For once I'm not kidding,darling.I'll always be there for you.

di fuckingplanet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduction to life. ***
Capitolo 2: *** New start ***
Capitolo 3: *** I think i'm not so okay ***



Capitolo 1
*** Introduction to life. ***


 

            introduction to life


Quel giorno il cielo era turchese.Solo qualche nuvola leggiadra rendeva un poco più opaco quell'azzurro tanto acceso,spettacolare.
Quelle goccie biancastre sulla volta celeste si muovevano lente grazie alla leggera brezza estiva che si era alzata con delicatezza.
Cassie guardava fuori dal finestrino.I campi dorati bagnati dagli spruzzi provenienti da strani bracci meccanici,gli alberi di un verde talmente vivido da far paura e alcuni tratti erbeggiati in cui avrebbero potuto benissimo pascolare delle pecore,le ricordavano lo sfondo principale di Windows XP.Presente la collina,il cielo e il logo?Ecco,le pareva di esser stata catapultata là dentro,mentre stava appoggiata alla portiera in una posizione tutt'altro che sicura,con i Rayban neri a nascondere i suoi occhi di un misto forestale.
Suo padre stava guidando,sua madre guardava la strada apparentemente tranquilla.Una canzoncina allegra anni cinquanta risuonava dall'autoradio e il sole pareva troppo splendente per riuscirsi a riparare con un semplice paio d'occhiali da sole.La donna mora si voltò verso Cassie e le rivolse un piccolo sorriso forse un poco amaro,ma pur sempre amorevole,se così si può dire.Poi tornò alla strada e l'espressione si fece nuovamente seria.
La ragazza aveva sorriso allegramente,ma,vedendosi ignorata,era ritornata a nascondersi nel suo mondo,continuando ad osservare il volo dei gabbiani e le case campagnole presenti ai lati della strada.
Tutto pareva così sereno,alla fine.Niente di strano,solo i respiri lenti e forse un poco eccitati degli abitanti dell'auto.Tutto era così quieto,fino a che i suoi non cominciarono ad urlare in quell'abitacolo di semplice lamiera,riportando la giovane alla realtà.Tutto pareva vivibile e tranquillo,fino a quando un botto non riempì tutto quanto.
Un botto così forte da far scoppiare il cuore.Un botto così travolgente da far girare la testa.Un botto così crudele da rendere il respiro un affanno,prima che tutto diventi completamente buio e orrendamente silenzioso.E poi solo un bum.

 

Cassie si alzò di scatto nel letto.Il suo cellulare squillava sul comodino accanto a lei.Era sudata,spaventata,confusa.Sentiva una grande necessità di vomitare,di liberarsi quello stomaco che non ce la faceva più a tenere duro contro quell'incubo persistente.Sentiva una dannata pressione all'altezza dell'esofago,come un muro che cercava di bloccare la strada inondata dall'acido,ma che poi cedeva sotto il suo potere erosivo.E non chiedete come possa realmente fare dell'acido a distruggere un muro intero.
La ragazza si passò una mano tra i capelli.Cazzo,erano fradici,avrebbe dovuto seriamente farsi una doccia quella mattina,prima di uscire.Quindi era meglio sbrigarsi,sbrigarsi a dimenticare per un altro giorno il dolore procuratele dall'immagine di una macchina accartocciata come una lattina nelle mani di uno sbruffone di duecento chili.
Strusciò gli occhi per svegliarsi ed uscì dalle coperte per poi essere investita da un'ondata di gelo invernale.Rabrividì e si diresse decisa verso il bagno non proprio perfetto che i suoi zii erano riusciti a ricavarle in quella sottospecie di "cantina riadattata a camera da letto".Si fiondò sotto la doccia e lasciò che come sempre l'acqua calda portasse via il suo malumore,che ricacciasse dietro la barriera quel dannato ricordo del cappero.Finì di lavarsi,uscì fuori dalla stanzina con tanto di phon in mano e finì di prepararsi,asciugandosi i lunghi capelli rossastri e truccandosi di nero senza eccedere troppo.
Indossò jeans stretti scuri,una maglietta scura attillata a maniche lunghe e sopra una t-shirt dei Green Day col collo aperto sino a metà spalla sinistra.Infine indosso degli anfibi rigorosamente neri e si sedette non proprio delicatamente sul letto ancora disfatto.
Prese il suo cellulare che aveva smesso di canticchiare Welcome to the jungle e guardò l'ora.Fantastico,erano appena le sei e mezza e lei era già praticamente pronta.Ok,era sarcasmo,in realta non riusciva più a sopportare qull'incubo ricorrente che l'assaliva quasi tutte le notti e che la facevano svegliare talmente presto che avrebbe fatto prima a non andare a dormire affatto.C'erano le occhiaie che marcavano la sua pelle chiara a dimostrazione del fatto che quei sogni,quei ricordi non le facevano molto bene.
Sospirò e in un impeto di determinazione prese zaino,cellulare e giaccone e si diresse fuori casa,passando dalla cucina solo per prendere altri dieci dollari dal famoso "barattolo segreto dei risparmi".Si stupì di non aver trovato nessun marmocchio ad intrarciarle la strada,ma rimase ancor più sorpresa di non trovarsi già sua zia ad urlarle dietro,quella prostituta di alta classe.
Si chiuse il portone alle spalle ed ispirò,sentendo quel meraviglioso venticello mattutino rinfrescarle il corpo,la mente ed i pensieri.Si sentì meno tesa,là fuori.Sentiva che la barriera che tirava su ogni giorno,grazie a quell'aria piacevole stava riprendendo potere e stava nascondendo il tormento dietro i mattoni rossicci.Sentiva che un'altra giornata poteva cominciare e che ha scappare avrebbe ricominciato solo quella stessa notte,tra le tre e le quattro,intrigandosi con la coperta pesante.
Detto questo,s'incamminò alla ricerca di una caffetteria,sperando con tutta se stessa di trovare un buon commesso misericordioso pronto a venderle della buona caffeina anche a quell'ora così inusuale.


 

«Dai, Frank,ti ha pure chiesto scusa,cavolo!»
Frank camminava incazzato nero.La sua ragazza,o ex, lo aveva appena tradito e Mikey che faceva?Gli diceva di andare là e perdonarla,come se niente fosse stato.Non che il chitarrista provasse qualcosa per quella sciacquetta da quattro soldi,no,per carità,ma si sentiva offeso.Quella ragazza lo aveva ferito credendo di fargliela franca e questo gli aveva lasciato dell'amaro in bocca,nonostante lei fosse solo una di quelle sottospecie di "fidanzate di convenienza" che tieni da parte per quando ti servono.
«Mi sembra anche il minimo,Mikey.Mi dispiace,ma 'sta volta Ellyson ha superato il limite»
Già,perchè alla fine non era la prima volta che Frank si ritrovava a volersi togliere definitivamente dai piedi quell'abitante delle belle strade.Non la sopportava più già da tempo.La trovava logorroica,superficiale e neppure troppo carina.A dire il vero non sapeva nemmeno perchè ci era uscito.Nemmeno l'aveva toccata praticamente.L'aveva a malapena baciata,pure per sbaglio ed era così che tutto quel film mentale di lei era cominciato,mentre lui era incentrato su altre cose assai più importanti che una stupida gallinella col cervello dimezzato.
«Si,però,dai...Non è che tu l'abbia cagata molto di questi ultimi tempi!»
Mikey in certi momenti lo mandava veramente fuori di testa.Cosa gliene fregava a lui se aveva intenzione di lasciare quella puttanella?Vabbene l'istinto da crocerossina,vabbene tutto quanto,ma alla fine il bicchiere strabordava e se poi Frank Iero diventava una bestia e si rivolgeva in malo modo all'amico non era certo colpa sua.Ad un certo punto scattava pure lui,com'era scattato poco prima con Ellyson.
«Ascolta»,Frank si fermò.«Sappiamo bene entrambi quale sia l'indole di Ellyson e beh,sappiamo altrettanto bene che non rimarrà sola a lungo.Probabilmente tornerà a piangere da quella sotto specie di barista punk e lui per consolarla se la porterà a letto.Io invece andrò a casa e mi preparerò per il concerto di questa sera a cui,a proposito,dovresti venire anche tu,se vuoi che continui a darti lezioni gratis»disse tranquillamente con una sigaretta ancora spenta tra le labbra tirate in un piccolo sorriso.Con quel discorso pareva esser riuscito a zittire i rimproveri di Mikey che lo guardava scquotendo la testa sorridente.
«Sei proprio un coglione,lo sai?» disse l'occhialuto guardandolo rassegnato.
«E tu sei peggio di una suocera» ribatté Frank prendendo il bastoncino di nicotina tra due dita per all'evitare che cadesse nel bel mezzo di quel ridacchiare.
Ripresero a camminare ed il chitarista rimise tra le labbra il filtro per poi passare la piccola fiamma bluastra di un accendino sotto la cima del rotolino calcerogeno.Subito il calore cominciò a far accartocciare la sottile cartina che raccoglieva il tabacco e un forte odore inondò le narici di Frank che non aveva esitato un attimo e aveva già fatto un tiro e sputato fuori una nuvoletta bianca.
«Beh,comunque,per questa sera dovrei esserci,credo» Mikey si sistemò gli occhiali rettangolari sul naso con fare da nerd.Frank si chiese come si facesse ad essere più buffi di Mikey.Era un ragazzo così strano,per quanto buono e innocente.Forse era proprio la sua innocenza a renderlo diverso,raro.Era come un bambino,capace di imbarazzarsi con nulla e con la residenza nel mondo dei sogni di una bambina di unidici anni.Ma era anche un grande amico per Frank,anche se un pò svampito e timido.Era divertente e,se lo conoscevi bene e lui lo permetteva,potevi venire a conoscenza di un lato alquanto festaiolo del ragazzo.
«Grande!»quasi urlò Frank tirando una pacca sulla spalla dell'amico.«Allora magari potresti anche venirmi ad aiutare a portare l'attrezzatura al locale.Che ne dici?».Sapeva che Mikey avrebbe rifiutato trovando la prima scusa possibile,terrorizzato dal fatto che potesse cascargli un amplificatore sul piede un'altra volta.Già,Frank ricordava bene la faccia che il ragazzo aveva fatto,quando la cassa gli era scivolata di mano e lo aveva fatto saltellare per venti minuti su e giù per il vialetto di casa Way.
«Echm,beh...In realtà pensavo di venire direttamente al locale,perchè sai,echm...Mia madre,beh...Echm» Mikey sembrava quasi agitato.
Frank scoppiò a ridere.«Ehy,tranquillo,stavo scherzando!Ho smesso di chiedertelo seriamente un pò di tempo fa!».
Mikey sembrò sollevato,mentre si passava lentamente una mano sulla nuca,imbarazzato per averci creduto un'altra volta.
Continuarono a camminare un pò in silenzio,mentre Frank finiva la sigaretta,la lasciava cadere a terra e si metteva in tasca le mani coperte a metà dai guanti scuri.Cominciava a fare freddo,ormai i primi di dicembre si stavano avvicinando e le punte delle dita del chitarrista potevano sentirlo bene,mentre un venticello tagliente rinfrescava le loro guancie.
«Beh,comunque...Ci sarà anche Cassie stasera?»,chiese poi Mikey,improvvisamente.
«Certo,amico,che domande!Cassie c'è sempre!»
E con un sorriso tornò il silenzio che li accompagnò fino a casa Iero.

 

"You'll die as you lived,in a flash of the blade, in a corner forgotten by no one"

La capigliatura estramente scompigliata di Gerard si muoveva convulsamente al ritmo battuto dal batterista degli Iron Maiden.Gli occhi chiusi,il giaccone abbottonato,la casse della macchina che lottavano per trattenere il suono di quelle chitarre all'interno dei loro teli di spugna nera.Il ragazzo pensava seriamente che nessuno fosse veramente capace di tenere gli Iron a quel volume nell'abitacolo di un'auto scassata come quella.
Non aveva nemmeno sentito il bussare al finestrino di un Mikey tra il nervoso e l'eccitato che,appena Gerard sbloccò la portiera senza nemmeno smettere di muovere la testa,spense di colpo la radio in uno di quei suoi rari momenti di determinazione.
«Ehy,la stavo ascoltando!» lo sguardo furioso di Gee fulminò l'altro che lo guardò con impassibile irritazione.«Sai che li adoro,perchè devi sempre rovinarmeli sul più bello,eh?» praticamente stava piagnuccolando.In certi momenti sembrava così immaturo e il fratello non poteva credere che fosse lo stesso ragazzo che lavorava tutta la mattina in una caffetteria solo per non far pesare sulle spalle di sua madre gli acquisti dei materiali da disegno o che gli raccomandava di comportarsi bene.
«Perchè,Gerard,faremo tardi se non ci muoviamo!Tra venti minuti cominciano e Frank mi ucciderà se non mi faccio vedere,andiamo!»
«Vabbene,vabbene,andiamo».Detto questo mise in moto ed uscì dal vialetto di casa Way per dirigersi verso quel localino in centro a Belleville.In pratica stava andando a sentire quella benedetta band di apertura solo per fare un favore a Mikey,che lo aveva supplicato dopo che in altre occasioni era riuscito a scamparla con varie scuse.Non amava quelle serate,avrebbe preferito starsene a casa tra quel marasma che le matite,gli acquarelli e i vari fogli schizzati creavano in camera sua,ma suo fratello lo stimava in un modo assurdo e quasi aveva una necessità vitale di avere la sua approvazione per qualunque cosa.Avrebbe dovuto accontentarlo,prima o poi.
Quando arrivarono ed entrarono in quel Pub dovettero fare a spallate per arrivare al palco.Pareva che là dentro ci fosse tutta la scuola di Mikey più i fanatici di Belleville e dintorni.In pratica la struttura sembrava scoppiare,abituata com'era a quei tre gatti usuali.
Gerard lasciò il fratello e si diresse al bar per prendersi una birra.Almeno quella era una cosa buona della serata che gli si prospettava.Si diceva di aver pazienza,comunque,che sarebbe finito presto."Si,ok,ce la posso fare",tentò di autoconvincersi.Poi la band cominciò.

***

«Piacere.Frank Iero.»
Gerard era in estasi.Quella band,quel chitarrista,non avrebbe mai creduto che sarebbero stati così...Travolgenti.Per altro suonavano un genere che a lui non era mai andato a genio,una specie di via di mezzo tra il punk ed il metal,ma non si sa bene come erano riusciti a rapirlo.Sopratutto lui,quel Frank,con le sue mani e quella sua incredibile,frenetica passione che aveva reso pubblica a tutti appena era montato sul palco.Lo avevano stregato,ecco,ed ora si ritrovava a non aver parole di fronte a quel ragazzo più piccolo di lui di almeno quattro anni.Non sapeva come complimentarsi,non aveva niente da dire,se non che lui sarebbe stato suo.Sarebbe stato colui che avrebbe dato vita alle sue idee,che avrebbe fatto suonare i suoi testi immobili su fragili frammenti di carta.Lui sarebbe stato colui gli avrebbe aperto quella strada,che gli avrebbe cambiato la vita.Ne era stato certo appena aveva sentito il primo attacco di corde strofinate covulsamente tra un accordo e l'altro.
«Gerard Way».
Gli strinse la mano mentre un sorriso a trentaquattro denti paralizzava scomodamente le sue labbra rosee.Non sapeva nemmeno chi fosse e già lo adorava.Forse quei suoni che aveva prodotto assieme alla sua fedele chitarra avevano raccontato più di quanto lui avesse voluto.
Suo fratello sembrava decisamente felice di vedere Gerard così entusiasta.
«Beh,amico,lasciatelo dire,potevi fare meglio!Pansy sembrava quasi annoiata,eh!»scherzò il ragazzo biondino occhialuto quale era Mikey Way con aria ovvia.
Frank stava quasi per controbattere sorridente,quando Gerard non tardò a contraddire il fratello,svegliandosi finalmente da quella sotto specie di trans in cui era caduto nel fissare il chitarrista.
«Che dici,Mikey,è stato formidabile!Davvero,sei stato incredibile!».
Si trattenne dal dirgli che lui era stato la prima persona che era riuscita a fargli battere così tanto il cuore soltanto suonando dalle corde di ferro.Evitò anche di fargli notare quanto era stato magico,quanto emozionato e come lo aveva fatto immergere in quel mare di note stropicciate tra un tocco di plettro ed uno scivolare di un accordo sui tasti.Aveva evitato,perchè gli pareva di essere più strambo del solito,nel pensare in quel modo.Non che non gli creasse problemi,ma doveva almeno evitare di farlo scappare,se voleva che lo aiutasse con quelle suo nuove e particolari idee.
I ragazzi ridacchiarono nel notare che,beh,si,Gerard non aveva afferrato la provocazione di Mikey.S'era un pò perso per strada,ecco,quella strada lastricata di idee appena nate da un tremendo brainstorming che lo portava ad incantarsi continuamente per pensare e pensare e pensare.Non faceva che fermarsi sui particolari che gli erano rimasti impressi dopo quel concerto,quei tratti che lo avevano stravolto.Non poteva fare a meno di ricordare quegli assoli e quel ritmo veloce scandito da una batteria violenta.
«Gerard?Gerard,sei ancora con nooooiii?»,la voce di Mikey in un orecchio,mentre il suo sguardo fissava il pavimento e una sua mano aveva raggiunto la nuca e poi il mento e le labbra in gesti pensosi.
Si scosse e tornò alla realtà con un:«Oh,beh,si,sono qui,scusate.Sc-scusate,pensavo...».Poi uno scatto di determinazione e la sua voce bassa ed indecisa si fece chiara e forte.
«...Pensavo che prima o poi dovrò chiederti un favore.Direi più prima che poi.»,alzò lo sguardo.
«Un prima che gira intorno a....?»Frank lo scrutava curioso e un pò preoccupato.
«Un prima che gira intorno ad adesso,se possiamo parlare in privato».
Gerard ne era convinto,ormai:Frank Iero era ciò di cui aveva bisogno.Frank Iero era il chitarrista che aspettava da tanto.

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Ebbene si,anche per me è arrivata la "prima volta" xD
C'è,questa roba qua è nata dopo vari scervellamenti e boh...Ho già una trama in testa,ma boh,potrebbe cambiare improvvisamente xD
Comunque non è che dica molto,questo primo capitolo.Come dice il titolo è "un'introduzione alla vita",per entrare diciamo in questo posto che boh .-.
Ok,smetto di dire boh e boh ù__ù
Ok,vabbene.Ah,mi scuso per l'errore "c'ho" nella trama.Dormivo xD
Tanti ciao,
Am.

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Capitolo 2
*** New start ***


                                                                                                                                                                                                                                   new start
«Alla prossima.»
Frank non fece in tempo a girarsi che una ragazzina tappa,con converse consumate e una chioma rossa sgargiante gli venne incontro e gli si attaccò al collo come un koala.
«Frankieeeeee!»,quasi gli urlò in quella sala piena di gente occupata fortunatamente a commentare lo spettacolo appena visto.«C'è,no,via!»,la ragazzina lo strinse di più,forse convinta che stringendo la presa lui comprendesse quanto bene gli voleva.
«Cass-Cassie,d-dai,lasciami...Mi stai soffocando,eh.Come pensi possa cavarsela Mikey senza di me se tu mi fai fuori?»,ridacchiò con voce roca dovuta alla stretta.La ragazza sembrò convinta e lo lasciò,guardandolo con quegli occhioni verdi,lucidi e grandi,simili a quelli di una bambola di porcellana.Perchè questo in fondo sembrava,una bambola di fine porcellana lasciata in mano ad una bambina assieme a smalto nero,trucco scuro e tanta,ma tanta forza d'animo.
«Scusa,Frank,ma è che sei stato fantastico!C'è,no,anzi,FANTASMAGORICO!».
Cassie sembrava in estasi,totalmente sconvolta da quell'incredibile performance.Lui la guardava e rideva divertito,pensando che probabilmente troppi zuccheri facevano male pure ad una diciassettenne.
«Ok,Cassie,adesso sembri più bruciata del solito!»,gli disse con confidenza.Lei fece la finta offesa ed incrociò le braccia al petto,coprendo le quattro lettere cubitali rossicce che definivano AC/DC.
«Uff,non è mica colpa mia se sei stato fantastico!»,disse come fosse ovvio.«Ma se vuoi posso dirti che hai fatto schifo.Si,beh,guarda,Frankie,non ti si poteva proprio sentire!»
Poi rise,schiudendo i petali rossi che erano le sue labbra,lasciando uscire quel suono cristallino.Rise e sembrò un'altra persona,sembrò più vera di come normalmente appariva.Rise e Frank fu catturato dai suoi occhi languidi come sempre.
«Beh,effettivamente stasera sono un pò più di fuori del solito..»
La sua voce adesso era più adulta,meno acuta di poco prima,come se quelle risa l'avessero rischiarata.Come se l'avessero riportata alla sua vera età,alla persona un poco più contenuta,meno infantile che in teoria sarebbe dovuta essere.
«E...Comunque,Frankie,ma che voleva il fratello di questo coglione da te?»
Cassie accennò a Mikey,a cui rivolse un sorriso ed una linguaccia come per rimediare,vedendolo lievemente offeso.Cassie era così,si divertiva troppo a prendere in giro Way Junior,come lo chiamava da un pezzo. Sapeva che lui non se la prendeva mai più di tanto,perchè tanto ormai conosceva bene la ragazza.Mai come Frank,chiaro,ma quasi.
La giovane abbracciò calorosamente l'occhialuto,senza staccare gli occhi dal chitarrista tatuato,che sembrò quasi imbarazzato.
«Bah,niente...Voleva solo farmi i complimenti di persona,dato che sono stato fantastico!»,ridacchio,cercando di apparire sincero al cento per cento.Ma Frank lo sapeva.Lo sapeva di non essere bravo a mentire,nemmeno se avesse dovuto dire una cazzata per gioco.Non ci riusciva ed era consapevole che quello sguardo truce che Cassie gli stava rivolgendo stava per un "tu non me la racconti giusta".
«Beh,ma basta parlare,ho bisogno di una birra!» tagliò corto con un risolino scappando letteralmente verso il bancone del bar.

 

 

Il suo cuore batteva.Batteva forte e chiaro come la batteria dietro di lei,il cui suono violento riempiva la piccola stanza dalle mura grezze.Si sentiva leggera e trasportata da tutte quelle note,da quelle corde appena sfiorate,da quei suoni veloci e sintetici prodotti dalla tastiera.
Cominciò a cantare.Tra un sospiro e l'altro,tra uno sbatter di ciglia ed uno schiuder di labbra,cominciò a cantare come acqua che scende morbida e delicata sulle roccie scure ed appuntite di uno strapiombo.
Improvvisamente si sentiva a casa,come quando stava con Frank.Tra la musica,dietro all'asta di un microfono,si sentiva a casa.La scena era sua,lei possedeva le carte in tavola e le rigirava come voleva.Avrebbe potuto cambiare tutto da un momento all'altro,con un lungo vibrato o con una variazione decisa ed elegante.Oppure con un tono di voce più alto,alto quasi quanto un urlo.Aveva tutto in mano,il mazzo lo gestiva lei.
Adesso spingeva più voce fuori,la teneva sotto controllo e fino a che poi la fece sbocciare,aggiungendo quel tocco di teatralità che fa di una cantante da quattro soldi una grande interprete.
«Give me your heart and your soul»
Lottava con la chitarra.Una lotta infinita fatta di toccate e fughe,di agguati e di attacchi determinanti.Una lotta che avrebbe deciso chi dei due avrebbe portato a termine la missione di far vibrare il corpo di ogni spettatore,nella quale la principale posta in palio era il proprio orgoglio.
Le labbra rosse ancora una volta si schiusero,mentre in quegli occhi verdi cerchiati di nero si acendeva la linea folle dell'isteria donata dalla canzone.Una smorfia.Su quella bocca si era dipinta una smorfia d'improvvisa pazzia,che aveva rafforzato chiudendo lentamente il palmo di fronte al suo sguardo agitato.
Lei voleva veramente il cuore,voleva veramente l'anima.Credeva feramemente alle parole che pronunciava con cura maniacale.Le sentiva dentro al petto,le sentiva battere ed urlarle che lei era,lei c'era tra quelle note.Ne era avvolta.Era colei che portava in battaglia ogni suo risorsa.Era un sorriso,un ammiccamento ed un momento di totale estasi.Era piacere,libertà,amore e lussuria.Era persa in un tunnel dal quale non si poteva tornare indietro.Sarebbe dovuta andare avanti fino alla luce,fino alla speranza che non tardò a venire,anzi.Le sembrò fosse giunta fin troppo presto.
Così pian piano la sua voce sfumò e la musica finì di un botto,lasciandola dispersa,un pò spaesata.
Non avrebbe voluto che finisse.Ci stava così bene in quel mondo fatto di pentagrammi e riflettori.Non voleva abbandonarlo così presto,ma doveva.Doveva farlo per poi tornarci appena possibile.
«Wow.Wow,davvero,non ho parole.Solo...Venerdì,ore 18 in punto,qua.Sii puntuale.»
Cassie li guardò,trattenendosi dal saltellare.Significava che era dentro?Significava che ormai faceva parte dei Devil's Black Dog?Avrebbe chiamato Frank subito sul momento.
Poi uno dei ragazzi si avvicinò a lei.Era alto,con grandi spalle,capelli corti e scuri e occhi azzurri che avrebberò gelato il sangue a chiunque.La guardò,le fece i complimenti e le chiese di uscire.
Cassie pensò che Frank avrebbe anche potuto aspettare per un pò.Già,avrebbe potuto aspettare.

 

«Mamma!Mikey!Sono a casa!» urlò Gerard,entrando nella casa silenziosa.Si tolse giacca e sciarpa e le attaccò all'attaccapanni fissato ad una delle due pareti che definivano l'ingresso.Asciugò ancora una volta i piedi sullo zerbino prima di prendere a camminare per l'abitazione alla ricerca della madre e del fratello.
«Mamma!Mikey!»Evidentemente non c'erano.Probabilmente sarebbero stati fuori a cominciare le terribili compere natalizie che odiavo.Non era il fatto dei regali o del fare un pensiero alle persone a cui si teneva di più ad infastidirlo,per carità,bensì l'orda di persone che,tra neve,ghiaccio e tazze di caffè bollente tra le mani,andava a far scoppiare i centri commerciali ed i negozi più interessanti.Per non parlare di quanto fossero inagibili le strade,dopo che tutta Belleville aveva deciso di comprare il necessario ai grandi magazzini della piccola città.Ecco perchè Gerard preferiva di gran lunga fare piccoli pensieri con le sue mani,diciamo.Per lo più delle volte regalava poesie,o racconti,o schizzi ormai terminati dai colori sgargianti.Pensava seriamente che tra sua madre e suo fratello avessero i cassetti pieni della sua arte-regalo.
Per quest'anno,però,aveva un'altra esilarante idea da mettere in atto.Da quando aveva conosciuto Frank Iero,e si era ritrovato un'altra persona a cui dover fare un regalo,la sua vena artistica si era sviluppata maggiormente anche in campo musicale.Nonostante non fosse molto capace con chitarra,piano e tutto il resto,era riuscito a trovare nella sua mente melodie e versi di una bellezza particolare.E non era solo lui,che aveva generalmente l'autostima a terra,a dirlo,ma anche Frank e suo fratello Mikey lo confermavano.Sapeva lavorarci bene con le parole e se tutte quelle noticchie canzonate fossero state cucite assieme da un bravo sarto,avrebbero dato vita a qualcosa di molto interessante.Così Gerard si era messo in testa di percorrere quella via,di aggiungerla a tutte le svolte che aveva preso in passato.Aveva deciso di cercare quel sarto che si era presentato subito,non appena la mente di Gerard aveva ricordato la grande bravura e l'immenso amore di Frank nei confronti della sua chitarra.Quest'ultimo,se avesse potuto,avrebbe suonato ora dopo ora,giorno dopo giorno,fino alla morte,lo aveva detto lui stesso più volte.
Quindi,Gerard,aveva proposto al chitarrista di aiutarlo a mettere in piedi quelle canzoncine che sembravano poter avere un futuro,se maneggiate per bene,per regalarle alla sua famiglia.Avevano deciso d'incontrarsi a casa del musicista,luogo più sicuro dove nessun Way avrebbe scoperto della sorpresa del ragazzo.Certo era che c'era molto da lavorare per renderle canzoni vere e proprie,così come primo obbiettivo si erano fissati delle semplici acustiche,fatte solo a chitarra e,in casi più rari,a piano.E,si,stavano facendo un lavoro strabiliante,tanto che,dopo aver fatto ascoltare le prime bozze all'attuale gruppo di Frank,gli avevano pure fatto i complimenti.
Gerard arrivò in cucina e si versò una tazza di caffè nero,mentre controllava i messaggi arrivati durante la guida.Uno di suo fratello che lo avvertiva delle compere già cominciate,uno di sua madre che gli ripeteva la stessa cosa e l'ultimo era di Frank,che lo avvisava delle prove di quella mattinata.Gerard rispose con un "Ci sono di certo.Ho qualche idea in più!" e tornò al caffè e al foglio di cotone su cui era disegnata una bozza di un particolare supereroe.Quest'ultimo possedeva molti tatuaggi,grandi occhi verdi e dei capelli che andavano a formare un'alta cresta.Tra le mani teneva una chitarra dalle fatture particolari,per lo più concave che lasciavano piccoli spigoli a dare una sensazione fulminea,ma delicata.Cominciò a definire i tratti abbozzati prima con una matita e poi con una china,prima di andare a lavorare con gli acquarelli.Aveva deciso di utilizzare un'altra tecnica,quella volta,per quel nuovo regalo di Natale.Quell'anno pareva avergli portato nuove ispirazioni e sembrava celargliene delle altre che sarebbero arrivate col tempo.Per il momento si sarebbe "limitato" ad attraversare al meglio quelle porte che gli si erano aperte,con le speranze più grandi nel cuore e nell'anima.

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Capitolo 3
*** I think i'm not so okay ***



 

          i think i'm not so okay


«Wow,ha un suono stupendo!Ci sta da dio,assolutamente!» Gerard esclamò segnando sul foglio.
«Hai detto che è un...Lam,giusto?»,posò lo sguardo sul foglio prima di tornare a fissare il chitarrista intento a toccare dolcemente le corde del suo strumento.
Era quasi ipnotizzante il modo in cui arpeggiava,la delicatezza e la gentilezza con cui ci si rapportava.Era come se fosse la sua donna,il suo amore perduto e poi ritrovato,ma allo stesso tempo parte integrante del suo corpo di cui non aveva più niente da scoprire.Era come se giocassero insieme,l'uno contro l'altro,ma uniti,studiando le mosse da fare e i dolori da infliggersi.Come se lei sapesse tutto di lui,come se lui fosse a casa dentro di lei.Era semplicemente magico,estraneo,impossibile agli occhi di chi non provava tali emozioni.
Perchè alla fine era proprio l'amore che un uomo provava per uno strumento,per la musica,pensava Gerard,a renderlo un vero e proprio musicista.Non tanto il talento o la tecnica,quanto la passione e l'esercizio.E a Frank tutto ciò non mancava.L'amore nei suoi grandi occhi color oliva ardeva come la passione dei vecchi,storici amanti narrati in letteratura.
«Si,si,un Lam...Ecco,si,facci un meno che fai prima!»
«Però poi è poco chiaro!Non si capisce,viene un casino!»
«Non se scrivi decentemente,razza di impedito che non sei altro,Gerard Way!Sai,dicono che chi non capisca nella propria scrittura,sia un asino addirittura!»Frank Iero assunse un'aria intelletuale che fece ridacchiare il cantante.Era così fottutamente cretino,un vero e proprio deficente.Ma nel senso buono della cosa.A Gerard piaceva il suo umorismo alla cazzo che rendeva quelle prove dei veri e propri ricordi indelebili.Dei ricordi da segnare nella sua mente e nelle sue opere.
«Queste perle di saggezza da dove le tira fuori,Iero?»Ridacchiò lasciando cadere la matita sul tavolo.
«Bah,un pò di qua,un pò di là...»
«Devo dire che ha senso!»
Gerard scrisse qualcosa sul foglio davanti a lui e si lasciò andare sulla sedia,stropicciandosi gli occhi.Non aveva dormito niente quella notte.Sua nonna non stava molto bene ed era decisamente fin troppo preoccupato.Ma non voleva darlo a vedere,doveva essere forte e basta,senza coinvolgere nessuno.Tantomeno Frank.
Quest'ultimo posò la chitarra nella custodia rigida a terra e si stiracchiò.
«Che dici,continuiamo domani?Sembri sfatto,amico.Forse è bene se vai a casa a riposarti.Domani sera devi per forza venire a sentire un concerto con me e ti voglio in forma!»
Gerard,col viso circondato dalle mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia,alzò lo sguardo.Sorrise stanco osservando il ragazzo.Era così amichevole,così espansivo,che nemmeno riusciva a crederci.Si conoscevano da appena un mese e mezzo e quel suo carattere gioioso aveva reso meno introversò anche Gee,che di solito era restio pure ad informare gli altri dei propri nome e cognome.Eppure si sentiva così libero con quel chitarrista tanto contagioso con la sua allegria, quanto col suo sorriso.Ed era bellissimo,perchè per la prima volta in vita sua,si stava ritrovando a far progetti per un futuro che era certo sarebbe giunto.


 

Dice che il Natale vada passato circondati d'amore,con la propria famiglia.Ma qual'è la definizione di famiglia?Lo spelling è semplice,si,F-A-M-I-G-L-I-A.Effeaemmeigielleia,si.Ma il significato di questa parole?Cosa dice esattamente il dizionario?"Una famiglia è costituita da un di gruppo di persone che sono insieme caratterizzati da rapporti di ascendenza o discendenza sia attivi che passivi ",queste sono le parole di Wikipedia.Quindi,in teoria,dev'esserci per forza un legame di sangue per poter parlare di famiglia.Quindi,anche se odi i tuoi consanguinei,loro sono la tua famiglia.Quindi l'amore non è messo nel conto?
Ma allora il Natale con chi va passato?Se in quel nucleo familiare non vengon sospirati i "ti voglio bene",qual'è la giusta casa,il perfetto camino davanti al quale è preferibile gioire il giorno della nascita di Gesù Cristo?
Cassie se lo chiedeva,mentre,appollaiata dul bancone di cucina di casa Iero,aspettava che l'amico,il fratello,ritornasse dall'incredibile viaggio per Narnia che aveva affrontato nel suo armadio.Eppure Frank era sempre stato un tipo spiccio,incurante dell'abbigliamento.Eppure si era trovata più volte a rimproverarlo per il suo essere un pò,tanto per dire,"grunge".Ma quel giorno pareva volersi render spettacolare,per una serata molto semplice per la quale sarebbe dovuta essere più emozionata lei,che il chitarrista sciagattato.
Era da quella mattina alle nove,che si era precipitata a casa sua e lo aveva trovato ancora addormentato tra le lenzuola e che era riuscita a farlo alzare solo dopo aver minacciato di spezzare le leggendarie corde di Pansy,che il tipo e non faceva che essere più stressante di una madre preoccupata.
Della serie che non poteva farcela.Lo avrebbe strozzato entro le dieci e mezza di sera.
«Dì un pò,Frank,hai intenzione di prenderci il diploma là dentro?!»la voce matura di Linda Iero risuonò in tutta la casa,svegliando una Cassie decisamente concentrata sulla struttura modernamente elaborata di una macchina del caffè anni 80.La ragazza si chiedeva se funzionasse ancora.In tutti quegli anni passati ad occupare l'umile casa dell'amico non l'aveva mai vista accesa,eppure non le pareva messa male.Forse,però,era solo un pezzo "d'antiquariato" lasciato dal padre alla donna di mezza età.
«Quel ragazzo è incredibile!Quando pensi di conoscerlo finalmente,ti rendi conto che in realtà è più complicato da capire del cruciverba del New York Times!»
Linda entrò in cucina con un sorriso,portando con sé le due tazze sporche utilizzate da lei e una delle sue amiche qualche ora prima,ma non fece in tempo a varcare la porta che Cassie era già lì a toglierle i pesi di mano per poi portarli nel lavandino e cominciare a sciaquarli.
«E' peggio di una bambina che aspetta le sue Barbie la mattina di Natale,Linda.Devi dirmi il trucco per sopportarlo in certe situazioni!»
«Beh,due tappi per le orecchie possono aiutare...Almeno finché non si accorge che non lo stai ascoltando!»
Ridacchiarono insieme appoggiate al bancone,mentre Cassie metteva a scolare le due tazze e Frank si degnava di scendere quelle dannate scale e di entrare nella stanza freddamente illuminata.
«Oh,Cenerentola,sei pronta finalmente!»Le labbra coperte dal rossetto vermiglio della ragazza si tirarono in un sorriso a 32 denti.
«Parla quella che mette venti minuti al giorno solo per scegliere quale maglietta degli AC/DC indossare!» disse il ragazzo,dando un piccolo finto pugnetto nella pancia della giovane nel mentre si avvicinava alla credenza per prendere un bicchiere e andarlo a riempire con l'acqua della fonte.
«Amico,stiamo parlando di AC/DC!E' ovvio che c'è l'imbarazzo della scelta!E poi io sono una ragazza e le regole dicono che potrei metterci anche di più!» lei ricambio il pugno,picchiettando il fianco del ancora-per-non-molto moro – si,perchè Frank aveva in programma di cambiare pure l'unica cosa rimasta intoccata fino ad allora:il colore dei suoi capelli - facendolo ritrarre un poco.
«Oooh,le regole!Quali regole,via,su,sentiamo!» il ragazzo la guardò con un sorriso ed uno sguardo da professore esigente,con tanto di braccia incrociate.
«Beh,le regole dettate dai giornalini deficente che ti compri alla ricerca di consigli su come abbordare ragazze usa e getta,caro il mio coglioncello!».
Cassie mise le mani sui fianchi e si alzo sulle punte dei piedi tanto da arrivare quasi a superare l'amico che,diciamolo pure,non era poi così alto.Però faceva uno strano effetto vederli in quella posizione,con i menti all'insù con fare sapiente e le sopracciglia alzate in ovvie espressioni.Un risata là ce l'avrebbe schioccata il mondo.
Quel che c'è da dire che ce la lasciarono pure loro due,quando si ricordarono di essere in presenza di Linda che,seppur non troppo rigida,era pur sempre una madre e non andava pazza per quel linguaggio.O almeno avrebbe preferito non sentirlo sulla bocca dei suoi due "bambini".
«Ma voi due non facevate tardi?»quella voce calorosa interruppe le loro risate mentre i due complici se ne stavano ancora piegati in due a pensare alle loro facce cretine.
«Oh Madonna,è vero!Dobbiamo ancora passare da casa di Mikey,andare al garage a prendere un pò di attrezzatura,chiamare Benson...»la rossa cominciò a muoversi freneticamente per le tre stanze del piano terra alla ricerca della sua borsa.
«Ehy,ehy,ferma!Inanzitutto,non dobbiamo passare da Mikey.»Frank la fermò al volo,mentre ella rientrava in cucina.
«COSA?Mikey non ha intenzione di venire?Brutto stronzo che non è altro...»Cassie si ritrovò improvvisamente abbattuta.Come,Mikey non ci sarebbe stato al suo primo concerto?Mikey non l'avrebbe abbracciata,con la sua impacciataggine,a riflettori spenti,facendole i complimenti anche se era andata di merda?No,non gliel'avrebbe perdonata.
«Non ho detto che non viene.» Il chitarrista ritornò ad appoggiarsi al bancone di cucina,dopo aver aperto la finestra ed aver acceso una sigaretta.«Ho detto semplicemente che non dobbiamo passare a prendere quello sfig-».
La voce di Linda,che nel frattempo si era allontanata per andare a prendere altre stoviglie lasciate in salotto dopo la visita dell'amica,lo interruppe:«Dannazione,Frank!Ma quante volte ti ho detto che non devi fumare in casa?Cavolo,ma mi ascolti quando parlo?!»
«Echm...Si,si...Scusa.»Frank si grattò la nuca pensoso,lasciando che la madre gettasse via la cicca per lui.
«Ringrazia che oggi c'è la serata di Cass e non voglio rovinargliela,però meriteresti una bella punizione!»
«Hai ragione mamma,scusa.»
«Non darmi ragione così a vuoto,Frank»
«Ma hai ragione.»
«Ma non lo pensi.»
«Si che lo penso.»
«No che non lo pensi.»
«Si che lo penso.»
«Perchè ci parlo ancora con te?»la madre sospirò,guardandolo quasi implorante..
«Perchè mi vuoi tanto benone coooosssssìììì!»Frank se ne uscì con un allargare le braccia,come se si stesse aspettando un abbraccio.La donna lo guardò male e se ne tornò in salotto,dove accese la tv.
«Sei un caso perso.»disse la rossa ridacchiando e scuotendo la testa.
«Si,ma questo caso perso ti porta uno spettatore speciale,stasera!»
Cassie spalanco gli occhi.Mille volti passarono per la sua testa,mille nomi vennero a seguire.Non aveva la minima idea di chi Frank stesse parlando.Gli unici spettatori speciali per lei erano quel coglione che aveva davanti e l'occhialuto biondino che non aveva ancora bene capito cosa avrebbe fatto quella sera.Chi altro poteva desiderare?
«Mioddio.Chi mi porti?»
Il ragazzo non sembrava disposto ad aprir bocca,ma la giovane pareva avere un piano per farlo parlare:stressarlo fino all'estremo.
«DAAAAAAAAAAAAAAAAAAIIIII!Dimmelo,su!Andiamo,Frankie,sai che le sorprese mi mettono in agitazione!Che poi non posso mica permetterti di portare chiunque al mio concerto!Insomma,che ne so,magari inviti un serial killer o un avvocato...»
«Si,ma so anche che ti piacciono.E non preoccuparti:ti piacerà.»disse,compiaciuto.«Comunque...Cos'hai contro gli avvocati?»guardò l'amica stranito.Era abituato alle sue uscite molto no sense,ma doveva ammettere che quella l'aveva lasciato decisamente senza parole.
«Beh,sai,parlano troppo per i miei gusti.Sono inquietanti.E spaventosi.E orribili.Sembrano dei piccoli opossum,nei loro completi firmati,con le loro cartelline sottobraccio...»la ragazza tentò di imitare un topo con scarsi risultati.
«Non stai bene,lo sai?»
«Si,ma tu mi vuoi bene così,noooo?»

 

 

«Fratellino,non hai una bella cera.»
Mikey soffiò forte il naso con un fazzoletto accartocciato.Effettivamente era stato meglio,ma doveva riuscire ad alzarsi da quel divano e arrivare al Pub.
Starnutì ancora e gli occhiali gli si appannarono,quasi in contemporanea col piccolo nerd del cartone che stava guardando.
«Forse è bene se chiamiamo Frank e gli diciamo che sarà per un'altra volta...»provò a proporre Gerard,fissando sbalordito il fratello squonquassato dai mille starnuti papereschi.
«NO!Gee,è il primo»etciù uno.«...Concerto di Ca-Ca-Ca...»etciù due.«...Caaass e non mi perdonerà mai se non vaaaaaa-»etciù tre.«...Vaaado.Non posso abb-abbandonarla or-oraaa!»etciù quattro.
Il maggiore era veramente stranito.Il quattrocchi lo avrebbe fatto scoppiare in una risata decisamente poco adeguata da un momento all'altro.
«Si,echm,si,fratellino,ma capir-...»
«No,Gee,non capisci!Non posso perdermelo!»
«Smettila,Mikey,ci saranno altre occasioni...»
«Gee,cavolo,ascoltami!»
«Fratello,stai male,basta,non puoi usci-...»
«Dannazione,Gee,ma allora sei scemo,non posso darle buca e basta!»
Gerard pensava che probabilmente quel mucchio d'ossa pallido come la bambina di The Ring e quasi altrettanto brufoloso,si sarebbe pure messo a pregarlo in tutte le lingue che conosceva,compreso il – si,beh – formichese che aveva "imparato" da bambino.Lo avrebbe accontentato,si.Non poteva dirgli di no.
«Ok,va bene,ma copriti almeno.Ci manca solo che ti aggravi!Ah,e non dire niente a mamma.Non voglio prendermi la colpa della tua testardaggine un'altra volta!»disse serio il moro,sbuffando e guardando al cielo.Oh,solo chi abitava i luoghi da lui in quel momento osservati – no,no la stanza di sua madre- sapeva quante volte aveva coperto suo fratello.Ma solo lui sapeva che l'avrebbe fatto ancora e ancora.Gli voleva troppo bene per abbandonarlo,anche per cazzate del genere.

«Certo,Gee!Assolutamente,Geeee-»etciù cinque.«...Gee!Grazie,graaaaaazzzziiieee!»etciù sei.
Quel piccolo bambino di diciott'anni stritolò il fratello maggiore,riempiendogli la sua amata maglia degli Iron di starnuti continui.
Aah,i fratelli.

 

Lo sguardo di Frank si muoveva ansioso dal suo polso all'entrata del Pub.Un tic,occhi bassi.Uno strusciare di legno sul pavimento,occhi puntati al portone rossiccio attraversato da facce conosciute .
Cazzo,erano in ritardo.Mikey e Gerard erano in ritardo.La band di Cassie si stava già posizionando,mentre lei stava avendo una mezza crisi di panico dietro quel muretto di cartongesso.
Il chitarrista aveva tentato di farla calmare fino a quel momento,raggiungendo solo la nausea nel vederla tra le braccia di quel mononeuronico del suo batterista.Si,se l'era ciucciato davvero bene proprio davanti al suo migliore amico che se n'era andato ad attendere la sua spalla e il suo ventunenne tormentato preferito,onde evitare coniati di vomito improvvisi.
Così adesso si trovava lì,mentre aspettava quei due coglioni e si chiedeva come stava quella tipa che se la stava facendo con uno dei componenti della sua band.Cazzo,stava in ansi pure per quello,ma non aveva intenzione di tornare dai due piccioncini.Era da quando erano passati da casa del tipo per dargli uno strappo,che non facevano altro che scambiarsi effusioni,irritandolo in un modo incredibile.
Ma lui era buono.Lui doveva accettarlo.Doveva accettarlo per lei.Si,certo,come no.
Non sarebbe mai riuscito ad accettare un ragazzo di Cassie,non ne avrebbe mai ritenuto uno all'altezza della sua coglioncella,figuriamoci quel caprone maleducato!
Frank lo conosceva bene.O meglio,ne conosceva la fama e ci aveva parlato diverse volte e tutte era stato un passo dal spaccargli la faccia.Era uno di quei tipi che abbordano le ragazze solo per una scopata,solo per utilizzarle a loro volere e magari pure farle trovare in situazioni fin troppo spiacevoli.Il fatto era che aveva scoperto che quel tipo era il Benson dalla sua migliore amica tanto nominato solo quel pomeriggio e non aveva ancora avuto tempo di mettere in guarda Cass.Il fatto era che lui non sapeva che quel tipo era un membro dei "The Devil's Dog".Il fatto era che quel tipo si sarebbe ritrovato presto con la faccia spaccata,se non si fosse allontanato subito dalla sua nuova preda.
Finalmente,dalla porta del locale comparverò un ragazzo di un bianco innaturale con capelli corvini tanto quanto i suoi pantaloni ed uno spilungone occhialuto dall'aspetto malaticcio.
«Cazzo,ragazzi,ma dov'eravate?Stanno per-»
Con un rullo di batteria la musica cominciò e Frank si ritrovò zittito quasi apposta proprio da Benson e dai suoi fottuti tamburi.Giuro che gli spacco quella faccia del cazzo che si ritrova,pensò,lanciandogli uno sguardo molto alla "tu per me sei morto".Decise però che non era il caso di comportarsi da immaturo,in quella occasione,così face cenno a Gerard e Mikey di sedersi ai sedili del bar e ordinò una birra per tutti e tre.Bene,un pò di alcol ci stava decisamente.
Ed ora,voleva che nella sua testa ci fosse solo la voce di Cassie.Nient'altro.

 

Okay,stava morendo.Non ce la poteva fare,c'era troppa gente,troppa gente.E tutti avrebbero guardato loro.Tutti avrebbero guardato lei e Cassie non aveva mai amato gli sguardi fissi.Eppure sentiva il bisogno di salire su quel palco,nonostante non credesse di potercela fare.Sapeva che avrebbe steccato,ma doveva andare lei.Doveva farlo per sé stessa.Doveva farlo per Frankie e per Mikey.E pure per quell'ospite misterioso che il suo amorevole migliore amico non le aveva voluto svelare.Doveva andare.
Un passo.Un altro.Un altro ancora.Assolo di batteria.Doveva essere più veloce.Due passi per volta.Altri due.Altri quattro.Sei.Otto.Dieci.Era davanti a tutti,il microfono in una mano e la voce fuori dal cuore.Era davanti a tutti e si sentiva a casa,anche se le mancava qualcosa.Qualcosa di cui non poteva fare a meno.
Però non si fermò.Vide gli occhi di suo fratello ed andò avanti,mentre la musica pulsava violentemente nelle sue vene,spargendosi nel corpo come ossigeno trasportato dai globuli rossi.
Era lui che mancava,nonostante fosse davanti a lei,seduto vicino al bar,con Mikey e...Mikey ed un altro tipo a lei sconosciuto.Doveva essere l'ospite misterioso tenuto nascosto fino a quel momento.
Poi Mikey sparì in direzione del bagno e il tipo moro lo seguì.Frank fu sul momento di fare lo stesso,ma quello con la maglia degli Iron Maiden gli fece cenno di rimanere ad ascoltare.
Cassie concentrò tutta sé stessa nella canzone,fissando il suo amico che a sua volta fissava lei.
Quello sguardo le diede la sicurezza di cui deficiava.Lui era la sua sicurezza,lui era la sua ancora di salvezza.

 

 

Mikey aveva letteralmente vomitato anche l'anima in un povero water di quel Pub.Stava piegato sulla tazza,con gli occhiali storti e la bocca constantemente aperta,mentre Gerard lo teneva per le spalle e provvedeva a ripuglirli le labbra con un pò di carta ogni volta che il fratello riusciva a fermare il flusso del rigetto.
Dopo 10 minuti passati col viso piegato all'interno del sanitario,Mikey sembrava aver finito il materiale da far uscire dal suo corpo e si accasciò esausto alla parete del bagno,completamente mezzo di sudore e scosso da terribili tremiti.
Gerard gli toccò la fronte:scottava.
«Coglione,vedi che stai male?Hai la febbre altissima.Ce la fai a rialzarti?»Mikey annuì,ma non sembrava capace di mettersi in piedi da solo,così il fratello fece in modo ch'egli s'aggrappasse abbastanza per tirarsi su.
«Andiamo,su.E non fare storie,ora si va a casa e basta!»
Il minore non fece niente per contraddire il fratello decisamente preoccupato.
Varcarono la soglia dei bagni e raggiunsero Frank,totalmente preso dalla performance della rossa sul palco a cui il Way più grande non fece caso,troppo carico del fratello svarionato e preso ad osservare il SUO chitarrista.
Si,perchè si accorse di qualcosa di così magico nel suo volto.Lo trovava angelico,in qualche modo.Dolce,delicato,morbido,in quei lineamenti imperfetti.E quella posizione,quel suo essere così abbandonato all'esibizione dell'amica,esaltava la celestialità del suo sguardo.
Gerard rimase rapito da tutto ciò e sentì un improvviso bisogno di disegnare.Sentì un improvviso bisogno di disegnarlo.Fu il "Gee,credo che vomiterò di nuovo" di suo fratello a riportarlo alla realtà e a spingerlo a salutare in fretta il ragazzo preso dall'esibizione.
«Frank,noi due dobbiamo scappare.Mikey non sta bene.Fai i complimenti alla tua amica,bellissima voce.Ci risentiamo per...Si,beh,per quella cosa!»
Quasi glielo urlò,mentre correva fuori con quella specie di pulcino bagnato che non aspetta altro che l'asfalto per rigettare di nuovo.Per fortuna non sulle sue scarpe.
Forse era meglio fare in fretta.



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Si,beh,purtroppo per voi dopo due mesi sono tornata col nuovo capitolo.
E' stato un luuuuuuuuuuuuuuuuuungooo parto,preceduto da tantissime finte contrazioni xD
Beh,comunque son tornata,ho scritto e penso che incomincerò già ora il prossimo,data l'ispirazione.
Beh,me ne vado.
Tanto ammore e...si,dai,buona lettura! <3

 

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