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di xshelovesstyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le strade di Londra non sono più sicure. ***
Capitolo 2: *** Niall l'orso di Peluche. ***
Capitolo 3: *** Christopher colpisce ancora. ***



Capitolo 1
*** Le strade di Londra non sono più sicure. ***


Le strade di Londra non sono più sicure.



- Grazie! Buonanotte a tutti! - Il ragazzo biondo, irlandese e dagli occhioni azzurri salutò tutta la folla, agitando una mano in aria e con l'altra tenendo stretto il microfono adagiato sulla fine asta nera. Allargò il sorriso quando un boato gioioso delle fan gli rispose. Il ragazzo moro con due profondi occhi scuri, accanto a lui, lo imitò sorridendo animatamente.
- Buonanotte Londraa! -
 
- E anche questo concerto è andato. - borbottò un riccio con due splendenti occhi azzurro-verdi. Si grattò dietro il collo e fu il primo a scendere dalle scalinate marmoree che portavano sul palco. Si sentivano ancora le fan gridare come pazze scatenate, e un lieve sorrivo gli si affievolì sulle labbra, prima che un ragazzo gli saltasse sulle spalle.
- Carote! Voglio carote! Andiamo in qualche ristorante, voglio carote! - ululò il ragazzo anch'esso con gli occhi chiari e lisci capelli castani sugli occhi. I cinque risero appena, percorrendo il lungo corridoio illuminato dal neon.
- Louis, non ci sono carote nei ristoranti. - gli rispose uno con una voglia sul collo e dei capelli mossi tra il biondo e il castano. Aveva due grandi occhi nocciola e la voce profonda. Con gesto repentino prese un giubbotto di pelle appena furono nei loro camerini, e se lo infilò, coprendo del tutto la sua maglia bianca.
- Chi se ne frega, Liam! Io voglio carote! - ribattè Louis con un broncio e non mollando la presa sul riccio, che intanto rideva.
Il ragazzo moro e dagli occhi profondi si stagliò davanti allo specchio, mentre si passava una mano tra i capelli a spazzola. Il riccio si infilò anche lui un giubbotto e si passò distrattamente una mano tra i capelli lucenti. Si avviò verso la porta, prima di girarsi. Fissò i suoi amici che se ne stavano impalati.
- Eh? Allora? Venite? - chiese, alzando le spalle e stringendo le labbra con fare ingenuo.
Liam, Louis e Niall guardavano seccati il riccio, Harry, prima di girarsi ad indicare Zayn con un cenno del mento, che era troppo indaffarato a fissare il suo meraviglioso riflesso nello specchio. Harry sbuffò appena, e, in sincronia con i suoi compagni, prese Zayn sotto braccio trascinandolo via, strappando alcune proteste al ragazzo e spezzando il filo di autocommenti.
- Ehi.. no.. amico, eddai.. mi spettinate così..! -
- Louis ha fame, Louis vuole le carote e Louis verrà accontentato! - vociò Louis, stringendo la presa sull'amico. I cinque ragazzi avevano da poco indossato gli occhialoni neri, quando aprendo la porta che portava all'uscita, vennero investiti da una folata di vento che scompigliò appena loro i capelli - Strappando percià altre proteste a Zayn che si copriva i capelli - e le urla delle fan. Le ragazze, come impazzite, strattonavano i loro idoli urlando " Zayn, ti amo! " - A quel punto il ragazzo ghignò felice e fece un occhiolino alla ragazza che per poco svenne. - " Liam! Liam, guardami! ", " Harry sei tutta la mia vita! ".
Due scimmioni vestiti di nero si fecero avanti, proteggendo i cinque, e portandoli alla loro macchina. Subito aprirono la portiera e in malomodo li gettò dentro, imprecando e incitandoli a entrare in macchina. Abbassati i finestrini i ragazzi agitavano le mani sorridendo alle fan e salutandole, come se fosse tutto assolutamente normale; una cosa da tutti i giorni. Nemmeno quando la macchina fu partita, i One Direction furono lasciati in pace. Le fan li inseguivano agitando dei cartelloni che contenevano anche i loro nomi su Twitter e cose simili, così, l'autista svoltò con agevolezza e si infilò in una stradina solitaria, facendo sbattere il povero Niall contro il vetro. Dopo si massaggiò la guancia, maledicendo l'autista pazzo a mezza voce. Dire che i One Direction erano famosi era un eufemismo. Loro erano più che famosi, erano gli idoli di tutte le ragazzine della Gran Bretagna, i ragazzi più desiderati e apprezzati per le loro doti canore.
In quei giorni, Louis aveva sempre una gran fame di carote. I ragazzi pensavano che forse era per il fatto che fosse tornato di nuovo single. Lui e la sua bionda e storica fidanzata Hannah Walker, si erano lasciati. Molta gente giustamente sapeva che era stato per un litigio, ma nulla è come sembra. Il manager aveva incitato i ragazzi a rimanere single, per avere più fan. Triste ma è così, questo genere di cose succede sempre nel mondo dello spettacolo. Hannah aveva capito, e seppur a malincuore aveva accettato. Da allora, Louis si sfogava col cibo. Prima del concerto aveva mangiato carote, qualche ora prima pure, e anche il pomeriggio. Perchè le carote? Nessuno lo sa. Lui va matto per le carote. Un sospiro affranto spezzò il silenzio che aleggiava nella macchina nera. Zayn si aggiustava i capelli scuotendo la testa.
- Che c'è, Zayn? - gli chiese Liam aggrottando le sopracciglia. Lui si girò a guardarlo sporgendo il mento con occhi tristi. Gli poggiò con fare solidale una mano sulla spalla, e scosse la testa. Proprio mentre Liam stava immaginando che il suo amico stesse per dire qualcosa di profondamente filosofico, Zayn gli sbriciolò tutte le speranze con una frase.
- Ci sono volute ore per aggiustarmi i capelli. -
Un sussurro straziato. Niall scoppiò a ridere, contagiando il resto della band, tranne Liam che guardava Zayn con un misto di perplessità e uno sguardo alla " Tu non cambierai mai, Zayn! ". Risero per cinque minuti, trascinati da Niall, quando delle urla straziate li fece irrigidire. Con una manata sul sedile, Liam ordinò all'autista di fermarsi. Velocemente Harry aprì lo sportello e tutti e cinque si catapultarono fuori, ansimando e assistendo alla scena più agghiacciante che avessero mai visto. C'era una ragazza attaccata al muro fatto di pietra, seduta per terra: Aveva lunghi capelli castano scuro, quasi sul nero, due grandi occhi cangianti, pieni di terrore, labbra a cuore e un naso piccolo. In primo momento i ragazzi l'avevano scambiata per punk, ma non era così: Non era trucco quello su i suoi occhi, ma lividi. Era piena di lividi e sanguinava dal labbro e dal naso. Piangeva, e si torturava ancora il labbro inferiore, mordendoselo, facendo perciò scorrere ancora più sangue. Tra le braccia teneva una ragazza stordita, dai capelli mossi e castani. Aveva la carnagione pallida e una bocca carnosa. Sbattè le palpebre ed anch'essa era piena di lividi, sanguinava dal naso. Davanti a loro c'era un ragazzo che aveva appena buttato all'aria una bottiglia di vetro verso la direzione dei cinque.La bottiglia con un crack irritante si piazzò appena vicino il piede di Liam. Il ragazzo ubriaco si girò verso i ragazzi con aria abominevole, due occhi spalancati. Harry storse il naso; anche dalla quella distanza si sentiva la puzza di alcool. Ignorando i cinque, riprese a calciare le due ragazze a terra, facendole stramazzare. Il primo a scattare fu Zayn, prendendo per il collo il ragazzo e urlando " Non ti vergogni, eh!? Picchiare due ragazze, pezzo di merda! ". Lo spinse addosso ad uno sgangherato cassonetto della spazzatura, dove un gatto fuggì via con un inquietante " Miaaaoooo! ".
L'ubriaco spinse via Zayn rifilandogli un calcio negli stinchi. Il ragazzo cadde a terra, tenendosi la pancia. Niall e Louis corsero verso il pazzo, immobilizzandolo, mentre Liam prendeva le ragazze e le trascinava in macchina. La più grande, quella con i capelli tendenti al nero, tremava e continuava a stringere la ragazza più piccola, singhiozzando. Liam non poteva fare altro che tranquillizzarla, e dirgli che andava tutto bene, quando era esattamente il contrario. Harry intanto diede un pugno all'ubriaco, facendolo stordire e cadere a terra. Mentre lui si rotolava ridendo da folle, il riccio con rabbia gli diede un calcio diritto allo stomaco, che lo fece zittire. Il ragazzo a terra borbottò ghignando degli insulti pesanti verso il diciassettenne. Velocemente, tutti si infilarono in macchina e Louis ordinò all'autotista di partire, di andare verso l'Ospedale. Zayn si massaggiava la pancia con aria accigliata, Liam si mordeva il labbro, Harry grugnava furioso e Niall aveva gli occhioni blu spalancati, guardando i suoi amici come a dire " Oh mio Dio, che casino" . Con aria scioccata, Louis, diede un'ultimo sguardo alle ragazze tremanti. Poi si voltò verso gli amici.
- Mi sa che le strade di Londra non sono più sicure. -


Dardy's space.
Ciao a tutti! Siamo due ragazze, nuove su EFP, e questa è la nostra prima storia: Siate clementi! E diteci cosa ne pensate!
Baci.

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Capitolo 2
*** Niall l'orso di Peluche. ***


Niall l'orso di Peluche.



- Odio quando lo fai. -
Zayn alzò gli occhi scuri dal pavimento incrostato di sporco dell'Ospedale, guardando Louis che aveva appena emesso quelle parole in un sussurro. Fece uno sbuffo di fumo, e stritolò la sigaretta tra le dita. Il suo sguardo vagò per i corridoi, e avvistò qualche infermiera che correva freneticamente avanti e indietro, con scintillanti tuniche bianche. Ritornò a guardare Louis, con un sopracciglio inarcato e le labbra strette. Incrociò le braccia al petto e si appoggiò al muro grigiastro.
- Fare cosa? -
Rispose più ad alta voce, esasperato. Louis scrollò le spalle con fare nervoso e indicò la sigaretta adagiata tra le dita dell'amico.
- Quando fumi! Lo sai che il fumo fa male, Zayn! -
Non si poteva dire che il ragazzo fosse un verio e proprio "fumatore". Fumava solo quand'era nervoso, sotto pressione o magari stava andando tutto a rotoli. Come in quel momento. Zayn ghignò appena nel vedere Louis così serio. Asportò la sigaretta alle labbra e fece un'altro tiro, socchiudendo gli occhi e infilandosi una mano in tasca.
- Grazie Dottor House, premuroso da parte tua. -
Harry, dal canto suo, russò più forte del dovuto, mentre teneva la testa sulla spalla di Louis. Il ragazzo si era rovinosamente addormentato, dopo i suoi tanti tentativi di restare sveglio. Era come se gli Ospedali fossero un soporifero per Harry, pensò Zayn. Liam, che andava avanti e indietro per il corridoio, si passò una mano nei capelli e scrollò le spalle. Strizzò gli occhi. Harry li stava contagiando.
- Oh dico, dove si sono cacciati i dottori? - sbottò, prima di mettersi ad imprecare a mezza voce. Niall invece, era seduto accanto ad Harry, come un cucciolo indifeso. Lui era il più sensibile del gruppo, si sa, e vedere due povere ragazze malmenate così.. non è che fosse cosa da tutti i giorni, almeno per lui. E si sentiva tremendamente in ansia. Eccoli lì, tutti e cinque ad aspettare in un corridoio di un ospedale sgangherato due ragazze che nemmeno conoscevano. Stavano per sospirare tutti in sincronia, quando si sentì la porta principale sbattere e un rumore ovattato di tacchi a spillo. Due ragazze si avviavano verso i cinque, una bionda e isterica, l'altra preoccupata, riccia e furiosa, vestito in modo più sportivo. La bionda si fermò, stringendo i pugni. I capelli lisci fino alle spalle parevano quasi rizzarsi, elettrici, e i due grandi occhi azzurri sembravano pieni di follia. Puntò un dito verso i ragazzi, scandendo minacciosamente le parole.
- Dove. sono. Valerie e Marie!? - urlò con la voce alzata di una decima. Liam, Louis e Niall guardarono le due con la fronte aggrottata. Harry russava, e ciò doveva essere statisticamente impossibile, dato la vocina della ragazza che trapanava i timpani di tutti. Zayn, invece, con fare lento si piazzò davanti alla ragazza. Fece un tiro con la sigaretta, socchiudendo gli occhi.
- Chi sono Valerie e M.. - nemmeno il tempo di parlare che la ragazza gli piazzò furiosamente l'indice nel petto.
- Senti bello di zia, smettila con i tuoi atteggiamenti da Dio-sceso-in-terra e abbassa quella cresta da galletto! Dimmi subito dove sono Marie e Valerie! E chi era il gran bastardo che ha fatto del male ad entrambe! - trillò spingendo ancora di più l'unghia nel petto di Zayn. - DEVO SPACCARGLI I COGLIO.. -
- Nessa! - la riccia cercò di attirare la sua attenzione, con voce altrettanto isterica.
- No, sta zitta Alexis! - ringhiò. La riccia parve prendere un'espressione da istinto omicida. Zayn pensò subito che era una pazza, ma mantenne i nervi saldi e fece un tiro con la sigaretta. - E.. LO SAI CHE NON SI FUMA!? - la bionda prese la sigaretta, la buttò a terra e la stritolò sotto la scarpetta. Liam rise sotto i baffi, camuffando la risata con i tossii. Niall dovette trattenere il respiro, e nel frattempo divenne rosso come un peperone. Zayn rimase imperturbabile e fece uno sbuffo di fumo a dispetto, che finì tutto in faccia alla biondina. La ragazza parve infuocarsi ancora di più.
- Tu.. cosa.. hai.. tuuu.. -
Liam si intromise prontamente tra i due, schiarendo la voce.
- Eh, allora.. chi cercate? -
La riccia inarcò le sopracciglia.
- Valerie e Marie. Voi siete i ragazzi che l'hanno portata all'ospedale? -
Liam sorrise, contento che non fosse una pazza squilibrata. - Sì. Io sono Liam. - e gli porse la mano. La ragazza la strinse con indifferenza, come se lui fosse un comune mortale.
- Alexis. Lei è Vanessa. Scusatela, oggi è nervosa. -
La bionda, Vanessa, guardava ancora con occhi omicidi il moretto. Si poteva dire che il disagio aleggiava nell'aria. A interrompere la festicciola, fu un dottore sulla cinquantina, alto e con i capelli brizzolati. Con postura elegante si avvicinò ai ragazzi, e si schiarii la voce.
- Qualcuno è parente delle signorine Marie e Val..? -
- Sì! NOI! Tutti! - urlò Vanessa, senza far finire di parlare il dottore. Prese per mano Alexis e la trascinò dentro. Louis si alzò prontamente facendo finire Harry con la faccia sulla dura e fredda sedia.
- Ma.. gn..? -
Si alzò a fatica e si strofinò gli occhi. Niall si alzò e si passò le mani sui jeans ruvidi, stringendosi nelle spalle in modo timido.
- Dite che anche noi dovremmo andare..? -
Liam si strinse nelle spalle e quasi impercettibilmente annuì con il capo. Il dottore ordinò che era cosa da cinque minuti e poi tutti via. Il giorno dopo le ragazze potevano essere dimesse. Non avevano niente di grave.
I cinque entrarono a capo chino, e alzarono in tempo la testa per vedere Vanessa stritolare le due ragazze. Fecero vagare lo sguardo per la camera; La stanza era di un bianco opaco, rendendo il tutto ancora più angosciante. L'unico elemento di colore era un'impolverata poltrona rossa, nella penombra della camera. Spiccavano invece i lettini immacolati, su quei c'erano le due ragazze malmenate. Questa volta la ragazza più piccola aveva gli occhi aperti e più o meno somigliavano a quelli della ragazza accanto a lei; entrambi erano grigi, solo che la maggiore non aveva nessuna traccia di marrone spento, a differenza dell'altra. I ragazzi si misero accanto a lettino, a volte tossicchiando. Eppure erano star, non avevano motivo di essere imbarazzati. Vanessa si mise a trillare, vicino alle lacrime.
- Sapessi quanto ci siamo spaventate, Valy! - disse alla ragazza più grande. - Chi era quel gran pezzo di merda? -
Il viso di Valerie diventò ancora più livido, e guardò le coperte, stringendole con le mani. Si mordicchiò il labbro inferiore e strizzò gli occhi. Accanto a lei, la più piccola, probabilmente Marie, se ne stava con viso imperturbabile.
- E' stato Christopher. -
Niall si grattò la testa, non capendoci nulla. La riccia a questo punto parve prendere lei il posto da psicotica. Si sfogò tirando un calcio al muro.
- CHRISTOPHER! - urlò, facendo sobbalzare Harry che stava per ricadere nel suo dolce sonno. - Bastardo.. perchè l'ha fatto!? Come può averlo fatto!? Sei la sua ragazza, Valerie! -
Valerie si sentì come se avesse appena ricevuto un pugno nello stomaco. Faceva male sentire quelle parole. Voleva dare la colpa all'alcool, ma non era così, lei lo sapeva. E la consapevolezza faceva male, più dei pugni che aveva ricevuto sul volto, dei calci nella milza, più di quanto voi crediate. Faceva male. Marie digrignò i denti e, irritata, si spostò i capelli mossi dagli occhi. Guardò i ragazzi, e poi si girò verso le amiche.
- No, okay. - borbottò. - Ho avuto qualche lesione al cervello, vedo i fantasmi o ci sono cinque ragazzi che ci fissano? -
Alexis si diede un contegno, guardando i cinque.
- Loro vi hanno accompagnati qui. -
Valerie sorrise.
- Grazie mille, davvero. Avrebbe potuto finire male. -
Zayn sorrise appena e Liam prese parola.
- Sta tranquilla. Possiamo sapere cos'è successo? -
- Coff coff.. il solito impiccione.. -
- Louis, stai zitto. -
- Non parlare così a Louis! -
- Harry non ti ci mettere! -
- Ahah, io ho Harry che mi difende. -
- Yeah, batti il cinque, Lou. -
Liam guardò i due scuotendo la testa e ritornò a guardare le ragazze, cercando di sorridere convincente. Sembrava quasi urlare " Non siamo pazzi, lo giuro. "
Valerie sospirò.
- Noi.. eravamo in discoteca. Ricordo che Marie mi è corsa vicino, dicendo di aver visto Chris fumare qualcosa.. - si lasciò sfuggire un singhiozzo. - E.. così.. con noi c'era nostro cugino Daniel.. e.. siamo andati a vedere dov'era e lui ha pensato che Daniel fosse qualcun'altro.. -
- Come il tuo amante. - si intromise dura Marie, ma Valerie la ignorò scrollando le spalle, e asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
- Daniel dopo poco è andato via. Chris ha aspettato che fossi sola. Era ubriaco, da far paura. Puzzava da schifo. E ha incominciato a.. - inspirò profondamente. - A picchiarmi. Marie è venuta in mio aiuto e ha cercato di difendermi ma non ha fatto che peggiorare le cose. - infine la ragazza esplose e scoppiò a piangere, nascondendosi il viso tra le mani. Marie si girò a guardarla e strizzò gli occhi, massaggiandosi le tempie. Alexis fece scrocchiare le nocche, mentre Vanessa accarezzava dolcemente la sua mano. I cinque erano lividi. Disgustati, scioccati, orripilati e chi più ne ha più ne metta.
- Ti promettiamo che non succederà più, Valerie. - esclamò Niall. Il resto della band lo guardò, aggrottando la fronte come per invitarlo a parlare. Lui gonfiò il petto e continuò a parlare. - Non può far del male ad altre ragazze, okay? Verrà denunciato. E' uno schifo picchiare due ragazze, mi spiego? - aggiunse, infervorandosi. Liam annuì subito.
- Sono d'accordo. -
Zayn strinse i pugni finchè le nocche non diventarono bianche.
- Sì, io credo che sia la cosa giusta. Deve pagare per quello che ha fatto. -
Louis e Harry annuirono anche loro, guardando impietositi le ragazze.
- Sì. Domani, okay? - chiese Harry. Il sorriso di Vanessa si riempì di gioia.
- Grazie, ragazzi! Come vi chiamate? -
- Liam Payne, piacere. -
- Io sono Zayn. -
- Io Louis! -
- Harry. -
- Io sono Niall, non c'è di chè. -
Alexis sorrise appena, appoggiandosi al muro con le braccia incrociate. La t-shirt bianca le faceva risaltare il colore della pelle. I ricci gli scendevano delicatamente sulle spalle e si guardava tutt'intorno con i grandi occhioni neri. Parve fissare per un attimo Liam.
- Io ti ho già visto. -
A Zayn scappò una risatina canzonatoria e la ragazza parve offendersi.
- No, dico sul serio. Vi ho visti da qualche parte.. -
- Dov'è che vivi, sulla luna? - chiese Zayn con un ghigno. Vanessa, dal canto suo, si accigliò ancora di più.
- Sei sempre così altezzoso? - esclamò sprezzante. Non si poteva dire che tra i due scorreva buon sangue. - Nemmeno foste cantanti famosi. -
Questa volta Zayn scoppiò a ridere, rischiando di cadere dalla sedia. Gli altri quattro invece erano rimasti perplessi. Ok, modestia a parte, non potevano non conoscerli. Loro erano.. erano.. i One Direction! In nome del cielo, loro erano i One Direction!
Marie si grattò la testa.
- Voi siete una band famosa, per caso? -
- Ma no, ciccia, siamo pezzenti di Londra. - la canzonò Harry. La ragazza aggrottò le sopracciglia.
- Eroici e modesti. Che gioia. - replicò con voce monotona.
- Il tal caso, vi ringraziamo tanto. Davvero, non so cosa sarebbe successo. Grazie davvero. - li ringraziò sorridente Valerie. Poi Louis battè le mani.
- Io ho fame. -
Ad Alexis scappò una risatina e riportò le braccia lungo i fianchi. - Decisamente, ne ho anche io. E ho anche un paio di monete. Allora, venite, superstars? -
Anche Liam, Zayn, Vanessa e Harry ammisero che i loro stomaci urlavano pietà, così si alzarono e uscirono fuori, dirigendosi alla macchinetta degli snacks. Niall rimase dentro con le ragazze e dire che era leggermente a 'disagio' era un'eufemia. Insomma, come si doveva comportare? Entrambe avevano avuto un " trauma " e a differenza di Harry e Louis che quando sono nervosi parlano di più, lui diventa muto come un pesce.
- Ehm.. - balbettò l'irlandese.
- Puoi parlare, non ti mangiamo. - lo incoraggiò Marie. Ora che Niall ci faceva caso aveva uno stile un pò troppo.. nero. Pantalone di pelle nero, t-shirt lunga, anfibi neri, braccialetti con le borchie, giubbotto di pelle nero e guanti di pelle. Sugli occhi l'eyeliner e la matita erano calcati, facendo splendere ancora di più gli occhi grigi con filetti di marrone. Il biondino era indeciso tra Punk e Emo, ma alla fine non optò per nulla.
- Ecco.. mi.. dispiace davvero tanto. -
- Non vogliamo compassione. - sbottò Valerie. Poi scrollò la testa e guardò il biondino. La ragazza aveva quasi gli stessi tratti di Marie, solo che a differenza i suoi capelli erano più scuri, tendenti al nero, e lei non vestiva come se fosse appena tornata da un funerale. Infatti, portava una felpa viola, con jeans stracciati e converse. Semplice ma efficace. Dopo aver fissato ancor di più le ragazze, Niall optò. Sorelle. A quel punto si passò le mani sui pantaloni, cosa che faceva sempre quand'era particolarmente a disagio.
- Insomma.. non è compassione.. è una cosa triste. Orripilante. Chi fa del male alle donne non è degno di essere chiamato uomo. Mi dispiace tanto, Valerie. - e le poggiò una mano sulla sua. Valerie parve allargare il sorriso e gli occhi si fecero meno grigi, tendendo al verde. Gli occhi della forse-sorella invece non cambiarono di una virgola.
- Grazie, Louis. -
- Ahm.. io sono Niall. -
La ragazza scoppiò a ridere.
- Ah, scusami Niall! - e poco dopo attacco giù anche il ragazzo, che con una risata contagiosa, attaccò - stranamente - anche Marie. Si ritrovarono a ridere tutti e tre, senza un motivo. Forse ridevano di sollievo, forse di dolore, nervosismo, gioia. Fatto sta che a Marie e Valerie scese qualche lacrima tra le risate, e quella di certo non era di gioia. Niall smise di ridere e sorrise comprensivo, abbracciando le ragazze.
- State tranquille, si risolverà tutto. -
- Lo spero, Niall. -
- Sai una cosa? Sembri un orso di peluche. -
- Ah davvero? -
- Sì! -
- Magnifico. -
- Niall l'orso di peluche! -
- Sì, Niall l'orso di peluche. -
L'irlandese sorrise subito a quel soprannome.
Gli piaceva così tanto. Era tenero.
Come un orso di peluche.


Dardy's space


Eccoci con un altro capitolo! Mi spiace se ci sono errori ma l'ho fatto di fretta ^^

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Capitolo 3
*** Christopher colpisce ancora. ***


Christopher colpisce ancora.


Il cerchio dorato, quasi perfetto, si librò in aria, e con qualche capriola ricadde di nuovo sulla superficie dura, ruvida e accaldata della padella. Niall sorrise 
soddisfatto, e proprio mentre lo faceva il sole che entrava dalle finestre gli baciò delicatamente la guancia. Prese a scuotere la padella, a volte strofinandosi
l'occhio. Un uccellino lo destò dai suoi pensieri, mentre armeggiava con l'utensile da cucina, canticchiando allegramente. Il biondo si alzò sulle punte, e,
con aria curiosa, cercò di avvistare l'uccellino che cantava. Ignaro del fatto che un ragazzo dall'aria divertita stava scivolando dietro di lui, continuò a scuotere
la padella e a fissare fuori dalla finestra dai vetri appena appannati. Louis si alzò con un sorrisetto quasi maniaco e si accostò vicino al suo orecchio, per poi gridare.
- SUPERMAAAAAAAAAAAAAAN! -
Niall sobbalzò, e alzò la padella in gesto veloce, spaventato: il pancake volò per quasi tutta la cucina, e con uno splat si spiaccicò sul muro, proprio in testa all'entrata
della porta. Scivolò lentamente sulla superficie del muro lasciando una scia unticcia; arrivato al limite, stava per cadere a terra, ma Zayn passò di sotto, assonnato
e mezzo nudo, meritandosi perciò un pancake come nuovo cappellino.
- Maccheccazz.. -
E adesso, chiunque conosca quel gran pezzo di ragazzo di Zayn Jawaad Malik, sa perfettamente che non deve mai: 
1- Toccare le sue mutande predilette.
2- Toccare/rovinare i suoi capelli.
3- Toccare le sue spazzole.
E a quanto pare, la seconda regola era stata appena infranta. Quindi, abbiamo poche opzioni per il futuro dei due vicino al fornellino, che arretravano con aria
spaventata. Il ragazzo alzò la testa, toccandosi con aria sbalordita il nuovo copricapo giallo. Aprì la bocca, poi la richiuse. Poi la riaprì. Infine la richiuse. Era tra lo 
sbalordito e il furioso. Le labbra di Niall tremarono. E no, non ridete, non l'avete mai visto uno Zayn stra-incazzato.
- E'.. è stato Niall. - sussurrò impaurito Louis, e si nascose dietro il biondino. Sarebbe stato tutto davvero molto esilarante, visto che Zayn aveva un pancake in testa e
l'aria rincitrullita, ma il suo sguardo lampeggiava, e, come ho detto, Zayn Malik arrabbiato non è un bello spettacolo.
- HOOOOOOOOOORAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN! -
 
 
 
- Via, Zayn, quel pancake ti stava da Dio. - 
Louis masticò il suo pancake rumorosamente e con un sorrisone angelico, poi ingoiò e trangugiò un pò di latte. Zayn lo guardò ancora più stizzito: Odiava quando 
qualcuno masticava rumorosamente. Si limitò a stare zitto e a consumare la sua colazione. Liam si schiarì la voce, dando un morso al suo kinder bueno.
- Cancella quel brutto muso, non ti dona. -
Zayn fece un gran sorrisone ebete, e guardò Liam, come dire " ecco, sei contento, adesso? ". Liam ricambiò ironico il sorriso. Poi si sentì un botto, 
ma nessuno di loro sobbalzò o fece nulla; Come se fosse normale. Niall si limitò a prendere il suo piatto sporco e infilarlo nella lavastoviglie.
- Haaarryyy, sei inciampato di nuovo sul pallone di Niall? - sbraitò Louis a bocca piena, posando la forchetta nel piatto con un rumore metallico. Niall prese 
di nuovo posto e Harry entrò in cucina, con gli occhi socchiusi e i capelli sparati in aria. Portava solo un paio di boxer neri e dei calzini giallo canarino.
- Niall, togli quel pallone o la prossima volta te lo sgonfio. - 
- Pff, tu la prossima volta invece di scendere le scale come un dannato, controlla se c'è qualcosa che può farti ruzzolare giù come un salame. -
Liam si alzò da tavola, sorridendo. Ogni mattina succedeva qualcosa; quel giorno Zayn aveva ricevuto un pancake in testa, Harry era caduto dalle scale. Si
annunciava una giornata divertente. O, almeno lo sembrava. Chi dice che tutto non può cambiare in un secondo?
- Prendo il giornale, bambini. - 
Furono le parole di Liam. Si alzò, e mentre Niall e Harry continuavano a scherzare, aprì la porta, controllò che non ci fosse nessuna fan mattutina che si fosse
accampata fuori casa loro ( Settimana corsa ), e uscì, tranquillo. Prese il giornale, e da lì gli si gelò il corpo. Ogni singolo muscolo, ogni singolo arto.
Rilesse di nuovo le parole sul giornale. Non ci credeva. Cioè.. non era vero. Le rilesse ancora, e ancora, e ancora, sbigottito come non mai. Continuava
a fissare le parole scritte a caratteri cubitali, stampate sulla prima pagina, in bella vista. Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male, sì.
Cosa c'era scritto? " << I ONE DIRECTION MI HANNO PICCHIATO >> ".
Era subito visibile. Da dentro provenivano i rumori dei ragazzi che scherzavano, di Niall che posava i piatti nella lavastoviglia, di Zayn che faceva la batteria
con la forchetta sui bicchieri capovolti. Liam li chiamò a gran voci, ma non arrivarono; erano evindentemente impegnati. Chiuse velocemente la porta,
e corse in cucina. Zayn stava facendo ancora la batteria, Harry e Louis si stavano bersagliando di pancake, Niall rideva come un matto e posava tutto.
- Ehi, Liam, cos'è quella faccia? - chiese Zayn, sorridendo. Fermò subito la forchetta, a un millimetro dal bicchiere e un nuovo " BOOM. "
- Hai visto Sarah Moline? -
- No, aspetta, la sua ex! Danielle? -
Liam perse la pazienza, e sbattè in malomodo il giornale scandaloso sul tavolo. Niall gettò lo straccio via, e subito accorse, leggendo. Pian piano tutti 
seguirono il suo esempio. Successivamente, ci fu silenzio. Ansia, incredulità, rabbia, forse. Fatto sta che l'unico rumore che si sentì nell'arco di dieci minuti,
fu il cinguettare allegro degli uccelli. Un attimo prima erano tutti felici. Scherzavano, ridevano. Un attimo dopo si erano tutti congelati.
Louis lesse di nuovo, e molto attentamente, le parole.
 
" << I One Direction mi hanno picchiato >> dice, Christopher Briel. << Ero fuori con la mia ragazza e sua sorella. Abbiamo iniziato a giocare con le mani.
Poi sono venuti loro, e hanno rovinato tutto. Chiedo giustizia e soldi. >> "
 
Prap.
Qualcuno appallottolò il giornale, furioso; Harry. Gettò a terra la palla di carta, e quella cadde lentamente, quasi volteggiando.
- PICCHIATO! PICCHIATO! - urlò, fuori di sè. Tremava dalla rabbia, un lampo violento le balenò negli occhi. - NOI L'ABBIAMO PICCHIATO, CERTO, 
NOI GLI ABBIAMO FATTO IL CULO COSì, NOI ABBIAMO PICCHIATO QUELLE DUE POVERE RAGAZZE CHE SONO FINITE IN OSPEDALE! -
Mentre Harry si impeperonava, urlava e sputacchiava, Louis cercò di calmarlo, insieme a Niall. Liam, accigliato, guardava il giornale appallottolato e 
continuava a rimuginare sotto voce. Zayn stava zitto. Si accarezzò istintivamente lo stomaco, dove il pazzo l'aveva colpito, molti giorni prima.
Harry continuava a sbraitare. Era il più nervoso del gruppo, si irritava facilmente, soprattutto se era mattina. Liam si solleticò il mento, assorto nei pensieri.
- Harry, se ti incazzi come una bestia non risolvi nulla. -
- E' UN BUGIARDO! UN BUGIARDO!!! -
- Lo sappiamo, smettila di urlare! -
- Dobbiamo andare da quelle ragazze. Ci serve il loro aiuto. - suggerì Zayn, zittendo tutti.
- Concordo con Zayn. - ammettè Liam. Fece scrocchiare le nocche, demoralizzato. - Loro erano con noi. Ci difenderanno. -
In un nanosecondo, erano già fuori dall'ospedale, infagottati e coperti. Erano irriconoscibili. O almeno, lo speravano. Entrarono dentro e chiesero delle 
ragazze. " Valerie e Marie ". Speravano si chiamassero così. Di aver indovinato, almeno. Non è che la gente cambia nome tutti i giorni.
La giovane bionda dietro il bancone, disse loro che le signorine Valerie e Marie Givens erano andate via. A casa loro. Subito chiesero l'indirizzo, e, una
volta ottenuto, scapparono via.
La corsa continuò fino a casa delle due ragazze. Liam fermò la macchina e la parcheggiò. Tutti scesero velocemente. Il cielo era nero. La casetta si trovava
in mezzo a degli alberi morti. Era bella grande. C'era un grande giardino, con due moto. Una kawasaki nera 250r. Una liberty azzurra. Con passo svelto,
Harry bussò circa trenta volte alla porta, e se Liam non gli avesse Zayn non gli avesse fermato il pugno, l'avrebbe scardinata. Qualche secondo. 
Un ringhio di un cane, un graffiare dietro la porta. Un urlo isterico. Poi finalmente la porta si aprì, svelando una ragazza alta e formosa, dai lunghi capelli biondi.
Vanessa.
Fece una faccia seccata, come a dire " oh mio Dio, questi tizi sono di nuovo qui ". Alzò l'angolo della bocca in modo schifato, e li osservò, critica.
- Chi non muore si rivede. -
- Siamo giovani per morire! - urlò Louis, in panico.
- E anche per finire in carcere, quindi, facci entrare, bionda. - vociò Harry. Aveva ancora quella vena pazza/omicida negli occhi, e - forse sarà stato per quello - 
Vanessa si spostò dall'uscio; Harry entrò a grandi passi, seguiti dagli altri cinque. Un samoiedo bianco prese ad azzannare gli stivali di Liam, un gatto nero
invece, li fissava torvo dalla sua postazione stravaccata sul divano. La casa era in un perfetto ordine. La cucina era grande, tutta beige, seria. Accanto c'era il
salotto, con un divano, un piccolo tavolino. C'erano delle scale in legno che portavano ad un piano superiore. Era una casa normale. Tanne per il fatto che 
ti dava un senso di solitudine, tristezza. Era troppo seria.
- Dove sono? -
- Non stanno già male? Cosa volete da loro!? - schiamazzò Vanessa, in preda ad una crisi d'isteria. Zayn le si avvicinò, prendendole i polsi, che stavano già
per roteare e fare un tatuaggio a forma di mano sulla guancia di qualcuno.
- Non vogliamo farle nulla. Okay? Dobbiamo parlare ad entrambe. Ci porti da loro, adesso? Ti prego. -
Zayn sapeva essere molto persuasivo, quando voleva, e adesso la bionda ne era più che testimone. Lo guardò negli occhi, indecisa. Poi sospirò, e, con uno
strattone si divincolò dalla stretta ferrea del ragazzo. 
- Di qua. Venite. -
Salirono le scale, facendo attenzione agli scalini irregolari. Il cane, bianco come la neve, scodinzolò e li seguì. Poco dopo si aggiunse anche la gatta. Una volta
sul pianerottolo, c'era un lungo corridoio, pieno di porte. Vanessa proseguì, raggiungendo l'ultima porta. Bussò, con aria mortuaria.
- Ci sono visite. -
Una ragazza riccia e dagli occhi neri aprì, e trattenne il fiato quando vide la banda. Alzò pigramente la mano in segno di saluto, poi si fece da parte per farli 
entrare. La stanza, rispetto alla casa, sembrava molto più accogliente. Letto a castello, vivace parete viola. Due scrivanie, ordinate. Chitarre rock in ogni angolo.
Armadi in legno pieni di poster. Il samoiedo bianco si avvicinò ai piedi di una ragazza dai capelli corti e lisci, un pò mossi sulle punte. Marie. Al suo fianco,
c'era sua sorella Valerie stravaccata sul divano, che subito prendeva in braccio la gatta nera. I loro occhi erano di uno spiccante verde; la prima li aveva nella 
sfumatura mitilare, e si accordava con la sua espressione acida, la seconda aveva una sfumatura color smeraldo. I capelli castani e tendenti al nero, lisci e setosi
le ricadevano armoniosamente sulle spalle. Inarcò un sopracciglio.
- E voi che ci fate qui? -
Fece un mezzo sorriso. Non era così scontenta di rivederli.
- Dobbiamo parlarvi. -
 
 
                                                                 
 
Marie, che per tutto il tempo era stata senza fiatare, strinse i pugni. Valerie le lanciò un'occhiata, poi fissò i ragazzi, uno ad uno, a mò di scusa. Il labbro inferiore
le tremò. Si sentiva terribilmente in colpa. Li aveva mandato nei casini.
- E' colpa nostra. Non.. scusateci. -
- Colpa nostra? E' colpa di quel malato del tuo fidanzato! - scoppiò improvvisamente Marie, e mentre lo faceva spalancò gli occhi in un gesto folle. Urlò così
tanto che il samoiedo scappò via da lei, e si rifugiò nelle braccia di Alexis, poggiata come sempre al muro.
- Povero Pancake. -
Louis sorrise. Un cane che si chiamava Pancake? E lui che si riteneva folle perchè voleva chiamare Muffin il suo cricetino. Poi ritornò serio e riprese a guardare
la situazione. Zayn cercava di spiegare che non era colpa loro, affatto, che erano felici di averle, come dire, " salvate ". Ma gli uscì solo un balbettio.
Valerie guardò la sorella in modo truce.
- Non è il mio fidanzato! - urlò, fuori di sè. - E se tu non ti fossi messa in mezzo come Superman, forse nessuno sarebbe in questi casini! -
- Avrei dovuto lasciarti nelle mani di quel pazzo!? Valerie! -
- Silenzio! - sbottò Vanessa, massaggiandosi le tempie. - Ragazze, smettetela di urlare! -
Le sorelle tossicchiarono, e si guardarono con astio. Liam si schiarì la voce, e guardò entrambi. Si grattò il collo con aria imbarazzata, quasi colpevole.
- Non diamo la colpa a nessuno, sia chiaro. Ma.. insomma, lui non è quello bravo. -
- E NOI NON SIAMO I CATTIVI. - vociò Harry, serrando le labbra. Liam, con uno sguardo d'intesa, lo zittì. Poi fissò di nuovo le ragazze, sporgendosi sulla sedia
e stringendo la mano nell'altra.
- Dobbiamo dire che non è vero. Respingere l'accusa. Quello che è. Voi ci appoggiereste. Vero? -
- Cosa ti fa pensare il contrario, Zayn!? -
- Sono Liam. -
- Zayn, Liam, è lo stesso! - sbottò la ragazza dagli occhi verde militare. La sorella la guardò, mordicchiandosi l'interno della guancia sinistra.
- Mi pare pur ovvio che appoggieremo voi, anche perchè non siamo delle stronzette che appoggierebbero il colpevole della situazione. Dico, ci hai scambiato
per fessacchiotte!? -
Sia Valerie, che Marie, sembravano un tantino nervose. Ma chi poteva biasimarle, dopo quello che era successo? Harry scosse la testa in segno di comprensione,
e la rabbia sbollì. Marie si schiarì la voce, a disagio.
- Vi ringraziamo tanto. Sul serio. -
- Non sappiamo nemmeno perchè ci aiutate. - mormorò Valerie. 
- Voi avete bisogno di aiuto! - esclamò Niall, tornato d'un tratto a parlare. Era stato in silenzio per tutto il tempo, ad osservare. - Dove sono i vostri genitori?
E' pericoloso stare da sole! -
- Loro ci odiano. -
La guardò, in cerca di spiegazioni. Non si poteva odiare un figlio. Non si può. Nemmeno il peggior padre o madre del mondo può farlo, è una cosa decisamente
crudele.
- Io sono indisponente e schizofrenica, lei è dark e psicopatica. - fece la maggiore a mò di scuse.
- Io non sono Dark. -
- Mamma e papà non la pensano così. -
- Forza, andiamo in cucina! - suggerì Alexis, sorridendo shemba. - Almeno nessuno si scanna. Hop, hop. -
E sfarfallò via, con i riccioli che ondeggiavano. Liam la seguì, così come Zayn, Niall, Louis, Valerie, Marie, Vanessa, e infine Harry, che fece passare davanti il
samoiedo e il gattino, e poi chiuse la porta dietro di sè. 
Si ritrovarono tutti in cucina, a bere thè. Valerie si strinse nel golfino bianco, sfregandosi le mani.
- Dio, che freddo. -
Niall bevve un altro sorso, e trasalì; si era scottato la lingua. 
- Ops. L'ho fatto troppo bollente. - si scusò Vanessa, sedendosi a tavolino, tra Zayn e Niall. Sorrise e prese a bere anche lei. I ragazzi incominciarono a parlottare,
la giornata si alleggerì. Si raccontarono uno dell'altra, e, quando le ragazze scoprirono che in realtà loro erano quei One Direction, e che erano stra-famosi e considerati
degli Dei scesi in terra, quasi le tazze cadevano di mano a tutte e quattro. 
Parlarono, parlarono, e parlarono.
Ma stavano bene insieme.
Era una bella compagnia, la loro.
 
1 mese dopo.
 
- Lasciami! Lasciami! Ti prego, Christopher lasciami! -
Il suono risuonò per tutto il viale abbandonato, coprendo gli sgocciolii dei tubi che perdevano, i rumori dei gatti che si nascondevano tra i bidoni sgangherati.
Le lacrime sgorgavano agli occhi della ragazza, ma nessuno poteva sentirla. Non doveva allontanarsi, si morse un labbro, fino a farlo sanguinare. Vide la pazzia
negli occhi blu di Christopher, come un mese fa, quando aggreddì lei e sua sorella.
Oh, Dio, proteggimi.
Oh, Dio, ascolta le mie lacrime.
Pregava, ma nessuno l'aiutava. Era lì, nelle mani di quel pazzo.
Oh, Dio, ti prego. Manda il mio angelo custode.
Poi un urlo.
 
- Ehi, gente, dov'è Marie? - chiese Harry, scuotendo il capo riccio. Si sedette a tavolo con i ragazzi, infilandosi un boccone di pizza filante in bocca. Valerie
si guardò attorno, curiosa, e, quasi preoccupata. Lei di norma non era paranoica, ma quando si trattava della sorellina, mandava scintille.
- Ah, non lo so. Ha detto che andava a controllare la sua ' bambina. ' -
La kawasaki. Si riferiva alla moto. Marie aveva sempre avuto un gran legame con quell'aggeggio, Valerie lo sapeva, ma quasi non riusciva a capirlo. Harry
si diede un'altra occhiata attorno, sospettoso.
- Okay, vado a ripescarla. -
Si alzò il cappuccio in testa e si strinse nella felpa, uscendo dalla pizzeria a passo lento. Urlò alcune volte il suo nome, finchè non arrivò davanti ad un vicolo.
Sentiva qualcosa.
Mugolii. Lamenti.
Un aiuto.
Un urlo soffocato.
Marie.
Harry scattò verso il vicolo, correndo come un pazzo.
Il tizio. Marie.
Tutto successe contemporaneamente. Vide negli occhi verdi di Marie le lacrime che sgorgavano come un fiume in piena.
- Aiutami - mimò con le labbra.
 
La polizia portava via il ragazzo. Capelli neri, occhi blu elettrico. Bello, alto. Ma con uno sguardo folle. Valerie si sentiva a pezzi. Non poteva. Non poteva averlo
fatto. Prima lei. Poi la sua sorellina. Aveva violato il corpo di sua sorella. Maiale. Ma ora lo portavano via. L'avrebbero portato in carcere, nel riformatorio.
Ovunque, ma lontano da loro. 
La sorellina piangeva, avvolta in un cappotto. I suoi vestiti erano zuppi. Quel maiale l'aveva gettata a terra. Rabbrividii, quando un braccio le attraversò le spalle.
Si girò, sobbalzando e con le lacrime agli occhi, e vide Niall, che le sorrideva triste.
- E' tutto passato, Valy. Ora sta bene. -
La ragazza nascose il viso nel suo petto, e scoppiò in un pianto.
 

xshelovesstyles.
eccomi qui, con un nuovissimo-issimo capitolo!
è un pò confusionario, ma in questi giorni non ho molta voglia di scrivere. Non odiate Marie e Valerie. Sono un pò antipatiche con lo scazzo, ma sono ragazze d'oro. (?)
detto questo.. ah, boh oò
scusate se sono stata frettolosa ç^ç
al prossimo capitolo :3
xxx

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