My princess

di Ilune Willowleaf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** come mosche sul miele... ***
Capitolo 2: *** Il terzo incomodo ***
Capitolo 3: *** Il fabbro degli elfi ***
Capitolo 4: *** sulla strada per Atras ***
Capitolo 5: *** La Sfida ***
Capitolo 6: *** Un combattimento molto duro ***
Capitolo 7: *** Tra le tue braccia ***
Capitolo 8: *** il Concilio ***
Capitolo 9: *** ancora complotti ***



Capitolo 1
*** come mosche sul miele... ***


MY PRINCESS
MY PRINCESS
Cap. I: come mosche sul miele…
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Un normale bosco; un normalissimo sentiero nel bosco, e due viaggiatori apparentemente dall’aria così normale che più normale non si può. Una ragazza non molto alta, sui diciotto-diciannove anni, con rossi capelli ondulati e un mantello nero che ondeggiava dietro la figura minuta, e un ragazzo in armatura dalla lunghissima chioma bionda. Vabbé, in parole povere, Lina e Gourry.
-Lina, questo posto mi è familiare. A te no?- osservò Gourry pensieroso, osservando il luogo intorno.
Lina guardò meravigliata l’amico, sorpresa da quelle parole. Un posto che risultava familiare alla memoria di Gourry? Di solito, posti e, specialmente, nomi e facce scivolavano via in fretta dalla memoria dello spadaccino.
-Si, se non ricordo male, qui è dove ci siamo incontrati la prima volta, anni fa. - osservò lei.
-Gia! Ora ricordo! Quei banditi ti stavano attaccando, e io sono intervenuto, pensando che ci fosse in pericolo una gran dama, o qualcosa di simile! E invece ho incontrato te…-
-Scambiandomi per una bambina perduta, e poi per una commessa del mercato del pesce… -__-;;; -
-Ahaheheh… ^_^;;; davvero?-
-Davvero -_- non ricordi?-
-Non ti arrabbiare, ma… no. -
-Vabbe’, lasciamo perdere…- sospirò sconsolata lei.
Continuarono a camminare per un po’, in silenzio.
-Però devo dire che sei cambiata un po’ da quando ti ho conosciuta, sai?- riprese Gourry.
Lina lo guardò, incuriosita. -Davvero?-
-Si! Innanzitutto, sei un pochino più alta… non saprei dire però se più formosa ^__^ - rispose giulivo lui poggiandole una mano sulla testa, incosciente che l’angelo della morte lo stava sfiorando con le sue ali, mentre una grossa vena pulsante compariva nevrotica sulla tempia di Lina.
-Gourry…-
-Si, Lina?-
-Quante volte devo dirti che non accetto commenti sul-
-Ohohoh! Guardaguarda, due incauti viaggiatori nella nostra foresta!-
Gourry era stato provvidenzialmente salvato dai colpi di Lina da un gruppo di quantomai incauti briganti, che finirono arrostiti e fumanti nel giro di pochi istanti. E mentre Lina contava l’ammontare del bottino sottratto ai ladri, Gourry intuì che era il momento buono per rimediare alla gaffe di poco prima.
-Guarda che non volevo mica dire che sei piatta!-
*Occhiataccia di Lina, che tornò al bottino*
-Volevo solo dire che sei rimasta quasi identica a come ti ho conosciuta… e cioè una maga piccolina ma molto carina! ^__^ - concluse candidamente. Lina lo fissò con occhi sbarrati per diversi secondi, ammutolita.
-Che c’è? Ho dello sporco sulla faccia?- chiese lui sorridente. -Che hai? Sei tutta rossa!-
-Non… non è niente!- si schermì Lina, arrossendo ancora di più -Ehi, guarda cosa ho trovato!- Lina sollevò dal mucchio del bottino una spada piuttosto lunga, una bella arma dalla linea semplice. La passò a Gourry.
-Ehi, è del tipo che piace a me!- la impugnò -Usabile a una o due mani, bene! Ha un’impugnatura abbastanza lunga, ed è ben equilibrata!- esultò poi.
-Bene, finché non troviamo di meglio, direi che abbiamo trovato una spada decente per te!- sorrise lei, tornando a frugare nel bottino dei ladri, scegliendo gli oggetti di maggior valore tra quelli che riuscivano a trasportare.
-Possiamo venderne una parte alla prima città che incontriamo. Però, alcune cose le voglio portare alla gilda dei maghi di Atras! - sollevò un rubino magnificamente intagliato -Lì, oggettini come questi potrei venderli a prezzi molto superiori che a un normale orafo!-
-Lina, perché stiamo andando ad Atras?-
Lina sospirò -Uffa, Gourry, sarà la decima volta che te lo spiego! E’ stata indetta un’assemblea dei più grandi maghi del mondo, e hanno invitato anche me! E’ un grande onore!-
-Ah… capito… credo…- l’ultima parola la disse tra sé e sé. Intuiva che Lina non l’avrebbe presa bene, se l’avesse detta ad alta voce ^_^;;;
-Bene, e adesso che abbiamo appesantito un po’ le nostre borse, si riparte!- esclamò lei dopo qualche minuto, finendo di legare il suo fagotto, mentre Gourry issava il suo sulla schiena. Alla fine, la maga aveva trovato tante di quelle cose che le piacevano e che erano abbastanza preziose da valer la pena di essere trasportate fino alla città più vicina, che avevano riempito due grossi teli.
I banditi erano scomparsi: probabilmente quelli che si erano ripresi se l’erano battuta, portando seco i compagni ancora incoscienti.
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Prima di sera avvistarono le luci di una cittadina. Inutile descrivere la corsa verso la migliore locanda, la razzia delle vivande non appena veniva posato in tavola il piatto da portata, nonché le facce incredule di camerieri, cuochi e avventori, vero?
-Aaahhhh, che bella mangiata!- sospirò Lina, soddisfatta, battendosi le mani sulla pancia gonfia e piena.
-Delizioso!- concordò Gourry.
-E adesso, un bel bagno caldo, e poi a nanna! Ci vediamo domattina, Gourry!- lo salutò Lina, alzandosi, diretta alle terme della locanda.
-‘notte, Lina!-
Gourry rimase ancora un poco al tavolo, approfittandone per chiedere un’altra porzione di dolce, dato che aveva ancora un buchino libero nello stomaco.
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A mollo nell’acqua calda, Lina cercava di rilassarsi, ignorando le altre ospiti della locanda, intente a lavarsi o a rilassarsi, chiacchierando nell’acqua calda della bassa piscina coperta. Porca miseria, perché tutte, persino quella bambina di non più di tredici anni, le apparivano molto più dotate di lei?
Affondando fino agli occhi e sbuffando bolle, cercò di non pensarci.
e cioè una maga piccolina, ma molto carina!
Perché quelle parole le tornavano alla mente così prepotentemente? Uffa, conosceva Gourry, sapeva che probabilmente le aveva dette così, senza pensarci…
‘Mi considera carina?’ si chiedeva ‘naaa, deve averlo detto solo per calmarmi e salvarsi da una fireball o da un pugno…’
Ma quella frase, detta da Gourry con quel suo sorriso sincero, proprio non voleva saperne di andarsene dalla sua mente! Nel buio della sua stanza, sdraiata nel letto, sentiva le guance farsi di fuoco al sol ricordo.
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La notte era oramai fonda. Il paesino, affacciato sul mare, era profondamente addormentato, cullato dalla ninna nanna delle onde.
No, non tutti dormivano.
Seduta sull’orlo della fontana, c’era una fanciulla. Sui sedici anni, snella e sottile, con lunghi capelli sciolti sulle spalle. Sotto i raggi della luna crescente, osservava la locanda. Una camera, in particolare.
Dalla scollatura dell’abito senza spalline, bianco, trasse un medaglione, che aprì, con un piccolo scatto.
Nel silenzio della notte, una melodia di carillon si diffuse, dolce e malinconica.
La ragazza stette ad osservare per alcuni istanti il volto ritratto nel ciondolo, un ragazzo dalla carnagione chiara, con un sorriso allegro sotto un gran ciuffo di capelli neri e ribelli.
-Tu mi diresti di lasciare perdere, vero?- sussurrò -Che non è giusto strappare i mortali dalla loro condizione, se non sono loro a chiedercelo… ma tu avevi un modo tutto tuo di vedere la cosa.
La verità è che sono stanca. Stanca di essere l’unica ad essere nata umana. Stanca di essere da sola, col Regno sempre più grande… e sempre più nemici a insidiarlo. Ho bisogno di lei… della sua forza, del suo potere. Deve essere nelle nostre file, in un modo o nell’altro.
*Sigh* se solo ci foste ancora voi due… mi mancate tanto… - tacque, come ad ascoltare una risposta, come se il vento potesse dargliene una -Oramai ho deciso. Sai che non torno mai indietro, quando prendo una decisione.- sfiorò il ritratto con un bacio -Augurami buona fortuna. E, dal Mare del Chaos, prega per me. -
Si alzò dal bordo della fontana, intingendo distrattamente due dita, e sistemandosi una ciocca di capelli con la mano umida.
-Presto, la mia rete scenderà su di lei…- sorrise, mentre la luna barluginava sulle scaglie di pesce del collo, e nuotava nelle iridi in cui spiccavano i graffi verticali delle pupille.
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La strada sgombra e battuta indicava che i traffici tra i paesini affacciati sulla costa erano regolari e numerosi.
Lina e Gourry avevano fatto volentieri una deviazione, portandosi fin sulla costa, pur di assaggiare le specialità di mare di Lyzeille; si diceva che ogni paesino avesse la sua ricetta tutta speciale per la zuppa di pesce, e i due erano fermamente intenzionati a provarle tutte.
D’un tratto, scorsero una figuretta accucciata, sconsolata, accanto a un carro tirato da una mula.
Era una ragazzina, mora, vestita semplicemente, con una gonna blu e una camicetta bianca. Era in lacrime.
Quando Lina e Gourry si avvicinarono, capirono il perché: il fermo che bloccava la ruota posteriore s’era rotto, e la ruota stessa si era sfilata, mandando "in panne" in piccolo carro.
-Signori, vi prego… aiutatemi…- singhiozzò, rivolgendo uno sguardo da cerbiatto smarrito verso Lina e Gourry.
Lina non avrebbe voluto perdere tempo… una sorta di muta battaglia di sguardi… e vinse Gourry. Un po’ perché il biondo non si sarebbe mai tirato indietro per aiutare una fanciulla in difficoltà. E un po’, perché Lina, che faceva la dura, sotto sotto non lo era così tanto.
Così, mentre Lina col coltello sbozzava da un ramo un nuovo perno, Gourry alzò il carretto, e la ragazzina reinfilò la ruota. Con un bel pugno, Lina incastrò saldamente il perno.
-Grazie mille, signori…- fece alla fine la ragazzina -Permettetemi di darvi un passaggio, per ringraziarvi. - sorrise.
Alla fine, oltre al passaggio, ricavarono anche uno spuntino, cioè circa metà della cesta di mele che la ragazzina aveva sul carro.
Giunti in città, la salutarono, e la ragazzina continuò per la sua strada.
-Allora, hai fatto come ti avevo comandato?-
La ragazzina si inchinò deferente alla fanciulla che, poggiata al muro, pareva aspettarla, lì, dietro l’angolo.
-Si, mia signora. Come comandato. Hanno mangiato circa la metà della cesta di mele. -
La giovane donna annuì, sorridendo. Più di quanto non sperasse.
-Hai fatto un buon lavoro, Sedna. -le lanciò, come mancia, una moneta. -Vai pure. E, ovviamente, dimentica questo lavoretto. -
La ragazzina si inchinò ancora, deferente, e si defilò.
La Signora apprezzava discrezione e professionalità, e lavorare per lei era molto meglio che pulire i piatti in qualche bettola.
Tutti, nei paesi lungo la costa, conoscevano e portavano il giusto rispetto alla Signora.
Giovane, di non più di sedici, diciassette anni. Ma chi può sapere quanto avesse alterato il suo aspetto con la magia? Temibile nella sua ira, poteva spazzare via un villaggio con un dito. Però, se soddisfatta, poteva garantire ai marinai pesche abbondanti. Quindi, tutti obbedivano agli ordini di quella che, credevano, fosse una maga estremamente potente.
E tra i suoi ordini, c’era anche quello della discrezione. Pochi chilometri all’interno, e si riduceva quasi a zero il numero di persone a conoscenza della Signora. Ma sulla costa, non c’era uomo, donna o bambino che non le obbedisse.
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Nella stanza della locanda, Lina guardava senza realmente vedere la toeletta, la spazzola e lo specchio.
Si sentiva un po’ malinconica.
"Ho quasi diciannove anni… l’età in cui si danza in abiti di seta scegliendo corteggiatori affascinanti e civettando, non l’età per girare come una scavezzacollo senza pensare al futuro…
Ma cosa sto pensando? Non è da me…
Io disintegro i briganti, prendendomi i loro tesori…
Agghindarsi di sete e gemme, ecco cosa mi farebbe apparire bella…
Lina, ma cosa vai pensando? Non mi sono mai curata troppo del mio aspetto fisico … chi mi apprezza solo di fuori e non dentro non mi merita…
Però mi piacerebbe essere apprezzata anche di fuori, oltre che dentro… e invece… una ragazzina piccola e piatta…" si guardò il seno, che si notava appena sotto al pigiama "Vorrei essere una donna. Formosa come una donna matura, piena e sensuale…"
I suoi pensieri andavano e venivano, contradditori. Si sentiva la testa pesante…
Alla fine, decise di coricarsi.
Una figura, nell’ombra, sorrise, con un sorriso di perla.
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Gourry stava lucidando la spada. Una sorta di rito serale che compiva da anni, durante il quale rifletteva, con calma e senza fretta.
Rifletteva su quanto gli era capitato nella giornata. Rifletteva sulle cose da dire, su quelle da fare, e quelle che desiderava aver fatto. Rifletteva sulle persone e sui fatti.
Un barluginio rossastro attirò la sua attenzione. Sorrise. Era un capello di Lina, rimastogli impigliato nella maglia.
"Chissà se riuscirò, domani…
Beh, in fondo, anche se non ci riuscissi mai… io sarò sempre la tua guardia del corpo. Pronto a proteggerti. Perché ogni cavaliere deve avere la sua principessa…
Si, non sei proprio proprio una principessa… certo non sei nobile, o se lo sei, certo non lo dimostri. Non giri agghindata, ma in fondo, non saresti comoda per le strade polverose un un abito di seta… "
Anche i pensieri di Gourry andavano e venivano in un modo strano. Lo spadaccino corrugò le sopracciglia, scotendo la testa bionda, come a scacciare qualcosa di fastidioso.
Depose la spada a fianco del letto, abitudine che l’aveva salvato più volte da aggressioni e furti notturni ("Compresi quelli da parte di Lina, i primi tempi, quando voleva ancora la mia Spada di Luce!", ricordò con un sorriso), e si coricò, tranquillo.
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Appunti di lavoro:
Lo spadaccino è più resistente del previsto. Ha un che di elfico, poco, ma credo sufficiente a inibire il mio lavoretto. Non importa. Non è lui il bersaglio.
Voglio fare con calma, e soprattutto evitare certi errori… il soggetto ha già rifiutato alcune volte proposte di membri di altri clan.
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Allora, vi piace questa nuova storia? Non vi dico nulla di più… aspettate e vedrete!!!
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Ilune Willowleaf

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Capitolo 2
*** Il terzo incomodo ***


CAP
CAP. II: Il terzo incomodo
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Sveglia di buon’ora, colazione, partenza. La solita ruotine.
Il centro abitato successivo era bello grande. Aveva un buon negozio di magia, in cui Lina si fiondò (ovviamente DOPO pranzo…).
-Io ti aspetto fuori, Lina. Quell’odore che c’è nei negozi di magia mi fa venire la nausea. - disse Gourry, sedendosi sulla panca poggiata accanto all’ingresso.
-Ok. Ci metterò un pochino. - annuì Lina.
-Sfinirai quel povero commesso cercando di farti pagare cifre astronomiche per ogni ninnolo, e pretendendo sconti vergognosi, come la tuo solito?- sorrise Gourry.
-Scemo…- fu il solo commento di Lina, unito a una gomitata nel fianco.
Gourry sorrise, massaggiandosi la costola, osservando Lina che entrava, il passo deciso della donna in raptus da shopping…
Godendosi il tepore del sole, Gourry chiuse gli occhi, senza però addormentarsi.
-Lord Gourry Gabriev di Alafir…- fece una voce, davanti a lui.
Lentamente, MOLTO lentamente, lo spadaccino aprì gli occhi. La mano, senza parere, era scesa alla spada.
-Marius. - rispose, riconoscendo l’uomo di fronte a lui.
Il giovane, un alto ragazzone dai capelli color biondo chiaro ondulati, si sedette sulla panca, attento che non ci fosse nulla che potesse sporcare i costosi vestiti che indossava.
-Sei cresciuto, cugino. Cosa ci fai, qui?-
-Qui, Gourry? Oh, solo una visita di lavoro. -
-Pensavo facessi il mercenario. -
-Si, ma due anni fa ho avuto il colpo di fortuna: sono stato assoldato come guardia del corpo da un duca anziano e senza figli, e tanto mi si è affezionato, che mi ha adottato. Adesso sono lord Marius di Arkas. Si, non è molto grande, come ducato, ma sempre meglio della piccolissima marca della nostra famiglia. Che poi, sarei stato l’ultimo dei cadetti.
E tu? Ho sentito che giri con la famosa maga Lina Inverse, il terrore dei banditi, la maga dal seno piatto, la nemica di tutto ciò che vive…-
Alle parole del cugino, Gourry era sbiancato, occhieggiando nervoso alla porta… Per fortuna, Lina era ancora dentro, a mercanteggiare…
*ATCHUUU! ATCHUUU! ATCHUUU!* dall’interno vennero fuori tre starnuti in sequenza...
-Senti, Marius, ti do un consiglio: se vuoi arrivare ai trenta, non ripetere davanti a Lina quei soprannomi. Specie quello sulle tette. Ti ucciderebbe subito.-
-Uh, è così terribile?- osservò bonario il ragazzo. Gourry annuì.
-Sono tasti un po’ delicati, con lei. -
In quel momento, Lina uscì, alleggerita di diversi oggetti, ma molto, molto più carica di monete sonanti.
-Gourry, chi è costui?- chiese, notando subito come Gourry fosse, almeno apparentemente, rilassato in presenza dell’estraneo che, intuì, doveva essere un suo conoscente.
Gourry fece le presentazioni.
-Enchante, madmoiselle. - fece Marius, esibendosi in un baciamano che fece andare Lina in ebollizione fino alle orecchie. Il giovane ignorò, o finse di ignorare, lo sguardo seccato di Gourry.
-Si sta facendo tardi, dobbiamo tornare alla locanda, se vogliamo avere la cena in tempo. - fece brusco lo spadaccino, mettendosi tra Marius e Lina.
Lo sguardo di Lina saettò da Gourry a Marius, interdetta. Che Gourry fosse… geloso?
Protettivo, lo era sempre stato. Ma ora…
Si sorprese a guardare arrossendo il volto deciso dello spadaccino, che fissava con aria di sfida il cugino.
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"Dannazione! Non sta andando bene! Come diamine si fa… ecco! Fortuna che ‘sto vecchio aggeggio ha ancora un po’ di carica…"
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Poi il suo sguardo passò a Marius… e il cuore non smise di tamburellarle in petto. Era bello… regale. Aveva del principe. Beh, era duca, o almeno così si era presentato.
Gourry cugino di un duca? Mah, ci avrebbe pensato più tardi…
Cosa stava dicendo? Qualcosa a proposito di cenare all’elegante e lussuosissimo albergo dove alloggiava…
-No. Abbiamo già prenotato alla nostra locanda, e poi, forse saremo fuori posto in posti così eleganti…- Gourry pronunciò l’ultima parola come se fosse un insulto, prendendo poi per un braccio Lina, e trascinandola letteralmente via, verso la loro locanda.
-EHI! Fermati! FERMATI, cervello di medusa!- Lina fece resistenza, tirando calci negli stinchi a Gourry, ma lui continuò imperterrito a camminare, fino a che non fu parecchio lontano, a diverse traverse di distanza, da Marius, che era rimasto fermo e sorridente davanti al negozio di articoli magici.
Solo quando fu parecchio distante (e le sue gambe coperte di lividi), Gourry si fermò.
-Ti dispiace lasciarmi il braccio, Gourry?- fece acida Lina. Con grande imbarazzo (nonché preoccupazione per la sua integrità fisica), Gourry si accorse che teneva ancora Lina per il polso destro.
-Oh! Scusami… io non volevo… - tentò di scusarsi.
-Perché mi hai trascinato via? Hai rifiutato l’invito a cena nel MIGLIOR albergo della città!- si lamentò Lina.
Gourry si rabbuiò in volto.
-Non voglio che frequenti Marius. - disse, secco, voltandosi, e incamminandosi verso la locanda.
-EHI! Non puoi venirmi a dire che posso o non posso frequentare!- Lina lo raggiunse, con uno scatto, e gli si pose davanti, pugni sui fianchi.
Fu però colpita dallo sguardo di Gourry. Non era il solito sguardo allegro e gioviale. Era duro e preoccupato.
-Dammi retta, non è il tipo di persona che ti consiglierei di frequentare. - disse secco lo spadaccino. Poi, aggirando Lina, proseguì per la locanda.
Lina rimase a fissarlo, impalata in mezzo alla strada.
Perché si comportava così? Perché era così… così dannatamente serio?! Non pareva neanche lui…
Ma quando qualcuno ci dice di non fare qualcosa, ci viene una grande voglia di farlo, si sa, anche s prima magari non l’avresti fatta così testardamente.
Lina fece una smorfia rivolta al mercenario, poi girò i tacchi, e tornò al negozio di articoli magici.
Marius era ancora lì, anche se il calare del sole disegnava lunghe ombre tra i muri, e rendeva scarsa la visibilità.
-Speravo tornassi. - disse semplicemente, staccandosi dal muro a cui era poggiato.
-Sono curiosa. E perfettamente in grado di badare a me stessa. - replicò lei, con un’alzata di spalle.
-Perché Gourry non vuole che ti frequenti?- chiese lei a bruciapelo.
Marius la guardò per qualche istante. Un mezzo sorriso gli affiorò sul volto, e lo sguardo si fece per un attimo luminoso, sognante. Poi quella luce sparì.
-Mah. I motivi possono essere molti. -
-Ad esempio?-
-Camminiamo. Te li spiegherò andando all’albergo. - le propose, ammaliatore. Lina non riuscì a rifiutare.
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L’aria della sera era dolce, e sapeva di fiori.
-Gourry… è più giovane di me, ma, in linea di diritto all’eredità, è prima di me. Questo perché lui è figlio del primogenito di nostro nonno, mentre mio padre era il secondogenito.
Gourry a sua volta è il secondogenito… ciò significa che suo fratello nonché mio cugino, avrebbe dovuto ereditare la marca, e, soprattutto, il tesoro di famiglia… immagino tu sappia di cosa stia parlando, vero?-
-La Spada di Luce, non è vero?-
-Si. Ma nostro nonno, Raudy Gabriev, decise che il titolo nobiliare, per quel che può valere l’essere nobili in un fazzoletto di terra!, sarebbe andato al primogenito del primogenito. Ma la spada, decise arbitrariamente di darla a Gourry. Il più piccolo! Il più imbranato!
Raudy passava ore ad allenarlo, era il suo cocco. Ammetto che ne ero geloso…
A adesso non ne ho più motivo. È vero, non ho la terra di famiglia, ma sono stato adottato da un duca assai più facoltoso. La Spada di Luce, mi rendo conto, è una responsabilità troppo grossa. Sono perfettamente felice, e non serbo rancori verso di lui, quindi davvero non mi spiego perché invece lui pare averne… e ciò mi ferisce molto, sai?- parlando, s’era fermato, costringendo Lina a fare altrettanto. Con abili movimenti, mentre parlava, l’aveva spinta verso il muro, e, finito di parlare, le prese una ciocca di capelli tra le dita.
-Non trovi sia un atteggiamento piuttosto infantile, da parte sua?- sussurrò.
-No. Non credo…- mormorò Lina. Era divisa da due impulsi contrastanti. Da una parte, gli occhi verdi di Marius erano magnetici, la sua voce suadente… dall’altra, quella vicinanza fisica la metteva a disagio… forse per la sottile somiglianza con Gourry. Ma non era Gourry, non si fidava di quest’uomo…
Con un agile scatto, scivolò via, allontanandosi di qualche passo.
-Non è raro avere un rapporto di amore-odio con fratelli o cugini più grandi, sai?- disse, rabbrividendo involontariamente al pensiero di sua sorella.
-Hai freddo? Che ne dici di entrare? Possiamo ordinare la cena, e intanto parlare un po’ di noi…- propose Marius. C’era, in quel "noi" qualcosa che sottintendeva di più che "amici".
-Gourry mi aspetta. Se non mi vedesse arrivare, si preoccuperebbe…- disse Lina, sfuggendo a un nuovo tentativo di essere "messa al muro" -Sarà per un’altra volta.- disse, eclissandosi poi rapidamente nelle ombre sempre più fitte della sera.
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La locanda era chiassosa, e certo lontana anni luce dall’eleganza raffinata dell’albergo in cui alloggiava Marius.
Ma era, in un certo qual modo, familiare.
Familiari i legni lucidati a suon di cera e birra versata, familiare l’odore di cibo cucinato in grandi quantità e servito su enormi piatti che proveniva dalla cucina, familiare il cicaleccio di avventurieri, giocatori d’azzardo, cameriere pettegole, posate, bicchieri, fiamminghe ben piene (mica come in quei ristoranti di lusso dove una porzione costava fior di monete d’oro, e ti portavano una fettina di carne sottile come carta, tutta bella decorata, ma che non saziava neppure un dente!).
Lina sospirò. Si, quello era l’ambiente che faceva per lei. Non quei posti eleganti dove tutti avrebbero osservato con alterigia i suoi abiti da viaggio, i calzari infangati, il mantello un po’ liso e gli spallacci graffiati da innumerevoli battaglie.
Questo era il posto che faceva per lei. Il tipo di posto da cui un’infinità di volte era partita per un’infinità di avventure.
Con lo sguardo, cercò la macchia dorata dei capelli di Gourry.
Infine, lo trovò. Era seduto a un grosso tavolo rotondo, e davanti a lui c’era l’intero menù della locanda. Stranamente, non aveva toccato cibo.
-Guarda che se sei inappetente, la tua parte me la mangio io!- osservò la maga, afferrando la sedia.
Gourry sorrise. -Ti aspettavo. - disse semplicemente, prima di afferrare un coscio di tacchino con le mani e staccarne un grosso boccone coi denti.
-Potresti scoprire di avere fatto un errore!- fu il salace commento di Lina, nel fregargli un involtino da sotto la forchetta.
In breve, la cena fu una guerra all’ultima posata.
Ripulendosi i denti con uno stuzzicadente (una cosa comodissima e gratificante che negli ambienti dell’alta società è considerata altamente ZOTICA!), in attesa di nuove portate, Lina sorrise, nell’osservare il volto di Gourry così come l’aveva sempre conosciuto: semplice e limpido. Senza scatti di nervoso o musi lunghi.
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La sera invecchiava, ma continuavano ad arrivare piatti al tavolo di quei due avventurieri.
Alla fine, i pozzi senza fondo che avevano per stomaco dovettero essersi riempiti a sufficienza, perché la maga si alzò, dichiarando di essere stanca morta, e se ne andò nella sua stanza.
Gourry rimase ancora qualche minuto, osservando meditabondo i presenti.
-Marius, se vuoi parlarmi, vieni pure al mio tavolo. - disse poi, all’aria, sorridendo.
Da un angolo, una figura coperta da un elegante mantello si staccò dalla sedia, e raggiunse il tavolo, calando il cappuccio dai capelli biondi.
Si sedette con eleganza sulla sedia che fino a poco prima era stata occupata da Lina.
-Perché lo fai?- chiese.
-Cosa?-
-Fingere di essere un idiota totale, con lei. Cos’è, una nuova strategia di abbordaggio delle pollastrelle?-
Gourry corrugò le sopracciglia. -Non mi è mai piaciuto il tuo modo di esprimerti, Marius. -
-Allora ripeto la domanda come piace a te, cuginetto. Perché fai finta di essere ben più scemo di quanto tu non lo sia davvero?-
Una venuzza pulsò sulla tempia di Gourry -Non so quale fosse peggio. - sospirò il biondo, riferito ai due modi di porre la domanda. Guardò Marius negli occhi, sorridendo. -Chi lo sa? Forse semplicemente perché mi va di tenere il cervello a riposo…-
-Già, chi lo sa? Guarda che quella ragazza piace anche a me, Go. -
-Mettiti in fila. - replicò Gourry, sedendosi più comodo e allungandosi sullo schienale della sedia. Si dondolò sulle gambe posteriori della sedia, stuzzicadente in bocca e piedi sul tavolo. Osservò compiaciuto lo sguardo da "ma che razza di cafone che sei" rivoltogli dal cugino.
-Non è donna per un damerino intelligentone come te, Marius. Perché faccio così lo svampito? Semplice: perché lei è sempre sotto stress. E io sono il suo allevia stress. -
-Tutto qui? Sei il suo cucciolotto con cui parlare sentendosi intelligente e geniale? Umph! Mi fai pena!- lo schernì Marius.
-Forse. Ma intanto lei è tornata qui da me, per la cena. - sorrise di rimando Gourry. Uno a zero palla al centro.
Si alzò -Noi domattina dobbiamo alzarci presto. Sai com’è giriamo a piedi, mica con servi, carrozza e cavalli come qualcuno. Buonanotte, cugino, e magari a mai più rivederci. -
E, senza altro saluto, salì la scala che portava al piano superiore della locanda, quello con le camere, e si ritirò nella sua.
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Appunti di lavoro:
Il mio agente si sta rivelando più imbranato del previsto. Forse la tecnica A non è l’ideale, su di lei. Ma denaro e potere non hanno sortito effetto, in passato. Ricatto men che meno. Aspetterò ancora un po’, la situazione potrebbe cambiare. Il mio agente non mi ha mai deluso…
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Il mattino salutò il risveglio di Lina con una pioggia fitta e battente che pareva tutta intenzionata a cadere per diverse ore.
Lina osservava spazientita il paesaggio, reso grigio-argenteo dalla pioggia.
Che rabbia!
Non restava altro da fare che scendere a fare colazione.
-Buongiorno. Dormito bene?- la salutò Gourry, che la stava aspettando fuori della porta della camera.
-Come al solito. Cosa vogliamo fare, restare qui tutto il giorno, o proseguire il viaggio sotto questo diluvio?-
-Perché me lo chiedi, Lina? Di solito sei sempre tu che decidi se proseguire o meno…-
-Beh… perché non mi sembrava carino… che fossi sempre io a decidere…- Lina era arrossita, senza sapere il perché.
-Tu cosa vuoi fare?- domandò Gourry.
-Restare. Prendermi l’acqua è l’ultima cosa che voglio. - fu la secca risposta di Lina, che accennò col mento al vero diluvio che si stava scatenando lì fuori.
-Allora voglio restare anche io. Andiamo a fare colazione?-
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-Mia Signora, è proprio necessario continuare? Io… non so se me la sento…-
-È per via dello spadaccino?-
-Si. Malgrado tutto, gli voglio bene… è mio cugino…-
-Ricorda che hai un debito con me. Quello che ti ho dato, posso facilmente riprendermelo. -
-…
Si, mia Signora…-
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Le sopracciglia bionde di Gourry si contrassero, nel vedere chi si era accomodato al tavolo da loro usato la sera precedente: Marius.
-Buongiorno! Ho pensato di farvi una sorpresa… scommetto che non pensavi che fossi così mattiniero, eh, Gourry?-
-Già, proprio una bella sorpresa…- borbottò Gourry.
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Tanto fece e tanto disse Marius, che riuscì a convincere Lina ad accettare un passaggio sulla sua carrozza fino al paese successivo.
-Sapete, parte del vostro itinerario coincide col mio. Potremmo girare un po’ assieme… Ho sentito parlare molto di te, Lina, ma devo dire che le voci non ti rendono affatto giustizia!-
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Nella carrozza, Gourry s’era seduto accanto a Lina, prevenendo il cugino. Ogni tanto gli lanciava delle occhiate storte. Lina si disse che forse era meglio non avere troppa confidenza con quell’uomo: se Gourry, sensibile all’animo umano, lo trovava così antipatico, doveva esserci ben di più che una semplice gelosia d’infanzia.
Decise che quella sera ne avrebbe parlato allo spadaccino.
L’itinerario portava verso una cittadina nell’interno, e mano a mano che il mare si allontanava, Marius si rilassava, in modo dapprima impercettibile, poi via via più evidente.
Il suo sguardo verde saettava da Lina a Gourry, notando piccoli particolari che gettavano il suo cuore su un tagliere, dove era fatto a tocchetti dal coltello dell’ansia e del rimorso. Ansia, se non avesse portato a termine il suo lavoro, per le conseguenze. Rimorso, perché avrebbe causato molto dolore al cugino.
Vinse l’ansia. La mia pelle, pensò, è più importante del cuore spezzato di quel semplicione di Gourry, e se da una delusione amorosa ci si riprende, dall’essere gettati in mezzo alla strada no.
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Rapporto 857 anno 1003
Da: Lemar
A: Suan
Come temevamo, ha ripreso a muoversi. I miei sospetti sono che stia puntando gli occhi sulla Inverse giovane. Sappiamo che è un pericolo per il mondo, e se cadesse nella sua rete, potrebbe seriamente costituire una minaccia per la nostra razza.
Se dovesse essere necessario, mi assumerò il compito di eliminarla, ma ritengo che la questione andrebbe sottoposta al giudizio dei Saggi, e a loro lasciata la decisione se risolvere il problema alla radice.
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-Non ho molto tempo, Marius. Perché sei così indietro?-
-Mia Signora, chi vi ha riferito di Inverse e di Gourry Gabriev deve aver sottostimato il loro legame… Non so se riuscirò a farla legare a me, e allontanarla da Gourry…-
-Se è lo spadaccino il problema, posso benissimo farlo eliminare. -
-Mia Signora, se mi permettete l’ardire, temo che ciò non gioverebbe molto. Quella donna è un riccio, e difficilmente si potrà fare breccia in modo violento. Ho il sospetto che se accadesse qualcosa a Gourry, lei cercherebbe il responsabile, il VERO responsabile…-
-Stavolta hai ragione. Ci hanno già provato… e LUI ha fatto una gran brutta fine.
Potremmo provare invece a lavorarci lo spadaccino, per passare poi dai lui a lei. Cerca di tastare il terreno. -
-Si. -
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Marius scese dalla sua stanza pallido. S’era andato a rinfrescare dopo il viaggio, ma aveva una faccia più sbattuta di prima.
-Lina dov’è?- chiese a Gourry, sedendosi al tavolo al quale lo spadaccino stava, alla luce di una lampada, esaminando con cura il filo della spada.
-Ha sfidato la pioggia ed è andata a fare un salto alla gilda dei maghi. Avrei fatto meglio a seguirla, magari avevano qualche spada magica. Questa è terribilmente limitante, dopo la Spada di Luce…-
-Ti manca, vero, quella sensazione di potenza? Nonno Raudy una volta la fece provare anche a me… era meravigliosa…-
-Si. Era come se cantasse, nella lotta, e rispondeva ai miei più intimi pensieri, come un essere vivo. Ma non era nata qui, e ora è tornata dove è più giusto che sia. -
-Dove?- fece Marius, incuriosito.
-È una storia troppo lunga e complicata da spiegare. Chiedila a Lina: se riesci a sgrossare i pezzi di autoglorificazione, lei è una narratrice molto più abile di me. -
-Ti piacerebbe avere di nuovo un potere simile, eh?-
-A chi non piacerebbe? Sono mesi che setacciamo la penisola alla ricerca di qualcosa di decente, inutilmente. -
-E se… mettiamo il caso, se una persona molto potente ti promettesse una spada potente, non come la Hikari no Ken, ma una delle armi migliori del mondo, e ricchezza, e fama… solo per svolgere alcuni lavoretti da mercenario, cosa diresti?-
-Direi che la faccenda puzza. Nessuno dà nulla per nulla. -
-Metti il caso che qualcuno ti offra tutto ciò…-
-No. Certo, una buona arma mi tenterebbe, ma è passato anche per me il tempo del lavoro sporco, del mercenario prezzolato, della guardia che esegue gli ordini senza chiedere nulla, senza domandarsi se è giusto o meno.
Adesso, ho qualcosa di più importante da proteggere. Qualcosa che vale più di qualsiasi spada magica, di qualsiasi tesoro…-
-Parli di Lina?-
Lo sguardo azzurro di Gourry, da dolce e vagamente sognante che era, diventò duro come una scheggia di acciaio.
-Si. Non so perché le stai ronzando intorno… ma te lo ripeto per l’ultima volta: piantala. Lei non è adatta a te, tu non sei adatto a lei. Non rendermi le cose più difficili di quanto già non lo siano. -
Marius sospirò -Vorrei. Vorrei poterti dire "tientela e sii felice". Davvero. Ma non posso. -
Si alzò -Non ce l’ho con te. Ma, vedi, io sono ancora un mercenario, malgrado tutto. E il mio lavoro, lo faccio senza fare domande. -
Se ne andò, lasciando Gourry perplesso. Gli era sfuggito qualcosa. Marius, ancora mercenario? Ma… non era stato adottato da un Duca? I vestiti, i servi, la carrozza… nessun mercenario se li potrebbe permettere, neanche come "copertura".
Si alzò anche lui, ma non seguì il cugino. Prese invece la spada, e andò a cercare Lina.
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-È davvero un piacere e un onore avere qui la grande Lina Inverse! Magari stasera vorrete fermarvi a una cenetta informale… solo voi, io, e una dozzina o due di membri della zona…-
La presidentessa del circolo di magia locale pareva più una massaia di una maga. Di mezz’età, tondetta e bassa, con uno chignon di capelli biondo cenere striati di grigio.
Lina rabbrividì: aveva visto in cosa consisteva il circolo di magia locale: una sorta di versione vagamente magica di un circolo di pettegole. Quasi tutti gli iscritti erano donne, generalmente sposate. Tutte conoscevano, o pretendevano di farlo, le arti della divinazione, usatissime per predire tradimenti e grandi amori, e per condire di una nota di magia i pettegolezzi. Per il resto, piccoli incantesimi, roba che lei sapeva fare in terza elementare.
Armi magiche, neanche a pregare. C’erano cianfrusaglie magiche di ogni tipo, gioielli più ornamentali che di reale uso arcano, incensi fin troppo aromatici…
Con una scusa qualsiasi declinò l’invito, e se la filò, andando a sbattere, sulla porta, contro Gourry.
-Lina! Sono felice di averti trovato!-
-Anche io, Go. Alziamo i tacchi, prima che ci invitino per il the…-
-Il the? Ma… non è un circolo di magia?-
-Si… per modo di dire. Andiamo.-
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Alla locanda, Gourry ascoltò paziente il resoconto di una Lina immusonita sull’assoluta ridicolaggine del circolo di magia, sulle "maghe" lì iscritte, e sulle loro ridicole pratiche più simili a quelle dei ciarlatani che di stregoni veri e propri.
-Armi magiche, neanche a pregare. - finì, poggiano il mento sulle mani intrecciate.
-Pazienza. Sarà per la prossima città!- la consolò Gourry, posandole una mano sulla spalla. Lina sorrise.
-Senti… non ti arrabbiare se dico qualcosa che non va, ma… perché non provi tu a incantare una spada?- disse lui, dopo qualche minuto di amichevole silenzio.
Lina scosse la testa -No. Non è il mio campo. Sono pochi i maghi capaci di creare artefatti davvero ottimi, e anche per produrre un’arma incantata mediocre occorrono capacità e materiali specifici. Io sono più portata per la creazione di talismani con pietre preziose. Potrei però, ora che mi ci fai pensare, potrei produrre qualcosina da applicare alla spada per potenziarla, anche se sarebbe solo provvisorio…-
Immersa nei complicati pensieri della magia, Lina corse a prendere carta e penna, e borbottando qualcosa ogni tanto, scriveva e disegnava e scribacchiava fogli su fogli. Gourry la osservava, fingendosi interessato, e rispondendo alle saltuarie domande su caratteristiche tecniche di armi che Lina gli rivolgeva.
Era così concentrata da non notare neanche quando un avventore si sedette alla lunga tavolata comune, poco distante da Lina. Ordinò da bere, e stette alcuni istanti ad osservare la maga.
-Mi scusi, signorina…- la interpellò, quando Lina si fermò per ordinare qualcosa da bere.
-Inverse. Lina Inverse. - si sgranchì le dita.
-Miss Inverse, da quello che ho capito, sta cercando di creare un talismano magico per una spada, in alternativa a una spada magica. Non volevo origliare i vostri discorsi, ma parlavate molto forte, e io mi interesso di ami magiche…-
-Beh, non è un segreto, dunque. Allora?- fece Lina, riordinando la catastina di fogli.
-Sa, io conosco un artigiano di incredibile bravura, capace di forgiare spade di eccezionale fattura. Pensavo potrebbe interessarvi, perché un talismano magico dà risultati migliori su una spada di ottima fattura, piuttosto che su una di mediocre qualità. -
-Continua. - lo incitò Lina. Lo sguardo suo e quello di Gourry s’era fatto interessato.
-Abita parecchio distante, ma ecco, se vi interessa, posso farvi una cartina. Dite che vi mando io. Sapete, ho una percentuale su ciò che vende ai clienti che gli mando!- sorrise l’uomo, scostando una ciocca verdina dalla fronte.
-Un rappresentante in commercio!- esclamò Lina, divertita -E dimmi, rappresentante, hai anche qualche campionario da mostrarci?-
-Certamente!- l’uomo estrasse un lungo stocco, sottile in modo quasi ridicolo.
Lo passò a Gourry, che ne ammirò molto l’acciaio, elastico e luminoso, il filo acuminato e la lavorazione pregevole anche dal punto di vista estetico.
-Quesa spada è davvero bellissima. È uno dei pezzi migliori?- chiese.
L’uomo scosse il capo -No. È nella media. Ma se gli state simpatici e avete la pazienza di aspettare qualche giorno, vi farà un’arma a cui confronto questa è lavoro di apprendista.-
-Lina, andiamoci!- esclamò Gourry, alzandosi entusiasta.
Lina guardò l’arma, che lo straniero stava reinserendo nel fodero. Lo sguardo eccitato e desideroso di Gourry, il suo sorriso speranzoso…
Oh, al diavolo! L’assemblea ad Atlas non sarebbe cominciata che tra quaranta giorni! Erano partiti molto prima intenzionati a prendersela molto comoda in tutti i paesi, ma se invece si facevano una bella tirata senza troppe soste, potevano ottenere anche la spada. E, in ogni caso, se le cose fossero andate troppo per le lunghe, potevano sempre passare a ritirarla dopo il Concilio!
-Ok. Ci puoi fare una cartina… come hai detto di chiamarti?-
-Cosa? Già, non l’ho detto. Mi chiamo Lemar. -
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Allora, siete riusciti a capire chi è la Sirena? Dai commenti al capitolo 1, sembra proprio di no…
Vi darò un indizio: si ambienta poco prima di Gods War (fa parte della mia saga, quindi seguo la linea temporale della serie tv, che è leggermente diversa da quella dei romanzi [nella versione cartacea non esiste la serie TRY, in compenso ci sono molti altri avvenimenti a me sconosciuti quando iniziai Gods War]).
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Ilune Willowleaf

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Capitolo 3
*** Il fabbro degli elfi ***


CAP III
CAP III: il fabbro degli elfi
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Appunti di lavoro:
Si sta allontanando! Loro devono avere scoperto qualcosa dei miei piani, e stanno cercando di condurla lontano dalla mia area di influenza. Dannazione!
Metterò Marius alle loro calcagna. Anzi, andrò io stessa, di persona.
Come diceva Dess, chi fa da sé fa per tre.
Spero solo che ne valga la pena… non voglio neanche pensare alla quantità di lavoro arretrato che mi ritroverò se mi assenterò più di una settimana…
Stupide lucertole!
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-Marius, non hai fatto un lavoro eccezionale, ma per stavolta voglio essere magnanima. Sei esonerato da questo incarico. Tra poco ti farò sapere il prossimo. -
-Si, mia Signora. Le prometto che non la deluderò…-
Un piccolo sbuffo provenne dall’angolo in ombra verso cui Marius era deferentemente inchinato.
-Sarà meglio per te. -
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Risposta al Rapporto 857, anno 1003
Da: Suan
A: Lemar
Allora, vecchio mio, ti secca che i vecchi non ti hanno dato il permesso di accoppare la Nemica di Ogni Cosa che Respira, eh? Mettiamola così: sarebbe stato un suicidio. È pur sempre quella che ha fatto fuori un settimo del Re dei Demoni. Meglio tenercela buona. Se li accompagni fin da Ithal, porgi i miei saluti.
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Rapporto 858 anno, 1003
Da: Lemar
A: Suan
Ti dirò che non mi dispiace non doverli affrontare. E non solo perché mi farebbero a polpette. La Demon Slayers è una carta troppo preziosa per bruciarla così. Chiedi se posso rivelarle dei piani della Sirena.
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Risposta al rapporto 858, anno 1003
Da: Suan
A: Lemar
Le vecchie cariatidi hanno detto di farlo solo se sarà indispensabile. Ordini: seguirli, guidarli ed evitare che vengano in contatto con gli agenti della sirena. E pregare che non venga lei in persona.
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Ignari dei curiosi intrecci dei fili del destino che si stavano annodando attorno a loro, Lina e Gourry procedettero per alcuni giorni a passo serrato lungo il sentiero di montagna, guidati da Lemar, verso l’abitazione del fantomatico maestro di spada.
"Dannazione… ci abbiamo provato con i soldi, col potere, con la vita eterna… niente. Col ricatto poi è andata anche peggio. Ma quella ragazza è incorruttibile? Non che sia poi una santarellina… Dannazione, non ho voglia di farmi la recitina… ma se l’ha fatta quella faccia da triglia del Metallium, posso farlo anche io… ma non ora: dannazione, l’hanno portata in una zona di Sigillo Sacro! Grumblegrumblegrumble"
La figuretta appollaiata sul ramo dell’albero osservava imbronciata i tre viaggiatori. Aveva tardato troppo, e adesso la sua preda era andata a rifugiarsi in un posto ove lei non poteva entrare senza grande sofferenza fisica e perdita di energie.
-Dannati draghi e dannati cavalieri!- imprecò, sparendo in un refolo di vento salmastro.
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La casetta era la costruzione più singolare che Lina avesse mai visto. Quattro enormi querce secolari crescevano vicinissime, con le radici unite: tra di esse, era stata costruita la casa, usando le piante come parete vivente, e ricavando finestrelle tonde o quadrate negli spazi tra i tronchi. Il tetto era di tegole di legno, e tutte le intelaiature e i rinforzi di legno erano accuratamente intarsiati in modo da assomigliare alla corteccia e ai rami, per cui sembrava che la casa nascesse dalla pianta.
Un po’ staccata dagli alberi, accanto al torrente, sorgeva la fucina, dall’aria molto più semplice e spartana.
Un rumore ritmico e argentino proveniva dall’interno, alternato al sibilo tipico del metallo incandescente posto nell’acqua.
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-Vado avanti io: non ama troppo avere ospiti improvvisi, ed è meglio che io l’avvisi. - esordì Lemar, lasciando Lina e Gourry ad attendere ai margini della vasta radura in cui sorgeva casa e fucina.
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*knock knock*
-Tylya? Posso entrare?- chiese, dopo aver bussato.
Il martellio cessò all’istante, e la porta si aprì appena. Neanche un occhio molto acuto avrebbe potuto vedere la mano coperta da un pesante guanto di cuoio uscire dalla fessura, prendere il giovane per la casacca, e trascinarlo dentro.
-Lemar! Brutto vagabondo, che ci fai qui?-
-Sono venuto per rivedere i tuoi begli occhioni blu, Tyl…-
-Scemo! Son quattro settimane che non mi dai tue notizie!-
-Lavoro. Dai, tesoro, sai che lavorare per il Consiglio è una faticaccia…-
-Scemo…-
Il fabbro era una giovane elfa, dai capelli biondi raccolti in una treccia, al momento annodata in una crocchia sulla nuca. Sotto i pesanti guanti da fabbro aveva mani sottili e lunghe, con le quali cinse il collo e accarezzò la nuca del giovane.
La camicia di cotone e il grembiule da fabbro in pelle grezza non nascondevano le forme graziose, che Lemar strinse a sé, incurante della fuliggine che gli macchiava i vestiti.
-Stupido drago. Sai bene che dovresti prenderti quelle stramaledette ferie che hai in arretrato da trent’anni!- gli passò un dito sul naso, accarezzando poi le labbra di Lemar.
-Mmm… e tu, caro il mio Cavaliere, che te ne stai sempre chiusa nella fucina? Perché ogni tanto non vieni tu a trovarmi?- replicò Lemar, sorridendo.
-Tra tutte quelle signorine draghesse con la puzza sotto il naso? Naaa… Io amo la mia foresta.- assaporò il bacio che diede al drago -Se venuto per una rilassante settimana con la tua ragazza?- sussurrò.
-No, purtroppo. Ho ricevuto ordine di portare una certa persona in una zona di Sigillo Sacro, e la tua, oltre a essere la più vicina, era perfetta anche per un altro motivo…- sospirò il giovane.
-E quale, oltre al fatto che sono la migliore cuoca della zona?-
-Ovvio che sei la migliore… sei l’unica abitante della zona! A parte questo, abbiamo bisogno che tu forgi una spada. Un’arma sacra, per un guerriero.-
-Mmm?- Tylya inclinò la testa da un lato.
-Presente la Demon Slayer? Lina Inverse?-
-Chi, quella che ha sconfitto Dark Star e che ha risposto per le rime in faccia al vecchio saggio dei Draghi di Fuoco?-
-Precisamente. Presente Gourry Gabriev?-
-Di nome. Lo spadaccino che gira con lei, vero? Il possessore della Spada di Luce…- gli occhi di Tylya si fecero sognanti al pensiero di quell’arma leggendaria.
-Esatto. Dopo Dark star, la spada è sparita. E lui ha bisogno di una nuova arma. -
-Quei due sono stati dichiarati mine vaganti. L’unica che ha un po’ di autorità su Lina Inverse è Luna, la sorella. - replicò Tylya.
-Senti, tesoro, gli ordini del Consiglio sono di trattenerli qui il più a lungo possibile. La Sirena ha piani su di loro. -
-Quella *******…- gli occhi dell’elfa si spalancarono, stupiti e indignati -Valli a chiamare. Se devo fare una spada, ho bisogno di prendere le misure. -
-Ricordati di fare con calma. Con MOLTA calma. Il Consiglio vuole che restino qui finché non abbiamo scoperto di più dei piani della Sirena. -
-Va bene. Del resto, per una buona arma, ci vuole del tempo. -
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Un tronco caduto fungeva da panchina, e dal modo in cui era stato accuratamente scortecciato e intagliato alle estremità, si capiva che era stato scelto apposta.
-Sai, Gourry, è da un po’ che ci penso…-
-A cosa?-
-Marius. Pareva tanto ansioso di seguirci, e poi, d’un tratto, ci ha mollati. - disse Lina, raccogliendo un fiore di trifoglio e mettendosi in bocca il gambo, assaporando la linfa acidula e dissetante.
-Ti dispiace?-
-No. -
Gourry si rilassò.
-Solo, mi sembrava strano. -
-Lina… qualche giorno fa, ho parlato con lui…-
Il mercenario riferì alla maga del discorso avuto con Marius, quello che l’aveva lasciato perplesso.
La ragazza ponderò attentamente. -Tu hai qualche idea sul perché si sia comportato così?-
Gourry la guardò, indeciso se dirle ciò che davvero pensava, o dire qualche sciocchezza per alleggerire la tensione.
In quel momento, Lemar uscì dalla fucina, facendo segno ai due di venire.
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-Lina, Gourry, il Cavaliere di Cephied Tylya Ithal - presentò Lemar -Tyl, Lina Inverse e Gourry Gabriev. -
Lina e Gourry fissarono stupiti l’esile elfa, vestita di abiti da fabbro, col volto sbaffato di fuliggine della forgia.
-Onorata. - Tylya porse la mano, che Lina strinse -Non capita tutti i giorni di incontrare Lina Inverse. Assomigli un po’ a tua sorella, come lineamenti.-
-La conosci?-
-Certo. È il capo dei Cavalieri di Cephied. Ho eseguito per lei una riparazione, qualche tempo fa. Ma veniamo al dunque: Lemar mi ha detto che avete bisogno di una spada. La migliore. E io sono la migliore armaiola della penisola. -
-Precisamente. Puoi farcela?- chiese Lina. A dirla tutta, si era aspettata magari un omone, non questa creatura delicata e bionda, che la superava si e no di dieci centimetri.
-Certo che si! Per chi di voi due è? Devi prendere le misure. -
-È per me. - si fece avanti Gourry. Tylya annuì, poi andò a prendere un taccuino dagli orli bruciacchiati, penna e un metro a nastro, e iniziò a misurare la lunghezza del braccio di Gourry, le dimensioni della mano e delle dita.
-Per fare una spada su misura, occorre calcolare tutto. Se ne avete, posso inserirvi talismani magici o altro. - spiegò, iniziando a fare alcuni rapidi schizzi.
-Al momento no, mi occorrerebbero diversi giorni per crearne uno. - disse Lina, mentre Gourry gironzolava per la fucina, ammirando alcune spade e lance appoggiate a una rastrelliera.
-Li avrai. Per costruire una spada eccezionale, ho bisogno di tempo. - fu la calma replica di Tylya, mentre, poggiato il taccuino sul tavolo, prendeva un mazzo di chiavi da un cassetto, e si dirigeva a passo sicuro verso una sorta di sgabuzzino.
-Quanto tempo?- Lina era ansiosa. Non potevano permettersi di aspettare mesi!
-Non lo so di preciso. Una mesata come minimo. Dipende da come reagirà il metallo. - dallo sgabuzzino, pieno di piccole casse e fagotti, estrasse un fagotto avvolto in un panno bianco, contrassegnato con un simbolo. Lo mollò in mano a Lina, poi si mise a frugare ancora, estraendo da delle casse altri due fagottelli più piccoli.
-Come reagirà il metallo? Senti, tra meno di quaranta giorni ho un conclave di maghi, esservi invitata rappresenta per me un sogno che si avvera. NON POSSIAMO non andarci. - pestò i piedi Lina.
-Comprendo. Ma per fare le cose per bene occorre tempo. "la gatta frettolosa fece i gattini ciechi", non lo sapevi? Sarete miei ospiti, e Lemar vi terrà compagnia, se i suoi impegni non lo richiamano qui e là. - corrugò le sopracciglia.
-Senti, se tra un mese non è pronta, noi andiamo, e passiamo a prenderla dopo il Conclave, ok?-
Tylya ci pensò su -Devo parlarne con Lemar. - disse, e, senza aggiungere altro, prese il fagotto che aveva affidato a Lina, e tornò nell’angolo della fucina dove stava la forgia e l’incudine.
Accanto alla forgia, Gourry stava esaminando l’incudine con grande interesse. Non era ferro, anche se il colore poteva ingannare. Era nera, ma di un nero lucido, levigato e vetroso. Pareva quasi vetro, ma quale vetro avrebbe potuto reggere i colpi di martello? A proposito di martello, il suo sguardo corse al maglio, e si accorse sorpreso che anche quello era fatto dello stesso materiale.
-Non è ferro, vero?- chiese all’elfa, mentre questa tornava alla forgia, carica di fagotti, che poggiò sul tavolo degli attrezzi.
-Certo che no. Le armi dei Cavalieri di Cephied tagliano il ferro come burro, quindi non posso certo usare ferro o metalli più teneri quando devo ripararle o forgiarle. - spiegò Tylya, aprendo con reverenza il fagotto più grande. Lina e Gourry allungarono il collo, curiosi.
-Guardate… non è bellissimo?-
Quello che era nel fagotto era una sorta di cristallo di un bianco purissimo, lungo circa sessanta centimetri, e largo venti. Brillava come di luce propria, e trasmetteva un’immediata sensazione di pace.
-Un cristallo?-
-Questa è Acqua Sacra, resa solida dall’enorme potere che si sprigionò da Cephied nell’ultima battaglia contro Shabranigdo, 5000 anni fa. Io sono una delle poche persone ad averne una piccola scorta, ed è usato per le armi più sacre.-
Lina deglutì a vuoto.
-Non so se… possiamo permettercelo…-
-Consideralo un piccolo dono dei Ryu-zoku per tutti i demoni uccisi, Lina. - intervenne Lemar, poggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate.
-I Ryu-zoku?- la maga si voltò verso la loro "guida boschiva". Solo allora notò le orecchie, leggermente a punta, e le branchie sotto ad esse, gli occhi con la pupilla verticale, e molti altri piccoli segni, come le squame verde-blu sul dorso delle mani e la leggera iridescenza azzurra della pelle.
Si dette dell’idiota, ma il drago parve leggerle nel pensiero.
-Incantesimo di dissimulazione. L’attenzione di chi mi guarda viene magicamente distolta dai particolari che possono smascherarmi. Noi draghi d’acqua siamo specialisti in tale incantesimo. -
-EH, NO! Non so cosa stia succedendo, ma se i draghi pensano di potermi usare come pedina come l’altra volta, io…-
-Calma, Inverse. Stavolta non vi useremo come pedine. Noi draghi d’Acqua siamo molto più rispettosi della libertà delle altre razze, rispetto ai draghi di fuoco d’oltre barriera. - si sedette su uno sgabello, che cigolò sotto il draconico peso di Lemar -Vuoi che ti racconti tutta la verità?-
-Si capisce! Se c’è una cosa che odio, è che la gente pensi di potersi approfittare di me!-
-Allora, come tu ben sai, i mazoku sono interessati a te. Sei potente, sai usare il Giga-Slave…-
-Non più. È sigillato, o così mi è stato detto. In ogni caso, Luna mi ha detto di non usarlo mai più. - rabbrividì, e Tylya sorrise. Sapeva quanto il Cavaliere Inverse avesse… "ascendente" sulla sorellina.
-In ogni caso, già due clan demoniaci su cinque hanno cercato di sfruttarti. Chaos Dragon e Hellmaster. E, visto che il dragon Slayers ti ronza sempre attorno, probabilmente anche il clan Metallium sta mettendo gli occhi addosso al tuo potenziale. Adesso, abbiamo il fondato sospetto che anche i Deep Sea vogliano averti nelle loro file. -
-Dolphin Deep Sea, la Dark Lady?- chiese incredula Lina.
-No. La Dark lady non è più attiva dai tempi della Kouma sensou. Le sue truppe e il governo del suo tratto di mare sono demandati alla sua unica subordinata, la general Nerea. - pronunciare l’ultima parola gli così fatica -Noi la chiamiamo la Sirena. Ha il dominio di buona parte della costa, e di solito porta avanti lì i suoi intrighi. Ha occhi e orecchie dappertutto, nelle città sul mare. Per fortuna, nell’interno il suo potere si attenua, per questo mi hanno ordinato di portarti qui, dove il Sigillo Sacro di Tylya le impedisce l’accesso. -
-Ne sapete di cose, eh?- fece Lina, ironica.
-Queste notizie, raccolte nei secoli, sono costate la vita a molti nostri esploratori e spie, draghi, elfi e umani. Se ora le riferisco a te, è per un motivo molto semplice: ho l’ordine di fare qualsiasi cosa in mio potere per impedirti di passare sotto i ranghi della Sirena. -
-Se mi conosceste bene, sapreste che non ho alcuna intenzione di obbedire a chicchessia, drago o demone… -
-Non ti stiamo dando ordini. Ti chiediamo solo di non accettare ciò che la Sirena ti proporrà. In cambio, forniremo a Gourry, che si autodefinisce "la tua guardia del corpo"- sorrise in direzione dello spadaccino, che sorrise di rimando, mentre Lina arrossì -una spada sacra, con la quale per voi sarà più facile difendervi dalle avances di qualsivoglia demone. -
-Una spada assai fuori del comune, dato che l’"acqua sacra" è uno dei materiali usati per le armi dei Cavalieri di Cephied. - aggiunse Tylya, che aveva disposto tutti gli strumenti di cui aveva bisogno sul tavolo.
-Un equo patto, no?- sorrise Lemar.
Lina guardò Gourry, da sopra la spalla.
-Scusateci un minuto…- disse, prendendo Gourry sottobraccio e uscendo dalla fucina.
-Che ne pensi, Go?-
-Dell’accordo che ci propongono?-
-Si. -
-Beh, mi sembra sia buono. Tu non accetteresti mai, vero, di passare al servizio di un demone, no?-
-Lo sai bene. Non voglio fare la schiava di qualche demone per il resto dell’eternità. Ma non voglio neanche essere coinvolta negli stupidi litigi tra draghi e demoni!-
-Beh, in tal caso, ci pagano per restarne fuori, se non ho capito male…- Gourry si grattò la zazzera bionda -Ci danno una spada sacra, ci dicono che zone evitare, ci mettono in guardia… solo per evitare che diventiamo loro nemici. -
-Abbiamo il coltello dalla parte del manico. Ma non mi fido. - Lina si sedette sulla panca ricavata dal grosso tronco di pino, pulito e intagliato.
-Lina… senti, prendiamo la spada, e tiriamo dritti per la nostra strada. Affetterò qualsiasi demone o drago voglia costringerti ad obbedire ai suoi ordini!-
-Certo! La grande Lina Inverse non si fa piegare da nessuno!-
-Allora, accettiamo?- domandò Gourry.
-Accettiamo.- annuì Lina.
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-Abbiamo deciso. Accettiamo la vostra proposta. Un’arma sacra in cambio della garanzia che non lavoreremo per questa fantomatica Sirena. Ma la prima volta che cercate di tirarmi dentro i vostri intrighi a mia insaputa, verrò personalmente a far saltare in aria tutto il vostro Consiglio di Saggi!- disse decisa Lina.
-Affare fatto, Lina. - sorrise Leman "E anche se facesse saltare in aria un paio o due di quelle vecchie cariatidi, sarebbe una perdita accettabile" pensò, sogghignando sotto i baffi.
-Bene, signori. Adesso voi uscite dalla fucina, perché io ho bisogno di calma e tranquillità per lavorare. Leman, ti affido la casa. - e così dicendo, l’elfa sbatté fuori della fucina i tre, chiudendo la porta. Un minuto dopo, l’esile filo di fumo che si levava dal comignolo della forgia decuplicò, segno che i mantici pompavano aria sulle braci.
-Beh, ora che ha cominciato a lavorare, per noi non c’è altro da fare che girarci i pollici…- disse Leman.
-Per voi due, forse. Io ho da preparare un talismano da applicare alla spada.- replicò Lina.
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Gourry si annoiava. Certo, il posto era incantevole, ma doverci restare tanti giorni di fila…
Lina lavorava incessantemente al talismano che voleva applicare alla sua spada. Aveva un grosso zaffiro azzurro, e aveva commentato che era perfetto per lo scopo che si prefiggeva. Se ne stava tutto il giorno chiusa nella casa di Tylya, salvo all’ora dei pasti. Leman se n’era andato due giorni dopo, per chissà quali incarichi, e Gourry non aveva altro da fare che cercare di ingannare il tempo.
Si alzava presto al mattino, faceva ginnastica, si allenava da solo con la spada. Poi se ne andava a fare passeggiate nel bosco, tornando con la legna e, qualche volta, qualche animale per la cena.
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*tock tock*
-Lina? Posso entrare?-
Era notte fonda, ma la luce filtrava ancora dalla stanza che Lina aveva temporaneamente trasformato in laboratorio per la produzione del talismano.
Lina non rispose, e Gourry, dopo qualche istante di indecisione, aprì silenziosamente la porta.
Lina si era addormentata con la testa sulle braccia, china sul tavolo. Fogli e strani oggetti erano sparpagliati di fronte a lei. La candela che illuminava era quasi giunta alla fine, e Lina dormiva profondamente, un filino di bava che colava dalle labbra dischiuse.
Gourry sorrise. Sembrava così piccola e indifesa, da addormentata! Aveva un’aria così dolce, molto diversa dal guscio di sicurezza e di invulnerabilità che si ergeva intorno durante il giorno.
Sapere che lui era il solo ad avere il privilegio di poterla vedere così… fiduciosamente addormentata, con la porta non inchiavata, perché sapeva che c’era lui nella stessa casa, a vegliare su di lei…
Con delicatezza, la prese tra le braccia e la posò sul letto, coprendola con un plaid perché non prendesse freddo, e spegnendo la candela con un soffio.
Poi, protetto dal buio, fece qualcosa che non avrebbe mai osato fare se lei fosse stata sveglia, o se anche ci fosse stata alcuna luce. Si chinò su di lei, e la baciò, sulle labbra.
-Buonanotte, Lina. - sussurrò, uscendo dalla camera, e chiudendo silenziosamente la porta.
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Il sole era già sorto da un pezzo quando Lina si svegliò. Per un attimo rimase disorientata, trovandosi distesa nel letto. Aveva poggiato la testa sulle braccia per riposarsi gli occhi due minuti… come aveva la testa pesante! Sicuramente si doveva essere addormentata lì sul tavolo…
Un luccichio biondo attirò la sua attenzione, e quando sollevò il lunghissimo capello color oro, capì con un sorriso che Gourry doveva averla trovata addormentata e messa a letto.
Scese al piano di sotto, dove una tavola imbandita l’aspettava. Nell’aria c’era un profumino di frittelle da leccarsi i baffi, e Tylya, seduta al tavolo, se ne stava abbuffando senza ritegno.
-Gourry, siete un vero genio ai fornelli!- esclamò, infilzando un’altra frittella grondante di miele.
-Grazie! Oh, buongiorno, Lina! Aspetta un attimo, ho quasi finito…-
Sotto gli occhi stupiti di Lina, portò in tavola due alte pile traballanti di frittelle, su due piatti. Glie ne mise una davanti, e se ne mise una al posto dove si sedette, afferrando il barattolo pieno di fluido miele color oro.
-Allora, Lina, non hai fame?- ^_^ chiese lo spadaccino.
Come un automa, Lina si sedette, senza staccare lo sguardo pallato dall’amico.
-Mai assaggiato frittelle così buone!- fu il commento di Tylya, che aveva appena finito le sue.
-Grazie, Tylya. Sono una ricetta di mia nonna. -
-Non sapevo sapessi cucinare, Gourry…- commentò Lina, prima di assaggiare una frittella. Tylya aveva ragione, erano deliziose. In pochi minuti spazzolò via tutto. -Perché non me lo hai mai detto?-
-Mah, mi sarà passato di mente. - fu la risposta, corredata di sorrisone a 32 denti, di Gourry.
-Vi spiace se vi lascio i piatti da lavare? Devo tornare alla forgia…- Tylya si andò a sciacquare le mani, rese appiccicose dal miele, e tornò alla forgia.
-Ah, Tylya, per domani il talismano da inserire nella spada sarà pronto!- la avvisò Lina.
-Benissimo, anche se lo potrò inserire solo tra dieci o dodici giorni…-
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-Gourry…-
-Si, Lina?-
-Grazie per… per ieri sera…- Lina era arrossita.
-Ho pensato ti saresti svegliata tutta indolenzita, se fossi rimasta a dormire così scomoda…- sorrise lui di rimando.
Lina arrossì ancora di più, e si affrettò a raccogliere i piatti della colzione e a portarli nell’acquaio. Mentre versava l’acqua su di essi, saettava occhiate verso lo spadaccino.
Iniziò a lavare i piatti, trovando poi interessantissime le gocce d’acqua sul marmo dell’acquaio, quando Gourry, toltosi i mezziguanti, prese uno strofinaccio e andò ad aiutarla.
-Non sapevo sapessi fare i lavori domestici…- fu il commento della maga, nel notare la velocità di Gourry.
-Beh, neanche io sapevo che tu li sapessi fare. Quindi siamo pari!-
-Beh, io sono una ragazza…-
-E i sono figlio di una donna che sosteneva che un ragazzo che sa aiutare in casa avrà sempre uno stuolo di ragazze ai suoi piedi. -
Lina sorrise. -Davvero? Mi piacerebbe conoscerla…-
-Se un giorno passiamo vicino al mio paese natale, ti farò conoscere la mia famiglia, che ne dici?-
-È un’idea…-
Rimasero un po’ in silenzio. Finirono di rigovernare i piatti della colazione, poi Lina tornò a dare gli ultimi tocchi al talismano, mentre Gourry prendeva alcune corde e andava a cercare un po’ di legna nel bosco.
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-FINITO!!!- esultate, Lina sollevò la sua ultima creazione, traendone splendidi riflessi alla luce del sole.
Le era costato un altro giorno e mezzo di lavoro, per un totale di quindici giorni, ma era uno spettacolo. Forse il miglior talismano che avesse mai creato.
Nello splendido zaffiro azzurro che si era procurata (leggasi: sottratto a una banda di briganti dopo averli fritti a suon di digger volt) aveva trasferito con la magia una incisione preparata in precedenza, e in effetti era stata quella a portarle via più tempo. Poi aveva completato il tutto inserendolo in una montatura che ne controllava e incanalava il potere, un anello d’argento che lo avvolgeva, con quattro anellini di orialcho.
Ridendo per la soddisfazione, uscì dalla stanza, andando a sbattere contro Gourry. Per nulla irritata, era troppo soddisfatta di sé stessa, mostrò allo spadaccino la sua opera.
-Bello. A cosa serve?- fu la risposta di Gourry.
-Inserito nella spada, aumenterà i tuoi riflessi nella lotta, e assorbirà la maggior parte degli incantesimi, come faceva la Spada di Luce, permettendo di rilanciarli dalla lama. -
-Interessante…- commentò lo spadaccino, anche se non era sicuro di aver capito al 100% la spiegazione rapida di Lina. Di una cosa era certo: avrebbe potenziato la già potente spada che che era in costruzione nella fucina.
Danzando ogni due passi, Lina andò verso la forgia. Quella spada sarebbe stata una delle eterne prove della sua immensa abilità nella magia, si diceva esultante. Si sentiva di buon umore. Forse era la bella giornata di maggio, col sole caldo ma che non scottava e il profumo del glicine che si arrampicava su uno degli alberi della casa. Forse era la squisita colazione di frittelle che Gourry aveva preparato anche quel mattino, o magari semplicemente per tutto e per nulla, perché arrivava la primavera e perché col caldo i banditi erano più audaci e più facili da derubare… ^_^;;;
Bussò alla porta della fucina, ed ebbe il buon senso di aspettare che Tylya le dicesse "avanti", prima di entrare.
La prima cosa che notò fu la temperatura. La fucina era caldissima, e Tylya era praticamente in bikini, guanti e grembiule di cuoio grezzo da fabbro. Le fiamme nella forgia erano bianche tanto erano calde, e Lina sospettò fossero potenziate con la magia perché, per quel poco che ne sapeva lei, il semplice carbone non raggiunge simili temperature.
La seconda cosa che invece notò, fu il disordine. Scheggie e gocce solidificate di metallo giacevano per terra, assieme a polvere di carbone e cenere, e il tavolo accanto alla forgia era sommerso di strani strumenti, ciotole, una morsa dall’aria sofferente, punteruoli, mortai con polveri e quant’altro.
-Si, Lina?- Tylya mise quello che reggeva nelle tenaglie in mezzo alla brace bianca.
-Ho finito il talismano. Senti, Gourry e io dovremmo andare ad Atras…-
-Si, lo so. La spada richiederà almeno altre tre settimane di lavoro. Ve la farò recapitare appena è pronta, non temere. -
-Grazie… pensavo di passarla a prendere dopo il Concilio dei maghi che si terrà ad Atras…-
-Sai, Lina, io ho una sorta di sesto senso. Chiamala preveggenza… anche se certe malelingue la chiamano "capacità di gufare ogni cosa gufabile". Ma ho la sensazione che vi servirà il prima possibile qualcosa di veramente sacro.-
-Non è confortante, perché significa che hai la sensazione che ci troveremo presto di fronte mazoku e similari, vero?-
-Già. Allora, questo talismano…-
-Ah, si, eccolo. - Lina posò il talismano sul tavolo. Tylya si cavò i guanti, prendendolo in mano ed esaminandolo.
-Bello. Davvero molto bello. Sei brava con i talismani. Lo inserirò nel paramano. -
-Potenzia i riflessi e assorbe gli incantesimi, rilanciandoli dalla lama. - spiegò Lina.
-Non potevi fare una scelta migliore. L’"acqua sacra" è un perfetto conduttore di energia magica. - posò il talismano su un panno, in un angolo del tavolo. Si reinfilò i guanti, cavò la massa incandescente dalla fornace, e riprese a batterla, allungandola e assottigliandola. Lina avvertì anche una grande quantità di magia bianca, magia sacra, scorrere attorno. Il potere di Cephied.
In silenzio, per non disturbare l’elfa, uscì dalla fucina.
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-Allora, si va?- chiese Gourry, sistemandosi meglio la sua sacca da viaggio sulla spalla.
-Si va. Tylya ha detto che ci farà arrivare la spada appena pronta. Come, lo sa solo lei…-
-Fidati, Lina. -
-Mi fido, mi fido, ma… oh, beh, può sempre far fare il postino al drago d’acqua…- sogghignò.
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*ATCHU!*
Leman starnutì sul foglio che aveva appena finito di scrivere, trasformando la sua ordinata calligrafia in una serie di macchie di saliva e inchiostro
"dannazione…"
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Capitolo 4
*** sulla strada per Atras ***


CAP IV
CAP IV: Sulla strada per Atlas
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-Qui pesciolini pesciolini! Qui pesciolini pesciolini!- gridò Lina esultante, tirando su un altro pesce. Quell’incantesimo, uno dei primi che aveva inventato, era uno dei più utili esistenti… per lo meno, per persone che mangiano per otto tutti i giorni!
Finora, dodici pesci di fiume erano stati tirati su dalla lenza fatta di uno dei suoi fiammanti capelli rossi. Gourry, sull’erba, stava pulendo i pesci, sfilettandoli. Si prospettava una bella mangiata di pesce!
Due occhi interamente blu comparvero sopra il pelo dell’acqua, sotto quello che pareva un mucchietto di erbe acquatiche.
Uno sciacquio lieve seguì la loro scomparsa.
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-Mia Signora, sono usciti dalla zona del Sigillo Sacro…-
Lo spirito del fiume, dalle sembianze di una strana sirena dai capelli di alghe, non poteva per ovvie ragioni inchinarsi. Aveva mandato un pesce con un messaggio per la Signora, continuando a pedinare gli obiettivi, e la Signora era giunta celermente.
-Bene. Adesso ci penso io. - disse semplicemente Nerea, congedando lo spirito con un cenno. Questa se ne andò, rapida, sollevata di essere ancora viva.
Non era cattiva, ma il fiume che le aveva dato vita e a cui era indissolubilmente legata era nei territori della principessa maligna del Mare, che sopra di sé aveva solo la Dark Lady degli abissi. O le obbedivi, o morivi, non c’erano alternative.
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-Ciao, Nerea…-
-O.o Xelloss! Che cosa ci fai qui? È territorio di Lady Dolphin!-
-Errore, mia cara: laggiù c’è il territorio di lady Dolphin. Questa è solo una propaggine di terra che tu hai incluso nel suo dominio terrorizzando gli umani. Non infrango nessuna regola di etichetta, trovandomi qui…- fu la sorridente replica del priest.
Nerea, che sperava di riuscire ad avvicinare Lina facendosi passare per un’umana, si era vestita da avventuriera, e aspettava Lina e Gourry ad un bivio. Invece, era comparso Xelloss.
-In ogni caso, che ci fai da queste parti?- Nerea tentò di darsi un’aria quanto più innocente possibile.
-Io? Nulla in particolare che ti possa interessare. Tu, piuttosto… tu che dici sempre di non avere un minuto libero col Regno di lady Dolphin da amministrare… che ci fai qui a ciondoloni?-
Tra la general e il priest ci fu una muta lotta di sguardi.
Xelloss parve ascoltare qualcosa nell’aria. Socchiuse gli occhi, sorridendo in modo canzonatorio. -Lina Inverse è qui nei dintorni. Oh, Nerea, non dirmi che la vuoi anche tu nelle tue schiere? Ci ha già provato quel fallito di Garv, inutilmente…- il priest posò con troppa confidenza una mano sulla spalla della minuta general. La quale, con una presa di arti marziali, afferrò il polso dell’altro demone, e gli torse il braccio dietro la schiena, tirando in maniera oltremodo dolorosa.
-Non. Toccarmi. - sibilò lei. Xelloss socchiuse un occhio, dolorante. Si era dimenticato che la graziosa general non tollerava il contatto fisico con alcun uomo, da quando aveva perso il proprio amante.
-Calma, Nerea… non volevo irritarti… mi lasceresti il braccio, per favore?-
Nerea non lo lasciò, continuandolo a guardare truce.
Garv era stato il "fratello" prediletto di Lady Dolphin, e quando era stato creato, anche lei aveva avuto la sua parte nell’istruirlo. Poi, lui le aveva insegnato qualche trucchetto nuovo, come quella bellissima presa anti-importunatore. Che Xelloss lo definisse "fallito", specie dopo che il defunto dark lord l’aveva quasi segato in due, le risultava oltremodo fastidioso.
-Anche se morto e ribelle, era pur sempre un tuo superiore. Dovresti parlare con più rispetto di Lord Garv. -
-Senti, Nerea, io parlo di lui come mi pare, capito?- Xelloss smaterializzò il braccio dalla presa della general, allontanandosi di un passo -E anche tu dovresti parlarmi con un po’ più di rispetto. O devo forse ricordarti che sono il più potente tra i diretti subordinati dei dark lords?- le prese il mento tra due dita, sapendo di darle fastidio. La reazione di Nerea fu un calcio tra le gambe…
-AHI! Ma dico, sei impazzita?! Che hai oggi?- tenendosi le mani sulla parte offesa, Xelloss imprecò contro la demone in una lingua stramorta -Se tu fossi una umana, direi che hai quelle tue cose…-
-Allora fai conto che io le abbia davvero e vedi di lasciarmi in pace…- fu la sprezzante risposta di Nerea, che se ne andò a passo svelto per il sentiero -Stupido namagomi…- mormorò tra sé e sé. Il soprannome dato al dragon slayer dalla vestale dei draghi dorati aveva fatto il giro della comunità di mazoku, ovviamente ben fuori della portata delle orecchie dell’interessato… anche tra i demoni, Xelloss aveva molti nemici.
Il dragon slayers socchiuse gli occhi in modo canzonatorio, sorridendo amabilmente. Poi, scomparve.
.
Seduto su un masso lungo la strada, c’era qualcuno.
Lina aguzzò lo sguardo, ma Gourry, dalla vista assai più acuta, la prevenne.
-Una ragazza. - disse, togliendo la mano dalla spada -Si sta cavando un sassolino dallo stivale. - aggiunse. Lina si rilassò.
-Tutto ok, allora. -
Si avvicinarono ancora un po’.
-Scusa, sai dirci qual è e quanto manca alla prossima città?- chiese Lina alla ragazza.
-Poche ore; è Mirinost. Sto andando anche io in quella direzione. - la ragazza si alzò -Possiamo continuare assieme…-
Lina fece spallucce -Per me…-
Nerea esultava dentro di sé. Bene! Ora poteva studiare più da vicino il suo obiettivo.
-Come ti chiami?- le chiese Lina.
-Mika. - fu la risposta di Nerea. Non sapeva se Xelloss avesse mai parlato a Lina o meno degli altri priests e generals, ma in ogni caso era meglio usare un altro nome. Per uno strano impulso, aveva usato il nome che portava quando era una mortale, oltre mille e duecento anni prima.
-E voi?-
-Lina Inverse e Gourry Gabriev. -
-No! QUELLA Lina Inverse?- Nerea stava tirando fuori tutte le sue abilità recitative. Prese le mani della maga -È un onore conoscerti! Sai che mi sono messa in viaggio per diventare un’avventuriera formidabile come te?- grandi occhioni sbrilluccicosi.
Lusingata, Lina abbasò l’istintiva guardia che aveva con gli estranei. Dentro di sé, Nerea sorrise. Umani! Così facili da ingannare.
Gourry guardava la ragazzina dai capelli celesti che si era presentata come Mika. Si sentiva a disagio. Proprio come quando compariva…
-Ciao, Lina!-
Ecco, parli del diavolo e spuntano le corna.
Nerea, non vista da Lina, lanciò uno sguardo di fuoco a Xelloss, comparso da dietro una curva della strada.
-Chi è questa graziosa signorina?- chiese il priest, sorridendo.
Per qualche strano motivo, stava assecondando il gioco di Nerea.
-Ciao Xelloss. Che ci fai da queste parti? Ah, aspetta, non me lo dire: è un segreto…-
-Esatto, Lina! Sei sempre più furba, oltre che carina!- replicò Xelloss, a pochi centimetri dalla guancia di Lina.
Stava per darle uno di quei baci troppo vicini alla bocca che facevano diventare la maga color peperone…
Ma una mano lo fermò. Gourry.
-Se non ci sbrighiamo, non arriveremo in tempo per trovare una locanda. - disse, interponendosi tra Lina e Xelloss.
Il priest sorrise in un modo strano.
-Andiamo, allora?-
.
Nerea osservava Lina e Gourry, davanti a lei. Xelloss camminava con aria giuliva, qualche passo indietro a lei.
-*Allora hai proprio deciso di rovinare i miei piani, Xelloss?*- comunicò telepaticamente.
-*Chi lo sa? Forse si, forse no. Magari sono qui solo per godere un po’ della tua affascinante compagnia…*-
-*Piantala di provarci con me. Son secoli che ti do due di picche…*-
-*Oh, ma la speranza è l’ultima a morire… o almeno così dicono i mortali. Invece, perché ti interessa tanto la piccola Lina?*-
-*Affari miei.*-
Nerea era imbronciata, e scoccava occhiate nere a Xelloss.
Si sistemò meglio i piccoli spallacci azzurri, decorati in madreperla, scostando i capelli dal collo. Era graziosissima. In ogni suo gesto, d’istinto, riusciva a d essere quanto più aggraziata possibile.
Per distogliere la mente da pensieri che Xelloss avrebbe potuto spiare, fissò con insistenza le punte dei suoi piedi, calzati di stivali celesti. La corta tunica bianca lasciava scoperte le gambe da nuotatrice, protette da schinieri leggeri. Non era troppo a suo agio con il sottile stocco che le pendeva da un fianco, avrebbe preferito il suo arpione… ma era un’arma decisamente fuori dal comune. Troppo, se voleva farsi passare per una avventuriera alle prime armi per avvicinare Lina.
-*Senti, se ti do una mano a farla entrare nel tuo clan, ogni tanto me la presti?*- chiese all’improvviso Xelloss. Per poco, Nerea non cadde in avanti per la sorpresa. Si voltò verso il priest.
-*Prego?*-
-*Dai, se ti do una mano a conquistarla e a farla entrare nelle tue schiere, ogni tanto me la presti come subordinata?*-
-*Sei un porco…*- Nerea aveva avvertito, nelle poche parole del collega, molte diverse sfumature.
-Ehi, siete molto silenziosi, lì dietro… va tutto bene?- Lina si era voltata, camminando all’indietro per non rallentare la marcia, e guardava con aria interdetta i due, che ogni tanto si scambiavano occhiate, divertite Xelloss, irritate Mika.
-Si… tutto bene…- sorrise Nerea, facendo due passi di corsa e prendendo Lina per mano, portandosi alcuni passi anche avanti a Gourry.
-Lina-san… che tipo di persona è quello Xelloss? Perché…- arrossì ad arte -L’ho visto che vi fissava molto intensamente… È un vostro amico?-
-Diciamo che, più che amico, un conoscente… Io sfrutto lui e lui sfrutta me. -
-Ah… capisco… -
-Senti, Mika, ti do un consiglio: non affezionarti troppo a lui. È il tipo di persona capacissima di sorriderti, per poi pugnalarti alle spalle. - sospirò Lina.
Nerea spalancò gli occhi -Davvero? Beh… allora… farò attenzione…- "Come se non lo sapessi…"
La general passò le seguenti ore, fino a Mirinost, impegnandosi per conquistasi la fiducia di Lina.
Aveva già inquadrato il tipo di persona.
Più ostico era invece Gourry. Era gentile, e pareva ingenuo, ma la mazoku intuì che c’era altro, sotto quella apparente semplicità. Era una persona da tenere sott’occhio. Comunque, Marius aveva avuto l’occhio lungo: lo spadaccino era molto legato a Lina, forse più di quanto lei non sospettasse. In ogni caso, la cosa era reciproca.
Se avesse voluto arruolare Lina, avrebbe dovuto fare lo stesso con Gourry. Ma, tenuto conto le sue abilità, non sarebbe certo stato un peso morto. Sorrise, un sorriso ben diverso da quello ingenuo di "Mika". Si, sarebbero stati ottimi "acquisti" per le sue schiere.
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Lina era ancora nello spogliatoio del bagno delle terme. Sicuramente, si stava esaminando le tette, nella speranza fossero cresciute un po’. Nerea si era invece precipitata in acqua. Amava l’acqua, e stare su strade polverose per tanto tempo le aveva fatto seccare la pelle. Le acque tiepide e dolci delle vasche erano piacevoli, e la quiete era l’ideale per mettere ordine nei suoi pensieri.
Si era buttata nell’impresa di arruolare Lina nelle sue schiere, ma aveva esauritio le idee. Dovette ammettere di aver approntato pochi piani. Male, male… che gli anni la stessero rammollendo? No. Scosse la testa. Semplicemente, aveva valutato male Lina. Uff… mai fidarsi dei rapporti altrui. Chi fa da sé fa per tre, così diceva Dessran, che si occupava personalmente di certe faccende delicate.
Sospirò. Le mancava così tanto!
-Che hai?- chiese Lina, entrando nel bagno delle donne. Avvolta nell’asciugamano, fissava il suo seno con un misto di rabbia e di rassegnazione.
Quando vide però che "Mika", caso più unico che raro, aveva pressappoco le sue misure, si rilassò. Entrò in acqua.
-Niente. Pensavo… a una persona…- sospirò Nerea.
-Il tuo ragazzo?- sorrise Lina.
-Si. È morto. -
-Oh… mi dispiace…- Lina si maledì per la sua mancanza di tatto.
-È passato tanto tempo… avevamo litigato, e non ho mai avuto l’occasione di chiedergli scusa, o fare la pace. -
-Oh… non volevo farti tornare alla mente ricordi tristi…-
-Fa nulla. Ogni volta che lascio la mia mente libera per un po’, finisco col pensare a lui, quindi non è colpa tua. - fu la risposta sottovoce di "Mika".
Rimasero un po’ in silenzio a godersi l’acqua calda nella quiete notturna.
-Lina-san…-
-Si?-
-Sono vere le voci secondo le quali i demoni ti avrebbero voluto arruolare nelle loro file, e poi ucciderti?-
-Come girano queste voci? Di solito, quelle che girano su di me sono ben altre…- chiese Lina stupita.
Nerea si morsicò la lingua. Troppo impaziente!
-Oh, non ricordo di preciso… ti confesso però che non ho mai dato troppo credito a certe notizie…-
-Invece purtroppo è la verità. - sospirò Lina -Prima gli scagnozzi di Garv il Chaos Dragon, poi Phibrizio Hellmaster che voleva farmi castare un incantesimo proibito… -
-Cosa offrivano?-
-Chi? Ah, i demoni? Beh, le solite cose: eterna giovinezza, potere, ricchezze… nulla che io non possa guadagnarmi da sola. -
-Dici sul serio, Lina-san?-
-Beh, anche se non potessi farlo, non valgono certo la mia libertà. -
-Capisco…-
Nerea stette, pensosa, per alcuni minuti. Non voleva costringerla… Un subordinato riluttante e disubbidiente era una mina vagante. Poteva disobbedire, nascondere informazioni, eseguire male i lavori, scappare… sorrise, al pensiero di un certo priest disubbidiente…
No. Non doveva pensare a lui. Non ora. Non poteva permettersi di scivolare in quei sogni ad occhi aperti che di tanto in tanto la coglievano. Non mentre era sotto copertura.
.
.
Erano passati oramai diversi giorni. Atlas era sempre più vicina, e Nerea, sotto il falso nome di Mika, aveva continuato a seguire Lina, tampinata da Xelloss.
Aveva appreso abbastanza su Lina per mettere su una strategia per renderla una sua subordinata. Certo, la presenza di Xelloss la infastidiva, non amava essere seguita passo passo da quel collega potente il doppio di lei. Almeno, fino a quel momento non aveva fatto o detto nulla da indurre Lina a sospettare di lei. Nerea non sapeva spiegarsi se ciò era dovuto al fatto che anche lui era interessato ad avere la maga come subordinata, seppur "part time" prestata da un altro clan, o perché era certo che Lina non avrebbe accettato, e quindi si sentiva sicuro, o vai a sapere cosa passasse per quella testa bacata.
Con un moto di stizza, dette un calcetto a un rametto, prima di raccoglierlo e farne una fascina.
Lina era rimasta presso un torrente a pescare (e vista la quantità di pesci che tirava su, Nerea cominciava a spiegarsi del perché, dove passasse lei, improvvisamente la popolazione ittica dei fiumi subisse un crollo drastico! ^^;;;), mentre lei e Gourry erano andati a cercare legna. Xelloss se n’era andato quel mattino, e Lina non pareva troppo preoccupata.
Si avvicinò al torrente, posando la legna a terra, e inginocchiandosi vicino all’acqua. Prese un po’ del fresco liquido tra le mani, e si sciacquò la faccia, sorridendo di piacere.
Cavò fuori dalla sacca che portava a tracolla una sorta di vassoio d’argento, fittamente inciso di rune e simboli, e lo riempì d’acqua, posandoselo in grembo.
Non era abile e precisa come la sua Signora, ma se la cavava con la psicometria.
Doveva cogliere adesso l’attimo, dato che raramente aveva la possibilità di rimanere da sola.
Ormai conosceva abbastanza Lina da poter effettuare una psicometria all’interno del suo cuore, e scoprire i suoi punti deboli, quelli di forza, e tutto il resto.
Sorrise, il freddo sorriso di una general.
Tracciò con le dita alcuni segni sull’acqua, che prese a incresparsi, generando riflessi luminosi.
E vide.
Scrutò, guardò, capì tante cose. Vide i più profondi segreti, le paure e le speranze della maga dai capelli rossi. Scoprì tante cose… troppe.
Riemerse dalla trance, ansimando.
Era andata TROPPO in profondità. Conosceva troppo Lina, ora. Troppo. Era diventata Lina, per quei brevi, eterni istanti della psicometria. Non avrebbe potuto ucciderla, senza uccidere anche una parte di sé.
Guardò lo specchio d’acqua che teneva in mano.
Non aveva finito.
Con un sorriso, concentrò la sua attenzione sull’altra persona che aveva conosciuto in quei giorni.
Andò a fondo. Guardò, meravigliata, i riflessi dell’animo umano che credeva di aver dimenticato.
Quell’uomo era incredibile.
Arrivò in fondo. E, con orrore, scoprì che lui sapeva.
Si staccò bruscamente dalla visione, alzandosi in piedi di scatto; lo specchio d’argento cadde a terra, l’acqua che gocciolava via.
Ansimava pesantemente, ed era pallida.
-Cos’hai visto di interessante?- fece una voce canzonatoria alle sue spalle.
La general si voltò, di scatto.
-Non dovresti fare certe cose riservate ai sacerdoti, tesoro…- continuò il priest -Non fa bene alla tua testolina di combattente, sai?-
La replica di Nerea fu immediata: l’arpione di orialcho le si materializzò tra le mani, fermandosi a pochi millimetri dalla gola di Xelloss.
-Ti avevo detto di non impicciarti. -
-E io ti avevo detto di portarmi un po’ più rispetto. - replicò Xelloss, aprendo un occhio. Scostò con due dita l’arpione, o almeno così tentò di fare. Una scarica di energia lo percorse.
-Ahi… perché sei sempre così violenta?- si lamentò con voce ferita succhiandosi le due dita, fumanti.
-E tu perché sei sempre così impiccione?- replicò Nerea, fredda.
-Mi dispiace, ma questo è un segreto!- fece Xelloss, agitando un dito davanti alla faccia sorridente.
-Già. Come al solito. Ma stavolta non sei l’unico ad avere segreti interessanti, sai?-
Xelloss aprì gli occhi, meravigliato. Nerea sorrise, uno dei suoi sorrisi misteriosi come le profondità degli abissi. "Cavoli," pensò il priest, "più passa il tempo, più assomiglia alla sua master. Tra qualche millennio, sarà la sua replica in piccolo…"
-Non è vero, Gourry Gabriev?- la general sorrise ancora, voltandosi a sinistra. Un fruscio di foglie annunciò l’ingresso nella radura di Gourry.
Xelloss spalancò gli occhi. Come aveva fatto a non percepirlo?
-Tu lo coprivi!- esclamò, accusatorio, a Nerea.
-Diciamo di si, anche se all’inizio non intenzionalmente. - si voltò verso Gourry -Immagino dirai tutto a Lina…-
-Che sei anche tu una demone? Ovvio. -
-Dovrei ucciderti, per farti tenere la bocca chiusa?-
-Penso di si. Ma poi pensi che Lina accetterebbe la tua proposta?- lo spadaccino guardava con aria divertita i due demoni, ma non c’era nulla di ingenuo o infantile in lui.
-Posso trasformare anche te in demone, se vuoi. Posti per alti ufficiali, nelle mie legioni, ce n’è sempre. - offrì Nerea.
-No, grazie. Io ho già un lavoro: sono la guardia del corpo di Lina. - sorrise Gourry.
-Stai buttando via una grossa opportunità. -
-Si, l’opportunità di sopravvivere, Gourry. Ti conviene accettare, sai? Nerea è un tipino violento. - si intromise Xelloss.
-Così il tuo nome è Nerea? Carino. - commentò Gourry, mentre Nerea mollava un pestone a Xelloss.
-Beh, Gourry, per il momento, non ho intenzione di ucciderti. Io so riconoscere il talento, quando lo vedo. Pensa solo alla mia proposta. - e senza dire altro, Nerea si volatilizzò… non prima di aver dato un altro pestone a Xelloss.
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-Lina…-
-Gourry, dov’è Mika? Non l’avrai lasciata sola nel bosco, spero!- Lina stava infilando i pesci su spiedi improvvisati di rami appuntiti.
-Lina, siediti. - Gourry si sedette a terra a gambe incrociate -Ricordi quando conoscemmo Xelloss? Io avevo una strana sensazione…-
-Ti ricordi di quando conoscemmo Xel?- Lina era genuinamente sorpresa.
-Ho avuto la stessa sensazione quando abbiamo incontrato Mika. -
-Eh? Aspetta, non vorrai dire che…-
-Xelloss l’ha chiamata Nerea. Ha ammesso di essere una demone. E ha detto che voleva arruolarci. Tutti e due. Pensa, mi ha perfino offerto un posto di ufficiale delle sue truppe!-
Lina era troppo shockata per parlare. Tutti quei giorni, quelle confidenze… aveva iniziato a considerarla un’amica… era tutto falso?
-Gourry… se è uno scherzo…-
-Ti sembra che io stia scherzando?- fece Gourry.
In effetti, Lina non l’aveva mai visto così serio.
Sospirò.
-Perché tutte a me, le grane coi demoni?- si passò una mano sulla faccia.
-Beh, mi ha detto che ci lasciava il tempo per pensarci su. Gentile, vero? Ha anche dato un pestone a Xelloss…-
Malgrado tutto, Lina sorrise.
.
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Capitolo 5
*** La Sfida ***


Cap V
Cap V: La sfida
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Avevano un demone di alto livello che li sorvegliava perché li voleva come subordinati. Avevano il fiato sul collo di un altro demone anche più potente, oltre che impiccione. Avevano sicuramente i draghi che li tenevano d’occhio.
Malgrado tutto, sotto la luce delle stelle, Lina e Gourry si rilassarono, prima di stabilire i turni di guardia.
-Sai, Gourry… alla luce di quello che sappiamo ora… ho la sensazione che Marius lavorasse per Nerea. -
-Non so se lavorasse per lei, o perché. So solo che non mi piaceva come ti ronzava attorno. - fu il candido commento dello spadaccino.
Lina si alzò seduta, rossa fino alle orecchie. Per fortuna, nella semioscurità delle braci, non si notava troppo. Fissò sbalordita lo spadaccino, al suo fianco.
-Tu… sei geloso?-
Gourry si limitò a guardarla, sorridendo dolcemente.
Fu troppo per Lina.
Si alzò di scatto, correndo nel bosco.
Aveva bisogno di restare da sola.
Gourry sospirò. Che imbranato che sono, fu il suo unico pensiero.
Si alzò anche lui, seguendo l’amica.
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-Mmm? Ma che strano… avrei giurato che fossero qui. In effetti, queste sono le loro borse, gli spallacci di Lina e l’armatura di Gourry, e a giudicare dalle lische, quello è stato il loro pasto. - Lemar osservava perplesso l’accampamento.
Tylya aveva appena terminato la spada, era ancora tiepida di forgia. Lui era appena arrivato, e sperava magari di passare una bella serata romantica con lei. Invece, l’elfa l’aveva spedito a fare da postino, recapitando a Gourry la spada.
-Oh, beh…- posò la spada, protetta da un fodero di pelle scamosciata bianca e avvolto in una morbida coperta, e si sedette per terra, rovesciando la testa e ammirando la splendida stellata.
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Lina camminava senza curarsi dei rovi del sottobosco, scostando i cespugli con impazienza e camminando con la stessa grazia di un elefante in un negozio di cristalleria.
Perché stava scappando via? Non lo sapeva neanche lei. La sua mente tornava al viso di Gourry, al suo sorriso dolce… perché si era sentita così in imbarazzo?
Arrivò al torrente, un punto a monte rispetto al campo.
L’acqua scorreva argentina, e il mormorio era la melodia su cui danzavano le lucciole.
Era una scena da mozzare il fiato tanto era bella.
Ma il fiato di Lina fu mozzato anche da qualcos’altro.
Seduta su una grossa roccia, che divideva a metà la corrente, con i piedi nudi immersi nell’acqua fredda, c’era Mika. Ommeglio, Nerea.
Aveva una semplice fascia blu sul seno, e pantaloni di velo impalpabile. Piedi nudi, ornati di cavigliere di metallo e di perle. Bracciali di perle e di conchiglie. I capelli, sciolti, incorniciavano il viso, dalla pelle traslucida e azzurrata. Lina si domandò se anche la demone avesse usato incantesimi per dissimulare le sottili branchie sul torace e le scaglie di pesce sul collo, oltre che le orecchie appuntite, ora ornate da tre catenelle di perle ciascuna. Doveva avere un vero debole per le perle, pensò distrattamente.
La mazoku canticchiava una melodia, le parole rese indistinte dalla distanza.
Quando si accorse di chi era arrivata, Nerea alzò lo sguardo su di Lina, e la maga si trovò a fissare profondi occhi blu. Occhi come il mare. Sotto quella superficie dolce e calma, c’erano profondi gorghi, che potevano catturare l’anima di un mortale.
-Siediti, Lina. - le disse la mazoku. Lina obbedì, come una marionetta, sedendosi su un masso bianco, poco distante dall’acqua.
Nerea la guardò, circondando le ginocchia con le braccia.
-Sei davvero una demone, Mika?-
-Non credi a Gourry? È un bravo ragazzo, sai? Certo che sono una demone. Mi chiamo Nerea. Nerea Deep Sea, general. -
-*sigh* speravo si fosse sbagliato. - Lina si passò una mano sul volto, rassegnata.
-Posso immaginarlo. - sorrise divertita Nerea.
-Così, vuoi avermi nelle tue schiere, no?- Lina aveva quel sorriso arrogante, quella maschera che usava per nascondere la sua incertezza.
-Già. - Nerea invece aveva un sorriso dolce e misterioso. Sognante, quasi, mentre guardava distratta la lucciola che si era posata sull’unghia laccata di azzurro.
-Perché?-
La general inclinò la testa. Una cascata di capelli celesti si rovesciò sulla spalla destra.
-Perché ho bisogno di un valido aiuto per portare avanti il Regno. Sai, il dominio marino della mia Signora è molto vasto, e nei secoli l’ho anche ingrandito. Sta diventando pesante da gestire.-
-Tutto qui?-
-No.
Perché… mi sento sola.
Lina, tu sai come nasce un demone?-
-Più o meno. Un demone superiore prende una parte del suo potere, la stacca, e da lì nasce un subordinato, o almeno credo…-
-Giusto. Ma a volte puoi porre quell’energia maligna in un corpo umano morente. Valgarv, immagino ricorderai bene quel tornado di un ragazzo, era stato creato così, solo che lui era un drago ancestrale. Io e altri due eravamo nati umani. Ma ora sono rimasta solo io. Gli altri mazoku… mazoku puri, sono così diversi… - sospirò -Non puoi capire. Però, io ti considererei davvero un’amica. Non mi farebbe piacere ucciderti, sai?-
-Suona strano, detto da un demone. - rispose sarcastica Lina. Era spaventata da quella demone che credeva di conoscere come ragazzina. Però, era anche affascinata.
-Sul serio. Sai, io… malgrado sia una general, posso fare cose, incantesimi, che normalmente potrebbero fare solo i priests - sorrise di nuovo, un sorriso triste. Immediatamente, il mormorio del torrente assunse una strana nota malinconica -Ho praticato la psicometria nel tuo cuore, Lina. Non avrei dovuto farlo, però. Certo, posso scoprire i punti deboli dei miei obiettivi… ma se guardo troppo a fondo, io divento colui o colei che sto divinando. E non posso fare a meno di amare colui o colei che ho divinato come amo mé stessa. - parve ascoltare qualcosa.
-Ascolta, Lina. Ti propongo una sfida. -
-Una… sfida?-
-Tra qualche giorno, io ti attaccherò. Non temere, non sarà una cosa di sorpresa; avrai tutto il tempo per prepararti, psicologicamente e fisicamente. Arriverò, e ti dirò "Ok, Lina, iniziamo". Tu e Gourry dovrete battermi. Se riuscirete a uccidermi o a ferirmi gravemente, io rinuncerò a ogni pretesa su di te, e non verrò più a darti fastidio chiedendoti di diventare mia subordinata. Se invece sarò io a uccidere te e Gourry… allora, diventerete i miei subordinati. - sorrise, e stavolta c’era qualcosa di indefinitamente maligno nei suoi occhi. L’acqua attorno alle sue caviglie iniziò a girare in strani gorghi -Mi sembra un buon accordo, no?-
-Beh, non tanto. Sei una general, vero? Potente quando Xelloss…-
Un gesto di stizza deformò il viso di Nerea -Non mi parlare di quel namagomi!-
Lina sorrise nel sentire l’insulto inventato da un drago nella bocca di un demone.
-Son trecento anni che mi tampina stretto… e quasi mille che ci prova, in un modo o nell’altro! Disgustoso… lui e il suo sorriso imbecille…-
-Gourry mi ha detto che gli hai dato un pestone… Andresti d’accordo con una mia conoscente, quella che ha inventato quell’appellativo…-
-Comunque, io sono potente la metà di quello schifoso. In lui ci sono i poteri di un general e di un priest, mentre io sono "solo" una general. Quindi, come puoi ben vedere, per pareggiare le possibilità, ti do anche una idea della mia potenza. -
-E se io rifiutassi la sfida?- chiese Lina.
-Non te lo consiglio. Vedi, Lina, sembra strano detto da un demone, ma mi sono un po’ affezionata a te. Vedi che ti do quindi una possibilità di lottare. Se rifiuti, però, prenderò ciò che voglio con la forza, anche se l’idea di subordinati ribelli non mi attira. - sospirò lei.
-Beh, non ho molte scelte. Accetto. -
-Bene!- Nerea sorrise, e per un attimo, il sorriso di Mika brillò attraverso il volto senza età della general.
Nerea si alzò, avvicinandosi a Lina, così velocemente che la maga non ebbe il tempo di allontanarsi.
-Gourry. È là, e ha ascoltato tutto. - le sussurrò all’orecchio -Avanti, sii sincera, e non lasciartelo scappare… - si allontanò di un passo -Potessi averlo ancora al mio fianco, un ragazzo così dolce e fedele! Dacci dentro, Lina-chan!- disse a bassa voce, sorridendo, prima di scomparire in un refolo d’aria salmastra.
Con un sospiro, Lina si domandò perché certi demoni sorridono sempre.
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Gourry seguiva le tracce nel sottobosco. Seguire Lina quando era di quell’umore era ridicolmente facile: lasciava una pista come un rinoceronte in un negozio di porcellane.
Proseguiva però con calma. Intuiva che Lina aveva bisogno di sfogarsi un po’, camminando e menando calci a destra e manca. E non voleva che i suoi stinchi fossero l’obiettivo di quei calci.
Era però arrivato alla radura, e aveva sentito tutta la conversazione tra Lina e Nerea.
All’inizio era rimasto un po’ ferito quando la demone aveva insinuato che Lina non gli credesse. Ma, in fondo, era naturale.
La sfida di Nerea lo aveva lasciato sorpreso, ma sollevato: avevano una possibilità.
Non aveva capito le ultime parole che la demone aveva detto a Lina, ma quando la maga si voltò verso di lui, avanzò, con l’aria di chi è appena arrivato.
-Non fare l’ingenuo, Go. Hai ascoltato tutto, vero?-
-Te l’ha detto lei, eh?- Gourry si grattò la zazzera bionda
-Si. Come hai fatto a trovarmi?- Lina pareva parecchio depressa.
-Lina, quando tu cammini arrabbiata per un bosco, lasci una pista che anche un bambino saprebbe seguire!-
Una venuzza pulsante comparve sulla tempia di Lina, e una gocciolina scese dalla tempia dello spadaccino.
Con grande sorpresa di Gourry, Lina abbassò il pungo, risparmiandogli il cazzotto.
-È una general. Non abbiamo speranze…- si abbatté Lina, voltandosi.
-Ehi, abbiamo battuto tanti nemici! Quello grosso enorme… come si chiamava, Sabranivodoo o chessoio…-
-Shabranigdo, Gourry. E avevamo la Spada di Luce.- lo corresse Lina, con un sospiro.
-Si, ma poi quei due a Saillune…-
-Kanzel e Mazenda. Erano Lesser demons. Una classe sotto Nerea. -
-E Garv…-
-Noi l’abbiamo appena ferito. Phibrizio l’ha ucciso…-
-…e anche Phibrizio! -
-Phibrizio è morto solo perché ho usato il Giga Slave! Ho rischiato di distruggere il mondo!- Lina si voltò, i pugni stretti.
-E io ho rischiato di perdere te. - con grande sorpresa di Lina, Gourry l’abbracciò stringendola a sé. La maga fece qualche debole tentativo di divincolarsi, ma senza troppa convinzione, malgrado le guance in fiamme.
Uno strano senso di deja-vù…
-Che vinciamo o che perdiamo, io sarò sempre la tua guardia del corpo, Lina. - sussurrò Gourry -Non voglio che accada mai più, che qualcuno di porti via per sempre da me…-
Lina, che aveva le braccia ripiegate incrociate sul petto, le allungò, circondando il collo di Gourry.
Si guardarono un attimo negli occhi. Stani frammenti di ricordi danzavano nella mente di Lina, quando si alzò sulle punte, sfiorando con le sue le labbra di Gourry.
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Il Mare del Chaos…
"Pensi che ti lascerò portar via Lina così senza fare niente?!"
"Questa volta sarò io a salvare te!! SARO' IO A SALVARE TE!!!"
"NON TI LASCERO' ANDARE!!"
"LINAAAAA!!!"
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"Forse sei testarda ed anche un po’ perversa..."
"Forse inganni le persone con il tuo fascino..."
"E guardi dall'alto in basso chiunque sia più debole di te... ma..."
"Ma io... ma io ho bisogno di te!!!"
"LINAAA!!!! NON MI LASCIARE!!!!"
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Lina aprì gli occhi. Anzi, li sbarrò proprio.
Perché non aveva ricordato prima? Come aveva potuto dimenticare tutto quello che era successo?
Beh, era posseduta dal potere del Chaos, una piccola attenuante ce l’aveva.
Ma, dopo che Lord of Nightmares l’aveva lasciata libera… perché non aveva ricordato nulla di quel bacio… così dolce?
Guardò Gourry.
-Tu… tu non avevi dimenticato NULLA!- esclamò, a metà tra lo stupita e lo sconcertata.
-Già. -
-Ma allora… perché… per tutto questo tempo…-
-Perché ho aspettato pazientemente che tu ti accorgessi di quello che provo per te. E poi, temevo non mi avresti creduto…-
-Stupido…- Lina si strinse a Gourry. Si sentiva il volto e il collo in fiamme. Ma si sentiva più leggera. Come se un immenso peso le si fosse tolto dal cuore.
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-Eccoli qui i due vagabondi! Son quasi due ore che sto qui ad aspettarvi come un fesso…- Lemar salutò così Lina e Gourry, che tornavano all’accampamento.
Notò che si stavano tenendo per mano, anche se, appena resasi conto della presenza del drago, Lina aveva ritratto la sua, arrossendo.
-Tylya mi ha spedito a fare da postino. Ecco la spada. - disse, svolgendo il fagotto che custodiva la spada e porgendola a Gourry.
Sotto gli occhi ansiosi di Lina, lo spadaccino sfoderò la spada.
Era meravigliosa.
Le parole non bastavano a descriverla in modo appropriato.
Lunga, sottile, leggera. Bilanciata in modo talmente perfetto, da restare in equilibrio su un dito, esattamente sulla gemma incastonata tra la guardia e la lama.
Scintillava, bianca e trasparente, come un cristallo, come un diamante. Catturava la luce fredda delle stelle, il lucore rosso delle braci, e pareva avere vita propria.
La guardia aveva una forma semplice ed essenziale, ma a un’analisi più attenta, si notavano le linee incise, intrecciate in glifi, sigilli, brani sacri in antiche lingue, che si intrecciavano e fiorivano in disegni aggraziati, circondando il talismano azzurro, che dava alla spada un riflesso azzurrato.
La guardia era in metallo bianco. Forse c’era del mithril, o dell’orialcho. All’estremità, come pomello, un’altra piccola pietra azzurra, acquamarina, giudicò l’occhio da mercante di Lina.
-È bellissima…- sussurrò in un soffio Lina. Non aveva mai visto nulla di più bello.
Gourry fece un affondo, una stoccata, e qualche altra mossa.
-Perfetta. Semplicemente perfetta…- fu il suo solo commento. Ma dal suo sguardo, era facile capire come fosse già innamorato di quell’arma.
-Bene, il mio dovere io l’ho fatto. Adesso, vogliate scusarmi, Tylya mi aspetta… - e, strizzando l’occhio con aria di intesa, si teletrasportò via.
Lina e Gourry rimasero per alcuni istanti a guardare il punto dove, un attimo prima, c’era il drago di mare.
-Beh, adesso abbiamo qualche possibilità in più. - fu l’unico commento di Lina, alzando un sopracciglio.
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L’alba aveva appena iniziato ad indorare il cielo, ad est, che già Lina e Gourry erano pronti a ripartire.
Sembrava strano, essere di nuovo in due… Lina s’era abituata a "Mika" come compagna di viaggio. E anche a Xelloss.
Lei e Gourry camminavano per la campagna a passo svelto.
Ora che Nerea aveva fatto la sua mossa, e li aveva sfidati, e ora che avevano accettato la sfida, non aveva più senso fare i sentieri tortuosi e scomodi della montagna. Per arrivare ad Atlas, tanto valeva passare lungo le vie costiere, più larghe, pianeggianti e battute. E poi, c’era quel famoso tour mangereccio in sospeso!
Certo, non avrebbero potuto fermarsi ad ogni paesino, ma potevano permettersi di fermarsi nelle sette o otto migliori locande indicate nella "guida enogastronomica di Lyzeille", paragrafo "costa sud"!
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-Allora, Lina, come pensi di prepararti a questa sfida?- chiese Gourry, interrompendo la lettura di una Lina sbavante all’idea di tutte quelle leccornie.
-Semplice: mangiare, riposare e rilassarmi!-
*gocciolina di Gourry*
-…-
-Sai bene che io ho bisogno di essere riposata e ben nutrita per dare il meglio di me!- protestò la rossa. Gourry non replicò…
Ma malgrado Lina mangiasse a quattro palmenti in ogni locanda e ristorante, e riposasse nelle migliori stanze, era nervosa, irritabile, e scattava per un nonnulla.
Gourry non era così irritabile, ma si capiva che anche lui si sentiva sotto stress.
Quando sarebbe arrivata Nerea? Dove avrebbe attaccato? Nella ridente cittadina, nel bosco, nella campagna dove il grano maturava le sue spighe?
Quell’attesa logorava i nervi ad entrambi.
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-Quella città che si vede lì all’orizzonte, Lina, è…?-
-Artesia. Uh, secondo la guida, c’è un caffè che fa un cappuccino alla nocciola da favola, e ha il migliore assortimento di brioches della regione!-
-Sembra buono…-
-L’hai detto!-
Ridendo e scherzando, arrivarono ad Artesia. Una piccola cittadina con un porto che protendeva due banchine su un fondale sabbioso. Una spiaggia chiara e fina che faceva un grazioso arco frequentato, nella bella stagione, da molti ricchi bagnanti.
Il caffè in questione si apriva su un belvedere circolare che dava sulla spiaggia, in graziosa pietra bianca. C’erano grossi vasi di piante in fiore, e un rampicante profumato che si arrampicava sulla facciata dava un che di rustico e al contempo elegante.
Un profumino di brioches si spandeva bell’aria, e ragazze con ombrellini di pizzo sedevano ai tavolini all’aperto.
All’ombra del pergolato di glicine, in mezzo al caldo profumo dei grappoli lilla, c’era il tavolino più ambito. In marmo venato di azzurro, con eleganti sedie in metallo smaltato.
Era però sempre vuoto, col cartellino "riservato". Chi stava lì, sapeva a chi era riservato.
E quel giorno, era proprio occupato…
-Ciao, Lina-chan, ciao Gourry…-
O.o!!!! ß (espressione di Lina e Gourry)
-NEREA!-
-Ssshh!!! Abbassate la voce! Non è necessario che tutta Artesia sappia che sono qui!-
-Sei qui per la sfida?- chiese Lina, mettendosi in posizione di attacco. Accanto a lei, Gourry fece per sfoderare la spada.
-No. Sono qui per prendermi un cappuccino. -
-…-
-Dico davvero! Ehi, Sara! Porta altri due cappuccini alla nocciola e due… no, quattro vassoi di assortimento completo di brioches!- ordinò alla cameriera. Questa mollò sul momento le altre clienti, e corse a prendere quanto richiesto.
-Accomodatevi. Qui fanno il migliore cappuccino della penisola, sai?-
-Cioè, vuoi dire che sei davvero qui solo per berti un cappuccino?- Lina era incredula.
-Certo che no! Le brioches dove le metti?!-
*stonk*
Dopo la caduta generale, Lina e Gourry si rialzarono, e si misero seduti alle due sedie libere al tavolino, pur restando in guardia.
La cameriera arrivò celermente con quanto richiesto, posò i vassoi, e si inchinò profondamente. Nerea le lanciò una moneta d’oro, e la ragazza, dopo un altro inchino, tornò agli altri clienti.
-Perché stai temporeggiando tanto?- chiese Lina a bruciapelo.
-Prego?- Nerea sorseggiava tranquilla il suo cappuccino. Gourry aveva iniziato allegramente a dare fondo ai suoi due vassoi di brioches, prima che Lina si accorgesse di quanto fossero buone, e cercasse di fregargli anche le sue.
-Avevi detto che ci saresti venuta ad attaccare, per la sfida, dopo pochi giorni. È una tecnica di logoramento psicologico, vero? Farci vivere nell’ansia… quando sarà il nostro ultimo giorno di pace…-
-No. Ho solo un mucchio di lavoro in arretrato. - fu la risposta di Nerea.
Lina rischiò di strozzarsi col cappuccino -EH?!-
-Lina, hai una seppur vaga idea di quanto lavoro io abbia? E puoi immaginare cosa mi sono trovata sulla scrivania del mio studio, dopo tre settimane a spasso con voi? Sono fortunata a poter fare a meno di dormire, perché altrimenti sarei già sull’orlo del collasso!-
Lina e Gourry trasecolarono.
-Mai pensato a subordinati burocrati che svolgano parte di questo lavoro?- fece sarcastica Lina.
-Oh, si che ne ho. E tanti, pure. Ma sono meno efficienti degli impiegati degli uffici comunali in sciopero bianco. -
*scia di puntini con pesciolino in background…*
-Così, quando proprio non ne posso più, vengo qui, mi bevo un cappuccino alla nocciola e mi ingozzo di brioches. Su, assaggiale finché sono calde!-
Lina si decise ad assaggiare le brioches. Integrale con marmellata di albicocche. Deliziosa. Glassata con cioccolato fondente. Squisita. Con praline di zucchero e crema. Una più buona dell’altra!
-Sei ben conosciuta, vedo…- constatò Gourry, notando come la cameriera fosse sempre attenta al minimo cenno di Nerea.
-Beh, io qui sono la Signora. Non sanno che sono una mazoku, oh, no… ma sanno che sono potente. Mi rispettano, mi temono, ma sanno che senza di me, questa zona sarebbe anche peggio. Queste sono le terre emerse che, non formalmente, ma tecnicamente si, sono nel territorio della mia Signora.
Bene, è stata una piacevole chiacchierata. Quando avrò finito tutto il mio lavoro in arretrato, allora ti sfiderò, Lina. Alla prossima. - Nerea si alzò, raccogliendo con un dito le ultime briciole di brioches glassata, e se ne andò.
Lina guardò Gourry -Impiegati degli uffici comunali in sciopero bianco? ?_? -
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Ok, quella degli impiegati è una sklerata che mi è venuta in mente dopo, manco a dirlo, una giornata stressante. Non voglio offendere chi lavora in comune, ma, almeno una volta, gli impiegati comunali erano molto, molto più inefficienti (vuoi per la sicurezza del posto fisso cascasse il Padreterno, vuoi per la burocrazia tentacolare e lentissima). Lo sciopero bianco significa lavorare, facendo ogni cosa secondo il suo protocollo, rispettando tutto ALLA LETTERA. Ad esempio, se andate in banca e volete cambiare un assegno, anche da 10 euro, normalmente non vi fanno tante storie, specie se siete clienti conosciuti. Se invece gli impiegati sono in "sciopero bianco", potete essere il fratello gemello del cassiere, che, per cambiarvi l’assegno, dovrete esibire uno o due documenti di identità, aspettare che abbiano fatto controlli a compiuter e cartacei sul vostro conto corrente, una mezza dozzina di telefonate e, dopo un’oretta, avrete i vostri soldi. Per OGNI cliente. Un perfido sistema per paralizzare il sistema, col bello che non ti detraggono i soldi dallo stipendio come con lo sciopero normale perché, effettivamente, lavori, e fai il tuo lavoro con puntiglio. Solo, per farlo proprio come vogliono i protocolli, ci metti 10 volte tanto! Da qui è nata quindi la battuta sugli "impiegati dell’ufficio comunale in sciopero bianco"… ^__^
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Ilune Willowleaf

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Capitolo 6
*** Un combattimento molto duro ***


Cap V
Cap VI: un combattimento molto duro
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Nerea non si fece vedere per quasi una settimana. Evidentemente, doveva avere davvero TANTA roba, sulla sua scrivania. Lina si ritrovò a pensare se i demoni avessero un’organizzazione di tipo militare, o civile, o chissà come. Si ripromise di chiederlo a Xelloss, o magari alla stessa Nerea, se li avesse incontrati.
Intanto, cammina cammina, i nostri due avventurieri erano arrivati a solo tre giorni da Atlas. Erano partiti di buon’ora, quel mattino, e, a metà mattina, erano arrivati in un punto della strada estremamente panoramico.
La strada passava infatti in un piccolo altopiano, che scendeva bruscamente con un precipizio di una decina di metri in mare.
L’acqua spumeggiava, le onde si infrangevano contro la ripida parete rocciosa, e gorghi infidi mulinavano attorno alle aguzze rocce emerse.
La bellezza selvaggia del posto, le distese di terra impregnata di sale, colonizzata solo da erba piumosa e da ginestre in fiore, era impareggiabile.
L’aria carica di salsedine era tonificante, e la brezza che soffiava, agitando i capelli rossi di Lina e quelli biondi di Gourry, cantava di isole selvagge, di mari generosi, di voli di uccelli tra nuvole candide.
E poi apparve lei.
In mezzo alla strada, in piedi, rivestita da una corta tunica di tessuto scintillante, e da un’armatura solo in apparenza leggera, Nerea reggeva in mano il simbolo del suo potere, un arpione di orialcho.
I capelli erano fissati alla nuca in uno stretto nodo, girato attorno al sottile diadema che le ornava la fronte.
Schinieri e polsiere parevano leggerissimi e fragili, ma brillavano di magia. Chissà con cosa era fatta quella corazza. (io lo so! È fatta di orialcho, mithril e argento. L’ha fatta Poseidon! ^_^ n.d.Ilune)
-Allora, è ora. - disse semplicemente Lina.
Gourry sfoderò la spada, e il sottile tintinnio acuto della lama contro gli ornamenti d’argento del fodero parvero riempire l’improvviso silenzio che s’era creato.
-Già. Siete pronti?- fu la risposta di Nerea.
Grossi nuvoloni grigi iniziarono a coprire il cielo, e il vento, che pareva aver trattentuo il suo soffio in quegli istanti, iniziò a soffiare impetuoso dal mare, aspro e carico di goccioline d’acqua.
In breve, tutto fu bagnato di acqua di mare.
Lina scambiò un’occhiata con Gourry, e il biondo annuì.
Nerea si stava avvicinando di alcuni passi, ancheggiando.
*TLANG*
L’incontro era cominciato.
Gourry si era buttato subito in un corpo a corpo con Nerea, e il “tlang” era stato il suono della spada sacra contro l’arpione demoniaco. Nerea aveva parato più per istinto che altro, e adesso, tra le due armi serpeggiavano scariche azzurrine, elettricità statica generata dal contatto di quelle due armi così opposte.
Con un sorriso che mise in mostra i canini assai lunghi, Nerea saltò all’indietro, staccandosi dalla posizione di stallo. Roteò l’arpione, impugnandolo poi meglio e avventandosi su Gourry, con la chiara intenzione di trafiggerlo allo stomaco. Lo spadaccino però se lo aspettava, e con un agile balzo saltò all’indietro. Malgrado ciò, l’arpione strappò la maglietta sul fianco sinistro, e la lama graffiò la sua pelle, lasciando una scia di sangue.
Immediatamente, un acuto bruciore, come se fosse stato toccato da una medusa, gli attanagliò il fianco.
*DYNAST BREATH!!!*
-Cos?-
Una colonna di ghiaccio si formò sotto i piedi di Nerea, avvolgendola e imprigionandola.
-Ottima azione diversiva, Gourry!- Lina fece il “pollice all’insù” verso Gourry, che sorrise di rimando.
Con grande sgomento di Lina, Il ghiaccio si incrinò, dapprima appena appena, poi sempre di più. Infine, una cascata di schegge di ghiaccio piovve su di lei e Gourry, che dovettero allontanarsi in tutta fretta.
-Lina, mi deludi… tutto qui?- fece Nerea, togliendosi una scaglietta di ghiaccio dalla polsiera facendola schizzare via con un colpetto del dito.
Gourry si teneva il fianco con una mano: bruciava da matti, e temeva che l’arpione potesse essere avvelenato.
Lina gli scoccò un’occhiata, preoccupata.
Poi sorrise. Occorreva un diversivo.
-In effetti no… adesso userò una delle mie tecniche più potenti…- annunciò, iniziando poi a mormorare alcune parole.
-Eh, no, carina, pensi che ti lascerò usare il Laguna Blade?- Nerea si precipitò addosso a Lina, arpione in pungo, pronta a trafiggerla approfittando della concentrazione della maga sul micidiale incantesimo che…
-LIGHTING!!!!-
Una luce accecante avvolse tutto, mentre i contorni si fecero netti e ogni cosa assumeva ombre nette e margini taglienti.
Lina afferrò Gourry per un braccio, schizzando in levitazione verso l’entroterra…
-Fregata come una principiante…- imprecò Nerea, qualche secondo dopo, estraendo con un moto di stizza l’arpione dal terreno in cui si era profondamente conficcato.
-Ha preso tempo… furba…- sogghignò. Allargò le sue percezioni, individuando Lina, alcuni chilometri più in là.
Sorrise, e il suo sorriso si allargò a dismisura, sul viso che si allungava in un muso azzurro metallico, mentre il corpo sottile si allungava in un tronco sinuoso, dalle squame di azzurro metallo lucente e dalle immense pinne blu.
Aveva assunto la sua forma beast: il leviatan.
.
-Va meglio?-
-Si, grazie…-
Lina aveva appena finito di applicare un decleary seguito da un recovery sulla ferita di Gourry. Adesso, la pelle dello spadaccino era nuovamente integra, e il rossore e il dolore erano spariti.
La rossa era però preoccupata: non la entusiasmava l’idea di battersi contro una mazoku potente come Nerea, senza il supporto di altri amici e compagni oltre a Gourry.
Quello che comparve loro davanti agli occhi fece per un attimo dubitare ai due di essere svegli: un serpente marino di dimensioni bibliche, duecento metri di spire azzurre iridate che si intrecciavano e si contorcevano a mezz’aria, sorrette da grandi pinne ventrali e dorsali simili ad ali blu. Il muso conico e affusolato era armato di zanne lunghe quanto il braccio di Gourry, e spesse altrettanto. Grandi occhi azzurri che fissavano i due con un misto di divertimento e di determinazione.
-N… Nerea?-
-Beh, mai visto un demone in forma beast, Lina?- fece la mazoku.
-Cosa saresti, scusa?-
-Un Leviatan, non si nota?- la general fece arrotolare e srotolare con eleganza due o tre spire.
-Ma… secondo le leggende, il leviatan non è solo maschio? -_- -
-…-
*gocciolone di spropositate dimensioni di Nerea*
-Se becco chi mette in giro certe voci…
Beh, vogliamo continuare?- sorrise, un sorriso zannuto con centinaia di candide zanne allineate.
La sua bocca saettò su Lina, che si salvò dalle zanne solo con un agile salto. Il suo mantello con fu così fortunato, e quei rasoi dentali ne strapparono via un buon tre quarti. La maga non osò pensare a cosa avrebbe potuto fare alle sue carni.
La battaglia entrò nel vivo, ma più andava avanti, e più Lina si rendeva conto che Nerea, complice un corpo così grosso, aveva un indubbio vantaggio: era un bersaglio dannatamente difficile. Non si sforzava di schivare gli incantesimi, si limitava ad assorbirli o a defletterli. La campagna attorno era devastata dagli effetti degli incantesimi, e Lina cominciava ad essere stanca. Molto stanca.
Aveva lanciato incantesimi a raffica… persino non uno, ma DUE Dragon Slave. Nulla. L’aveva solo un po’ bruciacchiata di striscio, dato che la mazoku era riuscita a prevedere l’arrivo dell’incantesimo e aveva teletrasportato il suo corpo al sicuro, nel Piano Astrale.
A essere sinceri, Lina si trovava in difficoltà per un motivo più che valido: mancavano pochi giorni a… “quei giorni”, e la sua magia era più debole.
Gourry aveva il fiatone, accanto a lei, ma era ancora ragionevolmente tutto intero.
Entrambi erano, è vero, coperti di polvere e graffi, ma non c’era né il tempo né la possibilità di curarsi.
-Gourry… io farò da diversivo…tu cerca di colpirla al collo. - disse piano Lina. Lo spadaccino annuì, sebbene fosse tanto stanco da avere le gambe che tremavano. Ma Lina era ancora più esausta, si disse, eppure si era offerta per la parte più pericolosa…
-DARK CLOW!!!- una serie immagini nere, dalle forme insettoidi, schizzarono fuori dalle mani di Lina, dirigendosi verso gli occhi della leviatan.
Nerea, che non si aspettava quel tipo di attacco a quel punto del duello, si limitò a chiudere le palpebre corazzate, e gli insettoidi di energia si limitarono, esplodendo, ad annerirle il muso…
Con un sussulto, Nerea voltò la testa, accorgendosi di Gourry che, passando per un punto cieco, era riuscito a infilzare la spada sul collo della leviatan… purtroppo prendendo un punto non vitale. Scosse la testa, con insistenza, cercando di scrollarsi via lo spadaccino, ma inutilmente, perché Gourry, malgrado gli occhi più o meno a girandola (così: @__@) non mollava la presa sulla spada, profondamente conficcata nel collo del leviatan.
-Adesso basta!- e con una scodata, scaraventò lo spadaccino contro un albero, facendogli perdere conoscenza. Con un morso rabbioso, si strappò via anche la spada, pur dovendosi contorcere.
Lina aveva però saputo sfruttare quegli istanti in cui la demone era alle prese con lo spadaccino…
- Lord of the Darkness and Four Worlds, I beseech thy fragments; by all of the power thou possesseth, grant the heavens' wrath to my hand; unleash the sword of dark, freezing nothingness; by our power, our combined might, let us walk as one along the path of destruction: LAGUNA BLADE!" -
La lama di energia nera si materializzò tra le mani di Lina, che la brandì indirizzando il potere distruttivo verso la mazoku. Nerea riuscì ad evitare di essere decapitata, ma l’enorme squarcio era davvero troppo per lei, che dovette rifugiarsi nel piano astrale…
Ma neanche Lina ne uscì indenne: una codata della leviatan l’aveva scaraventata a decine di metri, facendola ruzzolare sulla roccia, per terminare la rovinosa caduta contro un albero…
Dove prima c’era l’arida terra incolta, ora solo pietre divelte, bruciature, e qualche scaglia metallica.
Senza forze, Lina aprì un occhio, sorridendo soddisfatta.
-Yatta…- riuscì a mormorare, felice…
Ce l’avevano fatta… ce l’avevano fatta?
-Ahio… M’avevan detto che faceva male, ma mica così tanto…-
Una familiare voce appena fuori del suo capo visivo le fece sbarrare gli occhi…
Nerea era ancora viva!!!
Aveva l’aria di un umano che abbia appena preso in pieno un burst rondo… cioè aveva l’abito e l’armatura rovinati in parecchi punti, qualche ciocca strinata e l’aria abbrustolita.
Si reggeva all’arpione, ma a parte una gamba con una evidente bruciatura, pareva abbastanza in forze.
-Ti è andata buca, Lina-chan… e hai consumato troppe energie in incantesimi troppo deboli. Avresti dovuto partire subito col tuo Laguna Blade… ma oramai non hai più la forza per ripeterlo, vero?- disse la demone in modo canzonatorio.
Lina si sentiva stanca… tanto stanca da non riuscire a tenere gli occhi aperti. Cercava di farsi tornare alla mente le parole di qualche incantesimo, il recovery, per curarsi… ma nulla. Il vuoto.
Troppo esausta.
-Già stanca? Non pensavo avessi così poca resistenza… - Nerea era stupita.
-Saresti stanca anche tu, se tra due giorni perdessi tutti i tuoi poteri per tre dannatissimi giorni!-
disse Lina, con un filo di voce.
-Lo so. Avanti, non mi dirai che ti aspettavi che affrontassi senza premunirmi colei che ha battuto Ruby-eye-sama e Dark Star! Comunque, Lina, ho almeno avuto la decenza di non attaccarti proprio in “quei giorni”. Le ho avute anche io, quelle cose, mille e duecento anni fa, e so cosa si passa. Comunque, cortesie a parte, sei pronta? Orami mi pare di avere vinto, ed è ora che tu venga con me…-
Lina fissava l’arpione di Nerea, poggiato sul suo torace. Poteva avvertire l’energia maligna della demone che vi scorreva lungo come sottili serpenti, che l’avvolgevano e le serpeggiavano sul corpo. Tra poco, quella lama affilata l’avrebbe trafitta, e lei…
-AH!-
Lina fu investita da un fiotto di sangue nero, che l’accecò per alcuni istanti. Quando riuscì a cavarselo dagli occhi, vide ciò che non aveva sperato più di vedere…
Gourry, spada in mano, aveva trafitto il fianco destro di Nerea, scaraventandola inoltre lontano.
La demone guardava con astio lo spadaccino, tenendosi il fianco. Il liquido nero che costituiva il suo sangue non smetteva di scendere, e lei si sentiva sempre più debole… Acqua sacra! Quel materiale era davvero micidiale per i demoni.
Inoltre, c’era qualcosa di strano nello spadaccino…
Schivò un altro colpo, a fatica. Come mai prima non aveva avuto difficoltà a parare i colpi migliori di Gourry, mentre ora faceva fatica a schivare?
Vide gli occhi persi del ragazzo. La fattura della spada, e la minore delle due gemme incastonate…
-Quei brutti figli di…- disse tra i denti.
Decise di ritirarsi, almeno per il momento…
-Gourry!- Lina, con grande sforzo, era riuscita a tirarsi su in piedi e, incespicando, si era messa a correre verso Gourry.
-Ce l’hai fatta! Sei stato grande!- esclamò, incespicando poi per terra e cadendo come un salame. Ma non le importava più di tanto. Avevano vinto, no? Alzò lo sguardo, mentre l’ombra di Gourry si frapponeva tra lei e il sole. Tra poco lo spadaccino l’avrebbe aiutata a rialzarsi, e…
si trovò la lama bianca della spada a pochi centimetri dal viso.
Con uno scatto di reni istintivo, si tirò da un lato, mentre dove un secondo prima c’era la sua testa, la spada si infilzava nella terra secca e dura.
-Gourry, ma che cacchio sta facendo?!- imprecò, tirandosi su a sedere.
Ogni altra parola (insulti compresi) le morì in gola quando vide lo sguardo di Gourry.
Vuoto, perso e fisso.
Come quella volta…
Come quando Phibrizio l’aveva rapito, e trasformato in una marionetta ai suoi ordini.
.
Oddio, no… non di nuovo…
Perché? Perché doveva trovarsi di nuovo a combattere contro Gourry, per salvarsi la vita? Un Gourry che non avvertiva stanchezza, né pietà, che probabilmente non udiva la sua voce, la sua volontà piegata…
Non era giusto…
NON ERA GIUSTO!
.
Lina schivò un fendente di Gourry. E un altro, e un altro ancora.
Inciampò, e cadde all’indietro.
Basta.
Era stanca… tanto stanca, troppo per scappare ancora…
.
.
Gourry sognava. Sognava di essere ancora bambino, e di allenarsi con la spada, mentre suo nonno Raudy, seduto all’ombra al margine del cortile, lo incitava, gli ordinava di non fermarsi, di migliorare quell’affondo, di perfezionare la parata…
La spada era sempre più pesante. Era stanco, ma il suo corpo continuava a muoversi, anche se ogni fibra nervosa implorava il riposo, come mosso da fili invisibili lui non riusciva a fermarsi.
-Basta! Non ce la faccio più! Voglio fermarmi e riposare!- esclamò.
-No, non puoi! Non puoi fermarti ora! Devi portare a termine il tuo dovere!-
Strano… quella non era la voce del nonno.
Il piccolo Gurry tentò di voltare la testa, per capire chi avesse parlato.
Non gli piaceva quella voce.
Era autoritaria e cattiva.
.
Lina vide che Gourry si era fermato per un istante. Lo spadaccino stava voltando la testa, come a cercare qualcuno che non potesse vedere.
La ragazza si trascinò via, carponi, freneticamente.
.
-Devi finire il tuo lavoro, Gourry. FINISCILO!-
-No… io sono stanco… non voglio…-
-…-
Le immagini attorno a lui sfumarono.
.
Gourry era nella cucina della grande villa padronale dove era nato e cresciuto.
Gli piaceva la cucina: c’erano sempre cose buone, buoni odori, e persone gentili.
Tutti erano gentili con un bel bambino biondo, sorridente, paffuto e gentile.
-Gourry, tesoro, c’è da ammazzare il coniglio per la cena di domani. Puoi pensarci tu?-
La voce era gentile e dolce, e proveniva dalla cuoca, grassottella e tondetta.
Il piccolo Gourry si trovò in mano un coltellaccio, e gli fu indicato un coniglio dal pelo rossiccio, che cercava di scappare via.
-Vai a prenderlo, tesoro!- gli disse la cuoca, dandogli una spintarella.
.
Lina aveva approfittato della momentanea immobilità di Gourry per allontanarsi e curarsi le ferite peggiori.
Fu colta del tutto impreparata quindi quando Gourry, con un balzo, la raggiunse e la afferrò per un braccio.
-Gourry, brutto cretino, mi fai male!- esclamò, cercando di divincolare il braccio dalla presa ferrea dello spadaccino.
Lo sguardo di Gourry era però assente e vuoto.
*SCIAFF*
Terapia d’urto, un bel ceffone.
.
Il piccolo Gourry era contrariato. Il coniglio l’aveva morsicato. Mise il broncio, ma tenne la bestiolina più stretta per una zampa.
Alzò il coltello, pronto a decapitarla.
.
Con orrore, Lina vide Gourry levare il braccio con la spada.
Con la mano libera, tentò di bloccarlo, ma il ragazzo era molto, troppo più forte di lei. Solo con un’agile mossa riuscì a salvare il collo, rimettendoci solo una piccola ciocca di capelli.
Era troppo stanca per usare un incantesimo. Era troppo stanca anche per correre.
Cadde a terra, talmente stordita dalla stanchezza da guardare con occhi rassegnati la candida spada che stava per abbattersi su di lei…
*sting*
*STUMP*
O__o
Lo “sting” era l’arpione di Nerea che aveva fatto volare via la spada.
Lo “Stonk”, un calcio che la demone aveva rifilato allo spadaccino, facendolo volare a diversi metri di distanza, parecchio intontito.
“Magnifico, dalla padella alla brace…” pensò Lina.
Notò però che Nerea si muoveva a fatica, e che il profondo squarcio sul fianco era ancora lì.
-Quegli stron2issimi draghi di mare…- imprecò la demone.
Allungò una mano a Lina, che la guardò come se fosse un serpente a sonagli.
-Lina, ti annuncio che rinuncio a ogni pretesa su te e Gourry, come da patto. È dalla Kouma Sensou che non vengo conciata così male. -
-E allora perché sei qui?-
Lina accettò cautamente l’aiuto di Nerea, che l’aiutò a tirarsi su.
-Perché ci sono degli stron2issimi draghi di mare che se non mi mettono i bastoni tra le ruote non sono contenti.
Ho già visto una cosa del genere. - accennò col mento a Gourry -Avevo un informatore, duecento anni fa. Un bravo ragazzo, un marinaio. E lui aveva una fidanzata. Mi teneva informata su certi traffici che parevano fare capo a draghi di mare.
Quegli stron2i avevano sospetti su di lui, e sai cos’hanno fatto? Hanno fatto recapitare, sottoforma di “primo premio della lotteria”, accuratamente pilotata ovviamente, una collana alla ragazza. E la pietra era uguale a quella sulla spada di Gourry. -
-Vuoi dire che…-
-Si. Appena ebbero la certezza che il ragazzo fosse un mio agente, non senza aver spiato la loro vita di coppia per mesi, presero possesso della volontà della ragazza, le fecero pugnalare l’amato, e poi la fecero uccidere… Il tutto dinnanzi alla sottoscritta, tra l’altro. -
Lina sbiancò.
-Quindi tu dici che…-
-Che lo stron2issimo drago di mare che ha avuto quella bella idea due secoli fa l’ha messa in pratica su di voi. Probabilmente, appena aveste fatto cenno di un minimo di collaborazione con i demoni, o con me in particolare. -
Stavolta, le parolacce non uscirono solo dalla bocca di Nerea (che, nel caso non si notasse, non può vedere i draghi di mare, colpevoli di competere con il suo clan per i dominii marini), ma da una Lina talmente furibonda, che un alone rosso le si stava formando attorno.
-Come posso liberarlo?-
-Tesoro, se lo sapessi, credi che avrei perso il mio agente?- fece Nerea, acida -So solo che quel dannato incantesimo farà si che prima lui ti uccida, e poi si suicidi. -
Lina guardò la sua corta spada ingemmata, che aveva estratto. A dire il vero, era piuttosto raro che usasse l’acciaio. Un buon incantesimo al momento giusto faceva miracoli.
Lasciò cadere a terra la spada, camminando verso Gourry.
-MA SEI PAZZA?!- l’apostrofò Nerea -TI FARAI AMMAZZARE!-
Lina si voltò, e sorrise -A quanto pare, non hai capito proprio un fico secco di noi due…- disse, dolcemente.
-E invece ho capito fin troppo bene…- mugugnò la demone.
Si teletrasportò vicino a Gourry, che stava goffamente cercando la sua arma.
-Spiacente, ciccino, questa la prendo io. - scostò con l’arpione la spada, portandola fuori portata dello spadaccino. Con un calcio, la fece volare lontano, in fondo a un cratere formato da un incantesimo particolarmente distruttivo.
Poi se ne tornò nel piano astrale, a cercare di porre un po’ di rimedio allo squarcio che Gourry le aveva inferto.
Altro che cerotti… le ci sarebbero voluti mesi, forse ANNI di convalescenza…
.
Gourry si sentiva la testa strana… offuscata.
La voce della cuoca che gli diceva di ammazzare il coniglio era più fievole… era… cattiva. Acida.
E quel coniglietto rosso… pareva quasi umano, con quei grandi occhi castano-rossi, nel modo in cui lo guardava…
.
Allungò una mano, e lo prese.
Era morbido e caldo.
Lo prese tra le braccia.
.
Lina si era avvicinata a Gourry. Si era lasciata cadere vicino a lui, chiamandolo sottovoce. Gli aveva preso la mano, lo aveva chiamato…
Poi Gourry aveva allungato le braccia, e l’aveva afferrata.
Non con forza, ma con delicatezza.
Come se avesse in mano un piccolo, fragile animale.
.
Il coniglio era così morbido e caldo… tremava, appoggiato al suo petto. Il piccolo Gourry lo accarezzò, per calmarlo.
-Gourry, uccidilo! Uccidi quel coniglio!- gli ordinò la cuoca. Ma la voce non era quella della cuoca: era cattiva e acida, come quella di prima…
-NO!-
-Come osi disobbedire?! Uccidilo, o andrai a letto senza cena!-
-NO!- il piccolo Gourry strinse con fare protettivo il coniglietto.
.
*crick… crick*
.
Lina non riusciva a capire.
Un minuto prima Gourry tentava di ucciderla, e ora la stringeva a sé, come un cucciolo tremante, ripetendo “No… no, non lo faccio… No…”
Gli occhi azzurri erano sempre persi e vuoti, ma c’era ora una scintilla, in fondo…
-Gourry… Gourry, sono io… sono Lina…-
.
*crick crick crick*
.
Il coniglietto si muoveva e gemeva tra le sue braccia, e Gourry aveva paura che la cuoca lo picchiasse col mestolo.
-Uccidilo!-
Le sue mani si mossero da sole, circondando il fragile collo della bestiolina.
.
Lina vide la scintilla sparire dagli occhi azzurri del ragazzo, e le sue mani forti circondarle il collo in una morsa…
Non “decise il tutto per tutto”. Non pensò che poteva essere l’ultima cosa della sua vita.
Lo fece e basta.
Afferrò la maglietta di Gourry, attirandolo vicino a sé, baciandolo.
.
*crick crick crickcrack*
.
Il coniglietto lo guardava con occhi supplichevoli.
Riuscì a divincolarsi, ma anziché scappare, gli toccò le labbra col musino delicato…
.
-Lina…-
.
-Gourry…-
.
*crickcrickCRACK*
La gemma azzurra latrice del maleficio della possessione si crepò in minuti frammenti, e si polverizzò. L’acqua sacra, contaminata dal maleficio di malvagia intenzione, si schiantò in mille frantumi, liquefacendosi.
.
La luce era tornata negli occhi azzurri e confusi del ragazzo.
Stringeva a sé Lina, e per un attimo, il panico lo colse…
Ma ogni timore di reazione si dissolse, quando la ragazza gli sorrise, scoppiando poi a piangere, e affondando il viso sul suo petto.
-Oh, Gourry! Sono… sono così felice…-
Gourry sorrise, anche se un po’ confuso, stringendo a sé Lina. Era morbida e calda come…
…come un coniglietto, pensò, mentre le immagini delle sue visioni gli si riaffacciavano alla mente.
Con un sussultò colpevole, staccò Lina da sé, controllando ogni punto visibile, alla ricerca di ferite.
-Lina, io… ti ho ferita? Ho… ho cercato di ucciderti!- pareva sconvolto dalla stessa idea.
La ragazza scosse la chioma ramata (non tanto ramata, in quel momento: l’intenso uso della magia le aveva ridotto i capelli a un pallido rosso slavato), posandogli un dito sulle labbra.
-È tutto ok. Davvero. Tu piuttosto… Ti sei beccato un calcio in pieno stomaco…-
Con aria interrogativa, Gourry si sollevò la maglietta sulla pancia.
In effetti, c’era una bella impronta di piede nudo.
Guardò interrogativo i piedi di Lina, calzati di stivali.
-Oh, dobbiamo ringraziare Nerea.-
-Ma…. ma non voleva ucciderci?-
-Senti, ne parliamo domani, ok? Sono troppo esausta…-
Gourry annuì. Anche lui era esausto. Gli pareva di aver combattuto per giorni, per mesi, senza fermarsi.
Non andarono neanche a cercare il loro bagaglio, in quel caos di radici divelte, massi rovesciati e zolle rivoltate.
Si addormentarono semplicemente così, l’una tra le braccia dell’altro, esausti, al riparo del grosso masso.
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Adesso aspettavi una piccola pausa: ho una doujinshi da finire che mi richiedono a gran voce, voglio proseguire “Pirati!!!”, sto lavorando all’ambientazione geografica e religiosa e al regolamento di un nuovo gioco di ruolo dal vivo e in più voglio preparare un altro esame! Quindi, finché non mi torna l’ispirazione fulminante (che potrebbe essere domani o tra un mese), non andrò troppo avanti…
Grazie per gli incoraggiamenti e per i complimenti nelle recensioni! ^_^
Ne approfitto anche per ringraziare Eternal Fantasy e KillKenny, i miei beta-reader di fiducia! ^_^

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Capitolo 7
*** Tra le tue braccia ***


Cap V
Cap VII: tra le tue braccia
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Bentornati a un nuovo capitolo di My princess!!!
Stasera (sabato 6 agosto), dopo essermi fatta un’overdose di romanticismo con “Sei il mio cucciolo”, con una scorta di sementine e di the, ho finito questo capitolo, che mi ha dato più gatte da pelare di tutti gli altri messi assieme! Perché? Beh, avete idea di cosa significhi essere in crisi di coccole, e riuscire a scrivere una scena romantica senza cadere nella smielosità da diabete fulminante?! >.< Perciò, se verso metà-fine capitolo, trovate certe scene un po’ cariogeniche, abbiate pazienza: la lontananza dal proprio ragazzo fa di questi effetti…
Ah, oggi ho letto tutte le recensioni alle mie fanfic, molte delle quali non le avevo notate in precedenza, e devo dire che ne sono stata molto felice…
Arigatoo a tutti, gentili e coraggiosi lettori! ^__^
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*cip cip cip*
Mattino.
Un’ombra si pose tra la luce del sole e Lina e Gourry.
Gourry fu il primo ad aprire un occhio, e a vedere chi era venuto a dare loro la sveglia, strinse a sé Lina, protettivo.
Al che, anche Lina emerse dal mondo dei sogni…
-NEREA?!-
-Buongiorno. Ho pensato di lasciarti riposare…- la mazoku si sedette per terra accanto a loro.
Indossava gli stessi abiti della sera in cui si era rivelata per ciò che era, cioè una fascia azzurra sul seno, un paio di pantaloni di velo azzurro trasparenti con mutandine coordinate alla fascia, e una quantità di perle e corallo rosa a polsi e caviglie da fare gridare di sdegno alle associazioni naturalistiche per la difesa degli oceani.
Aveva però una grossa fascia che le avvolgeva la vita, sotto la quale si intuivano, più che vederli, oggetti magici. Che ne stesse sfruttando i poteri per rigenerarsi più in fretta?
Nel vedere come Gourry la guardava in cagnesco, si affrettò ad aggiungere -Non so se Lina ha avuto la forza di dirtelo, o addirittura ha recepito, tanto stanca era ieri sera, ma rinuncio a voi. Insomma, anche senza essere posseduto dalla spada, mi hai dato una bella ripassata, e mi avete conciata maluccio.
Quindi, secondo gli accordi, rinuncio a cercare di tirarvi con la forza nelle mie file, e amici come prima, ok?-
-Beh, che intendi con “amici come prima”, Nerea?- chiese Lina.
-Io non pesto i piedi a voi, e voi non li pestate a me. -
-Mi sembra ragionevole…- annuì Lina.
-Solo, ho da chiederti un piccolo favore…-
Gourry e Lina si misero mentalmente in guardia: mai fare o ricevere favori da draghi o demoni, avevano imparato…
-Quando andrai a fare una sfuriata ai draghi di mare, perché ti conosco abbastanza per sapere che prima o poi andrai a fare un bel casotto, tira un bel dolph strash anche da parte mia, ok? Non sopporto che cerchino di interferire nel mio lavoro con simili bassezze…-
-Tu…tutto qui?- chiese Lina incredula.
-Si. -
-Dammi il tempo di rimettermi un po’ in forze, e gli demolisco la città a suon di fireball, a quei… quei…
e per prima cosa andrò a scambiare due paroline con quell’elfa del cavolo!!!-
Nerea annuì. Indicò una cosa dietro di sé -Mi sono presa la libertà di recuperare il vostro bagaglio da sotto i detriti in cui era finito. Atlas non dista molto, ma anche il Concilio oramai non è molto distante…-
-Il Concilio!- Lina balzò in piedi, afferrò Gourry e lo tirò su di peso -NON POSSO PERDERLO!!!- gemette Lina. Certo, sarebbe stato noioso, dopo tutto quello che aveva passato in quei giorni, ma era una questione di prestigio.
Nerea soffocò una risatina.
-Ti farò mandare una carrozza dalla prossima città, Atras. In fondo, è colpa mia se hai fatto così tardi…-
-G… grazie…-
-Però te la paghi tu…- precisò Nerea.
-Ah, ecco -_-;;; -
La mazoku stava per andarsene, quando Lina le pose un’altra domanda -Nerea… Marius, lavorava per te?-
La general tacque alcuni istanti.
-Si. Aveva il compito di allontanarti da Gourry, e convincerti a entrare nelle mie file. Ma ha fallito su tutta la linea. -
-Non gli hai fatto del male, vero?- chiese ansioso Gourry. Poteva anche non correre buon sangue tra loro, ma era pur sempre suo cugino.
-No, tranquillo. L’ho rispedito nei lavori di bassa routine che fa, cioè amministrare alcuni lembi dei miei territori emersi. -
Gourry non mascherò il sorriso di sollievo.
-Bene, arrivederci…-
E con un refolo salmastro, Nerea scomparve.
Lina guardò Gourry.
-Beh, andiamo?-
.
La carrozza li raggiunse dopo un’oretta. Nerea era stata di parola, e gli aveva mandato un mezzo di trasporto. Lina era troppo stanca per pensare a fare economia, e dopo aver finalmente raggiunto Atras nella carrozza a nolo, si precipitò alla locanda più vicina, e tra lei e Gourry vuotarono le dispense di provviste bastanti, almeno in teoria, per un pranzo nuziale a otto portate più dolce per 50 persone…
.
Ilune: vabbé, forse ho un po’ esagerato, ma… avete idea di quanta roba servano a un pranzo nuziale? TREMO al pensiero di quello di mia cugina, a settembre… l’unico lato positivo è che adesso sono abbastanza grande per aspirare a prendere il buquet!!! ^__^
(Si vede il mio ragazzo che prepara i bagagli per la Legione straniera…)
.
FINALMENTE sazi, allungarono i piedi, soddisfatti, sotto la tavola. Ormai era tardo pomeriggio, e il sole calava tra le onde.
-Lina… allora, adesso qual è il programma?-
La maga ci pensò un attimo.
-Beh… primo, il Concilio. Comincia domani, e durerà un paio di settimane, quindi avrò anche il tempo per riprendermi.
Secondo, una visitina al Cavaliere… e terzo, una visitina ai draghi di mare…-
-Non credo saranno visite di cortesia, eh?- scherzò Gourry.
Lina fece scrocchiare in modo significativo le nocche -Oh, no, non lo saranno proprio…-
*gocciolina di Gourry*
“Non vorrei essere nei panni di quei poveracci…” fu il suo unico pensiero.
Intanto, grossi nuvoloni neri s’erano addensati nel cielo, fino a coprirlo di uno strato denso e plumbeo.
In breve, goccioloni ticchettanti presero a martellare i vetri, mentre i lampi squarciavano le tenebre. Un diluvio con i controfiocchi.
Ma la locanda era un posto ancor più confortevole, con un tempo simile: un camino caldo, nella sala comune, odore di cibi in preparazione per la cena, le risate e le chiacchiere delle cameriere, il tintinnio delle posate che venivano disposte sulle tavole da apparecchiare.
Lina salì in camera sua, aveva voglia di fare un pisolino, prima di cena…
.
Ilune: -Ma ti sei appena alzata da tavola!-
Lina: -Ecchecentra, io all’ora di cena ceno, punto e basta!-
*Gocciolina di Ilune
.
Trovando una sgradevole, sgradevolissima sorpresa…
Una infiltrazione dal tetto, un’assicella rotta probabilmente…
E il suo confortevole lettone a due piazze profumatamente pagato in anticipo era zuppo come una spugna…
Una venuzza pulsante comparve sulla sua testa… si ingrandì… del vapore iniziò a uscirle dalle orecchie…
Si, è una reazione un po’ spropositata, anche per Lina… ma era reduce da un periodo stressante… eheheh…
La rossa si precipitò giù per le scale, trascinò l’oste nella stanza, urlando e sbraitando come solo lei sa fare, e dando l’impressione all’oste di essere sul punto di trasformarsi in un mostro sputafuoco…
.
Ehi! Non esageriamo! N.d.Lina.
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…pretendendo la sostituzione della camera allagata con una asciutta (giustamente) e minacciando di “far crollare questa baracca a suon di fireball se non vi sbrigate PRIMA DI SUBITO!!!”.
Il povero oste balbettò che purtroppo non c’erano altre stanze, data la simultanea presenza in città di conclave dei maghi, fiera nazionale dei bovini di razza, e mercato mensile delle porcellane e dei cristalli. Il poveretto suggerì quindi che la maga potesse dividere la stanza col suo compagno di viaggio, in fondo il letto era sufficientemente grande da accogliere due persone, e per scusarsi offrì loro la cena gratis (pensando, povero illuso, che dopo quel pranzo “nuziale” si sarebbero accontentati di un brodino o poco più… mai errore fu più dispendioso!).
Lina si ritirò un attimo a confabulare con Gourry…
-Dai, Lina, accetta. Io dormirò sul pavimento, e in più avremo la cena gratis!-
La maga si fissò per qualche istante gli stivali. Non le piaceva il fatto che Gourry le cedesse sempre il letto, in fondo quella era la sua stanza…
Ma lo spadaccino l’aveva preceduta -Accettiamo l’accordo, signor oste. Dai, Lina, andiamo a prendere la tua roba!-
E prima che Lina potesse replicare, Gourry l’aveva presa per mano e trascinata a recuperare la sua roba nella stanza, prima che essa venisse definitivamente allagata.
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Nella stanza da letto che si ritrovavano quindi a dividere, Lina guardava pensierosa fuori, dove la pioggia battente rendeva tutto grigio, e lampi e tuoni si inseguivano e si rincorrevano.
Tipico temporale da primi di luglio.
L’aria era notevolmente rinfrescata, e quella notte le lenzuola non sarebbero servite ad asciugare il sudore appiccicoso dell’afa, ma a riparare dall’aria fresca, la temperatura precipitata di una quindicina di gradi in un paio di ore.
Gourry, con un panno di lana, stava pulendo lo spallaccio dell’armatura, che si era cavato, per stare più comodo. Anche gli spallacci, il mantello e i guanti di Lina giacevano piegati sulla sedia, mentre la proprietaria osservava affascinata i lampi che squarciavano il cielo e illuminavano le nubi.
-Che spettacolo affascinante, vero?- sussurrò Gourry.
Lina sobbalzò: non si era accorta che lo spadaccino le era giunto alle spalle.
-Già. Resterei ore a guardarli… hanno una bellezza e una forza primitiv-
CRACKLEBOOOOOOOOOMMMM
Un gigantesco fulmine era caduto a poche centinaia di metri, squarciando l’aria con un boato da lacerare le orecchie…
…e far saltare le ragazze in braccio ai ragazzi.
Cioè, Lina era sobbalzata, era scivolata all’indietro, ed era finita tra le braccia di Gourry.
Sentiva il suo cuore pulsare a rotta di collo, ma… ma non sapeva spiegarsi se era stato per l’improvvisa paura e sorpresa scatenate dal tuono… o per la vicinanza con Gourry.
Che non pareva intenzionato a lasciarla…
Beh, ad essere sinceri, neanche lei aveva una gran voglia di abbandonare quell’abbraccio…
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Gourry sentiva il cuore di Lina battere come impazzito, così forte da rimbombargli attraverso le braccia che la stringevano. Quel fulmine era stato davvero molto rumoroso, per spaventare così la rossa!
Oramai anche l’ultima eco del tuono s’era spenta, e ne era sopraggiunto un’altro, e un’altro ancora, simili a cupi brontolii, ma Lina non faceva cenno di voler allontanare le sue braccia.
Osservava il telaio della finestra come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Le guance chiare erano imporporate, e giochicchiava nervosa con le unghie…
Gourry si chinò un pochino, sussurrandole all’orecchio -È stato davvero un grosso fulmine, eh?-
-Mh-mmm…- annuì Lina.
-Posso tenerti così… ancora per un po’?- chiese lo spadaccino esitante.
Lina non rispose, ma si appoggiò al petto del ragazzo, sorridendo timidamente, anche se il volto era nascosto dalle ciocche di capelli.
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Tre ore e moooolte portate più tardi…
Mentre il povero oste faceva il conto di quanto la cena della maga che aveva avuto la stanza allagata gli veniva a costare, Lina e Gourry tornarono nella loro stanza, battendosi soddisfatti la mano sulle pance ben piene.
Ovviamente non si erano limitati a qualcosina di leggero… Lina in particolare pareva ancor più famelica del solito.
I lunghi capelli rossi, slavati dal potere magico utilizzato, avevano ripreso un po’ della loro bella sfumatura di fiamma.
-Io vado a farmi un bagno. - annunciò, prendendo lo yukata e andando verso i bagni comuni della locanda.
-Penso che andrò anche io. Sono ancora tutto sporco di terriccio, da ieri. - replicò Gourry, prendendo anche lui lo yukata fornito dall’albergo, e seguendo la maga verso i bagni.
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Nota di Ilune: in molti alberghi giapponesi, viene prestato agli ospiti uno yukata, da usare come pigiama. Nell’albergo in cui sono stata, in Giappone, ce n’era uno… ma io avevo il mio pigiama. Nel mondo di Slayers capita spesso che i nostri eroi appaiano con i pigiami di vari alberghi, se ci fate caso…
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Immersa nell’acqua calda della vasca comune, Lina si rilassò, gustandosi il bagno. Il giorno dopo sarebbe entrata in “quei giorni” (per le fragili menti abituate alla censura mediaset: “incubo notturno” o “il raffreddore dei maghi”), e quindi per almeno quattro giorni, niente bagno caldo in vasca.
Sul soffitto si udiva il tamburellare della pioggia, ma non era sgradevole. I tuoni erano ora molto meno rumorosi. L’aria era quieta e tranquilla, e solo un paio di donne oltre a lei stavano usando il bagno.
Lina ne approfittò per farsi un doppio shampoo, e levarsi di dosso tutta la sporcizia e il sudore accumulati nella battaglia del giorno prima.
Il suo sguardo cadde su un piccolo livido, sul polso.
Glie l’aveva lasciato Gourry, mentre era sotto ipnosi.
Tutto sommato, pensò, era stata davvero fortunata a cavarsela con un livido o due, tenendo conto della forza della maledizione e dell’abilità e della forza di Gourry.
Poverino, aveva un’aria tanto preoccupata e colpevole, quando si era reso conto di aver rischiato di ucciderla!
Lina arrossì, mentre rifletteva sui fatti del giorno prima e di quello prima ancora.
Nulla era cambiato nel comportamento di Gourry, da quando…
Da quando le aveva detto che l’amava.
Nulla, perché anche prima si comportava così…
Così premuroso nei suoi confronti, così disponibile, così paziente da sopportare i suoi scoppi di rabbia e il suo caratteraccio…
Lina riconobbe infatti che aveva un bel caratterino, e che pochi, pochissimi uomini avrebbero saputo sopportarla con quella semplicità e quella serenità di Gourry.
Sorrise.
Si che lo amava. E da tanto, tantissimo tempo…
Non si rischia di distruggere il mondo per vendicare un amico. Cielo, che pazza che era stata, allora! Ma non le importava nulla del mondo, senza il suo Gourry…
E poi… quando lei era precipitata giù dall’isola di terra galleggiante, su Saillune… quando aveva finto di non avere ancora i propri poteri magici…
Non aveva visto Gourry, disperato e in lacrime, ma Amelia l’aveva rimproverata (non teatralmente come faceva di solito, ma con uno sguardo molto serio) per averlo fatto soffrire, sia pur senza volerlo, a quel modo.
E quello sguardo ferito e preoccupato di Gourry, dopo… Si era sentita molto in colpa, per averlo fatto preoccupare e soffrire così.
Il bagno ora era deserto…
-Lina? Lina, hai fatto?- era Gourry, che bussava alla porta e la chiamava -Speri forse di crescere in altezza come le piante, stando in acqua?-
Ok, questa era una delle cose di lui che invece non sopportava…
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Ilune: Lina-chan, non ti abbattere… il tuo fa commenti sull’altezza e sulle tette, il mio sul girovita… solo che il mio ragazzo si diverte anche a piantarmi le dita nei fianchi per farmi sobbalzare!!!
Lina: E tu non reagisci?
Ilune: Si, partono così molti dei nostri incontri di lotta libera… poi però finisco col cedere io… più che altro, perché io soffro il solletico molto più di lui…
Lina:…
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Infatti, Lina uscì con l’aria di voler disintegrare il biondo…
L’improvviso cambio di aria, da quella calda e umida del bagno a quella asciutta e decisamente fresca del corridoio, la ghiacciò completamente, causandole la pelle d’oca sotto al leggero yukata fornito dall’albergo.
Gourry, lì fuori, la stava aspettando, sorridente. Anche lui indossava lo yukata dell’albergo, e i lunghi capelli biondi erano stati lavati, strizzati, e ora scendevano ancora umidi sulle sue spalle, chiazzando di bagnato lo yukata azzurro.
-Meno male, cominciavo a pensare che forse ti eri sciolta!- sorrise Gourry, mentre si incamminavano verso la loro stanza.
Lina lo guardò con un’aria tra l’interrogativo e il perplesso.
-Quando da piccolo non volevo uscire dalla vasca da bagno, mia nonna mi diceva che se restavo troppo, rischiavo di sciogliermi come una saponetta… e quando mi venivano le grinze alle dita, ero terrorizzato, perché pensavo di stare cominciando a sciogliermi!- spiegò sorridendo il ragazzo, mostrando le dita dai polpastrelli raggrinziti per la prolungata immersione in acqua.
Lina trattenne una risata, coprendosi la mano con la bocca.
Poi alzò lo sguardo verso Gourry, sorridendo.
Gourry si chinò, sfiorandole le labbra con un bacio.
Si era aspettato che la ragazza si ritraesse, o lo spingesse via…
Non si aspettava certo ciò che Lina fece.
E cioè, dopo un iniziale attimo di sorpresa, afferrarlo per il colletto dello yukata, e attirarlo a sé, in un bacio più profondo.
Si, lì, nel corridoio del primo piano, dove da un momento all’altro poteva passare chiunque.
In quel momento, la loro testa veleggiava da tutt’altra parte.
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Ok, termino qui perché non sono sicura di poter continuare senza cadere nella cariogenicità!!!
Ringrazio tutti i lettori che leggono le mie opere, che sopportano i miei tempi assolutamente imprevedibili, i miei skleri, le mie follie e i miei attacchi di cariogenicità! saluto quelli che commentano e anche quelli che non commentano ma che forse un giorno lo faranno, gli amici del forum Exa Slayers World, KillKenny con le sue idee assolutamente sconvolgenti e vulcaniche, Eternal Fantasy che leggerà questo capitolo solo tra due settimane perché oggi parte e va dove non c’è manco il telefono, e già che ci sono saluto anche Sabu-chan, la mia sorella bovina ValeMukka (che è in vacanza col moroso, lei fortunata),Lena che mi lascia sempre i commenti alle storie, e ovviamente il mio amore Samiel A.K.A. Della A.K.A. Alex Blueriver, anche se il signorino non si degna né di leggere le mie ff, né di continuare le sue (>_< pigrooooneeee!!!)
Grazie, grazie, grazie…
*cri cri cri cri*
*fogliolina secca in backgroung*
Ma c’è qualcuno che è arrivato fino a qui? Mah…
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Capitolo 8
*** il Concilio ***


Cap VIII
Cap VIII: il Concilio
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WAAA!!!!! Dopo ben tre mesi, sono riuscita a terminare questo capitolo! Qui si capisce il perché del titolo della fanfic, entrano in gioco nuove macchinazioni, Lina e Gourry si danno una mossa e…. e leggete, no?
Ah, vi annuncio che, al matrimonio di cui avevo parlato nel precedente capitolo, ho preso il bouquet. Con conseguenze anche divertenti: i miei parenti si sono subito affrettati a dirmi che non è necessario avere fretta, ecc… Oh, beh, tanto in famiglia la prossima a sposarsi sarò io, dato che dopo di me c’è mia cugina di 7 anni…
Matrimoni a parte, l’aria di fiori d’arancio mi ha contagiata, quindi aspettatevi, a breve, scene diabeticogeniche…
Anche se la fine di questa fanfic è ben lungi!!!
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Alcuni passi sulle scale fecero staccare Lina e Gourry, con aria colpevole.
Lo spadaccino aprì la porta della loro stanza, spingendo dentro dolcemente Lina, che era arrossita fino alla punta delle orecchie, facendo un tutt’uno di colore faccia-capelli…
Ci furono alcuni istanti di imbarazzato silenzio, mentre Lina trovava ad un tratto interessantissima la trama dello yukata di Gourry, stretta tra le sue braccia, ma troppo in imbarazzo per alzare lo sguardo.
Sentì le labbra di Gourry posarsi ancora una volta sulla sua guancia, e poi sciogliere quell’abbraccio.
Lina rabbrividì, rimpiangendo per un istante quel calore rassicurante.
-Che fai?- chiese, notando che Gourry frugava nell’armadio in cerca di coperte.
-Beh, cerco qualche coperta, per stare un po’ più comodo…-
-Non avrai intenzione di dormire sul pavimento, spero!-
-Beh, dove dovrei dormire, nell’armadio?-
-Ma non fare lo stupido!
Il… il letto è grande abbastanza per tutti e due…-
Gourry guardò Lina, a metà tra lo stupito e il… piacevolmente sorpreso?
-A una condizione. - disse, poi, serio.
-Quale?-
-Se scalci troppo, non garantisco di non rispondere!- sorrise poi, alzando un dito.
Lina scoppiò a ridere, tirandogli un cuscino. -Scemo…-
-Ehi, guarda che non scherzo mica! Mi ricordo di come Amelia si lamentava del tuo sonno agitato!-
-Io mi agito nel sonno solo se ho fame… e stasera sono abbastanza sazia… a proposito, credi che ci apriranno le cucine per uno spuntino di mezzanotte?-
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Così, dopo aver tirato giù dal letto il cuoco a calci ed essersi fatti servire uno spuntino di mezzanotte (solo un bricco formato caserma di cioccolata calda e tre o quattro chili di pane con burro e miele, accompagnati da una crostata alla marmellata appena sfornata), i due tornarono nella stanza e, con un po’ di imbarazzo, dopo aver tanto rimandato, oramai con le pupille che si chiudevano per la stanchezza, si coricarono.
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Gourry si rigirò: non riusciva ad addormentarsi, malgrado la stanchezza.
Affianco a lui, Lina, sdraiata sul fianco destro e con un braccio penzoloni fuori del letto, era immobile e tranquilla già da diversi minuti.
Il biondino si fece coraggio, e passò un braccio attorno alla vita di Lina. Le rimise il braccio sotto le coperte leggere, glie le tirò su perché non prendesse freddo alle spalle, e poi rimase sdraiato anche lui sul fianco destro.
-Lina?- chiamò sottovoce la ragazza.
Un mugugnio fu la sola risposta di Lina. Un mugugnio sonnambulo, probabilmente.
-Lina… se ti chiedessi di sposarmi… cosa risponderesti?-
Niente. Lei dormiva, e anche di gusto, pensò Gourry, “E forse è meglio che mi sforzi di imitarla.” pensò, chiudendo gli occhi, e sprofondando, dopo pochi minuti, in un sonno profondo.
Lina, però, non era davvero addormentata. Era in quella fase tra il sonno e la veglia, in cui la mente vaga tra la realtà e il mondo onirico, e pare impossibile muovere anche un solo muscolo, ed già è un’impresa un “mmm…” a bocca chiusa.
Insomma, Lina aveva sentito tutto. Quando Gourry le aveva tirato su la coperta, quando le aveva messo un braccio attorno alla vita… e quando le aveva chiesto di sposarla.
Sprofondò nel sonno drogato della stanchezza, e al mattino, non riuscì a capire se si fosse trattato di un dolcissimo sogno, o della realtà.
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Certo, la visuale mattutina era tutto fuorché romantica…
Sia lei che Gourry erano riversi a quattro di bastoni, le lenzuola terremotate, le gambe intrecciate, la bocca spalancata che dopo un concertino notturno di russare era secca e assetata.
Lina si grattò la rossa zazzera, alzandosi ed esibendo con uno sbadiglio tutta la dentatura trita-tutto.
Sempre mezza addormentata, raggiunse la brocca e si sciacquò la faccia, poi raccolse i suoi abiti, ben piegati sulla sedia, e andò a cambiarsi dietro il leggero paravento verde che chiudeva un angolo della stanza.
Quando emerse, vestita, pettinata ma ancora un po’ intontita, Gourry ancora dormiva, anche se aveva cambiato posizione. Adesso era abbracciato a un cuscino, stile koala.
Lina lo guardò, sorridendo. Era così dolce, quando dormiva! Sembrava un bambino.
I lunghi capelli del ragazzo erano sparpagliati per tutto il letto. Lina sorrise furbetta, soppesò la spazzola che aveva in mano…
E iniziò a fargli una treccina… e un’altra… e un’altra…
Alla quindicesima, Gourry si svegliò, esibendosi anche lui in uno sbadiglio da guinnes dei primati.
-Uh? Già in piedi, Lina? Mattiniera…-
-Sono le otto e mezza, non è prestissimo…-
-Perché non mi hai svegliato, allora?-
Lina alzò le spalle -Dormivi così bene, che non ho voluto svegliarti.
Io scendo, sbrigati o non ti lascerò nulla per colazione!- annunciò la rossa, aprendo la porta della camera.
A quella atroce minaccia, Gourry si lavò, vestì e, dopo qualche difficoltà, pettinò in tempo record, e meno di un quarto d’ora dopo scendeva anche lui le scale, vestito e armato.
Appena in tempo: le cameriere stavano iniziando a portare la pantagruelica colazione al loro tavolo, e con Lina in giro, non c’è da sperare che aspetti un ritardatario a tavola…
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-Così, è questo il posto… sembra un po’ pacchiano…-
Lo spadaccino aveva espresso ad alta voce il pensiero di Lina.
Il palazzo destinato al Concilio era decorato con un gusto eccessivo, decisamente pacchiano.
Dall’ultima volta che c’erano stati, quando Daymia e Tarim litigavano per il posto vacante di capo della gilda locale, erano stato aggiunti numerosi orpelli in uno stile barocco-rococò, stuccature e compagnia bella.
Comunque, non era il caso di irritare i padroni di casa; un’occhiata di Lina bastò a zittire uno sconcertato Gourry.
Lina gli posò una mano sul braccio -So che hai ragione, ma è bene non indisporre nei nostri confronti i maghi della gilda locale. - disse a bassa voce. -Tu vai a farti un giro per i negozi d’armi, per vedere se trovi qualcosa di decente. Ci vediamo qui stasera, ok?-
-Ok, Lina. Divertiti!-
-Contaci!-
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Gourry gironzolò, curiosando per gli scaffali. Impugnò una spada, provando un affondo. Scuotendo la bionda zazzera, la rimise giù: sbilanciata sulla lama, non avevano appesantito a dovere l’impugnatura.
Il commesso lo raggiunse. -Posso aiutarla, signore?-
-Si. Cerco una spada bastarda ben equilibrata. -
-Uhm… sarà un po’ difficile, signore, siete molto alto…- notò il commesso, valutando ad occhio l’altezza del cliente e quindi di che tipo di spada necessitasse.
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Lina posò la testa sulla mano.
Noia.
Non avrebbe mai immaginato che un concilio fosse così… così… così.
Vecchi maghi che parlavano e parlavano, descrivendo in relazioni lunghissime e ricche di paroloni risultati di ricerche che potevano essere sintetizzati in due minuti. Maghi che vantavano le rispettive imprese, gonfiandole come un pescatore “gonfia” al raccontare le sue prede.
Uno strazio.
Lei era la più giovane. Dopo di lei, il più giovane avrebbe potuto essere suo padre.
Si ritrovò a invidiare Gourry, mentre gettava un’occhiata alla folla vociante e animata della strada, mentre un profumino allettante di ciambelle fritte le solleticava le nari.
Ponderò seriamente l’idea di abbandonare la grande sala ad anfiteatro per andare a farsi uno spuntino.
-Miss Lina Inverse?- le chiese un mago abbastanza giovane per gli standard della sala, (il che significa che era sulla cinquantina).
-Si? Sono io…-
-Lo avevo immaginato. Siete la più giovane di tutta la sala, quindi dovete per forza essere la maga-genio nota in tutta la penisola. Sono Martoman l’Arancione, e rappresento la gilda magica di Remia… conoscete il nostro istituto?-
-No, ma ho sentito parlare di Remia… è vicino ai confini nord del regno di Raltague, vicino a Dyls e a Lyzeille, o sbaglio?- Lina accolse con gioia il diversivo dalla noia della relazione corrente. E il fatto che il tipo l’avesse lusingata definendola “la maga genio” glie lo rendeva particolarmente gradito.
-Che ne dite se parliamo fuori di qui? La nostra assenza non sarà notata, anche perché mancano già diverse persone…-
Era vero: complice l’ora, molti si erano assentati dalla sala per una capatina al bagno o per una puntatina a uno dei bar appena fuori…
Lina si alzò, stiracchiandosi, e seguì l’uomo. Ne approfittò per studiarlo.
Indossava una tunica ricca di decorazioni e stemmi ricamati, che ne identificavano il grado all’interno della gerarchia della sua scuola. Il colore predominante era l’arancio scuro, con ricami in color mattone.
Era sulla cinquantina, portati abbastanza bene, con solo un po’ di sale nel pepe dei capelli tagliati corti. Le macchie di inchiostro sulle mani e sotto le unghie, assieme a vecchie cicatrici da bruciature da incantesimo, suggerivano fosse uno di quei maghi che sperimentano sempre nuovi incantesimi… a volte con esiti poco salutari!
Aveva detto di chiamarsi Martoman, ma non aveva specificato né cognome, né provenienza, salvo il suo colore e il nome dell’istituto rappresentato.
-Miss Lina…- si fermò a un certo punto, voltandosi -l’università che qui ora rappresento ha seguito con molto interesse le sue imprese. Vorremmo invitarla nella nostra sede per una serie di seminari in cui possa illustrarci i suoi incantesimi…-
Lina lo guardò perplessa.
-I miei… incantesimi? Ma… si possono trovare su qualsiasi buon libro di magia nera… Non capisco a cosa vi serva io…-
-Miss Lina, suvvia, non scherzi. Non sto parlando di banali dragon slave… ci è giunta voce che lei sia a conoscenza di incantesimi che traggono potere da un essere superiore!- le ultime parole furono pronunciate in un sussurro eccitato -Con tali incantesimi, potremmo portare l’ordine e la sicurezza, e costringere i vari regni a sottomettersi alla illuminata guida dei maghi che…-
Lina si sentì gelare il sangue… ma stava dicendo sul serio? Santo cielo… forse sarebbe stato meglio se fosse rimasta a sorbirsi la relazione, la in sala conferenze…
Poi la rossa recuperò la sua abituale faccia tosta.
Si girò, avviandosi verso la sala conferenze -Scordatelo. - fu la sua secca risposta…
La mascella di Martoman penzolava oltre i limiti concessi dall’anatomia. Era talmente scioccato da non riuscire neanche a replicare…
-Ma miss Lina, voi non capite… noi maghi dobbiamo rimanere uniti dinnanzi ai comuni uomini che…-
Era una fireball quella che era comparsa tra le mani di Lina?
Martoman preferì non appurarlo di persona, mentre la rossa lo fissava con aria di sfida.
-Ehm… ora che mi ricordo… ho un appuntamento con un collega… ^^;;; arrivederci!!!- si defilò, mentre Lina, con uno sbuffo, lasciò dissolvere la fireball, più debole del solito, a causa dell’avvicinarsi di quei suoi giorni. A dire il vero, non le erano ancora venuti. Strano. Ma aveva tutti i sintomi, che ogni ragazza sa riconoscere. In primis, l’indebolirsi della magia.
Comunque, pur se depotenziata così, una sua fireball poteva rivelarsi letale per un umano.
Andando verso l’atrio, Lina non notò la figura, dietro l’angolo, che la teneva d’occhio.
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Lina inspirò a pieni polmoni l’aria della strada, annusando l’odorino di ciambelle.
-Lina! Non pensavo avresti finito così presto!-
-Oh, Gourry! No, non hanno finito, ma ho preferito uscire un po’. C’erano persone… poco gradevoli…-
Il volto di Gourry si scurì -Vuoi che venga con te, la prossima volta?-
Lina parve pensarci un istante.
-Vedremo. Per il momento, me la cavo da sola, ma se dovessero farmi pressioni…- le ultime parole erano poco più che borbottii. -Piuttosto, tu hai trovato qualcosa di decente?-
-No. Fortuna che avevamo tenuto la spada che avevo prima che Tylya mi facesse l’altra. -
-E ciò mi ricorda che, finito qui, dobbiamo andare a dire due paroline a quell’elfa… - Lina scrocchiò le dita con aria molto, molto esplicita.
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-CHE COSA?! COME HANNO OSATO?! CONTAMINARE UNO DEI MIEI LAVORI!!!! IO… IO LI AMAZZOOOOO!!!!!!!!!-
-Ty, ti prego, calmati…-
-ZITTO, TU!!! TU, CHE HAI PORTATO NEL MI LABORATORIO QUELLA GEMMA MALEDETTA!!!-
Lemar stava facendo del suo meglio per trattenere Tylya dall’andare e disintegrare qualche drago di mare. Come avevano osato mentirle, e farle inserire con l’inganno quella gemma con la maledizione in una spada di acqua sacra?
Così, la sua bellissima opera era andata distrutta, e probabilmente Lina sarebbe tornata infuriata. E non le avrebbe potuto dare torto.
Afferrò Leman per la collottola. -Adesso tu mi porti da quelle cariatidi, così posso dire loro due piccole paroline…-
-Ma Tyl, tesoro, sai che non posso… in teoria non poteri nemmeno essere qui… se scoprono che te l’ho detto, ci finisco di mezzo io…-
-CODARDO DI UN DRAGO! Quei vecchiacci hanno vanificato il mio lavoro, causato un enorme spreco di Acqua Sacra, e ci hanno inimicato l’Inverse! E sarà un miracolo se non torna qui e non disintegra la foresta! Senza contare che se fosse morta, Luna mi avrebbe uccisa!!!!-
*gocciolina di Leman*
-Senti… verrà, prima o poi, e quando verrà, chiamami in via ufficiale, e venite a fare la scenata al palazzo, ok? Ora, ti prego, mettimi giù…-
Malgrado il sopracciglio scattante, l’elfa mise giù il drago, che, preso per la collottola, iniziava a diventare bluastro. Amava Tylya, ma quando la ragazza era infuriata, nessuno era al sicuro.
Che sia una caratteristica dei Cephied Knight? Eheheh…
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Nessuno tentò di fare altre pressioni a Lina, per quel giorno. C’è anche da dire che la ragazza se la filò appena possibile, tornandosene in albergo, in camera, prontamente seguita da Gourry.
Dopo cena, lo spadaccino le chiese il perché di quello strano comportamento. Lina raccontò di come una gilda di maghi volesse entrare in possesso della formula del gigaslave, e del perché.
Dopo che gli ebbe anche ricordato a quale dei suoi innumerevoli disastri corrispondesse il gigaslave, Gourry divenne iperprotettivo.
-Non ti perderò d’occhio, lì. E se dicono qualcosa, dirò che sono la tua guardia del corpo. In fondo, non è la verità?- disse candidamente, sorridendo. Anche Lina sorrise, non potendo resistere a quel sorriso franco e sincero.
Non arrossì neanche troppo quando Gourry le passò le braccia attorno alla vita, stringendola a sé.
-Lina…-
-Si…?-
-Sposami. -
……
………
-EEEEEEEEEHHHH!?!?!?!?- Lina s’era scostata un poco, fissandolo con occhi pallati -Cosa… cos’hai detto?-
-Ti ho chiesto… se vuoi sposarmi. Sposarmi davvero… perché io… ti amo.-
Lina era senza parole. Troppo, troppo stupita. Gourry sorrise, mettendosi in ginocchio come i principi delle favole -Volete sposarmi, mia principessa?- chiese, facendo uno svolazzo con un immaginario cappello.
Lina sorrise, gettando le braccia al collo dell’uomo che da tento tempo le stava accanto, nel bene o nel male.
-Ma certo… mio principe azzurro…-
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-E finalmente si capisce il significato del titolo, dato che finora non c’entrava un cavolo con la storia!!!-
-Dessran, sai che hai appena interrotto nella mente dei lettori un momento magico?-
-E allora, Ilu-chan?-
*SCIAFFF* harisenata
-cretino…-
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Baci. Carezze. Il naturale congiungimento di due anime da tempo unite…
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Non avevano chiuso le imposte. Avevano altro a cui pensare, la sera prima.
Quindi, Lina fu svegliata parecchio presto dalla luce che filtrava dalla finestra, rivolta ad est.
Alzandosi a sedere e scostando le lenzuola, allungò la mano per cercare qualcosa con cui coprirsi, rassegnandosi alla fine a usare un cuscino a mo’ di scudo della sua nudità, mentre andava a chiudere le imposte di legno.
Sorridendo prima al cielo indorato dall’alba, Lina tornò, nella penombra, nel letto, dove Gourry ancora dormiva.
Si rannicchiò accanto a lui, che, nel sonno, le mise un braccio nudo attorno alla vita.
Lina sospirò, serena. Si. Non principi, non nobili ricchi, ma un giovane uomo che l’amava per quel che era, difetti compresi.
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-…Lina… Lina, sveglia…- Gourry la scuoteva delicatamente. Gli dispiaceva svegliarla, ma si stava facendo tardi, e se Lina voleva andare al secondo giorno del conclave…
Lina aprì gli occhi, trovandosi il volto di Gourry a pochi centimetri dal suo. Sorrise.
-Buongiorno… che ore sono?-
-Quasi le nove. Vogliamo alzarci? O preferisci restare qui?- affondò il volto sul collo della ragazza, baciandola sotto l’orecchio.
-No… anche se mi piacerebbe restare, è meglio che andiamo. Verrai con me?-
-Certo. -
Con una punta di rammarico, Gourry si scostò, aiutandola a tirarsi su a sedere.
Una grossa, grossa macchia rossa attirò la loro attenzione.
-Oh, no! Mi sono arrivate!-
-Ehm… cosa?- Gourry fissò incuriosito la macchia rossa, larga, parecchio larga, a circa metà letto.
-Le… ehm, le mie cose. Dovremo far cambiare le lenzuola…- Lina era più rossa delle lenzuola macchiate. Beh, se non altro, non avrebbe rischiato una gravidanza.
-Ah… ecco. -
Con un sospiro per il mal di pancia, altro tipico sintomo di “quei giorni”, Lina si rivestì, andando poi a cercare una cameriera.
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Cielo, se il giorno prima gli erano parsi noiosi, oggi era da dragonslavarli tutti per liberare il mondo di una fonte di noia. Con la coda dell’occhio, vedeva Gourry, appoggiato al muro, su uno dei balconi affacciati all’anfiteatro, assieme ad altri auditori. Nessuno aveva fatto storie, pareva che diversi maestri avessero portato allievi, mogli o figli ad assistere al proprio quarto d’ora di gloria sul palco dei relatori.
Lina si era piazzata piuttosto in alto, così da potersela filare senza essere troppo notata.
Vide Gourry che le faceva un cenno. Andava al bagno.
Gli fece di si con la testa, tornando poi a posarla sulle braccia incrociate al lungo banco dinnanzi a sé, con aria sommamente annoiata.
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Gourry si sciacquò le mani, uscendo dal bagno riservato agli uomini.
Accanto alla porta, fuori, trovò ad aspettarlo Lina.
-Scappata via?- chiese, sorridendo -Troppo noioso?-
-Avevo voglia di stare un po’ con te. - rispose la rossa, avvicinandosi e prendendolo per mano.
Sorrise, passandosi la punta della lingua sulle labbra, e alzandosi sulla punta dei piedi per arrivare alle sue labbra.
Gourry notò qualcosa di strano… la postura, troppo sciolta, e sensuale, la tranquilla indifferenza al fatto che potesse passare qualcuno… il sapore vagamente metallico di quel bacio… e due tette decisamente troppo grosse!!!
Scostò la donna -Chi sei?- chiese, freddo.
-Gourry, che dici, sono Lina, no?-
-Sul serio?- prova del nove -Cosa faresti se dicessi che sei piatta come una tavola?-
La ragazza sbottonò la camicetta -Ti inviterei a fare una seconda prova…-
Una sgomitata nello stomaco la fece cadere a terra, svenuta. In pochi istanti, si dissolse in schiuma, farina e frammenti di ossa. -Lina mi avrebbe preso a calci dove non batte il sole. - disse Gourry a quel che restava dell’homuncolus, dato che quella pettoruta copia di Lina altro non era che un homuncolus. Un capello rosso fiamma riluceva tra i resti della copia.
Poi colto da un presentimento, tornò di corsa in sala… solo per vedere Lina, muoversi come un automa, lasciarla dalla porta dalla parte opposta. Non poteva certo saltare giù dal balcone (certo, non era molto alto e aveva già saltato da posti ben più alti, semplicemente se non fosse stato nulla di grave Lina si sarebbe arrabbiata per la figura barbina), così dovette fare il giro più lungo, tornando indietro e facendo due o tre corridoi, sbagliando anche nella fretta.
Intravide un ricciolo rosso sparire dietro un angolo.
Presto, presto!
Dannazione…
Era una sorta di ballatoio, su cui si affacciavano cinque porte, e le scale.
Per prima cosa, controllò le scale, discendenti. Nulla. Non era scesa, quindi era entrata in una delle stanze che lì di affacciavano. Si, ma quale?
Freneticamente, iniziò ad aprirle. Un salotto. Uno studio. Un altro studio. Tutti vuoti. La quarta era chiusa a chiave. Provò la quinta, un bagno, vuoto.
La quarta! Cercò di forzarla. Con il suo udito, sopra la media umana, molto sopra, udì la voce di Lina spiegare qualcosa, atona, e una voce maschile che l’incitava.
Lui non era certo ferrato in incantesimi, ma quelle parole parevano l’inizio dell’invocazione del… di quell’incantesimo, dannazione come si chiamava, che a momenti distruggeva tutta la Terra!!!
Con un calcio sfondò la porta, e un istante dopo aveva preso tra le braccia Lina, tappandole la bocca e bloccandole i polsi, le mani che si muovevano nei gesti dell’invocazione.
Tre paia di occhi lo guardarono stupiti. Tre maghi, in lunghe ed elaborate vesti. Uno, accanto a una sfera di cristallo, pareva essere stato interrotto in qualcosa che lo concentrava parecchio.
-Mi auguro ci sia un’ottima spiegazione, o potrebbero esserci tre maghi di meno, tra pochi secondi.- ringhiò il biondo, notando lo sguardo perso di Lina. -Cosa le avete fatto?-
-Anche se te lo dicessimo, probabilmente non lo capiresti, grezzone. - lo apostrofò il più giovane.
Il lettore riconoscerà invece in quello che pare il capo Martoman l’Arancione. Si, proprio quello del giorno prima.
-Beh, vogliamo provare?- Gourry estrasse la spada, afferrando da sotto al naso di uno dei tre la sfera di cristallo, lanciandola in aria, e tagliandola in otto pezzi perfettamente uguali prima che essa cadesse a terra, la caduta attutita dallo spesso tappeto sul pavimento.
*GLOM*
Il tutto, reggendo con il braccio sinistro una Lina inerte come una bambola di pezza.
Puntò la spada alla gola di quello che pareva il capo. Martoman aveva molti incantesimi al suo arsenale, ma in quel momento aveva il vuoto nel cervello… e un sospettoso peso nelle brache…
-Primo, cosa le avete fatto, secondo, come lo si toglie, terzo, che cosa volete da lei. Svelto o…-
Gli occhi azzurri dello spadaccino erano diventate due schegge di gelido acciaio. I maghi non erano certi di voler sapere cosa c’era dopo quell’ “o…”.
-U…una fattura… una semplice fattura di controllo mentale… occorre… un bacio d’amore…-
Occielo… ma dove l’hanno pescata ‘sta roba? Sembra roba da fattucchiere dei libri di favole, pensò Gourry.
Chinò la testa sul volto inerte di Lina, baciandole le labbra.
Alcuni istanti dopo, le guance tornarono rosate, gli occhi smisero di fissare il nulla, e la ragazza smise di ciondolare inerte come una bambola di pezza. Si portò le mani alle tempie, muovendo la testa come a snebbiarla da una nebbia inesistente, o forse da un torpore innaturale.
-Cosa… dove sono? Cosa è successo? Gourry…?-
Lo spadaccino, sorridendo sollevato, indicò con la spada i tre maghi.
-Chiedilo a loro. Fattura, l’hanno chiamata. -
Lo sguardo di Lina passò da confuso a fiammeggiante in pochi decimi di secondo, nel riconoscere il mago tenuto sotto tiro da Gourry.
Lo afferrò per la collottola: anche senza magia, Lina è molto, molto pericolosa. Specie quando si mette a fare prese di sumo o mosse di Wrestling… il che è esattamente ciò che fece, strozzandolo prima, e poi eseguendo un altro paio di mosse che non fanno male solo sul vero ring del wrestling (dove gli atleti mentono clamorosamente)…
Torcendogli un braccio dietro la schiena, chiese al capo (mentre Gourry teneva sotto la minaccia della spada gli altri due) -Allora, cosa avevate in mente di farmi? Sapete che imporre il controllo mentale così è un reato magico punibile con l’espulsione dalle gilde?-
Martoman non proferì verbo. Segreto, o semplicemente troppo dolore?
-Tu… tu non capisci… il comando ai… agli esseri superiori… l’unità della penisola…-
-Ehi, io voglio anche sapere, perché avete mandato quella finta Lina!- chiese Gourry -E cosa speravate di ottenere!-
Quattro paio di occhi si posarono interrogativi su di lui.
-Non abbiamo mandato nessun clone o homuncolus. Disprezziamo questo spreco di energia magica in AAAAHHHH!!!!- una tiratina al braccio torto dietro la schiena da parte di Lina lo fece urlare di dolore.
Una gomitata alla tempia lo spedì a nanna, seguito dagli altri due, colpiti da una spadata di piatto di Gourry.
Usciti, Lina li chiuse a chiave dentro, infilandosi la chiave in tasca.
-Gourry, cos’è questa storia della copia?-
Lo spadaccino le raccontò della sua pettoruta e disinibita copia, e la condusse a vederne i resti.
Lina si chinò, estraendo un suo capello dalla massa.
-Un capello. Ecco perché non era perfettamente uguale. E meno male…-
-Anche se fosse stata identica, avrei capito ugualmente che si trattava di una copia…-
-Ah si? E come?- chiese Lina, indispettita perché, secondo Gourry il clone aveva tette più grosse delle sue.
Gourry la prese tra le braccia, e lei arrossì immediatamente. -Ma che fai? Non qui… può passare qualcuno da un momento all’altro!-
Gourry sorrise, sciogliendo l’abbraccio -Ecco. A quella copia era indifferente che potesse passare qualcuno e vederci. Questo mi ha fatto sospettare. Poi le ho chiesto come avrebbe reagito se avessi detto che piatta come una tavola…-
Gourry vide numerose venuzze pulsanti sulla testa di Lina, schivando poi un calcio volante -Ecco! Quella… - schivata -ha replicato di sentire…- altra schivata -di persona!- Gourry afferrò Lina per i polsi -Hei, non ho mica detto che lo sei, avevo solo fatto una domanda a quella copia!- cercò di calmarla.
-È l’intenzione quella che conta… ma per stavolta lascio correre…-
Gourry si asciugò una gocciolina di sudore. Quello del seno era un tasto molto molto delicato…
-Adesso tocca capire chi, e perché, ha fatto quest’homuncolus… dunque, qui ci sono dei laboratori adatti a crearlo, ma potrebbe essere stato creato da tempo e poi portato qui…-
-Ma perché? voglio dire, tu ci saresti stata ugualmente…-
-Forse per rapirmi e far parlare questa al mio posto, e rovinarmi la reputazione… non lo so, Gourry. So solo che c’è troppa gente che fa piani su di me, e a me francamente non va di essere la marionetta di nessuno!!!-
Gourry continuava a guardare il mucchietto di ceneri e farina d’ossa.
-Lina, so come posso fare a riconoscerti, anche se faranno copie più perfette. -
-Non vorrai toccar le tette a tutte le donne che mi assomigliano!-
-Non ho intenzione di morire così giovane… -_- - estrasse uno scrignetto dalla tasca. -Volevo dartelo ieri sera, ma poi… beh, mi è passato di mente…-
Lina arrossì al pensiero di perché era passato loro di mente tutto, la sera prima.
Gourry le dette lo scrigno, e lei lo aprì.
Dentro, c’era un anello.
Una fascetta d’oro, una elegante fede d’oro con un rubino color sangue e uno zaffiro del blu più profondo, tagliati a cuore.
-Gourry… è… è bellissimo…-
Il ragazzo le prese la mano destra, infilandole l’anello all’anulare.
-Me lo porto dietro da mesi, senza mai riuscire a trovare il coraggio di chiederti… di sposarmi…-
Lina guardò Gourry, sorridendo. Non disse nulla, limitandosi a baciarlo sulle labbra.
-Non credo ci siano tanti cloni così fortunati da avere un simile pegno d’amore…- disse, guardando l’anello che scintillava sulla mano nuda (si era tolta i guanti e il mantello, lasciandoli al guardaroba all’entrata).
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Un grazie a Eternal Fantasy, mia beta reader ufficiale: senza di te, non credo che avrei la perseveranza di andare avanti… Tu però hai già saputo tutto in anteprima, alla Fumettopoli a Milano (che fantastico compleanno! Grazie, ragazzi, è stato fantastico!).
Un salutone salutissimo a tutti gli amici del forum, a Lena/Mikoru, alla mia sorella bovina ValeMukka (MUUUUU!!!!), al sicariuccio KillKenny che però temo non leggerà questa storia (troppo diabetogenica!), a Kira, ad Andre e Roweena, a Mistral, insomma a tutti! (e chiedo scusa a chi ho scordato… ^^;;; )
Dedico questo capitolo a Samiel, il mio ragazzo che ogni tanto mi fa arrabbiare, ma che in fondo amo davvero tanto, e senza il quale avrei perso qualsiasi fiducia negli umani di sesso maschile (si vedono mazoku cadere come piccioni impallinati, stecchiti per le emanazioni di amore… ), con questo messaggio: non ti preoccupare, non sto cercando di incastrarti, malgrado il bouquet! ^_^
Infine, una comunicazione di servizio:
Rileggendomi “Cronache della Kouma Sensou” e “Quest of Souls”, mi sono accorta di alcuni errori ortografici, che pertanto ho corretto. Inoltre, ho fatto delle piccole correzioni nel testo di Quest of Souls, cambiando una frase o due con altre che rendevano più scorrevole il testo.
Spero che la “versione 2.0” vi sia gradita, gentili lettori!!!
Ilune Willowleaf

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Capitolo 9
*** ancora complotti ***


Cap VIII
Cap IX: ancora complotti...
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Questo capitolo vede finalmente la luce del web, ma in realtà è stato iniziato ben prima di Natale.
Ora sono dottoressa!!! Dottoressa in biotecnologie agroindustriali, con 107!
Da settembre riprendo le lezioni, per il corso di laurea specialistica, ma per il momento mi rilasso un po’, scriverò le mie fanfiction e i miei racconti originali, e mi cercherò un lavoro part time per cominciare a mettere da parte qualche soldino da scialacquare nelle fiere!!!
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Si stavano baciando, proprio lì, nel corridoio, incuranti di chi potesse arrivare. Alcuni passi però li fecero frettolosamente separare, e Gourry, preso da una sorta di premonizione, trascinò Lina dietro la porta dei servizi maschili.
Attraverso la fessura, videro una donna matura dalla elegante tunica verde, più simile a un abito da sera che a una tunica da mago, e un uomo più o meno della sua età, in rosso.
Ovviamente, non c’era mago, al concilio, che non avesse il colore. Ricevere l’appellativo di un colore, indifferentemente dal colore stesso, era un segno di riconoscimento della abilità di un mago da parte degli altri maghi. A Lina era stato dato il rosa: un rosa confetto ORRIBILE. E lei si guardava bene dal ricordarsi di portarsi dietro la sua ORRENDA tunica, che, a detta sua, la faceva assomigliare a una cameriera, più che a una maga. O a una caramella, anche. Ma si può dare a una maga specializzata nella magia nera un colore come il ROSA? Già un rosso o un porpora sarebbero stati meno caramellosi. Anche un verde chiaro, ma rosa…
Senza contare che sua sorella Luna aveva commentato che Lina la Rosa sembrava il nome di una putt… lasciamo perdere, va’.
Questione di colore a parte, il fatto che quei due sfoggiassero un colore stava a indicare che non erano tra gli “intrufolati” al seguito di qualcuno, ma maghi importanti. E ricchi, almeno a giudicare dai preziosi gioielli che la maga sfoggiava sull’abito.
-Distrutta. Ti avevo detto di mettere più carica, Marda!- imprecò l’uomo in rosso. La donna, Marda evidentemente, arricciò il naso, azione che conferiva al suo volto grassoccio l’aria di un cane bulldog.
-Fai presto tu, a comandare, Monty. Ma con tutti gli homuncolus che mi hai fatto preparare, non potevo proprio metterne più di così. - disse stizzita.
L’uomo borbottò qualcosa sullo sbarazzarsi delle prove, dirigendosi verso il bagno.
“Dannazione”, pensò Lina, “ci scoprirà!”
Chiaro come il sole che erano stati quei due a mandare l’homuncolus.
Gourry, prontamente, la afferrò per la vita, si infilarono in uno dei cubicoli chiusi, e la tirò su sul water, in piedi. Così, pareva ci fosse un solo occupante, intento a fischiettare per coprire eventuali rumorini.
Il mago, Monty, forse abbreviativo Montgomery, frugò un po’, e i due lo udirono uscire trascinando secchio, scopa e paletta. Per le ceneri, probabilmente. Tornò dopo pochi minuti, scaricando i resti dell’homuncolus in un gabinetto, e tirando l’acqua.
Poi, con l’aria più innocente del mondo, uscì, non dimenticando neppure di lavarsi le mani, raggiungendo la collega.
Lina e Gourry attesero due o tre minuti, prima di uscire dal cubicolo. Dopo che lo spadaccino si fu assicurato che il corridoio era sgombro, lasciarono i bagni maschili.
-Beh, ora abbiamo i nomi. Due nomi, perlomeno. - sogghignò Lina, con un’espressione che non prometteva nulla di buono.
-Lina, cos’hai intenzione di fare? Ricorrere alle maniere forti un’altra volta?^^; - chiese Gourry.
-No, Go. Prima farò un paio di indagini. Devo capire di chi mi posso fidare, e di chi no. Sperando che nella prima categoria rientrino gli organizzatori di questo concilio.- terminò.
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Il pranzo era lungo, come tutti i pranzi con centinaia di invitati. I camerieri passavano con tre piatti per volta, piatti splendidamente decorati, ma che non saziavano neanche un dente.
Lina si trovò a invidiare Gourry che, non potendo venire al pranzo, riservato solo ai maghi, era andato ad abbuffarsi in un ristorante proprio dall’altra parte della strada.
-Lina la Rosa, immagino. - fece una voce al suo fianco. Lei non aveva aperto bocca da prima degli antipasti, troppo depressa. Qualcuno era stato informato che Lina Inverse non aveva con sé, purtroppo, l’abito del suo colore. Così, qualcuno, molto gentilmente, aveva messo al lavoro un paio di sarte, e poco prima di pranzo le era stato recapitato quell’ORRENDO abito, tutto pizzi, svolazzi, fiocchetti e trine, con la precisa indicazione di metterlo per il pranzo.
Lina si sentiva un’idiota.
Beh, come vi sentireste voi, abituate ai pantaloni, con una svolazzante gonna sotto al ginocchio, con due, mica una, DUE sottogonne orlate di pizzo, e un corpetto dell’abito tutto pizzi, nastri, sbuffi e fiocchi, che neanche una bambina di cinque anni è conciata così? Completava l’abbigliamento un paio di calze bianche, scarpine di vernice bianche e un fiocco, pure ROSA tra i capelli.
Ma lei quello si era rifiutata categoricamente di metterlo, lasciandoli sciolti, fermati solo dalla fascia nera, intessuta di rune magiche.
Aveva un’aria che depressa è dir poco, e la sua testa era impegnata a elaborare le più raffinate torture per chi le aveva fatto confezionare quell’abito.
Così, quando qualcuno la chiamò col suo nome, per così dire, ufficiale, non se ne avvide, riscotendosi solo quando il suo vicino la chiamò per nome e cognome.
-Lina Inverse?-
-Uh? Ah, si. sono io. Piacere. Voi siete…?- si riscosse Lina, finendo di cincischiare la porzioncina da bambola di timballo di pasta e divorandolo in mezzo boccone.
-Artema l’azzurro. Vengo dal nord, dalla zona dei monti Kataart.-
Lina annuì. -Lieta di fare la vostra conoscenza. - rispose, con una frase di circostanza, e adocchiando speranzosa il cameriere.
Macché, era ancora a servire il timballo a neanche metà tavola!
-Pranzo lento, nevvero?- fece il mago, seguendo lo sguardo di Lina.
-Uno strazio. - Lina fece una pallina con la mollica di pane, ficcandosela distratta in bocca -Invidio Gourry che si starà facendo fuori indisturbato chissà che portate!-
-Gourry è lo spadaccino che gira con voi?-
Lina si fece improvvisamente sospettosa -E voi come ne siete a conoscenza?-
Artema fece un largo sorriso -Non sono molti i maghi che vengono a un simile conclave con un guerriero al seguito. Il vostro amico spicca come una mosca bianca nella moltitudine di assistenti, mogli, mariti, figli e compagnia. Soprattutto perché non vi perde mai di vista. -
Lina si rilassò impercettibilmente -E' la mia guardia del corpo... diciamo così.-
Artema sorrise in modo saputo. Di che guardia avrebbe bisogno la maga genio che dall'età di tredici anni girava la penisola in lungo e in largo, guadagnandosi appellativi come “assassina di banditi” e “terrore dei draghi”? Il suo sguardo cadde sull'anello all'anulare destro, e annuì con aria di chi ha mangiato la foglia.
-Anche voi siete venuto accompagnato?-
-Si: dalla mia assistente nonché adorabile nipotina. Ha più o meno la vostra età...-
-Come età, potrei essere la figlia o anche la nipote della maggior parte delle persone presenti. Anzi, diciamo di tutti i convitati, a parte qualche eccezione che si conta sulla punta delle dita di una mano... voi, per esempio. -
Artema rise -Si, in effetti anche io ai miei tempi ero considerato un ragazzo-genio. Ricevetti il colore azzurro a diciotto anni, ma a voi spetta l'onore di aver scalzato me e alcuni altri talentuosi!-
Finalmente arrivò il secondo primo, una formina di riso di neanche dieci centimetri, con dei pezzetti di fungo dentro, coperta da una salsina pure di funghi porcini.
Lina la sollevò dubbiosa con la forchetta, cacciandosela in bocca in un boccone.
Notò che anche l'altro aveva mangiato la sua in più o meno due bocconi, e ora stava coscienziosamente pulendo il piatto della salsa con un po' di pane.
-Appena finisce questo strazio, vado a farmi un pasto come si deve. - mugugnò Lina.
-Povera illusa: ora che ci alzeremo di qui, sarà passata anche l'ora di cena!- commentò un altro insoddisfatto commensale di fronte a lei.
Lina alzò lo sguardo, sorridendo appena di solidarietà.
Chi aveva appena parlato era un uomo forse sulla quarantina, con capelli blu scuro ondulato, e tratti che le ricordavano qualcuno, anche se Lina non avrebbe saputo dire chi.
Vestiva una tunica sobria, di color blu oltremare, e come unico ornamento aveva una spilla di pietre dure e argento che riproduceva un elegante pesce, che pareva un pesciolino vero in uno scuro acquario.
Artema vestiva invece di celeste, ed era di poco più giovane dell'altro. Anche lui aveva una simile spilla a forma di pesce. Forse appartenevano alla stessa scuola, oppure avevano avuto la stessa idea o acquistato il gioiello dallo stesso orafo.
Come il mago in blu aveva predetto, il pranzo si trascinava, lento.
Molti commensali chiacchieravano tra di loro per ammazzare il tempo, e i due maghi con la spilla a forma di pesce cercarono di coinvolgere Lina in una conversazione, cercando di farsi raccontare delle sue avventure.
Al contrario di quanto solitamente avrebbe fatto, Lina rispondeva a monosillabi. Si sentiva gli occhi puntati addosso, anche se non avrebbe saputo dire da chi.
A un certo punto, Arteman si alzò, scusandosi, diretto alla toilette.
Il mago in blu, che rispondeva al nome di Riaxian, fece cenno all’altro di fare in fretta, passandosi una mano sul collo.
Il movimento attirò l’attenzione di Lina, che vide, in un tremolio sfocato, delle linee che parevano branchie, e una live iridescenza verde-azzura sulla pelle del dorso delle mani.
La maga sorrise.
Arteman era tornato, e subito dopo Riaxian si era eclissato, tornando poco dopo con aria molto più tranquilla.
Lina prese il calice di vino bianco posto davanti a lei, sorseggiandolo con noncuranza.
-Comunque, signori miei, mi pare strano che mi chiediate tutti questi particolari del combattimento contro Dark Star… i vostri cugini dorati non vi hanno riferito tutto il riferibile?- davanti alle facce stupite dei due maghi, Lina abbozzò un sorriso -Avete bevuto innumerevoli litri di acqua. L’incantesimo di dissimulazione usato per celare le scaglie e le branchie…
Avanti, volete forse prendere in giro la maga-genio Lina Inverse?- disse sottovoce, squadrando Riaxian, che sedeva dinnanzi a lei -Non lavoro per i draghi, ve lo dico subito…-
-Noi non siamo qui per farla lavorare per noi. Siamo qui per proteggerla. - disse serio Riaxian.
-Oh, per proteggermi? Accidenti… questa è una novità. - Lina si alzò, ignorando il fatto che il cameriere con uno dei secondi era arrivato ormai a pochi posti da lei. -Francamente, posso benissimo fare a meno della protezione di chicchessia. - fece secca, facendo per andarsene.
Arteman si alzò, seguendola di corsa nel corridoio che portava ad altri locali della Gilda dei maghi.
Da lì, le conversazioni e il tintinnio di posate della sala dei banchetti arrivavano ovattate.
-Miss Lina, chi ci manda vi conosce. E ha seri motivi per pensare che ci siano altre fazioni di draghi e di umani che hanno mire su di voi…-
-E, sentiamo, chi è che vi manda, che dice di conoscermi?- sbuffò Lina, sottraendosi con uno strattone alla presa del drago.
-Ci manda lord Milgazia, dal Dragon’s Peak. -
Milgazia.
Il drago d’oro che l’aveva guidata nella piega di tempo in cui risiedeva la Cleare Bible.
Colui che guidava la colonia mista di draghi nella vallata sui monti Kataart.
-Milgazia è un drago dorato. Voi siete draghi di mare. Ne ho già conosciuto uno… - fece acida Lina, riferendosi a Lemar.
-Al Dragon’s Peak ci sono draghi di varie razze. I draghi di mare sono una minoranza, ma ci siamo. Noi siamo stati incaricati di venire qui e proteggervi da eventuali pressioni di umani e di altri draghi per interessi di potere…-
-Beh, allora avete proprio fatto un bel lavoro! C’è in giro qualcuno che crea homunocolus simili a me, e qualcun altro che ha già tentato di gettarmi addosso una fattura! E devo ringraziare Gourry, se non mi hanno estorto la formula del Giga Slave!- imprecò Lina.
A quelle parole, il drago impallidì -Il… Giga Slave? Chi sono? Dobbiamo provvedere immediatamente…-
-Martoman l’Arancione e la sua cricca, per quanto riguarda la fattura. Un certo Monty e una certa Marda, per quanto riguarda l’homuncolus. Ma non so se riuscirei a riconoscerli, non li ho visti ben bene in faccia…-
-Non importa, il mio collega ha accesso ai registri. Miss Lina, per carità, fare attenzione… C’è molta gente che ha mire su di voi…-
Lina guardò con occhi ragionevolmente sospettosi il drago.
-Noi eseguiamo gli ordini di Lord Milgazia. Che prende direttive solo dalla Cleare Bible, la mente di sua maestà Ragradia. Se non ci credete, possiamo mostrarvi una lettera autografa di Lord Milgazia…-
-Perfettamente inutile, dato che non conosco la firma di Milgazia, e in ogni caso non conosco il draconico.
Per questa volta mi voglio fidare… a patto che…-
-A patto che?- il drago pareva ansioso.
-Hai accennato- Lina era passata a un più colloquiale, e solito per lei, tu, piuttosto che il lei -che ci sono anche altri draghi che hanno mire su di me. Chi, e perché?-
Arteman sospirò -Non lo sappiamo di preciso.
Ci sono almeno sei delegazioni di draghi, oltre a noi, tra gli invitati. Viviamo tra gli umani, ci spacciamo per loro, teniamo d’occhio le gilde per evitare che compiano esperimenti troppo pericolosi…-
-O per evitare che sviluppino la magia, come fuori della barriera. - fece acida Lina.
-La politica di rapporto con gli esseri umani dei nostri cugini al di fuori della barriera non ha legami con la nostra, miss Lina. Noi del Dragon’s Peak non abbiamo mai soppresso la magia tra gli uomini, sebbene ne conoscessimo i pericoli.
Come dicevo, ci sono almeno sei delegazioni di draghi, la maggior parte dei quali io non conosco. So per certo che due di esse provengono da fuori della barriera, ma non saprei dirle chi, di preciso…-
Lina alzò le spalle -Io mollo qui questo stupido banchetto e vado a cercare Gourry. Almeno, mangerò qualcosa che non sia in porzioni da bambola!- e, senza aggiungere altro, alzò i tacchi e se ne andò, fulminando con lo sguardo il drago, che aveva accennato a seguirla.
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-Non vuole la nostra protezione. È un problema serio. - fece con un sospiro Arteman, tornando a sedersi al tavolo.
Riaxian bevve l’ennesimo bicchiere d’acqua -Tu ti concentrerai sul cercare di capire chi sono i draghi, e vedere chi ha progetti su di lei. Io penserò agli umani. -
Arteman annuì -Lina ha fatto dei nomi. -
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Il ristorantino che si affacciava sulla piazza aveva dei tavoli all’aperto.
In uno di questi, Gourry osservava pigramente il viavai cittadino, tenendo d’occhio anche la porta d’ingresso della Gilda.
Non fu troppo stupito quando vide emergere una Lina che si copriva col mantello, tentando disperatamente di nascondere l’orrendo abito…
-Io vado alla nostra locanda a levarmi questa ORRENDA roba, e poi a mangiare qualcosa degno del nome di cibo. - annunciò, nera.
Senza dire nulla, Gourry le si affiancò.
-Com’era il cibo?- fece lo spadaccino, in tono colloquiale.
-Buono, ma in porzioni così piccole da non bastare neanche a una bambola. Ah, si, e con un servizio lentissimo… - un sonoro gorgoglio di stomaco sottolineò le sue parole.
Gourry sorrise. Erano arrivati alla locanda dove avevano la stanza -Tu vai a cambiarti, ordino io per te. Tutte le pietanze del menù?-
-Si, e dolci in doppia porzione. - sorrise Lina allo spadaccino, lieta che lui l’avesse preceduta.
Si sentì avvampare quando lui la baciò, sulla guancia, ma fece finta di nulla, cercando di nascondere le guance color fuoco, mentre saliva le scale.
Lina armeggiò per un istante con la chiave della loro stanza, ma quando fece per girarla, si accorse che la serratura era aperta.
Era stata forzata, e poi richiusa alla bell’e meglio, dissimulando il danno con un incantesimo illusivo.
La ragazza s’insospettì subito: un banale ladro non richiude la porta mettendoci per di più in incantesimo di dissimulazione!
Lina si sfilò la fascia dai capelli, avvicinandola alla serratura.
Le rune ricamate s’illuminarono di una luce dorata.
Lina imprecò. Era un incantesimo abbastanza potente, e tutto ciò che le avrebbe permesso di romperlo e analizzare il danno, prima di entrare in camera, era proprio in camera.
Sollevò l’orlo della gonna. Ricordandosi di come Philia portasse la mazza appesa alla giarrettiera, aveva fatto una rudimentale imitazione con un laccio di cuoio, che le aveva torturato la gamba per tutto il banchetto. Ma il pugnale, in quei giorni, la faceva sentire un pelo più sicura.
Batté con la gemma che ornava l’impugnatura contro la serratura, poi ficcò la lama tra la porta e lo stipite.
Con un sorriso, vide l’illusione tremolare e farsi più esile.
Benedisse la sua previdenza nel riempire quel pugnale di gemme magiche, autoprodotte tra l’altro.
La porta era stata forzata senza usare ferri. Pareva che il blocco fosse stato strappato, assieme a un pezzo di cornice della porta.
Male, molto male.
Chi c’era che aveva una simile forza, usava la magia a livelli così alti (l’illusione era tornata a coprire con un velo di apparenza di normalità la porta), e poteva avere interesse a entrare in camera sua?
I due draghi d’acqua le avevano detto che c’era qualcuno interessato a lei… beh, oltre ai due distinti gruppi di umani.
Draghi.
Imprecando su rettili che non sapevano proprio lasciare una ragazza in pace, scese a chiamare Gourry, incontrandolo a metà scala, preoccupato per la sua lunga assenza.
-Lina, i primi stanno già arrivando…-
-Il cibo aspetterà. Seguimi. -
Lina che rimanda un pasto? Gourry fece per sentirle la fronte, ma la ragazza scostò la sua mano, impaziente, trascinandolo quasi di peso davanti alla porta.
Una volta fattogli capire cosa era stato fatto, anche lo spadaccino divenne serio.
-Lascia che entri prima io. - sfoderò la spada.
-Ma sei pazzo? Potrebbe essere pericoloso!-
-Appunto per questo. In questo momento, posso difenderti meglio di quanto tu non possa fare da sola.- le sorrise -Andiamo, capisco quanto possa essere frustrante per te questa situazione, ma sono solo pochi giorni, no?-
Lina si ritrasse in buon’ordine, maledicendo dentro di sé Madre Natura che aveva condannato e maghe a tre giorni mensili di magia azzerata e mal di pancia.
Con un calcio, Gourry spalancò la porta, che essendo già sfondata, non oppose resistenza.
Tutto pareva in ordine.
I vestiti di Lina ripiegati sulla sedia, la borsa da viaggio poggiata sotto, il letto rifatto dalle cameriere.
Lina entrò, cauta.
Controllò la borsa.
Non mancava nulla, nulla era stato toccato, neanche tra i vistiti.
-È strano… non ha senso! Se hanno sfondato la porta, sicuramente cercavano qualcosa, ma nulla è stato toccato…-
-Potrebbero essere stati interrotti. - fece osservare Gourry.
-No. Se fossero stati interrotti, non avrebbero richiuso la porta con cura, celandola con quell’incantesimo…- con uno sbuffo, Lina si appoggiò al letto….
*KABOOOOOOOMMMM*
Il rumore fu talmente forte da far vibrare tutta la locanda, mentre dalle finestre in frantumi della stanza uscivano colonne di fumo.
Sotto al letto, rovesciato, Gourry stringeva Lina. Aveva reagito d’istinto, afferrandola e trascinandola lontano, quando aveva sentito quel *click* sotto al letto…
E solo grazie alla sua prontezza di riflessi la bomba, potente ma con un raggio molto limitato, non aveva fatto altri danni a parte un indicibile casino nella stanza, e un rumore talmente atroce che le orecchie colavano sangue, i timpani lacerati.
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L’unica soddisfazione che Lina ricavò da quell’attentato, fu che l’abito tutto gale e pizzi era irrimediabilmente rovinato: stazzonato, bruciacchiato, strinato, strappato, macchiato di sangue.
Poi lei aveva anche provveduto a peggiorare le cose, trasformandolo in uno straccio.
Ora, con i suoi soliti abiti, sedeva, fremendo d’impazienza, mentre una sacerdotessa chiamata d’urgenza dall’oste curava lei e Gourry.
L’uomo era mortificato, non sapeva spiegarsi come degli estranei fossero potuti arrivare alle stanze superiori, ma Lina intuì che, se l’intruso aveva potuto piazzare un incantesimo dissimulatore così, probabilmente aveva preso le sembianze di uno degli ospiti della locanda, oppure di una cameriera.
-I due draghi d’acqua avevano ragione: c’è qualcuno che vuole farmi la pelle. - numerò sulle dita -Oltre a qualcuno che mi vuole estorcere il Giga Slave, e qualcun altro che, per non so quali motivi, ha interesse a separarci. Anche se forse quest’ultimo lavora per il primo. Con te lontano, sarebbe molto più facile per loro uccidermi…-
-Cosa farai, Lina?-
-Parlerò chiaro con quei draghi. Carte scoperte. Se davvero vogliono proteggermi, tanto meglio, ma non abbasserò la guardia!-
Gourry prese la mano di Lina. Non disse nulla, ma tra loro ci fu uno di quegli sguardi che valgono più di mille parole.
-Grazie…- mormorò Lina.
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Allora? Vi è piaciuto?
Si, lo so, c'è un casino di proporzioni bibliche... tutta colpa del disordine della mia camera: ho perso nel marasma di fogli foglietti schizzi e appunti il foglio in cui mi ero segnata la trama!
Scommetto che non vedete l'ora di sapere chi, quanti, e perché si trama alle spalle di Lina!
beh, dovrete aspettare, ma non moltissimo... spero!
vostra
Doc Ilune Willowleaf

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