lunedì ***
Capitolo 8: *** Scelta ***
Capitolo 9: *** Botta ***
Capitolo 10: *** Testarda! ***
Capitolo 11: *** A casa malata ***



Capitolo 1
*** Prime impressioni ***


Purtroppo, Lucy e Renèe non mi appartengono. Non scrivo questa fic a scopo di lucro, ma solo per dare sfogo ai miei pensieri che nessuno mai dovrebbe (né vorrebbe) conoscere.

Ok, questa è la mia seconda long, ma la prima l'ho eliminata perché... boh. Quindi contiamola come prima.
Premetto che sono una Xenita sub-texter convinta, la coppia Xena/Gabrielle
mi piace molto. Luce e Ren sono coloro che sono dietro la maschera di Xena e Gabby, e mi piace molto immaginarle assieme. Ma rimangono amiche... vero?



Renèe

Caro diario,

oggi sono iniziate le riprese di Xena: Warrior Princess. Tutti sono davvero simpatici, mi trovo molto bene. Io interpreterò Gabrielle, una delle due protagoniste, che in pratica viene salvata da Xena e insiste per seguirla nelle sue avventure, poiché sostiene che quella di ragazza di campagna non è la vita che fa per lei. La guerriera rifiuta la sua compagnia e la giovane la segue in segreto. Alla fine, Xena accetta di averla con sé e nasce un'amicizia tra le due.
L'attrice che interpreterà Xena è Lucy Lawless. La conosco da poche ore e già mi sta simpatica; è divertente, gentile e allegra. È molto alta, ben più di me, ha lunghi capelli neri e occhi cerulei.
Penso che diventeremo amiche, non so perché ma ho come questa impressione.
Ma ora è meglio che io vada. Buona notte.

Renèe

 

La giovane Renèe sospirò, si scansò una ciocca di capelli dorati dagli occhi azzurri e ripose il diario rilegato in cuoio nel cassetto del comodino assieme alla penna nera.
Poggiò le mani sulle gambe incrociate e guardò la sveglia, che segnava le ventidue. Ricordandosi che l'indomani si sarebbe dovuta alzare alle sei, andò a cambiarsi per potersi abbandonare al sonno.

Dopo essersi messa un pigiama comodo e si distese scoprendosi per quella sera di giugno. Mentre stava per addormentarsi, un ultimo pensiero volò a quel nuovo incontro che tanto l'aveva affascinata, Lucy, soffermandosi sui suoi occhi celesti e gli zigomi alti.

Quella notte sognò di essere Gabrielle e di cavalcare assieme a Xena verso l'orizzonte, chiacchierando, allegramente abbracciata alla guerriera per non cadere; improvvisamente la scena cambiò: era sera, Xena e Gabrielle si trovavano in un bosco, accanto al fuoco; attorno a loro le cicale e gli animaletti notturni si esibivano nel loro concertino quotidiano, e nell'aria si respirava estate. Le due amiche erano una accanto all'altra, sedute su dei lenzuoli adagiati a terra. Si stavano baciando...

Renèe aprì gli occhi di colpo e si voltò in direzione della sveglia. Erano le cinque e tre quarti del mattino; dato che non valeva la pena di riaddormentarsi per quindici minuti, la ragazza si alzò con un mugugno, staccò la sveglia e andò a farsi una doccia.

Sotto l'acqua tiepida ripensò al sogno appena fatto. La donna che aveva appena conosciuto già stava iniziando ad apparirle in sogno? O era il personaggio di Xena ad intrigarla tanto? La sua mente vagò fino al bacio. Improvvisamente si ricordò delle sensazioni provate in quel momento, del calore delle sue labbra, della delicatezza della sua pelle e della passione che sentiva.
Decise di cambiare drasticamente la temperatura dell'acqua, rinfrescandosi le idee con una doccia fredda. Sapeva bene che non avrebbe potuto recitare bene se avesse continuato a pensare a quel bacio per tutta la giornata. E dopotutto... era solo un sogno, no?

Uscì e prese un accappatoio bianco per asciugarsi. Se lo mise addosso e strinse con un nodo il cinturino attorno alla vita. Si mise davanti allo specchio, squadrandosi. Afferrò un asciugamano e lo arrotolò a mo' di turbante sul capo per coprirsi i lunghi capelli bagnati. Si tamponò il viso con la manica dell'accappatoio e tornò a guardare il suo riflesso. Decisamente l'acqua fredda l'aveva svegliata: solitamente alla mattina sembrava uno zombie, con gli occhi socchiusi e i muscoli rilassati, mentre ora era sveglia e pimpante.

Sapendo di avere circa tre quarti d'ora -doveva essere sul set alle sette- se la prese abbastanza con comodo: fece colazione, guardò la posta e si preparò per bene.

Quando fu ora di andare prese il necessario ed uscì di casa, respirando a pieni polmoni l'aria estiva, calda e piacevole. Tirava un venticello fresco che le fece volare i capelli davanti al viso.

Prese la macchina e si recò sul set del nuovo telefilm “Xena: Warrior Princess”, cercando di pensare a tutto meno che allo strano sogno.


Lucy

Lucy era appena tornata a casa dopo la prima giornata di riprese di X:WP abbastanza stanca.
Si preparò un caffè e si stravaccò sul divano, pensando a quanto le piacesse il ruolo di “Principessa guerriera”. Già sul set di Hercules si era divertita molto ad interpretarla, e il pensiero di un'intera serie su quel personaggio con lei come protagonista la entusiasmava molto.
Assieme a Xena, però, c'era un'altra protagonista, una certa Gabrielle, una ragazza che aveva fatto di tutto per seguire Xena nelle sue avventure, e ci era riuscita. Gabrielle sarebbe diventata la migliore amica della guerriera, aiutandola e imparando da lei.

Come si chiama la ragazza? … Renèe, sì. Molto interessante, andiamo già d'accordo, e ci conosciamo da poche ore.” pensò Lucy dopo un po', sdraiata comodamente sul sofà, intenta a guardare il soffitto.
La prima impressione che Renèe aveva fatto a Lucy era quella di una ragazza simpatica e divertente con cui era piacevole parlare. In un primo momento l'aveva colpita il suo bel viso, dolce e allegro.

Dopo essersi riposata per qualche minuto decise di andare a fare qualcosa di utile, come magari mettere a posto il soggiorno, in cui sembrava essere appena passato un uragano.
Quando ebbe finito di “fare qualcosa di utile” notò che erano ormai le undici, quindi optò per andare a coricarsi.

Il mattino seguente si alzò di buon'ora per potersi preparare con calma.
Si trascinò fino alla finestra, ancora mezza addormentata, e guardando fuori notò il vento che soffiava muovendo gli alberi filiformi che oscillavano allegramente. L'idea di un vento forte non la esaltava particolarmente, ma scrollò le spalle e si diresse in bagno dove si lavò e vestì tranquillamente.
Pensò che sarebbe stato meglio indossare vestiti adatti a quelle folate, così scelse un paio di jeans leggeri, una maglia a maniche lunghe.

Quando si accorse che se l'era presa troppo comoda bevve un caffè in velocità, afferrò al volo la borsa e corse in macchina, arrivando sul set alle sette spaccate.
Durante tutto il viaggio pensò a quella ragazza dal volto dolce conosciuta il giorno prima, Renèe O'Connor, riflettendo sui momenti passati assieme in quelle poche ore e sulle informazioni raccolte su di lei. La sua conclusione fu che molto probabilmente sarebbero diventate ottime amiche.

Aveva ragione.

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Capitolo 2
*** Amiche ***


Devo dire che non sono molto sicura di questo capitolo. La mia mente è già avanti, ho già in mente alcuni capitoli, che però verranno tra un po' e questo non mi garba troppo. Beh, recensite e fatemi sapere che ne pensate! Se avete qualche suggerimento o altro, io sono aperta ad ogni consiglio. 8D



Finalmente, dopo mesi di riprese, il 4 settembre 1995 venne mandato in onda il primo episodio di Xena: Warrior Princess, Sins of the Past.

 

La prima puntata ebbe molto successo, e il telefilm partì ufficialmente negli U.S.A..

Via via che il lavoro andava avanti, sul set di Xena l'aria era sempre più famigliare e gioviale, la gente iniziava a conoscersi meglio e a stringere amicizia.

 

Durante le riprese di "Hooves And Harlots"

Il nono episodio era stato mandato in onda sulla rete televisiva americana in novembre, nonostante fosse stato filmato in ottobre, quindi solo dopo quello che fu mandato come decimo episodio, filmato in settembre.

Lucy si avvicinò a Renèe vestita come al solito della sua armatura di cuoio.

«Ma non hai freddo così?» le domandò Ren voltandosi a guardarla. Lei annuì e si portò le mani ai fianchi.

«Abbastanza, mi chiedo come facesse Xena ad andare in giro così. Doveva ricevere molte occhiate da quelli dell'altro sesso.» commentò divertita, cercando di distogliere l'attenzione dalla temperatura decisamente bassa.

Renèe ridacchiò in risposta, immaginando Lucy camminare in giro per la città attuale vestita solo della sua armatura. Sarebbe stato divertente.

«Credo che quell'outfit blocchi l'afflusso al cervello di molti adolescenti.» disse poi con un cenno del dito.

Entrambe si misero a ridere di gusto. «Immagino!»

Qualche minuto dopo le due attrici furono richiamate sul set. La decima puntata sarebbe stata importante, perché avrebbe segnato l'inizio del ciclo delle Amazzoni. L'amica della Principessa Guerriera sarebbe diventata una Principessa Amazzone, e avrebbe imparato l'uso del bastone, diventando una vera e propria compagna d'avventura capace di difendersi.

«Quindi.. Tu e Renèe dovreste arrivare con il cavallo fino agli alberi, scendere e continuare a piedi. Pochi passi, poi... vi fermate qui. Xena si guarda intorno, alza le mani sopra la testa e dice a Gabrielle di imitarla. Poi arrivano le Amazzoni. Tutto chiaro fin qui?» R.J. Stewart illustrò brevemente la scena a Lucy e Renèe, gesticolando ed indicando i punti vari in cui si sarebbero dovute fermare. Le due annuirono, poi iniziarono a provare.

Xena prese le briglie di Argo, affiancata da Gabrielle, ma la cavalla non accennava minimamente a muoversi.

Entrambe si misero a strattonare le briglie cercando di smuovere Argo, che le guardava pigramente puntando gli zoccoli. Nitrì due o tre volte, senza fare un passo.

«Qualcuno ha una mela?» Lucy si arrese lasciando la presa. Renèe, che non ci aveva fatto caso, continuò a strattonare, ma le forze erano cambiate e lei fu presa alla sprovvista da un colpo di Argo, che per poco non la fece cadere. Lucy la afferrò per le spalle appena prima che lei capitombolasse al suolo.

«Tutto bene?» chiese la mora, preoccupata.

«Sì, grazie a te!» esclamo Renèe, rossa in viso, massaggiandosi le braccia. Lanciò un'occhiataccia alla cavalla, che ricambiò con uno sguardo annoiato. Rassegnata, la bionda scosse la testa e andò a cercare qualcosa per attirare Argo, ignorando le risatine di Stewart, che aveva assistito alla scena senza smettere di ridere.

 

Qualche giorno dopo.

Lucy e Renèe erano ormai diventate amiche e quel giorno erano andate a prendere un caffè assieme in un bar.

«Ti sei fatta male?» chiese Renèe riferendosi ad una quasi caduta da cavallo di Lucy, che sorrise calorosamente e scosse la testa, bevendo un sorso di caffè.

«Tranquilla, non mi sono fatta nulla. Altrimenti credo che l'avresti notato, sai, un livido o qualcosa del genere. Dopotutto ho sempre braccia e gambe scoperte.» scrollò le spalle e si voltò verso la porta a vetri del locale per guardare un gatto che si stiracchiava e se ne andava allegramente con la coda alta.

Ren la squadrò, poi scosse la testa e le diede ragione. La guardò un attimo negli occhi illuminati dalla leggera luce del sole che entrava dalla porta e dalle finestre. Con quell'illuminazione risaltavano ancora più cristallini e belli. Tornata in sé, mentre l'altra stava ancora fissando il gatto che gironzolava ed occasionalmente si strusciava su qualcosa o qualcuno, la ragazza ruppe il silenzio. «Cosa guardi?»

«Nulla di che. Un gatto.»

Renèe si voltò verso l'animale con scarso interesse, si strinse un attimo nelle spalle e tornò a parlare. «Ti piacciono i gatti?»

«Sono carini.» rispose tornando a guardare Renèe. «Comunque non so perché mi interessasse tanto.» finì il suo caffè chiudendo un attimo gli occhi.

Ren, che non aveva ancora raccontato all'amica del sogno avuto mesi prima -né era particolarmente intenzionata a parlarne- si chiese per un attimo cosa avrebbe potuto dire Lucy se lei lo avesse menzionato, se avesse detto qualcosa come “Sai, qualche tempo fa ho fatto un sogno. C'erano Xena e Gabrielle -che poi saremmo noi- che si baciavano”. Renèe si trattenne dal ridere, pensando tra sé e sé “stai scherzando, spero”.

Intanto, Lucy aveva già pagato le consumazioni e stava prendendo il cappotto.

«Andiamo?» chiese gentilmente, risvegliando la bionda dai suoi pensieri.

«Sì, certo.» imitando l'altra, si alzò e prese la giacca, se la infilò e assieme all'amica uscì dal locale.

Il micio di prima si strusciò prima sulle gambe di Renèe, poi su quelle di Lucy, lasciando in regalo un po' di pelo bianco sui pantaloni di entrambe.

«No... Li avevo appena lavati..» sospirò Lucy guardandosi i pantaloni neri pieni di peli bianchi e grigi.

L'altra ridacchiò appena, poggiandole amichevolmente una mano sulla spalla. «Hanno vissuto una bella vita.» disse con un tono tragico, poi scoppiò a ridere, seguita dall'amica.

Si diressero assieme verso le rispettive macchine, parcheggiate vicine, chiacchierando.

«Sai, stavo pensando... Ci conosciamo da quanto? Pochi mesi? Già andiamo d'accordo.» Renèe sorrise allegra. Lucy annuì, concordando con lei. «Effettivamente, sì.» rispose sorridendo a sua volta. Continuarono il discorso, e più parlavano più si rendevano conto di quante cose avessero in comune, di come si trovassero bene l'una assieme all'altra e come entrambe avessero avuto sin dall'inizio la sensazione che quella tra loro sarebbe stata un'ottima amicizia.

Per puro caso, a Ren sfuggì un particolare. «Ho fatto persino un sogno su noi due!» Appena si rese conto di ciò che aveva detto pensò ad un modo per sviare la conversazione.

«E cosa hai sognato?» chiese Lucy, appoggiando la borsa alla macchina in cerca delle chiavi.

«Ah, nulla di che...» Sapeva bene di non essere molto brava a mentire, ma diamine, era un'attrice, avrebbe improvvisato. «Sai, roba come noi due che chiacchieriamo... o che cavalchiamo durante una ripresa di Xena... Cose così.» gesticolò cercando di far capire che non era nulla di tale. L'altra intanto aveva trovato le chiavi. Si voltò verso Renèe sorridendo. «Beh, carino.» Aprì la portiera. «Ci si vede dopodomani allora.»

«A dopodomani!»

Si congedarono e ognuno tornò alla propria casa. Ren tirò un sospiro, pensando a quanto era stata sbadata. “La prossima volta sarà meglio pensare prima di parlare, ci sono andata vicina. Sarebbe stato imbarazzante...” poi si concentrò semplicemente sulla strada, visto che iniziò a piovere a dirotto, distraendosi dai suoi pensieri.

Una volta arrivata a casa, Renèe prese il diario e la penna, si sedette sul letto ed iniziò a scrivere.

 

Caro diario,

Le riprese di Xena stanno andando avanti senza particolari problemi, sul set ci si diverte e si lavora bene.

Mi piace molto recitare con Lucy, è brava e riesce davvero a far sentire le persone a proprio agio.

Oggi sono andata vicina al raccontarle del sogno di qualche tempo fa, quello in cui ci baciavamo. All'ultimo momento mi sono accorta di cosa stavo dicendo, fortunatamente. È strano, non riesco a capire esattamente cosa provo per lei. Insomma... finora non ho mai avuto particolare interesse per le donne, eppure quel sogno mi ha scossa abbastanza. Inoltre, quando sono con lei, mi sento veramente... bene! Mi piacerebbe potergliene parlare, ma sono decisamente troppo timida per affrontare un argomento del genere. E comunque, anche se andiamo molto d'accordo e ci intendiamo bene, ci conosciamo solo da pochi mesi.

Siamo già buone amiche. Non mi era mai successo di legare con qualcuno così velocemente e bene. Sì... si prospetta una fantastica amicizia. Perché è di questo che si tratta: di amicizia. Nulla di più, Renèe.

 

Controllò l'ora, si accorse che erano ormai le cinque del pomeriggio, e lei sarebbe dovuta uscire alle cinque e mezza per un appuntamento. Velocemente scribacchiò una formula di chiusura, firmò e mise via il quadernino nel solito posto assieme alla penna.

In pochi minuti si preparò, prese tutto ciò che le servì ed uscì, chiedendosi se ciò che aveva scritto era vero, e se davvero quella fosse destinata ad essere una semplice amicizia.

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Capitolo 3
*** Renèe ***



Ok. Questa volta ci ho messo tanto e mi spiace, ma ho passato un periodo di blocco.
Ringrazio la mia Lucrisama (conosciuta come mischiri, leggetevi qualche sua fic perché è fantastica) e Rossella :3 Inoltre, grazie a Warrior In Me e Celesten per le recensioni ^^



Renèe era stesa sul letto, cercando di prendere sonno. Era stata una giornata stressante, e lei era alquanto stanca, ma non riusciva davvero a dormire. Nonostante Gabrielle fosse stata poco presente nell'episodio, Renèe era ritrovata ad aiutare molto dietro le quinte.
Si rotolò su un fianco, portando le ginocchia al petto sotto alle coperte per riscaldarsi. Davanti agli occhi chiusi le passarono immagini della giornata trascorsa, piccoli frammenti tipici del dormiveglia.
Si ricordò della strana sensazione che aveva provato durante la chiacchierata tra Gabrielle e Xena, prima che quest'ultima si tuffasse nel lago per raggiungere l'Averno. Quegli occhi azzurri fissi nei suoi e la voce calda di Lucy le avevano fatto scorrere un brivido sulla schiena.
Le tornò in mente quell'insolito senso di fastidio che aveva provato quando Marcus e Xena si erano baciati. Quando le labbra di Lucy avevano toccato quelle di Bobby aveva sentito un calore alle guance ed una specie di... gelosia? Poteva essere? No, era impossibile, come poteva essere gelosa?
Si voltò sull'altro fianco posando la testa sull'avambraccio, sospirando rumorosamente.
Quando, dieci minuti dopo, si rese finalmente conto di non riuscire ad addormentarsi, decise di alzarsi. Pigramente si girò a guardare la sveglia, che con le sue lineette digitali rosse segnava la mezzanotte. Scuotendo la testa si diresse in cucina e mise a bollire un po' d'acqua per una tisana. Quando questa fu pronta, si sedette e annusò il buon profumo di erbe.
Dopo essersi rilassata a dovere mise la tazza vuota nel lavandino e si diresse nuovamente in camera, nel suo letto caldo e accogliente.
Si rimise sotto le coperte, raggomitolandosi in cerca di una posizione comoda. Finalmente, all'una di notte, riuscì ad abbandonarsi al sonno.
Dopo svariati sogni, uno più strano dell'altro, Renèe si svegliò con un sussulto dopo uno di quei sogni in cui si immagina di cadere nel vuoto. Leggermente spaesata cercò con lo sguardo l'orologio, per scoprire che erano solo le quattro del mattino. Con un ringhio mise la testa sotto al cuscino. “Questa notte non posso proprio dormire, vero?” mormorò nella penombra del primo mattino. Rabbrividendo appena si ritirò ulteriormente sotto le coperte, cercando per la terza volta in una notte di dormire, anche solo per due ore. Si ricordò con piacere che, essendo ormai domenica, avrebbe potuto dormire un po' di più e questo pensiero la fece rilassare.
Nei pochi attimi antecedenti il sonno, un'unica immagine le balenò in mente: due occhi cerulei profondi come l'universo ed un sorriso dolce. Non era la prima volta che quel volto le conciliava il sonno. Se Xena aveva “molte doti”, certamente Lucy non era da meno.


Un suono acuto e fastidioso risuonò nell'aria. Con un colpo ed un ruggito, Renèe spense la sveglia e guardò l'ora.
«LE NOVE???» sbraitò alla casa vuota. Ributtò la faccia sul cuscino, ma si era ormai arresa all'idea di non poter dormire ulteriormente.
Con calma e non troppo entusiasmo di alzò dal letto buttando da un lato la coperta morbida. Si infilò le ciabatte e si trascinò in bagno per lavarsi e vestirsi. Dopo essersi rinfrescata le idee con una doccia -calda ma utile- ed essersi coperta con vestiti pesanti si diresse in cucina a fare colazione. Non riuscì ad oltrepassare la porta che il telefono squillò.
«Chi cavolo mi chiama alle dieci?» Nonostante tutto, era ancora mattina. E lei, di mattina, non era troppo trattabile.
Corse comunque verso il telefono. «Pronto?»
«Renèe! Ciao, dormivi?» la voce calda e l'accento neozelandese le rivelarono subito di chi si trattava.
«No, mi sono svegliata un'ora fa contro la mia volontà.» Una risata giunse dall'altra parte della cornetta, ma lei non ci fece troppo caso. «Ad ogni modo, che succede?»
«Nulla di che. Volevo chiederti se ti interessava passare da me più tardi. Daisy è da un'amica ed io soffro la solitudine. Non so perché, ma tu sei la prima persona che mi è venuta in mente.» Lucy chiese con calma ed allegria nella voce.
Il sorriso di Renèe si allargò senza che lei se ne accorgesse, e la ragazza si ritrovò ad annuire, pur cosciente del fatto di non poter essere vista.
«Certo, vengo molto volentieri. Sono lusingata di essere stato il tuo primo pensiero, e un po' di compagnia non mi dispiacerebbe.» La ragazza iniziava a pensare che forse la giornata sarebbe potuta andare meglio di quanto le avessero fatto credere la nottata ed il risveglio. «A che ora devo essere lì?»
«Ti andrebbe bene alle tre?» Renèe sentì Lucy spostare la cornetta da un orecchio all'altro.
«Uh.. Sì, perfetto.» Annuì nuovamente, più per un gesto automatico che per un effettivo segno di conferma.
Dopo i saluti di rito, attaccò e si voltò per tornare in cucina e consumare finalmente la sua colazione.
Dopo aver mangiato pensò a cosa avrebbe potuto fare fino alle tre. Decise di dedicarsi all'ozio.
Si sdraiò sul divano e cercò di recuperare qualche ora di sonno che la notte le aveva rubato.
Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, posando una mano sul ventre ed una dietro la nuca, per poi espirare lentamente.
In mente continuava a risuonare melodiosa la voce di Lucy che la invitava a casa sua.
“Sei la prima persona che mi è venuta in mente” aveva detto. Renèe sentì le guance calde. Sentire quelle parole le aveva fatto piacere, anche se non avrebbe saputo dire il perché.
A poco a poco si addormentò, lasciandosi cullare dal fiume dei propri pensieri.

Un rumore improvviso svegliò di colpo Renèe, costringendola a guardarsi attorno frastornata. Passata la fase di confusione dovuta al risveglio brusco, la ragazza comprese che la fonte del rumore era la sveglia del suo cellulare. Alzandosi guardò l'ora. Era l'una e mezza, aveva dormito tutta la mattina, quindi si sarebbe dovuta sbrigare.
Velocemente andò in bagno a cambiarsi i vestiti e a pettinarsi i lunghi capelli biondi. Dopo essersi preparata a dovere si recò in camera per rifare il letto, cosa che si era dimenticata di fare in precedenza.
Quando l'orologio segnò le due e mezza, Renèe afferrò la borsa ed uscì velocemente di casa.
Provava una strana sensazione, era impaziente di arrivare dall'amica, ma anche per quello non avrebbe saputo dare una motivazione. Era semplicemente... felice.

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Capitolo 4
*** Lucy ***



E... boh! Questa volta ci ho messo davvero poco. Beh, alla fin fine è il capitolo complementare di "Renèe", quindi è stato relativamente facile da scrivere. Grazie a tutti coloro che hanno letto e commentato il capitolo precedente (qui come su facebook), grazie a Lucrisama perché è sepre utile :3 e a Luky perché mi ascolta mentre sclero a casa sua UwU. Beh, leggete e recensite miei cari!


Lucy si svegliò verso le sette stiracchiandosi e facendo il punto della situazione.
La giornata precedente era passate lentamente. Le balenò in mente una scena in particolare, quella del bacio con Marcus. Ricordò che, una volta girata la scena, si era casualmente -quasi automaticamente- voltata verso Renèe ed aveva notato il rossore della ragazza. Forse lei aveva una cotta per Bobby? Il pensiero le fece aggrottare le sopracciglia in disapprovazione, per qualche ragione che non riusciva a comprendere.
Scosse la testa e tornò a pensare alla giornata che aveva davanti.
La sera prima aveva portato sua figlia Daisy da un'amica, quindi era sola in casa e lo sarebbe rimasta per tutto il giorno. L'idea non le piaceva molto, quindi provò a ragionare su un modo per battere la solitudine mentre si faceva la doccia.
In un primo momento l'idea fu di passare la giornata vegetando, ma non era da lei, ed effettivamente si sentiva troppo energica quel giorno per passare il pomeriggio sul divano.
Mentre faceva colazione ebbe un'illuminazione: avrebbe potuto invitare qualcuno a casa. Dopotutto, quello era il miglior modo per non star soli.
Guardò l'orologio, che segnava le otto. Certamente non avrebbe potuto chiamare nessuno di domenica così presto. E poi chi avrebbe potuto chiamare? Subito una vocina dentro la testa le disse “Renèe!”, e lei si ritrovò a concordare con quella vocina.
Lucy decise di telefonarle verso le dieci, perché sicuramente alle otto l'avrebbe svegliata, e di certo non voleva disturbare.
Solo pochi minuti dopo aver preso la decisione si rese conto che negli ultimi tempi Renèe era spesso tra i suoi primi pensieri. In effetti la ragazza aveva fatto molto colpo su Lucy, che provava un forte affetto nei suoi confronti. La considerava una delle sue più care amiche, nonostante la conoscesse solo da qualche mese.
“È impressionante la velocità con cui io e lei abbiamo legato.” pensò mentre vagava per la casa senza uno scopo preciso, controllando l'ora di tanto in tanto. “La conosco da poco tempo, ma già le voglio bene come se ci conoscessimo da sempre. Non mi era mai successo.” sorrise.
«Quanto ci vuole perché arrivino le dieci?» mugugnò impaziente afferrando un libro, per fare qualcosa mentre aspettava.
Finalmente, alle dieci e qualche minuto, Lucy poté chiamare Renèe senza sentirsi in colpa per averla svegliata.
Agguantò il telefono e digitò velocemente il numero. Dopo pochi squilli una voce rispose.
«Pronto?»
«Renèe! Ciao, dormivi?» Lucy mise nel suo saluto più enfasi di quanto non volesse.
«No, mi sono svegliata un'ora fa contro la mia volontà.» A questa risposta, non riuscendo a trattenersi, la donna ridacchiò, ma Renèe sembrò non farci troppo caso. «Ad ogni modo, che succede?»
«Nulla di che. Volevo chiederti se ti interessava passare da me più tardi. Daisy è da un'amica ed io soffro la solitudine. Non so perché, ma tu sei la prima persona che mi è venuta in mente.» Cercò di sembrare calma, anche se effettivamente fremeva dal desiderio di avere compagnia, preferibilmente la sua.
«Certo, vengo molto volentieri. Sono lusingata di essere stato il tuo primo pensiero, e un po' di compagnia non mi dispiacerebbe. A che ora devo essere lì?»
«Ti andrebbe bene alle tre?» Lucy spostò la cornetta da un orecchio all'altro per il calore.
«Uh.. Sì, perfetto.» La voce di Renèe era decisamente allegra.
Una volta messo giù tornò a leggere il suo libro con un sorriso stampato in faccia.
Passò la mattinata a rilassarsi, poi verso mezzogiorno chiamò la madre dell'amica di Daisy per sapere come stava la bimba, cosa avevano fatto lei e la sua amica e a che ora sarebbe dovuta andarla a prendere. Avrebbe avuto tempo fino alle 8, e sperò che Renèe si trattenesse fino a quell'ora.
Lucy effettivamente non era abituata a stare sola. Erano rari i momenti in cui non aveva qualcuno attorno. Da Garth a Daisy, aveva sempre avuto compagnia.

Quando l'orologio segnò le due e mezza, Lucy decise che era ora di prepararsi. Si cambiò d'abito, si pettinò e truccò. Mentre era davanti allo specchio, per un attimo, si chiese perché lo stesse facendo, dopotutto aspettava solo un'amica per passare un po' di tempo assieme, perché si stava comportando come se dovesse andare ad un appuntamento?
Non ebbe il tempo di pensarci a lungo, perché in quel momento suonò il campanello della porta.
Con eccessiva felicità e fin troppa fretta, Lucy andò ad aprire.

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Capitolo 5
*** Pomeriggio fuori ***


Ok. Ci ho messo tre mesi, o giù di lì. La mia Onee-Sama stava per uccidermi, vero? Beh, finalmente ho ricominciato a scrivere! *yeeeeh* Ok, Sto già scrivendo anche il prossimo capitolo, non so quanto ci metterò, ma cerchercò di sbrigarmi.
Grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono la mia fic <3


Lucy si ritrovò davanti una visione, o almeno quello fu il suo primo pensiero. Renèe, vestita con un abito semplice ma veramente bello, la guardava sorridente.
«Ciao!»
«Heilà.» Lucy si spostò di lato e fece entrare la ragazza invitandola dentro con un ampio gesto della mano.
«Avevi qualche progetto per la giornata?» chiese Renèe avanzando.
«Pensavo ad un giro in centro... Magari allo zoo?» propose la mora mentre chiudeva la porta.
L'amica annuì, pensando che magari sarebbe potuto essere divertente.
Tempo mezz'ora, e le due erano già allo zoo, a girare tra le varie gabbie e i recinti.
Si fermarono davanti ad un vetro con appiccicata la forma di una zampa.
«Cosa pensi ci sia qui?» chiese Renèe avvicinandosi alla barriera con il volto, cercando di scrutare tra le foglie.
«Qui dice...»
La risposta di Lucy fu interrotta da un ruggito che le fece trasalire entrambe. Ren scattò all'indietro, attaccandosi istintivamente al braccio di Lucy, la quale le cinse le spalle.
«Leone.» la mora terminò la frase con un sospiro.
Entrambe si guardarono un attimo, poi scoppiarono a ridere.
«Di' la verità. Hai preso paura.» disse Lucy una volta finito di ridere.
«Anche tu! Mi hai stretto la spalla tremando!» la bionda rise punzecchiandola con il dito sul braccio.
«Ma per favore, sei tu che mi hai afferrato il braccio.» rispose lei sorridendo divertita.
Ci fu qualche secondo di pausa, durante i quali le due donne si guardarono, poi tutte e due fecero in coro «Raaaawr.» prima di tornare a ridere.
Continuando il giro, passarono davanti al recinto delle giraffe, le quali passavano il tempo a gironzolare annoiate per il loro fazzoletto d'erba, a mangiucchiare le foglie più alte dagli alberi, a guardarsi negli occhi a vicenda. Alcune si divertirono a cercare di mangiare i capelli a Lucy, che non sembrava per nulla divertita, al contrario di Renèe.
Successivamente fu il turno dei volatili. In svariate gabbie, diversi tipi di uccelli volavano nervosamente, spesso sbattendo contro le pareti delle gabbie.
«Poveri, non sembrano felici.»
«Nessuno lo sarebbe, chiuso in una gabbia alla mercé di un sacco di gente rumorosa.»
«Vero..»
Andarono avanti, superando la fossa con gli orsi, l'habitat degli ippopotami -praticamente invisibili perché nascosti nel fango-, lo stagno degli anfibi ed arrivando infine al rettilario.
«Entriamo?» chiese Renèe diffidente.
«Certo. Non ti piacciono i serpenti?»
«Non troppo. Ma andiamo, dai.»
Le due entrarono nel rettilario, la mora davanti, seguita dalla bionda ancora non troppo convinta.
«Guarda quello!» Renèe esclamò avvicinandosi al vetro di un boa, mollemente adagiato su un grosso ramo.
«Ehi, Renèe, qui c'è un camaleonte. Riesci a vederlo?» Lei si avvicinò a Lucy e guardò nella teca.
«No... Oh! Aspetta eccolo!» La bionda puntò con il dito verso un punto non meglio definito.
«Dove?»
«Lì, non lo vedi?»
Lucy avvicinò la testa a quella di Renèe, cercando di trovare l'animaletto mimetizzato.
«Ah, sì. Com'è piccolo.» Si voltarono un attimo l'una verso l'altra e per puro caso finirono per guardarsi negli occhi, Renèe si dimenticò persino di avere il braccio teso ad indicare.
Dopo qualche istante si allontanarono, leggermente imbarazzate.
«Andiamo avanti?»
«Sì, s-ooh guarda quel serpente!» Renèe guizzò da un lato.
Finirono il giro del rettilario ed uscirono nuovamente alla luce del sole, mezze accecate.
«Cosa ci manca?»
«Non saprei, credo i pesci.»
L'ultima tappa del giro fu un laghetto dall'acqua limpida, pieno di pesci colorati che guizzavano felicemente, vivendo la loro vita da pesce senza troppe preoccupazioni.
Lucy si era fermata a fissare due pesci che giravano in tondo.
«Che fanno?»
«Girano.»
«Ah.»
Dopo qualche minuto speso ad osservare i pesci che giravano, le due amiche decisero che lo spettacolo non era più divertente e che era ora di andare.
Intanto si erano fatte le sei e mezza.
Presero la macchina di Renèe con cui erano venute e tornarono a casa di Lucy.
Una volta lì, bevvero un caffè e chiacchierarono per un'ora.
Alla fine, Renèe prese il cappotto e si avvicinò alla porta.
«Quindi... Avevi qualcosa in mente per la serata?»
Renèe si appoggiò con le spalle al muro ed osservò Lucy sorridendo.
«Ora devo andare a prendere Daisy, poi... beh, credo che rimarremo qui.» lei le sorrise di rimando, dolcemente.
La bionda allora salutò, e fece per andarsene, quando Lucy la fermò. «Aspetta!» Renèe si voltò, leggermente perplessa.
«Ehm.. Che ne diresti di rimanere qui a cena?» chiese la mora, speranzosa, realizzando in quel momento di non volersi separare così presto da Renèe. Lei annuì radiosa. «Più che volentieri! Ma.. sicura che non disturbo?»
Lucy ridacchiò e fece un gesto con la mano per dire “tranquilla”.
Le due uscirono di casa e presero l'auto di Lucy per andare da Daisy.
Mentre Lucy guidava, Renèe si guardava attorno, finendo sempre per posare lo sguardo sulla guidatrice.
«Mi ero scordata di quanto mettesse i brividi lo zoo.» disse dopo un po' per rompere il silenzio.
«Ma se ti sei divertita come una pazza!»
«Con te sembra tutto divertente.»
Lucy si voltò a guardarla per qualche attimo. «Sappi che lo prenderò come un complimento.»
Entrambe risero allegramente, poi minuto calò nuovamente il silenzio. Quando arrivarono a destinazione Ren decise di aspettare in macchina mentre Lucy andava a prelevare la figlia, dicendo che le pareva poco carino piombare di punto in bianco in casa di qualcuno che non si conosce.
Nell'attesa, si mise a giocherellare con il posacenere.
Aperto. Chiuso. Aperto. Chiuso.
Cercando di mettersi più comoda, urtò con il ginocchio il portaoggetti, che si aprì.
«Ah! Ca.. Ehi, cos'è?» Si trattenne dall'imprecare quando notò una foto che aveva attirato la sua attenzione. La prese e la guardò. L'immagine raffigurava lei e Lucy abbracciate sul set di Xena, e vederla strappò un sorriso alla donna.
«La porto sempre con me.» una voce dolce fuori dal finestrino fece letteralmente saltare Renèe. Si voltò e vide Daisy salutare con la mano prima di entrare in macchina, mentre Lucy stava salendo dalla parte del guidatore.
«Davvero?»
«Certo. A mio avviso è una bellissima foto.»
Renèe tornò a guardare il pezzo di carta che teneva in mano e sorrise.
«Già.»

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Capitolo 6
*** Serata da Lucy ***


Ebbene, dopo ben due mesi *china il capo* pubblico finalmente il sesto capitolo. C'è già una recensione perché precedentemente questo era un capitolo di avviso, dove avvertivo (ma va) che sul mio blog BellatrixWolf's Space pubblicherò vari extra sulle mie fanfic quando me ne ricordo.
Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuta e spronata. Grazie <3




Durante il viaggio di ritorno, Renèe rimase a guardare la foto, alzando ogni tanto lo sguardo per voltarsi verso l'amica, quando parlavano, anche se principalmente fu Daisy a parlare, raccontando tutto ciò che aveva fatto durante la giornata con tono esaltato.

Una volta a casa di Lucy, Daisy prese le chiavi dalla madre e corse ad aprire la porta, mentre Ren e Lucy rimasero indietro a chiacchierare, camminando lentamente lungo il vialetto.

«Grazie per la fantastica giornata.» disse Renèe sorridendo, cingendo con un braccio l'altezza massima a cui arrivava, quindi l'avambraccio di Lucy.

«È stato divertente.» rispose lei, mettendole la mano sulla spalla. «A quanto ho capito Daisy ha già cenato.»

«Ah. Non ho compreso molto di ciò che diceva, passava da un argomento all'altro troppo velocemente.»

La mora ridacchiò aprendo la porta e facendo entrare l'amica per prima.

Daisy, abbastanza stanca, decise di andare a letto.

La mora si diresse in cucina per cercare qualcosa da preparare. «Uh... Non ho praticamente nulla.» Disse riemergendo dal frigo, imbarazzata. «Renèe... Ti va un panino?» mugugnò accennando un sorriso di scusa.

«Ahah, certo! Tranquilla.» rispose lei allegramente, avvicinandosi a Lucy. Pensandoci, Ren comprese che le bastava stare lì assieme alla sua amica, indifferentemente da cosa avrebbero fatto o... mangiato. In cinque minuti Lucy preparò due panini e ne porse uno a Renèe, che ringraziò sorridente. Dalla cucina, entrambe si diressero in salotto, sedendosi una accanto all'altra sul comodo divano.

«Ci siamo divertite, eh?» disse dopo un po' Renèe, senza alzare lo sguardo dalla sua cena, impegnata a non far cadere le fette di pomodoro che cercavano di evadere.

«Sì, decisamente.» rispose Lucy sorridendo, voltandosi verso la bionda che si era appena mangiata l'ultimo pomodoro rimasto nel panino, così da risolvere il problema.

Un silenzio imbarazzante calò fino a che tutte e due non ebbero finito di mangiare.

Nello stesso momento entrambe alzarono lo sguardo e i loro occhi si incontrarono per qualche secondo. Si sorrisero.

«Era da un po' che non cenavo con un panino.» commentò Renèe rompendo il silenzio, finalmente.

«È una buona alternativa quando non c'è nulla di buono.» rispose Lucy sorridendo divertita. L'altra annuì in consenso.

Dopo qualche altro secondo di silenzio iniziarono a parlare, raccontandosi storielle, discutendo di Xena e ricordando la giornata trascorsa tra gli animali. Parlarono per ore, ridendo e scherzando.

Verso mezzanotte, Lucy si era addormentata sul divano e Renèe dormiva con la testa poggiata sulla spalla della mora.

Ren si mosse nel sonno, stringendo leggermente gli occhi per una frazione di secondo, senza smettere di dormire.

Sta sognando, se ne rende conto: capisce quello che sta succedendo, ma nonostante ciò non riesce a prendere il controllo del sogno come solitamente accade in questo genere di esperienze.

Si trova in uno spazio vuoto e scuro. Tutto attorno a lei è nero, non si vede niente. Sente un movimento alle sue spalle, ma non riusce a voltarsi, quindi rimane all'ascolto, inquieta nonostante la consapevolezza di non correre alcun rischio. Un passo, un altro, un altro ancora. Dietro di lei c'è qualcuno: si sente uno sguardo penetrante sul collo.

«C-chi sei?» mormora, irrequieta.

La persona dietro di lei le posa le mani sulle spalle dolcemente.

«Rispondimi. Chi è?» ripete, un po' più forte, un po' più decisa.

Renèe vorrebbe girarsi ma il suo corpo non risponde ai comandi, e questo la rende tremendamente nervosa.

«Renèe...» la persona dietro di lei le sussurra all'orecchio, avvicinandosi. È una voce calda e piacevole. È una voce familiare, ma Renèe proprio non riesce ad identificarla. Potrebbe essere Lucy? Probabile... Negli ultimi tempi è stata una figura molto presente nei sogni della ragazza. Eppure Ren non se ne convince.

Mentre la donna pensa, la mano sulla sua spalla destra si muove, scende, circondandole il collo, fino a posarsi sull'altra spalla, in un abbraccio. La bionda sente il peso della persona dietro di lei spostarsi sul piede destro. Maledizione, come vorrebbe girarsi. Quella voce le rimbomba nella testa, non identificata. Ben presto l'inquietudine le fa scordare la coscienza del sogno, e tutto diviene più confuso e spaventoso, ma allo stesso tempo... piacevole?

La figura ignota fa scivolare la mano sinistra lungo il braccio di Renèe, intrecciando le dita alle sue. Un brivido scuote la donna.

L'ambientazione cambia e in un flash appare la foto di Lucy e Renèe, abbracciate, poi svanisce.

«Renèe.» La voce è lontana, ma più chiara.

«Mh...» Renèe si volta, si guarda attorno, ma non c'è nessuno. È tutto bianco. Una mano, nuovamente, le sfiora la spalla. Lei si volta.

«Renèe.» Lucy le sorrise dolcemente, scuotendola piano. «Svegliati, Ren.» Le tolse una ciocca di capelli dal viso e tornò a mettere la mano sulla sua spalla.

«Mh..?» Renèe finalmente aprì gli occhi, leggermente confusa. Aveva la testa sulla spalla della mora, e chissà come, nel sonno, si era avvinghiata al suo braccio. Rendendosi conto di essere praticamente sdraiata su Lucy, si raddrizzò, leggermente in imbarazzo.

«Scusa...» mormorò, assonnata. «Che... Che ore sono?» sbadigliò.

«Le...» Lucy mugugnò, alzando stancamente il braccio per guardare l'orologio. «Sono le due e tre quarti.»

«Cavolo... Abbiamo dormito per un paio d'ore...» Renèe non riusciva a formulare pensieri complessi. «Mh... Andrò.. Andrò a casa...» disse piano, con gli occhi socchiusi.

«Non credo proprio. Sei mezza addormentata, non ti puoi certo mettere a guidare.» borbottò l'altra, chiudendo gli occhi. «Dormirai qui.» sentenziò infine.

La bionda si voltò verso di lei. «Eh?»

«Dormirai qui.»

«Sul divano?»

«No... non sul divano...» Lucy si rese conto che c'era un'unica alternativa, e aveva troppo sonno per trovare altre soluzioni. «Nel letto, con me. Tanto c'è spazio a sufficienza.»

Renèe rimase leggermente perplessa, ma l'idea non le dispiaceva affatto. Dopotutto, non era una gran cosa, avrebbe semplicemente diviso il letto con un'amica per una notte, nient'altro. Le tornarono in mente le immagini del sogno di mesi prima; quel bacio, quelle labbra, quelle sensazioni, un brivido lungo la schiena.

«Uh... sì, o...ok.» balbettò tra uno sbadiglio e l'altro.

Lucy si alzò pigramente e Renèe oscillò vagamente. La mora la squadrò e le tese la mano per alzarsi.

«Vieni, camera mia è al piano di sopra.» disse indicando le scale. «Da qualche parte dovrei avere un pigiama di Daisy.» aggiunse ghignando, guardando Renèe dall'alto. Lei inarcò le sopracciglia mentre si tirava su, non comprendendo subito la battuta. Poi...

«Ha. Ha. Simpatica.» sbuffò, punzecchiandola sulla pancia.

«Non è colpa mia se sei bassa.» commentò, scrollando e spalle.

«Non sono io, sei tu che sei alta.» la punzecchiò di nuovo.

«Sì, sì, certo Renèe.» ridacchiò lei.

Continuarono la conversazione salendo le scale, fino in camera. Qui, Lucy prese un cuscino e lo alzò sopra la testa, ghignando divertita. Ren la guardò confusa.

«Io dico che non arrivi a prenderlo.» disse la mora tendendo il braccio in alto il più possibile.

Renèe, che non aveva decisamente voglia di mettersi a saltare, scelse la via breve: iniziò a fare il solletico a Lucy, che automaticamente dovette abbassare il braccio, permettendo alla bionda di prendere il premio.

«Questo era poco onesto.» commentò, tenendosi una mano sul ventre. «Contrattaccherei, ma ho davvero troppo sonno in questo momento.» disse dopo qualche secondo, sorridendo, poi si sedette sul letto ed inspirò profondamente, stiracchiandosi per qualche secondo.

Renèe si limitò a contemplarla, poi a sbadigliare, ancora poco certa sul dormire nello stesso letto con Lucy, anche se davvero non capiva perché.

Lei si voltò a guardarla. «Dai, vieni, sono quasi le tre e domani è lunedì.» le fece cenno di avvicinarsi con la mano.

La bionda strinse leggermente il cuscino e scrollò le spalle, avvicinandosi al letto. Entrambe si infilarono sotto le coperte ancora vestite e decisamente stanche, ma felici.

Pochi secondi e già si stavano addormentando. Lucy rotolò su un fianco, raggomitolandosi in cerca di una posizione più comoda, e nel dormiveglia percepì un braccio su un fianco; Renèe, infreddolita, si era voltata verso la più vicina fonte di calore, così aveva finito per aggrapparsi a Lucy come una bimba.

Entrambe dormirono con un sorriso quella notte.

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Capitolo 7
*** Lunedì ***


Ebbene, finalmente eccomi qui! Lo so, i miei capitoli sono brevi e sofferti, e forse non sono nemmeno 'sto granché XD Comunque, questa volta ho studiato. Ho trovato un sito fantastico con dettagli difficili da trovare per quanto riguarda gli episodi di Xena e mi sono accorta di aver fatto alcuni errori con i tempi, quindi ho dovuto cambiare anche alcuni dettagli dei capitoli precedenti. Ah, ho scelto di lasciare le battute in lingua originale. Quindi, ogni volta che riporto una battuta da Xena, è in lingua originale. Sappiatelo :3
Beh.. Enjoy c:


Il mattino seguente Lucy aprì gli occhi, sobbalzando, svegliata da un salto nel vuoto nel mondo di Morfeo. Una volta compreso chi fosse, dove di trovava e cos'era successo, ridacchiò, guardando la sveglia segnare le cinque e trentotto. Quando sentì un movimento alle sue spalle si ricordò della giornata precedente e della sua compagna di letto. Si voltò piano, per non svegliarla, e sorrise alla vista di un'angelica Renèe addormentata. Si mise la mano sotto il volto in cerca di una posizione comoda e semplicemente rimase lì, a contemplarla, un sorriso dolce sul viso e il forte desiderio di abbracciarla per quanto era adorabile. La bionda mosse leggermente la testa e tese gli addominali curvando la schiena, quasi come un gatto che si stiracchia, allungando un braccio, il tutto senza svegliarsi; pochi secondi dopo tornò nella sua posizione originale.

Lucy lentamente uscì dal letto e spense la sveglia che stava per suonare, decidendo di lasciare un po' più di tempo a Renèe mentre lei preparava la colazione per tutti. Il più silenziosamente possibile la donna scese le scale ed andò in cucina. Dopo aver bevuto un caffè con una brioche preparò qualcosa di buono per Renèe e salì le scale per andare a svegliarla.

In camera camminò silenziosamente e si avvicinò alla bella addormentata.

«Renèe, sono le sei meno cinque.» disse piano, poggiandole una mano sulla spalla. Tutto ciò che ricevette in risposta fu un mugugno ed un leggero spostamento.

«Renèe, non fare la bimba... Ti ho anche preparato la colazione.» Lucy ridacchiò, scuotendo un po' la ragazza, che non diede però segno di averla sentita. La mora, allora, ghignò. “Vendetta!” pensò, prima di svegliare Renèe iniziando a punzecchiarle la pancia e facendole il solletico.

«Aaaah!» lei si alzò di soprassalto, ridendo come una matta.

«Lucy! Sei impazzita?» chiese riprendendo fiato. Lei, angelica, rispose «Tu non volevi alzarti...» poi sorrise «Però ti ho preparato la colazione.»

Renèe la fissò un attimo, poi sorrise a sua volta, divertita. «Grazie, davvero?»

«Certo.» annuì Lucy allegra porgendole la mano.

Renèe scosse la testa incredula ed afferrò la mano di Lucy, venendo letteralmente trascinata fuori dal letto. Le due scesero in cucina e Lucy fece sedere l'amica a tavola.

«Grazie... davvero. Ieri una bellissima giornata allo zoo, poi una magnifica serata, mi hai fatto dormire da te ed ora la colazione.» Ren si alzò e guardò la mora. «Grazie!» sorrise e l'abbracciò, felice. Lucy rimase sorpresa per qualche attimo, poi ricambiò allegramente l'abbraccio.

«Ahah, di nulla. Per un'amica come te, questo ed altro.» rispose. «Ora scusami, vado a svegliare Daisy.»

Le due sciolsero l'abbraccio, Ren tornò a sedersi e si mise a mangiare mentre Lucy andò a svegliare la figlia.

La bimba, assonnata, si diresse in bagno senza fare caso a dove si trovasse o a chi ci fosse. La bionda provò a salutarla, ma non ricevette risposta.

«Non è di grande compagnia la mattina.» commentò Lucy sedendosi accanto a Renèe.

«Solitamente nemmeno io. Dovresti vedermi, sembro una specie di zombi fino a che non mi vesto.» rispose lei divertita.

«Oh, a proposito... Dovrei avere dei vestiti che possono starti, da qualche parte in camera.» La mora fece un cenno con il dito verso i vestiti con cui Renèe era andata a dormire.

«Vero, non posso andare in giro così... Ma tranquilla, dovrei riuscire a passare per casa a prendere un cambio.» Renèe sorrise riconoscente e sparecchiò, poi tornò a sedersi.

«Sicura? Per me non è di certo un problema.»

«Grazie, ma tanto devo andare a casa comunque.»

Entrambe si alzarono e si sorrisero.

«Ti ringrazio ancora di tutto. La prossima volta a casa mia!» ridacchiò e abbracciò nuovamente Lucy. Le due si scambiarono un bacio di saluto.

«A dopo. Ciao Daisy!» Renèe salutò prima Lucy, poi la bimba che già più sveglia stava scendendo le scale. Lei fece un cenno con la mano, leggermente perplessa, poi andò a fare colazione.

La bionda uscì e torno a casa con un sorriso sulle labbra.

Si lavò e cambiò velocemente, optando per abiti pesanti, ed uscì di nuovo, arrivando in ritardo sul set.

Mortal Beloved era terminato e pronto ad essere mandato in onda, quindi era il turno di The Royal Couple Of Thieves.

Quando la ragazza arrivò sul set tutti erano occupati e sembravano non aver notato la sua assenza. “Tanto meglio così.” pensò “Almeno non mi beccherò una sgridata.”

«Eccoti! Indovina chi salveremo questa volta.» la salutò Lucy sorridendo.

«Uh...» Renèe si ritrovò leggermente spaesata.

«Gli Ebrei! Già. Recupereremo le Tavole della Legge.» la mora ridacchiò, mentre Renèe inarcò le sopracciglia.

«Ahah davvero? Azzardato.»

Lei annuì e le passò un copione. «Già. Comunque vieni, abbiamo bisogno di te.»

Ren lo prese e la seguì, leggendo dubbiosa mentre camminava.

Quando tutti furono arrivati e ben svegli, verso le sette meno venti, attori, attrici, regista e sceneggiatori si riunirono per la discussione sul copione.

Si ritrovarono nella grande stanza con un lungo tavolino in legno attorniato da sedie e pieno di bottiglie d'acqua e bicchieri. Ognuno prese un posto e la discussione cominciò.

«Allora, il teaser inizia con una processione e Bruce, Autolicus, che ruba la pietra. Viene poi inseguito da Lucy e Renèe, Xena e Gabrielle, che gli propongono un affare.»

«”Now, I know what you want;”» lesse Bruce, con la testa appoggiata alla mano. «”but I’m afraid a broken heart is all I can give you at the moment. Hey!”» Concluse la sua battuta.

Lucy rispose con la sua, poi nuovamente Bruce e Steven lesse quella della folla.

Decisero di fare alcuni cambiamenti, aggiungendo battute e cambiando il modo in cui Autolicus incontra Xena e Gabrielle. Inizialmente, infatti, Autolicus avrebbe appeso il mantello mentre si cambiava d'abito, cercandolo poi con la mano senza trovarlo; una mano gliel'avrebbe passato e lui, alzando lo sguardo sulla proprietaria della mano avrebbe visto Xena.

Invece, nella versione finale, egli si sporge per scrutare la sua immagine riflessa nell'acqua in un barile, e Xena gli infila la testa sotto l'acqua. Venne anche aggiunta una battuta detta dal ladro che, specchiandosi, avrebbe detto “Hello, handsome!”.

Continuarono commentando e talvolta modificando ogni scena, mentre gli attorni principali leggevano ognuno le proprie battute.

«Bene, per ora basta così.» urlò Rob solare, lanciando un sorriso a Lucy, che lo stava guardando. «Pausa pranzo?» aggiunse. Tutti annuirono.

«Cavolo, già mezzogiorno! Come vola il te... Lucy? Mi stai ascoltando?» Renèe le si avvicinò e seguì il suo sguardo. Ghignò e le tirò una gomitata sul braccio.

Lei si voltò. «Mh?»

«Rob, uh?»

«N..No.» la mora distolse lo sguardo. «Si va a pranzo?» a passo svelto seguì il resto della troupe, mentre Renèe ridacchiava dietro di lei.

Avevano organizzato un piccolo banchetto per non dover andare in giro più di tanto.

Robert si sedette tra Bruce e Steven, parlando del primo atto dell'episodio; Renèe si mise accanto a Lucy.

«Allora. Robert. Spara.» disse Ren sorridendo sorniona a Lucy.

«Ah, nulla, nulla...» rispose lei scrollando le spalle. «Mi ha chiesto di uscire.» concluse con noncuranza. Renèe sobbalzò sulla sedia.

«E lo chiami nulla?» poi sorrise e le mise la mano sul braccio. «Che bello!»

Lucy sorrise a sua volta. «Già. Usciamo dopodomani.» prese un respiro e guardò l'amica. «Mi faresti un favore?»

Lei ricambiò lo sguardo. «Certo!»

«Nel pomeriggio verresti a darmi una mano per prepararmi?»

«Ahah ma certo! Volentieri.»

Iniziarono poi a mangiare e la conversazione sviò.

«Ah, credo di aver lasciato il mio specchietto a casa tua, l'hai visto?»

«Sì, era rimasto sul divano. Ce l'ho in borsa.»

«Ah, grazie! Comunque casa tua è davvero bella, e il tuo letto è comodo.» entrambe ridacchiarono.

«Eheh già. Puoi tornare quando vuoi, sai?»

«Non dire così, potrei venire a vivere da te.»

Chiacchierarono allegramente durante tutto il pranzo di argomenti vari, poi tornarono tutti a lavoro.

«Renèe!» Lucy chiamò l'amica in camerino e lei corse a vedere di cosa avesse bisogno.

«Hai chiamato?» disse sorridente apparendo alla porta.

«Guarda.» rispose lei indicando un vestito. «Dovrò metterlo per la prossima scena.»

Ren si avvicinò ed osservò l'abito. Era sui toni del celeste, abbastanza scollato, ricco di veli e perline.

«Beh, mi sembra carino. Sta bene con i tuoi occhi.» sorrise la bionda, facendo un cenno con il dito verso il viso della più alta.

«Oh grazie. Ma il punto è che secondo me si divertono a farmi girare mezza nuda. E a farmi gelare! Siamo pur sempre a dicembre. E dovrò anche finire in mare. Di notte.» rabbrividì.

Renèe rise di gusto ignorando l'occhiata di disapprovazione di Lucy.

«Quand'è che svestiranno anche te?» scherzò la mora incrociando le braccia sul petto.

«Ehi! Non dare loro idee.»

Entrambe ridacchiarono e tornarono in sala, lasciandosi alle spalle il vestito colorato.

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Capitolo 8
*** Scelta ***


Ogni tanto anche io mi ricordo di pubblicare Friends Forever c: Oneesama sarà felice. Un po' meno dell'appuntamento, vero? UwU Well, enjoy. Vado a pubblicare Warlord (felice anche lì c:)



La lettura continuò ancora per qualche ora, con eventuali prove di piccole scene o pause occasionali.
Quando iniziò a scurirsi il cielo, verso sera, tutti si prepararono per tornare a casa. Il giorno dopo non sarebbe stato altrettanto leggero, dato che sarebbero iniziate le prove per l'episodio vero e proprio.
Renèe stava per entrare in macchina quando sentì una voce chiamarla.
«Ren! Aspetta!» La bionda si voltò per trovarsi davanti Lucy, sorridente.
«Dimmi.» rispose con lo stesso sorriso.
«Volevo chiederti... se potresti passare a casa mia stasera. Sai, per dopodomani...» la mora si guardò attorno, facendo ridacchiare Renèe.
«Volentieri. Ti seguo.» Lucy annuì e si diresse alla propria auto.
Qualche minuto dopo arrivarono a casa di Lucy. Durante la settimana era raro incontrare Daisy, che stava dai nonni o da amiche, ed anche quel giorno era assente.
Lucy entrò in casa ed attese che l'amica la raggiungesse, accendendo il caminetto del salotto. L'aria era glaciale. Renèe le si avvicinò, rabbrividendo e stringendosi nelle braccia.
«Eheh... ho scordato la finestra aperta questa mattina.» disse Lucy, lievemente in imbarazzo. Renèe sorrise divertita. «Sì, beh, capita.» cercò di difendersi la donna. La bionda annuì, sorridendo.
Si misero a sedere accanto al fuoco, chiacchierando e attendendo che la temperatura si alzasse un po'.
«Allora... Vi frequentate da un po'?» chiese Renèe sorridente. Lucy roteò gli occhi e scosse la testa.
«No, no. A dire il vero questa è la prima volta che mi chiede di uscire. Insomma, prima avevamo parlato, mi è sempre sembrato simpatico, poi ieri arriva da me e mi fa "Ti va di cenare con me uno di questi giorni?"» la mora scrollò le spalle. «Io gli ho risposto sì, ovviamente.»
«Ovviamente.» mormorò Renèe sotto voce con un tono strano, quasi senza pensare. Se Lucy la sentì, non lo diede a vedere ma continuò a parlare come se nulla fosse.
«Dopotutto è sempre così carino e gentile.» Sorrise. «Però sono stranamente nervosa. Insomma, è una cena, mica il mio matrimonio. Per quello ho già dato.»
Ci fu un attimo di silenzio, poi entrambe risero per qualche secondo. «Già...» Renèe inspirò ed emise un'ultima risatina, poi si calmò. «E per quello, ci sono io.» fece una piccola pausa, poi decise che la frase era ambigua e precisò «Per aiutarti a far passare il nervosismo.»
Lucy annuì sorridente. «Infatti. Grazie.»
La bionda scrollò una mano davanti al volto. «Di niente. A cosa servono le amiche, altrimenti?» Lei si limitò ad annuire.
Continuarono la conversazione per qualche altro minuto, Renèe chiese di Daisy per scoprire che la bimba era dai genitori di Lucy. Quando la temperatura dell'ambiente fu sufficientemente calda e la spalla di Renèe iniziò a scottare, le due si spostarono. Salirono le scale verso la camera di Lucy, dove la bionda avrebbe dovuto aiutare l'amica a scegliere cosa mettersi per l'appuntamento imminente.
Ren si lasciò cadere sul letto, molleggiandosi pigramente, mentre la mora si diresse verso il vasto armadio.
«Informale o elegante?» Guardò i propri abiti con una smorfia che si rifletté sullo specchio senza sfuggire allo sguardo di Renèe, che ridacchiò.
«Informale, decisamente.» rispose lei. Lucy allora iniziò a tirare fuori una serie di vestiti, principalmente pantaloni, jeans, maglie e camicie. Mugugnò, guardando dubbiosa una felpa nera, poi si sfilò la maglia. Renèe improvvisamente trovò molto interessanti le proprie scarpe; rialzò lo sguardo solo quando Lucy si fu infilata la felpa.
«Carina.» commentò, notando delle piccole perline che addobbavano la dolcevita.
«Prude.» rise Lucy, scuotendo la testa. Si tastò le tasche dei pantaloni come in cerca di qualcosa, poi si voltò nuovamente verso la pila di vestiti. Lanciò occhiate qui e lì, sotto l'occhio vigile di Renèe che esprimeva il suo occasionale dissenso con un "mh.." dubbioso.
Infine, scelti un paio di jeans scuri ed una maglia bianca con una giacchetta nera, fu il momento della prova vestito. Lucy si svestì e Renèe, nuovamente, distolse lo sguardo, quasi in automatico. Lucy non ci fece caso, ma Renèe arrossì appena, nonostante la vedesse mezza nuda praticamente ogni giorno. Roteando gli occhi, Ren tornò a guardare la mora che, infilati i jeans, stava cercando la maglia che intanto era finita chissà dove tra un mucchio di maglioni e felpe.
«Come hai fatto a perderla? L'avevi in mano! Qui!» rise la bionda assistendo all'affannosa ricerca del capo perduto. Lei le rispose con una diplomatica linguaccia da dietro la spalla, continuando ad alzare felpe fino a poco prima perfettamente stirate.
«Eccola! Ora... Dove ho messo la giacca?» sospirò ed iniziò a cercare la giacchetta nera, ignorando le risate di Renèe, che si stava godendo le sue pene con un certo divertimento.
«Dai, ti aiuto.» disse dopo un po', alzandosi dal letto ed affiancandosi alla mora, piegata su una pila di jeans. Setacciarono l'armadio e trovarono la giacca, mimetizzata tra due maglioni neri.
Finalmente, Lucy si infilò maglia e giacca -con sommo sollievo di Renèe, che iniziava a sentirsi a disagio... per qualche ragione- e si squadrò davanti allo specchio.
«Come ti pare?» chiese, apparentemente soddisfatta dal proprio look.
«Stai bene così.» Ren annuì e le girò attorno, esaminandola con fare critico. «Prova a legarti i capelli, secondo me staresti ancora meglio.»
«Legarmeli?» La donna la guardò da dietro la spalla e la seguì con lo sguardo mentre girava, fermandola poi con un braccio quando iniziò a venirle il capogiro.
«Scusa. Sì, legarteli, magari con una treccia... O con un cerchietto, come in Sins Of The Past.»
Lucy inarcò un sopracciglio. «Un cerchietto.» ripeté, scettica.
«Beh, era una bella pettinatura.»
«La tua era migliore. Mh... la tua, quella era una bella pettinatura.» La mora s'illuminò. Poi realizzò di non essere minimamente capace di farsi una cosa del genere. «Però non so come farla.»
La bionda le lanciò un sorrisetto orgoglioso. «Io sì.» Lucy la guardò stupita, e lei si affrettò a spiegare. «Al Threadgill c'era una ragazza che lavorava con me, appassionata di pettinature. Mi ha insegnato qualche cosa.» scrollò le spalle e sorrise.
Lucy, allegra, l'abbracciò. «Sei la mia salvezza, Renèe!» Lei ridacchiò compiaciuta.
«Ahah tu esageri! Ma sono felice di aiutare.» sorrise. Rimasero abbracciate per un istante, poi si separarono.
Lucy sospirò e si buttò a sedere sul letto, lasciandosi poi cadere all'indietro sul materasso morbido e buttando le braccia oltre alla testa. Renèe la guardò e le si sedette accanto.
«Nervosa?»
«Molto.»
La bionda le posò amichevolmente una mano sulla gamba, sorridendo dolcemente. «Suvvia, l'hai detto tu, è solo una cena. Andrà bene.» trattenne una risatina e continuò «Deve, perché poi dovrai raccontarmi tutto. E con "tutto" voglio dire "tutto".»
Lucy parve sollevata. La guardò e sorrise, poi si tirò su e sedette composta, cingendole le spalle con un braccio. «Ah, Renèe, Renèe... Sei davvero la mia salvezza.»
Renèe si stiracchiò, notevolmente soddisfatta, e Lucy si alzò battendosi le mani sulle cosce. «Bene. Ne sono felice. Ora però dovrò andare a casa, o domani altro che sveglia alle cinque.»
La mora guardò l'orologio segnare le nove e mezza. Sei mesi l'anno, per minimo cinque giorni la settimana -se avevano fortuna-, le riprese cominciavano alle cinque e mezza, tra trucco, preparazioni varie, eccetera. Il lunedì, solitamente, era più leggero perché si trattava principalmente di lettura e prove, ma spesso capitava di iniziare sabato per finire la domenica successiva.
«Già... Magari con un po' di fortuna giovedì si inizia alle sette.»
Renèe guardò Lucy leggermente allibita, poi comprese e si mise a ridere, seguita dall'amica. «Vedo che ti è passata la paura!»
«Hai un certo potere calmante, ahahah!»
Dopo qualche secondo le due si rilassarono.
«Beh, grazie dell'ospitalità. La prossima volta che mi inviti a casa tua potrebbe anche essere l'ultima, prima di un mio trasferimento effettivo! Ahah!»
«Certo, quando vuoi! Hahah!»
Cinque minuti di battute e saluti più tardi, Renèe si congedò definitivamente e, salutata Lucy con un abbraccio, tornò a casa.
Una volta varcata la soglia, sbadigliò vistosamente. Effettivamente, la notte precedente non aveva dormito molto; oltre al fatto di essere andata a letto alle due dopo essersi letteralmente addormentata su Lucy, si era spesso svegliata durante la notte, per poi riaddormentarsi poco dopo, rilassata dal regolare respiro dell'amica addormentata.
Le venne in mente l'imbarazzo di poche ore prima. Perché si era fatta così tanti problemi se il vestiario quotidiano di Xena comprendeva un'armatura che di armatura aveva poco e se aveva aiutato più di una volta Lucy a vestirsi? Lei stessa girava per la Nuova Zelanda con un top ed una gonnellina rossi.
Pensandoci mentre si infilava il pigiama, decise che in fin dei conti non le importava affatto. "Dipende dalle situazioni" si disse, e andò a letto.
Le mancò il calore della mora accanto, nonostante le scarse ore di sonno aveva dormito veramente bene, nonostante i microsonni. Ma era stanca, e non se ne curò troppo. Chiuse gli occhi e, tempo dieci minuti, era già scivolata in un pacifico sonno ristoratore.

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Capitolo 9
*** Botta ***


Due capitoli di seguito, sia qui che per Warlord! Sono sorpresa anche io D: Meglio così, no? c: Poi i miei demoni scimmietta che scrivono fanfiction (No ok, ora la smetto con questa cosa.) vanno in letargo perché hanno lavorato troppo.
Intanto, enjoy. Questo è pure lungo 8D



Il giorno seguente fu un susseguirsi di eventi poco rilevanti e disastri evitati per un pelo.
Il ritrovo sul set era alle sei meno un quarto per gli attori, persino più presto per i macchinisti e i tecnici. Ma alle sei meno venti di tecnici ce n'erano sì e no tre, Bruce aveva avvertito che avrebbe fatto tardi perché la sveglia s'era rotta e lo stuntman di Autolicus si era ammalato.
Verso le sei meno dieci Lucy, Renèe e svariate comparse fecero il loro ingresso e subito le protagoniste furono accalappiate dai truccatori mentre veniva servita loro la colazione. Fortunatamente non c'era bisogno di pettinature complicate, altrimenti la situazione sarebbe stata persino peggiore.
Come se le ciò non bastasse, pioveva a dirotto, quindi l'unica cosa da fare era girare le scene al chiuso. Bruce arrivò alle sei e mezza scusandosi con tutti del ritardo e subito passò ai truccatori, che intanto avevano lasciato Lucy e Renèe ai costumisti, che a loro volta le avevano liberate dopo aver finito il proprio lavoro.
Alle sette, finalmente, cominciarono. Avrebbero iniziato dalla scena della locanda dell'atto primo.
«"Well, at least cover my hands, it's embarassing, for Zeus' sake!"» Gabrielle prese un panno e coprì le mani legate di Autolicus. Continuarono a parlare fino a quando il ladro non fece cadere la frutta. Xena si chinò per raccoglierla e, nel frattempo, legare i piedi dell'uomo. Si stava rialzando quando Lucy tirò una testata al tavolo.
«Dannazione!» esclamò, seguendo poi con un'imprecazione mentre si massaggiava la testa dolorante. Renèe si mise in ginocchio accanto a lei.
«Ti sei fatta male?»
«Sì. Bel modo di iniziare una giornata... Ah...» si tastò il bernoccolo e si guardò la mano per vedere se stava sanguinando. No, non stava sanguinando. Bruce si voltò a guardarla, ma non si mosse, ostacolato dalle corde che gli legavano i piedi.
«Vieni, sciacquati con un po' d'acqua fresca.» Renèe la fece alzare che ancora teneva la mano dietro la nuca e la condusse verso il bagno più vicino, seguita da Robert che osservava la scena preoccupato.
«Non.. non è niente, è solo una botta!» rise Lucy, facendo una piccola smorfia quando si toccò di nuovo il livido. Renèe le prese il polso e le scansò la mano dalla nuca.
«E smettila di toccarti!»
«Lucy, sei sicura di stare bene?»
La mora si voltò verso Rob e gli sorrise. «Sì, grazie. Dai, è passata.» guardò di nuovo Renèe. «E' solo una botta, niente di che. Andiamo.»
«Ne sei certa?» la bionda ancora non sembrò convinta. Lucy guardò prima lei, poi Robert, poi di nuovo lei.
«Dovreste saperlo, ormai, che ho la testa dura.» rise «Torniamo sul set, non è successo niente.»
Renèe ridacchiò e scosse la testa, Robert accennò un sorriso.
Tornarono al tavolo e Bruce la guardò inarcando le sopracciglia. «Tutto ok, Lucy?»
«Sì, grazie.» sorrise.
Pochi minuti dopo ripresero. Xena tornò sotto il tavolo, questa volta facendo attenzione alle distanze. Intanto, Autolicus approfittava della distrazione della guerriera per bere, sotto lo sguardo attonito di Gabrielle, che si limitò a mugugnare.
Quando Xena tornò a sedersi, Gaby guardò il ladro dubbiosa.
«"Well, the dagger was a nice catch, but it took me all whole of four seconds to get around."» il ladro si alzò e si congedò con un cenno delle dita, ma mosso un passo cadde rovinosamente. Xena e Gabrielle si scambiarono uno sguardo, e Gabrielle ridacchiò, abbassando gli occhi.
«"That, however, was very good. Oh, for the love of Zeus."»
Xena e Gabrielle iniziarono a parlare tra loro, screditando il ladro.
«"Haha. You're trying to use my ego against me."»
«"I didn't think it would work."» Gaby sorrise innocente.
«"No it worked. I'll do it."»
Terminarono la scena con l'ultima battuta di Autolicus e Robert li fermò.
«Bene, bene! La riproveremo più tardi, ma così andava bene!» Le comparse si dispersero. «Qualche minuto di pausa, poi la successiva!» Bruce passò qualche minuto a slegarsi le caviglie, poi si alzò e se ne andò pacifico. Lucy appoggiò la fronte alla mano ed il gomito al tavolo.
«Lucy, sei sicura di stare bene? Hai preso una bella botta...» Renèe le cinse le spalle con un braccio e le posò la mano sul polso.
Lei sorrise appena, gli occhi chiusi. «Sì, sì, ho solo un po' di mal di testa, tranquilla. Non è niente.»
«Hai ragione, hai la testa dura. Nel senso che sei davvero testarda! Vieni, devi stenderti un po'.»
«Ti dico che non serve.»
«Io ti dico di sì. E se questo significa trascinare il tuo metro e ottantatré più armatura fino ai camerini, lo farò.»
Lucy alzò lo sguardo, trattenendo una risata, su Renèe, che a sua volta cercava a fatica di restare seria. Sospirò e si alzò. «E va bene. E poi sono io, la testarda.»
Renèe l'accompagnò al camerino e la fece stendere sul divano. La mora si portò una mano alla fronte e mugugnò.
«Vado a chiamare qualcuno.» La bionda fece per alzarsi, ma lei la fermò prendendola per il polso.
«Renèe, no. Resta tu, vedrai che tra poco sarò di nuovo in forze, ho solo preso una testata. Guarda, starò così bene da non aver più bisogno di una stuntwoman.» Guardò Renèe inarcando un sopracciglio.
Lei non riuscì a trattenere una risata. «Certo. Ed io sono la regina delle Amazzoni.»
«Principessa.»
«Uh?»
«Sei la principessa delle Amazzoni.»
Ren la guardò e scosse la testa. «Hai preso una tesata così forte?»
«Ahah, no. Tu sei Gabrielle, Gabrielle è la principessa delle Amazzoni, tu sei la principessa delle Amazzoni. Semplice, Renèe.»
«E tu saresti la Principessa Guerriera?»
«Urlo come lei.»
Entrambe risero.
«Xena non tira testate ai tavoli, però.»
«Ci sto lavorando.»
Un'altra risata. Renèe la guardò, ridacchiando.
«Già. Intanto riposati. Vado a prenderti un po' d'acqua.»
«Ok. Ma se qualcuno chiede, sto bene.»
La bionda annuì ed uscì in cerca di un bicchiere d'acqua per Lucy.
Lei rimase sdraiata con una mano sulla fronte. Dopo qualche secondo Robert si affacciò al camerino.
«Come va?»
Lucy alzò appena la testa, scostando il braccio, poi la lasciò cadere pesantemente con uno sbuffo. «Ucciderò Renèe per questo.»
Robert parve non capire. «Uh... questo?»
«Per averti detto che stavo male.»
«Quindi stai male! Oh, lo sapevo! No, lei non ha detto nulla, semplicemente l'ho vista portarti qui e poi uscire.»
La mora ridacchiò. «Mi sono messa nei guai da sola.»
Robert si sedette accanto ai piedi di Lucy, sorridente. «Assolutamente. Come va la testa?»
«"Have you ever had an headache so painful you wanted to be dead? Well I wish I had one of those right now."»
«Che fai, mi rubi le battute?» Renèe era rientrata proprio in quel momento con un sorriso divertito ed un bicchiere in mano.
«Mi pareva appropriata.» Lucy sorrise.
«Uh-huh. Ecco, bevi un po'.» Porse il bicchiere di plastica a Robert e si accucciò accanto a lei, aiutandola a mettersi seduta.
«Ehi, ho solo un po' di mal di testa, non sto per morire.» rise, ma appena seduta strinse la spalla di Renèe, mentre la testa le girava vorticosamente e stelline le riempivano gli occhi. Imprecò sottovoce e si riportò la mano alla testa.
Robert la guardò preoccupato e le porse il bicchiere. Lei gli sorrise e lo prese, bevendo un sorso d'acqua, ancora aggrappata alla spalla di Ren.
«Dovresti andare a casa a riposare.» disse Robert, serio.
«Non ci sono scene senza Xena.»
«Abbiamo le scene di Gabrielle, di Autolicus...»
«No. Senti, starò bene. Resto, è solo un colpetto alla testa.»
«Chiamalo colpetto!» disse Renèe, prendendole la mano ancora serrata sulla sua spalla. «Senti, ti porto a casa. Perché rimanere qui quando è ovvio che non stai bene?»
«Mi basta rilassarmi un attimo.»
«Lucy. Va' a casa.»
Lei guardò prima Robert, poi Renèe. Entrambi la fissavano preoccupati, Ren le strinse la mano. Sospirò. «E va bene.»
La bionda sorrise, leggermente sollevata. «Bene. Dai, ti aiuto a cambiarti e ti porto a casa.»
«Non serve, ho la patente.» rispose lei con disappunto.
«E se ti gira la testa mentre guidi?»
Lucy si voltò verso Robert «Non succederà.» Un attimo di silenzio. Lucy roteò gli occhi, impotente. «Va bene.»
Anche Rob sorrise e le diede una leggera pacca sulla caviglia.
«Bene! Rimettiti presto.» poi si alzò ed uscì.
Renèe e Lucy rimasero a guardare la porta per qualche istante, poi Renèe si alzò e la chiuse. Lucy si mise faticosamente a sedere, tenendo una mano sulla fronte.
«Ho sbattuto davvero forte, eh?»
«Il tonfo l'hanno sentito fino in Texas.»
Lucy rise, poi mugugnò. «Diamine, che botta.»
«Lo ammetti, finalmente.»
«Direi che sono costretta.»
«Ci preoccupiamo per te.»
La mora sorrise ed alzò lo sguardo. «Lo so. Grazie.»
Renèe le sorrise di rimando e le si avvicinò, facendole un cenno. Appoggiandosi a lei, si alzò e, dopo un secondo in cui barcollò, riprese l'equilibrio ed iniziò a sganciarsi l'armatura pettorale, mentre Renèe cercava i suoi vestiti. Le porse la maglia ed i jeans, che lei appoggiò sul divano, poi l'aiutò a togliere anche il cuoio. Lucy rabbrividì quando si trovò in mutande nere e canottiera color carne. Prese maglia e jeans e se li infilò velocemente.
«Non trovo le scarpe.»
La mora si mise a sedere e con le mani vagò sotto il divano, tirò fuori le scarpe e le calze e si infilò il tutto con gli occhi chiusi.
«Ah, ecco dov'erano.»
«Mi diverto a nasconderle per vedere se riesco a ritrovarle.»
«Ahah certo. Vieni, andiamo.» Prese le chiavi, aiutò nuovamente Lucy a tornare in piedi -nonostante le sue proteste di poterlo fare da sola- ed insieme si avviarono alla macchina, mentre si infilavano le giacche e si riparavano sotto l'ombrello.
«In questi giorni sono più spesso a casa tua che a casa mia.»
«Già. Uno di questi giorni potrei spuntare come un fungo davanti a casa tua, che dici? Tanto per essere pari, ecco.»
«Volentieri.»
Per qualche minuto calò il silenzio, Lucy posò la testa indietro sul sedile del passeggero e chiuse gli occhi.
«Come va la testa?»
«Stare seduti non aiuta. Ma meglio, grazie.»
Renèe annuì, aggrottando le sopracciglia preoccupata.
«Ehi, vedrai che domani starò meglio.» Lucy si voltò a guardarla e sorrise.
«Già. Dopotutto sei Xena, la principessa guerriera!» Ren ridacchiò e le lanciò un'occhiata.
«Sì, circa.»
Pochi minuti dopo arrivarono a casa di Lucy. La bionda la scortò dentro e disse che non le piaceva l'idea che Lucy andasse su per le scale.
«Renèe.» le aveva lanciato un'occhiata leggermente seccata. «Ti ringrazio, ma fino alla camera posso arrivarci senza rotolare giù.» Lei non era comunque convinta. «Sei troppo apprensiva Ren.» ma nulla la smosse. Alla fine si accordarono, Lucy sarebbe potuta andare in camera sua accompagnata dall'amica, che temeva che per un giramento la donna sarebbe potuta cadere.
La mora si sdraiò sul letto e Renèe le si sedette accanto, appoggiandosi con il braccio oltre alla vita della donna e guardandola dall'alto.
«Inizi a farmi paura.»
«Perché?»
«Ti comporti come se fossi sul mio letto di morte!» rise «Renèe, sto bene. Mi fa male la testa perché ho sbattuto contro un tavolo mentre giravo una scena. C'eri anche tu. Non sono caduta dal terzo piano di un edificio.»
«Ahah hai ragione, scusa. Solo che... non voglio che tu ti faccia male, tutto qui.»
Lucy le sorrise riconoscente. «Lo so, e ti ringrazio. Ah, lo ammetto, sono felice che tu sia qui. Effettivamente mi gira la testa, e la prospettiva di scendere, anche solo per un bicchiere d'acqua, non è delle più allettanti.»
«Tranquilla, resto qui. Ti serve qualcosa?»
«Solo qualche ora di sonno. Non... non serve che tu rimanga. Non voglio essere un peso, già ho abbandonato il set nel bel mezzo delle riprese.»
«Lucy, non pensarlo neanche per un attimo. Io resto qui, e per qualsiasi cosa ti basta chiedere, ok?»
Lei sbuffò. «Va bene, va bene. Grazie.» sorrise di nuovo.
Renèe le poso la mano sulla spalla e sfoggiò un sorriso sollevato. «Dormi.»
Lucy annuì e chiuse gli occhi. Ren rimase a guardarla per qualche secondo, poi si alzò piano e si guardò attorno. Si sedette su una sedia e rimase tranquilla ad osservare Lucy che si addormentava, ascoltando il suono della pioggia che copriva il sole della mattinata.
Non passò più di mezz'ora prima che Lucy iniziasse a rotolarsi e a strizzare gli occhi. Pochi istanti dopo si svegliò.
«Avevi detto "qualche ora", non "qualche minuto".» Renèe sorrise, poggiando il mento sul pugno.
«Già, beh, emicrania permettendo, s'intende.»
«Mh...»
«Renèe, stavo scherzando.» sorrise.
«Ah. Eheh. Beh, come mai ti sei svegliata?»
«Sono saltata da un palazzo e mi sono ritrovata nel letto.» ridacchiò.
«Sei davvero unica, hai preso una botta in testa che potrebbe stendere un pugile e sei qui a fare battute.»
«Non è facile liberarsi di me, cosa credi?»
Ren scosse la testa. «Oh, ne sono certa. Come ti senti?» Si alzò e le si avvicinò.
«Abbastanza bene da notare che sei vestita da Gabrielle.»
La bionda abbassò lo sguardo sul suo top rosso. «Ah. Mi sono dimenticata di cambiarmi...»
«Lo vedi che ti preoccupi troppo?» le premette un dito sulla pancia scoperta e lei scoppiò a ridere.
«Non farmi il solletico! Seriamente, come va con la testa?»
«Sto bene.» Lucy sorrise e le tese una mano. Renèe l'afferrò e la aiutò a mettersi seduta. «Mh.. sì, sto bene. Te l'avevo detto che mi sarebbe bastato un po' di riposo.»
«Inizi ad impersonarti troppo in Xena.»
«Non ho ancora cercato di sfidare le leggi della fisica, però.»
«E' solo questione di tempo, lo sappiamo entrambe.»
Scoppiarono a ridere, poi Lucy guardò l'orologio.
«E' quasi mezzogiorno e...» lanciò un'occhiata alla finestra «La pioggia è terminata. Che ne dici, mi riporti sul set?»
«Non ti arrendi mai!» Renèe alzò le braccia al cielo e le lasciò ricadere contro le cosce. Lucy si limitò a fissarla. Lei sospirò e ricambiò lo sguardo. «Facciamo così, dormi ancora mezz'ora, se starai bene prometto che ti porterò indietro. Ma se mi accorgo che stai male ti lego al letto.»
Lucy rise e si sdraiò di nuovo. «Ahah va bene, va bene. Restare legata al letto non è tra i miei piani.»
La bionda ridacchiò.
«Uh... Ren?» La mora fece una smorfia di disappunto.
«Dimmi.»
«Mi.. porteresti un bicchiere d'acqua per favore?»
«Certo.» sorrise «Perché quell'espressione cupa?»
«Mi dà fastidio farti andare su e giù per qualcosa che potrei fare io.»
«Mi sono offerta di aiutarti, no? Arrivo subito.» Si voltò ed uscì dalla camera, scendendo le scale.
Lucy guardò la porta e sorrise. Una fitta alla testa le ricordò che molto probabilmente sarebbe finita legata. Sospirò e rotolò sullo stomaco, portando le braccia attorno alla testa con un mugugno. Era stato davvero un brutto colpo, doveva ammetterlo. Ed era grata a Renèe di essere lì con lei a supportarla ed aiutarla.
«Ecco qui!» Renèe tornò con una bottiglietta ed un bicchiere pieni. Lucy rotolò di nuovo e si mise a sedere.
«Grazie.»
Svuotò il bicchiere e lo posò sul comodino, poi si sdraiò di nuovo.
«Odio questa situazione.»
«Già, gli uragani non sono fatti per stare a letto, eh?»
«Ehi, era un insulto quello?»
«Ahah per niente.»
Lucy sorrise divertita. «Vorrei ricordarti che mentre io faccio yoga tu ti diverti a scalare montagne!»
«E poi c'è chi dice che il mal di testa smorza l'umore. Oggi vai avanti a battute e scherzi!»
«Qualcosa dovrò pur fare.» chiuse gli occhi, senza smettere di sorridere, e prese un profondo respiro.
«Già. Beh, se ti serve qualcosa sono là.» indicò la sedia.
«No, siediti qui, è più comodo.»
«Mh?»
«Sul letto. L'hai detto tu che è comodo, no?»
«Giusto, ma non voglio addormentarmi. Cosa che potrebbe succedere, se rimanessi su questo fantastico letto per qualche minuto.»
«Mhm.» Lucy avrebbe voluto ridere, ma si stava già addormentando.
Renèe la guardò dolcemente e si sedette nuovamente sulla sedia. Si guardò intorno, si alzò, prese un libro e tornò a sedersi, mentre Lucy trovava una posizione più comoda nel dormiveglia.

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Capitolo 10
*** Testarda! ***


Ho scoperto da genio della geografia quale sono 8D che la Nuova Zelanda ha un clima totalmente differente, e che in Dicembre fa caldo. Ergo, cancellate dalla memoria il "E a farmi gelare! Siamo pur sempre a dicembre" di Lucy :'3 insomma, per il fatto che è notte ed è nel mare ok, ma sapete, fa caldo. Comunque... sì, beh, ci sono tanti tanti dialoghi. Ma mi diverto così :'3 Enjoy.



Caro diario,
    per sbaglio, questa mattina, invece di riporti nel cassetto come al solito ti ho messo in borsa. Adesso, frugandoci dentro, ti ho trovato.
Sono da Lucy, lei si è fatta male -anche se è troppo testarda per ammetterlo- ed io la assisto.
Sta dormendo da un'oretta, è così pacifica... E' davvero bella quando dorme, l'ho notato già l'altra notte
Ma che sto dicendo? Inizio a pensare che...


Lucy mugugnò alzandosi a sedere, e Renèe pose il diario e la penna a terra senza finire la frase.
«Ehi, ti sei svegliata.» le sorrise e si alzò, avvicinandosi a lei.
«Ehi! Quanto ho dormito?»
«Poco più di un'ora.»
«Ah.» si voltò e si sedette sul bordo del letto. Ren si posizionò accanto a lei e la guardò.
«Come ti senti?»
«Bene, grazie.» le sorrise e le cinse le spalle con il braccio. «E grazie di essere rimasta qui. Odio ammetterlo, ma... ne avevo bisogno.»
La bionda s'illuminò. «E' stato un piacere.»
Lucy guardò l'orologio. «E' l'una e mezza. Magari, se mi riporti sul set, faccio ancora in tempo a fare qualcosa di utile.»
Renèe la guardò per qualche secondo.
«Cosa? Che c'è?»
«Sei incorreggibile.»
«Sono determinata.»
«Sei testarda!»
«La differenza è poca.» sorrise come una bimba e Renèe non poté trattenere una risata.
«Beh, hai trovato pane per i tuoi denti. Oggi non torni sul set.»
«Oh, andiamo! E' solo una botta. Non sanguinavo nemmeno. Sto bene, ed entro domani non avrò nemmeno il bernoccolo.» inarcò un sopracciglio e si voltò lentamente verso Renèe.
«Bene, quando domani non avrai più il bernoccolo, tornerai a girare.»
«Seriamente?»
«Seriamente.»
«Renèe, ho ventotto anni, sono autosufficiente ed automunita.»
«Potrei ancora incatenarti.»
Lucy rise e scosse la testa. «Potresti, ma non sarebbe carino.»
La bionda sospirò e si alzò. «Questo è innegabile.» rispose divertita, poi guardò Lucy con dolcezza. «Però mi preoccupo per te. Lo sai.»
La mora si alzò a sua volta e si avvicinò a Renèe. «Lo so, sì. E non ti ringrazierò mai abbastanza per questo. Ma ora sto bene, davvero. La testa non mi fa più male, a meno che io non vada a toccare la botta, cosa che eviterò più che volentieri.»
Ci fu qualche secondo di pausa, in cui Ren si limitò a guardare Lucy. «Uff, e va bene.» sbuffò alla fine. «Però guido io.»
Lucy accettò ed uscirono. Entrarono in macchina e pochi minuti dopo erano arrivate.
Appena qualcuno notava la mora, iniziava con i "come stai" e i "ti senti meglio", e lei rispondeva diplomaticamente con un "tutto bene" qui ed un sorriso là.
«Lucy! Renèe! Pensavo di non vedervi fino a domani.» disse Robert quando le intercettò.
«Ha insistito.» la bionda fece un cenno con la testa alla donna al suo fianco.
«Ho insistito.» scrollò le spalle lei.
«Con la testa? Tutto a posto?»
«Tutto funziona come dovrebbe, non penso di essere Xena e sto sviluppando un odio per i tavolini bassi.» rispose Lucy con un sorriso.
«E i tavolini iniziano a temere te.» commentò Renèe.
Lo scambio di battute tra le due strappò una risata a Robert. Quando le due chiesero perché fosse scoppiato a ridere in quel modo, lui rispose che assieme erano esilaranti e che non se ne rendevano conto.
«Già, beh, vado a cambiarmi!» Lucy si avviò verso i camerini a passo spedito.
«Asp...» ma era già sparita. Renèe sospirò e si voltò verso Robert con uno sguardo rassegnato.
«Certo che è ostinata.»
«Già.»
Un attimo di silenzio.
«Allora credo che andrò a cambiarmi anch'io. Si lavora al teaser?»
«Sì, abbiamo già girato alcune parti con gli stuntman, ma ci manca ovviamente il recitato.»
Renèe annuì, sorrise ed andò a cambiarsi.
Dopo che furono vestite e nuovamente truccate cercarono Bruce, che stava parlando con lo stuntman di Autolicus riguardo ad alcune scene e si stava complimentando con lui per l'agilità. Quando le due donne si avvicinarono, lui sorrise e le salutò con un cenno della mano.
«Ehilà! Bel tempismo, stavamo per ricominciare. Poco dopo che siete andate via ci siamo fermati.»
«Allora è fortuna.» Lucy guardò Renèe con un piccolo ghigno.
«Mhm. Come stai?»
«Tutto bene, l'unica cosa è il bernoccolo.»
«Bene allora.» sorrise di nuovo e si guardò attorno. «Io vado, devo vedere un attimo il copione. A dopo!» si congedò con un cenno della testa ed andò via.
Renèe si voltò verso Lucy. «A proposito. Amnesie a breve termine?» rise.
«No.» rispose lei inarcando un sopracciglio. «Sto bene.» sorrise ed incrociò le braccia sul petto. «Dai, andiamo a prendere i copioni.»
La bionda ridacchiò e la seguì.
Avrebbero girato l'incontro tra Xena e Autolicus, dato che finalmente il cielo si era schiarito.
«”Now, I know what you want; but I’m afraid a broken heart is all I can give you at the moment."» procedettero come avevano provato il giorno prima e, dopo qualche strafalcione o qualche dimenticanza, terminarono la scena.
Bruce si massaggiò il mento con aria contrariata. «Ho beccato uno scalino sui denti.» poi guardò Lucy, che inarcò un sopracciglio, e sorrise «Non è giornata.»
Lei scosse la testa, divertita. «Per niente.»
«Preparatevi per l'incontro con gli "amici" di Xena.» Rob passò e sorrise loro, poi continuò il suo giro verso gli altri attori.
Lucy lo guardò per qualche istante allontanarsi, poi tornò a parlare con Bruce.
Renèe, intanto, stava girando per la scena pensando ad altro. Si voltò verso il cielo, notando compiaciuta che le nuvole stavano velocemente sparendo, e continuando a camminare andò a sbattere contro Robert.
«Oh! Scusa!»
«Niente, tranquilla.» sorrise lui, pacifico. «Preparati per la prossima scena, si gira l'incontro con gli amici di Xena.»
«Gli Ebrei.» Renèe inclinò la testa, inarcando le sopracciglia.
«Beh, sì.»
«Di chi è stata l'idea?» ridacchiò.
«Mia e di Sam. Pensavamo anche di farvi incontrare Gesù, prima o poi.»
«Tanto per toccare il fondo con stile?» disse lei trattenendo una risata.
«Tanto per toccare il fondo con stile.» ripeté lui divertito. «Non avrei saputo dirlo meglio. Ora vado, che devo avvertire gli altri.»
La bionda annuì e lui continuò il giro, allegro.
«Ehi! Renèe!» Lucy le si avvicinò, posandole la mano sulla spalla «Due minuti e si gira. Che fai?»
«Niente, stavo parlando con Robert.» sorrise e si voltò. «Andiamo?»
«Uh-huh.»
Si voltò e seguì la mora. Ebbero giusto il tempo di arrivare ognuna nel proprio camerino per bere, poi tutti vennero richiamati all'ordine e tornarono a girare.

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Capitolo 11
*** A casa malata ***


Niente da fare, è la fiera degli strafalcioni questa fic. Ho notato adesso che in Botta dico che lo stuntman di Autolicus è malato, mentre in Testarda! Bruce si complimenta con il suddetto stuntman. Vado a sotterrarmi, non fate caso all'errore specialmente dopo che ve l'ho segnalato. Olè.
A parte questo, ecco finalmente un nuovo, entusiasmante (?) capitolo di Friends Forever! Faccio schifo, son mesi che ci lavoro ed avevo scritto le prime cinque/sei righe. Tutto il resto tra ieri ed oggi. E' brevissimo, lo so, lo so, ma finalmente inizio ad avere delle idee e questo capitolo è solo per dire "ehi, guarda, questa fic esiste ancora!" (No, non è vero, ma cercate di comprendermi, non dormo da trentasette ore, non capisco più ciò che dico).
Beh, che dire? Grazie a Oneesama che non mi ha ancora uccisa per il ritardo cronico, grazie a Brightsmile per lo stesso motivo e per non avermi ancora uccisa in generale, e grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono <3
Enjoy!


 
La giornata, iniziata male, terminò velocemente perché presto iniziò a tuonare. Il clima della Nuova Zelanda è temperato, senza caldi soffocanti o freddi rigidi, però le piogge sono molto comuni. I lampi e i tuoni erano così fragorosi che non si poteva girare per più di cinque minuti, nemmeno al coperto.
«Non è destino, eh?» disse Renèe quasi ridacchiando.
«A quanto pare.» rispose seccata Lucy, lanciando un'occhiata alla pioggia.
Renèe ridacchiò nuovamente e le fece un cenno con la testa verso i camerini. «Dai, andiamo, ho freddo.»
La mora sospirò e la seguì con disappunto.
«Che giornataccia.» mugugnò Lucy chiudendosi la porta alle spalle. Prese ad armeggiare con le spalline dell'armatura per togliersela. «Mi sono messa e tolta questo costume più volte oggi che in tutta la settimana.»
«Ci credo, è martedì.»
«Sono appena le quattro. Non sono riuscita a restare qui per più di due ore, seriamente!»
«Come sei melodrammatica!» Renèe ridacchiò, lanciandole un'occhiata da dietro la spalla mentre cercava la maglia.
«Sono un'attrice. E' il mio lavoro.» rispose lei, riponendo l'armatura pettorale su una sedia.
«Sì, ma qui si esagera.» La bionda sorrise divertita allo sguardo che Lucy le indirizzò. «Va bene, va bene... Dai, capita. Sembra che tu debba proprio riposare oggi.»
«Urrà.» Commentò la mora, sarcastica.
Si cambiarono, trovando altri argomenti di conversazione, fino ad arrivare ai programmi per i giorni seguenti.
«Ora che ci penso... Ancora nervosa per l'appuntamento di domani?» Chiese Renèe con un sorriso, mettendo a posto i vestiti da Gabrielle.
Lucy scrollò le spalle. «Effettivamente... no. Insomma, sì, ma non tanto quanto prima. Voglio dire, alla fine è solo un appuntamento, giusto?»
«Giusto. Comunque voglio sapere tutto...»
«"E con tutto intendo dire tutto". Stai iniziando a ripeterti.» Lucy ridacchiò.
«Era solo per ricordartelo.» Ren scrollò le spalle.
La mora ridacchiò nuovamente e prese la borsa. «Andiamo?» Renèe annuì e la seguì fuori dal camerino. Salutarono tutti e si diressero alle rispettive macchine.
«A proposito di domani...»
«Sì?»
«Saresti disposta a farmi la pettinatura che avevi in Sins Of The Past?»
«Più che volentieri. A che ora hai la cena?»
«Alle sette ci troviamo al ristorante. Potresti venire... che ne so... verso le sei?»
Renèe accettò allegramente. Si salutarono ed ognuna tornò a casa propria.
 
La testa le faceva ancora male quando arrivò a casa, ma Lucy era ben decisa a non farsi abbattere da qualcosa di così stupido. Si dedicò alla pulizia di casa -o perlomeno al riordino del minimo indispensabile- per qualche ora, poi decise di riposarsi sul divano. Erano ormai le sei e la testa la stava facendo impazzire. Non l'avrebbe mai ammesso, ma Renèe aveva avuto ragione a preoccuparsi, e se non fosse stato per lei, Lucy sarebbe quasi sicuramente svenuta sul set.
Entro breve si addormentò sul divano, l'emicrania che la lasciava in pace almeno nel sonno.
Quando si svegliò fuori era buio pesto e l'orologio segnava le tre del mattino; la schiena le faceva male per la posizione scomoda e appena si alzò vide le stelle, dovendosi aggrappare al divano per non ricadere all'indietro. «Dannazione..» mugugnò alzandosi. Andò in bagno e si lavò il viso, poi si tolse i vestiti e si infilò un pigiama, trascinandosi a letto. Fece fatica ad addormentarsi, cercando una posizione che non la facesse sentire al centro di una ruota per criceti.
Passò la notte a rannicchiarsi e rilassarsi a ritmo di incubi e sogni inquietanti; più di una volta si svegliò di soprassalto, per poi riaddormentarsi istanti dopo. Quando alle cinque la sveglia suonò, lei la spense con un pugno, strizzando gli occhi. Avventatamente di mise a sedere, e nuovamente mille puntini bianchi le oscurarono la vista. "Tutto questo per una stupida botta?" Si disse, esasperata. Presto realizzò che non avrebbe potuto presentarsi sul set in quelle condizioni, anche perché, se non ci avesse pensato prima il dolore, Renèe l'avrebbe uccisa.
Cercò a tentoni l'interruttore dell'abat jour ed accese la luce; fu molto sgradevole. La mora si portò la mano alla fronte e non ci mise molto a decidere che quel giorno sarebbe rimasta a casa.
 
«Pronto... Renèe?»
«Lucy? Che succede? Tutto bene?» La chiamata di Lucy l'aveva terrorizzata -il tono sembrava quello di un morto vivente- specialmente perché era arrivata alle cinque e mezza del mattino.
«Sì... cioè, non proprio, ma niente di grave!»
«Lucy...»
«Se fosse grave starei chiamando dall'ospedale... o dall'obitorio... o...»
«Lucy!»
«Va bene, va bene. Scusa. Non volevo disturbarti, ma... potresti avvisare che non riesco a venire? La testa sembra esplodermi, ho dormito malissimo e non me la sento proprio, mi dispiace...»
«Capisco... Va bene, avviserò. Ti serve qualcosa?»
«No, ti ringrazio. Resterò a letto, riposerò.» Disse seccata. Non amava particolarmente restare a letto malata, specialmente quando c'era bisogno di lei -e c'era praticamente sempre bisogno di lei, dato che interpretava la protagonista.
«Ok. Allora appena esco passo da te, ti va?»
«Grazie.»
«A dopo, riposati.»
«A dopo. Lo farò.»

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