A Japan Dream

di daddadda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** // ***
Capitolo 2: *** // ***
Capitolo 3: *** // ***
Capitolo 4: *** // ***
Capitolo 5: *** // ***
Capitolo 6: *** // ***
Capitolo 7: *** // ***
Capitolo 8: *** // ***
Capitolo 9: *** // ***
Capitolo 10: *** // ***



Capitolo 1
*** // ***


KiroxReita... è un nuovo esperimento e per ora mi piace come coppia **
Beh, non vi anticipo niente ^^

Capitolo un po' corto, ma mi farò perdonare, ce ne saranno di più avventurosi presto.

Questo mio scritto non ha nessuno scopo di lucro in quanto creato solo per dare un passatempo alla sottoscritta. I personaggi non mi appartengono e non ho alcuno scopo nel rovinare la loro reputazione o immagine.

Camminavo per le strade di Tokyo con i ragazzi mentre fumavo una sigaretta... Risi guardando quei due sclerati biondi rincorrersi per il marciapiede, per una cosa che poi solo Strify sapeva... Si, erano decisamente matti. Rallentai fino a raggiungere Yu che inizialmente era tutto solo fino a che non arrivai io a rompere le scatole, ma sono fatto così...

K: Yuuuuukito a cosa pensi?

Feci il mio sguardo da cucciolo bastonato a cui nessuno sapeva resistere...

Y: che ti interessa scusa? Brutto platinato ficcanaso.

Mi scompigliò i capelli e rise...

K: ma... Ma, io volevo solo sapere come staviiiii

Mi guardò negli occhi e scoppiò a ridere

Y: tu sei proprio forte nanetto

K: non chiamarmi così

Feci la faccia imbronciata e me ne tornai a camminare da solo finchè shin non mi si catapultò addosso facendomi cadere... Mi rialzai da terra furioso

K: era meglio se quest'estate facevi un po' di palestra perché ora ti toccherà correre veloce...

S: oddeo! Abbi pietà di me, ti prego...

K: corri!

Io presi a correre e lo raggiunsi in poco tempo, lo afferrai per un braccio e poi scoppiammo a ridere tutti e due.

Tornammo a casa perché iniziava a fare freddo e il sole stava per tramontare, la casetta che avevamo affittato non era molto lontana dal centro e così ci mettemmo poco.

Voi vi chiederete perché stiamo a Tokyo... Diciamo che abbiamo deciso di farci una vacanza e di cambiare un po' aria...

Questa città è meravigliosa, mi ha sempre affascinato… così ho avviato l’idea di uno svago quaggiù, in Giappone.

Yu si sta mettendo a cucinare degli spuntini per stasera mentre io e shin andiamo a farci una doccia... Strify si appropria del divano dopo aver preparato la tavola...

E Romeo, vi chiederete? Beh, lui non è voluto venire -e francamente sono felice di questa sua scelta- perché dice che non sono cose per lui... "io preferisco restare alla normalità" ci ha detto, come se il fatto di andare a fare le vacanze in un altro continente non sia normale...

Apro il getto di acqua calda della doccia e provo subito sollievo nel sentire quel così bel calore scivolare sul mio corpo. Cavoli, fuori quasi nevica... Shin entra poco dopo, noi siamo abituati a fare la doccia insieme... D'altronde ci conosciamo da parecchio tempo, non c'è imbarazzo tra di noi.

Dopo cena ci appollaiamo sul divano tutti e quattro alla meno-peggio nel tentativo di guardare un po' di tv, ma è difficile considerando che è tutta in giapponese... Così ci assopiamo l'uno appioppato all'altro e shin mi abbraccia nel sonno, così mi addormento cullato da quel meraviglioso e caldo abbraccio.

Arigatou a chi ha letto**

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Capitolo 2
*** // ***


Oddio non so usare l'HTML -.-
Scusatemi infinitamente... sono un disastro -.-
Beh, che dire... qua la storia inizia a movimentarsi :) Buona lettura!

-: striiiiiiiiiiify sono finite le scorte di cibo, puoi fare un salto al supermarket qua sotto per favore?

Che bel risveglio eh... Ero nel mio letto, qualcuno mi ci doveva aver portato la notte prima... Chiunque sia stato, lo ringrazio... Ma ciò non bastò per attutire le urla mattutine dei due egocentrici della band... Credo che insieme starebbero bene quei due.

Mi alzai ancora assonnato ed entrai in salotto blaterando qualcosa che da lucido non mi sarei mai sognato di dire…

K: ehy, ehy... Ci vado io tra mezz'ora a fare la spesa. Basta che la piantate di sbraitare, per favore...

Mi sedetti a tavola pensando che quei due potevano almeno aver preparato la colazione, ma mi ricredetti presto… Che sfaticati.

Mi guardarono con uno sguardo stranito come per dire “ma che cavolo stai aspettando?” e io roteai gli occhi stufo.

E così, eccomi per le strade gelate di Tokyo alle 7 di mattina.

Forse non era stata una brillante idea andare in Giappone a novembre, ma tanto da lì a Berlino non c'era molta differenza di clima in quel periodo.

Entrai nel market e con mio sollievo sentii che era riscaldato, si gelava là fuori...

Allora, di cosa abbiamo bisogno... Inanzitutto la pasta per la pizza.

Girai un po' di corsie guardando la mia lista della spesa e fui così maldestro da andare addosso a un uomo... Che sbadato.

Chiesi subito scusa e cercai di giustificarmi blaterando inutilmente, ma quando questi si girò... Restai immobile, non respiravo quasi... I suoi occhi mi penetrarono l'anima come coltelli affilati.

Profondi.

Sorrise.

Che bel sorriso... Portava una fascetta all'altezza del naso, cosa buffa. No?

-: stai bene?

Mi porse una mano per aiutare ad alzarmi in piedi e... Lo riconobbi subito.

K: ma tu sei...

-: si, sono chi pensi tu... Reita, piacere

Mi si illuminarono gli occhi... Non ci credevo.

Gli strinsi la mano emozionato e sentii che mi batteva forte il cuore.

R: beh, felice di averti conosciuto ehm...

K: kiro.

R: che bel nome! Beh, io devo scappare... Ho un po’ di fretta. I miei coinquilini aspettano ancora la colazione, scusa. Ciao kiro!

K: arrivederci... Reita.

Ero così emozionato che non sono neanche riuscito a chiedergli un autografo... Stupido, stupido kiro!

Un’occasione preziosa bruciata.

Ricominciai a pensare alla spesa che stavo facendo prima di quell’incontro inaspettato.

Girai qualche scaffale per cercare il latte, ma non ci capivo niente. Tutte le bottiglie erano uguali e i cartoni bianchi avevano solo qualche scritta che li distingueva, le quali non capivo minimamente.

Presi il primo cartone da litro che mi capitò sott’occhio e lo infilai nel carrello. Stavo facendo progressi.

Pagai velocemente e uscii per ritornarmene a casa al caldo.

Arrivato a casa misi le cose appena comprate in frigorifero e nella dispensa e mi guardai intorno.

Decisi che quella casa aveva bisogno di una sistemata e mi offrii di risistemarla, tanto non avevo altro di importante da fare.

Così mi misi a mettere in ordine quel caos e finii con il mangiarmi un intero sacchetto di biscotti al cioccolato che avevo trovato per caso in dispensa e che non mi ricordavo nemmeno di aver comprato.

Presi il telecomando e mi scaraventai sul divano cambiando i canali a casaccio.

Direi che il Giappone è organizzatissimo ed efficiente in tutto, ma la televisione è un po’ il suo punto debole, non parlando dei loro film certo… Quelli sono stupendi.

Spensi la TV scocciato dal fatto di non capire il giapponese, come molte volte avevo già fatto ormai quella settimana, e mi chiesi che fine avevano fatto gli altri. Me ne ero ricordato un po’ troppo tardi…

Mi guardai in giro spaesato e mi accorsi di un messaggio a penna lasciatomi da qualcuno sul tavolino del soggiorno

“Caro kirooooo,

noi siamo andati a farci un giro nelle vicinanze

perché non sapevamo che fare senza di te a

casa da soli.

Abbiamo pensato di prendere poi qualcosina

del luogo da mangiare per pranzo, quindi

ci pensiamo noi a quello!

Ci vediamo più o meno alle 13.00

Ciao!

                                    Shin <3”

Beh, non sapevo che altro fare a casa da solo così decisi di uscire di nuovo. Lo so che sono monotono, ma cosa altro potevo fare in quella casetta solitaria?

Presi le chiavi, una bella sciarpa pesante e me ne tornai fuori in strada. Che cosa potevo fare di interessante?

Presi a camminare, qualcosa avrei trovato.

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Grazie a chi ha letto questa schifezza .-. scusate per gli errori >.<

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Capitolo 3
*** // ***


E rieccomi qua!! Scusate se vi ho fatto aspettare ma ero al mare e non avevo disponibilità di aggiornare *chiede scusa in ginocchio*
Ecco che la storia comincia a farsi più movimentata e interessante, ma non vi anticipo nulla!


Presi una sigaretta dal pacchetto appena comprato e la stavo per accendere quando mi ripensai e la buttai a terra, forse era meglio limitare il fumo, almeno alla mattina.

Mi guardai un po’ intorno alla ricerca di qualcosa di allettante da fare quella mattina, ma non trovai niente che mi attizzava.

Mi incamminai guardando distrattamente le vetrine e mi fermai davanti a quella di un negozio di dolciumi, ero incantato.

Quei dolci erano così… perfetti. Pur essendo semplici erano meravigliosi. Dovevo assolutamente prenderne qualcuno, avrei giurato che fossero anche buonissimi.

Aprii la porta e quando la riaprii per uscire avevo in un pacchetto carinissimo in mano con all’interno una bella sorpresa per i ragazzi. Avevo anche comprato qualche dolcetto per me, per potermi sgranocchiare un po’ di cioccolato nei prossimi giorni.

Ritornai a casa tutto felice e feci per aprire il portone di entrata che racchiudeva delle piccole casette compresa la nostra, quando mi accorsi che era chiuso a chiave.

Cercai le chiavi nelle tasche dei pantaloni ma non ne trovai traccia. Appoggiai il pacchettino con la mia torta a terra e cercai meglio, ma mi resi conto di avere solo le chiavi di casa, non quelle del portone esterno.

Avrei dovuto aspettare che tornassero i miei amici per entrare in casa, e intanto quella torta si sarebbe rovinata lì fuori.

Mi sedetti sullo scalino più basso della scala ad aspettare, magari non ci avrebbero messo così tanto. Almeno, lo speravo. Si congelava veramente.

Le nuvole iniziavano a scomparire e si iniziava a stare meglio anche se il sole era ancora troppo basso per scaldare la terra.

Sentii il portone aprirsi dietro di me e feci un salto, magari finalmente sarei riuscito ad entrare in casa! Il mio cuore saltò un battito quando vidi che chi era appena uscito dal cancello dove abitavo era Reita.

R: ehy, kiro! Come mai qua fuori?

Mi si illuminarono gli occhi, un’altra occasione per parlare con lui… che meraviglia.

K: beh, io qui ci abito… cioè… ho affittato questa casetta per passarci le vacanze invernali con i miei compagni

R: ahah che coincidenze! La sorella di Aoi abita qua, lui starà qui da lei per un po’ di tempo fino a che non troverà un nuovo appartamento… Ma come mai sei qui fuori al freddo se abiti qui?

K: beh, ecco… Vedi, io ho le chiavi della casa, ma non del portone qua fuori. Così purtroppo sono rimasto chiuso qua fuori con questa torta che si sta rovinando sul marciapiede invece di stare in frigo.

R: oh, scusami allora per il disturbo. Vorrai metterla al fresco adesso, no?

K: beh si, ma se non fosse stato per te sarei ancora disperato a chiedermi che fine abbiano fatto i miei amici

Ridemmo in coro un po’ imbarazzati dalla situazione.

K: quindi, beh… ti va di venire dentro così ti offro anche qualcosina?

Gli si illuminarono gli occhi, lo vidi nelle sue iridi nocciola.

R: certo! Grazie.

Mi abbracciò per poi staccarsi velocemente, imbarazzato, grattandosi la testa nervosamente.

K: andiamo allora!

Lo girai su se stesso prendendolo per le spalle e lo spinsi leggermente dentro il cortile.

Girai le chiavi nella toppa della porta dopo aver fatto pochi passi accanto a un Reita veramente nervoso ed entrai in casa. Poi indietreggiai accorgendomi di non aver fatto entrare prima l’ospite che apprezzò il mio semplice gesto, in Giappone d'altronde sono tutti molto educati e rispettosi.

Presi il suo cappotto e lo appesi all’appendiabiti, seguito subito dal mio.

Per prima cosa misi la torta in frigorifero e poi versai i pasticcini appena comprati in un vassoio di vetro trasparente. Lo portai in salotto e lo poggiai sul tavolino, Reita assaggiò un pasticcino e rimase affascinato.

R: wow! Sono speciali, buonissimi. Dove li hai comprati?

K: li ho presi alla Tawashimo Iiwotaki… mi piaceva molto il loro aspetto e ho pensato di prenderne qualcuno.

R: hai fatto davvero bene. Assaggiane uno!

Ne prese uno e me lo mise in bocca. Quelle dita che toccarono le mie labbra erano come lame bollenti, sentivo che mi bruciavano la pelle… chiusi gli occhi e assaporai quel pezzo di cioccolata.

Mi mandava in estasi, o forse era Reita?

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Un po' corto, ma non lapidatemi çAç Presto posterò se riesco perchè, come ho già detto all'inizio, sono al mare per almeno un altra settimana ancora...
E adesso, lo spazio lettrici *si deprime vedendo che sono solo due çAç*
E vabbuò dai... i gusti son gusti u.u mi accontentooooo **

Chiby Rie_chan : beh, graaazie ** eccoti accontentata :) spero che dopo questa schifezzina continuerai a seguirmi lo stesso *la prega in ginocchio* xD

LaIKa_XD:  ma graaaazie mia guardia del corpo ** ahahha si sei tu quella pazza, ma non ho mai negato di esserlo anch'io u.u Buon soggiorno al mare e buone vacanze!!!! ;)

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Capitolo 4
*** // ***


Allora... che dire? beh... io in questa ff ci ho messo davvero tanto di me stessa, ma questo ve lo dirò al momento giusto XD
*non sa più che dire* beh, vi lascio alla lettura ^^ grazie di cuore a chi mi segue e un abbraccio grande a chi recensisce, senza di voi non so come farei ad andare avanti con questa storiella ** *adesso smettila però! ndlettrici* *oh si scusate ndme* *se ne va XD*

Quelle sensazioni, cosa diavolo mi stava accadendo?

Dopo che avevo portato a Reita i dolcetti che avevo comprato ci eravamo messi a parlare, finendo in un discorso sulla televisione Giapponese… Gli avevo detto che non ci capivo niente di Giapponese così lui insistette per illustrarmi un po’ la grammatica della sua lingua. Avevo acceso la TV e ci eravamo messi sul divano a discutere in un inglese un po’ titubante ma era divertente. Ero andato a prendere una lavagnetta magnetica dove potevamo scrivere e sbizzarirci, ma l’avevo presa principalmente per capire come scrivere i segni Kanji, sono i più difficili tra tutti gli altri.

Io cercavo di scrivere il meglio possibile ma lui continuava a fare segno di no con la testa e a ridere, così dopo un po’ decise di farmi una dimostrazione e di disegnarli lui i segni… io non ero per niente d’accordo, volevo riuscire a capire da solo… Ci avrei scommesso che prima o poi sarei riuscito a scrivere qualcosa in giapponese.

Lui cercò di prendermi di mano la lavagnetta ma io la nascosi dietro la schiena e nel tentativo di prenderla mi cadde addosso schiacciandomi tra il suo corpo e la pelle del divano.

La sua mano mi percorreva il fianco destro mentre il mio cuore cominciava a battere all’impazzata. Mi girava la testa e mi sentivo bollente.

Cercai di riprendere il controllo ma non desideravo altro che quella mano e quel corpo… e quelle labbra. E… lui.

Non sapevo che fare, ero nel panico ma ci pensò lui…

Fece scivolare la sua mano dietro la mia schiena e mi strappò di mano la lavagna magnetica staccandosi da me improvvisamente. Sentii che mi stavo calmando, quel calore… quel corpo mi aveva abbandonato… ma quel poco tempo insieme, i nostri respiri insieme… meraviglioso.

Si mise a ridere e scrisse qualcosa sulla tavoletta.

R: che c’è scritto? Vediamo se hai imparato…

Lessi… non sapevo minimamente che ci fosse scritto su quella lavagna magnetica.

Ai… e poi? Non avrei mai indovinato… mi arresi.

Si avvicinò a me e mi sussurrò qualcosa in giapponese nell’orecchio.

R: Aishite iru kiro…

K: cosa? Oddio non ho mai sentito questa parola…

Il suo soffio sulla mia pelle… oddio. Volevo sapere assolutamente cosa significava quello che mi aveva appena detto. Si, ero curioso.

Girarono delle chiavi nella serratura, gli altri erano arrivati. Reita si staccò da me di colpo e si ricompose.

Entrarono in casa.

Y: ehy kiro! Non dirmi che non hai fatto nien...

Vidi shin immobile davanti alla porta d’entrata con gli occhi luccicanti e risi fra me e me.

R: konnichiwa

S: oddio kiro, che ci fa lui nel nostro divano?

Strify corse verso di me con lo sguardo allucinato e gli occhi sbarrati.

K: ehm, ci sta seduto?

Reita rise mentre gli altri erano troppo imbambolati per farlo.

S: intendo dire, come mai un bassista così famoso sta a casa nostra? Lui, oddio…

K: beh, ecco… oggi casualmente ci siamo incontrati in giro un paio di volte e così abbiamo deciso di venire a casa, là fuori si gela. Perché, non vi va bene? Lui era qui perché faceva visita ad Aoi che abita con la sorella qua a fianco. E poi se Reita non mi avesse aperto il portone qua fuori sarei ancora là a congelarmi.

Sh: wow

Shin sospirò e si passò la mano destra nei capelli. Era evidentemente accaldato.

Y: beh, già che ci siamo… noi adesso facciamo qualcosa da mangiare. Reita, vuoi unirti a noi?

Io lo guardai pregandolo con gli occhi di restare ma lui scosse la testa.

R: arigatou, ma non posso rimanere. Sono stato fuori già per fin troppo tempo. Ci sentiamo in giro e grazie ancora a tutti, piacere di avervi conosciuti.

Ero un po’ triste, ero stato così bene con lui quella mattinata…

Sentii la porta di casa chiudersi alle sue spalle e sospirai. Ci saremmo di sicuro rivisti presto.

Mi preparai al terzo grado dei miei amici che arrivò molto presto da dei cinema bizarre sconvolti.

Spiegai loro tutta la storia e dopo un po’ decidemmo di mangiare dato che erano ormai le due e alla fine del pranzo mangiammo la torta fredda al cioccolato che avevo comprato, era buonissima.

Mi rintanai in camera mia dicendo che mi sentivo poco bene, e in effetti era vero. Mi girava la testa e non riuscivo nemmeno a stare in piedi perché sentivo i crampi alla pancia, cavoli… ci mancava anche questa, il gelo di Tokyo non mi aveva fatto molto bene.

E che cavolo mi aveva detto Reita? Dovevo scoprirlo al più presto.

Cercai di non pensarci e mi misi a guardare un programma musicale nella mini-televisione che c’era nella mia stanza. Mandarono una canzone dei GazettE, vidi Reita nel video e sorrisi diventando tutto rosso. Che diavolo mi stava accadendo? Lo conoscevo da solo un giorno dopotutto…

Cassis, la mia preferita… che canzone meravigliosa, è grazie a questa canzone che ho conosciuto questo gruppo giapponese. Ah, quando sono arrivato qua speravo di poterli incontrare ma non pensavo che sarebbe successo veramente. Poi Reita da vicino è ancora più perfetto, quella sua fascetta che non si toglie mai gli da un tocco di… di… originalità? No, lui è tutto originale… non è per niente monotono, trova sempre qualcosa di strano da mettere.

Mi sedetti sul letto per vedere meglio il video, da distesi era difficile e mi girava la testa.

Sentii la testa bollire, sembrava che all’improvviso dentro la stanza ci fosse troppo caldo. Mi alzai per aprire la finestra ma mi dovetti risedere sul letto perché il mal di testa era aumentato. Forse era la musica troppo alta che mi faceva quest’effetto.

Presi il telecomando per abbassare il volume ma rimasi scioccato dalle parole che disse Ruki, non ne avevo mai fatto caso, ho ascoltato milioni di volte questa canzone.

“ashita anata no kimochi ga hanarete mo
kitto kawarazu aishite iru

ashita anata ni boku ga mienakute mo
kitto kawarazu aishite iru.”

Aishite iru… Reita mi ha detto la stessa identica cosa.

Presi subito il computer e dopo aver aspettato un’eternità che si accendesse ho cercato la traduzione del testo di Cassis dal giapponese al tedesco.

Aishite iru… Ich liebe dich. O Mio Dio.

Mi sentii mancare l’aria e riuscii a stare in piedi per miracolo. Aprii la finestra per prendere un po’ d’aria fresca che mi calmasse, feci respiri profondi… Non ci credevo. E perché mi aveva detto quello? Ci conoscevamo da neanche un giorno. Magari lo ha detto solo per scherzare.

Basta paranoie, il fatto è che me lo ha detto così… così… oddio.

Dopo un po’ mi sedetti sul letto ancora frastornato e non molto lucido e mi presi la testa in mano, constatando che avevo la febbre alta. Decisi di stendermi e dormire un po’.

Oddio.

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Capitolo 5
*** // ***


"avanzai di qualche passo verso la porta del castello e guardai all'interno delle mura, tutti guardavano dalla stessa parte: in alto, sulle mura c'era un ragazzo che voleva buttarsi... Non si sapeva nulla di quello che gli era accaduto, oh... Povero ragazzo...

Ma quando lo vidi in faccia per un secondo urlai, non ci potevo credere... Era lui, il mio Reita... Che gli era passato in testa?

k: Akiraaa... No, non farlo Akira! Noooo!

Corsi su per le scale e lo raggiunsi.

K: Akira, perché vuoi buttarti? Io morirei senza di te...

R: scusami Carsten, ma io devo stare con la persona che amo... Addio.

Rimasi senza parole, non ero di certo io allora chi lui amava... Fece un salto e io cercai di afferrarlo per tenerlo con me, ma ormai lui non era più mio... Forse non lo era mai stato.

Avevo le lacrime agli occhi.

K: Rei..."

Mi svegliai di colpo tutto sudato. Dovevo aver urlato perché subito accorsero Yu e Strify a vedere cosa mi fosse successo, erano parecchio allarmati. Arrivò anche Shin di corsa.

S: oddio kiro, che ti succede? Stai bene?

Shin si sedette sul letto accanto a me.

K: non lo so shin, mi fa male la testa...

Shin mi mise una mano sulla fronte e la ritrasse subito, dovevo scottare parecchio.

Non riuscivo nemmeno a stare seduto, mi veniva da vomitare. Mi stesi sul letto.

S: kiro, sei bollente... Avrai di sicuro la febbre. Ti porto un panno bagnato da mettere sulla fronte, tu riposati.

Tornò poco dopo con una bacinella d'acqua e un panno che inumidì nell'acqua fresca e mi mise in testa. Sentii subito sollievo, ma il panno si scaldò subito da quanto scottavo...

S: vuoi una maglietta pulta? Questa è tutta bagnata...

Anuii, avevo davvero poche forze.

Mi aiutò a cambiarmi e lo ringraziai. Lui sorrise.

S: gli amici servono a questo...

Mi diede un bacio in testa e mi lasciò riposare... Non volevo riaddormentarmi, non volevo rifare quell'incubo... Non mi sono mai sentito così male, al solo pensiero di perdere Reita... Ci conosciamo da così poco, eppure siamo già così legati...

Mi addormentai con questi pensieri, ero troppo privo di forze anche solo per pensare, me ne sarei occupato più tardi al mio risveglio.

Mi svegliai nuovamente sudato la mattina dopo, ma la nausea era passata. Avevo dormito più di quindici ore senza accorgermi di niente, dovevo essere proprio senza forze.

Decisi di andare a farmi una doccia e così feci. Ora riuscivo a stare in piedi perché il mal di pancia era passato, per il momento.

Quando uscii dalla doccia suonò il campanello ma lasciai a qualcun altro il compito di aprire, non mi sentivo per niente in forma.

Mi stavo vestendo quando la porta si aprì lentamente, qualcuno chiese pernesso.

La riconoscevo quella voce, sorrisi. Reita sbucò dalla porta della mia camera, aveva in mano una scatola della pasticceria Tawashimo Iiwotaki.

Sorrisi nuovamente e pensai quanto fosse tenero. Lui entrò e si accorse che ero ancora mezzo nudo, avevo il torso completamente scoperto e si scusò per il disturbo. Fece per andarsene quando io lo fermai pregandolo di aiutarmi a vestire, ero troppo debole.

Lui acconsentì un po' imbarazzato, io dovevo sembrare un ubriaco... Avevo la faccia da ebete e le guance rosse, non so se fossero così per l'effetto della febbre o quello delle mani di Reita che, fredde, mi attraversavano tutta la schiena bollente provocandomi qualche brivido.

Una volta finito di aiutarmi a vestire mi stese sul letto, mi girava un po' la testa. Lui si sedette accanto a me.

R: ti ho portato i cioccolatini che mi hai fatto assaggiare ieri... E che io ti ho quasi finito, scusa. Volevo farni perdonare.

K: grazie mille... Ma non serviva.

Calò un silenzio inquietante e nessuno sapeva cosa dire. Eravamo semplicemente io e lui.

R: beh, ti lascio riposare...

K: aspetta...

Lo dissi troppo debolmente che lui nemmeno mi sentì.

Si alzò per andarsene ma io lo seguii. Mi alzai forse un po' troppo in fretta e sentii come se la terra sotto i miei piedi si stesse muovendo.

Mi aggrappai a lui per non cadere. Solo dopo mi accorsi che lo stavo praticamente abbracciando. Sentivo le guance in fiamme.

K: aspetta...

Cercai di fare un passo ma finii con lo sbilanciarmi ancora di più. Ero a pochi centimetri di distanza dal suo viso.

K: aishite iru vuol dire ti amo... Perché me lo hai detto?

Sussurrai questo, non sapevo nemmeno cosa stessi facendo. Il mio subconscio mi stava facendo fare delle cose senza nemmeno farmele passare per il cervello, e io ero troppo debole per resistergli... Non so se a questo fantomatico subconscio oppure direttamente a Reita.

Lui rimase sorpreso di questa domanda e non seppe cosa rispondermi.

Sorrisi e lo fissai negli occhi.

K: Reita, lo so che ci conosciamo da così poco... Ma io credo veramente di essermi follemente innamorato di te, l'ho pensato fin dalla prima volta che ti ho visto in quel supermercato.

Rimase a bocca aperta per un tempo che mi parve infinito e poi si staccò dal mio abbraccio. Mi aiutò a stendermi nuovamente sul letto, i suoi occhi avevano cominciato a lacrimare e la sua mano aveva raggiunto la sua bocca, tremava... Mi sentii malissimo a quella visione, non volevo vederlo piangere.

Si mise a gattoni sopra di me ancora con quelle lacrime agli occhi, veniva da piangere anche a me a vedere lui così... Che poi non capivo il motivo di quelle lacrime. Non capivo che reazione aveva avuto dopo che gli avevo detto che lo amavo. Lui voltò la testa cercando di nascondere le scie salate lungo il suo viso, ma io asciugai le sue guance riportando i suoi occhi verso i miei.

K: perché piangi Reita?

La mia voce sembrava quella di un bambino, flebile, debole...

Lui in risposta mi guardò negli occhi cercando di calmarsi, si abbassò su di me e congiunse le nostre labbra...

Mi sentivo frastornato, la testa mi pulsava come non mai e sentivo il battito accelerato del mio e del suo cuore... Le sue mani, ora calde, vagavano per il mio collo e i miei capelli mentre le mie erano semplicemente abbandonate al letto. Lo abbracciai forte, non volevo perderlo per niente al mondo...

Le sue labbra umide lasciavano scie di baci su tutto il mio viso e io continuavo ad arrossire sempre di più, ma non mi interessava realmente il fatto di essere rosso come un pomodoro. Tutto il mio mondo girava ora intorno a lui, unicamente lui...

I suoi capelli mi facevano il solletico e la sua fascia mi grattava un po', ma non ci feci molto caso.

Ogni bacio che lasciava sulla mia pelle mi dava una sensazione di calore sempre maggiore che andava ad aggiungersi al calore che mi provocava la febbre.

Sentivo una sensazione di bagnato, ma non era sgradevole come le altre volte, anzi... La sua lingua sfiorò le mie labbra e io aprii la mia bocca mugugnando di piacere... Non sapevo cosa fare, ero senza forze ormai e stava facendo tutto lui. Avevamo bisogno di aria e ci staccammo per prendere fiato. La sua mano mi sfiorò il viso e andò ad accarezzare i miei capelli per poi infilarsi sotto la mia schiena ad abbracciarmi.

R: sei la migliore cosa che mi potesse capitare... Grazie. Ich liebe dich.

Sorrise e mi schioccò un altro bacio per poi stendersi accanto a me, mi abbracciò da dietro.

K: aishite iru Akira

Sussultò quando lo chiamai con il suo vero nome. Questa volta non avrei fatto incubi con lui al mio fianco...




Scusate ma ho pochissimo tempo, giusto quello necessario a postare... Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi. Grazie a chi mi segue e recensisce, senza di voi non so come farei! *-* arigatou!!! *sparisce* Scusate la fretta >.<

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Capitolo 6
*** // ***


Beeeene *ricompare* eccomi di nuovo, anche se ancora per poco... Poi me ne vado a Cagliari XD
Penso che se ci saranno abbastanza recensioni, visto che parto il 2,  potrei postare un altro capitolo domani...
Comunque... Forse vi sarete accorte che ho spostato la fic in un'altra sezione che prima non avevo notato, quella cross-over... mi è sembrata la sezione più adatta.
Beh, i commenti alla fine! Ecco a voi.

Mi svegliai alle undici, non mi ero nemmeno accorto di essermi addormentato di nuovo.

Reita non c'era, non sentivo il calore delle sue braccia sui miei fianchi e il suo profumo che ormai conoscevo bene. Sentivo le labbra ancora intorpidite da tutti quei baci che ci eravamo scambiati, o forse era solo la mia immaginazione? No, non potevo essermi immaginato tutto... Mi era sembrato fin troppo reale.

Mi sentivo meglio, il mal di testa era passato quasi del tutto e i crampi alla pancia pure... L'unica cosa di cui non ero sicuro era che fossi finalmente guarito, non avrei giurato che fosse tutto passato.

Dopo mezz'ora che vegetavo sul letto immerso nei miei pensieri decisi di andare in cucina dove trovai shin che stava preparando il pranzo saltellando dal tavolo ai fornelli, decisi di dargli una mano. Quando mi vide sorrise.

S: come ti senti puffo?

K: ehy! Lo sai che odio quando mi chiami così!

Lui rise.

S: si, stai meglio. Reita se n'è andato da poco... Ha detto che doveva andare, che si era dimenticato di fare una cosa importante. Ha lasciato questo per te.

Mi porse un bigliettino sorridendo. Lo lessi.

S: mi ha fatto promettere che non lo avrei aperto per nulla al mondo...

Disse con voce fiera.

"I'm sorry if you didn't find me this morning but I had to do an important thing for my groupmates :P

I hope you're fine with your health, here is my telephon number... Call me when you want.

Aishite iru <3

Ps: sorry for my awful english! I hope you can understand as the same.

Rei"

Seguiva il suo numero di cellulare... Mi stavo chiedendo perché dicesse di parlare un inglese orrendo se invece era quasi perfetto, mah... Comunque lo avevo capito benissimo. Dovevo avere una faccia da ebete perché shin mi chiese a cosa stessi pensando per essere in "quello stato".

K: eh? No, niente... Non è niente.

Lui fece una faccia della serie "faccio finta di credere alla balla che hai appena sparato" prima di tornarsene ai fornelli alle prese con un sacchetto di pane che non voleva saperne di aprirsi.

S: allora, cosa preferisci mangiare?

Gli urlai un "fai tu" mentre mi fiondavo nella mia camera dove mi scaraventai sul mio letto. Cercai subito il mio cellulare per memorizzare il numero di Reita, avrei dovuto chiamarlo? D'altronde se n'era appena andato, magari non voleva che lo disturbassi.

Oddio... Io odio prendere decisioni. Che avrei dovuto fare? Optai per un messaggino.

"Ehy! I'm fine thanks... You're english is good! Don't worry, I've understood :) uhm, have a nice day. <3"

Non mi piaceva per niente, troppo infantile?

Oddio, cosa cavolo mi facevo tutti questi problemi per un sms? Lo inviai.

Apettai qualche minuto una risposta che però non arrivò. E se per caso avesse riso per quello che avevo scritto?

No, kiro. Smettila. È solo un messaggio, basta! Ma più cercavo di ripetermi che non dovevo preoccuparmi più mi veniva ansia...

E se invece non mi avesse più parlato? Sembravo un adolescente alla sua prima cotta. Anzi mi correggo, più che altro sembravo un'adolescente. Oddio! Ma mi do anche della donna adesso? Sono proprio messo male...

Era passato ormai un pomeriggio da quando avevo inviato quell'sms. E se non avesse capito che ero io a scrivergli? D'altronde non ho scritto il mio nome... Ma ci potrebbe arrivare a capire che sono io. Uffa, mi annoio da solo dicendo queste cose...

Presi il cellulare andando nella cartella degli sms inviati e rilessi ciò che gli avevo scritto. Sbuffai. Magari aveva un impegno importante...

Non sapevo che fare. Zapping lo esclusi, non ci capivo niente di giapponese.

Avrei potuto disegnare! Il soggetto dei miei disegni potrebbe essere, uhm... Una casa? Direi di no, e nemmeno un albero. Qualcosa di più interessante che un semplice oggetto... Una scala! Si, una enorme e infinita scala che porta in cielo e non si sa dove finisce. Un uomo seduto sul primo gradino che non sa decidere se continuare dritto verso qualcosa di sconosciuto o tornarsene a casa.

Si, mi piace come idea! Sotto la scala un grande burrone che si sviluppa in profondità e sullo scorrimano dei fiori colorati.

Presi un foglio e cominciai a sviluppare qualche schizzo per poi prenderci mano velocemente.

Mi squillò il cellulare, era lui. Risposi.

-Itoshii, scusami ma avevo il cellulare spento!-

-Itoshii? E chi è questo Itoshii? Io sono kiro!-

-Ahah, ma si lo so! Itoshii vuol dire amore-

Sentivo le guance in fiamme e non potevo che sorridere come un ebete.

-Oh, ehm...-

-Sciocchino, eri geloso!?-

-Cioè no, però un pochino... Ehm, ok lo ammetto. Si.-

-Ihih, sciocchino Itoshii-

Sorrisi di nuovo, ma quanto era tenero!?

-Io ti ho chiamato per chiederti se avevi voglia di venire a un nostro concerto... Venerdì pomeriggio, circa verso le 6, in una cittadina a circa 20 kilometri da Tokyo. Se vuoi passiamo a prenderti noi.-

-Ma certo! Sarebbe bellissimo-

-Bene, allora passiamo noi da te. Però noi dobbiamo partire presto, circa verso le 4 e mezza. Passiamo di lì alle quattro, ok?-

-Si ma... Posso venire solo io? Cioè, c'è posto per un solo passeggero?-

-Si, quello è il problema. E noi possiamo procurarti un solo biglietto, scusami.-

-Ah, ok. Non importa... Sarò felice di venire lo stesso-

-Benissimo! Ora scappo altrimenti Kai mi uccide... Aishite iru Itoshii.-

-Aishite iru-

Sorrisi per un attimo per poi passare a un'espressione preoccupata. E ora cosa mi sarei inventato come scusa per uscire senza destare sospetti? Forse era meglio dir loro la verità... E non sanno nemmeno che sto con Reita adesso, che guaio.


---------
Eeeeeeh povero Kiro, e adesso?
 XD beh, lo saprete presto u.u
E ora... spazio lettrici! Finalmente ho un po' di tempo per rispondere a chi mi segue ** Arigatou gozaimasu :)

LaIKa_XD
graaazie a te che mi segui sempre oh mia guardia del corpo XD Iih grassie :) Aggiorna presto eh la tua fanfic che sono curiosa e grazie per il capitolo che mi hai dedicato *commossa*

 Chiby Rie_chan
Ma graaazieeeee *w* come sei gentile (*\\\\\*) cooomunque eccoti accontentata... Un nuovo capitolo con un nuovo colpo di scena eheh XD Pure io mi sono confusa di quello che ho scritto nella prima parte O.o *che bertuccia ndlettrici* XD vabbè dai, la smetto che sennò inizio a sclerare di brutto u.u spero che continuerai a seguirmi! :)

Grazie a voi due che mi seguite e recensite sempre, mie fedeli lettrici :)

Poi un grazie anche a voi che mi seguite, grazie!! ^^
ada12
DEBO94

Ora che ho finito con i ringraziamenti vado, spero che vi sia piaciuto il capitolo! Sayonara :)

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Capitolo 7
*** // ***


Andai in salotto dove trovai shin che dormiva sul divano, probabilmente si era addormentato mentre si annoiava davanti alla TV. Trattenni una risata. Strify e Yu erano in cucina a fare qualcosa che solo loro sapevano, probabilmente Yu stava stracciando Strify a scala 40... Come sempre. Li chiamai e scossi un po' shin fino a che non fosse stato abbastanza lucido per ascoltarmi senza riaddormentarsi.

Strify e Yu si sedettero sul divano vicino al batterista, io ero di fronte a loro tre.

K: ragazzi, devo dirvi una... No, più di una cosa importante.

S: oddio, devo preoccuparmi?

K: no, stai tranquillo shin.

Si era decisamente svegliato.

K: beh, per prima cosa...

Presi un respiro profondo

K: Io... Sto con Reita.

Tutti avevano gli occhi sbarrati, non saprei come descrivere le loro espressioni.

S: e da quanto?

K: ecco... Circa un paio di giorni. Forse di più.

Erano ancora più sorpresi.

Y: beh, congratulazioni...

Yu stava sorridendo, e lo seguirono anche gli altri due.

Sh: aaah ecco cos'era quella faccia quando ti ho dato quel bigliettino...

Risi e annuii. Poi arrivò il silenzio, stavano aspettando che continuassi.

K: ehm... Ecco... Lui mi ha invitato ad andare ad un loro concerto venerdì.

Loro erano entusiasti e continuavano a chiedermi a che ora fosse e dove e quando saremo partiti, ma dovetti bloccarli.

K: il posto è a 20 km da qui, e... Credo che i biglietti siano esauriti da un pezzo, e lui mi ha detto che però riuscirebbe a procurarsene soltanto uno.

Mi guardarono delusi, lo so che gli sarebbe piaciuto venire...

K: ragazzi, non voglio vedervi così... Perdonatemi.

Y: no kiro! Tu non puoi abbandonarci per andare ad un concerto, non puoi andare senza di noi! Siamo i tuoi amici!

K: non so cosa poter fare... Dai, capitemi!

S: no! Se fossi al tuo posto non ci andrei senza i miei amici.

S: mi sembra giusto... O tutti o nessuno. Noi accettiamo il tuo ragazzo, perché no... È una brava persona. Non ti chiediamo di scegliere tra noi e lui, sarebbe da egoisti... Ma questo no.

Rimasi senza parole. Non mi avevano mai parlato così... Mi sentivo male, ero distrutto e avevo le lacrime agli occhi che minacciavano di uscire prepotentemente. Loro si alzarono e tornarono a fare ciò che stavano facendo prima, con la differenza che ora erano abbastanza più arrabbiati.

Mi guardai intorno spaesato. Non sapevo cosa fare. Non avevo calcolato la possibilità che loro potessero reagire in questo modo... Non mi avevano mai trattato così.

Me ne tornai nella mia camera e, dopo aver chiuso la porta dietro di me, mi buttai sul letto a peso morto. Non ci credevo. Mi misi a piangere dapprima cercando di non fare rumore ma poi mi lasciai andare completamente ai singhiozzi che mi nascevano in gola. Cosa avrei fatto adesso? Non ne avevo la minima idea.

All'improvviso sentii un crampo all'altezza dello stomaco e poi una sensazione di nausea. Non ero guarito allora. Mi precipitai in bagno e mi ritrovai a rigettare nel WC tutto quello che avevo nello stomaco. Non riuscivo nemmeno più a respirare. Tutto questo dolore fisico si aggiungeva alle mie lacrime che non volevano cessare di scendere dai miei occhi. Mi appoggiai stancamente al bordo della vasca e riuscii e invocare una flebile richiesta d'aiuto verso i miei compagni prima di ricominciare a sentirmi male. Accorse Strify preoccupato e venne subito ad aiutarmi. Mi sollevò i capelli.

S: oddio Kiro che hai?

In risposta gli indicai il punto dove mi faceva male, appena sotto lo stomaco... Che strazio. Avevo litigato con i miei amici e ora stavo di nuovo male.

Arrivarono anche gli altri ad aiutarmi, ma a questo punto non sapevo se lo facevano perché gli facevo pietà oppure se mi volevano veramente bene. Strify mi appoggiò una mano sulla fronte per vedere se avevo qualche segno di febbre ma fece un segno negativo ai nostri groupmates che se ne stavano imbambolati e preoccupati sulla soglia della porta del bagno. Si alzò e disse a Yu qualcosa che però io non capii, ero troppo frastornato.

I due se ne andarono e con me restò Shin che si sedette accanto a me e mi asciugò le lacrime che continuavano a scendere dai miei occhi. Si vedeva che voleva dirmi qualcosa perché era nervoso, un po' imbarazzato e si stava torturando un'unghia con i denti.

S: kiro...

Mugugnai facendogli capire che lo stavo ascoltando alla meno peggio.

S: io... Io volevo chiederti...

Si fermò e prese un grosso respiro chiudendo gli occhi forse per imporsi di calmarsi.

S: scusa, davvero. Non volevo essere così sgarbato prima... Mi dispiace. Ti parlo anche a nome degli altri. D'altronde è giusto che ci vai tu da solo a concerto, lui è il tuo ragazzo... È che non sopportavo l'idea che tu potessi trovarti in pericolo là da solo.

Arrossì un poco e io sorrisi. Cercai di parlare ma la testa mi scoppiava.

K: non preoc...

Tossii.

S: non serve che parli se non ti senti, non sforzarti.

Mi accarezzò i capelli biondi sistemandomeli dietro le orecchie.

S: vuoi un po' d'acqua?

Anuii. Lui si alzò per andarsene quando io lo chiamai che era sulla soglia della porta.

K: Shin?!

S: si?

K: Grazie.

Sorrise.

S: farei di tutto per te, puffo.

E in altri momenti mi avrebbe dato fastidio il fatto che mi avesse chiamato puffo, ma in quell'istante mi sono chiesto come diavolo avessi potuto dubitare della sua amicizia nei miei confronti. Senza di lui la mia vita sarebbe incompleta e maledettamente monotona.

La nausea mi era passata un poco e l'acqua che Shin mi portò per sciacquarmi la bocca mi aiutò a riprendermi ancora più in fretta.

Mi alzai con l'aiuto del batterista e mi stesi sul divano con una coperta sopra che gentilmente Yu mi aveva procurato. Li ringraziai e chiesi loro scusa per l'inconveniente di qualche ora prima, loro furono comprensivi questa volta.

Accesi la TV per distrarmi un po' e finalmente ci capii qualcosa in quello che dicevano, almeno nei programmi musicali.

Y: kirooooo il telefono!

Yu arrivò di corsa con il mio cellulare in mano, risposi dopo aver mormorato un grazie al chitarrista. Tutti gli altri erano seduti intorno a me.

K: pronto?

-: Itoshii!

Sorrisi.

K: dimmi amore, cosa succede?

R: ho una bella notizia per te e per i tuoi groupmates!!

K: wow! Finalmente una buona notizia!

R: perché, c'è qualcosa che non va?

K: ehm... No, no. Solo che... Ecco... Non sto proprio bene.

R: in che senso? Amuur che ti succede?

Aveva una voce disperata. Risi.

R: che c'è da ridere? E io che mi preoccupo anche per te...

K: ma nooo dai... È che, ho preso un po' di influenza. Ma sta passando...

R: il clima qui non aiuta. Cavoli!

K: non preoccuparti... Allora, qual'è la bella notizia?

R: oh, si! Allora... Al nostro manager state simpatici e... Gli piace molto la vostra musica, così quando gli ho chiesto se ti potevo portare al concerto mi ha risposto di si!

K: oh...

R: mi ha detto che potete venire tutti se volete.

K: oddio! Arigatou, Itoshii!

R: ahah, non ringraziarmi... È un piacere per me vederti felice.

Arrossii visibilmente e i miei compagni si misero a ridere.

K: allora... Ci vediamo venerdì.

R: già... Beh, ciao.

Stava per attaccare.

K: arigatou, aishite iru Akira.

R: aishite iru.

Chiusi la chiamata e guardai i miei compagni impazienti di sentire cosa avevo da dire.

K: allora, a chi va di andare a un concerto venerdì?

Loro avevano gli occhi sbarrati. Mi misi a ridere come un pazzo quando loro si ripresero e si misero a saltellare per tutta la casa urlando di gioia.

Shin mi abbracciò.

S: grazie kiroooo!

K: non è merito mio, ma di Reita. Shinny.

Mi guardò con una faccia omicida per averlo chiamato così e mi misi a correre per tutta la casa per scappare da Shin mentre Strify e Yu stavano ancora festeggiando.

Decisamente, non so come avrei fatto senza di loro.

--------
Grazie a chi mi segue... Davvero! Ecco a voi la ricompensa che vi meritate^^
Sono di fretta -di nuovo- e posso solo postare questo capitolo che alle cinque ho un impegno XD
Baci a tutti, vi manderei una cartolina dalla Sardegna ma non ho il vostro indirizzo XD vi penserò comunque, grazieeee^^

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Capitolo 8
*** // ***


Non fucilatemi per favore per la lunghiiiiissima attesa, è che in prima superiore ce ne sono di novità ç.ç 

Vi dirò una cosa... se avrò abbastanza commenti entro la fine di oggi posto anche il capitolo successivo!!! :) chiedo perdono a chi mi segue fedelmente ç.ç

Era mercoledì, tra due giorni ci sarebbe stato il concerto, ero elettrizzatissimo!

Stavo andando verso casa di Aoi, non so perché. D'altronde lui era anche un mio vicino di casa e sarebbe stato maleducato non andare a trovarlo... Così, magari, ci saremmo conosciuti meglio.

Avevo comprato un po' di biscotti e dolciumi vari per fare una bella figura... Ero così agitato, e se non gli andassi a genio? Stavo per decidere di tornare indietro quando mi accorsi di aver già suonato il campanello.

Yuu Shiroyama, appartamento B2.

Oddio, e non ero nemmeno stato invitato. Magari aveva da fare.

La porta si aprì davanti ai miei occhi e il mio cuore era agitato inusualmente, l'idea di conoscere i componenti dei The GazettE mi attizzava molto.

A: si? Chi sei?

Presi un respiro fondo.

K: sono Kiro, piacere... Non so se Reita vi ha parlato di me... Ti ho disturbato?

A: oooh! Kiro! Sisi. Che bello conoscerti, vieni dentro su.

Cercai di ignorare il doppiosenso che mi stava balenando in testa e trattenni una risata che mascherai in un sorriso.

K: grazie, Yuu-san. Oh, ti ho portato un pensierino... Ti piacciono i dolci?

Vidi gli angoli della sua bocca alzarsi verso l'alto. Aveva un sorriso stupendo.

A: si! Beh, non ne vado matto, ma qualche volta lo zucchero fa bene.

Sorrisi pure io. Ci fu un attimo di silenzio, forse stava pensando a cosa fare.

A: beh, come mai questa visita?

K: ecco, vedi... Io ero curioso di conoscerti prima del concerto di venerdì.

A: wow, che bello! Vieni anche tu?

K: si, Akira ha invitato me e tutti i miei groupmates.

A: fantastico! Ho sentito qualche vostra canzone, non è male.

Sorrisi di nuovo mormorando un 'grazie' molto imbarazzato.

Il pomeriggio in sua compagnia mi aveva messo di buon umore ed era venuta anche l'ora di andare. Lo salutai e inaspettatamente lui mi diede un bacio sulla guancia che diventò di un rosso porpora.

A: tratta bene il nostro Akira, mi raccomando... Lui sta bene con te.

Sorrise e mi sciolsi.

K: certo, arigatou.

Me ne andai e mi trasferii da una casa all'altra. Quando entrai Shin mi assalì di domande e non smise di tormentarmi finchè non squillò il telefono. Meraviglioso apparecchio, grazie.

Andò lui a rispondere e io finalmente potei rilassarmi sul divano, chiusi gli occhi... Che meravigliosa sensazione.

Shin mi fece sobbalzare.

S: kirooooooo è per te. Muoviti!

Mi alzai di malavoglia, ma quando sentii la voce di Akira alla cornetta mi si stampò in faccia un sorriso ebete. Ero proprio innamorato pazzo.

R: moshi moshi?

K: ciao amore.

Sorrisi.

R: itoshii, hai da fare stasera?

K: mmmh... No. Niente di interessante.

R: beh, ti andrebbe... Si, insomma... Vorresti venire fuori a cena con me?

Sorrisi. Ultimamente avevo sorriso spesso.

K: intendi dire... Come un appuntamento?

R: beh, insomma... Si.

Mi lasciai sfuggire una risata.

K: certo! E dove mi porti?

R: eeeh, è una sorpresa. Ti passo a prendere alle otto. Aishite iru.

Non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere che già aveva riattaccato, che mi dovessi fidare di quel pazzo? Massì, dai... D'altronde è di lui che mi sono innamorato.

Ero pronto alle otto meno un quarto e continuavo a guardare fuori dalla finestra regolarmente. Non ero mai stato così nervoso, nemmeno prima di un concerto.

Finalmente la sua auto fece capolino dalla finestra e io mi precipitai fuori senza neanche lasciargli il tempo di suonare il campanello.

Me lo ritrovai davanti, era meraviglioso... Stavolta non aveva la fascia che gli copriva il naso ed era perfetto.

R: Dio... Sei bellissimo.

Me lo ritrovai davanti a pochi centimetri dal mio viso e lui mi spinse leggermente fino a farmi toccare la schiena contro il muro. Dovevo guardarlo dal basso, era più alto di me. Si chinò e mi baciò con foga sulle labbra.

Avevo bisogno di quelle labbra, le bramavo giorno e notte... Quelle notti in cui lo desideravo e lui non c'era, quelle notti in cui mi ritrovavo a pregare che lui fosse lì con me e mi ritrovavo solo con un forte desiderio di rivederlo. Gli circondai con le braccia il busto mentre le sue mani andavano a portare scompiglio tra i miei ciuffi biondi. Le nostre bocche si compensavano meravigliosamente. I nostri corpi si avvicinavano pericolosamente e poi si allontanavanno andando a creare una stupenda danza. Lui era chino su di me, io avevo la schiena leggermente inarcata. Le nostre lingue si accarezzavano in modo complice e colpevole come quello che stavamo facendo, era colpevole e proibito e lo sapevamo. Tutto ciò rendeva il tutto ancora più eccitante e romantico. Avevo le gote rosso fuoco e mi sentivo il viso scottare.

Lo strinsi ancora di più nel mio abbraccio. Avevo gli occhi chiusi, piegai leggermente indietro la testa cosicchè lui potè concentrarsi sul mio collo. Gli accarezzai i capelli attirando la sua attenzione su di me.

K: che bella accoglienza.

Mi avvicinai a lui facendo combaciare le nostre fronti. Sorrisi mordendomi un labbro seguito poi da lui.

R: sei ancora più bello quando arrossisci. Dio solo sa quanto ti amo.

Rise dolcemente. Gli diedi un altro bacio a fior di labbra.

K: allora? Dove mi porti?

Non so per quanto viaggiammo per via della fascia nera che mi copriva gli occhi, fatto sta che quando scendemmo Reita mi portò alla base di una enorme ruota panoramica. Non eravamo decisamente a Tokyo.

K: che ci facciamo qui?

Ero un po' sorpreso. Mi aspettavo una cenetta in un ristorante vicino a casa, non questo...

R: abbi ancora un minimo di pazienza.

Per zittirmi mi baciò a stampo ignorando i commenti delle persone intorno a noi. In che razza di società blasfema viviamo? Li ignorai anch'io ma non riuscii a nascondere tutto l'imbarazzo che provavo in quel momento.

R: stai tranquillo, non badare a loro. Torno subito.

Sorrise e scomparve qualche minuto per poi tornare a prendermi dirigendomi verso una delle cabine della ruota panoramica.

K: non crederai mica di farmi salire lì sopra?

Indicai inorridito la ruota gigantesca. Lui roteò gli occhi.

R: vedrai che quando sarai lì sopra mi ringrazierai. Dai, fidati di me!

Anuii poco convinto ma lo lasciai fare, ero curioso di sapere cosa si era inventato.

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Capitolo 9
*** // ***


Io mi odio, lo sapete?? Ma come si fa a far aspettare così tanto??? Scusateee ma la scuola mi sta portando via un sacco di tempo... ç.ç Beh... sto zitta che è meglio...

Salimmo su una cabina della ruota panoramica preparata come se ci trovassimo in un ristorante. C'era un tavolo al centro e delle sedie molto particolari ai suoi lati. Tutto era addobbato meravigliosamente... La tovaglia era molto particolareggiata e i piatti, le posate e i bicchieri da cui era sovrastata davano un tocco in più a quell'atmosfera fantastica. La ruota cominciò a girare. Rimasi di sasso. Reita prese in mano dei fiori che erano appoggiati su una delle sedie e li mise dentro a un calice che doveva essere un vaso e poi mi accompagnò a una delle due grandi finestre che ricoprivano i lati della cabina.

Mi indicò un lago che dalla nostra posizione si poteva vedere benissimo.

R: Non e' un panorama bellissimo? Non dirmi che non ti piace...

Fece la faccia imbronciata e io non potei non ridere. Gli diedi un bacio da mozzare il fiato, lui ne fu un poco sorpreso ma poi stette al mio gioco e si lascio' andare.

K: tutto e' meraviglioso amore mio... Tu, il panorama e tutto quello che stai facendo per me. Ti amo, ti amo tanto... Grazie itoshii.

Lo abbracciai più forte che potevo, volevo fargli sentire quanto lui fosse importante per me. Ci sedemmo e mangiammo, a ogni giro completo che la nostra cabina compiva dei camerieri ci consegnavano le nostre ordinazioni e passammo una serata veramente meravigliosa. Qualche volta dondolavamo e avevo un tuffo al cuore, ma ogni volta Reita mi abbracciava e mi diceva che non era niente e io mi tranquillizzavo. Al giro successivo Reita chiese agli addetti di non disturbarci piú e che non avevamo piú bisogno di nulla, loro sogghignarono sotto i baffi ma io li ignorai... Mi sentivo al settimo cielo e non mi importava minimamente il giudizio di nessuno.

Arrivammo a metá del nuovo giro quando Reita venne vicino a me... stavamo osservando il panorama meraviglioso che si vedeva da lassú.

K: perché fai tutto questo per me?

Sussultó per un secondo, evidentemente non si aspettava questa domanda. Si voltó verso di me e mi guardó dritto negli occhi.

R: perché ti amo... Davvero...

Le sue parole... erano cosí... In quel momento mi sembró cosí vero ció che mi diceva, sincero come non mai. Mi sciolsi definitivamente tra le sue braccia. Mi bació con passione e io lo lasciai fare... Mi lasciai trasportare completamente. Quella sera provai delle emozioni meravigliose, le piú belle di tutta la mia vita con la persona che amavo di piú al mondo e che non ho mai smesso di amare e stimare con tutto me stesso. La nostra prima volta fu lí, in quella cabina, con un panorama meraviglioso e un'atmosfera stupenda, mentre la ruota si era fermata per caso a causa di un malfunzionamento. Non lo ringraziai mai abbastanza per quello che fece per me. Tutto quella sera fu meraviglioso... Tutto.

Dopo la cena andammo a casa e finalmente scoprii in che posto mi aveva portato... Non era neanche cosí lontano da Tokyo come avevo immaginato.

Reita si fermó sotto casa mia e rimanemmo ancora un po' a parlare e a baciarci finché non fece troppo tardi e non riuscii piú a nascondere il sonno. Rei mi dette un ultimo bacio a stampo prima di dirmi dolcemente di andare a dormire che era evidente che avevo sonno. Lo ringraziai di tutto e quando arrivai a casa mi buttai sul letto a peso morto addormentandomi istantaneamente senza neanche togliermi i vestiti.

Il risveglio il mattino seguente non fu molto dolce. Yu inusualmente stava cercando di prepararci la colazione, ma per sbaglio la caffettiera maledetta che negli ultimi giorni ci aveva recato non pochi disagi decise che preferiva il pavimento ai fornelli.

Mugugnai senza riuscire a lamentarmi sonoramente per quel risveglio non proprio perfetto e mi rigirai nel letto cercando di riprendere sonno, fallendo miseramente. E avevo anche la porta della camera aperta! Beh, ero troppo felice per la giornata di ieri che decisi di non arrabbiarmi con il povero chitarrista ma di andare ad aiutarlo. Dopo un veloce buongiorno lo aiutai a ripreparare tutto...

Dovevo avere proprio una faccia da ebete perché Yu mi guardó con un'espressione maliziosa e mi chiese

Y: allora Kiro... com'é andata ieri sera?

Io roteai gli occhi ma poi mi misi a ridere, lui mi guardó come per dire "che cavolo ridi?".

K: é andata bene, si...

Y: faró finta di credere che questo é tutto quello che hai da dire!

Roteai gli occhi, mi stava cercando di corrompere? Ma in questa casa un po' di privacy no?

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Capitolo 10
*** // ***


In questo capitolo compaiono tutti i membri dei Gazette! Per chi non lo sapesse metto qui di seguito i loro nomi d'arte, quelli veri e il loro ruolo nella band. Alla fine scriveró il loro nome abbreviato che useró per i dialoghi:

Aoi                 Yuu Shiroyama                 Chitarra                    A

Reita              Akira Suzuki                      Basso                        R

Ruki               Takanori Matsumoto        Voce                         Ru

Kai                 Yutaka Uke                        Batteria                     K

Uruha            Kouyou Takashima          Chitarra                     U

Ora vi lascio alla storia ^^

Era il grande giorno! Eravamo tutti elettrizzati al massimo, neanche fosse un nostro concerto... La mattina l'avevamo passata a dormire -o meglio- a cercare di riposarci.

Il pomeriggio ci preparammo velocemente, forse troppo velocemente, infatti dovemmo aspettare ed eravamo impazienti che arrivassero. L'appuntamento era per le quattro ed erano solamente le 2 e mezza! Avevamo fatto fin troppo presto, per fortuna che avevamo trovato qualcosa da fare nel frattempo.

I GazettE ci vennero a prendere puntuali con il loro tourbus. Salimmo e salutai tutti i componenti. Aoi mi sorrise piú di tutti gli altri... Aveva proprio un bel sorriso. Ma che diavolo stavo dicendo? Beh, peró é vero...

A: Ohayou gozaimasu kiro!

K: buon giorno anche a te

Sorrisi felice di riuscire a capire almeno un po' il giapponese. Si alzó e venne ad abbracciarmi per poi presentarmi gli altri membri della band -escluso Akira naturalmente-, come se non sapessi giá chi fossero.

K: Piecere Kiro, io sono Kai... Felice di conoscerti! Dou itashimashite!*

Mi sorrise amichevolmente e gli strinsi la mano che lui gentilmente mi aveva porso poco prima. Il suo sorriso era... energico! Si, doveva proprio essere un tipo socievole e solare, d'altronde era lui a capo della band.

Passai a Uruha che si presentó. "Dio che bei capelli..."

Mi accorsi solo dopo di aver detto quella frase invece di pensarla solamente.

U: Cosa?

K: Oh, niente. Stavo pensando che hai proprio dei bei capelli.

U: Ahah, grazie mille

Arrossí un po' e io trattenni a stento una risata.

E poi mancava lui, Ruki. La diva dei GazettE. Si, me lo confermarono i suoi vestiti argentati super attillati e il modo in cui era seduto sulla piú lussuosa poltroncina del bus, se si possa definire cosí. Poi i suoi capelli... Erano perfetti, nemmeno uno fuori posto.

K: ehm, piacere... Sono Kiro.

Gli tesi la mano presentandomi. Mi sentivo davvero a disagio... non sapevo cosa fare. E se mi avesse disprezzato? Peró non avrebbe avuto motivo di farlo. Mi fulminó con lo sguardo, ero sotto tensione massima. E adesso, che fare?

Mi guardava in modo strano, pensavo che mi avrebbe liquidato subito senza nemmeno rispondermi e invece si mise a ridere sciogliendo quell'imbarazzo che provavo da quando lo avevo visto. Mi rilassai. Lui saltó in piedi agile e mi abbracció di slancio, rimasi sorpreso da quel gesto, per la seconda volta quel giorno, ma fui felice di quel contatto.

Sorrisi, Reita guardava me e Aoi con una faccia a dir poco sorpresa, forse era sorpreso di tutta quella confidenza.

K: ma voi vi conoscevate giá prima?

A: sí... cioé siamo vicini di casa e l'altro ieri abbiamo fatto conoscenza.

U: wow! Allora kiro, come ti é sembrato Yuu? Spero che non ti abbia cucinato niente, é proprio negato in questo!

Risi. Ridemmo tutti a parte Reita che, si capiva lontano un miglio, era geloso. Presentai i miei amici a tutti e poi, quando erano concentrati in una converazione animata, mi allontanai dal gruppo e me ne andai da Reita... era seduto in disparte. Mi sedetti sul posto vicino al suo e gli accarezzai la testa dolcemente. Lui giró la testa di scatto verso di me.

K: ehy amore... che hai? Ho detto per caso qualcosa di sbagliato?

Negó.

R: no, é solo che sono rimasto sorpreso da te e Aoi, non mi aspettavo tutta questa confidenza tra voi. Non é niente.

Tornó con la testa voltata dall'altra parte, il volto spento. Gli appoggiai una mano sulla spalla sinistra.

K: se ti preoccupa il fatto che frequenti altri ragazzi sappi che non ti tradiró mai, ti amo troppo.

Presi il suo mento tra le mie dita e lo baciai passionalmente fregandomene della presenza degli altri, volevo solo che lui capisse veramente quanto era importante per me. Quando mi staccai lui sorrideva raggiante e i nostri colleghi sembravano felici. Aoi aveva un sorrisino strano, al momento non capii il perché e non ci feci caso, ero troppo felice.

A: Allora, partiamo che sennó si fa tardi!

Il mio sorriso si spense quando vidi i suoi occhi farsi lucidi prima che si voltasse a dire all'autista quelle parole. La sua voce tremava.

Arrivammo nel luogo dove ci sarebbe stato il concerto dopo una mezz'ora di viaggio, eravamo puntualissimi. Non incontrammo nessuno nel tragitto fino ai loro camerini tranne l'autista che ci salutó tutti come se fossimo vecchi amici, che uomo gentile.

Le prove durarono alquanto poco, non eseguirono mai nessun brano fino alla fine, erano davvero tanti e poi dovevano saperli giá bene. Noi eravamo dietro le quinte, ci avevano detto che potevamo stare lí tranquillamente anche se avevamo lo stesso i biglietti per entrare come normali spettatori.

Alle 5 e mezza circa i gaze fecero tutti uno spuntino perché il concerto durava due ore e non avrebbero potuto resistere senza mangiare, noi gli facemmo compagnia. Aoi peró sembrava non avere molta fame, mi avvicinai a lui che quando mi vide sussultó.

K: Ehy Yuu, non hai fame? Cosa ti succede?

Lui mi fissó per qualche istante negli occhi per poi scrollare la testa da chissá quali pensieri, mi stava facendo preoccupare.

A: Non é niente Kiro, grazie.

Mi accontentai della sua risposta anche se il cuore mi batteva all'impazzata e mi sentivo in ansia per lui. Annuii e mi allontanai diretto da Akira.

Quando fu ora di entrare in scena i GazettE insisterono perché noi stessimo dietro le quinte e non sotto al palco insieme agli altri fans, noi accettammo volentieri. Entrarono in scena accompagnati da un boato del pubblico quando il telo che copriva il palco cadde a terra mostrando i gaze che avevano giá cominciato a suonare Agony. Eravamo dalla parte di Aoi, a destra del palco.

Le luci erano spente e c'erano dei fasci sottili di luce colorati che correvano lungo tutto il palco, di tanto in tanto Aoi volgeva lo sguardo verso di noi. Giusto per assicurarsi che fossimo ancora lí, immaginai. Durante Miseinen, mentre stava eseguendo il suo assolo, notai Aoi voltarsi nuovamente verso di noi, ma sgtavolta aveva una lacrima che gli solcava il volto. Incroció il mio sguardo, impaurito come non mai da quell'azione cosí inaspettata, e si voltó immediatamente, come se avesse fatto un errore guardandomi. Non guardava il pubblico, aveva lo sguardo fisso a terra, i muscoli contratti per lo sforzo e giurai che stesse dando il massimo di sé in quel momento. Alzai la voce per parlare con i miei compagni.

K: lo avete visto anche voi?

S: cosa Kiro? Io non ho visto niente.

Il cuore mi batteva forte, lo sentivo sanguinare.

Rimasi scosso e sorpreso da quella lacrima, quell'espressione cosí triste e... rassegnata. Chissá che gli prendeva.

Venne il momento di Reita, il mio Reita. Il suo assolo, che avevo amato dalla prima volta che lo avevo sentito, come lui.

Mi sorrise, sorrise verso il luogo dove ci eravamo appostati. Sentii il cuore accelerare e battere forte in gola, non ragionavo piú tant'é che per un attimo mi dimenticai di quello che mi aveva fatto preoccupare poco prima, quell'espressione di Yuu...

I miei compagni erano immobili, sognanti. Ruki era scatenato, aveva un'energia che prima d'allora non avevo mai incontrato in un essere umano.

Kai? Il suo sorriso era il piú bello che avessi mai visto in tutta la mia vita, quanto a Uruha... non lo vedevo. Era dalla parte opposta del palco ed era troppo lontano da me, ma alle volte lo vedevo sbucare da dietro alla schiena di Aoi ed era scatenato anche lui, si stava divertendo.

L'unico che sembrava non essere felice di suonare in quel live era, appunto, Aoi. Fatto moolto strano.

Sentii una mano sulla spalla e inizialmente pensai ad uno Yu commosso e bisognoso di affetto, ma ben presto mi accorsi di due uomini alti come colossi e muscolosi che ci dicevano qualcosa in giapponese. Dopo varie spiegazioni in inglese capimmo che non potevamo rimanere lí dietro le quinte, non era pemesso a nessuno. Noi gli spiegammo che eravamo stati autorizzati direttamente dai GazettE a stare lí ma loro risero accennando un "si, come no" e ci cacciarono fuori. Voltai l'ultima volta la testa verso il palco pregando che Aoi si accorgessi di noi e fermasse quelle torri dei loro bodyguard prima che la porta ci si chiudesse in faccia. Non si era accorto.

Y: e adesso?

S: cazzo!

Strify si portó le mani alla faccia, coprendola.

Mi venne un'illuminazione.

K: Aspettate, credo di avere la soluzione al nostro problema!


*Sei il benvenuto
Eccomi di nuovo qua dopo secoli di inattività -.- rileggendo questa storia mi è venuta voglia di continuarla. Mi era passata tempo fa vedendo le 0 recensioni ma sono tornata per non lasciare tutto in sospeso. Apprezzerò molto chi avrà voglia di continuare a seguirmi anche con la mia nuova storia sui Versailles-Philharmonic Quintet- che ho postato da poco.
Arigatou gozaimasu^^

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