A Japan Dream di daddadda (/viewuser.php?uid=90769)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** // ***
Capitolo 2: *** // ***
Capitolo 3: *** // ***
Capitolo 4: *** // ***
Capitolo 5: *** // ***
Capitolo 6: *** // ***
Capitolo 7: *** // ***
Capitolo 8: *** // ***
Capitolo 9: *** // ***
Capitolo 10: *** // ***
Capitolo 1 *** // ***
KiroxReita... è un nuovo esperimento e per ora mi piace come coppia **
Beh, non vi anticipo niente ^^
Capitolo un
po' corto, ma mi farò perdonare, ce ne saranno di
più avventurosi presto.
Questo mio
scritto non ha nessuno scopo di lucro in quanto creato solo per dare un
passatempo alla sottoscritta. I personaggi non mi appartengono e non ho
alcuno scopo nel rovinare la loro reputazione o immagine.
Camminavo per
le strade di Tokyo con i ragazzi
mentre fumavo una sigaretta... Risi guardando quei due sclerati biondi
rincorrersi per il marciapiede, per una cosa che poi solo Strify
sapeva... Si,
erano decisamente matti. Rallentai fino a raggiungere Yu che
inizialmente era
tutto solo fino a che non arrivai io a rompere le scatole, ma sono
fatto
così...
K: Yuuuuukito
a cosa pensi?
Feci il mio
sguardo da cucciolo bastonato a cui
nessuno sapeva resistere...
Y: che ti
interessa scusa? Brutto platinato
ficcanaso.
Mi
scompigliò i capelli e rise...
K: ma... Ma,
io volevo solo sapere come staviiiii
Mi
guardò negli occhi e scoppiò a ridere
Y: tu sei
proprio forte nanetto
K: non
chiamarmi così
Feci la faccia
imbronciata e me ne tornai a
camminare da solo finchè shin non mi si catapultò
addosso facendomi cadere...
Mi rialzai da terra furioso
K: era meglio
se quest'estate facevi un po' di
palestra perché ora ti toccherà correre veloce...
S: oddeo! Abbi
pietà di me, ti prego...
K: corri!
Io presi a
correre e lo raggiunsi in poco tempo,
lo afferrai per un braccio e poi scoppiammo a ridere tutti e due.
Tornammo a
casa perché iniziava a fare freddo e il
sole stava per tramontare, la casetta che avevamo affittato non era
molto
lontana dal centro e così ci mettemmo poco.
Voi vi
chiederete perché stiamo a Tokyo... Diciamo
che abbiamo deciso di farci una vacanza e di cambiare un po' aria...
Questa
città è meravigliosa, mi ha sempre
affascinato… così ho avviato l’idea di
uno svago quaggiù, in Giappone.
Yu si sta
mettendo a cucinare degli spuntini per
stasera mentre io e shin andiamo a farci una doccia... Strify si
appropria del
divano dopo aver preparato la tavola...
E Romeo, vi
chiederete? Beh, lui non è voluto
venire -e francamente sono felice di questa sua scelta-
perché dice che non
sono cose per lui... "io preferisco
restare alla normalità" ci ha detto, come se il
fatto di andare a fare
le vacanze in un altro continente non sia normale...
Apro il getto
di acqua calda della doccia e provo
subito sollievo nel sentire quel così bel calore scivolare
sul mio corpo.
Cavoli, fuori quasi nevica... Shin entra poco dopo, noi siamo abituati
a fare
la doccia insieme... D'altronde ci conosciamo da parecchio tempo, non
c'è
imbarazzo tra di noi.
Dopo cena ci
appollaiamo sul divano tutti e
quattro alla meno-peggio nel tentativo di guardare un po' di tv, ma
è difficile
considerando che è tutta in giapponese... Così ci
assopiamo l'uno appioppato
all'altro e shin mi abbraccia nel sonno, così mi addormento
cullato da quel meraviglioso
e caldo abbraccio.
Arigatou a chi
ha letto**
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Capitolo 2 *** // ***
Oddio non so
usare l'HTML -.-
Scusatemi infinitamente... sono un disastro -.-
Beh, che dire... qua la storia inizia a movimentarsi :) Buona lettura!
-:
striiiiiiiiiiify sono finite le scorte di cibo,
puoi fare un salto al supermarket qua sotto per favore?
Che bel
risveglio eh... Ero nel mio letto,
qualcuno mi ci doveva aver portato la notte prima... Chiunque sia
stato, lo
ringrazio... Ma ciò non bastò per attutire le
urla mattutine dei due
egocentrici della band... Credo che insieme starebbero bene quei due.
Mi alzai
ancora assonnato ed entrai in salotto
blaterando qualcosa che da lucido non mi sarei mai sognato di
dire…
K:
ehy, ehy... Ci vado io tra
mezz'ora a fare la spesa. Basta che la piantate di
sbraitare, per favore...
Mi sedetti a
tavola pensando che quei due potevano
almeno aver preparato la colazione, ma mi ricredetti presto…
Che sfaticati.
Mi guardarono
con uno sguardo stranito come per
dire “ma che cavolo stai aspettando?” e io roteai
gli occhi stufo.
E
così, eccomi per le strade gelate di Tokyo alle
7 di mattina.
Forse non era
stata una brillante idea andare in
Giappone a novembre, ma tanto da lì a Berlino non c'era
molta differenza di
clima in quel periodo.
Entrai nel
market e con mio sollievo sentii che
era riscaldato, si gelava là fuori...
Allora, di
cosa abbiamo bisogno... Inanzitutto la
pasta per la pizza.
Girai un po'
di corsie guardando la mia lista della
spesa e fui così maldestro da andare addosso a un uomo...
Che sbadato.
Chiesi subito
scusa e cercai di giustificarmi
blaterando inutilmente, ma quando questi si girò... Restai
immobile, non
respiravo quasi... I suoi occhi mi penetrarono l'anima come coltelli
affilati.
Profondi.
Sorrise.
Che bel
sorriso... Portava una fascetta
all'altezza del naso, cosa buffa. No?
-: stai bene?
Mi porse una
mano per aiutare ad alzarmi in piedi
e... Lo riconobbi subito.
K: ma tu sei...
-: si, sono
chi pensi tu... Reita, piacere
Mi si
illuminarono gli occhi... Non ci credevo.
Gli strinsi la
mano emozionato e sentii che mi
batteva forte il cuore.
R: beh, felice
di averti conosciuto ehm...
K: kiro.
R: che bel
nome! Beh, io devo scappare... Ho un
po’ di fretta. I miei coinquilini aspettano ancora la
colazione, scusa. Ciao
kiro!
K:
arrivederci... Reita.
Ero
così emozionato che non sono neanche riuscito
a chiedergli un autografo... Stupido, stupido kiro!
Un’occasione
preziosa bruciata.
Ricominciai a
pensare alla spesa che stavo facendo
prima di quell’incontro inaspettato.
Girai qualche
scaffale per cercare il latte, ma
non ci capivo niente. Tutte le bottiglie erano uguali e i cartoni
bianchi
avevano solo qualche scritta che li distingueva, le quali non capivo
minimamente.
Presi il primo
cartone da litro che mi capitò
sott’occhio e lo infilai nel carrello. Stavo facendo
progressi.
Pagai
velocemente e uscii per ritornarmene a casa
al caldo.
Arrivato a
casa misi le cose appena comprate in
frigorifero e nella dispensa e mi guardai intorno.
Decisi che
quella casa aveva bisogno di una
sistemata e mi offrii di risistemarla, tanto non avevo altro di
importante da
fare.
Così
mi misi a mettere in ordine quel caos e finii
con il mangiarmi un intero sacchetto di biscotti al cioccolato che
avevo trovato
per caso in dispensa e che non mi ricordavo nemmeno di aver comprato.
Presi il
telecomando e mi scaraventai sul divano
cambiando i canali a casaccio.
Direi che il
Giappone è organizzatissimo ed
efficiente in tutto, ma la televisione è un po’ il
suo punto debole, non
parlando dei loro film certo… Quelli sono stupendi.
Spensi la TV
scocciato dal fatto di non capire il
giapponese, come molte volte avevo già fatto ormai quella
settimana, e mi
chiesi che fine avevano fatto gli altri. Me ne ero ricordato un
po’ troppo
tardi…
Mi guardai in
giro spaesato e mi accorsi di un
messaggio a penna lasciatomi da qualcuno sul tavolino del soggiorno
“Caro
kirooooo,
noi siamo
andati a farci
un giro nelle vicinanze
perché
non sapevamo che
fare senza di te a
casa da soli.
Abbiamo
pensato di
prendere poi qualcosina
del luogo da
mangiare per
pranzo, quindi
ci pensiamo
noi a quello!
Ci vediamo
più o meno alle
13.00
Ciao!
Shin
<3”
Beh, non sapevo che altro fare a
casa da solo così decisi
di uscire di nuovo. Lo so che sono monotono, ma cosa altro potevo fare
in
quella casetta solitaria?
Presi le
chiavi, una bella sciarpa pesante e me ne
tornai fuori in strada. Che cosa potevo fare di interessante?
Presi a
camminare, qualcosa avrei trovato.
-----
Grazie a chi ha letto questa
schifezza .-. scusate per gli errori >.<
|
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Capitolo 3 *** // ***
E rieccomi qua!! Scusate se vi ho fatto aspettare ma ero al
mare e non avevo disponibilità di aggiornare *chiede scusa
in ginocchio*
Ecco che la storia comincia a farsi più movimentata e
interessante, ma non vi anticipo nulla!
Presi
una sigaretta dal pacchetto appena comprato
e la stavo per accendere quando mi ripensai e la buttai a terra, forse
era
meglio limitare il fumo, almeno alla mattina.
Mi
guardai un po’ intorno alla ricerca di qualcosa
di allettante da fare quella mattina, ma non trovai niente che mi
attizzava.
Mi
incamminai guardando distrattamente le vetrine
e mi fermai davanti a quella di un negozio di dolciumi, ero incantato.
Quei dolci
erano così… perfetti. Pur essendo
semplici erano meravigliosi. Dovevo assolutamente prenderne qualcuno,
avrei
giurato che fossero anche buonissimi.
Aprii la porta
e quando la riaprii per uscire
avevo in un pacchetto carinissimo in mano con all’interno una
bella sorpresa
per i ragazzi. Avevo anche comprato qualche dolcetto per me, per
potermi
sgranocchiare un po’ di cioccolato nei prossimi giorni.
Ritornai a
casa tutto felice e feci per aprire il
portone di entrata che racchiudeva delle piccole casette compresa la
nostra,
quando mi accorsi che era chiuso a chiave.
Cercai le
chiavi nelle tasche dei pantaloni ma non
ne trovai traccia. Appoggiai il pacchettino con la mia torta a terra e
cercai
meglio, ma mi resi conto di avere solo le chiavi di casa, non quelle
del
portone esterno.
Avrei dovuto
aspettare che tornassero i miei amici
per entrare in casa, e intanto quella torta si sarebbe rovinata
lì fuori.
Mi sedetti
sullo scalino più basso della scala ad
aspettare, magari non ci avrebbero messo così tanto. Almeno,
lo speravo. Si
congelava veramente.
Le nuvole
iniziavano a scomparire e si iniziava a
stare meglio anche se il sole era ancora troppo basso per scaldare la
terra.
Sentii il
portone aprirsi dietro di me e feci un
salto, magari finalmente sarei riuscito ad entrare in casa! Il mio
cuore saltò
un battito quando vidi che chi era appena uscito dal cancello dove
abitavo era
Reita.
R:
ehy, kiro! Come mai qua
fuori?
Mi si
illuminarono gli occhi, un’altra occasione
per parlare con lui… che meraviglia.
K: beh, io qui
ci abito… cioè… ho affittato questa
casetta per passarci le vacanze invernali con i miei compagni
R: ahah che
coincidenze! La sorella di Aoi abita
qua, lui starà qui da lei per un po’ di tempo fino
a che non troverà un nuovo
appartamento… Ma come mai sei qui fuori al freddo se abiti
qui?
K: beh,
ecco… Vedi, io ho le chiavi della casa, ma
non del portone qua fuori. Così purtroppo sono rimasto
chiuso qua fuori con
questa torta che si sta rovinando sul marciapiede invece di stare in
frigo.
R: oh, scusami
allora per il disturbo. Vorrai
metterla al fresco adesso, no?
K: beh si, ma
se non fosse stato per te sarei
ancora disperato a chiedermi che fine abbiano fatto i miei amici
Ridemmo in
coro un po’ imbarazzati dalla
situazione.
K: quindi,
beh… ti va di venire dentro così ti
offro anche qualcosina?
Gli si
illuminarono gli occhi, lo vidi nelle sue
iridi nocciola.
R: certo!
Grazie.
Mi
abbracciò per poi staccarsi velocemente,
imbarazzato, grattandosi la testa nervosamente.
K: andiamo
allora!
Lo girai su se
stesso prendendolo per le spalle e
lo spinsi leggermente dentro il cortile.
Girai le
chiavi nella toppa della porta dopo aver
fatto pochi passi accanto a un Reita veramente nervoso ed entrai in
casa. Poi
indietreggiai accorgendomi di non aver fatto entrare prima
l’ospite che
apprezzò il mio semplice gesto, in Giappone d'altronde sono
tutti molto educati
e rispettosi.
Presi il suo
cappotto e lo appesi
all’appendiabiti, seguito subito dal mio.
Per prima cosa
misi la torta in frigorifero e poi
versai i pasticcini appena comprati in un vassoio di vetro trasparente.
Lo
portai in salotto e lo poggiai sul tavolino, Reita assaggiò
un pasticcino e
rimase affascinato.
R: wow! Sono
speciali, buonissimi. Dove li hai
comprati?
K: li ho presi
alla Tawashimo Iiwotaki… mi piaceva
molto il loro aspetto e ho pensato di prenderne qualcuno.
R: hai fatto
davvero bene. Assaggiane uno!
Ne prese uno e
me lo mise in bocca. Quelle dita
che toccarono le mie labbra erano come lame bollenti, sentivo che mi
bruciavano
la pelle… chiusi gli occhi e assaporai quel pezzo di
cioccolata.
Mi mandava in
estasi, o forse era Reita?
-----------------------------------
Un po' corto, ma non lapidatemi çAç Presto
posterò se riesco perchè, come ho già
detto all'inizio, sono al mare per almeno un altra settimana ancora...
E adesso, lo spazio lettrici *si deprime vedendo che sono solo due
çAç*
E vabbuò dai... i gusti son gusti u.u mi accontentooooo **
Chiby
Rie_chan : beh, graaazie ** eccoti
accontentata :) spero che dopo questa schifezzina continuerai a
seguirmi lo stesso *la prega in ginocchio* xD
LaIKa_XD:
ma graaaazie mia
guardia del corpo ** ahahha si sei tu quella pazza, ma non ho mai
negato di esserlo anch'io u.u Buon soggiorno al mare e buone
vacanze!!!! ;)
|
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Capitolo 4 *** // ***
Allora... che
dire? beh... io in questa ff ci ho messo davvero tanto di me stessa, ma
questo ve lo dirò al momento giusto XD
*non sa più che dire* beh, vi lascio alla lettura ^^ grazie
di cuore a chi mi segue e un abbraccio grande a chi recensisce, senza
di voi non so come farei ad andare avanti con questa storiella **
*adesso smettila però! ndlettrici* *oh si scusate ndme* *se
ne va XD*
Quelle
sensazioni, cosa diavolo mi stava
accadendo?
Dopo che avevo portato a Reita i
dolcetti che avevo
comprato ci eravamo messi a parlare, finendo in un discorso sulla
televisione
Giapponese… Gli avevo detto che non ci capivo niente di
Giapponese così lui
insistette per illustrarmi un po’ la grammatica della sua
lingua. Avevo acceso
la TV e ci eravamo messi sul divano a discutere in un inglese un
po’ titubante
ma era divertente. Ero andato a prendere una lavagnetta magnetica dove
potevamo
scrivere e sbizzarirci, ma l’avevo presa principalmente per
capire come
scrivere i segni Kanji, sono i più difficili tra tutti gli
altri.
Io cercavo di
scrivere il meglio possibile ma lui
continuava a fare segno di no con la testa e a ridere, così
dopo un po’ decise
di farmi una dimostrazione e di disegnarli lui i segni… io
non ero per niente
d’accordo, volevo riuscire a capire da solo… Ci
avrei scommesso che prima o poi
sarei riuscito a scrivere qualcosa in giapponese.
Lui
cercò di prendermi di mano la lavagnetta ma io
la nascosi dietro la schiena e nel tentativo di prenderla mi cadde
addosso
schiacciandomi tra il suo corpo e la pelle del divano.
La sua mano mi
percorreva il fianco destro mentre
il mio cuore cominciava a battere all’impazzata. Mi girava la
testa e mi
sentivo bollente.
Cercai di
riprendere il controllo ma non
desideravo altro che quella mano e quel corpo… e quelle
labbra. E… lui.
Non sapevo che
fare, ero nel panico ma ci pensò
lui…
Fece scivolare
la sua mano dietro la mia schiena e
mi strappò di mano la lavagna magnetica staccandosi da me
improvvisamente.
Sentii che mi stavo calmando, quel calore… quel corpo mi
aveva abbandonato… ma
quel poco tempo insieme, i nostri respiri insieme…
meraviglioso.
Si mise a
ridere e scrisse qualcosa sulla
tavoletta.
R: che
c’è scritto? Vediamo se hai imparato…
Lessi… non sapevo
minimamente che ci fosse scritto su
quella lavagna magnetica.
Ai…
e poi? Non avrei mai indovinato… mi arresi.
Si
avvicinò a me e mi sussurrò qualcosa in
giapponese nell’orecchio.
R: Aishite iru
kiro…
K: cosa? Oddio
non ho mai sentito questa parola…
Il suo soffio
sulla mia pelle… oddio. Volevo
sapere assolutamente cosa significava quello che mi aveva appena detto.
Si, ero
curioso.
Girarono delle
chiavi nella serratura, gli altri
erano arrivati. Reita si staccò da me di colpo e si
ricompose.
Entrarono in
casa.
Y:
ehy kiro! Non dirmi che
non hai fatto nien...
Vidi shin
immobile davanti alla porta d’entrata
con gli occhi luccicanti e risi fra me e me.
R: konnichiwa
S: oddio kiro,
che ci fa lui nel nostro divano?
Strify corse
verso di me con lo sguardo allucinato
e gli occhi sbarrati.
K: ehm, ci sta
seduto?
Reita rise
mentre gli altri erano troppo
imbambolati per farlo.
S: intendo
dire, come mai un bassista così famoso
sta a casa nostra? Lui, oddio…
K: beh,
ecco… oggi casualmente ci siamo incontrati
in giro un paio di volte e così abbiamo deciso di venire a
casa, là fuori si
gela. Perché, non vi va bene? Lui era qui perché
faceva visita ad Aoi che abita
con la sorella qua a fianco. E poi se Reita non mi avesse aperto il
portone qua
fuori sarei ancora là a congelarmi.
Sh:
wow
Shin
sospirò e si passò la mano destra nei
capelli. Era evidentemente accaldato.
Y: beh,
già che ci siamo… noi adesso facciamo
qualcosa da mangiare. Reita, vuoi unirti a noi?
Io lo guardai
pregandolo con gli occhi di restare
ma lui scosse la testa.
R: arigatou,
ma non posso rimanere. Sono stato
fuori già per fin troppo tempo. Ci sentiamo in giro e grazie
ancora a tutti,
piacere di avervi conosciuti.
Ero un
po’ triste, ero stato così bene con lui
quella mattinata…
Sentii la
porta di casa chiudersi alle sue spalle
e sospirai. Ci saremmo di sicuro rivisti presto.
Mi preparai al
terzo grado dei miei amici che
arrivò molto presto da dei cinema bizarre sconvolti.
Spiegai loro
tutta la storia e dopo un po’
decidemmo di mangiare dato che erano ormai le due e alla fine del
pranzo
mangiammo la torta fredda al cioccolato che avevo comprato, era
buonissima.
Mi rintanai in
camera mia dicendo che mi sentivo
poco bene, e in effetti era vero. Mi girava la testa e non riuscivo
nemmeno a
stare in piedi perché sentivo i crampi alla pancia,
cavoli… ci mancava anche
questa, il gelo di Tokyo non mi aveva fatto molto bene.
E che cavolo
mi aveva detto Reita? Dovevo
scoprirlo al più presto.
Cercai di non
pensarci e mi misi a guardare un
programma musicale nella mini-televisione che c’era nella mia
stanza. Mandarono
una canzone dei GazettE, vidi Reita nel video e sorrisi diventando
tutto rosso.
Che diavolo mi stava accadendo? Lo conoscevo da solo un giorno
dopotutto…
Cassis, la mia
preferita… che canzone
meravigliosa, è grazie a questa canzone che ho conosciuto
questo gruppo
giapponese. Ah, quando sono arrivato qua speravo di poterli incontrare
ma non
pensavo che sarebbe successo veramente. Poi Reita da vicino
è ancora più
perfetto, quella sua fascetta che non si toglie mai gli da un tocco
di… di…
originalità? No, lui è tutto
originale… non è per niente monotono, trova
sempre
qualcosa di strano da mettere.
Mi sedetti sul
letto per vedere meglio il video,
da distesi era difficile e mi girava la testa.
Sentii la
testa bollire, sembrava che
all’improvviso dentro la stanza ci fosse troppo caldo. Mi
alzai per aprire la
finestra ma mi dovetti risedere sul letto perché il mal di
testa era aumentato.
Forse era la musica troppo alta che mi faceva quest’effetto.
Presi il
telecomando per abbassare il volume ma
rimasi scioccato dalle parole che disse Ruki, non ne avevo mai fatto
caso, ho
ascoltato milioni di volte questa canzone.
“ashita
anata no kimochi ga hanarete mo
kitto kawarazu aishite iru
ashita anata ni boku ga mienakute mo
kitto kawarazu aishite iru.”
Aishite
iru… Reita mi ha detto la stessa identica
cosa.
Presi subito
il computer e dopo aver aspettato
un’eternità che si accendesse ho cercato la
traduzione del testo di Cassis dal
giapponese al tedesco.
Aishite
iru… Ich liebe
dich. O Mio Dio.
Mi sentii
mancare l’aria e riuscii a stare in
piedi per miracolo. Aprii la finestra per prendere un po’
d’aria fresca che mi
calmasse, feci respiri profondi… Non ci credevo. E
perché mi aveva detto
quello? Ci conoscevamo da neanche un giorno. Magari lo ha detto solo
per
scherzare.
Basta
paranoie, il fatto è che me lo ha detto
così… così… oddio.
Dopo un
po’ mi sedetti sul letto ancora
frastornato e non molto lucido e mi presi la testa in mano, constatando
che
avevo la febbre alta. Decisi di stendermi e dormire un po’.
Oddio.
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Capitolo 5 *** // ***
"avanzai di
qualche passo verso la porta del
castello e guardai all'interno delle mura, tutti guardavano dalla
stessa parte:
in alto, sulle mura c'era un ragazzo che voleva buttarsi... Non si
sapeva nulla
di quello che gli era accaduto, oh... Povero ragazzo...
Ma quando lo
vidi in faccia per un secondo urlai, non ci
potevo credere... Era lui, il mio Reita... Che gli era passato in testa?
k: Akiraaa...
No, non farlo Akira! Noooo!
Corsi su per
le scale e lo raggiunsi.
K: Akira,
perché vuoi buttarti? Io morirei senza di te...
R: scusami
Carsten, ma io devo stare con la persona che
amo... Addio.
Rimasi senza
parole, non ero di certo io allora chi lui
amava... Fece un salto e io cercai di afferrarlo per tenerlo con me, ma
ormai
lui non era più mio... Forse non lo era mai stato.
Avevo le
lacrime agli occhi.
K: Rei..."
Mi svegliai di
colpo tutto sudato. Dovevo aver
urlato perché subito accorsero Yu e Strify a vedere cosa mi
fosse successo,
erano parecchio allarmati. Arrivò anche Shin di corsa.
S: oddio kiro,
che ti succede? Stai bene?
Shin si
sedette sul letto accanto a me.
K: non lo so
shin, mi fa male la testa...
Shin mi mise
una mano sulla fronte e la ritrasse
subito, dovevo scottare parecchio.
Non riuscivo
nemmeno a stare seduto, mi veniva da
vomitare. Mi stesi sul letto.
S: kiro, sei
bollente... Avrai di sicuro la
febbre. Ti porto un panno bagnato da mettere sulla fronte, tu riposati.
Tornò
poco dopo con una bacinella d'acqua e un
panno che inumidì nell'acqua fresca e mi mise in testa.
Sentii subito sollievo,
ma il panno si scaldò subito da quanto scottavo...
S: vuoi una
maglietta pulta? Questa è tutta
bagnata...
Anuii, avevo
davvero poche forze.
Mi
aiutò a cambiarmi e lo ringraziai. Lui sorrise.
S: gli amici
servono a questo...
Mi diede un
bacio in testa e mi lasciò riposare...
Non volevo riaddormentarmi, non volevo rifare quell'incubo... Non mi
sono mai
sentito così male, al solo pensiero di perdere Reita... Ci
conosciamo da così
poco, eppure siamo già così legati...
Mi addormentai
con questi pensieri, ero troppo
privo di forze anche solo per pensare, me ne sarei occupato
più tardi al mio
risveglio.
Mi svegliai
nuovamente sudato la mattina dopo, ma
la nausea era passata. Avevo dormito più di quindici ore
senza accorgermi di
niente, dovevo essere proprio senza forze.
Decisi di
andare a farmi una doccia e così feci.
Ora riuscivo a stare in piedi perché il mal di pancia era
passato, per il momento.
Quando uscii
dalla doccia suonò il campanello ma
lasciai a qualcun altro il compito di aprire, non mi sentivo per niente
in
forma.
Mi stavo
vestendo quando la porta si aprì
lentamente, qualcuno chiese pernesso.
La riconoscevo
quella voce, sorrisi. Reita sbucò
dalla porta della mia camera, aveva in mano una scatola della
pasticceria
Tawashimo Iiwotaki.
Sorrisi
nuovamente e pensai quanto fosse tenero.
Lui entrò e si accorse che ero ancora mezzo nudo, avevo il
torso completamente
scoperto e si scusò per il disturbo. Fece per andarsene
quando io lo fermai
pregandolo di aiutarmi a vestire, ero troppo debole.
Lui
acconsentì un po' imbarazzato, io dovevo
sembrare un ubriaco... Avevo la faccia da ebete e le guance rosse, non
so se
fossero così per l'effetto della febbre o quello delle mani
di Reita che,
fredde, mi attraversavano tutta la schiena bollente provocandomi
qualche
brivido.
Una volta
finito di aiutarmi a vestire mi stese
sul letto, mi girava un po' la testa. Lui si sedette accanto a me.
R: ti ho
portato i cioccolatini che mi hai fatto
assaggiare ieri... E che io ti ho quasi finito, scusa. Volevo farni
perdonare.
K: grazie
mille... Ma non serviva.
Calò
un silenzio inquietante e nessuno sapeva cosa
dire. Eravamo semplicemente io e lui.
R: beh, ti
lascio riposare...
K: aspetta...
Lo dissi
troppo debolmente che lui nemmeno mi
sentì.
Si
alzò per andarsene ma io lo seguii. Mi alzai
forse un po' troppo in fretta e sentii come se la terra sotto i miei
piedi si
stesse muovendo.
Mi aggrappai a
lui per non cadere. Solo dopo mi
accorsi che lo stavo praticamente abbracciando. Sentivo le guance in
fiamme.
K: aspetta...
Cercai di fare
un passo ma finii con lo
sbilanciarmi ancora di più. Ero a pochi centimetri di
distanza dal suo viso.
K: aishite iru
vuol dire ti amo... Perché me lo
hai detto?
Sussurrai
questo, non sapevo nemmeno cosa stessi
facendo. Il mio subconscio mi stava facendo fare delle cose senza
nemmeno
farmele passare per il cervello, e io ero troppo debole per
resistergli... Non
so se a questo fantomatico subconscio oppure direttamente a Reita.
Lui rimase
sorpreso di questa domanda e non seppe
cosa rispondermi.
Sorrisi e lo
fissai negli occhi.
K: Reita, lo
so che ci conosciamo da così poco...
Ma io credo veramente di essermi follemente innamorato di te, l'ho
pensato fin
dalla prima volta che ti ho visto in quel supermercato.
Rimase a bocca
aperta per un tempo che mi parve
infinito e poi si staccò dal mio abbraccio. Mi
aiutò a stendermi nuovamente sul
letto, i suoi occhi avevano cominciato a lacrimare e la sua mano aveva
raggiunto la sua bocca, tremava... Mi sentii malissimo a quella
visione, non
volevo vederlo piangere.
Si mise a
gattoni sopra di me ancora con quelle
lacrime agli occhi, veniva da piangere anche a me a vedere lui
così... Che poi
non capivo il motivo di quelle lacrime. Non capivo che reazione aveva
avuto
dopo che gli avevo detto che lo amavo. Lui voltò la testa
cercando di
nascondere le scie salate lungo il suo viso, ma io asciugai le sue
guance
riportando i suoi occhi verso i miei.
K:
perché piangi Reita?
La mia voce
sembrava quella di un bambino,
flebile, debole...
Lui in
risposta mi guardò negli occhi cercando di
calmarsi, si abbassò su di me e congiunse le nostre labbra...
Mi sentivo
frastornato, la testa mi pulsava come
non mai e sentivo il battito accelerato del mio e del suo cuore... Le
sue mani,
ora calde, vagavano per il mio collo e i miei capelli mentre le mie
erano
semplicemente abbandonate al letto. Lo abbracciai forte, non volevo
perderlo
per niente al mondo...
Le sue labbra
umide lasciavano scie di baci su
tutto il mio viso e io continuavo ad arrossire sempre di
più, ma non mi
interessava realmente il fatto di essere rosso come un pomodoro. Tutto
il mio
mondo girava ora intorno a lui, unicamente lui...
I suoi capelli
mi facevano il solletico e la sua
fascia mi grattava un po', ma non ci feci molto caso.
Ogni bacio che
lasciava sulla mia pelle mi dava
una sensazione di calore sempre maggiore che andava ad aggiungersi al
calore
che mi provocava la febbre.
Sentivo una
sensazione di bagnato, ma non era
sgradevole come le altre volte, anzi... La sua lingua sfiorò
le mie labbra e io
aprii la mia bocca mugugnando di piacere... Non sapevo cosa fare, ero
senza
forze ormai e stava facendo tutto lui. Avevamo bisogno di aria e ci
staccammo
per prendere fiato. La sua mano mi sfiorò il viso e
andò ad accarezzare i miei
capelli per poi infilarsi sotto la mia schiena ad abbracciarmi.
R: sei la
migliore cosa che mi potesse capitare...
Grazie. Ich liebe dich.
Sorrise e mi
schioccò un altro bacio per poi stendersi
accanto a me, mi abbracciò da dietro.
K: aishite iru
Akira
Sussultò
quando lo chiamai con il suo vero nome.
Questa volta non avrei fatto incubi con lui al mio fianco...
Scusate ma ho pochissimo tempo, giusto quello necessario a postare...
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a
seguirmi. Grazie a chi mi segue e recensisce, senza di voi non so come
farei! *-* arigatou!!! *sparisce* Scusate la fretta >.<
|
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Capitolo 6 *** // ***
Beeeene *ricompare* eccomi di nuovo, anche se ancora per poco... Poi me
ne vado a Cagliari XD
Penso che se ci saranno abbastanza recensioni, visto che parto il 2,
potrei postare un altro capitolo domani...
Comunque... Forse vi sarete accorte che ho spostato la fic in un'altra
sezione che prima non avevo notato, quella cross-over... mi
è sembrata la sezione più adatta.
Beh, i commenti alla fine! Ecco a voi.
Mi svegliai
alle undici, non mi ero nemmeno
accorto di essermi addormentato di nuovo.
Reita non
c'era, non sentivo il calore delle sue
braccia sui miei fianchi e il suo profumo che ormai conoscevo bene.
Sentivo le
labbra ancora intorpidite da tutti quei baci che ci eravamo scambiati,
o forse
era solo la mia immaginazione? No, non potevo essermi immaginato
tutto... Mi
era sembrato fin troppo reale.
Mi sentivo
meglio, il mal di testa era passato
quasi del tutto e i crampi alla pancia pure... L'unica cosa di cui non
ero
sicuro era che fossi finalmente guarito, non avrei giurato che fosse
tutto
passato.
Dopo mezz'ora
che vegetavo sul letto immerso nei
miei pensieri decisi di andare in cucina dove trovai shin che stava
preparando
il pranzo saltellando dal tavolo ai fornelli, decisi di dargli una
mano. Quando
mi vide sorrise.
S: come ti
senti puffo?
K: ehy! Lo sai
che odio quando mi chiami così!
Lui rise.
S: si, stai
meglio. Reita se n'è andato da poco...
Ha detto che doveva andare, che si era dimenticato di fare una cosa
importante.
Ha lasciato questo per te.
Mi porse un
bigliettino sorridendo. Lo lessi.
S:
mi ha
fatto promettere che non lo avrei aperto per nulla al mondo...
Disse
con voce fiera.
"I'm
sorry if you didn't find me
this morning but I had to do an important thing for my groupmates :P
I
hope you're fine with your health, here
is my telephon number... Call me when you want.
Aishite
iru <3
Ps:
sorry for my awful english! I hope
you can understand as the same.
Rei"
Seguiva
il suo numero di cellulare... Mi stavo chiedendo perché
dicesse di parlare un
inglese orrendo se invece era quasi perfetto, mah... Comunque lo avevo
capito
benissimo. Dovevo avere una faccia da ebete perché shin mi
chiese a cosa stessi
pensando per essere in "quello stato".
K:
eh?
No, niente... Non è niente.
Lui
fece
una faccia della serie "faccio finta di credere alla balla che hai
appena
sparato" prima di tornarsene ai fornelli alle prese con un sacchetto di
pane che non voleva saperne di aprirsi.
S:
allora, cosa preferisci mangiare?
Gli
urlai un "fai tu" mentre mi fiondavo nella mia camera dove mi
scaraventai
sul mio letto. Cercai subito il mio cellulare per memorizzare il numero
di
Reita, avrei dovuto chiamarlo? D'altronde se n'era appena andato,
magari non
voleva che lo disturbassi.
Oddio...
Io odio prendere decisioni. Che avrei dovuto fare? Optai per un
messaggino.
"Ehy!
I'm fine thanks... You're
english is good! Don't worry, I've understood :) uhm, have a nice day.
<3"
Non
mi
piaceva per niente, troppo infantile?
Oddio,
cosa cavolo mi facevo tutti questi problemi per un sms? Lo inviai.
Apettai
qualche minuto una risposta che però non arrivò.
E se per caso avesse riso per
quello che avevo scritto?
No,
kiro. Smettila. È solo un messaggio, basta! Ma
più cercavo di ripetermi che non
dovevo preoccuparmi più mi veniva ansia...
E
se
invece non mi avesse più parlato? Sembravo un adolescente
alla sua prima cotta.
Anzi mi correggo, più che altro sembravo un'adolescente.
Oddio! Ma mi do anche
della donna adesso? Sono proprio messo male...
Era
passato ormai un pomeriggio da quando avevo inviato quell'sms. E se non
avesse
capito che ero io a scrivergli? D'altronde non ho scritto il mio
nome... Ma ci
potrebbe arrivare a capire che sono io. Uffa, mi annoio da solo dicendo
queste
cose...
Presi
il
cellulare andando nella cartella degli sms inviati e rilessi
ciò che gli avevo
scritto. Sbuffai. Magari aveva un impegno importante...
Non sapevo che
fare. Zapping lo esclusi, non ci
capivo niente di giapponese.
Avrei potuto
disegnare! Il soggetto dei miei
disegni potrebbe essere, uhm... Una casa? Direi di no, e nemmeno un
albero.
Qualcosa di più interessante che un semplice oggetto... Una
scala! Si, una
enorme e infinita scala che porta in cielo e non si sa dove finisce. Un
uomo
seduto sul primo gradino che non sa decidere se continuare dritto verso
qualcosa di sconosciuto o tornarsene a casa.
Si, mi piace
come idea! Sotto la scala un grande
burrone che si sviluppa in profondità e sullo scorrimano dei
fiori colorati.
Presi un
foglio e cominciai a sviluppare qualche
schizzo per poi prenderci mano velocemente.
Mi
squillò il cellulare, era lui. Risposi.
-Itoshii,
scusami ma avevo il cellulare spento!-
-Itoshii? E
chi è questo Itoshii? Io sono kiro!-
-Ahah, ma si
lo so! Itoshii vuol dire amore-
Sentivo le
guance in fiamme e non potevo che
sorridere come un ebete.
-Oh, ehm...-
-Sciocchino,
eri geloso!?-
-Cioè
no, però un pochino... Ehm, ok lo ammetto.
Si.-
-Ihih,
sciocchino Itoshii-
Sorrisi di
nuovo, ma quanto era tenero!?
-Io ti ho
chiamato per chiederti se avevi voglia di
venire a un nostro concerto... Venerdì pomeriggio, circa
verso le 6, in una
cittadina a circa 20 kilometri da Tokyo. Se vuoi passiamo a prenderti
noi.-
-Ma certo!
Sarebbe bellissimo-
-Bene, allora
passiamo noi da te. Però noi dobbiamo
partire presto, circa verso le 4 e mezza. Passiamo di lì
alle quattro, ok?-
-Si ma...
Posso venire solo io? Cioè, c'è posto
per un solo passeggero?-
-Si, quello
è il problema. E noi possiamo procurarti un
solo biglietto, scusami.-
-Ah, ok. Non
importa... Sarò felice di venire lo
stesso-
-Benissimo!
Ora scappo altrimenti Kai mi uccide...
Aishite iru Itoshii.-
-Aishite iru-
Sorrisi
per un attimo per poi passare a un'espressione preoccupata. E ora cosa
mi sarei
inventato come scusa per uscire senza destare sospetti? Forse era
meglio dir
loro la verità... E non sanno nemmeno che sto con Reita
adesso, che guaio.
---------
Eeeeeeh povero Kiro, e adesso? XD beh, lo
saprete presto u.u
E ora... spazio lettrici! Finalmente ho un po' di tempo per rispondere
a chi mi segue ** Arigatou gozaimasu :)
LaIKa_XD
graaazie
a te che mi segui sempre oh mia guardia del corpo XD
Iih grassie :) Aggiorna presto eh la
tua fanfic che sono curiosa e grazie per il capitolo che mi hai
dedicato *commossa*
Chiby Rie_chan
Ma graaazieeeee *w* come sei gentile
(*\\\\\*) cooomunque eccoti accontentata... Un nuovo capitolo con un
nuovo colpo di scena eheh XD Pure io mi sono confusa di quello che ho
scritto nella prima parte O.o *che bertuccia ndlettrici* XD
vabbè dai, la smetto che sennò inizio a sclerare
di brutto u.u spero che continuerai a seguirmi! :)
Grazie a voi due che mi seguite e recensite sempre, mie fedeli lettrici
:)
Poi un grazie anche a voi che mi seguite, grazie!! ^^
ada12
DEBO94
Ora che ho finito con i ringraziamenti vado, spero che vi sia piaciuto
il capitolo! Sayonara :)
|
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Capitolo 7 *** // ***
Andai in
salotto dove trovai shin che dormiva sul
divano, probabilmente si era addormentato mentre si annoiava davanti
alla TV.
Trattenni una risata. Strify e Yu erano in cucina a fare qualcosa che
solo loro
sapevano, probabilmente Yu stava stracciando Strify a scala 40... Come
sempre.
Li chiamai e scossi un po' shin fino a che non fosse stato abbastanza
lucido
per ascoltarmi senza riaddormentarsi.
Strify e Yu si
sedettero sul divano vicino al
batterista, io ero di fronte a loro tre.
K: ragazzi,
devo dirvi una... No, più di una cosa
importante.
S: oddio, devo
preoccuparmi?
K: no, stai
tranquillo shin.
Si era
decisamente svegliato.
K: beh, per
prima cosa...
Presi un
respiro profondo
K: Io... Sto
con Reita.
Tutti avevano
gli occhi sbarrati, non saprei come
descrivere le loro espressioni.
S: e da quanto?
K: ecco...
Circa un paio di giorni. Forse di più.
Erano ancora
più sorpresi.
Y: beh,
congratulazioni...
Yu stava
sorridendo, e lo seguirono anche gli
altri due.
Sh: aaah ecco
cos'era quella faccia quando ti ho
dato quel bigliettino...
Risi e annuii.
Poi arrivò il silenzio, stavano
aspettando che continuassi.
K: ehm...
Ecco... Lui mi ha invitato ad andare ad
un loro concerto venerdì.
Loro erano
entusiasti e continuavano a chiedermi a
che ora fosse e dove e quando saremo partiti, ma dovetti bloccarli.
K: il posto
è a 20 km da qui, e... Credo che i
biglietti siano esauriti da un pezzo, e lui mi ha detto che
però riuscirebbe a
procurarsene soltanto uno.
Mi guardarono
delusi, lo so che gli sarebbe
piaciuto venire...
K: ragazzi,
non voglio vedervi così...
Perdonatemi.
Y: no kiro! Tu
non puoi abbandonarci per andare ad
un concerto, non puoi andare senza di noi! Siamo i tuoi amici!
K: non so cosa
poter fare... Dai, capitemi!
S: no! Se
fossi al tuo posto non ci andrei senza i
miei amici.
S: mi sembra
giusto... O tutti o nessuno. Noi
accettiamo il tuo ragazzo, perché no... È una
brava persona. Non ti chiediamo di
scegliere tra noi e lui, sarebbe da egoisti... Ma questo no.
Rimasi senza
parole. Non mi avevano mai parlato
così... Mi sentivo male, ero distrutto e avevo le lacrime
agli occhi che
minacciavano di uscire prepotentemente. Loro si alzarono e tornarono a
fare ciò
che stavano facendo prima, con la differenza che ora erano abbastanza
più
arrabbiati.
Mi guardai
intorno spaesato. Non sapevo cosa fare.
Non avevo calcolato la possibilità che loro potessero
reagire in questo modo...
Non mi avevano mai trattato così.
Me ne tornai
nella mia camera e, dopo aver chiuso
la porta dietro di me, mi buttai sul letto a peso morto. Non ci
credevo. Mi
misi a piangere dapprima cercando di non fare rumore ma poi mi lasciai
andare
completamente ai singhiozzi che mi nascevano in gola. Cosa avrei fatto
adesso?
Non ne avevo la minima idea.
All'improvviso
sentii un crampo all'altezza dello
stomaco e poi una sensazione di nausea. Non ero guarito allora. Mi
precipitai
in bagno e mi ritrovai a rigettare nel WC tutto quello che avevo nello
stomaco.
Non riuscivo nemmeno più a respirare. Tutto questo dolore
fisico si aggiungeva
alle mie lacrime che non volevano cessare di scendere dai miei occhi.
Mi
appoggiai stancamente al bordo della vasca e riuscii e invocare una
flebile
richiesta d'aiuto verso i miei compagni prima di ricominciare a
sentirmi male.
Accorse Strify preoccupato e venne subito ad aiutarmi. Mi
sollevò i capelli.
S: oddio Kiro
che hai?
In risposta
gli indicai il punto dove mi faceva
male, appena sotto lo stomaco... Che strazio. Avevo litigato con i miei
amici e
ora stavo di nuovo male.
Arrivarono
anche gli altri ad aiutarmi, ma a
questo punto non sapevo se lo facevano perché gli facevo
pietà oppure se mi
volevano veramente bene. Strify mi appoggiò una mano sulla
fronte per vedere se
avevo qualche segno di febbre ma fece un segno negativo ai nostri
groupmates
che se ne stavano imbambolati e preoccupati sulla soglia della porta
del bagno.
Si alzò e disse a Yu qualcosa che però io non
capii, ero troppo frastornato.
I due se ne
andarono e con me restò Shin che si
sedette accanto a me e mi asciugò le lacrime che
continuavano a scendere dai
miei occhi. Si vedeva che voleva dirmi qualcosa perché era
nervoso, un po'
imbarazzato e si stava torturando un'unghia con i denti.
S: kiro...
Mugugnai
facendogli capire che lo stavo ascoltando
alla meno peggio.
S: io... Io
volevo chiederti...
Si
fermò e prese un grosso respiro chiudendo gli
occhi forse per imporsi di calmarsi.
S: scusa,
davvero. Non volevo essere così sgarbato
prima... Mi dispiace. Ti parlo anche a nome degli altri. D'altronde
è giusto
che ci vai tu da solo a concerto, lui è il tuo ragazzo...
È che non sopportavo
l'idea che tu potessi trovarti in pericolo là da solo.
Arrossì
un poco e io sorrisi. Cercai di parlare ma
la testa mi scoppiava.
K: non preoc...
Tossii.
S: non serve
che parli se non ti senti, non
sforzarti.
Mi
accarezzò i capelli biondi sistemandomeli
dietro le orecchie.
S: vuoi un po'
d'acqua?
Anuii. Lui si
alzò per andarsene quando io lo
chiamai che era sulla soglia della porta.
K: Shin?!
S: si?
K: Grazie.
Sorrise.
S: farei di
tutto per te, puffo.
E in altri
momenti mi avrebbe dato fastidio il
fatto che mi avesse chiamato puffo, ma in quell'istante mi sono chiesto
come
diavolo avessi potuto dubitare della sua amicizia nei miei confronti.
Senza di
lui la mia vita sarebbe incompleta e maledettamente monotona.
La nausea mi
era passata un poco e l'acqua che
Shin mi portò per sciacquarmi la bocca mi aiutò a
riprendermi ancora più in
fretta.
Mi alzai con
l'aiuto del batterista e mi stesi sul
divano con una coperta sopra che gentilmente Yu mi aveva procurato. Li
ringraziai e chiesi loro scusa per l'inconveniente di qualche ora
prima, loro
furono comprensivi questa volta.
Accesi la TV
per distrarmi un po' e finalmente ci
capii qualcosa in quello che dicevano, almeno nei programmi musicali.
Y: kirooooo il
telefono!
Yu
arrivò di corsa con il mio cellulare in mano,
risposi dopo aver mormorato un grazie al chitarrista. Tutti gli altri
erano
seduti intorno a me.
K: pronto?
-: Itoshii!
Sorrisi.
K: dimmi
amore, cosa succede?
R: ho una
bella notizia per te e per i tuoi
groupmates!!
K: wow!
Finalmente una buona notizia!
R:
perché, c'è qualcosa che non va?
K: ehm... No,
no. Solo che... Ecco... Non sto
proprio bene.
R: in che
senso? Amuur che ti succede?
Aveva una voce
disperata. Risi.
R: che
c'è da ridere? E io che mi preoccupo anche
per te...
K: ma nooo
dai... È che, ho preso un po' di
influenza. Ma sta passando...
R: il clima
qui non aiuta. Cavoli!
K: non
preoccuparti... Allora, qual'è la bella
notizia?
R: oh, si!
Allora... Al nostro manager state
simpatici e... Gli piace molto la vostra musica, così quando
gli ho chiesto se
ti potevo portare al concerto mi ha risposto di si!
K: oh...
R: mi ha detto
che potete venire tutti se volete.
K: oddio!
Arigatou, Itoshii!
R: ahah, non
ringraziarmi... È un piacere per me
vederti felice.
Arrossii
visibilmente e i miei compagni si misero
a ridere.
K: allora...
Ci vediamo venerdì.
R:
già... Beh, ciao.
Stava per
attaccare.
K: arigatou,
aishite iru Akira.
R: aishite iru.
Chiusi la
chiamata e guardai i miei compagni
impazienti di sentire cosa avevo da dire.
K: allora, a
chi va di andare a un concerto
venerdì?
Loro avevano
gli occhi sbarrati. Mi misi a ridere
come un pazzo quando loro si ripresero e si misero a saltellare per
tutta la
casa urlando di gioia.
Shin mi
abbracciò.
S: grazie
kiroooo!
K: non
è merito mio, ma di Reita. Shinny.
Mi
guardò con una faccia omicida per averlo
chiamato così e mi misi a correre per tutta la casa per
scappare da Shin mentre
Strify e Yu stavano ancora festeggiando.
Decisamente,
non so come avrei fatto senza di
loro.
--------
Grazie a chi mi segue... Davvero! Ecco a voi la ricompensa che vi
meritate^^
Sono di fretta -di nuovo- e posso solo postare questo capitolo che alle
cinque ho un impegno XD
Baci a tutti, vi manderei una cartolina dalla Sardegna ma non ho il
vostro indirizzo XD vi penserò comunque, grazieeee^^
|
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Capitolo 8 *** // ***
Non fucilatemi
per favore per la lunghiiiiissima attesa, è che in
prima superiore ce ne sono di novità
ç.ç
Vi
dirò una cosa... se avrò abbastanza commenti
entro la fine di oggi posto anche il capitolo successivo!!! :) chiedo
perdono a chi mi segue fedelmente ç.ç
Era
mercoledì, tra due giorni ci sarebbe stato il
concerto, ero elettrizzatissimo!
Stavo andando
verso casa di Aoi, non so perché.
D'altronde lui era anche un mio vicino di casa e sarebbe stato
maleducato non
andare a trovarlo... Così, magari, ci saremmo conosciuti
meglio.
Avevo comprato
un po' di biscotti e dolciumi vari
per fare una bella figura... Ero così agitato, e se non gli
andassi a genio?
Stavo per decidere di tornare indietro quando mi accorsi di aver
già suonato il
campanello.
Yuu Shiroyama,
appartamento B2.
Oddio, e non
ero nemmeno stato invitato. Magari
aveva da fare.
La porta si
aprì davanti ai miei occhi e il mio
cuore era agitato inusualmente, l'idea di conoscere i componenti dei
The
GazettE mi attizzava molto.
A: si? Chi sei?
Presi un
respiro fondo.
K: sono Kiro,
piacere... Non so se Reita vi ha
parlato di me... Ti ho disturbato?
A: oooh! Kiro!
Sisi. Che bello conoscerti, vieni
dentro su.
Cercai di
ignorare il doppiosenso che mi stava
balenando in testa e trattenni una risata che mascherai in un sorriso.
K: grazie,
Yuu-san. Oh, ti ho portato un
pensierino... Ti piacciono i dolci?
Vidi gli
angoli della sua bocca alzarsi verso
l'alto. Aveva un sorriso stupendo.
A: si! Beh,
non ne vado matto, ma qualche volta lo
zucchero fa bene.
Sorrisi pure
io. Ci fu un attimo di silenzio,
forse stava pensando a cosa fare.
A: beh, come
mai questa visita?
K: ecco,
vedi... Io ero curioso di conoscerti
prima del concerto di venerdì.
A: wow, che
bello! Vieni anche tu?
K: si, Akira
ha invitato me e tutti i miei
groupmates.
A: fantastico!
Ho sentito qualche vostra canzone,
non è male.
Sorrisi di
nuovo mormorando un 'grazie' molto
imbarazzato.
Il pomeriggio
in sua compagnia mi aveva messo di
buon umore ed era venuta anche l'ora di andare. Lo salutai e
inaspettatamente
lui mi diede un bacio sulla guancia che diventò di un rosso
porpora.
A: tratta bene
il nostro Akira, mi raccomando...
Lui sta bene con te.
Sorrise e mi
sciolsi.
K: certo,
arigatou.
Me ne andai e
mi trasferii da una casa all'altra.
Quando entrai Shin mi assalì di domande e non smise di
tormentarmi finchè non
squillò il telefono. Meraviglioso apparecchio, grazie.
Andò
lui a rispondere e io finalmente potei
rilassarmi sul divano, chiusi gli occhi... Che meravigliosa sensazione.
Shin mi fece
sobbalzare.
S: kirooooooo
è per te. Muoviti!
Mi alzai di
malavoglia, ma quando sentii la voce
di Akira alla cornetta mi si stampò in faccia un sorriso
ebete. Ero proprio
innamorato pazzo.
R: moshi moshi?
K: ciao amore.
Sorrisi.
R: itoshii,
hai da fare stasera?
K: mmmh... No.
Niente di interessante.
R: beh, ti
andrebbe... Si, insomma... Vorresti
venire fuori a cena con me?
Sorrisi.
Ultimamente avevo sorriso spesso.
K: intendi
dire... Come un appuntamento?
R: beh,
insomma... Si.
Mi lasciai
sfuggire una risata.
K: certo! E
dove mi porti?
R: eeeh,
è una sorpresa. Ti passo a prendere alle
otto. Aishite iru.
Non mi
lasciò nemmeno il tempo di rispondere che
già aveva riattaccato, che mi dovessi fidare di quel pazzo?
Massì, dai...
D'altronde è di lui che mi sono innamorato.
Ero pronto
alle otto meno un quarto e continuavo a
guardare fuori dalla finestra regolarmente. Non ero mai stato
così nervoso,
nemmeno prima di un concerto.
Finalmente la
sua auto fece capolino dalla
finestra e io mi precipitai fuori senza neanche lasciargli il tempo di
suonare
il campanello.
Me lo ritrovai
davanti, era meraviglioso...
Stavolta non aveva la fascia che gli copriva il naso ed era perfetto.
R: Dio... Sei
bellissimo.
Me lo ritrovai
davanti a pochi centimetri dal mio
viso e lui mi spinse leggermente fino a farmi toccare la schiena contro
il
muro. Dovevo guardarlo dal basso, era più alto di me. Si
chinò e mi baciò con
foga sulle labbra.
Avevo bisogno
di quelle labbra, le bramavo giorno
e notte... Quelle notti in cui lo desideravo e lui non c'era, quelle
notti in
cui mi ritrovavo a pregare che lui fosse lì con me e mi
ritrovavo solo con un
forte desiderio di rivederlo. Gli circondai con le braccia il busto
mentre le
sue mani andavano a portare scompiglio tra i miei ciuffi biondi. Le
nostre bocche
si compensavano meravigliosamente. I nostri corpi si
avvicinavano pericolosamente e poi si
allontanavanno andando a creare una stupenda danza. Lui era chino su di
me, io
avevo la schiena leggermente inarcata. Le nostre lingue si
accarezzavano in
modo complice e colpevole come quello che stavamo facendo, era
colpevole e
proibito e lo sapevamo. Tutto ciò rendeva il tutto ancora
più eccitante e
romantico. Avevo le gote rosso fuoco e mi sentivo il viso scottare.
Lo
strinsi ancora di più nel mio abbraccio. Avevo gli occhi
chiusi, piegai
leggermente indietro la testa cosicchè lui potè
concentrarsi sul mio collo.
Gli
accarezzai i
capelli attirando la sua attenzione su di me.
K: che bella
accoglienza.
Mi
avvicinai a lui facendo combaciare le nostre fronti. Sorrisi mordendomi
un
labbro seguito poi da lui.
R:
sei
ancora più bello quando arrossisci. Dio solo sa quanto ti
amo.
Rise
dolcemente. Gli diedi un altro bacio a fior di labbra.
K:
allora? Dove mi porti?
Non
so
per quanto viaggiammo per via della fascia nera che mi copriva gli
occhi, fatto
sta che quando scendemmo Reita mi portò alla base di una
enorme ruota
panoramica. Non eravamo decisamente a Tokyo.
K:
che
ci facciamo qui?
Ero
un
po' sorpreso. Mi aspettavo una cenetta in un ristorante vicino a casa,
non questo...
R:
abbi
ancora un minimo di pazienza.
Per
zittirmi mi baciò a stampo ignorando i commenti delle
persone intorno a noi. In
che razza di società blasfema viviamo? Li ignorai anch'io ma
non riuscii a
nascondere tutto l'imbarazzo che provavo in quel momento.
R:
stai
tranquillo, non badare a loro. Torno subito.
Sorrise
e scomparve qualche minuto per poi tornare a prendermi dirigendomi
verso una
delle cabine della ruota panoramica.
K:
non
crederai mica di farmi salire lì sopra?
Indicai
inorridito la ruota gigantesca. Lui roteò gli occhi.
R:
vedrai che quando sarai lì sopra mi ringrazierai. Dai,
fidati di me!
Anuii poco convinto ma lo
lasciai fare, ero curioso di sapere cosa si era inventato.
|
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Capitolo 9 *** // ***
Io
mi odio, lo sapete?? Ma come si fa a far aspettare così
tanto??? Scusateee ma la scuola mi sta portando via un sacco di
tempo... ç.ç Beh... sto zitta che è
meglio...
Salimmo
su una cabina della ruota panoramica preparata come se ci trovassimo in
un
ristorante. C'era un tavolo al centro e delle sedie molto particolari
ai suoi
lati. Tutto era addobbato meravigliosamente... La tovaglia era molto
particolareggiata
e i piatti, le posate e i bicchieri da cui era sovrastata davano un
tocco in più
a
quell'atmosfera fantastica. La ruota cominciò
a
girare. Rimasi di sasso. Reita prese in mano dei fiori che erano
appoggiati su
una delle sedie e li mise dentro a un calice che doveva essere un vaso
e poi mi
accompagnò
a una delle due grandi finestre che ricoprivano i lati
della cabina.
Mi
indicò
un lago
che dalla nostra posizione si poteva vedere benissimo.
R:
Non e' un panorama bellissimo? Non dirmi che non ti piace...
Fece
la faccia imbronciata e io non potei non ridere. Gli
diedi un bacio da mozzare il fiato, lui ne fu un poco sorpreso ma poi
stette al
mio gioco e si lascio' andare.
K:
tutto e' meraviglioso amore mio... Tu, il panorama e
tutto quello che stai facendo per me. Ti amo, ti amo tanto... Grazie
itoshii.
Lo
abbracciai più
forte che
potevo, volevo fargli sentire quanto lui fosse importante per me. Ci
sedemmo e
mangiammo, a ogni giro completo che la nostra cabina compiva dei
camerieri ci
consegnavano le nostre ordinazioni e passammo una serata veramente
meravigliosa. Qualche volta dondolavamo e avevo un tuffo al cuore, ma
ogni
volta Reita mi abbracciava e mi diceva che non era niente e io mi
tranquillizzavo. Al giro successivo Reita chiese agli addetti di non
disturbarci piú
e che non avevamo piú
bisogno di nulla, loro sogghignarono sotto i baffi ma io li ignorai...
Mi
sentivo al settimo cielo e non mi importava minimamente il giudizio di
nessuno.
Arrivammo
a metá
del nuovo
giro quando Reita venne vicino a me... stavamo osservando il panorama
meraviglioso che si vedeva da lassú.
K:
perché
fai tutto questo per me?
Sussultó
per un secondo, evidentemente non si aspettava questa
domanda. Si voltó
verso di me e mi guardó
dritto negli occhi.
R:
perché
ti amo... Davvero...
Le
sue parole... erano cosí...
In quel momento mi sembró
cosí
vero
ció
che mi diceva, sincero come non mai. Mi sciolsi definitivamente tra le
sue
braccia. Mi bació
con passione e io lo lasciai fare... Mi lasciai trasportare
completamente.
Quella sera provai delle emozioni meravigliose, le piú
belle di tutta la mia vita con la persona che amavo di piú
al
mondo e che non ho mai smesso di amare e stimare con tutto me stesso.
La nostra
prima volta fu lí,
in quella cabina, con un panorama meraviglioso e
un'atmosfera stupenda, mentre la ruota si era fermata per caso a causa
di un
malfunzionamento. Non lo ringraziai mai abbastanza per quello che fece
per me. Tutto
quella sera fu meraviglioso... Tutto.
Dopo
la
cena andammo a casa e finalmente scoprii in che posto mi aveva
portato... Non
era neanche cosí
lontano da Tokyo come avevo immaginato.
Reita
si fermó
sotto casa
mia e rimanemmo ancora un po' a parlare e a baciarci finché
non
fece troppo tardi e non riuscii piú
a nascondere il sonno. Rei mi dette un ultimo bacio a
stampo prima di dirmi dolcemente di andare a dormire che era evidente
che avevo
sonno. Lo ringraziai di tutto e quando arrivai a casa mi buttai sul
letto a
peso morto addormentandomi istantaneamente senza neanche togliermi i
vestiti.
Il
risveglio il mattino seguente non fu molto dolce. Yu
inusualmente stava cercando di prepararci la colazione, ma per sbaglio
la
caffettiera maledetta che negli ultimi giorni ci aveva recato non pochi
disagi
decise che preferiva il pavimento ai fornelli.
Mugugnai
senza riuscire a lamentarmi sonoramente per quel
risveglio non proprio perfetto e mi rigirai nel letto cercando di
riprendere
sonno, fallendo miseramente. E avevo anche la porta della camera
aperta! Beh,
ero troppo felice per la giornata di ieri che decisi di non arrabbiarmi
con il
povero chitarrista ma di andare ad aiutarlo. Dopo un veloce buongiorno
lo
aiutai a ripreparare tutto...
Dovevo
avere proprio una faccia da ebete perché
Yu
mi guardó
con un'espressione maliziosa e mi chiese
Y:
allora Kiro... com'é
andata ieri sera?
Io
roteai gli occhi ma poi mi misi a ridere, lui mi guardó
come
per dire "che cavolo ridi?".
K:
é
andata bene, si...
Y:
faró
finta di credere che questo é
tutto quello che hai da dire!
Roteai
gli occhi, mi stava cercando di corrompere? Ma in
questa casa un po' di privacy no?
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Capitolo 10 *** // ***
In questo
capitolo compaiono tutti i membri dei Gazette! Per chi non lo sapesse
metto qui
di seguito i loro nomi d'arte, quelli veri e il loro ruolo nella band.
Alla
fine scriveró il loro nome
abbreviato che useró per i dialoghi:
Aoi Yuu
Shiroyama
Chitarra
A
Reita Akira Suzuki
Basso
R
Ruki
Takanori Matsumoto
Voce
Ru
Kai
Yutaka Uke
Batteria
K
Uruha
Kouyou Takashima
Chitarra
U
Ora vi
lascio alla storia ^^
Era il grande
giorno! Eravamo tutti elettrizzati
al massimo, neanche fosse un nostro concerto... La mattina l'avevamo
passata a
dormire -o meglio- a cercare di riposarci.
Il pomeriggio
ci preparammo velocemente, forse
troppo velocemente, infatti dovemmo aspettare ed eravamo impazienti che
arrivassero. L'appuntamento era per le quattro ed erano solamente le 2
e mezza!
Avevamo fatto fin troppo presto, per fortuna che avevamo trovato
qualcosa da
fare nel frattempo.
I GazettE ci
vennero a prendere puntuali con il
loro tourbus. Salimmo e salutai tutti i componenti. Aoi mi sorrise piú di tutti gli
altri...
Aveva proprio un bel sorriso. Ma che diavolo stavo dicendo? Beh, peró é vero...
A: Ohayou
gozaimasu kiro!
K: buon giorno
anche a te
Sorrisi felice
di riuscire a capire almeno un po' il giapponese. Si alzó e venne ad
abbracciarmi per poi presentarmi gli altri membri della band -escluso
Akira
naturalmente-, come se non sapessi giá chi fossero.
K: Piecere
Kiro,
io sono Kai... Felice di conoscerti! Dou itashimashite!*
Mi sorrise
amichevolmente e gli strinsi la mano che lui gentilmente mi aveva porso
poco
prima. Il suo sorriso era... energico! Si, doveva proprio essere un
tipo
socievole e solare, d'altronde era lui a capo della band.
Passai a Uruha
che si presentó. "Dio che bei
capelli..."
Mi accorsi
solo
dopo di aver detto quella frase invece di pensarla solamente.
U: Cosa?
K: Oh, niente.
Stavo pensando che hai proprio dei bei capelli.
U: Ahah,
grazie
mille
Arrossí un po' e io
trattenni a stento una risata.
E poi mancava
lui, Ruki. La diva dei GazettE. Si, me lo confermarono i suoi vestiti
argentati
super attillati e il modo in cui era seduto sulla piú lussuosa
poltroncina del bus, se si possa definire cosí. Poi i suoi
capelli...
Erano perfetti, nemmeno uno fuori posto.
K: ehm,
piacere... Sono Kiro.
Gli tesi la
mano
presentandomi. Mi sentivo davvero a disagio... non sapevo cosa fare. E
se mi
avesse disprezzato? Peró non avrebbe
avuto motivo di farlo. Mi fulminó con lo
sguardo,
ero sotto tensione massima. E adesso, che fare?
Mi guardava in
modo strano, pensavo che mi avrebbe liquidato subito senza nemmeno
rispondermi
e invece si mise a ridere sciogliendo quell'imbarazzo che provavo da
quando lo
avevo visto. Mi rilassai. Lui saltó in piedi
agile e mi
abbracció di slancio,
rimasi sorpreso da quel gesto, per la
seconda volta quel giorno, ma fui felice di quel contatto.
Sorrisi, Reita
guardava me e Aoi con una faccia a dir poco sorpresa, forse era
sorpreso di
tutta quella confidenza.
K: ma voi vi
conoscevate giá prima?
A: sí... cioé siamo vicini
di
casa e l'altro ieri abbiamo fatto conoscenza.
U: wow! Allora
kiro, come ti é sembrato Yuu?
Spero che non ti abbia cucinato niente, é proprio
negato
in questo!
Risi. Ridemmo
tutti a parte Reita che, si capiva lontano un miglio, era geloso.
Presentai i
miei amici a tutti e poi, quando erano concentrati in una converazione
animata,
mi allontanai dal gruppo e me ne andai da Reita... era seduto in
disparte. Mi
sedetti sul posto vicino al suo e gli accarezzai la testa dolcemente.
Lui giró la testa di
scatto verso di me.
K: ehy
amore...
che hai? Ho detto per caso qualcosa di sbagliato?
Negó.
R: no, é solo che sono
rimasto sorpreso da te e Aoi, non mi aspettavo tutta questa confidenza
tra voi.
Non é niente.
Tornó con la testa
voltata dall'altra parte, il volto spento. Gli appoggiai una mano sulla
spalla
sinistra.
K: se ti
preoccupa il fatto che frequenti altri ragazzi sappi che non ti tradiró mai, ti amo
troppo.
Presi il suo
mento tra le mie dita e lo baciai passionalmente fregandomene della
presenza
degli altri, volevo solo che lui capisse veramente quanto era
importante per
me. Quando mi staccai lui sorrideva raggiante e i nostri colleghi
sembravano felici.
Aoi aveva un sorrisino strano, al momento non capii il perché e non ci feci
caso, ero troppo felice.
A: Allora,
partiamo che sennó si fa tardi!
Il mio sorriso
si spense quando vidi i suoi occhi farsi lucidi prima che si voltasse a
dire
all'autista quelle parole. La sua voce tremava.
Arrivammo nel
luogo dove ci sarebbe stato il
concerto dopo una mezz'ora di viaggio, eravamo puntualissimi. Non
incontrammo
nessuno nel tragitto fino ai loro camerini tranne l'autista che ci salutó tutti come se
fossimo
vecchi amici, che uomo gentile.
Le prove
durarono alquanto poco, non eseguirono
mai nessun brano fino alla fine, erano davvero tanti e poi dovevano
saperli giá bene. Noi
eravamo dietro le quinte, ci avevano detto che
potevamo stare lí
tranquillamente anche se avevamo lo stesso i biglietti per entrare come
normali spettatori.
Alle 5 e mezza
circa i
gaze fecero tutti uno spuntino perché il concerto
durava due
ore e non avrebbero potuto resistere senza mangiare, noi gli facemmo
compagnia.
Aoi peró sembrava non
avere molta fame, mi avvicinai a lui che
quando mi vide sussultó.
K: Ehy Yuu,
non hai
fame? Cosa ti succede?
Lui mi fissó per qualche
istante
negli occhi per poi scrollare la testa da chissá quali
pensieri, mi stava
facendo preoccupare.
A: Non é niente Kiro,
grazie.
Mi accontentai
della sua risposta anche se il cuore mi batteva all'impazzata e mi
sentivo in
ansia per lui. Annuii e mi allontanai diretto da Akira.
Quando fu ora
di
entrare in scena i GazettE insisterono perché noi stessimo
dietro le
quinte e non sotto al palco insieme agli altri fans, noi accettammo
volentieri.
Entrarono in scena accompagnati da un boato del pubblico quando il telo
che
copriva il palco cadde a terra mostrando i gaze che avevano giá cominciato a
suonare Agony. Eravamo dalla parte di Aoi, a destra del palco.
Le luci erano
spente e c'erano dei fasci sottili di luce colorati che correvano lungo
tutto
il palco, di tanto in tanto Aoi volgeva lo sguardo verso di noi. Giusto
per
assicurarsi che fossimo ancora lí, immaginai.
Durante
Miseinen, mentre stava eseguendo il suo assolo, notai Aoi voltarsi
nuovamente
verso di noi, ma sgtavolta aveva una lacrima che gli solcava il volto.
Incroció il mio
sguardo,
impaurito come non mai da quell'azione cosí inaspettata,
e si voltó
immediatamente,
come se avesse fatto un errore guardandomi. Non guardava il pubblico,
aveva lo
sguardo fisso a terra, i muscoli contratti per lo sforzo e giurai che
stesse
dando il massimo di sé in quel
momento. Alzai la voce per parlare con i miei
compagni.
K: lo avete
visto anche voi?
S:
cosa Kiro?
Io
non ho visto
niente.
Il cuore mi
batteva forte, lo sentivo sanguinare.
Rimasi scosso
e
sorpreso da quella lacrima, quell'espressione cosí triste e...
rassegnata. Chissá che gli
prendeva.
Venne il
momento
di Reita, il mio Reita. Il suo assolo, che avevo amato dalla prima
volta che lo
avevo sentito, come lui.
Mi sorrise,
sorrise verso il luogo dove ci eravamo appostati. Sentii il cuore
accelerare e
battere forte in gola, non ragionavo piú tant'é che per un
attimo mi dimenticai di quello che mi aveva fatto preoccupare poco
prima,
quell'espressione di Yuu...
I miei
compagni
erano immobili, sognanti. Ruki era scatenato, aveva un'energia che
prima
d'allora non avevo mai incontrato in un essere umano.
Kai? Il suo
sorriso era il piú bello che
avessi mai visto in tutta la mia vita, quanto
a Uruha... non lo vedevo. Era dalla parte opposta del palco ed era
troppo
lontano da me, ma alle volte lo vedevo sbucare da dietro alla schiena
di Aoi ed
era scatenato anche lui, si stava divertendo.
L'unico che
sembrava non essere felice di suonare in quel live era, appunto, Aoi.
Fatto
moolto strano.
Sentii una
mano sulla
spalla e inizialmente pensai ad uno Yu commosso e bisognoso di affetto,
ma ben
presto mi accorsi di due uomini alti come colossi e muscolosi che ci
dicevano
qualcosa in giapponese. Dopo varie spiegazioni in inglese capimmo che
non
potevamo rimanere lí dietro le
quinte, non era pemesso a nessuno. Noi gli spiegammo che eravamo
stati autorizzati direttamente dai GazettE a stare lí ma loro
risero
accennando un "si, come no" e ci cacciarono fuori. Voltai l'ultima
volta la testa verso il palco pregando che Aoi si accorgessi di noi e
fermasse
quelle torri dei loro bodyguard prima che la porta ci si chiudesse in
faccia.
Non si era accorto.
Y: e adesso?
S: cazzo!
Strify si portó le mani alla
faccia,
coprendola.
Mi venne
un'illuminazione.
K: Aspettate,
credo di
avere la soluzione al nostro problema!
*Sei
il benvenuto
Eccomi di nuovo qua dopo secoli di inattività -.- rileggendo
questa storia mi è venuta voglia di continuarla. Mi era
passata tempo fa vedendo le 0 recensioni ma sono tornata per non
lasciare tutto in sospeso. Apprezzerò molto chi
avrà voglia di continuare a seguirmi anche con la mia nuova
storia sui Versailles-Philharmonic Quintet- che ho postato da poco.
Arigatou gozaimasu^^
|
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